Seduta n.222 del 07/07/2011 

CCXXII SEDUTA

GIOVEDI' 7 LUGLIO 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 04.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 22 giugno 2011 (215), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Ignazio Artizzu, Rosanna Floris, Pietro Fois, Domenico Gallus, Valerio Meloni ed Efisio Planetta hanno chiesto congedo per la seduta del 7 giugno 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Cuccu - Bruno - Agus - Barracciu - Corda - Cocco Pietro - Cucca - Manca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru: "Disposizioni in materia di assegno vitalizio e di indennità dei consiglieri regionali della Sardegna". (291)

(Pervenuta il 30 giugno 2011 e assegnata alla prima Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul blocco delle attività del Centro regionale di formazione professionale di Nuoro e sulla mancata nomina del coordinatore". (620)

"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori della discarica Sogeco di Carbonia". (621)

PRESIDENTE. Considerata la scarsa presenza di consiglieri in aula, sospendo i lavori sino alle ore 16 e 15. Prego i Capigruppo di richiamare i consiglieri.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 07, viene ripresa alle ore 16 e 16.)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme in materia di organizzazione e personale". (71/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del disegno di legge numero 71/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La votazione dell'ordine del giorno è stato spostato?

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato predisposto sulla base delle determinazioni della Conferenza dei Capigruppo di questa mattina.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Volevo sapere se la votazione dell'ordine del giorno presentato nella scorsa seduta è stata spostata. Stiamo iniziando con il disegno di legge numero 71?

PRESIDENTE. Iniziamo l'esame dell'articolato del disegno di legge numero 71, avendo votato nella precedente seduta il passaggio all'esame degli articoli.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati due emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Assetti organizzativi

1. Sono trasferite alla Presidenza della Regione le competenze che la legislazione vigente attribuisce in materia di emigrazione all'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, le relative risorse finanziarie e il personale addetto alle attività inerenti alle competenze medesime. Per la riorganizzazione delle direzioni generali interessate si provvede ai sensi dell'articolo 13 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione).

2. Nella legge regionale 6 dicembre 2006, n. 19 (Disposizioni in materia di risorse idriche e di bacini idrografici), le parole "Agenzia regionale" e "Agenzia" sono sostituite dalle parole "Direzione generale". Il primo periodo del comma 1 dell'articolo 28 della medesima legge è sostituito dal seguente: "La Direzione generale dispone di una sua dotazione organica nell'ambito della dotazione complessiva dell'Amministrazione regionale. Nella prima applicazione della legge, la Direzione generale si avvale prioritariamente del personale di cui all'articolo 6, comma 8 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), e del personale di cui all'articolo 2, comma 3 della legge regionale 12 luglio 2005, n. 10 (Norme sul trasferimento del personale dei soggetti gestori dei servizi idrici regionali al servizio idrico integrato, in attuazione del comma 3 dell'articolo 12 della legge 5 gennaio 1994, n. 36, e dell'articolo 16 della legge regionale 17 ottobre 1997, n. 29, modificata con legge regionale 7 maggio 1999, n. 15).".

3. Gli interventi organizzativi previsti nel presente articolo sono definiti nell'ambito della dotazione organica vigente e delle risorse stanziate a copertura della medesima.

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1

L'art. 1 è soppresso. (92)

Emendamento sostitutivo totale Diana Giampaolo - Bruno - Sanna Gian Valerio - Moriconi - Meloni Valerio - Sabatini - Manca - Agus - Cuccu - Meloni Marco - Barracciu - Corda - Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Espa.

L'art. 1 è sostituito con:

"Art. 1

Rapporti di lavoro nelle Pubbliche amministrazioni della Sardegna e superamento del precariato

L'Amministrazione regionale, gli enti, le agenzie e le aziende sanitarie regionali, possono procedere all'assunzione a tempo determinato, esclusivamente per documentate esigenze straordinarie connesse al finanziamento dell'amministrazione e per l'erogazione di servizi ritenuti essenziali per la collettività , nella misura massima del 3% delle proprie dotazioni organiche; l'assunzione avviene, pena la decadenza, sulla base di forme pubbliche di selezione e non costituisce in alcun modo titolo per l'ingresso regionale della pubblica amministrazione.

E' conseguentemente proibita ogni altra forma precaria di assunzione o di lavoro interinale.

La dirigenza preposta alla gestione del personale negli organi di cui al primo comma risponde del

pieno rispetto delle presenti disposizioni.

Entro sessanta giorni dall'approvazione della presente norma la Giunta Regionale presenta al Consiglio regionale un atto di indirizzo attuativo che verrà sottoposto al parere della competente commissione consiliare.

L'atto di indirizzo, accompagnato da una puntuale ricognizione, contiene il piano pluriennale, della

durata massima di due anni per il superamento del precariato del personale non dirigente appartenente al comparto di contrattazione regionale e sanitaria, che abbia svolto entro il 30.06.2009 per almeno 30 mesi anche non continuativo negli ultimi 5 anni.

Il personale che possiede il requisito di cui sopra è obbligatoriamente sottoposto a prove selettive

concorsuali pubbliche, con il riconoscimento di un punteggio corrispondente al servizio prestato nella pubblica amministrazione sulla base della legislazione vigente in materia. Sono esclusi dall'applicazione di tale norma i periodi di lavoro svolti con funzioni dirigenziali o negli uffici di

diretta collaborazione o di gabinetto di componenti dei organi di amministrazione degli enti di cui al presente articolo, o comunque di nomina politica.

Al personale del comparto della sanità regionale e Arpas, fino a specifica disposizione a regime sulla gestione dei fabbisogni organici, si applicano le presenti norme. Al personale in servizio presso gli Enti Locali ed i loro consorzi ed i loro in possesso dei requisiti di cui sopra si applicano le medesime disposizioni. Gli Enti locali interessati a tal fine sono autorizzati in via straordinaria e per due anni ad andare in deroga ai limiti posti alle assunzioni in organico dalle leggi dello Stato, nel rispetto sempre dei vincoli di bilancio, del patto di stabilità e delle autonome determinazioni dell'ente.

Le presenti norme costituiscono atti di indirizzo per le società partecipate dagli enti di cui al presente articolo." (129).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Intervengo per spiegare che in Commissione è stato concordato di chiedere lo spostamento dell'emendamento numero 129 all'articolo 11.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento numero 129 è spostato all'articolo 11.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, le devo chiedere cinque minuti di sospensione per poterci organizzare rispetto agli emendamenti che sono stati presentati.

PRESIDENTE. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 25. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 18, viene ripresa alle ore 16 e 25.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Sanna, il quale ha a disposizione dieci minuti.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, dopo che nella discussione generale ci siamo espressi su questo "capolavoro" dell'arte legislativa sarda abbiamo appreso, nella verifica della Commissione, che intanto c'è stato un ripensamento, cioè l'Assessore degli affari generali, che si era espresso molto negativamente su questo provvedimento, ha votato a favore del passaggio agli articoli e questo è il segnale che da parte sua c'è stato il recupero di una diversa posizione rispetto all'iniziale dichiarazione di contrarietà. Che ci sia stato un ripensamento lo si capisce anche dal comportamento seguito dalla maggioranza in Commissione: in pratica la maggioranza ha cancellato, con emendamenti soppressivi, tutto l'impianto del disegno di legge numero 71 fino all'articolo 11, e ha concentrato su questo articolo il distillato di quelle che sono le esigenze.

Mi permetto, Presidente, di chiedere in apertura, visto che viaggiamo nella più totale confusione in materia di riforme e di altre questioni, l'inserimento, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno, nella programmazione bimestrale dei lavori della proposta di legge numero 43, che intende dare tutela giuridica al personale del Consiglio regionale. Il personale del Consiglio regionale non ha un suo stato giuridico e la sua disciplina è determinata da delibere dell'Ufficio di Presidenza. In altre Regioni d'Italia questo non esiste e lo stato giuridico del personale è identico a quello del personale della Regione, poi ogni organo ha la propria autonomia. Credo sia un segno di civiltà, anche perché tutti i ragionamenti che si potranno fare in una stagione che si apre all'insegna della ricerca dell'efficienza e della produttività non possono essere lasciati né alla buona volontà né a espedienti, ma devono avere riferimenti normativi sicuri, intorno ai quali si cimenti anche la capacità degli amministratori di turno di realizzare il meglio dell'efficienza della pubblica amministrazione.

Chiedo quindi che questo passaggio sia fatto perché, per esempio, ho notato che, fra i tanti emendamenti presentati, ce n'è uno che nel prevedere l'incentivazione all'esodo del personale della Regione in una versione iniziale includeva anche i dipendenti del Consiglio regionale. Poi è stato detto: "No, come si fa, dobbiamo toglierli perché non è lo stesso comparto, ci sono dei problemi". Ma soprattutto non esiste un'identificazione di questo personale all'interno di un comparto di contrattazione. Il comparto di contrattazione del personale del Consiglio non è disciplinato dalla legge, sostanzialmente. Questo vuoto è stato verificato, io ho presentato una proposta di legge e vorrei che venisse discussa nel momento in cui si fa la riforma complessiva del personale della Regione, anche perché ci sia una visione parallela dei diritti e dei doveri. Pur considerando la sostanziale diversità delle questioni, chiedo questo.

Per tornare al provvedimento in discussione credo che noi abbiamo fatto male, Assessore, ad accettare un compromesso sul disegno di legge numero 71. Abbiamo fatto male perché, ancorché abbiamo cercato di sfoltirlo, sono convinto, anche per come si è sviluppata di recente la discussione sul collegato alla finanziaria, che in questo provvedimento si annidi una serie di privilegi e di altre circostanze che avranno del particolare, ma non del generale. Per quel che ci riguarda vorrei dire ai colleghi che noi, coerentemente con quello che abbiamo detto nella discussione generale, abbiamo presentato un unico emendamento, sostanzialmente condiviso, con il quale vogliamo dire alcune cose per quanto riguarda la cessazione di ogni forma di precariato nell'amministrazione regionale, perché se non blocchiamo le forme di assunzione precaria il problema dell'estinzione del precariato non si porrà. Abbiamo chiesto di ripristinare sostanzialmente un percorso abbreviato di superamento del precariato della durata di due anni. Questo processo è affidato a un atto di indirizzo della Giunta. Già in passato la Giunta non ha provveduto ad attuare questo dettato, che noi intendiamo perciò sottoporre a un'azione di controllo e tutela. Ci sono anche altre questioni che riguardano il precariato negli enti locali e in enti regionali. Ho già avuto modo di dire che in alcuni casi si cerca di dare una risposta all'ingiustizia determinando altra ingiustizia. Ci cimenteremo su queste cose e poi ognuno si assumerà la propria responsabilità.

A quest'Aula piuttosto distratta e disincantata vorrei ricordare - cito questo fatto perché mi ha sorpreso, ma non intendo destare scandalo - che lo stesso giorno in cui dei poveri disgraziati stavano qui fuori a protestare per i tassi di interesse con cui Equitalia sta distruggendo le loro famiglie e le loro professioni, noi discutevamo un emendamento che si permetteva il lusso di dare 40 mila euro al CRAL dei dipendenti regionali per la pratica di attività sportive! Lo dico perché nella sua crudezza, e anche semplicità, questo rappresenta l'emblema del nostro fallimento e della nostra inadeguatezza rispetto alla realtà e ai bisogni. Noi non abbiamo ancora la cognizione, colleghi, che il salvadanaio si è rotto e denari non ce ne sono più. Da qui a poco ne riparleremo, quando qualcuno dei vostri governanti ci presenterà la proposta di ripresa dell'indebitamento. E' vergognoso che di fronte ai drammi che la Sardegna vive si generino arbitrariamente condizioni di privilegio indebito e addirittura si infierisca sulla povertà e sulle disgrazie della gente incentivando la pratica dello sport attraverso i circoli ricreativi del personale regionale.

Questo è l'emblema di quello che siamo noi e siccome la nostra distanza dalla realtà è una questione soggettiva che rappresenta la misura, la cifra della nostra coscienza rispetto a quello che deliberiamo, io questo l'ho detto perché intendo presentarmi a questo dibattito già dissociandomi da questo modo di fare. E poiché qui dentro ci sono sanatorie per qualcuno, ma non ho nessuna certezza che ci siano sanatorie per tutti quelli che ne hanno diritto in egual modo e con pari dignità e legittimità, l'unica cosa seria sarebbe quella di annullare tutto e dire: "Abbiamo sbagliato, non siamo in tempi in cui possiamo permetterci di sperperare denaro". Questo spetterebbe alla maggioranza, cioè a chi ha la cassa, la responsabilità di dare risposte anche a quelle persone che manifestavano qui fuori ieri e alle persone che verranno ulteriormente vessate dalle manovre del Governo, il quale, come avete visto, pensa a tutto, ma per far quadrare i conti mette nel calderone di chi deve tirare la cinghia anche gli invalidi civili. Tanto per dire: il nostro premier si può comprare due elicotteri da 50 milioni di euro per i suoi spostamenti, però quelli che devono soffrire sono sempre gli stessi! Questo è l'emblema di una politica che non ha più alcun rapporto con la realtà ed è allora il caso che ognuno si prenda la sua quota di responsabilità e spieghi perché si dissocia da quello di cui oggi si sta discutendo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, questo progetto di legge, come ben si sa, lo ha sottolineato per primo l'Assessore degli affari generali, è arrivato in Aula già datato. Sul testo originario noi abbiamo sempre espresso molte perplessità ed eravamo assolutamente convinti che nel suo contenuto quel testo non potesse essere utilmente discusso dal Consiglio regionale. Sin dall'inizio abbiamo tuttavia detto che qualora la discussione fosse andata avanti questo provvedimento sarebbe stato un utile strumento per intervenire in alcune situazioni assolutamente necessarie di manutenzione legislativa.

Io credo che si debba fare una discussione abbastanza sostenuta dalla consultazione sistematica degli atti, anche normativi, da tutta la letteratura che in questa materia si è sviluppata in questi anni. Quando parlo di questi anni non mi riferisco agli ultimi due, ma almeno agli ultimi cinque, per non dire agli ultimi dieci. Per trovare la data della proposta di riforma fatta dall'Assessore degli affari generali bisogna risalire al 1998, data nella quale fu promulgata la legge regionale numero 31. Chiedo un attimo di attenzione, perché la legge numero 31 non è una legge di organizzazione del personale, non è la legge istitutiva della dirigenza regionale, ma è qualcosa di più: attua la divisione dei compiti tra la responsabilità politica e la responsabilità burocratica, sancisce un principio, che è quello dell'autonomia della dirigenza regionale rispetto alla funzione politica, e dice anche che l'attività gestoria è in capo alla dirigenza regionale, mentre l'attività di programmazione, di pianificazione rispetto agli obiettivi è competenza della Giunta e del Presidente della Regione. Quella legge fu fatta così e prevedeva modalità di selezione e attribuzione degli incarichi che risultavano in qualche misura coerenti rispetto a questa divisione di compiti. Poi nel tempo, con modificazioni che hanno riguardato tutte le maggioranze degli anni successivi, si è determinato un cambiamento rispetto a questo principio. Per tutti voglio citare il fatto che la funzione del direttore generale è considerata una funzione fiduciaria dell'Assessore e che non solo sono previste modalità di selezione o di individuazione del direttore generale che favoriscono questa relazione di tipo fiduciario, ma che questo sistema è andato sempre più caratterizzandosi a cascata su tutte le altre funzioni dirigenziali. In questo modo si è ottenuto un risultato, quello di deresponsabilizzare ancora una volta la funzione dirigenziale, di confondere le competenze politiche con quelle gestorie, di far crollare sostanzialmente l'attività di pianificazione e di programmazione e di renderla di fatto molto più acrobatica, molto più inefficiente rispetto agli obiettivi e invece molto più disponibile alla gestione clientelare.

Questa confusione totale ha dato come risultato uno tra i principali fenomeni eversivi che riguardano il funzionamento della macchina pubblica, cioè le assemblee parlamentari fanno le leggi, quindi hanno il dovere di stabilire le regole e queste regole prima di essere applicate sono sottoposte alla valutazione, al giudizio di valore, a una considerazione di adeguatezza più o meno rilevante proprio da chi le deve applicare, anzi da chi è tenuto non solo ad applicarle, ma a fare in modo che tutti le rispettino. Il risultato di questa vicenda è che c'è confusione, e siccome c'è confusione ogni volta che affrontiamo un problema dobbiamo normare ancora una volta lo stesso oggetto, al limite con le stesse parole e con gli stessi obiettivi, come per ribadire a coloro che non vogliono sentirne di applicare le leggi della Regione e quindi anche, per dirla in estrema sintesi, che le leggi della Repubblica…

(Brusio in aula)

Io capisco che non gliene importa niente, perché poi fanno un emendamento, magari scritto male, di cui non si capisce niente…

(Interruzione del consigliere Gian Valerio Sanna)

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Lo leggiamo, così si capisce. Noi lavoriamo, Presidente. Forse non è così per tutti, perché in questo Consiglio regionale c'è qualcuno che si prende sul serio e tenta di rispondere al popolo che lo ha eletto per adempiere questo dovere. Dopo di che rimaniamo per ore chiusi in stanze per decidere qualcosa e ne usciamo che non abbiamo deciso nulla, perché è il tatticismo politico che governa tutto, è la convenienza, è il tentativo di accaparrare consenso che governa tutto! Governa male però, perché questo Paese sta andando verso il tracollo!

Tra i disperati che stamattina manifestavano qui fuori c'erano dei lavoratori socialmente utili diventati tali - lo voglio dire - in applicazione di una legislazione di emergenza nata nel momento in cui si soppresse il diritto a un sostegno al reddito, che era la cassa integrazione. Quando la cassa integrazione così come veniva regolata prima fu soppressa si misero dentro un bacino migliaia e migliaia di lavoratori (in Sardegna 8 o 9 mila, mi pare) che sulla base di norme successive avrebbero dovuto essere stabilizzati all'interno di attività economiche d'impresa oppure nella pubblica amministrazione. Furono inseriti in società che si occupano di pulizia nelle scuole. Adesso si tolgono gli appalti alle società di pulizia e quei lavoratori, che prendono 750 euro al mese, restano in mezzo alla strada! Ma di che cosa parliamo? Di quali privilegi? Questo provvedimento serviva e serve ad affrontare questioni drammatiche di questo tipo. Queste persone non hanno tasse da pagare perché non hanno soldi con cui pagarle, in quanto non li percepiscono!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Che dire? Anch'io ho salutato i lavoratori che hanno manifestato stamattina sotto il Consiglio regionale, ma quei lavoratori nel nostro provvedimento non trovano nessun elemento di interesse, così come non vi trovano nessun elemento di interesse altre decine di migliaia di lavoratori che sono esclusi da questo provvedimento. Ieri abbiamo fatto una discussione sui servizi pubblici per l'impiego, in cui ho avuto modo di ribadire che il nostro interesse è quello di tutelare i lavoratori che stanno davanti allo sportello istituzionale dei servizi pubblici per l'impiego, ma che il nostro dovere principale è quello di pensare prioritariamente ai diritti negati alle decine o centinaia di migliaia di lavoratori che stanno dietro quello sportello istituzionale.

Cosa voglio dire, signora Presidente? Voglio dire che noi stiamo mancando in maniera clamorosa a un compito di giustizia e di equilibrio nell'individuazione dei settori di intervento e soprattutto nella necessità di salvaguardare interessi generali rispetto a pur importanti - nessuno ne nega l'importanza - problemi di carattere settoriale e in alcuni casi addirittura di carattere personale. Badate, un risultato parziale l'abbiamo già ottenuto sotto l'iniziativa congiunta, e per certi aspetti politicamente paradossale, di una parte dell'opposizione e della Giunta regionale attuale: il disegno di legge numero 71 è diventato disegno di legge 7,1, nel senso che del testo iniziale ne è rimasto più o meno un decimo, il che è già un buon risultato perché abbiamo automaticamente eliminato centinaia di emendamenti ad personam che rispetto alla situazione generale erano da considerare vergognosi. Quindi la maggioranza ha dovuto fare macchina indietro di fronte a questa iniziativa congiunta.

Io non ho nessuna difficoltà, assessore Floris, ad ammettere che nonostante con lei non ci sia mai stata una pur parziale sintonia politica e men che meno totale, in questo momento lei ha colto un'esigenza che noi riteniamo importante per il superamento di grosse difficoltà esistenti all'interno della macchina amministrativa, ed è quella di pervenire a una discussione approfondita sulla necessità di superare un meccanismo trasversale - sottolineo trasversale - di sollecitazione delle esigenze individuali o di gruppo. E' assolutamente necessario superare queste sollecitazioni che sono legate a una visione antiquata, e che non reggiamo più, di gestione dell'attività politica da parte dei gruppi in Consiglio regionale e dei partiti a livello regionale che utilizzano le risorse pubbliche per gestire situazioni, interessi e iniziative di carattere particolare o di gruppo.

Noi abbiamo fatto un appello anche nel corso della discussione generale: cerchiamo di pervenire a un discorso moderno di riforma della Regione, lasciamo perdere la legge numero 31. Assessore, è inutile modificare una legge che è legata a un periodo particolare della storia della Regione. Pensare di modificare la legge numero 31 è sbagliato in radice, pensiamo invece a una Regione che deve supportare un modello di sviluppo diverso per la Sardegna, che è sottoposta a una crisi straordinariamente difficile da superare. Dobbiamo costruire una macchina amministrativa che sia di supporto all'iniziativa di una politica nuova, che sappia uscire dagli egoismi e dalle piccinerie e avere complessivamente una visione più ampia della propria funzione.

Io penso, assessore Floris, che sia necessario avviare una discussione ampia rispetto anche al contenuto degli emendamenti che sono rimasti in piedi. In Commissione non abbiamo avuto modo di sapere quale sia l'orientamento della Giunta su molti emendamenti, anche perché ieri non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di prendere visione di molti di essi. Personalmente ho potuto leggere soltanto ieri sera molti degli emendamenti presentati. Approfondiremo i temi, è indubbio però che fin qui abbiamo seguito un percorso di snellimento della legge (e del tentativo di assalto alla diligenza che inizialmente si è tentato di operare) che ci consente di affinare ulteriormente le proposte avanzate. Speriamo di chiudere entro domani, o al massimo dopodomani o all'inizio della settimana prossima, la discussione del disegno di legge numero 71, o di quel che ne è rimasto, e di poterci poi in maniera proficua interessare di un provvedimento che possa veramente ripensare quella che è la struttura della macchina regionale: una struttura che è stata pensata imitando il modello centralistico dello Stato; una struttura che è stata individuata come Regione-sportello, come ente di amministrazione e non di legislazione e coordinamento e promotrice delle potenzialità di sviluppo.

La Regione dovrà inevitabilmente subire i costi e l'impatto di una manovra governativa che sta suscitando ribellioni da parte delle altre Regioni e degli enti locali in quanto scarica su di loro, e soprattutto sulle Regioni ad autonomia speciale, i costi di una crisi che sicuramente non è stata da loro voluta o suscitata e che necessita da parte nostra di maggiore capacità di individuare i settori in cui sono presenti sprechi e inefficienze e di rispondere positivamente all'esigenza di un'efficienza della pubblica amministrazione diversa dal passato. Noi pensiamo che il percorso fatto finora sia positivo, utilizzeremo la discussione e la votazione degli emendamenti per tentare di individuare un percorso possibilmente migliorativo di un disegno di legge assolutamente inefficace e insufficiente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, intervengo molto brevemente in questo frangente (ci sarà tempo per intervenire nel merito dell'articolato) solo per dire che in un contesto istituzionale normale quando la Giunta, e in particolare l'Assessore che ha la delega al personale, vota contro un provvedimento della maggioranza e non assume su di sé la responsabilità di un progetto di legge che tra l'altro ha ereditato dal precedente Assessore, questo fatto segna una crisi, segna un conflitto all'interno della maggioranza, di cui qualcuno deve trarre le conseguenze.

Non tutto è ammissibile, assessore Floris, noi paradossalmente siamo d'accordo con lei, però credo che con la maggioranza ci sia da parte sua un rapporto fiduciario. Dovete trattare seriamente le questioni istituzionali, non può andare sempre bene tutto, ma se non si è d'accordo con un provvedimento della maggioranza, se non si è d'accordo con un provvedimento ereditato, credo che se ne debbano trarre le conseguenze, che non si possa far finta di niente. Non è normale che la Giunta non abbia espresso un parere in prima Commissione sugli emendamenti, non è normale che dica: "Ho visto solo in questo momento che cosa propone la mia maggioranza". Non è normale, perché c'è un rapporto fiduciario che vi dovrebbe legare a un elettorato, che sono i cittadini sardi, che vi dovrebbe legare nel rapporto fra la Giunta, che è espressione di una maggioranza, fino a prova contraria, e il Presidente della Regione - sempre assente, forse è malato - che non si prende la responsabilità di guidare la maggioranza e lascia la Sardegna e questo Consiglio regionale allo sbando.

Assessore Floris, lei si sta assumendo una responsabilità importante. Non si può fare tutto, non si può essere buoni per tutte le stagioni. A un certo punto bisogna dire basta, bisogna dire che manca questo rapporto fiduciario, che questa legge è impresentabile e che non si può continuare a lavorare con una maggioranza che attraverso emendamenti sostitutivi totali sopprime gli articoli predisposti dalla Giunta. Questa è la storia del collegato alla finanziaria, questa è la storia della finanziaria e del disegno di legge numero 71. Non può passare tutto come se niente fosse in questo Consiglio, qualcuno dovrà assumersi qualche responsabilità, oppure il mondo è cambiato e viviamo un'anomalia assurda, ingiustificabile, inspiegabile, perché non sono queste le priorità della Sardegna.

Poco fa il vicepresidente Cossa, esponente dei Riformatori, ha detto: "Berlusconi ha tradito le promesse. La manovra del Governo che incide sulla nostra specialità, che tradisce la nostra specialità, sulla quale stiamo passando come se niente fosse, tocca le risorse di questa Regione, i suoi diritti e incide anche sulla povera gente". E noi siamo qui a parlare di materia contrattuale e di privilegi! Ma non solo: c'è un conflitto istituzionale aperto tra il Governo e le Regioni a statuto speciale, che anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha certificato ieri (alla presenza del vicepresidente La Spisa e non del presidente Cappellacci), ma di questo non se ne parla. Vi inviteremo a parlarne, perché oggi stesso presenteremo una mozione su questi temi.

Noi riteniamo che bisogna essere seri e allora, siccome dobbiamo comunque affrontare la materia relativa ai rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, e affronteremo anche il tema del superamento del precariato - lo dico in particolare all'onorevole Uras, ma ne abbiamo già parlato -, noi vogliamo, ma penso che lo vogliano tutti, stabilire delle regole e affermare che nella pubblica amministrazione non si assume più con forme di lavoro precario, tanto meno con forme di lavoro interinale. Mettiamo dei paletti e lo facciamo con un emendamento anche abbastanza corposo, che è stato spostato all'articolo 11, ma che dice delle cose chiare, forse ribadite rispetto ad altre leggi non applicate, o non applicate interamente, che hanno creato anche qualche ingiustizia.

In quell'emendamento noi diciamo che l'amministrazione regionale, gli enti, le agenzie e le Aziende sanitarie regionali e locali possono procedere all'assunzione a tempo determinato solo per esigenze straordinarie e documentate ed esclusivamente nella misura massima del 3 per cento delle proprie dotazioni organiche; diciamo che tale assunzione avviene attraverso forme di pubblica selezione e non costituisce in alcun modo titolo per l'ingresso nella pubblica amministrazione; diciamo che entro sessanta giorni dall'approvazione della legge la Giunta regionale deve approvare un piano di indirizzo attuativo, da sottoporre al parere della competente Commissione consiliare, e che l'atto di indirizzo dovrà contenere un piano pluriennale, della durata massima di due anni, per il superamento del precariato del personale non dirigente che abbia lavorato entro il 30 giugno 2009 per almeno trenta mesi, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni.

Insomma cerchiamo di mettere delle regole, cerchiamo soprattutto di dire che nella pubblica amministrazione si entra per concorso, che questa è la prima regola e che forse dobbiamo cambiare tutti noi anche nei nostri atteggiamenti. Lo ribadiremo, cercheremo per quanto possibile di migliorare un testo che ha dimenticato tante cose. E' vero che abbiamo rimandato tanti provvedimenti al collegato, è vero che ci siamo occupati di casi, alcuni clientelari, altri particolari, che invece necessitavano di una soluzione. Onorevole Diana, voglio ricordare a lei e all'onorevole Campus che al disegno di legge numero 71 è stato rimandato il problema del personale della Fondazione S. Giovanni Battista di Ploaghe, ma non vedo nel testo nessun emendamento, nonostante ci fosse un impegno preciso al riguardo.

Ma potrei parlare di tanti altri aspetti. Insomma questo è un modo di legiferare veramente strano, del quale nessuno si assume la responsabilità, tanto alla fine questa legislatura sta passando. Passano i mesi e a voi rimane veramente poco di concreto da poter segnare non dico a vostro favore, ma a favore dei cittadini che vi hanno accordato fiducia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Signora Presidente, colleghi del Consiglio, io comprendo benissimo le forzature politiche, sono il sale della democrazia, sono uno stimolo a fare meglio e di più. E' un dovere direi morale e politico della minoranza cercare di forzare, perché questo è il ruolo che a loro viene dagli elettori affidato. La verità è che non c'è stato nessun ripensamento e se anche ci fosse stato non sarebbe una cosa così anomala. Si capisce che in politica i ripensamenti possono esserci!

C'è stato, casomai, un confronto, un compromesso, un modo più ampio di discutere di questo problema che forse, se tutti siamo d'accordo, potrebbe portare a un risultato migliore e diverso rispetto al contenuto della legge. Ho visto infatti che alcuni emendamenti, anche della minoranza, hanno nobilitato la discussione e se fatti propri possono essere proficui e di grande valore. Ovviamente il Consiglio regionale è sempre sovrano nei confronti anche della Giunta. Abbiamo sempre parlato di un Consiglio regionale che vuole essere autonomo e indipendente, che non deve essere oppresso dalla Giunta regionale, ed è evidente che quando un provvedimento viene discusso in Consiglio regionale l'Aula è libera di decidere come vuole.

Comprendo benissimo che il contenuto di questo disegno di legge, anche se piccolo, si colloca in una scala di posizioni e di valori di ordine politico, organizzativo e istituzionale, in cui si intrecciano i processi della complessiva riforma della Regione e delle sue aspirazioni, che non sono soltanto quelle della classe dirigente qua presente, ma sono le aspirazioni dei cittadini, delle imprese e di un intero popolo che guarda a noi per verificare quello che facciamo.

Questa legislatura, onorevole Bruno, aveva un obiettivo ben preciso, lo voglio ripetere per essere preciso e per far capire la mia opinione e credo anche quella della Giunta regionale. Una sfida era stata raccolta da tutte le forze politiche della Sardegna, di maggioranza e di minoranza, da quelle che speravano di riconfermare il successo elettorale a quelle che si opponevano per andare a guidare la Regione, ed era la sfida a cimentarsi nelle riforme, tra cui la riforma della Regione. Se andate a leggere ogni riga dei programmi elettorali delle forze politiche che si sono presentate al vaglio dell'elettorato, comprenderete che non c'era nessuna differenza, che i programmi degli uni e degli altri coglievano questa sfida. Il provvedimento oggi in discussione certo non ha una tale dimensione e non ha questo obiettivo; è un provvedimento limitato nei contenuti, che forse pone fine a qualche situazione di precarietà giuridica ed economica presente nell'ordinamento rispetto ad alcune persone direttamente interessate, forse chiude il ciclo di alcune incertezze applicative e interpretative che si sono manifestate (su questo argomento torneremo esaminando qualche articolo della legge), ma non c'è alcun dubbio che il Consiglio regionale si debba occupare della riforma della Regione, anche perché è stata completamente stralciata da questo provvedimento ed è rimasta intonsa, intatta.

Perché dico questo? Dico questo perché per il personale noi operiamo sempre con questo tipo di provvedimenti, con provvedimenti interni, ci colleghiamo alla legge finanziaria perché sappiamo che se passa la finanziaria a traino passano alcuni emendamenti che ci consentono di essere portatori di interessi. Tutti i consiglieri regionali che presentano emendamenti sono infatti portatori di interessi che cercano di tutelare in quest'Aula appunto attraverso gli emendamenti alla finanziaria, perché sanno che una volta passato quel carro sarà difficile che ce ne sia un altro subito dopo. E così legiferiamo in maniera sbagliata. Il personale inteso nella sua accezione più vasta, nel contesto delle riforme è uno snodo per me essenziale e indispensabile. Se siamo veramente convinti delle cose che diciamo, e cioè che vogliamo abbandonare una vecchia Regione, una vecchia organizzazione di poteri e di competenze, una vecchia economia, una superata organizzazione sociale, siamo proiettati verso un futuro di modernità e di progresso. Lo siamo anche nel momento in cui determiniamo la Sardegna come punto di riferimento, almeno per quanto riguarda la conoscenza delle nuove tecnologie che spingono a nuovi modelli culturali, sociali ed economici, con i quali la classe politica e tutti noi dobbiamo cercare di fare i conti e misurarci. Quindi dobbiamo adeguare, ammodernare, semplificare tutta l'architettura delle istituzioni autonomistiche. Dobbiamo affrontare le cose che non abbiamo mai voluto affrontare: l'elezione diretta del Presidente, il disequilibrio dei poteri tra Consiglio regionale e Giunta. Queste cose le dobbiamo affrontare perché interessano a tutti, perché l'altra volta è successo con Renato Soru, oggi succede con un altro presidente, domani succederà con un altro ancora, ma se non affrontiamo il nodo di queste riforme saremo sempre punto e a capo, incapaci di progredire e problematici. E io me ne rendo conto. In Consiglio regionale qualche consigliere si domanda: "Ma che ci sto a fare?"; qualcun altro: "Ma perché non sciogliamo i consigli regionali?". Noi non dobbiamo sciogliere i consigli regionali, dobbiamo invece cercare di costituire una nuova architettura istituzionale partendo proprio dalle cose che abbiamo conosciuto in questi anni attraverso le nostre esperienze per modificarle.

Questo è un provvedimento che tutto sommato io considero un ponte tra il vecchio e il nuovo ordinamento giuridico ed economico dei dipendenti regionali. D'altra parte, onorevole Gian Valerio Sanna, la Commissione la scorsa volta ha preso in esame questo provvedimento perché c'è stata una dichiarazione formale delle linee guida della riforma, che poi sono state illustrate in Commissione perché se non ci fosse stata quella indicazione probabilmente questo disegno di legge non sarebbe passato neanche in Commissione. Ci sono però dei contenziosi aperti e latenti, situazioni di incertezza giuridica che si sono create per una caterva di norme introdotte nel corso degli anni in maniera surrettizia. Io ricordo quando il presidente Soru - è arrivato adesso - pensava di creare una nuova architettura della Regione con un personale non più sufficiente, le declaratorie non più propizie a creare un nuovo modello e quindi si poneva l'esigenza di collegare il personale interno ad altro personale. E' una cosa difficile perché abbiamo fatto gli esodi incentivati, abbiamo fatto tante altre cose e poi gli organici della Regione sono inevitabilmente aumentati, perché tutte le volte che trattiamo questo problema continuiamo ad aumentare il personale inserendo nell'organico tutta una serie di persone che non fanno parte organicamente della Regione autonoma della Sardegna.

La macchina amministrativa della Regione è necessaria, io credo, per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, quindi noi dobbiamo trattare questo tema come fattore di equilibrio interno per dare al personale dipendente, e non solo a esso, un'architettura diversa. Non è quindi sufficiente avere personale peraltro non motivato; non è neanche sufficiente prevedere promozioni dalla categoria A alla B, dalla B alla C, con una continua litania, anzi non è assolutamente necessario perché potremmo forse accontentare altrimenti il personale interno. Dico forse perché ad ogni cosa che facciamo si apre un contenzioso, si aprono altre aspirazioni, si aprono altri problemi. Ma noi dobbiamo fare in modo che questo personale abbia un impatto con il popolo sardo, si apra con i cittadini e quindi abbia con loro un rapporto diverso; cittadini non più statici, ma relazionati. Questo è un processo di riforma che noi dobbiamo attuare per restituire anche, se mi consentite, un minimo di dignità all'attività politica del Consiglio e della Regione nella sua interezza.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 92 ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Esprimo parere favorevole

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Poiché all'articolo 1 è stato presentato un solo emendamento soppressivo totale, il nostro Regolamento prevede che in questo caso si voti direttamente l'articolo.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

Salis (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Risponde sì il consigliere: Mariani.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 1

contrari 60

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis e dei relativi emendamenti:

Art. 1 bis

Segretario generale della Presidenza (Integrazioni alla legge regionale n. 31 del 1998)

1. Nella legge regionale n. 31 del 1998 sono apportate le seguenti modifiche:

1. a) dopo l'articolo 24 è inserito il seguente:
"Art. 24 bis (Compiti del Segretario generale della Presidenza.)
1. Il Direttore generale della Presidenza assume la denominazione e il ruolo di Segretario generale della Presidenza e, oltre ai compiti di cui all'articolo 24, coordina su indicazione del Presidente i direttori generali della Presidenza e degli Assessorati nel quadro delle attribuzioni e delle responsabilità previste dalla legge.";

b) dopo il comma 4 dell'articolo 31 è inserito il seguente:
"4 bis. Il trattamento economico da attribuire al Segretario generale è determinato con il provvedimento di nomina e non può essere inferiore al trattamento economico complessivo del direttore generale maggiorato di non meno del 40 per cento."

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1 bis

L'art. 1 bis è soppresso. (93)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 bis

Alla lettera a) del comma 1 dell'art. 1bis le parole ''coordina su indicazione del Presidente i direttori generali della Presidenza e degli Assessorati nel quadro delle attribuzioni e delle responsabilità previste dalla legge" sono sostituite dalle seguenti "svolge i compiti del direttore generale della Presidenza e coordina i direttori generali degli assessorati nel quadro della normativa vigente". (25)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 bis

Alla lettera b) del comma 1 dell'art. 1bis le parole "maggiorato di non meno del 40 per cento" sono sostituite dalle seguenti "maggiorato del 10 per cento". (26).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, Assessore, intanto vorrei segnalare all'attenzione del Presidente del Consiglio un fatto che purtroppo accade e che non so quanto rientri nella normalità, o se vogliamo in una sorta di deriva che, a mio giudizio, è molto pericolosa. Da un po' di tempo a questa parte nelle Commissioni non si lavora più come un tempo, quando cioè si esaminava l'articolato, si discuteva, si esprimevano i pareri, la Giunta diceva la sua, forse anche con la possibilità di discernere se quello di cui si stava discutendo avesse un profilo di legittimità. Adesso si procede in maniera diversa: dobbiamo trovare un accordo, spazziamo via tutto e rimandiamo tutto all'accordo.

Ieri ho detto in Commissione, lo ripeto, che noi stiamo lavorando in quest'Aula assolutamente privi del parere della Giunta regionale sugli emendamenti; parere che deve essere anche di congruità, perché se esiste il rischio che un emendamento possa confliggere con la disciplina corrente, con una disciplina nazionale o con un altro regolamento noi lo dobbiamo sapere, altrimenti determiniamo senza saperlo un conflitto iniziale. Poi magari qualcuno si alza e dice che non vengono applicate le leggi della Regione.

Noi non abbiamo altri strumenti, Presidente, per poter lavorare dignitosamente, se non quello di acquisire preventivamente, da parte di chi ne ha titolo, un parere di legalità. Poi certo, dobbiamo verificarlo anche noi, almeno quelli che lavorano, io penso che dovrebbero farlo tutti, ma almeno quelli che lavorano hanno la possibilità di leggere le norme vigenti e di fare delle verifiche. Ma questo non sta più avvenendo. L'esame del collegato alla finanziaria non sembra un processo di normale legiferazione parlamentare, ma sembra più che altro un processo, se mi passate il termine, di accattonaggio istituzionale. Cioè: "Mettiamoci d'accordo su quello su cui ci conviene metterci d'accordo, noi non vi diciamo no su questa parte e voi non ci dite no su quest'altra parte". Tutto questo non va bene, lo dico per il semplice fatto che con questo sistema si supera la vetustà anche dei nostri stili istituzionali. Vede, Presidente, noi dobbiamo adeguare la nostra velocità nel cambiare l'ordine del giorno ai nostri lavori. Il disegno di legge numero 71 risale al "Medioevo" rispetto alla situazione economica complessiva di questa regione, quando c'era un altro Assessore, un'altra concezione del mondo. Poiché l'avevamo inserito all'ordine del giorno non potevamo ripensare l'agenda di questa Regione! L'agenda della Regione va invece rivista ad horas di fronte al fatto che stiamo perdendo i connotati non dico dell'autonomia, ma della regionalità scippataci dallo Stato. Ma priorità come questa devono continuare il loro iter o non dobbiamo piuttosto fermarci e riscrivere l'agenda di questa Regione, se vogliamo avere un collegamento con la società?

E poi, a ognuno la sua, Presidente: notifichi al Presidente della Regione che le manifestazioni si fanno di fronte a Villa Devoto, non di fronte al Consiglio regionale. Se il Presidente della Regione è impossibilitato a esercitare la sua funzione, interviene la norma dello Statuto che prevede lo scioglimento del Consiglio regionale. Il Presidente è evidentemente impossibilitato in maniera definitiva, perché non lo si vede più! Se è malato ha il nostro rispetto, ma se lui non è malato, è invece malata gravemente la Sardegna per cui il Presidente deve venire qua a parlare delle cose che riguardano la nostra isola anziché tirar fuori alibi di quel tipo!

Dobbiamo avere la capacità di renderci conto che siamo in un mondo diverso, Assessore, e che questo provvedimento o altri di questo genere li possiamo pure approvare, ma con la consapevolezza che così facendo porteremo la spesa obbligatoria, ormai attestata al 97-98 per cento del bilancio, oltre il 100 per cento e non avremo più un euro da gestire di fronte ai drammi che conosciamo. Lo sappiamo questo? Siamo accompagnati dall'idea di quante risorse dovremo immettere per attuare questo provvedimento? Non ne abbiamo idea perché nessuno ci ha garantito un parere contabile su questo provvedimento.

Poi qualcuno dice persino che noi scriviamo male gli emendamenti. Io gli esami scolastici li ho superati da tempo, penso che se una cosa è scritta male la si può certamente scrivere meglio, però impariamo a rispettarci reciprocamente, perché noi siamo qui per spiegare il motivo per cui proponiamo determinate cose. E la nostra proposta, che è molto chiara e anche un po' provocatoria, dice sostanzialmente questo: chiudiamo questo valzer inutile, perché non possiamo usare la Regione, i suoi enti, la sanità, come un decantatore sociale di fronte al mondo che ci sta precipitando addosso. Dobbiamo sapere che abbiamo un apparato regionale di 2.600 dipendenti, più della metà dei quali, cioè oltre 1.300, è in categoria D. Sono tutti funzionari e fanno valere i loro mansionari, mentre abbiamo bisogno di un'articolazione flessibile dell'amministrazione, certo ripensata anche con logiche diverse.

Noi non l'avremmo fatto quando abbiamo governato? Abbiamo però fatto delle cose e quando si fa si può anche sbagliare, ma vorrei sommessamente ricordare che quando noi abbiamo cominciato a governare avevamo un obiettivo, quello di lavorare per la modernizzazione di questa Regione in ragione della sua maggiore competizione. Oggi, per quello che sta accadendo, dobbiamo lavorare per la modernizzazione di questa Regione in funzione del suo mantenimento all'interno di un sistema economico della civiltà moderna e perché essa non torni nel novero dei Paesi del terzo mondo. E' uno scenario un po' diverso. E se in questa Regione tutte le risorse che abbiamo giusto perché dobbiamo sanare ingiustizie con ingiustizie le andiamo a collocare su queste cose, i denari per far muovere lo sviluppo, per rientrare in quel sistema economico da dove li dovremmo prendere, posto che la spesa obbligatoria assorbe ormai il 100 per cento della capacità di spesa complessiva? Almeno di questo dovete darci atto e su questo il Presidente della Regione deve rispondere, altro che annunciare nuovi piani casa!

Io l'ho già detto, ma ci arriveremo al momento opportuno: questa ossessione del mattone nasconde, secondo me, qualcosa. Spero che prima o poi lo spirito divino ci dia una mano e porti alla luce la verità, perché io non intravedo altra ragione se non quella di un'ossessione che proviene dalle zone d'ombra di chi ci governa oggi. Di fronte al disastro della nostra autonomia, di fronte ai tagli, il Presidente si dà malato. Il Presidente convoca la Conferenza delle Regioni a statuto speciale e poi non ci va, vi rendete conto? Neanche un bambino dell'asilo infantile ha comportamenti così irresponsabili! Bisogna che a un certo punto, nella revisione del nostro Statuto, pensiamo seriamente a una clausola che ci consenta di liberarci di queste calamità naturali, perché il giorno che saremo chiamati a prendere decisioni se avremo ancora un Presidente che si imbosca per paura della realtà saremo spacciati, perché rispetto ai cittadini chi deve dare le risposte è sempre la politica. E se chi è eletto direttamente non ne risponde vorrà dire che saremo tutti trascinati in questa irresponsabilità.

Continuiamo a discutere il disegno di legge numero 71, che è quello che coloro che protestavano contro Equitalia e contro l'iniquità delle manovre economiche stanno aspettando! Il pane glielo daranno di sicuro questo provvedimento e quei quattro privilegi sbagliati che abbiamo messo in essere negli anni passati! Anche per colpa nostra, certamente, ma avere cognizione degli errori passati significa anche adeguare la condizione di oggi ai bisogni di oggi.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei ha richiamato la mia attenzione su alcuni problemi relativi alle Commissioni. Sarà mia cura verificare quanto da lei sollevato. Ricordo comunque che sono responsabili dell'iter procedurale per l'approvazione delle leggi i Presidenti di Commissione e i referendari dirigenti, i quali devono certificare che i progetti di legge vengano esaminati secondo le procedure previste dal nostro Regolamento.

Per quanto riguarda il parere della Giunta, questo è obbligatorio soltanto in Aula. L'assessore Floris ha prima espresso un parere conforme a quello del relatore e nel caso in cui non intenda esprimere un parere è sempre facoltà della Giunta rimettersi all'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Signora Presidente, ho sentito il bisogno di intervenire su un testo di legge che ho già commentato ieri nel dare il mio parere contrario al passaggio agli articoli e che non credo commenterò ancora per molto tempo, voglio fare però alcune osservazioni che probabilmente sono sfuggite all'attenzione di chi ci ascolta.

Stiamo esaminando un disegno di legge del novembre 2009, sono passati perciò all'incirca diciotto mesi dalla sua presentazione. Richiamandomi al concetto di modernizzazione portato all'attenzione dell'Aula dal collega Sanna nel suo intervento, facevo un'analisi: in diciotto mesi è cambiato il mondo, è cambiata l'Italia, è cambiata la Sardegna. Sono successi fatti talmente stravolgenti che sembrano non aver minimamente intaccato l'attenzione di quest'Aula e di questa Giunta. Parliamo di un disegno di legge proposto da un Assessore che non è più tale, di un testo di legge, diciamolo, disconosciuto dall'attuale Assessore, che ha fatto un intervento che ho molto apprezzato, ma l'avrei apprezzato e compreso ancor di più se l'avesse fatto stando da questa parte dell'aula, cioè come consigliere; lo comprendo un po' meno fatto dai banchi della Giunta.

Perché dico questo? Vedete, colleghi, la crisi economica, sociale, morale ed etica non cambia le vecchie regole non scritte della politica che continuano a governare il fare politica. C'è una particolarità in questo disegno di legge e, come ha detto l'Assessore, noi tutti siamo portatori di interessi. Assessore, però c'è una differenza tra l'essere portatori di interessi particolari e l'essere portatori di interessi generali, nei quali rientrano anche gli interessi particolari. Quando invece questo interesse è invertito, quando perdiamo tempo in quest'aula - come stiamo facendo anche in questi momenti - accade, per esempio, che le diecimila persone che manifestavano qui fuori ieri, e che erano portatrici degli interessi di almeno altre 200 mila persone, passino pressoché inosservate da parte nostra, di quest'Aula e in particolare del Presidente della Regione. Sto tenendo un calendario degli attacchi influenzali del Presidente della Regione e sono preoccupato per lui. C'è una costante in questi attacchi influenzali o nella malattia del nostro Presidente: le sue assenze per malattia coincidono tutte con momenti topici, in cui la piazza protesta, emergono argomenti "caldi" da portare in Aula, confronti determinanti da fare. Credo che bisognerà aprire un nuovo fascicolo, un nuovo protocollo nelle riviste di medicina specializzate per capire di che tipo di patologia si tratti. Non possiamo avere un Presidente fuggiasco!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Contumace!

CAPELLI (Gruppo Misto). Contumace, mi suggeriscono.

In questi anni abbiamo già subito due manovre finanziarie da parte del Governo centrale e l'ultima è forse la peggiore in assoluto, che lede i nostri diritti di sardi e i diritti dell'autonomia sarda. Siamo qui a parlare del disegno di legge numero 71, mentre il Presidente avrebbe dovuto chiedere, e non su proposta della mozione della minoranza, la convocazione dell'Aula per confrontarsi e per chiedere il sostegno del Consiglio e dei sardi su una vertenza che ci vede per l'ennesima volta in contrapposizione al Governo centrale. Ne abbiamo fatte tante di vertenze di questo genere e nessuna, a dir la verità, è andata a buon fine: da quella sulle entrate a quella sulla continuità territoriale, sull'esproprio del G8, sui fondi FAS e quant'altro. Neanche una è andata a buon fine e questo è indicativo del livello di autorevolezza di questa Regione. Adesso abbiamo di fronte un tema caldo che interessa le tasche, la pancia, il futuro della nostra gente e siamo qui a parlare dei portatori di due interessi!

Sicuramente, come ho detto ieri, sarei stato molto più libero di parlare della regolamentazione degli interessi dei dipendenti regionali se avessimo provveduto prima a regolamentare i nostri privilegi che, badate bene, e non voglio fare falso moralismo, non credo siano tutti veramente tali, ma si usa questa espressione per accomunare un momento in cui la politica dovrebbe riflettere sulla sua condizione. Perciò quando parlo di privilegi non voglio dire che scarico tutto, credo però che dovremmo porre in essere degli atti di responsabilità riguardo alla situazione contingente che ci avvicinino di più alla gente. Questo ci renderebbe liberi di parlare delle riforme a carico degli altri, invece noi continuiamo con il solito sistema. L'altro giorno leggevo una delibera sulla gratificazione di un dirigente regionale per un importo di 220 mila euro, una cifra non molto diversa dai 210 mila euro previsti nella scorsa legislatura. Ma mi chiedo: è giusto, è corretto tutto questo? E noi siamo qui a garantire passaggi di categoria senza concorso, situazioni veramente ridicole! E il fatto che questo sia bipartisan è grave, è molto grave. Non siamo liberi, non siete liberi, tutti abbiamo preso impegni nel 2009, ebbene il mondo è cambiato. Giustifichiamoci con il fatto che il mondo è cambiato, ma non possiamo perseverare in un vecchio metodo politico, quello per cui si deve per forza di cose rispondere agli impegni per garantirsi o garantire al nostro partito alle prossime elezioni un consenso basato sul clientelismo. Basta, non possiamo continuare così!

Dal 2009 ad oggi è nato il movimento dei pastori, è nato il movimento delle partite IVA, è nato il malcontento generale. E noi cosa diciamo a queste persone? Parliamo loro della categoria D, della categoria B, dell'avanzamento di carriera garantito senza concorso, del riconoscimento delle funzioni, tutte cose che non interessano a nessuno, presumo neanche ai diretti interessati qualora facessimo qualcosa di diverso, di utile ed efficace per la generalità dei nostri concittadini.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue CAPELLI.) Un'altra particolarità: noto che in questo disegno di legge la maggioranza inizia proponendo la soppressione di nove articoli su dieci. Non c'è chiarezza neanche in questo e io, Assessore, la capisco benissimo. Lei si trova a dover condurre un Assessorato senza nessuna programmazione, senza aver capito qual è l'obiettivo che le è stato consegnato, per fare cosa, per arrivare dove. Allora credo che dobbiamo essere coscienti di un fatto: il Presidente della Regione ha minacciato le dimissioni, allora venga qui, dia le dimissioni e l'Aula deciderà. Io vorrei verificare quello che ritengo sia un grande bluff!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, voglio leggere due cose. Una di queste è l'articolo che stiamo discutendo, che recita: "Nella legge n. 31 del 1998 sono apportate le seguenti modifiche: (…) Il Direttore generale della Presidenza assume la denominazione e il ruolo di Segretario generale della Presidenza e, oltre ai compiti di cui all'articolo 24, coordina su indicazione del Presidente" - questa è l'attività gestoria in capo alla funzione dirigenziale - "i direttori generali della Presidenza e degli Assessorati nel quadro delle attribuzioni e delle responsabilità previste dalla legge.", che non prevede questo. "Dopo il comma 4 dell'articolo 31 è inserito il seguente: 4 bis. Il trattamento economico da attribuire al Segretario generale è determinato con il provvedimento di nomina e non può essere inferiore" - stiamo attenti, perché questo disegno di legge è stato prodotto con l'aiuto degli Uffici della Giunta regionale - "al trattamento economico complessivo del direttore generale maggiorato di non meno del 40 per cento". Questa è un'opera d'arte! E noi parliamo di privilegi nel caso del lavoratore precario dei Beni culturali che prende 800 euro al mese e rischia di perdere anche quelli! Questa norma è un'opera d'arte, un'operazione da campioni del mondo che è stata esaminata in Commissione ed è poi arrivata in Aula. Dopodiché abbiamo deciso che questo articolo era talmente schifoso che non valeva neppure la pena di votarlo. Lo avete deciso voi, lo ha deciso l'Assessore, e io concordo con voi che vada soppresso. Ma è stato un bellissimo tentativo!

E cosa dire dei privilegi? E' da cinque o sei anni che parliamo della necessità di riorganizzare anche noi stessi, del fatto che forse in ottanta siamo troppi qua dentro, forse non è giustificato un numero così elevato di consiglieri perché, forse il livello di rappresentatività popolazione sarda-consiglieri regionali non corrisponde al normale criterio di rappresentatività in Italia e nel mondo. Forse va fatto un ragionamento su quello che abbiamo, sul fatto che abbiamo pochi strumenti di lavoro, che le difficoltà maggiori le incontriamo in relazione agli strumenti di lavoro e ai servizi necessari per fare bene la nostra legislazione. In compenso abbiamo altro e non siamo neppure tra i più privilegiati: ci sono dirigenti delle strutture dell'amministrazione regionale che percepiscono indennità che i consiglieri regionali non vedono neppure! E poi non siamo tutti uguali: c'è chi deve andare in aspettativa senza assegni, e quindi l'indennità è sostitutiva dello stipendio che percepiva, altri che invece svolgono attività imprenditoriali o professionali oppure esercitano un tipo di attività che può essere, anzi è considerata compatibile con la funzione di consigliere regionale.

C'è quindi una modalità anche poco seria di parlare sempre di privilegi senza mai entrare nel merito, senza raccontare punto per punto, segno per segno qual è la realtà. E poi con chi ce la prendiamo? Ma è chiaro, con il lavoratore dell'impresa di pulizia della scuola che è stato cacciato via dopo che gli era stato promesso che sarebbe stato stabilizzato per quel po' po' di stipendio mensile di 750 euro! Per intervento della finanza pubblica, che noi tutti dobbiamo contribuire a salvare, portiamo questo trattamento economico da 750 a 540-530 euro, e magari si tratta di un lavoratore monoreddito con figli a carico. Oppure con chi ce la prendiamo? Ce la prendiamo con il lavoratore delle cooperative dei beni culturali, che abbiamo mantenuto in una condizione di precarietà dal 1984, quando sono partiti i progetti della legge numero 28, quella che avrebbe dovuto dare lavoro a tutti i sardi. Ad alcuni glielo ha dato, ma glielo sta facendo pagare giorno dopo giorno, nella sofferenza e anche nell'incertezza.

E poi? Poi abbiamo una macchina amministrativa che è la fine del mondo! Ai direttori generali, che volevamo premiare con non meno del 40 per cento del trattamento economico, di cui ho detto prima, dobbiamo chiedere che cosa fanno. La mattina si alzano, vanno in ufficio e cosa fanno? Io ho visto gli emendamenti, li ho visti tutti, perché sono uno che in questo posto ci viene per fare ciò che deve. Io rispetto tutti, però sono uno che si prende tutti gli emendamenti, va a cercare i riferimenti normativi, li legge, cerca di capire se abbiamo visto o non abbiamo visto bene le cose. Sui piani di stabilizzazione, sui punti fermi, sul divieto di aumentare il precariato nella nostra amministrazione e negli enti noi abbiamo deciso più volte, l'ultima nel 2009, con la legge numero 3 e in particolare con l'articolo 3. Al primo comma di quella legge, avendo fatto una discussione seria in Commissione, abbiamo stabilito che, al fine del superamento di tutte le forme di lavoro precario nella pubblica amministrazione regionale, a far data dall'entrata in vigore di quella legge la Regione, gli enti e le agenzie avrebbero potuto procedere alle assunzioni di personale a tempo determinato, ovvero non con contratto a tempo determinato, cioè con una fattispecie specifica di contratto, ma per un periodo specifico di tempo, esclusivamente per motivate esigenze straordinarie ed entro la misura del 3 per cento delle rispettive piante organiche. Questo lo dico perché - mi dispiace che non ci sia il collega Cappai - si pose il problema delle agenzie agricole dove, fatto salvo quel limite del 3 per cento, non si sarebbero potuti assumere trattoristi neanche per gestire la parte provvisoria, temporanea, stagionale dell'attività, anche sperimentale, delle nostre agenzie agricole. E come è stato interpretato questo? Poi dirò perché questo testo va assolutamente salvato dalle incursioni. Se non faccio in tempo adesso, lo dirò dopo. Questo testo prevede una sanzione per i funzionari dirigenti che superano il limite del 3 per cento, ovvero prevede la responsabilità contabile e l'invio immediato alle competenti autorità di controllo degli atti compiuti in violazione di questa disposizione. Perché non lo si è fatto? Dov'è la vigilanza? Dov'è il controllo stabilito dalla Giunta? Perché si violano le leggi della Regione impunemente?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, l'articolo 1 bis è un po' la cornice "programmatico-ideologica" del disegno di legge numero 71 ed è la certificata dimostrazione del tentativo di difesa di assetti di potere consolidati all'interno della struttura regionale. Il Direttore generale della Presidenza che assume il ruolo e la denominazione di Segretario generale della Presidenza diventa un po' il deus ex machina della Presidenza della Giunta che dirige e coordina gli altri direttori regionali che, sentito l'intervento del collega Capelli, hanno un trattamento economico (poi parlerò di questo trattamento economico in relazione al nostro trattamento economico e rispetto a un argomento che è all'ordine del giorno a livello regionale e nazionale, cioè i costi della politica) che mediamente, anche se è difficile riuscire a orientarsi tra gli importi degli emolumenti al netto di tutto, è pari a 250 mila euro all'anno. Allora, al Direttore generale della Presidenza che assume la denominazione di Segretario generale della Presidenza viene assegnato un incremento del compenso economico non inferiore al 40 per cento del trattamento degli altri direttori generali. Se tanto mi dà tanto, stiamo parlando di un incremento complessivamente superiore a 100 mila euro.

Chiaramente noi siamo assolutamente d'accordo sulla soppressione dell'articolo 1 bis, ma questo mi offre il destro per parlare di un altro argomento, che è quello dei costi della politica. Quando si parla dei costi della politica si parla dei costi relativi agli organismi politici. Premetto che non voglio difendere i nostri compensi, io ho sempre detto, e lo ribadisco in quest'Aula, che li considero assolutamente superiori, ingiustificatamente elevati rispetto alla media nazionale ed europea e anche rispetto a quelli di molti consessi regionali. Un deputato dei Länder tedeschi prende mediamente il 40 per cento in meno - per tornare all'emendamento 1 bis - di quanto percepiamo noi, quindi una riflessione su questo va fatta. Molti consiglieri regionali - molti, non tutti, per carità - vengono qui per primi la mattina e vanno via per ultimi la sera, sono sempre presenti nel dibattito in Consiglio e vengono qui a volte anche di sabato. Fatta questa considerazione il fatto che ci siano dipendenti regionali che percepiscono il doppio o il triplo del trattamento economico riservato ai consiglieri mi sembra difficilmente comprensibile e se a questo aggiungiamo che molti dirigenti regionali sono "generali senza esercito", come mi viene giustamente suggerito, sono cioè spesso dirigenti di sé stessi o di pochissime altre persone, allora un ragionamento mirato, preciso su questa situazione va sicuramente fatto.

Le voglio anche ricordare, assessore Floris, un argomento che le ho premesso in Commissione l'altro giorno e che solleverò tutte le volte che parlerò in Consiglio: abbiamo approvato una legge che consente alla Regione di risparmiare, ed è la legge relativa ai dipendenti dell'A[PS1] RAS; abbiamo approvato una legge che consente di potenziare gli organici di LAORE, l'agenzia regionale che opera nel settore dell'assistenza tecnica in agricoltura, cioè lavora nelle campagne, a diretto contatto con i produttori e gli allevatori, il cui organico è notoriamente scoperto, pur operando in un campo delicatissimo data l'importanza del controllo delle carni e degli alimenti che arrivano nelle tavole dei sardi; abbiamo approvato una legge, ed è da tre anni che combattiamo su questo versante, per potenziare il ruolo di controllo della Regione e risparmiare risorse, ma non riusciamo a farla applicare. Allora cominciamo a chiedere conto di questo, magari facciamo una segnalazione alla Corte dei conti, perché qualcuno dovrà pure spiegarci per quale ragione questa legge non viene applicata, nonostante gli indubbi vantaggi che ci sarebbero per la Regione, che invece continua a erogare finanziamenti a determinati enti, in maniera non molto trasparente.

Questa riflessione in riferimento all'articolo 1 bis noi pensiamo debba essere fatta perché si cominci veramente a tagliare dove è necessario tagliare, e cioè certamente non nei settori dove il disagio e le difficoltà sono maggiori, bensì là dove c'è opulenza di trattamento spesso non corroborato da una sufficiente dimostrazione dei risultati conseguiti. Quindi noi siamo assolutamente favorevoli alla soppressione dell'articolo 1 bis.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Assessore Floris, ho ascoltato la replica con cui lei ha cercato di giustificare con la dialettica Giunta-Consiglio il suo atteggiamento, lei che è un parlamentarista convinto, tant'è che ha parlato di supremazia del Consiglio rispetto alla Giunta. Il tema però non è il rapporto tra la Giunta e il Consiglio, ma tra la Giunta e la sua maggioranza; è un rapporto diverso che riguarda una parte del Consiglio, la parte che esprime appunto la Giunta. Sta qui la contraddizione, cioè non si tratta semplicemente di un rapporto dialettico parlamentare, ma di un rapporto politico che evidentemente è in crisi e bisogna prenderne atto.

Tra l'altro la legge in discussione non porta la sua firma, non è riconosciuta dalla Giunta regionale, ma è una legge di questa maggioranza. Bisognerebbe verificare quali leggi sono state approvate dalla maggioranza in questi due anni e mezzo e capire i motivi per cui le riforme non vanno avanti. Io ricordo di essere stato, insieme agli altri componenti del mio Gruppo, firmatario di una mozione che, rispetto al lavoro che lei stava facendo come Presidente della Commissione autonomia, intendeva portare avanti il discorso sulle riforme, così come lei chiedeva. Ricordo anche che lei si dimise o si autosospese dalla carica di Presidente della prima Commissione. C'era un rapporto difficile e articolato con la maggioranza, che evidentemente quelle riforme non le vuole fare, visto che siamo fermi a quel punto. Il patto costituzionale con lo Stato, è cronaca di questi giorni, non lo si vuole riscrivere; è fermo nella prima Commissione, che probabilmente, presidente Pittalis, non le danno l'opportunità di riunire. So che lei ha costituito due sottocommissioni, ma con le sottocommissioni non si risolve il problema. C'è un percorso dettato da un ordine del giorno unitario, che mi pare porti la data del 19 novembre 2010, che prevede l'avvio di un percorso per la riscrittura dello Statuto, del nuovo patto costituzionale con lo Stato, nella forma più ampia e partecipativa possibile, l'approvazione della legge statutaria (di cui c'è estrema necessità perché con la legge statutaria possiamo decidere noi stessi, senza bisogno dello Stato, perlomeno in merito alla forma di governo, ai casi di incompatibilità, alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini, al conflitto di interessi), della legge elettorale, che è anch'essa urgentissima, nonché della legge di organizzazione della Regione.

E' vero, c'è un rapporto Giunta-Consiglio, ma c'è anche un rapporto politico Giunta-maggioranza, per cui credo che dobbiate "registrarvi" un po', che dobbiate stabilire le priorità, decidere se questi mesi rappresentano la fine di una legislatura costituente o se dobbiamo continuare a navigare a vista. Credo che sia un problema soprattutto vostro.

Io sto cercando di capire quali sono le vostre priorità, mi sto interrogando. Mi sembra di capire che il mattone sia veramente la vostra priorità, assessore Floris. Il collega Sanna diceva che il mattone è per voi un'ossessione. Avete provato fin dall'inizio, con la vostra prima vera legge, il piano casa, non a dare una stanza in più ai sardi, ma a stravolgere il Piano paesaggistico regionale. Ci avete provato in una maniera devo dire subdola, ma anche dilettantistica, superando tutte le leggi, tutti gli standard, l'intesa con i Beni culturali; lo avete fatto senza neanche un atto di indirizzo per modificare la legge salvacoste e infatti siete dovuti tornare in Aula a perpetuare l'errore, ma la vostra stessa maggioranza vi ha detto di non essere d'accordo, tant'è che i franchi tiratori hanno bocciato il "piano casa 2". Sono passati sei mesi e proseguite monotematicamente in quella che è la vostra vera legge: il mattone.

Credo che, mentre la Sardegna affonda, le priorità siano altre e il rapporto Giunta-Consiglio - lo dico a lei, assessore Floris, perché non ho la possibilità di parlare con il Presidente della Regione, che dovrebbe essere anche il leader della coalizione di centrodestra - debba essere sempre uguale. Dovete come Giunta regionale osservare sempre quello che il Consiglio indica, anche attraverso ordini del giorno unitari. Vi ricordo, perché è attinente alla cronaca di questi giorni, la censura che questo Consiglio ha operato all'unanimità nei confronti del ministro Tremonti, quello stesso ministro che oggi mette in gioco la specialità della Sardegna. Il giorno dopo il presidente Cappellacci si è quasi scusato, con una lettera, per quell'ordine del giorno del Consiglio regionale.

Ricordo la decisione assunta nel dicembre del 2010, sulla base di un accordo, quella volta sì, con la minoranza, sul conflitto di attribuzioni da sollevare nei confronti del Governo. Anche qui la materia è la difesa della vertenza entrate. Non se n'è fatto niente, assecondando le posizioni del Governo con un atteggiamento dilatorio che ci porterà, se non interverremo sollecitamente, a entrare nella fase attuativa del federalismo fiscale e a mettere in discussione una conquista storica della Sardegna, che è l'articolo 8 riscritto, che è quel nuovo regime delle entrate.

Credo che si debba essere coerenti sempre, assessore Floris, non lo dico a lei personalmente, lo dico alla Giunta che lei oggi rappresenta.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue BRUNO.) Voi avete un problema politico e dovete risolverlo, avete con il Consiglio regionale un rapporto altalenante, mentre dovrebbe essere sempre coerente. E allora penso che le difficoltà che avete e che sono evidenti in questo disegno di legge debbano essere superate non semplicemente con una posizione tecnica, come quella che lei sta assumendo dando di volta in volta il parere sugli emendamenti e magari sopprimendo anche il lavoro fatto dai suoi predecessori, ma con un atteggiamento e un rapporto squisitamente politico che vi deve vedere protagonisti del chiarimento, se ci sarà.

PRESIDENTE. La Giunta non intende intervenire.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Sull'emendamento numero 93 il parere è favorevole. Gli emendamenti numero 25 e 26 dovrebbero decadere se viene approvato l'emendamento numero 93. C'è comunque un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 93.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 93.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Milia ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 55

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza gli emendamenti numero 25 e 26 decadono.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter, al quale sono stati presentati cinque emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter e dei relativi emendamenti:

Art. 1 ter

Ufficio della Regione a Bruxelles (Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12)

1. Alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12 (Istituzione di un ufficio speciale di informazione e di collegamento, con sede a Bruxelles) sono apportate le seguenti modifiche:

a) l'articolo 1 è sostituito dal seguente:
"Art. 1 (Istituzione dell'ufficio)
1. Per il collegamento tecnico, amministrativo e operativo tra la Regione e le istituzioni comunitarie è istituito, nell'ambito della Presidenza, l'Ufficio della Regione sarda in Bruxelles, il quale, in particolare, cura i rapporti con le istituzioni dell'Unione europea ed informa costantemente gli uffici della Regione sulle normative e le iniziative dell'Unione; collabora con gli uffici della Regione nelle attività richieste per la partecipazione dei medesimi alla formazione degli atti dell'Unione e, in generale, per gli adempimenti degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea; assiste i rappresentanti della Regione e i titolari degli uffici regionali nei rapporti con gli uffici, gli organismi e comitati di lavoro delle istituzioni dell'Unione medesima.";

b) l'articolo 2 è soppresso;

c) il comma 1 dell'articolo 4, come modificato dall'articolo 1 della legge regionale 12 agosto 1997, n. 22 (Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 12 del 1996), e dall'articolo 6, comma 14, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), è sostituito dal seguente:
"1. Il contingente organico dell'ufficio di cui all'articolo 1 è determinato come segue:

a) dirigenti n. 1;

b) dipendenti categoria D n. 5;

c) personale di segreteria e di supporto operativo n. 4.

Il dirigente è scelto tra persone di elevata e documentata competenza professionale nel settore delle politiche comunitarie che, sulla base di apposito avviso, presentino la loro candidatura; l'assunzione, previa deliberazione della Giunta regionale che detta i criteri per la determinazione del trattamento economico, avviene con contratto di lavoro a tempo determinato e di diritto privato; il personale non dirigente è individuato tra dipendenti dell'Amministrazione regionale a tempo indeterminato o, con provvedimento motivato, tra dipendenti di altra pubblica amministrazione richiesti in temporanea assegnazione con il trattamento economico previsto nell'amministrazione di appartenenza; per le attività di segreteria e di supporto operativo l'ufficio può far ricorso a contratti di somministrazione di lavoro attivati in sede nell'ambito dello stanziamento appositamente istituito per il suo funzionamento.";

d) il comma 3 dell'articolo 4, come modificato dall'articolo 1 della legge regionale n. 22 del 1997, e dall'articolo 6, comma 14, della legge regionale n. 2 del 2007, è sostituito dal seguente:
"3. Per le finalità previste dalla presente legge, l'ufficio può avvalersi, sino a un massimo di tre unità, di soggetti qualificati estranei all'Amministrazione regionale mediante contratti di lavoro autonomo di natura occasionale o di collaborazione coordinata e continuativa o di figure professionali ascrivibili alle categorie previste dal contratto collettivo di lavoro del personale regionale con il relativo trattamento economico, assunte con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato; i contratti sono definiti previo espletamento di procedure selettive pubbliche per titoli riferiti esclusivamente ai compiti istituzionali dell'ufficio".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1 ter

L'art. 1 ter è soppresso. (94)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 ter

Alla lettera c) del comma 1 dell'art. 1 ter, nel comma 1 dell'art. 4 della L.R. 12/1996, novellato, le parole "il dirigente è scelto tra persone di elevata e documentato competenza professionale nel settore delle politiche comunitarie che, sulla base di apposito avviso, presentino la loro candidatura" sono sostituite dalle seguenti "Il dirigente, che assume la qualifica e le funzioni di Direttore dell'Ufficio, è scelto tra coloro che ne facciano domanda, sulla base di un apposito bando da pubblicarsi sul BURAS, e che siano in possesso dei seguenti requisiti :

a) diploma di laurea magistrale nel settore giuridico, aziendale, economico e delle scienze politiche;

b) documentata esperienza di attività, negli ultimi dieci anni, nel settore delle politiche comunitarie;

e) esperienza di direzione formale e sostanziale di aziende o uffici, sia nel settore pubblico che in quello privato, con almeno 20 dipendenti e con diretta e comprovata gestione delle risorse umane ed economiche;

d) conoscenza certificata della lingua inglese e di almeno una seconda lingua tra francese, spagnolo e tedesco;

e) master o corsi di specializzazione universitari in materie attinenti il diritto comunitario e/o le politiche comunitarie.

Il Direttore dell'Ufficio può essere scelto al di fuori dell'amministrazione regionale in deroga ai limiti previsti dal comma 1) dell'articolo 29) della legge n. 31/1998." (27)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1ter

Alla lettera d) del comma 1 dell'art. 1ter nel comma 1 dell'art. 4 della L.R. 12/96 novellato dopo le parole "soggetti qualificati estranei all'amministrazione regionale" tutto il resto del comma è così sostituito: ''dotate dei seguenti requisiti:

a) elevatissima qualificazione professionale e culturale nel campo delle politiche comunitarie;

b) esperienza lavorativa già svolta in analoghi uffici comunitari di Bruxelles o presso altre sedi della comunità, eventualmente anche per conto di altre regioni o nazioni;

c) conoscenza di almeno due lingue comunitarie, oltre all'italiano.

Tali figure sono assunte con contratto di diritto privato, di durata annuale, rinnovabile solo per tre volte, per uno o più progetti, che devono essere esplicitati nel contratto, e sono scelte intuitu personae dal direttore dell'Ufficio." (30)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 ter

Alla lettera c) del comma 1 dell'art 1ter nel comma 1 dell'art. 4 della L.R. 12/96 novellato dopo le parole "con il trattamento economico previsto nell'amministrazione di appartenenza" sono aggiunte le seguenti "tutti i dipendenti assegnati all'ufficio, sia quelli provenienti dall'amministrazione regionale sia quelli provenienti da altre pubbliche amministrazioni, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) diploma di laurea magistrale per quelli della categoria D e diploma di scuola media superiore per il personale di segreteria e di supporto operativo;

b) conoscenza certificata di almeno una lingua straniera." (28)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 ter

Alla lettera c) del comma 1 dell'art, 1 ter nel comma 1 dell'art. 4 della L.R. 12/96, novellato, dopo le parole "con il trattamento economico previsto nell'amministrazione di appartenenza;" sono aggiunte le seguenti "in alternativa totale o parziale al contingente di personale regionale di cui al precedente punto c)." (29).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Il parere sull'emendamento numero 94 è favorevole. Invito i presentatori al ritiro degli emendamenti numero 27, 30, 28 e 29, al di là del fatto che decadrebbero in seguito all'approvazione dell'emendamento numero 94, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 94.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 94.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Risponde no il consigliere: Dedoni.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 60

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza gli emendamenti numero 27, 30, 28 e 29 decadono.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 quater, al quale è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 quater e del relativo emendamento:

Art. 1 quater

Ufficio di gabinetto del Presidente (Modifiche all'articolo 27 della legge regionale
26 agosto 1988, n. 32)

1. Al comma 2 dell'articolo 27 della legge regionale 26 agosto 1988, n. 32 (Disciplina delle attribuzioni dei coordinatori generali, di servizio e di settore dell'Amministrazione regionale) sono apportate le seguenti modifiche:

a) la lettera c) è sostituita dalla seguente:
"c) quattro consulenti";

b) nella lettera h) le parole "da un dipendente" sono sostituite dalle parole "da due dipendenti".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1 quater

L'art. 1 quater è soppresso. (95).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi entro la conclusione dell'intervento dell'onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Sarò molto rapido, Presidente. Chiaramente intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 1 quater, ma anche per sottolineare che con due parole si stabilisce il raddoppio del numero dei consulenti e dei dipendenti, secondo la filosofia che ispira tutto il disegno di legge numero 71, per cui è assolutamente giusto che questo articolo sia soppresso.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Siccome è stato presentato un solo emendamento soppressivo totale il nostro Regolamento prevede che si metta in votazione direttamente il mantenimento del testo, quindi procediamo alla votazione dell'articolo 1 quater.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1 quater.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Milia ha votato contro.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

contrari 62

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 1 quinquies, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 quinquies e dei relativi emendamenti:

Art. 1 quinquies

Direzione generale per la comunicazione

1. È istituita presso la Presidenza della Regione la Direzione generale per la comunicazione.

2. È di competenza della Direzione:

2. a) il coordinamento e la gestione delle attività degli uffici per le relazioni con il pubblico della Regione;

3. b) l'attività di indirizzo degli uffici relazioni con il pubblico di enti e organismi regionale;

4. c) l'attività di divulgazione informativa sulla normativa per la tutela del diritto d'accesso e sulla privacy;

5. d) la predisposizione del piano annuale di comunicazione istituzionale;

6. e) l'attività di indirizzo, coordinamento e gestione delle attività di comunicazione istituzionale dell'Amministrazione regionale;

7. f) il supporto all'Ufficio stampa della Presidenza;

8. g) il coordinamento e il supporto alle strutture dell'Amministrazione per il corretto utilizzo dell'immagine coordinata della Regione;

h) l'indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività di gestione degli archivi correnti e di deposito della Regione.

Emendamento sostitutivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1 quinquies

L'art. 1 quinquies è sostituito dal seguente:

"Art. 1 quinquies

Strutture dellaPresidenza

1) La Presidenza della Regione è costituita dalle seguenti strutture:

a) Direzione generale;

b) Direzione generale della ragioneria regionale;

c) Direzione generale della programmazione unitaria;

d) Direzione generale della protezione civile;

e) Direzione generale del distretto idrografico della Sardegna.

- Ufficio centrale dell'avvocatura regionale;

- Ufficio centrale per l'attività legislativa;

- Ufficio centrale per la comunicazione istituzionale.

2. Il Presidente può delegare le proprie funzioni relative al comma 2 agli Assessori competenti nelle materie.

3. L'Avvocatura regionale è costituita in un ufficio centrale autonomo, posto alle dirette dipendenze del Presidente della Regione, cui è preposto l'Avvocato generale della Regione. L'Avvocatura regionale rappresenta, assiste e difende l'Amministrazione regionale in ogni stato e grado dei giudizi, attivi e passivi, proposti dinanzi alla magistratura ordinaria, amministrativa, tributaria, contabile, nei giudizi dinanzi alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia dell'Unione europea, nei procedimenti arbitrali e dinanzi a ogni altro organo giurisdizionale; formula pareri legali richiesti dal Presidente della Regione, dalla Giunta regionale, dagli Assessori e dalle direzioni generali.

4. Ai fini di assicurare la continuità delle funzioni dell'ufficio, il personale dell'Avvocatura regionale è composto dagli avvocati della Regione in servizio iscritti, al momento dell'approvazione della presente legge, nell'Elenco Speciale di cui all'art 3 del regio decreto legge 27.11.1933, n. 1578 e dal personale in servizio presso la Direzione generale dell'Area legale. Le funzioni di avvocato generale sono assunte dal Direttore generale dell'Area legale.

5. Agli avvocati della Regione spettano i diritti e gli onorati relativi a controversie il cui esito non comporti soccombenza per l'Amministrazione, definite con sentenza, ordinanza o transazione, nella misura stabilita dall'articolo 21 del R.D. 30 ottobre 1933, n. 1611 e successive modificazioni. I criteri di ripartizione tra gli aventi diritto sono disciplinati con deliberazione della Giunta regionale.

6. Sono abrogati i commi 23 e 24 dell'articolo 20 della legge regionale n. 4/2006 e i commi 9 bis e 9 ter dell'articolo 47 della legge regionale n. 31/1998.

7. Nelle more dell'adozione di una contrattazione separata, il trattamento economico dell'avvocato generale, degli avvocati abilitati al patrocinio nanti le magistrature superiori, o che comunque svolgano le funzioni di cui all'articolo 21, comma 3 lettera b) della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 e agli altri avvocati iscritti nell'elenco speciale di cui all'articolo 3 del regio decreto legge n. 1578 del 1933 al momento della approvazione della presente legge, è quello applicato al personale addetto alle funzioni di cui all'articolo 21, comma 3, rispettivamente, lettere a), b) e d), della L.R. 31/1998.

8. Presso la Presidenza della Regione è istituito l'Ufficio legislativo quale struttura di diretta collaborazione del Presidente della Regione.

9. All'Ufficio, costituito da un numero di collaboratori esperti non superiore a cinque, è preposto il capo ufficio legislativo.

10. Il Capo ufficio legislativo e gli esperti sono scelti tra magistrati ordinari, amministrativi o contabili; tra avvocati dello Stato; tra professori universitari in materie giuridiche. Gli stessi sono nominati con decreto Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale. Salvo che si tratti di personale in quiescenza, il Capo ufficio legislativo è collocato fuori ruolo o in aspettativa secondo le norme dell'ordinamento di appartenenza, mentre per gli esperti il collocamento fuori ruolo o in aspettativa è facoltativo.

10. L'Ufficio legislativo svolge funzioni di studio e di coordinamento dell'attività legislativa e regolamentare della Regione. Ha, inoltre, funzioni di consulenza, studio e assistenza giuridico amministrativa sui disegni di legge e su ogni altro affare che il Presidente della Regione ritenga di affidargli. Segue l'iter legislativo presso il Consiglio regionale e presso le altre istituzioni nazionali e comunitarie.

11. L'organizzazione dell'ufficio e il trattamento economico dei suoi componenti sono stabiliti con deliberazione della Giunta regionale. Gli oneri sono valutati in euro 300.000,00 annui.

12. Contestualmente alla nomina del capo ufficio legislativo il Servizio affari legislativi presso la Direzione generale dell'Area legale della Presidenza della Regione cessa di esercitare le funzioni attribuite all'Ufficio legislativo.

13. Presso la Presidenza della Regione è istituito l'Ufficio per la comunicazione quale struttura di diretta collaborazione del Presidente della Regione.

14. È di competenza della Direzione:

a) il coordinamento e la gestione delle attività degli uffici per le relazioni con il pubblico della Regione;

b) l'attività di indirizzo degli uffici relazioni con il pubblico di enti e organismi regionale;

c) l'attività di divulgazione informativa sulla normativa per la tutela del diritto d'accesso e sulla privacy;

d) la predisposizione del piano annuale di comunicazione istituzionale;

e) l'attività di indirizzo, coordinamento e gestione delle attività di comunicazione istituzionale dell'Amministrazione regionale;

f) il supporto all'Ufficio stampa della Presidenza;

g) il coordinamento e il supporto alle strutture dell'Amministrazione per il corretto utilizzo dell'immagine coordinata della Regione;

h) l'indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività di gestione degli archivi correnti e di deposito della Regione.

15. Gli oneri derivanti dall'applicazione delle presenti disposizioni grava sull'UPB SO 1.02.002 del bilancio della Regione." (74)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Art. 1 quinquies

Alla lettera a) del comma 2 dell'art. 1 quinquies dopo le parole "uffici per le relazioni con il pubblico della Regione" sono aggiunte le seguenti parole "nel rispetto dell'autonomia prevista dalla vigente legislazione per alcune categorie di enti;" (31)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Art. 1 quinquies

Dopo il comma 2 dell'art. 1quinquies è aggiunto il seguente:

2 bis." Il dirigente a capo della struttura, che assume la qualifica e le funzioni di Direttore Generale per la comunicazione, è scelto con le modalità previste dalla vigente legislazione tra coloro che siano in possesso, oltre che dei requisiti richiesti dalla normativa per l'accesso alla Dirigenza regionale della Regione, anche dei seguenti requisiti:

a) documentata esperienza di attività, negli ultimi dieci anni, nel settore della comunicazione giornalistica e/o televisiva e/o radiofonica;

b) esperienza di direzione formale e sostanziale di aziende o uffici nel settore della comunicazione, sia pubblici che privati, con almeno 20 dipendenti e con diretta e comprovata gestione delle risorse umane ed economiche.

Il Direttore generale della comunicazione può essere scelto al di fuori dell'amministrazione regionale in deroga ai limiti previsti dal comma 1) dell'art. 29 della legge regionale 31/1998." (32).)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 74 e 32 sono privi di copertura finanziaria.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Sull'emendamento numero 74 la Commissione ha formulato un invito al ritiro, salvo valutazione positiva da parte della Giunta, ipotesi nella quale sarà fornita la copertura finanziaria. L'assessore Floris fa cenno che la Giunta non è favorevole, per cui l'emendamento numero 74 è ritirato. Sugli emendamenti aggiuntivi numero 31 e 32 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1 quinquies.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Contu Felice ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 61

astenuti 2

maggioranza 31

favorevoli 35

contrari 26

(Il Consiglio approva).

Gli emendamenti numero 31 e 32 sono stati ritirati.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 sexies, al quale sono stati presentati due emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 sexies e dei relativi emendamenti:

Art. 1 sexies

Ufficio ENPI (Modifiche all'articolo 6 della
legge regionale n. 2 del 2007)

1. Al comma 17 dell'articolo 6 della legge regionale n. 2 del 2007, sono apportate le seguenti modifiche:

9. a) dopo le parole "ufficio di livello dirigenziale" è aggiunta la parola "generale";

b) alla fine è aggiunto il seguente periodo: "All'ufficio è preposto un direttore equiparato agli effetti giuridici ed economici al direttore generale dell'Amministrazione regionale.".

Emendamento soppressivo totale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 1 sexies

L'art. 1sexies è soppresso. (33)

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 1 sexies

L'art. 1 sexies è soppresso. (96).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 sexies la Commissione ha espresso parere favorevole. Successivamente, in una serie di interlocuzioni, è stato prospettato che il non attribuire la natura di centro autonomo di spesa all'ENPI comporterebbe una perdita di 20 milioni di euro. In queste condizioni, avendo sentito anche i colleghi della Commissione, le chiederei, Presidente, di spostare l'esame di questo articolo a mercoledì mattina, prima che sia discusso l'articolo 11, per consentire un approfondimento e la predisposizione di un eventuale emendamento concordato, sostitutivo del testo dell'articolo.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la richiesta è accolta.

Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:

Art. 2

Dotazione organica

1. Al fine di assicurare lo svolgimento delle funzioni ordinarie dell'Amministrazione regionale aventi carattere stabile e continuativo è avviato un procedimento di revisione della pianta organica vigente alla data del 1° gennaio 2009 i cui oneri sono coperti con la corrispondente riduzione degli stanziamenti destinati ai contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa.

2. A conclusione del procedimento di revisione e di verifica la Giunta presenta al Consiglio regionale le modifiche legislative per determinare le variazioni delle tabelle organiche, le conseguenti quantificazioni della spesa e la relativa copertura mediante riduzione degli stanziamenti delle UPB sulle quali gravano spese per contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa.

3. Le somme portate in riduzione non possono essere reintegrate e comunque utilizzate per attivare contratti di collaborazione coordinata e continuativa.

4. Le agenzie e gli enti soggetti alla legge regionale n. 31 del 1998, sono autorizzati a porre in essere le procedure di cui al comma 1, sempre che sussistano analoghe esigenze organizzative e le condizioni per l'integrale copertura dei relativi oneri con le modalità indicate nel comma 1.

5. Per le finalità di cui al comma 4 gli enti e le agenzie, a conclusione del procedimento di cui al comma 1, trasmettono alla Giunta una relazione contenente le variazioni della dotazione organica, la copertura dei relativi oneri, le corrispondenti riduzioni dei capitoli di spesa destinati ai contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa.

6. La Giunta regionale, per far fronte alle esigenze di carattere pluriennale degli uffici impegnati in attività di gestione, attuazione, sorveglianza, monitoraggio, valutazione, informazione e controllo nell'ambito degli interventi finanziati dai fondi strutturali per la fase di programmazione 2007-2013, è autorizzata a disporre un incremento straordinario della dotazione organica nel limite dell'1 per cento ed a coprire i relativi oneri attingendo alle risorse dei predetti fondi destinate all'assistenza tecnica; le somme necessarie sono trasferite ai pertinenti capitoli del bilancio regionale con la procedura di cui all'articolo 20 della legge regionale 14 maggio 2009, n. 2 (Bilancio di previsione per l'anno 2009 e pluriennale per gli anni 2009-2013). Il personale assunto a copertura dei posti così istituiti è esclusivamente impiegato nelle attività sopra specificate per tutta la durata del finanziamento e l'utilizzo delle relative risorse è assoggettato a rendiconto, ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 3 ottobre 2008, n. 196 (Regolamento di esecuzione del regolamento (CE) n. 1083/2006, recante disposizioni generali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione).

7. Alla chiusura della fase di programmazione di cui al comma 6, la spesa relativa al personale indicato nel medesimo comma fa carico agli stanziamenti ordinari del bilancio regionale destinati alla copertura della dotazione organica dell'Amministrazione. I relativi costi sono assorbiti mediante graduale soppressione dei posti che si rendono vacanti a decorrere dal 31 dicembre 2013 per le cessazioni dal servizio a qualunque titolo. Alla copertura degli eventuali maggiori oneri per la fase transitoria si provvede con legge finanziaria.

8. Nell'ambito del programma di copertura dei posti vacanti previsto dall'articolo 54 della legge regionale n. 31 del 1998, sono inserite le procedure di stabilizzazione di cui all'articolo 36 della legge regionale n. 2 del 2007, come integrato dall'articolo 10 della presente legge, fatto salvo l'attingimento degli idonei dalle graduatorie dei concorsi pubblici in corso di validità.

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 2

L'art 2 è soppresso. (97)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 2

Al comma 7 dell'articolo 2 le parole "31 dicembre 2013 per le cessazioni dal servizio a qualunque titolo. Alla copertura degli eventuali maggiori oneri per la fase transitoria si provvede con legge finanziaria" sono sostituite dalle seguenti:

"31 dicembre 2011 per le cessazioni dal servizio a qualsiasi titolo. Il personale di cui al comma 6 sarà progressivamente inserito nei ruoli regionali con il riassorbimento della spesa derivante dalla mancata sostituzione del personale cessato e nessuna nuova assunzione potrà essere effettuata dalla Regione fino al totale riassorbimento del nuovo personale. Qualora al termine della fase di programmazione di cui al comma 6, sussistessero ancora eventuali maggiori oneri per la fase transitoria si provvede con legge finanziaria." (35)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 2

Al termine del comma 1 dell'articolo 2 sono aggiunte le seguenti parole:

"Contestualmente all'avvio del processo di revisione della pianta organica, l'Amministrazione predispone un'informativa sugli effetti che l'introduzione di Information Technology ha avuto negli ultimi cinque anni e su quelli che si prevedono nei prossimi cinque anni sui livelli qualitativi e quantitativi del personale. Tale informativa viene trasmessa alla competente commissione del Consiglio regionale che la esamina e la approva o la respinge entro 60 giorni dalla ricezione; l'approvazione è preliminare ala modifica delle piante organiche." (34).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Signora Presidente, questo articolo contiene un motivo ricorrente. Il comma 1 stabilisce la possibilità di rivedere la dotazione organica della Regione e dà copertura alle eventuali modifiche di quella dotazione attraverso una riduzione degli stanziamenti destinati ai contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa. Il disegno di legge numero 71 è del 24 settembre 2009, lo dico perché dovrebbe essere coerente con quanto disposto da una legge approvata nell'agosto del 2009, cioè la citata legge numero 3. Il comma 2 stabilisce che il procedimento di revisione e verifica in capo alla Giunta è presentato al Consiglio per le modifiche legislative, per determinare le variazioni delle tabelle organiche, le conseguenti quantificazioni della spesa e le relative coperture sulle quali gravano spese per contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa. Il comma 3 dice che le somme portate in riduzione non possono essere reintegrate o comunque utilizzate per attivare contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Quello che vorrei segnalare, Presidente, perché riguarda anche l'attività ispettiva che ha svolto questo Consiglio, è che queste previsioni sono state incluse, a settembre del 2009, in un disegno di legge che poi è stato esaminato dalla Commissione competente e quindi valutato in ordine alle normative che erano allora in vigore, e cioè in questo caso all'articolo 3 della legge numero 3 del 2009, che appunto diceva che solo per esigenze straordinarie si sarebbe potuto assumere personale a tempo determinato nella misura massima del 3 per cento. Coerentemente con questo indirizzo la Giunta regionale e poi la Commissione che cosa fanno? Fanno un'ipotesi di decurtamento delle risorse che insistono su una partita che non si può più attivare, se non in misura minima.

Questo perché lo dico, Presidente? Perché agli atti della Commissione d'inchiesta risulta invece che la considerazione del 3 per cento era solo ed esclusivamente mirata a una tipologia di contratto, a detta degli Uffici che sono stati ascoltati dalla Commissione, cioè il contratto a tempo determinato. Ma il contratto a tempo determinato era quello con il quale si potevano ancora, almeno nella misura del 3 per cento, fare assunzioni, mentre non si sarebbero più potuti fare contratti di collaborazione coordinata e continuativa. E infatti il comma 3 dell'articolo 2 che stiamo discutendo dice: "Le somme portate in riduzione non possono essere reintegrate e comunque utilizzate per attivare contratti di collaborazione coordinata e continuativa". Questo diceva la Giunta nel 2009 e diversamente facevano gli Uffici, i quali quando non potevano fare contratti di collaborazione coordinata e continuativa accedevano a convenzioni con società di somministrazione, le cosiddette società di lavoro interinale.

Il risultato di questa vicenda qual è? In questi anni è stato creato un altro tipo di precariato all'interno dell'amministrazione regionale, in violazione di una legge che già esisteva e che stabiliva che non si poteva prolungare oltre quella degenerazione di una modalità così costosa di reclutamento del personale. Ma allora che cosa ne deriva, Assessore? Ne deriva una responsabilità, calcisticamente si direbbe oggettiva, in capo a quelle autorità o soggetti che erano preposti non solo all'attuazione di quella legge, ma anche al controllo nei confronti delle altre autorità o soggetti che al rispetto di quella legge erano ugualmente vincolati.

Questo lo dico, Presidente (poi spiegherò la ragione per cui le ho scritto una lettera), perché noi abbiamo fatto un percorso di questo tipo: abbiamo individuato alcune difficoltà, ci siamo messi a lavorare per trovare delle soluzioni, in qualche caso quelle soluzioni hanno avuto una considerazione positiva unanime da parte del Consiglio, poi le abbiamo rese disponibili come regole da applicare all'Esecutivo e alle strutture preposte che sono chiamate a responsabilità dai contenuti ancora vigenti della legge numero 31, perché alcune responsabilità, cioè quelle tipiche gestorie, non sono della Giunta, cioè non sono della parte politica. E quando noi diciamo che è sempre la parte politica che risponde, non diciamo una cosa giusta o una cosa utile; diciamo spesso una cosa sbagliata, perché la legge prevede che dell'attività gestoria, in modo particolare delle risorse umane e delle risorse finanziarie stanziate e legate agli obiettivi ne risponde la struttura amministrativa, che ha il dovere di attuare le leggi e di realizzare i programmi e non può da questo deviare. Quando una legge contrasta con una disposizione data dalla Giunta la struttura ha il dovere di intervenire in forma scritta segnalando alla Giunta stessa il tipo di violazione, perché l'amministrazione, cioè la funzione burocratica, che è una funzione che va oltre la politica, non ha un colore in quanto risponde al diritto del cittadino di avere un'amministrazione imparziale, per cui non può trovarsi nella condizione di violare una tra le principali leggi di questa Regione, quella che scinde le responsabilità politiche da quelle funzionali e burocratiche.

Questa non è una guerra fatta per nulla, perché ogni atto che viene fatto senza questa considerazione di responsabilità costa soldi, costa sacrificio del popolo sardo. E deve essere chiamato a responsabilità, non solo dal punto di vista contabile, chi non adempie a quelle leggi. Dirò poi della situazione del nostro bilancio. Attorno a queste vicende si consuma, purtroppo, l'incapacità di spesa e anche di intercettazione delle risorse dell'amministrazione regionale. Cosa dobbiamo fare? Chiudiamo baracca o facciamo in modo che le leggi che questo Consiglio approva siano rispettate senza che ci sia un'ulteriore valutazione da parte di chi non ha titolo per farla?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo brevemente intanto perché questo dibattito non diventi un monologo, con interventi della sola opposizione, ma soprattutto per rispondere all'onorevole Gian Valerio Sanna sull'operato della prima Commissione.

Penso che sia stato riconosciuto da tutti i componenti di maggioranza e di opposizione l'ottimo lavoro fatto dai funzionari, che pur nella ristrettezza dei tempi hanno messo a disposizione di tutti i commissari il materiale utile e necessario per l'esame del disegno di legge numero 71 e perché si sviluppasse quel dibattito che poi si è sviluppato direi - e qui forse è il limite - senza tener conto del contingentamento dei tempi e delle ripetizioni degli interventi degli stessi commissari, proprio perché abbiamo ritenuto che la materia fosse di tale importanza da non dover assolutamente porre alcun limite alla discussione, tant'è che sono stati necessari sia il pomeriggio della giornata di ieri che la mattinata odierna.

Debbo anche dire, come sosteneva l'onorevole Uras, che questa materia non è di pertinenza di un colore politico piuttosto che di un altro; è una materia che dovrebbe vedere superati i vincoli ideologici e le pregiudiziali di appartenenza anche partitica, e a questo proposito devo riconoscere l'ottimo lavoro di sintesi che è stato fatto anche grazie al relatore, l'onorevole Steri. Questi sono i fatti e gli atti posti in essere nelle giornate di ieri e di oggi dalla prima Commissione.

Voglio però rivolgermi soprattutto ai colleghi dell'opposizione per metterci d'accordo. Noi abbiamo ritenuto che tutta la materia in qualche modo avesse una rilevanza in termini di modifica della legge fondamentale di organizzazione della Regione, la legge numero 31 del 1998, e che molte parti del disegno di legge numero 71 dovessero essere rinviate a un disegno più complessivo e organico che l'assessore Floris sta predisponendo o ha già predisposto. Per motivazioni differenti l'opposizione era contraria a quelle norme, e mi pare che ci sia, sia pure da posizioni diverse, una convergenza sulla loro soppressione. Ora, che la discussione si attardi sugli articoli sulla cui soppressione siamo tutti d'accordo davvero mi sembra che sia o rischi di essere solo un esercizio accademico di eloquenza retorica. Pertanto direi che fino all'articolo 10 possiamo procedere in modo un po' più spedito, perché il vero confronto sarà sugli emendamenti che sono collegati all'articolo 11. Mi pare utile semmai sviluppare il confronto su temi come la stabilizzazione dei lavoratori dell'ARAS, perché è vero che sono lavoratori ai quali qualche anno fa abbiamo dato, come Consiglio regionale, una risposta chiara e certa, ma se ci sono difficoltà interpretative sollevate dai funzionari regionali, anche suffragati da autorevoli pareri legali, è compito della politica, e quindi di questo Consiglio regionale intervenire.

Non mi interessano i bizantinismi, non mi interessa sapere che cosa stia facendo il Presidente della Regione in questo momento; mi interessa il confronto su cosa possiamo fare per dare una risposta definitiva ai lavoratori dell'ARAS. E' possibile portare il confronto su questo tema, colleghi, e cercare di utilizzare al meglio il nostro tempo? Questo vale per la stabilizzazione dei lavoratori dei Beni culturali così come per le stabilizzazioni in settori diversi previste negli emendamenti. E' possibile portare il confronto sull'uso e anche sull'abuso che dello strumento del lavoro interinale si è fatto nel corso di questi anni, e forse si continua a fare?

Siamo favorevoli a porre le basi per un confronto sereno su questi temi. Il resto davvero non mi interessa. Mi rendo conto che rischio anch'io di essere involontariamente corresponsabile, se dovessi proseguire oltre, del fatto che se non portiamo il confronto sulle cose concrete rischiamo di far perdere tempo e soprattutto di rimandare ancora le risposte che quei signori - e li chiamo signori nel vero senso della parola - che in questi giorni stanno bivaccando sotto i portici del palazzo del Consiglio, in via Roma, attendono. In questo modo non avr[PS2] emo fatto un utile esercizio della nostra funzione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, ho colto il positivo afflato dell'indicazione del collega Pittalis, ma c'è un elemento per quel che riguarda l'articolo 2 e anche gli articoli di cui si chiede la soppressione che è importante e che assolutamente non possiamo sottovalutare. Nell'articolo 2 relativamente alla dotazione organica dell'amministrazione regionale ci sono alcune indicazioni che voglio sottolineare ai fini della discussione del prossimo disegno di legge che la Giunta si prepara a presentare e che noi ci apprestiamo a discutere con serietà e con spirito costruttivo.

Il comma 4 e in particolar modo il comma 8 dell'articolo 2 attengono alla necessità di revisione della dotazione organica della Regione e soprattutto del contenimento dei contratti e delle assunzioni a carattere provvisorio, a tempo determinato o di collaborazione continuativa. Perché sottopongo questo problema in questo dibattito, assessore Floris? Il mio Gruppo ha presentato un unico emendamento al disegno di legge numero 71 ed è l'emendamento che chiede che la Regione eviti di continuare a rivolgersi alle agenzie interinali per la chiamata di personale provvisorio. Questa è un'attitudine ormai consolidata certamente da parte dei privati, che hanno chiesto la privatizzazione delle procedure di selezione delle assunzioni, la soppressione degli uffici di collocamento e di avere mano libera nelle assunzioni. Non sono però solo i privati ad avvalersi di questa facoltà, sciagurata aggiungo io, ma anche le pubbliche amministrazioni. E questo, badi bene, presidente Pittalis, è uno degli strumenti più efficaci per creare nuovo precariato! Bisogna andare alla radice del problema, cioè impedire che la pubblica amministrazione utilizzi questo strumento, peraltro in maniera subdola e cosciente in molti casi, io ritengo, anche perché le agenzie interinali, un po' come capitava con i vecchi enti di formazione professionale, spesso hanno agganci diretti o indiretti con quest'Aula e con la politica regionale. Le agenzie interinali hanno, lo sottolineo, contatti diretti con quest'Aula e con la politica regionale, allora è nostro dovere intervenire.

Siccome nell'articolo 2 è richiamato il principio a cui mi riferisco, voglio sollevare questo problema perché venga considerato nella predisposizione del prossimo o dei prossimi provvedimenti che arriveranno in quest'Aula. E poiché sappiamo che le assunzioni particolari, fatte tramite agenzia interinale, sono sottoposte al controllo della magistratura, chiederei che questi elementi inseriti nell'articolo 2 che ci accingiamo a sopprimere non venissero sottovalutati, perché al di là dell'inadeguatezza del provvedimento sono un elemento importante da tenere presente. E' mio e nostro dovere in questo caso mettere in evidenza uno dei pochi elementi positivi che sono stati inseriti in questo provvedimento.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Sull'emendamento numero 97 il parere è favorevole, poi, sempre prescindendo dal problema di decadenza, sugli emendamenti numero 35 e 34 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è negativo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 97.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Corda ed Espa hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 53

(Il Consiglio approva).

Gli emendamenti numero 35 e 34 sono decaduti.

Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale sono stati presentati quattro emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e dei relativi emendamenti:

Art. 3

Sostituzione dell'articolo 6 bis
della legge regionale n. 31 del 1998

1. L'articolo 6 bis della legge regionale n. 31 del 1998 è sostituito dal seguente:
"Art. 6 bis (Attribuzioni di incarichi di elevata professionalità)
1. L'Amministrazione, le agenzie e gli enti, per obiettivi e progetti specifici attinenti alle competenze loro attribuite dall'ordinamento, quando la complessità o la straordinarietà dei problemi da risolvere lo richiedano, possono conferire ad esperti, la cui competenza risulti adeguatamente documentata, incarichi individuali per prestazioni di elevata professionalità culturale, tecnica o scientifica, qualora sia impossibile farvi fronte con le risorse professionali presenti al loro interno.
2. Gli incarichi di cui al comma 1 sono disciplinati con contratti di lavoro autonomo di natura occasionale o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nei quali sono indicati l'oggetto della prestazione, che deve essere di natura temporanea, la durata, il luogo, i contenuti, i criteri per lo svolgimento dell'incarico e il compenso.
3. Gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa non possono avere durata complessiva superiore a dodici mesi e, nel biennio successivo alla scadenza, nessuna delle amministrazioni di cui al comma 1 può stipulare contratti di lavoro di natura flessibile con il medesimo soggetto; i limiti di tempo non operano per gli incarichi finalizzati allo svolgimento di uno specifico progetto e per gli incarichi finanziati con fondi comunitari o statali.
4. Gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa sono conferiti da ciascuna direzione generale interessata sulla base di procedure di selezione pubbliche conformi ai principi di trasparenza e imparzialità, fondate sulla comparazione dei requisiti professionali indicati al comma 1.
5. Il direttore generale preposto alla struttura interessata:

a) accerta con propria determinazione la sussistenza dei presupposti di cui al comma 1;

b) dà comunicazione del conferimento dell'incarico alla direzione generale dell'Amministrazione regionale competente in materia di personale.

6. Ciascuna direzione generale trasmette, entro il 31 agosto di ogni anno, alla direzione generale competente in materia di personale, una relazione contenente le informazioni sui contratti stipulati specificandone la natura, il numero, la durata, le professionalità, i costi, le procedure selettive utilizzate, la sussistenza dei presupposti che giustificano le deroghe ai limiti temporali di cui al comma 3 e ogni altro elemento utile per la redazione della relazione di cui all'articolo 19, comma 1.
7. L'Amministrazione, le Agenzie e gli enti rendono noti mediante inserimento nelle rispettive banche dati accessibili al pubblico per via telematica, e nel Bollettino ufficiale della Regione, gli incarichi conferiti ai sensi del presente articolo nonché gli altri incarichi indicati nell'articolo 98 della legge regionale 28 aprile 1992, n. 6 (legge finanziaria 1992), indicando l'oggetto, l'importo e la durata dell'incarico, intendendosi soppresse le altre diverse forme di pubblicità previste da norme vigenti.
8. Il ricorso a contratti di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di funzioni ordinarie o l'utilizzo di collaboratori come lavoratori subordinati, fatte salve le ipotesi di responsabilità amministrativa stabilite dalle norme vigenti, costituisce illecito disciplinare.
9. Al dirigente responsabile di irregolarità nell'utilizzo dei contratti di cui al presente articolo non è erogata la retribuzione di risultato.".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 3

L'art. 3 è soppresso. (98)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 3

Al comma 1 dell'articolo 3 nel comma 4 del novellato art. 6 bis, le parole "procedure di selezione pubbliche conformi ai principi di trasparenza e imparzialità, fondate sulla comparazione dei requisiti professionali indicati al comma 1" sono sostituite dalle seguenti:

"una scelta discrezionale dei direttore generale interessato tra i diversi soggetti in possesso dei requisiti di cui al precedente comma 1 senza alcuna necessità di una procedura comparativa. Al termine del contratto di consulenza il direttore generale che l'ha disposta provvede a stendere e a inoltrare ala Direzione generale della Presidenza una dettagliata relazione su quanto avvenuto, esprimendo altresì in maniera documentata un parere sui risultati attesi e ottenuti dal procedimento." (37)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 3

Al comma 1 dell'articolo 3 nel comma 9 del novellato art. 6 bis le parole "non è erogata la retribuzione di risultato" sono sostituite dalle seguenti:

"viene revocato l'incarico di direttore generale. Il direttore cui è stato revocato l'incarico per irregolarità nell'uso dei contratti previsti dal presente articolo non può tornare a rivestire incarichi di direzione generale per un periodo di cinque anni." (38)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 3

Al comma 1 dell'articolo 3 nel comma 9 del novellato art. 6 bis dopo le parole "farvi fronte con le risorse professionali presenti al loro intero" sono aggiunte le seguenti:

"La complessità e/o straordinarietà dei problemi da risolvere devono essere adeguatamente specificate nel provvedimento e, in particolare, devono essere esaustivamente chiarite le ragioni per le quali non è possibile farvi fronte con le risorse disponibili all'interno dell'amministrazione. Gli esperti, per poter essere nominati, devono avere competenze specifiche nei problemi da affrontare e vantare nel curriculum docenze di livello universitario in Italia o all'estero e/o pubblicazione di libri o lavori scientifici e/o collaborazioni consolidate con istituzioni scientifiche o culturali di livello almeno nazionale e/o consulenze professionali per aziende pubbliche o private e/o documentate esperienze di precedenti interventi analoghi nel settore della pubblica amministrazione." (36).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). L'articolo 3 regola le modalità attraverso le quali l'Amministrazione regionale, le agenzie e gli enti, per obiettivi e progetti specifici attinenti alle competenze loro attribuite dall'ordinamento, possono conferire incarichi individuali per prestazioni di elevata professionalità culturale, tecnica o scientifica, qualora sia impossibile farvi fronte con le risorse professionali presenti al loro interno. Noi siamo pieni di c[PS3] onsulenze, Presidente, che difficilmente sono riconducibili a competenze di natura culturale particolarmente elevate e comunque non presenti all'interno dell'Amministrazione regionale.

Tutto questo, cioè la situazione particolarmente compromessa della macchina amministrativa, unita a tutta una serie di vincoli a operare, che nascono da una confusione normativa veramente imponente, ha effetti anche sulla spesa. Io ho i dati sul monitoraggio della spesa regionale alla data del 30 giugno 2011 che è interessante leggere, lo dico anche all'onorevole Petrini, perché ci dicono come è divisa la spesa regionale. Faccio alcuni esempi: quanto spendiamo per il cosiddetto funzionamento istituzionale, quanti pagamenti abbiamo fatto fino a giugno del 2011 per questa voce, tra residui e competenze? Abbiamo effettuato pagamenti per circa 680 milioni di euro. Quanto abbiamo speso per la sanità fino a giugno del 2011? Circa 1 miliardo e 750 milioni di euro. Complessivamente siamo già nell'ordine di 2 miliardi e 500 milioni di euro di spesa complessiva per due sole voci: il funzionamento dell'istituzione regionale e delle autonomie locali e la sanità.

Vediamo quanto abbiamo speso, invece, in materia di politiche per l'istruzione: 41 milioni di euro. Cioè 2 miliardi e mezzo li abbiamo spesi per la sanità e il funzionamento delle istituzioni, mentre per l'educazione e l'istruzione abbiamo speso 41 milioni. Quanto abbiamo speso per il patrimonio culturale in conto competenze e residui? Ventisette milioni di euro. Ripeto: 2 miliardi e mezzo per la sanità e il sistema istituzionale e 27 milioni per il patrimonio culturale!

Quanto abbiamo speso complessivamente, in conto competenze, a giugno del 2011 per l'occupazione, ma anche per l'attrazione di investimenti, per il turismo sostenibile, per l'industria e l'artigianato, per le filiere agroalimentari, per la pesca e l'acquacoltura? Abbiamo speso 46 milioni di euro. Quindi 2 miliardi e mezzo per la sanità e il sistema istituzionale e 46 milioni per tutte le attività economiche per l'occupazione in Sardegna. Ma di che cosa stiamo parlando? Noi manteniamo l'apparato amministrativo-burocratico, i medici, gli infermieri e noi stessi! Il popolo e anche noi abbiamo bisogno di cure ed è perciò giustificato che paghiamo i medici e gli infermieri, ma per che cosa paghiamo noi stessi se abbiamo realizzato un investimento di soli 46 milioni di euro per l'economia tutta, per l'attrazione degli investimenti, per il turismo sostenibile, per l'industria, l'artigianato e il commercio, per le filiere agroalimentari, per la pesca e l'acquacoltura, per le politiche per l'occupazione e per l'impresa? Per che cosa ci paghiamo, che cosa ci stiamo a fare qua dentro? Di che cosa dobbiamo parlare?

Questo lo dico perché mi sarebbe piaciuto qualche volta, anche nelle sessioni di bilancio, tolte le spese correnti… Noi abbiamo detto all'assessore La Spisa: facciamo un assestamento di bilancio, non stiamo a perdere tempo. Sa, Presidente, qual è la dimensione dei residui passivi che ci trasciniamo nel 2011? I residui assommano a 6 miliardi e 618 milioni di euro, ovvero 13 mila miliardi delle vecchie lire! Quanta parte di queste risorse abbiamo speso fino a giugno? Ne abbiamo speso ben il 25, 9 per cento, cioè 1 miliardo e 287 milioni, per cui ci rimangono "appena" 4 miliardi e 976 milioni, una massa finanziaria enorme, a cui andranno aggiunti i residui che matureremo nel corso di questo esercizio finanziario. E ci ritroveremo come al solito con 7-8 miliardi di euro di residui passivi, di spesa non fatta che dà origine a trasferimenti non realizzati da parte dello Stato.

Per passare alle entrate, Presidente, sa qual è la dimensione delle cifre riscosse fino a giugno del 2001 sul totale dei tributi devoluti dallo Stato in forza della norma statutaria? Su 6 miliardi e 700 milioni, così quantificati, le riscossioni ammontano a 1 miliardo 853 milioni 171 mila euro in conto competenze: neppure un terzo! E a conclusione dell'esercizio avremo lasciato nelle casse dello Stato molto ma molto di più di quello che abbiamo riscosso fino a metà anno.

Noi abbiamo una Regione al tracollo finanziario ed economico che bada solo a sopravvivere, che è incapace di intervenire sulle questioni sociali, che è incapace di intervenire sull'economia! Noi facciamo finta di lavorare qua dentro! E poi dirò perché le ho scritto una lettera, Presidente. Se si fa finta di lavorare qua dentro, non si fanno le cose che si devono fare, non si fa un assestamento di bilancio, non si aggredisce il problema delle entrate e della spesa, non si mette in piedi una macchina che funziona. Noi non ci stiamo a fare niente qua dentro!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi).Io non ci sto al ragionamento dell'onorevole Uras, che da più tempo continua a dire che noi qui non ci stiamo a fare niente. Non ho capito, onorevole Uras, qualcuno la tiene legato? Qualcuno le impedisce di fare quello che deve fare? Qualcuno lega ciascuno di noi in qualche modo particolare per cui non possiamo agire, non possiamo regolarci diversamente rispetto al modo che sino ad ora è stato criticato?

Io mi sento un uomo libero e liberamente ho sempre detto quello che penso, anche nei confronti della maggioranza, verso la quale sono stato coerente, ma non posso non ammettere che qualcosa va male, che certe cose vanno malissimo! Non sarei un uomo libero, non riuscirei a stare con dignità all'interno di quest'Aula se non lo ammettessi! Ma la gente che viene a protestare qui certe cose non le sa, e qui giustamente si è detto più di una volta che probabilmente quelle persone sbagliano portone dove affrancarsi con un ragionamento diverso. Io chiedo scusa, pensando a quelli che manifestavano qui fuori ieri, al cosiddetto popolo delle partite IVA, che qualcuno ha illuso facendogli credere che c'era la possibilità di attuare ancora una politica forse dissennata, una politica utopistica per la quale tutto era un raggio di sole!

Se così non è, e mi riferisco agli amici del P.d.L., bisogna riflettere, bisogna trovare soluzioni diverse, bisogna essere critici, bisogna fare qualcosa di più e di innovativo in quest'Aula. Bisogna dire, per esempio, che se le cose stanno così come ha detto il collega Uras, che ha citato dati relativi all'Amministrazione regionale, evidentemente qualcosa non funziona. E se qualcosa non funziona è perché non riusciamo a darci strumenti adeguati, ad attuare le politiche forti e serie che richiede una crisi come quella in atto, in cui l'Isola è più che mai isola, incapace di incidere veramente su quelli che sono i principi di sviluppo che fino a ieri osannavamo.

Quali sono i dati che stiamo registrando nel settore del turismo quest'anno? Il 20-25 per cento in meno di presenze. Quali sono gli assi portanti del nostro vivere nella nostra isola? Non c'è più un concetto di sviluppo serio, approfondito, non c'è settore produttivo i cui problemi vengano affrontati con serietà, mi riferisco al commercio, all'artigianato, alla piccola e media impresa; della grande impresa conosciamo le avventure o meglio le disavventure che viviamo tutti insieme in questa regione. Se così è, mi chiedo: possiamo avere tutti un sussulto di dignità e riscrivere quello che innanzitutto è nostro dovere riscrivere, e cioè una nuova carta costituzionale della nostra isola, della Sardegna, per un rapporto diverso con lo Stato e con l'Unione europea? Da lì discende tutto, da lì inizia la dignità di un popolo, da lì inizia la capacità di potersi amministrare con serietà. Se non facciamo questo, sfuggiamo a un nostro dovere primario, che è quello di darci regole certe, di costruire una Regione seria che dia risposte altrettanto serie alla gente che va a bussare alla sua porta.

Ma in questo provvedimento prevalgono le stabilizzazioni particolari anziché quelle generali, ecco perché ho votato contro il passaggio all'esame degli articoli. Bisogna che noi tutti facciamo seriamente ammenda. Caro Luciano Uras, anziché rimpolpare quello che altri ti dicono fuori di qui, cerca di non essere l'anello di congiunzione di altri pericolosi anelli, non cercare scorciatoie, ma sii dignitoso nel tuo ruolo di opposizione, per dare dignità a quest'Aula e al popolo sardo.

Sono stufo di sentirmi fare prediche inutili da parte di qualcuno. Allora o ciascuno di noi affronta con onestà il proprio dovere o veramente portiamo allo sbando una popolazione che è già allo sbando sotto l'aspetto sociale ed economico. E' un richiamo che faccio prima di tutto a me stesso, perché voglio recuperare la mia dignità all'interno del mio Gruppo politico, all'interno di questa maggioranza che ho costruito insieme ad altri, per dare una risposta seria ai problemi della Sardegna, per dare una risposta seria alle varie categorie sociali, per non vedere nuovamente i pastori protestare qui fuori, per capire se l'agricoltura è amministrata bene, per sapere se la scuola, che spesso viene utilizzata insieme all'università come merce di scambio, caro Luciano, può avere dignità e autonomia nel costruire un processo di sviluppo innovativo nella nostra Isola. Se non faremo questo ancora una volta dovremo cantare il ritornello che altri cantano fuori di quest'Aula; un'Aula, come diceva qualcuno del passato regime, sempre più grigia e sorda, che non ascolta neanche quelle che sono le ansie, le aspettative, le necessità di un popolo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certo è un po' strano che si accalori così l'onorevole Dedoni, il quale avrebbe la ragione opposta per adirarsi, intanto perché il suo partito ha presentato gran parte di questi centotrenta emendamenti e sono stati tutti falciati. Questo è un messaggio politico, dovete regolarvi!

DEDONI (Riformatori Sardi). Appunto sono stati falciati, non ci sono, onorevole Sanna!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lasciami parlare, io non ti ho disturbato. Avete presentato tanti emendamenti e la Giunta e la maggioranza alla quale appartenete vi hanno detto: "Non ci siamo, cancellazione", e quindi si è aperto un problema politico. Nel merito tutti questi emendamenti - capisco che ci sia stata un po' di fretta nel predisporli - sono quanto di più paradossale si potesse inventare in un momento come questo, cioè solo provvedimenti clientelari all'eccesso e spregiudicati.

Ora, può darsi che sia una provocazione, questo l'onorevole Dedoni lo spiegherà successivamente, ma il fatto che questo ragionamento arrivi da coloro che continuano a chiamarsi in modo ormai fuori dalla storia "Riformatori" e venga da loro fatto soprattutto nei confronti di SEL è un paradosso incredibile, perché da qualche parte anche quel partito fa questo ragionamento: "Abbiamo preso atto di una quantità innumerevole di ingiustizie e dobbiamo sanarle". Ma quello che noi vogliamo sapere è altro: quelle sanatorie costituiscono anch'esse delle ingiustizie che si sommano alle ingiustizie che si vogliono riparare, quindi complicando la questione, oppure no? E se sono ingiustizie non sarebbe meglio usare un marchingegno che si chiama ghigliottina, approfittando del fatto che siamo in una condizione drammatica, e dire basta? Anche perché una funzione nobile in politica è quella di poter dire: nel trentennio, nel quarantennio appena finito ne abbiamo combinato tutti; tutti abbiamo un pezzo di responsabilità, non foss'altro per inerzia o distrazione. Facciamo dunque tutti un'ammissione di colpevolezza e di correità che ci consenta di prendere una decisione diversa per il futuro.

Questo articolo, per esempio, è la dimostrazione di come questa Regione funzioni a trazione ridotta, cioè quando parla di alte professionalità esprime un giudizio, dice infatti che quando la Regione non ha le sue professionalità in via straordinaria può ricorrere all'esterno ad alte professionalità, documentando l'impossibilità di trovarle nel suo organico. Non c'è stato niente di più ipocrita negli anni scorsi che la dichiarazione di questa impossibilità. Perché? Perché non è vero che sia così, perché la Regione ha le professionalità, le ha sempre avute, e io l'ho potuto verificare nella non facile esperienza del Piano paesaggistico. Vi ricordo, per memoria, che quando furono fatti i vecchi PTP il territorio regionale fu diviso in quattordici distretti; per ogni distretto fu assunto un gruppo di progettisti col compito di elaborare il relativo PTP. Somma totale delle parcelle: 18 miliardi di lire; esito finale: tutti i PTP bocciati da parte dei giudici dello Stato con un'affermazione molto grave per dei professionisti, che sostanzialmente diceva: "Avete fatto i furbi, avete cioè fatto bene individuando il vincolo, ma poi avete stabilito delle norme che prevedevano attività di trasformazione per cercare di aggirarlo". Quindi i giudici hanno emesso una sentenza che era persino una dichiarazione di scarsa professionalità.

Che cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo voluto un comitato scientifico di indirizzo e l'abbiamo creato, abbiamo chiesto la disponibilità delle strutture a mettere in bilancio, questa è la verità, 1 milione e 500 mila euro per pagare: i rimborsi delle spese di viaggio del Comitato scientifico; le spese di stampa delle carte e dei documenti; la produttività e gli obiettivi raggiunti dalla struttura. Abbiamo creato una struttura secondo le possibilità e utilizzando le professionalità esistenti; abbiamo motivato il personale, abbiamo fissato, dall'usciere fino all'ingegnere e all'architetto, la gradazione della partecipazione alla produttività e abbiamo fatto il Piano paesaggistico, definito dal tribunale amministrativo: il compendio più importante di conoscenze che la Sardegna abbia mai avuto in materia territoriale. Quindi non l'abbiamo giudicato noi; l'hanno giudicato terze persone che non fanno politica e l'hanno giudicato così.

MULA (Riformatori Sardi). Un capolavoro!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è un capolavoro, perché i capolavori sono privi di difetti. Invece, come tutte le cose, anche il PPR ha dei difetti ed è migliorabile, ma è comunque un atto che ha avuto una sua complessità. A dire la verità, assessore Floris, qualche complicazione l'abbiamo avuta da parte delle strutture che sovrintendevano al riconoscimento della produttività. Abbiamo faticato a convincerle perché ovviamente non stava bene che qualcuno percepisse un incentivo di produttività maggiore rispetto ad altri, quindi si disconosceva il principio per cui chi recupera dentro l'amministrazione una maggiore motivazione deve avere un'incentivazione. Questo perché si è radicato in questa amministrazione regionale il principio del livellamento di professionalità e anche perché è esistito per anni un principio in base al quale le professionalità che sono insite nell'amministrazione regionale sono state penalizzate dalla libera professione delle proprie idee politiche, tant'è che in questa Regione una persona che sia stata, per esempio, negli uffici di gabinetto di un Assessore di centrosinistra va "buttata via", anche se è la migliore del mondo, quando arriva il centrodestra. Questa è la regola che ha imperato per anni e anni. Perché? Perché abbiamo fatto una continua politicizzazione di tutto. Invece di dare degli incentivi funzionava così e quando non si avevano più direzioni da attribuire si assegnavano responsabilità di servizio, che corrispondevano a incrementi finanziari. Si attribuiva cioè l'alta professionalità, che era una forma diversa di responsabilità; magari l'alta professionalità non c'era, però si usava fare così.

Ora, in questo disegno di legge si dice che il ricorso a contratti di collaborazione coordinata e continuativa per lo svolgimento di funzioni che non siano davvero particolari e speciali costituisce illecito disciplinare. Se oggi approviamo questa norma e poi andiamo a vedere che cosa avete combinato in questi due anni e mezzo e applichiamo gli illeciti disciplinari, ne vedremo di dirigenti nei guai, perché di persone che stanno facendo l'ordinaria amministrazione sulla base di questi incarichi ce ne sono tante, anche nella sanità. L'hanno denunciato anche i Riformatori l'altro giorno.

Assessore, io mi auguro che lei provveda, per esempio, a sanare rapidamente questa discrasia che c'è nella formazione degli uffici di gabinetto. Ci possiamo permettere ancora degli uffici di gabinetto le cui spese complessive per tutti gli Assessorati superano la spesa destinata alla dirigenza? Sono dati contabili, se ne prenda visione. Gli sprechi della politica sono anche nei luoghi dove noi impediamo a noi stessi di mettere il naso, evitando di ragionarci su per paura di toccare alcuni rapporti che invece andrebbero toccati. I costi della politica però sono dispersi qua e là.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Sull'emendamento numero 98 il parere è favorevole. Fermo restando il problema della decadenza in caso di accoglimento dell'emendamento numero 98, invito i presentatori al ritiro degli emendamenti numero 37, 38 e 36, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 98.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo scusa ai colleghi, avrei voluto intervenire sull'articolo 3, ma non ho fatto in tempo a iscrivermi. Voglio solamente dire velocemente che questo articolo che pretende di regolamentare gli incarichi e le consulenze è un ulteriore specchio dell'andamento delle spese riconducibili ai cosiddetti costi della politica. I costi della politica legati a consulenze e incarichi che passano sopra le professionalità presenti nelle pubbliche amministrazioni sono diventati in questi anni, come li chiama il presidente Di Pietro, una sorta di "ingegnerizzazione" delle mazzette che prima portavano a un'attività frenetica da parte delle Procure della Repubblica. Le spese per consulenze e incarichi variamente assegnati ormai hanno superato il livello di guardia e gridano vendetta rispetto alle condizioni di vita e al bisogno di migliaia o centinaia di migliaia di famiglie sarde.

Volevo sottolineare esclusivamente questo e sollecitare la Giunta regionale, a impegnarsi veramente per evitare che questa deriva possa arrivare a un livello di guardia assolutamente insopportabile. Sappiamo che il problema non è riscontrabile solo nell'amministrazione regionale; ci sono amministrazioni provinciali anche a noi vicine, ahimè, dove consulenti vari vengono chiamati a prescindere dalla loro reale professionalità. Comunque stendiamo un velo pietoso su questo. L'unica sottolineatura che volevo fare è che su questo problema è necessario un intervento specifico. Il nostro voto chiaramente è favorevole alla soppressione dell'articolo 3. Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 98.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Corda hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 55

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza gli emendamenti numero 37, 38 e 36 decadono. L'articolo 4 è soppresso.

Passiamo all'esame dell'articolo 5, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:

Art. 5

Sostituzione dell'articolo 30
della legge regionale n. 31 del 1998

1. L'articolo 30 della legge regionale n. 31 del 1998 è sostituito dal seguente: "Art. 30 (Sostituzione dei direttori generali e di servizio)
1. Il direttore generale è sostituto in ogni sua assenza dal dirigente a ciò incaricato ai sensi dell'articolo 24, comma 1, lettera h), ovvero, qualora egli non provveda, dal dirigente che, nella direzione generale, da più lungo tempo esercita le funzioni di direttore di servizio o, in mancanza di direttore di servizio, dal dirigente con maggiore anzianità nella qualifica.
2. Salvo che l'organo di direzione politica non incarichi con proprio decreto un dirigente della direzione generale, la disposizione del comma 1 si applica anche in caso di vacanza, sino a che non si provveda in via ordinaria ai sensi dell'articolo 28.
3. Il direttore di servizio, in ogni sua assenza, qualora non provveda il direttore generale, ai sensi dell'articolo 24, è sostituito dal funzionario del servizio da lui individuato tra quelli che ricoprono le posizioni organizzative più elevate; se neppure il direttore di servizio provvede, le relative funzioni sono svolte dal funzionario che da più lungo tempo ricopre la posizione organizzativa più elevata all'interno del servizio.
4. Nei casi di assenza superiore ai sei mesi, con l'esclusione dei periodi di congedo stabiliti dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità o della paternità, a norma dell'articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 8), la titolarità del relativo incarico è assegnata ad altro dirigente. Al dirigente a tempo indeterminato al quale, rientrato in servizio, non venga attribuito un incarico economicamente equipollente a quello già ricoperto, è conservata, sino alla scadenza già prevista per il medesimo, la relativa retribuzione.
5. In caso di vacanza del titolare, sino all'adozione del provvedimento di cui all'articolo 28, le funzioni di direttore di servizio, qualora non provveda il direttore generale ai sensi dell'articolo 24, sono esercitate dal dirigente della direzione generale con maggiore anzianità nella qualifica o, in assenza di dirigenti, dal funzionario in possesso dei requisiti per l'accesso alla qualifica dirigenziale che da più lungo tempo ricopre la posizione organizzativa più elevata all'interno del servizio; in tale ipotesi il funzionario non può esercitare le funzioni dirigenziali per più di sei mesi, decorsi i quali si provvede secondo criteri di rotazione, né per un periodo superiore a dodici mesi nell'arco di un triennio.
6. In caso di pari anzianità di posizione organizzativa si applica il criterio della maggiore età.
7. Al dirigente che, in caso di assenza o vacanza superiore a quarantacinque giorni consecutivi del titolare ne svolga le funzioni è attribuita, a decorrere dal quarantaseiesimo giorno, la retribuzione di posizione più favorevole. Analogo trattamento è riconosciuto al funzionario che svolga le funzioni di direzione in sostituzione del direttore di servizio; detto trattamento retributivo non è cumulabile con compensi corrisposti per la titolarità di posizione organizzativa.".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 5

L'art. 5 è soppresso. (99)

Emendamento sostitutivo totale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 5

L'articolo 5 è sostituito dal seguente:

"1. L'art. 30 della legge regionale 31/1998 è sostituito dal seguente:

Art. 30 (Sostituzione dei direttori generali e di servizio)

1. Entro sette giorni dalla presa di servizio i direttori generali e i direttori di servizio nominano con proprio provvedimento il loro sostituto scegliendolo tra i dirigenti o, in mancanza, tra i funzionari loro assegnati sulla base di un rapporto fiduciario."

2. Qualora, per qualsiasi ragione, la designazione di cui al comma 1 non fosse stata effettuata il direttore generale e/o il direttore di servizio è automaticamente sostituito dal dirigente o, in mancanza, dal funzionario più anziano per età tra quelli in servizio nell'unità di cui trattasi.

3. Nei casi di assenza superiore a sei mesi la titolarità dell'incarico è attribuita ad altro dirigente secondo le modalità previste dalla presente legge.

Al dirigente che svolge mansioni superiori, ai sensi del precedente comma, è attribuita, a decorrere dal trentesimo giorno consecutivo di sostituzione, la retribuzione di posizione più favorevole." (39)

Emendamento aggiuntivo Vargiu.

Articolo 5

Dopo l'art. 5 è aggiunto il seguente

"Art. 5 bis. Integrazioni alla legge regionale 31/1998

1. Dopo l'articolo 33 bis della legge regionale n. 31 del 1998 è aggiunto il seguente

Art. 33 ter (Vicedirigenza)

1.E' istituita l'area della vice dirigenza in sezione contrattuale autonoma all'interno del comparto dei dirigenti della Regione Sardegna.

2. La vice dirigenza è ordinata in un'unica qualifica. Ai vice dirigenti competono:

a) lo svolgimento di attività di rilevato spessore gestionale e amministrativa ovvero la gestione ed il coordinamento di programmi o progetti di elevata complessità;

b) lo svolgimento di attività di progettazione ovvero di valutazione e controllo ovvero attività di studio, di ricerca e di consulenza;

c) il perseguimento di obiettivi specifici assegnati dal dirigente in relazione all'incarico con responsabilità anche per i risultati del gruppo di lavoro coordinato;

d) il coordinamento di gruppi di lavoro particolarmente complessi, anche trasversali e/o ricomprendenti più posizioni organizzative, non aventi comunque carattere di strategicità tale da richiedere il coordinamento diretto del dirigente;

e) la sostituzione del dirigente in caso di assenza o di impedimento;

f) l'esercizio, su delega espressa del dirigente titolare, di funzioni dirigenziali, nel rispetto dei principi di legge e direttive della Giunta/Assessore, che individuano atti non delegabili, condizioni e limiti della delega.

3. Nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali, in caso di vacanza di posizioni dirigenziali, di servizio o staff, il vice dirigente può svolgere le corrispondenti funzioni dirigenziali, con diritto al corrispondente trattamento giuridico ed economico previsto per i dirigenti. Le funzioni dirigenziali saranno conferite ai vice dirigenti regionali con decreto dell'Assessore regionale degli Affari Generali su proposta dell'Assessore competente del ramo dell'amministrazione, sentito il direttore generale della struttura di destinazione, e non potranno essere conferite per un periodo eccedente i 12 mesi, rinnovabile una sola volta.

4. L'attribuzione delle funzioni ha durata quinquennale e, se non revocata entro sessanta giorni dalla data di scadenza, si intende rinnovata per la stessa durata. Con provvedimento motivato con non presupponga o implichi giudizio negativo sull'operato del vice dirigente è possibile il trasferimento del vice dirigente a diversa funzione vice dirigenziale.

5. Il trattamento economico fondamentale e quello accessorio, quest'ultimo composto dalla retribuzione di posizione e dalla retribuzione di risultato, costituiscono la struttura della retribuzione del vice dirigente. Il trattamento accessorio deve essere correlato alle funzioni attribuite e alle connesse responsabilità.

6. L'accesso alla qualifica di vice dirigente, a regime, è consentito al personale in possesso del diploma di laurea inquadrato in categoria D con almeno 10 anni di anzianità di servizio nelle amministrazioni regionali con almeno cinque anni di permanenza nella stessa categoria.

7. In sede di prima applicazione è inquadrato in vice dirigenza il personale di ruolo dell'amministrazione regionale, degli enti e agenzie regionali e del corpo forestale e di vigilanza ambientale, in possesso del diploma di laurea, inquadrato nella categoria D che abbia maturato una categoria di servizio nelle amministrazioni regionali non inferiore a 10 anni al 31 dicembre 2010 e non meno di 5 anni nella medesima categoria. Il contingente numerico viene quantificato in numero pari ai dirigenti previsti nelle rispettive piante organiche vigenti. L'inquadramento avverrà sulla base dei posti disponibili secondo una graduatoria i cui criteri verranno stabiliti da delibera di Giunta derivante dal computo dell'anzianità di servizio riconosciuta ai fini giuridici, dei periodi di titolarità di posizioni organizzative (settori) attribuzione di incarichi di alta professionalità, del possesso di abilitazioni conseguite con esami di stato per le quali sia richiesto il diploma di laurea.

8. I posti che dovessero rendersi vacanti nel triennio successivo sono ricoperti attingendo alla graduatoria determinata secondo i criteri sopracitati.

La vice dirigenza costituisce diversa disciplina contrattuale, ai sensi dell'art. 58 comma 3 della legge regionale 31/1998. Entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge il CORAN predispone e sottopone alla trattativa con le OO.SS. dell'area contrattuale, non dirigenziale, una bozza di contratto collettivo per il personale con qualifica di vice dirigenza." (53).)

PRESIDENTE. Nell'emendamento aggiuntivo numero 53 manca l'indicazione dei costi e della copertura finanziaria.

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Uras.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, l'articolo 5 introduce modalità di sostituzione del direttore generale proprio in un quadro che è esattamente opposto a quello al quale noi avevamo fatto riferimento nel momento in cui si costruiva la normativa che scindeva la responsabilità politica dalla responsabilità amministrativa e burocratica. Infatti cosa dice in modo particolare l'articolo 5? Dice che il direttore generale è sostituito in ogni sua assenza dal dirigente incaricato ai sensi dell'articolo 24, comma 1, lettera h), della legge numero 31 del 1998, cioè un dirigente incaricato in modo sostitutivo all'esercizio delle funzioni sostitutive da parte dello stesso direttore generale, ovvero, qualora egli non provveda, dal dirigente che nella direzione generale da più lungo tempo esercita le funzioni di direttore di servizio o, in mancanza del direttore di servizio, dal dirigente con maggiore anzianità nella qualifica. Tutto questo salvo che l'organo di direzione politica non incarichi, con proprio decreto, un dirigente della direzione generale. La disposizione del comma 1 si applica anche in caso di vacanza, sino a che non si provveda in via ordinaria ai sensi dell'articolo 28. Cioè, abbiamo spostato anche la funzione sostitutiva nella disponibilità totale dell'organo politico di governo, ed è questo che rende molto complicato il tutto.

Esiste la responsabilità di legiferare del Consiglio regionale ed esiste la responsabilità di eseguire, e infatti parliamo di organi Esecutivi.Quanto approvato in legge dal Consiglio regionale è in capo alla Giunta e al suo Presidente, mentre la responsabilità gestoria è in capo al sistema burocratico amministrativo, e siccome il rapporto è integralmente fiduciario il risultato è una sintesi tra Presidente eletto direttamente dal popolo, maggioranza che si costituisce in ragione dell'elezione del Presidente, Giunta formata da una sorta di gruppo di impiegati chiamati dal Presidente della Regione per esercitare funzioni di governo, e impiegati, che sono tutti quelli che hanno una funzione apicale, scelti in modo discrezionale e totalmente fiduciario da parte della Giunta. In questo modo abbiamo non un governo della pubblica amministrazione con modelli di equilibrio tali da assicurare un percorso totalmente imparziale, ma al contrario la costituzione di un sistema esclusivamente fiduciario, che passa attraverso il canale della relazione politica e quindi di per sé, in questo modo strutturato, ha diversi limiti e possibilità di crepa rispetto a una gestione che non sia funzionale all'acquisizione di consenso a fini politico-elettorali.

Questa è la preoccupazione che noi avanziamo, Presidente, e ho avuto il piacere di ricevere la sua risposta, che ho apprezzato moltissimo. Condivido molte delle cose che lei ha sottolineato, ma io ho scritto a lei una lettera, Presidente, non per porre in essere la solita azione demagogica, richiamando l'esigenza di questo Consiglio di recuperare autorevolezza nella sua funzione di rappresentanza complessiva del popolo sardo, ma perché ho l'intima convinzione che vi sia un rischio, ovvero che sia in atto un'azione che non è solo politica di mutamento, di trasformazione radicale della democrazia italiana, che è una democrazia parlamentare, organizzata per orientamenti, culture politiche. Temo cioè che si pensi che l'obiettivo principale sia quello di procedere allo smantellamento della partecipazione popolare diffusa, che si esprime anche nelle rappresentanze e nella funzione delle Assemblee elettive, soprattutto di quelle legislative (il Parlamento e i consigli regionali) e che il conflitto politico promosso sul Consiglio regionale e sul Parlamento, cioè sui costi della politica, privilegi sempre e comunque quest'ottica, e non l'ottica di un'azione moralizzatrice dell'amministrazione pubblica. Lo dico perché mi sto chiedendo, anche in ragione delle somme che prima citavo, perché stiamo comprando Tir, se sia un compito della Regione comprare Tir e metterci sopra un manifesto su cui si legge: "Sali a bordo: idee, opportunità e contributi per il tuo lavoro", Regione autonoma della Sardegna, Azioni per il lavoro, numero verde. I Tir sono adesso fermi nel parcheggio dell'Agenzia regionale del lavoro di una Regione che, come dicevo prima, complessivamente per l'attività economica in conto competenze nei primi sei mesi del 2011 ha speso 46 milioni di euro! Ma di quali politiche del lavoro stiamo parlando? Affittiamo, noleggiamo o compriamo Tir che dovrebbero girare non so come e non so dove, ma per il momento sono parcheggiati, per parlare di occasioni di lavoro che non solo non ci sono, ma che noi impediamo persino!

Ma di che cosa stiamo parlando? Perché non abbiamo la possibilità di intervenire sulle questioni vere? Perché non si è fatto un assestamento di bilancio? Perché non si è recuperata una manovra di spesa possibile, un intervento a sostegno dell'economia? Uno degli emendamenti da me presentati, in verità pochissimi, ha come oggetto i lavoratori e i loro diritti - non i loro privilegi -, il superamento della condizione di precarietà del lavoratore nel settore privato, che è il settore che più sfrutta, anche indegnamente, la vita della gente e la appende a una flessibilità che è solo precarietà, incertezza e dubbio, non garanzia! E poi, noleggiano pullman per imbrogliare i nostri giovani! Ma di quali occasioni stiamo parlando? Ma di quali Tir abbiamo bisogno?

Noi mettiamo in campo un sistema che paga sempre quelli che devono fare la promozione di cose che non esistono, che non attecchiscono, che non hanno indirizzo, che non possono realizzare un cambiamento. Ma perché non viene qui l'Assessore del lavoro a chiarirci che cosa ne fa dei Tir parcheggiati presso l'Agenzia regionale del lavoro?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Signora Presidente, l'onorevole Gian Valerio Sanna prima ha detto che gran parte degli emendamenti a questa proposta di legge è stata presentata dai Riformatori. Io non nego questo fatto, ma, giustappunto, l'ha detto lo stesso onorevole Sanna, questo è avvenuto per evidenziare tutti gli errori che si commettono nel cercare soluzioni ai problemi lasciati irrisolti da più e più amministrazioni di questa Regione.

Onorevole Sanna, mi consenta ancora: se ci chiamiamo Riformatori ci dia l'occasione di scioglierci qual neve al sole, glielo prometto io per me stesso. Ci faccia fare le riforme che chiediamo da sempre: Statuto, legge statutaria, organizzazione del sistema di lavoro. Probabilmente riusciremo a realizzare qualcosa di diverso.

Ma quello che a me preme è tornare al dunque. Onorevole Uras, lei ha detto che ci sono i doveri dei lavoratori, oltre che i diritti. Questo mi ricorda la vecchia diatriba tra Marx e Mazzini: Marx scriveva dei diritti dei lavoratori e Mazzini scriveva dei doveri dei lavoratori. Molti non conoscono questi aspetti, ma sono estremamente interessanti, perché offrono una visione molto più moderna di quella che noi stessi oggi abbiamo. Allora, siccome c'è da costruire un sistema nuovo e diverso delle relazioni anche sindacali, voglio approfittare di questa occasione per dire che ho ricevuto da un'organizzazione sindacale - penso l'abbiano ricevuta anche altri consiglieri regionali - una lamentela per la moltiplicazione dei contratti in contrasto con la legge Brunetta (ci sarebbero circa 1.200 contenziosi); rapporti contrattuali che hanno avuto un effetto moltiplicatore in virtù dell'applicazione delle leggi numero 24 del 1999 e numero 12 del 2002: 68 mila ore sindacali! Sto parlando dell'Ente foreste. Pare che stia per arrivare in Consiglio un documento recante tremila firme a testimonianza di queste condizioni di difficoltà interna.

Onorevole Uras, stavamo parlando delle direzioni generali e delle organizzazioni delle agenzie e degli enti. Questa è una testimonianza di come non si riescono a rilevare i bisogni di produttività di un'azienda e a dare una risposta seria a chi non ha un lavoro, perché chi ha un lavoro spesso non riconosce che altri non riescono a campare, a garantire sia il pranzo sia la cena alla propria famiglia. E allora c'è la necessità di una verifica complessiva dei modi di essere da parte della società, a iniziare da noi, dai nostri comportamenti. Dobbiamo essere capaci di organizzarci in maniera degna, di dare risposte positive, di incrementare la spesa, di essere propositivi anziché fermarci come spesso facciamo.

Racconto un piccolo aneddoto sull'Agenzia del lavoro, onorevole Uras. Ancora una volta sono venuto a conoscenza di un giovane al quale viene negata la partecipazione a un master da parte dell'Agenzia perché si è laureato in Inghilterra e non in Italia, pur essendo ammesso, con quella laurea, in Inghilterra a un master superiore a cui pochi possono accedere. E' utile avere agenzie che, anziché incentivare innovazione, cultura e rapporti diversi, si sottraggono ai propri doveri? E che dire dell'utilizzazione delle agenzie per escludere delle zone, parlo per esempio dell'Oristanese? Perdonatemi se cito una questione riguardante il mio territorio, Cicero pro domo sua. Si vogliono chiudere delle aziende, era già stabilito così dalla Giunta Soru, dall'AGRIS, poi ci si inventa che bisogna assumere dei trattoristi, i quali vengono assunti nella provincia di Cagliari, trasferiti a Oristano e poi ritrasferiti nella provincia di Cagliari. Io non accetto più queste cose. Questo modo di fare della dirigenza, abbiate pazienza, non risponde non solo alle norme di legge, ma nemmeno alle responsabilità morali, civili e anche penali, se vi sono. E siccome sto esortando da parecchio tempo tutti noi a essere onesti con noi stessi, in primis per me stesso voglio una classe dirigente diversa, magari altamente retribuita ma responsabile, e non irresponsabile e pure ben retribuita, perché questo non sta né in cielo né in terra! Bisogna veramente incominciare a cambiare e se qualcuno ha in animo di fare qualche marchetta - mi consenta, onorevole Oppi, di usare un termine da lei più volte richiamato - io invece preferisco non farne. Voglio che ci sia chiarezza nei rapporti e voglio che questa Regione sia amministrata meglio.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Il parere sull'emendamento numero 99 è favorevole, mentre invito i presentatori a ritirare l'emendamento numero 39, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento numero 53 esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 99.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 99.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 61

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza gli emendamenti numero 39 e 53 decadono.

Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e dei relativi emendamenti:

Art. 6

Integrazioni alla legge regionale n. 31 del 1998

1. Dopo l'articolo 38 della legge regionale n. 31 del 1998 è inserito il seguente:
"Art. 38 bis (Mobilità all'interno del comparto)
1. Nella programmazione triennale del fabbisogno di personale di cui all'articolo 54 la Giunta regionale stabilisce, in misura non superiore al 5 per cento del contingente di personale da reclutare, i posti che possono essere coperti mediante passaggio diretto di dipendenti a tempo indeterminato della medesima categoria e area funzionale in servizio presso le agenzie e gli enti del comparto di contrattazione disciplinato dalla presente legge, che facciano domanda di trasferimento; le agenzie e gli enti applicano la presente disposizione senza il predetto limite percentuale.
2. I posti da ricoprire mediante passaggio diretto sono resi pubblici preventivamente. I criteri per l'esame delle domande sono stabiliti nel rispetto delle procedure di informazione previste dai contratti collettivi. Il passaggio è disposto previo parere favorevole dell'amministrazione di appartenenza.
3. Al personale dell'Amministrazione, delle agenzie e degli enti del comparto di contrattazione collettiva regionale in ogni caso di inquadramento a seguito di procedure di mobilità, d'ufficio o a domanda, è assicurato il trattamento giuridico, previdenziale ed economico in atto, escluso quello di natura accessoria, nonché il mantenimento dell'iscrizione presso gli eventuali fondi particolari esistenti nell'ente di provenienza.".

Emendamento soppressivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 6

Al comma 1 dell'art. 6 nel comma 2 della proposta di inserimento dell'art. 38 bis le parole "Il passaggio è disposto previo parere favorevole dell'amministrazione di appartenenza" sono soppresse. (40)

Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 6

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

3. Al personale dell'Amministrazione, delle agenzie e degli enti del comparto di contrattazione collettiva regionale inquadrato a seguito di procedure di mobilità, d'ufficio o a domanda, è assicurato il trattamento giuridico, previdenziale ed economico in atto, escluso quello di natura accessoria, nonché il mantenimento dell'iscrizione presso gli eventuali fondi particolari esistenti nell'ente di provenienza. (73)

Emendamento sostitutivo parziale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 6

Al comma 1 dell'art. 6, il comma 3 della proposta d'inserimento dell'art. 38 bis è così sostituito:

10. Anche al personale ex ISOLA, in analogia a quanto previsto per i dipendenti degli altri enti soppressi, inquadrato con procedure di mobilità nell'amministrazione regionale o in agenzie od enti del comparto di contrattazione collettiva regionale, è assicurato il trattamento giuridico, previdenziale ed economico in atto al momento della soppressione dell'Ente, escluso quello di natura accessoria, nonché il mantenimento dell'iscrizione presso gli eventuali fondi particolari esistenti nell'ente di provenienza. (91).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Per questa sera questo sarà il mio ultimo intervento, quindi rassicuro i colleghi che non andrò oltre. Proprio perché è il mio ultimo intervento della serata, ne approfitto però per riprendere il ragionamento sui trasporti gommati, sui Tir. Perché prendo ad esempio questo tipo di trasporto, in ragione di un provvedimento che stiamo praticamente bocciando in modo sistematico? Siamo arrivati all'articolo 6, che è quello sulla mobilità all'interno del comparto. Ho pensato: avranno noleggiato, acquistato, affittato, in qualche modo raccattato questi Tir per fare la mobilità del comparto? Avranno capito che mobilitare il comparto vuol dire mettere qualcuno dentro una specie di cassone di camion e trasportarlo dal parcheggio di un ufficio a quello di un altro? Immagino che questo non sia! E allora qual è il ruolo di uno strumento di questo genere? Il ruolo di uno strumento di questo genere è fare promozione degli strumenti di politica del lavoro della Regione, e per promuovere gli strumenti di politica del lavoro bisogna: 1) avere una politica del lavoro; 2) avere strumenti attuativi di quella politica del lavoro; 3) avere dotazioni finanziarie che supportino quegli strumenti; 4) avere competenze di natura tecnica per poterli illustrare, promuovere, attivare.

Noi ci troviamo, Presidente, di fronte al caso della legge numero 20 del 2005 che contiene tutte le politiche del lavoro, che anzi dice che la Regione deve dotarsi di un piano che è approvato dal Consiglio regionale in materia di politiche e servizi per il lavoro e per l'occupazione. Questo piano noi non l'abbiamo mai approvato e, come risulta dagli atti della Commissione d'inchiesta (questo è solo un pezzo degli atti che noi abbiamo a corredo), quella legge è la più inapplicata della Regione, come ci ha detto in Commissione bilancio l'Assessore del lavoro, il quale ha annunciato l'idea di procedere a una modifica per rendere quella legge funzionale all'attuazione di quelle politiche. Però la modifica di quella legge, colleghi, non esiste o meglio esiste un'ipotesi che sarebbe in arrivo in Giunta per essere poi deliberata e successivamente portata in Consiglio, esaminata ed esitata dalla Commissione di merito e poi discussa ed approvata definitivamente dall'Aula .

Di che cosa tratta la grande modifica? La grande modifica è contenuta in un paio di modifiche della legge più inapplicata, quella sulle politiche del lavoro, di una Regione che non ha problemi di occupazione, ma ha problemi solo di disoccupazione, cioè i disoccupati sono sempre in numero maggiore rispetto agli occupati. Che cosa fa la Regione? Tutto il sistema dei servizi per il lavoro che sono oggi assegnati alle province e quindi anche le funzioni allocate presso le province in virtù di una legge di riforma economica e sociale dello Stato e della legge regionale numero 20 del 2005, sono assegnate all'Agenzia regionale del lavoro, insieme al personale che vi opera. L'Agenzia regionale del lavoro si articola in sedi operative territoriali che hanno sede presso le province. Questa è la grande invenzione!

Quindi noi non abbiamo risorse finanziarie che supportino strumenti, che supportino politiche pianificate della Regione perché la legge numero 20 del 2005 è totalmente inapplicata. Si propone dunque di modificare quella legge concentrando sull'Agenzia regionale del lavoro le funzioni che oggi sono allocate, secondo norma di legge, presso le province e poi si articola l'Agenzia regionale del lavoro in sedi provinciali. Dopodiché affittiamo dei Tir e ci mettiamo qualcuno dentro che spieghi ai nostri giovani disoccupati come accedere agli strumenti che non ci sono di una legge inapplicata che sta per essere modificata, ma la modifica non esiste, e che tutto è in mano alla più grande invenzione di questa terra che può cogliere chi esercita funzioni amministrative che piuttosto che fare qualcosa di concreto continua a promuovere!

Ma promuovere chi, che cosa? Cioè possiamo noi resistere in questi termini, Presidente? Io le domando, ed è una domanda che le formulerò anche per iscritto: può questo Consiglio regionale avere consapevolezza di una sistematica violazione di legge, di un danno che si va a creare alla società per l'assenza di strumenti di intervento in una materia così delicata come le politiche del lavoro e l'occupazione, di un danno chiaro che si va a creare a questa società per la non attuazione di disposizioni previste dalla legge dello Stato, che quando ha fatto la riforma della legge numero 56 del 1987, cioè del sistema di collocamento, ha dato il compito alle Regioni di normare una revisione di quel sistema e quindi alle province di gestire il sistema dei servizi per il lavoro? Può una Regione avere parcheggiati 400 lavoratori dentro ipotesi di servizio, visto che non abbiamo ancora i servizi per il lavoro, ma abbiamo ipotesi di servizi in via sperimentale, dieci anni dopo l'approvazione della legge nazionale che trasferisce funzioni dello Stato direttamente alle amministrazioni provinciali? Può una Regione reggere un costo che è solo di natura funzionale e che non si realizza nell'attuazione di quelle politiche e di quegli strumenti che sarebbero invece dovuti stare dentro un piano destinato all'approvazione di questo Consiglio e quindi alla sua attuazione per il beneficio della nostra società, una società che ha il più alto indice di disoccupazione giovanile di tutta l'Italia e uno dei più alti d'Europa?

Allora, Presidente, siccome abbiamo istituito la Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, che ha verificato che ci sono inadempienze e questo Consiglio all'unanimità ha approvato quegli esiti, mi chiedo: quale strumento abbiamo perché chi deve rispettare la legge la rispetti e chi la deve attuare sia obbligato ad attuarla, si ponga fine agli sprechi e finalmente le dotazioni finanziarie vengano utilizzate per i destinatari originali, cioè per i nostri giovani disoccupati?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, ne approfitto per dire che effettivamente la mobilità all'interno del comparto non è mai stata attuata nella Regione Sardegna. Non c'è la possibilità di interconnettere un sistema così complesso di autonomie locali, Regione (la Regione è un'autonomia locale a carattere regionale appunto) e anche Aziende sanitarie locali.

Quindi è il caso effettivamente di operare in tale direzione, garantendo la certezza che ci possa essere una "osmotica" possibilità di spostamento tra le varie entità dello stesso comparto. Ma quello che colpisce effettivamente è che anziché realizzare le cose che servono, si propongano, come testé l'onorevole Uras ha evidenziato, arzigogolate teorie legislative, inventando l'acqua calda; un'acqua calda che tra l'altro è già passata in molti rubinetti. La modifica della legge numero 56 ha portato all'approvazione della legge regionale numero 20 del 2005, che prevede la possibilità di realizzare un collocamento adeguato in ambito provinciale attribuendo alle province le competenze specifiche e riservando alla Regione soltanto un organismo di verifica generale, raccordato con il CNEL regionale, di tutte le esigenze e necessità che il mercato del lavoro avrebbe richiamato. Se poi si vogliono disperdere queste cose ipotizzando passaggi fittizi da un'entità all'altra, i problemi della nostra Isola rimarranno tali, e sono problemi gravi perché i nostri giovani non hanno la possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro. E sapete perché? Perché non c'è orientamento. L'orientamento manca nelle scuole, manca negli uffici del lavoro, non viene fatto in nessuna misura dalle varie istituzioni a tal fine preposte, eppure agevolerebbe di molto chi è disoccupato o inoccupato o chi è in cerca di nuova occupazione a inserirsi all'interno di quella nicchia di mercato del lavoro.

La testimonianza di questo è data da ciò che è avvenuto di recente, quando per le cosiddette navi della flottiglia sarda c'era la possibilità di assumere lavoratori di diverse categorie, ma non se ne trovavano. Certo, perché nessuno ha mai incentivato la formazione del personale da imbarco, camerieri o operatori delle varie categorie, non operatori ordinari, meccanici o altro, ma appunto il personale che normalmente lavora sulle navi. Questo perché non abbiamo mai fatto orientamento, non abbiamo mai promosso la possibilità per i disoccupati della Sardegna di essere inseriti in questo settore. Solo poche persone sono state effettivamente imbarcate in quelle navi, anche perché si deve possedere un patentino ed essere iscritti in una particolare lista di disoccupazione. Ma come si è proceduto? Certo in questa circostanza i tempi erano brevissimi, ma questo evidenzia ancora di più il problema.

E' ancora il caso di mettere in capo all'Agenzia del lavoro, che mi pare abbia più di 120 dipendenti, oltre 400 dipendenti dei CESIL e dei CSL? A me pare una sciocchezza creare altre articolazioni dell'Agenzia del lavoro nelle varie province. Diamo la competenza alle province, così come prevede la legislazione nazionale. Tra l'altro quella norma è in contrasto con la legge nazionale vigente. Se c'è dunque una possibilità di agire noi dobbiamo perseguirla sino in fondo, perché è necessario fare cose concrete, serie e applicabili nell'interesse della gente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dal momento che si sta provvedendo a snellire questa legge, bisogna trovare una spiegazione per quello che rimane, perché è altrettanto importante dare un giudizio su queste cose. Se l'Assessore mi ascoltasse, vorrei dire una cosa molto importante. Assessore, le chiedo di riflettere su alcune considerazioni e sulla inopportunità di mantenere questo articolo anziché fargli fare la stessa fine che stiamo facendo fare agli altri articoli.

La mobilità interna è quanto di più autoreferenziale e dannoso esista.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Siamo d'accordo.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo so ed è per questo che ho invocato la sua attenzione, cioè per darmi una mano a convincere i colleghi ad aderire su questo. L'onorevole Dedoni non è sintonizzato, però deve sapere che la mobilità interna è sempre avvenuta. Non esiste problema, è sempre avvenuta!

(Interruzione del consigliere Dedoni)

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ascolta, tu non devi dimostrare a me una cosa che io, al contrario di te, ho esercitato, quindi stai tranquillo e datti una calmata, perché sto parlando di cose che conosco!

La mobilità interna nel comparto è sempre avvenuta! Quello che ci deve essere domandato è per quale ragione scriviamo questo principio, cioè che chi subisce la mobilità interna da agenzie ed enti conserva il trattamento giuridico, previdenziale ed economico e in più se è iscritto presso fondi particolari esistenti nel suo ente di provenienza mantiene quella iscrizione dovunque venga trasferito. E' chiaro che c'è un privilegio, è chiaro che si sta facendo una cosa che non va bene! Vige il principio del riconoscimento del maturato economico, questo è normale, ma che si debba parlare di trattamento giuridico e previdenziale, oltre che dell'iscrizione a fondi, mi pare una cosa vergognosa!

Ne approfitto per sottoporle un altro aspetto, Assessore. Una delle cose che io non ho mai capito e che trova e ha sempre trovato, questo lo so per certo, una resistenza dentro i meccanismi della burocrazia, è la ragione per la quale nella Regione non è mai stata autorizzata la mobilità intercompartimentale, che è esattamente lo strumento che ci avrebbe consentito di assorbire professionalità da strutture che lo Stato sta dismettendo per effetto del trasferimento di competenze, che ci avrebbe consentito di cercare in altri enti le professionalità non presenti all'interno dell'Amministrazione, che ci avrebbe consentito di dare compimento alla legge numero 9 sul trasferimento delle competenze al sistema degli enti locali e che avrebbe reso necessaria la possibilità di trasferire fra comparti diversi le professionalità che attuano queste competenze.

Tutto questo noi l'avevamo impostato e adesso ovviamente la casta - perché anche questa è una casta - del comparto si autoprotegge. Questo è il vero punto dannoso, che impedisce che dentro l'Amministrazione regionale ci sia tra le professionalità la vera competizione su base meritocratica, questa è la ragione per la quale c'è l'appiattimento delle professionalità. Ecco perché, considerato che gli emendamenti sono sostitutivi, tranne uno che è soppressivo, quindi verrebbero votati prima dell'articolo, chiedo se è possibile modificare l'ordine e votare prima l'articolo. Mi fa piacere che sia possibile, perché effettivamente mi interessa di più, per il futuro, ragionare sulla possibilità di aprire la Regione al confronto con gli altri comparti di contrattazione perché ci sia un riequilibrio delle professionalità, delle opportunità e delle competenze. E' questo ciò che serve a questa Regione, non trascinare piccoli privilegi che non fanno bene e rendono possibile che due dipendenti dirimpettai d'ufficio o di stanza abbiano due trattamenti diversi. Questo articolo realizza proprio questa condizione: due persone adibite alla stessa funzione hanno trattamenti economici e previdenziali diversi! Amministrare una Regione in queste condizioni credo sia impossibile. Tutti noi dobbiamo contribuire ai lavori e ringrazio coloro che si sono adoperati perché l'articolo 6 venga cancellato.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, io sarò molto breve anche perché le cose dette da chi mi ha preceduto in qualche misura hanno anticipato ciò che sto per dire. Anch'io, assessore Floris, vorrei sottoporle due o tre riflessioni. Io sono fra coloro che hanno avuto modo di assistere, non dall'interno, a processi di mobilità interna e mi è capitato tante volte, non in occasioni rare. La mobilità interna è forse il processo più discrezionale che possa esistere e che tra l'altro rischia di mettere in discussione i processi, anche di riforma, avvenuti precedentemente alle azioni di mobilità interna che si mettono in essere. Tra l'altro nell'articolo 6, in particolare al comma 3, voi di fatto assicurate (ecco perché ritengo che questo articolo 6 andrebbe completamente cassato) a chi fa uso della mobilità interna il trattamento giuridico e il mantenimento dell'iscrizione ai fondi particolari esistenti negli enti di provenienza.

Badate, questo non esiste da nessuna parte, perché quando un lavoratore viene spostato, quali che siano le ragioni che determinano tale spostamento, passa al regime esistente nel luogo di nuova destinazione. Non capisco la ratio che spinge la Giunta invece a mantenere il trattamento previdenziale in una nuova condizione. Davvero questo è incomprensibile e mi farebbe piacere capire qual è la ragione per cui la Giunta fa una proposta di questa natura. E' vero che si tratta di una proposta del 2009 e io non ho avuto il tempo, chiedo venia, di fare un paragone tra il testo arrivato in Commissione e quello esitato dalla Commissione stessa, quindi non so se questa norma fosse già contenuta nel testo originale o se sia stata introdotta dalla Commissione, però invito gli estensori di questo testo a rivedere questo articolo perché davvero non sta né in cielo né in terra.

Assessore Floris, vorrei sottoporle questa riflessione: se davvero vogliamo introdurre un elemento di merito anche nella mobilità interna, che deve essere comunque prevista, dovremo prevedere una sorta di concorso interno, come è previsto in tanti settori. Questo sarebbe l'unico modo per garantire, rispetto al fabbisogno della pianta organica, una ricerca di professionalità che non passa, ripeto, esclusivamente attraverso il criterio della discrezionalità. Tra l'altro con questo articolo c'è il rischio, Presidente, di rimettere in discussione delle situazioni. Faccio un esempio banalissimo: molti di questi lavoratori provengono da un ente soppresso, cioè sono stati trasferiti per effetto di quella soppressione in un altro ente. Parliamo di enti, così non faccio riferimenti precisi. Se questi lavoratori, a domanda, attraverso un processo di mobilità, mantenendo lo stato giuridico, eccetera, vengono trasferiti in un nuovo ente rischiano di trasferire insieme a sé stessi queste attività vanificando quel processo di riforma avvenuto precedentemente. Non so se questo articolo in qualche maniera nasconda un'operazione di questa natura, ma è probabile, per cui vi invito a dare una spiegazione comprensibile - non dico seria, perché non voglio offendere nessuno - a tutti oppure davvero ragionevolezza vorrebbe che questo articolo non venisse approvato, ed è quello che cercheremo di fare noi votando contro.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, sull'emendamento numero 40 il parere è contrario, sul numero 73 è positivo, ma viene ritirato e spiegherò poi il motivo. Sull'emendamento numero 91 il parere è contrario.

L'intenzione della maggioranza è quella di votare contro la norma, per cui pregherei i presentatori degli emendamenti numero 40 e 91 di ritirarli per consentire di passare immediatamente alla votazione dell'articolo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, ritira l'emendamento numero 40?

MELONI FRANCESCO (Riformatori). Sì è ritirato.

PRESIDENTE. Onorevole Mario Diana, ritira l'emendamento numero 91?

DIANA MARIO (P.d.L.). Sì.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Vorrei dare alcune spiegazioni che sono state richieste dall'onorevole Giampaolo Diana.

La volutamente generica disciplina prevista dal comma 3 dell'articolo 6 evidentemente lascia più di un dubbio interpretativo, ma il caso che la Giunta inizialmente, con il comma 5, poi la Commissione volevano sanare è molto limitato e chiaramente frutto di quella "foga riformatrice" che ha invaso la Regione qualche anno fa, con la quale si sopprimevano enti e si costituivano agenzie senza pensare che molte delle norme che dovevano disciplinare il transito del personale da un ente o da un'agenzia non hanno prodotto gli effetti che avrebbero dovuto produrre. Così è successo, per esempio, che chi è stato trasferito dall'ESIT o dall'ERSAT in altre agenzie ha avuto un trattamento che è stato disciplinato. Quando si è soppressa l'ISOLA ci si è dimenticati di dire che fine doveva fare il relativo personale, che quindi non è mai stato inquadrato all'interno di un ruolo preciso della Regione, non è stato inquadrato in un Assessorato. A distanza di anni l'Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione non ha ancora una sua precisa struttura, non ha un direttore generale (esiste solo un direttore facente funzioni) e questi dipendenti sono nel limbo, emarginati, come diceva l'onorevole Uras in Commissione, dagli Assessorati e dall'Agenzia. Qual è l'importante risultato che però abbiamo ottenuto? Abbiamo sprecato il valore di un marchio disegnato da Eugenio Tavolara, quantificabile in 5-6, forse 8 milioni di euro, per cui prima di annunciare il ritiro dell'emendamento annuncio di aver presentato una proposta di legge per reistituire l'ISOLA e sopprimere l'Agenzia Sardegna Promozione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Peru ha votato contro.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

contrari 59

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7 e del relativo emendamento:

Art. 7

Modifiche all'articolo 39
della legge regionale n. 31 del 1998

1. L'articolo 39 della legge regionale n. 31 del 1998 è sostituito dal seguente:
"Art. 39 (Variazione delle dotazioni organiche delle direzioni generali)
1. Le dotazioni organiche di ciascuna direzione generale di cui all'articolo 15, comma 1, ferma restando la dotazione organica complessiva dell'Amministrazione, possono essere modificate con decreto dell'Assessore competente in materia di organizzazione e personale, in seguito a:
a) trasferimenti o modifiche delle competenze;
b) interventi di riorganizzazione o razionalizzazione dei processi di lavoro;
c) esigenze di riequilibrio dei contingenti conseguenti alle attività di cui ai punti a) e b) o in seguito a cessazioni dal servizio o a collocamenti in aspettativa a tempo indeterminato.
2. La direzione generale competente in materia di personale, in seguito all'emanazione del decreto di cui al comma 1, dando adeguata pubblicità, attiva prioritariamente procedure di trasferimento a domanda e, in mancanza di domande, d'ufficio.
3. Sono sempre possibili i trasferimenti di personale da una direzione generale all'altra nei limiti delle rispettive dotazioni organiche".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 7

L'art. 7 è soppresso. (100).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento numero 100 ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI). relatore. Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ora direttamente alla votazione dell'articolo 7, perché è stato presentato un unico emendamento soppressivo totale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 7.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cuccu ha votato contro.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

contrari 60

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 8, al quale è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8 e del relativo emendamento:

Art. 8

Compensi commissioni di gara e incentivi

1. Ai dipendenti dell'Amministrazione, agenzie ed enti regionali che, con provvedimento motivato, siano nominati, in qualità di esperti nelle commissioni di gara di rilievo comunitario costituite per l'affidamento di lavori pubblici, servizi e forniture, da centri di costo diversi da quelli cui sono assegnati, è corrisposto per non più di una seduta giornaliera tenuta fuori dell'orario di servizio, un compenso di euro 100 per il presidente e per ciascun componente e di euro 70 per il segretario. L'importo massimo del compenso non può essere superiore a euro 1.000 per il presidente e per ciascun componente e a euro 700 per il segretario. Nell'Amministrazione regionale la spesa grava in appositi capitoli istituiti in ciascuna direzione generale nell'ambito della UPB S01.03.003 nei quali, con decreto dell'Assessore competente in materia di bilancio, sono trasferite le risorse necessarie dai capitoli recanti gli stanziamenti per i lavori, servizi e forniture oggetto delle gare d'appalto.

2. Nell'Amministrazione, agenzie ed enti regionali le norme relative agli incentivi a favore di dipendenti, di cui all'articolo 12 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto), si estendono ai contratti pubblici di forniture e/o servizi di rilevanza comunitaria, secondo le modalità e i criteri di riparto determinati ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 12.

3. Per gli incarichi di cui ai commi 1 e 2 conferiti ai dirigenti si applica l'articolo 31, comma 3, della legge regionale n. 31 del 1998.

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 8

L'art 8 è soppresso. (101).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento numero 101 ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI). relatore. Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 8.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Intervengo solo per dire che siamo d'accordo sulla soppressione dell'articolo, però chiediamo all'assessore Floris di concertare con l'Assessore della pubblica istruzione, che è presente, le modalità di applicazione dei compensi delle commissioni speciali. Sappiamo, assessore Milia, che la Commissione per i beni culturali non riesce a risolvere il problema dei rimborsi delle spese di viaggio dei suoi componenti, sembrerebbe per una diversa interpretazione da parte dell'Assessorato degli affari generali. Per cui preghiamo i due Assessori, visto che si tratta di una commissione scientifica anche abbastanza importante, di trovare una composizione di queste diverse valutazioni, onde pervenire a un'indicazione univoca sul trattamento dei componenti delle varie commissioni.

Noi avevamo presentato su questo un emendamento al collegato alla finanziaria che non abbiamo riproposto in questa sede, ma riteniamo che questo sia un elemento importante, anche perché ci risulta che esistano diverse modalità di trattamento all'interno delle varie commissioni della Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Vorrei dire che questo articolo è stato superato dal decreto legge numero 78 del 2010 che vieta che ai componenti dipendenti vengano dati compensi di qualunque genere per la partecipazione a queste commissioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 8.

(Segue la votazione)

Risponde sì il consigliere: Campus.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 1

contrari 60

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 9, al quale sono stati presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e dei relativi emendamenti:

Articolo 9

Modifiche agli articoli 26, 32, 44, 52, 56, 58, 60 della legge regionale n. 31 del 1998

1. Alla legge regionale n. 31 del 1998 sono apportate le modifiche di cui ai commi successivi.

2. Dopo il comma 1 dell'articolo 26 è aggiunto il seguente:
"1 bis. I dirigenti per i quali non venga formulata la proposta di cui al comma 4 dell'articolo 28 svolgono, presso le strutture cui sono assegnati con provvedimento dell'Assessore competente in materia di personale, le funzioni indicate nel comma 1.".

3. Il comma 3 dell'articolo 32, come modificato dal comma 25 dell'articolo 20 della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), è sostituito dal seguente:
"3. Ai dipendenti di ruolo dell'Amministrazione, delle agenzie e degli enti che abbiano maturato cinque anni di servizio effettivo in qualifica per il cui accesso sia previsto il diploma di laurea, è riservato il 40 per cento dei posti messi a concorso.".

È fatta salva la disposizione dell'articolo 11, comma 8, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

4. Dopo la lettera f) del comma 3 dell'articolo 44, è aggiunta la seguente:
"f bis) da attività di formazione diretta ai dipendenti della pubblica amministrazione.".

5. L'articolo 52 è modificato come segue:

a) al primo periodo del comma 2 sono aggiunte in fine le seguenti parole: "applicando le percentuali indicate all'articolo 1, comma 2 della legge regionale n. 12 del 1993 e rispettando l'ordine dell'anzianità di servizio regionale";

b) alla fine del comma 2 è aggiunto il seguente periodo: "La medesima procedura si applica prima di procedere alle assunzioni di cui al comma 1, lettera c), riservando la selezione ai dipendenti appartenenti alle categorie protette ivi indicate.".

6. Nell'articolo 56, come modificato dall'articolo 20, comma 25 della legge regionale n. 4 del 2006, le parole "20 per cento" sono sostituite dalle parole "40 per cento". È fatta salva la disposizione dell'articolo 11, comma 8 della legge regionale n. 3 del 2009.

7. All'articolo 58 sono apportate le seguenti modifiche:

a) nel comma 3 sono soppresse le parole "nonché per il personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale";

b) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
"4 bis. Il personale non dirigente inquadrato nel Corpo forestale e di vigilanza ambientale costituisce apposita area separata di contrattazione all'interno del comparto a decorrere dal 1° gennaio 2010.".

8. Nel comma 1 dell'articolo 60 le parole "o nella separata area di contrattazione per la dirigenza" sono sostituite dalle parole "o nelle separate aree per la dirigenza e per il Corpo forestale e di vigilanza ambientale".

Emendamento soppressivo totale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 9

L'art. 9 è soppresso. (102)

Emendamento soppressivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 9

Il comma 6 dell'art. 9 è soppresso. (42)

Emendamento sostitutivo parziale Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 9

Al comma 3 dell'art. 9 il numero "40" è sostituito dal numero "20". (41).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Il parere è favorevole sull'emendamento numero 102, mentre è contrario sugli emendamenti numero 41 e 42.

PRESIDENTE. Per esprimere parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 102.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 61

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 61

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza gli emendamenti numero 41 e 42 decadono.

Passiamo all'esame dell'articolo 10, al quale sono stati presentati nove emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10 e dei relativi emendamenti:

Articolo 10

Modifiche agli articoli 6, 8 e 36 della legge regionale n. 2 del 2007

1. Alla legge regionale n. 2 del 2007 sono apportate le modifiche di cui ai commi successivi.

2. Nel comma 8 dell'articolo 6 modificato dall'articolo 3, comma 22, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), è aggiunto in fine il seguente periodo: "L'inquadramento è disposto secondo la disciplina dell'articolo 2112 del Codice civile.".

3. Nel comma 5 dell'articolo 8 il primo periodo è sostituito dal seguente: "Per l'attuazione delle disposizioni dei contratti collettivi regionali di lavoro relativi agli istituti incentivanti e alle progressioni professionali, a decorrere dall'anno 2009, le somme non utilizzate alla chiusura dell'esercizio finanziario in conto competenza ed in conto residui negli appositi fondi sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate negli esercizi successivi.".

4. L'articolo 36 è integrato come segue:

10. a) nel comma 2, sesto periodo, dopo la parola "interregionali" sono aggiunte le parole "operante presso l'Assessorato competente in materia di beni culturali per l'attuazione del progetto interministeriale interregionale denominato Parco geominerario o";

b) nel comma 2 sono aggiunti in fine i seguenti periodi: "I concorsi pubblici estesi alle finalità del presente articolo possono prevedere una riserva, sino al 50 per cento dei posti messi a concorso, a favore dei lavoratori a tempo indeterminato e di quelli che possono accedere alla stabilizzazione; la riserva opera indistintamente a favore di tali lavoratori e limitatamente ai posti messi a concorso dall'Amministrazione, dall'agenzia o dall'ente datore di lavoro dei medesimi. Il personale assunto a tempo determinato o con altre forme contrattuali flessibili, in possesso del periodo di servizio utile per la stabilizzazione, maturato in mansioni ascrivibili alle categorie A e B, è inquadrato, dall'ente o dall'agenzia che ne ha disposto l'assunzione, previo superamento di apposita prova di idoneità.".

Emendamento soppressivo parziale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 10

Il comma 1 è soppresso. (103)

Emendamento soppressivo parziale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 10

Il comma 3 è soppresso. (104)

Emendamento soppressivo parziale Diana Mario - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu.

Articolo 10

Il comma 4 è soppresso. (105)

Emendamento aggiuntivo Cossa.

Articolo 10

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. "Ai sensi e per gli effetti di cui all'art 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, si intendono ricompresi nei contratti di cui al comma 7 della medesima norma i rapporti di collaborazione coordinata di cui al comma 25 dell'articolo 1, della legge regionale 21 giugno 2010, n. 12." (10)

Emendamento aggiuntivo Campus - Diana Mario.

Articolo 10

All'art. 10 dopo il comma 4, è inserito il seguente comma:

4 bis. La Regione, entro 60 giorni dall'approvazione della presente legge predispone, ai sensi dell'art. 5 della legge 28 Ottobre 1999 n, 410, un piano di ricollocazione, da sottoporre al preventivo parere della commissione consiliare competente in materia di personale, del personale dipendente dei Consorzi Agrari della Sardegna in liquidazione coatta amministrativa, già collocati in mobilità collettiva, nell'ambito delle proprie disponibilità di organico, o in enti strumentali, agenzie regionali, consorzi o società a prevalente capitale pubblico. Gli oneri relativi faranno carico ai rispettivi bilanci. (23)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Diana Mario.

Articolo 10

Dopo il comma 4 sono aggiunti i seguenti:

1. Il personale ex ESAF che risulta ancora alle dipendenze del soggetto ABBANOA SpA e che ha presentato istanza di mobilità ai sensi del comma 3 dell'art. 2 della legge regionale 12 luglio 2005 n. 10, alla data di entrata in vigore della presente legge, è inquadrato nei ruoli ordinari dell'Amministrazione regionale.

2. Su specifica istanza detto personale può essere comandato, in distacco presso la Società Abbanoa SpA.

3. Per tutto il personale di cui ai commi 1 sono estesi i benefici di cui alla Legge regionale 21 giugno 2010, n. 12, art. 1 comma 4.

Per il personale ex ESAF che risulta ancora alle dipendente del soggetto ABBANOA SpA e che non ha presentato istanza di mobilità ai sensi del comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 12 luglio 2005, n. 10 si provvedere nell'ambito della nuova disciplina in materia di organizzazione del servizio idrico integrato. (76)

Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Sabatini - Porcu.

Articolo 10

Dopo il comma 4 dell'art. 10 sono aggiunti i seguenti: (Personale ex ESAF)

1. Il personale ex ESAF che risulta ancora alle dipendenze di Abbanoa s.p.a. e che ha presentato istanza di mobilità ai sensi del comma 3 dell'art. 2 della legge regionale 12 luglio 2005, n. 10, alla data di entrata in vigore della presente legge, è inquadrato nei ruoli ordinari dell'Amministrazione regionale.

2. Su specifica istanza detto personale può essere comandato in distacco presso la società Abbanoa s.p.a.

3. A tutto il personale di cui ai commi 1 e 2 sono estesi i benefici di cui all'art. 1, comma 4, della L.R. 21 giugno 2010, n. 12. (24)

Emendamento aggiuntivo Vargiu.

Articolo 10

All'art. l0 dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Il personale ex ESAF che risulta ancora alle dipendenze del soggetto ABBANOA SpA e che ha presentato istanza di mobilità ai sensi del comma 3 dell'ari. 2 della legge regionale 12 luglio 2005, n. 10, alla data di entrata in vigore della presente legge, è inquadrato nei ruoli ordinari dell'Amministrazione regionale. Su specifica istanza detto personale può essere comandato, in distacco presso la Società Abbanoa SpA. A tale personale sono estesi i benefici di cui alla Legge regionale 21 giugno 2010, n. 12, art. 1 comma 4." (52)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu.

Articolo 10

All'art. 10 dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

"4bis. Le norme di cui al precedente comma 4 si applicano anche alle aziende sanitarie." (43).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Solo per capire, Presidente. Lei ha detto che l'emendamento numero 23 è privo di copertura finanziaria?

PRESIDENTE. Negli emendamenti numero 76, 24 e 52 manca l'indicazione dei costi e della copertura finanziaria, mentre l'emendamento numero 23 è ammissibile.

CAMPUS (P.d.L.). Allora rinuncio.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.

STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Il parere è favorevole sugli emendamenti numero 103, 104, 105 e 23; invito al ritiro dell'emendamento numero 10, altrimenti il parere è contrario; l'emendamento numero 76 mi risulta ritirato; il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 24, 52 e 43. L'emendamento numero 43 decade in caso di accoglimento di uno degli emendamenti soppressivi.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 104. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 105. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione dell'articolo 10.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 10.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 33

contrari 27

(Il Consiglio approva).

C'è un invito al ritiro dell'emendamento numero 10. Onorevole Cossa, lo ritira?

COSSA (Riformatori Sardi). No, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 10.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 10.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Barracciu ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappai - Cossa - Dedoni - Meloni Francesco - Mula - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mulas - Randazzo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 57

astenuti 3

maggioranza 29

favorevoli 6

contrari 51

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 23 decade, perché è stato abrogato il comma 4; l'emendamento numero 76 è stato ritirato; gli emendamenti numero 24 e 52 sono privi di copertura finanziaria per cui non possono essere messi in votazione, mentre il numero 43 è decaduto.

I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10, con l'esame di mozioni.

La seduta è tolta alle ore 20 e 02.


[PS1]Associazione regionale allevatori della Sardegna

[PS2]futuro

[PS3]L'espressione viene testualmente riportata nella nota stampa



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Barracciu - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sul blocco delle attività del Centro regionale di formazione professionale di Nuoro e sulla mancata nomina del coordinatore.

I sottoscritti,

premesso che:

- dal nuovo assetto organizzativo della Direzione generale del lavoro contenuto nella delibera della Giunta regionale n. 28/6 del 21 luglio 2010 risulta che i Centri regionali di formazione professionale (CRFP) non si occuperanno più di formazione, salvo che per il completamento delle attività formative già avviate nella programmazione 2007/2008 e 2008/2009;

- la medesima delibera di cui sopra accorpa i due servizi territoriali della formazione in un unico servizio con sede a Cagliari, denominato Servizio del coordinamento delle attività territoriali del lavoro e della formazione, che oltre ad assumere le competenze in materia di formazione svolta nei centri territoriali coordinerà il Sistema regionale dei servizi per il lavoro;

- l'attività di alta formazione sarà riservata a Cagliari e Sassari con esclusione di Nuoro, già duramente penalizzata rispetto ai due poli universitari;

appurato che:

- dal 31 maggio 2011 l'incarico di coordinatore del CRFP di Nuoro è vacante, essendo giunto a scadenza l'incarico affidato al dott. Giovanni Maria Sanna senza che venisse predisposto il rinnovo né decisa altra nomina e il centro è altresì privo di funzionari regionali che possano supplire all'assenza del coordinatore;

- nonostante le graduatorie degli allievi siano state rese definitive già a maggio 2010, l'attività formativa 2009 del CRFP di Nuoro deve ancora essere avviata con sette corsi a Nuoro e uno a Tonara, mentre a Lanusei devono essere avviati ancora 3 corsi della programmazione 2007;

evidenziato che le attività formative in carico al CRFP costituiscono un diritto ed una importante opportunità per l'occupabilità dei giovani del nuorese i quali premono da tempo per l'avvio dei corsi ad oggi bloccati, mentre nel resto dell'Isola gli altri centri di formazione si stanno attivando per far partire tutta l'attività loro affidata;

sottolineato che tale situazione di stallo del CRFP, comunque grave in situazioni ordinarie, in contesti come quello del nuorese, straordinariamente piegati dalla crisi sociale ed economica di cui i giovani pagano più di altri le spese, rappresenta una inammissibile inefficienza del sistema pubblico chiamato a farsi carico dei problemi della collettività;

valutata l'importanza del ruolo che i CRFP possono e devono svolgere nel sistema delle politiche regionali per la formazione e l'occupazione specie dei giovani e considerata viceversa la scarsa attenzione ad oggi riservata al CRFP di Nuoro che lascerebbe intravedere una volontà di smantellare il centro stesso,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) se sia al corrente dello stallo di fatto in cui si trova il Centro regionale di formazione professionale di Nuoro;

2) in che tempi e con quali modalità intenda ovviare alla mancanza della figura del coordinatore del Centro regionale di formazione professionale di cui sopra;

3) quali azioni intenda intraprendere per consentire l'avvio dei corsi già programmati e per potenziare e rilanciare il CRFP di Nuoro. (620)

Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori della discarica Sogeco di Carbonia.

Il sottoscritto,

preso atto che:

- le discariche pubbliche sono sotto la supervisione dell'Assessorato della difesa dell'ambiente della Regione e sotto il controllo della Provincia del Sulcis Iglesiente;

- il protocollo d'intesa tra Comune di Carbonia, Sogeco, Atzwanger Spa e le organizzazioni sindacali di categoria del 9 giugno 2010 prevedeva, nel futuro bando di gara per l'affidamento del servizio, idonea clausola con l'obbligo a carico dei soggetti aggiudicatari di procedere all'assunzione del personale attualmente impiegato a tempo indeterminato per la gestione/ concessione della discarica;

- nel capitolato tecnico per la gestione in concessione dell'impianto di pretrattamento dei rifiuti solidi urbani ed assimilati in località Sa Torredda in Comune di Carbonia, all'articolo 14, comma 1, si prevedeva "l'assunzione a tempo indeterminato ... del personale attualmente presente presso il compendio della discarica ... laddove compatibile con le norme e con i profili professionali occorrenti con il seguente organigramma minimo: n. 1 supervisore responsabile di impianto, n. 1 addetto alla pesa, n. 2 conduttori di macchine operatrici, n. 1 manutentore generico, n. 1 manutentore elettromeccanico, n. 1 impiegato amministrativo-contabile";

considerato che:

- sembrerebbe che non sia ancora stato onorato l'impegno preso per questi lavoratori da parte della ditta aggiudicataria dell'appalto come prevedeva il protocollo d'intesa citato ed il capitolato tecnico del dicembre 2010;

- il Comune di Carbonia aveva di fatto assunto la funzione di garante dell'accordo;

ritenuto che:

- la situazione descritta determina un rischio occupazionale per circa 10 lavoratori in un contesto di grave crisi che vive Carbonia e tutto il territorio;

- ci sarebbe la possibilità per questi lavoratori di essere assunti anche nella nuova discarica di Iglesias e/o nel postesercizio della discarica di Carbonia decorrente dal 1° luglio 2011,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se siano a conoscenza della grave situazione descritta;

2) quali provvedimenti si possano prendere per far rispettare gli impegni sottoscritti nel protocollo d'intesa e nel capitolato d'appalto per garantire la stabilità e la continuità lavorativa dei lavoratori ex Sogeco di Carbonia;


3) se sia possibile l'apertura di un tavolo regionale negoziale per la risoluzione di questa vertenza. (621)