Seduta n.212 del 16/06/2011 

CCXII Seduta

Giovedì 16 giugno 2011

(POMERIDIANA)

Presidenza del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 17 e 05.

MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 7 giugno 2011 (205), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Rosanna Floris, Onorio Petrini e Antonio Pitea hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 16 giugno 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

PRESIDENTE. Colleghi, apprezzate le circostanze, sospendo per dieci minuti la seduta, che riprenderà pertanto alle ore 17 e 16.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 07, viene ripresa alle ore 17 e 30.)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 5, 14, 26 e 28 aprile 2011 e del 5, 12, 13, 19 e 24 maggio 2011.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Bruno, Cocco Pietro, Dedoni, Diana Giampaolo, Lotto, Moriconi, Rassu, Sabatini e Sanna Gian Valerio sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 58 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire i lavori.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A, parte prima. Siamo in fase di discussione dell'articolo 25.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Signor Presidente, il dibattito svolto stamattina ha consentito di ampliare gli argomenti di discussione al di là di quello che è il contenuto dell'articolo in esame. Si è parlato di magistratura, si è parlato del Comune di Alghero, sono stati affrontati tanti problemi che richiedono necessariamente di non limitare questo intervento al ristretto ambito dell'articolo in esame, ma di prendere posizione su taluni aspetti che sono stati richiamati in quest'Aula.

Per quanto riguarda i rapporti con la magistratura, anche noi abbiamo la massima stima nei confronti di questa istituzione di rilevanza costituzionale, non ne temiamo assolutamente l'azione e concordiamo in pieno con le osservazioni dell'onorevole Gian Valerio Sanna, cioè che ogni funzione deve avere al suo fronte una possibilità di critica, di controllo e devono essere previste sanzioni ove vi siano delle disfunzioni. Questo vale non solo per la classe politica, ma anche per tutte le altre istituzioni dello Stato. Peraltro, il fatto che all'interno di una istituzione qualsiasi vi siano delle ipotesi che vanno al di là del legittimo non consente a nessuno, nel caso, di delegittimare l'intera istituzione cui quel soggetto appartiene. E' indubbio che la giustizia presenta gravi problemi, basti pensare alla durata dei processi. E quando noi introduciamo delle norme di legge per le quali prima di poter adire l'autorità giudiziaria si rendono obbligatorie forme di mediazione stiamo sancendo il fallimento della giustizia. E' ben vero che le forme di mediazione, le cosiddette ADR (Alternative dispute resolution), oramai sono un portato del diritto comunitario, ma debbono essere rimesse alla scelta discrezionale del cittadino e non essere un obbligo senza il quale non si può adire l'autorità giudiziaria. Gli è che da taluno questi problemi della giustizia sono stati utilizzati per la soluzione di aspetti particolari che talora attengono alla persona di colui che ispira determinate norme di legge. Questo, secondo noi, è un comportamento assolutamente non condivisibile; è soprattutto con questo genere di comportamenti che si allontana la possibilità di affrontare e risolvere oggettivamente quelli che sono i veri problemi.

Su questo problema ci troviamo quindi concordi con le considerazioni svolte dall'onorevole Sanna, ma devo difendere anche la categoria a cui in questa fase appartengo, ovvero la classe politica, la cosiddetta "casta", che viene attaccata su svariati fronti: ora noi politici siamo iperpagati, ora non facciamo niente, ora non si sa che altro. Ebbene, parlare di casta è, secondo me, una maniera ipocrita di porre il problema. La classe politica non è una casta, è un insieme di persone che dovrebbero con sacrificio interessarsi degli interessi generali e possono essere criticate allorquando questi interessi generali non perseguono. Ma anche qui il problema di fondo è che la politica deve far funzionare le strutture amministrative. Ecco qual è il grosso problema: la struttura amministrativa non funziona e le sue disfunzioni vengono tutte imputate alla classe politica. Da qui tutto il parlare di casta o quant'altro, che io non ritengo condivisibile.

Altro flash: si è parlato del Comune di Alghero, ne ha parlato in particolare l'amico Carlo Sechi. Ebbene, anche nel Comune di Alghero l'U.D.C., con la consueta trasparenza che contraddistingue sempre i suoi comportamenti, dopo avere più volte richiamato l'attenzione delle forze politiche che governano la città, ha manifestato dissenso su certi modi di amministrare che non consentivano, a suo avviso, di dare una risposta non dico migliore, ma quantomeno soddisfacente rispetto agli interessi della locale comunità. In questa situazione noi non abbiamo potuto che dichiarare che non ci sentivamo più rappresentati da una Giunta che non aveva cura di questi interessi, da una Giunta che non ascoltava la nostra voce, quantomeno per dirci: "Non siamo d'accordo". Basti pensare che è stato approvato un bilancio preventivo senza prima stabilire un accordo all'interno della maggioranza; basti pensare a tutte le difficoltà che sono state frapposte all'attività dell'Assessore dell'assistenza sociale che era espressione dell'U.D.C.. Ciononostante è stato indubbiamente il migliore Assessore che il Comune di Alghero abbia mai avuto, checché ne dica il sindaco, al quale suggerisco di leggere gli atti e verificare quali attività sono state svolte. Quindi su questo non accettiamo critiche faziose dell'ultimo minuto. Questo per ribadire che quando noi non condividiamo qualcosa lo facciamo motivando sempre il perché e dicendolo chiaramente, non con voti segreti o quant'altro.

Fatte queste precisazioni sugli aspetti di carattere generale che sono stati trattati in quest'Aula, precisazioni che erano dovute, vengo a parlare dei problemi che affronta l'articolo in esame e delle norme che trattano di profili ambientali e paesaggistici, alcune delle quali in effetti vanno a incidere sul Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI). Qui il problema dovrebbe ampliarsi alla considerazione di quella che è l'attuale situazione normativa e soprattutto amministrativa della Regione Sardegna.

E' particolarmente entusiasmante parlare con questo brusio!

Come sappiamo è in vigore il PPR, la cui approvazione aveva suscitato, com'è noto, notevoli polemiche per quelle che erano norme transitorie, per le modalità con cui è stato approvato e quant'altro. Peraltro noto che, una volta approvato, il PPR non è stato comunque attuato. Se noi ancora oggi stiamo a discutere se si applicano o non si applicano le norme transitorie, lo facciamo perché…

PRESIDENTE. Onorevole Steri, le chiedo scusa. Colleghi, è difficile andare avanti così, abbiate pazienza!

Prego, onorevole Steri.

STERI (U.D.C.-FLI). Grazie. Dicevo, se ancora oggi discutiamo se si applicano o non si applicano le norme transitorie, se l'articolo 20 delle Norme tecniche di attuazione è in deroga all'articolo 15 o meno, lo facciamo semplicemente perché le amministrazioni comunali non hanno adempiuto all'obbligo di adeguare i PUC. Sicuramente ci dovremo porre il problema di intervenire, ad esempio prevedendo, qualora i comuni non si adeguino, delle forme di commissariamento.

E' veramente mortificante che, a tanti anni dall'approvazione del PPR, si discuta ancora di norme transitorie, revisione e quant'altro. Si deve discutere della pratica applicazione! Con l'applicazione del PPR vengono meno le norme transitorie e si risolve il problema, cioè la strada maestra è sempre quella del fare, seguendo i procedimenti indicati dalle norme di legge. Anche questo è un problema che sicuramente non è affrontato in questo articolo e che dovremo affrontare. Dovremo cioè porci il problema di come risolvere questi gravissimi inadempimenti che sono imputabili a tutte le amministrazioni locali, quale che sia il loro colore. Quindi non è una critica di parte nei confronti di un soggetto piuttosto che un altro.

Ma all'interno di questa norma si trovano anche altri interventi particolari rilevanti. Richiamo l'attenzione, perché mi pare che sia sfuggito all'Aula, su un comma particolarmente interessante, il comma 5, che prevede un'autorizzazione di spesa per studiare il problema dei nitrati, ovvero un finanziamento a favore dell'Arpas. Quando parliamo di nitrati parliamo del sistema Arborea. Noi tutti sappiamo che il sistema Arborea ha il suo punto debole, il suo nervo scoperto nella questione dei nitrati. Sappiamo tutti che una volta che l'agricoltura si è andata evolvendo verso il sistema delle cellette, che produce soprattutto liquami, è aumentata la quantità di nitrati che devono essere sparsi sul terreno. Eppure la zona di Arborea è l'unica in Sardegna che è stata dichiarata zona vulnerabile. Considerate che nel comune di Arborea su circa 93 ettari di superficie 55 ettari sono in zona vulnerabile, così qualificata dalla Comunità europea. Devo dare qua atto al collega Felicetto Contu che da Assessore, per primo in tutta Italia…

PRESIDENTE. Onorevole Steri, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, siamo all'articolo 25 del collegato alla finanziaria, cioè delle disposizioni in materia di governo del territorio. Già stamattina i colleghi hanno evidenziato come questo articolo, esattamente come gli altri, rappresenti un insieme di norme che da una parte, secondo il nostro punto di vista, avrebbero dovuto avere l'attenzione precisa non della terza ma della quarta Commissione, che si occupa di urbanistica, dall'altra corrispondono davvero poco, secondo la logica pasticciata di questo collegato, a quelle che sono le esigenze anche di governo del territorio diffuse in quest'isola. Si tratta, infatti, semplicemente di un insieme di norme, alcune delle quali, secondo l'onorevole Steri, anche interessanti. Così per noi non è. Noi riteniamo che queste norme avrebbero meritato una maggiore attenzione per gli effetti che potrebbero produrre anche laddove saranno trasferite alcune competenze, cioè nelle province e nei comuni. Riteniamo che questa sia una serie di norme che pasticciano ancora di più l'insieme dei provvedimenti e delle cose che comuni e province devono fare in questa materia. Si tratta di norme semplicemente messe lì, senza alcun progetto che le guidi.

Si parla di governo del territorio, ma è evidente, secondo noi, che questo è un tema che questa Giunta non vuole trattare in maniera organica, anche perché richiama grande responsabilità e ad oggi, per le cose che avete fatto e per i provvedimenti che avete preso in questa materia, il governo del territorio è un concetto abbastanza compromesso da interessi di vario tipo, non sempre collegati all'interesse specifico della Sardegna, dell'ambiente e del governo del territorio in senso stretto. L'unico progetto che si persegue, infatti, è quello per cui il territorio deve essere utilizzato, sfruttato e per certi versi, secondo noi, anche aggredito. Tant'è che l'aggressione ai problemi della Sardegna, di cui il presidente Cappellacci ha parlato in occasione dell'ultimo rimpasto di Giunta, per la quale aggressione tra l'altro ha varato una Giunta composta di soli uomini - proprio perché si trattava di aggredire i problemi della Sardegna! -, non era un'aggressione ai problemi della Sardegna, com'è sotto gli occhi di tutti, ma al suo territorio, alle sue coste e anche al suo vento, vorrei ricordare.

Nel vuoto di proposte e di idee, incrinato anche dalla vicenda attorno all'eolico, in questo vuoto della conduzione regionale c'è soltanto una strategia che preoccupa questa Giunta. E' una strategia di governo del territorio quella che vi preoccupa e che portate avanti; strategia dal nome molto significativo (sono andata a rivedermi un po' di documenti) di questi tempi, si chiama infatti "Sardegna nuove idee". Direi che questa è una definizione impressionante, anche perché vi fa fare un passo in avanti almeno nel linguaggio, dopo aver affermato in lungo e in largo, anche in quest'Aula, che questa Giunta sarebbe stata guidata dall'assenza di idee. Avevate detto: "La nostra idea è non avere idee" e oggi passate a una strategia per il governo del territorio che si chiama "Sardegna nuove idee"! Nuove idee: un crogiuolo pieno di inventiva e creatività, secondo noi. All'analisi dei fatti si tratta però, peccato, dell'ennesima bufala che concerta pochi strumentisti sulle solite note dolenti, oserei dire, ossia lo smantellamento di ciò che è stato fatto dalla precedente Giunta proprio in materia di governo del territorio. Quindi la vostra strategia, la vostra idea sul governo del territorio qual è? Aprire la porta, dite voi, alla concertazione e alla compartecipazione. Concertazione e compartecipazione, concetti portati avanti fino alla nausea. Ma aprire a chi, se non alle grandi imprese di costruzione? Questa è certamente una cosa per noi chiara.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Barracciu. Colleghi, vi invito ad abbassare il tono della voce.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, l'interesse di questa maggioranza su questo collegato è talmente esigua...

PRESIDENTE. Purtroppo non solo della maggioranza, onorevole Barracciu.

BARRACCIU (P.D.). Sì, ma questo collegato è di interesse soprattutto della maggioranza, posto che lo vuole in maniera così netta, salvo poi infischiarsene di quello di cui stiamo discutendo. Cosa faccio, vado avanti o mi fermo?

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Andiamo a prenderci un gelato, Francesca?

BARRACCIU (P.D.). Andiamo a prenderci un gelato, è meglio, è più produttivo, ha più senso, sono d'accordo con lei.

Questa legislatura, dicevo, è iniziata e va avanti col ripetersi della concertazione, della compartecipazione. Virtuosismi linguistici che lasciano il posto, di fatto, alla perdita di tempo cui vengono chiamati i cittadini e gli amministratori locali, dei quali peraltro in questa nuova strategia "Sardegna nuove idee", che dovrebbe...

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, le chiedo scusa.

BARRACCIU (P.D.). Io posso anche finire, Presidente. Naturalmente vorrei recuperare il tempo che mi si sta facendo perdere.

PRESIDENTE. Stia tranquilla, mentre parlo io il tempo non viene conteggiato, quindi tutti i secondi persi le verranno riconosciuti.

BARRACCIU (P.D.). Perfetto. Dicevo che questa legislatura è iniziata con una ripetizione di concetti come concertazione e compartecipazione, che riempiono anche la strategia "Sardegna nuove idee" che dovrebbe guidare la nuova politica del governo del territorio che la maggioranza sta portando avanti in Sardegna. Concertazione e compartecipazione alla fine si sostanziano anche in una perdita di tempo da parte di cittadini e amministratori locali che vengono chiamati alle riunioni su questo tema, rispetto ai quali c'è poca fiducia, posto che in questi incontri che vengono organizzati vengono inseriti dei "facilitatori" per spiegare di fatto o per far capire meglio (e anche far ingoiare la pillola, che evidentemente così dolce non è) quanto sia costoso e sacrificante salvaguardare quelle che il Piano paesaggistico regionale chiama risorse strategiche fondamentali e come vi sia l'esigenza di riscrivere quel piano. Una propaganda su tutti i fronti!

Ci chiediamo: concertare e condividere, scrivere il nuovo PPR con chi, posto che cittadini e amministratori locali vengono chiamati a queste riunioni, ma di fatto rimangono inascoltati? Noi la risposta ce l'abbiamo e l'abbiamo ripetuta nei mesi scorsi. Sappiamo bene qual è la risposta a questa domanda, così come sappiamo a chi attribuire l'estro creativo che ha concepito queste nuove idee che dovrebbero guidare anche la riscrittura del PPR. In realtà le persone che hanno portato quelle idee, ma anche le persone con le quali concertare e riscrivere il PPR, rappresentano gli stessi interessi che hanno distrutto il paesaggio e il territorio sardo, in particolare fino ai primi anni 2000. Tant'è che fin dall'inizio la maggioranza, incapace di emanare leggi d'altro tipo, si è limitata su questo tema a varare il cosiddetto piano casa e poi a prorogarlo di sei mesi, mettendo uno dietro l'altro diversi provvedimenti che rispetto al governo del territorio, di cui si cerca di parlare in questo articolo 25, davvero fanno accapponare la pelle. Una vergogna! Così come sono una vergogna le disposizioni contenute nella legge sul golf. Anche lì viene chiamato in causa il governo del territorio, anche se poi i termini utilizzati in qualche modo distolgono l'attenzione dal problema che riguarda appunto il governo del territorio.

La richiesta è di ritirare l'articolo 25, di riportarlo nella sede opportuna, di riflettere più opportunamente su quelli che sono gli effetti di norme pasticciate e di parlare seriamente del governo del territorio senza utilizzare slogan e nuove definizioni che servono più che altro per fare propaganda, ma allo stesso tempo per nascondere una politica di governo del territorio che ci preoccupa non poco, perché pensiamo che sia sul tavolo un ritorno non al governo del territorio, ma al suo sfruttamento, quello più becero già conosciuto anni fa.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, passiamo alla votazione dell'articolo 25.

(Interruzione del consigliere Giacomo Sanna)

Onorevole Sanna, abbiamo finito la discussione dell'articolo 25, ci sono solo emendamenti aggiuntivi.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Se ci sono da esprimere i pareri del relatore e della Giunta...

PRESIDENTE. Ci sono solo emendamenti aggiuntivi, onorevole Uras, proceda con la dichiarazione di voto.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sto chiedendo, Presidente, che cosa dobbiamo fare.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, se l'Aula ritiene, possiamo sentire il parere sugli emendamenti aggiuntivi, così è possibile fare una dichiarazione di voto complessiva, eventualmente, o interventi più articolati.

Ricordo che sono stati presentati gli emendamenti aggiuntivi numero 291, 269, 334, 142, 19, 20, 336 e 272. L'emendamento numero 334 è inammissibile, mentre degli emendamenti numero 19 e 20 è stata presentata una nuova stesura.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Ha detto che di alcuni emendamenti è stata presentata una nuova stesura, ossia un emendamento all'emendamento?

PRESIDENTE. No, una nuova stesura dell'emendamento.

BARRACCIU (P.D.). E quindi c'è un emendamento all'emendamento?

PRESIDENTE. No.

BARRACCIU (P.D.). E allora cosa vuol dire questa storia?

PRESIDENTE. Vuol dire che c'è una nuova stesura, onorevole Barracciu.

BARRACCIU (P.D.). Sì, ma è un emendamento all'emendamento o che altro?

PRESIDENTE. E' una nuova stesura, nel senso che l'emendamento è stato riformulato sotto l'aspetto lessicale.

BARRACCIU (P.D.). Ma un emendamento all'emendamento è stato presentato o no? Non si può fare una cosa del genere. Di che cosa stiamo parlando?

PRESIDENTE. Ha già il testo degli emendamenti, onorevole Barracciu.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Vorrei che mi confermasse l'ordine di discussione degli emendamenti.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, posso?

PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Barracciu.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, procediamo in ordine di votazione?

PRESIDENTE. L'ordine di votazione prevede prima l'emendamento numero 291, onorevole Maninchedda.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 291 il relatore si rimette all'Aula perché la Commissione non ha potuto discuterlo, immagino, però, che in virtù del fatto che non c'è aumento di spesa il parere sia favorevole. Sull'emendamento numero 269 della Giunta regionale il parere è favorevole. Mi risulta che l'emendamento numero 142 sia ritirato.

PRESIDENTE. Onorevole Mario Diana, l'emendamento numero 142 è ritirato?

DIANA MARIO (P.d.L.). Non è ritirato.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Qualora non sia ritirato, invito i presentatori a ritirarlo. Gli emendamenti numero 19 e 20 sono ritirati; sul numero 272 il parere è favorevole.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Manca il parere sull'emendamento numero 336.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sugli emendamenti numero 336, a firma Diana, e 334 mi rimetto all'Aula perché non sono stati esaminati in Commissione. L'emendamento numero 334 riguarda le aree perimetrate dal Piano stralcio per l'assetto idrogeologico, mentre l'emendamento numero 336 prevede la proroga dei termini per il recupero dei residui.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore, con la precisazione che l'emendamento numero 291, su cui il relatore non ha espresso un parere in quanto, se non ricordo male, la Commissione ne aveva sostanzialmente sospeso l'esame, può essere accolto.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 334 è inammissibile.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Non ricordavo che sull'emendamento numero 336 il relatore si fosse rimesso all'Aula. Il parere della Giunta è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intanto sono molto felice che sia tornata in aula, presidente Lombardo. Prima ho chiesto dei chiarimenti su alcuni emendamenti che, come dichiarato prima dalla Presidenza, sarebbero in piedi con una nuova formulazione. Ho chiesto alla Presidenza se questo significasse la presenza di emendamenti a emendamenti, ma non ho avuto risposta e anzi mi è stata tolta la parola come se niente fosse. Per cui ho necessità di capire di che cosa stiamo parlando.

PRESIDENTE. La nuova stesura era riferita soltanto a una diversa copertura finanziaria, perché c'era una copertura finanziaria attraverso le perenzioni che è stata modificata. Non sono stati presentati ulteriori emendamenti che abbiano modificato il testo di quegli emendamenti. La riformulazione era solo relativa alla diversa copertura finanziaria e il presidente Cossa, se non lo avessi sostituito, le avrebbe dato le dovute risposte.

Procediamo alla votazione dell'articolo 25.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo per chiedere la votazione separata comma per comma dell'articolo 25 e per dichiarare il mio voto contrario al comma 1, perché ritengo, e su questo ho già richiamato l'attenzione della Giunta in sede di discussione generale, che attribuire agli enti locali la funzione di controllo sugli studi di compatibilità idrogeologica relativi a opere che sono di interesse di quegli stessi soggetti, determini di fatto che controllore e controllato siano la stessa persona. Questo pone problemi.

Io avevo chiesto, Presidente, una valutazione degli Uffici sotto il profilo della legittimità costituzionale, perché non possiamo fare norme prendendo i problemi sotto gamba. E se un domani si dovesse verificare la situazione per cui un amministratore locale approvasse un piano di compatibilità idrogeologica in ragione di opere infrastrutturali di interesse comunale o provinciale in modo "generoso", per rispondere a esigenze o anche pressioni di ordine politico su cui fonda il consenso la sua amministrazione, e non fosse però tutelato in questa responsabilità da un giusto livello di autorità in questo campo, rischierebbe molto, anzi moltissimo anche sotto il profilo penale, e noi non possiamo mettere i nostri amministratori nella condizione di finire sistematicamente sotto processo. Chiedo che questa questione sia ripresa dalla Giunta, perché questa non è la sede adatta. Questa disposizione è un pasticcio! Questa disposizione grida vendetta in ogni riga!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, aderisco all'idea di votare comma per comma, però vorrei sottoporre all'Aula una questione molto seria. La Giunta su questo articolo non ha risposto, ha detto che non aveva nulla da dire. Primo: i primi tre commi di questa legge intervengono nella modifica delle norme tecniche di attuazione del PAI, ma la legge in discussione non è lo strumento idoneo, perché tali norme hanno seguito un altro percorso di approvazione.

Secondo: Assessore, è illegittimo che voi scarichiate sui comuni la competenza per l'approvazione degli studi di compatibilità idraulica e geologica-geotecnica inerenti al patrimonio edilizio pubblico e privato e poi chiediate loro di adeguare il PUC al PAI. Non esiste una cosa del genere, i comuni non possono essere contemporaneamente controllori e controllati! Questa materia è delicata e induce responsabilità non solo politiche, ma anche civili e penali.

Noi siamo disposti a discuterne urgentemente in Commissione, perché è una materia delicata, ma non possiamo affrontarla con norme come questa senza prevedere i giusti contrappesi. Peraltro per poter recepire il PAI nel PUC stanziamo 1 milione e 500 mila euro. Ma stiamo scherzando? Io voterò contro il primo, il secondo e il terzo comma e voglio che ci sia un voto palese, perché quando vi saranno le chiamate di corresponsabilità su queste partite, si dovranno sapere i nomi!

Badate, la politica è bella, entusiasma, ma comporta anche delle responsabilità. Quando noi confondiamo i livelli delle responsabilità è giusto che diciamo chi era d'accordo e chi era contro. Assessore, credo che su questo occorra fare una puntualizzazione. D'altra parte questa materia ha bisogno di una revisione generale, di aggiornamenti concreti e profondi e non di questo tipo di decentramento senza responsabilità. La preghiera è che concordiamo di superare insieme questa situazione.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, chiedo, per cortesia, cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo i lavori per cinque minuti. La seduta riprenderà alle ore 18 e 10.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 07, viene ripresa alle ore 18 e 15.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Per consentire sui primi tre commi dell'articolo un maggiore approfondimento si propone di bocciarli in questa sede e di ripresentarli nel collegato ai lavori pubblici, appunto con maggiori approfondimenti.

PRESIDENTE. Si possono bocciare e ripresentare sotto forma di emendamenti al collegato ai lavori pubblici, perché il termine di sei mesi si riferisce alle leggi, non a singoli commi o emendamenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Giulio, bocciamo i primi tre commi? Quindi disinneschiamo la bomba messa sotto le poltrone dei sindaci e degli ingegneri capi dei comuni! Va bene!

Rinuncio, Presidente.

PRESIDENTE. Gli onorevoli Sechi, Porcu e Mario Diana rinunciano a intervenire.

Possiamo fare un'unica votazione per tutti e tre i commi.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dei commi 1, 2 e 3 dell'articolo 25.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Mariani, Piras e Porcu hanno votato contro.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Contu Felice.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 60

astenuti 2

maggioranza 31

contrari 60

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione il comma 4 dell'articolo 25. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo al comma 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vedo che l'Assessore non è in aula, però vorrei ugualmente sottoporre un punto che passa per mero rifinanziamento. Il Programma d'azione per la zona vulnerabile da nitrati, la zona di Arborea, è largamente superato, ma noi stiamo continuando a stanziare soldi. Vorrei anche far presente che la situazione ambientale meriterebbe che questi denari, o altri che si potrebbero mettere, fossero utilizzati - lo dico all'onorevole Steri perché lo riferisca all'Assessore competente - per una urgente rivisitazione dei termini di pianificazione di quell'intervento, perché la situazione è di una gravità molto più elevata rispetto a quella che ha dato origine a quel programma di intervento. Lo dobbiamo fare nell'interesse complessivo della Sardegna, per la sua immagine, i suoi prodotti e tutto quello che potrebbe dedursi.

Quel programma è insufficiente e io vorrei che la raccomandazione che si accompagna a questo voto venisse raccolta, nel senso di utilizzare anche risorse aggiuntive, perché c'è un'emergenza che non riguarda solo il sistema Arborea, ma anche il rapporto fra numero di capi ed ettaraggio, che renderà impossibile a quel sistema, se non si risolve il problema, avere una prospettiva anche generazionale sulla tradizione produttiva di quei luoghi.

Bisogna stare attenti perché stiamo portando avanti un programma che è datato, che è stato una buona intuizione e ha sollevato un problema, ma non aveva neanche all'origine l'ambizione di risolverlo. Su questo stiamo segnando il passo da un po' di tempo e c'è bisogno di tornarci sopra. Questo è quello che mi sento, in coscienza, di raccomandare all'attenzione dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Al problema dei nitrati accennavo alla fine del mio intervento sull'articolo 25, che non ho potuto concludere. Sono pienamente d'accordo con l'onorevole Sanna sulla gravità di questo problema, perché all'interno del comune di Arborea, ripeto, 55 ettari su 93 e oltre di superficie totale costituiscono l'area che è stata perimetrata come zona vulnerabile in base alla normativa comunitaria, il che vuol dire che non si possono scaricare su quei terreni più di 170 quintali di liquami per ettaro, a fronte di una richiesta di nitrati di 350-360 chilogrammi per ettaro, con la conseguenza che i produttori, che tra l'altro già provocano fenomeni di inquinamento, in quanto non hanno le vasche di accumulo, si trovano costretti da un lato a spendere delle somme (parlo sostanzialmente della Cooperativa 3A) per mandare in discarica i liquami che non possono scaricare sui terreni, perché qualificati zona vulnerabile, dall'altro ad acquistare nitrati artificiali per poter dare al terreno ciò che gli serve. Non solo, nella zona confinante non vulnerabile la quantità massima di nitrati scaricabile è di 340 chilogrammi per ettaro.

Questo è un problema estremamente grave. Segnalo tra l'altro, ma è ben noto a tutti, che è possibile chiedere delle deroghe alla Comunità europea per avere una diversa disciplina. Purtroppo il Ministero si è attivato in questo senso solo ed esclusivamente tarando la richiesta di deroghe sulla situazione di quattro o cinque regioni, guarda caso del Nord Italia. Noi dobbiamo, con questo programma, acquisire tutti gli elementi e tutti i dati per poter richiedere una deroga ambientalmente ed ecologicamente compatibile che consenta di affrontare e risolvere questo problema. Ma poi il problema, come sappiamo tutti, si amplia anche alla situazione della SBS, che ha ben 800-900 ettari di terreno completamente inutilizzati che pure potrebbero essere utilizzati. Ecco perché anche in apertura dicevo che il punto è se la situazione della SBS viene considerata anche in questo comma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, il problema sollevato dai colleghi Sanna e Steri è veramente tale. Il Programma dei nitrati è ormai datato, sono passati cinque anni e quando si è affrontato questo problema con la SBS lo si è fatto proprio perché 900 ettari su 4 mila e 500 ettari che compongono la bonifica di Arborea possono essere una valvola di sfogo importantissima per quel comparto, ma non è sufficiente, tant'è che moltissimi allevatori hanno preso terreni in affitto fuori dal loro comprensorio di bonifica e debbono quotidianamente portare i liquami in altri territori che non hanno il problema dei nitrati. Il problema, quindi, esiste veramente e spero che questi 400 mila euro servano per definire questa questione.

Per quanto riguarda la proroga credo, collega Steri, che sia stata già chiesta nella precedente legislatura e che l'Unione europea non l'abbia concessa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, voglio solo sottolineare che io mi asterrò su questo comma e anche sul successivo. L'astensione non significa approvazione, ma è solo un richiamo alla Giunta regionale perché il tema che riguarda lo sviluppo di quest'area, dal punto di vista dell'allevamento e dell'attività agricola, necessita di una riflessione più compiuta, di un intervento organico.

Ci sono agenzie che noi abbiamo istituito per svolgere questa funzione, dobbiamo impegnarle. Il Consiglio regionale, almeno tramite la Commissione agricoltura, deve essere compiutamente informato sulla situazione, sennò che cosa succede? La cosa è molto semplice: così come in questa fase siamo dovuti intervenire, in modo anche acrobatico, per quanto riguarda la SBS, dovremo intervenire in una gestione di questa amministrazione assolutamente inadeguata rispetto alla gravità della situazione: persone disoccupate, attività imprenditoriali sospese, danno economico, danno ambientale. Tutto questo ha una responsabilità e non vale dire - onorevole Diana, lo dico a lei che so sensibile attorno a questo argomento - che qualche fesseria è stata fatta in altri tempi per giustificare mancanze che si possono determinare in questa fase.

Noi attendiamo un'iniziativa specifica della Giunta, dell'Assessorato competente e delle agenzie regionali su questo argomento, e non attenderemo tantissimo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, sono convinto anch'io che ci sia la necessità di intervenire a fondo e con determinazione sul problema che vive la zona di Arborea. Vorrei anche dire - lo anticipo rispetto a quello che diremo quando parleremo di agricoltura - che l'impiego sperimentale di una tipologia di mais ha consentito di abbattere quasi totalmente i nitrati, quindi in quel territorio una delle ipotesi di intervento sarà questa.

Credo che questa questione sia all'attenzione dell'Assessore dell'agricoltura e dovrebbe sicuramente farsene carico la Commissione agricoltura, di modo che si possa intervenire non con i soliti trattamenti che richiedono grandi studi e grossi interventi, senza per altro realizzare niente, ma ricorrendo ad attività connesse al mondo dell'agricoltura a basso impatto e con ricadute produttive. Grazie.

PRESIDENTE. Metto in votazione il comma 5 dell'articolo 25. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo al comma 6.

Ha domandato di parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. E' necessario che un Capogruppo appoggi la richiesta.

(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 6 dell'articolo 25.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu e Cappai hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 37

astenuti 24

maggioranza 19

favorevoli 37

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il comma 7 dell'articolo 25. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo al comma 8.

Ha domandato di parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Mario Diana)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 8 dell'articolo 25.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Alessandra Zedda ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Obinu - Piras - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risponde no il consigliere: Solinas Antonio.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 37

astenuti 25

maggioranza 19

favorevoli 36

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo al comma 9.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il comma 9 prevede di integrare con 1 milione e 500 mila euro i trasferimenti ai comuni per i prossimi tre anni come contributo per la gestione del PAI nell'ambito delle competenze descritte nelle norme tecniche di attuazione, ovvero per il suo recepimento. Vorrei fare un ragionamento, se l'Assessore mi segue un attimo: è ovvio che la cifra è insufficiente, ma è comunque apprezzabile che si diano risorse agli enti locali. Il punto è un altro: noi vogliamo sapere com'è stato fatto questo PAI. Il PAI è stato costruito in Sardegna sulla base di alcuni dati scientifici rilevati sul territorio e determinati sulla base di modelli di calcolo che hanno fornito gli elementi per la predisposizione della mappa del rischio. Gli eventi che sono capitati hanno dimostrato, nella loro eccezionalità, che quei modelli sono ampiamente superati e andrebbero rivisti. Ma consideriamoli ancora attuali. Non tutto il territorio è stato però monitorato sulla base del rischio attraverso il rilevamento dei dati. A un certo punto, per accelerare il processo, il PAI è stato completato sulla base di assimilazioni di calcolo che non hanno niente a che vedere con il dato reale e neanche con la situazione territoriale, per cui i comuni molte volte, pur avendo già realizzato le opere di prevenzione del rischio, continuano ad avere inutilmente un vincolo.

Allora c'è bisogno che quel finanziamento possa essere utilizzato dai comuni e non solo per adeguare, ma anche per predisporre le proposte di variante al PAI conseguente all'attuazione delle opere di prevenzione del rischio, cioè al superamento di quelle condizioni virtuali che di fatto tengono vincolate delle aree senza che ce ne sia bisogno. Quindi suggerisco una dicitura orale, se la Giunta è d'accordo, che ampli la possibilità di utilizzo di quelle risorse anche a questa fattispecie affinché si sblocchino le situazioni di inutile vincolo. Tutto qua.

PRESIDENTE. C'è una proposta di emendamento orale al comma 9. La Giunta è disponibile ad accoglierla qualora venga esplicitata.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dopo la parola "PAI", traslando la UPB, aggiungere: "nonché per la predisposizione delle proposte di variante conseguenti alla realizzazione delle opere di prevenzione del rischio". Sono quelle varianti che dovrebbero essere automatiche e non lo sono perché purtroppo non sono contemplate, tutto qua.

PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo, la proposta è accolta.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io voterò a favore di questo comma così come è stato oralmente modificato, però colgo l'occasione per dire che non possiamo procedere in questa materia ancora in modo approssimativo, come di fatto stiamo facendo. Procediamo in modo approssimativo in ragione delle dotazioni finanziarie che mettiamo a disposizione del sistema delle autonomie locali, chiamate a redigere la nuova pianificazione o ad adeguare quella esistente; agiamo in maniera approssimativa nella costruzione di una corretta interrelazione tra i diversi livelli di pianificazione territoriale. Siamo poco attenti, lo diceva prima l'onorevole Gian Valerio Sanna, a verificare la veridicità dei dati raccolti a corredo della pianificazione esistente e a intervenire con gli strumenti più idonei per aggiornare il patrimonio informativo su base territoriale.

Tutte queste condizioni, badate - poi interverremo sull'articolo 25 bis anche per quanto riguarda le procedure di accatastamento dei terreni - rendono scarsamente attendibile, anche dal punto di vista del risultato, diciamo, rischioso sotto il profilo della sicurezza, il sistema della pianificazione territoriale regionale e locale. Va fatta, come dire, una nuova costruzione normativa a sostegno, ma va fatta in modo adeguato e con lo strumento adeguato, che non è il collegato alla finanziaria.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione del comma 9 nella nuova formulazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del comma 9 dell'articolo 25.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Campus, Cappai, Fois e Randazzo hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Risponde no il consigliere: Capelli.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 50

astenuti 17

maggioranza 26

favorevoli 49

contrari 1

(Il Consiglio approva).

A seguito della non approvazione dei commi 1, 2 e 3 decadono gli emendamenti aggiuntivi numero 334, 291, 269 e 142. Gli emendamenti numero 19 e 20 sono stati ritirati, per cui passiamo all'emendamento numero 336, sul quale il relatore si è rimesso all'Aula, mentre la Giunta ha espresso parere contrario.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Intendevo verificare se sarebbe decaduto anche l'emendamento numero 291, essendo appoggiato all'emendamento numero 269, che era aggiuntivo rispetto al comma 1, non perché connesso con questo comma, ma proprio in quanto aggiuntivo. Sono norme non banali, comunque va bene.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Se non ho inteso male, sull'emendamento numero 336 c'è il parere contrario della Giunta e questo mi sorprende. Mi farebbe piacere che la Giunta spiegasse perché dà un parere negativo.

In buona sostanza questo emendamento all'emendamento numero 272 è volto a evitare che decine di comuni rischino di perdere i residui che erano destinati a opere pubbliche. Mi appello alla maggioranza, all'intera Aula, dato che tutti riceviamo sollecitazioni da parte dei sindaci, per evitare, ripeto, che ci sia la perdita di risorse importanti per le casse abbastanza esigue dei comuni. Noi chiediamo la proroga dei termini al 31 dicembre di quest'anno, anzi io sarei favorevole a un emendamento orale che proroghi di un anno, quindi fino al 30 giugno 2012, però ci accontentiamo, ovviamente, anche del testo integrale dell'emendamento all'emendamento.

Se ci fosse un rifiuto dell'Aula, ci assumeremmo la responsabilità di bocciare la possibilità per tanti comuni della Sardegna di intervenire, ripeto, su opere pubbliche che sono già state programmate e per le quali tante amministrazioni, per svariate ragioni, non hanno potuto operare nel tempo stabilito già dalla legge numero 1 del 19 gennaio 2011, che stabiliva una proroga, se non ricordo male, di quarantacinque giorni. Questo è il senso dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Il collega Diana ha anticipato e spiegato bene il senso di questo emendamento. E' un emendamento di buon senso, perché c'è il rischio che tante amministrazioni comunali perdano ingenti risorse destinate a opere pubbliche, poiché la finanziaria di quest'anno stabiliva un termine di quarantacinque giorni per l'appalto delle opere, pena il disimpegno delle risorse.

Vorrei ricordare che si è appena conclusa una tornata elettorale e molte amministrazioni, impegnate nel rinnovo dei consigli comunali e nella elezione dei nuovi sindaci, hanno così perso l'occasione per poter impegnare queste risorse. Penso che una proroga al 31 dicembre non comprometta il bilancio della Regione, però sicuramente non concederla potrebbe creare gravi danni ai bilanci di molte amministrazioni che hanno già avviato le procedure e che rischierebbero di perdere ingenti risorse. Ritengo, quindi, che su questo emendamento il voto dell'Aula possa essere favorevole e non capisco quale difficoltà abbia la Giunta ad accoglierlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, onestamente a me questo emendamento stupisce non poco, perché va a incidere sulla battaglia che abbiamo fatto per eliminare i residui. Avevamo concordato una proroga di quarantacinque giorni e ora volete prorogare di un anno? Se c'è un'emergenza su un singolo settore siamo d'accordo, altrimenti in questo modo stiamo sfasciando la manovra e gli accordi raggiunti, tra tutti peraltro, sui residui. Ecco perché siamo contrari.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 336.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Ladu e Sanna Paolo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Vargiu - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 63

astenuti 2

maggioranza 32

favorevoli 24

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 272. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 25 bis, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 25 bis e dei relativi emendamenti:

Art. 25 bis

Disposizioni in materia di agricoltura

1. Le disposizioni dell'articolo 2, comma 36 della legge regionale n. 3 del 2009 si attuano in via straordinaria entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Entro i successivi trenta giorni la sclassificazione è dichiarata con decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale previa deliberazione della Giunta regionale. L'utilizzo dei terreni è coerente con la programmazione urbanistica comunale.

2. Per le finalità di cui alla legge regionale 17 novembre 1986, n. 62 (Agevolazioni per il trasferimento e la regolarizzazione catastale dei terreni agricoli), è autorizzata, nell'anno 2011, la spesa di euro 1.000.000; le agevolazioni sono erogate ai sensi del regolamento CE n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti nel settore della produzione agricola (S06.04.017).

3. Il contributo già erogato a favore del Consorzio di bonifica del Cixerri a' termini dell'articolo 13, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 si considera sin dall'origine destinato all'abbattimento dei costi diretti e indiretti attinenti l'attività istituzionale dell'ente, sostenuti per le annualità dal 2002 al 2008.

4. Ai fini della corresponsione delle indennità previste al comma 2 dell'articolo 17 della legge 3 maggio 1982, n. 203 (Norme sui contratti agrari), è autorizzata, per l'anno 2011, a favore delle cooperative agricola affittuarie di terreni del monte dei pascoli di cui alla legge regionale 6 settembre 1976, n. 44 (Riforma dell'assetto agro-pastorale), una spesa non superiore a euro 500.000; alla relativa spesa si fa fronte con le disponibilità recate dall'UPB S06.04.004. La Giunta regionale, con propria deliberazione, adottata su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di agricoltura, determina le relative modalità e i criteri di erogazione.

5. A valere sulle risorse recate dal capitolo SC04.0193 (UPB S04.02.003) e per le finalità previste dall'articolo 5, comma 12, della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (legge finanziaria 2005), una quota pari a euro 2.000.000 dello stanziamento iscritto nell'anno 2011 è destinata al Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale; la relativa erogazione può avvenire anche in difetto dell'avvio della procedura di esproprio forzato.

6. In deroga alle disposizioni di cui all'articolo 4 della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica), possono essere portati a compimento i piani di ricomposizione e riordino fondiario in corso alla data di entrata in vigore della medesima legge regionale; resta ferma la necessità di acquisire il parere di cui al comma 18 dell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale approva uno specifico piano volto a individuare ulteriori interventi di riordino fondiario.

7. Al fine del compimento della procedura di cui al regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215 (Nuove norme per la bonifica integrale), e sue modifiche ed integrazioni, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 3, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità), e successive modifiche ed integrazioni. È fatta salva la possibilità da parte degli interessati di presentare, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, nella quale sia indicato anche in che modo essi sono venuti in possesso delle particelle immobiliari che hanno in godimento, allegando nel caso alla suddetta dichiarazione tutti gli eventuali atti anche informali mediante i quali hanno acquisito la proprietà delle particelle. Di tali dichiarazioni non si tiene conto in caso di contestazione.

Emendamento soppressivo totale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Cuccu.

Articolo 25 bis

L'articolo 25 bis è soppresso. (134)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 26 aggiuntivo DEDONI - VARGIU - COSSA - MELONI Francesco - FOIS - MULA.

Articolo 25 bis

All'emendamento n. 26 dell'articolo 25 bis è aggiunto il seguente emendamento:

dopo le parole "acquisto o permuta" viene inserito il seguente testo: "consentendo, inoltre, la regolarizzazione dei fascicoli aziendali includendo fra le spese quelle di aggiornamento catastale (volture) ad esclusione degli eventuali frazionamenti.".

Si incrementa, inoltre, la spesa da 1.000.000 di euro a 2.000.000 di euro sulla UPB (S06.04.017)

copertura finanziaria

in aumento

UPB S06.04.017

2011 euro 1.000.000

In diminuzione

UPB S01.03.010

Programmazione negoziata

2011 euro 1.000.000

(293)

Emendamento sostitutivo parziale Zedda Alessandra - Diana Mario - Lai - Piras - Stochino - Murgioni.

Articolo 25 bis

Il comma 2 dell'articolo 25 bis è sostituito dal seguente:

2. L'Amministrazione regionale interviene, sino al 100 per cento, per la copertura. della spesa effettivamente sostenuta per costi legali e amministrativi, compresa la realizzazione di indagini, tasse e costi di registrazione, conseguente l'attività di accorpamento fondiario di terreni agricoli realizzata mediante acquisto o permute. È autorizzata, nell'anno 2011, la spesa di euro 1.000.000 (UPB S06.04.017). La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, definisce le relative direttive di attuazione. (26)

Emendamento aggiuntivo Steri - Manca - Fois - Diana Mario - Campus - Cuccureddu.

Articolo 25 bis

Dopo il comma 6, sono inseriti i seguenti commi 6 bis, 6 quater, 6 quinquies e 6 sexies:

6 bis. Al fine di favorire ed accelerare un recupero di competitività delle aziende che operano nei comparti dell'acquacoltura intensiva, della mitilicoltura e dell'ostricoltura all'interno del territorio regionale e/o nelle acque territoriali prospicienti la Sardegna è autorizzata la concessione di un aiuto economico nell'ambito del limite stabilito dal regolamento CE N.875/2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della pesca e recante modifica del regolamento (CE) n. 1860/2004.

6 ter. L'aiuto potrà essere erogato solo alle aziende che svolgono l'attività di acquacoltura intensiva (allevamento di pesci) di mitilicoltura e di ostricoltura come attività prevalente e/o esclusiva.

6 quater. L'importo massimo dell'aiuto é fissato in euro 30.000 per ciascuna azienda ridotto delle eventuali somme percepite a titolo di finanziamento de minimis negli ultimi 3 anni.

6 quinquies: La somma necessaria all'erogazione degli aiuti di cui al presente articolo, fino alla concorrenza della somma massima di euro 1.000.000,00, sarà reperita fra quelle già disponibili nei capitoli di spesa di cui all'articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2006, cap. SC06.1370, UPB S06.05.002.

6 sexies. L'ARGEA Sardegna procederà all'espletamento delle procedure di erogazione degli aiuti ai beneficiari entro il termine massimo di centoventi giorni dall'approvazione del presente provvedimento. (43)

Emendamento all'emendamento numero 24 aggiuntivo Barracciu - Sanna Gian Valerio - Bruno - Lotto - Cuccu.

Articolo 25 bis

All'emendamento n. 24 sono aggiunti i seguenti commi:

2 bis. La trasformazione della carne e del latte di produzione propria per uso familiare e per la somministrazione dei pasti agrituristici è consentita, in deroga alle vigenti norme, nei locali polivalenti (cucine) previsti in dette strutture, previo controllo e autorizzazione delle autorità competenti e nel rispetto dei seguenti limiti massimi:

a) per i prodotti caseari fino a 50 litri di latte/giorno;

b) per gli insaccati fino a 800 chili di carne/anno.

2 ter. Le autorizzazioni di cui al comma 2 bis si ritengono acquisite qualora l'autorità competente non provveda entro quarantacinque giorni dalla relativa richiesta. (342)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Diana Mario - Lai - Piras - Stochino - Murgioni.

Articolo 25 bis

Al termine dell'articolo, dopo il comma 7, è aggiunto il seguente:

7 bis. Alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 è aggiunto, dopo l'articolo 2, il seguente articolo:
"Art. 2 bis (Prodotti utilizzabili nella somministrazione di pasti, alimenti e bevande)
1. Il pasto e le bevande offerti al pubblico devono essere espressione e valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche tipiche locali e della cultura alimentare della Sardegna. In caso di obiettiva indisponibilità di alcune produzioni in ambito regionale e di loro effettiva necessità nell'uso comune dell'ospitalità tradizionale, è consentito l'impiego di produzioni di altra provenienza rispetto a quelle indicate all'articolo 2, comma 2, lettera b) della presente legge. La Giunta regionale disciplina le modalità di applicazione di quanto disposto nel presente comma.

2: È consentito l'utilizzo dei prodotti indispensabili per diete speciali per motivi di salute.". (24)

Emendamento all'emendamento numero 87 sostitutivo parziale Cocco Pietro - Solinas Antonio - Bruno.

Articolo 25 bis

All'emendamento n. 87 sono apportate le seguenti modifiche:

al punto 2) le parole "giovani imprenditori" sono sostituite dalle seguenti: "giovani imprenditori agricoli come dall'articolo 2 del D.Lgs. 99, art. 3, del 29/3/2004;"

il punto 3) è sostituito dal seguente:

3) società agricole così come da D.L. del 27/5/2005 ed aventi le seguenti caratteristiche: (299)

Emendamento all'emendamento numero 87 aggiuntivo Cocco Pietro - Solinas Antonio - Bruno.

Articolo 25 bis

All'emendamento n. 87 sono apportate le seguenti modifiche:

dopo le parole: "di competenza regionale" è aggiunto il seguente periodo: "l'installazione e l'esercizio di impianti di biodigestione anaerobica, volti alla produzione di gas destinato alla trasformazione in energia elettrica fino ad 1 MW se alimentati da produzioni agricole primarie (quali mais, triticale, orzo, avena, grano, loglio, ecc.) e/o reflui zootecnici (quali liquami, letami, ecc.) e/o biomasse di seconda generazione derivanti dalla trasformazione di latte, olio, vini, e ortaggi (quali siero, scotta, sansa, acque di vegetazione, vinacce e vinaccioli, buccette di pomodoro, ecc.) sono considerate produzioni agricole, essendo il reddito derivante dagli stessi impianti qualificati dalla legislazione fiscale come connesso alla produzione agricola.". (298)

Emendamento aggiuntivo Sanna Paolo Terzo - Diana Mario - Lai - Bardanzellu - Murgioni - Zedda Alessandra - Locci - Piras - Cappai - Pitea - Sanna Giacomo - Planetta - Greco.

Articolo 25 bis

7 bis. Ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, l'installazione e l'esercizio di impianti di generazione elettrica alimentati da biogas, biogas, gas presentati da 1) soggetti IAP iscritti da almeno tre anni alla Camera di Commercio, o 2) giovani imprenditori o 3) società costituite per almeno il 50 per cento da soci IAP e giovani imprenditori ed aventi le seguenti caratteristiche:

1) capacità di generazione massima inferiore a 1 MW;

2) operanti in assetto di filiera corta;

sono assoggettati alla disciplina prevista dalla procedura abilitativa semplificata prevista dall'art. 6 del D.Lgs. n. 28 del 3 marzo 2011. La Giunta regionale stabilisce con apposito atto, i casi in cui essendo previste autorizzazioni ambientali o paesaggistiche di competenza diverse dal Comune, la realizzazione e l'esercizio dell'impianto e delle opere connesse sono assoggettate all'autorizzazione unica di competenza regionale. (87)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Diana Mario - Piras - Meloni Francesco - Cappai - Sanjust - Stochino.

Articolo 25 bis

Dopo l'articolo 25 bis è inserito il seguente:

Art. 25 bis 1

Reinquadramento del personale ex SRA Sardegna nei ruoli dell'Amministrazione regionale

1. Il personale in servizio presso i Servizi ripartimentali dell'agricoltura, trasferito all'Agenzia ARGEA Sardegna, ai sensi dell'articolo 21, comma 11, della legge regionale n. 2 del 2007, è reinquadrato nei ruoli dell'Amministrazione regionale; il reinquadramento ha luogo con il riconoscimento della posizione giuridica, economica e previdenziale anche integrativa in godimento, con effetto dal giorno di entrata in vigore della presente legge in posti ad esaurimento appositamente istituti, che sono soppressi all'atto della cessazione dal servizio dei dipendenti. Il servizio prestato in ARGEA Sardegna è valido ai fini delle progressioni di carriera.

2. il personale di cui al comma 1, pari a 265 unità, è assegnato, nell'ambito delle dotazioni organiche vigenti e delle disponibilità finanziarie a copertura delle medesime, ad ARGEA Sardegna e a LAORE Sardegna, previa intesa con le organizzazioni sindacali in relazione ai criteri di individuazione dei relativi contingenti; può inoltre essere assegnato all'Amministrazione regionale per le esigenze dell'Assessorato dell'agricoltura, compatibilmente con la programmazione triennale di reclutamento e fino ad un incremento non superiore al 5 per cento del contingente organico dell'Assessorato al 1° gennaio 2010, con conseguente riduzione di posti nella dotazione organiche dell'agenzia.

3. Ferme le soppressioni da disporre a norma del comma 1, i posti della dotazione organica delle agenzie, occupati dai dipendenti assegnati in applicazione del comma 2, non sono disponibili sino alla cessione dal servizio dei dipendenti medesimi.

4. Il trattamento economico complessivo dei dipendenti di cui al presente articolo è interamente a carico dell'agenzia o dell'amministrazione che se ne avvale e non deve comportare oneri aggiuntivi nei rispettivi bilanci.

5. Sino all'entrata in vigore della presente legge il personale di cui al presente articolo continua ad essere retribuito da ARGEA Sardegna. (46)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu.

Articolo 25 bis

Dopo l'articolo 25 bis è aggiunto il seguente articolo 25 bis 1:

Art. 25 bis 1

1. I crediti accertati e scaduti nei confronti di Abbanoa Spa, gestore del servizio idrico integrato in Sardegna, che siano vantati da parte di imprese, in qualunque forma costituite, ed enti di diritto privato che abbiano in Sardegna la sede legale o una stabile organizzazione e propri dipendenti ivi residenti, possono essere oggetto di cessione, procura all'incasso o altro atto analogo nei confronti di banche operanti nel territorio regionale, che assicurino l'anticipazione dell'intero credito o di una, sua parte.

2. La cessione del credito avviene con atto specifico da stipularsi tra il creditore e una o più banche di cui al comma precedente, secondo apposita convenzione quadro predisposta dall'Assessorato regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione, con delega di pagamento notificata al debitore e con garanzia e costo dei relativi interessi e degli oneri accessori a carico della Regione.

3. Tra la Regione ed Abbanoa Spa è stipulata apposita convenzione, che assicuri l'accertamento della sussistenza dei credito non oltre sessanta giorni, anche col silenzio assenso, e la verifica della recuperabilità del credito della Regione autonoma della Sardegna entro i due esercizi che seguono la cessione, anche in base alle somme che possono essere iscritte nei bilanci di previsione in base alla legislazione vigente.

4. Alle spese previste per l'attuazione del presente articolo, valutate in euro 10.000.000, si fa fronte con le disponibilità.

Copertura FNOL (259).)

PRESIDENTE. L'emendamento numero 259 è privo di copertura finanziaria.

E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Lotto, che ha a disposizione dieci minuti.

LOTTO (P.D.). Leggendo questo articolo, il cui titolo recita "Disposizioni in materia di agricoltura", mi sono reso conto che in particolare si parla dei consorzi di bonifica e della loro azione. Effettivamente questo tema oggi è particolarmente all'attenzione degli agricoltori che operano nei comprensori di bonifica, dove gestiscono la distribuzione dell'acqua i consorzi di bonifica, e questo perché in gran parte dei casi l'operato di questi consorzi incide in maniera preponderante e negativa sul già difficile compito degli agricoltori di far quadrare i bilanci delle loro aziende.

Noi abbiamo chiesto più volte in Commissione agricoltura che si mettesse mano al problema di questi consorzi, lo stato dei quali è noto a tutti i colleghi: in gran parte essi sono commissariati, e non da due anni, ma da diverse decine di anni. Mi sembra che soltanto uno sia governato dagli stessi agricoltori, ovvero da rappresentanti eletti dagli agricoltori, e guarda caso è anche quello che presenta meno problemi degli altri.

Ho avuto modo di affrontare la gravità della situazione che stanno attraversando gli agricoltori direttamente con loro. E' emerso un quadro davvero difficile tale da sollecitare una nostra reazione il più possibile tempestiva. Non possiamo, però, pensare di affrontare i problemi dei consorzi di bonifica, che hanno accumulato crediti sulle bollette relative a diversi anni e debiti per svariate decine di milioni di euro, con un articolo di un collegato alla finanziaria, torniamo al discorso di questa mattina. E' tempo, se questo mandato amministrativo e legislativo andrà avanti, che i consiglieri regionali si facciano carico di affrontare questi problemi con leggi ad hoc, con riflessioni nel merito delle questioni, con i necessari approfondimenti, e di trovare le dovute soluzioni. Se un agricoltore apre il giornale e legge che abbiamo affrontato il problema di un consorzio di bonifica in particolare, disinteressandoci dei problemi degli altri consorzi, non potrà che aumentare in lui la rabbia per l'assoluta insufficienza del nostro operato. Ecco perché torno a denunciare una prassi ormai invalsa. Io non ho esperienza delle legislature precedenti e quindi non mi pronuncio, ma in questa legislatura vedo che tutte le questioni vengono da noi affrontate con gli articoli, e relativi emendamenti, di una finanziaria o di un disegno di legge ad essa collegato. I problemi sono però ancora lì. In attesa di essere affrontati e risolti fanno soffrire la nostra gente e noi manifestiamo una totale incapacità di affrontarli in modo adeguato.

Credo che sia opportuno cogliere l'occasione di questo articolo, che pretende di parlare di agricoltura senza parlarne veramente, che è titolato "Disposizioni in materia di agricoltura", ma non ne affronta i problemi. Questa situazione non ce la possiamo permettere. Io non condivido un articolo che suona come presa in giro, ed è per questo che rivolgo un appello a tutta l'Aula affinché evitiamo di creare situazioni di questo genere. Noi dobbiamo affrontare e risolvere non solamente i problemi del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, ma anche quelli di tutti i consorzi di bonifica che operano nella nostra regione e dobbiamo soprattutto sapere che se questi continueranno a restare commissariati, se continueranno a essere gestiti senza il coinvolgimento dei principali consorziati, cioè degli agricoltori, saremo destinati a ritrovarci con un problema sempre più ampio e irrisolvibile. Ecco perché faccio appello affinché da quest'Aula venga un invito alla Commissione agricoltura ad affrontare i problemi e a trovare le soluzioni, nonché le disponibilità finanziarie necessarie per chiudere finalmente una partita che è stata aperta anni fa con una legge di riforma che non è applicata a sufficienza e sta solo ampliando i problemi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, sinceramente su un articolo come il 25 bis, che avrebbe dovuto affrontare i problemi del comparto agricolo e pastorale della Sardegna, mi sarei aspettato diversa attenzione da parte della Giunta e di questa maggioranza. Nel leggere i pochi commi dedicati a un settore così importante per la nostra regione sembrerebbe quasi che il comparto agropastorale della Sardegna oggi viva una situazione di totale benessere e che le manifestazioni che ci sono state l'anno scorso in Sardegna siano ormai dimenticate. Sembrano lontani anni luce quei giorni caldi in cui i pastori della Sardegna, anche con azioni eclatanti, hanno manifestato tutta la loro rabbia. Mi auguro solo che tutti qui dentro siamo consci della crisi che sta affrontando questo settore. E' una crisi grave, gravissima, ancora più forte di quella esistente prima dell'approvazione della legge regionale numero 15. Tra l'altro, delle scarse risorse messe a disposizione con quella legge, ben poco è stato erogato, se non quasi nulla, e la cosa più sconfortante per l'amministratore regionale, che ha la presunzione di poter svolgere il ruolo nell'interesse di tutti i comparti della Sardegna, è che oggi assistiamo, in un totale silenzio da parte della Giunta regionale, a continue manifestazioni da parte dei pastori, i quali non si rivolgono più all'Istituzione regionale, non si rivolgono più all'Assessore regionale dell'agricoltura e alla Giunta regionale, evidentemente delusi dalle risposte che hanno avuto da parte loro, e cercano soddisfazione altrove. Sono andati a Roma, sono andati al Ministero dell'agricoltura, sono arrivati sino alla Commissione europea per rivolgersi infine al Papa, sperando che in qualche modo potesse, almeno lui, intercedere per qualche miracolo.

In questo articolato si cerca, come già detto dal collega Luigi Lotto, di affrontare la situazione dei consorzi di bonifica. Vorrei ricordare all'Aula le mozioni e gli ordini del giorno che sono stati approvati in quest'Aula, nonché le decisioni che la Commissione agricoltura ha preso nel momento in cui ha deciso, con il conforto delle associazioni di categoria, di iniziare un esame della situazione dei consorzi di bonifica della Sardegna per cercare di affrontarla e possibilmente arrivare a una proposta il più possibile condivisa.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue SOLINAS ANTONIO). Quel dibattito si è svolto in una sola riunione, dopodiché la Commissione non è stata più neanche riconvocata. Non solo, nella giornata in cui si doveva discutere il problema dei consorzi, dopo dieci minuti in Commissione erano presenti solo i rappresentanti della minoranza consiliare e il Presidente della Commissione. I rappresentanti della maggioranza tanto erano interessati a un problema così importante che si erano trovati qualcos'altro da fare. Oggi la situazione dei consorzi è sempre più drammatica; il debito sta raggiungendo livelli impressionanti, cito solo l'esempio del Consorzio di bonifica dell'Oristanese, che ha superato i 20 milioni di euro di passivo, con un debito annuale nei confronti delle banche di più di 1 milione di euro.

Avete trovato l'escamotage della nomina di commissari ad acta, l'ho detto altre volte in quest'Aula, che tutto hanno fatto tranne quello per cui erano stati nominati, anzi hanno fatto tutto quello che non potevano fare, e spero che nessuno arrivi a contestare gli atti che eventualmente i commissari ad acta hanno adottato, in quanto avrebbero dovuto svolgere solo il compito, come dice la parola stessa, di predisporre gli atti per arrivare alle elezioni degli organismi dei consorzi, cosa che assolutamente non hanno fatto. Sono convinto che in quasi tutti i consorzi di bonifica, se non in tutti, oggi non sia possibile eleggere i rispettivi organi, perché non credo che gli agricoltori siano così sprovveduti da accettare di candidarsi al governo di un consorzio come quello dell'Oristanese, che ha un debito altissimo, come ho detto poco fa.

Sarebbe importante sapere dall'Assessore dell'agricoltura, dalla Giunta, se la delibera di nomina dei commissari, che è apparsa nel sito ufficiale della Regione, è stata portata a termine oppure ci sono ancora oggi i commissari ad acta reclutati da altri consorzi per svolgere un compito che in realtà non hanno svolto. Vorremmo sapere dalla Giunta se sono stati nominati i commissari straordinari, oppure svolgono le funzioni ancora i commissari ad acta.

Ne approfitto per ricordare ancora una volta, in modo particolare all'Assessore dei lavori pubblici, che prima era in aula e adesso non più, che quasi un anno fa ho presentato un'interpellanza per avere risposte da questa Giunta regionale su un contenzioso tra il Consorzio di bonifica dell'Oristanese e l'Enel per quanto riguarda le centrali idroelettriche del Tirso, nel territorio di Busachi. Assessore, io spero che questa questione si possa risolvere in quest'Aula con atti deliberativi e che non siamo costretti a rivolgerci ad altre istituzioni fuori della politica. La situazione sta diventando sempre più drammatica, perché l'Enel continua a incassare da quella centrale circa 10 milioni di euro all'anno, senza rispettare l'impegno che aveva preso con l'Amministrazione regionale e con il Consorzio di bonifica dell'Oristanese di versare il 50 per cento degli introiti in un conto cointestato. Credo che neanche gli emendamenti che sono stati presentati possano ritenersi utili per affrontare un problema come quello agropastorale. Tra l'altro, su alcuni commi dell'articolo 25 bis credo sia necessaria qualche delucidazione perché non sono riuscito a capirne il significato. Credo sia opportuno, assessore Contu, che in particolare sul comma 5 dia qualche delucidazione che ci aiuti a capire meglio quello che vi è scritto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, contrariamente ai colleghi dell'opposizione io ritengo che questo articolo sia particolarmente significativo. E' il frutto di emendamenti, quasi tutti a firma congiunta, e di conclusioni condivise da maggioranza e opposizione. Di taluni emendamenti riguardanti gli ultimi due commi è addirittura primo firmatario l'onorevole Cuccu. Si tratta ovviamente di norme che non hanno la pretesa di risolvere tutti i problemi dell'agricoltura, ma che affrontano taluni aspetti anche di carattere generale.

Al di là della norma che prevede la riattivazione dei contributi per la formalizzazione della titolarità della piccola proprietà contadina, è particolarmente rilevante la norma sul riordino fondiario. Come primo aspetto questa norma consente di portare a termine alcuni procedimenti, come ad esempio quelli avviati in comuni del Campidano, che sono ultimati ma non perfezionati per un motivo formale: quando è stato approvato il piano di riordino fondiario non è stato inserito tutto il capitolo sulla ricomposizione fondiaria e così dopo la riforma è stato bloccato qualsiasi procedimento. Si è quindi previsto che i piani in corso, che erano già stati adottati, possano essere portati a termine e si è anche prevista la possibilità che la Giunta, con una propria delibera, provveda a individuare dei criteri generali e a dare corso appunto ai piani di riordino fondiario.

Sappiamo tutti che la ricomposizione della proprietà è uno degli elementi fondamentali - anche se vedo che all'Aula l'argomento non interessa molto - per consentire un'efficace politica agricola. Ancora più rilevante è la norma con cui si disciplinano le modalità di compimento dei piani di riordino fondiario. Come sappiamo il problema più grosso rispetto a questi piani è che in Sardegna c'è una situazione di fatto non coincidente con la titolarità giuridica. E' prassi che, anche considerata l'irrilevanza e spesso l'esiguità dei fondi compravenduti, vengano fatte delle permute di fatto, cioè non formalizzate davanti a un notaio. In questa situazione è evidente la pratica impossibilità rebus sic stantibus di giungere al compimento delle procedure di approvazione dei piani di riordino fondiario. Ebbene, con queste norme abbiamo previsto espressamente che per quanto riguarda la procedura di cui al regio decreto del 1933 per individuare i proprietari si fa riferimento in prima battuta al DPR numero 327 del 2001, che contiene il testo unico sulle espropriazioni e che rimanda ai proprietari catastali quando è impossibile individuare il titolare effettivo. Ma abbiamo anche dato applicazione alla norma nazionale che consente di utilizzare le autocertificazioni e le autodichiarazioni per attestare il possesso di quelle aree. Una volta fatto questo sapete bene tutti che il decreto che approva il piano ha carattere espropriativo e quindi consente l'acquisto e la formalizzazione delle titolarità. Ma la rilevanza di questa norma per il settore agricolo mi sembra di tutta evidenza e non merita alcun commento. E' sicuramente una delle norme più significative contenute in questo collegato.

Si rinvengono poi alcune norme particolari. Per esempio il collega Solinas chiedeva chiarimenti sul comma 5. Si tratta di correggere un errore della norma messa nella finanziaria, perché era stata formulata erroneamente e non era ben chiaro che quelle somme erano destinate al Consorzio della Sardegna meridionale. Un altro problema pratico lo risolve il comma 3, e così via. C'è poi un emendamento, se non sbaglio all'articolo 27, rilevantissimo in tema di consorzi di bonifica perché riscrive l'articolo 44 della legge regionale numero 6 del 2008, ma lo vedremo in seguito. Sono tutte norme che per lo più hanno avuto il consenso unanime di maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, affrontiamo un altro tema in questo collegato omnibus che è interessantissimo e importante per la sua portata, sicuramente utile al mondo agricolo in senso lato, fonte principale, credo, anche del futuro sviluppo economico dell'Isola. Ancora una volta, però, si denuncia il fatto che non si riesce ad affrontare i temi con una proposta organica che ne svisceri tutti gli aspetti. I miei colleghi hanno parlato dei consorzi di bonifica, che sono diversi, non c'è solo quello della Sardegna meridionale. Si affronta questo tema perché c'è un'emergenza, però poi non si affronta il tema generale del loro riordino, addirittura si accarezza l'idea del superamento di questi consorzi. Ancora una volta, quindi, temi importanti, per carità, vengono affrontati, come è ormai abitudine da due anni e mezzo a questa parte, a "spizzichi e mozzichi", come si suol dire, il che non va bene perché pur riconoscendo la validità e l'utilità di questo articolo e dei suoi commi, mi sembra improduttivo affrontare temi di così vasta portata nell'ambito di un tema più generale che meriterebbe una discussione più approfondita e un'analisi specifica.

Sicuramente il riordino catastale, l'acquisizione e l'accorpamento dei terreni è uno degli elementi atavici in Sardegna che ha scombussolato quella che è l'unità aziendale minima. Con fatica in molte aree si stanno riaccorpando le proprietà, si sta dando un minimo di supporto alle aziende agricole e zootecniche prima parcellizzate in virtù della nostra vecchia abitudine di suddividere, con una stretta di mano all'interno delle famiglie patriarcali, i grandi lotti di terreno, perché di maggior valore, in più unità familiari. Quindi si è polverizzata la proprietà terriera e oggi salutiamo sicuramente con favore questo aspetto. Il monte dei pascoli della Regione Sardegna ha una dotazione terriera enorme e va benissimo sicuramente anche il discorso sulla cessione a cooperative o produttori agricoli dei terreni che a suo tempo sono stati parcellizzati e quindi ceduti al monte dei pascoli perché di fatto erano spezzettati, distanti l'uno dall'altro e non potevano essere utilizzati. In sardo si diceva sega sa carrera, cioè interrompe il pascolo all'interno dell'azienda. Sono temi affascinanti, per certi aspetti, anche sotto il profilo culturale della storia della Sardegna, che però, ripeto, vengono affrontati in modo parziale e frammentato e questo non va bene.

In questo articolo, che definisco omnibus così come tutto il collegato, si parla addirittura di personale. C'è un problema di stabilizzazione, di rinquadramento del personale da un ente all'altro, sperando che anche sul personale si affronti decisamente un articolato completo e non parziale. Mi pare che già in questo collegato la Commissione abbia stralciato buona parte di quanto inizialmente inserito nel disegno di legge, se non la quasi totalità, anche se rimangono frammenti inerenti alla stabilizzazione o sistemazione del personale. Certo, è importante che gli enti di assistenza agricola abbiano personale stabile e non precario, perché questo si riflette sulla resa dell'assistenza agli operatori agricoli, ma si parla anche di prodotti alimentari da somministrare, presumo, all'interno degli agriturismi. Questa Assemblea ha predisposto una legge, un'ottima legge su questa attività che è integrativa rispetto all'attività di allevamento, all'attività agricola in senso lato, ma andrebbe tutelata, come in parte si è cercato di fare. Probabilmente ci sono ancora aggiustamenti da fare perché non vengano meno certe tradizioni e la possibilità di produrre all'interno delle aziende agrituristiche. Oggi la Comunità europea ne minaccia la soppressione. Mi sembra che in questi giorni sulla stampa si parlasse dei culurgiones, che sono una specialità tipica, differenziata peraltro nella sua tipicità tra Campidano, Gallura e Ogliastra e che rischia di non poter essere più prodotta all'interno delle aziende zootecniche o agricole, laddove avviene l'integrazione con i prodotti tipici, per cui si snaturerebbe questa cultura, questa tradizione. Seppure deve essere garantita l'attività igienico-sanitaria, per cui la produzione e il confezionamento devono avvenire con tutte le dovute garanzie igienico-sanitarie, non si può snaturare quella che è la cultura locale, altrimenti perdiamo la nostra identità. Questo bisogna ribadirlo continuamente: laddove si minano gli aspetti storici e culturali della nostra identità rischiamo di perdere la nostra unità territoriale (i Sardisti direbbero la nostra identità nazionale), che è importante e deve essere sempre all'attenzione, sotto la lente di ingrandimento, perché non venga mai meno, altrimenti non avremo elementi per confrontarci con il resto del mondo, ma ci appiattiremo su altri elementi, che non quelli che ci caratterizzano e ci danno ricchezza di confronto.

Nell'articolo si parla di installazione di impianti di biogas, un ulteriore elemento che va salutato con favore, ma inquadrato anch'esso all'interno di una nostra autodeterminazione energetica. Le aziende agricole potrebbero avere una loro autosufficienza energetica e allora utilizziamo la nostra autonomia per renderle autonome sotto il profilo del fabbisogno energetico attraverso impianti di biogas, impianti solari o pale eoliche. Esistono, per esempio, le mini pale eoliche che sono sufficienti per un'azienda. Sgravarci dalla dipendenza energetica vuol dire predisporre la nostra Isola alla totale autonomia energetica. Sappiamo quanto una nazione che ha piena autonomia e pieno potere sull'energia sia in grado di autogovernarsi e di non dipendere da altri, come invece siamo stati costretti a fare sino ad oggi.

Altri elementi: si parla di incentivo per l'acquacoltura, va bene anche questo, però, anche qui ci vorrebbe una legge organica sulla pesca. Abbiamo mari e acque interne che favoriscono questa potenzialità, che rappresenta un altro elemento importante per lo sviluppo economico dell'Isola, unitamente alle potenzialità agricola e zootecnica, creando la filiera dall'allevamento alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici. Una regione circondata dal mare e dotata di acque interne non può che incentivare, incoraggiare queste specificità.

Per ognuno di questi temi andrebbe costituito un organico articolato legislativo che desse certezza, sicurezza nel tempo e quindi anche possibilità per le nuove generazioni di trovare in questi settori possibilità occupazionali e quindi prospettive per il futuro. Sono temi che è necessario affrontare, però, ripeto, ancora una volta lo si fa in modo frammentario e disarticolato. Proviamo a trattare approfonditamente alcuni di questi argomenti, approvando normative compiute che diano certezze per lo sviluppo dell'Isola e quindi sicurezza e prospettiva ai nostri giovani ancora in cerca di occupazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Certamente anche nell'affrontare il tema dell'agricoltura abbiamo necessità di capire almeno il senso del messaggio che si vuole lasciare o dell'azione infrastrutturale che si vuole avviare. Nel rispettare profondamente quello che ha detto il collega Steri sull'importanza di queste questioni, siccome sono un attento lettore delle cose e vorrei anche che le leggi che facciamo non fossero oggetto di derisione pubblica per le cose improprie che vi scriviamo, vorrei sottolineare l'ultima parte del comma 7, a proposito del regio decreto del 1933. Voi scrivete: "unadichiarazione sostitutiva di atto notorio, nella quale sia indicato in che modo essi sono venuti in possesso delle particelle immobiliari che hanno in godimento, allegando nel caso alla suddetta dichiarazione tutti gli eventuali atti anche informali mediante i quali hanno acquisito la proprietà delle particelle. Di tali dichiarazioni non si tiene conto in caso di contestazione". Ma come? Se c'è una contestazione evidentemente l'atto notorio dichiara il falso e questo fatto andrebbe perseguito! C'è una conseguenza penale, per cui non si può scrivere in legge che non se ne tiene conto. Cosa vuol dire non se ne tiene conto? E' come dire: abbiamo scherzato!

Non si può fare un'affermazione del genere. Se in presenza di una contestazione viene verificato che in un atto notorio è stato detto il falso, chi ha presentato quell'atto va perseguito. Altroché se se ne deve tener conto! Attenzione perciò a quello che scriviamo, perché non lo possiamo scrivere, mica per altro. Le parole hanno un peso e un significato e un legislatore non può scrivere una cosa del genere, quindi suggerirei di rivedere la norma, perché tentare di liberalizzare anche reati penali, come dichiarare il falso, è un po' eccessivo.

Detto questo, Assessore, spero proprio che un medico al capezzale dell'agricoltura rappresenti un buon auspicio, sempre che la situazione del moribondo non sia al punto finale, spero di no, perché a quel punto purtroppo dovremmo essere tutti noi al capezzale dell'Assessore e della Giunta, dal punto di vista politico, ovviamente.

Sono assolutamente d'accordo sul fatto che si riparli in quest'Aula, anche se timidamente, di riordino fondiario, dico tuttavia che è un'azione molto timida, quasi episodica: piccole cifre anche insignificanti, se vogliamo, rispetto al lavoro che ci sarebbe da fare. E qui vengo all'idea alla quale personalmente sono molto legato, che è l'idea di guardare lontano, come tutti dovremmo fare. Certo, teniamo conto anche della crisi, ma guardiamo lontano. Come prima cosa, Assessore, le raccomando di trovare un punto di equilibrio coerente con le vostre scelte e leggibile anche per noi che abbiamo una nostra idea del territorio. Se scegliete di mandare avanti il riordino fondiario, vorrei che un giorno o l'altro lei, Assessore, si esprimesse contro coloro che vogliono attaccare la campagna per edificarla, perché il riordino fondiario non si concilia con quella politica in quanto ha un significato se legato alla riconquista del latifondo come capacità produttiva commisurata al valore aggiunto che rende redditizia l'attività agricola. Più piccolo è il latifondo, più rischio c'è per quell'economia e non possiamo tornare alla logica delle chiudende e immaginare un'agricoltura chiusa nei limiti di un'idea medievale.

Sono d'accordo, lavoriamo. E il motivo per cui sono d'accordo glielo spiego, Assessore, con altrettanta franchezza: questa è la frontiera dell'avvenire dell'umanità intera. Un tempo, colleghi, i Paesi emergenti per garantirsi il futuro e la ricchezza acquistavano le riserve auree, perché sapevano che attraverso tali riserve si sarebbero garantiti una prospettiva di maggiore solidità economica, un futuro più lungo. Questa era l'attività dei Paesi emergenti che avevano trovato una ricchezza. Andate a vedere qual è oggi la politica degli attuali Paesi emergenti, cioè di quelli che stanno uscendo dalla crisi: non vanno più ad acquistare le riserve auree, cercano di acquistare invece, negli altri Paesi, latifondi irrigui per dedicarli all'agricoltura, perché sanno che quello è l'oro del domani.

Di fronte a queste cose qual è la politica agricola che noi dobbiamo attuare, chiaramente seguendo tutte le procedure e le contingenze? Una politica che stabilisca che l'obiettivo minimo verso il quale dobbiamo camminare è l'autosufficienza alimentare. Avere autosufficienza alimentare significa uscire da alcuni schemi, così come proponiamo con diversi colleghi attraverso un emendamento a questa parte del collegato. L'autosufficienza alimentare si manifesta e si esalta attraverso un'adeguatezza della normativa, per esempio sulle aziende agrituristiche. I colleghi forse non lo sanno, ma noi abbiamo in questa materia una legislazione che forse nel '98, quando è nata, era all'avanguardia, oggi non interessa. Non interessa quella legislazione ed evidentemente non interessa neanche ascoltare un ragionamento al riguardo, ma io starei molto attento perché intorno a queste cose vi è la prospettiva di tante persone che oggi vivono nella disperazione. Dovremmo stare attenti anche per rispetto verso di loro.

La legge del 1998 è stata una buona legge, una grande intuizione, ma da allora a oggi è cambiato il mondo e probabilmente è necessaria una profonda rivisitazione di quella norma, perché tra l'agriturismo e la ristorazione tout court si sono inserite diverse altre categorie che non sono riconducibili né alla ristorazione vera e propria né all'attività agrituristica. Non possiamo far finta che non esista questo problema e uccidere l'agriturismo. E allora, Assessore, ed è una cosa importante, noi introduciamo una proposta, perché non dobbiamo essere contraddittori tra noi. Oggi in un agriturismo della Sardegna è proibito utilizzare i locali polifunzionali per trasformare una quantità modica di latte in formaggio da consumare in famiglia e da offrire agli ospiti. Nelle aziende agrituristiche oggi è impossibile utilizzare i locali polifunzionali per trasformare un quantitativo di carne in insaccati che garantisca l'identità di quell'istituto. Questo avviene in forza di normative intollerabili demandate alle Aziende sanitarie, normative che devono essere rese derogabili perché gli operatori, che non sono stupidi, dicono: "Siate pure rigorosi al massimo per quanto riguarda l'igiene, lo vogliamo, anzi lo pretendiamo!" E noi siamo d'accordo con loro, massimo dell'igiene, ma non possiamo togliere loro la possibilità di trasformare nelle giuste quantità quei prodotti che fanno l'agriturismo, che lo realizzano, altrimenti non esisterebbe agriturismo, sarebbe una contraddizione. Ecco perché dico che in questo momento di crisi noi dobbiamo riprendere dalle cose potenzialmente più piccole, ma che esprimono dei valori. Dobbiamo raccontare dei valori, non limitarci a ciò che state proponendo, perché in questo modo la riforma che c'è stata con l'istituzione dell'albo dei fornitori assume un valore residuale rispetto alla forza che invece ha la produzione propria, che in qualche modo concorre alla rinascita della qualità dei nostri prodotti.

Se poi questo provvedimento, Assessore, è dettato dall'immediatezza per dare un segnale, in futuro ci dovremo impegnare, e su questo ci troverà d'accordo, a rivedere profondamente la legge numero 18, per farne una legge moderna eliminando quelli che non realizzano agriturismo e magari pensando che le province possono essere gli enti più interessati a esercitare un controllo e una valorizzazione attraverso un'opportuna delega per la verifica dei regimi di qualità. Noi siamo disponibili a lavorare, però le chiediamo di dare questo segnale a questo mondo importantissimo che può segnare l'avvio di una rinascita della qualità delle nostre produzioni agricole.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). E' pur vero che in un collegato non si può affrontare il tema dell'agricoltura, che tutti comprendiamo necessita di essere esaminato a fondo, verificando esattamente quali sono le cause della crisi così grave che il settore agricolo attraversa di questi tempi. E' altrettanto vero che l'agricoltura è fondamentale in Sardegna: è fondamentale sotto l'aspetto della coltivazione ed è fondamentale per l'allevamento ovicaprino, bovino e per tutto quello che è il sistema della produzione agricola. Abbiamo sentito dire a più riprese che la legge di riforma dei consorzi di bonifica è inattuata, che bisogna verificarne l'applicazione, che i tributi si devono pagare in maniera equa e da parte di tutti. Io stesso ho presentato un'interrogazione per verificare se i consorzi di bonifica, che potrebbero ricavare anche degli utili, debbano per esempio soggiacere all'Enel, che certamente non regala niente e che beneficia della produzione energetica derivante dall'utilizzo dell'acqua della diga sul Tirso.

Tutti questi problemi vanno affrontati con serietà e attenzione da parte del Consiglio regionale e delle Commissioni, ecco perché è necessario allocare in questo collegato alcuni interventi che credo siano importanti. Assessore, riterrei che potrebbe fare buona memoria di alcuni interventi che possono essere recuperati anche nell'attività ordinaria del suo Assessorato. Mi riferisco alle possibilità che derivano dalla sperimentazione sul mais, perché molti non sanno che il mais prodotto in Sardegna è privo di quel qualcosa che rende difficile l'utilizzo del mais prodotto nel continente perché può determinare delle alterazioni nelle farine con conseguenze di carattere igienico-sanitario e anche medico, in quanto sembrano essere tra le cause di insorgenza del cancro dell'esofago. La nostra produzione è immune da questo. Perché, dunque, non fare delle sperimentazioni per valorizzare il mais a frattura vitrea, per la produzione di polenta, di farina e di mais in Sardegna? Una differenziazione di quel tipo nella produzione ancora non c'è e allora perché non considerare la possibilità di cui ho parlato in riferimento all'articolo precedente? Il mais potrebbe infatti risolvere anche i problemi dei nitrati ad Arborea. Si sta facendo in merito uno studio che è ormai in avanzata fase d'istruzione e che potrà consentire le produzioni e allo stesso tempo il disinquinamento reale delle aree, non il tipico disinquinamento che attrae risorse dall'ente pubblico, ma non risolve i problemi.

Perché non considerare che la pecora sarda, che viene utilizzata prevalentemente per la produzione di latte (sono state fatte numerose sperimentazioni per cercare di incrementare la quantità di latte prodotto da ogni singolo animale), potrebbe essere utilizzata anche per la produzione di carne? Per esempio gli agnelloni potrebbero essere commercializzati anche in altri mercati, come quelli dei Paesi musulmani. Perché non fare delle sperimentazioni che consentano di diversificare i vari settori della produzione e della commercializzazione? E perché non incominciare a riflettere sul fatto che il latte ovino è poco remunerato rispetto al costo di produzione e che non sono sufficienti le misure che sono state approvate qui in Consiglio, sulla spinta della richiesta della piazza, ovvero dei pastori che qualche mese fa hanno occupato una sala consiliare? Un contributo di 3.500 euro per chi possiede almeno 500 capi può servire per pagare il mangime per uno o due mesi, mentre ciò che serve davvero sono le riforme strutturali. Bisogna iniziare a domandarsi se non sia il caso di imporre le quote latte di modo che un litro di latte venga pagato almeno un euro e sulle eccedenze venga effettuato il prelievo finanziario previsto. Perché non incominciare a ragionare a tutto tondo e capire che i nostri agricoltori sono vessati dalla burocrazia e sono spesso costretti a chiedere aiuto ai CAF? Come quando non si sanno giustificare le proprietà, ovvero i dati catastali non corrispondono alla situazione di fatto, e il registro aziendale viene bocciato, con la conseguenza che i pagamenti non vengono effettuati perché l'AGEA nazionale pretende la regolarizzazione di tutti i registri.

Ecco, a questo può servire l'emendamento che ho presentato all'emendamento numero 26 della collega Zedda, cioè a integrare l'aggiornamento dei dati catastali, e quindi il riordino fondiario, consentendo la regolarizzazione dei fascicoli aziendali includendo fra le spese ammesse anche quelle per l'aggiornamento catastale (volture), ad esclusione, però, di eventuali frazionamenti di cui qualcuno si potrebbe giovare in maniera irregolare. Sono una serie di piccole innovazioni di cui lo stesso Assessore si può far carico in questa fase, in attesa che il Consiglio affronti seriamente questa materia e approvi una legge organica, perché l'agricoltura è importante per la nostra Isola e per le sue diverse realtà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, è la prima volta che abbiamo la possibilità di confrontarci in Aula con il nuovo Assessore dell'agricoltura, che so essere su questi temi persona priva di pregiudizi e quindi senza una ricetta in tasca. Spero che questo sia l'inizio di un confronto proficuo e senza condizionamenti, perché l'agricoltura ne ha bisogno.

Sull'articolo 25 bis non ho da fare nessun intervento critico, o particolarmente critico, ho soltanto da sottolineare alcune cose. Penso che già a partire dal titolo potremmo dire qualcosa, perché è un titolo ambizioso: "Disposizioni in materia di agricoltura". Potremmo parlare di piccoli sussidi in materia di agricoltura, perché è chiaro che di questo si tratta, "cosettine" o piccoli interventi. Penso che lei, Assessore, sicuramente si aspettasse di più o perlomeno avesse l'ambizione di fare di più per il mondo agricolo. Alcuni interventi sono anche importanti, per carità, poi li citerò e troverò il modo di dare il mio contributo, però è chiaro che si tratta di piccoli interventi: parliamo di regolarizzazione dei terreni agricoli, però non dobbiamo mai perdere di vista…

Presidente, se ai colleghi creo disturbo, posso fermarmi.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Cuccu. Per cortesia, colleghi, permettiamo all'onorevole Cuccu di svolgere il suo intervento.

CUCCU (P.D.). Io intervengo anche poco, ma insomma si chiede almeno di non essere disturbati, non dico di essere ascoltati!

E' vero che interveniamo con qualche intervento per la regolarizzazione dei terreni agricoli, però non dobbiamo perdere di vista quella che è la piaga del mondo dell'agricoltura, cioè la frammentazione, la polverizzazione, anche nelle dimensioni, delle nostre aziende. Ecco, penso che su quel campo, Assessore, dovremmo concentrarci molto. Il Gruppo del PD ha provato a dare un contributo, ha presentato una sua proposta di legge sul riordino fondiario che analizza e prova a dare una risposta a quello che è il vero problema nell'accorpamento delle aziende, nel riordino fondiario, ovvero il problema della proprietà dei fondi. Ne hanno parlato i colleghi Steri e Gian Valerio Sanna e anche il collega Dedoni. Noi abbiamo provato a dare un contributo, una risposta. Abbiamo provato a ipotizzare il riordino fondiario come un intervento di pubblica utilità che ci consenta, a questo punto, di trovare gli strumenti, come avviene anche negli espropri per le opere pubbliche, per superare questo ostacolo. Abbiamo la possibilità, Assessore, di dare una speranza al mondo agricolo, che da questo punto di vista è molto scoraggiato.

Noi abbiamo un piano di riordino fondiario già fatto, pronto e potenzialmente operativo da diversi anni. Siamo intervenuti anche nel 2008, con la legge finanziaria, prevedendo il parere dell'Avvocatura dello Stato prima della firma del decreto. Adesso vedo che con il comma 7 si prova a risolvere l'ultimo dei problemi, per cui mi auguro, Assessore, che sia lei ad apporre la firma a questo piano di riordino, non tanto per quello che esso rappresenta per il nostro territorio, per il quale rappresenta comunque tantissimo, quanto per quello che può rappresentare per l'agricoltura in Sardegna: una speranza, la possibilità che certe cose si facciano. I nostri agricoltori sono scoraggiati di fronte alle lungaggini burocratiche. basti pensare che la legge è del 1933 e questo sarebbe il primo caso di riordino fondiario in Italia. Cioè è dal 1933 che si parla della possibilità di riordinare i fondi agricoli e ancora non lo si è fatto. E' importante poterlo fare non tanto per i 1.600 ettari di Pauli Arbarei, ma per il significato che questo riordino può avere, per il messaggio che diamo al mondo agricolo. Io spero, ripeto, che sia lei, assessore Contu, ad apporre la firma sul riordino fondiario e che i commi 6 e 7 dell'articolo 25 bis diano finalmente la possibilità di apporre questa benedetta firma.

Dicevo che in questo articolo sono previsti piccoli interventi, anche per quanto riguarda i consorzi di bonifica, interventi che però servono, che sono necessari. E' sicuramente necessario il chiarimento di cui al comma 5, che stabilisce che 2 milioni di euro sono destinati al Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale. Ne avevamo parlato nella discussione della finanziaria, probabilmente c'era bisogno di un'ulteriore esplicazione e in questo modo si è provveduto. Penso che da parte nostra anche da questo punto di vista non possa che esserci un sostegno. Sui consorzi di bonifica dobbiamo, però, fare dei ragionamenti e penso che anche l'onorevole Dedoni sia d'accordo su questo. Dobbiamo cioè uscire dall'incertezza e dare definitivamente attuazione alla legge di riforma. Perché? Perché quella legge può avere dei limiti, ma questi vanno verificati nella sua attuazione. E' una legge che comunque prevede un riordino, ridistribuisce le funzioni, dice anche che il prezzo dell'acqua deve essere calcolato in maniera uniforme su tutto il territorio regionale. Bisogna che diamo seguito a tutte queste cose, Assessore, come pure dobbiamo dare definitiva attuazione alle leggi numero 1 e 15 del 2010.

Lei ovviamente si sta cimentando con questi temi da alcuni mesi, quindi non le vogliamo scaricare addosso tutte le responsabilità, però è bene su queste cose, che hanno una portata non amplissima, dare un segnale, come fa anche la legge numero 1 del 2010. Stiamo cioè dicendo ai nostri ristoranti, alle nostre mense, ai nostri agriturismi, alla grande distribuzione: "Mettete negli scaffali i prodotti sardi". Ecco, se noi diamo definitivamente attuazione…

Onorevole Dedoni, è un disturbo continuo! Abbia pazienza, Presidente, mi rifiuto di continuare. Se lei non presiede l'Aula…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cuccu.

CUCCU (P.D.). Grazie a lei, Presidente!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

CONTU (P.d.L.), Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Signor Presidente, credo di dover perlomeno fare alcune precisazioni sui diversi interventi che si sono succeduti sull'articolo 25 bis, il quale, è vero, non ha contenuti tali da modificare complessivamente l'attuale organizzazione delle nostre campagne, però fissa alcuni punti che possono essere l'inizio di un percorso. Credo che l'intervento previsto nei commi 4 e 5, nel 4 in modo particolare, e nel comma 3, che riguarda i consorzi di bonifica, vada proprio a integrare alcuni interventi che sono dovuti all'abbattimento dei costi, ma soprattutto per quel che riguarda il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, renda leggibile un intervento della finanziaria che nella stesura definitiva aveva trasferito risorse su un capitolo invece che su un altro.

Per quel che riguarda invece il riordino fondiario, credo che si incominci a riflettere sul tema. Collega Sanna, lei ha richiamato la frammentazione dell'agro in Sardegna, ha ricordato la legge delle chiudende, una legge nefasta per i risultati che ha prodotto nel tempo, soprattutto in termini culturali, perché tutti sappiamo che ogni buon padre di famiglia ha poi spezzettato, frammentato le sue proprietà agricole in particelle che sono centesimali rispetto al latifondo, cioè a quello che lei ha definito la base per la strutturazione dell'azienda agricola. E rispetto a quelli che sono i principi che governano oggi le economie, sicuramente qualche Nazione più attenta di noi gli investimenti li sta realizzando in agricoltura, anche perché credo che si possa affermare che, comunque sia, l'alimentazione è prioritaria in termini di valore economico e di ricchezza di una Nazione, mentre noi stiamo ancora cercando di modificare gli approcci culturali rispetto ai temi non solo dell'agricoltura, ma di tutti i comparti agro-zootecnici della nostra Isola. Oggi noi non abbiamo più nessun indirizzo che porti i nostri giovani a soddisfare le loro proprie aspirazioni con la realizzazione di un'impresa agricola, con la realizzazione comunque sia di un'economia agricola che possa sostentare la propria famiglia e darle prospettiva per il futuro.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue CONTU.) Potremmo dire che questo è solo l'inizio di un percorso anche politico rispetto a una problematica su cui forse con troppo ritardo stiamo spostando l'attenzione, soprattutto per quanto riguarda le scelte da fare sul comparto agro-zootecnico.

Credo che gli altri interventi previsti non solo nell'articolo, ma anche negli emendamenti presentati, ai quali hanno fatto riferimento diversi colleghi, servano per entrare nel merito del discorso del comparto agroalimentare. Non possiamo non evidenziare che oggi l'agroalimentare è importante soprattutto per le zone interne, dove abbiamo un patrimonio da rendere a economia e che invece non viene valorizzato proprio perché non abbiamo una rete strutturale che consenta di trasferire sui mercati le nostre produzioni. E quand'anche elaborassimo una serie di prodotti, magari anche già certificati e a denominazione controllata, non garantiremmo comunque la loro presenza sul mercato in quantità tali da rendere giustizia ai produttori, che infatti ci chiedono di poter eventualmente servire negli agriturismi i prodotti di diretta produzione aziendale. E allora si può accogliere un emendamento che è stato proposto per gli agriturismi e che riguarda l'utilizzazione in quantità misurate del latte e delle carni prodotte in azienda non solo per uso familiare, ma anche per la somministrazione dei pasti agli eventuali fruitori dei servizi agrituristici.

Questo provvedimento riguarda alcuni temi specifici, ma non affronta i temi dell'agricoltura dal punto di vista strutturale ed è difficile dire cosa oggi sia più importante. E' importante di sicuro dare gambe alle norme che abbiamo già approvato nel corso di questa legislatura. Sono state citate le leggi numero 1 e 15 del 2010 e credo che per le difficoltà che sono emerse nella loro applicazione l'Aula debba farsi carico di definire tutte le modifiche necessarie affinché quelle leggi possano essere realmente attuate. Grazie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti, ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 134 il parere è contrario. L'emendamento numero 26 mi risulta ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 26 è ritirato, per cui decade l'emendamento numero 293.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. L'emendamento numero 43 a me risulta ritirato. Sull'emendamento numero 24 il parere è favorevole. Sull'emendamento all'emendamento numero 342 mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). L'emendamento numero 24 è ritirato.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 87 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. All'emendamento numero 87 sono stati presentati gli emendamenti numero 298 e 299.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sull'emendamento numero 298 è chiaro che mi devo rimettere all'Aula, ma l'orientamento è contrario; sull'emendamento numero 299 mi rimetto all'Aula, ma mi pare accoglibile.

Chiedo scusa, Presidente, l'emendamento numero 46 a me risulta ritirato e rinviato al disegno di legge sul personale.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 59 è stato spostato all'articolo 27.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). L'emendamento numero 26 non è ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 26 non è ritirato, per cui il relatore deve esprimere il parere.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Invito i presentatori a ritirarlo.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 293?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è contrario sull'emendamento numero 134, favorevole sul numero 26.

STERI (U.D.C.-FLI). Prevede una spesa.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. E' sostitutivo di quanto previsto nell'articolo.

PRESIDENTE. Scusate, per fare un attimo di chiarezza, altrimenti non ci comprendiamo, preciso che perché rimanga in piedi l'emendamento numero 293 è necessario approvare anche l'emendamento numero 26, altrimenti il primo decade.

Forse è meglio fare una breve sospensione, perché mi sembra che le idee siano poco chiare. La seduta è sospesa per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 53, viene ripresa alle ore 20 e 01.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Ritiro l'emendamento numero 26.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 293 pertanto decade.

Passiamo all'emendamento numero 134.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, lo scopo dell'emendamento era quello di far riflettere su questo articolo. Mi sembra che siamo riusciti a raggiungerlo, anche se i risultati saranno quelli che saranno, quindi ritiriamo l'emendamento numero 134.

PRESIDENTE. E' stato ritirato l'emendamento numero 134, per cui possiamo votare direttamente l'articolo 25 bis.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Ho chiesto di intervenire, Presidente, perché in questa legge omnibus, una specie di grande autobus su cui abbiamo caricato di tutto, tentiamo o meglio tentate di introdurre alcune norme che aiutino - a mio avviso non tanto - l'agricoltura sarda a reggere la situazione di crisi nella quale è e rimane per la pochezza delle disposizioni che abbiamo messo in campo, o meglio che voi avete messo in campo.

L'Assessore dell'agricoltura sa benissimo che ben altre erano le urgenze in questa materia. Ci ritroviamo invece con un articolo di piccolo cabotaggio: non interviene in questioni serie, frammenta un po' di contributi e lo fa in maniera confusa. Non tratta neppure con la necessaria urgenza alcune questioni che sono state anche di recente sollevate dagli operatori del settore agricolo, in modo particolare del settore dell'agriturismo. Tutti noi sappiamo quanto siano stringenti le norme in materia di igiene stabilite dall'Unione europea: tanto sono stringenti che da quando sono in vigore si diffondono i più venefici vibrioni che si possano produrre attorno alla coltura agricola! Ebbene, noi siamo di fronte a degli obblighi che rendono di fatto impossibile l'esercizio di alcune attività, che invece dovrebbero essere tutelate dalla legge regionale. Mi chiedo perché non siamo stati in grado di intervenire in questa materia anche con questo collegato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Chiedo all'Aula di valutare la possibilità di accogliere un emendamento orale che cassa l'ultimo periodo del comma 7, in ragione di ciò che ha detto l'onorevole Gian Valerio Sanna nel suo intervento. Cioè le parole "di tali dichiarazioni non si tiene conto in caso di contestazione" verrebbero cassate, se l'Aula accetta la proposta.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, la proposta di emendamento orale è accolta.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, non intervengo sull'articolo, anche perché dovrei parlarne male.

PRESIDENTE. La dichiarazione di voto è sull'articolo 25 bis, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Allora intervengo e ne parlo male, nel senso che mi sembra assolutamente insufficiente rispetto alle richieste che il mondo dell'agricoltura sta facendo. Basterebbe semplicemente leggere il comunicato stampa della settimana scorsa fatto dalla Coldiretti relativamente alla questione Equitalia e ai pignoramenti delle aziende agricole di cui alla legge numero 44 del 1988.

Vorrei segnalare all'Assessore che la Coldiretti non più tardi della settimana scorsa ha posto con drammaticità il problema annoso della legge numero 44, oltre ai temi posti dal Movimento pastori sardi. Non vi è dubbio che queste norme sono importanti, possono essere utili, ma sono ben poca cosa - e lei, Assessore, ne è cosciente quanto me - rispetto alla tematica dell'agricoltura.

Intervengo però, avendone parlato anche con l'Assessore dell'ambiente, l'onorevole Oppi, per porre un problema che riguarda un settore, piccolo ma pure importante dell'agricoltura sarda, cioè il settore degli apicoltori e dei produttori di pomodoro. All'articolo 24, comma 3, abbiamo autorizzato la spesa di 1 milione e 500 mila euro per anno nel triennio 2011-2013 per la lotta contro gli insetti nocivi e i parassiti naturali. Siccome si fa riferimento solamente alla salvaguardia e alla salute delle piante forestali, le chiederei, Assessore, per non escludere completamente questo settore che lamenta il fatto che è in atto un'infestazione delle piante, in particolare dell'Eucalyptus, che viene utilizzato per la produzione di miele di qualità, di fare in modo, in sede di coordinamento, concordandolo con l'assessore Oppi, che questo tipo di intervento sia mirato a questa fattispecie.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non sono queste le prerogative della sede di coordinamento, che non dipendono dall'Assessore, ma dal Consiglio, e non hanno questa natura.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Le "disposizioni in materia di agricoltura", così reca il titolo di questo articolo, probabilmente meritavano, come è stato detto, altre considerazioni oltre a quelle sui vari consorzi di bonifica. L'emergenza del settore agricolo in Sardegna rimane la commercializzazione dei prodotti, che sono eccessivi in alcuni settori e insufficienti in altri, tant'è che dipendiamo dall'importazione dell'ortofrutta, mentre abbiamo un settore come quello della produzione di formaggi, di pecorino in particolare, che non riesce a commercializzare e vendere i propri prodotti. Credo che sia questa la vera emergenza di questo settore e quindi si chiede alla Regione un intervento a sostegno della commercializzazione e vendita in primo luogo dell'immagine dei prodotti sardi.

Nei giorni scorsi mi trovavo in Catalogna ed era con me anche il direttore generale di Laore, il dottor Usai. Insieme abbiamo potuto constatare che negli stand di una importante manifestazione, la "Fiera alimentaria", dove si vendevano i prodotti dei parchi naturali, che venivano esaltati per la loro genuinità e fragranza proprio perché prodotti all'interno di parchi, i formaggi dell'Estremadura, una delle terre più povere della Penisola Iberica, venivano offerti al dettaglio al prezzo di 32 euro al chilo il pecorino e 35 euro il caprino. Noi sappiamo, perché tutti conosciamo i prodotti sardi, che il prezzo del pecorino, compreso il Fiore Sardo, non supera i 18 euro al chilo nella vendita al banco, quindi al dettaglio. Possiamo pensare di immettere nel mercato internazionale un prodotto di alta qualità come il nostro attraverso meccanismi di produzione e vendita? Questa io credo possa essere una risposta, anziché continuare una politica di assistenza e sostegno a una produzione che non ha mercato. Noi dobbiamo riuscire, come Governo regionale, a esaltare e promuovere la vendita dei prodotti sardi, ed è un discorso che va fatto in primo luogo per l'olio d'oliva e molti altri prodotti della nostra terra.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 25 bis, con la modifica proposta al comma 7. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 43 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento numero 342.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La Giunta esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 342.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Steri ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 58

astenuti 2

maggioranza 30

favorevoli 58

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 24.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Chiedo ai presentatori se sono disponibili ad accettare un emendamento orale per eliminare la parola "tradizionale" nella quarta riga. Per cui rimane: "è di loro effettiva necessità nell'uso comune dell'ospitalità", perché parlare di ospitalità tradizionale apre a tante considerazioni.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la proposta di emendamento orale è accolta.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, io avevo sollevato alcune perplessità su questo emendamento che si preoccupa, così mi è stato detto, di consentire la somministrazione del caffè brasiliano, colombiano oppure di altra provenienza, anche nelle strutture agrituristiche.

Mentre noi ci preoccupiamo della somministrazione del caffè brasiliano, colombiano, peruviano o napoletano, ci dimentichiamo che se quelle strutture non si attrezzano di laboratori dedicati per la produzione di dolci e paste fresche, come i culurgiones ogliastrini, le disposizioni dei regolamenti e delle direttive comunitarie che trattano questo argomento impediscono loro di somministrare quel tipo di pasti, ovvero di fare quel tipo di produzioni, perché di produzioni si tratta, non di preparazioni.

Io nutro qualche perplessità, lo dico nonostante abbia votato a favore dell'emendamento precedente. Se rimane fermo quel quadro normativo e se rimangono i pessimi rapporti che noi sappiamo gestire, o meglio che lo Stato membro sa gestire, quindi il Governo - noi non sappiamo gestire niente - con l'Unione europea, anche la produzione di insaccati e di altre cose diventa improbabile, perché ci sono regole sul controllo che impongono l'intervento delle autorità. Quindi derogare a norme di un altro livello, che non sono derogabili, con emendamenti a leggi regionali, senza una trattativa adeguata, una normativa nazionale adeguata o un intervento presso l'Unione europea, rischia di essere un'operazione di facciata e poco produttiva.

Io pongo questo problema dopo aver chiesto alla Commissione di merito di riunirsi e aver inviato una lettera anche a lei, Presidente. Vorrei che ci fosse una risposta. Non lasciatemi senza risposta, come in altre occasioni si è verificato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Credo che il problema che pone l'onorevole Uras sia reale e che sia però importante che in questa occasione il Consiglio, con l'emendamento che ha già provato e in parte anche con questo, dia un segnale chiaro alle autorità preposte al controllo delle attività agrituristiche circa la sua reale volontà sia quando ha approvato la legge numero 1 sia oggi che ne modifica gli aspetti che si sono rivelati non adeguati. Per cui credo che, alla fine, approvando questi due emendamenti facciamo un'operazione assolutamente positiva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo spiegare, a conforto delle obiezioni dell'onorevole Uras, che il problema non è della normativa europea, purtroppo è della normativa italiana. Perché? Perché oggi a un operatore agrituristico non viene data l'autorizzazione per poter trasformare 20 litri di latte, nonostante gli abbiano fatto realizzare un laboratorio polifunzionale! E non l'autorizzano per il semplice fatto che, con una elucubrazione fuori da ogni senno, pretendono che abbia un'autorizzazione di tipo industriale per poter trasformare i prodotti, cosa che appunto non ha nessun senso.

Questo emendamento dice che il paragone con il livello industriale non è ammissibile in questo caso e quindi l'operatore agrituristico è autorizzato a trasformare giornalmente le quantità che devono essere utilizzate per l'uso familiare, intendendo nell'uso familiare anche ciò che devono somministrare nell'attività agrituristica. Questo è il punto. Poi, certo, ci saranno problematiche di più ampio respiro sulla qualità dei prodotti, ma i nostri operatori accettano la sfida sul piano della salubrità, della sanità e dei relativi adempimenti. Credo che questo sia l'unico problema che solleverà la Comunità europea, quindi, a maggior ragione, è un segnale che va in direzione di un miglioramento della qualità legislativa. Poi, secondo me, 50 litri di latte al giorno, in certe condizioni, possono essere anche pochi, posto che abbiamo aumentato i coperti in misura enormemente superiore rispetto alle quantità di prodotti trasformabili, e non sempre c'è una giusta proporzione. Accettiamo questo primo passaggio, in attesa di rivedere la legge nel suo complesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo per dire che sicuramente la domanda dell'onorevole Uras merita risposta e per anticipare il voto favorevole all'emendamento numero 24, perché recepisce un'ampia discussione che c'è già stata in Commissione agricoltura, in cui in questo senso si era deliberato all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Questo è un altro di quegli argomenti che, alla fine, ci appassionano e in qualche modo vogliamo contribuire a migliorare complessivamente l'offerta. Quindi la proposta che noi facciamo è quella di integrare l'emendamento numero 24 con una piccola modifica orale. Al punto 2, dopo le parole: "E' consentito l'utilizzo dei prodotti indispensabili per diete speciali per motivi di salute", noi proponiamo di aggiungere: "E' altresì consentita la produzione e preparazione di paste fresche e dolci tradizionali nei locali individuati cucine, previsti in dette strutture".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. La proposta di emendamento orale dell'onorevole Sechi è tutt'altro che campata in aria, quindi il Consiglio si deve pronunciare. Perché è bene informare i colleghi che l'emendamento…

PRESIDENTE. L'onorevole Sechi non si era reso conto e stava parlando dell'emendamento dell'onorevole Barracciu…

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). No!

PRESIDENTE. No? Allora ho capito male io.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Presidente, il problema è questo, perché ci capiamo: abbiamo approvato un emendamento che consente la lavorazione di latte e carne nei locali polivalenti e giustamente i colleghi fanno notare che la stessa autorizzazione deve essere consentita per le paste e i prodotti dolciari, perché diversamente gli uni sono consentiti, perché li prevediamo espressamente, e gli altri no. Per cui credo sia opportuno che i colleghi formalizzino la proposta in modo dettagliato alla Presidenza, la quale la sottoporrà all'Aula.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 24?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore. Sul punto 2 dell'emendamento numero 24.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). "E' consentito l'utilizzo dei prodotti indispensabili per diete speciali per motivi di salute. E' altresì consentita la produzione e la preparazione" - questa è la parte che andrebbe aggiunta - "di paste fresche e di dolci tradizionali nei locali individuati cucine, previsti in tutte le strutture".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai . Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Vorrei precisare che la norma prevede già che i locali individuati come laboratori cucina siano autorizzati alla preparazione di questi prodotti, per cui il valore dell'emendamento all'emendamento presentato dalla collega Barracciu che è quello di consentire da una parte di superare la tipicità rigorosa che avrebbe impedito di utilizzare gli ingredienti per la preparazione degli alimenti utilizzabili nelle diete e dall'altra di esercitare, nei locali polifunzionali già destinati alla preparazione delle paste, le attività che sono indicate nell'emendamento all'emendamento.

PRESIDENTE. La proposta di emendamento orale viene ritirata.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, non voglio riaprire il dibattito…

(Interruzioni)

Siamo in fase di dichiarazioni di voto, quindi si può intervenire.

DIANA MARIO (P.d.L.). La proposta è stata ritirata.

PRESIDENTE. E' stata ritirata la proposta di emendamento orale, ma non l'emendamento numero 24.

Prego, onorevole Capelli.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, dicevo che non voglio riaprire il dibattito. Ho ascoltato le opinioni dei colleghi e devo dire che sono contrario a questo emendamento, perché va contro lo spirito stesso della legge numero 18 del 1998. Noi vogliamo in pratica trasformare gli agriturismi in ristoranti tipici. Lo abbiamo fatto precedentemente con legge consentendo che si possano aumentare i coperti, che si possano fare pranzi matrimoniali e cose di questo genere. Questo è contro lo spirito stesso del principio dell'agriturismo, il quale deve proporre agli ospiti prodotti di produzione propria, integrati da produzioni collaterali anche limitrofe o di altre aziende.

Credo che se il problema è lo zucchero o il caffè lo si risolve con le corrette indicazioni agli organi di controllo. Ma stiamo parlando di paste e di tutta una serie di prodotti che solo se fanno parte delle coltivazioni o delle produzioni in azienda hanno un senso. Quello è l'agriturismo. Se invece vogliamo che le strutture agrituristiche siano esercizi di ristorazione, allora la filosofia è un'altra e non c'entra niente! Una struttura agrituristica deve offrire i prodotti dei propri allevamenti, dei propri terreni, deve trasformare i propri prodotti e può fare convenzioni con aziende i cui prodotti integrano i propri. Questo è il senso dell'agriturismo, che non può essere il senso della ristorazione in generale. Vado in quell'agriturismo perché ho piacere di mangiare quel prodotto, non perché voglio fare un pranzo da ristorante con cucina internazionale. Non è questo! Per consumare i culurgiones dell'Ogliastra vado in Ogliastra, non in Baronia! Il senso dell'agriturismo è solo questo.

Sono contrario all'emendamento numero 24 perché, a mio avviso, dobbiamo prima di tutto chiarirci le idee su cosa vogliamo fare, se no non le chiamiamo più aziende agrituristiche e allarghiamo ad esse la legge sul commercio e sulla ristorazione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 24. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 299.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Quale emendamento, Presidente?

PRESIDENTE. L'emendamento numero 299, a firma Cocco Pietro e più.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Vorrei una precisazione dalla Giunta. Vorrei capire per quale ragione sia necessaria una specificazione di questo tipo sulla qualifica di giovani imprenditori.

PRESIDENTE. Non è un emendamento della Giunta, ma dell'onorevole Pietro Cocco.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Noi, Presidente, non abbiamo la possibilità di capire di cosa stiamo parlando. Piovono in continuazione emendamenti ed emendamenti agli emendamenti! O la Giunta e il Consiglio ci danno questo tipo di assistenza o noi non siamo in condizioni di lavorare!

PRESIDENTE. Onorevole Uras, la sede deputata per sapere di che cosa si parla e per porre gli interrogativi alla Giunta è la discussione sull'articolo e i relativi emendamenti. Adesso siamo in fase di votazione. Non è questa la fase in cui si possono chiedere delucidazioni alla Giunta. Tra l'altro l'emendamento numero 299 con la specifica "giovani imprenditori" lo ha presentato l'onorevole Pietro Cocco, non è un emendamento della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). C'è stata qualche incomprensione. Innanzitutto l'emendamento è depositato da diversi giorni, per cui era possibile per chiunque prenderne visione. Questo emendamento io l'ho presentato semplicemente perché condivido l'emendamento numero 87 dell'onorevole Paolo Sanna. Ho chiesto di inserire una specifica che richiama la legge con cui si classificano le figure a cui si fa riferimento, perché solo in questo modo si sa esattamente a chi si sta appunto facendo riferimento. Nel precisare a chi ci si riferisce volevo soltanto migliorare l'emendamento numero 87.

Colgo l'occasione, signora Presidente, per dire che ritiro l'emendamento numero 298.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA PAOLO (P.d.L.). Presidente, vorrei brevemente illustrare l'emendamento numero 87.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, non può illustrare adesso l'emendamento numero 87 perché siamo in fase di dichiarazioni di voto sull'emendamento numero 299.

SANNA PAOLO (P.d.L.). Parlo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Per dichiarazione di voto sull'emendamento numero 299. L'emendamento numero 87 lo dovremo esaminare dopo.

SANNA PAOLO (P.d.L.). L'emendamento numero 299 risponde esattamente ai requisiti che ha illustrato il collega Lotto, per cui il voto sarà favorevole.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io ritengo che il Regolamento vada un pochino aggiustato, Presidente. Formalmente chiederò che la Giunta per il Regolamento, di cui faccio parte, venga convocata con urgenza. Noi stiamo parlando di un provvedimento che sarebbe dovuto essere un collegato alla finanziaria ed è invece una legge omnibus, che tratta di tutto e di più!

(Interruzione)

E' una legge omnibus che tratta di tutto e di più in modo confuso. Io non so da quanti giorni questo emendamento fosse buttato lì su quel banchetto, non so quando sia stato presentato né quanti emendamenti agli emendamenti sono piovuti e continueranno a piovere in questi giorni. Sta di fatto che non abbiamo nella nostra disponibilità alcun tipo di assistenza da parte degli Uffici per poter svolgere la nostra funzione in modo puntuale. Quando io voto, Presidente, ho il dovere, oltre che il diritto, di sapere su cosa sto votando e se chiedo qual è il riferimento normativo non mi si può rispondere: "Arrangiati", perché se questo è l'atteggiamento, qua ad arrangiarci saremo in molti!

Io voglio conoscere il riferimento normativo e devo essere posto nella condizione di venirne a conoscenza. D'ora in poi chiederò ogni minuto una sospensione per avere la stampa del provvedimento a cui ci si riferisce. E mi si dica che non ho diritto di sapere di che cosa sto parlando!

PRESIDENTE. Onorevole Uras, non so a che cosa e a chi lei si riferisca, perché non mi consta che qualcuno le abbia risposto di arrangiarsi. Sta di fatto che il riferimento normativo è stato fornito dagli Uffici, ma è anche preciso dovere dei consiglieri regionali farsi dare dagli Uffici i riferimenti normativi rispetto agli emendamenti che si devono esaminare in Aula per tempo e non quando è in corso l'esame di quegli stessi emendamenti.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni nei vari settori di intervento (collegato alla manovra finanziaria 2011-2013)" (222/A - Parte prima)

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, cerco di dare un minimo di contributo parlando di giovani imprenditori agricoli, così come definiti dal decreto legislativo numero 99 del 2004. Chi sono gli imprenditori agricoli a titolo professionale? E' questo il problema, cioè questa differenza è importante perché c'è una definizione esatta di giovani imprenditori agricoli a titolo professionale e bene ha fatto il collega Lotto a puntualizzarlo in un momento in cui tutti diventano agricoltori per usufruire delle provvidenze che lo Stato e la Regione mettono a disposizione, ma poi, com'è successo da poco per quanto riguarda un bando, quasi il 40 per cento di quelli che fanno richiesta viene escluso perché non possiede i requisiti previsti per l'iscrizione al relativo albo.

Dico di più, onorevole Uras: i giovani imprenditori agricoli a titolo professionale, quelli che traggono almeno il 50 per cento del proprio reddito da una fonte agricola, devono dedicare a questa attività almeno il 50 per cento del proprio tempo di lavoro, quindi debbono essere soggetti particolarmente dediti al mondo agricolo. Non ci si può inventare imprenditori agricoli a titolo professionale, soprattutto quando si tratta di giovani. Questa puntualizzazione credo sia estremamente importante.

Certo, avere le informazioni è importante, spesso però anche noi dovremmo attrezzarci un pochino meglio.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 299. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Abbiamo già votato, onorevole Uras.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Chiedo che d'ora in avanti il voto venga espresso con votazione nominale.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Uras.

L'emendamento numero 298 è stato ritirato. Passiamo all'emendamento numero 87.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Dico subito che non sarò più d'accordo su nessun emendamento orale, perché per essere d'accordo su un emendamento orale voglio una sospensione, voglio tutti i riferimenti normativi, voglio essere consapevole di quello che sto votando e della posizione che assumo.

Dichiarando sin d'ora la mia totale indisponibilità ad accogliere emendamenti orali in mancanza di un'adeguata assistenza alla funzione di consigliere regionale, che voglio esercitare con coscienza, voglio rispondere all'onorevole Mario Diana che noi ci attrezziamo, siamo tra quelli che si attrezzano anche di più! Ci attrezziamo per fare cose difficili e anche molto difficili, ma per fare le cose impossibili e stare dietro a pasticci normativi come questo noi non ci attrezziamo! L'istruttoria che abbiamo fatto in Commissione è parziale, la gran parte di questi emendamenti non è stata esaminata in Commissione. Questi emendamenti sono piovuti in un pasticcio in cui l'ammissibilità o l'inammissibilità degli emendamenti diventa quasi un esercizio acrobatico.

Io voterò contro questo emendamento, così come voterò contro tutti gli emendamenti di cui non ho assoluta consapevolezza. Questo riguarda tanto gli emendamenti presentati dal centrosinistra quanto quelli presentati dal centrodestra, perché bisogna capire, quando si interviene su queste cose, quali danni si stanno commettendo o quali presupposti si stanno creando perché le norme non vengano applicate, determinino aspettative che non possono essere assolutamente rispettate, garantiscano in molti casi più che un effetto positivo, solo un segno di attenzione che quasi mai è determinato da buona volontà, anzi in alcuni casi è dovuto a una relazione di tipo pernicioso tra eletto ed elettore, per cui un emendamento non lo si nega a nessuno e anche una norma che non serve a niente non la si nega a nessuno!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA PAOLO (P.d.L.). Presidente, senza nessun intento polemico nei confronti del collega Uras, mi sembra che proprio il caso in esame non si attagli minimamente alle fattispecie citate. Questo emendamento tende a stimolare e a favorire quelle iniziative di natura imprenditoriale agricola che in un settore così sensibile come quello delle energie rinnovabili hanno destato non solo qualche polemica, ma anche più di una perplessità.

Il risultato del recente referendum sull'energia nucleare pone ulteriormente alla nostra attenzione questo tema. Con questo emendamento la volontà del legislatore, in applicazione del decreto legislativo dello scorso marzo, noto come decreto Romani, tende a favorire, dicevo, l'imprenditoria locale, tant'è che per gli impianti di biomasse è consentita una procedura semplificata per gli imprenditori agricoli giovani e a titolo principale che possono dimostrare di operare da almeno un triennio in Sardegna. E' stato detto in più di un'occasione che la nostra Isola poteva diventare, nel settore delle energie rinnovabili, terreno di conquista. Noi questo non lo vogliamo. Con questa norma si tenta pertanto di dare una risposta in un settore che non solo ha difficoltà di produzione, ma ha fortissime difficoltà di collocazione del prodotto. Questo tipo di attività può essere considerata connessa a quella agricola e può rispondere quindi a un'esigenza specifica. Per questo, dicevo, si prevede una procedura abilitativa semplificata.

Completo l'intervento con una richiesta, senza nessuna provocazione nei confronti del collega Uras. Probabilmente per un refuso tipografico nel secondo rigo viene riportata per due volte la parola biogas, anziché "biogas, biometano", per cui la frase andrebbe corretta in questo senso. Se è possibile chiedo l'accoglimento di questo emendamento orale.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, mi scusi. L'onorevole Paolo Sanna si è rivolto a lei. Nel testo dell'emendamento c'è un errore di battitura, è stato cioè riportato due volte il termine biogas, anziché "biogas, biometano".

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Non sono d'accordo.

PRESIDENTE. Non è d'accordo. Va bene, onorevole Uras.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Dagli interventi che fa in Consiglio l'onorevole Uras ho sempre da imparare, perché sono la voce dell'esperienza. Anche in questo caso il collega Uras ha posto un problema serio: è giusto quando si legifera capire di che cosa si sta parlando. Credo che se fossimo riusciti, come era doveroso fare, a predisporre questa normativa nei mesi scorsi (il nostro Gruppo ha presentato diverse proposte, di cui è protagonista lo stesso onorevole Sanna), avremmo forse tutti noi affrontato la tematica con maggiore precisione e anche con maggiore cognizione di causa.

C'è un problema che voglio evidenziare: in merito a questo tema o si fa qualcosa oggi o per gli agricoltori dell'Isola è come se non si facesse niente, perché i tempi dei finanziamenti e dei ritorni in questo settore si stanno esaurendo. Ecco perché è necessario, e io sono sostanzialmente d'accordo e l'ho detto più volte in questa sede, non utilizzare il collegato per rimediare alla nostra incapacità a legiferare in materie diverse. Credo che in questo caso, così come nel caso dell'emendamento precedente sull'agriturismo, sia giusto cercare di porre rimedio alle nostre carenze.

Sarebbe stato meglio fare una legge organica sull'energia in cui inserire anche questi concetti. Non ci siamo riusciti, rimediamo almeno a questa carenza con questo intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). So che non è né l'ora né il momento opportuno per rinfocolare la lite fra l'onorevole Uras e l'onorevole Paolo Terzo Sanna, però devo dire che ha ragione l'onorevole Uras: dobbiamo stare attenti soprattutto quando li scriviamo gli emendamenti, non tanto quando li presentiamo.

Onorevole Sanna, l'ultimo periodo dell'emendamento numero 87 dice che la Giunta regionale definisce i casi nei quali l'autorizzazione unica esorbita dalla competenza del comune ed è di competenza regionale. Non è così, l'autorizzazione unica quando ci sono livelli che esorbitano per caratteri paesaggistici e altro è disciplinata dalle direttive nazionali, anche in maniera semplificata, e non è per legge demandabile a un atto discrezionale della Giunta. Esistono già le leggi, perché dobbiamo inventare una cosa del genere? Questo è contro la normativa, perché l'articolo 12 del decreto legislativo che disciplina l'autorizzazione unica dice come si devono seguire le procedure semplificate. Non può essere la Giunta con proprio atto a deciderlo, perché nel frattempo sono state emanate le direttive nazionali che disciplinano i casi in cui i luoghi sono inidonei, come si dichiarano i luoghi inidonei, quali sono i luoghi idonei e quando si rilascia l'autorizzazione anche in ragione delle esigenze paesaggistiche, ambientali e così via dicendo.

Per cui mi dispiace dare ragione a Luciano Uras, però quel comma va eliminato perché è contro legge proprio in ragione del decreto Romani di cui lei, onorevole Sanna, parlava. Stiamo attenti!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). A scanso di equivoci le chiedo che si voti separatamente l'ultimo paragrafo di questo emendamento, perché intendevo fare esattamente la stessa osservazione che ha fatto il collega Gian Valerio Sanna. Cioè capisco che ci sia una situazione di confusione nel sistema delle autorizzazioni di questa Regione; abbiamo approvato delibere che sono state cassate dal TAR e quando vanno negli uffici competenti i soggetti interessati non riescono a capire quali sono i loro diritti. Quindi oggi continuiamo a normare perché non è chiaro l'iter autorizzatorio così come non è chiaro, all'interno della programmazione energetica complessiva della nostra Regione, quali quote vogliamo dedicare ai singoli settori.

Siamo in assenza di programmazione, ci illudiamo che semplificare un iter anziché un altro, rincorrere una disposizione nazionale anziché un'altra possa risolvere il problema. Questo è uno dei casi in cui le parole e le promesse hanno distanze siderali rispetto alla realtà, ed è per questo che quindi ci affaccendiamo a risolvere singoli problemi, ma aggiungendo confusione a confusione. Immaginate quali sono le norme di riferimento a cui deve attingere un qualunque "disgraziato" che voglia realizzare un impianto di generazione elettrica nella nostra regione.

Dichiaro quindi di astenermi sulla prima parte dell'emendamento, cioè, per semplificare i lavori dell'Aula, fino alle parole "3 marzo 2011", e di votare invece contro l'ultimo paragrafo, perché credo che si possa accettare un voto per parti per risolvere almeno il problema relativo all'ultima parte, che veramente apre una questione nuova che non è e non può essere nella disponibilità della Giunta regionale con apposito atto, perché comunque la Giunta deve rispondere alle leggi esistenti. Quindi togliamo l'ultimo periodo perché almeno non rischiamo di fare un danno, però, Presidente, effettivamente su materie molto delicate, su questioni molto complesse continuiamo a intervenire in maniera del tutto incoerente, confusa, pasticciata. Stiamo veramente rendendo la vita difficile, anziché più facile, agli operatori di questo settore, che certamente meriterebbero maggior considerazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi rivolgo alla Giunta, che è sufficientemente e autorevolmente rappresentata, e all'onorevole Paolo Terzo Sanna per dire una cosa molto semplice: questo emendamento è lo specchio del fallimento della politica energetica e agricola di questa Giunta. E' impossibile che su una materia come questa, che ha bisogno di pianificazione e di programmazione settoriale, si agisca in questa maniera. Richiamo l'attenzione anche dell'Assessore dell'industria, che ha una responsabilità importante su questo.

Siamo in assenza di strumenti di pianificazione e di programmazione, per cui anche consiglieri regionali della maggioranza cercano di surrogare la Giunta che è assente, ripeto, rispetto alla pianificazione e programmazione. Ora tutti siamo sensibili verso il settore agricolo, conosciamo perfettamente le difficoltà che insistono in questo settore e sappiamo altrettanto perfettamente che dare la possibilità a operatori di questo settore di integrare il reddito con un'attività di produzione di energia elettrica da fonti alternative consente probabilmente il salvataggio delle imprese agricole. Però lei sa bene, caro consigliere Sanna, che non è questo il modo di procedere perché, come ha fatto notare il collega Gian Valerio Sanna, incorrete anche nel vizio di demandare il tutto alla Giunta, che in assenza di strumenti di programmazione e di pianificazione fa quello che vuole.

Noi abbiamo necessità, soprattutto nel settore energetico, di uno strumento organico di pianificazione, altrimenti ci ritroveremo domani o fra quarantottore ad avere un parco di generazione con una potenza installata sproporzionata rispetto al fabbisogno locale e non avremo, insieme a questo, nemmeno tenuto conto della necessità di indicare le quote per le singole fonti. Non è possibile che si prosegua in questa maniera. Voi dovete assumervi la responsabilità di governare, caro assessore Cherchi, e di presentarci uno strumento organico di programmazione e pianificazione in questo settore, perché altrimenti ci costringerete, nonostante comprendiamo l'obiettivo, a metterci di traverso.

PRESIDENTE. Metto in votazione, secondo la richiesta dell'onorevole Porcu, la prima parte dell'emendamento numero 87, sino a "3 marzo 2011".

(Interruzione dell'onorevole Randazzo)

No, onorevole Randazzo, non c'è nessun emendamento orale, il testo rimane così com'è, l'ho già precisato prima, perché la proposta di emendamento orale non è stata accolta.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). La accolgo e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Uras. La ringrazia tutta l'Aula.

Si vota la prima parte, la seconda parte verrà votata dopo.

Scusate un attimo, non abbiamo ancora votato perché avevo chiamato in votazione la prima parte, ma poi è intervenuto l'onorevole Randazzo. L'onorevole Porcu ha chiesto la votazione per parti mentre faceva la dichiarazione di voto sull'emendamento numero 87. Questa votazione è annullata, visto che non c'è chiarezza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte dell'emendamento numero 87.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 41

astenuti 18

maggioranza 21

favorevoli 41

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte dell'emendamento numero 87.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Diana Mario - Greco - Lai - Mariani - Milia - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Fois.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 55

astenuti 3

maggioranza 28

favorevoli 23

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Abbiamo esaurito l'esame dell'articolo 25 bis.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, vorrei proporre che domani non si lavori in Aula per poter completare l'esame di tutti gli emendamenti che ancora sono alla nostra attenzione. Ricordo che degli emendamenti all'articolo 27, al quale abbiamo trasferito numerosi emendamenti, ne abbiamo esaminato solo la metà e rimangono da esaminare anche gli emendamenti agli articoli 27 bis, 27 ter e 27 quater. Chiedo pertanto che domani mattina si riunisca la Commissione per esaminare tutti gli emendamenti, così non avremo più problemi.

PRESIDENTE. Faccio presente all'Aula che per problemi legati alla presenza del relatore sarà difficile che martedì sera e mercoledì mattina il Consiglio possa lavorare. Siccome anche questa settimana abbiamo lavorato un giorno e mezzo e sono stati presentati più di sessanta emendamenti all'articolo 27, possiamo iniziare domani mattina la discussione dell'articolo 27 e dei relativi emendamenti e concluderla martedì mattina, dopodiché potrà essere convocata la Commissione per esaminare la restante parte degli emendamenti. Se non c'è accordo, convoco la Conferenza dei Capigruppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Volevo proprio chiedere la convocazione della Conferenza dei Capigruppo.

PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Capigruppo. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 58, viene ripresa alle ore 21 e 21.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso che domani il Consiglio non si terrà, si riunirà invece la Commissione bilancio per concludere l'esame degli emendamenti.

Il Consiglio è convocato per martedì mattina, alle ore 10. Il pomeriggio di martedì e la mattina di mercoledì saranno dedicati all'illustrazione e discussione della relazione della Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. Nel pomeriggio di mercoledì il Consiglio proseguirà a oltranza l'esame degli emendamenti al disegno di legge numero 222/A.

La seduta è tolta alle ore 21 e 21.