Seduta n.61 del 15/10/2009
LXI SEDUTA
(POMERIDIANA)
Giovedì 15 ottobre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 24.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 9 ottobre 2009 (54), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Massimo Mulas, Efisio Planetta, Paolo Terzo Sanna e Teodoro Venceslao Rodin hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 15 ottobre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
rilancio dell'economia" (67).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato numero 53-67/A e, dovendosi procedere a votazione, sospendo la seduta poiché, a termini di Regolamento, non sono ancora trascorsi 10 minuti dall'inizio della seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 25, viene ripresa alle ore 16 e 39.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori. Procediamo con l'emendamento numero 553, di cui dobbiamo votare la lettera e).
Metto in votazione la lettera e) dell'emendamento numero 553.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Rinuncio anch'io, Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io non rinuncio. Siamo alla lettera e). Allora, la lettera e) concreta diverse complicazioni. La prima, Assessore, non certo più "ristrutturazione", ma anche "rinnovamento"; una parola nuova in urbanistica: "rinnovamento". Che cosa vuol dire? Rinnoviamoci! Rinnovare può essere "demoliamo e ricostruiamo", può essere "facciamo una tinteggiatura", però è una parola nuova, è un conio innovativo che ci serve per arricchire la nostra conoscenza e che ci era del tutto oscuro. Però poi viene il sodo, credo che l'articolazione dei commi sia fatta per distrarre su una cosa e cercare di non farne capire un'altra. Sentite questo: "Eventuali incrementi volumetrici, per i quali non opera l'articolo 6 della legge regionale numero 8…", cioè il limite al 50 per cento delle volumetrie in zona F; che cosa significa in soldoni? Siccome è riconosciuto il 25 per cento dei volumi legittimamente esistenti, significa che, dove noi abbiamo realtà che hanno superato, in virtù del fatto che non c'era il limite del 50 per cento, anche il 400 per cento delle volumetrie compatibili con le zone F, totalmente in deroga e per deroghe sovrapposte, qui si farà il 425 per cento. Questo sia chiaro!
Non è che io inventi le cose, leggo, e siccome conosco la realtà della Sardegna, questo significa una cosa molto precisa, significa creare ancora ingiustizie. E poi la parte finale è: "a condizione però che realizzino" - ecco qua la parte costruttiva - "concreti obiettivi di qualità paesaggistico-architettonica e di efficienza tecnico-funzionale", il che è come dire: prima lo sparo e poi cerco di rianimarlo. E' la stessa cosa, cioè sto dicendo che, nella fascia dei 300 metri, posso rifare di tutto e aggiungere di tutto, anche oltre il legittimo limite, poi però devo cercare di farlo con buon gusto e sempre che qualcuno lo giudichi. Questo è il tenore di questa lettera e), non chiedeteci oltre un altro commento. Il nostro voto è ovviamente contro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Io speravo che la pausa potesse indurre qualche riflessione su questa lettera: o una proposta di ritiro o qualche proposta modificativa. Se non è così, procedo con la mia dichiarazione di voto, se no, se ci fosse una riflessione, mi eviterei dei commenti su cose che forse potrebbero essere migliorate… allora se capisco che è così, rinvio la mia dichiarazione di voto a dopo l'eventuale proposta.
PRESIDENTE. Rinvia che cosa, onorevole Porcu? Non c'è nessuna proposta, abbiamo in votazione la lettera e) per cui faccia la sua dichiarazione di voto.
PORCU (P.D.). Vedo un collega col braccio alzato, magari ha una proposta.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, se non viene richiamata l'attenzione, anche verbalmente, se io non la vedo…
Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non è una dichiarazione di voto, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori e mi permetto di proporre all'Aula un emendamento orale, alla luce di quello che è il contenuto del comma e), perché voglio far osservare che questo 25 per cento, così facendo, è riferito non solo a chi non l'ha avuto in precedenza ma anche a chi lo ha avuto, quindi si sommerebbero 25 e 25 più il 10, sapete meglio di me che cosa significa. Io credo che questo si possa aggiustare, che ci sia la piena volontà da parte della Giunta e propongo che, nell'emendamento, alla lettera e) dell'articolo 13, dopo le parole "di efficienza tecnico funzionale e si sviluppino non verso il mare", siano aggiunte le seguenti: "gli incrementi volumetrici previsti nella presente lettera non si applicano alle strutture turistico-ricettive che abbiano già usufruito degli incentivi previsti dall'articolo 10 bis..."
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, mi scusi però, siccome anche gli Uffici devono registrare l'emendamento...
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Dopo glielo consegno.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna…
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Mi dica, Presidente.
PRESIDENTE. Consegni la copia dell'emendamento così facciamo fare le fotocopie in modo tale che i consiglieri possano disporne per poter valutare l'ammissibilità dell'emendamento orale.
Scusate. Vorrei ricordare ai colleghi che la seduta non è sospesa e anche che ci sono le telecamere in Aula.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ma la seduta è sospesa?
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, l'ho comunicato io in Aula in questo momento, per cui...
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non l'ho capito e anche i commessi non l'hanno capito, stanno continuando a mandar via telecamere, gente e così via.
PRESIDENTE. Ho dato io l'indicazione visto che i consiglieri in Aula si stanno comportando come se la seduta fosse sospesa; ho avvisato l'Aula e ho pregato di allontanare le telecamere. Quindi è stata un'indicazione della Presidenza, onorevole Sanna.
Allora, l'emendamento è stato consegnato.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, noi ammettiamo questo emendamento orale, anche se non condividiamo naturalmente niente di questa legge, di questo articolo, neppure della lettera e), e neanche alcuna virgola di questo provvedimento di legge. Però, se questo emendamento serve alla maggioranza per limitare il danno che sta facendo, lo ammettiamo in Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Porcu)
PRESIDENTE. No, onorevole Porcu, si è prenotato, ma è prenotato dopo l'onorevole Uras.
Onorevole Porcu, nel momento in cui io le ho dato la parola, prima, la sua prenotazione si è cancellata, quindi lei si è riscritto e c'era prima l'onorevole Uras. Non cerchiamo di mettere sempre in discussione quello che avviene.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Se vuole parlare prima di me non c'è problema, io parlo per secondo.
PRESIDENTE. L'onorevole Uras rinuncia e fa parlare prima lei. Prego onorevole Porcu.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No, non rinuncio.
PRESIDENTE. No, ho detto che l'onorevole Uras rinuncia e fa parlare prima lei.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Non vorrei mai parlare al posto dell'onorevole Uras, anche perché non sarei in grado di riassumerne il pensiero.
Presidente, io le avevo detto che chiedevo un'informazione all'Aula, non intervenivo, ma non rinunciavo alla mia prenotazione. Il nostro Capogruppo ha accolto un emendamento orale con lo stesso spirito con cui si usa un coriandolo per ripararsi dal temporale. E' una pezzettina minuscola su una legge che dà un via libera a tutto. Tra l'altro non abbiamo sanato il fatto che è ancora possibile, per chi volesse partire con un incremento del 10 per cento, secondo le previsioni degli articoli precedenti, e in particolare dell'articolo 4, avere ben più del 25. Quindi abbiamo messo veramente una pezza molto piccola.
Io credo che sia discretamente imbarazzante il testo della lettera e), corriamo anche il rischio di dire delle cose pleonastiche, quando incrementi che arrivano al 30 per cento per strutture nella fascia dei 300 metri, che sono in riva al mare, è molto difficile che si sviluppino verso il mare, perché se si sviluppassero verso il mare dovremmo mettere addirittura le palafitte. Quindi siamo all'ovvio.
Credo che rimanga purtroppo confermato in questo testo il fatto che deroghiamo al limite del 50 per cento delle volumetrie nella zona F; è certificato quindi che anche in questo caso produciamo nuove volumetrie e incrementi volumetrici anche in deroga ai limiti che ormai erano stati accettati e sanciti. Il voto non può che essere contrario e rimane la speranza che magari nelle successive lettere ci possa essere ancora un ripensamento per una legge che, se si avvia a essere approvata in questo modo, certamente ha caratteristiche e contenuti del tutto difformi da quelli che erano stati prospettati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come l'onorevole Bruno, anche io non mi oppongo all'ammissione dell'emendamento orale proposto dall'onorevole Sanna, ma voterò contro. Voterò contro perché questo è un testo su cui non è possibile porre rimedio, cioè è un danno grave e irreparabile all'ambiente, alla cultura urbanistica e paesaggistica di questa Regione, alle possibilità di sviluppo future, all'organizzazione armonica del nostro territorio, alla salvaguardia della sua identità. E' una tragedia! Fra l'altro è una tragedia che ci racconta piano piano nel suo evolvere anche alcune cose, supera alcune perplessità, chiarisce alcuni dubbi. Io mi chiedevo, l'ho chiesto durante tutto il dibattito, poi non ho mai ricevuto risposta, come mai si dicesse in via generale che era possibile superare l'incremento volumetrico facendo riferimento a volumetrie esistenti e mettendoci una data, un termine. Prima era la presentazione della dichiarazione di inizio attività, poi è stata individuata una data del calendario, questo mi è chiarito proprio dalla lettera e), che parla di tutti i "volumi legittimamente esistenti". Quindi ci sono quelli dell'articolo 3, dell'articolo 2, che sono volumetrie. Punto! Poi ci sono quelle legittimamente realizzate. Ovvero, noi qua facciamo un'operazione che è ancora molto più grave di quella a cui pensiamo e, senza aver avuto mai una simulazione, un dato, una qualsiasi indicazione di misura, sappiamo quanto sarà devastante l'esito di questo provvedimento: milioni, milioni e milioni di metri cubi, soprattutto vicino al mare, soprattutto nelle aree di pregio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). La letteratura noir ha vissuto uno dei suoi momenti di maggior splendore e oggi inizia invece l'era delle leggi noir, perché sono sempre in una fase in cui presentano sorprese, eventi che si presentano, accadono e non erano contemplati in quella che era la stesura. Se potessi, presenterei un emendamento orale per sopprimere, considerato che non è un articolo che è andato in discussione in Commissione, nessuno l'ha visto, è comparso qui tra la meraviglia di tutti e oggi si sta cercando di salvare il salvabile, con riferimenti e aspetti che sono ancora inquietanti.
Per quanto riguarda il riferimento in questo comma 2 alla ristrutturazione e al rinnovamento, stamattina ho detto (poi ripreso dal collega Sanna): "Quindi è prevista la demolizione". Quando si parla di rinnovare il guardaroba, cosa vuol dire? Che si butta il vecchio e si sostituisce col nuovo. Io credo che se dobbiamo utilizzare… voi ci avete dimostrato che la lingua italiana si può usare in vari modi, un po' come la pelle…
(Interruzione)
No, non suggerirmi parole che ha sdoganato il "presidentissimo" ma che io non intendo usare in quest'aula. Quindi io credo che per questa ragione continuiamo a rimanere fermamente contrari a questa proposta.
Questo articolo si muove nei confronti della pianificazione come il vandalo interviene sul monumento, come ha agito il martellatore della Pietà, pur senza mettere fine al valore monumentale dell'opera di Michelangelo, così accadrà anche con questa legge nei confronti del bene monumentale, del bene ambiente in Sardegna, in ogni caso comprometterà definitivamente la sua immagine e il suo valore artistico.
PRESIDENTE. Metto in votazione la lettera e) così come emendata dall'onorevole Giacomo Sanna.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della lettera e) dell'emendamento numero 553, nel testo modificato oralmente.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dessì e Rassu hanno votato a favore e che i consiglieri Ben Amara e Zuncheddu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 73
votanti 72
astenuti 1
maggioranza 37
favorevoli 47
contrari 25
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione la lettera f) dell'emendamento numero 553.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, in riferimento alla lettera f) del comma 1, la Giunta procede al ritiro del testo. Questo nella considerazione che alcune riflessioni da parte dei consiglieri hanno in qualche modo evidenziato la perplessità di potenziali discrasie con quanto già deliberato a suo tempo dall'organo consiliare in riferimento alla tematica riferita alle zone agricole.
PRESIDENTE. Assessore Asunis, non può essere ritirato, casomai può esprimere un parere diverso rispetto a quello precedentemente espresso.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Mi scuso, signor Presidente. La Giunta, in riferimento al comma 1, lettera f), esprime una valutazione negativa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Esprimo parere conforme a quello della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale della lettera f) dell'emendamento numero 553.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della lettera f) dell'emendamento numero 553.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Meloni Marco ha votato contro.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 70
votanti 69
astenuti 1
maggioranza 35
contrari 69
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione la lettera g) dell'emendamento numero 553.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). "Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali ai Piani paesaggistici regionali…" - al Piano, non ai Piani, non ne abbiamo tanti, uno, quindi al Piano paesaggistico - "all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri… possono essere realizzati gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica". Vi leggo alcune parti dell'articolo 49 delle Norme tecniche di attuazione che, al momento, disciplina, in maniera incontrovertibile a prescindere dalla legge regionale, e anche domani governerà, questo aspetto: "Sino all'analitica delimitazione cartografica delle aree", queste sono fissate nella misura di 100 metri a partire dagli elementi di carattere identitario e storico; ancora "nelle aree è vietata qualunque edificazione o altra azione che possa comprometterne la tutela;" e poi: "la delimitazione dell'area costituisce limite alle trasformazioni di qualunque natura, anche sugli edifici e sui manufatti, e le assoggetta all'autorizzazione paesaggistica". Dice ancora che sui manufatti e sugli edifici esistenti all'interno del perimetro dei 100 metri "sono ammessi gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e le attività di studio, ricerca, scavo, restauro…" eccetera, eccetera. Questa è la disciplina e questo è lo scavalcamento, cioè come se non esistesse si può fare di tutto. Lascio ogni commento a voi. Il nostro voto è ovviamente contrario perché è contrario a una disciplina vigente che non può essere modificata con disciplina regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Siamo sicuri che anche qui non ci sia qualche intendimento al ritiro? Cioè a me sembra che sia una lettera del tutto pleonastica. Non si capisce quale sia l'obiettivo perché o il vincolo c'è o non c'è, e se c'è e va riperimetrato va fatto secondo le prescrizioni del Piano paesaggistico. Quindi è anche di comprensione assolutamente difficile, perché se rimane il vincolo dei 100 metri, cioè se rimane una fascia di tutela di 100 metri, questa non può essere derogata da un'autorizzazione paesaggistica, oppure la fascia di tutela deve essere rimodulata e a quel punto non c'è più bisogno dell'autorizzazione paesaggistica. Diciamo che la fretta porta a un legiferare confuso, ma probabilmente nella confusione ci scappa qualche metro cubo in più e quindi va tutto bene.
Mi sembra che stiamo procedendo veramente in maniera pasticciata, Assessore. Io le rivolgo un invito, l'ennesimo, mi rendo conto rituale, ma lo faccio e lo faccio per l'ultima volta sull'articolo 13: ritiratelo. Credo che renderebbe giustizia almeno alle vostre buone intenzioni, perché non ho dubbi che ci siano queste buone intenzioni. L'articolo 13 certamente mette l'intero provvedimento sotto una luce molto cattiva perché fa emergere possibilità edificatorie che sono del tutto difformi da quelle previste in altre parti della legge.
Quindi il voto, anche sulla lettera g), è contrario con l'auspicio che, prima di arrivare alla conclusione di questo articolo (che costituisce il vero cuore di questa legge, come è stato finalmente svelato, tutto il resto era solo una cortina fumogena per non farci comprendere quelle che erano le vere intenzioni), ci possa essere un ripensamento. Non è mai troppo tardi e noi, comunque, lo apprezzeremo. Io le saprei anche chiedere scusa per le parole che le ho rivolto, se ci fosse questa capacità e questo sussulto di ritirare l'articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sicuramente arriverà una risposta all'onorevole Porcu perché è stato molto convincente e, quindi, attendiamo questo provvedimento. Devo dire che, in ogni caso, avrei anche difficoltà a comprendere. Confesso il mio limite nel comprendere il contenuto della lettera g) in questo articolo, ed è per questo che approfitto invece per segnalare all'Aula gli effetti che sta incominciando a produrre questa legge. Io manco da alcuni giorni da Alghero però mi dicono che da ieri hanno iniziato con le ruspe diverse demolizioni, persino nel centro storico, e credo che questo sia un effetto che tra poco registreremo in tutto il territorio della Sardegna.
Ormai io credo che ci sia stata una risposta alle aspettative che si erano alimentate tra i sardi, tra una calda e una fredda, tra una dolce e una amara, a seconda delle dichiarazioni che autorevoli esponenti del centrodestra rilasciavano sulla stampa sarda; oggi con questo articolo si chiarisce definitivamente. Il chiarimento avviene perché viene messa in tutta evidenza la determinazione e la decisione con cui questa maggioranza e questa Giunta intendono operare nel campo della pianificazione urbanistica e degli interventi edilizi nel nostro territorio.
Sarà un danno per il popolo sardo, sarà un danno per i nostri concittadini che non avranno sicuramente grandi opportunità da questa legge. Il disegno è chiaro, ormai è del tutto evidente e non ci rimane altro che continuare la nostra voce insistente di rigetto di un provvedimento che non abbiamo condiviso mai dal primo giorno in cui c'è stato presentato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, nel 1996, quindi circa 13 anni fa, la percentuale di litorale libero in Sardegna era di circa il 73 per cento. Oggi la percentuale si è ridotta, a seguito di una serie di abusi, al 68 per cento. Tuttavia, il territorio costiero della Sardegna risulta libero da insediamenti e infrastrutture, per cui possiamo ancora oggi vantare un patrimonio paesaggistico di grande pregio. La cosiddetta legge salvacoste, nonché il PPR, in questo periodo, hanno evitato che si sviluppasse la cosiddetta città lineare che avrebbe sicuramente fatto uno scempio, cosa che ci state proponendo oggi. Ebbene, oggi è proprio con questo vostro ex piano casa o piano ex casa, non abbiamo capito bene, libero finalmente da ogni forma di ambiguità, che voi uscite allo scoperto e scegliete in modo freddo di passare al saccheggio del prezioso patrimonio dei sardi. Chiedo al presidente Cappellacci e all'assessore Asunis a quando le ruspe.
Ma noi, visto che abbiamo sottolineato in tutto questo periodo che non possiamo rinunciare al nostro patrimonio ambientale, ci riserveremo di portare avanti una lotta anche fuori dall'Aula proprio per la difesa di un bene della collettività, perché non è il vostro, e valuteremo anche eventuali posizioni legali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessore, colleghi, presidente Cappellacci, Presidente lei ha detto che nella fascia dei 300 metri non avreste mai costruito. Le chiedo perlomeno, perché al danno non si aggiunga la beffa, di eliminare dal sito della Regione le sue dichiarazioni dove viene riportato, quasi giurando con la mano al petto in queste conferenze stampa mediatiche: "Mai toccheremo o incideremo il bene primario che per noi è l'ambiente, la cultura, le coste, il mare, le campagne", eccetera, eccetera. Perlomeno eliminatelo dal sito della Regione, dite: "C'eravamo sbagliati, vogliamo costruire in deroga a tutto e a tutte le norme e chi può, faccia, chi non può, perché non ha risorse, perché sono famiglie non abbienti, che hanno difficoltà, visti i costi della vita, beh, quelli si arrangino!". D'altronde perché preoccuparsi di chi non ha la seconda casa al mare o un albergo da allargare!
Presidente, ritirate almeno quelle dichiarazioni. Le chiedo di ritirarle perché, appunto, al danno non si aggiunga la beffa; alle parole del giuramento circa la possibilità di dover tutelare e salvaguardare il patrimonio ambientale, invece vengano sostituite le parole della cementificazione e del valore dell'ambiente come valore economico in base ai metri cubi che si possono realizzare su di esso e speculando su questo. Il voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, concordo con l'onorevole Zedda, alcune cose nel sito istituzionale della Regione sono da inserire, le delibere, le delibere in tempo reale, Presidente, altre cose sono da eliminare. E' da eliminare la dichiarazione che ha fatto sui 300 metri dal mare, "non si tocca", è da eliminare la dichiarazione sui 111 milioni per la Sassari-Olbia, oggi il sottosegretario Pizza ha detto che non ci sono, mentre, veramente, io chiedo che ci sia più trasparenza nel mettere in tempo reale le delibere della Giunta.
Però, parliamo adesso di questo emendamento. Guardate, io intanto vi chiedo, lo chiedo a lei Presidente, se questa indicazione "adeguamento ai Piani paesaggistici regionali" è un errore di battitura oppure se effettivamente vi riferite ai PTP annullati, insomma a che cosa vi riferite? Guardate, voi non avete preso in considerazione niente, né il Codice Urbani, né il Codice dei beni culturali, né la "45", né i Piani urbanistici comunali, siete andati oltre ogni regola, oltre ogni limite, per cui noi vi chiediamo di esprimervi, stiamo votando adesso un testo di legge, cosa sono i Piani paesaggistici regionali? Noi ne conosciamo uno che è stato approvato e che è attualmente in vigore. Vi chiediamo se ne esistono altri o se avete intenzione di farne altri, a che cosa vi siete ispirati quando avete scritto questo emendamento, questo sub emendamento che avete presentato stamattina.
Noi comunque voteremo contro, voteremo contro come su tutte le proposte che fate su questa legge che è veramente un inganno, un inganno per i sardi e avremo modo in quest'Aula e anche fuori di quest'Aula di dimostrarlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo votando sulla lettera g) che è uno dei casi di cui si è discusso ampiamente sulla stampa, in quest'Aula, nella Commissione di merito. Si parla di Tuvixeddu, di "100 metri, ove prevista, a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici e identitari (…) possono essere realizzati gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, esclusivamente a condizione che abbiano ottenuto l'autorizzazione paesaggistica"; cioè, qua si interviene su tutto e di più. Sappiamo bene qual è la discussione in corso, io non ne faccio assolutamente carico a chi svolge la propria attività imprenditoriale e sceglie di svolgerla in un quadro normativo che purtroppo noi continuiamo a lasciare vago.
Qual è l'effetto che avrà questo provvedimento? Io dico, perché noi ne dobbiamo essere consapevoli, che nonostante gli sforzi fatti in questi decenni per riuscire a dotare la Sardegna di una letteratura normativa significativa, stabile, che desse certezza di diritto agli operatori economici, ma anche alla nostra comunità, noi non siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo e non siamo riusciti a raggiungerlo perché a oggi vince chi non ha voluto le regole, chi ha voluto una deregulation generale. A oggi vince chi è amante delle disposizioni che recitano "nelle more dell'adeguamento", "nelle more dell'adozione", "nelle more di…", "nelle more da…". Noi siamo condannati a non avere in questa Regione alcuna certezza di diritto, passata questa legislatura ne verrà un'altra, a una normativa di legislatura come questa ne seguirà un'altra.
PRESIDENTE. Metto in votazione la lettera g) dell'emendamento numero 553. Chi la approva alzi la mano.
Passiamo alla lettera h), sulla quale c'è una proposta di emendamento orale il cui testo è stato già distribuito ai consiglieri.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signori consiglieri, ho fatto testé distribuire a tutti un'ipotesi di emendamento orale che ha per un verso la finalità di identificare una data certa in riferimento al primo comma della lettera h) e che, al secondo comma, prevede espressamente che, prima della possibilità di chiudere il procedimento da parte dell'Esecutivo regionale, venga acquisito il parere della Commissione consiliare competente. Chiedo all'Aula cortesemente, se non ha elementi in ordine a un'ipotesi di non accoglimento, di valutare il testo nella sua interezza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, chiedo un minuto di sospensione in aula per valutare l'emendamento, proprio un minuto, la ringrazio.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa in aula, quindi significa che i consiglieri si devono comportare di conseguenza. Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 26, viene ripresa alle ore 17 e 28.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare l'accettazione dell'emendamento orale innanzitutto perché credo che ci sia anche un problema di accettazione da parte dell'Aula, noi non ci sottraiamo alla responsabilità di consentire alla Giunta aspetti migliorativi, anche se rappresentano, come dire, delle piccole pezze su un vulnus enorme che si apre per le coste; ma ci asteniamo nel merito perché riteniamo che un legiferare che sottrae alla Commissione di merito anche la possibilità di approfondire quali siano le opere programmate, quindi che ci riserva di passaggio in passaggio sempre sorprese, credo che non sia un buon modo di legiferare, anzi può apparire, e lo sarà ancora più chiaro sulle lettere successive, che, con l'apparente obiettivo di salvaguardare in questo caso interventi nella fascia dei 300 metri che possono riguardare la realizzazione di reti elettriche, in realtà poi c'è sempre l'eccezione che rappresenta la pezza, un escamotage per far passare opere già programmate.
Allora, credo che sarebbe stato meglio, Assessore... Presidente, magari sospendiamo un attimo visto che c'è l'esigenza di chiarire...
PRESIDENTE. Mi scusi. Prego, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Siccome ho capito che c'era un bisogno suo di parlare col Presidente che è sempre ubi maior, io umilmente mi fermo. Chiedo di recuperare il tempo e se ha altre esigenze del genere me lo segnali.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, non esageriamo, stiamo attenti durante tutta la seduta, che non si possano scambiare neanche due parole in due minuti, mi sembra un po' un'esagerazione! Onorevole Porcu, prego continui.
PORCU (P.D.). Siccome è evidente che siamo in conclusione di un percorso e ci può essere anche l'esigenza di parlare per migliorare il testo, perché è avvenuto...
PRESIDENTE. C'è l'assessore Asunis che sta comunque ascoltando, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Esatto. Siccome c'è l'esigenza di migliorare il testo, è avvenuto due volte su tre negli ultimi emendamenti, riportavo la mia disponibilità. Comunque il voto, con questa proposta emendativa sulla lettera h), con l'emendamento orale, è di astensione per i motivi che ho riportato, non ci è dato sapere la portata, non è un buon modo di legiferare ma vogliamo comunque essere disponibili verso qualsiasi aspetto migliorativo anche se estremamente ridotto rispetto alla portata del testo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siccome non vorrei che fosse registrato agli atti che io voto qualcosa a favore o che mi astengo, pur consentendo, perché le minoranze sono sensibili all'esigenza di correzione e di riduzione del danno di questo provvedimento, vorrei chiarire che, a differenza del collega Porcu, io comunque voterò contro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io mi allineo alla posizione del collega Porcu però vorrei anche sommessamente invitare a integrare la dicitura "reti elettriche", che non significa niente. Se è volontà del Consiglio dare una risposta a tutti coloro che sono preoccupati del posizionamento in determinate aree sensibili di impianti di produzione energetica, bisogna mettere "reti e impianti di produzione energetica", perché io capisco che senza rete non si può fare l'impianto ma c'è anche necessità di dire con chiarezza quello che stiamo facendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.Nell'emendamento presentato all'attenzione dell'Aula si è parlato di reti e non di impianti perché gli impianti sono già contemplati in uno specifico comma della legge di accompagnamento alla finanziaria che è stato pubblicato nell'agosto di quest'anno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, nulla osta a inserirlo come emendamento orale, prendo atto della precisazione fatta dall'assessore Asunis perché anch'io avevo inserito "impianti di produzione", ma è stato sciolto quel dubbio. Ho un dubbio sul secondo comma, assessore Asunis, perché il secondo comma dice: "E', inoltre, ammessa la realizzazione di reti elettriche che, sulla base di un atto di indirizzo approvato dalla Giunta… ottengano la preventiva valutazione positiva da parte della medesima Giunta regionale". L'espressione "previo parere della Commissione consiliare competente", mi sembra un po' pleonastica, comunque io voto contro l'emendamento ugualmente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, stiamo parlando della lettera h), della fascia dei 300 metri dal mare, dove si prevedono oltre a volumetrie, corpi aggiunti, nuova cubatura, reti elettriche e quant'altro, insomma la spiaggia va proprio stravolta possibilmente, cioè non deve esistere? Lo so, presidente Cappellacci, che lei vuole superare altri che hanno devastato il Poetto, però non ha portato grande fortuna politicamente a coloro che hanno devastato il Poetto. Io non so che gusto ci sia o si potrà provare nel vedere le nostre spiagge devastate e non so neanche quale sia l'incentivo economico, lo slancio nuovo di economia per strutture alberghiere che aggiungeranno un corpo aggiunto e riempiranno quelle camere, quei servizi annessi, sempre ad agosto. Perché non si parla di aiutare il turismo, le strutture turistiche allargando e aumentando la stagione turistica e magari riempendo, non dico tutto l'anno ma quasi, le strutture esistenti. No, il turismo e le strutture turistiche passano attraverso un edificio in più, e abbiamo risolto i problemi del turismo in Sardegna. Ciò che diceva la collega Zuncheddu prima, che noi abbiamo solo il 68 per cento ormai di coste libere, produce il 7 per cento del PIL, incide in termini economici come turismo con il 7 per cento del PIL, tutto il turismo. Non è che aggiungendo un po' di cubatura in più, abbiamo aggiunto turismo e nuovo PIL della Regione, abbiamo semplicemente usato un po' più di costa, abbiamo speculato un po' più sul mare, abbiamo aiutato qualcuno che ha un albergo e lo vuol far diventare un po' più grande.
In fin dei conti, non abbiamo aiutato neanche gli albergatori nell'estendere la stagione turistica e questo non è uno strumento di incentivo sicuramente al turismo e ai servizi turistici. Il voto è contrario e chiedo il voto elettronico palese.
PRESIDENTE. Invito ad alzarsi gli altri consiglieri che appoggiano la sua richiesta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Volevo chiedere… anche se l'Assessore si è spostato, sicuramente il Presidente è altrettanto competente in questa materia. Come l'Assessore sa, ma sicuramente anche il Presidente sa, le linee elettriche in area demaniale sono le poche infrastrutture che lo Stato non delega alla potestà legislativa regionale. Infatti, per esempio, nei porti commerciali o turistici, le uniche infrastrutture presenti nella fascia dei 300 metri dal mare, perché ritenuta infrastruttura strategica di interesse nazionale, sono le linee elettriche. E' evidente che se noi introducessimo una norma in questo senso costringeremmo lo Stato a impugnarla davanti alla Corte costituzionale, però rivendicheremmo una potestà sulle infrastrutture strategiche che, secondo me, è una delle materie da riforma statutaria.
Quindi, posto che non cambia il contenuto, se il termine "rete elettrica" presuppone un collegamento che va a servire abitazioni e immobili, posto che la nostra finalità è invece quella di porre un freno a grossi impianti, chiederei se possiamo sostituirlo con il termine "linea elettrica"; mentre la rete è quella a 220 volt, la linea è quella ad alta tensione o anche a media tensione, che mi pare sia la finalità per la quale stiamo proponendo questo emendamento orale. Fermo restando che io preannuncio il voto favorevole comunque, credo che però sia più utile, anche per battere un colpo nei confronti dello Stato, non utilizzare i termini "impianti" o "reti" ma utilizzare semplicemente il termine "linea elettrica" che è l'infrastruttura strategica per la quale lo Stato rivendica la competenza.
PRESIDENTE. Colleghi, c'è un'ulteriore proposta di emendamento orale da parte del collega Cuccureddu, forse l'Aula non era particolarmente attenta. Io vorrei capire se c'è l'accoglimento della proposta dell'onorevole Cuccureddu, il quale chiede che, anziché parlare di "reti elettriche", si parli di "linee elettriche".
CAPELLI (U.D.C.). Lo deve dire la Giunta.
PRESIDENTE. No, prima di tutto lo deve dire l'Aula, onorevole Capelli, perché la Giunta non si può sovrapporre al volere dell'Aula.
(Interruzione del consigliere Capelli)
PRESIDENTE. Lei ha detto: "Lo deve dire la Giunta", in un momento in cui si parla tanto di prerogative del Consiglio!
Allora, poiché non vi sono opposizioni, si intende accolto l'emendamento orale dell'onorevole Cuccureddu. Quindi, come richiesto, metto in votazione, con il voto elettronico, la lettera h) emendata dalla Giunta e dall'onorevole Cuccureddu.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della lettera h) dell'emendamento numero 553, con le modifiche proposte.
(Segue la votazione)
(Per un problema tecnico non è possibile disporre della stampa della votazione recante le espressioni di voto.)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 52
astenuti 16
maggioranza 27
favorevoli 45
contrari 7
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione il comma 2 dell'emendamento numero 553.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). La lettera l) è stata già votata?
PRESIDENTE. E' stata già votata con l'altra parte, era inglobata nella prima votazione perché l'eccezione era stata chiesta per le altre lettere che abbiamo testé votato e per il comma 2.
BRUNO (P.D.). Perfetto. Domando di parlare sulla modalità di voto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo il voto segreto sul comma 2.
PRESIDENTE. Onde evitare incidenti, chiarisco una volta per tutte che il Regolamento, all'articolo 96, comma 9, stabilisce che la richiesta sulla modalità di voto debba pervenire alla Presidenza prima che il Presidente chiami l'emendamento o l'articolo in votazione, per cui prego i colleghi, sia per la richiesta di voto segreto che per quella riguardante la votazione per parti, che questa richiesta avvenga prima che il Presidente inviti il Consiglio a votare.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del comma 2 dell'emendamento numero 553.
(Segue la votazione)
Annullo la votazione per problemi tecnici e ne dispongo la ripetizione.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, del comma 2 dell'emendamento numero 553.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 72
votanti 71
astenuti 1
maggioranza 36
favorevoli 38
contrari 33
(Il Consiglio approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta:la Presidente Lombardo.)
In conseguenza dell'approvazione dell'emendamento numero 553, decadono tutti gli altri emendamenti all'articolo 13.
Passiamo all'esame dell'articolo 14. All'articolo 14 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 14 e dei relativi emendamenti:
Articolo 14
Modifiche alla legge regionale 4 agosto 2008, n. 13
1. Dopo il comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale n. 13 del 2008, è aggiunto il seguente:
"2 bis. All'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici ed identitari, come definiti dal comma 1, sono consentiti, nelle more della nuova delimitazione della suddetta fascia, gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, a condizione che abbiano ottenuto l'autorizzazione paesaggistica, rilasciata ai sensi dell'articolo 146 e seguenti del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. I contenuti e le prescrizioni della suddetta autorizzazione costituiscono commisurazione e valutazione della compatibilità dell'intervento proposto con l'interesse paesaggistico tutelato.".
2. L'articolo 2 della legge regionale n. 13 del 2008 è sostituito dal seguente:
"Art. 2 (Disciplina per le aree all'interno dei centri di antica e prima formazione)
1. Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, i comuni, con deliberazione del consiglio comunale, verificano la coerenza delle disposizioni dei vigenti piani particolareggiati dei centri storici ricadenti nelle aree di antica e prima formazione, con le disposizioni del Piano paesaggistico regionale e possono procedere alla loro attuazione per le parti coerenti. Con deliberazione consiliare, i comuni, per le restanti aree del centro di antica e prima formazione, esterne al piano particolareggiato del centro storico, verificano la coerenza delle relative previsioni urbanistiche con le disposizioni del Piano paesaggistico regionale e procedono alla loro attuazione.
2. Il comune procede alla pubblicazione sul BURAS delle deliberazioni di cui al comma 1. Dal giorno successivo alla pubblicazione, all'interno dell'area del centro di antica e prima formazione, possono essere realizzati gli interventi coerenti, previsti nella disciplina urbanistica previgente, a condizione che abbiano ottenuto l'autorizzazione paesaggistica, rilasciata ai sensi dell'articolo 146 e seguenti del decreto legislativo n. 42 del 2004.".
3. Dopo l'articolo 2 della legge regionale n. 13 del 2008, è inserito il seguente:
"Art. 2 bis (Nuova delimitazione dei centri di antica e prima formazione)
1. I comuni, nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, possono avviare l'intesa con la Regione per la riperimetrazione del centro di antica e prima formazione.
2. Raggiunta l'intesa, il consiglio comunale approva la nuova perimetrazione del centro di antica e prima formazione con propria deliberazione, da pubblicarsi sul BURAS. Dal giorno successivo alla pubblicazione, nelle aree esterne al nuovo perimetro, possono essere realizzati gli interventi previsti nella disciplina urbanistica previgente.".
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 14
L'articolo 14 è soppresso. (82)
Emendamento sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 14
L'articolo 14 è così sostituito:
1. Il titolo della legge regionale n. 13 del 2008 è così sostituito: "Individuazione dei beni paesaggistici e identitari".
2. Al comma 1 dell'articolo 1, dopo la lettera c), è introdotta la seguente
"c bis) i beni identitari appartenenti ai beni di cui alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 143 del decreto legislativo n. 63 del 2008".
3. Al comma 2 dell'articolo 1 dopo la parola "individuati" sono aggiunte: "nelle cartografie allegate al Piano paesaggistico e nel repertorio approvato con delibera della Giunta regionale n. 23/14 del 16 aprile 2008.
4. L'ultimo capoverso del comma 3 dell'articolo 1 è abrogato.
5. Agli effetti della legge regionale n. 13 del 2008 per "centro matrice" è da intendersi il centro di antica e prima formazione così come definito dall'articolo 51 delle norme tecniche di attuazione del PPR. (310)
Emendamento sostitutivo totale Giunta regionale
Articolo 14
L'articolo 14 è sostituito dal seguente:
Art. 14
Modifiche alla legge regionale 4 agosto 2008, n. 13
1. L'articolo 2 della legge regionale n. 13 del 2008 è sostituito dal seguente:
"Art. 2 (Disciplina per le aree all'interno dei centri di antica e prima formazione)
1. Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, alle sue varianti ed agli atti di aggiornamento e revisione, i comuni, con deliberazione del consiglio comunale, verificano la coerenza delle disposizioni dei vigenti piani particolareggiati dei centri storici ricadenti nelle aree di antica e prima formazione, con le disposizioni del Piano paesaggistico regionale, sue varianti ed atti di aggiornamento e revisione, e possono procedere alla loro attuazione per le parti coerenti. Con deliberazione consiliare, i comuni, per le restanti aree del centro di antica e prima formazione, esterne al piano particolareggiato del centro storico, verificano la coerenza delle relative previsioni urbanistiche con le disposizioni del Piano paesaggistico regionale e procedono alla loro attuazione. Detta deliberazione dovrà essere approvata come previsto dall'art. 9, comma 5, della L.R. 28 del 1998.".
2. Il comune, ottenuta l'approvazione di cui al precedente comma 1, procede alla pubblicazione sul BURAS delle deliberazioni di cui al comma 1. Dal giorno successivo alla pubblicazione, all'interno dell'area del centro di antica e prima formazione, possono essere realizzati gli interventi coerenti, previsti nella disciplina urbanistica previgente, a condizione che abbiano ottenuto l'autorizzazione paesaggistica, rilasciata ai sensi dell'articolo 146 e seguenti del decreto legislativo n. 42 del 2004." (386)
Emendamento all'emendamento numero 386 aggiuntivo Steri - Capelli - Sanna Giacomo - Cappai - Biancareddu
Articolo 14
All'emendamento n. 386, dopo il comma 2, sono inseriti i seguenti commi 2 bis, 2 ter e 2 quater:
"2 bis. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale presenta un disegno di legge avente ad oggetto, per quanto di sua competenza, la disciplina dei procedimenti di autorizzazione della realizzazione di impianti di produzione di energia e detta criteri di bilanciamento tra l'interesse ambientale, l'interesse paesaggistico e quello delle attività produttiva.
2 ter. Sino all'approvazione della legge di cui al comma che precede, tutte le autorizzazioni in materia di realizzazione di impianti di produzione di energia acquistano efficacia solo successivamente al bilanciamento degli interessi coinvolti operato, su proposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente, con deliberazione della Giunta regionale, da rendersi entro 180 giorni dalla ricezione della richiesta. È in facoltà della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente, individuare le opere che non necessitano di essere sottoposte al procedimento integrativo dell'efficacia di cui in precedenza.
2 quater. Sono fatti salvi gli interventi per i quali alla data di entrata in vigore della presente legge siano legittimamente avviate le opere nel senso che sia già stato realizzato un mutamento consistente e irreversibile dello stato dei luoghi. (436)
Emendamento all'emendamento numero 386 aggiuntivo Sanna Giacomo - Solinas - Dessì - Planetta
Articolo 14
All'articolo 14, come sostituito dall'emendamento n. 386, dopo il comma 2 del novellato articolo 2 della L.R. n.13/2008 è aggiunto il seguente comma:
"3. Al fine di preservare e ricostituire il compendio paesaggistico nella sua consolidazione storica, architettonica ed estetica, all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici e identitari, sono sempre consentiti gli interventi di ricostruzione senza aumento di volumetria e nel rispetto delle sagome e delle proporzioni preesistenti degli immobili di particolare interesse storico, artistico, architettonico tutelati o soggetti a vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42, che minacciano rovina ovvero siano parzialmente o totalmente crollati.
A tal fine, il conseguimento del nulla osta ai sensi dell'articolo 21 del dlgs n. 42/2004 unitamente ai contenuti e le prescrizioni della autorizzazione paesaggistica che, deve essere rilasciata entro 15 giorni dalla richiesta da parte dei competenti uffici regionali, costituiscono titolo idoneo per l'avvio dei lavori previa comunicazione all'amministrazione comunale." (525)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 14
Il comma 1 dell'articolo 14 è soppresso. (83)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 14
Il comma 1 è soppresso. (311)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 14
Il comma 2 dell'articolo 14 è soppresso. (84)
Emendamento soppressivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 14
Il comma 2 dell'articolo 14 è soppresso. (117)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 14
Il comma 2 è soppresso. (312)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 14
Il comma 3 dell'articolo 14 è soppresso. (85)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 14
Il comma 3 è soppresso. (313)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 14
Nell'articolo 14, comma 3, la frase: "I comuni, nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, possono avviare l'intesa con la Regione per la riperimetrazione del centro di antica e prima formazione" è soppressa. (151).)
PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti numero 436 e 151 sono inammissibili.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, con l'articolo che abbiamo appena votato, la legge, di fatto, nei suoi contenuti più dirompenti, più impattanti, più significativi dal punto di vista delle nuove volumetrie, può dirsi praticamente conclusa, quindi avrebbe anche poco senso continuare a intervenire in quest'Aula. Ci siamo confrontati su due filosofie opposte, non solo di governo della Sardegna ma anche di sviluppo del territorio regionale, ci siamo confrontati su due modalità completamente diverse di rapportarci anche con gli elettori, con il popolo sardo, con i territori della Sardegna. Uno: quello che ci avete fatto vedere in quest'Aula, in questi giorni e in questi mesi, parte sempre da un bagliore, da un luccichio, da una possibilità per ognuno di ricavare un beneficio specifico, personale, particolare e, grazie a questo bagliore, a questo beneficio particolare che fate balenare, provate in qualche modo a rendere chi ci guarda, le nostre comunità, involontariamente complici di un disegno che poi porta a dare il via libera a interventi che certamente non sono di beneficio per la comunità nel suo insieme. L'avete fatto molto bene in questa legge, l'avete fatto molto bene facendoci credere e facendo credere al popolo sardo che in questa legge parlavamo di casa, di beni primari, di edilizia popolare, di aiutare il giovane o il povero giovane che vuole espandere con una stanza la casa paterna, e con quel miraggio, con quella involontaria complicità che cercate, mettete sotto silenzio il vero obiettivo di questa legge, quello di liberare volumetrie in quantità molto alta.
Io ho provato a ipotizzare che cosa accadrà per gli interventi che abbiamo appena approvato, che avete appena approvato con il nostro voto contrario; contrarietà che non si limiterà a un voto contrario ma che si manifesterà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, impugnando la legge, impugnandone gli effetti e opponendoci in tutte le sedi perché non si compia questo saccheggio. L'avete fatto andando poi, con questo miraggio di piccoli e irrisori benefici per molti, a incassare invece i benefici per pochi.
E' un modo di rapportarsi all'elettorato, è un modo naturalmente totalmente diverso dal nostro, è un modo dal quale dissentiamo, lo riteniamo sbagliato, anche sul piano dei valori, lo riteniamo sbagliato sul piano dell'esempio che dovremmo dare i nostri giovani. Noi oggi stiamo lanciando il messaggio che le leggi sono di impiccio, che le regole vanno stralciate, sollevate, derogate, perché togliendo le regole ognuno può compiere il proprio piccolo personale egoismo. Avete dato il messaggio dirompente che una comunità è tenuta insieme, non da molte virtù, non da un progetto collettivo che parla a tutti, ai giovani e agli anziani, alle zone rurali e alle coste, ma da tanti piccoli egoismi. Oggi è questo il legame con il quale vi interfacciate con gli elettori, una somma di piccoli egoismi che rende ognuno di voi, ognuno di noi, complice di un progetto che vuole solo consumare, che vuole devastare, che guarda soltanto all'oggi e non al domani.
Allora, dopo aver incassato il bottino dell'articolo 13, io chiedo, e lo chiederò ancora con insistenza, Assessore, ci dica, ci sveli, ci faccia una stima delle volumetrie che vengono liberate con quelle convenzioni che ritornano efficaci, che erano state bloccate dalle norme di salvaguardia del Piano paesaggistico regionale che prevedeva che quelle convenzioni potessero essere solo efficaci laddove avevano prodotto un mutamento irreversibile dei luoghi, e lo facevano col presupposto che il bene paesaggistico è un bene pubblico, è un bene comune, il mare, il sole, la spiaggia non ci appartengono, non sono un bene privato, sono un bene di tutti che non si può spartire, che non si può privatizzare, che non si può mettere sempre e comunque a reddito, e da quel presupposto eravamo partiti per stabilire che, se quelle convenzioni, quelle lottizzazioni, quelle nuove cubature non avessero prodotto un danno tale da essere irreversibile, un danno tale che la lottizzazione stessa poteva rappresentare un recupero del territorio, andavano bloccate.
Voi oggi sovvertite quel principio, secondo noi lo sovvertite in maniera illegittima, ma non avete neanche il coraggio, la trasparenza, di rivelarci a quanti milioni di metri cubi ammontano quegli interventi, a quanti milioni di metri cubi ammontano gli strumenti attuativi efficaci dei comuni dotati di PUC, a quanti milioni di metri cubi ammontano gli strumenti attuativi non ancora approvati dei comuni dotati di PUC e a quanti milioni di metri cubi possono ammontare, appunto, le convenzioni private sottoscritte in data precedente all'entrata in vigore del Piano paesaggistico. Non ce lo dice, non ce lo volete dire perché volete mascherare, ancora oggi, il fatto che questa legge parla di bisogni primari, parla di casa, volete ancora oggi mascherare con l'inganno qual è il vero contenuto di questa legge, ed è tutto all'articolo 13.
Allora uno potrebbe pensare che, una volta intascato il bottino, una volta intascato il vero contenuto della legge, ci sia un momento di pace, di tranquillità, ve ne andreste a casa soddisfatti, con un sorriso certamente furbo e non un sorriso soddisfatto perché credo che non ci sia da essere soddisfatti di questa legge. Io non credo che voi andrete in giro a dire che siete orgogliosi di questa legge, non credo che farete convegni per dire quanto siete bravi, forse sorriderete ma sarà un sorriso furbo, un sorriso complice, sarà una strizzata d'occhiolino, che è quella che fate ai sardi dicendo "ce n'è anche per voi, solleviamo la regola anche per voi".
Ma non siete paghi, volete dare un altro colpetto finale e lo date con gli articoli 14 e 15, perché sa, quando ci si prende gusto a stralciare le leggi, si vuole completare l'opera, con una "lussuria cementificatoria", guardi, io credo che Dante vi avrebbe condannati in un girone dell'inferno, io credo che Dante vi avrebbe condannati nel girone dei lussuriosi, perché la vostra fantasia cementificatoria non ha limite.
Allora, dopo aver incassato, io credo che sarebbe stato sufficiente, ma è come quando uno ha la pancia piena e vuole mangiare ancora; Assessore, voi siete una maggioranza che, con la pancia piena di volumetrie, dice "non mi basta ancora, ne voglio di più!". E' una vera "lussuria cementificatoria", la vostra, che non ha limite. Allora, diamo il colpo finale, consentiamo, con l'articolo 14, nelle more dell'adeguamento dei Piani paesaggistici, ancora la possibilità di intervenire, come fate in realtà all'articolo 14, diamo ancora la possibilità di intervenire come ancora fate con l'articolo 15.
Non c'è limite, io lo capisco, lo dirò ancora, dirò ancora che non avete più limiti. Me ne dispiaccio, avevo sperato, e con me credo molti colleghi, che tra noi ci potesse essere un confronto sul modello di sviluppo, un confronto costruttivo dove voi avreste certamente prevalso ma che ci poteva vedere impegnati insieme per un progetto di sviluppo della Sardegna virtuoso; avete rifiutato questo confronto e avete dato solo risposte a pochi, mascherate, con l'occhiolino fatto a tanti.
Naturalmente voterò ancora contro questo articolo e l'articolo successivo ma spero sempre in un ripensamento, non c'è mai limite alla speranza e noi continuiamo a sperare e, dove non ci sarà la speranza, ci sarà certamente una reazione e un'opposizione a questo modo di procedere di cui credo vi dovrete assumere interamente la responsabilità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, andavo a leggere la lettera g) appena approvata, contiene lo stesso testo del primo comma dell'articolo 14, l'unica cosa che varia è che la lettera g) agisce nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici, che non ci saranno mai; noi stiamo costruendo le condizioni perché la pianificazione comunale non si faccia mai in questa Regione! Qua non si fa riferimento nelle more e inizia: "All'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici ed identitari…", la lettera g) ha aggiunto solo: "Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici" - che non si faranno mai - "all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri…" e poi segue in modo identico.
La prima cosa che voglio capire è se c'è un'esigenza particolare, perché l'unica esigenza particolare che viene in mente è che ci sia il bisogno di inserire il comma 2 bis alla legge numero 13 e scolpire questo concetto prescindendo dai termini che sono indicati invece nella lettera g) dell'articolo precedentemente approvato. La realtà, lo dico al Presidente ma anche agli Uffici che dichiarano inammissibili qualcuno dei miei emendamenti, è che non si capisce se stiamo votando due volte la stessa cosa. Stiamo votando due volte la stessa cosa?
Presidente, non voglio disturbare, però è possibile sapere se dobbiamo votare due volte la stessa cosa? La lettera g) ha lo stesso testo del primo comma dell'articolo 14, varia solo la dicitura "nelle more dell'approvazione dei piani urbanistici". E' la stessa cosa? C'è una differenza? Su che cosa possiamo discutere? Lo abbiamo approvato prima...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Uras, di che cosa sta parlando?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rileggo: "Dopo il comma 2 dell'articolo 1" - questo è il primo comma dell'articolo 14 - "all'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici ed identitari…". La lettera g), che abbiamo approvato, dice: "All'interno delle aree ricomprese nella fascia di larghezza pari a 100 metri, ove prevista, a partire dal perimetro più esterno dei beni paesaggistici e identitari, come definiti dall'articolo 1 della legge regionale numero 13 del 2008, possono essere realizzati gli interventi di trasformazione", e anche qui si dice "sono consentiti" - non si dice "possono essere realizzati" - "gli interventi di trasformazione del territorio e degli edifici esistenti, compresa la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, a condizione che abbiano ottenuto l'autorizzazione…", anche in questo caso la stessa espressione "l'autorizzazione paesaggistica". Cioè è la stessa cosa? E' diverso? In che cosa si differenzia? E' difficile capirlo.
PRESIDENTE. Infatti è stato presentato dalla Giunta l'emendamento sostitutivo totale numero 386 che tiene conto delle parti su cui il Consiglio si è già espresso.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cioè come faceva a tenere conto delle parti su cui il Consiglio si è espresso, se si doveva ancora esprimere?
PRESIDENTE. E' stato presentato adesso all'articolo 14. Mi scusi onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Allora c'è una confusione, non si capisce più nulla, Presidente. Qua si continuano a presentare emendamenti sostitutivi totali la mattina che contengono parti degli articoli che dobbiamo votare successivamente, che vengono posti alla discussione ma che sono stati già emendati rispetto a una decisione del Consiglio che non è stata ancora adottata. Noi viaggiamo nella confusione più straordinaria, non siamo nella condizione... gli emendamenti sono sparsi sul tavolo!
Se abbiamo bisogno di mezz'ora per rendere disponibili gli aggiuntivi e i sostitutivi totali e parziali dell'ultima ora presentati al Consiglio, si prenda mezz'ora l'Ufficio e consenta ai consiglieri di leggere e di valutare gli emendamenti. Perché se no l'unica cosa che possiamo fare è partecipare a una discussione che è totalmente surreale! Non sappiamo di che cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, mi fanno presente gli Uffici che, per quanto riguarda il punto che richiamava lei, di una sorta di incompatibilità tra quanto approvato alla lettera g) dell'articolo 13 e l'articolo 14, non c'è nessuna contraddizione o sovrapposizione. Questa è la valutazione che è stata fatta dagli Uffici.
Per consentire la risoluzione di alcuni problemi tecnici al sistema di votazione, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 01, viene ripresa alle ore 18 e 11.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Prego i colleghi di prendere posto.
E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, volevo appunto fare un'ulteriore riflessione visto e considerato che anche l'articolo 14 si allinea o comunque tenta di allinearsi a una visione che, a mio avviso, è quella che ha caratterizzato sino a questo momento, ma direi un po' tutto, il dispositivo legislativo. Ormai è evidente che il disegno di legge numero 53 sia stato ispirato esclusivamente all'edificazione o, così come diciamo semplicisticamente, al mattone. Questo per ridare fiato all'economia della Sardegna. Altre volte ho detto che mi sembra molto riduttivo questo. Noi tutti pensiamo seriamente che l'economia della Sardegna non transiti esclusivamente sull'edilizia, non è possibile. Ricordo che siamo 1.600.000 abitanti circa e cubature per noi ne abbiamo a sufficienza. Se recuperassimo tutti i volumi disponibili, basti pensare ai nostri centri storici, avremmo spazi sovrabbondanti e disponibili a una nuova e vera valenza strategica per lo sviluppo.
In effetti io credo che il PPR, il Piano paesaggistico, possieda o sia stato ispirato da una filosofia di fondo legata a una grande valenza strategica per lo sviluppo della Sardegna e con questa legge lo stiamo in qualche maniera minando perché non si evince se non, ripeto, la filosofia della edificazione e quindi sicuramente la valenza anche economica, perché edificare vuol dire promuovere economia; però non è sufficiente e, a mio avviso, non potremo farlo vita naturale durante, tant'è che io considero questo intervento, chiamiamolo, tra virgolette, una tantum perché non potremo costruire ed edificare all'infinito. L'economia non si può reggere su una monocultura, sappiamo l'effetto delle monoculture cosa ci ha dato.
Con questo disegno di legge, voi state smantellando il Piano paesaggistico per ricondurlo a un rilancio economico, come ho detto, una tantum con il mattone e che, a mio avviso, non è funzionale a quella valenza strategica dello sviluppo che appunto il Piano paesaggistico propone e che mi pare sia stata ampiamente apprezzata sia a livello nazionale che a livello internazionale.
Il patrimonio edificatorio che si sviluppa in modo particolare e quindi ridà fiato alle cubature lungo la costa, io credo che abbiano un limite, un grandissimo limite, è un patrimonio comunque utilizzabile solo in una parte dell'anno e quindi non è fruibile completamente. Poi, ripeto, è impostato sul turismo balneare, per il quale abbiamo difficoltà spesso a espandere la presenza turistica, quindi per più mesi all'anno, riesce a farlo sicuramente la Costa Smeralda, ma non credo che ci si illuda che tutta la Sardegna possa diventare una Costa Smeralda, assolutamente!
Quindi, è un fattore economico, ripeto, labile, perché comunque il turismo cosiddetto balenare è soggetto ai mutamenti del mercato internazionale, non è solo la Sardegna che ha belle coste, non è solo la Sardegna che ha un richiamo turistico. Vi sono aree nel mondo che oggi non hanno sviluppato appieno il settore turistico perché ancora non hanno, come dire, individuato la loro fonte di possibile economia e quindi non hanno investito o non hanno consentito l'investimento nel turismo di tipo balneare.
Quindi, io credo che questa sia un'operazione molto limitata, perché dovremmo pensare a uno sviluppo integrato che, come ho detto, valorizzi i centri storici, perché l'economia sul mattone si sarebbe potuta raggiungere ugualmente favorendo il recupero dei centri storici e coniugando l'effetto turistico costa-interno con la durata di tutto l'anno. Perché il turismo duri tutto l'anno deve avere forti radici nella storia e nella cultura di un popolo. Per fortuna la Regione Sardegna ce l'ha, ce l'ha per intero questa motivazione, ma non solo motivazione, ha elementi importantissimi di storia umana che molti altri Paesi del Mediterraneo, ma il mondo, invidiano. Una storia completa, così articolata, come la storia della Sardegna è patrimonio di pochissimi popoli al mondo.
Ebbene, io credo che questa sia la valenza importante per dare la possibilità di raggiungere lo scopo che questa legge si è prefissa, di implementare, per carità, l'economia con l'edificazione. Però andava aggiustato il tiro, quindi un'edificazione che mirasse a valorizzare i nostri centri storici perché, come abbiamo detto nei vari articoli, i centri storici sono interessati, ma in maniera molto superficiale, senza un piano organico che tuteli la loro storicità, la loro particolarità, e che sia funzionale all'accoglienza, così com'è nella nostra tradizione. In altri Paesi, se voi andate in Francia, tanto per non andare molto lontano, nei centri storici vedete che appaiono delle targhe, in immobili abbandonati, perché la modernità sposta le famiglie dai centri storici verso la periferia, su spazi organizzati e sufficienti ad accogliere il nuovo bisogno edificatorio che è legato al posto auto, ai giardini e a quanto oggi si richiede per una vita sociale importante, ebbene, in molte di queste strutture che finirebbero per essere abbandonate, trovate una scritta come "struttura di accoglienza", "casa di accoglienza per il turismo". Un po' noi stiamo cercando di farlo, ma è molto molto labile questo aspetto.
Quindi, ripeto, si sarebbe potuto cogliere questo obiettivo con una maggiore attenzione che coniugasse questo investimento della valorizzazione del patrimonio culturale della Regione Sardegna, perché nel mondo c'è tantissima gente assetata di culture, delle culture vere. La stessa moglie di Barrack, il nostro magnate della Costa Smeralda, diceva che la Sardegna è unica perché ha una sua storia, ed è bello venire in Sardegna perché si vive della storia, ci si immerge nella storia. Il nuovo turismo, il turismo del futuro, è un turismo che vive la realtà dei luoghi, che vive dentro i paesi, che vive la sagra paesana, quella originale che nasce dalla tradizione, e non fatta apposta per i turisti, così come si fa, balliamo su ballu tundu per intrattenere i turisti, non è questo il turismo colto che cerca, cerca e vuol vivere la realtà locale, vuol vivere i momenti della tradizione spontanea all'interno delle nostra comunità. Quello credo che sia il turismo che ci può dare reddito, che ci può dare valenza al cospetto del mondo. Le coste sono importanti, però ricordo solamente che un'esperienza del genere l'ha vissuta anche la Spagna, nelle isole Baleari, quando si è costruito, per grandi flussi di turisti verso le coste delle Baleari, con palazzi enormi, che oggi la Spagna sta demolendo, perché vuole recuperare lo spazio, lo spazio fisico, lo spazio paesaggistico, perché questo cerca l'uomo dell'età moderna, assillato e stressato dai ritmi di vita o chiuso all'interno di stanze e ambienti circoscritti e ovattati, cerca lo spazio infinito, cerca lo spazio dove potersi ritrovare, dove potersi rigenerare.
La Sardegna ha queste cose, ha gli spazi, ha la storia, ha la sua cultura. Bene, credo che noi abbiamo perso un'occasione ma spero che, durante la legislatura, ci si torni su questi aspetti, perché è importante che il nostro turismo viva di un turismo colto e possa vivere dodici mesi all'anno e non inventandoci, ripeto, iniziative che poi costano un sacco di soldi alla Regione Sardegna, perché le deve sostenere, le deve incoraggiare, per aumentare un mese di turismo solo in alcune parti della Sardegna, non nella Sardegna, mentre i nostri paesi sono distribuiti nella Sardegna. Quindi, si può vivere il turismo nella Sardegna, non in alcuni ambiti della Sardegna.
Oltretutto, ripeto, non vorrei che ci trovassimo con questa logica a doverci chiedere un domani (così come si ha paura quando si parla di parchi eolici), quando non avremo più bisogno di quei mostri, chi demolirà quelle parti e chi bonificherà quelle aree. Ci si pone il problema, poniamoci anche il problema su questo aspetto. Chi bonificherà i litorali che poi saranno invasi appunto dalle case che non verranno più utilizzate perché quel tipo di mercato turistico si volge verso altre parti del mondo? La Sardegna è una parte del mondo e quindi sarà soggetta alla legge di mercato turistico, mentre potremmo non essere soggetti al mercato turistico, perché la nostra storia non ce l'ha nessun altro.
Allora se noi basassimo la nostra economia non solo sul mattone fine a se stesso per il turismo balneare, probabilmente riusciremmo a creare un'economia integrata che dura dodici mesi all'anno; io avrei auspicato che, in questo provvedimento di legge, lo avessimo colto questo aspetto; purtroppo non mi pare che sia stato così. Comunque ai posteri l'ardua sentenza, noi cercheremo in ogni caso di verificare; spero che i comuni, laddove ne abbiano il potere, continuino a esercitare la loro funzione a tutela del proprio patrimonio e quindi, nell'ambito della propria vita sociale, tutelino, perché li vivono di persona, la nostra storiografia, la nostra cultura e il nostro paesaggio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'articolo 14 riprende l'emendamento numero 386 predisposto dalla Giunta, dove si continua a sostenere con grande equivoco che si parla di variante al Piano paesaggistico. Non se n'è parlato da nessun'altra parte, ma negli ultimi due articoli, 13 e 14, viene introdotta questa novella a dimostrazione che non si parla più solo di atti di aggiornamento e di revisione, ma anche di varianti. Ricordo che le varianti non possono essere assimilate nella procedura che voi avete approvato poc'anzi.
La cosa curiosa, Assessore, è che, dopo che abbiamo sbeffeggiato i comuni in tutta questa legge, adesso si chiede ai comuni di deliberare in proprio, in maniera unilaterale, con una delibera del Consiglio, la dichiarazione di coerenza dei propri piani particolareggiati col Piano paesaggistico; cioè, i vigenti piani particolareggiati vengono verificati dallo stesso comune. Figuriamoci se non sappiamo già l'esito! Conosciamo i comuni.
Purtroppo, Assessore, io devo denunciare qua il fatto che lei prosegue con questa visione del trentennio passato, nel quale lei ha esercitato la sua funzione, dimenticando che il mondo nel frattempo è cambiato, e lei sa bene, quanto me, quanto siano diversi uno dall'altro i cosiddetti piani particolareggiati, e che sono particolareggiati solo nella definizione e quasi mai nella sostanza, e che l'azione che ha messo in piedi l'amministrazione regionale, attraverso la cosiddetta copianificazione volta alla verifica congiunta Regione-Comune sulla coerenza, serviva proprio per uniformare, di fronte al fatto di aver istituito i centri storici come beni paesaggistici, una visione omogenea dei nostri comuni.
Adesso a voi di tutto questo non vi importa più nulla. Basta una deliberazione, basta che il comune dica a se stesso: "Io sono coerente". A prescindere dal fatto che quel piano sia o non sia particolareggiato, a prescindere dal fatto che quei piani abbiano realizzato già la distruzione del centro storico, come in molti casi è capitato, sia che il piano particolareggiato consista in due bollini che raggruppano quattro immobili, così come è nella stragrande maggioranza dei casi, voi dite che, con la stessa deliberazione consiliare, i comuni per le aree che stanno fuori dal perimetro del centro storico e che interessano i nuclei di antica e prima formazione, dichiarano come sono coerenti, poi "e procedono alla loro attuazione". Cioè c'è una liberalizzazione univoca e unilaterale, rispetto alla funzione del Piano paesaggistico di coordinamento e di centralizzazione della funzione di pianificazione, che è mancata a questa Regione nei precedenti trent'anni. Giratela come volete, è mancata!
Basta dire che l'eredità degli ultimi trent'anni ha portato questa Regione ad avere, su 79 comuni della fascia costiera, solamente 22 comuni con il piano urbanistico comunale, caro Assessore, e io non c'ero nel tempo nel quale si doveva lavorare perché tutti avessero uno strumento. Cosa andate a cercare adesso con i piani particolareggiati? Qualcuno di voi nel passato ha verificato? Gli uffici regionali hanno verificato se i piani particolareggiati ci sono, sono tutti uguali, hanno le stesse regole, danno a tutti le stesse opportunità, tutelano allo stesso modo? Però voi adesso congelate la situazione del passato. E' stato un trentennio glorioso, quindi bisogna confermarlo. Bisogna confermarlo nella schizofrenia che ha visto la nostra Sardegna. Questa è la modernizzazione che state portando con questo emendamento, peraltro riferendovi a una procedura di approvazione della delibera che, badate, prevede addirittura che la delibera venga approvata ancora dall'Assessore della pubblica istruzione, posto che l'Assessore della pubblica istruzione non ha più la competenza del paesaggio! Articolo 9, comma 5, della legge numero 28 richiamata dall'Assessore nel suo emendamento! L'Assessore della pubblica istruzione non ha più la competenza del paesaggio e non esiste più che il potere politico approvi atti amministrativi e attuativi perché da tempo c'è la separazione delle funzioni in questo Paese e, invece, noi torniamo indietro agli atti discrezionali. L'Assessore fa le approvazioni.
Ma vi rendete conto di che cosa state riportando in auge? Per disconoscere, Assessore, io lo capisco, lei ha un problema nell'espletare la sua funzione di Assessore, questa seconda volta. Sì, lo capisco, ha un problema evidente, che deve, per poter esplicare la sua attività, cancellare tutte le minime ombre, anche di tipo organizzativo e strutturale che dentro l'Assessorato dell'urbanistica sono state create per gestire questi problemi, comprese professionalità e compresi uffici, perché lei è andato a dire, in tutte le assemblee in Sardegna, che non esiste l'Ufficio del Piano. Ma che allergia è? L'Ufficio del Piano è l'Ufficio dell'Assessorato che si chiama Ufficio del Piano e che è stato organizzato per far fronte alle nuove competenze. Di che cosa bisogna vergognarsi? Ma non è che io lì ho messo gli eserciti del centrosinistra, pronti e armati contro. Sono uffici pubblici, ai quali abbiamo chiesto di professionalizzarsi e che andrebbero valorizzati, piuttosto che disgregati!
Poi la delibera del comune, la delibera unilaterale, viene pubblicata sul BURAS per produrre i suoi effetti perché ovviamente deve produrre i suoi effetti. Questo significa la depianificazione del lavoro di pianificazione particolareggiata dei nostri centri storici. Questo significa quello che è stato scritto in questo emendamento. Mi pare coerente con tutto l'impianto. Io lo ritengo anche un buon emendamento perché tanto più questa legge ha dei punti bassi di vicinanza alla legittimità tanto più è difficile darne il giudizio ed esporre questo provvedimento alle conseguenze che merita.
Io concludo dicendo che questo dibattito è stato abbastanza singolare. Credo che, nel passaggio dal testo iniziale al testo che ci accingiamo a vedere in via definitiva, ci sia stato un magnifico, direi anche suggestivo, lavoro di peggioramento, cioè il testo della Commissione lo avrei ancora ancora capito nella sua logica, ma quello che siamo riusciti a fare in questi giorni è qualcosa di straordinariamente fantastico che, se voleva in qualche modo depotenziare le ragioni che noi portiamo ai profili di debolezza legislativa, ci apre le porte, articolo per articolo, comma per comma, a una serie di censure dove ci sarà da divertirsi. E lo faremo, credeteci, perché il problema non è politico, il problema è che le conquiste culturali della Sardegna, chiunque abbia una responsabilità istituzionale, le deve difendere.
Da ultimo, dopo la lettura di questo emendamento che sostituisce l'articolo 14, mi viene da leggere l'articolo 155 del Codice, che titola "Vigilanza", titolo impegnativo. "Le Regioni vigilano sull'ottemperanza alle disposizioni contenute nel presente decreto legislativo", eccetera, eccetera. Vigilano. "L'inottemperanza o la persistente inerzia nell'esercizio di tali competenze comporta l'attivazione dei poteri sostitutivi", da parte del Ministero. Poteri sostitutivi che noi invocheremo, perché l'approvazione del comma 2 del precedente articolo, che tende a mettere subito in operatività questo testo di legge, cosiddetto, crea un pericolo incredibile per le sorti future della Sardegna e delle prossime generazioni e credo che sia responsabilità nostra avvertire il Ministero che è più che mai opportuno che vada a leggersi immediatamente le norme prima che venga perpetrato un ulteriore saccheggio irreversibile del territorio della Sardegna.
Tutto questo lo diciamo perché quello di cui stiamo discutendo non vi appartiene, non ci appartiene, ma appartiene al cosiddetto bene indisponibile della collettività, sarda e italiana, e come tale, essendo noi parte di soggetti responsabili alla difesa e alla tutela di beni che non ci appartengono e che appartengono alla collettività, noi dobbiamo lavorare per la loro difesa.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ormai si sente anche nell'aria, siamo entrati, come dire, in zona Cesarini, siamo ormai al termine di questa lunga maratona che ci ha visto affrontarci con una visione decisamente contrapposta sull'idea complessiva di sviluppo in Sardegna e sull'idea della pianificazione. E' un provvedimento di legge che è stato elaborato in fretta. La fretta ha caratterizzato il ritmo nel procedere dalla Commissione all'Aula e denuncia con tutta evidenza - oggi possiamo dirlo e probabilmente troveremo anche condivisione tra i banchi della maggioranza - una notevole confusione. Era un'idea non conclusa, era un'idea che naturalmente è stata colta dopo il provvedimento del Governo e si è pensato, già dall'inizio dell'estate, di darle un'accelerata, un'accelerazione fuori dal comune ed era un'idea comunque in evoluzione. Lo abbiamo constatato anche oggi, visto che si continua a intervenire con emendamenti sostitutivi di articoli interi a significare che ancora non era un'idea matura elaborata all'interno della maggioranza.
Il collega Uras prima vi ha chiesto se vi occorreva mezz'ora di tempo per riordinare le idee, io credo che ci sia bisogno di qualche giorno semmai o forse di qualche settimana, se non di qualche mese per riordinare voi le vostre idee su un progetto che è diventato una confusione generale e che, nella smania di dare soddisfazione a tutti, di non lasciare fuori nulla del possibile, in termini di cementificazione, porta sicuramente ad affermare che una classe politica inadeguata ha voluto gestire un progetto che meritava probabilmente un'attenzione diversa. Se penso che la pianificazione urbanistica e la materia dell'edilizia sono state da sempre motivo di scontro in Sardegna perché è la terra che più di qualsiasi altra nel nostro Paese offriva possibilità e potenzialità all'operare speculativo immobiliare, ci rendiamo conto delle difficoltà, degli scontri, dei contrasti e delle contraddizioni in questa materia.
Penso che ci sono stati comuni che, negli anni '70, hanno predisposto i Piani regolatori generali, e si diceva che su quella materia c'erano tempi biblici, però in un periodo massimo di 10 anni erano riusciti ad approvare il Piano regolatore generale ed elaborare i Piani particolareggiati di dettaglio, mentre ci sono comuni che, da 15 e più anni, non sono riusciti a chiudere un accordo sul Piano urbanistico comunale. Di chi è la responsabilità? Naturalmente di una classe politica inadeguata che non riesce a elaborare un progetto condiviso su un progetto complessivo di sviluppo e tanto più nella materia urbanistica ed edilizia.
Io non so se, nel concludere questa legge, che ormai ho detto è arrivata alla fine, come qualche volta in zona Cesarini capita di segnare il gol della bandiera (è riuscito a Cesarini e a pochi altri), riuscirà anche a noi magari, nel tentare di sopprimere quel Capo III e quell'articolo 15 che rappresenta l'autentico schifo di questa legge! Siete complici, in ogni caso e comunque vada, con o senza quell'articolo, di un progetto di devastazione del bene pubblico del paesaggio sardo. Un bene che è patrimonio dell'intera umanità. Attraverso una legge inganno, che non vuole in nessun modo immaginare, ipotizzare, denunciare o far conoscere quelli che saranno i numeri che, per voi, sono un risultato rappresentato dal bottino che pensate di portare a casa e per noi magari il danno che identifichiamo in parte di quello che i sardi subiranno.
Vi ha chiesto il collega Porcu, ripetutamente, in numerosi suoi interventi di farci conoscere almeno gli importi, forse "importi" è un termine idoneo ad altro, le quantità, ecco, le quantità volumetriche e credo che sia legittimo conoscerle e nelle reminiscenze letterarie vi ha collocato, ipotizzando semmai Dante vi avesse potuto conoscere, nel cerchio dei lussuriosi o, se quello non fosse, magari in quello dei golosi, più digeribile in termini di collocazione.
In ogni caso comunque, signor Presidente e signor Assessore, vi annunciamo che domani presenteremo una richiesta formale di audizione dell'Assessore in Commissione per portare uno studio e un'ipotesi di quelli che saranno i volumi realizzabili da questo vostro Piano sul quale io sono convinto che voi avrete fatto i vostri calcoli, perché voi siete conoscitori più di chiunque altro, voi siete quelli che avete ipotizzato un progetto simile e quindi immaginate, intuite o conoscete in dettaglio, anche perché è stato fatto, attraverso i vari emendamenti, i vari articoli di legge, un richiamo a situazioni specifiche che sono quelle oggetto delle vostre maggiori e puntuali attenzioni.
Oggi sulla stampa è apparsa la notizia che la Sardegna avrà probabilmente l'opportunità di mettere in piedi un numero smisurato di casinò distribuiti in tutto il perimetro dell'isola, in tutto il periplo dell'isola, in alberghi di lusso a cinque stelle. Questo è il vostro progetto di turismo per questa terra? Questo è il vostro progetto di sviluppo? Questa è la risposta al bisogno dei sardi? Questa è la vostra risposta al rilancio dell'economia in Sardegna? Con un provvedimento, che è questo, non so quali saranno gli altri che seguiranno, che creerà quell'illusione (alla quale i sardi probabilmente crederanno) di una lauta merenda alla quale farà seguito, sicuramente, la fame. La fame perché non è questo il progetto che darà risposte in termini di occupazione e di lavoro per i sardi che lo aspettano e lo pretendono. Abbiamo cercato di contrapporci, l'abbiamo fatto credo con dignità sino in fondo, ancora la legge non è arrivata al suo termine, probabilmente lo faremo entro questa serata, però fino all'ultimo noi continueremo a opporci con ogni mezzo e con ogni argomentazione. E dal momento che forse le argomentazioni e i temi stanno cominciando a venir meno concludo il mio intervento manifestando opposizione ancora una volta a questo articolo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, Assessore, non ci convince questo provvedimento di legge. Voi negate in esso, e in particolar modo all'articolo 14, decenni di storia dell'urbanistica moderna e contemporanea. Almeno sessant'anni di moderna storia urbanistica contemporanea. Infatti, è a partire dagli anni '50 che cominciano i primi sventramenti dei centri storici, se non si vuole invece risalire fino al famosissimo sventramento del quartiere medioevale per poi creare via della Conciliazione a Roma o ancora, andando indietro nel tempo, nella Francia della Restaurazione con lo sventramento di Parigi e l'eliminazione delle vie strette che però vennero eliminate per questioni militari, non di speculazione edilizia.
Bene, tornando a noi, all'Italia, almeno sessant'anni di storia dell'urbanistica vengono cancellati. Infatti, a partire dagli anni '50, iniziano gli sventramenti nei centri storici con l'edificazione poi, durante il boom economico negli anni '50, '60, fino agli anni '70, di costruzioni brutte progettate da geometri, certe volte, non certo da architetti, che hanno rovinato e compromesso in parte i nostri centri storici. Appunto dagli anni '50 inizia però, come contraltare, una moderna idea di conservazione dei luoghi, intesi luoghi e centri storici, in particolar modo, come unicum da preservare, conservare e magari, laddove possibile, sanare le brutture commesse negli anni passati. Vengono meno i vincoli di tutela oggi, anche con l'articolo 14, e viene meno l'idea di tutela del nostro patrimonio culturale, in particolar modo dei centri storici. Il rischio è che si perda l'anima di questi centri, l'anima autentica, il genius loci di questi posti, perché le cementificazioni, le finte riqualificazioni, i cambi di colore che variano dalla tonalità del rosa al color pesca che hanno stravolto persino le nuance di colore tipico dei nostri centri storici, insieme alle sopraelevazioni, stravolgeranno ciò che rimane dei centri compromettendo appunto l'armonia dei luoghi.
Il compito della Regione dovrebbe essere quello di incentivare, promuovere e aiutare i comuni virtuosi che si sono dotati di norme certe facendo leva sulle norme regionali di tutela, utilizzando i finanziamenti per risanare e rimettere a norma i centri storici e riqualificarli, salvaguardando il patrimonio culturale presente in essi; invece intervenire, stimolare, aiutare laddove possibile i comuni tanti, troppi, nella nostra Regione, che non si sono dotati di piani urbanistici, che non si sono dotati di piani particolareggiati, che non si sono dotati di piani del colore, di piani dell'illuminazione, di tutti i piani insomma di cui si dovrebbero dotare i comuni oggi e invece proprio per non avere regole e consentire a tutti di far tutto non si sono dotati. Il centro storico è un bene unitario, è un complesso di piazze, edifici storici, monumenti, verde, illuminazione tipica, qualche volta è anche un patrimonio culturale incommensurabile essendo i nostri paesi dell'intera Italia un patrimonio dell'umanità, di tutta l'umanità, non solo dei cittadini residenti.
Ebbene, togliendo i vincoli, le norme, si consente addirittura di costruire, di chiudere verande che si affacciano sulle più belle piazze o sui nostri monumenti, stravolgendo quelle regole, laddove insomma tutto è possibile fare. Se avete da costruire, da sopraelevare, da cambiare colore, cementificare, da chiudere vetrate, da mettere nuovi balconi, aprire nuove finestre, fate, fate in fretta perché adesso è possibile. Mentre quelli onesti che non hanno aumentato cubatura, che non hanno fatto abusi edilizi, che non hanno chiuso verande, che non hanno aperto nuove finestre, che non hanno compromesso insomma i nostri centri storici, che si sono attenuti alle regole e all'interno di queste si sono mossi, invece questi vengono mortificati appunto perché hanno rispettato le regole, regole che ormai non ci sono più.
Ebbene il suggerimento è per le coste, eliminiamo dal sito e dalla Regione Sardegna la Conservatoria delle coste, perché che cosa ci sarà più da conservare? Che cosa teniamo un'agenzia per conservare le coste e il patrimonio costiero, se non ci sarà più niente da conservare? Eliminiamo anche gli incentivi per le ristrutturazioni nei centri storici. Che edifici storici ci saranno da risanare, da salvaguardare, se verranno stravolti con un edificio a fianco con muretti o cemento in più o colori, i più strampalati?
Insomma, l'idea di tutela dei centri storici è un'idea che parte da lontano. Pensate se noi ci trovassimo a Venezia e decidessimo a Venezia di dare la possibilità nei centri storici, "strafregandocene" di quello che si affaccia sui canali, dei tanti ponti, di tutto ciò che è Venezia come importanza architettonica nel mondo, di chiudere le verande, di aumentare cubatura e dessimo noi la possibilità in questi centri storici a Firenze, Venezia, Roma, Torino, di fare tutto il possibile e il contrario di tutto. Probabilmente il mondo intero griderebbe allo scandalo, non ci sarebbero solo articoli su pochi giornali oggi in Sardegna a parlare di questo piano per l'edilizia, ma il mondo parlerebbe della follia che avrebbe coinvolto le amministrazioni dei nostri comuni o delle nostre Regioni. Ma siccome noi abbiamo un patrimonio che non è, se non per alcune parti, difeso dall'umanità e patrimonio dell'Unesco, allora non se ne parla nella stampa mondiale. Eppure se voi foste al posto degli Assessori, dei Governatori delle Regioni del Veneto, del Lazio o della Toscana, sareste additati dal mondo intero come coloro che vogliono stravolgere i centri storici, i più bei centri storici al mondo.
Eppure più modestamente siccome anche i nostri centri storici sono belli, hanno degli esempi di pregio architettonici, hanno dei monumenti da tutelare, forse anche qui si può gridare allo scandalo se, di fronte alle nostre piazze, di fronte ai nostri monumenti, tutto è concesso. Assessore, lei introduce in questo modo le deroghe a tutto. Cioè nella piazza Carlo Alberto a Cagliari o nella piazza Civica ad Alghero o nella piazza Italia a Sassari o nelle altre piazze dei nostri paesi, sarà possibile sopraelevare, chiudere finestre, aumentare balconi e se ci sono pilotis chiudeteli e rendeteli abitabili. Mi pare follia tutto ciò! Mi pare follia non perché sia io ad affermare queste cose, ma perché il mondo che guarda al recupero dei centri storici e alla loro salvaguardia assegna premi, cita nelle migliori riviste di urbanistica, di architettura, gli esempi di maggior tutela, magari di restauro, di intervento nei centri storici andando con la maggior attenzione possibile proprio per la delicatezza di questi, la delicatezza dell'intervento e l'importanza dei centri storici stessi. Voi negate tutto ciò con questo articolo 14! Negate anni di studio sulla salvaguardia dei nostri centri storici, sull'individuazione dei beni che sono patrimonio non solo nostro e dei sardi ma dell'intera umanità e rischiate che venga compromesso definitivamente il genius loci, l'unicum di questi centri storici.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, signori consiglieri, stiamo esaminando le problematiche insite nell'articolo 14 che ha come titolo: "Modifiche alla legge regionale 4 agosto del 2008 numero 13", quindi di fatto si presume che le norme riferite a questo articolo siano variazione a norme riferite a una legge dell'amministrazione regionale. Ho sentito qualcuno che, in proposito, diceva che non possono essere variate le norme del Piano paesaggistico se non con un procedimento che è tipico, ricontenuto nella normativa vigente, che consente di variare un Piano paesaggistico con un piano di valenza equipollente. Veramente devo dire che, relativamente a questi ultimi interventi, che ho avuto il piacere di sentire, sono rimasto un po' interdetto. Puntualizzo che io, attuale Assessore, non ho problemi, non vorrei essere additato come colui che ha qualche problema specifico, mi limito soltanto a dire che, riguardo alla problematica relativa ai centri matrice, le norme del Piano paesaggistico vigente sono chiare in riferimento alla titolarità a operare in copianificazione con le amministrazioni locali, e poi dice sempre l'articolo che la copianificazione deve sfociare in una variazione al Piano paesaggistico. Lo ripeto: variazione al Piano paesaggistico.
Devo dirvi che tutti gli atti di copianificazione posti in essere sono diventati immediatamente operanti perché probabilmente qualcuno ha pensato che, se da un lato il Piano paesaggistico regionale non può essere variato con legge, lo possiamo variare con circolari, con atti di indirizzo e con delibere della Giunta regionale. Da qui l'esigenza urgente, e io ringrazio il Consiglio a tal proposito, di trovare le forme per porre rimedio ad alcuni errori materiali presenti all'interno della cartografia del Piano paesaggistico, quindi l'attuale amministrazione procederà, in virtù di quanto legiferato in sede di collegato alla finanziaria, a integrare gli atti del Piano paesaggistico facendo tesoro chiaramente della copianificazione e portando a regolarità un processo che, di fatto, a termini di norme di Piano paesaggistico, non si è ancora concluso.
Particolarmente in riferimento alla legge numero 45 e al trascorso periodo di trent'anni senza che la gran parte dei comuni si adeguassero, fermo restando che dal 1989 al 2008 mi sembra che siano passati solo vent'anni, e non trent'anni, conosciamo tutti perfettamente quelle che sono state le vicende che hanno caratterizzato l'azione dell'amministrazione regionale e in parte hanno condizionato l'azione delle amministrazioni locali. Ritengo peraltro che, a seguito di tutte le osservazioni che sono state in gran parte mosse, nei confronti dell'attuale Giunta, che non teneva conto dei piani paesaggistici, che non teneva conto dei piani particolareggiati, che non teneva conto dei comuni, che non teneva conto quindi della capacità degli enti locali di poter operare, ora, si censura una parte dell'articolo 14 che invece dà dignità ai piani particolareggiati e che pone le amministrazioni comunali in una posizione di centralità, quella centralità che gran parte di voi ricercava nel resto dell'articolato.
Peraltro ricordo a tutti che, con la legge numero 1497 del '39, veniva posto in capo agli Uffici della pubblica istruzione la titolarità ad approvare i piani attuativi, i piani attuativi erano approvati dall'Assessore della pubblica istruzione. Guarda caso nella Regione Sardegna è intervenuta una legge specifica sui centri storici, sono state trasferite le competenze dall'Assessorato della pubblica istruzione a quello degli enti locali, finanze ed urbanistica e sappiamo perfettamente che, con la legge numero 31 del 1998, è diversificata la funzione politica rispetto alla funzione amministrativa, quindi dal 1998 non è possibile rinvenire qualsivoglia atto di pianificazione attuativa firmato da un Assessore, com'è stato invece dichiarato qui in Aula. Io non credo che stiamo andando minimamente verso la depianificazione.
Ritengo che bisogna applicare realmente il Codice Urbani e in modo particolare l'articolo 155 sulla vigilanza, onde evitare che, con atti di natura amministrativa, quali circolari, delibere della Giunta regionale, si pensi di variare il Piano paesaggistico. Il Piano paesaggistico va analizzato con serenità, con serietà, con il confronto con lo Stato, con il confronto con i funzionari dell'amministrazione statale, e con il contributo, ripeto, degli amministratori locali. Quindi non credo minimamente di essere in una situazione quale quella da qualcuno evidenziata, spostandosi peraltro chiaramente la trattazione dell'articolo 14 andando a investire altri articoli. Mi permetto di far rilevare che piazza Carlo Alberto rimarrà così com'è, perché forse è sfuggito a qualcuno o non si ha la conoscenza, in riferimento al patrimonio immobiliare presente sulla piazza Carlo Alberto, dell'anno di costruzione dei singoli fabbricati.
Comunque, se in riferimento a questo aspetto specifico si vogliono avere delle puntualizzazioni, io mi permetto di dare la mia totale disponibilità a mettervi a disposizione tutti gli atti, compresi quelli riferiti ai corsi di rilievo e restauro che io ho seguito all'Università di Cagliari in qualità di docente, ho studiato anche queste piazze alle quali qualcuno faceva riferimento. Per quanto riguarda Venezia…
(Interruzione del consigliere Massimo Zedda)
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ha trovato delle norme che prevedono, laddove è crollato a seguito delle bombe, la ricostruzione nel documento che stiamo trattando? Io credo di no!
(Interruzione del consigliere Massimo Zedda)
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Stiamo parlando del disegno di legge avente a titolo… mi scusi, stiamo parlando di un'altra cosa, lei è un amministratore locale, oltre che essere consigliere regionale, porti in ambito del Consiglio comunale queste che sono le tematiche proprie del comune che ha titolarità, lei lo sa, primaria in fatto di esame e di approvazione dei piani attuativi, e nello specifico anche degli atti di pianificazione che interessano i centri storici.
Vi devo dire che non credo di essere un Assessore lussurioso, di dover andare in nessun girone, di dover essere un diavolo, anche perché, e questo mi fa sorridere, sono convintissimo che non esista l'inferno ma esista il paradiso, solo che per le persone infernali il paradiso è un inferno da vivere!
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Presidente, Assessore, colleghi, si esprime, relativamente all'emendamento numero 82, parere contrario; per quanto riguarda…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sanna, mi sono dimenticata di fare una precisazione prima, non ho annunziato, tra gli emendamenti presentati all'articolo 14, l'emendamento numero 554, che è un emendamento all'emendamento numero 525, perché il contenuto è ricompreso nella lettera g) dell'articolo 13, già approvato.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Grazie Presidente, avrei chiesto infatti spiegazioni perché lo ritrovo tra i documenti.
Per quanto concerne l'emendamento numero 310 il parere è contrario, mentre sull'emendamento numero 386 il parere è favorevole. Il "436", Presidente, mi conferma che è inammissibile. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 83 e 311, che sono uguali, il parere è contrario, così come contrario è per gli emendamenti numero 84, 117 e 312, uguali; parere contrario anche per gli emendamenti numero 85 e 313, uguali. Per quanto riguarda l'emendamento numero 151, mi conferma anche in questo caso l'inammissibilità.
PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta conferma le stesse valutazioni fatte dal Presidente della quarta Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Rodin è rientrato dal congedo.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 310.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 310, Assessore, comprendo che non sia stato neanche letto ma fa parte di quelle precisazioni che il Ministero chiedeva a integrazione della legge numero 13. La necessità di questo chiarimento rende più agevole l'applicazione della legge numero 13 ed effettivamente si rende necessario perché ci sono delle contraddizioni in alcune parti della legge numero 13, per esempio dove si fa riferimento al centro matrice e sembra considerarsi cosa diversa dal centro di antica e prima formazione, allora si unifica questa dicitura, si elimina l'ultimo capoverso del comma 3 dell'articolo 1, perché crea una condizione diciamo non consentita da una legge regionale e poi introduce appunto degli altri chiarimenti. Mi sarei atteso sia dalla Commissione che dal suo parere una valutazione più attenta del contenuto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Rinuncio.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 386.
Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Assessore, so che lei conosce bene la materia, però ciò che avviene in quest'Aula non è che non abbia effetti nelle altre aule dei consigli comunali, cioè quando si apre una breccia poi qualcuno l'allarga e oltrepassa il muro. Data l'idea che si tolgono vincoli, che si tolgono regole e che quasi tutto è possibile, poi a qualcuno viene in mente di fare anche cose che non si potrebbero fare, o che un tempo non si potevano fare. Sui vuoti urbani c'è una grande discussione proprio perché si vorrebbe utilizzarli per creare nuove abitazioni, per esempio, e sa bene, Assessore, anche lei, che non tutti gli edifici dei nostri centri storici sono risalenti al Settecento e all'Ottocento, basta fare una passeggiata in qualsiasi comune del nostro territorio per vedere che ci sono abitazioni degli anni '50, degli anni '60 e degli anni '70, inserite magari salendo in altezza di tre o quattro piani rispetto alle altre abitazioni, modificando i tetti, per cui dall'alto un tempo avremmo avuto una percezione diversa mentre oggi non si vedono più i mattoni, non si vedono più le tegole, non si vede più niente ma si vedono palazzoni, persino nei centri storici dei piccoli paesi.
E' sufficiente fare un giro a Orgosolo o negli altri paesi del Nuorese, o dell'Oristanese e di tutte le nostre province, per vedere che ci sono, inseriti nei centri storici, edifici che sono ovviamente successivi rispetto all'impianto originario dei centri storici stessi, è a quegli edifici che mi riferivo. E lei sa bene che su quegli edifici, con questo allargamento dei criteri, non tenendo conto dei 100 metri di distanza, eccetera, eccetera, eccetera, è chiaro che si può sicuramente realizzare ciò che è scritto nel testo di legge: chiudere, ampliare, modificare, intervenendo nei centri storici, non fuori di essi; e siccome i nostri comuni non si sono dotati di piani particolareggiati, non è neanche regolamentato il centro storico. Erano queste le preoccupazioni che ponevo; si rassereni, in altre aule le ho già poste.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo solo per rimarcare e sottolineare un concetto e una considerazione che ho espresso prima in merito a questa legge. Con l'emendamento numero 386, ancora una volta interveniamo sul testo della legge con emendamenti sostitutivi totali che danno alla legge un'altra immagine, cioè noi abbiamo liquidato in Commissione una legge e questa non è; almeno nel capo II è stata completamente stravolta dagli emendamenti sostitutivi totali presentati in quest'Aula. Come ho detto prima, è il segno di un'idea non compiuta che voi avevate in materia di pianificazione e in materia di questa norma, quindi esprimo il mio parere contrario e negativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò contro questo emendamento sostitutivo totale, uno dei tanti sostitutivi e uno dei tanti totali che abbiamo dovuto esaminare nel corso della discussione di questo provvedimento. Colgo l'occasione, Presidente, per chiedere il voto a scrutinio elettronico palese.
PRESIDENTE. Colleghi, è stata chiesta la votazione nominale, però, un attimo, il sistema è bloccato. Poiché il sistema non funziona, dobbiamo procedere con l'appello nominale.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi rinunciamo al voto palese però annunciamo sin d'ora che saremo protagonisti di un'iniziativa nei confronti della Presidenza del Consiglio, degli Uffici e dei Questori, perché non è possibile che noi si lavori così, cioè noi dobbiamo avere un sistema che funziona! Se chi ce l'ha in gestione, non riesce a garantire questa attività, si provveda di conseguenza, non è che noi possiamo rimanere legati, insomma…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, le grosse disfunzioni le abbiamo riscontrate questa sera, stiamo già valutando con gli Uffici quale sia la possibilità, perché per cambiare il sistema c'è la necessità di interrompere i lavori dell'Aula per almeno un mese, per cui, non appena chiuderemo la tornata dei lavori della finanziaria, programmeremo, a cavallo delle festività natalizie, il cambio del sistema.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, non potremo fare la finanziaria così!
PRESIDENTE. Onorevole Uras, lo metteremo a punto come abbiamo fatto altre volte.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non potremo fare la finanziaria così, Presidente!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 386. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
L'approvazione dell'emendamento numero 386 fa decadere tutti gli altri emendamenti.
Passiamo all'esame dell'articolo 15. All'articolo 15 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15 e dei relativi emendamenti:
Capo III
Disposizioni in materia di sottotetti, di seminterrati e norme finali
Articolo 15
Utilizzo del patrimonio edilizio, recupero dei sottotetti e dei seminterrati
1. La Regione Sardegna promuove il recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti nelle zone urbanistiche A, B, C ed E con l'obiettivo di contenere il consumo di nuovo territorio e di favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici.
2. Negli edifici destinati in tutto o in parte a residenza è consentito il recupero volumetrico a solo scopo residenziale del piano sottotetto esistente alla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Si definiscono sottotetti i volumi sovrastanti l'ultimo piano degli edifici di cui al comma 2 dei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura.
4. Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito, previo titolo abilitativo, attraverso interventi edilizi, purché siano rispettate tutte le prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti le condizioni di abitabilità previste dai regolamenti vigenti, salvo quanto disposto dal comma 5.
5. Il recupero abitativo dei sottotetti è consentito purché sia assicurata per ogni singola unità immobiliare l'altezza media ponderale di metri 2,40 per gli spazi ad uso abitativo, ulteriormente ridotta a metri 2,20 per spazi accessori dei servizi. Per i comuni posti a quote superiori a seicento metri di altitudine sul livello del mare è consentita rispettivamente la riduzione a metri 2,20 per spazi ad uso abitazione e a metri 2,00 per accessori e servizi. Gli eventuali spazi di altezza inferiore ai minimi devono essere chiusi mediante opere murarie o arredi fissi e può esserne consentito l'uso come spazio di servizio destinato a guardaroba e ripostiglio. In corrispondenza delle fonti di luce la chiusura di tali spazi non è prescrittiva. Il calcolo dell'altezza media ponderale viene effettuato dividendo il volume della parte di sottotetto la cui altezza superi metri 1,50 per la superficie relativa.
6. Gli interventi edilizi finalizzati al recupero dei sottotetti possono comportare l'apertura di finestre, lucernari, abbaini e terrazzi per assicurare l'osservanza dei requisiti di aeroilluminazione, nonché, nelle sole zone B, sono ammesse modificazioni delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde, unicamente al fine di assicurare i parametri di cui al comma 5.
7. Al fine di favorire la limitazione del consumo di nuovo territorio e per esigenze del nucleo familiare è consentito il recupero dei locali seminterrati a fini abitativi previo cambio di destinazione d'uso senza incrementi volumetrici.
8. Il cambio di destinazione d'uso di cui al comma 7 è consentito a condizione:
a) che i locali abbiano altezza non inferiore a metri 2.40;
b) godano di luce ed areazione naturale con parametri non inferiori al 50 per cento di quelli previsti dai regolamenti comunali per le abitazioni;
c) che comunque le condizioni di aeroilluminazione esistenti vengono adeguate ai valori previsti per legge anche con sistemi artificiali;
d) che i locali non si trovino in una zona a rischio idrogeologico e/o di esondazione.
9. La documentazione tecnica prevista per la richiesta di cambio di destinazione d'uso contiene la perizia giurata di tecnico abilitato che certifichi la salubrità dei locali e la mancanza di rischio idrogeologico e/o di esondazione.
10. Le disposizioni del presente articolo non si applicano negli ambiti territoriali per i quali i comuni, con motivata deliberazione del consiglio comunale, ne dispongano l'esclusione nel termine perentorio di novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
11. Alle disposizioni di cui al presente articolo non si applicano i termini di cui all'articolo 10, comma 4.
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il capo III "Disposizioni in materia di sottotetti, di seminterrati e norme finali" è soppresso. (86)
Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
L'articolo 15 è soppresso. (101)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 1 dell'articolo 15 è soppresso. (87)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 1 è soppresso. (314)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 1, la frase: "dei sottotetti esistenti" è soppressa. (152)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 2 dell'articolo 15 è soppresso. (88)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 2 è soppresso. (315)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 2, la frase: "del piano sottotetto esistente" è soppressa. (153)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 3 dell'articolo 15 è soppresso. (89)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 3 è soppresso. (316)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 4 dell'articolo 15 è soppresso. (90)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 4 è soppresso. (317)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 4, le parole: "dei sottotetti" sono soppresse. (154)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 5 dell'articolo 15 è soppresso. (91)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 5 è soppresso. (318)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 5, le parole: "dei sottotetti" sono soppresse. (155)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 6 dell'art. 15 è soppresso. (92)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 6 è soppresso. (319)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 6, le parole: "dei sottotetti" sono soppresse. (156)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 7 dell'articolo 15 è soppresso. (93)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 7 è soppresso. (320)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 7, le parole: "dei locali seminterrati" sono soppresse. (157)
Emendamento soppressivo parziale Giunta Regionale
Articolo 15
I commi 7, 8 e 9 dell'articolo 15 sono soppressi. (388)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 8 dell'articolo 15 è soppresso. (94)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
La lettera a), comma 8 dell'articolo15 è soppressa. (95)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
La lettera a) del comma 8 è soppressa. (321)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
La lettera b), comma 8 dell'articolo 15 è soppressa. (96)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
La lettera b) del comma 8 è soppressa. (322)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
La lettera c), comma 8, dell'articolo 15 è soppressa. (97)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
La lettera c) del comma 8 è soppressa. (323)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 8, lettera c), le parole: "anche con sistemi artificiali" sono soppresse. (158)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
La lettera d), comma 8, dell'articolo 15 è soppressa. (98)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
La lettera d) del comma 8 è soppressa. (324)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 9 dell'articolo 15 è soppresso. (99)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 9 è soppresso. (325)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 10 dell'articolo 15 è soppresso. (100)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 10 è soppresso. (326)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Il comma 11 dell'articolo 15 è soppresso. (48)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto
Articolo 15
Il comma 11 è soppresso. (327)
Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis
Articolo 15
Nell'articolo 15, comma 11, la frase: "alle disposizioni di cui al presente articolo non si applicano i termini di cui all'articolo 10, comma 4" è soppressa. (159)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 15
Il comma 3 dell'articolo 15 è sostituito dal seguente:
"Si definiscono sottotetti i volumi compresi tra la chiusura orizzontale superiore dell'ultimo livello abitabile e l'intradosso delle falde della copertura a tetto, localizzati all'interno della sagoma dell'edificio regolarmente approvata con titolo abilitativo, ove prescritto". (387)
Emendamento all'emendamento numero 387 aggiuntivo Piras - Zedda Alessandra - Amadu - Floris Rosanna - De Francisci - Pittalis - Stochino - Peru - Cherchi
Articolo 15
All'emendamento numero 387, dopo le parole "chiusura orizzontale superiore" sono aggiunte le seguenti: "anche non calpestabile". (549)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 15
Dopo l'articolo 15 è aggiunto il seguente
Art. 15 bis
Esecuzione dei provvedimenti di demolizione di opere abusive e di ripristino ambientale in sede sostituitiva
1) All'articolo 15 della legge regionale 22 dicembre 1989 n. 45 e successive modifiche ed integrazioni sono aggiunti i seguenti commi :
4. - In caso di interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire o in contrasto con questo o con le prescrizioni degli strumenti urbanistici o della normativa urbanistico-edilizia, qualora il Comune non abbia provveduto entro i termini stabiliti, la Regione può disporre la sospensione o la demolizione delle opere eseguite. Il provvedimento di demolizione è adottato entro i cinque anni dalla dichiarazione di agibilità dell'intervento;
5. - Il provvedimento di sospensione o di demolizione è notificato al titolare del permesso o, in mancanza di questo, al committente, al costruttore e al direttore dei lavori. Lo stesso provvedimento è comunicato inoltre al Comune;
6. - La sospensione non può avere una durata superiore a tre mesi dalla data della notifica entro i quali sono adottati le misure necessarie per eliminare le ragioni della difformità, ovvero, ove non sia possibile, per la rimessa in pristino;
7. - Con il provvedimento che dispone la modifica dell'intervento, la rimessa in pristino o la demolizione delle opere è assegnato un termine entro il quale il responsabile dell'abuso è tenuto a procedere, a proprie spese e senza pregiudizio delle sanzioni penali, alla esecuzione del provvedimento stesso. Scaduto inutilmente tale termine, la Regione dispone l'esecuzione in danno dei lavori. (328)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu
Articolo 15
Dopo l'articolo 15 è aggiunto il seguente :
Art. 15 bis
Abrogazione di norme
1) Il comma 4 bis dell'articolo 6 della legge regionale 14 maggio 1984 n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive), così come introdotto dall'articolo 5, comma 6, della legge regionale 7 agosto 2009 n. 3 è abrogato. (329)
Emendamento aggiuntivo Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 15
All'articolo 15 è aggiunto il seguente:
Art. 15 bis - "Esecuzione dei provvedimenti di demolizione di opere abusive e di ripristino ambientale in sede sostitutiva".
L'articolo 15 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45 e successive modifiche ed integrazioni è integrato dai seguenti commi:
"4. In caso di interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire o in contrasto con questo o con le prescrizioni degli strumenti urbanistici o della normativa urbanistico-edilizia, qualora il Comune non abbia provveduto entro i termini stabiliti, la Regione può disporre la sospensione o la demolizione delle opere eseguite. Il provvedimento di demolizione è adottato entro cinque anni dalla dichiarazione di agibilità dell'intervento.
5. Il provvedimento di sospensione o di demolizione è notificato al titolare del permesso o, in mancanza di questo, al committente, al costruttore e al direttore dei lavori. Lo stesso provvedimento è comunicato inoltre al Comune.
6. La sospensione non può avere una durata superiore a tre mesi dalla data della notifica entro i quali sono adottati le misure necessarie per eliminare le ragioni della difformità, ovvero, ove non sia possibile, per la rimessa in pristino.
7. Con il provvedimento che dispone la modifica dell'intervento, la rimessa in pristino o la demolizione delle opere è assegnato un termine entro il quale il responsabile dell'abuso è tenuto a procedere, a proprie spese e senza pregiudizio delle sanzioni penali, alla esecuzione del provvedimento stesso. Scaduto inutilmente tale termine, la Regione dispone l'esecuzione in danno dei lavori". (332)
Emendamento aggiuntivo Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis
Articolo 15
All'articolo 15 è aggiunto il seguente:
Art. 15 bis. - Abrogazione di norme.
Il comma 4 bis dell'articolo 6 della legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive), così come introdotto dall'articolo 5, comma 6, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, è abrogato. (333)
Emendamento aggiuntivo Ladu - Murgioni - Sanna Matteo - Lai - Locci - Contu Mariano - Artizzu - Amadu - Pitea - Greco - Zedda Alessandra - Rodin - Bardanzellu - Campus - Pittalis - Sanna Paolo
Articolo 15
Dopo l'articolo 15 è aggiunto il seguente:
Art. 15 bis
Abrogazioni
"1. Il comma 3 dell'articolo 4 della legge regionale 25 novembre 2004, n. 8, è abrogato." (390).)
PRESIDENTE. Comunico che, tra quelli presentati, gli emendamenti numero 152, 153, 154, 155 e 157 sono inammissibili.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Col sistema di prenotazione manuale che abbiamo appena sperimentato, perché il sistema elettronico non funziona, quindi dovremo accordarci visto che dovremo affrontare la finanziaria...
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Cioè ci dobbiamo iscrivere a mano? Scusate, visto che mi ero iscritto prima dell'onorevole Porcu.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ci dobbiamo iscrivere a mano?
PRESIDENTE. Segnalate alla Presidenza come già...
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono iscritto.
PRESIDENTE. Tutto a posto, onorevole Uras, la sua iscrizione risulta come quella dell'onorevole Sechi, poi risulta anche l'onorevole Pietrino Fois, che immagino non sia iscritto a parlare, mi dice l'onorevole Vargiu di essere lui iscritto a parlare e che ha sbagliato la scheda. Vi potete iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Porcu. Grazie.
PORCU (P.D.). Presidente, io mi auguro che il sistema elettronico ci consenta di poter affrontare la finanziaria nei tempi previsti perché è del tutto evidente che, se fossimo costretti a votare articoli ed emendamenti con questo sistema, per chiamata nominale o segnalando a mano, avremmo delle grosse difficoltà.
Io devo dare atto all'Assessore di onestà intellettuale e politica nella sua replica, perché ci ha chiarito il sistema valoriale di questa maggioranza di centrodestra e di questa Giunta. Giustamente l'Assessore ci ricorda e ci dice che nel paradiso, come dire, non ci si diverte poi così tanto, che nel paradiso si fa fatica e che l'inferno è decisamente più divertente. Lo riprenderemo questo tema, Assessore, noi riteniamo che, tenere insieme una comunità, non su un progetto collettivo, non sulla solidarietà, non sui valori migliori di ognuno di noi, non dando agli individui che la compongono un modello di riferimento che li sproni a dare il meglio di se stessi a realizzare il proprio potenziale personale, a contribuire non solo alle proprie necessità ma a prodigarsi anche per quelle degli altri, sia un modello sbagliato, sia un modello che non tiene insieme il tessuto connettivo della società, ci porta magari a essere uniti in un'azione di breve termine dove diamo il via libera ai peggiori istinti, ai nostri egoismi, dove ci facciamo furbi e arraffiamo ognuno qualcosa come succede in quelle immagini televisive che ci ricordano e che ci vengono proiettate dopo un terremoto quando si aprono le porte di un supermercato, di un grande magazzino.
E' per quello che noi riteniamo che questa legge segni per voi una vittoria di Pirro, certamente l'approverete, certamente la porterete a casa, ma credo che questa legge segni la misura, la cifra politica della vostra maggioranza di governo, una maggioranza di governo tenuta insieme non da un progetto ma da una sommatoria di interessi privati, personalistici. E una maggioranza di governo che non ha un progetto collettivo e che non riesce a dare ai propri cittadini, ai propri elettori, un modello di riferimento virtuoso che lavora sulle cose che rappresentano il meglio di ognuno di noi, non è destinata ad andare lontano. Quella che oggi può sembrare una vittoria in realtà sarà il vostro più grande fallimento, perché da oggi la questua e la lunga pressione a cui verrete sottoposti in tutti i settori, oggi abbiamo cominciato con quello edilizio, domani passeremo alla formazione professionale, nel settore sanitario abbiamo già iniziato, faremo certamente di meglio, vi porrà nelle condizioni di non poter dire più "no" a nessuno, perché quando abbiamo aperto le porte, stralciato regole, derogato, detto "sì" a tutti, sarà molto difficile dire "no" a qualcuno.
Voi oggi vi apprestate ad approvare una legge che, in realtà, rappresenta la sconfitta di un progetto politico, perché un progetto che lavora sugli egoismi, sulle corporazioni, sugli interessi particolari, una legge, un progetto politico che si basa sul balenare di facili promesse, che strizza l'occhiolino e mira a dire che c'è qualcosa per tutti per poi magari riservare la fetta più grossa della torta per pochi privilegiati, non è destinato a durare, non è destinato a lasciare un segno. Può sopravvivere per un ciclo politico, può sopravvivere per una fase politica, ma non è destinato a lasciare un segno, non ha il respiro di un progetto politico profondo che guarda lontano, che guarda le generazioni future. Badate bene che il consenso si può anche attingere sulla facile promessa, sulla strizzata d'occhio, il vostro Presidente del Consiglio è un maestro da quando decise di abbattere l'ICI, da quando ci promette abbattimenti delle tasse che non si verificano mai, quando ci promette una casa che non arriva perché in realtà il miraggio della casa diventa la cortina fumogena per dare il via libera a interessi privati, in realtà attinge al consenso, mette insieme il consenso, ma è un consenso effimero, è un consenso che non è destinato a durare, è un consenso che si dissolve come neve al sole quando l'inganno appare in tutta la sua compiutezza. Certamente l'inganno si può ripetere, per una volta, per due volte, ma poi alla fine l'inganno si svela e oggi avete dimostrato cosa è per voi fare politica: manciate di demagogia, un po' di populismo spicciolo, un po' di piccole promesse, ma non c'è il respiro profondo di una riforma che guarda lontano. Oggi questa vittoria che andate a cogliere, questo successo, in realtà, è un grande fallimento.
Dico queste cose proprio su un articolo che, per la sua filosofia, l'articolo 15, Assessore, mi vedrebbe anche d'accordo, non a caso viene per ultimo, viene proprio alla fine di un provvedimento di legge perché, vede, l'articolo 15, sul quale io comunque voterò contro perché non mi voglio rendere complice di un testo di legge di cui condivido praticamente nulla, poteva essere uno dei capisaldi di un dispositivo che decideva di dare risposte alle emergenze sociali, di dare risposte al sistema economico andando incontro a chi più aveva bisogno, cercando di salvaguardare un patrimonio che non ci appartiene, che è quello ambientale e quello paesaggistico, per le future generazioni.
Io condivido la filosofia di recupero dei sottotetti, non dei seminterrati perché credo che i rischi che si corrono in questo caso siano molto alti, ma condivido la filosofia di non consumare territorio, condivido la filosofia del recupero, condivido la filosofia di utilizzare bene quello che abbiamo. Noi abbiamo una Regione in cui il consumo di territorio aumenta ogni anno ma in cui la popolazione decresce; abbiamo i centri dei nostri paesi che si spopolano; abbiamo una Sardegna che, anno dopo anno, perde abitanti, non solo i paesi dell'interno ma anche una città come Cagliari perde abitanti a favore di zone urbane sempre più degradate, sempre più anonime, dove non c'è il segno della qualità urbanistica, dove non c'è il segno di un'architettura prestigiosa come quella che ha caratterizzato l'Italia molti secoli fa e che abbiamo perso completamente nel secondo dopoguerra.
Allora io credo che l'articolo 15 sarebbe stato un buon articolo se inserito in una legge con una filosofia completamente diversa come quella che ho richiamato, una legge attenta a quello che abbiamo, una legge attenta al recupero, una legge attenta a non consumare territorio, una legge attenta a venire incontro agli ultimi, a chi non ha. Una legge parsimoniosa, una legge attenta alle future generazioni perché consapevole che alcuni beni non possono essere disponibili per l'ingordigia, per l'avarizia di pochi.
Allora, Assessore, io mi vedo costretto a votare contro un articolo di cui avrei anche condiviso la filosofia in un contesto completamente diverso. Voi oggi andate ad approvare una legge sbagliata nell'impianto che dà la vostra cifra e dimensione di governo, fa capire che cosa intendete voi per azione di governo. Noi voteremo contro, voteremo contro tutta la legge, e ci auspichiamo che, da questa vittoria, che in realtà è un fallimento, ci possa essere un sussulto per ragionare insieme in futuro su altre leggi, che abbiano veramente a cuore l'interesse dei sardi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sull'articolo 15, che in Commissione è arrivato all'ultimo momento, tanto da costituire un capo III, confermo il mio parere negativo, negativo perché si inquadra all'interno di una legge della quale non condividiamo neanche una virgola a questo punto, visto che è arrivata ormai alla conclusione, rimane solo da approvare l'articolo 16, che è l'entrata in vigore.
Io credo che la premessa fatta in questo articolo 15, che è quella del contenere il consumo del territorio, sia veramente una nota stonata in una legge dove il territorio si consuma, e si consuma abbondantemente, perché comunque, in ogni caso, è un'iniziativa di legge che prevede lo scadere qualitativo del vivere. Quando si arriva a pensare, oggi, all'inizio del nuovo millennio, dopo aver conosciuto tutte le peripezie delle civiltà e c'è un concetto del vivere, dell'abitare, completamente diverso da quello che si era conosciuto in passato, di ritagliare anche le briciole dei sottotetti e dei seminterrati, io credo che sia veramente una cosa che stride con un concetto di modernità, di crescita della qualità, di recupero, di rilancio, di miglioramento architettonico e quant'altro. Soprattutto se, in riferimento al risparmio o al contenimento del consumo del territorio, lo si fa attraverso questo strumento che saccheggia il territorio, e per una società come quella sarda a crescita zero. Io mi chiedo dove stiamo andando con una legge che avrebbe dovuto semmai tenere conto di quello che era principalmente il recupero del patrimonio esistente, quindi quello che in larga parte è detenuto dai sardi, e avrebbe dovuto semmai introdurre meccanismi riguardanti soprattutto possibilità residenziali per i nuovi venuti, che sono prevalentemente gli emigrati.
Concludo il mio intervento sull'articolo 15 dicendo che i sottotetti sono una pertinenza della casa dell'ultimo piano. Il discorso che voi fate è chiaramente rivolto a una possibilità, che già è stata argomento di discussione, di contrasto e di bisticcio in mille altre situazioni, cioè quando si cerca di rendere autonomi i sottotetti e metterli in vendita, scorporandoli dall'essere pertinenza dell'ultimo piano, perché questo poi alla fine accade. Perché mi chiedo che senso avrebbe introdurre la possibilità di renderli abitabili, e quindi offrirli a una potenzialità abitativa residenziale, se così non fosse. La cosa invece tragica e drammatica è la possibilità di rendere abitabili i sottotetti. Qualcuno mi dice adesso, in questo momento, ma io non ho visto nessun emendamento, che pare ci sia la volontà, non so se della Giunta o della maggioranza, comunque su proposta di qualcuno, di escludere i sottotetti da questa possibilità contemplata nell'articolo 15. In ogni caso, è grave averlo pensato. I sottotetti sono una pertinenza che rappresenta una struttura fondamentale nell'edificato oggi, una garanzia nell'edificato, una sicurezza del palazzo, in termini di aspetti igienico-sanitari, di salubrità del costruito, come zona di pertinenza degli appartamenti e delle abitazioni sottostanti.
I seminterrati risultano invece quelli che una volta venivano chiamati sottani, nelle aree del centro storico, perché sono privi di quella luminosità, di quella areazione, di quelle condizioni igienico-sanitarie fondamentali per il vivere, quindi sottratti a qualsiasi possibilità di abitabilità. Io ricordo che, perché ho l'età per ricordarlo, negli anni '50 puntualmente ogni anno circolava nelle scuole, nelle diverse classi, il medico sanitario, che faceva i controlli sul tracoma, che era una malattia diffusa, una malattia degli occhi, qui ci sono molti medici e sanno meglio di me che cosa è il tracoma, che era dovuto soprattutto alle condizioni di vita in cui molte famiglie erano costrette, in locali malsani, privi di luce e di areazione, ed era una malattia abbondantemente diffusa, si pensava quindi completamente eliminata. Oggi, attraverso questo meccanismo, senza pensare che possa ritornare il tracoma, trovo scandaloso che si sia semplicemente pensato, mi auguro che realmente venga eliminata questa possibilità, di riconoscere ai seminterrati la possibilità di essere sanati, perché di questo si tratta. Gran parte di essi è immessa nel mercato immobiliare, nel mercato delle seconde case, nel mercato degli affittacamere e affittaappartamenti, per le residenze estive; sono utilizzati come bed and breakfast e come posti letto, in una condizione assolutamente intollerabile e inaccettabile.
Voglio anche ritornare al discorso dei sottotetti e in particolare a quel riferimento che si fa al comma 6, quando il recupero dei sottotetti può comportare "l'apertura di finestre, lucernari, abbaini e terrazzi per assicurare l'osservanza dei requisiti di aeroilluminazione, nonché, nelle sole zone B…", eccetera, eccetera. Mi chiedo: che cosa vuol dire "terrazzi"? Posso capire l'apertura di finestre, ma qui non si stabilisce un minimo di criteri, in termini di dimensioni, e sappiamo come spesso si interviene anche ottenendo concessioni edilizie che poi vengono utilizzate per fare quello che è più opportuno fare a seconda delle esigenze del proprietario. L'abbaino sappiamo che cos'è, ma "terrazzi" che cosa vuol dire? Vuol dire intervenire sui tetti e credo che questo sia, per esempio, un aspetto da non tralasciare e non trascurare. Riconfermo la mia posizione contraria anche a questo articolo e anticipo il voto negativo in merito a questa proposta.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, lei si è iscritto nel corso dell'intervento dell'onorevole Sechi, che era già il secondo intervento, per cui si è iscritto in ritardo.
E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi).Presidente e colleghi consiglieri, noi Riformatori abbiamo scelto di far sentire poco la nostra voce durante la discussione di questa legge, è stata una scelta obbligata in quanto il centrosinistra ha deciso legittimamente di adottare nei confronti di questa legge un atteggiamento che è stato definito dagli stessi colleghi del centrosinistra di tipo ostruzionistico, e questo ovviamente non aiuta chi invece ha la volontà del dialogo. Per noi Riformatori, nel corso della discussione delle leggi, il dialogo è sempre un valore aggiunto, attraverso il dialogo è possibile correggere una parte degli errori che sicuramente possono essere scritti nelle pieghe di una legge. Noi ammettiamo con assoluta franchezza che, nel corso della discussione di questa legge, abbiamo avuto dubbi, nel corso della discussione di questa legge, abbiamo apprezzato gli interventi della Giunta quando, venendo incontro ad alcune obiezioni presentate dai colleghi del centrosinistra, obiezioni che venivano anche dagli stessi ambienti di centrodestra, ha presentato emendamenti, o comunque ha indicato l'opportunità dell'approvazione di emendamenti da altri presentati, che effettuavano delle correzioni positive, utili, per quanto riguardava poi l'esecuzione della legge. Devo dire che abbiamo votato con senso di lealtà insieme alla maggioranza anche quando avevamo perplessità su alcune parti del testo, ma questo fa parte dell'essere all'interno di una maggioranza, laddove il ragionamento sulla lealtà reciproca tra le parti della maggioranza va qualche volta ad aiutare a superare perplessità che si possono avere su singoli aspetti della legge.
Questo però serve a introdurre il ragionamento sul fatto che noi siamo fortemente convinti dello spirito della legge che viene licenziata, quindi siamo fortemente convinti della bontà del contesto complessivo della legge, che rappresenta ciò che noi abbiamo sostenuto durante la campagna elettorale. Io credo che la collega Simona De Francisci, indulgendo alla sua sicura formazione da giornalista, abbia raccolto una serie di aggettivazioni, una serie di esagerazioni verbali, se mi consentite, con le quali i colleghi del centrosinistra hanno apostrofato la legge e chi la legge stava scrivendo e approvando in aula, e siamo arrivati sino al poetico "lussuria cementificatrice" che, oggi, nell'intervento di un collega ha contraddistinto l'atteggiamento che il centrosinistra attribuisce al centrodestra nella realizzazione di questa legge.
Stamattina si è detto anche che il centrodestra ha delle cambiali da pagare. Il mio collega di maggioranza, Roberto Capelli, ha detto che preferisce che si dica che anche noi realizziamo i programmi, come li realizzate voi. Io non mi offendo neanche dell'uso della dizione "abbiamo delle cambiali da pagare", perché è vero, nel senso che, durante la campagna elettorale, noi abbiamo contratto delle cambiali e ne abbiamo contratte con i sardi e con quella parte della Sardegna che ha avuto fiducia in noi, per cui è giusto che poi ci sia l'esazione delle cambiali ed è giusto che le cambiali vengano pagate sino in fondo perché sono cambiali che sono state assunte nell'interesse generale della Sardegna e quindi sono delle cambiali che abbiamo sottoscritto perché ritenevamo che, se gli elettori ci avessero dato la forza per pagare queste cambiali, questo sarebbe stato nell'interesse generale della Sardegna.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue VARGIU.) Devo dire, colleghi del centrosinistra, che io sono rimasto in aula quasi sempre, sono rimasto in aula per obblighi di numero legale, sono rimasto in aula perché era mio obbligo ascoltare, sono rimasto in aula perché era mio obbligo sostenere la maggioranza durante la discussione di questa legge e ho ascoltato, per cui devo dirvi che, se posso muovere una critica alle argomentazioni che voi avete sostenuto all'articolo 15, mi permetto di farla perché mi rendo conto che non butta più benzina sul fuoco, come avrebbe fatto negli articoli precedenti, insomma, le grida che sono venute dai vostri banchi hanno tutte la stessa connotazione. Voi ritenete che bisogna salvare l'esistente. Io ho sentito le affermazioni fatte da alcuni colleghi che sono autorevoli esponenti della politica di centrosinistra cagliaritana: "bisogna salvare i topi di Portico Laconi", "bisogna salvare i topi" - che io ho conosciuto - "nell'Anfiteatro di viale Fra Ignazio", "bisogna salvare l'attuale abbandono della Villa di Tigellio", cioè bisogna salvare tutte quelle cose che, da vent'anni, da trent'anni, da quarant'anni, rappresentano un cancro per la città di Cagliari.
Ecco, se questa fosse la vostra visione dell'ambiente, la vostra visione della salvaguardia dell'ambiente, delle radici, dell'esistente, qualcosa a cui io sono, credo, legato quanto voi, nel senso che sono convinto di avere una volontà di tutela delle radici, di tutela della storia, della mia storia, della storia della mia città, della storia della mia terra, che è forte quanto quella che avete voi, mi rendo conto però che è meglio un anfiteatro romano con i tubi innocenti aperto alla gente di quello di cui ho scavalcato la recinzione insieme a padre Guidubaldi nel 1980 perché era sequestrato all'utilizzo della città da sempre, invaso da topi, erbacce e da tutto ciò che è immondo e che non rappresenta la storia della città e la fruizione di un bene.
Ecco, se una critica io vi posso fare, dai vostri ragionamenti, dalle vostre parole, risulta che voi siete le vestali di un ambientalismo aristocratico, di un ambientalismo di destra, se si usano ancora, come segnali stradali, destra e sinistra, di un ambientalismo che pietrifica l'esistente e lo rende fruibile solo a chi sta bene e può godersi il bene pietrificato. Quindi voi avete fatto tanti ragionamenti sulla tutela dei poveri, la tutela degli ultimi, la tutela dei deboli, insomma, fate una riflessione sul motivo della vostra sconfitta elettorale. Voi siete lo schieramento dei "no"; molti dei vostri "no" io li condivido. Siete il "no" al nucleare, siete il "no" anche all'eolico, siete stati, nella scorsa legislatura, il "no" all'eolico, siete il "no" alle industrie perché inquinano, siete il "no" agli alberghi, siete il "no" all'edilizia, siete il "no" agli ombrelloni per i turisti nelle spiagge.
Bene, dovete dirci a che cosa i sardi devono rinunciare per uscire dalla povertà, per aumentare il prodotto interno lordo della Sardegna qual è il vostro progetto, da dove tiriamo fuori i soldi. Perché, collega Uras (ti cito, Luciano, perché c'è un feeling di simpatia che mi lega a te e, quindi, lo faccio in positivo, non certo in negativo), tu dici che sei dalla parte degli ultimi e dei deboli. Bene, questo vostro ambientalismo alla fine cosa vi ha portato? Vi ha portato a che voi avete vinto le elezioni al Dettori a Cagliari, le avete vinte nel mio quartiere, a Monte Urpinu, a Genneruxi, cioè dove c'è la gente benestante, dove ci sono i ricchi, poi le avete perse a Sant'Elia, al CEP, a Mulinu Becciu, dove ci sono i poveri, perché ai poveri non avete dato risposte. Ai ricchi le avete date! Perché i ricchi, quelli che hanno la villa al mare, della vostra visione pietrificatrice dell'ambiente sono ben contenti, perché non ne vogliono una a fianco alla loro, perché la loro villa ha raddoppiato di valore grazie alla vostra politica vetero-conservatrice sull'ambiente! Questa è una riflessione che vi manca. Io non so perché voi vogliate attribuire al corpo elettorale la causa della sconfitta.
Dice il mio amico Chicco Porcu, con cui ho condiviso tanti ragionamenti negli anni, anche quando non facevamo politica, che non vi hanno capito gli elettori. Ma, insomma, il meccanismo democratico è farsi comprendere dagli elettori e gli elettori li capiamo, ci capiscono, se siamo in grado di dar loro delle risposte, per cui se voi aveste ragionato su queste riflessioni, se voi aveste fatto questi ragionamenti probabilmente il modo di andare in aula di questa legge sarebbe stato diverso e io sono sicuro che noi avremmo fatto una legge migliore perché ci avreste dato dei suggerimenti che saremmo stati in grado di ascoltare e alla fine ne sarebbe uscita fuori una cosa migliore per i sardi e migliore soprattutto per quei poveri di cui voi avete tradito le aspettative e che ve lo hanno significato nel momento elettorale. Su questa certificazione che vi è stata data, secondo me, non avete ragionato ancora abbastanza e non aver ragionato porterà danni per primi a voi e poi a tutti quanti noi perché faremo leggi meno buone se continuerete con questo atteggiamento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vede, onorevole Vargiu, il nostro modo di rapportarci a questa legge non è affatto, come descriveva lei, un ambientalismo… lasciamo perdere l'ambientalismo, perché il tema che ci avete proposto è un altro. Il tema che ci avete proposto è il seguente: dobbiamo fare questa legge perché dobbiamo sbloccare l'economia e, come scrivete nel titolo di questa legge, promuovere "interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo", data la crisi economica. Questo è il tema, non usciamo fuori dal tema. Questo è il tema, poi casualmente entriamo anche nei meriti più specifici.
Ora, la nostra risposta si è proposta in maniera diversa a voi e vi ha detto: attenzione, riprendere lo sviluppo significa non intervenire solo sulle regole, ma aumentare la domanda pubblica perché, se non ci sono risorse, l'economia non si muove, non si rimette in moto. Questo è dimostrato. Se andate a chiedere a chi oggi vende case, vi dice che il 50 per cento della ripresa di richieste di acquisizione si muove tutto con appoggio a mutui regionali. Andate a chiedere a chi oggi sta pagando. Quindi il nostro ragionamento è: questo provvedimento, così come è fatto, non produce lo sviluppo strategico di cui voi parlate.
Ma se non bastasse questo, perché questa è solo una nostra opinione, andiamo a vedere nel passato. Non è che la storia di questa autonomia sta lì ad ammuffire senza darci insegnamenti, ce li ha dati. Quando abbiamo consentito tutto quello che abbiamo consentito, quando le nostre coste si sono riempite di quello che si sono riempite, quando ci siamo regalati 200 mila doppie case, quando abbiamo lavorato su questo fronte, abbiamo riscontrato, dati alla mano, dei sensibili movimenti verso lo sviluppo e la rinascita di questa Regione? Per niente! Non c'è riuscito neanche il Piano di rinascita, figuriamoci se ci riuscirà questo!
Ma il problema è un altro, onorevole Vargiu. Il nostro rapporto col nostro programma di governo è stato un'altra cosa e come tutti quelli che governano fanno degli errori, e li dovete mettere nel conto anche voi come tutti gli altri, anche noi ne abbiamo fatto, però c'è una diversa impostazione rispetto a quella che lei oggi chiama "la lealtà". La lealtà a una coalizione non significa tapparsi le orecchie e bendarsi gli occhi, perché le responsabilità elettive sono superiori alla lealtà, soprattutto per quelli come voi che si professano riformatori. Badate, il riformismo moderno è un riformismo, è un processo che deve segnare passi in avanti, non spazzare le cose che ci sono per ritornare indietro. Il riformismo, quando è vero, comporta anche, quasi sempre, la rinuncia alle cose più semplici, al consenso immediato, al tornaconto e voi avevate la possibilità, adesso, all'inizio della legislatura, di mettere in piedi un processo riformista, distanti dalle elezioni, in grado di guardare con lungimiranza, non guardare agli interessi che ruotano intorno.
Però, il vostro approccio a questa legge, come a tante altre leggi, è esattamente più o meno quello che in questi giorni viene criticato al Presidente del Consiglio: "Poiché io sono stato eletto dal popolo", puntini, puntini, puntini, non vorrei che dietro questi puntini ci sia la coscienza che, siccome qualcuno è eletto dal popolo, non sia obbligato a ragionare. Mi piace raccontare questo aneddoto che dice che quel famoso detto vox populi vox Dei, in base al quale Berlusconi e un po' anche voi dite: "Noi siamo stati eletti, abbiamo una legittimazione, vox populi vox Dei, siamo abilitati a fare tutto", non incontri un limite nelle regole.
Agli inizi del '900, Sebastiano Satta che, oltre a essere un grande scrittore, era prima un grande giurista, in quel di Nuoro doveva difendere uno che tutta la gente, compreso il giudice, riteneva un delinquente da condannare. Ormai si era sparsa la voce ed era il suo destino segnato, mentre Sebastiano Satta lo doveva difendere e riteneva ci fossero le ragioni per difenderlo. Siccome questa diceria vox populi vox Dei camminava e portava la condanna immediata di questo povero disgraziato, siccome lui aveva un bel rapporto anche con la cittadinanza di Nuoro, pensò bene di organizzare una scenetta e chiamò un paio di ragazzini la mattina all'apertura del mercato e disse loro: "Andate in giro a raccontare, a dire che purtroppo il processo oggi non si può tenere perché il giudice è morto". I ragazzini fecero adeguatamente questo lavoro, ne riempirono la città e tutti dicevano: "Il giudice è morto". Quando Sebastiano Satta entrò in aula disse al giudice: "Caro giudice, questo processo non s'ha da farsi perché il giudice è morto, vox populi vox Dei", quello si ribellò e disse: "Ma come?", "Caro giudice, è stato lei a sostenere la tesi che, siccome vox populi vox Dei, questo signore è già condannato. Allora sarebbe meglio che, se non vale per lei, non valesse neanche per questo giovane; quindi affrontiamo il dibattito secondo le regole del diritto e della giustizia", finì che questo giovane fu assolto perché si aprì uno spazio, cioè si incontrò in quel caso il limite di una concezione populista del diritto e della giustizia, in quel caso, per mandato popolare.
Attenzione, anche in questo caso noi abbiamo il limite della responsabilità e quando voi scavalcate i limiti di una cultura che, vedete, è vero, fa intervenire su una risorsa che è finita, che è limitata come il territorio, inconsapevoli che la Sardegna come l'Italia è depositaria del 52 per cento dei beni paesaggistici e culturali del mondo, con una caratteristica particolare e che quindi con maggiore attenzione dovremo affrontare queste cose, è qualcosa che avrebbe dovuto ispirare un approccio diverso in questa materia, un approccio come quello che molti ci hanno detto, cioè che in questa materia cerchiamo di trovare davvero delle sintesi unitarie perché abbiamo un onere anche educativo nei confronti della comunità e l'educazione alla conservazione del paesaggio non è un'operazioncina che si risolve con una legge o in un arco di una legislatura, perché la tutela presuppone che prima c'è un sistema di divieti, è vero, ma quando la cultura della tutela entra nella gente e viene percepita, alla cultura del vincolo e della regola viene a sostituirsi lo strumento della valorizzazione e della produzione economica. Non a caso tutti gli atti, compresi gli atti preparativi nella Commissione consiliare del Codice Urbani, dicevano che sostanzialmente c'era bisogno di una fase lunga nella quale ci fosse una riappropriazione nelle comunità del senso della tutela e della regola, e si diceva che proprio nelle società e nelle comunità più avanzate, dal punto di vista industriale ed economico del nord-est, si sentiva maggiormente questa sensibilità alla tutela perché ormai avevano capito che consumando consumando non producevano più nessun tipo di ricchezza e di valore aggiunto.
Questo è il nostro approccio a questi problemi, con un requisito, che io invito tutti nella misura possibile ad andare a riscoprire in tutta questa legislatura, a prescindere da questo, se ciascuno di noi non verrà animato, a ogni decisione che prende, a ogni voto che prende, dall'idea che non c'è una visione localistica delle decisioni legislative e non è accompagnato da un po' di lungimiranza, non renderà merito al suo mandato perché noi siamo sempre più prigionieri del nostro modo di essere coalizione, di obblighi che non esistono e ci priviamo di una libertà alla dialettica interna che, forse, avrebbe fatto più bene a voi in questa fase che non a noi. Perché noi, che siamo caduti su questi argomenti la scorsa legislatura, vi abbiamo dimostrato che, su questa materia, possiamo avere sfumature diverse, ma la nostra posizione è stata una posizione unica, unitaria, di merito, non alla "qua qua qua" e vi abbiamo spiegato le ragioni di merito e di competenza attraverso le quali si sarebbero dovute affrontare queste cose. La mancanza del dialogo non è responsabilità nostra.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Signor Presidente, colleghi, Assessore, non ruberò nel mio intervento assolutamente i dieci minuti che sono previsti. Assessore, durante tutto l'iter di questo provvedimento di legge, ho cercato con sforzo di trovare un articolo sul quale poter condividere alcune cose con lei. L'avevo trovato, lei mi presenta un emendamento che cambia l'articolo, quindi il mio impegno purtroppo viene meno. Nel senso che, su questo articolo, Assessore, chiaramente io esprimo la mia posizione personale, strettamente personale, sono convinto che fosse un articolo utile, scritto così com'era, sia per quanto riguarda il recupero dei sottotetti sia per quanto riguarda il recupero dei seminterrati. Chiaramente su questo secondo tema, con le dovute attenzioni e il rispetto di tutte le norme relative alle situazioni idrogeologiche, il rispetto di tutte quelle peculiarità del territorio, però - secondo me - in alcuni ambienti, in alcuni territori, questi sarebbero stati gli interventi utili a limitare l'utilizzo del territorio e la sua ulteriore cementificazione e l'opportunità, a chi in questi territori vive, di usufruire, al fine abitativo, di questa possibilità di recupero. Questo non è, purtroppo, di conseguenza mi ritroverò a votare contro questo articolo.
Approfitto in maniera molto breve, Assessore, perché la trovo collegata... Presidente, attendo un secondo perché, su questo tema, l'Assessore...
PRESIDENTE. Per cortesia.
MANCA (P.D.). Su questo tema, l'Assessore ha piacere di ascoltarmi, quindi se il presidente Ladu lo disturba poi non può avere orecchie per me.
Dicevo, Assessore, le ripropongo brevissimamente, però con decisione, le opportunità, secondo me, di recuperare un po' di moralità di questa legge. Uso il termine "moralità" proprio in maniera appropriata, nel senso che ripropongo a lei, Assessore, il problema di interventi, di aumenti volumetrici che vengono consentiti, lo faccio in chiusura di legge, magari anche in maniera inusuale su un articolo che non parla di queste cose, però proprio per avere qualche minuto in più per riproporlo e per avere da lei una risposta, Assessore.
Io le ripropongo con forza la necessità che questa legge debba assolutamente eliminare l'opportunità, la possibilità di intervenire con aumenti volumetrici su quegli immobili che sono stati condonati, Assessore. Io ritengo questo veramente un atto di ingiustizia sociale, di scorrettezza nei confronti dei cittadini seri, delle persone che, per tempo, hanno presentato le richieste di concessione edilizia e che hanno rispettato i limiti che i piani urbanistici comunali davano; noi con questa legge stiamo dando invece l'opportunità a questi signori nuovamente di abusare e di abusare della norma, abusare della legge. Le ripeto, Assessore, dal punto di vista legislativo e giuridico, è possibile, lo ha fatto la Lombardia, non c'è stato nessun tipo di ricorso, il Governo ha approvato la legge, io glielo chiedo veramente per l'ultima volta in questi interventi, lo farò anche in dichiarazione di voto per ricordarglielo ulteriormente, ridia giustizia a chi ha bisogno di giustizia, riassegni un po' di moralità a questa legge. Questo non mi porterà a votare a favore, non mi porterà a condividere questo progetto di legge, però sicuramente garantirà una migliore correttezza nel rispetto dei cittadini di questa nostra Regione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Stiamo esaminando l'articolo 15, che ha come titolo "Utilizzo del patrimonio edilizio, recupero dei sottotetti e dei seminterrati". Devo dire che questa problematica, in modo particolare nello specifico per quanto attiene i sottotetti, è una problematica non di oggi, è una problematica che è stata affrontata a più riprese da altre realtà territoriali diverse dalla Sardegna, è una problematica che peraltro è stata affrontata anche nella passata legislatura e, se non erro, aveva incontrato anche una seppur non totale, ma abbastanza forte, positività da parte dell'Aula. E' indubbio che il recupero a fini abitativi dei sottotetti in un certo modo determina un processo tale da aumentare quelle che sono diciamo le potenzialità in termini residenziali dei nostri centri abitati. Io vi devo dire che, in riferimento allo specifico tema dei sottotetti, esprimo una valutazione fortemente positiva all'articolato anche nella considerazione che è stata presa come riferimento, in ordine all'altezza per l'abitabilità, l'altezza ponderale e non altre procedure che spesso portano a identificazione di spazi oggettivamente difficilmente vivibili.
Noi come Giunta, voi avete avuto modo di notarlo, abbiamo presentato, in riferimento all'articolo, un emendamento al terzo comma nel tentativo di dare anche noi un contributo per una definizione un po' più puntuale di che cosa si intenda per "sottotetto". Se poi invece, in riferimento all'articolo, ci soffermiamo sulla seconda parte, abbiamo una trattazione di un'altra tematica che è quella riferita ai seminterrati, locali di altezza non più media ma altezza ordinaria non superiore ai 2 metri e 40, in cui l'amministrazione, l'Esecutivo regionale, quindi la Giunta regionale, ha già avuto modo di rappresentarvi una valutazione non positiva.
Abbiamo presentato all'attenzione dell'Aula un emendamento con cui chiediamo di fatto la soppressione dei commi 7, 8 e 9, che regolamentano la tematica riferita ai seminterrati. Io credo che, andando oltre questo dispositivo e nello specifico all'articolo 14, ci siano comunque, anche a prescindere dalle tensioni che hanno animato il dibattito dell'aula, le condizioni per identificare dei percorsi condivisi che noi tenteremo in qualche modo di portare all'attenzione del Consiglio. La Giunta ritiene che, in questo processo di riforma, così come aveva preannunciato, non ci si può limitare a interventi spot, bisogna agire a base del sistema, bisogna affrontare con determinazione, andando a ricercare convergenza da parte di tutta l'Aula, la tematica riferita alla formalizzazione di una vera legge urbanistica, una legge che dia certezze sia agli amministratori sia ai cittadini.
Di pari passo, così come vi avevo anticipata all'inizio della trattazione dell'argomento, la partita riferita alla programmazione, quindi alla predisposizione e chiusura del disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale, in riferimento al tema delle abitazioni, quindi mi riferisco alla tematica inerente al patrimonio immobiliare pubblico, patrimonio immobiliare da mettere a disposizione dei cittadini meno abbienti, vi riconfermo i termini temporali che avevo già anticipato a suo tempo, ovvero che noi comunque nel mese di novembre licenzieremo come Giunta regionale il documento per poi portarlo immediatamente all'attenzione del Consiglio regionale.
In riferimento alle partite finanziarie, scusate se parlo anche di qualcos'altro, ma mi è sembrato di cogliere che siamo caduti inizialmente in un equivoco che ha creato forse una contrapposizione con coloro che pensavano che, col Piano casa, si volesse affrontare una tematica che era riferita a quella di dare - come qualcuno diceva - la casa a quelli che non ce l'hanno, ecco, in riferimento a questa tematica, stiamo anche chiudendo il rapporto con il Governo; quindi la Regione Sardegna, unitamente alle altre Regioni italiane, per definire quello che è il budget che verrà trasferito dallo Stato alle singole Regioni e che si sommerà conseguentemente ai fondi che la Giunta regionale proporrà di inserire all'interno della finanziaria e con altre disposizioni speciali che diano gambe al documento che stiamo predisponendo, nell'intento, che di fatto è un intento comune, di dare risposta al fabbisogno abitativo che attualmente è in grave sofferenza, attribuendo anche delle soluzioni di carattere finanziario che consentano a coloro che hanno difficoltà in questo senso di poter avere dei giusti supporti da parte del soggetto politico nella risoluzione di un problema che oggettivamente è difficilmente prorogabile. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.
SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, signori Assessori e colleghi, relativamente all'articolo 15, si esprime parere contrario in merito agli emendamenti numero 86, 101, 87 e 314, uguali; mi conferma che l'emendamento numero 152 è inammissibile; per gli emendamenti numero 88 e 315, parere contrario; il "153" è inammissibile; per quanto riguarda gli emendamenti numero 89 e 316, uguali, 90 e 317, uguali, si esprime parere contrario; l'emendamento numero 154 è inammissibile; parere contrario per gli emendamenti numero 91 e 318 uguali; il "155" è inammissibile; si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 92 e 319, uguali, e sul "156".
Chiedo scusa, onorevole Contu, mi sta distraendo. Si esprime, sull'emendamento numero 388, parere favorevole, mentre sugli emendamenti numero 93 e 320, uguali, si esprime ancora parere contrario; il "157" è inammissibile; parere contrario sugli emendamenti numero 94, 95 e 321, uguali, 96 e 322, uguali, 97 e 323, uguali, 158, 98 e 324, uguali, 99 e 325, uguali, 100 e 326, uguali, 48 e 327, uguali, e 159. Il parere è favorevole relativamente agli emendamenti numero 387 e 549. Per quanto riguarda invece gli emendamenti numero 328, 329, 332 e 333 si esprime parere contrario. Per l'emendamento numero 390 ci si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine agli emendamenti che sono pervenuti, la Giunta conferma la medesima valutazione rappresentata dal Presidente della Quarta Commissione, con una eccezione, sto facendo riferimento all'emendamento aggiuntivo numero 390 che prevede nello specifico l'abrogazione del terzo comma dell'articolo 4 della legge regionale numero 8 del 2004. La legge numero 8, a questo punto, parlando di aree boscate individuate con una circolare del 1986, le rende inedificabili a meno delle radure naturali, e recita: "purché gli interventi, oltre che previsti dagli strumenti urbanistici attuativi, consentano una zona di rispetto dal limite del bosco". Allora, di norma le aree boscate sono aree sempre non con termini a centri abitati quindi mi sorge già la perplessità di capire la portata della previsione, il fatto che comunque devono essere previste dallo strumento urbanistico attuativo; per cui devo dire che la difficoltà di lettura di questa norma e di applicazione relativa di questa norma, mi porta a esprimere una valutazione positiva in ordine all'emendamento numero 390.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, perché vorremmo sapere come pensiamo di proseguire. Intendiamo concludere l'esame dell'articolo 15 stasera, per poi proseguire i lavori domani mattina?
PRESIDENTE. Onorevole Uras, aspettiamo che rientri la Presidente Lombardo. Eccola qua.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorremmo il calendario dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, dalle interlocuzione intercorse durante la serata, si pensava di poter chiudere stasera l'articolo 15 e l'articolo 16 e lasciare a domani mattina le dichiarazioni di voto; quindi di arrivare all'approvazione dell'articolo 16. Se ci sono indicazioni di carattere diverso, ci si confronta e si decide insieme.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi chiedevo, poiché l'articolo 16 non ha pressoché emendamenti, se possa essere l'ultimo articolo che discutiamo domani, chiudendo così oggi con l'articolo 15.
PRESIDENTE.. Non c'è nessun problema, onorevole Uras. Allora completiamo l'articolo 15 e riprendiamo domani con l'articolo 16, le dichiarazioni di voto e il voto finale.
rilancio dell'economia" (67).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Allora, per agevolare i lavori, Presidente, ritiriamo gli numero 101 e 87; il 152 credo che sia inammissibile.
PRESIDENTE. Aspetti un attimo, onorevole Uras, parla anche a nome dei presentatori degli emendamenti uguali oppure…
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No, io ritiro i miei, per gli altri chiediamo all'onorevole Bruno.
BRUNO (P.D.). Noi ritiriamo i nostri.
PRESIDENTE. Va bene, prego. Quindi, gli emendamenti numero 101 e …
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Allora ritiriamo gli emendamenti numero 101 e 87, il 152 credo sia stato dichiarato inammissibile, poi 88, 153, se non è stato dichiarato inammissibile, e 89.
PRESIDENTE. Per cui metto in votazione gli emendamenti numero 90 e 317.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Vorrei dichiarare il mio voto favorevole al comma 4 per esprimere (l'avrei espresso e l'esprimerò anche nel voto sull'articolo) che questo è uno degli articoli su cui si sarebbe potuto lavorare; lo dico anche in risposta alle osservazioni che faceva l'onorevole Vargiu, noi non siamo né il partito né la cultura del "no", però per quanto riguarda l'essere disponibili alla discussione, credo che l'onorevole Vargiu, ma anche l'Aula, più volte, in altre circostanze (quando si discute di finanziaria, quando si discute di provvedimenti che intervengono sul tessuto sociale ed economico della nostra Regione, eccetera), abbiano potuto verificare che c'è disponibilità alla discussione a prescindere dal ruolo che ciascuno di noi svolge, di maggioranza o di opposizione.
Quindi noi non siamo coloro che vogliono affamare questa popolazione preservando l'ambiente e tutelando il patrimonio paesaggistico di grande valore del nostro territorio; noi siamo coloro che vogliono fare le cose in modo sostenibile, con la responsabilità di chi deve esercitare la funzione di governo, ecco perché questa legge, che determina un caos edilizio insostenibile, non è per noi un terreno possibile di mediazione e di discussione. Io voterò a favore del comma 4.
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 388.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiaramente noi siamo favorevoli, anzi apprezziamo l'iniziativa adottata anche dalla Giunta. C'erano ovviamente anche emendamenti soppressivi presentati dalle minoranze su questo tema perché anch'io sono appassionato dall'utilizzo degli spazi il più possibile per non aggravare di nuove volumetrie il territorio e il nostro paesaggio urbano, ma ci sono volumetrie che si possono utilizzare a fini abitativi, che possono essere considerate come unità autonome. Ci sono altre volumetrie che possono solamente rappresentare una utilità a un corpo edilizio sufficientemente e autonomamente strutturato e soprattutto ci sono volumetrie che non possono essere adibite a fini abitativi perché contengono, nella loro fisionomia, elementi di contrasto con la salubrità degli ambienti e quindi con la tutela della salute.
Per questa ragione io apprezzo e voterò a favore dell'emendamento presentato dalla Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo molto velocemente per manifestare, a nome mio e a nome del Gruppo Italia dei Valori, l'apprezzamento per la presentazione di questo emendamento e, per le ragioni che ha testé espresso il collega Uras, per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo all'emendamento numero 388.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non sarà certamente questo provvedimento ad aumentare il consumo del territorio in Sardegna, così come ho detto prima nell'intervento sulla discussione generale dell'articolo, quindi apprezziamo che la Giunta abbia proposto la soppressione di questi commi, perché sosteniamo con vigore la necessità di dare e garantire una casa a tutti ma che sia una casa dignitosa, certamente un seminterrato non può presentare una condizione di vivibilità dignitosa.
Per questo sosteniamo la proposta all'attenzione dell'Aula.
(E' approvato)
L'approvazione dell'emendamento numero 388 fa decadere gli emendamenti numero 93, 320, 94, 95, 321, 96, 322, 97, 323, 158, 98, 324, 99 e 325.
(Non sono approvati)
(Non sono approvati)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 549. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 387.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Devo chiedere all'assessore Asunis un chiarimento di carattere esclusivamente tecnico. Diciamo che la definizione tecnica dell'emendamento numero 387 va bene perché precisa la definizione di sottotetto, ma io ho un dubbio, assessore Asunis, l'ultima parte del comma 6 dell'articolo 15 dice: "Sono ammesse modificazioni" - stiamo sempre parlando dei sottotetti - "delle altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde, unicamente al fine di assicurare i parametri di cui al comma 5"; cioè, se capisco bene, stiamo consentendo demolizioni e ricostruzioni delle coperture. Domando: in un edificio esistente, che magari non ha sottotetto, ha solamente la copertura, per arrivare ai parametri previsti dal comma 5, stiamo consentendo la demolizione della copertura e la ricostruzione in altezza? E' solo una domanda, Assessore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Nell'emendamento numero 387, la definizione di sottotetto è abbastanza congrua, salvo una parte: "All'interno della sagoma dell'edificio regolarmente approvata con titolo abilitativo, ove prescritto". Che cosa vuol dire, che si possono fare i tetti senza titolo abilitativo? Quello che meraviglia e che è proprio del tutto singolare, siccome il recupero di sottotetti dovrebbe essere, suppongo, nella filosofia di questa legge, votato all'abitabilità o al riuso, qui un paio di colleghi presentano un emendamento al "387" dove ci mettono anche i solai intermedi non calpestabili, allora mi domando come potrebbe essere utilizzato il sottotetto se il pavimento del sottotetto è non calpestabile. Cioè, se l'obiettivo è quello di rendere possibile l'abitabilità dei sottotetti e possiamo consentirlo anche a quelli che hanno l'ultimo solaio del piano abitato plafonato, come si suol dire, cioè non calpestabile, dobbiamo inserire anche questo? Visto che ci siamo, mettiamoci di tutto! Possiamo anche metterci delle reti metalliche, non importa, l'importante è che tutto sia trasformato in abitabile. Suvvia, manteniamo un po' di contegno! Se un solaio non è calpestabile, può dare origine a un sottotetto recuperabile ai fini abitativi? Questa è la domanda! Datevi la risposta, perché io la risposta ce l'ho.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, volevo fare soltanto un piccolo intervento in riferimento al sesto comma. Il sesto comma, che è ricollegato chiaramente all'intero corpo dell'articolo, identifica, per i titolari dei sottotetti, attraverso operazioni di natura edilizia, delle possibilità per raggiungere quelle quote che sono previste espressamente all'articolo 5, fermo restando che gli incrementi volumetrici che ne derivano, aggiuntivi rispetto al sottotetto, si possono realizzare sempre che siano tecnicamente previsti dallo strumento urbanistico e che non abbiano usato tutta la volumetria che il lotto poteva esprimere.
Per quanto riguarda invece l'altro aspetto, che rappresentava un altro consigliere in Aula, giusta osservazione delle coperture orizzontali dell'ultimo livello non calpestabili, è chiaro che un vuoto tecnico, qual è quello di un sottotetto, di norma, qualora lo si voglia utilizzare a fini residenziali, impone che il piano di calpestio del sottotetto abbia quelle caratteristiche minimali che sono previste dalla normativa nazionale, il che vuol dire che presumibilmente ci sono delle attività di natura edilizia volte alla realizzazione o al rafforzamento dell'ultimo solaio orizzontale al fine di poter avere quelle garanzie che sono previste, in termini di chili a metro quadrato, tipiche di un'attività di tipo residenziale.
(Interruzione)
Faccio presente, come mi era capitato un'altra volta, che trovano applicazione le norme nazionali, anche perché noi non possiamo entrare ad esempio nel merito di norme di questa natura che attengono a problemi di sicurezza e a dati parametrici in riferimento alla portanza dei pavimenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Assessore, io credo che questa interlocuzione dottissima tra due professionisti del ramo abbia chiarito a tutti noi quanto sia complessa, in ogni angolo, l'attuazione di questo provvedimento. Diventeranno matti tutti, io lo so, ormai siamo arrivati alla fine del percorso, ve lo approverete, ma vi rendete conto di quanti forconi imbracceranno coloro che si dovranno cimentare in questo ginepraio di norme, normative nazionali e normative in materia di sicurezza, normativa in materia di tutela della salute, normative sulla tenuta degli immobili, sugli impianti elettrici e chi più ne ha, più ne metta. Anche l'onorevole Salis, che pure si vuole cimentare, avrà difficoltà, dovrà andare dall'assessore Asunis a chiedere. E quanta gente andrà da lei, Assessore, a chiedere, la sequestreranno, non la faranno più uscire dagli uffici, dovrà passare notte e giorno lì per riuscire a fare circolari e, badate, ogni volta che si fa una circolare non si semplifica l'applicazione di una norma, si complica.
Noi dovremmo cercare, ed è stata una delle questioni discusse quando si fece il piano paesaggistico, sulla titolarità del Consiglio o della Giunta ad approvare quel provvedimento così complesso nel dettaglio, che richiamava carte, dati, informazioni, noi dovremmo cercare, dicevo, di fare norme veramente molto leggibili, comprensibili perché, onorevole Pittalis, le leggi non sono fatte solo per gli avvocati, sono fatte prevalentemente per i cittadini, e questa è una legge per avvocati e per ingegneri.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 15. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 328.
(Interruzione del consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, quando dico "metto in votazione", prima di chiedere chi è favorevole, guardo il monitor.
(Interruzione del consigliere Uras.)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, vuole intervenire sull'emendamento numero 328? No.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, l'interesse a far sviluppare il discorso nell'Aula dovrebbe indurci tutti a maggiore tranquillità. Siccome poi non siamo neanche assistiti bene dalle tecnologie, io credo che sia interesse di tutti stare meglio in un'aula nella quale tutti possono partecipare, senz'altro dover provvedere a fare questi corsi accelerati di cui diceva Uras.
L'emendamento numero 328 fa una proposta un po' satanica per voi che avete approvato fino adesso questo provvedimento, cioè si interessa delle demolizioni delle opere abusive e del ripristino ambientale in sede sostitutiva. Come voi sapete in Sardegna il sistema della vigilanza non ha mai funzionato adeguatamente, per cui i comuni, spesso presi anche da problematiche sociali, non attuano i provvedimenti immediatamente, perché non vogliono mettersi nella condizione di impopolarità, e quasi mai comunicano alla Regione, che ha attualmente il potere sostitutivo, il caso perché vi provveda. Per cui ci troviamo in una condizione nella quale la nostra autonomia paradossalmente risulta violata dalle competenze dello Stato; cioè gli unici casi nei quali noi ci troviamo di fronte a interventi di demolizione e di ripristino sono quelli che fanno i giudici dei tribunali quando vedono la denuncia e quindi proseguono, con molto ritardo, ci sono sacche di cause che sono ancora in ritardo, ma sono gli unici casi. Noi in questo campo siamo assenti.
Io credo che sia uno degli aspetti più carenti per una Regione che, nel bene o nel male, questo va detto, nelle esperienze passate, di destra, di sinistra, di centro, di sopra di sotto, comunque ha garantito alla Sardegna, rispetto a tante altre regioni d'Italia, un fenomeno dell'abusivismo molto più contenuto di quello che si è potuto esprimere in altre regioni. Andrebbe integrata questa competenza per mantenere alto anche il buon nome della legislazione regionale che, in questi anni, ha garantito che in Sardegna grandi abusi, grandi eco-mostri tutto sommato non è stato possibile farli proprio perché c'è stata un'attenzione maggiore a questi fenomeni. Però mi rendo conto che questo è un contesto, scusate il termine, tra virgolette, di sbragamento e non ci sta un elemento restrittivo.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 390. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
I lavori si concludono qui, riprenderanno domani, venerdì 16 novembre, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 31.