Seduta n.83 del 12/01/2010
LXXXIII Seduta
Martedì 12 gennaio 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 58.
MULAS, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 10 dicembre 2009 (76), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Rosanna Floris, Antonio Pitea, Adriano Salis, Matteo Sanna, Renato Soru, Luciano Uras e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 12 gennaio 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Colleghi, se siete d'accordo, sospendo la seduta per dieci minuti, pregando i Capigruppo di farsi parte diligente affinché i consiglieri siano presenti in aula.
(La seduta, sospesa alle ore 17, viene ripresa alle ore 17 e 10.)
Giuramento di Assessore tecnico
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il giuramento dell'Assessore tecnico della difesa dell'ambiente.
Ricordo che gli Assessori nominati dal Presidente della Regione, non consiglieri regionali, devono prestare giuramento ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250.
Invito l'assessore Giuliano Uras ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato D.P.R., al termine della quale l'assessore Uras risponderà: "Giuro".
"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".
URAS GIULIANO, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Giuro.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del testo unificato numero 9-31-37/A.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, vorrei fare una breve comunicazione su questo testo unificato. Credo sia importante soffermarsi…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Agus. Prego i colleghi di prendere posto.
Prego, onorevole Agus.
AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghe e colleghi, dicevo che vorrei esprimere un plauso per il lavoro svolto dalle Commissioni finalizzato a raggiungere un obiettivo comune, un obiettivo importante che spero sia di buon auspicio per l'approvazione di numerosi testi di legge condivisi per il bene comune.
Sicuramente, come ha detto l'onorevole Maninchedda, il testo di legge in esame richiama la nostra forte cultura identitaria e rafforza, con le buone pratiche in esso previste - possiamo annoverarle tra le buone pratiche - l'identità sarda, che non è solo un'identità produttiva, ma è anche un'identità culturale, non foss'altro perché questa norma consente alle imprese agricole, considerate un segmento primordiale della nostra cultura e della nostra economia, di recuperare momenti importanti per rafforzare, come dicevo, la nostra identità. Per quei nuclei e per le nostre produzioni transita l'identità di un popolo, transita la capacità del fare, transita l'unitarietà della cultura di quest'Isola del Mediterraneo, elemento fondamentale per il confronto, nell'era della globalizzazione, con le altre culture del mondo. E' un grande valore aggiunto il fatto che si sostenga il recupero di questa identità…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Agus.
Scusate, colleghi, se si vuole chiacchierare è opportuno uscire dall'aula, perché c'è un brusio insostenibile.
AGUS (P.D.). Grazie, Presidente. Volevo sottolineare che questa buona pratica, che sembrerebbe soffermarsi su un piccolo aspetto della produzione regionale nell'ambito delle aziende agricole, dà però un connotato di profonda trasformazione dell'Isola…
E' vero che tutto questo non interessa a nessuno, però…
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prendere posto e di consentire all'onorevole Agus di svolgere il suo intervento.
Prego, onorevole Agus.
AGUS (P.D.). Chiedo scusa, ma vorrei dare il mio contributo perché ritengo che questa legge sia importante e contenga, ripeto, delle piccole buone pratiche. Sicuramente i problemi dell'Isola non stanno esclusivamente nella valorizzazione dei prodotti tipici della nostra regione o nell'incentivazione delle aziende agricole a servirsi di questo strumento per implementare il proprio reddito, ma per quanto semplice sia questa legge è uno di quegli atti che il Consiglio sta portando a compimento e che consentono di rafforzare l'identità del nostro popolo. E' una legge, quindi, di valorizzazione delle imprese agricole sarde che vanno oltre la consuetudine, quell'aspetto ormai arcaico delle nostre aziende, legate spesso all'isolamento delle nostre montagne, legate a un aspetto marginale dell'economia. Presidente!
PRESIDENTE. Insisto nel dire che chi vuole chiacchierare può uscire dall'aula. Il collega Agus non può continuare a svolgere il suo intervento con questo brusio.
Prego, onorevole Agus.
AGUS (P.D.). Grazie, Presidente. Dicevo che questo aspetto arcaico delle nostre aziende con il presente dispositivo di legge assume un connotato di apertura al mondo. Quindi non ci saranno più aziende isolate, costrette a una produzione che spesso non varca i limiti dell'ambito comunale. Con questo sostegno per la valorizzazione dei prodotti tipici si apre per le aziende agricole una grande finestra che permette loro di avere contatti non solo con gli elementi riduttivi del paese in cui sono localizzate o del territorio circostante, ma con il resto del mondo. Si apre una finestra sul mondo non in termini, ripeto, esclusivamente produttivi, ma anche in termini culturali, perché con questa norma si sostengono degli aspetti fondamentali della tradizione sarda, che è legata ai sapori, al saper fare, alla cultura dei nostri genitori e dei nostri nonni. Questo è un elemento che caratterizza l'attività imprenditoriale. Certo non sarà e non potrà essere la stessa identica esperienza maturata in altri ambiti, laddove il connubio agricoltura-turismo è stato più forte. Faccio solo un riferimento: la riviera romagnola, che sicuramente non ha le bellezze della Sardegna, si è sviluppata grazie al suo entroterra di produzioni agroalimentari. Il nostro entroterra ha un connotato completamente diverso e anzi io mi auguro che rimanga tale, che sia di supporto al turismo nella valorizzazione del patrimonio agricolo, e quindi delle produzioni agricole, e rappresenti un grande valore aggiunto per un turismo di nicchia e culturale. Ricordo che le nostre aziende sono spesso collocate presso testimonianze importanti della nostra cultura; testimonianze che non hanno niente da invidiare a quelle delle altre culture presenti nel Mediterraneo. Parlo della cultura egiziana, della cultura ellenica e di quella romana. Noi abbiamo il forte tratto di identità del popolo dei nuraghi, che si può tranquillamente accostare al patrimonio culturale del Mediterraneo.
Le aziende agricole, quindi, con questa norma non solo hanno l'opportunità di valorizzare il proprio sapere e il proprio fare, ma hanno anche la possibilità di essere testimoni dirette della nostra cultura e della nostra storia, non foss'altro perché spesso si trovano in prossimità di monumenti di straordinaria bellezza e imponenza. Questo probabilmente andrebbe visto in prospettiva, perché l'azienda agricola potrebbe assumere, in collaborazione con chi è preposto alla tutela dei beni culturali, un'altra funzione, che è quella della valorizzazione del patrimonio archeologico che spesso insiste sull'area aziendale abbandonato a se stesso perché non si riesce neanche ad assicurargli un minimo di pulizia. Il che di per sé consentirebbe di metterebbe in luce aspetti importantissimi della storiografia della Sardegna. Si tratta di monumenti che, ripeto, darebbero splendore all'immagine della Sardegna al cospetto dei saperi e delle conoscenze che oggi sosteniamo e portiamo all'attenzione dell'opinione pubblica sarda, e non solo, posto che mettiamo tutto questo a disposizione di un turismo colto che sa apprezzare il saper fare e le tradizioni e può, quindi, valorizzare il nostro patrimonio produttivo.
Questo è uno degli aspetti delle piccole buone pratiche di cui dicevo, che sembrano non avere grandi risvolti, se non esclusivamente quello di implementare il reddito delle aziende. Ma non è così, perché questo aspetto non solo consente alle famiglie degli agricoltori di stare sul territorio, ma induce i giovani a individuare all'interno delle aziende agricole, e quindi nel contesto dell'agro sardo, attività professionali che altrimenti andrebbero a cercare altrove. Mi riferisco anche ai giovani che hanno conseguito master aziendali e quindi rimangono in famiglia per gestire l'azienda familiare; mi riferisco ai giovani che hanno frequentato corsi di formazione alberghiera e ricettiva e che quindi possono stare in azienda; mi riferisco ai giovani che magari hanno studiato delle lingue straniere perché, come ho detto prima, questi aspetti che sembrano marginali in realtà ci aprono al mondo attraverso un contatto diretto che consente di promuovere la cultura e la tradizione della Sardegna. E' un passa parola che è più forte di qualsiasi promozione pubblicitaria, visto e considerato che oggi siamo quasi sommersi dall'informazione, ed è più efficace di molte promozioni televisive o radiofoniche, perché si trasmette da persona a persona.
Saluto anch'io, quindi, con favore questa norma e spero che sia l'inizio di tante buone pratiche. Le chiamo così perché la nostra Isola ha estremamente bisogno di buone pratiche e probabilmente dovrà ridisegnare lo scenario futuro della sua economia al cospetto della crisi industriale che rischia di stravolgerne il tessuto economico da un momento all'altro. Assistiamo anche in questi giorni ai drammi dell'Alcoa, del polo chimico industriale di Porto Torres, di Ottana, di Macchiareddu, e quindi c'è la necessità di pensare a un'economia più diffusa e forse, perché no, anche di pensare che l'agroindustria possa tornare a essere l'industria primaria, l'industria delle produzioni tipiche, che può ridare fiato a quella che fu l'economia primordiale della Sardegna, prima che arrivassero le partecipazioni statali, che sicuramente hanno portato grandi opportunità di occupazione, ma hanno lasciato tantissimi segni che hanno danneggiato fortemente l'immagine della nostra regione, il suo paesaggio, il suo ambiente. Lo pagheremo caro, lo pagheremo a lungo e avremo ancora tante battaglie da fare, così come abbiamo fatto per le zone minerarie, quando l'ENI è andato via scaricandoci addosso migliaia e migliaia di ettari di terreno inquinato, per i quali oggi paga la Regione Sardegna. Attenzione, perché rischiamo di fare la stessa fine a Porto Torres! I toscani ci hanno insegnato come fare: quando abbiamo costituito il Parco geominerario e contestualmente loro hanno costituito il loro, i toscani hanno imposto alla Snam di mettere in sicurezza il patrimonio, che è stato ceduto alla Regione Toscana dopo essere stato collaudato e valutato. E ancora oggi la Snam insiste su quelle aree.
Le nostre produzioni sono un elemento importantissimo che dobbiamo difendere dagli sconquassi causati dalla grande industria. Bisogna davvero ripensare la nostra economia e bisogna ripensarla a 360 gradi, puntando proprio su questi aspetti. Questa legge ci insegna oggi delle buone pratiche; proviamo a moltiplicare le buone pratiche e forse riusciremo a ricreare un tessuto economico ideale per la Sardegna, in grado di rispondere ai suoi bisogni e di stare al cospetto del mondo, perché il nostro grande valore aggiunto è la ricchezza culturale che si estende da queste buone pratiche fino a tutto il tessuto storico-archeologico dell'Isola che, ripeto, non ha eguali e può tranquillamente confrontarsi con le testimonianze delle culture più conosciute e divulgate del Mediterraneo.
L'impegno è pertanto quello di concorrere alla realizzazione di ulteriori buone pratiche, che possano rafforzare questa legge che saluto con favore e quindi voterò sicuramente perché sia approvata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIA[s1] NA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Dani[s2] ele Cocco.)
PRESIDENTE. Prego due consiglieri Segretari di recarsi al banco della Presidenza.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cappai e Contu Felice sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 58 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire i lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, credo che nel dibattito in Commissione e in sede di discussione generale della legge siano emersi dei fattori molto importanti, primo fra tutti il fatto che, nonostante questo testo di legge sia stato esitato all'unanimità in Commissione, il dibattito che su di esso si sta svolgendo in Aula è ancora più importante. Ricordo ad alcuni colleghi che l'hanno dimenticato o che non c'erano in quella fase, che nella scorsa legislatura l'Aula approvò all'unanimità la modifica della legge regionale numero 4 sui servizi socioassistenziali, frutto di un intenso lavoro nella settima Commissione. Ebbene quella legge è stata l'unica a essere approvata all'unanimità nei cinque anni della scorsa legislatura. Questo ci insegna due cose, a mio avviso: la prima è che questa legge, che è una vera e propria legge di riforma della precedente legge per l'esercizio dell'agriturismo, che modificava la legge numero 60 del 1979, può avere esito positivo solo se si raggiunge l'unanimità di intenti tra le parti politiche presenti in quest'Aula.
Il secondo fattore importante è il fatto che questo è possibile attraverso il dialogo, soprattutto quando si orienta l'attenzione sui fini della legge e non c'è, quindi, una prevaricazione da parte della maggioranza sull'opposizione o viceversa, quando l'opposizione con becero ostruzionismo tenta di bloccare i progetti di legge. Questo non è avvenuto in Commissione e credo, anche alla luce di quanto sarà presentato con gli emendamenti, che non avverrà nemmeno in sede di discussione e approvazione di questa legge in Aula.
Allora, se le riforme, come questa, in un processo di confronto tra maggioranza e opposizione ci possono insegnare qualcosa è proprio il fatto che in Consiglio si può dialogare. E questa legge è infatti figlia del dialogo consiliare, anche perché nasce da tre diverse proposte unificate in un unico testo, pur col contributo, ovviamente, della Giunta. Io credo che debba essere questa la via da seguire, soprattutto in fase di discussione delle azioni di riforma che saranno presentate sia dalla maggioranza e dalla Giunta sia dall'opposizione per quanto attiene ai settori di massima importanza, come quello sanitario. E' ovvio che questa sottolineatura riguarda più la maggioranza che l'opposizione rispetto alle responsabilità che esse devono dividere in quest'Aula.
Un altro aspetto di pregio di questa legge che voglio sottolineare è il fatto che finalmente si discute una legge non necessariamente impostata sui contributi a fondo perduto a favore di chicchessia, soprattutto in agricoltura. Infatti, pur condividendo le osservazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto e pur approvando profondamente il fatto che l'agricoltura nel mondo, e quindi anche in Sardegna, è un settore assistito e deve continuare a esserlo (non sto qui a sottolineare le motivazioni che sono ovviamente patrimonio di ognuno di noi), è però vero che troppe attenzioni, senza controlli, tra l'altro, sul fine e il raggiungimento degli obiettivi della concessione di contributi alle imprese in generale, sono state in qualche modo l'asse portante delle iniziative legislative di quest'Aula negli ultimi quaranta o cinquant'anni. Cioè la contribuzione a fondo perduto era vista come la soluzione dei problemi di un intero settore ed è stata effettivamente, in quei momenti storici - collochiamo quegli eventi nei momenti storici adeguati - un'idea di intervento. Alla luce dei risultati prodotti, però, finalmente ci si incanala verso un'altra idea, che è quella di creare le condizioni ottimali per cui chi fa impresa agricola, zootecnica, industriale, artigianale, commerciale o di qualunque altro genere, possa promuovere l'impresa stessa, farla vivere, fare reddito di impresa e quindi creare, conseguentemente, occupazione.
Infatti questa legge - continuo a sottolineare gli aspetti positivi di questa iniziativa consiliare - mette insieme per la prima volta gli attori dello sviluppo economico. Non a caso si parte, per quanto riguarda il consumo e l'apprezzamento dei prodotti locali, dall'educazione alimentare. Cioè tutti noi - non parliamo solo degli altri - abbiamo necessità di un'educazione alimentare che fin dalla più giovane età permetta di conoscere i pregi e i difetti delle produzioni locali rapportati a quelli di altre produzioni, i cui vantaggi nutrizionali e qualitativi sono necessariamente minori anche per il fatto che non viene rispettata la stagionalità dei prodotti. Questo è il primo aspetto.
Si introduce, poi, una grande sinergia di azione tra il produttore o trasformatore e la rete commerciale. Gli agricoltori e gli allevatori generalmente sono bravi a produrre, soprattutto nel nostro territorio, ma hanno una pessima formazione commerciale. Noi abbiamo delle produzioni importanti, ma sia nella qualità del packaging - uso termini che sono entrati ormai nel gergo e perciò a volte sono intraducibili, potrei dire imballaggio, ma non rende quanto packaging - sia nel canale di distribuzione da utilizzare, cioè sia nella presentazione che nella commercializzazione i nostri produttori sono ancora carenti di una formazione che tuttavia, per certi versi, io non reputo necessaria. La mia convinzione è che ci siano imprese molto brave nel produrre, ma non necessariamente altrettanto brave nel vendere il proprio prodotto, altre imprese comunque lo sanno fare meglio, però si crea finalmente questa sinergia.
Quindi questa legge non è esplicitamente una legge di settore, perché noi interveniamo sul posizionamento dei prodotti, cioè in collaborazione - altro elemento importante - con gli enti locali interveniamo sui mercati di vendita, diamo la possibilità di aumentare il numero dei box vendita; nel settore commerciale diamo la possibilità al negozio di vicinato di aumentare la propria superficie di vendita per essere concorrenziale, sempre rispettando la percentuale dell'assortimento riservata alle produzioni locali. Gli attori chi sono dunque? Il consumatore (educazione alimentare), l'ente locale, che è l'organismo più vicino a questo tipo di attività nel territorio, e la rete commerciale fino alla grande distribuzione. E infatti, oltre a promuovere la vendita diretta, facilitiamo l'acquisto o il fitto degli spazi per la distribuzione dei nostri prodotti anche nelle grandi superfici di vendita.
Tutto questo è sicuramente positivo, ma c'è all'interno di questa legge anche una sorta di educazione del produttore, dell'agricoltore e dell'allevatore. Noi stiamo cioè cercando di accorciare la filiera e di rendere possibile una corretta distribuzione delle nostre produzioni locali. Non interveniamo direttamente sull'impresa - vedo che c'è qualche proposta in merito - dicendo che diamo contributi a fondo perduto, magari per acquistare il fuoristrada di più recente presentazione sul mercato, anziché investire nell'azienda. Altre leggi devono intervenire per questo tipo di iniziative. Se posso sollevare un dubbio, che è più che un dubbio (non credo di essere in grado di produrre in merito un idoneo emendamento, ma mi riservo di rivedere questo punto, insieme ai colleghi che vorranno unirsi a me, in Commissione o nelle sedi più opportune), devo dire che, a mio avviso, siamo un po' carenti dal punto di vista della facilitazione, con lo stesso sistema, della distribuzione delle nostre produzioni oltre Tirreno. Faccio un esempio per essere più chiaro: altri enti e altre agenzie sono deputati alla presentazione oltre Tirreno dei nostri prodotti, però è anche vero che noi interveniamo dicendo che l'acquisto o l'affitto di un locale all'interno di grandi strutture di vendita è facilitato per i produttori o consorzi di produttori che vorranno, appunto, entrare in questo canale. E lo facciamo attraverso i comuni, cioè partecipiamo con un finanziamento ai comuni, che a loro volta destinano queste somme per l'abbattimento dei costi in caso di fitto o acquisto della superficie di vendita nella grande distribuzione o in altre distribuzioni organizzate. Questo non può avvenire fuori dai confini della Regione Sardegna e non facilita la promozione dei nostri prodotti in quell'altra parte del mercato che noi dobbiamo cercare di aggredire, o meglio che gli imprenditori devono cercare di aggredire, che rappresenta probabilmente la fetta più importante, appunto quella che sta al di là del Tirreno. E quando dico al di là del Tirreno non intendo necessariamente entro i confini nazionali. Come si potrebbe fare? Si potrebbe destinare una contribuzione di questo tipo direttamente a consorzi di imprese che decidono di collocarsi, perché no, al Gigante di Milano o presso un ipermercato Leclerc o Carrefour di un'altra città, contribuendo in questo modo alla diffusione e presentazione dei nostri prodotti in un mercato decisamente più vasto, che insegna contestualmente molto in termini commerciali ai nostri stessi produttori. Non saprei in questo momento come affrontare questo aspetto, per cui lo sottopongo all'attenzione dell'Aula per avere eventualmente dei contributi utili, sempre se condivisi, a raggiungere anche questo obiettivo.
Un altro aspetto su cui credo dovremo responsabilizzare maggiormente o in maniera più definita l'Osservatorio che viene istituito, è il fatto che queste iniziative possano in qualche modo inquinare il mercato. Mi spiego meglio anche in questo caso per non essere frainteso: voi capite bene perché il mercato fondamentalmente non è solidale, non fa beneficenza. Il mercato è costituito da imprenditori che hanno giustamente un unico obiettivo, che è quello di fare utile d'impresa. E il mercato è anche vorace. Questa premessa significa che dando delle contribuzioni, pur sempre attraverso i comuni, per facilitare la locazione o l'acquisto del locale si può in qualche modo inquinare il mercato, che si sente autorizzato a rivedere verso l'alto i prezzi di cessione o locazione. Questa è una fase pressoché naturale e in qualche modo inevitabile. Allora pongo questo punto all'attenzione dell'Aula e anche qui suggerisco delle risposte, che non necessariamente sono le più adeguate, perché noi potremmo chiedere ai comuni che già oggi fanno una verifica, un controllo per quanto riguarda le imposte locali e le agevolazioni concesse alle fasce di reddito più basse sui fitti e sulle locazioni, di intervenire attraverso l'Osservatorio regionale della concorrenza per garantire che ciò non avvenga.
Anche su questo c'è la necessità di un dialogo e di un confronto tra le idee che possono venire dal dibattito in questa fase o in una fase successiva, perché, ripeto, è pressoché naturale che questo avvenga e quindi che i prezzi delle locazioni e delle cessioni nel caso specifico siano gravati dal fatto che tanto interviene la mano pubblica per pagare il corrispettivo dovuto. Non ci si può neanche limitare al fatto che il tutto è regolato dai prezzi di mercato corrente perché, come voi ben potete capire, il prezzo di mercato corrente è determinato da chi vende. Può essere una semplice osservazione dell'Istat, ma non c'è in merito sicuramente una regolamentazione chiara e inequivocabile.
Allora, queste due osservazioni che ho posto all'attenzione dell'Aula necessitano, a mio avviso, di un approfondimento. Così come è sicuramente da approfondire quanto suggerito da alcune associazioni di categoria che dicono: "Sì, ma per collocarci come neoproduttori che vogliono commercializzare i propri prodotti o come associazioni di imprenditori agricoli e zootecnici che vogliono entrare nel mercato abbiamo bisogno anche di un intervento regionale che ci dia una mano per l'acquisto di eventuali attrezzature, apparecchiature e mezzi di trasporto che ci consentano di entrare in quel mercato". Ecco, se in questo caso noi sconfiniamo e cediamo alla pur corretta valutazione fatta da alcune associazioni di categoria, che ci richiamano a questa problematica di investimento finanziario, perdiamo lo spirito della legge, che invece è quello esplicitato o che ho cercato di esplicitare nella premessa. In altro modo, in altro momento e con altre leggi di settore, per esempio a progetto, si può intervenire in quei settori.
Credo che ci sia realmente da metter su un dibattito molto attento sul testo di questa legge, non per modificarla, ma per dare gli indirizzi giusti sulla volontà legislativa che quest'Aula vuole esprimere nell'articolato e attraverso l'approvazione stessa della legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signor Presidente, è già stato rimarcato da chi mi ha preceduto, compreso l'onorevole Capelli, che il metodo di lavoro seguito dalla Commissione agricoltura e ambiente e dalla Commissione industria è la dimostrazione di quello che in questi primi mesi di legislatura, come minoranza, abbiamo sempre detto e ripetuto: quando si tratta di lavorare per il bene della Sardegna non esiste né destra né sinistra, perché tutti siamo stati chiamati a ricoprire questo ruolo nell'interesse generale. E devo dire che da parte della maggioranza, ma anche da parte dei Presidenti delle Commissioni agricoltura e industria, così come da parte del relatore, c'è stata la massima disponibilità in questo senso.
L'onorevole Capelli citava altri settori importanti quanto quello di cui oggi stiamo parlando, per i quali purtroppo, per scelta di questa maggioranza, non si è voluto seguire lo stesso criterio, lo stesso metodo di lavoro per cercare di approvare leggi quanto più possibile a favore di tutti i sardi. Quindi noi confermiamo in Aula il lavoro che è stato fatto nelle due citate Commissioni, così come hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto. Credo anch'io che questa legge, seppure sicuramente migliorabile, e a tal fine anche noi presenteremo alcuni emendamenti, sia una buona legge. Certamente è anche il frutto di un confronto che in modo particolare la Commissione agricoltura ha avuto con le associazioni di categoria, che hanno dato il loro contributo. Sapevamo e confermiamo anche oggi che con l'approvazione di questo testo di legge certamente non risolviamo i problemi dell'agricoltura sarda, che è in profonda crisi, non da quest'anno e nemmeno dagli ultimi anni. E' una crisi che viene da lontano e con questa legge ci ripromettiamo, io credo, due cose fondamentali: garantire una corretta e completa informazione ai cittadini sardi sulla provenienza dei prodotti destinati al consumo e tutelare il marchio dei prodotti sardi, cercando di fronteggiare soprattutto l'invasione del mercato agroalimentare da parte di prodotti provenienti dall'esterno, purtroppo non sempre caratterizzati da standard qualitativi ottimali.
Far conoscere le peculiarità dei prodotti agricoli sardi e sostenerne il consumo con misure rivolte a favorire un rapporto diretto tra produttore e consumatore può essere anche il giusto rimedio per combattere il fenomeno dell'aumento ingiustificato dei prezzi dei prodotti in vendita in Sardegna. Noi crediamo che con questa legge si possa soprattutto incentivare la trasformazione delle materie prime prodotte in Sardegna. Riteniamo che avrebbe poco senso mettere sullo stesso piano le materie prime prodotte e trasformate in Sardegna e quelle importate dall'esterno e poi trasformate nella nostra regione. Sarebbe, a mio avviso, un errore che rischierebbe di vanificare il lavoro che è stato fatto per cercare di incentivare le nostre produzioni.
In questa legge un articolo o una parte fondamentale riguarda il settore dell'agriturismo, che ha rappresentato nei decenni passati sicuramente una scelta intelligente che ha consentito a molte aziende agricole di avere un reddito integrativo importante. Certamente gli agriturismi oggi sono diversi da quelli esistenti nel '79 o nell'86, ovvero negli anni in cui sono state approvate le prime leggi sull'agriturismo in Sardegna. Oggi gli agriturismi sardi operano soprattutto con l'esterno, non solo con gli operatori turistici italiani, ma anche con quelli europei ed extraeuropei, e quindi è richiesta una maggiore professionalità e anche una maggiore cultura nell'offrire questo tipo di servizio. Cercare di salvaguardare un settore come questo credo, quindi, che sia importante.
Certamente incentivare i controlli e la tracciabilità dei prodotti consumati negli agriturismi sarà un'ottima garanzia per tutti i potenziali clienti. Gli agriturismi dovranno, però, ritornare all'origine e cercare di utilizzare quanto più possibile il prodotto sardo, mi sembra di averlo detto anche in Commissione. Non è pensabile, infatti, che un agriturismo che dovrebbe servire pressoché esclusivamente prodotti sardi possa servire ai propri clienti la famosa pizza napoletana, per quanto preparata con prodotti sardi. Non credo che la pizza napoletana rientri nei prodotti tipici da servire in un agriturismo.
Sono convinto che questa sia un'ottima legge e in Commissione ho cercato di inserire anche un altro settore fondamentale per quanto riguarda l'incentivazione dei prodotti tipici sardi, che è quello dell'ittiturismo, che sta assumendo sempre più rilevanza nelle aree in cui sono presenti le cooperative e i consorzi della pesca. In Sardegna ci sono alcuni esempi molto importanti di ittiturismi, la cui attività secondaria in questi anni di grande crisi del settore della pesca ha sostituito, anche dal punto di vista del reddito, quella principale. Molto probabilmente questo settore necessita quanto prima di un intervento mirato e ci stiamo adoperando in tal senso, ma credo che se il criterio sarà questo potremo lavorare tutti assieme per cercare di stabilire anche per gli ittiturismi delle regole che valgano per loro, ma anche per i potenziali clienti, affinché queste strutture possano garantire un'offerta migliore e soprattutto costituire una maggiore attrattiva per il turismo sia interno che esterno.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SOLINAS ANTONIO.) Credo che questa legge possa essere approvata - me lo auguro - all'unanimità, con alcune modifiche dettate più che altro da una necessità di coerenza del testo. Per quanto ci riguarda daremo il nostro contributo sino in fondo. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, vedo che lei è iscritto a parlare.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'iscrizione è relativa a una richiesta di verifica del numero legale fatta tempo fa, Presidente.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri, mi associo al commento unanime sulla portata di questa importantissima legge, che rappresenta un atto veramente epocale per la nostra cultura agricola, perché non solo porta a casa la sistemazione del fenomeno dell'agriturismo, che è una grande opportunità ma anche un grande problema della Sardegna e dell'Italia, ma soprattutto perché porta a casa un elemento fondamentale, e cioè il primo vero passo verso la multifunzionalità. Oggi l'agriturismo vive una situazione a luci e ombre, perché è un fenomeno di marketing estremamente interessante che piace sia al turista italiano che al turista internazionale, che però va alla ricerca di prodotti genuini, possibilmente ottenuti sul posto con materie prime locali e che abbiano percorso meno strada possibile. Quindi l'agriturismo è un fenomeno che piace, che interessa e al quale dobbiamo senz'altro lavorare. Le ombre derivano dal fatto che questo sistema ci è sfuggito di mano, non è governato, perché la legge attualmente in essere dà indicazioni precise ma che non vengono rispettate. Personalmente ho coniato il termine "agrigamberoni", per significare in modo chiaro ed esplicito dove stanno andando oggi gli agriturismi o comunque molti dei 750 agriturismi attualmente autorizzati in Sardegna. Oltre alle fonti di approvvigionamento incontrollate sia per specificità che per tipologia di fornitura, l'altro elemento che ci è sfuggito di mano è il controllo delle presenze, per cui già oggi ci sono delle strutture che hanno un numero di posti letto superiore alla norma, ma nessuno allo stato attuale ha fatto alcunché in merito. Ma questo fenomeno si innesca all'interno di un contesto molto più ampio che avete perfettamente rappresentato e che è quello della crisi agricola mondiale. E la crisi congiunturale globale dell'agricoltura si associa, purtroppo, a una crisi strutturale che in Sardegna è superiore alla stessa crisi congiunturale. La crisi agricola sarda e italiana è una crisi seria, per la quale oggi produrre solo materie prime è antieconomico, però c'è un elemento fondamentale sul quale l'Unione Europea è stata chiara: non possiamo permetterci un'Europa, un'Italia e una Sardegna che non producono materie prime. L'anno scorso la tensione sociale e politica nei Paesi dell'Est ha determinato un forte conflitto sociale e il rischio di una riduzione dell'approvvigionamento di gas. Immaginate che cosa succederebbe se domani noi delocalizzassimo le produzioni agricole in Paesi terzi! Vorrebbe dire che in futuro potremmo non avere materie prime da consumare.
La scelta dell'agricoltura è senz'altro una scelta centrale, alla quale non possiamo assolutamente rinunciare, ma dobbiamo anche mettere gli imprenditori che operano in questo settore nelle condizioni di poter vivere, perché oggi la vita nelle campagne non è sostenibile. Qualunque attività svolgano - pesca, allevamento, agricoltura - gli imprenditori da soli non riescono a tenere in piedi le proprie aziende e hanno eroso, negli ultimi dieci anni, buona parte del reddito che avevano prodotto i loro padri. C'è poca competitività, c'è poca capacità di aggregazione, quindi non riusciamo a mettere insieme l'offerta; c'è anche una scarsissima redditività, ma soprattutto manca l'unica strada possibile per l'agricoltura moderna, che è quella della multifunzionalità. L'agricoltura può uscire da questa crisi se crea delle integrazioni reddituali alle attività primarie, con un presupposto fondamentale: si sta in campagna per produrre materie prime e solo se si producono materie prime si possono fare attività integrative. Non si può stare in campagna per quelle finte serre fotovoltaiche, dentro le quali non ci sono i pomodori. Va bene la multifunzionalità se nelle serre si coltiva il pomodoro, altrimenti la multifunzionalità non deve esistere. Soprattutto la forte connotazione agropastorale del settore della zootecnia ovicaprina fa sì che la tipologia delle nostre aziende sia particolarmente vocata in ambito agrituristico.
Un sistema nel quale mettiamo a norma il mondo agrituristico permetterà, quindi, a un numero rilevantissimo di aziende agricole di collocare sul mercato, al prezzo più alto possibile, le proprie produzioni. La sfida è questa: non vendiamo più il latte crudo alle industrie, a 60 centesimi al litro, ma cerchiamo di vendere il formaggio, a 15 euro al chilo, al consumatore finale. Questa è la vera sfida attraverso la quale l'agriturismo deve diventare uno dei primi baluardi di questo rilancio della ruralità.
Ma qui occorrevano delle norme serie e soprattutto rispettabili, perché il problema non è la mancanza di una legge, ma il fatto che per come è formulata la legge è difficilmente applicabile. Le modifiche che sono state apportate vanno esattamente in questa direzione, per cui gli agriturismi devono fare una scelta chiara a seguito di questa legge, devono cioè decidere se vogliono continuare a stare nell'alveo dell'agricoltura, pur con i vincoli forti che poniamo oggi per la prima volta e che non consentiranno loro di poter comprare al miglior prezzo, di avere maggiore competitività. Quindi oggettivamente agli agriturismi esistenti questa norma dà una grande opportunità, ma pone dei vincoli formidabili, perché oggi il maialetto allevato in un'azienda agricola costa mediamente il doppio di quello proveniente dalla Romania, il che determinerà senz'altro una lievitazione dei prezzi negli agriturismi, ma almeno saremo sicuri di offrire ai nostri consumatori, ai nostri cittadini un prodotto certificato di filiera, e cioè veramente di qualità. Quel prezzo crescente sarà, dunque, giusto e i vantaggi che oggi ha il mondo agrituristico saranno utilizzati correttamente, senza fare concorrenza sleale alla ristorazione tradizionale.
C'è un altro punto fondamentale, perché poi questa legge non riguarda solo l'agriturismo; è molto più che un insieme di norme sull'agriturismo, è una vera e propria legge di orientamento ai consumi. L'agriturismo è un elemento fondamentale, ma c'è la crescita dei consumi nelle mense, c'è la crescita dei consumi nel sistema di distribuzione, soprattutto nei supermercati di prossimità, quindi in quelli più piccoli e non nelle grandi superfici di distribuzione che probabilmente qualcuno pensava fossero oggetto di questa norma.
Mi preme richiamare la vostra attenzione su un elemento che è emerso in questi mesi, quando le Regioni italiane per chiedere più soldi al Governo centrale hanno consegnato alla Commissione politiche agricole le proprie delibere di Giunta dichiarando lo stato di crisi dell'agricoltura. Ebbene, la Provincia autonoma di Bolzano non ha fatto nessuna nota in tal senso e ha dichiarato: "Da noi non c'è crisi agricola, perché trent'anni fa abbiamo creato una forte coesione tra il mondo agricolo e il mondo turistico". Lì è molto difficile trovare il pecorino sardo, mentre da noi reperire l'Asiago o altri formaggi provenienti da quei territori è estremamente semplice. Quindi loro hanno fatto una scelta di campo trent'anni fa, oggi anche noi vogliamo risolvere la crisi agricola e senz'altro questo è il primo grande passo in questa direzione.
Va detta anche un'altra cosa in merito alle osservazioni che sono emerse durante la discussione odierna: è evidente che la Sardegna non è in grado di produrre tutto ciò che consuma, ma è altrettanto evidente un fatto emblematico e inquietante, e cioè che la nostra regione, tra le ultime regioni in Italia, ha un autoconsumo pari al 20 per cento del consumo totale, il che vuol dire che importa l'80 per cento di ciò che consuma. Ora, riuscire a consumare in casa tutto ciò che produciamo è assolutamente impossibile, ma se grazie a leggi di orientamento ai consumi, come questa, il livello dell'autoconsumo raggiungesse il 30 per cento, l'economia delle nostre imprese potrebbe cambiare. Quindi questo è un fattore fondamentale.
Dal dibattito sono emersi altri elementi sui quali mi piacerebbe dare qualche chiarimento. Si è parlato del limite di 80 coperti al giorno: qual è la ratio della soppressione di questo limite? Il fatto che stiamo limitando fortemente l'imprenditore agrituristico, perché gli stiamo dicendo che può offrire solo prodotti della sua azienda e quelli che non è in grado di autoprodurre li deve acquistare dai contadini vicini o da aziende che trasformano materie prime locali. Cosa determina questo fatto? Una riduzione considerevole dell'offerta, perché oggi negli agriturismi si mangiano i gamberoni, l'insalata di mare e il maialetto, ma non possiamo più consentire che ciò avvenga. Quindi stiamo attuando una forte limitazione, che riduce, per certi aspetti, l'appeal dell'offerta agrituristica.
Un'altra limitazione formidabile, come dicevo, è data dal fatto che i prodotti che un imprenditore agrituristico non è in grado di autoprodurre, perché nella propria azienda non può allevare suini o produrre prosciutti, formaggi, pasta e vino, devono essere acquistati dal mondo agricolo circostante, a prezzi completamente diversi da quelli del discount. Stiamo, quindi, creando comunque una forte limitazione, a cui si aggiunge un altro elemento, ossia il rischio che la norma sugli 80 coperti al giorno, che non è applicata da nessuno, possa determinare fondamentalmente un'amplificazione del fenomeno del "nero", perché è più probabile che uno non limiti a 80 coperti l'accoglienza nei giorni magari di alta stagione in cui tutti lavorano molto, ma accolga un numero considerevole di clienti omettendo di dichiararne una parte. E non penso che sia questo l'obiettivo di questo Consiglio regionale.
Pertanto io non credo che rischiamo di creare tensione nel mondo della ristorazione, al contrario stiamo rendendo giustizia ai ristoranti che pagano le tasse, che devono assumere personale, che versano integralmente l'IVA, mentre il mondo agrituristico gode di una fiscalità di vantaggio. Questa fiscalità di vantaggio rimane, ma in cambio vengono introdotte queste nuove regole. Ecco perché non c'è il rischio che queste due offerte si sovrappongano; semmai la Sardegna potrà finalmente raccontare una cosa nuova. In questi mesi ho spesso approfittato del fine settimana per visitare degli agriturismi e ho potuto verificare che il fenomeno degli "agrigamberoni" è presente anche in alcune importanti regioni italiane. Non è quindi un fenomeno solo sardo, come spesso ci capita di pensare, ma è un fenomeno tutto italiano: quattro animali da cortile vengono messi davanti all'agriturismo, ma poi dentro si serve la mozzarella proveniente dalla Germania, il formaggio che viene dall'Olanda o il riso di chissà da dove. Questa norma ci consente anche di raccontare al turista italiano o europeo che il mondo agrituristico sardo, primo in Italia e tra i primi in Europa, rispetta una specifica normativa, per cui oggettivamente può garantire un prodotto nuovo, un prodotto certificato locale, un prodotto quanto più possibile "a chilometri zero" o prossimi allo zero. I premi di superficie addizionale, come dicevo prima, non sono previsti per i negozi di qualunque dimensione, ma solo per i negozi di prossimità. Quindi non ci sono iniziative volte a premiare la cosiddetta grande distribuzione.
Nella discussione sono emersi degli elementi relativi al sistema coercitivo. Anche qui la legge è estremamente innovativa, perché la normativa sugli agriturismi fino a oggi fondamentalmente prevedeva che fossero i vigili urbani a governare la dinamica del controllo. Visto il livello del controllo capite bene che questo sistema non ha funzionato, non tanto perché i vigili non vogliano andare negli agriturismi, quanto perché è facile che si instauri un rapporto di amicizia con i titolari, per cui stiamo prevedendo che il controllo sia effettuato da quattro corpi di vigilanza differenti, che saranno utilizzati a turno, in modo da evitare appunto il fenomeno dell'amicizia, che potrebbe determinare la non applicazione delle sanzioni, che sono previste in misura pesantissima e vogliamo che siano applicate.
Sull'orientamento e i consumi nelle mense: anche questo è un punto molto importante che qui è stato particolarmente dibattuto in quanto fare interventi diversi da quelli approvati poteva creare delle limitazioni legate alla normativa comunitaria. Quindi l'orientamento, nella emanazione di nuovi bandi, è quello di dare indicazioni legate non al concetto di prodotto sardo, che non possiamo dichiarare, ma al concetto di prodotto a "chilometri zero", o comunque alla logica della vicinanza, della freschezza, della tracciabilità. Pur senza specificare "prodotto sardo" si arriva sostanzialmente allo stesso risultato.
Su questo punto c'è stato un altro elemento di criticità che è emerso nella discussione e nella interlocuzione con i comuni. Si pensava, cioè, che questa modifica avrebbe determinato in termini di costo pasto un incremento importante della dotazione finanziaria da trasferire ai comuni per le mense. Abbiamo visto che è un dato falso e anche questo dimostra fortemente che questa è una misura che non prevede contributi o aumenti di spesa, ma solo una regolamentazione. L'elemento inquietante che emerge è che nelle mense scolastiche l'80 per cento dei secondi pasti è destinato al bidone della spazzatura! Quindi il problema non è quanto spendiamo, ma quanto buttiamo via. Il primo cliente è il bidone della spazzatura! Ecco perché utilizzando prodotti locali, prodotti buoni, prodotti freschi saremo senz'altro in grado di ridurre il conferimento al bidone e aumentare il consumo del prodotto buono, sano e certificato di filiera.
Infine ho colto con estremo piacere la nota sull'ittiturismo, perché se gli "agrigamberoni" non li vogliamo, è giusto invece che le aziende che operano nelle aree umide, nelle lagune, possano diventare multifunzionali. E guardate che la prova provata delle ricette che noi stiamo dando per l'agriturismo sono proprio gli ittiturismi, da quando, oltre a pescare, vendono e cucinano il pesce. E' da allora che in certe lagune le aziende non si sono più trovate nella condizione di non riuscire a reggersi dopo la prima settimana della stagione. Oggi vanno alla grande, non tutte, ma almeno quelle che hanno fatto questo salto di qualità. Sono aziende sane, che hanno delle criticità normali, ma non certo paragonabili a quelle dei pescatori della piccola pesca, che in questo momento veramente non riescono a superare la prima settimana. Quindi la logica della multifunzionalità applicata all'ittiturismo è importantissima e senz'altro questo settore si adeguerà in quest'ottica, senza possibilità di intrecci con l'agriturismo. Anche su questo molti agriturismi hanno provato a farci la guerra, perché a loro dire questa norma avrebbe creato un problema, in quanto non era giusto che nell'arco di una settimana un ospite non potesse almeno una volta mangiare il pesce. Ma accedere a questo significa aprire il passaggio a tutto. La risposta è: piccolo o grande che sia il fabbisogno di pesce, vallo a prendere in un ristorante o in un'azienda ittituristica e nel tuo agriturismo consumi i prodotti dell'azienda o al massimo delle aziende dell'area circostante, iscritte in un albo certificato dalla Regione, che verrà aggiornato tutti gli anni, di modo che gli agriturismi non possano acquistare i prodotti dove ritengono, ma siano costretti ad acquistarli dove diciamo noi, e cioè presso quel mondo agricolo che oggi soffre e che avrà la possibilità di vendere più maialetti, più pecorino, più vino, più prodotti nostrani che oggi non sappiamo dove collocare. Questa è una misura di straordinaria importanza e io mi associo alle vostre note e mi complimento per il lavoro fatto, perché credo che questa sia una norma che a livello nazionale farà scuola. Grazie.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli, sul quale è stata chiesta la votazione nominale. Prego i consiglieri Segretari di recarsi al banco della Presidenza. Grazie.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Floris Mario ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Gallus - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Per consentire alla Commissione agricoltura di esaminare gli emendamenti sospendo la seduta per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 18, viene ripresa alle ore 19 e 54.)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame del titolo, a cui è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il titolo e il relativo emendamento:
Titolo
Norme per la promozione della qualità dei prodotti della Sardegna, della concorrenza e della tutela ambientale e modifiche alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l'esercizio dell'agriturismo e del turismo rurale).
Emendamento aggiuntivo Cocco Pietro - Cuccu - Solinas Antonio.
Titolo
Al titolo dopo le parole "della qualità" sono aggiunte le seguenti: "e del consumo". (32).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Invito i presentatori a ritirare questo emendamento, secondo quanto da loro stessi dichiarato.
COCCO PIETRO (P.D.). E' ritirato.
PRESIDENTE. Metto in votazione il titolo. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1, a cui sono stati presentati tre emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Finalità
1. Ai sensi della presente legge la Regione promuove:
a) il consumo dei prodotti agroalimentari di qualità, locali e a filiera corta nell'ambito della ristorazione collettiva, dell'attività agrituristica e del turismo rurale, in un'ottica di riduzione degli impatti ambientali;
b) l'incremento dell'offerta di prodotti agricoli di origine regionale da parte della distribuzione e degli esercenti attività di ristorazione nell'ambito del territorio regionale;
c) l'informazione ai consumatori sull'origine e le specificità dei prodotti agricoli regionali;
d) la tutela del consumatore attraverso la promozione della libertà dell'offerta;
e) l'incremento della vendita diretta dei prodotti agricoli regionali da parte degli imprenditori agricoli;
f) il consumo di alimenti privi di organismi geneticamente modificati (OGM).
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 1
Nell'art. 1 comma 1 lett. b) è apportata la seguente modifica: la parola "agricoli" è sostituita con la parola "agroalimentari". (1)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 1
Nell'art. 1 comma 1 lett. c) è apportata la seguente modifica: la parola "agricoli" è sostituita con la parola "agroalimentari". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 1
Nell'art. 1 comma 1 lett. e) è apportata la seguente modifica: la parola "agricoli" è sostituita con la parola "agroalimentari". (3).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Risultano ritirati, Presidente.
PRESIDENTE. Tutti e tre?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sì, Presidente. La Commissione all'unanimità propone il seguente emendamento orale: alla lettera b), dopo le parole "l'incremento dell'offerta di prodotti agricoli", aggiungere "e agroalimentari"; alla lettera c), dopo le parole "le specificità dei prodotti agricoli", aggiungere "e agroalimentari"; alla lettera e), dopo le parole "vendita diretta dei prodotti agricoli", aggiungere "e agroalimentari".
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2, a cui sono stati presentati tre emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2
Qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva - forniture e loro aggiudicazione
1. La Regione favorisce il consumo di prodotti tipici, DOP e IGP, prodotti provenienti da agricoltura biologica e/o integrata, prodotti tradizionali, prodotti locali e a filiera corta all'interno dei servizi di ristorazione collettiva, dando priorità a quelli di cui si garantisca l'assenza di organismi geneticamente modificati.
2. Ai sensi della presente legge, s'intendono servizi di ristorazione collettiva i servizi di ristorazione prescolastica, scolastica, universitaria, ospedaliera, delle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani e di altre categorie svantaggiate gestiti da enti pubblici o da soggetti privati in regime di convenzione.
3. La Regione promuove la conclusione di accordi tra gli enti pubblici titolari dei servizi di ristorazione collettiva e gli altri soggetti interessati, con cui vengono disciplinate le modalità operative per favorire il consumo dei prodotti di cui al comma 1.
4. La Regione promuove percorsi formativi, informativi e di aggiornamento rivolti ai titolari di aziende agrituristiche e agli operatori dei servizi di ristorazione collettiva a vario titolo coinvolti, appartenenti agli stessi enti pubblici o a soggetti privati in regime di convenzione; prevede incontri per lo scambio delle migliori pratiche tra i soggetti interessati e incontri di sensibilizzazione con gli insegnanti, i genitori, ovvero con i fruitori dei pasti in genere.
5. In conformità a quanto disposto dalla legge 23 dicembre 1999, n. 488 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), articolo 59, comma 4, e secondo l'articolo 2 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), le pubbliche amministrazioni, quando procedono all'acquisto di derrate alimentari per i servizi di ristorazione direttamente gestiti o predispongono capitolati per servizi di ristorazione collettiva aggiudicati con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, devono subordinare l'economicità a criteri di qualità, nonché alla tutela della salute e difesa dell'ambiente, ad esigenze sociali e alla promozione dello sviluppo sostenibile, con l'introduzione dei prodotti di cui all'articolo 1. Devono inoltre predisporre menù che tengano conto della stagionalità delle produzioni.
6. Per le finalità di cui al presente articolo la Giunta regionale promuove anche appositi protocolli d'intesa con le amministrazioni civili e militari dello Stato.
Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 2
Al comma 1 la parola "favorisce" è sostituita con la parola "promuove". (21)
Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 2
Al comma 3 la parola "favorire" è sostituita con la parola "promuovere". (22)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 2
All'art. 2 comma 5 è apportata la seguente modifica: le parole "all'articolo 1" sono sostituite con le parole "al comma 1 del presente articolo". (4).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sugli emendamenti numero 21, 22 e 4 esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 21.
Ha domandato di parlare il consigliere Milia. Ne ha facoltà.
MILIA (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 21.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Greco - Lai - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Planetta - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 22. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3, a cui sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:
Art. 3
Modifiche alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l'esercizio dell'agriturismo e del turismo rurale)
1. All'articolo 6, comma 3 le parole "80 coperti per pasto" sono sostituite con le seguenti: "1800 coperti mensili".
2. All'articolo 10, comma 1 dopo la lettera g) è inserita la seguente lettera:
"h) approvvigionarsi, per la quota parte non prodotta direttamente in azienda, esclusivamente dai fornitori iscritti all'Elenco regionale dei fornitori degli agriturismo di cui al successivo articolo 10 bis'".
3. Dopo l'articolo 10 è inserito il seguente:
"Art. 10 bis (Istituzione dell'Elenco regionale dei fornitori delle aziende Agrituristiche)
1. Al fine di completare l'offerta dei prodotti non disponibili nell'azienda agrituristica, è istituito l'Elenco regionale dei fornitori delle aziende agrituristiche, costituito dai produttori e dai trasformatori operanti nel territorio regionale che manifestano l'interesse a fornire tali prodotti. La Giunta regionale definisce, con successiva delibera, le modalità di istituzione e tenuta del suddetto elenco.".
4. L'articolo 12 è così sostituito:
"Art. 12 (Vigilanza, controllo e sanzioni amministrative pecuniarie)
1. La vigilanza e il controllo sull'applicazione delle disposizioni della presente legge sono esercitati dagli organi di polizia municipale, dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione e dai servizi di igiene delle aziende sanitarie locali territorialmente competenti, oltre che dagli altri soggetti indicati dalle norme vigenti.
2. Chiunque trasgredisce le disposizioni di cui all'articolo 4, utilizzando illegittimamente i termini "agriturismo" o "agrituristico", è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria variante da euro 1.500 a euro 4.000.
3. Chiunque intraprende o svolge in forma continuativa od occasionale le attività agrituristiche essendo sprovvisto dell'autorizzazione di cui all'articolo 8 e senza essere iscritto all'elenco regionale di cui all'articolo 9, è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria variante da euro 2.500 a euro 10.000. Il sindaco, con propria ordinanza, dispone la chiusura dell'esercizio illegalmente aperto, e l'autorizzazione non può essere rilasciata per il periodo di un anno dal provvedimento di chiusura.
4. Il titolare di impresa agrituristica, che utilizza i locali e gli spazi destinati all'alloggio o alla ristorazione degli ospiti per un numero superiore a quello autorizzato, è soggetto - oltre che ai provvedimenti di sospensione previsti dal comma 1 dell'articolo 11 - anche al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria variante da euro 300 a euro 3.000.
5. Il titolare di impresa agrituristica è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria variante da euro 200 a euro 2.000, nei seguenti casi:
a) attribuzione al proprio esercizio, con scritti, stampati ovvero pubblicazione con qualsiasi altro mezzo, di attrezzature qualitativamente o quantitativamente superiori a quelle esistenti;
b) mancata esposizione al pubblico dell'autorizzazione comunale, dell'attestato di iscrizione all'elenco regionale e delle tariffe praticate;
c) violazioni dell'articolo 2 comma 2, lettera b).".
5. Dopo l'articolo 12 è inserito:
"Art. 12 bis (Controlli sull'attività agrituristica)
1. L'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale elabora annualmente un piano di controlli a campione per la verifica del rispetto delle disposizioni di cui alla presente legge.
2. Nel primo triennio di applicazione della presente legge il controllo è effettuato sul 100 per cento delle aziende iscritte all'elenco regionale degli operatori agrituristici della Sardegna; a regime è previsto un controllo del 5 per cento annuo su scala provinciale delle aziende iscritte all'elenco suddetto.
3. I controlli di cui al presente articolo sono eseguiti dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione che provvede all'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 12 per le violazioni accertate nell'attuazione del piano.
4. L'Amministrazione regionale destina gli introiti derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie al conseguimento delle finalità di cui alla presente legge.".
Emendamento soppressivo parziale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 3
Il comma 1 dell'art. 3 è soppresso. (27)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 3
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"2. Somministrare pasti e bevande costituiti da prodotti di propria produzione o provenienti da fornitori iscritti all'elenco regionale, compresi i prodotti a carattere alcolico e superalcolico. Sono considerati di propria produzione le bevande e i cibi prodotti e lavorati nell'azienda agricola, nonché quelli ricavati da materie prime dell'azienda agricola anche attraverso lavorazioni esterne." (5)
Emendamento soppressivo parziale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 3
Il comma 2 dell'art. 3 è soppresso. (26)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 comma 3 è apportata la seguente modifica: le parole "costituito dai produttori e trasformatori operanti nel territorio regionale" sono sostituite dalle parole "riservato ai produttori e ai trasformatori di materie prime prodotte in Sardegna". (16)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 comma 4 punto 3 è apportata la seguente modifica: le parole "dell'autorizzazione di cui all'art. 8" sono sostituite dalle parole "dell'apposito titolo autorizzatorio di cui all'art. 1 commi 16-32 della L.R. 5 marzo 2008 n. 3". (9)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 comma 4 punto 3 è apportata la seguente modifica: le parole "l'autorizzazione non può essere rilasciata per il periodo di un anno" sono sostituite dalle parole "l'attività non può essere autorizzata per un periodo di sei mesi". (10)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 comma 4 punto 5 lettera b) è apportata la seguente modifica: le parole "dell'autorizzazione comunale" sono sostituite dalle parole "del titolo autorizzatorio". (11)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Cocco Pietro - Cuccu - Lotto
Articolo 3
Nel comma 1 dopo le parole "1800 coperti mensili" sono aggiunte le seguenti parole: esclusi i pasti forniti attraverso le fattorie didattiche inscritte all'albo regionale delle fattorie didattiche della Sardegna". (33)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente comma 1 bis: All'art. 6 le parole "80 coperti per pasto" sono sostituite con le seguenti: "1.800 coperti mensili". (7)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente 2 bis:
Le lettere c) e d) del comma 2dell'articolo 2 della legge regionale n. 18 del 1998 sono così sostituite:
"c) organizzare degustazioni e vendere direttamente i prodotti di cui alla precedente lettera b);
d) organizzare attività ricreative, culturali, sociali, didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippoturismo, nonché attività di assistenza alle persone, anche in convenzione con enti pubblici, finalizzate alla valorizzazione del territorio, delle attività e del patrimonio rurale". (6)
Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 3
Al comma 3, nell'ultimo periodo, dopo le parole "La Giunta regionale", sono inserite le seguenti: ", sentito il parere della competente commissione consiliare, da esprimersi entro 15 gg. dalla data di presentazione". (24)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Cocco Pietro - Cuccu - Lotto
Articolo 3
Al punto 1 del comma 3, dopo le parole "costituito dai produttori e dai trasformatori" sono aggiunte le parole "di materie prime di cui all'art. 2 comma 1". (34)
Emendamento aggiuntivo Lotto - Cocco Pietro - Cuccu - Solinas Antonio
Articolo 3
Il comma 4 è così sostituito:
Nell'art. 12, comma 1, della L.R. 18 del 1998, dopo le parole "sono esercitati" cono aggiunte le seguenti: "dal servizio ispettivo dell'agenzia ARGEA". (37)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 3
All'art. 3 comma 4 punto 2 è apportata la seguente modifica: dopo "agrituristico" sono aggiunte le parole "o similari". (8)
Emendamento aggiuntivo Biancareddu
Articolo 3
Dopo il comma 4 dell'articolo 3 è inserito il seguente:
"In deroga alle previsioni di cui all'articolo 3, comma 5, della legge regionale 16 ottobre 2009, n. 4, nella quali è stata dettata una nuova disciplina a carattere generale relativa alle residenze da realizzare in zona F, i comuni con delibera consiliare, possono prevedere la concessione di una cubatura superiore a quella prevista all'articolo 3, commi 1, 2 e 3 del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 per favorire la realizzazione e l'ampliamento di strutture destinate all'attività di agriturismo". (36).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, io non conosco le conclusioni alle quali è arrivata la Commissione nell'esame degli emendamenti, ma poiché il Gruppo dei Riformatori ha presentato alcuni emendamenti all'articolo 3, in particolare il numero 27, sarebbe utile - l'abbiamo chiesto anche nel corso della discussione generale - conoscere le motivazioni per cui la Commissione ha ritenuto di licenziare il testo che è arrivato in Aula.
Anche stamattina noi abbiamo prospettato il rischio che per alcune sfumature questa legge possa comportare delle distorsioni all'interno del mercato. In particolare abbiamo posto l'accento sul problema legato al numero dei coperti per pasto che possono essere serviti nelle strutture agrituristiche, nel senso che la legge che stiamo per licenziare prevede delle modifiche rispetto al precedente testo, che stabiliva che negli agriturismi potevano essere somministrati pasti per un numero di coperti che veniva contingentato quotidianamente. Il motivo per cui il contingentamento avveniva su base quotidiana era legato al fatto che le strutture agrituristiche, che hanno una serie di facilitazioni rispetto alle strutture della ristorazione tradizionale, dovrebbero funzionare come strutture sempre aperte e cioè in grado di offrire quotidianamente un'accoglienza dimensionata rispetto alle capacità della struttura stessa e all'utenza a cui si rivolge. Il meccanismo con cui il legislatore aveva previsto il contingentamento su base quotidiana era quindi finalizzato a evitare che si instaurasse una concorrenza distorta tra le strutture della ristorazione tradizionale e quelle agrituristiche, che hanno una vocazione completamente differente. Ora, pur con la riduzione del numero complessivo dei coperti in un mese, prevista dall'attuale legge, c'è un rischio che io credo tutti i consiglieri regionali abbiano presente. Per tradurlo in maniera estremizzata, il rischio è che gli agriturismi aprano due volte al mese, eroghino pasti per 600-800 coperti e quindi non esercitino, di fatto, quell'attività di accoglienza rurale che è tipica dell'agriturismo, ma un'attività sostanzialmente concorrenziale rispetto a quella della ristorazione tradizionale. E siccome l'agriturismo beneficia di agevolazioni di vario genere, ivi comprese quelle che all'interno di questa legge stiamo comunque rafforzando, è evidente che si corre il rischio di una distorsione del mercato della ristorazione.
Per cui da parte nostra non c'è stata nessuna azione pregiudiziale e ovviamente nessun atteggiamento ostativo nel presentare l'emendamento numero 27. Poniamo il problema all'intera Aula, affinché nel decidere come votare - e vorremmo sentire su questo anche l'assessore Prato e il Presidente della Commissione competente - abbia bene a mente il fatto che da questa misura possono discendere delle distorsioni del mercato, di cui ovviamente l'Aula stessa sarebbe chiamata a rispondere in termini di responsabilità.
Quindi la nostra intenzione nel sostenere l'emendamento numero 27 all'articolo 3 non è tanto quella di strappare per forza su questo argomento un consenso generale da parte dell'Aula, ma è quella di porre un problema. Se poi l'Aula deciderà che questo problema lo si può risolvere senza tener conto degli elementi distorsivi che noi intravediamo, ci adegueremo al volere dell'Aula. Però è evidente, colleghi, e non vale soltanto per l'agriturismo, che in momenti di difficoltà dell'economia si creano delle nicchie di microeconomia. Basterebbe pensare ai bed and breakfast e ai problemi del rapporto tra queste strutture e l'ospitalità alberghiera. Se non teniamo bene a mente questi problemi rischiamo di dover governare fenomeni che sono difficilmente gestibili.
Questo è, dunque, il tipo di problema che noi vorremmo venisse introdotto nella discussione, per capire meglio quali sono le indicazioni, anche unanimi, che l'Aula intende dare in merito. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. L'onorevole Vargiu ci richiama ad argomenti che egli stesso aveva sollevato in sede di discussione generale e che sono stati ampiamente presi in considerazione sia in fase istruttoria che in fase di esame degli emendamenti. Li ripeto perché è opportuno che l'Aula li conosca e che li conoscano in primo luogo i presentatori degli emendamenti.
Il senso della norma introdotta nel testo di legge è il seguente: con tutta una serie di prescrizioni si è provveduto a restringere fortemente il tipo di servizio che viene offerto negli agriturismi, perché vengono considerevolmente ristrette le modalità di approvvigionamento non solo per i prodotti di origine regionale, ma anche per gli altri. Quindi si differenzia totalmente il servizio offerto dagli agriturismi con una forte inibizione all'utilizzo di prodotti non di origine regionale o non prodotti direttamente dall'azienda, diversamente da ciò che invece possono fare i ristoranti e gli esercizi di ristorazione tradizionale. Questo comporterà inevitabilmente una differenza di qualità, ma anche di prezzo, nel senso che il prodotto che si trova nell'agriturismo non può che derivare da una produzione limitata, avere una qualità obiettivamente alta e anche costi sostenuti. In ragione di questa forte disciplina che viene imposta, dei severi controlli a opera del Corpo forestale e delle pesanti sanzioni che sono state previste, con forti inibizioni dell'attività dinanzi alle violazioni, si è ritenuto di consentire la misurazione del tetto massimo dei coperti su base non più quotidiana ma mensile, con un abbassamento però della media: 60 coperti al giorno rispetto agli 80 precedenti. Quindi non è che questa norma sia particolarmente vantaggiosa rispetto alla precedente disciplina.
Non sfugge, ovviamente, all'intelligenza dei colleghi il fatto che prevedere un tetto mensile significa consentire all'agriturismo, che prima non poteva ospitare, per esempio, una comitiva di 100 persone, in quanto non poteva preparare un pranzo per lo stesso numero di coperti, di non andare incontro a un'infrazione in caso di picchi giornalieri, potendosi appunto fare il computo su base mensile. Questa è la ratio della norma, che è stata suggerita e richiesta dalle associazioni di categoria. Tutte le associazioni che abbiamo sentito hanno segnalato questo problema, ma la norma, lo ripeto, si inserisce nel quadro di una disciplina molto restrittiva sugli agriturismi, che prima non c'era. Infatti la gran parte dell'articolo 3 è una rivisitazione in senso fortemente restrittivo della legge numero 18 del 1998 e noi riteniamo che questo sia un punto di equilibrio sufficientemente equo.
Non so se sono stato esaustivo rispetto alle perplessità sollevate dal Gruppo dei Riformatori, ma questo è in sostanza ciò che ha mosso i lavori della Commissione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Signora Presidente, certamente in questo ragionamento si scontrano due tipi di attività: quella della ristorazione pura e quella agrituristica, che hanno interessi e obiettivi diversi. Sono appunto due tipologie di attività diverse: l'attività principale del ristoratore è somministrare pasti; l'attività principale, anche se non esclusiva, di chi fa agriturismo è mandare avanti un'azienda agricola.
Diceva bene l'onorevole Maninchedda, in sostanza si sono ristretti i margini di operatività dell'agriturismo, però è anche giusto tener presente che, mentre un'azienda di ristorazione classica ha l'obbligo di garantire una costanza di servizio, quest'obbligo non può averlo un'azienda agrituristica. E allora è giusto considerare che da una parte c'è un'attività produttiva di carattere agricolo o agroalimentare da tenere in piedi, dall'altra un'integrazione di reddito che può derivare da questa seconda attività che non è giusto condizionare limitando il numero di coperti da poter servire giornalmente. C'è un'attività principale che va portata avanti e possono esserci dei giorni della settimana in cui si ha maggiore disponibilità di tempo da dedicare all'attività secondaria. E' giusto, quindi, che nell'ambito di un ragionamento complessivo su un inquadramento più preciso e funzionale dell'attività agrituristica ci sia anche la possibilità per chi fa questa scelta di adeguare l'attività agrituristica a un'attività aziendale complessiva che non sempre si sposa con l'erogazione costante di un servizio, come invece avviene in un ristorante classico.
Ecco perché credo che se da un lato si puntualizzano i limiti e gli ambiti all'interno dei quali si deve muovere l'azienda agrituristica, dall'altro sia giusto concederle, seppur entro una riduzione del numero complessivo di coperti, maggiore elasticità nella gestione dei tempi e delle modalità di erogazione di questo servizio. Credo pertanto che sarebbe giusto approvare il comma 1 dell'articolo 3 così come formulato e chiedo ai Riformatori, se è possibile, di ritirare l'emendamento numero 27.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Ne ha facoltà.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri, considero assolutamente condivisibili le posizioni sull'emendamento numero 27, presentato dal Gruppo dei Riformatori, ed è esattamente nella logica indicata che questa norma è stata pensata. La norma è assolutamente finalizzata a eliminare gradatamente l'attuale situazione di commistione tra il sistema ristorativo e il sistema agrituristico. Oggi noi assistiamo, onorevoli consiglieri, a una situazione per cui in un agriturismo non controllato vengono somministrati, in periodo di alta stagione, per 100 o 200 persone, pasti a base di gamberoni, insalata di mare e altri prodotti che con il mondo agricolo non hanno nessun rapporto.
Quello che si vuole fare è esattamente eliminare questa situazione, il che comporta una serie di importanti limitazioni al mondo agrituristico, dovute al fatto che oggi il menù di un agriturismo è esattamente identico a quello di un ristorante, e questa è una cosa estremamente grave. L'agriturismo deve avere un menù legato alle produzioni della sua azienda o delle aziende circostanti, nel caso in cui la produzione propria non fosse sufficiente. Questo vuol dire ridurre di molto la qualità dell'offerta in termini di item, di numero di referenze che possono essere estremamente attraenti. Chi vorrà mangiare pesce non potrà più andare negli agriturismi, ma dovrà andare negli ittiturismi oppure nei ristoranti. Questa è una limitazione formidabile allo stato attuale delle cose.
C'è anche un altro elemento fondamentale: oggi i maialetti vengono acquistati dalle società della distribuzione a 5 euro al chilo, provengono prevalentemente dai paesi dell'Est europeo e sono di qualità estremamente dubbia. Noi costringiamo gli agriturismi a comprare i maialetti in Sardegna, dove vengono venduti a un costo almeno doppio, quindi mettiamo queste aziende in una condizione di oggettiva difficoltà rispetto a quella attuale. Stiamo limitando fortemente l'azione degli agriturismi perché dobbiamo utilizzare i 750 agriturismi esistenti, più i nuovi che vorremmo che nascessero, come vetrina delle nostre produzioni agricole. Questo è il tema fondamentale. Quindi questa legge limita fortemente l'azione degli agriturismi, che oggi è incontrollata.
Dopodiché, siccome bisogna prendere atto del fatto che gli agriturismi ci sono e che quindi non dobbiamo creare un meccanismo nuovo, per i numerosissimi agriturismi della Gallura, del Sassarese, del Campidano, che soprattutto in alta stagione l'anno scorso, due anni fa o tre anni fa potevano ospitare 200 o 300 persone tra pranzo e cena, questa ulteriore limitazione, che di fatto è in norma, ma nessuno ha mai controllato al riguardo, rischia veramente di rappresentare la mazzata finale. Per di più se capita una scolaresca o si presentano gli occupanti di due pullman gli agriturismi sono costretti a dire: "No, grazie". Il risultato qual è? Io non credo che gli agriturismi rifiutino una tale occasione, per cui facilmente sono portati a dichiarare 80 coperti, omettendo gli altri. Con questo sistema otteniamo l'effetto opposto, perché è estremamente difficile che un imprenditore agrituristico conti i coperti uno per uno e dica all'ottantunesimo ospite: "Non ti do da mangiare".
Ecco perché questa norma non è finalizzata a creare tensione tra due mondi che devono dialogare e non devono assolutamente porsi l'uno contro l'altro. Stiamo creando una nuova offerta, credibile ma diversa, senz'altro molto più ghettizzata rispetto a oggi, ma finalizzata alla promozione delle produzioni agricole. Questa norma non rischia di creare una situazione che allo stato attuale è già presente, anzi di fatto ne sancisce la fine. Inoltre non soltanto le associazioni del settore primario hanno a gran voce richiesto questa azione, ma nel loro insieme le stesse organizzazioni commerciali hanno in gran parte visto con grande favore questa norma, proprio perché pone fine all'era degli "agrigamberoni". Grazie.
PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 36 è inammissibile.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Invito al ritiro degli emendamenti numero 27 e 26, sui quali altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento numero 5 il parere è favorevole, ma annuncio la presentazione di un emendamento orale poco prima della votazione. L'emendamento numero 16, che è analogo al numero 34, a me risulta ritirato. Sugli emendamenti numero 9, 10, 11 e 33 il parere è favorevole, mentre emendamento numero 7 è ritirato. Sull'emendamento numero 6 il parere è favorevole, ma saranno proposte oralmente alcune modifiche. Sugli emendamenti numero 24 e 8 il parere è favorevole; l'emendamento numero 34 mi risulta ritirato, così pure il numero 37, mentre l'emendamento numero 36 è inammissibile.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 27.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, voterò in maniera conforme alle indicazioni del relatore e della Giunta, ma riguardo all'emendamento numero 27, viste le riflessioni fatte poc'anzi, vorrei dire che le strutture agrituristiche, così come indicato dalla legge che ne regola la costituzione, devono rispettare un parametro fondamentale tra gli indici di produzione dell'azienda e i pasti che possono essere somministrati. Allora tutti noi non possiamo nasconderci che l'innalzamento del limite a 1.800 coperti al mese favorisce altri tipi di iniziative. Si finirà per fare i matrimoni negli agriturismi, per intenderci. Non dobbiamo mai dimenticare, però, che esiste una legislazione che indica quali sono i doveri e i diritti di un albergatore o di un ristoratore e quali quelli dell'imprenditore agrituristico, che sono totalmente diversi.
Allora noi non possiamo in alcun modo offendere quello che è il fine. Se solo pensiamo al fatto che il SUAP è stato inventato per poter aprire un locale, ci rendiamo conto sotto quali forche caudine devono passare i commercianti, i ristoratori e gli albergatori che desiderano aprire un'attività. Va bene quindi favorire, ma nei limiti delle iniziative, secondo lo spirito delle iniziative. Cioè se le scolaresche desiderano andare in un agriturismo possono prenotare e si possono trovare delle forme di controllo comunque adeguate. Secondo me il limite di 80 coperti al giorno è basso, ma quello di 1.800 al mese è eccessivo, anche perché sappiamo che negli agriturismi vi si va nei fine settimana. Non c'è una grande continuità di servizio da parte degli agriturismi e secondo me snaturiamo anche il fine dell'azienda agrituristica, che è soprattutto quello di mettere a disposizione degli utenti i prodotti di autoproduzione e non di trasformarsi in un ristorante. L'attività agrituristica deve essere un'attività secondaria, perché l'attività primaria è la produzione in azienda. Secondo me l'emendamento numero 27, presentato dai Riformatori, ha un fine ben preciso, sul quale ritengo opportuno riflettere ulteriormente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, indubbiamente tutte le discussioni hanno le loro ragioni, però francamente avrei preferito che il testo del comma 1 dell'articolo 3 recitasse: "All'articolo 6, comma 3, le parole '80 coperti per pasto' sono cassate", perché questa norma, che prevede il limite di 1.800 coperti mensili, è assolutamente inapplicabile. Mentre la verifica giornaliera è semplice, perché uno qualsiasi dei corpi di vigilanza indicati al comma 4 può verificare quante persone sono in una struttura agrituristica in un dato giorno, non è pensabile che si possa andare trenta giorni su trenta in ogni agriturismo per verificare se viene rispettato il limite di 1.800 coperti al mese. Io credo che siano giustificati tutti i discorsi, però indubbiamente questa norma mi lascia molto ma molto perplesso sulla credibilità del testo.
Francamente se l'emendamento non sarà ritirato avrò difficoltà a votare contro, perché l'intelligenza mi porta a pensare che questa sia una norma totalmente inapplicabile, e quindi inutile, che vanifica tutti i discorsi che sono stati fatti. Per cui l'appartenenza, il senso di maggioranza, a cui più volte sono stato richiamato in quest'Aula, mi porta ad annunziare comunque un voto di astensione se l'emendamento sarà mantenuto, perché non mi sento di dare una dimostrazione di ipocrisia votando a favore di una norma che realmente, in piena coscienza e ragionandoci su, mi sembra totalmente inapplicabile. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Noi intendiamo levare dall'ambascia il collega e quindi ritireremo l'emendamento. Lo ritireremo purtroppo non perché siamo totalmente convinti che vada ritirato, ma come gesto di buona volontà nei confronti dell'assessore Prato e dei colleghi che hanno lavorato in Commissione, compresi quelli del nostro Gruppo.
Assessore, lei difende con passione le cose in cui crede, il che le fa onore così come fa onore alla Giunta e anche al Consiglio, devo dirle, però, che preso da tale passione ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere: "Oggi negli agriturismi, per quello che noi sappiamo, si mangiano gamberoni e insalata di mare". E' vero, le direi che oggi si mangia ciò che viene prodotto e distribuito dalla Marr di Rimini. Quindi oggi le leggi della Regione sugli agriturismi sono totalmente inosservate. Chi fa i controlli oggi?
Su questo io sono preoccupato, nel senso che stiamo allargando le maglie di una legge; le allargheremmo solo se non ci fossero i controlli, ma se non ci sono i controlli, se cioè si torna a su connottu, a quello che sappiamo succede già negli agriturismi, si abolisce uno dei limiti che impediscono agli agriturismi di diventare vere e proprie strutture di ristorazione ordinaria. Quindi la nostra preoccupazione è che chi non ha controllato sino a oggi l'esecuzione delle leggi regionali possa non controllarla anche in futuro, creando ciò che l'illustre professor Campus, che ha probabilmente la capacità di vedere appena appena al di là delle cose, ha detto, cioè una situazione in cui aumenta l'ingovernabilità del sistema e aumentano i rischi di una concorrenza che non è nei termini di mercato, perché è sostenuta da facilitazioni che altri settori purtroppo non hanno.
Questo monito noi crediamo di dover lasciare al Consiglio regionale, pur accedendo alla richiesta, che ci sembra arrivare da tutte le parti, di ritirare l'emendamento, che pertanto ritiriamo.
(Non è approvato)
All'emendamento numero 5 era stato preannunciato un emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, si tratta di un emendamento della Giunta, di cui si deve cambiare la natura, da sostitutivo ad aggiuntivo. Dal testo vengono cassate le parole "il comma 1 dell'art. 3 è sostituito dal seguente" e sostituite con "dopo il comma 2 è aggiunto il seguente 2 bis".
PRESIDENTE. L'emendamento numero 16 è ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 9. Chi lo approva alzi la mano.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, non abbiamo votato l'emendamento numero 5.
PRESIDENTE. E' stato trasformato in aggiuntivo, per cui sarà votato dopo l'articolo.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Le chiedo scusa, quindi lo dobbiamo votare dopo. A quale emendamento siamo arrivati?
PRESIDENTE. Mi è stato detto che l'emendamento numero 16 è stato ritirato.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Sì, è stato ritirato l'emendamento numero 16 e anche il numero 34.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 9. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 10. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'emendamento numero 7 è stato ritirato.
All'emendamento numero 6 era stato preannunciato un emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Il testo recita: "All'articolo 3, dopo il comma 1-bis", eccetera. Le parole "1 bis" e seguenti fino a "1 ter" vanno cassate e sostituite con "all'articolo 3, dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma 2 bis".
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, si provvederà in sede di coordinamento.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Va bene.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 6.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Alla penultima riga di questo emendamento va cassata l'espressione "nonché attività di assistenza alle persone". Chiedo scusa e ringrazio i colleghi.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 24. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Gli emendamenti numero 34 e 37 sono stati ritirati.
Metto in votazione l'emendamento numero 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4, a cui è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e del relativo emendamento:
Art. 4
Interventi di educazione alimentare
1. L'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale promuove, anche in collaborazione con le province e i comuni, eventi, scambi e gemellaggi, progetti educativi, concorsi, laboratori e percorsi di educazione alimentare diretti prevalentemente al mondo della scuola, in particolare attraverso le fattorie didattiche iscritte all'Albo regionale delle fattorie didattiche della Sardegna.
Emendamento aggiuntivo Cocco Pietro - Cuccu - Solinas Antonio
Articolo 4
All'art. 4 comma 1 dopo la parola "promuove" sono aggiunte le seguenti:
"attraverso l'Agenzia regionale competente". (35).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Il parere sull'emendamento numero 35 è favorevole, con una correzione, per cui il testo diventa: "attraverso l'Agenzia regionale competente".
PRESIDENTE. Viene cassata la parola "Laore"?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sì, cassiamo la parola "Laore".
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 35. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5, a cui sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:
Art. 5
Interventi riservati all'esercizio della vendita diretta
1. Ai sensi di quanto previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale dello Stato), articolo 1, comma 1065, e dal decreto ministeriale 20 novembre 2007 (Attuazione dell'art. 1, comma 1065 della L. 27 dicembre 2006, n. 296, sui mercati riservati all'esercizio della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli), per incoraggiare i consumatori all'acquisto di prodotti agricoli che abbiano un diretto legame con il territorio di produzione, la Regione promuove la vendita diretta con la realizzazione di aree attrezzate, attraverso l'erogazione di finanziamenti a favore dei comuni.
2. La Giunta regionale definisce le modalità di attuazione dell'intervento di cui al comma 1 e i relativi controlli.
3. I comuni riservano agli imprenditori agricoli esercenti la vendita diretta di prodotti agricoli regionali almeno il 30 per cento del totale dei posteggi nei mercati al dettaglio in aree pubbliche e possono istituirne di nuovi fino al raggiungimento di tale percentuale.
4. Per la realizzazione delle iniziative di cui ai commi 1 e 3 è autorizzata, a decorrere dal 2010, la spesa annua di euro 1 milione.
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 5
Nell'art. 5 comma 1 è apportata la seguente modifica: le parole "prodotti agricoli" sono sostituite con le parole "prodotti agroalimentari". (12)
Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 5
Il comma 1 dell'art. 5 le parole "la vendita diretta con la realizzazione di aree attrezzate" sono sostituite dalle parole "la realizzazione di mercati riservati alla vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli". (25)
Emendamento soppressivo parziale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 5
Il comma 3 dell'art. 5 è soppresso. (28)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 5
Nell'art. 5 comma 3 è apportata la seguente modifica: le parole "prodotti agricoli" sono sostituite con le parole "prodotti agroalimentari". (13)
Emendamento aggiuntivo Lotto - Cocco Pietro - Cuccu - Solinas Antonio
Articolo 5
Dopo l'articolo 5 è aggiunto il seguente:
"Art. 5 bis
1. Per favorire la presenza degli imprenditori agricoli professionali (IAP) nelle aree attrezzate per la vendita diretta, pubbliche o private, è autorizzato lo stanziamento di Euro 250.000 annui destinati all'erogazione, a favore degli stessi imprenditori, di contributi, entro i limiti stabiliti dalla normativa comunitaria, per l'acquisto di automezzi, macchinari e attrezzature comunque finalizzati alla vendita diretta ed entro il limite di una spesa ammissibile di Euro 40.000. Criteri e modalità di erogazione dei contributi saranno definiti con deliberazione della Giunta regionale.
2. L'Amministrazione regionale, anche attraverso l'agenzia LAORE Sardegna, provvede alla programmazione e realizzazione di un intervento formativo rivolto agli imprenditori agricoli e finalizzato alla più ampia conoscenza delle norme e delle migliori esperienze in materia di vendita diretta. Per le finalità è disposto un finanziamento di euro 50.000. (38).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Invito al ritiro degli emendamenti numero 28 e 25, altrimenti il parere è contrario; gli emendamenti numero 12, 13 e 38 sono ritirati.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. E' stata una cosa un po' difficile da gestire, ma devo proporre un emendamento orale. All'articolo 5, comma 1, quartultima riga, dopo le parole "i consumatori all'acquisto di prodotti agricoli" vanno aggiunte le parole "e agroalimentari". E' il motivo per cui la Giunta aveva ritirato l'emendamento numero 12.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6, a cui sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e dei relativi emendamenti:
Articolo 6
Elenco delle imprese sostenitrici dei prodotti locali
1. E' istituito, presso l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, l'Elenco regionale delle imprese sostenitrici dei prodotti locali.
2. Nell'elenco regionale sono iscritte, a richiesta, le imprese esercenti attività di ristorazione o di vendita al pubblico operanti nel territorio regionale che, nell'ambito degli acquisti di prodotti agro-alimentari effettuati nel corso dell'anno, si impegnano ad approvvigionarsi per almeno il 50 per cento, in termini di valore di prodotti agro-alimentari di origine regionale.
3. L'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio cura l'istruttoria delle domande, provvede all'iscrizione nell'elenco ed al rilascio del relativo attestato di iscrizione.
4. L'approvvigionamento dei prodotti di cui al comma 2, nella percentuale ivi indicata, deve essere documentato nelle fatture di acquisto, che devono riportare l'indicazione dell'origine, natura, qualità e quantità dei prodotti acquistati.
5. La Giunta regionale definisce il procedimento di iscrizione all'elenco di cui al comma 1, le modalità di verifica del rispetto dell'impegno di cui al comma 2 e delle prescrizioni di cui al comma 4 e la procedura di revoca dell'iscrizione in caso di accertata violazione.
6. Le imprese iscritte nell'elenco di cui al comma 1 sono inserite in un apposito circuito regionale veicolato nell'ambito delle attività promozionali della Regione Sardegna.
Emendamento soppressivo totale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 6
L'art. 6 è soppresso. (29)
Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 6
Al comma 5, dopo le parole "la Giunta regionale", sono inserite le parole ", sentito il parere della competente commissione consiliare, da esprimersi entro 15 gg. dalla data di presentazione". (19).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 29 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, mentre sull'emendamento numero 19 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 19. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7, a cui sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e dei relativi emendamenti:
Articolo 7
Promozione dell'offerta di prodotti agricoli
di origine regionale
1. Agli esercizi di vicinato che destinino una quota non inferiore al 50 per cento della superficie di vendita ai prodotti di origine regionale, è riconosciuto un incremento del 30 per cento della superficie massima di vendita di cui al comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 18 maggio 2006, n. 5 (Disciplina generale delle attività commerciali).
2. L'Amministrazione regionale finanzia i comuni fino al 50 per cento della spesa per l'acquisto o la locazione di appositi spazi commerciali presso le medie e le grandi strutture di vendita di cui alla legge regionale n. 5 del 2006, articolo 4, commi 3 e 5, che esplicitino nello scontrino fiscale rilasciato al consumatore la percentuale di spesa relativa all'acquisto di prodotti di origine regionale. I comuni assegnano tali spazi in gestione ai produttori e ai commercianti singoli o associati per la vendita di prodotti di origine regionale. La Giunta regionale definisce i criteri di selezione delle richieste e le modalità di accesso al finanziamento da parte dei comuni.
3. Per le finalità di cui al comma 2 è autorizzata, a decorrere dal 2010, la spesa annua di euro 1 milione.
4. L'Amministrazione regionale concede un contributo fino alla misura massima delle spese sostenute agli esercizi commerciali che adottano opportune misure di riduzione della produzione dei rifiuti e degli imballaggi o effettuano, di intesa con i servizi sociali comunali, la distribuzione gratuita e filantropica dei prodotti alimentari ritirati dalla vendita per l'approssimarsi della data di scadenza nei paesi e città cui insistono gli stessi esercizi.
5. Per le finalità di cui al comma 4 è autorizzata, a decorrere dal 2010, la spesa annua di euro 500.000.
6. I programmi annuali di attuazione del presente articolo sono approvati con deliberazione della Giunta regionale previo parere della Commissione consiliare competente, da rendersi entro trenta giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito.
Emendamento soppressivo totale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 7
L'art. 7 è soppresso. (30)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 7
Nel titolo dell'art. 7 è apportata la seguente modifica: la parola "agricoli" è sostituita con la parola "agroalimentari". (14)
Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 7
Al comma 2, dopo le parole "la Giunta regionale" sono inserite le parole: ", sentito il parere della competente commissione consiliare, da esprimersi entro 15 gg. dalla data di presentazione". (20)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 7
Dopo l'art. 7 è inserito il seguente art. 7-bis:
Art. 7-bis
Osservatorio regionale dell'agroalimentare
1. Presso l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agropastorale è costituito l'Osservatorio regionale dell'agroalimentare.
2. L'Osservatorio regionale dell'agroalimentare svolge attività di monitoraggio delle attività agroalimentari e formula proposte per Io sviluppo del settore.
3. La Giunta regionale definisce, con successiva delibera, la procedura di costituzione e la composizione dell'Osservatorio, le modalità di svolgimento delle attività di competenza, i criteri di definizione della rappresentatività delle associazioni di categoria ed il numero di associazioni ammesse a far parte dell'Osservatorio.
4. I componenti dell'Osservatorio hanno diritto al trattamento economico stabilito dalla legge regionale 22 giugno 1987, n.27 (Norme per l'attribuzione di gettoni di presenza ai componenti di comitati, commissioni ed altri consessi operanti presso l'Amministrazione regionale).
5. Gli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo sono valutati in Euro 30.000 annui
Copertura finanziaria
in diminuzione
UPB S08.04.002 FNOL - Parte corrente
Anno 2010 euro 30.000
Anno 2011 euro 30.000
Anno 2012 euro 30.000
Anno 2013 euro 30.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 (Interventi vari) della tabella A allegata alla legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5 (legge finanziaria 2010)
in aumento
UPB S01.03.003 (Funzionamento organismi di interesse regionale)
anno 2010 euro 30.000
anno 2011 euro 30.000
anno 2012 euro 30.000
anno 2013 euro 30.000. (17).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, annuncio che saranno presentati degli emendamenti orali anche all'articolo 7, in particolare al titolo e al comma 4. Il parere sugli emendamenti è il seguente: sull'emendamento numero 30 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; sull'emendamento numero 20 il parere è favorevole, mentre l'emendamento numero 14 è ritirato.
Mi dica se posso esporre gli emendamenti orali.
PRESIDENTE. Scusi, un attimo. Qual è il parere sull'emendamento numero 17?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. L'emendamento numero 17 è ritirato. Presidente, preferisce conoscere gli emendamenti orali adesso?
PRESIDENTE. Sì.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Nel titolo dell'articolo 7, dopo le parole "prodotti agricoli" aggiungere "e agro-alimentari"; nel comma 4 cassare il testo da "o effettuano" fino a "gli stessi esercizi".
PRESIDENTE. Il comma finisce con le parole "e degli imballaggi"?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Esatto.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 20. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8, a cui sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti:
Articolo 8
Promozione della libertà dell'offerta
1. É istituito, presso l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, l'Osservatorio regionale della concorrenza.
2. L'Osservatorio regionale della concorrenza è composto da cinque membri, compreso il presidente, dotati di documentata esperienza in materia di concorrenza, di cui almeno tre con anche una documentata esperienza in materia agro-alimentare.
3. I membri dell'Osservatorio regionale della concorrenza sono eletti dal Consiglio regionale, mediante votazione a scrutinio segreto, da liste di esperti formate a seguito di apposita procedura pubblica, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento e trasparenza.
4. La Giunta regionale disciplina il funzionamento dell'Osservatorio; le funzioni di segretario sono svolte da un funzionario dell'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio.
5. L'Osservatorio elabora annualmente il rapporto sul mercato interno della Sardegna e vigila, all'interno del territorio rregionale, sul rispetto di quanto previsto dalla legge 10 ottobre 1990, n. 287 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato), articoli 2 e 3, in materia di intese restrittive della libertà di concorrenza e di abuso di posizione dominante. Qualora riscontri la sussistenza di possibili infrazioni, ne effettua immediata comunicazione all'Autorità garante della concorrenza e del mercato di cui all'articolo 10 della legge n. 287 del 1990, per l'adozione dei provvedimenti di competenza.
6. La Regione informa i cittadini, con capillari campagne di informazione, delle sanzioni applicate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato a seguito delle segnalazioni di cui al comma 4.
7. I componenti dell'Osservatorio durano in carica cinque anni e hanno diritto al trattamento economico stabilito dalla legge regionale 22 giugno 1987, n. 27 (Norme per l'attribuzione di gettoni di presenza ai componenti di comitati, commissioni ed altri consessi operatiti presso l'Amministrazione regionale).
8. I componenti dell'Osservatorio sono soggetti alle seguenti incompatibilità:
a) componente del Parlamento europeo o nazionale, del Governo, di un consiglio o di una giunta regionale o provinciale, componente di un consiglio o di una giunta di un comune con popolazione superiore a 5.000 abitanti, presidente della Regione, sindaco, presidente della provincia;
b) titolare di incarichi elettivi o di rappresentanza in partiti e movimenti politici, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale;
c) presidente, componente di organismi direttivi o direttore di un ente pubblico o di società a prevalente capitale pubblico, nominati da organi governativi, regionali, provinciali e comunali.
9. Le cause di incompatibilità previste dal comma 8 non hanno effetto se l'interessato provvede, entro venti giorni dall'avvenuta comunicazione dell'elezione, a dichiarare l'accettazione dell'incarico e a dare atto dell'avvenuta rimozione di ogni causa di incompatibilità.
Emendamento soppressivo totale Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 8
L'art. 8 è soppresso. (31)
Emendamento sostitutivo parziale Maninchedda - Steri - Planetta
Articolo 8
Al comma 1 e al comma 4 le parole "Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio" sono sostituite dalle parole "Presidenza della Regione". (23)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 8
Dopo l'art. 8 è inserito il seguente art. 8 bis:
"1. Il comma 2 del'art. 3 entra in vigore decorsi 4 mesi dalla pubblicazione della presente legge nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS)". (15).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, anche su questo articolo noi abbiamo espresso, durante la discussione generale della legge, una convinzione, e cioè che sia abbastanza dubbia l'utilità di un Osservatorio regionale della concorrenza che si occupi fondamentalmente o esclusivamente della valutazione di eventuali posizioni di oligopolio o di dominanza correlate al settore alimentare.
Noi non neghiamo che ci possa essere un'esigenza generale in questo senso all'interno della Regione Sardegna, però ciò comporterebbe probabilmente la necessità di stralciare l'articolo 8 da questa normativa e di prevedere una norma organica o una norma da inserire in un altro disegno di legge che comunque abbia attinenza, ad esempio il collegato alla manovra finanziaria, e che istituisca, se così si ritiene, l'Osservatorio della concorrenza. A nostro avviso molto meglio sarebbe la figura di un garante, di un'authority posta in capo alla Presidenza della Giunta, che si possa occupare della concorrenza in tutti i settori e quindi possa denunciare eventuali sbilanciamenti del mercato anche in altri settori. Pensiamo, ad esempio, ai trasporti o a determinate aree dell'industria, quindi a situazioni che non sono strettamente correlate alla filiera dell'agroalimentare, ma che sono diffuse in tutta l'economia della nostra regione.
Ovviamente questo non può che comportare l'eliminazione dell'attuale articolo 8 e lo spostamento del tema in un altro disegno o proposta di legge che definisca l'ambito di competenze della struttura che si deve occupare della garanzia della concorrenza, incardinando questa struttura nella Presidenza della Giunta, che ci sembra il posto più adeguato in cui sistemarla. Chiaramente, ripeto, questo comporta la necessità di eliminare questa norma dall'articolo 8, e quindi dalla legge, pur con l'idea che ci possa essere una condivisione generale sul fatto che l'argomento va comunque trattato e quindi sarà oggetto di attività legislativa da parte di questo Consiglio regionale in un prossimo futuro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. La Commissione ha accolto praticamente tutte le obiezioni dell'onorevole Vargiu, nel senso che intanto con l'emendamento numero 23 si sposta la competenza su questa materia dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio alla Presidenza della Giunta, proprio perché il tema della concorrenza riguarda più settori, inoltre soltanto per un fatto tecnico, cioè perché non si è fatto in tempo a presentare l'emendamento nei termini previsti e non si può presentare un emendamento all'emendamento, la Commissione all'unanimità ha accolto la proposta di predisporre un emendamento orale che recita: "Il comma 2 dell'articolo 8 è sostituito dal seguente: 'l'Osservatorio regionale della concorrenza è costituito da un unico componente nominato dal Presidente della Regione tra i magistrati in quiescenza'". Si sta sostanzialmente configurando l'authority suggerita nella discussione generale dall'onorevole Vargiu. I commi 3 e 7, che erano quelli più contestati, sono abrogati.
Chiediamo, quindi, all'onorevole Vargiu di procedere in questa direzione, cioè prima dell'approvazione dell'articolo sarà proposto un emendamento orale che vada nella direzione da lui indicata.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 23 il parere è favorevole...
PRESIDENTE. L'emendamento numero 31 è ritirato?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 31 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, ma la motivazione è quella che ho esposto, cioè consentire la presentazione di un emendamento orale. Sull'emendamento numero 23 il parere è favorevole, mentre per quanto riguarda l'emendamento numero 15 c'era una richiesta di sospensione da parte della Giunta. Chiedo di sospendere i lavori per un minuto.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 42, viene ripresa alle ore 20 e 46.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, chiedo scusa per l'irritualità del processo.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. La Giunta propone una correzione dell'emendamento numero 15 in questi termini...
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, non si può lavorare in questo modo, vi prego di prendere posto. Onorevole Rassu, onorevole Paolo Terzo Sanna, per cortesia prendete posto.
Prego, onorevole Maninchedda.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. L'emendamento numero 15 viene corretto in questo modo: "Il comma 2 dell'articolo 3 entra in vigore decorsi quattro mesi dalla pubblicazione della presente legge...", eccetera. Con questa correzione il parere su questo emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Per cui le parole "i commi 1 e 2 dell'articolo 3" sono sostituite con "il comma 2 dell'articolo 3".
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sì.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 23. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(E' approvato)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9, a cui è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e del relativo emendamento:
Articolo 9
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in complessivi euro 2.500.000 annui a decorrere dall'anno 2010, si fa fronte con le risorse proprie della Regione di cui all'articolo 8, comma 1, lettera a), dello Statuto speciale per la Sardegna.
Emendamento sostitutivo totale Maninchedda
Articolo 9
L'art. 9 è sostituito dal seguente:
Art. 9
Norma finanziaria
1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge sono valutatati in complessivi euro 2.500.000 annui a decorrere dall'anno 2010.
2. Nel bilancio di previsione per gli anni 2010-2013 sono apportate le seguenti Variazioni:
in diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL - Parte corrente
anno 2010 euro 2.500.000
anno 2011 euro 2.500.000
anno 2012 euro 2.500.000
anno 2012 euro 2.500.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 (Interventi vari) della tabella A allegata alla legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5 (legge finanziaria 2010)
in aumento
UPB S01.06.002 - Trasferimenti agli Enti locali Investimenti
anno 2010 euro 2.000.000
anno 201 1 euro 2.000.000
anno 2012 euro 2.000.000
anno 2012 euro 2.000.000
in aumento
UPB S06.03.009 Sostegno alle attività commerciali Spese correnti
Anno 2010 euro 500.000
anno 2011 euro 500.000
anno 2012 euro 500.000
anno 2012 euro 500.000
3. Alle spese previste per l'attuazione della presente legge si fa fronte con le suddette UPB del bilancio della Regione per gli anni 2010-2013 e alle rispettive UPB dei bilanci per gli anni successivi. (18) .)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento numero 18 ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PRATO, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 18. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 9-31-37/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Ladu - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 49
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 49
(Il Consiglio approva).
Comunico ai colleghi che per domani mattina, alle ore 10, è convocata la Commissione sanità, mentre il Consiglio regionale è convocato per martedì 19 gennaio, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno: discussione congiunta delle mozioni numero 29 e 22, rispettivamente a firma Bruno e più e Diana Giampaolo e più, discussione del disegno di legge numero 38/A, concernente "Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2006", e della mozione numero 17, a firma Salis e più.
La seduta è tolta alle ore 20 e 49.