Seduta n.123 del 05/11/2015 

CXXIII Seduta

Giovedì 5 novembre 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 35.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 23 settembre 2015 (120), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Roberto Desini ha chiesto congedo per la seduta del 5 novembre 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Comunicazioni del Presidente

Comunico che il Gruppo consiliare "Area Popolare Sarda", con nota del 9 ottobre 2015, ha reso noto di aver modificato la propria denominazione in "UDC Sardegna".

Comunico di aver nominato, in data 8 ottobre 2015, gli onorevoli Augusto Cherchi e Pietro Zanchetta in sostituzione degli onorevoli Efisio Arbau e Gavino Sale, decaduti a seguito della sentenza del Consiglio di Stato numero 3612/2015.

Comunico che nel BURAS numero 48 del 29 ottobre 2015 è stato pubblicato il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contra la Regione Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 7, comma 4, e 8 della legge regionale 5 agosto 2015, numero 20 (Trasformazione in agenzia del Consorzio per l'assistenza alle piccole e medie imprese "Sardegna ricerche").

Annunzio di presentazione disegno di legge

"Riconoscimento delle passività pregresse della Regione nei confronti di ARST Spa". (267)

(Pervenuto il 22 ottobre 2015 e assegnato alla quarta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cozzolino - Pietro Cocco - Moriconi - Comandini - Deriu - Forma - Perra: "Norme per la prevenzione e la cura del diabete mellito e delle malattie metaboliche. Assistenza integrata territorio-ospedale e istituzione della Commissione regionale per le attività diabetologiche". (262)

(Pervenuta il 7 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Tendas - Pietro Cocco - Sabatini - Antonio Solinas - Comandini - Gavino Manca - Collu - Demontis - Piscedda - Deriu - Forma - Lotto - Meloni - Moriconi - Rossella Pinna - Cozzolino - Ruggeri: "Disposizioni, diagnosi e riconoscimento della rilevanza sociale della sclerosi multipla". (263)

(Pervenuta l'8 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Forma - Cozzolino - Pietro Cocco - Moriconi - Collu - Comandini - Deriu - Lotto - Meloni - Rossella Pinna - Antonio Solinas - Tendas - Perra - Augusto Cherchi - Pittalis: "Modifiche alla legge regionale 8 maggio 1985, n. 11 (Nuove norme per le provvidenze a favore dei nefropatici), abrogazione del comma 3 dell'articolo 18 della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 e istituzione della Giornata regionale del donatore di organi". (264)

(Pervenuta il 12 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Busia - Desini - Augusto Cherchi - Congiu Gianfranco - Pier Mario Manca - Unali: "Disposizioni per la promozione e lo sviluppo in Sardegna dell'escursionismo, del cicloturismo, del turismo equestre e del turismo itinerante in camper e moto". (265)

(Pervenuta il 14 ottobre 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Alessandra Zedda - Tocco - Pittalis - Cappellacci - Oscar Cherchi - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis: "Disposizioni per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni nell'ambito della pratica fisica e sportiva". (266)

(Pervenuta il 19 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Sabatini: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 giugno 2010, n. 13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12)". (268)

(Pervenuta il 22 ottobre 2015 e assegnata alla terza Commissione.)

Rossella Pinna - Pietro Cocco - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Piscedda - Antonio Solinas - Tendas - Perra: "Norme per il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cure e assistenza)". (269)

(Pervenuta il 23 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Pizzuto - Daniele Cocco - Usula - Agus - Lai - Pietro Cocco - Augusto Cherchi - Desini - Pier Mario Manca - Paolo Zedda - Unali: "Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (DAT): istituzione e accesso al registro regionale". (270)

(Pervenuta il 29 ottobre 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)

Sabatini - Cocco Pietro - Comandini -Cozzolino - Pinna Rossella - Piscedda: "Istituzione della Fondazione Sardegna beni culturali e modifiche alla legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura)". (271)

(Pervenuta il 29 ottobre 2015 e assegnata alla seconda Commissione.)

Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai: "Disposizioni concernenti la rete escursionistica della Sardegna e valorizzazione delle attività escursionistiche e alpinistiche per l'attivazione e il mantenimento di un qualificato turismo montano sostenibile, utile per lo sviluppo socio-economioco delle zone montane e dell'intera Isola". (272)

(Pervenuta il 29 ottobre 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Crisponi sulla discontinua erogazione dell'acqua potabile a Oliena da parte della società Abbanoa". (427)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Sale sul divieto di utilizzo per il consumo umano diretto dell'acqua nel comune di Sassari, con particolare riferimento alla rete idrica dei quartieri di Monte Rosello Basso, Sacro Cuore, Centro Storico, Piandanna, Santa Maria di Pisa e Predda Niedda". (430)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla mancanza delle risorse per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica abusiva di rifiuti pericolosi ed inquinanti presso l'area di proprietà dell'Agenzia Laore ubicata in località Arenosu, sul territorio del Comune di Alghero". (432)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Rubiu in merito alla prevenzione degli incendi e al mancato sfalcio in molte delle strade della provincia del Sulcis-Iglesiente". (442)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Rubiu in merito all'elaborazione del nuovo calendario venatorio ad opera del Comitato faunistico regionale della Sardegna, con la caccia al cinghiale prevista per il giovedì". (464)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Solinas Christian sulla mancata consultazione delle associazioni di categoria del sistema camerale in occasione del rinnovo dell'organo di amministrazione della SOGAER Spa". (485)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

"Interrogazione Perra sulla necessità di fermare il taglio di 540 ettari di bosco nel compendio di Marganai e porre rimedio ai gravi danni già provocati con il disboscamento di 35 ettari del territorio". (499)

(Risposta scritta in data 22 ottobre 2015.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Deriu - Comandini - Forma - Meloni - Piscedda - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sul blocco del turnover della specialistica ambulatoriale". (528)

"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata approvazione del bilancio della Provincia di Oristano". (529)

"Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sul flop dell'avviso pubblico PO FESR 2007-2013 - Aiuti per lo sviluppo del prodotto turistico tematico "Turismo nautico"". (530)

"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul declassamento dell'Ospedale San Marcellino di Muravera a presidio ospedaliero di zona disagiata". (531)

"Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Cozzolino - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo - Collu - Demontis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attivazione del fondo di anticipazione di cui all'articolo 9 della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (Finanziaria 2015) a favore dei Gruppi di azione locale (GAL)". (532)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la notizia della presunta predisposizione da parte della Regione di un bando per la cessione del compendio di Surigheddu-Mamuntanas, ricadente sul territorio del Comune di Alghero, slegata dall'ipotesi progettuale di cui all'intesa istituzionale del 19 aprile 2007 tra la Regione, la Provincia di Sassari ed i comuni dell'area di crisi". (533)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica dell'attuale articolazione organizzativa dell'Agenzia Laore, in violazione dell'articolo 8, comma 4, della legge regionale 25 novembre 2014, n. 24". (534)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la mancata stabilizzazione del personale precario dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "G. Pegreffì" di Sassari". (535)

"Interrogazione Piscedda - Comandini - Deriu - Forma - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sul Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest". (536)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito all'inadeguatezza del porto industriale e commerciale di Sarroch, con richiesta di nuovi interventi per il potenziamento dello scalo". (537)

"Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del Piano strategico sovracomunale "ARBUS - BUGERRU - FLUMINIMAGGIORE - GUSPINI"". (538)

"Interrogazione Forma - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'emanazione delle linee guida del Piano di dimensionamento della rete scolastica per l'anno scolastico 2016/2017". (539)

"Interrogazione Tendas Mario - Solinas Antonio - Cherchi Augusto, con richiesta di risposta scritta, in merito all'istituzione dei Centri provinciali istruzione adulti (CPIA). Integrazione al piano di dimensionamento scolastico regionale, a.s. 2015-2016". (540)

"Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del patrimonio ex ISOLA". (541)

"Interrogazione Meloni - Comandini - Deriu - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione della Misura 226 del PSR 2007-2013". (542)

"Interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione della quantità di gasolio agricolo a disposizione degli agricoltori isolani". (543)

"Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sui gravi pregiudizi arrecati alle aziende agricole sarde dalle licenziose interpretazioni urbanistiche dell'Agenzia regionale per il sostegno all'agricoltura (ARGEA) con riferimento alla misura 121 del PSR 2007-2013". (544)

"Interrogazione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Busia - Piscedda, con richiesta di risposta scritta, sull'esercitazione militare internazionale della NATO denominata "Trident juncture 2015"". (545)

"Interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sui collegamenti garantiti dalla Saremar tra la Sardegna e le isole minori". (546)

"Interrogazione Tedde - Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul disatteso impegno assunto dall'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, il 5 agosto scorso, di individuare una tempestiva soluzione alla situazione delle società per la gestione dei servizi pubblici a prevalente partecipazione pubblica". (547)

"Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di risolvere l'insostenibile situazione riguardo al reiterato ritardo dei pagamenti degli stipendi dei dipendenti dell'ARAS". (548)

"Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento della sede dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale". (549)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure in essere per l'acquisizione al patrimonio regionale dell'ex carcere di Oristano". (550)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul mancato trasferimento delle risorse previste per il conferimento alla Regione delle funzioni amministrative concernenti la programmazione, pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica, manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale". (551)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla formazione professionale e l'apprendimento degli antichi mestieri". (552)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla nomina del sovrintendente della Fondazione del Teatro lirico di Cagliari e della situazione di incertezza all'interno della struttura". (553)

"Interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura finalizzata alla nomina del direttore generale dell'Agris Sardegna". (554)

"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito all'erogazione dei contributi per l'organizzazione di manifestazioni sportive nazionali ed internazionali svolte nel 2013". (555)

"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione della discarica di Spiritu Santu". (556)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Busia - Desini - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - UNALI sul mantenimento della posizione dirigenziale e della sede del soppresso Servizio di Roma e sul mantenimento di un'unità di progetto in assenza dei requisiti." (154)

"Interpellanza Peru - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul mancato utilizzo dei fondi destinati alla realizzazione di alberghi diffusi, previsti dalla legge finanziaria regionale 2015". (155)

"Interpellanza Lampis - Truzzu sull'attuazione del sistema Isee 2015, in base al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, negli assessorati, negli enti al diritto allo studio di Cagliari e Sassari e negli enti locali". (156/C-2.)

"Interpellanza Rubiu sulla mancata elencazione della spiaggia di Porto Pino nella Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio". (157)

"Interpellanza Rubiu, sulle ricadute negative all'accesso alle agevolazioni universitarie isolane in seguito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159 inerente il regolamento sulla revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee)". (158)

"Interpellanza Lai - Cocco Daniele Secondo sulla prospettata chiusura di diversi sportelli del Banco di Sardegna". (159)

"Interpellanza Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Congiu - Desini - Busia - Unali sulla chiusura della sezione staccata del Centro servizi del lavoro di Bosa". (160)

"Interpellanza Crisponi sulla situazione del Consorzio per la pubblica lettura "Satta" di Nuoro". (161/C-2.)

"Interpellanza Lampis - Truzzu sulla mancata individuazione e conseguente inserimento delle spiagge di Gutturu 'e Flumini e Capo Pecora del comune di Arbus nella Carta delle spiagge della Sardegna, elaborata dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, nonché sulle fuorvianti indicazioni relative alle spiagge della penisola insistenti nel medesimo comune". (162/C-5)

"Interpellanza Oppi - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sul pagamento degli stipendi al personale dell'ARAS e APA". (163)

"Interpellanza Anedda in merito alla retribuzione degli ex direttori di distretto dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) e alla situazione creatasi nella stessa Azienda col nuovo commissariamento". (164)

"Interpellanza Dedoni sul ritardo nella predisposizione del programma di ripartizione dei contributi ai comuni per l'attivazione dei cantieri verdi". (165)

"Interpellanza Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino sull'accreditamento di Ales come unico centro vaccinale del Distretto di Ales - Terralba dell'ASL di Oristano". (166)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Truzzu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Lampis - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Orrù - Cossa - Crisponi per l'organizzazione di percorsi condivisi per il riconoscimento, l'individuazione e la cura della mastocitosi, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (184)

"Mozione Busia - Desini - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sulla presentazione di uno schema di norme di attuazione dello Statuto volte a riconoscere in capo alla Regione potestà legislativa e funzioni amministrative nell'ambito della programmazione dell'offerta formativa da parte delle autonomie scolastiche, del riparto della dotazione organica di docenti e della definizione dell'ampiezza dei relativi ambiti territoriali". (185)

"Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Busia - Piscedda - Desini sull'esercitazione militare internazionale della NATO denominata "Trident juncture 2015"". (186)

"Mozione Truzzu - Tedde - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Lampis - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Orrù - Cossa - Crisponi per candidare la scuola di volo dell'Alitalia di Alghero a centro operativo in cui svolgere la seconda fase della formazione dei piloti dell'Alitalia sul territorio nazionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (187)

"Mozione Peru - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul mancato utilizzo dei fondi destinati alla realizzazione di alberghi diffusi, previsti dalla regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015)". (188)

"Mozione Pittalis - Rubiu - Dedoni - Floris - Truzzu - Cappellacci - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Tocco - Fasolino - Tedde - Zedda Alessandra - Randazzo - Lampis - Cossa - Crisponi - Locci - Tunis - Cherchi Oscar sulla richiesta dell'immediata revoca della delega all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (189)

"Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Cocco Pietro - Desini - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Usula - Zedda Paolo Flavio sul sostegno politico e finanziario al popolo curdo". (190)

"Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Cocco Pietro - Desini - Busia - Usula - Zedda Paolo Flavio - Unali per la lotta alla povertà, il diritto alla vita e l'adesione alla iniziativa internazionale "Dichiariamo illegale la povertà"". (191)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio che ieri sera alle ore 20 e 08 è stata notificata la sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna Sezione II di cui do lettura: sul ricorso numero di registro generale 745 del 2015 proposto da Giovanni Satta, rappresentato e difeso dall'avvocato Nicolini, con domicilio eletto a Cagliari presso lo studio del medesimo legale, contro la Regione autonoma della Sardegna in persona del Presidente, non costituito in giudizio, il Consiglio regionale della Sardegna in persona del Presidente pro tempore rappresentato e difeso dagli avvocati Falchi e Spano, con domicilio eletto in Cagliari presso l'ufficio legale del Consiglio regionale, e la Giunta delle Elezioni del Consiglio regionale in persona del presidente pro tempore nei confronti di Gianni Lampis rappresentato difeso dall'avvocato Cossu, con domicilio eletto in Cagliari, per l'annullamento della deliberazione adottata dalla Giunta delle Elezioni del Consiglio regionale della Sardegna nella seduta del 29/7/2015 nella parte in cui individua in Gianni Lampis candidato nella lista circoscrizionale Fratelli d'Italia del Medio Campidano, il quale ha ottenuto la maggior cifra individuale nella stessa lista, il sostituto del consigliere decaduto Modesto Fenu. Nella deliberazione adottata dalla medesima Giunta delle Elezioni del Consiglio regionale della Sardegna nella seduta del primo settembre 2015 con cui, preso atto dell'ordinanza del Consiglio di Stato del 26 agosto 2015, che ha respinto le istanze cautelari avanzate sulla sentenza numero 3612 del 21/7/2015, ha deliberato di proporre all'Aula la sostituzione del consigliere Modesto Fenu con Gianni Lampis, lista Fratelli d'Italia e circoscrizione provinciale Medio Campidano. Del voto espresso dal Consiglio regionale della Sardegna in data 8/9/2015 con il quale l'assemblea ha approvato la proposta della Giunta delle elezioni di sostituire il consigliere Modesto Fenu con il signor Gianni Lampis, proclamato formalmente consigliere regionale per la conseguente proclamazione a consigliere regionale dell'odierno ricorrente e conseguente sostituzione del candidato illegittimamente proclamato, visti i ricorsi relativi allegati, visto l'articolo 130 del codice di procedura amministrativa, visti gli atti di costituzione in giudizio del Consiglio regionale della Sardegna e del controinteressato Gianni Lampis, viste le memorie difensive e visti tutti gli atti della causa, relatore dell'udienza pubblica delle 4 novembre 2015 il dottor Tito Arru, e uditi per parti i difensori, come specificato in verbale, per le ragioni che saranno esposte in motivazione il Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna Sezione II definitivamente pronunciando sul ricorso come nei primi (…) proposto lo accoglie e per effetto annulla per quanto di ragione gli atti impugnati. Spese compensate e ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così è deciso in Cagliari nella camera di consiglio del giorno 4 novembre 2015 con intervento dei magistrati Scano, Arru e Plaisant.

Quindi in seguito alla sentenza sospendo temporaneamente il Consiglio e invito il Presidente a riunirsi immediatamente con la Giunta delle elezioni.

L'esposizione è per presa d'atto del Consiglio.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 54, viene ripresa alle ore 11 e 41.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, invito i consiglieri a prendere posto.

Do lettura della delibera della Giunta delle elezioni sulla sentenza del Tar della Sardegna numero 745/2015, presa d'atto.

Comunico alla signoria vostra Onorevole che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 5 novembre 2015, ha preso atto del dispositivo della sentenza pervenuta dal Tribunale amministrativo regionale della Sardegna in merito al ricorso proposto dal signor Giovanni Satta, in attesa di conoscerne le motivazioni.

Questo è quanto. Procediamo con il Consiglio. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 172…

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, volevo intervenire sulla dichiarazione che lei ha fatto in ordine alla delibera. Siccome questa sentenza non fa altro che confermare i dubbi che io avevo espresso in altre circostanze; io su questo provvedimento mi astengo.

PRESIDENTE. Prendiamo atto ma al momento non era in votazione. Era una presa d'atto della delibera della Giunta delle elezioni.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente sull'ordine dei lavori, c'è una delegazione di lavoratori della Flex security e garanzia giovani, dipendenti, hanno chiesto un incontro ai Capigruppo e quindi non avendo avuto possibilità di interloquire prima la formulo a lei e logicamente ai colleghi se è possibile, in coda ai lavori senza interrompere ora i lavori, se si può ricevere questa delegazione. Tutto qui.

PRESIDENTE. Va bene se non ci sono problemi da parte degli altri Capigruppo va bene.

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Interventi urgenti a favore dei privati e delle attività produttive danneggiati a seguito di eventi calamitosi in Sardegna. (172/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca discussione del disegno di legge numero 172. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare la consigliera Daniela Forma, relatore.

FORMA DANIELA (PD), relatore. Grazie Presidente, nella seduta del 4 di novembre la sesta Commissione ha approvato all'unanimità il presente disegno di legge recante "Interventi urgenti a favore dei privati e delle attività produttive danneggiate a seguito di eventi calamitosi in Sardegna". Provvedimento che l'assemblea dell'ordine del giorno numero 33 del 27 febbraio 2015 aveva indicato tra quelli da collegare alla manovra finanziaria 2015.

Il provvedimento che è stato assegnato dalla sesta Commissione lo scorso 29 dicembre, la quale prima dell'inizio della discussione ha chiesto il parere ai sensi dell'articolo 45 comma 7 del Regolamento interno alla quinta Commissione, che ha espresso parere favorevole, e l'esame in Commissione è formalmente cominciato il 14 maggio di quest'anno con l'illustrazione del testo da parte dell'Assessore dell'ambiente che ne ha seguito l'iter in Commissione. Arriviamo alla seduta del 7 ottobre dove la Commissione ha espresso piena condivisione per le finalità di un disegno di legge che è stato concepito per dotare la regione Sardegna di uno strumento normativo che consentisse di indennizzare i privati e le attività produttive danneggiati da eventi calamitosi al fine di consentire la ripresa delle normali condizioni di vita e il riavvio delle attività produttive e nel contempo ne ha evidenziato alcune criticità per ovviare alle quali l'Assessore si è impegnata a riformulare celermente il testo e a ripresentarlo in Commissione.

Il nuovo testo è stato prodotto e illustrato dall'assessore Spano a metà ottobre e rispetto al precedente si connota per un miglior coordinamento del testo con la normativa regionale, nazionale ed europea nonché per una semplificazione delle procedure. Fino ad arrivare, appunto, alla seduta della giornata di ieri dove la sesta Commissione presieduta dall'onorevole Perra ha preso atto delle considerazioni formulate anche nel parere della terza Commissione e dal Consiglio delle autonomie locali ed ha approvato il disegno di legge all'unanimità.

Ora come accennavo il disegno di legge numero 172 consente alla Regione Sardegna di dotarsi di uno strumento normativo di carattere generale che permetta l'erogazione di contributi in denaro a favore dei soggetti privati e delle attività produttive che abbiano subito danni ai loro beni immobili e mobili a causa di eventi calamitosi. Tutto ciò al fine di favorire la ripresa delle normali condizioni di vita delle persone e il riavvio delle attività produttive. Fino a questo momento, infatti, il Consiglio regionale della Sardegna ha sempre emanato leggine ad hoc per far fronte ad eventi circoscritti. Ma l'alluvione del novembre del 2013 che ha colpito la Regione Sardegna portando morte, distruzione di beni pubblici e privati, mettendo in ginocchio famiglie ed imprese ha portato alla consapevolezza di dover porre rimedio in maniera sistematica a tale carenza normativa e tanto più il ripetersi con sempre maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi che sempre meno hanno di straordinario e sempre più di ordinario a causa delle mutate condizioni climatiche ha reso evidente l'inadeguatezza degli strumenti normativi che consentano un efficace intervento della pubblica amministrazione in favore dei cittadini e delle attività produttive danneggiati da tali eventi.

Pertanto quanto la tempestività del primo intervento di soccorso risulta fondamentale per la salvaguardia delle vite umane altrettanto lo è la possibilità di intervenire a sostegno dei privati cittadini e delle imprese per impedirne l'agonia cagionata dagli effetti di fenomeni naturali violenti e di improvvisi. Tanto più che l'unica alternativa all'aiuto pubblico, fatti salvi la sensibilità e sostegno di privati cittadini, è rappresentata dal libero mercato del credito con tempi e condizioni talvolta difficilmente sostenibili da soggetti fragili perché duramente provati dall'evento calamitoso.

In particolare la chiusura delle aziende o il decorrere dei tempi eccessivamente lunghi per la ripresa delle loro attività porterebbe ad un'ulteriore decadimento della situazione economica dei territori interessati dall'evento calamitoso mediante il calo dei livelli produttivi e occupazionali che contribuirebbero ad innescare una spirale economica involutiva. Per tali ragioni questo disegno di legge pone rimedio ad un vuoto normativo diventato opprimente da quando gli eventi calamitosi non recano più il carattere dell'eccezionalità.

Nell'entrare nella più specifica illustrazione del testo approvato si evidenzia che lo stesso si compone dei seguenti articoli, all'articolo 1 viene istituito presso la direzione generale competente in materia di protezione civile un fondo che viene alimentato da risorse regionali e da eventualmente da finanziamenti locali, nazionali, europee nonché da erogazioni liberali in denaro. Tale fondo è finalizzato a fronteggiare i danni derivanti da eventi calamitosi che si verificano nel territorio della Regione a far data però da quelli relativi al mese di novembre del 2013. L'articolo 1 bis definisce l'ambito di applicazione della legge, e l'1 ter e l'1 quater descrivono rispettivamente gli interventi a favore dei soggetti privati e quelli a favore delle attività produttive. Il secondo l'articolo prevede che la Giunta con propria deliberazione adotti provvedimenti attuativi degli interventi previsti dalla legge. Essa dovrà avere particolare riguardo…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, per cortesia, potete tornare a posto, grazie. Onorevole Dedoni, grazie, anche lei.

FORMA DANIELA (PD). La Giunta regionale dovrà avere particolare riguardo alle modalità di gestione del fondo, alle procedure per la concessione delle agevolazioni, all'indicazione dei massimali di erogazione da assegnare a titolo di contributo, nonché alle priorità di assegnazione, e gli interventi programmati con deliberazione sono attuati dal comune di residenza dei soggetti danneggiati o sede dell'attività produttiva danneggiata. All'articolo 3 prevede che la Regione possa favorire il ripristino delle normali condizioni di vita delle persone e la ripresa delle attività produttive anche avvalendosi di strumenti diversi dagli indennizzi, come gli strumenti finanziari previsti dal comma 1, oppure forme di premialità a favore delle imprese che abbiano stipulato assicurazioni per la copertura dei danni causati da tali eventi. Ancora, questo è frutto dall'approfondimento fatto nella seconda fase dall'Assessorato dell'ambiente, viene condizionata l'efficacia degli interventi configurabili come aiuti di Stato, la previa notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Vi è anche la previsione dell'impossibilità ad essere sovracompensati. La norma finanziaria prevista all'articolo 4 autorizza per l'anno 2015 la spesa di 1 milione di euro, alla quale si farà fronte mediante l'integrale utilizzo delle risorse di cui all'articolo 24 comma 1 della legge finanziaria 2015, che contestualmente viene quindi abrogato. Mentre, a far data dal 2016, agli oneri derivanti dalla presente legge si provvederà nei limiti dello stanziamento di bilancio. Proprio in considerazione dell'estrema urgenza delle norme proposte, la sesta Commissione ne auspica un'immediata approvazione da parte dell'Aula consiliare. Grazie.

È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.

Ricordo che durante l'intervento sarà possibile iscriversi nella discussione generale.

TOCCO EDOARDO (FI). Io colgo l'occasione intanto per prendere atto della già visionata in Commissione, come ha sostenuto la collega Forma, ed esprimo una parziale soddisfazione sul provvedimento, anche perché questo segue una mia interrogazione che è stata portata subito dopo il 4 settembre per gli eventi calamitosi che hanno danneggiato le zone di Trexenta, Marmilla, medio Campidano, basso oristanese, eccetera, alla quale, mi dispiace, non è stata data ancora risposta, probabilmente i tempi tecnici sono più lunghi del previsto. Personalmente, come dicevo prima, esprimo la mia parziale soddisfazione anche perché questo provvedimento da un po' di respiro a quelle persone, a quei privati che hanno subito danneggiamenti, però, come ho detto prima, parziale, nel senso che non c'è stata ancora una grande risposta nei confronti dei comuni che hanno subito dei danneggiamenti dovuti agli ultimi eventi, parlo non solo del 2013, ma del 4 settembre, che hanno visto danni nei confronti delle infrastrutture, parlo dei canali meteorici, di tutti quegli impianti di illuminazione, quindi impianti chiaramente che erogano energia, che hanno peggiorato completamente la situazione di tutto quello che è l'apparato infrastrutturale dei comuni. Ecco perché quello che chiedo a lei, Assessore, è di provvedere eventualmente con un futuro disegno, con un futuro provvedimento, di trovare delle risorse, delle soluzioni perché i comuni non debbano sentirsi colpiti ulteriormente da quello che è accaduto da questi eventi. Quindi, ben vengano questi aiuti ai privati, a coloro che sono proprietari di terreni, di vigneti, eccetera, quelli che hanno avuto danneggiamenti alle attività agropastorali, che in questo territorio sono numerose. Io mi sono permesso anche con delle persone, con degli amici di fare un giro proprio subito dopo il 4 settembre, e la situazione mi sono reso conto di persona che era piuttosto grave. Quindi, tutto qua, credo che questo sia l'auspicio da parte mia, e spero da parte di tutti i colleghi, per l'inizio di un investimento sulla realizzazione delle prossime opere per quanto riguarda i comuni che hanno subito questo danneggiamento, e quindi auspico altresì un disegno di legge a breve che reperisca le risorse economiche chiaramente al riguardo. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianmario Tendas. Ne ha facoltà.

TENDAS GIANMARIO (PD). Io intervengo per esprimere soddisfazione rispetto a un testo, a un disegno di leggere che sopperisce un vuoto legislativo, e consente di disporre di una legge organica e strutturata, evitando, così come è stato fatto fino adesso, di intervenire in situazioni contingenti con dei provvedimenti ad hoc, che non rappresentano ovviamente la soluzione migliore, se non altro perché richiedono delle tempistiche che non sono poi quelle che ovviamente auspicano i comuni, ma le persone che ovviamente sono state colpite da provvedimenti di tipo calamitoso. La cosa che mi ha lasciato sorpreso è il fatto che questa legge, non ho capito bene il motivo, sia stata oggetto di valutazione e poi approvazione con consenso unanime, così è stato evidenziato dalla collega Forma, dalla sesta Commissione. Credo che per competenza sarebbe stato un tantino più opportuno che di un provvedimento di legge di questo tipo si fosse occupata la quarta Commissione, se non altro per coerenza per il tipo di problematiche che sono state esaminate e affrontate. Però, al di là di questo aspetto, mi auguro che poi il Consiglio su questo aspetto si esprima, così come si è espressa la sesta Commissione, in maniera collegiale e in maniera unanime perché credo che il problema di fondo sia quello di trovare uno strumento normativo che consenta di sopperire a questo vuoto legislativo che ci ha danneggiato molto e non poco. Io credo che questa legge sostanzialmente consenta di far tesoro anche dell'esperienza, della drammatica esperienza del 18 novembre, se non altro perché spesso abbiamo visto che nonostante l'atto di generosità che ha contraddistinto le organizzazioni di volontariato, le associazioni, ma anche i singoli cittadini che spesso hanno elargito contributi per venire incontro alle esigenze e alle istanze dei territori colpiti dall'alluvione, spesso questo tipo di attività rischiava di essere vanificato per il fatto che esistevano delle lungaggini burocratiche che hanno condizionato molto e non poco l'erogazione dei contributi che sono stati versati. Mi riferisco in modo particolare, e l'Assessore che ha seguito passo passo quest'esperienza, questa drammatica esperienza, sa benissimo che anche i 5 milioni e rotti che sono stati erogati attraverso…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, per essere chiari, io capisco che durante il Consiglio si lavori anche con le interlocuzioni, però invito i consiglieri che devono parlare ad uscire fuori, parlare e poi ritornare in aula, perché così non si può parlare. Grazie.

TENDAS GIANMARIO (PD). Dicevo che la legge consente di fare esperienza sulla base anche di quanto è successo il 18 novembre 2013, dove sostanzialmente abbiamo registrato degli atti di generosità probabilmente anche inaspettati, che hanno consentito a organizzazioni, in modo particolare alla Caritas, ma anche alla Croce Rossa, che probabilmente è stata l'organizzazione che è riuscita a reperire maggiori risorse, mi risulta oltre 5 milioni di euro, di poter poi redistribuire queste somme a distanza di quasi due anni, di un anno e mezzo rispetto all'alluvione del 18 novembre. È ovvio che una situazione di questo tipo non risponde a quelle che sono le emergenze, le urgenze del momento, lo abbiamo detto a più riprese, e sotto questo punto di vista io credo che invece, con l'entrata in vigore di uno strumento normativo di questo tipo, la Regione è in condizione di superare molte delle difficoltà e dei limiti che hanno caratterizzato nel passato questa situazione. C'è un aspetto, però, sul quale credo sia importantissimo intervenire, e lo dico perché abbiamo trovato nella proposta che ci è stata consegnata stamattina una differenza importante tra quello che era il testo del proponente e il testo della Commissione. Abbiamo presentato un emendamento, e lo illustrerà il primo firmatario, il collega Meloni, però credo che il senso e il contenuto di questa legge ha valore se noi siamo in grado di mettere in condizione i comuni di intervenire con il superamento del Patto di stabilità, diversamente rischiamo di fare tutto e non fare niente, perché anche in questa occasione a me risulta che molti comuni, sicuramente Olbia per estensione e per importanza è quello più importante, però parlo anche di comuni che riguardano la realtà dell'oristanese, non ultimo anche il mio, non è che spesso non avevano risorse, avevano anche delle risorse disponibili, però non erano in condizione di poter operare, di poter intervenire, di poter soddisfare richieste e esigenze che venivano evidenziate dai cittadini o da attività produttive per via del Patto di stabilità. L'appello allora che io rivolgo è questo: va benissimo la norma, va benissimo disporre di una legge organica e strutturata che supera quei provvedimenti ad hoc, così come abbiamo visto fino adesso, però è importantissimo fare in modo che per interventi di questa natura i comuni possano derogare il Patto di stabilità, diversamente il rischio serio è che i comuni, così come si verifica attualmente, dispongano anche di risorse ad hoc destinate a questa tipologia di interventi, ma non sono in condizione però di poter utilizzare e erogare contributi. Quindi credo che nell'articolo 2, nei commi 6 e 7, dove ci sono interventi distinti sia per gli enti locali, sia per i privati, sia importante riproporla, facendo in modo che le risorse possano essere utilizzate con immediatezza rispetto ovviamente a quelle che sono le urgenze e le impellenze dei comuni che hanno subito alluvioni o eventi calamitosi in genere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). L'intervento dell'onorevole Tendas mette in luce una serie di criticità di questa norma; noi chiaramente molto responsabilmente abbiamo anche rinunciato ai termini per le relazioni, e altrettanto responsabilmente abbiamo votato in Commissione bilancio e in Commissione sanità perché si facesse tutto in maniera veloce. Questo perché? Lo abbiamo fatto per senso di responsabilità e lo abbiamo fatto anche per tentare, anche se credo che non ci riusciremo comunque, per tentare di dare un'accelerata rispetto ai ritardi di questo Governo regionale. Noi abbiamo approvato la legge finanziaria il 5 marzo del 2015, e l'articolo 24 della norma finanziaria prevedeva già la norma a cui appunto si richiama questa proposta, le modalità di finanziamento per questi eventi calamitosi, e in particolare demandava alla Giunta, questa norma, di stabilire delle linee guida, un regolamento di attuazione di questo finanziamento. È chiaro ed evidente che la burocrazia regionale ha ritenuto di non essere in grado di fare questo regolamento, è chiaro che addirittura ha spinto l'Assessore all'ambiente a proporre una nuova proposta di legge, una proposta di legge su una legge già approvata che finanziava questo fondo, ma la cosa ancora più grave sono certamente i 7 mesi di ritardo, perché arrivare a ottobre, anzi, a novembre ad approvare questa norma ci dice chiaramente che noi queste risorse difficilmente potremo utilizzarle, e comunque trasferirle alle persone, alle famiglie, alle imprese che hanno subito danni da quegli eventi calamitosi, perché se noi non eroghiamo queste risorse entro il 31 dicembre del 2015, cioè i principi tanto famosi del decreto legislativo numero 118 del 2011, quindi per intenderci il bilancio di cassa, il bilancio per competenza, noi queste risorse, neanche questo milione potremo spendere. Nell'originario progetto di legge addirittura c'era una norma che è stata evidentemente e ovviamente espunta, perché non è possibile, secondo i principi di quella norma, riportare le economie di quest'anno finanziario nei futuri anni finanziari, è chiaro che stiamo facendo una norma che ha sì una copertura finanziaria, ma che per quest'anno finanziario non andrà assolutamente a risolvere nessun problema, perché queste risorse non verranno erogate a nessuno, e io sono pronto a scommetterlo oggi, salvo che non succeda un miracolo dentro gli uffici della Direzione generale competente che dovrà gestire questa partita, perché ritengo che si dovrà fare un bando, si dovrà fare un'evidenza pubblica, eccetera eccetera. Qui dobbiamo però metterci d'accordo; se questo Organo legislativo, in tempi credo anche abbastanza ragionevoli, dà le coperture finanziarie, dobbiamo metterci d'accordo su come la struttura burocratica di questa Regione deve adempiere ai dettami di legge di questa Regione. Perché non è stato possibile con una delibera di Giunta preparare le direttive su un bando? Perché abbiamo perso 7 mesi? Perché abbiamo stanziato solamente allora 1 milione di euro?... Aggiungo io. Perché sono non solo risorse che non si possono spendere, ma sono risorse assolutamente insufficienti. Ecco, questi sono solamente dei motivi che noi vogliamo portare a riflessione rispetto a un atteggiamento di responsabilità che invece è stato assolutamente perfetto e inoppugnabile rispetto al fatto che abbiamo anche evitato di prenderci anche i tempi che il Regolamento ci consente di prenderci per fare delle compiute relazioni. Quindi questo colleghi lo sapete anche voi, noi abbiamo segnalato anche che i comuni, proprio in ragione… questo difetto, cari colleghi, e questi problemi derivano ovviamente dall'accordo che questa Regione ha voluto stipulare prima di tutte le altre regioni italiane sul principio del pareggio di bilancio, quindi noi ci portiamo dietro, ma lo sapete e lo vedrete ancora meglio quando andremo a discutere la norma che modificherà il… insomma, quello che era l'assestamento di bilancio, i livelli della spesa di quest'anno finanziario nel rispetto di questo principio. Quello è un principio che ha danneggiato questa Regione, tant'è che le altre regioni stanno chiedendo anche uno slittamento dei termini, sia quelle a Statuto speciale, ma anche quelle a Statuto ordinario, e noi siamo impantanati e legati a questo vincolo che ci siamo voluti dare, perché siamo evidentemente più responsabili delle altre regioni italiane, ma il dato assolutamente certo è che abbiamo fatto una norma e l'abbiamo fatta 7 mesi fa con la finanziaria, e siamo nuovamente in Aula a dover legiferare su una norma che avevamo già fatto. Ecco, io credo che non sia questo il sistema che questo Organo legislativo deve adottare, forse deve esserci più comunicazione tra il Consiglio e il Governo, perché non è possibile che ci si trovi ad approvare norme con un ritardo di questo tipo, quando invece probabilmente sarebbero stati sufficienti degli atti amministrativi fatti per tempo, perché forse a questo punto saremmo già in una fase di pagamento e non, invece, ancora in una fase manco di impegno delle risorse.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, io capisco il gioco delle parti, capisco il gioco di maggioranza e opposizione, capisco anche l'opposizione e l'intervento di poc'anzi dell'onorevole Locci, che deve cercare per forza qualcosa che non va in questa norma, capisco anche la vena polemica con la quale è stato fatto, però penso che a un certo punto deve valere il senso di responsabilità e dire a tutti gli effetti che con questa norma si sta andando a colmare un vuoto normativo che non è di sette mesi, caro onorevole Locci, ma dura qualche anno in più rispetto ai sette mesi. Quindi se le responsabilità ci devono essere ognuno si prenda le proprie e lo faccia agli occhi della gente, agli occhi delle persone che ci hanno dato la fiducia.

Io penso che sia una norma molto importante viste le condizioni climatiche abbastanza pazze degli ultimi tempi, che non va solo ed esclusivamente a incidere su questo anno solare, come poc'anzi diceva l'onorevole Locci, ma va appunto a colmare un vuoto normativo ed è una norma che continuerà nel tempo, non durerà solo per l'anno 2015, come poc'anzi diceva l'onorevole Locci, ma avrà ripercussioni durante tutti gli anni da oggi fino a quando questa norma non verrà abolita. Sento troppe polemiche riguardo all'andamento che si è avuto in questi mesi, e devo dire, invece, io un grosso grazie all'Assessore all'ambiente e alla Protezione civile per il modus operandi che si è venuto a modificare in questi mesi e in questo anno e mezzo. Lo dico perché, a confronto delle poche informative che venivano date prima ai sindaci, oggi abbiamo una Protezione civile all'altezza, una Protezione civile che sta al fianco dei sindaci, abbiamo un Assessore che immediatamente si è prodigata per andare incontro alle esigenze delle popolazioni colpite, ma non lo dico solo perché è qui presente oggi, l'ho detto qualche giorno fa per lo stesso assessore Falchi, quindi è anche stucchevole il fatto che il collega Tocco aspetti ancora una risposta all'interrogazione. La risposta l'ha avuta negli atti: qualche giorno fa è stata approvata una delibera della Giunta regionale che pone 1 milione e 700 mila euro per gli agricoltori che sono stati danneggiati a seguito dell'evento calamitoso del 4 settembre. Quindi andiamo avanti, colleghi, pensiamo che si stanno ponendo davvero le basi per stare al fianco dei nostri concittadini. E anche in questo caso lo stesso assessore Falchi, penso alla tempistica, quando dopo il 4 settembre - io sono uno di quei sindaci, di quegli amministratori dei paesi che sono stati colpiti dagli eventi alluvionali del 4 settembre -, quando qualche giorno dopo quegli eventi lo stesso assessore Falchi è venuta nel nostro territorio a portare la propria solidarietà e la propria attenzione verso tutti cittadini colpiti, cittadini che avevano perso tutto, aveva detto: "Passerà circa un mese e mezzo o due". Ebbene, sono passati e hanno avuto subito le risposte; verranno pubblicati bandi, stanno dando le risposte a tutti e con questa norma andremo anche a dare le risposte a quei cittadini privati che da novembre 2013 - non da sette mesi, da novembre 2013 - attendono delle risposte, le attendono loro, le attendono tutti quei cittadini che dall'ex assessore Prato si erano sentiti dire che i tempi sarebbero stati brevissimi per gli aiuti. Quindi andiamo avanti, pensiamo che abbiamo una Protezione civile che è all'altezza, che è al fianco dei sindaci. Personalmente, lo dico subito, anche la notte dell'alluvione sette macchine della Protezione civile sono venute a dare una mano ai cittadini alluvionati, ai cittadini che hanno avuto problemi con il fango e con le grosse difficoltà. Quindi tentiamo di vedere in positivo, e vedo anche in positivo la norma che per un verso deroga anche il patto di stabilità dei comuni. Certo, ci sarebbe tanto altro da fare, ci sarebbe da allargare le maglie del patto di stabilità per permettere a quei comuni che hanno avuto danni di poter spendere, ma con questa norma si mette sicuramente un tassello, un tassello che va a incidere positivamente sull'economia locale e che va a dare una mano dove realmente i problemi esistono.

PRESIDENTE. Colgo l'occasione per rammentare che sono convocate con urgenza la terza e la quarta Commissione alle ore 15 e 30.

È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, è vero quello che diceva il collega Lai: l'anniversario del novembre 2013 sta per arrivare e quindi quei due anni terribili che sono passati in questa fase hanno portato sicuramente consiglio a chi avrebbe dovuto normare e prevedere attività legislativa che potesse preparare il territorio regionale alle terribili situazioni di carattere climatico che hanno in qualche modo devastato tante parti della nostra terra, però restano ancora aperti tanti interrogativi. Ce n'è uno che incombe ancora oggi: tanti soggetti hanno, per esempio, generosamente portato il loro contributo, anche economico, per poter dare sollievo alle popolazioni, alle attività produttive, alle stesse amministrazioni per poter intervenire con rapidità e con immediatezza, magari rinunciando a una piccola risorsa e invece con grande generosità mettendola a disposizione. Ebbene, ancora oggi, nonostante siano passati due anni, di quei soggetti, di chi ha messo a disposizione le risorse si sa ben poco, dove siano finiti questi stessi contributi e soprattutto non si conosce bene chi abbia avuto il merito o forse l'ardire di aprire un conto corrente dove non si sa quante risorse siano finite, da parte di chi, come siano stati gestiti questi soldi o se magari siano ancora incastrati nelle mille pieghe che sono fatte talvolta di burocrazia e talvolta pieghe determinate anche dal malaffare e dalla poca voglia, invece, di essere attenti e solidali. Ad esempio questo è uno degli elementi che viene a mancare completamente in questo progetto di legge, cioè istituire un sistema che possa dare chiarezza, trasparenza e soprattutto sappia regolamentare anche la raccolta delle risorse in casi di necessità. Questa è un'iniziativa legislativa certamente lodevole, è un'iniziativa molto importante, molto utile, ma, ahimè, soffre di una delle prime criticità che è quella della davvero povertà di risorse. Ci vuole ben altro per dare ristoro immediato ai nostri cittadini e soprattutto alla filiera produttiva, e naturalmente tutto questo impoverisce il testo legislativo perché se di fatto noi non abbiamo capacità di risorse non abbiamo nemmeno capacità di restituire certezze e di saper dare indicazioni precise, poter rimettere in moto semmai le attività produttive che sono state severamente colpite. Cito solamente, così a memoria, quell'attività di impresa nel comune dei Torpè che è stata letteralmente sventrata dalla furia delle acque e che, alle documentazioni di stampa di allora, pareva che sfiorasse da sola gli oltre 400 mila euro, quindi pensate quanto sia davvero poca cosa un'attività legislativa che individui solo per l'anno 2015 un milione di euro. Così come restano però contraddittorie o addirittura imperfette alcune indicazioni che sono previste nella legge. Fa specie che questa Direzione generale della Protezione civile, che ha già ben altre incombenze, si debba occupare anche di determinare dove allocare risorse e poi dove doverle distribuire, mettere nella loro disponibilità. Io credo che la Direzione generale della Protezione civile abbia ben altre incombenze e ben altre preoccupazioni che sono quelle proprie dell'assistenza, dell'immediato intervento, del pronto intervento e soprattutto della prontezza di riflessi per saper intervenire con tutti i suoi uomini e i suoi mezzi a disposizione dei rispettivi territori. Invece si vuole incardinare una risorsa che a mio giudizio invece, se è vero che si parla anche di imprese, dovrebbe riguardare la Direzione generale dell'Assessorato del commercio e dell'artigianato, forse dell'industria, forse della stessa programmazione, quindi non vorrei che gli venissero date delle incombenze che potrebbero essere letteralmente inadeguate per la tipologia di interventi che si dovrebbero andare a coprire. E poi ci sono anche delle perplessità perché si fa un unico calderone, si mettono insieme le risorse destinate alle famiglie e ai privati con le risorse che vengono destinate alle filiere produttive, che necessitano di altro tipo di assistenza, che necessitano di altro tipo di attività. Come resta anche strano il fatto che da un lato, in perfetta contraddizione, ci siano delle forme di premialità a chi ha coperture assicurative che sono previste per esempio all'articolo 3, comma 2, come poi vedremo successivamente e nello stesso articolo 1 quater ci sono dei criteri in cui vengono date le risorse al netto delle coperture assicurative. Da un lato gli si vuol togliere quel tipo di risorse, dall'altro gli si dà una premialità che non è ben definita, non è assolutamente chiarita. Così come vengono a mancare chiarezza sui criteri di proporzionalità e progressività. Quando si parla e si indicano queste cose in una norma legislativa c'è tutto il contrario di tutto, non c'è assolutamente la certezza, non è ben chiaro quali siano questi modelli o questi criteri di proporzionalità e progressività. Viene difficile pensare che ci possa essere addirittura un bando a sportello a favore dei privati, è una cosa prettamente per le imprese, però mi domando anche per quali motivi i criteri di proporzionalità e progressività debbano essere avviati proprio in condizioni di emergenza che sono quelli conseguenti a un fatto importante che è quello calamitoso. Insomma, come si vede e come troveremo poi in modalità di approfondimento e discussione nel corso della valutazione dei singoli articoli, ci si possa ritrovare per fare una riflessione dove far emergere alcune criticità.

Infine le questioni che riguardano le amministrazioni comunali e sono la materia centrale delle attività di pronto intervento, sono i luoghi nei quali si fa riflessione, ci si riferisce perché lì vengono aperti COP, i centri di coordinamento operativo in caso di disastri e di danneggiamenti di quelle proporzioni. Quindi, il comune è totalmente estraneo a questo tipo di attività, il comune viene lasciato ai margini, il comune è totalmente coinvolto perché fra tutti quei soggetti di cui si parla con riferimento alla direzione generale della Protezione civile che parla con i soggetti istituzionalmente preposti non si fa alcuna menzione per le amministrazioni comunali quindi per le amministrazioni locali. Viene da pensare che in questo caso è già una legge vecchia perché se quei soggetti istituzionali sono i comuni non si parla di ciò che sta per arrivare con la riforma degli enti locali, quindi non vi è da nessuna parte un'indicazione che può riguardare le cosiddette unioni dei comuni o associazioni dei comuni. Quindi, anche in questo caso si vede che c'è qualcosa che sta nascendo con tutta una serie di criticità. Ma su questo, come abbiamo già detto, si potrà ritornare nel momento della discussione dei singoli articoli.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Signor Presidente del Consiglio, Assessore, colleghe e colleghi, finalmente, mi sento di commentare così l'approdo di questo disegno di legge in Aula per la sua approvazione. In occasione degli eventi alluvionali degli ultimi due anni, in particolare quelli a cui si rivolge principalmente il disegno di legge in esame, novembre 2013 e giugno 2014, ci si è resi conto ancora di più di quanto fosse impreparata la macchina operativa regionale sia in termini di interventi di Protezione civile, fossero essi di prevenzione o di pronto intervento post-calamità, sia in termini di aiuti alle popolazioni, alle aziende e in generale a tutti i privati colpiti nel proprio patrimonio in conseguenza di eventi calamitosi.

Per quanto riguarda il primo aspetto sono stati compiuti enormi passi avanti, è stato detto, a partire dall'istituzione del servizio decentrato di Protezione civile previsto recentemente da questa amministrazione regionale e che purtroppo è stato subito collaudato e messo a dura prova da eventi alluvionali ripetuti a distanza di una settimana nello scorso mese di ottobre e non solo. Se i danni sono stati notevolmente più contenuti rispetto a novembre 2013 ciò è dovuto sicuramente a una minore intensità dell'evento ma, posso testimoniarlo personalmente, anche ad un migliore sistema di Protezione civile che ha ben funzionato in ogni sua fase e che potrà e dovrà essere sempre migliorato per ridurre al minimo i rischi per le persone anzitutto, ma certamente anche per il patrimonio pubblico e privato. A tal proposito colgo l'occasione per esprimere apprezzamento per il lavoro dell'assessore Spano e della Protezione civile della Sardegna. Il sistema, è vero, può essere migliorato anche rispetto all'allerta meteo, per esempio, ma lo dico da sindaco, preferisco chiudere una scuola un giorno in più che dover assistere il giorno successivo, in un palazzetto dello sport, magari a un funerale e portare l'estremo saluto a persone decedute, magari anche ad assistere alla presenza di qualche bara bianca.

Con riferimento agli interventi urgenti a favore dei privati e delle attività produttive danneggiate a seguito di eventi calamitosi in Sardegna vi era una lacuna da colmare. A parte qualche legge ad hoc approvata per casi specifici come l'alluvione di Capoterra del 2008, mancava una legge che disponesse in generale l'erogazione degli aiuti ai privati. In questo modo anche gli esigui fondi a disposizione della Regione sono stati talvolta destinati, come nel caso dell'alluvione del 2013, al ripristino di beni pubblici ad interesse pubblico o comunque a interventi in somma urgenza a regime commissariale. Gli unici veri aiuti a cui i privati colpiti dall'alluvione del 2013, per esempio, abbiano potuto usufruire sono riconducibili a quelli attivati dalle associazioni umanitarie quali Caritas, Croce Rossa e altre organizzazioni di volontariato. Si è arrivati al paradosso, in alcuni casi, è stato anche detto, come quello eclatante di Olbia che le erogazioni liberali giunte sul conto corrente del comune da destinare ai privati colpiti sono finiti imprigionate nelle strette maglie dei vincoli posti dal patto di stabilità, rendendo di fatto inutilizzabili quei fondi rispetto alle nobili finalità per i quali sono stati costituiti. In questo senso esprimo apprezzamento per la previsione contenuta originariamente nei commi 6 e 7 dell'articolo 2 del disegno di legge così com'è stato proposto dalla Giunta, volto proprio a superare tale criticità. Rispetto a tale principio annuncio, è stato detto, un emendamento che sancisce, appunto, il principio in legge in coordinamento con la normativa statale.

Meno apprezzabile, ma ebbi modo di affermarlo già in occasione della discussione sulla finanziaria 2015, è l'entità dello stanziamento per l'anno 2015. La cifra di 1 milione di euro ha un valore, consentitemi di dirlo, quasi simbolico rispetto all'enormità dei danni patiti dai privati e dalle aziende, in particolare dell'evento alluvionale del novembre 2013. Come ebbi modo di ricordare anche in occasione della discussione sulla mozione giunta in Aula nel mese di aprile 2014 e di cui fui primo firmatario, solo nella città di Olbia, a titolo di esempio, secondo una stima fatta dal comune sulla base delle autocertificazioni degli interessati, i danni subiti dai privati cittadini e dalle attività produttive ammontano complessivamente intorno ai 100 milioni di euro, di cui danni al patrimonio edilizio privato per un valore di circa 25 milioni, i danni alle attività economiche e produttive per circa 15 milioni, alle automobili danneggiate o distrutte dall'alluvione (circa 1300) per un valore di 15 milioni e danni ai beni mobili e elettrodomestici per un valore superiore a 30 milioni di euro. A ciò debbono aggiungersi i danni subiti dalle 90 aziende agricole del comparto della mitilicoltura che hanno ugualmente fatto le loro richieste di risarcimento. Questi numeri da soli servono a far comprendere quanto piccola possa essere la cifra prevista per l'anno 2015 se commisurati all'entità dei danni che non si fermano certamente alla città di Olbia ma a tutti i comuni, aziende, privati ivi residenti colpiti dall'alluvione del novembre 2013 e giugno 2014.

Nel corso della discussione della mozione nell'aprile 2014, poi sfociata nell'ordine del giorno numero 3 approvato da tutta l'Aula, ricordai come a cinque mesi dall'evento i sindaci ricevevano quotidiane sollecitazioni rispetto alle quali non avevano più risposte attendibili da dare. A distanza di due anni la situazione non è cambiata di tanto. I privati attendono risposte e i più fortunati avranno avuto la possibilità di usufruire di contributi provenienti dalla Croce Rossa piuttosto che dalla Caritas, come ho detto prima, o da donazioni di altri privati o associazioni. Altri non hanno ricevuto alcun sostegno economico e in parecchi casi hanno dovuto ricorrere all'indebitamento per poter rientrare nelle loro abitazioni o per poter acquistare beni mobili di prima necessità perduti in occasione dell'alluvione. Sono da segnalare infine un numero considerevole di cittadini che hanno subito i danni dell'alluvione per due volte in meno di 24 mesi, praticamente tutti coloro che hanno subito i danni a seguito dell'evento calamitoso del primo ottobre, solo nella città di Olbia, vennero colpiti anche nel novembre 2013, ciò a causa dei noti problemi strutturali di carattere idrogeologico che vive la città.

Tutti questi cittadini sardi attendono risposte da parte nostra e a onor del vero importanti risposte stanno arrivando con riferimento agli interventi di mitigazione del rischio. Colgo l'occasione a tal proposito per ringraziare il presidente Pigliaru, la Giunta, l'assessore Spano e l'assessore Maninchedda che proprio in occasione della discussione della finanziaria prese impegni precisi in Aula che sta mantenendo circa gli interventi urgenti di messa in sicurezza della città di Olbia attraverso risorse regionali e statali, ma ciò non vale solo per la città di Olbia ma vale per tutte le zone che sono state colpite in quell'occasione. Tuttavia occorre fare degli sforzi in più per dare un'accettabile consistenza finanziaria all'importante legge che andremo ad approvare oggi. Mi aspetto impegni precisi già da oggi e sono certo che la legge finanziaria 2016, che approderà tra poche settimane in quest'Aula, terrà conto e verrà incontro ai cittadini e alle aziende colpite al cuore in occasione delle terribili alluvioni degli ultimi anni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Diceva bene un collega di maggioranza: "Andiamo avanti, andiamo avanti". E' giusto andare avanti anche in questa tematica, però bisogna andare avanti non saltellando su un piede e saltellando su un alluce perché se è vero che si sentiva l'esigenza di questa norma, di una norma puntuale che desse modo comunque al governo regionale di intervenire in casi di eventi calamitosi, è anche vero che la norma deve essere congrua, deve essere coerente con le aspettative, deve essere sotto il profilo quantitativo proporzionata alle esigenze. Quindi andiamo avanti, però non possiamo esimerci dal puntare il dito contro quei contenuti della norma che noi riteniamo insufficienti. Faccio mia, non voglio ripetere ciò che ha detto l'onorevole Locci, faccio mie le questioni finanziarie che vi ha posto in modo molto puntuali così come faccio mie e sottoscrivo le osservazioni dettagliate e competenti dell'onorevole Tocco. E aggiungo che se è vero com'è vero che la legge ci voleva, che oggi c'è, è anche vero che la montagna rischia di partorire un topolino se questa legge non viene aggiustata in corsa. E la cosa più singolare è che la relazione della Giunta che accompagna questa legge si rifà all'evento calamitoso del novembre 2013, all'alluvione del 2013 quando purtroppo persero la vita 18 persone, quando purtroppo vennero provocati danni per 650 milioni di euro, un disastro, un disastro di dimensioni bibliche. Ebbene come andiamo a fronteggiare questi disastri? Con una legge che prevede un milione di euro. Qualcuno potrebbe anche dire: "Ma da qui a dicembre del 2015 probabilmente un milione di euro è sufficiente". Probabilmente un milione di euro è sufficiente, ma probabilmente. L'evento calamitoso del 2013 si è verificato a novembre e questo deve far suonare qualche campanello d'allarme. Non si può essere così fiduciosi o non si può essere meglio ancora così superficiali nell'affrontare queste tematiche. Un milione di euro non sono sufficienti, è un obolo, è solo ed esclusivamente un obolo. Così come per esempio sempre in relazione alle lacune che noi abbiamo il dovere di evidenziare, c'è e si sente l'esigenza di interventi sul sociale a seguito di questi eventi calamitosi. Mi spiego meglio, sono eventi calamitosi di dimensioni straordinarie che provocano non soltanto morti e danni incommensurabili, ma provocano pure un disagio sociale forte, solido, un disagio sociale psicologico che si perpetua negli anni a seguire. Ecco, questo disagio sociale non trova assolutamente albergo in questa legge o meglio i rimedi per fronteggiare questo disagio sociale non li troviamo, non li leggiamo in questa legge. E questa è un'altra lacuna che noi abbiamo il dovere di evidenziare pur ribadendo il concetto secondo il quale la legge era ed è necessaria, si sentiva la necessità di questa legge da tanti anni non soltanto da qualche anno come qualcuno ha cercato di contrabbandare, si sentiva da decenni l'esigenza di questa legge perché gli eventi calamitosi di una certa portata purtroppo si verificano da tanti decenni e anche di più, però lo strumento che noi stiamo adottando, che stiamo approvando è del tutto insufficiente, deve essere in qualche modo ristrutturato, riqualificato, le lacune sotto il profilo contenutistico dello strumento legislativo devono essere colmate. Quindi va bene l'idea, però non va bene come questa idea viene declinata perché si rischia di far partorire a questa montagna un piccolo topolino del tutto insufficiente per alleviare le sofferenze di chi è colpito da questi eventi calamitosi per riparare i danni che questi eventi calamitosi purtroppo provocano.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Certamente la notizia buona è che la Regione si dota di uno strumento normativo che ha come finalità gli interventi a seguito di eventi calamitosi. La notizia brutta è la risorsa finanziaria che naturalmente non può stare a un milione di euro e credo che l'emendamento che sarà discusso successivamente possa in qualche maniera almeno impegnarci per il futuro. La cosa che sta rimanendo fuori dalla legge sono quelli che invece andavano inclusi, il comma 7 del testo della Giunta, del testo del proponente dove: "Previo accordo con il Governo è disposta l'esclusione dal patto di stabilità interna delle spese sostenute dagli enti locali con risorse provenienti da erogazioni liberali e donazione da parte di istituti pubblici e privati." Praticamente è successo che i comuni che sono stati beneficiari di donazioni, queste donazioni non potevano spenderle a causa appunto del patto di stabilità. Questa norma secondo me andrebbe ripensata e inserita perché comunque è corretto che queste somme non possano incidere nel patto di stabilità. Il ruolo dei comuni come sempre diventa un ruolo attivo e anche qui c'è da segnalare la difficoltà che i comuni hanno per poter adempiere a tutti gli impegni necessari. Quindi sarebbe necessario pensare anche a una dotazione finanziaria ai comuni perché possano con risorse finanziarie e umane far fronte a queste cose. L'altra cosa che io volevo segnalare riguarda la previsione del governo di istituire la zona franca in questi comuni, la quinta Commissione ha approvato una risoluzione all'unanimità invitando la Giunta a non perdere di vista questo obiettivo che comunque scade il 13 novembre e quindi di far sì che questa norma venga attuata perché comunque se pur anche lì la dotazione finanziaria per il 2016 sia di soli 5 milioni è comunque una cosa importante. Importante a tal punto che i profeti della zona franca che l'hanno costruita, poi l'hanno demolita, poi l'hanno ricostruita in Sardegna stanno invitando le aziende a inviare lettere ai comuni, penso che non solo al comune di Dorgali siano arrivate queste lettere da parte di imprenditori, lettere che come al solito illudono i beneficiari di poter fare una lettera e di conseguenza poter essere anche esentati dall'IVA, dall'IRPEF, dall'IRES e da quant'altro.

Quindi è necessario che la Giunta regionale si impegni da questo punto di vista perché quanto prima possa darsi attuazione alla zona franca nei comuni colpiti dall'alluvione del 18 e 19 novembre.

Sul testo naturalmente e sulla necessità di averlo non si discute e pertanto il voto sarà sicuramente favorevole da parte nostra perché finalmente la Regione abbia uno strumento per rispondere immediatamente e bene alle esigenze di chi ha subito danni dalle alluvioni.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Ho sentito con molto favore il riconoscimento per l'intervento tempestivo della Giunta. L'istituzione del fondo approvato nella norma finanziaria è stato accompagnato dalla norma che consente l'utilizzo di questo fondo.

Allora un capitolo della norma finanziaria non poteva avere e prendere corso nella distribuzione delle risorse se non accompagnato da una norma e la Giunta l'ha fatto congiuntamente alla norma finanziaria proprio ponendolo come collegato alla finanziaria. E' vero, se è così ed è così perché la Regione non può lavorare nella distribuzione di risorse anche per eventi calamitosi se non attraverso le norme e basta ricordare la norma statale attraverso la quale con la contabilità speciale sono state distribuite risorse per il ripristino del patrimonio pubblico, ma per i privati e per le attività produttive abbiamo bisogno di colmare un vuoto normativo che effettivamente esiste. Ed è vero che questa norma ci consente di mettere la nostra Regione al pari delle Regioni che hanno provveduto in questo senso. E devo dire che con l'approvazione, che auspico caldamente, di questa norma mettiamo al passo la nostra Regione con l'Emilia-Romagna che è l'unica Regione che ha avuto una norma e quindi ha colmato il quadro normativo. Quindi questo è il confronto con le altre Regioni, la Sardegna sarà seconda dopo l'Emilia-Romagna nel dotarsi di uno strumento normativo di questo tipo.

Un altro aspetto importante. Questa norma rappresenta uno strumento generale che ci consente di poter intervenire direttamente nei confronti dei privati e delle attività produttive, però stabilisce che a sostegno delle persone e delle imprese ci sia un contributo finanziario, non un risarcimento. Quindi questo deve essere chiaro anche rispetto alle risorse che vengono poste nel capitolo di bilancio. Questo perché credo che nessuno Stato possa far fronte a tutti i danni subiti da privati o da attività produttive a causa di calamità. E ci sono d'altra parte indirizzi in questo senso europei che ci dicono come strumenti moderni devono essere e possono accompagnare le norme nazionali. Ma questa norma rappresenta la risposta ai cittadini, alle popolazioni, rappresenta una risposta alle associazioni dei cittadini e degli alluvionati che abbiamo incontrato in questo periodo e che ci chiedevano, prima delle risorse, ci chiedevano la possibilità di avere una norma per poter usufruire di risorse. Allora è stato detto basta con norme ad hoc, ma la necessità di uno strumento normativo che avesse carattere di generalità e fosse sempre attivabile al verificarsi di eventi calamitosi al favore di privati colpiti nel loro patrimonio. Quindi se negli anni passati si è agito con norme ad hoc spero da oggi in poi si possa invece continuare a lavorare per un aiuto e stare vicini alle nostre popolazioni e alle imprese in modo trasparente ed in modo continuativo. Allora questo disegno di legge rappresenta proprio la risposta di un preciso impegno che la Giunta ha assunto nei confronti degli abitanti dei territori colpiti dall'alluvione del 2013, ma anche tutti i danni che successivamente ci sono stati nel 2014 e che ci sono stati nel 2015. Quindi più in generale tutti cittadini sardi che non saranno più lasciati soli dall'istituzione regionale davanti ai danni di eventi calamitosi che dovessero verificarsi in Sardegna. La legge prevede alcune cose nuove ed innovative. Intanto è lo strumento post emergenza, esiste la legge 28 dell'85 che prevede gli interventi di emergenza e di somma urgenza, che tende a ripristinare le normali condizioni di vita, però quando l'emergenza è terminata noi dobbiamo comunque aiutare le nostre popolazioni e i nostri territori a riprendersi, e questa norma serve proprio per questa finalità. Viene istituito un apposito fondo del bilancio regionale alimentato da risorse che non sono solo regionali, possono essere di provenienza nazionale, europea, possono essere erogazioni liberali in danaro. Lo stesso Consiglio, gli stessi gruppi consiliari avevano stanziato un fondo destinato alle popolazioni coinvolte dall'alluvione del 2013, questo fondo non si è potuto utilizzare perché non esisteva proprio la norma ad hoc, questa è la norma che serve. Un presupposto per accedere agli interventi previsti dalla legge è la dichiarazione dello stato di calamità e di emergenza dei territori dell'evento calamitoso, quindi questi aiuti sono sempre legati alla dichiarazione dello stato di calamità e di emergenza. Ancora, è un disegno di legge che prevede l'intervento sia a favore di soggetti privati per danni alle abitazioni principali e ai beni di prima necessità, ma anche a favore di attività produttive non agricole, sappiamo che per i danni all'agricoltura esistono canali di finanziamento diversi, quindi danni agli immobili nei quali si svolgono le attività e i beni mobili strumentali nell'esercizio dell'attività produttiva. Altro punto è il fatto che gli interventi previsti dalla legge vengono attuati dai Comuni. I Comuni sono i più vicini al territorio e alle popolazioni quindi sono quelli capaci di attuare e raccogliere le istanze dei cittadini e delle imprese, e quindi sono anche quelli che possono controllare una equa distribuzione dei fondi. Il disegno di legge della Giunta prevedeva tutta una serie di azioni, di norme relative alla gestione, per questo la Commissione ha preferito delegare e snellire il testo normativo lasciando alle delibere di Giunta l'attuazione della norma. Un punto a cui tengo moltissimo e che è un elemento innovativo del disegno di legge è l'introduzione di una precisa norma che incentiva, con forme di premialità, il ricorso alla copertura assicurativa delle attività produttive, questo in piena coerenza con le raccomandazioni della Commissione europea. Come dicevo prima, non è pensabile poter coprire con bilanci regionali o statali tutti i danni che vengono subiti da privati e dalle attività produttive, la copertura assicurativa rappresenta proprio lo strumento moderno, e d'altra parte c'è l'articolo sul divieto di sovracompensazione che è a garanzia della non possibilità di sovrapposizione di altri aiuti. Io credo che questa rappresenti appunto uno strumento moderno e di cui la Sardegna ha necessità.

PRESIDENTE. Grazie Assessore. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Istituzione del Fondo speciale per le emergenze regionali

1. Per fronteggiare i danni derivanti dagli eventi calamitosi che si verificano in Sardegna è istituito un Fondo speciale per le emergenze regionali (di seguito denominato Fondo), con una prima dotazione, per l'anno 2015, pari a euro 1.000.000.

2. Il Fondo, finalizzato all'erogazione di contributi a favore dei soggetti privati e delle attività produttive colpiti dalle calamità, nei limiti delle risorse disponibili e, a far data dagli eventi calamitosi verificatisi in Sardegna nel mese di novembre 2013, è destinato al ripristino delle condizioni normali di vita dei privati cittadini e alla ripresa delle attività produttive che abbiano subito danni a causa di calamità.

3. Il Fondo è istituito presso la Direzione generale della Regione competente in materia di protezione civile, che opera in coordinamento con gli altri soggetti istituzionalmente competenti, chiamati a cooperare per il superamento dell'emergenza e il ripristino delle normali condizioni di vita.

4. Il Fondo è alimentato da risorse regionali e da eventuali ulteriori finanziamenti di provenienza locale, nazionale, europea nonché da erogazioni liberali in denaro acquisite dalla Regione in seguito a eventi calamitosi che hanno colpito la popolazione.

Emendamento aggiuntivo Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Truzzu - Peru.

Articolo 1

Dopo il comma 4 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"In via prioritaria la presente legge e applicata ai soggetti privati residenti in Sardegna titolari di beni mobili ed immobili, nonché ai titolari di attività produttive che siano stati danneggiati dagli eventi alluvionali verificatisi in Sardegna nel mese di novembre 2013 e di giugno 2014". (4).)

PRESIDENTE. L'emendamento numero 4 è già in distribuzione, è un emendamento aggiuntivo.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1.

Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 4.

Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 bis. (Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 bis:

Art. 1 bis

Ambito di applicazione

1. Gli interventi previsti dalla presente legge sono disposti nel caso di eventi previsti dall'articolo 2, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile), a seguito di dichiarazione di stato di calamità o di emergenza.

2. In caso di eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 225 del 1992, il territorio interessato dagli eventi calamitosi è delimitato con deliberazione della Giunta regionale.

3. Gli indennizzi previsti dalla presente legge sono corrisposti esclusivamente nei casi in cui gli immobili o le attività produttive danneggiate siano conformi alla normativa vigente.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 ter. All'articolo 1 ter è stato presentato l'emendamento sostitutivo parziale numero 2

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 ter e del relativo emendamento:

Art. 1 ter

Interventi a favore di soggetti privati

1. Ai soggetti privati che, in conseguenza degli eventi previsti dall'articolo 1 bis, abbiano subito danni, è concesso un indennizzo sotto forma di contributo a fondo perduto per i danni subiti:

a) dall'abitazione principale;

b) dai beni di prima necessità.

2. Gli indennizzi previsti dal comma 1, lettera a), sono concessi ai titolari del diritto di proprietà sull'immobile danneggiato ovvero ai titolari di diritti reali di garanzia e di godimento che si sostituiscano al proprietario del bene nella richiesta dell'indennizzo.

3. Gli indennizzi previsti dal comma 1, lettera b), sono concessi ai titolari del diritto di proprietà su beni mobili e mobili registrati destinati direttamente ed esclusivamente alle primarie necessità della vita lavorativa e familiare.

4. Nel caso in cui le risorse del Fondo non siano sufficienti a soddisfare tutte le richieste pervenute, gli indennizzi previsti dal presente articolo sono erogati secondo criteri di progressività rispetto ai danni subiti dai singoli beneficiari.

Emendamento sostitutivo parziale Manca Pier Mario - Tendas. (2)

Articolo 1 ter

Nel comma 4 dell'articolo 1 ter, le parole "da criteri" sino a "beneficiari" sono sostituite dalla seguenti: "una ripartizione proporzionale delle somme dando la priorità ai danni subiti dai soggetti privati.". (2).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.

RUGGERI LUIGI (PD). Dovrebbe essere stato presentato un emendamento riformulato, chiedo all'onorevole Manca, perché è stato distribuita una versione che mi risulta sorpassata da un'ulteriore emendamento proposto.

PRESIDENTE. Non è stato presentato nessun emendamento sostitutivo, se vuole fare delle correzioni deve farle come emendamento orale all'Aula adesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pier Mario Manca. Ne ha facoltà.

MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Al comma 4 ci è sembrato, a me anche gli altri onorevoli, che il termine progressività non fosse abbastanza chiaro perché questi una norma di legge, la legge va poi applicata, qual è la progressività? Bisogna chiarire cos'è che cosa si intende per progressività. Noi abbiamo proposto che per progressività possa essere rispetto ad un ordine temporale, ad un ordine economico, ad un ordine finanziario quindi è stato proposto un emendamento, l'emendamento che avete voi è già stato distribuito, è stato poi nuovamente corretto, ne do lettura come emendamento orale. Dopo la parola "erogati", bisogna aggiungere "una ripartizione proporzionale, per scaglioni finanziari dando priorità ai danni subìti dai soggetti privati e che privilegi il ripristino dei servizi abitativi essenziali".

PRESIDENTE. La proposta di emendamento orale è una rimodulazione dell'emendamento numero 2 che diceva che nel comma 4 dell'articolo 1 ter le parole, da criteri sino a beneficiari sono sostituite dalle seguenti: "Una ripartizione proporzionale per scaglioni finanziari, dando la priorità ai danni subìti dei soggetti privati e che privilegi il ripristino dei servizi abitativi privati". Quindi questo viene proposto come emendamento orale, ci sono osservazione all'emendamento orale, può essere acquisito?

L'ultima parola è "che privilegi il ripristino dei servizi abitativi privati".

(Interruzione)

Dei servizi abitativi privati essenziali? Stiamo dicendo escludendo le seconde case?

Lo rileggo con calma, nel comma 4 dell'articolo 1 ter le parole da "criteri" sino a "beneficiari"sono sostituite dalle seguenti: "una ripartizione proporzionale per scaglioni finanziari, dando la priorità ai danni subìti dai soggetti privati e che privilegi il ripristino dei servizi abitativi privati essenziali".

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Tutto nasce da una mia valutazione rispetto alla genericità dell'articolo così come era esteso, adesso non vorrei che la toppa fosse peggiore del buco che è stato lasciato, ma si sta anche aggiungendo un discrimine evidentissimo fra soggetti privati e soggetti economici. Se la legge nasce per dare sostegno all'attività economica e ai soggetti privati adesso, con questo punto, stiamo praticamente dando una lettura, un vestito ad una legge che è fatta per i privati.

PRESIDENTE. Per la verità l'1 ter è quello che riguarda la parte privata, qui stiamo rafforzando ulteriormente questo concetto.

Siccome è un emendamento orale chiedo al Consiglio se ci sono opposizioni.

Non vi sono opposizioni quindi l'emendamento orale è acquisito.

Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale così come rimodulato dal Consiglio.

Emendamento numero 2.

Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 1 ter.

Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 quater.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 1 quater

Interventi a favore di attività produttive

1. Ai titolari di attività produttive che in conseguenza degli eventi previsti dall'articolo 1 bis abbiano subito danni agli immobili nei quali si svolge l'attività o ai beni mobili strumentali all'esercizio dell'attività, è concesso un indennizzo, qualora non sia già previsto da specifiche leggi di settore, sotto forma di contributo a fondo perduto destinato alla ripresa delle attività produttive.

2. Nel caso in cui le risorse del Fondo non siano sufficienti a soddisfare tutte le richieste pervenute, gli indennizzi previsti dal presente articolo sono erogati secondo criteri di progressività e proporzionalità rispetto ai danni subiti dai singoli beneficiari.)

PRESIDENTE. E'iscritto a parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Sardegna). Ho sentito oggi una miscellanea, quindi si tratta di qualche chiarimento. Innanzitutto ci sono tre assessorati impegnati: l'Assessorato alla programmazione, l'Assessorato alla sanità - non ne capisco la finalità se non quella che di fatto c'è la Protezione civile - infine l'Assessorato all'ambiente.

Voglio ricordare all'Assessore all'ambiente e ai colleghi innanzitutto che di alluvioni ce ne sono state altre, il provvedimento di questo genere è stato fatto negli anni '80 per il comune di Muravera, dove si intervenne con copiose disponibilità finanziarie per poter venire incontro proprio al danno subito da artigiani, commercianti ecc. con contributi certamente non dell'ordine di un milione. Il milione non serve perché le procedure sono talmente complesse che da qui a dicembre non faremo niente e spiego le modalità. Normalmente, Assessore, chi faceva questo era un gruppo di funzionari che stavano presso l'Assessorato all'ambiente, cioè il Centro idrografico per essere chiari, guidato dalla dottoressa Mulas, che poi gestiva nei confronti di Capoterra i contributi, i tempi sono biblici in taluni casi, come dice bene l'onorevole Espa, ancora non hanno risolto il problema. Quindi, è chiaro che fino a dicembre non faremo nulla, ci sono tutti tempi per poter fare questo. Però non c'è una quantificazione precisa, perché la quantificazione precisa prevede quante sono le società e credo che qui ci sia qualche cosa che non quadra, quando si parla soprattutto di criteri di progressività e proporzionalità. Ci saranno una serie di ricorsi e controricorsi per cui difficilmente con i tempi sufficientemente brevi riusciremo ad ottenere risultati positivi. Questo lo voglio dire. Ma soprattutto un'affermazione dell'Assessore mi ha meravigliato, è pur vero che c'è una disponibilità finanziaria ma mai nessuno ha dichiarato che andrà nel fondo, questa disponibilità finanziaria del Consiglio regionale è un'altra cosa non c'è stato mai un provvedimento… altrimenti qui stiamo invertendo le parti. La Giunta regionale che non dà fondi al Consiglio e il Consiglio che dovrà mettere fondi perché ci sono carenze per quanto riguarda la Giunta regionale, è esattamente il contrario. Non più tardi di qualche giorno fa è stato chiuso, per responsabilità della Giunta regionale, il pronto soccorso del Consiglio, con una cifra abbastanza irrisoria. Quindi di fatto c'è un errore di fondo in questo articolo 1, quando si parla di progressività e proporzionalità, grossa carenza di fondi ma siccome non faremo niente avremmo il 2016 che darà la garanzia di poter attivare tutte procedure per ottenere un risultato positivo. Laddove si dà la possibilità di poter ripristinare le proprie attività, come si fece nel caso specifico di Muravera a quegli artigiani, commercianti, privati che avevano subito grossi danni, questo contributo serviva per riaprire attività e quindi consentire una vita normale a questi cittadini.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 è stato presentato un emendamento aggiuntivo, il numero 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e del relativo emendamento:

Art. 2

Modalità di utilizzo del Fondo

1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia, delibera, previo il parere della competente Commissione consiliare, i provvedimenti attuativi degli interventi previsti dalla presente legge avendo particolare riguardo:

a) alle concrete modalità di gestione del Fondo;

b) alle modalità attuative per la concessione delle agevolazioni comprensive delle disposizioni di armonizzazione con gli eventuali finanziamenti previsti dallo Stato;

c) all'indicazione dei massimali di erogazione da assegnare a titolo di contributo;

d) alle priorità di assegnazione finalizzate alla ripresa delle normali condizioni di vita dei privati cittadini e alla ripresa delle attività produttive.

2. Gli interventi programmati dalla Giunta regionale con la deliberazione prevista dal comma 1 sono attuati dai comuni di residenza dei soggetti danneggiati o dai comuni nei quali è ubicata l'attività produttiva danneggiata.

Emendamento aggiuntivo Meloni - Forma - Tendas - Pietro Cocco - Perra - Ruggeri - Pinna Rossella - Cozzolino - Zanchetta.

Articolo 2

All'articolo 2, dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma:

"2 bis. I Comuni interessati dall'evento alluvionale che beneficiano del trasferimento delle risorse del fondo, qualora impossibilitati alla spendita delle risorse assegnate per effetto di vincoli imposti dal patto di stabilità, possono, nei limiti e con le modalità previste dalla normativa vigente, chiedere ulteriori spazi finanziari per l'utilizzo delle risorse assegnate. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Daniela Forma, relatore.

FORMA DANIELA (PD), relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Parere favorevole.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI GIUSEPPE (PD). Propongo un emendamento orale all'emendamento numero 1, dopo le parole "risorse assegnate", inserire: "Previo accordo con il Governo è disposta l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese sostenute dagli enti locali, con risorse provenienti da erogazioni liberali e donazioni da parte di soggetti pubblici e privati puntualmente finalizzate agli interventi di cui alla presente legge.". Questo per venire incontro alle esigenze per le quali è stata prevista questa legge, è il cuore della legge a mio modo di vedere. Tant'è vero che la Giunta proponente aveva previsto specificatamente che ci fosse, al comma 7 dell'articolo 2, questa disposizione quindi per rendere possibile per quei Comuni che avessero ricevuto delle donazioni, o erogazioni e quant'altro da erogare ai cittadini, per rendere possibile la distribuzione di queste somme senza doversi sottoporre ai vincoli del patto di stabilità. Ovviamente c'è un accordo col Governo, non c'è nessuna violazione di norme nazionali, si parla di un accordo col Governo che è previsto specificatamente nell'emendamento.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Daniela Forma. Ne ha facoltà.

FORMA DANIELA (PD), relatore. Poiché è stato più volte richiamato il testo base del disegno di legge presentato dalla Giunta, dove al comma 6 all'articolo 2 veniva richiamata la previsione dell'articolo 1 comma 138 della legge di stabilità 2011, appunto dando la possibilità ai Comuni interessati dall'evento alluvionale di poter, in difficoltà rispetto allo sforamento del patto di stabilità, per l'utilizzo di queste risorse, di presentare richiesta per ottenere ulteriori spazi finanziari, vorrei rappresentare a quest'Aula che, in Commissione, questa previsione è stata stralciata perché poi è subentrata la legge di stabilità del 2015 che ha previsto la non applicazione proprio di questo articolo 1 comma 138 della legge di stabilità del 2011. Per questo motivo la formulazione dell'emendamento numero 1 del collega Meloni, che richiama per le difficoltà relative al patto di stabilità, la possibilità di ottenere ulteriori spazi nei limiti e con le modalità previste dalla normativa vigente, che è normativa nazionale perché qua stiamo parlando di questioni attinenti alla sfera nazionale non alla sfera regionale, per questo motivo questa previsione, la previsione all'emendamento numero 1 è stata accolta dalla Commissione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Io non credo che coloro che hanno subito, signor Presidente, i danni di queste catastrofi debbano pagare il fatto che noi abbiamo una legge, in questo momento, istruita dalla Commissione sanità, pur riguardando materia magari complesse e articolate che riguardano anche altre Commissioni che non hanno potuto entrare nell'iter. Questo emendamento io concordo con il presentatore, onorevole Meloni, ribadisce uno dei punti qualificanti della legge, cioè la possibilità che ai Comuni venga data una via preferenziale per utilizzare i fondi che provengono dalla mobilitazione, dalla solidarietà popolare e non solo, a seguito degli eventi calamitosi. Noi dobbiamo stabilire uno strumento, si prevede un accordo con il Governo, qualora questo accordo non ci sia, la regola non potrà produrre un effetto, ma qualora questo accordo ci sia la regola produrrà un effetto. Io capisco che c'è un problema in quella Commissione o presso i funzionari di quella Commissione, non so bene ormai chi faccia le leggi in questo Consiglio, mi pare che si abbia qualche perplessità, però penso che questo Consiglio debba dare un'indicazione per avere uno strumento per i Comuni per utilizzare fondi che vengono dati dalle persone in un momento forte di solidarietà, come quello a seguito di eventi calamitosi. Questa regola è fondamentale da approvare, se noi non l'approviamo, neghiamo una cosa che i Comuni hanno chiesto sempre dopo tutti gli eventi calamitosi, per cui bisogna dare un segnale molto forte, al di là di ogni perplessità burocratica o pseudo-burocratica.

PRESIDENTE. Prima di continuare, siccome le modalità con cui si accoglie o meno un emendamento orale non prevedono una discussione, ma semplicemente l'espressione di un parere contrario che fa cadere l'emendamento, chiedo all'onorevole Forma se ha espresso un parere contrario, come mi è sembrato di capire, all'emendamento orale proposto.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento orale ha facoltà di parlare la consigliera Daniela forma, relatore.

FORMA DANIELA (PD), relatore. Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo se c'è qualcuno che esprime parere contrario. Benissimo, allora è accolto l'emendamento orale. Andiamo avanti.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, l'articolo 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 1 così integrato; l'integrazione è: "previo accordo con il Governo e disposta l'esclusione del patto di stabilità interno e delle spese sostenute dagli enti locali con risorse provenienti da erogazioni liberali e donazioni da parte di soggetti pubblici, privati puntualmente finalizzati agli interventi di cui alla presente legge".

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1 aggiuntivo integrato.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 3

Agevolazioni finanziarie e fiscali

1. La Regione favorisce il ripristino delle normali condizioni di vita delle persone e la ripresa delle attività produttive anche attraverso appositi strumenti finanziari, da concordare con istituti bancari, finalizzati a ottenere agevolazioni finanziarie o di accesso al credito agevolato.

2. Nell'ambito delle agevolazioni previste dalla presente legge, la Regione può prevedere forme di premialità a favore delle imprese che abbiano stipulato assicurazioni finalizzate alla copertura di danni causati da eventi calamitosi.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 3 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 3 bis

Norma in materia di aiuti di Stato

1. Gli atti emanati in applicazione della presente legge che prevedano l'attivazione di interventi configurabili come aiuti di Stato, a eccezione dei casi in cui i suddetti aiuti siano erogati in conformità a quanto previsto dai regolamenti comunitari di esenzione, sono oggetto di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 3 ter.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 3 ter

Divieto di sovracompensazione

1. Gli interventi di cui alla presente legge sono concessi al netto di ogni altro risarcimento, indennizzo o emolumento comunque denominato, corrisposto per compensare i danni derivanti dall'evento calamitoso.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo 4 è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo e del relativo emendamento:

Art. 4

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, determinati per l'anno 2015 in euro 1.000.000, si fa fronte mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 24, comma 1, della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), iscritta in conto dell'UPB S05.03.003 del bilancio regionale di previsione della Regione per lo stesso anno; conseguentemente, l'articolo 24, comma 1, della legge regionale n. 5 del 2015 è abrogato.

2. A decorrere dall'anno 2016, ai relativi oneri si provvede nei limiti degli stanziamenti stabiliti annualmente con legge di bilancio.

Emendamento sostitutivo totale Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Floris - Truzzu.

Articolo 4

L'art. 4 è sostituito dal seguente:

"Art. 4

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, determinati per l'anno 2015 in euro 1.000.000 e per l'anno 2016 in euro 20.000.000 si fa fronte rispettivamente:

a) per l'anno 2015, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 24, comma 1, della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), iscritta in conto dell'UPB S05.03.003 del bilancio regionale di previsione della Regione per lo stesso anno; conseguentemente, l'articolo 24, comma 1, della legge regionale n. 5 del 2015 è abrogato;

b) per l'anno 2016 mediante corrispondente riduzione delle risorse iscritte in conto dell'UPB S05.01.001 (Spese per il servizio sanitario regionale. Spesa corrente).

2. A decorrere dall'anno 2017, ai relativi oneri si provvede nei limiti degli stanziamenti stabiliti annualmente con legge di bilancio.". (3).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Daniela Forma, relatore.

FORMA DANIELA (PD), relatore. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore della difesa dell'ambiente. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Il parere contrario contraddice però tutto quello che finora anche dai banchi della maggioranza abbiamo udito e cioè la necessità che questo non sia soltanto un intervento di facciata, perché rischia di essere un intervento di facciata, perché voi dovete spiegare come con 1 milione di euro pensate di venire incontro non solo ai danni subiti dai privati e per quanto riguarda le abitazioni ma anche per quanto riguarda i beni strumentali delle attività produttive e dunque mi pare che non si comprenda la ragione per la quale non si abbia la serenità, il coraggio ma il senso di responsabilità innanzitutto per non approvare una norma che dia garanzia quantomeno per il 2016 di almeno 20 milioni di euro che possono essere programmati e spesi proprio per venire incontro a queste emergenze.

Non ci si dica lo vedremo le 2016, perché nel 2016 si tratta di iniziare a spendere dal mese di aprile-maggio per andare bene. E allora questa è l'occasione perché si anticipi oggi quello che può essere erogato dal primo gennaio del 2016. Allora non ci si metta nella condizione di dire: poveri alluvionati, andiamo incontro alle loro istanze, alle loro esigenze, solidarietà, il presidente Pigliaru che giustamente va sui posti, gli Assessori, qualche ministro da Roma che viene per dare un contributo parolaio; ma poi quando si tratta di fare qualcosa in concreto, vedete, se c'è la disponibilità, riformulatelo come volete, ma seria perché nel 2016 dal primo gennaio si dia corso alla spendita di risorse certe, noi ci stiamo, altrimenti davvero non vogliamo renderci corresponsabili per quanto ci riguarda di approvare questo provvedimento che sa soltanto di un provvedimento di facciata. E su questo non vogliamo assolutamente corresponsabilità.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, io, grazie intanto, per esprimere parere contrario a questo emendamento e giustificarlo ovviamente. Giustificarlo così, io credo che la sensibilità per mettere le risorse, che siano esse 20 milioni, siano esse di più o meno, possibilmente anche di più, è una cosa che riguarda tutti e siccome è una materia delicata, sensibile noi sappiamo con certezza che ci stiamo mettendo la faccia e stiamo facendo il possibile per fare i provvedimenti normativi che non siano interventi una tantum, spot per cui non ci sono né tratti demagogici né altre cose. La demagogia mi pare questa piuttosto dire che si può impegnare in questo momento 20 milioni di euro con un emendamento presentato ad una legge senza che prima si faccia, diciamo così, un'istruttoria della cosa nella maniera adeguata. Io sono convinto, e noi ce ne facciamo chiaramente portatori, che le risorse sono necessarie per i prossimi anni a cominciare da 2016 da subito e con la legge finanziaria che metteremo in piedi fra breve naturalmente le risorse saranno rese disponibili e questo lo faremo immediatamente così come stiamo facendo questo intervento di 1 milione di euro di adesso, che non è un intervento enorme, un intervento importante, straordinario che deve essere messo in piedi e quindi non solo passeggiate come vengono dette, ma cose concrete che si stanno mettendo in atto. Però, onorevole Pittalis, lei sa bene che mettere con un emendamento 20 milioni di euro stasera va bene per il suo intervento, fa la sua parte questo ci sta, non c'è niente di strano e se ne capiscono le ragioni, ma siamo seri, insomma. Questa è una cosa che deve essere vista in una maniera più approfondita ed è quello che faremo ed è l'impegno che noi prendiamo perché nel 2016 ci siano risorse importanti per i privati e per le persone che hanno subito danni importanti nelle alluvioni di questi anni

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Siccome ho firmato anch'io questo emendamento non accetto accentuazioni di nessuna natura. Anche perché è vero che sembra eccessivo mettere 20 milioni per l'anno prossimo, non per quest'anno, ma mi pare altrettanto non corretto, non prevedere in una norma simile per quelli che sono stati gli eventi e per quelli che potranno, Dio non voglia, capitare che ci sia uno stanziamento adeguato. Ora qui non si tratta di giocare chi è più bravo o meno a fare sì che si esiti una legge chiamata molto brillantemente, io direi: multifunzionale. Perché si miscuglia privati, pubblico, imprese e quant'altro senza avere un organigramma chiaro e preciso di come deve andare e senza aver avuto giustamente ha rilevato l'onorevole Deriu, quel percorso interno nelle varie Commissioni che probabilmente avrebbe dovuto avere. Noi stiamo esitando una norma che non è chiara, che è solo tampone per dire: esiste una norma. Per me questo è veramente fare un po' di fuochi d'artificio per dire: intanto l'abbiamo fatto. Ma qual è veramente la ratio e quali sono le sostanze e la ratio che danno certezza di un buon comportamento con questa norma affidata poi a dei lavoratori della Regione Sardegna o degli operatori, dei dirigenti che dovranno interpretarli, io mi auguro che fili tutto liscio. Però mi ricordo anche una cosa, sono passati due anni e ancora molte popolazioni, molti privati delle popolazioni che hanno subito quei danni non hanno avuto ristoro, anche avendo stanziato danaro questo Consiglio regionale, la Giunta regionale, comunque sia l'intera istituzione regionale, non voglio parlare dello Stato che è deficitario su tutti i punti di vista. E forse la paura che è arrivata adesso per quei 20 milioni è la paura di quello stato comatoso in cui vive la Regione Sardegna a seguito di accelerazioni che sono state fatte in un bilancio di equilibrio e tante altre cose, per non dimenticare le cancellazioni che sono avvenute e avverranno sui denari spettanti alla Sardegna e su quelle che sono le capacità vere di spendita della Sardegna. Poi non si venga a fare propaganda dicendo che i 21 milioni di euro sono di più di quelli che erano stati promessi come 24 da questo Governo, stiamo attenti a quello che diciamo, perché le fanfaronate non vengono da questa parte spesso, vengono da quella parte per nascondere delle deficienze nell'operatività.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Siamo arrivati quasi alla fine di questa legge e ancora una volta abbiamo perso un'occasione, un'occasione per condividere un percorso che era iniziato peraltro in Commissione, e ci stiamo arenando sulla parte più importante, quella delle somme che noi dobbiamo destinare alla Sardegna, alla martoriata Sardegna per cercare di dare sollievo a quelle famiglie e a quelle imprese che in caso di calamità naturale hanno bisogno del nostro aiuto. Le nozze con i fichi secchi non si possono fare, se noi non mettiamo risorse in questa legge stiamo facendo una legge dell'ovvio, perché questa è una legge dell'ovvio, perché abbiamo elencato una serie di cose che sono scontate, perché è chiaro che dobbiamo dare aiuto alle famiglie, è chiaro che dobbiamo dare aiuto all'abitazione principale, è chiaro che dobbiamo dare aiuto alle imprese. Quindi, di cosa stiamo discutendo? Noi stamattina, così come in Commissione abbiamo fatto altrettanto, abbiamo condiviso con voi un percorso, abbiamo approvato ad unanimità tutta una serie di condizioni che però è l'ovvio, siamo tutti d'accordo su questo, non ci ritroviamo sulla cosa più importante: come paghiamo i danni? Non li possiamo pagare con nulla, perché se noi mettiamo oggi 1 milione di euro, per l'anno prossimo non potremo sicuramente avere risorse, non potremo fare anche collaborazioni di bilancio. Attenzione, cari colleghi, sta cambiando il clima nel mondo, non solo in Sardegna, la tropicalizzazione, il surriscaldamento anche dei mari, una serie di avvenimenti, le bombe d'acqua ormai sono all'ordine del giorno, dobbiamo attrezzarci, dobbiamo fare in modo, sì, di prevenire alcuni incidenti, ma dobbiamo essere pronti per venire incontro ad aiutare le nostre imprese e i nostri concittadini. Con questo sistema, bocciando l'emendamento che in qualche modo impegna 20 milioni di euro, che peraltro è una cifra irrisoria, considerati anche gli impegni che dobbiamo assolvere nelle zone di Olbia e in tutte le altre zone che sono state colpite da calamità naturali, quindi ritengo che questo atteggiamento non porti assolutamente a nulla. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Io non credo che ci siano i buoni e i cattivi, cioè chi vota l'emendamento ha più sensibilità verso gli alluvionati, chi non lo vota ne ha meno di sensibilità. Qui c'è semplicemente da guardarci negli occhi e decidere se l'unanimità la troviamo quando approviamo un ordine del giorno che lascia il tempo che trova, oppure non la possiamo trovare questa unanimità anche in un caso come questo dove cerchiamo di modificare il tempo rispetto a come lo abbiamo trovato. Fra tredici giorni c'è il secondo anniversario del ciclone Cleopatra, fra tredici giorni quindi andremo sicuramente a commemorare, andremo sicuramente a presentare la nostra solidarietà, la nostra vicinanza a quelle popolazioni. Cosa vogliamo portare anche di concreto a quelle popolazioni? Per quanto riguarda l'istruttoria di questo emendamento io mi rifaccio all'intervento dell'onorevole Giuseppe Meloni, l'istruttoria a questo emendamento è nell'intervento dell'onorevole Giuseppe Meloni, dove è stato detto chiaramente che si parla di 650 milioni di euro di danni, ha differenziato fra i danni alle imprese, i danni ai privati e i danni alle infrastrutture pubbliche. Dire che oggi il Consiglio regionale si impegna per il 2016 a investire 20 milioni su 650, quindi a dare una concreta dimostrazione di vicinanza a quelle popolazioni, e per cercare di contribuire al ristoro di questi danni, credo che non sia un impegno da non poter assumere, credo che sia la concretizzazione oggi con quest'atto di quell'ordine del giorno che votammo tutti all'unanimità ad aprile, quando tutti quanti insieme dicemmo e impegniamo la Giunta a reperire fondi, a cercare di fare in fretta, a cercare di trovare soluzioni. Oggi c'è la possibilità non di ipotecare la prossima finanziaria, non stiamo ipotecando la prossima finanziaria, stiamo dicendo che 20 milioni del prossimo bilancio andranno in quella direzione. Siamo tutti d'accordo che si debba intervenire. Allora, oggi diamo questo segno concreto, e, ripeto, a tredici giorni dal secondo anniversario, credo che un voto favorevole a questo emendamento significhi che usciamo dall'ambiguità di avere un emendamento come accusato che ha l'avvocato a difesa e l'avvocato dell'accusa. No, qui stiamo parlando di fare un intervento concreto, semplice nella sua stesura, ma sicuramente importante per quella popolazioni.

PRESIDENTE. Possiamo passare alla votazione dell'emendamento sostitutivo totale numero 3 all'articolo 4.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Questo argomento che stiamo trattando pone un problema di carattere generale molto serio, straordinario, perché si può dire che i 20 milioni indicati dalla minoranza siano troppi, così come si può dire che quelli indicati negli stanziamenti siano più che un'elemosina. Tutto questo perché? Perché il Consiglio regionale, signor Presidente, non ha i poteri per una verifica della spesa nella Giunta regionale, la Giunta regionale se se la fa e se la canta. Io mi riservo di presentare nella modifica del regolamento interno del Consiglio un emendamento che sia quello di mettere il Consiglio regionale in condizioni di verificare minuto per minuto la spesa regionale, per modificarla eventualmente lungo l'itinere e di non aspettare ai consuntivi che non arrivano mai, o agli esercizi provvisori, che provvisori rimangono. Quindi noi abbiamo bisogno di una struttura autonoma del Consiglio regionale capace di essere indipendente, e di poter valutare l'andamento della spesa come Consiglio regionale, questo è il nostro ruolo, e così riscopriamo anche il ruolo del Consiglio regionale che oggi non c'è, e che è un ruolo che invece gli appartiene, perché nel momento in cui l'esame finale degli stanziamenti è nostro, nostro deve essere anche il possesso delle notizie che conducono a fare scelte responsabili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Per annunciare il voto favorevole ovviamente all'emendamento presentato dall'opposizione, e anche perché nutro un po' di imbarazzo dalle dichiarazioni che hanno fatto i colleghi di maggioranza, perché i dati che citava il collega Meloni, io non sono aderente al PD, sono i dati certificati che sono stati consegnati al Ministero a Roma per fare il decreto delle zone franche che citava il collega Lai prima, quando entrava in contrapposizione con il collega dell'opposizione. Allora, i danni sono del 2013, certificati, io do per certo che gli uffici ci diano dati ufficiali perché sono presentati anche al Ministero, hanno una certificazione di 83 milioni, solo Olbia 2013. All'articolo 1 ha quest'Aula approvato e ha ripristinato il famoso 2013 aggiungendo anche il 2014, che ha priorità rispetto agli stanziamenti. Sul milione simbolico, premetto che la legge l'abbiamo votata in modo un anime, e la voteremo in modo unanime in quest'Aula, se partiamo col vecchio principio che è stato tolto perché era troppo vincolante, perché prima parlava di "prioritariamente sul 2013-2014", quindi qualsiasi stanziamento andava a coprire quelli che erano i danni già certificati, l'abbiamo ripristinato con l'emendamento, che è il famoso emendamento numero 4, che ha votato questa Aula prima, se noi lasciamo 1 milione, e fra 13 giorni c'è l'anniversario del famoso disastro che ha colpito la prima volta la Sardegna con danni pesanti, perché disastri ce ne saranno sempre, purtroppo bisogna metterlo in conto, uno dei più importanti, i dati che ci (…) in questa Aula sono certificati… io parlo di strutture, quelle che sono state depositate negli allegati per la richiesta per la zona franca nelle zone alluvionate e colpite, e decretato con decreto del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio Renzi, sono stupito, perché se lasciamo 1 milione, allora la legge ha senso se mettiamo le gambe e cammina, se lasciamo 1 milione, nel 2015 non capisco cosa riusciamo a rimborsare, perché a oggi le percentuali di rimborso con 10 milioni provenienti da fonti diverse rispetto a quelle regionali, copriranno (…) solo della prima certificazione che abbiamo allegato, e per la parte delle attività commerciali e industria, coprivano il 13, 66 con 6 milioni, solo per il 2013, e parlo di una (…) rispetto alle 71 che avete messo nel decreto di zone franche richiesta dallo Stato, che scade il 13 novembre. La cosa triste oggi è: che risposte possiamo dare con coloro che fanno le assemblee nei territori dicendo: "Stiamo provvedendo a fare una legge per dare finalmente ristoro al disagio che c'è stato 2 anni fa". Vedo ancora belle scritte ogni tanto a Capoterra, dell'alluvione precedente, che appaiono ancora dei lenzuoli: "Grazie Regione che ci pensate sempre"; io ho l'impressione che nel 2016 scriveranno anche zone che ci hanno visto tutti dare la solidarietà, maggioranza e opposizione…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Sardegna). Io voterò contro, e dico perché. Voterò contro perché è falso che non ci sia una valutazione dei danni, basta leggere, l'ha fatto la Giunta, sono circa 650 milioni, soltanto una parte. La protezione civile dice che è una situazione disastrosa, quindi se è soltanto un segnale ha un significato, qualcuno ha parlato anche di istruttoria, quella del 2008 non è ancora completata, tanto per essere chiari. Quindi, sappiamo benissimo che Capoterra, l'avete scritto voi, ha avuto dalla Regione 12 milioni e 900, più 20 milioni dati dallo Stato, e a che cosa serve questo milione?A che cosa serve! Non può essere erogato, quindi io posso capire che abbia accettato visto che tutte le proposte fatte, alcune addirittura un po' anomale, non convincevano nessuno, e abbiamo votato tutte le proposte fatte, però, a questo punto giunti, credo che sia corretto che avesse fatto (…) il rappresentante della Giunta che è chiaro, non potranno essere date oggi, ma c'è l'impegno formale che i 20 milioni, quello che sarà, fatte le stime eccetera, saranno certamente messi a disposizione di queste comunità nel 2016. Neanche questo! E' chiaro che chi ha fatto l'emendamento l'ha fatto finalizzato al fatto di dare certezze a queste popolazioni. Con questo milione, che non vuol dir nulla, il Presidente della Consiglio si è sperticato in 1000 modi, rivolgendosi alla Croce Rossa, rivolgendosi alla Caritas per poter dare dei fondi che i Gruppi consiliari del Consiglio hanno messo a disposizione e non c'è riuscito, quindi evidentemente ci sono delle difficoltà obiettive. Credo quindi che non sia corretto che la Giunta non dia un segnale nel quale dica che c'è questa disponibilità, questa volontà politica di risolvere questo problema. Di conseguenza voterò contro.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 3.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'articolo 4.

Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 5.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:

Art. 5

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna BURAS).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione finale. È stato presentato un ordine del giorno che non è pertinente quindi non è ammissibile perché non strettamente connesso all'argomento presentato. Si tratta di un ordine del giorno che riguarda la situazione dei beni culturali a causa della situazione di precariato dei lavoratori che si occupano della gestione e valorizzazione dei musei e siti archeologici, e per quanto vogliamo essere larghi nelle interpretazioni non è assolutamente attinente alla legge che stiamo discutendo.

(Intervento fuori microfono dell'onorevole Locci Ignazio)

PRESIDENTE. Non è esattamente così, credo proprio non sia pertinente, onorevole Locci, credo non sia pertinente e sono tranquillo nel giudizio e nella scelta che ho fatto. Grazie. Passiamo alla votazione finale della legge.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (F.I.). Sull'argomento, Presidente, valutare se può essere collegato al provvedimento numero 192, che forse c'é più attinenza in relazione. Solo per questo.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 172/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Riconoscimento delle passività pregresse della Regione nei confronti di ARST Spa". (267/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 267.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore di maggioranza.

SOLINAS ANTONIO (P.D.), relatore di maggioranza. Il disegno di legge che stiamo andando ad approvare è stato approvato all'unanimità dalla quarta Commissione dopo aver audito certamente per (…) di questo disegno di legge l'Assessore, ma in quest'anno e mezzo più di una volta sulla situazione finanziaria in cui versa la partecipata ARST. Tutto parte dal progetto di bilancio del 2014, nel quale emergono significativi crediti vantati dalla controllata ARST Spa nei confronti dell'unico socio, che poi è la Regione Sardegna, in particolare i crediti maturati sino all'annualità del 2014 riguardano maggiori oneri relativi alla indicizzazione dei costi dei servizi di trasporto pubblico locale, alle ritardate erogazioni da parte della Regione dei corrispettivi contrattuali e inoltre lo stanziamento che questo Consiglio aveva previsto per il 2013 relativo al servizio di trasporto ferroviario del trenino verde, che purtroppo non ha mai avuto nessun seguito di impegno contabile nei confronti dell'ARST. Nell'ultima audizione da parte dell'Assessore ai trasporti è stata evidenziata anche in Commissione la gravità della situazione economica e finanziaria in cui versa l'ARST. Per queste motivazioni la Commissione che, ripeto, ha approvato all'unanimità questo disegno di legge condividendo le preoccupazioni della Giunta, nell'esprimere il parere favorevole su questo disegno di legge ha auspicato un'immediata approvazione dello stesso.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, era un atto dovuto e atteso da molto tempo questo che stiamo esaminando oggi. Io credo però che sarebbe interessante, nonostante la premura che vedo in molti colleghi, soffermarci oggi sul tema più ampio, cioè su quello del trasporto pubblico locale che in Sardegna oggettivamente soffre. Io mi limito ad accennarlo sperando poi di avere altre occasioni per affrontare questo tema, perché c'è un problema importante di investimenti da fare, investimenti che sono fermi da molti anni. L'ultimo acquisto di una certa consistenza di autobus è stato nella legislatura Soru, mi pare nel 2006-2007, quando furono acquistati 350 autobus. Da allora non c'è stato nessun investimento importante negli autobus e quindi questo ha determinato una obsolescenza notevole del parco macchine, obsolescenza che si riflette nella efficienza del servizio. Faccio rilevare…

Mi dispiace che ci sia questa distrazione, Presidente, perché stiamo parlando di un tema importante. Non voglio richiamarli, cioè non è un problema di brusio…

PRESIDENTE. Onorevole Peru, onorevole…

(Interruzioni del consigliere Attilio Dedoni)

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Dicevo, Presidente e Assessore, ci sono dei mezzi che sono ancora in circolazione e che hanno 19-20 anni. Gli stessi ultimi autobus di cui parlavo prima ormai hanno superato l'età media che un mezzo efficiente dovrebbe avere, che è di 7-8 anni. Quindi abbiamo un parco macchine vetusto, cosa che si riflette nell'efficienza del servizio, perché capita spesso che per quanto gli autobus si possano cannibalizzare si rompono e quindi spesso saltano le corse. Ci sono delle situazioni di sofferenza in alcune realtà dell'isola; penso per esempio alla provincia di Nuoro, dove mi segnalano insufficienze proprio dovute alla carenza di mezzi per cui in determinati paesi i ragazzi viaggiano ammucchiati letteralmente dentro i mezzi, cosa che in progresso di tempo si riflette direttamente sulla dispersione scolastica, perché voi potete immaginare cosa significa per un ragazzo viaggiare in condizioni tanto disagiate per nove mesi all'anno, alla fine anche il più eroico si stanca e quindi spesso è materialmente costretto ad abbandonare gli studi; un contesto che credo meriterebbe maggiore attenzione da parte del Consiglio regionale perché stiamo parlando, ripeto, di un tema di straordinaria importanza che ha riflessi immediati, dicevo, sulla possibilità reale dei ragazzi di andare a scuola e poi naturalmente non dimentichiamoci l'aspetto più importante che è quello ambientale. Più la gente usa i mezzi pubblici meno usa il mezzo proprio e meno usa il mezzo proprio meno mezzi ci sono in circolazione, quindi aspetti ambientali e aspetti anche di sicurezza. Poi c'è naturalmente anche il problema di riprendere il ragionamento sulla metropolitana perché ci sono degli interventi che stanno andando avanti come la linea Piazza Repubblica-Piazza Matteotti, c'è il ragionamento sulla metro dell'area vasta in direzione Quartu; io mi auguro che si possa riprendere, anche perché è tecnicamente facile da affrontare, quindi il reperimento delle risorse per il tronco della metropolitana leggera che dovrebbe arrivare fino a Sestu (sono appena 6 chilometri facilmente realizzabili perché non ci sono espropri da fare) e quindi un sistema nel suo complesso da potenziare, e invece la Giunta regionale sta ragionando su un depotenziamento, sui tagli per complessivi 8 milioni di euro, tagli a volte oggettivamente necessari, altre volte tagli meno giustificati. C'è una domanda, Assessore, che le pongo, ma soprattutto pongo all'assessore Paci: ma c'è il tanto di intervenire in maniera drastica sacrificando anche paesi che spesso, parlo soprattutto di piccoli paesi, in particolare dell'Oristanese, che oggi sono serviti bene o male anche a fronte di un'utenza scarsa, ma comunque necessariamente debbono essere serviti dal trasporto pubblico locale, c'è il tanto di sottoporre queste comunità al sacrificio della perdita del collegamento a fronte di un risparmio di appena 8 milioni di euro? Io glielo chiedo Assessore, e soprattutto, ripeto, lo chiedo all'Assessore della programmazione perché il tema è così grande e di fronte alla necessità, invece, di un potenziamento, proprio a fronte dei benefici enormi che l'utilizzo e l'incentivazione al mezzo del trasporto pubblico locale hanno in termini generali, invece la direzione che sembra venga presa dalla Giunta regionale è di segno diametralmente opposto.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intervengo dopo l'onorevole Cossa che credo abbia fatto delle osservazioni molto interessanti, tra l'altro su una materia che veramente merita tantissima attenzione, anche perché il nostro vuole essere un contributo soprattutto per ciò che è legato sia al trasporto pubblico locale ma anche al trasporto ferroviario. In questo periodo in Italia si sta giocando una partita - credo che l'Assessore sia informatissimo - che corrisponde a circa 4 miliardi e mezzo ed è la partita di RFI. Ecco, Assessore, noi crediamo che la Sardegna non possa essere emarginata da un discorso di questo genere, soprattutto in considerazione del fatto che la Sardegna annoverava fino a poco tempo fa un'impresa, la Keller, che rappresentava un polo della meccanica all'avanguardia in Italia. Gli sventurati insieme a Keller - mi riferisco alla Sicilia, quindi lo stabilimento di Carini, e in particolar modo al Veneto - hanno sanato le loro posizioni proprio con l'aiuto del Governo italiano, mentre la nostra Keller, che sappiamo essere ancora in liquidazione, versa ancora in condizioni gravi con delle partite che sono nella disponibilità certamente della Regione in termini tecnici, però credo che politicamente sia invece una partita che dobbiamo guardare con attenzione. Ho sentito anche dire che si facevano le proposte per un polo della meccanica al centro della Sardegna. Io dico che a Villacidro ci sarebbero tutte le condizioni per essere pronti a partire, ma credo che la Sardegna questa partita non posso giocarla da sola e mi riferisco alle osservazioni appena enunciate ma anche a tutta la partita che è stata evidenziata dall'onorevole Cossa. Credo che veramente sul discorso dei trasporti potremo aggiungere, Assessore, e riprendere con la continuità. Non è questo il momento, però certamente sappiamo di parlare del nostro pane quotidiano, addirittura a tratti della nostra sopravvivenza e mi riferisco sia in termini di passeggeri ma anche in particolare per quanto riguarda il tema delle merci.

Partendo dalla vertenza Arst, chiamiamolo così, sulla quale mi sento di fare un'osservazione tipicamente finanziaria - vorrei che l'assessore Paci potesse ascoltarla - siamo d'accordo, abbiamo chiesto di accelerare in Commissione, concordiamo tecnicamente i contenuti di questa legge, vorremmo che possa essere davvero applicata fino in fondo perché l'Arst, faccio un'ammissione, nella passata legislatura anche noi (vuoi per il patto di stabilità e per altre ragioni) non siamo riusciti a sanare la situazione. Adesso si sta prevedendo di sanarla in qualche anno, non vorremmo che bilancio armonizzato da un lato o altre vicissitudini possano bloccare questo reintegro perché sappiamo deve andare assolutamente a buon fine per salvare una delle più grandi aziende della Sardegna. Però, nel contempo, chiediamo anche che l'intera partita dei trasporti che, ripeto, non è di certo un argomento secondario, possa essere affrontata anche alla luce degli ultimi avvenimenti che ci sono stati sia per il trasporto esterno che interno alla nostra regione.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Presidente, innanzitutto corre l'obbligo ringraziare il Consiglio e le Commissioni, sia la Commissione trasporti e infrastrutture che la Commissione bilancio che hanno espresso un parere all'unanimità su questo provvedimento, per la loro disponibilità e la celerità con la quale ci hanno consentito di intervenire. Dai pochi interventi che si sono succeduti ho potuto verificare con piacere che il problema dei trasporti viene percepito come un problema importante. Spero che questa stessa attenzione ci sarà quando poi adesso andremo a predisporre il nuovo bilancio perché ovviamente a parole ci sono delle emergenze che poi spesso non si riesce ad affrontare adeguatamente.

Per quanto riguarda questo provvedimento io tengo a precisare un aspetto, senza voler aprire nessun tipo di fronte polemico perché anzi, ringrazio tutti per il grande senso di responsabilità col quale è stato affrontato questo tema. Noi abbiamo trovato Arst con una situazione creditoria nei confronti della Regione di 90 milioni di euro. Nell'anno 2015 abbiamo restituito ad Arst 60 milioni di euro, ne mancano 30 che non possiamo dare ad Arst in assenza di un provvedimento legislativo perché sono passività pregresse che non erano state previste nei bilanci precedenti, riguardano gli anni dal 2009 al 2014. Stiamo procedendo adesso (senza, ripeto, nessuna polemica) a risanare Arst che, concordo con quanto ha ricordato l'onorevole Zedda, è una delle più grandi imprese della Sardegna e che è al 100 per cento governata dalla Regione e che quindi ovviamente ogni patimento finanziario si ripercuote sul bilancio regionale.

Vorrei ricordare, siccome è chiaro che quando si parla di TPL vengono fuori tanti altri argomenti, ne approfitto qualche minuto, l'onorevole Cossa ha parlato del fondo autobus, ebbene sì, ha ricordato bene, gli ultimi autobus sono stati acquistati massivamente due legislature fa, durante il governo Soru, dopodiché nessun altro se n'è più curato. In questo momento noi abbiamo ottenuto, ed è andato in conferenza Stato-Regioni oggi, l'approvazione del DPR sul fondo per l'acquisto di materiale rotabile che prevede fondamentalmente per la Sardegna, nel quinquennio successivo, 24.670.000 per il cofinanziamento per l'acquisto di materiale rotabile. Non è ovviamente una cifra impressionante però sicuramente sufficiente per dare un ulteriore intervento che, ripeto, lo ha detto l'onorevole Cossa prima, nei cinque anni passati è totalmente mancato.

Per quanto riguarda i tagli anche qui ovviamente fosse per me non ne farei nessuno, anzi vorrei investire, però è anche vero che nel momento in cui abbiamo dovuto ripianare 60 milioni di debiti della Regione nei confronti di Arst e adesso ripianiamo altri 30 nei confronti di Arst è chiaro che poi avremo molte difficoltà a far fronte a quella che è la dotazione ordinaria dei servizi che dovremmo garantire.

Da ultimo volevo rassicurare l'onorevole Zedda: la partita su RFI è una partita molto importante che va combattuta tutti insieme. Noi abbiamo un indice infrastrutturale (fatto 100 l'indice infrastrutturale ferroviario italiano) noi in Sardegna abbiamo un indice infrastrutturale di 17. Siamo agli ultimissimi posti nella graduatoria. Perché? Perché non abbiamo l'alta velocità, perché non abbiamo l'elettrificazione, non abbiamo il doppio binario. Si tratta ovviamente di investimenti spaventosi da un punto di vista finanziario che non so quanto riusciremo ad ottenere, però quello che stiamo cercando di ottenere è sicuramente di portarci almeno ad un livello nella media italiana di infrastrutturazione ferroviaria. Questo significa ovviamente anche interventi sulle varianti di tracciato e anche interventi infrastrutturali pesanti, però stiamo parlando di costi che superano il mezzo miliardo di euro, per non arrivare poi al costo complessivo che abbiamo stimato di 1 miliardo e 400. Comunque, per quanto riguarda i TPL voglio rassicurare tutti in questo momento con il ripianamento effettuato nell'annata in corso e con questi 30 milioni che spalmano tra il 2015, 2016 e 2017 i 30 milioni residui, la situazione creditoria di Arst è totalmente azzerata. Quindi, siamo ripartiti con una remissione in bonis della nostra società in house e poi a questo punto speriamo di poter maggiormente procedere con efficacia nella gestione del TPL complessivo di tutta la regione.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Riconoscimento delle passività pregresse della Regione nei confronti di ARST Spa

1. La Regione riconosce in favore della controllata ARST Spa al fine dell'approvazione del progetto di bilancio della medesima per l'anno 2014, passività pregresse per complessivi euro 31.148.169, derivanti dai maggiori oneri correlati alla indicizzazione del costo dei servizi di trasporto pubblico locale per gli anni dal 2011 al 2014 nonché alle ritardate erogazioni delle provvidenze per i medesimi servizi per gli anni dal 2009 al 2014 unitamente alle mancate attribuzioni delle provvidenze, per l'anno 2013, di cui all'articolo 24, comma 3, della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 (Disposizioni nei vari settori di intervento), conseguenti al rispetto dei vincoli derivanti dal patto interno di stabilità.

2. Per le finalità di cui al comma 1 è autorizzata, previo rilascio da parte di ARST Spa di formale accettazione e liberatoria, la spesa onnicomprensiva fino ad euro 23.995.647, in ragione di euro 1.995.647 nell'anno 2015 ed euro 11.000.000 per ciascuno degli anni 2016 e 2017 (UPB S07.06.001) nonché disposto l'utilizzo, fino a concorrenza dell'importo complessivo di euro 7.152.522, delle risorse già impegnate in favore di ARST Spa e sussistenti nel conto dei residui dei capitoli SC07.0623 - SC07.0598 del bilancio della Regione per l'anno 2015 (UPB S07.06.001).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Copertura finanziaria

1. Gli oneri derivanti dalla presente legge sono valutati in complessivi euro 31.148.169, in ragione di euro 9.148.169 per l'anno 2015, e di euro 11.000.000 per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

2. Agli stessi oneri si fa fronte:

a) per l'anno 2015:

1) per euro 7.152.522, mediante utilizzo delle risorse autorizzate dagli articoli 19, lettera a), 24 e 45, della legge regionale 7 dicembre 2005, n. 21 (Disciplina e organizzazione del trasporto pubblico locale in Sardegna), e successive modifiche ed integrazioni, già impegnate in favore di ARST Spa, sussistenti nel conto dei residui dei capitoli SC07.0623 e SC07.0598 del bilancio della Regione (UPB S07.06.001);

2) per euro 1.995.647, mediante pari riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dagli articoli 19, lettera a), 24 e 45 della legge regionale n. 21 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni, iscritta in conto della UPB S07.06.001 del bilancio della Regione per lo stesso anno;

b) per gli anni 2016 e 2017, mediante pari riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47 (Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 24 dicembre 2003, n. 355, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative) e dalla legge 22 aprile 2005, n. 58 (Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 21 febbraio 2005, n. 16, recante interventi urgenti per la tutela dell'ambiente e per la viabilità e per la sicurezza pubblica), iscritta in conto della UPB S07.06.001 del bilancio della Regione per gli stessi anni.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla votazione finale della legge.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO LUIGI (PD). Un secondo solo Presidente. Io volevo rimarcare l'importanza di segnalare all'Assessore, dal momento in cui si fa un provvedimento così importante per l'azienda più importante di trasporti della Sardegna che è della Regione, non si dimentichi che ci sono le altre aziende di trasporto pubblico locale e comunale, Cagliari, Sassari, Olbia e Nuoro, mi scuso se me ne dimentico qualcuna, che hanno problemi simili e alle quali va prestata la medesima attenzione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 267/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è sospesa, il Consiglio riprenderà alle ore 16.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 03 , viene ripresa alle ore 17 e 13.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Chiedo scusa ai consiglieri per il ritardo che è dovuto a un incontro che abbiamo avuto con una delegazione di lavoratori socialmente utili e disoccupati con i Capigruppo.

Discussione e approvazione della proposta di legge Solinas Antonio - Demontis - Lai - Meloni - Unali - Zanchetta: "Modifiche alla legge regionale n. 19 del 2006 in materia di procedure di approvazione del piano di bacino e norme di prima applicazione". (256/A)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 256.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Salvatore Demontis, relatore di maggioranza.

DEMONTIS SALVATORE (PD), relatore di maggioranza. La legge regionale numero 19 del 2006 "Disposizioni in materia di risorse idriche e di bacini idrografici", istituisce come sappiamo l'autorità di bacino distrettuale, l'ADIS.

L'autorità di bacino si occupa, oltre che di pianificazione e di regolazione insomma delle attività connesse ai bacini idrografici, e quindi dell'utilizzo delle risorse idriche, ma anche dell'assetto idrogeologico quindi, come dire, della pericolosità di natura idraulica e geologica. La legge che abbiamo citato attribuisce al Consiglio regionale le competenze nell'approvazione dei piani di assetto idrogeologici, dei piani delle fasce fluviali, dei piani comunque oltre che del piano di bacino in sé, ma anche degli stralci del piano di bacino, che sono appunto ciò che dicevo, cioè sono studi molto tecnici e molto approfonditi. Sono atti di natura molto tecnica che niente hanno di aspetto politico, non sono in nessun modo paragonabili ad atti di pianificazione urbanistica o similari. Se non approvassimo questo disegno di legge, che poi esporrò meglio, questo Consiglio sarebbe chiamato ad approvare oggi lo studio sul rischio frana del sub bacino Coghinas - Mannu - Temo, il piano stralcio delle fasce fluviali, e sono come dicevo prima degli studi di natura geologica idraulica con centinaia di elaborati che secondo la Commissione IV, che appunto propone questo disegno di legge, non rientrano nelle competenze dell'assemblea legislativa nella quale discutiamo, o meglio sarebbe meglio che non rientrassero. Questo perché si avrebbe evidentemente un rallentamento nell'approvazione di questi studi così importanti e anche così urgenti, come anche la possibilità che il Consiglio regionale approvi eventuali errori negli studi dei quali stiamo parlando senza poterli accertare, ma assumendosene la responsabilità. Già in passato il Consiglio regionale derogava alla propria competenza, cioè non approvava i piani stralcio di cui si diceva, ma invece di modificare la legge derogava alla stessa. Quello che si propone è oggi di modificare la legge 19 del 2006, attribuendo la competenza dell'approvazione degli strumenti in questione direttamente all'autorità di bacino e non invece a quest'assemblea legislativa, resta comunque il parere della Commissione consiliare competente e quindi diciamo, in qualche modo, l'intervento del Consiglio regionale sarebbe garantito. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie. Dichiaro aperta la discussione generale. Non ho iscritti a parlare. Dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola alla Giunta per esprimere il parere.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Conforme.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Modifiche alle procedure di approvazione
del piano di bacino distrettuale

1. Il comma 4 dell'articolo 9 della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 19 (Disposizioni in materia di risorse idriche e bacini idrografici), è sostituito dal seguente:

"4. Il Comitato istituzionale, entro i successivi trenta giorni decorrenti dall'ultima istruttoria pubblica, adotta la proposta definitiva di piano e la trasmette al Consiglio regionale per l'espressione del parere da parte della Commissione competente in materia, che deve avvenire entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito. Il Comitato istituzionale, entro i successivi trenta giorni, approva in via definitiva il piano.".)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Disposizioni transitorie di approvazione
dei piani distrettuali di cui alla direttiva n. 2000/60/CE e alla direttiva n. 2007/60/CE
già adottati

1. Al fine di consentire l'adempimento delle competenze attribuite alla Regione dall'articolo 4 del decreto legislativo 10 dicembre 2010, n. 219 (Attuazione della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE e recepimento della direttiva 2009/90/CE che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque), e avviare il successivo iter di approvazione in sede statale, in deroga a quanto previsto dall'articolo 9 della legge regionale n. 19 del 2006, così come modificato dall'articolo 1 della presente legge, il piano di gestione del distretto idrografico della Sardegna e i relativi aggiornamenti di cui all'articolo 13 della direttiva n. 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque e alla direttiva del Parlamento europeo, e il Piano di gestione del rischio alluvioni del distretto idrografico della Sardegna e i relativi aggiornamenti di cui agli articoli 7 e 14 della direttiva n. 2007/60/CE, i cui progetti di piano e/o di aggiornamento sono stati già adottati dal Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino regionale di cui all'articolo 7 della legge regionale n. 19 del 2006, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono approvati in via definitiva, al fine di rispettare le scadenze previste dalle citate direttive, esclusivamente dal Comitato istituzionale dell'autorità di bacino regionale. Per tali atti si prescinde dal parere della competente Commissione del Consiglio regionale.)

PRESIDENTE. Non ho iscritti a parlare.

PITTALIS PIETRO (FI). Voto elettronico!

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del PL 256/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

Rinvio in Commissione del disegno di legge: "Disciplina della partecipazione della Regione, degli enti regionali e degli enti locali a società di capitali e consortili". (192/A)

PRESIDENTE. All'ordine del giorno è iscritto il DL 192, della Giunta regionale, disciplina delle partecipazioni della Regione, degli enti regionali e degli enti locali a società di capitali consortili. È stato chiesto un rinvio in Commissione I.

Metto in votazione la proposta. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvato)

Allora il disegno di legge è rinviato in Commissione I per il parere.

Discussione e approvazione del documento: "POR FESR 2014-2020. Presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza". (11/XV/A)

PRESIDENTE. All'ordine del giorno abbiamo il DOCUMENTO N. 11/XV/A, della Giunta regionale, POR FESR 2014 - 2020, presa d'atto della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del comitato di sorveglianza.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore di maggioranza. Sì, grazie Presidente, pochissime parole, l'atto è del tutto formale, si tratta della presa d'atto del documento che è stato sottoposto, atto concertativo con l'Europa, approvato dalla Giunta regionale e poi approvato dall'Unione Europea. Pur essendo una presa d'atto del tutto formale, se ci saranno osservazioni anche in questa sede potranno essere poi prese in considerazione perché il piano operativo regionale, riguardante il FERS 2014-2020, potrà essere sottoposto negli settennio che rimarrà in attuazione, a successive modifiche. Mi rimane però da fare osservare che la Giunta regionale della trattativa con l'Unione europea ha doluto tener conto in modo considerevole della risoluzione approvata, la Risoluzione numero 2, da questo Consiglio in seduta del 10 luglio 2014 in cui il Consiglio ha messo in evidenza la necessità di concentrare le risorse del FERS, di orientare i risultati, di semplificare le procedure e di mettere in atto un modello concertativo con i territori in modo particolare con gli enti locali. Queste osservazioni sono state recepite positivamente, di questo ne va dato atto alla Giunta.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sul DOC.

Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si tratta di un lavoro di concentrazione degli interventi, quindi una presa d'atto formale da parte del Consiglio.

PRESIDENTE. E' in corso di presentazione l'ordine del giorno quindi sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 27, viene ripresa alle ore 17 e 42.)

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno firmato dai Capigruppo.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:

.)

PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'ordine del giorno.

E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Signor Presidente, era per non lasciare che su un documento di così scarso rilievo nessuno prendesse la parola, mi sembra un pochino surreale, non so se questo sia l'uso del Consiglio regionale che, sei anni di programmazione e quindi relativi centinaia di milioni di euro passino senza che si alzi una voce, questo può anche darsi, io prendo atto, confesso la mia ignoranza, anche perché adesso sono riuscito a leggere la prima pagina dalla consegna, non ho capito quante siano, saranno 500 credo, non sono numerate, forse anche per non deprimerci troppo. Comunque io sulla prima pagina che ho letto avrei anche espresso un'opinione, però chiaramente non posso farlo per non essere disorganico. Chiedo a lei, alla Giunta, alla Commissione competente, se non sia magari il caso o se non sia possibile che il Consiglio possa in qualche modo prendere atto, almeno prendere atto, di un documento di questo tipo, almeno per non dire che siamo qua a passare le carte, anche perché per passarci queste carte serve una certa fatica fisica, dato il loro peso.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Certo che la riflessione del collega Deriu lascia veramente delle praterie, però non è una competenza di questo Consiglio, si prevede solo una presa d'atto perché la discussione è passata nella Commissione bilancio, noi ovviamente come gruppo non siamo favorevoli a questa programmazione, sappiamo che qui dentro ci sono delle strategie abbastanza generali su quello che intenderebbe fare la Regione Sardegna, in particolare la programmazione della Regione Sardegna sui fondi comunitari. Quindi sappiamo anche che nel corso di questi anni, quelli che verranno, quelli più avanti, nel futuro ci troveremo a discutere nel merito di come verranno riempite queste strategie che oggi sono solamente delle schede ancora abbastanza generali ed in quella sede ci confronteremo. Noi abbiamo già espresso le nostre perplessità nella terza commissione, anche quando il dirigente del servizio della programmazione venuto a decantarci le lodi della programmazione precedente e del recupero anche di risorse che purtroppo per responsabilità varie in questa regione si rischiava anche di perdere. Quindi sarà nel merito che discuteremo questa programmazione, oggi ne prendiamo atto sapendo che è un grande libro dei sogni e ci auguriamo che abbiate la capacità di riempirla di contenuti seri per la nostra Sardegna.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Pier Mario Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Vorrei un minimo di spiegazione, non ho partecipato ai lavori della Commissione, almeno per il Titolo:"Presa d'atto della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza". In realtà se si potesse avere una spiegazione ulteriore, almeno sul titolo, "presa d'atto" va bene, "composizione del Comitato" cosa stiamo approvando in realtà? Se è possibile che l'Assessore, oltre avere le sue interlocuzioni, dia a qualcuno un po' di spiegazioni su questo titolo.

PRESIDENTE. La domanda era spiegare il titolo sulla presa d'atto e soprattutto che cosa significa approvazione della composizione del Comitato di sorveglianza.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Le norme non le faccio io, se è previsto che sia una presa d'atto non l'ha stabilito la Giunta, sono le procedure che lo stabiliscono, dopodiché rinnovo l'invito, che sapete sempre stato onorato, e lo faccio seriamente, di disponibilità totale a fare una discussione sulla programmazione europea in generale. Qui stiamo parlando del FERS, però sapete che l'approccio della nostra Giunta è di programmazione unitaria, quindi è già riduttivo parlare di FERS, staccato dal Piano di sviluppo agricolo, staccato dal FSE, dal Fondo sociale, oppure questi staccati dall'FSC, staccati dalle altre normali politiche di finanziamento. Come sapete il nostro è un approccio di programmazione unitaria così stiamo andando e stiamo facendo delle delibere, secondo me importanti sulle varie strategie, dove se avete avuto modo di vederle sono cliccabili in rete, si dà conto di come stiamo affrontando le varie priorità con questa logica di programmazione unitaria. Io penso che il Consiglio debba essere coinvolto pienamente in queste discussioni, perché è lì che si fa la vera programmazione, ancor più che sulla finanziaria, questo lo sto dicendo da Assessore al bilancio, la finanziaria, lo sapete bene, è fatta di spese obbligatorie, quello che possiamo fare di politiche nella finanziaria saranno 50 milioni per dir molto, il resto sono spese obbligatorie. Allora, la vera programmazione la facciamo con gli altri fondi Quelli statali, gli FSC, quegli europei quindi io penso che il Consiglio, lo dico Presidente e do la mia piena disponibilità, la piena disponibilità della Giunta, a trovare dei momenti che siano di effettivo confronto e discussione sui temi della programmazione e sui temi delle diverse strategie, il lavoro, l'istruzione, le imprese, la competitività, l'internazionalizzazione. Io penso che sia estremamente importante farlo per condividere, per discutere, per avere delle sollecitazioni, dei suggerimenti per ovviamente migliorare. Purtroppo andiamo avanti per adempimenti, adesso c'è l'adempimento della presa d'atto del FESR e facciamo questo, l'adempimento della presa d'atto della composizione del comitato di sorveglianza, che è un organismo pletorico fatto di 50 persone che si riunisce una volta all'anno, che non dico che non serva a nulla perché chiaramente è importante e perché svolge anche un funzione di controllo, che però anch'esso spesso diventa molto formale. Organismo nel quale sono sempre stati invitati i Presidenti delle Commissioni, l'ultima volta era presente il presidente Sabatini, ma direi che abbiamo sempre mandato gli inviti a tutti quanti i consiglieri regionali. Però dobbiamo andare oltre questi momenti formali e davvero auspicare e fare in modo che effettivamente l'Aula e il Consiglio regionale, nella sua interezza, siano pienamente partecipi dell'anima intera programmazione dei fondi europei e in generale della Regione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Ho capito quello che il collega chiedeva, ed era riferito semplicemente all'oggetto della delibera allegata. La delibera 44/18 dell'8/9/2015. Capisco anche che ci sono delle cose previste, obbligatorie perché negli indirizzi dell'Unione Europea. Però, io pongo una motivazione politica e dico che la Regione Sardegna non vivrà mai bene finché non impara a stimarsi, e stimandosi dichiara i propri voleri e le proprie decisioni, quelli che sono quanto meno gli auspici e quando non riesce a far fronte a un dibattito serio con il Governo centrale e con l'Unione Europea dobbiamo solo subire, anche cose pletoriche come quelle che sono messe qui perché non servono a niente. È stato scritto che è auspicabile che ci sia la più ampia convergenza da parte dei consiglieri regionali. Non potrebbe essere diversamente, perché quando si fa una dichiarazione che tutto raccoglie e tutto pone non può che provare la concordia, perché toccherà sicuramente qualcosa che interessa a ciascuno dei consiglieri regionali. Il problema è che non ci sono delle scelte politiche di fondo e la scelta politica di fondo che l'Assessore ci ha proposto in tutti questi mesi è che comunque sia tutti i territori possono esprimere le proprie necessità, tanto ci sono i fondi europei che sovverranno a quelle necessità. Io ho paura di queste dichiarazioni perché i fondi europei da soli, senza la convergenza dei fondi nazionali o fondi regionali, non vanno da nessuna parte, questa è la motivazione politica e vorrei che il Consiglio ne dibattesse veramente a fondo di queste cose di cui era proprietario e padrone prima, ma è stato in qualche modo tolto da questa competenza lasciata esclusivamente alla Giunta, perché prima era il POR era competenza esclusiva del consiglio era un documento consiliare, magari preparato, preordinato dalle varie Commissioni, bisogna incominciare a entrare veramente e quando stamattina si è citato il problema della trasparenza del controllo…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI FRANCESCO (PD). Solo per chiarire alcuni elementi che possono essere utili a questo dibattito. Innanzitutto, è verissimo che non esiste, ad oggi, una norma che detta, in modo chiaro, quali sono le competenze nel merito dell'esame dei documenti della programmazione europea, dei fondi europei da parte del Consiglio. Infatti io mi sono fatto promotore alcune settimane fa di un disegno di legge che è stato presentato a mia firma, che chiarisce quali sono le competenze del Consiglio. Però va anche detto che in Commissione è stato fatto un esame approfondito del documento, non solo del FESR, ma di tutti i documenti di programmazione dei fondi europei, e abbiamo approvato un documento importante, che ho citato nella relazione iniziale, che poi è stata approvata da questo Consiglio e discussa in questo Consiglio una risoluzione, la risoluzione numero 2, che ho posto alcuni elementi e ha dato alcune indicazioni alla Giunta, che ha provveduto a modificare. Di cui devo dare atto alla Giunta di aver recepito pienamente quelle che sono state le indicazioni approvate da questo Consiglio. Ora, in Commissione abbiamo provveduto a istituire una sottocommissione che si occuperà, in modo specifico, solo ed esclusivamente dei fondi comunitari e in quella sede sarà importante fare un lavoro in progress, però a questo Consiglio non è vietato oggi aprire una discussione, che pur prendendo atto di questo documento, può dare ulteriori indicazioni che possono essere recepite dalla Giunta e possono essere sottoposte a nuova contrattazione con l'Unione Europea. Infatti, è risaputo che i documenti di programmazione non sono documenti immodificabili, possono essere rimessi negli anni, siccome parliamo di un settennio, possono essere rimessi in ustione in contrattazione con l'Unione Europea e possono essere apportate delle modifiche. Quindi, ogni dibattito non è un dibattito inutile, la presa d'atto è un atto formale a cui noi dobbiamo adempiere, ma che può essere integrato con ulteriori modificazioni e con ulteriori indicazioni che questo Consiglio può dare in qualsiasi momento e allo stesso modo intenderà fare la Commissione, con l'istituzione di una sottocommissione che lavorerà in questi mesi a tenere sotto controllo la spendita e l'applicazione di ciò che è stato programmato.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo ordine del giorno, lo metto in votazione.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, voto elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1, documento 11/XV/A.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 18.



Allegati seduta

isposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Crisponi sulla discontinua erogazione dell'acqua potabile a Oliena da parte della società Abbanoa. (427)

L'interrogazione è volta a sapere:

1) se il Presidente e l'Assessore dei Lavori Pubblici siano a conoscenza delle innumerevoli situazioni di disagio create in capo ai cittadini dalle disfunzioni gestionali di Abbanoa.

2) in quale modo sarà assicurato il giusto ristoro economico ai cittadini a fronte del reiterato disagio arrecato.

3) Siano stati attivati programmi volti alla urgente risoluzione dei problemi

4) Quali azioni e con quale tempistica siano previste per la corretta e puntuale erogazione del servizio idrico a favore della comunità detentrice della maggior riserva idrica della Sardegna e in ogni caso se si stia agendo sulla base di appropriata condivisione con l'Amministrazione locale

Preso atto delle ordinanze del Sindaco di Oliena di divieto dell'utilizzo dell'acqua della rete pubblica per uso umano ed a fini alimentari, si precisa quanto segue:

Il Comune di Oliena è alimentato principalmente dalla risorsa proveniente dalla sorgente di Su Gologone, ricompreso nel nuovo schema 11 "Govossai" del P.R.G.A della Regione Sardegna.

I paesi serviti dalla sorgente di Su Gologone sono principalmente e prioritariamente i Comuni di Oliena e Dorgali che, solo limitatamente, in casi emergenziali e soprattutto nel periodo estivo, coincidente con la diminuzione della risorsa della stessa sorgente, hanno una lieve integrazione idrica proveniente dal Potabilizzatore di Janna e Ferru.

Nel caso specifico citato dall'interrogante, il problema del fuori norma è riconducibile, secondo quanto riferito dal gestore, a due periodi temporali, il primo risalente al mese di marzo 2015 e il secondo alla metà di giugno 2015.

In entrambi i casi "la non potabilità era dovuta all'eccessiva torbidità dell'acqua della sorgente di Su Gologone e al superamento dei parametri fisico-chimici, conseguenza dei forti temporali che si sono verificati in quei giorni nella Sardegna

Come detto la Sardegna è una regione povera di risorse idriche sotterranee, tutta l'acqua va trattata per garantire la purezza batteriologica, non fa eccezione quella della sorgente in oggetto che richiede l'uso di disinfettanti, specie quando piove: il dilavamento dei terreni circostanti al bacino imbrifero, dove sono presenti pascoli, comporta la concentrazione di batteri di origine animale".

Per contrastare il fenomeno, i tecnici di Abbanoa riportano di aver eseguito il monitoraggio quotidiano attraverso i campionamenti, sia da sorgente che in distribuzione, intervenendo sull'adeguamento del sistema di dosaggio del disinfettante in accordo e sotto la stretta vigilanza del laboratorio di analisi.

Atteso il ricambio dell'acqua in rete, dai laboratori aziendali sono arrivati i risultati che hanno infatti confermato in entrambi i casi l'assenza di carica batterica.

Nell'ultimo decennio si è potuto riscontrare che i tempi di rientro a norma della Sorgente di Su Gologone si sono dilatati, rispetto agli anni 90, probabilmente proprio a causa dell'intensità degli eventi meteorologici e alla frequenza degli stessi.

In merito alla richiesta di indennizzo della tariffa applicata, si ricorda che la non potabilità dell'acqua non può generare alcuna riduzione o modificazione della tariffa da parte del Gestore che non è autorizzato a sottrarre dalla fattura alcun importo.

Al riguardo l'art. 29 della Convenzione di affidamento del SII rubricato "tariffa di servizio", specifica che detta tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata dall'Autorità d'Ambito (ora Egas) e riscossa dal Gestore, il quale si limita unicamente ad applicare rigorosamente le tariffe del SII stabilite dall'Egas. Tale piano tariffario, la cui rigorosa applicazione da parte di Abbanoa, attraverso la riscossione, è necessaria per la copertura dei costi del SII, non prevede al momento alcuna voce di costo per le ipotesi di somministrazione di acqua non potabile, né alcuna possibilità di riduzione del canone idrico.

Invero, il DM 10.08.1996, in attuazione dell'art. 13 della legge Galli, attraverso l'applicazione del c.d. "metodo normalizzato", ha individuato le componenti di costo impiegate per la determinazione della tariffa di riferimento (costi operativi, costi di ammortamento, remunerazione del capitale investito, etc.) tra i quali non compare il requisito della qualità dell'acqua.

L'Ente di Governo d'Ambito della Sardegna, conseguentemente, nel determinare il prezzo non tiene conto, ne' al momento potrebbe farlo, della potabilità dell'acqua.

Proprio sulla scorta di tali premesse, la Commissione Nazionale per la Vigilanza sulle risorse idriche, a seguito di specifica richiesta in merito, con parere n. 7108 del 24.07.2011 ha escluso la possibilità di prevedere una riduzione tariffaria a favore degli utenti che siano forniti di acqua non idonea al consumo umano attraverso la diminuzione di una corrispondente componente dell'attuale tariffa reale media.

La nuova Autorità per l'Energia Elettrica il Gas e Servizio idrico (Aeegsi), ad oggi non ha ancora introdotto in tariffa riduzioni connesse alla qualità dell'acqua.

Il gestore del S.I.I. riferisce inoltre che:

"di tutte le attività messe in atto, che riguardino la programmazione di interventi o la gestione ordinaria, viene costantemente informato il Comune; i referenti territoriali infatti sono sempre in contatto telefonico con il Vice Sindaco o con il Responsabile dell'ufficio tecnico fino alla conclusione dell'emergenza".

Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Moriconi - Pinna Rossella in merito al funzionamento e all'efficienza dei Sardegna store. (17)

Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:

1) All'interno delle tre sedi di Milano, Roma e Berlino sono stati complessivamente calendarizzati 33 eventi/manifestazioni promozionali, mentre non si ha il dato complessivo delle persone che vi hanno partecipato in quanto, nessun dato ufficiale è disponibile presso l'Agenzia Sardegna Promozione.

2) L'importo contrattuale scaturito dall'aggiudicazione dell'appalto alla RTI, soggetto appaltatore, è di € 3.871.444,00, oltre IVA di legge.

3) Ai punti espositivi Sardegna Store è stata dedicata una sezione all'interno del sito istituzionale e promozionale dell'Agenzia, con aggiornamenti sugli eventi realizzati nelle sedi di Roma, Milano e Berlino, video e foto delle eccellenze sarde esposte con il rilascio di report statistici periodici relativi ai risultati dell'attività di monitoraggio effettuata attraverso la distribuzione di questionari compilati volontariamente dai visitatori dei punti espositivi.

4) gli operatori degli Store di Roma, Milano e Berlino sono stati assunti direttamente dai RTI soggetto appaltatore, non sono disponibili presso l'Agenzia Sardegna Promozione i dati relativi:

a. alle modalità della loro selezione;

b. alla tipologia contrattuale adottata;

c. alla tipologia dell'inquadramento;

d. all'importo del compenso ed alle competenze professionali e linguistiche;

5) I circoli dei sardi locali stati sono stati ripetutamente coinvolti dai tre Store in occasione di eventi, mostre e manifestazioni particolari.

6) Non sono disponibili i dati su un incremento del turismo riconducibile specificatamente a tali attività.

Si fa presente inoltre che l'attività degli Sardegna Store è cessata a partire dalla data del 14 giugno 2014 per scadenza contrattuale.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla mancanza delle risorse per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica abusiva di rifiuti pericolosi ed inquinanti presso l'area di proprietà dell'Agenzia Laore ubicata in località Arenosu, sul territorio del Comune di Alghero. (432)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale della difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.

Allo stato, il totale delle spese sostenute, a valere sul finanziamento di 400.000 euro, risulta pari a euro 343.911. In data 20/05/2015 (nota prot, n.11424) l'Assessorato scrivente ha comunicato all'Agenzia Laore l'avvio della procedura di cancellazione dei residui passivi relativi agli impegni di spesa assunti nel 2008, tra i quali risulta iscritto anche quello relativo al finanziamento stanziato per la caratterizzazione e bonifica dell'area di proprietà dell'Agenzia medesima, la quale, con successiva nota, ha richiesto alla Regione il mantenimento del residuo passivo relativo al finanziamento di 400.000 euro e, contestualmente, l'integrazione delle risorse necessarie al completamento delle operazioni di sgombero dei rifiuti ancora presenti sull'area per la realizzazione degli interventi di bonifica del sito.

In seguito a ciò, questo Assessorato ha comunicato all'Agenzia Laore l'impossibilità del mantenimento dei residui, in mancanza di formale dichiarazione di spesa trasmessa dall'Ente entro il 13 maggio 2015, così come previsto dalla Legge regionale n. 5 del 9/3/2015, articolo 5 comma 9, e l'indisponibilità in Bilancio di risorse da destinare al completamento delle operazioni di rimozione dei rifiuti residui ancora presenti e all'esecuzione dell'attività di bonifica del sito in località Arenosu, nel territorio del Comune di Alghero.

Si segnala, infine, che al fine di contenere possibili nuovi apporti di rifiuti nel sito in oggetto sarebbe opportuno, nell'immediato, che venga definitivamente interdetta l'area da parte dell'ente proprietario per evitare ulteriori danni ambientali.

In considerazione del perdurare della gravità delle condizioni ambientali e igienico-sanitarie in cui versa l'area, l'Assessorato scrivente, non avendo al momento risorse disponibili in bilancio, ha predisposto una proposta finanziaria a valere sui successivi cicli di programmazione per la messa in sicurezza di emergenza e bonifica campo nomadi di Alghero e si garantisce il massimo impegno nel provvedere alla copertura finanziaria dell'intervento.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Rubiu in merito alla prevenzione degli incendi e al mancato sfalcio in molte delle strade della provincia del Sulcis-Iglesiente. (442)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si trasmettono le note del Direttore Generale della Protezione Civile prot. n. 6208 del 30.07.2015 e del Comandante del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale del prot. n. 55651 del 21.08.2015.

Si comunica inoltre che con Determinazione del Direttore Generale della Protezione Civile n. 301 prot. n. 8311 del 13.10.2015, "considerate le attuali condizioni meteorologiche stagionali, in particolare le piogge piuttosto copiose e persistenti che hanno caratterizzato la fine del mese di Settembre e la prima decade del mese di ottobre 2015, determinando una crescita diffusa dello strato erbaceo ed una riduzione del rischio di innesco e propagazione del fuoco connessa all'accumulo del materiale secco potenziale combustibile, la fine del periodo in cui vige il "Periodo di elevato pericolo" di incendi boschivi individuato ai sensi dell'art. 3 delle Prescrizioni Regionali Antincendi vigenti nel 31 ottobre 2015, è anticipato su tutto il territorio regionale all'intera giornata del 13 ottobre 2015".

In risposta all'interrogazione in oggetto, considerato che sulle attività richieste la competenza specifica è del CFVA e dell'EFS, lo scrivente si limita a circostanziare sull'attivitá previsionale svolta dal CFD, in merito alla valutazione quotidiana della pericolosità incendio, secondo quando previsto nell'organigramma delineato nel Decreto dell'Assessore dell'Ambiente n. 5034/14 del 5 marzo 2015, anche in relazione al rischio incendi boschivi.

A tal fine si fa presente che, questa Direzione, nel valutare quotidianamente il livello di pericolosità incendio del territorio regionale, ritiene indispensabile che tutte le componenti del sistema della protezione civile rafforzino preventivamente le proprie strutture e mettano in atto alcune azioni minime corrispondenti ai diversi livelli di pericolosità in capo ai diversi soggetti coinvolti nel sistema di protezione civile, in particolare nelle giornate in cui è prevista una pericolosità Alta (codice Arancione) e/o Estrema (codice Rosso), secondo i dettami del vigente piano regionale antincendi, redatto ai sensi dell'art. 3 della legge 353/2000, e approvato dalla Giunta regionale con deliberazione 31/6 del 17 giugno 2015.

Il direttore generale

Mario Graziano Nudda

Con l'interrogazione in oggetto l'On.le Rubiu ha presentato i quesiti così enunciati alla SV nonché al Presidente della Regione:

1) per sapere il motivo per cui, in molte strade del Sulcis-Iglesiente, si verifichi una condizione di degrado, con alto rischio incendi, vista la scarsità di manutenzione e il mancato sfalcio delle erbacce;

2) per valutare la possibilità di un riconoscimento finanziario adeguato agli enti locali per gli interventi di prevenzione, a tutela delle campagne e dei siti ambientali di pregio sul territorio,

3) per verificare la possibilità di un rafforzamento dell'apparato antincendi, con l'incremento di uomini e mezzi, che vada a incrociare le istanze provenienti da tutti i territori dell'isola;

4) per stabilire nuove misure atte a fronteggiare il pericolo incendi nel Sulcis-Iglesiente, mediante il

trasferimento di risorse finanziarie adeguate.

Premesso che il riscontro ai quesiti n.2 e 4, di natura finanziaria, non risulta ricadere nelle competenze di questa DG, si forniscono i seguenti elementi di risposta:

QUESTO 1

A conferma di quanto esposto dall'On.le Rubiu, si comunica che il competente Ispettorato ha registrato la mancata o incompleta realizzazione degli sfalci e rimozione del materiale vegetale lungo le strade della provincia.

In assenza di interventi degli Enti competenti, il CFVA ha contestato le violazioni amministrative previste dalla L 353/2000 e dalle prescrizioni antincendi.

Si segnala comunque che non sempre l'ottemperanza alle prescrizioni consente un razionale intervento, laddove le pertinenze stradali siano prive di banchine e cunette, nonché allorquando in queste ultime siano radicate specie arboree della macchia mediterranea.

QUESITO 3

Senza alcuna sottovalutazione della condizione di rischio evidenziata dall'On.le interpellante, si evidenzia innanzitutto che al momento in cui si scrive non si sono verificate criticità o mancati interventi, in quanto l'apparato regionale di prevenzione e lotta risulta schierato nelle condizioni di efficienza ed efficacia previste dal piano regionale antincendi.

Infatti a tutt'oggi è stata registrata una riduzione significativa del numero di incendi e della superficie totale percorsa. Tuttavia, il dato positivo più rilevante è costituito dalla ridotta superficie boscata percorsa dal fuoco.

Si sottolinea comunque che si tratta di un bilancio confortante significativo ma non completo, in quanto la campagna antincendi è oggi in pieno svolgimento.

In relazione alla distribuzione dei Canadair ridislocati sul territorio della Sardegna, si evidenzia che la scelta del relativo aeroporto di schieramento (Olbia), ricade nella competenza dello Stato. Infatti la Protezione Civile nazionale organizza e gestisce i propri mezzi aerei come una risorsa funzionale alla soppressione degli incendi a livello sovra regionale, in altri termini, i mezzi aerei pesanti rischierati a Olbia sono utilizzati, quando necessario, nel resto del territorio italiano; analogamente, in Sardegna vengono inviati ulteriori Canadair, qualora i mezzi a disposizione nell'Isola non risultassero sufficienti.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Rubiu in merito all'elaborazione del nuovo calendario venatorio ad opera del Comitato faunistico regionale della Sardegna, con la caccia al cinghiale prevista per il giovedì. (464)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.

Quesito 1. Sapere in base a quali criteri e/o parametri si è deciso di allargare la caccia grossa al giovedì, ovvero se possa esserci un monitoraggio che certifichi l'aumento dei cinghiali sul territorio isolano in modo da promuovere l'abbattimento senza regole.

Negli ultimi anni si è assistito in Sardegna ad una crescente richiesta di indennizzi di danni arrecati dai cinghiali alle produzioni agricole, come riportato nella figura seguente.

Figura 1 - Danni da cinghiale in Sardegna 2008-2013 (Fonte: Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente - Dati Province) - il grafico è agli atti del Consiglio

Oltre ai danni arrecati dai cinghiali alle produzioni agricole, devono necessariamente essere ricordati i numerosissimi incidenti stradali che coinvolgono la fauna selvatica (prevalentemente il cinghiale) in Sardegna, come riportato nella grafico seguente.

Figura 2 -- Incidenti stradali con fauna selvatica in Sardegna 2001-2014 (Fonte: Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente) - il grafico è agli atti del Consiglio

A fronte di una crescente richiesta dei danni, si registra, dall'analisi dei fogli venatori presentati dai cacciatori sardi, un crescente numero di cinghiali abbattuti nelle ultime 2 stagioni venatorie, come riportato nel grafico seguente.

Figura 3 - Cinghiali abbattuti stagioni venatorie 2013/2014 e 2014/2015 (Fonte: Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente) - il grafico è agli atti del Consiglio

I dati epidemiologici sulla diffusione della Peste suina Africana (PSA) in Sardegna, con particolare riferimento ai selvatici, sono alquanto allarmanti.

In merito al monitoraggio che certifichi l'aumento dei cinghiali sul territorio isolano, giova ricordare ciò che stabilisce la Carta delle Vocazioni Faunistiche (adottata nel 2006 e recentemente aggiornata) per questa specie.

Figura 4 - Stima della Densità del cinghiale su base comunale (Fonte: Carta delle Vocazioni Faunistiche - Aggiornamento 2012) - il grafico è agli atti del Consiglio

Si rappresenta che in numerosi Comuni sardi sono registrate densità di popolazione altissime (> 15 cinghiali per Km/quadrato). In un recentissimo monitoraggio della popolazione dei cinghiali, in alcuni Comuni sardi sono state registrate densità di popolazione superiori ai 35 soggetti/Km quadrato.

Si informa, infine, che il Comitato Regionale Faunistico, nella seduta del 9 luglio scorso, ha approvato la caccia al cinghiale a far data dal 1° novembre, oltre che per tutte le domeniche e festivi infrasettimanali anche per le giornate di giovedì. Si ricorda che tale situazione è consentita dalla normativa vigente ed è ampiamente sfruttata da tutte le Regioni italiane nelle quali questa Specie viene cacciata per ben 3 giorni la settimana, La previsione della caccia al giovedì non risulta pertanto né illegittima né "senza regole" come impropriamente indicato nell'interrogazione in oggetto.

Quesito 2. Valutare la possibilità di modificare la bozza del calendario venatorio ripristinando l'apertura della caccia al cinghiale nella sola giornata di domenica.

Il presente quesito si ritiene superato in quanto la regione Sardegna ha emanato un Calendario venatorio 2015/2016 che prevede la caccia ai cinghiale solo ed esclusivamente nelle giornate di domenica (oltre ad eventuali festivi infrasettimanali).

Quesito 3. Conoscere se siano state prese in esame soluzioni diverse alla caccia grossa infrasettimanale, quali l'utilizzo di deroghe o di coadiutori che, previo censimento, consentono di ridimensionare la popolazione di cinghiali senza rischiarne lo sterminio praticamente incontrollato.

In Sardegna da anni si attuano piani di controllo della specie cinghiale (anche nelle aree protette) secondo rigide norme nazionali e regionali che ne disciplinano in modo scientifico le singole attività. Tali attività vengono svolte da coadiutori dopo aver ottenuto una specifica abilitazione da parte dell'Amministrazione Provinciale. Il piano di controllo dei cinghiali viene autorizzato dall'ISPRA e dal Comitato Regionale Faunistico e deve soddisfare una serie di requisiti di sicurezza, biosicurezza, norme sanitarie e di benessere animale. I censimenti pre e post attività vengono poi elaborati in modo statistico, abbinando tali dati a quelli ottenuti dai cacciatori sugli abbattimenti e abbinati ai dati sui danni.

Il paventato rischio di "sterminio incontrollato dei cinghiali" appare, a fronte di quanto finora detto, privo di alcun supporto scientifico.

Quesito 4. Verificare la possibilità di venire incontro alle richieste delle associazioni venatorie, che hanno una sensibilità unica verso un insieme di equilibri e di tradizioni da salvaguardare.

Il mondo venatorio ha un tavolo sempre aperto con l'Assessorato della Difesa dell'Ambiente grazie al Comitato Regionale Faunistico (CFR), nel quale vengono presentate istanze e discusse. Il rispetto del mondo venatorio, dei suoi equilibri e delle sue tradizioni si coniuga con il rispetto di tutti i portatori di interesse che siedono nel CRF (ambientalisti, agricoltori, ecc.), tutti dotati di analoghe e proprie sensibilità, meritevoli di ascolto, rispetto e discussione.

Risposta scritta del Presidente della Regione all'interrogazione Solinas Christian sulla mancata consultazione delle associazioni di categoria del sistema camerale in occasione del rinnovo dell'organo di amministrazione della SOGAER Spa. (485)

Si riscontra la nota di codesto Ufficio, prot. n. 5995 datata 11 settembre 2015, di pari oggetto, esponendo, sinteticamente, come peraltro risulta nel verbale dell'assemblea ordinaria della SO.G.AER. S.p.A., tenutasi in data 12 agosto 2015, che, ad ogni buon fine, si unisce in copia, quanto segue:

1) corrisponde al vero la partecipazione del commissario straordinario, prof.ssa Piras, all'assemblea tenutasi in data 12 agosto 2015; non risulta se vi siano state preventive interlocuzioni con le associazioni di categoria;

2) corrisponde al vero che Gavino Pinna, Carlo Ibba e Francesca Medda sono stati nominati nell'organo di amministrazione della SO.G.AER. S.p.A.;

3) corrisponde al vero che Gavino Pinna è l'attuale direttore generale della SFIRS;

4) corrisponde al vero che Carlo Ibba è docente universitario presso l'Università degli Studi di Sassari;

5) corrisponde al vero che Francesca Romana Medda è docente universitario presso l'University College (UCL) di Londra; corrisponde al vero che Francesca Romana Medda è stata nominata, con deliberazione della Giunta regionale n. 36/6 del 25 giugno 2007 componente del consiglio di amministrazione dell'ARST S.p.A.;

6) il commissario straordinario, in rappresentanza del socio CCIAA ha proposto i nominativi di Carlo Ibba e Gavino Pinna mentre Francesca Romana Medda è stata designata dal socio Regione, ai sensi del comma 1, dell'articolo 15, dello statuto societario;

7) risulta che i consiglieri del C.d.A. sono stati votati da tutti i soci presenti (99,886%) con la sola astensione del socio Meridiana (titolare dello 0,209% del capitale sociale); per quanto riguarda la contestazione relativa al mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria si rimanda a quanto già esposto nel punto 1) della presente nota;

8) la Camera di Commercio di Cagliari (titolare del 94,353% del capitale sociale) attraverso il suo commissario straordinario ha esercitato i poteri di nomina dei componenti del C.d.A.; come previsto dallo statuto societario, la RAS, ha designato il suo componente nell'organo di amministrazione della società in parola;

9) relativamente a questo punto si rimanda alle considerazioni che codesto ufficio vorrà, eventualmente, significare

Il Direttore generale

Alessandro De Martini

Il documento allegato (verbale di assemblea SO.G.AER SPA) è agli atti del Consiglio.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Perra sulla necessità di fermare il taglio di 540 ettari di bosco nel compendio di Marganai e porre rimedio ai gravi danni già provocati con il disboscamento di 35 ettari del territorio. (499)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si allegano le note del Commissario Straordinario dell'Ente Foreste prot. n. 1538 del 15.07.2015 e del Comandante del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale del prot. n. 47968 15.07.2015 già trasmesse con nota prot. n. 2194 del 27.07.2015.

Si comunica inoltre che, al fine di valutare tutti gli aspetti di competenza riguardanti la gestione del Complesso Marganai, ho convocato un incontro tra i diversi attori competenti in materia. L'incontro, tenutosi il 30 settembre scorso, ha visto la partecipazione dei seguenti soggetti: il Soprintendente per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Cagliari e Oristano, il Commissario Provincia di Carbonia Iglesias, il Sindaco di Domusnovas, il Commissario Straordinario dell'Ente Foreste della Sardegna, il Direttore Generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, il Direttore Generale della difesa dell'ambiente e il Direttore generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia.

Nel corso dell'incontro sia l'Ente Foreste sia il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale hanno ribadito la legittimità delle azioni poste in essere. L'Ente Foreste ha provveduto a trasmettere al Soprintendente tutta la documentazione inerente la problematica in questione.

OGGETTo: intervista su Sardinia post.

Gentilissima Assessore,

ho letto con una certa preoccupazione l'intervista al Prof. Raffaello Giannini su Sardinia Post, giornale telematico sardo, a mio avviso, di natura scandalistica (guardare i commenti alla intervista per credere) che non leggo e dal quale sto alla larga evitando accuratamente, di rispondere vista la reiterazione degli articoli diffamatori per l'Ente da me gestito sul tema dei tagli boschivi nel SIC Monte Linas - Marganai (e non solo su questo tema). Tali articoli contengono numerose approssimazioni e sembrano tesi a suscitare emotività e contrapposizione, piuttosto che informazione sul tema complesso della sostenibilità dell'uso della risorsa rinnovabile bosco. Le scrivo per chiarire i termini dei nostri interventi nell'area in oggetto, interventi, che, come ho potuto apprezzare, sono sostenuti da molti forestali dell'Ente, del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale e dai tecnici del SAVI. Vediamo le "approssimazioni" citate dell'ultimo articolo contenute nell'intervista al Prof. Giannini:

1. "Spesso i tagli a raso rappresentano l'inizio della desertificazione". Vero e falso, come la parola "spesso" suggerisce: dipende dal contesto e dalle modalità. In questo caso ci sono esperti che dicono che il rischio è troppo alto (Prof. Aru e Prof. Giannini) e altri che, sulla base dell'analisi del territorio e degli effetti osservati dei tagli passati nell'area, credono nella sua sostenibilità ambientale (molti tecnici dell'Ente Foreste, del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e del Servizio SAVI). L'area viene, infatti, monitorata annualmente ed è evidente che in caso di erosione significativa gli interventi sarebbero condotti con ulteriori misure di mitigazione (rilascio di matricine a chiazze, riduzione dell'area delle (sotto) particelle da tagliare; rilascio fascine secondo le curve di livello per bloccare il flusso delle acque) ed interrotti se necessario. Anche nella letteratura ci sono pubblicazioni che enfatizzano i contro piuttosto che i pro, ed è per questo importante il ragionamento tra pari, oggettivo per quanto possibile.

2. "Il team di esperti che sta aggiornando il Piano di gestione dell'area SIC Marganai-Monte Linas, tra i quali figura Angelo Aru, uno dei padri della geopedologia in Sardegna, è giunto a una conclusione molto semplice: "i tagli? Nefasti". Qui il fotoreportage realizzato da Sardinia Post pochi mesi fa." Gli esperti citati nell'articolo hanno prodotto una proposta di aggiornamento del Piano di gestione dei SIC in oggetto a dir poco inadeguata, seguita da fondate critiche formali da parte di Ente Foreste della Sardegna (nota n. 2481 del 02.03.2015, con allegata relazione dei tecnici EFS, Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale e Provincie. Nelle relazioni di queste amministrazioni si evidenziano la presenza, nella proposta di aggiornamento, di errori macroscopici, insufficiente uso della letteratura scientifica e posizioni tecnico/scientifiche anacronistiche per non dire ideologiche. Sarebbe utile riconsiderare queste dettagliate relazioni per valutare meglio il lavoro prodotto degli "esperti" che dovrebbero illuminare il buio tecnico/scientifico dell'Ente Foreste. Infine, il reportage fotografico enfatizza in maniera tendenziosa fatti naturali del taglio boschivo (schianti e ceppaie con scarsa o nulla ripresa vegetativa). Se questo può essere forse giustificato da un punto di vista giornalistico, gli Enti che programmano la tutela ambientale e l'uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili si devono tuttavia muovere ad un livello diverso, valutando le quantità di questi fatti (quante ceppaie riprendono e proporzione di schianti). Viceversa, la ripresa vegetativa dell'area può tranquillamente essere testimoniata osservando (e anche fotografando) l'ottima copertura forestale raggiunta dalle particelle ceduate 3-4 anni fa. Relativamente alle percentuali di bosco da tagliare, cerchiamo di fare chiarezza. Prendendo in considerazione il Complesso Forestale Marganai (unità di riferimento per la gestione forestale EFS), sono presenti le seguenti sottocategorie forestali (fonte: PFP Marganai): (Leccete, 1051,4 ha; Leccete con latifoglie sempreverdi, 1864,5 ha; di questi, circa 1782 ha sono classificati come ceduo matricinato). L'area lorda da tagliare in 30-40 anni all'interno del Complesso Forestale è di 547 ha, cioè il 18.76% della lecceta utilizzabile per questo tipo di prelievo. Di questa superficie potranno essere effettivamente tagliati 401 ha (13.75%), in altre parole, nella pianificazione a lungo termine dell'Ente Foreste, più dell'85% della lecceta non viene toccata e meno del 15% è concesso alla sostenibilità sociale ed economica. Questa percentuale diminuisce considerevolmente se ci si riferisce alla lecceta del SIC: nello Standard data form Natura 2000 del SIC risultano infatti 8628 ha, di cui 151 sono indirizzati alla ceduazione nel piano forestale (2.28%). E' su queste basi quantitative che si deve fare la valutazione di incidenza e degli effetti ambientali. "Il tema è noto, anche grazie a una bibliografia corposa. Gli effetti del taglio a raso risultano decisamente negativi soprattutto se attuati su suoli in pendenza, in clima caldo-aridi e su vaste superfici". Ampiamente discutibile, nel senso che si potrebbe anche fare un congresso accademico sulla controversa materia. In una nota review leggiamo infatti "In many Mediterranean countries large areas of broadleaf forests continue to be managed as coppices in order to fulfil the local fuelwood needs" e "These coppices, which provide firewood and fodder, play a major role in erosion control, especially after wildfires, because of their rapid vegetative regeneration capacity, Coppice should therefore be maintained on sites with high erosion and wildfire risk" (Scarascia-Mugnozza et al., 2000), che potrebbe anche fare al caso nostro. Esistono infine numerose pubblicazioni scientifiche Che dimostrano l'utilità del taglio a raso per mantenere la biodiversità degli habitat aperti, molti dei quali tutelati nel SIC. "Gli aspetti economico-finanziari e quindi le scelte gestionali correlate, non appaiono sempre convincenti anche perché spesso si dimentica o si sottovaluta il fatto che per realizzare un nuovo soprassuolo occorrono gli stessi anni dell'età di quello che viene utilizzato, ma, forse, qualcuno di più". Non crediamo di aver sottovalutato questi aspetti. Anzi, crediamo che il nostro approccio sia ispirato dalla Direttiva Habitat, nella quale si chiarisce che la gestione delle aree SIC ruota attorno a tre componenti fondamentali:

a) Sostenibilità economica: capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;

b) Sostenibilità sociale: capacità di garantire condizioni di benessere umano equamente distribuite per classi e genere;

c) Sostenibilità ambientale: capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali. Nell'area del Marganai stiamo cercando di trovare l'intersezione delle tre componenti individuando aree idonee per usare in maniera sostenibile piccole percentuali del bosco, Per quanto riguarda il tempo che passerà sino al taglio successivo nella stessa area (turno) questo è stato stimato in 30-40 anni nella relazione del PFP, da definire meglio nell'ambito di quel range sulla base dei risultati ed effetti osservati durante il piano. "Correzioni in corsa, Che l'Ente non prende nemmeno in considerazione". Falso. L'Ente Foreste ha fatto diversi sopralluoghi per verificare in maniera oggettiva l'erosione in atto, senza riscontrarla. Inoltre, come già detto al punto 1, sono state già individuate idonee misure di mitigazione.

7. "A chi giova ciò?". A chi giova il tentativo di sviluppare economie che si basano sull'uso sostenibile di risorse biologiche rinnovabili come il bosco?! Noi ci chiediamo a chi giova questa campagna denigratoria di enti e tecnici che stanno cercando di lavorare seriamente, pur nell'incertezza della tecnica e del cambiamento climatico.

Certo di averLe fornito gli elementi necessari per chiarire i motivi che spingono questo Ente verso la forma di governo boschivo prescritta dal P.F.P., resto a disposizione per qualsiasi necessario approfondimento e la saluto cordialmente.

Il Commissario Straordinario

Prof. Giuseppe Pulina

Oggetto: Appunti e osservazioni sulla polemica riguardante il "Piano di gestione del complesso Marganai - Ripristino del governo a ceduo su aree demaniali"

Con riferimento alla richiesta di chiarimenti sugli interventi selvicolturale in corso nella Foresta demaniale Marganai (Iglesias. Domusnovas, Fluminimaggiore, ettari 5560), si comunicano le informazioni di seguito riportate e si trasmette un fascicolo fotografico dell'area interessata. Dall'analisi dei documenti depositati agli atti dell'ispettorato ripartimentale di Iglesias e nel corso delle continue e ripetute verifiche effettuate nella Foresta demaniale Marganai, in riferimento ai , tagli del bosco, non sono stati ravvisati argomenti di natura tecnica o violazioni di norme tali da giustificare un intervento del Corpo forestale, titolare ex-lege, fra l'altro, della funzione di "tutela tecnica ed economica dei beni silvo-pastorali dei comuni e degli enti pubblici", - Le polemiche sulla stampa, in particolare sul sito di notizie online "SardiniaPost" (http://www.sardiniapost.it/chi-siamo), e i riflessi di tipo amministrativo sembrano determinati e condizionati da un conflitto interno all'EFS fra legittime differenti posizioni sulle scelte gestionali più che da questioni tecniche o amministrative. Si rileva infatti che sia dal un punto di vista tecnico che da quello amministrativo il "Piano di gestione del complesso Marganai - Ripristino del governo a ceduo su aree demaniali" non presenta irregolarità, essendo stato redatto rispettando i canoni classici della selvicoltura e dell'assestamento forestale e avendo ottenuto tutte le autorizzazioni previste dalla legge.

Nell'area di intervento è presente un bosco ceduo abbandonato di circa 40 anni d'età. A tale proposito, occorre ricordare che l'attività selvicolturale nell'area del Marganai e dei territori limitrofi e sempre stata particolarmente intensa, in quanto funzionale alla produzione della paleria utilizzata per messa in sicurezza dell'estesa rete di gallerie minerarie. Dall'utilizzazione dei soprassuoli forestali, governati esclusivamente a ceduo, erano perciò ricavati gli assortimenti legnosi più idonei, cioè pali di dimensioni adeguate a garantire contemporaneamente la sicurezza e la facilità di lavorazione e trasporto in ambienti angusti. Con il declino dell'attività mineraria, l'assenza di domanda assortimenti legnosi del tipo di quelli richiesti dall'industria mineraria (pali) ha condizionato l'orientamento selvicolturale, portando al progressivo abbandono del ceduo, i boschi sono stati in parte ceduti all'Amministrazione regionale, nel caso specifico all'Azienda delle foreste demaniali, ora soppressa e sostituita dall'Ente Foreste della Sardegna. La nuova gestione, in assenza di domanda di assortimenti legnosi tipici del governo a ceduo. si è orientata verso soluzioni più "conservative" e, perciò, su superfici limitate nelle aree di maggiore pregio naturalistico e ambientale, i vecchi cedui sono stati parzialmente avviati alla conversione verso la forma di governo a fustaia. La limitata richiesta di legna da ardere da parte della popolazione residente era comunque assicurata anche dai limitativissimi interventi selvicolturali.

Con il passare dei decenni, si è sempre più affermata la ricerca di fonti di energia rinnovabile e anche i boschi poveri, come le leccete del Marganai, possono rappresentare un giacimento di energia rinnovabile e utilizzabile in modo sostenibile. L'evoluzione tecnologica, il crescente costo dell'energia da fonti non rinnovabili e la possibilità di meccanizzare diverse fasi degli interventi Selvicolturali potrebbero rendere fruibile una risorsa "povera" altrimenti destinata ad accumularsi in

modo disordinato e irrazionale, sotto forma di massa combustibile, al punto da essere fortemente esposta al rischio di distruzione in caso di incendi ad alta intensità.

Nel caso specifico, l'assenza di interventi selvicolturali su ampie superfici ha determinato nei decenni trascorsi un forte accumulo di massa legnosa utilizzabile. Gli interventi previsti nel Piano di gestione hanno lo scopo di utilizzare la massa legnosa disponibile, semplicemente ripristinando la forma di governo a ceduo utilizzata nei decenni precedenti all'abbandono. Da un punto di vista tecnico, il governo a ceduo si basa su precise regole che consentono di utilizzare la risorsa e di limitare gli effetti negati della temporanea assenza di copertura del suolo la letteratura e le correnti pratiche selvicolturali.

D'altra parte, dopo i primi tagli effettuati a partire dalla stagione silvana 2011/2012, con il rilascio di 180 matricine per ettaro in luogo delle 120 previste dalle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale (PMPF) vigenti, nell'area del Marganai la copertura del suolo è già ripristinata (vedere fascicolo fotografico).

Il Piano di gestione è inoltre coerente col PSR 2014/2019, paragrafo 4.5, laddove prevede la ridefinizione del ruolo dell'Ente Foreste della Sardegna, "che dovrà rispondere in termini più efficaci e innovativi alle grandi sfide della tutela ambientale e dello sviluppo economico delle foreste dell'isola".

Il Piano di gestione è poi uno strumento che consente la valorizzazione della multifunzionalità della foresta, in quanto, su superfici limitate (305 ettari circa, su una superficie complessiva della F.D. Marganai superiore a 5500), cura l'aspetto della produzione legnosa, elemento connaturalo alla stessa esistenza dei boschi. La foresta demaniale, peraltro, é inserita in un contesto di complessi forestali accorpati, tutti gestiti dall'Ente Foreste, di oltre 8000 ettari.

L'area interessata dal Piano, ricadente in agro di Domusnovas, loc. is Arenas, è interamente sottoposta a vincolo idrogeologico ex RDL 3267/1923 mentre per una minima parte (circa 16 ettari) rientra anche nel perimetro del SIC ITB 044111 "Monte Linas Marganai".

L'origine del Piano di gestione di Marganai può essere indicativamente individuata con la nota della Direzione generale dell'EFS n. 2423 del 24.02.2009 con la quale è stata affidata al dott. for. Marcello Airi, funzionario-quadro dello stesso EFS, la redazione dei "Piani di gestione dei tagli boschivi" per i terreni amministrati. Le tappe successive che hanno portato all'approvazione del Piano e alla sua attuazione sono le Seguenti:

- 15 dicembre 2009: con nota prot. 45778, il Servizio tecnico della Direzione generale dell'EFS ha inviato il Progetto esecutivo al Servizio SAVI dell'Assessorato della difesa dell'ambiente per la valutazione relativa all'applicazione della valutazione d'incidenza ambientale (art. 5 DPR 357/97 e s.m.i. relativo ai S.I.C.);

- 15 dicembre 2009: con nota prot. 15788, il Servizio tecnico della Direzione generale dell'EFS ha inviato il Progetto esecutivo all'ispettorato ripartimentale del CFVA di Iglesias per l'istruttoria relativa al vincolo idrogeologico;

- 16 febbraio 2010: con nota prot. 3976, il Servizio SAVI ha rilasciato il parere di Competenza rilevando che "dall'analisi è emerso che gli interventi nel loro complesso non sembrano poter avere effetti significativi sugli habitat e sulle specie riportate nel formulario standard del sito Natura 2000 e pertanto si valuta che il Progetto non deve essere sottoposto a procedura di valutazione di incidenza ex art, 6 del DPR 120/2003".

- 16 luglio 2010: con nota prot. 10634, il Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS ha inviato la versione definitiva del Piano di gestione all'ispettorato CFVA di Iglesias;

- 28 luglio 2010: con nota prot. 64050, l'Ispettorato ripartimentale CFVA di Iglesias ha trasmesso il Piano di gestione, corredato del proprio parere riguardante l'applicazione del vincolo idrogeologico, alla Provincia di Carbonia Iglesias per l'approvazione:

- 31 luglio 2010: con nota prot 71917, l'Ispettorato ripartimentale CFVA di Iglesias ha comunicato al Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS l'invio del Piano e del proprio parere alla Provincia di Carbonia Iglesias per l'approvazione finale, dando comunque parere favorevole alla realizzazione dei tagli prima del pronunciamento a patto che fossero rispettate le PMPF:

- 3 dicembre 2010: la Provincia di Carbonia Iglesias ha rilasciato la Determinazione n. 95 con la quale ha approvato il Piano di Gestione del complesso forestale Marganai, facendo proprie le indicazioni inviate dell'ispettorato CFVA di Iglesias con la sopracitata nota n. 64050 del 28.07.2010, specificando che lo stesso Piano era parificato a tutti gli effetti alle PMPF;

- 27 ottobre 2010: il Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS ha redatto il verbale di consegna lavori alla ditta aggiudicataria e lo ha inviato il 9 dicembre 2010 all'ispettorato CFVA di Iglesias;

- 24 dicembre 2010: l'ispettorato CFVA di Iglesias ha restituito alla Provincia di Carbonia Iglesias e al Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS le copie, vidimate dallo stesso ispettorato CFVA, del Progetto definitivo approvato dalla Provincia.

I lavori di taglio del bosco sono iniziati nell'annata silvana 2011/2012, interessando una superficie complessiva netta di circa 5 ettari; i lavori sono poi continuati l'anno successivo su una superficie netta di 13 ettari e, infine, nell'annata silvana 2013/2044, su una superficie netta di 16 ettari. Nel successivo periodo di taglio (2014/2015) non sono stati effettuati gli interventi programmati.

Dopo il terzo anno era prevista una verifica del Piano, nei caso fossero emerse particolari esigenze e/o difficoltà nella realizzazione dei tagli e nella corretta gestione selvicolturale e ambientale in senso lato.

Si elencano di seguito le successive tappe della vicenda.

20 ottobre 2014: con nota prot. 14492, il nuovo Direttore del Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS ha chiesto al Servizio SAVI di pronunciarsi nuovamente sul Piano di gestione ritenendo che i lavori successivi al terzo anno avessero bisogno di una Valutazione di Incidenza Ambientale:

7 gennaio 2015: il Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS ha chiesto l'effettuazione di un sopralluogo congiunto tra Servizio SAVI, ispettorato CFVA di Iglesias, Provincia di Carbonia Iglesias e Comune di Domusnovas per valutare gli effetti dei tagli,

20 gennaio 2015: è stato effettuato il sopralluogo alla presenza dei rappresentanti della D.G. dell'EFS, del Servizio territoriale di Cagliari dell'EFS, dell'Ispettorato CFVA di Iglesias, del Servizio SAVI, dell'Associazione Temporanea di Professionisti C.C.W.R. incaricata della revisione del Piano di Gestiore del SIC "Linas Marganai";

18 marzo 2015: con nota prot. 6224, il Servizio SAVI, alla luce di quanto emerso in sede di sopralluogo congiunto del 20.01.2015, si è pronunciato nuovamente sul Piano di Gestione del complesso Marganai confermando il parere espresso con la nota n. 3976 dei 16 febbraio 2010 e cioè che non occorre la Valutazione di incidenza ambientale.

Dal mese di febbraio 2015 è iniziata una campagna stampa, guidata dal sito sardiniapost-it, contro il Piano di gestione. Sulla vicenda è intervenuto anche il Gruppo di Intervento Giuridico chiedendo una revisione del Piano.

In Conclusione, l'EFS, redattore ed esecutore del Piano di Gestione del complesso Marganai, nel rispetto delle procedure di legge, può orientare la propria attività per confermare tale progetto, per apportare eventuali modifiche o anche per deciderne l'abbandono, il Piano, fino a quando resta vigente, deve comunque trovare applicazione in quanto parificato alle PMPF e dunque avente carattere precettivo.

Il Comandante

Dr. Gavino Diana

Testo delle interrogazioni, delle interpellanze e delle mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Deriu - Comandini - Forma - Meloni - Piscedda - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sul blocco turnover della specialistica ambulatoriale.

I sottoscritti,

premesso che:

- con deliberazione n. 43/9, in data 1° settembre 2015, "Disposizioni alle Aziende sanitarie in materia di contenimento della spesa per il personale", l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha disposto il blocco del turnover nelle Asl della Sardegna;

- nella predetta deliberazione al punto 7., si dispone "per i medici specialisti ambulatoriali, in assenza di autorizzazione dell'Assessorato competente, il divieto di attivare e mettere a bando nuovi turni per ore di attività e il divieto di ampliare i turni in atto o ricoprire turni divenuti vacanti, fatte salve motivate esigenze adeguatamente documentate, connesse al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza";

- nelle indicazioni operative di cui alla comunicazione n. 0020514 del 7 settembre 201, fornite dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ai commissari straordinari delle Aziende sanitarie e ospedaliere, non vengono forniti chiarimenti in merito all'eventuale blocco anche delle sostituzioni temporanee dei medici specialisti ambulatoriali inferiori ai 30 giorni per le quali non si fa ricorso alle graduatorie;

- nell'Asl di Nuoro la mancanza di chiarezza nell'interpretazione di tale deliberazione ha comportato, per la giornata del 22 settembre 2015, il blocco totale delle sostituzioni dei medici specialisti ambulatoriali, anche quelle già assegnate, con la cancellazione delle visite specialistiche già programmate da mesi a danno degli utenti;

- nel distretto di Nuoro, Macomer e Siniscola dell'Asl 3 si è verificata la grave circostanza che tale blocco, ad esempio nella branca oculistica, sia stato esteso perfino alle sostituzioni del personale titolare per maternità, fattispecie non prevista dalla deliberazione, anziché ai soli turni vacanti, determinando anche in questo caso annullamenti di visite e l'aumento dei tempi d'attesa;

- il perdurare del blocco delle sostituzioni, anche temporanee, dei medici poliambulatoriali rischia di allungare esponenzialmente le liste di attesa, specie nei poliambulatori dei piccoli comuni, creando gravissimi disagi agli utenti che si vedono costretti a rivolgersi, per le visite urgenti, alle strutture ospedaliere o ai privati, con un penalizzante aggravio dei costi a carico degli utenti stessi e del carico di lavoro degli ospedali;

- le sostituzioni dei medici poliambulatoriali rappresentano, per molti giovani medici della Sardegna, l'unico accesso pubblico alla professione e che il blocco delle sostituzioni temporanee di fatto estromette dal mondo del lavoro tante valide professionalità costrette, da un giorno all'altro, per vivere ad aprirsi un proprio ambulatorio e che, nel caso di discipline come oculistica, ginecologia, odontoiatria o radiologia, presuppongono investimenti di decine di migliaia di euro;

- la specialistica ambulatoriale è oramai diventata l'unico presidio medico in tantissime realtà della Sardegna, specie nei comuni più piccoli e isolati,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:

1) quali iniziative intenda adottare per porre fine al disagio degli utenti e dei medici che si sta progressivamente creando nella specialistica ambulatoriale nelle ASL della Sardegna e, particolarmente, in quella di Nuoro;

2) se voglia intervenire sul piano normativo consentendo la possibilità di sostituzioni relativamente alla specialistica ambulatoriale al fine di garantire i livelli minimi di assistenza;

3) se, pur in presenza di acclarate condizioni di aumento dei tempi d'attesa delle visite specialistiche, intenda adottare provvedimenti e, nel caso, quali siano, nei confronti di quelle ASL che dovessero creare condizioni di effettiva compromissione della salute e dei livelli minimi di assistenza. (528)

Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata approvazione del bilancio della Provincia di Oristano.

Il sottoscritto,

considerato che:

- con la legge 26 marzo 2014, è stata sancita l'abolizione delle province, ridefinendo molti dei compiti di questi enti e, soprattutto, tali organi non sono più elettivi;

- la Regione, come previsto per legge, ha avviato l'iter per la chiusura delle province sarde, tra cui quella di Oristano, il cui organo politico è stato esautorato lo scorso 31 dicembre 2014, data in cui la stessa struttura amministrativa è stata commissariata;

visto che:

- l'organo politico della Provincia di Oristano non ha più funzioni, in quanto sono tutte nelle mani dei tecnici, coordinati dal commissario straordinario;

- le procedure amministrative di gestione dell'ultima legislatura, tra le quali la chiusura del bilancio 2014, sono ancora da concludersi;

appurato che:

- per via della mancata chiusura delle procedure di bilancio, causata sia dalla privazione delle funzioni dell'organo politico eletto e sia dall'inottemperanza o ritardo del commissario dell'amministrazione provinciale, molte situazioni debitorie della Provincia di Oristano verso privati o aziende che hanno regolarmente prestato servizio e fatturato all'ente nell'anno 2014 non possono essere pagate e quindi estinte;

- questa situazione di insoluto mette in difficoltà gli imprenditori locali per dei crediti al momento non riscossi,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, che danneggiano gravemente piccoli e medi imprenditori locali che, del territorio oristanese e non solo, sono una parte importante del tessuto economico, e cosa intenda fare affinché venga sanata questa situazione, prima che essa si ritorca sulla già precaria economia locale. (529)

Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sul flop dell'avviso pubblico PO FESR 2007-2013 - Aiuti per lo sviluppo del prodotto turistico tematico "Turismo nautico".

I sottoscritti,

premesso che l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, con determinazione del direttore del Servizio gestione progetti nazionali e comunitari n. 4773 del 28 aprile 2015, ha approvato l'avviso pubblico "Aiuti per lo sviluppo del prodotto turistico tematico "Turismo nautico", di cui al PO FESR 2007-2013, Asse IV, LdA 4.2.4.d, con scadenza 30 giugno 2015;

considerato che l'avviso su citato intendeva perseguire obiettivi, quali consolidare, sviluppare e/o creare reti e/o aggregazioni tra imprese operanti nel settore del turismo nautico secondo una logica di offerta complessiva dei servizi, rivitalizzare gli ambiti territoriali costieri nei quali sono localizzate le attività dedicate alla nautica da diporto, destagionalizzare la domanda ovvero incrementare i flussi turistici nei periodi di media e bassa stagione, innalzando il tasso di utilizzazione dei servizi offerti;

evidenziato che le risorse complessive destinate al prodotto turistico tematico "Turismo nautico" venivano determinate in 1.150.000 euro, di cui ben 200.000 euro destinati all'attività di informazione e di comunicazione con l'obiettivo di garantire la più ampia partecipazione delle imprese, verificato che con successiva determinazione sono stati decurtati dagli importi iniziali, in favore del bando "Cicloturismo" ben 300.000 euro;

constatato che alla scadenza dell'avviso pubblico sono state presentate soltanto 8 domande, delle quali 3 sono state ritenute inammissibili mentre una è risultata fuori termine;

rilevato che pertanto sono state ammesse ad agevolazione solo 2 domande, per un importo totale di contributi erogabili pari a 32.502,35 euro su una dotazione complessiva di 650.000 euro;

appurato che, nonostante la spesa per "garantire la più ampia partecipazione delle imprese", l'esiguo numero di domande di partecipazione è la dimostrazione evidente del totale scollamento fra istituzione regionale e imprese con l'ovvio fallimento degli obiettivi prefissati;

sottolineato che la Regione erogherà alle imprese beneficiarie solo il 5 per cento della dotazione finanziaria dell'avviso pubblico, pur avendo impiegato risorse per la pubblicità del bando di circa 6 volte tanto (30 per cento circa della dotazione);

preso atto che aver prodotto un bando infarcito di cavilli burocratici e di complicate rendicontazioni, contraddice il conclamato impegno della Giunta regionale nel buon uso dei fondi comunitari,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto su esposto;

2) non ritengano di dover rivedere e valutare con più attenzione gli strumenti per la spendita delle risorse dell'Unione europea, anche attraverso una semplificazione burocratica sovente annunciata e mai attuata;

3) siano a conoscenza del pressoché certo definanziamento delle risorse con conseguente restituzione all'Unione europea;

4) non ritengano, infine, che il settore del turismo nautico debba essere maggiormente ed opportunamente considerato con una seria politica di sviluppo per favorirne la crescita ed una definitiva affermazione. (530)

Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul declassamento dell'Ospedale San Marcellino di Muravera a presidio ospedaliero di zona disagiata.

I sottoscritti,

premesso che:

- la legge regionale 17 novembre 2014, n. 23, recante "Norme urgenti per la riforma del Sistema sanitario regionale. Modifiche alle leggi regionali n. 23 del 2005, n. 10 del 2006 e n. 21 del 2012", ha individuato i criteri in virtù dei quali disporre la riorganizzazione del sistema sanitario della Regione e delle reti di assistenza;

- in virtù di tale legge, il processo di riforma del sistema sanitario regionale è, tra le altre cose, finalizzato a:

1) garantire la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività;

2) riorganizzare il sistema sanitario regionale mediante il rafforzamento delle attività territoriali e la razionalizzazione della rete ospedaliera;

3) garantire il miglioramento della qualità e dell'adeguatezza dei servizi sanitari e socio-sanitari in ogni territorio;

4) attuare politiche di prevenzione delle malattie e di promozione della salute e del benessere delle persone, incentivando la diffusione di corretti stili di vita sotto i profili dell'attività motoria, della pratica sportiva e dell'educazione alimentare e ambientale;

5) ridurre il disavanzo della spesa regionale sanitaria, in applicazione della normativa nazionale in materia di fabbisogni e costi standard;

6) riorganizzare il sistema dell'emergenza-urgenza, della rete territoriale di assistenza e della medicina del territorio;

- con delibera della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015 è stato approvato il programma di riorganizzazione della rete ospedaliera in attuazione della legge regionale n. 23 del 2014;

- con decreto del Ministero della salute n. 70 del 2 aprile 2015 è stato approvato il regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, il quale prevede che le regioni debbano adottare un provvedimento di programmazione teso a ricondurre la dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente utilizzati a carico del Servizio sanitario regionale (SSR), ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, di cui 0,7 per la riabilitazione e lungodegenza post-acuzie, garantendo il progressivo adeguamento agli standard previsti nell'arco di un triennio;

verificato che:

- la delibera della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015, recante disposizioni sul riordino della rete ospedaliera regionale, prevede la ridefinizione e il ridimensionamento dell'Ospedale San Marcellino, sito nel Comune di Muravera (CA);

- sulla base della succitata delibera l'Ospedale San Marcellino viene classificato come presidio ospedaliero di base previsto per zone particolarmente disagiate, definito sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile, distante più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace;

- sulla base dei criteri individuati dal decreto del Ministero della salute n. 70 del 2 aprile 2015, la delibera della Giunta regionale n. 38/12 del 28 luglio 2015 stabilisce che il presidio di zona disagiata deve essere dotato di un pronto soccorso, gestito dall'AREUS e coordinato con il DEA di riferimento e devono essere presenti almeno 20 posti letto di medicina che garantiscano, in caso di necessità, anche l'assistenza ai pazienti chirurgici operati in regime di day-surgery o week-surgery;

dato atto che:

- da circa tredici anni nel Sarrabus è in corso una costante e progressiva riduzione dei servizi sanitari ospedalieri, che si è concretizzata con la chiusura di importanti reparti quali ortopedia, otorino-laringoiatria, ostetricia e ginecologia, e oggi si manifesta con ulteriori nuovi tagli, che interesserebbero i servizi "sopravvissuti" nei reparti di chirurgia e medicina, il sostanziale smantellamento del pronto soccorso, della radiologia e la trasformazione del laboratorio di analisi in un punto prelievi;

- la Commissione sanità del Consiglio regionale della Sardegna, in occasione dell'incontro con i sindaci del distretto Sarrabus-Gerrei, si è mostrata disponibile a recepire le istanze del territorio al fine di valorizzare i punti di forza del presidio ospedaliero del Sarrabus e di valutare concrete proposte provenienti dalle comunità locali secondo il principio della sussidiarietà e l'applicazione della logica bottom-up;

- la proposta di riorganizzazione adottata dalla Giunta regionale con il declassamento del San Marcellino da presidio ospedaliero di base a presidio di area disagiata sembra generare una minima riduzione dei costi, a fronte di un'importante riduzione dei servizi per i cittadini del territorio, prevalentemente anziani e pertanto soggetti che presentano una maggiore difficoltà a spostarsi verso l'area urbana di Cagliari, e che inoltre lamentano i disagi economici, sociali e infrastrutturali tipici delle aree periferiche isolane;

considerato che:

- l'ospedale in questione costituisce un riferimento sanitario importante per gli abitanti del Sarrabus, del Gerrei, di parte del Sarcidano e della bassa Ogliastra, in modo particolare durante la stagione turistica in virtù dell'aumento esponenziale del potenziale bacino di utenza, anche in considerazione degli svantaggi che subisce il territorio, sia per motivi geografici sia a seguito dell'isolamento derivante della presenza di una rete stradale precaria e che recentemente si è dimostrata ancor più instabile e insicura;

- la presenza di un presidio ospedaliero di base nel Sarrabus rappresenta un aspetto rilevante anche sotto il profilo della crescita turistica della zona e delle opportunità di sviluppo del territorio, anche in considerazione del fatto che i tempi di percorrenza verso il pronto soccorso più vicino supererebbero i 60/90 minuti;

- nonostante i numerosi appelli, richieste e sollecitazioni non risulta ancora attivo in Sardegna il servizio di elisoccorso, che ridurrebbe notevolmente i tempi di intervento per i casi di emergenza-urgenza, e anzi, per l'attivazione di tale servizio, giace inutilizzata presso la ASL di Lanusei la somma di euro 20 milioni;

- l'assenza di un efficiente servizio di trasporto extraurbano tra il Sarrabus-Gerrei e gli ospedali di riferimento indicati dal documento di riorganizzazione non consentirebbe ai familiari di raggiungere i propri congiunti ricoverati e comporterebbe la mancanza dell'indispensabile assistenza e supporto familiare ai pazienti o, comunque, un costo troppo elevato per gli abitanti di un territorio già in forte difficoltà dal punto di vista economico;

- l'Ospedale San Marcellino è stato recentemente ristrutturato, tanto da essere definito dall'Assessore Arru, in occasione della visita avvenuta l'8 ottobre 2015, "strutturalmente uno dei migliori della Sardegna", e pertanto un declassamento e una progressiva limitazione operativa potrebbe dar vita a un nuovo caso di dissipazione delle risorse pubbliche, o comunque di cattiva programmazione delle stesse;

- l'Ospedale San Marcellino vanta un elevato livello di professionalità, che in questi anni si sono distinte per le loro capacità e competenze e hanno più volte fatto presente di voler continuare ad operare presso il presidio in questione, pur potendo aspirare ad altri incarichi, teoricamente più prestigiosi;

- in tutto il Sarrabus non è operativo un servizio di oncologia territoriale, costringendo i residenti del territorio a continui ed estenuanti viaggi verso Cagliari per poter accedere alle necessarie terapie;

- le autorità locali e i cittadini residenti hanno più volte manifestato la volontà che la struttura ospedaliera mantenga gli attuali servizi: direzione sanitaria, pronto soccorso, medicina generale, chirurgia d'urgenza e ordinaria allargata alla specialistica ambulatoriale, laboratorio analisi e radiologia, anestesia;

- nella recente visita l'Assessore ha dichiarato a proposito del San Marcellino che "Nessuno vuole squalificare o dequalificare: vogliamo migliorare l'assistenza e renderla più sicura", salvo poi inviare il giorno successivo le lettere di trasferimento per il personale del laboratorio d'analisi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'Ospedale San Marcellino, privando così i cittadini di alcuni servizi ospedalieri essenziali, provvedere alla riorganizzazione della rete di assistenza territoriale;

2) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'Ospedale San Marcellino, al fine di garantire alle comunità della zona un livello di assistenza sanitaria equiparabile a quello presente in altri territori isolani, provvedere all'attivazione di un efficiente servizio di elisoccorso e di un efficiente servizio territoriale;

3) se non sia opportuno, prima di procedere al declassamento dell'Ospedale San Marcellino, garantire una rete infrastrutturale degna di questo nome, consentendo così ai cittadini del Sarrabus di poter giungere nelle aree urbane in tempi consoni;

4) se non sia opportuno, anche al fine di non disperdere lo straordinario patrimonio di professionalità formatosi negli anni, pensare di valorizzare il San Marcellino programmando un suo utilizzo per la riduzione delle liste d'attesa negli ospedali della provincia per interventi che nello stesso vengono routinariamente eseguiti;


5) che senso abbia dichiarare che nessuno vuole squalificare o declassare il San Marcellino e contestualmente iniziare a trasferire il personale, prima ancora che la riorganizzazione della rete ospedaliera proposta dalla Giunta venga approvata dal Consiglio regionale. (531)

Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Cozzolino - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo - Collu - Demontis, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attivazione del fondo di anticipazione di cui all'articolo 9 della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (Finanziaria 2015) a favore dei Gruppi di azione locale (GAL).

I sottoscritti,

premesso che:

- con la riforma della politica agricola comune l'importanza del ruolo dello sviluppo rurale, nell'aiutare le zone rurali a far fronte alle sfide economiche e socio ambientali, è aumentata considerevolmente;

- le zone rurali costituiscono il 90 per cento del territorio dell'Unione europea e il nuovo quadro giuridico amplia le possibilità di ricorso ai finanziamenti dello sviluppo rurale per promuovere la crescita e creare occupazione nelle zone rurali e per migliorare la sostenibilità;

- i Gruppi di azione locale (GAL) sono raggruppamenti di partner che rappresentano sia le popolazioni rurali, attraverso la presenza degli enti pubblici territoriali (comuni, province e comunità montane), sia le organizzazioni degli operatori economici presenti nel territorio;

- il Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 della Regione, approvato all'unanimità il 20 novembre 2007 dal Comitato di sviluppo rurale della Commissione europea, costituisce il principale strumento di programmazione e attuazione della strategia nazionale in materia di agricoltura, definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell'isola;

- il PSR 2007-2013 è articolato in quattro assi:

- Asse I: Miglioramento della competitività del sistema agricolo e forestale nel rispetto della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del paesaggio rurale;

- Asse II: Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale;

- Asse III: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell'economia rurale attraverso programmi integrati di sviluppo rurale.

- Asse IV: Miglioramento della governance e delle capacità istituzionali regionali e locali (approccio Leader);

- i GAL attuano gli assi III e IV del PSR nelle aree di competenza attraverso la predisposizione e l'attuazione dei Programmi di sviluppo locale (PSL), che rappresentano lo strumento programmatico per la definizione e l'attivazione della strategia di sviluppo locale che ogni GAL intende attuare;

- gli assi III e IV comprendono sei misure e ventuno azioni e sono gestite con il metodo Leader, ovvero affidate ai 13 Gruppi di azione locale della Sardegna e comprendono 281 comuni ai quali sono rivolti i bandi gestiti dai GAL;


considerato che:

- allo stato attuale, le risorse messe a disposizione dei beneficiari risultano quasi totalmente impegnati dai GAL della Sardegna che hanno interamente svolto il proprio compito, in quanto gli interventi devono essere rendicontati, dai beneficiari pubblici o privati, entro il 30 novembre 2015 all'ente nazionale di pagamento AGEA che istruisce le pratiche di pagamento attraverso Agecontrol;

- ai sensi degli articoli 55 e 56 del regolamento (Ce) n. 1974/2006, modificato dal regolamento dell'Unione europea n. 679/2011, per le misure gestite direttamente dai GAL, 413 azioni di sistema e 421 azioni di cooperazione, non è prevista la concessione di anticipazione;

- le risorse finanziarie per le spese di gestione e di animazione, di cui alla misura 431, pur prevedendo le anticipazioni, le stesse sono state in buona parte "prosciugate" dall'ente pagatore nazionale AGEA, mediante il trattenimento del 20 per cento operato sulle rendicontazioni presentate a far data dal 2011;

- sia i lunghissimi tempi istruttori delle domande da parte di ARGEA, sia i tempi di pagamento delle stesse da parte di AGEA hanno determinato una mancanza di liquidità dei GAL della Sardegna, che non sono in grado di liquidare gli impegni assunti per la chiusura dei Piani locali di sviluppo con la conseguenza di fallimento degli stessi;

rilevato che:

- la mancanza di liquidità determina due ordini di problemi:

- l'impossibilità di far fronte ai pagamenti a favore dei fornitori dei servizi a valere sulle misure 413 e 421 entro il termine ultimo del 31 ottobre 2015 e sulla misura 413, entro il 3 dicembre 2015, con la conseguente impossibilità a presentare le domande di rendicontazione/pagamento ad ARGEA-AGEA;

- l'insorgere di contenziosi legali nei confronti dei GAL, con il possibile fallimento legale degli stessi;

- la situazione assume maggior gravità poiché, in mancanza di determinazioni dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, i GAL cesseranno la loro attività a far data dal 31 dicembre 2015, con il conseguente trasferimento di tutti gli atti in essere in capo ai GAL all'Autorità di gestione;

verificato che:

- i GAL non dispongono di risorse proprie, si rende necessario intervenire con fondi regionali così da garantire le anticipazioni indispensabili per chiudere e rendicontare, nei tempi stabiliti, i progetti finanziati con il PSR 2007/2013;

- l'ente pagatore AGEA ha serie difficoltà nel procedere, in tempi brevi, all'erogazione dei finanziamenti a favore dei GAL;

precisato che il costo delle anticipazioni sarebbe pari a zero, in quanto i GAL restituirebbero le somme ricevute a seguito del rimborso da parte dell'organismo pagatore AGEA delle spese da loro effettuate e rendicontate;

vista la legge n. 5 del 2015, dove, all'articolo 9 "Concessione di anticipazioni ai Gruppi di azione locale, si autorizza la SFIRS a erogare, in nome e per conto della Regione, somme per una spesa complessiva fino a euro 2.000.000, a titolo di anticipazione finanziaria del 50 per cento del contributo pubblico ammesso, a favore dei GAL, individuati quali soggetti beneficiari per l'attuazione dei progetti finanziati a valere sulle misure "immateriali" di cui agli Assi III e IV del PSR, per le quali non sono previste anticipazioni come stabilito dagli articoli 55 e 56 del regolamento (CE) n. 1698/2005,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se siano a conoscenza della grave situazione e delle difficoltà a cui vanno incontro i Gruppi di azione locale, se non si trova una soluzione che, in tempi brevissimi, riesca a sbloccare l'erogazione dei finanziamenti a loro favore, indispensabili per chiudere e rendicontare i progetti finanziati con il PSR 2007/2013 ed evitare così il possibile fallimento;

2) perché non sia stato attivato il fondo di anticipazione, a favore dei Gruppi di azione locale, così come stabilito dall'articolo 9 della legge regionale n. 5 del 2015;

3) se non si ritenga opportuno verificare la possibilità, visti i tempi ristretti, di chiedere una proroga delle rendicontazioni 2007-2013, delle operazioni comunque chiuse entro il 31 dicembre 2015, a giugno 2016. (532)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la notizia della presunta predisposizione da parte della Regione di un bando per la cessione del compendio di Surigheddu-Mamuntanas, ricadente sul territorio del Comune di Alghero, slegata dall'ipotesi progettuale di cui all'intesa istituzionale del 19 aprile 2007 tra la Regione, la Provincia di Sassari ed i comuni dell'area di crisi.

I sottoscritti,

premesso che, in data 19 aprile 2007, veniva stipulata un'intesa istituzionale tra il Presidente della Regione Soru, la Provincia di Sassari e i comuni dell'area di crisi di Sassari, Alghero e Porto Torres che tra le altre cose, su richiesta dell'allora sindaco di Alghero, prevedeva un utilizzo dell'area di Surigheddu a fini agricoli e con contestuale inserimento di strutture ricettive a rotazione d'uso ed un centro benessere;

premesso, altresì, che nel 2009 l'Agenzia Laore predisponeva un importante studio denominato "Idee guida Surigheddu-Mamuntanas - Sviluppo Integrato del Sistema Agricolo e Turistico" che, partendo dal presupposto della proprietà in capo alla Regione dell'azienda in agro di Alghero costituita da 1.166 ettari di terra fertile inutilizzati dal 1982, un bacino da circa 2 milioni di metri cubi d'acqua a carattere torrentizio, fabbricati storici del '900 per complessivi mq 18.200, una chiesetta del 1200 e tre nuraghi, prevedeva la realizzazione di un'area turistica ricettiva costituita da due strutture alberghiere a 4 e 5 stelle per complessivi 600 posti letto e piccoli resort che avrebbero dovuto consumare solo produzioni aziendali, campo da golf a 18 buche, strutture per il turismo equestre, per trekking, mountain bike, canottaggio, calcio, tennis e piscine, con aree dedicate all'allevamento del cervo sardo e di bovini, ovicaprini e suini, oliveti, produzioni orticole, cerealicolo-foraggiere e zootecniche con un investimento complessivo di circa 55 milioni di euro e previsione di circa 300 occupati;

considerato che con la mozione n. 98 del 3 dicembre 2014, alla quale ad oggi non è stato dato ancora seguito, i sottoscritti impegnavano il Presidente della Regione ad attivarsi, in tempi brevi, affinché venissero avviate tutte le procedure necessarie per la realizzazione del progetto di recupero e valorizzazione del complesso aziendale di Surigheddu-Mamuntanas, secondo le linee guida predisposte dall'Agenzia Laore nel 2009 e ancora attuali, dal quale l'intera Regione e l'area territoriale del nord-ovest della Provincia di Sassari trarrebbero enormi e indiscutibili benefici economici, occupazionali e sociali, rappresentando un'irrinunciabile occasione di sviluppo;

osservato che:

- giorni fa, su un noto quotidiano regionale, è stata pubblicata la notizia dell'imminente pubblicazione da parte della Regione di un bando pubblico per la cessione in un lotto unico dell'ex azienda agricola Surigheddu-Mamuntanas;

- altresì, la notizia parla dell'attivazione di una procedura di sgombero che sarebbe già in atto, ma di cui, tuttavia, non vi è traccia né ufficialità;

rilevato che:

- non è noto se il presunto bando d'imminente pubblicazione finalizzato alla cessione del compendio di Surigheddu-Mamuntanas, sia strumentale alla auspicata realizzazione dell'ipotesi progettuale contenuta nell'intesa istituzionale stipulata il 19 aprile 2007 tra il Presidente Soru, la Provincia di Sassari e i comuni dell'area di crisi di Sassari, Alghero e Porto Torres che prevedeva un utilizzo dell'area di Surigheddu ai fini agricoli e il contestuale inserimento di strutture ricettive a rotazione d'uso ed un centro benessere;

- altresì, un'ipotesi diversa da quella di cui all'intesa istituzionale dell'aprile 2007 presupporrebbe la volontà della Regione, di cui ad oggi non vi è traccia amministrativa, di trasferire a soggetti privati l'ex azienda agricola sganciando l'operazione da qualsiasi progettualità di sviluppo dell'area, facendo venir meno di conseguenza l'ipotesi contenuta nello studio elaborato dall'Agenzia Laore nel 2009 denominato "Idee guida Surigheddu-Mamuntanas - Sviluppo Integrato del Sistema Agricolo e Turistico";

dato atto che la cessione del compendio di Surigheddu-Mamuntanas per finalità diverse da quelle contenute nell'intesa istituzionale dell'aprile 2007, se confermata, decreterebbe di fatto la rottura con la linea politica precedente deliberata dall'Amministrazione Soru nel 2007 e contraddirebbe le dichiarazione che lo stesso Presidente Pigliaru ha rilasciato nell'aprile scorso allorquando, in occasione della sua visita nella Città di Alghero, promise alla comunità: "Metteremo tutto il nostro impegno per restituire vita a un patrimonio così importante non solo per Alghero e tutto il territorio circostante, ma per tutta la Sardegna", parole che mal si conciliano con la presunta decisione di una cessione a privati con bando pubblico slegata sia dall'ipotesi progettuale contenuta nella predetta intesa istituzionale di Soru che nelle linee guida predisposte dall'Agenzia Laore;

considerato che per il territorio algherese il destino del compendio dì Surigheddu-Mamuntanas è sempre stato motivo di grande attenzione e fonte di aspettative di crescita e sviluppo;

rilevata:

- l'importanza dell'impatto negativo che tale decisione avrebbe sul sistema economico della Riviera del corallo qualora la notizia apparsa giorni fa sulla carta stampata non fosse destituita di fondamento;

- altresì, la mancanza di atti amministrativi che confermino la veridicità della notizia,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) se la notizia pubblicata giorni fa su un noto quotidiano regionale abbia fondamento e se, pertanto, corrisponda al vero che sia imminente la pubblicazione di un bando pubblico da parte della Regione che prevede la cessione in un unico lotto del compendio di Surigheddu-Mamuntanas ricadente sul territorio del Comune di Alghero;

2) qualora la notizia fosse vera, se la cessione sia strumentale alla realizzazione dell'ipotesi progettuale contenuta nell'intesa istituzionale stipulata il 19 aprile 2007 tra il Presidente Soru, la Provincia di Sassari e i comuni dell'area di crisi di Sassari, Alghero e Porto Torres, e, pertanto, a quella contenuta nell'importante studio elaborato dall'Agenzia Laore nel 2009 denominato "Idee guida Surigheddu-Mamuntanas - Sviluppo Integrato del Sistema Agricolo e Turistico" che prevedevano un utilizzo dell'area di Surigheddu ai fini agricoli con contestuale inserimento di strutture ricettive a rotazione d'uso ed un centro benessere;

3) quali siano le motivazioni e le strategie di politica industriale e di sviluppo elaborate dall'Amministrazione regionale in ordine al destino dell'ex azienda agricola di Surigheddu-Mamuntanas e del suo compendio, nell'ipotesi, invece, che la cessione sia sganciata dal progetto contenuto nella predetta intesa istituzionale stipulata dall'Amministrazione di Alghero col Presidente Soru. (533)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica dell'attuale articolazione organizzativa dell'Agenzia Laore, in violazione dell'articolo 8, comma 4, della legge regionale 25 novembre 2014, n. 24.

I sottoscritti,

premesso che, con l'approvazione della legge regionale 25 novembre 2014, n. 24, recante "Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione", pubblicata nel Buras n. 57 del 4 dicembre 2014, è stata modificata la legge regionale del 13 novembre 1998, n. 31 "Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione" e sono state introdotte specifiche disposizioni conformemente alle quali gli enti, le agenzie, le aziende e gli istituti del sistema Regione dovranno definire l'organizzazione dei propri uffici e dotazioni organiche;

premesso, altresì, che l'articolo 8, comma 4, della legge regionale n. 24 del 2014 subordina i processi di riorganizzazione all'approvazione delle legge regionale di riordino degli enti locali e, più precisamente, dispone che "Fino all'approvazione della legge regionale di riordino degli enti locali, in tutti i territori delle otto circoscrizioni elettorali di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari, corrispondenti a quelle risultanti dalla data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale dell'anno 2009, è comunque mantenuta la presenza delle attuali articolazioni organizzative anche di livello dirigenziale del sistema Regione";

osservato che, invece, con determinazione n. 125/2014 del 29 dicembre 2014, a firma del direttore generale dell'Agenzia Laore, è stata disposta la riorganizzazione funzionale e territoriale dell'Agenzia, violando il disposto del comma 4 dell'articolo 8 della legge regionale n. 24 del 2014 e omettendo, altresì, il preventivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali che hanno appreso dell'adozione del suddetto atto e dei suoi contenuti solo il 13 febbraio 2015, allorquando il provvedimento è stato reso disponibile e consultabile presso il sito dell'Agenzia Laore, con violazione dei principi di trasparenza e pubblicità, cui soggiacciono gli atti della pubblica amministrazione ai quali anche l'Agenzia deve attenersi;

rilevato che il rinvio, contenuto nella determinazione dirigenziale n. 125/14 del 29 dicembre 2014, dell'operatività ed efficacia della stessa determinazione all'esecutività di un successivo atto di definizione dell'articolazione interna dei servizi viola il dettato normativo contenuto nella legge regionale n. 24 del 2014, che subordina la riorganizzazione anche dell'Agenzia Laore a una successiva legge di riordino, non ancora approvata, e non a un semplice "atto di definizione dell'articolazione interna dei servizi", che altro non sarebbe che una determinazione dirigenziale del direttore generale, ovvero un atto interno all'Agenzia medesima;

rilevato, altresì, che in questo modo il direttore generale dell'Agenzia Laore ha arbitrariamente e gravemente travisato il disposto dall'articolo 8 della legge regionale n. 24 del 2014, equiparando di fatto un atto avente forza di legge, specificatamente ed espressamente previsto e richiesto, a un semplice atto amministrativo di organizzazione interna;

evidenziato che con tale comportamento il direttore generale dell'Agenzia Laore ha, di fatto, scavalcato la volontà legislativa espressa dal Consiglio regionale;

considerato che la nuova organizzazione determinata dalla direzione generale della Agenzia Laore ha mutato anche l'organizzazione strutturale dei servizi territoriali della stessa Agenzia, in quanto sopprime un'articolazione dirigenziale nella provincia di Sassari e una serie di importanti servizi territoriali spostandoli a Cagliari, con inevitabili ripercussioni sull'attuale funzionalità dei servizi facenti capo all'area territoriale provinciale del sassarese;

dato atto che tale decisione, oltreché configurare una grave violazione della legge regionale n. 24 del 2014, contribuisce a svuotare e depauperare ulteriormente l'efficienza e l'efficacia dei servizi presso l'area geografica del nord Sardegna a vantaggio, ancora una volta, del sud dell'isola e, in particolare, dell'area di Cagliari, in un ottica sempre più "cagliaricentrica" che, sempre più spesso, ispira le scelte dell'Amministrazione regionale;

considerato, altresì, che avverso l'atto di violazione della legge regionale 24 del 2014, la CISL funzione pubblica Sardegna ha proposto ricorso per comportamento antisindacale (ex articolo 28 della legge n. 300 del 1970) tutt'ora pendente davanti alla Sezione del lavoro del tribunale di Cagliari, affinché vengano censurate le condotte lesive assunte dalla direzione generale dell'Agenzia Laore,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) quali siano le azioni che l'Amministrazione regionale intende mettere in campo al fine di porre rimedio agli effetti dell'illegittimità della determinazione n. 125 del 29 dicembre 2014 a firma del direttore generale dell'Agenzia Laore, assunta in violazione dell'articolo 8, comma 4, della legge regionale n. 24 del 2014, che dispone che "Fino all'approvazione della legge regionale di riordino degli enti locali, in tutti i territori delle otto circoscrizioni elettorali di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari, corrispondenti a quelle risultanti dalla data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell'anno 2009, è comunque mantenuta la presenza delle attuali articolazioni organizzative anche di livello dirigenziale del sistema Regione";

2) per quali ragioni l'Amministrazione regionale non sia, a oggi, intervenuta al fine di far osservare il precetto normativo contenuto nella suddetta legge regionale, a tutela dei diritti dei lavoratori dell'Agenzia Laore che si sono trovati costretti a incaricare la CISL funzione pubblica Sardegna ad adire il Tribunale del lavoro affinché accerti l'antisindacalità delle condotte assunte dalla direzione generale dell'Agenzia e rimuova gli effetti degli atti con i quali è stata anche soppressa un'articolazione dirigenziale della Provincia di Sassari. (534)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la mancata stabilizzazione del personale precario dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "G. Pegreffì" di Sassari.

I sottoscritti,

premesso che:

- da tempo anche presso l'Istituto zooprofilattico della Sardegna si ricorre all'impiego di personale precario a tempo determinato destinato ad attività di fondamentale importanza per l'ente;

- altresì, il ricorso temporaneo al personale precario avrebbe dovuto consentire il superamento di una fase contingente e limitata nel tempo, nelle more dell'attivazione delle procedure di legge previste per l'assunzione del personale di ruolo necessario con contratti a tempo indeterminato;

rilevato che, invece, il ricorso al personale precario ha rappresentato anche presso l'Istituto zooprofilattico della Sardegna un indispensabile strumento che ha consentito di far fronte ad esigenze strutturali nell'assolvimento dei principali compiti e funzioni cui è deputato l'ente;

dato atto che la stabilizzazione dei lavoratori precari dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna, oltre a contribuire ad assolvere ad un'importante funzione sociale e di tutela del diritto al lavoro costituzionalmente garantito, consentirebbe all'ente medesimo di poter disporre stabilmente e continuativamente del personale necessario ed indispensabile a far fronte agli importanti compiti che incombono sull'ente regionale;

sottolineato che l'articolo 35, comma 3 bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001 (introdotto dalla legge di stabilità 2013) e l'articolo 4, comma 6, del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito con modificazioni in legge 30 ottobre 2013, n. 125, disciplinano due diverse procedure speciale di reclutamento a favore del personale precario delle pubbliche amministrazioni, finalizzate alla valorizzazione delle professionalità acquisite e, nel contempo, alla risoluzione dei contratti a termine nel pubblico impiego;

sottolineato, altresì, che con circolare della funzione pubblica n. 5 del 21 novembre 2013, il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione ha fornito i primi indirizzi per la corretta applicazione del decreto legge n. 101 del 2013, soffermandosi, tra l'altro, sul reclutamento speciale previsto dall'articolo 4 del suddetto decreto legge "proprio perché è quello volto al superamento del fenomeno del precariato", sottolineando che tale reclutamento non comporta alcun diritto per i possibili beneficiari e "può essere avviato dalle amministrazioni in via facoltativa, in ragione del loro fabbisogno";

rilevato che con determinazione n. 620 dell'11 luglio 2014 a firma del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna, l'ente si è avvalso della facoltà di cui al decreto legge n. 101 del 2013, convertito con modificazioni nella legge n. 125 del 2013, che consente il reclutamento del personale precario, attivando a tale scopo le procedure per la stabilizzazione del suddetto personale che, tuttavia, ad oggi non risultano concluse e perfezionate con ritardi che, oltreché ingenerare preoccupazione e apprensione presso coloro che attendono da tempo la definizione della propria posizione lavorativa e che hanno fatto affidamento su aspettative lavorative e di vita migliori e stabili, espongono l'ente a possibili conseguenze dannose in seguito ai numerosi contenziosi che probabilmente s'incardineranno qualora le suddette procedure di stabilizzazione non venissero portate positivamente a termine;

dato atto che risulterebbe che i ritardi accumulati nella definizione delle procedure di stabilizzazione del personale precario dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna dipenderebbero dalla mancata deliberazione del regolamento aziendale dell'ente e dalle riduzioni operate dalla Regione delle risorse destinate alle stabilizzazioni;

considerato che:

- l'articolo 9, comma 1, lettera c), della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12, prevede che il consiglio d'amministrazione dell'ente, entro novanta giorni dall'insediamento, su proposta del direttore generale deliberi il regolamento aziendale e il comma 3 del medesimo articolo stabilisce che in caso d'inottemperanza il Presidente della Regione nomina un commissario ad acta;

- altresì, il consiglio d'amministrazione dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna si è insediato il 15 maggio 2015 e, pertanto, alla luce di quanto previsto dalla sopra citata norma, il regolamento aziendale sarebbe dovuto essere deliberato entro il 15 agosto 2015;

rilevato che ad oggi il regolamento aziendale non è stato deliberato dal consiglio d'amministrazione dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna, né il Presidente della Regione ha provveduto a nominare un commissario ad acta che si sostituisse all'organo esecutivo dell'ente regionale;

osservato che i ritardi accumulati risultano incomprensibili considerato che si tratta di procedure amministrative avviate nel 2013 e che il personale precario attualmente in forza all'Istituto zooprofilattico della Sardegna ha maturato preziose competenze e professionalità di cui l'ente necessita per far fronte alle quotidiane ed ordinarie esigenze, e, inoltre, si profila un potenziale contenzioso giudiziario che tale situazione potrebbe generare con rilevanti e conseguenti danni erariali;

evidenziato che la Corte di cassazione, con sentenza n. 27363, ha condannato l'abuso del precariato nella pubblica amministrazione, aderendo alla giurisprudenza della Corte di giustizia europea, e in special modo alla sentenza "Mascolo" del 26 novembre 2014 riguardante il ricorso "abusivo" a contratti a termine,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) entro quali termini verranno definite e concluse le procedure di stabilizzazione del personale precario attivate ai sensi dell'articolo 4, comma 6, del decreto legge n. 101 del 2013, convertito con modificazioni in legge n. 125 del 2013, con determinazione n. 620 dell'11 luglio 2014 del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna;

2) quali siano le cause del ritardo delle procedure di stabilizzazione che l'attuale direzione generale dell'ente parrebbe imputare alla mancata deliberazione del regolamento aziendale nell'inerzia del consiglio d'amministrazione dell'ente e del Presidente della Regione ai quali l'articolo 9, comma 3, della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12, attribuisce al primo il compito di deliberarlo entro 90 giorni dall'insediamento ed al secondo quello di nomina di un commissario ad acta nel caso in cui il consiglio d'amministrazione non vi provveda;

3) quali siano le intenzioni dell'Amministrazione regionale rispetto alla situazione dei lavoratori precari in forza all'Istituto zooprofilattico della Sardegna. (535)

Interrogazione Piscedda - Comandini - Deriu - Forma - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sul Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest.

I sottoscritti,

premesso che:

- i comitati dei distretti socio-sanitari rivestono un'importanza strategica nella più ampia organizzazione del sistema regionale della sanità sarda;

- il comitato del Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest, è composto dai sindaci dei comuni di Assemini, Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu, Domus de Maria, Elmas, Pula, San Sperate, Sarroch, Siliqua, Teulada, Vallermosa, Villasor, Villaspeciosa, Villa San Pietro;

considerato che:

- nello stesso comitato di Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest, la carica di presidente era rimasta vacante;

- in virtù di tale vacatio il comitato del Distretto non ha potuto svolgere alcuna delle funzioni assegnategli dalla normativa vigente;

- in data 29 maggio 2014, i sindaci del comitato del Distretto hanno provveduto alla nomina del proprio presidente;

- da tale data, il presidente del comitato di Distretto ha provveduto a sollecitare ripetutamente il direttore generale dell'ASL n. 8, con molteplici richieste di incontro, finalizzate alla condivisione delle problematiche dei comuni afferenti al Distretto;

- l'ASL n. 8 è stata commissariata;

- dopo il commissariamento, il presidente del comitato di Distretto ha provveduto a sollecitare ripetutamente il commissario dell'ASL n. 8, con molteplici richieste di incontro, finalizzate alla condivisione delle problematiche dei comuni afferenti al Distretto;

- a tutt'oggi, il commissario dell'ASL n. 8 non ha risposto a tali sollecitazioni e continua a tenere, di fatto, inoperante il comitato del Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:

1) se siano al corrente della situazione di inoperatività in cui versa il Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest;

2) se siano al corrente dell'indifferenza che il commissario dell'ASL n. 8 manifesta verso le richieste di incontro del Presidente del Comitato di Distretto e, quindi, dei sindaci che allo stesso si rivolgono;

3) se e quali provvedimenti intendano adottare, affinché il Distretto socio-sanitario di Cagliari, area ovest, possa essere messo nelle condizioni di svolgere i compiti istituzionali di propria competenza;

4) se e quali provvedimenti intendano adottare affinché il commissario dell'ASL n. 8 si rapporti al presidente del Comitato di Distretto e ai sindaci del territorio in maniera costante e collaborativa. (536)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta,in merito all'inadeguatezza del porto industriale e commerciale di Sarroch, con richiesta di nuovi interventi per il potenziamento dello scalo.

Il sottoscritto,

premesso che il porto industriale e commerciale di Sarroch, in località Porto Foxi, è uno degli scali industriali della Sardegna maggiormente trafficato dalle navi e da altre imbarcazioni per finalità industriali, turistiche e commerciali;

accertato che nell'area è presente un pontile in legno ormai in stato di degrado e abbandono, con pochi servizi a disposizione di quanti identificano nel sito una zona d'attracco;

rilevato che il territorio è caratterizzato dalla presenza dell'agglomerato industriale che fa capo a Porto Foxi, ma si estende sino agli insediamenti residenziali e turistici di Perd'e Sali e Porto Columbu; lo scalo di Sarroch appare pertanto un importante approdo a carattere commerciale e turistico;

valutato che la precarietà della struttura portuale è immediatamente percepibile dall'avanzato stato di decadimento dei moletti di fortuna, realizzati in tubi innocenti, e dall'invasione delle alghe attorno all'approdo;

annotato che lo stato di abbandono dello scalo in questione si riflette anche su una situazione di pericolo per i natanti all'ormeggio, a causa della carenza dei servizi per consentire un approdo sicuro nella struttura;

dato atto che questa situazione di degrado e precarietà si riverbera anche nel mortificato stato in cui versano le attività di pesca - uno dei comparti strategici della zona, in ambito sia sportivo che professionale - con impossibilità per gli operatori ad esercitare la propria attività in modo sicuro e privo di pericoli;

appreso che sarebbe opportuno realizzare una darsena adeguata ed efficiente per i numerosi natanti che attraccano nel porto;

constatato che appare necessario rendere funzionale il porticciolo a fini commerciali, industriali e turistici, in modo da riavviare l'economia del territorio che pone le sue basi sul rilancio delle diverse attività industriali e legate al settore del turismo;

osservato che occorre attrezzare lo scalo con alcuni punti d'attracco per i natanti, che risultino adeguati per quanti approdano nel sito; sarebbe inoltre auspicabile rendere idoneo Porto Foxi con la pulizia delle aree attorno allo scalo e la previsione di una riqualificazione del sito;

sottolineato peraltro che il porto in argomento potrebbe trasformarsi in uno dei biglietti da visita per il sud Sardegna, con un restyling completo e funzionale del sito;

rimarcato che si considera il polo di Sarroch come un importante potenziale dal punto di vista industriale e commerciale, ma con ricadute positive anche sotto l'ottica turistica,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici:

1) per sapere quali motivi abbiano portato allo stato di degrado di Porto Foxi a Sarroch;

2) per valutare la possibilità di un'adeguata riqualificazione funzionale del porticciolo di Sarroch, a fini industriali, commerciali e turistici;

3) per conoscere i progetti in essere per valorizzare il sistema dei porti della Sardegna, utilizzandoli per il rilancio economico dell'Isola;

4) per verificare la possibilità di salvaguardare gli impatti positivi del porto di Sarroch, anche mediante il suo inserimento negli scali a livello nazionale, mediante un progetto di modernizzazione dell'intera area. (537)

Interrogazione Lampis - Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del Piano strategico sovracomunale "Arbus - Bugerru - Fluminimaggiore - Guspini".

I sottoscritti,

premesso che, in occasione della visita nel comune di Arbus del 28 settembre 2012, il Presidente della Regione allora in carica aveva incontrato gli amministratori delle comunità locali, assumendo l'impegno di predisporre, per il territorio interessato dalle zone minerarie di Ingurtosu e Montevecchio e per il sistema costiero che si sviluppa da Capo Frasca (Comune di Arbus) a Cala Domestica (Comune di Buggerru), un apposito piano strategico sovracomunale che comprendesse i comuni di Arbus, Fluminimaggiore, Guspini e Bugerru, col quale individuare strategie e modalità operative per addivenire al recupero e alla valorizzazione dei siti minerari, nonché all'identificazione e alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo turistico, culturale, ambientale e agroalimentare del territorio;

visto che il territorio interessato dal Piano strategico sovracomunale in esame si estende su una superficie di 600 kmq rappresentativi del 2,5 per cento del territorio regionale in cui è apprezzabile una densità abitativa di circa 40 abitanti per Kmq;

preso atto che il comune di Arbus risulta essere il comune maggiormente esteso con 269 Kmq, avendo però la minore densità demografica, mentre d'altra parte il comune di Guspini è il più popolato con una densità abitativa di circa 70 abitanti per Kmq;

appurato che si intendeva realizzare un programma di interventi che, nel salvaguardare e valorizzare l'esistente patrimonio storico e culturale rappresentato dall'area mineraria, doveva rappresentare lo strumento di riferimento per la pianificazione dello sviluppo del territorio, al fine di attrarre investimenti privati e di assicurare nuove opportunità di crescita di natura economica e occupazionale.

ritenuto che il ruolo dei diversi soggetti pubblici coinvolti, tra i quali oltre ai comuni anche IGEA Spa e il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, è significativamente legato alla salvaguardia dell'enorme patrimonio storico, ambientale e culturale del territorio e alla sua fruizione e promozione a fini turistici;

verificato che, in data 1 febbraio 2013, a seguito della deliberazione della Giunta regionale 3/21 del 22 gennaio 2013, è stato sottoscritto presso l'aula consiliare del Comune di Arbus il protocollo d'intesa, propedeutico alla stipula di un apposito accordo di programma, con cui si procedeva alle attività di raccolta di tutte le informazioni provenienti dagli enti pubblici coinvolti che dovevano andare a confluire nel documento denominato "Documento Informativo per la Redazione del Piano Strategico Sovracomunale".

atteso che in data 8 maggio 2014 (prot. 2959) i sindaci dei comuni coinvolti hanno sollecitato un incontro con la Presidenza della Giunta regionale e che, in data 28 agosto 2014, si è svolto l'ultimo incontro tra tutte le parti interessate;

rilevato che nel verbale dell'incontro del 28 agosto 2014 si da atto della "avviata verifica dell'inserimento delle iniziative riferite all'area del P55 all'interno del Piano Sulcis", rinunciando di fatto alla stipula di uno specifico accordo di programma;

visto che è passato oltre un anno dall'ultimo incontro ad hoc convocato per l'attuazione del PSS,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) se l'attuazione del Piano strategico sovracomunale "ARBUS - BUGERRU - FLUMINIMAGGIORE - GUSPINI" rappresenti un preciso obiettivo di legislatura per la Giunta regionale in carica;

2) se sì, quali tempistiche preveda per la riattivazione del tavolo di lavoro con le amministrazioni locali e gli altri soggetti coinvolti e quali azioni intenda intraprendere per la definizione degli obiettivi strategici di sviluppo e dei relativi interventi che consentano la piena attuazione del protocollo d'intesa siglato in data 1 febbraio 2013. (538)

Interrogazione Forma - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'emanazione delle linee guida del Piano di dimensionamento della rete scolastica per l'anno scolastico 2016/2017.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Piano di dimensionamento della rete scolastica che definisce l'articolazione territoriale delle autonomie scolastiche e dei punti di erogazione del servizio per le scuole di ogni ordine e grado è il principale atto di programmazione in tema di istruzione di competenza della Regione;

- attraverso il Piano di dimensionamento scolastico la Regione si dota di criteri propri per realizzare un'adeguata offerta formativa a partire dalla costituzione di un sistema scolastico integrato e avente come finalità, tra le altre, quella di "offrire alle comunità locali una pluralità di scelte, articolate sul territorio, che agevolino l'esercizio del diritto all'istruzione" (decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998);

- l'adozione della deliberazione sul dimensionamento scolastico regionale prevede un iter lungo e complesso, che richiede tempi adeguati per il confronto nelle conferenze provinciali, le quali adottano i "Piani provinciali di riorganizzazione della rete scolastica", nonché per l'espressione del parere della competente Commissione consiliare (TAR, sentenza n. 594/2013);

considerato che:

- negli ultimi anni il ritardo nell'avvio del processo di dimensionamento, con l'approvazione delle linee guida da parte della Regione, ha comportato immensi disagi con ripercussioni negative quali il mancato allineamento tra quanto deliberato e quanto effettivamente realizzato, senza dover poi ricordare i numerosi contenziosi nei quali le amministrazioni interessate sono state coinvolte;

- relativamente al Piano di dimensionamento scolastico regionale per l'anno scolastico in corso (A.S. 2015/2016) sono state riscontrate delle criticità procedurali ulteriori con riferimento al ruolo delle province commissariate che, in alcuni casi, non sono state in grado di promuovere una adeguata concertazione nei tavoli provinciali con le amministrazioni locali;

- la Regione sia già in forte ritardo e debba procedere tempestivamente all'adozione delle linee guida del Piano di dimensionamento scolastico per l'A.S. 2016/2017, di modo che non si ripresentino anche quest'anno i ritardi e le problematiche degli ultimi anni,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se intendano approvare tempestivamente le linee guida del Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2016/2017;

2) quali siano i tempi per addivenire alla suddetta approvazione. (539)

Interrogazione Tendas Mario - Solinas Antonio - Cherchi Augusto, con richiesta di risposta scritta, in merito all'istituzione dei Centri provinciali istruzione adulti (CPIA). Integrazione al piano di dimensionamento scolastico regionale, a.s. 2015-2016.

I sottoscritti,

dato atto che i Centri provinciali istruzione adulti (CPIA), istituiti dall'articolo 1, comma 632, della legge n. 296 del 2006 e regolati dal decreto ministeriale 25 ottobre 2007, sono costituiti in autonomie scolastiche e sono caratterizzati da una rete territoriale provinciale che discende dalla riorganizzazione dei Centri territoriali permanenti (CTP) per l'educazione degli adulti e dei percorsi di secondo livello (corsi serali) in reti territoriali provinciali;

vista:

- la deliberazione n. 48/24 del 2 dicembre 2014, con la quale la Giunta regionale ha approvato il Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2015-2016 e le linee guida a esse allegate;

- la deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015, con la quale la Giunta regionale ha approvato definitivamente il Piano di dimensionamento per l'anno scolastico 2015-2016;

dato atto che nella deliberazione sopracitata si fa presente che è rimandata a una successiva deliberazione la definizione dei Centri provinciali istruzione adulti (CPIA) in modo da poter operare un ulteriore approfondimento in sede di tavolo di confronto istituzionale;

preso atto che nella deliberazione preliminare adottata dalla Giunta regionale non appaiono chiari i criteri adottati per l'individuazione dei tre CPIA di Cagliari, Serramanna e Nuoro;

considerato che anche la Seconda Commissione consiliare, nella seduta svoltasi mercoledì 21 aprile u.s., ha evidenziato come detti criteri non solo non vengono opportunamente esplicitati, ma che gli stessi appaiono poco chiari;

considerato, altresì, che la Commissione, sempre nella seduta del 21 aprile, dopo attenta disamina, ha potuto verificare che il CPIA di Oristano sembra disporre di tutti i requisisti previsti dalle linee guida approvate definitivamente con deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015;

preso atto inoltre che il Centro territoriale permanente per l'istruzione degli adulti di Oristano opera dal 1997 e, dall'anno scolastico 2000/2001, risulta convenientemente ospitato dal liceo classico De Castro, sede in cui si svolgono regolarmente le lezioni, per 5 giorni la settimana, dalle ore 17:45 sino alle 21:30;

constatato che, nell'ambito delle attività del CPIA sono previsti:

1) corsi per il conseguimento della licenza media (150 ore);

2) corsi di italiano rivolti ai cittadini stranieri;

3) corsi tematici che spaziano dall'insegnamento dell'inglese, del teatro in italiano e in lingua sarda, corsi di informatica, oltre ad attività professionalizzanti utili ad acquisire nuove competenze per reinserirsi nel mondo del lavoro;

preso atto che in 15 anni di attività sono stati conferiti ben 631 diplomi di licenza media, di cui ben 80 nella casa circondariale (Detenzione comune e massima sicurezza) di Massama;

tenuto conto che, benché non si sia mai parlato di soppressione del PES, si creerebbero evidenti disagi determinati da un decentramento privo di collegamento continuo con gli uffici di segreteria e della dirigenza sia per il disbrigo delle pratiche ordinarie che per la gestione delle emergenza, molto frequenti data la tipologia di utenza, dislocata in tutta la provincia da Bosa ad Ales;

constatato che, di recente, con nota n. 17204/2015/area4 del 9 settembre 2015, la Prefettura di Oristano ha formalmente richiesto al Centro territoriale permanente di Oristano l'istituzione di corsi di formazione per ben 314 cittadini stranieri presenti, dislocati in 8 diversi comuni della Provincia, con lo scopo di favorire le migliori integrazioni e la partecipazione sociale attiva che andrebbero ad aggiungersi alle attività ordinarie,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se non ritengano opportuno inserire nella deliberazione della Giunta regionale anche il Centro CPIA di Oristano fra quelli meritevoli di autonomia scolastica. (540)

Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del patrimonio ex ISOLA.

I sottoscritti,

premesso che l'Istituto sardo per l'organizzazione del lavoro artigiano (ISOLA) fu istituito con lo scopo di dare assistenza tecnico-artistica e commerciale al comparto dell'artigianato artistico con la legge regionale 2 marzo 1957, n. 6, successivamente modificata ed integrata con le leggi regionali n. 21 del 1967 e n. 14 del 1984;

rilevato che l'ISOLA oltre ad aver svolto attività di ricerca, promozione e assistenza agli artigiani, si era dotata di un considerevole patrimonio formato da beni mobili ed immobili finalizzati alla produzione e commercializzazione dei prodotti;

considerato che la legge regionale 24 febbraio 2006, n. 1 (legge finanziaria 2006) ha soppresso l'istituto e trasferito funzioni e compiti all'agenzia Sardegna Promozione a sua volta soppressa con legge regionale 9 gennaio 2015, n. 1;

tenuto conto che il brand ISOLA e il marchio, col cavallino disegnato da Tavolara, mantengono, ancora oggi, un valore commerciale e identitario notevole capace di sintetizzare un'isola produttiva, nella quale le tradizioni e la propria identità culturale si sposano con l'innovazione, il gusto ed il design;

appreso che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 5/13 del 6 febbraio 2015, ha approvato il "catalogo fotografico delle opere d'arte" aggiornato a dicembre 2014, ed il "catalogo fotografico delle collezioni storiche ex ISOLA" ed autorizzato la Direzione generale degli enti locali, finanze e urbanistica, in collaborazione con la Direzione generale del turismo, artigianato e commercio, a realizzare il "catalogo fotografico dei manufatti artigianali di pregio ex ISOLA", riguardante tutti quei manufatti artigianali già destinati al settore commerciale dall'ex ISOLA, rimasti invenduti;

riscontrato che i beni dell'ex ISOLA, consistenti in storici strumenti di produzione, preziosi manufatti artigiani, collezioni, documenti, volumi, a cui lo stesso Eugenio Tavolara e tanti maestri artigiani avevano lavorato nel tempo, sono attualmente conservati a Sassari presso un capannone nell'area dell'ospedale dismesso San Camillo ed i manufatti preziosi in oro e argento sono tenuti "al sicuro" in un caveau;

avendo appreso da notizie stampa che la Soprintendenza di Sassari avrebbe invitato la Regione a salvaguardare tale patrimonio artistico e portarlo via dai luoghi in cui si trova attualmente conservato perché viene messa a rischio la sua integrità,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto su esposto ed in particolare se corrisponda al vero che la Soprintendenza di Sassari abbia segnalato la necessità ed urgenza di interventi per la conservazione e tutela del patrimonio artistico sardo;

2) corrisponda al vero che tutte le opere provenienti dal patrimonio dell'ex ISOLA siano in luoghi che rischiano di deteriorarlo irrimediabilmente o, addirittura, distruggerlo;

3) non ritengano di dover immediatamente intervenire per adottare tutte le opportune ed impellenti procedure per il recupero ed eventualmente il restauro delle opere e dei manufatti conservati in un capannone del dismesso ospedale San Camillo;

4) non ritengano di dover assicurare la fruizione immediata dell'intero patrimonio artistico sardo ai sardi, agli appassionati, agli studiosi ed ai turisti, valorizzando e promuovendo le eccellenze dell'artigianato artistico sardo, la cultura e le tradizioni della storia dell'Isola. (541)

Interrogazione Meloni - Comandini - Deriu - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sull'attuazione della Misura 226 del PSR 2007-2013.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Programma di sviluppo rurale della Regione Sardegna 2007/2013 prevede, con la Misura 226, finanziamenti per la "Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi";

- soltanto nel febbraio 2012 si è giunti tuttavia alla pubblicazione del bando per la presentazione delle domande di finanziamento e la relativa graduatoria definitiva (ultima rettifica) è stata approvata nell'ottobre 2013;

- nel febbraio 2014, a seguito dell'incremento della dotazione finanziaria della misura, è stato approvato lo scorrimento della graduatoria ricomprendendo, tra le proposte finanziabili, ulteriori soggetti beneficiari;

- la tempistica sopra richiamata non ha consentito una sollecita realizzazione dei relativi lavori; ciò, sia in quanto gli interventi possono essere eseguiti solo in un breve periodo dell'anno (stagione silvana novembre-marzo) sia per le difficoltà di ottenere le previste anticipazioni. Inoltre, a causa della concentrazione temporale di numerosi interventi, le poche imprese specializzate operanti in Sardegna non sono in grado di fare fronte tempestivamente alle richieste;

- quanto sopra, considerate le note difficoltà circa la possibilità di ottenere in tempi brevi le necessarie autorizzazioni, non consente il rispetto dei ristrettissimi termini imposti per l'esecuzione e la conclusione delle operazioni ammesse a finanziamento. Questa situazione rischia di determinare, conseguentemente, una gravissima perdita economica non solo per i beneficiari della contribuzione ma anche per gli operatori economici realizzatori delle opere selvicolturali. I danni, inoltre, si estenderebbero all'intero sistema Sardegna che, ancora una volta, restituirebbe fondi comunitari non spesi e perderebbe occasioni di sviluppo e di ricostituzione del proprio patrimonio forestale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, per conoscere se, al fine di evitare quanto sopraindicato, si stiano approntando delle efficaci soluzioni e se, nel caso dette soluzioni non risultino concretamente attuabili, non si ritenga doveroso inserire, nel programma 2014-2020 di recente approvazione (nel quale risultano ricomprese azioni volte alla ricostituzione, valorizzazione e gestione del patrimonio forestale), le proposte già approvate nel programma 2007-2013, senza che debba essere necessaria, in quel caso, la reiterazione delle relative istruttorie. (542)

Interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla riduzione della quantità di gasolio agricolo a disposizione degli agricoltori isolani.

I sottoscritti,

appreso che dal sesto censimento dell'agricoltura effettuato nel 2010 da parte dell'Istat emerge che in Sardegna risultano 60.610 imprese agricole; gli occupati sono 119.305 e i terreni destinati ad attività agricole ammontano a 1.467.232 ettari; nel complesso la filiera agro-alimentare isolana si conferma un settore importante per la presenza di prodotti tipici caratterizzati da un'alta qualità e per la possibilità di crescita del settore attraverso lo sviluppo di una migliore rete di esportazioni;

tenuto conto che nello svolgimento dell'attività agricola il gasolio a prezzo agevolato (cosiddetto "gasolio agricolo") è fondamentale in quanto serve per molteplici attività: dal funzionamento delle macchine agricole fino all'alimentazione dei generatori che, in alcune zone, sono l'unica fonte energetica per far funzionare le pompe per l'aspirazione dell'acqua, dei reflui del bestiame, le mungitrici e tanti altri macchinari;

ricordato che:

- la normativa vigente prevede la possibilità, per le imprese che esercitano attività agricola, di beneficiare di agevolazioni fiscali sui carburanti impiegati per l'alimentazione delle macchine utilizzate per lo svolgimento delle attività agricole; gli Utenti motori agricoli (UMA) sono i beneficiari di queste agevolazioni; sono definiti carburanti agricoli il gasolio e la benzina con aliquote di accisa e aliquote IVA ridotte; questi carburanti sono denaturati con sostanze rivelatrici per distinguerli da quelli destinati all'autotrazione; l'assegnazione di carburante viene fatta dall'ufficio UMA;

- la quantità di carburante ammessa all'agevolazione viene calcolata moltiplicando il consumo medio standard per coltura per il numero di ettari da lavorare (decreto ministeriale 24 febbraio 2000 e successive modifiche ed integrazioni e relativa delibera regionale di attuazione); gli allevamenti di bestiame sono ammissibili all'agevolazione fiscale sul carburante solo se gli alimenti utilizzati provengono in parte dal terreno aziendale; il quantitativo di carburante assegnato per l'allevamento è determinato in base alla tipologia di allevamento e al rapporto tra le unità foraggiere prodotte in azienda e quelle necessarie per l'alimentazione del bestiame aziendale;

- ai sensi dell'articolo 1, comma 710, della legge 27 dicembre 2013 n. 147 (legge di stabilità 2014), con decorrenza 1° gennaio 2014 le assegnazioni di carburante, determinate in base alla procedura sopra indicata, sono ridotte del 15 per cento rispetto ai parametri in uso fino al 31 dicembre 2012 (nel 2013 tale riduzione era del 10 per cento);

tenuto conto delle proteste sollevate dalle associazioni di categoria che lamentano una ulteriore riduzione delle assegnazioni di carburante (pari al 38 per cento) rispetto a quelle già stabilite dalla legge di stabilità 2014 e il perdurare di tabelle di calcolo ormai superate (che per molte colture non tengono conto della meccanizzazione necessaria al ciclo produttivo),

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se siano a conoscenza dei problemi che tale situazione può comportare al settore agricolo sardo;

2) quali provvedimenti intenda adottare la Regione per scongiurare la riduzione della quantità di gasolio a prezzo agevolato a disposizione degli agricoltori isolani. (543)

Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sui gravi pregiudizi arrecati alle aziende agricole sarde dalle licenziose interpretazioni urbanistiche dell'Agenzia regionale per il sostegno all'agricoltura (ARGEA) con riferimento alla misura 121 del PSR 2007-2013.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il Programma di sviluppo rurale, ai sensi del regolamento (CE) N. 1698/2005, costituisce il principale strumento di programmazione della Regione autonoma della Sardegna in materia di agricoltura e sviluppo rurale;

- con decisione C(2007)5949 del 28 ottobre 2007, è stato approvato il PSR per il periodo di programmazione 2007-2013, recante spese pubbliche finalizzate alla sua attuazione, pari a 1.252.840.909 euro, con un contributo massimo da parte del FEASR di 551.250.000 euro;

- nell'Asse I del PSR 2007-2013 tra le " Misure intese a ristrutturare e sviluppare il capitale fisico e a promuovere l'innovazione " è stata inserita la misura 121, rubricata "Ammodernamento delle Aziende Agricole", in conformità alle previsioni di cui agli articoli 20 e 26 del regolamento (CE) n. 1698/2005 e dell'articolo 17 e punto 5.3.1.2.1 dell'Allegato II del regolamento (CE) n. 1974/2006;

- l'anzidetta misura 121 prevedeva l'erogazione di contributi per la realizzazione di investimenti materiali e immateriali necessari al miglioramento del rendimento globale delle aziende agricole;

- l'estensore dei bandi relativi alla misura de qua ha utilizzato tra i requisiti di ammissibilità l'anfibologica espressione "destinazione urbanistica agricola" con riguardo alla qualificazione dei terreni aziendali oggetto degli interventi di investimento;

- sulla base di tale astratta previsione, nell'attuale e delicata fase di accertamento finale di regolare esecuzione delle opere già eseguite, parrebbe che l'Agenzia regionale per il sostegno all'agricoltura (ARGEA) stia inopinatamente escludendo dal calcolo del contributo gli investimenti eseguiti nelle porzioni aziendali che, pur avendo un'inconfutabile destinazione agricola ai sensi dei vigenti strumenti urbanistici, risultino ricadenti in zone omogenee differenti dalla E e, particolarmente, in zona H;

considerato che:

- numerose aziende agricole sarde hanno nel proprio fascicolo aziendale una pluralità di terreni ricadenti in differenti zone urbanistiche omogenee ma tutti indiscutibilmente destinati a uso agricolo e che, pertanto, il più ragionevole criterio di qualificazione sia quello della effettiva destinazione d'uso del fondo, purché compatibile con le destinazioni previste dagli strumenti urbanistici vigenti per le zone in argomento;

- la legge regionale 23 aprile 2015, n. 8, recante Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio, novellando l'articolo 11 della legge regionale 11 ottobre 1985, n. 23, ha introdotto cinque categorie funzionali con riferimento alle destinazioni d'uso: residenziale, ivi compresi i servizi strettamente connessi alla residenza, turistico-ricettiva, artigianale e industriale, direzionale, commerciale e socio-sanitaria, agricolo-zootecnica;

- l'articolo 2 del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228, recante le "Direttive per le zone agricole in attuazione dell'art. 8 della Legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45", definisce "zone agricole le parti del territorio destinate all'agricoltura, alle attività di conservazione e trasformazione dei prodotti aziendali, all'agriturismo, alla silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno";

- le misure di sostegno al settore dovrebbero incidere sul miglioramento del rendimento delle aziende agricole esistenti, evidentemente a prescindere da vezzi burocratico-interpretativi che non solo rischiano di compromettere i già fragili bilanci aziendali, ma sottraggono, da un lato, tempo prezioso all'imprenditore agricolo che anziché dedicarsi più proficuamente all'azienda si trova costretto a inseguire le continue complicazioni che provengono dalle scrivanie cagliaritane e, dall'altro, minacciano di ridurre la capacità di spesa e rendicontazione complessiva della Regione sul PSR, determinando la restituzione di fondi e il pregiudizio derivante per i periodi successivi;

- l'orientamento generale delle agenzie regionali dovrebbe essere rivolto a una sostanziale semplificazione e a un sostegno concreto del comparto agro-zootecnico sardo, limitando la burocrazia e adottando, laddove vi sia uno spazio interpretativo, salva la liceità e legittimità dell'azione amministrativa, il criterio che consenta il più ampio accesso alle misure di investimento onde massimizzare l'impiego delle risorse opportunamente finalizzate,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale al fine di sapere se corrisponda al vero il fatto che:

1) l'ARGEA, dopo aver introdotto nel bando per la misura 121 del PSR 2007-2013 l'anfibologica espressione "destinazione urbanistica agricola" quale criterio di ammissibilità ai contributi per la realizzazione di investimenti materiali e immateriali necessari al miglioramento del rendimento globale delle aziende agricole con riguardo alla qualificazione dei terreni aziendali, stia interpretando la stessa di guisa che, a opere già eseguite, nell'attuale e delicata fase di accertamento finale di regolare esecuzione, siano inopinatamente esclusi dal calcolo del contributo gli investimenti eseguiti nelle porzioni aziendali che, pur avendo un'inconfutabile destinazione agricola ai sensi dei vigenti strumenti urbanistici, risultino ricadenti in zone omogenee differenti dalla E e particolarmente in zona H;

2) l'anzidetta interpretazione, dalla quale deriverebbe un grave pregiudizio a numerose aziende agricole sarde che hanno anticipato con fondi propri le risorse per gli investimenti in parola, sia stata concordata con il servizio competitività dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

3) l'ARGEA, dinanzi a una duplice opzione interpretativa, rispetto all'espressione "destinazione urbanistica agricola", l'una in grado di rendicontare per intero gli investimenti operati dalle aziende agricole, l'altra più restrittiva, foriera di potenziale contenzioso e, comunque, di un sicuro pregiudizio per i bilanci aziendali e, in ultima analisi, per la complessiva spendita e rendicontazione dei fondi del PSR 2007-2013, sia legittimata a optare discrezionalmente per quest'ultima ipotesi in assenza di un conforme atto di indirizzo,

chiede, altresì, di conoscere:

4) ritengano legittima, o quanto meno opportuna, la condotta dall'ARGEA;

5) non ritengano di dover intervenire immediatamente per evitare i gravi conseguenti danni per le aziende agricole sarde, chiarendo che la "destinazione urbanistica agricola" qualifica la concreta destinazione d'uso agro-zootecnica dei terreni aziendali ricadenti in qualunque zona urbanistica omogenea per la quale i relativi strumenti urbanistici vigenti prevedano la compatibilità di tale destinazione. (544)

Interrogazione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo -Agus - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Busia - Piscedda, con richiesta di risposta scritta, sull'esercitazione militare internazionale della NATO denominata "Trident juncture 2015".

I sottoscritti,

premesso che:

- la Trident juncture è una massiccia esercitazione militare della NATO che coinvolge circa 30
Paesi tra membri NATO e partner, 36.000 uomini, 60 tra navi e sottomarini e 140 aeromobili;

- nelle conferenze NATO, svoltesi nel settembre del 2014 in Galles e nel maggio del 2015 a Bruxelles, sono stati messi a punto dagli Stati membri dell'Alleanza, di cui l'Italia fa parte, i dettagli dell'operazione "Trident Juncture 2015" dove, nell'ambito di obiettivi generali di riarmo e richieste di aumento della spesa militare, si stabiliva di "migliorare le capacità di risposta e intervento della Nato Responce Force (NRF)", triplicando la dotazione di quest'ultima portandola da 13.000 a circa 30.000 unità;

- nelle stesse conferenze si è posto l'obiettivo di creare una nuova forza operativa (VJTF - Very high readiness joint task force), di circa 5.000 militari, all'interno della NRF, con compiti di schieramento rapido in 48 ore in qualsiasi parte del mondo e supportati da mezzi aerei e navali;

- l'esercitazione militare Trident juncture 2015 viene considerata anche dalla NATO "la più grande esercitazione di questo tipo dalla caduta del muro di Berlino", nonché la più grande esercitazione militare dal 2002;

- l'operazione consta di due fasi:

1) dal 6 al 16 ottobre si sono svolte attività di pianificazione strategica che hanno coinvolto esclusivamente i centri di comando (Command Post Exercise - CPX).

2) dal 21 ottobre fino al 6 novembre, si svolgerà la fase operativa vera e propria (indicata con LIVEX) nei poligoni, nei porti e negli aeroporti militari degli Stati ospitanti e nelle acque e nei cieli dell'Oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo;

preso atto che:

- l'Italia partecipa alla grande esercitazione militare non solo fornendo truppe, navi e aeromobili, ma ospitando l'operazione, sia nella fase "simulata" (basi di Poggio Renatico e aeroporto di Birgi Trapani), che nella fase operativa (poligono di Teulada), come si evince dal sito ufficiale della NATO, che ha pubblicato una mappa delle locations principali;

- a partire dal 21 ottobre e fino al 6 novembre 2015, in particolare, il Poligono di Teulada sarà teatro dell'esercitazione Trident juncture 2015 insieme alle basi spagnole e portoghesi, con operazioni di guerra simulata terrestre, aerea e navale, attraverso l'utilizzo del cosiddetto "scenario SOROTAN", uno scenario "fittizio ma realistico" basato su una ipotesi di crisi idrica in un Paese con "tensioni interne e pericoli naturali" al di fuori dell'Alleanza atlantica con conseguenti emergenze sanitarie, sociali e di guerra civile;

- il Ministro Pinotti, in data 19 giugno 2015, ha annunciato che durante la fase operativa dell'esercitazione, dal 21 ottobre al 6 novembre, le forze aeree verranno distribuite, in Italia, su quattro aeroporti militari: Trapani Birgi, Decimomannu, Pratica di Mare e Pisa; mentre le forze navali della NATO andranno a bombardare il poligono di Teulada, in Sardegna, dove verosimilmente si svolgeranno anche sbarchi di forze anfibie e schieramento di reparti corazzati e che le forze NATO saranno incluse nell'esercitazione navale nazionale "Mare aperto", collegata alla "Trident juncture 2015";

considerato che:

- tale esercitazione militare, nella fase operativa che si svolgerà soprattutto presso il poligono di Teulada, costituirà una vera e propria simulazione di guerra;

- i diversi comitati italiani e sardi già da tempo hanno paventato l'ipotesi di pericoli per la popolazione per le contaminazioni ambientali in luoghi già ampiamente compromessi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) per sapere quale sia il grado di comunicazione con il Ministero della difesa e il livello di conoscenza dei dettagli dell'esercitazione "Trident juncture 2015" in Sardegna, presso la poligono di Capo Teulada e la base militare di Decimomannu;

2) per conoscere quali saranno gli impatti ambientali, economici e sociali dell'esercitazione NATO e quali potrebbero essere le implicazioni per le popolazioni dei territori limitrofi alle due basi militari sarde;

3) per chiedere un intervento formale presso il Ministero della difesa e il Governo che comporti un maggior coinvolgimento e considerazione della volontà degli abitanti delle zone interessate alle operazioni militari presenti e future. (545)

Interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sui collegamenti garantiti da Saremar tra la Sardegna e le isole minori.

I sottoscritti,

premesso che:

- la Saremar - Sardegna regionale marittima Spa è una società di navigazione che dispone di una flotta di traghetti con la quale si garantiscono i collegamenti, in regime di continuità territoriale, con le isole minori della Sardegna quali l'Isola di San Pietro - Carloforte e La Maddalena e che assicura inoltre il collegamento tra la Sardegna e la Corsica, sulla tratta che va da Santa Teresa di Gallura a Bonifacio;

- la suddetta società è stata costituita il 27 marzo 1987 a Cagliari, dalla cessione aziendale del ramo regionale di Tirrenia navigazione, restando comunque sempre sotto il controllo pubblico di Finmare per poi tornare a far parte di Tirrenia dopo dieci anni, come società del gruppo. Il 3 novembre 2009 è stato siglato un accordo per il passaggio della compagnia di navigazione dal controllo dello Stato direttamente alla Regione autonoma della Sardegna che attualmente detiene il 100 per cento dell'azionariato, sebbene lo Stato contribuisca al mantenimento del servizio predetto, attraverso un'apposita convenzione;

- l'obiettivo della Saremar è sempre stato quello di assicurare la continuità territoriale tra la Sardegna e le sue isole minori, a costi accessibili e con un'attenzione particolare ai residenti, garantendo così il diritto alla mobilità per l'esercito di lavoratori e/o pendolari che quotidianamente svolgono le loro attività in altre parti della Sardegna;

- la costanza dei collegamenti con le isole minori è altresì fondamentale anche per garantire sicurezza sanitaria ai residenti e agli ospiti, consentendo il trasporto rapido e sicuro dei pazienti dalle isole minori alle strutture mediche attrezzate di riferimento;

- l'economicità del servizio, la frequenza delle corse, la qualità del trasporto e la garanzia delle tratte notturne sono ovviamente fondamentali anche per lo sviluppo economico di tutte le attività imprenditoriali delle isole minori e, in particolare, per le attività ricettive, di ristorazione e turistiche, che hanno necessità di robusta infrastrutturazione del sistema dei trasporti;

considerato che con deliberazione della Giunta regionale n. 15/35 del 29 marzo 2013, avente a oggetto "Saremar S.p.A. Disposizioni di indirizzo politico-amministrativo sul servizio di collegamento marittimo per il trasporto di persone e veicoli con le isole minori della Sardegna e con la Corsica", è stato stabilito di prorogare la convenzione relativa ai collegamenti tra la Sardegna e le Isole di La Maddalena, San Pietro e Corsica stipulata tra il Ministero della marina mercantile e Saremar Spa in data 17 ottobre 1991 e successive proroghe; tale atto prevede peraltro un contributo statale annuo fisso di oltre 13 milioni di euro e l'impegno, da parte della Regione, di contribuire alla copertura degli oneri di servizio pubblico per la parte eccedente le risorse finanziarie trasferite dallo Stato;

constatato che:

- la legge regionale 7 agosto 2012, n. 15, avente ad oggetto "Disposizioni urgenti in materia di trasporti", al fine di tutelare la continuità territoriale ed il collegamento con le isole minori ha disposto che, con decorrenza dal 1° agosto 2012, ove lo Stato cessasse la corresponsione degli oneri di servizio pubblico previsti nella convenzione, la Regione autonoma della Sardegna garantirebbe, facendosi carico dei relativi oneri, una serie di obiettivi, tra i quali:

a) il mantenimento dei livelli essenziali di servizio pubblico indispensabili ad assicurare la continuità territoriale marittima "mediante affidamento alla Saremar Spa di un apposito contratto di servizio pubblico";

b) il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali per il personale marittimo e amministrativo e il coinvolgimento degli enti locali interessati nella condivisione delle scelte al fine di interpretare al meglio i bisogni dei territori e delle popolazioni interessate, già penalizzate dalla collocazione geografica;

evidenziato che le realtà delle isole minori soffrono da anni di una evidente inadeguatezza del servizio del trasporto marittimo che ha, nel tempo, compresso i volumi del traffico delle persone e delle merci, aumentando cosi l'isolamento e intaccando in maniera determinante le aspettative di sviluppo sociale ed economico di territori a elevata vocazione turistica, in un contesto reso ulteriormente problematico dalla drammatica crisi economica sarda e nazionale e dalla sempre più agguerrita concorrenza turistica internazionale;

valutato che l'attuale amministrazione regionale ha mantenuto un ruolo contradditorio sul destino della compagnia Saremar, ignorando le richieste di quantità e qualità dei collegamenti sempre espresse dai territori e dalle popolazioni interessate, e non ha mai supportato le prospettive di rilancio della stessa compagnia di trasporto attraverso il sostegno di progetti volti alla costituzione di una società a capitale misto pubblico-privato che, pur mantenendo in capo alla Regione le quote azionarie di maggioranza, comportasse un ampio coinvolgimento dei privati, garantendo la gestione economica dell'azienda;

tenuto conto che la questione del mantenimento dei livelli essenziali di servizio pubblico indispensabili ad assicurare la continuità territoriale marittima per le isole minori non può essere trattata come un generico e marginale problema legato alla parte più periferica dei trasporti sardi, ma come un argomento di importanza vitale nell'ambito della programmazione e organizzazione unitaria del sistema dei trasporti dell'intera regione, nonché come asset strategico per qualsiasi progetto di rilancio economico legato principalmente al turismo;

ricordato che:

- la continuità marittima con le isole minori è prevista peraltro dal piano regionale dei trasporti approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 66/23 del 27 novembre 2008, in conformità del quale sono salvaguardati i collegamenti in qualunque condizione di domanda, con la finalità di garantire una tariffa unica per tutti i residenti in Sardegna;

- tale "tariffa unica" non dovrà comunque essere superiore a quella attualmente praticata ai residenti nelle isole, al fine di garantire l'inderogabile diritto alla mobilità e la continuità territoriale all'interno della regione;

ritenuto che il disinteresse della Giunta regionale ha di fatto spianato la strada all'attuale gara internazionale che porterà alla sostanziale rottamazione della Saremar e delle rotte, al licenziamento di 167 lavoratori e alle conseguenti esiziali ricadute per i collegamenti con le isole minori, oltre che alla violazione del diritto alla mobilità dei cittadini sardi residenti nelle stesse;

evidenziato, infine, che la vertenza sindacale di questi giorni ha messo in evidenza la grave sofferenza sociale causata dalla attuale, insostenibile situazione, con gli equipaggi della Saremar che hanno occupato alcuni traghetti e hanno iniziato lo sciopero della fame,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quali interventi immediati intendano avviare per scongiurare le gravissime ripercussioni sociali ed economiche che sarebbero scatenate dalla soppressione della garanzia del collegamento tra le isole minori e la Sardegna, assicurando nel contempo che qualsiasi scelta strategica della Regione abbia come inderogabile punto di riferimento la necessità del mantenimento di trasporti marittimi ottimali per qualità e quantità;

2) quali iniziative urgenti intendano avviare in ogni caso per assicurare la disponibilità di specifici strumenti di garanzia a tutela dei 167 lavoratori licenziati dalla Saremar, sotto forma di clausole di salvaguardia certe, rivolte alla tutela occupazionale dei dipendenti, da inserire specificamente in qualsivoglia, eventuale procedura di nuova gara. (546)

Interrogazione Tedde - Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul disatteso impegno assunto dall'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, il 5 agosto scorso, di individuare una tempestiva soluzione alla situazione delle società per la gestione dei servizi pubblici a prevalente partecipazione pubblica.

I sottoscritti,

premesso che il combinato disposto di cui alla legge n. 402 del 1994, legge regionale n. 7 del 1997 e legge regionale n. 25 del 2012 ha disegnato un sistema che ha consentito alla Regione di predisporre un sistema di incentivi per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, attraverso la costituzione di società per la gestione di servizi pubblici;

premesso, altresì, che, all'interno del predetto quadro normativo, sono state attivate le procedure per la costituzione di numerose società in house partecipate dagli enti locali almeno a maggioranza assoluta del capitale sociale, dislocate nei vari territori dell'isola che a oggi impiegano circa 330 unità lavorative, alle quali si sommano circa 450 operatori delle società in house delle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, oltre a quelli della ex provincia di Carbonia-Iglesias;

rilevato che l'andamento delle società in house traccia un quadro economico-finanziario a esse comune, dal quale si desume l'impossibilità per le stesse di far fronte alle ordinarie dinamiche di mercato in maniera autonoma, senza l'indispensabile e vitale supporto del soggetto pubblico dal quale sono partecipate in via prevalente;

rilevato, altresì, che le nobili finalità perseguite dal legislatore attraverso il sistema normativo sul quale si basano le società per la gestione di servizi pubblici sono caratterizzate dal duplice obbiettivo di garantire servizi pubblici efficienti ed efficaci e, nel contempo, salvaguardare i diritti e la particolare situazione degli ex lavoratori socialmente utili, la cui condizione di debolezza è da sempre considerata meritevole di particolare tutela;

considerato che, in occasione della discussione dei disegni di legge relativi alla finanziaria e al bilancio della Regione per l'esercizio 2015, il Gruppo consiliare di Forza Italia ha presentato un emendamento, respinto dal Consiglio regionale, finalizzato a far inserire nella manovra risorse per 7.000.000 euro a favore delle società in house della Sardegna, a salvaguardia di importanti servizi;

considerato, altresì, che a seguito del preoccupante peggioramento della situazione nella quale versano le società in house della Sardegna, il 5 agosto scorso, in occasione della discussione e approvazione della legge regionale 5 agosto 2015, n. 22, il Gruppo consiliare di Forza Italia ha presentato un emendamento teso a stanziare un contributo straordinario di 2.000.000 a favore degli enti locali che hanno provveduto alla stabilizzazione degli LSU, ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2000, mediante esternalizzazione dei servizi in società partecipate dai medesimi enti almeno a maggioranza assoluta del capitale sociale;

dato atto che, nonostante gli allarmanti segnali e le accorate richieste di aiuto provenienti dai lavoratori e dagli stessi enti locali partecipanti alle società in house, anche il suddetto emendamento è stato respinto;

atteso che nel corso del dibattito l'Assessore della programmazione Paci s'è impegnato ad affrontare la delicata problematica entro settembre;

osservato che, in mancanza di un urgente e immediato intervento della Regione entro il prossimo 31 dicembre, le società in house della Sardegna rischiano, nella peggiore delle ipotesi, di essere poste in stato di liquidazione e sciolte, ovvero di vedere ridotti gli importanti servizi a esse affidati dagli enti locali partecipanti, con conseguente licenziamento di lavoratori e conseguenze drammatiche per essi e le loro famiglie,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) quali siano le azioni che l'Amministrazione regionale intende porre in essere al fine di salvare dalla liquidazione e dalla successiva estinzione le società in house della Sardegna, ovvero salvaguardare i diritti degli ex lavoratori socialmente utili, dipendenti delle società per i servizi pubblici in attuazione dell'impegno assunto dall'Assessore Paci il 5 agosto scorso;

2) quali siano gli eventuali ulteriori strumenti ai quali la Giunta regionale intende ricorrere al fine di tutelare la posizione dei circa 800 lavoratori delle società in house della Sardegna, nella malaugurata ipotesi in cui la Regione non intenda continuare a garantire l'indispensabile sostegno finanziario senza il quale, le società per i servizi pubblici, sono impossibilitate a far fronte alle ordinarie dinamiche di mercato autonomamente. (547)

Interrogazione Ledda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di risolvere l'insostenibile situazione riguardo al reiterato ritardo dei pagamenti degli stipendi dei dipendenti dell'ARAS.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il 9 giugno 2015 la Giunta regionale ha approvato una deliberazione che trasferisce all'Agenzia Laore 13.600.000 euro, di cui 13 milioni e 400 mila euro a favore dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna;

- con il decreto n. 2180/44 del 23 settembre 2015 avente come oggetto: "L.R. n. 40/2013, art. 2 - L.R. n. 21/2000, art. 16. Aiuti alle Associazioni degli Allevatori per servizi di assistenza tecnica in zootecnia. Reg. (UE) 702/2014, art. 9. Adeguamento condizioni aiuto";

- la dotazione finanziaria di 15.900.000 euro è stata confermata e destinata alla realizzazione dell'intervento per il 2015, come previsto dalla legge regionale 9 marzo 2015, n. 6 (Bilancio di previsione per l'anno 2015 e bilancio pluriennale per gli anni 2015-2017);

- con il decreto n. 2180/44, l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale si impegnava a trasmettere alla Commissione europea un documento di sintesi delle informazioni relative all'aiuto, così come disposto ai sensi dell'articolo 9 del regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione, del 25 giugno 2014 , che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e che abroga il regolamento della Commissione (CE) n. 1857/2006;

- con la mozione del 2 luglio 2014 e l'interpellanza del 14 luglio 2015, primo firmatario Arbau, è stata sollecitata una risoluzione del problema per i dipendenti dell'ARAS;

considerato che:

- la deliberazione n. 28/15 del 9 giugno 2015 non è stata trasmessa in tempo alla Commissione europea, bloccando quindi il trasferimento dell'aiuto dovuto;

- solo nei giorni scorsi l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha provveduto a notificare il documento a Bruxelles, ma creando evidenti ritardi nell'erogazione degli stipendi,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere quali urgenti azioni intenda intraprendere al fine di garantire una regolare erogazione degli stipendi e quali

garanzie intenda fornire, affinché questa incresciosa situazione ai danni dei lavoratori non abbia più a verificarsi. (548)

Interrogazione Truzzu - Lampis, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento della sede dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale ha oggi sede presso l'edificio di via XXVIII febbraio, in Cagliari e lo stesso, come più volte segnalato dalla ASL, ha necessità di urgenti e importanti interventi manutentivi;

- l'edificio, ascritto tra i beni immobili che rientrano nell'elenco del patrimonio disponibile regionale per i quali la Regione intende avviare, nell'anno 2015, la procedura di alienazione, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 5/28 del 6 febbraio 2015, è struttura di pregio, situato in una zona strategica della città per la notevole, complessa ed eterogenea utenza che quotidianamente lo frequenta;

- la Giunta regionale, con deliberazione n. 11/1 del 24 marzo 2015, ha disposto l'immediato trasferimento degli uffici dell'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale dalla sede di via XXVIII febbraio nei locali ubicati lungo la direttrice viale Trieste - viale Trento - Santa Gilla, già in uso da parte dell'Amministrazione regionale, con contratti vigenti;

- con la medesima deliberazione di Giunta regionale si disponeva inoltre di effettuare un apposito studio di fattibilità, riguardante i costi di intervento ed i tempi necessari per l'esecuzione degli interventi di seguito riportati:

a) la creazione della "Cittadella del lavoro", nei locali del CRFP - Centro regionale di formazione professionale (ex CISAPI) ubicato nella via Caravaggio, in Cagliari;

b) la realizzazione di un complesso di nuovi uffici regionali, nell'area edificabile peraltro non ancora di proprietà regionale, attualmente occupata dai ruderi dell'ex Caserma Trieste, dislocata nella viale Trieste (incrocio via N. Sauro e via C. Battisti);

c) la ristrutturazione dell'immobile di via XXVIII febbraio che attualmente si trova, come detto, in uno stato di conclamato e perdurante pericolo relativo;

appurato che:

- lo studio di fattibilità riguardante i costi di intervento ed i tempi necessari per l'esecuzione dei lavori previsti nelle stesse tre soluzioni sopra illustrate, realizzato dai tecnici della Direzione generale dei lavori pubblici, ha permesso di evidenziare le seguenti stime:

a) un costo complessivo stimato in circa 11,170 milioni di euro e un tempo di circa 4 anni per la soluzione ristrutturazione ex CISAPI;

b) un costo complessivo stimato compreso tra i 40 e i 53 milioni di euro e un tempo di circa 5-8 anni per due differenti ipotesi di realizzazione di un nuovo complesso di uffici regionali ubicati nell'area attualmente occupata dai ruderi dell'ex Caserma Trieste;

c) un costo complessivo stimato in 2,130 milioni di euro e un tempo di 2 anni per una ristrutturazione capillare dell'immobile di via XXVIII febbraio, mentre per gli interventi che riguardino esclusivamente l'adeguamento alle vigenti normative, così come prescritto dalla ASL n. 8, il costo ammonta a 430.000 euro.

- la Giunta regionale con deliberazione n. 36/8 del 14 luglio 2015 ha sostanzialmente deciso di optare per la costruzione di un nuovo edificio, nell'area dell'ex caserma Trieste per ospitale oltre al personale assegnato all'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale anche quello assegnato all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

- dalla medesima deliberazione si evince che l'iter per la realizzazione di tale intervento non risulta particolarmente semplice, giacché richiede l'individuazione delle risorse necessarie, la realizzazione di un accordo di programma con il Comune di Cagliari, nonché l'acquisizione e della disponibilità dei terreni da parte della Regione;

considerato che:

- in virtù di tali decisioni della Giunta regionale, con nota a firma del Direttore generale degli enti locali, finanze e urbanistica n. 16470 del 29 aprile 2015, si annuncia l'avvio delle operazioni di trasloco dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale con allegato il progetto di sistemazione degli uffici in altri locali;

- il progetto prevede lo smembramento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale in due edifici distinti, uno in viale Trieste e l'altro in via San Simone, con l'impatto negativo che tale smembramento produrrà nel perseguimento degli obiettivi lavorativi;

osservato che:

- in data 1° ottobre 2015 il direttore del Servizio gestione contratti di funzionamento degli uffici regionali dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica scrive alla Direzione generale del lavoro rammentando che in data 18 settembre, durante un incontro organizzativo per il trasferimento, sono state definite le fasi operative riguardanti il trasloco degli arredi, attrezzature e della documentazione custodita negli uffici e di quella conservata negli archivi e sollecitando la fornitura dei dati relativi per l'acquisizione degli armadi nuovi e di altri eventuali arredi al fine di provvedere al trasloco e rispettare i tempi del trasferimento;

- in data 9 ottobre 2015, con nota protocollo n. 42970, la Direzione generale dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale risponde, segnalando che a quella data non era stato consentito ai tecnici dello stesso Assessorato di procedere a dei sopralluoghi presso gli stabili individuati come nuova sede ed inoltre rimanevano senza formale riscontro diversi aspetti che non potevano restare disattesi per l'individuazione di una data per il trasloco;

- in particolare la nota sopra citata evidenziava ancora una volta l'inadeguatezza degli spazi di via San Simone per la custodia degli archivi cartacei dell'Assessorato, denunciando una disponibilità di 1.500 metri lineari a fronte di una necessità di circa 3.500 metri lineari, nonché l'assenza di idonei collegamenti di trasporto pubblico tali da garantire una raggiungibilità degli uffici alle molteplici categorie di utenti che quotidianamente si interfacciano con l'Assessorato;

rilevato che:

- è evidente quindi che ad oggi, da quando è stato predisposto il trasferimento, si naviga nell'incertezza più assoluta con il chiaro disagio dei funzionari e lavoratori costretti a dover operare in settori strategici e delicati con il serio rischio di veder sfumare progetti e relativi finanziamenti;

- non sono chiare le ragioni di opportunità ed economicità che hanno spinto la Giunta regionale a programmare l'alienazione dell'edificio di via XXVIII febbraio, e scegliere la soluzione della costruzione di un nuovo immobile nella zona dell'ex Caserma Trieste;

- la recente ristrutturazione dello stabile di via Caprera, sede dell'Agenzia Laore, dimostra che è possibile procedere a una ristrutturazione per piani, con trasferimento limitato e parziale del personale dei piani interessati ai lavori di ristrutturazione;

- non è pertanto accettabile giustificare il trasferimento presso i locali di via San Simone rivendicando urgenti motivi di sicurezza per i lavoratori che operano nell'attuale sede dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale;

- inoltre, in attesa della costruzione del nuovo stabile, la Regione, e quindi i cittadini, dovranno sostenere importanti spese di locazione passiva stimate in circa 1 milione di euro annui per lo stabile di via San Simone;

preso atto che:

- il comma 1 ter dell'articolo 12 del decreto legge n. 98 del 2011 dispone che "a decorrere dal 1° gennaio 2014 al fine di pervenire a risparmi di spesa ulteriori rispetto a quelli previsti dal patto di stabilità interno, gli enti territoriali e gli enti del servizio sanitario nazionale effettuano operazioni di acquisto di immobili solo ove ne siano comprovate documentalmente l'indispensabilità e l'indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento";

- da oltre un anno, l'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica non provvede all'esecuzione di alcun lavoro di messa in sicurezza dell'edificio di proprietà regionale di via XXVIII febbraio, sede dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e, sullo stesso immobile, è stata sospesa anche l'ordinaria manutenzione, nonostante le reiterate richieste di intervento formulate dal Direttore generale dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione, con la previsione di sgombero dell'edificio a causa della mancata messa in sicurezza dello stesso;

osservato che:

- contrariamente alle prescrizioni della ASL, i lavori non sono stati ancora eseguiti né avviati e lo stesso Direttore generale dell'Assessorato regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione ha prorogato, a sua volta, il termine dello sgombero dell'edificio per svariate volte, arrivando con l'ultima proroga alla data del 30 gennaio 2016;

- come denunciato in più di un'occasione, compiere i lavori di messa a norma dell'attuale edificio che ospita l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, comporterebbe un onere di spesa nettamente inferiore, con calcoli effettuati dagli stessi funzionari regionali, rispetto a quanto si spenderebbe con affitto e nuove acquisizioni e costruzione di nuovi stabili in altre aree,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere se:

1) si sia tenuto conto della normativa vigente in materia di acquisto e affitto di immobili, con le opportune comunicazioni all'agenzia del demanio per attestare la congruità dei prezzi dei beni che si intendono acquisire;

2) non sia opportuno, come prevede l'articolo 7, comma 8, della legge n. 131 del 2003, richiedere un parere alla Corte dei conti sull'applicabilità del comma 1 ter dell'articolo 12 del decreto legge n. 98 del 2011 all'acquisizione dell'area di viale Trieste;

3) non sia opportuno, come prevede l'articolo 7, comma 8, della legge n. 131 del 2003, richiedere un parere alla Corte dei conti sull'economicità e il rispetto delle norme di finanza pubblica per l'intera operazione di dismissione dell'edificio di via XXVIII febbraio, contemporanea locazione di un immobile da privati e un lunga e onerosa operazione di acquisizione di un'area in cui edificare un nuovo stabile;

4) non sia invece più opportuno ed economicamente conveniente procedere a una ristrutturazione per piani dello stabile di via XXVIII febbraio. (549)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure in essere per l'acquisizione al patrimonio regionale dell'ex carcere di Oristano.

Il sottoscritto,

premesso che l'articolo 14, comma 1, dello Statuto speciale per la Sardegna recita quanto segue: "La Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo" e che il successivo comma 2 recita, altresì: "I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione";

considerato che l'ex carcere di Oristano, sito in piazza Manno, risulta essere inutilizzato da circa quattro anni, cioè da quando l'Istituto carcerario è stato trasferito nella nuova struttura di Massama;

preso atto che, cessato il suo utilizzo da parte dell'amministrazione carceraria, la titolarità dell'immobile è stata trasferita dal Ministero della giustizia al Ministero dell'economia e delle finanze, in quanto bene appartenente al demanio dello Stato;

atteso che numerosissime volte il Governo centrale ha ritenuto di non applicare le vigenti normative che regolano i rapporti Stato-Regione, né di rispettare l'ampia tutela riconosciuta alle regioni a statuto speciale;

rammentato che l'edificio di piazza Manno ospitò un tempo la reggia del Giudicato di Arborea e riveste, pertanto, un inestimabile valore storico, culturale e identitario per la città di Oristano;

valutato che l'edificio si presta a molteplici utilizzi, prevalentemente di natura museale, da parte della comunità cittadina e che l'amministrazione comunale ha più volte sollecitato la conclusione dell'iter che dovrebbe portare al trasferimento dell'immobile, dapprima nel patrimonio regionale e successivamente in quello comunale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:

1) se sia a conoscenza che il Ministero dell'economia e delle finanze starebbe predisponendo un piano che prevede il trasferimento della sede di Oristano dell'Agenzia delle entrate e dell'ufficio di Oristano dell'Agenzia del demanio nell'ex carcere;

2) quali misure la Giunta regionale, in quanto titolare sull'immobile dei diritti sanciti dall'articolo 14 dello Statuto speciale, intenderebbe adottare al fine di impedire la realizzazione di tale piano, qualora sia nelle intenzioni del Ministero dell'economia e delle finanze;

3) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di applicare il dettato statutario e acquisire nei tempi più rapidi la titolarità dell'ex carcere;

4) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di trasferire la titolarità dell'immobile al Comune di Oristano, affinché torni nella piena disponibilità della comunità cittadina e possa essere utilizzato per gli scopi che quest'ultima riterrà più opportuni. (550)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sul mancato trasferimento delle risorse previste per il conferimento alla Regione delle funzioni amministrative concernenti la programmazione, pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica, manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale.

I sottoscritti,

premesso che in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59, era stato emanato il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, con il quale sono state conferiti alle regioni, alle province, ai comuni, alle comunità montane e ad altri enti locali numerose importanti funzioni e compiti amministrativi fino a quel momento di esclusiva competenza statale;

premesso, altresì, che l'articolo 10 del decreto legislativo stabiliva che i suddetti compiti e funzioni venivano conferiti anche alle regioni a statuto speciale, secondo le modalità previste dai rispettivi statuti;

preso atto che con il decreto legislativo 17 aprile 2001, n. 234, articolo 1, recante "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna" venivano conferite alla Regione le funzioni ed i compiti che il decreto legislativo n. 112 del 1998, assegna alle regioni a statuto ordinario e ai loro enti locali, ed in particolare, per quanto qui interessa, le funzioni amministrative concernenti la programmazione, pianificazione progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica, manutenzione dei porti di rilievo regionale e interregionale, delle opere edilizie a servizio dell'attività portuale previste dall'articolo105, lettera e), del decreto legislativo n. 112 del 1998;

rilevato che l'articolo 4 delle norme di attuazione sopra richiamate, nel disporre il conferimento di compiti e funzioni alle regioni ed ai loro enti locali, prevede che esso sia subordinato all'effettivo trasferimento dei beni e delle risorse necessari al loro esercizio, e che la legge n. 59 del 1997, ed il decreto legislativo n. 112 del 1998, precisano debbano essere corrispondenti per ammontare a quelle utilizzate dallo Stato per l'esercizio delle medesime funzioni e compiti prima del loro trasferimento alle regioni;

rilevato, altresì, che le suddette norme prevedono che l'individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative, necessarie per l'esercizio delle funzioni e i compiti oggetto del conferimento, la loro ripartizione tra regioni e tra queste e i loro enti locali, devono avvenire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti i ministeri interessati;

dato atto che l'articolo 7, comma 11, del decreto legislativo n. 112 del 1998, prevede che in caso di mancata attuazione delle disposizioni contenute nelle norme che prevedono il trasferimento di beni e risorse conseguente al conferimento delle suddette funzioni, la Regione può chiedere alla Conferenza unificata di segnalare al Presidente del Consiglio dei ministri che deve indicare il termine entro cui provvedere, trascorso il quale si procede alla nomina di un commissario ad acta;

dato atto, altresì, che a seguito del mancato trasferimento dei beni e delle risorse, la Regione, con atto di Giunta regionale n. 18/1 del 5 aprile 2011, ha deliberato di avvalersi della suddetta possibilità avviando il procedimento previsto dall'articolo 7, comma 11, del decreto legislativo n. 112 del 1998;

osservato che ad oggi mancano ancora i decreti di trasferimento dei beni e delle risorse necessari allo svolgimento delle funzioni e dei compiti trasferiti dallo Stato alle regioni ed ai suoi enti locali e che la procedura ex articolo 7 della legge n. 59 del 1997, attivata dalla Regione con deliberazione n. 18/1 del 5 aprile 2011, pare non aver avuto seguito con palese violazione di quanto previsto dal legislatore in materia;

osservato, altresì, che non consta che ad oggi la Regione abbia intrapreso azioni tese a sollecitare l'amministrazione statale in ordine alla mancata applicazione delle norme relative al trasferimento delle funzioni e compiti e delle relative risorse previsto dalle succitate norme, ovvero finalizzate ad avere contezza circa l'esito della proceduta attivata circa 4 anni fa;

constatato che, pur in assenza dell'emanazione dei decreti presidenziali di trasferimento delle risorse statali dovute, i termini per l'esercizio effettivo delle funzioni hanno iniziato a decorre dalla data in cui esse sono state conferite alla Regione con decreto legislativo n. 112 del 1998, e che, pertanto, la Regione svolge funzioni e compiti aggiuntivi che in passato erano di esclusiva competenza statale senza disporre delle relative risorse, con notevole aggravio per la struttura e le finanze dell'ente regionale;

ritenuto che il perdurare della inapplicazione delle norme sopra richiamate arrechi grave pregiudizio al buon andamento dell'Amministrazione regionale chiamata a sopportare un ritardo di oltre 13 anni;

ritenuto, altresì, che l'inerzia dello Stato integri ancora una volta la violazione d'importanti diritti di cui la Regione e i sardi sono titolari,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) quale sia lo stato della procedura attivata con deliberazione di Giunta regionale n. 18/1 del 5 aprile 2011 finalizzata all'adozione dei decreti di trasferimento di beni e risorse dello Stato alla Regione per l'esercizio delle funzioni e dei compiti di cui alla legge n. 59 del 1997, al decreto legislativo n. 112 del 1998 ed al decreto legislativo n. 234 del 2001 relative alla programmazione, pianificazione progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica, manutenzione dei porti di rilievo regionale e interregionale, delle opere edilizie a servizio dell'attività portuale;

2) quali siano le ragioni dell'inaccettabile ritardo dello Stato nell'attuazione delle norme sopra richiamate;

3) quali siano le azioni che l'Amministrazione regionale intende porre in essere al fine di richiamare l'amministrazione statale alle proprie responsabilità e ottenere il trasferimento delle risorse e dei beni a cui la Regione ha diritto svolgendo da tempo le funzioni e compiti che gli sono stati conferiti con decreto legislativo n. 112 del 1998 e decreto legislativo n. 234 del 2001. (551)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla formazione professionale e l'apprendimento degli antichi mestieri.

Il sottoscritto,

premesso che:

- l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, nella scorsa legislatura, pubblicava nell'anno 2011, il bando denominato "Antichi mestieri", un progetto realizzato e attuato tramite corsi e tirocini formativi e attraverso la successiva concessione di contributi per "start up" di nuove attività artigianali legate agli antichi mestieri;

- l'operazione veniva finanziata con i fondi comunitari del POR FSE Sardegna 2007/2013, favorendo l'apprendimento di antichi mestieri artigiani a rischio di estinzione, l'inserimento professionale nel settore dell'artigianato di qualità e lo sviluppo di imprese artigiane, prevedendo anche servizi di consulenza e accompagnamento diretti a favorire l'inserimento lavorativo e la creazione d'impresa;

- l'iniziativa, rivolta a soggetti residenti in Sardegna, disoccupati in cerca di prima occupazione, ha creato una possibilità concreta di inserimento nel mondo del lavoro in un settore fondamentale per lo sviluppo economico e turistico, in grado di far emergere le eccellenze della nostra Regione e dei nostri prodotti tipici;

accertato che il progetto Antichi mestieri ha consentito di formare nuovi imprenditori e operatori in settori fondamentali per il rilancio economico, turistico e dei prodotti tipici regionali, a titolo di esempio:

a) addetti nella lavorazione dei metalli nobili per la produzione di gioielli e del corallo;

b) tecnici specializzati per la conduzione dei vigneti e per la gestione della cantina;

c) addetti alla modellazione, cottura e decorazione dei manufatti in ceramica;

d) addetti alla tessitura tradizionale;

e) tecnico delle attività di conduzione dell'oliveto e di gestione del frantoio;

f) addetto alle produzioni agroalimentari tradizionali;

dato atto che il progetto ha raggiunto il risultato atteso, permettendo ad alcuni partecipanti di avviare delle piccole attività imprenditoriali; sono un esempio concreto gli operatori nel settore delle ceramiche;

accertato che una nuova edizione del bando progetto Antichi mestieri, arricchito eventualmente di nuove professionalità e di corsi di alta formazione per soggetti già impegnati nel mercato del lavoro, consentirebbe a nuovi soggetti di avviare attività imprenditoriali spendibili in tutto il territorio e oltre mare;

valutata la validità complessiva del progetto, sia nella fase di formazione professionale che nell'erogazione di contributi per l'apertura di nuove attività produttive,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e per conoscere:

1) se l'Assessorato intenda promuovere gli antichi mestieri attraverso progetti di formazione professionale e contributi economici di sostegno alle nuove attività produttive legate ai settori artigianali;

2) l'ammontare delle risorse economiche previste per la formazione professionale del settore artigianale e per il sostegno delle nuove attività produttive legate agli antichi mestieri;

3) quali iniziative intendano mettere in atto per la promozione delle professionalità legate agli antichi mestieri. (552)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito alla nomina del sovrintendente della Fondazione Teatro lirico di Cagliari e della situazione di incertezza all'interno della struttura.

Il sottoscritto,

premesso che in data 2 ottobre 2015, con prot. n. 7622, il presidente della Fondazione Teatro lirico di Cagliari ha reso pubblico l'avviso per un'indagine ricognitiva al fine di acquisire la disponibilità di soggetti interessati a ricoprire il ruolo di sovrintendente che siano, a norma di legge e di statuto, competenti nel settore della organizzazione musicale e nella gestione di enti consimili;

considerato che, nei termini stabiliti dall'avviso di selezione, hanno presentato manifestazione d'interesse quarantuno candidati alla carica di sovrintendente;

tenuto conto che si prefigura il rischio di un commissariamento dell'ente, in quanto due consiglieri della Fondazione avrebbero sollevato il rischio di incompatibilità di uno dei candidati; è probabile quindi che una sentenza del TAR porterebbe ad un periodo di commissariamento dell'ente, con il Ministero dei beni culturali che potrebbe scegliere un tecnico per traghettare l'ente nei prossimi mesi, vista la situazione di stallo;

vagliato che la nomina del sovrintendente è attesa da tempo da un esercito di 400 dipendenti, che vedono profilarsi nella mancata nomina del responsabile dell'ente uno stato di incertezza per tutte le problematiche riguardanti l'ente; da qui anche la richiesta di incontro urgente con il presidente della Fondazione inoltrata gli scorsi giorni ai vertici del teatro lirico;

rilevato che il sovrintendente dovrebbe essere una persona di spessore culturale (nella materia specifica di tutto ciò che concerne un teatro lirico), che dovrebbe avere a cuore il futuro di un'azienda (quindi anche dei dipendenti), con conoscenza, peculiarità nel management, spiccato senso della mediazione finanziaria, forbito parlare e abnegazione verso la sua missione; peraltro, questo ruolo richiede un'attenzione particolare verso le professionalità presenti all'interno della struttura;

constatato che ad oggi la scelta di un sovrintendente sembra dunque sempre più complicata con un danno d'immagine dagli effetti devastanti per la più grande azienda culturale della Sardegna e per una delle più importanti realtà della cultura italiana;

valutato che sarebbe necessaria una immediata presa di posizione della Giunta regionale riguardo il ritardo nella nomina del sovrintendente;

analizzato che la stessa Regione dovrebbe salvaguardare un'istituzione di fondamentale rilievo a livello isolano, tentando di identificare un percorso idoneo a rilanciare l'attività dell'ente tramite un manager dalla spiccata professionalità nel settore;

ritenuto opportuno Individuare urgentemente delle soluzioni per rilanciare l'attività del Teatro lirico, con la scelta di un manager dalle spiccate professionalità,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per:

1) comprendere la situazione in cui versa la Fondazione Teatro lirico di Cagliari, con le adeguate decisioni per un percorso che rilanci l'attività dell'ente;

2) esaminare la possibilità di un incontro tra le diverse parti interessate all'istituzione Teatro lirico, onde individuare un sovrintendente in grado di guidare l'ente;

3) verificare la possibilità di salvaguardare i posti di lavoro presenti nella struttura riconoscendo le professionalità da tempo operanti all'interno del Teatro lirico. (553)

Interrogazione Cherchi Oscar - Cappellacci - Pittalis - Locci - Zedda Alessandra - Tedde - Randazzo - Tunis - Fasolino - Peru - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla procedura finalizzata alla nomina del direttore generale di Agris Sardegna.

I sottoscritti,

considerato che, con la determinazione n.16498 del 7 ottobre 2015, si è dato avvio a una procedura finalizzata alla nomina del direttore generale di Agris Sardegna e che una procedura analoga era stata avviata nel 2014 con la determinazione n. 11099 del 21 maggio 2014;

preso atto che nell'ultima determinazione, in particolare alla lettera d) dell'articolo 2 dell'avviso pubblico, dove appare quantomeno singolare che tra i fattori per verificare la sussistenza del requisito del punto 5, vale a dire l'avere ricoperto per almeno cinque anni incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private, possano essere presi in considerazione "alternativamente ... " incarichi dirigenziali di varia natura rispetto all'"avere ricoperto incarichi di coordinamento di progetti di ricerca e/o innovazione tecnologica nazionali e/o internazionali che abbiano comportato responsabilità verso i committenti relativamente alla stesura del progetto, la allocazione delle risorse, la gestione del progetto, il monitoraggio della spesa e la verifica dei risultati. Tale requisito sarà considerato sussistente per un massimo di un anno per i progetti di durata inferiore ai tre anni e per un massimo di due anni per i progetti di durata superiore. In ogni caso tale requisito sarà considerato sussistente per un massimo complessivo di due anni.";

parrebbe, quindi, che per Agris, senza che venga rispettato il dettato della legge regionale n. 31 del 1998 possa assumere addirittura la direzione generale dell'Ente anche un soggetto privo della qualifica di dirigente;

visto che tale procedura individua per la nomina del Direttore generale criteri particolari, non riconducibili alle norme vigenti (legge regionale 31 del 1998, legge istitutiva di Agris Sardegna e suo statuto),

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) quale sia stato il principio ispiratore per la scelta dei criteri per l'attribuzione della qualifica di direttore generale, contraddicendo quanto disposto dalle normative vigenti in materia;

2) se intendano revocare immediatamente la determinazione n. 16498 del 7 ottobre 2015, che esporrebbe l'Amministrazione regionale a onerosi contenziosi. (554)

Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito all'erogazione dei contributi per l'organizzazione di manifestazioni sportive nazionali ed internazionali svolte nel 2013.

Il sottoscritto,

premesso che con i decreti n. 23 e n. 24, prot. n. 19930 e n. 19931 del 26 novembre 2013, dell'Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, è stata varata la graduatoria delle società ammesse ai finanziamenti della legge regionale 17 maggio1999, n. 17, articolo 26, comma 4 (Contributi per l'organizzazione di manifestazioni sportive nazionali ed internazionali, programma per il 2013);

accertato che per l'accesso ai contributi è stata, peraltro, approvata apposita delibera della Giunta regionale, con il riconoscimento delle risorse per lo svolgimento delle manifestazioni alle società aventi diritto;

rilevato che in tale elenco figurano diversi eventi che hanno avuto un grande successo in termini di pubblico e visibilità mediatica, dando così un'immagine positiva della Regione, che ha patrocinato diverse manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale; tra le società aventi diritto rientrano, inoltre, alcune società di rango regionale che si sono rese protagoniste anche di campionati e altre rassegne a carattere nazionale e internazionale negli anni precedenti;

valutato che alcune società - nonostante l'inserimento nella graduatoria dei contributi - non hanno beneficiato del finanziamento per alcuni difetti burocratici e problematiche nell'istruttoria delle domande; lacune che hanno, di fatto, impedito l'erogazione di risorse utili per coprire le spese effettuate per le manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale;

annotato che l'apporto di tali società e/o entità sportive appare meritare un sostegno contributivo adeguato, giusto e legittimo per la ricaduta positiva che hanno portato alla Sardegna, in termini di immagine sportiva, sociale e culturale;

dato atto che alcune società interessate hanno peraltro sollecitato la riapertura dei termini - vista anche la proroga concessa per l'iscrizione all'albo delle società sportive - per consentire alle società in ritardo di poter perfezionare la propria posizione e conseguentemente chiedere alla Regione i contributi pregressi, così da sanare la posizione delle compagini inserite nella graduatoria dei beneficiari;

appreso che le manifestazioni sono state regolarmente svolte e rendicontate, ma per disguidi dovuti anche all'assessorato di competenza - non ultima una comunicazione non esaustiva sui tempi e metodi di rendicontazione - le associazioni si sono viste negare l'erogazione delle risorse riconosciute dai provvedimenti regionali;

constatato che appare opportuno individuare un percorso atto a dare un adeguato riconoscimento finanziario alle società in argomento, trovando dei rimedi utili a perfezionare il pagamento del contributo dovuto per la realizzazione delle manifestazioni sportive nazionali ed internazionali;

osservato che potrebbero prospettarsi atti urgenti da adottare per dare seguito alle esigenze di tali società di fatto tagliate fuori dalle risorse, nonostante i loro eventi siano stati riconosciuti di grande rilevanza;

sottolineato peraltro che tutte le squadre escluse dal contributo - a causa delle lacune istruttorie - appaiono fregiarsi del titolo di ambasciatori sportivi regionali, di comprovata fama internazionale, considerata anche la militanza nelle diverse compagini di giocatori provenienti dall'estero che portano dunque la Sardegna in ogni angolo del mondo;

rimarcato che si considera lo sport come un importante vetrina turistica per l'Isola, così pure si evidenzia l'importanza dei diversi eventi promossi in ambito regionale con l'obiettivo di attrarre il flusso turistico con un intento positivo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per:

1) esaminare la possibilità di una riapertura dei termini per consentire alle società aventi diritto ai contributi della legge regionale n. 17 del 1999, articolo 26, comma 4, annualità 2013, di beneficiare del finanziamento previsto dall'apposita graduatoria;

2) valutare la possibilità di un riconoscimento finanziario adeguato a società che hanno svolto le manifestazioni sportive nazionali ed internazionali, attraverso un percorso che comunque garantisca alle stesse entità di usufruire di tali contributi. (555)

Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione della discarica di Spiritu Santu.

Il sottoscritto,

premesso che:

- come noto, in località Spiritu Santu, in territorio del comune di Olbia, esiste una tra le più grandi discariche del nord Sardegna, gestita dal Consorzio industriale provinciale di Olbia (CIPNES), che riceve i rifiuti dai numerosi comuni del circondario oltre che dalla città di Olbia;

- già da tempo, nei centri abitati limitrofi, si sono creati dei comitati di cittadini che chiedono a gran voce la chiusura della discarica in parola e l'individuazione di un sito alternativo, o comunque la risoluzione dei problemi di igiene e ambientali in genere, creati dalla presenza della stessa;

- in particolare viene evidenziata una situazione di grave disagio dovuta ai miasmi insopportabili che si diffondono, soprattutto nei giorni in cui soffia il vento di maestrale, nelle località di Murta Maria (Olbia) e Porto San Paolo e che provengono proprio dal sito di Spiritu Santu;

- il Comune di Olbia sostiene che, con il recente avvio della raccolta differenziata porta a porta, sia stato fatto un passo importante verso la risoluzione del problema;

- il CIPNES, in risposta alle sollecitazioni dei cittadini, riferisce a mezzo stampa che i miasmi sono dovuti, specialmente nella stagione estiva, al traffico dei camion della raccolta dell'umido e al sistema di raccolta medesimo che non prevede il conferimento giornaliero di tale specie di rifiuto, riguardo invece l'inquinamento del suolo, sostiene che potrebbe trattarsi della vecchia discarica comunale, insistente in adiacenza al medesimo sito, per la quale non sarebbe ancora stato completato l'iter procedimentale relativo alla bonifica;

posto quanto sopra, appare quantomeno doveroso dare risposte ai cittadini e alle amministrazioni locali, sia con riferimento ai paventati rischi per l'ambiente e per la salute delle persone, sia in considerazione del fatto che le località interessate risultano tra le mete turistiche più rinomate della Gallura e che la mancata risoluzione della problematica in oggetto potrebbe avere importanti ripercussioni negative sull'andamento della stagione turistica,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se le preoccupazioni espresse dai cittadini siano fondate e se non ritengano sia il caso di effettuare una verifica puntuale, anche mediante la richiesta di un'informativa urgente alla Provincia di Olbia-Tempio, circa l'effettiva situazione delle discariche sopra citate, anche al fine di intraprendere le eventuali azioni necessarie a garantire ai cittadini e agli ospiti dei territori interessati la giusta qualità di vita all'interno di un ambiente sano e adeguatamente curato. (556)

Interpellanza Busia - Desini - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sul mantenimento della posizione dirigenziale e della sede del soppresso Servizio di Roma e sul mantenimento di un'unità di progetto in assenza dei requisiti.

I sottoscritti,

premesso che:

- in sede di discussione del disegno di legge concernente la riorganizzazione dell'Amministrazione regionale, diventato legge regionale 25 novembre 2014, n. 24 (Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione), gli odierni scriventi avevano presentato un emendamento concernente "Attività delle Conferenze e Servizio di Roma" volto, da un lato, a valorizzare e potenziare il ruolo dell'Amministrazione regionale nell'ambito del sistema della Conferenza Stato-Regione, Conferenza delle Regioni e delle province autonome e della Conferenza unificata e, dall'altro, a realizzare una diminuzione delle spese di funzionamento attraverso la dismissione della sede del Servizio di Roma, impegnando la Giunta a trovare una sistemazione più coerente con l'attività svolta, anche considerando l'utilizzazione di uffici in uso a enti di cui è socia;

- gli uffici di Roma sono allocati in una struttura di grandi dimensioni di proprietà del Banco di Sardegna, posizionata in una zona residenziale e sono posseduti in virtù di un oneroso contratto di locazione; agli uffici di Roma, aventi natura di Servizio, era assegnato un dirigente;

- l'emendamento è stato successivamente ritirato a seguito di interlocuzioni avute con l'Assessore competente e di rassicurazioni sul fatto che il problema sarebbe stato affrontato dalla Giunta regionale;

- con decreto del Presidente della Regione n. 43 del 22 aprile 2015 concernente la riorganizzazione delle Direzioni generali, l'ufficio dell'Amministrazione regionale di Roma è stato soppresso per essere riassorbito nel Servizio rapporti internazionali, con l'Unione europea, nazionali e regionali, che esercita le sue competenze anche attraverso i dipendenti allocati presso gli uffici di Roma;

rilevato che:

- con deliberazione n. 38/23 del 28 luglio 2015, la Giunta regionale ha istituito un'unità di progetto con il compito di partecipare ai tavoli tecnici in materia sanitaria;

- il dirigente assegnato al Servizio di Roma soppresso è stato assegnato alla direzione dell'unità di progetto in parola;

- a oggi la sede che ospitava il Servizio di Roma continua a essere utilizzata come sede di rappresentanza della Regione, per lo svolgimento delle funzioni del Servizio rapporti internazionali, con l'Unione europea, nazionali e regionali e sarà utilizzata anche per le attività dell'unità di progetto;

considerato che la deliberazione n. 8/21 del 24 febbraio 2015, nel fissare i criteri di costituzione delle unità di progetto, prevede che "Dette unità sono da intendersi come strutture organizzative dirigenziali temporanee, di carattere trasversale, finalizzate al conseguimento di obiettivi circoscritti connessi all'attuazione del programma di governo. Le unità di progetto sono poste alle dirette dipendenze del Presidente o di un Assessore e non possono essere articolate in settori. Ciascuna unità di progetto deve essere istituita con specifica deliberazione della Giunta regionale che, oltre a definire i rapporti delle unità di progetto con le altre strutture del sistema Regione, individua il responsabile, indica gli obiettivi, la durata, le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie. Le unità di progetto costituiscono posizioni dirigenziali equiparabili a quelle di Servizio e possono essere attribuite a dirigenti già titolari di un incarico ovvero a dirigenti incaricati in via esclusiva del loro coordinamento. L'Assessore, pertanto, propone di inserire in via sperimentale nella dotazione organica dirigenziale la possibilità di istituire fino a un massimo di 4 unità di progetto.";

preso atto che:

- le esigenze sottese alla soppressione del servizio di Roma sono state, in concreto, disattese; infatti, i provvedimenti adottati dalla Giunta regionale non generano alcun risparmio per l'Amministrazione regionale e appaiono in contrasto con i principi dettati per la costituzione delle unità di progetto;

- la soppressione del Servizio di Roma è stata solo nominale, tenuto conto che, tanto la sede quanto la funzione dirigenziale, non sono state toccate dalla riorganizzazione amministrativa. La dirigente assegnata in comando all'ufficio di Roma con decreto n. 94 del 12 agosto 2013 è una dirigente comunale nominata dirigente del Servizio di Roma con decreto n. 117 del 26 agosto 2013 per una durata non superiore ai cinque anni dal conferimento dell'incarico. La soppressione dell'ufficio di Roma, tuttavia, avrebbe dovuto comportare la revoca dell'incarico e la conseguente cessazione del comando;

- il comando della dirigente in questione non è cessato ma alla stessa è stato assegnato il compito di dirigere un'unità di progetto costituita, peraltro, in assenza dei presupposti dettati dalla Giunta regionale. Difettano, infatti, il requisito della trasversalità e il requisito dell'individuazione di obiettivi specifici; appare dubbia, perlomeno, la riconducibilità delle attività richieste a obiettivi circoscritti connessi all'attuazione del programma di governo. Le attività richieste all'unità di progetto, infatti, sono riconducibili ad attività ordinarie proprie del Servizio rapporti internazionali, con l'Unione europea, nazionali e regionali che si occupa, tra le altre competenze, del coordinamento delle attività e della partecipazione alla Conferenza delle Regioni, alla Conferenza Stato-Regioni e alla Conferenza unificata;

- di fatto, nonostante la soppressione del Servizio di Roma, la Regione continua ad avere a Roma uffici ubicati nella medesima sede richiamata nelle premesse e lo stesso dirigente preposto a coordinare, non più un Servizio, ma tre risorse umane nell'ambito di un'unità di progetto, ad avviso degli scriventi, non giustificata (contrariamente anche alle disposizioni dettate dalla Giunta regionale che impongono un determinato rapporto tra numero di dipendenti e dirigente); l'assegnazione di ulteriori spazi da dedicare all'unità di progetto, anzi, rischia di impedire la riduzione dei costi della sede di Roma, condizionata alla dismissione di uffici e parcheggi;

ritenuto che l'assegnazione all'unità di progetto di risorse umane del Servizio rapporti internazionali, con l'Unione europea, nazionali e regionali rischia di incidere negativamente sull'efficienza delle attività di quest'ultimo,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per conoscere gli intendimenti sul mantenimento della posizione dirigenziale e della sede del soppresso Servizio di Roma e sul mantenimento di un'unità di progetto in assenza dei requisiti. (154)

Interpellanza Peru - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul mancato utilizzo dei fondi destinati alla realizzazione di alberghi diffusi, previsti dalla legge finanziaria regionale 2015.

I sottoscritti,

premesso che:

- la legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), all'articolo 20 (Interventi a favore dei settori dell'artigianato, turismo, commercio e dei siti inclusi nel Parco geominerario della Sardegna), comma 3, prevede che "al fine di sviluppare un'offerta turistica identitaria integrata con le produzioni locali e la valorizzazione del territorio a fini turistico-ricettivi, la Giunta regionale predispone un programma di finanziamento a favore degli enti locali attraverso l'utilizzo delle risorse europee, nazionali e regionali, per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee A. Per le finalità di cui al presente comma è autorizzata, per l'anno 2015, la spesa di euro 2.000.000 (UPB S06.02.003)";

- integrando la spesa autorizzata dalla legge finanziaria regionale 2015 con ulteriori finanziamenti dai fondi europei della programmazione 2014-2020, si potrebbe raggiungere una disponibilità complessiva pari a 12 milioni di euro per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili;

constatato che l'Amministrazione regionale, a tutt'oggi, non ha ancora avviato alcun procedimento che permettesse di impegnare gli stanziamenti iscritti in bilancio e previsti dalla legge finanziaria regionale 2015;

ritenuto che:

- l'albergo diffuso è un modello turistico che produce sviluppo senza consumare ulteriori porzioni di territorio, perché prevede la riqualificazione del patrimonio esistente;

- il modello dell'albergo diffuso possa concorrere alla modernizzazione dell'offerta turistica contribuendo all'allungamento della stagione, alla riqualificazione dei centri storici e all'attenuazione del fenomeno dello spopolamento dei territori;

- un sistema turistico di ospitalità che punti sulla qualità della vita, sul patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico, sulla filiera agro-alimentare e sulla dimensione delle nostre comunità a misura d'uomo, possa permettere lo sviluppo di nuove opportunità occupazionali per le nuove generazioni;

- il settore turistico in Sardegna abbia bisogno di recuperare competitività rispetto alla concorrenza di altri territori;

- sia indispensabile procedere immediatamente alla predisposizione dei bandi per l'avvio delle procedure di assegnazione dei fondi in bilancio;

- all'interno del programma operativo nell'ambito dell'obiettivo "investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" del POR Sardegna 2014-2020, debba essere individuato un intervento per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio affinché riferiscano:

1) quali misure urgenti la Giunta regionale intende adottare al fine di evitare che lo stanziamento previsto dalla legge finanziaria regionale 2015 per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee A, venga mandato in economia;

2) quali siano le iniziative e le azioni che l'Amministrazione regionale intende porre in essere al fine di programmare, all'interno di uno degli assi prioritari del POR Sardegna 2014-2020, un intervento per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa la cui specificità è totalmente conforme con le linee di indirizzo strategico del Programma operativo regionale varate dalla Giunta regionale. (155)

Interpellanza Lampis - Truzzu sull'attuazione del sistema Isee 2015, in base al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, negli assessorati, negli enti al diritto allo studio di Cagliari e Sassari e negli enti locali.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'Isee, l'indicatore della situazione economica equivalente, è lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate e viene calcolato con riferimento al nucleo familiare del richiedente e sulla base delle informazioni raccolte con il modello Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) e delle altre informazioni disponibili negli archivi dell'Inps e dell'Agenzia delle entrate;

- in base al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, dal 1° gennaio 2015 l'Isee sarà calcolato con regole del tutto nuove, tenendo conto del patrimonio immobiliare non locato, dei redditi esenti dall'IRPEF, tra cui addirittura le pensioni d'invalidità o gli assegni d'accompagnamento), nonché addirittura della giacenza media annua dei conti correnti;

considerato che:

- utilizzando questi nuovi parametri, si è registrata l'esclusione di una percentuale compresa tra il 10 e il 30 per cento degli studenti universitari usufruitori e aventi diritto negli anni precedenti dei servizi sopra citati, in quanto il superamento della soglia Isee non aggiornata ha determinato l'estromissione dalle graduatorie a valere sulle borse di studio e per le case dello studente, nonché l'esclusione di numerosi aventi diritto dai servizi di sostegno sociale erogati dagli enti locali;

- le pensioni di invalidità e gli assegni di accompagnamento sono strumenti di sostegno al reddito per soggetti che versano in situazioni di particolare disagio e, pertanto, non possono essere considerati come parametri di calcolo della ricchezza familiare;

- gli immobili sfitti, soprattutto quelli ubicati nei centri più piccoli della Sardegna e in generale nelle zone interne dell'Isola, non possono costituire un parametro di ricchezza poiché, vista anche la particolare condizione dei nostri comuni, spesso e volentieri si è proprietari di immobili che rappresentano più un costo e una passività che una fonte di reddito, anche a causa dell'elevata tassazione e dei costi di mantenimento;

- la giacenza media dei conti correnti tiene conto, inoltre, di somme di denaro ottenute tramite prestiti e che pertanto non dovrebbero, a loro volta, essere considerate nella ricchezza e nella disponibilità patrimoniale di un nucleo familiare e invece nel calcolo attuale concorrono inevitabilmente a far superare la soglia Isee;

- nello stesso decreto del Governo si fa riferimento all'autonomia delle regioni a statuto speciale prevedendo che si attuino le disposizioni asserite, nelle forme previste dai rispettivi statuti;

- gli enti al diritto allo studio hanno richiesto, agli studenti, la presentazione dell'Isee conforme a quanto sopra richiamato a partire dal 1° gennaio 2015;

ritenuto che:

- il nuovo Isee non rispetti i principi di meritocrazia e di vera solidarietà di uno Stato sociale che tuteli le fasce deboli della nostra società, ma sia un'operazione di polizia fiscale che colpirà in particolar modo gli studenti fuori sede e i cittadini di piccoli e medi comuni;

- la Regione debba farsi portavoce della necessità di una vera giustizia sociale che miri alla tutela dei nostri studenti universitari, ma anche di tutti coloro che sono costretti a chiedere aiuto ai servizi sociali dei comuni dell'Isola;

- gli enti pubblici debbano, comunque, scongiurare l'elargizione di risorse economiche a chi, in realtà, scientemente decide di non dichiarare redditi e proprietà al fisco, attuando vere e proprie forme di elusione o evasione fiscale;

preso atto che il Parlamento, nell'aprile scorso, ha approvato una mozione per la revisione dell'Isee con l'introduzione del cosiddetto quoziente famiglia, in modo da tener maggiormente conto delle condizioni di ogni singolo nucleo familiare,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se il nuovo modello Isee abbia trovato una corretta e coerente applicazione negli uffici della Regione e negli enti e agenzie regionali;

2) nel caso dell'assegnazione di borse di studio, alloggi e quanto spettante agli studenti universitari, se venga confermata anche nella nostra Regione una riduzione percentuale degli aventi diritto, pari a quella denunciata a livello nazionale, tra i beneficiari dello scorso anno e quelli del 2015;

3) se tutti i comuni abbiano applicato, nelle rispettive graduatorie per la concessione di servizi di carattere sociale, il nuovo modello Isee o in alcuni si sia proceduto ancora con il vecchio sistema;

4) se non ritengano opportuno intervenire presso il Governo per rivendicare una revisione dei criteri sui quali si calcola il nuovo Isee al fine di garantire una maggiore equità sociale. (156/C-2)

Interpellanza Rubiu sulla mancata elencazione della spiaggia di Porto Pino nella Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio.

Il sottoscritto,

premesso che nella Carta delle spiagge della Sardegna - elaborata sotto l'egida dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio nell'ambito di un progetto cofìnanziato dall'Unione europea - risulta non essere stata rappresentata, nella versione stampata, la spiaggia di Porto Pino, ricadente tra i Comuni di Sant'Anna Arresi e Teulada;

rilevato che tale mappa ha funzione di illustrazione grafica tramite immagini delle 200 spiagge che maggiormente rappresentano la nostra Regione, mentre nel sito Sardegnaturismo, sono elencate e descritte tutte le spiagge dell'Isola;

appurato che la carta in formato stampato ha un maggior potere comunicativo, in quanto rispetto ad un sito internet è di più immediata lettura per appassionati, potenziali turisti e visitatori della nostra Isola; ciò ha un effetto immediato sulla scelta delle destinazioni da parte di coloro che vogliono scoprire le bellezze dei litorali sardi;

acclarato che il sito di Porto Pino è una località costiera di riferimento per il Golfo di Palmas, situato nel basso Sulcis (da Carbonia sino a Sant'Anna Arresi) caratterizzata da un ecosistema di estremo rilievo, grazie alla presenza di una vasta pineta spontanea di pino d'Aleppo, presente in Sardegna solo in questa zona e nell'Isola di San Pietro; questo habitat è inserito in prossimità di una vasta zona umida interna, che costituisce un perfetto insediamento per l'allevamento dei capitoni, una specie di femmina di anguilla, nota per le sue dimensioni; su questo si fonda da una parte una importante realtà produttiva locale e dall'altra un variegato ecosistema naturale, che abbraccia il mare, la flora e la fauna ittica e volatile, che popola questa zona;

evidenziato che il litorale di Porto Pino, per tutte queste considerazioni di carattere naturalistico, è già riconosciuto come sito di interesse comunitario dell'UNESCO;

approfondito che la spiaggia, lunga circa 4 chilometri, è tradizionalmente suddivisa in tre porzioni: due distinte spiagge, separate dai ruderi di un molo, che anticamente proteggeva un altro canale adduttore, e la più nota zona delle dune di sabbia bianca; la cosiddetta prima spiaggia, ubicata alle spalle dei parcheggi comunali, è lunga 550 metri, ed è formata da sabbia compatta e grigiastra, tipica colorazione dovuta allo sgretolamento delle cosiddette banquettes, ovvero cumuli di posidonia oceanica che si depositano sulla sabbia durante le mareggiate, che contrasta in maniera totalmente naturale l'erosione della spiaggia; questa prima parte è maggiormente fornita di servizi e di conseguenza, è la più frequentata dai bagnanti; la seconda spiaggia, lunga poco meno di 2 chilometri, è formata da sabbia bianca ed è meno frequentata, a causa del difficile accesso carrabile, salvo nella sua parte iniziale e finale, che risultano più facilmente raggiungibili da strade e parcheggi; è suddivisa amministrativamente tra i Comuni di Sant'Anna Arresi e Teulada;

appreso che la zona delle dune, o sabbie bianche (Is arenas biancas), è il terzo settore della spiaggia ed è lungo circa un chilometro; esso è situato nel territorio comunale di Teulada e si trova all'interno del poligono militare di Teulada; il sito è accessibile solo durante il mese di agosto; l'area è conosciutissima a livello internazionale e dà il giusto risalto a tutto il litorale di Porto Pino;

sottolineato che appare incomprensibile come nel formato stampato della Carta delle spiagge della Sardegna, contenente una selezione di 200 spiagge, non risulti proprio la spiaggia di Porto Pino;

osservato che si tratta di un danno d'immagine rilevante per tutto il territorio del Sulcis Iglesiente, in cui spicca un'area considerata come una delle perle ambientali della Sardegna;

appurato che non sono affatto chiari i parametri utilizzati per la selezione delle spiagge da inserire nel formato stampato della mappa, in quanto il non inserimento della spiaggia di Porto Pino è totalmente incomprensibile per quanto descritto in precedenza;

tenuto conto che sarebbe opportuna una revisione immediata di tale carta, con l'inserimento della spiaggia di Porto Pino nell'elenco delle spiagge della Sardegna,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) quali particolari parametri abbiano portato all'eliminazione della spiaggia di Porto Pino dalla Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall'Assessorato;

2) se non appaia opportuna una revisione immediata della Carta delle spiagge della Sardegna, con l'inserimento della spiaggia di Porto Pino in tale elenco;

3) se sia opportuno dare priorità, nella rappresentazione grafica, a tutti i siti di interesse nazionale (SIN) e i siti di interesse comunitario (SIC) presenti in Sardegna. (157)

Interpellanza Rubiu, sulle ricadute negative all'accesso alle agevolazioni universitarie isolane in seguito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159 inerente il regolamento sulla revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee).

Il sottoscritto,

premesso che il decreto Presidente Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n. 159 sul regolamento delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ha modificato i criteri per l'accesso al bando per le borse di studio e per gli alloggi degli studenti universitari iscritti agli atenei isolani e che le revisioni si riflettono in modo negativo sull'esercito dei laureandi, togliendo di fatto dei diritti essenziali agli studenti;

rilevato che l'attuale sistema prevede solo che, ai fini dell'accertamento dei requisiti per il mantenimento della borsa di studio (articolo 4, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013), gli enti per il diritto allo studio hanno l'obbligo specifico di sottrarre l'ammontare della borsa percepita nell'anno precedente al valore Isee; ne consegue che il calcolo della borsa percepita non peserà ai fini dell'ottenimento della stessa negli anni successivi, ma avrà sicuramente effetto ai fini del pagamento delle tasse universitarie nell'ipotesi in cui la borsa sia stata persa per l'assenza di requisiti diversi dall'Isee. Per queste ultime, la scelta di escludere la borsa di studio nell'attribuzione della fascia relativa alla tasse universitarie compete solo ed esclusivamente all'Ateneo e non potrà essere gestita con l'indicatore Iseeu nazionale. Tale atto appare di una gravità assoluta, visto che si tratta di uno svantaggio per i tanti studenti che hanno beneficiato di un servizio in seguito al loro percorso virtuoso. Quindi bisogna intervenire presso gli Atenei per far sì che inseriscano nei propri regolamenti un'apposita clausola di esclusione della borsa di studio nell'assegnazione della fascia di tassazione. L'ente erogatore, essendo la prestazione la medesima, ha l'obbligo di scorporare l'importo della borsa percepita l'anno precedente anche nel caso in cui a erogarla sia stato altro ente;

acclarato che, alla luce della nuova disciplina Isee, la condizione economica dello studente è individuata in applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 e del decreto 7 novembre 2014. Pertanto, i redditi e i patrimoni dei fratelli e delle sorelle concorrono alla formazione dell'indicatore per prestazioni per il diritto allo studio universitario nella misura del 100 per cento. Con riferimento alla determinazione del patrimonio posseduto all'estero, anche nell'ambito di prestazioni per il diritto allo studio universitario, il patrimonio è determinato nel rispetto dell'articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 e, quindi, tenendo conto del valore individuato per il calcolo dell'imposta sul valore degli immobili situati all'Estero (IVIE);

evidenziato che, con le modifiche delle modalità di calcolo dei parametri Isee e Ispe, tantissimi studenti sardi si sono ritrovati a essere più "ricchi", pur non avendo modificato la loro situazione economica rispetto all'anno precedente. Si materializza, pertanto, una particolare condizione in cui emerge che la categoria idonei non beneficiari viene sostituita con quella di studenti non inseriti in alcuna graduatoria, che non potranno neanche avere delle agevolazioni previste per coloro che, pur non avendo i mezzi, meritano di vedersi garantito il diritto a proseguire il percorso universitario;

appreso che l'indicatore della situazione economica equivalente per l'università rischia di penalizzare proprio i più deboli nell'accesso alle borse di studio e che il nuovo strumento messo a punto dal Governo per rendere più trasparente la situazione reddituale dei cittadini ha provocato, già nei mesi scorsi, le lamentele di molti studenti, proprio perché il nuovo principio che prevede di inserire dentro l'Isee tutti i redditi disponibili, compresi quelli soggetti a imposta sostitutiva o a ritenuta a titolo di imposta e quelli esenti da Irpef, tra cui rientrerebbero le borse di studio, rischiava di penalizzare soprattutto le fasce più deboli. Si tenga tra l'altro presente che la borsa di studio sarà presa in considerazione per accedere a tutti gli altri servizi universitari e anche per pagare le tasse;

sottolineato che a livello regionale sono state evidenziate già da tempo le lacune di questo provvedimento, sollecitando un intervento urgente da parte della Regione, al fine di non aggravare ulteriormente la fascia degli studenti meritevoli nell'accesso ai servizi universitari;

osservato che, i giorni scorsi, il mondo universitario ha ribadito la sua contrarietà al nuovo sistema di calcolo, con una manifestazione degli studenti di UniCa 2.0 sotto il palazzo della Giunta regionale, finalizzata a denunciare e attirare l'attenzione dei cittadini sul tema del diritto allo studio;

appurato che appare chiara una forte sottovalutazione della problematica da parte dell'esecutivo regionale;

visto che è stata segnalata la ricaduta negativa sugli atenei isolani della modifica dei suddetti parametri;

tenuto conto che gli indicatori regionali per il diritto allo studio rivelano una condizione impietosa e implacabile, che gli importi delle borse di studio sono tra i più bassi in Italia e che le soglie Isee d'accesso ai bandi Ersu sono tra le più basse della Penisola, con sempre meno studenti iscritti nei due atenei sardi, con sempre più studenti che scelgono di emigrare per intraprendere il percorso universitario, con sempre meno posti alloggio nelle città universitarie e con sempre meno finanziamenti per garantire il diritto allo studio;

constatato che sarebbe, dunque, opportuna una posizione forte e decisa da parte della Giunta regionale per modificare i parametri penalizzanti dal nuovo sistema di calcolo Isee e Ispe per gli studenti universitari, in modo tale da ampliare la platea degli studenti beneficiari meritevoli di accedere ai servizi accademici e che sarebbe, inoltre, auspicabile un impegno fermo e determinato dell'esecutivo per incrementare i fondi destinati agli studenti universitari isolani, sempre più in difficoltà in seguito al taglio delle risorse e dei servizi attuato dalla Regione,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di scongiurare delle ricadute negative in seguito al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013 sul mondo universitario isolano, con l'innalzamento dei criteri per accedere ai servizi universitari degli atenei sardi;

2) se non appaia opportuno un intervento forte e deciso da parte della Giunta regionale per sostenere il diritto allo studio degli studenti meritevoli, di fatto penalizzati nell'accesso ai servizi degli atenei sardi;

3) se sono stati avviati dei confronti con il Governo tesi a incrementare le risorse per garantire il percorso di studi negli atenei isolani, con il potenziamento dei servizi a disposizione degli studenti. (158)

Interpellanza Lai - Cocco Daniele Secondo sulla prospettata chiusura di diversi sportelli del Banco di Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- il Banco di Sardegna Spa è un'impresa di diritto privato che nella sua storia ha svolto un importante ruolo di servizio pubblico e presidio territoriale;

- tale presenza si è manifestata con la presenza diffusa di sportelli dislocati in tutte le province sarde;

considerato che:

- negli ultimi anni si è registrata la chiusura di 38 sedi di agenzie dislocate nelle diverse province sarde, in aree già fortemente disagiate per la carenza di servizi;

- sulla base delle informazioni ricavate dagli organi di stampa si evince la programmata chiusura di altre sedi, soprattutto in piccoli comuni;

preso atto che:

- le conseguenze negative della chiusura comporterebbero la perdita di importanti presidi territoriali, a discapito di cittadini che, per fruire degli stessi servizi, dovranno spostarsi presso altri comuni;

- la chiusura ricadrebbe negativamente su piccoli comuni che si vedrebbero ridotti i presidi attinenti servizi di rilevanza pubblica;

considerato che tale scelta aziendale comporterebbe ulteriori disagi per i cittadini residenti nei piccoli comuni interessati,

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) se sia a conoscenza della situazione descritta;

2) cosa intenda fare per tutelare la presenza di presidi territoriali di un servizio che intende chiudere i suoi uffici soprattutto nei piccoli comuni, già disagiati per fattori di ordine economico, morfologico, sociale e inerente il collegamento territoriale. (159)

Interpellanza Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Congiu - Desini - Busia - Unali sulla chiusura della sezione staccata del Centro servizi del lavoro di Bosa.

I sottoscritti,

premesso che il Centro servizi per il lavoro di Cuglieri, sezione decentrata di Bosa, presta la sua attività in un territorio di circa 12.000 mila abitanti che conta circa 3500 disoccupati iscritti, che rappresentano circa il 30 per cento dell'intera popolazione residente;

accertato che la sezione distaccata di Bosa è un importante punto di riferimento per l'intero territorio nella gestione delle politiche attive che la Regione mette in campo per fronteggiare il problema della disoccupazione, dell'inclusione sociale e dell'inserimento e dell'integrazione nel mercato del lavoro;

valutato che tali servizi essenziali, con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, sono stati delegati alla Regione nelle more dell'approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge di riforma n. 216 in materia di disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro che modifica la legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9, in materia di lavoro e servizi all'impiego);

rilevato che il disegno di legge n. 216 suggerisce all'articolo 13, comma 3, che ... " i servizi territoriali dell'Agenzia regionale per il lavoro possono essere ubicati anche nelle sedi dei centri regionali di formazione professionale";

tenuto conto che a Bosa esiste un centro formazione professionale i cui locali, in parte occupati dall'unione dei comuni e dall'università della terza età, possono adeguatamente ospitare la sezione CSL di Bosa;

rilevato che gli attuali locali in cui sono ospitati gli uffici della sezione CSI di Bosa sono fatiscenti e strutturalmente incompatibili con il carattere pubblico dei locali;

constatato che è intenzione dell'amministrazione comunale di Bosa trasferire la sede CSL al piano superiore dello stabile oggetto di ristrutturazione e che tale soluzione appare di dubbia fattibilità in merito alla fruibilità dei locali da parte dell'utenza e alla sicurezza dei dipendenti, considerando l'edificio sede di cantiere comunale e di ristrutturazioni importanti;

preso atto che l'amministrazione comunale, consapevole della necessità di trasferimento degli uffici del CSL-Bosa, da alcuni anni è rimasta colpevolmente immobile nella ricerca di una adeguata soluzione condivisa con gli assessorati regionali interessati;

considerata la preoccupante possibilità di un'imminente chiusura della sezione CSL, con danni immediati e forti disagi per migliaia di disoccupati che dovranno percorrere decine di chilometri per raggiungere la sede CSL di Cuglieri,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale degli enti locali finanza e urbanistica per sapere:

1) quali provvedimenti intendano prendere per scongiurare la chiusura della sezione decentrata di Bosa (sede CSL-Cuglieri) affinché si continui a offrire a un intero territorio un servizio fondamentale per oltre tremila disoccupati /inoccupati;

2) se ritengano opportuno trasferire la sezione CSL di Bosa nella sua sede naturale del Centro formazione professionale, vista che strutturalmente e funzionalmente può e deve ospitare tali uffici. (160)

Interpellanza Crisponi sulla situazione del Consorzio per la pubblica lettura "Satta" di Nuoro.

Il sottoscritto,

premesso che il Consorzio per la pubblica lettura "Satta" di Nuoro venne istituito dalla Amministrazione provinciale e dal Comune di Nuoro il 28 dicembre 1948 ai sensi della legge n. 393 del 1941, quale presidio culturale fondamentale per l'accesso alla conoscenza e al mondo dell'informazione;

valutato che il Consorzio svolge un servizio irrinunciabile rivolto ad utenti, biblioteche, enti, scuole e associazioni attraverso le molteplici sezioni in cui esso è organizzato: prestito librario, animazione e promozione della lettura, formazione, consulenza tecnica, produzione editoriale, organizzazione di laboratori e seminari;

rilevato che il Consorzio "Satta" ha nel tempo creato un efficace sistema bibliotecario territoriale che si estende in ben 29 comuni ricadenti nel territorio del Nuorese e delle Baronie, svolgendo una puntuale attività di ricerca e con ciò rappresentando un autentico punto di riferimento per studiosi, intellettuali e giovani studenti;

considerato che lo stesso consorzio è dotato di un considerevole patrimonio formato da beni librari, documentali e multimediali che viene quotidianamente messo a disposizione degli utenti grazie al professionale e appassionato servizio reso dai 18 dipendenti;

tenuto conto che tali attività mantengono vivo lo spessore culturale e identitario della città di Nuoro e del suo territorio proprio nella delicata fase storica in cui chiudono e retrocedono i presidi istituzionali nazionali, mortificando in tal modo un'area già particolarmente indebolita e che mostra preoccupanti segni di vulnerabilità socio-culturale;

appreso che il Consorzio "Satta", attualmente retto da un commissario, si dibatte in una gravissima crisi finanziaria che mina le possibilità di sopravvivenza di tale importante presidio culturale, anche alla luce della consaputa crisi finanziaria del Comune di Nuoro e della contestuale situazione della Amministrazione provinciale coinvolta nei riassetti delle autonomie locali in discussione presso il Consiglio regionale,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto su esposto;

2) non ritengano di dover immediatamente intervenire per adottare tutte le opportune iniziative a tutela e salvaguardia di tale prestigioso presidio culturale e dei suoi lavoratori;

3) non ritengano di dover assicurare la immediata stabilizzazione economica del Consorzio "Satta" e la sua conseguente riorganizzazione istituzionale, anche attraverso la diretta partecipazione della stessa Amministrazione regionale. (161/C-2)

Interpellanza Lampis - Truzzu sulla mancata individuazione e conseguente inserimento delle spiagge di Gutturu 'e Flumini e Capo Pecora del comune di Arbus nella Carta delle spiagge della Sardegna, elaborata dall'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio, nonché sulle fuorvianti indicazioni relative alle spiagge della penisola insistenti nel medesimo comune.

I sottoscritti,

premesso che l'isola di Sardegna presenta un perimetro costiero esteso di circa 1.840 Km e che il solo comune di Arbus, il cui territorio comprende ben 269 Kmq, possiede un litorale che da Capo Pecora arriva a Capo Frasca, apprezzabile intorno ai 50 km di costa;

verificato che l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio ha promosso la redazione della Carta delle spiagge della Sardegna consultabile e scaricabile come file in formato pdf dal sito istituzionale www.sardegnaturismo.it;

rilevato che nella suddetta Carta sono individuate 240 spiagge della Sardegna con indicazione, da un lato, della posizione geografica di ciascuna di esse all'interno del territorio sardo e, dall'altro, di un elenco che riporta il loro nome, una breve descrizione e i servizi presenti di cui può disporre il turista;

appurato che la summenzionata Carta non individua l'importantissima spiaggia di Gutturu 'e Flumini - Marina di Arbus, situata tra il litorale di Funtanazza e quello di Campu Sali;

considerato che tale dimenticanza si aggiunge all'esclusione della rinomata spiaggia di Capo Pecora, anch'essa ricadente nella giurisdizione territoriale del Comune di Arbus;

acclarato che sul portale istituzionale sardegnaturismo.it si descrive la spiaggia di Gutturu 'e Flumini - Marina di Arbus come di seguito riportato: "si trova nella località omonima e nel comune di Arbus. La spiaggia, lunga due chilometri e posta nella magnifica Costa Verde, si presenta con un fondo di sabbia chiara sottile ed è delimitata da una scogliera e da fitti cespugli della tipica vegetazione della macchia mediterranea. Le sue acque sono di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale";

preso atto che nel medesimo portale la spiaggia di Capo Pecora viene così descritta: "Si presenta con un fondo di sabbia chiara a grani grossi delimitata da scogliere a strapiombo sul mare. Le sue acque sono particolarmente limpide e un effetto cromatico suggestivo è offerto dalla mescolanza del dorato della sabbia, del colore delle rocce, dal tappeto di vegetazione tipica della macchia mediterranea che ricopre le dune";

evidenziato che nella pagina web http://www.sardegnaturismo.it/it/punto-di-interess/ecapo-pecora, la località in esame viene ritenuta come situata all'interno del territorio del comune di Buggerru, informazione assolutamente falsa e pregiudizievole nei confronti del comune di Arbus, vero e unico titolare della giurisdizione territoriale di questa zona;

considerato che la Carta individua all'interno della Penisola di Capo Frasca due spiagge denominandole Sa Niedda e Punta Frasca per le quali si riporta fedelmente dalla mappa la seguente affermazione: "L'accesso da terra è vietato, quello dal mare consentito solo a luglio e agosto";

ritenuto che le suindicate spiagge siano situate all'interno del poligono militare di Capo Frasca, il cui perimetro è circoscritto attualmente da acque interdette totalmente alla balneazione e alla navigazione, a seguito di apposita ordinanza della Capitaneria di porto di Oristano in tutti i mesi dell'anno compresi luglio e agosto;

appurato che la violazione del divieto di balneazione, di navigazione, stazionamento ed esercizio della pesca nelle acque prospicienti il poligono di Capo Frasca comporta la commisurazione di sanzioni amministrative a carico del trasgressore;

valutato che appaiono oltremodo incomprensibili le reiterate imprecisioni contenute nella Carta delle spiagge della Sardegna a danno della corretta promozione del territorio del comune di Arbus;

appurato che nel sito sardegnaturismo.it non vengono menzionati i parametri utilizzati per l'individuazione e la descrizione delle spiagge da inserire nel formato stampabile della mappa,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) chi ha redatto la Carta delle spiagge della Sardegna e, qualora trattasi di soggetto esterno alle professionalità dell'ente, attraverso quali procedure è stato selezionato, il costo di tale incarico e i parametri utilizzati per l'individuazione delle spiagge;

2) se la predisposizione della Carta delle spiagge della Sardegna ha visto anche il coinvolgimento degli amministratori locali, veri conoscitori delle peculiarità del territorio da essi governato;

3) se non ritengano opportuna l'immediata revisione della Carta delle spiagge della Sardegna con l'inserimento delle spiagge di Gutturu Flumini - Marina di Arbus e Capo Pecora, nonché con la correzione delle pericolose e fuorvianti indicazioni relative alle spiagge presenti all'interno del poligono militare di Capo Frasca;

4) chi ha indicato nel portale sardegnaturismo.it che la spiaggia di Capo Pecora rientra nella giurisdizione territoriale del comune di Buggerru e da dove è stata assunta tale informazione;

5) i tempi della correzione di quanto indicato nel punto 3. (162/C-5)

Interpellanza Oppi - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sul pagamento degli stipendi al personale dell'ARAS e APA.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) svolge, esclusivamente e da oltre 20 anni, su delega della Regione autonoma della Sardegna, compiti di assistenza tecnica a favore degli operatori del comparto zootecnico isolano;

- l'Associazione fornisce agli utenti diversi servizi professionali quali assistenza tecnica in azienda, sia agronomica che sanitaria e, inoltre, analisi di laboratorio sul latte e sugli alimenti a uso zootecnico;

- la Regione, tramite l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, ha sempre finanziato quasi integralmente l'erogazione di tali servizi da parte dell'ARAS, con diverse leggi che trovano compimento nell'articolo 16 della legge regionale 14 novembre 2000, n. 21;

- nel recente passato, i governi regionali che si sono succeduti hanno sancito, nelle deliberazioni con le quali venivano stanziati i finanziamenti annuali all'Associazione, l'esclusività nell'erogazione di tali servizi da parte dell'ARAS;

ritenuto che:

- nel corso della sua attività, l'ARAS, con il proprio personale costituito da zootecnici (agronomi e periti agrari), veterinari, analisti (biologi e tecnici di laboratorio), informatici e amministrativi, per un totale di circa 300 unità, è stata un'associazione che con continuità ha operato sul campo a favore dello sviluppo della zootecnia isolana, divenendo punto di riferimento primario per allevatori, caseifici, istituti di ricerca, università ed enti sia regionali che nazionali ed esteri;

- il personale dell'ARAS è stato, inoltre, utilizzato per fare fronte a emergenze riguardanti il settore zootecnico (blue tongue, scrapie, inquinamento ambientale da reflui zootecnici, ecc.) e, inoltre, nella realizzazione di diversi interventi di politica agraria regionale previsti dai piani di sviluppo rurale, sia in termini di assistenza che di divulgazione;

considerato che:

- fino al 2006, l'Associazione ha sempre operato sotto la stretta supervisione dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con piani annuali approvati e finanziati dallo stesso Assessorato, coordinandosi e collaborando con tutti i soggetti pubblici, regionali e non, operanti nel settore (ex ERSAT, ASL, Istituto zooprofilattico, Istituto zootecnico e caseario, ispettorati agrari, amministrazioni locali);

- con la legge regionale 8 agosto 2006, n. 13, la Regione istitutiva le agenzie LAORE, ARGEA e AGRIS, accorpando così tutti gli enti e i consorzi operanti in agricoltura, e le funzioni tradizionalmente affidate dalla Regione all'ARAS sono divenute di competenza dell'Agenzia LAORE;

- l'agenzia LAORE, secondo quanto disposto dall'articolo 16, per quanto concerne i servizi di assistenza tecnica in zootecnia può stipulare convenzioni con soggetti esterni;

valutato che:

- tutto ciò premesso, giunge notizia agli interpellandi che si stiano verificando preoccupanti ritardi nel pagamento delle ultime mensilità degli stipendi del personale ARAS a causa, parrebbe, di un ritardo nell'erogazione delle spettanze dell'associazione da parte di LAORE,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché riferisca:

1) quali misure la Giunta regionale intende adottare al fine di pervenire nei tempi più rapidi al pagamento delle spettanze dell'ARAS da parte dell'Agenzia LAORE;

2) se corrisponde al vero che l'Assessorato in oggetto abbia inviato tardivamente la richiesta di nullaosta all'Unione europea per procedere al pagamento delle suddette spettanze ARAS e se così fosse, quali iniziative intenda adottare per ovviare a tale ritardo nelle more della risoluzione dello stesso. (163)

Interpellanza Anedda in merito alla retribuzione degli ex direttori di distretto dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) e alla situazione creatasi nella stessa Azienda col nuovo commissariamento.

Il sottoscritto,

premesso che, con un comunicato dello scorso 5 ottobre, il Sindacato autonomo dei dipendenti della Regione Sardegna (SADiRS) ha sollevato nuovamente la questione della retribuzione dei direttori di distretto dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA), che la Direzione generale dell'Azienda in risposta alla stessa ha comunicato che, a far data dal 10 settembre u.s., è stata disposta la cessazione della corresponsione del trattamento economico già in godimento ai dirigenti incaricati di Direzione di distretto e che, sul tema, il commissario straordinario di AREA, con nota n. 41324 del 13 ottobre 2015, ha chiesto agli Assessori competenti il profilo procedimentale adeguato per la conclusione della vertenza;

premesso, altresì, che:

- il commissariamento di AREA in atto dal 17 settembre 2014 che, come previsto dalla norma, doveva durare 6 mesi, che, invece, con varie proroghe è durato con lo stesso commissario fino al 31 luglio 2015 e che, in data 28 luglio, era stato prorogato ancora per tre mesi con lo stesso incarico commissariale, poi rettificato con deliberazione del 7 agosto che correggeva "un mero errore materiale" della deliberazione precedente, disponendo non la proroga bensì un nuovo commissariamento;

- nel frattempo, veniva presentata con urgenza e votata in Consiglio la legge regionale 5 agosto 2015, n. 22 che, all'articolo 5, modificava il periodo di tempo del commissariamento da 6 mesi improrogabili a 6 mesi prorogabili di ulteriori 6; non si comprende bene se questa proroga sia servita a sanare il periodo (a nostro parere scoperto) di 3 mesi da marzo a giugno 2015, o se serva a prorogare il nuovo mandato commissariale ben oltre la scadenza che, attualmente, dovrebbe essere fissata per il 2 di novembre p. v.;

- come si può ben comprendere, rimangono forti dubbi sulle procedure adottate, che implicano anche problemi circa l'incarico di direttore generale dell'Azienda che, in caso di proroga, segue un iter diverso rispetto al caso di nuovo commissariamento,

chiede di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei lavori pubblici e l'Assesso-

re degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere quali provvedimenti in merito vogliano assumere. (164)

Interpellanza Dedoni sul ritardo nella predisposizione del programma di ripartizione dei contributi ai comuni per l'attivazione dei cantieri verdi.

Il sottoscritto,

premesso che la Sardegna sta vivendo un periodo di gravi difficoltà, dovute anche a calamità naturali che si susseguono per le ormai riconosciute variate condizioni climatiche generali;

atteso che, nonostante le varie programmazioni e dichiarazioni d'intenti ancora non si è provveduto ad una azione concreta e sistematica per poter arginare il sempre più compromesso sistema idro-geologico;

considerato che nella programmazione regionale 2015/2017 è stata prevista l'attivazione di cantieri verdi, mediante il finanziamento ai comuni;

visto che nel bilancio regionale è stata stanziata per l'anno 2015 la somma di 5.000.000 euro da destinare alla manutenzione, valorizzazione del patrimonio boschivo e dei cantieri verdi;

constatato che, negli anni precedenti, sono stati erogati contributi a favore dei comuni per interventi inerenti la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio boschivo, anche in prossimità di aree interessate da forme gravi di deindustrializzazione, da cave dismesse, da impianti di incenerimento da rifiuti solidi urbani o di produzione da energia da fonte fossile;

sottolineato che i sopraccitati contributi hanno avuto un'importante ricaduta in termini occupazionali;

rilevate la notevole crisi in cui si versano i comuni della Sardegna e l'importanza che i cantieri verdi rivestono in termini di salvaguardia dell'ambiente;

accertata l'estrema urgenza di un sollecito intervento atto al ripristino degli alvei dei corsi d'acqua ed all'eliminazione di tutte le condizioni di pericolosità di carattere idrogeologico,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere quali siano:

1) i motivi per i quali non si è provveduto alla predisposizione del programma per la ripartizione ai comuni delle risorse destinate all'attivazione dei cantieri verdi;

2) i tempi per l'attuazione del programma e quali siano gli intenti sulla ripartizione delle somme su tutto il territorio della Sardegna. (165)

Interpellanza Tatti - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino sull'accreditamento di Ales come unico centro vaccinale del Distretto di Ales - Terralba dell'ASL di Oristano.

I sottoscritti,

premesso che la deliberazione della Giunta regionale 47/24 del 2010 ha approvato il Piano regionale della prevenzione contenente, tra gli altri, il piano operativo per la riorganizzazione e razionalizzazione della rete vaccinale della regione Sardegna, prevedendo l'apertura di nuovi centri vaccinali con requisiti minimi strutturali;

considerato che:

- il comune di Ales è stato individuato come l'unico centro nel territorio del Distretto di Ales - Terralba dell'ASL di Oristano con la dotazione del frigorifero adeguato al mantenimento della catena del freddo;

- dalla data del 2 novembre 2015, tutte le vaccinazioni dei comuni afferenti allo stesso distretto (esclusi momentaneamente i comuni di Terralba, Marrubiu, Uras, Arborea, e San Nicolò d'Arcidano) verranno effettuate nel centro di Ales;

rilevato che:

- il suddetto distretto si estende per 892,71 Kmq, comprendendo in totale 32 comuni (Albagiara, Ales, Arborea, Assolo, Asuni, Baradili, Baressa, Curcuris, Genoni, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Laconi, Marrubiu, Masullas, Mogorella, Mogoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruinas, San Nicolò d'Arcidano, Senis, Simala, Sini, Siris, Terralba, Uras, Usellus, Villa Sant'Antonio e Villa Verde), pari al 27 per cento circa della popolazione totale della Provincia di Oristano;

- tale territorio è caratterizzato da fenomeni di invecchiamento della popolazione (con una crescente incidenza delle famiglie mononucleari anziane, di anziani soli o in coppia senza figli), da un costante aumento del dato sulla disoccupazione e da una storica carenza di infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico;

considerato che le vaccinazioni sono il mezzo più efficace per prevenire le malattie infettive e quindi le loro complicanze, così come più volte evidenziato dal Ministro della salute e dall'Organizzazione mondiale della sanità;

rilevato che:

- i dati sulla vaccinazione antinfluenzale relativi alla stagione 2014/2015 hanno subito un calo notevole in tutto il territorio nazionale, Sardegna e Provincia di Oristano comprese, con un calo rispettivamente del 18 e 20 per cento;

- il miglioramento delle coperture vaccinali nelle categorie sensibili è un'attività fondamentale per prevenire le complicanze e ridurre la mortalità tra anziani e soggetti a rischio, favorendo così la diminuzione dei casi di ricovero ospedaliero e la riduzione della spesa sanitaria;

considerato che in assenza di un'anagrafe vaccinale informatizzata, necessaria per garantire una corretta conduzione dei programmi di vaccinazione e per conoscere in maniera puntuale la popolazione target da vaccinare, permane la difficoltà a elevare la copertura vaccinale delle categorie a rischio,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali azioni intendano intraprendere per favorire l'accreditamento di ulteriori centri vaccinali, al fine di assicurare un'adeguata copertura del programma di vaccinazione, garantendo così pari opportunità nell'accesso all'attività di prevenzione da parte di tutti i cittadini residenti nel Distretto di Ales - Terralba. (166)

Mozione Truzzu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Lampis - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Orrù - Cossa - Crisponi per l'organizzazione di percorsi condivisi per il riconoscimento, l'individuazione e la cura della mastocitosi, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la mastocitosi, nelle sue forme cutanea e sistemica, è una malattia rara, caratterizzata da un'abnorme proliferazione e accumulo di mastociti in differenti tessuti e organi, quali la cute, il midollo osseo, il fegato, la milza, il tratto gastrointestinale e i linfonodi, che comprende un ampio spettro di entità cliniche estremamente eterogenee per sintomatologia, decorso e prognosi, con conseguente grave compromissione della qualità di vita di chi ne è affetto;

- nella maggior parte dei casi, tra gli adulti insorge tra i 20 e i 40 anni e per lo più nella variante sistemica, con un conseguente coinvolgimento degli organi interni;

- all'interno della mastocitosi sistemica si distinguono forme con andamento molto diverso, la più diffusa delle quali è sicuramente la variante indolente, che in genere ha un lungo decorso garantendo ai pazienti una normale aspettativa di vita;

- oltre alle classiche lesioni cutanee, la manifestazione che porta alla diagnosi può essere un episodio di anafilassi idiopatica o correlata a un agente specifico, un'osteoporosi non spiegata, flushing, rash cutanei, diarrea persistente o, più raramente, alterazioni dell'emocromo od organomegalia. Nelle altre forme, più aggressive, il decorso è spesso meno favorevole e la prognosi può essere infausta anche a pochi anni dalla diagnosi, in quanto l'impegno degli organi da parte della malattia può arrivare a comprometterne il funzionamento in maniera molto grave;

- per la complessità della patogenesi e delle manifestazioni cliniche, la mastocitosi è una malattia che necessita di un articolato approccio multidisciplinare che coinvolga diversi specialisti: ematologi, immunologi, pediatri, dermatologi, gastroenterologi, allergologi e endocrinologi /reumatologi e una stretta collaborazione con i colleghi anatomo-patologi, biologi molecolari e del laboratorio di chimica clinica, oltre che all'utilizzo di metodiche diagnostiche particolarmente sensibili;

- l'incidenza esatta della malattia non è nota, in quanto è una malattia spesso difficile da individuare e diagnosticare e si stima che in Italia i casi di mastocitosi siano circa mille, di cui una cinquantina in Sardegna;

CONSIDERATO che:

- la mastocitosi fu descritta per la prima volta come rara forma di orticaria nel 1869, mentre nel 1941 si scoprì il suo carattere sistemico;

- nel 2001 l'Organizzazione mondiale della sanità ha formulato i criteri per la diagnosi e classificazione, inserendola tra le malattie clonali ematopoietiche;

- nel 2006 è nata in Italia la Rete italiana mastocitosi (Rima) con l'obiettivo di creare un network tra tutti i centri italiani impegnati nella diagnosi e nella terapia della mastocitosi, anche al fine di poter approfondire le conoscenze relative a tale patologia, mediante la condivisione di dati clinici, esperienze pratiche e informazioni;

PRESO ATTO che:

- in Italia, al fine di assicurare specifiche forme di tutela alle persone con malattie rare, è stata istituita, mediante il decreto ministeriale n. 279 del 2001, la Rete nazionale per la prevenzione, la diagnosi e la terapia delle malattie rare, che si pone come obiettivi principali:

- la creazione di un elenco di malattie rare ai cui pazienti sono garantiti particolari diritti;

- la creazione di una rete regionale e nazionale di "centri accreditati", scelti in ogni regione, per la diagnosi e cura di specifiche forme;

- la creazione di registri ad hoc con sede sovra-regionale e nazionale in grado di coordinare e monitorare l'attività dei centri accreditati e la concessione dei benefici ai pazienti;

- il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti nei processi decisionali e di monitoraggio;

- la necessità di supportare le famiglie dei pazienti e i professionisti del Servizio sanitario nazionale con azioni di informazione e formazione mirate;

- il sistema sanitario nazionale, invece, non prevede, a oggi, alcuna forma di riconoscimento della mastocitosi, per la quale non è prevista l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria;

- l'attuale proposta di revisione dei livelli essenziali di assistenza (ferma al 2001), così come pubblicata dal quotidiano Sanità l'8 febbraio 2015, inserisce la mastocitosi sistemica tra le malattie rare esenti da ticket,

impegna il Presidente della Regione
e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale

1) a richiedere al Governo dei Lea con l'inserimento della mastocitosi sistemica tra le malattie rare esenti da ticket;

2) ad avviare un coordinamento sanitario dedicato che consenta di sviluppare una rete regionale capace di proporre un approccio coordinato degli specialisti afferenti alle diverse branche della medicina;

3) ad attivare un numero verde regionale dedicato a disposizione dei cittadini per informazioni e indirizzamento verso i centri dedicati;

4) a elaborare un protocollo terapeutico attuativo concordato tra i vari centri di individuazione e terapia comune per garantire uniformità di accesso alle cure sul territorio;

5) a predisporre una campagna informativa sul territorio diretta a tutti i cittadini e specifici incontri informativi per i medici di medicina generale. (184)

Mozione Busia - Desini - Cherchi Augusto - Congiu - Manca Pier Mario - Unali sulla presentazione di uno schema di norme di attuazione dello statuto volte a riconoscere in capo alla Regione potestà legislativa e funzioni amministrative nell'ambito della programmazione dell'offerta formativa da parte delle autonomie scolastiche, del riparto della dotazione organica di docenti e della definizione dell'ampiezza dei relativi ambiti territoriali.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- a norma dell'articolo 5, lettera a), dello statuto sardo, in materia di istruzione di ogni ordine e grado e ordinamento degli studi, la Regione ha la facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione;

- a norma dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione nella formulazione successiva alla riforma del titolo V, la materia dell'istruzione forma oggetto di potestà legislativa concorrente "salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale", a dispetto della potestà legislativa meramente integrativo-attuativa contemplata dall'articolo 5 dello statuto;

- l'ambito più ampio di potestà legislativa nella materia dell'istruzione sancito dal nuovo testo dell'articolo 117 si applica alla Regione in forza dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, secondo cui "sino all'adeguamento dei rispettivi statuti, le disposizioni della [...] legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano per le parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite";

- l'articolo 117 della Costituzione, al secondo comma, riconosce che lo Stato ha potestà legislativa esclusiva relativamente alle "n) norme generali sull'istruzione";

CONSIDERATO che:

- la giurisprudenza della Corte costituzionale ha chiarito la differenza esistente tra le norme generali sull'istruzione riservate alla competenza esclusiva dello Stato e i principi fondamentali della materia "istruzione" che l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione riserva alla legislazione dello Stato: rientrano, infatti, tra le norme generali sull'istruzione "quelle disposizioni statali che definiscono la struttura portante del sistema nazionale di istruzione e che richiedono di essere applicate in modo necessariamente unitario e uniforme in tutto il territorio nazionale, assicurando, mediante una offerta formativa omogenea, la sostanziale parità di trattamento tra gli utenti che fruiscono del servizio dell'istruzione (interesse primario di rilievo costituzionale), nonché la libertà di istituire scuole e la parità tra le scuole statali e non statali"; sono, invece, espressione di principi fondamentali della materia dell'istruzione "quelle norme che, nel fissare criteri, obiettivi, direttive o discipline, pur tese ad assicurare la esistenza di elementi di base comuni sul territorio nazionale in ordine alle modalità di fruizione del servizio dell'istruzione, da un lato, non sono riconducibili a quella struttura essenziale del sistema d'istruzione che caratterizza le norme generali sull'istruzione, dall'altro, necessitano, per la loro attuazione (e non già per la loro semplice esecuzione) dell'intervento del legislatore regionale" (sentenze n. 200 del 2009 e n. 62 del 2013);

- con la sentenza n. 235 del 2010 la Corte costituzionale, richiamandosi alla propria precedente decisione n. 13 del 2004, ha precisato che tanto il settore della programmazione scolastica regionale che quello relativo al dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche rientrano pacificamente nell'ambito della materia "istruzione", di potestà legislativa concorrente, con la conseguenza che anche la distribuzione del personale docente tra le istituzioni scolastiche autonome, essendo inscindibilmente collegata alla programmazione e al dimensionamento della rete scolastica, deve considerarsi oggetto di potestà legislativa concorrente;

- infatti, nella sentenza n. 13 del 2004 si legge quanto segue: "Nel complesso intrecciarsi in una stessa materia di norme generali, principi fondamentali, leggi regionali e determinazioni autonome delle istituzioni scolastiche, si può assumere per certo che il prescritto ambito di legislazione regionale sta proprio nella programmazione delle rete scolastica. È infatti implausibile che il legislatore costituzionale abbia voluto spogliare le Regioni di una funzione che era già ad esse conferita nella forma della competenza delegata dall'articolo 138 del decreto legislativo n. 112 del 1998. Questo, per la parte che qui rileva, disponeva che alle Regioni fossero delegate le funzioni amministrative relative alla programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale, alla suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa e, soprattutto, alla programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali, assicurando il coordinamento con la programmazione dell'offerta formativa integrata. In una parola era conferito alle Regioni, nell'ambito della programmazione e della gestione del servizio scolastico, tutto quanto non coinvolgesse gli aspetti finanziari e la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche. Una volta attribuita l'istruzione alla competenza concorrente, il riparto imposto dall'articolo 117 postula che, in tema di programmazione scolastica e di gestione amministrativa del relativo servizio, compito dello Stato sia solo quello di fissare principi. E la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche, che certamente non è materia di norme generali sulla istruzione, riservate alla competenza esclusiva dello Stato, in quanto strettamente connessa alla programmazione della rete scolastica, tuttora di competenza regionale, non può essere scorporata da questa e innaturalmente riservata per intero allo Stato; sicché, anche in relazione ad essa, la competenza statale non può esercitarsi altro che con la determinazione dei principi organizzativi che spetta alle Regioni svolgere con una propria disciplina";

RITENUTO che, per tali motivi, la programmazione dell'offerta formativa e della rete scolastica regionale e il relativo dimensionamento, nonché, essendo inscindibilmente connessa, la ripartizione del personale docente in ambito regionale rientrino nell'ambito della materia "istruzione" di potestà legislativa concorrente e nelle correlate funzioni amministrative di competenza regionale;

PRESO ATTO che l'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, contenente il regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, prescrive che le istituzioni scolastiche determinino nel piano dell'offerta formativa il curricolo obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte e che l'articolo 2 della legge n. 53 del 2003 prevede che i piani di studio personalizzati, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, contengano una quota, riservata alle regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali;

RILEVATO che:

- con riferimento alla quota regionale dei piani di studio, la Lombardia ha già esercitato la relativa potestà, in conformità alle indicazioni generali per la progettazione curricolare dettate dal decreto legislativo n. 59 del 2004, con la legge regionale n. 19 del 2007, nella quale si prevede che "il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, individua, in relazione alla quota regionale dei piani di studio personalizzati del sistema di istruzione, gli aspetti caratterizzanti il sistema educativo lombardo, promuovendo le specificità e le tradizioni delle comunità locali e valorizzando l'autonomia delle istituzioni scolastiche", e che, in attuazione della predetta disposizione legislativa, il Consiglio regionale lombardo, nella seduta del 30 luglio 2009, ha approvato, su proposta della Giunta, gli indirizzi relativi alla quota regionale dei piani di studio personalizzati del sistema di istruzione;

- la Sardegna, al contrario, non ha ancora dettato con propria legge gli indirizzi generali relativi alla quota regionale dei piani di studio;

RILEVATO inoltre che con la deliberazione n. 15/1 del 10 aprile 2015 la Giunta regionale sarda, nell'approvare definitivamente il piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2015/2016, ha evidenziato la necessità di addivenire a breve ad un'organica legge regionale sull'istruzione, tenuto conto della propria potestà legislativa concorrente in materia di programmazione della rete scolastica;

CONSIDERATO che:

- la legge 13 luglio 2015,: n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (la cosiddetta "buona scuola"), contiene all'articolo 1 alcune disposizioni suscettibili di rientrare, almeno in parte, nell'ambito della materia "istruzione";

- in forza del comma 5, è istituito per l'intera istituzione scolastica, o istituto comprensivo, e per tutti gli indirizzi degli istituti secondari di secondo grado afferenti alla medesima istituzione scolastica l'organico dell'autonomia, funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche come emergenti dal piano triennale dell'offerta formativa;

- come precisato nei commi 6 e 7, nel piano triennale dell'offerta formativa le istituzioni scolastiche individuano tra le altre cose il proprio fabbisogno di posti dell'organico di cui al comma 64 in relazione all'offerta formativa che intendono realizzare, nel rispetto del monte orario degli insegnamenti e tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilità, nonché in riferimento a iniziative di potenziamento dell'offerta formativa e delle attività progettuali, per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari direttamente dalla legge statale;

- la legge sulla cosiddetta "buona scuola" prevede che le istituzioni scolastiche predispongano il piano triennale dell'offerta formativa entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento e che competa all'Ufficio scolastico regionale esercitare un controllo sul piano redatto dalle autonomie e, di seguito, trasmettere al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) gli esiti della verifica;

- i commi 64 e seguenti stabiliscono che a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, con cadenza triennale, l'organico dell'autonomia su base regionale è determinato con decreti del MIUR, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni;

- tali disposizioni determinano direttamente i parametri in base ai quali deve essere effettuato il riparto della dotazione organica tra le regioni, parametri identificati in numero delle classi, per i posti comuni; numero degli alunni, per i posti del potenziamento; numero degli alunni disabili per il potenziamento dei posti di sostegno;

- a norma dei commi 66 e seguenti, a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017 i ruoli del personale docente sono regionali e articolati in ambiti territoriali (suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto), la cui ampiezza sarà definita entro il 30 giugno 2016 dagli uffici scolastici regionali, su indicazione del MIUR, sentiti le regioni e gli enti locali;

- tali disposizioni stabiliscono direttamente i parametri per la determinazione dell'ampiezza degli ambiti territoriali (inferiore alla provincia o alla città metropolitana), parametri identificati in:

a) popolazione scolastica;

b) prossimità delle istituzioni scolastiche;

c) caratteristiche del territorio, tenendo anche conto delle specificità delle aree interne, montane e delle piccole isole, della presenza di scuole nelle carceri, nonché di ulteriori situazioni o esperienze territoriali già in atto;

- a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, l'organico dell'autonomia sarà ripartito tra gli ambiti territoriali con decreto del dirigente preposto all'Ufficio scolastico regionale;

RILEVATO che:

- secondo le disposizioni della legge sulla cosiddetta "buona scuola" il riparto dell'organico dei docenti tra le regioni è rimesso interamente al dialogo tra autonomie scolastiche e Ministero, senza un effettivo coinvolgimento delle regioni stesse, essendo meramente previsto un parere della Conferenza unificata sul decreto ministeriale di ripartizione dell'organico; inoltre, i parametri per il riparto sono predeterminati direttamente ed interamente dalla legge statale e non tengono conto delle specificità territoriali, sociali e linguistiche, che possono essere adeguatamente individuate solo a livello regionale;

- analogamente, l'individuazione degli ambiti territoriali in cui sono articolati i ruoli regionali è rimessa agli uffici scolastici regionali su indicazione del MIUR e solo "sentiti le regioni e gli enti locali"; tra l'altro, anche in questo caso, il legislatore statale ha determinato direttamente i parametri in base ai quali deve essere definita l'ampiezza degli ambiti stessi, senza prevedere la possibilità per le regioni di concorrere, nell'ambito della loro competenza sul dimensionamento e la programmazione scolastica, a definire i criteri sulla base delle specifiche e variegate realtà locali;

RITENUTO che:

- le regioni abbiano la competenza, sia a livello legislativo che amministrativo, per partecipare concretamente, nel rispetto dei principi fondamentali (ma non dell'eventuale disciplina di dettaglio) stabiliti dal legislatore statale nella materia, alla definizione dell'organico dei docenti dell'autonomia su base regionale e al dimensionamento dei relativi ambiti territoriali;

- dato che, come sopra rilevato, la giurisprudenza costituzionale ha chiarito che nella materia "istruzione" di competenza concorrente rientra la programmazione della rete scolastica, il dimensionamento scolastico e, conseguentemente - stando alle succitata decisioni n. 13 del 2004 e n. 235 del 2010 - la distribuzione del personale docente tra le istituzioni scolastiche autonome, il semplice parere, che sia diretto o espresso in sede di conferenza unificata, non rappresenti uno strumento sufficiente a garantire alle regioni il livello di partecipazione previsto nella materia;

- la potestà legislativa concorrente della Sardegna in materia di istruzione (più ampia di quella meramente integrativo-attuativa di cui all'articolo 5 dello Statuto) derivi transitoriamente dall'applicazione diretta del riformato articolo 117 della Costituzione in forza dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, in attesa che lo statuto venga, conseguentemente, adeguato;

- sussiste, comunque, l'esigenza di recepire formalmente a livello statutario quanto previsto dall'articolo 117 nella formulazione successiva alla riforma del titolo V, riconoscendo espressamente alla Sardegna la titolarità della potestà legislativa concorrente nell'ambito dell'istruzione, e in particolare - secondo gli indirizzi della Corte costituzionale - nell'ambito della programmazione e del dimensionamento della rete scolastica e, conseguentemente, nell'ambito del riparto del personale docente sul territorio regionale, sia pure nel rispetto dei principi dettati dal legislatore statale e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche;

- possa essere utilizzato, a tal fine, lo strumento delle norme di attuazione dello statuto, considerato che la Consulta ha riconosciuto che le norme di attuazione possono dettare anche norme integrative degli statuti speciali, con l'unico limite della corrispondenza alle norme e alle finalità di attuazione statutaria (Corte costituzionale, sentenze n. 212/1984 e n. 20/1956);

- sia significativo il fatto che di recente sia stato approvato dalla Prima Commissione permanente del Consiglio regionale lo schema di decreto del Presidente della Repubblica n. 3/XV (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione), che all'articolo 4, secondo comma, prevede, per l'appunto, che il legislatore regionale disciplini, nell'ambito della potestà legislativa ripartita in materia di istruzione, l'esercizio delle funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti alle istituzioni scolastiche autonome ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 482 del 1999 in materia di uso della lingua della minoranza nella scuola dell'infanzia e in materia di insegnamento della lingua della minoranza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti in materia dalla legislazione statale e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche stesse;

- anche in considerazione delle specificità linguistiche del territorio regionale, alla Regione debba riconoscersi espressamente un ruolo attivo, di coordinamento e di indirizzo, nell'ambito della programmazione triennale dell'offerta formativa e del dimensionamento degli ambiti territoriali, e conseguentemente nell'ambito, inscindibilmente connesso, della ripartizione delle relative risorse di personale docente, pur nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, tenuto conto di quanto previsto, oltre che dalla riforma del titolo V della Costituzione, anche dall'articolo 138 del decreto legislativo n. 112 del 1998 e dall'articolo 2 della legge n. 53 del 2003;

- alla Regione debba riconoscersi la possibilità di concorrere a determinare i parametri sulla base dei quali verrà individuato l'organico regionale e i criteri per la definizione degli ambiti territoriali in rapporto alle specifiche esigenze del territorio regionale, caratterizzato da un elevato tasso di dispersione scolastica e di studenti con difficoltà di apprendimento, considerato che il legislatore statale negli ambiti di potestà legislativa concorrente, deve limitarsi a dettare i principi fondamentali della materia, lasciando al legislatore regionale la disciplina di dettaglio;

RICHIAMATO il comma 211 della legge n. 107 del 2015, in forza del quale "le disposizioni di cui alla ... legge si applicano nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e con le relative norme di attuazione",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a verificare i presupposti per promuovere la presentazione di uno schema di norme di attuazione dello statuto che:

1) sanciscano formalmente la titolarità, in capo alla Regione, della potestà legislativa concorrente nell'ambito dell'istruzione, e in particolare, secondo gli indirizzi della Corte costituzionale, nell'ambito della programmazione dell'offerta formativa e del dimensionamento della rete scolastica e, conseguentemente, del riparto del personale docente sul territorio regionale, sia pure nel rispetto dei principi fondamentali dettati dal legislatore statale nella materia e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche;

2) riconoscano o trasferiscano in capo alla Regione le funzioni amministrative di coordinamento e di indirizzo nella programmazione triennale dell'offerta formativa da parte delle autonomie scolastiche anche ai fini della determinazione del fabbisogno di posti dell'organico delle autonomie stesse; di effettiva partecipazione al procedimento finalizzato al riparto della dotazione organica di docenti tra le regioni; di definizione dell'ampiezza degli ambiti territoriali del ruolo regionale del personale docente. (185)

Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Usula - Zedda Paolo Flavio - Busia - Piscedda - Desini sull'esercitazione militare internazionale della NATO denominata "Trident juncture 2015".

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la Trident juncture è una massiccia esercitazione militare della NATO che coinvolge circa 30 Paesi tra membri NATO e partner, 36.000 uomini, 60 tra navi e sottomarini e 140 aeromobili;

- nelle conferenze NATO, svoltesi nel settembre del 2014 in Galles e nel maggio del 2015 a Bruxelles, sono stati messi a punto dagli Stati membri dell'Alleanza, di cui l'Italia fa parte, i dettagli dell'operazione "Trident juncture 2015" dove, nell'ambito di obiettivi generali di riarmo e richieste di aumento della spesa militare, si stabiliva di "migliorare le capacità di risposta e intervento della Nato Responce Force (NRF)", triplicando la dotazione di quest'ultima portandola da 13.000 a circa 30.000 unità;

- nelle stesse conferenze si è posto l'obiettivo di creare una nuova forza operativa (VJTF - Very high readiness joint task force), di circa 5.000 militari, all'interno della NRF, con compiti di schieramento rapido in 48 ore in qualsiasi parte del mondo e supportati da mezzi aerei e navali;

- l'esercitazione militare Trident juncture 2015 viene considerata anche dalla NATO "la più grande esercitazione di questo tipo dalla caduta del muro di Berlino", nonché la più grande esercitazione militare dal 2002;

- l'operazione consta di due fasi:

1) dal 6 al 16 ottobre si sono svolte attività di pianificazione strategica che hanno coinvolto esclusivamente i centri di comando (Command Post Exercise - CPX);

2) dal 21 ottobre fino al 6 novembre, si svolgerà la fase operativa vera e propria (indicata con LIVEX) nei poligoni, nei porti e negli aeroporti militari di Italia, Spagna e Portogallo e nelle acque e nei cieli dell'Oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo;

PRESO ATTO che:

- l'Italia partecipa alla grande esercitazione militare non solo fornendo truppe, navi e aeromobili, ma ospitando l'operazione, sia nella fase "simulata" (basi di Poggio Renatico e aeroporto di Birgi Trapani), che nella fase operativa (poligono di Teulada), come si evince dal sito ufficiale della NATO, che ha pubblicato una mappa delle locations principali;

- a partire dal 21 ottobre e fino al 6 novembre 2015 , in particolare, il Poligono di Teulada sarà teatro dell'esercitazione Trident juncture 2015 insieme alle basi spagnole e portoghesi, con operazioni di guerra simulata terrestre, aerea e navale, attraverso l'utilizzo del cosiddetto "scenario SOROTAN", uno scenario "fittizio ma realistico" basato su una ipotesi di crisi idrica in un Paese con "tensioni interne e pericoli naturali" al di fuori dell'Alleanza atlantica con conseguenti emergenze sanitarie, sociali e di guerra civile;

- il Ministro Pinotti in data 19 giugno 2015 ha annunciato che durante la fase operativa dell'esercitazione, dal 21 ottobre al 6 novembre, le forze aeree verranno distribuite, in Italia, su quattro aeroporti militari: Trapani Birgi, Decimomannu, Pratica di Mare e Pisa; mentre le forze navali della NATO andranno a bombardare il poligono di Teulada, in Sardegna, dove verosimilmente si svolgeranno anche sbarchi di forze anfibie e schieramento di reparti corazzati e che le forze NATO saranno incluse nell'esercitazione navale nazionale "Mare aperto", collegata alla "Trident juncture 2015";

CONSIDERATO che:

- tale esercitazione militare, durante la fase operativa che si svolgerà soprattutto presso il poligono di Teulada, costituirà una vera e propria simulazione di guerra;

- i diversi comitati italiani e sardi già da tempo hanno paventato l'ipotesi di pericoli per la popolazione per le contaminazioni ambientali in luoghi già ampiamente compromessi,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a intervenire prontamente con atti e interlocuzioni formali per il ridimensionamento delle operazioni relative all'esercitazione Trident juncture 2015 presso il poligono militare di Capo Teulada e la base militare di Decimomannu;

2) a un'azione formale presso il Ministero della difesa e il Governo che comporti un maggior coinvolgimento e considerazione della volontà degli abitanti delle zone interessate alle operazioni militari presenti e future;

3) a richiedere al Ministero della difesa tutti i dettagli dell'esercitazione "Trident juncture 2015" in Sardegna presso il poligono di Capo Teulada e la base militare di Decimomannu;

4) a farsi carico di conoscere quali saranno gli impatti ambientali, economici e sociali dell'esercitazione NATO e quali potrebbero essere le implicazioni per le popolazioni dei territori limitrofi alle due basi militari sarde. (186)

Mozione Truzzu - Tedde - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Lampis - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Orrù - Cossa - Crisponi per candidare la scuola di volo Alitalia di Alghero a centro operativo in cui svolgere la seconda fase della formazione piloti Alitalia sul territorio nazionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la scuola di volo Alitalia di Alghero nasce nel 1980 per soddisfare la crescente esigenza di personale di volo della compagnia di bandiera;

CONSIDERATO che:

- nel 1988, i due aeromobili P.166DL3 sono stati sostituiti da tre Piper PA-42 Cheyenne, dotati di strumentazione più recente, in linea con una nuova generazione di velivoli e assieme a essi è stato acquistato anche un sofisticato simulatore di volo (Full flight simulator) dotato di sistema "Motion" e "Visual", che permette l'addestramento degli allievi piloti simulando ogni condizione di volo normale, anormale e di emergenza;

- il fortissimo aumento del costo del carburante e gli scenari imprevedibili causati dalla guerra del Golfo hanno costretto dapprima a ridurre e poi ad alienare definitivamente, nel 1995, la flotta degli aeromobili monomotore SF.260 e, contemporaneamente, a spostare l'addestramento iniziale a Vero Beach (Florida), presso l'organizzazione denominata Flight Safety;

- al fine di rendere l'attività più snella e concorrenziale a livello non solo nazionale ma anche internazionale, dal 1999 ha iniziato la propria attività l'unità di business del gruppo Alitalia denominata Skymaster, e in quest'ottica di riduzione ulteriore dei costi di carburante, tasse di atterraggio ecc., si è provveduto all'acquisito di un secondo simulatore di volo del Piper PA-42 Cheyenne con contributo di So.Ge.A.Al, ovvero della società di gestione dell'aeroporto di Alghero;

- il 21 dicembre 2001 è stata certificata dall'Enac e autorizzata a operare come organizzazione di addestramento al volo, Flight training organization (FTO), rispondente ai requisiti imposti in sede europea JAR-FCL-1;

- la certificazione permette alla scuola di rilasciare licenze e abilitazioni riconosciute a livello europeo e di porsi in maniera competitiva sull'ampio mercato internazionale della formazione dei piloti di linea;

VISTO che:

- dalla sua apertura, la scuola ha addestrato circa 1600 piloti, di cui 558 "ab initio" e circa 300 per enti esterni (Esercito italiano, Azienda autonoma di assistenza al volo, Regione autonoma della Sardegna, Kuwait air force (KAF), Evaairwais ecc.);

- dal 1° ottobre 2005, la scuola di volo è stata chiusa in maniera definitiva, con la Cassa integrazione guadagni straordinari (CIGS) a zero ore per tutti i dipendenti e con il trasloco graduale di materiali e attrezzature, portato a compimento il 28 novembre 2006, perché oramai considerata dalla dirigenza una struttura onerosa e fuori mercato, nonostante le numerose richieste di partecipazione ai corsi e l'impegno profuso dal personale locale, con sacrifici e massima disponibilità;

- dal momento in cui Alitalia ufficiosamente affermava che la scuola non avrebbe ripreso l'attività, l'obbiettivo dei dieci lavoratori è sempre stato quello di un fisiologico riposizionamento in un altro ente aeroportuale, condizione che per diversi motivi non è mai avvenuta;

CONSIDERATO che:

- nel settembre 2007 i dipendenti della scuola di volo di Alghero sono stati trasferiti a Fiumicino e, dopo circa un anno, coloro che hanno resistito al trasferimento, sono stati posti in CIGS e poi in mobilità;

- il 22 ottobre 2015 finiranno gli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito per circa 2000/3000 lavoratori Alitalia, tant'è che nel Lazio, regione più colpita dagli esuberi, le organizzazioni sindacali, in collaborazione con gli enti regionali stanno cercando di individuare soluzioni per riassorbire quanti rimarranno senza reddito;

VISTO che:

- Alitalia ha ripreso l'attività di formazione piloti presso le strutture di Al Ain International Airport ad Abu Dhabi, attivando una prima fase di addestramento;

- una seconda fase della formazione piloti è programmata in Italia, in una sede ancora non individuata,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti

a convocare un tavolo Regione-Alitalia per candidare la struttura dell'ex scuola di volo di Alghero a centro operativo in cui svolgere la seconda fase della formazione piloti Alitalia prevista sul territorio nazionale, anche al fine di riassorbire i 5 lavoratori in esubero della vecchia scuola di volo di Alghero. (187)

Mozione Peru - Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul mancato utilizzo dei fondi destinati alla realizzazione di alberghi diffusi, previsti dalla regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015).

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015), al comma 3 dell'art. 20 (Interventi a favore dei settori dell'artigianato, turismo, commercio e dei siti inclusi nel Parco geominerario della Sardegna) prevede che "al fine di sviluppare un'offerta turistica identitaria integrata con le produzioni locali e la valorizzazione del territorio a fini turistico-ricettivi, la Giunta regionale predispone un programma di finanziamento a favore degli enti locali attraverso l'utilizzo delle risorse europee, nazionali e regionali, per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee A. Per le finalità di cui al presente comma è autorizzata, per l'anno 2015, la spesa di euro 2.000.000 (UPB S06.02.003)";

- integrando la spesa autorizzata dalla legge regionale n. 5 del 2015 con ulteriori finanziamenti dai fondi europei della programmazione 2014-2020, si potrebbe raggiungere una disponibilità complessiva pari a dodici milioni di euro per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili;

RILEVATO che l'Amministrazione regionale, a tutt'oggi, non ha ancora avviato alcun procedimento che permettesse di impegnare gli stanziamenti iscritti in bilancio e previsti dalla legge regionale n. 5 del 2015;

CONSIDERATOche l'albergo diffuso è un modello turistico che produce sviluppo senza consumare ulteriori porzioni di territorio, perché prevede la riqualificazione del patrimonio esistente;

RITENUTO che:

- il modello dell'albergo diffuso possa concorrere alla modernizzazione dell'offerta turistica contribuendo all'allungamento della stagione, alla riqualificazione dei centri storici e all'attenuazione del fenomeno dello spopolamento dei territori;

- un sistema turistico di ospitalità che punti sulla qualità della vita, sul patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico, sulla filiera agroalimentare e sulla dimensione delle nostre comunità a misura d'uomo possa permettere lo sviluppo di nuove opportunità occupazionali per le nuove generazioni;

- il settore turistico in Sardegna abbia bisogno di recuperare competitività rispetto alla concorrenza di altri territori;

- sia indispensabile procedere immediatamente alla predisposizione dei bandi per l'avvio delle procedure di assegnazione dei fondi in bilancio;

- all'interno del programma operativo, nell'ambito dell'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" del POR Sardegna 2014-2020", debba essere individuato un intervento per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili,

impegna il Presidente della Regione,
la Giunta regionale e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio

1) a garantire l'immediato avvio del procedimento amministrativo che garantisca di impegnare lo stanziamento previsto dalla legge regionale n. 5 del 2015 per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa, attraverso il recupero e la riqualificazione degli immobili situati nelle zone omogenee A;

2) a farsi carico di programmare, all'interno di uno degli assi prioritari del POR Sardegna 2014-2020, un intervento per la realizzazione di alberghi diffusi e/o ospitalità diffusa la cui specificità è totalmente conforme con le linee di indirizzo strategico del POR approvate dalla Giunta regionale. (188)

Mozione Pittalis - Rubiu - Dedoni - Floris - Truzzu - Cappellacci - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Peru - Tocco - Fasolino - Tedde - Zedda Alessandra - Randazzo - Lampis - Cossa - Crisponi - Locci - Tunis - Cherchi Oscar sulla richiesta dell'immediata revoca della delega all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in data 26 settembre 2015, il quotidiano La Nuova Sardegna ha pubblicato un articolo, intitolato "Se l'Assessore chiede i fondi a se stessa", in cui ha riferito che l'Assessore Elisabetta Falchi "ha presentato domanda per accedere ai fondi del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 attraverso due aziende. Una, quella di famiglia "Azienda agricola Falchi, società semplice", richiedendo un contributo per 185 mila euro. L'altra è quella intestata a lei: Falchi Elisabetta Giuseppina. Richiesta di contributo: 300 mila euro";

- la notizia non è stata smentita dall'Assessore; lo stesso quotidiano riporta le dichiarazioni di un non meglio precisato "entourage", secondo il quale la domanda di contributo risalirebbe all'anno 2012, quando ella non era ancora Assessore;

- tuttavia, La Nuova Sardegna riferisce un particolare rilevante e grave, almeno sul piano politico: infatti le domande, originariamente non ammesse al contributo, sono state oggetto di un "ripescaggio" avvenuto durante il mandato della dottoressa Falchi come Assessore; la determinazione dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale è infatti del 17 luglio 2015;

CONSIDERATO che:

- la stessa determinazione fa riferimento al decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 1672/44 del 19 novembre 2014, che autorizza l'agenzia ARGEA Sardegna a effettuare lo scorrimento della graduatoria unica della misura 121, terzo bando, per un importo di euro 15.000.000 e che abbrevia da 60 a 30 giorni i progetti di dettaglio, con un termine finale che scade in pieno mese di agosto e immaginabili conseguenze sulla pubblicità e la trasparenza dell'azione amministrativa;

- l'Assessore è intervenuta in materia, modificando nuovamente le modalità attuative, anche con un successivo decreto, sempre a sua firma (n. 12165/838 del 17 luglio 2015);

- non solo l'Assessore non si è astenuta da un'attività che configura un evidente conflitto di interessi, ma ha partecipato a tutte te fasi politiche del procedimento, compresa la deliberazione della Giunta regionale n. 34/26 del 7 luglio 2015 "Chiusura del ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013: adempimenti di chiusura e iniziative di accelerazione della spesa dei Programmi;

RILEVATO che:

- il procedimento che consente alle aziende dell'Assessore di beneficiare dei contributi si completa con atti compiuti dalla Giunta Pigliaru e dall'Assessore in prima persona, senza i quali le imprese in questione sarebbero rimaste escluse;

- tali azioni escono dall'alveo della questione di mera opportunità e configurano un palese conflitto di interessi;

- appare discutibile, quanto meno sul piano politico, che sia stato deciso originariamente lo scorrimento per la misura 121, ovvero quella riguardante le aziende dell'Assessore, e solo in un momento successivo per altre misure;

PRESO ATTO che, alla luce degli atti citati, la condotta dell'Assessore stride con quanto affermato dal Presidente della Regione riguardo alla trasparenza dell'azione amministrativa e che pone in capo alla Giunta regionale un caso evidente e grave di conflitto di interessi,

impegna il Presidente della Regione

a revocare immediatamente la delega all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale in quanto, nel disporre lo scorrimento delle graduatorie del PSR 2007-2013, ha consentito ad aziende riconducibili alla sua persona di beneficiare di contributi, dai quali altrimenti sarebbero rimaste escluse. (189)

Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Cocco Pietro - Desini - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Usula - Zedda Paolo Flavio sul sostegno politico e finanziario al popolo curdo.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- il Kurdistan è una regione di oltre 500.000 kmq, abitato da quasi 40 milioni di persone e collocabile geograficamente nel territorio che corrisponde all'antica Mesopotamia;

- il popolo curdo è tuttora una "nazione senza Stato" che si colloca tra i territori della Siria, Iran, Iraq e Turchia, in quest'ultima con un'incidenza di circa 24 milioni di abitanti e in nessuno dei 4 paesi è riconosciuta ai curdi la loro specificità linguistica, culturale ed etnica;

- in data 28 ottobre 2014, è stata presentata al Consiglio regionale della Sardegna la Mozione n. 83 per esprimere solidarietà alla resistenza del popolo curdo e chiedere la cancellazione del PKK dalla lista nera dell'Unione europea, prevedendo, tra le altre cose, l'invio di una delegazione di consiglieri regionali in Kurdistan per favorire la conoscenza e lo scambio culturale tra il popolo sardo e il popolo curdo;

- tutta l'umanità è impegnata in una lotta comune contro lo Stato islamico - IS e, in questa lotta, anche la Sardegna deve fare la sua parte;

EVIDENZIATOche le guerre e le persecuzioni, oltreché ingiuste, sono tra le principali cause di incremento delle migrazioni per milioni di persone, le quali per disperazione sono costrette a sfidare i rischi del mare, con mezzi insicuri, alla ricerca di un futuro sostenibile;

CONSIDERATO che:

- dal 3 all'8 luglio 2015, ha avuto luogo il viaggio nel Kurdistan turco della delegazione sarda composta da tre consiglieri regionali, due consiglieri comunali, un giornalista e un accompagnatore e che la stessa delegazione ha potuto constatare le difficoltose condizioni dei campi profughi di Suruc e di Diyarbakir e, in generale, la costante situazione di allarme cui è sottoposto il popolo curdo, soprattutto a ridosso delle frontiere;

- nella sola Turchia i curdi amministrano un centinaio di comuni del loro territorio, incluse tutte le più grandi città, dotandosi di un'organizzazione moderna, democratica e capillare, caratterizzata dall'importanza data al ruolo della donna e ai diritti universali di tutti i popoli e individui;

VISTA la crescente importanza del partito curdo HDP che, nelle scorse elezioni amministrative in Turchia, superando per la prima volta la temibile soglia di sbarramento del 10 per cento, è riuscito a raggiungere il 13 per cento dei voti, anche grazie all'appoggio delle altre numerose minoranze presenti nello Stato turco, ottenendo 80 seggi in Parlamento;

CONSIDERATO, tuttavia, che in tutti gli Stati in cui è presente la minoranza curda si è svolta nel tempo un'operazione di riduzione, omogenizzazione, cancellazione (anche attraverso la repressione armata e la pulizia etnica) della lingua, delle tradizioni e, in generale, della cultura curda;

TENUTO CONTOche attualmente la città curda di Kobane (facente parte dell'autoproclamata autonomia democratica del Rojava e appartenente territorialmente allo Stato siriano) rappresenta una frontiera armata per l'avanzata dell'IS e quotidianamente i suoi abitanti sono costretti alla resistenza armata e a continue incursioni che via via hanno distrutto la città e sterminato parte della popolazione;

CONSTATATOche la città di Kobane sta sperimentando un'esperienza di autogoverno comunitario, basata sulla convivenza multietnica e multireligiosa ed è diventata un obiettivo dell'IS, che vuole scongiurare la diffusione del pensiero democratico all'intero Medio Oriente e mettere mano sulle risorse del territorio, instaurando nella regione un regime patriarcale e reazionario;

RITENUTO che esiste un forte legame tra il popolo curdo e il popolo sardo, da sempre solidale e accogliente, e che tale vicinanza, oltre alle manifestazioni di solidarietà e di impegno espresse dalla delegazione sarda, è tangibile dalla recente titolazione allo statista sardo Antonio Gramsci di una scuola che in questi giorni è in fase di ricostruzione nella città di Kobane;

VISTO che la Camera dei deputati ha recentemente approvato un ordine del giorno che impegna il Governo "a intervenire sul Governo turco per chiedere la piena fruizione dei valichi di frontiera non controllati dall'ISIS anche per il coordinamento degli aiuti umanitari e a operare affinché la sperimentazione democratica dei tre cantoni di Rojava in Siria possa rafforzarsi dentro la prospettiva di un paese libero, democratico e pluriconfessionale; a operare affinché le Nazioni Unite possano cooperare con le autorità autonome di Rojava con invio di aiuti e mettendo sotto la propria egida i campi profughi ospitati in questa zona";

CONSIDERATOl'impegno dei consiglieri regionali delegati e del Presidente del Consiglio regionale che hanno sottolineato l'esigenza di informare il popolo sardo e diffondere notizie corrette sullo stato in cui versa il popolo curdo e, in particolare, fornire informazioni non distorte sulla resistenza curda e i pericoli delle collusioni tra gli stati mediorientali e l'IS;

PRESO ATTOche non si può più tergiversare sulla situazione del Kurdistan, considerato che si tratta di circa 40 milioni di persone che non hanno uno Stato,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a

1) sollecitare il Governo, l'Unione europea e l'Organizzazione delle nazioni unite a intraprendere tutte le azioni necessarie per sostenere e incentivare le spinte di autonomia democratica delle popolazioni curde all'interno degli Stati nazionali in cui risiedono, attraverso l'applicazione della teoria del confederalismo democratico e il riconoscimento della massima autonomia alle comunità locali;

2) sollecitare un intervento dell'Onu per l'interruzione del conflitto a ridosso della frontiera siriana che, in questo ultimo periodo, è stata teatro di un attacco da parte delle forze militari turche;

3) continuare il processo di conoscenza e scambio culturale attivato dalla delegazione del Consiglio regionale presso le aree curde e attuare un progetto di diffusione, anche attraverso le scuole, della condizione del popolo curdo e della sua attività di resistenza all'annullamento culturale;

4) fornire un aiuto finanziario concreto al popolo curdo e, in particolar modo, mettere in atto un'azione immediata di sostegno o alla ricostruzione della città di Kobane, con particolare attenzione alla scuola che sarà intitolata ad Antonio Gramsci, o al sostentamento e soprattutto al rientro dei profughi, anche attraverso l'organizzazione umanitaria "Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia onlus", incentivando economicamente, in particolare, le politiche per i minori ospitati nei campi profughi del Kurdistan turco. (190)

Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Cocco Pietro - Desini - Busia - Usula - Zedda Paolo Flavio - Unali per la lotta alla povertà, il diritto alla vita e l'adesione alla iniziativa internazionale "Dichiariamo illegale la povertà".

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la povertà non è un fatto di natura, inevitabile, ma il risultato di processi sociali, economici, culturali, politici e nessuno nasce povero o sceglie di esserlo;

- ogni società deve combattere la precarietà dell'esistenza e stabilire un percorso di liberazione dalle cause strutturali dell'impoverimento;

CONSIDERATO che:

- l'Italia vive una condizione di impoverimento materiale e culturale insostenibile e inaccettabile. I dati ISTAT ci dicono che nel 2014, 1 milione e 470 mila famiglie (5,7 per cento di quelle residenti) è in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8 per cento della popolazione residente), mentre sono ormai 2 milioni 654 mila famiglie per un totale 7 milioni 815 mila persone in condizione di povertà relativa nel 2014 (pari al 10,3 per cento delle famiglie e al 12,9 per cento delle persone residenti); parliamo quindi di milioni di soggetti costretti a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata; l'Italia è in Europa il paese meno sicuro per un minore; la diseguaglianza continua a crescere; le famiglie italiane si sono enormemente impoverite; oltre il 60 per cento delle famiglie ha ridotto la quantità e la qualità della propria spesa alimentare, mentre aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per mangiare; oltre due milioni sono i cosiddetti "Neet" giovani così scoraggiati dalla situazione che non studiano, non cercano più lavoro e non sono nemmeno coinvolti in attività formative; aumentano enormemente la precarietà e lo sfruttamento sul lavoro, sino a raggiungere pratiche di forte sfruttamento nei confronti dei lavoratori sia al sud che al nord del paese; così come sono in drammatica crescita i crimini contro l'ambiente; sono oltre 93 al giorno quelli denunciati che certificano l'aumento dell'impatto e dell'influenza delle ecomafie e che distruggono la nostra vera ricchezza: territori, beni comuni e biodiversità; disuguaglianza e ingiustizia sociale ed ambientale stanno mettendo in crisi la nostra democrazia;

- la povertà in Italia ha avuto negli ultimi anni un trend di crescita rapido e massiccio; secondo l'ISTAT è in forte aumento, in particolare, il numero di coppie che si possono considerare povere (con meno di 990 euro da spendere mensilmente) e la condizione di povertà tocca sempre di più i giovani (i dati ISTAT al 31 luglio 2015 parlano del 40,5 per cento di disoccupazione giovanile fascia di età 15 - 24 anni e del 35,9 per cento di tasso di inattività per la fascia 15-64 anni), le donne, gli immigrati, gli esodati, i precari, ecc.;

- la tutela dei diritti umani fondamentali - diritto alla vita, cibo, salute, istruzione, trasporti, lavoro, acqua, casa - è centrale nella gestione dell'attuale Amministrazione regionale;

VALUTATO che l'ONU si è fatta promotrice di una nuova iniziativa chiamata "Overarching Framework Post- 2015" che seguirà alla conclusione del programma in corso "Millennium Development Goals 2015", programma che ha segnato diversi ritardi nella realizzazione degli otto obiettivi considerati strategici dalle Nazioni unite per il 2015 (eliminare l'estrema povertà e la fame, assicurare l'educazione primaria per tutti, promuovere l'egualità tra i sessi ecc.); nel 2030, quindi, il mondo non dovrebbe avere più nessun essere umano con meno di un euro al giorno, ma le stime fatte da diverse organizzazioni internazionali prevedono comunque nel 2030 tra i 3 e i 4 miliardi di persone in povertà assoluta;

APPRESO che:

- nel 2012 un nutrito gruppo di cittadini, associazioni e organizzazione italiane e internazionali hanno lanciato l'iniziativa "Dichiariamo illegale la povertà - Banning poverty 2018" che si prefigge di realizzare precisi obiettivi in Italia negli anni 2013-2017 attraverso campagne internazionali, in stretta collaborazione con la Campagna "Quebec san pauvretè", e che, a livello internazionale, è stata già recepita da diversi stati in tutti i continenti (Argentina, Cile, Belgio, Malesia, Filippine);

- dal 2013 diversi comuni italiani hanno discusso e approvato in consiglio comunale mozioni o ordini del giorno per aderire all'iniziativa e per farsi promotori delle campagne di sensibilizzazione;

TENUTO CONTO che nella nostra Regione esistono 147 mila famiglie in stato di povertà, oltre il 20 per cento di quelle residenti nell'Isola, cioè più di 400 mila individui; considerato che la media nazionale si attesta al 12,7 per cento, possiamo ritenere grave ed allarmante la condizione sarda;

PRESO ATTO delle ragioni e degli obiettivi dell'iniziativa "Dichiariamo illegale la povertà" e delle campagne e azioni prioritarie in Italia per il quinquennio 2013-2017;

RICONOSCENDO l'importanza dell'"Obiettivo 2018" che, in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, mira a far approvare all'Assemblea generale dell'ONU nel 2018 una risoluzione con la quale gli "Stati membri si impegnano a mettere fuori legge i fattori strutturali all'origine dei processi di impoverimento",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad aderire all'iniziativa "Dichiariamo illegale la povertà", contribuendo al dibattito sui contenuti e sulle proposte delle campagne lanciate in questi anni e, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, a farsi promotore di politiche di lotta contro la povertà per una società più giusta ed eguale;

2) a comunicare all'ONU la decisione di appoggiare la risoluzione con la quale gli "Stati membri si impegnano a mettere fuori legge i fattori strutturali all'origine della povertà";

3) a sensibilizzare il Governo statale e le amministrazioni locali della Regione (comuni e province) per l'adesione e la diffusione dell'iniziativa "Dichiariamo illegale la povertà";

4) a promuovere a livello europeo, attraverso contatti internazionali e reti cui la Regione aderisce, una campagna di conoscenza e diffusione dei temi e delle proposte contenute in tale iniziativa. (191)