Seduta n.242 del 31/08/2011
CCXLII Seduta
MERCOLEDI' 31 AGOSTO 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 03.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 27 luglio 2011 (235), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Mariano Contu, Giampaolo Diana, Rosanna Floris, Sergio Obinu, Francesco Meloni, Eugenio Murgioni, Antonio Pitea e Pierpaolo Vargiu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 31 agosto 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla necessità di riorganizzazione del sistema di emergenza sanitaria nel territorio del Goceano". (265)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio sulla concessione mineraria in territorio del Comune di Sardara denominata 'Piscina Quaddus'". (434)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Solinas Antonio - Espa - Sanna Gian Valerio sui tagli ai punteggi dei progetti personalizzati della legge n. 162 del 1998, in particolare riferimento al caso dell'utente di Mogorella (OR)". (545)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Zuncheddu sull'installazione di un radar ad altissima frequenza nell'area di Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco". (551)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Cocco Pietro sull'installazione nell'Isola di Sant'Antioco, in località Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area della ex stazione radio militare di Sant'Antioco, di un potente radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti". (553)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Locci sulla installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Sperone nell'Isola di S. Antioco". (563)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sull'installazione in località Ischia Ruggia, nel Comune di Tresnuraghes, di un radar di penetrazione e sorveglianza militare". (577)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio sull'installazione nella località dell'Argentiera di un radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti". (578)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Dessì in merito all'installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Pecora nel comune di Fluminimaggiore". (581)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Bruno sulle preoccupanti condizioni di disagio e inefficienza che interessano l'Ospedale A. Segni di Ozieri". (590)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sull'improrogabile necessità di procedere alla nomina del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna 'Giuseppe Pegreffi'". (622)
(Risposta scritta in data 10 agosto 2011.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla cancellazione del finanziamento stanziato per la realizzazione della Casa della salute di Senorbì". (663)
"Interrogazione Corda, con richiesta di risposta scritta, sugli aspetti gestionali della ASL n. 2 di Olbia inerenti l'anomalo ricorso ad assunzioni interinali, con conseguente esorbitante impiego di risorse finanziarie". (664)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo per conoscere l'esito delle iniziative poste in essere al fine di ottenere l'immediato trasferimento alla Regione dei beni delle Poste italiane e delle Ferrovie dello Stato non più destinati ad uso istituzionale". (258)
"Interpellanza Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Solinas Antonio - Barracciu sulla deliberazione della Giunta regionale n. 32/23 del 26 luglio 2011 avente per oggetto 'Iniziative a forte valenza turistica ed istituzionale: Meeting Rimini 2011'". (259)
PRESIDENTE. Considerata l'assenza della Giunta, sospendo la seduta per dieci minuti. I lavori riprenderanno alle ore 10 e 20.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 08, viene ripresa alle ore 10 e 22.)
PRESIDENTE. Comunico che il collega Giampaolo Diana è rientrato dal congedo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per una ragione molto semplice, cioè per chiedere che sia programmata una Conferenza dei Presidenti di Gruppo - poi sta a lei, all'Aula e agli altri Presidenti di Gruppo decidere se si debba fare subito o a conclusione dei lavori di questa mattinata - che affronti il problema del blocco, della paralisi sostanziale dell'attività riformatrice, alla luce dell'ordine del giorno unanimemente licenziato dal Consiglio a suo tempo, con l'obbligo di definire un percorso costituente - così si era detto - con la partecipazione di tutti i soggetti sociali, economici, culturali e della solidarietà della nostra regione.
Questa attività di fatto si è bloccata in queste settimane, in questi mesi, a parte un forte attacco alle assemblee parlamentari e a tutte le rappresentanze politiche generali, a cominciare dai consigli dei piccoli comuni. L'idea che la democrazia debba essere affidata in modo esclusivo, direi quasi tracotante e prepotente, ai Governi contrasta profondamente con l'indirizzo che il Consiglio regionale aveva dato alla prima Commissione e allo stesso Consiglio per arrivare in Aula con una proposta condivisa di riscrittura dello Statuto e di definizione delle procedure e dei contenuti di riforma della Regione.
Io penso che sia necessario fare il punto; penso che sia necessario capire se quell'ordine del giorno abbia ancora un valore per questo Consiglio regionale; penso che sia necessario capire se questo argomento debba essere messo in coda a tutta una serie di argomenti che sono stati successivamente portati all'attenzione dell'Aula, attraverso atti legislativi o documenti di altra natura. Per cui, Presidente, la proposta che mi sento di fare sull'ordine dei lavori è quella di cercare di capire se riusciamo in giornata a fare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per affrontare questo argomento.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, era già mia intenzione convocare la Conferenza dei Presidenti di Gruppo per il pomeriggio, prima dell'inizio dei lavori del Consiglio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 136.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
MozioneCapelli - Diana Mario - Bruno - Uras - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Salis - Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele Secondo - Contu Felice - Cugusi - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu sulla necessità di adottare misure straordinarie ed urgenti per fronteggiare i gravi ritardi nelle erogazioni delle risorse in agricoltura e sulle anomalie nei rapporti fra Agea, Argea e gli operatori agricoli, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- tutte le aziende agro-pastorali isolane, distribuite nella totalità dei comuni sardi, sono attanagliate da una drammatica crisi e che le modalità di erogazione delle risorse legate alle misure di cui al Piano di sviluppo rurale (PSR) non intervengono in maniera celere e puntuale;
- l'Unione europea sostiene il reddito dei produttori agricoli dei Paesi della Comunità attraverso l'erogazione di aiuti, contributi e premi;
- tali erogazioni, vengono gestite dagli Stati membri attraverso gli organismi pagatori, istituiti da ultimo ai sensi del regolamento (CE) n. 1290/2005 (articolo 6) del Consiglio europeo;
- l'Italia, in ottemperanza alla regolamentazione comunitaria, con il decreto legislativo n. 165 del 1999, modificato dal decreto legislativo 15 giugno 2000, n. 188, e con la legge 21 dicembre 2001 n. 441 ha istituito l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA);
- la Regione ha istituito con la legge regionale n. 13 del 2006 l'Agenzia per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura (ARGEA), la quale svolge le funzioni di organismo gestore, pagatore e di controllo in materia di finanziamento della politica agricola comunitaria; in particolare l'agenzia provvede alla ricezione, autorizzazione, liquidazione e controllo delle domande di aiuto inoltrate dalle imprese agricole in ambito regionale; esercita inoltre funzioni ispettive e di controllo in materia agricola e fitosanitaria, gestisce l'anagrafe delle aziende agricole, il registro degli aiuti e altri elenchi, albi, registri e banche dati relative ai potenziali di produzione;
- nei rapporti tra le due Agenzie sussistono gravi anomalie e disservizi che causano intollerabili ritardi, anche di diversi mesi e a volte anni, nelle erogazioni dei finanziamenti comunitari, con grave pregiudizio per i nostri agricoltori;
- attualmente AGEA sta liquidando ai beneficiari delle diverse misure solo anticipazioni pari al 75 per cento dell'importo spettante, a causa del mal funzionamento del portale Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN);
- a seguito di detto mal funzionamento, e nonostante le sollecitazioni inoltrate dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'AGEA, i tecnici isolani dell'ARGEA, dalla fine dell'ottobre 2010 non hanno la possibilità di procedere nella normale istruttoria delle domande PSR e, pertanto, i cosiddetti pagamenti "veloci", oltre a non essere tali, non godono del necessario riscontro tecnico assicurato dai funzionari ARGEA dei diversi servizi e impedisce, sul portale SIAN-AGEA, la corretta liquidazione delle domande sia di benessere animale che di indennità compensativa, agricoltura biologica e produzione integrata, difesa del suolo, tutela delle razze minacciate di abbandono e misure forestali oltre alla liquidazione delle misure del PSR 112, 121 e 123;
- mentre da un lato l'inadeguatezza del sistema SIAN-AGEA non consente alla struttura dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale di inviare le necessarie indicazioni alla dirigenza dell'ARGEA, alle associazioni di categoria e ai CAA, dall'altro l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale non predispone le necessarie misure per attuare un sistema informativo/informatico alternativo e funzionale, così come attuato dalla maggior parte delle regioni italiane;
- inoltre, non viene garantita la necessaria formazione periodica dei dipendenti ARGEA e non vengono autorizzati alla stessa finanziamenti, per poche migliaia di euro, per l'acquisto di software e sistemi/linguaggi per programmazione oltre che, fatto ancor più grave, non le vengono assegnati i fondi necessari per autorizzare convenzioni per le ricerche/verifiche sugli elenchi delle Camere di commercio, ossia dei controlli amministrativi di base per la gestione delle domande di PSR;
- tale situazione fa si che si promulghino decreti di pagamento a favore, fra le altre, di aziende di persone decedute, con conseguente rinuncia al premio, o a fronte di domande non valide e non ultimo, come verificato in diversi casi, con importi completamente inesatti rispetto a quanto maturato e previsto dal PSR;
- il problema di accesso e gestione delle domande di finanziamento potrebbe essere gestito, con una semplice implementazione, attraverso il portale regionale SIBAR con il quale si potrebbe curare anche l'anagrafe delle aziende agricole e tutte le domande dell'Asse I del POR 2007-2013, o attraverso il "vecchio" programma di gestione che ha garantito maggior efficienza ed efficacia;
- la perdurante crisi economica e la costante crescita dei costi delle materie prime agricole hanno messo in ginocchio l'agricoltura sarda, raggiungendo una fase di preoccupante straordinarietà;
- l'importo medio annuo di movimentazione dei fondi europei attraverso AGEA, per la Sardegna, è pari a circa 300 milioni di euro,
impegna la Giunta regionale
1) a porre in essere ogni necessaria azione finalizzata ad assicurare ai nostri agricoltori l'erogazione dei finanziamenti comunitari in tempi certi e rapidi;
2) a ottimizzare e supportare adeguatamente il funzionamento di ARGEA, ed il suo rapporto con AGEA, al fine di impedire che i nostri agricoltori ricevano ulteriori penalizzazioni proprio dagli enti regionali e statali preposti al loro sostegno attraverso l'erogazione delle risorse destinate dall'Unione europea al comparto agricolo;
3) alla immediata costituzione, presso 1'ARGEA, dell'ufficio che eserciti il ruolo di organismo pagatore locale in sostituzione di quello nazionale affinché si raggiunga l'obbiettivo di snellire le procedure e arrivare alle erogazioni degli aiuti in tempi rapidi. (136).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla. Ricordo che sono concessi venti minuti per l'illustrazione della mozione.
CAPELLI (Gruppo Misto). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signori Assessori, la mozione in discussione, che è datata 13 luglio 2011, è assolutamente attuale. Come tutti noi sappiamo gli Stati membri della comunità europea attraverso gli organismi pagatori istituiti con il Regolamento CE numero 1290 del 2005 sostengono il reddito dei produttori agricoli della comunità stessa attraverso erogazione di aiuti, contributi e premi. Il sistema è regolato dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). In Sardegna è stata costituita, a seguito, appunto, delle direttive nazionali, l'Agenzia per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura (ARGEA), che provvede all'istruttoria e programmazione delle pratiche per i pagamenti in agricoltura nella Regione Sardegna. Il problema fondamentale è che l'organismo pagatore rimane l'AGEA nazionale. Attraverso il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) l'ARGEA trasmette all'AGEA le pratiche per la liquidazione dei premi, benessere animale e quant'altro ai nostri agricoltori e dopo un opportuno controllo da parte dell'AGEA, che consiste anche in un controllo fisico, nel senso che l'AGEA ha convenzionato delle strutture che verificano sul campo la regolarità della richiesta fatta dall'agricoltore (sono aziende esterne che arrivano in Sardegna per l'opportuno aspetto ispettivo su tale richiesta), si provvede a dare il via libera alla liquidazione.
Ora questo sistema, abbastanza farraginoso, determina dei ritardi nelle erogazioni in agricoltura, e noi sappiamo quanto sia invece necessario un intervento efficace e immediato per il sostegno al reddito dei nostri agricoltori in questo momento di grande crisi. Non sto qui a ricordare le problematiche poste all'attenzione del Consiglio dalle associazioni di categoria e dal Movimento pastori sardi: dal prezzo del latte all'applicazione della legge numero 15, ai problemi relativi alla legge numero 44 e quant'altro. Si stanno determinando gravi e insopportabili ritardi nella liquidazione delle pratiche da parte dell'AGEA; il sistema SIAN non dialoga con il sistema regionale determinando ritardi non solo di mesi, ma a volte anche di anni. Basti pensare che a oggi rimane ancora da liquidare, non solo per questo problema, ma anche per evidenti anomalie nella presentazione delle domande, il 5 per cento delle richieste relative alle annualità 2008-2009 e che ai primi di agosto sono ancora in liquidazione le pratiche del 2010. Perciò potete capire che nella situazione data, nonostante tanto ci si confronti e ci si adoperi per cercare di rendere la vita dei nostri agricoltori un pochino più semplice, noi contribuiamo invece in maniera decisa a renderla impossibile.
Ora non vorrei addentrarmi su ciò che già è riportato nella mozione, che credo sia illustrato analiticamente, vorrei soltanto segnalare che stiamo parlando di circa 300 milioni di euro che vengono a mancare nella liquidità aziendale dei nostri agricoltori. Perciò tante volte ci confrontiamo per trovare soluzioni che, a mio avviso, si potranno applicare soltanto se questo Consiglio e questa Giunta avranno la forza di affrontare una riforma del sistema agrario complessivo. I nostri agricoltori oggi chiedono maggiore presenza delle istituzioni a sostegno della loro attività.
Il problema agricolo non riguarda solo il prezzo del latte o alcune coltivazioni; riguarda anche il sistema del credito, l'infrastrutturazione rurale, il marketing, la produzione e la qualità della produzione. Riguarda anche l'aggiornamento della classe imprenditoriale agricola e dovrebbe riguardare la politica per la determinazione nell'affrontare una volta per tutte una riforma seria del sistema agrario.
Come possiamo contribuire noi? Altre Regioni hanno già provveduto, con fortune diverse che sono addebitate al sistema informatico, alla preparazione, al dialogo tra l'AGEA nazionale e l'ARGEA regionale. Alcune hanno fatto un'esperienza non ottimale, altre invece hanno tempi di erogazione che sono normalmente regolati intorno ai sessanta o novanta giorni. Noi siamo agli anni, in alcuni casi. Tant'è che, per esempio, i nostri tecnici, i dirigenti dell'ARGEA ultimamente - parlo dell'ultimo anno - non hanno neanche la possibilità di accedere a una formazione adeguata per l'utilizzo del sistema che, ribadisco, non dialoga con il sistema regionale e molto spesso va in tilt facendo saltare tutta la programmazione di analisi delle pratiche.
Allora cosa chiede la mozione? La mozione chiede, sulla base delle indicazioni della Giunta regionale, che l'ARGEA regionale costituisca un ufficio, non necessariamente una direzione, che eserciti il ruolo di organismo erogatore diretto. I benefici per i nostri agricoltori sono evidenti, prima di tutto perché si apre un'interfaccia diretta tra l'ARGEA e il mondo agricolo e poi perché si salta un passaggio farraginoso, quello romano, che porta via molto tempo e quindi anche denaro ai nostri agricoltori per la liquidazione delle pratiche. Questo sistema impedirà sicuramente ulteriori penalizzazioni per i nostri agricoltori dovute al sistema burocratico regionale e a quello nazionale, e questo in pieno accordo con quanto stabilito come atto di indirizzo dalla Giunta regionale. Tant'è che il 12 luglio del 2010 (circa un anno fa, in linea quindi con i tempi di erogazione delle pratiche!) un'agenzia Ansa riportava le seguenti parole dell'allora assessore Prato: "L'obiettivo della Regione è quello di snellire le procedure e arrivare all'erogazione degli aiuti in tempi rapidi. Quindi i fondi comunitari arriveranno agli agricoltori sardi attraverso un nuovo organismo pagatore. E non è roba da poco: l'importo medio annuo è pari a circa 300 milioni di euro", come anch'io ho sottolineato nella mozione. Dichiarava l'assessore Prato: "Siamo a una svolta epocale e di fronte a una vera e propria riforma agraria". La riforma agraria, nell'idea dell'assessore Prato, consisteva soltanto nell'istituzione dell'ufficio pagatore in Sardegna. "Ci siamo accorti che in altre Regioni, dopo le difficoltà iniziali, il sistema di pagamento locale funziona meglio rispetto a quello nazionale, e così siamo arrivati a questa conclusione. Nei giorni scorsi, esattamente il 12 luglio 2010, è stata presentata la domanda di riconoscimento al Ministero delle politiche agricole. Prima c'era stato un lungo iter burocratico che aveva reso necessarie diverse modifiche organizzative, tra cui l'approvazione del nuovo statuto di ARGEA, l'Agenzia regionale per il sostegno all'agricoltura. Per concludere, la svolta prevede alcuni passaggi fondamentali. La prima tappa è la stipula, entro il 31 luglio, della convenzione con AGEA coordinamento per la realizzazione del sistema informativo che sarà autonomamente gestito da ARGEA Sardegna. A ottobre, con il riconoscimento nazionale e comunitario dell'organismo pagatore, ARGEA Sardegna subentrerà ad AGEA". Si parlava del 2010 e siamo al 30 agosto 2011!
A onor del vero e per correttezza di informazione devo dire che in un precedente confronto l'assessore Contu ha riferito che la Giunta regionale ha provveduto ad assumere tutte le opportune iniziative per concludere questo iter, anche se non proprio entro il 30 ottobre, come dichiarato dall'allora assessore Prato - scusate, ma faccio un po' di confusione tra gli Assessori che si sono alternati in questo periodo alla guida dell'Assessorato dell'agricoltura -, e stabilire definitivamente l'inizio dell'attività del servizio per il pagamento dei fondi per l'agricoltura presso l'ARGEA Sardegna. Siamo rimasti a quel momento.
Io credo che, in linea con queste dichiarazioni e con gli indirizzi dati dagli Assessori che si sono alternati alla guida dell'Assessorato dell'agricoltura, la mozione fermi i tempi, decida col sostegno del Consiglio regionale la semplificazione burocratica e dichiari la vicinanza ai nostri agricoltori eliminando dei passaggi inutili e costosi; ribadisco costosi, perché una parte di questi fondi viene destinata al pagamento di società d'oltre Tirreno, convenzionate, che vengono in Sardegna per i controlli previsti per legge prima dell'erogazione. Ovviamente non sto qui a sottolineare quanto sia oneroso questo passaggio, quanto si presti anche a opportune valutazioni sulla professionalità e sull'adeguatezza di società riconosciute dal Ministero nella valutazione delle pratiche dei nostri agricoltori.
Non credo di esagerare dicendo che anche in questo caso non si favorisce il risparmio e la razionalizzazione della spesa pubblica. Si tratta bensì dell'ennesimo caso di sperpero di denaro pubblico a favore di società convenzionate con i sistemi nazionali che favoriscono Tizio o Caio o società di comodo, molto spesso sostenute dalla politica. Auspico perciò che la Giunta e il Consiglio vogliano sostenere quanto previsto nel dispositivo della mozione, ma soprattutto vogliano provvedere in tempi rapidi a semplificare la vita dei nostri agricoltori.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscriversi entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cocco, che ha a disposizione dieci minuti.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Utilizzerò molto meno tempo. Credo che la mozione, ben illustrata dal collega Roberto Capelli, sia di estrema attualità. La drammatica situazione del mondo agropastorale non può permettere ulteriori deroghe, proroghe o ritardi. Le penalizzazioni a cui, sino a oggi, sono stati sottoposti i nostri agricoltori e allevatori devono essere immediatamente rimosse. Troppe volte si è propagandato il trasferimento dell'organismo pagatore da Roma in Sardegna, però sino a oggi niente è stato fatto.
Credo che con questa mozione, che sicuramente avrà il voto favorevole di tutto il Consiglio regionale, si possa fare in modo che la Giunta assuma impegni formali, in continuità con quanto già iniziato, devo dire in maniera positiva, dall'ex assessore Contu, affinché tutto ciò che ha contraddistinto in termini negativi l'operato degli ultimi Assessorati regionali dell'agricoltura possa cambiare.
Ritengo che tutto quello che è avvenuto negli ultimi anni, con le forti proteste di un mondo che è davvero in agonia, non possa che farci riflettere seriamente su quello che dovremo immediatamente fare. Auspico che la Giunta oggi assuma impegni formali affinché questo passaggio possa avvenire in tempi rapidissimi. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, signori della Giunta, colleghe e colleghi del Consiglio, ho appena assistito alla presentazione puntuale e precisa della mozione del collega Capelli e devo dire che anche oggi prendo atto che in quest'Aula si sta consolidando una prassi ben definita con la discussione di questa mozione, così come avviene in ogni discussione che si svolge in quest'Aula. Continuiamo a parlare di una crisi che viene definita drammatica, che riguarda proprio tutte le aziende agropastorali distribuite nei comuni della nostra Isola. A questa crisi noi rispondiamo spesso con interventi che si sovrappongono, si confondono per l'analogia dei contenuti e i toni declamatori.
Ora, i ritardi nell'erogazione delle risorse legate al Programma di sviluppo rurale rappresentano l'ennesimo problema che si somma ad altre complicazioni a volte surreali e grottesche. A mio parere, la premessa di questa mozione puntualizza nella sua articolazione l'iter farraginoso e complicato dei finanziamenti della politica agricola comunitaria; finanziamenti che continuano a transitare, con lentezze incredibili, attraverso agenzie con una miriade di competenze, che si sovrappongono, che non comunicano fra loro, con l'unico risultato di nuocere ulteriormente al mondo delle nostre campagne. Allora ci dobbiamo sforzare tutti perché il dibattito di oggi non sia l'ennesima occasione per ribadire storie, concetti, proposte che abbiamo già ripetuto decine e decine di volte, senza mai concludere nulla.
Il punto vero della questione è affrontare il problema definitivamente, ponendo velocemente rimedio alle gravi anomalie e disservizi che stanno alla base dei rapporti, come diceva poc'anzi il collega Capelli, tra ARGEA e AGEA. Il resto, badate, sono solo chiacchiere: chiacchiere che non servono agli operatori del settore, chiacchiere che non servono a noi e che in questo clima di generica intolleranza e di antipolitica rischiano fatalmente di minare irreparabilmente sia la nostra credibilità che lo stesso prestigio di questa istituzione. Non credo sia necessario, infatti, richiamare alla nostra memoria tutte quelle persone che vivono nelle nostre campagne sul filo della sopravvivenza, schiacciate quotidianamente dalla costante crescita dei costi delle materie prime agricole e che rischiano ogni giorno di essere ridotte sul lastrico, oppure quelle che hanno già perso l'azienda o la casa o che si sono imbarcate in improbabili battaglie legali dall'esito incerto. Insomma parlo di famiglie sull'orlo della disperazione o addirittura sul lastrico e di centinaia di aziende e terreni venduti all'asta agli speculatori di turno.
Se vogliamo che questa discussione abbia un senso dobbiamo perciò guardare alle effettive cause, anche alle effettive responsabilità, ma dobbiamo soprattutto guardare alle possibili soluzioni. Il mio non è assolutamente un richiamo di matrice ideologica, ma al contrario è un sollecito a rappresentare realmente un punto di svolta nel metodo e nell'approccio alla risoluzione dei problemi. Per esempio, condivido pienamente la considerazione che il problema di accesso e gestione delle domande di finanziamento potrebbe essere gestito, come si propone nella mozione, con una semplice implementazione, attraverso il portale regionale SIBAR, con il quale si potrebbe curare anche l'anagrafe delle aziende agricole e tutte le domande dell'Asse I del POR 2007-2013. In definitiva le erogazioni dei finanziamenti comunitari devono avvenire in tempi certi e rapidi. Trovo ridicolo e perfino grottesco che il mondo delle campagne venga ulteriormente penalizzato proprio dagli enti regionali e statali preposti al suo sostegno. Ebbene dobbiamo riuscire a ottimizzare e supportare adeguatamente il funzionamento di ARGEA e il suo rapporto con AGEA.
Credo che le crisi non arrivino all'improvviso e neppure siano frutto di sfortunati eventi, ma siano una conseguenza precisa di politiche sciagurate sulla gestione del sostegno all'agricoltura e della farraginosa burocrazia che ne rallenta l'erogazione. Dunque i 300 milioni di euro per la Sardegna, derivanti annualmente dalla movimentazione dei fondi europei attraverso AGEA, devono servire realmente perlomeno a tamponare alcuni effetti della crisi economica che ha messo in ginocchio l'agricoltura sarda. Il punto fondamentale è che bisogna snellire, snellire e snellire il più possibile la burocrazia.
Ebbene, questo è il problema e lo dobbiamo rimettere al centro del dibattito, così come dobbiamo provare a dare realmente futuro, con il nostro operato, alle persone che vivono realtà economiche e sociali colpite da un impoverimento crescente, come in particolare quello che interessa le nostre zone interne. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io sono del parere che quanto recita la mozione illustrata dal collega Capelli vada sostenuto, perché si tratta di affermazioni assolutamente indiscutibili, debbo però rilevare che proprio il fatto che un nostro collega abbia ritenuto di dover presentare al Consiglio, tra l'altro con la firma di tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza, una mozione che ponesse al centro dell'attenzione i tempi di pagamento delle risorse comunitarie ai nostri agricoltori, la dice lunga su una situazione che non può non preoccuparci.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue LOTTO.) Da una parte c'è il settore agricolo in gravissima difficoltà, con problemi davvero seri che non si riesce ad affrontare, dall'altra la Regione Sardegna, ovvero il soggetto politico istituzionale in assoluto più importante per gli agricoltori, nell'affrontare in Consiglio regionale questo tema dichiara di non riuscire ad assolvere i suoi compiti. Purtroppo dobbiamo prendere atto che le risorse comunitarie sono per i nostri agricoltori una fonte di reddito assolutamente essenziale per poter sopravvivere e se questo è vero la sopravvivenza del settore rischia di essere messa in discussione dalla nostra incapacità di rendere efficiente ciò che non può non essere reso efficiente. Stiamo ammettendo di fatto, da un anno mezzo o due, che non siamo in grado o non siamo stati in grado fino a oggi (speriamo di esserlo d'ora in poi) di mettere a disposizione dei nostri agricoltori quanto dovuto in tempi diciamo pure sostanzialmente ragionevoli.
Della costituzione dell'organismo pagatore in Regione se ne parla da tre anni. Se n'era parlato quando era in carica la Giunta Soru e si era impostato un percorso per arrivare a quel risultato. Se n'è riparlato un anno fa e se oggi ne stiamo ancora parlando vuol dire che siamo al punto di partenza. Non capisco quale sia il problema e dove stiano le questioni che non si riescono a risolvere, debbo dire però che un anno fa noi approvammo unitariamente un ordine del giorno in cui tra le questioni che non costavano nulla alla Regione (se vi ricordate parlavamo di aiuti de minimis, di risorse da mettere a disposizione per le aziende agricole) e che non richiedevano di mettere a disposizione nuove risorse c'era quella relativa al pagamento in tempi rapidissimi di quanto dovuto. Quell'ordine del giorno fu approvato da tutti; tutti dichiararono - e poco fa l'onorevole Capelli lo ha ricordato con precisione - che si stava andando verso una soluzione del problema. Mi sembra di capire che oggi siamo ancora all'origine!
Io ho presentato tre mesi fa un'interrogazione in merito sia ai ritardi di applicazione della legge numero 15 del 2010, sia ai ritardi nei pagamenti dei fondi comunitari. Non ho ancora ricevuto risposta. Se quello che è stato detto oggi è vero, e sono sicuro che lo sia, di fatto la situazione rispetto a tre mesi fa non ha fatto altro che aggravarsi. Allora mi domando: possiamo andare avanti così? Possiamo andare avanti nella gestione di un settore che non è il più importante dal punto di vista economico, ma è senz'altro importantissimo dal punto di vista politico e sociale, al ritmo di risultati come quelli conseguiti in questi primi due anni e mezzo di legislatura? Credo di no! Io credo che di fatto la sostanziale inapplicazione della legge numero 15 sia un'ammissione dell'incapacità di mettere a disposizione degli agricoltori risorse comunque dovute e una testimonianza della reale difficoltà di mettere in campo una politica agricola all'altezza della situazione.
Questo argomento lo dobbiamo riprendere in Consiglio regionale, ma non parlando solo del pagamento di queste risorse o di come risolvere il problema della legge numero 44, di cui parleremo probabilmente tra qualche ora. Non possiamo ridurre la discussione del Consiglio alla punta dell'iceberg rappresentato dalla grandissima difficoltà in cui versa il settore agricolo, perché così facendo daremo davvero l'impressione ai nostri agricoltori di ballare sul Titanic, ovvero su un settore che sta affondando. Quando ciò sarà successo diremo che è anche per responsabilità della Regione, dei suoi ritardi e della sua incapacità di adeguare i propri strumenti di intervento alle necessità, però potrebbe essere troppo tardi. Noi abbiamo chiesto da tempo che la Regione Sardegna organizzasse una conferenza agraria in cui mettere a punto una nuova politica che ponga al centro dell'attenzione gli strumenti fondamentali per far ripartire questo settore. Non abbiamo ancora avuto risposte.
Non avrò difficoltà a votare a favore di questa mozione che ho firmato e il cui contenuto è assolutamente condivisibile, o di un eventuale ordine del giorno che ne contenga la sintesi. Auspico però che ci si renda conto che quello che stiamo facendo oggi, ovvero discutere un argomento importantissimo ma limitato, non è assolutamente sufficiente. Abbiamo l'esigenza di riprendere il ragionamento appena possibile e di dare quanto prima risposte concrete alla mancanza di linea politica su uno dei settori economici e sociali più importanti della nostra Isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, intervengo su questa mozione per dire che è utile di questi tempi parlare degli argomenti che la stessa puntualmente richiama e che fanno parte del dibattito che in queste ultime settimane si sta svolgendo in Sardegna. La mozione mi suggerisce di intervenire su alcuni punti. Innanzitutto, per come vanno le cose, assume maggiore senso il lavoro di riordino degli enti agricoli - per fermarci agli enti agricoli - fatto nella passata legislatura, con il passaggio da nove enti a tre agenzie, ognuna delle quali specializzata per il proprio ruolo in competenze diverse: ricerca, sviluppo e assistenza in agricoltura, quest'ultima di competenza appunto dell'ARGEA.
In queste ultime settimane si è sentito parlare di una nuova riforma in agricoltura; nuova riforma che sembra essere invece un ritorno al passato per certi aspetti. Ho già detto altre volte in quest'Aula che uno dei limiti più gravi che come amministratori abbiamo è quello di pensare, quando subentriamo a una precedente amministrazione, che il modo migliore di comportarsi sia buttare nel cassetto il lavoro di chi ci ha preceduto, nascondere tutto e iniziare da capo, anziché riflettere in maniera equilibrata sul fatto che chi è arrivato prima di noi ha svolto un lavoro pro tempore. Anche a noi oggi toccare proseguire un lavoro migliorandolo, implementandolo, qualche volta cambiandolo anche radicalmente, ma sempre sulla base di attente analisi e mai di presunzioni, pigrizia, pregiudizi e così via.
La riforma degli enti agricoli e la creazione di tre specifiche agenzie richiama temi attuali, come la diminuzione dei costi della politica, la riduzione dei costi dell'amministrazione, la semplificazione degli enti e la semplificazione delle procedure. Sono temi che ci ha ricordato la recente manifestazione del Movimento pastori sardi, in cui è stato ribadito che gli enti agricoli devono lavorare più per la campagna che per sé stessi e le risorse destinate all'agricoltura devono maggiormente finire nell'agricoltura piuttosto che nella gestione della stessa. Quella riforma ha fatto sì che la pianta organica delle persone addette all'agricoltura sia diminuita di circa cinquecento unità, con conseguente diminuzione dei costi pari ad alcune decine di milioni di euro che hanno smesso di servire per la gestione dell'agricoltura e possono essere adeguatamente utilizzati nell'agricoltura e a favore di chi in agricoltura lavora.
Oltre a semplificare il lavoro di nove enti la riforma ha definito anche il lavoro di un'entità strana, che era una via di mezzo tra enti e Assessorato, e cioè i vecchi ispettorati per l'agricoltura, che si dividevano con LAORE in maniera episodica e non programmata la definizione delle pratiche in agricoltura. Oggi l'attività di gestione delle pratiche è totalmente demandata all'ARGEA.
Intervengo su alcuni punti che l'onorevole Capelli, che non vedo in aula, ha citato e che ritengo utile l'Assessore dell'agricoltura accolga. Nella passata legislatura si è avviato un percorso importante di informatizzazione dell'agricoltura: al SIAN nazionale si è fatto fronte con il SIAR, il sistema informativo dell'agricoltura della nostra Regione, che per la prima volta ha realizzato il catasto dei terreni, il catasto delle coltivazioni e il catasto dei mezzi agricoli e ha reso possibile tracciare la storia di ogni azienda agricola per quanto riguarda le attività, le pratiche di finanziamento, i rimborsi e così via, persino le relazioni tra le diverse aziende agricole per quanto riguarda le famiglie, quindi i nuovi insediamenti in agricoltura. Tutto questo è un lavoro che è stato fatto e che non andrebbe sciupato, come invece si è fatto ad esempio nella sanità, dove il dirigente preposto all'informatizzazione è stato immediatamente trasferito da qualche altra parte e ora si occupa, dimenticato dietro qualche scrivania, di agricoltura e non più dei sistemi informativi della sanità sarda, con ovvie conseguenze.
Il sistema informativo regionale dell'agricoltura era già interfacciato, contrariamente a quel che dice il collega Capelli, col sistema informativo nazionale; esistevano perfino delle convenzioni che consentivano un arricchimento reciproco di informazioni attraverso lo scambio dei dati, per il quale il sistema informativo nazionale forniva lo storico e il sistema informativo regionale contribuiva con gli aggiornamenti. Tutto questo era già stato fatto, se è stato sciupato c'è una colpa grave.
L'ex assessore Prato, che pure ha ricevuto un importante dossier sulle attività in essere che avrebbe dovuto proseguire, non si sarebbe dovuto accorgere nel 2010 che magari sarebbe stato utile che l'ARGEA diventasse anche ente pagatore, perché l'ARGEA è stata istituita proprio per essere ente pagatore. Questa agenzia fa parte del dibattito in questo Consiglio regionale, è stata istituita per quel fine. Per cui non si è solamente parlato di un ente pagatore, ma lo si è fatto. Per farlo occorrevano dei sistemi informativi e sono stati creati; per farlo occorreva l'interfacciamento con il SIAN, ed è stato fatto; per farlo occorreva anche fissare una data di trasferimento della responsabilità ed era stata fissata: ottobre 2009. Per cui a ottobre del 2009 tutto questo sarebbe dovuto accadere se qualcuno avesse semplicemente, con un po' di umiltà e molto buon senso, proseguito i lavori avviati anziché ricominciare sempre da zero.
C'è una distruzione di valore enorme che noi costantemente causiamo nel cancellare il lavoro degli altri e nel dimenticarlo, per cui concordo con la mozione del collega Capelli che chiede che vengano finalmente attuate anche in questa parte riforme che sono state negli anni scorsi portate avanti nell'agricoltura, nella fattispecie quella dell'ARGEA, e vengano valorizzati gli investimenti che sono stati fatti in informatizzazione e relazioni, in questo caso con il SIAN e con l'AGEA nazionale.
Il collega Capelli ha anche detto che ci sono esperienze positive e negative. Tra le esperienze positive c'è quella della Regione Piemonte, con la quale la Sardegna ha collaborato e della quale ha utilizzato il software per cercare di risparmiare nei suoi investimenti, quindi è stata fatta una politica di riuso. Si tratta, ripeto, di portare a termine i lavori fatti senza chiuderli nei cassetti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Vorrei esordire con un'espressione che può sembrare sgradevole, però se il quadro è quello rappresentato dall'onorevole Capelli la responsabilità è tutta ed esclusivamente della Regione Sardegna. Non abbiamo attenuanti. Noi, lo ricordava l'onorevole Soru, abbiamo una legge, la legge numero 13 del 2006, che all'articolo 22 e seguenti istituisce un organismo pagatore in Sardegna. Questa legge è inattuata, lo vorrei dire all'onorevole Uras; è una delle tante leggi inattuate. Per inciso vorrei ricordare all'Assessore che anche la norma della legge numero 1 del 2010, che prevede l'istituzione di un osservatorio della concorrenza messo in capo a un magistrato in pensione, non è stato mai attuato.
Allora, se riesco a richiamare l'attenzione dei colleghi e dell'Assessore vorrei rappresentare la ragione per cui è colpa nostra. Abbiamo la legge numero 13 che istituisce un ente pagatore; non solo, due delibere di Giunta (di questa Giunta, cioè approvate in questa legislatura) danno corso a tale legge, e sono le delibere numero 26/19 del 2010 e 45/31 del 2010, con le quali la Giunta modifica lo statuto di ARGEA per superare alcune difficoltà che erano state rilevate e dare attuazione alla previsione di questa agenzia come organismo pagatore. Di più: la seconda delibera arriva dopo che lo statuto dell'ARGEA è stato approvato in Commissione, come prevede la procedura, cioè il Consiglio regionale si è pronunciato sulla modifica dello statuto necessaria affinché ARGEA sia effettivamente organismo pagatore. Però che cosa accade? Accade che nella scorsa legislatura nel PSR era stata individuata l'AGEA come organismo pagatore per gli Assi I, II, III e IV del POR. Quindi mentre da una parte abbiamo fatto la legge che istituisce l'ARGEA organismo pagatore dall'altra abbiamo approvato il PSR che indica l'AGEA come organismo pagatore. Occorreva inevitabilmente modificare il PSR in maniera tale da rendere l'ARGEA organismo pagatore.
Questo è quello che occorreva fare, però si è fatto anche altro perché a luglio AGEA è venuta in Sardegna ed è stata ricevuta come solo noi sappiamo fare, cioè male, perché riceviamo addirittura con regali istituzionali persone di discutibile credibilità. Questo è ciò che abbiamo fatto, cioè abbiamo ricevuto AGEA nel momento in cui questo ente era nell'occhio della magistratura - lo dico ai colleghi per spiegare perché è colpa nostra - perché è l'ente responsabile della longevità delle vacche italiane, è l'ente che ha reso le vacche longeve 83 anni per la famosa questione delle quote latte. AGEA è stata cacciata dalle Regioni del Nord - cacciata! - e invece accolta, a luglio, in Sardegna col torrone e le feste!
Chi è AGEA, come fa i controlli? E' bene che lo sappiate. Che cos'è il SIAN? E' bene specificarlo, perché le sigle sterilizzano il sistema delle pance, delle sottopance, delle società, delle sottosocietà di cui è piena l'Italia, l'Italia moribonda a cui noi stiamo assistendo. Dentro il SIAN vi sono tante partecipazioni, comprese le organizzazioni agricole, c'è mezzo mondo! Chi è il SIAN? Racconto all'Assessore un episodio che forse lui conosce già e che incide molto sui pagamenti in Sardegna. La superficie della proiezione delle fronde degli alberi deve essere decurtata quando si calcolano i premi. Cosa fa AGEA? Fa passare un aereo sulla proprietà Maninchedda, mettiamo; fa una stima della proiezione degli alberi presenti nella mia proprietà, perché il regolamento europeo presuppone che sotto gli alberi non si possa pascolare, e fa una stima della decurtazione della mia proprietà rispetto alla mia domanda unica. In base a che cosa viene fatta la decurtazione? In base a un modello, che è quello del pascolo alpino. Cosa fa AGEA? All'imprenditore Ladu - visto che stavo guardando il collega Ladu - manda un rilievo che blocca la sua domanda. L'imprenditore Ladu scrive e chiede: "Qual è il problema?". Risposta: "La superficie dell'ombra che tu hai calcolato non è quella vera". Allora lui deve fare un'istanza di riesame, l'AGEA ricalcola il contributo e per fare questo viene pagata. Questa è l'AGEA!
Non solo: siccome la Regione Sardegna continua a tenere questo ente come organismo pagatore dei fondi comunitari, l'AGEA ha dato incarico a una sua società, l'Agecontrol, di fare i controlli sui GAL e sugli Assi III e IV del POR, trattenendo in questo modo nelle sue casse i fondi per i controlli che poteva trasferire agevolmente alla Regione Sardegna. Questa è l'AGEA, questa è un'agenzia nazionale, questo è lo Stato italiano. Ma lo Stato italiano si trova di fronte una Regione di burro, e siamo noi!
Onorevole Uras, mi rivolgo a lei che è Presidente della Commissione di inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, qui non si applicano le leggi. La legge numero 13 va applicata e bisogna dirla tutta, cioè che non è stata applicata per la resistenza di un pezzo della struttura regionale che ritiene che l'ARGEA non sia all'altezza e le ha messo i bastoni fra le ruote. Questa è la verità! Un contrasto fra la struttura dell'Assessorato dell'agricoltura e l'ARGEA si è tradotto nella contraddizione di scrivere in legge che esiste l'organismo pagatore ARGEA e di scrivere nel PSR che l'organismo pagatore è l'AGEA. Serve che intervenga il Consiglio? Il Consiglio si è già pronunciato e ha approvato lo statuto dell'ARGEA. Serve invece che la Giunta modifichi il PSR e faccia diventare l'ARGEA organismo realmente pagatore.
Io chiederò, se l'Aula lo consentirà, che la mozione venga modificata nella parte dispositiva per rafforzare questo concetto: l'ARGEA è già organismo pagatore, il relativo statuto è stato approvato, per cui bisogna modificare il PSR, affidare l'incarico di organismo pagatore all'ARGEA e finirla con i rapporti con i altri organismi! L'Agecontrol in Sardegna occupa immobili pagati dalla Regione eppure cercava di ottenere altri alloggi a titolo gratuito dalla Provincia di Cagliari. E io mi stavo preparando a fare un esposto alla Corte dei Conti!
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Come sottolineato un po' da tutti i colleghi che mi hanno preceduta è tempo di atti di concretezza e non di ennesimi rinvii o perdite di tempo in sedute assolutamente sterili, così sterili da essere umilianti. Quindi io dico che è tempo di dare risposte pratiche, non possiamo più attendere di questi tempi, viste anche le manifestazioni che ci sono state in piazza, dove si manifesta non più il disagio, ma la disperazione; disperazione degli agricoltori, dei pastori e di altre categorie travolti da questa crisi economica folle e da una tassazione ormai insopportabile da parte dello Stato italiano che ha pesanti ripercussioni sociali.
Di tutto ciò il Governo italiano è in gran parte responsabile, ma la Regione Sardegna sicuramente non è esente da responsabilità. La stessa finanziaria di Berlusconi, scritta e riscritta più volte, annuncia per la Sardegna ulteriori tagli e di questo ne dobbiamo tener conto. Tagli che inevitabilmente colpiranno il settore agricolo, considerato nei fatti da molti non più produttivo né competitivo, in quanto c'è più interesse alle dinamiche della globalizzazione mondiale e del profitto che alla difesa delle risorse del nostro territorio e della nostra tradizione, che comunque sino a oggi ha evitato a noi sardi l'estinzione della nostra identità.
Oggi ho colto una sorta di imbarazzo un po' in tutti gli interventi che si sono susseguiti sino a questo momento, ma l'imbarazzo diventa sicuramente ipocrisia se non si ha il coraggio politico di individuare le responsabilità che la Regione Sardegna ha e ha avuto sino a oggi nell'affrontare, per la parte che la riguarda, la gestione di questa crisi economica e sociale. Una crisi che sicuramente rischia di spazzare via la nostra fragile economia agropastorale, e con essa ovviamente se ne andrebbe via un pilastro importante della nostra identità nazionale sarda, a cui non possiamo rinunciare proprio per non scomparire. E' ora di fare scelte importanti, decisive e indipendenti per la nostra economia.
Vedo purtroppo una classe politica, con questa maggioranza e questa Giunta, sempre più estranea agli interessi della Sardegna, sempre pronta a eseguire ordini, oppure - come ha detto l'onorevole Soru qualche istante fa - impegnata a distruggere ciò che di buono è stato costruito. Penso che sia tempo di finirla con l'eseguire ordini. In ogni caso ho notato in questa mozione una larga convergenza che può essere un segnale di buon auspicio per mettere al centro della nostra iniziativa politica finalmente gli interessi della nostra gente.
E' nota a tutti la cronistoria dei rapporti dell'Agenzia regionale per l'erogazione degli aiuti in agricoltura; gravi anomalie e disservizi causano ritardi intollerabili di mesi o anni nell'erogazione dei finanziamenti comunitari in agricoltura, ma si tratta di disservizi pagati economicamente dal mondo pastorale. La recente manifestazione del Movimento pastori sardi sotto la sede dell'ARGEA è l'ultimo atto del disagio economico a cui è sottoposto questo settore a causa di inadempienze e ritardi, il tutto causato dalla superficialità con cui gli enti preposti della Regione trattano questi problemi. E noi dobbiamo avere il coraggio di intervenire su questi punti.
Voglio ribadire che fondamentalmente la Regione Sardegna, di fronte all'Italia e all'Europa, in questo settore gestito dall'AGEA, deve potenziare le competenze dell'agenzia regionale equivalente, e quindi dell'ARGEA, dotandola non solo di mezzi tecnologici adeguati, come ribadisce la mozione, ma anche di maggiore informatizzazione e di personale addestrato, tutti atti importanti per uscire dal pantano burocratico che sta oltremodo penalizzando questo settore. Ribadisco, come già detto nella mozione, che è fondamentale e indispensabile l'immediata costituzione presso l'ARGEA dell'ufficio che eserciti il ruolo di organismo pagatore locale (io direi "nazionale sardo", in sostituzione di quello "nazionale", che io sostituirei con "italiano"), affinché si raggiunga l'obiettivo di snellire le procedure. Pretenderei dei tempi celeri e certi, come dovere di ogni amministrazione seria e all'altezza della situazione, per arrivare all'erogazione degli aiuti in tempi rapidi, prima che le aziende entrino in ulteriore sofferenza economica, come purtroppo sta avvenendo. Abbiamo superato la sofferenza economica, siamo ormai ai fallimenti, e questo è sotto gli occhi di tutti.
Ribadisco che questa posizione di responsabilità da parte dell'ARGEA può e deve essere per il mondo agropastorale uno strumento di miglioramento e di certezza del soddisfacimento dei propri diritti. Questo sarebbe per la Regione Sardegna un esercizio, seppure piccolo, di sovranità indispensabile per le nostre campagne e per i nostri pastori e agricoltori. Noi auspichiamo che tutti i punti della mozione vengano attuati puntualmente e rigorosamente. Chiediamo che in tempi congrui e celeri la Giunta e l'Assessore competente ci relazionino sullo stato di attuazione della mozione con reciproca soddisfazione e soprattutto con soddisfazione delle aziende agropastorali, che non possono più attendere, pena la chiusura definitiva delle loro attività. Chiaramente dietro tutto questo c'è lo spettro delle banche e di Equitalia e la distruzione della nostra economia e di una parte importante della nostra identità nazionale sarda.
Come hanno già detto tutti i colleghi che mi hanno preceduta, non è più tempo di perdere ore, giorni, mesi o anni dietro dibattiti che non servono a nulla. Cerchiamo di attivarci per dare risposte concrete. D'altra parte non possiamo attendere, anche perché non è da oggi che questa classe politica ha gli occhi puntati addosso da parte di un intero popolo. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (P.d.L.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi, io sono favorevole alla discussione di questa mozione, sia perché l'ho sottoscritta sia perché credo tratti uno degli argomenti più importanti che il Consiglio regionale deve affrontare in questo momento. E direi che lo sta affrontando con notevole ritardo, perché con la situazione che si è venuta a creare avrebbe dovuto trovare prima una soluzione. L'istituzione dell'ufficio pagatore coincide infatti con una devastante crisi del mondo agropastorale che deve far riflettere tutti noi componenti di questo Consiglio regionale. Una crisi così drammatica non si era mai vista in precedenza e oggi anche il ritardo nel pagamento dei contributi e dei finanziamenti comunitari ha fortissimi effetti negativi sulla situazione del settore agropastorale.
E' una situazione davvero spaventosa in quanto il mondo agricolo ha perso credibilità nei mercati, non riesce più a pagare i concimi, i mangimi e neppure il gasolio per la gestione delle aziende. Il vero problema è che i fornitori non concedono più nulla agli agricoltori perché sanno che sono incapaci di garantire il pagamento delle merci acquistate, di onorare i loro debiti. I ritardi talvolta di anni nella erogazione dei contributi sono tra le cause della difficoltà, come dicevo, del mondo delle campagne di far fronte alla crisi.
Il Consiglio regionale in questi anni ha affrontato diverse volte il problema del passaggio di questa competenza dall'AGEA nazionale all'ARGEA regionale. E' stata approvata la legge numero 13 nella passata legislatura che ha affrontato il problema, ma che non ha prodotto effetti. Non so se la responsabilità sia di questa Giunta o della Giunta precedente, il fatto è che ancora oggi il problema non è stato risolto. Vorrei veramente che da questo Consiglio regionale venissero parole chiare e definitive su questo punto perché non è più possibile andare avanti così, anche perché, come dicevo prima, i ritardi nella erogazione delle risorse in agricoltura sono talmente grandi che la gente è disorientata, non sa più cosa fare e la se la prende con chiunque. Il mondo agropastorale è in fibrillazione, le associazioni agricole non riescono più a controllare i loro iscritti e tutti i giorni nasce qualche nuovo movimento autonomo. Questo significa che il settore sta scoppiando, anzi è già scoppiato! Basti pensare, Assessore, che pressoché ogni giorno si svolgono manifestazioni che a volte sfociano nell'occupazione di uffici regionali.
Sono problemi che noi non riusciamo a risolvere, ma una cosa è la mancanza di risorse a disposizione, altra cosa è la spendita delle stesse. Siamo di fronte a un fatto di gran lunga più grave della mancanza di finanziamenti, perché quando le risorse ci sono e non riusciamo a spenderle la responsabilità è solo ed esclusivamente nostra. Dobbiamo riflettere su questo punto perché non è tollerabile che le aziende oggi falliscano perché non riescono a ricevere i finanziamenti. Non so se abbiate idea di quanta gente sta abbandonando il mondo delle campagne: ogni giorno ci sono aziende che chiudono, c'è un impoverimento generale dovuto al fatto che gli imprenditori del settore agropastorale non riescono a mandare avanti le proprie aziende, quindi nemmeno a sostentare le proprie famiglie. Credo che questo fatto sia ancora più grave considerato che la Regione, grazie a Dio, in materia di agricoltura dispone di un carico di personale piuttosto consistente in seguito alla riforma del 2006 che, con la legge numero 13, ha semplificato un po' la situazione, riducendo da nove a tre gli enti che si occupano di agricoltura. Personalmente ritengo che siano troppi anche tre enti, dal momento che spesso un ente non è a conoscenza di quello che fa un altro ente, quindi anche qui probabilmente c'è da intervenire ancora. In questi giorni mi è capitato di dover intervenire su situazioni determinate dall'incomunicabilità fra un ente e l'altro. Abbiamo una Regione che spende la maggior parte delle risorse per pagare il proprio personale e poi non riesce neanche a fare le cose che sono di stretta competenza dei suoi uffici. Credo che questo problema ce lo dobbiamo porre perché è inaccettabile che la Regione spenda la maggior parte delle risorse per tenere in piedi i suoi uffici e non riesca neanche a erogare le risorse!
Assessore, bisogna riflettere anche sul modo in cui si lavora. Fra le rivendicazioni poste dal Movimento pastori sardi giorni fa ve n'era una secondo me importante, di cui abbiamo già parlato diverse volte in questo Consiglio regionale e che bisogna riprendere: c'è una pletora di dipendenti negli uffici della Regione, ma nessuno di loro va all'occorrenza nelle campagne. Se un allevatore o un agricoltore ha un problema relativo alla sua attività probabiilmente non trova un solo dipendente degli enti regionali che si occupano di agricoltura disposto a recarsi presso la sua azienda, per cui è costretto a pagare di tasca propria il veterinario o l'agronomo. Allora io credo che anche su questo bisogna fare una riflessione, bisogna che anche il personale preposto torni effettivamente, quando è richiesto, a svolgere le proprie mansioni nelle campagne. Purtroppo la legge numero 13 questo problema non l'ha risolto, ma spero che certi accorgimenti che sono vitali per la sussistenza delle aziende agropastorali vengano ripresi in considerazione.
Come dicevo il sistema non sta scoppiando, è già scoppiato! Siamo in forte ritardo, bisogna adottare dei provvedimenti, a iniziare da quello a cui si riferisce la mozione in discussione. Se le procedure sono già state tutte avviate, qual è il problema? Dove si è inceppato il meccanismo? Non possiamo continuare a parlarci addosso in Consiglio regionale, ripetendo sempre le stesse cose, perché così non andremo avanti, uccideremo l'agricoltura se non saremo capaci di spendere le risorse comunitarie! A fine anno faremo i conti dei soldi non spesi che la Regione dovrà restituire all'Unione europea.
L'anno scorso abbiamo approvato una legge che praticamente rivede la normativa in materia comunitaria. Ho visto che nell'ufficio che presiedo è arrivata una legge europea importante che dà a questo Consiglio regionale la possibilità di affrontare i problemi delle risorse della programmazione europea. Il Consiglio regionale, bisogna dirlo, è stato sempre tagliato fuori dalla programmazione di queste risorse, che è sempre stata appannaggio esclusivo della Giunta regionale. Vorrei che il Consiglio regionale, come previsto dalla legge, si riappropriasse di questa competenza e fosse capace di fare scelte importanti per la spendita delle risorse, ma anche per la loro programmazione, perché spesso noi spendiamo ma poi i risultati effettivi di questa spendita sono tutti da verificare. Questo è un argomento importante e mi auguro che questo Consiglio regionale abbia la possibilità, finalmente, di affrontare concretamente il problema. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sign[PS1] or Presidente, il collega Ladu ha appena riportato un elemento politicamente rilevante che avevo intenzione di sottoporre all'attenzione dell'assessore Cherchi in questo importante dibattito. Apro una parentesi, Assessore: le chiedo di ascoltare con attenzione - non ho dubbi che lo farà, ma lo voglio ribadire e sottolineare - gli elementi che stanno venendo fuori da questo dibattito, perché la situazione dell'agricoltura, anche relativamente all'attento esame che dobbiamo fare sull'efficienza e l'efficacia degli uffici burocratici che sovrintendono a questo importante settore, è un argomento assolutamente fondamentale e prioritario, Assolutamente fondamentale e prioritario, lo voglio sottolineare.
Mi rivolgo a lei, onorevole Cherchi, affinché nella sua nuova funzione di Assessore regionale dell'agricoltura capisca il grido di allarme che proviene non solo dalle campagne sarde, ma anche dall'attenzione, dall'interesse, dalla sensibilità che questo tema ha trovato, o meglio sta trovando in quest'Aula. Debbo dire con rammarico, ma la saggezza popolare dice che è meglio tardi che mai, che questi argomenti li abbiamo da quest'Aula addirittura sottoposti agli Assessori precedenti esattamente due anni fa, sia per quanto riguarda la legge numero 44, di cui parleremo dopo, sia per quanto riguarda complessivamente la necessità di tentare di superare velocemente la crisi del settore primario della nostra economia. Lo dico con rammarico: abbiamo perso tempo, stiamo arrivando in ritardo, probabilmente le soluzioni che avremmo potuto offrire due anni fa non le possiamo offrire adesso, perché sono cambiate anche le condizioni complessive della finanza regionale, con tutti i problemi che dobbiamo affrontare, le manovre governative, i tagli, addirittura i rischi per la specialità della nostra Isola e così via. Comunque i problemi dell'agricoltura rimangono prioritari e quando si cambiano tre Assessori in due anni e mezzo quei problemi non li si supera, ma li si aggrava. Per questo è necessario accelerare il passo e tentare di dare risposte, così com'è stato detto da tutti, per quanto riguarda questa mozione che auspico possa essere approvata unitariamente, per dare velocemente soluzioni concrete al mondo agropastorale sardo che sta letteralmente scoppiando.
Il dato politico a cui mi riferivo prima, rilevato dall'onorevole Ladu, è che il Movimento pastori sardi, cioè la frangia organizzata, diciamo così, più attiva in quest'ultimo anno - se vogliamo riferirci solo all'ultimo anno - ha compiuto un gesto di rilevanza politica importante che non vorrei venisse sottaciuto o non evidenziato, e cioè l'ultima manifestazione, quella di venerdì scorso, non è stata fatta in Consiglio regionale, bensì di fronte alle sedi delle agenzie regionali. Non è roba da poco, badate, perché con il Movimento pastori sardi c'è stata una discussione già nelle manifestazioni precedenti in cui io, insieme ad altri consiglieri regionali, ho espresso disagio per il fatto che il Consiglio regionale viene considerato il responsabile principale della mancata applicazione o dei ritardi nell'applicazione delle sue stesse leggi. E che cosa hanno detto il Movimento pastori sardi e tutte le associazioni di categoria? Hanno detto che la Sardegna attua una politica per l'agricoltura non sufficientemente adeguata al momento storico e politico che stiamo vivendo e che la struttura burocratica della Regione che sovrintende agli aiuti, al sostegno alle imprese, alle politiche per l'agricoltura è un disastro. Questo hanno detto. Se ne accorgono loro, lo sanno tutti e sono convinto che lo sappiate anche voi.
Ma gli interessi in agricoltura sono tali e tanti che è difficile, Assessore, riuscire a incidere profondamente su di essi. Penso che anche lei sia convinto di questo. Il fatto che lei non provenga dal mondo dell'agricoltura o che non sia totalmente assimilabile al mondo dell'agricoltura probabilmente l'aiuta. Paolo Terzo Sanna è il Presidente della Commissione che si occupa di agricoltura e Oscar "terzo" Cherchi è l'attuale Assessore dell'agricoltura, ovvero in questa legislatura il terzo Assessore dell'agricoltura di questa Regione autonoma che di agricoltura parla molto, per l'agricoltura spende molto, soprattutto per il personale, ma i risultati sono assolutamente disastrosi. Cominciamo quindi col mettere a fuoco questo tema che è importante ed è stato evidenziato in questa mozione che tutti abbiamo sottoscritto, perché tutti la consideriamo importante. Cominciamo a dare segnali importanti e certi: le divisioni che sono presenti nella struttura regionale e delle agenzie in agricoltura vanno eliminate. L'obiettivo di fondo deve essere quello di eliminare i ritardi, che fanno parte della politica assistenzialista e clientelare che ha contraddistinto la politica sull'agricoltura finora attuata in Sardegna. I ritardi fanno male a chi li deve subire, ma spesso fanno bene e aiutano una gestione opaca delle risorse regionali che è funzionale ad altri interessi.
Mi voglio richiamare, per la serietà e per l'intelligenza politica al collega Maninchedda: quando un sardista, che giustamente non lesina attacchi allo Stato per le mancate politiche o per le politiche di rapina nei confronti della Sardegna, dice che in questo caso la colpa è tutta nostra, è tutta dei sardi, fa un'affermazione che io voglio sottolineare perché è vera! Io sono il primo a criticare la politica del Governo Berlusconi in agricoltura. Anche lì si sono avvicendati tre ministri in tre anni: Galan, Zaia e il "responsabile" Romano. Sorvolo sul dettaglio che quest'ultimo è inquisito per questioni legate alla mafia, e nel Governo Berlusconi non è il solo, purtroppo. Il problema però è che in questo settore o si interviene in maniera pesante per superare i ritardi oppure, Assessore, lei sarà spazzato via, così come potremo essere spazzati via noi, perché alla fine le responsabilità complessivamente ricadono sempre su questa Giunta e su questo Consiglio regionale. I ritardi in agricoltura sono troppi per poterci considerare distratti. Le distrazioni non sono più tollerabili perché siamo ormai al "movimento dei forconi", che a me, a differenza di altri, piace richiamare. Siamo a questo punto, Assessore, soprattutto nel mondo delle campagne!
Parleremo di legge numero 44, parleremo di pignoramenti, parleremo di disperazione: questi sono gli elementi sotto gli occhi di tutti e di fronte a questa situazione non vale più l'atteggiamento di distacco e spesso di complicità nei confronti di palesi sacche di indifferenza e di incapacità nel gestire un ruolo importante quale quello che deve essere svolto dalla struttura regionale. Questa situazione non è più tollerabile, è il momento di porre in essere atti concreti. Assessore Cherchi, spetta a lei agire in tal senso e se lo farà stia tranquillo che in quest'Aula troverà persone e partiti disposti a sostenerla.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, ringrazio i colleghi che hanno proposto questa mozione che ho sottoscritto in maniera convinta, perché ci hanno dato ancora una volta l'opportunità di entrare nel merito di un argomento che purtroppo ci è notevolmente familiare.
Diceva prima l'onorevole Ladu: "Guardiamo se siamo responsabili di qualcosa, se qualcosa non funziona, se non siamo capaci, se ci sono limiti". Quindi le procedure di erogazione degli aiuti, che pure sono legittimi, che pure sono riconosciuti, che pure sono regolati, non funzionano anche perché non funziona la macchina amministrativa. L'onorevole Maninchedda ha fatto riferimento all'istituzione della Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, tra l'altro autorevolissima essendo composta da presidenti di Gruppi, consiglieri regionali di grande esperienza, anche sotto il profilo amministrativo, che svolgono ruoli politici, professionali e amministrativi importanti. Questa Commissione ha svolto una prima indagine e ha presentato una relazione all'attenzione del Consiglio, il quale l'ha approvata all'unanimità. C'è poi una Giunta che non dà corso agli atti del Consiglio, mi rivolgo agli Assessori che sono anche consiglieri regionali. L'onorevole Liori non lo è più, ma è stato per lungo tempo consigliere regionale, quindi ha condiviso tutte le preoccupazioni, tutte le critiche che sono state mosse in più occasioni da parte di quest'Aula nei confronti dell'apparato amministrativo, degli Esecutivi che anche in passato non hanno dato corso agli indirizzi, agli ordini del giorno, alle disposizioni regolamentari, alle leggi approvate dal Consiglio regionale. Adesso siete in Giunta e io sono convinto che, così come ho visto fare fino a oggi anche da parte di colleghi di questo schieramento, una volta diventati Assessori, cioè componenti del Governo regionale, abbiate cominciato a nutrire nei confronti del Consiglio regionale un sentimento di contrasto pregiudiziale e sistematico che si è esplicitato in azioni concrete di non attuazione degli indirizzi votati anche unanimemente in quest'Aula. Questo è il dato.
Noi facciamo oggi una discussione per capire per quale ragione patiamo le disfunzioni di un sistema pubblico in funzione dell'erogazione di aiuti a un settore in crisi. Per capire cioè per quale ragione, nonostante ci siamo attrezzati per svolgere questa funzione con il nostro sistema amministrativo, affidiamo l'esercizio di un'importante azione erogatrice di risorse finanziarie allo Stato, a un sistema statale inefficiente, più inefficiente del nostro, e anche con qualche orientamento politico di fondo inefficiente nell'erogazione di contributi che servono al sistema economico regionale sardo? Diversi sono l'atteggiamento, la funzionalità, l'efficacia che si realizzano per altre aree del Paese, per altre regioni. E perché facciamo questo? Facciamo questo perché, nonostante tutte le dichiarazioni di buona volontà, prevale in noi, anzi prevale in voi, la scelta pregiudiziale di contrasto agli orientamenti, agli indirizzi e alla funzione normativa sul piano legislativo e regolamentare del Consiglio regionale. Cioè il Consiglio regionale, Presidente, è una cosa inutile che viene rappresentata nella sua totale inutilità agli occhi del cittadino in ragione delle inadempienze dei Governi regionali rispetto alle normative di legge e regolamentari approvate dal Consiglio stesso. Prima erano prevalentemente, io direi esclusivamente, la Giunta e il suo Presidente artefici di questo atteggiamento. Oggi vi è di più, cioè questo atteggiamento lo assume qualunque impiegato regionale, che dice: "Questa norma non mi piace, non va bene". E non la applica! Non la applica con la complicità, pesante complicità, della Giunta regionale e del suo Presidente.
Badate, io ho detto milioni di volte qua che le leggi si possono violare in due modi: fare il contrario di quello che è stabilito o fare finta che non esistano. Per anni i Governi regionali e l'apparato amministrativo burocratico hanno violato sistematicamente le leggi, in modo quindi golpista! Attenti, perché quando questo è sistematico e nessuno interviene c'è un'eversione nei confronti dell'ordine costituito, c'è un'eversione da parte di chi giura sulla Costituzione repubblicana e quindi anche sullo Statuto della Regione. La violazione di quel giuramento è un tradimento e quando è sistematico e va dalle piccole alle grandi cose c'è una ragione. Quali sono gli interessi che si perseguono? Perché noi siamo così inefficienti nella spesa?
Voglio fare un esempio che è ridicolo, ma emblematico: un signore, nato in Sardegna tanto tempo fa, ha patito le carceri fasciste, è morto e le sue opere sono pubblicate in tutto il mondo, tradotte in tutte le lingue. Si chiama Antonio Gramsci. Noi facciamo ogni anno una battaglia per avere un contributo miserevole nella sua entità, cioè alcune decine di migliaia di euro, da ripartire fra tre istituzioni: la Casa natale di Antonio Gramsci ad Ales, l'Associazione Casa museo di Ghilarza e l'Istituto Gramsci di Cagliari. Puntualmente a settembre interveniamo con la legge finanziaria, abbiamo inventato procedure celerissime di erogazione diretta del contributo, ma il metodo non funziona, tant'è che non prendono una lira. Anche quest'anno non hanno preso niente, le norme vengono violate sistematicamente e così tradiscono gli impiegati che le violano e tradiscono i governanti che le violano. E non ci sarà futuro per questo Consiglio, ma neppure per questa Giunta, andando avanti di questo passo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Intervengo intanto perché sono firmatario di questa mozione, ma non intendo entrare in polemica con il collega Soru, che ovviamente ha tutto il legittimo interesse a difendere le modifiche che sono state apportate all'Agenzia per l'agricoltura. Non intendo neanche entrare in contraddittorio con l'onorevole Maninchedda, perché comprendo la ratio del suo intervento. Mi guardo anche dall'affrontare polemiche con l'onorevole Salis, che evoca un periodo drammatico per l'agricoltura, in cui era Presidente della Regione l'onorevole Palomba. Non intendo assolutamente affrontare questi argomenti.
Quando ho firmato questa mozione l'ho fatto con l'idea che nel dibattito non avremmo dovuto affrontare tutti i problemi dell'agricoltura sarda, che certamente sono tali e tanti che meriterebbero, questa volta sì, un ragionamento protratto per almeno un paio di sedute, se volessimo veramente cercare di portare a soluzione i gravissimi problemi dell'agricoltura sarda. Ma quello che stiamo affrontando è uno di questi problemi e il motivo che mi ha indotto a firmare questa mozione è l'ultimo comma del dispositivo. Peraltro rileggendolo, ieri mattina, mi sono reso conto che probabilmente andrebbe rivisto, perché, onorevole Soru, e non è una polemica nei suoi confronti, è vero che l'ARGEA è stata costituita con certi presupposti, ma è sfuggito probabilmente qualcosa. Lei ha detto, ovviamente, che a ottobre del 2009 si sarebbe potuto proseguire. Di fatto è vero, ma questa non è certamente una responsabilità del Consiglio. Non so a chi possa essere imputata questa responsabilità, certo è che tra tutti gli organismi pagatori istituiti in Italia con un decreto particolare e che derivano dall'AGEA nazionale (così come dice il decreto legislativo numero 165 e invito i colleghi a leggere l'articolo 3, dove è puntualmente evidenziato cosa bisogna fare) figurano solo sei regioni e le province di Trento e Bolzano, che si sono regolamentate e hanno avuto dall'AGEA nazionale, sulla base delle disposizioni europee, la possibilità di essere certificate enti pagatori. E' vero che l'ARGEA potrebbe essere ente pagatore, ma non mi risulta che una richiesta in tal senso da parte della Regione Sardegna sia arrivata alla Conferenza permanente Stato-Regioni né nella legislatura precedente né in questa legislatura. Se così non fosse, onorevole Soru, mi chiedo per quale motivo l'ARGEA non sia diventata organismo pagatore, benché nel suo statuto, è vero, esista questa dizione. Evidentemente questo non è sufficiente.
Perché torno al punto 3) della mozione? Perché nel punto 3) è scritto: "alla immediata costituzione, presso l'ARGEA, dell'ufficio che eserciti il ruolo di organismo pagatore". Se facciamo questo decretiamo la morte dell'ARGEA regionale, o dell'AGEA regionale, perché il decreto legislativo numero 165 del 1999 - lo leggo così abbiamo un pochino idea di che cosa si deve fare - dice: "Le regioni istituiscono appositi servizi ed organismi per le funzioni di organismo pagatore, che devono essere riconosciuti, sentita l'Agenzia, previa verifica della sussistenza dei requisiti richiesti, sulla base del decreto di cui al comma 2. Tali organismi possono essere istituiti anche sotto forma di consorzio o di società a capitale misto pubblico-privato". Questo perché? Perché deve trattarsi di un organismo snello, velocissimo, che non può essere messo nelle grinfie di ARGEA, LAORE o AGRIS, visto che abbiamo parlato di agenzie. Questo è quello che dobbiamo fare noi, questo è quello che deve fare la Giunta regionale. Se non si fa questo passaggio e non c'è un riconoscimento ufficiale del ruolo di organismo pagatore, noi possiamo rimanere qua a parlare di agricoltura per anni, ma non snelliremo sicuramente le procedure; procedure farraginose, difficili (sappiamo quali sono i problemi evidenziati nella mozione), ma che comunque lasciano il tempo che trovano.
E' chiaro che ci deve essere un impegno forte da parte della Giunta. Nella Conferenza Stato-Regioni è stato posto questo problema, Assessore? Ovviamente mi rivolgo a lei, che però è in carica solo da qualche giorno, per cui dovrei porre la domanda all'assessore Contu o all'assessore Prato: è possibile che in tutti questi mesi e in questi anni non si sia riusciti ad avere una risposta, e quindi ad avere questo tipo di convenzionamento che certamente snellirebbe le cose?
Mi fermo a parlare di questo argomento, perché su tutti gli altri problemi relativi alla drammaticità della situazione credo che ci dovremo veramente risentire. Infatti il problema non è solo questo; questo è uno dei problemi ed è un problema importante. Dal momento che gli agricoltori e gli operatori del settore aspettano mesi e mesi per vedere riconosciute le loro legittime aspettative, credo che dalla riunione di oggi, con una decisione che immagino l'Assessore sarà in grado di portare alla nostra attenzione dandoci garanzie sufficienti, debba scaturire questo passaggio con richiesta di applicazione dell'articolo 3 del "165", altrimenti continueremo a parlare inutilmente e a criticare l'AGEA nazionale. Io capisco le critiche del collega Maninchedda; le capisco, ma sono critiche che probabilmente risentono di una certa formazione ideologica. Non voglio entrare nel merito di questo, dico solo che gli strumenti ci sono. C'è una norma ben precisa che dà alle Regioni la possibilità (così come è stato per la Toscana, l'Emilia-Romagna, il Veneto, la Calabria, il Piemonte, la Lombardia, Trento e Bolzano) di essere organismi pagatori ufficiali, che non devono quindi passare per il tramite dell'AGEA, se non per i controlli, che sono quelli che l'Unione europea comunque delega solo a un organismo nazionale. Questo è quello che bisogna fare. Credo che non ci voglia la scienza di nessuno e che sia una cosa che si può fare in tempi brevissimi, non credo però che l'ARGEA possa essere legittimata a essere soggetto pagatore. Un'agenzia con quel carico di personale può svolgere tutti gli altri compiti certamente, ma il soggetto pagatore può essere composto da quindici, venti persone, e se è ben attrezzato state tranquilli che funziona. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signor Presidente, mi sembra che questa opportuna mozione, sottoscritta da quasi tutti i consiglieri regionali, esprima già nelle firme una volontà deliberativa del Consiglio regionale in questo senso, al di là dei dubbi dell'onorevole Diana. E' da approfondire il suo pensiero, non tanto la mozione. Il ruolo dell'ARGEA è definito in legge, è scritto nella legge di riforma che abbiamo approvato, a meno che non si cambi la legge. Per cui credo che questa mozione sia opportuna in quanto impegna la Giunta ad attuare la legge, a porre immediatamente in essere tutte le azioni perché l'ARGEA diventi ciò che è, quindi organismo pagatore.
Ne approfitto, però, perché mi sembra importante, per entrare nell'attualità di questi giorni e parlare di riforme, anche di riforme di enti in agricoltura. Durante l'estate ci siamo tutti espressi sulle proposte che sono state fatte dal Governo e tra queste, prendendo spunto proprio dalla manovra e dalle possibili proposte della Giunta regionale, l'assessore Floris proponeva, e l'onorevole Ladu ha ripreso il concetto, la costituzione di un unico ente in agricoltura. Nella scorsa legislatura - è stato già ricordato - noi abbiamo ridotto da nove a tre gli enti che si occupano di agricoltura. Oggi esistono tre agenzie: LAORE, che si occupa di assistenza tecnica, AGRIS, che si occupa di ricerca (tra l'altro con in atto lo smantellamento dell'azienda di Bonassai, onorevole Diana, e credo che bisognerà tornare anche sull'AGRIS), e ARGEA, che è un organismo pagatore, che avrebbe dovuto seguire le procedure di pagamento e anche esercitare funzioni che le sono state trasferite dagli ex Ispettorati agrari. Ora l'assessore Floris dice che bisogna arrivare a un unico ente. Io dico che bisogna arrivare nel più breve tempo possibile (stasera ne parleremo in Conferenza dei Capigruppo) ad affrontare complessivamente il tema relativo alla struttura della Regione, alle agenzie e agli enti, per capire se sia stato proseguito il processo avviato nella scorsa legislatura, in cui abbiamo eliminato tantissimi consigli di amministrazione e creato agenzie i cui direttori generali (quando vengono nominati e non sostituiti da commissari) riferiscono direttamente all'Assessore e devono svolgere una funzione tecnica di indirizzo dell'agenzia con elevata specializzazione.
Mi pare, onorevole Diana, che il tema del taglio degli enti e della revisione della macchina amministrativa della Regione ci abbia visti impegnati solo a parole in questi due anni e mezzo, e in particolare negli ultimi venti giorni, e siamo ormai a metà legislatura. Insieme alle proposte noi continueremo a fare un bilancio dei vostri due anni e mezzo di governo, perché è facile parlare sempre del passato, parliamo invece di cosa avete fatto voi in questi due anni e mezzo. Mi pare che quello che ha detto l'onorevole Maninchedda, cioè che la responsabilità è tutta della Regione Sardegna e che c'è una legge inattuata, sia la verità dei fatti. Ci siamo fatti scavalcare, con la recente manovra, da un Governo che fino a qualche tempo fa diceva che la crisi in realtà non c'era, che era solo un'invenzione della sinistra. Siamo ormai consapevoli del fatto che, come sistema, ci siamo mantenuti al di sopra delle nostre possibilità. Straordinariamente siamo stati qui in Consiglio il 10 agosto e abbiamo parlato dell'adeguatezza della Giunta regionale ad affrontare questa crisi. Sono state deliberate dalla Giunta le linee guida della manovra finanziaria, sulle quali bisognerà intervenire, dire qualcosa, capire se sono eque, se effettivamente ci sarà la possibilità di fare politica in questa regione e quindi di avere una massa manovrabile di risorse che nel rapporto entrate correnti/spese obbligatorie ci consenta di fare delle scelte oppure saremo chiamati, tra qualche settimana, a discutere una manovra semplicemente contabile, a fare i ragionieri e non i politici.
Credo, presidente Cossa, che a partire da questo pomeriggio dovremo affrontare intanto l'agenda di questo Consiglio regionale, cioè le priorità. Il tema del numero dei consiglieri regionali è stato posto in questi giorni, ma in realtà ne parliamo da troppi anni senza mai arrivare a una definizione. Adesso siamo chiamati a definirlo necessariamente. Il tema dei costi della politica, sul quale, al di là di quello che deciderà l'Ufficio di Presidenza, sono state presentate delle proposte di legge anche da parte del mio Gruppo, credo sia arrivato il momento di affrontarlo in tempi rapidissimi. Il tema dell'organizzazione della Regione, quindi della necessità di approvare la legge di organizzazione, unitamente alla legge elettorale e alla legge statutaria, era stato oggetto, se non ricordo male, di un ordine del giorno approvato il 18 novembre dell'anno scorso, che impegnava la Commissione a elaborare entro novanta giorni un percorso costituente. E' passato quasi un anno! E' possibile che nessuno sia responsabile di quello che succede qui, del mandato che il Consiglio regionale dà alla Giunta e alle Commissioni e che in questo Consiglio si navighi sempre a vista?
Tra l'altro dovremo arrivare, ma dando noi l'esempio e parlando prima della nostra struttura, cioè della struttura della Regione, anche al testo unico degli enti locali, per cercare di capire se l'unione dei comuni può essere l'ente intermedio, se possiamo rendere obbligatorio questo organismo che deve mantenere le funzioni associate, se le province possono diventare un organismo di secondo livello formato dai sindaci, ovvero un ente di coordinamento, e quale deve essere il ruolo dei comuni della Sardegna, che non vanno cancellati ma anzi rafforzati. Tutto questo credo sia la priorità di questo Consiglio regionale, la priorità dell'Italia e quindi la priorità anche della Sardegna e non possiamo ancora una volta avere come obiettivo davanti a noi, anche per quanto riguarda la materia dell'organizzazione delle procedure di pagamento come qualsiasi materia, non i cittadini ma i consiglieri regionali, i funzionari della Regione o i luoghi della politica. Dobbiamo avere di fronte i cittadini e sulla base di questo principio orientarci nelle scelte, perché è un momento importante. Dobbiamo affrontare la situazione di crisi e sicuramente la crisi dell'agricoltura ne è una componente principale, forse finora non affrontata adeguatamente neanche da noi. Dobbiamo però affrontare la crisi con la consapevolezza che bisogna prima operare una razionalizzazione del nostro sistema e intervenire anche sul modello di sistema che vogliamo, a cominciare dalla stesura di una legge statutaria da portare presto in Aula, tenendo presente la legge statutaria che è già stata approvata dal Consiglio regionale, anche se non promulgata. E' quello che si sente nell'aria. Qualcuno vorrebbe addirittura tornare indietro e rivedere il sistema di elezione diretta del Presidente. Guardate, io credo, l'ho detto il 10 agosto, che bisogna avere sempre il coraggio delle proprie scelte. C'è un Presidente che, bene o male, pur con una campagna elettorale anomala, è stato eletto dai cittadini e allora bisogna avere il coraggio della responsabilità e capire quando una legislatura è finita, quando è in carica un Presidente inadeguato. Ma lo deve capire il Consiglio regionale, lo deve capire la classe dirigente. Non c'è bisogno di escamotage, non c'è bisogno di tornare indietro, a quando esisteva un sistema degenere in cui i partiti e i gruppi, attraverso crisi continue e un'instabilità generale, facevano il bello e il cattivo tempo.
Credo che siano questi i temi, le priorità da affrontare, le risposte che dobbiamo dare ai sardi. Questa mozione, ripeto, è opportuna, bisogna votarla al più presto, bisogna che la Giunta faccia la sua parte, però concentriamoci sin da questo pomeriggio sui problemi veri della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che la mozione numero 136 che è oggi all'ordine del giorno abbia, così come è stato sottolineato più volte dai colleghi consiglieri che sono intervenuti, un obiettivo comune. Porta le firme di quasi tutti i consiglieri regionali e quindi dà sicuramente un indirizzo chiaro che successivamente, se sarà ancora condiviso e quindi votato dal Consiglio regionale, dovrà essere attuato dalla Giunta. Credo però che prima di entrare nel merito di alcune considerazioni sia il caso, come è stato detto, di tornare all'istituzione delle tre agenzie, e quindi alla legge numero 13, ma soprattutto all'istituzione dell'ARGEA, anche perché è importante sottolineare due aspetti della riforma degli enti agricoli, e quindi del riordino di tutto il sistema agricolo regionale.
Nella norma relativa alla costituzione dell'ARGEA si individuano i reali compiti di questa agenzia, che - leggo testualmente - comprendono "la ricezione, l'istruttoria, la liquidazione e il controllo sulle domande in materia di aiuti, contributi e premi nell'esercizio delle funzioni di organismo pagatore". Questo dice la legge. L'ARGEA, quindi, provvede all'autorizzazione, all'esercizio e alla contabilizzazione dei pagamenti; questa è la sua funzione. Qual è, però, il problema sollevato dall'onorevole Maninchedda? Il Programma di sviluppo rurale effettivamente prevede che l'AGEA sia l'organismo pagatore. L'ARGEA regionale può quindi diventare organismo pagatore solo ed esclusivamente se si modifica il PSR, che in attuazione dell'articolo 6 del regolamento comunitario numero 1290 del 2005 individua, ripeto, l'AGEA come organismo pagatore. E' un po' complicato, però credo che sia stato anche abbastanza chiaro il collega Maninchedda nel sottolineare la destinazione reale delle competenze interne, quindi la ragione della costituzione dell'ARGEA. Ed è proprio per questo che la Giunta regionale ha approvato - e per questo devo ringraziare i colleghi assessori Prato e Contu che mi hanno preceduto e che in qualche modo hanno ottemperato alle richieste del Consiglio regionale contenute nel famoso ordine del giorno citato - la delibera numero 31/46 del 20 luglio 2011, che ha come oggetto: "ARGEA Sardegna. Snellimento e razionalizzazione dei processi finalizzati all'erogazione degli aiuti comunitari". La parte dispositiva recita: "La Giunta regionale (…) delibera di autorizzare ARGEA Sardegna a stipulare una convenzione con AGEA al fine della costituzione di uno o più 'Sportello di Servizio al pubblico AGEA' presso le proprie strutture territoriali, fornendo le risorse professionali, strumentali e logistiche necessarie e costituendo sinergie con la propria organizzazione finalizzata alla gestione dei rapporti col pubblico". Questo proprio per superare il problema relativo al PRS di cui si è detto. E' chiaro, però, come giustamente mi suggeriva l'onorevole Maninchedda, che questo servizio costa; è un servizio che la Regione mette a disposizione del sistema agricolo, ma che ha costi piuttosto elevati.
E' necessario, visti tutti i punti della mozione, entrare nel merito anche di alcune considerazioni fatte da altri colleghi. Dal momento che, come giustamente è stato sottolineato, le riforme non si buttano via completamente, ma si attuano, anche se poi nell'attuarle spesso si incontrano grandi difficoltà, in quanto necessitano tempi tecnici concreti e operativi, è stato in effetti affrontato da subito il problema della rapidità e fluidità delle procedure di spesa dei fondi comunitari di cui ai famosi quattro Assi del PSR. Tale attività prosegue con un'interlocuzione costante, diretta e quotidiana tra l'ARGEA e l'AGEA, proprio per accelerare i processi di pagamento e quindi della rapidità nell'istruttoria delle pratiche e nella erogazione finale del beneficio. Sappiamo che l'ARGEA svolge la fase istruttoria e poi trasferisce, attraverso un sistema informatico, tutta la procedura all'AGEA. Credo che questo sia importante, ed è stato sottolineato da molti colleghi. L'AGEA ha reso disponibili, credo di recente, gli applicativi per quanto riguarda le domande di aiuto dell'Asse II, che sono legate all'annualità 2010, e l'ARGEA sta procedendo rapidamente alla liquidazione di tutte le domande. Si stanno quindi cercando soluzioni che possano accelerare le procedure di pagamento.
Credo di dover anche sottolineare che l'ARGEA ha comunque le risorse necessarie per accedere ai dati delle banche dati, anche perché da poco tempo ha la possibilità di accedere ai dati dell'INPS, della Camera di Commercio e dell'Agenzia del territorio, il che è necessario proprio per fare i controlli incrociati e accelerare l'istruttoria delle domande.
C'è un altro punto della mozione che vorrei sottolineare, quello in cui si parla del SIBAR. E' necessario ricordare che si tratta di un programma informatico - e forse questo è uno dei principali problemi esistenti all'interno della struttura - utilizzato per la contabilità della Regione. Il SIBAR, basato su piattaforma SAP, è un programma di contabilità e di gestione; esiste anche il SIAR, che è il programma che gestisce l'anagrafe delle aziende agricole sarde. Quindi gli aiuti comunitari sono gestiti da sistemi informativi molto complessi che utilizzano le tecnologie GIS e CAD e necessitano di operatori con una formazione professionale molto diversa da quella di cui attualmente dispongono i nostri uffici.
Tornando al dispositivo della mozione che si chiede di approvare, credo che due considerazioni politiche devono essere comunque fatte e sono queste: è vero che c'è la necessità di attuare una riforma forte e comunque di proseguire nella riforma del sistema agricolo regionale, e forse l'idea di unificare le attuali tre agenzie non è un percorso sbagliato, per un possibile effetto risparmio ma soprattutto per snellire le procedure interne e di collaborazione tra le agenzie stesse. Condivido gli impegni individuati nei tre punti del dispositivo della mozione, occorrerebbe però ragionare un attimo su quelli che sono gli obiettivi del punto 3) per capire qual è il vero obiettivo che questa Regione vuole raggiungere e qual è la procedura meno dispendiosa e soprattutto più celere per risolvere il problema dei pagamenti in agricoltura.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, credo che ci sia stato un proficuo dibattito sulla mozione all'ordine del giorno e che si possa anche considerare soddisfacente la replica dell'assessore Cherchi, ribadendo però due aspetti. L'intento della mozione era quello di porre all'attenzione della Giunta uno dei problemi dell'agricoltura. Come ha giustamente detto il collega Diana non possiamo in questa sede aprire il dibattito sull'agricoltura, tant'è che in sede di illustrazione della mozione ho detto che non volevo arrivare al problema dei problemi, che ho riassunto con la necessità di una seria riforma agraria, che è quello che manca. Purtroppo, però, mancano anche gli indirizzi, manca una programmazione, è mancata in questi anni persino l'idea di una seria programmazione agraria. Si è intervenuti, diciamo, con un sistema a spot su vari argomenti, senza proporre la risoluzione del problema dei problemi.
Ora esaminiamo la questione dell'ARGEA organismo pagatore. E' già stato detto tutto ed è tutto condivisibile, quali sono o dovrebbero essere le funzioni previste dallo statuto dell'agenzia, la ragione per cui non si applica la legge numero 13, una delle tante leggi che non vengono applicate da questa Giunta. E' infatti l'Esecutivo che deve provvedere all'applicazione corretta delle leggi. Ma possiamo parlare anche degli ordini del giorno o della illegittimità delle nomine, possiamo parlare di tutto. Allora, sintetizziamo anche in questo caso: il sistema non funziona, il sistema politico non funziona, e non è un problema di costi della politica. Io mi diverto in questi giorni ad ascoltare le varie proposte di chi ha bocciato proposte precedenti. Parliamo di riduzione, rivisitazione e razionalizzazione degli enti, ma, signori miei, quest'Aula ha bocciato non più tardi di un mese e mezzo fa l'abrogazione di un consiglio di amministrazione inutile con trasferimento delle relative competenze al direttore generale, il che avrebbe rappresentato un risparmio di costi. Parlo dell'AREA e di un emendamento bocciato da questa Giunta. Mi fa sorridere che il presidente Cappellacci dica: "Le province sono inutili", quando lui stesso con il suo voto ha bocciato in quest'Aula l'emendamento che prevedeva la cancellazione, secondo legge, delle province istituite - erroneamente, col senno di poi - da questo Consiglio regionale; ha cioè bocciato l'emendamento che avrebbe dato inizio a questa fase. Mi fa sorridere che la Giunta non attui gli indirizzi per le riforme approvati con un ordine del giorno da quest'Aula in una sessione straordinaria convocata proprio per discutere delle riforme da attuare; mi fa sorridere che quest'Aula abbia votato contro, tranne otto dei nostri consiglieri, la cumulabilità dei vitalizi di parlamentare e consigliere regionale. E' una farsa!
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue CAPELLI.) Interverremo poi per dare risposte alla piazza, ma noi non dovremmo ragionare sulle pressioni della piazza. Noi dovremmo ragionare come rappresentanti del popolo, cercando di proporre le adeguate e opportune riforme con senso civico, con coscienza e nell'interesse regionale. Invece, come dicevo mesi fa, questa Giunta, che intende fare la fine di Luigi XVI (e forse qualcun altro aspira a fare la fine di Maria Antonietta), ha aspettato e sta aspettando le pressioni della piazza. Ma la piazza è già con i forconi in mano e noi avremmo dovuto anticipare tutto questo. L'abbiamo detto per mesi qui dentro e non era una linea di contrapposizione politica sterile e preconcetta; volevamo soltanto avvertire che quando ascoltiamo troppo i sussurri romani (e AGEA è un sussurro romano, come ha giustamente meglio specificato il collega Maninchedda), quando prestiamo troppo l'orecchio ai sussurri romani non sentiamo le voci della Sardegna, dei nostri conterranei, della nostra gente. Badate bene, noi tutti qui dentro siamo coscienti di cosa sarebbe opportuno fare, il problema è che non lo facciamo.
Allora, per tornare all'argomento, ma non sto divagando, noi abbiamo necessità di far arrivare i fondi all'agricoltura, ai nostri agricoltori e ai nostri allevatori in tempi celeri. Gli agricoltori non vogliono sentir parlare dei problemi della burocrazia, dei problemi del rapporto Stato-Regione, dei problemi tra l'AGEA e l'ARGEA, del fatto che il sistema SIAN non funziona, che l'interfacciamento dei sistemi non va avanti e le pratiche sono tuttora bloccate. Io consiglio l'utilizzo del SIBAR perché una semplice implementazione di questo programma potrebbe garantire la verifica, attraverso i controlli incrociati con i dati delle Camere di commercio (CCIAA) e quant'altro, almeno dell'esistenza delle aziende. Lei sa, Assessore, che sono state liquidate delle somme ad aziende morte? Allora qualcosa non funziona in noi, non dobbiamo guardare sempre agli altri!
Oggi inizierà una sessione importante, straordinaria, taglieremo indennità e vitalizi, taglieremo tutto meno ciò che dobbiamo tagliare. Per esempio, voglio proporre all'attenzione dell'Aula una questione: si è tanto discusso dei tagli a livello nazionale e regionale, ma non ho sentito parlare di tutti quei milioni di euro che noi regolarmente sperperiamo. I costi della politica non sono infatti solo quelli riferibili direttamente a noi, che siamo super pagati e facciamo sprechi, a detta di molti. Per esempio noi disperdiamo contributi in una miriade di rivoli. Sono d'accordo sul contributo alle istituzioni Gramsci, sul quale ho sempre votato a favore, vorrei magari rivedere il contributo ai sindacati. Il taglio dei contributi ai partiti per le spese elettorali è più che giusto! Il mio partito ha proposto mesi fa un emendamento alla finanziaria nazionale che è stato bocciato da quell'Aula e che proponeva una riduzione del 50 per cento di tali contributi. L'Aula parlamentare ha bocciato quella proposta e adesso non si parla più o se ne parla parzialmente del finanziamento pubblico ai partiti, già bocciato da un referendum nazionale. I contributi pubblici questo Stato e questa Regione li danno a tutti, sindacati compresi! Vogliamo parlare delle fondazioni e delle associazioni?
Signori miei, noi buttiamo all'aria centinaia di milioni di euro, ciononostante non abbiamo, o meglio voi non avete la forza di tagliare definitivamente queste spese. I tagli non si fanno del 10 per cento su tutto. Ragioniamo sul bilancio, tagliamo là dove bisogna tagliare, ma voi avete ripetutamente bocciato la riduzione del fondo per la pubblicità istituzionale, sorridendo anche sugli 8 o 9 milioni di euro spesi per le vele o per i palchetti dei cinema estivi! E allora dov'è la serietà?
Io sono pronto a ripresentare tutto quello che è stato presentato in questi anni e che ha a che fare con questa mozione, perché gli agricoltori ci dicono: "Non ci interessano le vostre beghe sulle nomine, sulla burocrazia, sui malfunzionamenti o gli interfacciamenti. Noi vogliamo subito i nostri denari!". L'unica cosa da fare è applicare la legge. Applicando la legge ARGEA diventa l'ufficio pagatore diretto, anziché buttare via i denari per pagare convenzioni di comodo con società di comodo della politica nazionale che bene si interfaccia con certa politica regionale.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Passiamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti perché avevo chiesto al presentatore della mozione se vi era la possibilità di modificare la parte dispositiva per poi sottoporre le modifiche all'Aula.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 33, viene ripresa alle ore 12 e 44.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Sono state concordate due modifiche sul dispositivo, che ho già presentato agli Uffici. Il punto 2) viene così modificato: "a riattivare immediatamente le procedure presso il Ministero delle politiche agricole per il riconoscimento di ARGEA quale organismo pagatore della Regione autonoma della Sardegna". Il punto 3) viene così integralmente modificato: "a procedere conseguentemente alla modifica del PSR per assegnare ad ARGEA il ruolo di organismo pagatore e di controllo sugli atti del suddetto PSR".
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione numero 136 così come modificata.
Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, chiedo di includere il mio nome tra i firmatari della mozione efficacemente illustrata dall'onorevole Capelli e di cui condivido il contenuto. Agli annosi problemi che affliggono il comparto agropastorale si aggiungono questioni di carattere burocratico purtroppo, che altro non determinano se non un ulteriore aggravarsi della situazione. Il mondo agropastorale sardo è agonizzante oltre che per le inaccettabili disfunzioni dell'organismo pagatore, anche per colpa di una politica inadeguata, potrei dire di una politica incapace di immaginare uno sviluppo del comparto basato anche sulla difesa delle peculiarità, ma soprattutto sulla ricerca, aspetto del tutto sottovalutato, direi mortificato, vista per esempio l'attuale gestione dell'AGRIS che, come tutti sappiamo, ha compiti di ricerca scientifica, sperimentazione e innovazione tecnologica nel settore agricolo per favorire lo sviluppo rurale sostenibile, eccetera. L'AGRIS che, come recita l'articolo 30 della legge numero 13 del 2006, deve avere un direttore generale scelto, con procedura a evidenza pubblica, fra persone di comprovata esperienza e competenza, in possesso di un'alta qualificazione scientifica e professionale nelle materie di competenza dell'agenzia, di fatto è diretta da un commissario da oltre due anni, che si è distinto finora per metodi non di certo ispirati a una sana e corretta gestione, quando valide alte professionalità della ricerca in un determinato settore vengono destinate ad altri ruoli inopportunamente e illegittimamente, come dimostrano le diverse sentenze che condannano l'agenzia per discriminazioni e atti vessatori nei confronti di tale personale.
Ripetiamo continuamente che bisogna attuare la legge numero 13, l'onorevole Uras lo ripete a voce alta e forte, anche in qualità di Presidente della Commissione d'inchiesta. La cosa pare quasi paradossale, chi fa le leggi ripete a se stesso che le deve osservare e attuare, ma chi, che cosa vi ostacola, onorevole Cherchi? Perché non procedere subito alla nomina dei direttori delle agenzie e degli enti come prevedono le leggi che noi stessi, lei stesso, voi Giunta avete contribuito ad approvare? Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). A dire il vero io non credo nell'applicazione immediata o futura di questa mozione, che rimarrà sicuramente non dico nero su bianco, ma bianco su nero. Una mozione che si conclude sempre con "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a…" non è più concepibile. Sappiamo bene che un impegno non si nega nessuno, ne parleremo fra anni. Questa mozione non avrà nessuna conseguenza, malgrado ciò la voterò per non essere una voce discordante. L'agricoltura rimarrà sempre l'eterno ritorno, non quello di Nietzsche, ma forse quello di San Paolo! Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo, Presidente, per chiedere la votazione nominale e per esprimere il nostro assenso alle modifiche che sono state apportate alla mozione, che danno ulteriore concretezza alla mozione stessa. Adesso la parola sta a lei, assessore Cherchi, e alla Giunta. Speriamo di non dover sottolineare con rammarico la convinzione espressa testé dal collega Ben Amara. Speriamo che possa essere smentito dai fatti, perché c'è l'urgenza che questi fatti vengano assolutamente realizzati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, dichiaro il mio voto favorevole alla mozione, a maggior ragione con questa ulteriore specificazione della parte dispositiva. Spero anch'io che le considerazioni amare dell'onorevole Ben Amara siano contraddette e questo dispositivo possa essere pienamente attuato.
Assessore, la riforma degli enti agricoli non è stata pienamente attuata nonostante fosse stato ormai completato il processo per l'attivazione dell'ARGEA come ente pagatore. Tant'è che oggi parliamo di riattivazione di quel processo che era perfettamente avviato e di fatto completato e che si è voluto sospendere, bloccare. La scusa che evidentemente qualche ufficio le ha raccontato, cioè che non si sia potuto adempiere perché il PSR prevede come ente pagatore l'AGEA nazionale, è veramente un po' troppo debole, perché il PSR è stato presentato per la sua approvazione nel 2007-2008 e per poter essere approvato aveva bisogno di riferirsi a un ente pagatore esistente, e non a un ente pagatore che sarebbe esistito di lì a un anno. E' talmente ovvio che infatti non si tratta di modificare il PSR, ma semplicemente di dire alla Commissione europea che dal 1° gennaio o dal 31 ottobre (in quel caso era il 31 ottobre del 2009) l'ente pagatore non è più l'AGEA nazionale, ma l'ARGEA regionale. Quindi quella è veramente una scusa risibile, anzi risibilissima. Il fatto è che sono trascorsi due anni e mezzo in cui si è fatta solo propaganda, dei provvedimenti per gli agricoltori non è importato niente a nessuno e chi faceva propaganda in agricoltura oggi stranamente va a fare propaganda sulle smart cities, non si capisce con quale competenza!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io dichiaro il voto favorevole, per quel che serve, onorevole Capelli, all'ennesima mozione che il Consiglio regionale licenzia e che affida all'attuazione della Giunta.
Aspetto che ci sia un minimo di attenzione tra i banchi della Giunta e la Presidenza.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Uras.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Recupero un minuto, perché vorrei essere ascoltato, Presidente, perché ciò che voglio dire riguarda soprattutto il Consiglio regionale. Altrimenti, se dobbiamo solo mantenere le indennità, andiamocene a casa, spegniamo le luci, così almeno risparmiamo in spese di funzionamento!
Io non accetto più, Presidente, che una disposizione, una raccomandazione del Consiglio regionale sia fatta a tappetino e calpestata da chicchessia. E' un reato violare le leggi ed è una responsabilità contabile che deve essere perseguita dalla Procura della Corte dei conti. Se noi istituiamo un'agenzia che deve svolgere le funzioni di soggetto pagatore, quell'agenzia svolgerà le funzioni sulla base delle procedure che sono attuate dagli uffici e dall'Esecutivo, e non si deve tornare in Consiglio regionale per stabilire una cosa già stabilita. Se non si fa una cosa per due anni e mezzo ci saranno uno, due, tre responsabili che devono essere puniti con la sospensione dal servizio se sono impiegati o con la cacciata da questo Consiglio regionale se sono Assessori. Se no stiamo qua a spendere altri soldi per illuminare questa sala che è inutile!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Ovviamente anch'io ribadisco il voto favorevole al dispositivo della mozione così come è stato modificato. Lo faccio però con un auspicio, e cioè che di questo tema in questa sala non se ne debba davvero parlare più. Qua fuori di problemi legati al settore dell'agricoltura ce ne sono tanti e di difficilissima soluzione ed è su quelli che abbiamo l'obbligo morale e politico di cimentarci, diversamente non riusciamo a dare la risposta che merita il mondo agricolo. Per cui rivolgo una preghiera all'Assessore: tenga conto di questa mozione che si sta per approvare e, a partire da ieri, non da domani, risolva il problema. Ma non ce ne parli più!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, confermo, sebbene con un po' di perplessità, il mio voto favorevole. Spero che tutte le preoccupazioni che ho espresso volutamente nel mio intervento con l'apporto delle correzioni decise vengano smentite a breve termine. Il mio Gruppo e io ce lo auguriamo profondamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il voto a favore alla mozione e per ricordare all'Assessore due cose. La prima: dico io quello che forse è opportuno non dica l'onorevole Diana, ma che non è conosciuto tutti, e cioè che la procedura di riconoscimento dell'ARGEA quale ente pagatore venne attivata nell'estate del 2010 dal Ministero; il funzionario di riferimento del Ministero delle politiche agricole era ed è la dottoressa Cozzi. Poi venne fatta la scelta politica - veda lei chi la fece, io non so chi l'abbia fatta - di interrompere quella procedura. Alla luce di questa certezza le dico il secondo convincimento che ho maturato: ho contato dal 2009, quando abbiamo iniziato a legiferare in questa legislatura a oggi diciassette provvedimenti votati da questo Consiglio regionale e non attuati dal Governo regionale. Gli ultimi sono quelli concernenti la lotta ai residui, assolutamente "smontata" dall'Amministrazione regionale al punto che oggi l'abbattimento del disavanzo di 800 milioni di euro avviene con il residuo attivo di 800 milioni di euro calcolato sulle entrate che lo Stato non ci vuole riconoscere, ma non sull'abbattimento dei residui!
Avevamo inoltre approvato delle norme per la velocizzazione della spesa modificando la legge numero 31 e consentendo agli Assessori di porre obiettivi, verificarli e nominare commissari ad acta.Anche queste norme sono rimaste inattuate.
Alla luce di tutto questo mi consentirà di dirle ciò che sto per dire: io sono convinto che non si debbano firmare convenzioni aggiuntive con l'AGEA e di conseguenza, siccome siamo abituati a non essere ascoltati, dinanzi a una convenzione aggiuntiva io andrò alla Corte dei conti. Lo dico con molta serenità. Non ci andrei se ci fosse un rapporto diverso tra la Giunta e il Consiglio, ma in questa situazione sarò costretto a farlo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intendo esprimere il voto favorevole a questa mozione che anch'io ho sottoscritto, ma anche sottolineare, come qualche altro collega ha già fatto, un'evidente contraddizione che rimane in piedi, e cioè il fatto che si fanno due pesi e due misure, si percorrono due strade diverse: una è l'erogazione dei contributi previsti dalla legge, che subisce le angherie della burocrazia (e dietro la burocrazia ci sono delle persone) che portano a ritardi e mettono in ginocchio le imprese. Questo può essere dovuto ai vincoli del patto di stabilità che fanno segnare il tempo e, come ben sappiamo, i contributi arrivano in ritardo e mettono in ginocchio le imprese, in questo caso agricole, che devono acquistare sementi, concimi e quant'altro con il cappio al collo messo loro dalle banche o da altre figure disponibili a concedere prestiti o anticipazioni. Ma ci sono tanti altri settori, per esempio il mondo della cultura e dello spettacolo o quello dello sport, che subiscono ritardi nell'erogazione dei contributi e si espongono a ulteriori indebitamenti in un momento difficile come questo.
C'è poi una strada privilegiata, come quella che riporta oggi, a pagina 6, La Nuova Sardegna parlando dei costi della politica e facendo riferimento non ai costi delle istituzioni, ma a quello che la politica eroga, attraverso meccanismi privilegiati (io l'ho già denunciato in quest'Aula), per esempio per la Sfilata d'Amore e Moda di Alghero, per il Premio internazionale del cinema Rodolfo Valentino, per il Rally di Sardegna, per la Louis Vuitton Cup, per il rifacimento della facciata dell'edificio della Curia vescovile, per il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, e chi più ne ha più ne metta. Stiamo parlando di milioni di euro la cui erogazione segue una strada privilegiata, per cui tutto è facile, tutto è dovuto!
Questo mi porta a richiamare la proposta del collega Capelli sui tagli. I tagli sono rivolti soprattutto a quel pacchetto di somme che sono sottoposte a discrezionalità, mentre quelle stesse somme io le salverei, ma le rimanderei alle leggi apposite, attraverso le quali si può accedere a meccanismi che stabiliscono criteri, priorità, graduatorie, meriti e quant'altro e mettono tutti nelle stesse condizioni. Altrimenti ci sarà sempre chi cercherà di accedere a benefici a cui è difficile da accedere, perché sappiamo quanto sono complicate le procedure, e chi seguirà strade privilegiate e riuscirà a ottenere senza dover giustificare nel modo dovuto quanto ha ottenuto.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 136.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Capelli, Diana Giampaolo, Floris Mario e Rodin hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 67
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 67
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, vista l'ora chiedo, se è possibile, di rinviare a questo pomeriggio la discussione del prossimo argomento all'ordine del giorno, cioè della mozione numero 131. L'impegno è quello di non utilizzare tutto il tempo a disposizione per illustrarla.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, ci sono molte mozioni all'ordine del giorno, quindi dovremo utilizzare tutto il tempo a disposizione.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Io non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione.
PRESIDENTE. Avessimo da discutere soltanto questa mozione, ma ne abbiamo anche altre due.
Convoco immediatamente la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 13 e 04.
[PS1]Presiede Cossa
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla necessità di riorganizzazione del sistema di emergenza sanitaria nel territorio del Goceano. (265)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, condividendo le osservazioni dell'On. interrogante, riguardo alla necessità di migliorare il sistema dell'emergenza sanitaria nel Goceano; che a parere di chi scrive è ascrivibile a buona parte del territorio regionale, si è proceduto all'elaborazione della proposta di deliberazione "Avvio delle procedure di riorganizzazione della rete dell'emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale - Approvazione preliminare" di cui costituisce parte sostanziale ed integrante il "Piano di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria della Regione Sardegna", trasmessa ai fini dell'esame e dell'approvazione alla Giunta regionale in data 24.05.2011, ed approvate in data 20.07.2011 col numero di rep. 31/2.
Il Piano di riorganizzazione di cui sopra si inserisce nell'ambito del contesto di profonda trasformazione del Servizio sanitario regionale ed anticipa alcuni contenuti del nuovo Piano dei servizi sanitari regionali, attualmente in fase di definizione con il supporto di AGENAS, e ridisegna l'offerta complessiva dei servizi sanitari a partire dalla rete dell'Emergenza - Urgenza, sulla base del modello "Hub and Spoke", potenziandola nelle sue articolazioni ospedaliera e territoriale. Da rilevare che la rete ospedaliera viene ridefinita nell'ottica del rispetto delle indicazioni e dei parametri approvati in data 3.12.2009, Rep. n. 243, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano:
Nello specifico, sulla base del numero delle chiamate effettuate, del numero degli interventi, delle caratteristiche geomorfologiche e demografiche e dalla distanza dei presidi ospedalieri, è contemplata una diffusione più capillare dei mezzi di soccorso (base, infermieristico, medicalizzati) ed il Goceano è individuato quale zona che si varrà del potenziamento del sistema territoriale per garantire una adeguata risposta alla richiesta da parte della popolazione.
Considerata la particolare rilevanza e la strategicità del sistema dell'emergenza, si è proceduto a completare la riforma del servizio con la presentazione alla Giunta regionale della proposta prot. 1290 del 16.06.2011 "Realizzazione della nuova rete regionale per il servizio di emergenza sanitaria 118", cui viene assegnato un budget di 10.000.000 di euro onde dare corso all'attuazione delle misure previste, la proposta di deliberazione è attualmente al vaglio della Giunta regionale.
Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione Cuccu - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio sulla concessione mineraria in territorio del Comune di Sardara denominata "Piscina Quaddus". (434)
In riferimento all'oggetto, per quanto di propria competenza, si ritiene opportuno precisare quanto segue.
- Il Comune di Sardara, in qualità di titolare della concessione mineraria per acque termali "Piscina Quaddus", ha presentato in data 12.11.2010 all'Assessorato dell'industria - Servizio attività estrattive (SAE), istanza per l'autorizzazione alla somministrazione di 2,5 l/s di acque termali di cui è concessionaria la Soc. COS.VI.P. Srl per l'esercizio di una nuova struttura termale, da realizzarsi a cura della medesima società.
- In data 20 dicembre 2010, lo stesso Comune di Sardara ha integrato la suddetta istanza con una nota nella quale si specificava come i consumi di acqua termominerale dello stabilimento afferente alla concessione "Piscina Quaddus", attestatisi in circa 3 l/s, fossero inferiori ai quantitativi disponibili, pari ad 8 l/s, accordati dal SAE con determinazione n. 222/2004.
- In ragione di detta considerazione si evidenziava come la risorsa disponibile fosse in sovrappiù rispetto alle proprie esigenze e che, anche l'ulteriore quota di cui si chiedeva la somministrazione a beneficio della Soc. COS.VI.P. Srl, non si sarebbero superati gli 8 l/s assegnati.
- Il SAE, esaminando la richiesta, ha considerato che, in generale, qualora non vi sia pregiudizio di terzi, è interesse dell'amministrazione favorire lo sviluppo economico del territorio promuovendo la nascita di nuove attività e la migliore e più completa valorizzazione delle risorse disponibili.
- Il SAE ha inoltre valutato, alla luce delle attuali normative, che non esiste una norma o un regolamento che disciplini o impedisca l'attribuzione di quote parte della risorsa complessiva.
- Nel caso specifico, invece, in data 21.12.2001 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Comune di Sardara, la Soc. Idroterme Sardara Srl, titolare della concessione attigua "Santa Maria de is Acquas" e l'Assessorato dell'industria per la regolamentazione del regime di emungimento dalla falda che, come detto, attribuisce al Comune una quota massima non derogabile di 8 l/s ed alla Soc. Idroterme Sardara Srl una quota di 12 l/s, questo per garantire la corretta e contemporanea operatività di entrambe le concessioni.
- A seguito di tale protocollo d'intesa sono state successivamente disposte le prescrizioni del SAE riportate nella citata determinazione n. 222/2004, che peraltro non verrebbero modificate anche nel caso della somministrazione alla Soc. COS.VI.P. Srl.
- A seguito di tali considerazioni, in data 20.12.2010, il Servizio attività estrattive ha rilasciato il nulla-osta per l'effettuazione di tale somministrazione, non ravvisando pregiudizio di terzi ed ottemperando alle disposizioni di legge in materia mineraria in merito alle quali è compito dell'organo di vigilanza favorire l'ottimale sfruttamento della risorsa garantendo il buon governo del giacimento minerario.
- A tal proposito si evidenzia inoltre che, per accertare il corretto utilizzo della risorsa idrica ed il rispetto delle prescrizioni circa le quantità massime emungibili, è già stato imposto al Comune di Sardara di installare un contatore che ne permetta la verifica.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Solinas Antonio - Espa - Sanna Gian Valerio sui tagli ai punteggi dei progetti personalizzati della legge n. 162 del 1998, con particolare riferimento al caso dell'utente di Mogorella (OR). (545)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, con la quale viene contestata, in relazione al caso di un utente di Mogorella, il criterio relativo ai c.d. "servizi fruiti dal destinatario del piano" per l'assegnazione dei finanziamenti dei piani personalizzati di sostegno di cui alla legge 162/1998, individuato con la DGR 45/18 del 21.12.2010, si illustra l'iter procedurale che ha portato alla rivisitazione dei criteri.
- Nel corso del 2010, sulla base delle indicazioni della D.G.R. n. 55/33 del 16 dicembre 2009 con cui si stabiliva di provvedere, entro quattro mesi, ad una rivisitazione complessiva dei criteri e dei parametri dei finanziamenti, si è proceduto ad una rivisitazione dei criteri di erogazione dei finanziamenti dei piani personalizzati di cui alla legge 162/98.
- Come primo atto, è stato istituito un gruppo di lavoro interno, affiancato da un rappresentante nominato dall'ANCI Sardegna, che ha portato a termine uno studio propedeutico e una prima individuazione delle criticità della normativa regionale di riferimento.
- Tale lavoro è stato adottato come base operativa dalla Commissione consultiva regionale costituita con decreto assessoriale n. 10 del 31 marzo 2010, al fine di una rivisitazione dei criteri di accesso alle prestazioni. Sulla base delle proposte di modifica elaborate dalla Commissione, è stata predisposta la DGR n. 34/30 in data 18.10.2010 concernente "Fondo per la non autosufficienza: Piani personalizzati in favore delle persone con grave disabilità. Modifica dei criteri per la predisposizione e l'erogazione dei finanziamenti".
- Successivamente, il Consiglio regionale, nella seduta del 18 novembre 2010, approvava un ordine del giorno con cui impegnava la Giunta regionale ad apportare alcune modifiche ai criteri per la predisposizione e l'assegnazione dei finanziamenti dei Piani personalizzati di sostegno in favore delle persone con grave disabilità di cui alla legge 162/98, individuati con la deliberazione della Giunta regionale n. 34/30 del 18.10.2010. In particolare, si impegnava la Giunta regionale:
1) a salvaguardare livelli di assistenza finora garantiti dalla corretta applicazione della legge alle persone in situazione di handicap grave, ridefinendo i criteri secondo principi di ulteriore equità e ragionevolezza;
2) a confermare una disponibilità di risorse sufficienti a garantire il livello della spesa effettiva del 2010;
3) a proporre al Consiglio regionale, nel caso fosse necessario, di incrementare le risorse fino ad un limite di 116 milioni di euro;
4) a far sì che in caso di aumento consistente dei piani finanziati con le nuove richieste in via di presentazione, e quindi di una insufficienza di fondi a garantire gli stessi livelli di quest'anno, un'eventuale riduzione si applichi in percentuali identiche a tutti i piani;
5) a sottoporre al parere dalla Commissione competente i nuovi criteri da elaborare.
- Tenuto conto dell'ordine del giorno e della conclusione del dibattito sulle mozioni n. 95 e n. 98 sulla DGR n. 34/30 e in considerazione della volontà comune di una rivisitazione dei criteri secondo principi di ulteriore equità e ragionevolezza, sono state apportate, in forma sperimentale, parziali modifiche ai criteri di cui all'allegato A alla deliberazione citata e, conseguentemente, alla Scheda B - Scheda Salute e alla Scheda C - Scheda Sociale. La proposta di deliberazione è stata sottoposta, in data 14 dicembre 2010, al parere della settima Commissione consiliare, che ha proceduto ad un riesame della stessa e alla revisione di alcuni criteri. Le raccomandazioni discusse e approvate dalla Commissione sono state integralmente recepite nella deliberazione n. 45/18 approvata dalla Giunta regionale in data 21 dicembre 2010. In particolare:
a) Finanziamento piano personalizzato: l'unico requisito richiesto per poter presentare la richiesta di finanziamento del piano personalizzato di cui alla legge 162/1998, è il riconoscimento di handicap grave di cui alla legge 104/1992, articolo 3, comma 3.
b) Fascia di età da 0 a 3 anni: possono essere presentati i piani personalizzati con unico requisito quello indicato al precedente punto a). Come stabilito con la deliberazione n. 34/30 del 2010, nell'allegato B - Scheda Salute, per l'attribuzione dei punteggi relativi ai bambini da 0 a 3 anni occorre considerare solo le voci significative per l'età del bambino.
c) Eventuale riduzione percentuale dei piani finanziati: per il Programma 2010 e successivi i piani personalizzati presentati dai Comuni verranno finanziati a valere sulle disponibilità dei fondi regionali, delle assegnazioni statali e delle economie dei finanziamenti dei piani personalizzati relativi agli anni precedenti. In caso di insufficienza di fondi a finanziare tutti i progetti, si applicherà una riduzione in percentuale identica a tutti i piani presentati, sino alla concorrenza delle somme disponibili.
d) Compilazione Scheda Salute: la Scheda Salute - Allegato B potrà essere compilata e firmata, oltre che dal medico di medicina generale, anche dal medico di struttura pubblica o dal medico convenzionato che ha in cura la persona con disabilità. Ad eccezione di questa modifica la Scheda Salute rimane identica a quella allegata alla delibera di Giunta n. 34/30 del 18.10.2010. Le schede già compilate a cura del medico sono da considerarsi valide in quanto non sono state modificate né le singole voci né i relativi punteggi.
e) Soggetti aventi diritto: per il Programma 2010 la certificazione della disabilità, articolo 3, comma 3, legge 104/1992, deve essere posseduta entro e non oltre il 31 dicembre 2010. Per le visite effettuate entro il 31 dicembre 2010 e la relativa certificazione definitiva non sia stata ancora rilasciata, in sostituzione di tale certificazione può essere presentata la dichiarazione della competente Commissione che ha visitato la persona con disabilità attestante il riconoscimento dello stato di handicap grave di cui all'articolo 3, comma 3, della legge 104/92.
f) Criteri per l'attribuzione del punteggio: relativamente alla voce di cui al punto 5.2.1 - Criteri per l'attribuzione del punteggio, della D.G.R. 34/30 del 18.10.2010, il punteggio massimo passa da 8 a 10 punti che vengono riconosciuti a una nuova fascia di età, quella da 0 a 3 anni. Vengono inoltre riconosciuti 8 punti alla fascia di età dai 4 ai 18 anni. Inoltre, si attribuiscono 10 punti indipendentemente dall'età quando la disabilità è congenita o insorta entro i 14 anni per patologia acquisita e la patologia comporta una invalidità dei 100 per cento secondo la tabella di cui al decreto ministeriale - Ministero della sanità - 5 febbraio 1992 "Approvazione della nuova tabella indicativa delle percentuali d'invalidità per le minorazioni e malattie invalidanti.'' (Pubblicato nella Gazz. Uff. 26 febbraio 1992, n. 47, S.O.). Il resto della tabella resta invariata.
g) Servizi fruiti settimanalmente dal destinatario del piano: rispetto alla deliberazione della Giunta n. 34/30 del 2010 viene modificata la graduazione dei punteggi relativa alla voce 5.2.2 - Servizi fruiti settimanalmente dal destinatario del piano e vengono codificate alcune fasce orarie settimanali. In particolare la prima fascia passa da 0 ore a 0 - 2 ore settimanali di servizi fruiti. A questa nuova prima fascia si riconoscono 15 punti invece dei 12 punti precedenti. La seconda fascia passa da 1 - 7 ore a oltre 2-7 ore settimanali di servizi fruiti, a cui si riconoscono 12 punti invece di 8. Alla fascia oltre 7 -12 ore settimanali si riconoscono 8 punti invece di 6. Le altre fasce orarie settimanali e relativi punteggi restano immutate.
h) Carico assistenziale familiare: relativamente al punto 5.2.3 - Carico assistenziale familiare della deliberazione della Giunta n. 34/30 del 18.10.2010, viene modificata la graduazione dei punteggi riconoscendo al carico familiare da sopra 23 ore 14 punti invece di 15 e al carico familiare da 23 a 18 ore, 10 punti invece di 8. I punteggi delle fasce residue restano immutati.
i) Particolari situazioni di disagio: relativamente al punto 5.2.4. - Particolari situazioni di disagio della DGR 34/30 del 18.10.2010 il punteggio massimo ottenibile sommando le varie voci delle "Particolari situazioni di disagio" passa da 15 a 11 punti. Vengono attribuiti 10 punti alla compresenza di più persone con disabilità grave nello stesso nucleo familiare che presentano il piano personalizzato e 6 punti alle persone con disabilità che vivono sole mentre le altre voci rimangono invariate, salvo presentare, per il riconoscimento dei 4 punti per gravi patologie, la certificazione attestante la grave patologia corredata da esaustiva documentazione medica in sostituzione dell'attestazione del riconoscimento dell'indennità di accompagnamento. Inoltre, la deliberazione anticipava il nuovo criterio sull'erogazione dell'assegno di cura; infatti per il programma 2010 da finanziarsi nel 2011 è prevista l'erogazione aggiuntiva di euro 3.000 come "assegno di cura" di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 1 del 2009, per i nuclei familiari con almeno due persone con disabilità che hanno il piano personalizzato finanziato.
l) Entità del finanziamento e modalità di compartecipazione: per quanto concerne il punto 6 - Entità del finanziamento e modalità di compartecipazione della deliberazione della DGR n. 34/30 del 2010, viene rideterminata in euro 9.000 la soglia ISEE del nucleo familiare al di sotto della quale i soggetti destinatari dei servizi e degli interventi sociali erogati ai sensi della legge 162/98 sono esentati da ogni forma di riduzione o compartecipazione. Relativamente alla tabella "B" e alla tabella "C" di cui all'allegato A della deliberazione della Giunta n. 34/30 sono state modificate sia le classi di reddito ISEE, sia le relative percentuali di riduzione/compartecipazione sulla base dei corrispondenti redditi e riduzioni applicati nei programmi precedenti.
Tenuto conto delle parziali modifiche ai criteri illustrati, si è resa necessaria una proroga per la predisposizione dei nuovi piani personalizzati, per cui con DGR n. 45/18 del 21.12.2010, è stato disposto:
- di prorogare al 10 febbraio 2011 la presentazione, da parte dei Comuni, delle schede riepilogative su supporto informatico dei piani personalizzati per l'anno 2010, da attuarsi nel 2011;
- di prorogare al 28 febbraio 2011 la validità dei piani personalizzati delle persone con disabilità del Programma 2009, che hanno presentato il piano anche per il Programma 2010 da attuarsi nel 2011 ;
- di far decorrere dal 1° marzo 2011 l'attivazione dei piani personalizzati relativi al programma 2010 da attivarsi nell'anno 2011.
Gli onorevoli consiglieri contestano, in particolare, la revisione del criterio del calcolo assistenziale familiare per rassegnazione dei finanziamenti, ritenuto eccessivamente penalizzante.
Come già specificato sopra, i criteri di cui alla delibera n. 45/18 del 21 dicembre 2010 sono stati discussi e sottoposti a preventiva approvazione da parte della settima Commissione consiliare nella seduta del 14 dicembre 2010. Alcuni di questi, elencati in dettaglio nel precedente punto, sono stati modificati, mentre tutti gli altri sono rimasti invariati in quanto ritenuti validi e legittimi dagli stessi componenti della commissione.
Il punto in questione era stato, peraltro, già oggetto di approvazione da parte della Giunta regionale con la precedente deliberazione n. 34/30 del 18 ottobre 2010 ed è stato riconfermato dalla Commissione consiliare. Si fa, inoltre, rilevare che tale criterio di riduzione del punteggio sulla base della individuazione dei c.d. "servizi fruiti", risultava già presente nella deliberazione n. 28/16 del 01.07.2005 che includeva, tra questi, i servizi riabilitativi, assistenziali, del tempo libero e trasporto. È evidente che tra i servizi riabilitativi debbano essere inclusi anche i ricoveri ospedalieri. Con la deliberazione del 18.10.2010 la Giunta regionale ha semplicemente provveduto a elencare, con maggior dettaglio, i vari servizi che devono essere defalcati.
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica alle seguenti interrogazion di medesimo contenuto:
Zuncheddu sull'installazione di un radar ad altissima frequenza nell'area di Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco. (551)
Cocco Pietro sulla installazione nell'isola di Sant'Antioco in località Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area dell'ex stazione radio, militare di Sant'Antioco, di un potente radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti. (553)
Locci sulla installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Sperone nell'Isola di S. Antioco. (563)
Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sull'installazione in località Ischia Ruggia, nel Comune di Tresnuraghes, di un radar di penetrazione e sorveglianza militare. (577)
Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio sull'installazione nella località dell'Argentiera di un radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti. (578)
Dessì in merito all'installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Pecora nel comune di Fluminimaggiore. (581)
In merito all'interrogazione in oggetto si comunica che questo Assessorato ha emesso un unico provvedimento di concessione relativo al radar di Sant'Antioco - Capo Sperone, previa autorizzazione da parte della Giunta regionale alla stipula del contratto di comodato con la Guardia di finanza, con delibera della Giunta regionale n. 36/22 del 04.11.2010, in quanto si tratta di immobile già trasferito al patrimonio regionale dall'Agenzia del demanio. Mentre per quanto riguarda le installazioni nei siti di Capo Pecora Fluminimaggiore, Punta Foghe Tresnuraghes, Argentiera Sassari, si precisa che l'Assessorato degli enti locali non ha rilasciato nessun parere in quanto si è trattato di installazioni su terreni di proprietà privata o di demanio marittimo statale.
Si forniscono di seguito gli elementi di riscontro in merito alla concessione dell'immobile denominato "ex stazione radio" in comune di Sant'Antioco.
L'ex stazione radio militare sita nell'isola di Sant'Antioco, loc. Capo Sperone - Su Semafuru, distinta nel nuovo catasto terreni al fg. 37, mapp. 39 sub d (parte) e 96 sub b (parte), è compresa nell'allegato B del protocollo d'intesa del 7.03.2008 tra i "beni e diritti da trasferire alla Regione Sardegna" ed è stato consegnata dall'Agenzia del demanio nella disponibilità dell'Amministrazione regionale in attuazione del medesimo protocollo d'intesa, con verbali prot. n. 9065/08, n. 9066/08 e n. 9067/08 del 25.06.2008.
L'area succitata è compresa all'interno di un compendio, nel quale insistono alcuni ruderi di fabbricati, con relative aree di pertinenza, ubicate lungo il costone e sulla cima di Capo Sperone, in passato adibiti a postazione militare di segnalazione costiera (ex semaforo, stazione radio, alloggi militari).
Con nota prot. 0166013/10 del 29 settembre 2010 il Comando della Guardia di finanza di Cagliari - Reparto tecnico logistico amministrativo Sardegna, ha chiesto all'Assessorato degli enti locali, finanze e urbanistica l'assegnazione dell'immobile in argomento al fine di realizzare un impianto radar costiero di profondità necessario alla Guardia di finanza per il controllo del territorio nazionale relativamente agli sbarchi dei clandestini in Sardegna.
L'intervento interessa un'area di circa 300 mq ad un'altitudine di 150 m ed alla distanza di circa 570 m dal mare. L'impianto prevede la realizzazione del basamento del radar mediante opere di scavo, il posizionamento del traliccio (alto 12 m) per le antenne, la realizzazione dell'impianto elettrico con relativo posizionamento dei contatori e la recinzione metallica con relativo cancello d'ingresso.
Nel sito interessato dall'intervento è presente un ex semaforo di ausilio alla navigazione in cui è presente un rudere fatiscente di altezza pari a circa 8-10 m dal terreno.
Il progetto prevede, inoltre, varie misure di mitigazione volte sostanzialmente al mantenimento e rispetto della fauna e flora esistenti, al controllo e contenimento delle emissioni di gas, vibrazioni e rumori, alla realizzazione in opera delle sole parti dell'impianto che non possono essere realizzate altrove e il ripristino delle condizioni ante operam.
Relativamente alla strumentazione urbanistica comunale, si rileva che l'intervento ricade in una zona H1 di massima tutela ambientale in cui le singole concessioni per nuove edificazioni possono essere rilasciate esclusivamente per interventi di realizzazione di opere pubbliche, per diretta iniziativa pubblica su aree pubbliche.
L'indice previsto in tale zona per gli usi compatibili definiti dalle NTA vigenti è di 0.001 mc/mq.
Si rileva altresì che ai sensi degli articoli 3 e 4 del DA 2266/U/1983 le zone H sono "le parti del territorio non classificabili secondo i criteri in precedenza definiti e che rivestono un particolare valore speleologico, archeologico, paesaggistico o di particolare interesse per la collettività, quali fascia costiera, fascia attorno agli agglomerati urbani, fascia di rispetto cimiteriale, fascia lungo le strade statali provinciali e comunali" per le quali "è prescritto l'indice territoriale massimo di 0.001 mc/mq con possibilità di deroga, ai sensi dell'articolo 16 della legge 6 agosto 1967, n. 765, limitatamente ad edifici, attrezzature ed impianti pubblici ".
Relativamente alle norme sovraordinate di governo del territorio al Piano paesaggistico regionale, si rileva che l'intervento ricade oltre la fascia dei 150 m dal mare di non trasformabilità prevista dall'articolo 10 bis della LR 45/1989 e all'interno dell'Ambito di paesaggio costiero n. 6 "Carbonia ed Isole Sulcitane".
L'area d'intervento è classificata dal PPR come "Area di interesse botanico e fitogeografico'' e fa parte di una ZPS, caratterizzata da un elevato grado di naturalità, con componente vegetale costituita da macchia mediterranea.
A seguito dell'istanza presentata dalla Guardia di finanza, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna - Sede coordinata di Cagliari ha indetto la conferenza di servizi, ai sensi dell'articolo 14 della legge 241/1990, finalizzata all'acquisizione dei pareri di enti ed amministrazioni interessate al rilascio dell'autorizzazione, ai sensi del D.P.R. 616/1977, articolo 81, del D.P.R. 348/1979, articolo 56, e del D.P.R. 383/1994 per l'esecuzione dei lavori di "S. Antioco - Capo Sperone - Installazione di un sistema radar costiero di profondità".
Il Servizio pianificazione urbanistica e paesaggistica dell'Assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica, non potendo partecipare alla conferenza di servizi, ha rilasciato, con nota n. 45348/PIAN del 17.12.2010, il seguente parere:
In relazione all'oggetto, questo Ufficio, esaminati gli atti, ha rilevato che l'intervento si configura come un'opera militare di interesse nazionale, che non prevede la realizzazione di volumi, se non i "contenitori" per il "ricovero degli strumenti attivi del sistema", pertanto, sebbene ricada in una zona di elevatissimo pregio ambientale, si ritiene che la sua realizzazione sia compatibile con la destinazione di zona urbanistica H1. Inoltre ai sensi dell'articolo 13, comma 1, punto a5), della LR 4/2009, nell'attesa dell'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali alle disposizioni del PPR, risultano sempre realizzabili gli interventi pubblici o di interesse pubblico finanziati dall'Unione europea, dallo Stato, dalla Regione, dalle province, dai comuni o dagli enti strumentali statali o regionali. Ad ogni buon conto si segnala la vicinanza con il "rudere dell'ex-semaforo di ausilio alla navigazione", per cui si suggerisce di traslare l'intervento all'interno della medesima curva di livello, ma il più distante possibile dal suddetto rudere, al fine di consentirne un suo possibile recupero.
La Giunta Regionale, considerato che l'opera riveste preminente interesse per la sicurezza dello Stato, con deliberazione n. 36/22 del 04.11.2010, su proposta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, ha autorizzato il Servizio centrale demanio e patrimonio a concedere in comodato d'uso, alla Guardia di finanza - Reparto tecnico logistico amministrativo della Sardegna, una porzione dell'immobile denominato "Ex Stazione radio" in Sant'Antioco, località Capo Sperone - Su Monti de su Semafuru".
La stessa Giunta, trattandosi di ambito costiero vincolato dal punto di vista paesaggistico (PPR - Ambito di paesaggio n.6, "Carbonia ed isole sulcitane"), e constatata la presenza di fabbricati, aventi oltre 50 anni, vincolati dal punto di vista storico-culturale ed architettonico, ha stabilito che l'esatto posizionamento della rete di sensori radar dovesse essere determinato dalle indicazioni degli enti competenti al rilascio dei nulla osta e/o autorizzazioni paesaggistico-ambientali; per quanto attiene alla valutazione dell'emissioni elettromagnetiche è stata investita l'ARPAS.
Con nota prot. n. 7444 del 9.02.2011 il Servizio tutela paesaggistica per le province di Cagliari e di Carbonia-Iglesias dell'Assessorato degli enti locali finanze ed urbanistica ha espresso parere favorevole all'intervento a condizione che lo "shelter" e tutte le apparecchiature necessarie vengano posizionate all'interno del rudere in prossimità del complesso delle strutture dismesse ed in rovina dell'ex faro "Semaforo di Capo Sperone", senza recare alcun danno alla struttura stessa, in modo tale che non siano visibili dal mare e comunque limitino l'impatto sul territorio circostante.
Inoltre, gli interventi di progetto dovranno limitare l'alterazione del paesaggio per gli effetti dell'inserimento dei manufatti nel contesto attraverso opportune opere di mitigazione, facendo ricorso alla piantumazione di essenze arboree autoctone intorno alla recinzione del sito.
Il Servizio centrale demanio e patrimonio, una volta acquisito il precitato parere paesaggistico, in data 10.02.2011, ha stipulato un contratto di comodato, a tempo indeterminato e finché perduri l'attività e l'interesse statale e comunque per una durata non inferiore a 18 anni, con la Guardia di finanza di Cagliari per una porzione dell'immobile denominato "ex stazione radio", in Comune di Sant'Antioco , loc. Capo Sperone - Su monti de su Semafuru, distinto al N.C.T. al fg. 37 mapp. 39 sub d/parte e sub b/parte per una superficie di circa 200 mq., più area di rispetto, per l'installazione di un manufatto con relativi impianti ed apparecchiature per l'attivazione di una rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera e a mare.
Tale contratto prevede, fra le condizioni generali di utilizzo del bene, il rispetto delle condizioni di cui al precitato parere favorevole del Servizio tutela paesaggistica per le province di Cagliari e di Carbonia-Iglesias.
La consegna dell'immobile al comodatario è avvenuta contestualmente alla firma del contratto.
Si allega la documentazione grafica e fotografica relativa al sito designato per la collocazione degli impianti, oltre a copia del contratto di comodato rep. 18 del 10 febbraio 2010.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Bruno sulle preoccupanti condizioni di disagio e inefficienza che interessano l'Ospedale A. Segni di Ozieri. (590)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sulla base di quanto comunicato dal Direttore generale della ASL n.1 di Sassari, si espone quanto segue.
Il presidio ospedaliero di Ozieri è un presidio di rete che svolge attività assistenziale in regime di degenza ordinaria Dh/Ds e ambulatoriale.
Sono attive quattro UO chirurgiche e quattro UO internistiche oltre ai servizi sanitari di supporto quali Anestesia, Radiologia, Laboratorio, Centro trasfusionale, Farmacia etc., è attivo il Pronto soccorso che al momento non dispone di osservazione breve intensiva.
Nell'atto aziendale non è prevista l'unità intensiva cardiologia né la rianimazione come invece richiamato nell'interrogazione.
L'UO di Chirurgia e Ortopedia, come rilevato dall'interrogante, sono ancora accorpate e si prevede possano essere riallocate negli spazi originari entro l'anno, non appena verranno concluse le opere previste per la ristrutturazione del blocco operatorio della chirurgia.
Per quanto attiene agli organici medici della Radiologia si è in fase di assegnazione di due unità dal recente concorso appena concluso.
In merito al rallentamento dei lavori della Neurologia, si chiarisce che l'evento è stato determinato dalla necessità di realizzare una perizia di variante per rendere più funzionale la struttura rispetto allo scopo cui è destinata.
Relativamente alla progettazione del "blocco operatorio centralizzato" si chiarisce che solo recentemente sono state deliberate le somme integrative per poter soddisfare l'impegno finanziario contemplato in progetto.
Per quanto concerne la mancanza dello specialista endocrinologo si è sopperito assegnando le ore di specialistica ambulatoriale ed il servizio sarà riattivato a breve.
Per quanto attiene alle strutture previste nell'atto aziendale quali lungodegenza e riabilitazione, tutt'ora non attive, la direzione aziendale sta verificando la compatibilità delle suddette attività all'interno del piano di riorganizzazione che coinvolge tutta l'Azienda conseguente al processo di riforma dei servizi sanitari regionali.
Il centralino del P.O. di Ozieri a breve sarà dotato dell'unità mancante che consentirà il ripristino della funzionalità h 24.
Per dare organicità all'insieme degli interventi, la direzione aziendale sta provvedendo a predisporre un piano operativo contenente le priorità, il cronoprogramma e l'allocazione delle risorse finanziarie, con particolare riferimento all'adeguamento strutturale impiantistico e tecnologico.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sull'improrogabile necessità di procedere alla nomina del direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "Giuseppe Pegreffi". (622)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si evidenzia che la LR n. 12/1998 all'articolo 12 stabilisce che il direttore generale dell'IZS è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale e non con deliberazione della Giunta regionale come avviene per i direttori generali delle ASL.
Dall'esame della normativa vigente in materia (d.lgs. n. 502 del 1992, art.3 e 3 bis, testo vigente al 31.12.2005, d.l. 27 agosto 1994 n. 512 convertito con l. 590/1994 e L.R. n.10/2006) non risultano attribuzioni specifiche in capo all'Assessore della sanità regionale in riferimento all'individuazione e/o alla nomina del direttore dell'IZS, ferme restando le competenze riferibili alla materia sanitaria. Va comunque evidenziato che la deliberazione della Giunta regionale n. 14/10 del 6.04.2010 sottopone a controllo dell'Assessorato competente in materia di personale gli atti attinenti alle procedure concorsuali ed alla costituzione dei rapporti di lavoro.
Per quanto attiene alle procedure di nomina del direttore generale dell'Istituto in questione, giova sottolineare che lo stesso Presidente della Giunta regionale, con deliberazione 29/3 del 30/06/2011, inerente alla proroga del regime commissariale, evidenzia che è in corso l'iter di nomina del direttore generale dell'IZS e che il regime di proroga si rende necessario al solo fine di garantire la continuità amministrativa, per il tempo strettamente necessario al completamento delle procedure di nomina che comunque non dovrà essere superiore a tre mesi.
Per quanto attiene invece alla regolarità dei servizi erogati, l'osservazione secondo la quale l'Istituto zooprofilattico sperimentale "Giuseppe Pegreffi" di Sassari, necessiti di urgenti provvedimenti onde scongiurare la paralisi totale dello stesso, non risulta che tale scenario sia supportato da dati di fatto. Dagli elementi in nostro possesso emerge, di contro, che la struttura in questione continua ad erogare i servizi di competenza con regolarità, ed anzi ha attualmente allo studio la predisposizione di progettazioni relativi alla partecipazione a bandi nazionali ed internazionali.
Testo delle interrogazioni e interpellanze annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Espa, con richiesta di risposta scritta, sulla cancellazione del finanziamento stanziato per la realizzazione della Casa della salute di Senorbì.
Il sottoscritto,
PREMESSO che l'Azienda sanitaria (ASL) n. 8 di Cagliari eroga da diversi anni prestazioni di assistenza sanitaria decentrata attraverso il poliambulatorio di Senorbì che svolge e garantisce, attraverso questa sede ospedaliera, a tutti i comuni della Trexenta un'azione decongestionante grazie ad una efficace opera di intercettazione delle necessità dei pazienti;
CONSIDERATO che:
- la riforma del Sistema sanitario regionale prevede, tra i suoi obiettivi principali, la deospedalizzazione e l'aumento della disponibilità dei servizi socio-sanitari a favore degli anziani anche attraverso la realizzazione di case della salute che meglio riescono a soddisfare i bisogni dei pazienti nella loro comunità di origine;
- con deliberazione 4 giugno 2008, n. 32/10, era stato deciso di utilizzare le risorse del POR - FESR 2007/2013 per la predisposizione del Programma regionale "Case della salute", che prevedeva, tra gli altri interventi, la realizzazione della Casa della salute di Senorbì;
- in attuazione di quel programma, il direttore generale dell'ASL n. 8, in accordo con la Conferenza dei sindaci del distretto della Trexenta, come risulta da articoli di stampa, avevano raggiunto un'intesa di massima per il potenziamento della struttura di Senorbì con l'apertura di un centro dialisi e il potenziamento del servizio di radiologia;
PRESO ATTO che inspiegabilmente, dietro proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, la Giunta regionale ha rimodulato la distribuzione delle risorse derivanti dal POR - FESR 2007/2013 (deliberazione 24 maggio 2011, n. 26/27) cancellando l'intervento di realizzazione della Casa della salute di Senorbì,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non ritenga necessario ripristinare il finanziamento per la Casa della salute di Senorbì già previsto, vista l'analisi dei servizi socio-sanitari dei quali necessita il distretto dei comuni della Trexenta e che vedono Senorbì punto di riferimento naturale per il territorio;
2) quali provvedimenti urgenti intenda adottare, ad esempio con una modifica ad integrazione della deliberazione della Giunta regionale n. 26/7 del 2011, affinché venga tutelato il diritto alla salute dei cittadini di Senorbì e della Trexenta attraverso la realizzazione di una struttura sanitaria fondamentale per il soddisfacimento di un servizio adeguato per un bacino di utenza di circa 29.000 abitanti. (663)
Interrogazione Corda, con richiesta di risposta scritta, sugli aspetti gestionali della ASL n. 2 di Olbia inerenti l'anomalo ricorso ad assunzioni interinali, con conseguente esorbitante impiego di risorse finanziarie.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la ASL n. 2 di Olbia ricorre, da diversi anni, in modo continuativo, all'assunzione di personale sanitario ed amministrativo attraverso agenzie interinali;
- il numero delle assunzioni effettuate tramite agenzie interinali è cresciuto in modo esponenziale negli anni dal 2006 al 2010;
- a tali assunzioni la ASL n. 2 ha fatto e fa ricorso anche dopo l'espletamento di concorsi per dipendenti dell'area sanitaria e amministrativa;
- personale assunto attraverso le agenzie interinali viene talvolta destinato a ruoli in organismi direttivi, normalmente riservati a personale vincitore di regolari concorsi pubblici, creando così un'evidente discriminazione e mortificando valide professionalità;
CONSTATATO che:
- il costo del personale assunto attraverso le agenzie interinali è maggiore di oltre il 50 per cento rispetto a quello del personale a tempo indeterminato;
- tale costo, come si evince dai bilanci della stessa ASL n. 2 relativi agli anni 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010 è passato da euro 1.089.227 nel 2006 a euro 8.500.284 nel 2010;
- la spesa sanitaria incide per oltre il 50 per cento sull'intero bilancio della Regione Sardegna;
- in nessuna altra ASL della Sardegna si riscontra un ricorso così massiccio e sistematico a questa tipologia di assunzioni;
CONSIDERATO che:
- quasi sempre le assunzioni effettuate attraverso le agenzie interinali sono uno strumento della politica per favorire la collocazione di personale, non sulla base delle competenze professionali e delle necessità dell'azienda, ma del grado di vicinanza al politico di turno;
- un tale ricorso alle assunzioni interinali pone seri dubbi sull'effettivo rispetto del principio di trasparenza ed imparzialità da parte della ASL n. 2 di Olbia;
- la mancata pubblicazione, da diversi anni, della pianta organica induce a pensare che si sia voluto operare senza vincoli, anche a costo di produrre squilibri ed esuberi di personale amministrativo, con conseguenti problemi logistici ed inevitabili disfunzioni nell'erogazione del servizio sanitario pubblico,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:
1) se siano a conoscenza di tale situazione e, in tal caso, quali azioni siano state intraprese per impedire o limitare l'anomalo ricorso a questo metodo di assunzioni;
2) nel caso, invece, non abbiano avuto conoscenza di quanto su esposto, quali provvedimenti ed iniziative intendano adottare, con l'urgenza che il caso richiede, per impedire il ricorso reiterato a forme di reclutamento del personale chiaramente discriminatorie e ingiustificatamente costose, e per riportare l'amministrazione delle ASL nell'alveo di una corretta gestione, improntata all'appropriato uso delle risorse nel rigoroso rispetto delle norme. (664)
Interpellanza Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo per conoscere l'esito delle iniziative poste in essere al fine di ottenere l'immediato trasferimento alla Regione dei beni delle Poste italiane e delle Ferrovie dello Stato non più destinati ad uso istituzionale.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- sul quotidiano l'Unione Sarda dell'8 agosto 2011 è stata pubblicata la notizia secondo cui, a seguito dell'intenzione manifestata dalla Provincia di Cagliari di procedere alla ristrutturazione del padiglione informativo allocato in Cagliari nella piazza Matteotti, la società Rete ferroviaria italiana (RFI) ha scritto alla stessa Provincia manifestando la propria posizione al riguardo sul presupposto implicito di essere proprietaria dell'area stessa;
- per contro, detta area, ai sensi dell'articolo 14 del legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, contenente la Statuto della Regione autonoma della Sardegna e delle norme di attuazione dello Statuto (da ultimo con il decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267), appartiene alla Regione alla quale avrebbe già dovuto essere trasferita in uno agli altri beni già di proprietà delle Ferrovie dello Stato (FS);
- in occasione dell'esame dell'interpellanza n. 22/A, in sede di risposta, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica ha dato assicurazione che avrebbe provveduto ad intervenire in via amministrativa e, occorrendo, ad attivare le azioni giudiziarie eventualmente ritenute necessarie allo scopo di ottenere il trasferimento dei beni delle Poste italiane e delle Ferrovie dello Stato per le quali sia cessata la destinazione ad uso istituzionale,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per conoscere:
1) l'esito delle iniziative poste in essere in via amministrativa allo scopo di ottenere l'immediato trasferimento alla Regione dei beni in premessa citati in applicazione delle previsioni dell'articolo 14 dello Statuto e delle successive disposizioni di attuazione;
2) qualora dette iniziative non abbiano avuto esito positivo, se sia stato dato mandato all'Ufficio legale per agire in via giudiziaria. (258)
Interpellanza Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Solinas Antonio - Barracciu sulla deliberazione della Giunta regionale n. 32/23 del 26 luglio 2011 avente per oggetto "Iniziative a forte valenza turistica ed istituzionale: Meeting Rimini 2011".
I sottoscritti,
PREMESSO che la Giunta regionale ha adottato, nella seduta del 26.7.2011, la deliberazione n. 32/23 avente per oggetto "Iniziative a forte valenza turistica ed istituzionale: Meeting Rimini 2011" che prevede l'erogazione di un contributo di euro 100.000,00 alla società "Evidentia Communication" per una presunta promozione turistica della nostra isola attraverso l'allestimento di uno stand presso il palazzetto in cui si svolge il convegno del movimento politico e religioso denominato "Comunione e Liberazione";
CONSIDERATO che:
- la Regione Sardegna attraversa una rilevante crisi economica e finanziaria comprendente anche il settore del turismo che vive una stagione difficile in cui si registrano flessioni di arrivi e presenze di vacanzieri che oscillano fra il 30% e il 40%;
- il "Meeting di Comunione e Liberazione" è un chiaro ed evidente appuntamento politico e religioso che nulla ha a che vedere con la promozione turistica della Sardegna;
- appare evidente che dirottare denari pubblici, mezzi e personale ad una manifestazione di Comunione e Liberazione, movimento smaccatamente riconducibile a qualche illustre rappresentante del Governo regionale, è, non solo sorprendente, ma quanto meno inopportuno in un periodo di grandi difficoltà come quello attuale che dovrebbe imporre a tutti maggiore attenzione nell'utilizzo delle risorse pubbliche;
- non si conoscono i criteri adottati dalla Giunta regionale, a parte quelli vaghi e generici validi in tutte le occasioni enunciati nella deliberazione n. 32/23 del 26 luglio 2011, per l'erogazione del contributo;
- nulla si sa degli eventuali benefici portati alla nostra economia dai finanziamenti erogati dalla stessa Giunta regionale al "Meeting di Comunione e Liberazione" negli anni scorsi, né si hanno notizie di rendiconti delle stesse manifestazioni già svolte,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per conoscere:
1) a quanto ammontano, in totale, le spese che la Regione Sardegna sostiene tra finanziamento, personale, mezzi e viaggi per partecipare al "Meeting di Comunione e Liberazione" a Rimini;
2) quali criteri sono stati adottati per allestire lo stand istituzionale di 180 metri quadrati e chi partecipa;
3) quali interventi intendano attivare per rilanciare, seriamente, il turismo in Sardegna che ha bisogno di un programma strutturale di valorizzazione concreta del suo patrimonio paesaggistico, storico, archeologico e culturale. (259)