Seduta n.367 del 27/11/2012
CCCLXVII SEDUTA
Martedì 27 novembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 06.
COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 10 ottobre 2012 (359), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Mario Bruno, Giuseppe Luigi Cucca, Vittorio Renato Lai, Adriano Salis e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 novembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 26 novembre 2012, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1; dell'articolo 2, commi 1, 2, 3 e 5 e dell'articolo 6, comma 1, della legge regionale 13 settembre 2012, numero 17, concernente: "Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale e disposizioni varie".
PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 novembre 2012, è pervenuta a questa Presidenza una petizione concernente: "Problema cinghiali sull'Isola di Sant'Antioco". (11/XIV)
Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la quinta Commissione.
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Porcu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Cocco Pietro sul mancato avvio dei corsi di formazione professionale previsti dal Piano annuale regionale di formazione professionale 2009 e affidati in gestione diretta ai centri di formazione professionale". (814)
(Risposta scritta in data 21 novembre 2012.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Cuccu - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:
"Interventi regionali volti a prevenire e combattere il fenomeno dell'usura e a promuovere un uso consapevole del denaro". (453)
(Pervenuta il 20 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interrogazione Sabatini - Lotto - Cucca - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sullo status giuridico e le funzioni dei veterinari della medicina specialistica in rapporto convenzionale con le ASL e con l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS)". (979)
"Interrogazione Agus - Barracciu - Corda - Espa, con richiesta di risposta scritta, in merito ad un possibile sostegno finanziario al Centro di ricerca per le staminali". (980)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del diabete di tipo 1 in ambiente scolastico". (981)
"Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sui fondi comunitari per l'agricoltura previsti dal Piano di sviluppo rurale (PSR Sardegna 2007/2013)". (982)
"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alle criticità rilevabili nel bando regionale "Invito a presentare progetti di ricerca fondamentale o di base orientata a temi di carattere specifico di stretto interesse regionale", area tematica tender 1. "Studio degli effetti della palmitoiletanolamide (PEA) sulla evoluzione a medio e lungo temine in malati affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)"". (983)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla battaglia che stanno combattendo i titolari del diploma di maturità magistrale per ottenere il riconoscimento effettivo del valore di abilitazione all'insegnamento nella scuola primaria". (984)
"Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sulla pericolosità del tratto di strada che interessa la strada statale n. 127 bis, bivio Uri". (985)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla dismissione di diversi campi sperimentali dell'agenzia regionale AGRIS Sardegna". (986)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla condizione di degrado della stazione ARST di Cagliari". (987)
"Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sugli interventi immediati finalizzati a garantire l'attuazione dell'articolo 12 dello Statuto con l'operatività delle zone franche istituite a legislazione vigente". (988)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di abbandono in cui versa la strada provinciale n. 84, Bottidda-Badu Erveghes che collega tutti i paesi del Goceano a Nuoro". (989)
"Interrogazione Gallus - Pittalis, con richiesta di risposta scritta, sui movimenti di personale dell'Ente foreste dal Comparto territoriale di Nuoro al Comparto territoriale di Oristano". (990)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle iniziative che il Presidente della Regione ha intrapreso o intenderà intraprendere per costituirsi parte civile nel procedimento penale che si aprirà presso il Tribunale di Perugia per la vicenda concernente il grande evento della presidenza italiana del G8, anno 2009, presso l'ex Arsenale della Maddalena". (991)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulle assunzioni a tempo indeterminato della figura professionale di dirigente psicologo presso le ASL della Sardegna". (992)
"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di crisi dello stabilimento della COCA COLA di Cagliari e il rischio della perdita del posto di lavoro per i dipendenti". (993)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della blue tongue del Sulcis". (994)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento delle competenze USTIF dallo Stato alle regioni". (995)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'esclusione della Sardegna dalle zone franche urbane previste dal "decreto sviluppo" del 4 ottobre 2012". (371)
"Interpellanza Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Barracciu - Espa - Corda sulla sperequazione nel trasferimento delle risorse alle ASL della Sardegna". (372)
"Interpellanza Planetta - Sanna Giacomo su provvedimenti urgenti a tutela della salute dei cittadini, in riferimento agli esiti dell'indagine epidemiologica SENTIERI, che ha dimostrato che nei SIN del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e in quello di Porto Torres è presente un eccesso di mortalità causata da una alta incidenza di tumori della pleura e del polmone, ed in riferimento agli esiti dello studio risalente al 2008, commissionato dall'allora sindaco di Sarroch, Mauro Cois, al prof. Annibale Biggeri, docente dell'Università di Firenze, sugli effetti delle emissioni della SARAS sui bambini". (373)
"Interpellanza Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi in relazione allo stato di attuazione dell'ordine del giorno del Consiglio regionale n. 72 approvato il 20 dicembre 2011 sulla pesante situazione occupazionale dell'Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in mobilità". (374)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (222)
"Mozione Sanna Gian Valerio - Agus - Barracciu - Cucca - Cuccu - Porcu - Sabatini relativa alla condizione gestionale di Abbanoa e al mancato rispetto della Carta dei servizi". (223)
"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cuccureddu - Mulas - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Pittalis - Petrini - Peru - Stochino - Amadu - Floris Rosanna - Gallus - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Piras - Lai - Randazzo - Rodin - Porcu sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (224)
"Mozione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula sul Progetto MATRICA". (225)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca "Comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento sulla manovra finanziaria 2013".
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, prima di iniziare lo svolgimento delle comunicazioni di cui alla richiesta, voglio dire all'Aula che, in data di ieri, per l'esattezza, ieri sera, ho firmato il decreto di nomina dell'onorevole Andrea Biancareddu a Assessore dell'ambiente; volevo comunicarlo all'Aula e, naturalmente, fare i migliori auguri al neo Assessore, che invito anche a venire tra di noi, nei banchi degli Assessori. E adesso iniziamo.
Onorevoli colleghi, prima di entrare nel merito della manovra finanziaria 2013, argomento delle mie comunicazioni all'Aula, è necessaria una doverosa premessa sullo stato della finanza regionale. Come è noto, a seguito della riforma del 2006, entrata in vigore nel 2010, le entrate della Regione sono aumentate, al netto dei maggiori oneri derivanti dalla spesa sanitaria e dalla spesa per i trasporti, di 1 miliardo e 659 milioni di euro. Com'è altrettanto noto, oggi non possiamo utilizzare quelle maggiori entrate poiché nel 2006, al momento della ricontrattazione delle entrate regionali, non fu previsto che il Patto di stabilità (come era ragionevole e naturale) fosse contestualmente adeguato alla crescita delle entrate regionali.
Dal 2010, quindi, anno di entrata in vigore della legge di riforma dell'articolo 8 del nostro Statuto, la Regione ha regolarmente iscritto a bilancio le maggiori entrate, ma non ha potuto aumentare il livello della spesa, inteso come impegni e pagamenti.
Lo Stato, incalzato dalla Regione, con successivi ricorsi nanti la Corte costituzionale, nonostante la stessa Corte costituzionale abbia dichiarato non solo dovute le maggiore entrate, ma anche dovuto l'adeguamento del Patto di stabilità, continua a sostenere che sia necessaria preliminarmente una legge nazionale per rimodulare i saldi della finanza pubblica.
Il mancato adeguamento del Patto di stabilità, pur rappresentando un evidente e grave limite alle prerogative di programmazione e di spesa, non ha impedito alla Regione, nelle precedenti annualità, di impostare e approvare le manovre finanziarie al prezzo, tuttavia, di un'attentissima e oculata gestione della spesa che ha imposto necessarie e spesso dolorose scelte di priorità. Questi equilibri delicati sono stati faticosamente raggiunti proprio in quest'Aula che ha approvato le manovre e hanno poi coinvolto la Giunta che ha dovuto attuare le scelte di priorità ripartendo i plafond di spesa fra i diversi Assessorati; questi ultimi, con sempre maggiori e crescenti difficoltà, riescono a mantenere allineate le esigenze di programmazione delle spese, gli impegni e i pagamenti. Tutto questo, come è noto, ha portato anche all'abnorme proliferazione dei residui passivi che rappresentano un'ulteriore criticità.
Se, nonostante queste criticità, è stato possibile approvare le manovre degli ultimi tre esercizi (2010, 2011 e 2012), già con riferimento alla manovra del 2012, il percorso è stato veramente difficile e al limite delle possibilità e della stessa credibilità della manovra. Mentre il limite di spesa, imposto dal Patto di stabilità, riferito agli esercizi degli anni 2010 e 2011, pur con quale lieve riduzione, è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al livello delle precedenti, con riferimento all'esercizio 2012 si è verificata una drastica riduzione. C'è stata, infatti, a causa delle ultime manovre dello Stato, una pesantissima contrazione del livello degli impegni e dei pagamenti di ben 575 milioni di euro, rispetto all'esercizio 2011.
Questa riduzione adesso è ulteriormente aggravata per l'esercizio 2013 con ulteriori diminuzioni, tanto degli impegni che dei pagamenti, pari a 246 milioni di euro e un effetto cumulato di circa 821 milioni di euro. Di fronte a questa drastica riduzione, quello che, pur con difficoltà, siamo riusciti a fare, con riferimento alle precedenti manovre, diventa oggi molto, molto complicato. Questo è il punto centrale del ragionamento che oggi porto all'attenzione dell'Aula e sullo stesso vorrei soffermarmi per illustrarne tutte le implicazioni.
Il nostro bilancio soffre oggi di una terribile anomalia: pur essendo aumentato il livello contabile delle entrate, abbiamo una forbice, che via via si sta ampliando, fra il livello delle stesse entrate aumentate e la reale possibilità di spesa che invece si riduce. Il che significa che, benché programmate, ci sono diverse centinaia di milioni di euro di spese destinate ad andare in economia. Questo, come è evidente, mette a repentaglio la concreta possibilità di immettere le risorse nel nostro sistema economico e sociale con le conseguenze e le sofferenze di tante categorie, a noi tutti note. Questa forbice ha raggiunto, nella manovra 2012, un livello pari a circa 850 milioni di euro, differenza tra stanziamenti soggetti a Patto (4,51 miliardi) e plafond degli impegni (3,204 miliardi). La differenza tra gli stanziamenti soggetti al Patto e il plafond dei pagamenti ha addirittura oltrepassato l'1,5 miliardi di euro al netto dei residui passivi. E' questo il motivo che, nel corso della precedente manovra, ha reso particolarmente complesso far fronte alle principali emergenze provenienti dal nostro sistema sociale ed economico, peraltro, fortemente acuite dalla dura crisi in corso.
Uno sforzo rilevante è stato messo in campo per consentire di mantenere sostanzialmente inalterati, al netto della spesa sanitaria e delle spese obbligatorie, gli stanziamenti a favore delle politiche sociali (in particolare quelle a favore delle categorie più deboli), degli interventi a favore del lavoro e delle imprese, della scuola, dell'università e della ricerca, della continuità territoriale, del fondo unico per gli enti locali, delle opere pubbliche cantierabili, del cofinanziamento dei nostri programmi europei e nazionali essenziali per la competitività e l'ammodernamento minimo delle nostre infrastrutture.
Oggi, con riferimento alla prossima manovra 2013, come ho detto, si registra un'ulteriore e gravissima mazzata ai nostri conti regionali con una riduzione del livello del Patto di stabilità di altri 246 milioni di euro in termini di minori impegni e minori pagamenti, quale conseguenza delle ultime stringenti manovre di spending review del Governo nazionale a danno delle Regioni, e di quelle a Statuto speciale in particolare.
Non contestiamo le finalità della spending review, alla quale anche noi siamo pronti a concorrere. Chiediamo di essere messi nella condizione di concorrervi. Chiediamo che, prima di imporci i tagli, lo Stato stabilisca correttamente le condizioni di partenza del nostro Patto di stabilità. Chiediamo che la misura del concorso richiesto alla Sardegna sia commisurato a quello richiesto a tutte le altre Regioni. Oggi la nostra Regione è chiamata a contribuire con un risparmio forzoso che non ha eguali in Italia. Non solo, quindi, per la nostra Regione non vi è l'adeguamento dovuto al rialzo ma, a causa della grave crisi che affligge l'eurozona e della necessità di risanare i conti dello Stato, abbassando la spesa pubblica, la nostra capacità di spesa è stata drasticamente ridotta di oltre 800 milioni di euro rispetto al 2011.
Dobbiamo inoltre considerare che le recenti manovre finanziarie del Governo hanno previsto che le Regioni a Statuto speciale siano chiamate a contribuire al risanamento dei conti pubblici attraverso i cosiddetti "accantonamenti d'entrata". Questi ultimi si sostanziano in una riduzione delle compartecipazioni. Il MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) utilizza questo strumento perché non può unilateralmente ridurre le entrate regionali ai sensi dell'articolo 8 del nostro Statuto. Negli intendimenti del MEF, questi "accantonamenti forzati" rappresentano anticipazioni di nuovi oneri a carico della Regione per il trasferimento di funzioni statali che però non sono state ancora trasferite e che lo dovranno essere in attuazione dell'articolo 27 della legge sul federalismo fiscale. Sulla base dei pochi dati disponibili, questi accantonamenti sono stati stimati dai nostri Uffici in circa 420 milioni di euro che andranno a incidere sulla impostazione della manovra finanziaria, riducendo di fatto il livello delle entrate e irrigidendo la manovrabilità della programmazione della spesa. Tutto questo non è sostenibile.
Onorevoli colleghi, quanto premesso, serve per sottolineare un punto chiave del ragionamento che rivolgo all'Aula. La Regione, oggi, non è più in grado di far fronte alle esigenze minime ed essenziali. Con questo livello degli impegni e delle spese, saremo costretti a fare scelte insostenibili per il nostro sistema sociale ed economico. Al netto della sanità e delle spese obbligatorie, anche con un'attenta e oculata politica delle priorità, non riusciremo a coprire gli stanziamenti essenziali per il nostro sistema sociale ed economico. Mentre il livello di questi stanziamenti essenziali, al netto della sanità, è rimasto sostanzialmente quello delle precedenti manovre e si attesta intorno ai 3,3 miliardi di euro, il livello del Patto si è ridotto, ripeto, di ulteriori 246 milioni rispetto al 2012.
Ci troviamo quindi nella situazione paradossale di sapere fin d'ora che circa 250-300 milioni di euro di spese essenziali per il nostro sistema (penso, come prime fra tutte, alle spese per il sociale e le categorie deboli), anche se fossero da noi programmate nel bilancio del 2013, non potrebbero essere impegnate e andrebbero quindi in economia. Abbiamo, pertanto, già adesso la certezza di trovarci di fronte a una forzatura contabile inaccettabile perché...
PRESIDENTE. Presidente, il tempo a sua disposizione è terminato, a meno che l'Aula non le consenta di proseguire. Prego.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Grazie, mi avvio alla conclusione. Abbiamo, pertanto, già adesso la certezza di trovarci di fronte a una forzatura contabile inaccettabile perché non oggettivamente sostenibile e perché inaccettabilmente discriminatoria per la nostra Regione rispetto alle altre Regioni.
Se, quindi, fino al bilancio 2012, avevamo la certezza di non poter spendere (per via del limite di spesa sui pagamenti), ma avevamo almeno quella di poter impegnare (comunque con il noto fenomeno della generazione abnorme dei residui passivi), oggi, nel bilancio dell'esercizio 2013, dovremmo inserire delle previsioni di spesa che con certezza sappiamo, già ora, di non poter neanche impegnare e che andranno in economia. Inoltre, a complicare il quadro delle criticità, non va sottaciuto che, da lungo tempo, i dati e le informazioni che l'Amministrazione finanziaria statale fornisce alla Regione sono largamente incompleti e insufficienti. Gli Uffici regionali sono ancora in attesa di conoscere dal MEF i fabbisogni relativi agli esercizi 2010 e 2011.
Per quanto sopra delineato, presentare la manovra finanziaria 2013 in queste condizioni sarebbe una vera e propria mistificazione che potrebbe rasentare il falso in bilancio. Le gravi inadempienze dello Stato, con riferimento al Patto di stabilità, ci hanno portato a questa situazione che, dal nostro punto di vista, rende veramente problematico allestire una manovra finanziaria che sia seria e credibile. La Regione sta contestando in tutte le sedi politiche, amministrative e giurisdizionali il comportamento del Governo che ci ha portato a questo punto. In ossequio ai diversi ordini del giorno di questo Consiglio continueremo a farlo finché non avremo ottenuto il pieno e totale rispetto delle norme statutarie e la corretta applicazione delle sentenze e delle leggi.
Ma, oggi, siamo qui per affrontare il tema della manovra finanziaria 2013 e a questa vorrei tornare per ricapitolare quanto ho già detto e fare alcune proposte. In primo luogo, partendo dalle riflessioni fatte, intendo spiegare più analiticamente all'Aula il perché la Giunta, con largo anticipo e in modo anomalo, abbia già approvato il disegno di legge di richiesta di esercizio provvisorio per il mese di gennaio e intenda rinnovare la richiesta di esercizio provvisorio anche per il mese di febbraio 2013.
Voglio che sia chiaro a tutti che la richiesta di esercizio provvisorio fatta dalla Giunta non è determinata da alcun ritardo nella predisposizione della manovra 2013. Non vi sono ritardi della Giunta. Infatti, la proposta di manovra 2013, pur con le rilevanti difficoltà di cui ho detto e in particolare pur con le gravi carenze informative inerenti il gettito tributario maturato in Regione, è pronta e qui ho con me l'articolato della finanziaria e i documenti di bilancio annuale e pluriennale, la potremmo approvare anche subito o, meglio, sottoporre all'Aula anche subito.
Sarebbe però un bilancio "tecnico" perfettamente legittimo e parificabile dalla Corte dei conti con un volume di entrate che è molto vicino a quello degli anni precedenti pari a circa 6,6 miliardi di euro manovrabili e un totale complessivo di 7,8 miliardi di entrate. Sarebbe, quindi, piuttosto semplice, come abbiamo già fatto per gli esercizi 2010, 2011, 2012, presentare, anche per il 2013, un bilancio basato sul livello delle maggiori entrate, peraltro oggi ancora più certe rispetto al passato, non solo per le sentenze pronunciate dalla Corte costituzionale, ma anche perché il Governo ha finalmente riconosciuto il nostro diritto a un più alto livello di entrate, adeguando, con la legge di assestamento del proprio bilancio 2012, l'importo degli stanziamenti riguardanti le compartecipazioni spettanti alla Sardegna.
Quello che abbiamo pensato e deciso di fare è, però, un'altra cosa. Abbiamo consapevolmente deciso di non presentare il bilancio 2013, che pure sarebbe pronto. E' una decisione strumentale e finalizzata a sollevare il livello del confronto, direi ormai dello scontro, con lo Stato, denunciando quello che ho rappresentato in premessa: la Sardegna, a causa dei limiti del Patto di stabilità, si trova nell'impossibilità di approvare la manovra finanziaria 2013.
Lo ripeto ancora una volta, con il limite di spesa imposto dal Patto di stabilità che, come ho già detto, è crollato, negli ultimi due anni, di circa 800 milioni di euro di minori impegni e minori pagamenti, sarebbe doloroso se non impossibile, chiudere il bilancio e perpetuare, peraltro, un meccanismo perverso che non consente di spendere e genera un volume di residui passivi divenuto ormai non più sostenibile.
Qual è la proposta? La scelta di fronte alla quale ci troviamo, di fronte alla quale si trova il Consiglio regionale, è quella se fare un bilancio con dolorosi tagli alle categorie più deboli, con conseguenze in termini di "macelleria sociale" a cui saremmo costretti, oppure quella di non fare il bilancio, prendendo tempo, dandoci un termine fino a febbraio. Sarebbe una prima forte provocazione e denuncia nei confronti dello Stato, per provare a giocarci tutte le carte possibili per costringere il Governo in carica, prima delle elezioni politiche nazionali, a riconoscere alla Sardegna l'adeguamento dovuto del nostro Patto di stabilità.
L'appello che rivolgo al Consiglio non è un generico appello all'unità, ne abbiamo fatto tanti di questi appelli. E' qualcos'altro, è un appello forte e chiaro, ben finalizzato a scongiurare che la nostra economia, il nostro sistema sociale, debbano pagare ancora ulteriori tributi che non sarebbero più in grado di sostenere. Sto proponendo al Consiglio di utilizzare i prossimi mesi, non per una logorante discussione sulla manovra finanziaria, che ci vedrebbe divisi su tutto e soprattutto sui dolorosi tagli che saremmo costretti a fare, ma, al contrario, sto proponendo ancora una volta di unire gli sforzi, solo per qualche mese, poi ognuno tornerà al puntuale rispetto dei propri ruoli di maggioranza e di opposizione. Unire gli sforzi nella ricerca di tutte le possibili iniziative che, nell'interesse supremo della nostra Regione, siamo chiamati a porre in essere per riportare l'attenzione del Governo sull'inaccettabile anomalia del caso Sardegna. Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per costringere lo Stato ad assumersi le proprie responsabilità, rimuovendo, una volta per tutte, i limiti insostenibili del nostro Patto di stabilità e la forbice anomala rispetto al livello delle nostre entrate.
Prima delle prossime elezioni politiche nazionali, sono convinto che abbiamo ancora qualche chance di successo, ma solo se saremo in grado di attivare, senza indugi, una vera azione unitaria della Sardegna (di tutto il Consiglio regionale e dei nostri parlamentari), con una mobilitazione politica mirata nei confronti, ciascuno di noi, dei propri leaders nazionali che stanno sostenendo il Governo Monti.
L'occasione è quella della discussione al Senato della legge di stabilità già approvata alla Camera. Sono in discussione diversi emendamenti e il Governo ha manifestato un'apertura ad approvarne uno in materia di ridefinizione del Patto di stabilità interno a favore dei Comuni e delle Regioni. Se proprio il Governo si mostrasse insensibile alla nostra denuncia, credo che sia doveroso che il Consiglio regionale valuti allora la possibilità di autodeterminare, con legge regionale, il patto di stabilità interno adeguandolo al nuovo livello delle entrate.
La prima implicazione di questo gesto sarebbe quella di costringere il Governo a impugnare la nostra legge e questo, finalmente, lo costringerebbe al contenzioso nanti la Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Colleghi, l'articolo 121 del Regolamento prevede, sulle comunicazioni del Presidente, l'apertura della discussione con un intervento per Gruppo della durata di dieci minuti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, dopo le comunicazioni del Presidente, le chiedo una sospensione di almeno mezz'ora perché credo ci sia necessità di una riflessione tra i Gruppi. Almeno per quanto ci riguarda, credo che meriti una risposta ponderata e non impulsiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Intervengo sempre sull'ordine dei lavori, per chiedere se è possibile avere il testo della relazione del Presidente.
PRESIDENTE. Facciamo predisporre subito le copie se il Presidente la rende disponibile. Sì, va bene. Nessuno opponendosi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 31, viene ripresa alle ore 11 e 25.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ricordo che, come ho preannunciato prima, è aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente con un intervento per Gruppo della durata di dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Signori Presidenti, parto dalla fine dell'illustrazione delle comunicazioni che ha fatto il Presidente, dalla proposta; proposta che ci mette di fronte a una situazione drammatica che già conoscevamo e che si protrae ormai da diversi anni. Probabilmente su una parte di questa proposta, noi del centrosinistra c'eravamo già pronunciati, forse due o tre anni fa, per fare qualcosa che oggi vorremmo fare. Autorizzare oggi l'esercizio provvisorio sino a febbraio, non credo che sia qualcosa che può far bene alle emergenze del popolo sardo, ma ritengo invece che la provocazione più forte sia quella di fare una finanziaria come ha fatto qualche altro Presidente di Regione, mi riferisco per esempio alla Regione Puglia, in cui sul Patto di stabilità sono state fatte altre cose, sapete benissimo a che cosa mi riferisco.
Credo che non possiamo permettercelo, perché non fare finanziaria sarebbe un sottostare ancora una volta alle imposizioni di uno Stato, di un Governo, che sinora ha dimostrato di "fregarsene" delle straordinarie emergenze di quest'Isola. Abbiamo detto altre volte che quello che da altre parti è straordinario, da noi è ordinario, quello che da altre parti è congiunturale, da noi è strutturale, lo andiamo ripetendo ormai da tempo. Il richiamo all'unità da parte del Presidente è doveroso, però credo che quell'unità si debba trovare in questi banchi facendo altro, facendo diversamente rispetto a quello che propone il Presidente. Credo, e lo ribadisco, che non sia il caso di andare in esercizio provvisorio. Ripeto, la provocazione più grande ritengo che sia invece quella di presentare una legge finanziaria e vedere quali saranno le risposte rispetto a quello che noi vorremmo imporre al Governo centrale.
PRESIDENTE. Per il Gruppo "Sardegna è già Domani" ci saranno due interventi della durata di cinque minuti ciascuno.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, ho letto attentamente l'intervento del Presidente della Giunta per la parte che non ho potuto ascoltare in diretta e devo dire che qualche perplessità rimane. L'analisi tra Patto di stabilità ed entrate mi sembra condivisibile, ma dobbiamo parlare delle soluzioni a questa drammatica situazione che si è creata con il Governo nazionale. Il mio parere è che sarebbe opportuno comunque andare avanti e andare avanti significa, a mio avviso, non privare la Sardegna del proprio bilancio. Sappiamo tutti che cosa vuol dire andare a un esercizio gestito in dodicesimi. Perciò ritengo che bisogna aggiungere, a questa relazione, che c'è stata un'indicazione nella finanziaria precedente, all'articolo 1, comma 15, in cui il Consiglio ha dettato alla Giunta le priorità nella spesa.
Bene, se oggi esaminiamo il bilancio, vediamo che di quelle priorità non ne è stato tenuto conto; abbiamo anche successivamente modificato quel comma e dobbiamo riscontrare purtroppo che questa Giunta ha scelto altre priorità nella spesa in alcune direzioni, faccio un esempio per tutte, non è una polemica, è soltanto una constatazione, si è scelto di spendere molto di più e di impegnare molto di più per quanto riguarda la direzione dello sport, spettacolo e quant'altro, e molto meno nel capitolo della pubblica istruzione. Queste sono scelte politiche, scelte politiche da parte mia non condivisibili, ma che danno il segno e l'indicazione delle priorità di spesa scelte da questa Giunta.
E' chiaro che noi sfondiamo il Patto di stabilità, abbiamo problemi di cassa, se la Giunta decide che è prioritario spendere 2 milioni in consulenze nell'ultimo anno, programmandole fino al 2015, o spendere 20 milioni nella pubblicità istituzionale. E' chiaro che chi paga il conto è il sociale, è chiaro che chi paga il conto sono le categorie deboli. Ecco allora le giustificazioni portate in questa relazione nel dire che non abbiamo più possibilità o non avremo, anche nel 2013, possibilità di dare risposte a tutto il sistema sociale soprattutto; se le scelte di questa Giunta, di questa maggioranza, sono impostate sul superfluo, è chiaro che non si può assolutamente stare nel regime dei conti stabilito dal Patto di stabilità che tutti in quest'Aula abbiamo sostenuto che bisognava impugnare da subito presso la Corte costituzionale con il Governo centrale, in una di quelle richieste di unità che sono passate per quest'Aula, purtroppo senza seguito. E si dice oggi che dobbiamo in qualche modo evocare, causare il contrasto con il Governo centrale per arrivare a una chiara determinazione dei rapporti in termini di spesa, impegni ed entrate. Le entrate ormai sono chiare, ma abbiamo il vincolo del Patto di stabilità, e dobbiamo provocare lo Stato perché si arrivi a una soluzione.
Colleghi, credo che bisogna recuperare la serietà, la tranquillità e il senso di responsabilità. E' vero che abbiamo in questi termini un contrasto apertissimo con lo Stato, dobbiamo decidere per il futuro, bene, se non ci ascoltano, c'è un modo significativo, molto significativo per poter aprire un contenzioso con lo Stato: Presidente, si dimetta! Apriamo una vertenza attraverso le sue dimissioni con il Governo centrale, dichiariamo e accettiamo le sue dimissioni, il Consiglio le accetterà, credo all'unanimità, per aprire un forte contenzioso con il Governo centrale. Credo che questa sia la soluzione responsabile, che non ha niente di politico, di contrasto politico, ma noi saremo veramente uniti intorno a questa sua proposta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente Cappellacci, lei oggi compie cinquant'anni e nel compiere cinquant'anni probabilmente avrebbe dovuto illuminare maggiormente questo Consiglio regionale. Ha scelto la giornata sbagliata per lei e ha scelto la giornata sbagliata per i sardi, perché non è credibile ciò che lei ha detto, per lo meno io non ci credo. In ogni caso, prima di approvare il disegno di legge sull'esercizio provvisorio, sarebbe stato molto più utile e molto più corretto che lei riferisse all'Aula la situazione, invece mi pare che sia uno sfuggire, quasi mi ricorda colui che fece "per viltade il gran rifiuto": cioè non fare la manovra finanziaria, non presentare la manovra finanziaria, anticipando di un mese e mezzo l'esercizio provvisorio. Io (che questo film ho già visto), non a caso, dieci giorni prima che la Giunta approvasse il disegno di legge, ho presentato con i colleghi una proposta di legge per modificare la legge di contabilità, sapendo anche quali rischi si corrano, ma per "esercitare" l'esercizio provvisorio fino alla definizione della partita delle entrate e la rinegoziazione del patto di stabilità. Se si vuole usare il pugno forte, questo bisogna fare! Qualcuno mi dice che verrà impugnato, certo, verrà impugnato, perché forse, se andiamo oltre il quarto mese di esercizio provvisorio, non succede niente. Quali sono invece quei meccanismi che il presidente Cappellacci annuncia già nel disegno di legge e che non dicono esattamente che cosa accade, con quelle dizioni che sono nel disegno di legge della Giunta? Mi riferisco ai residui!
Certo non è questo il momento per parlarne, il presidente Cappellacci si è rivolto al Consiglio perché ha bisogno di unità, ha bisogno di sostegno: per fare che cosa? L'esercizio provvisorio? Le rivendicazioni che gli sono state suggerite, consigliate e pretese per mesi e mesi? E ancora siamo a questo punto? Però, lei se ne va in vacanza in Qatar a discutere con il premier Monti: di che cosa? Io avrei abbandonato al suo destino il presidente Monti se avessi veramente la voglia di forzare la mano!
Ma, nelle sue dichiarazioni, questa forzatura non si legge, lei per fare questa forzatura ha bisogno di questo Consiglio regionale. Questo Consiglio regionale il sostegno lo ha sempre dato, credo con grande determinazione, con una pluralità di ordini del giorno che ormai sono anche inutili, arrivati a questo punto forziamo la mano con la Corte costituzionale facendoci impugnare un provvedimento, ma facciamocelo impugnare! Che cosa ci dirà la Corte costituzionale? Che le entrate non ci sono dovute, quando si è preannunciato già che ci sono dovute? Sulla rivendicazione del Patto di stabilità potrà andare contro? Perché deve andare contro? Se aumentano le entrate, si deve dare anche la possibilità di spendere i soldi, invece, si aggiunge danno alla beffa e le amministrazioni provinciali e comunali hanno scoperto solo qualche giorno fa che l'addizionale sull'energia elettrica viene incamerata dalla Regione Sarda e non viene più trasferita alle amministrazioni locali, perché questo diventa Patto di stabilità, e lei sta zitto? Lei viene a riferire?
(Interruzione)
Non sono state trasferite, è stata trasferita una quota trimestrale, non verranno più trasferite, perché la comunicazione è arrivata tre giorni fa alla Regione Sarda, onorevole Mula! Quindi, quando dico qualche cosa, è segno evidente che io la conosco e questa la conosco molto bene! Ma non è questo l'elemento determinante, l'elemento determinante è che non si può andare a braccetto con questo Governo per poi venire in Consiglio regionale a chiedere aiuto e sostegno. Tutto l'aiuto possibile, presidente Cappellacci, ma non è questa la strada! La strada è quella di approvare una proposta di legge, un disegno di legge, una legge che inchiodi il Governo e lo costringa a rivolgersi alla Corte costituzionale, solo allora vedremo come andranno le cose!
In ultima analisi, non rimane che quello che ha chiesto l'onorevole Capelli, che credo sia la strada maestra: questa maggioranza è incapace di risolvere i problemi e, come tale, non deve essere accusata tutta, c'è un solo capo d'accusa che deve essere dato, al presidente Cappellacci, il quale deve avere il buon senso di dimettersi!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fois. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi). Non siamo qui per chiedere le sue dimissioni, Presidente, però partiamo da una sua affermazione che è stata ben recepita ed è, secondo me, la più forte affermazione.
Lei, a un certo punto, dice che la situazione non è più sostenibile; su questo siamo tutti d'accordo. Credo che l'Aula in diverse occasioni le abbia dimostrato assonanza sulle sue iniziative con tutti gli ordini del giorno approvati, promossi anche dalle Commissioni. Però, a tutt'oggi, di risultati, che possono in qualche modo cambiare il destino della nostra finanziaria, non se ne vedono, c'è anche una contraddizione, quella di un accumulo di risorse che sta facendo diventare ridicoli i nostri bilanci. A questo punto, le posso dire, signor Presidente, che sono stanco di attendere risposte dal Governo, risposte dai nostri parlamentari, risposte dai nostri senatori, sono stanco di poter sperare di sopravvivere grazie a un emendamento che, secondo taluni, dovrebbe essere approvato in occasione di questa manovra finanziaria. Ebbene, credo che sarebbe l'ennesima mortificazione.
Signor Presidente, in base all'articolo 47 del nostro Statuto, lei ha diritto-dovere di chiedere un incontro urgente e straordinario con il Consiglio dei Ministri tramite il quale dovrà porre la questione Sardegna in maniera definitiva. Questo è quello che le chiedo e che le chiediamo come Riformatori, diverso è il fatto di sperare in una benevolenza del Presidente di turno, se ne sono alternati diversi che non hanno saputo valutare le nostre reali situazioni economiche e sociali. A questo punto, dobbiamo far valere la nostra Costituzione, che è il nostro Statuto, e, in base a quello, una volta usciti dalla riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri, decidere che cosa fare! Presidente, non siamo d'accordo ad attendere i due mesi di esercizio provvisorio e, qualora non venisse accolta la nostra richiesta, la "leggina" sullo sforamento al Patto di stabilità va approvata immediatamente! Non c'è da aspettare né gennaio, né febbraio!
Questa è la nostra proposta, diversamente, se il Consiglio dei Ministri entro pochi giorni non dovesse accogliere la sua richiesta, i Riformatori un minuto dopo si dimetteranno dal Consiglio regionale!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Vi dimetterete dal Consiglio regionale o dalla maggioranza?
E' per riuscire a capire a quale livello, Presidente, ormai siamo arrivati, cioè siamo arrivati al livello nel quale bisogna prendere atto di una difficoltà cronica della maggioranza che la sostiene, la quale ha effetti certamente non positivi, certamente assolutamente negativi, perché indebolisce ogni funzione di rappresentanza, a incominciare da quelle che svolge lei nei confronti del Governo; indebolisce, come dire, in modo letale, mortifero, in modo decisivo, ogni funzione di rappresentanza. Se fossi in lei, deciderei oggi le dimissioni!
Per quanto ci riguarda, proprio per quello che lei ci ha detto, voglio ricordare all'Aula che abbiamo approvato quattro volte (non una, quattro volte!) un ordine del giorno (meglio, una volta sotto forma di mozione e tutte le altre volte sotto forma di ordine del giorno) nel quale dicevamo di aprire un tavolo politico partecipato dalle parti sociali, dal sistema delle autonomie locali, dalle organizzazioni e dalle funzioni politiche e istituzionali, da tutti gli organi della Regione; un tavolo partecipato con il Governo e, al primo punto di questo tavolo, porre l'attuazione immediata dei contenuti dell'articolo 8 della legge finanziaria dello Stato del 2007, approvata nel 2006. Dicevamo questo perché l'attuazione voleva dire anche la rivisitazione del Patto di stabilità e perché, più complessivamente, tutto questo incideva sulla "vertenza Sardegna", sullo stato della nostra economia e del nostro sistema produttivo.
Presidente, lei ha scelto di non adempiere a nessuno di quegli ordini del giorno: il tavolo negoziale con il Governo non è stato aperto; ci sono state visite più o meno di cortesia di qualche Ministro; la volta che vi siete incontrati con alcuni Capigruppo, anche di minoranza, con il presidente Monti era solo per certificare una indisponibilità che, come mi ricorda il collega Diana, era stampata nelle facce di bronzo delle persone di quell'ufficio ministeriale.
Poi ci dice che purtroppo siamo in una condizione nella quale ci ritroveremo, come effetto disastroso, non solo nell'impossibilità di spendere ma anche nell'impossibilità di impegnare le cifre disponibili in bilancio. Al contempo, lei fa un'affermazione che mi sento di non condividere totalmente: "Non contestiamo le finalità della spending review, alla quale anche noi siamo pronti a concorrere, ma chiediamo di essere messi nella condizione di concorrervi. Chiediamo che, prima di imporci i tagli, lo Stato stabilisca correttamente le condizioni di partenza del nostro Patto di stabilità.". Guardi, la spending review che fa questo Ministero è tutto tranne che un'operazione equa! E' un'operazione iniqua e ha come obiettivo esclusivo quello di preservare le casse dello Stato centrale e di colpire il sistema allargato delle autonomie locali e regionali; vuole togliere ogni possibilità di spesa decisa dalle comunità locali; è un'operazione di un Governo tecnocratico e centralista con tasso ridottissimo di democrazia, che intende colpire la cultura democratica e autonomista alla quale noi ci riferiamo.
Non sono disponibile a nulla e non mi convince l'idea che, per far valere i nostri diritti, dobbiamo andare a un esercizio provvisorio prolungato: vi mangerete le poche risorse manovrabili con l'esercizio provvisorio e lascerete cinicamente la Sardegna, dopo quattro mesi di pazza gioia nella quale voi vi infilerete, senza una lira da spendere!
Noi vogliamo invece subito la manovra di bilancio! Se rimane ancora seduto su quella sedia, lei farebbe bene a presentare, perché così è previsto dalla legge, la manovra di bilancio; se non lo fa, lei se ne deve andare, si deve dimettere dalla funzione, perché non adempie alla sua funzione! Presenti la manovra di bilancio! La presenti anche con una proiezione che vada a rompere i limiti e i vincoli del Patto di stabilità, caricando sugli investimenti da fare i primi mesi a sostegno dell'occupazione e dello sviluppo, delle imprese e delle comunità locali, e sacrifichi le spese correnti anche a fine anno, se qualcuno, anche di noi, rimarrà senza stipendio a dicembre, a novembre, a ottobre, non sarà una tragedia. Se il Governo, il prossimo Governo si vorrà porre questa questione, se la porrà!
Si faccia un'operazione di questo tipo e si recuperi credibilità, allora sì che si può stare a pieno titolo ancora a occupare la funzione e la posizione di Presidente, ma se questo non è, non preparate trappole, perché qua non ci sono topi che hanno intenzione di caderci, anzi diventa un pericolo, perché, quando si fanno i campi minati e si perdono le bandierine, finisce che, anche chi ha messe le mine, rischia di calpestarle: non pensate a soluzioni pasticciate di questa natura. Sono appelli privi di senso che non trovano più nessuno disponibile ad ascoltarli.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, nel primo intervento che ho svolto in quest'Aula, in occasione delle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione, esordivo dicendo: "Noi non abbiamo prìncipi ma princìpi e saremo coerenti in tutta la legislatura con questi princìpi". Questo intendiamo fare anche oggi, quindi con pacatezza e con serenità andiamo a esporre la nostra posizione sulla situazione che si è venuta a determinare; situazione peraltro ben conosciuta perché, sin dal 2009, in Commissione (oggi è assente l'onorevole La Spisa), avevamo paventato quello che sarebbe potuto succedere qualora non si fosse raggiunto un accordo con lo Stato, purtroppo questo è successo.
Qual è la situazione? Per quanto riguarda le entrate, non vi sono dubbi che ci competono, anche senza necessità di norme di attuazione, come noi, per primi, in quest'Aula abbiamo sostenuto anche con atti scritti (in quell'occasione il primo firmatario era il Capogruppo, onorevole Roberto Capelli); la Corte costituzionale ci ha anche eliminato parte dei residui dubbi su cui lo Stato ci contestava queste norme, mi riferisco in particolare alla disciplina sui giochi e le scommesse che la Corte costituzionale ha riconosciuto che competevano alla Regione. Quindi, per quanto riguarda questo aspetto, possiamo considerare la situazione definita, anche valutando che, con la legge di stabilità, lo Stato ha stanziato 1 miliardo e 3 per dare alla Regione l'arretrato che le competeva.
Vi è il grosso problema del Patto di stabilità. E' un problema che, in quest'Aula, più volte abbiamo sollevato, più volte abbiamo detto che andava trattato, più volte abbiamo richiamato l'attenzione sul fatto che la sciagurata legge sul federalismo fiscale prevedeva delle norme di attuazione per quanto concerneva la determinazione del Patto di stabilità.
Purtroppo di questo non è che posso farne carico alla maggioranza o all'opposizione, ne faccio carico anche alla Commissione paritetica, perché la Commissione paritetica aveva il compito di dare un impulso su questa attività, ma non conosciamo che cosa ha fatto. La situazione comunque è andata evolvendosi e, nella delibera, non in quella in cui è stato approvato il disegno di legge sull'esercizio provvisorio, ma in quella con cui è stato determinato il plafond, si cita una serie di dati, si cita una corrispondenza intercorsa con il Governo, si cita un ricorso al TAR che è stato proposto dalla Giunta regionale. Per la verità, l'altro giorno, in Commissione, ho chiesto di avere a disposizione prima della discussione di stamattina questo materiale. Per quanto riguarda il ricorso al TAR mi è stato segnalato dall'Assessore che lo riteneva opportuno per esigenze definitive, ho preso atto di questa segnalazione. Lamento, peraltro, che la corrispondenza intercorsa non sia stata posta a disposizione né mia né degli altri consiglieri che l'hanno più volte richiesta.
Ma, prescindendo da questo, il 17 luglio 2012, il Governo ci dice: "Non ricontratto il Patto di stabilità perché serve una legge per contrattarlo". Noi, signor Presidente, avremmo fatto una scelta differente dalla sua. Non saremmo andati al TAR, di cui non conosciamo l'orientamento, così come non conosciamo l'orientamento del Consiglio di Stato, che è un giudice di secondo grado. Saremmo andati il giorno dopo a sollevare un conflitto di attribuzioni nanti la Corte costituzionale, che giudica in unico grado, chiedendo una procedura accelerata per avere in tempi brevissimi una risposta. Per la verità ancora prima, non avremmo aspettato neanche il 17 luglio, avremmo già da giugno presentato un conflitto di attribuzioni per comportamento omissivo. Queste sono scelte tecniche, peraltro capisco quindi che ci possa essere una diversità di opinioni. Del resto non avendo letto il ricorso al TAR non sono in grado neanche di comprendere perché è stata scelta quella strada.
Sicuramente ci troviamo in una situazione di difficoltà, sicuramente ci troviamo in una situazione in cui la definizione dei ricorsi pendenti richiede dei tempi verosimilmente non brevissimi. Questo crea delle difficoltà nella predisposizione della manovra finanziaria. Ne diamo atto, comprendiamo le difficoltà. Ne consegue, anche considerati i tempi, che l'esercizio provvisorio è un atto dovuto, perché è chiaro e pacifico che non riusciremo comunque ad approvare una manovra finanziaria entro dicembre. Forse due mesi non sono neanche sufficienti per arrivare ad approvare la manovra finanziaria. Ciò detto, peraltro, riteniamo che sarebbe opportuna la presentazione della manovra finanziaria. Per la verità, avevamo più volte sollecitato e richiesto che, già alla ripresa dopo la pausa estiva, venisse presentata la manovra di assestamento; manovra di assestamento che sarebbe servita da legge per rendere evidenti le risorse disponibili e dare al Consiglio (è sua competenza) il compito di orientare la spesa e fare una nostra spending review. Questo non è stato fatto e non si è ritenuto di farlo.
Oggi che cosa occorre fare? Sicuramente l'esercizio provvisorio deve essere approvato; approvarlo ora o il 30 dicembre non cambia nulla. Peraltro, in relazione al disegno di legge proposto dalla Giunta, riteniamo che questo vada rivisto. Per quanto riguarda la parte seconda, in cui vi sono dei provvedimenti urgenti per consentire i pagamenti alle imprese, quello dovrebbe essere, a nostro avviso, un disegno di legge separato dall'esercizio provvisorio e possibilmente entrare in Aula già i prossimi giorni avvalendosi delle disposizioni dell'articolo 102 del Regolamento.
Per quanto riguarda il resto della norma, vi è tutta una serie di norme che disciplina l'uso dei residui. Ebbene, la disciplina dell'uso dei residui non consente alla Regione, formulata in quel modo, di orientare la spesa. Ecco perché riteniamo che, sostanzialmente, questo uso dei residui sia una mini finanziaria. Noi preferiremmo fare una norma secca sull'esercizio provvisorio e che queste norme sull'utilizzo dei residui, che non consentono al Consiglio l'esercizio del suo potere programmatorio e di indirizzo, vengano stralciate da questa e ripresentate in forma più articolata individuando non solo l'utilizzo a 360 gradi dei residui, ma l'utilizzo in funzione di una serie di obiettivi programmatici, nei limiti delle spese disponibili, soprattutto volti a consentire di far fronte al livello occupazionale.
Poi, per quanto riguarda la possibilità di una norma di legge regionale che deroghi al Patto di stabilità, politicamente comprendiamo e condividiamo il motivo per cui deve essere fatta, tecnicamente però riteniamo che quel risultato non sia raggiungibile con quello strumento. In primo luogo, è vero che il Governo ce l'impugnerebbe, però sarebbe un ricorso sicuramente dichiarato fondato perché non è in nostro potere e nostra competenza fare un simile provvedimento. Se in astratto dovessimo dare applicazione a questa norma di legge, avremmo una serie di conseguenze economiche estremamente rilevanti e pesanti che ci trascineremmo appresso. Non solo, sarebbe una norma comunque in concreto inutile perché, con il sistema di tesoreria unica, non abbiamo noi la possibilità di spendere le risorse perché non ci sarebbero fornite; diversa è la situazione che c'è stata in Calabria, dove avevano in cassa risorse disponibili. Non solo, ma dovremmo anche trovare dei funzionari disposti a firmare provvedimenti di deroga al Patto di stabilità accollandosi una conseguenza economica a loro carico, quindi dal punto di vista tecnico non mi sembra una strada perseguibile, anche se politicamente ne comprendiamo il significato.
C'è, quindi, da andare a individuare le soluzioni. Abbiamo sempre detto e abbiamo sempre sollecitato l'apporto di tutte le forze politiche e abbiamo sempre chiesto l'unità. Sicuramente dobbiamo fare delle manovre forti, che dobbiamo individuare. In questo momento, sono state da più parti chieste le dimissioni del Presidente della Regione. Consentitemi, stiamo finalmente arrivando in Aula a portare le prime riforme, stiamo per definire in Commissione la riforma della Costituente, delle province e dei consigli di amministrazione, è un compito che dobbiamo portare a termine. Si vuole dare una prova? Si ritiene che le dimissioni siano rilevanti? Benissimo. Una serie di consiglieri (io sono disponibile a farlo) dichiarino per protesta di essere pronti a dimettersi e a non ricandidarsi, perché il significato c'è solo se io mi dimetto e non mi ricandido. Siamo disponibili a farlo, individuiamo tutte le azioni di forma, ma senza demagogia e avendo presenti non interessi particolari, ma solo ed esclusivamente l'interesse della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, se mi consente, le consiglierei, ogni volta che viene in Aula, di far tesoro di una massima biblica che pressappoco suona così: "Dalle tenebre non puoi cavar luce". Tale è il senso davvero incredibile delle cose che oggi si sentono qui, che sembra di stare al buio, come se lei non avesse detto nulla o come se lei avesse parlato a un'Aula di sordi e meno male che lei, su richiesta di qualcuno, ha perfino consegnato il suo intervento in modo che, in quella mezz'ora di pausa, si potesse leggere, approfondire, avere anche qualche dato di riferimento sul quale evidentemente creare anche le condizioni per un giusto confronto, un dibattito scevro da pregiudizi. Abbiamo capito dove si vuole poi andare a parare: creare anche in questa occasione uno scontro a tutti i costi e non è un caso che la preoccupazione, guardi, non è tanto che tornino i conti di questa Regione e che si pongano in essere manovre che, come lei giustamente ha avvertito, abbiano una capacità espansiva della spesa e non la creazione di bilanci rigidi. No, sono le dimissioni di Ugo Cappellacci!
Questo è il senso strumentale sul quale si è avvolto e avvitato questo dibattito dove, per la verità, chi ha ascoltato (e lei ha fatto bene a rivolgersi all'Aula, almeno per il rispetto di chi in quest'Aula ascolta) può anche assumere determinazioni e avere un'opinione differenti rispetto alla sua, ma non si possono strumentalmente confondere le cause di un problema con l'effetto. Sembrerebbe che il presidente Cappellacci stamattina sia venuto qui per cercare di confondere le idee a qualcuno di noi. Veramente almeno diamo atto che il presidente Cappellacci, con rigore tecnico e con correttezza anche sul piano politico-istituzionale, è venuto qui, ha posto in chiaro i termini del problema, ha dato le cifre. Allora, perché si deve ridurre questo dibattito a una sorta di contumelia nei confronti del Presidente anziché seguire… la strada dell'unità non va bene? Non va bene il sostegno al Presidente e alla Giunta? Ditelo! Altrimenti davvero è voler pervicacemente insistere come un disco rotto su una presa di posizione preconcetta, pregiudiziale, che nulla ha a che vedere con il merito di questo dibattito.
Allora chi si vuole dimettere, lo faccia, lo faccia! Ne saranno soddisfatti anche i sardi probabilmente, per chi lo vuole fare. A noi il problema che qui interessa è come cercare di dare alla Regione Sardegna lo strumento perché non si faccia un bilancio con un taglio di 350 milioni di euro; questo comporterebbe presentare oggi una manovra. Il presidente Cappellacci l'ha detto, ho qui la legge finanziaria, non ho alcun problema, non è dovuto a un ritardo; la spiegazione è di ben altra natura e trova anche causa molto ma molto remota di un aumento di risorse a cui non ha corrisposto un'adeguata contrattazione nel 2006 anche sul piano del Patto di stabilità, sul piano cioè della capacità di spendita di quelle risorse in aumento.
Vedete, se noi continuiamo poi (su una, veramente, falsa ricostruzione degli avvenimenti) a dire che il Presidente della Giunta non ha fatto nulla rispetto agli ordini del giorno che sono stati votati, quando lo sanno anche i sassi della via Roma che il Presidente ha scritto al presidente Napolitano, al Presidente del Consiglio, ai Ministri, che ha presentato, tra il 2011 e il 2012, ben dieci ricorsi per illegittimità costituzionale, l'ultimo dei quali proprio con riferimento alla spending review, alla legge di stabilità. Ma che cos'altro deve fare, in ossequio per giunta proprio ai deliberati di questo Consiglio regionale?
Ha denunciato la mancata riattivazione del tavolo tecnico, questa mattina ha fatto una proposta (sulla quale si può essere d'accordo o non d'accordo), che è quella di valutare una rivisitazione del Patto di stabilità con una nostra autonoma iniziativa. Di che cosa dobbiamo lamentarci o che cosa dobbiamo chiedere ancora al Presidente? Che si doti di una contraerea, di un'armata navale per attaccare i confini oltre Tirreno? Non lo so, colleghi, siamo davvero sul campo delle irrazionalità!
E' stato posto in essere ogni atto possibile consentito e dovuto per la difesa delle ragioni autonomistiche contro un centralismo teocratico imposto da altri Paesi e noi sappiamo che è tutto giusto…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Teocratico? Tecnocratico, se no vi vanno contro anche i preti.
PITTALIS (P.d.L.). Tecnocratico, tecnocratico, chiedo scusa perché sono un po' raffreddato, no, tecnocratico, tecnocratico. Alludo al Governo della Germania, capiamo le esigenze della finanza pubblica italiana, il rigore europeo, tutto, ma non possiamo assolutamente consentire la mortificazione che, giorno dopo giorno, questo Governo sta perpetrando ai danni delle autonomie locali, ai danni delle Regioni a Statuto speciale come la nostra.
Penso che oggi avremmo potuto fare un passo in avanti, semmai ipotizzando anche una proposta alternativa rispetto a quella che ha indicato il presidente Cappellacci, non ne ho sentito, ho sentito soltanto divagazioni sul tema, al di là di una proposta fatta da ultimo dal collega Giulio Steri che va presa anche in seria considerazione e va valutata, ma per il resto, scusatemi, tutto il dibattito mi pare sia stato aria fritta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Lei ha descritto, presidente Cappellacci, una situazione drammatica della nostra Regione su ciò e solo su ciò non possiamo che essere d'accordo con lei. Ci ha descritto, poteva risparmiarcela, almeno la prima parte, la genesi dell'accordo del 2006 fino alla situazione odierna. Lei oggi poi ha concluso il suo intervento, le sue dichiarazioni, con un appello al Consiglio regionale. Presidente, vorrei ricordarle con grande rispetto, per stare un po' nel tracciato di Pittalis, con grande rispetto, che, per tre anni e mezzo, tre anni e mezzo, lei ha avuto appelli unitari dal Consiglio regionale che ha puntualmente disatteso! Però non voglio tornare su queste questioni.
Caro Pittalis, nessuna falsità! Abbiamo chiesto al Presidente della Regione di avere un ruolo e un'autorevolezza che finora non abbiamo avuto, non abbiamo visto nei confronti e nel negoziato, che non si è mai aperto, con il Governo nazionale.
Presidente Cappellacci, il Gruppo che rappresento, il Partito Democratico, non la ritiene adeguata a rappresentare l'intera Isola. Non abbiamo fiducia in lei e ce ne dispiace, non c'è nulla di personale, perché la dialettica politica vede avversari che si confrontano talvolta, quando è necessario, anche in punta di forchetta, ma c'è la necessità di un riconoscimento reciproco del ruolo e della funzione istituzionale che ognuno di noi rappresenta in quel momento dato. Noi arriviamo, ce ne dispiace per la Sardegna, anche per noi, alla conclusione che lei, in questi quattro anni, non è riuscito a rappresentare una sintesi e quindi non rappresenta l'intero Consiglio regionale.
Se ciò fosse avvenuto, presidente Cappellacci, nei suoi confronti, oggi, ci sarebbe un pochino di credito, cosa che non c'è assolutamente e non, Pittalis, perché non vogliamo bene alla Sardegna, ma proprio perché le vogliamo bene e, nel momento in cui le vogliamo bene, non speriamo per questa Regione, per quest'Isola, che debba subire ancora un anno e qualche mese di Governo Cappellacci e del centrodestra che lo sostiene. Questo è il nostro modo di voler bene alla Sardegna! Mi rendo conto che è un'opinione di parte, non condivisa, ma è ciò di cui siamo profondamente e intimamente convinti e, ahinoi, non lo siamo solo noi, ne sono convinti tutti quelli che quotidianamente rappresentano democraticamente urlando il loro grido di disperazione nelle piazze della Sardegna.
Anche per questo, Presidente, le diciamo che non siamo affatto d'accordo per l'esercizio provvisorio. Le dico anche perché. Noi siamo convinti che l'esercizio provvisorio sarebbe, ancora una volta, uno strumento, in mano sua e della sua Giunta, per gestire in maniera discrezionale le poche risorse disponibili. Non vogliamo che ciò avvenga perché voi e lei, con le scelte discrezionali che avete fatto in questi anni, siete stati la ragione che ha messo in ginocchio quest'Isola! Queste sono le ragioni vere per cui non siamo d'accordo per l'esercizio provvisorio.
Tuttavia, caro Pittalis, noi non facciamo aria fritta, ci assumiamo la responsabilità di fare anche una proposta alternativa, e non spetterebbe a noi. Mi avrebbe fatto piacere sentirne anche qualche altra, però prendo atto e declino l'assenza di altre proposte come una grande coesione della maggioranza di centrodestra attorno al presidente Cappellacci. Ho sentito la proposta di Steri e chiedo venia per non averla richiamata. Tuttavia confermo quanto ho appena detto.
Per queste ragioni, presidente Cappellacci, le chiediamo, il Gruppo del Partito Democratico le chiede, di presentare (pare che lei l'abbia pronta), la prego di seguirmi, Presidente, immediatamente la manovra di bilancio, una manovra di bilancio che può e deve prevedere anche lo sforamento del Patto di stabilità, anche perché non siamo poi obbligati a sforare dal 1° gennaio. Quindi presenti, Presidente, la manovra di bilancio, che prevede anche ciò. Ci sarà un tempo sufficiente dal momento della presentazione, dal 1° gennaio al 2, al 3, al 10 o al 1° febbraio, per avviare un negoziato forte con il Governo, con quello strumento però, non con l'esercizio provvisorio.
Badi, si metterebbero a ridere a Roma. Pensa davvero che Monti sia preoccupato di tutto ciò? Forse sarebbe preoccupato se qualcuno gli avesse magari tradotto la lettera in sardo che lei gli ha inviato, probabilmente non l'hanno ancora fatto, allora magari ci sarebbe da preoccuparsi. Comunque, presenti un bilancio in cui esplode il rapporto tra lo stanziamento e la capacità di spesa, noi le chiediamo questo, presidente Cappellacci. Per quanto ci riguarda, onorevole Pittalis, nelle prossime quarantott'ore, in una conferenza stampa, le opposizioni presenteranno una proposta alternativa. Alternativa a quella che lei ha presentato, presidente Cappellacci, in cui le opposizioni, con grande senso di responsabilità nei confronti di quest'Isola, che sta male, sta malissimo anche e soprattutto a causa sua, ci assumeremo la responsabilità, così come abbiamo fatto nell'esercizio finanziario per il 2012, dove le opposizioni si sono assunte le responsabilità di ripulire in maniera importante, sarebbe stata ancora una ripulitura più significativa se non ci fosse stato il "prurito" (scusate il termine poco consono a quest'Aula) di pezzi della maggioranza e della Giunta per non ripulire ulteriormente quel bilancio. Valgono le cose che ci ricordava per brevità di tempo l'onorevole Capelli nel suo intervento.
Dicevo, che terremo una conferenza stampa, nella quale avanzeremo una proposta con la quale ci assumeremo questa responsabilità; in quella proposta ci saranno indicazioni precise sulle priorità negli investimenti, nelle spese sociali, un'assunzione di responsabilità attraverso la presentazione della manovra di bilancio in cui si può prevedere anche lo sforamento del Patto di stabilità. Però, Presidente, ci vorrebbe davvero un Presidente autorevole, rappresentativo, credibile, riconosciuto dentro i confini di quest'Isola e soprattutto fuori, affinché si possa aprire un negoziato serio sul merito di quelle proposte. La nostra preoccupazione, Presidente, ripeto, nulla di personale, è che lei in questo momento, se mai lo è stato, non è nelle condizioni di rappresentare autorevolmente la Sardegna.
Io le propongo questo, Presidente, faccia un figurone, le nostre richieste o promesse di dimissioni non servono a nulla, come ci ricordava con una battuta l'onorevole Oppi, si dimetta lei, Presidente, di fronte a una situazione drammatica, mandi tutti a casa, lei farebbe il gesto nobile di porre fine a una legislatura che ha creato solo problemi a questa Sardegna e ha sentito soltanto consiglieri regionali che minacciano di dimettersi sapendo che poi non arrivano a nulla. Si dimetta oggi stesso e forse riusciremo a fare un servizio a questa Sardegna.
(Interruzione)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C-FLI). Le chiedo dieci minuti di sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. E' stata richiesta una breve sospensione.
Nessuno opponendosi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 21, viene ripresa alle ore 12 e 31)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 222.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Corte dei conti, lo scorso 24 febbraio 2012, ha nuovamente puntato il dito sulla proliferazione anche in Sardegna di aziende pubbliche che assumono personale senza l'espletamento di procedure selettive e senza fare ricorso alle necessarie procedure concorsuali, ma sulla base di valutazioni meramente soggettive che tengono conto soltanto dei requisiti di conoscenza diretta, di appartenenza a categorie favorite o di posizioni di ingiustificato privilegio, motivate esclusivamente dal voler tenere in vita "nicchie di potere, aventi non pochi risvolti economici pregiudizievoli a carico delle risorse pubbliche";
- la Corte costituzionale si è notoriamente espressa contro la pratica esercitata dalle aziende pubbliche di assumere al di fuori dei pubblici concorsi, limitando le deroghe a esigenze di interesse pubblico funzionali e straordinarie (sentenze n. 52/2011; n. 195, n. 150 e n. 100 del 2010; n. 293 del 2009);
- la sentenza della Corte di cassazione n. 20846 del 5 ottobre 2007 recita: "la subordinazione di nuove assunzioni del personale nelle amministrazioni pubbliche è condizionata all'indisponibilità di idonei in concorsi già espletati, dovendosi in caso contrario procedere in luogo del reclutamento del personale esterno, all'assunzione diretta di candidati risultati idonei in precedenti prove selettive";
- la Corte del conti, già nell'indagine dell'8 aprile 2011 sull'attività di indirizzo e sul finanziamento degli enti del servizio sanitario regionale da parte della Regione autonoma della Sardegna (esercizi 2007-2010), riscontra un pesante aumento della spesa per consulenze, collaborazioni e rapporti interinali ed in particolare sottolinea che proprio l'Azienda ospedaliera (AO) Brotzu ha incrementato a dismisura la spesa per consulenze, collaborazioni, rapporti di lavoro interinale, prestazioni di lavoro sanitarie e socio-sanitarie e altre prestazioni non sanitarie;
- la preoccupante sottolineatura della Corte dei conti sull'incremento da parte della AO Brotzu delle spese di cui sopra relative agli esercizi 2007-2010 ha trovato ulteriore conferma e aggravio dall'analisi dei dati desumibili dai conti economici (CE) dell'esercizio 2011 e, seppure disponibili parzialmente, in quelli del 2012 tant'è che, rispetto al 2010, il Brotzu aumenta la spesa per gli interinali del 70 per cento circa passando da 3,473 milioni del 2010 (2,641 per sanitari e 832 mila per non sanitari) a 5,940 milioni del 2011 e del 2012;
- tale smisurato incremento non trova alcuna giustificazione in particolare se si tiene nella debita considerazione il raffronto dei dati del Brotzu con quelli della ASL n. 8 (che in termini di personale è il triplo del Brotzu) e delle ASL n. 5 e n. 7 (che in termini di personale sono più o meno equivalenti al Brotzu) da cui si ricava che la percentuale di spesa per interinali sulla spesa totale del personale raggiunge al Brotzu il 6,25 per cento ossia più del triplo della ASL n. 8 che ha l'1,9 per cento, il decuplo della ASL n. 5 che ha lo 0,6 per cento e il sestuplo della ASL n. 7 che ha 1,12 per cento; che sotto la direzione del direttore generale, Franco Meloni, gli interinali al Brotzu non esistevano e con il direttore generale Mario Selis erano ridotti al minimo; nonostante ciò il Brotzu ha funzionato bene ed ha sempre mantenuto e incrementato la missione sua propria di ospedale ad alta specialità; l'attuale direttore generale dell'AO Brotzu avrebbe almeno potuto e potrebbe da subito evitare l'assunzione di operatori socio-sanitari (OSS) interinali poiché vigente presso l'azienda una graduatoria concorsuale di idonei che scade il 31 dicembre 2012 e comunque per tutte le altre figure professionali davvero necessarie e giustificate avrebbe potuto, da subito, fare i concorsi e attingere da graduatorie vigenti presso altre ASL;
EVIDENZIATO che il Consiglio regionale, preso atto della necessità di porre un limite alle aziende sanitarie regionali nel ricorso alla somministrazione di lavoro interinale, e per riportarla con urgenza a valori compatibili con le reali esigenze dei servizi sanitari e indispensabili nell'ottica del risanamento della spesa sanitaria, dopo approfondita discussione, il 17 ottobre 2012, ha approvato all'unanimità la norma che impone da subito alle aziende sanitarie il limite del 2 per cento sulla spesa del personale quale misura massima di spesa per il lavoro interinale;
PRESO ATTO che:
nonostante l'approvazione unanime della legge il direttore generale dell'AO Brotzu, noncurante delle decisioni assunte dal Consiglio regionale ha, con una tempestività sorprendente, con delibera n. 1613 del 26 ottobre 2012, prorogato il contratto per la somministrazione di lavoro interinale in essere presso l'azienda, causa dell'incremento grave e smisurato descritto in premessa;
tale proroga rappresenta un ulteriore danno economico per la Regione e uno spreco ingiustificato di risorse pubbliche, un atto di evidente grave arroganza, di presunzione, di impunibilità nonché di indifferenza rispetto alle leggi approvate e agli obblighi e ai doveri di chi è nominato per rivestire ruoli di dirigenza presso la pubblica amministrazione;
RITENUTO che:
- tale gravissimo comportamento sia stato agevolato dall'emblematico e rarissimo ritardo con il quale il Presidente della Regione ha provveduto alla promulgazione della legge regionale in materia sanitaria nella quale è contenuto l'articolo che limita la spesa per gli interinali, promulgazione avvenuta nel corso della settimana 5-11 novembre 2012 a distanza di ben tre settimane dall'approvazione in Consiglio regionale e di più di due settimane dall'invio della stessa dal Consiglio alla Presidenza della Regione;
- il ritardo accumulato nella promulgazione della legge contraddice spudoratamente il carattere d'urgenza attribuito, con fortissima convinzione ed insistenza dalla Giunta regionale, alla legge stessa soprattutto in relazione alle scadenze dettate dal Governo nazionale nei provvedimenti per spending review e per non perdere i 244 milioni dovuti alla Sardegna;
- comunque la mancata promulgazione della legge nei tempi dovuti, non giustifica in alcun modo la proroga di che trattasi e il comportamento del direttore generale del Brotzu in quanto il contenuto della legge approvata era ben noto e il direttore generale avrebbe dovuto attenersi ad sesso anche solo per mera questione di opportunità,
impegna il Presidente della Regione
1) a rimuovere immediatamente dall'incarico il direttore generale dell'AO Brotzu;
2) a riferire in Consiglio regionale sulle motivazioni dell'inammissibile ritardo con cui è stata promulgata la legge in materia di sanità approvata dal Consiglio regionale il 17 ottobre 2012. (222).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, abbiamo appena terminato una discussione intorno alle questioni che riguardano le finanze della Regione, il Patto di stabilità, la possibilità di poter fare o meno il bilancio, la finanziaria, la grave situazione di crisi nella quale versa la Sardegna e l'assenza di strumenti, anche di ordine finanziario, per potervi far fronte. Abbiamo fatto una discussione, che è l'ennesima discussione che potremmo definire con una battuta "cronaca di una morte annunciata", in quanto si sapeva che sarebbe finita a questo punto. Dai banchi dell'opposizione l'abbiamo detto in ogni occasione che c'è stata data, abbiamo avvisato dei pericoli a cui saremmo andati incontro se la Giunta regionale non avesse fatto per tempo le azioni necessarie per risolvere la questione delle entrate prima, le norme di attuazione dopo, la questione del Patto di stabilità. Insomma, abbiamo annunciato, non strumentalmente, ma consapevolmente, quello che sarebbe successo e oggi abbiamo di nuovo una sintesi di quello che già ci siamo detti tante volte; per noi veramente le chiacchiere stanno a zero, il tempo è scaduto e la proposta indecente di stamattina non poteva essere assolutamente accettata.
La mozione in discussione, che devo illustrare, è un tassello della situazione di cui abbiamo discusso poc'anzi; è un tassello, piccolo, ma un tassello che replica, sostanzialmente, lo stesso iter della situazione finanziaria che riguarda le questioni delle entrate e del Patto di stabilità che abbiamo discusso poco fa.
Perché dico questo? Perché delle questioni che riguardano la gestione degli interinali e del personale al Brotzu ne abbiamo parlato tante volte in quest'Aula, intorno a questo problema sono state presentate numerosissime interrogazioni che non hanno mai avuto risposta, Presidente, interrogazioni che sono state ovviamente inviate all'Assessore della sanità (al precedente, ma anche all'attuale) e al Presidente della Regione, nelle quali io e altri colleghi, Diana, Uras, insomma l'opposizione di centrosinistra ha reso noto e chiesto conto di quanto è accaduto al Brotzu nel merito della gestione degli interinali.
Abbiamo rimarcato la gravità di quella gestione e, soprattutto, abbiamo sottolineato la stranezza amministrativa di quella gestione. Perché? Prima di scrivere le numerose interrogazioni, che abbiamo poi sottoposto all'Assessore e al Presidente, abbiamo rilevato e messo in risalto l'anomalia in Sardegna del Brotzu in questo settore (a dire il vero, insieme alla ASL di Olbia che, però, nel frattempo ha iniziato a risolvere le anomalie di quei numeri sul Brotzu, o almeno sta iniziando a farlo piano piano). Dalle analisi che abbiamo fatto dei conti economici, ma anche riprendendo le sollecitazioni della Corte dei conti, che ha sottolineato, più di una volta, l'anomalia del Brotzu in materia di assunzioni interinali fuori dai concorsi, di consulenze, insomma, di una gestione del personale quanto meno leggera, abbiamo, appunto, sottoposto all'Assessore e al Presidente, più volte, il caso Brotzu.
Io stessa, in quest'Aula, in occasione delle finanziarie, l'ultima volta in occasione della discussione della legge sulla sanità, ho invitato l'assessore De Francisci e il Presidente della Regione a mettere la lente d'ingrandimento sulla gestione degli interinali presso l'Azienda Brotzu, perché l'abbiamo ritenuta assolutamente anomala. L'abbiamo ritenuta anomala! Voglio ripetere, in quest'occasione, che queste anomalie, che avrebbero dovuto suscitare preoccupazioni nella Giunta regionale, sono invece passate sui tavoli della Giunta come acqua fresca. L'Aula (quindi i colleghi) sappia che l'Azienda ospedaliera Brotzu ha duemila dipendenti e spende, su un bilancio di circa 169 milioni, 96 milioni per il personale. Il Brotzu, fino adesso, ha speso 5,940 milioni per lavoro interinale, cioè il 3,51 per cento sui costi totali e il 6,25 per cento sul costo del personale. Questi dati pongono il Brotzu in Sardegna in una posizione che veramente lo differenzia da tutte le altre situazioni, da tutte le altre ASL; è una crescita esponenziale dell'uso del lavoro interinale assolutamente ingiustificata, e noi riteniamo anche ingiustificabile, che crea, secondo noi, uno sperpero di danaro pubblico e che viene utilizzato, Presidente, mi consenta di dirlo in quest'Aula, per una sequela di assunzioni clientelari mai viste in una ASL della Sardegna.
Voglio dire qui, perché lo sanno anche i bambini, che la maggior parte dei lavoratori interinali assunti al Brotzu provengono dalla Trexenta. Io non sono della Trexenta, mi risulta invece che il direttore del Brotzu sia della Trexenta. Questo lo sanno tutti, anche i sindacati, lo si dice sottovoce e io voglio che rimanga agli atti in quest'Aula. Il direttore del Brotzu sostiene che questa massa enorme di interinali sia una necessità; ma allora se è una necessità perché si fermano, dice lui, la funzionalità, l'efficienza e l'efficacia dei reparti? Chiedo al Presidente della Regione come mai un direttore generale (che è in possesso magari dei titoli per fare il direttore generale e quindi è competente nella gestione aziendale di un'azienda ospedaliera) non abbia per tempo previsto quale mole di personale fosse necessaria per affrontare il lavoro preziosissimo che il Brotzu deve portare avanti e, conseguentemente, per quale motivo, anche ai sensi delle leggi vigenti, non ha per tempo predisposto il piano annuale aziendale, e anche il piano triennale, del fabbisogno del personale. Non ci risulta che il direttore Garau si sia impegnato in questo, ha fatto in modo che questi documenti non fossero presentati all'Assessorato perché, in presenza di un piano aziendale delle assunzioni, in particolare in presenza di una giustificazione precisa, circostanziata della necessità di nuovo personale (non nego che non ci sia bisogno, molto probabilmente c'è bisogno, perché si lavora molto in quell'ospedale e si fanno delle cose preziosissime per la Sardegna), le deroghe per le assunzioni si sarebbero potute dare, ma il direttore generale del Brotzu ha preferito non fare quello che avrebbe dovuto fare e andare avanti con le assunzioni interinali.
La dimostrazione che lui non aveva alcuna intenzione di procedere a descrivere bene il quadro della necessità del personale e quindi superare il sistema degli interinali (può consentire tutto un'azienda ospedaliera, tranne che, con il sistema degli interinali, erogare servizi di qualità per i malati, perché si sa che il lavoro interinale è un lavoro temporaneo e si sa che, ogni tre mesi, questi lavoratori cambiano nelle corsie degli ospedali, per cui questo turn-over continuo non è certamente e non può essere assolutamente criterio di qualità dell'assistenza che si presta, la qualità passa attraverso la possibilità che i lavoratori siano a tempo indeterminato, fissi, che imparino quello che devono fare e lo portino avanti ogni giorno con la competenza di cui sono portatori), bene, dicevo che la dimostrazione che il direttore Garau ha preferito invece portare avanti questo suo sistema degli interinali e incrementarlo a dismisura (incrementarlo a dismisura perché il direttore generale ha incrementato la spesa per gli interinali, come dicevo prima ma come è già scritto in numerose interrogazioni che abbiamo presentato, in maniera, dicevo prima, esponenziale fino ad arrivare a 6 milioni di euro all'anno), è che ha fatto una gara qualche tempo fa di 18 milioni di euro in tre anni per i lavoratori interinali.
Allora, una gara di 18 milioni di lavoro interinale per tre anni, anche con la possibilità di un incremento del 50 per cento successivo, qualora questo si rendesse necessario, perché quella gara è ancora in piedi, è la dimostrazione più lampante che il direttore generale non ha voluto, non voleva e non vuole rinunciare a quel sistema e fare invece quello che dovrebbe fare se fosse un direttore generale all'altezza del compito che gli è stato attribuito. Quella gara dimostra proprio che, in quell'azienda ospedaliera, è stata intrapresa la strada per la stabilizzazione del lavoro interinale, che tutto può essere tranne che segno di qualità della gestione che si mette in campo. Abbiamo già parlato in lungo e in largo di questo problema, si diceva che i lavoratori interinali sono necessari e, per far questo, è stata sottoscritta una lettera da parte dei primari e dei coordinatori infermieristici. So benissimo che valore possono avere mail e lettere che mi sono arrivate, Presidente, gliene farò copia e gliele farò avere; ho decine di segnalazioni che sottolineano il metodo che è stato utilizzato per convincere "spontaneamente" i primari dell'ospedale Brotzu e i coordinatori infermieristici a sottoscrivere quella lettera che poi è stata data alla stampa.
Mi viene anche suggerito, lo sottopongo come tema all'Aula, di verificare se è possibile aprire un'inchiesta interna al Brotzu per capire come siano state estorte le firme (sulla lettera che poi è comparsa sulla stampa) del personale del Brotzu a sostegno dei lavoratori interinali. Tra l'altro, in quella lettera, comunque non si parla del sostegno all'assunzione di lavoro interinale ma alla necessità di personale. Allora se c'è necessità di personale, diciamo che questo deve essere assunto a tempo indeterminato, che si devono fare i concorsi e il direttore generale Garau avrebbe potuto evitare per esempio anche soltanto l'assunzione degli interinali OSS, perché al Brotzu è vigente una graduatoria per OSS di un concorso che è stato fatto qualche anno fa e che scade il 31 dicembre di quest'anno, invece il direttore del Brotzu anziché assumere il personale da quella graduatoria (avrebbe potuto farlo), ha preferito assumere gli interinali.
Ci sono tante cose che non tornano, come una graduatoria per gli OSS ancora valida, avrebbe potuto assumere da quella e invece continua ad assumere interinali e, per quanto riguarda invece gli infermieri (la necessità capisco che ci sia), anziché ricorrere agli interinali (anche in assenza del tempo per fare i concorsi) avrebbe facilmente potuto attingere da altre graduatorie vigenti in altre ASL della Sardegna ma non ha fatto neanche questo. Insomma tutte le scuse che il direttore porta a sostegno della sua gestione clientelare, clientelare e smisurata degli interinali, non reggono comunque la si guardi. Spreco di denaro pubblico sottratto alle imprese e alle famiglie di quest'Isola, denaro pubblico sottratto alla possibilità di occupazione stabile, di occupazione stabile e buona soprattutto per il lavoro che queste persone sono chiamate a fare.
Ma la cosa sulla quale vogliamo mettere l'accento con questa mozione è un'altra. Il Consiglio regionale ha approvato, come si sa, la norma che limita il ricorso alla somministrazione di lavoro interinale, l'abbiamo approvata dentro la legge sulla sanità il 17 ottobre, perché il Consiglio regionale all'unanimità ha responsabilmente preso consapevolezza di un problema serissimo dell'abuso dei lavoratori interinali in questa Regione nelle aziende pubbliche (lo ha sottolineato la Corte dei conti più di una volta); allora, nonostante l'approvazione di una norma che, come sappiamo tutti, limita questo ricorso al 2 per cento del costo del personale, il direttore generale del Brotzu, noncurante delle leggi che vengono approvate dal Consiglio regionale, anzi direi sprezzante delle leggi che vengono approvate dal Consiglio regionale, con la sua solita presunzione di impunibilità ha ritenuto, ripeto, nonostante le decisioni del Consiglio regionale, di prorogare i contratti di lavoro interinale, quelli in essere, in attesa poi di dar corso al nuovo appalto che dovrebbe prendere corso nei mesi prossimi, appalto di 18 milioni per i prossimi tre anni che, di fatto, per la mole di cui stiamo parlando, stabilizza per altri tre anni i lavoratori interinali.
Abbiamo il direttore generale che evidentemente non è all'altezza del ruolo a cui è stato preposto, è stato richiamato più volte, questa mozione è proprio l'ultimo atto, l'atto estremo, perché non c'è stato ascolto da parte della Giunta regionale e questo direttore ha continuato a fare, assolutamente indisturbato, quello che ha voluto. Pensiamo anche, Presidente, questo ce lo deve dire lei, che il direttore generale Garau abbia potuto agire in questo modo (oltre che prorogare la gara di cui stiamo parlando) con la sua complicità e ci chiediamo come mai la legge sulla sanità sia stata promulgata con un ritardo che non si è mai visto! Guardi, c'è un solo caso che riguarda lei e pochissimi altri casi di Presidenti precedenti nella promulgazione di leggi. Lei ha fatto un ritardo di venti giorni soltanto con la legge sulla flotta sarda, tutte le altre sono state promulgate tempestivamente. Stranamente la legge sulla sanità!
Assessore De Francisci, lei ci ha ripetuto, in Commissione e in quest'Aula, che c'era una fretta infinita di approvare la legge, di metterla in vigore immediatamente, perché c'erano i provvedimenti del Governo che ci incalzavano, i 244 milioni che altrimenti non ci sarebbero arrivati, bene, il suo Presidente ha promulgato quella legge, così urgente, presidente Contu, ripeto, ha promulgato quella legge così urgente, con ben tre settimane di ritardo! Ha perso altre tre settimane al tempo che già ammonta a tre anni e mezzo persi sulla gestione della sanità in quest'Isola - noi pensiamo - per dare il tempo al direttore del Brotzu di non avere la legge promulgata quindi vigente e fare così le sue proroghe ai contratti interinali indisturbato rispetto alla norma che limita l'utilizzo degli interinali appunto al 2 per cento. Riteniamo che ci sia anche una complicità in questo senso, perché è un caso veramente emblematico di ritardo di pubblicazione e, se non è così, vogliamo che lei ci spieghi oggi per quale motivo ha accumulato tutto questo tempo nella promulgazione della legge sulla sanità.
Detto questo, chiediamo all'Aula di riflettere se il direttore generale, richiamato più volte, noncurante delle cose che sono state dette, noncurante anche di una legge approvata dal Consiglio regionale che, nonostante non fosse stata allora ancora promulgata, era ben nota a tutti, soltanto per una questione di opportunità e di cautela si sarebbe dovuto astenere dal ritrattare questioni sugli interinali proprio in quella fase, mentre, noncurante di tutto questo, ha voluto procedere come se fosse una libera repubblica indipendente della sanità in Sardegna.
Chiedo all'Aula di valutare se davvero noi possiamo dare un esempio di questo genere all'esterno, se possiamo tollerare che funzionari pubblici, nominati per svolgere con lealtà le loro funzioni, si comportino invece come se fossero dei soggetti totalmente indipendenti, se possiamo tollerare che continuino a ricoprire le cariche che sono state loro affidate.
Viceversa riteniamo opportuno che il Presidente della Regione, qualora non fosse appunto complice di questa situazione, prenda in seria considerazione l'opportunità di sollevare il direttore Garau dal suo ruolo e di rimandarlo alla sua attività di libero professionista. Credo che daremmo un buon esempio e, per una volta, un esempio di consapevolezza e di non tolleranza di comportamenti che non possono essere accettati, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo dove la spesa di ogni centesimo deve essere ragionata perché i cittadini abbiano almeno un minimo di speranza che i loro soldi siano spesi sempre bene e nei loro interessi.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Bruno è rientrato dal congedo.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento, che deve essere contenuto entro dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). E' difficile dopo la relazione così circostanziata, dico anche così oggettiva, della collega Barracciu, credo che tutti i consiglieri possono aver colto nel merito delle questioni che sono state riportate, aggiungere ancora degli elementi. Credo che, al di là degli schieramenti, dei dati che sono stati riportati, le considerazioni fatte e anche lo stesso lavoro svolto qui dal Consiglio regionale (che mi sembra in maniera molto positiva abbia per esempio stabilito nel 2 per cento le quote del lavoro interinale) abbiano un'efficacia che viene vanificata da comportamenti di persone che non rispettano il giusto andamento che ci dovrebbe essere quando si parla di lavoratori. E' scoppiata, avete letto, anche un po' di polemica; sapete che, anche nel Brotzu, sono state un po' tirate le giacchette, è stato detto: "Guardate che così il Brotzu si sfalda, il Brotzu non va avanti, senza i lavoratori, così come siamo adesso, succede chissà che cosa". Capisco benissimo che ci possano essere situazioni più complicate, ma credo che, dopo tutti questi anni nel quale abbiamo riaffermato il diritto ai concorsi, il diritto a collocare le persone per merito, il diritto ad avere delle soluzioni che permettessero di avere dei riconoscimenti oggettivi per quei lavoratori che si erano sottoposti a procedure pubbliche, le responsabilità siano abbastanza evidenti.
Voglio ripetere qualche dato contenuto nella relazione della nostra mozione. Per esempio, sono costretto, lo dico con simpatia, a citare il direttore generale Franco Meloni. Al tempo in cui l'attuale onorevole Franco Meloni era direttore generale, non esistevano gli interinali durante la sua gestione. Allora mi chiedo, forse l'onorevole Meloni era un incosciente? Forse il Brotzu è morto durante la sua gestione? Al tempo del suo successore, il dottor Selis, c'erano veramente pochissimi lavoratori interinali. Non sto parlando di centrodestra o di centrosinistra, sto cercando di dimostrare di essere, tecnicamente, il più oggettivo possibile. Com'è stato già sottolineato dalla mia collega, constatiamo che la percentuale di spesa per gli interinali, sulla spesa totale del personale, raggiunge al Brotzu il 6,25 per cento, cioè più del triplo ad esempio della ASL 8, che ha l'1,9 per cento, il decuplo della ASL 5, che ha lo 0,6 per cento, e il sestuplo della ASL 7 che ha l'1,12 per cento. Ecco, questi sono i dati.
Ripeto ancora che veramente non so come si possa non prendere atto di questa situazione. Pensando per esempio alla situazione della ASL 8, che è una ASL estremamente complessa, credo che i direttori generali che si sono succeduti, compreso l'ultimo, avrebbero potuto assolutamente accampare diritto ad assumere chissà quante persone, costretti dalla circostanza, da tutte le emergenze e da tutto quello che vogliamo, ma non è così. Se non è così, vuol dire che qualcuno, come progettazione, ha un diverso disegno di gestione della propria struttura, ha quindi un'idea differente dell'uso del lavoro interinale, è quello che diciamo qui, dalla stragrande maggioranza dei suoi colleghi che sono sempre stati nominati da voi, non è che hanno altra provenienza.
Allora com'è la cosa? Io lo dico e già incomincio a fare l'appello: perché non votare questa mozione se ci sono degli atti e delle considerazioni tecniche? O almeno io le chiamo così, ci sono dei dati oggettivi. Ripeto che non possiamo pensare che il Brotzu abbia una specificità in questo settore, è già stato detto, il Brotzu è un patrimonio della Sardegna, non solo di Cagliari e della zona di Cagliari, è un ospedale veramente strategico, al Brotzu si fanno cose di grande eccellenza. Però, su questo argomento, non si riesce a capire per quale motivo bisogna fare un braccio di ferro. Questo è un argomento che lascia veramente sconfortato un amministratore coscienzioso. Un amministratore coscienzioso dovrebbe uscire dalla logica della maggioranza e dell'opposizione (perché in questo caso non è così) e cercare di entrare nel merito delle cose per trovare delle soluzioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda.
CORDA (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, credo che mai mozione sia stata più tempestiva e utile alla discussione d'Aula, in un momento in cui la politica sotto tanti punti di vista è sotto processo. E' necessario ristabilire, secondo me, compiti, funzioni, responsabilità e soprattutto riacquisire dignità da parte della classe politica, che determina, decide, indica i direttori generali e tutta la struttura burocratico-amministrativa e manageriale che sovraintende alle varie mansioni e alla difficile, variegata e articolata gestione della cosa pubblica.
La nostra attenzione ricade sulla gestione del Brotzu e la collega Barracciu, vorrei invitare i colleghi a riflettere su questo, oltre che illustrare la mozione, e nella mozione stessa ne ritroviamo traccia, ha fatto delle precise e chiare denunce, financo a richiedere, da parte dell'Assessorato, della Presidenza della Regione e del Consiglio stesso, una opportuna verifica sui metodi di gestione dell'Azienda sanitaria Brotzu.
Mi permetto di dire che, quanto rappresentato nella mozione, non può essere ristretto soltanto alla gestione del Brotzu; in ambito sanitario in particolare, ma in ambito di gestione degli enti, credo che possiamo allargare l'orizzonte. Questa è una vostra, perché bisogna distinguere i ruoli di governo da chi non governa e quindi è responsabile delle scelte, è una vostra chiara responsabilità, sulla quale credo che sia opportuno (senza necessariamente invocare modifiche sull'opinione che ognuno di noi si è formato sulla conduzione della Regione) invocare appunto verifiche di tipo politico.
Perché vorrei allargare l'orizzonte? Perché è una ghiotta occasione quella che ci viene data dalla collega Barracciu, e dai firmatari, nell'esposizione e nella possibilità di discutere questa mozione. In quest'Aula si sono sempre ribaditi dei concetti, quando abbiamo discusso il vincolo del 2 per cento per la quantità di lavoratori interinali o di spesa sull'interinale che dovrebbe vincolare le strutture sanitarie, ASL o in questo caso Azienda ospedaliera, non abbiamo tenuto conto di altre sfaccettature. I dati riportati nella stessa mozione, che sono corretti, correttissimi per quanto riguarda la ASL 5, la ASL 7 e la ASL 8, riportati come esempi virtuosi, diciamo, nella gestione del lavoro interinale, non possono comprendere altre ASL che hanno aggirato l'ostacolo. Faccio l'esempio della ASL 1 che sicuramente non troveremo fra quelli che sfonderanno sull'interinale il tetto del 2 per cento, ma è chiaro che questo non possa avvenire perché, "uscita la legge trovato l'inganno", se noi andiamo a verificare l'utilizzo del sistema cooperativistico per assunzioni, come definite giustamente dalla collega Barracciu, "clientelari", troveremo che il numero in quel caso è quanto meno in corsa per superare sul fotofinish l'Azienda ospedaliera Brotzu.
Così come non è raffrontabile il dato che può provenire dall'Azienda numero 3 che utilizza, probabilmente, fisiologicamente, il numero degli interinali o lo sfora di un po' ma che non può essere conteggiato perché tali prestazioni vengono assorbite dal famosissimo project finance, che è applicato nella ASL 3, che nasconde, di per sé, assumendomi la responsabilità come sempre di quello che dico, uno sperpero di denaro pubblico. L'ho denunciato, non solo oggi, perciò non può essere soltanto in carico dell'attuale dirigenza, ma anche delle passate gestioni fino a quelle di dieci anni fa, per l'esattezza nel 2007, quindi non di dieci ma di cinque anni fa; denunciavo appunto che lì si nascondono procedure e attività di cui sarebbe opportuno avere notizia anche da parte di altre istituzioni quale la Procura della Repubblica, sperpero di denaro pubblico, pagamento non dovuto di prestazioni, tanto che si arriva in quel caso a pagare anche delle fatture per prestazioni realmente non effettuate. Non sto parlando di qualche centinaio di migliaia di euro, sto parlando di qualche milione di euro!
Questo per dire che, nel sistema sanitario, sul quale noi investiamo, come abbiamo sempre ripetuto, oltre 3 miliardi e 470 milioni di euro l'anno, si nasconde tra le pieghe di quel bilancio la malafede e l'utilizzo improprio delle risorse. Questo del Brotzu è un chiarissimo esempio. Voi sapete che tante carriere politiche si sono costruite nell'utilizzo del sistema sanitario per costruire consenso e molti direttori generali le hanno utilizzate in tal senso. Devo anch'io spezzare una lancia. Ho avuto la fortuna, grazie al Partito che mi indicò in quel periodo, di assumere per breve tempo l'incarico di Assessore della sanità e, in vari modi e in vari momenti, ho sostenuto che, tra quei direttori generali, almeno due (uno che oggi abbiamo l'onore di avere come collega e un altro che guida la ASL numero 8) erano, e sono comunque attualmente, seri professionisti del settore, dell'allora Brotzu, Franco Meloni, e dell'attuale ASL 8, Simeone, che è stato anche visitato dalla Commissione che ha avuto modo di verificare la chiarezza e trasparenza della gestione. Bene, tutto il resto credo che abbia sicuramente segnato il passo, ancor più in questa gestione, dove noi abbiamo direttori generali, la correggo, mi permetta, onorevole Barracciu, che "non hanno i titoli" per ricoprire quel ruolo, non che "hanno i titoli", e che, oltre a non avere i titoli, dimostrano di non avere la capacità, la conoscenza sufficiente e trasparenza per l'opportuna gestione. Ma chi è prigioniero della politica che copre la mancanza di titoli, è chiaro che non può esercitare in maniera proficua quel ruolo!
Sempre in questa Aula, sempre per stare in questi argomenti, Assessore, (gliene faccio carico con questa mia dichiarazione già in precedenza fatta in Aula), ho richiamato per esempio l'inopportuna, in quel momento ho detto anche "non professionale", correggo, "molto professionale", gestione del "118" del Nord Sardegna; so anche che le sono state recapitate, a seguito delle mie dichiarazioni, alcune discutibili relazioni che però non ho avuto l'onore di discutere, ma ho audito in Commissione settima alcuni operatori di quel settore. Le consiglio, Assessore, di farsi parte attiva per sentire quelle professionalità, come i consorzi delle cooperative, per esempio, che denunciano il fatto che, a seguito di quelle dichiarazioni, sono costantemente vessati, fino a rivedere le convenzioni in essere e chiusure quindi di punti di emergenza-urgenza. Perché? Perché qualcuno si è permesso di sollevare il problema? Vada a fondo, Assessore! Veda lei, verifichi di persona la conduzione di quella centrale del "118" e credo che le riserverà grandi sorprese, con l'obbligo però di intervenire per porre fine a un tipo di conduzione che non può essere quella della "Risiko" nella gestione dirigenziale di un settore pubblico di tale importanza, fino ad arrivare alle minacce di tipo personale.
Bene, credo che dobbiamo intervenire e il voto su questa mozione sarà molto…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Presidente, ci accingiamo per l'ennesima volta, in questa Aula, a discutere di una mozione… possiamo dirlo? Diciamolo: ad personam, perché di questo si tratta! L'indirizzo è chiarissimo, l'indirizzo è per Tonino Garau ma l'obiettivo vero è il Presidente della Giunta, questo è fuor di dubbio.
Cari colleghi, siamo stati molto ingenui quando abbiamo approvato quel famoso emendamento del 2 per cento, un emendamento presentato dall'opposizione (tra i tanti presentati, come giustamente deve fare per ricoprire il proprio ruolo); dopo una pseudo mediazione, si è arrivati a condividere un 2 per cento, però onestamente nessuno di noi, quando ha approvato quell'emendamento, voleva avere un obiettivo punitivo ad personam, come invece scopro e verifico leggendo questa mozione. Soprattutto, nessuno di noi, nel votare quell'emendamento, intendeva rischiare di bloccare l'attività del più grosso ospedale della Regione Sarda.
Abbiamo fatto un altro errore, cari colleghi della maggioranza e dell'opposizione, non abbiamo previsto, nell'approvazione di quell'emendamento, una norma transitoria, perché non eravamo a conoscenza delle percentuali reali delle singole strutture presenti nell'ambito regionale; se avessimo, come normalmente si fa quando si approvano questi provvedimenti, previsto una norma transitoria, non ci saremmo trovati nemmeno qui a perdere tempo a discutere di una mozione che, scusatemi ma consentitemelo visto che ho sentito termini oltretutto oltraggiosi nell'esposizione di questa mozione, a mio modo di vedere, è aria fritta, come è stato detto in un precedente intervento non relativo a questo argomento. Noi qui abbiamo sentito anche affermazioni pesanti, addirittura che il direttore generale, se avesse applicato tout court, e se applicasse domani mattina, la disposizione prevista del 2 per cento, di fatto, dovrebbero chiudere i tre quarti dei reparti del Brotzu! Mi dovete spiegare come si può, in termini brevissimi (che potrebbero essere anche 60 o 90 giorni?) attivare una selezione anche per assunzioni provvisorie per coprire qualcosa come 130-140 posti di figure assistenziali; non stiamo parlando di amministrativi, sto parlando di figure assistenziali.
Avrebbe significato chiudere la neurochirurgica, la cardiochirurgia, in parte la cardiologia, in parte la rianimazione, in parte la nefrologia con i servizi di dialisi! Questo sarebbe stato il risultato se il direttore del Brotzu avesse applicato tout court questo provvedimento che noi, sbagliando, abbiamo approvato come abbiamo approvato. E' talmente faziosa questa mozione che non analizza nemmeno la delibera che ha fatto il direttore del Brotzu, dove dice esattamente le cose che ho appena detto. Dice che, nelle more dell'avviamento delle procedure di legge, che non sono procedure che si possono attivare in tre giorni o in dieci giorni, ha provveduto ad attivarle e, nelle more, sulla base della richiesta dei direttori di reparto e dei capi dipartimento dell'ospedale, si sta assumendo la responsabilità di non chiudere l'ospedale Brotzu, perché questo significherebbe! Chi dice il contrario, sta dicendo delle falsità, delle faziosità, perché qui siamo all'attacco personale. Questa non è politica, questo è uno schifo!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI). Credo di avere il dovere di fare alcune precisazioni, anche se la mozione oggi affronta temi molto importanti che non sono solo quelli della sua intestazione, ma quelli più generali degli interinali delle ASL e dei costi delle aziende. Una riflessione attenta va fatta non solo per la situazione particolare e oggettivamente degna di attenzione dell'Azienda ospedaliera Brotzu (dirò poi nell'ordine quali sono), ma per l'intera gestione del comparto sanitario di cui l'Aula si è occupata qualche settimana fa.
La situazione del lavoro interinale è problematica, ma è fuori di dubbio che i modi per risolvere la questione esistono e non sono neanche quelli che ha detto poc'anzi Locci. Io cito dati, se è vero, com'è vero, che, per far funzionare un'azienda ospedaliera di primaria importanza come il Brotzu occorrono 188 OSS, ma nella pianta organica sono 117, in realtà ce ne sono 115 più 5. Allora, le esigenze ci sono, questo è vero, però quali atti bisognava fare? Mi appello all'Assessore perché consenta che, con la massima celerità, si possa modificare l'atto aziendale e fare eventualmente subito selezioni o concorsi oppure utilizzare, come è stato ben detto stamattina, graduatorie di altre ASL, come è avvenuto quasi sempre. Questo è il dato obiettivo. Perché lo dico? Non mi soffermo sul discorso, per esempio, se dovessi citarle, ce ne sono tre: una è Olbia, l'altra è il Brotzu e la terza (col 4 per cento e rotti di spesa in più) è quella di Lanusei. Nessuno sta dicendo di chiudere! Nessuno vuol chiudere niente! Certo è che, se mancano tre OSS, in rianimazione (dove purtroppo sono stato io), e due infermieri, si blocca tutto. Però, la pianta organica del Brotzu, caro Franco, te l'ho chiesto prima, è del 1997, i numeri sono cambiati, le esigenze sono diverse! Ma si può fare un concorso, si doveva già attivare. Per esempio Olbia, che è quella a un livello più alto, ha predisposto tutti gli atti per poter fare i concorsi, anche se in un anno è sceso da 311 a 127, poi non è che ci siano i santi qui dentro…
(Interruzione del consigliere Corda)
OPPI (U.D.C.-FLI). Ti ha mandato una lettera. Leggila bene e probabilmente ti convincerai di questo. Se non ti convinci, rivolgiti ai tuoi vecchi amici che ne hanno fatto più di Bertoldo in Terrasanta! Detto questo…
CORDA (P.D.). Rivolgiti tu a loro, non io!
OPPI (U.D.C.-FLI). Io non mi devo rivolgere a nessuno, ne conosco più di te che queste cose le capisci poco.
(Interruzione del consigliere Corda)
PRESIDENTE. Onorevole Corda…
OPPI (U.D.C.-FLI). Il tuo territorio aveva la percentuale di infermieri più bassa della Sardegna! Detto questo, ci sono anche gli infermieri. Gli infermieri sono 686 nella pianta organica, in realtà ce ne sono 660, e interinali 88, quindi queste correzioni vanno fatte perché sono risorse, caro Assessore. Nel momento stesso in cui le varie ASL costano una cifra X, e noi dobbiamo fare il ripiano, questi soldi a chi vengono tolti? Vengono tolti a tutti i servizi, vengono tolti ai comuni, alla cultura, all'ambiente, eccetera, quindi noi abbiamo l'esigenza, alla fine dell'anno o in anticipo in quest'ultimo periodo, di dover ripianare le perdite. Poi, diciamoci la verità, qualcuno dice che il pro capite è basso, ma è sempre stato basso. La verità è che la sanità, negli ultimi anni (sette, otto o dieci anni fa), incideva per il 50 per cento, oggi incide per il 60; questo 10 per cento in più che ci siamo voluti accollare noi, qualcuno si è voluto accollare la sanità, incide come? Incide in modo talmente grave che tutti gli Assessorati oggi non hanno la disponibilità in taluni casi per pagare gli stipendi, quindi dobbiamo pur cercare di razionalizzare la spesa, però obiettivamente ci sono queste anomalie.
Ci deve essere un lasso di tempo; insegni il ritmo ad alcuni non "grossi" luminari della scienza che ci sono anche al Brotzu! I ricambi, quando si fanno, bisogna farli bene perché, se si mette uno che non sa i numeri, diventa grave, caro Assessore! Le scelte vanno fatte con oculatezza e con intelligenza, per preparazione e competenze. E' evidente che, riducendo i numeri, alcune figure non ci sono (ha fatto bene Capelli a ricordare che, per questo, alla ASL 1, di Sassari, si ha un costo aggiuntivo dello 0,25, 0,26 eccetera), se si fanno attraverso le cooperative sfalsano tutto; bisognerebbe che l'Assessorato predisponesse puntualmente i dati e li analizzasse in modo tale da vedere quali sono i reali. Poi i tentativi maldestri come l'ultima volta, quando ci siamo permessi di proporre il 3 per cento e un Partito, che è un Partito autorevole ma a me non rappresenta niente, non fa una riunione per imporci la regola, noi votiamo contro, votiamo a favore contro l'1 per cento. Non prendiamo direttive da nessuno, ve l'ho detto! Avremmo votato l'1 per cento, proprio perché è il metodo che va cambiato in questo Consiglio regionale.
Comunque, non voglio rubare il tempo a nessuno, purtroppo i dieci minuti sono assolutamente insufficienti. Dobbiamo certamente guardare con molta attenzione al Brotzu, perché abbiamo contribuito tutti quanti al Brotzu, a renderlo efficiente e a dargli un'opportunità che era difficile in quel momento; ci volevano tre specializzazioni; abbiamo inventato che la cardiologia pediatrica fosse una specializzazione. Il Brotzu è un punto di riferimento e, in quanto tale, dobbiamo sostenerlo. Non dobbiamo in tempi brevi mortificare nessuno ma, Assessore, si faccia carico di sollecitare il Brotzu perché predisponga, attraverso le valide forme che le ho detto poc'anzi, che i reparti possano funzionare bene, e in tempi brevi si ripristini quella normalità che, in alcune realtà territoriali, esistono, sussistono e operano bene. Faccia prendere, dalle graduatorie aperte della ASL 8, gli OSS, faccia prendere, da altre realtà, le figure degli infermieri professionali; probabilmente renderemmo giustizia alla gente attraverso questa forma. Molte cose sono condivisibili, però noi siamo in una posizione in cui abbiamo dato suggerimenti per operare con senso di concretezza e con senso di responsabilità, dando un lasso di tempo limitato perché si provveda a sanare una situazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo molto brevemente. Non sottovaluto la portata della mozione. Avrei compreso se il tema fosse stato il lavoro interinale nella sanità, l'utilizzo del lavoro interinale in sanità, il costo giustificato o meno che essa rappresenta, ma davvero indirizzare su una persona per farne causa anche di contesa politica, questo è l'aspetto che non ci convince. Vede, l'ha ricordato bene l'onorevole Giorgio Oppi richiamando quello che era lo stato della pianta organica del Brotzu, che pare non fosse aggiornata dal 1997, non stiamo parlando di una piccola struttura ospedaliera periferica rispetto alla quale certamente avrebbe sorpreso e preoccupato tutti quanti noi nell'apprendere il dato del personale interinale assunto in quell'azienda, ma stiamo parlando dell'Azienda ospedaliera Brotzu, bisogna avere contezza della dimensione e dell'Azienda ospedaliera Brotzu. Per la verità, io non ho fatto l'Assessore della sanità quindi non è che ho molta dimestichezza, però so per certo che parliamo di un'azienda di alta specializzazione di rilievo nazionale che ha il suo punto di eccellenza nel centro prelievi e trapianti di organo, sappiamo che è la struttura ospedaliera di riferimento regionale per numerose patologie, per la complessità delle stesse che vengono trattate, che dispone di 600 posti letto, che occupa circa 2000 dipendenti ed eroga circa 150 mila prestazioni ambulatoriali all'anno.
Dunque questo apparato impone sicuramente, in relazione al fabbisogno, esigenze di disponibilità anche di personale ed è chiaro che non si possono né sospendere né interrompere le attività, questo è il primo aspetto; non è un richiamare giustificazioni che non servono, significa però porsi nei panni di un direttore generale, questo è stato ampiamente certificato anche dalle note del personale medico e paramedico, abbiamo letto tutti i documenti anche quelli di cui ha dato notizia la stampa che danno conto della preoccupazione di non dover sospendere, in questo modo una mancata proroga avrebbe determinato l'interruzione dell'attività.
Stiamo parlando di un'azienda, ho raccolto dei dati, se sono sbagliati, l'onorevole Barracciu mi correggerà, perché bisogna avere anche un quadro complessivo della spesa e quale incidenza ha sul bisogno di un'azienda, però mi risulta che la spesa del personale, strutturata nell'anno 2011, ammonta a 96 milioni e 410 mila euro, nell'anno 2010 era 97 milioni e 518 mila euro e quella del 2009 era pari a 97 milioni e 502 mila euro. Quindi si vede qual è il trend della spesa che, rispetto agli ultimi due esercizi, è diminuito di circa 1 milione e 100 mila euro, che corrisponde complessivamente, sulla base di una serie di calcoli di bilancio che non sto qui a ripetervi perché non amo troppo il tecnicismo ragionieristico, a un risparmio complessivo, nel periodo considerato, pari a 5 milioni di euro.
Penso che siano questi i dati sui quali ragionare. Il Consiglio regionale peraltro ha messo un punto fermo, chiaro, che dà un'indicazione alle aziende sanitarie, non ci possono essere deroghe, dall'entrata in vigore della legge, anche qui, però, onorevole Barracciu, bisogna dire tutta la verità. Lei forse non sa, ma lo sanno bene gli Uffici del Consiglio regionale, che la legge è stata rimandata alla Presidenza della Giunta regionale perché conteneva un errata corrige, mi pare qualcosa che doveva essere integrato o comunque corretto, e la legge è stata promulgata quattro giorni dopo questa correzione operata su richiesta degli Uffici del Consiglio regionale. Quindi di quale ritardo stiamo parlando? Almeno questa è la notizia e l'informazione che ho avuto da parte anche degli Uffici.
Poi mi pare che, insomma, voler addirittura creare una correlazione tra il ritardo nella pubblicazione di una legge e l'attività di un direttore generale, ritengo che (siccome conosco l'onorevole Barracciu e ne apprezzo la serietà e l'intelligenza) non lo pensi minimamente, che lo abbia detto così "ad colorandum", perché davvero mi pare che vi sia una sproporzione rispetto alla dimensione del problema affrontato.
Direi a chi ha (non mi riferisco a lei, onorevole Barracciu) elementi per bussare alla porta dei pubblici ministeri, lo faccia, se ne assuma la responsabilità, anche per le cose dette questa mattina, noi preferiamo affrontarle sul piano della corretta dialettica politica, preferiamo e saremo i primi a consegnare i dossier alle procure laddove avessimo soltanto non la certezza ma anche la verosimile possibilità che si possa annidare malaffare o illecito.
Ecco perché ritengo che, se tutto questo dibattito fosse depurato dalle strumentalità, forse il problema che lei ha posto, onorevole Barracciu, se riferito a una dimensione più generale, avrebbe potuto trovare da noi attenti interlocutori. Siccome mi pare che, dagli interventi, non da tutti per la verità ma da alcuni, abbiamo capito qual è l'obiettivo, soprattutto strumentale, allora è chiaro che una mozione di questo genere non la possiamo assolutamente condividere.
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, la legge è stata trasmessa alla Presidenza il 22 ottobre 2012, non è stata fatta alcuna richiesta di sospensione della pubblicazione per l'avviso di rettifica che è stato trasmesso il 5 novembre 2012, quindi è intercorso un bel periodo di tempo e non è stata chiesta la sospensione per l'avviso di rettifica. Sì, è passato il tempo dal 22 ottobre al 5 novembre. E non è stata chiesta la sospensione per la rettifica.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il Brotzu da tempo è diventato un caso, lo dico a lei, assessore De Francisci, è diventato un caso, e questo dispiace molto, perché il Brotzu, lo hanno ribadito oggi anche autorevoli colleghi, a partire dall'onorevole Oppi, rappresenta una delle poche eccellenze di quest'Isola, certamente lo è in campo sanitario. E' un'eccellenza per la professionalità dei medici… scusate!… E' un'eccellenza per la qualità e la professionalità del personale non medico, è un'eccellenza perché si è investito, quindi è un'azienda ospedaliera che ha know how, è un'eccellenza perché si fanno espianti e trapianti e si guarda a quella azienda ospedaliera non soltanto da questa Regione ma anche da altre Regioni, è un'eccellenza perché, su quell'azienda, si è investito parecchio negli anni passati, e si è avuto anche il coraggio di metterla in piedi, come ha ricordato testé l'onorevole Oppi.
C'è però in questi mesi, Assessore, presidente Cappellacci, non so chi di voi replicherà alla mozione della collega Barracciu, in atto un tentativo di far diventare, la discussione sul Brotzu, un fatto personale. Non è così, non è un fatto personale, lo dico a Locci, toglietevelo dalla testa, toglitelo dalla testa, mi scuso per questa volgarità, non è un fatto personale. Per nostra fortuna, anche in tema di politica sanitaria, sappiamo volare sollevandoci da terra cinque o dieci centimetri. Non è un fatto personale, e dimostrerò anche perché, ma non ce n'è bisogno perché la mozione da sola dimostra perché non è un fatto personale, basterebbe leggerla. Però è diventato un fatto, è diventato un caso, il Brotzu. Alla mozione di oggi, ad altre mozioni, interpellanze, interrogazioni, mai dato risposta! Assessore De Francisci, mai dato risposta! Io la capisco, perché probabilmente da parte sua c'era anche la volontà, mi rendo conto che non sempre la volontà ha anche le gambe per muoversi e per tradurre in azioni concrete un giudizio che magari si condivide, o si condivide in parte, o comunque ci si rende conto che il giudizio dato dall'opposizione in qualche maniera risponde a qualche elemento di concretezza e avrebbe meritato un intervento anche della maggioranza, della Giunta e dell'Assessore.
Siamo di fronte a un caso, assessoree De Francisci, perché al Brotzu, più che altrove, si è superato il limite di guardia. Non siamo dei carabinieri, che stanno dietro, però c'è un limite a tutto e c'è un limite anche al non venir meno alle azioni di governo volute dalla maggioranza che governa questa Regione, forse imposte a una parte della stessa maggioranza e a una parte della Giunta, anche nelle posizioni apicali. C'è un limite a tutto, Assessore, e lei lo sa bene. Non dubito della sua onestà intellettuale, quindi so che sa bene che si è superato il limite, si è superato lì e non altrove, si è superato con protervia, con arroganza, con disprezzo delle regole più elementari, perché di questo si tratta.
Ciò che succede al Brotzu è inqualificabile. Qual è il problema vero, assessore De Francisci, presidente Cappellacci? Il problema vero è che da tre anni e mezzo, lo dico anche al collega Oppi, da tre anni e mezzo, per scelta di quella direzione, non si tiene conto di una graduatoria di idonei. Badate, il vulnus è tutto lì, c'è una graduatoria di idonei, di gente che ha partecipato a un concorso esterno, che aveva i titoli, che si è messa in discussione, qualcuno ha vinto il concorso, tanti altri sono idonei, hanno la professionalità definita da quella commissione giudicatrice per poter svolgere le funzioni previste nel concorso a cui hanno partecipato. Non si tiene conto di quella graduatoria per un pregiudizio politico! Bisogna dirlo, presidente Cappellacci, perché si è convinti, diciamo la verità, lo dico anche all'Aula, che quella graduatoria è il prodotto di un concorso gestito nella passata legislatura e allora, siccome è stato gestito nella passata legislatura, non si possono assumere quelle persone, quegli idonei, perché c'è una "masnada di comunisti", di tutta questa "gentaglia". E' questa la ragione vera, la ragione è tutta qui! C'è un pregiudizio politico e al Brotzu ci si comporta in questa maniera, per questo pregiudizio; poi valgono le cose che ha ricordato la collega Barracciu, che ha scritto nella mozione, non sto qui a ripeterle, sono chiare ed è stata chiara la sua esposizione, stamane.
Di fronte a quel pregiudizio, che cosa si fa assessore De Francisci? Lei lo sa bene. Invece di chiamare quegli idonei, da tre anni e mezzo a questa parte… parliamoci chiaro, voglio fare questa riflessione per capire anche alcuni direttori, caro Locci, alcuni direttori del Brotzu che oggi ovviamente si trovano in difficoltà, ma si trovano in una difficoltà oggettiva per le responsabilità soggettive che avete voi e che ha quella direzione, tanto per essere chiari! Da tre anni e mezzo non chiamate chi ha diritto a essere assunto anche per sei mesi! Guardate, "così fan tutti", come diceva un famoso ritornello, ma mi spiegate: lo fa il dottor Simeone, lo fa il dottor Filigheddu, perché attingono in maniera corretta dalle graduatorie? Mi spiega qualcuno, assessore De Francisci, presidente Cappellacci, perché si muovono con equilibrio? Non siamo una banda di mentecatti, come qualcuno qua dentro, sappiamo perfettamente che, in un'organizzazione del lavoro, anche quella sanitaria, c'è bisogno, di fronte a emergenze, di poter avere disponibile manodopera professionalizzata per intervenire immediatamente, non c'è tempo per programmare, ma quella esigenza è un'esigenza eccezionale e limitata nel tempo, limitata nel tempo! Chi si è inventato queste forme di lavoro, di prestazione, di affitto di lavoro, lo ha fatto, poi se ne è fatto un uso degenerativo e voi siete dei protagonisti di un uso degenerativo. Questo è il problema, caro Locci! Adesso: "La Barracciu, Diana, o tutto il centrosinistra, vogliono chiudere il Brotzu!". Ma dai! C'è da ridere, per non dire altro, per non offendere quest'Aula! Ma davvero!
La verità è un'altra, so bene che ci sono reparti che, da tre anni e mezzo, hanno interinali e sono diventati un'ossatura, e so bene che alcuni reparti, se dovessero mancare all'improvviso quegli interinali, entrano in crisi, sono in difficoltà. Noi vi abbiamo chiesto altro, la proposta l'ha fatta Oppi, sono perfettamente d'accordo, si rimoduli! Ci sono realtà in cui si può comunque prendere e assumere immediatamente da quella graduatoria, mi dite perché non lo fate? Poi, le cose eccezionali si capiscono e nessuno spara addosso, soprattutto quando il soggetto a cui si spara deve curare la gente e noi abbiamo a cuore, caro Locci, la sanità, non vogliamo chiudere ospedali! Chi si muove in questa maniera, invece, anche senza saperlo, inconsapevolmente, sta mettendo a rischio un equilibrio molto delicato. Ecco perché abbiamo presentato questa mozione, una mozione seria, che una volta ancora chiede a questa maggioranza di riflettere, cosa che dimostrate di non saper fare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, ancora una volta quest'Aula viene convocata in via straordinaria e con procedura d'urgenza per discutere una mozione presentata dalle opposizioni che, a mio parere, non ha nulla di straordinario né tantomeno di urgente o, almeno, lo avrebbe se il contenuto della mozione fosse vero, se riportasse fatti veri e realistici, purtroppo così non è. Allora, di fronte alla situazione in cui ci troviamo, alle emergenze che viviamo tutti i giorni, l'urgenza che sento dalle opposizioni è quella di convocare il Presidente della Regione a rispondere di qualcosa che non esiste. Cercherò di attenermi semplicemente ai fatti che sono riportati nella mozione.
Si sostiene, prima di tutto, che il direttore generale del Brotzu abbia adottato un provvedimento, e lo abbia fatto contro la legge o, comunque, in difformità a una legge che era stata appena approvata; però, nello stesso tempo, si dice che quella legge non era stata pubblicata e quindi non si capisce quale sia l'irregolarità, considerato che non c'era una legge in vigore e, finché si vive in un mondo che è presieduto da un quadro di regole, nel quale esistono delle fonti del diritto, esistono dei meccanismi che regolano il vivere civile, credo che non si possa non partire dal presupposto che la legge è tale quando è pubblicata, quando è portata a conoscenza di tutti e, prima di quel momento, non è assolutamente niente, se non un provvedimento in itinere.
Però, al di là dell'esistenza o meno della legge pubblicata, si fa un riferimento all'opportunità che avrebbe dovuto consigliare il direttore generale del Brotzu, in vista di una legge che stava completando quel suo percorso, a non adottare quell'atto; qua mi spiace rilevare che quell'atto, quella proroga è stata sollecitata sostanzialmente dalla stragrande maggioranza dei direttori dei dipartimenti dell'ospedale, sono stati già citati i reparti che avrebbero tratto grave nocumento, addirittura l'interruzione dell'attività, ove non fosse stato adottato quell'atto, a dimostrazione del fatto che probabilmente quella legge è oltretutto sbagliata, perché non regolando quel periodo intermedio avrebbe lasciato l'ospedale con delle carenze gravissime, al di là di quello che è stato prima e di quello che poteva essere e quello che non è stato, creando danni serissimi. Mi si dice anche che queste lettere sostanzialmente sarebbero state in qualche modo provocate, quasi a voler pensare, anzi a dichiarare che i primari, tutti i responsabili di Dipartimento, coloro i quali hanno rappresentato queste emergenze, queste esigenze, siano dei burattini che rispondono a comando, quindi sono stati chiamati e ciascuno di loro ha ritenuto di ubbidire firmando una lettera, questo mi pare sia molto grave e non fa onore a chi lo dice, non fa onore alla reputazione di quei medici che invece meritano tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione.
Si dice poi che tutto questo sarebbe stato possibile attraverso un disegno che si sarebbe ordito con la complicità del sottoscritto che avrebbe scientemente ritardato la promulgazione della legge per poter consentire di mettere in piedi questo disegno criminoso, finalizzato, abbiamo appena visto, ne sono pienamente convinto, a una cosa santa, della quale, se non fosse che ha fatto semplicemente il suo dovere, bisognerebbe forse addirittura ringraziare il direttore generale del Brotzu.
Allora, la legge è stata approvata dal Consiglio regionale il 17 ottobre; in data 22 ottobre è stata trasmessa dal Consiglio regionale alla Direzione dell'area legale della Presidenza ai fini della promulgazione. La direzione dell'area legale della Presidenza, il 25 ottobre, ha trasmesso alla Presidenza, al sottoscritto, la legge per la promulgazione, quindi la legge è arrivata nei miei uffici il 25 ottobre. Scusate se vi annoio e vi richiamo a quelli che sono stati gli impegni di quei giorni, però forse è utile, anche per capire che non c'è nessuna azione e nessun disegno, ma c'è semplicemente la gestione del quotidiano: il 25 ottobre, il sottoscritto era a Roma per l'incontro con il Ministro Barca; il 26 e il 27 ottobre, a Capri, per il convegno dei giovani imprenditori; ero in sede il 29 ottobre, davvero, non ho firmato il 29 ottobre, probabilmente ero impegnato a lavorare e a svolgere i miei compiti. Dopodiché, il 30 ottobre, gli uffici erano chiusi perché era il Santo Patrono di Cagliari. Poi il primo novembre, la festività di tutti i santi, e poi il 2 novembre, ferie dell'ufficio, dichiarate dall'Assessore. Andiamo al 3 novembre, il sottoscritto, dal 3 al 6 novembre, era a Cipro per l'assemblea annuale della Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa. Nel frattempo, il 5 novembre, gli uffici del Consiglio regionale comunicano un'errata corrige e trasmettono alla direzione dell'area legale il documento emendato. A questo punto, il sottoscritto, come vi dicevo, torna in sede il 7, il 7 firma e manda alla promulgazione la legge. Quindi vorrei capire, rispetto a quello che è l'ordinario e naturale svolgimento dei fatti, dov'è questo ritardo straordinario e, soprattutto, dov'è sarebbe questo disegno altrettanto straordinario per realizzare questo tipo di risultato.
Non credo che ci sia altro da dire, da aggiungere su questa situazione; io non ho niente da rimproverare al dottor Garau. Vi invito semplicemente a una cosa, invito l'onorevole Barracciu, l'onorevole Diana, tutti i colleghi sottoscrittori della mozione, continuate a criticare me, continuate a criticare la Giunta, continuate a criticare i direttori delle ASL, lo fate legittimamente, avete un mandato popolare che vi legittima a farlo, però, una cosa che sarebbe forse giusta e corretta per tutti, non fatelo sulla pelle dei malati.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, sarò brevissima perché non c'è niente da replicare al nulla che è stato detto rispetto alla mozione e alle questioni che la mozione ha posto e soprattutto agli interventi che i colleghi hanno fatto dopo la mia illustrazione, se non che non fa onore al Presidente della Regione venire in quest'Aula a rispondere a una mozione e fare l'elenco dei suoi appuntamenti delle settimane scorse; questo non fa onore a lui e, soprattutto, ancora una volta dimostra di non voler rispettare quest'Aula, i problemi che l'Aula pone e sui quali legittimamente chiede risposte.
Sulla pelle dei malati specula chi in tre anni e mezzo non ha messo a punto tutti i documenti di programmazione sanitaria, di riforma sanitaria, che sarebbero stati necessari, e ha utilizzato la sanità in libertà per scopi che, più di una volta, non sono consoni esattamente e corrispondenti alle esigenze dei malati. La legge non è sbagliata, la legge è corretta, il limite del 2 per cento che è stato posto è un limite assolutamente ragionevole, considerato che la ASL più grande di quest'Isola, che è l'ASL 8, e che ha il triplo dei dipendenti del Brotzu, che spende il triplo anche in termini di costo di personale, in termini di lavoratori interinali, invece spende esattamente l'1,9 per cento. Non fa onore al Presidente della Regione non considerare un grave problema di mala gestione dei fondi pubblici da parte del direttore, che oggi abbiamo più volte nominato: il fatto che la spesa per gli interinali, dal 2009 al 2010 - 2012, sia aumentata del 70 per cento.
Non fa onore al Presidente della Regione non considerare questo aspetto un'anomalia, un'anomalia gravissima proprio in considerazione del fatto che affrontiamo ogni giorno problemi gravissimi legati all'esiguità delle risorse finanziarie disponibili e anche spendibili per le ragioni che dicevamo oggi e c'è chi invece sperpera il denaro pubblico mettendo a repentaglio la qualità, l'efficacia e l'efficienza di una struttura come il Brotzu che, anziché avere a disposizione il personale a tempo indeterminato, assunto tramite concorsi pubblici, ha personale che viene assunto con una modalità discrezionale, che è quella degli interinali, che tutto garantisce tranne che la qualità, soprattutto perché quel lavoro è temporaneo, perché il turn-over è altissimo e, nei reparti dove vengono erogati i servizi sanitari a tutela della salute di altissima qualità come il Brotzu, il personale dovrebbe essere personale stabile, non cambiare ogni tre mesi. Quindi, proprio per le ragioni che diceva l'onorevole Locci, dico che l'uso di questo tipo di lavoratori è assolutamente deprecabile.
D'altronde, in altri periodi storici, quando a guidare il Brotzu non c'era il direttore Garau ma c'erano altri direttori generali e l'utilizzo dei lavoratori interinali era ridotto a zero o comunque veramente ridotto ai minimi termini, non mi risulta che l'alta specialità dell'ospedale Brotzu sia stata messa a repentaglio, anzi oserei dire forse il contrario.
Sulle modalità, attraverso le quali si è arrivato alla sottoscrizione di quella lettera, chiederò che ci possa essere un'indagine interna, perché - ripeto - le lettere che mi sono arrivate segnalano una modalità per la sottoscrizione di quella lettera che non sono esattamente modalità democratiche; mi sono state segnalate, io le riporto in quest'Aula e credo che sia adeguato fare anche un'indagine su questo.
Dopodiché le risposte non ci sono state, sono assolutamente insoddisfatta. Presidente Lombardo, chiedo a nome del Partito Democratico la modalità del voto segreto che il Capogruppo Diana potrà confermare.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della mozione numero 222.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 72
votanti 71
astenuti 1
maggioranza 36
favorevoli 28
contrari 43
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo e sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 53, viene ripresa alle ore 14 e 01.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso la prosecuzione dei lavori martedì 4 dicembre alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 14 e 02.
Allegati seduta
CCCLXVII SEDUTA
Martedì 27 novembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 06.
COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 10 ottobre 2012 (359), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Mario Bruno, Giuseppe Luigi Cucca, Vittorio Renato Lai, Adriano Salis e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 27 novembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 26 novembre 2012, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1; dell'articolo 2, commi 1, 2, 3 e 5 e dell'articolo 6, comma 1, della legge regionale 13 settembre 2012, numero 17, concernente: "Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale e disposizioni varie".
PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 novembre 2012, è pervenuta a questa Presidenza una petizione concernente: "Problema cinghiali sull'Isola di Sant'Antioco". (11/XIV)
Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento, il fascicolo relativo a detta petizione è a disposizione dei consiglieri presso la quinta Commissione.
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Porcu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Cocco Pietro sul mancato avvio dei corsi di formazione professionale previsti dal Piano annuale regionale di formazione professionale 2009 e affidati in gestione diretta ai centri di formazione professionale". (814)
(Risposta scritta in data 21 novembre 2012.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Cuccu - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru:
"Interventi regionali volti a prevenire e combattere il fenomeno dell'usura e a promuovere un uso consapevole del denaro". (453)
(Pervenuta il 20 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interrogazione Sabatini - Lotto - Cucca - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sullo status giuridico e le funzioni dei veterinari della medicina specialistica in rapporto convenzionale con le ASL e con l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS)". (979)
"Interrogazione Agus - Barracciu - Corda - Espa, con richiesta di risposta scritta, in merito ad un possibile sostegno finanziario al Centro di ricerca per le staminali". (980)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione del diabete di tipo 1 in ambiente scolastico". (981)
"Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sui fondi comunitari per l'agricoltura previsti dal Piano di sviluppo rurale (PSR Sardegna 2007/2013)". (982)
"Interrogazione Agus, con richiesta di risposta scritta, in merito alle criticità rilevabili nel bando regionale "Invito a presentare progetti di ricerca fondamentale o di base orientata a temi di carattere specifico di stretto interesse regionale", area tematica tender 1. "Studio degli effetti della palmitoiletanolamide (PEA) sulla evoluzione a medio e lungo temine in malati affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA)"". (983)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla battaglia che stanno combattendo i titolari del diploma di maturità magistrale per ottenere il riconoscimento effettivo del valore di abilitazione all'insegnamento nella scuola primaria". (984)
"Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sulla pericolosità del tratto di strada che interessa la strada statale n. 127 bis, bivio Uri". (985)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla dismissione di diversi campi sperimentali dell'agenzia regionale AGRIS Sardegna". (986)
"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla condizione di degrado della stazione ARST di Cagliari". (987)
"Interrogazione Planetta, con richiesta di risposta scritta, sugli interventi immediati finalizzati a garantire l'attuazione dell'articolo 12 dello Statuto con l'operatività delle zone franche istituite a legislazione vigente". (988)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di abbandono in cui versa la strada provinciale n. 84, Bottidda-Badu Erveghes che collega tutti i paesi del Goceano a Nuoro". (989)
"Interrogazione Gallus - Pittalis, con richiesta di risposta scritta, sui movimenti di personale dell'Ente foreste dal Comparto territoriale di Nuoro al Comparto territoriale di Oristano". (990)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle iniziative che il Presidente della Regione ha intrapreso o intenderà intraprendere per costituirsi parte civile nel procedimento penale che si aprirà presso il Tribunale di Perugia per la vicenda concernente il grande evento della presidenza italiana del G8, anno 2009, presso l'ex Arsenale della Maddalena". (991)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulle assunzioni a tempo indeterminato della figura professionale di dirigente psicologo presso le ASL della Sardegna". (992)
"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di crisi dello stabilimento della COCA COLA di Cagliari e il rischio della perdita del posto di lavoro per i dipendenti". (993)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione della blue tongue del Sulcis". (994)
"Interrogazione Cuccureddu, con richiesta di risposta scritta, sul trasferimento delle competenze USTIF dallo Stato alle regioni". (995)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interpellanza Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'esclusione della Sardegna dalle zone franche urbane previste dal "decreto sviluppo" del 4 ottobre 2012". (371)
"Interpellanza Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Barracciu - Espa - Corda sulla sperequazione nel trasferimento delle risorse alle ASL della Sardegna". (372)
"Interpellanza Planetta - Sanna Giacomo su provvedimenti urgenti a tutela della salute dei cittadini, in riferimento agli esiti dell'indagine epidemiologica SENTIERI, che ha dimostrato che nei SIN del Sulcis-Iglesiente-Guspinese e in quello di Porto Torres è presente un eccesso di mortalità causata da una alta incidenza di tumori della pleura e del polmone, ed in riferimento agli esiti dello studio risalente al 2008, commissionato dall'allora sindaco di Sarroch, Mauro Cois, al prof. Annibale Biggeri, docente dell'Università di Firenze, sugli effetti delle emissioni della SARAS sui bambini". (373)
"Interpellanza Uras - Cocco Daniele Secondo - Cugusi - Sechi in relazione allo stato di attuazione dell'ordine del giorno del Consiglio regionale n. 72 approvato il 20 dicembre 2011 sulla pesante situazione occupazionale dell'Iglesiente, con riferimento particolare alla situazione dei lavoratori ex Rockwool, attualmente in mobilità". (374)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (222)
"Mozione Sanna Gian Valerio - Agus - Barracciu - Cucca - Cuccu - Porcu - Sabatini relativa alla condizione gestionale di Abbanoa e al mancato rispetto della Carta dei servizi". (223)
"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cuccureddu - Mulas - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Pittalis - Petrini - Peru - Stochino - Amadu - Floris Rosanna - Gallus - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Piras - Lai - Randazzo - Rodin - Porcu sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (224)
"Mozione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula sul Progetto MATRICA". (225)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca "Comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento sulla manovra finanziaria 2013".
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, prima di iniziare lo svolgimento delle comunicazioni di cui alla richiesta, voglio dire all'Aula che, in data di ieri, per l'esattezza, ieri sera, ho firmato il decreto di nomina dell'onorevole Andrea Biancareddu a Assessore dell'ambiente; volevo comunicarlo all'Aula e, naturalmente, fare i migliori auguri al neo Assessore, che invito anche a venire tra di noi, nei banchi degli Assessori. E adesso iniziamo.
Onorevoli colleghi, prima di entrare nel merito della manovra finanziaria 2013, argomento delle mie comunicazioni all'Aula, è necessaria una doverosa premessa sullo stato della finanza regionale. Come è noto, a seguito della riforma del 2006, entrata in vigore nel 2010, le entrate della Regione sono aumentate, al netto dei maggiori oneri derivanti dalla spesa sanitaria e dalla spesa per i trasporti, di 1 miliardo e 659 milioni di euro. Com'è altrettanto noto, oggi non possiamo utilizzare quelle maggiori entrate poiché nel 2006, al momento della ricontrattazione delle entrate regionali, non fu previsto che il Patto di stabilità (come era ragionevole e naturale) fosse contestualmente adeguato alla crescita delle entrate regionali.
Dal 2010, quindi, anno di entrata in vigore della legge di riforma dell'articolo 8 del nostro Statuto, la Regione ha regolarmente iscritto a bilancio le maggiori entrate, ma non ha potuto aumentare il livello della spesa, inteso come impegni e pagamenti.
Lo Stato, incalzato dalla Regione, con successivi ricorsi nanti la Corte costituzionale, nonostante la stessa Corte costituzionale abbia dichiarato non solo dovute le maggiore entrate, ma anche dovuto l'adeguamento del Patto di stabilità, continua a sostenere che sia necessaria preliminarmente una legge nazionale per rimodulare i saldi della finanza pubblica.
Il mancato adeguamento del Patto di stabilità, pur rappresentando un evidente e grave limite alle prerogative di programmazione e di spesa, non ha impedito alla Regione, nelle precedenti annualità, di impostare e approvare le manovre finanziarie al prezzo, tuttavia, di un'attentissima e oculata gestione della spesa che ha imposto necessarie e spesso dolorose scelte di priorità. Questi equilibri delicati sono stati faticosamente raggiunti proprio in quest'Aula che ha approvato le manovre e hanno poi coinvolto la Giunta che ha dovuto attuare le scelte di priorità ripartendo i plafond di spesa fra i diversi Assessorati; questi ultimi, con sempre maggiori e crescenti difficoltà, riescono a mantenere allineate le esigenze di programmazione delle spese, gli impegni e i pagamenti. Tutto questo, come è noto, ha portato anche all'abnorme proliferazione dei residui passivi che rappresentano un'ulteriore criticità.
Se, nonostante queste criticità, è stato possibile approvare le manovre degli ultimi tre esercizi (2010, 2011 e 2012), già con riferimento alla manovra del 2012, il percorso è stato veramente difficile e al limite delle possibilità e della stessa credibilità della manovra. Mentre il limite di spesa, imposto dal Patto di stabilità, riferito agli esercizi degli anni 2010 e 2011, pur con quale lieve riduzione, è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al livello delle precedenti, con riferimento all'esercizio 2012 si è verificata una drastica riduzione. C'è stata, infatti, a causa delle ultime manovre dello Stato, una pesantissima contrazione del livello degli impegni e dei pagamenti di ben 575 milioni di euro, rispetto all'esercizio 2011.
Questa riduzione adesso è ulteriormente aggravata per l'esercizio 2013 con ulteriori diminuzioni, tanto degli impegni che dei pagamenti, pari a 246 milioni di euro e un effetto cumulato di circa 821 milioni di euro. Di fronte a questa drastica riduzione, quello che, pur con difficoltà, siamo riusciti a fare, con riferimento alle precedenti manovre, diventa oggi molto, molto complicato. Questo è il punto centrale del ragionamento che oggi porto all'attenzione dell'Aula e sullo stesso vorrei soffermarmi per illustrarne tutte le implicazioni.
Il nostro bilancio soffre oggi di una terribile anomalia: pur essendo aumentato il livello contabile delle entrate, abbiamo una forbice, che via via si sta ampliando, fra il livello delle stesse entrate aumentate e la reale possibilità di spesa che invece si riduce. Il che significa che, benché programmate, ci sono diverse centinaia di milioni di euro di spese destinate ad andare in economia. Questo, come è evidente, mette a repentaglio la concreta possibilità di immettere le risorse nel nostro sistema economico e sociale con le conseguenze e le sofferenze di tante categorie, a noi tutti note. Questa forbice ha raggiunto, nella manovra 2012, un livello pari a circa 850 milioni di euro, differenza tra stanziamenti soggetti a Patto (4,51 miliardi) e plafond degli impegni (3,204 miliardi). La differenza tra gli stanziamenti soggetti al Patto e il plafond dei pagamenti ha addirittura oltrepassato l'1,5 miliardi di euro al netto dei residui passivi. E' questo il motivo che, nel corso della precedente manovra, ha reso particolarmente complesso far fronte alle principali emergenze provenienti dal nostro sistema sociale ed economico, peraltro, fortemente acuite dalla dura crisi in corso.
Uno sforzo rilevante è stato messo in campo per consentire di mantenere sostanzialmente inalterati, al netto della spesa sanitaria e delle spese obbligatorie, gli stanziamenti a favore delle politiche sociali (in particolare quelle a favore delle categorie più deboli), degli interventi a favore del lavoro e delle imprese, della scuola, dell'università e della ricerca, della continuità territoriale, del fondo unico per gli enti locali, delle opere pubbliche cantierabili, del cofinanziamento dei nostri programmi europei e nazionali essenziali per la competitività e l'ammodernamento minimo delle nostre infrastrutture.
Oggi, con riferimento alla prossima manovra 2013, come ho detto, si registra un'ulteriore e gravissima mazzata ai nostri conti regionali con una riduzione del livello del Patto di stabilità di altri 246 milioni di euro in termini di minori impegni e minori pagamenti, quale conseguenza delle ultime stringenti manovre di spending review del Governo nazionale a danno delle Regioni, e di quelle a Statuto speciale in particolare.
Non contestiamo le finalità della spending review, alla quale anche noi siamo pronti a concorrere. Chiediamo di essere messi nella condizione di concorrervi. Chiediamo che, prima di imporci i tagli, lo Stato stabilisca correttamente le condizioni di partenza del nostro Patto di stabilità. Chiediamo che la misura del concorso richiesto alla Sardegna sia commisurato a quello richiesto a tutte le altre Regioni. Oggi la nostra Regione è chiamata a contribuire con un risparmio forzoso che non ha eguali in Italia. Non solo, quindi, per la nostra Regione non vi è l'adeguamento dovuto al rialzo ma, a causa della grave crisi che affligge l'eurozona e della necessità di risanare i conti dello Stato, abbassando la spesa pubblica, la nostra capacità di spesa è stata drasticamente ridotta di oltre 800 milioni di euro rispetto al 2011.
Dobbiamo inoltre considerare che le recenti manovre finanziarie del Governo hanno previsto che le Regioni a Statuto speciale siano chiamate a contribuire al risanamento dei conti pubblici attraverso i cosiddetti "accantonamenti d'entrata". Questi ultimi si sostanziano in una riduzione delle compartecipazioni. Il MEF (Ministero dell'economia e delle finanze) utilizza questo strumento perché non può unilateralmente ridurre le entrate regionali ai sensi dell'articolo 8 del nostro Statuto. Negli intendimenti del MEF, questi "accantonamenti forzati" rappresentano anticipazioni di nuovi oneri a carico della Regione per il trasferimento di funzioni statali che però non sono state ancora trasferite e che lo dovranno essere in attuazione dell'articolo 27 della legge sul federalismo fiscale. Sulla base dei pochi dati disponibili, questi accantonamenti sono stati stimati dai nostri Uffici in circa 420 milioni di euro che andranno a incidere sulla impostazione della manovra finanziaria, riducendo di fatto il livello delle entrate e irrigidendo la manovrabilità della programmazione della spesa. Tutto questo non è sostenibile.
Onorevoli colleghi, quanto premesso, serve per sottolineare un punto chiave del ragionamento che rivolgo all'Aula. La Regione, oggi, non è più in grado di far fronte alle esigenze minime ed essenziali. Con questo livello degli impegni e delle spese, saremo costretti a fare scelte insostenibili per il nostro sistema sociale ed economico. Al netto della sanità e delle spese obbligatorie, anche con un'attenta e oculata politica delle priorità, non riusciremo a coprire gli stanziamenti essenziali per il nostro sistema sociale ed economico. Mentre il livello di questi stanziamenti essenziali, al netto della sanità, è rimasto sostanzialmente quello delle precedenti manovre e si attesta intorno ai 3,3 miliardi di euro, il livello del Patto si è ridotto, ripeto, di ulteriori 246 milioni rispetto al 2012.
Ci troviamo quindi nella situazione paradossale di sapere fin d'ora che circa 250-300 milioni di euro di spese essenziali per il nostro sistema (penso, come prime fra tutte, alle spese per il sociale e le categorie deboli), anche se fossero da noi programmate nel bilancio del 2013, non potrebbero essere impegnate e andrebbero quindi in economia. Abbiamo, pertanto, già adesso la certezza di trovarci di fronte a una forzatura contabile inaccettabile perché...
PRESIDENTE. Presidente, il tempo a sua disposizione è terminato, a meno che l'Aula non le consenta di proseguire. Prego.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Grazie, mi avvio alla conclusione. Abbiamo, pertanto, già adesso la certezza di trovarci di fronte a una forzatura contabile inaccettabile perché non oggettivamente sostenibile e perché inaccettabilmente discriminatoria per la nostra Regione rispetto alle altre Regioni.
Se, quindi, fino al bilancio 2012, avevamo la certezza di non poter spendere (per via del limite di spesa sui pagamenti), ma avevamo almeno quella di poter impegnare (comunque con il noto fenomeno della generazione abnorme dei residui passivi), oggi, nel bilancio dell'esercizio 2013, dovremmo inserire delle previsioni di spesa che con certezza sappiamo, già ora, di non poter neanche impegnare e che andranno in economia. Inoltre, a complicare il quadro delle criticità, non va sottaciuto che, da lungo tempo, i dati e le informazioni che l'Amministrazione finanziaria statale fornisce alla Regione sono largamente incompleti e insufficienti. Gli Uffici regionali sono ancora in attesa di conoscere dal MEF i fabbisogni relativi agli esercizi 2010 e 2011.
Per quanto sopra delineato, presentare la manovra finanziaria 2013 in queste condizioni sarebbe una vera e propria mistificazione che potrebbe rasentare il falso in bilancio. Le gravi inadempienze dello Stato, con riferimento al Patto di stabilità, ci hanno portato a questa situazione che, dal nostro punto di vista, rende veramente problematico allestire una manovra finanziaria che sia seria e credibile. La Regione sta contestando in tutte le sedi politiche, amministrative e giurisdizionali il comportamento del Governo che ci ha portato a questo punto. In ossequio ai diversi ordini del giorno di questo Consiglio continueremo a farlo finché non avremo ottenuto il pieno e totale rispetto delle norme statutarie e la corretta applicazione delle sentenze e delle leggi.
Ma, oggi, siamo qui per affrontare il tema della manovra finanziaria 2013 e a questa vorrei tornare per ricapitolare quanto ho già detto e fare alcune proposte. In primo luogo, partendo dalle riflessioni fatte, intendo spiegare più analiticamente all'Aula il perché la Giunta, con largo anticipo e in modo anomalo, abbia già approvato il disegno di legge di richiesta di esercizio provvisorio per il mese di gennaio e intenda rinnovare la richiesta di esercizio provvisorio anche per il mese di febbraio 2013.
Voglio che sia chiaro a tutti che la richiesta di esercizio provvisorio fatta dalla Giunta non è determinata da alcun ritardo nella predisposizione della manovra 2013. Non vi sono ritardi della Giunta. Infatti, la proposta di manovra 2013, pur con le rilevanti difficoltà di cui ho detto e in particolare pur con le gravi carenze informative inerenti il gettito tributario maturato in Regione, è pronta e qui ho con me l'articolato della finanziaria e i documenti di bilancio annuale e pluriennale, la potremmo approvare anche subito o, meglio, sottoporre all'Aula anche subito.
Sarebbe però un bilancio "tecnico" perfettamente legittimo e parificabile dalla Corte dei conti con un volume di entrate che è molto vicino a quello degli anni precedenti pari a circa 6,6 miliardi di euro manovrabili e un totale complessivo di 7,8 miliardi di entrate. Sarebbe, quindi, piuttosto semplice, come abbiamo già fatto per gli esercizi 2010, 2011, 2012, presentare, anche per il 2013, un bilancio basato sul livello delle maggiori entrate, peraltro oggi ancora più certe rispetto al passato, non solo per le sentenze pronunciate dalla Corte costituzionale, ma anche perché il Governo ha finalmente riconosciuto il nostro diritto a un più alto livello di entrate, adeguando, con la legge di assestamento del proprio bilancio 2012, l'importo degli stanziamenti riguardanti le compartecipazioni spettanti alla Sardegna.
Quello che abbiamo pensato e deciso di fare è, però, un'altra cosa. Abbiamo consapevolmente deciso di non presentare il bilancio 2013, che pure sarebbe pronto. E' una decisione strumentale e finalizzata a sollevare il livello del confronto, direi ormai dello scontro, con lo Stato, denunciando quello che ho rappresentato in premessa: la Sardegna, a causa dei limiti del Patto di stabilità, si trova nell'impossibilità di approvare la manovra finanziaria 2013.
Lo ripeto ancora una volta, con il limite di spesa imposto dal Patto di stabilità che, come ho già detto, è crollato, negli ultimi due anni, di circa 800 milioni di euro di minori impegni e minori pagamenti, sarebbe doloroso se non impossibile, chiudere il bilancio e perpetuare, peraltro, un meccanismo perverso che non consente di spendere e genera un volume di residui passivi divenuto ormai non più sostenibile.
Qual è la proposta? La scelta di fronte alla quale ci troviamo, di fronte alla quale si trova il Consiglio regionale, è quella se fare un bilancio con dolorosi tagli alle categorie più deboli, con conseguenze in termini di "macelleria sociale" a cui saremmo costretti, oppure quella di non fare il bilancio, prendendo tempo, dandoci un termine fino a febbraio. Sarebbe una prima forte provocazione e denuncia nei confronti dello Stato, per provare a giocarci tutte le carte possibili per costringere il Governo in carica, prima delle elezioni politiche nazionali, a riconoscere alla Sardegna l'adeguamento dovuto del nostro Patto di stabilità.
L'appello che rivolgo al Consiglio non è un generico appello all'unità, ne abbiamo fatto tanti di questi appelli. E' qualcos'altro, è un appello forte e chiaro, ben finalizzato a scongiurare che la nostra economia, il nostro sistema sociale, debbano pagare ancora ulteriori tributi che non sarebbero più in grado di sostenere. Sto proponendo al Consiglio di utilizzare i prossimi mesi, non per una logorante discussione sulla manovra finanziaria, che ci vedrebbe divisi su tutto e soprattutto sui dolorosi tagli che saremmo costretti a fare, ma, al contrario, sto proponendo ancora una volta di unire gli sforzi, solo per qualche mese, poi ognuno tornerà al puntuale rispetto dei propri ruoli di maggioranza e di opposizione. Unire gli sforzi nella ricerca di tutte le possibili iniziative che, nell'interesse supremo della nostra Regione, siamo chiamati a porre in essere per riportare l'attenzione del Governo sull'inaccettabile anomalia del caso Sardegna. Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per costringere lo Stato ad assumersi le proprie responsabilità, rimuovendo, una volta per tutte, i limiti insostenibili del nostro Patto di stabilità e la forbice anomala rispetto al livello delle nostre entrate.
Prima delle prossime elezioni politiche nazionali, sono convinto che abbiamo ancora qualche chance di successo, ma solo se saremo in grado di attivare, senza indugi, una vera azione unitaria della Sardegna (di tutto il Consiglio regionale e dei nostri parlamentari), con una mobilitazione politica mirata nei confronti, ciascuno di noi, dei propri leaders nazionali che stanno sostenendo il Governo Monti.
L'occasione è quella della discussione al Senato della legge di stabilità già approvata alla Camera. Sono in discussione diversi emendamenti e il Governo ha manifestato un'apertura ad approvarne uno in materia di ridefinizione del Patto di stabilità interno a favore dei Comuni e delle Regioni. Se proprio il Governo si mostrasse insensibile alla nostra denuncia, credo che sia doveroso che il Consiglio regionale valuti allora la possibilità di autodeterminare, con legge regionale, il patto di stabilità interno adeguandolo al nuovo livello delle entrate.
La prima implicazione di questo gesto sarebbe quella di costringere il Governo a impugnare la nostra legge e questo, finalmente, lo costringerebbe al contenzioso nanti la Corte costituzionale.
PRESIDENTE. Colleghi, l'articolo 121 del Regolamento prevede, sulle comunicazioni del Presidente, l'apertura della discussione con un intervento per Gruppo della durata di dieci minuti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, dopo le comunicazioni del Presidente, le chiedo una sospensione di almeno mezz'ora perché credo ci sia necessità di una riflessione tra i Gruppi. Almeno per quanto ci riguarda, credo che meriti una risposta ponderata e non impulsiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Intervengo sempre sull'ordine dei lavori, per chiedere se è possibile avere il testo della relazione del Presidente.
PRESIDENTE. Facciamo predisporre subito le copie se il Presidente la rende disponibile. Sì, va bene. Nessuno opponendosi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 31, viene ripresa alle ore 11 e 25.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ricordo che, come ho preannunciato prima, è aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente con un intervento per Gruppo della durata di dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (I.d.V.). Signori Presidenti, parto dalla fine dell'illustrazione delle comunicazioni che ha fatto il Presidente, dalla proposta; proposta che ci mette di fronte a una situazione drammatica che già conoscevamo e che si protrae ormai da diversi anni. Probabilmente su una parte di questa proposta, noi del centrosinistra c'eravamo già pronunciati, forse due o tre anni fa, per fare qualcosa che oggi vorremmo fare. Autorizzare oggi l'esercizio provvisorio sino a febbraio, non credo che sia qualcosa che può far bene alle emergenze del popolo sardo, ma ritengo invece che la provocazione più forte sia quella di fare una finanziaria come ha fatto qualche altro Presidente di Regione, mi riferisco per esempio alla Regione Puglia, in cui sul Patto di stabilità sono state fatte altre cose, sapete benissimo a che cosa mi riferisco.
Credo che non possiamo permettercelo, perché non fare finanziaria sarebbe un sottostare ancora una volta alle imposizioni di uno Stato, di un Governo, che sinora ha dimostrato di "fregarsene" delle straordinarie emergenze di quest'Isola. Abbiamo detto altre volte che quello che da altre parti è straordinario, da noi è ordinario, quello che da altre parti è congiunturale, da noi è strutturale, lo andiamo ripetendo ormai da tempo. Il richiamo all'unità da parte del Presidente è doveroso, però credo che quell'unità si debba trovare in questi banchi facendo altro, facendo diversamente rispetto a quello che propone il Presidente. Credo, e lo ribadisco, che non sia il caso di andare in esercizio provvisorio. Ripeto, la provocazione più grande ritengo che sia invece quella di presentare una legge finanziaria e vedere quali saranno le risposte rispetto a quello che noi vorremmo imporre al Governo centrale.
PRESIDENTE. Per il Gruppo "Sardegna è già Domani" ci saranno due interventi della durata di cinque minuti ciascuno.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, ho letto attentamente l'intervento del Presidente della Giunta per la parte che non ho potuto ascoltare in diretta e devo dire che qualche perplessità rimane. L'analisi tra Patto di stabilità ed entrate mi sembra condivisibile, ma dobbiamo parlare delle soluzioni a questa drammatica situazione che si è creata con il Governo nazionale. Il mio parere è che sarebbe opportuno comunque andare avanti e andare avanti significa, a mio avviso, non privare la Sardegna del proprio bilancio. Sappiamo tutti che cosa vuol dire andare a un esercizio gestito in dodicesimi. Perciò ritengo che bisogna aggiungere, a questa relazione, che c'è stata un'indicazione nella finanziaria precedente, all'articolo 1, comma 15, in cui il Consiglio ha dettato alla Giunta le priorità nella spesa.
Bene, se oggi esaminiamo il bilancio, vediamo che di quelle priorità non ne è stato tenuto conto; abbiamo anche successivamente modificato quel comma e dobbiamo riscontrare purtroppo che questa Giunta ha scelto altre priorità nella spesa in alcune direzioni, faccio un esempio per tutte, non è una polemica, è soltanto una constatazione, si è scelto di spendere molto di più e di impegnare molto di più per quanto riguarda la direzione dello sport, spettacolo e quant'altro, e molto meno nel capitolo della pubblica istruzione. Queste sono scelte politiche, scelte politiche da parte mia non condivisibili, ma che danno il segno e l'indicazione delle priorità di spesa scelte da questa Giunta.
E' chiaro che noi sfondiamo il Patto di stabilità, abbiamo problemi di cassa, se la Giunta decide che è prioritario spendere 2 milioni in consulenze nell'ultimo anno, programmandole fino al 2015, o spendere 20 milioni nella pubblicità istituzionale. E' chiaro che chi paga il conto è il sociale, è chiaro che chi paga il conto sono le categorie deboli. Ecco allora le giustificazioni portate in questa relazione nel dire che non abbiamo più possibilità o non avremo, anche nel 2013, possibilità di dare risposte a tutto il sistema sociale soprattutto; se le scelte di questa Giunta, di questa maggioranza, sono impostate sul superfluo, è chiaro che non si può assolutamente stare nel regime dei conti stabilito dal Patto di stabilità che tutti in quest'Aula abbiamo sostenuto che bisognava impugnare da subito presso la Corte costituzionale con il Governo centrale, in una di quelle richieste di unità che sono passate per quest'Aula, purtroppo senza seguito. E si dice oggi che dobbiamo in qualche modo evocare, causare il contrasto con il Governo centrale per arrivare a una chiara determinazione dei rapporti in termini di spesa, impegni ed entrate. Le entrate ormai sono chiare, ma abbiamo il vincolo del Patto di stabilità, e dobbiamo provocare lo Stato perché si arrivi a una soluzione.
Colleghi, credo che bisogna recuperare la serietà, la tranquillità e il senso di responsabilità. E' vero che abbiamo in questi termini un contrasto apertissimo con lo Stato, dobbiamo decidere per il futuro, bene, se non ci ascoltano, c'è un modo significativo, molto significativo per poter aprire un contenzioso con lo Stato: Presidente, si dimetta! Apriamo una vertenza attraverso le sue dimissioni con il Governo centrale, dichiariamo e accettiamo le sue dimissioni, il Consiglio le accetterà, credo all'unanimità, per aprire un forte contenzioso con il Governo centrale. Credo che questa sia la soluzione responsabile, che non ha niente di politico, di contrasto politico, ma noi saremo veramente uniti intorno a questa sua proposta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente Cappellacci, lei oggi compie cinquant'anni e nel compiere cinquant'anni probabilmente avrebbe dovuto illuminare maggiormente questo Consiglio regionale. Ha scelto la giornata sbagliata per lei e ha scelto la giornata sbagliata per i sardi, perché non è credibile ciò che lei ha detto, per lo meno io non ci credo. In ogni caso, prima di approvare il disegno di legge sull'esercizio provvisorio, sarebbe stato molto più utile e molto più corretto che lei riferisse all'Aula la situazione, invece mi pare che sia uno sfuggire, quasi mi ricorda colui che fece "per viltade il gran rifiuto": cioè non fare la manovra finanziaria, non presentare la manovra finanziaria, anticipando di un mese e mezzo l'esercizio provvisorio. Io (che questo film ho già visto), non a caso, dieci giorni prima che la Giunta approvasse il disegno di legge, ho presentato con i colleghi una proposta di legge per modificare la legge di contabilità, sapendo anche quali rischi si corrano, ma per "esercitare" l'esercizio provvisorio fino alla definizione della partita delle entrate e la rinegoziazione del patto di stabilità. Se si vuole usare il pugno forte, questo bisogna fare! Qualcuno mi dice che verrà impugnato, certo, verrà impugnato, perché forse, se andiamo oltre il quarto mese di esercizio provvisorio, non succede niente. Quali sono invece quei meccanismi che il presidente Cappellacci annuncia già nel disegno di legge e che non dicono esattamente che cosa accade, con quelle dizioni che sono nel disegno di legge della Giunta? Mi riferisco ai residui!
Certo non è questo il momento per parlarne, il presidente Cappellacci si è rivolto al Consiglio perché ha bisogno di unità, ha bisogno di sostegno: per fare che cosa? L'esercizio provvisorio? Le rivendicazioni che gli sono state suggerite, consigliate e pretese per mesi e mesi? E ancora siamo a questo punto? Però, lei se ne va in vacanza in Qatar a discutere con il premier Monti: di che cosa? Io avrei abbandonato al suo destino il presidente Monti se avessi veramente la voglia di forzare la mano!
Ma, nelle sue dichiarazioni, questa forzatura non si legge, lei per fare questa forzatura ha bisogno di questo Consiglio regionale. Questo Consiglio regionale il sostegno lo ha sempre dato, credo con grande determinazione, con una pluralità di ordini del giorno che ormai sono anche inutili, arrivati a questo punto forziamo la mano con la Corte costituzionale facendoci impugnare un provvedimento, ma facciamocelo impugnare! Che cosa ci dirà la Corte costituzionale? Che le entrate non ci sono dovute, quando si è preannunciato già che ci sono dovute? Sulla rivendicazione del Patto di stabilità potrà andare contro? Perché deve andare contro? Se aumentano le entrate, si deve dare anche la possibilità di spendere i soldi, invece, si aggiunge danno alla beffa e le amministrazioni provinciali e comunali hanno scoperto solo qualche giorno fa che l'addizionale sull'energia elettrica viene incamerata dalla Regione Sarda e non viene più trasferita alle amministrazioni locali, perché questo diventa Patto di stabilità, e lei sta zitto? Lei viene a riferire?
(Interruzione)
Non sono state trasferite, è stata trasferita una quota trimestrale, non verranno più trasferite, perché la comunicazione è arrivata tre giorni fa alla Regione Sarda, onorevole Mula! Quindi, quando dico qualche cosa, è segno evidente che io la conosco e questa la conosco molto bene! Ma non è questo l'elemento determinante, l'elemento determinante è che non si può andare a braccetto con questo Governo per poi venire in Consiglio regionale a chiedere aiuto e sostegno. Tutto l'aiuto possibile, presidente Cappellacci, ma non è questa la strada! La strada è quella di approvare una proposta di legge, un disegno di legge, una legge che inchiodi il Governo e lo costringa a rivolgersi alla Corte costituzionale, solo allora vedremo come andranno le cose!
In ultima analisi, non rimane che quello che ha chiesto l'onorevole Capelli, che credo sia la strada maestra: questa maggioranza è incapace di risolvere i problemi e, come tale, non deve essere accusata tutta, c'è un solo capo d'accusa che deve essere dato, al presidente Cappellacci, il quale deve avere il buon senso di dimettersi!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fois. Ne ha facoltà.
FOIS (Riformatori Sardi). Non siamo qui per chiedere le sue dimissioni, Presidente, però partiamo da una sua affermazione che è stata ben recepita ed è, secondo me, la più forte affermazione.
Lei, a un certo punto, dice che la situazione non è più sostenibile; su questo siamo tutti d'accordo. Credo che l'Aula in diverse occasioni le abbia dimostrato assonanza sulle sue iniziative con tutti gli ordini del giorno approvati, promossi anche dalle Commissioni. Però, a tutt'oggi, di risultati, che possono in qualche modo cambiare il destino della nostra finanziaria, non se ne vedono, c'è anche una contraddizione, quella di un accumulo di risorse che sta facendo diventare ridicoli i nostri bilanci. A questo punto, le posso dire, signor Presidente, che sono stanco di attendere risposte dal Governo, risposte dai nostri parlamentari, risposte dai nostri senatori, sono stanco di poter sperare di sopravvivere grazie a un emendamento che, secondo taluni, dovrebbe essere approvato in occasione di questa manovra finanziaria. Ebbene, credo che sarebbe l'ennesima mortificazione.
Signor Presidente, in base all'articolo 47 del nostro Statuto, lei ha diritto-dovere di chiedere un incontro urgente e straordinario con il Consiglio dei Ministri tramite il quale dovrà porre la questione Sardegna in maniera definitiva. Questo è quello che le chiedo e che le chiediamo come Riformatori, diverso è il fatto di sperare in una benevolenza del Presidente di turno, se ne sono alternati diversi che non hanno saputo valutare le nostre reali situazioni economiche e sociali. A questo punto, dobbiamo far valere la nostra Costituzione, che è il nostro Statuto, e, in base a quello, una volta usciti dalla riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri, decidere che cosa fare! Presidente, non siamo d'accordo ad attendere i due mesi di esercizio provvisorio e, qualora non venisse accolta la nostra richiesta, la "leggina" sullo sforamento al Patto di stabilità va approvata immediatamente! Non c'è da aspettare né gennaio, né febbraio!
Questa è la nostra proposta, diversamente, se il Consiglio dei Ministri entro pochi giorni non dovesse accogliere la sua richiesta, i Riformatori un minuto dopo si dimetteranno dal Consiglio regionale!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Vi dimetterete dal Consiglio regionale o dalla maggioranza?
E' per riuscire a capire a quale livello, Presidente, ormai siamo arrivati, cioè siamo arrivati al livello nel quale bisogna prendere atto di una difficoltà cronica della maggioranza che la sostiene, la quale ha effetti certamente non positivi, certamente assolutamente negativi, perché indebolisce ogni funzione di rappresentanza, a incominciare da quelle che svolge lei nei confronti del Governo; indebolisce, come dire, in modo letale, mortifero, in modo decisivo, ogni funzione di rappresentanza. Se fossi in lei, deciderei oggi le dimissioni!
Per quanto ci riguarda, proprio per quello che lei ci ha detto, voglio ricordare all'Aula che abbiamo approvato quattro volte (non una, quattro volte!) un ordine del giorno (meglio, una volta sotto forma di mozione e tutte le altre volte sotto forma di ordine del giorno) nel quale dicevamo di aprire un tavolo politico partecipato dalle parti sociali, dal sistema delle autonomie locali, dalle organizzazioni e dalle funzioni politiche e istituzionali, da tutti gli organi della Regione; un tavolo partecipato con il Governo e, al primo punto di questo tavolo, porre l'attuazione immediata dei contenuti dell'articolo 8 della legge finanziaria dello Stato del 2007, approvata nel 2006. Dicevamo questo perché l'attuazione voleva dire anche la rivisitazione del Patto di stabilità e perché, più complessivamente, tutto questo incideva sulla "vertenza Sardegna", sullo stato della nostra economia e del nostro sistema produttivo.
Presidente, lei ha scelto di non adempiere a nessuno di quegli ordini del giorno: il tavolo negoziale con il Governo non è stato aperto; ci sono state visite più o meno di cortesia di qualche Ministro; la volta che vi siete incontrati con alcuni Capigruppo, anche di minoranza, con il presidente Monti era solo per certificare una indisponibilità che, come mi ricorda il collega Diana, era stampata nelle facce di bronzo delle persone di quell'ufficio ministeriale.
Poi ci dice che purtroppo siamo in una condizione nella quale ci ritroveremo, come effetto disastroso, non solo nell'impossibilità di spendere ma anche nell'impossibilità di impegnare le cifre disponibili in bilancio. Al contempo, lei fa un'affermazione che mi sento di non condividere totalmente: "Non contestiamo le finalità della spending review, alla quale anche noi siamo pronti a concorrere, ma chiediamo di essere messi nella condizione di concorrervi. Chiediamo che, prima di imporci i tagli, lo Stato stabilisca correttamente le condizioni di partenza del nostro Patto di stabilità.". Guardi, la spending review che fa questo Ministero è tutto tranne che un'operazione equa! E' un'operazione iniqua e ha come obiettivo esclusivo quello di preservare le casse dello Stato centrale e di colpire il sistema allargato delle autonomie locali e regionali; vuole togliere ogni possibilità di spesa decisa dalle comunità locali; è un'operazione di un Governo tecnocratico e centralista con tasso ridottissimo di democrazia, che intende colpire la cultura democratica e autonomista alla quale noi ci riferiamo.
Non sono disponibile a nulla e non mi convince l'idea che, per far valere i nostri diritti, dobbiamo andare a un esercizio provvisorio prolungato: vi mangerete le poche risorse manovrabili con l'esercizio provvisorio e lascerete cinicamente la Sardegna, dopo quattro mesi di pazza gioia nella quale voi vi infilerete, senza una lira da spendere!
Noi vogliamo invece subito la manovra di bilancio! Se rimane ancora seduto su quella sedia, lei farebbe bene a presentare, perché così è previsto dalla legge, la manovra di bilancio; se non lo fa, lei se ne deve andare, si deve dimettere dalla funzione, perché non adempie alla sua funzione! Presenti la manovra di bilancio! La presenti anche con una proiezione che vada a rompere i limiti e i vincoli del Patto di stabilità, caricando sugli investimenti da fare i primi mesi a sostegno dell'occupazione e dello sviluppo, delle imprese e delle comunità locali, e sacrifichi le spese correnti anche a fine anno, se qualcuno, anche di noi, rimarrà senza stipendio a dicembre, a novembre, a ottobre, non sarà una tragedia. Se il Governo, il prossimo Governo si vorrà porre questa questione, se la porrà!
Si faccia un'operazione di questo tipo e si recuperi credibilità, allora sì che si può stare a pieno titolo ancora a occupare la funzione e la posizione di Presidente, ma se questo non è, non preparate trappole, perché qua non ci sono topi che hanno intenzione di caderci, anzi diventa un pericolo, perché, quando si fanno i campi minati e si perdono le bandierine, finisce che, anche chi ha messe le mine, rischia di calpestarle: non pensate a soluzioni pasticciate di questa natura. Sono appelli privi di senso che non trovano più nessuno disponibile ad ascoltarli.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, nel primo intervento che ho svolto in quest'Aula, in occasione delle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione, esordivo dicendo: "Noi non abbiamo prìncipi ma princìpi e saremo coerenti in tutta la legislatura con questi princìpi". Questo intendiamo fare anche oggi, quindi con pacatezza e con serenità andiamo a esporre la nostra posizione sulla situazione che si è venuta a determinare; situazione peraltro ben conosciuta perché, sin dal 2009, in Commissione (oggi è assente l'onorevole La Spisa), avevamo paventato quello che sarebbe potuto succedere qualora non si fosse raggiunto un accordo con lo Stato, purtroppo questo è successo.
Qual è la situazione? Per quanto riguarda le entrate, non vi sono dubbi che ci competono, anche senza necessità di norme di attuazione, come noi, per primi, in quest'Aula abbiamo sostenuto anche con atti scritti (in quell'occasione il primo firmatario era il Capogruppo, onorevole Roberto Capelli); la Corte costituzionale ci ha anche eliminato parte dei residui dubbi su cui lo Stato ci contestava queste norme, mi riferisco in particolare alla disciplina sui giochi e le scommesse che la Corte costituzionale ha riconosciuto che competevano alla Regione. Quindi, per quanto riguarda questo aspetto, possiamo considerare la situazione definita, anche valutando che, con la legge di stabilità, lo Stato ha stanziato 1 miliardo e 3 per dare alla Regione l'arretrato che le competeva.
Vi è il grosso problema del Patto di stabilità. E' un problema che, in quest'Aula, più volte abbiamo sollevato, più volte abbiamo detto che andava trattato, più volte abbiamo richiamato l'attenzione sul fatto che la sciagurata legge sul federalismo fiscale prevedeva delle norme di attuazione per quanto concerneva la determinazione del Patto di stabilità.
Purtroppo di questo non è che posso farne carico alla maggioranza o all'opposizione, ne faccio carico anche alla Commissione paritetica, perché la Commissione paritetica aveva il compito di dare un impulso su questa attività, ma non conosciamo che cosa ha fatto. La situazione comunque è andata evolvendosi e, nella delibera, non in quella in cui è stato approvato il disegno di legge sull'esercizio provvisorio, ma in quella con cui è stato determinato il plafond, si cita una serie di dati, si cita una corrispondenza intercorsa con il Governo, si cita un ricorso al TAR che è stato proposto dalla Giunta regionale. Per la verità, l'altro giorno, in Commissione, ho chiesto di avere a disposizione prima della discussione di stamattina questo materiale. Per quanto riguarda il ricorso al TAR mi è stato segnalato dall'Assessore che lo riteneva opportuno per esigenze definitive, ho preso atto di questa segnalazione. Lamento, peraltro, che la corrispondenza intercorsa non sia stata posta a disposizione né mia né degli altri consiglieri che l'hanno più volte richiesta.
Ma, prescindendo da questo, il 17 luglio 2012, il Governo ci dice: "Non ricontratto il Patto di stabilità perché serve una legge per contrattarlo". Noi, signor Presidente, avremmo fatto una scelta differente dalla sua. Non saremmo andati al TAR, di cui non conosciamo l'orientamento, così come non conosciamo l'orientamento del Consiglio di Stato, che è un giudice di secondo grado. Saremmo andati il giorno dopo a sollevare un conflitto di attribuzioni nanti la Corte costituzionale, che giudica in unico grado, chiedendo una procedura accelerata per avere in tempi brevissimi una risposta. Per la verità ancora prima, non avremmo aspettato neanche il 17 luglio, avremmo già da giugno presentato un conflitto di attribuzioni per comportamento omissivo. Queste sono scelte tecniche, peraltro capisco quindi che ci possa essere una diversità di opinioni. Del resto non avendo letto il ricorso al TAR non sono in grado neanche di comprendere perché è stata scelta quella strada.
Sicuramente ci troviamo in una situazione di difficoltà, sicuramente ci troviamo in una situazione in cui la definizione dei ricorsi pendenti richiede dei tempi verosimilmente non brevissimi. Questo crea delle difficoltà nella predisposizione della manovra finanziaria. Ne diamo atto, comprendiamo le difficoltà. Ne consegue, anche considerati i tempi, che l'esercizio provvisorio è un atto dovuto, perché è chiaro e pacifico che non riusciremo comunque ad approvare una manovra finanziaria entro dicembre. Forse due mesi non sono neanche sufficienti per arrivare ad approvare la manovra finanziaria. Ciò detto, peraltro, riteniamo che sarebbe opportuna la presentazione della manovra finanziaria. Per la verità, avevamo più volte sollecitato e richiesto che, già alla ripresa dopo la pausa estiva, venisse presentata la manovra di assestamento; manovra di assestamento che sarebbe servita da legge per rendere evidenti le risorse disponibili e dare al Consiglio (è sua competenza) il compito di orientare la spesa e fare una nostra spending review. Questo non è stato fatto e non si è ritenuto di farlo.
Oggi che cosa occorre fare? Sicuramente l'esercizio provvisorio deve essere approvato; approvarlo ora o il 30 dicembre non cambia nulla. Peraltro, in relazione al disegno di legge proposto dalla Giunta, riteniamo che questo vada rivisto. Per quanto riguarda la parte seconda, in cui vi sono dei provvedimenti urgenti per consentire i pagamenti alle imprese, quello dovrebbe essere, a nostro avviso, un disegno di legge separato dall'esercizio provvisorio e possibilmente entrare in Aula già i prossimi giorni avvalendosi delle disposizioni dell'articolo 102 del Regolamento.
Per quanto riguarda il resto della norma, vi è tutta una serie di norme che disciplina l'uso dei residui. Ebbene, la disciplina dell'uso dei residui non consente alla Regione, formulata in quel modo, di orientare la spesa. Ecco perché riteniamo che, sostanzialmente, questo uso dei residui sia una mini finanziaria. Noi preferiremmo fare una norma secca sull'esercizio provvisorio e che queste norme sull'utilizzo dei residui, che non consentono al Consiglio l'esercizio del suo potere programmatorio e di indirizzo, vengano stralciate da questa e ripresentate in forma più articolata individuando non solo l'utilizzo a 360 gradi dei residui, ma l'utilizzo in funzione di una serie di obiettivi programmatici, nei limiti delle spese disponibili, soprattutto volti a consentire di far fronte al livello occupazionale.
Poi, per quanto riguarda la possibilità di una norma di legge regionale che deroghi al Patto di stabilità, politicamente comprendiamo e condividiamo il motivo per cui deve essere fatta, tecnicamente però riteniamo che quel risultato non sia raggiungibile con quello strumento. In primo luogo, è vero che il Governo ce l'impugnerebbe, però sarebbe un ricorso sicuramente dichiarato fondato perché non è in nostro potere e nostra competenza fare un simile provvedimento. Se in astratto dovessimo dare applicazione a questa norma di legge, avremmo una serie di conseguenze economiche estremamente rilevanti e pesanti che ci trascineremmo appresso. Non solo, sarebbe una norma comunque in concreto inutile perché, con il sistema di tesoreria unica, non abbiamo noi la possibilità di spendere le risorse perché non ci sarebbero fornite; diversa è la situazione che c'è stata in Calabria, dove avevano in cassa risorse disponibili. Non solo, ma dovremmo anche trovare dei funzionari disposti a firmare provvedimenti di deroga al Patto di stabilità accollandosi una conseguenza economica a loro carico, quindi dal punto di vista tecnico non mi sembra una strada perseguibile, anche se politicamente ne comprendiamo il significato.
C'è, quindi, da andare a individuare le soluzioni. Abbiamo sempre detto e abbiamo sempre sollecitato l'apporto di tutte le forze politiche e abbiamo sempre chiesto l'unità. Sicuramente dobbiamo fare delle manovre forti, che dobbiamo individuare. In questo momento, sono state da più parti chieste le dimissioni del Presidente della Regione. Consentitemi, stiamo finalmente arrivando in Aula a portare le prime riforme, stiamo per definire in Commissione la riforma della Costituente, delle province e dei consigli di amministrazione, è un compito che dobbiamo portare a termine. Si vuole dare una prova? Si ritiene che le dimissioni siano rilevanti? Benissimo. Una serie di consiglieri (io sono disponibile a farlo) dichiarino per protesta di essere pronti a dimettersi e a non ricandidarsi, perché il significato c'è solo se io mi dimetto e non mi ricandido. Siamo disponibili a farlo, individuiamo tutte le azioni di forma, ma senza demagogia e avendo presenti non interessi particolari, ma solo ed esclusivamente l'interesse della Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, se mi consente, le consiglierei, ogni volta che viene in Aula, di far tesoro di una massima biblica che pressappoco suona così: "Dalle tenebre non puoi cavar luce". Tale è il senso davvero incredibile delle cose che oggi si sentono qui, che sembra di stare al buio, come se lei non avesse detto nulla o come se lei avesse parlato a un'Aula di sordi e meno male che lei, su richiesta di qualcuno, ha perfino consegnato il suo intervento in modo che, in quella mezz'ora di pausa, si potesse leggere, approfondire, avere anche qualche dato di riferimento sul quale evidentemente creare anche le condizioni per un giusto confronto, un dibattito scevro da pregiudizi. Abbiamo capito dove si vuole poi andare a parare: creare anche in questa occasione uno scontro a tutti i costi e non è un caso che la preoccupazione, guardi, non è tanto che tornino i conti di questa Regione e che si pongano in essere manovre che, come lei giustamente ha avvertito, abbiano una capacità espansiva della spesa e non la creazione di bilanci rigidi. No, sono le dimissioni di Ugo Cappellacci!
Questo è il senso strumentale sul quale si è avvolto e avvitato questo dibattito dove, per la verità, chi ha ascoltato (e lei ha fatto bene a rivolgersi all'Aula, almeno per il rispetto di chi in quest'Aula ascolta) può anche assumere determinazioni e avere un'opinione differenti rispetto alla sua, ma non si possono strumentalmente confondere le cause di un problema con l'effetto. Sembrerebbe che il presidente Cappellacci stamattina sia venuto qui per cercare di confondere le idee a qualcuno di noi. Veramente almeno diamo atto che il presidente Cappellacci, con rigore tecnico e con correttezza anche sul piano politico-istituzionale, è venuto qui, ha posto in chiaro i termini del problema, ha dato le cifre. Allora, perché si deve ridurre questo dibattito a una sorta di contumelia nei confronti del Presidente anziché seguire… la strada dell'unità non va bene? Non va bene il sostegno al Presidente e alla Giunta? Ditelo! Altrimenti davvero è voler pervicacemente insistere come un disco rotto su una presa di posizione preconcetta, pregiudiziale, che nulla ha a che vedere con il merito di questo dibattito.
Allora chi si vuole dimettere, lo faccia, lo faccia! Ne saranno soddisfatti anche i sardi probabilmente, per chi lo vuole fare. A noi il problema che qui interessa è come cercare di dare alla Regione Sardegna lo strumento perché non si faccia un bilancio con un taglio di 350 milioni di euro; questo comporterebbe presentare oggi una manovra. Il presidente Cappellacci l'ha detto, ho qui la legge finanziaria, non ho alcun problema, non è dovuto a un ritardo; la spiegazione è di ben altra natura e trova anche causa molto ma molto remota di un aumento di risorse a cui non ha corrisposto un'adeguata contrattazione nel 2006 anche sul piano del Patto di stabilità, sul piano cioè della capacità di spendita di quelle risorse in aumento.
Vedete, se noi continuiamo poi (su una, veramente, falsa ricostruzione degli avvenimenti) a dire che il Presidente della Giunta non ha fatto nulla rispetto agli ordini del giorno che sono stati votati, quando lo sanno anche i sassi della via Roma che il Presidente ha scritto al presidente Napolitano, al Presidente del Consiglio, ai Ministri, che ha presentato, tra il 2011 e il 2012, ben dieci ricorsi per illegittimità costituzionale, l'ultimo dei quali proprio con riferimento alla spending review, alla legge di stabilità. Ma che cos'altro deve fare, in ossequio per giunta proprio ai deliberati di questo Consiglio regionale?
Ha denunciato la mancata riattivazione del tavolo tecnico, questa mattina ha fatto una proposta (sulla quale si può essere d'accordo o non d'accordo), che è quella di valutare una rivisitazione del Patto di stabilità con una nostra autonoma iniziativa. Di che cosa dobbiamo lamentarci o che cosa dobbiamo chiedere ancora al Presidente? Che si doti di una contraerea, di un'armata navale per attaccare i confini oltre Tirreno? Non lo so, colleghi, siamo davvero sul campo delle irrazionalità!
E' stato posto in essere ogni atto possibile consentito e dovuto per la difesa delle ragioni autonomistiche contro un centralismo teocratico imposto da altri Paesi e noi sappiamo che è tutto giusto…
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Teocratico? Tecnocratico, se no vi vanno contro anche i preti.
PITTALIS (P.d.L.). Tecnocratico, tecnocratico, chiedo scusa perché sono un po' raffreddato, no, tecnocratico, tecnocratico. Alludo al Governo della Germania, capiamo le esigenze della finanza pubblica italiana, il rigore europeo, tutto, ma non possiamo assolutamente consentire la mortificazione che, giorno dopo giorno, questo Governo sta perpetrando ai danni delle autonomie locali, ai danni delle Regioni a Statuto speciale come la nostra.
Penso che oggi avremmo potuto fare un passo in avanti, semmai ipotizzando anche una proposta alternativa rispetto a quella che ha indicato il presidente Cappellacci, non ne ho sentito, ho sentito soltanto divagazioni sul tema, al di là di una proposta fatta da ultimo dal collega Giulio Steri che va presa anche in seria considerazione e va valutata, ma per il resto, scusatemi, tutto il dibattito mi pare sia stato aria fritta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Lei ha descritto, presidente Cappellacci, una situazione drammatica della nostra Regione su ciò e solo su ciò non possiamo che essere d'accordo con lei. Ci ha descritto, poteva risparmiarcela, almeno la prima parte, la genesi dell'accordo del 2006 fino alla situazione odierna. Lei oggi poi ha concluso il suo intervento, le sue dichiarazioni, con un appello al Consiglio regionale. Presidente, vorrei ricordarle con grande rispetto, per stare un po' nel tracciato di Pittalis, con grande rispetto, che, per tre anni e mezzo, tre anni e mezzo, lei ha avuto appelli unitari dal Consiglio regionale che ha puntualmente disatteso! Però non voglio tornare su queste questioni.
Caro Pittalis, nessuna falsità! Abbiamo chiesto al Presidente della Regione di avere un ruolo e un'autorevolezza che finora non abbiamo avuto, non abbiamo visto nei confronti e nel negoziato, che non si è mai aperto, con il Governo nazionale.
Presidente Cappellacci, il Gruppo che rappresento, il Partito Democratico, non la ritiene adeguata a rappresentare l'intera Isola. Non abbiamo fiducia in lei e ce ne dispiace, non c'è nulla di personale, perché la dialettica politica vede avversari che si confrontano talvolta, quando è necessario, anche in punta di forchetta, ma c'è la necessità di un riconoscimento reciproco del ruolo e della funzione istituzionale che ognuno di noi rappresenta in quel momento dato. Noi arriviamo, ce ne dispiace per la Sardegna, anche per noi, alla conclusione che lei, in questi quattro anni, non è riuscito a rappresentare una sintesi e quindi non rappresenta l'intero Consiglio regionale.
Se ciò fosse avvenuto, presidente Cappellacci, nei suoi confronti, oggi, ci sarebbe un pochino di credito, cosa che non c'è assolutamente e non, Pittalis, perché non vogliamo bene alla Sardegna, ma proprio perché le vogliamo bene e, nel momento in cui le vogliamo bene, non speriamo per questa Regione, per quest'Isola, che debba subire ancora un anno e qualche mese di Governo Cappellacci e del centrodestra che lo sostiene. Questo è il nostro modo di voler bene alla Sardegna! Mi rendo conto che è un'opinione di parte, non condivisa, ma è ciò di cui siamo profondamente e intimamente convinti e, ahinoi, non lo siamo solo noi, ne sono convinti tutti quelli che quotidianamente rappresentano democraticamente urlando il loro grido di disperazione nelle piazze della Sardegna.
Anche per questo, Presidente, le diciamo che non siamo affatto d'accordo per l'esercizio provvisorio. Le dico anche perché. Noi siamo convinti che l'esercizio provvisorio sarebbe, ancora una volta, uno strumento, in mano sua e della sua Giunta, per gestire in maniera discrezionale le poche risorse disponibili. Non vogliamo che ciò avvenga perché voi e lei, con le scelte discrezionali che avete fatto in questi anni, siete stati la ragione che ha messo in ginocchio quest'Isola! Queste sono le ragioni vere per cui non siamo d'accordo per l'esercizio provvisorio.
Tuttavia, caro Pittalis, noi non facciamo aria fritta, ci assumiamo la responsabilità di fare anche una proposta alternativa, e non spetterebbe a noi. Mi avrebbe fatto piacere sentirne anche qualche altra, però prendo atto e declino l'assenza di altre proposte come una grande coesione della maggioranza di centrodestra attorno al presidente Cappellacci. Ho sentito la proposta di Steri e chiedo venia per non averla richiamata. Tuttavia confermo quanto ho appena detto.
Per queste ragioni, presidente Cappellacci, le chiediamo, il Gruppo del Partito Democratico le chiede, di presentare (pare che lei l'abbia pronta), la prego di seguirmi, Presidente, immediatamente la manovra di bilancio, una manovra di bilancio che può e deve prevedere anche lo sforamento del Patto di stabilità, anche perché non siamo poi obbligati a sforare dal 1° gennaio. Quindi presenti, Presidente, la manovra di bilancio, che prevede anche ciò. Ci sarà un tempo sufficiente dal momento della presentazione, dal 1° gennaio al 2, al 3, al 10 o al 1° febbraio, per avviare un negoziato forte con il Governo, con quello strumento però, non con l'esercizio provvisorio.
Badi, si metterebbero a ridere a Roma. Pensa davvero che Monti sia preoccupato di tutto ciò? Forse sarebbe preoccupato se qualcuno gli avesse magari tradotto la lettera in sardo che lei gli ha inviato, probabilmente non l'hanno ancora fatto, allora magari ci sarebbe da preoccuparsi. Comunque, presenti un bilancio in cui esplode il rapporto tra lo stanziamento e la capacità di spesa, noi le chiediamo questo, presidente Cappellacci. Per quanto ci riguarda, onorevole Pittalis, nelle prossime quarantott'ore, in una conferenza stampa, le opposizioni presenteranno una proposta alternativa. Alternativa a quella che lei ha presentato, presidente Cappellacci, in cui le opposizioni, con grande senso di responsabilità nei confronti di quest'Isola, che sta male, sta malissimo anche e soprattutto a causa sua, ci assumeremo la responsabilità, così come abbiamo fatto nell'esercizio finanziario per il 2012, dove le opposizioni si sono assunte le responsabilità di ripulire in maniera importante, sarebbe stata ancora una ripulitura più significativa se non ci fosse stato il "prurito" (scusate il termine poco consono a quest'Aula) di pezzi della maggioranza e della Giunta per non ripulire ulteriormente quel bilancio. Valgono le cose che ci ricordava per brevità di tempo l'onorevole Capelli nel suo intervento.
Dicevo, che terremo una conferenza stampa, nella quale avanzeremo una proposta con la quale ci assumeremo questa responsabilità; in quella proposta ci saranno indicazioni precise sulle priorità negli investimenti, nelle spese sociali, un'assunzione di responsabilità attraverso la presentazione della manovra di bilancio in cui si può prevedere anche lo sforamento del Patto di stabilità. Però, Presidente, ci vorrebbe davvero un Presidente autorevole, rappresentativo, credibile, riconosciuto dentro i confini di quest'Isola e soprattutto fuori, affinché si possa aprire un negoziato serio sul merito di quelle proposte. La nostra preoccupazione, Presidente, ripeto, nulla di personale, è che lei in questo momento, se mai lo è stato, non è nelle condizioni di rappresentare autorevolmente la Sardegna.
Io le propongo questo, Presidente, faccia un figurone, le nostre richieste o promesse di dimissioni non servono a nulla, come ci ricordava con una battuta l'onorevole Oppi, si dimetta lei, Presidente, di fronte a una situazione drammatica, mandi tutti a casa, lei farebbe il gesto nobile di porre fine a una legislatura che ha creato solo problemi a questa Sardegna e ha sentito soltanto consiglieri regionali che minacciano di dimettersi sapendo che poi non arrivano a nulla. Si dimetta oggi stesso e forse riusciremo a fare un servizio a questa Sardegna.
(Interruzione)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C-FLI). Le chiedo dieci minuti di sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. E' stata richiesta una breve sospensione.
Nessuno opponendosi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 21, viene ripresa alle ore 12 e 31)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 222.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Barracciu - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Espa - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Agus - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla delibera di proroga del contratto di somministrazione di lavoro interinale adottata il 26 ottobre 2012 dal direttore generale della Azienda ospedaliera Brotzu, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Corte dei conti, lo scorso 24 febbraio 2012, ha nuovamente puntato il dito sulla proliferazione anche in Sardegna di aziende pubbliche che assumono personale senza l'espletamento di procedure selettive e senza fare ricorso alle necessarie procedure concorsuali, ma sulla base di valutazioni meramente soggettive che tengono conto soltanto dei requisiti di conoscenza diretta, di appartenenza a categorie favorite o di posizioni di ingiustificato privilegio, motivate esclusivamente dal voler tenere in vita "nicchie di potere, aventi non pochi risvolti economici pregiudizievoli a carico delle risorse pubbliche";
- la Corte costituzionale si è notoriamente espressa contro la pratica esercitata dalle aziende pubbliche di assumere al di fuori dei pubblici concorsi, limitando le deroghe a esigenze di interesse pubblico funzionali e straordinarie (sentenze n. 52/2011; n. 195, n. 150 e n. 100 del 2010; n. 293 del 2009);
- la sentenza della Corte di cassazione n. 20846 del 5 ottobre 2007 recita: "la subordinazione di nuove assunzioni del personale nelle amministrazioni pubbliche è condizionata all'indisponibilità di idonei in concorsi già espletati, dovendosi in caso contrario procedere in luogo del reclutamento del personale esterno, all'assunzione diretta di candidati risultati idonei in precedenti prove selettive";
- la Corte del conti, già nell'indagine dell'8 aprile 2011 sull'attività di indirizzo e sul finanziamento degli enti del servizio sanitario regionale da parte della Regione autonoma della Sardegna (esercizi 2007-2010), riscontra un pesante aumento della spesa per consulenze, collaborazioni e rapporti interinali ed in particolare sottolinea che proprio l'Azienda ospedaliera (AO) Brotzu ha incrementato a dismisura la spesa per consulenze, collaborazioni, rapporti di lavoro interinale, prestazioni di lavoro sanitarie e socio-sanitarie e altre prestazioni non sanitarie;
- la preoccupante sottolineatura della Corte dei conti sull'incremento da parte della AO Brotzu delle spese di cui sopra relative agli esercizi 2007-2010 ha trovato ulteriore conferma e aggravio dall'analisi dei dati desumibili dai conti economici (CE) dell'esercizio 2011 e, seppure disponibili parzialmente, in quelli del 2012 tant'è che, rispetto al 2010, il Brotzu aumenta la spesa per gli interinali del 70 per cento circa passando da 3,473 milioni del 2010 (2,641 per sanitari e 832 mila per non sanitari) a 5,940 milioni del 2011 e del 2012;
- tale smisurato incremento non trova alcuna giustificazione in particolare se si tiene nella debita considerazione il raffronto dei dati del Brotzu con quelli della ASL n. 8 (che in termini di personale è il triplo del Brotzu) e delle ASL n. 5 e n. 7 (che in termini di personale sono più o meno equivalenti al Brotzu) da cui si ricava che la percentuale di spesa per interinali sulla spesa totale del personale raggiunge al Brotzu il 6,25 per cento ossia più del triplo della ASL n. 8 che ha l'1,9 per cento, il decuplo della ASL n. 5 che ha lo 0,6 per cento e il sestuplo della ASL n. 7 che ha 1,12 per cento; che sotto la direzione del direttore generale, Franco Meloni, gli interinali al Brotzu non esistevano e con il direttore generale Mario Selis erano ridotti al minimo; nonostante ciò il Brotzu ha funzionato bene ed ha sempre mantenuto e incrementato la missione sua propria di ospedale ad alta specialità; l'attuale direttore generale dell'AO Brotzu avrebbe almeno potuto e potrebbe da subito evitare l'assunzione di operatori socio-sanitari (OSS) interinali poiché vigente presso l'azienda una graduatoria concorsuale di idonei che scade il 31 dicembre 2012 e comunque per tutte le altre figure professionali davvero necessarie e giustificate avrebbe potuto, da subito, fare i concorsi e attingere da graduatorie vigenti presso altre ASL;
EVIDENZIATO che il Consiglio regionale, preso atto della necessità di porre un limite alle aziende sanitarie regionali nel ricorso alla somministrazione di lavoro interinale, e per riportarla con urgenza a valori compatibili con le reali esigenze dei servizi sanitari e indispensabili nell'ottica del risanamento della spesa sanitaria, dopo approfondita discussione, il 17 ottobre 2012, ha approvato all'unanimità la norma che impone da subito alle aziende sanitarie il limite del 2 per cento sulla spesa del personale quale misura massima di spesa per il lavoro interinale;
PRESO ATTO che:
nonostante l'approvazione unanime della legge il direttore generale dell'AO Brotzu, noncurante delle decisioni assunte dal Consiglio regionale ha, con una tempestività sorprendente, con delibera n. 1613 del 26 ottobre 2012, prorogato il contratto per la somministrazione di lavoro interinale in essere presso l'azienda, causa dell'incremento grave e smisurato descritto in premessa;
tale proroga rappresenta un ulteriore danno economico per la Regione e uno spreco ingiustificato di risorse pubbliche, un atto di evidente grave arroganza, di presunzione, di impunibilità nonché di indifferenza rispetto alle leggi approvate e agli obblighi e ai doveri di chi è nominato per rivestire ruoli di dirigenza presso la pubblica amministrazione;
RITENUTO che:
- tale gravissimo comportamento sia stato agevolato dall'emblematico e rarissimo ritardo con il quale il Presidente della Regione ha provveduto alla promulgazione della legge regionale in materia sanitaria nella quale è contenuto l'articolo che limita la spesa per gli interinali, promulgazione avvenuta nel corso della settimana 5-11 novembre 2012 a distanza di ben tre settimane dall'approvazione in Consiglio regionale e di più di due settimane dall'invio della stessa dal Consiglio alla Presidenza della Regione;
- il ritardo accumulato nella promulgazione della legge contraddice spudoratamente il carattere d'urgenza attribuito, con fortissima convinzione ed insistenza dalla Giunta regionale, alla legge stessa soprattutto in relazione alle scadenze dettate dal Governo nazionale nei provvedimenti per spending review e per non perdere i 244 milioni dovuti alla Sardegna;
- comunque la mancata promulgazione della legge nei tempi dovuti, non giustifica in alcun modo la proroga di che trattasi e il comportamento del direttore generale del Brotzu in quanto il contenuto della legge approvata era ben noto e il direttore generale avrebbe dovuto attenersi ad sesso anche solo per mera questione di opportunità,
impegna il Presidente della Regione
1) a rimuovere immediatamente dall'incarico il direttore generale dell'AO Brotzu;
2) a riferire in Consiglio regionale sulle motivazioni dell'inammissibile ritardo con cui è stata promulgata la legge in materia di sanità approvata dal Consiglio regionale il 17 ottobre 2012. (222).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, abbiamo appena terminato una discussione intorno alle questioni che riguardano le finanze della Regione, il Patto di stabilità, la possibilità di poter fare o meno il bilancio, la finanziaria, la grave situazione di crisi nella quale versa la Sardegna e l'assenza di strumenti, anche di ordine finanziario, per potervi far fronte. Abbiamo fatto una discussione, che è l'ennesima discussione che potremmo definire con una battuta "cronaca di una morte annunciata", in quanto si sapeva che sarebbe finita a questo punto. Dai banchi dell'opposizione l'abbiamo detto in ogni occasione che c'è stata data, abbiamo avvisato dei pericoli a cui saremmo andati incontro se la Giunta regionale non avesse fatto per tempo le azioni necessarie per risolvere la questione delle entrate prima, le norme di attuazione dopo, la questione del Patto di stabilità. Insomma, abbiamo annunciato, non strumentalmente, ma consapevolmente, quello che sarebbe successo e oggi abbiamo di nuovo una sintesi di quello che già ci siamo detti tante volte; per noi veramente le chiacchiere stanno a zero, il tempo è scaduto e la proposta indecente di stamattina non poteva essere assolutamente accettata.
La mozione in discussione, che devo illustrare, è un tassello della situazione di cui abbiamo discusso poc'anzi; è un tassello, piccolo, ma un tassello che replica, sostanzialmente, lo stesso iter della situazione finanziaria che riguarda le questioni delle entrate e del Patto di stabilità che abbiamo discusso poco fa.
Perché dico questo? Perché delle questioni che riguardano la gestione degli interinali e del personale al Brotzu ne abbiamo parlato tante volte in quest'Aula, intorno a questo problema sono state presentate numerosissime interrogazioni che non hanno mai avuto risposta, Presidente, interrogazioni che sono state ovviamente inviate all'Assessore della sanità (al precedente, ma anche all'attuale) e al Presidente della Regione, nelle quali io e altri colleghi, Diana, Uras, insomma l'opposizione di centrosinistra ha reso noto e chiesto conto di quanto è accaduto al Brotzu nel merito della gestione degli interinali.
Abbiamo rimarcato la gravità di quella gestione e, soprattutto, abbiamo sottolineato la stranezza amministrativa di quella gestione. Perché? Prima di scrivere le numerose interrogazioni, che abbiamo poi sottoposto all'Assessore e al Presidente, abbiamo rilevato e messo in risalto l'anomalia in Sardegna del Brotzu in questo settore (a dire il vero, insieme alla ASL di Olbia che, però, nel frattempo ha iniziato a risolvere le anomalie di quei numeri sul Brotzu, o almeno sta iniziando a farlo piano piano). Dalle analisi che abbiamo fatto dei conti economici, ma anche riprendendo le sollecitazioni della Corte dei conti, che ha sottolineato, più di una volta, l'anomalia del Brotzu in materia di assunzioni interinali fuori dai concorsi, di consulenze, insomma, di una gestione del personale quanto meno leggera, abbiamo, appunto, sottoposto all'Assessore e al Presidente, più volte, il caso Brotzu.
Io stessa, in quest'Aula, in occasione delle finanziarie, l'ultima volta in occasione della discussione della legge sulla sanità, ho invitato l'assessore De Francisci e il Presidente della Regione a mettere la lente d'ingrandimento sulla gestione degli interinali presso l'Azienda Brotzu, perché l'abbiamo ritenuta assolutamente anomala. L'abbiamo ritenuta anomala! Voglio ripetere, in quest'occasione, che queste anomalie, che avrebbero dovuto suscitare preoccupazioni nella Giunta regionale, sono invece passate sui tavoli della Giunta come acqua fresca. L'Aula (quindi i colleghi) sappia che l'Azienda ospedaliera Brotzu ha duemila dipendenti e spende, su un bilancio di circa 169 milioni, 96 milioni per il personale. Il Brotzu, fino adesso, ha speso 5,940 milioni per lavoro interinale, cioè il 3,51 per cento sui costi totali e il 6,25 per cento sul costo del personale. Questi dati pongono il Brotzu in Sardegna in una posizione che veramente lo differenzia da tutte le altre situazioni, da tutte le altre ASL; è una crescita esponenziale dell'uso del lavoro interinale assolutamente ingiustificata, e noi riteniamo anche ingiustificabile, che crea, secondo noi, uno sperpero di danaro pubblico e che viene utilizzato, Presidente, mi consenta di dirlo in quest'Aula, per una sequela di assunzioni clientelari mai viste in una ASL della Sardegna.
Voglio dire qui, perché lo sanno anche i bambini, che la maggior parte dei lavoratori interinali assunti al Brotzu provengono dalla Trexenta. Io non sono della Trexenta, mi risulta invece che il direttore del Brotzu sia della Trexenta. Questo lo sanno tutti, anche i sindacati, lo si dice sottovoce e io voglio che rimanga agli atti in quest'Aula. Il direttore del Brotzu sostiene che questa massa enorme di interinali sia una necessità; ma allora se è una necessità perché si fermano, dice lui, la funzionalità, l'efficienza e l'efficacia dei reparti? Chiedo al Presidente della Regione come mai un direttore generale (che è in possesso magari dei titoli per fare il direttore generale e quindi è competente nella gestione aziendale di un'azienda ospedaliera) non abbia per tempo previsto quale mole di personale fosse necessaria per affrontare il lavoro preziosissimo che il Brotzu deve portare avanti e, conseguentemente, per quale motivo, anche ai sensi delle leggi vigenti, non ha per tempo predisposto il piano annuale aziendale, e anche il piano triennale, del fabbisogno del personale. Non ci risulta che il direttore Garau si sia impegnato in questo, ha fatto in modo che questi documenti non fossero presentati all'Assessorato perché, in presenza di un piano aziendale delle assunzioni, in particolare in presenza di una giustificazione precisa, circostanziata della necessità di nuovo personale (non nego che non ci sia bisogno, molto probabilmente c'è bisogno, perché si lavora molto in quell'ospedale e si fanno delle cose preziosissime per la Sardegna), le deroghe per le assunzioni si sarebbero potute dare, ma il direttore generale del Brotzu ha preferito non fare quello che avrebbe dovuto fare e andare avanti con le assunzioni interinali.
La dimostrazione che lui non aveva alcuna intenzione di procedere a descrivere bene il quadro della necessità del personale e quindi superare il sistema degli interinali (può consentire tutto un'azienda ospedaliera, tranne che, con il sistema degli interinali, erogare servizi di qualità per i malati, perché si sa che il lavoro interinale è un lavoro temporaneo e si sa che, ogni tre mesi, questi lavoratori cambiano nelle corsie degli ospedali, per cui questo turn-over continuo non è certamente e non può essere assolutamente criterio di qualità dell'assistenza che si presta, la qualità passa attraverso la possibilità che i lavoratori siano a tempo indeterminato, fissi, che imparino quello che devono fare e lo portino avanti ogni giorno con la competenza di cui sono portatori), bene, dicevo che la dimostrazione che il direttore Garau ha preferito invece portare avanti questo suo sistema degli interinali e incrementarlo a dismisura (incrementarlo a dismisura perché il direttore generale ha incrementato la spesa per gli interinali, come dicevo prima ma come è già scritto in numerose interrogazioni che abbiamo presentato, in maniera, dicevo prima, esponenziale fino ad arrivare a 6 milioni di euro all'anno), è che ha fatto una gara qualche tempo fa di 18 milioni di euro in tre anni per i lavoratori interinali.
Allora, una gara di 18 milioni di lavoro interinale per tre anni, anche con la possibilità di un incremento del 50 per cento successivo, qualora questo si rendesse necessario, perché quella gara è ancora in piedi, è la dimostrazione più lampante che il direttore generale non ha voluto, non voleva e non vuole rinunciare a quel sistema e fare invece quello che dovrebbe fare se fosse un direttore generale all'altezza del compito che gli è stato attribuito. Quella gara dimostra proprio che, in quell'azienda ospedaliera, è stata intrapresa la strada per la stabilizzazione del lavoro interinale, che tutto può essere tranne che segno di qualità della gestione che si mette in campo. Abbiamo già parlato in lungo e in largo di questo problema, si diceva che i lavoratori interinali sono necessari e, per far questo, è stata sottoscritta una lettera da parte dei primari e dei coordinatori infermieristici. So benissimo che valore possono avere mail e lettere che mi sono arrivate, Presidente, gliene farò copia e gliele farò avere; ho decine di segnalazioni che sottolineano il metodo che è stato utilizzato per convincere "spontaneamente" i primari dell'ospedale Brotzu e i coordinatori infermieristici a sottoscrivere quella lettera che poi è stata data alla stampa.
Mi viene anche suggerito, lo sottopongo come tema all'Aula, di verificare se è possibile aprire un'inchiesta interna al Brotzu per capire come siano state estorte le firme (sulla lettera che poi è comparsa sulla stampa) del personale del Brotzu a sostegno dei lavoratori interinali. Tra l'altro, in quella lettera, comunque non si parla del sostegno all'assunzione di lavoro interinale ma alla necessità di personale. Allora se c'è necessità di personale, diciamo che questo deve essere assunto a tempo indeterminato, che si devono fare i concorsi e il direttore generale Garau avrebbe potuto evitare per esempio anche soltanto l'assunzione degli interinali OSS, perché al Brotzu è vigente una graduatoria per OSS di un concorso che è stato fatto qualche anno fa e che scade il 31 dicembre di quest'anno, invece il direttore del Brotzu anziché assumere il personale da quella graduatoria (avrebbe potuto farlo), ha preferito assumere gli interinali.
Ci sono tante cose che non tornano, come una graduatoria per gli OSS ancora valida, avrebbe potuto assumere da quella e invece continua ad assumere interinali e, per quanto riguarda invece gli infermieri (la necessità capisco che ci sia), anziché ricorrere agli interinali (anche in assenza del tempo per fare i concorsi) avrebbe facilmente potuto attingere da altre graduatorie vigenti in altre ASL della Sardegna ma non ha fatto neanche questo. Insomma tutte le scuse che il direttore porta a sostegno della sua gestione clientelare, clientelare e smisurata degli interinali, non reggono comunque la si guardi. Spreco di denaro pubblico sottratto alle imprese e alle famiglie di quest'Isola, denaro pubblico sottratto alla possibilità di occupazione stabile, di occupazione stabile e buona soprattutto per il lavoro che queste persone sono chiamate a fare.
Ma la cosa sulla quale vogliamo mettere l'accento con questa mozione è un'altra. Il Consiglio regionale ha approvato, come si sa, la norma che limita il ricorso alla somministrazione di lavoro interinale, l'abbiamo approvata dentro la legge sulla sanità il 17 ottobre, perché il Consiglio regionale all'unanimità ha responsabilmente preso consapevolezza di un problema serissimo dell'abuso dei lavoratori interinali in questa Regione nelle aziende pubbliche (lo ha sottolineato la Corte dei conti più di una volta); allora, nonostante l'approvazione di una norma che, come sappiamo tutti, limita questo ricorso al 2 per cento del costo del personale, il direttore generale del Brotzu, noncurante delle leggi che vengono approvate dal Consiglio regionale, anzi direi sprezzante delle leggi che vengono approvate dal Consiglio regionale, con la sua solita presunzione di impunibilità ha ritenuto, ripeto, nonostante le decisioni del Consiglio regionale, di prorogare i contratti di lavoro interinale, quelli in essere, in attesa poi di dar corso al nuovo appalto che dovrebbe prendere corso nei mesi prossimi, appalto di 18 milioni per i prossimi tre anni che, di fatto, per la mole di cui stiamo parlando, stabilizza per altri tre anni i lavoratori interinali.
Abbiamo il direttore generale che evidentemente non è all'altezza del ruolo a cui è stato preposto, è stato richiamato più volte, questa mozione è proprio l'ultimo atto, l'atto estremo, perché non c'è stato ascolto da parte della Giunta regionale e questo direttore ha continuato a fare, assolutamente indisturbato, quello che ha voluto. Pensiamo anche, Presidente, questo ce lo deve dire lei, che il direttore generale Garau abbia potuto agire in questo modo (oltre che prorogare la gara di cui stiamo parlando) con la sua complicità e ci chiediamo come mai la legge sulla sanità sia stata promulgata con un ritardo che non si è mai visto! Guardi, c'è un solo caso che riguarda lei e pochissimi altri casi di Presidenti precedenti nella promulgazione di leggi. Lei ha fatto un ritardo di venti giorni soltanto con la legge sulla flotta sarda, tutte le altre sono state promulgate tempestivamente. Stranamente la legge sulla sanità!
Assessore De Francisci, lei ci ha ripetuto, in Commissione e in quest'Aula, che c'era una fretta infinita di approvare la legge, di metterla in vigore immediatamente, perché c'erano i provvedimenti del Governo che ci incalzavano, i 244 milioni che altrimenti non ci sarebbero arrivati, bene, il suo Presidente ha promulgato quella legge, così urgente, presidente Contu, ripeto, ha promulgato quella legge così urgente, con ben tre settimane di ritardo! Ha perso altre tre settimane al tempo che già ammonta a tre anni e mezzo persi sulla gestione della sanità in quest'Isola - noi pensiamo - per dare il tempo al direttore del Brotzu di non avere la legge promulgata quindi vigente e fare così le sue proroghe ai contratti interinali indisturbato rispetto alla norma che limita l'utilizzo degli interinali appunto al 2 per cento. Riteniamo che ci sia anche una complicità in questo senso, perché è un caso veramente emblematico di ritardo di pubblicazione e, se non è così, vogliamo che lei ci spieghi oggi per quale motivo ha accumulato tutto questo tempo nella promulgazione della legge sulla sanità.
Detto questo, chiediamo all'Aula di riflettere se il direttore generale, richiamato più volte, noncurante delle cose che sono state dette, noncurante anche di una legge approvata dal Consiglio regionale che, nonostante non fosse stata allora ancora promulgata, era ben nota a tutti, soltanto per una questione di opportunità e di cautela si sarebbe dovuto astenere dal ritrattare questioni sugli interinali proprio in quella fase, mentre, noncurante di tutto questo, ha voluto procedere come se fosse una libera repubblica indipendente della sanità in Sardegna.
Chiedo all'Aula di valutare se davvero noi possiamo dare un esempio di questo genere all'esterno, se possiamo tollerare che funzionari pubblici, nominati per svolgere con lealtà le loro funzioni, si comportino invece come se fossero dei soggetti totalmente indipendenti, se possiamo tollerare che continuino a ricoprire le cariche che sono state loro affidate.
Viceversa riteniamo opportuno che il Presidente della Regione, qualora non fosse appunto complice di questa situazione, prenda in seria considerazione l'opportunità di sollevare il direttore Garau dal suo ruolo e di rimandarlo alla sua attività di libero professionista. Credo che daremmo un buon esempio e, per una volta, un esempio di consapevolezza e di non tolleranza di comportamenti che non possono essere accettati, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo dove la spesa di ogni centesimo deve essere ragionata perché i cittadini abbiano almeno un minimo di speranza che i loro soldi siano spesi sempre bene e nei loro interessi.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Bruno è rientrato dal congedo.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento, che deve essere contenuto entro dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). E' difficile dopo la relazione così circostanziata, dico anche così oggettiva, della collega Barracciu, credo che tutti i consiglieri possono aver colto nel merito delle questioni che sono state riportate, aggiungere ancora degli elementi. Credo che, al di là degli schieramenti, dei dati che sono stati riportati, le considerazioni fatte e anche lo stesso lavoro svolto qui dal Consiglio regionale (che mi sembra in maniera molto positiva abbia per esempio stabilito nel 2 per cento le quote del lavoro interinale) abbiano un'efficacia che viene vanificata da comportamenti di persone che non rispettano il giusto andamento che ci dovrebbe essere quando si parla di lavoratori. E' scoppiata, avete letto, anche un po' di polemica; sapete che, anche nel Brotzu, sono state un po' tirate le giacchette, è stato detto: "Guardate che così il Brotzu si sfalda, il Brotzu non va avanti, senza i lavoratori, così come siamo adesso, succede chissà che cosa". Capisco benissimo che ci possano essere situazioni più complicate, ma credo che, dopo tutti questi anni nel quale abbiamo riaffermato il diritto ai concorsi, il diritto a collocare le persone per merito, il diritto ad avere delle soluzioni che permettessero di avere dei riconoscimenti oggettivi per quei lavoratori che si erano sottoposti a procedure pubbliche, le responsabilità siano abbastanza evidenti.
Voglio ripetere qualche dato contenuto nella relazione della nostra mozione. Per esempio, sono costretto, lo dico con simpatia, a citare il direttore generale Franco Meloni. Al tempo in cui l'attuale onorevole Franco Meloni era direttore generale, non esistevano gli interinali durante la sua gestione. Allora mi chiedo, forse l'onorevole Meloni era un incosciente? Forse il Brotzu è morto durante la sua gestione? Al tempo del suo successore, il dottor Selis, c'erano veramente pochissimi lavoratori interinali. Non sto parlando di centrodestra o di centrosinistra, sto cercando di dimostrare di essere, tecnicamente, il più oggettivo possibile. Com'è stato già sottolineato dalla mia collega, constatiamo che la percentuale di spesa per gli interinali, sulla spesa totale del personale, raggiunge al Brotzu il 6,25 per cento, cioè più del triplo ad esempio della ASL 8, che ha l'1,9 per cento, il decuplo della ASL 5, che ha lo 0,6 per cento, e il sestuplo della ASL 7 che ha l'1,12 per cento. Ecco, questi sono i dati.
Ripeto ancora che veramente non so come si possa non prendere atto di questa situazione. Pensando per esempio alla situazione della ASL 8, che è una ASL estremamente complessa, credo che i direttori generali che si sono succeduti, compreso l'ultimo, avrebbero potuto assolutamente accampare diritto ad assumere chissà quante persone, costretti dalla circostanza, da tutte le emergenze e da tutto quello che vogliamo, ma non è così. Se non è così, vuol dire che qualcuno, come progettazione, ha un diverso disegno di gestione della propria struttura, ha quindi un'idea differente dell'uso del lavoro interinale, è quello che diciamo qui, dalla stragrande maggioranza dei suoi colleghi che sono sempre stati nominati da voi, non è che hanno altra provenienza.
Allora com'è la cosa? Io lo dico e già incomincio a fare l'appello: perché non votare questa mozione se ci sono degli atti e delle considerazioni tecniche? O almeno io le chiamo così, ci sono dei dati oggettivi. Ripeto che non possiamo pensare che il Brotzu abbia una specificità in questo settore, è già stato detto, il Brotzu è un patrimonio della Sardegna, non solo di Cagliari e della zona di Cagliari, è un ospedale veramente strategico, al Brotzu si fanno cose di grande eccellenza. Però, su questo argomento, non si riesce a capire per quale motivo bisogna fare un braccio di ferro. Questo è un argomento che lascia veramente sconfortato un amministratore coscienzioso. Un amministratore coscienzioso dovrebbe uscire dalla logica della maggioranza e dell'opposizione (perché in questo caso non è così) e cercare di entrare nel merito delle cose per trovare delle soluzioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda.
CORDA (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, credo che mai mozione sia stata più tempestiva e utile alla discussione d'Aula, in un momento in cui la politica sotto tanti punti di vista è sotto processo. E' necessario ristabilire, secondo me, compiti, funzioni, responsabilità e soprattutto riacquisire dignità da parte della classe politica, che determina, decide, indica i direttori generali e tutta la struttura burocratico-amministrativa e manageriale che sovraintende alle varie mansioni e alla difficile, variegata e articolata gestione della cosa pubblica.
La nostra attenzione ricade sulla gestione del Brotzu e la collega Barracciu, vorrei invitare i colleghi a riflettere su questo, oltre che illustrare la mozione, e nella mozione stessa ne ritroviamo traccia, ha fatto delle precise e chiare denunce, financo a richiedere, da parte dell'Assessorato, della Presidenza della Regione e del Consiglio stesso, una opportuna verifica sui metodi di gestione dell'Azienda sanitaria Brotzu.
Mi permetto di dire che, quanto rappresentato nella mozione, non può essere ristretto soltanto alla gestione del Brotzu; in ambito sanitario in particolare, ma in ambito di gestione degli enti, credo che possiamo allargare l'orizzonte. Questa è una vostra, perché bisogna distinguere i ruoli di governo da chi non governa e quindi è responsabile delle scelte, è una vostra chiara responsabilità, sulla quale credo che sia opportuno (senza necessariamente invocare modifiche sull'opinione che ognuno di noi si è formato sulla conduzione della Regione) invocare appunto verifiche di tipo politico.
Perché vorrei allargare l'orizzonte? Perché è una ghiotta occasione quella che ci viene data dalla collega Barracciu, e dai firmatari, nell'esposizione e nella possibilità di discutere questa mozione. In quest'Aula si sono sempre ribaditi dei concetti, quando abbiamo discusso il vincolo del 2 per cento per la quantità di lavoratori interinali o di spesa sull'interinale che dovrebbe vincolare le strutture sanitarie, ASL o in questo caso Azienda ospedaliera, non abbiamo tenuto conto di altre sfaccettature. I dati riportati nella stessa mozione, che sono corretti, correttissimi per quanto riguarda la ASL 5, la ASL 7 e la ASL 8, riportati come esempi virtuosi, diciamo, nella gestione del lavoro interinale, non possono comprendere altre ASL che hanno aggirato l'ostacolo. Faccio l'esempio della ASL 1 che sicuramente non troveremo fra quelli che sfonderanno sull'interinale il tetto del 2 per cento, ma è chiaro che questo non possa avvenire perché, "uscita la legge trovato l'inganno", se noi andiamo a verificare l'utilizzo del sistema cooperativistico per assunzioni, come definite giustamente dalla collega Barracciu, "clientelari", troveremo che il numero in quel caso è quanto meno in corsa per superare sul fotofinish l'Azienda ospedaliera Brotzu.
Così come non è raffrontabile il dato che può provenire dall'Azienda numero 3 che utilizza, probabilmente, fisiologicamente, il numero degli interinali o lo sfora di un po' ma che non può essere conteggiato perché tali prestazioni vengono assorbite dal famosissimo project finance, che è applicato nella ASL 3, che nasconde, di per sé, assumendomi la responsabilità come sempre di quello che dico, uno sperpero di denaro pubblico. L'ho denunciato, non solo oggi, perciò non può essere soltanto in carico dell'attuale dirigenza, ma anche delle passate gestioni fino a quelle di dieci anni fa, per l'esattezza nel 2007, quindi non di dieci ma di cinque anni fa; denunciavo appunto che lì si nascondono procedure e attività di cui sarebbe opportuno avere notizia anche da parte di altre istituzioni quale la Procura della Repubblica, sperpero di denaro pubblico, pagamento non dovuto di prestazioni, tanto che si arriva in quel caso a pagare anche delle fatture per prestazioni realmente non effettuate. Non sto parlando di qualche centinaio di migliaia di euro, sto parlando di qualche milione di euro!
Questo per dire che, nel sistema sanitario, sul quale noi investiamo, come abbiamo sempre ripetuto, oltre 3 miliardi e 470 milioni di euro l'anno, si nasconde tra le pieghe di quel bilancio la malafede e l'utilizzo improprio delle risorse. Questo del Brotzu è un chiarissimo esempio. Voi sapete che tante carriere politiche si sono costruite nell'utilizzo del sistema sanitario per costruire consenso e molti direttori generali le hanno utilizzate in tal senso. Devo anch'io spezzare una lancia. Ho avuto la fortuna, grazie al Partito che mi indicò in quel periodo, di assumere per breve tempo l'incarico di Assessore della sanità e, in vari modi e in vari momenti, ho sostenuto che, tra quei direttori generali, almeno due (uno che oggi abbiamo l'onore di avere come collega e un altro che guida la ASL numero 8) erano, e sono comunque attualmente, seri professionisti del settore, dell'allora Brotzu, Franco Meloni, e dell'attuale ASL 8, Simeone, che è stato anche visitato dalla Commissione che ha avuto modo di verificare la chiarezza e trasparenza della gestione. Bene, tutto il resto credo che abbia sicuramente segnato il passo, ancor più in questa gestione, dove noi abbiamo direttori generali, la correggo, mi permetta, onorevole Barracciu, che "non hanno i titoli" per ricoprire quel ruolo, non che "hanno i titoli", e che, oltre a non avere i titoli, dimostrano di non avere la capacità, la conoscenza sufficiente e trasparenza per l'opportuna gestione. Ma chi è prigioniero della politica che copre la mancanza di titoli, è chiaro che non può esercitare in maniera proficua quel ruolo!
Sempre in questa Aula, sempre per stare in questi argomenti, Assessore, (gliene faccio carico con questa mia dichiarazione già in precedenza fatta in Aula), ho richiamato per esempio l'inopportuna, in quel momento ho detto anche "non professionale", correggo, "molto professionale", gestione del "118" del Nord Sardegna; so anche che le sono state recapitate, a seguito delle mie dichiarazioni, alcune discutibili relazioni che però non ho avuto l'onore di discutere, ma ho audito in Commissione settima alcuni operatori di quel settore. Le consiglio, Assessore, di farsi parte attiva per sentire quelle professionalità, come i consorzi delle cooperative, per esempio, che denunciano il fatto che, a seguito di quelle dichiarazioni, sono costantemente vessati, fino a rivedere le convenzioni in essere e chiusure quindi di punti di emergenza-urgenza. Perché? Perché qualcuno si è permesso di sollevare il problema? Vada a fondo, Assessore! Veda lei, verifichi di persona la conduzione di quella centrale del "118" e credo che le riserverà grandi sorprese, con l'obbligo però di intervenire per porre fine a un tipo di conduzione che non può essere quella della "Risiko" nella gestione dirigenziale di un settore pubblico di tale importanza, fino ad arrivare alle minacce di tipo personale.
Bene, credo che dobbiamo intervenire e il voto su questa mozione sarà molto…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Presidente, ci accingiamo per l'ennesima volta, in questa Aula, a discutere di una mozione… possiamo dirlo? Diciamolo: ad personam, perché di questo si tratta! L'indirizzo è chiarissimo, l'indirizzo è per Tonino Garau ma l'obiettivo vero è il Presidente della Giunta, questo è fuor di dubbio.
Cari colleghi, siamo stati molto ingenui quando abbiamo approvato quel famoso emendamento del 2 per cento, un emendamento presentato dall'opposizione (tra i tanti presentati, come giustamente deve fare per ricoprire il proprio ruolo); dopo una pseudo mediazione, si è arrivati a condividere un 2 per cento, però onestamente nessuno di noi, quando ha approvato quell'emendamento, voleva avere un obiettivo punitivo ad personam, come invece scopro e verifico leggendo questa mozione. Soprattutto, nessuno di noi, nel votare quell'emendamento, intendeva rischiare di bloccare l'attività del più grosso ospedale della Regione Sarda.
Abbiamo fatto un altro errore, cari colleghi della maggioranza e dell'opposizione, non abbiamo previsto, nell'approvazione di quell'emendamento, una norma transitoria, perché non eravamo a conoscenza delle percentuali reali delle singole strutture presenti nell'ambito regionale; se avessimo, come normalmente si fa quando si approvano questi provvedimenti, previsto una norma transitoria, non ci saremmo trovati nemmeno qui a perdere tempo a discutere di una mozione che, scusatemi ma consentitemelo visto che ho sentito termini oltretutto oltraggiosi nell'esposizione di questa mozione, a mio modo di vedere, è aria fritta, come è stato detto in un precedente intervento non relativo a questo argomento. Noi qui abbiamo sentito anche affermazioni pesanti, addirittura che il direttore generale, se avesse applicato tout court, e se applicasse domani mattina, la disposizione prevista del 2 per cento, di fatto, dovrebbero chiudere i tre quarti dei reparti del Brotzu! Mi dovete spiegare come si può, in termini brevissimi (che potrebbero essere anche 60 o 90 giorni?) attivare una selezione anche per assunzioni provvisorie per coprire qualcosa come 130-140 posti di figure assistenziali; non stiamo parlando di amministrativi, sto parlando di figure assistenziali.
Avrebbe significato chiudere la neurochirurgica, la cardiochirurgia, in parte la cardiologia, in parte la rianimazione, in parte la nefrologia con i servizi di dialisi! Questo sarebbe stato il risultato se il direttore del Brotzu avesse applicato tout court questo provvedimento che noi, sbagliando, abbiamo approvato come abbiamo approvato. E' talmente faziosa questa mozione che non analizza nemmeno la delibera che ha fatto il direttore del Brotzu, dove dice esattamente le cose che ho appena detto. Dice che, nelle more dell'avviamento delle procedure di legge, che non sono procedure che si possono attivare in tre giorni o in dieci giorni, ha provveduto ad attivarle e, nelle more, sulla base della richiesta dei direttori di reparto e dei capi dipartimento dell'ospedale, si sta assumendo la responsabilità di non chiudere l'ospedale Brotzu, perché questo significherebbe! Chi dice il contrario, sta dicendo delle falsità, delle faziosità, perché qui siamo all'attacco personale. Questa non è politica, questo è uno schifo!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI). Credo di avere il dovere di fare alcune precisazioni, anche se la mozione oggi affronta temi molto importanti che non sono solo quelli della sua intestazione, ma quelli più generali degli interinali delle ASL e dei costi delle aziende. Una riflessione attenta va fatta non solo per la situazione particolare e oggettivamente degna di attenzione dell'Azienda ospedaliera Brotzu (dirò poi nell'ordine quali sono), ma per l'intera gestione del comparto sanitario di cui l'Aula si è occupata qualche settimana fa.
La situazione del lavoro interinale è problematica, ma è fuori di dubbio che i modi per risolvere la questione esistono e non sono neanche quelli che ha detto poc'anzi Locci. Io cito dati, se è vero, com'è vero, che, per far funzionare un'azienda ospedaliera di primaria importanza come il Brotzu occorrono 188 OSS, ma nella pianta organica sono 117, in realtà ce ne sono 115 più 5. Allora, le esigenze ci sono, questo è vero, però quali atti bisognava fare? Mi appello all'Assessore perché consenta che, con la massima celerità, si possa modificare l'atto aziendale e fare eventualmente subito selezioni o concorsi oppure utilizzare, come è stato ben detto stamattina, graduatorie di altre ASL, come è avvenuto quasi sempre. Questo è il dato obiettivo. Perché lo dico? Non mi soffermo sul discorso, per esempio, se dovessi citarle, ce ne sono tre: una è Olbia, l'altra è il Brotzu e la terza (col 4 per cento e rotti di spesa in più) è quella di Lanusei. Nessuno sta dicendo di chiudere! Nessuno vuol chiudere niente! Certo è che, se mancano tre OSS, in rianimazione (dove purtroppo sono stato io), e due infermieri, si blocca tutto. Però, la pianta organica del Brotzu, caro Franco, te l'ho chiesto prima, è del 1997, i numeri sono cambiati, le esigenze sono diverse! Ma si può fare un concorso, si doveva già attivare. Per esempio Olbia, che è quella a un livello più alto, ha predisposto tutti gli atti per poter fare i concorsi, anche se in un anno è sceso da 311 a 127, poi non è che ci siano i santi qui dentro…
(Interruzione del consigliere Corda)
OPPI (U.D.C.-FLI). Ti ha mandato una lettera. Leggila bene e probabilmente ti convincerai di questo. Se non ti convinci, rivolgiti ai tuoi vecchi amici che ne hanno fatto più di Bertoldo in Terrasanta! Detto questo…
CORDA (P.D.). Rivolgiti tu a loro, non io!
OPPI (U.D.C.-FLI). Io non mi devo rivolgere a nessuno, ne conosco più di te che queste cose le capisci poco.
(Interruzione del consigliere Corda)
PRESIDENTE. Onorevole Corda…
OPPI (U.D.C.-FLI). Il tuo territorio aveva la percentuale di infermieri più bassa della Sardegna! Detto questo, ci sono anche gli infermieri. Gli infermieri sono 686 nella pianta organica, in realtà ce ne sono 660, e interinali 88, quindi queste correzioni vanno fatte perché sono risorse, caro Assessore. Nel momento stesso in cui le varie ASL costano una cifra X, e noi dobbiamo fare il ripiano, questi soldi a chi vengono tolti? Vengono tolti a tutti i servizi, vengono tolti ai comuni, alla cultura, all'ambiente, eccetera, quindi noi abbiamo l'esigenza, alla fine dell'anno o in anticipo in quest'ultimo periodo, di dover ripianare le perdite. Poi, diciamoci la verità, qualcuno dice che il pro capite è basso, ma è sempre stato basso. La verità è che la sanità, negli ultimi anni (sette, otto o dieci anni fa), incideva per il 50 per cento, oggi incide per il 60; questo 10 per cento in più che ci siamo voluti accollare noi, qualcuno si è voluto accollare la sanità, incide come? Incide in modo talmente grave che tutti gli Assessorati oggi non hanno la disponibilità in taluni casi per pagare gli stipendi, quindi dobbiamo pur cercare di razionalizzare la spesa, però obiettivamente ci sono queste anomalie.
Ci deve essere un lasso di tempo; insegni il ritmo ad alcuni non "grossi" luminari della scienza che ci sono anche al Brotzu! I ricambi, quando si fanno, bisogna farli bene perché, se si mette uno che non sa i numeri, diventa grave, caro Assessore! Le scelte vanno fatte con oculatezza e con intelligenza, per preparazione e competenze. E' evidente che, riducendo i numeri, alcune figure non ci sono (ha fatto bene Capelli a ricordare che, per questo, alla ASL 1, di Sassari, si ha un costo aggiuntivo dello 0,25, 0,26 eccetera), se si fanno attraverso le cooperative sfalsano tutto; bisognerebbe che l'Assessorato predisponesse puntualmente i dati e li analizzasse in modo tale da vedere quali sono i reali. Poi i tentativi maldestri come l'ultima volta, quando ci siamo permessi di proporre il 3 per cento e un Partito, che è un Partito autorevole ma a me non rappresenta niente, non fa una riunione per imporci la regola, noi votiamo contro, votiamo a favore contro l'1 per cento. Non prendiamo direttive da nessuno, ve l'ho detto! Avremmo votato l'1 per cento, proprio perché è il metodo che va cambiato in questo Consiglio regionale.
Comunque, non voglio rubare il tempo a nessuno, purtroppo i dieci minuti sono assolutamente insufficienti. Dobbiamo certamente guardare con molta attenzione al Brotzu, perché abbiamo contribuito tutti quanti al Brotzu, a renderlo efficiente e a dargli un'opportunità che era difficile in quel momento; ci volevano tre specializzazioni; abbiamo inventato che la cardiologia pediatrica fosse una specializzazione. Il Brotzu è un punto di riferimento e, in quanto tale, dobbiamo sostenerlo. Non dobbiamo in tempi brevi mortificare nessuno ma, Assessore, si faccia carico di sollecitare il Brotzu perché predisponga, attraverso le valide forme che le ho detto poc'anzi, che i reparti possano funzionare bene, e in tempi brevi si ripristini quella normalità che, in alcune realtà territoriali, esistono, sussistono e operano bene. Faccia prendere, dalle graduatorie aperte della ASL 8, gli OSS, faccia prendere, da altre realtà, le figure degli infermieri professionali; probabilmente renderemmo giustizia alla gente attraverso questa forma. Molte cose sono condivisibili, però noi siamo in una posizione in cui abbiamo dato suggerimenti per operare con senso di concretezza e con senso di responsabilità, dando un lasso di tempo limitato perché si provveda a sanare una situazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Intervengo molto brevemente. Non sottovaluto la portata della mozione. Avrei compreso se il tema fosse stato il lavoro interinale nella sanità, l'utilizzo del lavoro interinale in sanità, il costo giustificato o meno che essa rappresenta, ma davvero indirizzare su una persona per farne causa anche di contesa politica, questo è l'aspetto che non ci convince. Vede, l'ha ricordato bene l'onorevole Giorgio Oppi richiamando quello che era lo stato della pianta organica del Brotzu, che pare non fosse aggiornata dal 1997, non stiamo parlando di una piccola struttura ospedaliera periferica rispetto alla quale certamente avrebbe sorpreso e preoccupato tutti quanti noi nell'apprendere il dato del personale interinale assunto in quell'azienda, ma stiamo parlando dell'Azienda ospedaliera Brotzu, bisogna avere contezza della dimensione e dell'Azienda ospedaliera Brotzu. Per la verità, io non ho fatto l'Assessore della sanità quindi non è che ho molta dimestichezza, però so per certo che parliamo di un'azienda di alta specializzazione di rilievo nazionale che ha il suo punto di eccellenza nel centro prelievi e trapianti di organo, sappiamo che è la struttura ospedaliera di riferimento regionale per numerose patologie, per la complessità delle stesse che vengono trattate, che dispone di 600 posti letto, che occupa circa 2000 dipendenti ed eroga circa 150 mila prestazioni ambulatoriali all'anno.
Dunque questo apparato impone sicuramente, in relazione al fabbisogno, esigenze di disponibilità anche di personale ed è chiaro che non si possono né sospendere né interrompere le attività, questo è il primo aspetto; non è un richiamare giustificazioni che non servono, significa però porsi nei panni di un direttore generale, questo è stato ampiamente certificato anche dalle note del personale medico e paramedico, abbiamo letto tutti i documenti anche quelli di cui ha dato notizia la stampa che danno conto della preoccupazione di non dover sospendere, in questo modo una mancata proroga avrebbe determinato l'interruzione dell'attività.
Stiamo parlando di un'azienda, ho raccolto dei dati, se sono sbagliati, l'onorevole Barracciu mi correggerà, perché bisogna avere anche un quadro complessivo della spesa e quale incidenza ha sul bisogno di un'azienda, però mi risulta che la spesa del personale, strutturata nell'anno 2011, ammonta a 96 milioni e 410 mila euro, nell'anno 2010 era 97 milioni e 518 mila euro e quella del 2009 era pari a 97 milioni e 502 mila euro. Quindi si vede qual è il trend della spesa che, rispetto agli ultimi due esercizi, è diminuito di circa 1 milione e 100 mila euro, che corrisponde complessivamente, sulla base di una serie di calcoli di bilancio che non sto qui a ripetervi perché non amo troppo il tecnicismo ragionieristico, a un risparmio complessivo, nel periodo considerato, pari a 5 milioni di euro.
Penso che siano questi i dati sui quali ragionare. Il Consiglio regionale peraltro ha messo un punto fermo, chiaro, che dà un'indicazione alle aziende sanitarie, non ci possono essere deroghe, dall'entrata in vigore della legge, anche qui, però, onorevole Barracciu, bisogna dire tutta la verità. Lei forse non sa, ma lo sanno bene gli Uffici del Consiglio regionale, che la legge è stata rimandata alla Presidenza della Giunta regionale perché conteneva un errata corrige, mi pare qualcosa che doveva essere integrato o comunque corretto, e la legge è stata promulgata quattro giorni dopo questa correzione operata su richiesta degli Uffici del Consiglio regionale. Quindi di quale ritardo stiamo parlando? Almeno questa è la notizia e l'informazione che ho avuto da parte anche degli Uffici.
Poi mi pare che, insomma, voler addirittura creare una correlazione tra il ritardo nella pubblicazione di una legge e l'attività di un direttore generale, ritengo che (siccome conosco l'onorevole Barracciu e ne apprezzo la serietà e l'intelligenza) non lo pensi minimamente, che lo abbia detto così "ad colorandum", perché davvero mi pare che vi sia una sproporzione rispetto alla dimensione del problema affrontato.
Direi a chi ha (non mi riferisco a lei, onorevole Barracciu) elementi per bussare alla porta dei pubblici ministeri, lo faccia, se ne assuma la responsabilità, anche per le cose dette questa mattina, noi preferiamo affrontarle sul piano della corretta dialettica politica, preferiamo e saremo i primi a consegnare i dossier alle procure laddove avessimo soltanto non la certezza ma anche la verosimile possibilità che si possa annidare malaffare o illecito.
Ecco perché ritengo che, se tutto questo dibattito fosse depurato dalle strumentalità, forse il problema che lei ha posto, onorevole Barracciu, se riferito a una dimensione più generale, avrebbe potuto trovare da noi attenti interlocutori. Siccome mi pare che, dagli interventi, non da tutti per la verità ma da alcuni, abbiamo capito qual è l'obiettivo, soprattutto strumentale, allora è chiaro che una mozione di questo genere non la possiamo assolutamente condividere.
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, la legge è stata trasmessa alla Presidenza il 22 ottobre 2012, non è stata fatta alcuna richiesta di sospensione della pubblicazione per l'avviso di rettifica che è stato trasmesso il 5 novembre 2012, quindi è intercorso un bel periodo di tempo e non è stata chiesta la sospensione per l'avviso di rettifica. Sì, è passato il tempo dal 22 ottobre al 5 novembre. E non è stata chiesta la sospensione per la rettifica.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il Brotzu da tempo è diventato un caso, lo dico a lei, assessore De Francisci, è diventato un caso, e questo dispiace molto, perché il Brotzu, lo hanno ribadito oggi anche autorevoli colleghi, a partire dall'onorevole Oppi, rappresenta una delle poche eccellenze di quest'Isola, certamente lo è in campo sanitario. E' un'eccellenza per la professionalità dei medici… scusate!… E' un'eccellenza per la qualità e la professionalità del personale non medico, è un'eccellenza perché si è investito, quindi è un'azienda ospedaliera che ha know how, è un'eccellenza perché si fanno espianti e trapianti e si guarda a quella azienda ospedaliera non soltanto da questa Regione ma anche da altre Regioni, è un'eccellenza perché, su quell'azienda, si è investito parecchio negli anni passati, e si è avuto anche il coraggio di metterla in piedi, come ha ricordato testé l'onorevole Oppi.
C'è però in questi mesi, Assessore, presidente Cappellacci, non so chi di voi replicherà alla mozione della collega Barracciu, in atto un tentativo di far diventare, la discussione sul Brotzu, un fatto personale. Non è così, non è un fatto personale, lo dico a Locci, toglietevelo dalla testa, toglitelo dalla testa, mi scuso per questa volgarità, non è un fatto personale. Per nostra fortuna, anche in tema di politica sanitaria, sappiamo volare sollevandoci da terra cinque o dieci centimetri. Non è un fatto personale, e dimostrerò anche perché, ma non ce n'è bisogno perché la mozione da sola dimostra perché non è un fatto personale, basterebbe leggerla. Però è diventato un fatto, è diventato un caso, il Brotzu. Alla mozione di oggi, ad altre mozioni, interpellanze, interrogazioni, mai dato risposta! Assessore De Francisci, mai dato risposta! Io la capisco, perché probabilmente da parte sua c'era anche la volontà, mi rendo conto che non sempre la volontà ha anche le gambe per muoversi e per tradurre in azioni concrete un giudizio che magari si condivide, o si condivide in parte, o comunque ci si rende conto che il giudizio dato dall'opposizione in qualche maniera risponde a qualche elemento di concretezza e avrebbe meritato un intervento anche della maggioranza, della Giunta e dell'Assessore.
Siamo di fronte a un caso, assessoree De Francisci, perché al Brotzu, più che altrove, si è superato il limite di guardia. Non siamo dei carabinieri, che stanno dietro, però c'è un limite a tutto e c'è un limite anche al non venir meno alle azioni di governo volute dalla maggioranza che governa questa Regione, forse imposte a una parte della stessa maggioranza e a una parte della Giunta, anche nelle posizioni apicali. C'è un limite a tutto, Assessore, e lei lo sa bene. Non dubito della sua onestà intellettuale, quindi so che sa bene che si è superato il limite, si è superato lì e non altrove, si è superato con protervia, con arroganza, con disprezzo delle regole più elementari, perché di questo si tratta.
Ciò che succede al Brotzu è inqualificabile. Qual è il problema vero, assessore De Francisci, presidente Cappellacci? Il problema vero è che da tre anni e mezzo, lo dico anche al collega Oppi, da tre anni e mezzo, per scelta di quella direzione, non si tiene conto di una graduatoria di idonei. Badate, il vulnus è tutto lì, c'è una graduatoria di idonei, di gente che ha partecipato a un concorso esterno, che aveva i titoli, che si è messa in discussione, qualcuno ha vinto il concorso, tanti altri sono idonei, hanno la professionalità definita da quella commissione giudicatrice per poter svolgere le funzioni previste nel concorso a cui hanno partecipato. Non si tiene conto di quella graduatoria per un pregiudizio politico! Bisogna dirlo, presidente Cappellacci, perché si è convinti, diciamo la verità, lo dico anche all'Aula, che quella graduatoria è il prodotto di un concorso gestito nella passata legislatura e allora, siccome è stato gestito nella passata legislatura, non si possono assumere quelle persone, quegli idonei, perché c'è una "masnada di comunisti", di tutta questa "gentaglia". E' questa la ragione vera, la ragione è tutta qui! C'è un pregiudizio politico e al Brotzu ci si comporta in questa maniera, per questo pregiudizio; poi valgono le cose che ha ricordato la collega Barracciu, che ha scritto nella mozione, non sto qui a ripeterle, sono chiare ed è stata chiara la sua esposizione, stamane.
Di fronte a quel pregiudizio, che cosa si fa assessore De Francisci? Lei lo sa bene. Invece di chiamare quegli idonei, da tre anni e mezzo a questa parte… parliamoci chiaro, voglio fare questa riflessione per capire anche alcuni direttori, caro Locci, alcuni direttori del Brotzu che oggi ovviamente si trovano in difficoltà, ma si trovano in una difficoltà oggettiva per le responsabilità soggettive che avete voi e che ha quella direzione, tanto per essere chiari! Da tre anni e mezzo non chiamate chi ha diritto a essere assunto anche per sei mesi! Guardate, "così fan tutti", come diceva un famoso ritornello, ma mi spiegate: lo fa il dottor Simeone, lo fa il dottor Filigheddu, perché attingono in maniera corretta dalle graduatorie? Mi spiega qualcuno, assessore De Francisci, presidente Cappellacci, perché si muovono con equilibrio? Non siamo una banda di mentecatti, come qualcuno qua dentro, sappiamo perfettamente che, in un'organizzazione del lavoro, anche quella sanitaria, c'è bisogno, di fronte a emergenze, di poter avere disponibile manodopera professionalizzata per intervenire immediatamente, non c'è tempo per programmare, ma quella esigenza è un'esigenza eccezionale e limitata nel tempo, limitata nel tempo! Chi si è inventato queste forme di lavoro, di prestazione, di affitto di lavoro, lo ha fatto, poi se ne è fatto un uso degenerativo e voi siete dei protagonisti di un uso degenerativo. Questo è il problema, caro Locci! Adesso: "La Barracciu, Diana, o tutto il centrosinistra, vogliono chiudere il Brotzu!". Ma dai! C'è da ridere, per non dire altro, per non offendere quest'Aula! Ma davvero!
La verità è un'altra, so bene che ci sono reparti che, da tre anni e mezzo, hanno interinali e sono diventati un'ossatura, e so bene che alcuni reparti, se dovessero mancare all'improvviso quegli interinali, entrano in crisi, sono in difficoltà. Noi vi abbiamo chiesto altro, la proposta l'ha fatta Oppi, sono perfettamente d'accordo, si rimoduli! Ci sono realtà in cui si può comunque prendere e assumere immediatamente da quella graduatoria, mi dite perché non lo fate? Poi, le cose eccezionali si capiscono e nessuno spara addosso, soprattutto quando il soggetto a cui si spara deve curare la gente e noi abbiamo a cuore, caro Locci, la sanità, non vogliamo chiudere ospedali! Chi si muove in questa maniera, invece, anche senza saperlo, inconsapevolmente, sta mettendo a rischio un equilibrio molto delicato. Ecco perché abbiamo presentato questa mozione, una mozione seria, che una volta ancora chiede a questa maggioranza di riflettere, cosa che dimostrate di non saper fare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, ancora una volta quest'Aula viene convocata in via straordinaria e con procedura d'urgenza per discutere una mozione presentata dalle opposizioni che, a mio parere, non ha nulla di straordinario né tantomeno di urgente o, almeno, lo avrebbe se il contenuto della mozione fosse vero, se riportasse fatti veri e realistici, purtroppo così non è. Allora, di fronte alla situazione in cui ci troviamo, alle emergenze che viviamo tutti i giorni, l'urgenza che sento dalle opposizioni è quella di convocare il Presidente della Regione a rispondere di qualcosa che non esiste. Cercherò di attenermi semplicemente ai fatti che sono riportati nella mozione.
Si sostiene, prima di tutto, che il direttore generale del Brotzu abbia adottato un provvedimento, e lo abbia fatto contro la legge o, comunque, in difformità a una legge che era stata appena approvata; però, nello stesso tempo, si dice che quella legge non era stata pubblicata e quindi non si capisce quale sia l'irregolarità, considerato che non c'era una legge in vigore e, finché si vive in un mondo che è presieduto da un quadro di regole, nel quale esistono delle fonti del diritto, esistono dei meccanismi che regolano il vivere civile, credo che non si possa non partire dal presupposto che la legge è tale quando è pubblicata, quando è portata a conoscenza di tutti e, prima di quel momento, non è assolutamente niente, se non un provvedimento in itinere.
Però, al di là dell'esistenza o meno della legge pubblicata, si fa un riferimento all'opportunità che avrebbe dovuto consigliare il direttore generale del Brotzu, in vista di una legge che stava completando quel suo percorso, a non adottare quell'atto; qua mi spiace rilevare che quell'atto, quella proroga è stata sollecitata sostanzialmente dalla stragrande maggioranza dei direttori dei dipartimenti dell'ospedale, sono stati già citati i reparti che avrebbero tratto grave nocumento, addirittura l'interruzione dell'attività, ove non fosse stato adottato quell'atto, a dimostrazione del fatto che probabilmente quella legge è oltretutto sbagliata, perché non regolando quel periodo intermedio avrebbe lasciato l'ospedale con delle carenze gravissime, al di là di quello che è stato prima e di quello che poteva essere e quello che non è stato, creando danni serissimi. Mi si dice anche che queste lettere sostanzialmente sarebbero state in qualche modo provocate, quasi a voler pensare, anzi a dichiarare che i primari, tutti i responsabili di Dipartimento, coloro i quali hanno rappresentato queste emergenze, queste esigenze, siano dei burattini che rispondono a comando, quindi sono stati chiamati e ciascuno di loro ha ritenuto di ubbidire firmando una lettera, questo mi pare sia molto grave e non fa onore a chi lo dice, non fa onore alla reputazione di quei medici che invece meritano tutto il nostro rispetto e la nostra ammirazione.
Si dice poi che tutto questo sarebbe stato possibile attraverso un disegno che si sarebbe ordito con la complicità del sottoscritto che avrebbe scientemente ritardato la promulgazione della legge per poter consentire di mettere in piedi questo disegno criminoso, finalizzato, abbiamo appena visto, ne sono pienamente convinto, a una cosa santa, della quale, se non fosse che ha fatto semplicemente il suo dovere, bisognerebbe forse addirittura ringraziare il direttore generale del Brotzu.
Allora, la legge è stata approvata dal Consiglio regionale il 17 ottobre; in data 22 ottobre è stata trasmessa dal Consiglio regionale alla Direzione dell'area legale della Presidenza ai fini della promulgazione. La direzione dell'area legale della Presidenza, il 25 ottobre, ha trasmesso alla Presidenza, al sottoscritto, la legge per la promulgazione, quindi la legge è arrivata nei miei uffici il 25 ottobre. Scusate se vi annoio e vi richiamo a quelli che sono stati gli impegni di quei giorni, però forse è utile, anche per capire che non c'è nessuna azione e nessun disegno, ma c'è semplicemente la gestione del quotidiano: il 25 ottobre, il sottoscritto era a Roma per l'incontro con il Ministro Barca; il 26 e il 27 ottobre, a Capri, per il convegno dei giovani imprenditori; ero in sede il 29 ottobre, davvero, non ho firmato il 29 ottobre, probabilmente ero impegnato a lavorare e a svolgere i miei compiti. Dopodiché, il 30 ottobre, gli uffici erano chiusi perché era il Santo Patrono di Cagliari. Poi il primo novembre, la festività di tutti i santi, e poi il 2 novembre, ferie dell'ufficio, dichiarate dall'Assessore. Andiamo al 3 novembre, il sottoscritto, dal 3 al 6 novembre, era a Cipro per l'assemblea annuale della Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa. Nel frattempo, il 5 novembre, gli uffici del Consiglio regionale comunicano un'errata corrige e trasmettono alla direzione dell'area legale il documento emendato. A questo punto, il sottoscritto, come vi dicevo, torna in sede il 7, il 7 firma e manda alla promulgazione la legge. Quindi vorrei capire, rispetto a quello che è l'ordinario e naturale svolgimento dei fatti, dov'è questo ritardo straordinario e, soprattutto, dov'è sarebbe questo disegno altrettanto straordinario per realizzare questo tipo di risultato.
Non credo che ci sia altro da dire, da aggiungere su questa situazione; io non ho niente da rimproverare al dottor Garau. Vi invito semplicemente a una cosa, invito l'onorevole Barracciu, l'onorevole Diana, tutti i colleghi sottoscrittori della mozione, continuate a criticare me, continuate a criticare la Giunta, continuate a criticare i direttori delle ASL, lo fate legittimamente, avete un mandato popolare che vi legittima a farlo, però, una cosa che sarebbe forse giusta e corretta per tutti, non fatelo sulla pelle dei malati.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, sarò brevissima perché non c'è niente da replicare al nulla che è stato detto rispetto alla mozione e alle questioni che la mozione ha posto e soprattutto agli interventi che i colleghi hanno fatto dopo la mia illustrazione, se non che non fa onore al Presidente della Regione venire in quest'Aula a rispondere a una mozione e fare l'elenco dei suoi appuntamenti delle settimane scorse; questo non fa onore a lui e, soprattutto, ancora una volta dimostra di non voler rispettare quest'Aula, i problemi che l'Aula pone e sui quali legittimamente chiede risposte.
Sulla pelle dei malati specula chi in tre anni e mezzo non ha messo a punto tutti i documenti di programmazione sanitaria, di riforma sanitaria, che sarebbero stati necessari, e ha utilizzato la sanità in libertà per scopi che, più di una volta, non sono consoni esattamente e corrispondenti alle esigenze dei malati. La legge non è sbagliata, la legge è corretta, il limite del 2 per cento che è stato posto è un limite assolutamente ragionevole, considerato che la ASL più grande di quest'Isola, che è l'ASL 8, e che ha il triplo dei dipendenti del Brotzu, che spende il triplo anche in termini di costo di personale, in termini di lavoratori interinali, invece spende esattamente l'1,9 per cento. Non fa onore al Presidente della Regione non considerare un grave problema di mala gestione dei fondi pubblici da parte del direttore, che oggi abbiamo più volte nominato: il fatto che la spesa per gli interinali, dal 2009 al 2010 - 2012, sia aumentata del 70 per cento.
Non fa onore al Presidente della Regione non considerare questo aspetto un'anomalia, un'anomalia gravissima proprio in considerazione del fatto che affrontiamo ogni giorno problemi gravissimi legati all'esiguità delle risorse finanziarie disponibili e anche spendibili per le ragioni che dicevamo oggi e c'è chi invece sperpera il denaro pubblico mettendo a repentaglio la qualità, l'efficacia e l'efficienza di una struttura come il Brotzu che, anziché avere a disposizione il personale a tempo indeterminato, assunto tramite concorsi pubblici, ha personale che viene assunto con una modalità discrezionale, che è quella degli interinali, che tutto garantisce tranne che la qualità, soprattutto perché quel lavoro è temporaneo, perché il turn-over è altissimo e, nei reparti dove vengono erogati i servizi sanitari a tutela della salute di altissima qualità come il Brotzu, il personale dovrebbe essere personale stabile, non cambiare ogni tre mesi. Quindi, proprio per le ragioni che diceva l'onorevole Locci, dico che l'uso di questo tipo di lavoratori è assolutamente deprecabile.
D'altronde, in altri periodi storici, quando a guidare il Brotzu non c'era il direttore Garau ma c'erano altri direttori generali e l'utilizzo dei lavoratori interinali era ridotto a zero o comunque veramente ridotto ai minimi termini, non mi risulta che l'alta specialità dell'ospedale Brotzu sia stata messa a repentaglio, anzi oserei dire forse il contrario.
Sulle modalità, attraverso le quali si è arrivato alla sottoscrizione di quella lettera, chiederò che ci possa essere un'indagine interna, perché - ripeto - le lettere che mi sono arrivate segnalano una modalità per la sottoscrizione di quella lettera che non sono esattamente modalità democratiche; mi sono state segnalate, io le riporto in quest'Aula e credo che sia adeguato fare anche un'indagine su questo.
Dopodiché le risposte non ci sono state, sono assolutamente insoddisfatta. Presidente Lombardo, chiedo a nome del Partito Democratico la modalità del voto segreto che il Capogruppo Diana potrà confermare.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della mozione numero 222.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 72
votanti 71
astenuti 1
maggioranza 36
favorevoli 28
contrari 43
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo e sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 53, viene ripresa alle ore 14 e 01.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso la prosecuzione dei lavori martedì 4 dicembre alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 14 e 02.