Seduta n.391 del 09/04/2013 

CCCXCI SEDUTA

Martedì 9 aprile 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 07.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 20 febbraio 2013 (383), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Angelo Francesco Cuccureddu ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 aprile 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, questo congedo si intende accordato.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)". (503)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

"Bilancio di previsione per l'anno 2013 e bilancio pluriennale per gli anni 2013-2015". (504)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

"Istituzione del canone regionale sulle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative". (505)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione FOIS sulle gravi carenze del reparto di medicina dell'Ospedale di Alghero". (838)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione ZUNCHEDDU in merito alle criticità sulla realizzazione di una discarica per rifiuti cosiddetti non pericolosi in località "Pranu Mannu" nell'isola amministrativa del Comune di Decimomannu in Provincia di Cagliari". (901)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione BRUNO - BARRACCIU sulle nomine compiute illegittimamente dal Direttore generale della ASL di Sassari, dott. Marcello Giannico, e sulle gravi conseguenze sulla finanza sanitaria regionale". (916)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SALIS - URAS - BARRACCIU sulle anomalie che caratterizzano i conferimenti degli incarichi presso la ASL n. 1 di Sassari". (969)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione DEDONI sull'accertata insufficienza del tetto di spesa della ASL n. 5 per la specialistica ambulatoriale". (997)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SOLINAS Antonio - BARRACCIU - AGUS - ESPA - CORDA in merito ai costi inerenti all'attivazione, da parte della ASL n. 1, della convenzione CONSIP per il servizio integrato della gestione energetica degli immobili". (1023)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SABATINI sul risarcimento alle aziende ovi-caprine del Comune di Barisardo in seguito all'abbattimento di alcuni capi di bestiame per prevenire la diffusione della blue tongue". (1028)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo sull'incarico temporaneo conferito, da parte della ASL n. 5 di Oristano, con delibera n. 45 del 2 gennaio 2013, al dott. Giovanni Andrea Ruiu in sostituzione del direttore della Struttura complessa di ortopedia del P.O. San Martino di Oristano". (1031)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di avanzamento dei Pacchetti integrati di agevolazioni "industria, artigianato e servizi" (PIA) 2008 e 2010". (1077)

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di immobilismo che si è venuta a creare in merito alle concessioni per l'installazione di minieolico in seguito all'articolo 8 della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25". (1078)

"Interrogazione CORDA - PORCU - MARIANI - ESPA - SOLINAS Antonio - COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla allarmante diffusione di sale da gioco sul territorio regionale ed alla necessità di contenerne, con interventi mirati, le devastanti ripercussioni a livello sociale". (1079)

"Interrogazione LAI, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di grave disagio determinata dal mancato avvio della campagna di vaccinazione obbligatoria per il virus della blue tongue a causa della indisponibilità dei vaccini per i sierotipi interessati". (1080)

"Interrogazione SANNA Giacomo - BARRACCIU, con richiesta di risposta scritta, sulla nuova PAC 2014-2020". (1081)

"Interrogazione SANNA Gian Valerio - CUCCU - SABATINI - AGUS, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi disagi indotti dall'ingiustificato protrarsi dei lavori di ammodernamento e di adeguamento della strada statale n. 131 da Serrenti a Villasanta". (1082)

"Interrogazione CUCCU - SANNA Gian Valerio - MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dei diserbanti chimici per la pulizia delle cunette e delle fasce di rispetto lungo le strade statali della Sardegna". (1083)

"Interrogazione MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di sospensione del provvedimento di adozione del Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) di Uta, in attesa della discussione urgente della mozione n. 249 in Consiglio regionale". (1084)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione in cui versano le spiagge del Cirras, site nel Comune di Santa Giusta". (1085)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza MORICONI - CUCCU - MELONI Valerio sui danni conseguenti alle mareggiate avvenute tra il 4 e il 7 marzo 2013 sulle coste sud orientali della Sardegna". (409/C5.)

"Interpellanza SANNA Gian Valerio - DIANA Giampaolo sui ritardi dell'Ente foreste nel pagamento delle indennità di occupazione delle terre private cedute all'ente per la realizzazione dei cantieri forestali". (410)

"Interpellanza COCCO Daniele Secondo - URAS - SALIS - MARIANI - CUGUSI - SECHI - ZUNCHEDDU, sulla mancata attuazione del precetto normativo contenuto nell'articolo 15, comma 17 della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12, relativo all'esonero dei componenti delle compagnie barracellari dal pagamento dei certificati medici di idoneità necessari per poter svolgere il loro servizio". (411)

"Interpellanza PLANETTA sulla verosimile aggressione speculativa da parte della società Energogreen renewables Srl, controllata dal Gruppo Fintel energia Spa, ai danni del territorio sardo, e sulla eventuale dichiarazione di improcedibilità del progetto della società Sunwise capital LTD (Energogreen renewables), per la realizzazione di una centrale solare termodinamica della potenza di circa 50 MWe, basata sulla tecnologia dei collettori parabolici lineari con sistema diretto a sali fusi da realizzarsi nei Comuni di Giave e Bonorva". (412/C5.)

"Interpellanza DIANA Giampaolo sulla penalizzazione della rete scolastica dell'Istituto comprensivo statale "F. De Andrè" di Donori a seguito della deliberazione della Giunta regionale n. 13/7 del 19 marzo 2013". (413)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione MORICONI - DIANA Giampaolo - CUCCU - MELONI Valerio - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - SANNA Giacomo sullo stato di attuazione dell'iter di adozione del Piano stralcio delle fasce fluviali del bacino regionale della Sardegna (PSFF)". (249)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 27 marzo 2013, il Gruppo consiliare Fratelli d'Italia - Centrodestra Sardegna ha nominato vicepresidente il consigliere Teodoro Rodin, in sostituzione del consigliere Domenico Gallus, dimissionario.

Comunico che i consiglieri Lorenzo Cozzolino e Vincenzo Floris, in data 28 marzo 2013, hanno dichiarato di aver aderito al Gruppo consiliare Partito Democratico e che il consigliere Franco Sergio Pisano, con nota in pari data, ha comunicato di aver aderito al Gruppo consiliare Riformatori Sardi-Liberaldemocratici.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione. PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 10, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

Elezione dei rappresentanti della Regione per la partecipazione alle procedure di elezione del Presidentedella Repubblica

PRESIDENTE. Il Consiglio deve procedere agli adempimenti previsti dall'articolo 83 della Costituzione del quale do lettura: "Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della Assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta".

Il Consiglio pertanto deve provvedere all'adempimento di quanto è prescritto nel secondo comma dell'articolo poc'anzi letto; di conseguenza, dovendosi procedere all'elezione dei tre delegati, ciascun consigliere potrà scrivere sulla propria scheda non più di due nomi in modo che, ai sensi del predetto articolo 83, sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. Risulteranno eletti i tre nominativi che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, in questi giorni la stampa ha dato conto, sull'argomento che il Consiglio sta per affrontare, cioè sulla scelta dei rappresentanti per l'elezione del Presidente della Repubblica, di fatti che in qualche misura sono inesatti. Voglio assicurare, per il senso anche di autorevolezza che riconosciamo alle istituzioni, a questa Assemblea innanzitutto, al ruolo del Presidente del Consiglio, al ruolo dell'opposizione e dello stesso Presidente della Giunta, che il P.d.L., si conformerà a una prassi consolidata (senza entrare sul merito delle indicazioni di voto sulle persone, perché è segreto) con l'indicazione del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta regionale e ci auguriamo, appunto, del rappresentante del capo dell'opposizione.

Elezione dei rappresentanti della Regione per la partecipazione alle procedure di elezione del Presidentedella Repubblica

Votazione a scrutinio segreto per schede

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione dei tre delegati della Regione partecipanti all'elezione del Presidente della Repubblica.

Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.

(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 71

Votanti 71

Hanno ottenuto voti: LOMBARDO Claudia, 52; CAPPELLACCI Ugo, 37; DIANA Giampaolo, 30; PIRAS, 1;

Vengono proclamati eletti: LOMBARDO Claudia, CAPPELLACCI Ugo e DIANA Giampaolo.

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 41, viene ripresa alle ore 11 e 25.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di prolungare la sospensione sino alle ore 12. Per le ore 11 e 50 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 53.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di aggiornare i lavori a questo pomeriggio. Come primo punto all'ordine del giorno ci sarà l'esame della mozione numero 230 e, a seguire, la proposta di legge numero 501. Sospendo la seduta sino alle ore 16.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 54, viene ripresa alle ore 16 e 14.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

DESSI', Segretario, dà lettura dell'estratto del processo verbale della seduta, sospesa alle ore 13, del 9 aprile 2013 (391), che è approvato.

PRESIDENTE. Abbiamo approvato il processo verbale relativo alla votazione di stamattina per l'elezione dei delegati che dobbiamo trasferire poi alla Camera dei deputati.

Discussione e non approvazione della mozione Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla necessità di revocare con urgenza la deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012 avente per oggetto le linee di indirizzo per gli atti aziendali delle aziende sanitarie e sull'analoga urgenza di bloccare l'iter degli atti aziendali già approvati da alcune aziende sanitarie e quelli in fase di approvazione o predisposizione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai

sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (230)

L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 230.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

MozioneBarracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla necessità di revocare con urgenza la deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012 avente per oggetto le linee di indirizzo per gli atti aziendali delle aziende sanitarie e sull'analoga urgenza di bloccare l'iter degli atti aziendali già approvati da alcune aziende sanitarie e quelli in fase di approvazione o predisposizione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 12, ha dettato "Disposizioni in materia di sistema sanitario regionale" e la Giunta regionale ha approvato, nel settembre 2009, la delibera n. 42/17 sul commissariamento delle ASL e nel dicembre 2009 la delibera n. 57/11 sull'istituzione della macroarea "Sardegna";

la riforma del sistema sanitario, ipotizzata dalla legge n. 3 del 2009, predisposta dalla Giunta regionale e attualmente in attesa di essere messa all'ordine del giorno del Consiglio, discussa dalla competente Commissione consiliare è stata, da questa, radicalmente modificata e approvata col voto contrario non solo del centro sinistra ma anche, emblematicamente, col voto contrario di una parte della maggioranza stessa;

il Consiglio regionale in data 17 ottobre 2012 ha approvato la legge n. 21 del 7 novembre 2012 contenente "Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria e modifica di disposizioni legislative sulla sanità" con la quale venivano impartite importanti disposizioni di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale ed, in particolare, all'articolo 7, affidava ai direttori generali delle aziende sanitarie il compito di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale al fine dì ridurre i posti letto per un numero complessivo di circa 1.300; lo stesso articolo di legge disponeva che "i direttori generali delle aziende sanitarie trasmettono la proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale entro centoventi giorni dall'approvazione delle direttive" emanate dalla Regione;

l'articolo 13, comma 3, della sopra citata legge regionale n. 21 del 2012 ha previsto che "gli atti aziendali delle ASL, dell'Azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende ospedaliero-universitarie sono elaborati conformemente alla presente normativa a seguito di apposita direttiva dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in applicazione della legge regionale n. 10 del 2006, e gli stessi si applicano fino all'approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009";

l'atto aziendale ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni (articolo 3, comma 1 bis), disciplina l'organizzazione e il funzionamento delle aziende sanitarie "nel rispetto dei principi e criteri previsti da disposizioni regionali. L'atto aziendale individua le strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico-professionale, soggette a rendicontazione analitica";

la legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, dispone, in aggiunta, che l'atto aziendale debba prevedere "le competenze dei relativi responsabili e disciplina l'organizzazione delle ASL secondo il modello dipartimentale, nonché i compiti e le responsabilità dei direttori di dipartimento e di distretto socio- sanitario. L'atto aziendale ... è adottato o modificato dal direttore generale, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria, di cui all'articolo 15, entro sessanta giorni dall'emanazione dei relativi indirizzi, predisposti dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente";

gli indirizzi per la predisposizione degli atti aziendali sono stati approvati in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione n. 33/21 del 31 luglio 2012 e quindi, senza attendere il previsto parere della competente Commissione consiliare, approvate in via definitiva con deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012;

RICORDATO che:

dopo circa venti anni, in data 19 gennaio 2007 il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato il Piano sanitario regionale 2006/2008;

dopo quasi quattro anni di governo, la Giunta regionale non ha ancora presentato al Consiglio il nuovo Piano sanitario regionale, il quale deve contenere le indicazioni strategiche e gli obiettivi condivisi per il riordino del sistema sanitario regionale sardo, e rappresenta lo strumento naturale di programmazione al quale è affidato il compito di ricercare le soluzioni più equilibrate ed eque per garantire l'offerta dei servizi ospedalieri e territoriali nei diversi territori della Regione;

nonostante la definizione della rete ospedaliera sia un capitolo fondante del Piano sanitario regionale, così come è stabilito dall'articolo 12 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, la Giunta regionale ha ritenuto di avvalersi di procedure più snelle rispetto a quelle previste dalla legge regionale n. 10 del 2006, alle quali in parte ha derogato con l'approvazione della legge regionale 7 novembre 2012, n. 21;

la ragione principale dichiarata dalla Giunta regionale che ha portato a disciplinare in via straordinaria con la legge regionale n. 21 del 2012 la riorganizzazione della rete ospedaliera, è stata quella della tempestività, cioè l'esigenza di portare a compimento nei tempi previsti dalla norma nazionale di spending review il riordino della rete ospedaliera che prevede, come detto, il taglio complessivo di 1.300 posti letto;

il decreto legislativo 7 agosto 2012, n. 135, (cosiddetto sulla spending review) dispone che entro il 31 dicembre 2012 le regioni procedano al taglio di ulteriori 0,3 posti letto ospedalieri per mille abitanti, rispetto al precedente standard del Patto della salute 2010-2012 (4 posti letto per mille abitanti), peraltro mai rispettato dalla Regione; prevede inoltre che "la riduzione dei posti letto è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse";

le linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali sono state deliberate dalla Giunta regionale successivamente all'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge regionale n. 21, avvenuta il 17 ottobre 2012;

i direttori generali delle aziende sanitarie erano tenuti alla trasmissione della proposta di atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità entro sessanta giorni dall'adozione delle linee di indirizzo emanate in data 31 ottobre 2012 con deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 e quindi entro il 31 dicembre 2012;

l'articolo 9 della legge regionale n. 10 del 2006 dispone che "decorsi trenta giorni dal ricevimento dell'atto, la verifica si intende positiva; ove la Giunta regionale si pronunci nel senso della non conformità, il direttore generale sottopone alla Giunta regionale un nuovo testo entro i successivi trenta giorni; se la verifica è ancora negativa, la Giunta regionale può revocare il direttore generale oppure nominare un commissario ad acta";

CONSTATATO che:

a meno di ingiustificabili arretramenti delle linee di programmazione sanitaria, la predisposizione degli atti aziendali per le modalità di redazione e i tempi stabiliti dalle leggi regionali, devono essere coerenti con quanto previsto dalla norma nazionale (decreto legislativo 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetto spending review) e dalla stessa legge regionale 7 novembre 2012, n. 21, e, in particolare, nella riorganizzazione dell'offerta assistenziale ospedaliera attraverso una riduzione dei posti letto degli ospedali pubblici e delle unità operative complesse;

la ridefinizione degli atti aziendali non può ritenersi avulsa dal processo di riordino e riorganizzazione della rete ospedaliera che obbliga la nostra Regione ad adeguarsi, se pure con grande ritardo, agli standard imposti dalla norma nazionale (decreto legislativo n. 135 del 2012) ed, in particolare, al rispetto della numerosità dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, che non deve essere superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni e per i piccoli ospedali i parametri stabiliti nella legge regionale n. 21 del 2012;

il rispetto di alcuni di detti standard da parte dei direttori generali era, peraltro, previsto e reso obbligatorio da parte della Giunta regionale con deliberazione n. 30/60 del 12 luglio 2011 recante "Obiettivi dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali per l'anno 2011";

RILEVATO che:

gli atti aziendali rappresentano, alla luce di quanto dichiarato nei testi resi disponibili, un modello di riorganizzazione a medio termine, sulla base di valutazioni effettuate dalle direzioni aziendali, e quindi si muovono su visioni prospettive di rimodulazione dell'offerta assistenziale e come tali non possono essere disgiunte dal mandato affidato alle stesse direzioni dalla legge regionale n. 21 del 2012;

gli atti aziendali predisposti dalle aziende sanitarie non rispettano nel complesso il mandato affidato dalla programmazione nazionale e regionale relativamente alla riorganizzazione dei propri assetti e in particolare alla riduzione dei posti letto pubblici i quali viceversa subiscono variazioni in aumento;

gli atti aziendali solo apparentemente ottemperano, in misura minima, alla riduzione delle unità operative complesse se confrontati al numero complessivo previsto nei precedenti atti aziendali definiti dalle aziende sanitarie nel 2007; al contrario, in diverse realtà, determinano un deciso incremento delle unità operative, oltre che dei posti letto, rispetto alle dotazioni effettivamente attivate delle aziende sanitarie; ne deriva che il numero complessivo dei posti letto e delle unità operative, calcolato sull'intero territorio regionale, risulta sovrabbondante rispetto agli standard nazionali e alla popolazione di riferimento;

infatti gli atti aziendali prevedono, in alcuni casi, piuttosto che la riduzione delle unità operative complesse attraverso l'accorpamento di strutture analoghe presenti a livello aziendale e interaziendale, la moltiplicazione delle stesse (sdoppiamento delle oncologie afferenti a distinti dipartimenti strutturali nella ASL di Cagliari) e la creazione di nuove strutture ospedaliere non giustificabili alla luce degli standard nazionali basati sulla popolazione di riferimento, come per esempio: cardiochirurgia pediatrica e neuropsichiatria infantile nella ASL di Cagliari, gastroenterologia, neonatologia e pneumologia nella ASL di Olbia, ematologia e malattie endocrine nella ASL di Oristano;

per contro, alcune unità operative previste dalla normativa nazionale e regionale, come per esempio il Servizio delle professioni sanitarie (legge 10 agosto 2000, 251, legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, deliberazione della Giunta regionale 27 maggio 2008, n. 31/16), non sono state previste negli atti aziendali di alcune aziende sanitarie (AO Brotzu, AOU di Cagliari) o sono state depotenziate rispetto ai precedenti regolamenti (ASL di Cagliari);

il restringimento della competenza dei distretti socio-sanitari alla funzione di tutela, l'istituzione del Dipartimento delle attività territoriali (che aggrega sia i distretti socio-sanitari che le unità operative territoriali di produzione precedentemente collocate all'interno dei singoli distretti), la istituzione di unità operative interdistrettuali che non rispondono alla direzione dei distretti (prevista ad esempio nella ASL di Cagliari, di Sassari, di Olbia, di Sanluri), confliggono con l'autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria prevista per i distretti dalla legge n. 10 del 2006, autonomia funzionale al governo socio-sanitario ed alla realizzazione sul territorio di un'offerta di servizi alternativa a quella erogata inappropriatamente dall'ospedale;

la moltiplicazione dei dipartimenti strutturali aziendali, di presidio e interpresidio, aumenta i costi ed appesantisce la gestione dell'azienda, allungando la catena decisionale e sottraendo funzioni di governo e coordinamento alla direzione sanitaria;

APPURATO che:

come incessantemente denunciato nel corso del dibattito in Consiglio regionale preliminare all'approvazione della legge regionale n. 21 del 2012, è illusorio e incoerente rispetto alle elementari regole di programmazione sanitaria affidare alle direzioni aziendali il compito di pianificare la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale attraverso un processo di autoriduzione dei posti letto, inevitabilmente destinato al fallimento;

ciò nondimeno, e a maggior ragione, la Giunta regionale deve garantire una costanza di governo del processo di riorganizzazione attraverso la definizione di direttive e la verifica del rispetto degli standard e del raggiungimento degli obiettivi assegnati alle direzioni delle aziende sanitarie;

la Giunta regionale ha, invero, dimostrato di mantenere una condotta di governo particolarmente ambigua nel voler fornire linee di indirizzo e avviare l'iter per la predisposizione di nuovi atti aziendali prima del completamento (per la verità ancor prima dell'avvio) del processo di razionalizzazione dei posti letto ospedalieri condotto ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale n. 21 del 2012, ed è facile presumere che le motivazioni sottese a tale scelta non trovano giustificazione sotto il profilo del perseguimento di politiche di buon governo e di ricerca di modelli di assistenza più appropriati e efficienti;

le direttive regionali per le aziende sanitarie locali, l'Azienda ospedaliera Brotzu e le aziende ospedaliero- universitarie previste dall'articolo 7, comma 1, della legge regionale n. 21 del 2012 per l'attuazione degli interventi di riorganizzazione della rete ospedaliera non sono state ancora adottate dalla Giunta regionale, nonostante siano decorsi i tempi disposti dalla stessa norma;

VALUTATO che:

l'eventuale approvazione degli atti aziendali, così come predisposti dalle aziende sanitarie, da parte della Giunta regionale, porterebbe ulteriori complicazioni al già difficile processo di riorganizzazione della rete ospedaliera avviato con la legge regionale n. 21 del 2012 e amplierebbe il divario tra i livelli attuali di offerta ospedaliera e gli standard previsti dalla normativa nazionale e dalla stessa legge regionale n. 21 del 2012;

l'applicazione degli assetti organizzativi delineati con gli atti aziendali avrebbe ripercussioni negative in termini di spesa sanitaria, anche alla luce dei recenti dati di bilancio che confermano un andamento del disavanzo destinato a toccare ben presto i 400 milioni, oggetto di attenta valutazione da parte della Corte dei conti;

l'applicazione degli assetti organizzativi delineati con gli atti aziendali ad oggi ufficialmente approvati e disponibili alla consultazione comporta un pericoloso depauperamento dei presidi ospedalieri minori e si hanno notizie informali circa la stessa impostazione a danno dei piccoli ospedali assunta negli atti aziendali delle aziende ospedaliere che ancora non hanno ancora reso pubblico l'atto aziendale come per esempio la ASL n. 3 di Nuoro;

la spesa sanitaria deve essere qualificata attraverso l'identificazione e il rilancio di azioni programmatiche che migliorino la governance del sistema socio-sanitario mettendo a punto interventi complessi, che richiedono un'attenta e forte regia dell'Esecutivo con il pieno coinvolgimento del Consiglio regionale;

la volatilità e l'inconcludenza degli atti di programmazione della Giunta regionale è confermata anche dalla revisione degli obiettivi dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali per l'anno 2011, effettuata ex post in fase di valutazione degli stessi, con un atto che disconferma quelli precedentemente assegnati sia in campo economico che organizzativo (deliberazione della Giunta regionale 11 dicembre 2012, n. 48/21) e dalla più che tardiva definizione degli obiettivi per il 2012, effettuata con deliberazione della Giunta regionale 21 dicembre 2012, n. 50/35;

CONSTATATO che gli stessi amministratori locali, attori fondamentali nell'iter della programmazione sanitaria, contestando sia il metodo che il merito, chiedono che gli atti aziendali vengano revocati e riscritti,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità
e dell'assistenza sociale

1) 1a revocare la deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 del 31 ottobre 2012;

2) a bloccare l'iter di approvazione degli atti aziendali già deliberati dalle aziende sanitarie nonché quelli in fase di approvazione o predisposizione;

3) a presentare alla competente Commissione consiliare nuove linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali in coerenza con quanto disposto dalle specifiche leggi regionali e, nello specifico, con l'articolo 9 della legge regionale n. 10 del 2006 e con l'articolo 13 della legge regionale n. 21 del 2012, solo al termine del processo di riorganizzazione della rete ospedaliera e in coerenza con le soluzioni in esso contenute. (230))

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BARRACCIU (P.D.). Colleghe, colleghi e Assessore, sono passati quasi sei mesi dall'approvazione della legge numero 21 del 2012 sulla sanità e dalle linee guida che hanno disciplinato l'approvazione degli atti aziendali, ma di riordino della rete ospedaliera, ai sensi della legge nazionale, meglio nota come spending review, e degli atti aziendali delle ASL e delle aziende universitarie, neanche l'ombra, o meglio, degli atti aziendali delle ASL soltanto ombre.

Questa mozione reca la data del 31 gennaio scorso, sono passati cioè ben due mesi da quando l'abbiamo depositata. L'abbiamo depositata a seguito della preoccupante constatazione derivata dall'analisi degli atti aziendali che alcune ASL avevano approvato e che noi avevamo avuto la possibilità di consultare.

Presidente, non è servito un grande sforzo per capire immediatamente che eravamo di fronte alla concretizzazione del fallimento della pseudo programmazione sanitaria avviata dalla Giunta regionale. Fallimento da noi ampiamente previsto, rispetto al quale abbiamo con ogni mezzo cercato di mettervi in guardia in ogni occasione utile, in particolare durante la discussione, in commissione prima e dopo in aula, del disegno di legge numero 385 divenuto poi, come si sa, la legge regionale numero 21 del 7 novembre 2012.

Colleghi ricordate, ricorda Assessore con quale convinzione lei e la sua maggioranza vi siete ostinati a portare a compimento l'approvazione della legge 21, definendola addirittura "riforma del Sistema sanitario regionale"? E con quale presunzione - o meglio, secondo noi, con quale irresponsabilità - avete respinto i nostri ripetuti inviti (mi rivolgo anche all'attenzione dell'onorevole Contu, Presidente della Commissione sanità) a sospendere l'approvazione di quella legge? E anche con quale ostinazione non avete voluto consentire la discussione in Commissione delle linee guida per la predisposizione degli atti aziendali delle Aziende sanitarie? Immagino che voi li ricordiate, non è possibile non ricordare quei passaggi.

Voglio ricordare a tutti, in particolare ai colleghi della maggioranza membri della Commissione sanità, che la ragione principale dichiarata dalla Giunta regionale, quella che ha portato a disciplinare in via straordinaria con la legge regionale numero 21 del 2012 la riorganizzazione della rete ospedaliera, è stata quella della fretta e della tempestività, questo era il concetto che ricorreva ogni volta: la fretta, la tempestività, la necessità di mettere mano urgentemente alla rete ospedaliera, cioè l'esigenza di portare a compimento, nei tempi previsti dalla norma nazionale di spending review, il riordino della rete ospedaliera che prevede, com'è noto, il taglio complessivo di 1300 posti letto.

Voglio ricordare che il decreto legislativo 7 agosto 2012, numero 135, quello appunto della spending review, dispone che entro il 31 dicembre 2012 le Regioni procedano al taglio di ulteriori 0,3 posti letto ospedalieri per mille abitanti, rispetto al precedente standard del patto della salute 2010-2012 che invece era di 4 posti letto per mille abitanti (peraltro mai rispettato dalla Regione). Prevede inoltre che la riduzione dei posti letto sia a carico dei presìdi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre, e sia conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse.

Voglio ricordare che le linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali sono state deliberate dalla Giunta regionale successivamente all'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge numero 21, avvenuta come si sa il 17 ottobre del 2012.

Voglio ricordare che i direttori generali delle Aziende sanitarie erano tenuti ad elaborare e a trasmettere la proposta di atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità entro 60 giorni dall'adozione delle linee di indirizzo emanate in data 31 ottobre 2012, con deliberazione della Giunta regionale numero 43/12, e quindi entro il 31 dicembre 2012.

Voglio ricordare che l'articolo 9 della legge regionale numero 10 del 2006 dispone che "decorsi 30 giorni dal ricevimento dell'atto la verifica si intende positiva. Ove la Giunta regionale si pronunci nel senso della non conformità il direttore generale sottopone alla Giunta regionale un nuovo testo entro i successivi 30 giorni. Se la verifica è ancora negativa la Giunta regionale può revocare il direttore generale oppure nominare un commissario ad acta".

Ma voglio ancor più ricordare che noi abbiamo da subito ritenuto merito, metodo e tempi della vostra legge numero 21 del 2012 e delle vostre svariate delibere, pasticci inapplicabili e inconcludenti che avrebbero sortito confusione e immobilismo; leggi e delibere che hanno avuto come unico scopo quello di scaricare la responsabilità delicatissima, ma troppo scomoda per voi, della programmazione sanitaria sui direttori generali, i quali sono stati gravati di un peso che non compete loro in quanto peso politico. Tant'è che il 31 dicembre di quest'anno in questa mozione denunciavamo che gli atti aziendali - quelli disponibili, così come oggi li riconosciamo - non rispettavano nel complesso il mandato affidato dalla programmazione nazionale e regionale relativamente alla riorganizzazione degli assetti e, in particolare, alla riduzione dei posti letto pubblici, i quali viceversa subivano variazioni in aumento. Solo apparentemente ottemperavano, in misura minima, alla riduzione delle unità operative complesse, e al contrario in diverse realtà determinavano un deciso incremento delle stesse, oltre che dei posti letto, calcolato naturalmente sull'intero territorio regionale, nonché la creazione di nuove strutture ospedaliere non giustificabili alla luce degli standard nazionali basati sulla popolazione di riferimento.

Per contro, e questo è un paradosso, alcune unità operative previste dalla normativa nazionale e regionale (come per esempio il servizio delle professioni, che è previsto per legge) non venivano contemplate negli atti aziendali di alcune Aziende sanitarie, o venivano depotenziate rispetto ai precedenti regolamenti.

La chiudo qui perché poi le enormi discrasie sono dettagliate molto bene nella mozione.

Per noi, Assessore, era chiaro che sarebbe andata a finire così, era chiaro che una "leggina" pasticciata e due delibere altrettanto pasticciate avrebbero semplicemente aggravato la situazione del nostro sistema sanitario regionale, il quale, da quando governate, brancola nell'anarchia più totale, macinando centinaia di milioni di euro di disavanzo: circa 400 milioni, e sappiamo dai dati che sono disponibili sul bilancio di previsione che sono destinati a crescere.

Per noi era chiaro che sarebbe stato un pasticcio scrivere gli atti aziendali senza aver definito la rete ospedaliera regionale, così come sarebbe stato un triplo pasticcio definire la rete ospedaliera senza approvare il piano sanitario regionale, oppure senza aggiornare quello esistente, come spesso ci siamo resi disponibili a fare.

I percorsi di programmazione sanitaria non sono semplici fatti contabili, e anche questo lo abbiamo detto tante volte, la legge può e deve fissare procedure e norme organizzatorie, questo sì, ma non può sostituirsi al piano, che è lo strumento atto a fissare obiettivi, dimensionare servizi, definire azioni e indirizzi in un quadro organico, in una visione di insieme e in tempi predeterminati. Perché tagliare i posti letto può comportare rischiose discrasie nell'offerta dei servizi sanitari, così come l'aumento dei posti letto, a seconda di come si realizza, in termini di equilibrio della presenza delle discipline ospedaliere nei diversi territori della regione.

A questo proposito vorrei anche chiarire - forse anche a nome del collega Corda, che comunque sono certa lo farà personalmente - che le voci assolutamente infondate che sono state divulgate in Gallura, secondo le quali il Partito Democratico e il centrosinistra sarebbero a sfavore del San Raffaele o del riequilibrio dei posti letto in Gallura, costituiscono una notizia falsa e tendenziosa, messa in giro ad arte - non so da chi, posso solo immaginarlo ma non posso dirlo - ma voglio sottolineare ufficialmente che quella notizia naturalmente non corrisponde al vero. Questa mozione ha soltanto lo scopo di mettere in evidenza le contraddizioni, le distorsioni e le incongruenze che sono state poste in essere da un processo di riorganizzazione della rete ospedaliera e di programmazione della politica sanitaria che fa acqua da tutte le parti. E se nella mozione è citata qualche ASL è soltanto a titolo di esempio, anche perché voglio ricordare che il San Raffaele, per la Gallura, è stato previsto nella passata legislatura da una Giunta che non era questa.

Per noi - dicevo - la legge deve fissare altro, perché la funzionalità di una riconversione dell'assistenza non può prescindere dalla definizione e dal governo di precise regole: l'individuazione dei centri di riferimento di livello regionale che svolgono funzioni sovra aziendali, la definizione dei criteri per l'organizzazione in rete dei servizi sanitari territoriali, la definizione dei parametri che devono guidare il processo di riconversione dei piccoli ospedali, o di mantenimento per questi dello status dei presìdi ospedalieri, necessitano, Assessore, del Piano sanitario regionale, che voi, lei compresa, non avete voluto strumentalmente approvare, preferendo la strada legislativa solo apparentemente scevra da responsabilità politiche e che scarica le responsabilità della programmazione sanitaria sui direttori generali.

Io voglio spezzare una lancia in favore dei direttori generali (non tutti, a dire il vero, ma della maggior parte di essi sì) perché si sono trovati a dover eseguire una legge, che certamente non è stata voluta da loro, che gli scarica addosso pesanti responsabilità. Di fronte ad una politica e ad una Giunta regionale che si rifiuta di assumersi la responsabilità di prendere decisioni politiche serie sulla programmazione sanitaria i direttori generali, chiamati anche ad autoridursi i posti letto - perché di questo si tratta - sono stati investiti di un potere che esula dall'ambito gestionale e amministrativo per sconfinare in quello politico.

Avete costruito la strada dell'involuzione della programmazione sanitaria regionale: per questo vi state distinguendo e per questo sarete ricordati. L'epilogo di quanto prodotto nel corso di questi anni da parte dell'Esecutivo: annunci di riforme storiche mai realizzate e tentativi compiuti di ridefinire la rete territoriale, la rete ospedaliera e quella dell'emergenza per lo più incoerenti e in contrasto tra di loro.

Detto questo, prendo atto, prendiamo atto con soddisfazione, Assessore, che anche se con notevole ritardo, anche se con mal celati giri dissimulatori, il 29 marzo 2013, circa un mese dopo la presentazione della nostra mozione, con la delibera numero 15/34 di fatto ci date ragione su tutti i fronti: su quanto abbiamo detto in sede di discussione della legge numero 21 e, soprattutto, su quanto riportato nella stessa mozione che stiamo discutendo, tanto che questa, per certi versi, si potrebbe anche considerare superata.

Presidente, colleghi, con la delibera 15/34 viene decretato veramente per iscritto il fallimento degli atti aziendali, fallimento da ascrivere all'Esecutivo di questa Regione, tant'è che, dichiarato l'esito negativo dell'istruttoria, gli atti aziendali arrivati sul tavolo dell'Assessorato regionale sono stati rispediti al mittente per un nuovo giro e per una nuova corsa. Il primo giro è durato cinque mesi e doveva durare due mesi (secondo la fretta e la tempestività più volte sottolineata dall'Assessore in sede di discussione della legge numero 21) e il secondo giro (leggete la delibera, leggete vi prego, colleghi, la delibera 15/34 del 29 marzo 2013) durerà altrettanto.

Questo significa che noi abbiamo già perso (anzi la Giunta regionale ha già perso) cinque mesi dall'approvazione della legge numero 21 per la predisposizione degli atti aziendali per dare un minimo di organizzazione al sistema sanitario regionale. Con questa delibera si aggiungono ulteriori quattro/cinque/sei mesi perché si riazzera il tempo stabilito in legge. Anche su questo, Presidente, chiederei agli Uffici di capire se è possibile farlo, so che non è possibile cambiare una data stabilita in legge con una delibera; è un atto quantomeno azzardato. Mi risulta che sia così.

Con questa delibera viene azzerato il tempo per la predisposizione degli atti aziendali, riparte il tempo per la predisposizione degli atti aziendali, viene indicato un nuovo procedimento per la predisposizione e per l'approvazione di questi e si prevede che dall'ultimo atto aziendale che perviene all'ufficio della direzione generale della sanità scattino i tempi per la nuova istruttoria che durerà altri quattro/cinque mesi. Siamo a marzo, anzi siamo a fine aprile; la previsione è che l'iter di predisposizione degli atti aziendali, se va bene, arriverà a settembre.

Io credo che l'aver, con questa delibera, fatto ripartire i tempi per la predisposizione degli atti aziendali nasconda anche l'imbarazzo dell'Assessore a fare quello che dovrebbe fare, cioè revocare i direttori generali oppure commissariarli per le loro inadempienze. Se la Giunta regionale, infatti, avesse la coscienza a posto rispetto ad una procedura di predisposizione degli atti aziendali coerente e agevole penso che non avrebbe nessuna difficoltà a dire ai direttori generali: adesso ti revoco oppure ti commissario. Ma siccome la responsabilità dei ritardi e la responsabilità dell'impossibilità di emanare atti aziendali coerenti con le esigenze delle ASL (ma soprattutto con un disegno complessivo del sistema sanitario regionale) stanno in capo ad una Giunta regionale che non ha saputo predisporre gli atti di programmazione dovuti (ossia il piano sanitario regionale, la rete ospedaliera e a seguire gli atti aziendali) è evidente che la Giunta regionale non può, in quanto responsabile, revocare o commissariare i direttori generali.

Ecco perché preferisce azzerare il tempo e concedere altri cinque o sei mesi nella speranza che finalmente possa avere un quadro complessivo di quello che sta succedendo nelle ASL della Sardegna e possa magari finalmente dare la sua approvazione. Io però dubito che ciò avverrà, io credo che questa sia la solita tecnica che dilata i tempi sine die perché consente di fare annunci roboanti alla stampa, di fare tantissima demagogia, di dire magari che anche in sanità il "Presidente contadino" ha seminato chissà quali semi dei quali si stanno aspettando i frutti. Gli unici semi in sanità che sono stati seminati dal Presidente contadino sono i 400 milioni di disavanzo che ogni anno gravano sulle famiglie e sulle aziende sarde, perché dalle famiglie e dalle aziende sarde quel disavanzo viene sottratto Questo in sanità ha seminato il nostro Presidente contadino (perché ci mancava il Presidente contadino dopo il Presidente operaio); questo ha seminato.

Quindi questa delibera ammette il pasticcio, prende e perde tempo rispetto a quello che si deve fare. Ma, Assessore, considerato che noi siamo convinti che non ce la farà mai ad approvare il nuovo piano sanitario regionale, ad azzerare tutto (perché non c'è più tempo e comunque non ha voluto farlo e non lo farebbe) e anche se per certi versi questa nostra mozione è superata (nel senso che poi lei, di fatto, ha bloccato completamente l'iter degli atti aziendali e, allungando i tempi, è evidente che quegli atti aziendali probabilmente non saranno più approvati) noi confermiamo la richiesta della mozione: la revoca della delibera 43/12 del 31 ottobre 2012 (che è quella che ha fissato le linee guida) il blocco definitivo dell'iter e la presentazione alla Commissione di nuove linee guida ai sensi della legge numero 21 (perché questo lei non l'ha ancora fatto) in modo che possa riprendere con coerenza, con ordine, con il coinvolgimento della Commissione consiliare del Consiglio regionale, la predisposizione delle linee guida.

Questo è ancora in tempo a farlo, ha perso l'occasione di riscrivere il piano sanitario regionale ma, appunto, se respinge queste richieste deve spiegare a questa Aula che cosa intende fare nei prossimi mesi e qual è l'esito di questa nuova procedura che ha avviato e quando si potranno avere questi atti aziendali.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Cuccureddu è rientrato dal congedo. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione è di 10 minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, la mozione è stata già illustrata molto bene dalla prima firmataria, la collega Barracciu, quindi mi limiterò ad affrontare solo alcuni aspetti. Come ha accennato alla fine del suo intervento l'onorevole Barracciu, ci ha sorpreso in maniera abbastanza positiva devo dire (non lo dico con ironia ma lo dico con convinzione) la deliberazione della Giunta regionale numero 15/34 del 29 marzo 2013.

Perché dico questo? Perché la deliberazione del 29 marzo 2013 raccoglie gran parte delle motivazioni illustrate nella nostra mozione. Cioè dopo anni di battaglie condotta qui anche prima che ci fosse l'Assessore attuale, durante i quali spiegavamo che era impossibile approvare un piano sanitario a colpi di emendamenti presentati in legge (il piano sanitario ha bisogno del coinvolgimento del Consiglio, c'è bisogno di ragionare per macroaree, non intervenendo a pezzettini, a spizzichi e bocconi) ci ritroviamo una delibera di Giunta che, in sostanza, ci dà ragione.

Come voi sapete ogni ASL doveva curare, quasi per conto suo, i tagli all'interno del proprio circondario. Noi dicevamo: "Come può una ASL decidere per conto suo?". Adesso ci troviamo, in pratica, una delibera di Giunta che afferma, in maniera perentoria, quanto noi sostenevamo, cioè che "l'Amministrazione non può prescindere dall'esigenza di definire un quadro organizzativo complessivo, in sintonia con i principi generali e i parametri stabiliti dalle norme di riferimento. Ovverosia spiega con molta chiarezza che non si può programmare, se tutti gli atti aziendali non sono contemporaneamente in possesso della Regione. Questo è quello che viene detto e che fa assolutamente il paio con quello che noi avevamo sostenuto in quest'Aula già anni fa.

Ancora, l'assessorato afferma che non è possibile programmare ognuno per conto suo e, in più, esprime parere negativo nell'istruttoria dei singoli atti aziendali. Pertanto questa situazione a noi non desta nessun imbarazzo e confermiamo ciò che abbiamo detto nella mozione e che, in realtà andrebbe accolto da tutta quest'Aula, perché già alcuni atti conseguenti, secondo noi, fanno riferimento a questo tipo di strategia.

Per questo, come è stato spiegato bene dalla relatrice, noi sosteniamo che la delibera numero 43/12 del 31 ottobre del 2012, vada revocata, anche se, in realtà, è come se fosse decaduta. Cioè questa delibera, che prevedeva tutto un altro sistema, è come se non esistesse più. Comunque ora c'è la volontà esplicita dell'Assessore di disporre di un quadro complessivo, di un quadro generale prima di procedere. Quindi abbiamo una necessità di concertazione che, però - io questo lo dico contestando il vostro modo di agire di questi anni nel campo sanitario - escluderà del tutto il Consiglio regionale.

Allora, possiamo dire tutto quello che vogliamo; l'onorevole Meloni sappiamo, animato da spirito efficientista, dice: "Non è necessario che ci siano i passaggi in Consiglio, non burocratizziamo, i direttori generali hanno la delega, facciano". Ma quando noi parliamo di tagli, io sono convinto (di tagli a livello regionale) che una singola ASL non possa andare per conto suo a ridefinire il suo parco, anche se in base a determinati parametri. Ci sono sicuramente situazioni particolari, in cui non si può non prescindere da ciò che indicano questi parametri, situazioni in cui c'è necessità di incrementare e altre in cui c'è possibilità di diminuire, dipende da quello che c'è, dai servizi che ci sono. E' difficile procedere per calcoli aritmetici se non c'è un quadro generale disegnato.

In sede di approvazione dell'ultima leggina sanitaria noi abbiamo detto: "Ritirate quella leggina, facciamo il piano sanitario in tre mesi, coinvolgiamo tutti, in un periodo di crisi diamo una regia generale" . Questo è quello che io voglio dire: c'è un momento di crisi? Diamo una regia generale, perché non è concepibile che ogni piccolo territorio debba procedere per conto suo. Ora a me sono giunte voci che qualcuno ha inteso che l'opposizione volesse dire che un certo territorio è cattivo e un certo altro è buono, ma non è così, i casi sono stati citati a mo' di esempio.

Noi avevamo detto che probabilmente i territori, ognuno per conto proprio, non possono procedere alla rideterminazione del quadro, quindi se poi emano un atto aziendale senza rispettare i parametri ai quali sono stato vincolato, è chiaro che da questo punto di vista il tutto diventa un fatto retorico e i pareri non possono che essere negativi. Diverso è se invece, come previsto dal Piano sanitario, gli atti aziendali sono comunque frutto di un passaggio non solo condiviso con i territori localmente. E'ovvio che se io predispongo un piano aziendale dove non taglio posti letto, non faccio niente, tutti i comuni me lo approveranno, sia quelli retti da maggioranze di destra sia quelli retti da maggioranze di sinistra, però poi vi sarà il parere è negativo dell'istruttoria, perché poi chi sta al vertice deve comunque tener conto dei vincoli derivanti dal Governo nazionale e dalla spending review .

Per questo io credo che valga la pena abrogare l'atto di cui chiediamo la revoca e, in più (anche questo è stato già affermato prima di me) fare attenzione alla dilatazione dei tempi, perché con la delibera regionale si stabiliscono nuovi termini, nuove modalità che, in realtà, anche queste, andrebbero decise dal Consiglio, più che affidate alla Giunta. Si tratta di procedure di cui noi, lo dico in senso positivo, dobbiamo rimpossessarci. Non è possibile che venga lasciata mano libera alla Giunta nello stabilire procedure che, in realtà, allungano i tempi fino a (mi sembra, com'è stato già affermato) 120 giorni in più rispetto a quelli previsti nelle leggi che stiamo in qualche maniera scavalcando.

Quindi, ripeto, io ormai l'atto fondamentale - per chi non lo conoscesse se lo può procurare - ritengo sia, in questo momento, la delibera della Giunta regionale numero 15/34, e da ciò discende che il 90 per cento delle considerazioni espresse nella nostra mozione è condiviso, fermo restando che i rinvii devono essere eventualmente decisi per legge, e non con delibera di Giunta. Per il resto, ripeto, credo che la richiesta di revoca della delibera del 2012 sia politicamente superata dagli atti che la stessa Giunta ha emanato non più di dieci giorni fa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vincenzo Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS VINCENZO (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, Assessore, onorevoli colleghi, come ribadito dalla mozione della collega Barracciu, gli indirizzi per la predisposizione degli atti aziendali sono stati approvati in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione numero 33 del 31 luglio 2012 - quindi senza attendere il previsto parere della competente Commissione consiliare - e approvati in via definitiva con deliberazione del 31 ottobre 2012.

Nel tentativo di riadeguarsi a quanto contenuto nel disegno di legge sulla" spending review ", che prevedeva l'obbligo da parte della Regione di diminuire il numero dei posti letto per degenza da 4 a 3, 7 ogni 1000 abitanti, la Giunta regionale ha, di fatto, bypassato una serie di azioni normate dalle leggi regionali in materia, necessarie a rendere economici e strategicamente efficaci i piani di riorganizzazione delle aziende sanitarie. Di fatto non si è garantito ancora alcuno snellimento della spesa, ma si sono attivate una serie di iniziative che aumentano il numero dei posti letto disponibili, non ottemperando al disegno di legge numero 235 del 7 agosto 2012, e determinando un maggior sacrificio da parte di alcune aziende sanitarie come, per esempio, la ASL numero 3 (di cui ancora oggi non si conosce l'atto aziendale) e, addirittura, aumentando il numero dei posti letto in altre realtà sarde.

Ad oggi, con la prevista riorganizzazione, ci troveremo davanti a un consistente disavanzo. Pertanto non si intravede l'obiettivo del risparmio che era lo scopo stesso di questa delibera. La gestione della materia sanità da parte della Giunta impedisce la costruzione di una strategia tale per cui si possa parlare di razionalizzazione della spesa. Si applicano criteri discriminatori, in particolar modo ai danni dei piccoli ma necessari presidi della Sardegna centrale, favorendo, come al solito, strutture più fortunate nell'Isola, come se il criterio dei 3,7 posti letto fosse semplicemente un'indicazione o fosse soprattutto applicabile "a sentimento" e non garantendo l'applicazione di un uguale criterio per tutta l'Isola.

Temi che toccano così profondamente la popolazione e l'economia della Regione autonoma della Sardegna dovrebbero essere oggetto di approfondita discussione piuttosto che di mera e parziale adozione di una delibera e di una legge da noi non condivisa. Non solo dopo quasi quattro anni la Giunta regionale non ha ancora presentato il piano sanitario in Consiglio regionale, ma non si è nemmeno tenuto conto di alcuni passaggi ben normati dalle leggi regionali di riferimento, e si è affidata per giunta gran parte della pianificazione e della riorganizzazione ospedaliera alle aziende sanitarie stesse, adottando un metodo quanto mai discutibile rispetto all'intenzione di dare il via ad una programmazione seria e coerente, appunto perché i criteri organizzativi sono di competenza regionale e non delegati alle aziende sanitarie.

Oltre a tutto questo rimangono dei punti d'ombra significativi, come ad esempio la mancata pubblicazione degli atti aziendali, come dicevo prima, da parte della ASL numero 3. In generale si nota come sia declinata l'importanza dei presidi ospedalieri minori, soprattutto quelli del nuorese, con riferimento anche a strutture che si occupavano di riabilitazione, pertanto aventi un ruolo centrale e necessario nel sistema sanitario sardo.

Concordo, quindi, con la collega Barracciu nel rilevare errori di metodo e di sostanza nella citata delibera e rilevo la necessità di ricominciare da capo, passando per la strada indicata dalla normativa regionale, dal decreto relativo alla spending review e, soprattutto, dall'attenta analisi della Commissione competente e del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, vorrei tornare anch'io sull'argomento per ricordare all'Assessore e ai colleghi che quello denunciato oggi con questa mozione molto articolata, presentata dalla collega Barracciu, è soltanto un pasticcio annunciato; purtroppo è un pasticcio annunciato sulla pelle dei sardi, è un pasticcio annunciato a carico di un settore che oggi incide per il 60 per cento della spesa regionale.

Eravamo stati buoni profeti: questa Giunta - e purtroppo anche l'Assessore, suo malgrado, che cerca di destreggiarsi in un vuoto programmatico - insiste dall'inizio del proprio mandato in una politica in cui cerca di sfuggire a ogni attività di programmazione in qualsivoglia settore, sia che si tratti della scuola, sia che si tratti dell'industria, sia che si tratti della sanità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue PORCU.) Ma quando si ha a che fare con un settore così importante come il settore dei servizi sanitari, che incide sulla salute dei cittadini, sulla qualità dei servizi offerti, quando si ha a che fare proprio con l'essenza della qualità della vita di chi vive in questa regione, io credo che le responsabilità siano assai più ampie.

Già in occasione dell'approvazione della legge dello scorso novembre avevamo denunciato l'impossibilità di rovesciare la programmazione e ritornare a un sistema decisionale impostato a livello territoriale, a livello di singole ASL, a livello di singole aziende sanitarie per poi ricomporre un quadro coerente e solidale. Non è possibile procedere per legge alla riorganizzazione della rete ospedaliera come veniva previsto all'articolo 4 della legge numero 21 del 2012, che proponeva dei vuoti parametri, dei numeri finali senza che la Giunta e il Consiglio regionale si riservassero di operare le necessarie perequazioni territoriali, senza la necessaria visione di insieme che potesse perequare territorio e territorio considerando le situazioni oggettive che si manifestano, considerando quegli obiettivi di qualità, quegli standard sanitari che si intendevano perseguire.

Per cui non ci stupisce che oggi, a seguito di quel processo attivato al contrario (che non prende cioè le mosse, come avrebbe dovuto fare, da un Piano sanitario che stabilisse obiettivi di carattere generale, da una riorganizzazione della rete ospedaliera che fornisse i contorni all'interno dei quali i singoli atti aziendali sarebbero dovuti essere riscritti) l'Assessore respinga i primi documenti pervenuti, anzi diciamo che alcuni non sono pervenuti affatto o sono pervenuti oltre i termini. Questo è accaduto perché si è affidato ai direttori generali un compito improprio; si è affidato ai direttori generali il compito di riorganizzare la rete e di raggiungere quegli obiettivi di efficacia e di efficienza del nostro sistema sanitario senza avere la visione di insieme. Quindi si è affidato ai direttori generali un compito impossibile.

Ed è vero quanto detto dai colleghi che, da questo punto di vista, la delibera numero 15/34 del 29 marzo del 2013 è la certificazione di un fallimento, di un fallimento a tutto tondo, di un tirare a campare, di un continuamente rinviare. Siamo arrivati alla fine di questa legislatura e il vostro fallimento in tutti i settori, ma in particolare in questo settore, è del tutto palese, e con questa delibera voi prendete atto dell'esito negativo dell'istruttoria preliminare degli atti presentati, che non possono ripercorrere un quadro omogeneo perché voi stessi non avete fornito quei parametri di programmazione sanitaria necessari, e non li avete forniti perché non ne siete capaci, perché non siete in grado di comporre un quadro unitario.

Veda, Assessore, lei non ha molte responsabilità: lei ci mette tutto il suo impegno e ci mette anche la sua faccia, però quando manca un progetto complessivo, quando non c'è coesione politica, quando non c'è una maggioranza politica che condivida una visione di Sardegna in qualsiasi settore, a cominciare dalla sanità, qualsiasi scelta diventa difficile, diventa impossibile. Io capisco il tentativo di derubricare, di delegare ai direttori generali per evitare le responsabilità del vostro mandato di governo, quando sfuggite dalla responsabilità di decidere come va riorganizzata la rete, come vanno tagliati i costi, come vanno assicurati i servizi migliori ai cittadini, ma purtroppo le conseguenze di questa vostra incapacità, le conseguenze della vostra debolezza politica si manifestano ogni giorno e vi hanno portato, mese dopo mese, anno dopo anno, a perdere progressivamente pezzi della vostra maggioranza, ormai ridotta ai minimi termini. Anche il voto di oggi su chi rappresenterà la Regione in un consesso importante come quello dell'elezione del capo dello Stato è stata una prova lampante di ciò.

Abbiamo il presidente Cappellacci, il Presidente della Regione, il Presidente della vostra Giunta, il capo politico della vostra maggioranza, che è stato eletto con 37 voti, 3-4 in meno di quelli necessari a guidare quest'Aula, ad approvare qualsiasi provvedimento! Ormai siete una maggioranza-minoranza, una maggioranza che non crede in se stessa, una maggioranza che tira a campare, una maggioranza che va da un rinvio a un rinvio; altri 30 giorni, poi altri 60, e questa delibera, purtroppo, è emblematica del vostro modo di operare in qualsiasi settore. E si danno altri 30 giorni, altri 30 giorni per presentare, poi altri 30 giorni se non va bene, poi altri 30 giorni per rimediare ancora, e 30 giorni dopo 30 giorni ormai mancano pochi mesi, pochi 30 giorni alla fine di una legislatura.

I vostri tentativi, Assessore, che capisco, di mascherare la realtà, di apparire sempre come qualcuno che cerca di tamponare o di rimediare, spesso gettando fumo negli occhi (e credo che la discussione di questi mesi sulla zona franca sia emblematica in proposito) non sono altro che modi di sviare l'attenzione, per esempio, sulla vostra incapacità di risolvere una volta per tutte il problema del patto di stabilità con lo Stato. Abbiamo una finanziaria a due vie, una finanziaria strabica dove c'è, da un lato, come dire, il libro dei sogni che non si realizzerà, ma che spesso tocca carne viva perché riguarda anche i trasferimenti ai comuni (relativamente ai quali potete dire non è colpa vostra ma è colpa dello Stato patrigno che non vi accontenta sul patto di stabilità) e dall'altro c'è il poco che si potrà fare, spesso non salvaguardando neanche le attività essenziali di questa Regione.

Ma ormai siete arrivati all'ultimo giro di giostra, Assessore, e il vostro tentativo - quello di lasciare un'eredità pesante a chi verrà dopo di voi, quello di rimandare in eterno, allontanando, di rinvio in rinvio, l'assunzione delle vostre responsabilità politiche, nascondendo la vostra incapacità a essere classe di governo che decide anche quando le decisioni possono scontentare o possono essere difficili - rischia anche di riuscire, se non faremo aprire gli occhi ai cittadini sardi.

Purtroppo tutto questo avviene sulla pelle dei sardi, tutto questo avviene in un settore drammatico, difficile, vitale come quello della sanità, ma tutto questo è soltanto un'altra faccia della vostra incapacità di guidare questa Regione. Io spero che questa pagina sia l'ultima, il voto sulla mozione sarà favorevole, questa è un'altra occasione che abbiamo di parlare del vostro fallimento, speriamo soltanto che oltre alla demagogia, oltre al fumo, oltre a rinviare i problemi, i danni che lascerete non siano così distruttivi da non poter offrire ai sardi una speranza di ripartire, di ricostruire con uomini diversi, con leadership diverse, con la maggioranza e con un'attività di governo maggiormente all'altezza dei bisogni e delle aspettative dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, la riforma del sistema sanitario per la Sardegna proposta da questa Giunta è stata discussa in Commissione sanità dove è stata approvata con il voto contrario dell'opposizione e anche di una parte della stessa maggioranza. Quindi questo iter la dice lunga su come un processo così ampio e importante, che ristruttura radicalmente la sanità in Sardegna entrando nel merito dei costi e della qualità dei servizi, necessiti di un coinvolgimento totale di questo Consiglio.

Non è possibile in Sardegna predisporre un piano sanitario pubblico usando esclusivamente parametri numerici perché si arriverebbe a conclusioni eccessivamente sperequate rispetto a altre realtà. Pensiamo, per esempio, ad un quartiere di Roma o di Milano che può avere la stessa consistenza, in termini di abitanti, della Sardegna ma che, a differenza di questa, si estende in un raggio di poche decine di chilometri e presenta un'orografia territoriale che sicuramente è totalmente diversa da quella sarda (vedi le strade tortuose del nostro interno che, anche per brevi distanze, presuppongono un periodo di percorrenza sicuramente non paragonabile al numero di chilometri).

Allora, siccome alla base di un servizio pubblico c'è la tutela della salute, dell'integrità psicofisica del cittadino, la dislocazione, la qualità dei servizi socio sanitari offerti alle popolazioni e il costo stesso del servizio non possono essere paragonati a quelli erogati da una megastruttura che nel raggio di 5-8 chilometri serve 1 milione di abitanti. Del resto nella mozione numero 230 presentata da noi dell'opposizione si fa esplicitamente riferimento a diversi casi in cui l'accorpamento dei disservizi e/o di competenze non genera una riduzione del costo per le casse della collettività.

In certi casi, addirittura, il processo di riordino della rete ospedaliera genera un duplicato dello stesso servizio aumentando di conseguenza il costo in modo esponenziale e, paradossalmente, non rispettando i dettami della programmazione né italiana né sarda. Per cui nella sanità e nell'erogazione dei servizi ai cittadini il parametro costo economico in quanto tale non è sufficiente né veritiero nel determinare accorpamenti, numero di posti letto e così via, e ancor meno può concorrere a determinare la qualità del servizio sanitario prestato ai cittadini o alle singole collettività.

La fretta con cui la Giunta con le sue delibere (vedi anche questa "43") vuole ristrutturare, ridefinire il servizio sanitario pubblico in Sardegna interpretando il processo di riordino e di riorganizzazione delle reti ospedaliere imposto dalle norme nazionali italiane ligie alle logiche della stessa spending review è perlomeno un po' sospetta. Non capisco perché si abbia tanta fretta nel voler definire una volta per tutte una riforma del sistema sanitario per la Sardegna quando fino ad oggi (e cioè in ben quattro anni) questa Giunta non ha presentato un nuovo piano sanitario regionale contenente indicazioni strategiche e obiettivi condivisi dalle collettività e dai singoli territori. E' una Giunta così frettolosa e tempestiva che fino ad oggi non ha neppure presentato il bilancio della Regione autonoma della Sardegna per il corrente esercizio, determinando disagi, perdite, sacrifici alle collettività e alla nostra economia già al tracollo.

Invece capisco molto bene il disegno che questa Giunta in materia di sanità vuole preconfezionare ai sardi, quello di una riforma del sistema sanitario da accettare a scatola chiusa, sconosciuta, non discussa e non approvata in nessuna assemblea territoriale. Una riforma paracadutata in Consiglio regionale, preconfezionata dal tecnocrate o dalle agenzie di turno che devono esclusivamente tutelare gli interessi e gli appetiti, i benefit elettorali di una maggioranza politica che, in previsione della prossima campagna elettorale, non vuole privarsi delle lottizzazioni e dei privilegi politici che ne conseguono, tutto ciò a scapito del diritto inalienabile dei sardi di poter accedere ai servizi sanitari e socio assistenziali pubblici, di qualità e distribuiti in modo capillare nel proprio territorio.

Questa riforma, confezionata dai direttori generali e dai tecnocrati, ha solo lo scopo di escludere e privare di servizi pubblici sanitari la stragrande maggioranza dei sardi. Attraverso alchimie e trasformismi politici tipici di una certa casta politica nostrana vuol fare entrare dalla porta principale i servizi sanitari erogati da privati ma pagati con i soldi pubblici dei contribuenti. Quindi ci troviamo di fronte ad un'operazione di privatizzazione della sanità che sottrae risorse economiche alla sanità pubblica (quindi controllabile) creando controllori privati che dormono il sonno dei giusti generando mostri.

Ancora una volta, in questo scorcio di storia sarda, non casualmente anche nel settore della sanità, ricompare l'inquietante ombra dei fondi sovrani del Qatar, fondi sovrani (o chi per loro) presenti in tantissime vicende politiche internazionali di destabilizzazione di Stati, dalla vicenda libica a quella siriana, agli ultimi fatti in Grecia e in Francia, per non parlare dei finanziamenti alla guerriglia tra narcotrafficanti che insanguina diverse parti dell'Africa. Ombre inquietanti che sarebbe ora che questo Consiglio della Regione autonoma della Sardegna incominciasse a diradare, visto che gli appetiti dei fondi sovrani dal Qatar non sono indifferenti in Sardegna, anzi vengono accolti da certi politici come strumenti di sviluppo che ci libereranno dalla schiavitù della povertà. Ma il popolo sardo non ha bisogno di questi liberatori perché si libererà con le sue forze e con la consapevolezza del suo ruolo di nazione da chi lo sfrutta e lo opprime.

Mentre con questa riforma, con la scusa dei diktat italiani e della spending review si vogliono tagliare posti letto, sopprimere ospedali pubblici importanti, quindi procedendo ad accorpamenti e riorganizzazioni di reti ospedaliere, in Gallura, fatta terra bruciata sulla sanità pubblica, si promuove a polo di eccellenza una struttura privata, il San Raffaele, che bontà sua dovrebbe essere funzionale ai ricchi sultani e nababbi vari, frequentatori estivi della Costa Smeralda.

Molti tagli che questo progetto di servizio sanitario propone, come già esplicitato nella mozione, privano i territori di servizi e declassano ospedali di eccellenza, o comunque indispensabili in certe zone del territorio, che vantano professionalità collaudate e che rischiano a loro volta mortificazioni e disagi personali oltre che professionali.

Prima di pensare alla riapertura di nuovi ospedali come il San Raffaele la Sardegna ha bisogno di una riforma sanitaria che tra le priorità preveda l'organizzazione della medicina territoriale, che gestisca casi complessi, come ad esempio le post ospedalizzazioni, e non solo. Casi che ricadono sulle famiglie non in grado di garantire l'assistenza sanitaria di competenza rigorosamente pubblica.

C'è da chiedersi in quale malaffare si stia cacciando la Regione autonoma della Sardegna, visto che all'operazione finanziaria sul San Raffaele, che vede l'accordo tra lo Stato cattolico del Vaticano e quello islamico del Qatar, partecipa pure la Regione autonoma della Sardegna con 50 miliardi di euro all'anno, e cioè il 50 per cento di quanto previsto per tutta la sanità privata sarda.

Il San Raffaele, sotto il controllo della fondazione Tabor, vanta un debito di 1 miliardo di euro, grazie al rigonfiamento di fatture di fornitori, alla creazione di fondi neri gestiti da Cal e non solo, le cui imprese è stato dimostrato che facessero lievitare i costi fino a quattro volte quelli di mercato, per costruire immobili ovviamente per la fondazione. Le vicissitudini giudiziarie, d'altra parte, con arresti per bancarotta aggravata, sono sotto gli occhi di tutti.

Il San Raffaele potrebbe essere un centro di trattamento di post acuti (ad esempio gli infartuati) che non necessita di grandi investimenti e che sarebbe utile, per esempio, a tutto il territorio sassarese. Un Hotel d'élite per i ricchi del mondo non avrebbe nessuna utilità per la Sardegna, visto che in nome della razionalizzazione delle spese e dei servizi, e cioè con i tagli della spending review, si chiudono i nostri ospedali. C'è da chiedersi allora secondo quale logica se ne aprono altri. I posti letto che sono riservati al San Raffaele, entrano nel computo dei posti letto territoriali sardi? E' una domanda importante. E se i posti letto del San Raffaele escono dal computo, perché escono? Escono oggi per poi rientrare con la prossima finanziaria? Comunque la delibera 43 è da revocare immediatamente per tamponare, seppur molto parzialmente, il vostro fallimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, io ho sempre cercato, nei diversi interventi in questa materia, di introdurre dei concetti di meritocrazia che, in questo e in altri ambiti dell'attività istituzionale e politica della Regione e degli altri enti presenti nel nostro territorio, rappresenterebbero una rivoluzione. Sarebbe quasi una nuova ideologia (un po' come il "grillismo" che sposa l'ideologia di non riconoscere l'ideologia) sarebbe l'ideologia di rispettare chi rispetta le norme, chi rispetta i principi, primo fra tutti il principio di legalità. Premiare chi rispetta le norme dovrebbe essere un principio cardine dell'attività legislativa ed amministrativa della Regione e di tutti gli altri enti.

Noi abbiamo approvato una legge e la Giunta regionale ha adottato dei criteri prevedendo delle sanzioni (sino alla revoca dei direttori generali) se non fosse stato rispettato il termine non prorogabile, il termine perentorio per la presentazione dell'atto fondamentale di programmazione in ogni territorio e in ogni azienda. Ora trattare in maniera uguale situazioni diverse è il più grave errore che si possa fare. In questo caso noi stiamo concedendo una proroga (parlò della delibera 15/34 del 29 marzo, che di fatto ha modificato e prorogato i termini di quella precedente) di novanta giorni: trenta per la concertazione, trenta per la rivisitazione da parte dei direttori generali e trenta ulteriori per l'esame da parte dell'Assessorato. Di quali atti aziendali? Degli otto atti aziendali delle ASL, che devono solamente essere adeguati.

Ma abbiamo anche sospeso l'esame degli atti di aziende che operano dal 2007 senza un atto di programmazione e che hanno rispettato tutti i termini, e sono atti che queste non hanno prodotto unilateralmente (penso alle aziende miste, penso al Brotzu) ma atti a cui si è arrivati dopo una faticosissima concertazione con la parte accademica, con la parte ospedaliera, con le organizzazioni sindacali, con il territorio. Si è arrivati a produrre degli atti fondamentali, anche semplicemente per poter bandire un concorso e non dover prorogare gli incarichi a termine, in ossequio, peraltro, al divieto stabilito dallo stesso direttore generale della sanità.

Abbiamo pertanto uno strumento, abbiamo una possibilità di renderlo operativo nelle more che anche le altre aziende si adeguino, e che cosa facciamo? Siccome alcune aziende, come quelle di Cagliari e del Medio Campidano sono arrivate fuori termine, proroghiamo, proroghiamo a tutti. Non abbiamo rispetto per chi ha rispettato i termini. Anziché partire con undici atti aziendali, da modificare, da integrare, da coordinare, abbiamo sospeso lo sforzo (e quindi probabilmente andrà iniziato daccapo) di chi si è dotato di un atto di programmazione e ne era privo dal 2007, cioè ha operato a tentoni, senza un minimo di programmazione.

Ecco, allora io non parlerò della votazione di stamattina (quella dei rappresentanti per l'elezione del Presidente della Repubblica) sottolineando lo scandalo che il Presidente della Regione abbia ottenuto 37, anziché 41 voti. Io credo che più che questo scandalo ciò che ci renderà ridicoli è il fatto che siamo l'unica Regione che ha eletto due rappresentanti espressione di gruppi di minoranza e uno di maggioranza: unica Regione tra le venti regioni italiane. Questo forse è lo scandalo, non certo il numero di voti ottenuti. Ma è una parentesi chiusa, torniamo agli aspetti sanitari. Io non ero presente, altrimenti il mio voto sarebbe sicuramente mancato al Presidente del Consiglio regionale.

Le chiedo, Assessore, al fine di non disperdere il grande lavoro di mediazione e di concertazione con tutti i soggetti che hanno avuto ruolo, di adottare una delibera che faccia partire tutti dallo stesso punto, cioè che tutti si dotino di un atto aziendale, di un atto di programmazione, attorno al quale potranno poi essere apportate modifiche e integrazioni. Non è possibile, infatti, che ci siano otto ASL che, bene o male, un atto di programmazione ce l'hanno, e si sospenda la possibilità di esaminare e di dare vigenza parziale, limitata a quegli atti faticosamente realizzati. Le chiedo di decidere con la massima rapidità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (Gruppo Misto). Presidente, organizzare la rete ospedaliera dovrebbe significare garantire a tutti cittadini in egual misura ciò che recita all'articolo 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". Sarebbe il caso di chiederci e di chiederle dove eravamo rimasti perché, se fossero state fornite per tempo risposte alle innumerevoli interrogazioni, interpellanze, mozioni e proposte, anche costruttive, che sono partite e sono scaturite da quest'Aula e da questi consiglieri, credo che non saremmo arrivati a questo punto.

La riforma - io più che riforma la chiamerei proforma - è stata deliberata dalla sua Giunta e neanche quella delibera è stata rispettata nell'elaborazione degli atti aziendali che sono pervenuti. A proposito: vorrei chiedere se quegli atti aziendali che sono stati bocciati dalle conferenze di sindaci sono stati comunque esaminati e pervenuti all'esame della Giunta regionale e del suo assessorato. Vorrei anche chiedere come mai, come sottolineava anche qualche collega che mi ha preceduto, atti aziendali vengono pubblicati mentre altri sono "criptati" e non si riesce in nessun modo a vederli?

Credo sia questa l'occasione, ed è un'occasione ghiotta, visto che si parla di sanità, di ricordare all'aula, e a lei soprattutto, a che punto siano quelle risposte che non sono arrivate rispetto alla salute negata in molti casi dei nostri concittadini. Mi riferisco in particolar modo a quella mozione licenziata, esitata da quest'Aula a grande maggioranza, sulla sclerosi multipla, sulla famosa sperimentazione e su un impegno che noi avevamo assunto rispetto a 2500 pazienti che soffrono di questa gravissima patologia, che chiedevano solo la speranza, non altro, di poter avere qualche giorno di vita migliore!

Volevo chiedere, visto che siamo in tema, a che punto è l'applicazione di quella norma approvata con la legge numero 12 del 30 giugno 2011 (articolo 15 comma 17) che prevede che al fine della necessaria operatività i componenti delle compagnie barracellari e delle associazioni che svolgono attività di tutela ambientale in regime di convenzione con le pubbliche amministrazioni siano sottoposti, a carico del sistema sanitario regionale, agli accertamenti obbligatori di idoneità.

Volevo inoltre farle conoscere una situazione che si è venuta a creare nel distretto sanitario di Ozieri in cui è negata al cittadino anche la possibilità di morire, ovvero di accompagnare il defunto al cimitero. E' di qualche giorno fa una nota dell'unico ufficiale sanitario che opera in quel distretto, una lettera indirizzata ai sindaci, ai quali chiede di interloquire con i parenti dei defunti, in questo caso, affinché non stabiliscano la data e l'orario del funerale perché non sa con certezza quando potrà andare a certificare il decesso del defunto. Io credo che queste siano veramente delle situazioni paradossali alle quali occorre immediatamente dare risposta.

Le chiedo cosa sia stato fatto in merito alle ripetute segnalazioni sulle discariche di amianto del centro Sardegna, in quei territori in cui le percentuali di alcuni tipi di neoplasia sono nettamente superiori alla media regionale e alla media nazionale. Io credo che piuttosto che andare avanti, come diceva qualcuno, a tentoni, piuttosto che provare a forzare la mano nell'approvazione di atti aziendali che sicuramente non sono rispondenti alle esigenze dei meno fortunati, ma comunque di tutti cittadini che hanno diritto, come dicevo poc'anzi, alla salute, noi dovremmo cercare di dare risposte alle tante richieste di salute negata. Già con la delibera del marzo di quest'anno credo che si sia cercato di chiudere i cancelli quando la metà dei buoi erano scappati, però la metà sono ancora dentro e quindi se c'è buona volontà e buon senso qualcosa si potrà ancora fare.

Le chiedo Assessore, lei che è stata e credo sia una persona sensibile rispetto alle problematiche che stiamo mettendo in evidenza, a che punto sia quel progetto di abbattimento delle liste di attesa, per il quale erano stati stanziati 30 milioni di euro. A noi non risulta che quei progetti siano andati a buon fine, almeno non in tutta la Sardegna, ci risulta ancora che ci siano delle zone della nostra Isola in cui le liste d'attesa sono inverosimilmente lunghe, anche per patologie molto particolari e delicate, e altre zone dell'Isola in cui quelle liste d'attesa siano un po' più brevi.

Le chiedo se è stata soddisfatta quella richiesta pervenuta da più parti di garantire ai malati con alcune patologie tipo la sclerosi multipla di cui parlavo prima, dei canali prioritari, privilegiati per poter eseguire gli esami anziché passare ordinariamente tramite i servizi del CUP. Credo che lei possa ancora essere in grado di darci queste risposte perché la considero, l'ho sempre detto, sicuramente una persone dalla grande onestà intellettuale e dalla grande sensibilità che le deriva, oltre che dal ricoprire il ruolo importantissimo di assessore regionale della sanità, anche dal suo essere donna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Cercherò anch'io di essere rapido per fare delle brevi osservazioni con l'Assessore in merito alla delibera del 29 marzo del 2013.

Questa delibera, com'è stato detto, ridisegna il percorso temporale dettato dalla legge numero 21 del 2012, in particolare predisponendo una proroga e motivando questa proroga con la necessità di poter avere (e questa è sicuramente una giustificazione più che plausibile) un quadro di insieme del sistema sanitario regionale attraverso gli atti aziendali di tutte le ASL. Nella delibera si prende atto che al 29 marzo, cioè data in cui la delibera stessa è stata assunta, non erano ancora pervenuti degli atti aziendali fondamentali come quelli della ASL più grande della Sardegna, la ASL numero 8.

Ora, posto che nella stessa delibera, nel ridisegnare il percorso, si parla di un processo di concertazione che deve partire dal settimo giorno lavorativo successivo al momento in cui alla Direzione generale dell'assessorato perviene l'ultimo atto aziendale delle varie ASL della Sardegna, cosa succederebbe qualora, per esempio, qualche ASL, una delle due ASL, perseverasse nel non mandare l'atto aziendale?

In questa delibera, infatti, non è prevista alcuna alternativa, né alcuna sanzione, qualora non si procedesse con quel percorso.

Quindi questo credo che sia un aspetto che ci debba allertare, e che debba essere tenuto ben presente dall'Assessorato. Oltretutto in tema di concertazione mi chiedo, assessore, posto che la ritengo certamente una cosa utile, perché non si è pensato di far partire questa concertazione con i direttori generali alla data del 31 ottobre del 2012 quando sono stati approvati in maniera definitiva dalla Giunta gli indirizzi da impartire ai direttori generali per la stesura degli atti? Ciò avrebbe anche consentito di non avere ASL che, lasciate al loro libero arbitrio, arrivassero in ritardo frenando le restanti aziende sanitarie della Sardegna.

Quindi credo che, da questo punto di vista, dovremmo porre davvero molta più attenzione sul fatto che siamo tanti come ASL, da un punto di vista numerico, però è certo è che siamo, come sempre mal unidos,e come sempre chi ritarda fa danno agli altri. Ed ecco perché mi associo all'appello e all'interrogativo che le ha rivolto l'onorevole Cuccureddu: perché penalizzare per colpa di altri anche quelle aziende che, come l'azienda mista di Sassari, ultima nata in Sardegna, non hanno avuto mai un atto aziendale precedente (non lo potevano avere perché non esistevano) e, pur avendo consegnato in Regione il loro atto aziendale da settembre del 2012, sono in attesa di avere un parere di coerenza?

Ora, lei giustamente osserva : "io devo avere il quadro generale per poter dare il parere di coerenza anche delle aziende miste", però io le ricordo che, per quanto riguarda le Aziende miste, non è la "502" ma è la legge 517 che detta le norme, e le aziende miste devono essere calibrate non in funzione dell'attività sanitaria del territorio ma in funzione delle peculiarità dell'incidenza su quelle aziende della ex Facoltà di medicina e chirurgia (ora dipartimenti del corso di laurea in medicina e chirurgia e dei corsi di laurea in scienze infermieristiche piuttosto che in odontoiatria) e le aziende miste devono essere calibrate in funzione del mantenimento dei livelli di ricerca e di insegnamento, oltre che di assistenza, delle facoltà (le chiamo così per essere più chiari, anche se come lei sa non esistono più).

Quindi, mi permetto davvero, in maniera sommessa ma accorata, Assessore, di chiederle di valutare con attenzione il fatto che l'azienda mista di Sassari (parlo di quella di Sassari ma so che è lo stesso anche per quella di Cagliari) non può fare una reale programmazione, quindi non la può calibrate sulle reali esigenze sia dell'assistenza ma soprattutto del mantenimento dei livelli qualitativi della ex facoltà di medicina e chirurgia senza l'approvazione dell'atto aziendale.

Io credo che si possa davvero venire incontro a quelle Aziende approvando i loro atti in coerenza con la "517", magari calibrando in maniera più adeguata tutto il sistema delle ASL, compresa la n. 1 di Sassari, rispetto a tutte le altre Aziende sanitarie locali, e dopo di che eventualmente intervenendo, aggiornando e adeguando anche l'atto aziendale delle aziende miste. Però davvero, Assessore, non continuiamo a tenere penalizzate quelle aziende che non solo svolgono una funzione di eccellenza (perché le aziende miste sono delle strutture di eccellenza) ma svolgono una funzione assistenziale fondamentale nel poter mantenere quel livello di preparazione di tutte le professionalità sanitarie che in quest'Isola ancora tengono il passo con il resto dell'Italia. E questa credo che sia una delle poche cose che dovremmo davvero, senza bisogno di fare rivoluzioni, cercare di conservare..

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, colleghi, la mozione all'esame del Consiglio chiedeva in sostanza di modificare le linee di indirizzo della delibera del 31 ottobre 2012. Io ritengo invece che la mozione debba considerarsi superata perché è come se fosse stata accolta dalla recente delibera numero 15/34. Ritengo però che questo non sia un fallimento perché i percorsi degli atti aziendali e della rete ospedaliera possono sovrapporsi, e si definisce in sostanza un nuovo percorso nel quale occorre riaffermare il ruolo del Consiglio regionale.

Vedete, colleghi, ai territori come quello che noi rappresentiamo non si attaglia la decisione di azzerare tutto, a noi quel documento serve, perché si vuole partire dall'atto aziendale che è un atto condiviso da tutti i sindaci del territorio. Come diceva l'onorevole Campus, ci sono aziende che hanno svolto bene il loro compito, sia in termini temporali e sia attenendosi anche a quelle indicazioni che, Assessore, potevano essere certamente completate dagli atti di indirizzo. Ebbene, quelle realtà territoriali e quelle ASL non possono essere penalizzate dal fatto che altri non siano entrati nello spirito di quel documento e che non abbiano sentito neppure l'esigenza di osservarlo

Ora, in termini di programmazione non possiamo negare che la situazione sia stagnante, ma lo stesso declamato piano sanitario della precedente legislatura - di cui, tante volte, ho anche riconosciuto la validità, soprattutto per quelle enunciazioni di razionalizzazione e di riequilibrio delle realtà sanitarie della Sardegna - ha visto il suo percorso attuativo interrotto da una sentenza del Tar che, in sostanza, lo ha cassato, e quindi se qualcosa di buono fosse stata fatta è priva di valore. Le cose evidentemente non sono state fatte, anche allora, correttamente.

Ora, per chi vive sulla propria pelle l'iniquità dello squilibrio, per i territori che hanno una dotazione di servizi sanitari inadeguata (in termini assoluti, come dato oggettivo, e nell'antipatico ma necessario raffronto con altre realtà) che negli anni non hanno ricevuto livelli adeguati di attenzione e che continuano a vedere non riconosciute le loro ragioni e continuano a trovare ostacoli, per noi che rappresentiamo queste situazioni (non certo campanili, poltrone e anacronistiche configurazioni dello sperpero del potere locale e del clientelismo) per noi il percorso degli atti aziendali poteva essere considerato ed è considerato come elemento importante nel percorso di attuazione della legge numero 21.

E' un punto di partenza che, ovviamente, noi non abbiamo interesse a ostacolare e ad interrompere; possono farlo coloro che vivono la soddisfazione di avere nelle loro strutture ospedaliere territoriali una configurazione dell'offerta sanitaria rispondente ai bisogni o addirittura eccessiva. Quindi, gli assetti territoriali sono attualmente distanti da una realtà che è stata ed è in divenire, che ha registrato profondi cambiamenti e che non può accettare il mantenimento dello status quo e del "chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto". E l'unico modo che abbiamo per difendere l'atto aziendale è pretendere casomai che, se osservazioni e rilievi devono essere fatti, devono essere osservazioni specifiche e motivate, e che non ci siano ostacoli pregiudiziali.

Ora, nell'atto aziendale predisposto dalla ASL n. 2 - faccio riferimento ad una realtà territoriale perché anche l'onorevole Barracciu nella sua esposizione si è riferita alla realtà della Gallura e la stessa mozione contiene rilievi critici anche su alcuni aspetti specifici dell'atto aziendale, ai quali cercherò di dare qualche risposta - c'era la consapevolezza che esso sarebbe stato esaminato e che sarebbe ritornato nel territorio con giusti e opportuni rilievi per quelle incertezze che sono state espresse nella relazione, relativamente a La Maddalena, alle specificità, alla disciplina dei punti nascita, alle indicazioni per la determinazione della pianta organica, alle stesse linee guida della Regione che si attendevano per la razionalizzazione della rete ospedaliera e il San Raffaele.

Veda, onorevole Barracciu, per le gravi affermazioni che lei ha pronunciato io le chiedo doverose precisazioni, perché il collega Elio Corda da lei citato è testimone dell'impegno di assoluta lealtà che vede uniti tutti i consiglieri regionali galluresi nel sostenere la progettualità del San Raffaele, in coerenza con quell'azione unitaria che è stata svolta in questo Consiglio quando se ne è parlato. L'accusa quindi non ci tocca; ci accomunano piuttosto le preoccupazioni sulle reali difficoltà che il percorso del San Raffaele sta incontrando. Preoccupazioni che condividiamo, onorevole Corda, ce ne dia atto, anche per le difficoltà che caratterizzano le strutture sanitarie pubbliche del nostro territorio.

Ora ci sono aspetti di carattere generale, oltre che locale, che devono essere presi in considerazione, ma noi riteniamo che sia necessario che la legge numero 21, recentemente approvata, venga rispettata, e non ci sembra che venga fatto nella delibera che ha tracciato un nuovo percorso per gli atti aziendali. Casomai è necessario ribadire la dignità del Consiglio regionale, di quanto ha fatto, del percorso seguito, dei limiti certamente che ci sono in questa legge, ma sicuramente dei progressi che consentirà di compiere.

Fermo restando che - e condivido le osservazioni che sono state fatte in questo senso - è necessario davvero impartire indirizzi precisi sull'assetto delle tre reti, non solo della rete ospedaliera ma anche di quella territoriale e dell'emergenza-urgenza, io voglio rimarcare che il percorso di approvazione seguito da alcune aziende non può essere disatteso, perché chi l'ha già seguito in modo inappuntabile non può e non deve essere penalizzato.

Voglio comunque, per quanto riguarda la mozione, esprimere alcune osservazioni relativamente al punto in cui si afferma che vengono assegnate troppe competenze, eccessive competenze ai direttori generali. Quello, colleghi, è un percorso che responsabilizza anche i territori, li costringe ad assumersi delle responsabilità. Il percorso botton up basato sulla condivisione è un percorso delicato in cui, per la prima volta, si mette mano concretamente ai costi strutturali della rete per processi di così vasta portata. L'accettabilità sociale aveva bisogno di un percorso che non escludesse la consultazione della comunità regionale e degli stessi assetti direzionali delle ASL. Il concetto è che la conoscenza delle esigenze territoriali è un patrimonio dei territori stessi.

Io voglio intervenire anche per quanto riguarda i riferimenti al documento, alla bozza standard.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Presidente, colleghi, sarei portato a dire che con la delibera approvata il 29 ultimo scorso è venuto meno in parte il motivo del contendere. Potremmo dire, con il senno di poi, Assessore: non sarà il caso che il senno, qualche volta lo si usi prima, anche ascoltando qualche volta i suggerimenti dell'opposizione? Di fatto avete bocciato gli atti aziendali riconoscendo la validità e la fondatezza dei rilievi contenuti nella mozione; l'epilogo della vicenda l'avevamo previsto per tempo, siamo stati facili profeti. Ma per completare l'opera ora dovete ritirare anche le linee guida, così come richiesto nella mozione.

Ci avviamo alla conclusione della legislatura e non siete stati in grado di produrre alcun provvedimento che offrisse adeguate risposte alle esigenze indotte dai cambiamenti degli scenari regionali e nazionali. L'unico provvedimento approvato è la legge numero 21 che, come vediamo, ha poi dato luogo alla confusione, e a quel "pasticciaccio brutto" di viale Trento in cui vi siete cacciati e avete cacciato l'intero sistema regionale sanitario.

Durante la discussione, prima in Commissione poi in Aula, abbiamo avuto modo di denunciare le gravi carenze e manchevolezze di quel testo. Con la legge numero 21 avete abdicato al vostro ruolo e avete voluto delegare le funzioni proprie della Giunta e del Consiglio ai direttori generali delle ASL, affidando loro la ristrutturazione della rete ospedaliera, quindi la riduzione dei posti letto. Avete voluto procedere in fretta e furia perché - diceva lei, Assessore - rischiavamo di perdere 250 milioni. Li avete recuperati, Assessore? Ce lo può far sapere?

Ora che gli atti aziendali sono stati "partoriti" abbiamo potuto vedere, conoscere le proposte in essi contenute, e quanto siano slegati rispetto alle esigenze di un sistema sanitario che deve essere organizzato in funzione dei bisogni della gente e non della malapolitica. Gli atti aziendali predisposti sono pieni di contraddizioni e contrastano spesso in maniera netta con le stesse linee guida, come da noi ampiamente previsto. Assessore, come poteva pensare di ricondurli a coerenza, come pensa di conciliare le previsioni di incremento dei posti letto contenuti in quasi tutti gli atti con la necessità dei tagli e contestualmente con l'esigenza di riequilibri nell'assegnazione degli stessi posti letto?

Per esempio, l'esigenza di incrementare i posti letto ad Olbia è stata sottolineata anche recentemente dalla Corte dei conti nella sua relazione di indagine e di controllo, ed è un tema, Assessore, sul quale peraltro lei aveva promesso il suo impegno per colmare questo storico divario. Ma quello dell'incremento dei posti letto, e ahimè dell'assegnazione delle specialità mancanti, è l'unico aspetto positivo. Del resto l'atto aziendale della ASL 2 è proprio di una concezione e di un approccio culturale ancorati ad una gestione clientelare e non affronta minimamente i gravi problemi strutturali.

Cito solo qualche esempio: nel servizio consultoriale territoriale (un territorio, peraltro, dove i bambini per fortuna continuano a nascere) l'atto aziendale non prevede nessun potenziamento. Di fatto si torna indietro rispetto alla programmazione dell'atto precedente. Dovrebbe esserci un consultorio ogni 20 mila abitanti ma Olbia, città in condivisione con altri comuni, per circa 80 mila abitanti ne ha uno solo.

In evidente contrasto con gli obiettivi dichiarati è anche la riduzione delle competenze dei distretti sociosanitari. Nelle linee guida, infatti, è detto testualmente che le attività distrettuali sono erogate da unità operative proprie delle strutture complesse, e cioè i distretti, con riferimento al fatto che le unità operative preposte alla erogazione delle varie prestazioni debbano essere proprie del distretto e non sovra distrettuali come previsto dagli atti aziendali. Nell'atto aziendale della ASL 2 si prevede infatti la creazione delle strutture di cure primarie, assistenza integrata aziendale e servizio aziendale di riabilitazione ospedale territorio, tutte a valenza aziendale, svincolate dal controllo della direzione del distretto. Eppure queste strutture erogherebbero prestazioni di competenza distrettuale (vedi l'assistenza medica e pediatrica di base, la continuità assistenziale e l'assistenza specialistica ambulatoriale).

Insomma, il modello organizzativo che viene proposto dalla ASL di Olbia, come nella maggior parte degli atti aziendali, stravolge, di fatto, il modello della distrettualizzazione.

Assessore, a questo punto, però, sorge un dubbio, perché c'è un aspetto singolare che voglio evidenziarle. Dal raffronto dei testi di diversi atti aziendali si evince la quasi totale somiglianza degli stessi, tanto da sembrare estrapolati da un testo comune. Allora le chiedo, Assessore: si tratta di un modello organizzativo suggerito dall'Assessore, contraddicendo le stesse linee guida? Fateci capire anche qui. Perché noi, invece, restiamo dell'avviso che il modello distrettuale non solo non vada smantellato, ma debba essere rafforzato in quanto funzionale ad una appropriata gestione dei nuovi bisogni di salute.

Giova ricordare, a tal proposito, il ruolo e le funzioni del distretto, così come stabilito dall'articolo 17 della legge numero 10, punto 1: "Le ASL assicurano i livelli essenziali di assistenza del territorio, istituendo ed organizzando i distretti e i dipartimenti territoriali, i quali operano in maniera integrata con la rete ospedaliera". Nel caso di specie li avete trovati già organizzati: li volete smantellare?

Punto 2: "I distretti socio-sanitari costituiscono l'articolazione territoriale delle ASL e il luogo proprio dell'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale", e Dio sa quanto ce ne sia bisogno oggi! E sempre a proposito di distretto, voglio evidenziare ancora la singolarità del distretto di Olbia, per il qual caso ho presentato un'interpellanza circa due mesi fa e, naturalmente, non ha ricevuto risposta.

Da oltre due anni (settembre 2010) è stata fatta la selezione per il conferimento dell'incarico di direttore dei due Distretti di Olbia e di Tempio; dalla selezione è scaturito l'elenco dei candidati ritenuti idonei. In data 28 dicembre 2010 è stato conferito l'incarico di direttore del Distretto di Tempio, che conta 31 mila abitanti, e non quello del Distretto di Olbia, che conta 127 mila abitanti, che resta ancora privo del direttore. Qual è la ragione, Assessore? Da due anni manca il direttore del Distretto socio-sanitario di Olbia; è per caso dovuto al fatto che tra i selezionati non è presente un candidato politicamente allineato? E perché la persona facente funzioni da dieci anni non è mai stata ufficialmente e formalmente incaricata?

E' amara consolazione, ma noi l'avevamo detto che il modo di procedere piuttosto contraddittorio seguito dalla Giunta e dalla maggioranza nella programmazione e nella gestione avrebbe portato allo sfascio del sistema sanitario del quale, faticosamente, nella precedente legislatura, con l'approvazione del Piano sanitario dopo vent'anni, era stata avviata la qualificazione.

Avevate promesso il contenimento della spesa ed è vorticosamente aumentata. Solo un dato: tra i 2008 e il 2011, denuncia la Corte dei Conti (e non noi, e non la solita propaganda dell'opposizione, come amate definirla) si è registrato un aumento della spesa farmaceutica del 20,70 per cento. Avevate promesso l'abbattimento delle liste d'attesa e, invece, sono cresciute e si sono allungati i tempi. Ad esempio, nel Presidio ospedaliero di Olbia, per le prestazioni cosiddette "a CUP", nel laboratorio di chirurgia (ma vale anche per l'ambulatorio di flebologia, endoscopia, urologia) si attende dai 4 ai 5 mesi, mentre in medicina anche 8 mesi. Questo perché c'è un solo medico per ambulatorio; mancano medici e infermieri, ma, anziché potenziare queste organici, la ASL assume amministrativi. Lei, Assessore, di questa situazione ne é perfettamente a conoscenza perché, più volte, da me e da noi le è stata segnalata.

Ma torniamo agli atti aziendali. Sono state create strutture semplici e complesse, alcune delle quali davvero senza senso, che incrementano la spesa e non rispondono a funzionalità. E' il caso, per esempio, della struttura semplice e del servizio integrato socio-sanitario aziendale (il Distretto già garantisce il servizio, servono risorse adeguate) della struttura semplice e del servizio amministrativo ospedale-territorio (esistono già i servizi amministrativi che si occupano delle funzioni amministrative con un numero di dirigenti addirittura in esubero) e della struttura complessa per le cure primarie aziendali che gestisce medici di base e pediatri. Sono tutte funzioni che vengono sottratte al Distretto, con l'evidente obiettivo di svuotarlo di competenze e ruolo.

Certe strutture sembrano davvero create ad hoc per dare primariati. La filosofia pare sia questa: "Se c'è l'amico gli do la struttura complessa", poco importa se questa poi non ha neppure personale da gestire per l'erogazione dei servizi per i quali è stata creata. Per contro, servizi che hanno tutti i requisiti delle strutture complesse non vengono classificati come tali (vedi il servizio consultoriale e quello di igiene degli allevamenti e di produzione zootecniche) e parlo di strutture molto importanti.

Infine una domanda, Assessore: che fine ha fatto l'Agenzia sanitaria regionale, cui peraltro fate riferimento all'articolo 2 della stessa legge numero 21? Qual è l'impegno del direttore dell'Agenzia nominato da oltre un anno? Com'è noto l'Agenzia era stata pensata e istituita nella passata legislatura con la legge numero 10 del 2006, l'Agenzia costituirebbe un prezioso supporto all'Assessore, ma anche alle aziende sanitarie per il controllo, la gestione e la valutazione di atti e contratti che riguardano impegni di spesa, e dovrebbe svolgere poi funzioni di verifica e conformità della programmazione locale agli indirizzi regionali, al fine di garantire livelli uniformi nell'erogazione delle prestazioni.

Va anche detto, però, che sarebbe stato certamente un lavoro improbo per l'Agenzia verificare la conformità della programmazione locale agli indirizzi regionali, visto il groviglio di contraddizioni…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Desidero salutare, a nome mio personale e dell'intera Assemblea, il Sindaco, il consiglio comunale e i ragazzi di Settimo San Pietro.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, colleghi, in questa cornice credo ci possa stare con tranquillità qualcosa che, all'interno della sanità in Sardegna, ha rappresentato e rappresenta un settore importante (faccio riferimento, così elimino qualsiasi dubbio, agli ultimi 10 anni, quindi a giunte di entrambi i colori, pertanto non è un atto di accusa) quello della sanità convenzionata, una sanità convenzionata che, all'incirca, assorbe un centinaio di milioni di euro, che pesano enormemente.

La sanità convenzionata, quindi, non è cosa di poco conto; fa parte di un sistema complessivo che ha registrato negli ultimi 10 anni un balletto continuo di riduzioni e aumenti dei servizi e dei posti letto, aumenti che qualcuno potrebbe considerare anche giustificati, magari a causa di una manutenzione della sanità pubblica mai decollata che ha determinato il trasferimento a quella privata di una parte dei posti letto, e quindi possiamo parlare di "affari della sanità sarda".

Il tema è intrigante e si affaccia quasi con prepotenza all'interno del sistema. Perché si affaccia con prepotenza? Perché ho notato che, ad esempio, le carriere di alcuni manager o imprenditori (tema che certamente merita un approfondimento) sono iniziate con incarichi di dirigenza nella sanità pubblica, per poi passare ad incarichi di dirigenza in aziende private che avevano come controparte quella stessa amministrazione pubblica.

Questa commistione di soggetti, preparati o meno, che passano dall'ambito privato a quello pubblico e poi ritornano all'ambito privato in grandi aziende (tipo Segesta, Kinetica, chi più ne ha più ne metta) è quindi all'attenzione dell'opinione pubblica, che non riesce a capire come mai in questi ultimi dieci anni una serie di cliniche prima vedono diminuire le proprie convenzioni, poi, dopo essere passate di mano, vedono nuovamente aumentare il proprio budget, passando pertanto da un indebolimento a un arricchimento con una facilità che lascia disarmati, considerato anche che la quantità di risorse non è di poco conto.

Faccio questo discorso perché lei, Assessore, è abbastanza giovane, non era presente nella passata legislatura, ha iniziato a metà di questa, sta facendo la sua esperienza di governo e quindi tutto ciò può servirle per capire come sono andate le cose, come stanno andando e come si rischierebbe di farle andare avanti pericolosamente, con una commistione che pone forti dubbi. Ecco, io preferisco fare questo tipo di discorso, entrare nel merito del contesto generale della mozione stessa perché ritengo che focalizzare la nostra attenzione su una materia come questa, su un tema specifico come quello che sto evidenziando, sia utile per impedire che alcuni passaggi che la sanità privata ha percorso su quest'Isola negli ultimi dieci anni possano ripetersi ancora negativamente.

Mi fa specie che imprenditori seri, sardi, che hanno operato nel settore, si siano trovati in difficoltà economiche, e non casualmente, con la loro azienda e, dopo averla ceduta, l'abbiano vista riprendere a correre, a camminare, ad ingrassarsi. Questo è un qualcosa del quale questo Consiglio dovrà necessariamente discutere, lo dovrà fare in modo approfondito, appropriato, senza mezzi termini, con la chiarezza che richiede, perché non possiamo far fare a chi sta fuori da questo palazzo quello che spetta a noi: lo deve fare il Consiglio regionale.

E' competenza di questo Consiglio indagare per capire con quale sistema la sanità privata in questi ultimi dieci anni sia andata avanti. Evitiamo fraintendimenti, cerchiamo di capire se ci sono state commistioni, sovrapposizioni non certo ideali, non facili da giustificare e dacomprendere; quando si parla di interessi credo che serva a tutti noi.

Io sono a favore dell'imprenditoria locale sempre e comunque, ma quando arriva il falco da oltremare per portarsi via quello che magari alcuni sardi hanno contribuito a indebolire per poterlo prendere facilmente credo che non sia un qualcosa di giustificabile. Non vorrei che qualche altra struttura - che guarda caso è di proprietà di un ex consigliere regionale - possa essere aggredita nello stesso identico modo, in un prossimo futuro non molto lontano, e portata via.

Questo lo dico con assoluta chiarezza perché ritengo che su questo argomento ci si debba e ci si possa ritornare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.Presidente, io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei colleghi e le osservazioni, le critiche e anche i suggerimenti, come quello ultimo dell'onorevole Sanna, a cui mi sento di dire di stare tranquillo perché, onorevole Sanna, la struttura che guido è in massima allerta sulle vicende che lei ha appena citato. Ma, anche se in maniera abbastanza irrituale, vorrei partire da alcune considerazioni agganciandomi agli ultimi interventi, in particolare a quello dell'onorevole Corda che è stato il più catastrofista in questa discussione: ha parlato addirittura di "sfascio" del sistema sanitario regionale.

L'accordo di programma - intanto voglio tranquillizzarla - sarà attivato immediatamente dopo le direttive che noi emaneremo tra pochissimo. Devo però avvertire il Consiglio regionale che lo stesso accordo di programma potrà essere avviato se in finanziaria verrà inserito un cofinanziamento (che per ora non c'è) previsto peraltro per legge. Se riusciremo a reperire le risorse, dopo le direttive, saranno nella disponibilità della Sardegna 246 milioni di euro (spicciolo più spicciolo meno) derivanti da un accordo di programma, per tutti quegli investimenti strutturali necessari per adeguare le nostre strutture, che sono molte e che sono assolutamente fatiscenti.

L'altra considerazione che volevo fare è a proposito del disavanzo. Si parla sempre del disavanzo - anche lei, onorevole Corda, l'ha richiamato - della differenza tra costi e ricavi, ma non si vanno mai ad approfondire i costi. Allora approfitto di questa mozione - poi parleremo anche degli atti aziendali - per raccontare al Consiglio quello che invece siamo riusciti a fare negli ultimi anni.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue DE FRANCISCI.) Il tasso di crescita dei costi, inflazione e IVA, è stato dello 0,8 per cento tra il 2011 e il 2012; ciò significa, onorevole Corda, onorevoli colleghi, che siamo al di sotto dell'inflazione che, come lei ben sa, è al 3,2 per cento. Faccio questa considerazione per dire che in realtà tra il 2011 e il 2012 la sanità ha risparmiato notevoli risorse proprio perché siamo riusciti a portare il tasso di crescita dei costi allo 0,8 per cento. Voglio fare un parallelo con gli anni precedenti perché si comprenda meglio che cosa significa lo 0,8 per cento.

Tra il 2007 e il 2008 c'è stato un incremento dei costi alla produzione del 7 per cento, che significa 200 milioni in più; noi siamo cresciuti di appena 30 milioni, come costi, rispetto al 2007 e al 2008. Questo per sottolineare che evidentemente la sanità in questo momento è allo sfascio, come diceva l'onorevole Corda!

A proposito di spesa farmaceutica, anche lì sono stati citati dei numeri. I numeri - non lo nascondiamo - sono numeri che vanno corretti e non bisogna abbassare la guardia, ma siccome sono dei processi che hanno bisogno di tempi abbastanza lunghi, onorevole Corda, lei ricorderà che un anno fa la Giunta regionale aveva approvato una delibera che fissava le dieci azioni da mettere in campo per il contenimento della spesa farmaceutica. Ne abbiamo attuate tante di queste dieci, una su tutte (forse la più qualificante) è la centralizzazione delle gare di acquisto, e tra poco saremo in grado di dimostrare quello che siamo riusciti a risparmiare in un anno di percorso.

Quindi, come vede, i toni che vengono usati talvolta, da campagna elettorale, non li usa solo il centrodestra, li usa anche il centrosinistra, perché pronunciare le affermazioni che ha pronunciato lei senza, come dire, avere dei numeri concreti che dimostrano che invece c'è stata un'inversione di tendenza…

CORDA (P.D.). La Corte dei conti, Assessore!

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. …non è fare informazione corretta in un'Aula come questa, tra l'altro anche con ospiti che magari sono poco attenti alle dinamiche politiche che si sviluppano in questo Consiglio.

Il paradosso che complessivamente è emerso oggi è che, da una parte si parla di disavanzo, si invocano le riforme strutturali, il contenimento dei costi, la razionalizzazione, dall'altro però sembra che a pochi interessi cambiare la situazione.

L'onorevole Floris, che non è stato in aula quando abbiamo discusso la legge numero 21, ha parlato della difesa dei piccoli ospedali, usando però l'argomentazione del "si vogliono chiudere i piccoli ospedali", quasi fosse una sorta di persecuzione nei confronti dei piccoli ospedali a vantaggio dei grandi ospedali. Onorevole Floris, l'eccellenza si fa nei grandi ospedali, l'inappropriatezza si riduce nei grandi ospedali dove si fa eccellenza ed alta specializzazione (parlo dell'inappropriatezza in particolare perché i ricoveri inappropriati in Sardegna sono più o meno 60 mila e vanno ad incidere sul budget complessivo per circa 200 milioni). Quindi quando parliamo di rischio clinico, quando parliamo di inappropriatezza, quando parliamo di costi elevati a discapito della qualità stiamo parlando di queste cose, di quel fenomeno che noi cerchiamo di invertire in un discorso di razionalizzazione che non deve però andare a discapito dei livelli essenziali di assistenza e della qualità del servizio che viene erogata.

Però la qualità non si ha solo nei piccoli ospedali, si ha soprattutto nei grandi ospedali, e allora ben venga la considerazione espressa dall'onorevole Zuncheddu e da altri colleghi sulla necessità di salvaguardare certamente le grandi strutture ma anche di potenziare quel territorio che ha assolutamente bisogno evidentemente di essere potenziato e di essere adeguato anche da un punto di vista diagnostico.

Si invoca, si è invocato oggi, si è invocato anche in altre occasioni quando in quest'aula si è parlato di sanità, il piano sanitario regionale. Il piano sanitario regionale è stato una straordinaria conquista, nessuno avrebbe voluto che il TAR lo bocciasse. Ne è stato bocciato il 70 per cento, la parte relativa ai posti letto, pertanto se noi non avessimo avuto la legge numero 21 che ha colmato quella lacuna non avremmo avuto nessuno strumento, nessun dispositivo per poter mettere in campo quelle misure fondamentali per riorganizzare l'intero settore.

Noi abbiamo approvato una legge, noi abbiamo emanato le linee guida, noi tra poco emaneremo le direttive, nel frattempo c'è stata la spending review e nel frattempo c'è stata l'attesa spasmodica di questa Regione, come delle altre regioni d'Italia, dell'atto, del decreto di attuazione della spending review che è entrato e uscito dalla conferenza Stato-Regioni fino a 20 giorni fa. Noi non potevamo procedere alle direttive in attuazione della legge numero 21 "fregandocene", scusate il termine, di quello che avveniva a livello nazionale, noi non siamo la libera repubblica delle banane evidentemente, abbiamo dei riferimenti nazionali. Questo è quello che è successo.

Ad un certo punto ci siamo resi conto che con il Governo dimissionario e con il Governo in carica (nel frattempo ci sono state le elezioni) con un governo non governo chissà quando sarebbe arrivato il decreto di attuazione della spending review, pertanto abbiamo ritenuto di poter procedere con le direttive e tra pochi giorni vi presenteremo le direttive di attuazione della legge numero 21.

Per quanto riguarda gli atti aziendali la Giunta ha espresso un parere di non conformità ma non abbiamo voluto responsabbilmente bloccare il processo. La legge ha funzionato, la programmazione è stata avviata, gli atti aziendali sono stati presentati, sono stati presentati indubbiamente con degli elementi che sono da correggere ma non abbiamo voluto paralizzare il sistema e quindi comunque la programmazione sta andando avanti. Le considerazioni che noi faremo ai direttori generali che hanno presentato gli atti aziendali che non sono stati ritenuti conformi, non solo per un quadro generale di insieme come quello di cui abbiamo bisogno noi, sono legate ai posti letto, al tasso di occupazione, al tasso di ospedalizzazione.

Questi elementi non sono stati considerati esattamente come ci saremmo aspettati, e quando i direttori generali apporteranno le necessarie modifiche avremo finalmente quel quadro di insieme fondamentale per poter procedere alla riorganizzazione del nostro sistema sanitario.

Io non parlerei di sfascio, onorevole Corda. E' vero che non abbiamo presentato il piano sanitario regionale, è vero che probabilmente avremmo potuto fare di più sul piano delle risorse ma è vero anche che non ci siamo fermati, che siamo in cammino e che stiamo procedendo. Mi sarebbe piaciuto avere molto più tempo per fornire risposte più articolate anche all'onorevole Cocco che ha posto molte questioni che esulavano però dal discorso degli atti aziendali, però non parlerei assolutamente di sfascio, lo sfascio è ben altro onorevole Corda.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, mi sembra di essere su "Scherzi a parte" perché stasera abbiamo discusso una mozione che aveva dei contenuti precisi e chiedeva delle risposte precise alla Giunta regionale. L'Assessore ha parlato per 10 minuti elencando una serie di numeri (e mi piacerebbe sapere chi glieli ha forniti) e parlando di numeri, anche in questo caso (perché ormai è diventata un'abitudine) si è dilungato su altri aspetti lasciando che finisse il tempo a sua disposizione e non ce ne fosse altro per rispondere sulle questioni che noi abbiamo posto.

L'Assessore ci ha anche raccontato che l'Assessorato della sanità ha risparmiato una marea di soldi nella gestione della sanità e ha invitato i colleghi a studiare questi numeri, però sarebbe molto più opportuno che rivolgesse questo invito anche alla Corte dei conti. Io non so se la Corte dei conti, invitata dall'Assessore della sanità a rivedere i numeri, possa reagire chissà in quale modo, perché è ormai da quattro anni che la Corte dei conti richiama questa Giunta regionale sugli sprechi vergognosi che sono stati perpetrati dal primo anno della sua gestione, che richiama questa Giunta regionale sulla crescita incondizionata e incontrollata del disavanzo a partire esattamente dal 2009.

Beh, allora è vero che noi non capiamo i numeri, non li sappiamo leggere né tantomeno li sappiamo riportare, ma è evidente che siamo in buona compagnia, ovvero in compagnia della Corte dei conti.

Vorrei anche sottolineare e ricordare che quest'anno, tra spesa sanitaria e spesa sociale, nel bilancio della Regione a queste voci sono destinati 3 miliardi e 700 milioni, il 56-57 per cento del bilancio regionale. Allora io voglio capire dov'è che sono questi risparmi, quali effetti hanno davvero prodotto nella realtà questi procedimenti e questi documenti così importanti che sono stati messi in campo in conto programmazione e politiche sanitarie da questa Giunta regionale. Io pregherei pertanto la Giunta regionale di non raccontare qui cose che non possono essere raccontate perché i documenti li sappiamo leggere anche noi e li sappiamo anche riportare nella maniera corretta.

Quindi i dati del disavanzo li conosciamo tutti, sono quelli per i quali siete stati richiamati più volte: la questione delle consulenze, la questione degli interinali, quella della spesa farmaceutica. Probabilmente questo documento produrrà degli effetti, ma gli effetti ancora non ci sono, vedremo quali saranno, rimane sul tavolo la questione che abbiamo posto con questa mozione alla quale lei ha deciso di non rispondere e ha risposto non rispondendo.

La legge numero 21, la legge numero 21 che voi avete approvato, l'avete approvata per aggirare la legge numero 10, per aggirare le leggi precedenti, perché ogni volta che una legge regionale vigente non vi sta bene venite in Commissione e in aula ad approvarne un'altra che, in maniera surrettizia, la supera o cerca di superarla. Questo è quello che avete fatto con la legge numero 21.

Il piano sanitario regionale che lei ci ha ricordato e ci ricorda ormai da quattro anni (e non soltanto lei che è da due anni Assessore ma anche l'Assessore precedente) è stato impugnato per difetto di concertazione, lo sappiamo bene, ed è stato quindi impugnato, in particolare, per la parte relativa alla rete ospedaliera. Avete avuto quattro anni di tempo per ridefinire la rete ospedaliera e per riscrivere anche il piano sanitario regionale, per cui basta con questa scusa perché non regge più.

C'è un deficit totale di politica sanitaria che si riverbera non soltanto sui servizi e sull'organizzazione delle ASL ma in particolare sui conti del bilancio regionale. La legge numero 21 non ha colmato nessuna lacuna; è stata una toppa per rimediare alle carenze della non politica di programmazione che avete portato avanti in questi anni, e purtroppo è stata anche approvata più velocemente di quanto sia stata pensata, e gli esiti sono quelli del pasticcio degli atti aziendali che noi abbiamo sotto gli occhi è che voi siete stati costretti bloccare.

Ha ragione l'onorevole Campus quando sostiene che è necessario rincominciare da capo, giustamente, perché è chiaro che ci vuole un quadro complessivo di riferimento per l'approvazione degli atti aziendali. Onorevole Lai, mi sorprendo che lei pronunci il discorso che ha pronunciato. Lei ha sempre difeso la legge numero 21 (perché ne è stato anche relatore di maggioranza, in sostituzione dell'onorevole Locci che non voleva più farlo) lei l'ha difesa perché serviva per creare una cornice organica di insieme alla programmazione sanitaria; oggi invece difende soltanto l'atto aziendale della ASL di Olbia, che probabilmente è anche fatto bene ma che cozza con tutti gli atti aziendale che sono stati predisposti. Alla fine il quadro che ne viene fuori è infatti un quadro che non sta né in cielo né in terra, che aumenta i costi, aumenta le strutture sanitarie, aumenta i posti letto anziché ridurli.

Un consigliere regionale, che ha a cuore la programmazione sanitaria e la salvaguardia di un minimo di coerenza di questo sistema dovrebbe, onorevole Lai, preoccuparsi di capire se quello che è stato fatto in un territorio è coerente o si lega bene con quello che è stato fatto in un altro territorio. Ma è evidente che non è così.

Nel frattempo abbiamo fatto tutto questo lavoro. Dice l'assessore: "c'è stata la spending review". No, mi scusi, la spending review è la motivazione principale in forza della quale voi avete approvato la legge numero 21, non è che c'è stata nel frattempo la spending review . In assenza della spending review e della necessità del taglio dei 1300 posti letto imposti da quella norma, se non sbaglio, a sentire e rileggere tutto ciò che avete detto durante la legge numero 21, la legge numero 21 non sarebbe stata necessaria. E allora che cosa vuol dire che, nel frattempo, c'è stata la spending review ? La legge numero 21 l'avete approvata per corrispondere alla spending review.

Viceversa, ciò che ne viene fuori è qualcosa completamente distante dalle esigenze che sono state invece evidenziate quando si lavorava a quegli atti. Ne viene fuori che voi non potevate procedere, assessore, a predisporre le direttive che invece pare porterete all'attenzione del Consiglio prossimamente, ve lo abbiamo detto in tutte le salse. E' agli atti dei lavori della Commissione e dei lavori di questo Consiglio che vi abbiamo più volte detto che non sarebbe stato possibile per voi procedere a questo lavoro, ma sarebbe stato più opportuno, più ragionevole, più di buon senso aspettare la definizione di tutto l'iter, anche quello nazionale. Ma siccome avevate necessità di appuntarvi la medaglietta della riforma sanitaria, avete voluto licenziare un pasticcio che oggi costerà il doppio del tempo rispetto a quello che sarebbe potuto essere necessario se si fosse operato come noi dicevamo.

Lei, Assessore, ha deciso di non rispondere, ha deciso di tergiversare, ha deciso di continuare sulla scia della campagna elettorale che avete impostato sabato scorso come Popolo delle Libertà: questo non è senso di responsabilità, questo non dà risposte al Sistema sanitario regionale. Di questo ve ne assumerete le responsabilità, e in particolare vi assumerete la responsabilità di consegnare, a chi verrà dopo di voi, un sistema sanitario, come diceva l'onorevole Corda, purtroppo davvero allo sfascio.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 230.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 230.

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Floris Vincenzo e Planetta hanno votato a favore e che i consiglieri Gallus e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUGUSI - DIANA Giampaolo - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PLANETTA - PORCU - SABATINI - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - ESPA - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - CUCCUREDDU - DESSI' - MULAS - PITEA - SOLINAS Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 57

Astenuti 7

Maggioranza 29

Favorevoli 23

Contrari 34

(Il Consiglio non approva.)

Discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, e approvazione della proposta di legge Pittalis - Sechi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Dedoni - Obinu - Salis "Disposizioni eccezionali e transitorie in materia di opere e manufatti temporanei a servizio della

fruizione turistico ricreativa" (501)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 501.

Dichiaro aperta la discussione generale. Poiché nessuno è iscritto a parlare la dichiaro chiusa. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento. (Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1e del relativo emendamento:

Art. 1

Oggetto

1. Le opere e i manufatti temporanei a servizio della fruizione turistico-ricreativa e della balneazione sui litorali della Sardegna in essi insistenti alla data del 1° novembre 2012, in via eccezionale a decorrere da tale data, per un periodo di validità massimo fino al 31 dicembre 2013 e anche in carenza dei relativi provvedimenti autorizzatori, restano installate, al fine di evitare che la loro reiterata opera di rimozione e di ripristino determini sia l'insorgere di rilevanti danni ambientali agli ambiti costieri interessati sia il logoramento e depauperamento delle strutture e l'insorgere di inutili e insostenibili costi economici.

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica a condizione che:

a) tali opere o manufatti insistano su litorali oggetto di piani di utilizzo dei litorali (PUL) che siano stati adottati dalle competenti amministrazioni comunali alla data del 31 dicembre 2012;

b) le norme tecniche dei piani adottati prevedano la possibilità che tali strutture siano finalizzate a garantire i servizi alla cittadinanza per l'intero anno solare, nel rispetto della disciplina urbanistica di dettaglio in esse contenuta;

c) il litorale sia classificabile come "urbano o in contesto urbano" ai sensi dell'articolo 3 delle linee guida per la predisposizione del piano di utilizzo dei litorali.

3. Le opere e i manufatti temporanei aventi le caratteristiche di cui ai commi 1 e 2, fino all'approvazione del PUL e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2013, in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), non hanno la natura di "interventi di nuova costruzione" e non determinano, pertanto, volumi edilizi permanenti, e la loro permanenza è autorizzata improrogabilmente fino al 31 dicembre 2013.)

PRESIDENTE. Poiché nessun è iscritto a parlare, per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Mi rimetto all'Aula.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento sostitutivo totale numero 1.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Gallus hanno votato a favore e che il consigliere Contu Felice si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - CONTU Felice - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 65

Votanti 59

Astenuti 6

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrata in vigore

La presente entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Poiché nessun iscritto a parlare, lo metto in votazione.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Gallus ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 59

Astenuti 5

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva.)

Passiamo alla votazione finale della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 501.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu e Stochino hanno votato a favore e che il consigliere Contu Felice si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - CONTU Felice - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 65

Votanti 59

Astenuti 6

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 36 , viene ripresa alle ore 18 e 49.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

PRESIDENTE. Il Consiglio verrà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 18 e 50.



Allegati seduta

CCCXCI SEDUTA

Martedì 9 aprile 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 07.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 20 febbraio 2013 (383), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Angelo Francesco Cuccureddu ha chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 9 aprile 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, questo congedo si intende accordato.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)". (503)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

"Bilancio di previsione per l'anno 2013 e bilancio pluriennale per gli anni 2013-2015". (504)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

"Istituzione del canone regionale sulle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative". (505)

(Pervenuto il 28 marzo 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione FOIS sulle gravi carenze del reparto di medicina dell'Ospedale di Alghero". (838)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione ZUNCHEDDU in merito alle criticità sulla realizzazione di una discarica per rifiuti cosiddetti non pericolosi in località "Pranu Mannu" nell'isola amministrativa del Comune di Decimomannu in Provincia di Cagliari". (901)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione BRUNO - BARRACCIU sulle nomine compiute illegittimamente dal Direttore generale della ASL di Sassari, dott. Marcello Giannico, e sulle gravi conseguenze sulla finanza sanitaria regionale". (916)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SALIS - URAS - BARRACCIU sulle anomalie che caratterizzano i conferimenti degli incarichi presso la ASL n. 1 di Sassari". (969)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione DEDONI sull'accertata insufficienza del tetto di spesa della ASL n. 5 per la specialistica ambulatoriale". (997)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SOLINAS Antonio - BARRACCIU - AGUS - ESPA - CORDA in merito ai costi inerenti all'attivazione, da parte della ASL n. 1, della convenzione CONSIP per il servizio integrato della gestione energetica degli immobili". (1023)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione SABATINI sul risarcimento alle aziende ovi-caprine del Comune di Barisardo in seguito all'abbattimento di alcuni capi di bestiame per prevenire la diffusione della blue tongue". (1028)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo sull'incarico temporaneo conferito, da parte della ASL n. 5 di Oristano, con delibera n. 45 del 2 gennaio 2013, al dott. Giovanni Andrea Ruiu in sostituzione del direttore della Struttura complessa di ortopedia del P.O. San Martino di Oristano". (1031)

(Risposta scritta in data 3 aprile 2013.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di avanzamento dei Pacchetti integrati di agevolazioni "industria, artigianato e servizi" (PIA) 2008 e 2010". (1077)

"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di immobilismo che si è venuta a creare in merito alle concessioni per l'installazione di minieolico in seguito all'articolo 8 della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25". (1078)

"Interrogazione CORDA - PORCU - MARIANI - ESPA - SOLINAS Antonio - COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla allarmante diffusione di sale da gioco sul territorio regionale ed alla necessità di contenerne, con interventi mirati, le devastanti ripercussioni a livello sociale". (1079)

"Interrogazione LAI, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di grave disagio determinata dal mancato avvio della campagna di vaccinazione obbligatoria per il virus della blue tongue a causa della indisponibilità dei vaccini per i sierotipi interessati". (1080)

"Interrogazione SANNA Giacomo - BARRACCIU, con richiesta di risposta scritta, sulla nuova PAC 2014-2020". (1081)

"Interrogazione SANNA Gian Valerio - CUCCU - SABATINI - AGUS, con richiesta di risposta scritta, sui gravissimi disagi indotti dall'ingiustificato protrarsi dei lavori di ammodernamento e di adeguamento della strada statale n. 131 da Serrenti a Villasanta". (1082)

"Interrogazione CUCCU - SANNA Gian Valerio - MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dei diserbanti chimici per la pulizia delle cunette e delle fasce di rispetto lungo le strade statali della Sardegna". (1083)

"Interrogazione MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di sospensione del provvedimento di adozione del Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) di Uta, in attesa della discussione urgente della mozione n. 249 in Consiglio regionale". (1084)

"Interrogazione COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione in cui versano le spiagge del Cirras, site nel Comune di Santa Giusta". (1085)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza MORICONI - CUCCU - MELONI Valerio sui danni conseguenti alle mareggiate avvenute tra il 4 e il 7 marzo 2013 sulle coste sud orientali della Sardegna". (409/C5.)

"Interpellanza SANNA Gian Valerio - DIANA Giampaolo sui ritardi dell'Ente foreste nel pagamento delle indennità di occupazione delle terre private cedute all'ente per la realizzazione dei cantieri forestali". (410)

"Interpellanza COCCO Daniele Secondo - URAS - SALIS - MARIANI - CUGUSI - SECHI - ZUNCHEDDU, sulla mancata attuazione del precetto normativo contenuto nell'articolo 15, comma 17 della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12, relativo all'esonero dei componenti delle compagnie barracellari dal pagamento dei certificati medici di idoneità necessari per poter svolgere il loro servizio". (411)

"Interpellanza PLANETTA sulla verosimile aggressione speculativa da parte della società Energogreen renewables Srl, controllata dal Gruppo Fintel energia Spa, ai danni del territorio sardo, e sulla eventuale dichiarazione di improcedibilità del progetto della società Sunwise capital LTD (Energogreen renewables), per la realizzazione di una centrale solare termodinamica della potenza di circa 50 MWe, basata sulla tecnologia dei collettori parabolici lineari con sistema diretto a sali fusi da realizzarsi nei Comuni di Giave e Bonorva". (412/C5.)

"Interpellanza DIANA Giampaolo sulla penalizzazione della rete scolastica dell'Istituto comprensivo statale "F. De Andrè" di Donori a seguito della deliberazione della Giunta regionale n. 13/7 del 19 marzo 2013". (413)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione MORICONI - DIANA Giampaolo - CUCCU - MELONI Valerio - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - SANNA Giacomo sullo stato di attuazione dell'iter di adozione del Piano stralcio delle fasce fluviali del bacino regionale della Sardegna (PSFF)". (249)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 27 marzo 2013, il Gruppo consiliare Fratelli d'Italia - Centrodestra Sardegna ha nominato vicepresidente il consigliere Teodoro Rodin, in sostituzione del consigliere Domenico Gallus, dimissionario.

Comunico che i consiglieri Lorenzo Cozzolino e Vincenzo Floris, in data 28 marzo 2013, hanno dichiarato di aver aderito al Gruppo consiliare Partito Democratico e che il consigliere Franco Sergio Pisano, con nota in pari data, ha comunicato di aver aderito al Gruppo consiliare Riformatori Sardi-Liberaldemocratici.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione. PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni sospendo la seduta sino alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 10, viene ripresa alle ore 10 e 15.)

Elezione dei rappresentanti della Regione per la partecipazione alle procedure di elezione del Presidentedella Repubblica

PRESIDENTE. Il Consiglio deve procedere agli adempimenti previsti dall'articolo 83 della Costituzione del quale do lettura: "Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della Assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta".

Il Consiglio pertanto deve provvedere all'adempimento di quanto è prescritto nel secondo comma dell'articolo poc'anzi letto; di conseguenza, dovendosi procedere all'elezione dei tre delegati, ciascun consigliere potrà scrivere sulla propria scheda non più di due nomi in modo che, ai sensi del predetto articolo 83, sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. Risulteranno eletti i tre nominativi che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, in questi giorni la stampa ha dato conto, sull'argomento che il Consiglio sta per affrontare, cioè sulla scelta dei rappresentanti per l'elezione del Presidente della Repubblica, di fatti che in qualche misura sono inesatti. Voglio assicurare, per il senso anche di autorevolezza che riconosciamo alle istituzioni, a questa Assemblea innanzitutto, al ruolo del Presidente del Consiglio, al ruolo dell'opposizione e dello stesso Presidente della Giunta, che il P.d.L., si conformerà a una prassi consolidata (senza entrare sul merito delle indicazioni di voto sulle persone, perché è segreto) con l'indicazione del Presidente del Consiglio, del Presidente della Giunta regionale e ci auguriamo, appunto, del rappresentante del capo dell'opposizione.

Elezione dei rappresentanti della Regione per la partecipazione alle procedure di elezione del Presidentedella Repubblica

Votazione a scrutinio segreto per schede

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione dei tre delegati della Regione partecipanti all'elezione del Presidente della Repubblica.

Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.

(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 71

Votanti 71

Hanno ottenuto voti: LOMBARDO Claudia, 52; CAPPELLACCI Ugo, 37; DIANA Giampaolo, 30; PIRAS, 1;

Vengono proclamati eletti: LOMBARDO Claudia, CAPPELLACCI Ugo e DIANA Giampaolo.

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 41, viene ripresa alle ore 11 e 25.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di prolungare la sospensione sino alle ore 12. Per le ore 11 e 50 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 26, viene ripresa alle ore 12 e 53.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di aggiornare i lavori a questo pomeriggio. Come primo punto all'ordine del giorno ci sarà l'esame della mozione numero 230 e, a seguire, la proposta di legge numero 501. Sospendo la seduta sino alle ore 16.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 54, viene ripresa alle ore 16 e 14.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

DESSI', Segretario, dà lettura dell'estratto del processo verbale della seduta, sospesa alle ore 13, del 9 aprile 2013 (391), che è approvato.

PRESIDENTE. Abbiamo approvato il processo verbale relativo alla votazione di stamattina per l'elezione dei delegati che dobbiamo trasferire poi alla Camera dei deputati.

Discussione e non approvazione della mozione Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla necessità di revocare con urgenza la deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012 avente per oggetto le linee di indirizzo per gli atti aziendali delle aziende sanitarie e sull'analoga urgenza di bloccare l'iter degli atti aziendali già approvati da alcune aziende sanitarie e quelli in fase di approvazione o predisposizione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai

sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (230)

L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 230.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

MozioneBarracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Capelli - Ben Amara - Agus - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla necessità di revocare con urgenza la deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012 avente per oggetto le linee di indirizzo per gli atti aziendali delle aziende sanitarie e sull'analoga urgenza di bloccare l'iter degli atti aziendali già approvati da alcune aziende sanitarie e quelli in fase di approvazione o predisposizione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 12, ha dettato "Disposizioni in materia di sistema sanitario regionale" e la Giunta regionale ha approvato, nel settembre 2009, la delibera n. 42/17 sul commissariamento delle ASL e nel dicembre 2009 la delibera n. 57/11 sull'istituzione della macroarea "Sardegna";

la riforma del sistema sanitario, ipotizzata dalla legge n. 3 del 2009, predisposta dalla Giunta regionale e attualmente in attesa di essere messa all'ordine del giorno del Consiglio, discussa dalla competente Commissione consiliare è stata, da questa, radicalmente modificata e approvata col voto contrario non solo del centro sinistra ma anche, emblematicamente, col voto contrario di una parte della maggioranza stessa;

il Consiglio regionale in data 17 ottobre 2012 ha approvato la legge n. 21 del 7 novembre 2012 contenente "Disposizioni urgenti in materia sanitaria connesse alla manovra finanziaria e modifica di disposizioni legislative sulla sanità" con la quale venivano impartite importanti disposizioni di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale ed, in particolare, all'articolo 7, affidava ai direttori generali delle aziende sanitarie il compito di procedere alla proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera aziendale al fine dì ridurre i posti letto per un numero complessivo di circa 1.300; lo stesso articolo di legge disponeva che "i direttori generali delle aziende sanitarie trasmettono la proposta di razionalizzazione dei posti letto complessivi all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale entro centoventi giorni dall'approvazione delle direttive" emanate dalla Regione;

l'articolo 13, comma 3, della sopra citata legge regionale n. 21 del 2012 ha previsto che "gli atti aziendali delle ASL, dell'Azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende ospedaliero-universitarie sono elaborati conformemente alla presente normativa a seguito di apposita direttiva dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in applicazione della legge regionale n. 10 del 2006, e gli stessi si applicano fino all'approvazione dei nuovi atti aziendali elaborati ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge regionale n. 3 del 2009";

l'atto aziendale ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni (articolo 3, comma 1 bis), disciplina l'organizzazione e il funzionamento delle aziende sanitarie "nel rispetto dei principi e criteri previsti da disposizioni regionali. L'atto aziendale individua le strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico-professionale, soggette a rendicontazione analitica";

la legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, dispone, in aggiunta, che l'atto aziendale debba prevedere "le competenze dei relativi responsabili e disciplina l'organizzazione delle ASL secondo il modello dipartimentale, nonché i compiti e le responsabilità dei direttori di dipartimento e di distretto socio- sanitario. L'atto aziendale ... è adottato o modificato dal direttore generale, sentita la Conferenza provinciale sanitaria e socio-sanitaria, di cui all'articolo 15, entro sessanta giorni dall'emanazione dei relativi indirizzi, predisposti dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente";

gli indirizzi per la predisposizione degli atti aziendali sono stati approvati in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione n. 33/21 del 31 luglio 2012 e quindi, senza attendere il previsto parere della competente Commissione consiliare, approvate in via definitiva con deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012;

RICORDATO che:

dopo circa venti anni, in data 19 gennaio 2007 il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato il Piano sanitario regionale 2006/2008;

dopo quasi quattro anni di governo, la Giunta regionale non ha ancora presentato al Consiglio il nuovo Piano sanitario regionale, il quale deve contenere le indicazioni strategiche e gli obiettivi condivisi per il riordino del sistema sanitario regionale sardo, e rappresenta lo strumento naturale di programmazione al quale è affidato il compito di ricercare le soluzioni più equilibrate ed eque per garantire l'offerta dei servizi ospedalieri e territoriali nei diversi territori della Regione;

nonostante la definizione della rete ospedaliera sia un capitolo fondante del Piano sanitario regionale, così come è stabilito dall'articolo 12 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, la Giunta regionale ha ritenuto di avvalersi di procedure più snelle rispetto a quelle previste dalla legge regionale n. 10 del 2006, alle quali in parte ha derogato con l'approvazione della legge regionale 7 novembre 2012, n. 21;

la ragione principale dichiarata dalla Giunta regionale che ha portato a disciplinare in via straordinaria con la legge regionale n. 21 del 2012 la riorganizzazione della rete ospedaliera, è stata quella della tempestività, cioè l'esigenza di portare a compimento nei tempi previsti dalla norma nazionale di spending review il riordino della rete ospedaliera che prevede, come detto, il taglio complessivo di 1.300 posti letto;

il decreto legislativo 7 agosto 2012, n. 135, (cosiddetto sulla spending review) dispone che entro il 31 dicembre 2012 le regioni procedano al taglio di ulteriori 0,3 posti letto ospedalieri per mille abitanti, rispetto al precedente standard del Patto della salute 2010-2012 (4 posti letto per mille abitanti), peraltro mai rispettato dalla Regione; prevede inoltre che "la riduzione dei posti letto è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse";

le linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali sono state deliberate dalla Giunta regionale successivamente all'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge regionale n. 21, avvenuta il 17 ottobre 2012;

i direttori generali delle aziende sanitarie erano tenuti alla trasmissione della proposta di atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità entro sessanta giorni dall'adozione delle linee di indirizzo emanate in data 31 ottobre 2012 con deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 e quindi entro il 31 dicembre 2012;

l'articolo 9 della legge regionale n. 10 del 2006 dispone che "decorsi trenta giorni dal ricevimento dell'atto, la verifica si intende positiva; ove la Giunta regionale si pronunci nel senso della non conformità, il direttore generale sottopone alla Giunta regionale un nuovo testo entro i successivi trenta giorni; se la verifica è ancora negativa, la Giunta regionale può revocare il direttore generale oppure nominare un commissario ad acta";

CONSTATATO che:

a meno di ingiustificabili arretramenti delle linee di programmazione sanitaria, la predisposizione degli atti aziendali per le modalità di redazione e i tempi stabiliti dalle leggi regionali, devono essere coerenti con quanto previsto dalla norma nazionale (decreto legislativo 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetto spending review) e dalla stessa legge regionale 7 novembre 2012, n. 21, e, in particolare, nella riorganizzazione dell'offerta assistenziale ospedaliera attraverso una riduzione dei posti letto degli ospedali pubblici e delle unità operative complesse;

la ridefinizione degli atti aziendali non può ritenersi avulsa dal processo di riordino e riorganizzazione della rete ospedaliera che obbliga la nostra Regione ad adeguarsi, se pure con grande ritardo, agli standard imposti dalla norma nazionale (decreto legislativo n. 135 del 2012) ed, in particolare, al rispetto della numerosità dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, che non deve essere superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari a 160 per mille abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni e per i piccoli ospedali i parametri stabiliti nella legge regionale n. 21 del 2012;

il rispetto di alcuni di detti standard da parte dei direttori generali era, peraltro, previsto e reso obbligatorio da parte della Giunta regionale con deliberazione n. 30/60 del 12 luglio 2011 recante "Obiettivi dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Regionali per l'anno 2011";

RILEVATO che:

gli atti aziendali rappresentano, alla luce di quanto dichiarato nei testi resi disponibili, un modello di riorganizzazione a medio termine, sulla base di valutazioni effettuate dalle direzioni aziendali, e quindi si muovono su visioni prospettive di rimodulazione dell'offerta assistenziale e come tali non possono essere disgiunte dal mandato affidato alle stesse direzioni dalla legge regionale n. 21 del 2012;

gli atti aziendali predisposti dalle aziende sanitarie non rispettano nel complesso il mandato affidato dalla programmazione nazionale e regionale relativamente alla riorganizzazione dei propri assetti e in particolare alla riduzione dei posti letto pubblici i quali viceversa subiscono variazioni in aumento;

gli atti aziendali solo apparentemente ottemperano, in misura minima, alla riduzione delle unità operative complesse se confrontati al numero complessivo previsto nei precedenti atti aziendali definiti dalle aziende sanitarie nel 2007; al contrario, in diverse realtà, determinano un deciso incremento delle unità operative, oltre che dei posti letto, rispetto alle dotazioni effettivamente attivate delle aziende sanitarie; ne deriva che il numero complessivo dei posti letto e delle unità operative, calcolato sull'intero territorio regionale, risulta sovrabbondante rispetto agli standard nazionali e alla popolazione di riferimento;

infatti gli atti aziendali prevedono, in alcuni casi, piuttosto che la riduzione delle unità operative complesse attraverso l'accorpamento di strutture analoghe presenti a livello aziendale e interaziendale, la moltiplicazione delle stesse (sdoppiamento delle oncologie afferenti a distinti dipartimenti strutturali nella ASL di Cagliari) e la creazione di nuove strutture ospedaliere non giustificabili alla luce degli standard nazionali basati sulla popolazione di riferimento, come per esempio: cardiochirurgia pediatrica e neuropsichiatria infantile nella ASL di Cagliari, gastroenterologia, neonatologia e pneumologia nella ASL di Olbia, ematologia e malattie endocrine nella ASL di Oristano;

per contro, alcune unità operative previste dalla normativa nazionale e regionale, come per esempio il Servizio delle professioni sanitarie (legge 10 agosto 2000, 251, legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, deliberazione della Giunta regionale 27 maggio 2008, n. 31/16), non sono state previste negli atti aziendali di alcune aziende sanitarie (AO Brotzu, AOU di Cagliari) o sono state depotenziate rispetto ai precedenti regolamenti (ASL di Cagliari);

il restringimento della competenza dei distretti socio-sanitari alla funzione di tutela, l'istituzione del Dipartimento delle attività territoriali (che aggrega sia i distretti socio-sanitari che le unità operative territoriali di produzione precedentemente collocate all'interno dei singoli distretti), la istituzione di unità operative interdistrettuali che non rispondono alla direzione dei distretti (prevista ad esempio nella ASL di Cagliari, di Sassari, di Olbia, di Sanluri), confliggono con l'autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria prevista per i distretti dalla legge n. 10 del 2006, autonomia funzionale al governo socio-sanitario ed alla realizzazione sul territorio di un'offerta di servizi alternativa a quella erogata inappropriatamente dall'ospedale;

la moltiplicazione dei dipartimenti strutturali aziendali, di presidio e interpresidio, aumenta i costi ed appesantisce la gestione dell'azienda, allungando la catena decisionale e sottraendo funzioni di governo e coordinamento alla direzione sanitaria;

APPURATO che:

come incessantemente denunciato nel corso del dibattito in Consiglio regionale preliminare all'approvazione della legge regionale n. 21 del 2012, è illusorio e incoerente rispetto alle elementari regole di programmazione sanitaria affidare alle direzioni aziendali il compito di pianificare la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale attraverso un processo di autoriduzione dei posti letto, inevitabilmente destinato al fallimento;

ciò nondimeno, e a maggior ragione, la Giunta regionale deve garantire una costanza di governo del processo di riorganizzazione attraverso la definizione di direttive e la verifica del rispetto degli standard e del raggiungimento degli obiettivi assegnati alle direzioni delle aziende sanitarie;

la Giunta regionale ha, invero, dimostrato di mantenere una condotta di governo particolarmente ambigua nel voler fornire linee di indirizzo e avviare l'iter per la predisposizione di nuovi atti aziendali prima del completamento (per la verità ancor prima dell'avvio) del processo di razionalizzazione dei posti letto ospedalieri condotto ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale n. 21 del 2012, ed è facile presumere che le motivazioni sottese a tale scelta non trovano giustificazione sotto il profilo del perseguimento di politiche di buon governo e di ricerca di modelli di assistenza più appropriati e efficienti;

le direttive regionali per le aziende sanitarie locali, l'Azienda ospedaliera Brotzu e le aziende ospedaliero- universitarie previste dall'articolo 7, comma 1, della legge regionale n. 21 del 2012 per l'attuazione degli interventi di riorganizzazione della rete ospedaliera non sono state ancora adottate dalla Giunta regionale, nonostante siano decorsi i tempi disposti dalla stessa norma;

VALUTATO che:

l'eventuale approvazione degli atti aziendali, così come predisposti dalle aziende sanitarie, da parte della Giunta regionale, porterebbe ulteriori complicazioni al già difficile processo di riorganizzazione della rete ospedaliera avviato con la legge regionale n. 21 del 2012 e amplierebbe il divario tra i livelli attuali di offerta ospedaliera e gli standard previsti dalla normativa nazionale e dalla stessa legge regionale n. 21 del 2012;

l'applicazione degli assetti organizzativi delineati con gli atti aziendali avrebbe ripercussioni negative in termini di spesa sanitaria, anche alla luce dei recenti dati di bilancio che confermano un andamento del disavanzo destinato a toccare ben presto i 400 milioni, oggetto di attenta valutazione da parte della Corte dei conti;

l'applicazione degli assetti organizzativi delineati con gli atti aziendali ad oggi ufficialmente approvati e disponibili alla consultazione comporta un pericoloso depauperamento dei presidi ospedalieri minori e si hanno notizie informali circa la stessa impostazione a danno dei piccoli ospedali assunta negli atti aziendali delle aziende ospedaliere che ancora non hanno ancora reso pubblico l'atto aziendale come per esempio la ASL n. 3 di Nuoro;

la spesa sanitaria deve essere qualificata attraverso l'identificazione e il rilancio di azioni programmatiche che migliorino la governance del sistema socio-sanitario mettendo a punto interventi complessi, che richiedono un'attenta e forte regia dell'Esecutivo con il pieno coinvolgimento del Consiglio regionale;

la volatilità e l'inconcludenza degli atti di programmazione della Giunta regionale è confermata anche dalla revisione degli obiettivi dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali per l'anno 2011, effettuata ex post in fase di valutazione degli stessi, con un atto che disconferma quelli precedentemente assegnati sia in campo economico che organizzativo (deliberazione della Giunta regionale 11 dicembre 2012, n. 48/21) e dalla più che tardiva definizione degli obiettivi per il 2012, effettuata con deliberazione della Giunta regionale 21 dicembre 2012, n. 50/35;

CONSTATATO che gli stessi amministratori locali, attori fondamentali nell'iter della programmazione sanitaria, contestando sia il metodo che il merito, chiedono che gli atti aziendali vengano revocati e riscritti,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità
e dell'assistenza sociale

1) 1a revocare la deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 del 31 ottobre 2012;

2) a bloccare l'iter di approvazione degli atti aziendali già deliberati dalle aziende sanitarie nonché quelli in fase di approvazione o predisposizione;

3) a presentare alla competente Commissione consiliare nuove linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali in coerenza con quanto disposto dalle specifiche leggi regionali e, nello specifico, con l'articolo 9 della legge regionale n. 10 del 2006 e con l'articolo 13 della legge regionale n. 21 del 2012, solo al termine del processo di riorganizzazione della rete ospedaliera e in coerenza con le soluzioni in esso contenute. (230))

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

BARRACCIU (P.D.). Colleghe, colleghi e Assessore, sono passati quasi sei mesi dall'approvazione della legge numero 21 del 2012 sulla sanità e dalle linee guida che hanno disciplinato l'approvazione degli atti aziendali, ma di riordino della rete ospedaliera, ai sensi della legge nazionale, meglio nota come spending review, e degli atti aziendali delle ASL e delle aziende universitarie, neanche l'ombra, o meglio, degli atti aziendali delle ASL soltanto ombre.

Questa mozione reca la data del 31 gennaio scorso, sono passati cioè ben due mesi da quando l'abbiamo depositata. L'abbiamo depositata a seguito della preoccupante constatazione derivata dall'analisi degli atti aziendali che alcune ASL avevano approvato e che noi avevamo avuto la possibilità di consultare.

Presidente, non è servito un grande sforzo per capire immediatamente che eravamo di fronte alla concretizzazione del fallimento della pseudo programmazione sanitaria avviata dalla Giunta regionale. Fallimento da noi ampiamente previsto, rispetto al quale abbiamo con ogni mezzo cercato di mettervi in guardia in ogni occasione utile, in particolare durante la discussione, in commissione prima e dopo in aula, del disegno di legge numero 385 divenuto poi, come si sa, la legge regionale numero 21 del 7 novembre 2012.

Colleghi ricordate, ricorda Assessore con quale convinzione lei e la sua maggioranza vi siete ostinati a portare a compimento l'approvazione della legge 21, definendola addirittura "riforma del Sistema sanitario regionale"? E con quale presunzione - o meglio, secondo noi, con quale irresponsabilità - avete respinto i nostri ripetuti inviti (mi rivolgo anche all'attenzione dell'onorevole Contu, Presidente della Commissione sanità) a sospendere l'approvazione di quella legge? E anche con quale ostinazione non avete voluto consentire la discussione in Commissione delle linee guida per la predisposizione degli atti aziendali delle Aziende sanitarie? Immagino che voi li ricordiate, non è possibile non ricordare quei passaggi.

Voglio ricordare a tutti, in particolare ai colleghi della maggioranza membri della Commissione sanità, che la ragione principale dichiarata dalla Giunta regionale, quella che ha portato a disciplinare in via straordinaria con la legge regionale numero 21 del 2012 la riorganizzazione della rete ospedaliera, è stata quella della fretta e della tempestività, questo era il concetto che ricorreva ogni volta: la fretta, la tempestività, la necessità di mettere mano urgentemente alla rete ospedaliera, cioè l'esigenza di portare a compimento, nei tempi previsti dalla norma nazionale di spending review, il riordino della rete ospedaliera che prevede, com'è noto, il taglio complessivo di 1300 posti letto.

Voglio ricordare che il decreto legislativo 7 agosto 2012, numero 135, quello appunto della spending review, dispone che entro il 31 dicembre 2012 le Regioni procedano al taglio di ulteriori 0,3 posti letto ospedalieri per mille abitanti, rispetto al precedente standard del patto della salute 2010-2012 che invece era di 4 posti letto per mille abitanti (peraltro mai rispettato dalla Regione). Prevede inoltre che la riduzione dei posti letto sia a carico dei presìdi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento del totale dei posti letto da ridurre, e sia conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse.

Voglio ricordare che le linee di indirizzo per la predisposizione degli atti aziendali sono state deliberate dalla Giunta regionale successivamente all'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge numero 21, avvenuta come si sa il 17 ottobre del 2012.

Voglio ricordare che i direttori generali delle Aziende sanitarie erano tenuti ad elaborare e a trasmettere la proposta di atto aziendale alla Giunta regionale per la verifica di conformità entro 60 giorni dall'adozione delle linee di indirizzo emanate in data 31 ottobre 2012, con deliberazione della Giunta regionale numero 43/12, e quindi entro il 31 dicembre 2012.

Voglio ricordare che l'articolo 9 della legge regionale numero 10 del 2006 dispone che "decorsi 30 giorni dal ricevimento dell'atto la verifica si intende positiva. Ove la Giunta regionale si pronunci nel senso della non conformità il direttore generale sottopone alla Giunta regionale un nuovo testo entro i successivi 30 giorni. Se la verifica è ancora negativa la Giunta regionale può revocare il direttore generale oppure nominare un commissario ad acta".

Ma voglio ancor più ricordare che noi abbiamo da subito ritenuto merito, metodo e tempi della vostra legge numero 21 del 2012 e delle vostre svariate delibere, pasticci inapplicabili e inconcludenti che avrebbero sortito confusione e immobilismo; leggi e delibere che hanno avuto come unico scopo quello di scaricare la responsabilità delicatissima, ma troppo scomoda per voi, della programmazione sanitaria sui direttori generali, i quali sono stati gravati di un peso che non compete loro in quanto peso politico. Tant'è che il 31 dicembre di quest'anno in questa mozione denunciavamo che gli atti aziendali - quelli disponibili, così come oggi li riconosciamo - non rispettavano nel complesso il mandato affidato dalla programmazione nazionale e regionale relativamente alla riorganizzazione degli assetti e, in particolare, alla riduzione dei posti letto pubblici, i quali viceversa subivano variazioni in aumento. Solo apparentemente ottemperavano, in misura minima, alla riduzione delle unità operative complesse, e al contrario in diverse realtà determinavano un deciso incremento delle stesse, oltre che dei posti letto, calcolato naturalmente sull'intero territorio regionale, nonché la creazione di nuove strutture ospedaliere non giustificabili alla luce degli standard nazionali basati sulla popolazione di riferimento.

Per contro, e questo è un paradosso, alcune unità operative previste dalla normativa nazionale e regionale (come per esempio il servizio delle professioni, che è previsto per legge) non venivano contemplate negli atti aziendali di alcune Aziende sanitarie, o venivano depotenziate rispetto ai precedenti regolamenti.

La chiudo qui perché poi le enormi discrasie sono dettagliate molto bene nella mozione.

Per noi, Assessore, era chiaro che sarebbe andata a finire così, era chiaro che una "leggina" pasticciata e due delibere altrettanto pasticciate avrebbero semplicemente aggravato la situazione del nostro sistema sanitario regionale, il quale, da quando governate, brancola nell'anarchia più totale, macinando centinaia di milioni di euro di disavanzo: circa 400 milioni, e sappiamo dai dati che sono disponibili sul bilancio di previsione che sono destinati a crescere.

Per noi era chiaro che sarebbe stato un pasticcio scrivere gli atti aziendali senza aver definito la rete ospedaliera regionale, così come sarebbe stato un triplo pasticcio definire la rete ospedaliera senza approvare il piano sanitario regionale, oppure senza aggiornare quello esistente, come spesso ci siamo resi disponibili a fare.

I percorsi di programmazione sanitaria non sono semplici fatti contabili, e anche questo lo abbiamo detto tante volte, la legge può e deve fissare procedure e norme organizzatorie, questo sì, ma non può sostituirsi al piano, che è lo strumento atto a fissare obiettivi, dimensionare servizi, definire azioni e indirizzi in un quadro organico, in una visione di insieme e in tempi predeterminati. Perché tagliare i posti letto può comportare rischiose discrasie nell'offerta dei servizi sanitari, così come l'aumento dei posti letto, a seconda di come si realizza, in termini di equilibrio della presenza delle discipline ospedaliere nei diversi territori della regione.

A questo proposito vorrei anche chiarire - forse anche a nome del collega Corda, che comunque sono certa lo farà personalmente - che le voci assolutamente infondate che sono state divulgate in Gallura, secondo le quali il Partito Democratico e il centrosinistra sarebbero a sfavore del San Raffaele o del riequilibrio dei posti letto in Gallura, costituiscono una notizia falsa e tendenziosa, messa in giro ad arte - non so da chi, posso solo immaginarlo ma non posso dirlo - ma voglio sottolineare ufficialmente che quella notizia naturalmente non corrisponde al vero. Questa mozione ha soltanto lo scopo di mettere in evidenza le contraddizioni, le distorsioni e le incongruenze che sono state poste in essere da un processo di riorganizzazione della rete ospedaliera e di programmazione della politica sanitaria che fa acqua da tutte le parti. E se nella mozione è citata qualche ASL è soltanto a titolo di esempio, anche perché voglio ricordare che il San Raffaele, per la Gallura, è stato previsto nella passata legislatura da una Giunta che non era questa.

Per noi - dicevo - la legge deve fissare altro, perché la funzionalità di una riconversione dell'assistenza non può prescindere dalla definizione e dal governo di precise regole: l'individuazione dei centri di riferimento di livello regionale che svolgono funzioni sovra aziendali, la definizione dei criteri per l'organizzazione in rete dei servizi sanitari territoriali, la definizione dei parametri che devono guidare il processo di riconversione dei piccoli ospedali, o di mantenimento per questi dello status dei presìdi ospedalieri, necessitano, Assessore, del Piano sanitario regionale, che voi, lei compresa, non avete voluto strumentalmente approvare, preferendo la strada legislativa solo apparentemente scevra da responsabilità politiche e che scarica le responsabilità della programmazione sanitaria sui direttori generali.

Io voglio spezzare una lancia in favore dei direttori generali (non tutti, a dire il vero, ma della maggior parte di essi sì) perché si sono trovati a dover eseguire una legge, che certamente non è stata voluta da loro, che gli scarica addosso pesanti responsabilità. Di fronte ad una politica e ad una Giunta regionale che si rifiuta di assumersi la responsabilità di prendere decisioni politiche serie sulla programmazione sanitaria i direttori generali, chiamati anche ad autoridursi i posti letto - perché di questo si tratta - sono stati investiti di un potere che esula dall'ambito gestionale e amministrativo per sconfinare in quello politico.

Avete costruito la strada dell'involuzione della programmazione sanitaria regionale: per questo vi state distinguendo e per questo sarete ricordati. L'epilogo di quanto prodotto nel corso di questi anni da parte dell'Esecutivo: annunci di riforme storiche mai realizzate e tentativi compiuti di ridefinire la rete territoriale, la rete ospedaliera e quella dell'emergenza per lo più incoerenti e in contrasto tra di loro.

Detto questo, prendo atto, prendiamo atto con soddisfazione, Assessore, che anche se con notevole ritardo, anche se con mal celati giri dissimulatori, il 29 marzo 2013, circa un mese dopo la presentazione della nostra mozione, con la delibera numero 15/34 di fatto ci date ragione su tutti i fronti: su quanto abbiamo detto in sede di discussione della legge numero 21 e, soprattutto, su quanto riportato nella stessa mozione che stiamo discutendo, tanto che questa, per certi versi, si potrebbe anche considerare superata.

Presidente, colleghi, con la delibera 15/34 viene decretato veramente per iscritto il fallimento degli atti aziendali, fallimento da ascrivere all'Esecutivo di questa Regione, tant'è che, dichiarato l'esito negativo dell'istruttoria, gli atti aziendali arrivati sul tavolo dell'Assessorato regionale sono stati rispediti al mittente per un nuovo giro e per una nuova corsa. Il primo giro è durato cinque mesi e doveva durare due mesi (secondo la fretta e la tempestività più volte sottolineata dall'Assessore in sede di discussione della legge numero 21) e il secondo giro (leggete la delibera, leggete vi prego, colleghi, la delibera 15/34 del 29 marzo 2013) durerà altrettanto.

Questo significa che noi abbiamo già perso (anzi la Giunta regionale ha già perso) cinque mesi dall'approvazione della legge numero 21 per la predisposizione degli atti aziendali per dare un minimo di organizzazione al sistema sanitario regionale. Con questa delibera si aggiungono ulteriori quattro/cinque/sei mesi perché si riazzera il tempo stabilito in legge. Anche su questo, Presidente, chiederei agli Uffici di capire se è possibile farlo, so che non è possibile cambiare una data stabilita in legge con una delibera; è un atto quantomeno azzardato. Mi risulta che sia così.

Con questa delibera viene azzerato il tempo per la predisposizione degli atti aziendali, riparte il tempo per la predisposizione degli atti aziendali, viene indicato un nuovo procedimento per la predisposizione e per l'approvazione di questi e si prevede che dall'ultimo atto aziendale che perviene all'ufficio della direzione generale della sanità scattino i tempi per la nuova istruttoria che durerà altri quattro/cinque mesi. Siamo a marzo, anzi siamo a fine aprile; la previsione è che l'iter di predisposizione degli atti aziendali, se va bene, arriverà a settembre.

Io credo che l'aver, con questa delibera, fatto ripartire i tempi per la predisposizione degli atti aziendali nasconda anche l'imbarazzo dell'Assessore a fare quello che dovrebbe fare, cioè revocare i direttori generali oppure commissariarli per le loro inadempienze. Se la Giunta regionale, infatti, avesse la coscienza a posto rispetto ad una procedura di predisposizione degli atti aziendali coerente e agevole penso che non avrebbe nessuna difficoltà a dire ai direttori generali: adesso ti revoco oppure ti commissario. Ma siccome la responsabilità dei ritardi e la responsabilità dell'impossibilità di emanare atti aziendali coerenti con le esigenze delle ASL (ma soprattutto con un disegno complessivo del sistema sanitario regionale) stanno in capo ad una Giunta regionale che non ha saputo predisporre gli atti di programmazione dovuti (ossia il piano sanitario regionale, la rete ospedaliera e a seguire gli atti aziendali) è evidente che la Giunta regionale non può, in quanto responsabile, revocare o commissariare i direttori generali.

Ecco perché preferisce azzerare il tempo e concedere altri cinque o sei mesi nella speranza che finalmente possa avere un quadro complessivo di quello che sta succedendo nelle ASL della Sardegna e possa magari finalmente dare la sua approvazione. Io però dubito che ciò avverrà, io credo che questa sia la solita tecnica che dilata i tempi sine die perché consente di fare annunci roboanti alla stampa, di fare tantissima demagogia, di dire magari che anche in sanità il "Presidente contadino" ha seminato chissà quali semi dei quali si stanno aspettando i frutti. Gli unici semi in sanità che sono stati seminati dal Presidente contadino sono i 400 milioni di disavanzo che ogni anno gravano sulle famiglie e sulle aziende sarde, perché dalle famiglie e dalle aziende sarde quel disavanzo viene sottratto Questo in sanità ha seminato il nostro Presidente contadino (perché ci mancava il Presidente contadino dopo il Presidente operaio); questo ha seminato.

Quindi questa delibera ammette il pasticcio, prende e perde tempo rispetto a quello che si deve fare. Ma, Assessore, considerato che noi siamo convinti che non ce la farà mai ad approvare il nuovo piano sanitario regionale, ad azzerare tutto (perché non c'è più tempo e comunque non ha voluto farlo e non lo farebbe) e anche se per certi versi questa nostra mozione è superata (nel senso che poi lei, di fatto, ha bloccato completamente l'iter degli atti aziendali e, allungando i tempi, è evidente che quegli atti aziendali probabilmente non saranno più approvati) noi confermiamo la richiesta della mozione: la revoca della delibera 43/12 del 31 ottobre 2012 (che è quella che ha fissato le linee guida) il blocco definitivo dell'iter e la presentazione alla Commissione di nuove linee guida ai sensi della legge numero 21 (perché questo lei non l'ha ancora fatto) in modo che possa riprendere con coerenza, con ordine, con il coinvolgimento della Commissione consiliare del Consiglio regionale, la predisposizione delle linee guida.

Questo è ancora in tempo a farlo, ha perso l'occasione di riscrivere il piano sanitario regionale ma, appunto, se respinge queste richieste deve spiegare a questa Aula che cosa intende fare nei prossimi mesi e qual è l'esito di questa nuova procedura che ha avviato e quando si potranno avere questi atti aziendali.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Cuccureddu è rientrato dal congedo. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione è di 10 minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, la mozione è stata già illustrata molto bene dalla prima firmataria, la collega Barracciu, quindi mi limiterò ad affrontare solo alcuni aspetti. Come ha accennato alla fine del suo intervento l'onorevole Barracciu, ci ha sorpreso in maniera abbastanza positiva devo dire (non lo dico con ironia ma lo dico con convinzione) la deliberazione della Giunta regionale numero 15/34 del 29 marzo 2013.

Perché dico questo? Perché la deliberazione del 29 marzo 2013 raccoglie gran parte delle motivazioni illustrate nella nostra mozione. Cioè dopo anni di battaglie condotta qui anche prima che ci fosse l'Assessore attuale, durante i quali spiegavamo che era impossibile approvare un piano sanitario a colpi di emendamenti presentati in legge (il piano sanitario ha bisogno del coinvolgimento del Consiglio, c'è bisogno di ragionare per macroaree, non intervenendo a pezzettini, a spizzichi e bocconi) ci ritroviamo una delibera di Giunta che, in sostanza, ci dà ragione.

Come voi sapete ogni ASL doveva curare, quasi per conto suo, i tagli all'interno del proprio circondario. Noi dicevamo: "Come può una ASL decidere per conto suo?". Adesso ci troviamo, in pratica, una delibera di Giunta che afferma, in maniera perentoria, quanto noi sostenevamo, cioè che "l'Amministrazione non può prescindere dall'esigenza di definire un quadro organizzativo complessivo, in sintonia con i principi generali e i parametri stabiliti dalle norme di riferimento. Ovverosia spiega con molta chiarezza che non si può programmare, se tutti gli atti aziendali non sono contemporaneamente in possesso della Regione. Questo è quello che viene detto e che fa assolutamente il paio con quello che noi avevamo sostenuto in quest'Aula già anni fa.

Ancora, l'assessorato afferma che non è possibile programmare ognuno per conto suo e, in più, esprime parere negativo nell'istruttoria dei singoli atti aziendali. Pertanto questa situazione a noi non desta nessun imbarazzo e confermiamo ciò che abbiamo detto nella mozione e che, in realtà andrebbe accolto da tutta quest'Aula, perché già alcuni atti conseguenti, secondo noi, fanno riferimento a questo tipo di strategia.

Per questo, come è stato spiegato bene dalla relatrice, noi sosteniamo che la delibera numero 43/12 del 31 ottobre del 2012, vada revocata, anche se, in realtà, è come se fosse decaduta. Cioè questa delibera, che prevedeva tutto un altro sistema, è come se non esistesse più. Comunque ora c'è la volontà esplicita dell'Assessore di disporre di un quadro complessivo, di un quadro generale prima di procedere. Quindi abbiamo una necessità di concertazione che, però - io questo lo dico contestando il vostro modo di agire di questi anni nel campo sanitario - escluderà del tutto il Consiglio regionale.

Allora, possiamo dire tutto quello che vogliamo; l'onorevole Meloni sappiamo, animato da spirito efficientista, dice: "Non è necessario che ci siano i passaggi in Consiglio, non burocratizziamo, i direttori generali hanno la delega, facciano". Ma quando noi parliamo di tagli, io sono convinto (di tagli a livello regionale) che una singola ASL non possa andare per conto suo a ridefinire il suo parco, anche se in base a determinati parametri. Ci sono sicuramente situazioni particolari, in cui non si può non prescindere da ciò che indicano questi parametri, situazioni in cui c'è necessità di incrementare e altre in cui c'è possibilità di diminuire, dipende da quello che c'è, dai servizi che ci sono. E' difficile procedere per calcoli aritmetici se non c'è un quadro generale disegnato.

In sede di approvazione dell'ultima leggina sanitaria noi abbiamo detto: "Ritirate quella leggina, facciamo il piano sanitario in tre mesi, coinvolgiamo tutti, in un periodo di crisi diamo una regia generale" . Questo è quello che io voglio dire: c'è un momento di crisi? Diamo una regia generale, perché non è concepibile che ogni piccolo territorio debba procedere per conto suo. Ora a me sono giunte voci che qualcuno ha inteso che l'opposizione volesse dire che un certo territorio è cattivo e un certo altro è buono, ma non è così, i casi sono stati citati a mo' di esempio.

Noi avevamo detto che probabilmente i territori, ognuno per conto proprio, non possono procedere alla rideterminazione del quadro, quindi se poi emano un atto aziendale senza rispettare i parametri ai quali sono stato vincolato, è chiaro che da questo punto di vista il tutto diventa un fatto retorico e i pareri non possono che essere negativi. Diverso è se invece, come previsto dal Piano sanitario, gli atti aziendali sono comunque frutto di un passaggio non solo condiviso con i territori localmente. E'ovvio che se io predispongo un piano aziendale dove non taglio posti letto, non faccio niente, tutti i comuni me lo approveranno, sia quelli retti da maggioranze di destra sia quelli retti da maggioranze di sinistra, però poi vi sarà il parere è negativo dell'istruttoria, perché poi chi sta al vertice deve comunque tener conto dei vincoli derivanti dal Governo nazionale e dalla spending review .

Per questo io credo che valga la pena abrogare l'atto di cui chiediamo la revoca e, in più (anche questo è stato già affermato prima di me) fare attenzione alla dilatazione dei tempi, perché con la delibera regionale si stabiliscono nuovi termini, nuove modalità che, in realtà, anche queste, andrebbero decise dal Consiglio, più che affidate alla Giunta. Si tratta di procedure di cui noi, lo dico in senso positivo, dobbiamo rimpossessarci. Non è possibile che venga lasciata mano libera alla Giunta nello stabilire procedure che, in realtà, allungano i tempi fino a (mi sembra, com'è stato già affermato) 120 giorni in più rispetto a quelli previsti nelle leggi che stiamo in qualche maniera scavalcando.

Quindi, ripeto, io ormai l'atto fondamentale - per chi non lo conoscesse se lo può procurare - ritengo sia, in questo momento, la delibera della Giunta regionale numero 15/34, e da ciò discende che il 90 per cento delle considerazioni espresse nella nostra mozione è condiviso, fermo restando che i rinvii devono essere eventualmente decisi per legge, e non con delibera di Giunta. Per il resto, ripeto, credo che la richiesta di revoca della delibera del 2012 sia politicamente superata dagli atti che la stessa Giunta ha emanato non più di dieci giorni fa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vincenzo Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS VINCENZO (P.D.). Signor Presidente del Consiglio, Assessore, onorevoli colleghi, come ribadito dalla mozione della collega Barracciu, gli indirizzi per la predisposizione degli atti aziendali sono stati approvati in via preliminare dalla Giunta regionale con deliberazione numero 33 del 31 luglio 2012 - quindi senza attendere il previsto parere della competente Commissione consiliare - e approvati in via definitiva con deliberazione del 31 ottobre 2012.

Nel tentativo di riadeguarsi a quanto contenuto nel disegno di legge sulla" spending review ", che prevedeva l'obbligo da parte della Regione di diminuire il numero dei posti letto per degenza da 4 a 3, 7 ogni 1000 abitanti, la Giunta regionale ha, di fatto, bypassato una serie di azioni normate dalle leggi regionali in materia, necessarie a rendere economici e strategicamente efficaci i piani di riorganizzazione delle aziende sanitarie. Di fatto non si è garantito ancora alcuno snellimento della spesa, ma si sono attivate una serie di iniziative che aumentano il numero dei posti letto disponibili, non ottemperando al disegno di legge numero 235 del 7 agosto 2012, e determinando un maggior sacrificio da parte di alcune aziende sanitarie come, per esempio, la ASL numero 3 (di cui ancora oggi non si conosce l'atto aziendale) e, addirittura, aumentando il numero dei posti letto in altre realtà sarde.

Ad oggi, con la prevista riorganizzazione, ci troveremo davanti a un consistente disavanzo. Pertanto non si intravede l'obiettivo del risparmio che era lo scopo stesso di questa delibera. La gestione della materia sanità da parte della Giunta impedisce la costruzione di una strategia tale per cui si possa parlare di razionalizzazione della spesa. Si applicano criteri discriminatori, in particolar modo ai danni dei piccoli ma necessari presidi della Sardegna centrale, favorendo, come al solito, strutture più fortunate nell'Isola, come se il criterio dei 3,7 posti letto fosse semplicemente un'indicazione o fosse soprattutto applicabile "a sentimento" e non garantendo l'applicazione di un uguale criterio per tutta l'Isola.

Temi che toccano così profondamente la popolazione e l'economia della Regione autonoma della Sardegna dovrebbero essere oggetto di approfondita discussione piuttosto che di mera e parziale adozione di una delibera e di una legge da noi non condivisa. Non solo dopo quasi quattro anni la Giunta regionale non ha ancora presentato il piano sanitario in Consiglio regionale, ma non si è nemmeno tenuto conto di alcuni passaggi ben normati dalle leggi regionali di riferimento, e si è affidata per giunta gran parte della pianificazione e della riorganizzazione ospedaliera alle aziende sanitarie stesse, adottando un metodo quanto mai discutibile rispetto all'intenzione di dare il via ad una programmazione seria e coerente, appunto perché i criteri organizzativi sono di competenza regionale e non delegati alle aziende sanitarie.

Oltre a tutto questo rimangono dei punti d'ombra significativi, come ad esempio la mancata pubblicazione degli atti aziendali, come dicevo prima, da parte della ASL numero 3. In generale si nota come sia declinata l'importanza dei presidi ospedalieri minori, soprattutto quelli del nuorese, con riferimento anche a strutture che si occupavano di riabilitazione, pertanto aventi un ruolo centrale e necessario nel sistema sanitario sardo.

Concordo, quindi, con la collega Barracciu nel rilevare errori di metodo e di sostanza nella citata delibera e rilevo la necessità di ricominciare da capo, passando per la strada indicata dalla normativa regionale, dal decreto relativo alla spending review e, soprattutto, dall'attenta analisi della Commissione competente e del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, vorrei tornare anch'io sull'argomento per ricordare all'Assessore e ai colleghi che quello denunciato oggi con questa mozione molto articolata, presentata dalla collega Barracciu, è soltanto un pasticcio annunciato; purtroppo è un pasticcio annunciato sulla pelle dei sardi, è un pasticcio annunciato a carico di un settore che oggi incide per il 60 per cento della spesa regionale.

Eravamo stati buoni profeti: questa Giunta - e purtroppo anche l'Assessore, suo malgrado, che cerca di destreggiarsi in un vuoto programmatico - insiste dall'inizio del proprio mandato in una politica in cui cerca di sfuggire a ogni attività di programmazione in qualsivoglia settore, sia che si tratti della scuola, sia che si tratti dell'industria, sia che si tratti della sanità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue PORCU.) Ma quando si ha a che fare con un settore così importante come il settore dei servizi sanitari, che incide sulla salute dei cittadini, sulla qualità dei servizi offerti, quando si ha a che fare proprio con l'essenza della qualità della vita di chi vive in questa regione, io credo che le responsabilità siano assai più ampie.

Già in occasione dell'approvazione della legge dello scorso novembre avevamo denunciato l'impossibilità di rovesciare la programmazione e ritornare a un sistema decisionale impostato a livello territoriale, a livello di singole ASL, a livello di singole aziende sanitarie per poi ricomporre un quadro coerente e solidale. Non è possibile procedere per legge alla riorganizzazione della rete ospedaliera come veniva previsto all'articolo 4 della legge numero 21 del 2012, che proponeva dei vuoti parametri, dei numeri finali senza che la Giunta e il Consiglio regionale si riservassero di operare le necessarie perequazioni territoriali, senza la necessaria visione di insieme che potesse perequare territorio e territorio considerando le situazioni oggettive che si manifestano, considerando quegli obiettivi di qualità, quegli standard sanitari che si intendevano perseguire.

Per cui non ci stupisce che oggi, a seguito di quel processo attivato al contrario (che non prende cioè le mosse, come avrebbe dovuto fare, da un Piano sanitario che stabilisse obiettivi di carattere generale, da una riorganizzazione della rete ospedaliera che fornisse i contorni all'interno dei quali i singoli atti aziendali sarebbero dovuti essere riscritti) l'Assessore respinga i primi documenti pervenuti, anzi diciamo che alcuni non sono pervenuti affatto o sono pervenuti oltre i termini. Questo è accaduto perché si è affidato ai direttori generali un compito improprio; si è affidato ai direttori generali il compito di riorganizzare la rete e di raggiungere quegli obiettivi di efficacia e di efficienza del nostro sistema sanitario senza avere la visione di insieme. Quindi si è affidato ai direttori generali un compito impossibile.

Ed è vero quanto detto dai colleghi che, da questo punto di vista, la delibera numero 15/34 del 29 marzo del 2013 è la certificazione di un fallimento, di un fallimento a tutto tondo, di un tirare a campare, di un continuamente rinviare. Siamo arrivati alla fine di questa legislatura e il vostro fallimento in tutti i settori, ma in particolare in questo settore, è del tutto palese, e con questa delibera voi prendete atto dell'esito negativo dell'istruttoria preliminare degli atti presentati, che non possono ripercorrere un quadro omogeneo perché voi stessi non avete fornito quei parametri di programmazione sanitaria necessari, e non li avete forniti perché non ne siete capaci, perché non siete in grado di comporre un quadro unitario.

Veda, Assessore, lei non ha molte responsabilità: lei ci mette tutto il suo impegno e ci mette anche la sua faccia, però quando manca un progetto complessivo, quando non c'è coesione politica, quando non c'è una maggioranza politica che condivida una visione di Sardegna in qualsiasi settore, a cominciare dalla sanità, qualsiasi scelta diventa difficile, diventa impossibile. Io capisco il tentativo di derubricare, di delegare ai direttori generali per evitare le responsabilità del vostro mandato di governo, quando sfuggite dalla responsabilità di decidere come va riorganizzata la rete, come vanno tagliati i costi, come vanno assicurati i servizi migliori ai cittadini, ma purtroppo le conseguenze di questa vostra incapacità, le conseguenze della vostra debolezza politica si manifestano ogni giorno e vi hanno portato, mese dopo mese, anno dopo anno, a perdere progressivamente pezzi della vostra maggioranza, ormai ridotta ai minimi termini. Anche il voto di oggi su chi rappresenterà la Regione in un consesso importante come quello dell'elezione del capo dello Stato è stata una prova lampante di ciò.

Abbiamo il presidente Cappellacci, il Presidente della Regione, il Presidente della vostra Giunta, il capo politico della vostra maggioranza, che è stato eletto con 37 voti, 3-4 in meno di quelli necessari a guidare quest'Aula, ad approvare qualsiasi provvedimento! Ormai siete una maggioranza-minoranza, una maggioranza che non crede in se stessa, una maggioranza che tira a campare, una maggioranza che va da un rinvio a un rinvio; altri 30 giorni, poi altri 60, e questa delibera, purtroppo, è emblematica del vostro modo di operare in qualsiasi settore. E si danno altri 30 giorni, altri 30 giorni per presentare, poi altri 30 giorni se non va bene, poi altri 30 giorni per rimediare ancora, e 30 giorni dopo 30 giorni ormai mancano pochi mesi, pochi 30 giorni alla fine di una legislatura.

I vostri tentativi, Assessore, che capisco, di mascherare la realtà, di apparire sempre come qualcuno che cerca di tamponare o di rimediare, spesso gettando fumo negli occhi (e credo che la discussione di questi mesi sulla zona franca sia emblematica in proposito) non sono altro che modi di sviare l'attenzione, per esempio, sulla vostra incapacità di risolvere una volta per tutte il problema del patto di stabilità con lo Stato. Abbiamo una finanziaria a due vie, una finanziaria strabica dove c'è, da un lato, come dire, il libro dei sogni che non si realizzerà, ma che spesso tocca carne viva perché riguarda anche i trasferimenti ai comuni (relativamente ai quali potete dire non è colpa vostra ma è colpa dello Stato patrigno che non vi accontenta sul patto di stabilità) e dall'altro c'è il poco che si potrà fare, spesso non salvaguardando neanche le attività essenziali di questa Regione.

Ma ormai siete arrivati all'ultimo giro di giostra, Assessore, e il vostro tentativo - quello di lasciare un'eredità pesante a chi verrà dopo di voi, quello di rimandare in eterno, allontanando, di rinvio in rinvio, l'assunzione delle vostre responsabilità politiche, nascondendo la vostra incapacità a essere classe di governo che decide anche quando le decisioni possono scontentare o possono essere difficili - rischia anche di riuscire, se non faremo aprire gli occhi ai cittadini sardi.

Purtroppo tutto questo avviene sulla pelle dei sardi, tutto questo avviene in un settore drammatico, difficile, vitale come quello della sanità, ma tutto questo è soltanto un'altra faccia della vostra incapacità di guidare questa Regione. Io spero che questa pagina sia l'ultima, il voto sulla mozione sarà favorevole, questa è un'altra occasione che abbiamo di parlare del vostro fallimento, speriamo soltanto che oltre alla demagogia, oltre al fumo, oltre a rinviare i problemi, i danni che lascerete non siano così distruttivi da non poter offrire ai sardi una speranza di ripartire, di ricostruire con uomini diversi, con leadership diverse, con la maggioranza e con un'attività di governo maggiormente all'altezza dei bisogni e delle aspettative dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, la riforma del sistema sanitario per la Sardegna proposta da questa Giunta è stata discussa in Commissione sanità dove è stata approvata con il voto contrario dell'opposizione e anche di una parte della stessa maggioranza. Quindi questo iter la dice lunga su come un processo così ampio e importante, che ristruttura radicalmente la sanità in Sardegna entrando nel merito dei costi e della qualità dei servizi, necessiti di un coinvolgimento totale di questo Consiglio.

Non è possibile in Sardegna predisporre un piano sanitario pubblico usando esclusivamente parametri numerici perché si arriverebbe a conclusioni eccessivamente sperequate rispetto a altre realtà. Pensiamo, per esempio, ad un quartiere di Roma o di Milano che può avere la stessa consistenza, in termini di abitanti, della Sardegna ma che, a differenza di questa, si estende in un raggio di poche decine di chilometri e presenta un'orografia territoriale che sicuramente è totalmente diversa da quella sarda (vedi le strade tortuose del nostro interno che, anche per brevi distanze, presuppongono un periodo di percorrenza sicuramente non paragonabile al numero di chilometri).

Allora, siccome alla base di un servizio pubblico c'è la tutela della salute, dell'integrità psicofisica del cittadino, la dislocazione, la qualità dei servizi socio sanitari offerti alle popolazioni e il costo stesso del servizio non possono essere paragonati a quelli erogati da una megastruttura che nel raggio di 5-8 chilometri serve 1 milione di abitanti. Del resto nella mozione numero 230 presentata da noi dell'opposizione si fa esplicitamente riferimento a diversi casi in cui l'accorpamento dei disservizi e/o di competenze non genera una riduzione del costo per le casse della collettività.

In certi casi, addirittura, il processo di riordino della rete ospedaliera genera un duplicato dello stesso servizio aumentando di conseguenza il costo in modo esponenziale e, paradossalmente, non rispettando i dettami della programmazione né italiana né sarda. Per cui nella sanità e nell'erogazione dei servizi ai cittadini il parametro costo economico in quanto tale non è sufficiente né veritiero nel determinare accorpamenti, numero di posti letto e così via, e ancor meno può concorrere a determinare la qualità del servizio sanitario prestato ai cittadini o alle singole collettività.

La fretta con cui la Giunta con le sue delibere (vedi anche questa "43") vuole ristrutturare, ridefinire il servizio sanitario pubblico in Sardegna interpretando il processo di riordino e di riorganizzazione delle reti ospedaliere imposto dalle norme nazionali italiane ligie alle logiche della stessa spending review è perlomeno un po' sospetta. Non capisco perché si abbia tanta fretta nel voler definire una volta per tutte una riforma del sistema sanitario per la Sardegna quando fino ad oggi (e cioè in ben quattro anni) questa Giunta non ha presentato un nuovo piano sanitario regionale contenente indicazioni strategiche e obiettivi condivisi dalle collettività e dai singoli territori. E' una Giunta così frettolosa e tempestiva che fino ad oggi non ha neppure presentato il bilancio della Regione autonoma della Sardegna per il corrente esercizio, determinando disagi, perdite, sacrifici alle collettività e alla nostra economia già al tracollo.

Invece capisco molto bene il disegno che questa Giunta in materia di sanità vuole preconfezionare ai sardi, quello di una riforma del sistema sanitario da accettare a scatola chiusa, sconosciuta, non discussa e non approvata in nessuna assemblea territoriale. Una riforma paracadutata in Consiglio regionale, preconfezionata dal tecnocrate o dalle agenzie di turno che devono esclusivamente tutelare gli interessi e gli appetiti, i benefit elettorali di una maggioranza politica che, in previsione della prossima campagna elettorale, non vuole privarsi delle lottizzazioni e dei privilegi politici che ne conseguono, tutto ciò a scapito del diritto inalienabile dei sardi di poter accedere ai servizi sanitari e socio assistenziali pubblici, di qualità e distribuiti in modo capillare nel proprio territorio.

Questa riforma, confezionata dai direttori generali e dai tecnocrati, ha solo lo scopo di escludere e privare di servizi pubblici sanitari la stragrande maggioranza dei sardi. Attraverso alchimie e trasformismi politici tipici di una certa casta politica nostrana vuol fare entrare dalla porta principale i servizi sanitari erogati da privati ma pagati con i soldi pubblici dei contribuenti. Quindi ci troviamo di fronte ad un'operazione di privatizzazione della sanità che sottrae risorse economiche alla sanità pubblica (quindi controllabile) creando controllori privati che dormono il sonno dei giusti generando mostri.

Ancora una volta, in questo scorcio di storia sarda, non casualmente anche nel settore della sanità, ricompare l'inquietante ombra dei fondi sovrani del Qatar, fondi sovrani (o chi per loro) presenti in tantissime vicende politiche internazionali di destabilizzazione di Stati, dalla vicenda libica a quella siriana, agli ultimi fatti in Grecia e in Francia, per non parlare dei finanziamenti alla guerriglia tra narcotrafficanti che insanguina diverse parti dell'Africa. Ombre inquietanti che sarebbe ora che questo Consiglio della Regione autonoma della Sardegna incominciasse a diradare, visto che gli appetiti dei fondi sovrani dal Qatar non sono indifferenti in Sardegna, anzi vengono accolti da certi politici come strumenti di sviluppo che ci libereranno dalla schiavitù della povertà. Ma il popolo sardo non ha bisogno di questi liberatori perché si libererà con le sue forze e con la consapevolezza del suo ruolo di nazione da chi lo sfrutta e lo opprime.

Mentre con questa riforma, con la scusa dei diktat italiani e della spending review si vogliono tagliare posti letto, sopprimere ospedali pubblici importanti, quindi procedendo ad accorpamenti e riorganizzazioni di reti ospedaliere, in Gallura, fatta terra bruciata sulla sanità pubblica, si promuove a polo di eccellenza una struttura privata, il San Raffaele, che bontà sua dovrebbe essere funzionale ai ricchi sultani e nababbi vari, frequentatori estivi della Costa Smeralda.

Molti tagli che questo progetto di servizio sanitario propone, come già esplicitato nella mozione, privano i territori di servizi e declassano ospedali di eccellenza, o comunque indispensabili in certe zone del territorio, che vantano professionalità collaudate e che rischiano a loro volta mortificazioni e disagi personali oltre che professionali.

Prima di pensare alla riapertura di nuovi ospedali come il San Raffaele la Sardegna ha bisogno di una riforma sanitaria che tra le priorità preveda l'organizzazione della medicina territoriale, che gestisca casi complessi, come ad esempio le post ospedalizzazioni, e non solo. Casi che ricadono sulle famiglie non in grado di garantire l'assistenza sanitaria di competenza rigorosamente pubblica.

C'è da chiedersi in quale malaffare si stia cacciando la Regione autonoma della Sardegna, visto che all'operazione finanziaria sul San Raffaele, che vede l'accordo tra lo Stato cattolico del Vaticano e quello islamico del Qatar, partecipa pure la Regione autonoma della Sardegna con 50 miliardi di euro all'anno, e cioè il 50 per cento di quanto previsto per tutta la sanità privata sarda.

Il San Raffaele, sotto il controllo della fondazione Tabor, vanta un debito di 1 miliardo di euro, grazie al rigonfiamento di fatture di fornitori, alla creazione di fondi neri gestiti da Cal e non solo, le cui imprese è stato dimostrato che facessero lievitare i costi fino a quattro volte quelli di mercato, per costruire immobili ovviamente per la fondazione. Le vicissitudini giudiziarie, d'altra parte, con arresti per bancarotta aggravata, sono sotto gli occhi di tutti.

Il San Raffaele potrebbe essere un centro di trattamento di post acuti (ad esempio gli infartuati) che non necessita di grandi investimenti e che sarebbe utile, per esempio, a tutto il territorio sassarese. Un Hotel d'élite per i ricchi del mondo non avrebbe nessuna utilità per la Sardegna, visto che in nome della razionalizzazione delle spese e dei servizi, e cioè con i tagli della spending review, si chiudono i nostri ospedali. C'è da chiedersi allora secondo quale logica se ne aprono altri. I posti letto che sono riservati al San Raffaele, entrano nel computo dei posti letto territoriali sardi? E' una domanda importante. E se i posti letto del San Raffaele escono dal computo, perché escono? Escono oggi per poi rientrare con la prossima finanziaria? Comunque la delibera 43 è da revocare immediatamente per tamponare, seppur molto parzialmente, il vostro fallimento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, io ho sempre cercato, nei diversi interventi in questa materia, di introdurre dei concetti di meritocrazia che, in questo e in altri ambiti dell'attività istituzionale e politica della Regione e degli altri enti presenti nel nostro territorio, rappresenterebbero una rivoluzione. Sarebbe quasi una nuova ideologia (un po' come il "grillismo" che sposa l'ideologia di non riconoscere l'ideologia) sarebbe l'ideologia di rispettare chi rispetta le norme, chi rispetta i principi, primo fra tutti il principio di legalità. Premiare chi rispetta le norme dovrebbe essere un principio cardine dell'attività legislativa ed amministrativa della Regione e di tutti gli altri enti.

Noi abbiamo approvato una legge e la Giunta regionale ha adottato dei criteri prevedendo delle sanzioni (sino alla revoca dei direttori generali) se non fosse stato rispettato il termine non prorogabile, il termine perentorio per la presentazione dell'atto fondamentale di programmazione in ogni territorio e in ogni azienda. Ora trattare in maniera uguale situazioni diverse è il più grave errore che si possa fare. In questo caso noi stiamo concedendo una proroga (parlò della delibera 15/34 del 29 marzo, che di fatto ha modificato e prorogato i termini di quella precedente) di novanta giorni: trenta per la concertazione, trenta per la rivisitazione da parte dei direttori generali e trenta ulteriori per l'esame da parte dell'Assessorato. Di quali atti aziendali? Degli otto atti aziendali delle ASL, che devono solamente essere adeguati.

Ma abbiamo anche sospeso l'esame degli atti di aziende che operano dal 2007 senza un atto di programmazione e che hanno rispettato tutti i termini, e sono atti che queste non hanno prodotto unilateralmente (penso alle aziende miste, penso al Brotzu) ma atti a cui si è arrivati dopo una faticosissima concertazione con la parte accademica, con la parte ospedaliera, con le organizzazioni sindacali, con il territorio. Si è arrivati a produrre degli atti fondamentali, anche semplicemente per poter bandire un concorso e non dover prorogare gli incarichi a termine, in ossequio, peraltro, al divieto stabilito dallo stesso direttore generale della sanità.

Abbiamo pertanto uno strumento, abbiamo una possibilità di renderlo operativo nelle more che anche le altre aziende si adeguino, e che cosa facciamo? Siccome alcune aziende, come quelle di Cagliari e del Medio Campidano sono arrivate fuori termine, proroghiamo, proroghiamo a tutti. Non abbiamo rispetto per chi ha rispettato i termini. Anziché partire con undici atti aziendali, da modificare, da integrare, da coordinare, abbiamo sospeso lo sforzo (e quindi probabilmente andrà iniziato daccapo) di chi si è dotato di un atto di programmazione e ne era privo dal 2007, cioè ha operato a tentoni, senza un minimo di programmazione.

Ecco, allora io non parlerò della votazione di stamattina (quella dei rappresentanti per l'elezione del Presidente della Repubblica) sottolineando lo scandalo che il Presidente della Regione abbia ottenuto 37, anziché 41 voti. Io credo che più che questo scandalo ciò che ci renderà ridicoli è il fatto che siamo l'unica Regione che ha eletto due rappresentanti espressione di gruppi di minoranza e uno di maggioranza: unica Regione tra le venti regioni italiane. Questo forse è lo scandalo, non certo il numero di voti ottenuti. Ma è una parentesi chiusa, torniamo agli aspetti sanitari. Io non ero presente, altrimenti il mio voto sarebbe sicuramente mancato al Presidente del Consiglio regionale.

Le chiedo, Assessore, al fine di non disperdere il grande lavoro di mediazione e di concertazione con tutti i soggetti che hanno avuto ruolo, di adottare una delibera che faccia partire tutti dallo stesso punto, cioè che tutti si dotino di un atto aziendale, di un atto di programmazione, attorno al quale potranno poi essere apportate modifiche e integrazioni. Non è possibile, infatti, che ci siano otto ASL che, bene o male, un atto di programmazione ce l'hanno, e si sospenda la possibilità di esaminare e di dare vigenza parziale, limitata a quegli atti faticosamente realizzati. Le chiedo di decidere con la massima rapidità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (Gruppo Misto). Presidente, organizzare la rete ospedaliera dovrebbe significare garantire a tutti cittadini in egual misura ciò che recita all'articolo 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". Sarebbe il caso di chiederci e di chiederle dove eravamo rimasti perché, se fossero state fornite per tempo risposte alle innumerevoli interrogazioni, interpellanze, mozioni e proposte, anche costruttive, che sono partite e sono scaturite da quest'Aula e da questi consiglieri, credo che non saremmo arrivati a questo punto.

La riforma - io più che riforma la chiamerei proforma - è stata deliberata dalla sua Giunta e neanche quella delibera è stata rispettata nell'elaborazione degli atti aziendali che sono pervenuti. A proposito: vorrei chiedere se quegli atti aziendali che sono stati bocciati dalle conferenze di sindaci sono stati comunque esaminati e pervenuti all'esame della Giunta regionale e del suo assessorato. Vorrei anche chiedere come mai, come sottolineava anche qualche collega che mi ha preceduto, atti aziendali vengono pubblicati mentre altri sono "criptati" e non si riesce in nessun modo a vederli?

Credo sia questa l'occasione, ed è un'occasione ghiotta, visto che si parla di sanità, di ricordare all'aula, e a lei soprattutto, a che punto siano quelle risposte che non sono arrivate rispetto alla salute negata in molti casi dei nostri concittadini. Mi riferisco in particolar modo a quella mozione licenziata, esitata da quest'Aula a grande maggioranza, sulla sclerosi multipla, sulla famosa sperimentazione e su un impegno che noi avevamo assunto rispetto a 2500 pazienti che soffrono di questa gravissima patologia, che chiedevano solo la speranza, non altro, di poter avere qualche giorno di vita migliore!

Volevo chiedere, visto che siamo in tema, a che punto è l'applicazione di quella norma approvata con la legge numero 12 del 30 giugno 2011 (articolo 15 comma 17) che prevede che al fine della necessaria operatività i componenti delle compagnie barracellari e delle associazioni che svolgono attività di tutela ambientale in regime di convenzione con le pubbliche amministrazioni siano sottoposti, a carico del sistema sanitario regionale, agli accertamenti obbligatori di idoneità.

Volevo inoltre farle conoscere una situazione che si è venuta a creare nel distretto sanitario di Ozieri in cui è negata al cittadino anche la possibilità di morire, ovvero di accompagnare il defunto al cimitero. E' di qualche giorno fa una nota dell'unico ufficiale sanitario che opera in quel distretto, una lettera indirizzata ai sindaci, ai quali chiede di interloquire con i parenti dei defunti, in questo caso, affinché non stabiliscano la data e l'orario del funerale perché non sa con certezza quando potrà andare a certificare il decesso del defunto. Io credo che queste siano veramente delle situazioni paradossali alle quali occorre immediatamente dare risposta.

Le chiedo cosa sia stato fatto in merito alle ripetute segnalazioni sulle discariche di amianto del centro Sardegna, in quei territori in cui le percentuali di alcuni tipi di neoplasia sono nettamente superiori alla media regionale e alla media nazionale. Io credo che piuttosto che andare avanti, come diceva qualcuno, a tentoni, piuttosto che provare a forzare la mano nell'approvazione di atti aziendali che sicuramente non sono rispondenti alle esigenze dei meno fortunati, ma comunque di tutti cittadini che hanno diritto, come dicevo poc'anzi, alla salute, noi dovremmo cercare di dare risposte alle tante richieste di salute negata. Già con la delibera del marzo di quest'anno credo che si sia cercato di chiudere i cancelli quando la metà dei buoi erano scappati, però la metà sono ancora dentro e quindi se c'è buona volontà e buon senso qualcosa si potrà ancora fare.

Le chiedo Assessore, lei che è stata e credo sia una persona sensibile rispetto alle problematiche che stiamo mettendo in evidenza, a che punto sia quel progetto di abbattimento delle liste di attesa, per il quale erano stati stanziati 30 milioni di euro. A noi non risulta che quei progetti siano andati a buon fine, almeno non in tutta la Sardegna, ci risulta ancora che ci siano delle zone della nostra Isola in cui le liste d'attesa sono inverosimilmente lunghe, anche per patologie molto particolari e delicate, e altre zone dell'Isola in cui quelle liste d'attesa siano un po' più brevi.

Le chiedo se è stata soddisfatta quella richiesta pervenuta da più parti di garantire ai malati con alcune patologie tipo la sclerosi multipla di cui parlavo prima, dei canali prioritari, privilegiati per poter eseguire gli esami anziché passare ordinariamente tramite i servizi del CUP. Credo che lei possa ancora essere in grado di darci queste risposte perché la considero, l'ho sempre detto, sicuramente una persone dalla grande onestà intellettuale e dalla grande sensibilità che le deriva, oltre che dal ricoprire il ruolo importantissimo di assessore regionale della sanità, anche dal suo essere donna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.

CAMPUS (Sardegna è già Domani). Cercherò anch'io di essere rapido per fare delle brevi osservazioni con l'Assessore in merito alla delibera del 29 marzo del 2013.

Questa delibera, com'è stato detto, ridisegna il percorso temporale dettato dalla legge numero 21 del 2012, in particolare predisponendo una proroga e motivando questa proroga con la necessità di poter avere (e questa è sicuramente una giustificazione più che plausibile) un quadro di insieme del sistema sanitario regionale attraverso gli atti aziendali di tutte le ASL. Nella delibera si prende atto che al 29 marzo, cioè data in cui la delibera stessa è stata assunta, non erano ancora pervenuti degli atti aziendali fondamentali come quelli della ASL più grande della Sardegna, la ASL numero 8.

Ora, posto che nella stessa delibera, nel ridisegnare il percorso, si parla di un processo di concertazione che deve partire dal settimo giorno lavorativo successivo al momento in cui alla Direzione generale dell'assessorato perviene l'ultimo atto aziendale delle varie ASL della Sardegna, cosa succederebbe qualora, per esempio, qualche ASL, una delle due ASL, perseverasse nel non mandare l'atto aziendale?

In questa delibera, infatti, non è prevista alcuna alternativa, né alcuna sanzione, qualora non si procedesse con quel percorso.

Quindi questo credo che sia un aspetto che ci debba allertare, e che debba essere tenuto ben presente dall'Assessorato. Oltretutto in tema di concertazione mi chiedo, assessore, posto che la ritengo certamente una cosa utile, perché non si è pensato di far partire questa concertazione con i direttori generali alla data del 31 ottobre del 2012 quando sono stati approvati in maniera definitiva dalla Giunta gli indirizzi da impartire ai direttori generali per la stesura degli atti? Ciò avrebbe anche consentito di non avere ASL che, lasciate al loro libero arbitrio, arrivassero in ritardo frenando le restanti aziende sanitarie della Sardegna.

Quindi credo che, da questo punto di vista, dovremmo porre davvero molta più attenzione sul fatto che siamo tanti come ASL, da un punto di vista numerico, però è certo è che siamo, come sempre mal unidos,e come sempre chi ritarda fa danno agli altri. Ed ecco perché mi associo all'appello e all'interrogativo che le ha rivolto l'onorevole Cuccureddu: perché penalizzare per colpa di altri anche quelle aziende che, come l'azienda mista di Sassari, ultima nata in Sardegna, non hanno avuto mai un atto aziendale precedente (non lo potevano avere perché non esistevano) e, pur avendo consegnato in Regione il loro atto aziendale da settembre del 2012, sono in attesa di avere un parere di coerenza?

Ora, lei giustamente osserva : "io devo avere il quadro generale per poter dare il parere di coerenza anche delle aziende miste", però io le ricordo che, per quanto riguarda le Aziende miste, non è la "502" ma è la legge 517 che detta le norme, e le aziende miste devono essere calibrate non in funzione dell'attività sanitaria del territorio ma in funzione delle peculiarità dell'incidenza su quelle aziende della ex Facoltà di medicina e chirurgia (ora dipartimenti del corso di laurea in medicina e chirurgia e dei corsi di laurea in scienze infermieristiche piuttosto che in odontoiatria) e le aziende miste devono essere calibrate in funzione del mantenimento dei livelli di ricerca e di insegnamento, oltre che di assistenza, delle facoltà (le chiamo così per essere più chiari, anche se come lei sa non esistono più).

Quindi, mi permetto davvero, in maniera sommessa ma accorata, Assessore, di chiederle di valutare con attenzione il fatto che l'azienda mista di Sassari (parlo di quella di Sassari ma so che è lo stesso anche per quella di Cagliari) non può fare una reale programmazione, quindi non la può calibrate sulle reali esigenze sia dell'assistenza ma soprattutto del mantenimento dei livelli qualitativi della ex facoltà di medicina e chirurgia senza l'approvazione dell'atto aziendale.

Io credo che si possa davvero venire incontro a quelle Aziende approvando i loro atti in coerenza con la "517", magari calibrando in maniera più adeguata tutto il sistema delle ASL, compresa la n. 1 di Sassari, rispetto a tutte le altre Aziende sanitarie locali, e dopo di che eventualmente intervenendo, aggiornando e adeguando anche l'atto aziendale delle aziende miste. Però davvero, Assessore, non continuiamo a tenere penalizzate quelle aziende che non solo svolgono una funzione di eccellenza (perché le aziende miste sono delle strutture di eccellenza) ma svolgono una funzione assistenziale fondamentale nel poter mantenere quel livello di preparazione di tutte le professionalità sanitarie che in quest'Isola ancora tengono il passo con il resto dell'Italia. E questa credo che sia una delle poche cose che dovremmo davvero, senza bisogno di fare rivoluzioni, cercare di conservare..

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, colleghi, la mozione all'esame del Consiglio chiedeva in sostanza di modificare le linee di indirizzo della delibera del 31 ottobre 2012. Io ritengo invece che la mozione debba considerarsi superata perché è come se fosse stata accolta dalla recente delibera numero 15/34. Ritengo però che questo non sia un fallimento perché i percorsi degli atti aziendali e della rete ospedaliera possono sovrapporsi, e si definisce in sostanza un nuovo percorso nel quale occorre riaffermare il ruolo del Consiglio regionale.

Vedete, colleghi, ai territori come quello che noi rappresentiamo non si attaglia la decisione di azzerare tutto, a noi quel documento serve, perché si vuole partire dall'atto aziendale che è un atto condiviso da tutti i sindaci del territorio. Come diceva l'onorevole Campus, ci sono aziende che hanno svolto bene il loro compito, sia in termini temporali e sia attenendosi anche a quelle indicazioni che, Assessore, potevano essere certamente completate dagli atti di indirizzo. Ebbene, quelle realtà territoriali e quelle ASL non possono essere penalizzate dal fatto che altri non siano entrati nello spirito di quel documento e che non abbiano sentito neppure l'esigenza di osservarlo

Ora, in termini di programmazione non possiamo negare che la situazione sia stagnante, ma lo stesso declamato piano sanitario della precedente legislatura - di cui, tante volte, ho anche riconosciuto la validità, soprattutto per quelle enunciazioni di razionalizzazione e di riequilibrio delle realtà sanitarie della Sardegna - ha visto il suo percorso attuativo interrotto da una sentenza del Tar che, in sostanza, lo ha cassato, e quindi se qualcosa di buono fosse stata fatta è priva di valore. Le cose evidentemente non sono state fatte, anche allora, correttamente.

Ora, per chi vive sulla propria pelle l'iniquità dello squilibrio, per i territori che hanno una dotazione di servizi sanitari inadeguata (in termini assoluti, come dato oggettivo, e nell'antipatico ma necessario raffronto con altre realtà) che negli anni non hanno ricevuto livelli adeguati di attenzione e che continuano a vedere non riconosciute le loro ragioni e continuano a trovare ostacoli, per noi che rappresentiamo queste situazioni (non certo campanili, poltrone e anacronistiche configurazioni dello sperpero del potere locale e del clientelismo) per noi il percorso degli atti aziendali poteva essere considerato ed è considerato come elemento importante nel percorso di attuazione della legge numero 21.

E' un punto di partenza che, ovviamente, noi non abbiamo interesse a ostacolare e ad interrompere; possono farlo coloro che vivono la soddisfazione di avere nelle loro strutture ospedaliere territoriali una configurazione dell'offerta sanitaria rispondente ai bisogni o addirittura eccessiva. Quindi, gli assetti territoriali sono attualmente distanti da una realtà che è stata ed è in divenire, che ha registrato profondi cambiamenti e che non può accettare il mantenimento dello status quo e del "chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto". E l'unico modo che abbiamo per difendere l'atto aziendale è pretendere casomai che, se osservazioni e rilievi devono essere fatti, devono essere osservazioni specifiche e motivate, e che non ci siano ostacoli pregiudiziali.

Ora, nell'atto aziendale predisposto dalla ASL n. 2 - faccio riferimento ad una realtà territoriale perché anche l'onorevole Barracciu nella sua esposizione si è riferita alla realtà della Gallura e la stessa mozione contiene rilievi critici anche su alcuni aspetti specifici dell'atto aziendale, ai quali cercherò di dare qualche risposta - c'era la consapevolezza che esso sarebbe stato esaminato e che sarebbe ritornato nel territorio con giusti e opportuni rilievi per quelle incertezze che sono state espresse nella relazione, relativamente a La Maddalena, alle specificità, alla disciplina dei punti nascita, alle indicazioni per la determinazione della pianta organica, alle stesse linee guida della Regione che si attendevano per la razionalizzazione della rete ospedaliera e il San Raffaele.

Veda, onorevole Barracciu, per le gravi affermazioni che lei ha pronunciato io le chiedo doverose precisazioni, perché il collega Elio Corda da lei citato è testimone dell'impegno di assoluta lealtà che vede uniti tutti i consiglieri regionali galluresi nel sostenere la progettualità del San Raffaele, in coerenza con quell'azione unitaria che è stata svolta in questo Consiglio quando se ne è parlato. L'accusa quindi non ci tocca; ci accomunano piuttosto le preoccupazioni sulle reali difficoltà che il percorso del San Raffaele sta incontrando. Preoccupazioni che condividiamo, onorevole Corda, ce ne dia atto, anche per le difficoltà che caratterizzano le strutture sanitarie pubbliche del nostro territorio.

Ora ci sono aspetti di carattere generale, oltre che locale, che devono essere presi in considerazione, ma noi riteniamo che sia necessario che la legge numero 21, recentemente approvata, venga rispettata, e non ci sembra che venga fatto nella delibera che ha tracciato un nuovo percorso per gli atti aziendali. Casomai è necessario ribadire la dignità del Consiglio regionale, di quanto ha fatto, del percorso seguito, dei limiti certamente che ci sono in questa legge, ma sicuramente dei progressi che consentirà di compiere.

Fermo restando che - e condivido le osservazioni che sono state fatte in questo senso - è necessario davvero impartire indirizzi precisi sull'assetto delle tre reti, non solo della rete ospedaliera ma anche di quella territoriale e dell'emergenza-urgenza, io voglio rimarcare che il percorso di approvazione seguito da alcune aziende non può essere disatteso, perché chi l'ha già seguito in modo inappuntabile non può e non deve essere penalizzato.

Voglio comunque, per quanto riguarda la mozione, esprimere alcune osservazioni relativamente al punto in cui si afferma che vengono assegnate troppe competenze, eccessive competenze ai direttori generali. Quello, colleghi, è un percorso che responsabilizza anche i territori, li costringe ad assumersi delle responsabilità. Il percorso botton up basato sulla condivisione è un percorso delicato in cui, per la prima volta, si mette mano concretamente ai costi strutturali della rete per processi di così vasta portata. L'accettabilità sociale aveva bisogno di un percorso che non escludesse la consultazione della comunità regionale e degli stessi assetti direzionali delle ASL. Il concetto è che la conoscenza delle esigenze territoriali è un patrimonio dei territori stessi.

Io voglio intervenire anche per quanto riguarda i riferimenti al documento, alla bozza standard.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Presidente, colleghi, sarei portato a dire che con la delibera approvata il 29 ultimo scorso è venuto meno in parte il motivo del contendere. Potremmo dire, con il senno di poi, Assessore: non sarà il caso che il senno, qualche volta lo si usi prima, anche ascoltando qualche volta i suggerimenti dell'opposizione? Di fatto avete bocciato gli atti aziendali riconoscendo la validità e la fondatezza dei rilievi contenuti nella mozione; l'epilogo della vicenda l'avevamo previsto per tempo, siamo stati facili profeti. Ma per completare l'opera ora dovete ritirare anche le linee guida, così come richiesto nella mozione.

Ci avviamo alla conclusione della legislatura e non siete stati in grado di produrre alcun provvedimento che offrisse adeguate risposte alle esigenze indotte dai cambiamenti degli scenari regionali e nazionali. L'unico provvedimento approvato è la legge numero 21 che, come vediamo, ha poi dato luogo alla confusione, e a quel "pasticciaccio brutto" di viale Trento in cui vi siete cacciati e avete cacciato l'intero sistema regionale sanitario.

Durante la discussione, prima in Commissione poi in Aula, abbiamo avuto modo di denunciare le gravi carenze e manchevolezze di quel testo. Con la legge numero 21 avete abdicato al vostro ruolo e avete voluto delegare le funzioni proprie della Giunta e del Consiglio ai direttori generali delle ASL, affidando loro la ristrutturazione della rete ospedaliera, quindi la riduzione dei posti letto. Avete voluto procedere in fretta e furia perché - diceva lei, Assessore - rischiavamo di perdere 250 milioni. Li avete recuperati, Assessore? Ce lo può far sapere?

Ora che gli atti aziendali sono stati "partoriti" abbiamo potuto vedere, conoscere le proposte in essi contenute, e quanto siano slegati rispetto alle esigenze di un sistema sanitario che deve essere organizzato in funzione dei bisogni della gente e non della malapolitica. Gli atti aziendali predisposti sono pieni di contraddizioni e contrastano spesso in maniera netta con le stesse linee guida, come da noi ampiamente previsto. Assessore, come poteva pensare di ricondurli a coerenza, come pensa di conciliare le previsioni di incremento dei posti letto contenuti in quasi tutti gli atti con la necessità dei tagli e contestualmente con l'esigenza di riequilibri nell'assegnazione degli stessi posti letto?

Per esempio, l'esigenza di incrementare i posti letto ad Olbia è stata sottolineata anche recentemente dalla Corte dei conti nella sua relazione di indagine e di controllo, ed è un tema, Assessore, sul quale peraltro lei aveva promesso il suo impegno per colmare questo storico divario. Ma quello dell'incremento dei posti letto, e ahimè dell'assegnazione delle specialità mancanti, è l'unico aspetto positivo. Del resto l'atto aziendale della ASL 2 è proprio di una concezione e di un approccio culturale ancorati ad una gestione clientelare e non affronta minimamente i gravi problemi strutturali.

Cito solo qualche esempio: nel servizio consultoriale territoriale (un territorio, peraltro, dove i bambini per fortuna continuano a nascere) l'atto aziendale non prevede nessun potenziamento. Di fatto si torna indietro rispetto alla programmazione dell'atto precedente. Dovrebbe esserci un consultorio ogni 20 mila abitanti ma Olbia, città in condivisione con altri comuni, per circa 80 mila abitanti ne ha uno solo.

In evidente contrasto con gli obiettivi dichiarati è anche la riduzione delle competenze dei distretti sociosanitari. Nelle linee guida, infatti, è detto testualmente che le attività distrettuali sono erogate da unità operative proprie delle strutture complesse, e cioè i distretti, con riferimento al fatto che le unità operative preposte alla erogazione delle varie prestazioni debbano essere proprie del distretto e non sovra distrettuali come previsto dagli atti aziendali. Nell'atto aziendale della ASL 2 si prevede infatti la creazione delle strutture di cure primarie, assistenza integrata aziendale e servizio aziendale di riabilitazione ospedale territorio, tutte a valenza aziendale, svincolate dal controllo della direzione del distretto. Eppure queste strutture erogherebbero prestazioni di competenza distrettuale (vedi l'assistenza medica e pediatrica di base, la continuità assistenziale e l'assistenza specialistica ambulatoriale).

Insomma, il modello organizzativo che viene proposto dalla ASL di Olbia, come nella maggior parte degli atti aziendali, stravolge, di fatto, il modello della distrettualizzazione.

Assessore, a questo punto, però, sorge un dubbio, perché c'è un aspetto singolare che voglio evidenziarle. Dal raffronto dei testi di diversi atti aziendali si evince la quasi totale somiglianza degli stessi, tanto da sembrare estrapolati da un testo comune. Allora le chiedo, Assessore: si tratta di un modello organizzativo suggerito dall'Assessore, contraddicendo le stesse linee guida? Fateci capire anche qui. Perché noi, invece, restiamo dell'avviso che il modello distrettuale non solo non vada smantellato, ma debba essere rafforzato in quanto funzionale ad una appropriata gestione dei nuovi bisogni di salute.

Giova ricordare, a tal proposito, il ruolo e le funzioni del distretto, così come stabilito dall'articolo 17 della legge numero 10, punto 1: "Le ASL assicurano i livelli essenziali di assistenza del territorio, istituendo ed organizzando i distretti e i dipartimenti territoriali, i quali operano in maniera integrata con la rete ospedaliera". Nel caso di specie li avete trovati già organizzati: li volete smantellare?

Punto 2: "I distretti socio-sanitari costituiscono l'articolazione territoriale delle ASL e il luogo proprio dell'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale", e Dio sa quanto ce ne sia bisogno oggi! E sempre a proposito di distretto, voglio evidenziare ancora la singolarità del distretto di Olbia, per il qual caso ho presentato un'interpellanza circa due mesi fa e, naturalmente, non ha ricevuto risposta.

Da oltre due anni (settembre 2010) è stata fatta la selezione per il conferimento dell'incarico di direttore dei due Distretti di Olbia e di Tempio; dalla selezione è scaturito l'elenco dei candidati ritenuti idonei. In data 28 dicembre 2010 è stato conferito l'incarico di direttore del Distretto di Tempio, che conta 31 mila abitanti, e non quello del Distretto di Olbia, che conta 127 mila abitanti, che resta ancora privo del direttore. Qual è la ragione, Assessore? Da due anni manca il direttore del Distretto socio-sanitario di Olbia; è per caso dovuto al fatto che tra i selezionati non è presente un candidato politicamente allineato? E perché la persona facente funzioni da dieci anni non è mai stata ufficialmente e formalmente incaricata?

E' amara consolazione, ma noi l'avevamo detto che il modo di procedere piuttosto contraddittorio seguito dalla Giunta e dalla maggioranza nella programmazione e nella gestione avrebbe portato allo sfascio del sistema sanitario del quale, faticosamente, nella precedente legislatura, con l'approvazione del Piano sanitario dopo vent'anni, era stata avviata la qualificazione.

Avevate promesso il contenimento della spesa ed è vorticosamente aumentata. Solo un dato: tra i 2008 e il 2011, denuncia la Corte dei Conti (e non noi, e non la solita propaganda dell'opposizione, come amate definirla) si è registrato un aumento della spesa farmaceutica del 20,70 per cento. Avevate promesso l'abbattimento delle liste d'attesa e, invece, sono cresciute e si sono allungati i tempi. Ad esempio, nel Presidio ospedaliero di Olbia, per le prestazioni cosiddette "a CUP", nel laboratorio di chirurgia (ma vale anche per l'ambulatorio di flebologia, endoscopia, urologia) si attende dai 4 ai 5 mesi, mentre in medicina anche 8 mesi. Questo perché c'è un solo medico per ambulatorio; mancano medici e infermieri, ma, anziché potenziare queste organici, la ASL assume amministrativi. Lei, Assessore, di questa situazione ne é perfettamente a conoscenza perché, più volte, da me e da noi le è stata segnalata.

Ma torniamo agli atti aziendali. Sono state create strutture semplici e complesse, alcune delle quali davvero senza senso, che incrementano la spesa e non rispondono a funzionalità. E' il caso, per esempio, della struttura semplice e del servizio integrato socio-sanitario aziendale (il Distretto già garantisce il servizio, servono risorse adeguate) della struttura semplice e del servizio amministrativo ospedale-territorio (esistono già i servizi amministrativi che si occupano delle funzioni amministrative con un numero di dirigenti addirittura in esubero) e della struttura complessa per le cure primarie aziendali che gestisce medici di base e pediatri. Sono tutte funzioni che vengono sottratte al Distretto, con l'evidente obiettivo di svuotarlo di competenze e ruolo.

Certe strutture sembrano davvero create ad hoc per dare primariati. La filosofia pare sia questa: "Se c'è l'amico gli do la struttura complessa", poco importa se questa poi non ha neppure personale da gestire per l'erogazione dei servizi per i quali è stata creata. Per contro, servizi che hanno tutti i requisiti delle strutture complesse non vengono classificati come tali (vedi il servizio consultoriale e quello di igiene degli allevamenti e di produzione zootecniche) e parlo di strutture molto importanti.

Infine una domanda, Assessore: che fine ha fatto l'Agenzia sanitaria regionale, cui peraltro fate riferimento all'articolo 2 della stessa legge numero 21? Qual è l'impegno del direttore dell'Agenzia nominato da oltre un anno? Com'è noto l'Agenzia era stata pensata e istituita nella passata legislatura con la legge numero 10 del 2006, l'Agenzia costituirebbe un prezioso supporto all'Assessore, ma anche alle aziende sanitarie per il controllo, la gestione e la valutazione di atti e contratti che riguardano impegni di spesa, e dovrebbe svolgere poi funzioni di verifica e conformità della programmazione locale agli indirizzi regionali, al fine di garantire livelli uniformi nell'erogazione delle prestazioni.

Va anche detto, però, che sarebbe stato certamente un lavoro improbo per l'Agenzia verificare la conformità della programmazione locale agli indirizzi regionali, visto il groviglio di contraddizioni…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Desidero salutare, a nome mio personale e dell'intera Assemblea, il Sindaco, il consiglio comunale e i ragazzi di Settimo San Pietro.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, colleghi, in questa cornice credo ci possa stare con tranquillità qualcosa che, all'interno della sanità in Sardegna, ha rappresentato e rappresenta un settore importante (faccio riferimento, così elimino qualsiasi dubbio, agli ultimi 10 anni, quindi a giunte di entrambi i colori, pertanto non è un atto di accusa) quello della sanità convenzionata, una sanità convenzionata che, all'incirca, assorbe un centinaio di milioni di euro, che pesano enormemente.

La sanità convenzionata, quindi, non è cosa di poco conto; fa parte di un sistema complessivo che ha registrato negli ultimi 10 anni un balletto continuo di riduzioni e aumenti dei servizi e dei posti letto, aumenti che qualcuno potrebbe considerare anche giustificati, magari a causa di una manutenzione della sanità pubblica mai decollata che ha determinato il trasferimento a quella privata di una parte dei posti letto, e quindi possiamo parlare di "affari della sanità sarda".

Il tema è intrigante e si affaccia quasi con prepotenza all'interno del sistema. Perché si affaccia con prepotenza? Perché ho notato che, ad esempio, le carriere di alcuni manager o imprenditori (tema che certamente merita un approfondimento) sono iniziate con incarichi di dirigenza nella sanità pubblica, per poi passare ad incarichi di dirigenza in aziende private che avevano come controparte quella stessa amministrazione pubblica.

Questa commistione di soggetti, preparati o meno, che passano dall'ambito privato a quello pubblico e poi ritornano all'ambito privato in grandi aziende (tipo Segesta, Kinetica, chi più ne ha più ne metta) è quindi all'attenzione dell'opinione pubblica, che non riesce a capire come mai in questi ultimi dieci anni una serie di cliniche prima vedono diminuire le proprie convenzioni, poi, dopo essere passate di mano, vedono nuovamente aumentare il proprio budget, passando pertanto da un indebolimento a un arricchimento con una facilità che lascia disarmati, considerato anche che la quantità di risorse non è di poco conto.

Faccio questo discorso perché lei, Assessore, è abbastanza giovane, non era presente nella passata legislatura, ha iniziato a metà di questa, sta facendo la sua esperienza di governo e quindi tutto ciò può servirle per capire come sono andate le cose, come stanno andando e come si rischierebbe di farle andare avanti pericolosamente, con una commistione che pone forti dubbi. Ecco, io preferisco fare questo tipo di discorso, entrare nel merito del contesto generale della mozione stessa perché ritengo che focalizzare la nostra attenzione su una materia come questa, su un tema specifico come quello che sto evidenziando, sia utile per impedire che alcuni passaggi che la sanità privata ha percorso su quest'Isola negli ultimi dieci anni possano ripetersi ancora negativamente.

Mi fa specie che imprenditori seri, sardi, che hanno operato nel settore, si siano trovati in difficoltà economiche, e non casualmente, con la loro azienda e, dopo averla ceduta, l'abbiano vista riprendere a correre, a camminare, ad ingrassarsi. Questo è un qualcosa del quale questo Consiglio dovrà necessariamente discutere, lo dovrà fare in modo approfondito, appropriato, senza mezzi termini, con la chiarezza che richiede, perché non possiamo far fare a chi sta fuori da questo palazzo quello che spetta a noi: lo deve fare il Consiglio regionale.

E' competenza di questo Consiglio indagare per capire con quale sistema la sanità privata in questi ultimi dieci anni sia andata avanti. Evitiamo fraintendimenti, cerchiamo di capire se ci sono state commistioni, sovrapposizioni non certo ideali, non facili da giustificare e dacomprendere; quando si parla di interessi credo che serva a tutti noi.

Io sono a favore dell'imprenditoria locale sempre e comunque, ma quando arriva il falco da oltremare per portarsi via quello che magari alcuni sardi hanno contribuito a indebolire per poterlo prendere facilmente credo che non sia un qualcosa di giustificabile. Non vorrei che qualche altra struttura - che guarda caso è di proprietà di un ex consigliere regionale - possa essere aggredita nello stesso identico modo, in un prossimo futuro non molto lontano, e portata via.

Questo lo dico con assoluta chiarezza perché ritengo che su questo argomento ci si debba e ci si possa ritornare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.Presidente, io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei colleghi e le osservazioni, le critiche e anche i suggerimenti, come quello ultimo dell'onorevole Sanna, a cui mi sento di dire di stare tranquillo perché, onorevole Sanna, la struttura che guido è in massima allerta sulle vicende che lei ha appena citato. Ma, anche se in maniera abbastanza irrituale, vorrei partire da alcune considerazioni agganciandomi agli ultimi interventi, in particolare a quello dell'onorevole Corda che è stato il più catastrofista in questa discussione: ha parlato addirittura di "sfascio" del sistema sanitario regionale.

L'accordo di programma - intanto voglio tranquillizzarla - sarà attivato immediatamente dopo le direttive che noi emaneremo tra pochissimo. Devo però avvertire il Consiglio regionale che lo stesso accordo di programma potrà essere avviato se in finanziaria verrà inserito un cofinanziamento (che per ora non c'è) previsto peraltro per legge. Se riusciremo a reperire le risorse, dopo le direttive, saranno nella disponibilità della Sardegna 246 milioni di euro (spicciolo più spicciolo meno) derivanti da un accordo di programma, per tutti quegli investimenti strutturali necessari per adeguare le nostre strutture, che sono molte e che sono assolutamente fatiscenti.

L'altra considerazione che volevo fare è a proposito del disavanzo. Si parla sempre del disavanzo - anche lei, onorevole Corda, l'ha richiamato - della differenza tra costi e ricavi, ma non si vanno mai ad approfondire i costi. Allora approfitto di questa mozione - poi parleremo anche degli atti aziendali - per raccontare al Consiglio quello che invece siamo riusciti a fare negli ultimi anni.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue DE FRANCISCI.) Il tasso di crescita dei costi, inflazione e IVA, è stato dello 0,8 per cento tra il 2011 e il 2012; ciò significa, onorevole Corda, onorevoli colleghi, che siamo al di sotto dell'inflazione che, come lei ben sa, è al 3,2 per cento. Faccio questa considerazione per dire che in realtà tra il 2011 e il 2012 la sanità ha risparmiato notevoli risorse proprio perché siamo riusciti a portare il tasso di crescita dei costi allo 0,8 per cento. Voglio fare un parallelo con gli anni precedenti perché si comprenda meglio che cosa significa lo 0,8 per cento.

Tra il 2007 e il 2008 c'è stato un incremento dei costi alla produzione del 7 per cento, che significa 200 milioni in più; noi siamo cresciuti di appena 30 milioni, come costi, rispetto al 2007 e al 2008. Questo per sottolineare che evidentemente la sanità in questo momento è allo sfascio, come diceva l'onorevole Corda!

A proposito di spesa farmaceutica, anche lì sono stati citati dei numeri. I numeri - non lo nascondiamo - sono numeri che vanno corretti e non bisogna abbassare la guardia, ma siccome sono dei processi che hanno bisogno di tempi abbastanza lunghi, onorevole Corda, lei ricorderà che un anno fa la Giunta regionale aveva approvato una delibera che fissava le dieci azioni da mettere in campo per il contenimento della spesa farmaceutica. Ne abbiamo attuate tante di queste dieci, una su tutte (forse la più qualificante) è la centralizzazione delle gare di acquisto, e tra poco saremo in grado di dimostrare quello che siamo riusciti a risparmiare in un anno di percorso.

Quindi, come vede, i toni che vengono usati talvolta, da campagna elettorale, non li usa solo il centrodestra, li usa anche il centrosinistra, perché pronunciare le affermazioni che ha pronunciato lei senza, come dire, avere dei numeri concreti che dimostrano che invece c'è stata un'inversione di tendenza…

CORDA (P.D.). La Corte dei conti, Assessore!

DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. …non è fare informazione corretta in un'Aula come questa, tra l'altro anche con ospiti che magari sono poco attenti alle dinamiche politiche che si sviluppano in questo Consiglio.

Il paradosso che complessivamente è emerso oggi è che, da una parte si parla di disavanzo, si invocano le riforme strutturali, il contenimento dei costi, la razionalizzazione, dall'altro però sembra che a pochi interessi cambiare la situazione.

L'onorevole Floris, che non è stato in aula quando abbiamo discusso la legge numero 21, ha parlato della difesa dei piccoli ospedali, usando però l'argomentazione del "si vogliono chiudere i piccoli ospedali", quasi fosse una sorta di persecuzione nei confronti dei piccoli ospedali a vantaggio dei grandi ospedali. Onorevole Floris, l'eccellenza si fa nei grandi ospedali, l'inappropriatezza si riduce nei grandi ospedali dove si fa eccellenza ed alta specializzazione (parlo dell'inappropriatezza in particolare perché i ricoveri inappropriati in Sardegna sono più o meno 60 mila e vanno ad incidere sul budget complessivo per circa 200 milioni). Quindi quando parliamo di rischio clinico, quando parliamo di inappropriatezza, quando parliamo di costi elevati a discapito della qualità stiamo parlando di queste cose, di quel fenomeno che noi cerchiamo di invertire in un discorso di razionalizzazione che non deve però andare a discapito dei livelli essenziali di assistenza e della qualità del servizio che viene erogata.

Però la qualità non si ha solo nei piccoli ospedali, si ha soprattutto nei grandi ospedali, e allora ben venga la considerazione espressa dall'onorevole Zuncheddu e da altri colleghi sulla necessità di salvaguardare certamente le grandi strutture ma anche di potenziare quel territorio che ha assolutamente bisogno evidentemente di essere potenziato e di essere adeguato anche da un punto di vista diagnostico.

Si invoca, si è invocato oggi, si è invocato anche in altre occasioni quando in quest'aula si è parlato di sanità, il piano sanitario regionale. Il piano sanitario regionale è stato una straordinaria conquista, nessuno avrebbe voluto che il TAR lo bocciasse. Ne è stato bocciato il 70 per cento, la parte relativa ai posti letto, pertanto se noi non avessimo avuto la legge numero 21 che ha colmato quella lacuna non avremmo avuto nessuno strumento, nessun dispositivo per poter mettere in campo quelle misure fondamentali per riorganizzare l'intero settore.

Noi abbiamo approvato una legge, noi abbiamo emanato le linee guida, noi tra poco emaneremo le direttive, nel frattempo c'è stata la spending review e nel frattempo c'è stata l'attesa spasmodica di questa Regione, come delle altre regioni d'Italia, dell'atto, del decreto di attuazione della spending review che è entrato e uscito dalla conferenza Stato-Regioni fino a 20 giorni fa. Noi non potevamo procedere alle direttive in attuazione della legge numero 21 "fregandocene", scusate il termine, di quello che avveniva a livello nazionale, noi non siamo la libera repubblica delle banane evidentemente, abbiamo dei riferimenti nazionali. Questo è quello che è successo.

Ad un certo punto ci siamo resi conto che con il Governo dimissionario e con il Governo in carica (nel frattempo ci sono state le elezioni) con un governo non governo chissà quando sarebbe arrivato il decreto di attuazione della spending review, pertanto abbiamo ritenuto di poter procedere con le direttive e tra pochi giorni vi presenteremo le direttive di attuazione della legge numero 21.

Per quanto riguarda gli atti aziendali la Giunta ha espresso un parere di non conformità ma non abbiamo voluto responsabbilmente bloccare il processo. La legge ha funzionato, la programmazione è stata avviata, gli atti aziendali sono stati presentati, sono stati presentati indubbiamente con degli elementi che sono da correggere ma non abbiamo voluto paralizzare il sistema e quindi comunque la programmazione sta andando avanti. Le considerazioni che noi faremo ai direttori generali che hanno presentato gli atti aziendali che non sono stati ritenuti conformi, non solo per un quadro generale di insieme come quello di cui abbiamo bisogno noi, sono legate ai posti letto, al tasso di occupazione, al tasso di ospedalizzazione.

Questi elementi non sono stati considerati esattamente come ci saremmo aspettati, e quando i direttori generali apporteranno le necessarie modifiche avremo finalmente quel quadro di insieme fondamentale per poter procedere alla riorganizzazione del nostro sistema sanitario.

Io non parlerei di sfascio, onorevole Corda. E' vero che non abbiamo presentato il piano sanitario regionale, è vero che probabilmente avremmo potuto fare di più sul piano delle risorse ma è vero anche che non ci siamo fermati, che siamo in cammino e che stiamo procedendo. Mi sarebbe piaciuto avere molto più tempo per fornire risposte più articolate anche all'onorevole Cocco che ha posto molte questioni che esulavano però dal discorso degli atti aziendali, però non parlerei assolutamente di sfascio, lo sfascio è ben altro onorevole Corda.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, mi sembra di essere su "Scherzi a parte" perché stasera abbiamo discusso una mozione che aveva dei contenuti precisi e chiedeva delle risposte precise alla Giunta regionale. L'Assessore ha parlato per 10 minuti elencando una serie di numeri (e mi piacerebbe sapere chi glieli ha forniti) e parlando di numeri, anche in questo caso (perché ormai è diventata un'abitudine) si è dilungato su altri aspetti lasciando che finisse il tempo a sua disposizione e non ce ne fosse altro per rispondere sulle questioni che noi abbiamo posto.

L'Assessore ci ha anche raccontato che l'Assessorato della sanità ha risparmiato una marea di soldi nella gestione della sanità e ha invitato i colleghi a studiare questi numeri, però sarebbe molto più opportuno che rivolgesse questo invito anche alla Corte dei conti. Io non so se la Corte dei conti, invitata dall'Assessore della sanità a rivedere i numeri, possa reagire chissà in quale modo, perché è ormai da quattro anni che la Corte dei conti richiama questa Giunta regionale sugli sprechi vergognosi che sono stati perpetrati dal primo anno della sua gestione, che richiama questa Giunta regionale sulla crescita incondizionata e incontrollata del disavanzo a partire esattamente dal 2009.

Beh, allora è vero che noi non capiamo i numeri, non li sappiamo leggere né tantomeno li sappiamo riportare, ma è evidente che siamo in buona compagnia, ovvero in compagnia della Corte dei conti.

Vorrei anche sottolineare e ricordare che quest'anno, tra spesa sanitaria e spesa sociale, nel bilancio della Regione a queste voci sono destinati 3 miliardi e 700 milioni, il 56-57 per cento del bilancio regionale. Allora io voglio capire dov'è che sono questi risparmi, quali effetti hanno davvero prodotto nella realtà questi procedimenti e questi documenti così importanti che sono stati messi in campo in conto programmazione e politiche sanitarie da questa Giunta regionale. Io pregherei pertanto la Giunta regionale di non raccontare qui cose che non possono essere raccontate perché i documenti li sappiamo leggere anche noi e li sappiamo anche riportare nella maniera corretta.

Quindi i dati del disavanzo li conosciamo tutti, sono quelli per i quali siete stati richiamati più volte: la questione delle consulenze, la questione degli interinali, quella della spesa farmaceutica. Probabilmente questo documento produrrà degli effetti, ma gli effetti ancora non ci sono, vedremo quali saranno, rimane sul tavolo la questione che abbiamo posto con questa mozione alla quale lei ha deciso di non rispondere e ha risposto non rispondendo.

La legge numero 21, la legge numero 21 che voi avete approvato, l'avete approvata per aggirare la legge numero 10, per aggirare le leggi precedenti, perché ogni volta che una legge regionale vigente non vi sta bene venite in Commissione e in aula ad approvarne un'altra che, in maniera surrettizia, la supera o cerca di superarla. Questo è quello che avete fatto con la legge numero 21.

Il piano sanitario regionale che lei ci ha ricordato e ci ricorda ormai da quattro anni (e non soltanto lei che è da due anni Assessore ma anche l'Assessore precedente) è stato impugnato per difetto di concertazione, lo sappiamo bene, ed è stato quindi impugnato, in particolare, per la parte relativa alla rete ospedaliera. Avete avuto quattro anni di tempo per ridefinire la rete ospedaliera e per riscrivere anche il piano sanitario regionale, per cui basta con questa scusa perché non regge più.

C'è un deficit totale di politica sanitaria che si riverbera non soltanto sui servizi e sull'organizzazione delle ASL ma in particolare sui conti del bilancio regionale. La legge numero 21 non ha colmato nessuna lacuna; è stata una toppa per rimediare alle carenze della non politica di programmazione che avete portato avanti in questi anni, e purtroppo è stata anche approvata più velocemente di quanto sia stata pensata, e gli esiti sono quelli del pasticcio degli atti aziendali che noi abbiamo sotto gli occhi è che voi siete stati costretti bloccare.

Ha ragione l'onorevole Campus quando sostiene che è necessario rincominciare da capo, giustamente, perché è chiaro che ci vuole un quadro complessivo di riferimento per l'approvazione degli atti aziendali. Onorevole Lai, mi sorprendo che lei pronunci il discorso che ha pronunciato. Lei ha sempre difeso la legge numero 21 (perché ne è stato anche relatore di maggioranza, in sostituzione dell'onorevole Locci che non voleva più farlo) lei l'ha difesa perché serviva per creare una cornice organica di insieme alla programmazione sanitaria; oggi invece difende soltanto l'atto aziendale della ASL di Olbia, che probabilmente è anche fatto bene ma che cozza con tutti gli atti aziendale che sono stati predisposti. Alla fine il quadro che ne viene fuori è infatti un quadro che non sta né in cielo né in terra, che aumenta i costi, aumenta le strutture sanitarie, aumenta i posti letto anziché ridurli.

Un consigliere regionale, che ha a cuore la programmazione sanitaria e la salvaguardia di un minimo di coerenza di questo sistema dovrebbe, onorevole Lai, preoccuparsi di capire se quello che è stato fatto in un territorio è coerente o si lega bene con quello che è stato fatto in un altro territorio. Ma è evidente che non è così.

Nel frattempo abbiamo fatto tutto questo lavoro. Dice l'assessore: "c'è stata la spending review". No, mi scusi, la spending review è la motivazione principale in forza della quale voi avete approvato la legge numero 21, non è che c'è stata nel frattempo la spending review . In assenza della spending review e della necessità del taglio dei 1300 posti letto imposti da quella norma, se non sbaglio, a sentire e rileggere tutto ciò che avete detto durante la legge numero 21, la legge numero 21 non sarebbe stata necessaria. E allora che cosa vuol dire che, nel frattempo, c'è stata la spending review ? La legge numero 21 l'avete approvata per corrispondere alla spending review.

Viceversa, ciò che ne viene fuori è qualcosa completamente distante dalle esigenze che sono state invece evidenziate quando si lavorava a quegli atti. Ne viene fuori che voi non potevate procedere, assessore, a predisporre le direttive che invece pare porterete all'attenzione del Consiglio prossimamente, ve lo abbiamo detto in tutte le salse. E' agli atti dei lavori della Commissione e dei lavori di questo Consiglio che vi abbiamo più volte detto che non sarebbe stato possibile per voi procedere a questo lavoro, ma sarebbe stato più opportuno, più ragionevole, più di buon senso aspettare la definizione di tutto l'iter, anche quello nazionale. Ma siccome avevate necessità di appuntarvi la medaglietta della riforma sanitaria, avete voluto licenziare un pasticcio che oggi costerà il doppio del tempo rispetto a quello che sarebbe potuto essere necessario se si fosse operato come noi dicevamo.

Lei, Assessore, ha deciso di non rispondere, ha deciso di tergiversare, ha deciso di continuare sulla scia della campagna elettorale che avete impostato sabato scorso come Popolo delle Libertà: questo non è senso di responsabilità, questo non dà risposte al Sistema sanitario regionale. Di questo ve ne assumerete le responsabilità, e in particolare vi assumerete la responsabilità di consegnare, a chi verrà dopo di voi, un sistema sanitario, come diceva l'onorevole Corda, purtroppo davvero allo sfascio.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 230.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 230.

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Floris Vincenzo e Planetta hanno votato a favore e che i consiglieri Gallus e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUGUSI - DIANA Giampaolo - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PLANETTA - PORCU - SABATINI - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - ZUNCHEDDU.

Rispondono no i consiglieri: ARTIZZU - BARDANZELLU - BIANCAREDDU - CAPPAI - COSSA - DE FRANCISCI - DEDONI - ESPA - FLORIS Rosanna - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LUNESU - MELONI Francesco - MULA - MURGIONI - OBINU - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo - STERI - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - CAMPUS - CUCCUREDDU - DESSI' - MULAS - PITEA - SOLINAS Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 57

Astenuti 7

Maggioranza 29

Favorevoli 23

Contrari 34

(Il Consiglio non approva.)

Discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, e approvazione della proposta di legge Pittalis - Sechi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Dedoni - Obinu - Salis "Disposizioni eccezionali e transitorie in materia di opere e manufatti temporanei a servizio della

fruizione turistico ricreativa" (501)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 501.

Dichiaro aperta la discussione generale. Poiché nessuno è iscritto a parlare la dichiaro chiusa. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento. (Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1e del relativo emendamento:

Art. 1

Oggetto

1. Le opere e i manufatti temporanei a servizio della fruizione turistico-ricreativa e della balneazione sui litorali della Sardegna in essi insistenti alla data del 1° novembre 2012, in via eccezionale a decorrere da tale data, per un periodo di validità massimo fino al 31 dicembre 2013 e anche in carenza dei relativi provvedimenti autorizzatori, restano installate, al fine di evitare che la loro reiterata opera di rimozione e di ripristino determini sia l'insorgere di rilevanti danni ambientali agli ambiti costieri interessati sia il logoramento e depauperamento delle strutture e l'insorgere di inutili e insostenibili costi economici.

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica a condizione che:

a) tali opere o manufatti insistano su litorali oggetto di piani di utilizzo dei litorali (PUL) che siano stati adottati dalle competenti amministrazioni comunali alla data del 31 dicembre 2012;

b) le norme tecniche dei piani adottati prevedano la possibilità che tali strutture siano finalizzate a garantire i servizi alla cittadinanza per l'intero anno solare, nel rispetto della disciplina urbanistica di dettaglio in esse contenuta;

c) il litorale sia classificabile come "urbano o in contesto urbano" ai sensi dell'articolo 3 delle linee guida per la predisposizione del piano di utilizzo dei litorali.

3. Le opere e i manufatti temporanei aventi le caratteristiche di cui ai commi 1 e 2, fino all'approvazione del PUL e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2013, in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), non hanno la natura di "interventi di nuova costruzione" e non determinano, pertanto, volumi edilizi permanenti, e la loro permanenza è autorizzata improrogabilmente fino al 31 dicembre 2013.)

PRESIDENTE. Poiché nessun è iscritto a parlare, per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Mi rimetto all'Aula.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento sostitutivo totale numero 1.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Gallus hanno votato a favore e che il consigliere Contu Felice si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - CONTU Felice - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 65

Votanti 59

Astenuti 6

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrata in vigore

La presente entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)

Poiché nessun iscritto a parlare, lo metto in votazione.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Gallus ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 64

Votanti 59

Astenuti 5

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva.)

Passiamo alla votazione finale della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 501.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Bardanzellu e Stochino hanno votato a favore e che il consigliere Contu Felice si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: AGUS - ARTIZZU - BARDANZELLU - BARRACCIU - BEN AMARA - BRUNO - CAMPUS - CAPPAI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CORDA - COSSA - COZZOLINO - CUCCU - CUCCUREDDU - CUGUSI - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - ESPA - FLORIS Rosanna - FLORIS Vincenzo - FOIS - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - LUNESU - MARIANI - MELONI Francesco - MELONI Valerio - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - PITTALIS - PLANETTA - PORCU - RANDAZZO - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SANNA Paolo - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - STOCHINO - TOCCO - ZEDDA Alessandra - ZUNCHEDDU.

Si sono astenuti: la Presidente LOMBARDO - BIANCAREDDU - CONTU Felice - OBINU - PITEA - STERI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 65

Votanti 59

Astenuti 6

Maggioranza 30

Favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 36 , viene ripresa alle ore 18 e 49.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

PRESIDENTE. Il Consiglio verrà riconvocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 18 e 50.