Seduta n.118 del 08/09/2015 

CXVIII Seduta

Martedì 8 settembre 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 29.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 22 luglio 2015 (114), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Deriu, Roberto Desini, Giuseppe Meloni, Antonello Peru, Luigi Ruggeri, Ignazio Giovanni Tatti ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta dell'8 settembre 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Misure per favorire la mobilità del personale nel sistema Regione". (252)

(Pervenuto il 24 agosto 2015 e assegnato alla prima Commissione.)

"Modifiche all'articolo 16 della legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura)". (253)

(Pervenuto il 24 agosto 2015 e assegnato alla quinta Commissione.)

"Norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi". (254)

(Pervenuto il 14 agosto 2015 e assegnato alla prima Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Fenu - Rubiu - Tocco - Arbau - Ledda - Azara - Carta - Christian Solinas - Orru' - Tatti - Giuseppino Pinna - Perra - Randazzo - Augusto Cherchi:

"Testo unico sulla biodiversità naturali e sulla programmazione, tutela e valorizzazione delle risorse naturali rigenerabili". (248)

(Pervenuta il 5 agosto 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Pietro Cocco - Pittalis - Rubiu - Anedda - Desini - Usula - Carta - Daniele Cocco - Cossa - Arbau:

"Variazioni urgenti al bilancio della Regione per l'anno 2015, proroga di termini e disposizioni varie". (249)

(Pervenuta il 5 agosto 2015 e assegnata alla terza Commissione.)

Arbau:

"Indennità per svolgere l'onorevole e prestigioso ruolo di consigliere regionale in rappresentanza del popolo sardo, ai sensi dell'articolo 26 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale della Sardegna), ed abrogazione retroattiva dell'istituto dell'assegno vitalizio". (250)

(Pervenuta il 12 agosto 2015 e assegnata alla prima Commissione.)

Arbau - Azara - Ledda - Perra - Fenu:

"Promozione e coordinamento delle politiche a favore dei giovani". (251)

(Pervenuta il 12 agosto 2015 e assegnata alla seconda Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge nazionale

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge nazionale:

Arbau - Azara - Ledda:

"Sardegna comunità autonoma. Modifica dell'articolo 114 della Costituzione". (7)

(Pervenuta il 25 agosto 2015 e assegnata alla prima Commissione.)

Arbau - Azara - Ledda - Perra:

"Estensione della definizione di pascolo permanente . con effetto retroattivo, ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 1, lettera h) del regolamento (CE) n. 1307/2013, del 17 dicembre 2013, del Parlamento europeo e del Consiglio, recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell'ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune che abroga il regolamento (CE) n. 637/2008 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio". (8)

(Pervenuta il 25 agosto 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)

Solinas Christian:

"Introduzione nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), del titolo II bis rubricato "Lingua, cultura e ordinamento scolastico". (9)

(Pervenuta il 3 settembre 2015 e assegnata alla seconda Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Interrogazione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco sullo stato della spesa per la telefonia dell'Amministrazione regionale. (349)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2015.)

Interrogazione Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Unali sui gravi ritardi nell'erogazione del carburante agevolato per il comparto agricolo isolano. (353)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2015.)

Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra sui gravi problemi generati dai ritardi nell'aggiornamento dei sistemi informatici che hanno bloccato le assegnazioni del gasolio agricolo. (360)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2015.)

Interrogazione Rubiu in merito al mancato aggiornamento del sistema informativo agricolo regionale per la concessione del carburante agricolo a prezzo agevolato agli agricoltori sardi. (376)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2015.)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla gestione del Consorzio ZIR di Ozieri e della sua partecipata. (410)

(Risposta scritta in data 24 agosto 2015.)

Interrogazione Tendas sul mancato indennizzo alle cooperative di pesca delle marinerie del Golfo di Oristano per il fermo bellico imposto dalle attività di esercitazioni militari nel poligono di Capo Frasca. (438)

(Risposta scritta in data 24 agosto 2015.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la grave situazione nella quale versano ventotto imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione". (472)

"Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sui tagli dei contributi alle società sportive sarde". (473)

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla vertenza dei lavoratori della Polar Srl a Piscinas". (474)

"Interrogazione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla comunicazione di chiusura definitiva dell'ufficio postale sito in Cortoghiana e sulla razionalizzazione di altri uffici postali del territorio regionale". (475)

Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura delle unità di raccolta sangue non accreditate". (476)

"Interrogazione Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)". (477)

"Interrogazione Desini - Busia - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai - Pizzuto - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata revoca di incarichi dirigenziali conferiti dalla ASL di Sassari ex articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni, e cessati alla scadenza del termine di trenta giorni dalla cessazione del dott. Marcello Giannico dalla carica di direttore". (478)

"Interrogazione Azara - Arbau - Ledda - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di provvedere con urgenza a ritrasferire il Centro di salute mentale nella città di Porto Torres". (479)

"Interrogazione Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti alla presentazione da parte dei comuni della Sardegna dei piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità di cui alla legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), articolo 34, "Fondo per la non autosufficienza"". (480)

"Interrogazione Azara, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione venutasi a creare nell'Ispettorato forestale ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati". (481)

"Interrogazione Comandini - Collu - Cozzolino - Forma - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi dell'apertura al traffico della strada statale n. 128". (482)

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'erogazione dei fondi in favore delle scuole paritarie". (483)

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione dei lavoratori del Consorzio Forgea". (484)

"Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consultazione delle associazioni di categoria del sistema camerale in occasione del rinnovo dell'organo di amministrazione della SOGAER Spa". (485)

"Interrogazione Comandini - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sui disagi dell'Ospedale Binaghi di Cagliari". (486)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa il mancato aggiornamento periodico dell'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione". (487)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo nella predisposizione del programma di ripartizione dei contributi ai comuni per l'attivazione dei cantieri verdi". (488)

"Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità e sull'opportunità della nomina del nuovo direttore sanitario della ASL n. 3 di Nuoro di cui alla deliberazione n. 1113 del 31 agosto 2015". (489)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di modifica della deliberazione di Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015 che centralizza la fornitura di dispositivi medici per stomia previsti dal decreto ministeriale n. 332 del 1999". (490)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Sabatini sull'attivazione del servizio di emodinamica della ASL n. 4 di Lanusei. (146/C-6)

"Interpellanza Arbau - Ledda - Perra - Azara sui gravissimi problemi causati agli insegnanti precari e alla scuola sarda dalle disposizioni della legge n.107 del 2015". (147)

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Anedda - Usula - Cherchi Augusto - Tendas - Manca Pier Mario - Moriconi - Sabatini - Manca Gavino - Desini - Cocco Pietro sul finanziamento di progetti per la realizzazione di reti per la sicurezza del cittadino e del territorio da parte dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione". (148)

"Interpellanza Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sull'accoglienza dei migranti in Sardegna". (149)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus per la revisione del piano di razionalizzazione della "Poste Italiane Spa" che prevede la chiusura di alcuni uffici postali della Sardegna". (167)

"Mozione Tedde - Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Pinna Giuseppino - Tatti - Rubiu - Oppi - Crisponi - Orrù - Truzzu - Carta - Cossa circa lo stato di attuazione del protocollo d'intesa per la "Chimica Verde" a Porto Torres". (168)

"Mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Unali - Moriconi - Agus - Anedda - Tendas - Pinna Rossella sull'accordo commerciale internazionale USA-UE denominato "Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP)"". (169)

"Mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Pinna Rossella - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Unali - Moriconi - Agus - Anedda - Tendas sull'opportunità della pubblicazione a favore di cittadini e imprese di una sezione dedicata ai testi coordinati della normativa regionale vigente all'interno del sito istituzionale della Regione". (170)

"Mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Truzzu - Orrù - Crisponi - Cossa - Carta - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti circa la grave situazione nella quale versano ventotto imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione". (171)

"Mozione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra sui tagli ai trasferimenti destinati agli enti locali". (172)

"Mozione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra sui ritardi nell'erogazione dei contributi alle scuole paritarie della Sardegna. (173)

"Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul ricorso alla Corte costituzionale contro la legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti)". (174)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il 28 agosto 2015 è pervenuta copia dell'ordinanza cautelare n. 3756 del 27 agosto 2015, emessa dalla Sezione V - in sede giurisdizionale - del Consiglio di Stato sul ricorso elettorale n. 9889/2014, con la quale sono state respinte le istanze cautelari avanzate sulla sentenza n. 3612 del 21 luglio 2015, comunicata, per la presa d'atto, all'Assemblea consiliare nella seduta numero 114 del 22 luglio 2015.

Comunico che la Giunta delle Elezioni, nella seduta pomeridiana del 1 settembre 2015, ha nominato l'onorevole Paolo Truzzu Vicepresidente della Giunta stessa.

Proclamazione e giuramento di consiglieri

PRESIDENTE. In virtù della presa d'atto e della sentenza citata invito signori Gianfranco Congiu, Antonio Gaia e Pierfranco Zanchetta, che sono presenti, ad entrare nell'Aula consiliare e a prestare giuramento ai sensi dell'articolo 23 dello Statuto speciale e dell'articolo 3 del DPR 19 maggio 1949, numero 250, e invito i colleghi a presentarsi qui davanti al banco. Do lettura della formula del giuramento, dopodiché i consiglieri risponderanno "Giuro":

"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

CONGIU GIANFRANCO. Giuro.

GAIA ANTONIO. Giuro.

ZANCHETTA PIERFRANCO. Giuro.

Discussione della proposta della Giunta delle Elezioni di proclamazione di consigliere

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle Elezioni ha fatto pervenire a questa Presidenza la seguente nota:

"Con la presente comunico alla S.V. On.le che la Giunta delle Elezioni, nella seduta pomeridiana del 1 settembre 2015, ha assunto la seguente deliberazione:

La Giunta delle Elezioni

- prende atto dell'intervenuta ordinanza del Consiglio di Stato del 26 agosto 2015, n. 3756, con cui sono state respinte le istanze cautelari avanzate sulla sentenza n. 3612 del 21 luglio 2015;

- richiama la sua precedente deliberazione del 29 luglio 2015;

- conferma la presa d'atto della sentenza del Consiglio di Stato del 21 luglio, n. 3612, che dispone la sostituzione dei consiglieri Arbau, Azara, Sale e Fenu con i consiglieri Gaia, Zanchetta e Congiu;

- propone all'Aula di sostituire il consigliere Modesto Fenu con il sig. Gianni Lampis, con le motivazioni già espresse nella deliberazione 29 luglio 2015 cui fa riferimento anche la citata ordinanza del Consiglio di Stato n. 3756 del 26 agosto 2015.

Comunico inoltre che, nella medesima seduta, la Giunta ha nominato relatore per l'Aula l'onorevole Busia".

Do la parola all'onorevole Busia che ha dieci minuti di tempo per la relazione. Comunico al Consiglio che per decisione della Conferenza dei Capigruppo sarà possibile intervenire sull'argomento con un unico intervento per ciascun Gruppo della durata non superiore ai cinque minuti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Io non ho capito sinceramente… formulo una proposta che so non verrà accolta, perché ormai quest'Aula viene ermeticamente condotta da poche persone, per cui non contano i Capigruppo, immaginiamoci un singolo consigliere regionale. Però, stiamo trattando di un problema che ha avuto un impatto mediatico straordinario. Stiamo parlando di un problema che non finisce oggi ma che inizia su altre sponde e su altre cose, non ho capito perché contingentare i tempi, stiamo parlando della composizione del Consiglio regionale, stiamo parlando della legittimazione del Consiglio regionale, stiamo parlando delle prerogative del Consiglio regionale, abbiamo anche, signor Presidente, dei precedenti che sono avvenuti in quest'Aula dove si è data la possibilità ad ogni consigliere regionale di esprimere la propria opinione, mi chiamate qui, ci chiamate qui per ratificare, ebbene, prima di votare vogliamo parlarne o vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia, dire vogliamoci bene, fare e una sveltina ed andarcene tutti a casa? Io desidero parlare, se il Presidente mi dice che non posso parlare non parlo però sia chiaro che questo è un divieto delle prerogative del consigliere regionale, il contingentamento dei tempi avviene quando ci sono subbugli in aula, quando c'è l'occupazione dell'aula, ma non per una cosa del genere, io dico stiamo scherzando? Veramente vogliamo ridurre questo Consiglio regionale ad un passacarte qualunque? Non dare la possibilità ai consiglieri regionali che hanno seguito queste cose qui e che vorrebbero dare consigli anche per sapere quali sono i riflessi che ogni singolo componente di questo Consiglio regionale avrà se vota questa risoluzione? Ne vogliamo parlare o non ne vogliamo parlare?

PRESIDENTE. Credo che lei conosca meglio di me il Regolamento, per cui c'è una proposta dei Capigruppo che oggi viene messa in discussione da un consigliere per cui l'aula è sovrana e dovrà decidere se si procederà secondo la proposta dei Capigruppo o secondo la proposta del consigliere, metto in votazione la proposta dei Capigruppo che contingenta il tempo a cinque minuti per ciascun Gruppo.

PRESIDENTE. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Continuazione della discussione e approvazione della proposta della Giunta delle elezioni di proclamazione di consigliere

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Anna Maria Busia per la relazione sulla proposta della Giunta delle Elezioni.

BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Presidente, onorevoli colleghi, benvenuti ai nuovi insediati, le sentenze vanno rispettate anche quando non sono gradite perché ritenute ingiuste o non corrette in ogni loro passaggio motivazionale, il rispetto è per legge, ancora di più è per coloro i quali non solo rappresentano l'istituzione ma ne sono l'essenza, la vicenda oggi alla nostra attenzione imponeva un determinato percorso, percorso che non lasciava margini alla discrezionalità né dell'Assemblea regionale né al suo organo istruttorio, la Giunta per le elezioni, ragionare diversamente avrebbe significato porre in dubbio la piena facoltà del giudice che, ricordiamo, è stato chiamato ad intervenire non per propria iniziativa ma su sollecitazione di coloro i quali ritengono e hanno ritenuto di avere un diritto. Dicevo, ragionare diversamente avrebbe dovuto significare porre in dubbio la facoltà per il giudice di interagire sull'esito della procedura elettorale correggendo il risultato e sostituire ai candidati illegittimamente proclamati coloro che hanno diritto di esserlo. Pertanto si imponeva un risultato e cioè la concreta attuazione del decisum giudiziale che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto e deve raggiungere con i mezzi ritenuti in concreto più idonei. Questo era il mandato della Giunta per le elezioni e questo è ciò che la Giunta ha fatto, nel rispetto delle varie persone coinvolte, coinvolte a vario titolo, dei colleghi consiglieri regionali dichiarati decaduti, dei consiglieri in attesa della procedura di insediamento, degli elettori tutti. I componenti della Giunta per le elezioni hanno posto in essere tutti i necessari approfondimenti motivando nel dettaglio le scelte operate in relazione ad ogni singola questione determinata e derivata dalle pronunce dell'organo giurisdizionale. Tutto ciò consentendo agli interessati il diritto alla tutela dei propri diritti soggettivi nel rispetto della legge, delle procedure consolidate, dei precedenti che hanno riguardato il Consiglio regionale della Sardegna in materia elettorale. Sul punto io voglio ricordare un importante precedente, una pronuncia delle Sezioni unite civili della Corte di cassazione che con sentenza numero 5323 del 16 marzo 2004 si erano espresse e ricordando all'organo elettivo della Sardegna che non poteva porsi, leggo testualmente la parte che ci riguarda: "Non poteva porsi un problema di esecutività della pronuncia giudiziale nei confronti del Consiglio regionale perché la decisione del giudice non richiede alcuna forma di ottemperanza da parte dell'organo elettivo il quale non deve adottare alcun ulteriore provvedimento ma solo limitarsi a prendere atto che la carica di consigliere spetta al candidato che è risultato vittorioso in giudizio", principio questo di valenza generale e non revocabile in dubbio, nessuna rilevanza poteva assumere il fatto che diversamente da altri casi in questa precisa vicenda il Consiglio di Stato avesse omesso di indicare il quarto consigliere subentrante, tale omissione era comunque inidonea a privare di effetti l'intervenuta decadenza giudiziale, né conferente appare essere l'argomento ulteriore secondo il quale il criterio individuato dal Consiglio di Stato per l'individuazione dei soggetti subentranti vizi il provvedimento in maniera tale da imporre a quest'Aula e alla Giunta per le elezioni di intervenire in modo tale da modificare il risultato elettorale, potere che com'è noto spetta solo ed esclusivamente alla giurisdizione amministrativa, lo pseudo dilemma del ottemperanza risulta quindi superato il Consiglio regionale non solo poteva ma doveva prendere atto delle determinazioni del giudice amministrativo in tutte le sue parti, sia dove dichiarava la decadenza sia dove indicava i subentranti, la questione ulteriore vista la carenza del dictum del Consiglio di Stato era se nelle more della composizione del plenum il Consiglio regionale fosse legittimato a riunirsi e ad esercitare le sue funzioni. Su questo punto al di là delle considerazioni tecnico-giuridiche che consentivano di superare l'impasse, i Consigli regionali, lo ricordiamo, non possono essere considerati dei collegi perfetti che richiedono per poter funzionare la presenza di tutti i componenti, si poneva il problema politico della giusta composizione dell'Aula nella sua espressione di maggioranza e di opposizione e da qui la necessità che la Giunta per le elezioni, senza impossessarsi di una potestà non riconosciutagli e che aspetta ancora una volta, lo ricordo, per legge solo al giudice amministrativo indicasse come quarto consigliere subentrante colui il quale veniva indicato nel verbale dell'ufficio centrale regionale come il ventiquattresimo consigliere eletto tra le liste a sostegno del candidato presidente non eletto individuato in questo caso nella persona del signor Gianni Lampis. La decisione presa all'unanimità dalla Giunta per le elezioni viene proposta all'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente e colleghi, la vicenda alla nostra attenzione non sarebbe importante se non fossero in gioco non tanto gli interessi pure legittimi di questo o di quel consigliere regionale o di un subentrante ma alla credibilità stessa delle istituzioni regionali, il ruolo e la funzione, dal momento in cui c'è stata la sentenza del Consiglio di Stato la decadenza dei quattro consiglieri regionali e contestuale subentro dei soli tre appellanti si è assistito ad un fenomeno che ha assunto proporzioni inimmaginabili e trasformazioni dei consiglieri regionali in operatori del diritto, il Consiglio regionale si è praticamente incartato e continua ad avvicendarsi in se stesso spendendo nell'interpretazione dell'interpretazione data dei giudici, questa situazione trova innegabile conferma nella sequenza degli eventi, colleghi, che vanno dalla sentenza del Consiglio di Stato alla frettolosa lettura in aula della decadenza dei quattro consiglieri esclusi, dal conferimento dell'incarico al professor Luciani, alla sospensione della sentenza ad opera dello stesso Consiglio di Stato, all'attività della Giunta per le elezioni ad individuare il quarto consigliere della convocazione nella seduta del 4 agosto per il giuramento dei quattro consiglieri subentranti, dai ricorsi proposti avanti il Consiglio di Stato in cassazione, dall'ordinanza dello stesso Consiglio di Stato che non conferma la sospensione della sentenza, dagli innumerevoli ricorsi e diffide pervenute a diversi organi dell'ufficio del Consiglio regionale alla data odierna alla quale si chiede di pronunciarsi sulla scelta della giunta delle elezioni, secondo una consolidata giurisprudenza della Corte dei Conti ed è questo che mi preme sottolineare la responsabilità e quindi la consapevolezza degli organi politici, che hanno adottato provvedimenti ritenuti forieri di danno non raggiunge la gravità perseguibile soltanto per quanto gli stessi abbiano assunto le contestate decisioni sulla base del parere di un organo tecnico. Questo principio risponde ai criteri di separazione tra l'attività di indirizzo e di controllo e quella di gestione presente nell'ordinamento comunitario. Non è possibile che l'organo politico possa arrecare danni alla collettività senza che ne venga accertata la responsabilità. Non c'è impunità assoluta, anche per danni finanziari arrecati alla collettività, senza tener conto degli strumenti di verifica e di controllo ai quali l'esercizio della funzione politica può accedere, come nel caso dei giudizi tecnici. Non condivido le iniziative del Consiglio regionale che si sono discostate dai pareri richiesti e resi dal professor Luciani, che consentivano all'Assemblea di continuare ad operare in piena legittimità, in attesa dell'attesa della definitiva sentenza di Cassazione in cui veniva rimesso il ricorso per la rievocazione della decisione del Consiglio di Stato. Quindi dichiaro che voterò contro, non voglio e non posso votare su un argomento che non compete a quest'Aula, che sappiamo tutti che non compete quest'Aula, dove c'è colpa grave e dolo, dove sappiamo che stiamo facendo una cosa che non possiamo fare, concorrerei anch'io, nel caso votassi, negli errori che sino ad oggi sono stati compiuti. Gli errori dei giudici devono essere corretti dai giudici, non dalla politica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Solo per dire chi in effetti ho ascoltato con attenzione l'attenzione nella relazione dell'onorevole Busia e nutrivo già alcuni dubbi in merito a quanto la Giunta per le elezioni aveva prodotto, però non voglio entrare nel merito di una decisione importante, una decisione come quella che oggi il Consiglio deve assumere. Perché io condivido le perplessità sul fatto che un Consiglio eletto dal popolo possa esso stesso decidere chi ne fa parte o chi non ne fa parte. Quindi annuncio sin da ora, e parlo a titolo personale perché trattandosi di una scelta abbastanza personale, io non parteciperò alla votazione quando sarà il momento della votazione.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione…

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Una brevissima dichiarazione di voto Presidente, se mi è consentita. Per fugare ogni dubbio in ordine ad un aspetto, il Consiglio regionale, quest'Aula non è un'aula di tribunale e non deve decidere quest'Aula le sorti di nessuno, quest'Aula però deve essere rispettosa delle decisioni degli organi giurisdizionali, lo ha chiarito molto bene la collega Busia nella sua relazione, alla quale mi riporto integralmente e non c'è mi pare bisogno di chiarire null'altro, perché qui non stiamo interpretando nulla che non sia un deliberato dei giudici e un prendere atto di quello che l'ufficio centrale elettorale, presso la Corte d'appello di Cagliari, ha scritto, chiarito, evidenziato senza lasciare ombra di dubbio. Il ventiquattresimo che ha diritto ad occupare il seggio in Consiglio regionale si chiama Lampis Gianni, al quale era subentrato, perché così prevede la legge, il Presidente candidato della coalizione che non ha vinto le elezioni, cioè Ugo cappellacci. Questo è stato fatto e queste è stato recepito. E siccome l'ha chiarito molto bene nella sua relazione la collega Busia non penso che vi sia altro da aggiungere per sgombrare il campo da ogni possibile illazione in ordine a situazioni che qualcuno paventa di illiceità o illegittimità che mi pare davvero non sussistano, se è ancora, viva Dio, operiamo in uno stato di diritto e in un ordine democratico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Intanto voglio fare una premessa, nessuno e neanche Rosso Mori vuole mettere in discussione, non vuole entrare in contraddizione o negare l'autorità giudiziaria in nessun campo, però oggi io davvero sento un sentimento di straniamento perché è strano il ruolo di questo Consiglio regionale della Regione Autonoma della Sardegna, in materia elettorale questa Regione ha piena autonomia legislativa può mettere su una legge elettorale capace di escludere oltre 100 mila elettori da una rappresentanza in questo Consiglio, eppure dopo 18 mesi dalle elezioni deve subire, e dico subire, le decisioni dello Stato che con un suo organo stravolgere il risultato di quelle elezioni. Dando interpretazione della nostra legge elettorale. Dove è il nostro ruolo autonomo e sovrano in materia elettorale, dove l'esercizio e la tutela di questa sovranità negli organi di governo di questa regione. Per questo motivo, pur adeguandomi e rispettando questa presa d'atto, questo momento di presa d'atto, voglio sottolineare ancora una volta che questa decisione sicuramente darà spazio ad altri momenti di grande confusione istituzionale. Rosso Mori ritiene questa sentenza non rispettosa, pur da rispettare, del risultato elettorale e della volontà espressa dagli elettori. Tutto ciò senza nessuna preclusione nei confronti di nessuno e in particolare dei nuovi colleghi chiamati in quest'Aula. Ma voglio approfittare di questa occasione anche per salutare e esprimere un profondo dispiacere per l'esclusione da quest'Assemblea di colleghi e amici con i quali abbiamo in questi mesi lavorato in modo assolutamente corretto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Noi partecipiamo al voto per un motivo di garanzia istituzionale, perché riconosciamo nel lavoro della Giunta per le elezioni un lavoro che è all'interno dell'istituzioni consiglieri regionali. Non entriamo nel merito perché se dovessimo entrare nel merito ci porterebbe molto più lontano. E sappiamo anche una cosa, che il voto di oggi o le prese d'atto di oggi non sanano una situazione grave che una legge regionale elettorale ha posto in campo e che noi come Riformatori non abbiamo votato e abbiamo subito denunciato che aveva delle carenze forti. Su questo bisogna intenderci con assoluta correttezza da parte di tutti. È antipatico entrare nel salutare l'uno o l'arrivederci all'altro, credo che sia importante ancora una volta cercare nella dignità delle istituzioni regionali il motivo per cui rappresentiamo il popolo sardo, è grave se qualcuno voglia speculare in qualsiasi modo su posizioni che non sono corrette che si portino a compimento di questi giorni. Può anche essere di titoli grossi nel giornale, ma quello che a me interessa, quello che ai Riformatori interessa è la legalità di un'istituzione, il fatto che un'istituzione viva, che sia rappresentativa vera e reale di quelli che sono gli interessi della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Confermo che noi non siamo né giudici né giuristi, siamo esclusivamente un'Assemblea legislativa con il ruolo di verifica e di controllo di quello che avviene attorno a noi. Allora chiedo, visto che qualcuno vuole prendere per i fondelli, perché a luglio la Giunta per le elezioni ha deciso da sola senza chiedere l'avallo dell'Assemblea? Perché oggi vuol far carico al Consiglio regionale di questa responsabilità? Cos'è cambiato da allora ad oggi? Nulla, è rimasto fermo perfino il nome. Perché non si è voluto fare il dibattito in quest'Aula? Perché si vuole andare così precipitosamente? Non è successo nulla. L'unica cosa che è successa e che tutti i giuristi, compreso il professor Luciani, hanno detto che la Giunta delle elezioni e il Consiglio regionale non hanno a riguardo nessun potere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Anch'io esprimo il mio più profondo dispiacere a nome mio e a nome del Gruppo per i colleghi che da questo momento non siederanno più in quest'Aula, e do il benvenuto comunque ai subentranti. Anche io sono per il rispetto delle sentenze e della sentenza, mi rifaccio a quello che in maniera esaustiva e chiara ha rappresentato la collega Busia. Io devo ricordare all'onorevole Floris che precedentemente non si è arrivati alla decisione in Consiglio esclusivamente perché arrivò la sospensiva del Consiglio di Stato, quindi non ci fu data l'opportunità di arrivare a fare quello che oggi stiamo facendo.

Io credo che tutti possono chiedere che vengano rispettati i propri diritti, potrebbe farlo anche il mio partito, ma queste sono cose che niente hanno a che vedere con quelle che sono le funzioni e le competenze di quest'Aula, dove io mi riconosco e credo che tutti, nel momento stesso in cui siamo qui e stiamo partecipando a questo voto, stiamo riconoscendo. Credo che sia un atto dovuto la nostra presenza in questo momento, pur nella libertà di coscienza e di voto di tutti i consiglieri, questo vale anche per il mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere ovviamente il voto favorevole, perché le parole della collega Busia e del collega Pittalis sono state sicuramente chiare ed esaustive. Qua credo che non ci sia nessuno che possa e si voglia sostituire agli organi giurisdizionali; penso che la Giunta per le elezioni abbia fatto un ottimo lavoro, con pazienza e analizzando benissimo la situazione, ancorandosi all'unica certezza che questo Consiglio, questa istituzione aveva, e cioè il già citato verbale dell'Ufficio elettorale centrale che riconosceva nel signor Gianni Lampis il ventiquattresimo consigliere del centrodestra. Quindi non credo che ci siano motivi per nessuno di temere alcunché. Penso anche che sia un momento importante, nel dare l'augurio ai nuovi che arrivano e nell'esprimere anche personalmente dispiacere per gli altri che ci hanno lasciato, perché finalmente con questa decisione probabilmente dal punto di vista istituzionale di quest'Aula, di questo Consiglio, poniamo fine a questa questione, la lasceremo ad altri eventuali organi giurisdizionali che se ne dovranno occupare, e così smetteremo un po'di occuparci di noi e forse incominceremo a occuparci meglio dei problemi dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Noi oggi siamo chiamati a prendere atto di una sentenza del Consiglio di Stato che reitera, di fatto, quanto già sentenziato qualche mese fa in merito alla decadenza di quattro consiglieri regionali, ai quali io personalmente non manco di far arrivare la mia stima personale, la mia solidarietà per il lavoro proficuo svolto in questi mesi che ci hanno visti assieme, per la stretta collaborazione, cose che umanamente sono comprensibili per le cose che stanno accadendo. Quindi la mia stima è forte e la mia solidarietà è assolutamente nei loro confronti, siamo però persone che appartengono alle istituzioni, siamo persone che fanno politica, e noi alle istituzioni dobbiamo rispondere. Credo che non si possa fare cosa diversa che prendere atto di una sentenza del Consiglio di Stato, che ci dice che tre dei consiglieri regionali che hanno fatto ricorso devono subentrare ai quattro che sono stati dichiarati decaduti, quindi non si tratta di dire che la Giunta delle elezioni fa un'attività che non gli compete, non si fa altro che prender atto della sentenza, cosa che d'altro canto ha fatto questo Consiglio regionale quando il Presidente del Consiglio ha letto la sentenza che era stata emessa già qualche mese fa, e che è stata reiterata del Consiglio di Stato. Non si fa altro che prendere atto di una sentenza: vogliamo mettere in discussione questo? Allora sì che noi entreremmo in merito alle decisioni che i giudici hanno assunto. Poi, coloro che ritengono di essere, come dire, toccati, di essere titolare di diritti messi in discussione rispetto alla sentenza del Consiglio di Stato, hanno il diritto e probabilmente il dovere di ricorrere rispetto a questo, ma non lo dobbiamo fare noi, non è una nostra competenza, in quel caso sì che faremmo un'attività che non ci compete. Noi non facciamo altro che prendere atto di una sentenza che è stata emessa, e attraverso la sentenza naturalmente esprimo gli auguri a coloro che subentrano in quest'Aula, perché a quest'Aula noi dobbiamo rispondere, al Consiglio regionale della Sardegna che è espressione di coloro che hanno votato, per rappresentare gli interessi della Sardegna. Ed è questo lo spirito che ci deve vedere lavorare tutti quanti, al di là delle questioni personali di ognuno di noi, che sono certamente importanti ma sono subordinate agli interessi generali, noi a quelli dobbiamo guardare, e noi tutti che qua dentro operiamo credo che il punto di riferimento che abbiamo davanti sia questo, non cose diverse.

La relazione della Busia ha raccontato molto bene come sono accaduti i fatti, qual è lo spirito che ci ha condotto ad una decisione di questo tipo, quali sono le ragioni che ci spingono a sostenere una cosa di questo tipo, pur sapendo che lo stesso Consiglio di Stato ha messo in discussione l'esito elettorale, ma sono questioni sulle quali noi non vogliamo entrare perché tre consiglieri subentrano sulla base di una sentenza emessa dal Consiglio di Stato, un consigliere subentra sulla base di un verbale della Corte d'appello di Cagliari che ha dichiarato eletto come ventiquattresimo consigliere della Regione sarda Gianni Lampis, che ha ceduto il posto a Cappellacci in quanto primo dei candidati presidenti sconfitti che hanno diritto al ventiquattresimo posto: questa è la legge elettorale, così come è scritta e così come viene applicata, se ci saranno cose diverse che dovranno essere prese in considerazione non…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta della Giunta delle elezioni.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cossa, Cozzolino, Gaia e Zanchetta hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Fasolino - Forma - Gaia - Lai - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Orru' - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Truzzu - Tunis - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra.

Risponde no il consigliere: Floris.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 42

votanti 41

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 40

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Proclamazione e giuramento di consigliere

PRESIDENTE. Procediamo ora con il giuramento del nuovo consigliere regionale, Gianni Lampis. Lo invito a presentarsi davanti al banco della Presidenza.

Do lettura della formula del giuramento, dopodiché il consigliere Lampis risponderà: "Giuro".

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

LAMPIS GIANNI. Giuro.

PRESIDENTE. Benissimo, buon lavoro.

Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 15, viene ripresa alle ore 17 e 17.)

PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto, consentitemi, prima di procedere con l'ordine del giorno, di formulare i migliori auguri di buon lavoro per i nuovi colleghi e di rinnovare i ringraziamenti per il lavoro svolto dai consiglieri che sono stati dichiarati decaduti dalle sentenze.

Discussione del disegno di legge: "Approvazione del Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario2014". (245/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 245/A.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore. La terza Commissione permanente, nella seduta dell'8 settembre 2015, ha approvato, nel testo del proponente, a maggioranza e con l'astensione dei gruppi di opposizione, il disegno di legge numero 245, che porta come titolo "Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2014".

Il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2014 è stato parificato dalla Corte dei conti, sezioni riunite, in data 10 luglio 2015 con decisione numero 1 del 2015. Il rendiconto è stato elaborato per l'ultimo anno ai sensi degli articoli 62 e seguenti della legge regionale di contabilità numero 11 del 2006. A decorrere dal 2015, infatti, il consuntivo sarà redatto ai sensi dell'articolo 63 e seguenti del decreto legislativo numero 118 del 2011, e successive modificazioni e integrazioni, e sarà quindi composto dal conto del bilancio relativo alla gestione finanziaria, dai relativi riepiloghi, dai prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, dal conto economico e dallo stato patrimoniale, secondo lo schema di cui all'allegato numero 10 del citato decreto. Detto provvedimento legislativo consente di rinviare all'esercizio 2016 l'adozione da parte della Regione dei principi applicati concernenti la contabilità economico-patrimoniale e l'attuazione del bilancio consolidato con i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate.

Il rendiconto 2014 evidenzia un disavanzo al 31 dicembre 2014 di euro 504.971.572,63, determinatosi per effetto dell'accantonamento di una quota del risultato di amministrazione di euro 530 milioni per la copertura della reiscrizione dei residui perenti in conto capitale in applicazione dell'articolo 60, comma 3, del decreto legislativo numero 118 del 2011.

In questa sede appare doveroso far presente che, in considerazione delle risultanze del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi di cui all'articolo 3 del decreto legislativo numero 118, approvate con deliberazione della Giunta regionale in data 5 agosto numero 15, delibera numero 39/12, detto risultato è stato rideterminato al 1° gennaio 2015 in euro 1.005.625.656,65, al netto del debito autorizzato e non contratto pari a euro 504.971.572,63.

Considerato che il prescritto termine del 31 luglio per l'approvazione del rendiconto è già scaduto e stante gli importanti adempimenti connessi all'approvazione legislativa del provvedimento in esame, se ne raccomanda una rapida approvazione da parte dell'Aula. Grazie.

PRESIDENTE. È aperta la discussione generale.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è favorevole, non ho molto da aggiungere rispetto alla relazione del Presidente della Commissione, tengo solo a sottolineare che il fondo di accantonamento per la reiscrizione dei residui perenti, che adesso è permessa dall'applicazione del bilancio armonizzato, consentirà nel corso degli anni un riassorbimento di queste partite con un chiaro sollievo per tutti quegli enti, in particolare gli enti locali, che hanno nei confronti della Regione questo problema delle somme perenti. Grazie.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 1

Rendiconto

1. Il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2014 è approvato secondo le risultanze di cui ai successivi articoli e come da tabelle A e B, allegate alla presente legge, che riassumono l'andamento della gestione dell'esercizio 2014 per titoli.).

Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Gaia, Pigliaru e Zanchetta hanno votato a favore, che i consiglieri Cossa, Fasolino e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru'.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 43

astenuti 4

maggioranza 22

favorevoli 28

contrari 15

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrate di competenza

1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione di beni patrimoniali, per riscossione di crediti, per accensione di prestiti e per partite di giro, accertate in conto competenza nell'esercizio finanziario 2014, sono stabilite in euro 6.950.920.385,29 di cui:

Versate euro 5.627.960.229,25

Rimaste da riscuotere euro 1.322.960.156,04

Rimaste da versare euro 0,00

2. I residui attivi della gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da riscuotere, al 31 dicembre 2014, sono stabiliti in euro 1.322.960.156,04.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Gaia ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 44

astenuti 5

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 15

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 3.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:

Art. 3

Spese di competenza

1. Le spese correnti, in conto capitale e per rimborso di prestiti, impegnate nell'esercizio finanziario 2014 per la competenza propria dell'esercizio, sono stabilite in euro 7.020.319.284,32 di cui:

Pagate euro 5.048.293.882,66

Rimaste da pagare euro 1.972.025.401,66

Rimaste da impegnare euro 0,00

2. I residui passivi scaturiti dalla gestione di competenza, relativi alle somme rimaste da pagare al 31 dicembre 2014, ammontano complessivamente a euro 1.972.025.401,66.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Comandini e Zanchetta hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 44

astenuti 5

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 15

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 4.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:

Art. 4

Gestione finanziaria

1. La gestione finanziaria per l'anno 2014 si chiude con un avanzo di esercizio pari a euro 255.496.046,05 che, sommato al disavanzo finanziario di euro 216.138.608,71, accertato al 31 dicembre 2013, determina un avanzo finanziario complessivo che a chiusura dell'esercizio finanziario 2014 ammonta a euro 39.357.437,34

2. Al risultato di cui al comma 1, evidenziando singolarmente la gestione di competenza e quella dei residui, si perviene nel seguente modo:

GESTIONE DELLA COMPETENZA

Totale entrate accertate

6.950.920.385,29

Totale spese impegnate

7.190.200.368,17

Risultato gestione di competenza

- 239.279.982,88

GESTIONE DEI RESIDUI

Residui Attivi

Residui al 1° gennaio 2014

3.987.632.713,76

Riaccertati al 31 dicembre 2014

3.536.882.623,67

Minori accertamenti

450.750.090,09

Residui Passivi

Residui al 1° gennaio 2014

5.060.816.685,69

Riaccertati al 31 dicembre 2014

4.115.290.566,67

Minori accertamenti

945.526.119,02

Risultato differenziale gestione dei residui

494.776.028,93

Risultato di gestione (avanzo di esercizio 2014)

255.496.046,05

Risultanze complessive:

Differenza + -Gestione di competenza

- 239.279.982,88

Differenza + -Gestione dei residui

494.776.028,93

Avanzo di esercizio 2014

255.496.046,05

Disavanzo 2013

- 216.138.608,71

Avanzo complessivo al 31 dicembre 2014 (risultato di amministrazione)

39.357.437,34

3. I risultati dell'esercizio finanziario 2014 esaminati dalla gestione di cassa pervengono al seguente medesimo risultato di amministrazione:

Situazione di cassa:

Fondo cassa al 31 dicembre 2013

857.045.363,22

Versamenti

6.324.842.844,32

Pagamenti

6.767.255.446,94

Differenza versamenti/pagamenti

- 442.412.602,62

Fondo cassa al 31 dicembre 2014

414.632.760,60

Residui attivi al 31 dicembre 2014

4.162.960.164,64

Residui passivi al 31 dicembre 2014

4.538.235.487,90

Differenza tra residui attivi e passivi

- 375.275.323,26

Avanzo complessivo

39.357.437,34.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Zanchetta ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 44

astenuti 5

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 15

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 5.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:

Art. 5

Risultato di amministrazione rideterminato

1. Quota parte dell'avanzo determinatosi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2014, pari a euro 14.329.009,97, scaturisce da economie di spese correnti, accertate per garantire il rispetto del patto di stabilità 2014, di cui all'articolo 42, comma 12, del decreto legge n. 133 del 2014, convertito in legge 11 novembre 2014, n. 164 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive), correlate ad entrate riscosse. La quota dell'avanzo di cui al primo periodo costituisce un vincolo sul medesimo avanzo.

2. In applicazione dell'articolo 60, comma 3 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), e successive modifiche ed integrazioni, è accantonata una quota del risultato di amministrazione pari a euro 530.000.000, al fine di garantire la copertura della reiscrizione dei residui perenti.

3. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2014 è pertanto così rideterminato:

Avanzo di amministrazione al 31.12.2014 39.357.437,34
Di cui: Quota vincolata derivante da leggi e principi contabili 14.329.009,97

Fondo accantonamento reiscrizione residui perenti conto capitale 530.000.000,00

Risultato di amministrazione rideterminato -504.971.572,63

4. La copertura del disavanzo, pari a euro 504.971.572,63, determinatosi per effetto dell'accantonamento al Fondo perenti per spese in c/capitale, è finanziabile mediante ricorso al debito, eventualmente da contrarre solo per effettive esigenze di cassa, ai sensi dell'articolo 42 del decreto legislativo n. 118 del 2011 e del principio applicato 9.2 di cui all'allegato 4/2 del decreto legislativo n. 118 del 2011. Il principio prevede l'istituzione in bilancio di una voce distinta rispetto all'ordinario disavanzo da recuperare, da iscriversi prima di tutte le spese, denominata "Disavanzo determinato da debito autorizzato e non contratto" con autorizzazione alla contrazione di indebitamento a copertura della stessa.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Lotto ha votato a favore, che i consiglieri Lampis e Locci hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 44

astenuti 5

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 15

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 6.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:

Art. 6

Risultati generali della gestione patrimoniale

1. La situazione patrimoniale della Regione al 31 dicembre 2014 resta stabilita come segue:

ATTIVITÀ E PASSIVITÀ

Attività finanziarie:

Consistenza al 1° gennaio 2014

4.844.678.076,98

Consistenza al 31 dicembre 2014

4.577.592.925,24

Diminuzione consistenza

-267.085.151,74

Passività finanziarie:

Consistenza al 1° gennaio 2014

5.060.816.685,69

Consistenza al 31 dicembre 2014

4.538.235.487,90

Diminuzione consistenza

522.581.197,79

A) Miglioramento situazione finanziaria

255.496.046,05

Crediti

Consistenza al 1° gennaio 2014

280.577.015,08

Consistenza al 31 dicembre 2014

158.369.192,55

Diminuzione consistenza

-122.207.822,53

Passività patrimoniali

Consistenza al 1° gennaio 2014

3.859.904.304,86

Consistenza al 31 dicembre 2014

3.518.724.455,04

Diminuzione consistenza

341.179.849,82

B) Miglioramento situazione finanziaria

218.972.027,29

Beni patrimoniali

Consistenza al 1° gennaio 2014

1.112.493.584,88

Consistenza al 31 dicembre 2014

1.242.015.468,57

Aumento consistenza beni patrimoniali

129.521.883,69

Miglioramento situazione patrimoniale al 31 dicembre 2014

603.989.957,03.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Solinas Antonio ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pittalis - Randazzo - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Pinna Giuseppino - Rubiu - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 42

astenuti 7

maggioranza 22

favorevoli 29

contrari 13

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'allegato A.

(Segue lettura)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo allegato, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'allegato A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Pigliaru e Zanchetta hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pittalis - Randazzo - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Pinna Giuseppino - Rubiu - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 42

astenuti 7

maggioranza 22

favorevoli 29

contrari 13

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'allegato B.

(Segue lettura)

Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo allegato, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'allegato B.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Lampis - Locci - Pittalis - Randazzo - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Pinna Giuseppino - Rubiu - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 43

astenuti 7

maggioranza 22

favorevoli 30

contrari 13

(Il Consiglio approva).

È stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Pittalis - Rubiu - Dedoni - Carta - Truzzu - Floris - Alessandra Zedda - Fasolino - Locci - Tedde - Tunis - Oscar Cherchi - Crisponi - Oppi - Pinna - Cossa - Orrù sul ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge n. 107 "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti".

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che

- in data 15 luglio 2015 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge statale n. 107 recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti";

- il secondo comma dell'articolo 127 della Costituzione stabilisce che "La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge.";

- la materia "istruzione" rientra, a norma dell'articolo 117, terzo comma, tra le materia di legislazione concorrente;

- l'articolo 5 dello Statuto speciale per la Sardegna prevede che in materia di istruzione di ogni ordine e grado e ordinamento degli studi, la Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione ed attuazione;

- i commi 180 e 181 della legge 107 del 2015 delegano al governo l'esercizio della potestà legislativa con riferimento a nove distinti e rilevanti ambiti riconducibili alla materia istruzione;

CONSIDERATO che:

- in particolare, in ordine all'articolo 1 comma 73 è configurabile una violazione dell'articolo 3 della Carta fondamentale rispetto ai principi in esso sanciti di uguaglianza formale e sostanziale. Tale disposizione prevede, infatti, che a partire dall'anno scolastico 2016/2017 il personale docente delle istituzioni scolastiche statali, con contratto a tempo indeterminato, sia destinatario di incarichi triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali provinciali, ne deriva un'immissione in ruolo scevra di un'effettiva assegnazione di posto che risulta eventuale e appannaggio delle scelte del dirigente scolastico, col rischio che le stesse assumano carattere di arbitrarietà;

- il principio di uguaglianza richiede che situazioni uguali siano trattate alla stessa stregua e situazioni eterogenee siano trattate in maniera diversa. Nel caso di specie si verrebbero a creare due categorie di lavoratori, astrattamente omogenee, ma con trattamento differente, soprattutto con riferimento alla posizione nei confronti del dirigente scolastico;

- sarebbe opportuno, per la regione Sardegna, e per le sue specificità, trasformare l'organico di fatto in organico di diritto;

- sarebbe opportuno, inoltre, attivare formule di compensazione territoriale fra tutti gli uffici regionali anche al fine di ottenere una migliore efficienza didattica, in particolar modo nel settore della disabilità.

DATO ATTO che:

- la Regione Sardegna, e in particolare l'ufficio regionale scolastico, non ha richiesto alcuna deroga all'applicazione della legge 107/2015 in ordine alle specificità ed esigenze della Sardegna;

- entro il 12 settembre la Regione può promuovere la questione di legittimità costituzionale.

IMPEGNA la Giunta regionale

1. a promuovere la questione di legittimità costituzionale, in via principale, ex articolo 127 comma secondo della Costituzione, alla Corte costituzionale avente ad oggetto la Legge n. 107, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015;

2. a rivendicare speciale deroga per il riordino delle disposizioni contenute nella Legge 107/2015 secondo le esigenze legate all'autonomia regionale e alla specificità della scuola sarda. (1).)

Uno dei presentatori dell'ordine del giorno ha facoltà di illustrarlo.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, intanto voglio fare una premessa sulla ratio che ha spinto, di fatto, tutti i consiglieri di minoranza presenti in aula a sottoscrivere quest'ordine del giorno e soprattutto a proporlo alla maggioranza. Stiamo vivendo, per quanto riguarda la materia della scuola in Italia, ma in particolare nella nostra regione, un momento di grandissima difficoltà. Crediamo di vivere (e non di certo a detta di chi è in quest'aula, ma certamente da parte di tutti gli insegnanti, gli alunni e soprattutto tutti i coinvolti nelle istituzioni scolastiche) un periodo veramente tra i più difficili nella storia della scuola. Soprattutto invitiamo il presidente Pigliaru a volersi far carico di alcuni contenuti di quest'ordine del giorno, in particolare ci riferiamo soprattutto al mettere in evidenza che la legge 107 del 2015 è lesiva, lesiva delle parti più importanti delle nostre leggi, in particolar modo della Costituzione, quella Costituzione che lo dice apertamente in particolar modo all'articolo 127 e soprattutto 117, che ci sono delle parti non rispettose contenute nella legge 107 proprio della nostra Costituzione. Quello che è ancora più grave e particolare è che il nostro Statuto, all'articolo 5, viene completamente disatteso se non mettiamo in campo davvero ciò che riguarda in particolar modo l'autonomia e la specificità della scuola sarda. Noi rispetto anche ad altre regioni che stanno vivendo le stesse difficoltà, le viviamo in maniera ancora più pressante, è ancora più difficile perché noi non abbiamo tra le altre cose nessuna continuità con altre regioni d'Italia. Abbiamo il mare che ci rende insulari in questo caso al massimo e quindi possiamo lavorare solo con i numeri della nostra regione.

Presidente, non è accettabile che da parti autorevoli quali i rappresentanti dell'ufficio regionale scolastico possano venire affermazione sul fatto che non rispettiamo alcuni parametri quali, ne cito uno, quello sul tasso di natalità. A nostro avviso crediamo che questo stesso parametro non può essere rispettato da tantissime altre regioni d'Italia, figuriamoci la nostra regione. Per di più abbiamo una situazione morfologica e territoriale che mal si presta a poter fare certe riduzioni e/o accorpamenti. Non solo, da anni assistiamo - e in quest'ordine del giorno si vuole raggiungere anche questo come obiettivo - all'esistenza di situazioni di fatto, quindi di cattedre di fatto che a nostro avviso forse, dopo tanti anni, dovrebbero essere trasformate in cattedre di diritto. Non solo, vorremmo anche che ci fosse un'attenzione particolare soprattutto da parte degli uffici regionali scolastici in ordine alle compensazioni territoriali. Avete letto tutti quanti le esternazioni fatte da alcuni docenti che si ritrovano a dover andare nelle parti più periferiche della nostra Italia, rispetto ovviamente alla Sardegna, e non è pensabile che non si possa intervenire con un cambio o con un accordo con gli altri uffici regionali italiani per i quali almeno su queste cose si possa intervenire tempestivamente. Per di più crediamo che proprio ai sensi dell'articolo 5 del nostro Statuto ci possano essere le condizioni per le quali la Regione abbia la facoltà di adattare le sue particolari esigenze proprio alle disposizioni contenute in alcuni leggi della Repubblica, in questo caso della 107. Noi non abbiamo visto, Presidente, in questo periodo un grande attivismo. Forse siamo stati distratti dato il mese particolare, quello di agosto, anche come Consiglio regionale, noi abbiamo voluto semplicemente portare all'attenzione di quest'Aula, dei colleghi, una materia così importante che veramente può assolutamente prevaricare tanti diritti di alunni e di docenti in particolare e di fatto rendere ancora più difficile la situazione della scuola in Sardegna.

Quindi chiediamo veramente con un ordine del giorno che può essere unitario, noi qui chiediamo fortemente di impugnare la legge 107, ma siccome vogliamo risolvere alcune difficoltà siamo disposti a trovare una mediazione, un accordo tutti insieme per fare in modo che ci possa essere una risposta a livello governativo sulle tematiche principali che di fatto stanno penalizzando proprio la Sardegna e la scuola sarda. Quindi, la proposta che noi facciamo va in questa direzione, ci auguriamo che ci possa essere una risposta su questo tema perché non c'è più tempo anche perché scadono i termini per poter impugnare la legge esattamente il 12, ma ricordo una cosa ben più importante: entro l'11 i docenti sardi dovranno dare le risposte e accettare o meno cattedre che magari potrebbero avere a disposizione nella nostra regione e invece si ritrovano a dover accettare per forza (con tutto quello che ne consegue soprattutto per le famiglie dei docenti interessati) lontane sedi di lavoro. Questo è accettabile nel momento in cui non esistono alternative, perché per il lavoro oggi mi pare che non ci sia nulla da aggiungere, però crediamo che ove fosse possibile trovare dei correttivi e delle deroghe, e crediamo che questa Regione ne abbia tutti i diritti, allora chiediamo veramente uno sforzo straordinario proprio sotto questo profilo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.

BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Vorrei chiedere una breve sospensione, se fosse possibile, proprio su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sospendo il Consiglio per qualche minuto.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 43, viene ripresa alle ore 17 e 53.)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Io credo che la scuola sia uno degli argomenti, come ho sempre pensato e detto con la mia maggioranza, uno degli argomenti fondamentali intorno a cui ruotano le speranze di questa Regione, se avrò attenzione sarà anche più facile parlare, io credo che la scuola sia davvero uno dei temi essenziali sui quali dobbiamo ragionare.

La nostra Giunta ha un progetto che si chiama iscol@ finanziato con 190 milioni di euro, vi ricordo soltanto per testimoniare la serietà con la quale noi riteniamo di dover affrontare il problema.

L'argomento è molto importante e trovarmi adesso di fronte ad un ordine del giorno che affronta un argomento così serio, crea naturalmente qualche difficoltà, non c'è l'Assessore dell'istruzione, posso certamente parlare molto a lungo della scuola, ma credo che il tema sia davvero così serio da indurmi a prendere il senso più che il dettato specifico dell'ordine del giorno, il senso di quest'ordine del giorno credo che sia condivisibile almeno da questo punto di vista. Parliamo di scuola, c'è un'emergenza che riguarda una parte della legge nazionale che riguarda naturalmente l'emigrazione possibile di alcuni docenti sardi di tutta l'Italia verso altre regioni, c'è un senso che dice parliamo a più docenti, parliamo di scuola perché questo è un argomento importante e questo è condivisibile. Quello che trovo meno condivisibile è che cerchiamo di affrontare un argomento così importante in modo che inevitabilmente oggi non potrebbe che essere frettoloso e che creerebbe facilmente prevedibili contrapposizioni di schieramento, mentre credo che ci sia bisogno di ragionare apertamente sul tema della scuola. Faccio solo un esempio: io credo che i parametri con cui lo Stato italiano calcola gli organici debbano essere rivisti perché sono parametri per quanto mi risulta lineari, uguali per tutti ma la situazione della scuola non è uguale per tutti in Italia, lo stiamo denunciando da tanto tempo, un ragazzo del sud a 15 anni ha già perso un anno e mezzo o due di competenze rispetto a un ragazzo o a una ragazza del centro-nord e queste non sono pari opportunità. L'abbiamo detto in tutti i modi, io credo che questo punto sia essenziale per poter ragionare su come fare proposte serie, riformiste al governo italiano nel calcolo degli organici. Ci sono tante cose che possiamo dirci, magari basate su numeri, su dati di fatto, quanti sono per esempio i docenti che rischiano di andare fuori dalla Sardegna, è un numero molto importante da conoscere, come potrebbe essere modificato il calcolo degli organici se invece di calcolare semplicemente quanti studenti ci sono in una certa regione si dicesse quanti studenti ci sono e quanti di questi sono in difficoltà rispetto ad un'altra regione e quindi avessimo interventi aggiuntivi. Sono cose che ripeto qui, ma le ho già dette in varie sedi nazionali in questi giorni e le ha dette anche il mio Assessore, il nostro Assessore al ministro Giannini, quindi sono temi che noi saremmo ben disposti di poter condividere con voi per avere ulteriore confronto e idee su proposte che possano migliorare lo stato della nostra scuola. Credo che il tema sia così importante da meritare una sede, un tempo più ampio, un tempo di riflessione più ampio. Quindi mi permetto di chiedere il ritiro dell'ordine del giorno per poter poi definire una giornata nella quale fare un approfondito dibattito su un tema così importante.

PRESIDENTE. C'è una richiesta da parte della Giunta di ritiro dell'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente e delle interlocuzioni che ci sono in atto, non le nascondiamo Presidente che avremmo voluto che da parte sua ci fosse però una presa di posizione netta e decisa per quelle parti della legge che in qualche modo sacrificano legittimi diritti ed interessi soprattutto dei docenti sardi. E' su questo aspetto che noi insistiamo e vorremmo che ci fosse una maggiore attenzione, perché non abbiamo capito quali possano essere le soluzioni alternative rispetto a quella che l'opposizione oggi propone. Siccome è un ordine del giorno di tutta l'opposizione, e quindi non può essere oggetto di una valutazione per quanto mi riguarda, perché ne colgo anche la finalità in senso costruttivo della proposta da lei avanzata, Presidente, chiederei proprio un minuto di sospensione restando in Aula per poter anche conferire con i colleghi dell'opposizione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 00, viene ripresa alle ore 18 e 17.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io ho colto con estremo favore la disponibilità del Presidente Pigliaru, e so che l'ha fatto in maniera aperta, e la sua disponibilità significava anche conoscere quelli che sono i reali problemi della scuola. Problemi che non sfuggono a nessuno e che in particolare alla minoranza non sono sfuggiti, avendo presentato due mozioni urgenti in Consiglio, ove si è discusso di questi problemi. Certo che questo è un fatto eccezionale. Non è che si debba parlare solo della scuola. Vorrei ricordare anche agli aficionados del Presidente Renzi, che non si tratta esclusivamente della buona scuola, perché le assunzioni sono una cosa derivata da una sanzione che l'Italia ha avuto da parte dell'Europa, quindi è una cosa ben distante da quello che è il ragionamento legato alla buona scuola, di cui per alcuni aspetti notiamo anche l'importanza, l'interesse e la possibilità di aderire ad alcune cose innovative. Ma vorrei che si capisse anche che non è corretto che si svolga fuori dall'Aula consiliare un ragionamento a tutto tondo su quelli che sono gli interessi di cittadini sardi che spesso sono costretti, per motivi di trasporti in particolare, ad andare fuori e non hanno la possibilità di essere vicino alle famiglie. Comprendiamo tanti aspetti e possiamo inserirci in questo argomento, ma colgo ancora di più il significato della proposta del Presidente, e proporrei che per martedì prossimo ci sia la discussione aperta in Consiglio delle tematiche sulla scuola, ove si arrivi con un ordine del giorno unitario per poter affrontare anche questo. Tenendo a mente, tutto il Consiglio però, che l'11 scade la possibilità di impugnativa della norma nazionale per cui la maggioranza ha detto che non vuole intervenire. Questo resti chiaro!

PRESIDENTE. Quindi provo a riassumere. C'è una proposta che è quella evidentemente del ritiro dell'ordine del giorno, perché altrimenti non sarebbe possibile, e di una convocazione del Consiglio martedì con all'ordine del giorno il tema della scuola, con possibilità di produzione di un ordine del giorno, o di una mozione unitaria, su cui evidentemente si lavorerà presso la Capigruppo a partire da domani. Questa è la proposta. Allora io chiedo intanto se c'è accordo su questa proposta.

C'è un intervento a favore e un intervento contro la convocazione del Consiglio.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Non ho sentito molto bene che cosa ha detto l'onorevole Dedoni in chiusura, veramente, mi è sembrato di capire "che la maggioranza non vuole discutere del tema". Non è assolutamente vero se ha detto così!

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non ho detto così!

COCCO PIETRO (PD). Ah, va bene allora! No, noi vogliamo intervenire e vogliamo intervenire a tal punto che chiediamo che quest'ordine del giorno venga ritirato per dedicare una giornata alla discussione del tema della scuola, perché è un tema importante, lo ha già detto il Presidente nel suo intervento, io condivido tutto ciò che ha detto per cui non lo riprendo e non sto io adesso a fare l'intervento, tenuto conto che ho chiesto la parola per intervenire proprio sull'ordine dei lavori. Vorrei proporre però, piuttosto che martedì questo, martedì l'altro, per questioni oggettive nostre, non per sfuggire alla cosa, per questioni oggettive nostre di organizzazione dei lavori, delle commissioni e di alcune altre cose che abbiamo già messo in calendario. Per cui la proposta è non questo martedì, ma martedì l'altro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Insomma abbiamo capito ed era questo che volevamo, soprattutto come opposizione, cercare di, ma in una logica anche di confronto democratico, avere qualche notizia precisa sulla volontà della Giunta di impugnare o meno quelle disposizioni che noi riteniamo lesive per i diritti dei docenti precari della Sardegna. Abbiamo capito che su questo versante c'è una posizione chiara della Giunta regionale di non impugnazione, quindi mi pare che la questione che noi ponevamo con quest'ordine del giorno sostanzialmente non può trovare risposta sul piano appunto politico da parte della Giunta regionale. E allora la subordinata è quella di parlare della scuola, di parlare della situazione, per la verità è un una magra consolazione. Mi auguro Presidente, perché lei sa dalle nostre origini orunesi non mi portano che a confermare sul piano personale stima e considerazione, fidandomi questa volta sulla capacità che avrà lei di stupirci indicando quali sono le soluzioni alternative che proponete che ad oggi noi non abbiamo colto anche dalle interlocuzioni del suo Assessore con il Governo nazionale. Se questo dibattito servirà per fare chiarezza su questi aspetti ben venga, non abbiamo niente in contrario, non sarà una settimana in più o una settimana in meno a creare il problema della discussione, andiamo pure a martedì della settimana ventura se questo rientra proprio nelle necessità richieste dal Capogruppo del Partito Democratico, siamo stati sempre rispettosi anche degli impegni che i gruppi assumono, quindi su questa ipotesi Presidente siamo d'accordo, ma ribadisco, Presidente, mi auguro veramente che ci siano notizie interessanti, utili che possano davvero dare un segnale che la Sardegna c'è nello scenario nazionale.

PRESIDENTE. Se posso riassumere mi pare che ci sia il ritiro dell'ordine del giorno e il consenso per la convocazione del Consiglio tra due martedì sul tema scuola con un ordine del giorno o con una mozione possibilmente condivisa. Quindi possiamo procedere con la votazione finale della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo del disegno di legge n. 245.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Forma - Gaia - Lai - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Lampis - Locci - Pittalis - Randazzo - Tedde - Truzzu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Floris - Orru' - Pinna Giuseppino - Rubiu - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 41

astenuti 7

maggioranza 21

favorevoli 30

contrari 11

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione della proposta di legge Tendas - Cherchi Oscar - Lotto - Crisponi - Ledda - Carta - Comandini - Floris - Manca Pier Mario - Moriconi - Rubiu - Unali: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 marzo 1956, n. 39 (Norme per l'abolizione dei diritti esclusivi perpetui di pesca e per disciplinare l'esercizio della pesca nelle acque interne e lagunari della Sardegna). (239/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ora l'esame della proposta di legge n. 239.

Ha facoltà di parlare il consigliere GianmarioTendas, relatore.

TENDAS GIANMARIO (PD), relatore. Presidente, prima di illustrare l'obiettivo e la finalità di questa proposta di legge credo che sia doveroso ringraziare la Quinta commissione consiliare, in particolare i componenti della minoranza per la sensibilità e la disponibilità che hanno manifestato nella gestione di questa proposta di legge. Mi preme evidenziare che l'intera Commissione, ma nello specifico ancor di più alcuni componenti tra i quali il collega e l'ex Assessore all'agricoltura e alla pesca Oscar Cherchi hanno dato un'importante fondamentale contributo anche alla stesura di questo importante provvedimento, credo quindi che da parte mia fosse doveroso evidenziare questo clima di collaborazione e di disponibilità che ha permesso alla Commissione nella sua interezza di esitare poi all'unanimità questo provvedimento. Fatta questa opportuna premessa evidenzio che la proposta di legge ha il compito di modificare, ma soprattutto aggiornare una vecchia legge regionale, la numero 39 che è datata 2 marzo 1956 che sostanzialmente si occupa tra le altre cose dell'esercizio della pesca nelle acque interne e lagunari della Sardegna. Nello specifico la proposta di legge numero 239 ha l'obiettivo di definire un quadro normativo più chiaro capace non solo di riaffermare la legittima titolarità sui beni oggetto di concessione, di cui peraltro questo Consiglio regionale si era occupato non molto tempo fa e l'esclusività dell'attività di pesca e acquacoltura ma che definisca tra le altre cose anche misure di salvaguardia a tutela dei compendi e misure di repressione delle pratiche illegali che purtroppo continuano ad essere particolarmente diffuse. In molti compendi del territorio isolano infatti gli sforzi dei gestori, ma non solo dei gestori delle concessioni ma anche delle forze dell'ordine spesso sono vanificati dalla mancata applicazione di un deterrente efficace verso chi viene colto per trasportare le specie ittiche dagli spazi affidati in concessione. Questa situazione non scoraggia pratiche illegali che stanno invece peraltro alimentando preoccupanti tensioni di cui spesso si occupa anche la stampa e che hanno creato denunce contro denunce in vari compendi ittici e mi riferisco in modo particolare per quel che riguarda la zona delle oristanese, alla realtà di Cabras ma che interessa inevitabilmente anche altre parti del territorio regionale, Santa Gilla, i compendi di Marceddì e via discorrendo, quindi diciamo che è una situazione di difficoltà oggettiva presente in molte realtà del nostro territorio e che purtroppo risulta difficile da gestire, difficile da gestire perché stando alla norma a cui facevo riferimento, la norma numero 39 del '56, anche qualora i trasgressori vengano colti in flagrante vanno incontro nella peggiore delle ipotesi a delle sanzioni amministrative che vengono quantificate in 30 euro o poco più, è ovvio che questa situazione è di fatto pone anche il trasgressore in una situazione di relativa serenità perché se asporta quintali di pesce poi deve pagare 30 euro di sanzione dice che il rischio vale la candela per cui questo tipo di attività illegale continua ad imperversare determinando spesso tra i concessionari e chi svolge questa pratica illegale delle vere e proprie baruffe e che in alcuni casi sono sfociate in denuncia e quant'altro, insomma una situazione è molto molto caotica e peraltro molto diffusa. C'è da dire tra le altre cose che non solo la sanzione amministrativa è molto modesta perché parliamo di 30 euro, ma tra le altre cose non è neanche prevista la confisca degli attrezzi perché cui continuano, pagano la multa e il giorno dopo sono messi nella condizione di continuare nelle pratiche illegali. Credo valga la pena anche evidenziare che di questo argomento sia la Quinta commissione, ma credo che ci siano delle lettere che sono giunte alla Quinta commissione ma che sono rivolte all'assessorato e all'intero Consiglio regionale si sono occupati peraltro anche a più riprese le associazioni di categoria del settore pesca, anche di recente abbiamo avuto dei solleciti in tal senso, da Lega Pesca, a Federcoopesca, dall'UNCI Pesca, che chiedevano proprio a questo Consiglio regionale di adottare una normativa più chiara, più precisa che fosse in grado di disciplinare di regolamentare soprattutto il regime sanzionatorio rispetto questa attività illegale.

Devo dire che sulla base di tutto questo scenario sostanzialmente si è ripresa in mano quella che è la vecchia legge regionale, la legge numero 39 del '56, e grazie anche al contributo, lo ripeto perché credo che in questi casi valga la pena evidenziarlo, anche grazie al contributo importante del collega Cherchi abbiamo predisposto questa legge numero 289 che è stata assegnata la Quinta Commissione in data 16 luglio. La Quinta Commissione ha esaminato, nella seduta del 2 settembre dapprima attraverso quelli che erano gli obiettivi, attraverso una discussione generale ma discussione che si è poi conclusa attraverso l'approvazione di due articoli che compongono questo provvedimento normativo, apportando al testo alcune modifiche di carattere prevalentemente formale e di coordinamento con il quadro normativo nazionale ed individuando l'Assessorato regionale all'agricoltura il soggetto competente alla concreta irrogazione delle sanzioni amministrative previste dalla proposta di legge. Nello specifico questi aspetti, questi emendamenti verranno discussi e affrontati in un emendamento che riguarda il primo dei due articoli, dove rispetto alla stesura originaria, dove c'era una sanzione che partiva da un minimo di mille euro ad un massimo di tre mila euro si è pensato che per ragioni di opportunità fosse meglio ripartire per quantitativi di pescato illegale. Quindi diciamo che si è deciso di adottare tre scaglioni, che ovviamente prevedono delle sanzioni amministrative crescenti a seconda del quantitativo di pescato preso illegalmente. Credo che dal punto di vista dell'esposizione e della considerazione generale ci sia ben poco altro da aggiungere, perché ripeto l'impianto normativo rimane tale e quale, si tratta soltanto di rivedere gli aspetti sanzionatori creando situazioni che mettano in condizione soprattutto chi è preposto a fare attività di verifica, di controllo e di repressione di aver elementi di riferimento normativo certi e quindi di poter adottare sanzioni che siano chiare e definite in tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Credo che bene abbia fatto la Quinta Commissione a portare all'attenzione di quest'Aula un provvedimento come questo, da anni si aspettava un provvedimento come questo, chi conosce un po' le marinerie della Sardegna, sa qual è la situazione che oggi viviamo in Sardegna. Si vive nella quasi totale illegalità e purtroppo, anche spesso, è sfociato in disordini e qualche volta ha anche generato qualche morto. Oggi la situazione dei compendi è che essendo di proprietà della Regione sono dati in gestione a consorzi di cooperative o a singole cooperative che si sono viste fino ad oggi impossibilitati a poter intervenire per poter mettere fine un fenomeno come quello delle ruberie. E se non si interviene quanto prima si corre il rischio che questo possa assumere davvero dei fenomeni incontrollabili. Quindi il provvedimento credo che interviene chiaramente e speriamo che finalmente si possa ragionare in termini completamente diversi. Detto questo, però va anche detto che i compendi ittici, in particolare le lagune della Sardegna, l'abbiamo detto più volte in quest'Aula vanno in qualche modo rivisti, va rivista la gestione, vanno sicuramente rivalutati anche dal punto di vista ambientale, perché io sono convinto che il settore pesca in Sardegna possa dare molto di più di quello che da sino ad oggi, non solo in termini occupazionali ma anche in termini di redditi. Per questo chiedo alla Giunta, all'Assessore in modo particolare, che nella rivisitazione un po' della gestione si eviti quello che purtroppo spesso succede che in pochi vogliano gestirsi un bene, che è un bene pubblico e come tale deve essere garantita la partecipazione di tutti. Quindi chi rispetta le regole, chi rispetta i regolamenti di un utilizzo di un bene pubblico, come quello degli stagni deve avere la possibilità di poterci lavorare. Naturalmente nel limite di quello che può essere lo sfruttamento che un compendio ittico può avere, ma io è anni che dico che i nostri compendi ittici, mi riferisco soprattutto a quelli dell'oristanese che magari conosco di più, dal punto di vista ambientale da anni ormai si è nell'impossibilità di intervenire son convinto che una politica ambientale diversa per rivalutare quello che è il bene della acque interne possa dare una boccata di ossigeno all'economia e all'occupazione della Sardegna. Per questo il mio voto sarà sicuramente favorevole.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Ora il microfono funziona mi sentite tranquillamente. Dicevo che la proposta in discussione stasera è una proposta utile per mettere ordine e riportare la legalità in molti compendi ittici e io, che come il consigliere Tendas sono dell'oristanese, so quali problemi si generano nei territori per il fatto che la pesca illegale è considerata la normalità. Come d'altronde però veniva riportato anche dal consigliere Solinas è vero che essendo i compendi ittici, e questo in particolare è una richiesta che più volte il presidente Pigliaru ha rivolto a me e all'Assessorato, un bene dei territori come tali devono essere utilizzati per generare il massimo numero possibile di posti di lavoro, chi ci lavora deve imparare a lavorare nel rispetto delle regole e soprattutto a garantire la sostenibilità del lavoro che viene svolto negli stagni. Per questo con questa norma mettiamo in questo momento ordine, diamo la sensazione di voler portare ordine, ma soprattutto lavoreremo in futuro, a breve saremo riconvocati a Roma per discutere del prossimo FEAMP il programma per la pesca a per il 2014-2020, in maniera tale che gli interventi che si metteranno in atto garantiranno uno sfruttamento della risorsa nella maniera migliore possibile, sfruttamento che però deve essere portato avanti nell'ottica della garanzia, del mantenimento della sostenibilità degli equilibri delle lacune. Quindi do un parere assolutamente favorevole.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato un emendamento sostitutivo totale.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:

Articolo 1

Vigilanza e sanzioni

1. Dopo l'articolo 7 della legge regionale 2 marzo 1956, n. 39 (Norme per l'abolizione dei diritti esclusivi perpetui di pesca e per disciplinare l'esercizio della pesca nelle acque interne e lagunari della Sardegna), è aggiunto il seguente:
"Art. 7 bis (Vigilanza e sanzioni)
1. Fatte salve le sanzioni penali previste dalla normativa statale, chiunque peschi in acque concesse per l'esercizio della pesca riservata senza il consenso del concessionario è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 3.000 e all'applicazione delle seguenti sanzioni amministrative accessorie:
a) confisca dei mezzi e delle attrezzature utilizzate per l'attività di pesca;
b) confisca del pescato, salvo che sia richiesto dal legittimo titolare della concessione di pesca.
2. Il pescato sequestrato e ancora vitale al momento dell'accertamento della violazione di cui al comma 1 è prontamente reimmesso in acqua all'interno dello specchio acqueo dal quale è stato prelevato.
3. All'irrogazione delle sanzioni amministrative di cui al comma 1 provvede l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
4. La competenza all'espletamento delle funzioni di vigilanza, prevenzione e accertamento della violazione di cui al comma 1 è attribuita al Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione, ai corpi di polizia delle province e dei comuni competenti per territorio, alle guardie giurate nominate ai sensi dell'articolo 31 del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1604 (Approvazione del testo unico delle leggi sulla pesca) e agli altri ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.
5. Alla violazione di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale).".

Emendamento sostitutivo totale Tendas - Oscar Cherchi - Lotto - Crisponi - Carta - Comandini - Pier Mario Manca - Moriconi - Rubiu - Unali. (1)

Articolo 1

L'art. 1 è così sostituito:

"1. Dopo l'articolo 7 della legge regionale 2 marzo 1956, n. 39 (Norme per l'abolizione dei diritti esclusivi perpetui di pesca e per disciplinare l'esercizio della pesca nelle acque interne e lagunari della Sardegna), è aggiunto il seguente:

"Art 7bis (Vigilanza e sanzioni).

1. Fatte salve le sanzioni penali previste dalla normativa statale, chiunque peschi in acque concesse per l'esercizio della pesca riservata senza il consenso del concessionario è soggetto al pagamento delle seguenti sanzioni amministrative pecuniarie:

a) da euro 100 a euro 300 fino a 5 kg di pescato;

b) da euro 500 a euro 800 qualora il pescato sia superiore ai 5 kg e fino a 50 kg di pescato;

c) da euro 1.000 a euro 3.000 qualora il pescato sia superiore ai 50 kg.

2. Alla violazione di cui al comma 1 consegue l'applicazione delle seguenti sanzioni amministrative accessorie:

a) confisca dei mezzi e delle attrezzature utilizzate per l'attività di pesca;

b) confisca del pescato, salvo che sia richiesto dal legittimo titolare della concessione di pesca.

3. Il pescato sequestrato e ancora vitale al momento del'accertamento della violazione di cui al comma 1 è prontamente reimmesso in acqua all'interno dello specchio acqueo dal quale è stato prelevato.

4. All'irrogazione delle sanzioni amministrative di cui al comma 1 provvede l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

5. La competenza all'espletamento delle funzioni di vigilanza, prevenzione e accertamento della violazione di cui al comma 1 è attribuita al Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione, ai corpi di polizia delle Province e dei Comuni competenti per territorio, alle guardie giurate nominate ai sensi dell'art. 31 del R.D. 8 ottobre 1931, n. 1604 (Approvazione del testo unico delle leggi sulla pesca) e agli altri ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.

6. Alla violazione di cui al presente articolo si applicano le disposizioni del Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale)." (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Gianmario Tendas, relatore.

TENDAS GIANMARIO (PD), relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Parere favorevole.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Io volevo semplicemente far osservare che al comma 3 dell'emendamento sostitutivo totale i colleghi che lo hanno elaborato hanno certamente voluto introdurre una norma di buon senso, dove si dice che "il pescato sequestrato e ancora vitale al momento dell'accertamento della violazione di cui al comma primo è prontamente reimmesso in acqua", è su questo credo che ci sia poco da discutere, sennonché subito dopo si dice "all'interno dello specchio acqueo dal quale è stato prelevato". Ora, conoscendo l'approccio che spesso si ha, soprattutto da parte di alcuni organi di vigilanza, rispetto a questo tipo di problemi, io temo che in certi casi quest'ultimo inciso possa rappresentare la morte definitiva del pescato, perché, ammettendo che il sequestro avvenga a qualche chilometro dallo specchio acqueo dal quale è stato prelevato il pescato, questo possa determinare, a seconda della guardia forestale che esegue il sequestro, o la cottura precoce del pescato o comunque la distruzione del pescato medesimo. Quindi io mi chiedevo se il Presidente della Commissione e il relatore possono trovare una formula che eviti inconvenienti di questo genere; può sembrare una sciocchezza però, visto che i colleghi hanno voluto introdurre una norma di buon senso, io credo che bisognerebbe cercare di evitare gli effetti perversi che a volte anche norme ispirate al buon senso possono indurre.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che è stato proposto l'emendamento orale che prevede che il pescato deve essere prontamente reimmesso in acqua, escludendo "all'interno dello specchio acqueo dal quale è stato prelevato", è questo il senso?

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Sì.

PRESIDENTE. Ci sono osservazioni, onorevole Tendas?

TENDAS GIAN MARIO (PD). No, credo che non ci sia difficoltà alcuna a recepire questa osservazione. L'obiettivo che ci siamo posti è che, laddove il pescato sequestrato sia ancora vitale, fosse messo in salvo, ben venga quindi evitare di entrare in maniera così dettagliata e accogliamo in toto l'osservazione fatta dal collega Cossa, non c'è nessun problema.

PRESIDENTE. Visto che non ci sono osservazioni all'emendamento orale così com'è stato formulato, lo possiamo considerare accolto e passare alla votazione dell'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento sostitutivo numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca Gavino, Perra e Tedde hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Orru' - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 45

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 45

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Articolo 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS). ).

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Dedoni ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Orru' - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 45

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 45

(Il Consiglio approva).

Passiamo adesso alla votazione del testo della proposta di legge n. 239.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo della proposta di legge n. 239.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Pigliaru e Zanchetta hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Orru' - Perra - Pigliaru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Piscedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 44

astenuti 2

maggioranza 23

favorevoli 44

(Il Consiglio approva).

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Modifiche all'articolo 16 della legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura). (253/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ora l'esame del disegno di legge n. 253.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore.

LOTTO LUIGI (PD), relatore. La Giunta ha presentato un disegno di legge con estrema puntualità e tempestività per modificare i termini di scadenza della legge approvata da questo Consiglio regionale nel 2013, legge numero 40, con cui i tempi di gestione dei finanziamenti di cui alla legge n. 21 del 2000 venivano in quell'occasione prorogati al dicembre 2015. Quella legge l'approvammo a dicembre del 2013, per tutta la prima parte del 2014 abbiamo avuto seri problemi a pagare gli stipendi ai lavoratori e ai tecnici dell'Aras perché la legge l'abbiamo dovuta inviare a Bruxelles ed è tornata con i tempi che queste pratiche prevedono, quindi abbiamo, nostro malgrado, creato delle serie difficoltà agli operatori del settore, all'Aras, all'Apa, eccetera. Quest'anno, molto opportunamente, l'Assessore ha presentato un disegno di legge con quattro mesi di anticipo, è per questo motivo che la Commissione l'ha preso immediatamente in considerazione perché riteniamo che debbano essere dati all'Assessorato i tempi per poterla trasmettere all'Unione europea per tempo, e affinché, alla scadenza del dicembre 2015, si sia già in condizioni di avere i successivi danari per poter continuare regolarmente l'attività. La proposta che la Giunta fa è di prorogare fino al 2021, di fatto lo si lega un po' alla stagione 2013-2021 del nuovo PSR, e quindi credo che bene abbia fatto la Commissione a sposare questa tesi. Abbiamo anche presentato un piccolo emendamento alla legge che prevede la soppressione del comma 1 dell'articolo 1, per rendere questo disegno di legge il più asciutto possibile, e siccome va comunicata all'Unione europea, evitare qualsiasi possibile disguido, diciamo così, burocratico o politico-burocratico. Credo che sia doveroso che il Consiglio lo approvi quanto prima, e tutto quanto in attesa di riuscire a dare una risposta definitiva a quel settore di cui questo Consiglio regionale ormai da dieci anni a più riprese ha deliberato in materia, ma non si è riusciti a dare soluzione concreta a questo problema. Oggi non è all'ordine del giorno questo obiettivo, ma è all'ordine del giorno l'obiettivo di dare a questa gente cinque anni di tranquillità senza dover tornare tutti gli anni in Consiglio regionale a dover chiedere l'elemosina per poter fare il proprio lavoro e per poter dare alla zootecnia sarda quella assistenza che soltanto l'ARAS sta riuscendo a dare in questi ultimi trent'anni.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Ringrazio il lavoro della Commissione perché ha analizzato rapidamente il disegno di legge proposto dalla Giunta, e il Consiglio per averlo portato rapidamente all'ordine del giorno in discussione, perché, come è stato detto molto bene dall'onorevole Lotto, è fondamentale accelerare il più possibile con l'approvazione di questo disegno di legge che ci dà la possibilità poi di procedere con la notifica del regime di aiuti alla Commissione europea. Quindi provvederemo, non appena il disegno di legge verrà approvato, con tale notifica e costruzione del regime di aiuti, proprio per dare continuità al lavoro ed evitare inconvenienti che si erano verificati purtroppo nel 2014 quando, per tempistiche un po' ritardate, si è potuto operare soltanto dal mese di aprile con la nuova norma. Quindi ringrazio ancora il lavoro della Commissione.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato un emendamento soppressivo parziale che elimina tutto il comma 1 dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:

Articolo 1

Modifiche all'articolo 16 della legge regionale n. 21 del 2000 (Aiuti alle associazioni degli allevatori e proroga applicazione)

1. Il comma 1 dell'articolo 16 della legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura), è così sostituito:
"1. L'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere aiuti a sostegno del settore zootecnico per le attività e nelle misure di seguito elencate:
a) contributi a favore delle associazioni provinciali allevatori, aderenti alla Associazione italiana allevatori, per le spese da queste sostenute per i costi amministrativi inerenti la costituzione e la tenuta dei libri genealogici e dei registri anagrafici delle varie specie animali;
b) contributi per i costi sostenuti per test di determinazione della qualità genetica o della resa del bestiame;
c) contributi a favore delle associazioni provinciali allevatori e della Associazione regionale allevatori della Sardegna per le spese sostenute per l'attuazione di programmi di attività connesse alla selezione e al miglioramento del bestiame e alla valorizzazione del patrimonio zootecnico e delle produzioni animali;
d) contributi a favore della Associazione regionale allevatori per la realizzazione di servizi di assistenza tecnica, consulenza in zootecnia, prestati a favore di tutti gli allevatori della Sardegna e che ne facciano esplicita richiesta;
e) contributi a favore dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna nella misura del 90 per cento delle spese da questa sostenute per il coordinamento della attività delle associazioni provinciali allevatori di cui alle lettere a), b) e c).".

2. L'articolo 16 della legge regionale n. 21 del 2000, continua ad applicarsi sino alla data del 31 gennaio 2021. Alla gestione e all'erogazione degli aiuti previsti in tale articolo provvede l'Agenzia LAORE Sardegna sulla base delle risorse previste nel proprio bilancio.

3. Gli aiuti di cui al comma 2 sono concessi nel rispetto degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

4. La Giunta regionale, con propria deliberazione assunta su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, definisce le direttive di attuazione, i criteri e le modalità di erogazione degli aiuti.

Emendamento soppressivo parziale Lotto - Moriconi - Tendas - Comandini - Pier Mario Manca.

Articolo 1

Il comma 1 dell'articolo 1 è soppresso. (1).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore.

SABATINI FRANCESCO (PD), relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Parere favorevole.

PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo e sull'emendamento numero 1.

È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). In effetti, nel giro di qualche mese che siamo qui, è già la seconda volta che viene tirata in ballo l'associazione regionale degli allevatori, e mi sembra che i compiti dell'associazione regionale dei lavoratori siano gli stessi di Laore, e non capisco la necessità di finanziare delle società private con risorse destinate all'agricoltura, per delle mansioni di competenza dell'agenzia regionale Laore, già destinataria di congrue risorse finanziarie.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 1.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Carta - Orru' - Solinas Christian.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda - Busia - Zedda Paolo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 42

astenuti 4

maggioranza 22

favorevoli 39

contrari 3

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1, come emendato.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cocco Pietro, Piscedda e Pizzuto hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Anedda - Carta - Orru' - Solinas Christian.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Busia.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 44

astenuti 2

maggioranza 23

favorevoli 40

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Norma finanziaria

1. L'Amministrazione regionale attua la presente legge senza far derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale, mediante l'impiego delle risorse già destinate agli interventi di cui all'articolo 16 della legge regionale n. 21 del 2000, e successive modifiche ed integrazioni, iscritte nel bilancio della Regione per gli anni 2015-2017 e su quelle corrispondenti dei bilanci per gli anni successivi.)

Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Anedda - Carta - Orru' - Solinas Christian.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Busia.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 43

astenuti 2

maggioranza 22

favorevoli 39

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione il testo del disegno di legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 253/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Congiu - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Floris - Forma - Gaia - Lai - Lampis - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zanchetta - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Anedda - Carta - Orru' - Solinas Christian.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Busia.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 43

astenuti 2

maggioranza 22

favorevoli 39

contrari 4

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 19 e 03.



Allegati seduta

Risposte scritte a interrogazioni

Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco sullo stato della spesa per la telefonia dell'Amministrazione regionale. (349)

In riferimento alla Vostra richiesta che l'interrogazione di cui sopra a firma dei Consiglieri Regionali Zedda, Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru -Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco, con la presente si informa che lo scrivente Ufficio di Gabinetto ritiene di non avere elementi di risposta per quanto di competenza

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Unali sui gravi ritardi nell'erogazione del carburante agevolato per il comparto agricolo isolano. (353)

In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che con delibera n. 42/32 del 16 ottobre 2013 è stato stabilito di affidare all'Agenzia Argea Sardegna il coordinamento regionale del procedimento di assegnazione del carburante agricolo ad accisa agevolata, di confermare il ruolo già attribuito ai C.A.A. nel suddetto procedimento e di mantenere invece in capo all'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale la competenza inerente lo sviluppo, la manutenzione e la gestione dell'applicativo informatico a supporto del medesimo procedimento.

L'Assessorato ha garantito, dapprima fino al 31.12.2013 e con successivi addendum fino al 31.07.2014, lo sviluppo, manutenzione e gestione dell'applicativo informatico UMA/SIAR, incaricando per l'erogazione dei servizi la società in house SardegnaIT S.r.l.

Dal 31.07.2014, per carenza di risorse finanziarie, l'Assessorato si è trovato nell'impossibilità di estendere ulteriormente la validità dell'affidamento a SardegnaIT e quindi di garantire continuità nell'erogazione di tutti i servizi connessi all'uso dell'applicativo.

Al fine di evitare immaginabili ripercussioni sul mondo agricolo e vista la disponibilità manifestata da Argea Sardegna a subentrare almeno temporaneamente nelle competenze dell'Assessorato, con Decreto n. 1008/DecA/20 del 06.08.2014 la stessa agenzia è stata, in un primo momento, autorizzata a prorogare il predetto incarico fino al 31.12.2014 e, successivamente, con Decreto n. 223/DecA/3 del 9.02.2015, autorizzata ad affidare alla società in house la prosecuzione dell'incarico fino al 31.12.2015.

Appena subentrata nell'affidamento a SardegnaIT, Argea Sardegna ha dovuto chiedere un intervento urgente sull'applicativo UMA/SIAR perché ricalcolasse a posteriori le assegnazioni già autorizzate, tenendo conto della restrizione del 15% fissata con la legge di stabilità nazionale 2014. Il ricalcolo in diminuzione dei quantitativi assegnati ha reso giocoforza necessario implementare a sistema un'operazione di conguaglio tra la quota prelevata e quella spettante, che si è protratta, per esigenze organizzative dei CAA, fino a tutto il mese di gennaio 2015. Secondo un'indicazione data dall'Agenzia delle Dogane, l'eccedenza del prelevato rispetto alla quota spettante sarebbe dovuta poi essere compensata con l'assegnazione del 2015.

Non essendosi concluse, come detto, le operazioni di conguaglio entro il 31/12/2014, l'assegnazione del 2015, che avrebbe dovuto tenere conto di un'ulteriore riduzione dell'8% prevista dalla legge di stabilità nazionale 2015 e del quantitativo prelevato in eccedenza nel 2014, è stata fatta come acconto. L'entità dell'acconto è stata stabilita, in accordo con le organizzazioni di categoria agricole, nell'ordine del 40% dell'assegnazione al lordo delle previste riduzioni.

Nel 2015 l'affidamento dell'incarico a SardegnaIT per la gestione dell'applicativo UMA/SIAR non ha avuto continuità con il precedente. Si è potuto concretizzare solo il 30 marzo (il Decreto che autorizza Argea è del 9.02.2015, la nota autorizzativa del Presidente della Giunta è del 18.02.2015, la proposta di incarico di SardegnaIT del 18 marzo 2015) e sino a tale data la società in house ha giusto garantito l'esercizio del sistema informatico., non consentendo interventi di manutenzione ordinaria ed evolutiva.

Già dall'11 marzo 2015, nel corso di una riunione presso la sede di SardegnaIT, era stato però concordato, nelle more del nuovo affidamento, un intervento sull'applicativo UMA/SIAR allo scopo di introdurre una funzionalità che consentisse il calcolo del saldo dell'assegnazione. Lo studio, l'analisi e progettazione della funzione sarebbero dovuti essere avviati rapidamente in modo da renderla operativa a sistema subito dopo la formalizzazione dell'incarico.

Contro ogni aspettativa, SardegnaIT ha invece comunicato in data 15 aprile 2015 di aver iniziato le attività di studio della funzione solo il 13 aprile, prevedendo come termine di rilascio a sistema l'8 maggio 2015.

A nulla sono valse le richieste di Argea Sardegna di anticipare i tempi,

Nel frattempo, come era immaginabile attendersi, sono andate montando le proteste degli imprenditori agricoli che, avendo esaurito le scorte del gasolio assegnato in acconto, pretendevano, peraltro nel pieno delle ragioni, che venisse loro assegnata la quota restante. Particolarmente danneggiati dalla mancata assegnazione del saldo, sono risultati i titolari di caseifici, che, per la specificità delle loro attività, hanno il maggiore consumo di carburanti concentrato nella prima parte dell'anno.

Per venire incontro almeno parzialmente alle esigenze degli imprenditori è stato deciso di autorizzare, limitatamente per i caseifici e le cooperative di trasformazione, l'assegnazione fuori sistema di un ulteriore acconto pari alla metà del precedente, nella consapevolezza che ogni operazione effettuata in tale modalità richiederà poi un intervento puntuale in back office per riallineare i dati nel sistema prima del calcolo del saldo.

Per quanto riguarda l'anno 2016, già con nota n. 93998/RU del 27 ottobre 2014 è stata rappresenta l'esigenza di sviluppare e rendere operativo un nuovo applicativo informatico a supporto della gestione del procedimento di assegnazione carburanti. La necessità deriva dalle novità normative portate in particolare dal DM 459 del 15 gennaio 2014 e dal DM 8 agosto 2014, che, introducendo con decorrenza 01 gennaio 2016 nuovi criteri di calcolo delle assegnazioni, rendono del tutto inadeguato e inadeguabile l'applicativo attualmente in uso.

Lo sviluppo ex novo di un software implicherebbe però tempi troppo lunghi rispetto alla cogenza di adeguare per tempo il sistema di assegnazioni e sarebbe pertanto consigliabile orientarsi verso la formula del cosiddetto riuso di un applicativo già operante in altre Regioni italiane.

Il riuso dei programmi informatici è una formula disciplinata dal D.lgs 82 del 7 maggio 2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), che, tra l'altro, all'art 69. prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni, titolari di programmi informatici realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze, salvo motivate ragioni.

Per di più, indirizzarsi verso la formula del riuso soddisferebbe l'esigenza di contenimento di costi sottolineata anche dall'articolo 26 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (avente ad oggetto "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato") il quale detta disposizioni "al fine di assicurare una migliore efficacia della spesa informatica e telematica sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, di generare significativi risparmi eliminando duplicazioni e inefficienze, promuovendo le migliori pratiche e favorendo il riuso, nonché di indirizzare gli investimenti nelle tecnologie informatiche e telematiche, secondo una coordinata e integrata strategia'".

Le Linee guida per il riuso delle applicazioni informatiche nelle Amministrazioni pubbliche emanate dal Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPE), oggi Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), individuano diverse fattispecie di riuso:

- Riuso in cessione semplice: semplice cessione di un applicativo da un'amministrazione ad un'altra;

- Riuso con gestione a carico del cedente: oltre a cedere l'applicativo, l'amministrazione proprietaria dei software si fa carico della manutenzione dello stesso;

- Riuso in facility management: oltre che della manutenzione del software, l'amministrazione cedente si fa carico della predisposizione e gestione dell'ambiente di esercizio per l'amministrazione che effettua il riuso;

- Riuso in ASP: è una variante del caso precedente in cui un soggetto terzo si fa carico della manutenzione e dell'esercizio del software per più amministrazioni, che riconoscono il corrispettivo in relazione al servizio ricevuto.

Da un'indagine esplorativa effettuata congiuntamente da Assessorato dell'Agricoltura e Argea Sardegna sui Sistemi informativi delle diverse Regioni italiane è risultato che l'applicativo maggiormente idoneo ed adattabile alle esigenze della Regione Sardegna potrebbe essere il "modulo UMA" in uso nella Regione Marche, che si è già dichiarata disponibile a consentirne l'utilizzo.

E' stato inizialmente valutato il riuso in cessione semplice, che sostanzialmente prevede la cessione dell'applicativo ad una certa data nello stato in cui si trova e da quel momento l'Amministrazione richiedente provvede, per proprio conto, al trasferimento nella propria piattaforma tecnologica, alle personalizzazioni, al mantenimento ed evoluzione del software. Ma i tempi prospettati da SardegnaIT per rendere operativo l'applicativo in ambito SIAR/Sardegna vanno però ben oltre la data limite del 01 gennaio 2016.

Questo porta a ritenere che, perlomeno inizialmente e per un periodo di transizione, l'applicativo debba essere convenientemente reso operativo nell'ambito del Sistema Informativo della Regione Marche (SIAR/Marche) con la fattispecie del riuso in ASP, mediante il quale l'Amministrazione cedente, oltre al riuso, fornisce un servizio che riguarda l'esercizio, la manutenzione e l'adeguamento del software dietro semplice rimborso delle spese sostenute.

La soluzione in ASP, tra l'altro, presenta dei potenziali vantaggi economici - decisamente superiori a quelli previsti dalla semplice cessione di un software - che derivano dalla messa a fattor comune non solo di attività di sviluppo iniziale del software, ma anche di manutenzione e gestione degli applicativi e dei sistemi. In tal modo è possibile da un lato rendere disponibile il servizio in tempi rapidi, dall'altro limitare i costi a carico delle Amministrazioni a quelli relativi all'effettivo utilizzo del servizio.

Ciò detto, l'agenzia Argea Sardegna, ha manifestato la disponibilità ad attivarsi con la Regione Marche per realizzare il riuso su descritto.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra sui gravi problemi generati dai ritardi nell'aggiornamento dei sistemi informatici che hanno bloccato le assegnazioni del gasolio agricolo. (360)

In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che con delibera n. 42/32 del 16 ottobre 2013 è stato stabilito di affidare all'Agenzia Argea Sardegna il coordinamento regionale del procedimento di assegnazione del carburante agricolo ad accisa agevolata, di confermare il ruolo già attribuito ai C.A.A. nel suddetto procedimento e di mantenere invece in capo all'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale la competenza inerente lo sviluppo, la manutenzione e la gestione dell'applicativo informatico a supporto del medesimo procedimento.

L'Assessorato ha garantito, dapprima fino al 31.12.2013 e con successivi addendum fino al 31.07.2014, lo sviluppo, manutenzione e gestione dell'applicativo informatico UMA/SIAR, incaricando per l'erogazione dei servizi la società in house Sardegna IT S.r.l.

Dal 31.07.2014, per carenza di risorse finanziarie, l'Assessorato si è trovato nell'impossibilità di estendere ulteriormente la validità dell'affidamento a SardegnaIT e quindi di garantire continuità nell'erogazione di tutti i servizi connessi all'uso dell'applicativo.

Al fine di evitare immaginabili ripercussioni sul mondo agricolo e vista la disponibilità manifestata da Argea Sardegna a subentrare almeno temporaneamente nelle competenze dell'Assessorato, con Decreto n. 1008/DecA/20 del 06.08.2014 la stessa agenzia è stata, in un primo momento, autorizzata a prorogare il predetto incarico fino al 31.12.2014 e, successivamente, con Decreto n. 223/DecA/3 del 9.02.2015, autorizzata ad affidare alla società in house la prosecuzione dell'incarico fino al 31.12.2015.

Appena subentrata nell'affidamento a SardegnaIT, Argea Sardegna ha dovuto chiedere un intervento urgente sull'applicativo UMA/SIAR perché ricalcolasse a posteriori le assegnazioni già autorizzate, tenendo conto della restrizione del 15% fissata con la legge di stabilità nazionale 2014. Il ricalcolo in diminuzione dei quantitativi assegnati ha reso giocoforza necessario implementare a sistema un'operazione di conguaglio tra la quota prelevata e quella spettante, che si è protratta, per esigenze organizzative dei CAA, fino a tutto il mese di gennaio 2015. Secondo un'indicazione data dall'Agenzia delle Dogane, l'eccedenza del prelevato rispetto alla quota spettante sarebbe dovuta poi essere compensata con l'assegnazione del 2015.

Non essendosi concluse, come detto, le operazioni di conguaglio entro il 31/12/2014, l'assegnazione del 2015, che avrebbe dovuto tenere conto di un'ulteriore riduzione dell'8% prevista dalla legge di stabilità nazionale 2015 e del quantitativo prelevato in eccedenza nel 2014, è stata fatta come acconto. L'entità dell'acconto è stata stabilita, in accordo con le organizzazioni di categoria agricole, nell'ordine del 40% dell'assegnazione al lordo delle previste riduzioni.

Nel 2015 l'affidamento dell'incarico a SardegnaIT per la gestione dell'applicativo UMA/SIAR non ha avuto continuità con il precedente. Si è potuto concretizzare solo il 30 marzo (il Decreto che autorizza Argea è del 9.02.2015, la nota autorizzativa del Presidente della Giunta è del 18.02.2015, la proposta di incarico di SardegnaIT del 18 marzo 2015) e sino a tale data la società in house ha giusto garantito l'esercizio del sistema informatico., non consentendo interventi di manutenzione ordinaria ed evolutiva.

Già dall'11 marzo 2015, nel corso di una riunione presso la sede di SardegnaIT, era stato però concordato, nelle more del nuovo affidamento, un intervento sull'applicativo UMA/SIAR allo scopo di introdurre una funzionalità che consentisse il calcolo del saldo dell'assegnazione. Lo studio, l'analisi e progettazione della funzione sarebbero dovuti essere avviati rapidamente in modo da renderla operativa a sistema subito dopo la formalizzazione dell'incarico.

Contro ogni aspettativa, SardegnaIT ha invece comunicato in data 15 aprile 2015 di aver iniziato le attività di studio della funzione solo il 13 aprile, prevedendo come termine di rilascio a sistema l'8 maggio 2015.

A nulla sono valse le richieste di Argea Sardegna di anticipare i tempi,

Nel frattempo, come era immaginabile attendersi, sono andate montando le proteste degli imprenditori agricoli che, avendo esaurito le scorte del gasolio assegnato in acconto, pretendevano, peraltro nel pieno delle ragioni, che venisse loro assegnata la quota restante. Particolarmente danneggiati dalla mancata assegnazione del saldo, sono risultati i titolari di caseifici, che, per la specificità delle loro attività, hanno il maggiore consumo di carburanti concentrato nella prima parte dell'anno.

Per venire incontro almeno parzialmente alle esigenze degli imprenditori è stato deciso di autorizzare, limitatamente per i caseifici e le cooperative di trasformazione, l'assegnazione fuori sistema di un ulteriore acconto pari alla metà del precedente, nella consapevolezza che ogni operazione effettuata in tale modalità richiederà poi un intervento puntuale in back office per riallineare i dati nel sistema prima del calcolo del saldo.

Per quanto riguarda l'anno 2016, già con nota n. 93998/RU del 27 ottobre 2014 è stata rappresenta l'esigenza di sviluppare e rendere operativo un nuovo applicativo informatico a supporto della gestione del procedimento di assegnazione carburanti. La necessità deriva dalle novità normative portate in particolare dal DM 459 del 15 gennaio 2014 e dal DM 8 agosto 2014, che, introducendo con decorrenza 01 gennaio 2016 nuovi criteri di calcolo delle assegnazioni, rendono del tutto inadeguato e inadeguabile l'applicativo attualmente in uso.

Lo sviluppo ex novo di un software implicherebbe però tempi troppo lunghi rispetto alla cogenza di adeguare per tempo il sistema di assegnazioni e sarebbe pertanto consigliabile orientarsi verso la formula del cosiddetto riuso di un applicativo già operante in altre Regioni italiane.

Il riuso dei programmi informatici è una formula disciplinata dal D.lgs 82 del 7 maggio 2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), che, tra l'altro, all'art 69. prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni, titolari di programmi informatici realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze, salvo motivate ragioni.

Per di più, indirizzarsi verso la formula del riuso soddisferebbe l'esigenza di contenimento di costi sottolineata anche dall'articolo 26 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (avente ad oggetto "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato") il quale detta disposizioni "al fine di assicurare una migliore efficacia della spesa informatica e telematica sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, di generare significativi risparmi eliminando duplicazioni e inefficienze, promuovendo le migliori pratiche e favorendo il riuso, nonché di indirizzare gli investimenti nelle tecnologie informatiche e telematiche, secondo una coordinata e integrata strategia'".

Le Linee guida per il riuso delle applicazioni informatiche nelle Amministrazioni pubbliche emanate dal Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPE), oggi Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), individuano diverse fattispecie di riuso:

- Riuso in cessione semplice: semplice cessione di un applicativo da un'amministrazione ad un'altra;

- Riuso con gestione a carico del cedente: oltre a cedere l'applicativo, l'amministrazione proprietaria dei software si fa carico della manutenzione dello stesso;

- Riuso in facility management: oltre che della manutenzione del software, l'amministrazione cedente si fa carico della predisposizione e gestione dell'ambiente di esercizio per l'amministrazione che effettua il riuso;

- Riuso in ASP: è una variante del caso precedente in cui un soggetto terzo si fa carico della manutenzione e dell'esercizio del software per più amministrazioni, che riconoscono il corrispettivo in relazione al servizio ricevuto.

Da un'indagine esplorativa effettuata congiuntamente da Assessorato dell'Agricoltura e Argea Sardegna sui Sistemi informativi delle diverse Regioni italiane è risultato che l'applicativo maggiormente idoneo ed adattabile alle esigenze della Regione Sardegna potrebbe essere il "modulo UMA" in uso nella Regione Marche, che si è già dichiarata disponibile a consentirne l'utilizzo.

E' stato inizialmente valutato il riuso in cessione semplice, che sostanzialmente prevede la cessione dell'applicativo ad una certa data nello stato in cui si trova e da quel momento l'Amministrazione richiedente provvede, per proprio conto, al trasferimento nella propria piattaforma tecnologica, alle personalizzazioni, al mantenimento ed evoluzione del software. Ma i tempi prospettati da SardegnaIT per rendere operativo l'applicativo in ambito SIAR/Sardegna vanno però ben oltre la data limite del 01 gennaio 2016.

Questo porta a ritenere che, perlomeno inizialmente e per un periodo di transizione, l'applicativo debba essere convenientemente reso operativo nell'ambito del Sistema Informativo della Regione Marche (SIAR/Marche) con la fattispecie del riuso in ASP, mediante il quale l'Amministrazione cedente, oltre al riuso, fornisce un servizio che riguarda l'esercizio, la manutenzione e l'adeguamento del software dietro semplice rimborso delle spese sostenute.

La soluzione in ASP, tra l'altro, presenta dei potenziali vantaggi economici - decisamente superiori a quelli previsti dalla semplice cessione di un software - che derivano dalla messa a fattor comune non solo di attività di sviluppo iniziale del software, ma anche di manutenzione e gestione degli applicativi e dei sistemi. In tal modo è possibile da un lato rendere disponibile il servizio in tempi rapidi, dall'altro limitare i costi a carico delle Amministrazioni a quelli relativi all'effettivo utilizzo del servizio.

Ciò detto, l'agenzia Argea Sardegna, ha manifestato la disponibilità ad attivarsi con la Regione Marche per realizzare il riuso su descritto.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Rubiu in merito al mancato aggiornamento del Sistema informativo agricolo regionale per la concessione del carburante agricolo a prezzo agevolato agli agricoltori sardi. (376)

In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che con delibera n. 42/32 del 16 ottobre 2013 è stato stabilito di affidare all'Agenzia Argea Sardegna il coordinamento regionale del procedimento di assegnazione del carburante agricolo ad accisa agevolata, di confermare il ruolo già attribuito ai C.A.A. nel suddetto procedimento e di mantenere invece in capo all'Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale la competenza inerente lo sviluppo, la manutenzione e la gestione dell'applicativo informatico a supporto del medesimo procedimento.

L'Assessorato ha garantito, dapprima fino al 31.12.2013 e con successivi addendum fino al 31.07.2014, lo sviluppo, manutenzione e gestione dell'applicativo informatico UMA/SIAR, incaricando per l'erogazione dei servizi la società in house SardegnaIT S.r.l.

Dal 31.07.2014, per carenza di risorse finanziarie, l'Assessorato si è trovato nell'impossibilità di estendere ulteriormente la validità dell'affidamento a SardegnaIT e quindi di garantire continuità nell'erogazione di tutti i servizi connessi all'uso dell'applicativo.

Al fine di evitare immaginabili ripercussioni sul mondo agricolo e vista la disponibilità manifestata da Argea Sardegna a subentrare almeno temporaneamente nelle competenze dell'Assessorato, con Decreto n. 1008/DecA/20 del 06.08.2014 la stessa agenzia è stata, in un primo momento, autorizzata a prorogare il predetto incarico fino al 31.12.2014 e, successivamente, con Decreto n. 223/DecA/3 del 9.02.2015, autorizzata ad affidare alla società in house la prosecuzione dell'incarico fino al 31.12.2015.

Appena subentrata nell'affidamento a SardegnaIT, Argea Sardegna ha dovuto chiedere un intervento urgente sull'applicativo UMA/SIAR perché ricalcolasse a posteriori le assegnazioni già autorizzate, tenendo conto della restrizione del 15% fissata con la legge di stabilità nazionale 2014. Il ricalcolo in diminuzione dei quantitativi assegnati ha reso giocoforza necessario implementare a sistema un'operazione di conguaglio tra la quota prelevata e quella spettante, che si è protratta, per esigenze organizzative dei CAA, fino a tutto il mese di gennaio 2015. Secondo un'indicazione data dall'Agenzia delle Dogane, l'eccedenza del prelevato rispetto alla quota spettante sarebbe dovuta poi essere compensata con l'assegnazione del 2015.

Non essendosi concluse, come detto, le operazioni di conguaglio entro il 31/12/2014, l'assegnazione del 2015, che avrebbe dovuto tenere conto di un'ulteriore riduzione dell'8% prevista dalla legge di stabilità nazionale 2015 e del quantitativo prelevato in eccedenza nel 2014, è stata fatta come acconto. L'entità dell'acconto è stata stabilita, in accordo con le organizzazioni di categoria agricole, nell'ordine del 40% dell'assegnazione al lordo delle previste riduzioni.

Nel 2015 l'affidamento dell'incarico a SardegnaIT per la gestione dell'applicativo UMA/SIAR non ha avuto continuità con il precedente. Si è potuto concretizzare solo il 30 marzo (il Decreto che autorizza Argea è del 9.02.2015, la nota autorizzativa del Presidente della Giunta è del 18.02.2015, la proposta di incarico di SardegnaIT del 18 marzo 2015) e sino a tale data la società in house ha giusto garantito l'esercizio del sistema informatico., non consentendo interventi di manutenzione ordinaria ed evolutiva.

Già dall'11 marzo 2015, nel corso di una riunione presso la sede di SardegnaIT, era stato però concordato, nelle more del nuovo affidamento, un intervento sull'applicativo UMA/SIAR allo scopo di introdurre una funzionalità che consentisse il calcolo del saldo dell'assegnazione. Lo studio, l'analisi e progettazione della funzione sarebbero dovuti essere avviati rapidamente in modo da renderla operativa a sistema subito dopo la formalizzazione dell'incarico.

Contro ogni aspettativa, SardegnaIT ha invece comunicato in data 15 aprile 2015 di aver iniziato le attività di studio della funzione solo il 13 aprile, prevedendo come termine di rilascio a sistema l'8 maggio 2015.

A nulla sono valse le richieste di Argea Sardegna di anticipare i tempi,

Nel frattempo, come era immaginabile attendersi, sono andate montando le proteste degli imprenditori agricoli che, avendo esaurito le scorte del gasolio assegnato in acconto, pretendevano, peraltro nel pieno delle ragioni, che venisse loro assegnata la quota restante. Particolarmente danneggiati dalla mancata assegnazione del saldo, sono risultati i titolari di caseifici, che, per la specificità delle loro attività, hanno il maggiore consumo di carburanti concentrato nella prima parte dell'anno.

Per venire incontro almeno parzialmente alle esigenze degli imprenditori è stato deciso di autorizzare, limitatamente per i caseifici e le cooperative di trasformazione, l'assegnazione fuori sistema di un ulteriore acconto pari alla metà del precedente, nella consapevolezza che ogni operazione effettuata in tale modalità richiederà poi un intervento puntuale in back office per riallineare i dati nel sistema prima del calcolo del saldo.

Per quanto riguarda l'anno 2016, già con nota n. 93998/RU del 27 ottobre 2014 è stata rappresenta l'esigenza di sviluppare e rendere operativo un nuovo applicativo informatico a supporto della gestione del procedimento di assegnazione carburanti. La necessità deriva dalle novità normative portate in particolare dal DM 459 del 15 gennaio 2014 e dal DM 8 agosto 2014, che, introducendo con decorrenza 01 gennaio 2016 nuovi criteri di calcolo delle assegnazioni, rendono del tutto inadeguato e inadeguabile l'applicativo attualmente in uso.

Lo sviluppo ex novo di un software implicherebbe però tempi troppo lunghi rispetto alla cogenza di adeguare per tempo il sistema di assegnazioni e sarebbe pertanto consigliabile orientarsi verso la formula del cosiddetto riuso di un applicativo già operante in altre Regioni italiane.

Il riuso dei programmi informatici è una formula disciplinata dal D.lgs 82 del 7 maggio 2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), che, tra l'altro, all'art 69. prevede l'obbligo per le pubbliche amministrazioni, titolari di programmi informatici realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze, salvo motivate ragioni.

Per di più, indirizzarsi verso la formula del riuso soddisferebbe l'esigenza di contenimento di costi sottolineata anche dall'articolo 26 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (avente ad oggetto "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato") il quale detta disposizioni "al fine di assicurare una migliore efficacia della spesa informatica e telematica sostenuta dalle pubbliche amministrazioni, di generare significativi risparmi eliminando duplicazioni e inefficienze, promuovendo le migliori pratiche e favorendo il riuso, nonché di indirizzare gli investimenti nelle tecnologie informatiche e telematiche, secondo una coordinata e integrata strategia'".

Le Linee guida per il riuso delle applicazioni informatiche nelle Amministrazioni pubbliche emanate dal Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPE), oggi Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), individuano diverse fattispecie di riuso:

- Riuso in cessione semplice: semplice cessione di un applicativo da un'amministrazione ad un'altra;

- Riuso con gestione a carico del cedente: oltre a cedere l'applicativo, l'amministrazione proprietaria dei software si fa carico della manutenzione dello stesso;

- Riuso in facility management: oltre che della manutenzione del software, l'amministrazione cedente si fa carico della predisposizione e gestione dell'ambiente di esercizio per l'amministrazione che effettua il riuso;

- Riuso in ASP: è una variante del caso precedente in cui un soggetto terzo si fa carico della manutenzione e dell'esercizio del software per più amministrazioni, che riconoscono il corrispettivo in relazione al servizio ricevuto.

Da un'indagine esplorativa effettuata congiuntamente da Assessorato dell'Agricoltura e Argea Sardegna sui Sistemi informativi delle diverse Regioni italiane è risultato che l'applicativo maggiormente idoneo ed adattabile alle esigenze della Regione Sardegna potrebbe essere il "modulo UMA" in uso nella Regione Marche, che si è già dichiarata disponibile a consentirne l'utilizzo.

E' stato inizialmente valutato il riuso in cessione semplice, che sostanzialmente prevede la cessione dell'applicativo ad una certa data nello stato in cui si trova e da quel momento l'Amministrazione richiedente provvede, per proprio conto, al trasferimento nella propria piattaforma tecnologica, alle personalizzazioni, al mantenimento ed evoluzione del software. Ma i tempi prospettati da SardegnaIT per rendere operativo l'applicativo in ambito SIAR/Sardegna vanno però ben oltre la data limite del 01 gennaio 2016.

Questo porta a ritenere che, perlomeno inizialmente e per un periodo di transizione, l'applicativo debba essere convenientemente reso operativo nell'ambito del Sistema Informativo della Regione Marche (SIAR/Marche) con la fattispecie del riuso in ASP, mediante il quale l'Amministrazione cedente, oltre al riuso, fornisce un servizio che riguarda l'esercizio, la manutenzione e l'adeguamento del software dietro semplice rimborso delle spese sostenute.

La soluzione in ASP, tra l'altro, presenta dei potenziali vantaggi economici - decisamente superiori a quelli previsti dalla semplice cessione di un software - che derivano dalla messa a fattor comune non solo di attività di sviluppo iniziale del software, ma anche di manutenzione e gestione degli applicativi e dei sistemi. In tal modo è possibile da un lato rendere disponibile il servizio in tempi rapidi, dall'altro limitare i costi a carico delle Amministrazioni a quelli relativi all'effettivo utilizzo del servizio.

Ciò detto, l'agenzia Argea Sardegna, ha manifestato la disponibilità ad attivarsi con la Regione Marche per realizzare il riuso su descritto.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del Consorzio ZIR di Ozieri e della sua partecipata. (410)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle informazioni fornite dalla Direzione Generale dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue.

Si premette innanzitutto che il Consorzio per la zona di sviluppo industriale di Chilivani-Ozieri è titolare di alcuni impianti di smaltimento e compostaggio a servizio dei Comuni del Logudoro, del Coros e del Goceano e che questo Assessorato non ha competenze nel procedimento di liquidazione del Consorzio ne sull'autorizzazione, da rilasciare al Consorzio medesimo, per la gestione diretta degli impianti di gestione dei rifiuti e nemmeno, infine, sulla gestione dello stesso Consorzio e delle sue partecipate.

Per quanto concerne la gestione degli impianti consortili di gestione dei rifiuti, il competente Servizio Tutela dell'Atmosfera e del Territorio della Direzione della difesa dell'Ambiente svolge la verifica di conformità dei piani economici e finanziari, e dei consuntivi, all'atto di indirizzo di cui alla Deliberazione di Giunta regionale n. 17/7 del 13.4.2004, verificando, in particolare, il rispetto delle percentuali massime previste nella medesima deliberazione per alcune delle voci di costo (spese generali, costi di manutenzione, accantonamenti, utile di impresa, contributo per il Comune sede di impianto).

I controlli di carattere ambientale sugli impianti di gestione dei rifiuti, infine, sono di competenza della Provincia di Sassari e dell'ARPAS.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tendas sul mancato indennizzo alle cooperative di pesca delle marinerie del Golfo di Oristano per il fermo bellico imposto dalle attività di esercitazioni militari nel poligono di Capo Frasca. (438)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto anche conto di quanto rappresentato dalla Direzione Generale della difesa dell'Ambiente, si precisa che non sussiste in capo all'Assessorato scrivente alcuna competenza nella materia specifica, fermo restando che ci si dichiara disponibili a fornire ogni collaborazione in relazione alle tematiche ambientali.

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa la grave situazione nella quale versano 28 imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione.

I sottoscritti,

premesso che:

- con legge regionale 14 settembre 1993, n. 40, e legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, la Regione aveva rispettivamente introdotto e modificato un regime di agevolazioni per lo sviluppo dell'economia turistica finalizzato all'adeguamento delle strutture ricettive esistenti al fine di elevarne la qualità dell'offerta e l'economicità della gestione ed alla qualificazione e la crescita delle piccole e medio imprese esercenti attività turistiche;

- altresì, il sistema di agevolazioni individuava come destinatari degli interventi di sostegno le imprese turistiche private, singole o consorziate, come definite dall'articolo 5 della legge 17 maggio 1983, n. 217;

dato atto che:

- il regime di aiuti previsto dalle leggi regionali sopra richiamate era stato sottoposto alle obbligatorie valutazioni della Commissione europea la quale ne dichiarava la compatibilità con il mercato comune concedendone l'autorizzazione all'applicazione;

- altresì, a seguito dell'autorizzazione comunitaria, la Regione approvava la direttiva di attuazione degli aiuti previsti dalla legge regionale n. 40 del 1993 e dalla legge regionale n. 9 del 1998 stabilendo che fossero ammissibili gli interventi e le spese effettuati o sostenute successivamente alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998;

considerato, tuttavia, che contestualmente la Giunta regionale, con deliberazione n. 33/6 del 27 luglio 2000, stabiliva che in deroga alle nuove direttive ed in fase di prima applicazione della legge regionale n. 9 del 1998, potessero essere ammessi alle agevolazioni anche coloro i quali avessero effettuato i lavori o sostenuto le spese prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998, ammettendo espressamente che, a seguito della pubblicazione della direttiva di attuazione sul BURAS, si erano determinate aspettative da parte dei potenziali beneficiari e che, pertanto, "un'ipotesi di esclusione delle opere o forniture antecedenti la data di presentazione della domanda, ovvero di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998, avrebbe potuto determinare concrete possibilità di ricorsi giurisdizionali ed altrettanto realistiche possibilità di soccombenza in giudizio dell'Amministrazione regionale";

considerato, altresì, che con deliberazione della Giunta regionale n. 23/40 del 18 luglio 2002, modificata con deliberazione n. 5/38 del 7 febbraio 2003, la Regione approvava la graduatoria degli interventi ammessi alle agevolazioni previste dalla legge regionale n. 9 del 1998;

preso atto che:

- a distanza di un anno e mezzo dal riconoscimento del contributo, la Regione comunicava ai beneficiari che la Commissione europea aveva avviato la procedura di indagine formale, in relazione al regime di aiuti previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998, per la violazione del trattato dell'Unione europea e per aver concesso agevolazioni ad imprese che avevano avviato i lavori o sostenuto spese prima della presentazione della domanda, ovvero, prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998 , disattendendo l'esplicito obbligo contenuto nell'autorizzazione comunitaria di concedere gli aiuti in questione esclusivamente alle imprese che avessero presentato domanda prima dell'inizio dell'esecuzione del progetto;

- altresì, la Commissione europea concludeva l'indagine formale relativa ai contributi previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998 dichiarandoli "aiuti di Stato" e, pertanto, non compatibili con i principi e le norme che disciplinano e regolamentano il mercato comune;

atteso che, a seguito della decisione della Commissione europea, la Regione disponeva la sospensione delle erogazioni pendenti e ingiungeva alle imprese che avevano già incassato i contributi la restituzione di quanto erogato che ad oggi ammonta a circa 24.800.000 euro, oltre ad interessi e spese;

dato atto che i tentativi della Regione e dei beneficiari di adire il tribunale e la Corte di giustizia europea ed il tribunale civile italiano per ottenere l'annullamento dei provvedimenti di recupero dei contributi non sono andati a buon fine e che, pertanto, le 28 imprese alle quali è stata chiesta la restituzione dei contributi previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998 versano in una grave situazione finanziaria che rischia di epilogare nel peggiore dei modi per cause ad esse non imputabili, con l'apertura di procedure concorsuali nei confronti di storiche ed importanti realtà alberghiere sarde sane, ancora in attività, che garantiscono circa 4.300 posti letto ed occupano circa 1.000 lavoratori, col rischio di arrivare al fallimento;

ricordato che recentemente la Regione ha dovuto risolvere un problema analogo nel comparto agricolo nel quale, analogamente a quanto sta accadendo nel settore turistico-alberghiero, la Commissione europea aveva dichiarato contrari alle norme comunitarie gli aiuti previsti dalla legge 13 dicembre 1988, n. 44, a favore delle imprese agricole sarde alle quali era stata chiesta la restituzione dei contributi erogati;

evidenziato che in quell'occasione la Regione aveva considerato gli aiuti alle imprese agricole sarde "aiuti de minimis" ovvero sostegni che per la loro modesta entità, attualmente fissata dalle norme comunitarie in euro 200.000, sono ammessi non configurandosi come "aiuti di Stato";

ritenuto che analoga soluzione possa e debba essere perseguita dalla Regione al fine di arginare i danni, derivanti alle 28 imprese alberghiere sarde, dalla decisione della Commissione europea scaturita da cause ad esse non imputabili, ma dipendenti da errori dell'Amministrazione regionale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) se sia intenzione dell'Amministrazione regionale porre parzialmente rimedio alle gravi conseguenze derivanti dalla richiesta di restituzione dei contributi erogati in base alla legge regionale n. 9 del 1998, che ammontano a circa euro 24.800.000 oltre a interessi e spese, a favore di 28 imprese alberghiere sarde, ricorrendo alla soluzione applicata alle imprese agricole in analoga situazione, che aveva consentito di considerare i contributi ad esse concessi "aiuti de minimis" e non "aiuti di Stato" per la parte che non eccedeva i 200.000 euro;

2) quali siano le ulteriori auspicate iniziative che la Giunta regionale intraprenderà al fine di sostenere la difficile situazione finanziaria nella quale versano le 28 imprese alberghiere sarde intimate dalla Regione e da Equitalia, alcune delle quali si trovano ad un passo dalla dichiarazione di fallimento o sono sul punto di attivare la procedura di concordato preventivo, per motivi non imputabili alla cattiva gestione o attività imprenditoriali errate ma, piuttosto, a causa di errori dell'ente regionale sardo. (472)

Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sui tagli dei contributi alle società sportive sarde.

I sottoscritti,

premesso che:

- nel luglio 2014 tutte le squadre di qualunque disciplina che dovevano svolgere campionati nazionali si sono iscritte, come hanno fatto le società sarde;

- per quanto riguarda il calcio a cinque, le squadre Città di Sestu, Cagliari, Elmas, Asso, Atiesse e Ossi e quelle di Sinnai ed Elmas per il femminile, certe del contributo ricevuto per la stagione 2013/14, hanno svolto la loro programmazione;

- si tratta di un movimento sportivo che nell'Isola conta quasi 80 società e più di 8.000 tesserati;

- nell'agosto 2014, con deliberazione n. 32/31, la Giunta regionale ha deciso di ridistribuire i 6.000.000 messi nella voce di capitolo di spesa per sostegno alle squadre impegnate nei campionati nazionali;

- conseguentemente le società si ritrovano un taglio del contributo regionale di circa il 30 per cento;

- anziché rimpinguare i capitoli dello sport come contributi alle federazioni, per manifestazioni sportive, per attività giovanile, per contributo al CONI, per i giochi studenteschi, viene deciso di tagliare il capitolo più importante per lo sport regionale sardo;

- alla fine, dei 6.000.000 stanziati, rimangono solo 3.976.924: il 30 per cento in meno;

- ad oggi questi contributi non sono stati ancora liquidati, nonostante i campionati siano tutti conclusi e mentre le squadre stanno affrontando l'iscrizione al prossimo campionato;

- anticipando di un mese la delibera, la Giunta regionale ha stanziato euro 4.314.978; quello che potrebbe apparire un passo avanti, in realtà non lo è: infatti di questi euro 4.314.978 ci sono 700.000 euro stanziati per compensare la riduzione dei campionati 2013/14;

- peraltro questi soldi vengono stanziati solo per le società di fascia A, escludendo tutte le società di fascia B, C e D; escludendo quindi tutte le società di calcio a 5 e soprattutto avvantaggiando solo una decina di società rispetto alle 77 regolarmente iscritte;

- queste risorse erano "figlie" degli stanziamenti di Sardegna Promozione; 1.000.000 di euro bloccato dalla nuova maggioranza in Consiglio perché destinate a 7 società specifiche;

- nonostante i proclami, i 700.000 euro stanziati dall'articolo 37, comma 33 della legge regionale n. 5 del 2015, questi 700.000 euro sono andati a poche società elette;

- inoltre, mentre questi soldi sono già stati liquidati, 80 società aspettano con immensa preoccupazione che vengano liquidate le somme dei campionati 2014/15 conclusi da diversi mesi;

- gli effetti della decisione della Giunta si sono pertanto tradotti in un taglio del 30 per cento per il 2014/15, un ulteriore taglio dell'8 per cento per la stagione 2015/16, nell'incertezza dei pagamenti, incompatibile con le spese sostenute dalle società per le trasferte;

- la distribuzione di 700.000 euro crea pertanto sperequazioni tra le diverse società sportive,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) se sia a conoscenza della grave situazione di disagio in cui versano numerose società sportive sarde a causa dei tagli imposti dalla Giunta regionale;

2) quali iniziative intenda porre in essere sia per rimediare alla situazione relativa alla stagione 2014/15 sia per garantire un sostegno adeguato per la stagione 2015/16;

3) se ritenga opportuno aprire un confronto con i rappresentanti del mondo sportivo sardo al fine di condividere le azioni da programmare nel corso della legislatura. (473)

Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alla vertenza dei lavoratori della Polar Srl a Piscinas.

Il sottoscritto,

premesso che:

- gli scorsi giorni è stato inscenato un presidio di protesta davanti ai cancelli della Società Sarda di bentonite, con uno stabilimento ora ceduto alla Polar;
- lo stabilimento, che fornisce lettiere per gatti e si è specializzato nella produzione di bentonite di alta qualità utilizzabile nel settore farmaceutico, enologico e industriale, si trova in territorio di Piscinas, inglobando due concessioni minerarie;
- la società avrebbe inviato diverse lettere di licenziamento ai dipendenti delle ditte esterne; da qui la manifestazione di protesta di operai, sindacalisti e sindaci del territorio;


accertato che:

- l'Assessorato regionale dell'industria, con determinazione prot. n. 16997, Rep. n. 309 del 25 giugno 2015, ha deciso il trasferimento della concessione mineraria per bentonite denominata "Rio Palmas", nei Comuni di Giba, Piscinas, Villaperuccio e Tratalias, dalla Società Sarda di bentonite Srl alla Polar Srl;
- tale concessione potrebbe essere revocata se non vi sia un piano industriale adeguato ed economicamente valido, con la salvaguardia degli attuali livelli occupativi;
- le stesse fideiussioni fornite potrebbero non rivelarsi sufficienti per il ripristino ambientale;
rilevato che lo stabilimento in argomento è in attività da oltre 40 anni, la fabbrica, di proprietà della multinazionale Clariant (colosso della chimica a livello mondiale con altri interessi in Sardegna), è stata ceduta alla Polar al termine di una lunghissima trattativa, iniziata circa tre anni fa e conclusa ufficialmente il 1 luglio 2015;
valutato che:
- il Gruppo Clariant, informate le organizzazioni sindacali, nel pieno rispetto della legge n. 428 del 1990, ha confermato già da tempo di aver in atto le procedure previste per la cessione del ramo d'azienda della Società Sarda di bentonite, costituito dal sito produttivo di Piscinas, alla Società Polar Srl;
- secondo le comunicazioni, il passaggio di proprietà non avrebbe dovuto comportare alcun taglio di organico e mantenere inalterate le attuali condizioni del contratto collettivo di lavoro;

annotato che, invece, la nuova proprietà ha deciso di mettere immediatamente alla porta diversi lavoratori delle ditte esterne dando origine a una situazione che crea diverse preoccupazioni in capo alle organizzazioni sindacali e sociali per la mancanza di un piano industriale di rilancio dell'azienda, che mira al mantenimento degli attuali standard occupativi;

dato atto che la fabbrica è l'unica realtà produttiva ancora in attività nel basso Sulcis, già in forte crisi, visto lo smantellamento del settore minerario e la lenta agonia del comparto energetico, che distribuisce, tra diretti ed indiretti, una cinquantina di buste paga;

appreso che la preoccupazione dei lavoratori è certificata non solo dal licenziamento dei dipendenti delle ditte d'appalto, ma anche dal fatto che ad oggi, nonostante le rassicurazioni e l'impegno a convocare le parti, non c'è stato nessun riscontro per un piano industriale che possa sostenere nuovi investimenti e possa garantire il rilancio dell'attività, con il mantenimento e la salvaguardia dell'occupazione;

constatato che, con il trasferimento delle concessioni minerarie (avvenuto con l'atto suddetto dell'Assessorato regionale dell'industria), la Regione, titolare delle medesime concessioni minerarie, dovrebbe essere impegnata a vigilare e a convocare quanto prima un incontro tra le parti per capire gli scenari futuri dell'azienda e di chi ci lavora;

osservato che le prime mosse della nuova proprietà lasciano intravedere invece spiragli fortemente negativi sotto il profilo dell'occupazione, lasciando la forza lavoro con il fiato sospeso;

sottolineato, peraltro che, in base ai primi riscontri, si palesano diversi dubbi sul fatto che la nuova proprietà non abbia la possibilità, sia economica che professionale, per sostenere questa importante realtà di un territorio già fortemente martoriato,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria:
1) per sapere se non trovi necessario ed opportuno convocare immediatamente un tavolo di confronto tra la nuova proprietà, Polar Srl, e le organizzazioni sindacali e sociali del territorio, vista la lettera di licenziamento inviata ai lavoratori delle ditte d'appalto, per approfondire il piano industriale della realtà produttiva;
2) per valutare la possibilità di una revoca immediata della concessione mineraria, in caso di ulteriori scelte negative sui lavoratori, visto che non è ancora trascorso il termine di sessanta giorni dall'ultima concessione, trattenendo le fideiussioni relative all'autorizzazione fino a comprendere le reali intenzioni della proprietà;
3) per verificare se non sia il caso di procedere ad un bando pubblico, vista la concessione mineraria in atto, per agevolare un imprenditore serio nell'acquisizione della fabbrica. (474)

Interrogazione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus, con richiesta di risposta scritta, sulla comunicazione di chiusura definitiva dell'ufficio postale sito in Cortoghiana e sulla razionalizzazione di altri uffici postali del territorio regionale.

I sottoscritti,

premesso che:

- all'inizio del 2015 Poste Italiane Spa aveva annunciato un piano di razionalizzazione che prevedeva la chiusura o la riduzione dell'orario di apertura di oltre quindici uffici postali in tutto il territorio della Sardegna;

- in Sardegna risultavano a rischio chiusura, in base a quanto dichiarato da Poste Italiane, gli uffici di Cortoghiana, Turri, Genuri, Pauli Arbarei, Nurallao, Ballao, Modolo, Borutta, Esporlatu, Ozieri, Nughedu San Nicolò, Cheremule, Ardara, Romana e alcuni uffici di Cagliari;

- nel mese di febbraio 2015 sono state presentate a questo Consiglio regionale e al Senato della Repubblica interrogazioni e mozioni per chiedere chiarimenti e addivenire ad una soluzione che non penalizzasse le popolazioni locali;

considerato che la chiusura o la riduzione dei servizi postali causerebbe notevoli difficoltà alla popolazione dei piccoli centri;

valutato che il piano di razionalizzazione era stato temporaneamente sospeso, stanti le iniziative consiliari e parlamentari di cui sopra, con l'obiettivo di arrivare ad una valutazione più precisa e aderente alle specificità della Sardegna, attraverso l'avvio di un tavolo di trattative con il fine di analizzare la specifica situazione regionale e l'erogazione dei servizi postali nel territorio sardo;

tenuto conto che:

- la località di Cortoghiana è la più grande e popolosa frazione del Comune di Carbonia con i suoi quasi 2.500 abitanti e che la chiusura dell'ufficio postale determinerebbe chiari disagi, soprattutto alle fasce deboli della popolazione, a causa dello spostamento obbligato dei suoi abitanti presso gli uffici postali cittadini;

- alcuni dei paesi soggetti alla riduzione dei giorni di apertura sono già stati interessati in passato dalla razionalizzazione dei servizi e una ulteriore riduzione porterebbe all'erogazione del servizio per soli due giorni alla settimana;

preso atto che il tavolo delle trattative circa la ridefinizione del piano di razionalizzazione proposto da Poste Italiane Spa non è mai stato attivato e, pertanto, la sospensione ottenuta nei primi mesi del 2015 ha operato solo come differimento e non soluzione dell'ipotesi di chiusura degli uffici postali a rischio;

tenuto conto che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto piano di razionalizzazione sulla popolazione locale, nonché l'individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5, comma 1, della delibera n. 342/14/CONS adottata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, prevede l'obbligo di notifica preventiva ai sindaci dei comuni interessati almeno 60 giorni prima dell'intervento;

accertato che le comunicazioni di chiusura o riduzione orario degli uffici postali interessati al piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa sono già state notificate ad alcuni sindaci e, per alcuni uffici postali, si prefigura la chiusura definitiva già in data 7 settembre 2015, senza peraltro aver mai attivato le procedure di trattativa presso il tavolo di confronto,

chiedono di interrogare la Giunta regionale e il Presidente della Regione:

1) per sapere se siano a conoscenza dello stato di attuazione del piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa, il quale risulterebbe essere andato avanti successivamente alla sospensione, prescindendo dall'avvio del tavolo di trattativa richiesto a febbraio 2015;

2) per verificare tutte le azioni e le interlocuzioni intervenute eventualmente in questi mesi tra la Regione, il Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità di garanzia nelle comunicazioni;

3) per sapere quali comunicazioni ufficiali e con quale tempistica siano state già inviate ai sindaci dei comuni interessati dalla razionalizzazione e, in particolare, se risponda al vero la notizia di chiusura definitiva dell'ufficio postale di Cortoghiana (Carbonia);

4) per chiedere l'immediato e urgente blocco di tutte le azioni di chiusura o riduzione degli uffici postali nei comuni citati in premessa e la riattivazione tempestiva delle procedure per avviare il tavolo di trattativa sul piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa. (475)

Interrogazione Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA).

I sottoscritti,

premesso che:

- con la deliberazione della Giunta regionale n. 35/25 del 12 settembre 2014, e il conseguente decreto n. 105 del 15 settembre 2014, si è disposto, ai sensi del comma 4 dell'articolo 21 della legge regionale n. 12 del 2006 e del comma 4 dell'articolo 30 dello statuto dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA), lo scioglimento del consiglio di amministrazione della medesima azienda e la nomina di un commissario per la gestione provvisoria della stessa azienda fino alla nomina dei nuovi organi e, comunque, per un periodo non superiore ai sei mesi;

- con la deliberazione n. 10/27 assunta dalla Giunta regionale nella seduta del 17 marzo 2015, è stato prorogato all'ing. Sergio Virgilio Cocciu l'incarico di commissario dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) per il periodo strettamente necessario alla definizione della legge di riforma dell'azienda e, comunque, per un periodo non superiore a tre mesi;

- con la deliberazione n. 38/22 della Giunta regionale del 28 luglio 2015, viene prorogato all'ing. Sergio Virgilio Cocciu l'incarico di commissario dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) fino all'approvazione della legge di riforma dell'azienda;

considerato che il suddetto commissario per la gestione provvisoria ha tempestivamente provveduto alla nomina di un direttore generale, individuato tra i dirigenti in forza all'azienda, sia a seguito della nomina del 16 settembre 2014, che della proroga del 17 marzo 2015;

rilevato che invece, a seguito della ultima proroga dell'incarico del commissario, non si è ancora provveduto alla concomitante proroga dell'incarico di direttore generale;

considerato che:

- sono in corso dei procedimenti di mobilità dei dirigenti del sistema Regione che hanno visto ridursi il numero dei dirigenti presenti in azienda da 20 a soli 7 dirigenti presenti, per effetto dei trasferimenti attuati o comunque previsti;

- l'assenza di una nomina del direttore generale rischia quindi di aggravare le difficoltà già presenti nella ordinaria gestione aziendale, con inevitabili notevoli disagi per gli utenti,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti urgenti di competenza intenda adottare al fine di assicurare la necessaria continuità e celerità nella direzione di AREA. (477)

Interrogazione Desini - Busia - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai - Pizzuto - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata revoca di incarichi dirigenziali conferiti dalla ASL di Sassari ex articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integerazioni e cessati alla scadenza del termine di trenta giorni dalla cessazione del dott. Marcello Giannico dalla carica di direttore.

I sottoscritti,

premesso che:

- il dott. Marcello Giannico ha conferito, in qualità di Direttore generale dell'Azienda sanitaria locale di Sassari nominato con deliberazione della Giunta regionale n. 17/3 del 31 marzo 2011 con decorrenza dal 1° aprile 2011, alcuni incarichi dirigenziali ai sensi dell'articolo 15 septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), che detta una disciplina derogatoria rispetto al principio dell'accesso agli impieghi nella pubblica amministrazione mediante concorso pubblico;

- in particolare, a norma dell'articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992 (Contratti a tempo determinato), i direttori generali possono conferire incarichi per l'espletamento di funzioni di particolare rilevanza e di interesse strategico mediante la stipula di contratti a tempo determinato e con rapporto di lavoro esclusivo, rispettivamente entro i limiti del due per cento della dotazione organica della dirigenza sanitaria e del due per cento della dotazione organica complessiva degli altri ruoli della dirigenza, a laureati di particolare e comprovata qualificazione professionale che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati o aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali apicali o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post universitaria, da pubblicazioni scientifiche o da concrete esperienze di lavoro e che non godano del trattamento di quiescenza;

- l'articolo 7, comma 2, del "Regolamento per il conferimento di incarichi a tempo determinato ai sensi dell'art. 15 septies D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i." approvato con la deliberazione del Direttore generale n. 347 del 30 giugno 2011 precisa che "la durata dell'incarico è limitata all'espletamento delle funzioni attribuite e in ogni caso lo stesso non può prolungarsi oltre 30 giorni dalla conclusione del contratto del Direttore generale che lo ha conferito";

- il dott. Marcello Giannico è cessato dall'incarico di direttore generale a decorrere dal 17 novembre 2014 a seguito dell'accettazione formale, da parte della Presidenza della Regione, delle dimissioni volontarie da lui presentate;

- pertanto, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del regolamento aziendale, decorso il termine di trenta giorni dalla cessazione del dott. Marcello Giannico dall'incarico di direttore generale, avrebbero dovuto intendersi cessati anche gli incarichi dirigenziali dal medesimo conferiti ex articolo 15 septies;

considerato che:

- attualmente, a distanza di oltre otto mesi dalla cessazione dalla carica del dott. Giannico alcuni dei dirigenti ai quali il medesimo aveva conferito l'incarico a tempo determinato ai sensi dell'articolo 15 septies risultano ancora in servizio, e ciò nonostante le relative deliberazioni di conferimento dell'incarico contenessero la precisazione secondo cui l'incarico in ogni caso non poteva prolungarsi oltre trenta giorni dalla conclusione del contratto del direttore generale che lo aveva attribuito;

- non risulta che il commissario straordinario dott. Agostino Sussarellu, nominato con la deliberazione della Giunta regionale n. 51/2 del 20 dicembre 2014, abbia, a tutt'oggi, preso atto dell'intervenuta cessazione dei suddetti dirigenti dai relativi incarichi, con il conseguente rischio di inficiare la legittimità degli atti adottati dai Servizi ai quali i medesimi sono preposti;

- in proposito, il Consiglio di Stato (cfr. Commissione speciale pubblico impiego, parere 27 febbraio 2003, n. 514/2003), ha stabilito che l'accesso di esterni alla dirigenza pubblica, inserendosi in un ambito permeato e retto dai principi costituzionali sanciti, in particolare, dall'articolo 97 "se non contenuto entro limiti circoscritti e circondati da adeguate cautele potrebbe costituire un ostacolo al buon funzionamento della pubblica amministrazione e alla sua necessaria imparzialità"; il principio generale è, infatti, quello - sancito dall'articolo 19, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 165 del 2001 - secondo cui tutti gli incarichi dirigenziali sono conferiti a soggetti già incardinati, con qualifica di dirigente, nell'ente di appartenenza;

- pertanto, l'uso indiscriminato dello strumento del conferimento diretto degli incarichi fiduciari ex articolo 15 septies pare suscettibile di minare il principio di separazione ed indipendenza fra la funzione di indirizzo politico ed organizzatorio (propria della direzione aziendale) e quella gestionale (propria della dirigenza),

chiedono di interrogare la Giunta regionale ed in particolare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale sulle ragioni della mancata revoca degli incarichi conferiti dalla ASL di Sassari ex articolo 15 septies del decreto legislativo n. 502 del 1992, dovendo tali incarichi intendersi cessati alla scadenza del termine di trenta giorni dalla cessazione del dott. Marcello Giannico dalla carica di direttore generale ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del regolamento aziendale in materia, nonché sugli atti che intende adottare in caso di accertata cessazione dei suddetti dirigenti dai rispettivi incarichi. (478)

Interrogazione Azara - Arbau - Ledda - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di provvedere con urgenza a ritrasferire il Centro di salute mentale nella città di Porto Torres.

I sottoscritti,

premesso che:

- il 23 ottobre 2014 un secco quanto improvvido comunicato, pubblicato sul sito della ASL di Sassari, informava gli utenti circa l'immediata chiusura del poliambulatorio di via delle Terme a Porto Torres e del conseguente trasferimento, a partire dal giorno successivo, dei relativi servizi in altre strutture sanitarie;

- particolari e subitanei disagi si evidenziavano nell'immediato, e continuano a tutt'oggi, a seguito del dislocamento del Centro di salute mentale, cui è affidato il trattamento di coloro che presentano un disagio psichico, non in regime di ricovero, che dalla città turritana veniva trasferito a Sassari, presso la struttura di via Amendola;

considerato che:

- le peculiarità connesse al disagio psichico, affezione patologica che colpisce la sfera cognitiva, affettiva, comportamentale o relazionale, amplificano e moltiplicano i disagi connaturati allo spostamento del servizio sanitario di riferimento;

- all'atto del trasferimento del CSM a Sassari, dai competenti responsabili della ASL erano giunte ampie rassicurazioni riguardo i tempi rapidi necessari ad individuare i locali idonei per riportare il servizio nella città di Porto Torres;

- nonostante il parere positivo riguardo l'idoneità dei locali identificati dalle parti, espresso tanto dal Commissario del comune turritano che dal Commissario della AOU di Sassari e formalizzato in data 23 maggio c.a. dal responsabile dell' ufficio tecnico del comune di Porto Torres, il ritrasferimento del CSM risulta bloccato a causa della necessità di ottenere preventivamente l'accreditamento regionale, di competenza dell'Assessorato della Sanità, un passaggio amministrativo che allo stato rappresenta l'unico impedimento alla stipula del relativo contratto;

constatato che:

- le stesse modalità con cui l'utenza è stata posta di fronte all'improvvisa interruzione del servizio psicoterapeutico, palesemente contrastanti con le indicazioni e le misure terapeutiche, non hanno consentito la necessaria preparazione dei pazienti all'evento traumatico;

- i pazienti che fanno riferimento al CSM necessitano infatti di continuità, stabilità e certezze, subiscono fortemente i traumi connessi ai cambiamenti, appartengono alle fasce di popolazione più deboli, spesso anche economicamente, e pertanto subiscono maggiormente i disagi e le difficoltà a sostenere i costi connessi agli spostamenti cui li obbliga la distanza dalla struttura sanitaria;

- tali circostanze incidono negativamente sullo stato patologico caratterizzante il disagio psichico, riducendo se non vanificando gli effetti positivi della terapia;

- il contesto di crisi economica ed occupazionale che ha investito in maniera particolarmente cruenta il territorio, ad oggi gravato da un impressionante numero di disoccupati superiore a 6.600 unità, acuisce i fenomeni legati al disagio sociale e accresce la necessità di supporto che il sistema sanitario è chiamato a sostenere,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se, alla luce della situazione rappresentata, non ritenga opportuno porre in essere, con la massima urgenza, i provvedimenti necessari al fine di consentire la riapertura del CSM nella città di Porto Torres, ponendo rimedio ad una situazione che si protrae da quasi un anno, comportando disagi non più sostenibili per i pazienti del territorio e per le loro famiglie;

2) quali urgenti iniziative intenda avviare anche in via provvisoria fino all'espletamento del procedimento di accreditamento regionale, per garantire il diritto di accedere all'assistenza sanitaria senza ingiustificato aggravio di costi e procedure, ai cittadini che necessitano di cure e sostegno, specie in una fase di gravissima crisi economica e sociale, nel rispetto del principio costituzionale del fondamentale diritto alla salute che, come prevede l'articolo 32 della Costituzione, deve garantire le cure alle fasce più deboli, sia socialmente che economicamente, della popolazione. (479)

Interrogazione Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti la presentazione da parte dei comuni della Sardegna dei piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità di cui alla legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), articolo 34 "Fondo per la non autosufficienza".

Il sottoscritto,

vista la legge n. 162 del 1998;

vista la legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), articolo 34 "Fondo per la non autosufficienza", con la quale la Regione eroga finanziamenti ai comuni per la realizzazione di piani personalizzati che prevedono interventi socio-assistenziali a favore di bambini, giovani, adulti e anziani con disabilità grave, finalizzati allo sviluppo della piena potenzialità della persona, al sostegno alle cure familiari ed alla piena integrazione nella famiglia, nella scuola e nella società;

vista la deliberazione n. 33/11 del 30 giugno 2015 con la quale la Giunta regionale autorizzava la prosecuzione dei piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità e l'avvio dei nuovi piani del fondo regionale per la non autosufficienza;

vista, altresì, la nota prot. n. 11531 del 10 luglio 2015 con la quale la Direzione generale delle politiche sociali - Servizio programmazione e integrazione sociale diramava ulteriori indicazioni operative sulla presentazione dei piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità e l'avvio dei nuovi piani del fondo regionale per la non autosufficienza;

dato atto che i comuni dovranno presentare alla Direzione generale delle politiche sociali - Servizio programmazione e integrazione sociale le richieste di finanziamento e la comunicazione delle economie entro il 10 settembre 2015;

evidenziato che numerose amministrazioni comunali hanno manifestato difficoltà procedurali in merito alla presentazione in tempo utile dei piani personalizzati in oggetto, per via dei tempi di erogazione dell'ISEE, specie durante il periodo estivo che risulta condizionato negativamente a causa della chiusura per ferie dei CAF abilitati al rilascio, nonché la contemporanea assenza per ferie dei responsabili degli uffici servizi sociali comunali, con comprensibili, inevitabili e conseguenti ritardi operativi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano opportuno prorogare i termini di presentazione dei piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità di cui all'articolo 34 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2. (480)

InterrogazioneAzara, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione venutasi a creare nell'Ispettorato forestale ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati.

Il sottoscritto,

rilevato che:

- nell'Ispettorato forestale di Sassari, diversi dipendenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA) sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria da ufficiali dello stesso Ispettorato ripartimentale di Sassari;

- il comportamento dei suddetti dirigenti pare censurabile tanto per la frequenza e scarsa ponderazione con cui gli stessi intraprendono l'avvio dell'azione penale contro propri sottoposti, quanto per la gravità delle denunce che vanno dall'accusa di peculato e interruzione di pubblico servizio alla truffa ai danni della pubblica amministrazione;

- i relativi procedimenti penali si sono peraltro conclusi tutti, senza eccezioni, con archiviazione per mancanza di elementi di procedibilità, oppure con assoluzione con formula ampia, decisioni e sentenze che evidenziano una quantomeno "poco attenta" valutazione da parte degli attori sulla sussistenza dei presupposti necessari per adire alle vie legali;

- in qualche occasione si è fatto ricorso all' utilizzo del Nucleo di polizia giudiziaria (NIPAF) per investigare su colleghi, con le comprensibili conseguenze negative sull'ambiente e sui rapporti lavorativi all'interno dell' Ispettorato;

considerato che:

- il ricorso all'Autorità giudiziaria, per la gravità delle implicazioni ad esso correlate, principalmente di ordine morale e secondariamente di carattere economico, rappresenta l'ultima ratio, visti anche gli strumenti disciplinari propri della pubblica amministrazione, e presuppone, per le potenziali conseguenze cui espone i dipendenti, pubblici ufficiali con funzioni di pubblica sicurezza, la massima attenzione nella valutazione degli elementi fondanti;

- le vicende giudiziarie, seppure risoltesi a favore dei dipendenti, hanno comunque causato negli stessi demoralizzazione, demotivazione e danni economici;

- dal danno economico non è stata esclusa la Regione che per i procedimenti in questione ha dovuto risarcire ingenti spese legali e sarà prevedibilmente chiamata a rispondere di ulteriori onerosi risarcimenti alle parti chiamate in giudizio;

evidenziato che:

- la dirigenza del CFVA gestisce un corpo di circa 1.500 uomini con modalità che dovrebbero essere improntate ai principi di buon andamento della pubblica amministrazione (efficacia efficienza ed economicità);

- si verificano invece, nei rapporti tra dirigenti e subordinati, circostanze contrastanti con tali principi per cui pare vigere un principio di irresponsabilità della dirigenza che lascia esposti i dipendenti a tutte le intemperie gestionali;

- in particolare nel Servizio territoriale di Sassari per i gravi problemi derivati da differenze interpretative delle norme tra organi gestionali politici e la stazione forestale, sono stati trasferiti in breve tempo sei comandanti (che pur non essendo funzionari hanno responsabilità diffuse su risorse umane, strumentali e anche su risorse finanziarie) senza che i problemi siano stati risolti;

- il ricorso frequente, e spesso arbitrario, al trasferimento ha generato diverse controversie giudiziarie che hanno riguardato di recente numerosi casi, a seguito delle quali l'amministrazione regionale, sempre soccombente in giudizio, ha sborsato e sborserà somme non trascurabili, visto che un singolo giudizio pare costerà ben più dei 250.000 euro che la Regione ha proposto per la transazione;

sottolineato che:

- diversi trasferimenti di comandanti di Stazione paiono privi di motivazione, con procedure palesemente irregolari: assurdo il trattamento segnalato da un dipendente, trasferito senza essere stato interpellato, con preavviso di soli tre giorni, convocato dal dirigente del Servizio ispettorato CFVA di Sassari il quale si è limitato a comunicare la decisione di trasferimento già assunta, con convocazione avvenuta con colloquio e non verbalizzata;

- i trasferimenti, in alcuni casi, determinano anche importanti perdite economiche come nel caso emblematico di un dipendente titolato di patente nautica e abilitato al comando di unità nautiche (titoli acquisiti in forma privata e consolidati da corsi pagati dall'amministrazione regionale) trasferito ad altra stazione CFVA con giurisdizione terrestre, con evidente perdita di professionalità e vanificazione dell'investimento economico sostenuto dalla collettività;

- alcuni trasferimenti dalla stazione CFVA dell'Asinara, con perdita di indennità, sono stati giustificati come periodica rotazione dei comandanti di stazione, però la rotazione sembra adottata solo in danno di alcuni dipendenti;

- incomprensioni e differenze interpretative delle norme tra organi gestionali politici e la stazione forestale sembra si risolvano frequentemente a sfavore della parte più debole,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:

siano a conoscenza della grave situazione suesposta, segnalata in vari casi alle autorità competenti e, in alcuni casi, denunciata agli organi giudiziari;

non ritengano opportuno avviare con urgenza tutti gli accertamenti e le azioni di verifica di competenza dell'amministrazione regionale sull'operato dei responsabili delle situazioni venutesi a creare nell'Ispettorato forestale ripartimentale di Sassari a seguito di comportamenti vessatori posti in atto da alcuni dirigenti nei confronti di diversi dipendenti ad essi subordinati;

non ritengano, altresì, opportuno espressamente garantire in tutte le fasi dei procedimenti suddetti, parità di diritto di ascolto e di contraddittorio alle parti in causa, al fine di tutelare la posizione delle parti in condizione di maggior debolezza. (481)

InterrogazioneComandini - Collu - Cozzolino - Forma - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi dell'apertura al traffico della strada statale n. 128.

I sottoscritti,

premesso che:

- tra gli investimenti più importanti che la Regione ha destinato alla viabilità delle zone interne dell'Isola ci sono quelli che riguardano l'adeguamento della strada statale n. 128, denominata "Centrale sarda";

- il tracciato originale ha subito, nel tempo, diverse opere migliorative e rappresenta la più antica via di collegamento con il centro della Sardegna e che, salvo i recenti interventi della Regione nella sua tratta centrale, è sostanzialmente rimasta immutata rispetto alla sua configurazione originaria ormai risalente agli anni '60;

- l'ultimo importante intervento denominato "Variante funzionale Senorbì-Suelli" contribuirà a dare alla Sardegna una viabilità più al passo con i tempi e consentirà ai paesi della Trexenta, del Sarcidano e della Barbagia di Seulo di essere più vicini a Cagliari, ponendo fine all'isolamento che ha pesantemente condizionato la crescita e lo sviluppo del territorio;

considerato che:

- se analizziamo le direttive europee in materia di intercomunicazione intermodale fra i vari territori e di facilitazione delle condizioni di accesso a quelli più periferici e distanti dai poli urbani e dalle coste, ci rendiamo conto di quanto la situazione infrastrutturale della Sardegna impedisca il raggiungimento di standard di sviluppo accettabili;

- le dotazioni stradali della nostra Isola sono fortemente al di sotto rispetto al resto del territorio ed evidenziano problemi di continuità territoriale interna; distanze, tempi e costi di trasporto di persone e merci da una parte all'altra dell'Isola non aiutano né lo spostamento dei flussi turistici né gli scambi commerciali;

- la scarsa accessibilità all'entroterra accelera i fenomeni di spopolamento e di desertificazione umana e produttiva di intere aree e le prospettive di sviluppo dell'intera Isola sono direttamente proporzionali al suo livello di infrastrutture;

tenuto conto che:

- la Giunta regionale, con la deliberazione n. 4/35 del 5 febbraio 2014, nell'ambito della proposta regionale della nuova Intesa generale quadro (IGQ), ha indicato l'infrastruttura tra gli interventi di preminente interesse regionale e nazionale;

- con successiva deliberazione n. 16/4 del 6 maggio 2014, l'esecutivo ha confermato la strategicità della strada statale n. 128 secondo le linee progettuali strategiche già sviluppate dall'Amministrazione regionale e che hanno determinato l'inserimento del progetto nell'Intesa generale quadro;

preso atto che l'inaugurazione dell'arteria stradale si sarebbe dovuta tenere dapprima a settembre 2014 poi rimandata a dicembre 2014, promesse risultate vane visto che, benché la ditta appaltante abbia concluso i lavori ormai da diversi mesi, a tutt'oggi risulta ancora chiusa al traffico, come denunciato dai sindaci dei comuni interessati che proprio in questi giorni hanno manifestato, come si legge dagli organi di stampa, tutta la loro rabbia per i persistenti ritardi,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

se l'impresa esecutrice abbia realmente concluso i lavori;

perché non si sia verificato ex ante se l'impresa appaltante avesse tutti i requisiti prescritti dalla legge per poter eseguire i lavori;

se non ritenga necessario, nell'interesse delle comunità interessate, mettere in atto tutte le strategie necessarie al fine di garantire la ripresa e la conclusione dei lavori, così da consentire, in tempi rapidi, l'apertura al traffico del tratto di strada statale n. 128 denominato "Variante funzionale Senorbì-Suelli" consentendo, in tal modo, alla popolazione delle zone interne della Sardegna un più celere e sicuro collegamento con il capoluogo isolano. (482)

Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'erogazione dei fondi in favore delle scuole paritarie.

Il sottoscritto,

premesso che il servizio offerto dalla scuola dell'infanzia paritaria copre una grave carenza del settore statale, fornendo al contempo prestazioni di alta qualità;

ricordato che la normativa vigente stabilisce, inequivocabilmente, l'uguaglianza tra le scuole a prescindere dalla forma giuridica del gestore;

considerato che la Regione ha drasticamente ridotto l'entità dei finanziamenti in favore delle scuole paritarie presenti in Sardegna;

constatato che la Giunta regionale ha modificato criteri e tempi delle modalità di trasferimenti dei fondi;

preso atto che risulterebbe ancora da erogare il saldo per l'anno scolastico 2013/2014 nonostante le scuole abbiano già rendicontato le spese sostenute;

visto che il Ministero dell'istruzione ha già provveduto a trasferire alla Regione la quota statale dei fondi destinati alle scuole paritarie;

verificato che i ritardi dell'amministrazione regionale stanno determinando una situazione non più sostenibile, che rischia di compromettere l'avvio del prossimo anno scolastico;

riscontrato che, nonostante gli sforzi finora sostenuti, le scuole paritarie non potranno più garantire l'espletamento delle attività ordinarie e soprattutto il pagamento degli stipendi ai dipendenti;

rilevato che il settore pubblico non sarebbe in grado di sopperire ad un collasso del settore privato,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione per sapere

1) se siano a conoscenza di quanto su esposto;

2) quali siano i motivi dei ritardi nell'accreditamento dei fondi alle scuole paritarie della Sardegna;

3) se non ritengano di dover immediatamente definire il trasferimento di tutti i fondi destinati alle scuole paritarie e valutare la modifica dei criteri adottati al fine di snellire le procedure ed evitare di creare ulteriori danni, sia agli utenti degli indispensabili servizi forniti, sia agli erogatori degli stessi che potrebbero vedersi costretti ad interrompere l'attività. (483)

Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione dei lavoratori del Consorzio Forgea.

Il sottoscritto,

premesso che il Consorzio Forgea International, nato nel 1998, è un centro di formazione nel settore geominerario e nei relativi settori ambientali, finalizzato al trasferimento delle conoscenze ai Paesi in via di sviluppo;

considerato che la Sardegna ha una tradizione di attività mineraria diffusa in tutta l'isola, caratterizzata dalla presenza di miniere, molte delle quali dismesse, che rappresentano un importante laboratorio all'aria aperta, ma anche un preoccupante problema per le future generazioni;

constatato che le attività formative avviate hanno visto la partecipazione di circa 1.300 tra scienziati e funzionari governativi di oltre 30 paesi esteri, di centinaia di laureati sardi e di professori provenienti da diversi atenei anche esteri;

preso atto che nell'ottobre del 2014, la Regione, azionista di maggioranza, ha deciso di porre in liquidazione la società, dichiarando l'impegno per la salvaguardia dei posti di lavoro;

considerato che è stato nominato il commissario liquidatore;

visto che, nonostante l'assemblea dei soci avesse sospeso l'invio dei licenziamenti, la Regione ha invitato il commissario liquidatore a procedere con il preavviso di licenziamento, sebbene il Consorzio Forgea avesse risorse e crediti per poter proseguire l'attività per almeno un ulteriore anno;

verificato che nonostante gli impegni assunti in favore del mantenimento dei posti di lavori, la Regione non ha formulato alcuna proposta né adottato alcun provvedimento in merito;

riscontrato che il 30 giugno 2015 è scaduto il termine di preavviso di licenziamento per i lavoratori del Consorzio senza che trovassero accoglimento le proposte di una proroga dei termini, formulate dai sindacati;

rilevato che, nonostante le clamorose proteste di alcuni lavoratori, ad oggi niente è stato fatto in favore dei lavoratori licenziati,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione occupazionale venutasi a creare in seguito alla liquidazione del Consorzio Forgea;

2) se non ritengano di dover valutare, insieme al commissario liquidatore, quali provvedimenti urgenti possano essere adottati per salvaguardare le professionalità operanti all'interno del Consorzio ed evitare le pesanti ripercussioni economiche sui lavoratori e sulle loro famiglie. (484)

Interrogazione Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata consultazione delle associazioni di categoria del sistema camerale in occasione del rinnovo dell'organo di amministrazione della SOGAER Spa.

Il sottoscritto,

premesso che:

- le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, "enti pubblici dotati di autonomia funzionale", svolgono "funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali" giusta le previsioni della legge 29 dicembre 1993, n. 580;

- la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Cagliari ha costituito nel 1990 la SOGAER Spa - titolare dal 2007 della concessione quarantennale per la gestione dell'Aeroporto "Mario Mameli" di Cagliari/Elmas - della quale è tuttora azionista per il 94,353 per cento del capitale;

- con proprio decreto n. 74 del 25 giugno 2015 il Presidente della Regione ha sciolto il consiglio camerale, nominando contestualmente la prof.ssa Paola Piras quale commissario straordinario fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge;

- a tenore dell'articolo 5, comma 4, della richiamata legge n. 580 del 1993, il commissario straordinario "entro e non oltre centoventi giorni dalla data di emanazione del decreto di nomina [...] avvia le procedure per il rinnovo del consiglio camerale, pena la decadenza dall'incarico";

- la lettera della norma delinea chiaramente l'eccezionalità della gestione commissariale, alla quale è affidato principalmente il compito di ripristinare entro termini cogenti - pena la sua stessa decadenza - il fisiologico assetto di governo della Camera di commercio, senza lasciare spazio ad un riconoscimento in capo al commissario di poteri discrezionali e/o di straordinaria amministrazione, posta la particolare natura dell'ente, nel quale - oltre le funzioni pubblicistiche proprie - trovano sintesi gli interessi categoriali legislativamente protetti;

- informalmente è venuto a conoscenza del fatto che in data 12 agosto 2015 il commissario straordinario della Camera di commercio di Cagliari avrebbe provveduto, nell'esercizio dei diritti sociali a quest'ultima spettanti nell'assemblea degli azionisti, a nominare, tra l'altro, il nuovo consiglio di amministrazione della società controllata nelle persone di Gavino Pinna, Carlo Ibba e Francesca Romana Medda;

- sembrerebbe che le associazioni di categoria ed i corpi sociali che rappresentano la base consiliare e la stessa ragion d'essere della Camera di commercio non siano stati neppure sentiti in ordine alle designazioni di competenza nella SOGAER Spa,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:

1) se corrisponda al vero che il commissario straordinario della Camera di commercio di Cagliari, prof.ssa Paola Piras, abbia partecipato all'assemblea dei soci della SOGAER Spa del 12 agosto 2015 esercitando il potere discrezionale di scelta e nomina dei componenti il nuovo consiglio di amministrazione della società senza alcuna interlocuzione con le associazioni di categoria del sistema camerale;

2) in caso affermativo rispetto al primo quesito, se corrisponda al vero che i nominati siano i signori Gavino Pinna, Carlo Ibba e Francesca Romana Medda;

3) in caso affermativo rispetto al precedente quesito, se corrisponda al vero che il sig. Gavino Pinna altri non sia che il dott. Gavino Pinna, meglio noto come Gabor, stimato direttore generale della società finanziaria regionale SFIRS, figlio dell'indimenticato senatore del glorioso Partito comunista italiano Pietro Pinna e già collega - in qualità di Assessore al bilancio nella prima giunta comunale di Cagliari formata dal sindaco Massimo Zedda - della prof.ssa Paola Piras (allora vicesindaco e Assessore degli affari generali);

4) in caso affermativo rispetto al quesito sub 2), se corrisponda al vero che il sig. Carlo Ibba altri non sia che il prof. avv. Carlo Ibba, apprezzato docente di diritto commerciale presso il Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell'Università di Sassari;

5) in caso affermativo rispetto al quesito sub 2), se corrisponda al vero che la sig.ra Francesca Romana Medda altri non sia che la prof. Francesca Romana Medda, nota ed accreditata docente di economia applicata presso la University College London (UCL), già professore di matematica economica e economia regionale alla London School of Economics e visiting professor all'Università di Chieti-Pescara e presso la University of Graz; la medesima prof. Francesca Romana Medda che, con deliberazione della Giunta regionale n. 36/6 del 18 settembre 2007, venne nominata nel consiglio di amministrazione dell'ARST Spa;

5) se i nominativi testé richiamati - tutti di ottime persone e rispettabili professionisti, dei quali il presente atto di sindacato ispettivo non pone in alcun modo in discussione il valore - siano stati liberamente scelti dal commissario della Camera di commercio ovvero siano stati in tutto o in parte (anche in considerazione del fatto che la Regione esprime comunque, ai sensi dell'articolo 15 dello statuto sociale, un componente del Consiglio di amministrazione) concordati con il Presidente della Regione;

6) se ritenga legittimo, o quanto meno opportuno, che la Regione, e per essa il commissario straordinario da Ella nominato con decreto n. 74 del 25 giugno 2015, si sostituisca alle fisiologiche dinamiche della rappresentanza delle associazioni di categoria nel sistema camerale operando scelte di carattere discrezionale sulle nomine ed occupando di conseguenza gli organi di amministrazione delle società controllate;

7) se ritenga legittimo, o quanto meno opportuno, che la Regione, socio di minoranza della SOGAER Spa con una quota dello 0,720 per cento, profittando della parentesi commissariale, esprima il 100 per cento del consiglio di amministrazione, così stravolgendo il reale peso degli azionisti;

8) se non ritenga che tale condotta concorra a consolidare anche nell'opinione pubblica l'idea di un'operazione di "lottizzazione morbida" dei posti di potere perpetrata non più dalla tanto vituperata politica, ma dalla costituenda (o forse costituita) consorteria accademica che di questi tempi ne supplisce l'assenza nella gestione della cosa pubblica. (485)

Interrogazione Comandini - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sui disagi dell'Ospedale Binaghi di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che:

- l'Ospedale Binaghi di Cagliari sorge in una porzione del parco di Monte Urpinu, al centro città, ed è facilmente raggiungibile; restaurato di recente, possiede caratteristiche strutturali e di sistemazione logistica degli spazi interni ed esterni che lo rendono di grande fruibilità;

- la struttura è dotata di 106 posti letto e tra i suoi reparti spicca quello di oftalmologia, con l'unità operativa dedicata essenzialmente al trattamento chirurgico delle malattie oculari, con particolare riferimento alle patologie del vitreo e della retina;

- l'Ospedale Binaghi vanta la stretta collaborazione con la Fondazione Banca degli occhi del Veneto di Mestre, alla quale fa afferire le cornee prelevate dai donatori locali e da cui riceve il lembi di tessuto corneale da innestare chirurgicamente;

preso atto che:

- sono ormai nove mesi che la sala operatoria del reparto di oftalmologia risulta inagibile a causa dei lavori di riqualificazione energetica e a tutt'oggi non si è in grado di prevedere quando l'attività potrà riprendere la normalità;

- la situazione comporta non pochi disagi, ormai i pazienti vengono seguiti solo ambulatorialmente e quelli che necessitano di interventi chirurgici vengono indirizzati, dagli stessi medici del Binaghi, alle strutture della penisola;

- i pazienti si ritrovano così a dover sostenere ingenti costi di trasferta e soprattutto viene meno il diritto del paziente di beneficiare della professionalità e dell'esperienza del medico di fiducia,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione appena descritta;

2) perché non si sia creata una rete di collaborazione tra le diverse strutture ospedaliere del capoluogo che, lavorando in sinergia tra loro, avrebbero potuto far fronte, totalmente e non solo per le urgenze, alla momentanea inagibilità della sala operatoria dell'Ospedale Binaghi, anche in considerazione del fatto che da recentissime indagini sia il San Giovanni di Dio che l'Azienda ospedaliero-universitaria risultano tra le primissime posizioni a livello internazionale alla voce "chirurgia oculistica";

3) quali siano i criteri che l'Assessorato intende seguire per porre rimedio a questa grave situazione che genera disservizi per i pazienti e mortifica l'alto valore scientifico e professionale medico ed infermieristico. (486)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa il mancato aggiornamento periodico dell'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione.

I sottoscritti,

premesso che:

- con deliberazione della Giunta regionale n. 50/33 del 21 dicembre 2012 è stato dato mandato alla Direzione generale della sanità di procedere all'indizione di apposito avviso per l'acquisizione delle disponibilità alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione e dell'individuazione dei requisiti necessari, previsti dalla normativa vigente, per essere iscritti negli elenchi degli idonei nonché delle modalità di presentazione delle domande;

- a seguito dell'avviso pubblico indetto con determinazioni dirigenziali n. 3546/80DG del 6 febbraio 2013 e n. 24720/1083/1 del 1° ottobre 2013, con determinazione dirigenziale n. 9844/358 del 9 aprile 2014 è stato approvato l'elenco degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione;

considerato che:

- con deliberazione della Giunta regionale n. 29/2 del 22 luglio 2014 si dava atto dell'opportunità di disporre di un elenco di idonei alla nomina di direttore generale che risultasse caratterizzato da un numero maggiore di candidati rispetto a quello predisposto a seguito del predetto avviso pubblico;

- nella stessa deliberazione della Giunta regionale prima richiamata si rilevava l'opportunità di procedere all'integrazione dell'elenco già costituito, prevedendone l'aggiornamento trimestrale, previo specifico avviso pubblico;

osservato che ai fini dell'aggiornamento trimestrale dell'elenco regionale da cui attingere per la nomina di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione, la Giunta regionale, con propria deliberazione n. 29/2 del 22 luglio 2014, dava mandato alla Direzione generale della sanità di procedere alla predisposizione di tutti gli atti all'uopo necessari;

accertato che ad oggi la Direzione generale della sanità non ha ancora provveduto all'aggiornamento trimestrale del suddetto elenco contravvenendo a quanto disposto con deliberazione di Giunta regionale n. 29/2 del 22 luglio 2014 e rendendo potenzialmente illegittimi eventuali successivi atti di nomina di soggetto in possesso dei requisiti di legge alla carica di direttore generale delle aziende sanitarie della Regione;

rilevato che tale grave inosservanza potrebbe recare grave nocumento alla gestione delle aziende sanitarie regionali il cui funzionamento è già di per sé lacunoso e presenta numerose e preoccupanti criticità che sono state oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo ad oggi rimasti privi di riscontro da parte dell'Esecutivo regionale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali siano:

1) i motivi, se ve ne sono, che impediscono alla Direzione generale della sanità di ottemperare al disposto previsto dalla deliberazione della Giunta regionale n. 29/2 del 22 luglio 2014 circa l'aggiornamento trimestrale dell'elenco regionale dal quale attingere per la nomina del direttore generale delle aziende sanitarie della Regione;

2) gli interventi che l'Amministrazione regionale intende porre in essere al fine di chiedere ed ottenere il corretto ed immediato adempimento della propria deliberazione n. 29/2 del 22 luglio 2014 in ordine all'obbligo in capo alla Direzione generale della sanità di procedere all'aggiornamento trimestrale dell'elenco regionale dal quale attingere per la nomina del direttore generale delle aziende sanitarie della Regione;

3) i provvedimenti che la Giunta regionale adotterà perché in futuro il suddetto elenco sia aggiornato con cadenza trimestrale. (487)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo nella predisposizione del programma di ripartizione dei contributi ai comuni per l'attivazione dei cantieri verdi.

Il sottoscritto,

premesso che:

- sull'Allegato tecnico al "Bilancio di previsione per l'anno 2015 e bilancio pluriennale per gli anni 2015-2017", di cui alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 6, è stanziata la somma di euro 5.000.000 sul capitolo SCO2.0890, per l'anno 2015, da destinarsi all'aumento, alla manutenzione e alla valorizzazione del patrimonio boschivo dei cantieri verdi;

- con deliberazioni n. 49/23 del 26 novembre 2013, n. 34/44 del 7 agosto 2012, n. 34/33 del 18 agosto 2011 e n. 22/18 dell'11 giugno 2010, sono stati erogati contributi a favore dei comuni per interventi inerenti "l'aumento, la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio boschivo in prossimità di aree interessate da forme gravi di deindustrializzazione, da cave dismesse, da impianti di incenerimento da rifiuti solidi urbani o di produzione di energia da fonte fossile", nonché a favore dei comuni che hanno subito una rilevante diminuzione degli occupati nel settore della forestazione, avuto riguardo all'estensione delle aree del territorio comunale, pubbliche o private, già concesse all'Ente foreste o agli ispettorati ripartimentali;

- con i sopracitati contributi sono stati finanziati decine di interventi comunali con un'importante ricaduta occupazionale nei territori interessati;

considerata:

- la notevole crisi occupazionale ed economica in cui versano i comuni della Sardegna;

- l'importanza che i cantieri verdi rivestono, non solo in termini occupazionali e di ammortizzatori sociali, ma anche in termini di ricaduta economica sui territori e di salvaguardia dell'ambiente;

valutata la necessità di dover attivare, nel più breve tempo possibile, cantieri verdi capaci di dare lavoro a centinaia di persone,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) quali siano le motivazioni per le quali non sia stato ancora predisposto il programma di ripartizione dei contributi per l'attivazione dei cantieri verdi e quali siano gli atti già predisposti;

2) quale sia la tempistica di attuazione del programma e quali siano gli intendimenti circa la ripartizione di tali somme nel territorio regionale. (488)

Interrogazione Forma, con richiesta di risposta scritta, sulla legittimità e sull'opportunità della nomina del nuovo direttore sanitario della ASL n. 3 di Nuoro di cui alla deliberazione n. 1113 del 31 agosto 2015.

La sottoscritta,

premesso che:

- con deliberazione n. 51/2 del 20 dicembre 2014 la Giunta regionale ha dato avvio, in conformità alle disposizioni contenute nell'articolo 9 della legge regionale n. 23 del 2014, all'attuazione del processo di riforma del sistema sanitario regionale, procedendo contestualmente al commissariamento straordinario delle aziende sanitarie della Sardegna;

- per la ASL n. 3 di Nuoro è stato nominato quale commissario straordinario il dott. Mario Carmine Antonio Palermo, il quale ha sottoscritto il contratto con l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in data 29 dicembre 2014 accettando formalmente l'incarico e, con propria deliberazione n. 1 del 29 dicembre 2014, si è insediato alla guida della ASL nuorese;

- con deliberazione n. 313 del 16 marzo 2015 il commissario straordinario M. C. A. Palermo ha provveduto ad attribuire alla dott.ssa Pierina Grazia Fodde, dirigente medico in ruolo presso la ASL di Nuoro nonché titolare della Struttura complessa direzione sanitaria del Presidio ospedaliero S. Francesco di Nuoro, le funzioni di direttore sanitario dell'Azienda sanitaria di Nuoro, disponendo contestualmente la revoca dell'incarico al precedente direttore sanitario facente funzioni;

- al termine dei primi quattro mesi di commissariamento, con deliberazione n. 19/27 del 28 aprile 2015 la Giunta regionale ha disposto la proroga degli stessi fino al 29 agosto 2015 e, conseguentemente, con deliberazione n. 540 del 5 maggio 2015 il commissario straordinario della ASL di Nuoro M. C. A. Palermo - dando atto del relativo contratto stipulato in data 29 aprile 2015 con l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e quindi dell'accettazione dell'incarico - ha preso atto della proroga del commissariamento e stabilito pure la prosecuzione degli incarichi di direttore sanitario e direttore amministrativo conferiti rispettivamente alle dott.sse Fodde e Atzori;

- con deliberazione n. 42/12 del 28 agosto 2015 la Giunta regionale, in attuazione dell'articolo 6 della legge regionale n. 22 del 2015, ha disposto la proroga fino al 31 dicembre 2015 degli incarichi di commissariamento delle aziende sanitarie locali conferiti con la deliberazione della Giunta regionale n. 51/2 del 20 dicembre 2014, dando mandato alla Direzione generale della sanità di provvedere a porre in essere gli atti conseguenti;

considerato che:

- il Commissario straordinario della ASL nuorese M. C. A. Palermo ha provveduto, con deliberazione n. 1111 del 31 agosto 2015, a prendere atto della proroga del proprio incarico senza prima aver sottoscritto, a conoscenza della scrivente, il relativo contratto con l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e quindi senza avere formalmente accettato l'incarico;

- il Commissario straordinario della ASL nuorese M. C. A. Palermo ha provveduto, con deliberazione n. 1113 del 31 agosto 2015, ad individuare un nuovo direttore sanitario senza neppure provvedere alla revoca formale dell'incarico della dott.ssa Pierina Fodde;

ritenuto che tali determinazioni del commissario straordinario della ASL n. 3 di Nuoro M. C A. Palermo possano risultare illegittime,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) corrisponda al vero che il commissario straordinario della ASL n. 3 di Nuoro, M. C. A. Palermo, non abbia, al 31 agosto 2015 sottoscritto il contratto con l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale relativo alla deliberazione della Giunta regionale n. 42/12 del 28 agosto 2015 "Proroga incarico Commissari Straordinari delle Aziende Sanitarie. LR n. 22/2015, art. 6";

2) conseguentemente, ritengano legittime le deliberazioni del commissario straordinario della ASL n. 3 di Nuoro, M. C. A. Palermo, n. 1111 e n. 1113 del 31 agosto 2015;

3) ritengano opportuna la deliberazione n. 1113 del 31 agosto 2015 che attribuisce un nuovo incarico di direttore sanitario della ASL nuorese e se non vi siano i presupposti, in tale maldestro agire, per il venir meno del rapporto di fiducia che dovrebbe legare i commissari delle aziende sanitarie alla Regione e che potrebbe tradursi in una risoluzione del contratto, con conseguente decadenza del commissario straordinario della ASL n. 3 di Nuoro dall'incarico. (489)

Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di modifica della deliberazione di Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015 che centralizza la fornitura di dispositivi medici per stomia previsti dal decreto ministeriale n. 332 del 1999.

I sottoscritti,

premesso che, con deliberazione della Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015, è stata rilevata l'opportunità di prevedere una gara a valenza regionale per la fornitura, per quanto qui interessa, ai pazienti stomizzati sul territorio regionale di ausili per stomie, contraddistinti dal codice di classificazione ISO 09.18, individuando quale capofila la ASL di Olbia, la quale dovrà provvedere, sulla base delle indicazioni pervenute dalle singole ASL, a determinare il fabbisogno totale dei dispositivi in gara e a gestire la fase di aggiudicazione e quella post-contrattuale;

premesso, altresì, che, nella deliberazione n. 7/19 del 17 febbraio 2015, si ricorda che una simile procedura, tesa a centralizzare gli acquisti e a ridurre la spesa, è stata adottata per la fornitura di ausili per la funzione respiratoria e altri dispositivi quali letti ortopedici, carrozzelle standard, seggiolini e materassi con le deliberazioni di Giunta regionale n. 51/17 e n. 51/16 del 28 dicembre 2012, con le quali, rispettivamente, la ASL di Carbonia e di Sassari vennero indicate come aziende sanitarie capofila per le gare a valenza regionale;

osservato che la specificità delle problematiche dei pazienti stomizzati e le conseguenti necessità di ricorrere a dispositivi medici personalizzati, che si attaglino alle particolari caratteristiche che ciascun paziente stomizzato presenta, rende altamente problematico, sotto il profilo pratico, il ricorso all'applicazione di procedure d'acquisto centralizzate e standardizzate che, per la loro rigidità nella gamma di prodotti e dispositivi offerti e proposti, non consentono quella personalizzazione delle soluzioni che la condizione delle persone stomizzate richiede;

osservato, altresì, che, se per dispositivi quali respiratori, letti ortopedici, carrozzelle standard, seggiolini, materassi, ha senso ed è possibile ricorrere a una procedura centralizzata, stante il fatto che trattasi di dispositivi che non richiedono alcuna particolare correlazione tra le loro caratteristiche e la patologia del paziente che li utilizza, nel caso dei dispositivi medici per i pazienti stomizzati quali placche e sacche, non è possibile prescindere da tale correlazione stante l'elevata influenza che l'utilizzo del particolare dispositivo esercita nella qualità delle relazioni sociali, nella condizione psichica e nel grado di autostima del paziente stomizzato, facendo la differenza tra un'esistenza dignitosa e una nella quale la vergogna e l'auto emarginazione si trasformano in una sorta di "reclusione forzata", aggiungendo sofferenza e dolore a chi è stato già duramente segnato dalla vita;

rilevato che, dal prossimo mese di ottobre, l'applicazione della deliberazione di Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015 produrrà il grave effetto d'impedire ai pazienti stomizzati, la cui stragrande maggioranza è costituita da malati oncologici, di scegliere liberamente in base alle proprie rispettive e personali esigenze di salute i prodotti più confacenti alla propria epidermide, igiene, sicurezza sociale e psicorelazionale, al fine di poter continuare a condurre una vita sociale e lavorativa dignitosa, garantendo principi e diritti costituzionalmente riconosciuti;

considerato che i risparmi conseguiti dalla centralizzazione delle forniture dei dispositivi medici dei pazienti stomizzati saranno più che annullati dai costi diretti e indiretti che dovranno essere sopportati dal sistema regionale sanitario, in conseguenza delle problematiche sanitarie che si moltiplicheranno a causa della probabile incompatibilità dei dispositivi proposti con quelli necessari ai singoli pazienti, ciascuno dei quali ha caratteristiche e necessità differenti;

considerato, altresì, che a conferma di quanto sopra evidenziato, la ricerca dei dispositivi medici più adatti alla propria situazione, da parte dei pazienti stomizzati, ha una durata media di un paio di mesi, segno che per ogni paziente esiste una specifica e differente soluzione;

evidenziata la preoccupazione per i gravi effetti che l'attuazione della deliberazione di Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015 produrrà, soprattutto sui pazienti stomizzati sardi ma anche sulle aziende sanitarie regionali per le enormi difficoltà che la centralizzazione delle forniture determinerà, a fronte di una popolazione in Sardegna di circa 3.000 pazienti stomizzati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere se non ritenga d'intervenire immediatamente al fine di modificare la deliberazione di Giunta regionale n. 7/19 del 17 febbraio 2015 e prevedere la disapplicazione della procedura centralizzata di fornitura dei dispositivi medici per i pazienti stomizzati sardi, per i quali la specificità delle problematiche e le conseguenti necessità di ricorrere a dispositivi medici personalizzati, rende altamente problematico, sotto il profilo pratico, il ricorso all'applicazione di procedure d'acquisto centralizzate e standardizzate che, per la loro rigidità nella gamma di prodotti offerti e proposti, non consentono quella personalizzazione delle soluzioni che la condizione delle persone stomizzate richiede. (490)

Interpellanza Sabatini sull'attivazione del servizio di emodinamica della ASL n. 4 di Lanusei.

Il sottoscritto,

premesso che:

- con deliberazione n. 41/16 del 23 novembre 2010 la Giunta regionale ha approvato in via definitiva la programmazione delle risorse del POR FESR Sardegna 2007/2013, a valere sull'Asse II (Inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità), obiettivo specifico 2.2 - obiettivo operativo 2.2.2. - linea di attività 2.2.2.b, per un importo complessivo di euro 33.017.000;
- con tale deliberazione l'Azienda sanitaria di Lanusei è risultata beneficiaria di un contributo totale pari a euro 1.500.000, destinato a diversi interventi tra cui l'acquisto delle attrezzature necessarie per una sala emodinamica per diagnosi coronarografica e posizionamento stent per un importo di euro 700.000;
- con la deliberazione n. 150, del 4 agosto 2011, del Direttore generale della ASL n. 4 di Lanusei, è stata indetta una gara d'appalto mediante procedura aperta per la fornitura delle apparecchiature da installare nella sala emodinamica per diagnosi coronarografica e posizionamento stent;
- dopo aver attentamente analizzato costi e tempi del servizio di emodinamica, fino a quel momento offerto (sistema Hub and Spoke) e ritenendo non giustificata l'assunzione di nuove specifiche risorse umane, considerato il numero delle procedure di emodinamica cardiaca e di cateterismo periferico svolte nell'arco di un anno, la ASL n. 4 di Lanusei ha avanzato una proposta che prevede l'erogazione del servizio in una o più sedute settimanali, presso la sala predisposta con le nuove apparecchiature, con emodinamisti esterni, convenzionati con l'azienda sanitaria e remunerati ad accesso, in possesso dei requisiti richiesti dalle società cardiologiche per la quantità e la qualità degli esami conseguiti, cui affiancare operatori medici giovani della ASL n. 4 di Lanusei, con esperienza di sala emodinamica;
- dato atto che la ASL n. 4 di Lanusei ha stipulato una convenzione con il servizio di emodinamica dell'Ospedale San Giovanni Dio di Cagliari;

considerato che:

- tale modello operativo è stato utilizzato con successo in molte strutture sanitarie di eccellenza, tra cui il Centro di emodinamica della Val Camonica in Lombardia, che presentano caratteristiche simili a quella di Lanusei e cioè grande distanza dai centri urbani e gravi problemi di viabilità e traffico;
- l'apertura del servizio di emodinamica, con queste modalità, rappresenta un vantaggio non solo dal punto di vista sociale, con i pazienti e le famiglie costrette a non subire più i disagi dovuti a un trasporto e un ricovero in ospedali distanti, con la certezza di avere la stessa qualità dell'intervento sanitario, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico, con le procedure in elezione eseguite in loco e non più in trasferta e soprattutto con la riduzione degli accessi esterni nel momento in cui il personale medico della ASL n. 4 di Lanusei raggiungerà la piena autonomia;

preso atto che l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale non si è ancora pronunciato su tale proposta operativa;

considerato, infine, che se tale silenzio dovesse perdurare ancora a lungo, ci sarebbero tutti i presupposti per un esposto alla Corte dei Conti, in quanto sono state spese risorse regionali per acquistare attrezzature e macchinari che sono fermi e non vengono utilizzati,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere i motivi per cui l'Assessorato tergiversa e non si pronuncia in merito alla proposta avanzata della ASL n. 4 di Lanusei sull'attivazione del servizio di emodinamica. (146/C-6)

Interpellanza Arbau - Ledda - Perra - Azara sui gravissimi problemi causati agli insegnanti precari e alla scuola sarda dalle disposizioni della legge n.107 del 2015.

I sottoscritti,

premesso che:

- il decreto del Governo Renzi denominato "La Buona Scuola" divenuto legge n. 107 il 13 luglio scorso, stabilisce le modalità del piano straordinario per la messa in ruolo di tutti gli insegnanti precari presenti nelle graduatorie e prevede l'immissione in ruolo di oltre centomila docenti in tutta Italia;

- il relativo bando richiede tassativamente agli insegnanti precari la compilazione di un modulo che li obbliga, entro il termine perentorio del prossimo 14 agosto, a scegliere l'ordine di preferenza fra cento province italiane;

- il destino di migliaia di sardi, insegnanti precari da una vita, viene così affidato ad una procedura informatica automatizzata che assegnerà la prima sede disponibile, in qualsiasi provincia, in relazione al punteggio massimo, attingendo da una sterminata graduatoria nazionale;

considerato che:

- alla Sardegna sono stati assegnati solamente 788 posti disponibili nelle scuole di ogni ordine e grado, che comprendono anche 261 posti di sostegno, posti che non potranno essere coperti dai docenti sardi in graduatoria, in quanto non abilitati col titolo di specializzazione, per cui la disponibilità effettiva è di poco superiore alle 500 unità;

- per migliaia di insegnanti precari sardi si annunciano veri e propri drammi non solo nella gestione della vita professionale ma anche familiare, costretti a scegliere tra il trasferimento in sedi lontane e la rinuncia al sogno del passaggio in ruolo, inseguito per un'intera vita con sacrifici e rinunce;

- il piano straordinario che si cela dietro lo slogan "La Buona Scuola" si tradurrà, per gran parte dei nostri docenti precari, prevalentemente donne e ultra quarantenni, in una vera e propria deportazione nella penisola con i comprensibili disagi conseguenti allo sradicamento dal territorio dove vivono e lavorano stabilmente, dove hanno messo su famiglia, spesso acquistato l'abitazione e contratto mutui, in un programma di vita futura che coinvolge coniugi, figli e, frequentemente, parenti anziani e non autosufficienti;

sottolineato che:

- i disagi e l'onerosità di un trasferimento dalla Sardegna verso la penisola sono eccezionalmente superiori rispetto ai trasferimenti tra le altre regioni e per i docenti sardi non esiste il discrimine tra sedi fuori dall'Isola più o meno vicine e vantaggiose: i collegamenti aerei e marittimi presentano costi e modalità fortemente penalizzanti con cui il popolo sardo fa i conti da sempre;

- Trentino e Valle d'Aosta, pur non avendo i problemi legati all'insularità, hanno avviato azioni al fine di consentire ai propri insegnanti di lavorare nel proprio territorio regionale;

- risulta quantomeno paradossale che i docenti che per decenni hanno insegnato in Sardegna come precari debbano improvvisamente lasciare la Regione per ottenere il legittimo passaggio in ruolo, lasciando scoperti incarichi su cui presumibilmente prolifereranno nuove leve di precari, affidando la loro vita e quella delle loro famiglie a una "grande lotteria nazionale", sminuendo la loro dedizione e la professionalità dimostrata in decenni di precariato,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali provvedimenti abbiano adottato al fine di evitare questo ulteriore vulnus inflitto alla scuola sarda, già fortemente penalizzata dalle decisioni del Governo statale;

2) quali azioni intendano avviare per tutelare il diritto dei docenti precari sardi a continuare a prestare la propria opera nel territorio regionale;

3) quali iniziative intendano promuovere avverso le disposizioni previste dalla legge n. 107 del 2015 a difesa delle prerogative costituzionali della Regione. (147)

Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Anedda - Usula - Cherchi Augusto - Tendas - Manca Pier Mario - Moriconi - Sabatini - Manca Gavino - Desini - Cocco Pietro sul finanziamento di progetti per la realizzazione di reti per la sicurezza del cittadino e del territorio da parte dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione.

I sottoscritti,

premesso che l'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione:

- con l'intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio", in conformità agli indirizzi di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 48/24 dell'11 dicembre 2012 e n. 24/17 del giugno 2013, si propone di rispondere all'esigenza espressa dai comuni dell'Isola di poter disporre di sistemi tecnici e strumenti tecnologici per la tutela del cittadino e del territorio, favorendo al contempo la fruizione di tali tecnologie mediante il loro collegamento in rete;

- con la determinazione n. 616 del 22 novembre 2013 ha approvato l'avviso pubblico per la ricezione di manifestazioni d'interesse per il finanziamento di progetti per la realizzazione di "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio";

- con la determinazione n. 849 del 25 novembre 2014 ha approvato la relativa graduatoria a seguito dell'esame degli oltre 200 progetti ammissibili proposti dagli enti locali;

rilevato che l'intervento è stato predisposto per essere finanziato con i fondi del POR FESR 2007-2013 per un importo pari a euro 4.500.000 e inserito nella linea di attività 1.1.1.a. denominata "Realizzazione di nuovi servizi online per cittadini e imprese, completamento della rete della pubblica amministrazione locale e informatizzazione degli Enti e Agenzie regionali" Asse I "Società dell'informazione";

considerato che la deliberazione della Giunta regionale n. 52/30 del 23 dicembre 2014:

- dà mandato alla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione di attivare gli atti necessari e conseguenti al riutilizzo delle risorse rientrate nella disponibilità del fondo FAS/FSC al fine di assicurare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell'intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio", secondo nuova tempistica non vincolata ai termini di chiusura del POR FESR 2007-2013 e per un importo pari a euro 6.900.000, tale da consentire l'accoglimento di tutte le domande idonee;

- dà mandato alla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione, all'autorità di gestione del POR FESR e alla Direzione generale della presidenza di attivare, in stretto coordinamento col Dipartimento per lo sviluppo e la coesione del Ministero dello sviluppo economico, l'integrazione di tale progetto negli APQ vigenti;

valutata l'importanza per le amministrazioni locali di dotarsi delle infrastrutture abilitanti per la realizzazione di nuovi servizi per la sicurezza dei cittadini e del territorio;

ritenuto di dover assicurare un migliore coordinamento tra gli enti locali e i diversi organismi pubblici coinvolti per la risoluzione delle problematiche riguardanti la sicurezza nel territorio (Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Protezione civile, Vigili del fuoco, forze dell'ordine, ASL, ecc.) anche alla luce del crescente numero di atti intimidatori e di attentati agli amministratori locali,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione, affinché si pronuncino:

1) sugli atti avviati al fine di assicurare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell'intervento "Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio";

2) sulla tempistica per il reperimento di tali risorse e se le stesse consentono l'accoglimento di tutte le domande idonee;

3) sulla possibilità di procedere ad una ulteriore variazione della fonte di finanziamento al fine di accelerare i tempi di erogazione dei finanziamenti agli enti locali. (148)

Interpellanza Locci - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sull'accoglienza dei migranti in Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- nelle giornate del 22 e del 23 agosto 2015, nell'ambito dell'operazione "Triton", circa 4.000 persone provenienti da acque libiche sono state tratte in salvo nelle acque del canale di Sicilia da unità navali della Marina italiana e della Guardia di finanza con l'ausilio di una nave battente bandiera norvegese;

- circa 950 migranti sono stati accompagnati per i primi soccorsi nel porto di Cagliari;

- secondo fonti di stampa verranno allocati in centri di accoglienza non meglio identificati dislocati nel territorio della Regione;

evidenziato che:

- si tratta della terza operazione di salvataggio che vede come centrale operativa il porto di Cagliari e il territorio della Regione;

- delle tre operazioni di salvataggio, quest'ultima è da considerarsi la più grossa in virtù del numero delle persone da soccorrere;

- i rappresentanti dell'ANCI Sardegna hanno manifestato più volte preoccupazione sulle modalità di gestione delle operazioni di soccorso dei migranti;

ritenuto che sia necessario fare chiarezza sulle modalità di gestione delle operazioni di assistenza e sul livello di collaborazione tra istituzioni statali, regionali e locali,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quanti migranti siano sbarcati in Sardegna dall'inizio dell'emergenza;

2) quanti di loro hanno lasciato la Sardegna per recarsi nella Penisola;

3) in quali strutture siano ospitati;

4) quali siano gli enti che stanno incassando i 35 euro giornalieri per migrante assistito, messi a disposizione dall'Europa;

5) chi effettui il controllo sui servizi effettivamente resi ai migranti e sulla loro sistemazione;

6) se esista una rendicontazione dei soldi spesi o impegnati;

7) quali siano le procedure di accreditamento delle associazioni;

8) quali siano le procedure di assegnazione dei migranti ai vari enti accreditati;

9) quanti altri sbarchi e quante altre ripartenze verso la Penisola siano previsti nel prossimo mese;


10) se esista un piano per l'integrazione dei migranti che decidessero di restare nell'Isola. (149)

Mozione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus per la revisione del piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa che prevede la chiusura di alcuni uffici postali della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- Poste Italiane Spa ha presentato all'inizio del 2015 un piano di razionalizzazione redatto sulla base dell'accordo triennale sottoscritto con il Ministero dello sviluppo economico (contratto di programma) e secondo quanto disposto dal decreto ministeriale 7 ottobre 2008;

- il suddetto piano comprenderebbe investimenti e assunzioni di nuovo personale ma, nel contempo, per una supposta ottimizzazione delle risorse, vorrebbe procedere alla chiusura su tutto il territorio nazionale di circa 450 uffici e alla conseguente "razionalizzazione" dell'orario di lavoro in circa 600 agenzie postali;

- sulla base delle affermazioni dei vertici di Poste Italiane Spa, anche in Sardegna, era stata ipotizzata la chiusura e/o riduzione del servizio di oltre quindici uffici postali, dislocati in particolare nelle località di Cortoghiana, Turri, Genuri, Pauli Arbarei, Nurallao, Ballao, Modolo, Borutta, Esporlatu, Ozieri, Nughedu San Nicolò, Cheremule, Ardara, Romana e di alcuni uffici di Cagliari;

- il piano di razionalizzazione era stato temporaneamente sospeso, in forza di un interessamento delle forze politiche isolane, con l'obiettivo di arrivare ad una valutazione più precisa e aderente alle specificità della Sardegna, attraverso l'avvio di un tavolo di trattative con il fine di analizzare la specifica situazione regionale e l'erogazione dei servizi postali nel territorio sardo;

VALUTATO che il suesposto piano di riorganizzazione causerebbe notevoli difficoltà in primis alla popolazione dei piccoli centri sopra menzionati, i cui uffici postali passerebbero inizialmente a una apertura a giorni alterni per poi arrivare ad una definitiva chiusura e che lo stesso personale di Poste Italiane Spa sarebbe costretto a subire una razionalizzazione in termini di riduzione di orario di lavoro;

TENUTO CONTO che:

- da esperienze pregresse di riduzione o soppressione di servizi pubblici è derivato un grosso svantaggio per le comunità interessate e che, ancor più in questo caso, interessando zone svantaggiate del territorio, soggette a spopolamento, ad alto tasso di popolazione anziana e con difficoltà di spostamento, presentano ancor più elevati elementi di criticità e presumibili disagi per l'utenza;

- nei comuni sopra citati risulta essere debole la copertura wi-fi che eventualmente potrebbe sopperire alla mancanza di postazioni fisiche e che, comunque, il basso grado di alfabetizzazione informatica della popolazione non consentirebbe allo stato attuale di sostituire in toto gli uffici con i servizi postali on line;


PRESO ATTO che il tavolo delle trattative circa la ridefinizione del piano di razionalizzazione proposto da Poste Italiane Spa non è mai stato attivato e, pertanto, la sospensione ottenuta nei primi mesi del 2015 ha operato solo come differimento e non soluzione dell'ipotesi di chiusura degli uffici postali a rischio;

TENUTO CONTO che al fine di consentire una valutazione più puntuale dell'impatto del suddetto piano di razionalizzazione sulla popolazione locale, nonché l'individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale, l'articolo 5, comma 1, della delibera n. 342/14/CONS adottata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, prevede l'obbligo di notifica preventiva ai sindaci dei comuni interessati almeno 60 giorni prima dell'intervento;

ACCERTATO che le comunicazioni di chiusura o riduzione orario degli uffici postali interessati al piano di razionalizzazione di Poste Italiane Spa sono già state notificate ad alcuni sindaci e, per alcuni uffici postali, si prefigura la chiusura definitiva già in data 7 settembre 2015, senza peraltro aver mai attivato le procedure di trattativa presso il tavolo di confronto,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti atti ad evitare la chiusura degli sportelli postali isolani;

2) ad agire tempestivamente per richiedere l'apertura di un urgente tavolo delle trattative per la revisione del piano di razionalizzazione;

3) a intervenire con la massima urgenza presso il Ministero dello sviluppo economico per una reale sensibilizzazione nei confronti dei vertici di Poste Italiane Spa al fine del riesame del piano di chiusura e razionalizzazione alla luce delle specificità del territorio isolano e dei comuni della Sardegna. (167)

Mozione Tedde - Peru - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Pinna Giuseppino - Tatti - Rubiu - Oppi - Crisponi - Orrù - Truzzu - Carta - Cossa circa lo stato di attuazione del protocollo d'intesa per la "Chimica Verde" a Porto Torres.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il 26 maggio 2011 è stato sottoscritto a Palazzo Chigi il protocollo d'intesa per la "Chimica Verde" a Porto Torres, tra Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero delle politiche agricole, Ministero dello sviluppo economico, Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Sassari, Comune di Alghero, Comune di Porto Torres, Comune di Sassari, Novamont, Eni, Polimeri Europa (oggi Versalis), Syndial, Enipower, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filctem, Femca, Uilcem e Ugl Chimici, finalizzato a favorire la riconversione industriale del sito petrolchimico di Porto Torres in un polo per la realizzazione di prodotti chimici ecocompatibili, con impianti per la produzione di monomeri-bio, bio-plastiche, biolubrificanti, additivi per gomme ed elastomeri nonché di una centrale elettrica alimentata a biomasse, a promuovere i processi di riqualificazione professionale delle risorse umane, ad accelerare gli interventi di riparazione ambientale attraverso processi di bonifica delle aree del petrolchimico di Porto Torres interessate dal progetto "Chimica Verde", il primo in Italia, per un investimento complessivo di circa 700 milioni di euro e l'occupazione di circa 700 addetti;

CONSIDERATO che col predetto protocollo si puntava a trasformare il sito di Porto Torres in polo d'eccellenza a livello europeo nel settore della chimica verde grazie alla sinergia tra chimica di base e chimica verde con a monte l'integrazione con la filiera agricola e a valle lo sviluppo e la specializzazione delle PMI interessate alla filiera delle nuove produzioni "bio";

SOTTOLINEATO che il predetto protocollo prevedeva, inoltre, precisi impegni della Regione volti, tra l'altro, a implementare a livello regionale, provinciale e comunale, piani di raccolta differenziata della frazione organica e programmi di riduzione dell'utilizzo di plastiche in agricoltura e nell'agroindustria che prevedessero l'utilizzo di bioplastiche biodegradabili e compostabili;

EVIDENZIATO, inoltre, che "l'addendum" al predetto protocollo impegnava la Regione alla definizione di un progetto integrato per il territorio di Porto Torres che prevedesse ulteriori opportunità di verticalizzazione industriale della chimica verde, strumenti di promozione dello sviluppo locale e di contrasto della crisi delle aree industriali con interventi di incentivazione per la creazione d'impresa, l'auto impiego, la formazione e riqualificazione del personale, le agevolazioni per l'accesso al credito, crediti d'imposta e ogni altro strumento utile per la nascita di nuove imprese e per la ricollocazione degli addetti diretti ed indiretti del sito industriale di Porto Torres;

PREMESSO, altresì, che a seguito degli impegni istituzionali assunti con la sottoscrizione a Porto Torres del protocollo d'intesa, i soggetti coinvolti hanno posto in essere un serie di azioni che dal 2011 al 2014 hanno portato all'apertura del primo impianto Matrica, società nata nel 2011 dalla jont venture tra Novamont e Polimeri Europa (oggi Versalis), cui è stata affidata la realizzazione in Sardegna di un impianto di bioraffineria integrata di terza generazione che, partendo dall'utilizzo di materie prime agricole e di scarti vegetali, produce prodotti chimici (biochemicals, biointermedi, basi per biolubrificanti e bioadditivi per gomme) attraverso processi innovativi e a basso impatto ambientale;

DATO ATTO che:

- nel 2013 è stato firmato un protocollo d'intesa tra Matrica e Coldiretti Sardegna per la filiera agricola di Matrica al fine di favorire il reperimento delle materie prime della bioraffineria che saranno costituite da colture oleaginose autoctone selezionate dalle quali saranno estratti oli vegetali che, attraverso un processo alla sua prima applicazione industriale, saranno a loro volta trasformati in prodotti utilizzabili sia per applicazioni nel settore farmaceutico, fitosanitario e cosmetico (per la cura dei capelli e della pelle, per esempio), sia per la produzione di biolubrificanti con interessanti applicazioni nei settori agricolo, marino ed automobilistico, per offrire soluzioni che permettano migliori prestazioni con minori consumi di energia e di componenti di origine fossile, sia come monomeri per bioplastiche;

- altresì, nel quadro delle iniziative oggetto del protocollo d'intesa di Porto Torres del maggio 2011, Matrica ha realizzato un centro di ricerca d'eccellenza che include laboratori e impianti pilota e che ha incentrato la propria attività sullo sviluppo e ottimizzazione di nuovi processi di conversione di prodotti derivati da fonti rinnovabili;

RILEVATO che:

- nel giugno 2014 sono stati avviati i primi tre impianti nell'ambito del progetto Matrica per il quale è complessivamente previsto un investimento di circa 500 milioni di euro, dei 700 milioni inizialmente previsti, finalizzato alla realizzazione di uno dei più grandi ed innovativi complessi industriali di chimica verde al mondo, con una capacità complessiva installata a regime di circa 350 mila tonnellate annue di bio-prodotti;

- altresì, solo per i predetti impianti sono stati già investiti circa 180 milioni di euro con un occupazione media dell'indotto di circa 400 persone, che si aggiungono ai 130 dipendenti di Matrica, ed un impatto estremamente positivo in termini di opportunità di rilancio del sito industriale di Porto Torres;

EVIDENZIATO che lo sviluppo di processi industriali a ridotto impatto ambientale costituisce un'irrinunciabile opportunità di crescita sostenibile e una nuova frontiera nell'innovazione industriale per trasformare progressivamente Porto Torres ed il territorio di primo riferimento in un polo d'eccellenza europeo nel settore della "Chimica Verde", attraverso l'integrazione con la filiera agricola e lo sviluppo e la specializzazione delle piccole medie imprese interessate alla filiera delle nuove produzioni "bio";

OSSERVATO che, rispetto agli impegni istituzionali assunti con il protocollo d'intesa del 26 maggio 2011, sono stati accumulati notevoli ritardi che hanno quasi impedito lo sviluppo della filiera agricola che dovrebbe fornire la materia prima oleica per l'alimentazione degli impianti di Matrica, per la quale il progetto prevedeva la coltivazione di circa 3.500 ettari di terreni destinati al cardo di cui solo circa 400 ettari sono stati a tale scopo destinati;

CONSIDERATO che:

- i ritardi nell'attuazione del protocollo d'intesa hanno impedito lo sviluppo dei mercati di prodotti derivati dalle lavorazioni "bio", non consentendo l'integrazione a monte con la filiera agricola e a valle l'insediamento, lo sviluppo e la specializzazione di nuove imprese presso il territorio di Porto Torres, in particolare a causa del mancato sostegno finalizzato a favorire l'incremento della raccolta differenziata;

- altresì, le difficoltà nello sviluppo della filiera agricola e nell'insediamento delle piccole e medie imprese interessate alla filiera delle nuove produzioni "bio", sono imputabili soprattutto all'assenza di incentivi ed interventi regionali o comunitari di sostegno sotto il profilo economico, finanziario e fiscale sui quali la Regione è stata latitante rispetto agli impegni assunti con la sottoscrizione del protocollo d'intesa e del suo "addendum";

EVIDENZIATO che nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru si legge: "L'altra chiave del successo è accompagnare il declino dell'industria tradizionale, favorendo lo sviluppo dell'industria dell'innovazione accelerando il contributo che la nostra Regione può avere e può dare alla sua terza rivoluzione industriale… Tutto ciò richiede però anche una nuova regia delle competenze regionali in materia di imprese con l'istituzione dell'Assessorato per lo sviluppo economico, che assicuri una governance unitaria delle politiche per le attività produttive, prevedendo interventi che possano favorire la capitalizzazione delle imprese, un più facile accesso al credito, il sostegno alle imprese innovative e l'apertura ai mercati internazionali. ", parole che ad oggi suonano più come dichiarazioni d'intenti che come obbiettivi programmatici di governo, stante l'assenza di adeguate ed efficaci misure di politica industriale a sostegno dello sviluppo della "Chimica Verde" di Porto Torres;

DATO ATTO, infine, che nel gennaio scorso l'Eni ha annunciato la cancellazione dal programma d'investimenti della realizzazione della centrale a Biomassa integrata al sito industriale di Porto Torres,

impegna il Presidente della Regione affinché

1) intervenga tempestivamente per rimuovere le cause che sottendono ai ritardi accumulati nell'attuazione degli impegni istituzionali assunti con il protocollo d'intesa del 26 maggio 2011 e del suo "addendum", causa del mancato sviluppo della filiera agricola che avrebbe dovuto alimentare gli impianti di Matrica con la coltivazione di circa 3.500 ettari di terreni destinati al cardo e del mercato dei prodotti derivati da lavorazioni "bio" con conseguente insediamento di nuove imprese sul territorio di Porto Torres;

2) ponga in essere ogni iniziativa ritenuta necessaria a realizzare quelle condizioni incentivanti che avrebbero dovuto fungere da attrattori e da propulsori per l'insediamento e lo sviluppo di nuove imprese nel settore della "Chimica Verde" creando nuove opportunità occupazionali, per le quali la Regione Sardegna si era impegnata;

3) chiarisca le ragioni che hanno indotto Eni a cancellare dal programma d'investimenti la centrale a biomassa integrata al sito industriale di Porto Torres e solleciti Eni a recedere da questo intento che costituisce inadempienza al protocollo d'intesa. (168)

Mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Unali - Moriconi - Agus - Anedda - Tendas - Pinna Rossella sull'accordo commerciale internazionale USA-UE denominato "Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP)".

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- con l'incontro tenutosi nel giugno 2013 tra il Presidente degli Stati Uniti. Obama. e l'allora Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, sono stati ufficialmente avviati i negoziati su un accordo commerciale internazionale denominato "Transatlantic Trade and Investment Partnership" (Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti), di seguito "TTIP";

- l'obiettivo di tale accordo, si legge nelle "Direttive di negoziato sul Partenariato transatlantico per gli scambi e gli investimenti tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America", adottate dal Consiglio "Affari esteri" (Commercio) il 14 giugno 2013, è quello di ''aumentare gli scambi e gli investimenti tra l'UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali'';

- l'accordo dovrebbe prevedere una serie di interventi in tre distinte macroaree: aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, uniformare e semplificare le normative abbattendo le differenze non legate ai dazi e intervenire sulle normative a fini di omogeneizzazione;

- in tal senso, sono state individuate tre macroaree:

- accesso al mercato, inerente merci, servizi, investimenti e appalti;

- ostacoli non tariffari, al fine di rimuovere barriere non tariffarie, ossia, misure adottate da un mercato per limitare la circolazione di merci, comprese quelle esistenti, gli scambi e agli investimenti;

- normativa, al fine di migliorare la compatibilità normativa e porre conseguentemente in essere le basi per una regolamentazione globale;

PREMESSO altresì che:

- tali negoziati, tuttavia, la cui conclusione è prevista nel 2015, sono stati immediatamente contraddistinti da una quasi totale segretezza che ha suscitato non poche perplessità sia tra gli addetti ai lavori, sia tra le popolazioni interessate;

- anche per ragione legate alla segretezza, le istituzioni europee hanno nel corso del tempo pubblicato una serie di documenti legati ai negoziati, commissariando anche uno studio estremamente positivo sull'impatto dell'accordo sull'economia europea;

CONSIDERATO che:

- i diversi studi (Center for Economic Policy Research e Aspen Institute) succitati hanno stilato dei possibili benefici dell'accordo in parola, sottolineandone i potenziali aumenti in termini di innalzamento del volume di scambi, delle esportazioni europee, aumento del PIL mondiale e dei singoli stati, maggiore concorrenza e maggiore ricerca in tecnologia e innovazione e semplificazione burocratica;

CONSIDERATO altresì che anche per le ragioni di segretezza citate in precedenza, contro il TTIP si è immediatamente mobilitata una larga fetta dell'opinione pubblica, preoccupata per i futuri scenari con particolare riguardo ai seguenti profili:

- l'eliminazione delle barriere "non tariffarie", ovvero le normative che limitano la piena libertà d'investimento, agevolerebbero i profitti realizzabili dalle società transnazionali;

- la possibilità data agli investitori transnazionali di citare in giudizio, presso un tribunale arbitrale creato ad hoc (ISDS, Investor-State Dispute Settlement), i governi sovrani e le autorità locali, qualora le loro società subissero perdite, anche potenziali, di profitti in seguito a decisioni di politica pubblica adottate dalle autorità medesime, con evidenti ripercussioni sull'autonomia delle autorità pubbliche, anche in termine di destrutturazione della coesione sociale delle comunità territoriali;

- l'eliminazione delle barriere "non tariffarie" avrebbero pesanti conseguenze sulla tutela dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, della salvaguardia dei beni comuni, delle garanzia di standard per la sicurezza alimentare e per la tutela dell'ambiente e della dignità sociale;

- la creazione di nuovi mercati, con l'apertura dei servizi pubblici e dei contratti per appalti governativi alla concorrenza di imprese transnazionali, rischierebbero di provocare un'ulteriore ondata di privatizzazioni in settori chiave come la sanità e l'istruzione;

- la "deregolamentazione della sicurezza alimentare" che scaturirebbe dall'eliminazione delle normative europee sulla sicurezza alimentare, con specifico riferimento agli Ogm (Organismi geneticamente modificati) e, più in generale, con il superamento del "principio di precauzione" europeo;

- sul tema ambientale, infine, non poco, inquietudine solleva il tema dell'inversione dell'onere della prova nel settore chimico;

RICHIAMATOl'articolo 52 dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna, il quale prevede che "La Regione è rappresentata nella elaborazione dei progetti dei trattati di commercio che il Governo intenda stipulare con Stati esteri in quanto riguardino scambi di specifico interesse della Sardegna. La Regione è sentita in materia di legislazione doganale per quanto concerne i prodotti tipici di suo specifico interesse.";

impegna la Giunta regionale e il Presidente della Regione

1) a promuovere, ai sensi dell'articolo 52 dello Statuto sardo, ogni possibile intervento presso le sedi competenti al fine di consentire alla Regione di rappresentare la propria posizione sull'accordo commerciale internazionale USA-UE denominato "Partenariato Transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP)";

2) a promuovere ogni azione possibile, a livello nazionale e comunitario, al fine di evitare le conseguenze negative che deriverebbero dalla sottoscrizione dell'accordo da parte dell'Italia per i cittadini, gli agricoltori e l'economia sarda nel suo complesso;

3) a promuovere, presso i cittadini del nostro territorio e presso tutti gli altri enti locali, azioni di sensibilizzazione e informazione riguardanti il TTIP. (169)

Mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Pinna Rossella - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Unali - Moriconi - Agus - Anedda - Tendas sull'opportunità della pubblicazione a favore di cittadini e imprese di una sezione dedicata ai testi coordinati della normativa regionale vigente all'interno del sito istituzionale della Regione.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che

- la pubblicazione delle leggi rappresenta una fase necessaria dell'iter legislativo (cosiddetta "fase integrativa dell'efficacia") ed è finalizzata, fondamentalmente, ad assolvere una funzione sia di natura legale, in quanto consente alla legge stessa oggetto di pubblicazione il pieno dispiegarsi dei propri effetti giuridici, sia di natura informativa, in quanto consente la conoscibilità della legge pubblicata, sussistendo, in linea di massima, una generalizzata presunzione di conoscenza in capo a tutti i cittadini;

- l'articolo 33, comma 4, dello Statuto speciale per la Sardegna, che disciplina la suddetta fase del procedimento di formazione delle leggi regionali, dispone che le leggi regionali siano "promulgate dal Presidente della Regione" e che le stesse entrino (...) "in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della loro pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, salvo che esse stabiliscano un termine diverso";

- altresì, nell'ultimo decennio si è assistito, anche in seguito all'approvazione del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (cosiddetto "Codice dell'amministrazione digitale") ad un forte incremento dell'utilizzo, da parte dell'amministrazione pubblica, degli strumenti informatici con conseguente impegno alla dematerializzazione quale specifico profilo legato al miglioramento degli standard di efficienza ed economicità dei pubblici poteri;

- uno dei punti di approdo di tale processo ha portato la grande maggioranza delle regioni italiane all'introduzione del bollettino ufficiale telematico accanto a quello tradizionale cartaceo;

- in Sardegna, i processi legati ad incentivare l'informatizzazione dell'attività amministrativa hanno portato, tra l'altro, all'approvazione della legge regionale 1° febbraio 2012, n. 3 ("Bollettino ufficiale digitale della Regione autonoma della Sardegna"), la quale, all'articolo 1, dispone che "il Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna, di seguito denominato BURAS, è lo strumento legale di conoscenza delle leggi e dei regolamenti regionali, degli atti amministrativi della Regione e di tutti gli atti in esso pubblicati (...)";

CONSIDERATO che:

- i nuovi strumenti informatici, che sostituiscono e/o accompagnano le tradizionali forme di pubblicità legale, non appaiono totalmente idonei a soddisfare pienamente la domanda di informazione proveniente da cittadini e imprese, in quanto non pensati per esigenze ulteriori, quali ad esempio quelle di ricerca, ma hanno sostanzialmente la caratteristica di contenitori seriali di "aggiornamento sequenziale", e proprio a causa del loro profilo statico non rendono agevole il reperimento di documenti normativi pubblicati da parte dei non addetti ai lavori;

- da tale punto di vista, emergono una serie di problemi in ordine sia alla ricerca del "testo coordinato", ossia la ricerca del "testo vigente" di un documento normativo, sia in ordine alla ricerca del quadro normativo, ossia di quella serie di atti che regolano una determinata materia; sia, ancora, in ordine alla reperibilità e/o conoscibilità delle norme che interessano diversi settori inserite in leggi c.d. "omnibus";

- altresì il legislatore nazionale ha cercato di affrontare le criticità suindicate oltre che per mezzo di una intensa attività di semplificazione iniziata con la legge 8 marzo 1999, n. 50, per mezzo, in particolare, della legge 23 dicembre 2000 n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2001) e successivamente con il decreto legge 22 dicembre 2008, n. 200;

- più nello specifico, con l'articolo 107 della citata legge n. 388 del 2000 è stato istituito un "fondo destinato al finanziamento di iniziative volte a promuovere l'informatizzazione e la classificazione della normativa vigente al fine di facilitarne la ricerca e la consultazione gratuita da parte dei cittadini";

- da queste iniziative è stato costruito il progetto "Normattiva.it", una banca dati pubblica in funzione dal marzo 2010, che comprende l'intero corpus normativo di epoca repubblicana, che si caratterizza per i seguenti profili: multivigenza, completezza, accessibilità e immediatezza dell'aggiornamento;

- tuttavia, per le leggi regionali il sito "Normattiva.it" opera uno specifico rimando ai siti delle singole amministrazioni; per quanto riguarda la Sardegna, il sito opera un collegamento con la sezione "leggi approvate" del sito del Consiglio;

CONSTATATO che:

- nel sito istituzionale della Regione è presente il corpus normativo regionale in serie sostanzialmente storica;

- nel sito istituzionale della altre regioni d'Italia vi sono non pochi casi di sezioni dedicate anche ai testi normativi coordinati (tra le altre, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto) con casi di archivi che si caratterizzano per la completezza dell'informazione (archivio dei testi storici, archivio dei testi vigenti, archivio dei testi per materia, archivio dell'iter legislativo;

- emblematico, in tal senso, il caso della Sicilia, il cui sito istituzionale presenta un portale che rende possibile la consultazione gratuita di una vastissima raccolta normativa e giurisprudenziale organizzata ad uso di cittadini, enti, aziende e professionisti. Tale raccolta contiene infatti tutta la normativa regionale primaria (in multivigenza), secondaria e la normativa statale ed europea che trova applicazione nella Regione, con testi annotati e correlati alla associata giurisprudenza costituzionale, contabile e amministrativa;

RICHIAMATI:

- il Programma regionale di sviluppo vigente, nel quale si prevedono diversi interventi al fine di migliorare la perfomance istituzionale della Regione - anche con azioni migliorative sul sito istituzionale - con specifico riferimento alla semplificazione anche normativa;

- la delibera della Giunta regionale n. 23/5 del 26 giugno 2014 che prevede, tra l'altro, la definizione degli ambiti prioritari di intervento ed attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema normativo e amministrativo regionale a favore del tessuto imprenditoriale sardo, e che istituisce il Tavolo regionale permanente per la semplificazione normativa;

DATO ATTO che, anche a livello di dottrina, è oramai condivisa l'opinione che le leggi siano troppe, spesso mal scritte, a volte sconosciute allo stesso legislatore e che tale ipertrofia normativa ostacoli la piena conoscibilità degli atti normativi per una vasta platea, ponendo in tal senso un problema, costituzionalmente rilevante, in ordine alla loro capacità divulgativa e alla loro attitudine a consentirne l'accesso e la conoscibilità a tutti i cittadini in condizioni di eguaglianza,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a promuovere, nel breve periodo, gli opportuni interventi che consentano la pubblicazione, nel sito istituzionale della Regione, dei testi di legge regionale coordinati con tutte le successive modifiche, integrazioni e abrogazioni, anche utilizzando a tal fine un apposito tavolo tematico in seno al Tavolo regionale permanente per la semplificazione normativa;

2) a promuovere, nell'ambito degli interventi previsti dal PRS inerenti la semplificazione normativa e il sito istituzionale, il miglioramento della sezione dedicata alla normativa regionale, anche con un eventuale riordino operato per materia, al fine di facilitarne la ricerca e la consultazione gratuita da parte di cittadini e imprese e, conseguentemente, un più adeguato accesso all'esercizio del diritto all'informazione giuridica. (170)

Mozione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra - Truzzu - Orrù - Crisponi - Cossa - Carta - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti circa la grave situazione nella quale versano 28 imprenditori alberghieri a seguito delle ingiunzioni di restituzione del contributo erogato in applicazione della legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, notificate dall'Assessorato del turismo, artigianato e commercio della Regione.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- con legge regionale 14 settembre 1993, n. 40 e legge regionale 11 marzo 1998, n. 9, la Regione Sardegna aveva rispettivamente introdotto e modificato un regime di agevolazioni per lo sviluppo dell'economia turistica finalizzato all'adeguamento delle strutture ricettive esistenti al fine di elevarne la qualità dell'offerta e l'economicità della gestione ed alla riqualificazione e alla crescita delle piccole e medio imprese esercenti attività turistiche;

- altresì, il sistema di agevolazioni individuava come destinatari degli interventi di sostegno le imprese turistiche private, singole o consorziate, come definite dall'articolo 5 della legge 17 maggio 1983, n. 217;

DATO ATTO che:

- il regime di aiuti previsto dalle leggi regionali sopra richiamate era stato sottoposto alle obbligatorie valutazioni della Commissione europea la quale ne dichiarava la compatibilità con il mercato comune concedendone l'autorizzazione all'applicazione;

- altresì, a seguito dell'autorizzazione comunitaria la Regione approvava la direttiva di attuazione degli aiuti previsti dalla legge regionale n. 40 del 1993 e dalla legge regionale n. 9 del 1998 stabilendo che fossero ammissibili gli interventi e le spese effettuati o sostenute successivamente alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998;

CONSIDERATO, tuttavia, che:

- contestualmente la Giunta regionale con deliberazione n. 33/6 del 27 luglio 2000 stabiliva che, in deroga alle nuove direttive ed in fase di prima applicazione della legge regionale n. 9 del 1998, potessero essere ammessi alle agevolazioni anche coloro i quali avessero effettuato i lavori o sostenuto le spese prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998, ammettendo espressamente che, a seguito della pubblicazione della direttiva di attuazione sul BURAS, si erano determinate aspettative da parte dei potenziali beneficiari e che, pertanto, "un 'ipotesi di esclusione delle opere o forniture antecedenti la data di presentazione della domanda ovvero di entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998 avrebbe potuto determinare concrete possibilità di ricorsi giurisdizionali ed altrettanto realistiche possibilità di soccombenza in giudizio dell'Amministrazione regionale;

- altresì, con deliberazione della Giunta regionale n. 23/40 del 18 luglio 2002, modificata con deliberazione n. 5/38 del 7 febbraio 2003, la Regione approvava la graduatoria degli interventi ammessi alle agevolazioni previste dalla legge regionale n. 9 del 1998;

PRESO ATTO che:

- a distanza di un anno mezzo dal riconoscimento del contributo, la Regione comunicava ai beneficiari che la Commissione europea aveva avviato la procedura di indagine formale in relazione al regime di aiuti previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998 per la violazione del trattato dell'Unione europea e per aver concesso agevolazioni ad imprese che avevano avviato i lavori o sostenuto spese prima della presentazione della domanda, ovvero, prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 9 del 1998, disattendendo l'esplicito obbligo contenuto nell'autorizzazione comunitaria di concedere gli aiuti in questione esclusivamente alle imprese che avessero presentato domanda prima dell'inizio dell'esecuzione del progetto;

- altresì, la Commissione europea concludeva l'indagine formale relativa ai contributi previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998 dichiarandoli "aiuti di Stato" e, pertanto, non compatibili con i principi e le norme che disciplinano e regolamentano il mercato comune;

ATTESO che a seguito della decisione della Commissione europea, la Regione disponeva la sospensione delle erogazioni pendenti e ingiungeva alle imprese che avevano già incassato i contributi la restituzione di quanto erogato che ad oggi ammonta a circa 24.800.000 euro, oltre ad interessi e spese;

DATO ATTO che i tentativi della Regione e dei beneficiari di adire il Tribunale e la Corte di giustizia europea ed il Tribunale civile italiano per ottenere l'annullamento dei provvedimenti di recupero dei contributi non sono andati a buon fine e che, pertanto, le 28 imprese alle quali è stata chiesta la restituzione dei contributi previsti dalla legge regionale n. 9 del 1998 versano in un grave situazione finanziaria che rischia di epilogare nel peggiore dei modi per cause ad esse non imputabili, con l'apertura di procedure concorsuali nei confronti di storiche ed importanti realtà alberghiere sarde sane, ancora in attività, che garantiscono circa 4.300 posti letto ed occupano circa 1.000 lavoratori, col rischio di arrivare al fallimento;

RICORDATO che recentemente la Regione ha dovuto risolvere un problema analogo nel comparto agricolo nel quale, analogamente a quanto sta accadendo nel settore turistico-alberghiero, la Commissione europea aveva dichiarato contrari alle norme comunitarie gli aiuti previsti dalla legge 13 dicembre 1988, n. 44, a favore delle imprese agricole sarde alle quali era stata chiesta la restituzione dei contributi erogati;

EVIDENZIATO che in quell'occasione la Regione aveva considerato gli aiuti alle imprese agricole sarde "aiuti de minimis", ovvero sostegni che per la loro modesta entità, attualmente fissata dalle norme comunitarie in 200.000 euro, sono ammessi non configurandosi come "aiuti di Stato";

RITENUTO che analoga soluzione possa e debba essere perseguita dalla Regione al fine di arginare i danni derivanti alle 28 imprese alberghiere sarde dalla decisione della Commissione europea scaturita da cause ad esse non imputabili, ma dipendenti da errori dell'Amministrazione regionale,

impegna il Presidente della Regione affinché

1) intervenga con la massima urgenza per porre parzialmente rimedio alle gravi conseguenze derivanti dalla richiesta di restituzione dei contributi erogati in base alla legge regionale n. 9 del 1998, che ammontano a circa 24.800.000 euro oltre a interessi e spese, a favore di 28 imprese alberghiere sarde, ricorrendo alla soluzione applicata alle imprese agricole in analoga situazione, che aveva consentito di considerare i contributi ad esse concessi "aiuti de minimis" e non "aiuti di Stato" per la parte che non eccedeva i 200.000 euro;

2) la Giunta regionale individui ed attui le necessarie ed ulteriori misure per sostenere la difficile situazione finanziaria nella quale versano le 28 imprese alberghiere sarde intimate dalla Regione e da Equitalia, alcune delle quali si trovano ad un passo dalla dichiarazione di fallimento o sono sul punto di attivare la procedura di concordato preventivo, per motivi non imputabili alla cattiva gestione o a scelte imprenditoriali errate ma, piuttosto, a causa di errori dell'ente regionale sardo. (171)

Mozione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra sui tagli ai trasferimenti destinati agli enti locali.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- come denunciato dall'ANCI Sardegna, il taglio dei trasferimenti agli enti locali dell'Isola ammonta a circa 60 milioni di euro: 45 milioni statali e 15 milioni della Regione autonoma della Sardegna;

- la Regione non è in grado di impegnare per il 2015 la risorse stanziate per il fondo unico degli enti locali, ma solo 25 milioni di euro, pari al 95 per cento del totale;

- le sollecitazioni dell'ANCI nei confronti della Giunta regionale per l'assegnazione del restante 5 per cento ancora non hanno trovato riscontri concreti da parte dell'Esecutivo;

- il meccanismo del pareggio di bilancio, introdotto dopo l'accordo stipulato tra il ministro Padoan ed il Presidente Pigliaru nel luglio del 2014, rischia di riverberare i suoi effetti negativi sulle casse dei comuni oltre che su quelle regionali;

- in seguito a tale accordo, i comuni hanno già patito la mancata applicazione da parte della Giunta regionale del comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale n. 12 del 2013, che liberava il fondo unico per i comuni dai vincoli, troppo stretti, del patto di stabilità;

- la politica dei tagli indiscriminati si traduce non solo in una riduzione dei servizi, ma altresì in un intollerabile aumento dei tributi locali che, sempre secondo l'ANCI, risulta aumentato del 22 per cento;

- l'incremento delle tasse, il ridimensionamento dei servizi ed il venir meno di misure di sostegno per le mense, i libri scolastici, le famiglie e gli indigenti colpiscono in particolare le fasce più deboli della comunità, con effetti drammatici sul piano sociale;

- i tagli ai comuni si inquadrano in un contesto più ampio, che vede la stessa Regione subire continue sottrazioni di risorse destinate alle infrastrutture, alla sanità ed altri settori vitali del nostro sistema economico sociale, peraltro spesso imposti con leggi palesemente contrastanti con lo Statuto e pertanto illegittime;

- le ultime riduzioni creano un clima di incertezza in una fase in cui i sindaci provano a chiudere i bilanci e soprattutto incidono sulla effettiva possibilità per i comuni di esercitare le proprie funzioni;

- la linea mantenuta finora dalla Giunta regionale nella dialettica con lo Stato centrale non ha portato risultati apprezzabili sul piano concreto ed è stata caratterizzata da un'eccessiva arrendevolezza, culminata con il ritiro dei ricorsi promossi nella scorsa legislatura davanti alla Corte costituzionale con la conseguente scellerata rinuncia a centinaia di milioni di euro rivendicati dalla Sardegna nei confronti dello Stato centrale,

impegna il Presidente della Regione

1) a dare risposte concrete alle richieste dell'ANCI relative al fondo unico per gli enti locali;

2) a riaprire la vertenza entrate, frettolosamente chiusa con il ritiro unilaterale dei ricorsi da parte della Giunta regionale, al fine di rivendicare senza sconti le risorse effettivamente dovute alla Regione autonoma della Sardegna. (172)

Mozione Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco - Zedda Alessandra sui ritardi nell'erogazione dei contributi alle scuole paritarie della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- le scuole dell'infanzia paritarie in Sardegna sono 257 su 822 ovvero il 30,78%;
- tali istituti occupano 1.980 dipendenti per l'istruzione di circa 13.000 bambini;
- le scuote paritarie rappresentano in molti piccoli comuni (49 su 377) e nelle realtà periferiche di quelli più grandi l'unico presidio educativo e sociale presente;
- le dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione espressamente recitano: "Incentiveremo la frequenza delle scuole dell'infanzia da parte di tutti i bambini sin dai primi anni di vita";
- le azioni poste in essere dalla Giunta regionale nei primi 18 mesi del suo mandato stridono con tali affermazioni, alla luce soprattutto di un piano di ridimensionamento scolastico che penalizza numerosi territori e mortifica il diritto allo studio;
- particolarmente grave appare l'atteggiamento della Giunta nei confronti delle scuole paritarie: infatti sono stati erogati solo 6 milioni di euro dei complessivi 18 milioni di contributi previsti;
- tali ritardi rischiano di incidere negativamente non solo nel funzionamento degli istituti e del percorso educativo dei bambini, ma anche nella situazione economica dei dipendenti,

impegna il Presidente della Regione

affinché la Giunta regionale proceda con celerità al pagamento dei contributi destinati alle scuole paritarie della Sardegna. (173)

Mozione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sul ricorso alla Corte costituzionale contro la legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti).

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in data 15 luglio 2015 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 162 la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti";

- il secondo comma dell'articolo 127 della Costituzione stabilisce che "La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge.";

- la materia "istruzione" rientra, a norma dell'articolo 117, terzo comma, tra le materia di legislazione concorrente;

- l'articolo 5 dello Statuto speciale per la Sardegna prevede che, in materia di istruzione di ogni ordine e grado e ordinamento degli studi, la Regione ha facoltà di adattare alle sue particolari esigenze le disposizioni delle leggi della Repubblica, emanando norme di integrazione e attuazione;

- la Corte costituzionale, con giurisprudenza costante, ha ritenuto ammissibili le questioni di legittimità costituzionale prospettate da una Regione, nell'ambito di un giudizio in via principale, in riferimento a parametri diversi da quelli, contenuti nel titolo V della parte seconda della Costituzione, riguardanti il riparto delle competenze tra lo Stato e le Regioni, quando sia possibile rilevare la ridondanza delle asserite violazioni su tale riparto e la ricorrente abbia indicato le specifiche competenze ritenute lese e le ragioni della lamentata lesione (ex plurimis, sentenze n. 22 del 2012, n. 128 del 2011, n. 326 del 2010, n. 116 del 2006 e n. 280 del 2004);

- i commi 180 e 181 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015 delegano al governo l'esercizio della potestà legislativa con riferimento a nove distinti e rilevanti ambiti riconducibili alla materia istruzione;

- deve rilevarsi il vulnus di costituzionalità riscontrabile nelle deleghe conferite, peraltro vaghe, in materie che rientrano nella competenza legislativa concorrente; l'articolo 76 della Costituzione, infatti, subordina la legittimità della delega legislativa alla fissazione dei principi e criteri direttivi, rendendo così assai problematico che l'oggetto della delega stessa possa, a propria volta, essere costituito da principi e, cioè, da determinazioni della stessa natura di quelle che dovrebbero guidarne la formulazione. Senza contare che questi ultimi (i principi, se così può dirsi, al quadrato), essendo finalizzati alla formulazione di altri principi, verrebbero fatalmente ad assumere un carattere di assoluta evanescenza, tanto più se, come nella specie, dovessero riferirsi a una serie di materie diverse, fortemente eterogenee l'una dall'altra;

- ulteriori profili di legittimità costituzionale da eccepirsi riguardano la limitazione della libertà di insegnamento, con presunta violazione dell'articolo 33 della Costituzione, nonché la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo sino all'anno scolastico in corso e coloro i quali saranno immessi in ruolo in base alle norme introdotte dalla legge che si contesta; aspetti quanto meno astrattamente in palese violazione dell'articolo 3;

- dubbi di legittimità costituzionale, per violazione del combinato disposto degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione, riguardano, inoltre, la disposizione di cui al comma 110 dell'articolo 1, nella parte in cui, con riferimento ai concorsi pubblici, dispone, con riguardo ai soggetti che possono accedere alle procedure che, per ciascuna classe di concorso o tipologia di posto, possono partecipare solo i candidati in possesso del relativo titolo di abilitazione, mentre non può partecipare il personale docente ed educativo già assunto con contratto a tempo indeterminato nelle scuole statali;

CONSIDERATO che:

- in particolare, in ordine all'articolo 1, comma 73, della legge n. 107 del 2015, è configurabile una violazione dell'articolo 3 della Costituzione, rispetto ai principi in esso sanciti di uguaglianza formale e sostanziale; tale disposizione prevede, infatti, che, a partire dall'anno scolastico 2016-2017, il personale docente delle istituzioni scolastiche statali con contratto a tempo indeterminato sia destinatario di incarichi triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali provinciali; ne deriva in tal modo un'immissione in ruolo scevra di un'effettiva assegnazione di posto che risulta eventuale e appannaggio delle scelte del dirigente scolastico, col rischio che le stesse assumano carattere di arbitrarietà;

- il principio di uguaglianza richiede che situazioni uguali siano trattate alla stessa stregua e situazioni eterogenee siano trattate in maniera diversa; nel caso di specie si verrebbero a creare due categorie di lavoratori, astrattamente omogenee, ma con trattamento differente, soprattutto con riferimento alla posizione nei confronti del dirigente scolastico;

- in relazione all'articolo 1, comma 33, della legge n. 107 del 2015, si ravvisa una violazione degli articoli 3, 4 e 34 della Costituzione nella parte in cui, in relazione all'alternanza scuola-lavoro, si fa esplicito riferimento all'obbligo e non alla mera possibilità di svolgere delle esperienze lavorative; in tal senso è da ritenersi che venga leso il diritto al solo studio, da intendersi come formazione culturale generale e non come formazione tesa a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro;

- in ordine al comma 4 del novellato articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, si profila la lesione dell'autonomia degli organi collegiali a favore di un organo monocratico, il dirigente scolastico. Difatti, il Consiglio d'Istituto, diversamente dal passato, non definisce gli indirizzi del piano dell'offerta formativa (POF), ma è il dirigente scolastico a dettare gli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e amministrazione. Prima della novella il Consiglio d'Istituto dettava gli indirizzi a cui il Collegio dei docenti si doveva attenere nell'elaborare il POF, per poi essere adottato dal Consiglio;

- con il recente intervento normativo il legislatore ha inteso conferire un potere soverchiante, rispetto agli organi collegiali, in capo al dirigente scolastico che può respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio d'Istituto, qualora non siano conformi agli indirizzi da lui dettati;

- in ordine all'articolo 1, comma 44, della legge n. 107 del 2015, inoltre, potrebbe ritenersi che il legislatore statale sia andato oltre il limite del dettato dei principi generali, spingendosi fino a prevedere norme di dettaglio, non limitandosi a indicare principi organizzativi in materia di istruzione; in tal guisa, si può sostenere che la disposizione normativa censurata ecceda il confine di cui all'articolo 117, terzo comma, e leda, ragionevolmente, il riparto di competenze in materia di formazione professionale, materia riservata alle regioni in via esclusiva;

- sarebbe opportuno, per la regione Sardegna e per le sue specificità, trasformare l'organico di fatto in organico di diritto;

- sarebbe opportuno, inoltre, attivare formule di compensazione territoriale fra tutti gli uffici regionali, anche al fine di ottenere una migliore efficienza didattica, in particolar modo nel settore della disabilità;

DATO ATTOche la Regione e, in particolare, l'ufficio regionale scolastico, non ha richiesto alcuna deroga all'applicazione della legge n. 107 del 2015 in ordine alle specificità ed esigenze della Sardegna,

impegna la Giunta regionale

1) a promuovere la questione di legittimità costituzionale, in via principale, ex articolo 127, comma secondo, della Costituzione, alla Corte costituzionale, avente a oggetto la legge n. 107 del 2015, pubblicata nella Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015;

2) a rivendicare speciale deroga per il riordino delle disposizioni contenute nella legge n. 107 del 2015 secondo le esigenze legate all'autonomia regionale e alla specificità della scuola sarda. (174)