Seduta n.365 del 21/11/2012 

CCCLXV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Mercoledì 21 novembre 2012

Presidenza della Presidente Lombardo

indi

del Vicepresidente Bruno

indi

della Presidente Lombardo

La seduta è aperta alle ore 10 e 03.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 4 ottobre 2012 (357), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Franco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Pietro Fois, Michelina Lunesu, Franco Mula, Antonio Pitea e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 21 novembre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 17 ottobre 2012, è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 224 dell'8 ottobre 2012, nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18 della legge regionale 29 maggio 2007, numero 2, (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), come sostituito dall'articolo 6, comma 8, della legge regionale 7 agosto 2009, numero 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Comunico inoltre, in ottemperanza all'articolo 59, comma 4, del Regolamento, che il consigliere Renato Soru è stato assente alle sedute del Consiglio per cinque giornate consecutive senza avere ottenuto regolare congedo.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cuccureddu:

"Norme in materia di revisione contabile negli enti locali". (427)

(Pervenuta il 16 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Norme urgenti in materia di province". (428)

(Pervenuta il 17 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Dedoni:

"Norme sul riordino delle province". (430)

(Pervenuta il 22 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Lunesu - Pittalis - Amadu - Locci - Tocco - Stochino - Randazzo - Piras - Rodin - Lai:

"Disposizioni a sostegno del sistema dell'informazione e della comunicazione in ambito regionale". (431)

(Pervenuta il 22 ottobre 2012 e assegnata alla seconda Commissione.)

Sanna Gian Valerio:

"Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna". (432)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Diana Giampaolo - Sabatini - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio:

"Norme in materia di costi della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro nell'affidamento dei lavori pubblici, di servizi e di forniture, con regime di responsabilità solidale". (433)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla quarta Commissione.)

Meloni Francesco - Cossa - Vargiu - Dedoni - Fois - Mula:

"Provvedimenti per i collegamenti tra la Sardegna e le Isole di San Pietro e La Maddalena". (434)

(Pervenuta il 24 ottobre 2012 e assegnata alla quarta Commissione.)

Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi:

"Norme in materia di riassetto delle autonomie locali e delle province; procedure per l'istituzione di nuove province e per la modificazione delle circoscrizioni provinciali". (435)

(Pervenuta il 25 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Interpretazione autentica dell'articolo 8 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 18, in materia di demanio marittimo portuale". (438)

(Pervenuta il 29 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Istituzione di un'assemblea costituente per la ridefinizione dell'ambito di governo (statuto) e della forma di governo dei poteri pubblici in Sardegna (statutaria)". (441)

(Pervenuta il 5 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Sanna Matteo:

"Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna ed istituzione della nuova Provincia di Olbia". (442)

(Pervenuta il 5 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Diana Mario - Campus Gian Vittorio - Capelli Roberto - Mulas Massimo:

"Disposizioni relative all'autorizzazione all'esercizio provvisorio di bilancio per l'anno 2013". (444)

(Pervenuta l'8 novembre 2012 e assegnata alla terza Commissione.)

Floris Rosanna - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Tocco:

"Norme in materia di attività di solidarietà e beneficenza attraverso il recupero e la distribuzione di prodotti alimentari". (446)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Piras - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Murgioni - Peru - Sanjust - Tocco:

"Norme in materia di organizzazione e coordinamento della attività di volontariato". (447)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Piras - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Peru - Sanjust - Stochino - Tocco:

"Norme per il sostegno di gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti agricoli da filiera corta, a chilometro zero e di qualità". (448)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla sesta Commissione.)

Gallus - Pittalis - Murgioni - Lai - Lunesu - Petrini - Rodin - Locci:

"Piano dei servizi in favore dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer o altre forme di demenza". (450)

(Pervenuta il 15 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Istituzione del Parco naturale regionale di Gutturu Mannu". (436)

(Pervenuto il 25 ottobre 2012 e assegnato alla quinta Commissione.)

"Interventi a favore dei sardi nel mondo". (437)

(Pervenuto il 25 novembre 2012 e assegnato alla seconda Commissione.)

"Assegnazione di parte delle somme definanziate dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in applicazione dell'articolo 2, comma 2, della legge regionale n. 14 del 2010 (Misure di adeguamento del bilancio 2010 e modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23)". (439)

(Pervenuto il 31 ottobre 2012 e assegnato alla settima Commissione.)

"Ordinamento delle autonomie locali". (440)

(Pervenuto il 31 ottobre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)

"Interpretazione autentica del comma 2, articolo 4, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23)". (443)

(Pervenuto il 7 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 69, comma 1, lettera c) della legge regionale 6 agosto 2006, n. 11, concernente la redazione dell'inventario generale". (445)

(Pervenuto il 9 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2013 e disposizioni urgenti per agevolare la riscossione dei crediti vantati nei confronti di Regione, enti e agenzie regionali ed enti locali per somministrazioni, forniture e appalti". (449)

(Pervenuto il 16 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Interventi per l'attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana e per la prevenzione della trichinellosi in attuazione dell'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 196, e dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 200". (451)

(Pervenuto il 15 novembre 2012 e assegnato alla settima Commissione.)

"Interventi finalizzati ad agevolare il conseguimento delle finalità costitutive del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna mediante azioni di riorganizzazione e di raccordo delle risorse operative presenti nell'ambito dei territori interessati". (452)

(Pervenuto il 19 novembre 2012 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge nazionale:

Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula - Vargiu:

"Modifica dell'articolo 43 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna ". (18/NAZ)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Lai - Pittalis - Stochino - Bardanzellu - Locci - Piras:

"Proposta di legge costituzionale per la sostituzione del comma 1 dell'articolo 43 dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna (legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3)". (20/NAZ)

(Pervenuta il 14 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interrogazione Bruno - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi che affrontano le scuole dell'infanzia non statali in Sardegna". (968)

"Interrogazione Salis - Uras - Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulle anomalie che caratterizzano i conferimenti degli incarichi presso la ASL n. 1 di Sassari". (969)

"Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento dello Sportello unico territoriale LAORE "Alta Marmilla"". (970)

"Interrogazione Solinas Antonio - Barracciu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sul blocco dei pagamenti relativi al Piano straordinario per l'occupazione e per il lavoro - Anno 2011 - Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione 2011-2014 "Contributi ai giovani per lo svolgimento di servizi di utilità e rilievo sociale"". (971)

"Interrogazione Solinas Antonio - Cucca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul prematuro smantellamento dell'apparato regionale antincendio". (972)

"Interrogazione Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della riscossione dei crediti e dell'interruzione dei servizi da parte di Abbanoa Spa". (973)

"Interrogazione Meloni Marco, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata previsione dei comuni sardi all'interno delle zone franche urbane di cui al decreto legge n. 179 del 2012". (974)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interpellanza Uras - Salis - Sechi - Mariani - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Zuncheddu in merito al ricorso di Legambiente contro la deliberazione della Giunta regionale n. 25/15 del 12 giugno 2012 relativa alla situazione di uno stabile sito in via Gallinara, in Cagliari, in prossimità del perimetro della laguna e del Parco naturale Molentargius-Saline. Norma di interpretazione autentica in materia paesaggistica". (361)

"Interpellanza Planetta sullo stato attuale del progetto di ricerca sull'incidenza dei tumori della popolazione del distretto sanitario di Macomer e sul rispetto dell'obbligo del monitoraggio del particolato PM 2,5 come previsto dalla direttiva n. 2008/50/CE e dal decreto legislativo n. 155 del 2000 volto alla tutela della salute dei cittadini, anche in riferimento a presenza di diossine nel territorio del distretto sanitario di Macomer". (362)

"Interpellanza Diana Giampaolo sulle problematiche dei lavoratori dell'azienda Energit Spa - Alpiq Italia Srl". (363)

"Interpellanza Diana Giampaolo sull'aumento della tassa per il diritto allo studio". (364)

"Interpellanza Planetta sui trasferimenti recenti in carceri sarde di detenuti appartenenti alla mafia o alla grande criminalità organizzata, sottoposti a regime di 41 bis o comunque a misure di alta sicurezza e sull'applicazione da parte del Ministero competente delle linee guida legate alla regionalizzazione della pena detentiva". (365)

"Interpellanza Planetta sulla tutela dell'ambiente e del diritto delle popolazioni interessate a decidere sul futuro del proprio territorio, ed eventuale dichiarazione di improcedibilità del progetto per la centrale solare termodinamica che la società Energo Green vorrebbe realizzare nelle località Larione, Sa Tanca 'e sa Chegia, Su Padru, Ludarzu, Su Campu, nei Comuni di Cossoine e Giave (SS)". (366)

"Interpellanza Diana Mario - Campus - Capelli - Mulas sulla mancata attuazione dell'ordine del giorno n. 81". (367)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Cocco Daniele Secondo sul protocollo d'intesa firmato il 26 maggio 2011 a Palazzo Chigi dal Presidente della Regione della Sardegna con il Governo italiano, ENI e Novamont sulla chimica verde a Porto Torres, con cui la parti firmatarie si impegnano a favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico in un "un polo di produzione di monomeri-bio, bio-plastiche, bio-lubrificanti, additivi per gomme ed elastomeri, nonché di cogenerazione energetica da biomasse" che diventino "volano per la ripresa dell'economia locale del comparto chimico e di quelli collegati dell'agricoltura, della ricerca e dell'innovazione" e per "promuovere lo sviluppo e l'utilizzo su larga scala di fonti energetiche compatibili"". (218)

"Mozione Sanna Giacomo - Planetta, sulle reali motivazioni della joint-venture Eni-Novamont denominata Matrica in riferimento al protocollo d'intesa sulla chimica verde a Porto Torres del 26 maggio 2011". (219)

"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo". (220)

"Mozione Mulas - Diana Mario - Campus - Capelli per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel processo per avvelenamento doloso istituito contro l'ENI e le sue partecipate nelle aree del petrolchimico di Porto Torres". (221)

"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (222)

Programmazione bimestrale dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento, a seguito della Conferenza dei Presidenti di Gruppo tenutasi il 25 ottobre 2012, sentita la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni permanenti, il programma bimestrale dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni.

Sono stati individuati gli argomenti prioritari che le Commissioni esamineranno, il cui elenco è a disposizione dei colleghi.

(Lo schema della programmazione bimestrale dei lavori è agli atti del Consiglio.)

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)

(Interruzione del consigliere Steri)

PRESIDENTE. Onorevole Steri, dieci minuti sono già passati. Abbiamo avuto molte comunicazioni.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Amadu, Cocco Daniele, Contu Mariano, Diana Giampaolo, Mulas, Piras, Rodin, Sanjust, Sanna Giacomo e Tocco sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 30 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco.)

Si prende atto che il consigliere Mula è rientrato dal congedo.

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 15, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di esaminare nella giornata odierna la proposta di legge numero 419/A e il disegno di legge numero 416; nella giornata di domani e, se possibile, fin da questo pomeriggio, lavorerà la Commissione bilancio per l'esame del disegno di legge sull'esercizio provvisorio. Il Consiglio sarà riconvocato la settimana prossima, martedì 27 novembre.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Giacomo Sanna.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Contu Felice, Contu Mariano, Diana Giampaolo, Salis e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 40 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i nostri lavori.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Visto e considerato che stiamo discutendo di Piano casa ormai da anni, neanche da giorni o da mesi, ma da anni, ritengo che il Piano casa possa attendere rispetto ad altre priorità. Chiedo pertanto che venga invertito l'ordine dei lavori perché il giorno 28 c'è una scadenza importantissima che riguarda la costituzione di parte civile, ovviamente mancata sino a oggi da parte del presidente Cappellacci, per il recupero di 100 milioni di euro che sono stati sottratti dalle casse sarde. Se la Regione autonoma della Sardegna, l'unica grande assente al processo, non si costituisce parte civile, saremo condannati definitivamente a non poter più recuperare questi fondi.

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, lei sta chiedendo un'inversione dell'ordine dei lavori, ma questo argomento non è all'ordine del giorno del Consiglio per cui non si può chiedere un'inversione.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, abbia pazienza! Chiedo che l'Aula prenda posizione.

PRESIDENTE. No, onorevole Zuncheddu, le devo togliere la parola, come ho fatto in altre occasioni, perché la sua proposta non è sull'ordine dei lavori.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, poi sarà troppo tardi!

PRESIDENTE. Le devo togliere la parola. La sua non è una proposta sull'ordine dei lavori.

Discussione della proposta di legge Sanna Matteo - Contu Felice - Bardanzellu - Murgioni - Peru - Stochino - Meloni Francesco: "Proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009, e successive modifiche ed integrazioni" (419/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 419/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Ritorna in Aula la proposta di proroga del tanto vituperato Piano casa e ritorna in Aula in un momento economico molto grave per la nostra Isola, che vede in questo strumento non certamente la risoluzione di tutti i problemi ma sicuramente una boccata d'ossigeno per un settore strategico, quello edilizio, con tutto l'indotto che questo genera. Una boccata d'ossigeno che dovrebbe e vorrebbe consentire a numerose pratiche che sono state presentate negli ultimi mesi, in vista della scadenza di essere esaminate, di poter vedere la luce attraverso la loro approvazione. Quindi questo passaggio è indispensabile.

Avrei certamente preferito esordire stamattina con una relazione sulla nuova legge urbanistica regionale, dopo trent'anni, ma questo ancora non è possibile: vi è l'impegno, da parte della Commissione che mi onoro di presiedere, di esaminare al più presto le tre proposte in campo, due già presentate e una in arrivo da parte dei colleghi dell'opposizione. Credo che avremo modo, cari colleghi, di confrontarci su questo, sul prossimo sviluppo della Sardegna, sul nuovo sviluppo della Sardegna, all'insegna del rispetto del paesaggio, all'insegna del rispetto della nostra cultura e delle nostre tradizioni, senza consumare territorio ma riqualificando e qualificando l'esistente. Questa sarà la missione che ci vedrà impegnati nella fine di questa legislatura.

Ma ritorniamo alla proposta di legge numero 419/A. Questa proposta di legge, cari colleghi, disciplina la proroga dei termini previsti dalla legge regionale numero 4 del 2009, così come integrata dall'articolo 8, comma 2, della legge regionale numero 21 del 2011, relativi alla presentazione delle istanze di denuncia di inizio attività o di ottenimento della concessione edilizia finalizzate alla realizzazione dei diversi interventi di ampliamento consentiti dalla legislazione di settore.

Questa proposta di legge, constatato che, ai sensi della vigente normativa, i termini per la presentazione delle domande relative alla richiesta di ampliamento scadono il prossimo imminente 29 novembre 2012 e preso atto soprattutto del rilevante numero di istanze presentate e in via di presentazione presso i competenti uffici comunali in questi giorni, ha la finalità di prorogare tali termini. Questo all'esclusivo scopo di agevolare i cittadini che, seppur tardivamente, hanno assunto una decisione in merito e soprattutto di non vanificare ogni possibile tentativo per cercare di rivitalizzare il comparto edilizio, oggi in grave situazione di sofferenza. Nel dettaglio, come potrete notare, la proposta prevede che gli attuali termini siano prorogati di ulteriori dodici mesi.

Questo settore strategico, in questo momento, ha grosse difficoltà, anche se purtroppo non è il solo settore. Caro Assessore, lei è testimone, avendo monitorato con attenzione l'esito di questo importante strumento, che non è tutto ciò che si dice; questo strumento intanto non ha consumato territorio, non ha favorito speculazioni, non ha agevolato nessuno; questo strumento è uno strumento a costo zero, non ce lo dobbiamo dimenticare! E' uno strumento che, alla Regione Sarda, è costato zero, zero centesimi di euro, a differenza di altri settori e di altre leggi che invece sono costate tanto, che hanno prodotto poco o niente e, in qualche caso, come oggi, stiamo spesso a piangere sul loro esito in quanto hanno lasciato purtroppo per strada disoccupati e anche disastro ambientale. Tutto si potrà dire su questo strumento, tranne che ha consumato territorio. Questo non è vero e lo smentiamo anche oggi.

Volevo anche dire, sempre in riferimento alla legge che stiamo esaminando stamattina, che si tratta di una legge che è stata ostacolata, che è stata frutto della disinformazione, la cui applicazione è stata oggetto di un ostruzionismo che credo non abbia eguali in Sardegna. Questo ostruzionismo è stato trasversale, ha riguardato ambienti della pubblica amministrazione, ambienti della politica, ha riguardato ambienti spesso anche di organi che dovrebbero contribuire alla tutela del paesaggio, penso alla Sovrintendenza che, in questi giorni, caro Assessore, nelle nostre località costiere, sta bocciando i progetti che annoverano la pietra, il legno, il granito, e sta impedendo la realizzazione di archi (sto parlando della Sovrintendenza, Assessore) imponendo tipologie edilizie che non ci appartengono. La classe politica sarda, il Consiglio regionale, il legislatore quindi ha il dovere di intervenire, di dettare le regole e le linee! Noi potremo farlo esclusivamente attraverso una legge regionale urbanistica e attraverso la rivisitazione del Piano paesaggistico regionale, che so essere in addirittura di arrivo, dopo l'approvazione - da parte del Consiglio - delle cosiddette linee guida, e so che l'Assessore su questo, a breve, sicuramente ci riferirà.

Assessore, le chiedo un intervento. Noi ce la metteremo tutta come Commissione per licenziare al più presto una proposta di legge urbanistica per l'Aula, con il contributo di tutte le forze politiche che siedono all'interno della stessa Commissione, soprattutto cercando di ripartire da quei lavori che furono interrotti nella passata legislatura e che videro la precedente maggioranza naufragare proprio su questo tema, tema strategico per i prossimi anni in Sardegna e per lo sviluppo della Sardegna, per la fruibilità del nostro territorio, dei nostri servizi, soprattutto per le prossime generazioni.

Quindi, rivolgo, all'Assessore e ai colleghi, l'appello di intervenire, caro Assessore, con la Sovrintendenza, soprattutto con la Sovrintendenza in questo momento, affinché non venga stravolto con un colpo di mano ciò che riguarda la cultura dei nostri territori che vede l'utilizzo di materiali sardi, l'utilizzo di tipologie tipiche delle nostre comunità. Questo non può essere stravolto da nessuno, soprattutto da chi in Sardegna non è nato, da chi in Sardegna non opera, ma ha avuto la fortuna di lavorarci perché magari, anni fa, ha vinto un concorso pubblico.

Assessore, glielo chiedo nella speranza che la discussione di oggi sul Piano casa sia una discussione propositiva, una discussione aperta, lungimirante, proiettata verso lo sviluppo futuro della nostra Isola.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Valerio Meloni, relatore di minoranza.

MELONI VALERIO (P.D.), relatore di minoranza. Sono trascorsi tre anni! Nell'estate del 2009, quest'Aula affrontò per la prima volta la proposta contenuta nel disegno di legge sul tema dell'edilizia, il cui titolo pomposamente recitava: "Disposizioni straordinarie per il sostegno all'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Il cosiddetto Piano casa!

Quel provvedimento vide questo Consiglio confrontarsi per un lungo periodo su due posizioni diverse e contrapposte: da una parte, la maggioranza che sosteneva il principio della deregulation in materia di urbanistica e di edilizia, ispirato dall'allora Governo Berlusconi che, attraverso il Piano casa, avviato a livello nazionale, si illudeva di risollevare l'economia nazionale con la demolizione delle regole edilizie; dall'altra parte, l'opposizione di centrosinistra a sostenere il sacrosanto principio dell'inderogabilità delle norme edilizie, se non attraverso un percorso di pianificazione attuato secondo criteri e regole consolidati negli anni, che governano, in modo assolutamente condiviso e universale, le modalità dello sviluppo urbano nelle società moderne.

Sono trascorsi tre anni da quando la legge numero 4 del 2009 fu approvata. Successivamente un nuovo provvedimento, il disegno di legge numero 93, che intendeva prorogare ed estendere la legge regionale numero 4 del 2009, fu bocciato dall'Aula poiché considerato, dalle stesse componenti politiche di maggioranza, eccessivo nella proposta di deregolamentazione.

Un'ulteriore proroga arrivò, poi, col disegno di legge numero 21 del 2011, modificando ulteriormente la "4" del 2009, peggiorandola ed estendendo le deroghe. Quel provvedimento "inciampò" nell'impugnativa del Governo che bocciò qualsiasi velleità del legislatore sardo che tendesse a derogare alle norme paesaggistiche sancite dall'accordo Stato-Regione in forza del Codice Urbani. Resta, oggi, in piedi, la possibilità di derogare ai regolamenti edilizi comunali. Questa legge si caratterizza poiché racchiude, in una cornice normativa, legittimandoli, tutti i vizi e i difetti dell'attività edilizia speculativa e dà sfogo a quella componente oscura dell'uomo di insofferenza a sottostare alle regole civili che muovono dal bisogno complessivo di governo della società.

Questa legge disconosce totalmente i principi e le norme fondamentali che governano la materia urbanistica, disattende le previsioni degli strumenti urbanistici comunali, compresi i piani particolareggiati. Vanifica gli sforzi compiuti dai comuni che, con fatica e impegno, hanno elaborato, nel rispetto delle norme sovraordinate, sofferti strumenti pianificatori. Vanifica gli sforzi economici espressi da questa Amministrazione regionale nella misura in cui ha finanziato i comuni per dotarsi di strumenti di pianificazione e cioè di regole certe. Rimette in discussione i modelli di sviluppo delle comunità, azzerando anni di confronto politico-culturale indirizzati verso conquiste di civiltà e di consapevolezza del valore e del rispetto della pianificazione urbanistica.

Essa consente interventi edilizi di ampliamento, di sostituzione, in totale dispregio degli standard previsti dagli strumenti urbanistici, calpestando le più elementari regole dell'urbanistica che prevedono il rispetto del rapporto spazio per abitante insediato. Stravolge e appesantisce, in alcuni casi, ad esempio, quartieri delle città edificati nell'immediato dopo guerra e sottoposti a regime di piani particolareggiati, stravolgendone totalmente le previsioni e appesantendoli dal punto di vista della vivibilità e dell'impatto ambientale. Diseduca, insinua, Assessore, nella popolazione, l'idea che le regole, anche quelle universalmente riconosciute e consolidate, possano essere vissute con superficialità perché tanto la spregiudicatezza di qualche governante, prima o poi, azzererà tutto.

La proposta di legge in discussione oggi, composta di due soli articoli, si propone di prorogare questo sistema di deregolamentazione di ulteriori dodici mesi. Questo modello operativo, improntato alla faciloneria legislativa, rafforza l'idea che ciò che sarebbe dovuto essere straordinario, così come recitava il titolo della legge: "Disposizioni straordinarie", e quindi metabolizzabile poiché episodico, assume carattere ordinario, inoltre, che vi sia una evidente incapacità del legislatore, ovviamente riferibile tutta alla maggioranza, a lavorare a una nuova legge di carattere urbanistico che abbia il sapore della condivisione, della modernità, della assunzione piena dei dogmi dell'urbanistica, che educhi nella direzione del rispetto dei più elementari principi della convivenza civile e delle regole non derogabili che a essa afferiscono, che esca, insomma, dal clima della provvisorietà e della straordinarietà.

Per concludere, signor Presidente e onorevoli colleghi, credo che si comprenda la nostra contrarietà, non tanto alla proroga in quanto tale, poiché, forse, essa a questo punto consente ai comuni di chiudere, ove vi fossero, procedimenti aperti, ma piuttosto contrarietà a un sistema che, come detto, deregolamenta e non contempla gli interessi generali.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Per l'ennesima volta ci troviamo, colleghi, a discutere di un argomento che non ci ha mai appassionato, almeno da queste parti. Ci consola solo il fatto che questa legislatura ormai volga al termine e in questo modo verremo, come dire, sollevati dal supplizio di dover continuare a parlare di mancato rispetto delle regole, di disattenzione di quelle che sono le previsioni urbanistiche e, come dire, di illudere, chi vive situazioni di difficoltà e di disagio, che l'argomento possa creare qualche chance di occupazione e di rilancio dell'economia. Come ricordava oggi, citando il titolo della legge numero 4, il collega Gian Valerio Sanna, c'erano tante aspettative nei confronti di un'economia in crisi e oggi siamo qui per testimoniare che, così come avevamo previsto, non vi è stata alcuna ricaduta economica e occupativa. Abbiamo solamente rafforzato un'idea, l'idea che si possa andare in deroga sulle norme, che chi vuol fare l'arrogante lo può fare e che l'abusivismo può essere sanato.

Stendo un velo pietoso su quello che è accaduto il 13 di questo mese in questa città, dando avallo a chi, consapevole, per necessità o per furbizia, per bisogno o per opportunità, calpestando le regole o in dispregio delle regole, ha edificato, creando situazioni di disagio e di difficoltà a un territorio già messo in forte crisi da un mancato rispetto delle regole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue SECHI.) Il Presidente Sanna sicuramente ha ragione quando afferma che questa Sardegna è in difficoltà, che il popolo sardo è in ginocchio ma, naturalmente, non può pensare di affidarsi, ancora una volta, a questo rilancio economico che non vi è stato, a partire dalla legge numero 4, con la proroga di altri dodici mesi a una legge che ha dimostrato tutti i suoi limiti, a iniziare dal consumo di suolo e consumo di territorio. Quando noi avvertiamo che il mancato rispetto…

(Interruzioni)

… c'è una bomba nel cestino del collega Tarcisio Agus… si creano sempre situazioni di panico per oggetti non identificati… bene, riprendiamo il discorso, perché l'unica bomba è rappresentata dalla bolla, dalla bolla di sapone che, ancora una volta, si cerca di presentare come una soluzione alla disoccupazione di questa Terra.

Dicevo che il Presidente Sanna ha ragione quando afferma che questa Terra è una Terra in sofferenza, un popolo in ginocchio, ma certamente non possiamo, così come abbiamo ripetutamente affermato, pensare al prolungamento per altri dodici mesi di questa "legge agonia", che ha consentito solo a pochi furbacchioni di avvalersi di un vantaggio ingiusto, ingiusto perché va contro le norme generali, le norme urbanistiche votate dai comuni; i comuni hanno lavorato, sostenuti economicamente dalla stessa Regione Sardegna, per dotarsi di Piani particolareggiati e di dettaglio. Molti comuni non solo hanno adottato strumenti di carattere generale e di pianificazione generale, ma si sono dotati di strumenti di dettaglio come i Piani particolareggiati, il Piano delle zone B, il Piano dei centri storici, il Piano dei servizi, individuando, isolato per isolato, edificio per edificio, quanto doveva essere realizzato e come. Pensate ai comuni (i quali hanno il sacrosanto diritto di pianificare, in armonia con le associazioni, le istituzioni e i cittadini che li hanno eletti, questi strumenti) che si sono visti schiacciati, a volte consapevoli, a volte no, a volte accondiscendenti, a volte no, da una pressione che viene da questo strumento.

Il provvedimento, quindi, dicevo, non rilancia assolutamente l'opportunità che si è detta; anzi ha appesantito. Se noi pensiamo solamente alla possibilità di monetizzare aree di cessione e posti auto, è un appesantimento e un consumo del territorio, un eccessivo carico antropico sui quartieri, nelle zone, nell'agro, nelle campagne e sulle coste in modo particolare.

Allora, il possibile rilancio del settore dell'edilizia, così come abbiamo detto, avviene in modo totalmente diverso e differente. Probabilmente questa è una delle poche Regioni che non si è resa conto che l'Europa ha già cambiato passo, si sta andando verso tutt'altra direzione. A parte il predicare austerità nei consumi, nei consumi non solo di suolo e di territorio, ma di materiali, di energia, di risorse, c'è un appello a ritornare a una vita più parca e austera, solamente l'Italia ancora non si è adeguata e guarda con un po' di timore a questo passo che l'Europa sta imponendo ovunque.

La Sardegna, invece, coltiva ancora idee che sono ormai sorpassate, superate e abbandonate nella gran parte della realtà mediterranea. Rilanciare il settore dell'edilizia vuol dire migliorare la qualità soprattutto dei servizi, creare spazi di socialità, non aumentare volumi in cemento, volumi per residenze, volumi per un consumo del territorio che non ha futuro; come ben sapete e leggete sulla stampa, ne siete consapevoli, il mercato dell'edilizia è bloccato, ed è bloccato per la forte crisi economica e, soprattutto, per l'eccessiva quantità di edificato e di costruito, e la qualità scadente del costruito non incentiva neanche quelle poche fasce di una società medio-alta che potrebbe permetterselo. In Sardegna, soprattutto di questo, abbiamo consapevolezza.

E oggi che cosa facciamo? Ci affidiamo alla generosità dell'Emiro del Qatar che, probabilmente, solleverà i sardi da questo stato di povertà. Ancora una volta ci affidiamo a benefattori che dovrebbero venire da fuori e noi abbiamo una storia lunga di benefattori che sono venuti non a dare, ma a prendere! Dicevo la qualificazione dei servizi, la qualificazione dell'esistente, la riqualificazione del patrimonio pubblico, la riqualificazione delle strutture scolastiche, dell'impiantistica sportiva, dei servizi comunitari, quelli sono gli unici settori nei quali può essere veramente messo in moto e avviato un recupero del patrimonio pubblico e un rilancio del settore dell'edilizia in sofferenza.

Su questa proposta di legge, non so se passerà, vedremo come andrà il dibattito e come seguirà la discussione sui due articoli, però noi prendiamo atto che ancora una volta si è creata una divisione netta perché continuiamo, come forze politiche di opposizione del centrosinistra, a opporci a un concetto e a una visione di sviluppo che non abbiamo mai condiviso dalla vostra prima proposta del Piano casa. E' stata un'illusione lanciata dall'allora presidente Berlusconi e che oggi si è dimostrata totalmente fallimentare. Siamo qui per testimoniare ancora una volta che questo non è il futuro per il rilancio dell'economia, ma è un eccessivo appesantimento e mortificazione di una "irrealtà" che ha solo impoverito la Sardegna e che certo non ha dato risposte al rilancio dell'economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Mario.)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cappai, Contu Mariano, Diana Giampaolo e Rassu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 24, viene ripresa alle ore 11 e 54.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione per parlare di questa legge, non lo ritengo utile. Diciamo che stiamo parlando oggi di una legge che è forse la più rappresentativa di questa stagione amministrativa, la legge che ha caratterizzato l'attività di questo Consiglio. Ricordatevi tutti che ne abbiamo parlato per ben tre volte e, tutte le volte, per diverse settimane se non mesi, dedicando l'attività della principale Assemblea del popolo sardo a parlare di una legge che, quando se ne discute così tanto, deve anche avere la capacità di essere una legge condivisa o quanto meno condivisibile, per la quale si possa costruire un percorso per farla diventare una legge patrimonio dell'intero arco politico sardo: così non è stato!

E' stata una legge che ha creato tantissime divisioni. E' una legge che, a mio modestissimo parere, è un disvalore dal punto di vista politico, anzi, ancor prima che dal punto di vista politico, è un disvalore dal punto di vista culturale e civico. E' figlia di una delle tante intuizioni della cultura politica imperante negli ultimi vent'anni in Italia. Siamo partiti dalla riproposizione dei condoni nel 2004, condoni edilizi ma poi anche condoni fiscali, dall'abolizione dell'ICI, dalla famosissima e celeberrima giornata no tax day, che ha caratterizzato questa stagione politica, sino ad arrivare alla riproposizione a livello nazionale del cosiddetto Piano casa che tutto era tranne che un Piano casa nell'accezione generale del termine, nella interpretazione che tutti noi, negli anni, abbiamo dato di questo termine, cioè un programma di intervento per dare la possibilità ai tantissimi lavoratori (oggi ancor più di ieri) di avere una casa che la propria condizione economica non consentiva di avere. Il nome di questa legge era un nome bellissimo, peccato che fosse falso, non aveva niente… chiedo scusa, è possibile…

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Lotto. Colleghi e Assessore, vi pregherei di prendere posto.

LOTTO (P.D.). Non aveva nulla…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lotto.

Non è obbligatorio ascoltare, però c'è un brusio che veramente non consente agli oratori di intervenire!

URAS (Gruppo Misto). Sospendiamo la seduta e andiamo a domani, oppure alla settimana prossima! Se non c'è attenzione, non è che si possa…

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Non serve! Sospendiamo!

PRESIDENTE. Prego, continui, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Ripeto, un Piano casa che tutto era tranne che un Piano casa. Ha messo in piedi un messaggio che andava diritto alla pancia dei cittadini, così come va alla pancia dei cittadini un messaggio dell'amministratore che dice che non bisogna pagare le tasse, come è andato alla pancia dei cittadini, tre giorni prima delle elezioni, l'abolizione dell'ICI, cioè un simile messaggio: "Abbiamo troppe regole, non seguiamole. Creiamo le condizioni affinché si possa non seguirle". E' un messaggio negativo oltre che un disvalore negativo, innanzitutto dal punto di vista culturale e civico. Lo abbiamo detto più volte discutendo del Piano casa, quando è stato suo tempo maldestramente approvato; si è ragionato sul come creare un bisogno che tantissimi non sentivano come tale perché non era conseguibile. Sforare i parametri urbanistici, costruire dove era fino ad allora impensabile: la gente, che pure vorrebbe avere sempre di più ed è naturale che così sia, se n'era fatta una ragione. Che la costruzione delle case, la loro modifica, debbano sempre muoversi all'interno di un piano complessivo che punti a costruire un qualcosa che non infici il progetto collettivo complessivo è stato messo in discussione in maniera seria, principalmente culturale, ripeto.

Ecco perché oggi si va a proporre un'ulteriore proroga. Teniamo conto che ne abbiamo già fatta, un anno e mezzo fa, un'altra di sei mesi, in attesa delle modifiche, si diceva allora. Oggi ne stiamo facendo una in attesa di che cosa? Il messaggio che passa, signori colleghi, è un messaggio che può essere così sintetizzato: abbiamo voluto dare un momento di respiro all'economia della Nazione e dell'Isola cercando di incentivare un settore, quello edile, che, è vero, è in grosse difficoltà, però lo facciamo per un periodo ben limitato, consapevoli come siamo che, in quel settore, bisogna lavorare all'interno delle regole, di norma, e invece stiamo facendo diventare norma continua il non rispetto delle norme. Questo non può essere accettato! Poi è vero che se parliamo dei singoli casi in tutti i paesi della Sardegna, in tutte le città, ci sono tantissime persone, di qualsiasi colore politico, che hanno un problemino da risolvere e che questo Piano casa gli consente di risolverlo. Appunto si va a parlare alla pancia del singolo.

Ora, si decide di prorogare e, guarda caso, decidiamo di prorogare non per tre mesi, per esempio, che poteva essere una misura che consentiva a coloro che, avendone titolo, per un motivo o per un altro, potevano andare a mettere mano a un qualche progettino o progettone di intervento per cui non si era arrivati in tempo, dando l'opportunità di chiudere questa partita con una piccola proroga tale da consentire a chi è dentro questo percorso di non uscirne solo perché ha tardato quindici giorni o venti giorni o due mesi nel predisporre il progetto, no, non si va a una proroga di questa natura, si va invece a una proroga di un anno, addirittura a una proroga di diciotto mesi per quanto riguarda i tempi di realizzazione di queste opere. E' una cosa indegna! Lo dico con molta franchezza sapendo che ci sono anche tanti amici nostri che, magari, stanno aspettando questa proroga perché c'è quella finestra da cambiare o quella veranda da chiudere: ma noi non abbiamo il diritto di ragionare con un livello così basso di attenzione alla legalità! Ha diritto il cittadino di guardare a tutte le norme che gli consentono di superare un proprio problema personale, non abbiamo noi il diritto di scadere a un livello così basso. Ecco perché riteniamo che non debba essere votata una legge di proroga come questa e non la voteremo. Il collega Meloni ha illustrato ampiamente con dovizia di particolari le motivazioni che ci hanno portato a non approvare, anzi a contrastare con grande impegno a suo tempo sia la prima versione sia la terza versione del Piano casa.

Non mi voglio dilungare oltre perché credo che non serva all'economia complessiva del lavoro di questo Consiglio che già ha dedicato troppo tempo a questo tema e quindi riprendo il ragionamento che ha iniziato ad affrontare il collega presidente della Commissione Matteo Sanna. E' vero, da tempo noi stiamo dicendo che serve una legge urbanistica, probabilmente riuscirebbe anche ad affrontare certe problematiche presenti non maldestramente come questa volta perché andrebbero affrontate in maniera organica e seria dallo stesso Piano casa, come anche forse dalla stessa legge che dovremo discutere, mi sembra di capire, tra qualche settimana relativa ai piani di risanamento urbanistico.

Non possiamo gestire una questione che attiene molto al concetto di cultura della legalità come è l'urbanistica con leggi di emergenza, solo ed esclusivamente con leggi di emergenza. Presidente Matteo Sanna, non basta dire che ne parleremo nella legge urbanistica perché, se, nel mese di maggio, avessimo deciso di avviare la discussione sulla legge urbanistica, oggi l'avremmo chiusa in maniera organica, seria, con una risposta ad alcuni problemi a cui si vuole rispondere col disegno di legge numero 423 sui risanamenti urbanistici. Invece no, anche su quel tema stiamo andando a creare una discussione artificiosa. Stiamo andando a parlare di cose che interessano moltissimo alcuni singoli cittadini, illudendoli che avranno qualcosa da quella legge, mentre è assolutamente vero che, coloro che sono in quella triste condizione, da quella legge non avranno vantaggi mentre i vantaggi verranno, ne parleremo a suo tempo, soltanto a persone che adesso stanno nell'ombra, che stanno sperando che si mettano in moto dei meccanismi, ma che non sono quelli che porteranno il risultato che viene di fatto sbandierato e anche utilizzato come argomento per quella legge.

Allora, mi avvio a concludere, probabilmente approverete questa proroga del Piano casa, ma verrà un giorno che non si prorogherà più e si ritornerà alla normalità, almeno io spero. Però, davvero, se vogliamo che l'urbanistica in Sardegna abbia un ruolo serio di governo del territorio, abbiamo l'obbligo e il dovere di intervenire seriamente. Superiamo i limiti della legislazione attuale, assumiamoci la responsabilità di apportare in maniera seria e completa le modifiche necessarie ma, per carità, smettiamola di andare per spot pubblicitari che, in questa materia, non aiutano e sono molto dannosi.

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Pietro Fois e Franco Mula sono rientrati dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, sarò anch'io molto rapido, farò una brevissima riflessione e una successiva proposta. Indubbiamente vedere, nell'articolo 1, al comma 1, il riferimento alla legge numero 21 del 2011, risveglia in me il ricordo sgradevole di una fase in cui, facendo ancora parte di quella maggioranza, mi scontrai, più che mi scontrai, constatai un'epidemia, possiamo definirla, di vera e propria bulimia, di cinismo, da un lato, da parte di alcuni proponenti di modifiche al testo presentato dalla Giunta e, dall'altro lato, di superficialità da parte di quanti in quella maggioranza, non capendo e non volendo seguire, comunque votarono quelle norme. Quelle norme che, nella legge numero 21, rappresentarono delle vere e proprie gemme di irresponsabilità, degli esempi di spregio delle regole del vivere civile, mi riferisco all'articolo 15 in particolare, quello sui seminterrati (ma anche l'articolo 14 sui sottotetti, grazie a Dio non era da meno), dove la maggioranza allora forzò, nel testo, delle regole anche alle norme igienico-sanitarie che erano delle deroghe alla logica, al buon senso, erano delle regole a quel dovere di responsabilità che dovrebbe pervadere l'attività di ognuno di noi che pretende, in questa sede, di poter e di dover fare il legislatore quindi di agire nell'interesse collettivo, interesse collettivo che purtroppo è un valore sempre più sbandierato demagogicamente quanto più violentato poi nei fatti.

Quindi il riferimento a quella legge francamente mi pone in una posizione di difesa, di difesa davvero della logica, delle regole, dell'interesse collettivo. Ecco perché ho difficoltà ad accettare il punto a) dell'articolo 1, cioè la deroga alla presentazione di ulteriori istanze. Sono tre anni che questa legge è in vigore, mi chiedo chi ancora non ha ancora presentato l'istanza per adire ai vantaggi indubbi del Piano casa. Probabilmente tanti, però mi viene il sospetto che tra quei tanti la gran parte siano quelli che hanno costruito in questi tre anni e che vorrebbero andare in deroga alle norme urbanistiche, alle regole urbanistiche, per poter avere i vantaggi mentre il Piano casa nasceva per consentire una ripresa edilizia, superare un periodo di stallo, ma questo periodo di stallo può davvero durare tre anni? Sono invece più d'accordo, lo dico al relatore, sul punto b), sul fatto che si possa e si debbano concedere delle deroghe per la comunicazione di fine lavori perché davvero, per chi ha contatto con la gente, sappiamo di tantissime situazioni in cui i lavori iniziati si sono dovuti interrompere per la banale, purtroppo drammatica però, diffusa carenza di fondi.

Premetto, poi chiederò chiaramente supporto al mio Capogruppo e al mio Gruppo, che sull'articolo 1 proporrò la votazione per parti separate perché voglio votare a favore del punto b), in quanto lo ritengo un atto di giustizia per quelli che hanno già fatto la domanda nei tempi della già proroga, però davvero ho difficoltà a capire il perché si voglia convincere i sardi che l'unica maniera per mantenere la nostra economia sia quella di calpestare le regole del vivere civile.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, condivido completamente l'intervento che ha fatto il collega Sechi per cui non è assolutamente mia intenzione tornare su questo squallido dibattito. Un dibattito che sta andando avanti da oltre tre anni e mezzo, un dibattito che ci vede impantanati tutti ancora sulle questioni della cementificazione. Mentre qua dentro si parla di cementificazione, fuori c'è chi sta svendendo la Sardegna, questo significa che la classe politica sarda è totalmente assente dal contesto generale, dai drammi che stanno vivendo i sardi fuori da quest'Aula. La classe politica sarda continua a sbagliare, continua a sbagliare perché è schizofrenica, continua a sbagliare perché non affronta i problemi più emergenti. Oggi voglio anche ricordare che gli ammalati di SLA stanno manifestando a Roma mentre la classe politica tace, tace sull'articolo 23 della spending review che prevedeva 658 milioni da destinare alla non autosufficienza per i disabili gravissimi, mentre nel disegno di legge sulla stabilità i 658 milioni vengono sottratti ai malati di SLA e dirottati alla Presidenza del Consiglio dal Governo italiano che così può vantare una dotazione di 900 milioni di euro. Di questi esempi noi sardi potremmo farne veramente a bizzeffe, per cui oggi non voglio più parlare, né oggi né domani interverrò più sul Piano casa, ovviamente mi impegnerò a votare contro ogni proposta.

Vorrei fare un cenno anche alla svendita della Sardegna, non solo alla cementificazione, vorrei parlare della svendita dei nostri territori, vorrei parlare del presidente Cappellacci che pare sia rientrato dagli Emirati arabi e che, in queste ore, così dice la stampa, sia ad Arzachena. Apprendiamo dalla stampa che il presidente Cappellacci si ritiene soddisfatto degli accordi presi con l'emiro Al Thani, grazie alla mediazione del presidente Monti, per cui sarebbe previsto un miliardo da investire in Sardegna presumibilmente sulla Costa Smeralda e nelle infrastrutture aeree e portuali. A nessun mortale a oggi è dato conoscere di più se non di possibili nuovi alberghi e ville super lusso; certamente in questa stagione turistica gli alberghi della Costa Smeralda, questo lo sappiamo bene tutti, grazie a sceicchi e a nuovi ricchi russi e italiani, non hanno subito assolutamente alcun calo di presenze, lo stesso dicasi per gli affitti delle ville...

Presidente però faccia il suo lavoro! Intervenga perché io voglio essere ascoltata e chi non vuole sentire deve uscire! Questo è compito suo, Presidente!

PRESIDENTE. Sì, collega, continui prego, faccia lei il suo lavoro, continui!

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Io lo faccio e cerco di farlo con fatica in questa schizofrenia generale. Grazie!

Le presenze turistiche nel resto del territorio sardo non sono state assolutamente confortanti, quindi vuol dire che il turismo in Costa Smeralda continua a marciare e nel resto del territorio non marcia, visto che i dati delle presenze turistiche in Sardegna sono diminuiti rispetto alla precedente stagione che già registrò una riduzione di oltre il 20 per cento e di un ulteriore 25 per cento, questa volta, quest'anno, e che la maggioranza delle strutture alberghiere, compresi gli agriturismo hanno avuto presenze significative solo a cavallo di Ferragosto, visto che la maggioranza degli esercenti del settore turistico lamentano cali di fatturato spaventosi tali da mettere in discussione la stessa sopravvivenza delle imprese e delle ricadute di esse nel nostro territorio.

C'è da chiederci dove sono finiti tutti i fiumi di soldi che avrebbero portato in Costa Smeralda i VIP, di certo non sono rimasti in Sardegna! Quindi una rifleessione rispetto alla svendita del nostro territorio agli Emirati arabi, dovremmo farla anche sulla base di questa osservazione. A noi certo non spetta fare le verifiche cui è deputata la Guardia di Finanza ma, da politici responsabili, dobbiamo chiederci, a distanza di 50 anni, se il tipo di turismo propostoci in quella parte della Sardegna sia realmente quello che pensiamo possa davvero portare ricchezza in Sardegna e in tutti i nostri territori. Il dibattito su questo tema resta aperto nella società sarda e nella sua economia, è totalmente chiuso all'interno della classe politica sarda, quindi non tornano i conti.

Sicuramente non possiamo permettere a chicchessia, solo perché ha comprato o comprerà ulteriori parti del nostro territorio, di costruire un regno autonomo all'interno del territorio della nazione sarda e che se ne freghi delle nostre leggi, del nostro paesaggio, della nostra cultura e delle nostre tradizioni nel nome di nuovi posti di lavoro, litania che ben conosciamo e che ha prodotto principalmente qui in Sardegna pochi posti di lavoro come camerieri, giardinieri, manovali. Una classe politica responsabile, che ha a cuore il bene presente e futuro delle popolazioni del territorio, come dice il noto musicista sardo dottor Drer, super premiato a livello internazionale, "Non è né pruppupisci alluau", di fronte al canto effimero del miraggio dell'occupazione, di cui non sappiamo né quando, né come avverrà, né che cosa porterà, una classe politica responsabile, dicevo, ha il diritto e il dovere di conoscere, discutere e condividere, con i propri cittadini, collettività e organismi elettivi, piani e prospettive di lavoro su qualsiasi scala, che siano rispettosi della vocazione del territorio, ecocompatibili e sostenibili con le nostre economie già esistenti.

Nel nome della sconfitta del banditismo, noi sardi siamo stati già ingannati dall'industrializzazione forzata che ha distrutto non solo l'economia pastorale e agricola, ma anche parte delle nostre culture e tradizioni, minando la coesione sociale del nostro popolo. Una classe politica credibile non può venire a conoscenza dalla stampa degli accordi già presi, seppur dal presidente Cappellacci, sostenuto dal Presidente del Consiglio della Repubblica italiana. Accordi che ipotecheranno la nostra economia, il nostro territorio, per le prossime generazioni senza che i sardi siano chiamati preventivamente a esprimere il proprio gradimento e il proprio dissenso. Anche se ci hanno impoverito, non condividiamo la filosofia secondo cui tutto è vendibile, basta pagare! Credo che questo sia un altro spunto di riflessione molto importante. In ogni caso, se è vero che siamo impoveriti, è anche vero che, prima di vendere i gioielli di famiglia, si fa una politica economica seria, partendo dai tagli delle spese superflue, eliminando i capricci, i capricci del nostro Presidente.

Su questo, voglio anche aggiungere che, sulla generosità del nostro Presidente sceicco, molto ci sarebbe da dire per il suo elargire soldi pubblici sottratti ai nostri poveri, ai nostri studenti indebitati, ai nostri malati e disoccupati, talvolta soldi pubblici sperperati per soddisfare il narcisismo del nostro Presidente, pagando per propagandare la sua immagine personale, per gratificare affascinanti fanciulle, come Caterina Murino. Vorrei sapere, ed è un diritto dei sardi sapere, quanto il nostro Presidente ha pagato perché questa brava attrice indossasse un costume sardo da esibire sul Corriere della Sera. Non stiamo chiedendo cose illegittime. Così pure è stato generoso anche con la Santanché, anche con un'agenzia di modelle, la Venus Dea. Tutto questo in nome della propaganda delle nostre bellezze sarde.

Ma non è solo questione di donne, c'è pure dell'altro; era stato bravissimo il collega Capelli in una certa occasione a denunciare una lista infinita di spese a dir poco superflue, peccato che chi paghi sia il nostro popolo. In ogni caso, prima di vendere i gioielli di famiglia, c'è da recuperare i crediti a noi dovuti, la Sardegna ne vanta tantissimi, ne vanta molti col Governo italiano e anche con le sue bande di saccheggiatori. Mi riferisco alla "cricca" di Bertolaso, Balducci e Anemone.

A questo punto, voglio anche annunciare che oggi non lascerò l'Aula per nessuna ragione al mondo, sino a quando il presidente Cappellacci e la sua Giunta non decidono di costituirsi parte civile al processo che si terrà, a Perugia, il 28 di questo mese. Si tratta di pochi giorni. E' un processo contro la cosiddetta "cricca", giornalisticamente, che ha commesso parrebbe dei reati pesanti in tutta Italia, sui grandi lavori pubblici, ma non solo, verranno anche processati per tutti i fatti legati ai grandi eventi. Tra i grandi eventi, rientra pure il G8 de La Maddalena. Ci sono anche 100 milioni di euro da recuperare subito, che sono stati sottratti, erano proprio fondi FAS, dalle casse sarde e che, con una delibera, che posseggo fra l'altro, una delibera del presidente Berlusconi, sono scivolati nelle casse della "cricca". Non possiamo permetterci il lusso di fare mance a nessuno, non è tempo!

Dietro questo problema del G8, teniamo conto che l'idea iniziale era un'idea nobile, era quella che avrebbe dovuto vedere la riconversione di un'economia militare in un'economia turistica, quindi ecocompatibile; processo che purtroppo non è avvenuto per la mancanza delle bonifiche per le quali fra l'altro sono spariti fiumi di denari. Adesso che questi signori, diciotto signori, vengono processati (il diciannovesimo, fra l'altro, sembra che fosse un giudice, pare che abbia patteggiato per diversi reati e sia uscito di scena), il problema è questo, che io ho portato avanti un'azione giudiziaria per questa questione, hanno lavorato degli avvocati, il Tar Lazio ha eliminato il segreto di Stato e condannato il dottor Bertolaso a consegnarmi la documentazione, documentazione che presto manderò su Internet: una vergogna e un'umiliazione per il nostro popolo!

Adesso dobbiamo per forza costituirci parte civile. Il processo è scivolato dal 23 aprile (dove non c'era nessuno a difendere i diritti e gli interessi dei sardi) al 25 settembre e, per un certificato medico di un legale (grazie al cielo!), è stato poi rinviato al 28 novembre. Se noi non ci costituiamo parte civile prima che inizi il processo, i sardi perderanno per sempre 100 milioni di euro, per cui continuo a insistere sul fatto che sia un "dovere dovuto" a un popolo il fatto che il presidente Cappellacci si costituisca parte civile, mancano pochi giorni! Ho cercato di contattare il Presidente in tantissime occasioni, gli ho messo a disposizione i due legali che conoscono molto bene tutto questo caso, tutte le procedure, gli ho messo a disposizione la stessa documentazione, perciò la mando su Internet, che i sardi leggano e si rendano conto in che mani siamo e in che mani, il nostro bravo Presidente, ci ha messo!

Spero che veramente oggi si smetta di parlare di cementificazione, ci sono altri problemi. Voglio concludere qui, mi riserverò di intervenire ulteriormente, e mi appello ai colleghi dell'Aula a non abbandonare questa sede sino a quando non arriva una dichiarazione di costituzione di parte civile certa; l'hanno fatto Ministeri del Governo italiano, l'ha fatto il Comando della Guardia di Finanza, l'ha fatto il Comune di La Maddalena, manchiamo noi, manca la Regione autonoma della Sardegna. Il presidente Cappellacci almeno ci dica qual è il problema che gli impedisce di costituirsi parte civile, forse potremmo essere anche comprensivi, ma in ogni caso ci deve rimettere di tasca.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Nell'associarmi al richiamo forte che ha appena lanciato l'onorevole Zuncheddu e nell'aspettativa che anche la Regione sarda abbia questo atteggiamento di civiltà dovuta, entro nel merito della discussione di oggi. Il contesto legislativo attinente il cosiddetto Piano casa, quel contesto che va dalla legge numero 4 del 2009 alla legge numero 19, alla legge numero 21, alla proposta di proroga di oggi, è un contesto che attiene a una metodologia legislativa di chiara cultura, la chiamerei edonistica berlusconiana, fondamentalmente basata sulla politica della truffa. Lo diceva molto bene prima il consigliere Lotto, che ha avuto anche altri riferimenti legislativi, il concetto di truffa che inventa un privilegio, quando spesso e volentieri potrebbe essere un diritto.

Ma quali sono gli elementi che mi fanno pensare alla valenza truffaldina di questa legge? Poc'anzi, in questo, mi aiutava il Presidente della Commissione urbanistica quando parlava di boccata d'ossigeno, aggiungerei che, per molti versi, questa è una legge che scopre l'acqua calda.

In sintesi, tre capi. Nel capo I, dei dieci articoli, quelli che definiscono interventi edilizi ammissibili, quelli che hanno provocato le decine di migliaia, sono dati inconfutabili, guai se dicessimo il contrario, quelli che hanno innescato le decine di migliaia di domande in Sardegna da parte dei cittadini, volte a richiesta di concessione edilizia, o di denuncia d'inizio l'attività, sono sostanzialmente l'articolo 2 e l'articolo 5; gli altri otto articoli fungono da contorno, a parte l'articolo 3 e l'articolo 4 che hanno una valenza legata ad alcuni ambiti territoriali quali le zone di tipo recettivo e le zone di tipo agricolo.

Il capo II ha una fortissima intrusione normativa perché invade il campo attraverso norme di valenza di pianificazione paesaggistica, fuori luogo sicuramente per una legge di questo tipo, PPR, più o meno deroghe, si parla erroneamente di valorizzazione territoriale, di sviluppo del territorio, di interventi ammessi nella fase di adeguamento del PUC al PPR.

Nel capo III: fondamentalmente due articoli di grande richiamo, di grande commerciabilità, l'articolo 15, recupero sottotetti e l'articolo 15 bis,recupero seminterrati e piano pilotis.

Di fatto, questa legge, o per lo meno l'attesa che c'è nel territorio su questa legge, è fondamentalmente, dal punto di vista quantitativo, legata ad alcune aspettative, che poi definirò meglio in termini di "egoismo privato"; quattro articoli: articolo 2, articolo 5, articolo 15 e articolo 15 bis. Sostanzialmente l'articolo che più innesca il concetto di truffa è l'articolo 5, dove si parla di demolizione e ricostruzione, con concessioni edilizie per demolizione e ricostruzione con premialità volumetrica dal 30 al 35 per cento; parliamo di un articolo che potrebbe essere serenamente, lo è già, inserito in un normalissimo strumento urbanistico di un normalissimo comune. Rientra nelle attuali competenze amministrative delle nostre amministrazioni.

L'articolo 15, recupero di sottotetti: a parti inverse, questa parte fu votata sicuramente da quest'Aula perché si ritrovava, più o meno in questo contesto, forse con qualche piccola differenza, nella famosa legge urbanistica, fu anche, alla fine del 2008, l'ultima giornata dei lavori di quest'Aula. Quindi ribadisco che nell'articolo 15 e nell'articolo 5 non c'è alcuna innovazione. Dico che si può ragionare sul merito a condizione che il metodo sia di dare stabilità e continuità alla norma. Quanto c'è scritto all'articolo 5 e all'articolo 15, ribadisco, è già scritto in proposte di legge urbanistica.

L'articolo 2, che è un articolo che gioca al rialzo, sa proprio di gioco tipo "lascia o raddoppia", qualcosa del genere, perché si passa da incrementi volumetrici, in zone tutelate, del 10 per cento con uno standard del 20 per cento in zone non tutelate che può diventare del 26 ma anche del 30, in certi casi sino anche al 39, con un gioco di sistemi d'azzardo che, a seconda delle situazioni, per esempio se c'è l'esigenza abitativa, se è prima casa o se l'intervento che si fa promuove un risparmio energetico, ha questa casistica e riprende forse un certo interesse goliardico della norma.

Questo articolo è superficiale, brutalmente superficiale e generalizzato. Ritengo che incrementi volumetrici possano anche essere valutati e condizionati, a che cosa? Condizionati e individuati in quei bacini territoriali con indici edificabili sotto la soglia della congestione urbanistica, cioè dove il contesto urbanistico è di piena vivibilità. Purtroppo, invece, questa legge innesca l'abbrutimento di territori che sono già abbrutiti di per sé.

Altro abbrutimento della legge: mi auguro, Assessore, che lei, con grande buon senso, ci corregga quel bruttissimo articolo che è l'articolo 15 bis. L'articolo 15 bis, in totale spregio alle normali norme di salvaguardia, chiamiamola sanitaria, vorrebbe recuperare trasformando i seminterrati in abitazioni. Ebbene, vedete, Assessore e colleghi, anche sul concetto di seminterrato, si può ragionare quando questo soddisfa alcune caratteristiche, quando per esempio è in linea con alcune linee sanitarie e garantisce che c'è una parte del seminterrato fuori terra, nel senso che, sul piano squisitamente tecnico, è ragionevole parlarne.

Riepilogo: di queste quattro cose (che poi, è vero, rappresentano la sintesi dell'aspettativa di molti), due sono cose fattibili. Il problema è di civilizzare le altre, ma quando il metodo ha questa indole, questa valenza truffaldina, diventa difficile ragionare sulla sostanza. Con grande difficoltà, ho provato a leggere la sintassi di questa legge perché mi sono posto il problema, in Commissione, della leggibilità, questa legge ha ancora problemi di leggibilità e di interpretazione!

Ecco perché solo e soltanto uno strumento può rendere sane alcune delle cose presenti in questa legge: la legge urbanistica. La legge urbanistica è il luogo di ragionamento che può dare risposte vere all'esigenza che, nel rispetto del paesaggio, innesca meccanismi di stimolo e sviluppo dell'edilizia. La scorciatoia del Piano casa innesca meccanismi di aspettative egoistiche, di rapine personalizzate. In questo contesto metodologico, è stato molto complicato per me ragionare e il fatto che la mia deformazione sia da tecnico ha creato la doppia difficoltà di ragionamento. Quindi è stato difficile ragionare sul merito, però in tutto questo c'è un aspetto molto positivo, mi ha fatto molto piacere che il Presidente della Commissione urbanistica, l'onorevole Matteo Sanna, abbia provato a spostare il ragionamento sulla legge urbanistica che superi giustamente, al di là del fatto che possa recuperare elementi positivi di sviluppo per edilizia, questo è un piccolo aspetto della legge urbanistica che ormai ha un trascorso generazionale, è passata più o meno una generazione dall'ultima legge, quindi si sente che fa acqua da tutte le parti. Penso che, in questo senso, elementi di sviluppo edilizio possano essere scritti all'interno di quella norma e mantenuti a regime senza scadenze temporali, salvo ovviamente, come per tutte le leggi è e sarà, gli eventuali adeguamenti legislativi che verranno successivamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, credo che non utilizzerò tutto il tempo che mi è stato concesso però vorrei fare due considerazioni. Ieri, grazie anche alla lungimiranza politica e istituzionale della Presidente del Consiglio, abbiamo avuto in quest'Aula una giornata breve ma credo anche molto intensa; in quella giornata, cioè nella giornata di ieri, ho avuto modo di interloquire, come mai capita di poterlo fare, con decine di sindaci, i quali sono venuti qui a rappresentare e a rivendicare legittimamente e opportunamente. Nelle considerazioni che sono state fatte a margine di quella riunione, quindi negli incontri che ciascuno di noi ha potuto fare, personalmente ieri, non parlo di sindaci politicamente vicini a me, piuttosto che vicini alle altre formazioni politiche, però tutti i sindaci che ho avvicinato ieri, in mezzo a tante cose che mi hanno chiesto, mi hanno domandato quando daremo la proroga per il Piano casa.

Dico questo senza voler entrare nel merito del problema perché non è questa la sede, noi abbiamo acconsentito a che si portasse in Aula un provvedimento di proroga del Piano casa, lungi da me pensare che quel Piano casa sia la panacea di tutti i mali. Assolutamente no! In questo momento, per ciò che ho come notizia informale, all'Assessore (Assessore che è qui presente e che, per essere presente qui, non è presente da un'altra parte dove si tiene una conferenza stampa, nella quale tra le altre cose si parla anche di volumetrie) ripeto, all'Assessore qui presente dico che sarebbe opportuno che il Consiglio regionale conoscesse, anche se non esattamente, il numero delle pratiche di Piano casa che giacciono inevase nei comuni della Sardegna. Credo che si tratti di diverse decine di migliaia. Questo può avere una spiegazione, i comuni forse non hanno uffici sufficienti e funzionari talmente efficienti da poter evadere tutto ciò che ancora deve essere evaso, ma certamente, se, da un lato, dobbiamo dare una risposta ai cittadini, dall'altro lato, dobbiamo anche sostenere le Amministrazioni comunali in un lavoro che probabilmente non rientra neanche nel novero del lavoro che era stato ed è individuato come funzione fondamentale da parte dei comuni, neanche con le risorse del Piano casa. Certo è che il Piano casa, comunque sia, ha un ritorno di tipo economico nei confronti delle Amministrazioni comunali, perché la "Bucalossi" comunque deve essere pagata.

Non entro nel merito del problema, dico che è opportuno. E che è opportuno, è avvalorato anche dal fatto che, nella Conferenza dei Capigruppo, alla quale abbiamo partecipato stamattina, il collega Uras ha sollevato un problema che non possiamo risolvere in questa circostanza ma credo che debba essere comunque risolto, perché è uno di quei problemi datati, atavici, che risalgono al 1985, parlo del condono, che ancora molte Amministrazioni comunali non hanno avuto la possibilità di definire in tutti i dettagli. Se è successo per il condono, non mi meraviglia che sia successo anche per il Piano casa, quindi credo che sia opportuno, necessario e indispensabile concedere una proroga.

Termino dicendo all'assessore Rassu che mi avrebbe fatto piacere che lei, Assessore, stamattina fosse a Olbia e avesse partecipato alla conferenza stampa, che mi pare si stia tenendo in questi momenti, da parte del Presidente della Regione, ma vero è che lei era a Doha in Qatar, quindi ha potuto partecipare ai lavori che si sono tenuti, quindi conosce alla perfezione quali sono gli impegni che la Regione Sardegna ha preso con l'emiro del Qatar: spero che siano impegni che possano essere assolti, spero che siano impegni che questo Consiglio regionale in tempi brevissimi conoscerà, spero che non si tratti di impegni che poi rimangono sulla carta e non danno alcuna risposta alla Regione Sardegna.

Mi auguro che non sia così, certo è che lei, Assessore, non poteva mancare in Qatar, perché lei è il titolare di quell'Assessorato, lei doveva essere in quello Stato, nel Qatar, lei doveva essere d'accordo sulle promesse che probabilmente sono state fatte all'emiro Al Thani. Chiudo augurandomi che lei, Assessore, non venga "violentato", non venga sottoposto a pressioni che poi comunque verranno in quest'Aula e che credo, se non adeguatamente valutate, non potranno essere accolte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto).Presidente, non intendo farla troppo lunga: questa proroga è illegittima e anche illegale perché introduce un sistema derogatorio che aveva un termine, che aveva una funzione transitoria, e lo introduce a tutti gli strumenti urbanistici, alle disposizioni di legge in materia urbanistica. Un sistema derogatorio in modo permanente: ogni anno, Presidente, arriva una proroga di un altro anno.

Dal risultato di questa vicenda, badate, si evince che è fallito rispetto all'obiettivo, perché il Piano casa non era il Piano casa ma era lo sviluppo economico della Sardegna; sono tutti lì che ridono a quattro ganasce, perché non solo non si vede sviluppo ma si vede fame a "quintalate", a TIR interi distribuiti per tutta la Sardegna.

Vi ricordate l'assessore Asunis? Io lo ricordo. E il presidente Cappellacci, ve lo ricordate? Dicevano che la Sardegna sarebbe decollata grazie a questo provvedimento! Mi ricordo (dov'è il collega Cuccureddu?) i 400 mila lavoratori che avremmo impiegato nei cantieri (perché si faceva un calcolo di tipo aritmetico: ogni piccolo cantiere quattro lavoratori, possiamo aprirne 100 mila e sono 400 mila lavoratori): stavano partendo le navi dalla Libia per venire a partecipare al grande sviluppo occupazionale della Sardegna! Il risultato, Assessore, è un fallimento clamoroso! Continuate con questo pasticcio! Avete detronizzato, cancellato ogni disposizione seria in materia urbanistica; abbiamo un Piano paesaggistico che ha un senso grazie solo alla corretta attuazione dei Piani urbanistici di adeguamento e abbiamo interrotto quella procedura portando nuove linee guida per un nuovo Piano paesaggistico. Immagino che questa cosa sia stata concordata in quel Qatar dove mi dicono i presidenti siano andati a concordare grandi trasferimenti finanziari dalle casse di quel Paese a quelle della Sardegna. Ho visto altri sceicchi attraversare questi suoli e, devo dire la verità, non ne ho un buon ricordo! Ho capito che non ve ne "frega" niente del territorio della Sardegna, se ne sono accorti anche quelli che stanno fuori da questo Palazzo, è per questo che non siamo così ben visti, Presidente.

Per chiudere, dico che faremmo bene a riportare questa indecenza in Commissione e lì dimenticarla, facendo scadere finalmente la proroga e restituendo alla Sardegna un impianto normativo certo, non una deregolazione selvaggia come quella che invece avete proposto.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) Presidente, colgo l'occasione, in questa discussione generale, per rammentare a noi tutti: primo, che abbiamo preso l'impegno con i sindaci di approvare un ordine del giorno che raccolga i contenuti del documento illustrato ieri dal presidente dell'ANCI, quindi faremmo cosa buona e giusta se lo facessimo oggi; secondo, che a me pare corretta e anche urgente la richiesta avanzata dalla collega Zuncheddu in merito alla costituzione, come parte civile, presso il Tribunale di Perugia della Regione Autonoma della Sardegna sulla vicenda concernente il G8 a La Maddalena, perché su quella vicenda, purtroppo, abbiamo scoperto successivamente che si sono intrecciate questioni che non solo hanno una rilevanza penale, secondo l'autorità giudiziaria, ma hanno anche una rilevanza economica rispetto all'uso che si è fatto delle risorse finanziarie che erano destinate agli interventi FAS nella nostra Regione.

Ritengo che tutto il tempo che abbiamo risparmiato, compreso quello che vi ho concesso sulla discussione generale del Piano casa, possa essere ben utilizzato per approvare due ordini del giorno che penso debbano essere unanimi su questi argomenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Come sempre accade nella fase conclusiva della legislatura, un po' la decadenza del periodo, del tempo, e un po' la distrazione, ci fanno passare davanti provvedimenti tutt'altro che insignificanti. Di fronte a una Sardegna in difficoltà, di fronte, diciamo anche, alla fame che imperversa, noi, invece di pane, diamo un po' di metri cubi! E' sempre la logica della risposta sbagliata alle domande giuste.

La cosa importante, però, è che non ci dimentichiamo perché siamo allo snodo di un tempo nel quale dobbiamo pure segnare la differenza fra quelli che stanno finendo un ciclo di governo (e non giudico, perché saranno i cittadini a giudicare) e quelli che si candidano a ricevere un mandato di governo, sperando nel consenso dei cittadini. E' bene segnare una differenza, siamo al terzo anno della proroga, il Piano casa è nato come strumento straordinario, unico e irripetibile, volto a incentivare lo sviluppo economico quando, ancora, nel 2009, non si sapeva che la bolla speculativa edilizia era la ragione e la causa di tutti i nostri guai, quelli presenti, quelli appena passati e quelli futuri.

Posso capire che il richiamo berlusconiano ("Fate quello che io ho pensato"), non vi abbia lasciato il tempo di riflettere su quello che stavamo facendo e sulla particolarità che la Sardegna aveva in quel contesto; ma significa fare una cosa diversa: rinunciare, da legislatori, a vedere qual è l'interesse della nostra funzione.

Quando il collega Diana dice che incontra della gente che gli chiede quando sarà prorogato il Piano casa, pensiamo davvero che quella sia l'unica gente che dobbiamo rappresentare? Pensiamo che sia quello l'unico interesse che dobbiamo portare a compimento? O, se è no, che non sia un elemento residuale di un egoismo ancora imperante che riguarda certamente persone che se fanno la domanda per il Piano casa hanno ancora qualche soldino da parte da utilizzare e quindi non sono nella fascia dell'indigenza che invece sta sempre aumentando e che magari avrebbe bisogno della casa che noi non diamo loro perché le politiche dei lavori pubblici sono ferme, totalmente ferme? Noi però promettiamo il Piano casa!

Questa propensione del nostro agire di legislatori a educare i nostri cittadini all'illegalità, alle deroghe, è un'attività che delegittima qualunque nostra pretesa individuale o collettiva di succedere a chiunque in questa Aula. Ecco perché noi dobbiamo vincere la collera della gente ripensando il nostro modo di approcciare i problemi. Prorogare di tre anni significa, Assessore, sospendere la validità degli strumenti urbanistici vigenti in tutti i comuni della Sardegna per tre anni di seguito. Spero vivamente che lo Stato impugni alla fine questa norma, perché c'è una legge generale dello Stato che dice che l'edificazione si commisura alla pianificazione comunale e non la può sospendere chicchessia! Ha voglia poi di dirmi che questa è l'unica speranza che ha la Sardegna! Certo con amministratori come voi è l'unica speranza che c'è perché se tutto il pensiero e l'idea di un bisogno di risollevare la Sardegna passa per questi provvedimenti, hanno ragione a dire "dateci almeno quello"!

Una Regione, lo dico con responsabilità, che annuncia attraverso l'Assessore del bilancio che andrà per esercizio provvisorio per dodicesimi, per infierire ancora una volta sulla nostra capacità di legislatori e per dare a essi ancora la possibilità di spendere quello che vogliono senza nessun controllo. Questa è la verità! La avverto, assessore Rassu, questa è la verità! Chi tira le fila di questo Governo regionale ha capito che, se va in dodicesimi, nessuno gli può porre, come abbiamo posto noi, in finanziaria, i vincoli sulla spesa, che cosa privilegiare, che cosa lasciare perdere. Questa è l'unica spiegazione che mi so dare a un'idea "imbecille", la parola giusta è questa, un'idea "imbecille" che accompagna un Governo inadeguato. Se il Governo regionale propone una soluzione di questo genere, vuol dire che non è all'altezza della sua funzione; invece di cercare in Aula, qui dentro (come noi abbiamo dimostrato in altre occasioni), una solidarietà a trovare una composizione di emergenza, di solidarietà, della finanziaria regionale, per provvedere a quello che possiamo provvedere, ci tirano fuori queste idee e il Piano casa.

Vorrei dire che l'82 per cento dei comuni d'Italia, e la Sardegna non fa eccezione, è a rischio idrogeologico. Piangiamo morti, continuiamo a vedere le calamità, però piazziamo la bellezza di circa 300 mila metri cubi l'anno! Questa è l'entità, onorevole Diana, mediamente l'anno, di quello che teoricamente il Piano casa ci porta, cioè un villaggio turistico all'anno piazzato sopra i nostri paesi, questo è: 300 mila metri cubi ogni anno per tre anni! Ne abbiamo già sistemato tre e dobbiamo sistemarne qualche altro, ovviamente. Questo, secondo voi, è il modo per procedere, invece di dare i soldi ai comuni, di ristrutturare i centri storici, di incentivare il recupero dei centri storici, mettendo i soldi per far lavorare la gente, sapendo che lì c'è ancora, e c'è, il patrimonio anche della gente più povera avuto in eredità dai propri genitori, che sta aspettando di trovare una soluzione, verificare se i fondi agevolati per la prima casa stanno funzionando, se ha bisogno di soldi; queste cose non vi passano neanche per l'anticamera del cervello, il Piano casa è il pane che pensate voi che dobbiamo dare agli affamati. Spero davvero che si possa sancire, con quest'ultimo provvedimento, un'impugnativa chiara da parte dello Stato.

Vedete, non si tratta né di Piano paesaggistico, né di altre fesserie che siete soliti nominare; se è per questo, avete tanto criticato le intese che facevamo noi davanti alle autorità che possedevano i poteri, caro Artizzu, i poteri di autorizzazione e qualche volta la Corte dei conti e la magistratura, che ha presieduto alle intese, per questo siete rimasti con un fico secco in mano! Quando avete cercato di attaccarci su alcune cose, siete rimasti con un fico secco in mano! Mentre invece quando qualcuno ha fatto finta di non sentire e di non vedere…

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Altri sono stati più fortunati quando hanno fatto le intese. Lascia perdere!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). … quando qualcuno ha fatto finta di non sentire e di non guardare nei propri comuni, qualcuno oggi purtroppo si trova nei guai, con sentenze passate in giudicato, a dire che bisogna saper scindere le responsabilità e bisogna saperle affrontare nel modo giusto, perché questa situazione è la situazione di legislatori che non sanno guardare al di là del proprio naso, che non sanno costruire una prospettiva, però l'intesa che abbiamo stabilito noi per legge viene invece fatta in Qatar dal presidente Cappellacci che si agita un po' in mezzo alle fesserie e alle promesse, sentiamo dire, nel rispetto dell'ambiente. Chi lo dice? Il Presidente che ha richiamato l'idea di rimettere in moto le betoniere? Quello che sta sponsorizzando con la sua maggioranza questi provvedimenti? Per fortuna sono solo intenzioni e le intenzioni prima di essere realizzate, ohi, ohi, ce ne passerà di tempo! Soprattutto, in una Regione senza Stato di diritto, gli arabi, che sono abituati invece a capire che le regole denotano il livello di civiltà dei popoli, capiranno con chi hanno a che fare, lo capiranno molto presto, uscendo anche da questo equivoco che spesso passa inosservato, ma che è una sorta di neocolonizzazione. Il collega Angelo Stochino è corso subito a dire: "Venite da me arabi, venite nel mio territorio, ce n'è di spazio incontaminato!" Come dire, non mi bastano queste servitù militari, adesso un altro po' di servitù da parte di altri.

E' l'idea di una povertà di progetto, di voglia di comporre assieme la concezione di sviluppo che, tutto sommato, fa un po' piangere, fa un po' tristezza, alla fine di una legislatura che vi ha dato tutti i tempi per poter mettere in campo qualcosa di concreto, qualcosa di originale, qualcosa che mettesse in moto l'economia. Invece, avete consentito a questo Governo regionale, nonostante abbiamo scritto nella finanziaria che la priorità delle priorità era quella di dare i soldi ai comuni (perché in sei mesi i comuni spendono, danno risorse e possibilità di lavoro), avete consentito a questa Giunta regionale di non erogare praticamente un euro del Fondo unico di competenza del 2012. Poi che cosa volete dire ai sindaci che vengono qui a protestare? Del Patto di stabilità? Perché La Spisa dice che il Patto di stabilità gli ha impedito di dare i soldi? E quelli delle consulenze, della pubblicità istituzionale e di tutte le altre baggianate che avete speso e avete fatto spendere erano prioritari rispetto ai soldi da dare ai comuni? Domanda che aspetta risposta!

Ecco perché abbiamo necessità di ribadire che voteremo contro. Contro questa idea di declino nella quale state portando la Sardegna, noi ci dobbiamo collocare, perché non è un problema di dare il diritto a quelli che hanno già fatto la domanda, c'è scritto nella legge numero 21 che chi l'ha già fatta, avrà l'istruttoria. Così come, alla domanda che poneva il collega Diana, si risponde, invece della pubblicità istituzionale e delle consulenze fatte agli amici che non servono, si risponde costruendo dei progetti-obiettivo, come si stava facendo in altri tempi, distrutto da chi è arrivato oggi, per recuperare il pregresso, per dare risposte ai cittadini, per dare risposte ai comuni: così si fa! Vi risulta che sia stato fatto qualcosa? Al paesaggio, c'è qualche progetto speciale per liquidare il pregresso, le migliaia di pratiche di condono che non sono state fatte? Perché non ci pensate? Con tutta la disoccupazione che c'è fuori, dobbiamo consentire a Garau di continuare a prendere gli interinali, e invece per dare risposte ai cittadini non li mettiamo dove servono, dove spettano?

Ecco quali sono le contraddizioni di questo vostro modo di fare, altro che conferenze stampa! Vogliamo continuare a cementificare oltre ogni misura, a parte il fatto che questo è uno degli elementi di più grande dissipazione della giustizia sociale, perché chi può fare queste cose non sono certamente le persone che hanno bisogno della casa, sia chiaro!

Allora, mentre osserviamo una situazione drammatica in questa Sardegna, ci dobbiamo distinguere. Vorrei chiedere a qualcuno di voi se a Villagrande, se a Capoterra, se in tutti questi paesi, dove abbiamo registrato disgrazie, vittime e disastri, il Piano casa agisce come in tutti gli altri luoghi, se possiamo costruire ancora un po' nei piccoli spazi che abbiamo, nei piccoli orti, in sopraelevazione, senza calcolare la portanza delle fondazioni, se possiamo continuare un po' a complicare la situazione. Ci avete pensato? Qualcuno ci ha pensato? Spero che ci pensi lo Stato,! Questo provvedimento è illegittimo perché non abbiamo alcuna copertura di legge nazionale che ci autorizzi a dare proroga a un provvedimento che è nato, e che noi stessi, caro Matteo Sanna, abbiamo scritto nella "21", improrogabilmente fissato in dodici mesi. Avete scritto voi "improrogabilmente", oggi diventa non più improrogabile? Perché? Perché avete deciso di registrare l'immobilità del vostro cervello, l'immobilità della vostra capacità di governo! Anche se il collega Artizzu ride, io avrei impegnato maggiormente invece questo Consiglio a evitare le disgrazie, a cominciare da quelle sulla caccia, per evitare che ci siano i bambini in giro quando si spara, e cose di questo genere.

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Non fare lo sciacallo! Stai facendo lo sciacallo!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, non faccio lo sciacallo, faccio, con molto rispetto della vita umana, una considerazione…

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). E' una caduta di stile.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). ... è una questione di priorità politica, se mi fai parlare, sarà brutta dal tuo punto di vista, sarà cattiva dal tuo punto di vista, ma è indicazione delle diverse priorità che abbiamo. Noi abbiamo necessità di adottare provvedimenti, non nazionali, regionali, che pongano rimedio alle situazioni davvero drammatiche e gravi, non a quelle che non danno risposta dove devono avere risposta.

Per quello che riguarda questo provvedimento, so che ve lo approverete, così come sapete voi, benissimo, che questo provvedimento non vi porterà alcun consenso, anzi, vi porterà solo del danno. Questo si vedrà, ma abbiamo già visto che cosa ha portato; se i comuni non decidono, è anche perché molti di essi non solo non hanno il personale, ma nutrono forti dubbi sulla legittimità che esso possa continuare a produrre i suoi effetti in maniera inalterata nel tempo; è legittimo che questo sia un dubbio che hanno i tecnici. La ragione per cui molte pratiche non vengono evase, e poi quindi i cittadini chiedono la proroga, è esattamente questa: i tecnici comunali, quelli che sanno leggere le norme e che guardano al di là delle norme regionali, hanno capito che ci possono essere dei problemi e che la Magistratura qualche volta, giustamente, cercando le compatibilità sul piano della legislazione nazionale, pone alcuni problemi sulla legittimità di queste norme.

Quindi, il Piano paesaggistico non c'entra niente, per fortuna, c'entra solo la mancanza di idee. E' per questo che noi voteremo contro questo provvedimento, per lasciare a voi interamente la responsabilità di un insuccesso che è già segnato, di un insuccesso che produrrà i suoi effetti. Ripeto e dico, se il problema è garantire i cittadini che hanno fatto domanda, questo provvedimento è già contenuto nella legge numero 21, che ha garantito che chi ha fatto domanda possa continuare.

Però, lasciatemi dire un'ultima considerazione, ci sono delle cose che lasciano un segno profondo. In prossimità della chiusura di questa legislatura, è molto importante per noi anche registrare la capacità delle forze politiche di trovare un limite alle cose sbagliate che sono state fatte nel corso di questa legislatura, ed è importante che si ponga un freno alla deroga perché questi sono condoni edilizi camuffati da autorizzazioni in deroga.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, colleghi, si sono sentite le stesse osservazioni di un anno fa, quasi identiche.

URAS (Gruppo Misto). E' una proroga.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Certamente, anche un anno fa abbiamo prorogato, adesso stiamo prorogando. Non entro nel merito se la proroga sia giusta o meno, entro nel merito dell'esigenza, esigenza motivata, motivata dai numeri. Per entrare nel merito, mi ricollego all'intervento del collega Sanna: il progetto per evadere le pratiche è già stato ultimato, abbiamo evaso oltre 7 mila pratiche arretrate dell'Ufficio tutela del paesaggio, ancora ferme dai vecchi condoni, e lo abbiamo fatto in questi due anni, incassando anche delle risorse considerevoli. Quindi, certamente ci sono senz'altro ancora giacenti, nei comuni, centinaia di domande, ma molte migliaia sono state evase. I dati che abbiamo a questo settembre senza la proiezione parlano di quasi 19 mila istanze per, come ho detto già la volta scorsa, una media di 60, massimo 100 metri cubi a domanda, perché partiamo da una media di metri cubi esistenti che va dai 600 ai 1000 metri cubi, stiamo parlando innanzitutto di non consumo del territorio, è un equivoco che bisogna sanare, perché stiamo parlando di ampliamenti; giusto o non giusto, è questa la terminologia esatta…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A piano terra non si può fare.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. … ma certo, gli ampliamenti sono consentiti sia al piano terra che ai piani superiori, con una certa volumetria, sinceramente, poi sono pronto a fornire anche i dati al collega Diana, per non essere molto prolisso e molto dispersivo, a oggi abbiamo avuto un costo di interventi totali, ma non totali nei 18 mila, abbiamo preso come spunto un'inchiesta sui 71 comuni più grossi della Sardegna, compresi Cagliari e Sassari, nei 71 comuni, di fatto, abbiamo avuto un costo totale di interventi pari a 34 milioni di investimenti, 152 mila, con un costo totale della manodopera pari a 6 milioni 195 mila, con 10 mila, quasi 11 mila giornate lavorative di squadra e con oltre 32 mila giornate lavorative di uomini; questo è il sondaggio nei 71 comuni più grossi della Sardegna per 1 milione 0,30 abitanti su un totale di 1.600.000 abitanti.

Ora possono essere senz'altro capite molte delle osservazioni. Mi ricordo che, durante la discussione sulla legge numero 21, tenni a precisare che per seminterrato doveva intendersi non quattro lati coperti sollevati dal terreno, bensì, solo tre lati coperti, perché quando si ha un solo lato coperto chiaramente non si può avere il pericolo del tombato e quindi tutti i pericoli che può senz'altro determinare il tombato. Comunque, è andata avanti giustamente la discussione in Aula, ed è stato approvato l'articolo così come è stato approvato.

L'onorevole Mario Diana ha detto che tutti i sindaci presenti si sono augurati la proroga del Piano casa. L'onorevole Sanna dice: "Resta solo questo, perché non siete stati capaci di fare altro". No! Noi siamo stati capaci di proporre la revisione al Piano paesaggistico; ho sempre precisato e specificato che, grazie alla sua farraginosità, non si riesce a rendere auspicabilmente applicabile per quel principio nato per lo stesso Piano, che è quello di tutelare l'ambiente e di dare sviluppo; sino a oggi, credetemi, ha dato poco di una cosa e niente dell'altra e, nelle more della revisione del Piano, questo è lo strumento edilizio che, pur andando in deroga a tutte le norme urbanistiche sinora vigenti, ha dato la possibilità (non lo dico io, lo dicono le associazioni di categoria, ultimamente, tre giorni fa, l'ha detto anche il presidente dell'ANCI Sardegna) di un po' di ossigeno alla nostra economia. E' vero che noi non produciamo pane perché non facciamo gli agricoltori, il pane lo producono gli agricoltori tramite il grano con i forni e quant'altro, però l'edilizia, così come gli altri settori produttivi, porta pane alle famiglie e, almeno questo, si è riusciti a fare.

Ora, dire che questa legge è l'emblema della speculazione, dire che questa legge è una legge assolutamente in deroga a tutte le norme, mi sembra sia un po' esagerato. Senz'altro, essendo una legge in deroga, ha delle forzature che sono evidenti per tutti. Ma, oggigiorno, posso affermare, con assoluta certezza, che in quei comuni dove abbiamo fatto il sondaggio la legge sul Piano casa ha rappresentato investimenti per 357 milioni di euro, chiaramente dati accertati, onorevole Meloni, non dalle invenzioni, dati accertati dalle schede presentate dai comuni, per essere chiari, Sassari compresa; poiché la proiezione in tutti i comuni della Sardegna arriva a trentamila e passa istanze, possiamo ipotizzare investimenti per 575 milioni.

Ora, detto questo, non è che sia la panacea di tutti i mali, com'è stato detto, ma questa norma, nella difficoltà contingente in cui ci troviamo, vuoi per la recessione economica, vuoi per l'impossibilità di poter edificare quasi da qualsiasi parte, grazie ai vincoli, anche assurdi, in molti casi, che ci impone il Piano paesaggistico, ha dato la possibilità ai cittadini sardi, se non altro, di avere qualche lieve sollievo alla disoccupazione e di incrementare i redditi delle famiglie. Non è vero che gli investimenti hanno riguardato solo ed esclusivamente ville o quant'altro, se andiamo a vedere i grafici che la struttura ha elaborato, ci si rende perfettamente conto che oltre l'80 per cento degli interventi ha riguardato ampliamenti su case uni o bifamiliari, lasciando una minima parte alle strutture ricettive e un'altra minima parte ad altri interventi. Ciò dice che, effettivamente, il problema è sentito dalle famiglie, chiaramente!

Ho sentito dire che chi realizza il Piano casa vuol dire che non ha necessità e non è in situazione indigente. Chi l'ha detto questo? Se uno può costruire 60 metri cubi in una casa, vuol dire una stanza di 4 per 5 o per 3, una stanza! Magari si realizza un bagno o una stanza per la figlia femmina, magari si realizza un'altra stanza per poter separare il maschio dalla femmina, nei nostri centri piccoli è questa la realtà che ha rappresentato il Piano casa, senza assolutamente andare a cercare ipotesi di speculazione alcuna né, tantomeno, ipotesi di poter individuare chissà che cosa. Si dice che il Piano casa ha determinato in un anno lo sviluppo di 300 mila metri cubi e quindi in tre anni 900 mila metri cubi, non ho mai contestato le intese perché dico che quando un provvedimento va incontro a un'esigenza nel rispetto dell'ambiente e di quant'altro, è giusto che venga fatto, però voglio dire che, se in un intervento di 18 mila istanze, cioè di 18 mila richieste di concessioni edilizie, sono stati sviluppati 900 mila metri cubi, vi ricordo che l'intesa in 90 concessioni edilizie, 90, non 18 mila, ha sviluppato qualcosa come 2.970.000 metri cubi.

Allora dico: parliamo delle cose concrete, senz'altro è possibile che possa essere una forzatura, ma che ci sia l'esigenza di questo strumento, che senz'altro può essere criticato dal punto di vista politico, perché la deroga non è possibile che vada avanti per 4 o 5 anni, ma oggigiorno questa è un'esigenza rappresentata, non dal mondo delle associazioni di categoria, non dal mondo edile, ma dai cittadini e dai sindaci che i cittadini rappresentano, e non da noi, bene ha fatto quindi la Commissione a presentare la deroga a questa legge, ciò vuol dire che qualcosa di positivo e non di negativo questo provvedimento ha prodotto. E limitiamoci a questo!

Questo è un provvedimento di passaggio, deve essere di passaggio, speriamo, io sono convinto che, entro poco tempo, possiamo senz'altro… stiamo concludendo l'intesa ancora con il Ministero per quanto riguarda la revisione del Piano paesaggistico e abbiamo messo mano e stiamo già concludendo la nostra proposta di legge urbanistica che, assieme alle altre legge, arriverà in Commissione, spero che, nei prossimi mesi, si possa senz'altro dare la possibilità alla Sardegna di disporre della revisione del Piano, che non è un Piano di cementificazione, perché questa è la notizia che passa, e non è assolutamente vero, anzi, sotto certi aspetti è ancora più vincolante dell'altro, benché su certe zone faccia cadere il tabù di vincolo totale, ma se è vincolo, è vincolo, e se c'è un vincolo non ci possono essere intese, perché quando c'è un'intesa su un vincolo vuol dire che a chi piace lavora altrimenti non si fa edificare; questo il nuovo Piano lo elimina, perché fa tutti i cittadini uguali; dove si può costruire si costruirà, con regole ferree, con regole certe, e dove non si potrà costruire non si costruirà! Si sta completando l'intesa con il Ministero, stiamo completando l'esame della proposta di legge urbanistica, si sta lavorando. Non è materia facile né da proporre, né da digerire, ci sono tante difficoltà che vanno dal carattere giuridico, a quello urbanistico, a quello sociale, a quello economico, ma limitiamo qualche volta gli attacchi alle cose reali e non facciamo di tutta l'erba un fascio.

Questa deroga o la legge numero 21 tutto può essere fuorché una legge che ha favorito speculazioni di chicchessia: 900 mila metri cubi, 18 mila istanze, non vuol dire speculare, vuol dire avere risposto, nell'83 per cento dei casi, a esigenze prettamente familiari. Ecco il perché della richiesta dei sindaci, che rappresentano i cittadini sardi! Onorevole Sanna, lei mi dirà che non resta altra arma, ma in questo momento è l'unico strumento che abbiamo. Tutto qui! Ho finito.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Fois, Oppi e Piras hanno votato a favore e i consiglieri Barracciu, Porcu, Salis hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 41

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Si prende atto che il consigliere Fois è rientrato dal congedo.

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Proroga di termini

1. Al comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 21 novembre 2011, n. 21 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984 ed altre norme di carattere urbanistico), sono apportate le seguenti modifiche:

a) le parole "dodici mesi" sono sostituite dalle parole "ventiquattro mesi";

b) le parole "trentasei mesi" sono sostituite dalle parole "quarantotto mesi".

Emendamento soppressivo totale Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cocco - Salis - Mariani

L'articolo 1 è soppresso. (2)

Emendamento sostitutivo totale Meloni Valerio - Lotto - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Cucca

L'articolo 1 è così sostituito:

Le domande presentate ai sensi della LR 4/2009 e successive modifiche e integrazioni, entro i termini di scadenza previsti, mantengono la loro validità e sono conseguentemente istruite dagli Uffici competenti a prescindere dal decorso dei tempi previsti dalle norme. (1)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Mariani - Salis - Sechi - Zuncheddu - Cugusi - Cocco

La lettera a) è soppressa. (3)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Salis - Cugusi - Sechi - Mariani - Zuncheddu - Cocco

La lettera b) è soppressa. (4)

Emendamento modificativo Uras - Sechi - Salis - Cocco - Zuncheddu - Cugusi - Mariani

Alla lettera a) le parole: "ventiquattro mesi" sono sostituite con "ventiquattro ore". (5)

Emendamento modificativo Uras - Salis - Cugusi - Cocco - Sechi - Zuncheddu - Mariani

Alla lettera b) le parole: "quarantotto mesi" sono sostituite con le parole "quarantotto ore". (6).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, metto in votazione l'emendamento soppressivo…

(Interruzione)

Onorevole Meloni, su che cosa intende intervenire?

MELONI VALERIO (P.D.). Sull'emendamento numero 1 sostitutivo totale, Presidente.

PRESIDENTE. Non l'ho ancora messo in votazione, un attimo.

MELONI VALERIO (P.D.). Chiedo scusa.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Mi pare che sia il mio, no?

PRESIDENTE. Sì.

URAS (Gruppo Misto). E' l'emendamento soppressivo totale dell'articolo 1. Presidente, voterò a favore dell'emendamento.

Sono però anche in attesa di capire che cosa dobbiamo fare sugli ordini del giorno di cui prima abbiamo annunciato l'esigenza, cioè vorrei capire se ci sono Presidenti di Gruppo, se ci sono consiglieri regionali, interessati a fare quello che abbiamo già detto che avremmo fatto ieri nei confronti dell'assemblea dei sindaci, anche in ragione delle esigenze di tutelare la finanza regionale dalle scorribande di qualche funzionario infedele.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo sull'emendamento numero 2 per dichiarare che voteremo a favore di questo emendamento soppressivo dell'articolo 1. In premessa però, stante il fatto che vi è stata un'incomprensione sulla mia richiesta di iscrizione alla discussione generale, mi preme esprimere due considerazioni all'assessore Rassu e anche all'assessore Cherchi, che ho visto in Aula precedentemente, cioè all'Assessore dell'urbanistica e all'Assessore dell'agricoltura che sono direttamente interessati alle politiche di utilizzo del territorio.

Assessore Rassu, ho preso nota dei dati che ella ha voluto fornirci sull'impatto del Piano casa sui comuni della Sardegna: 32 mila ore di lavoro, interventi sulle case uni o bifamiliari, interventi che, a suo dire, non hanno avuto impatto sul territorio regionale. Penso che non sia così. L'impatto c'è stato (quando avremo dei dati precisi sulla situazione del costruito e dell'edificato, avremo modo di verificarlo), ma si può dire sicuramente che l'intervento urbanistico-edilizio, visto anche in termini occupazionali e di investimenti prodotti, è un palliativo rispetto alla situazione di crisi che vive l'edilizia in Sardegna.

Intervengo su questo punto per indicarle, assessore Rassu, un documento molto importante, proprio per capire qual è il problema vero dell'edilizia e dell'urbanistica in Italia e in Sardegna. La pregherei di leggerlo, è stato stilato dall'ANCE, Associazione nazionale costruttori edili, il 24 ottobre 2012, esattamente un mese fa, a seguito dell'audizione dell'ANCE sul disegno di legge 5534 bis, legge stabilità 2013. Lei troverà, assessore Rassu, in quest'analisi fatta dai costruttori edili italiani, un elemento importante di comprensione delle critiche che noi stiamo facendo e continueremo a fare al Piano casa, nel senso che questi interventi…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Presidente, esprimo il voto contrario all'emendamento presentato dal collega Meloni…

MELONI VALERIO (P.D.). Non è mio questo!

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. …e per ribadire che i dati che l'assessore Rassu ha poc'anzi illustrato sono dati fondati, si basano su un monitoraggio costante, sono dati pubblicati sul sito Internet nel link del governo del territorio della Regione e ovviamente sono a disposizione.

Non entro nel merito perché non voglio polemizzare sulle dichiarazioni fatte dal collega Gian Valerio Sanna, al quale vorrei ricordare che l'intervento dell'emiro del Qatar è un intervento fra privati, ovviamente, come sapete, è andato ad acquistare una proprietà privata, non è su proprietà pubbliche, ben vengano questi interventi quando sono volti a migliorare le condizioni di noi sardi e quando sono volti a proiettare la Sardegna verso una destagionalizzazione che voi, a parole, avete negli anni professato, ma che non avete mai attuato.

L'unico segno che è rimasto della vostra politica urbanistica è stato un viaggio in elicottero che i sardi ricordano e non hanno dimenticato!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, trenta secondi semplicemente per rispondere all'onorevole Uras che ha chiesto che cosa pensavamo sulla sua proposta di ordine del giorno sul G8. Siamo favorevoli all'ordine del giorno. Va da sé che deve essere fatto questo ordine del giorno e anche l'ordine del giorno sulla situazione dei comuni di cui si è parlato ieri, quindi andranno predisposti e valutati per avere un consenso unanime di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Steri, però mi deve dichiarare il voto sull'emendamento.

STERI (U.D.C.-FLI). E' contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Contrario.

Di tanto in tanto vengo chiamato in causa dall'onorevole Uras su un provvedimento sul quale credo che sia stato opportuno intervenire e sul quale credo che ancora sia opportuno intervenire nella contingenza, ma sul quale ho molte riserve, soprattutto sui principi della deroga; sui principi della proroga perché ci fa perdere un po' di credibilità non solo in Europa, dove vigono poche regole ma precise e chiare, una legge si fa, un piano si propone, ha una scadenza, superata quella scadenza non esiste più. Se avessimo prorogato probabilmente la fase di pianificazione 2000-2006, probabilmente staremmo ancora a pensare di spendere.

Quindi non credo di essere mai intervenuto sul Piano casa in Consiglio regionale, non credo di aver mai fatto dichiarazioni di alcun genere, l'onorevole Uras ogni tanto mi cita perché, in risposta a una domanda di un giornalista di una televisione privata, citai il documento nazionale sul Piano casa che diceva che presumibilmente il 3 per cento dei possessori di immobili avrebbe ricorso a questo strumento. Quindi un semplice calcolo matematico: di un milione e duecento immobili presenti in Sardegna, il 3 per cento fa 12 mila, dodici sono le persone mediamente impiegate nei lavori edili, tra muratori, manovali, impiantisti, serramentisti, elettricisti, falegnami, idraulici, dodici mediamente sono le persone impiegate, possono essere impieghi di un'ora, possono essere impieghi di mezza giornata, mica sono posti di lavoro, ci mancherebbe altro, con interventi medi, sono 30 mila le istanze, ci siamo anche molto avvicinati a quel parametro fissato a livello nazionale che era di 36 mila ipotizzato, siamo molto vicini, lo strumento è in linea, 570 milioni significa che stiamo parlando di interventi di meno di 20 mila euro, di 18 mila euro. Credo che abbiamo centrato quegli obiettivi, la ricaduta occupazionale è estremamente limitata perché non sono posti di lavoro, sono lavori di tipo privato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 23

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Il Consiglio è convocato alle ore 16 e 30 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 33.



Allegati seduta

CCCLXV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

Mercoledì 21 novembre 2012

Presidenza della Presidente Lombardo

indi

del Vicepresidente Bruno

indi

della Presidente Lombardo

La seduta è aperta alle ore 10 e 03.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 4 ottobre 2012 (357), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Franco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Pietro Fois, Michelina Lunesu, Franco Mula, Antonio Pitea e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 21 novembre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 17 ottobre 2012, è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 224 dell'8 ottobre 2012, nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18 della legge regionale 29 maggio 2007, numero 2, (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - Legge finanziaria 2007), come sostituito dall'articolo 6, comma 8, della legge regionale 7 agosto 2009, numero 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Comunico inoltre, in ottemperanza all'articolo 59, comma 4, del Regolamento, che il consigliere Renato Soru è stato assente alle sedute del Consiglio per cinque giornate consecutive senza avere ottenuto regolare congedo.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cuccureddu:

"Norme in materia di revisione contabile negli enti locali". (427)

(Pervenuta il 16 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Norme urgenti in materia di province". (428)

(Pervenuta il 17 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Dedoni:

"Norme sul riordino delle province". (430)

(Pervenuta il 22 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Lunesu - Pittalis - Amadu - Locci - Tocco - Stochino - Randazzo - Piras - Rodin - Lai:

"Disposizioni a sostegno del sistema dell'informazione e della comunicazione in ambito regionale". (431)

(Pervenuta il 22 ottobre 2012 e assegnata alla seconda Commissione.)

Sanna Gian Valerio:

"Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna". (432)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Diana Giampaolo - Sabatini - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio:

"Norme in materia di costi della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro nell'affidamento dei lavori pubblici, di servizi e di forniture, con regime di responsabilità solidale". (433)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla quarta Commissione.)

Meloni Francesco - Cossa - Vargiu - Dedoni - Fois - Mula:

"Provvedimenti per i collegamenti tra la Sardegna e le Isole di San Pietro e La Maddalena". (434)

(Pervenuta il 24 ottobre 2012 e assegnata alla quarta Commissione.)

Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi:

"Norme in materia di riassetto delle autonomie locali e delle province; procedure per l'istituzione di nuove province e per la modificazione delle circoscrizioni provinciali". (435)

(Pervenuta il 25 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Interpretazione autentica dell'articolo 8 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 18, in materia di demanio marittimo portuale". (438)

(Pervenuta il 29 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Cuccureddu:

"Istituzione di un'assemblea costituente per la ridefinizione dell'ambito di governo (statuto) e della forma di governo dei poteri pubblici in Sardegna (statutaria)". (441)

(Pervenuta il 5 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Sanna Matteo:

"Norme urgenti in materia di riordino delle amministrazioni provinciali della Sardegna ed istituzione della nuova Provincia di Olbia". (442)

(Pervenuta il 5 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Diana Mario - Campus Gian Vittorio - Capelli Roberto - Mulas Massimo:

"Disposizioni relative all'autorizzazione all'esercizio provvisorio di bilancio per l'anno 2013". (444)

(Pervenuta l'8 novembre 2012 e assegnata alla terza Commissione.)

Floris Rosanna - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Tocco:

"Norme in materia di attività di solidarietà e beneficenza attraverso il recupero e la distribuzione di prodotti alimentari". (446)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Piras - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Murgioni - Peru - Sanjust - Tocco:

"Norme in materia di organizzazione e coordinamento della attività di volontariato". (447)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Piras - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Peru - Sanjust - Stochino - Tocco:

"Norme per il sostegno di gruppi di acquisto solidale (GAS) e per la promozione dei prodotti agricoli da filiera corta, a chilometro zero e di qualità". (448)

(Pervenuta il 13 novembre 2012 e assegnata alla sesta Commissione.)

Gallus - Pittalis - Murgioni - Lai - Lunesu - Petrini - Rodin - Locci:

"Piano dei servizi in favore dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer o altre forme di demenza". (450)

(Pervenuta il 15 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Istituzione del Parco naturale regionale di Gutturu Mannu". (436)

(Pervenuto il 25 ottobre 2012 e assegnato alla quinta Commissione.)

"Interventi a favore dei sardi nel mondo". (437)

(Pervenuto il 25 novembre 2012 e assegnato alla seconda Commissione.)

"Assegnazione di parte delle somme definanziate dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in applicazione dell'articolo 2, comma 2, della legge regionale n. 14 del 2010 (Misure di adeguamento del bilancio 2010 e modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23)". (439)

(Pervenuto il 31 ottobre 2012 e assegnato alla settima Commissione.)

"Ordinamento delle autonomie locali". (440)

(Pervenuto il 31 ottobre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)

"Interpretazione autentica del comma 2, articolo 4, della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23)". (443)

(Pervenuto il 7 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 69, comma 1, lettera c) della legge regionale 6 agosto 2006, n. 11, concernente la redazione dell'inventario generale". (445)

(Pervenuto il 9 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2013 e disposizioni urgenti per agevolare la riscossione dei crediti vantati nei confronti di Regione, enti e agenzie regionali ed enti locali per somministrazioni, forniture e appalti". (449)

(Pervenuto il 16 novembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)

"Interventi per l'attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana e per la prevenzione della trichinellosi in attuazione dell'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 196, e dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 200". (451)

(Pervenuto il 15 novembre 2012 e assegnato alla settima Commissione.)

"Interventi finalizzati ad agevolare il conseguimento delle finalità costitutive del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna mediante azioni di riorganizzazione e di raccordo delle risorse operative presenti nell'ambito dei territori interessati". (452)

(Pervenuto il 19 novembre 2012 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge nazionale:

Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula - Vargiu:

"Modifica dell'articolo 43 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna ". (18/NAZ)

(Pervenuta il 23 ottobre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Lai - Pittalis - Stochino - Bardanzellu - Locci - Piras:

"Proposta di legge costituzionale per la sostituzione del comma 1 dell'articolo 43 dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna (legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3)". (20/NAZ)

(Pervenuta il 14 novembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interrogazione Bruno - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi che affrontano le scuole dell'infanzia non statali in Sardegna". (968)

"Interrogazione Salis - Uras - Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sulle anomalie che caratterizzano i conferimenti degli incarichi presso la ASL n. 1 di Sassari". (969)

"Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento dello Sportello unico territoriale LAORE "Alta Marmilla"". (970)

"Interrogazione Solinas Antonio - Barracciu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sul blocco dei pagamenti relativi al Piano straordinario per l'occupazione e per il lavoro - Anno 2011 - Piano regionale per i servizi, le politiche del lavoro e l'occupazione 2011-2014 "Contributi ai giovani per lo svolgimento di servizi di utilità e rilievo sociale"". (971)

"Interrogazione Solinas Antonio - Cucca - Lotto, con richiesta di risposta scritta, sul prematuro smantellamento dell'apparato regionale antincendio". (972)

"Interrogazione Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della riscossione dei crediti e dell'interruzione dei servizi da parte di Abbanoa Spa". (973)

"Interrogazione Meloni Marco, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata previsione dei comuni sardi all'interno delle zone franche urbane di cui al decreto legge n. 179 del 2012". (974)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interpellanza Uras - Salis - Sechi - Mariani - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Zuncheddu in merito al ricorso di Legambiente contro la deliberazione della Giunta regionale n. 25/15 del 12 giugno 2012 relativa alla situazione di uno stabile sito in via Gallinara, in Cagliari, in prossimità del perimetro della laguna e del Parco naturale Molentargius-Saline. Norma di interpretazione autentica in materia paesaggistica". (361)

"Interpellanza Planetta sullo stato attuale del progetto di ricerca sull'incidenza dei tumori della popolazione del distretto sanitario di Macomer e sul rispetto dell'obbligo del monitoraggio del particolato PM 2,5 come previsto dalla direttiva n. 2008/50/CE e dal decreto legislativo n. 155 del 2000 volto alla tutela della salute dei cittadini, anche in riferimento a presenza di diossine nel territorio del distretto sanitario di Macomer". (362)

"Interpellanza Diana Giampaolo sulle problematiche dei lavoratori dell'azienda Energit Spa - Alpiq Italia Srl". (363)

"Interpellanza Diana Giampaolo sull'aumento della tassa per il diritto allo studio". (364)

"Interpellanza Planetta sui trasferimenti recenti in carceri sarde di detenuti appartenenti alla mafia o alla grande criminalità organizzata, sottoposti a regime di 41 bis o comunque a misure di alta sicurezza e sull'applicazione da parte del Ministero competente delle linee guida legate alla regionalizzazione della pena detentiva". (365)

"Interpellanza Planetta sulla tutela dell'ambiente e del diritto delle popolazioni interessate a decidere sul futuro del proprio territorio, ed eventuale dichiarazione di improcedibilità del progetto per la centrale solare termodinamica che la società Energo Green vorrebbe realizzare nelle località Larione, Sa Tanca 'e sa Chegia, Su Padru, Ludarzu, Su Campu, nei Comuni di Cossoine e Giave (SS)". (366)

"Interpellanza Diana Mario - Campus - Capelli - Mulas sulla mancata attuazione dell'ordine del giorno n. 81". (367)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Cocco Daniele Secondo sul protocollo d'intesa firmato il 26 maggio 2011 a Palazzo Chigi dal Presidente della Regione della Sardegna con il Governo italiano, ENI e Novamont sulla chimica verde a Porto Torres, con cui la parti firmatarie si impegnano a favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico in un "un polo di produzione di monomeri-bio, bio-plastiche, bio-lubrificanti, additivi per gomme ed elastomeri, nonché di cogenerazione energetica da biomasse" che diventino "volano per la ripresa dell'economia locale del comparto chimico e di quelli collegati dell'agricoltura, della ricerca e dell'innovazione" e per "promuovere lo sviluppo e l'utilizzo su larga scala di fonti energetiche compatibili"". (218)

"Mozione Sanna Giacomo - Planetta, sulle reali motivazioni della joint-venture Eni-Novamont denominata Matrica in riferimento al protocollo d'intesa sulla chimica verde a Porto Torres del 26 maggio 2011". (219)

"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo". (220)

"Mozione Mulas - Diana Mario - Campus - Capelli per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel processo per avvelenamento doloso istituito contro l'ENI e le sue partecipate nelle aree del petrolchimico di Porto Torres". (221)

"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (222)

Programmazione bimestrale dei lavori

PRESIDENTE. Comunico che è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 23 del Regolamento, a seguito della Conferenza dei Presidenti di Gruppo tenutasi il 25 ottobre 2012, sentita la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni permanenti, il programma bimestrale dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni.

Sono stati individuati gli argomenti prioritari che le Commissioni esamineranno, il cui elenco è a disposizione dei colleghi.

(Lo schema della programmazione bimestrale dei lavori è agli atti del Consiglio.)

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)

(Interruzione del consigliere Steri)

PRESIDENTE. Onorevole Steri, dieci minuti sono già passati. Abbiamo avuto molte comunicazioni.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Amadu, Cocco Daniele, Contu Mariano, Diana Giampaolo, Mulas, Piras, Rodin, Sanjust, Sanna Giacomo e Tocco sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 30 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco.)

Si prende atto che il consigliere Mula è rientrato dal congedo.

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 15, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di esaminare nella giornata odierna la proposta di legge numero 419/A e il disegno di legge numero 416; nella giornata di domani e, se possibile, fin da questo pomeriggio, lavorerà la Commissione bilancio per l'esame del disegno di legge sull'esercizio provvisorio. Il Consiglio sarà riconvocato la settimana prossima, martedì 27 novembre.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Giacomo Sanna.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Contu Felice, Contu Mariano, Diana Giampaolo, Salis e Stochino sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 40 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i nostri lavori.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Visto e considerato che stiamo discutendo di Piano casa ormai da anni, neanche da giorni o da mesi, ma da anni, ritengo che il Piano casa possa attendere rispetto ad altre priorità. Chiedo pertanto che venga invertito l'ordine dei lavori perché il giorno 28 c'è una scadenza importantissima che riguarda la costituzione di parte civile, ovviamente mancata sino a oggi da parte del presidente Cappellacci, per il recupero di 100 milioni di euro che sono stati sottratti dalle casse sarde. Se la Regione autonoma della Sardegna, l'unica grande assente al processo, non si costituisce parte civile, saremo condannati definitivamente a non poter più recuperare questi fondi.

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, lei sta chiedendo un'inversione dell'ordine dei lavori, ma questo argomento non è all'ordine del giorno del Consiglio per cui non si può chiedere un'inversione.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, abbia pazienza! Chiedo che l'Aula prenda posizione.

PRESIDENTE. No, onorevole Zuncheddu, le devo togliere la parola, come ho fatto in altre occasioni, perché la sua proposta non è sull'ordine dei lavori.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, poi sarà troppo tardi!

PRESIDENTE. Le devo togliere la parola. La sua non è una proposta sull'ordine dei lavori.

Discussione della proposta di legge Sanna Matteo - Contu Felice - Bardanzellu - Murgioni - Peru - Stochino - Meloni Francesco: "Proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009, e successive modifiche ed integrazioni" (419/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 419/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Ritorna in Aula la proposta di proroga del tanto vituperato Piano casa e ritorna in Aula in un momento economico molto grave per la nostra Isola, che vede in questo strumento non certamente la risoluzione di tutti i problemi ma sicuramente una boccata d'ossigeno per un settore strategico, quello edilizio, con tutto l'indotto che questo genera. Una boccata d'ossigeno che dovrebbe e vorrebbe consentire a numerose pratiche che sono state presentate negli ultimi mesi, in vista della scadenza di essere esaminate, di poter vedere la luce attraverso la loro approvazione. Quindi questo passaggio è indispensabile.

Avrei certamente preferito esordire stamattina con una relazione sulla nuova legge urbanistica regionale, dopo trent'anni, ma questo ancora non è possibile: vi è l'impegno, da parte della Commissione che mi onoro di presiedere, di esaminare al più presto le tre proposte in campo, due già presentate e una in arrivo da parte dei colleghi dell'opposizione. Credo che avremo modo, cari colleghi, di confrontarci su questo, sul prossimo sviluppo della Sardegna, sul nuovo sviluppo della Sardegna, all'insegna del rispetto del paesaggio, all'insegna del rispetto della nostra cultura e delle nostre tradizioni, senza consumare territorio ma riqualificando e qualificando l'esistente. Questa sarà la missione che ci vedrà impegnati nella fine di questa legislatura.

Ma ritorniamo alla proposta di legge numero 419/A. Questa proposta di legge, cari colleghi, disciplina la proroga dei termini previsti dalla legge regionale numero 4 del 2009, così come integrata dall'articolo 8, comma 2, della legge regionale numero 21 del 2011, relativi alla presentazione delle istanze di denuncia di inizio attività o di ottenimento della concessione edilizia finalizzate alla realizzazione dei diversi interventi di ampliamento consentiti dalla legislazione di settore.

Questa proposta di legge, constatato che, ai sensi della vigente normativa, i termini per la presentazione delle domande relative alla richiesta di ampliamento scadono il prossimo imminente 29 novembre 2012 e preso atto soprattutto del rilevante numero di istanze presentate e in via di presentazione presso i competenti uffici comunali in questi giorni, ha la finalità di prorogare tali termini. Questo all'esclusivo scopo di agevolare i cittadini che, seppur tardivamente, hanno assunto una decisione in merito e soprattutto di non vanificare ogni possibile tentativo per cercare di rivitalizzare il comparto edilizio, oggi in grave situazione di sofferenza. Nel dettaglio, come potrete notare, la proposta prevede che gli attuali termini siano prorogati di ulteriori dodici mesi.

Questo settore strategico, in questo momento, ha grosse difficoltà, anche se purtroppo non è il solo settore. Caro Assessore, lei è testimone, avendo monitorato con attenzione l'esito di questo importante strumento, che non è tutto ciò che si dice; questo strumento intanto non ha consumato territorio, non ha favorito speculazioni, non ha agevolato nessuno; questo strumento è uno strumento a costo zero, non ce lo dobbiamo dimenticare! E' uno strumento che, alla Regione Sarda, è costato zero, zero centesimi di euro, a differenza di altri settori e di altre leggi che invece sono costate tanto, che hanno prodotto poco o niente e, in qualche caso, come oggi, stiamo spesso a piangere sul loro esito in quanto hanno lasciato purtroppo per strada disoccupati e anche disastro ambientale. Tutto si potrà dire su questo strumento, tranne che ha consumato territorio. Questo non è vero e lo smentiamo anche oggi.

Volevo anche dire, sempre in riferimento alla legge che stiamo esaminando stamattina, che si tratta di una legge che è stata ostacolata, che è stata frutto della disinformazione, la cui applicazione è stata oggetto di un ostruzionismo che credo non abbia eguali in Sardegna. Questo ostruzionismo è stato trasversale, ha riguardato ambienti della pubblica amministrazione, ambienti della politica, ha riguardato ambienti spesso anche di organi che dovrebbero contribuire alla tutela del paesaggio, penso alla Sovrintendenza che, in questi giorni, caro Assessore, nelle nostre località costiere, sta bocciando i progetti che annoverano la pietra, il legno, il granito, e sta impedendo la realizzazione di archi (sto parlando della Sovrintendenza, Assessore) imponendo tipologie edilizie che non ci appartengono. La classe politica sarda, il Consiglio regionale, il legislatore quindi ha il dovere di intervenire, di dettare le regole e le linee! Noi potremo farlo esclusivamente attraverso una legge regionale urbanistica e attraverso la rivisitazione del Piano paesaggistico regionale, che so essere in addirittura di arrivo, dopo l'approvazione - da parte del Consiglio - delle cosiddette linee guida, e so che l'Assessore su questo, a breve, sicuramente ci riferirà.

Assessore, le chiedo un intervento. Noi ce la metteremo tutta come Commissione per licenziare al più presto una proposta di legge urbanistica per l'Aula, con il contributo di tutte le forze politiche che siedono all'interno della stessa Commissione, soprattutto cercando di ripartire da quei lavori che furono interrotti nella passata legislatura e che videro la precedente maggioranza naufragare proprio su questo tema, tema strategico per i prossimi anni in Sardegna e per lo sviluppo della Sardegna, per la fruibilità del nostro territorio, dei nostri servizi, soprattutto per le prossime generazioni.

Quindi, rivolgo, all'Assessore e ai colleghi, l'appello di intervenire, caro Assessore, con la Sovrintendenza, soprattutto con la Sovrintendenza in questo momento, affinché non venga stravolto con un colpo di mano ciò che riguarda la cultura dei nostri territori che vede l'utilizzo di materiali sardi, l'utilizzo di tipologie tipiche delle nostre comunità. Questo non può essere stravolto da nessuno, soprattutto da chi in Sardegna non è nato, da chi in Sardegna non opera, ma ha avuto la fortuna di lavorarci perché magari, anni fa, ha vinto un concorso pubblico.

Assessore, glielo chiedo nella speranza che la discussione di oggi sul Piano casa sia una discussione propositiva, una discussione aperta, lungimirante, proiettata verso lo sviluppo futuro della nostra Isola.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Valerio Meloni, relatore di minoranza.

MELONI VALERIO (P.D.), relatore di minoranza. Sono trascorsi tre anni! Nell'estate del 2009, quest'Aula affrontò per la prima volta la proposta contenuta nel disegno di legge sul tema dell'edilizia, il cui titolo pomposamente recitava: "Disposizioni straordinarie per il sostegno all'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". Il cosiddetto Piano casa!

Quel provvedimento vide questo Consiglio confrontarsi per un lungo periodo su due posizioni diverse e contrapposte: da una parte, la maggioranza che sosteneva il principio della deregulation in materia di urbanistica e di edilizia, ispirato dall'allora Governo Berlusconi che, attraverso il Piano casa, avviato a livello nazionale, si illudeva di risollevare l'economia nazionale con la demolizione delle regole edilizie; dall'altra parte, l'opposizione di centrosinistra a sostenere il sacrosanto principio dell'inderogabilità delle norme edilizie, se non attraverso un percorso di pianificazione attuato secondo criteri e regole consolidati negli anni, che governano, in modo assolutamente condiviso e universale, le modalità dello sviluppo urbano nelle società moderne.

Sono trascorsi tre anni da quando la legge numero 4 del 2009 fu approvata. Successivamente un nuovo provvedimento, il disegno di legge numero 93, che intendeva prorogare ed estendere la legge regionale numero 4 del 2009, fu bocciato dall'Aula poiché considerato, dalle stesse componenti politiche di maggioranza, eccessivo nella proposta di deregolamentazione.

Un'ulteriore proroga arrivò, poi, col disegno di legge numero 21 del 2011, modificando ulteriormente la "4" del 2009, peggiorandola ed estendendo le deroghe. Quel provvedimento "inciampò" nell'impugnativa del Governo che bocciò qualsiasi velleità del legislatore sardo che tendesse a derogare alle norme paesaggistiche sancite dall'accordo Stato-Regione in forza del Codice Urbani. Resta, oggi, in piedi, la possibilità di derogare ai regolamenti edilizi comunali. Questa legge si caratterizza poiché racchiude, in una cornice normativa, legittimandoli, tutti i vizi e i difetti dell'attività edilizia speculativa e dà sfogo a quella componente oscura dell'uomo di insofferenza a sottostare alle regole civili che muovono dal bisogno complessivo di governo della società.

Questa legge disconosce totalmente i principi e le norme fondamentali che governano la materia urbanistica, disattende le previsioni degli strumenti urbanistici comunali, compresi i piani particolareggiati. Vanifica gli sforzi compiuti dai comuni che, con fatica e impegno, hanno elaborato, nel rispetto delle norme sovraordinate, sofferti strumenti pianificatori. Vanifica gli sforzi economici espressi da questa Amministrazione regionale nella misura in cui ha finanziato i comuni per dotarsi di strumenti di pianificazione e cioè di regole certe. Rimette in discussione i modelli di sviluppo delle comunità, azzerando anni di confronto politico-culturale indirizzati verso conquiste di civiltà e di consapevolezza del valore e del rispetto della pianificazione urbanistica.

Essa consente interventi edilizi di ampliamento, di sostituzione, in totale dispregio degli standard previsti dagli strumenti urbanistici, calpestando le più elementari regole dell'urbanistica che prevedono il rispetto del rapporto spazio per abitante insediato. Stravolge e appesantisce, in alcuni casi, ad esempio, quartieri delle città edificati nell'immediato dopo guerra e sottoposti a regime di piani particolareggiati, stravolgendone totalmente le previsioni e appesantendoli dal punto di vista della vivibilità e dell'impatto ambientale. Diseduca, insinua, Assessore, nella popolazione, l'idea che le regole, anche quelle universalmente riconosciute e consolidate, possano essere vissute con superficialità perché tanto la spregiudicatezza di qualche governante, prima o poi, azzererà tutto.

La proposta di legge in discussione oggi, composta di due soli articoli, si propone di prorogare questo sistema di deregolamentazione di ulteriori dodici mesi. Questo modello operativo, improntato alla faciloneria legislativa, rafforza l'idea che ciò che sarebbe dovuto essere straordinario, così come recitava il titolo della legge: "Disposizioni straordinarie", e quindi metabolizzabile poiché episodico, assume carattere ordinario, inoltre, che vi sia una evidente incapacità del legislatore, ovviamente riferibile tutta alla maggioranza, a lavorare a una nuova legge di carattere urbanistico che abbia il sapore della condivisione, della modernità, della assunzione piena dei dogmi dell'urbanistica, che educhi nella direzione del rispetto dei più elementari principi della convivenza civile e delle regole non derogabili che a essa afferiscono, che esca, insomma, dal clima della provvisorietà e della straordinarietà.

Per concludere, signor Presidente e onorevoli colleghi, credo che si comprenda la nostra contrarietà, non tanto alla proroga in quanto tale, poiché, forse, essa a questo punto consente ai comuni di chiudere, ove vi fossero, procedimenti aperti, ma piuttosto contrarietà a un sistema che, come detto, deregolamenta e non contempla gli interessi generali.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Per l'ennesima volta ci troviamo, colleghi, a discutere di un argomento che non ci ha mai appassionato, almeno da queste parti. Ci consola solo il fatto che questa legislatura ormai volga al termine e in questo modo verremo, come dire, sollevati dal supplizio di dover continuare a parlare di mancato rispetto delle regole, di disattenzione di quelle che sono le previsioni urbanistiche e, come dire, di illudere, chi vive situazioni di difficoltà e di disagio, che l'argomento possa creare qualche chance di occupazione e di rilancio dell'economia. Come ricordava oggi, citando il titolo della legge numero 4, il collega Gian Valerio Sanna, c'erano tante aspettative nei confronti di un'economia in crisi e oggi siamo qui per testimoniare che, così come avevamo previsto, non vi è stata alcuna ricaduta economica e occupativa. Abbiamo solamente rafforzato un'idea, l'idea che si possa andare in deroga sulle norme, che chi vuol fare l'arrogante lo può fare e che l'abusivismo può essere sanato.

Stendo un velo pietoso su quello che è accaduto il 13 di questo mese in questa città, dando avallo a chi, consapevole, per necessità o per furbizia, per bisogno o per opportunità, calpestando le regole o in dispregio delle regole, ha edificato, creando situazioni di disagio e di difficoltà a un territorio già messo in forte crisi da un mancato rispetto delle regole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue SECHI.) Il Presidente Sanna sicuramente ha ragione quando afferma che questa Sardegna è in difficoltà, che il popolo sardo è in ginocchio ma, naturalmente, non può pensare di affidarsi, ancora una volta, a questo rilancio economico che non vi è stato, a partire dalla legge numero 4, con la proroga di altri dodici mesi a una legge che ha dimostrato tutti i suoi limiti, a iniziare dal consumo di suolo e consumo di territorio. Quando noi avvertiamo che il mancato rispetto…

(Interruzioni)

… c'è una bomba nel cestino del collega Tarcisio Agus… si creano sempre situazioni di panico per oggetti non identificati… bene, riprendiamo il discorso, perché l'unica bomba è rappresentata dalla bolla, dalla bolla di sapone che, ancora una volta, si cerca di presentare come una soluzione alla disoccupazione di questa Terra.

Dicevo che il Presidente Sanna ha ragione quando afferma che questa Terra è una Terra in sofferenza, un popolo in ginocchio, ma certamente non possiamo, così come abbiamo ripetutamente affermato, pensare al prolungamento per altri dodici mesi di questa "legge agonia", che ha consentito solo a pochi furbacchioni di avvalersi di un vantaggio ingiusto, ingiusto perché va contro le norme generali, le norme urbanistiche votate dai comuni; i comuni hanno lavorato, sostenuti economicamente dalla stessa Regione Sardegna, per dotarsi di Piani particolareggiati e di dettaglio. Molti comuni non solo hanno adottato strumenti di carattere generale e di pianificazione generale, ma si sono dotati di strumenti di dettaglio come i Piani particolareggiati, il Piano delle zone B, il Piano dei centri storici, il Piano dei servizi, individuando, isolato per isolato, edificio per edificio, quanto doveva essere realizzato e come. Pensate ai comuni (i quali hanno il sacrosanto diritto di pianificare, in armonia con le associazioni, le istituzioni e i cittadini che li hanno eletti, questi strumenti) che si sono visti schiacciati, a volte consapevoli, a volte no, a volte accondiscendenti, a volte no, da una pressione che viene da questo strumento.

Il provvedimento, quindi, dicevo, non rilancia assolutamente l'opportunità che si è detta; anzi ha appesantito. Se noi pensiamo solamente alla possibilità di monetizzare aree di cessione e posti auto, è un appesantimento e un consumo del territorio, un eccessivo carico antropico sui quartieri, nelle zone, nell'agro, nelle campagne e sulle coste in modo particolare.

Allora, il possibile rilancio del settore dell'edilizia, così come abbiamo detto, avviene in modo totalmente diverso e differente. Probabilmente questa è una delle poche Regioni che non si è resa conto che l'Europa ha già cambiato passo, si sta andando verso tutt'altra direzione. A parte il predicare austerità nei consumi, nei consumi non solo di suolo e di territorio, ma di materiali, di energia, di risorse, c'è un appello a ritornare a una vita più parca e austera, solamente l'Italia ancora non si è adeguata e guarda con un po' di timore a questo passo che l'Europa sta imponendo ovunque.

La Sardegna, invece, coltiva ancora idee che sono ormai sorpassate, superate e abbandonate nella gran parte della realtà mediterranea. Rilanciare il settore dell'edilizia vuol dire migliorare la qualità soprattutto dei servizi, creare spazi di socialità, non aumentare volumi in cemento, volumi per residenze, volumi per un consumo del territorio che non ha futuro; come ben sapete e leggete sulla stampa, ne siete consapevoli, il mercato dell'edilizia è bloccato, ed è bloccato per la forte crisi economica e, soprattutto, per l'eccessiva quantità di edificato e di costruito, e la qualità scadente del costruito non incentiva neanche quelle poche fasce di una società medio-alta che potrebbe permetterselo. In Sardegna, soprattutto di questo, abbiamo consapevolezza.

E oggi che cosa facciamo? Ci affidiamo alla generosità dell'Emiro del Qatar che, probabilmente, solleverà i sardi da questo stato di povertà. Ancora una volta ci affidiamo a benefattori che dovrebbero venire da fuori e noi abbiamo una storia lunga di benefattori che sono venuti non a dare, ma a prendere! Dicevo la qualificazione dei servizi, la qualificazione dell'esistente, la riqualificazione del patrimonio pubblico, la riqualificazione delle strutture scolastiche, dell'impiantistica sportiva, dei servizi comunitari, quelli sono gli unici settori nei quali può essere veramente messo in moto e avviato un recupero del patrimonio pubblico e un rilancio del settore dell'edilizia in sofferenza.

Su questa proposta di legge, non so se passerà, vedremo come andrà il dibattito e come seguirà la discussione sui due articoli, però noi prendiamo atto che ancora una volta si è creata una divisione netta perché continuiamo, come forze politiche di opposizione del centrosinistra, a opporci a un concetto e a una visione di sviluppo che non abbiamo mai condiviso dalla vostra prima proposta del Piano casa. E' stata un'illusione lanciata dall'allora presidente Berlusconi e che oggi si è dimostrata totalmente fallimentare. Siamo qui per testimoniare ancora una volta che questo non è il futuro per il rilancio dell'economia, ma è un eccessivo appesantimento e mortificazione di una "irrealtà" che ha solo impoverito la Sardegna e che certo non ha dato risposte al rilancio dell'economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Mario.)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cappai, Contu Mariano, Diana Giampaolo e Rassu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 35 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 24, viene ripresa alle ore 11 e 54.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione per parlare di questa legge, non lo ritengo utile. Diciamo che stiamo parlando oggi di una legge che è forse la più rappresentativa di questa stagione amministrativa, la legge che ha caratterizzato l'attività di questo Consiglio. Ricordatevi tutti che ne abbiamo parlato per ben tre volte e, tutte le volte, per diverse settimane se non mesi, dedicando l'attività della principale Assemblea del popolo sardo a parlare di una legge che, quando se ne discute così tanto, deve anche avere la capacità di essere una legge condivisa o quanto meno condivisibile, per la quale si possa costruire un percorso per farla diventare una legge patrimonio dell'intero arco politico sardo: così non è stato!

E' stata una legge che ha creato tantissime divisioni. E' una legge che, a mio modestissimo parere, è un disvalore dal punto di vista politico, anzi, ancor prima che dal punto di vista politico, è un disvalore dal punto di vista culturale e civico. E' figlia di una delle tante intuizioni della cultura politica imperante negli ultimi vent'anni in Italia. Siamo partiti dalla riproposizione dei condoni nel 2004, condoni edilizi ma poi anche condoni fiscali, dall'abolizione dell'ICI, dalla famosissima e celeberrima giornata no tax day, che ha caratterizzato questa stagione politica, sino ad arrivare alla riproposizione a livello nazionale del cosiddetto Piano casa che tutto era tranne che un Piano casa nell'accezione generale del termine, nella interpretazione che tutti noi, negli anni, abbiamo dato di questo termine, cioè un programma di intervento per dare la possibilità ai tantissimi lavoratori (oggi ancor più di ieri) di avere una casa che la propria condizione economica non consentiva di avere. Il nome di questa legge era un nome bellissimo, peccato che fosse falso, non aveva niente… chiedo scusa, è possibile…

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Lotto. Colleghi e Assessore, vi pregherei di prendere posto.

LOTTO (P.D.). Non aveva nulla…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lotto.

Non è obbligatorio ascoltare, però c'è un brusio che veramente non consente agli oratori di intervenire!

URAS (Gruppo Misto). Sospendiamo la seduta e andiamo a domani, oppure alla settimana prossima! Se non c'è attenzione, non è che si possa…

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Non serve! Sospendiamo!

PRESIDENTE. Prego, continui, onorevole Lotto.

LOTTO (P.D.). Ripeto, un Piano casa che tutto era tranne che un Piano casa. Ha messo in piedi un messaggio che andava diritto alla pancia dei cittadini, così come va alla pancia dei cittadini un messaggio dell'amministratore che dice che non bisogna pagare le tasse, come è andato alla pancia dei cittadini, tre giorni prima delle elezioni, l'abolizione dell'ICI, cioè un simile messaggio: "Abbiamo troppe regole, non seguiamole. Creiamo le condizioni affinché si possa non seguirle". E' un messaggio negativo oltre che un disvalore negativo, innanzitutto dal punto di vista culturale e civico. Lo abbiamo detto più volte discutendo del Piano casa, quando è stato suo tempo maldestramente approvato; si è ragionato sul come creare un bisogno che tantissimi non sentivano come tale perché non era conseguibile. Sforare i parametri urbanistici, costruire dove era fino ad allora impensabile: la gente, che pure vorrebbe avere sempre di più ed è naturale che così sia, se n'era fatta una ragione. Che la costruzione delle case, la loro modifica, debbano sempre muoversi all'interno di un piano complessivo che punti a costruire un qualcosa che non infici il progetto collettivo complessivo è stato messo in discussione in maniera seria, principalmente culturale, ripeto.

Ecco perché oggi si va a proporre un'ulteriore proroga. Teniamo conto che ne abbiamo già fatta, un anno e mezzo fa, un'altra di sei mesi, in attesa delle modifiche, si diceva allora. Oggi ne stiamo facendo una in attesa di che cosa? Il messaggio che passa, signori colleghi, è un messaggio che può essere così sintetizzato: abbiamo voluto dare un momento di respiro all'economia della Nazione e dell'Isola cercando di incentivare un settore, quello edile, che, è vero, è in grosse difficoltà, però lo facciamo per un periodo ben limitato, consapevoli come siamo che, in quel settore, bisogna lavorare all'interno delle regole, di norma, e invece stiamo facendo diventare norma continua il non rispetto delle norme. Questo non può essere accettato! Poi è vero che se parliamo dei singoli casi in tutti i paesi della Sardegna, in tutte le città, ci sono tantissime persone, di qualsiasi colore politico, che hanno un problemino da risolvere e che questo Piano casa gli consente di risolverlo. Appunto si va a parlare alla pancia del singolo.

Ora, si decide di prorogare e, guarda caso, decidiamo di prorogare non per tre mesi, per esempio, che poteva essere una misura che consentiva a coloro che, avendone titolo, per un motivo o per un altro, potevano andare a mettere mano a un qualche progettino o progettone di intervento per cui non si era arrivati in tempo, dando l'opportunità di chiudere questa partita con una piccola proroga tale da consentire a chi è dentro questo percorso di non uscirne solo perché ha tardato quindici giorni o venti giorni o due mesi nel predisporre il progetto, no, non si va a una proroga di questa natura, si va invece a una proroga di un anno, addirittura a una proroga di diciotto mesi per quanto riguarda i tempi di realizzazione di queste opere. E' una cosa indegna! Lo dico con molta franchezza sapendo che ci sono anche tanti amici nostri che, magari, stanno aspettando questa proroga perché c'è quella finestra da cambiare o quella veranda da chiudere: ma noi non abbiamo il diritto di ragionare con un livello così basso di attenzione alla legalità! Ha diritto il cittadino di guardare a tutte le norme che gli consentono di superare un proprio problema personale, non abbiamo noi il diritto di scadere a un livello così basso. Ecco perché riteniamo che non debba essere votata una legge di proroga come questa e non la voteremo. Il collega Meloni ha illustrato ampiamente con dovizia di particolari le motivazioni che ci hanno portato a non approvare, anzi a contrastare con grande impegno a suo tempo sia la prima versione sia la terza versione del Piano casa.

Non mi voglio dilungare oltre perché credo che non serva all'economia complessiva del lavoro di questo Consiglio che già ha dedicato troppo tempo a questo tema e quindi riprendo il ragionamento che ha iniziato ad affrontare il collega presidente della Commissione Matteo Sanna. E' vero, da tempo noi stiamo dicendo che serve una legge urbanistica, probabilmente riuscirebbe anche ad affrontare certe problematiche presenti non maldestramente come questa volta perché andrebbero affrontate in maniera organica e seria dallo stesso Piano casa, come anche forse dalla stessa legge che dovremo discutere, mi sembra di capire, tra qualche settimana relativa ai piani di risanamento urbanistico.

Non possiamo gestire una questione che attiene molto al concetto di cultura della legalità come è l'urbanistica con leggi di emergenza, solo ed esclusivamente con leggi di emergenza. Presidente Matteo Sanna, non basta dire che ne parleremo nella legge urbanistica perché, se, nel mese di maggio, avessimo deciso di avviare la discussione sulla legge urbanistica, oggi l'avremmo chiusa in maniera organica, seria, con una risposta ad alcuni problemi a cui si vuole rispondere col disegno di legge numero 423 sui risanamenti urbanistici. Invece no, anche su quel tema stiamo andando a creare una discussione artificiosa. Stiamo andando a parlare di cose che interessano moltissimo alcuni singoli cittadini, illudendoli che avranno qualcosa da quella legge, mentre è assolutamente vero che, coloro che sono in quella triste condizione, da quella legge non avranno vantaggi mentre i vantaggi verranno, ne parleremo a suo tempo, soltanto a persone che adesso stanno nell'ombra, che stanno sperando che si mettano in moto dei meccanismi, ma che non sono quelli che porteranno il risultato che viene di fatto sbandierato e anche utilizzato come argomento per quella legge.

Allora, mi avvio a concludere, probabilmente approverete questa proroga del Piano casa, ma verrà un giorno che non si prorogherà più e si ritornerà alla normalità, almeno io spero. Però, davvero, se vogliamo che l'urbanistica in Sardegna abbia un ruolo serio di governo del territorio, abbiamo l'obbligo e il dovere di intervenire seriamente. Superiamo i limiti della legislazione attuale, assumiamoci la responsabilità di apportare in maniera seria e completa le modifiche necessarie ma, per carità, smettiamola di andare per spot pubblicitari che, in questa materia, non aiutano e sono molto dannosi.

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Pietro Fois e Franco Mula sono rientrati dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, sarò anch'io molto rapido, farò una brevissima riflessione e una successiva proposta. Indubbiamente vedere, nell'articolo 1, al comma 1, il riferimento alla legge numero 21 del 2011, risveglia in me il ricordo sgradevole di una fase in cui, facendo ancora parte di quella maggioranza, mi scontrai, più che mi scontrai, constatai un'epidemia, possiamo definirla, di vera e propria bulimia, di cinismo, da un lato, da parte di alcuni proponenti di modifiche al testo presentato dalla Giunta e, dall'altro lato, di superficialità da parte di quanti in quella maggioranza, non capendo e non volendo seguire, comunque votarono quelle norme. Quelle norme che, nella legge numero 21, rappresentarono delle vere e proprie gemme di irresponsabilità, degli esempi di spregio delle regole del vivere civile, mi riferisco all'articolo 15 in particolare, quello sui seminterrati (ma anche l'articolo 14 sui sottotetti, grazie a Dio non era da meno), dove la maggioranza allora forzò, nel testo, delle regole anche alle norme igienico-sanitarie che erano delle deroghe alla logica, al buon senso, erano delle regole a quel dovere di responsabilità che dovrebbe pervadere l'attività di ognuno di noi che pretende, in questa sede, di poter e di dover fare il legislatore quindi di agire nell'interesse collettivo, interesse collettivo che purtroppo è un valore sempre più sbandierato demagogicamente quanto più violentato poi nei fatti.

Quindi il riferimento a quella legge francamente mi pone in una posizione di difesa, di difesa davvero della logica, delle regole, dell'interesse collettivo. Ecco perché ho difficoltà ad accettare il punto a) dell'articolo 1, cioè la deroga alla presentazione di ulteriori istanze. Sono tre anni che questa legge è in vigore, mi chiedo chi ancora non ha ancora presentato l'istanza per adire ai vantaggi indubbi del Piano casa. Probabilmente tanti, però mi viene il sospetto che tra quei tanti la gran parte siano quelli che hanno costruito in questi tre anni e che vorrebbero andare in deroga alle norme urbanistiche, alle regole urbanistiche, per poter avere i vantaggi mentre il Piano casa nasceva per consentire una ripresa edilizia, superare un periodo di stallo, ma questo periodo di stallo può davvero durare tre anni? Sono invece più d'accordo, lo dico al relatore, sul punto b), sul fatto che si possa e si debbano concedere delle deroghe per la comunicazione di fine lavori perché davvero, per chi ha contatto con la gente, sappiamo di tantissime situazioni in cui i lavori iniziati si sono dovuti interrompere per la banale, purtroppo drammatica però, diffusa carenza di fondi.

Premetto, poi chiederò chiaramente supporto al mio Capogruppo e al mio Gruppo, che sull'articolo 1 proporrò la votazione per parti separate perché voglio votare a favore del punto b), in quanto lo ritengo un atto di giustizia per quelli che hanno già fatto la domanda nei tempi della già proroga, però davvero ho difficoltà a capire il perché si voglia convincere i sardi che l'unica maniera per mantenere la nostra economia sia quella di calpestare le regole del vivere civile.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, condivido completamente l'intervento che ha fatto il collega Sechi per cui non è assolutamente mia intenzione tornare su questo squallido dibattito. Un dibattito che sta andando avanti da oltre tre anni e mezzo, un dibattito che ci vede impantanati tutti ancora sulle questioni della cementificazione. Mentre qua dentro si parla di cementificazione, fuori c'è chi sta svendendo la Sardegna, questo significa che la classe politica sarda è totalmente assente dal contesto generale, dai drammi che stanno vivendo i sardi fuori da quest'Aula. La classe politica sarda continua a sbagliare, continua a sbagliare perché è schizofrenica, continua a sbagliare perché non affronta i problemi più emergenti. Oggi voglio anche ricordare che gli ammalati di SLA stanno manifestando a Roma mentre la classe politica tace, tace sull'articolo 23 della spending review che prevedeva 658 milioni da destinare alla non autosufficienza per i disabili gravissimi, mentre nel disegno di legge sulla stabilità i 658 milioni vengono sottratti ai malati di SLA e dirottati alla Presidenza del Consiglio dal Governo italiano che così può vantare una dotazione di 900 milioni di euro. Di questi esempi noi sardi potremmo farne veramente a bizzeffe, per cui oggi non voglio più parlare, né oggi né domani interverrò più sul Piano casa, ovviamente mi impegnerò a votare contro ogni proposta.

Vorrei fare un cenno anche alla svendita della Sardegna, non solo alla cementificazione, vorrei parlare della svendita dei nostri territori, vorrei parlare del presidente Cappellacci che pare sia rientrato dagli Emirati arabi e che, in queste ore, così dice la stampa, sia ad Arzachena. Apprendiamo dalla stampa che il presidente Cappellacci si ritiene soddisfatto degli accordi presi con l'emiro Al Thani, grazie alla mediazione del presidente Monti, per cui sarebbe previsto un miliardo da investire in Sardegna presumibilmente sulla Costa Smeralda e nelle infrastrutture aeree e portuali. A nessun mortale a oggi è dato conoscere di più se non di possibili nuovi alberghi e ville super lusso; certamente in questa stagione turistica gli alberghi della Costa Smeralda, questo lo sappiamo bene tutti, grazie a sceicchi e a nuovi ricchi russi e italiani, non hanno subito assolutamente alcun calo di presenze, lo stesso dicasi per gli affitti delle ville...

Presidente però faccia il suo lavoro! Intervenga perché io voglio essere ascoltata e chi non vuole sentire deve uscire! Questo è compito suo, Presidente!

PRESIDENTE. Sì, collega, continui prego, faccia lei il suo lavoro, continui!

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Io lo faccio e cerco di farlo con fatica in questa schizofrenia generale. Grazie!

Le presenze turistiche nel resto del territorio sardo non sono state assolutamente confortanti, quindi vuol dire che il turismo in Costa Smeralda continua a marciare e nel resto del territorio non marcia, visto che i dati delle presenze turistiche in Sardegna sono diminuiti rispetto alla precedente stagione che già registrò una riduzione di oltre il 20 per cento e di un ulteriore 25 per cento, questa volta, quest'anno, e che la maggioranza delle strutture alberghiere, compresi gli agriturismo hanno avuto presenze significative solo a cavallo di Ferragosto, visto che la maggioranza degli esercenti del settore turistico lamentano cali di fatturato spaventosi tali da mettere in discussione la stessa sopravvivenza delle imprese e delle ricadute di esse nel nostro territorio.

C'è da chiederci dove sono finiti tutti i fiumi di soldi che avrebbero portato in Costa Smeralda i VIP, di certo non sono rimasti in Sardegna! Quindi una rifleessione rispetto alla svendita del nostro territorio agli Emirati arabi, dovremmo farla anche sulla base di questa osservazione. A noi certo non spetta fare le verifiche cui è deputata la Guardia di Finanza ma, da politici responsabili, dobbiamo chiederci, a distanza di 50 anni, se il tipo di turismo propostoci in quella parte della Sardegna sia realmente quello che pensiamo possa davvero portare ricchezza in Sardegna e in tutti i nostri territori. Il dibattito su questo tema resta aperto nella società sarda e nella sua economia, è totalmente chiuso all'interno della classe politica sarda, quindi non tornano i conti.

Sicuramente non possiamo permettere a chicchessia, solo perché ha comprato o comprerà ulteriori parti del nostro territorio, di costruire un regno autonomo all'interno del territorio della nazione sarda e che se ne freghi delle nostre leggi, del nostro paesaggio, della nostra cultura e delle nostre tradizioni nel nome di nuovi posti di lavoro, litania che ben conosciamo e che ha prodotto principalmente qui in Sardegna pochi posti di lavoro come camerieri, giardinieri, manovali. Una classe politica responsabile, che ha a cuore il bene presente e futuro delle popolazioni del territorio, come dice il noto musicista sardo dottor Drer, super premiato a livello internazionale, "Non è né pruppupisci alluau", di fronte al canto effimero del miraggio dell'occupazione, di cui non sappiamo né quando, né come avverrà, né che cosa porterà, una classe politica responsabile, dicevo, ha il diritto e il dovere di conoscere, discutere e condividere, con i propri cittadini, collettività e organismi elettivi, piani e prospettive di lavoro su qualsiasi scala, che siano rispettosi della vocazione del territorio, ecocompatibili e sostenibili con le nostre economie già esistenti.

Nel nome della sconfitta del banditismo, noi sardi siamo stati già ingannati dall'industrializzazione forzata che ha distrutto non solo l'economia pastorale e agricola, ma anche parte delle nostre culture e tradizioni, minando la coesione sociale del nostro popolo. Una classe politica credibile non può venire a conoscenza dalla stampa degli accordi già presi, seppur dal presidente Cappellacci, sostenuto dal Presidente del Consiglio della Repubblica italiana. Accordi che ipotecheranno la nostra economia, il nostro territorio, per le prossime generazioni senza che i sardi siano chiamati preventivamente a esprimere il proprio gradimento e il proprio dissenso. Anche se ci hanno impoverito, non condividiamo la filosofia secondo cui tutto è vendibile, basta pagare! Credo che questo sia un altro spunto di riflessione molto importante. In ogni caso, se è vero che siamo impoveriti, è anche vero che, prima di vendere i gioielli di famiglia, si fa una politica economica seria, partendo dai tagli delle spese superflue, eliminando i capricci, i capricci del nostro Presidente.

Su questo, voglio anche aggiungere che, sulla generosità del nostro Presidente sceicco, molto ci sarebbe da dire per il suo elargire soldi pubblici sottratti ai nostri poveri, ai nostri studenti indebitati, ai nostri malati e disoccupati, talvolta soldi pubblici sperperati per soddisfare il narcisismo del nostro Presidente, pagando per propagandare la sua immagine personale, per gratificare affascinanti fanciulle, come Caterina Murino. Vorrei sapere, ed è un diritto dei sardi sapere, quanto il nostro Presidente ha pagato perché questa brava attrice indossasse un costume sardo da esibire sul Corriere della Sera. Non stiamo chiedendo cose illegittime. Così pure è stato generoso anche con la Santanché, anche con un'agenzia di modelle, la Venus Dea. Tutto questo in nome della propaganda delle nostre bellezze sarde.

Ma non è solo questione di donne, c'è pure dell'altro; era stato bravissimo il collega Capelli in una certa occasione a denunciare una lista infinita di spese a dir poco superflue, peccato che chi paghi sia il nostro popolo. In ogni caso, prima di vendere i gioielli di famiglia, c'è da recuperare i crediti a noi dovuti, la Sardegna ne vanta tantissimi, ne vanta molti col Governo italiano e anche con le sue bande di saccheggiatori. Mi riferisco alla "cricca" di Bertolaso, Balducci e Anemone.

A questo punto, voglio anche annunciare che oggi non lascerò l'Aula per nessuna ragione al mondo, sino a quando il presidente Cappellacci e la sua Giunta non decidono di costituirsi parte civile al processo che si terrà, a Perugia, il 28 di questo mese. Si tratta di pochi giorni. E' un processo contro la cosiddetta "cricca", giornalisticamente, che ha commesso parrebbe dei reati pesanti in tutta Italia, sui grandi lavori pubblici, ma non solo, verranno anche processati per tutti i fatti legati ai grandi eventi. Tra i grandi eventi, rientra pure il G8 de La Maddalena. Ci sono anche 100 milioni di euro da recuperare subito, che sono stati sottratti, erano proprio fondi FAS, dalle casse sarde e che, con una delibera, che posseggo fra l'altro, una delibera del presidente Berlusconi, sono scivolati nelle casse della "cricca". Non possiamo permetterci il lusso di fare mance a nessuno, non è tempo!

Dietro questo problema del G8, teniamo conto che l'idea iniziale era un'idea nobile, era quella che avrebbe dovuto vedere la riconversione di un'economia militare in un'economia turistica, quindi ecocompatibile; processo che purtroppo non è avvenuto per la mancanza delle bonifiche per le quali fra l'altro sono spariti fiumi di denari. Adesso che questi signori, diciotto signori, vengono processati (il diciannovesimo, fra l'altro, sembra che fosse un giudice, pare che abbia patteggiato per diversi reati e sia uscito di scena), il problema è questo, che io ho portato avanti un'azione giudiziaria per questa questione, hanno lavorato degli avvocati, il Tar Lazio ha eliminato il segreto di Stato e condannato il dottor Bertolaso a consegnarmi la documentazione, documentazione che presto manderò su Internet: una vergogna e un'umiliazione per il nostro popolo!

Adesso dobbiamo per forza costituirci parte civile. Il processo è scivolato dal 23 aprile (dove non c'era nessuno a difendere i diritti e gli interessi dei sardi) al 25 settembre e, per un certificato medico di un legale (grazie al cielo!), è stato poi rinviato al 28 novembre. Se noi non ci costituiamo parte civile prima che inizi il processo, i sardi perderanno per sempre 100 milioni di euro, per cui continuo a insistere sul fatto che sia un "dovere dovuto" a un popolo il fatto che il presidente Cappellacci si costituisca parte civile, mancano pochi giorni! Ho cercato di contattare il Presidente in tantissime occasioni, gli ho messo a disposizione i due legali che conoscono molto bene tutto questo caso, tutte le procedure, gli ho messo a disposizione la stessa documentazione, perciò la mando su Internet, che i sardi leggano e si rendano conto in che mani siamo e in che mani, il nostro bravo Presidente, ci ha messo!

Spero che veramente oggi si smetta di parlare di cementificazione, ci sono altri problemi. Voglio concludere qui, mi riserverò di intervenire ulteriormente, e mi appello ai colleghi dell'Aula a non abbandonare questa sede sino a quando non arriva una dichiarazione di costituzione di parte civile certa; l'hanno fatto Ministeri del Governo italiano, l'ha fatto il Comando della Guardia di Finanza, l'ha fatto il Comune di La Maddalena, manchiamo noi, manca la Regione autonoma della Sardegna. Il presidente Cappellacci almeno ci dica qual è il problema che gli impedisce di costituirsi parte civile, forse potremmo essere anche comprensivi, ma in ogni caso ci deve rimettere di tasca.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Nell'associarmi al richiamo forte che ha appena lanciato l'onorevole Zuncheddu e nell'aspettativa che anche la Regione sarda abbia questo atteggiamento di civiltà dovuta, entro nel merito della discussione di oggi. Il contesto legislativo attinente il cosiddetto Piano casa, quel contesto che va dalla legge numero 4 del 2009 alla legge numero 19, alla legge numero 21, alla proposta di proroga di oggi, è un contesto che attiene a una metodologia legislativa di chiara cultura, la chiamerei edonistica berlusconiana, fondamentalmente basata sulla politica della truffa. Lo diceva molto bene prima il consigliere Lotto, che ha avuto anche altri riferimenti legislativi, il concetto di truffa che inventa un privilegio, quando spesso e volentieri potrebbe essere un diritto.

Ma quali sono gli elementi che mi fanno pensare alla valenza truffaldina di questa legge? Poc'anzi, in questo, mi aiutava il Presidente della Commissione urbanistica quando parlava di boccata d'ossigeno, aggiungerei che, per molti versi, questa è una legge che scopre l'acqua calda.

In sintesi, tre capi. Nel capo I, dei dieci articoli, quelli che definiscono interventi edilizi ammissibili, quelli che hanno provocato le decine di migliaia, sono dati inconfutabili, guai se dicessimo il contrario, quelli che hanno innescato le decine di migliaia di domande in Sardegna da parte dei cittadini, volte a richiesta di concessione edilizia, o di denuncia d'inizio l'attività, sono sostanzialmente l'articolo 2 e l'articolo 5; gli altri otto articoli fungono da contorno, a parte l'articolo 3 e l'articolo 4 che hanno una valenza legata ad alcuni ambiti territoriali quali le zone di tipo recettivo e le zone di tipo agricolo.

Il capo II ha una fortissima intrusione normativa perché invade il campo attraverso norme di valenza di pianificazione paesaggistica, fuori luogo sicuramente per una legge di questo tipo, PPR, più o meno deroghe, si parla erroneamente di valorizzazione territoriale, di sviluppo del territorio, di interventi ammessi nella fase di adeguamento del PUC al PPR.

Nel capo III: fondamentalmente due articoli di grande richiamo, di grande commerciabilità, l'articolo 15, recupero sottotetti e l'articolo 15 bis,recupero seminterrati e piano pilotis.

Di fatto, questa legge, o per lo meno l'attesa che c'è nel territorio su questa legge, è fondamentalmente, dal punto di vista quantitativo, legata ad alcune aspettative, che poi definirò meglio in termini di "egoismo privato"; quattro articoli: articolo 2, articolo 5, articolo 15 e articolo 15 bis. Sostanzialmente l'articolo che più innesca il concetto di truffa è l'articolo 5, dove si parla di demolizione e ricostruzione, con concessioni edilizie per demolizione e ricostruzione con premialità volumetrica dal 30 al 35 per cento; parliamo di un articolo che potrebbe essere serenamente, lo è già, inserito in un normalissimo strumento urbanistico di un normalissimo comune. Rientra nelle attuali competenze amministrative delle nostre amministrazioni.

L'articolo 15, recupero di sottotetti: a parti inverse, questa parte fu votata sicuramente da quest'Aula perché si ritrovava, più o meno in questo contesto, forse con qualche piccola differenza, nella famosa legge urbanistica, fu anche, alla fine del 2008, l'ultima giornata dei lavori di quest'Aula. Quindi ribadisco che nell'articolo 15 e nell'articolo 5 non c'è alcuna innovazione. Dico che si può ragionare sul merito a condizione che il metodo sia di dare stabilità e continuità alla norma. Quanto c'è scritto all'articolo 5 e all'articolo 15, ribadisco, è già scritto in proposte di legge urbanistica.

L'articolo 2, che è un articolo che gioca al rialzo, sa proprio di gioco tipo "lascia o raddoppia", qualcosa del genere, perché si passa da incrementi volumetrici, in zone tutelate, del 10 per cento con uno standard del 20 per cento in zone non tutelate che può diventare del 26 ma anche del 30, in certi casi sino anche al 39, con un gioco di sistemi d'azzardo che, a seconda delle situazioni, per esempio se c'è l'esigenza abitativa, se è prima casa o se l'intervento che si fa promuove un risparmio energetico, ha questa casistica e riprende forse un certo interesse goliardico della norma.

Questo articolo è superficiale, brutalmente superficiale e generalizzato. Ritengo che incrementi volumetrici possano anche essere valutati e condizionati, a che cosa? Condizionati e individuati in quei bacini territoriali con indici edificabili sotto la soglia della congestione urbanistica, cioè dove il contesto urbanistico è di piena vivibilità. Purtroppo, invece, questa legge innesca l'abbrutimento di territori che sono già abbrutiti di per sé.

Altro abbrutimento della legge: mi auguro, Assessore, che lei, con grande buon senso, ci corregga quel bruttissimo articolo che è l'articolo 15 bis. L'articolo 15 bis, in totale spregio alle normali norme di salvaguardia, chiamiamola sanitaria, vorrebbe recuperare trasformando i seminterrati in abitazioni. Ebbene, vedete, Assessore e colleghi, anche sul concetto di seminterrato, si può ragionare quando questo soddisfa alcune caratteristiche, quando per esempio è in linea con alcune linee sanitarie e garantisce che c'è una parte del seminterrato fuori terra, nel senso che, sul piano squisitamente tecnico, è ragionevole parlarne.

Riepilogo: di queste quattro cose (che poi, è vero, rappresentano la sintesi dell'aspettativa di molti), due sono cose fattibili. Il problema è di civilizzare le altre, ma quando il metodo ha questa indole, questa valenza truffaldina, diventa difficile ragionare sulla sostanza. Con grande difficoltà, ho provato a leggere la sintassi di questa legge perché mi sono posto il problema, in Commissione, della leggibilità, questa legge ha ancora problemi di leggibilità e di interpretazione!

Ecco perché solo e soltanto uno strumento può rendere sane alcune delle cose presenti in questa legge: la legge urbanistica. La legge urbanistica è il luogo di ragionamento che può dare risposte vere all'esigenza che, nel rispetto del paesaggio, innesca meccanismi di stimolo e sviluppo dell'edilizia. La scorciatoia del Piano casa innesca meccanismi di aspettative egoistiche, di rapine personalizzate. In questo contesto metodologico, è stato molto complicato per me ragionare e il fatto che la mia deformazione sia da tecnico ha creato la doppia difficoltà di ragionamento. Quindi è stato difficile ragionare sul merito, però in tutto questo c'è un aspetto molto positivo, mi ha fatto molto piacere che il Presidente della Commissione urbanistica, l'onorevole Matteo Sanna, abbia provato a spostare il ragionamento sulla legge urbanistica che superi giustamente, al di là del fatto che possa recuperare elementi positivi di sviluppo per edilizia, questo è un piccolo aspetto della legge urbanistica che ormai ha un trascorso generazionale, è passata più o meno una generazione dall'ultima legge, quindi si sente che fa acqua da tutte le parti. Penso che, in questo senso, elementi di sviluppo edilizio possano essere scritti all'interno di quella norma e mantenuti a regime senza scadenze temporali, salvo ovviamente, come per tutte le leggi è e sarà, gli eventuali adeguamenti legislativi che verranno successivamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, credo che non utilizzerò tutto il tempo che mi è stato concesso però vorrei fare due considerazioni. Ieri, grazie anche alla lungimiranza politica e istituzionale della Presidente del Consiglio, abbiamo avuto in quest'Aula una giornata breve ma credo anche molto intensa; in quella giornata, cioè nella giornata di ieri, ho avuto modo di interloquire, come mai capita di poterlo fare, con decine di sindaci, i quali sono venuti qui a rappresentare e a rivendicare legittimamente e opportunamente. Nelle considerazioni che sono state fatte a margine di quella riunione, quindi negli incontri che ciascuno di noi ha potuto fare, personalmente ieri, non parlo di sindaci politicamente vicini a me, piuttosto che vicini alle altre formazioni politiche, però tutti i sindaci che ho avvicinato ieri, in mezzo a tante cose che mi hanno chiesto, mi hanno domandato quando daremo la proroga per il Piano casa.

Dico questo senza voler entrare nel merito del problema perché non è questa la sede, noi abbiamo acconsentito a che si portasse in Aula un provvedimento di proroga del Piano casa, lungi da me pensare che quel Piano casa sia la panacea di tutti i mali. Assolutamente no! In questo momento, per ciò che ho come notizia informale, all'Assessore (Assessore che è qui presente e che, per essere presente qui, non è presente da un'altra parte dove si tiene una conferenza stampa, nella quale tra le altre cose si parla anche di volumetrie) ripeto, all'Assessore qui presente dico che sarebbe opportuno che il Consiglio regionale conoscesse, anche se non esattamente, il numero delle pratiche di Piano casa che giacciono inevase nei comuni della Sardegna. Credo che si tratti di diverse decine di migliaia. Questo può avere una spiegazione, i comuni forse non hanno uffici sufficienti e funzionari talmente efficienti da poter evadere tutto ciò che ancora deve essere evaso, ma certamente, se, da un lato, dobbiamo dare una risposta ai cittadini, dall'altro lato, dobbiamo anche sostenere le Amministrazioni comunali in un lavoro che probabilmente non rientra neanche nel novero del lavoro che era stato ed è individuato come funzione fondamentale da parte dei comuni, neanche con le risorse del Piano casa. Certo è che il Piano casa, comunque sia, ha un ritorno di tipo economico nei confronti delle Amministrazioni comunali, perché la "Bucalossi" comunque deve essere pagata.

Non entro nel merito del problema, dico che è opportuno. E che è opportuno, è avvalorato anche dal fatto che, nella Conferenza dei Capigruppo, alla quale abbiamo partecipato stamattina, il collega Uras ha sollevato un problema che non possiamo risolvere in questa circostanza ma credo che debba essere comunque risolto, perché è uno di quei problemi datati, atavici, che risalgono al 1985, parlo del condono, che ancora molte Amministrazioni comunali non hanno avuto la possibilità di definire in tutti i dettagli. Se è successo per il condono, non mi meraviglia che sia successo anche per il Piano casa, quindi credo che sia opportuno, necessario e indispensabile concedere una proroga.

Termino dicendo all'assessore Rassu che mi avrebbe fatto piacere che lei, Assessore, stamattina fosse a Olbia e avesse partecipato alla conferenza stampa, che mi pare si stia tenendo in questi momenti, da parte del Presidente della Regione, ma vero è che lei era a Doha in Qatar, quindi ha potuto partecipare ai lavori che si sono tenuti, quindi conosce alla perfezione quali sono gli impegni che la Regione Sardegna ha preso con l'emiro del Qatar: spero che siano impegni che possano essere assolti, spero che siano impegni che questo Consiglio regionale in tempi brevissimi conoscerà, spero che non si tratti di impegni che poi rimangono sulla carta e non danno alcuna risposta alla Regione Sardegna.

Mi auguro che non sia così, certo è che lei, Assessore, non poteva mancare in Qatar, perché lei è il titolare di quell'Assessorato, lei doveva essere in quello Stato, nel Qatar, lei doveva essere d'accordo sulle promesse che probabilmente sono state fatte all'emiro Al Thani. Chiudo augurandomi che lei, Assessore, non venga "violentato", non venga sottoposto a pressioni che poi comunque verranno in quest'Aula e che credo, se non adeguatamente valutate, non potranno essere accolte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto).Presidente, non intendo farla troppo lunga: questa proroga è illegittima e anche illegale perché introduce un sistema derogatorio che aveva un termine, che aveva una funzione transitoria, e lo introduce a tutti gli strumenti urbanistici, alle disposizioni di legge in materia urbanistica. Un sistema derogatorio in modo permanente: ogni anno, Presidente, arriva una proroga di un altro anno.

Dal risultato di questa vicenda, badate, si evince che è fallito rispetto all'obiettivo, perché il Piano casa non era il Piano casa ma era lo sviluppo economico della Sardegna; sono tutti lì che ridono a quattro ganasce, perché non solo non si vede sviluppo ma si vede fame a "quintalate", a TIR interi distribuiti per tutta la Sardegna.

Vi ricordate l'assessore Asunis? Io lo ricordo. E il presidente Cappellacci, ve lo ricordate? Dicevano che la Sardegna sarebbe decollata grazie a questo provvedimento! Mi ricordo (dov'è il collega Cuccureddu?) i 400 mila lavoratori che avremmo impiegato nei cantieri (perché si faceva un calcolo di tipo aritmetico: ogni piccolo cantiere quattro lavoratori, possiamo aprirne 100 mila e sono 400 mila lavoratori): stavano partendo le navi dalla Libia per venire a partecipare al grande sviluppo occupazionale della Sardegna! Il risultato, Assessore, è un fallimento clamoroso! Continuate con questo pasticcio! Avete detronizzato, cancellato ogni disposizione seria in materia urbanistica; abbiamo un Piano paesaggistico che ha un senso grazie solo alla corretta attuazione dei Piani urbanistici di adeguamento e abbiamo interrotto quella procedura portando nuove linee guida per un nuovo Piano paesaggistico. Immagino che questa cosa sia stata concordata in quel Qatar dove mi dicono i presidenti siano andati a concordare grandi trasferimenti finanziari dalle casse di quel Paese a quelle della Sardegna. Ho visto altri sceicchi attraversare questi suoli e, devo dire la verità, non ne ho un buon ricordo! Ho capito che non ve ne "frega" niente del territorio della Sardegna, se ne sono accorti anche quelli che stanno fuori da questo Palazzo, è per questo che non siamo così ben visti, Presidente.

Per chiudere, dico che faremmo bene a riportare questa indecenza in Commissione e lì dimenticarla, facendo scadere finalmente la proroga e restituendo alla Sardegna un impianto normativo certo, non una deregolazione selvaggia come quella che invece avete proposto.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue URAS.) Presidente, colgo l'occasione, in questa discussione generale, per rammentare a noi tutti: primo, che abbiamo preso l'impegno con i sindaci di approvare un ordine del giorno che raccolga i contenuti del documento illustrato ieri dal presidente dell'ANCI, quindi faremmo cosa buona e giusta se lo facessimo oggi; secondo, che a me pare corretta e anche urgente la richiesta avanzata dalla collega Zuncheddu in merito alla costituzione, come parte civile, presso il Tribunale di Perugia della Regione Autonoma della Sardegna sulla vicenda concernente il G8 a La Maddalena, perché su quella vicenda, purtroppo, abbiamo scoperto successivamente che si sono intrecciate questioni che non solo hanno una rilevanza penale, secondo l'autorità giudiziaria, ma hanno anche una rilevanza economica rispetto all'uso che si è fatto delle risorse finanziarie che erano destinate agli interventi FAS nella nostra Regione.

Ritengo che tutto il tempo che abbiamo risparmiato, compreso quello che vi ho concesso sulla discussione generale del Piano casa, possa essere ben utilizzato per approvare due ordini del giorno che penso debbano essere unanimi su questi argomenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Come sempre accade nella fase conclusiva della legislatura, un po' la decadenza del periodo, del tempo, e un po' la distrazione, ci fanno passare davanti provvedimenti tutt'altro che insignificanti. Di fronte a una Sardegna in difficoltà, di fronte, diciamo anche, alla fame che imperversa, noi, invece di pane, diamo un po' di metri cubi! E' sempre la logica della risposta sbagliata alle domande giuste.

La cosa importante, però, è che non ci dimentichiamo perché siamo allo snodo di un tempo nel quale dobbiamo pure segnare la differenza fra quelli che stanno finendo un ciclo di governo (e non giudico, perché saranno i cittadini a giudicare) e quelli che si candidano a ricevere un mandato di governo, sperando nel consenso dei cittadini. E' bene segnare una differenza, siamo al terzo anno della proroga, il Piano casa è nato come strumento straordinario, unico e irripetibile, volto a incentivare lo sviluppo economico quando, ancora, nel 2009, non si sapeva che la bolla speculativa edilizia era la ragione e la causa di tutti i nostri guai, quelli presenti, quelli appena passati e quelli futuri.

Posso capire che il richiamo berlusconiano ("Fate quello che io ho pensato"), non vi abbia lasciato il tempo di riflettere su quello che stavamo facendo e sulla particolarità che la Sardegna aveva in quel contesto; ma significa fare una cosa diversa: rinunciare, da legislatori, a vedere qual è l'interesse della nostra funzione.

Quando il collega Diana dice che incontra della gente che gli chiede quando sarà prorogato il Piano casa, pensiamo davvero che quella sia l'unica gente che dobbiamo rappresentare? Pensiamo che sia quello l'unico interesse che dobbiamo portare a compimento? O, se è no, che non sia un elemento residuale di un egoismo ancora imperante che riguarda certamente persone che se fanno la domanda per il Piano casa hanno ancora qualche soldino da parte da utilizzare e quindi non sono nella fascia dell'indigenza che invece sta sempre aumentando e che magari avrebbe bisogno della casa che noi non diamo loro perché le politiche dei lavori pubblici sono ferme, totalmente ferme? Noi però promettiamo il Piano casa!

Questa propensione del nostro agire di legislatori a educare i nostri cittadini all'illegalità, alle deroghe, è un'attività che delegittima qualunque nostra pretesa individuale o collettiva di succedere a chiunque in questa Aula. Ecco perché noi dobbiamo vincere la collera della gente ripensando il nostro modo di approcciare i problemi. Prorogare di tre anni significa, Assessore, sospendere la validità degli strumenti urbanistici vigenti in tutti i comuni della Sardegna per tre anni di seguito. Spero vivamente che lo Stato impugni alla fine questa norma, perché c'è una legge generale dello Stato che dice che l'edificazione si commisura alla pianificazione comunale e non la può sospendere chicchessia! Ha voglia poi di dirmi che questa è l'unica speranza che ha la Sardegna! Certo con amministratori come voi è l'unica speranza che c'è perché se tutto il pensiero e l'idea di un bisogno di risollevare la Sardegna passa per questi provvedimenti, hanno ragione a dire "dateci almeno quello"!

Una Regione, lo dico con responsabilità, che annuncia attraverso l'Assessore del bilancio che andrà per esercizio provvisorio per dodicesimi, per infierire ancora una volta sulla nostra capacità di legislatori e per dare a essi ancora la possibilità di spendere quello che vogliono senza nessun controllo. Questa è la verità! La avverto, assessore Rassu, questa è la verità! Chi tira le fila di questo Governo regionale ha capito che, se va in dodicesimi, nessuno gli può porre, come abbiamo posto noi, in finanziaria, i vincoli sulla spesa, che cosa privilegiare, che cosa lasciare perdere. Questa è l'unica spiegazione che mi so dare a un'idea "imbecille", la parola giusta è questa, un'idea "imbecille" che accompagna un Governo inadeguato. Se il Governo regionale propone una soluzione di questo genere, vuol dire che non è all'altezza della sua funzione; invece di cercare in Aula, qui dentro (come noi abbiamo dimostrato in altre occasioni), una solidarietà a trovare una composizione di emergenza, di solidarietà, della finanziaria regionale, per provvedere a quello che possiamo provvedere, ci tirano fuori queste idee e il Piano casa.

Vorrei dire che l'82 per cento dei comuni d'Italia, e la Sardegna non fa eccezione, è a rischio idrogeologico. Piangiamo morti, continuiamo a vedere le calamità, però piazziamo la bellezza di circa 300 mila metri cubi l'anno! Questa è l'entità, onorevole Diana, mediamente l'anno, di quello che teoricamente il Piano casa ci porta, cioè un villaggio turistico all'anno piazzato sopra i nostri paesi, questo è: 300 mila metri cubi ogni anno per tre anni! Ne abbiamo già sistemato tre e dobbiamo sistemarne qualche altro, ovviamente. Questo, secondo voi, è il modo per procedere, invece di dare i soldi ai comuni, di ristrutturare i centri storici, di incentivare il recupero dei centri storici, mettendo i soldi per far lavorare la gente, sapendo che lì c'è ancora, e c'è, il patrimonio anche della gente più povera avuto in eredità dai propri genitori, che sta aspettando di trovare una soluzione, verificare se i fondi agevolati per la prima casa stanno funzionando, se ha bisogno di soldi; queste cose non vi passano neanche per l'anticamera del cervello, il Piano casa è il pane che pensate voi che dobbiamo dare agli affamati. Spero davvero che si possa sancire, con quest'ultimo provvedimento, un'impugnativa chiara da parte dello Stato.

Vedete, non si tratta né di Piano paesaggistico, né di altre fesserie che siete soliti nominare; se è per questo, avete tanto criticato le intese che facevamo noi davanti alle autorità che possedevano i poteri, caro Artizzu, i poteri di autorizzazione e qualche volta la Corte dei conti e la magistratura, che ha presieduto alle intese, per questo siete rimasti con un fico secco in mano! Quando avete cercato di attaccarci su alcune cose, siete rimasti con un fico secco in mano! Mentre invece quando qualcuno ha fatto finta di non sentire e di non vedere…

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Altri sono stati più fortunati quando hanno fatto le intese. Lascia perdere!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). … quando qualcuno ha fatto finta di non sentire e di non guardare nei propri comuni, qualcuno oggi purtroppo si trova nei guai, con sentenze passate in giudicato, a dire che bisogna saper scindere le responsabilità e bisogna saperle affrontare nel modo giusto, perché questa situazione è la situazione di legislatori che non sanno guardare al di là del proprio naso, che non sanno costruire una prospettiva, però l'intesa che abbiamo stabilito noi per legge viene invece fatta in Qatar dal presidente Cappellacci che si agita un po' in mezzo alle fesserie e alle promesse, sentiamo dire, nel rispetto dell'ambiente. Chi lo dice? Il Presidente che ha richiamato l'idea di rimettere in moto le betoniere? Quello che sta sponsorizzando con la sua maggioranza questi provvedimenti? Per fortuna sono solo intenzioni e le intenzioni prima di essere realizzate, ohi, ohi, ce ne passerà di tempo! Soprattutto, in una Regione senza Stato di diritto, gli arabi, che sono abituati invece a capire che le regole denotano il livello di civiltà dei popoli, capiranno con chi hanno a che fare, lo capiranno molto presto, uscendo anche da questo equivoco che spesso passa inosservato, ma che è una sorta di neocolonizzazione. Il collega Angelo Stochino è corso subito a dire: "Venite da me arabi, venite nel mio territorio, ce n'è di spazio incontaminato!" Come dire, non mi bastano queste servitù militari, adesso un altro po' di servitù da parte di altri.

E' l'idea di una povertà di progetto, di voglia di comporre assieme la concezione di sviluppo che, tutto sommato, fa un po' piangere, fa un po' tristezza, alla fine di una legislatura che vi ha dato tutti i tempi per poter mettere in campo qualcosa di concreto, qualcosa di originale, qualcosa che mettesse in moto l'economia. Invece, avete consentito a questo Governo regionale, nonostante abbiamo scritto nella finanziaria che la priorità delle priorità era quella di dare i soldi ai comuni (perché in sei mesi i comuni spendono, danno risorse e possibilità di lavoro), avete consentito a questa Giunta regionale di non erogare praticamente un euro del Fondo unico di competenza del 2012. Poi che cosa volete dire ai sindaci che vengono qui a protestare? Del Patto di stabilità? Perché La Spisa dice che il Patto di stabilità gli ha impedito di dare i soldi? E quelli delle consulenze, della pubblicità istituzionale e di tutte le altre baggianate che avete speso e avete fatto spendere erano prioritari rispetto ai soldi da dare ai comuni? Domanda che aspetta risposta!

Ecco perché abbiamo necessità di ribadire che voteremo contro. Contro questa idea di declino nella quale state portando la Sardegna, noi ci dobbiamo collocare, perché non è un problema di dare il diritto a quelli che hanno già fatto la domanda, c'è scritto nella legge numero 21 che chi l'ha già fatta, avrà l'istruttoria. Così come, alla domanda che poneva il collega Diana, si risponde, invece della pubblicità istituzionale e delle consulenze fatte agli amici che non servono, si risponde costruendo dei progetti-obiettivo, come si stava facendo in altri tempi, distrutto da chi è arrivato oggi, per recuperare il pregresso, per dare risposte ai cittadini, per dare risposte ai comuni: così si fa! Vi risulta che sia stato fatto qualcosa? Al paesaggio, c'è qualche progetto speciale per liquidare il pregresso, le migliaia di pratiche di condono che non sono state fatte? Perché non ci pensate? Con tutta la disoccupazione che c'è fuori, dobbiamo consentire a Garau di continuare a prendere gli interinali, e invece per dare risposte ai cittadini non li mettiamo dove servono, dove spettano?

Ecco quali sono le contraddizioni di questo vostro modo di fare, altro che conferenze stampa! Vogliamo continuare a cementificare oltre ogni misura, a parte il fatto che questo è uno degli elementi di più grande dissipazione della giustizia sociale, perché chi può fare queste cose non sono certamente le persone che hanno bisogno della casa, sia chiaro!

Allora, mentre osserviamo una situazione drammatica in questa Sardegna, ci dobbiamo distinguere. Vorrei chiedere a qualcuno di voi se a Villagrande, se a Capoterra, se in tutti questi paesi, dove abbiamo registrato disgrazie, vittime e disastri, il Piano casa agisce come in tutti gli altri luoghi, se possiamo costruire ancora un po' nei piccoli spazi che abbiamo, nei piccoli orti, in sopraelevazione, senza calcolare la portanza delle fondazioni, se possiamo continuare un po' a complicare la situazione. Ci avete pensato? Qualcuno ci ha pensato? Spero che ci pensi lo Stato,! Questo provvedimento è illegittimo perché non abbiamo alcuna copertura di legge nazionale che ci autorizzi a dare proroga a un provvedimento che è nato, e che noi stessi, caro Matteo Sanna, abbiamo scritto nella "21", improrogabilmente fissato in dodici mesi. Avete scritto voi "improrogabilmente", oggi diventa non più improrogabile? Perché? Perché avete deciso di registrare l'immobilità del vostro cervello, l'immobilità della vostra capacità di governo! Anche se il collega Artizzu ride, io avrei impegnato maggiormente invece questo Consiglio a evitare le disgrazie, a cominciare da quelle sulla caccia, per evitare che ci siano i bambini in giro quando si spara, e cose di questo genere.

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Non fare lo sciacallo! Stai facendo lo sciacallo!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, non faccio lo sciacallo, faccio, con molto rispetto della vita umana, una considerazione…

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). E' una caduta di stile.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). ... è una questione di priorità politica, se mi fai parlare, sarà brutta dal tuo punto di vista, sarà cattiva dal tuo punto di vista, ma è indicazione delle diverse priorità che abbiamo. Noi abbiamo necessità di adottare provvedimenti, non nazionali, regionali, che pongano rimedio alle situazioni davvero drammatiche e gravi, non a quelle che non danno risposta dove devono avere risposta.

Per quello che riguarda questo provvedimento, so che ve lo approverete, così come sapete voi, benissimo, che questo provvedimento non vi porterà alcun consenso, anzi, vi porterà solo del danno. Questo si vedrà, ma abbiamo già visto che cosa ha portato; se i comuni non decidono, è anche perché molti di essi non solo non hanno il personale, ma nutrono forti dubbi sulla legittimità che esso possa continuare a produrre i suoi effetti in maniera inalterata nel tempo; è legittimo che questo sia un dubbio che hanno i tecnici. La ragione per cui molte pratiche non vengono evase, e poi quindi i cittadini chiedono la proroga, è esattamente questa: i tecnici comunali, quelli che sanno leggere le norme e che guardano al di là delle norme regionali, hanno capito che ci possono essere dei problemi e che la Magistratura qualche volta, giustamente, cercando le compatibilità sul piano della legislazione nazionale, pone alcuni problemi sulla legittimità di queste norme.

Quindi, il Piano paesaggistico non c'entra niente, per fortuna, c'entra solo la mancanza di idee. E' per questo che noi voteremo contro questo provvedimento, per lasciare a voi interamente la responsabilità di un insuccesso che è già segnato, di un insuccesso che produrrà i suoi effetti. Ripeto e dico, se il problema è garantire i cittadini che hanno fatto domanda, questo provvedimento è già contenuto nella legge numero 21, che ha garantito che chi ha fatto domanda possa continuare.

Però, lasciatemi dire un'ultima considerazione, ci sono delle cose che lasciano un segno profondo. In prossimità della chiusura di questa legislatura, è molto importante per noi anche registrare la capacità delle forze politiche di trovare un limite alle cose sbagliate che sono state fatte nel corso di questa legislatura, ed è importante che si ponga un freno alla deroga perché questi sono condoni edilizi camuffati da autorizzazioni in deroga.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, colleghi, si sono sentite le stesse osservazioni di un anno fa, quasi identiche.

URAS (Gruppo Misto). E' una proroga.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Certamente, anche un anno fa abbiamo prorogato, adesso stiamo prorogando. Non entro nel merito se la proroga sia giusta o meno, entro nel merito dell'esigenza, esigenza motivata, motivata dai numeri. Per entrare nel merito, mi ricollego all'intervento del collega Sanna: il progetto per evadere le pratiche è già stato ultimato, abbiamo evaso oltre 7 mila pratiche arretrate dell'Ufficio tutela del paesaggio, ancora ferme dai vecchi condoni, e lo abbiamo fatto in questi due anni, incassando anche delle risorse considerevoli. Quindi, certamente ci sono senz'altro ancora giacenti, nei comuni, centinaia di domande, ma molte migliaia sono state evase. I dati che abbiamo a questo settembre senza la proiezione parlano di quasi 19 mila istanze per, come ho detto già la volta scorsa, una media di 60, massimo 100 metri cubi a domanda, perché partiamo da una media di metri cubi esistenti che va dai 600 ai 1000 metri cubi, stiamo parlando innanzitutto di non consumo del territorio, è un equivoco che bisogna sanare, perché stiamo parlando di ampliamenti; giusto o non giusto, è questa la terminologia esatta…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A piano terra non si può fare.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. … ma certo, gli ampliamenti sono consentiti sia al piano terra che ai piani superiori, con una certa volumetria, sinceramente, poi sono pronto a fornire anche i dati al collega Diana, per non essere molto prolisso e molto dispersivo, a oggi abbiamo avuto un costo di interventi totali, ma non totali nei 18 mila, abbiamo preso come spunto un'inchiesta sui 71 comuni più grossi della Sardegna, compresi Cagliari e Sassari, nei 71 comuni, di fatto, abbiamo avuto un costo totale di interventi pari a 34 milioni di investimenti, 152 mila, con un costo totale della manodopera pari a 6 milioni 195 mila, con 10 mila, quasi 11 mila giornate lavorative di squadra e con oltre 32 mila giornate lavorative di uomini; questo è il sondaggio nei 71 comuni più grossi della Sardegna per 1 milione 0,30 abitanti su un totale di 1.600.000 abitanti.

Ora possono essere senz'altro capite molte delle osservazioni. Mi ricordo che, durante la discussione sulla legge numero 21, tenni a precisare che per seminterrato doveva intendersi non quattro lati coperti sollevati dal terreno, bensì, solo tre lati coperti, perché quando si ha un solo lato coperto chiaramente non si può avere il pericolo del tombato e quindi tutti i pericoli che può senz'altro determinare il tombato. Comunque, è andata avanti giustamente la discussione in Aula, ed è stato approvato l'articolo così come è stato approvato.

L'onorevole Mario Diana ha detto che tutti i sindaci presenti si sono augurati la proroga del Piano casa. L'onorevole Sanna dice: "Resta solo questo, perché non siete stati capaci di fare altro". No! Noi siamo stati capaci di proporre la revisione al Piano paesaggistico; ho sempre precisato e specificato che, grazie alla sua farraginosità, non si riesce a rendere auspicabilmente applicabile per quel principio nato per lo stesso Piano, che è quello di tutelare l'ambiente e di dare sviluppo; sino a oggi, credetemi, ha dato poco di una cosa e niente dell'altra e, nelle more della revisione del Piano, questo è lo strumento edilizio che, pur andando in deroga a tutte le norme urbanistiche sinora vigenti, ha dato la possibilità (non lo dico io, lo dicono le associazioni di categoria, ultimamente, tre giorni fa, l'ha detto anche il presidente dell'ANCI Sardegna) di un po' di ossigeno alla nostra economia. E' vero che noi non produciamo pane perché non facciamo gli agricoltori, il pane lo producono gli agricoltori tramite il grano con i forni e quant'altro, però l'edilizia, così come gli altri settori produttivi, porta pane alle famiglie e, almeno questo, si è riusciti a fare.

Ora, dire che questa legge è l'emblema della speculazione, dire che questa legge è una legge assolutamente in deroga a tutte le norme, mi sembra sia un po' esagerato. Senz'altro, essendo una legge in deroga, ha delle forzature che sono evidenti per tutti. Ma, oggigiorno, posso affermare, con assoluta certezza, che in quei comuni dove abbiamo fatto il sondaggio la legge sul Piano casa ha rappresentato investimenti per 357 milioni di euro, chiaramente dati accertati, onorevole Meloni, non dalle invenzioni, dati accertati dalle schede presentate dai comuni, per essere chiari, Sassari compresa; poiché la proiezione in tutti i comuni della Sardegna arriva a trentamila e passa istanze, possiamo ipotizzare investimenti per 575 milioni.

Ora, detto questo, non è che sia la panacea di tutti i mali, com'è stato detto, ma questa norma, nella difficoltà contingente in cui ci troviamo, vuoi per la recessione economica, vuoi per l'impossibilità di poter edificare quasi da qualsiasi parte, grazie ai vincoli, anche assurdi, in molti casi, che ci impone il Piano paesaggistico, ha dato la possibilità ai cittadini sardi, se non altro, di avere qualche lieve sollievo alla disoccupazione e di incrementare i redditi delle famiglie. Non è vero che gli investimenti hanno riguardato solo ed esclusivamente ville o quant'altro, se andiamo a vedere i grafici che la struttura ha elaborato, ci si rende perfettamente conto che oltre l'80 per cento degli interventi ha riguardato ampliamenti su case uni o bifamiliari, lasciando una minima parte alle strutture ricettive e un'altra minima parte ad altri interventi. Ciò dice che, effettivamente, il problema è sentito dalle famiglie, chiaramente!

Ho sentito dire che chi realizza il Piano casa vuol dire che non ha necessità e non è in situazione indigente. Chi l'ha detto questo? Se uno può costruire 60 metri cubi in una casa, vuol dire una stanza di 4 per 5 o per 3, una stanza! Magari si realizza un bagno o una stanza per la figlia femmina, magari si realizza un'altra stanza per poter separare il maschio dalla femmina, nei nostri centri piccoli è questa la realtà che ha rappresentato il Piano casa, senza assolutamente andare a cercare ipotesi di speculazione alcuna né, tantomeno, ipotesi di poter individuare chissà che cosa. Si dice che il Piano casa ha determinato in un anno lo sviluppo di 300 mila metri cubi e quindi in tre anni 900 mila metri cubi, non ho mai contestato le intese perché dico che quando un provvedimento va incontro a un'esigenza nel rispetto dell'ambiente e di quant'altro, è giusto che venga fatto, però voglio dire che, se in un intervento di 18 mila istanze, cioè di 18 mila richieste di concessioni edilizie, sono stati sviluppati 900 mila metri cubi, vi ricordo che l'intesa in 90 concessioni edilizie, 90, non 18 mila, ha sviluppato qualcosa come 2.970.000 metri cubi.

Allora dico: parliamo delle cose concrete, senz'altro è possibile che possa essere una forzatura, ma che ci sia l'esigenza di questo strumento, che senz'altro può essere criticato dal punto di vista politico, perché la deroga non è possibile che vada avanti per 4 o 5 anni, ma oggigiorno questa è un'esigenza rappresentata, non dal mondo delle associazioni di categoria, non dal mondo edile, ma dai cittadini e dai sindaci che i cittadini rappresentano, e non da noi, bene ha fatto quindi la Commissione a presentare la deroga a questa legge, ciò vuol dire che qualcosa di positivo e non di negativo questo provvedimento ha prodotto. E limitiamoci a questo!

Questo è un provvedimento di passaggio, deve essere di passaggio, speriamo, io sono convinto che, entro poco tempo, possiamo senz'altro… stiamo concludendo l'intesa ancora con il Ministero per quanto riguarda la revisione del Piano paesaggistico e abbiamo messo mano e stiamo già concludendo la nostra proposta di legge urbanistica che, assieme alle altre legge, arriverà in Commissione, spero che, nei prossimi mesi, si possa senz'altro dare la possibilità alla Sardegna di disporre della revisione del Piano, che non è un Piano di cementificazione, perché questa è la notizia che passa, e non è assolutamente vero, anzi, sotto certi aspetti è ancora più vincolante dell'altro, benché su certe zone faccia cadere il tabù di vincolo totale, ma se è vincolo, è vincolo, e se c'è un vincolo non ci possono essere intese, perché quando c'è un'intesa su un vincolo vuol dire che a chi piace lavora altrimenti non si fa edificare; questo il nuovo Piano lo elimina, perché fa tutti i cittadini uguali; dove si può costruire si costruirà, con regole ferree, con regole certe, e dove non si potrà costruire non si costruirà! Si sta completando l'intesa con il Ministero, stiamo completando l'esame della proposta di legge urbanistica, si sta lavorando. Non è materia facile né da proporre, né da digerire, ci sono tante difficoltà che vanno dal carattere giuridico, a quello urbanistico, a quello sociale, a quello economico, ma limitiamo qualche volta gli attacchi alle cose reali e non facciamo di tutta l'erba un fascio.

Questa deroga o la legge numero 21 tutto può essere fuorché una legge che ha favorito speculazioni di chicchessia: 900 mila metri cubi, 18 mila istanze, non vuol dire speculare, vuol dire avere risposto, nell'83 per cento dei casi, a esigenze prettamente familiari. Ecco il perché della richiesta dei sindaci, che rappresentano i cittadini sardi! Onorevole Sanna, lei mi dirà che non resta altra arma, ma in questo momento è l'unico strumento che abbiamo. Tutto qui! Ho finito.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Fois, Oppi e Piras hanno votato a favore e i consiglieri Barracciu, Porcu, Salis hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 41

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Si prende atto che il consigliere Fois è rientrato dal congedo.

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Proroga di termini

1. Al comma 2 dell'articolo 8 della legge regionale 21 novembre 2011, n. 21 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984 ed altre norme di carattere urbanistico), sono apportate le seguenti modifiche:

a) le parole "dodici mesi" sono sostituite dalle parole "ventiquattro mesi";

b) le parole "trentasei mesi" sono sostituite dalle parole "quarantotto mesi".

Emendamento soppressivo totale Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cocco - Salis - Mariani

L'articolo 1 è soppresso. (2)

Emendamento sostitutivo totale Meloni Valerio - Lotto - Moriconi - Sanna Gian Valerio - Cucca

L'articolo 1 è così sostituito:

Le domande presentate ai sensi della LR 4/2009 e successive modifiche e integrazioni, entro i termini di scadenza previsti, mantengono la loro validità e sono conseguentemente istruite dagli Uffici competenti a prescindere dal decorso dei tempi previsti dalle norme. (1)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Mariani - Salis - Sechi - Zuncheddu - Cugusi - Cocco

La lettera a) è soppressa. (3)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Salis - Cugusi - Sechi - Mariani - Zuncheddu - Cocco

La lettera b) è soppressa. (4)

Emendamento modificativo Uras - Sechi - Salis - Cocco - Zuncheddu - Cugusi - Mariani

Alla lettera a) le parole: "ventiquattro mesi" sono sostituite con "ventiquattro ore". (5)

Emendamento modificativo Uras - Salis - Cugusi - Cocco - Sechi - Zuncheddu - Mariani

Alla lettera b) le parole: "quarantotto mesi" sono sostituite con le parole "quarantotto ore". (6).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, metto in votazione l'emendamento soppressivo…

(Interruzione)

Onorevole Meloni, su che cosa intende intervenire?

MELONI VALERIO (P.D.). Sull'emendamento numero 1 sostitutivo totale, Presidente.

PRESIDENTE. Non l'ho ancora messo in votazione, un attimo.

MELONI VALERIO (P.D.). Chiedo scusa.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Mi pare che sia il mio, no?

PRESIDENTE. Sì.

URAS (Gruppo Misto). E' l'emendamento soppressivo totale dell'articolo 1. Presidente, voterò a favore dell'emendamento.

Sono però anche in attesa di capire che cosa dobbiamo fare sugli ordini del giorno di cui prima abbiamo annunciato l'esigenza, cioè vorrei capire se ci sono Presidenti di Gruppo, se ci sono consiglieri regionali, interessati a fare quello che abbiamo già detto che avremmo fatto ieri nei confronti dell'assemblea dei sindaci, anche in ragione delle esigenze di tutelare la finanza regionale dalle scorribande di qualche funzionario infedele.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, intervengo sull'emendamento numero 2 per dichiarare che voteremo a favore di questo emendamento soppressivo dell'articolo 1. In premessa però, stante il fatto che vi è stata un'incomprensione sulla mia richiesta di iscrizione alla discussione generale, mi preme esprimere due considerazioni all'assessore Rassu e anche all'assessore Cherchi, che ho visto in Aula precedentemente, cioè all'Assessore dell'urbanistica e all'Assessore dell'agricoltura che sono direttamente interessati alle politiche di utilizzo del territorio.

Assessore Rassu, ho preso nota dei dati che ella ha voluto fornirci sull'impatto del Piano casa sui comuni della Sardegna: 32 mila ore di lavoro, interventi sulle case uni o bifamiliari, interventi che, a suo dire, non hanno avuto impatto sul territorio regionale. Penso che non sia così. L'impatto c'è stato (quando avremo dei dati precisi sulla situazione del costruito e dell'edificato, avremo modo di verificarlo), ma si può dire sicuramente che l'intervento urbanistico-edilizio, visto anche in termini occupazionali e di investimenti prodotti, è un palliativo rispetto alla situazione di crisi che vive l'edilizia in Sardegna.

Intervengo su questo punto per indicarle, assessore Rassu, un documento molto importante, proprio per capire qual è il problema vero dell'edilizia e dell'urbanistica in Italia e in Sardegna. La pregherei di leggerlo, è stato stilato dall'ANCE, Associazione nazionale costruttori edili, il 24 ottobre 2012, esattamente un mese fa, a seguito dell'audizione dell'ANCE sul disegno di legge 5534 bis, legge stabilità 2013. Lei troverà, assessore Rassu, in quest'analisi fatta dai costruttori edili italiani, un elemento importante di comprensione delle critiche che noi stiamo facendo e continueremo a fare al Piano casa, nel senso che questi interventi…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Presidente, esprimo il voto contrario all'emendamento presentato dal collega Meloni…

MELONI VALERIO (P.D.). Non è mio questo!

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. …e per ribadire che i dati che l'assessore Rassu ha poc'anzi illustrato sono dati fondati, si basano su un monitoraggio costante, sono dati pubblicati sul sito Internet nel link del governo del territorio della Regione e ovviamente sono a disposizione.

Non entro nel merito perché non voglio polemizzare sulle dichiarazioni fatte dal collega Gian Valerio Sanna, al quale vorrei ricordare che l'intervento dell'emiro del Qatar è un intervento fra privati, ovviamente, come sapete, è andato ad acquistare una proprietà privata, non è su proprietà pubbliche, ben vengano questi interventi quando sono volti a migliorare le condizioni di noi sardi e quando sono volti a proiettare la Sardegna verso una destagionalizzazione che voi, a parole, avete negli anni professato, ma che non avete mai attuato.

L'unico segno che è rimasto della vostra politica urbanistica è stato un viaggio in elicottero che i sardi ricordano e non hanno dimenticato!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, trenta secondi semplicemente per rispondere all'onorevole Uras che ha chiesto che cosa pensavamo sulla sua proposta di ordine del giorno sul G8. Siamo favorevoli all'ordine del giorno. Va da sé che deve essere fatto questo ordine del giorno e anche l'ordine del giorno sulla situazione dei comuni di cui si è parlato ieri, quindi andranno predisposti e valutati per avere un consenso unanime di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Steri, però mi deve dichiarare il voto sull'emendamento.

STERI (U.D.C.-FLI). E' contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Contrario.

Di tanto in tanto vengo chiamato in causa dall'onorevole Uras su un provvedimento sul quale credo che sia stato opportuno intervenire e sul quale credo che ancora sia opportuno intervenire nella contingenza, ma sul quale ho molte riserve, soprattutto sui principi della deroga; sui principi della proroga perché ci fa perdere un po' di credibilità non solo in Europa, dove vigono poche regole ma precise e chiare, una legge si fa, un piano si propone, ha una scadenza, superata quella scadenza non esiste più. Se avessimo prorogato probabilmente la fase di pianificazione 2000-2006, probabilmente staremmo ancora a pensare di spendere.

Quindi non credo di essere mai intervenuto sul Piano casa in Consiglio regionale, non credo di aver mai fatto dichiarazioni di alcun genere, l'onorevole Uras ogni tanto mi cita perché, in risposta a una domanda di un giornalista di una televisione privata, citai il documento nazionale sul Piano casa che diceva che presumibilmente il 3 per cento dei possessori di immobili avrebbe ricorso a questo strumento. Quindi un semplice calcolo matematico: di un milione e duecento immobili presenti in Sardegna, il 3 per cento fa 12 mila, dodici sono le persone mediamente impiegate nei lavori edili, tra muratori, manovali, impiantisti, serramentisti, elettricisti, falegnami, idraulici, dodici mediamente sono le persone impiegate, possono essere impieghi di un'ora, possono essere impieghi di mezza giornata, mica sono posti di lavoro, ci mancherebbe altro, con interventi medi, sono 30 mila le istanze, ci siamo anche molto avvicinati a quel parametro fissato a livello nazionale che era di 36 mila ipotizzato, siamo molto vicini, lo strumento è in linea, 570 milioni significa che stiamo parlando di interventi di meno di 20 mila euro, di 18 mila euro. Credo che abbiamo centrato quegli obiettivi, la ricaduta occupazionale è estremamente limitata perché non sono posti di lavoro, sono lavori di tipo privato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 23

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Il Consiglio è convocato alle ore 16 e 30 di questo pomeriggio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 33.