Seduta n.432 del 24/09/2013
CDXXXII SEDUTA
Martedì 24 settembre 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 9 luglio 2013 (423), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Cossa, Pietro Fois, Teodoro Rodin e Giuseppe Tupponi hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 24 settembre 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che nel BURAS numero 42 del 19 settembre 2013 è stato pubblicato il ricorso numero 79 presentato dal Consiglio dei Ministri per la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 2 della legge regionale numero 12 del 23 maggio 2013 avente per oggetto " Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)".
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:
"Legge europea regionale 2013". (557)
(Pervenuto l'11 settembre 2013 e assegnato alla seconda Commissione.)
"Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 ottobre 2007, n. 10 (Norme sul servizio civile volontario in Sardegna)". (558)
(Pervenuto il 19 settembre 2013 e assegnato alla seconda Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Porcu - Sabatini: "Modifiche alla legge regionale 2 agosto 2013, n. 21 (Sostegno alle povertà e interventi vari)". (556)
(Pervenuta il 4 settembre 2013 e assegnata alla sesta Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dei dati del 118. (1199)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulle attuali condizioni e tariffazione del servizio di trasporto pubblico regionale via mare per le isole minori (Carloforte e La Maddalena)". (1200)
Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'attuazione delle procedure di ampliamento del fondo di finanziamento dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC). (1201)
Interrogazione Lunesu, con richiesta di risposta scritta, al fine di chiedere una proroga di sessanta giorni della scadenza, fissata al 19 settembre 2013, per la presentazione delle domande relative al bando dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, per l'erogazione di contributi per il miglioramento, l'adeguamento o la realizzazione delle strutture aziendali di allevamento nel comparto suinicolo. (1202)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sull'anomalia conseguente alla costituzione del collegio sindacale della ASL n. 1 di Sassari. (1203)
Interrogazione Pisano, con richiesta di risposta scritta, sull'attuale impossibilità per gli specializzandi in fisica medica a poter regolarmente svolgere i tirocini presso il reparto di radioterapia dell'Ospedale Businco di Cagliari. (1204)
Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, o con risposta immediata ai sensi dell'articolo 123 bis del Regolamento del Consiglio regionale, al Presidente della Regione e all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché precisino se intendano portare a conoscenza del Consiglio l'attività svolta in materia di politica agricola comunitaria (PAC) e promuovere una seduta del Consiglio, con il coinvolgimento delle associazioni agricole e dei portatori di interessi del mondo agricolo sardo, al fine di addivenire ad un pronunciamento del Consiglio in merito alla nuova politica agricola comunitaria. (1205)
Interrogazione Sanna Gian Valerio - Cozzolino - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle anomale procedure del bando finalizzato al finanziamento di progetti esecutivi e immediatamente cantierabili, relativi alla messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. (1206)
Interrogazione Murgioni, con richiesta di risposta scritta, sul problema del traffico veicolare in località San Pietro - Castiadas (intersezione strada provinciale n. 19 con strada provinciale n. 98), obbligato su una carreggiata di dimensioni ridotte". (1207)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione epidemiologica in Sardegna. (1208)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zuncheddu - Cugusi, con richiesta di risposta scritta, sul mancato avvio di parte dei corsi di formazione professionale previsti dal Piano annuale regionale di formazione professionale 2009-2010, affidati in gestione diretta ai centri di formazione professionale. (1209)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'apertura dell'anno scolastico in Sardegna. (1210)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
Interpellanza Diana Mario sull'autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta e a marchio di qualità regionale. (455)
Interpellanza Arbau sui motivi per i quali non sia stato nominato il dirigente a guida dell'Istituto comprensivo "Delitala Soro" di Irgoli, Galtellì, Onifai e Loculi. (456)
Interpellanza SANNA Gian Valerio sul paventato riassetto logistico e razionalizzazione uffici regionali di cui alla deliberazione n. 33/59 dell'8 agosto 2013. (457)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
Mozione Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Cugusi sulle urgenti iniziative che la Regione deve intraprendere al fine di garantire l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario ai cittadini sardi inoccupati al pari del trattamento previsto per legge ai disoccupati. (276)
Mozione Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zuncheddu - Cugusi, sulla situazione di emergenza in cui versa il territorio sardo ed in particolare gli artigiani ed imprenditori del sassarese. (277)
PRESIDENTE. Constatate le numerose assenze, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 06, viene ripresa alle ore 10 e 21.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, sull'ordine dei lavori. Sarebbe stato importante, non perché intervengo io ma per l'argomento che a nome del Gruppo intendo sollevare, che ci fosse in Aula una presenza più significativa. Comunque, come lei ben sa, Presidente, venerdì scorso il Governo ha bocciato la legge regionale che stabiliva la copertura per gli ammortizzatori sociali. La legge impugnata dal Governo interessa circa 30 mila persone in Sardegna; e voglio ricordare che circa la metà di queste 30 mila persone dal gennaio 2012 non percepisce un solo euro.
Io richiamo l'attenzione su questo problema perché sembra riguardi cose che scorrono senza nessun effetto, invece sono lingue di fuoco che bruciano tutto. Quella legge regionale è stata votata all'unanimità da tutti i Gruppi politici presenti in questo Consiglio regionale; Gruppi ai quali devo dare atto di sensibilità e immediatezza nel risolvere quel problema. Presidente, ritengo l'atto del Governo gravissimo, che si connota per un cinismo inusuale.
Questo atto sta a dimostrare che questo Governo, e mi dispiace dirlo, si schiera contro la parte più debole della società. Non può essere tollerato dal Consiglio regionale, quale che sia la maggioranza che compone il Governo, un atto come questo che, ripeto, denota un cinismo che non appartiene nemmeno alle fiere.
Presidente, per quanto ci riguarda - e penso di interpretare anche il sentimento degli altri Gruppi, proprio perché, è una legge che tutti abbiamo voluto - o ci sono le condizioni per risolvere oggi questo problema oppure con grande rispetto, Presidente, della sua persona, di ciò che rappresenta, dell'intero Consiglio, riteniamo che non sia possibile che questo Consiglio continui i suoi lavori come se si stessero affrontando questioni ordinarie. Io la invito, pertanto, per ciò che potrà, Presidente, a intervenire, se non lo ha già fatto, nei confronti della Giunta per capire che cosa la Giunta intenda fare per risolvere oggi, non domani, questo problema.
Senza una soluzione a questo problema noi riteniamo di non renderci assolutamente disponibili ad affrontare altre problematiche per quanto importanti esse possano essere; ma non sono certamente più importanti del sostentamento di 30 mila persone di cui, ripeto, una parte vive con 700 euro e una parte da gennaio non percepisce un euro. Questa è la situazione.
PRESIDENTE. Ci sono molti iscritti a parlare, però ricordo all'Aula che può essere svolto soltanto un intervento a favore e uno contro, dopodiché eventualmente l'Assemblea voterà sulla richiesta dell'onorevole Diana.
Onorevole Diana, concordo pienamente con quanto da lei rappresentato, tant'è che ho avuto già delle interlocuzioni in merito sia con l'assessore Zedda che con l'assessore Contu. L'assessore Zedda proprio in questi minuti sta lavorando alla definizione di un testo da portare all'attenzione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo che, questo è l'accordo, convocherò non appena il testo sarà pronto e l'Assessore lo porterà in Aula. Pertanto, se lei, in accordo con l'Aula, lo consente io proseguirei con l'ordine del giorno e convocherei la Conferenza dei Presidenti di Gruppo non appena l'assessore Zedda arriverà con il testo da proporre all'Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Non dubitavo, Presidente, della sua sensibilità e anche della sua tempestività, e immagino che sia intervenuta già da venerdì non appena lei, come tutti noi, ha avuto notizia di questo atto gravissimo del Governo. Però, ripeto, poiché credo che anche i simboli in certi momenti siano molto importanti, ritengo che non si pregiudichi nulla se aspettiamo che arrivino l'Assessore della programmazione e l'Assessore del lavoro, mettendo così il Consiglio regionale nelle condizioni di verificare se quel testo può davvero risolvere questo problema.
In questo senso, Presidente, pur apprezzando molto quanto lei ha detto, ritengo più utile non proseguire, almeno per quanto ci riguarda, finché non si risolve questo problema.
PRESIDENTE. Sulla proposta dell'onorevole Diana, di sospendere i lavori finché non arrivano gli assessori Zedda e Contu per esaminare in Conferenza dei Presidenti di Gruppo la proposta, possono intervenire soltanto un oratore a favore e un oratore contro.
Ha domandato di parlare a favore il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Intervengo a favore della proposta. Nel prendere atto dell'atto gravissimo, cinico e devastante del Governo centrale condivido totalmente quello che ha appena detto il Capogruppo del P.D. Credo che non vi siano le condizioni per poter andare avanti. Indubbiamente sono importanti i due punti all'ordine del giorno, ma credo che in questo momento sia più importante dare risposta a 30 mila persone e più di cui una piccola parte vive con un sostentamento di 600 euro al mese e una parte ancora non ha visto niente. Credo sia indifferibile che la Giunta si presenti subito per decidere come poter dare soluzione a questo problema.
PRESIDENTE. La Giunta non si è ancora presentata, onorevole Cocco, perché, come ho già detto, sta proprio lavorando al testo e non appena sarà pronto lo sottoporrà all'Aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, parlo contro la proposta anche se, ovviamente, condividiamo in pieno la posizione dell'onorevole Diana contro questo intervento del Governo; a maggiore ragione lo condividiamo noi che in tema di ammortizzatori sociali, insieme con SEL, siamo stati i primi artefici di battaglie che non hanno, in talune occasioni, visto tutti i partiti concordi. Peraltro, siccome vi è su questo argomento anche una richiesta di audizione dei sindacati, perlomeno a me è pervenuta, io riterrei di sentire anche i sindacati e di rimandare la discussione a un altro momento. Nel frattempo ci sono argomenti importantissimi da esaminare.
Non lavorare non risolve il problema, quindi andiamo avanti con i lavori ordinari e, poi, appena avremo la possibilità di acquisire le notizie e di fare la riunione, verificheremo a che punto siamo arrivati e sospenderemo i lavori. Anzi, poiché sul primo punto all'ordine del giorno vi era un consenso quasi unanime, si auspica che possa essere risolto molto velocemente.
Peraltro segnalo che in questa legislatura si è manifestata quella che a mio avviso è una disfunzione: l'estraneità del Consiglio regionale rispetto al rapporto Giunta-Governo quando l'oggetto è l'impugnazione di norme di legge. Noi sappiamo che il Governo muove prima un appunto alla Giunta chiedendo spiegazioni sulla norma di legge in esame. Io non capisco perché questo appunto non venga trasmesso, coinvolgendolo, al Consiglio regionale che è l'artefice di queste norme di legge.
Questa sicuramente è una discrasia del sistema che deve essere risolta. Potremmo risolverla con la presentazione di un ordine del giorno nel quale chiediamo d'ora in poi alla Giunta di informarci, però è un problema che va affrontato e risolto. Quindi, quando verrà l'assessore Zedda sarebbe opportuno che venisse anche l'assessore Contu per riferirci come hanno replicato a questi rilievi del Governo.
(Non è approvata)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il Gruppo del Partito democratico abbandona l'Aula.
(I consiglieri del Gruppo P.D. abbandonano l'Aula)
PRESIDENTE. Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 32, viene ripresa alle ore 12 e 07.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 18-20-21/NAZ/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI), relatore. Signor Presidente, mi rimetto alla relazione scritta.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del Titolo. Al Titolo è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo del Titolo e del relativo emendamento:
Modifiche al titolo V dello Statuto speciale per la Sardegna.
Emendamento sostitutivo totale Diana Mario.
Titolo
Il titolo è sostituito con il seguente:
"Modifica degli articoli 18 e 43 dello Statuto speciale". (1).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, io ho presentato due emendamenti e la fretta, che mi pare si stia mettendo in campo per discutere su un provvedimento di legge non normale, anzi direi assolutamente eccezionale, fa andare avanti in questo modo. Presidente, si può non accettare la proposta che è stata portata avanti dal Capogruppo del P.D., però un minimo di attenzione su questo testo di legge forse sarebbe stato necessario dedicarlo.
Sto parlando di una legge eccezionale perché, per quanto mi risulta, è la prima volta che procediamo a una modifica statutaria in questo modo e la modifica dello Statuto, che vuol dire modificare la Costituzione della Regione sarda, in questo modo credo non sia una cosa normale. Nel momento in cui si chiede di modificare lo Statuto della Regione sarda probabilmente bene avrebbe fatto la maggioranza a sottoporre all'attenzione del Governo anche altre modifiche che, secondo me, sarebbero state fondamentali e importanti.
Si sta andando avanti in questo modo per dare un'unica risposta a una sola forza politica: quella dei Riformatori. Quando si è deciso di procedere alla modifica dell'articolo 43 dello Statuto si era parlato di modifica, di fatto è la soppressione dell'articolo 43, perché di questo si tratta,e passa con grande silenzio. Non so se ci sia stata la richiesta del parere del CAL, immagino di sì, ma credo che il CAL non si sia pronunciato certo in maniera conforme al parere della Commissione.
Io ho presentato due emendamenti uno dei quali modifica il titolo relativamente agli articoli 18 e 43. Perché ho fatto questo? Perché l'articolo 18, se fosse sfuggito (e probabilmente sarà sfuggito ai più, non avendo letto di cosa si tratta), regolamenta le elezioni del Consiglio regionale della Sardegna, e le regolamenta con una procedura che non può essere assolutamente modificata con legge ordinaria ma solo attraverso una modifica dello Statuto.
Avrete letto tutti sui giornali che il Governo sta adottando una procedura per accorpare tutte le elezioni, amministrative e regionali, alla tornata elettorale delle elezioni europee. Questo è fatto in forza della spending review, del risparmio che è notevolissimo; a livello nazionale potrebbero essere risparmiati circa 70-80 forse 100 milioni di euro che, in un tempo di magra come questo, credo possano essere molto importanti.
La Regione autonoma della Sardegna spende 10 milioni di euro per lo svolgimento delle elezioni, mi chiedo quindi se non sia opportuno intanto chiedere la modifica e, successivamente, così come dice l'emendamento, procedere con un'altra legge per dare la possibilità al Presidente della Regione sarda di convocare i comizi elettorali in un periodo che non sia quello stabilito dallo Statuto della Regione sarda ma sia completamente diverso e dia la possibilità di votare in contemporanea con le eventuali elezioni europee o nazionali.
Questi due emendamenti significano solo questo e spero che questo Consiglio regionale li voglia accogliere. Mi dispiace che non sia presente una parte consistente di questo Consiglio, spero abbiano dato delle notizie sulla loro assenza; se così non fosse certamente non possono che avere molto torto.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI), relatore. Ci si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
Modifica dell'articolo 43 dello Statuto speciale
1. L'articolo 43 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), è così modificato:
"Art. 43
La legge regionale, adottata ai sensi dell'articolo 3, primo comma, lettera b), del presente Statuto, disciplina l'ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni.".
Emendamento aggiuntivo Diana Mario.
Articolo 1
Al termine dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:
2. Alla fine del secondo coma dell'articolo 18 dello statuto speciale per la Sardegna è aggiunto il seguente periodo: "Il Presidente della Regione è autorizzato, con apposita legge regionale, a indire le elezioni per il rinnovo degli organi regionali nella data fissata per le elezioni del parlamento nazionale o del Parlamento europeo, qualora esse si debbano svolgere entro i sei mesi successivi al compimento del periodo di cui al primo comma; anche in tal caso si applica il secondo periodo del presente comma". (2) )
Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI), relatore. Ci si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Intervengo perché non può passare sotto il più assoluto silenzio quello che stiamo facendo. Noi abbiamo abrogato, nel rispetto del referendum, quattro province che abbiamo commissariato (in effetti le commissariate sono cinque), e nel più assoluto silenzio non stiamo facendo la riforma del sistema delle autonomie locali; e nel più assoluto silenzio sappiamo tutti che questi commissariamenti resteranno in piedi sino alla prossima tornata elettorale, perché credo sia ormai certificato che gestire questo sistema di commissariamento in funzione elettoralistica sia l'obiettivo di chi li ha voluti.
Però serve anche dire alla gente che noi siamo quelli del cambiamento e quindi occorre la modifica dello Statuto e la possibilità di eliminare anche le altre tre Province perché la quarta delle vecchie province è stata istituita con legge nazionale. Questo non può passare sotto il più assoluto silenzio. Non possiamo pensare di dire fuori da questo Palazzo che noi stiamo facendo le cose, perché se qualcuno avesse voluto creare un motivo di cambiamento e di risparmio avrebbe iniziato a dire (ma non solo dirlo anche proporlo), che tutte le ASL che abbiamo non servono, che forse la riduzione delle ASL è necessaria. Diventa facile però stare zitti, come dire che i consorzi industriali sono troppi e non è che si possa arrivare a fare delle strategie per commissariarli; anche questo va detto.
Allora tutto questo non può avvenire nel più assoluto silenzio perché stiamo trasmettendo, fuori da questo Palazzo, delle falsità su un cambiamento che non c'è, mentre qualcuno con le furbizie e il gioco amministrativo continua a portare avanti scenari propri del più sfrenato clientelismo. E io questo testo di legge che passa così, nel più assoluto silenzio, non lo voto, parlo a titolo personale ma non lo voto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Confermo che il voto del Gruppo del Partito Sardo d'Azione è contrario (quindi l'espressione di voto del collega Sanna non è solo a titolo personale), per un ragionamento molto semplice. In un'Aula che, si può notare, è abbastanza distratta, portiamo avanti una riforma importante, lo facciamo all'interno dell'esito referendario che, vorrei ricordare, ha proposto dieci quesiti e non si può essere "referendari da ristorante" e dal menù scegliere quale progetto di legge portare avanti e quale no.
Avevamo votato anche per l'Assemblea costituente e ci saremmo aspettati che riforme di questo calibro dello Statuto fossero portate avanti in un'Assemblea costituente del popolo sardo. Peraltro il novellato articolo 43, per come viene proposto, cancella del tutto la volontà delle popolazioni, invece nell'attuale formulazione, il secondo comma, prevede che tutte le riforme di architettura istituzionale degli enti, le circoscrizioni siano soggette comunque a pronunciamenti popolari.
In questo novellato articolo che viene proposto tutto questo sparisce, e siccome il Partito sardo d'Azione ritiene che si debba lottare contro tutti i centralismi, non solo il centralismo romano ma anche eventualmente un neocentralismo regionale, questo testo per quanto ci riguarda non è assolutamente condivisibile e voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Giusto due parole perché non si possono lasciar passare "sotto silenzio" alcuni interventi che fanno riferimento al "silenzio". L'onorevole Sanna ha appena detto che in assoluto silenzio non si sta facendo nulla in merito alla legge di riforma degli enti locali; io invece lo informo, in non assoluto silenzio, che si sta facendo molto, che il testo di legge è quasi pronto, che c'è un accordo di massima tra le forze politiche; ci sono ancora alcuni aspetti da discutere e da concludere ma il progetto di legge sta andando avanti.
Quanto alle ASL, noi Riformatori ne abbiamo proposto l'abolizione, non solo l'abbiamo detto ma l'abbiamo anche scritto; abbiamo presentato una proposta di legge apposita, ci siamo battuti in tutte le sedi per portarla avanti, abbiamo lasciato addirittura i lavori della Commissione settima quando si discuteva della riforma sanitaria, non abbiamo visti i colleghi sardisti al nostro fianco.
Non è vero che si stanno dicendo falsità, non è vero che il cambiamento è falso; il cambiamento si comincia a introdurre dalle piccole cose e l'abolizione delle Province non è una piccola cosa, è una grande cosa che gli elettori ci hanno chiesto con i 525 mila voti espressi al referendum, quindi non è una piccola cosa.
Mi è dispiaciuto anche l'intervento del collega Solinas che mi pare sia iscritto anche lui invece che al P.S.d'Az. al partito "benaltrista", cioè siccome non si fa una cosa non si fa neanche l'altra. Cominciamo a farne qualcuna, cominciamo a dare risposte alla gente e, piano piano, andiamo avanti. Stiamo facendo anche le altre cose, onorevole Solinas.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Renato Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI RENATO (P.d.L.). Intervengo brevemente per esprimere il mio voto favorevole e la soddisfazione per essere approdati a un testo unificato che ha come obiettivo quello di fare definitivamente chiarezza sulla sorte delle Province sarde e dei territori della Sardegna sul rischio di avere sperequazioni e irrazionali ritorni al passato di territori, come quello della Gallura, che mi onoro di rappresentare in quest'Aula. Quindi questo è un percorso che valorizza la potestà primaria in materia di ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni attribuita alla Regione.
Auspico che si inizi, davvero e subito, a parlare delle nuove attribuzioni dei comuni e dell'Unione di comuni, altrimenti si creerà un vuoto non solo democratico e di rappresentatività ma anche culturale. Non sarebbe una bella Sardegna quella in cui esistessero solo grandi aree metropolitane e i piccoli centri fossero abbandonati al loro destino, non rappresentati, non governati e cancellati quasi per legge.
La mia soddisfazione nasce dal fatto che, in conseguenza della riscrittura dell'articolo 43, quale si concretizza oggi, si eliminerà qualsiasi possibilità che si creino vecchie subalternità, come quella tra Gallura e Provincia di Sassari, che fino a 15 anni fa era la più estesa d'Italia, che rappresenterebbero uno smacco e un ritorno a un passato anacronistico che ha fatto solo del male ai territori e alle popolazioni che li abitano.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 18-20-21/NAZ/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Mario Floris ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Rispondono no i consiglieri: Dessì - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Diana Mario - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 46
votanti 42
astenuti 4
maggioranza 22
favorevoli 38
contrari 4
(Il Consiglio approva).
Prendo atto che il consigliere Rodin è rientrato dal congedo.
Il Consiglio è riconvocato domani, mercoledì 25 settembre, alle ore 10 per la prosecuzione dell'ordine del giorno. Ricordo che oggi pomeriggio alle 17 e 30 è convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
La seduta è tolta alle ore 13 e 23.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dei dati del 118.
Il sottoscritto,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) chi disponga degli elenchi e delle mailing list dei volontari e delle associazioni di soccorso operanti all'interno del 118 in Sardegna;
2) quali siano le regole e le procedure che stabiliscono le modalità di utilizzo dei suddetti elenchi e chi sia il responsabile del trattamento dei suddetti dati;
3) quali siano i soggetti autorizzati ad utilizzare la banca dati della centrale operativa del 118, in quali occasioni, per quali scopi e con quali fini;
4) se non ritenga necessario promuovere con immediatezza un'inchiesta interna per fare luce sull'uso che in queste ore si sta facendo degli elenchi e delle mailing list dei volontari, delle associazioni e delle cooperative di soccorso sarde, invitati a partecipare alle primarie del centrosinistra a sostegno di un candidato che è primario del 118 a Sassari;
5) quali siano le opportune iniziative che intende intraprendere per limitare la discrezionalità dei direttori delle centrali operative del 118 in Sardegna in ordine alle convenzioni da stipulare con le associazioni e le cooperative dei volontari, introducendo criteri univoci per l'assegnazione dei servizi e scongiurando così il ripetersi di veri e propri arbitri, nonché inopportuni condizionamenti di qualsiasi specie e natura. (1199)
InterrogazioneTocco, con richiesta di risposta scritta, sulle attuali condizioni e tariffazione del servizio di trasporto pubblico regionale via mare per le isole minori (Carloforte e La Maddalena).
Il sottoscritto,
premesso che, nell'autunno 2012, il Comitato per la continuità delle isole minori sarde ha raccolto oltre 5.000 firme per chiedere alla Regione l'applicazione di una tariffa unica per residenti in Sardegna da parificare all'attuale prevista per i residenti, al fine di eliminare un'ingiusta diseguaglianza all'interno dello stesso ambito territoriale regionale e nel contesto del trasporto pubblico locale;
considerato che, nei mesi scorsi, si sono tenute diverse interlocuzioni tra l'Assessorato regionale dei trasporti e i rappresentanti del comitato, per consegnare la sopra menzionata petizione e discutere della problematica tariffaria esposta dal comitato;
rilevato che la decisione assunta dalla Giunta regionale, con deliberazione n. 24/31 del 27 giugno 2013, nel varare una tariffa sperimentale "week end" per Carloforte, a quanto dichiarato dal comitato, che ha da poco ripreso un'azione di protesta con volantinaggio agli imbarchi, e da quanto appreso dalla stampa, non ha incontrato i favori delle parti sociali e degli stessi viaggiatori che, in più occasioni, hanno lamentato una palese inadeguatezza e limitatezza della tariffa sperimentale;
preso atto che i residenti, i proprietari di immobili, i contribuenti e gli abituali fruitori delle isole, manifestano difficoltà economiche crescenti per il costo tariffario troppo elevato, iniquo e non concorrenziale rispetto ad altre mete turistiche, tale da compromettere lo sviluppo economico e sociale delle comunità insulari e, di riflesso, dei vicini territori;
rilevato, inoltre, che sia la Società regionale Saremar che la privata Delcomar, entrambe finanziate dalla Regione, ad agosto, nel periodo di massima affluenza turistica, hanno sospeso il ticket, previsto nei rispettivi piani tariffari, per i residenti in Sardegna creando notevoli disagi all'utenza peraltro, nei fatti, disincentivata a sbarcare nelle isole dal lunedì alle 14 di venerdì, ovvero quando non vige la tariffa agevolata "week end" di Saremar, che terminerà ad ottobre 2013,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti, se non ritengano opportuno e non più differibile, considerare la proposta di migliaia di cittadini sardi e deliberare un'unica tariffa per residenti in Sardegna, senza limitazioni e sperimentazioni, valutando altresì l'estensione a proprietari di seconde case, nati nelle isole minori sarde e ai loro discendenti (come già avviene in Toscana); si tratterebbe di una misura perequativa e non lesiva dei diritti di tutti i sardi, volta allo sviluppo socio-economico delle isole e dei vicini territori, ma anche ad incrementare, a parità di costi, gli introiti della Società regionale Saremar. (1200)
Interrogazione Floris Vincenzo - Diana Giampaolo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'attuazione delle procedure di ampliamento del fondo di finanziamento dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC).
I sottoscritti,
premesso che all'indomani della pubblicazione da parte della Regione degli elenchi dei beneficiari del finanziamento dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC), avvenuta attraverso la farraginosa procedura di selezione a sportello a partire dal 18 settembre 2013 e utilizzata per l'assegnazione dei finanziamenti previsti nel Piano straordinario per l'occupazione e per il lavoro, non hanno trovato riscontro effettivo gli impegni assunti pubblicamente dalla Giunta regionale della Sardegna, la quale si impegnava a potenziare il fondo POIC per ricomprendere nel piano di finanziamento le domande presentate a sportello da numerosi comuni ed escluse dal bando;
considerato che:
- la Giunta regionale, esaminate le molteplici domande di accesso al bando POIC pervenute da numerosi comuni della Sardegna e constatato che la larga parte dei maggiori comuni della Sardegna (tra cui i Comuni di Cagliari, Sassari e Nuoro) venivano discutibilmente esclusi dai finanziamenti, ha ritenuto opportuno, con la nota stampa ufficiale del 16 giugno 2013, rassicurare i comuni esclusi dall'assegnazione delle risorse, garantendo l'intervento della Giunta regionale per l'ampliamento del fondo di dotazione destinato ai POIC; la stessa Giunta, nel contempo, affermava testualmente senza timori, che: "il Presidente Cappellacci e la Giunta hanno deciso di dare una risposta più larga possibile alle esigenze dei territori incrementando le risorse di ulteriori 19 milioni di euro. Il fondo, quindi - ha concluso l'Assessore - passerà da una dotazione iniziale di 31 a oltre 50 milioni di euro, per soddisfare al meglio la domanda dei territori e finanziare il maggior numero di progetti. Con queste ulteriori risorse saranno finanziati 114 PISL ammessi e 58 POIC.";
- l'iter di implementazione dei POIC è attualmente arrivato alla seconda fase senza che gli interventi di ampliamento del fondo assicurati dalla Giunta regionale siano stati formalmente e realmente attuati; ciò è facilmente riscontrabile analizzando gli avvisi della Regione concernenti i POIC. Infatti sia le direttive di attuazione della Fase I del 26 giugno 2013, sia "l'avviso per la selezione dei beneficiari del fondo POIC FSE, FASE II" del 9 agosto 2013, che sono stati pubblicati sul sito della Regione autonoma della Sardegna, non contengono alcun tipo di riferimento o accenno all'inclusione dei comuni esclusi nella prima fase del bando. La stessa Giunta regionale, nel comunicato stampa ufficiale del 7 agosto 2013, ribadisce che: "Le domande di accesso al Fondo potranno essere presentate dai soggetti interessati a partire dal 17/9/2013 e fino al 31/12/2013. Il relativo modulo sarà reso disponibile in formato elettronico anche sul portale Sardegna Lavoro e, a cura dei comuni i cui PISL e POC sono stati approvati, sui relativi siti web istituzionali"; dalla comunicazione della Giunta regionale, emerge con evidenza che l'implementazione dei fondi POIC coinvolge esclusivamente i 30 comuni che hanno avuto accesso alla selezione a sportello il 18 settembre 2012, mentre dei restanti 28 comuni ai quali la Giunta regionale aveva assicurato il tempestivo intervento per la rimodulazione del fondo e il loro contestuale reintegro nel finanziamento, non si fa alcun accenno;
vista l'interrogazione n. 149 del 13 giugno 2013, per la quale non si è ancora ottenuta risposta scritta, a firma dei consiglieri regionali del gruppo del Partito democratico, FLORIS Vincenzo, DIANA Giampaolo, AGUS, COCCO Pietro, CORDA, ESPA e SABATINI, con cui si chiedevano opportuni chiarimenti rispetto ai tempi e alle modalità di accesso dei comuni alla selezione dei fondi POIC e in particolare sulle procedure di selezione a sportello dei Progetti operativi per l'imprenditorialità comunale (POIC) e sulla esclusione da tale procedura dei centri urbani più rilevanti della Regione,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, per sapere:
1) quali determinazioni intendano intraprendere per ampliare il fondo di finanziamento dei POIC ai comuni della Sardegna che hanno presentato regolare domanda di accesso ai finanziamenti, ma che sono stati esclusi dal bando;
2) quali siano i tempi e le modalità che ritengano opportuno adottare per ampliare di altri 19 milioni di euro il fondo POIC, portando la dotazione complessiva del fondo a oltre 50 milioni di euro, riservando così ai comuni esclusi dalla prima fase del bando POIC la possibilità di accedere alla Fase II concernente i finanziamenti;
3) quali provvedimenti intenda adottare affinché il tutto venga positivamente predisposto in tempi brevi e certi. (1201)
Interrogazione Lunesu, con richiesta di risposta scritta, al fine di chiedere una proroga di sessanta giorni della scadenza, fissata al 19 settembre 2013, per la presentazione delle domande relative al bando dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, per l'erogazione di contributi per il miglioramento, l'adeguamento o la realizzazione delle strutture aziendali di allevamento nel comparto suinicolo.
La sottoscritta,
premesso che, con determinazione n. 12259/412 del 10 luglio 2013, la Direzione generale - Servizio strutture dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, ha approvato il bando per l'erogazione di contributi per il miglioramento, l'adeguamento o la realizzazione delle strutture aziendali di allevamento nel comparto suinicolo;
considerato che:
- la pubblicazione on line dello stesso, è stata effettuata il giorno 15 luglio 2013;
- tale data ha anche determinato la scadenza per la presentazione della domanda che lo stesso bando aveva individuato in sessanta giorni dalla pubblicazione, fissando i termini entro le ore 13 del giorno 19 settembre 2013;
preso atto che nei sessanta giorni intercorsi fra la pubblicazione del bando e la scadenza per la formalizzazione delle domande, ci sarebbe da considerare, in maniera particolare, l'intero mese di agosto che, per tradizione, ma non solo, tantissimi sardi dedicano alle ferie estive riducendo, in tal modo, la presenza nelle aziende, di qualunque tipologia e/o settore economico e produttivo, di personale addetto alle pratiche burocratiche e ai contatti con le istituzioni;
evidenziato che tanti imprenditori interessati al bando starebbero trovando difficoltà a poter inoltrare in tempo utile la domanda anche a causa del rallentamento delle attività amministrative sopraggiunto nel mese di agosto e al reperimento, in tempo utile, della documentazione e dei dati necessari da fornire al momento dell'inoltro della domanda stessa,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se, sulla base di quanto esposto, non ritenga necessario e proficuo per la nostra economia, prevedere una proroga di almeno sessanta giorni rispetto all'attuale scadenza, al fine di consentire anche agli imprenditori impossibilitati a predisporre la documentazione necessaria entro la data del 19 settembre 2013, di poter accedere alle finalità del bando di cui all'oggetto. (1202)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sull'anomalia conseguente alla costituzione del collegio sindacale della ASL n. 1 di Sassari.
Il sottoscritto,
premesso che:
- con la deliberazione del direttore generale della ASL n. 1 di Sassari, n. 552 del 26 luglio 2013, si è provveduto alla costituzione del collegio sindacale per il triennio 2013/2015;
- dalla lettura della delibera si apprende che il direttore generale ha provveduto a costituire il collegio sindacale in numero di quattro membri, in luogo di cinque normativamente previsti;
- la giustificazione addotta dal direttore generale per motivare tale irregolarità numerica risiede nella mancata designazione da parte del Ministero della salute del revisore di sua competenza;
- pertanto, dal 26 luglio 2013 il collegio sindacale della ASL n. 1 di Sassari risulta essere formalmente costituito ed in grado di generare spese a carico del bilancio dell'azienda sanitaria;
- nonostante la costituzione, il collegio sindacale non può validamente operare;
- la delibera di nomina del collegio sindacale appare essere viziata da difetto di legge;
- invero, il legislatore all'articolo 3 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992, regolamentante la materia, ha previsto tassativamente che il collegio sindacale delle ASL deve essere costituito da cinque membri; in particolare, due scelti dalla Regione, uno dal Ministero della salute, uno dal Ministero dell'economia ed uno dalla conferenza dei sindaci;
- la circostanza che uno dei soggetti designatori non ha provveduto ad indicare il membro prescelto non autorizza la ASL di riferimento a modificare a piacimento il dettato normativo provvedendo alla costituzione di un organo "monco";
- invero, il collegio sindacale costituito in violazione del dettato normativo non potrà legittimamente operare e compiere atti validi, ma ha come unica conseguenza quella di far decorrere immediatamente il diritto dei sindaci al percepimento della indennità loro spettante per la carica, nonché al rimborso delle eventuali spese, pur, di fatto, non potendo operare;
- non è dato ravvisare, nel panorama normativo, precetto alcuno che possa legittimare la scelta del direttore generale della ASL n. 1 di costituire un organo palesemente irregolare ed inoperativo;
- verosimilmente, il direttore della ASL n. 1 avrebbe potuto applicare per analogia, il precetto di cui all'articolo 3, comma 13, del decreto legislativo n. 502 del 1992, nella parte non interessata dalla modifica di cui al decreto legislativo n. 229 de 1999, il quale prevede, per ipotesi di carenza numerica del collegio sindacale, la costituzione di un collegio straordinario operante sino alla regolare costituzione dell'organo sindacale ordinario;
- il legislatore, infatti, al fine di garantire la funzione essenziale di controllo svolta dal collegio sindacale, ha previsto che, in ipotesi di inoperatività dell'organo per carenza numerica, venga istituito un collegio provvisorio composto da tre membri, operante sino alla valida costituzione del collegio sindacale in numero di 5 membri;
considerato che:
- una organizzazione caratterizzata dal libero arbitrio decisionale del direttore generale sarebbe in aperto contrasto con i valori, anche costituzionali, che animano l'agire delle pubbliche amministrazioni e/o aziende pubbliche;
- invero, se è espressamente previsto per legge che il collegio sindacale sia composto da cinque membri, pacifico appare che solo una decisione di contenuto contrario proveniente da una pari fonte normativa può modificare il contenuto del precetto normativo;
- nel caso di specie la decisione del direttore generale non può superare, nella gerarchia delle fonti, il potere impositivo del precetto normativo contenuto in un decreto legislativo;
- ciò è ancora più vero se si considera che il valore attribuito, nel panorama giuridico e giurisprudenziale, alla designazione dei membri da parte dei vari enti non ha natura endoprocedimentale, ma provvedimentale; ciò significa che, la successiva deliberazione del direttore generale "ha una mera funzione ricognitiva delle nomine disposte da altri enti tassativamente individuati dalla legge";
- pertanto, il potere delle ASL, ergo di chi le rappresenta, in tale ambito appare molto ristretto e formale, volto solo a deliberare in merito a vincolanti scelte effettuate da altri enti sulla base di specifici indirizzi forniti dal legislatore;
- in tale contesto, spazio alcuno viene riservato all'arbitrio del direttore generale, il quale ha posto in essere un atto palesemente irregolare;
preso atto che:
- la ASL n. 1 di Sassari, ad oggi è priva, in violazione di legge, di un fondamentale organo di controllo, per definizione neutrale e di garanzia, atto a garantire e controllare rispetto al buon operato degli altri organi aziendali;
- infatti, il neo costituito collegio sindacale non potrà operare stante l'irregolarità della sua costituzione;
- qualsiasi atto compiuto dal neo costituito collegio sindacale appare essere affetto da nullità;
- tale circostanza appare essere ancora più grave se si considera che nonostante l'inoperatività ed improduttività dell'organo irregolarmente costituito, lo stesso genererà delle spese a carico del bilancio dell'azienda sanitaria corrispondenti alle indennità dovute ai membri del collegio, le spese di trasferta generate dall'incarico e quanto riconducibile a tale ruolo;
- l'obbligatorio parere sul bilancio 2012, competenza fondamentale in capo al collegio sindacale, non è stato ancora espresso, pertanto il documento contabile non è ad oggi formalmente approvato;
- questa situazione appare essere anacronistica rispetto al panorama nazionale, e non solo, caratterizzato da un massiccio taglio alle spese in ogni ambito,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) se siano a conoscenza di questa gravissima situazione;
2) se sia loro intendimento intervenire tempestivamente al fine di far sì che la ASL n. 1 di Sassari si attenga al rispetto della legge;
3) se e quando interverranno al fine di far sì che la ASL n. 1 di Sassari abbia un collegio sindacale operante;
4) se e quando interverranno al fine di richiamare i vertici aziendali alle loro responsabilità. (1203)
Interrogazione Pisano, con richiesta di risposta scritta, sull'attuale impossibilità per gli specializzandi in fisica medica a poter regolarmente svolgere i tirocini presso il reparto di radioterapia dell'Ospedale Businco di Cagliari.
Il sottoscritto,
premesso che, fino a pochi anni fa, non essendoci in Sardegna una scuola di specializzazione di fisica medica, i nostri laureati in fisica che volevano accedere alla professione di fisico medico erano, loro malgrado, costretti andare fuori dalla Sardegna, presso altre università, affrontando, conseguentemente, notevoli disagi economici e organizzativi;
considerato che l'Università di Cagliari ha potuto attivare la Scuola di specializzazione in fisica medica solo molti anni dopo averne fatto richiesta al Ministero della sanità, a causa di un blocco imposto dal Ministero, in attesa dei risultati di una commissione alla quale era stato affidato il compito di predisporre nuove disposizioni per la attivazione di nuove scuole di specializzazione;
evidenziato che, una volta ottenuto il via libera dal Ministero, l'Università di Cagliari ha provveduto ad attivare alcune nuove scuole di specializzazione e, specificatamente nell'anno accademico 2008-09, è stata attivata la nuova Scuola di specializzazione in fisica medica;
considerato che la figura del fisico medico è indispensabile per la corretta utilizzazione di apparecchiature di elevata complessità per la terapia e la diagnosi di gravi patologie, come ad esempio gli acceleratori per la radioterapia, i ciclotroni per la produzione di radioisotopi artificiali, le gammacamere per la medicina nucleare e anche per verificare il corretto funzionamento di apparecchiature per la diagnostica per immagini come la TAC, la risonanza magnetica e le semplici apparecchiature di radiologia tradizionale;
accertato che attualmente sono impiegati nelle strutture ospedaliere regionali 21 fisici medici (15 a Cagliari, 4 a Sassari, 2 a Nuoro, 1 a Olbia) rispetto ad un fabbisogno effettivo stimato di circa 40 unità e che altri dieci fisici medici svolgono attività libero professionale, dato che la normativa vigente impone che anche gli studi radiologici privati debbano servirsi di un fisico medico che garantisca la "qualità" delle apparecchiature per la diagnostica per immagini;
rilevato che occorre tenere in debito conto l'attuale fabbisogno determinato dai numerosi presidi ospedalieri isolani che ancora non hanno proceduto all'assunzione in organico di un fisico medico e che attualmente operano in regime convenzionale con un professionista esterno per le attività inerenti alla fisica medica;
constatato che la Scuola di specializzazione in fisica medica dell'Università di Cagliari ha diplomato finora 4 specialisti, tre dei quali già impiegati a tempo indeterminato in strutture ospedaliere e di ricerca mentre la quarta giovane diplomata attualmente usufruisce di una borsa di ricerca presso il San Raffaele di Milano;
verificato che attualmente risultano iscritti nei vari anni di corso della scuola di fisica medica dieci specializzandi che usufruiscono della borsa di studio regionale;
preso atto che, nonostante la Scuola di specializzazione sia una attività formativa di terzo livello e quindi organizzata dall'università, gli impegni degli specializzandi sono maggiormente concentrati all'interno delle strutture ospedaliere dove, oltre ad imparare a conoscere le tecniche della professione, prestano opera di collaborazione e si fanno carico di molte attività operative previste per legge, e questa opera di supporto risulta in genere molto gradita presso le strutture ospedaliere che ospitano volentieri gli specializzandi;
considerato che:
- una delle strutture ospedaliere che ha maggiormente bisogno di fisici medici è la radioterapia dove i fisici predispongono i "piani di trattamento" che consentono di ottenere il massimo beneficio per i pazienti minimizzando i danni ai tessuti sani che il trattamento radioterapico necessariamente comporta, che il tirocinio in radioterapia è il momento di formazione più alto per il fisico medico e che ad esso viene interamente dedicato l'ultimo anno di corso;
- nello scorso anno accademico 2012-13 i nostri specializzandi che frequentavano l'ultimo anno di corso non sono stati accettati come tirocinanti presso il centro di radioterapia dell'Ospedale oncologico Businco di Cagliari e, pertanto, hanno dovuto svolgere il tirocinio presso altri ospedali in varie località fuori dalla Sardegna, tra Milano, Roma, Pavia, Candiolo e Livorno, con tutti i comprensibili disagi e i gli insostenibili costi aggiuntivi;
riconosciuto, comunque, che l'esperienza fatta presso centri di elevata professionalità ha sicuramente prodotto benefici nella formazione e, in ogni caso, un'apertura oltre i confini ristretti della propria sede è pur sempre un'esperienza che ogni studente universitario, di qualunque livello formativo, dovrebbe compiere obbligatoriamente;
considerato che l'impossibilità di poter frequentare il centro di radioterapia della propria sede universitaria crea negli specializzandi un notevole disagio e che questa paradossale situazione è stata posta in ripetute occasioni all'attenzione sia delle autorità accademiche sia, successivamente, all'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in un incontro tra il Capo di gabinetto dott. Tonino Dessì e l'ex-preside di medicina prof. Mario Piga;
verificato che ogni iniziativa non ha portato fino ad oggi ad alcun chiarimento in ordine ai motivi che ostano ad una reale soluzione del problema sulla mancata collaborazione tra la struttura di fisica medica dell'Ospedale oncologico e l'Università di Cagliari e che non possano essere ritenuti validi i motivi espressi più volte dal responsabile della struttura di fisica medica dell'Ospedale Businco, secondo il quale sarebbero unicamente riferibili al numero sovrastimato indicato come "fabbisogno di specialisti in fisica sanitaria da formare" riportato nel documento periodico redatto dall'Università agli Studi di Cagliari e inviato all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;
considerato che, a prescindere dai motivi e dalle responsabilità che determinano questo ingiustificabile impedimento, i nostri laureati in fisica, specializzandi in fisica medica, sono gli unici a pagare un costo così elevato per un assurdo mancato accordo istituzionale fra università e reparto di radioterapia dell'Ospedale Businco di Cagliari,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:
1) quali siano i motivi che hanno fino ad oggi impedito che si potesse stabilire una fattiva collaborazione tra il reparto di radioterapia dell'Ospedale Businco e la Scuola di specializzazione di fisica sanitaria dell'Università degli studi di Cagliari penalizzando i nostri laureati in fisica, specializzandi in fisica sanitaria, costretti a svolgere i tirocini nelle strutture ospedaliere fuori della nostra Isola, con tutti i disagi economici conseguenti;
2) quali immediate azioni intenda attuare per rimuovere e superare questi impedimenti e consentire ai nostri specializzandi in fisica sanitaria di poter svolgere regolarmente, come è nel proprio diritto, i tirocini presso il reparto di radioterapia dell'Ospedale Businco di Cagliari. (1204)
Interrogazione Arbau, con richiesta di risposta scritta, o con risposta immediata ai sensi dell'articolo 123 bis del Regolamento del Consiglio regionale, al Presidente della Regione e all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché precisino se intendano portare a conoscenza del Consiglio l'attività svolta in materia di politica agricola comunitaria (PAC) e promuovere una seduta del Consiglio, con il coinvolgimento delle associazioni agricole e dei portatori di interessi del mondo agricolo sardo, al fine di addivenire ad un pronunciamento del Consiglio in merito alla nuova politica agricola comunitaria.
Il sottoscritto,
premesso che:
- il 26 giugno 2013 i capi di stato e di governo europei hanno assunto importanti decisioni in ordine alla nuova politica agricola comunitaria;
- nei mesi autunnali si definiranno importanti tappe del negoziato sulla nuova PAC, e la Regione ha rilevanti margini di manovra, se esercitati tempestivamente e con una investitura politica di tutta la comunità, per determinare le scelte dello Stato, in particolare per quanto attiene alla definizione delle somma da destinare ai diversi pilastri della politica agricola comunitaria, all'indicazione dei soggetti esclusi dai benefici, ai pagamenti per le aree svantaggiate ed ai giovani agricoltori, ai massimali di contribuzione ed alla definizione del pagamento "greening"; scelte che in questi mesi saranno condizionate dalla spinta egoistica delle regioni ad agricoltura intensiva ed inquinante rispetto ad un'agricoltura estensiva e sostenibile come quella della nostra comunità;
rilevato che appare evidente la necessità che tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale discutano e si pronuncino sulle decisioni da assumere a livello regionale e statale,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se intendano:
1) portare a conoscenza del Consiglio l'attività svolta in materia di PAC;
2) promuovere una seduta del Consiglio, con il coinvolgimento delle associazioni agricole e dei portatori di interessi del mondo agricolo sardo, al fine di addivenire ad un pronunciamento del Consiglio regionale in merito alla nuova politica agricola comunitaria. (1205)
Interrogazione Sanna Gian Valerio - Cozzolino - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle anomale procedure del bando finalizzato al finanziamento di progetti esecutivi e immediatamente cantierabili, relativi alla messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici.
I sottoscritti,
premesso che la Giunta regionale nella seduta del 12 settembre 2013 ha approvato la deliberazione concernente i criteri per la selezione dei progetti esecutivi immediatamente cantierabili di cui all'articolo 18, comma 8 quater, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia - cosiddetto"Decreto del Fare"), per la formazione della graduatoria da trasmettere al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR);
dato atto che in data 13 settembre 2013 veniva pubblicato on line, sul sito ufficiale della Regione, nella pagina dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'avviso del bando sui criteri generati per la redazione della graduatoria ai sensi dell'articolo 18, comma 8 quater, della legge n. 98 del 2013, finalizzato al finanziamento di progetti esecutivi e immediatamente cantierabili, relativi alla messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici;
rilevato che gli enti locali proprietari di edifici scolastici iscritti all'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica avrebbero dovuto presentare domanda di contributo entro le ore 17 del giorno 16 settembre 2013; quindi, in appena 3 giorni, gli enti avrebbero dovuto presentare dei progetti redatti a livello "esecutivo"; una vera e propria corsa contro il tempo,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se non ritenga opportuno, per raggiungere le finalità sopra menzionate, rivedere il bando e dare spiegazioni su una procedura così anomala che prevede la scadenza di un bando dopo solo 3 giorni dalla pubblicazione e su come sia possibile che gli enti locali, destinatari del bando, possano redigere o recuperare e coordinare dei progetti esecutivi in così breve tempo. (1206)
Interrogazione Murgioni, con richiesta di risposta scritta, sul problema del traffico veicolare in località San Pietro - Castiadas (intersezione strada provinciale n. 19 con strada provinciale n. 98), obbligato su una carreggiata di dimensioni ridotte.
Il sottoscritto,
premesso che:
- all'intersezione tra la strada provinciale Castiadas -Villasimius (SP 19) e la strada provinciale San Pietro - Cala Marina (SP 18) è presente un tratto di carreggiata con una sola corsia tale da consentire la circolazione veicolare esclusivamente a sensi alternati, e tale infrastruttura è ubicata su un ponte ad una arcata, considerato bene identitario dal vigente Piano paesaggistico regionale (PPR);
- con l'apertura al traffico della nuova strada statale n. 125 il panorama della mobilità con destinazione Villasimius, Costa Rei e la stessa Castiadas, è stato attratto da tale nuovo percorso determinando per il territorio di Castiadas, e in particolare nella intersezione di cui in premessa, un notevole aggravio in termini di risorse umane per consentire il deflusso regolare del traffico;
- su tale intersezione e nel ponte la Provincia di Cagliari recentemente ha installato un impianto semaforico al fine di regolare organicamente il flusso veicolare e, conseguentemente, soprattutto durante i mesi estivi e non solo, si sono verificate file chilometriche mettendo a dura prova la pazienza degli automobilisti e soprattutto dei cittadini di Castiadas sui quali viene a gravare un sensibile carico inquinante (atmosferico, rumore, ecc.);
- un eventuale allargamento della carreggiata risulta improponibile in quanto comprometterebbe irreversibilmente il bene identitario cancellando uno dei simboli della storia e della cultura locale;
considerato che:
- con la deliberazione della Giunta regionale n. 24/21 del 27 giugno 2013 avente ad oggetto "L.R. n. 3/2009, art. 2, comma 37 e 38 e L.R n. 5/2009, art. 5. Indirizzi per l'attivazione dei Progetti di Sviluppo Locale in specifici ambiti territoriali interessati da situazioni di crisi aggravata da fattori strutturali di svantaggio territoriale", al territorio del Sarrabus è stato riconosciuto lo status di territorio svantaggiato;
- in attuazione di tale deliberazione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio ha attivato il relativo tavolo istituzionale;
- un efficace coordinamento nell'attuazione degli interventi a favore delle micro, piccole e medie imprese e l'adozione di strumenti amministrativi integrati non possono prescindere da una regolare mobilità di merci e persone,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per conoscere, alla luce delle criticità sopra evidenziate, se tra le infrastrutture da inserire nei programmi di cui alla legge regionale n. 3 del 2009, articolo 2, commi 37 e 38 e legge regionale n. 5 del 2009, articolo 5, ovvero con atto aggiuntivo/integrativo all'accordo di programma relativo al PIA Ca 13-Est, non ritenga strategica e prioritaria la risistemazione della intersezione stradale in località San Pietro-Castiadas (intersezione SP 19 con SP 98) mediante la realizzazione di un nuovo ponte a monte di quello esistente, capace di ospitare una carreggiata con almeno una corsia per ogni senso di marcia e nel contempo la realizzazione di una rotatoria per eliminare l'impianto semaforico e agevolare il flusso veicolare in direzione Villasimius, Costa Rei e Castiadas. (1207)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione epidemiologica in Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che la Sardegna vive uno dei periodi più bui, che ne determina un ulteriore arretramento nella competitività e nel disagio sociale ed economico e infierisce in tutto il tessuto produttivo ed ora morde anche il settore agro-pastorale, fonte tradizionale di reddito dell'Isola ed in particolare delle zone interne;
atteso che è stata depositata la proposta di legge n. 35 in data 19 gennaio 2009 sul controllo dei porti e degli aeroporti sardi onde istituire, in codeste strutture, una base di controllo sulle merci in arrivo ed in particolare sulle derrate alimentari e sugli animali vivi, così da sorvegliare e monitorare i vettori entomologici per salvaguardare i prodotti sardi da contaminazioni esterne all'Isola;
constatato che la Sardegna, per questi gravi ritardi nella definizione di una normativa adeguata, e quindi della strutturazione dei sistemi di controllo negli arrivi, ha già pagato e paga un pesante tributo che danneggia la produzione degli allevamenti e la produzione dell'ortofrutticoltura;
accertato che neanche gli istituti regionali preposti hanno posto in essere tutte le attività necessarie ed opportune per far fronte alle gravi situazioni epidemiologiche presenti in Sardegna; basti pensare all'Istituto zooprofilattico sperimentale che solo recentissimamente ha proposto corsi di aggiornamento e svolge un ruolo di coordinamento del sistema veterinario sardo;
constatato che non si è provveduto nel tempo a monitorare la situazione epidemiologica così da evitare l'epidemia della blue tongue che ha messo in ginocchio parte della zootecnia sarda, e di converso si è provveduto ha spostare di sede l'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale;
evidenziato, altresì, che il servizio preposto, forse pagando lo scotto del recente cambio di direttore del servizio veterinario, non risulta, da diverse comunicazioni pervenute, reperibile sia telefonicamente che via mail, e non risponde alle richieste scritte degli operatori del territorio che chiedono, in questa delicata fase, chiarimenti e delucidazioni; cosa estremamente importante in questa battaglia contro la blue tongue, ma ancor più importante nella guerra contro il proliferare di diversi vettori sino a qualche anno fa non endemici,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere come mai non si sia approntato un piano di potenziamento dei laboratori per sorvegliare e valutare l'impatto dei vari vettori entomologici, così da determinare l'aggiornamento ed in particolare, come previsto dal piano nazionale della blue tongue, conoscere le tipologie e la dislocazione della specie "culicoides" così da consentire tempestivamente all'Assessorato di approntare misure di prevenzione; a tal riguardo non si comprende come mai l'Osservatorio epidemiologico umano sia logisticamente ubicato negli uffici dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, mentre l'Osservatorio veterinario ha fissato autonomamente la propria sede distante dalla struttura di riferimento, il medesimo Assessorato, che dovrebbe svolgere il proprio ruolo istituzionale di prevenzione e circoscrizione delle patologie infettive animali. (1208)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zuncheddu - Cugusi, con richiesta di risposta scritta, sul mancato avvio di parte dei corsi di formazione professionale previsti dal Piano annuale regionale di formazione professionale 2009-2010, affidati in gestione diretta ai centri di formazione professionale.
I sottoscritti,
premesso che:
- con la deliberazione n. 41/7 dell'8 settembre 2009 la Regione ha approvato il Piano annuale di formazione professionale 2008/2009 destinando a tale Piano risorse pari a euro 19.413.875, UPB S06.06.004, cap. SC06.1574, di cui euro 5.874.750 per attività a gestione diretta da parte dei centri regionali di formazione professionale;
- a seguito di tale deliberazione, in data 27 dicembre 2009, con avviso pubblicato nei principali quotidiani regionali e nei siti www.regione.sardegna.it e www.sardegnalavoro.it, si fissavano, dal 25 gennaio 2010 al 24 febbraio 2010, i termini di presentazione di domanda di frequenza ai corsi a gestione diretta dei centri regionali di formazione professionale, poi prorogati con comunicato del 24 febbraio 2010, al 12 marzo 2010, per le sole domande relative al corso n. 090690 per "Pianificatore dell'ambiente e del paesaggio";
- molti dei 38 corsi, rivolti a laureati e tecnici, riguardavano temi di grande attualità come l'ambiente, la bioedilizia, l'ottimizzazione dei consumi energetici;
- hanno fatto domanda oltre 5.000 persone di cui circa 570 ammessi, con determinazione n. 63/4 del 19 gennaio 2011, nelle graduatorie definitive dei 38 corsi previsti (15 per ogni corso);
considerato che:
- il Piano annuale della formazione professionale, annualità 2009-2010 finanziato dalla Regione, prevedeva la formazione di allievi disoccupati e inoccupati in possesso di titolo di studio di laurea, diploma e licenza di scuola media inferiore, per un totale di 16 corsi e 240 allievi per la Provincia di Cagliari; le attività formative sono riconducibili a tematiche altamente attuali inerenti l'ambiente, la bioedilizia e l'energia, con un potenziale ritorno in termini di prospettive di occupazione in linea con le richieste del mercato del lavoro;
- nel mese di ottobre del 2012, è stata avviata una parte delle attività formative per un totale di 8 corsi di cui 4 sono stati portati a termine; i corsi sono stati frequentati assiduamente e con grande partecipazione ed interesse degli allievi, fortemente interessati al conseguimento di una specializzazione e/o qualifica; al termine dei percorsi formativi alcuni corsisti hanno trovato impiego, ciò dimostra che la qualità della proposta formativa ha raggiunto dei risultati positivi, considerando la situazione di grave crisi che attualmente investe il Paese ed in particolare la Sardegna;
- i suddetti corsi previsti nel bando riguardano principalmente:
- l'ambiente, settore più promettente e tra i favoriti per una serie di fattori quali: i cambiamenti climatici e per una maggiore sensibilità e attenzione dell'opinione pubblica per questo tipo di tematiche;
- le energie rinnovabili: per quanto riguarda questo settore, in base alle previsioni, entro il 2020, data simbolo della legislazione dell'Unione europea per lo sviluppo del settore del solare termico, potrà offrire lavoro a circa 500.000 persone; da un recente studio I-Com (Istituto per la competitività) si evince che per il 2020 il settore del solare ha le potenzialità per creare in Italia, un valore aggiunto pari a 110 miliardi di euro e ben 210.000 posti di lavoro; in particolare "il settore potrebbe generare una nuova occupazione pari a 23.000 unità di lavoro aggiuntive medie annue per la fase di cantiere, di costruzione degli impianti, e 22.000 unità di lavoro per la fase di gestione degli impianti, una volta che questi entrino in esercizio";
- cultura: il progetto Filmaker rivolto a diplomati interessati al mondo della regia e dello spettacolo; gli iscritti al corso sono circa 500, con prevalenza femminile, per un numero limitato di 15 posti; le attese e le aspettative per l'avvio di questo corso sono notevoli in considerazione del fatto che per la prima volta è proposto in Sardegna; molti giovani interessati al conseguimento di questa qualifica, per poter intraprendere una eventuale attività nel mondo dello spettacolo, hanno dovuto sostenere notevoli spese per poter partecipare ad un corso di questa tipologia trasferendosi a Milano, Roma o Bologna, dove ci sono centri di formazione qualificati;
- risultano presentate più di 5.000 domande di partecipazione e si riscontra una grande sollecitazione da parte degli utenti che, in attesa da circa tre anni e mezzo, premono per avere informazioni circa l'inizio dei seguenti corsi previsti:
1) Tecnico di impianti energie rinnovabili;
2) Tecnico per il recupero differenziato dei veicoli;
3) Pianificatore dell'ambiente e del paesaggio;
4) Tecnico per il ripristino ambientale e ingegneria naturalistica;
5) Progettista di itinerari naturalistici;
6) Tecnico apparecchiature biomedicali;
7) Operatore di charter nautico;
8) Filmaker,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per:
1) conoscere le ragioni del ritardo nell'attuazione dei corsi previsti dal Piano regionale per la formazione professionale del 2009-2010 le cui graduatorie per gli allievi idonei sono chiuse da oltre tre anni;
2) conoscere le ragioni per cui sono decollati solamente 8 corsi su sedici previsti, e se esistano dei motivi ostativi all'inizio dei restanti 8;
3) sapere se esista un rischio di perenzione dei fondi regionali a valere sul Piano per la formazione professionale 2009-2010, determinato dai gravi ritardi nell'avvio dei corsi;
4) sapere se i centri regionali di formazione professionale siano considerati ancora strategici dall'attuale Amministrazione regionale;
5) chiedere come si intenda procedere in futuro per rendere più efficaci e tempestive le attività previste dai piani regionali per la formazione professionale e, in generale, cosa s'intenda fare per valorizzare esperienze e competenze maturate in Sardegna in questo settore di fondamentale rilevanza per la qualificazione dell'offerta di lavoro e per lo sviluppo della nostra Isola. (1209)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'apertura dell'anno scolastico in Sardegna.
Il sottoscritto,
premesso che la scuola fonte di educazione e di conoscenza, è ormai da diversi anni in uno stato di sussistenza senza i giusti finanziamenti e senza l'adeguamento strutturale e innovativo nell'insegnamento per formare giovani all'altezza nella competizione globale; ancor di più in Sardegna si vive una sofferta condizione di degrado poiché non si realizza in modo adeguato il dimensionamento scolastico tenendo, appunto, nella dovuta considerazione i vari fattori aggreganti della società sarda e ancor di meno gli aspetti dell'orografia, della viabilità e dei trasporti;
considerato che il fallimento della politica statale nella scuola sarda è stato ammesso, in questi giorni, proprio dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza; infatti in Sardegna il tasso di dispersione scolastica è del 25 per cento contro una media nazionale del 17,6 per cento; un fallimento delle politiche accentratrici dello Stato e dei suoi funzionari in Sardegna che non rispettano neppure le decisioni della Giunta regionale; bene avrebbero fatto i funzionari ad arginare e combattere la dispersione proponendo modelli alternativi e una scuola adeguata alle esigenze della nostra Isola, anziché dedicare rilevanti risorse per un difficile compito quale quello del recupero della dispersione; in sintesi, i finanziamenti dovrebbero essere dedicati maggiormente alla strutturazione e organizzazione di una scuola diversa che accolga e non respinga;
atteso che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è più attento alle esigenze dei propri burocrati che degli studenti sardi e delle loro famiglie; è evidente, infatti, lo strabismo con cui si occupa della scuola sarda "preferendo guardare altrove" lasciando che nell'Isola i suoi funzionari pongano in essere in modo arbitrario le proprie decisioni trascurando le sentenze dei tribunali e le decisioni della Giunta regionale;
ritenuto che l'atteggiamento sinora assunto dalla Direzione scolastica regionale sia colpevolmente negligente nei confronti delle sentenze, anche di quella della Corte costituzionale che ha sancito la dipendenza funzionale del Dirigente scolastico regionale dalla Regione autonoma della Sardegna pur essendo dipendente e pagato dal Ministero, ciò anche perché la sentenza della Consulta è stata inserita in norma regionale;
constatato che anche in questo inizio di anno scolastico si è proceduto agli accorpamenti di istituti nella città di Cagliari in modo non consono alle esigenze di studenti e famiglie, ma soprattutto si sono volute ignorare del tutto le peculiarità della nostra Isola che manifesta una composizione tale nel suo variegato e tormentato paesaggio e nella dislocazione dei piccoli agglomerati urbani spesso distanti tra loro con difficoltà nei collegamenti anche per la condizione della rete viaria; cosa ben diversa dalla condizione del settentrione d'Italia alla quale si è ispirata la legislazione nazionale in materia di istruzione e organizzazione scolastica;
sottolineato che si è proceduto in maniera aberrante ad accorpamenti ed in particolare nel sostenere e istituire la costituzione, nelle zone interne, di pluriclassi che sono la negazione stessa dell'educazione, della cultura e quindi della concezione originaria della scuola,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere se:
1) siano a conoscenza di questi atti e fatti che mortificano studenti e famiglie della Sardegna, impedendo una giusta crescita nella costruzione di personalità adeguate ai compiti e alle sfide che la nostra Isola ha da affrontare nella propria possibilità di crescita e di sviluppo;
2) non ritengano necessario ed opportuno intervenire in modo deciso ed adeguato con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca affinché vengano riconosciute le prerogative e le peculiarità della nostra Regione;
3) abbiano preso o intendano prendere provvedimenti nei confronti della Direzione scolastica regionale che in modo quasi arrogante dichiara di voler disattendere e non riconoscere le deliberazioni del governo regionale. (1210)
Interpellanza Diana Mario sull'autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta e a marchio di qualità regionale.
Il sottoscritto,
premesso che la Giunta regionale, con deliberazioni n. 51/19 del 24 settembre 2008 e n. 17/34 del 27 aprile 2010, ha indicato quale autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta l'Agenzia Laore Sardegna che, attualmente, svolge l'attività di controllo per le seguenti produzioni: Agnello di Sardegna Igp, Fiore Sardo Dop, Carciofo spinoso di Sardegna Dop e Zafferano di Sardegna Dop, mentre l'Agenzia Agris Sardegna effettua i controlli per l'olio Dop Sardegna in quanto competenza rientrante tra quelle degli enti strumentali agricoli soppressi ai sensi dell'articolo 30, comma 1, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7, e in essa confluiti;
sottolineato che, per i controlli per l'olio Dop Sardegna, l'Agenzia Agris si avvale degli ispettori dell'Agenzia Laore;
considerato che, dal 2010 al 2012, il numero delle verifiche ispettive per anno è salito da 457 a 1.275, mentre gli operatori soggetti a verifica sono aumentati da 3.406 a 3.772, dimostrando un livello di efficienza delle strutture dell'Agenzia Laore preposte all'attività di valutazione in costante crescita, a fronte di un impiego di appena 30 dipendenti;
verificato che, con deliberazione n. 34/18 del 7 agosto 2012, la Giunta regionale ha disposto l'adozione di un marchio di qualità per i prodotti agro-alimentari garantito dalla Regione e che, con deliberazione n. 6/3 del 31 gennaio 2013, è stato approvato l'iter procedurale ed è stato individuato il segno distintivo del sistema di qualità;
preso atto che, con deliberazione n. 33/54 dell'8 agosto 2013, la Giunta regionale ha designato, a partire dal 1° gennaio 2014, l'Agenzia Agris quale autorità pubblica di controllo sulle produzioni a denominazione e indicazione di origine protetta e a marchio di qualità regionale;
rammentato che, con deliberazione n. 18/37 del 23 aprile 2013, quindi appena quattro mesi prima che venisse deciso il trasferimento delle competenze in capo all'Agenzia Agris, la Giunta regionale ha adottato l'atto di indirizzo strategico triennale per le due agenzie, confermando in capo all'Agenzia Laore le funzioni di autorità di controllo anche per il triennio 2013-2015;
valutato che lo spostamento delle funzioni di controllo appare irrazionale dal punto di vista organizzativo e funzionale e quindi antieconomico per l'Amministrazione regionale, ed inoltre espone gli operatori al rischio di danni economici ingenti derivanti dalla probabile grave difficoltà in cui si troverà l'amministrazione subentrante nel garantire la gestione delle informazioni necessarie alla liquidazione delle provvidenze comunitarie connesse alle produzioni certificate; a ciò va aggiunto che l'Agenzia. Agris, a differenza dell'Agenzia Laore, non dispone di una struttura territoriale al cui interno distribuire i tecnici valutatori affinché le verifiche possano essere effettuate nel modo più tempestivo ed economico;
evidenziato che, nella deliberazione n. 33/54 del 2013, non si prevede alcun trasferimento di personale dall'Agenzia Laore all'Agenzia Agris,
chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché riferisca:
1) per quali ragioni, nonostante gli ottimi risultati fatti registrare dall'Agenzia Laore nell'espletamento delle funzioni di autorità di controllo, la Giunta regionale abbia deciso di trasferire tali competenze all'Agenzia Agris, ritenendo l'interpellante non esaurienti quelle indicate nella premessa della deliberazione n. 33/54 del 2013;
2) se si prevedano nuove assunzioni di personale da parte dell'Agenzia Agris, al fine di poter svolgere le funzioni ispettive attualmente svolte dall'Agenzia Laore, nel periodo coincidente con la campagna elettorale per le elezioni regionali del prossimo anno;
3) come si preveda di impiegare il personale dell'Agenzia Laore attualmente inquadrato nel Servizio autorità di controllo a partire dal 1° gennaio 2014;
4) per quali ragioni, prima di riformare in maniera così radicale le competenze delle due Agenzie, non si sia ritenuto di coinvolgere né la Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, né le organizzazioni sindacali;
5) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di revocare la deliberazione n. 33/54 del 2013. (455)
Interpellanza Arbau sui motivi per i quali non sia stato nominato il dirigente a guida dell'Istituto comprensivo "Delitala Soro" di Irgoli, Galtellì, Onifai e Loculi.
Il sottoscritto,
premesso che:
- l'Istituto comprensivo "Delitala Soro" con sede ad Irgoli è privo del dirigente a guida dell'istituzione scolastica;
- questa condizione, tempestivamente denunciata dagli amministratori locali e provinciali, porta notevoli inconvenienti di tipo organizzativo e nella predisposizione della necessaria offerta formativa;
- i genitori degli alunni hanno deciso di non fare entrare i propri figli a scuola, con una forma di protesta civile;
considerato che appare, pertanto, necessario conoscere i motivi per i quali la nomina non sia avvenuta e le azioni che intende assumere l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, da sempre sensibile ai problemi attinenti alle piccole realtà del territorio del nuorese,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport affinché precisino i motivi per i quali non sia stato nominato il dirigente posto a guida dell'Istituto comprensivo "Delitala Soro" di Irgoli, Galtellì, Onifai e Loculi e se intendano assumere provvedimenti a riguardo. (456)
Interpellanza Sanna Gian Valerio sul paventato riassetto logistico e razionalizzazione uffici regionali di cui alla deliberazione n. 33/59 dell'8 agosto 2013.
Il sottoscritto,
premesso che da diversi anni è in corso un complesso processo volto a razionalizzare la logistica degli uffici regionali, afflitto dalla evidente contraddizione di pesare sul bilancio regionale a causa di rilevanti oneri di affitti passivi corrisposti per immobili reperiti sul mercato immobiliare, a fronte di un immenso patrimonio immobiliare regionale ultimamente arricchito dall'esito degli accordi di programma del 2008 in attuazione dell'articolo 14 dello Statuto;
ricordato che:
- il Consiglio regionale, già all'inizio della vigente legislatura, ha avuto modo di affrontare l'argomento a causa di un indirizzo assunto dalla Giunta regionale di operare ulteriori acquisizioni di beni immobili da utilizzare per la risistemazione degli uffici regionali;
- lo standard in uso presso l'Amministrazione regionale risultava a quel tempo superiore anche all'85 per cento dei valori desumibili dagli standard indicati nel decreto ministeriale 14 marzo 2001 del Ministero del tesoro in relazione alle diverse tipologie di prestazioni professionali nell'amministrazione pubblica sia centrali che periferiche;
- il Consiglio regionale, con l'approvazione della mozione n. 38 del 15 febbraio 2010, ha disposto che il piano di organizzazione logistica si sarebbe dovuto attuare attraverso l'esclusivo utilizzo degli immobili di proprietà della Regione;
- sempre il Consiglio regionale, con ordine del giorno n. 24 approvato il 24 febbraio 2010, ha stabilito che la Giunta regionale deve sottoporre al preventivo parere, vincolante, delle competenti commissioni del Consiglio regionale (Terza e Quarta) ogni successivo atto attinente all'eventuale acquisizione dei beni identificati nella riorganizzazione logistica degli uffici regionali;
preso atto che la Giunta regionale, con deliberazione n. 33/59 dell'8 agosto 2013, ha recentemente disposto la sistemazione degli uffici dell'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e della relativa direzione generale, e dell'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e relativa direzione generale in locali che la direzione generale degli enti locali, finanze e urbanistica dovrà individuare tra quelli già in uso o eventualmente in nuovi locali da ricercare nel mercato privato, "eventualmente con la formula della locazione con patto di futuro riscatto", o con eventuale realizzazione di nuovi locali, in conformità e nel rispetto delle vigenti disposizioni, nonché dei criteri di coerenza del programma di creazione del polo degli uffici regionali, da avviarsi entro 60 giorni dall'adozione della presente deliberazione; nel riassetto logistico ha inoltre previsto la prosecuzione delle attività di dismissione dei fitti passivi non più indispensabili per le funzioni dei diversi uffici;
considerato che nel caso si volessero attivare contratti di locazione contenenti la clausola del futuro riscatto, ciò determinerebbe che il contratto di locazione debba essere assoggettato alle disposizioni di cui all'ordine del giorno n. 24 approvato il 24 febbraio 2010, ovvero al passaggio vincolante nelle commissioni (Terza e Quarta) in mancanza del quale si configurerebbe un aggiramento della disposizione di sindacato ispettivo sancita all'unanimità dal Consiglio regionale in materia di acquisizione degli immobili,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere:
1) dato il vasto patrimonio immobiliare inutilizzato della Regione, quali siano le strategie che hanno portato a ricercare dei nuovi locali nel mercato privato;
2) se non si ritenga di dover assicurare che detti contratti di locazione, qualora contenenti clausole di riscatto, vengano sottoposti al parere delle commissioni in attuazione dell'ordine del giorno;
3) se non si ritenga che le dismissioni contenute nella citata deliberazione n. 33/59 dell'8 agosto 2013, non rivestendo carattere di urgenza, debbano e possano coincidere con l'approntamento, la ristrutturazione e l'allestimento interno di locali già di proprietà della Regione.
In caso di mancato urgente riscontro ci si riserva di trasformare la presente interpellanza in mozione. (457)
Mozione Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Cugusi sulle urgenti iniziative che la Regione deve intraprendere al fine di garantire l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario ai cittadini sardi inoccupati al pari del trattamento previsto per legge ai disoccupati.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- in tempi di forte crisi sociale ed economica come quella in corso, si ripropone, nella sua attualità e urgenza, la paradossale situazione per cui, contrariamente a quanto è previsto dalla legge per i disoccupati (ovvero coloro che rimangono senza lavoro a seguito di una prima occupazione), gli inoccupati (ovvero coloro che non hanno mai lavorato) vengono esclusi dal diritto all'esenzione dal pagamento del ticket per le spese sanitarie SSN;
- a tal proposito è stato registrato anche un intervento della Corte costituzionale (dec. n. 325 del 2011) che potrebbe avere un seguito rispetto alle speranze per detti soggetti di non pagare il contributo di legge, soprattutto in riferimento ai seguenti punti:
- le regioni dispongono di autonomia normativa nell'ambito delle direttive quadro imposte dalle leggi statali;
- la Regione autonoma della Sardegna detiene a tal proposito maggiore autonomia, potendo far ricorso al proprio Statuto speciale;
- la distinzione tra disoccupati e inoccupati potrebbe addirittura non porsi come di fatto accade nella Regione autonoma del Trentino Alto Adige, dove le disposizioni per disoccupati/inoccupati sono indifferenziate, come si evince anche dallo stesso sito internet ufficiale di questa regione autonoma;
POSTO che:
- elemento imprescindibile per tali disposizioni è la copertura finanziaria dei minori introiti, qualora volesse considerarsi come imposta per legge una differenziazione tra disoccupati e inoccupati;
- la normativa sui ticket sanitari, introdotta alla fine degli anni '80, rientra nel riordino del comparto effettuato con il decreto legislativo 30 novembre 1992, n. 502, in attuazione della legge delega 23 ottobre 1992, n. 421;
- tale decreto contempla un piano sanitario nazionale, predisposto dal Governo ed adottato d'intesa con la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome (articolo 1);
- il piano è finanziato da un fondo sanitario nazionale, ripartito tra le regioni in funzione di determinati parametri (articolo 12);
- le regioni poi (articolo 13), fanno fronte con risorse proprie agli effetti finanziari conseguenti all'erogazione di livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli uniformi nazionali, all'adozione di modelli organizzativi diversi da quelli assunti come base per la determinazione del parametro capitario di finanziamento nazionale, nonché agli eventuali disavanzi di gestione delle USL e delle aziende ospedaliere, con conseguente esonero di interventi finanziari da parte dello Stato;
- in base a tali considerazioni si deduce che, sussistendo copertura finanziaria, è fatto salvo il principio di autonomia regionale migliorativa in materia;
- inoltre, i commi citati sopra impongono alla regione che superi i previsti limiti di indebitamento di presentare un piano di rientro e di attenervisi; gli interventi individuati nel piano di rientro sono vincolanti per la regione, che è obbligata a rimuovere i provvedimenti, anche legislativi, e a non adottarne di nuovi che siano di ostacolo alla piena attuazione del detto piano di rientro;
- va fatto inoltre presente che l'articolo 117, comma 3, della Costituzione definisce alcune materie di legislazione concorrente, tra le quali anche quelle relative alla tutela della salute; nelle materie di legislazione concorrente spetta alle regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato;
- tra questi principi fondamentali vi è l'individuazione, da parte dello Stato, delle categorie di esentati dal pagamento della quota di compartecipazione (ticket) alla spesa sanitaria;
- da quanto esposto, si desume chiaramente che le regioni possano migliorare i livelli statali di assistenza con risorse proprie (articolo 13 del decreto legislativo n. 502 del 1992);
- inoltre, lo Statuto riserva alla Regione sia la funzione legislativa in materia di igiene e sanità pubblica (articolo 4), sia la facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi statuali (articolo 5);
- infine (articolo 51), il Consiglio regionale può presentare alle Camere voti e proposte di legge che interessano la Regione e la Giunta regionale, quando constati che l'applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all'Isola e può chiederne la sospensione al Governo;
SOTTOLINEATO che:
- da quanto sopra esposto la Regione dispone di tutti gli strumenti legislativi per sostenere la possibilità di estendere l'esenzione del ticket anche agli inoccupati, sia prevedendo la copertura finanziaria (articolo 13 del decreto legislativo n. 502 del 1992) che ricorrendo alla peculiarità dello Statuto sardo;
- ad avvalorare maggiormente tale possibilità sono:
a) la legge 24 dicembre 1993, n. 537, che, infatti, prevede il concorso delle regioni a statuto speciale al Servizio sanitario nazionale (articolo 12, comma 9), indicando come fondamentale, tra l'altro, proprio il già commentato articolo 13 del decreto legislativo n. 502 del 1992;
b) la legge 23 dicembre 1994, n. 724, che demanda alle regioni la previsione di una quota di partecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini (articolo 1, comma 3, lettera c)) e che impone che i disavanzi di gestione delle ASL siano ripianati dalle regioni con risorse proprie, con conseguente esonero di interventi finanziari da parte dello Stato;
c) la legge n. 549 del 28 dicembre 1995, secondo la quale sono le regioni a contrattare le prestazioni sanitarie ed a fissare il livello massimo delle tariffe (articolo 2, commi 8 e 9), e secondo la quale i limiti di spesa comunque stabiliti per le singole tipologie di prestazioni sanitarie, ivi compresa l'assistenza farmaceutica, non costituiscono vincolo per le regioni che certifichino al Ministero del tesoro e al Ministero della sanità il mantenimento delle proprie occorrenze finanziarie nei limiti degli stanziamenti stabiliti dal decreto legislativo n. 502 del 1992 (articolo 2, comma 11);
CONSTATATO che:
- relativamente al problema dell'interpretazione del concetto di inoccupati, giova considerare che la legge n. 537 del 1993, ribadita, per quanto ora rilevi, dall'articolo 1, comma 3, della legge n. 724 del 1994, esenta alcune categorie dalla partecipazione alla spesa sanitaria, pur se entro individuati limiti di reddito che non interessano nel presente contesto;
- tali categorie sono (articolo 8, comma 16) i minori di sei anni ed i maggiori di sessantacinque; alcune tipologie di pazienti; i titolari di pensioni sociali; i titolari di pensioni al minimo ultrasessantenni; i disoccupati;
- se da tali distinzioni non si evince direttamente perché la definizione di disoccupati non possa ricomprendere anche quella di inoccupati, si possono richiamare le definizioni di "inoccupati" che si rinvengono nei decreti legislativi 21 aprile 2000, n. 181, e 19 dicembre 2002, n. 297, e in merito ai quali si possono opporre due rilievi:
1) le citate disposizioni di legge concernono misure volte a fronteggiare la disoccupazione ed a favorire l'impiego ("agevolare l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro") e le definizioni ivi adottate non hanno portata generale e non si applicano, quindi, alla normativa riguardante la sanità o le finanze statali e regionali;
2) non è possibile concludere, dall'analisi di dette disposizioni, che inoccupati e disoccupati costituiscano categorie distinte; infatti, il decreto n. 181 del 2000 (articolo 1) fornisce le seguenti definizioni di:
a) disoccupati di lunga durata: coloro che, dopo aver perso un lavoro o cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di una nuova occupazione da più di dodici mesi;
b) inoccupati di lunga durata: coloro che, senza aver precedentemente svolto un'attività lavorativa, siano alla ricerca di un'occupazione da più di dodici mesi;
c) stato di disoccupazione: la condizione del disoccupato o dell'inoccupato che sia immediatamente disponibile allo svolgimento di un'attività lavorativa (cioè la disoccupazione involontaria);
- a tal proposito, quando le citate leggi n. 537 del 1993 e n. 724 del 1994, in tema di esenzione dal ticket, parlano genericamente di disoccupati, pure volendo confrontare questi con le definizioni del decreto legislativo n. 181 del 2000, non possiamo che ricondurli allo stato di disoccupazione, categoria più generale, affatto diversa di quelle particolari di disoccupati e inoccupati di lunga durata; così, nello stato di disoccupazione confluiscono pertanto per legge sia i disoccupati che gli inoccupati, tutti definibili come disoccupati;
- se poi si considera che i decreti n. 181 del 2000 e n. 297 del 2002 sono di anni successivi alle leggi n. 537 del 1993 e n. 724 del 1994 (e che la distinzione tra inoccupato e disoccupato non era contemplata), ci sarebbe da chiedersi perché mai il legislatore avrebbe voluto inserire nella materia in argomento una diversificazione di disciplina tra persone egualmente svantaggiate, che prima non sussisteva, senza nemmeno prendersi la briga di spiegare la finalità perseguita;
- inoltre, sebbene le categorie di inoccupati e disoccupati furono poi rielaborate dal decreto legislativo n. 297 del 2002, detto provvedimento (articolo 1) definisce lo stato di disoccupazione come la condizione del soggetto privo di lavoro, che sia immediatamente disponibile allo svolgimento ed alla ricerca di un'attività lavorativa secondo modalità definite con i servizi competenti (i centri per l'impiego, che hanno sostituito i precedenti uffici di collocamento);
- la stessa fonte normativa, poi, indica quali disoccupati di lunga durata coloro che, dopo aver perso un posto di lavoro o cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di una nuova occupazione da più di dodici mesi o da più di sei mesi se giovani (tra i diciotto ed i venticinque anni); come si vede, la definizione è la medesima del decreto n. 181 del 2000, con l'integrazione della disoccupazione giovanile;
- infine, il decreto legislativo n. 297 del 2002 definisce gli inoccupati di lunga durata coloro che, senza aver precedentemente svolto un'attività lavorativa, siano alla ricerca di un'occupazione da più di dodici mesi o da più di sei mesi se giovani, così integrando ancora la precedente previsione del decreto legislativo n. 181 del 2000;
- se ne deduce che le ultime due definizioni fornite dal decreto in esame non fanno altro che esaltare l'attenzione per la disoccupazione giovanile, reiterando i concetti della precedente normativa e come nello stato di disoccupazione confluiscono, per le disposizioni citate, sia i disoccupati che gli inoccupati, definibili indifferentemente disoccupati (tra essi, vi sono quelli con particolari caratteristiche di gravità, che sono i disoccupati e gli inoccupati di lunga durata; la legge tende a precisare queste differenze per evidenti finalità di diverso trattamento e considerazione, anche statistica, essendo i soggetti delle due categorie esaminati allo scopo precipuo di inserimento nel mondo del lavoro);
- per tali considerazioni non sussistono le ragioni che portano ad un diverso trattamento per l'esenzione dal ticket dei disoccupati involontari e degli inoccupati involontari (quelli cioè che si iscrivevano alle liste del collocamento e che ora collaborano con i centri per l'impiego), anche perché a ragionare diversamente si rischierebbe di violare il principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità
e dell'assistenza sociale
affinché, in base ai riferimenti legislativi espressi in premessa e soprattutto in base al potere di cui la Regione autonoma della Sardegna dispone, anche grazie al proprio Statuto speciale, in materia di autonomia normativa nell'ambito delle direttive quadro imposte dalle leggi statali, riguardo alla funzione legislativa in materia di igiene e sanità pubblica (articolo 4) e alla facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi statuali (articolo 5), nonché in base a quanto sancito dall'articolo 51, per cui il Consiglio regionale può presentare alle Camere voti e proposte di legge che interessano la Regione e la Giunta regionale, quando constati che l'applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all'Isola, può chiederne la sospensione al Governo, si attivino perchè venga garantita l'esenzione dal pagamento del ticket sanitario ai cittadini sardi inoccupati al pari del trattamento previsto per legge ai disoccupati. (276)
Mozione Cocco Daniele Secondo - Sechi - Zuncheddu - Cugusi, sulla situazione di emergenza in cui versa il territorio sardo ed in particolare gli artigiani ed imprenditori del sassarese.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Sardegna è vittima di una gravissima crisi economica generalizzata e profonda, la più grave dopo quella del 1929;
- il 20° Rapporto del Centro ricerche economiche nord sud (Crenos), nel definire lo stato di salute del tessuto economico in Sardegna, si esprime in termini molto critici e preoccupanti;
- da una parte si conferma la stagnazione in termini di crescita del reddito e dei consumi, così come d'altronde accade a livello nazionale, dall'altra c'è una preoccupante riduzione degli investimenti;
- l'indicatore più pregnante di tale situazione drastica risiede nel mercato del lavoro; infatti, gli occupati totali in Sardegna alla fine del 2012 erano 595 mila, contro 613 mila nel 2007 (-2,9 per cento); se si torna indietro nel tempo ci si accorge, non senza allarmismo, che i dati occupazionali odierni corrispondono a quelli della Sardegna di circa dieci anni fa; infatti, nel 2004 la Sardegna vantava 593 mila occupati! a significare che siamo nel pieno di una crisi involutiva;
- da ciò consegue che nello stesso arco temporale, 2007-2012, il numero di disoccupati è passato da 67 a 109 mila (+ 62,3 per cento), portando il tasso di disoccupazione ufficiale sopra la soglia del 15 per cento: una crisi occupazionale senza precedenti;
- anche un osservatore poco attento intuisce che l'origine della attuale situazione occupazionale, ergo della riduzione dei consumi e degli investimenti, scaturisce dal malessere delle varie imprese datrici di lavoro, costrette a licenziamenti e chiusura degli stabilimenti;
- in questo panorama si inseriscono le richieste degli artigiani ed imprenditori sardi, soprattutto del territorio sassarese, i quali al fine di sentire riconosciute le loro legittime richieste hanno istituito movimenti liberi con lo scopo di unire le forze per reagire all'incedere della crisi;
RILEVATO che:
- la dilagante ed irrefrenabile crisi ha raso al suolo tutto il tessuto economico del territorio sardo;
- aziende di famiglia, tramandate da generazioni, si sono viste costrette ad abbassare le serrande nel corso degli ultimi anni e mandare a casa personale, anche prossimo alla pensione, con indubbia difficoltà a trovare una occupazione atta a consentirgli il compimento dei pochi anni retributivi necessari ai fini pensionistici;
- in tale contesto, inevitabile appare l'esigenza, da parte delle istituzioni, di un intervento a gamba tesa volto a trovare tutti i rimedi possibili da un lato per attenuare le conseguenze di questo stato di cose e dall'altro per rilanciare il sistema economico;
PRESO ATTO che
- appare a tal fine necessario, come atto preliminare, richiedere al Governo la dichiarazione dello stato di crisi ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 99 del 2009;
- è fondamentale, al fine di consentire alle piccole e medie imprese di non soccombere, richiedere al Governo la sospensione delle azioni esecutive in atto, perlomeno quelle iniziate nel corso dell'ultimo biennio, ed il blocco di quelle da promuoversi, anche attraverso la richiesta di modifica del precetto normativo di cui all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973, così come previsto dall'articolo 51 della Statuto sardo;
- è indispensabile che il blocco alle azioni esecutive interessi non solo le azioni promosse da Equitalia o dall'Agenzia delle entrate, ma anche dagli istituti di credito per il recupero forzoso di somme dovute dalle piccole e medie imprese in sofferenza;
- è necessario attuare una moratoria, sia fiscale che bancaria, per un periodo di tre anni, al fine di consentire alle imprese di rimettersi in bonis e provvedere all'assolvimento delle loro obbligazioni;
- è necessaria l'attivazione di un sistema di consorzi fidi per finanziare, a condizioni di mercato, le rateazioni in corso da parte delle piccole e medie imprese, con lo scopo di aumentare il tempo di restituzione delle somme dovute, rispetto, per esempio, alle 72 mensilità concesse da Equitalia, e fungere da garanzia per i creditori al fine di ottenere condizioni di rateizzazione più agevoli ed evitare l'iscrizione di ipoteche sugli immobili delle imprese;
- è indispensabile attivare un tavolo permanente operativo tra gli istituti di credito, l'ente di riscossione e la Regione, atto a valutare ogni singola posizione con l'obiettivo di studiare gli interventi possibili per l'accesso al finanziamento anche per piccole e medie imprese con carichi già iscritti a ruolo,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
a porre in essere i rimedi sopra indicati, ovvero ad individuarne degli altri al fine di consentire alle piccole e medie imprese del territorio sardo di sopravvivere in questo momento di forte crisi e rimettere in moto l'economia attraverso nuovi investimenti e nuove assunzioni. (277)