Seduta n.414 del 20/06/2013 

N.B.: data la natura dell'argomento e la frequenza del richiamo a determinati dati numerici gli stessi, in deroga alle regole convenzionali, sono stati di proposito scritti in cifre arabiche anziché in lettere.

CDXIV SEDUTA

GIOVEDI' 20 GIUGNO 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 11.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 15 maggio 2013 (405), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Giovanni Mariani ha chiesto congedo per la seduta del 20 giugno 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Disciplina dell'attività ricettiva di bed and breakfast (B&B)". (529)

(Pervenuto il 18 giugno 2013 e assegnato alla sesta Commissione.)

"Norme per lo sviluppo del settore nautico e delle strutture ricettive turistiche e modifiche alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)". (530)

(Pervenuto il 18 giugno 2013 e assegnato alla sesta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Lai - Pittalis - Gallus - Locci - Petrini - Amadu - Bardanzellu - Floris Rosanna - Greco - Lunesu - Murgioni - Peru - Piras - Randazzo - Rodin - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Sanjust - Stochino - Tocco: "Norme per la prevenzione e la cura del diabete mellito e delle malattie metaboliche. Assistenza integrata territorio-ospedale". (531)

(Pervenuta il 18 giugno 2013 e assegnata alla settima Commissione.)

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interrogazione Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle procedure seguite per la nomina del Direttore generale dell'Agenzia regionale Sardegna promozione e sull'attribuzione del conseguente trattamento economico". (1150)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interpellanza Arbau alla Giunta regionale sulle problematiche inerenti il bando relativo all'abbattimento dei costi fitto-casa degli studenti che frequentano corsi universitari fuori dalla Sardegna e quali siano i provvedimenti che intende assumere". (432)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Mozione Arbau - Diana Mario - Solinas Antonio - Sabatini - Cuccu - Sanna Gian Valerio - Mariani - Mulas - Campus - Meloni Valerio in materia di zona franca e delimitazione delle aree della zona franca della Sardegna in attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, e dell'articolo 12 dello Statuto d'autonomia speciale della Sardegna". (264)

Votazione del passaggio all'esame degli articoli e discussione dell'articolato del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" (1/STAT, 2/STAT, 5/STAT, 6/STAT, 8/STAT, 11/STAT, 7/STAT (Parte I), 9/STAT (Parte I), 12/STAT (Parte I), 13/STAT (Parte I). (Parte I/B - STRALCIO)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dell'articolato del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna", Parte I/B - Stralcio.

Metto in votazione il passaggio [PS1] all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Sospendo la seduta per quindici minuti per consentire agli Uffici di riordinare gli emendamenti. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 14, viene ripresa alle ore 16 e 56.)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19, al quale sono stati presentati quattro emendamenti.

(Si riporta il testo dell'articolo 19 e dei relativi emendamenti:

Art. 19

Elezione del Presidente della Regione
e del Consiglio regionale

1. Il Presidente della Regione e il Consiglio regionale sono eletti contestualmente a suffragio universale e diretto con voto personale, eguale, libero e segreto.

2. Il Consiglio regionale è eletto con voto attribuito a liste circoscrizionali concorrenti ciascuna collegata, a pena di esclusione, ad un candidato alla carica di Presidente della Regione.

3. Il Presidente della Regione è eletto sulla base di candidature individuali regionali.

4. E' eletto Presidente della Regione il candidato presidente che ha ottenuto nell'intera Regione il maggior numero di voti validi.

5. Il Presidente della Regione e il candidato alla carica di Presidente della Regione che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore fanno parte del Consiglio regionale.

6. Alla coalizione collegata al Presidente eletto è attribuito un premio nei casi e con le modalità previste dall'articolo 32.

7. Sono esclusi dall'attribuzione dei seggi:

a) i gruppi di liste che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 10 per cento del totale dei voti validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;

b) i gruppi di liste non coalizzati che ottengono meno del 5 per cento del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale.

Emendamento sostitutivo totale Sanna Gian Valerio

Articolo 19

"L'articolo 19 è sostituito dal seguente:

Art. 19. Elezione del presidente della Regione e del Consiglio regionale.

1. Per l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 16 dello Statuto come modificato dalla legge costituzionale 7 febbraio 2013 numero 3, alle elezioni del Consiglio regionale della Sardegna continuano ad applicarsi la legge 17 febbraio 1968 numero 108 e la legge 23 febbraio 1995 numero 43 salvo quanto previsto dai seguenti commi:

2. La lista regionale prevista dal comma 3 dell'articolo 1 della legge 43 del 1995 è composta unicamente dal candidato alla carica di presidente della Regione; i restanti seggi da attribuire ai sensi del medesimo comma 3 dell'articolo 1 della legge 43 del 1995 sono ripartiti tra le liste circoscrizionali secondo quanto previsto al comma 5 del presente articolo.

3. Il territorio della Regione è ripartito nelle otto circoscrizioni elettorali di Cagliari, Carbonia - Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari, corrispondenti a quelle risultanti alla data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell'anno 2009.

4. Nelle liste circoscrizionali, a pena di esclusione, nessun genere può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati; si arrotonda all'unità superiore se dal calcolo dei due terzi consegue un numero decimale.

5. Per le finalità di cui ai commi 1 e 2 nella applicazione dell'articolo 15 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, come modificato dalla legge 23 febbraio 1995 numero 43, per l'elezione del Consiglio regionale della Sardegna e del Presidente della Regione sarda sono apportate le seguenti modificazioni:

a) Al numero 2) del tredicesimo comma sono aggiunte infine le seguenti parole: " e proclama eletto Presidente della Regione il candidato della medesima lista, il quale fa parte del Consiglio regionale";

b) Il primo periodo del numero 3) del tredicesimo comma è sostituito dai seguenti: "3) qualora il gruppo di liste o i gruppi di liste circoscrizionali collegate alla lista regionale di cui al numero 2) abbiano conseguito un numero di seggi pari o superiori a 30 , assegna al medesimo gruppo di liste tanti seggi fino a raggiungere il massimo complessivo di 36 seggi da ripartire con sistema maggioritario di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 23 febbraio 1995, n. 43, e li ripartisce fra le medesime liste e nelle circoscrizioni secondo quanto stabilito ai successivi terzo, quarto, quinto, sesto e settimo periodo";

c) Il numero 4) del tredicesimo comma è sostituito dal seguente: "4) qualora il gruppo di liste o i gruppi di liste circoscrizionali collegate alla lista regionale di cui al numero 2) abbiano conseguito un numero di seggi inferiori a 30, assegna al medesimo gruppo di liste tanti seggi fino a raggiungere il numero complessivo totale di 36 seggi da ripartire con sistema maggioritario di cui all'articolo 1 , comma 3, della legge 23 febbraio 1995, n. 43, e li ripartisce fra le medesime liste e nelle circoscrizioni secondo quanto stabilito ai periodi terzo, quarto, quinto sesto e settimo del numero 3)";

d) Non si applica la disposizione di cui al numero 5);

e) I numeri 7) e 8) del comma 13 sono sostituiti dai seguenti:

"7) nel caso in cui la verifica prevista al numero 6) dia esito negativo, verifica se il totale dei seggi conseguiti dai gruppi di liste collegati alla lista regionale di cui al numero 2) sia pari o superiore al 55 per cento dei seggi assegnati al consiglio; qualora tale seconda verifica dia esito negativo, assegna alla coalizione o al gruppo di liste collegati al Presidente proclamato eletto, una quota di seggi che, tenuti fermi i seggi attribuiti ai sensi dei numeri 3) ovvero 4) e quelli inizialmente attribuiti in ambito circoscrizionale, consenta di raggiungere il 55 per cento del totale dei seggi del consiglio con arrotondamento all'unità inferiore; tale quota di seggi assegnata alla coalizione o al gruppo di liste collegati alla lista del Presidente proclamato eletto, è ripartita fra le medesime liste e nelle circoscrizioni secondo quanto stabilito ai periodi terzo, quarto, quinto, sesto e settimo del numero 3)";

"7 bis) al fine di mantenere invariato il numero complessivo di seggi spettanti al Consiglio, determinato dallo Statuto speciale sardo, l'Ufficio centrale regionale detrae i seggi da attribuire ai sensi del numero 7 dagli ultimi seggi spettanti alle coalizioni o gruppi collegati alle liste dei candidati presidente non risultati eletti a partire da quelli assegnati con il minore resto nel collegio unico, seguendo la graduatoria decrescente; qualora non risultino sufficienti i seggi assegnati con i resti di cui al precedente periodo o qualora i seggi siano stati assegnati con quoziente intero in sede circoscrizionale, vengono detratti quelli assegnati ai gruppi di liste, collegate alle liste dei candidati non eletti alla carica di Presidente della Regione, che hanno conseguito la minore cifra elettorale a livello regionale, secondo la graduatoria crescente delle stesse cifre; entro il gruppo di liste sono detratti uno o più seggi ottenuti a quoziente pieno a partire dalle liste circoscrizionali che hanno ottenuto il minore resto espresso in termini percentuali del relativo quoziente circoscrizionale secondo la graduatoria di cui al comma 10";

"8) nel caso in cui la verifica prevista al numero 6) abbia dato esito positivo, effettua le operazioni di cui numeri 7) e 7 bis) sostituendo alla percentuale del 55 per cento quella del 60 per cento".

f)Non si applica la disposizione di cui al comma 14. (11)

Emendamento soppressivo parziale Arbau

Articolo 19

Il comma 7 dell'articolo 19 è soppresso. (5)

Emendamento soppressivo parziale Salis - Ben Amara - Mariani - Stocchino - Sechi

Articolo 19

Il comma 7 è soppresso. (16)

Emendamento sostitutivo parziale Salis - Ben Amara - Mariani - Stocchino - Sechi

Articolo 19

Nel comma 7 le parole "del 10 per cento" al punto a) e "del 5 per cento" al punto b) sono sostituite con le parole "del 6 per cento" al punto a) e "del 3 per cento" al punto b). (17).)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, lei sollecita la distribuzione degli emendamenti, altri sollecitano l'inizio dei lavori, tutti protestano. Ho già fatto presente all'Aula che gli emendamenti non sono stati ancora distribuiti.

Colleghi, avete ragione, però c'è stato anche chi ha sollecitato l'inizio dei lavori e io ho spiegato che il ritardo era dovuto al fatto che gli emendamenti non erano ancora disponibili.

Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Chiedo dieci minuti di sospensione per prendere visione degli emendamenti, che ci sono stati consegnati adesso.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, la richiesta è accolta.

La seduta è sospesa sino alle ore 17 e 10.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 58 , viene ripresa alle ore 17 e 26.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatrice.

GRECO (P.d.L.), relatrice. Su tutti gli emendamenti la Commissione si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Per il esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 11.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 11.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Soru hanno votato a favore e che il consigliere Cocco Daniele ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Valerio - Moriconi - Planetta - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Ben Amara - Diana Mario - Mulas - Porcu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 63

astenuti 5

maggioranza 32

favorevoli 20

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 5, che è uguale all'emendamento numero 16.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, voterò a favore di questo emendamento e spiego anche per quale ragione. Questa è una legge a impianto maggioritario che prevede un premio di maggioranza per garantire la governabilità, pertanto, essendo l'affinità delle forze politiche garantita dalla coalizione, che bisogno c'è di introdurre altre soglie di sbarramento che non garantiscono la rappresentanza, ma penalizzano le forze politiche, le quali rappresentano sensibilità diverse, ma hanno comunque un'affinità di governo con altre forze con le quali si sono coalizzate? Penso che non sia necessario introdurre delle soglie di sbarramento in una legge che è già a impianto maggioritario e che riguarderà un Consiglio regionale che non sarà più composto da 80 consiglieri bensì da 60, tetto che non può essere superato. Esistono quindi delle soglie di sbarramento naturali. E' inoltre poco condivisibile che questo Consiglio faccia ogni tentativo per evitare l'accesso alla rappresentanza da parte di forze politiche che hanno sensibilità differenti, che non sono diffuse in maniera ampia nella nostra società e nel nostro Paese, ma che comunque hanno dignità e diritto di tribuna in quest'Aula. Pertanto voterò in maniera convinta a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU (Sardegna è già Domani). Ho già detto nella scorsa seduta che approvare una legge elettorale sei od otto mesi prima delle elezioni evidentemente suscita il dubbio che il Consiglio d'Europa ha messo nero su bianco nel codice di buona condotta elettorale, quando dice che è quanto meno sospetto che si faccia una legge elettorale a meno di un anno dalla competizione elettorale.

Questo fatto, unitamente agli sbarramenti del 5 per cento per i partiti e del 10 per cento per le coalizioni, porta il sospetto a diventare certezza, perché noi stiamo fissando una soglia di sbarramento molto alta per la terza coalizione che potrebbe nascere, lo sapete tutti, nel mondo indipendentista e autonomista. Lo sbarramento del 10 per cento è infatti talmente alto da non consentire a una coalizione che potrebbe ottenere il 5, 6 o 7 per cento dei consensi di entrare in questo Consiglio regionale. Anche lo sbarramento del 5 per cento per i partiti che ritengono di presentarsi alle elezioni da soli credo sia troppo elevato. Quindi invito quest'Aula a valutare di eliminare tutti e due gli sbarramenti lasciando gli sbarramenti naturali che sono dati dalla legge elettorale stessa. E' un segno di civiltà, noi stiamo innalzando un muro per non consentire ai rappresentanti dell'altra politica di entrare qui. Entreranno lo stesso e a vele spiegate! Io magari non sarò con loro, però vi sto dicendo che entreranno ugualmente, anzi più alzate i muri più numerosi saranno!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Anch'io intervengo per dire che sono totalmente d'accordo con la soppressione del comma 7 dell'articolo 19. Credo, l'ho detto nella scorsa seduta, che il bipolarismo sia oggettivamente fallito in Sardegna e in Italia, e le ultime elezioni lo hanno dimostrato. Non esiste più, pur con tutti i tentativi che sono stati fatti attraverso leggi e leggine, la possibilità di costringere gli italiani a scegliere in modo bipolare, o bipartitico, il che è ancora peggio. C'è bisogno invece di maggiore democrazia, perché c'è l'esigenza da parte dei cittadini di riavvicinarsi a una politica che è sempre più lontana, e sicuramente non è erigendo barriere che facciamo in modo che chi si è disaffezionato ai partiti e alla politica riveda il suo pensiero. Quindi aprire alla democrazia vuol dire eliminare le barriere, eliminare le barricate e lasciare che la gente scelga sulla base delle sue idee, delle sue ideologie e delle sue sensazioni. Credo che una legge che erige barriere farà tutto meno che questo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera ). Signora Presidente, annuncio il mio voto favorevole perché sono dell'avviso che questa legislatura non debba restare nella storia per aver prodotto una legge elettorale che condanna i sardi, che è fondata sulla discriminazione, soprattutto ai danni delle donne e delle minoranze di cui la società sarda è particolarmente ricca.

Il discorso sullo sbarramento, anche del 5 per cento, andrebbe assolutamente eliminato per dare la possibilità a tutte le minoranze identitarie e indipendentiste, che sono appunto una ricca realtà, di poter esprimere la propria rappresentanza. Questa ricchezza di formazioni politiche identitarie e minoritarie non è assolutamente presente in altre realtà della Penisola, per cui io dico che dobbiamo fare una legge elettorale adeguata ai sardi e non contro i loro interessi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, il testo di legge che è in approvazione prevede che possano governare, con un premio di maggioranza che arriva al 60 per cento dei seggi, solo le coalizioni che raggiungono il 45 per cento dei voti e condanna le coalizioni che stanno tra il 30 e il 45 per cento a governare con un premio di maggioranza pari al 55 per cento dei seggi, cioè 33 su 60, riprendendo in questo senso l'orientamento che era emerso nei mesi di elaborazione della legge elettorale, ma aumentando la soglia per governare, appunto al 45 per cento. Ciò significa che la legge ha già dato un'indicazione chiara ai partiti. I partiti che intendono concorrere a governare devono trovare i livelli di coesione prima delle elezioni per produrre una cifra elettorale molto alta; viceversa, i partiti che vogliono rinunciare all'azione di governo sanno che con un totale di seggi inferiore a quelle percentuali non parteciperanno al governo.

Che senso ha allora lo sbarramento del 5 per cento? E' una soglia inserita non per escludere i piccoli, ma per promuovere i medi. E' una cosa diversa e, secondo me, non è funzionale allo spirito della legge. Secondo lo spirito della legge, per come la stessa è stata strutturata - quando arriveremo al relativo articolo ne parleremo -, i partiti che intendono governare devono creare coalizioni coese e molto ampie, devono cioè arrivare al 45 per cento. E' molto, signori!

La legge obbliga già le forze politiche con cultura di governo ad apparentarsi, per quale motivo si vuole limitare la possibilità di rappresentanza, avendo garantito il governo con una soglia di 50 mila voti? Non lo si comprende, se non per garantire un'assicurazione sull'esistenza non dei piccoli, ma di soglie medie, che evidentemente immaginano un'altra strategia d'Aula nel momento in cui il Consiglio verrà eletto. Io pertanto voterò a favore di questo emendamento e anche di quello sulla doppia preferenza di genere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, ribadisco quello che già avevamo esternato in Commissione, cioè che i principi di rango costituzionale prevedono le rappresentanze di genere, di territorio e delle minoranze anche identitarie. Quindi, condividendo in pieno ciò che ha appena detto il collega Maninchedda, credo che con la garanzia del premio di maggioranza gli altri sbarramenti non abbiano più nessun fine e nessuna motivazione. Sarebbe davvero un piccolo passo avanti approvare questo emendamento ed eliminare tutti gli sbarramenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 5. Noi abbiamo lavorato in questi mesi per conseguire alcuni obiettivi. Il primo era quello di concorrere - e credo l'abbiamo fatto anche attraverso il lavoro in Commissione, assumendoci la responsabilità della direzione della Commissione stessa, perché la maggioranza non è stata in condizioni di surrogare il Presidente dimissionario - a consentire la governabilità, la quale viene garantita con il premio di maggioranza. Abbiamo presentato degli emendamenti anche sotto questo aspetto, perché secondo noi una volta garantito il premio di maggioranza è utile qualsiasi sbarramento.

Noi pensiamo a una legge che, una volta garantite la governabilità e alcune peculiarità, come le varie rappresentanze politiche territoriali e di genere nelle liste, non dia l'impressione di essere chiusa e di assumere da qua dentro la regia sulla composizione del prossimo Consiglio regionale. Pensiamo a una legge elettorale aperta, che consenta il massimo della partecipazione dei partiti piccoli, grandi, medi, storici o anche di nuova costituzione. Deve essere una legge che consente la massima partecipazione. L'unico arbitro per selezionare la classe dirigente istituzionale di questa Regione devono essere gli elettori e non la legge elettorale. La legge elettorale deve avere le caratteristiche per garantire la massima partecipazione, poi gli elettori decideranno chi deve rappresentarli, senza sbarramenti.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione nominale, richiesta dal consigliere Pittalis.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 5 e 16.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Porcu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stocchino - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Diana Mario.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 66

astenuti 2

maggioranza 34

favorevoli 30

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 17.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, noi non ci poniamo grandi obiettivi con questa legge elettorale. Uno degli obiettivi però è sicuramente quello di eliminare il residuo di "porcellum" che c'è in questa legge elettorale, quindi i nominati del prossimo Consiglio regionale; il secondo importante obiettivo è quello di consentire una rappresentanza adeguata dei diversi generi; il terzo obiettivo è garantire la rappresentanza territoriale. Ma abbiamo anche un altro obiettivo, che a mio avviso è molto importante, ed è quello di garantire in questo Consiglio la rappresentanza delle diverse sensibilità che la nostra Isola riesce a esprimere. Quindi io penso che non debba essere eretta alcuna barriera di accesso al Consiglio regionale, pur garantendo la governabilità, però se non possiamo fare a meno di innalzare un muro, perché purtroppo gli emendamenti precedentemente votati sono stati bocciati, a una barriera alta ne preferisco una più bassa, perché con un po' di allenamento probabilmente può essere scavalcata.

Rimane comunque un principio che io non condivido, al quale mi adeguo perché preferisco avere almeno il bene se non posso ottenere il meglio, e in questo momento il meglio non è possibile ottenerlo stante la posizione della maggioranza di centrodestra che impedisce o cerca di impedire l'accesso di queste sensibilità in Consiglio regionale. Forse con una soglia un po' più bassa riusciamo a garantire principi di democraticità che diversamente non ci sarebbero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Anch'io sono convinto che davanti alla bocciatura dell'altra volta, questo emendamento cerchi di rimettere in piedi uno strumento di partecipazione. Sono convinto che non si possa pensare di arrivare attraverso uno sbarramento al bipolarismo. Continuo a ritenere che si stia pensando a un sistema elettorale che è stato bocciato dagli elettori. Ciò che colpisce di più, e lo vedremo nel corso della discussione, è il fatto che i problemi sorgono quando c'è una questione di democrazia, come quelle attinenti alla rappresentanza di genere, alla rappresentanza dei territori e alla rappresentanza politica. Io che ho vissuto, come ho detto all'inizio della discussione di questa legge, un periodo abbastanza critico della storia italiana, come gli anni Settanta, so bene cosa vuol dire non avere una rappresentanza istituzionale: vuol dire che un cittadino cerca altri tipi di rappresentanza. Il nostro compito invece è quello di incanalare la rabbia, quella che viviamo fuori di qui, dentro un percorso che invece è di proposta e di soluzione e che solamente all'interno delle assemblee legislativa si può trovare. Se queste assemblee rappresentano qualcuno e qualcosa non possiamo pensare che chi non è rappresentato non conti nulla nella nostra società; non possiamo pensare che chi non è rappresentato debba starsene a casa. Questo è ciò che ha portato la gente a non credere più nei partiti. Io penso invece che sia nostro compito rimettere in piedi un sistema democratico che permetta a tutti di riconoscersi in modo totale nelle forze che li rappresentano, e non di dover scegliere il meno peggio sempre e comunque. Noi infatti rischiamo di fare una legge che costringerà gli elettori, coloro che dovrebbero decidere insieme con noi, a scegliere il meno peggio, ma questa non è una buona soluzione per una buona politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Vorrei illustrare un caso che potrebbe esemplificare i rischi intrinseci della norma che è stata proposta nel testo esitato dalla Commissione. Poniamo che tre liste si coalizzino - come è possibile che avvenga - e che due di esse ottengano il 3,5 per cento dei voti e la terza il 2,9: poiché insieme non raggiungono il 10 per cento nessuna di quelle tre liste esprimerà dei consiglieri regionali. Stiamo parlando di circa 90 mila voti che non avrebbero rappresentanza…

PITTALIS (P.d.L.). Non c'è più lo sbarramento del 3 per cento, l'abbiamo eliminato.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Sì che c'è!

PRESIDENTE. Colleghi, ha ragione l'onorevole Maninchedda: se la coalizione non supera il 10 per cento, le liste all'interno della coalizione devono raggiungere il 5 per cento per poter avere una rappresentanza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Grazie della glossa, Presidente.

Ne consegue che, invece, una lista che da sola ha la possibilità di prendere il 5 per cento non rischia la coalizione e perciò non si allea. Questo è il meccanismo che produce il disposto della legge. L'emendamento che è stato presentato al riguardo è dunque più ragionevole in quanto piccoli gruppi che si coalizzano e ragionevolmente raggiungono il 6 per cento si dividono i seggi, mentre per chi corre da solo la soglia di sbarramento è più bassa. Ecco perché voterò a favore dell'emendamento numero 17.

(Interruzione)

Quello è lo sbarramento naturale. Posso continuare, Presidente?

PRESIDENTE. No, onorevole Maninchedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Chiedo scusa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto).Brevemente, io direi che non votare a favore di questo emendamento significa autoeliminarsi anche come minoranza territoriale, non solo politica ma anche linguistica, perché la politica è lingua e la lingua è politica. Ogni violenza passa soprattutto attraverso la politica per colpire anche la lingua e il territorio. Il mio voto è a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi).Noi voteremo contro questo emendamento, perché pensiamo che le forze che concorrono a essere presenti nel Consiglio regionale debbano avere un minimo di consistenza. A dire il vero noi eravamo favorevoli a mantenere lo sbarramento del 3 per cento, proprio perché riteniamo che democrazia non significhi necessariamente dare rappresentanza anche a formazioni che non raggiungono un livello minimo di consistenza. Noi crediamo che oggi ci sia necessità di una democrazia decidente, di assemblee legislative in grado di formare il consenso al proprio interno secondo meccanismi che non possono essere più quelli di una volta e che le forze politiche debbano tendere a trovare ragioni di aggregazione piuttosto che di disgregazione.

Noi abbiamo quindi salutato negativamente l'eliminazione della soglia di sbarramento del 3 per cento all'interno della coalizione, pur rendendoci conto che il paradosso che ha segnalato l'onorevole Maninchedda, credo nella penultima seduta, esponeva questa legge a un rischio reale. Togliendo il 3 per cento è stato sanato quel paradosso, però è l'unico aspetto positivo che noi vediamo nell'eliminazione di questa soglia di sbarramento, perché temiamo i rischi che derivano dall'incentivazione della parcellizzazione delle forze politiche. Riteniamo pertanto che almeno uno sbarramento del 5 per cento fuori dalle coalizioni vada salvaguardato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Questo processo, che sta portando verso un modello politico bipolare, mal si addice all'esigenza culturale, storica e politica della Sardegna. E' iniziato con la riduzione del numero dei consiglieri regionali per la Sardegna, da 80 a 60, e implica oggi una riduzione di tutte le rappresentanze di circa il 25 per cento.

Io non sono assolutamente d'accordo sui modelli bipolari, perché il bipolarismo non va bene in psichiatria così come non va bene in politica. Io sono favorevole a sistemi democratici assolutamente ampi. La società sarda ha necessità di essere rappresentata in tutta la sua interezza e in nome della governabilità (di parcellizzazione ha parlato il collega che è appena intervenuto) si sta ora tentando di giustificare un modello che è stato importato in Sardegna e che non è assolutamente valido per noi, perché non garantisce una rappresentanza democratica ampia, che invece deve essere garantita.

Per cui la governabilità è garantita dal premio di maggioranza e dall'elezione diretta del Presidente e non si considera minimamente l'esigenza delle minoranze di essere presenti in questo scenario politico. La tendenza è quella di eliminare dalla massima Assemblea dei sardi le minoranze politiche presenti nel nostro territorio e con esse anche le donne la cui presenza, caso strano, verrebbe a ridursi ai minimi termini, perché la riduzione dei consiglieri da 80 a 60 le colpirebbe, ci colpirebbe nella misura del 25 per cento, che rappresenta davvero un'esagerazione. Quindi mi auguro che l'Aula abbia un forte ripensamento e voti a favore della democrazia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io sono convinto che questa legge non sia entusiasmante per nessuno di noi, ma sia la legge possibile, dopo un accordo raggiunto con una faticosa mediazione in Commissione, che oggi qualcuno, anche senza avere presentato emendamenti, cerca di rimettere in discussione. Siccome è una situazione che abbiamo già vissuto qualche giorno fa, credo che nessuno di noi, esaminando i singoli punti, possa essere soddisfatto, ma nel complesso tutti possiamo esserlo.

E' evidente che rispetto all'impostazione che avevamo scelto, che era quella della legge per l'elezione dei sindaci e dei presidenti delle province, che ha garantito stabilità e rappresentanza, la doppia soglia crea una divaricazione rispetto al principio, che abbiamo cercato di seguire, della semplificazione del sistema politico attraverso il minor numero possibile di candidati presidente, favorendo quindi l'aggregazione. Non è stato possibile, ma questo credo che sia un compromesso accettabile.

Non so se l'emendamento verrà bocciato o meno, però, siccome contiene un errore, credo sia necessario sostituire, con un emendamento orale, le parole "6 per cento" con "5 per cento", che sono quelle riportate alla lettera b) del comma 7 dell'articolo 19.

PRESIDENTE. L'onorevole Cuccureddu chiede che nell'emendamento numero 17 le parole "6 per cento" vengano sostituite da "5 per cento".

(Interruzioni)

No scusate, nella legge è scritto "5 per cento delle liste", il 6 per cento qua sostituisce il 10 per cento della coalizione, sono due cose diverse.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sì, è vero.

PRESIDENTE. Per cui rimane "6 per cento".

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo molto brevemente per dire che voterò a favore di questo emendamento per un motivo molto semplice: quest'Aula affronta la discussione su questa legge elettorale nell'ultimo periodo della legislatura, nonostante l'Unione europea raccomandi di non approvare mai leggi elettorali alla fine di una legislatura. Dopo un dibattito durato dei mesi, il disegno di legge in esame è arrivato in Aula all'inizio di febbraio e credo che abbiamo tutti la responsabilità di far sì che in questa legge si possa riconoscere il maggior numero possibile di cittadini sardi, proprio perché siamo alla fine della legislatura e il relativo disegno di legge ha avuto un iter piuttosto tormentato.

Credo che questo emendamento aiuti a mitigare le soglie di sbarramento e offra speranze di rappresentanza ai gruppi più piccoli che non intendono far parte di coalizioni. Ritengo che quest'Aula, per tanti motivi, certamente anche politici, dovuti al modo in cui è stata guidata la Regione e anche al fatto che la maggioranza si è assunta la responsabilità di fare molto poco in questi anni, non abbia oggi una legittimazione così forte da stravolgere la legge elettorale vigente e un sistema elettorale che in qualche modo offre almeno la speranza della rappresentanza.

Quindi spero che questo emendamento, che è di buon senso e mitiga il principio richiamato, possa essere accolto per offrire una speranza di rappresentanza a tutti. Così facendo quest'Aula può contribuire a ottenere almeno questo obiettivo. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, i colleghi Cuccu e Porcu hanno in maniera esaustiva espresso la nostra posizione. Noi, lo ribadisco, voteremo a favore se non altro perché, come abbiamo già detto, avremmo preferito per le ragioni che abbiamo esposto una legge che non prevedesse sbarramenti. I nostri emendamenti che andavano in quella direzione sono stati bocciati. L'emendamento numero 17 riduce al minimo i danni di cui abbiamo parlato, anche se avremmo preferito trovarci in una condizione in cui esso fosse del tutto inutile. Siccome purtroppo non è così, votiamo a favore di questo emendamento perché, ripeto, minimizza l'impatto negativo di cui abbiamo parlato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI). Gradiremmo, io e molti altri, non essere presi in giro su questa storia degli sbarramenti perché c'è gente che ha cambiato sette posizioni nell'arco degli ultimi giorni! Eravamo disponibili anche stasera, e l'abbiamo detto, a eliminare gli sbarramenti e quando si è parlato del 10 per cento non ci sono state obiezioni, se non da parte dei piccoli partiti che, facendo legittimo pressing nei confronti del partito maggiore di riferimento, hanno detto: "Questo ci penalizza e non è giusto". Dopo attente valutazioni (io ho fornito anche il risultato dei conteggi fatti), è stato detto che il 3 per cento non era opportuno perché in effetti si doveva valutare attentamente il risultato delle altre elezioni, perché il 3 per cento è previsto in legge (il quoziente è pari al 2,7). Tant'è che abbiamo avanzato una proposta che è stata approvata - lo dico ai funzionari -, per dare la possibilità ai piccoli partiti di avere la propria rappresentanza attraverso un quoziente a livello regionale. Se infatti nelle otto circoscrizioni un candidato di maggioranza ottiene 10 mila voti, con il quoziente 1,2 viene eletto, mentre per un candidato di minoranza occorrono circa 18-19 mila voti. Su questo siamo stati tutti d'accordo. Poi sono state proposte le soglie del 6 e del 7 per cento, e così via, ma che significato ha passare dal 10 al 6 per cento e poi addirittura al 3, quando sul 3 per cento eravamo tutti contrari? Chi dice il contrario è un mentitore, perché sapete benissimo chi è che non voleva il 3 per cento.

Io personalmente ho proposto questa mediazione, cioè che ci fosse un quoziente a livello regionale considerando la somma dei voti, per cui se un candidato prende 1.000 voti in una circoscrizione e 500, 2.500 e 3.000 nelle altre arriva orientativamente al quoziente intero di circa 10.000 voti (nella simulazione sono 9.700 voti) entra nella rappresentanza a supporto dei piccoli partiti. Peraltro tutti quanti da questo punto di vista siamo d'accordo.

Ora ci inventiamo i numeri da giocare al lotto: oggi è giovedì si gioca al lotto, giochiamo il 3 e il 6 e ci divertiamo! Prima a molti andava bene la soglia del 10 per cento, a noi andava bene il 6 per cento, ma non ad altri, allora abbiamo proposto il 7 per cento, poi si è scesi al 5 per cento perché qualcuno aveva interesse che fosse stabilita quella percentuale, oggi stiamo cambiando di nuovo i numeri, tiriamo di nuovo i bussolotti, ma certamente con scarsa sensibilità e serietà!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Non sarei intervenuto, come mi ero ripromesso di fare, però di fronte a quanto è stato appena detto bisogna precisare, per quanto riguarda il Partito Democratico, che noi ci siamo espressi a favore di uno sbarramento di coalizione, ma la nostra posizione sulle liste fuori di coalizione è assolutamente contraria a qualunque soglia di sbarramento. Non stiamo pertanto esprimendo una posizione differente rispetto a quella che abbiamo espresso in Commissione, ovvero il 10 per cento come sbarramento di coalizione, nessuno sbarramento per i partiti all'interno della coalizione, nessuno sbarramento fuori dalla coalizione.

Questa è stata la nostra posizione sin dall'inizio, abbiamo seguito i lavori, abbiamo fatto in modo che vi fosse un'intesa complessiva per avere una legge elettorale, perché di questo c'è assolutamente bisogno, però a onor del vero, in riferimento alle parole dell'onorevole Oppi, la posizione del Partito Democratico all'interno della Commissione è stata sempre questa: nessuno sbarramento per i partiti fuori dalla coalizione e dentro la coalizione. L'unico sbarramento, se lo vogliamo chiamare così, è quello del 10 per cento per la coalizione. Non abbiamo mai cambiato idea né ieri, né avantieri, né tre giorni fa, né dieci giorni fa. Questa era la nostra posizione allora e questa è la nostra posizione oggi.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 17.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Planetta - Porcu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Stocchino - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 70

astenuti 1

maggioranza 36

favorevoli 31

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'articolo 19. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 20.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 20

Definizioni

1. Ai fini della presente legge si intende per:

a) circoscrizione elettorale, d'ora in avanti circoscrizione, la suddivisione del territorio regionale ai fini dell'elezione del Consiglio regionale;

b) lista circoscrizionale, la lista concorrente di candidati alla carica di consigliere regionale presentata in una circoscrizione elettorale;

c) gruppo di liste, l'insieme delle liste contraddistinte dal medesimo contrassegno e denominazione nelle diverse circoscrizioni elettorali;

d) coalizione di gruppi di liste, d'ora in avanti "coalizione", più gruppi di liste collegati al medesimo candidato alla carica di Presidente della Regione;

e) gruppo di liste non coalizzato, il singolo gruppo di liste unico collegato a un candidato presidente.

f) candidato presidente il candidato alla carica di Presidente della Regione.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'articolo 20, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 21 .

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 21

Circoscrizioni elettorali

1. Il territorio della Regione è ripartito nelle otto circoscrizioni elettorali di Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari, corrispondenti a quelle risultanti alla data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell'anno 2009.

2. Il complesso delle circoscrizioni forma il collegio unico regionale ai fini del calcolo dei voti attribuiti ai candidati alla carica di Presidente della Regione e dell'attribuzione e del riparto dei seggi fra le coalizioni e i gruppi di liste.

3. Il numero dei seggi spettanti a ciascuna circoscrizione è calcolato dividendo la cifra della popolazione residente nella Regione, quale risulta dai dati ISTAT al 31 dicembre del penultimo anno precedente la data di convocazione dei comizi elettorali, per il numero dei seggi del Consiglio meno due ed assegnando ad ogni circoscrizione tanti seggi quante volte il quoziente è contenuto nella cifra della popolazione residente nella circoscrizione.

4. I seggi eventualmente rimanenti sono attribuiti alle circoscrizioni per le quali la divisione prevista al comma 3 ha dato maggiori resti.)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'articolo 21, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 22.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 22

Liste circoscrizionali

1. La dichiarazione di presentazione delle liste circoscrizionali è accompagnata, a pena di esclusione, dalla dichiarazione di collegamento con il candidato alla carica di Presidente della Regione.

2. Ciascuna lista circoscrizionale è contraddistinta da un proprio contrassegno e denominazione; le liste appartenenti al medesimo gruppo sono collegate al medesimo candidato presidente.

3. In ciascuna lista circoscrizionale, a pena di esclusione, ciascuno dei due generi non può essere rappresentato in misura superiore a due terzi dei candidati; si arrotonda all'unità superiore se dal calcolo dei due terzi consegue un numero decimale.

4. Le liste circoscrizionali, a pena di esclusione, devono essere presentate con il medesimo contrassegno e denominazione in almeno tre quarti delle circoscrizioni elettorali, in modo da costituire un gruppo di liste.

5. Ciascun candidato presidente deve dichiarare il collegamento con uno o più gruppi di liste; la dichiarazione è efficace solo se convergente con le dichiarazioni di collegamento delle liste e se è accompagnata dal programma politico.)

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi entro la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione per ciascun intervento è di dieci minuti

E' iscritta a parlare la consigliera Lunesu. Ne ha facoltà.

LUNESU (Fratelli d'Italia-Centro Destra Sardegna). Presidente, Assessori, colleghi, intervengo soprattutto per dare il mio parere sul comma 3 dell'articolo 22. Sostengo che la rappresentanza di genere ormai è legge costituzionale dal 22 gennaio del 2013, insieme alla riduzione del numero dei consiglieri regionali, da 80 a 60, e alla rappresentanza territoriale. La rappresentanza di genere renderà sicuramente possibile un'evoluzione sociopolitica, quindi una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e di conseguenza una maggiore equità. Voglio ricordare che la politica è lavoro, lavoro istituzionale nel territorio, e quindi sociale.

La politica delle donne deve trovare e coltivare spazi comuni per migliorare la qualità della vita di tutti e soprattutto quella del mondo femminile, perciò ovunque, e soprattutto nelle istituzioni, deve essere garantita la loro rappresentanza. Quindi sono tante le ragioni per cui le donne devono avere parità di accesso a tutte le cariche. Non è tollerabile che in una società democratica la politica debba essere di monopolio maschile, a fronte di un maggior numero di donne fra la popolazione. Ricordo che noi donne rappresentiamo il 51 per cento della popolazione. Inoltre ritengo che il nostro Governo regionale debba avere fra i suoi rappresentanti tante donne che possano esprimere la loro competenza e la loro sensibilità nel decidere e deliberare sulle tematiche proposte dall'agenda politica. Un'Assemblea regionale come la nostra, composta soltanto per il 6,25 per cento da donne, è un'Assemblea deficitaria. E' certo che le donne non debbano sostenere interessi propri o distinti da quelli maschili, e se ci fossero questi interessi non per forza devono essere rappresentati da sole donne. Come pure su tematiche come quelle inerenti alla famiglia, alla scuola, al lavoro, alla sanità, sono convinta che l'apporto femminile sia di grande rilevanza.

Un'inadeguata rappresentanza di genere in Consiglio regionale impoverisce il dibattito. Un'assemblea in cui lo scambio dialettico è lo strumento più democratico che esista, e che esprime la cultura di tutta la società, deve essere composta, per diritto, per parità e per dignità da entrambi i generi. Potremmo essere la seconda regione, dopo il Veneto, con l'obbligo per tutte le liste, per esempio, di alternare il nome di un uomo e di una donna. E' auspicabile che in un futuro non troppo lontano ciò possa avvenire anche da noi. Allora sì avremo dimostrato di essere civili, aperti, democratici; avremo raggiunto veramente le pari opportunità, con liste formate per il 50 per cento da donne - immaginate! - e per il 50 per cento da uomini. Ecco perché occorrerebbe arricchire la rappresentanza di genere almeno con la facoltà di poter scegliere, facoltà che viene consentita…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lunesu.

Onorevole Giampaolo Diana, mi fanno giustamente notare che quando lei interviene chiede di essere ascoltato. Grazie.

LUNESU (Fratelli d'Italia-Centro Destra Sardegna). Ecco perché, ripeto, occorrerebbe arricchire la rappresentanza di genere almeno con la facoltà di poter scegliere; facoltà che viene consentita a chi voglia esprimere più di un voto. E' un modo per riflettere sul contributo che le donne possono dare alle istituzioni per avviare un vero e proprio rinnovamento culturale nella società. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo sull'articolo 22 per concentrarmi sul terzo punto. In realtà con questo articolo introduciamo il tema della rappresentanza di genere nelle liste e nel Consiglio regionale. Credo che sia finalmente giunto il tempo, anche in questa regione, di massimizzare gli sforzi per una maggiore partecipazione di entrambi i generi. Nella passata legislatura facemmo uno sforzo attraverso la legge statutaria, che purtroppo non ebbe conferma in sede referendaria, ma che faceva dei passi avanti importanti in ordine alla rappresentanza di genere nella Giunta regionale e addirittura nei ruoli apicali dell'Amministrazione regionale. Credo sia sbagliato affrontare la legge elettorale nel momento in cui la stiamo affrontando, ma se ne dobbiamo parlare sarebbe utile che ci astraessimo il più possibile dalla nostra condizione attuale e dal fatto che tanti di noi pensano di poter rientrare in Consiglio regionale tra qualche mese. Sarebbe bene che prendessimo ogni decisione come se stessimo discutendo della legge elettorale che entrerà in vigore fra due o tre legislature, che non riguarderebbe noi. Dobbiamo quindi cercare di essere giusti anche nel garantire la rappresentanza politica nel Consiglio regionale di tutto il popolo sardo, come qualche volta con un po' di enfasi ci affrettiamo a dire; dobbiamo considerare che il popolo sardo è composto da uomini e da donne, per cui anche le liste debbono essere composte per il 50 per cento da uomini e per il 50 per cento da donne, né uno di più, né una di meno. Alle liste devono poter accedere tutti e questo diritto deve essere affermato con chiarezza in modo che possa essere garantita, con il meccanismo che decideremo di seguire, non solo la presenza nelle liste, ma anche la presenza nei banchi di questo Consiglio regionale. E per garantire la presenza nei banchi del Consiglio è chiaro che si deve iniziare da una rappresentanza paritaria nelle liste riservando il 50 per cento a ciascun genere, quindi non due terzi e un terzo. E per garantire la rappresentanza dei seggi in maniera che a ciascun genere sia assicurato almeno un terzo di rappresentanza, qualcuno fino adesso ha maturato delle idee, ad esempio il meccanismo della doppia preferenza. Io ho presentato un emendamento all'articolo 36, il numero 15, che propone un meccanismo diverso che spero possa essere preso in considerazione dall'Aula, ma ne parleremo dopo. Per ora mi premeva dire che è arrivato il tempo per cui le liste elettorali che vediamo affisse sui muri della Sardegna siano composte per il 50 per cento da uomini e per il 50 per cento da donne.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, lei si è iscritto in ritardo.

E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). L'articolo 22 introduce il grosso scoglio che è costituito proprio dalla proposta della doppia preferenza di genere, che fra l'altro è facoltativa, non è un'imposizione. Lo voglio precisare dal momento che in tutto questo periodo è stata fatta una grande propaganda al riguardo, ma di fatto c'è la possibilità di scegliere. Quindi la doppia preferenza di genere, da contemplare nella legge elettorale, continua ancora oggi a costituire uno scoglio per la quasi totalità della classe politica sarda, che al di fuori delle dichiarazioni di comodo che spesso si fanno per non irritare l'elettorato femminile, non ha neanche il coraggio civile di far sì che questo diritto venga sancito da una legge che rispetti lo spirito dello Statuto di autonomia e della stessa Costituzione italiana. Rivendicare questo diritto per le donne, già attuato fra l'altro in diverse competizioni elettorali in Italia, non significa mendicare, ma ribadire che bisogna far di tutto affinché con la presenza delle donne si garantisca un'equa rappresentanza della società sarda all'interno del Consiglio regionale, visto e considerato che, fino a prova contraria, le donne costituiscono oltre il 51 per cento della popolazione sarda.

Voglio ancora ribadire che con la riduzione del numero dei consiglieri le sette donne oggi presenti nel Consiglio regionale della Sardegna (solamente quattro delle quali sono state elette per i voti ottenuti), oltre che con l'eliminazione del listino, si rischia la totale estinzione della presenza delle donne nello scenario istituzionale sardo. Certo è che sui temi della rappresentanza democratica della nostra società, e quindi sul diritto inalienabile dei partiti identitari indipendentisti e di tutte le minoranze politiche esistenti e di genere a essere rappresentati, nel nome del bipolarismo e del bipartitismo si è creata una grande alleanza trasversale - è sotto gli occhi di tutti - che condanna le diversità, donne comprese, fino a farle scomparire. Il problema è che le donne paradossalmente vengono considerate, devo dire anche con un certo disprezzo, esattamente come una minoranza. Credo che si debba rivedere la situazione proprio alla luce del fatto che le donne rappresentano e costituiscono la maggioranza della nostra società.

La beffa di questa legge elettorale sarda non è altro che la celebrazione di una oligarchia maschile e maschilista (praticamente è la vecchia politica che ha fallito), che si blinda e si ricompatta attraverso accordi trasversali per continuare a detenere, manovrare e controllare il potere. La società sarda, che è profondamente in crisi, non può intraprendere alcun processo di emancipazione e di partecipazione popolare alla creazione di una democrazia di base che rispetti le scelte economiche e sociali delle singole collettività e dei territori…

C'è un bel rumore di sottofondo, ma è la norma, Presidente!

PRESIDENTE. Ha ragione onorevole Zuncheddu. Onorevole Cocco, Onorevoli Giampaolo e Mario Diana, per cortesia!

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Dicevo che la società sarda non può intraprendere alcun processo che rispetti le scelte economiche e sociali delle singole collettività e territori, che si integrano in un processo collettivo sardo, senza portare avanti una democrazia paritaria fra generi che sia rappresentata anche in un progetto di legge elettorale che rompa finalmente il ghetto a cui il genere femminile è stato relegato da una classe politica sarda e italiana miope e paternalista. Mi rivolgo ai colleghi, e vorrei che fra l'altro… Gavino, per gentilezza! Mi rivolgo anche a te, perché poi ti chiederò un'assunzione di responsabilità, come la chiederò a tutti gli altri colleghi.

Direi pure che i fautori di questa democrazia formale e vigilata (se non anche spesso disturbata dagli inciuci), che si impongono come padroni incontrastati della politica sarda, arrivando addirittura a sopprimere i diritti civili delle donne e delle minoranze politiche che sono parte integrante della società e della storia della Sardegna, devono assumersi palesemente in Consiglio la responsabilità politica di essere affossatori di diritti sanciti - qualora agissero in tal senso - e carnefici della democrazia e della legalità. Per questo ribadisco l'appello a un'assunzione di responsabilità seria, intelligente e matura e chiedo che il voto sia assolutamente palese. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare su questo articolo, procediamo alla votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Scusi, Presidente, stiamo accelerando, però c'è bisogno di soffermarci un po' almeno su alcuni articoli. Avvertendo bene a che titolo sto in quest'Aula (non sono qui a titolo personale, quindi avverto bene il motivo per cui ci sono) e non avendo quindi bisogno di essere richiamato al senso di responsabilità, sono comunque fermamente convinto della bontà dell'articolo 22, perché con questo articolo cominciamo a dare attuazione a quello che è scritto nel nostro Statuto. Il novellato articolo 16 dello Statuto chiede un impegno da parte della legge elettorale per quanto riguarda le rappresentanze di genere. Per la prima volta noi con questo articolo stabiliamo una regola che può contribuire a un riequilibrio nella rappresentanza democratica; poi ci sono gli altri emendamenti e gli altri articoli per determinare il modo di garantire questa regola. Per adesso ci diamo una regola per garantire una rappresentanza nelle liste che sia - anch'io avrei auspicato il 50 per cento - il più possibile rispondente a quella che è la nostra realtà, che è fatta di uomini e di donne.

E' chiaro che questo non basta. Noi interveniamo in una certa misura, ma il limite è rappresentato dalle condizioni di accesso alla vita politica da parte delle donne, quindi l'impegno di quest'Aula non può limitarsi solo a questo.

Certo, oggi stiamo facendo la legge elettorale e questo è un primo passo, però non possiamo limitarci a questo perché c'è una serie di barriere e ostacoli che non consentono il libero accesso di entrambi i generi alla vita politica. Certo questo stato di fatto non dipende solo da noi, però qualche passo avanti noi lo stiamo facendo con la legge elettorale e penso che possiamo farne degli altri quando affrontiamo questioni legate per esempio all'impresa, ai servizi sociali e al lavoro. Probabilmente anche lì possiamo intervenire per consentire condizioni migliori di accesso alla vita politica da parte delle donne.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, ovviamente io sono favorevole all'articolo in discussione. Vorrei solo ricordare all'onorevole Soru che se avessimo potuto fissare, per quanto riguarda le presenze in lista, il limite del 50 per cento per ciascun genere lo avremmo fatto. Il fatto è che ci sono problemi tecnici che ci impediscono di indicare il 50 per cento, perché il numero dei candidati in lista non è sempre pari: alcune volte è pari, altre volte è dispari. Se in tutti i collegi elettorali il numero dei candidati fosse pari sono pronto a scommettere che questo Consiglio regionale avrebbe votato all'unanimità per la presenza del 50 per cento di ciascun genere. La realtà è che purtroppo questo non è possibile e quindi questo è il massimo che possiamo fare. Ed è il massimo in questo caso, così come il massimo hanno fatto molte Regioni d'Italia, per esempio la Toscana, che modificando e stravolgendo completamente la legge elettorale, ha istituito il listino, cioè ha fatto il "porcellum" della Toscana. Ho pensato: "Ci sarà il 50 per cento di donne in quel Consiglio regionale". Vado a vedere e invece nel Consiglio regionale della Toscana ci sono meno donne che negli altri Consigli regionali. Allora, dico io, è possibile che dei Consigli regionali possano aver legiferato in questo modo? Cioè nonostante le liste bloccate e tutto ciò che è stato garantito alle donne, se così possiamo dire, il risultato è che se non ci fossero state le liste bloccate nel Consiglio regionale della Toscana ci sarebbero più donne elette, perché credo che per la loro capacità, forza di volontà e impegno siano assolutamente in grado di essere elette con gli stessi voti che eleggono il genere maschile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io credo, colleghi, che su questo argomento bisogna essere molto espliciti. Il problema dell'accesso delle donne alle istituzioni si fonda su uno svantaggio strutturale, quindi i legislatori devono favorire l'accesso delle donne, non inventarsi una condizione paritetica che non c'è. L'intervento dell'onorevole Soru puntava a far diminuire le probabilità di elezione di un candidato di genere maschile rispetto a un candidato di genere femminile. Dice l'onorevole Soru: "Creo un'unità di base di partenza per garantire di più, cioè per favorire le donne". Questo era il senso, non è un mero fatto matematico. Io sono su una posizione molto vicina a quella dell'onorevole Soru, intendo favorire le donne e questo articolo che recepisce meramente il dettato costituzionale va benissimo, perché se votiamo la doppia preferenza di genere favoriamo le donne. Cioè se un terzo dei candidati in lista è costituito da donne queste vengono trainate dai due terzi o da un altro terzo, per cui le favoriamo realmente.

Questa disposizione, se accompagnata dalla doppia preferenza di genere apre il Consiglio alle donne. Prendiamo l'impegno, anziché parlare adesso, di non chiedere il voto segreto sulla proposta della doppia preferenza di genere? Ci alziamo e diciamo, mentre votiamo sì a questo articolo, che nessuno chiederà il voto segreto sulla doppia preferenza di genere? Vi chiederei questo. Non voglio bisticciare con chi chiederà il voto segreto, ma lo farò.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole e per dire al collega Mario Diana che è vero in Toscana ci sono le liste bloccate, ma ci sono anche le primarie obbligatorie; liste bloccate che in ogni caso è bene rimuovere sempre, compreso il listino, e questo è uno dei motivi per cui noi ci accingiamo a modificare una legge elettorale che non è nostra, ma è quella che riguarda le Regioni a statuto ordinario.

Credo che per quanto riguarda l'accesso delle donne dobbiamo sostanzialmente seguire la legislazione che sta andando avanti, per esempio la modifica del testo unico per gli enti locali recentemente pervenuta, che di fatto promuove da un lato la doppia preferenza di genere, dall'altro la parità sostanziale, effettiva; cioè non vi è semplicemente la promozione di determinate condizioni, come avveniva in passato, ma viene garantita la parità sostanziale anche nelle giunte. Io ricordo che è dovuto intervenire il TAR per modificare una delle Giunte di Ugo Cappellacci nella quale non era presente alcuna donna. La parità negli enti è oggetto di un'altra norma ormai acquisita nella legislazione italiana.

Credo che la Regione sarda non possa stare indietro rispetto agli enti locali e quindi è giusto inserire nella legge elettorale questo articolo, migliorandolo magari con gli emendamenti che tra poco discuteremo, per fare in modo che ci sia un'effettiva parità e che quindi di fatto nei banchi del Consiglio vi sia una presenza paritetica di genere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, vorrei ricordare, prima di tutto a me stesso, che alla riapertura della discussione sulla legge elettorale noi abbiamo posto, attraverso il nostro Capogruppo, l'onorevole Dedoni, una questione pregiudiziale. Avevamo cioè chiesto alla Presidente di convocare la Conferenza dei Capigruppo per ottenere un impegno formale dei Capigruppo a non chiedere il voto segreto sulla doppia preferenza di genere. Ovviamente non si poteva fare una Conferenza dei Capigruppo su questo tema, però poi l'onorevole Dedoni ha avuto ampie rassicurazioni in tal senso.

Questo è un pezzo del problema, e comunque non intendiamo ripercorrere tutte le vicende delle lotte femminili. Il problema viene quindi affrontato sotto due aspetti: la garanzia di un'adeguata rappresentanza di ambedue i generi nelle liste e la doppia preferenza di genere. Un impegno in tal senso da parte dei Capigruppo mi pare sia stato preso dal Capogruppo dei Riformatori, ci attendiamo perciò che si vada speditamente in direzione di un'effettiva garanzia della rappresentanza di genere nell'Assemblea legislativa della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

La questione della doppia preferenza di genere ha determinato molti rinvii della discussione della legge elettorale. La questione fondamentale è questa. Io intervengo solo per dire che voterò per consentire la doppia preferenza di genere, anche se mi rendo conto che i dubbi che avanzano i colleghi relativamente alle modalità per garantirla hanno fondamento da un punto di vista tecnico. Però se non introduciamo la doppia preferenza di genere non consentiamo a persone che potrebbero portare un contributo qualitativamente importante di entrare in quest'Aula. Questo è un dato di fatto, quindi credo che sia necessario votare a favore della doppia preferenza di genere e farlo in modo palese.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, per la verità quando si parla di voto di genere spesso mi stupisco delle cose che vengono dette, perché non sempre coincidono con ciò che viene poi detto in quest'Aula. C'è gente che cambia opinione da un momento all'altro, chi fa appello perché non venga chiesto il voto segreto e quant'altro. Per quanto mi riguarda ricordo quel che è successo in prima Commissione quando, sotto la presidenza dell'onorevole Maninchedda, si discusse del problema del voto di genere. In quell'occasione l'onorevole Maninchedda era favorevole e coerentemente lo è oggi, altrettanto coerente è la posizione del Gruppo di SEL e quella del mio Gruppo. Molte altre forze politiche che oggi sono a favore, allora erano invece contrarie. Prendiamo atto con piacere che hanno cambiato idea e speriamo che l'abbiano cambiata non solo a parole, ma che credano veramente in quello che stanno adesso dicendo. Io però non credo che sia così e mi auguro che il voto mi smentisca.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Onorevole Steri, penso che alcuni di noi abbiano detto le stesse cose e continuino a dirle, vedremo dopo cosa faremo, come procederemo. Io mi permetto di dire che l'articolo 22 è scritto scientificamente per non favorire la doppia preferenza di genere, lo affermo adesso prima che succeda qualcosa in quest'Aula. L'assurda previsione che un genere non possa essere rappresentato per più di un terzo applicata su un collegio di cinque, dove i due terzi corrispondono a 3,2, vuol dire, arrotondando a 4, che in quel collegio vi potranno essere quattro uomini e una donna. Il che significa che la doppia preferenza di genere è praticamente inapplicabile, perché chi vuole votare per una donna non può scegliere.

La rappresentanza femminile andava garantita anche rivedendo le dimensioni dei collegi. Noi sappiamo che se avessimo previsto quattro collegi grandi (50 per cento uomini, 50 per cento donne), la doppia preferenza di genere avrebbe funzionato meglio, lo affermo adesso dichiarando anche che voterò a favore degli emendamenti sulla doppia preferenza di genere. Ma questo articolo, su cui mi asterrò, perché sono convinto che per come è scritto sia una trappola, non facilita la doppia preferenza di genere che può esistere soltanto se c'è una scelta ampia per un voto su un genere e un eventuale voto sull'altro genere, cosa che in questa legge non è stata costruita. Quindi lo dobbiamo dire adesso con molta franchezza, mi riferisco a tutti gli intervenuti favorevoli alla doppia preferenza di genere. Essere a favore della doppia preferenza di genere voleva dire prevedere 4 collegi con 15 candidati eleggibili e non 8 collegi piccolissimi dove si eleggono magari 2 soli candidati, che per questa legge possono anche essere soltanto 2 uomini o 2 donne. Quindi è una legge scritta male da questo punto di vista. Io mi asterrò su questo articolo, perché credo che sia la porta per affossare la doppia preferenza di genere e non per favorirla.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, vorrei intervenire sulla doppia preferenza di genere, ma lo farò dopo, quando parleremo degli emendamenti specifici all'articolo 27. L'intervento dell'onorevole Porcu mi ha dato lo spunto per proporre eventualmente un emendamento orale all'Aula, perché è vero quel che egli dice, e cioè se si arrotonda all'unità superiore dal calcolo dei due terzi, in un collegio di cinque il rapporto donne-uomini diventa 1 a 4, invece converrebbe invertire e dire che ognuno dei due generi deve essere rappresentato da almeno un terzo e si arrotonda all'unità superiore se dal calcolo del terzo consegue un numero decimale, così su 5 candidati 2 sarebbero donne.

PORCU (P.D.). Sono d'accordo.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). E' difficile, però il succo è quello. Siamo d'accordo?

PRESIDENTE. Scusate, vorrei un attimo di attenzione dall'Aula. L'onorevole Meloni propone un emendamento orale affinché, se non ho capito male, anziché arrotondare all'unità superiore si arrotondi all'unità inferiore.

(Interruzioni)

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Noi siamo contrari!

PRESIDENTE. L'onorevole Oppi è contrario, quindi non c'è possibilità per l'emendamento orale di essere ammesso.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Intervengo per dire che io e il mio Gruppo voteremo a favore di questo articolo, però l'intervento di qualche minuto fa dell'onorevole Porcu mi crea effettivamente delle difficoltà. Se non stiamo giocando a carte scoperte e parliamo di trappole, essendo abbastanza ignorante vorrei capire in cosa consistono queste trappole. Se cioè stiamo per votare a favore di un articolo che ci porta a creare dei danni anziché a indicare delle soluzioni, vorrei capire come si può risolvere il problema affinché la votazione di questo articolo non sia una trappola.

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, non c'è nessuna trappola. Quella dell'onorevole Porcu è una visione soggettiva, una sua interpretazione. Non ci sono trappole, glielo posso assicurare.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Prendo atto che non ho e non avrò motivo per litigare con il collega Maninchedda, nel senso che non chiederò il voto segreto. Chiedo inoltre scusa alla collega Lunesu per avere in qualche maniera interrotto il suo intervento.

Intervengo molto brevemente per confermare che noi apparteniamo a un partito che da tempo pratica la doppia preferenza di genere - non da soli, a onor del vero, non vogliamo alcuna primogenitura - e siamo intenzionati a svolgere un ruolo perché anche in Consiglio regionale si addivenga a una regola elettorale che consenta di favorire un equilibrio di genere nell'Assemblea elettiva regionale.

Io voterò a favore dell'articolo 22, tuttavia invito a riflettere sull'intervento che faceva il collega Porcu. Voterò a favore perché quando si dice che uno dei due generi, quale che sia, non può essere rappresentato al di sotto di un terzo, o se volete non oltre i due terzi, è evidente che per le dinamiche elettorali che sono sempre esistite e sempre esisteranno il genere che è rappresentato da un terzo è favorito. Ma proprio per questo, per la consuetudine che esiste anche in Sardegna, io voterò a favore in quanto con questa suddivisione si favorisce il genere secondo me più svantaggiato, e ovviamente non c'è bisogno di dire quale sia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Intervengo per dire che voterò a favore del comma 3 dell'articolo 22. Mi stupisce la corsa a discutere l'articolo successivo per dire che si è tutti d'accordo, preferirei che si parlasse di quello quando sarà il momento anziché cercare "vetrine" adesso.

Penso che il problema del genere, e non parlo di genere femminile o maschile, riguardi tutti noi, nel senso che, come dimostra la storia, chi è maggioranza oggi non può pensare di essere maggioranza sempre. Quindi il ragionamento che dobbiamo fare oggi attiene a una situazione di difficoltà del genere femminile che, come ho sempre detto, parte da condizioni differenti rispetto a quelle del genere maschile. Il lavoro di cura è affidato totalmente alle donne; gli uomini hanno più tempo per dedicarsi ad altro, le donne normalmente utilizzano il tempo libero per fare i lavori di casa, purtroppo, e con fatica svolgono questo compito. Qualsiasi cosa decideremo di fare dobbiamo partire da questo, cioè dal fatto che democrazia è rappresentare anche l'altra metà del cielo, che si chiami uomo o che si chiami donna.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 22. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Onorevole Soru, ho controllato prima di mettere in votazione l'articolo. Lei si è iscritto in ritardo, mi dispiace.

Passiamo all'esame dell'articolo 23.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 23:

Art. 23

Elettorato attivo

1. Sono elettori del Presidente della Regione e del Consiglio regionale gli iscritti nelle liste elettorali dei comuni della Regione.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 23, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 24.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 24:

Art. 24

Elettorato passivo

1. Sono eleggibili alla carica di Presidente della Regione e di consigliere regionale gli iscritti nelle liste elettorali dei comuni della Regione.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 24, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 25, al quale è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 25 e del relativo emendamento:

Art. 25

Divieto di candidature plurime

1. I candidati presidente non possono presentarsi come candidati nelle liste circoscrizionali.

2. Ciascun candidato può presentare la propria candidatura in un massimo di tre circoscrizioni purché in liste facenti parte del medesimo gruppo.

Emendamento sostitutivo parziale Giampaolo Diana - Agus - Porcu - Lotto

Articolo 25

Il comma 2 dell'articolo 25 è sostituito dal seguente:

"Nessun candidato può essere compreso in più di una lista circoscrizionale." (10).)

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Utilizzerò meno dei dieci minuti previsti, quindi invito i colleghi che intendono parlare su questo argomento a iscriversi subito.

Vorrei soltanto richiamare il fatto che il testo della legge, così com'è stato presentato, favorisce le candidature multiple fino a tre e quindi in qualche modo attenua quel necessario legame col territorio che un candidato deve avere e favorisce la possibilità che un candidato, magari un leader regionale, si candidi in più circoscrizioni e poi, a dispetto del voto chiesto agli elettori, scelga lui di quale territorio essere rappresentante. Credo che questo vada nel senso contrario alla posizione politica che come Partito Democratico abbiamo sempre assunto in merito alla riforma dei sistemi elettorali, in quanto noi auspichiamo il più possibile che i candidati siano eletti all'interno di constituent di collegi, nei quali ogni candidato possa esercitare la sua funzione mantenendo legami forti e attivi col territorio, pur essendo nel nostro caso un rappresentante dell'intera Sardegna in questo Consiglio. Crediamo che l'emendamento numero 10 eviti questo giochino, eviti cioè che un leader regionale si possa candidare in più collegi e poi decidere egli stesso in quale farsi eleggere in base al fatto che il primo dei non eletti sia un amico o un componente della sua parte politica. In sostanza questo emendamento rende il voto più libero, il legame con l'elettore più diretto e impedisce che a posteriori qualcuno, sostituendosi agli elettori, possa decidere chi entra in Consiglio o chi non deve entrarvi.

Mi auguro che l'Aula voglia accogliere l'emendamento numero 10. Visto che abbiamo eliminato il listino, non reintroduciamo i nominati in maniera surrettizia senza che siano gli elettori a decidere. Non interverrò per dichiarazione di voto, ma è evidente che voterò a favore dell'emendamento numero 10.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Sul punto 2 vorrei che mi fosse spiegato perché si utilizzano queste parole: "Ciascun candidato può presentare la propria candidatura in un massimo di tre circoscrizioni purché in liste facenti parte del medesimo Gruppo". Perché si è scelta questa formula e non "purché nella stessa lista"? Mi sembra che questo si presti...

PRESIDENTE. Per "medesimo Gruppo" si intende lo stesso contrassegno elettorale, perché le liste sono riferite alle circoscrizioni.

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Quindi può verificarsi il caso per cui uno sia candidato in liste diverse.

PRESIDENTE. La dicitura è giusta, perché per Gruppo si intende il contrassegno di lista. Le liste, ripeto, sono riferite alle diverse circoscrizioni elettorali.

E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che lo scandalo in questo articolo 25 sia senz'altro rappresentato dal secondo comma, perché prevedere che si possa ripetere la vergogna delle ultime elezioni politiche, quando dei candidati eletti in più collegi, infischiandosene della volontà popolare, prendendo in giro gli elettori che li avevano votati, hanno deciso di optare per una data circoscrizione a seconda di quello che era loro più conveniente. Questo è un qualcosa che noi non ci possiamo permettere.

Questo è il primo motivo, Presidente, che mi induce a sostenere l'emendamento sostitutivo numero 10. Ci sono poi altri elementi ugualmente di natura politica, perché con il comma 2, che favorisce la candidatura plurima, si favorisce il tour elettorale dei candidati, i quali "salteranno" dalla provincia di Cagliari a quella di Sassari, del Medio Campidano o del Sulcis, e ci saranno probabilmente candidati più facoltosi di altri che potranno permettersi di fare più campagne elettorali o avranno sostenitori facoltosi che potranno permettere loro di partecipare a campagne elettorali in più collegi.

Io auspico che venga introdotta la doppia preferenza di genere nei singoli collegi, ne parleremo dopo, ma colgo l'occasione per ringraziare il mio Capogruppo per aver presentato al riguardo l'emendamento numero 8 all'articolo 27 e chiedere di potervi aggiungere la mia firma. Siccome auspico che venga introdotta la doppia preferenza di genere, che cosa potrebbe succedere in questo caso? Qualcuno fa le "cordate", non in un collegio ma persino in tre collegi, quindi trascina con sé dei candidati (donne o uomini non fa differenza) e poi opta per il collegio in cui il primo dei non eletti fa parte della sua cordata. Questo non lo possiamo permettere, Presidente, perché c'è stato un referendum che ha impedito la malsana pratica delle cordate. I cittadini hanno espresso la loro volontà su questa questione quando hanno votato per l'abolizione delle preferenze, allora non possiamo permettere che fatti di questo genere possano ripetersi. Io voterò in maniera convinta a favore della doppia preferenza di genere nei singoli collegi, ma non per favorire la pratica del tour elettorale e della cordata, perché questo sì vorrebbe dire utilizzare strumentalmente le donne, o viceversa gli uomini, dato che anche le donne possono disporre di ingenti risorse economiche per pagarsi la campagna elettorale in più territori, fare cordate di gruppo, di componente e di corrente all'interno dei partiti per trascinare in questo Consiglio regionale gruppi di potere che faranno pressione, a quel punto sì, sul Presidente eletto e su questo Consiglio regionale. Ma un Consiglio regionale composto da sessanta consiglieri, con maggioranze risicate, non potrà permettersi di essere bloccato da gruppi di potere che entreranno al suo interno attraverso questo sistema malsano.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Anch'io devo manifestare la mia sorpresa per il fatto che nell'ultima stesura di questo progetto di legge di fatto la Commissione ha inserito, con il comma 2, un aspetto davvero sgradevole delle leggi nazionali che consente di veder scorrazzare per l'Italia individui candidati in ogni dove, i quali dopo essere stati eletti hanno la possibilità di determinare chi tra i primi dei non eletti nei vari territori diventerà consigliere regionale. Questo è inaccettabile ed è altrettanto inaccettabile che questa possibilità sia stata introdotta nella legge elettorale che stiamo discutendo. Per questo motivo ho firmato l'emendamento numero 10 che corregge questa stortura, così come ho firmato l'emendamento numero 8 sulla doppia preferenza di genere.

Diciamo anche, come giustamente faceva osservare il collega Cuccu, che il comma 2 di fatto crea condizioni per consentire alla pratica della cordata di diventare il principale sistema di gestione delle elezioni future. Questo non è accettabile, ecco perché sono contrario e spero venga approvato l'emendamento numero 10.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo perché effettivamente mi sembra sorprendente e contraddittorio che il titolo dell'articolo parli di "divieto di candidature plurime" e, subito dopo, al comma 2 si dica che ciascun candidato può presentare la propria candidatura in un massimo di tre circoscrizioni. Sono evidentemente candidature plurime, appunto in contraddizione con il titolo. Mi sembra un pericolosissimo tornare indietro nel momento in cui, peraltro, persino a livello nazionale si discute sulla nuova legge elettorale, che tra le diverse cose che dovrà eliminare o correggere c'è la possibilità, data dalla legge nazionale, di candidarsi in diverse circoscrizioni e poi optare, con una specie di lotteria dell'ultimo momento, per una circoscrizione favorendo un candidato invece che un altro. E' stata con forza da tante parti più volte richiamata questa incongruenza e difficoltà della legge nazionale e noi, che questo problema non ce l'abbiamo in Sardegna, lo vogliamo adesso introdurre! Non capisco effettivamente a chi giovi, non capisco che cosa ci sia dietro!

La questione è molto semplice: un cittadino si candida in una circoscrizione, se viene eletto entra in Consiglio, se non viene eletto il suo percorso elettorale finisce lì! Allora speriamo di essere conseguenti con i successivi emendamenti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Faccio solo riferimento all'ipotesi che forse vogliamo "scimmiottare" le liste a livello nazionale. Anche nell'ultima consultazione elettorale alcuni personaggi di prestigio, uomini e donne, un po' di tutti i partiti si sono candidati in più circoscrizioni, tant'è che poi ha optato per un collegio; opzione che è sempre penalizzante perché, all'ultimo momento, il leader di riferimento o il personaggio famoso con la sua scelta penalizza magari una valida persona. Siccome tutti i partiti erano d'accordo su questo c'era l'impegno a non presentare emendamenti. L'emendamento numero 10 non nuoce a nessuno e noi lo voteremo per ripristinare la certezza del diritto anche in Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio, perché dopo l'intervento dell'onorevole Oppi mi pare non ci sia nulla da aggiungere.

PRESIDENTE. L'onorevole Pittalis ha chiesto la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 10.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Francesco e Sechi hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 67

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'articolo 25. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 26.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 26:

Art. 26

Elezioni primarie

1. Con legge regionale sono disciplinate le modalità di partecipazione degli elettori alla selezione dei candidati alla carica di Presidente della Regione, denominate "elezioni primarie", al fine di favorire e promuovere la partecipazione democratica.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'articolo 26, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 27, al quale sono stati presentati sette emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 27 e dei relativi emendamenti:

Art. 27

Espressione del voto

1. La votazione per l'elezione del Presidente della Regione e per l'elezione del Consiglio regionale avviene su un'unica scheda.

2. Ciascun elettore può esprimere un voto a favore di una lista circoscrizionale e un voto a favore di un candidato alla carica di Presidente della Regione anche non collegato alla lista votata.

3. Ciascun elettore può anche esprimere il voto solo a favore di una lista circoscrizionale o solo a favore di un candidato presidente.

4. Ciascun elettore può esprimere un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere regionale.

5. Se l'elettore non esprime il voto per il candidato presidente, il voto attribuito alla lista circoscrizionale è attribuito anche a favore del candidato presidente ad essa collegato.

Emendamento sostitutivo totale Diana Mario

Articolo 27

L'articolo 27 è così sostituito:

"1. Le modalità di votazione sono quelle contenute all'articolo 2 della legge 43/95.". (13)

Emendamento sostitutivo parziale Greco - Floris Rosanna - Lunesu - Zuncheddu

Articolo 27

Il comma 4 è sostituito dal seguente:

"4. L'elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome dei due candidati compresi nella lista stessa. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l'altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.". (1)

Emendamento sostitutivo parziale Giampaolo Diana - Agus - Porcu - Lotto - Espa - Cuccu - Moriconi - Cozzolino

Articolo 27

Il comma 4 è sostituito dal seguente:

"4. L'elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome dei due candidati compresi nella lista stessa. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l'altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.". (8)

Emendamento sostitutivo parziale Salis - Mariani - Stocchino

Articolo 27

Il comma 4 sostituito dai seguente:

"4. L'elettore ha facoltà di esprimere uno o due voti di preferenza, nelle apposite righe della scheda, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome di due candidati compresi nella stessa lista. Nel caso di espressione di due preferenze, la seconda deve riguardare un candidato di genere diverso rispetto al candidato scelto con la prima preferenza. In caso di voto a candidati dello stesso genere la seconda preferenza è annullata.". (12)

Emendamento sostitutivo parziale Pittalis

Articolo 27

Il comma 4 dell'articolo 27 è così sostituito:

"4. L'elettore può esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome ovvero il nome ed il cognome di due candidati compresi nella stessa lista. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati della stessa lista di cui una ad un candidato di genere maschile e l'altra di genere femminile, o viceversa, pena l'annullamento della seconda preferenza. A tal fine le liste circoscrizionali dovranno contenere un numero uguale di candidati per ogni genere, maschile e femminile.". (14)

Emendamento sostitutivo parziale Cocco Daniele - Sechi - Cugusi - Zuncheddu

Articolo 27

Il comma 4 dell'art. 27 è sostituito dal seguente:

"Ciascun elettore può esprimere un voto di preferenza per un candidato/a alla carica di Consigliere Regionale. Può altresì esprimere, nella stessa lista, una seconda preferenza se di genere diverso.

Nel caso in cui l'elettore esprima due preferenze verso candidati/e dello stesso genere, sono nulli i voti di preferenza, resta, ove validamente espresso, il voto alla lista.". (2)

Emendamento aggiuntivo Arbau

Articolo 27

"Alla fine del comma 4 dell'articolo 27 è aggiunto il seguente periodo: può esprimere anche una seconda preferenza a favore di un candidato di diverso genere rispetto al candidato per cui ha espresso la prima preferenza, purché appartenente alla medesima lista. Se l'elettore esprime due preferenze per candidato dello stesso genere è valido il voto di lista.". (6).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna già Domani). Presidente, chiedo che l'emendamento numero 13 venga votato con la modalità prevista dall'articolo 94 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritta a parlare la consigliera Lunesu. Ne ha facoltà.

LUNESU (Fratelli d'Italia-Centro Destra Sardegna). Intervengo sull'articolo 27 e mi soffermo in particolare sugli emendamenti ad esso presentati. Auspico che il Consiglio approvi gli emendamenti numero 1, 8 e 12, che sono uguali, senza sottacere il mio parere contrario, naturalmente, alla richiesta di voto segreto su un qualsiasi emendamento. Prendiamoci tutti, vi prego, signori uomini, le nostre responsabilità!

Mi riferisco al comma 4, in quanto con la doppia preferenza di genere, prevista nell'emendamento numero 1, ciascun elettore può esprimere facoltativamente - ripeto, facoltativamente - una seconda preferenza a favore di un candidato di diverso genere rispetto al candidato per cui ha espresso la prima preferenza, purché appartenente alla stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

Per noi consigliere del Gruppo P.d.L., che rappresentiamo in Aula la società femminile, questo meccanismo può davvero agevolare e incrementare la presenza delle donne nella nostra Assemblea legislativa e in tutte le assemblee rappresentative locali. Le donne hanno spesso competenze molto qualificate e non utilizzare queste competenze significa sprecare il loro talento. Non possiamo permettercelo, soprattutto adesso che la politica perde di credibilità. Soltanto favorendo l'entrata in campo di un maggior numero di donne, attraverso la doppia preferenza, i cittadini avranno più ampia possibilità di scelta e i candidati una maggiore possibilità di rappresentare entrambi i generi.

E' certo che la parità di genere nelle istituzioni politiche non si conseguirà in una sola legislatura, ma il nostro obiettivo comunque è sempre quello di diventare la terza Regione, dopo la Campania e la Sicilia, ad avere la doppia preferenza. Soltanto così potremo dimostrare veramente una maggiore apertura per un passaggio storico, culturale e sociale di grande rilievo. La doppia preferenza è semplicemente uno strumento che ci consentirà di raggiungere l'obiettivo, da qui alle prossime legislature - mi auguro il più presto possibile -, della realizzazione della pari opportunità nelle liste, e cioè il 50 per cento di uomini e il 50 per cento di donne. Spero che questo obiettivo lo si raggiunga al più presto. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Greco. Ne ha facoltà.

GRECO (P.d.L.). Presidente, sono già intervenuta in discussione generale sulla doppia preferenza di genere, dandone una giustificazione anche di carattere giuridico, posto che sappiamo perfettamente che è uno strumento già utilizzato che è passato al vaglio della Corte costituzionale, la quale mi pare abbia motivato ampiamente affermando, tra l'altro, che l'elettore è libero di votare. La doppia preferenza di genere non garantisce il risultato, quindi non è assolutamente uno strumento non idoneo, anzi è assolutamente idoneo.

Vorrei intanto ringraziare i colleghi per tutte le dichiarazioni favorevoli che sono state fatte in quest'Aula e mi domando perché si sia voluti arrivare all'Aula e non si sia voluta votare l'introduzione della doppia preferenza di genere in Commissione. Questa è una domanda che pongo ai colleghi.

Considerato che l'onorevole Diana ha chiesto la votazione segreta sull'emendamento numero 13, che - lo avete capito benissimo - sopprime totalmente l'articolo 27, facendo così decadere tutti gli emendamenti sulla doppia preferenza di genere, vorrei sapere come voterete, perché da lì potremo capire se le vostre dichiarazioni sono vere o finte, leali o sleali, per esempio quelle che avete fatto finora davanti a tutti gli organi di stampa.

Per vostra informazione comunque, e per sostenere la doppia preferenza di genere, vi posso dire che lo strumento della composizione delle liste, un terzo/due terzi, non è efficace e lo dimostrano le leggi regionali delle altre Regioni. Nella Regione Lombardia, che prevede una lista composta al 50 per cento da ciascun genere, tra l'altro con l'alternanza uomo-donna, sono state elette 15 donne su 80, di cui però 3 nel listino. Quindi pare che la composizione delle liste da sola non sia efficace. La Regione Lazio ha previsto che in ogni lista circoscrizionale nessuno dei due generi possa essere rappresentato per oltre i due terzi, come vorremmo fare noi, però ha mantenuto il listino, contrariamente a quello che intendiamo fare noi, che era l'unico strumento che poteva garantire un minimo di presenza femminile. La Regione Lazio, tra l'altro, prevede che il listino sia composto in pari misura da uomini e donne, ciò nonostante nel Consiglio regionale del Lazio sono state elette 11 donne su 72, la metà sul listino, come ben potete capire. L'unica legge che in realtà ha funzionato è quella della Regione Campania, che su 60 consiglieri regionali ha eletto 14 donne, ciò significa che ha utilizzato sia la composizione delle liste (un terzo/due terzi), sia la doppia preferenza di genere, che continuo a ribadire è facoltativa e non comporta assolutamente alcun obbligo.

Ripeto le parole che sono state utilizzate dalla sentenza della Corte costituzionale: "Non vi sono candidati più favoriti o svantaggiati rispetto ad altri, ma solo un'eguaglianza di opportunità particolarmente rafforzata da una norma che promuove il riequilibrio di genere nella rappresentanza consiliare. L'aleatorietà dei risultati dimostra che tale previsione legislativa non è un meccanismo costrittivo, ma solo promozionale nello spirito delle disposizioni costituzionali". Quindi io invito i colleghi a riflettere sulla votazione dell'emendamento numero 13, che sopprime l'articolo 27, in quanto l'approvazione di questo emendamento impedisce la votazione di tutti gli emendamenti sulla rappresentanza di genere.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Rosanna Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS ROSANNA (P.d.L.). Presidente, intervengo ovviamente per ribadire il mio voto favorevole agli emendamenti all'articolo 27 e per confermare la proposizione di una questione di democrazia e civiltà giuridica della quale abbiamo tanto parlato, sancita dalla Costituzione e poi confermata dalle leggi elettorali della Campania e ultimamente anche della Sicilia. L'approvazione di questi emendamenti restituirebbe credibilità alle istituzioni; al contrario, la richiesta di voto segreto può creare danno a questa credibilità che noi stiamo cercando di recuperare. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, sarò brevissimo perché abbiamo parlato di questi temi in tantissime altre occasioni e la posizione mia personale, ma soprattutto quella del mio partito, è chiarissima, al di là di episodi che possono essere accaduti nel passato. E' talmente chiara che oggi non abbiamo presentato neanche un emendamento, ma avevamo presentato, circa un anno fa, la proposta di legge numero 473, che prevede espressamente la doppia preferenza di genere, nonché quote riservate alle donne negli enti e nelle istituzioni.

Noi Riformatori siamo assolutamente favorevoli alla doppia preferenza di genere per ragioni economiche, politiche e soprattutto di giustizia sociale. Sono di fatto persuaso che una società che nega la giusta rappresentanza a una sua importantissima componente mette a rischio la sua stessa esistenza, perché perde coesione interna. Quello che a qualcuno può sembrare oggi un vantaggio, secondo una visione molto miope, è destinato a diventare senza ombra di dubbio un drammatico errore nel futuro. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Abbiamo assistito a un gesto politico - parlo del gesto, non certamente di chi lo ha compiuto - che possiamo definire ignobile! Si possono definire ignobili i gesti, Presidente, in quest'Aula? I gesti, non le persone, perché è ignobile…

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, la prego!

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Solo i gesti! I gesti sono ignobili quando si sostituisce un articolo di legge che disciplina l'elezione del Presidente della Regione, il collegamento delle liste provinciali, la preferenza, il voto disgiunto, e così via, con la vecchia disciplina che differisce soltanto per la descrizione della scheda. E' evidente che il gesto punta non a occuparsi del merito dell'articolo, ma a far cadere gli emendamenti ad esso presentati. Questa richiesta è dunque un tentativo di non farci votare sulla doppia preferenza di genere. Impedire a un'Aula di votare su un tema caldo, seguito dalla società sarda, è ignobile! E' un modo di fare che squalifica quest'Aula. Di furbizie questo mondo ne ha le balle piene! E' così!

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, le tolgo la parola.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 04, viene ripresa alle ore 19 e 06.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Noi abbiamo da subito detto con chiarezza che avremmo sostenuto gli emendamenti che introducono la doppia preferenza di genere. Tendenzialmente credo sia il buonsenso a consigliare di non parlare di recinti, di corsie privilegiate o di una serie di meccanismi che sembrano andare contro determinate esigenze; nel caso specifico contro l'esigenza della rappresentatività del genere femminile nelle assemblee parlamentari e amministrative. Sono stati fatti in questi anni tanti proclami. Nella quattordicesima legislatura parlamentare è stata approvata una modifica costituzionale molto importante che impone di introdurre nelle norme ordinarie meccanismi tali da garantire la piena rappresentanza tra i sessi. Devo dire che finora i meccanismi che sono stati escogitati hanno ottenuto risultati modesti. Ne è una dimostrazione questa stessa Aula, Presidente, dove, con poche eccezioni, la presenza femminile numericamente non è riuscita a imporsi. Molte donne qui presenti sono state elette semplicemente perché sono state inserite nel listino del Presidente che ha vinto le elezioni. Non esiste un meccanismo tale da garantire un'effettiva presenza delle donne in lista; alcuni motivi della scarsa presenza di donne li ha indicati l'onorevole Maninchedda nel suo primo intervento. E' il sistema che congiura contro la presenza delle donne in politica, ecco perché il sistema della doppia preferenza ci sembra - ed è questo il motivo per cui lo sosteniamo con forza - una strada obbligata perché l'Italia, in questo caso la Sardegna, ponga fine alla sua vergognosa posizione di fanalino di coda in Europa e in tutto il mondo civilizzato, con una percentuale di presenza di donne nelle istituzioni che è assolutamente risibile, favorita da un sistema che, ripeto, congiura contro la presenza delle donne in lista.

Credo che anche l'esperimento che è stato fatto in occasione delle ultime elezioni amministrative abbia iniziato a esplicare qualche effetto: ha fatto emergere un fenomeno che io ritengo virtuoso e ha contribuito a incrementare la presenza delle donne nelle istituzioni. Devo dire che mi dispiace che lo Stato, che tante volte ha assunto posizioni di retroguardia, attraverso un decreto approvato dal Governo Monti e poi ratificato, giocoforza, dal Parlamento con un voto di fiducia, si sia rivelato in questa occasione anticipatore. Lo Stato si è rivelato all'avanguardia rispetto alla stragrande maggioranza delle Regioni, pertanto mi dispiacerebbe che il Consiglio regionale della Sardegna assumesse oggi una posizione di retroguardia. E' per questo motivo, Presidente, che chiedo venga ritirata la richiesta di voto segreto. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Entriamo certamente in uno dei punti nevralgici di questa legge elettorale. Come ho detto prima, credo che in questo Consiglio regionale manchino le donne; mancavano anche nel Consiglio regionale precedente, dove pure otto donne erano state elette nel listino. Si discute quale sia il modo migliore per garantire una rappresentanza adeguata di ambo i generi in Consiglio. In Consiglio, non nelle liste! Io auspicavo che ambo i generi fossero rappresentati in maniera paritaria nelle liste, di modo che poi si potessero scegliere in un bacino più ampio i rappresentanti che sarebbero stati eletti in Consiglio regionale.

Presidente, mi piacerebbe avere anche la sua attenzione, perché so che è un tema che le sta particolarmente a cuore, di cui si è occupata, e perché penso di avere qualche cosa da dire.

PRESIDENTE. Ha ragione, mi scusi, onorevole Soru.

SORU (P.D.). Nella nostra regione e anche in Commissione si è discusso della possibilità di mutuare una modalità utilizzata per la prima volta nella Regione Campania, quella cioè della doppia preferenza di genere, che si propone il nobile scopo di aumentare la partecipazione di ambo i generi in Consiglio regionale, senza però le difficoltà che anche i miei colleghi hanno richiamato, come la pratica delle cordate, contro la quale il popolo italiano si è espresso in passato con un voto referendario. "Una testa, un voto" ha detto il popolo. Credo che noi non dobbiamo facilitare, ma assicurare la rappresentanza femminile in questo Consiglio, per questo ho presentato all'articolo 39 un emendamento che riserva un terzo dei seggi alle donne, e quindi sappiamo già che alla fine delle elezioni ci saranno 40 seggi per un genere e 20 seggi per l'altro genere, senza incorrere nelle negatività della doppia preferenza nella scheda, perché comunque la doppia preferenza nella scheda, nella geografia delle nostre piccole circoscrizioni, rende possibile che attraverso un accordo una determinata parte prenda l'intero, cioè la totalità dei seggi. Faccio l'esempio del Medio Campidano, ma può valere anche per il Sulcis, l'Ogliastra e persino la Provincia di Olbia-Tempio, dove un gruppo di pressione, un gruppo elettorale che mette insieme un uomo e una donna prende l'intera rappresentanza, mandando a zero la rappresentanza di un gruppo meno forte. Per questo credo che dobbiamo con attenzione - c'è ancora tempo - guardare ad altre possibilità, non per facilitare, ma addirittura per assicurare la rappresentanza femminile in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Mi sto chiedendo quale gesto nobile possa fare questo Consiglio per tentare di rimediare. Credo che occorra coraggio perché si tratta di una battaglia di democrazia. Io sono firmatario, insieme ad altri colleghi, di una proposta di legge sulla doppia preferenza di genere e credo che entrando nel vivo della legge elettorale ci rendiamo tutti conto che il momento per promuovere finalmente una legge elettorale sarda sia sbagliato, perché questa è stata una legislatura vuota da tanti punti di vista, ma soprattutto dal punto di vista delle riforme: non sono state affrontate la legge elettorale, la legge statutaria, nonché la riscrittura dello Statuto. Insomma, una legislatura annunciata come costituente avrebbe dovuto prevedere, nell'arco del mandato, una diversa articolazione delle riforme; ci sarebbe dovuto essere un diverso dibattito tra di noi. Ora ci apprestiamo ad approvare la legge elettorale perché siamo obbligati, probabilmente sulla scia anche di un orientamento emerso al di fuori di questo palazzo. Abbiamo portato a sessanta il numero dei consiglieri regionali con una legge che costituzionale che è diventata parte integrante del nostro Statuto. Oggi siamo chiamati obbligatoriamente a modificare la legge elettorale. Dovendo eliminare il listino, garantire la governabilità e qualificare la nostra legge elettorale credo che la parità tra uomo e donna, anzi tra donna e uomo nelle istituzioni sia un elemento fondamentale, per affermare il quale occorre coraggio palese. Non so se possa essere accolto l'invito a ritirare il voto segreto, credo però che dobbiamo manifestare, anche nel segreto, palesemente e coraggiosamente un valore che è fondante della nostra democrazia.

Dicevo poco fa che l'hanno fatto gli enti locali, certo su pressione del Governo e del Parlamento. Oggi la doppia preferenza di genere è obbligatoria nelle elezioni amministrative, è presente nelle giunte comunali e provinciali, in tutti gli enti, in tutte le emanazioni dei comuni e delle province. Possiamo noi, Regione autonoma della Sardegna, che crede nel sistema delle autonomie, restare indietro, andare ancora una volta al traino della demagogia, anche da parte del presidente Cappellacci, che oggi non è presente, ma è presentissimo nel chiedere ai sardi, attraverso il Web, qual è "la Sardegna secondo te". Ecco la Sardegna secondo loro gliel'hanno già indicata i sardi, i quali chiedono a lui di essere presente in momenti importanti come questo e di provare a rappresentare i cittadini sardi.

Credo che un compito di questa classe dirigente sia quello di ascoltare, di guidare, di fronteggiare una deriva di democrazia diretta con una democrazia rappresentativa degna di questo nome; occorre una classe dirigente che appunto sappia ascoltare, sappia essere in sintonia con i cittadini e li sappia rappresentare nelle istituzioni. Ora la domanda che ci viene posta al di fuori di questo palazzo è anche una domanda di parità di genere, di parità tra donna e uomo, di parità di accesso alle istituzioni, senz'altro di parità di condizioni, ed è per questoo che occorre il coraggio che forse non abbiamo avuto finora per fare, anche in zona Cesarini, una buona legge, non per consentirci di sopravvivere a noi stessi, di perpetuare il nostro ruolo, la nostra posizione, ma per dare alla Sardegna regole democratiche, regole statutarie che davvero servano per migliorare le condizioni della nostra gente e non le nostre condizioni personali.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, vorrei dire alla collega Greco, in riferimento all'appello che ha fatto ai colleghi, che dovrebbe innanzitutto rivolgersi ai suoi colleghi di centrodestra visto l'atteggiamento che hanno assunto ieri in prima Commissione, dove io ero presente. Questo mi sembra doveroso.

L'articolo 15 dello Statuto di autonomia prevede che la Sardegna possa modificare la legge elettorale mediante una legge regionale, per cui si presuppone che la modifica debba essere assolutamente migliorativa. Dovremo quindi assolutamente sforzarci di andare in questa direzione. Oggi formulare una legge elettorale sarda significa mettere al centro una scelta importante, che è la gestione del bene collettivo. In tutta la gestione politica che c'è stata nell'amministrare la nostra terra in questi decenni… Presidente, c'è chiasso!

La gestione prettamente maschile della politica per decenni si è rivelata fallimentare, per cui ritengo che oggi la politica vada restituita a una partecipazione molto più ampia, ma voglio anche dire che non ci può essere una partecipazione ampia se non c'è una democrazia paritaria. E' ovvio, l'una presume l'altra. Per questa necessità sociale dobbiamo promuovere la parità di genere e la partecipazione delle donne alla vita politica attraverso l'introduzione della doppia preferenza nel sistema elettorale. Purtroppo siamo costretti a fare questa operazione, e non per mendicare, lo voglio ribadire.

Ormai la Sardegna è al tracollo, per cui questa scelta dobbiamo farla oggi, non possiamo più rinviarla. Nella gestione noi diamo le responsabilità… Presidente, l'argomento non interessa, forse stanno costruendo qualche altro muretto a secco!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Zuncheddu, purtroppo il brusio c'è sempre in aula, a prescindere dai muretti a secco.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). No, c'è soprattutto quando parlano le donne, o qualche donna in particolare. E' un problema culturale prima che politico, Presidente.

PRESIDENTE. Ha ragione è un problema di rispetto nei confronti di chi sta intervenendo. Colleghi, per cortesia!

Prego, onorevole Zuncheddu.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Di fronte alla crisi sociale, economica e politica che la Sardegna sta attraversando le donne sono chiamate a dare il proprio contributo per risollevare le sorti di una terra che ormai è al tracollo. Non c'è più spazio per pensare a giochi di potere. Noi siamo abituati ad attribuire la responsabilità della crisi alla crisi finanziaria mondiale, e questo è un conto; l'altro conto è che c'è stata una pessima gestione del bene collettivo, per cui la presunzione di poter continuare a governare in solitudine credo sia assolutamente da superare. Dobbiamo proporre una legge che introduca il meccanismo elettorale della doppia preferenza di genere che è già presente, come è stato detto, nella legge elettorale della Campania con una formulazione specifica che non lascia equivoci.

Colleghi del Partito Democratico, compagni, siete voi i primi sabotatori, è sconcertante! La dovete smettere, perché non ci si comporta così, e non è la prima volta che questo avviene. Voglio dire…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zuncheddu.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Non ho finito, mi sta togliendo la parola anche lei, Presidente?

PRESIDENTE. Pensavo avesse concluso. E' colpa mia, avevo inteso male.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Non ho concluso. Qui ci sono forzature per farmi concludere, Presidente, però almeno lei, per gentilezza!

La doppia preferenza di genere, voglio ribadirlo, non è una costrizione, ma è una scelta di libertà. A proposito dell'emendamento presentato dal collega Diana ho visto che in quest'Aula stasera sono stati numerosi i colleghi che si sono espressi favorevolmente, ma il contenuto di questo emendamento è tipico della pratica di colpire dal muretto a secco, e questo non va molto bene. Siccome noi non ci fidiamo - dico noi intendendo il Gruppo SEL-Sardigna Libera - ci sentiamo costretti ad abbandonare l'Aula al momento del voto, proprio perché non ci fidiamo di voi. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU (Sardegna è già Domani). Sulla questione credo che quest'Aula… C'è troppo brusio, Presidente, non riesco a parlare.

PRESIDENTE. Onorevoli Cuccureddu, Greco, Peru, Pietro Cocco, Daniele Cocco e Porcu, prendete posto, grazie.

Prego, onorevole Arbau.

ARBAU (Sardegna è già Domani). Sulla questione l'Aula si sta giocando gli ultimi scampoli di credibilità. In questa credibilità state coinvolgendo anche chi è qui da quindici giorni, perché chiedere il voto segreto su un punto così importante mette in difficoltà anche uno che è qui da poco e può fare tutta la demagogia che vuole. Dal mio primo giorno in quest'Aula ho usato il "noi", perché credo che tutti voi siate persone degne di questo ruolo e stiate cercando di dare il vostro contributo a quest'Aula. Io ho dato la mia adesione tecnica al Gruppo che di cui è Capogruppo l'onorevole Mario Diana, perché lo ritengo una persona rispettabile nonostante sia di parte politica opposta, nonostante condividiamo poco o niente delle azioni politiche che servono alla nostra Sardegna. Ho dato la mia adesione a quel Gruppo dal punto di vista tecnico proprio perché in un gruppo variegato bisogna convivere. Per questo credo di essere il più titolato a chiedere all'onorevole Mario Diana, che è persona rispettabilissima e rispettosa del codice d'onore, di ritirare l'emendamento da lui presentato, perché questo ci consentirà di votare. Onorevole Diana, faccia una cortesia a un giovane - siamo tutti giovani - che vuole votare il suo emendamento sulla doppia preferenza di genere. Non faccia l'errore che hanno fatto altri del mio partito, i quali mi hanno sbattuto fuori per paura del confronto diretto. Non lo faccia, per cortesia! Lei può fare un gesto molto importante, quello di ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pisano. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Noi rischiamo oggi, 20 giugno, di scrivere una pagina buia di questa legislatura. Domani, 21 giugno, primo giorno dell'estate, il giorno più lungo dell'anno, sarà una giornata quasi inutile se commettiamo l'errore che ci accingiamo a commettere. Non si può fermare la storia, non si può tornare al passato. Le conquiste di civiltà, ma anche le conquiste di maturità democratica sono irreversibili, e lo sono ancora di più di fronte ad altri consessi elettorali e regionali che questa conquista hanno già adottato nei propri statuti o nelle proprie norme elettorali. Credo, tra l'altro, che siamo di fronte a un paradosso: rischiare di andare a votare alle prossime elezioni regionali senza riconoscere la parità di genere significa rinunciare a un principio ineludibile, che è quello del riconoscimento del diritto di parità per i nostri figli. Chi ha delle figlie e naturalmente tornerà questa sera nella propria casa non potrà permettersi di guardarle negli occhi e di non riconoscere che questo diritto è stato calpestato.

Noi crediamo che la dimostrazione di un teorema possa avvenire in modi diversi, e qualcuno l'ha dimostrato anche con i numeri. Proviamo, per assurdo, a ritenere che questo principio oggi non debba passare. Che cosa potrebbe accadere? Forse potrebbe accadere quello che non è accaduto in Sicilia, dove alle elezioni regionali è stato introdotto il principio della parità di genere e tuttavia in applicazione di questo principio sono state elette soltanto sette donne su novanta seggi elettorali. Perché dico solo sette? Perché quattro furono elette nel listino, che l'Assemblea siciliana ancora conserva, e una addirittura è subentrata a un consigliere che si era dimesso perché eletto nel listino. Questo significa che non c'è un problema di impedimento legislativo a questo principio; c'è invece un problema di conquista elettorale attraverso una maturazione della società, e non possiamo essere noi i responsabili di un processo che probabilmente deve ancora avvenire, deve ancora dare dei risultati, ma che assolutamente va riconosciuto almeno nella norma per poter restituire dignità a questo consesso.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pitea. Ne ha facoltà.

PITEA (U.D.C.-FLI). Premetto che parlo a titolo personale, ma avevo preventivato di prendere la parola perché avevo il sospetto che i toni su questo argomento avrebbero travalicato tanti limiti. E non mi ero sbagliato, quasi che l'argomento dovesse sottintendere interessi più complessi.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pitea. Onorevole Fois, prenda posto, per favore!

PITEA (U.D.C.-FLI). Nelle dichiarazioni che ho ascoltato mi è sembrato di intravedere tanta demagogia. Non è la prima volta che rilevo un caso del genere, ma forse finora, con una certa prudenza, avevo omesso di fare affermazioni che in questa circostanza mi sembra invece opportuno fare. Dico questo perché anche il ricorso al voto segreto, di cui si è tanto parlato e che ha determinato le reazioni di tanti esponenti, principalmente dell'opposizione, fa comprendere una cosa: c'è paura delle proprie posizioni. Io confesso che a voto palese avrei votato certamente a favore dell'articolo 13, me ne assumo la responsabilità, è una mia posizione. Il fatto che si sia pensato di ricorrere al voto segreto, che pur ritengo legittimo, perché è espressione di democrazia, fa comprendere che molti la pensano in un modo e si dichiarano in modo diverso.

Mi auguro che prevalga il buon senso, ma il buonsenso doveva prevalere anche prima. Quando? Quando si potevano ipotizzare due soluzioni: garantire nelle liste la rappresentanza del 50 per cento per ciascun genere, e sarebbe stata una posizione certamente condivisibile, oppure lasciare, come avviene in tutte le democrazie, in tutti i sistemi veramente liberi, che sia l'elettorato a stabilire chi deve rappresentare il popolo. Questo vuol dire che dobbiamo imporre, attraverso lo strumento legislativo, il numero dei rappresentanti dell'uno o dell'altro genere? Ho sentito dire da qualcuno che dobbiamo garantire la rappresentanza di un terzo per un genere e mi verrebbe la tentazione di dire che forse dovremmo prevedere riserve di posti anche per certe categorie protette che non sono state mai rappresentate nelle assemblee elettive.

Credo, francamente, che bisogna riflettere su una cosa: affrontare argomenti del genere con questi toni significa aizzare e non lavorare per una tranquillità sociale di cui, in questo momento, credo ci sia bisogno. Io, comunque, a parte il fatto che si tratta di un voto segreto, voterò a favore. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Non voglio elencare numeri, non voglio ripetere quello che abbiamo ribadito da sempre in Commissione e in altre sedi. Qualcuno ha chiesto un atto forte, un atto di coraggio. Io credo che l'atto di coraggio lo si possa fare solo in un modo: siccome la stragrande maggioranza degli intervenuti ha detto chiaramente di essere disponibile all'introduzione della doppia preferenza di genere, compiamo tutti un atto coraggioso e al momento del voto abbandoniamo l'aula, tutti o almeno coloro che sono disponibili a votare contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non si può iscrivere a parlare, siamo in fase di discussione dell'articolo e lei non si è iscritto entro la conclusione del primo intervento. Potrà intervenire in fase di dichiarazioni di voto.

E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, sarò brevissimo. Ho assistito questa sera a una drammatizzazione che non era il caso che avvenisse, perché in tutte le circostanze il Gruppo dei Riformatori Sardi si è espresso a favore della doppia preferenza di genere, non ha assalito diligenze, non ha fatto nessuna dichiarazione eclatante, ha semplicemente rimesso all'attenzione dell'Aula, dei singoli consiglieri e dell'opinione pubblica la necessità che la democrazia si espanda, che ci sia un voto conforme a quello che è un itinerario ormai tracciato, e non si capisce perché mai si debbano sollevare polveroni che magari creano più danni che altro. Vorrei che queste cose si ascoltassero con serenità.

Oggi era l'occasione per intervenire con serenità, riaffermando dei principi, condividendo delle scelte di fondo che danno una sola indicazione, ma non è il caso che ancora una volta ci si proponga in maniera quasi inutile e tale da non far capire qual è il viaggio, in termini legislativi, che quest'Aula intende proporre per un futuro più democratico, aperto e partecipato. Vorrei anche dire che certamente in quest'Aula manca quella sensibilità femminile che in più di una circostanza abbiamo invocato e che forse avrebbe fatto emergere con più chiarezza, ma proponendosi anche in modo meno arrogante, i limiti di un passaggio così naturale e doveroso verso un nuovo confine della democrazia partecipata.

Concludo perché non si voleva né io intendevo dilungarmi. Credo persino di disturbare con il mio intervento, come dire: "Devi per forza parlare perché altrimenti chissà cosa si nasconde dietro". Ciascuno di noi è quello che è e non può certamente dire cose in più o in meno per cercare di sviare quelle che sono le prerogative, le intelligenze, ciò che si vuole affermare e che deve essere presente in quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, si è consumato stasera o si sta consumando il festival dell'ipocrisia da parte di tutti o quasi tutti. Io non replicherò all'onorevole Maninchedda, perché mi pare assolutamente inutile, voglio però ricordare alcune cose all'onorevole Maninchedda e all'intera Aula, a quelli che ci sono oggi e a quelli che c'erano ieri e anche avantieri. Diversi consiglieri, me compreso, sono qua da tre legislature e con loro ho avuto la possibilità di elaborare numerosi testi di legge e anche di far cadere molti testi di legge proprio con il voto segreto.

L'onorevole Maninchedda dovrebbe ricordarsi ciò che successe nel corso della discussione della finanziaria 2006, quando era presidente l'onorevole Soru. Io presentai allora circa seicento emendamenti e l'onorevole Maninchedda e altri, ricorrendo a quello che viene oggi definito un atto ignobile, cancellarono d'emblée duecentocinquanta emendamenti. Nessuno parlò allora di atto ignobile. Io ho preso atto che c'è questa possibilità, attraverso la sostituzione totale di un articolo, come avvenne per quella famosa finanziaria, e chi è serio e onesto in quest'Aula lo può confermare. Non è successo una volta sola. Ma dico di più: l'onorevole Maninchedda e altri si sono avvalsi della richiesta di voto segreto avanzata dal sottoscritto, perché il coraggio in quest'Aula qualche volta c'è, anche se spesso e volentieri manca del tutto, e i complimenti ricevuti in una certa fase me li ricordo tutti.

Ricordo anche la discussione di un'altra finanziaria, presentata dalla Giunta Soru, e in particolare del comma 23 dell'ultimo articolo. Per memoria vostra, era presente l'onorevole Soru, seduto al banco della Presidenza (il presidente Soru era poco partecipe, ma comunque era più partecipe dell'attuale Presidente), e al suo fianco vi era l'onorevole Gian Valerio Sanna. In quella circostanza non governava il centrodestra, governava il centrosinistra, cari colleghi del centrosinistra, con i quali io mi sono spesso scontrato, è vero, ma sempre a testa alta; ho sempre rispettato le vostre idee e debbo dire che molti di voi hanno rispettato le mie, ma nessuno si è mai permesso di trattarmi da ignobile, perché questo non lo permetterei a nessuno. Lo permetto agli infami, ma certamente non agli ignobili!

Ma siccome questa parentesi per me è chiusa, perché non ha senso, ieri mattina ho telefonato all'onorevole Maninchedda e gli ho chiesto la cortesia di venire in Commissione. Chiedete a lui che cosa ha risposto!

(Interruzione)

Lo dico io. L'onorevole Maninchedda ha detto testualmente che bisognava chiedergli scusa, che lui doveva essere richiamato al suo ruolo di grande legislatore per la Commissione prima e per quest'Aula. Bene, allora, se giochiamo con le parole, io non ho frequentato le scale dell'Università né in salita né in discesa, per quel poco che ci sono stato però ho imparato in fretta e non prendo lezioni da nessuno, neanche dai professori!

Per tornare al voto segreto, mi rivolgo alle gentili signore qua presenti: io ho il coraggio di dire che non sono d'accordo, rivolgetevi a coloro che questo coraggio non l'hanno! Io non ho mai fatto il conto di quante donne e quanti uomini mi hanno votato, non ci ho mai pensato, ma parlo con molti uomini e, grazie a Dio, ho la fortuna di parlare anche con molte donne, di tutte le età. Ebbene, nessuno mi ha mai fatto capire che sarei stato un pazzo se avessi chiesto il voto segreto per evitare un qualcosa che nemmeno l'onorevole Soru è riuscito a definire esattamente. Lo capisco, perché è difficile dire certe cose, anzi secondo me è impossibile creare delle riserve indiane, perché di questo si tratta, ma non è così che si garantisce la presenza femminile, ci sono centomila altri modi per garantirla!

Io non ho visto qua un'assemblea di donne protestare quando il presidente Cappellacci, a cui è stato imposto di nominare in Giunta delle donne, ha nominato due donne, e ne siamo ben felici; forse adesso sono tre, ma inizialmente erano due. Nessuno l'ha sconfessato, ma qualcuna di voi poteva anche alzarsi per dire che due erano poche, che forse le donne dovevano essere presenti nella misura del 50 per cento. Lo aveva previsto il presidente Soru nella legge statutaria, il cui cammino è stato interrotto dall'esito referendario. Bisogna ringraziare la presidente Lombardo che ha tirato fuori l'escamotage di rinviare il testo in Commissione. Ma perché lo si è rinviato in Commissione? Dite alle signore che sono qua presenti e alle donne della Sardegna qual era la vostra paura, la paura di tutti, destra, sinistra e centro. Avevate paura del doppio voto, quella era la vera paura, non altro! Sbarramenti e quant'altro non servivano a niente, veniva ingoiato tutto! Questi sono pesci che si mangiano l'esca, il mulinello e anche il pescatore! Avete capito? Ma di cosa stiamo parlando? E io devo essere messo sotto accusa perché avrei ignobilmente chiesto il voto segreto?

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Diana, utilizzi anche lei un linguaggio diverso.

E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (Fratelli d'Italia-Centro Destra Sardegna). Grazie, signora Presidente, e sottolineo "signora" Presidente perché grazie a questa coalizione per la prima volta sullo scranno più alto di questo Consiglio siede una donna. Credo che l'apertura verso il gentil sesso l'abbia dimostrata, oltre ovviamente a tutta l'Assemblea che ha eletto la presidente Lombardo, la coalizione di centrodestra che, come sapete, ha indicato per la prima volta una donna capace, come tutte le donne che siedono in questo Consiglio regionale e negli scranni della Giunta non per chissà quale motivo, ma perché sono capaci e meritano di essere qui. Alcune di loro hanno ottenuto i voti dell'elettorato, altre sono state incluse per le loro qualità e capacità nel listino e pur senza preferenze sono state anch'esse votate dai sardi. Quindi vi parlo da una posizione che vede come leader del mio partito - unico caso in Italia - una donna. Questo mi porta a sostenere che anche nella prima Commissione, collega Zuncheddu, ai cui lavori lei ha partecipato per la prima volta ieri, e lo ha ammesso, non ci sono state ostilità da parte dei colleghi del centrodestra. Deve anzi dire tutta la verità, ovvero che molte ostilità sono venute da parte dei colleghi del centrosinistra su questi temi. Quindi non entro nel merito delle polemiche o punti di vista, che vanno comunque rispettati, così come va rispettata la posizione dell'onorevole Diana.

Io rispetto anche la sua posizione, onorevole Maninchedda. Lei è stato Presidente della prima Commissione, ha fatto un bel lavoro che però poi si è interrotto; si è interrotto anche a seguito delle sue dimissioni dalla Presidenza di quella Commissione. Ritengo, collega Maninchedda, che il lavoro che è stato fatto sia un lavoro democratico, scaturito da un confronto serrato su posizioni spesso differenti che ci hanno portato a convergere anche sulla doppia preferenza.

Per quanto mi riguarda, ritengo che non siano questi temi così scottanti e pesanti da complicare od ostacolare il percorso di questa legge, che comunque è una buona legge. Ciascuno di noi si assumerà le proprie responsabilità. Io ho espresso sia in Commissione, sia pubblicamente, la posizione mia e del partito che rappresento; una posizione favorevole al riequilibrio, al confronto e a tutto ciò che può servire per incentivare la presenza delle donne in politica e in ogni ramo della società. Ritengo, però, che la meritocrazia debba essere messa al centro del nostro disegno di legge, della nostra legge e soprattutto dei nostri obiettivi. Questo vale per le donne, per gli uomini e in qualsiasi ambito della società, così come all'interno della politica.

Concludo, Presidente, chiedendo scusa per averla citata, ma era doveroso perché molti di quel fatto se ne sono forse dimenticati.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo innanzitutto per dare testimonianza - per quel che può servire logicamente -, avendo partecipato ai lavori della Commissione e avendovi partecipato tutti i Capigruppo, compreso l'onorevole Mario Diana, del fatto che nella seduta di ieri tutti abbiamo apprezzato la chiarezza, il comportamento non equivoco, anzi l'invito venuto proprio dall'onorevole Mario Diana a superare quel clima di ipocrisia che si era determinato nel corso dei lavori su questa legge. Allora mi pare davvero paradossale che proprio chi ha manifestato nella chiarezza la sua posizione oggi possa essere additato come responsabile di chissà quale vulnus alla democrazia, e non gli venga invece riconosciuta la volontà di mettere quest'Aula nella condizione di uscire dalle secche di un'ipocrisia che, care colleghe e cari colleghi, ha coinvolto tutti, a sinistra come a destra, passando per il centro. Ecco perché all'onorevole Diana va la nostra piena e convinta solidarietà da questo punto di vista ed ecco perché una persona che io stimo e apprezzo, come l'amico Paolo Maninchedda, deve valutare davvero anche il peso delle parole, perché ignobili sono altri comportamenti che spesso vengono dalla politica. In questo caso, mi sia consentito, a nome del P.d.L., di esprimere la nostra piena e convinta solidarietà all'onorevole Mario Diana proprio per il comportamento sul piano politico che su questa vicenda egli ha tenuto, dando esempio di coerenza e chiarezza.

Vedete, care colleghe e cari colleghi, qui non c'è un problema di voti segreti; c'è un problema legato al ruolo che i partiti devono assumere nella selezione del personale politico, perché qui sentiamo i sermoni "viva le donne, vogliamo tante donne, dobbiamo portare in Consiglio tante donne", ma poi vediamo che cosa i partiti fanno realmente nel predisporre le liste elettorali. Comincio dal mio partito, così includo anche il P.d.L.: a Nuoro, su sette candidati, è stata inclusa una sola donna, Lina Lunesu, che è qui non per fortuna, ma perché ha preso i voti, ha avuto il consenso, forse anche perché è donna, ma soprattutto perché è stata apprezzata per come si è presentata nel nostro territorio e per la sua proposta politica. Però anche per quanto riguarda i partiti di sinistra vedo, per esempio, che nel P.D. su sette candidati le donne sono state due, una delle quali, Francesca Barracciu, è stata eletta, anche lei per meriti, ed è entrata in Consiglio regionale. Nelle liste dei Rosso Mori, a Nuoro si vede qualche caso isolato di donne candidate che non hanno avuto consensi; Comunisti italiani, solo una donna su sette; Partito Comunista, una donna su sette. Ho voluto cominciare dal P.d.L., per essere chiari, perché questo comportamento investe tutto il sistema dei partiti. Italia dei Valori, due donne su sette, onorevole Salis; Partito Sardo d'Azione, zero donne su sette Sempre per stare agli esempi di Nuoro - ragazzi, non ne sto facendo una comica -, Riformatori, zero donne su sette candidati; U.D.C., una candidata su sette. Mi pare di avere, grosso modo, concluso.

Vedete, il problema vero è forse proprio la necessità di ripensare, di rimeditare il ruolo dei partiti e dunque la selezione dei candidati che deve essere fatta a monte. Su questo tema importantissimo mi pare che rispetto al nulla che c'era prima abbiamo intanto portato a casa un grande risultato, perché nelle precedenti leggi regionali non esisteva una norma che obbligasse finalmente i partiti a candidare non più di due terzi per genere. Quindi è un piccolo passo, non è certamente la conquista dell'obiettivo finale, ma è un passo davvero significativo, e ve lo dice chi non si fa condizionare né dal fatto che sono presenti - ed è gradita anche la loro presenza - le rappresentanti delle associazioni né da altro. Lo dico invero perché nel nostro Gruppo, per dirla in maniera molto chiara ed esplicita, come avete sentito vi sono sensibilità a favore, ma vi assicuro che per ragioni altrettanto valide che vanno rispettate vi è chi la pensa in maniera diversa, perché anche introdurre la doppia preferenza rischia di portare al tanto vituperato sistema, che è stato superato, delle doppie o triple preferenze, per tutto quello che in tempi andati succedeva. Certo, qui la doppia preferenza è quella di genere, ma io penso che con l'esercizio della pazienza, che impongono gli istituti di democrazia, probabilmente riusciamo a ristrutturare il sistema in questa fase già con la previsione, appunto fissata per legge, di due terzi e un terzo e se è necessario, perché no, a rendere ancora più coerente, come impone sempre la democrazia con la sua evoluzione, anche l'istituto della parità di genere. Però non facciamone battaglie di religione, anche perché mi pare che troppo tempo abbiamo perso sulla legge elettorale. Forse abbiamo necessità di dare ai sardi qualche altra risposta, oltre alla legge elettorale, e penso che non valga la pena pensare che sulla legge elettorale qualcuno possa davvero vincere le prossime elezioni regionali!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Spiace ovviamente che la discussione sia degenerata, visti alcuni toni usati. E' stato ricordato il presidente Cappellacci quasi facendo un vanto del fatto che in questa Giunta ci siano diverse donne, e una di queste tra l'altro è anche Vicepresidente della Regione. Per amore di giustizia e per riportare le cose nella giusta dimensione vorrei ricordare che finché la questione della rappresentanza di genere è stata nella disponibilità del Presidente della Regione nella Giunta regionale non c'era una sola donna. Ricordo che la Giunta regionale è stata azzerata da una sentenza della Corte e sulla base di quella sentenza il Presidente è stato...

(Interruzioni)

C'era una donna, avete ragione, chiedo scusa. Ricordo che quella sentenza impose che ci fosse una certa rappresentanza nella Giunta regionale. Al di là di questo, credo che chi ci ascolta fuori di quest'Aula conosca perfettamente i contenuti della discussione su un tema delicato come questo. Credo siano tutti a conoscenza delle diverse posizioni delle forze politiche e anche delle procedure attraverso le quali ci stiamo avviando a esprimere un voto. Quindi non credo che il dibattito di oggi, al contrario del voto, potrà spostare convinzioni che si sono formate negli ultimi mesi e direi anche negli ultimi anni. Non voglio qui ripetere che è un dibattito che appartiene a un partito in particolare, non voglio dire nulla di tutto questo. E' stato ricordato dal collega Bruno che alcuni di noi hanno presentato una proposta di legge, ci sono degli emendamenti, sono qui, non so se riusciremo a esaminarli ed eventualmente a votarli, vorrei però dire che ho apprezzato l'equilibrio con cui è intervenuto il collega Pittalis, il quale mi pare abbia cercato, col rispetto dovuto a tutti, di dare conto di un lavoro non semplice che si è svolto in quest'Aula, nella Commissione di merito e, perché non dirlo, non c'è da vergognarsi, anche in tante discussioni avvenute tra noi, sempre con l'obiettivo di dare alla Sardegna una legge elettorale che garantisca tre o quattro principi, tra cui il principio della rappresentanza territoriale, della rappresentanza politica senza esclusione di nessuno e della rappresentanza di genere. Perché non ammettere che su quest'ultimo punto in particolare la discussione è stata abbastanza difficile in quanto c'è in quest'Aula chi pensa (legittimamente e credo ci siano ragioni valide anche dietro questa riflessione) che si debba innanzitutto garantire la rappresentanza di genere nelle istituzioni assicurando l'accesso attraverso la parità nelle liste?

C'è poi da decidere - e non è una questione semplice, ognuno di noi è convinto delle proprie idee, lo sono anch'io - attraverso quale metodo, quale procedura, quale strumento si garantisce la presenza nelle assemblee elettive dei due generi con un certo equilibrio. Questo è il tema. Noi abbiamo tanti modi, metodi, procedure e strumenti per realizzare questo obiettivo.

Di questo abbiamo discusso, non credo ci sia da vergognarsi di nulla. Io dico che non serve uscire dall'aula e noi non lo faremo. E' stato chiesto il voto segreto, io non ho nulla in contrario, anche se avrei preferito un altro tipo di votazione. L'abbiamo detto tante volte, credo però che questa Assemblea, come diceva qualcuno prima di me, attraverso il voto segreto possa recuperare la propria dignità, se mai l'avesse persa, ma io sono tra quelli che ritengono che non l'abbia mai persa. La dignità l'ha semmai persa qualcuno di noi per la funzione che rappresenta, ma non questa Assemblea. Io difendo la dignità di questo Consiglio, ne faccio parte da quattro anni e mezzo e non ho mai visto l'Aula, nemmeno nei momenti più difficili e delicati in cui c'è stato anche scontro politico, perdere la propria dignità, per cui mi dispiace sentire affermare con leggerezza il contrario, mi dispiace moltissimo! Altra cosa è la responsabilità individuale di ognuno di noi, per carità, ognuno produce il vino che è in botte.

Credo quindi che anche attraverso il voto segreto quest'Aula possa tranquillamente dire che è a favore della doppia preferenza di genere. Badate, il presidente Soru ha presentato un emendamento al riguardo, il numero 15, ma qualora l'Aula dovesse votare a favore dell'emendamento di cui si è parlato in precedenza credo che non sia stata persa questa possibilità, perché attraverso l'emendamento numero 15 noi possiamo garantire nella massima Assemblea regionale un maggiore equilibrio di genere. La doppia preferenza di genere, sulla quale io e tanti altri siamo favorevoli, non garantisce assolutamente un maggiore equilibrio in questa Assemblea, perché comunque decideranno gli elettori attraverso il loro voto. Questo è il tema.

Finisco ribadendo che anche attraverso il voto segreto, e forse con maggiore valenza, quest'Aula può affermare la propria convinzione. Dico anche che se si dovesse decidere in maniera diversa quest'Aula ha un'ulteriore possibilità di dotarsi di una norma che abbia maggiore cogenza per raggiungere quell'obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Chiedo di poter parlare, a fine seduta, per fatto personale.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, ritengo che l'emendamento numero 13, in quanto non innovativo del testo, rientri nella fattispecie dell'articolo 85, comma 6, del Regolamento interno. Sostanzialmente l'emendamento numero 13 rappresenta una variazione del testo base non significativa, perché non introduce cambiamenti rilevanti.

Ai sensi dell'articolo 85, comma 6, le chiedo di avvalersi della facoltà che le è propria di far votare prima gli emendamenti che ci allontanano dal testo e soltanto in seguito l'emendamento numero 13 dell'onorevole Diana, perché il testo di questo emendamento e il contenuto dell'articolo 2 della legge numero 43 del 1995 sono sostanzialmente identici, come ha ricordato l'onorevole Maninchedda. E' stato soltanto presentato un emendamento che riscrive il testo di quell'articolo senza modificarlo. Il comma 6 dell'articolo 85 del Regolamento contempla questo caso e dà all'Aula la possibilità, evitando che gli emendamenti decadano, di esprimere la propria volontà votando prima l'emendamento che più si allontana dal testo originario. Quindi le chiedo di avvalersi di questa possibilità e, in tutti i casi, di consultare l'Aula se non sia meglio, come è consentito dal Regolamento, votare prima il testo che più si allontana dal testo base piuttosto che reiterare, con un finto emendamento sostitutivo, il testo esistente.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, lei ha citato l'articolo 85, comma 6, che non riguarda la fattispecie in oggetto, in quanto si riferisce a più emendamenti che abbiano una parte comune e una gradazione ogni volta diversa, ma devono essere più emendamenti. L'emendamento in questione sostituisce un altro emendamento, quindi siamo in una fattispecie completamente diversa, per cui la sua richiesta non può essere accolta.

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" (1/STAT, 2/STAT, 5/STAT, 6/STAT, 8/STAT, 11/STAT, 7/STAT (Parte I), 9/STAT (Parte I), 12/STAT (Parte I), 13/STAT (Parte I).

(Parte I/B - STRALCIO)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare la consigliera Greco, relatrice di maggioranza.

GRECO (P.d.L.), relatrice di maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

FLORIS (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Procediamo alle votazioni.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 13.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 75

votanti 74

astenuti 1

maggioranza 38

favorevoli 40

contrari 34

(Il Consiglio approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cappellacci - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

A seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 13 decadono gli emendamenti numero 1, 8, 12, 14, 2 e 6.

L'articolo 28 è stato soppresso in Commissione. Faccio presente che in sede di coordinamento si specificherà il contenuto dell'articolo 2 della legge numero 43 del 1995.

Passiamo all'esame dell'articolo 29.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 29

Determinazione dei risultati circoscrizionali

1. Compiute le operazioni di spoglio e l'eventuale riesame delle schede, in ogni circoscrizione si determina:

a) il numero dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascun candidato presidente;

b) la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista data dalla somma dei voti di lista validi ottenuti dalla lista nella circoscrizione;

c) la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna coalizione, data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste collegate al medesimo candidato presidente;

d) la cifra individuale di ogni candidato alla carica di consigliere regionale, data dalla somma dei voti di preferenza validi ottenuti dal candidato nella circoscrizione.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, noi riteniamo che quello che è successo sia molto grave per la scelta che è stata fatta e per le modalità adottate, quindi le chiedo di rinviare i lavori perché abbiamo bisogno di una riflessione sul tema.

PRESIDENTE. Possono intervenire un oratore a favore e un oratore contro.

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione la proposta del consigliere Cossa. Chi l'approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non l'approva alzi la mano.

(Non è approvata)

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Su che cosa intende intervenire?

SALIS (Gruppo Misto). Intendo intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego, formuli la sua proposta sull'ordine del giorno poi la commenti.

SALIS (Gruppo Misto). Vorrei richiamare l'Aula sul fatto che l'emendamento numero 13, che è stato votato vergognosamente dall'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non è possibile intervenire su questo argomento.

(Interruzioni)

La seduta è sospesa. Il pubblico è invitato a uscire dall'aula.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 14, viene ripresa alle ore 20 e 18.)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, le ricordo che nell'intervenire sull'ordine dei lavori non può esprimere apprezzamenti sui voti già espressi dal Consiglio, per cui la invito a formulare la sua proposta sull'ordine dei lavori e ad argomentarla.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, l'attenzione dell'Aula si è concentrata sull'emendamento numero 13, ovvero esclusivamente sulla doppia preferenza di genere.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, non entri nel merito dell'emendamento numero 13, che è stato già approvato dall'Aula. Formuli la sua proposta sull'ordine dei lavori, altrimenti le tolgo la parola.

SALIS (Gruppo Misto). L'ordine dei lavori, Presidente, risulterebbe a mio modesto parere stravolto, perché l'articolo 2 della legge numero 43 del 1995, che è stato approvato…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, questa non è una proposta sull'ordine dei lavori. Lei poteva intervenire nel merito dell'emendamento numero 13 durante la discussione dell'articolo 27, poiché non siamo più in quella fase le tolgo la parola.

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" (1/STAT, 2/STAT, 5/STAT, 6/STAT, 8/STAT, 11/STAT, 7/STAT (Parte I), 9/STAT (Parte I), 12/STAT (Parte I), 13/STAT (Parte I).

(Parte I/B - STRALCIO)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 29:

Sezione II

Attribuzione dei seggi

Art. 29

Determinazione dei risultati circoscrizionali

1. Compiute le operazioni di spoglio e l'eventuale riesame delle schede, in ogni circoscrizione si determina:

a) il numero dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascun candidato presidente;

b) la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista data dalla somma dei voti di lista validi ottenuti dalla lista nella circoscrizione;

c) la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna coalizione, data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste collegate al medesimo candidato presidente;

d) la cifra individuale di ogni candidato alla carica di consigliere regionale, data dalla somma dei voti di preferenza validi ottenuti dal candidato nella circoscrizione.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 29. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 30.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 30:

Art. 30

Proclamazione del Presidente

1. Ricevuti i dati di cui all'articolo 29, nel collegio unico regionale si determina il numero di voti validi ottenuti da ciascun candidato presidente, costituito dalla somma dei voti validi ottenuti dal medesimo in tutte le circoscrizioni.

2. Si proclama eletto Presidente della Regione il candidato presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti validi e si proclama eletto consigliere regionale il candidato presidente che ha ottenuto un numero di voti validi immediatamente inferiore al quale viene riservato un seggio ai sensi dell'articolo 34, comma 7.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). L'articolo 30 che stiamo discutendo adesso, Presidente, entra palesemente in contrasto con l'articolo 2 della legge numero 43 del 1995, che è stato assunto come testo base per quel che riguarda le modalità di voto. L'articolo 2 della "43" fa riferimento a liste circoscrizionali provinciali e a una lista regionale che non esistono nel testo di legge approvato dalla Commissione. Si tratta di schede diverse e di diverse modalità di votazione. E' assolutamente in contrasto con la legge approvata dalla Commissione, per cui si sarebbe dovuto dichiarare irricevibile l'emendamento numero 13.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 13 non era irricevibile perché atteneva al merito del testo di legge. In ogni caso ho già specificato che in sede di coordinamento il testo verrà adeguato ai contenuti dell'articolo 2 della legge numero 43 del 1995, come è consentito e come abbiamo sempre fatto, onorevole Salis.

Metto in votazione l'articolo 30. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 31.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 31:

Art. 31

Soglia di sbarramento - Esclusioni

1. Compiute le operazioni di cui all'articolo 30, nel collegio unico regionale si calcolano le percentuali di voti ottenuti da ciascuna coalizione e gruppo di liste non coalizzato sul totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste e si escludono dall'attribuzione dei seggi le coalizioni con i gruppi che ne fanno parte e i gruppi di liste non coalizzati che non hanno raggiunto le percentuali di sbarramento richieste dall'articolo 19, comma 7.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 31. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Per fatto personale

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, vorrei solo precisare una questione. Io ho parlato di gesti e non di persone. Comunque ritengo sempre più nobile uno scontro aperto, chiaro, anche rude, piuttosto che il vezzo di non confrontarsi sul merito delle cose, ma spostando l'obiettivo.

Abbiamo forse discusso, onorevole Diana, dell'istituto del voto segreto? No! Io contesto, e il risultato mi dà ragione, che si sia usato il voto segreto su una questione rispetto alla quale la discussione in Aula ha dimostrato che occorreva assunzione piena di responsabilità da parte di tutti. Non sto parlando di lei, lei è contrario, ma non è questo il problema. Occorreva un'assunzione piena di responsabilità da parte di tutti palesemente. Non credo, alla luce delle dichiarazioni che sono state fatte, che tutti quelli che hanno detto di essere favorevoli alla doppia preferenza abbiano votato in quella direzione, ma sono stati coperti dal voto segreto. Non era in discussione il voto segreto, era in discussione l'utilizzo del voto segreto su questo argomento. E questa responsabilità politica resta.

In un clima accelerato e agitato ci sta che a un mio giudizio di ignobiltà su un gesto si risponda con un giudizio di infamità sulle persone. Onorevole Diana, credo che tra uomini sia sempre opportuno tenere distinte le conversazioni private dalle conversazioni pubbliche, ma quando si decide di riferirle le si deve riferire correttamente. Io ho sempre rifiutato di continuare a partecipare ai lavori della prima Commissione perché del lavoro duro che è stato fatto in quella Commissione ne è stato fatto strame, e ho testualmente detto a lei al telefono: "Non vado in Commissione, laddove il risultato della Commissione non verrà rispettato ragionevolmente dall'Aula, perché non ci sono le condizioni". In questo senso ho detto: "Rispetto a quello che è stato fatto prima merito anche delle scuse". Questo è quanto. Ma per quanto riguarda le conversazioni private voglio far sapere all'Aula che stasera ho incontrato l'onorevole Diana nel corridoio del palazzo e l'ho pregato di non chiedere il voto segreto dicendogli con chiarezza: "Sappi che io sarò un tuo avversario". Questo perché, onorevole Diana, io sono la stessa persona nelle conversazioni private e in quelle pubbliche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per fatto personale. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Invito il presidente Maninchedda, che comunque è stato un ottimo Presidente di Commissione, a non abusare della sua "lingua", perché le assicuro che io non sono secondo a nessuno!

Io ho riferito esattamente le cose che sono accadute, punto e basta! Lei può essere contrario quanto vuole, me l'ha detto, ma si fermi lì.

PRESIDENTE. I lavori si concludono qui. Il Consiglio è riconvocato alle ore 10 del 25 giugno prossimo.

La seduta è tolta alle ore 20 e 25.


[PS1]Verificare chiusura discussione generale