Seduta n.147 del 01/10/2010 

CXLVII SEDUTA

Venerdì 1° ottobre 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 02.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 23 settembre 2010 (140), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Franco Bardanzellu, Pietro Cocco, Paolo Dessì, Pietro Fois, Giorgio Locci, Paolo Maninchedda, Valerio Meloni, Eugenio Murgioni, Sergio Obinu, Antonello Peru, Onorio Petrini, Antonio Pitea, Efisio Planetta, Nicolò Rassu, Giacomo Sanna, Matteo Sanna, Paolo Terzo Sanna, Christian Solinas, Giulio Steri e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 1° ottobre 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla stabilizzazione dei lavoratori precari negli enti locali". (414)

"Interrogazione Mulas - Cuccureddu - Floris Mario, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla rigorosa applicazione delle norme sul patto di stabilità all'economia della Sardegna, ed in particolare al sistema delle piccole e medie imprese". (415)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Espa - Meloni Marco - Moriconi - Porcu sull'ipotesi di trasferimento di parte degli uffici della Cittadella finanziaria di Cagliari". (150)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, come lei ben sa, devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere alla prima votazione. Per cui sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 04, viene ripresa alle ore 10 e 16.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto. E' stata chiesta la verifica del numero legale dal consigliere Diana Mario, che conferma.

(Appoggia la richiesta il consigliere Milia.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che il consigliere Mario Diana è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 27 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cossa - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Lai - Lombardo - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Tocco - Vargiu.)

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 17, viene ripresa alle ore 10 e 52.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, abbiamo saputo dalla stampa le novità circa lo stato di salute della Giunta regionale e riteniamo per questo che il dibattito di stamattina sia in qualche misura viziato da queste notizie. Non sappiamo chi abbiamo di fronte, se abbiamo interlocutori in grado di rispondere alla mozione che, con carattere d'urgenza, abbiamo presentato perché si discutesse sulla scuola.

Quello che chiediamo, credo che lo dirà anche il Presidente del Gruppo P.D., è che il Presidente della Giunta venga e ci chiarisca se è vero o non è vero ciò che viene diffuso. Siamo nel disorientamento più totale, non riusciamo a capire se abbiamo di fronte un Governo regionale in grado di rispondere ai problemi della Sardegna o una maggioranza litigiosa che non riesce a chiudere la porta su nulla. Noi abbiamo esigenza di sapere se la Regione ha un Presidente oppure se il Presidente della Regione ha deciso di dimettersi.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, farò presente la sua richiesta al Presidente della Regione. La seduta del Consiglio è regolarmente convocata e, poiché non sono state ritirate le deleghe agli Assessori, l'assessore Baire è qui pronta per rispondere al Consiglio sulla mozione; quindi i lavori possono proseguire.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.

BRUNO (P.D.). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, era iscritto a parlare prima l'onorevole Diana.

SALIS (I.d.V.). Presidente! Sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Onorevole Salis, hanno chiesto prima la verifica del numero legale. Onorevole Salis, io devo seguire le richieste secondo l'ordine di iscrizione a parlare.

SALIS (I.d.V.). Presidente, io mi sono iscritto appena è ripresa la seduta! Voglio intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'ordine era: l'onorevole Uras, l'onorevole Diana, lei e poi l'onorevole Bruno. Io sto seguendo l'ordine.

Chiedo che un altro Capogruppo appoggi la richiesta di verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Milia.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Mario Diana, Milia e Vargiu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Lombardo - Lotto - Mariani - Milia - Moriconi - Mulas - Oppi - Pittalis - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, i lavori proseguono.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, veramente ci sarebbe poco da sorridere in questa vicenda anche perché io mi rifaccio a quanto chiesto dall'onorevole Uras per richiamare il Presidente della Giunta ad assolvere il dovere principale che ha in questo momento, cioè informare il Consiglio regionale se sussiste ancora una maggioranza che governa la Sardegna, se sussiste ancora una maggioranza presente in Consiglio regionale e se il Presidente della Regione abbia intenzione di continuare o meno.

Signora Presidente, noi le segnaliamo il fatto che questa situazione di caos continuo dentro la Giunta, che è precipitato col ritiro delle deleghe di cui abbiamo avuto notizia dai giornali, avviene a un paio di giorni dalla convocazione da parte del Consiglio regionale degli "Stati generali" del popolo sardo. Mai crisi di Giunta fu più infelice nella scelta dei tempi e intempestiva! Purtroppo per quello che noi abbiamo ampiamente sottolineato e richiesto nel corso di questi mesi, cioè che, di fronte a una vertenza con lo Stato c'è ha bisogno dell'unità del popolo sardo, viene a mancare, nel momento più importate, per problemi di assetti di potere e di divisione di posti, proprio la Giunta regionale.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Salis. Prego i colleghi di prendere posto, non possiamo proseguire in questo modo!

Onorevole Salis, il Presidente della Regione non è qui presente. Ho già detto prima, in occasione dell'intervento dell'onorevole Uras, che mi farò portatrice presso il Presidente della richiesta che proviene dall'Aula. In questo momento il Presidente non è qui, quindi l'unico modo per poter procedere nei lavori è quello di discutere la mozione. Se il Consiglio vuole determinare diversamente, si faccia la proposta di sospensione dei lavori sull'esame del punto all'ordine del giorno e si aggiornerà la seduta alla data in cui il Presidente della Regione potrà venire in Aula, altrimenti penso che questa discussione non debba assolutamente continuare.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente Lombardo, qui non c'è da sospendere niente perché è già tutto sospeso, è già tutto bloccato. C'è una regione sospesa, bloccata, in attesa di equilibri di potere, di un rimpasto improbabile. Il Presidente della Regione, dovunque sia, presidente Lombardo, magari è a Villa Devoto...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bruno, mi scusi. Onorevoli colleghi, per cortesia!

BRUNO (P.D.). ... Dicevo che il Presidente della Regione, che magari è a Villa Devoto, deve venire in Aula e formalizzare la crisi. C'è una crisi della Giunta regionale! C'è una Sardegna che non ha guida, c'è una maggioranza inconsistente, c'è una maggioranza che non ha i numeri, c'è una maggioranza che oggi ha tentato di far venire meno il numero legale per impedire al Consiglio regionale di parlare della scuola, quindi dei problemi dei sardi. A questa maggioranza non interessano i problemi dei sardi, sono lontanissimi i problemi dei sardi, interessano equilibri di potere interni ed esterni alla Sardegna, interni ed esterni alla politica. Allora io credo che il presidente Cappellacci abbia il dovere di presentarsi in quest'Aula, dovunque sia in questo momento, perché c'è una crisi in atto e la deve formalizzare.

Noi dobbiamo affrontare la situazione, non chiediamo sospensioni, a meno che non le chieda la maggioranza, a meno che non le chieda il Gruppo del P.d.L. che, pur presente in aula, non ha partecipato alla verifica del numero legale. Noi non chiediamo sospensioni, noi chiediamo di andare avanti, però chiediamo un governo della Regione, lo chiedono i sardi e lo pretendiamo. Parliamo del più grande licenziamento di massa oggi, parliamo di sardi che sono senza lavoro, parliamo di crisi e voi invece avete in cuore, onorevole Contu, altri meccanismi, meccanismi di potere, rimpasti. Queste sono cose che non riguardano la Sardegna: o trovate il sistema, il metodo, per ricomporre un'improbabile Giunta regionale, che possa continuare a galleggiare senza affrontare i problemi della Sardegna, oppure è meglio che andiamo a casa, è meglio per i sardi.

Ripeto, presidente Lombardo, trovi il modo di contattare il presidente Cappellacci, dovunque sia in questo momento, venga in quest'Aula e formalizzi la crisi.

Richiamo pregiudiziale

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, è indubbio che siamo in una situazione un po' anomala per cui chiederei ai colleghi di esprimersi e a lei la possibilità di votare su una nostra richiesta di rinvio dei lavori e dell'esame del punto all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Può intervenire un oratore a favore e un oratore contro, altrimenti passiamo direttamente alla votazione della proposta dell'onorevole Capelli di rinvio dell'esame del punto all'ordine del giorno.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo due minuti di sospensione in aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per due minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 03, viene ripresa alle ore 11 e 05.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ricordo ai colleghi che l'articolo 82 del Regolamento, in merito ai richiami pregiudiziali, prevede che possa intervenire un oratore contro e uno a favore... scusate colleghi! Vi chiedo un attimo di attenzione. Dicevo che l'articolo 82 del Regolamento prevede solo l'intervento di un oratore contro e di uno a favore, dopodiché l'Assemblea decide votando per alzata di mano, non sono ammesse dichiarazioni di voto.

CAPELLI (U.D.C.). Voto elettronico palese!

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, non è possibile! Il voto elettronico palese non può essere richiesto quando il Regolamento prevede espressamente la votazione per alzata di mano. Colleghi, se nessuno si iscrive a parlare, devo mettere in votazione la proposta dell'onorevole Capelli.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, io parlo contro la richiesta per le motivazioni che ho già elencato precedentemente. Riteniamo che sia un problema tutto interno alla maggioranza, una maggioranza che non esiste più, e ne prendiamo atto, per cui il nostro Gruppo, i Gruppi dell'opposizione non parteciperanno al voto.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione la proposta dell'onorevole Capelli. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Ricordo ai colleghi che martedì 5 ottobre sono convocati gli "Stati generali" del popolo sardo in seduta straordinaria, mentre il Consiglio è riconvocato per giovedì 7 ottobre alle ore 10 con il medesimo ordine del giorno.

La seduta è tolta alle ore 11 e 08.



Allegati seduta


Testo delle interrogazioni e interpellanza annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla stabilizzazione dei lavoratori precari negli enti locali.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, recante "Disposizioni urgenti nel settori economico e sociale", articolo 3, commi 2, 3, 4 e 8, nel dettare "Disposizioni per il superamento del precariato negli enti locali", ha autorizzato il finanziamento di programmi pluriennali di stabilizzazione dei lavoratori precari di comuni e province, di durata quadriennale, dettando specifiche norme finalizzate al superamento del precariato nelle amministrazioni locali;

- tali programmi erano indirizzati al personale che entro la data di entrata in vigore della legge, ovvero il 18 agosto 2009, avesse maturato almeno trenta mesi di servizio nelle pubbliche amministrazioni locali, anche non continuativi, a far data dal 1° gennaio 2002, fatta eccezione per i lavoratori assunti con funzioni dirigenziali e per quelli di nomina fiduciaria dell'amministrazione;

- è stato previsto che il piano di spesa fosse finanziato con un contributo regionale in misura del 50 per cento del fabbisogno finanziario complessivo, articolato per un anno su uno stanziamento di euro 3.000.000 ed integrato da parte degli enti destinatari con una quota di pari importo;

- per accedere ai contributi, i comuni e le province hanno predisposto un programma di stabilizzazione quadriennale dei lavoratori precari, attribuendo priorità a quelli provenienti dai cantieri a finanziamento regionale e a quelli già assunti con contratti a termine, di natura flessibile, atipica e con collaborazioni coordinate e continuative in ambito di analoghe attività a finanziamento pubblico regionale;

CONSIDERATO CHE:

- nonostante la notifica del ricorso con cui il Governo ha impugnato nanti la Corte costituzionale l'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, sollevando eccezioni di legittimità costituzionale sui contenuti della norma, l'Assessorato regionale competente ha, in un primo momento, temporaneamente sospeso i termini per la presentazione dei programmi quadriennali di stabilizzazione dei lavoratori precari di comuni e province (con nota circolare del 3 novembre 2009, prot. n. 50800/VI 1.3) e successivamente richiamato (con nota del 4 novembre 2009, prot. n. 51085/I 9.3) le amministrazioni interessate a procedere ugualmente alla predisposizione del programma di stabilizzazione nei termini previsti dalla legge citata;

- con deliberazioni della Giunta regionale n. 6/21 del 12 febbraio 2010 e n. 12/43 del 25 marzo 2010 sono stati approvati i criteri di ammissibilità e di ripartizione delle risorse destinate al cofinanziamento dei programmi pluriennali di stabilizzazione dei lavoratori precari degli enti locali, nonché il piano di spesa relativo alle somme stanziate nel bilancio della Regione per le annualità 2009 e 2010;

- la Corte costituzionale con sentenza n. 235 del 7 luglio 2010, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 14 luglio 2010, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del commi 2 e 3 dell'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3;

- con nota n. 7/E del 22 luglio 2010 è stato richiesto un parere alla Direzione generale dell'Area legale della Regione Sardegna, la quale ha affermato, in merito alle competenze della Regione, che l'Amministrazione dovrebbe assicurare il finanziamento ai comuni per i contratti di lavoro stipulati prima della dichiarazione di incostituzionalità delle norme citate, limitatamente al periodo decorrente dalla data di assunzione al giorno successivo alla pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 235 del 7 luglio 2010,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per conoscere:

1) in quali modi e quali tempi intenda intervenire affinché vengano erogate agli enti beneficiari le somme spettanti;

2) quali saranno le azioni che verranno poste in essere per risolvere il problema dei lavoratori precari all'interno delle amministrazioni locali, visto e considerato che sono state assunte con regolare contratto di lavoro a tempo determinato n. 441 unità lavorative in tutto il territorio regionale e, allo stato attuale, in mancanza del contributo regionale, le amministrazioni risultano impossibilitate a sostenere l'onere economico. (414)

Interrogazione Mulas - Cuccureddu - Floris Mario, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla rigorosa applicazione delle norme sul patto di stabilità all'economia della Sardegna, ed in particolare al sistema delle piccole e medie imprese.

I sottoscritti,

VISTO:

3) - il trattato dell'Unione europea, articoli 78 e 109, che introduce la disciplina del patto di stabilità per garantire stabilità monetaria e finanziaria all'interno dell'Unione ed in particolare fra i paesi che hanno la moneta comune;

4) - l'articolo 77 ter del decreto legge n. 112 del 2008 (convertito nella legge n. 133 del 2008) e successive modifiche ed integrazioni, in particolare l'articolo 2, comma 42, della legge n. 203 del 2008; l'articolo 7 quater, commi 13, 14, 15 e 16 del decreto legge n. 5 del 2009 (convertito nella legge n. 33 del 2009); l'articolo 9 bis del decreto legge n. 78 del 2009 (convertito nella legge n. 102 del 2009); l'articolo 4, comma 4 octies del decreto legge n. 2 del 2010 (convertito nella legge n. 42 del 2010), che disciplina il patto di stabilità interno per le regioni e gli enti locali italiani;

PREMESSO che:

5) - il fine ultimo del patto di stabilità interno è quello di controllo dell'indebitamento negli enti territoriali, per quanto riguarda il settore delle costruzioni si assiste, come rileva l'ANCE Sardegna, ad una crisi senza precedenti poiché, seppur rientrante in quella globale che investe l'economia nella sua totalità vede, per ciò che concerne l'industria delle costruzioni, un tracollo mai riscontrato in passato, in quanto, per rispettare i dettami della normativa, la Regione Sardegna ha sospeso i pagamenti ai fornitori e agli stati di avanzamento alle imprese; ciò avviene in quanto le linee guida del patto di stabilità non ammettono l'ulteriore impiego di somme che sarebbero oltremodo nelle responsabilità degli enti;

6) - questa situazione è stata evidenziata più volte in più sedi in modo da porre l'attenzione sul crescente incremento del numero dei lavoratori inattivi del comparto, costretti a tornare a casa per via dell'incertezza delle prospettive nel mercato immobiliare e della contrazione degli investimenti per le infrastrutture;

CONSIDERATO che la conseguenza dell'applicazione del patto di stabilità interno, che tende a limitare al minimo i costi, sta nella penalizzazione delle imprese che non vengono pagate; questa situazione è stata evidenziata più volte in più sedi in modo da porre l'attenzione sul crescente incremento del numero dei lavoratori inattivi del comparto, costretti a tornare a casa per via delle incertezza delle prospettive nel mercato immobiliare e della contrazione degli investimenti per le infrastrutture,

chiedono di interrogare il Presidente delle Regione, per sapere se non ritenga, alla luce delle osservazioni fatte, che la Regione si interessi ad interloquire con lo Stato per far in modo che vengano immediatamente impiegati i fondi e le risorse disponibili (fondi strutturali e fondi FAS) in quanto solo il 18 per cento delle risorse totali sono state impegnate per dare ossigeno alle piccole e medie imprese finanziando le opere immediatamente cantierabili;

chiedono inoltre di interrogare il Presidente della Regione per sapere se gli istituti di credito preposti, come la SFIRS, svolgenti attività di promozione ed assistenza alle iniziative economiche mediante l'offerta di servizi finanziari, diano vita ad un fondo di garanzia, con l'avvallo della pubblica amministrazione, e si attivino per far sì che vengano liquidate le imprese esecutrici, affinché si dia nuova linfa agli investimenti nel settore delle costruzioni. (415)

Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Espa - Meloni Marco - Moriconi - Porcu sull'ipotesi di trasferimento di parte degli uffici della Cittadella finanziaria di Cagliari.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- nel 1994 gli uffici dell'Agenzia delle entrate e dell'Agenzia del territorio di Cagliari sono stati accorpati in un'unica sede, denominata Cittadella finanziaria;

- lo scopo dell' accorpamento degli uffici finanziari e di quelli dell'Agenzia del territorio era quello di semplificarne la fruizione da parte dei cittadini e migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione;

APPRESO che:

- a fine luglio 2010, l'Agenzia del territorio ha inviato ai proprietari delle strutture di via Vesalio la disdetta del contratto d'affitto, ed intende trasferire parte degli uffici, quali conservatoria e catasto, entro i primi mesi del 2011, in via Jenner;

- nella Cittadella finanziaria dovrebbero rimanere l'area servizi e rapporti con il contribuente e l'area controllo delle entrate;

CONSTATATO che:

- circa 10 anni fa, a marzo del 2001, già si parlava dell'ipotesi di smembrare parte degli uffici della Cittadella finanziaria da via Vesalio ad una nuova sede situata sulla strada statale n. 554, ipotesi fino ad oggi scongiurata dalla grande mobilitazione popolare ed istituzionale contraria a questo trasferimento;

- tale trasloco comporterebbe costi ulteriori, disservizi e, soprattutto, la fine della collaborazione tra agenzie del territorio e delle entrate, motivazione principale che ha portato alla nascita della Cittadella finanziaria;

- attualmente gli uffici finanziari sono facilmente raggiungibili dai cittadini grazie anche ai collegamenti della metropolitana leggera, alla disponibilità di parcheggi e alla frequenza di mezzi pubblici;

SOTTOLINEATO che:

- la Nuova Italcostruzioni Srl, proprietaria delle strutture dove ha sede l'Agenzia del territorio, (contratto sottoscritto da entrambe le parti il 5 marzo 1996), con nota stampa ricorda la disponibilità dell'Agenzia del territorio ad usufruire di un solo fabbricato, con relativa diminuzione del canone d'affitto come da contratto stipulato il 19 settembre 2003 vincolante fino al 2012;

- con la stessa nota la Società riferisce che, a seguito della ricerca di mercato promossa dall'Agenzia nel 2008 "per i metri quadrati richiesti dall'Agenzia, la Nuova Italcostruzioni ha fatto una proposta più bassa di quella dei proprietari dei locali di via Jenner";

- occorre capire definitivamente se il contratto stipulato nel 2003 sia ancora valido oppure no, e in caso positivo appare chiaro che la scelta dell'Agenzia del territorio significherebbe un enorme spreco di denaro pubblico perché l'Agenzia sarebbe costretta a pagare due affitti, il primo per i vecchi locali non più utilizzati e il secondo per i nuovi locali di via Jenner,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere quali azioni urgenti abbiano assunto o intendano assumere:

1) per conoscere per quali motivi gli organi dell'Agenzia abbiano assunto la decisione di modificare una scelta fondamentale come quella di accorpare tutti gli uffici finanziari in un unico luogo;

2) perché venga finalmente chiarito se il contratto d'affitto stipulato nel 2003 sia valido oppure no, al fine di poter fare una completa valutazione delle conseguenze di carattere economico dei costi di tale trasferimento, anche alla luce di ulteriori notizie di stampa che parlano di mancata razionalizzazione degli spazi;

3) per contrastare i progetti di scorporo degli uffici finanziari, e verificare i benefici/costi sui progetti stessi;

4) per scongiurare il pericolo di scorporo e trasferimento della Cittadella finanziaria di Cagliari, valutando l'ipotesi di un suo rafforzamento. (150)