Seduta n.54 del 09/10/2009 

LIV SEDUTA

Venerdì 9 ottobre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 27.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 2 ottobre 2009 (47), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Antonio Cappai, Mariano Contu, Michele Cossa, Franco Cuccureddu, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Sergio Milia, Antonio Pitea, Matteo Sanna e Carlo Sanjust hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in ottemperanza a quanto previsto dall'ordine del giorno numero 9 del 18 settembre 2009, ho nominato componenti della Commissione d'inchiesta sulla sicurezza sul lavoro i seguenti consiglieri: Gabriella Greco, Antonio Pitea, Alberto Randazzo, Teodoro Rodin, Angelo Ivano Stochino, Tarcisio Agus, Pietro Cocco, Francesco Sabatini, Andrea Biancareddu, Pietro Fois, Carlo Sechi, Efisio Planetta, Daniele Cocco e Massimo Mulas.

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al

rilancio dell'economia" (67).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A. Siamo all'esame dell'articolo 7.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' possibile sospendere per dieci minuti? Siamo in pochi, i nostri sono quasi del tutto assenti.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio sono sospesi, riprenderanno alle ore 10 e 40.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 29, viene ripresa alle ore 10 e 49.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri, la Giunta regionale, in riferimento all'articolo 7, in aggiunta alle verifiche e ai controlli conseguenti alle azioni vuoi dello Stato vuoi della stessa Regione in ordine ai beni immobili e agli ambiti territoriali già sottoposti a un'azione vincolistica, ha ritenuto, secondo alcuni con un presunto appesantimento del procedimento, di identificare un ulteriore soggetto, quindi un ulteriore vaglio, al fine di poter operare in maniera coerente con quelli che sono i presupposti degli articoli 2, 3, 4 e 5. Mi riferisco all'esigenza di avere all'interno del processo professionalità al momento non rinvenibili nell'Amministrazione regionale, quindi non coincidenti con quelle attualmente previste per legge all'interno del Comitato tecnico regionale per l'urbanistica (CTRU).

La volontà è quella di identificare un soggetto di significativo spessore tecnico-culturale che possa affiancare l'azione dell'Amministrazione regionale nell'intento di perseguire realmente quanto rappresentato nell'articolato che è attualmente all'esame del Consiglio. Quindi ulteriore azione di verifica volta a ricercare altre garanzie in ordine all'esigenza di pervenire a un'applicazione corretta della norma che metta in primo piano l'esigenza di riqualificare il patrimonio presente sul nostro sistema territoriale, con particolare riferimento alla fascia più prossima al mare e agli ambiti contenuti all'interno dei nostri centri storici.

Di fatto noi riteniamo che la scelta di campo non rappresenti un momento di leggerezza, di cinismo, di sarcasmo, di avidità o di egoismo da parte di qualcuno, ma sia di fatto orientata a identificare percorsi che diano ulteriori elementi di garanzia, portando peraltro all'attenzione dell'Aula un aspetto che forse non è stato veicolato correttamente dalla stessa Giunta regionale e che è finalizzato non già a dotarci di una commissione politica, bensì, come dicevo prima, di una commissione di alto spessore. Grazie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Cherchi, relatore di maggioranza f.f..

CHERCHI (P.d.L.), relatore di maggioranza f.f.. Signora Presidente, sugli emendamenti numero 33, 229, 34, 230, 35, 232, 36, 234, 138, 37, 237 e 231 il parere è contrario; è favorevole sull'emendamento numero 375, al quale sono stati presentati gli emendamenti numero 515, 517, 518 e 541, sui quali invece il parere è contrario, così come sugli emendamenti numero 233, 343, 235, 516, 234 e 236.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta in riferimento agli emendamenti all'articolo 7 è perfettamente coerente con il parere della Commissione consiliare.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 33 e 229, che sono uguali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Come di consueto, senza meraviglia, la replica dell'Assessore conferma - nonostante le sue parole insufficienti - la natura politico-strategica della Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Lo confermano esattamente la natura e le modalità con le quali avete nominato anche gli esperti nel CTRU. Se vogliamo in altre occasioni potremo fare una disamina, non è questo il momento, ma sono in condizioni di provare quello che dico: è un pezzo della spartizione, così come saranno un pezzo della spartizione questi tre esperti. E' così perché avete dato parere negativo alla nostra proposta che siano sottoposti a una selezione pubblica per curriculum; è così perché dite di no alla valutazione preventiva da parte della Commissione consiliare delle proposte della Giunta regionale ed è così perché cercate in tutti i modi di portare nell'alveo della classica spartizione politica una commissione che evidentemente non ha neanche la configurazione numerica per affrontare un impegno come quello che voi avete previsto in questa legge.

Lei non dà risposte sul conflitto di funzioni, perché in quelle aree, piaccia o no, non potete con questa legge superare l'obbligatorietà dell'autorizzazione paesaggistica, che viene concessa dall'ufficio tutela del paesaggio, l'obbligatorietà del parere della sovrintendenza e poi di questi tre esperti. Lei non spiega come si incardina questa funzione rispetto ai pareri obbligatori. Le voglio ricordare che con il Codice Urbani le autorizzazioni paesaggistiche sono atti impugnabili, proprio perché devono avere un grado di trasparenza e di accessibilità anche per la tutela dei cittadini. Ma voi della tutela dei cittadini e degli interessi diffusi non avete nessuna necessità. Ecco perché la sua risposta è insufficiente e il nostro voto su questi emendamenti è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento numero 33 soppressivo dell'articolo 7. Assessore, questo è un Paese che va in deroga: a livello nazionale voi andate in deroga alle norme relative alla fiscalità e al versamento delle tasse con il rientro dei capitali dall'estero e adesso, a livello locale, anche alle norme relative al settore dell'edilizia. Noi pianifichiamo, lavoriamo, elaboriamo leggi, votiamo regolamenti e di tutto ciò non rimane nulla, perché con le deroghe previste dagli strumenti urbanistici, scavalcando persino i comuni, alle disposizioni regionali vigenti si dà l'idea che la legge può essere anche violata, tanto un domani ci sarà una deroga, ci sarà un condono, ci sarà insomma una maggioranza che eliminerà le regole, eliminerà quei criteri che consentono la certezza del diritto.

Il termine stesso, deroga, presuppone degli elementi di necessità, di urgenza. Non si può andare in deroga sempre e comunque rispetto a tutta la normativa vigente. E poi per fare che cosa? Per costruire nei 300 metri dal mare, dai 300 ai 2.000 metri o dai 150 ai 1.000? Per realizzare un 10 per cento in più di cubatura anche laddove ormai da anni e anni, se non da decenni, non era più possibile costruire in virtù di un principio più generale relativo al valore ambientale, al rispetto dell'ambiente, delle coste, del paesaggio, che è esso stesso una risorsa?

E' persino previsto il parere di questa commissione per gli interventi di cui agli articoli 3 e 4, riguardanti cioè le zone agricole e gli immobili con finalità turistico-ricettiva. Insomma, questa è una Regione che va in deroga, che non dà certezza di diritto e che ai cittadini dà l'impressione che tutto possa essere violato, perché un domani qualcuno cancellerà le norme che sono state approvate in precedenza. Non è un buon esempio, soprattutto per quei cittadini che hanno sempre rispettato la legge, che non hanno commesso abusi per poi sanarli attraverso i condoni, che nell'ambito del diritto e delle regole sono stati sempre scavalcati da coloro che hanno invece violato la legge e per i quali c'è sempre un condono o una deroga. Ecco questi sono gli argomenti che ci portano a sostenere la soppressione dell'articolo 7. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo dell'Italia dei Valori voterà a favore dell'emendamento soppressivo dell'articolo 7, anche perché pur leggendo e rileggendo l'emendamento numero 375, presentato dalla Giunta regionale e che poco modifica del comma 1 dell'articolo 7, permane, non viene assolutamente scalfito il dubbio, anzi vi è la certezza che questa commissione, questa sovrastruttura che assume funzioni consultive della Giunta regionale in tutti gli altri settori sia una commissione più politica che tecnica. Sembrerebbe istituita per dare pareri sugli interventi di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 13 e negli altri casi previsti dalla presente legge; ad essa è delegato il parere di congruità di tutti gli interventi previsti in questa legge, in più svolge, ripeto, una funzione consultiva della Giunta regionale. Quindi questa commissione sembrerebbe sovrapporsi a una serie di comitati e commissioni che già esistono nell'ambito dell'Assessorato e coesistono nell'ambito della Presidenza della Giunta regionale. Non è una commissione che svolge esclusivamente funzioni di natura tecnica, nel qual caso sarebbe corretta la nomina da parte della Giunta regionale, bensì è una commissione tecnico-politica, probabilmente più politica che tecnica, perché deve esprimere anche pareri su progetti e proposte che non sono facilmente intellegibili dentro una legge che abbiamo detto presenta molti margini di ambiguità e di interpretazione. Molti margini di ambiguità e di interpretazione!

Detto questo, Assessore, se le funzioni sono queste e si vuole attribuire loro una qualità elevata dal punto di vista consultivo nell'ambito urbanistico, perché non accogliere l'emendamento dell'opposizione che prevede che questa commissione così importante per attività così complesse venga quanto meno designata con il parere della Commissione consiliare competente?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Signora Presidente, annuncio il nostro voto contrario all'emendamento soppressivo dell'articolo 7. Trattandosi di nomina, siccome ho sentito che c'è già una critica sulla qualità della nomina, senza che sia stata ancora fatta, vorrei ricordare, a titolo di esempio, che uno dei primi atti della passata legislatura fu quello di levare il requisito del titolo di laurea per i membri del Consiglio di amministrazione dell'Ente foreste. Forse serviva per dare qualità in quella circostanza! O vogliamo parlare delle short list, delle competenze tecniche o forse anche della militanza politica quando in diverse Aziende sanitarie locali furono fatte le nomine? L'ultimo caso è quello di Sardegna ricerche: non credo che l'amico Giuliano Murgia abbia un curriculum sulla ricerca applicata e ritengo che la sua onorabile militanza nel sindacato non possa certo giustificare quella presenza.

Quindi, prima di dare pagelle e attestati di incapacità agli altri, credo sia necessario fare un esame di coscienza e verificare attentamente quello che si è fatto per evitare di creare presupposti di incapacità sugli uni o sugli altri senza aver verificato attentamente le capacità proprie. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, se c'è una cosa di cui noi non abbiamo proprio bisogno in questa amministrazione sono le commissioni consultive. Ne abbiamo riempito i nostri uffici! Questa legge applica questa filosofia nei confronti dei comuni e penso che non sia così strano che la applichi anche verso i rami burocratici della nostra amministrazione. Ma che bisogno c'è di dotarsi di una commissione di esperti con competenze ed esperienze pluriennali in materia di paesaggio? Intanto ci sono disposizioni che consentono all'Amministrazione regionale di fare convenzioni per consulenze specifiche in ogni materia; in secondo luogo, se c'è una cosa che alla Giunta regionale non manca sono le strutture e i funzionari. La direzione generale del territorio, ma anche il personale che è sparso nell'Ente foreste, nel sistema degli enti agricoli, nel sistema interno all'amministrazione, nei diversi Assessorati, per esempio quelli dell'ambiente, dell'agricoltura e dei lavori pubblici, possono diventare strumento di supporto alla Giunta. E noi ne aggiungiamo un altro, la cui indeterminatezza, fra l'altro, è straordinaria. Si dice infatti: "Faremo un'altra legge", magari inserita nella finanziaria, per capire come pagare questi signori che si aggiungono a tutti gli altri che già paghiamo e a cui non facciamo fare quello che devono fare. E' sufficiente pagare stipendi aggiuntivi!

Basta, utilizziamo le risorse che ci sono. Questa commissione non è utile e poiché la Regione si è già presa la competenza dei comuni in questa materia, la eserciti con le energie che già possiede.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, intanto vorrei dire all'onorevole Giacomo Sanna che io non ero consigliere regionale nella passata legislatura, per cui non so se le persone a cui lui ha fatto riferimento avessero o meno capacità. Quelle che conosco credo abbiano esperienza, capacità e curriculum tali da consentire loro di ricoprire gli incarichi a cui sono state chiamate. Sembra quasi che oggi l'onorevole Sanna voglia mettere le mani avanti; evidentemente sa già che chi deve essere nominato molto probabilmente non ha i requisiti di cui si parlava prima.

Comunque sono intervenuto per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 33, perché con l'istituzione di una commissione per il paesaggio mi sembra che si stia tornando indietro. Ci sono già gli uffici tutela del paesaggio che rilasciano il nullaosta paesaggistico. In passato esistevano le commissioni provinciali per il paesaggio, che sono state poi soppresse perché bloccavano l'attività degli uffici tutela. Il rischio è che in presenza di una commissione regionale che dovrà dare il proprio parere su tutte le pratiche già esaminate dagli uffici tutela, che esprimono il loro parere sugli interventi da effettuarsi nelle zone con particolare valore paesaggistico e ambientale, tutte le pratiche, anche quelle esaminate, per esempio, dall'Ufficio tutela del paesaggio di Olbia e da quello di Sassari, dovranno essere trasferite a Cagliari. Se c'è già qualche rallentamento nell'istruttoria delle pratiche ora c'è anche il rischio che dagli attuali trenta o sessanta giorni si passi magari a sei o sette mesi per il rilascio del nullaosta.

Credo sia opportuno su queste cose utilizzare, come diceva il collega Uras, la capacità professionale dei funzionari regionali. Se si vuole istituire una commissione, questa deve essere composta nell'ambito degli uffici tutela del paesaggio, in modo da cercare di snellire il più possibile l'iter amministrativo delle pratiche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, sull'articolo 7, che contempla la costituzione di una commissione deputata a esprimere pareri sugli interventi in zone di particolare valore paesaggistico, avrei alcune cose da dire. Se le aree all'attenzione di tale commissione hanno un particolare valore paesaggistico, ritengo che abbiano anche una forte valenza paesaggistica, quindi tutto ciò si ripercuote sul valore intrinseco del paesaggio e sul valore delle attività che vi si svolgono da sempre e che quindi sono a tutti gli effetti parte integrante del paesaggio.

Ora, nel momento in cui si afferma che questa commissione serve a dare pareri sugli interventi in queste zone è come se si negasse, di fatto, il particolare valore paesaggistico delle stesse. Quindi in quest'Aula si continua a giocare sull'ambiguità: essere o non essere. Di fatto si dovranno esprimere pareri su ampliamenti volumetrici che andrebbero comunque a deturpare quel paesaggio di cui tanto vi riempite la bocca; un paesaggio che è un unicum e come tale irripetibile. Tutto questo spudoratamente in nome della spartizione. Dobbiamo infatti abituarci a usare un vocabolario pratico, in modo tale che anche la gente capisca: qui si tratta di spartizione, perché è da giorni e giorni che commentiamo articoli ed emendamenti, come se si servisse la stessa pietanza su piatti diversi. Articoli numerati progressivamente e una infinità di emendamenti per una minestra che è sempre la stessa! Tutto questo per un reato grave che voi state consumando, un reato contro un patrimonio che non è vostro, così come non è nostro, ma è del popolo sardo. E non solo del popolo sardo, perché il nostro è un patrimonio universale.

Ma la cosa migliore di questa commissione è che essa si avvale degli uffici dell'Assessorato ed è composta da tre figure, genericamente definite esperti: "esperti in materia di tutela paesaggistica e ambientale, con provata esperienza pluriennale nella valorizzazione del contesto ambientale". Aria fritta, aria fritta! E' come se noi dovessimo stare tranquilli perché la legge dice che questa commissione è costituita da esperti di comprovata esperienza nel settore, eccetera, eccetera. Quindi possiamo dormire sogni tranquilli. Ma non è così, perché i sogni dei saggi generano mostri!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, esprimo il mio voto favorevole alla soppressione dell'articolo 7 con l'emendamento che è in discussione e ne approfitto per rispondere all'onorevole Giacomo Sanna. Voi criticate tanto l'intesa prevista dal Piano paesaggistico regionale, che nasce, come ho detto ieri, da una serie di regole e procedure previste nella legge numero 8 del 2004 e nel Piano paesaggistico regionale, che è comunque emanazione del Codice Urbani. Sulla base di queste regole noi abbiamo dato all'intesa un valore che parte dalla proposta dell'amministrazione comunale e arriva alla Giunta regionale sotto forma di accordo fra diversi livelli istituzionali. Ora, questa Commissione regionale per il paesaggio e le qualità architettoniche in realtà è una longa manus non tanto del Consiglio regionale, ma della Giunta regionale, esprime pareri rilevanti sugli interventi consentiti nelle aree più sensibili della nostra regione e tutti i suoi componenti sono di stretta osservanza della Giunta. Il Consiglio non viene da voi neanche interpellato, o meglio avete gli strumenti e così come avete nominato col manuale Cencelli, nelle vostre riunioni, i commissari delle Aziende sanitarie potete nominare i componenti di questa commissione nel modo che è d'uso in casa vostra.

Quindi si tratta semplicemente di un appesantimento burocratico, anche in contrasto con le finalità che voi affidate a questa legge, tra cui appunto quella della semplificazione burocratica. E' un modo per mettere le mani sul paesaggio da parte della Giunta regionale. Tra l'altro, oggi abbiamo scoperto, onorevole Sanna, che si utilizzano le madri dei consiglieri comunali per fare ricorso. L'abbiamo letto sui giornali, a proposito dell'osservazione che lei ha fatto nei giorni scorsi. Io credo che sia tutto legittimo, però è anche bene dire sempre la verità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, do il buongiorno ai colleghi, che spero abbiano riposato bene e siano pieni di energia per affrontare questa lunga giornata e forse anche nottata, chissà. Poi mi avvicinerò ai banchi dell'Assessore, il quale aveva promesso di fornirmi dei dati e credo li abbia procurati. Nel frattempo ho ascoltato attentamente le sue parole in merito ai quesiti che gli avevo posto e devo dire che, purtroppo, non ho trovato alcuna risposta. Avevo provato a fare due calcoli e a dimostrargli che questa commissione regionale è soltanto una foglia di fico sulle nudità impresentabili di una legge che vuole unicamente dare il via libera al cemento anche nella fascia costiera più pregiata.

Come definire una legge che si propone, con il semplice avallo di questa commissione, di incrementare le volumetrie nelle fasce più pregiate del nostro territorio? Io ho spiegato ieri che non essendoci limiti assoluti per gli incrementi volumetrici, ma solo percentuali, nella fascia costiera per quando riguarda le strutture di tipo alberghiero potremmo trovarci di fronte a interventi che prevedono incrementi da 2 mila a 5 mila metri cubi. Questa commissione ha a che fare con le attività sulle quali si concentreranno gli interventi, appunto perché riguardano la fascia costiera. Lei ne ha previsti 40 mila, io mi sono avventurato a immaginare che siccome tali interventi richiedono investimenti privati, che certamente non saranno numerosi e cospicui per le tasche delle famiglie, saranno realizzati dove la remunerazione è verosimilmente più alta, dove c'è l'intento speculativo di rivendere a un certo gruppo, a un certo soggetto. E allora questa commissione si troverà ad affrontare migliaia e migliaia di casi in pochi mesi. Se una quota di quegli interventi, magari pari al 40-50 per cento, come io immagino e come anche lei immaginerà, si concentrerà sulla fascia costiera, nell'arco di diciotto mesi saranno presentate a questa commissione, a questi stacanovisti del bollo e del bollino, quasi 20 mila pratiche! E queste povere persone dovrebbero, nell'arco di sei o sette mesi, verificare la compatibilità paesaggistica e architettonica e verificare se le opere che si vogliono realizzare effettivamente raggiungono l'obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, intervengo sulla proposta di soppressione dell'articolo che prevede l'istituzione della Commissione regionale per il paesaggio perché non condivido l'impianto stesso di questa commissione, non condivido la logica che viene seguita nella sua costituzione. Io credo che sia molto più giusto e rispondente all'esigenza di imparzialità del giudizio utilizzare gli uffici che sono già preposti a dare pareri di questa natura. Credo che così facendo si eviti anche un conflitto di competenze, ma l'elemento principale è il fatto che questi uffici, ossia gli uffici tutela del paesaggio, che sono da sempre lo strumento al servizio della comunità chiamato a esprimere giudizi imparziali sulle singole questioni, a prescindere da chi sta nei banchi dove è seduto oggi l'assessore Asunis, perché un fabbricato, un progetto o un paesaggio hanno determinate caratteristiche e vanno valutati indipendentemente da chi ne commissiona il giudizio.

E allora, io non credo che una commissione istituita dalla Giunta, che dura in carica quanto la Giunta, possa essere considerata uno strumento in grado, al di là della capacità professionale delle singole persone, di esprimere un giudizio davvero imparziale. E di un giudizio imparziale, Assessore, abbiamo assoluto bisogno, diversamente si ha la sensazione di non essere in uno stato di diritto. E siccome questo non è, non possiamo introdurre un elemento di disturbo come questo in una situazione già abbastanza complicata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, colleghi, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento che sopprime l'articolo 7, perché questa è un'altra opportunità che si dà alla Giunta per cercare di migliorare questo dispositivo di legge. E' un'opportunità evidente, nel senso che noi andiamo a istituire una commissione che, così come sono formulati i quattro o cinque commi che compongono l'articolo 7, rischia di essere un organismo di mera facciata, probabilmente funzionale solo agli interessi e alla volontà della Giunta regionale.

Questo lo dico con serenità, ma con fermezza, nel senso che, secondo me, se dovessimo veramente lanciarci in un ragionamento sulla composizione di una commissione per il paesaggio, a quel punto dovremmo prendere il Codice Urbani che disciplina in maniera chiara, all'articolo 137, una certa tipologia di commissione, anche se non è esattamente quella che viene utilizzata per queste valutazioni. Facciamo però una cosa composita, coinvolgendo gli uffici regionali competenti in materia di paesaggio, nonché le università che possono suggerire terne di nomi tra cui scegliere i componenti della commissione. Cioè facciamo un qualcosa che sia veramente in grado di dare risposte ai problemi che dovrebbe affrontare questa commissione, che tra l'altro è esigua, essendo composta soltanto da tre persone, ma con un carico di lavoro abnorme. E questo, secondo me, rischierà di bloccare l'iter di tutte le pratiche che saranno sottoposte al suo parere.

Un altro aspetto, Assessore: ho fatto una ricerca sulle leggi di altre Regioni riguardanti la stessa materia, non per fare paragoni, perché poi ogni Regione organizza le leggi in base alle proprie esigenze, ma per cercare di capire, per valutare, per fare un confronto, e devo dire che pochissime di queste leggi prevedono commissioni di questa natura. Sicuramente non c'è nulla di tutto ciò nelle leggi di due Regioni governate dal centrodestra, la Lombardia e il Veneto, leggi in cui - e questa sarebbe un'altra opportunità che si potrebbe cogliere per sopprimere l'articolo 7 - viene invece esaltato il ruolo dei comuni e vengono individuate delle date entro le quali essi devono esprimere il parere sulle disposizioni regionali. Questo viene fatto, secondo me, con correttezza e attenzione verso quello che è il ruolo degli enti locali.

Assessore, o si sopprime l'articolo 7 oppure colga l'opportunità per riformularlo prevedendo una commissione la cui composizione rispetti le indicazioni del Codice Urbani, il che darebbe garanzia a tutti, probabilmente tranquillizzerebbe l'Aula e magari consentirebbe di accelerarne i lavori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signora Presidente, dichiaro il mio voto favorevole alla soppressione dell'articolo 7, e quindi della commissione in esso prevista. E' difficile parlare di questa legge nei dettagli, perché è una legge da rifiutare in toto, nei suoi presupposti, nella sua idea di Sardegna e nella sua idea di futuro sviluppo per questa regione. E' una legge che, di fatto, non solo non fa nulla per lo sviluppo, ma uccide anche la speranza di un possibile sviluppo in futuro, sottraendo una delle leve fondamentali per una vera politica di sviluppo.

Mi preme, però, provare a cancellare questa commissione, non foss'altro perché è un velo, un imbroglio, uno dei tanti imbrogli che sono stati messi dentro questa legge per cercare di nascondere, di camuffare e parlare d'altro. Si dice che ogni regalia di metro cubo serve per migliorare il paesaggio, per migliorare la qualità architettonica. Poco fa abbiamo sentito dire che si tratta dell'occasione di migliorare i nostri centri urbani e il nostro paesaggio costiero, attraverso una commissione che a tempo pieno, io credo, dovrà valutare ogni progetto. Ma questa commissione non si impegna mica a migliorare i nostri piani particolareggiati per i centri storici, a dettare le tipologie edilizie, a migliorare la qualità degli interventi architettonici nelle gare pubbliche, a far crescere una cultura paesaggistica e architettonica. No, questa commissione darà un parere e, di fatto, approverà ogni singolo progetto in questa regione. Mi pare che sia il luogo dell'arbitrio; il luogo dell'arbitrio lasciato in mano a tre persone nominate dalla Giunta regionale, lasciato in mano, quindi, alla stessa Giunta. E la si chiama con un nome pomposo: "Commissione per il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica". Bisognerebbe chiamarla: "Commissione per l'arbitrio nel paesaggio e nell'architettura della Sardegna", prevista da una legge che cancella progetti, cancella criteri, cancella piani particolareggiati, cancella qualunque cosa, nella volontà di sottomettere questa regione all'unica cosa che conta: il mattone!|

Se avanza qualche secondo vorrei difendere Giuliano Murgia e la sua nomina. Giuliano Murgia è la persona che si è occupata per una vita di animazione economica e culturale; animazione economica legata anche all'economia della conoscenza e dell'innovazione tecnologica, insieme al compianto professor Brusco, già Presidente della Regione Sardegna e inventore del concetto dei distretti industriali in Italia. Ha sostituito nella stessa carica chi l'ha preceduto, un albergatore di Alghero. Quando si tratta di parlare di qualità bisognerebbe pensarci un po' su.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Intanto annuncio il voto favorevole alla soppressione di questo articolo, ma mi chiedo: si è valutato che esistono già gli organismi competenti, Assessore, preposti a questo tipo di valutazioni? Mi riferisco ovviamente agli uffici regionali di tutela del paesaggio e al Comitato tecnico regionale per l'urbanistica, al cui interno vi sono le competenze necessarie e i cui componenti peraltro mi pare siano stati rinnovati di recente.

Si sta prevedendo una commissione di tre esperti che resta in carica per tutta la durata del mandato amministrativo. E perché non prevedere una commissione che invece cessa di operare dopo i diciotto mesi di attuazione di questo provvedimento legislativo? Non si capisce. Cioè, se il provvedimento legislativo ha un termine temporale predefinito, individuato in diciotto mesi, non si capisce perché la commissione debba restare in carica anche dopo questi fatidici diciotto mesi. Ecco, questo è l'interrogativo, per cui ritengo totalmente superflua l'istituzione di questo organismo e la spendita di ulteriori denari, dato che saranno comunque previsti i gettoni di presenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo pur in assenza del presidente Soru, ormai è un classico, ma se questo atteggiamento è comprensibile da parte sua, non lo è da parte del Partito Democratico, perché se alla presenza dell'ex Presidente della Regione si ricomincia a intervenire con una certa veemenza, con toni alti, evidentemente qualche condizionamento il presidente Soru lo esercita nei confronti del Partito Democratico. Io direi che esercita un grosso condizionamento.

Ora, il presidente Soru ha parlato di arbitrio e di imbroglio. Io avrei moltissimi elementi per parlare di arbitrii e di imbrogli, ma credo che non sia questa l'aula adatta; le aule adatte sono quelle dei tribunali civili e amministrativi. Non c'è mai stata un'epoca, in Sardegna, in cui il TAR e gli avvocati che si occupano di diritto amministrativo abbiano avuto un carico di lavoro così alto come quello che hanno avuto nei cinque anni passati! Addirittura si era arrivati a pensare che fosse il caso di istituire a Sassari una sezione speciale del Tribunale amministrativo regionale. E parliamo di arbitrio? Perché di arbitrio si tratta, perché chi si rivolge al Tribunale amministrativo regionale lo fa perché ha subito un torto. Da parte di chi? Da parte mia? No, da parte di una pubblica amministrazione. Centinaia, migliaia di cittadini si sono rivolti al TAR e per che cosa? Per aver subito abusi, imbrogli? Io credo per aver subito un arbitrio, che è il termine usato dal presidente Soru. C'è stato un arbitrio continuo da parte della Giunta del presidente Soru, e oggi lui accusa noi o l'attuale Giunta regionale di fare imbrogli perché vogliamo costituire una commissione? Commissione che, secondo l'onorevole Zuncheddu, sarebbe la spartizione di chissà quale bottino! Ma vada a leggere le determinazioni che la Giunta ha approvato l'altro giorno o un mese fa. Stiamo pagando noi gli abusi e gli arbitrii che il presidente Soru ha perpetrato negli anni passati!

Allora, vogliamo discutere del piano casa, che voi avete definito così, ma che non è un piano casa, solo perché c'è una commissione che in qualche maniera sarebbe una spartizione, onorevole Zuncheddu? Vada a vedere quali spartizioni ci sono state negli anni passati e quali incarichi sono stati affidati! Noi oggi li stiamo vedendo, perché quelle delibere secretate che non avevamo mai visto le stiamo tirando fuori oggi. E allora? Perché il presidente Soru non sta qui ad ascoltarci? Perché, onorevole Bruno, non richiama il suo collega? Lei è il Capogruppo, lo deve tenere qua!

BRUNO (P.D.). Pensi ai suoi colleghi, pensi al suo Presidente che non si è mai visto!

DIANA MARIO (P.d.L.). Io penso ai miei colleghi, certamente, però lei dovrebbe cercare veramente di tenere in aula il presidente Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Riprendo da dove ha finito, onorevole Diana. Chi parla del presidente Soru siete soprattutto voi. Evidentemente il condizionamento lo subite voi, non noi. Noi non parliamo del presidente Soru, ne parlate voi, ed evidentemente quella osservazione va rispedita al mittente, onorevole Mario Diana.

Assessore, esca dopo, mi faccia questa cortesia. Se ascolta è lo stesso, va bene, si possono fare due cose insieme, ascoltare e camminare, non è un problema. Noi stiamo svolgendo una discussione che ha visto maggioranza e opposizione agli antipodi, credo che questo sia inconfutabile. Sul merito noi abbiamo fatto una nostra proposta, è stata respinta; abbiano tentato di modificare l'articolato, non c'è stato verso, se non in occasione di quell'incidente di percorso, come lo avete definito, per il resto c'è stata proprio una chiusura totale.

La commissione di cui all'articolo 7: mi aspettavo, Assessore, perché credo che abbiate da subito messo in conto un dibattito come quello che si sta sviluppando e continuerà a svilupparsi nei prossimi giorni, che la commissione in questione avesse anche una funzione di garanzia. E' mai possibile che di fronte a una discussione come questa non abbiate la sensibilità e non avvertiate il bisogno di dare a una commissione che dovrebbe svolgere le funzioni che voi avete richiamato nel dettato dell'articolo 7 un ruolo di terzietà, svincolandola da un ruolo esclusivamente asservito alla Giunta e in particolare alla politica che voi avete messo in essere con questa proposta di legge?

Io pensavo, Assessore, che almeno su questo ci fosse da parte vostra un'apertura. Non costava granché. Volete che questa commissione svolga davvero le funzioni che voi avete richiamato? Allora indicate dei criteri. Il collega Manca citava il Codice Urbani.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Sono costretto, caro Presidente del mio Gruppo, a intervenire, pur non richiestone, per assumere le difese del presidente Soru, il quale deve pur avere la clemenza del Presidente dell'Aula che lo ha già richiamato per ben due volte, per essere stato cronicamente assente dai banchi di quest'aula. E chiedo clemenza, Presidente, perché l'onorevole Soru è un novizio, è uno che non ha dimestichezza con quest'Aula. Non ne aveva nella scorsa legislatura, non ne ha in questa, e se viene è solo per fare uno show,evidentemente dimentico delle regole del gioco democratico.

Stamattina è venuto per insegnare a noi, lui che ha imbrigliato il sistema delle autonomie locali, creando, lì sì, una pianificazione vincolistica e lasciando invece, guarda caso, a livello regionale il massimo di arbitrio! Arbitrio che poi ha portato all'imbroglio, a quell'imbroglio di cui parla lui, e se ne parla evidentemente lo fa a ragion veduta. E allora qual è l'arbitrio? Quali sono i criteri della pianificazione? Quali sono le scelte operate a livello regionale? Come richiamava ieri l'onorevole Giacomo Sanna, anche se sono osservazioni che passano in sordina sulla stampa, quali sono le risposte che date per quelle centinaia di migliaia di metri cubi previsti dall'Ogliastra alla Gallura e a La Maddalena? E' un'amministrazione vostra quella di Siniscola, che ha approvato progetti per quattro iniziative alberghiere sulla costa! E le relative autorizzazioni non sono firmate dall'assessore Asunis, né da sindaci del centrodestra.

Ma di che cosa parlate? Qual è l'autorità morale che vi arrogate e che si arroga l'onorevole Soru per dare lezioni a noi? Come disse qualcuno, l'onorevole Soru ci faccia davvero il piacere di stare fuori da quest'aula, ne acquisterà in dignità anche la vostra parte politica!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per tornare sulla legge in esame e devo dire che è abbastanza mortificante la questione che abbiamo acceso in quest'Aula. Credo che appassioni poco chiunque. Io non sono interessato ai metri cubi di ieri, così come non sono interessato alle assenze di ieri. Sono interessato ai metri cubi che oggi potrebbero essere realizzati e su questa vicenda noi manteniamo la nostra posizione di assoluto rifiuto pur nella totale mancanza di dialogo, perché il dialogo ce lo avete negato. Ce lo avete negato sin dal primo momento, imponendoci una legge che a ogni passo si rivela sempre più nefasta per la nostra Isola.

L'emendamento in discussione prevede la soppressione dell'articolo 7. Abbiamo già detto ieri che siamo contrari all'istituzione di questa commissione, della quale tutti comprendiamo, chi pro chi contro, le funzioni che noi riteniamo assolutamente inutili e per alcuni aspetti inopportune, per cui continuiamo a sostenere questa linea. Non credo che questa legge potrà cambiare, indipendentemente dalle presenze dei Presidenti, resta il fatto che il presente Cappellacci almeno una volta avrebbe potuto comparire in quest'aula. Sappiamo che è rappresentato validamente dall'assessore Asunis, ma il Presidente è il Presidente!

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Comparire no! Essere presente!

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' un termine che mi è rimasto in mente e quindi a volte lo uso anche in modo improprio, però, sai, chi di solito è assente viene associato a un fantasma e quando si presenta sembra quasi che "compaia", quindi impropriamente ho usato questo termine. Ma accetto il suggerimento del collega Giacomo Sanna e dico che il presidente Cappellacci avrebbe potuto essere presente in aula. Sulle presenze nel precedente Consiglio regionale e in questo lo scontro continuerà, ci sarà chi difenderà l'una o l'altra posizione e accuserà gli altri. Questo è, però, un giochino che non porta da nessuna parte e non riveste interesse alcuno, per cui ritorniamo su questa legge che a noi continua a non piacere.

Non interverrò sugli altri emendamenti, perché mi sembra superfluo. Ho motivato e argomentato le ragioni del no a questa commissione per il paesaggio, quindi mi asterrò dall'intervenire su tutti gli altri emendamenti, che anch'io ho presentato anche come primo firmatario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, colleghi, vorrei ringraziare l'onorevole Sechi per aver riportato il tema del confronto sul merito della legge. Vorrei approfittare dell'occasione, rigettando l'emendamento proposto, per invitare i colleghi della minoranza ad accedere a questo accordo: guardiamo avanti. Sto apprezzando molto gli interventi di tutti i colleghi che si stanno esprimendo nel merito e vorrei dichiarare che noi siamo per l'ascolto e non per la denigrazione, per cui vorremmo guardare avanti. Noi per primi ci stiamo imponendo di non guardare indietro. L'opposizione è corretta e noi non vogliamo fare da cassa di risonanza a chi viene qui alla ricerca di un articolo sui giornali del giorno dopo o nei telegiornali del pomeriggio. Vogliamo evitare di ricordare il passato, ma vogliamo insieme a voi costruire per il futuro.

Noi sosteniamo questa legge e seguiamo la maggioranza, finché è possibile, nella proposta che è all'esame del Consiglio, perché siamo componente di maggioranza. Apprezziamo il lavoro e la proposta dell'assessore Asunis, ma vi preghiamo, cari onorevoli Bruno, Sanna e altri, che con fatica state portando avanti l'azione dell'opposizione, di non cadere nel tranello e di non buttarla in rissa. E' un invito che rivolgiamo anche a noi stessi. Credo che dobbiamo far riacquistare a quest'Aula la sua dignità. Non è una passerella, non è un teatro, non ci sono atti che si devono consumare.

Nel confronto sul merito noi stiamo ascoltando, molto spesso non condividiamo ciò che viene detto, altre volte abbiamo dimostrato di condividere palesemente le osservazioni della minoranza e vorremmo continuare su questa via. La rissa appartiene a chi non ha rispetto istituzionale e anche stamattina qualcuno lo ha dimostrato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI (P.d.L.). Signora Presidente, provo a ritornare un attimo sull'argomento principale, ossia l'emendamento numero 33. Siamo in fase di dichiarazioni di voto, quindi dichiaro il mio voto contrario e ricordo ai colleghi che magari è necessario ogni tanto attenersi all'argomento di cui si sta discutendo.

A me sembra che dopo tutta una serie di considerazioni extra, per carità legittime, che sono state fatte da parte di ognuno di noi, dopo l'appello accorato che il collega Capelli ha appena rivolto, non ci sia molto di più da aggiungere per quanto riguarda l'articolo 6 e soprattutto il contenuto dell'articolo 7. Torniamo indietro e cerchiamo di agganciare all'articolo in esame, quindi anche all'emendamento di cui stiamo discutendo, gli articoli precedenti per poter aggiungere di più e tutto quello che ci passa per la mente.

La commissione per il paesaggio serve solo ed esclusivamente ad aiutare a comprendere e a risolvere tutta quella serie di quesiti che voi vi siete posti e che avete posto all'Aula durante la discussione di questo testo di legge. E' una semplice commissione che dà un suo parere e aiuta a dare un parere sui progetti di ampliamento che saranno presentati al fine di migliorare la qualità architettonica del paesaggio. Molto semplicemente si tratta di questo; non c'è niente di così trascendentale, quindi credo che non sia questo l'articolo che segna la pagina più brutta di questa legge. L'avete già detto per gli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 e adesso lo dite anche per l'articolo 7, che non prevede praticamente niente.

Credo che non ci sia francamente nient'altro da aggiungere. A noi che crediamo in questa legge, questo articolo pare necessario per affermare la nostra idea di miglioramento del paesaggio architettonico della Sardegna e per valutare e suggerire eventuali modifiche migliorative dei progetti. Tutto qua, molto semplicemente è solo ed esclusivamente questo, niente di più.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 33 e 229.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione, nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 33 e 229.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dessì e Rodin hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 15

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 34 e 230, che sono uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, nelle scienze matematiche per risolvere un problema si usano i cosiddetti algoritmi. Mi è parso di capire, dall'inizio del dibattito, che si potrebbe definire il cosiddetto algoritmo del Popolo della Libertà e sardista, della serie: "Siccome voi avete governato male noi possiamo governare almeno altrettanto male o anche peggio". Non si sente altro ragionamento. Cioè una istituzione che è chiamata a guardare avanti e a programmare è invece sempre rivolta all'indietro e si legittima non per la bontà dei suoi provvedimenti, per come questi sono articolati, per come si dipanano, per come rendono giustizia, ma solo in funzione del fatto che altri in precedenza hanno fatto male: "Sull'intesa avete parlato così per cui…", sempre così! Credo che sia un messaggio devastante per tutti noi, se il nostro agire si misura sostanzialmente sulla sottolineatura degli errori degli altri.

Posto il fatto che chi fa è soggetto a sbagliare, e nessuno di noi nega che nel fare possiamo aver commesso degli errori, pensate che la gente sia interessata a rispettare la nostra funzione se il nostro modo di lavorare è sempre rapportato a quello che hanno fatto gli altri? Per non parlare della Presidenza, per la quale la prassi è diventata quasi più forte del Regolamento! Anche questo è un aspetto di questa degenerazione: viviamo prigionieri dell'algoritmo che avete fondato e la politica sta smarrendo la sua funzione, che è quella di programmare e governare il futuro. Se poi errore c'è stato, voglio dire, non siete voi che lo dovete sancire, perché c'è stato un passaggio elettorale, popolare, che ha già detto quello che doveva dire in democrazia. Ma l'hanno detto gli elettori, non lo state dicendo voi adesso. Ed hanno anche detto: ": Poiché quelli non andavano bene, adesso governate fate voi". Ma voi volete fare come noi perché basate il vostro agire solo ed esclusivamente sugli errori altrui. Se algoritmo vuol dire procedimento per la risoluzione di un problema, su questa strada non risolverete nessun problema. E siccome non sento altro, vi vorrei anche dire, a questo proposito, che credo che sia necessario fare una modifica del Regolamento, perché secondo me è molto più immorale e da imbroglioni mettersi in congedo e giustificarsi piuttosto che fare come qualcuno: si assenta, però non prende i soldi!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Zedda Massimo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Mario Diana, io non credo che lei voglia essere ripreso dalla Presidente, che per adesso è stata clemente nei suoi confronti. L'argomento in discussione è un testo di legge, non le presenze o le assenze dei colleghi, e poi sarebbe veramente strano dover discutere dell'assenza del Presidente che è stato e non dell'assenza sistematica del Presidente attuale. Cioè il ragionamento è, in linea con quello che diceva l'onorevole Gian Valerio Sanna: siccome il presidente Soru oggi è assente ed è consigliere regionale, il presidente Cappellacci, Presidente attuale della Regione, può assentarsi dai lavori dell'Aula. Il presidente Cappellacci non è stato presente un giorno! Noi non abbiamo usato sistematicamente questo argomento, ci siamo concentrati sul testo in discussione, siamo intervenuti sugli emendamenti, abbiamo affrontato il tema del testo di legge da voi presentato. Abbiamo dibattuto con l'Assessore e ci siamo confrontati sul merito della questione, non sulle assenze di qualcuno.

Assessore, per quanto riguarda questa commissione, credo che lei abbia un compito molto arduo e difficile, perché un domani sarà costretto a individuare tre tecnici che possibilmente non abbiano neanche una parente in Sardegna, perché saranno sottoposti a forti pressioni, a tentativi di forzare le norme, e proprio in quanto tecnici di provata affidabilità dovranno resistere, immagino, a tali pressioni. Immaginate cosa significa concentrare su una commissione non un potere consultivo sulla stesura di un testo di legge, ma il potere di esprimere pareri per attuare degli interventi, per consentire di costruire. Sono due commissioni differenti: una è un ulteriore strumento di ausilio per la conoscenza e l'approfondimento dei temi, l'altra invece decide se si può o non si può costruire nella fascia dei 300 metri. Immagini lei le pressioni alle quali saranno sottoposti i suoi componenti!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Non è mia abitudine evocare la presenza dei colleghi in aula, però, visto l'effetto che vi fa l'onorevole Soru, probabilmente una sferzatina è utile. E visto che la sua presenza ha in voi un effetto corroborante, vi ravviva, vi porta a intervenire, a dire la vostra, penso che ci adopereremo per far sì che l'onorevole Soru sia in aula tutti i giorni e dica la sua, in modo che questo non rimanga un dialogo tra sordi e si possa in qualche modo interloquire.

Onorevole Diana, lei parla di arbitrii, ma poi non spiega quali siano. Nella scorsa legislatura noi non abbiamo cancellato le regole, abbiamo invece fissato delle regole; non abbiamo incrementato le volumetrie, semmai le abbiamo cancellate. E poi ci siamo sforzati, all'interno di un quadro di regole generali, di individuare in maniera puntuale progetti che, d'intesa con gli enti locali, avessero caratteristiche compatibili con il Piano paesaggistico per promuovere lo sviluppo del territorio. L'abbiamo fatto in trecento casi e certamente abbiamo anche bloccato qualcosa: se da una parte abbiamo anticipato le previsioni degli strumenti urbanistici comunali, dall'altra abbiamo cancellato centinaia di interventi.

Noi siamo orgogliosi, onorevole Diana, e mi rendo conto che è una cultura diversa dalla vostra, di non aver esercitato l'arbitrio, la generalizzazione, l'abbattimento delle regole, il criterio del condono preventivo, che apparentemente rende tutti uguali, ma in realtà nel far west vincono i più forti, e di aver invece esercitato il potere della responsabilità, la volontà di entrare nel merito, di capire, di valutare caso per caso. Un esercizio difficile, faticoso, ma credo assai più coerente con la salvaguardia del bene paesaggistico e assai più efficace nel promuovere lo sviluppo locale in maniera mirata. Voi questo non siete capaci di farlo, avete una cultura diversa, lo capiamo. C'è una differenza profonda tra noi, così come c'è una differenza profonda tra noi e voi su questo testo di legge che noi respingiamo e ci auguriamo sia riportato in Commissione.

Il mio voto sugli emendamenti soppressivi del comma 1 è favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 34 e 230. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione gli emendamenti numero 35 e 232. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Passiamo agli emendamenti numero 36 e 234.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signora Presidente, intervengo sull'emendamento numero 36. Avrei evitato volentieri di intervenire perché mi sembra che quello che dovevamo dire su questa commissione l'abbiamo già detto: è una commissione che non funzionerà, è una foglia di fico sulle nudità di una legge che dà un via libera generalizzato. Una commissione che deve approvare cinque progetti all'ora per molte settimane non può funzionare, però credo che il comma 3 meriti la nostra attenzione e meriti, Assessore, quanto meno di essere riscritto. Noi saremmo anche disponibili ad accettare un emendamento orale, non vogliamo mettervi in difficoltà.

Non sono, però, riuscito a capire il significato di questo comma, certamente per un mio limite. In questo comma diciamo che i componenti di questa commissione di stacanovisti - che certamente importeremo dal sud-est asiatico, dove hanno l'abitudine di lavorare almeno diciotto ore al giorno, in assenza di uno statuto dei lavoratori - rimangono in carica per l'intera durata della legislatura e cessano dalle loro funzioni novanta giorni dopo l'insediamento dell'organo esecutivo di nuova elezione. Io non ho trovato in questa legge alcuna traccia di una funzione che si esaurisca dopo diciotto mesi, allora, delle due l'una: o prevedete che la legislatura duri meno di diciotto mesi, per cui l'efficacia della legge va oltre la legislatura e allora questo comma avrebbe un senso - e noi ci auguriamo che il senso sia questo, cioè che prendiate atto di non essere all'altezza e il presidente Cappellacci si dimetta -, oppure questo comma, che prevede una durata che va molto al di là della durata normale della legislatura, è superfluo. Siccome sono un po' scaramantico, e al posto vostro lo sarei altrettanto, vi suggerisco di correggerlo, anche perché porta male, in questi termini state infatti "gufando" di cadere entro diciotto mesi. Può essere anche scaramantico al contrario, nel senso che volete fare una specie di polizza assicurativa sui diciotto mesi di durata della legislatura, però, sapete com'è, se cominciano a cadere i grandi capi magari nel ruzzolone travolgono anche voi. Allora vi suggerisco di rivedere questo comma, oppure evidentemente sarà una polizza antisfortuna e la prendiamo per quello che è. A quel punto ci auguriamo che il comma 3 venga effettivamente utilizzato!

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 36 e 234. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione l'emendamento numero 138. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 37 e 237. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione l'emendamento numero 231. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 515.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 515 è soppressivo dell'emendamento numero 375, che specifica nel merito la funzione di questa commissione ed estende, in maniera grave e contro legge, le funzioni della commissione anche all'articolo 13, cioè a tutta quella parte che è invece riservata alla pianificazione paesaggistica.

Come promemoria per l'Assessore, vorrei solo ricordare, proprio per l'aspetto di illegittimità di questa previsione, che il Consiglio di Stato, con provvedimento numero 5232 del 2009, ha detto che il parere negativo formulato dall'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, cioè gli uffici di tutela, ha valore vincolante nel procedimento di rilascio della concessione edilizia. Questo spiega intanto l'inutilità di questo consesso e il fatto che anche l'estensione alla fattispecie prevista nella pianificazione paesaggistica e nella gestione della fase transitoria della pianificazione paesaggistica, così come voi riportate all'articolo 13, è un altro elemento che ingigantisce ed evidenzia ancora di più il profilo di illegittimità e di contrasto che la legge regionale pone nei confronti di uno strumento che intanto ha natura amministrativa e comunque è sovraordinato. Quindi ci dà un elemento in più, documentale e giuridico, di censura di questa norma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 515. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 517.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 517.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore e il consigliere Piras ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: : la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 13

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 518.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 518, con velleità, Assessore, propone che della commissione faccia parte anche il sindaco del comune sul cui territorio insiste l'intervento in esame. Avanziamo con molta sobrietà questa proposta che, dal vostro punto di vista può apparire eversiva perché ovviamente a voi non interessa rispondere a un criterio di rispetto istituzionale, ma esclusivamente a una valutazione, diciamo, di tipo oggettivo. Io credo che sia molto importante tenere conto che noi stiamo uscendo da una stagione di conflitti sociali, quelli dell'ultimo decennio, intorno alle amministrazioni pubbliche e tuttora, in materia urbanistica, sappiamo quali sono gli attentati, gli atti intimidatori, tutte le cose che avvengono nelle comunità per effetto di processi anche di delegittimazione di decisioni dei consigli comunali rispetto agli interessi della comunità. Immaginate che cosa può comportare la palese estromissione dei comuni nel giudizio di merito su interventi che insistono sul territorio di loro competenza e cosa voglia dire far intervenire una commissione che non ha neanche il privilegio, perché sarebbe un privilegio, di ascoltare i suggerimenti da parte dei sindaci sulle prospettive, sulle intenzioni, sulla volontà di dare una conformazione di cambiamento al territorio di loro competenza.

Ecco questa è una lesione anche del sistema delle istituzioni locali che, a dire il vero, noi possiamo sostenere di aver difeso e valorizzato nonostante le critiche, perché ci sono atti normativi, a partire dal fondo unico, che hanno inserito una concezione di salvaguardia dell'autonomia degli enti locali e della loro autonoma capacità di programmazione sui loro territori che credo debba essere o smentita o raffrontata a un'analoga e più incisiva scelta legislativa che migliori questa condizione. Al momento voi state regredendo, riportando i comuni a una condizione di totale subalternità rispetto alla Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ho rinunciato a intervenire su un emendamento precedente perché avrei voluto che fosse presente il collega Pittalis. Non lo vedo in aula, aspetto che possa avvicinarsi o eventualmente ascolterà il mio intervento attraverso il sistema televisivo interno.

Assessore, questo emendamento è talmente ovvio che non dovrebbe esserci neanche il bisogno di sostenerlo con un intervento. Non mi sto contraddicendo, anzi sto confermando quello che le ho detto svariate volte nel corso del dibattito di questi giorni sul mio concetto di intesa. Quando c'è da discutere su un qualsiasi progetto o si deve dare un parere su qualsivoglia idea di trasformazione di un qualsiasi territorio non deve o non dovrebbe mancare all'interno di una commissione consultiva il parere del sindaco che quel territorio rappresenta. Il Presidente della Regione facente funzioni ha espresso parere contrario anche su questa possibilità. Mi sembra un atteggiamento, come ho detto all'inizio della discussione, ma non userò più questa espressione, talmente estremista, talmente massimalista che per noi dipietristi - verso i quali vengono spesso usati questi termini - è l'esasperazione del tentativo di non includere nelle decisioni i rappresentanti dei territori interessati a questi pareri e di attuare una pervicace resistenza a che ci sia qualcuno, al di fuori di questa terna di esperti, che possa esprimere qualsivoglia opinione sulle decisioni da assumere.

Non vedo il collega Pittalis, ma eventualmente qualcuno gli riferirà ciò che sto per dire. Io vorrei fare un patto con il collega Pittalis, che peraltro è anche persona dai modi molto eleganti, civili ed educati, ma che quando vede il presidente Soru subisce una sorta di mutazione genetica da dottor Jekyll e mister Hyde. Io lo pregherei, anche nella sua qualità di vicecapogruppo del P.d.L., di non esasperare gli animi. Tra l'altro lui ha sostenuto il presidente Soru per parte della legislatura scorsa, ma vorrei evitare di parlare del passato. Noi vi chiediamo, collega Pittalis, spero mi stia ascoltando, di risponderci nel merito delle nostre proposte, come quella che stiamo adesso avanzando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ho già detto in altre parti del dibattito che intravedo in questo provvedimento di legge alcuni profili che, a mio avviso, segnano in negativo la produzione normativa e la tradizione della produzione normativa di questo Consiglio regionale dell'autonomia, non bisogna dimenticarlo mai, speciale.

In questo provvedimento si fanno alcune operazioni, la più grave è il superamento, il bypassaggio, la cancellazione non di una titolarità formale dei comuni, quella della pianificazione territoriale, ma della funzione vera e propria nella sostanza. Cioè chiunque voglia può realizzare cubature fuori dalle previsioni della pianificazione urbanistica comunale, rendendo così impossibile, anche nel futuro, una pianificazione. Pianificare vuol dire decidere sulla progettazione, su che cosa dovrà essere la città. Si impedisce, cioè, al comune e ai suoi abitanti di pensare la loro città per il futuro. La valutazione in merito la si attribuisce agli individui.

In questo, lo dico all'ingegner Asunis, c'è qualcosa di una gravità assoluta, ossia uno spostamento del potere dalle comunità agli individui che non è parte del nostro ordinamento, che non è parte della nostra cultura. E questa commissione, ha ragione l'onorevole Porcu, è una specie di foglia di fico che aggrava questo principio contenuto nella normativa proposta, dando uno strumento in più all'Amministrazione regionale per commissariare e bypassare le comunità locali.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 518. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 541. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 375. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'emendamento numero 233.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei solo sottolineare una curiosità: siccome in quest'ultima votazione nessuno ha alzato la mano - nessuno! - lei ha deciso che l'emendamento è passato.

PRESIDENTE. Se non viene chiesta la controprova non si può fare il conteggio dei voti favorevoli e di quelli contrari, per questo l'emendamento è passato.

Metto in votazione l'emendamento numero 233. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 343. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 516.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, interverrò adesso per l'ultima volta relativamente alle polemiche riguardanti la scorsa legislatura. Questa soddisfazione lasciatemela togliere, perché per cinque anni, nella scorsa legislatura, l'esempio di Capogruppo di opposizione per me inarrivabile, come ho detto un'altra volta, è stato il collega Artizzu, che insieme a tutti gli altri colleghi dell'opposizione di allora, richiamava continuamente, con interventi molto appassionati, lo scandalo della Giunta Soru e di una maggioranza di centrosinistra acquiescente sul fatto che il Consiglio e le Commissioni venivano snaturati, che non venivano assolutamente prese in considerazione quelle che erano le peculiarità democratiche degli eletti dal popolo e blablablà. Ebbene, adesso voglio far notare che, per essere conseguenti rispetto alle centinaia di interventi che abbiamo sentito in cinque anni, i colleghi della maggioranza, che erano all'opposizione nella scorsa legislatura, dovrebbero votare a favore dell'emendamento numero 235, perché dice che sulle proposte di nomina della commissione quantomeno si esprime la Commissione consiliare competente.

Abbiamo già detto come votiamo, altrimenti, per dare modo ai colleghi di essere coerenti con le indicazioni date in passato, sarebbe stato opportuno chiedere il voto segreto, che avrebbe consentito loro di esplicitare coerenza, al di fuori delle logiche di appartenenza alla maggioranza, rispetto a un principio lungamente difeso in quest'Aula. Comunque, io voto a favore dell'emendamento numero 235.

PRESIDENTE. Stiamo votando l'emendamento numero 516, onorevole Salis. Quindi vota a favore del numero 516, ma ha già dichiarato il voto sul prossimo emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei dire che ritengo la considerazione del collega Salis non praticabile, nel senso che neanche il voto segreto avrebbe cambiato nulla. C'è di fatto l'accettazione di un esproprio del ruolo del Consiglio e dei consiglieri, a maggior ragione di quelli della maggioranza, per il semplice fatto che questa norma, collega Salis, come abbiamo cercato di dire, mi pare nata più che sul terreno politico, su quello post-politico. Cioè la maggioranza si accontenta di sedersi al tavolo della distribuzione per vedere a chi tocca e a chi non tocca, e siccome i colleghi della maggioranza sanno che questo è l'appuntamento vero, poco interessa loro partecipare a una commissione dove possono avere il fastidio della presenza della minoranza. Sanno già che stanno andando verso questa prospettiva e non fanno altro che aumentare il paniere delle cose che si devono spartire, perché sono anche tanti e hanno un sacco di problemi di chiusura politica. Quindi è ovvio che il voto segreto non avrebbe sortito nessun risultato, per il semplice fatto che i componenti della maggioranza, lo sappiamo benissimo, hanno la famelica esigenza di avere più posti per tacitare gli appetiti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo molto brevemente per tranquillizzare l'onorevole Salis sul fatto che il sottoscritto non rinnega nulla del proprio passato e neanche dei propri errori. Proprio perché ho conosciuto bene l'onorevole Soru in quella breve parentesi, le assicuro, onorevole Salis, che ne ho un giudizio talmente negativo che è assolutamente impossibile pensare di poter avere una qualche affinità politica con lui. Il mio giudizio rimane e rimarrà negativo e noi continueremo, per quanto mi riguarda…

(Interruzione)

Guardi, non mi mette il bavaglio né lei né la sua parte politica. Sarò come un cane segugio ogni volta che l'onorevole Soru verrà qua a fare lo show, perché noi non lo consentiremo né a lui né alla gente fatta della sua pasta. Quindi, onorevole Salis, lei ha ben altre gatte da pelare anche a casa sua e se vuole un confronto sulla passata legislatura o su altre questioni io sono pronto a un confronto sereno, perché non ho assolutamente scheletri nell'armadio.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 516.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Prego l'onorevole Zuncheddu di stare al banco della Presidenza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 516.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore e il consigliere Oppi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cucca - Lotto - Manca - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 47

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 14

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 235. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 334. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'articolo 7.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (P.R.C.). Ho già detto che questo è un articolo che conferma la volontà di esproprio delle prerogative del sistema delle autonomie locali in materia di pianificazione territoriale, attribuisce un potere abnorme a un organismo scelto dalla Giunta e, in qualche misura, commissaria le strutture dell'Amministrazione regionale che sono preposte allo svolgimento delle funzioni tecniche in materia di gestione del territorio.

L'articolo 7 andrebbe soppresso, andrebbe ritirato dalla Giunta e invece rimane in piedi. Pazienza! Io voterò contro e chiedo una cortesia ai colleghi, in particolare all'onorevole Pittalis, ma anche all'onorevole Diana: forse noi dovremmo abituarci, dopo questi anni, dopo questi mesi e anche questi giorni, a essere un organo che svolge la propria attività prescindendo dalla presenza dei Presidenti delle Regioni. Il sistema dell'elezione diretta non è stato approvato in quest'Aula; in quest'Aula abbiamo votato la legge statutaria, che è stata successivamente abrogata proprio in ragione di queste motivazioni. Ma la normativa che prevede l'elezione diretta del Presidente della Regione, quindi del Governo della Regione, fa sì che chi governa la Regione non abbia alcun tipo di costante e produttivo rapporto con il Consiglio regionale. Quindi è inutile che ci rinfacciamo le assenze, perché fra un po' dovremmo dire: ma dov'è quello, dov'è quell'altro, e perderemmo tempo prezioso. Parliamo delle leggi che dobbiamo fare per la Sardegna, cercando di trovare, quando è possibile, le convergenze perché siano le migliori in assoluto.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 7. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 236. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti:

Art. 8

Commissione regionale per il paesaggio

1. La commissione regionale di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004, articolo 137, e successive modifiche ed integrazioni, è istituita con decreto del Presidente della Regione ed opera presso l'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica, resta in carica per la durata della legislatura in cui è stata costituita e decade improrogabilmente novanta giorni dopo l'insediamento del Consiglio regionale di nuova elezione.

2. La commissione regionale è composta:

a) dal direttore generale della Pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, con funzioni di presidente;

b) dal direttore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

c) dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici o suo delegato;

d) dal soprintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio o suo delegato;

e) dal soprintendente per i Beni archeologici o suo delegato;

f) da tre esperti di qualificata, pluriennale e documentata professionalità ed esperienza nella tutela del paesaggio scelti dalla Giunta regionale nell'ambito di terne designate:

1) dall'Università di Cagliari;

2) dall'Università di Sassari;

3) dalle fondazioni aventi per statuto finalità di tutela e promozione del patrimonio culturale aventi sede nella Regione;

4) dalle associazioni portatrici di interessi diffusi ed operanti nella Regione, riconosciute dalle vigenti disposizioni di legge in materia culturale ed ambientale.

3. Sulle proposte di nomina di cui al comma 2, lettera f), si esprime la Commissione consiliare competente entro dieci giorni dalla trasmissione della proposta della Giunta regionale.

Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

L'art. 8 è soppresso. (38)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 1 è soppresso. (238)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Il comma 1, lettera a) dell'art. 8 è soppresso. (39)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

La lettera a) del comma 1 è soppressa. (240)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Il comma 1, lettera b) dell'art. 8 è soppresso. (115)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

La lettera b) del comma 1 è soppressa. (241)

Emendamento all'emendamento numero 241 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Lotto - Manca.

Articolo 8

L'emendamento 241 è così sostituito:

Nell'art. 8, comma 1, lett. b) le parole: "ad esclusione dei casi previsti negli articoli precedenti" sono soppresse. (521)

Emendamento soppressivo parziale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Al comma 1, lettera b) il periodo: "ad esclusione dei casi previsti negli articoli precedenti" è soppresso. (262)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Il comma 2 dell'art.8 è soppresso. (40)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 2 è soppresso (242)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Nell'art. 8, comma 2, la frase: "gli incrementi di volumetria previsti dagli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 possono cumularsi con gli aumenti consentiti da altre disposizioni di legge" è soppressa. (139)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Il comma 3 dell'art. 8 è soppresso. (41)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 3 è soppresso. (245)

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale.

Articolo 8

Il comma 3 dell'art. 8 è soppresso. (379)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras.

Articolo 8

Il comma 4 dell'art. 8 è soppresso. (42)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 4 è soppresso. (246)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 1 è sostituito dal seguente:

Gli interventi edilizi di cui agli articoli 3 e 4 perseguono il fine del miglioramento della qualità architettonica in relazione ai caratteri urbanistici, storici, paesaggistici e ambientali del contesto territoriale in cui sono inseriti. (239)

Emendamento all'emendamento numero 239 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 239 è aggiunto:

"Sono esclusi dai benefici di cui agli articoli 2 e 3 della presente legge le aree assoggettate alla disciplina dell'articolo 10 bis della L.R. 45/89 e successive modifiche e integrazioni". (548)

Emendamento all'emendamento numero 239 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 239 è aggiunto:

"Sono esclusi dai benefici di cui agli articoli 2, 3 e 4 della presente legge le aree assoggettate alla disciplina dell'articolo 10 bis della L.R. 45/89 e successive modifiche e integrazioni". (520)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 2 è sostituito dal seguente:

Gli interventi edilizi di cui agli articoli 3 e 4 non possono essere realizzati su edifici abitativi che, al momento della presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 7, risultino:

a) eseguiti in assenza o in difformità dal titolo abilitativo;

b) collocati all'interno di Piani particolareggiati delle zone territoriali omogenee "A" o ad esse assimilabili, così come definite dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunali, che ne impediscano la trasformazione;

c) definiti di valore storico, culturale ed architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici generali;

d) vincolati quali immobili di interesse storico ai sensi della parte seconda del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio);

e) collocati nelle aree di inedificabilità assoluta come definite dall'articolo 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) o all'interno di aree sottoposte a disciplina di salvaguardia paesaggistica ai sensi del citato decreto legislativo o di leggi di natura sovra ordinata;

f) collocati nei territori dei parchi e delle riserve nazionali o regionali;

g) collocati all'interno di aree per le quali gli atti di governo del territorio o gli strumenti urbanistici generali prevedano l'adozione e approvazione di piani attuativi. (243)

Emendamento all'emendamento numero 243 aggiuntivo Bruno - Manca - Moriconi - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 243 è aggiunto, dopo la lettera g):

"Fino all'adeguamento dei PUC al PPR, continuano ad applicarsi le norme di salvaguardia di cui alle N.T.A. approvate. (512)

Emendamento all'emendamento numero 243 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 243 è aggiunto, dopo la lettera g):

"In ogni caso sono esclusi dai benefici della presente legge gli immobili situati nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina comunque elevati sul mare". (513)

Emendamento all'emendamento numero 243 aggiuntivo Bruno - Manca - Moriconi - Lotto - Porcu.

Articolo 8

Dopo l'emendamento 243 è aggiunto:

h) Affidati a ditte prive delle necessarie certificazioni sul rispetto delle norme di sicurezza sui cantieri e sulla regolarità costruttiva. (547)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale.

Articolo 8

Al secondo comma dell'art. 8, le parole "nella presente legge" sono sostituite dalle seguenti: "nel presente Capo I". (378)

Emendamento all'emendamento numero 378 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Le parole "nel presente Capo I" sono sostituite dalle seguenti: "nella presente legge". (542)

Emendamento all'emendamento numero 378 aggiuntivo Planetta - Giacomo Sanna.

Articolo 8

Nell'emendamento n. 378, dopo le parole "nel presente Capo I" sono aggiunte le seguenti: "E' sempre ammessa la chiusura di vuoti esistenti nei piani intermedi." (507)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

Gli interventi edilizi di cui agli articoli 3 e 4 non possono essere realizzati su edifici abitativi che, al momento della presentazione della denuncia di inizio attività di cui all'articolo 7, risultino:

a) eseguiti in assenza o in difformità dal titolo abilitativo;

b) collocati all'interno di Piani particolareggiati delle zone territoriali omogenee "A" o ad esse assimilabili, così come definite dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunali, che ne impediscano la trasformazione;

c) definiti di valore storico, culturale ed architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici generali;

d) vincolati quali immobili di interesse storico ai sensi della parte seconda del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio);

e) collocati nelle aree di inedificabilità assoluta come definite dall'articolo 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) o all'interno di aree sottoposte a disciplina di salvaguardia paesaggistica ai sensi del citato decreto legislativo o di leggi di natura sovra ordinata;

f) collocati nei territori dei parchi e delle riserve nazionali o regionali;

g) collocati all'interno di aree per le quali gli atti di governo del territorio o gli strumenti urbanistici generali prevedano l'adozione e approvazione di piani attuativi. (244)

Emendamento sostitutivo parziale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Al comma 3, le parole: "di presentazione dell'istanza" sono sostituite dalle seguenti: "del 31 marzo 2009". (259)

Emendamento all'emendamento numero 259 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Lotto - Manca.

Articolo 8

Nell'emendamento 259 le parole: "31 marzo 2009" sono sostituite da: "31 dicembre 2008". (519)

Emendamento all'emendamento numero 259 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Nell'emendamento 259 le parole: "31 marzo 2009" sono sostituite da: "1 aprile 2009". (524)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Il comma 4 è sostituito dal seguente:

Le altezze utili degli interventi non possono essere superiori a tre metri, salvo il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Per gli interventi di cui all'articolo 3, è consentito l'ampliamento con altezze superiori ai tre metri senza superare l'altezza dell'unità immobiliare interessata dall'ampliamento. Per gli interventi di cui all'articolo 4, è consentita la ricostruzione dei locali con altezze superiori a tre metri, ove già esistenti nell'edificio oggetto di demolizione. (247)

Emendamento all'emendamento numero 247 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Lotto - Manca.

Articolo 8

L'emendamento 247 è così sostituito:

"Nel mutamento delle destinazioni d'uso non è ammessa la deroga alle distanze e alle altezze prescritte nei rispettivi Piani Urbanistici Comunali". (522)

Emendamento sostitutivo parziale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Il comma 4 è così sostituito:

"4. Il mutamento di destinazione d'uso per le unità immobiliari oggetto degli ampliamenti di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 non è ammesso per un periodo di cinque anni decorrenti dalla comunicazione di fine lavori". (258)

Emendamento all'emendamento numero 258 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 258 è aggiunto:

"Non è ammessa la modifica della destinazione d'uso per servizi, commercio e ricettività a quella per la residenza. (523)

Emendamento all'emendamento numero 258 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Lotto - Manca.

Articolo 8

Il termine di cinque anni contenuto nell'emendamento 258 è elevato a 10 anni. (510)

Emendamento all'emendamento numero 258 sostitutivo parziale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto.

Articolo 8

Il termine di cinque anni contenuto nell'emendamento 258 è elevato a 15 anni (511)

Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Al comma 1 lettera a), dopo la parola "abilitativo" sono aggiunte le seguenti parole: "o in totale difformità, anche se condonati". (263)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 8

Alla lettera a) del primo comma dell'art. 8, dopo le parole "privo di titolo abilitativi" sono inserite le seguenti: "ove prescritto". (376)

Emendamento all'emendamento numero 376 soppressivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

L'emendamento 376 è soppresso. (509)

Emendamento all'emendamento numero 376 soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Le parole"ove prescritto" sono sostituite dalle seguenti: "in ogni caso". (543)

Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Al comma 1, dopo la lettera b) sono aggiunte le seguenti:

"c) su edifici rientranti nelle zone classificate a rischio idrogeologico molto elevato dal vigente Piano di assetto idrogeologico regionale (PAI);

d) su edifici collocati nei territori dei parchi e delle riserve a tutela integrali nazionali o regionali". (261)

Emendamento all'emendamento numero 261 sostitutivo totale Giunta regionale.

Articolo 8

Al comma 1 dell'art. 8 è aggiunto il seguente:

"1 bis. Le disposizioni di cui agli articoli 2, 3 e 4 non si applicano agli edifici collocati in aree dichiarate, ai sensi del Piano stralcio per l'assetto idrogeologico di cui alla legge 18 maggio 1989, n.183 e ss.ii, di pericolosità idraulica elevata o molto elevata (Hi3 - Hi4), ovvero in aree di pericolosità da frana elevata o molto elevata (Hg3 - Hg4)". (434)

Emendamento all'emendamento numero 261 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo la lettera d) è aggiunta la seguente lettera:

e) su edifici che ricadono nelle aree sottoposte a vincolo dalle disposizioni del vigente PPR. (544)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.

Articolo 8

Al comma 1 dell'art. 8, dopo la lettera b) è inserita la seguente lettera:

b bis) sulle unità immobiliari non accatastate presso le competenti agenzie per il territorio. (377)

Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi - Lotto - Bruno.

Articolo 8

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

"1 bis. Le volumetrie per le quali sia stata rilasciata, al 31 marzo 2009, concessione edilizia straordinaria in sanatoria ai sensi della legge regionali n.23 del 1985 e successive modifiche e integrazioni, non sono computate ai fini della determinazione della volumetria esistente e sono sottratte dal computo degli ampliamenti ammissibili." (260)

Emendamento all'emendamento numero 260 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

All'emendamento 260 è aggiunta la seguente disposizione:

"Entro trenta giorni dall'approvazione della presente legge, il Presidente della Regione, i componenti della Giunta, il Presidente del Consiglio Regionale e i consiglieri regionali rendono apposita autocertificazione con la quali attestano l'insussistenza di un interesse privato rispetto agli effetti della presente legge e di qualsivoglia vantaggio conseguente dagli effetti delle stesse disposizioni" (514)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Le superfici utili lorde per le quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia:

a) sono computate ai fini della determinazione della superficie utile lorda già esistente di cui all'articolo 3, comma 1 ed all'articolo 4, comma 1;

b) devono essere sottratte dagli ampliamenti realizzabili ai sensi degli articoli 3 e 4. (248)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Gli ampliamenti realizzabili in applicazione degli articoli 3 e 4 non si cumulano con gli ampliamenti consentiti dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunali sui medesimi edifici. (249)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Alla data del 31 marzo 2009, le unità immobiliari interessate dagli interventi di cui all'articolo 3 o gli edifici interessati dagli interventi di cui all'articolo 4 devono risultare regolarmente accatastati presso le competenti agenzie del territorio ai sensi del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1572 (Testo unico delle leggi sul nuovo catasto) o ai sensi del regio decreto legge 13 aprile 1939, n. 652 (Accertamento generale dei fabbricati urbani, rivalutazione del relativo reddito e formazione del nuovo catasto edilizio urbano), convertito, con modificazioni, con legge 11 agosto 1939, n. 1249. Qualora non regolarmente accatastati, per dette unità immobiliari o per detti edifici, devono risultare già presentate alla data del 31 marzo 2009, idonee dichiarazioni alle agenzie del territorio per l'accatastamento o per la variazione catastale. (250)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. L'accatastamento o la dichiarazione di cui al comma 6 riguardante le unità immobiliari o gli edifici con destinazione d'uso residenziale deve riferirsi alla categoria abitazione del catasto dei fabbricati. (251)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. L'accatastamento o la dichiarazione di cui al comma 6 riguardante gli edifici rurali ad uso abitativo necessari alle esigenze dell'imprenditore agricolo o alle esigenze dei suoi familiari coadiuvanti o dei suoi addetti a tempo indeterminato impegnati nell'attività agricola può riferirsi anche alla qualifica di fabbricato rurale del catasto dei terreni di cui al r.d. 1572/1931. (252)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi -Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. L'accatastamento o la dichiarazione per le porzioni di edificio di cui all'articolo 4, comma 3, aventi destinazioni d'uso diverse da quella abitativa, deve riferirsi alla categoria del catasto dei fabbricati corrispondente all'utilizzazione esistente di dette porzioni. (253)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. In sede di prima applicazione e comunque per un periodo non superiore ai 12 mesi ì Comuni possono provvedere a stralcio dei propri strumenti urbanistici, all'approvazione di specifici piani di risanamento volti al miglioramento dei contesti urbani ed insediativi gravati da difformità dei titoli abilitativi, incompleti delle urbanizzazioni o incoerenti rispetto ai correnti canoni urbanistici, a condizione che i piani di risanamento dimostrino il conseguimento di significativi ed adeguati valori paesaggistici e di qualità ambientale ed urbanistica così come definiti negli strumenti di pianificazione regionale. (254)

Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi -Lotto - Bruno.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

"4 bis. Gli interventi di ampliamento di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 sono subordinati all'esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla realizzazione delle necessarie misure di loro adeguamento determinate dall'incremento del carico urbanistico connesso agli ampliamenti volumetrici sugli edifici esistenti, certificato nell'emanazione del legittimo titolo abilitativo" (257)

Emendamento aggiuntivo Giacomo Sanna - Dessì - Maninchedda - Planetta - Christian Solinas.

Articolo 8

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. "I terreni e gli immobili ricadenti negli ambiti di paesaggio individuati dal Piano Paesaggistico Regionale non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'approvazione del Piano per almeno quindici anni. E comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dall'approvazione del Piano, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell'atto. Nei comuni sprovvisti di piano regolatore è vietata per dieci anni ogni edificazione su aree . E' inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui detta realizzazione sia stata prevista in data precedente all'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale dagli strumenti urbanistici vigenti a tale data. (391)

Emendamento all'emendamento numero 391 sostitutivo totale Giacomo Sanna - Dessì - Maninchedda - Planetta - Christian Solinas.

Articolo 8

L'emendamento n. 391 è così sostituito:

Nel'art. 8 è aggiunto il seguente comma 6:

" I terreni e gli immobili ricadenti negli ambiti di paesaggio individuati dal Piano Paesaggistico Regionale non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'approvazione del Piano per almeno quindici anni. E' comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dall'approvazione del Piano, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell'atto." (425)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto.

Articolo 8

Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente:

art. 8 bis

1. Anche per le finalità della presente legge e fino all'adeguamento dei PUC al piano paesaggistico, sono comunque sottoposti alle disposizioni di tutela integrale per il loro interesse paesaggistico:

a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;

c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, nonché le aree di mare per una profondità di venti miglia a partire dalla battigia anche per i terreni elevati sul mare;

d) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;

e) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;

f) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;

g) le zone di interesse archeologico individuate nel repertorio dei Beni Culturali e Paesaggistici allegato al PPR. (255)

Emendamento aggiuntivo Manca - Moriconi -Lotto - Bruno.

Articolo 8

All'articolo 8, è aggiunto il seguente:

8 bis. Adeguamenti alle situazioni locali

1. I comuni, con deliberazione approvata dal Consiglio comunale nel termine perentorio di sessanta giorni dall'entrata in vigore della presenza legge a pena di decadenza, possono escludere l'applicabilità delle disposizioni di cui agli articoli 2, 3, 4, 5, e 6 in relazione a specifici immobili o ambiti del proprio territorio per ragioni di ordine urbanistico, edilizio, paesaggistico, ambientale, culturale oppure possono stabilire dei limiti differenziati in riferimento alle possibilità di ampliamento accordate al fine di meglio adeguarle alle caratteristiche dei propri ambiti ed al differente grado di saturazione edilizia.

2. I comuni, entro il termine perentorio di sessanta giorni decorrenti dal 31 dicembre 2010, verificano gli ampliamenti volumetrici richiesti, al fine di elaborarne un quadro conoscitivo complessivo . (256)

Emendamento di sintesi Giunta regionale.

Articolo 8

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

Alla data del 31 marzo 2009, le unità immobiliari interessate dagli interventi di cui alla presente legge devono risultare regolarmente accatastate presso le competenti agenzie del territorio ovvero i lavori siano stati ultimati alla medesima data e le istanze di accatastamento avviate entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Il rispetto della presente disposizione è attestata mediante autocertificazione rilasciata dal direttore dei lavori. (545)

Emendamento all'emendamento numero 545 sostitutivo parziale Capelli - Cappai - Steri - Obinu - Milia - Contu - Biancareddu.

Articolo 8

Il terzo capoverso dell'emendamento 545 è sostituito dal seguente:

Nei casi in cui gli interventi di adeguamento ed incremento previsti dall'articolo 2 riguardino fabbricati la cui costruzione sia stata intrapresa entro il 31 marzo 2009 in forza di regolare concessione edilizia e i lavori siano stati sospesi a seguito di sequestro giudiziario poi annullato o revocato, la data di cui al comma 1 del medesimo articolo 2 è stabilita nel giorno dell'entrata in vigore della presente legge." (546)

.)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 521, 139, 522 e 514 sono inammissibili.

E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo articolo, in cui è evidente il tentativo della Giunta di assumere un tono austero e severo, di porre delle regole, indica quali interventi sono ammessi e quali sono esclusi. Come dire che rispetto alle critiche e alle osservazioni che noi abbiamo avanzato nei giorni passati per il fatto che tutto è consentito, tutto è lecito purché si riesca ad aumentare il numero dei metri cubi, nell'articolo 8 si pongono dei limiti e delle regole. Credo che sia poca cosa, perché quando si fa riferimento, come nel comma 1, agli edifici esclusi dagli interventi mi verrebbe da dire che si sarebbe avuta una bella faccia tosta ad ammettere la possibilità di intervenire anche su quegli edifici, che sono gli unici esclusi dai benefici volumetrici di questa legge. Però, poi, nel comma 2 si fa riferimento alle premialità cumulabili con gli aumenti consentiti da altre leggi e si dice che non sono cumulabili fra loro le premialità previste nella presente legge, cosa non vera, perché alla fine, nei vari articoli che abbiamo già liquidato, anzi che avete già liquidato, sono previste delle forme di aumento delle premialità e delle percentuali volumetriche in cambio di poca cosa, com'è stato fatto per quanto riguarda il risparmio energetico.

Quindi, come ho annunciato prima, io non interverrò neanche sugli emendamenti di questo articolo, perché la sostanza di questa legge è contenuta negli articoli precedenti. Con l'articolo 8 si sta tentando solo di mettere i puntini sulle i, il che, a mio avviso, è una cosa risibile rispetto al danno che questa legge produrrà e nei confronti della quale, fin dal primo momento, ci siamo dimostrati ostili, ci siamo dimostrati contrari. Abbiamo detto che c'è uno spartiacque netto tra la posizione del centrosinistra e quella del centrodestra, abbiamo detto che questa legge la rifiutiamo con forza e continueremo a rigettarla in ogni momento. E se dovesse passare, cosa che continuiamo a sperare non avvenga, e infatti ne sollecitiamo il rinvio in Commissione perché possa essere rivista, troveremo altre formule per ostacolarne l'applicazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'articolo 8, introduce alcune condizioni di ammissibilità degli interventi, nel senso che riduce, ma di poco, la possibilità di realizzare nuove cubature. Io non sono molto interessato, o per meglio dire non sono esclusivamente interessato e comunque neppure prioritariamente interessato a questo aspetto della normativa, ovvero ad alcune deroghe alle deroghe che vengono fatte per ridurre l'impatto dell'incremento volumetrico che è deciso in tutto il corpo della legge. Perché, badate, anche con l'articolo 8 si continua a insistere sullo stesso principio, che è questo: la responsabilità di governo del territorio che gli enti locali devono esercitare nell'interesse delle comunità che in essi sono organizzate è soppressa e l'Amministrazione regionale, attraverso una propria legge e attraverso organi altri, diversi da quelli previsti dal suo ordinamento (commissioni consultive e di valutazione), procede ad autorizzare un incremento volumetrico caotico, disordinato, che prescinde da ogni regola.

Il rapporto è diretto: Governo, maggioranza, cittadino, con l'esclusione di tutto il sistema istituzionale intermedio, quello che era interessato ai fenomeni anche giuridici che si stavano affermando o che si vanno affermando anche in questo periodo, per esempio il federalismo interno e la valorizzazione del ruolo degli enti locali. Addirittura, la prima stesura della legge statutaria, quella che poi è stata annullata, prevedeva un intervento normativo che assicurava agli enti locali un pezzo di iniziativa legislativa. Con questa legge, voi avete affermato tutto il contrario di quello che, nel corso della campagna elettorale, sostenevate in ragione degli enti locali: "La Sardegna torna a sorridere, perché si libera di una presenza ingombrante. Il centrosinistra ha fallito perché ha tentato di commissariare il popolo in ogni angolo e in ogni quartiere. Noi lo liberiamo, gli diamo la possibilità di sorridere". E la prima norma che facciamo è quella che sopprime ogni possibilità di gestione, di pianificazione, di progettazione da parte degli enti locali del loro territorio! Cancelliamo il potere organizzato, istituzionalmente riconosciuto, delle comunità di popolo. Non c'è niente da sorridere in questo, perché, badate, un vecchio proverbio dice che chi di spada ferisce, di spada perisce, ed è esattamente quello che sta praticando il Governo nazionale. Leggete attentamente le norme sul federalismo fiscale, leggete attentamente quali sono gli ambiti di perequazione previsti, dove sono regolati i rapporti, qual è la relazione tra le Regioni a statuto speciale e lo Stato, dove vengono recuperate le risorse, chi è il soggetto che deve gestire le più importanti funzioni sociali ed economiche, ripassatevi il dettato leghista, il "vangelo Bossi", e scoprirete che, al di là di ciò che appare, tutto ciò che rimane è un grande, ormai quasi consumato assassinio delle comunità locali, delle loro rappresentanze politiche e della loro organizzazione istituzionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, l'articolo 8 richiama quelle che dovrebbero essere le condizioni di ammissibilità degli interventi e il fatto che l'elenco dei casi di inammissibilità sia succinto non è un elemento che ci tranquillizza, nel senso che potremmo pensare che sono ammissibili in pochi casi. In realtà, a cominciare dal comma 1, il fatto che vengano elencate le non ammissibilità e che queste siano fortemente lacunose è un ulteriore elemento di preoccupazione, perché non abbiamo citato tra le non ammissibilità i siti della rete Natura 2000, le zone umide tutelate a livello internazionale dalla Convenzione di Ramsar, né gli ambiti ad alta pericolosità idraulica.

Insomma, abbiamo fortemente limitato l'elenco, come sottolinea il Consiglio delle autonomie locali, di quei siti che non dovrebbero neanche essere messi in discussione. Ma l'abbiamo già detto, questa è una legge che squarcia il velo, che spezza le regole, che manda il messaggio che tutto si può fare, perché le regole opprimono, le regole impediscono lo sviluppo, pertanto sono un fastidio anche quando sono gestite dall'ente locale, anche quando sono le regole che l'ente locale si è dato. E il messaggio è anche che le regole che vi date voi stessi sono un orpello, un peso, un fastidio e bisogna dare il via libera senza alcun indirizzo, senza priorità, secondo il concetto errato che lo sviluppo deve essere sempre guidato dal mattone.

A questo proposito, per capire la vostra arretratezza culturale, per spiegare la rozzezza di questa legge, mi permetto di citare il caso di un piccolo comune di una regione che non è in mano ai comunisti, come li ama chiamare il vostro Presidente del Consiglio, che non è in mano alla sinistra, bensì è un comune dove il P.d.L. e la Lega alle elezioni politiche hanno ottenuto insieme il 65 per cento dei voti. E' il comune di Cassinetta, nel Milanese, tra il Ticino e il Naviglio, dove le famiglie nobili milanesi trovavano conforto e andavano a fare le gite. Ebbene, in questo comune è stata fatta una scelta direi opposta a quella che fate voi, la scelta cioè di non crescere neanche di un metro cubo. E' un piccolo comune situato lungo la direttrice di Malpensa, in una zona soggetta a una fortissima pressione antropica e su cui convergono fortissimi interessi, che ha scelto, pur avendo solo il 19 per cento del proprio territorio urbanizzato e con intorno una pressione antropica che arriva a occupare il 50 per cento del territorio, di non continuare a costruire. Questo comune ha fatto una scelta di qualità, ha fatto la scelta di migliorare i servizi, di farli pagare anche di più perché oggi il cittadino è anche disposto a pagare un premio per avere una migliore qualità della vita, per avere migliori servizi, per vivere in mezzo al verde, per vivere in un ammbiente urbano che sia veramente qualificato e non soffocato.

Ecco che a nel comune di Cassinetta è vietato costruire ed è un comune dove la maggioranza della popolazione certamente non è di sinistra. Per poter convivere con questa scelta, il Comune ha tagliato le spese di rappresentanza, tutte le iniziative culturali sono pagate da sponsor, i monumenti storici vengono affittati per celebrare matrimoni. Tutto si preserva, tutto si cura, una cura dalla quale scaturiscono anche attività produttive ed economiche. Allora, immaginate se nel comune di Cassinetta noi dovessimo passare la ruspa, applicare questa legge brutale, rozza e sorda ai miglioramenti! Immaginate se in questo comune dovessimo dare il via libera a tutto quello a cui voi date il via libera per quanto riguarda i centri storici e le zone urbane! Immaginate se in questo comune, come in tanti comuni della Sardegna, per esempio Santu Lussurgiu, Aggius, Orroli, Sadali, comuni, Assessore, che hanno fatto la scelta coraggiosa di qualificare il tessuto urbano e di recuperare i centri storici, dovessimo dare il via libera a una legge che tutto distrugge, tutto ricostruisce, nulla preserva, nulla recupera, in un'idea malsana, sbagliata di sviluppo economico!

Io credo che l'impianto di questa legge sia profondamente sbagliato. Oggi voi siete in preda, colleghi, a una vera e propria - se lo annoti collega De Francisci, mentre parlotta con il collega Pittalis - "incontinenza edilizia" che non ha limiti, che non rispetta nulla, neanche là dove c'è un progetto di sviluppo che proprio sulla salvaguardia dell'ambiente, sul recupero, sulla volontà di impedire la costruzione di nuove cubature indiscriminate fonda un modello di sviluppo innovativo, che magari con gli affittacamere, con i bed and breakfast, porta quel turismo diffuso attraverso il quale le famiglie possono vendere i prodotti locali e rilanciare la piccola agricoltura, l'agricoltura degli orti, con la quale si rilancia anche il legame virtuoso tra produzione locale e consumo, tra artigianato locale e vendita dei prodotti.

Allora, tutta questa armonia che unisce gli elementi del paesaggio con i saperi locali voi oggi la volete spezzare con la brutalità di questa norma. E non rispettate nulla: non rispettate le zone umide, non rispettate la Convenzione di Ramsar, non rispettate la fascia dei 300 metri! Voi, Assessore, vi state rendendo protagonisti di una legge brutale, rozza. Voi oggi state diventando protagonisti di un piano cemento che non ha eguali in Italia e che siete riusciti a fare in uno dei luoghi più preziosi del nostro Paese, perché noi siamo per l'Italia quello che per la Lombardia è il piccolo comune di Cassinetta, che mantiene urbanizzato solo il 19 per cento del proprio territorio. Noi siamo l'ultimo angolo verde di un'Europa che consuma territorio, che cementifica le coste; siamo il giardino d'Europa, siamo un orto prezioso che va preservato. Questa terra non appartiene soltanto a noi, appartiene all'umanità, così come le specie rare, così come alcuni beni paesaggistici che sono dell'Unesco, e quindi dell'umanità. La Sardegna è un bene dell'umanità e non è vostro diritto violarla! E' un bene che non ci appartiene, ma che appartiene alle generazioni future.

Ritirate questa legge finché siete in tempo, ritirate questa legge rozza e sorda, riserviamo alla nostra terra la cura amorevole che il contadino dedica ai propri campi. Curiamo la nostra terra con l'amore che hanno i nostri padri per le tradizioni, per l'artigianato, per i nostri saperi diffusi. Ritirate la legge, riportatela in Commissione, ve ne renderemo merito. Renderemo merito alla vostra intelligenza, alla vostra capacità di tornare indietro. Fatelo, non siate dei novelli Attila che non rispettano nulla, che non rispettano l'ambiente.

Fa bene, Assessore, a chinarsi sui fogli fingendo di non ascoltare, perché credo che quando le parole evocano valori importanti e non si ha la capacità di rispondere sia meglio far finta di non ascoltare. Ma queste parole arrivano dritte al cuore, anche se lei non ascolta. In realtà queste parole arrivano nel profondo dell'animo e lo segnano, così come arriveranno ai sardi, magari non oggi, magari non domani, ma i sardi capiranno lo scempio che stiamo perpetrando con questa legge, capiranno che questa è una legge inutile, che avvantaggia solo i più forti. E dovrete rendergliene conto, perché aver vinto le elezioni non significa, come diceva il collega Uras, avere la licenza di uccidere, non significa avere la licenza di costruire senza guardare in faccia nessuno. Aver vinto le elezioni abilita all'esercizio paziente e pacato di responsabilità nell'interesse di tutti, non nell'interesse di pochi. Ritirate questa legge, ve ne renderemo merito. Ritiratela nell'interesse dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'articolo 8, colleghi, ha per titolo "Condizioni di ammissibilità degli interventi". In teoria un articolo avente questa prospettiva - collega Steri, lei capisce la materia e mi ascolterà di sicuro - dovrebbe individuare i limiti entro i quali questa materia si dovrebbe cimentare. In effetti cosa fa questo articolo? Al comma 1, lettera a), dice che queste migliorie, questi premi non possono essere concessi agli edifici abusivi. Mi pare alquanto ovvio, no? Alla lettera b) dice che questi incrementi volumetrici non sono ammessi sui beni monumentali, sui monumenti quindi, di interesse storico, archeologico o etno-antropologico vincolati - e qui c'è una bella frase - ai sensi dell'articolo 142 del Codice Urbani, che, guarda caso, non dice solo questo. E infatti il legislatore regionale si prodiga subito nel dire: "ad esclusione dei casi previsti negli articoli precedenti". Come dire: per una parte mi va bene, per l'altra parte non mi va bene, lo Stato vada a quel paese! Sostanzialmente vuol dire questo. E già qui c'è una bella violazione di una legge avente valore di indirizzo e vincolante per le Regioni. Sentenza del Consiglio di Stato e della Corte costituzionale: "La Regione può operare all'interno delle sue competenze nei limiti posti dalle leggi aventi valore di riforma economico-sociale". C'è una censura grande quanto una casa in questo, anzi grande quanto un ampliamento volumetrico.

Nel comma 2 comincia a deteriorarsi l'idea di porre dei limiti, collega Steri, e già entriamo nel campo della trasformazione da limite a concessione. E infatti il comma dice che tutti gli ampliamenti volumetrici previsti in questa legge sono cumulabili con tutti gli altri ampliamenti previsti da altre leggi regionali, quindi il 25 per cento già assegnato dalla legge numero 45 del 1989 per le strutture ricettive, ovvero ulteriori premi previsti nella disciplina comunale. Cioè quando si tratta di sbracare i comuni esistono ed esistono anche i piani comunali! Quindi il comma 2 inverte la boa: da condizionamento a concessione.

Il comma 3 dice una cosa che sostanzialmente abbiamo già affermato, condividendolo assieme alla Giunta, cioè che le unità immobiliari devono essere perlomeno accatastate con quel meccanismo. Meno male, perché se abbiamo detto prima che gli interventi non sono ammessi sulle case abusive, dire che l'immobile deve essere accatastato è quanto meno una logica conseguenza. Ecco perché non volevamo lasciare dubbi su questo punto.

Il comma 4 è un capolavoro! Dopo aver detto, all'articolo 3, che le sopraelevazioni e comunque gli ampliamenti non devono dare origine a unità immobiliari autonome, quindi devono essere dipendenti da altre unità immobiliari, al comma 4 si dice: "Il mutamento della destinazione d'uso per le unità immobiliari sulle quali siano stati realizzati gli interveneti di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 è ammesso a condizione che sia compatibile con le destinazioni urbanistiche previste dalla strumentazione urbanistica comunale". Esattamente una contraddizione rispetto a quello che si è detto prima, cioè mentre gli ampliamenti non devono costituire unità autonome, qui si dà la facoltà di renderle autonome tutte, comprese quelle su cui c'era quel vincolo. Quindi questo è prevalente, perché è di carattere generale.

Il comma 4 fa riferimento all'articolo 3, quindi riguarda anche gli interventi in esso previsti, e questa è una contraddizione legislativa. Voglio vedere cosa succede quando un operatore deve decidere se prevale l'articolo 3 o l'articolo 8. Lo voglio proprio vedere! Ma questo fa parte della tecnica legislativa un po' grossolana, un po' rozza, che viene seguita in questo testo. Si sostiene che si può fare questa operazione, ma quando sposteremo le case dalla fascia costiera indietro non avremo ottenuto un miglioramento, per il semplice fatto che non abbiamo disciplinato le condizioni. E se un cittadino, collega Murgioni, sposta un appartamento di 150 metri quadri dalla fascia costiera indietro, posto che il comune gli dia l'area, e aggiunge il 40 per cento, se non è stupido - e non lo è perché si tratta di persona individuata - in base all'articolo 4 fa lo sdoppiamento delle unità immobiliari e comincia la sua piccola speculazione, perché ne vende una e si rifà del costo dell'altra. Quindi si apre la strada in maniera indeterminata a fenomeni speculativi. Questo accadrà applicando la legge, come fate a dire che non sarà così? Come intendete convincerci che questo non è un provvedimento ad personam? Come intendete convincerci che questo non è un intervento per pochi?

Questa è l'assurdità di questo articolo, per cui non chiedeteci di essere comprensivi, ovviamente, perché è un articolo che parte in un modo e finisce in un altro, contraddice quello che è scritto prima e specifica cose che si potevano sottintendere negli articoli precedenti e che invece qui si riescono a capire compiutamente. Il problema è un altro, è davvero un altro, ci vuole una mentalità diversa, perché è vero, io sono convinto che i vincoli di tutela, lo dice anche il Consiglio di Stato in una sentenza, non implicano automaticamente l'inedificabilità totale, per cui far valere la condizione di tutela non significa negare la possibilità di realizzare qualcosa. Lo dice il Consiglio di Stato. E quindi è una interpretazione vera di come si possa procedere, tant'è che nelle norme tecniche di attuazione noi abbiamo previsto le intese e, grazie a Dio, se ci accusate di aver fatto ottocento intese non ci potete anche accusare di aver paralizzato tutto, visto che usate quell'argomento per dire che abbiamo fatto delle cose che non dovevamo fare. E allora non è vero che il Piano paesaggistico ha paralizzato tutto!

Uno scienziato importante, credo anche abbastanza autonomo, il professor Boschi, ha detto che in Italia manca la cultura della prevenzione nel rapporto con il territorio. E dice anche che sostanzialmente manca questa cultura perché la classe politica ha capito fin troppo bene che la prevenzione ha un costo materiale, fisico, cioè è necessario sborsare dei soldi, ma soprattutto ha un costo politico, perché prevede la rinuncia a tornaconti immediati. Lo dice uno scienziato che si interessa di terremoti, di disastri ambientali. E aggiunge che l'effetto della prevenzione determina scelte poco tangibili e quindi non convertibili. Io però, riprendendo l'esempio che citava il collega Porcu, vorrei ricordare che non è esattamente così. Quel comune che ha scelto di dire stop al cemento e ha deciso di dedicarsi alla salvaguardia del proprio territorio, Cassinetta, si trova in un compendio che corrisponde all'area vasta di Milano. E mentre Milano ha il 43 per cento del proprio territorio provinciale urbanizzato - quasi il 50 per cento -, Cassinetta ne ha solo il 19 per cento. E non è vero, non è assolutamente vero che così facendo si perde. Tant'è che in quel comune mentre alle elezioni politiche il P.d.L. e la Lega hanno preso insieme il 65 per cento dei voti, il sindaco di centrosinistra nelle elezioni amministrative del 2003 ha preso il 51 per cento dei voti e nel 2007 il 62 per cento. Il che vuol dire che non è mica vero che la gente non capisce. E non è mica vero che la tutela del proprio territorio, pur attraverso un sistema di rinunce, non sia capita dalla gente anche in termini di investimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, stiamo discutendo l'articolo 8, una norma centrale del testo in esame. Ne approfitto, però, per fare un appello al rispetto reciproco, e mi rivolgo in particolare all'onorevole Mario Diana, che si permette di assegnare patenti di capogruppo, di dare giudizi spesso anche sull'altra parte politica, entrando nelle dinamiche interne ai gruppi e ai partiti. Noi questo non lo consentiamo. E non lo consentiamo anche perché se dovessimo giudicare dai risultati di ieri notte, la patente di Capogruppo dell'onorevole Diana avrebbe già perso qualche punto. Allora, rientriamo nella discussione, nel merito degli articoli.

L'articolo 8 è una norma centrale del testo in esame: "Condizioni di ammissibilità degli interventi". Intanto non si affronta il problema degli immobili sanati grazie ai condoni degli anni passati e, se è vero che formalmente la concessione in sanatoria è un atto che fornisce titolo abilitativo, quasi tutte le leggi regionali, compresa quella della Lombardia, hanno affrontato la questione e hanno escluso almeno gli immobili totalmente difformi, oppure hanno concesso l'ampliamento ma scomputando le opere realizzate abusivamente, e questo per evitare un doppio regalo, un doppio premio a chi ha violato la legge.

Credo, però, che questo articolo, del quale naturalmente non condividiamo la filosofia, così come non condividiamo niente di tutto l'articolato di questa legge, possa essere migliorato. La lettera b) del comma 1 contiene una palese violazione della legislazione statale di tutela. Infatti nel prevedere le esclusioni degli interventi di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6, di fatto consente di modificare la situazione di beni che invece sono vincolati paesaggisticamente attraverso disposizioni che sono di natura urbanistica. Questo, come abbiamo detto più volte nel corso della discussione di questo articolato e della discussione generale, è fonte di una illegittimità palese ed è più ampiamente dimostrato dal Titolo II di questa legge, che affronteremo la prossima settimana.

Io credo che sarebbe opportuno, l'ho già detto negli interventi precedenti, come hanno fatto quasi tutte le Regioni, inserire un sistema di attribuzione ai comuni del potere di adeguare, con appositi provvedimenti consiliari, le previsioni di ampliamento volumetrico alle reali situazioni che il comune stesso può verificare, soprattutto al fine di limitare l'impatto degli ampliamenti sulla stessa pianificazione comunale. Credo che questo corrisponda a quanto espresso nella nota consegnata dal Consiglio delle autonomie locali. Io ricordo che nella seduta congiunta annuale che si è svolta nel mese di aprile con il Consiglio delle autonomie locali sono state avanzate alcune proposte, tra cui: dare diritto di tribuna al Presidente del Consiglio delle autonomie locali; fare in modo che il parere delle autonomie locali magari non sia vincolante, ma sia preso in considerazione; per ogni provvedimento legislativo invitare in Commissione il Presidente del Consiglio delle autonomie locali; fare in modo che il Consiglio delle autonomie locali e quindi il sistema degli enti locali trovi spazio e poteri all'interno di questo Consiglio regionale quando si affrontano le materie riguardanti gli enti locali, le amministrazioni comunali e provinciali.

Ora, nel parere che il Consiglio delle autonomie locali ha fornito sull'articolo 8 - e visto che non gli diamo dignità io lo leggerei - ci sono alcune previsioni, alcune precise richieste emendative. Intanto i comuni e le province sarde ci dicono: "L'elenco dei casi di inammissibilità degli interventi, contenuto nel comma 1 dell'articolo 8, è fortemente lacunoso. Riteniamo, infatti, che debbano essere ritenuti inammissibili gli interventi di ampliamento sugli edifici esistenti alla data di entrata in vigore della legge" - e riguardo a questo diciamo che abbiamo sanato la situazione - "compresi: b) nelle zone umide tutelate a livello internazionale dalla convenzione firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971 e resa esecutiva dal decreto del Presidente della repubblica 13 marzo 1976, numero 488; c) negli ambiti dichiarati ad alta pericolosità idraulica e ad elevata o molto elevata pericolosità geomorfologica (o ad essi assimilabili) dai piani stralcio di bacino di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152, o dalle indagini geologiche allegate agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica; d) nella fascia dei 300 metri, o 150 metri nelle isole minori, dalla linea di battigia ad eccezione di quelli ricadenti nelle zone A e B degli strumenti urbanistici vigenti; e) nelle zone A degli strumenti urbanistici vigenti o, laddove non esiste la zona A, nei centri matrice delimitati nella cartografia del Piano paesaggistico regionale o nei centri storici delimitati con le procedure di cui all'articolo 2 della legge 4 agosto 2008, numero 13; f) nelle zone H degli strumenti urbanistici vigenti", cioè le zone di salvaguardia assoluta.

Questo e altro ancora ci dice il Consiglio delle autonomie locali. Ora noi dobbiamo chiarire una volta per tutte se il parere dei comuni ci interessa, se questa legge ha un impatto sulla pianificazione delle amministrazioni comunali, oppure se vogliamo espropriare i comuni di questa funzione. E mi chiedo che cosa rimanga ai comuni stessi se eliminiamo la loro funzione principale, che è quella di programmare lo sviluppo del territorio e quindi di provvedere alla programmazione generale.

Questo articolo, però, come tutti gli altri articoli, contiene soltanto poche clausole di inammissibilità. In realtà con questa legge, ma è la stessa filosofia dell'intesa Stato-Regioni del 1° aprile 2009 e dell'applicazione rigida che ne ha dato la Regione Sardegna, si vogliono eliminare le regole: si può fare tutto in tutto il territorio della Sardegna, perfino nella fascia dei 300 metri, si può fare tutto senza ascoltare nessuno, in nome semplicemente della cementificazione selvaggia, perché dovete accontentare qualcuno. Io credo che sia questa la filosofia, che nasce, come ho già detto, da una visione egoistica, da una visione volta a soddisfare le attese egoistiche, individualistiche che ci sono anche nella società sarda. Penso che il nostro compito sia diverso. Noi dobbiamo pianificare i nostri interventi attraverso leggi generali e astratte, che devono necessariamente incontrare il consenso dei cittadini, ma sulla base dell'osservanza delle leggi sovraordinate e tenendo conto che c'è prima di tutto il bene della comunità; una comunità che ha bisogno di essere presa per mano per quanto riguarda i valori dei beni comuni, che sono superiori alle esigenze particolari di ciascun cittadino.

Credo che dobbiamo fare prima di tutto questo e quindi interrogarci se, prima di approvare una legge come questa, basata su esigenze particolari, basata sulla possibilità, in deroga a tutto, di soddisfare le esigenze particolari dei privati, non sia il caso magari di riprendere in mano il Piano paesaggistico regionale ed eventualmente modificarlo attraverso gli strumenti che la legge ci affida, nella trattativa con lo Stato e con l'amministrazione dei beni culturali. Questo incontrerebbe, a mio avviso, anche la vostra volontà e forse la volontà di una parte degli elettori che vi hanno votato, però agireste attraverso canali normali, legittimi. Questa legge in realtà non troverà legittimità, perché dopo il primo atto, dopo la prima concessione edilizia, basterà un ricorso per impugnarla e per renderla inefficace.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore agli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. L'Aula sta esaminando l'articolo 8, che identifica gli interventi per i quali non è ammissibile il ricorso agli articoli che precedono. Fra gli elementi di inammissibilità già dai giorni scorsi anche con la condivisione, così mi è sembrato di cogliere, seppur parziale dell'Aula, abbiamo inserito uno specifico emendamento in riferimento alla tematica ricollegata al rischio idrogeologico e al rischio di frana, che va identificato come emendamento al comma 1 dell'articolo 8. Si è poi, come ricorderete, proceduto a disciplinare ulteriormente la problematica attinente all'accatastamento dei beni, identificando una data diversa rispetto a quella che la Giunta aveva proposto all'Aula e altresì la temporalità entro la quale il soggetto privato deve procedere al deposito presso gli uffici specifici della richiesta di accatastamento stesso.

Per quanto attiene ai commi successivi al primo si è identificato un ulteriore elemento, tale da evitare ipotesi di utilizzazione dei beni che non fossero in disarmonia con quanto previsto dalla strumentazione urbanistica comunale, e si è rimarcata peraltro l'esigenza, in questa logica, di evitare conseguentemente che gli ampliamenti potessero in qualche modo essere oggetto di commercializzazione separata e/o di variazione di destinazione d'uso in termini diversi rispetto all'unità immobiliare che li aveva generati. La Giunta ritiene che queste ulteriori esplicitazioni, che il Consiglio avrà modo di valutare più puntualmente quando si passerà all'esame degli emendamenti, diano un ulteriore contributo in ordine a uno dei presupposti cardine che sta all'interno dell'articolato, quello di prevedere, sì, processi di riqualificazione del nostro patrimonio immobiliare, prevedendo altresì elementi che inibiscano la possibilità di utilizzo delle disposizioni contenute nel titolo primo, in riferimento ai beni immobiliari di interesse storico, artistico e archeologico nello specifico, e a tutti quei beni ricadenti all'interno delle aree a grande e medio rischio, vuoi idrogeologico vuoi di frana.

Le limitazioni che sono state poste vanno nel solco della salvaguardia delle nostre principali emergenze, non soltanto in termini di positività, ma per effetto dell'introduzione di disposizioni che inibiscono le trasformazioni all'interno delle aree a rischio idrogeologico e di frana, anche in riferimento a elementi di grande attenzione, in particolar modo in quest'ultimo periodo, per effetto di eventi calamitosi che hanno ulteriormente rafforzato la convinzione che, in riferimento a questi beni, debba essere preclusa qualsivoglia attività di trasformazione, individuando altresì percorsi che consentano di poter delocalizzare detti immobili al fine di perseguire un obiettivo che ritengo primario, quello cioè di assicurare alle nostre collettività un vivere corretto, ma ancor più di salvaguardare l'integrità fisica dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Cherchi, relatore di maggioranza f.f..

CHERCHI (P.d.L.), relatore di maggioranza f.f.. Signora Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti numero 38, 238, 39, 240, 115, 241, 262, 40, 242, 41, 245, 42, 246, 239, 520, 548, 243, 512, 513, 547, 542, 244, 259, 519, 524, 247, 258, 510, 511, 523, 263, 509, 543, 261, 544, 260, 248, 249, 250, 251, 252, 253, 254, 257, 255 e 256. Esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti numero 379, 378, 507, 376, 434 e 377. Sugli emendamenti numero 545 e 546 la Commissione si rimette all'Aula. Si chiede il ritiro degli emendamenti numero 391 e 425, sui quali altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La posizione della Giunta in riferimento agli emendamenti è la seguente: si condivide la posizione della quarta Commissione, a eccezione dell'emendamento numero 507, sostitutivo parziale dell'emendamento numero 378, per il quale la Giunta si rimette alla valutazione dell'Aula. Sull'emendamento numero 376 il parere è conforme a quello della Commissione. Per quanto riguarda l'emendamento sostitutivo totale numero 425 e l'emendamento aggiuntivo numero 391 la Giunta si rimette ugualmente alla valutazione dell'Aula. La Giunta provvede altresì al ritiro dell'emendamento soppressivo parziale numero 379 e dell'emendamento aggiuntivo numero 377.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 13 e 21.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 16, viene ripresa alle ore 13 e 20.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia richiesta il consigliere Uras.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 46 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Il Consiglio è in numero legale.

La seduta odierna si conclude qui. Comunico che il Consiglio è riconvocato, ai sensi dell'articolo 54, comma 3, del Regolamento per lunedì 12 ottobre, alle ore 17, con il seguente ordine del giorno: mozione numero 21, Bruno e più, sui motivi che stanno impedendo la realizzazione della strada Sassari-Olbia; mozione numero 22, Diana e più, sul piano dell'Eni di riconversione del sito petrolchimico di Porto Torres in deposito nazionale carburanti. La discussione del testo unificato numero 53/67/A proseguirà martedì 13 ottobre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 13 e 22.