Seduta n.237 del 28/07/2011
CCXXXVII SEDUTA
Giovedì 28 luglio 2011
(ANTIMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 20 luglio 2011 (230), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Domenico Gallus, Gavino Manca, Giovanni Mariani, Valerio Meloni, Massimo Mulas, Adriano Salis, Carlo Sechi e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 28 luglio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Assenza per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il consigliere Questore Andrea Biancareddu è assente nella seduta del 28 luglio 2011 per motivi istituzionali.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Greco, con richiesta di risposta scritta, sull'arresto temporaneo dell'attività di pesca al polpo nel golfo di Oristano". (646)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza Planetta sul progetto per la costruzione della centrale a biomasse dell'Agripower Buddusò Srl alla luce degli esiti del referendum popolare tenutosi in Buddusò il 18 gennaio 2011. (249/C-5)
"Interpellanza Bruno sulle preoccupanti e gravi ripercussioni che potrebbero determinarsi a carico della Navisarda Srl e dei suoi lavoratori, a seguito della sentenza della Comunità economica europea che sanzionerebbe la stessa compagnia di navigazione per una presunta infrazione per alterazione di scambi comunitari". (250)
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Ben Amara è rientrato dal congedo.
Constatata l'assenza della Giunta e lo scarso numero dei consiglieri, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 03, viene ripresa alle ore 10 e 31.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della proposta di legge numero 83/A.
Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (P.d.L.). Signor Presidente, colleghi, signor Assessore, mi dispiace che non sia presente l'Assessore del turismo, la proposta di legge numero 83/A è la prima proposta di legge innovativa - per quanto mi riguarda - che, con tutti i suoi limiti, oggettivi e soggettivi, arriva in quest'Aula. E' la prima riforma importante che questo Consiglio, dopo avere esaminato e approvato finanziarie varie e provvedimenti urgenti che sono approdati in questa Assise, si appresta a discutere (spero ad approvare) in un momento molto difficile per il turismo regionale. E' per questo che mi spiace che non sia presente l'Assessore del turismo, registriamo, vi chiedo scusa, colleghi, un calo di presenze che, in alcuni casi e in altre realtà, supera anche il 40 per cento. La media regionale delle assenze rispetto al passato ormai si assesta al 30-33 per cento. Questo è un dato che ci deve far riflettere, che ci deve stimolare a trovare soluzioni reali da attuare subito, attraverso provvedimenti legislativi seri e concreti, che possono anche non piacere, che sono sicuramente migliorabili e che si prestano a essere soprattutto rivisti con il contributo di tutto il Consiglio, contributo serio che sono sicuro non mancherà in questa discussione.
Il golf, e il turismo legato a questa importante disciplina sportiva, si rivolge soprattutto a un turismo internazionale, che è di particolare rilievo in Italia, basti sottolineare che rappresenta circa il 35 per cento dell'attività delle 250 mila imprese turistiche che operano in Italia, producendo un fatturato di circa 28 miliardi di euro, quindi oltre un terzo del fatturato globale del turismo dei viaggi e delle vacanze in Italia, e determina circa 700 mila posti di lavoro, diretti e indiretti, assicurando un gettito fiscale di circa 14 miliardi di euro.
Questo è il dato riferito al turismo internazionale, non al turismo golfistico. A fronte di tali dati, è ormai consolidata convinzione che il turismo estero sia una delle risorse potenzialmente più importanti per lo sviluppo economico del paese, per cui appaiono oggi, soprattutto in Sardegna, del tutto inadeguati gli investimenti per la promozione dell'industria turistica e per la sua internazionalizzazione.
Si avverte la necessità di individuare settori specifici di business che diano continuità anche nei periodi di bassa stagione alle attività turistiche ricettive, al turismo e alla vendita dei prodotti della Sardegna in generale. Uno dei settori strategici è costituito, appunto, dal golf che purtroppo oggi è interpretato in Italia come attività per pochi soggetti abbienti; il golf infatti non ha ancora raggiunto in Italia un adeguato livello di sviluppo comparabile a quello degli altri Paesi a noi vicini e diretti concorrenti per storia e abitudini culturali. Tale situazione è dovuta, tra l'altro, alla mancanza di una normativa seria e di una politica seria volta a incentivare e diffondere la pratica del gioco del golf e lo sviluppo di questo business, legata alla scarsa consapevolezza delle opportunità che il golf offre allo sviluppo economico del nostro Paese. La carenza di fondo è tuttavia individuabile nella mancanza di una politica volta a delineare in maniera precisa le procedure e i contesti in cui costruire nuovi campi da gioco, nonché, a determinate condizioni, a creare adeguati incentivi affinché l'imprenditoria privata sia motivata a investire in questa importante attività del turismo sportivo.
Occorre diffondere con maggiore vigore la cultura del gioco del golf tra il pubblico e la percezione della sua importanza quale fondamentale volano per lo sviluppo economico turistico della nostra Isola. Il golf non è, contrariamente all'opinione generale, uno sport di élite, adatto solamente a una cerchia di persone con reddito elevato, è invece un'attività sportivo-ricreativa a diffusione mondiale che offre l'opportunità di essere svolta all'aria aperta e quindi di trovare una sana evasione alla vita quotidiana mantenendosi in forma. La pratica del golf richiede oggi un'attività fisica moderata e adattabile alle diverse capacità soggettive, favorendo uno stile di vita sano e un'attenzione alla propria salute e al proprio corpo e può essere svolta da persone di tutte le fasce d'età. Il gioco, accompagnato dal piacere di godere della bellezza della natura, permette di superare barriere di età, di sesso e di abilità individuali e rende quindi possibile la disputa di competizioni tra giocatori di abilità diverse.
Il gioco del golf rappresenta oggi inoltre un'occasione straordinaria per la riconversione di aree industrialmente dismesse nonché per aree agricole, anch'esse in situazione di abbandono o di scarso utilizzo, per le quali, soprattutto in Sardegna, negli ultimi anni, si sta pensando a una riconversione attraverso l'utilizzo dei pannelli fotovoltaici. Anche su questo dovremo discutere, su che cosa fare delle nostre campagne, del nostro agro che ormai si sta spopolando ed è oggetto di scorribande e di atti, come gli ultimi, soprattutto nel periodo estivo, incendiari che non fanno altro che impoverire il nostro territorio creando panico e allontanando anche il turismo.
Sul territorio nazionale sono attualmente in esercizio oltre duecento percorsi di golf e la richiesta di nuovi impianti è crescente, anche in considerazione della cosiddetta liberalizzazione del gioco voluta di recente dalla Federazione Italiana Golf. La maggior parte degli impianti golfistici esistenti sul territorio italiano è prevalentemente rivolta a un concetto di pratica del gioco ancora di carattere ristretto e per così dire elitario, le attuali strutture non sono state costruite secondo la priorità volta alla valorizzazione del turismo, del relativo moltiplicatore economico e dell'accesso allo sport delle persone con basso reddito, soprattutto i giovani, e a questo si aggiunge un insufficiente tasso di integrazione con le strutture turistiche ricettive del luogo.
Ben diversa è invece la situazione nei Paesi vicini al nostro, dove in molti campi da golf esiste un albergo annesso, il "golf resort", che svolge, oltre che l'ovvia funzione di ospitalità, anche quella di portale, per aiutare e orientare i turisti golfisti a godere appieno della loro vacanza anche attraverso attività diverse da quella del golf, come gite, escursioni, incontri gastronomici, visite ai monumenti, mostre, conferenze culturali e così via.
Si tratta di un'attività fondamentale per attirare turisti e clienti, per distribuire sul territorio le potenzialità della ricettività turistica dei giocatori del golf i quali, volevo ricordare ai colleghi dell'Aula, lasciano mediamente sul territorio, dove pernottano, circa 96 euro a testa, escluso il viaggio, per il vitto e il pernottamento, contro i 58,83 euro del turista medio; questo è un dato importantissimo per il nostro territorio.
Si tratta quindi di un'attività fondamentale e, a tal proposito, occorre mettere in evidenza come i giocatori spesso si spostino accompagnati da altre persone, membri della famiglia o amici, che spesso non sono giocatori e che hanno però un evidente interesse a godere degli aspetti naturalistici, paesaggistici, storici, culturali, sociali ed enogastronomici del luogo dove pernottano. Questo fa sì che molti giocatori italiani e moltissimi giocatori stranieri preferiscano disputare le loro competizioni in campi situati in altre Nazioni europee, perché il golf negli altri Paesi è già caratterizzato, a differenza dell'Italia, da un'alta diffusione largamente popolare, per cui questa utenza non potrebbe trovare risposta in termini di offerta per il carattere elitario del sistema golfistico italiano.
All'estero vi sono fasce di utenza che coinvolgono varie categorie di soggetti. Come Commissione, abbiamo avuto l'occasione (a nostre spese, tengo a sottolineare) di visitare la struttura golfistica dell'Andalusia che, nel raggio di cinquanta chilometri, annovera oltre 94 strutture golfistiche. Certo, abbiamo visto anche cose poco belle che non devono essere prese come esempio, ma abbiamo visto eccellenze dalle quali abbiamo tratto spunto anche per le proposte di miglioramento del testo di legge che il collega Franco Meloni, insieme ai colleghi della quarta Commissione, ha redatto e ha presentato nella giornata di ieri.
All'estero, dicevo, vi sono ormai fasce di utenza che coinvolgono varie categorie, dalle donne ai giovani, agli anziani, sino alle categorie particolarmente deboli come i diversamente abili che, in altri Paesi, costituiscono una quota non indifferente della pratica golfistica, quindi è uno sport per tutti.
La presente proposta di legge, oltre a garantire l'estensione sociale del golf, con evidenti benefici in termini di turismo sostenibile ed ecocompatibile, darebbe la possibilità alla Sardegna di presentare un'offerta di notevole gradimento turistico e quindi promozionale, con effetti diretti e indotti sul tessuto economico regionale e locale. In tale modo la rete golfistica verrebbe assimilata a quella di strutture e di servizi per il tempo libero e per il turismo, già oggetto del sistema di incentivazione coordinato tra Stato e Regione. Si rende pertanto necessario, per far concorrere la Sardegna nella competizione internazionale, creare sul territorio impianti golfistici dotati di percorsi a diciotto buche e includere, nel pacchetto dei servizi turistici offerti, anche altri prodotti in strutture ricettive turistiche, come largamente disponibili in località estere concorrenti come Spagna, Portogallo e Nord Africa; è infatti ormai evidente che la presenza di un campo da golf funge da traino e da supporto per la promozione turistica di un'area e l'indotto economico che ne può derivare è di dimensioni notevoli.
Pertanto l'obiettivo di questa proposta di legge è proprio quello di inserire la costruzione di un campo da golf in un progetto ben più ampio, legato a investimenti immobiliari di tipo residenziale, non speculativo ma di grande qualità, ovvero a iniziative turistiche organizzate per l'offerta di una molteplicità di servizi ricreativi collegati allo stesso golf. In questo modo potremo realizzare l'obiettivo della realizzazione di campi da golf, spazi verdi in armonia con il paesaggio in cui si inseriscono, offrendo nel contempo una soluzione a quanti sono costretti ad andare all'estero per trovare campi professionali sui quali praticare il proprio sport, il tutto con benefiche ricadute in termini economici per tutta l'area territoriale in cui l'impianto insiste.
La competenza statale inoltre dà la possibilità ultimamente di trovare anche importanti finanziamenti, tra l'altro è all'esame del Parlamento un provvedimento di legge presentato dal Ministro del turismo, onorevole Brambilla, che sta riscuotendo grande successo anche dagli osservatori esterni.
Le problematiche connesse poi alla costruzione di nuovi campi da golf investono diversi piani. Innanzitutto il golf è una pratica sportiva molto esigente relativamente al territorio, sia in termini quantitativi e sia soprattutto in termini qualitativi; interessa una varietà molto rilevante di ambienti geografici, climatici e paesaggistici e, sebbene un impianto sportivo golfistico possa essere una risposta per il territorio, attraverso la gestione naturalistica, esso deve mantenere, per esigenze di gioco, alcune caratteristiche di base che consistono innanzitutto in ampie aree destinate a prato, ciò che comporta inevitabilmente una modificazione del paesaggio nei territori nei quali si inserisce.
La scelta delle aree dove realizzare un impianto golfistico deve quindi tenere nella giusta considerazione la superficie necessaria che, per un campo di 18 buche, è pari a 100 mila metri quadrati; la struttura morfologica del terreno, oltre al bacino di utenza, l'unica garanzia per il reale utilizzo dell'impianto è quindi la sua sopravvivenza e trovare un'area rispondente a queste caratteristiche e mantenerla sempre negli standard elevati richiesti comporta un investimento economico notevole.
La Regione, in questo caso, e la proposta di legge che noi stiamo esaminando, non prevede alcun contributo economico ai privati per la realizzazione di questi campi, io credo che l'Aula debba tener conto anche di questo; è la prima volta che presentiamo una proposta di legge, tranne ovviamente il capitolo che abbiamo destinato alla promozione, quindi non è rivolto ai privati ma è rivolto ai territori, ai comuni che ospitano questo intervento, soprattutto per quanto concerne la promozione dei campi, la segnaletica e le vie d'accesso alle strutture. Trovare un'area rispondente porterà sicuramente a un'attenzione particolare verso i territori e anche al coinvolgimento di quegli enti locali che dovranno ospitare questi interventi.
Per tale motivo, questa proposta di legge propone misure a sostegno soprattutto della pubblicità e della diffusione della pratica golfistica e non interventi a pioggia ai quali abbiamo assistito in passato nei confronti di privati che spesso hanno anche speso male queste risorse e, in alcuni casi, non hanno neanche realizzato gli interventi, anzi qualcuno è scappato con il bottino. E questo lo dobbiamo evitare!
Il fine ultimo è quello di diffondere la pratica sportiva del golf tra i soggetti di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali e di indurre molti giocatori stranieri a scegliere la Sardegna come meta privilegiata per il clima, per l'ospitalità, per la cultura, per i soggiorni ricreativo golfistici, creando indirettamente un indotto economico non solo per la nostra Isola ma anche per il resto d'Italia.
Ovviamente insieme a questa proposta di legge occorrerà studiare, con l'Assessore dei trasporti, una politica dei trasporti, privilegiando le compagnie low cost, che possa mettere il golfista nelle condizioni di raggiungere celermente, a un costo non eccessivamente elevato, la nostra Sardegna; quindi anche i nostri aeroporti vengono presi, nella proposta di legge, come punto di riferimento per la realizzazione degli ambiti golfistici.
Io ritengo, ne sono sicuro, che questa sia un'occasione storica, l'ho detto nella mia premessa, pur con tutti i limiti che questa proposta di legge presenta, e che il Consiglio regionale non debba lasciarsi sfuggire questa possibilità. Non ho parlato volutamente di cubature, di seconde case e di quant'altro ho sentito citare in questi giorni.
Ritengo che noi dobbiamo privilegiare il progetto, che è quello di aumentare il Pil derivato dal turismo nella nostra Isola, considerando che l'unica industria che ha un futuro in questo momento è quella del turismo. Non ci sono altre prospettive e il calo vertiginoso e preoccupante di questi mesi deve farci riflettere, deve far riflettere il Consiglio regionale, deve far riflettere la Giunta sul fatto che qualcosa non sta funzionando, che qualcosa evidentemente si è inceppato, che bisogna rivedere qualcosa anche a livello di promozione turistica, bisogna capire perché i turisti scelgono altre mete e soprattutto dove si è sbagliato. Bisogna riflettere su fiere, fierette e manifestazioni che si organizzano in Italia e all'estero, che vedono un'ampia partecipazione di amministratori locali (faccio autocritica, perché in passato vi ho partecipato anche io come sindaco e come amministratore locale) i quali non sono altro che una passerella e una perdita di tempo che non porta nulla ai nostri territori ma li impoverisce dal punto di vista economico impoverendo anche le casse degli enti locali.
Quindi la Regione deve riflettere e forse deve promuovere quelle realtà che spendono bene i soldi per la promozione, e fare in modo che non ci sia una repubblica a sé stante in ogni realtà, dove ognuno dice e spara tutto ciò che sente di sparare, ognuno mette in essere e soprattutto propone volantini, brochure, che spesso riportano anche numerosi strafalcioni e inesattezze; noi dobbiamo promuovere, dobbiamo premiare quel turismo di qualità, l'informazione di qualità e soprattutto dovremo fare in modo che vi sia un unico coordinamento, che non può essere affidato ai singoli assessori comunali o alle singole province, ma deve avere assolutamente una regia regionale, che deve fare in modo che le vecchie aziende autonome di soggiorno e turismo (che sono state soppresse nella passata legislatura) rinascano, avevano un ruolo, certo ce n'erano alcune che non funzionavano, però bisogna riflettere.
La Sardegna (abbiamo gli strumenti e le risorse per farlo) deve riorganizzare il sistema di promozione turistica e soprattutto deve pensare di mettersi a lavorare per offrire, a un prezzo congruo e non (come abbiamo assistito in altre realtà soprattutto nel Nord Sardegna negli ultimi anni) a un elevato costo, il servizio turistico offerto. Credo che questo sia uno strumento importante, non risolverà tutti i problemi, però ha il coraggio di affrontare e soprattutto di creare un'alternativa e nuove soluzioni in un momento di grande crisi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intervengo per chiedere, a lei e alla Giunta, se è il caso di aspettare l'Assessore del turismo oppure se (proprio sulla base delle ultime parole del Presidente della Commissione, che diceva che il problema è elevare il Pil sul turismo) è una scelta precisa quella di far rappresentare la Giunta dall'Assessore dell'urbanistica. Probabilmente c'è una scelta politica in questo senso, considerato il tenore della legge.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, anche ieri erano presenti sia l'assessore Rassu che l'Assessore del turismo. In questo momento, la Giunta è rappresentata dall'assessore Rassu e siamo in attesa che arrivi anche l'Assessore del turismo. Questo non pregiudica la prosecuzione del dibattito.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, in realtà, andando a cercare, nell'aula ci sono anche altri Assessori che, novità di questa legislatura, almeno per quello che mi riguarda, qualche volta decidono di sedersi sul banco della Giunta, spesso sul banco dei consiglieri, con una commistione che a me crea un po' di confusione. Ci piacerebbe sempre vedere lì la Giunta, a prendersi la responsabilità di essere Giunta e di presentarsi come una squadra, ognuno con le sue competenze. Lei rimanga pure lì!
Partecipo a questa discussione con molto interesse e vi voglio partecipare in maniera costruttiva. Mi rivolgo soprattutto all'onorevole Meloni che ieri ce l'ha rappresentata. Dicevo, in maniera costruttiva, perché i tempi sono talmente bui, talmente duri che ogni volta, rientrando a casa, la situazione ci sembra sempre più nera. Ieri, rientrando, abbiamo appreso dai telegiornali un fatto abbastanza straordinario, cioè che tutte le parti sociali, dalla Confindustria fino all'ultima organizzazione, si mettono assieme, ricordandoci la gravità della situazione economica e sociale, per chiedere con forza al Governo nazionale la necessità di mettere in campo delle azioni di sviluppo economico.
Non si può guardare con disinteresse a niente di quello che accade in Sardegna, nessuna discussione, nessun momento di discussione può essere sciupato. Anche per questo, ieri, contrariamente a quanto siamo stati accusati (pure durante la discussione), di voler essere pretestuosi, pur non riconoscendoci del tutto nel documento che poi abbiamo firmato, pur avendo più che perplessità e più che dubbi su quello che è accaduto, negli ultimi due anni e mezzo, nella conduzione della vicenda della continuità territoriale, abbiamo voluto dare il nostro contributo, perché ci siamo sentiti di darlo, a un documento unitario che potesse rappresentare e indicare con chiarezza la soluzione di quel problema.
Oggi vogliamo ugualmente dare un contributo a questa discussione, discussione che mi sembra ingarbugliata, molto ingarbugliata e persino sorprendente. Mi ha sorpreso molto, onorevole Sanna, sentire lei, che è il Presidente della Commissione urbanistica, parlare quasi da Presidente della Commissione allo sport, tessere gli elogi di questa pratica sportiva, dire che la Regione si deve impegnare nella diffusione di questa pratica sportiva, poi parlare a lungo di turismo e dire: "No, di cubature, di governo del territorio non ne parliamo", pur essendo la sua competenza principale. Quindi dobbiamo parlare di sport e di turismo, non di governo del territorio, se ho capito bene. Ma così non è! In realtà, facciamo finta di parlare di golf, ma credo che dobbiamo parlare di governo del territorio. Voglio seguire la vostra discussione, parliamo un pochino di golf e di turismo, poi però non rinunciamo a parlare di quello che ci sta dietro, di governo del territorio.
Non mi ha convinto quello che avete appena detto: il turismo è così importante, il 30 per cento del turismo sembra che si muova per il golf, il golf è una delle ragioni fondamentali dei flussi turistici, e non solo, dei flussi turistici migliori che spendono 100 euro anziché 58 euro al giorno. Se così è, se è così importante, come mai gli albergatori non fanno i campi da golf? Come mai si sono dimenticati di farlo? Si sono attardati nel fare seconde case, si sono attardati nel fare speculazioni edilizie e si sono dimenticati di fare questo grande attrattore che dà loro dei vantaggi pazzeschi! Evidentemente, forse, quelle statistiche sono un pochino fatte a uso di chi poi deve giustificare se stesso, quindi le organizzazioni che le hanno prodotte.
Così non è! Attorno al turismo si sono fatti molti soldi con le seconde case, attorno al turismo si cerca di guadagnare con una lecitissima attività di servizi turistici e alberghieri, evidentemente gli alberghi, in Sardegna soprattutto, ma anche in altri luoghi, vanno avanti con sabbie, spiagge e sole, e non hanno sentito il bisogno di investire nel golf, tranne alcune situazioni che ben conosciamo. Poi si dice che noi dobbiamo credere assolutamente al turismo, anzi sembra l'unica prospettiva possibile il turismo. Lo diciamo nello stesso giorno in cui abbiamo appena sentito in quest'aula dire che il turismo è crollato del 30 per cento, forse del 40! Scommettere su una cosa che ha appena avuto un crollo di questo genere, mi sembra un po' imprudente. Certamente è un pezzo del nostro futuro, un pezzo, grande o piccolo a piacere, 7, 8, 9 per cento, forse 12 per cento si diceva nei progetti di questa Giunta, e si è detto ieri 7 per cento. E' importante. Quindi è giusto discuterne, non discutiamo solo di pastori, che rappresentano poco più del 4 per cento del prodotto interno lordo. Questo dato ci dice subito quanto parlare solo di PIL sia fuorviante. E credo che quel 4 per cento del prodotto interno lordo di un'economia agropastorale svolta all'interno, di gente che vive nei paesi, che presidia il territorio, che ha una connotazione sociale così importante, sia molto di più o abbia un risultato complessivo ben diverso di un punto per cento di PIL in più nella stagione estiva e nella fascia costiera.
Detto tutto questo, è importante in ogni caso far crescere il turismo, dare il nostro contributo per far crescere il turismo, anche ieri abbiamo cercato di darlo, ricordando gli errori che sono stati fatti in questi due anni e mezzo, censurando insieme a tutti voi il comportamento del Governo nella vicenda della Tirrenia. Se vogliamo far crescere il turismo, forse prima dobbiamo iniziare a non commettere troppi errori, compreso quello che abbiamo commesso fino adesso nei trasporti. Ci è stato anche ricordato che ci sono tante forme di turismo e che, se vogliamo far crescere il turismo, magari possiamo fare meglio nel turismo legato allo sport, al ciclismo ad esempio, legato al trekking, legato al turismo dell'horse country, ci sono tante forme di turismo sportivo, onorevole Sanna, che non hanno effettivamente bisogno di una discussione sul governo del territorio, si accontentano dei sentieri che già abbiamo, si accontentano delle strade che già abbiamo, si accontentano dei percorsi, non ci chiedono nulla e può funzionare. Turismo legato allo sport, turismo legato ai percorsi enogastronomici, legato alla cultura, legato ai percorsi religiosi, legato alla socializzazione, tante forme di turismo che non ci chiedono nulla, e noi ci stiamo concentrando invece unicamente su quella nuova forma di turismo che vorremmo promuovere e che invece ci chiede tanto!
L'onorevole Meloni ieri ci ha detto: "Nessun pasto è gratis, qualche prezzo lo dobbiamo pagare, nessun pasto è gratis". Una frase di un signore che non ha lasciato tanto un buon ricordo, pur essendo stato un Premio Nobel per l'economia, che è stato considerato responsabile della maggior crisi economica cilena e che ha dato cattivi consigli anche all'India, quando le diceva di abbandonare l'industria automobilistica e che conveniva forse pagare gli operai perché stessero a casa, anziché finanziare l'industria automobilistica. In realtà, è andata diversamente, l'India adesso vende automobili persino in Europa e compra i marchi più prestigiosi europei. Quella frase ci dice proprio di un modo di intendere. Questo signore, nello stesso libro, predicava sui voucher per la scuola, quindi per la scuola privata, predicava naturalmente per una sanità privata, predicava per qualunque cosa fosse privato in alternativa all'intervento pubblico nell'economia, persino nei servizi essenziali e certamente persino nel governo del territorio.
Noi la pensiamo diversamente e pensiamo soprattutto che, se un prezzo debba essere pagato, lo dobbiamo pagare noi e non trasferirlo agli altri, alle future generazioni. Se pensiamo anche che un prezzo debba essere pagato, la moneta del metro cubo e del cemento in Sardegna non è più spendibile, quella moneta l'abbiamo già spesa troppo, non ne abbiamo più, non ci appartiene più! Questo benedetto territorio, questo benedetto paesaggio, questo benedetto ambiente non è più nostro! Lo vogliamo restituire, lo dobbiamo restituire, vogliamo pensare oltre, anche a chi verrà dopo di noi, e non abbiamo più questa moneta da spendere!
Quindi, evitiamo gli errori per non incorrere in cali così drammatici del turismo, investiamo nei tanti turismi che voi stessi avete ricordato. Se dobbiamo investire nel golf, facciamo in modo di non pagarlo con la moneta del metro cubo, facciamo in modo di non farlo pagare alle future generazioni e facciamo in modo di non essere corresponsabili dell'ultimo sacco possibile di questa Regione, nel momento in cui vediamo il sacco del solare, vediamo il sacco dell'eolico, fuori da qualunque normativa di cui ci siamo spogliati Attorno a casa mia stanno prevedendo 230 nuove torri eoliche, attorno a casa mia! Una follia che mette in crisi lo stesso sistema elettrico, che prevede nuove linee di alta tensione, che prevede un disastro! In realtà, le sto sottostimando per difetto, sono 230 più altre 50, quasi 300, come ho avuto modo di confrontarmi ieri.
Ora, poiché esiste un Piano paesaggistico regionale, poiché ci siamo dati delle regole sul territorio, facciamo finta che queste regole non ci siano, parliamo di golf e sfondiamo le regole invece sul governo del territorio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue SORU.) Quindi, se vogliamo parlare di golf, io non sono contrario al golf, sono contrario al golf che si paga con un solo metro cubo. Ci avete detto che è così vantaggioso, allora lo facciano gli alberghi! Hanno bisogno di un contributo? Sono persino disponibile a pagarlo con un contributo di soldi veri, non di ambiente, di soldi ora, non di ambiente per il futuro dei nostri figli. Serve per valorizzare insediamenti turistici già esistenti? Ci avremmo dovuto pensare nel passato, non ci si è pensato. Abbiamo un mare di seconde case vuote inutilizzate? Un mare di alberghi purtroppo che aprono troppo poco e, anche quando aprono, come vediamo quest'anno, tengono le camere desolatamente vuote? Li vogliamo sostenere con una nuova opportunità, non salvifica, ma con una nuova opportunità? Diamo loro una mano laddove noi decidiamo di doverli fare, non dove decideranno gli altri! Noi, parlo di governo del territorio, abbiamo avuto in mente ormai, e abbiamo in mente, un'altra Sardegna che, laddove è riuscita a portare avanti fino a oggi tratti di fasce costiere intonse, le vuole mantenere intonse, come una ricchezza, una ricchezza ben più forte di un altro campo da golf e con una capacità di attrazione ben più importante di un altro campo da golf.
Se attorno a tutto quello che già si è costruito, e che viene ritenuto troppo debole per essere attrattivo, nonostante la possibilità di migliorare i servizi, nonostante la possibilità di migliorare i trasporti, nonostante la possibilità di una comunicazione migliore, bene, se riteniamo questo, decidiamo di investire, ma investiamo come nel passato si è investito con i campi sportivi o con qualunque attrezzatura sportiva: lo facciamo noi, laddove serve, e serve a un'industria turistica che già esiste, non alle nuove speculazioni!
Quando la smetteremo di parlare di seconde case? Non ci bastano le 300 mila seconde case vuote a settembre? E non ci basta la stragrande maggioranza di seconde case vuote a luglio? Abbiamo bisogno di farne delle altre per salvare il turismo? Mi sembra veramente pazzesco solamente riproporre discussioni di questo genere!
Con questa norma, che sembra parli solamente di pratica sportiva e di turismo e che non vuole parlare invece di metri cubi, noi stiamo facendo persino peggio rispetto al passato, stiamo dicendo che si possono costruire questi villaggi, il prezzo da pagare, non solo nelle zone F che erano state individuate per sviluppo turistico, ma in qualunque zona agricola; bastano 50 ettari per costruire 50 mila metri cubi. Questa cosa, onorevole Pitea, non è mai esistita! Onorevole Pitea, non è mai esistito che si prendano 50 ettari a piacere, 500 mila metri quadri e si costruiscano 50 mila metri cubi di seconde case o di alberghi. Stiamo sdoganando, come unica vocazione, quella edificatoria, le aree agricole della Sardegna, laddove prima si poteva fare qualcosa, ma a servizio dell'agricoltura, oggi si può fare qualcosa, tanto di più, ma a servizio della speculazione edilizia!
Questa è la sostanza, mi sembra veramente enorme parlarne, mi sembra veramente non aver capito nulla di quello che sta accadendo. Le seconde case non ci hanno salvato fino a oggi e non ci salveranno in futuro, a oggi non è un albergo che ci manca, ma ci manca la gente per riempirlo e la gente per riempirlo ha bisogno di trasporti, ed è di trasporti che avremmo dovuto parlare, non di questo. Motivi per far venire la gente ce ne sono tanti prima del golf e il prezzo che ci state chiedendo di pagare per un campo da golf in più è un prezzo troppo alto e che non volete nemmeno pagare voi con soldi veri, lo volete far pagare a chi non c'è oggi, a chi non è rappresentato oggi e a chi invece vogliamo rappresentare oggi, cioè quelli che verranno dopo di noi.
Per questo io sono contro, nella maniera più totale, a questa legge, sono contro nella maniera più assoluta a questa legge e faremo una battaglia campale su questa legge, a meno che non venga ribaltata. Volete parlare di golf? Parliamo di golf! Stralciate la parte del territorio e parliamo di golf, di come incentivare il golf e di come incentivare il turismo, ma smettetela con questo imbroglio di parlare di golf, laddove state parlando di cubature in agro, laddove state parlando di altre seconde case in Sardegna!
Va detto anche che, per la prima volta, state parlando a comando, perché abbiamo assistito a pagine di giornali che hanno applaudito alla velocità della Commissione con cui è stata esitata e portata in Aula questa legge. Pagine di giornali in cui è stata plaudita l'attività della Commissione urbanistica, pagata dal Consorzio del golf, vorremmo anche capire di chi si tratta. Però non mi interessa tutto questo, mi interessa dare una mano; volete parlare di golf? Parliamo di golf, stralciamo la parte urbanistica; volete parlare di golf e di turismo? Siamo pronti! Vi vogliamo credere, siamo persino disponibili a investire risorse vere sul golf, ma non più a pagarle con nemmeno un'altra seconda casa.
Il valore della Sardegna in futuro sarà in quello che tanti viaggiatori le hanno riconosciuto nel passato e le riconoscono oggi: gli spazi, i vuoti, i vuoti in agro, l'orizzonte libero, tante volte, che è la specificità del viaggio in Sardegna, e voi lo volete cancellare per sempre!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, colleghi consiglieri, credo che, dopo due anni e mezzo dall'inizio della legislatura, il dibattito che faremo oggi in quest'Aula sarà un dibattito interessante e, se riusciremo a far prevalere le ragioni dell'ascolto, probabilmente farà crescere la consapevolezza di quanto ciascuna forza politica potrà dedicare a quest'Aula negli anni successivi, se ci saranno, di legislatura. In questo senso, io credo sia stato molto utile che uno dei primi interventi che la minoranza ha fatto in quest'Aula sia stato quello del presidente Soru, un intervento che è stato ascoltato da quest'Aula con attenzione e con il silenzio che meritava, è un intervento che sicuramente rappresenta un punto di partenza importante nel dibattito che in questa giornata faremo.
Io credo che, dopo due anni e mezzo di governo, una maggioranza debba anche iniziare a trarre conclusioni, a trarre un bilancio di quello che è stato fatto, e deve cercare di capire, se alcune cose non sono state fatte come durante la campagna elettorale si era pensato potessero essere fatte, quali siano i motivi per cui non sono state fatte e interrogarsi su quale debba essere il percorso nel proseguo della legislatura.
Ho visto quello che i giornali hanno riportato nelle edizioni di oggi sull'inizio della discussione di questa legge che riguarda l'infrastrutturazione turistica della Sardegna, viene attribuita ai Riformatori un'importanza, che sicuramente hanno nella genesi di questa legge, perché la prima proposta da cui questa legge nasce, prima che entri in Commissione, prima che venga condivisa dalla maggioranza, prima che diventi una legge della Commissione, proviene dai Riformatori; ma è del tutto evidente che oggi questa non è più soltanto una legge dei Riformatori, ma una legge di questa maggioranza, ed è, forse, la prima legge di questa maggioranza che si sottrae all'emergenza quotidiana fatta di finanziario, fatta di battaglie con quello che succede fuori dall'Aula, che sono state il filo conduttore di questa prima parte di legislatura.
Devo dire che noi Riformatori abbiamo cercato di trasferire, nelle proposte di legge che abbiamo presentato in questa legislatura, l'anima del programma elettorale dei Riformatori e del programma elettorale della maggioranza. Non vorrei, in maniera ragionieristica, citare le leggi che abbiamo proposto a quest'Aula, ma: il 22 luglio 2009, con il Consiglio appena insediato, la nostra proposta di legge di riforma sanitaria; il 6 ottobre 2009, la nostra proposta di legge per la riduzione del numero dei consiglieri regionali, approvata dalla prima Commissione e in attesa di essere discussa dall'Aula; il 3 febbraio 2010 la nostra proposta di legge sulla portualità, anche questa di infrastrutturazione turistica, anche questa una proposta sul futuro della Sardegna, sullo sviluppo, sulla crescita del Pil; il 6 agosto 2010, la nostra proposta sul brand turistico della Sardegna, quindi sulla possibilità di avere una caratterizzazione che attrae in Sardegna persone, turismo, soldi, denaro, ricchezza; il 17 marzo 2010, la nostra proposta sul fast track nella pubblica amministrazione, finalizzata a cambiare la burocrazia regionale e a darle quella capacità di rispondere alle esigenze di un mondo che cambia che tutti noi oggi sappiamo non esserci nella burocrazia che complessivamente affrontiamo ogni giorno noi consiglieri regionali ma soprattutto i cittadini; nell'aprile 2011, la nostra proposta di legge per le società di trasformazione urbana per agire sulle aree degradate; il 1° settembre 2009 quella sulle accise; il 9 novembre 2009 quella sulla famiglia.
Ecco, io credo che sia successo che, in quest'Aula, spesso, le proposte di legge non abbiano incontrato ulteriori proposte di legge presentate da altri Gruppi della maggioranza, presentate dalla minoranza, per fare un cammino virtuoso che è poi quello che porta in Aula, per l'approvazione, i testi di legge. Troppe volte siamo stati travolti dall'emergenza quotidiana, troppe volte abbiamo dovuto dare risposte come bancomat a pezzi di società che, in maniera determinata, quando non violenta, sono venuti a manifestare sotto il Palazzo indicando le loro ragioni e chiedendo al Consiglio di dare una risposta immediata a queste ragioni.
Bene, io credo che oggi ci troviamo in Aula a fare un percorso diverso, noi stiamo proponendo una legge, noi della maggioranza, stiamo proponendo una legge che è una legge di infrastrutturazione e di sviluppo economico. Lo ha spiegato bene il Presidente della Commissione che ha istruito la legge stessa. Questa è una legge che va a intercettare un flusso turistico esistente, è una legge che prevede l'incremento del 6 per cento, quando sarà a regime, delle presenze dei turisti in Sardegna, che va a intercettare un tipo di turismo di fascia medio-alta che è quello che pensiamo sia in grado di lasciare nel nostro territorio una maggior quantità di denaro (quindi aiutarci meglio a far crescere il nostro prodotto interno lordo), che prevede di intercettarlo in un periodo stagionale in cui gli alberghi non sono pieni mai, perché non è il turismo delle coste, del sole e del mare, come ha detto il presidente Soru.
E' una legge che ha in testa quella valutazione di impatto che dovrebbe essere attuata su tutte le leggi che arrivano in Aula e che fa delle previsioni precise sugli effetti della legge. Certo, è vero, ha ragione il presidente Soru, è una legge che prevede di dare qualche cosa in cambio di quello che si vuole ottenere. Prevede di dare qualche cosa in cambio di quello che si vuole ottenere perché, come ha detto giustamente il presidente Soru, o si mettono soldi di tasca o si trova qualche cosa che stimoli l'investimento privato a fare ciò che l'investimento privato normalmente fa, anche Tiscali del presidente Soru normalmente fa, cioè ricerca l'utile.
Quindi, siccome in Sardegna i soldi sono finiti e non ne abbiamo a disposizione, abbiamo pensato che il modo per incentivare l'impresa privata a fare delle cose che sono utili per i sardi, che sono utili a dare da mangiare alla Sardegna, che sono utili a dare risposte ai pastori che vengono sotto il Consiglio regionale, che non servono per far andare a giocare a golf i consiglieri regionali, come qualcuno distrattamente può aver ipotizzato, ma servono a dare da mangiare ai sardi, bene, queste cose si possono fare attraverso l'utilizzo equilibrato del territorio che abbiamo a disposizione.
Il presidente Soru ci ha ribadito una tesi che conosciamo benissimo perché è la tesi che per cinque anni nella passata legislatura è riecheggiata in quest'Aula ogni giorno. Il presidente Soru ritiene che niente del territorio possa essere consumato per dare da mangiare ai sardi, ma noi sappiamo qual è il risultato della tesi del presidente Soru; è la bocciatura di due anni e mezzo fa, una bocciatura che il presidente Soru sa benissimo che non è arrivata dai ricchi della Sardegna, non è arrivata da chi in Sardegna campa e mangia perché ha stipendio, perché facendo impresa ha comunque il conto in banca, non è arrivata da chi ha la laurea e che può anche permettersi il sogno perché oltre alla laurea ha il conto in banca che gli consente di coltivare il sogno, è invece arrivata dalla gran parte della Sardegna che ha fame, cioè da quella parte della Sardegna che viene più spesso fuori dal Consiglio regionale a manifestarci la sua situazione di profonda sofferenza e a chiedere che il Consiglio regionale dia oggi risposte alla sua sofferenza.
Ecco, questo è ciò che in questo momento probabilmente ci differenzia, come sensibilità su questa legge specifica, dal centrosinistra. Noi, presidente Soru, non abbiamo niente in contrario al fatto che sia sostituito un incentivo economico alle cubature che oggi sono previste, peraltro in fasce assolutamente non pregiate per quanto riguarda il sistema costiero sardo, in premialità agli imprenditori. Se esistono delle risorse, di cui noi non abbiamo idea che possano essere messe a disposizione di questa legge, che ci consentono di investire sul turismo golfistico traendo risultati analoghi a quelli che la legge prevede, senza mettere su alcun mattone da nessuna parte, noi siamo i primi a essere d'accordo. Il problema è che queste risorse ci sembra che non ci siano e, siccome in qualche misura bisogna incrementare le fonti di reddito che oggi non ci sono in Sardegna, beh, insomma, stiamo facendo degli sforzi per cercare di capire quali possono essere gli investimenti che ancora possono essere fatti in Sardegna per riuscire a dare da mangiare ai sardi.
Questo è il problema fondamentale che oggi il Consiglio regionale si sta ponendo. Paradossalmente sembra quasi che la sinistra abbia assunto un atteggiamento di difesa dei ricchi, nel senso che la sinistra oggi difende chi si può godere ciò che c'è in Sardegna, perché chi ha la possibilità, in quanto ha già la casa al mare, non vuole una pala in più, non vuole un fotovoltaico in più, non vuole che gli spostino una pietra perché questo crea problemi al godimento di ciò che ha già. Ma chi non ha la casa al mare e chi non ha neanche la casa da abitare, e chi non ha il pranzo e la cena, a questi che risposte dobbiamo dare? Questo è il problema a cui questo Consiglio regionale è chiamato a rispondere.
Quindi il suo ragionamento appassionato, io credo onesto culturalmente, che ho sentito tante volte e che mi affascina quando lo sento fare, manca di un pezzo ed è il pezzo che è stata la sua sconfitta nella campagna elettorale di due anni e mezzo fa. Manca del pezzo di "che cosa diamo da mangiare" a quei sardi che non sono come lei, come me, come chi comunque ha una casa, magari anche al mare e che ha la benzina per raggiungere le spiagge intonse da ammirare, magari anche la barca per andare nelle cale e nelle rade a godersi la Sardegna incontaminata di cui lei parla. E tutti gli altri? E quelli che Uras, Cogodi, la sinistra normalmente difende, di che cosa campano, che cosa ammirano, che cosa guardano, se non hanno il "tanto" per pranzare e per cenare? Il problema è questo e nel suo ragionamento manca la risposta a questa parte di problema.
Ecco, io credo che dovremmo andare avanti in quest'Aula nella discussione di questo problema e ritengo che il centrosinistra dovrebbe fare una cosa di cui essere orgoglioso, cioè non chiedere, come circola la voce nell'Aula, il voto segreto per il passaggio all'esame degli articoli pensando di saldare la sua contrarietà, legittima, nei confronti di questa manovra a qualche malumore di altro genere che percorre normalmente le file della maggioranza. Discutiamo invece nel merito della legge. Noi non abbiamo alcuna preclusione a fare dei cambiamenti. Sistemiamo la votazione del passaggio all'esame degli articoli il più in là possibile in modo che siano fatti tutti gli emendamenti concepibili di fantasia su questa legge, ma non pensiamo che, su una legge che è di sviluppo, il centrosinistra si possa sottrarre a un dibattito in Consiglio regionale e possa cavarsela dicendo che questa legge va accantonata e non se ne parla.
Continuiamo a parlare di emergenze quotidiane, continuiamo a predisporre ordini del giorno e mozioni su cose che sono fuori dalla nostra capacità di fare, continuiamo a parlare di ciò che non dobbiamo fare e non parliamo di ciò che possiamo fare, questo non è più tollerabile! Non è più possibile e non è neanche più dignitoso per l'azione che ciascuno di noi vuole esercitare all'interno di quest'Aula. Credo che questo sia, guardate, il tema fondante che noi tutti abbiamo davanti nei prossimi mesi di lavoro, se ci saranno, ed è un tema fondante in cui dobbiamo ritrovare una dialettica tra maggioranza e minoranza che, nel rispetto delle diversità (se ci sono, speriamo che ci siano), ci consenta di produrre in quest'Aula delle leggi che siano buone per gli effetti che avranno in Sardegna. Dovremo trovare anche un terreno, colleghi consiglieri del centrosinistra, di cose condivise che durino più di una legislatura, perché noi abbiamo bisogno come il pane di queste cose in Sardegna, non abbiamo bisogno di smontare ogni volta le poche cose che sono state fatte nella legislatura precedente o di contestare, protestare, come stiamo facendo noi, continuando a governare con le leggi che voi avete fatto nella scorsa legislatura.
Dobbiamo trovare qui dentro la credibilità per non essere considerati dai Sardi una controparte. Io sono stanco e amareggiato di dover ricevere delegazioni di sardi che considerano il Consiglio regionale non il loro alleato, non il loro riferimento, ma la loro controparte; noi rischiamo sempre più spesso di essere la controparte solo di chi è debole in Sardegna, perché chi è forte viene, batte i pugni sul tavolo e ottiene quello che vuole, mentre chi è debole non riesce neanche ad arrivare a fare una manifestazione sotto il Consiglio regionale.
Ecco, io credo che siano questi i problemi su cui dobbiamo discutere in questi giorni di Aula. Noi Riformatori presteremo attenzione sia a ciò che ci diranno i nostri colleghi della maggioranza, sia a ciò che arriverà dai colleghi della minoranza, con l'idea che possono essere giorni utili per raffinare un modo diverso di confrontarci nei prossimi mesi.
Colleghi, due anni e mezzo fa, la Sardegna ha bocciato il progetto di sviluppo del presidente Soru, quindi oggi voi dovete venire a dirci, se volete essere credibili per diventare nuovamente forza di governo, cose diverse da quelle che ci avete detto sino a due anni e mezzo fa, perché quelle non andavano bene. E se voi dite oggi che la politica del presidente Cappellacci, e non è certificato, non va bene perché è la politica del non fare, la vostra era la politica del fare sbagliato, ed è stato certificato dagli elettori. Allora se avete una proposta diversa da fare per la Sardegna è il momento di tirarla fuori, ma non può essere la mera ripetizione di ciò che ci avete detto sino a due anni e mezzo fa, non si può sostituire Cappellacci, che non va bene, con Soru, che non andava bene perché è stato certificato due anni e mezzo fa.
Dovete dirci qualcosa di nuovo e su qualcosa di nuovo che voi ci direte probabilmente ci sarà capacità di ascolto in tutta la maggioranza, perché non è un momento in cui il Consiglio regionale dei Sardi abbia elementi di divisione che prevalgano su quelli di unità. Ci sono molte più cose che abbiamo da fare insieme, che non da fare separati, iniziando a discutere su qual è lo sviluppo sostenibile che la Sardegna può avere nei prossimi anni, e questa legge ce ne dà occasione.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, abbiamo un problema con il sistema che deve essere riavviato, quindi sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 28, viene ripresa alle ore 11 e 39.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, possiamo riprendere i nostri lavori.
E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, inizio il mio intervento anche se l'Aula, come è giusto e comprensibile dopo un'interruzione, non ha ancora ripreso in pieno il possesso delle sue funzioni, mancano gran parte degli interlocutori; però, parlo ugualmente, anche perché la dialettica non è mai una dialitica personale, è una dialettica aperta. L'argomento è un argomento che, come abbiamo sentito, suscita anche un'ampia partecipazione emotiva, io capisco la partecipazione emotiva però davvero non capisco le posizioni strumentali. Mi riferisco, ad esempio, ed è una delle mie convinzioni, al fatto che qua si sprechi molto tempo.
L'onorevole Bruno (che non c'è, non se ne avrà se lo cito anche se non c'è), ieri, chiedeva la sospensione di questa discussione per passare alle mozioni, mi chiedo davvero (al di là del termine mozione e di che cosa significhi approvare o non approvare una mozione, che abbiamo visto significa quasi nulla): noi possiamo pensare, onorevole Bruno (senza offendere nella nostra e nella sua intelligenza), che parlare della mozione sull'assegnazione al Comune di Gonnosfanadiga della medaglia d'oro al valor civile o della decennale vicenda del Campus universitario di Cagliari o, ancora, delle problematiche del Consorzio latte di Macomer, che risalgono al 2002, possa davvero essere più interessante e importante per la Sardegna che non affrontare un argomento come questo?
O ancora, mi rivolgo all'onorevole Lotto, nella sua relazione di minoranza, lei, per cercare di avvalorare la sua tesi, ci dice che il calcolo sui posti di lavoro, che accompagnava la relazione di maggioranza, era sicuramente un calcolo sbagliato, allora francamente mi viene da porle una domanda: pensa davvero che quei posti di lavoro, così come sono stati identificati in via chiaramente approssimativa, possano dipendere dal golf? Possono dipendere dai rasaerba, dai caddies o non vengano invece dall'indotto? Perché allora sarei portato ancora a chiederle: ma noi paghiamo Ryanair per gli addetti agli aeroporti o investiamo sul low cost perché vogliamo portare gente?
Il criterio è uguale, non usiamo argomenti facilmente strumentalizzabili anche dalla nostra parte, vogliamo invitarvi invece a una discussione aperta, l'ha detto l'onorevole Vargiu, che ha parzialmente corretto, perché, tra le altre cose che non mi sono piaciute e che non ho apprezzato della giornata di ieri, sono gli ultimatum. Non mi piacciono i richiami ultimativi, soprattutto quando si parla di argomenti importanti, davvero importanti come questo. Se una legge è brutta, e il Piano casa 2 docet, e forse anche il Piano casa 3, se non sarà modificato secondo quello che l'Aula ha espresso sul Piano casa 2, le leggi brutte vanno ritirate! Vanno non approvate! Non si può fare una brutta legge solo perché deve reggere una maggioranza, si deve cercare di fare una buona legge se l'argomento, come in questo caso, è un argomento meritorio, è un argomento importante, non è una legge frivola.
Non si parla di palline, come ha detto ieri l'onorevole Bruno, si parla di uno sport che certamente nell'immaginario collettivo possiamo dire che non sia amato, che viene considerato uno sport elitario; però questo è un preconcetto d'antan, è un preconcetto da vecchia lotta di classe. Qua si vuol parlare di uno sport come momento di sviluppo, come possibilità di sviluppo turistico, è qui che dobbiamo intenderci, perché non si può parlare di golf senza considerare tutto quello che investire sul golf comporta.
O crediamo sulla possibilità di investire sullo sviluppo del golf e quindi sullo sviluppo del turismo connesso al golf, o crediamo sulla possibilità di far entrare la Sardegna in un circuito internazionale di questo sport, oppure, se non ci crediamo, se non vogliamo investire su questo, possiamo anche dire che non siamo interessati, ma non possiamo barricarci dentro l'ipocrisia dicendo che vorremmo entrare in quel circuito però non siamo disposti a pagare noi la fee d'ingresso in quel circuito, perché purtroppo si deve pagare e in questo caso, come ha detto l'onorevole Soru, possono essere finanziamenti pubblici; possiamo dare degli incentivi perché vengano costruiti e realizzati dei campi da golf, ma davvero siamo in condizione di poter investire finanziariamente sui campi da golf?
Che cosa ci direbbero i pastori, gli ex minatori, gli agricoltori, gli artigiani se noi investissimo in questo momento risorse pubbliche regionali, certamente per un motivo buono, per incentivare lo sviluppo del golf, ma possiamo permettercelo? No. Allora, l'unica moneta che abbiamo in questo momento è lo scambio. Sappiamo che per fare un campo da golf ci vogliono soldi e ce ne vogliono tanti, perché finora non si è fatto? Perché abbiamo costruito seconde case, abbiamo costruito alberghi e non abbiamo costruito campi da golf! Certo, possiamo guardare il passato, io posso fare esempi strabilianti del passato: nel territorio di Sassari, un intero villaggio turistico, anche brutto se vogliamo, che si chiamava allora "Bagaglino Country Golf Club", le uniche buche che conosce sono le buche nella strada per arrivarci! Il fatto che si sia sbagliato nel passato non ci può portare alla considerazione che non lo faremo più o che non lo possiamo più fare; gli errori del passato si pagano, è vero!
Un altro esempio di come si può consumare bene o male il territorio, sempre nel nostro territorio, e non perché provengo da una parte politica che viene detta nostalgica, è Fertilia, che nacque in un determinato periodo, consumò territorio, così come altre realtà nella nostra Regione e altre in altre regioni d'Italia; bene, fu un consumo di territorio fatto perché in quel momento era necessario farlo e fu fatto bene. Ci pensa poi la democrazia a scaricare su Fertilia tutta la "167" del comune di Alghero. Questa è miopia politica! Questo è il consumo sbagliato del territorio, quello che ha consentito di costruire il Bagaglino e quello che ha rovinato una borgata come Fertilia scaricandoci la "167" addosso!
Allora, se non possiamo permetterci investimenti finanziari diretti, perché non sarebbe giusto, non sarebbe giusto, non sarebbe socialmente equo, in questo momento, dobbiamo capire quanto siamo disposti a spendere in termini di consumo di territorio per entrare in un circuito che non è, com'è stato dichiarato, sostituibile con altri; tracking, ippovie, cicloturismo, non potranno sostituire il golf, se no non si spiegherebbe perché una comunità autonoma, come quella dell'Andalusia ad esempio, che è la più grande e la più popolosa della Spagna, che è situata nel sud della Spagna, che ha sicuramente la possibilità di avere un'attrattiva come noi, la Costa del Sol, Marbella, che si affaccia sul Mediterraneo, ma che si affaccia anche sull'Atlantico, una comunità che ha la possibilità di richiamo turistico attraverso la grande moschea di Cordova, attraverso la Alhambra di Granada, attraverso Jerez de la Frontera, Malaga, Siviglia, ebbene questa comunità si dota di una legge specifica per incentivare il turismo golfistico, parla addirittura di Piano per i campi da golf di interesse turistico e lo fa nel 2008. Cioè, ancora nel 2008, questa comunità, che è sicuramente più avvantaggiata di noi dal punto di vista turistico, decide di incentivare ancora quella realtà che già esisteva: ci sono 100 campi in Andalusia, però vogliono incentivare perché conoscono l'importanza che questo circuito comporta per l'incremento e lo sviluppo del territorio. Certamente io sono d'accordo, se avessimo i soldi, sarebbe meglio usare i soldi e non consumare il territorio, però in questo momento, ribadisco, non credo che ce lo possiamo permettere.
Allora affrontiamo questa legge, affrontiamola davvero in maniera aperta, in maniera costruttiva. Noi stessi abbiamo sottolineato delle gravi lacune della legge, noi stessi, con uno spirito di tutela compatibile dell'ambiente, abbiamo portato avanti ed esposto ai promotori la necessità di rivedere gli indici, la necessità di spostarsi dalle coste, però sappiamo (perché vogliamo essere concreti e non demagoghi) che, se non diamo qualcosa in cambio, i campi da golf qua non si faranno mai, e non possiamo dare soldi perché non ne abbiamo; se avessimo fatto i campi da golf tanto tempo fa, probabilmente oggi non avremmo la necessità di investire i nostri soldi per sovvenzionare tutto il resto della nostra economia! Perché i nostri soldi vengono spesi, non dico investiti, vengono spesi per mantenere e sovvenzionare lo status quo che comunque continua a scendere! Allora questa è una proposta che sta dicendo: possiamo davvero provare a non essere sempre, testardamente, "balentemente" gli ultimi? Proviamoci! Certo, ci costa, ci costa territorio: usiamolo com'è stata usata Fertilia dal fascismo e non com'è stata usata Fertilia dalla Democrazia Cristiana di Alghero! Usiamolo in maniera intelligentemente ma entriamo in questo circuito.
Credo che questa sia, come dire, la chiave del nostro confronto; non ci possono essere posizioni preconcette, davvero non si può dire "non usiamo più un metro di territorio", perché se non usiamo le nostre risorse, come si può davvero pensare che degli investitori vengano qua? Un campo da golf costa 18 milioni di euro e non si regge economicamente sulle quote associative (perché non abbiamo Roma o Milano o Torino a fianco) e non si basa nemmeno sulla fee d'ingresso dei turisti che vengono a giocare: non basta per mantenere un campo da golf! Ci vuole tutto il resto, ci vuole il condominio e ci vuole l'albergo, però facciamoli di qualità. E perché li dobbiamo fare di qualità? E' qui la nostra scommessa, perché il resto del Mediterraneo è già circondato da campi da golf e noi purtroppo siamo una regione cara, siamo una regione che costa, costa arrivarci, costa viverci, costano le case, costano gli alberghi, costano i ristoranti, costano di più che in Spagna, costano di più che in Croazia, costano di più che in Portogallo, tutte nazioni che ci hanno sopravanzato di decenni!
Allora dobbiamo offrire qualità, dobbiamo competere se vogliamo entrare in questo settore, altrimenti la discussione può finire qui: "non vogliamo entrare nel circuito del golf". Ma non si può essere ipocriti: per entrare nel circuito del golf dobbiamo investire, investire quello che possiamo. Però quell'investimento deve essere un investimento che ci porti alla qualità; campi da golf che siano veri campi da golf dove si possa fare la Ryder Cup piuttosto che l'European Tour, cioè la possibilità che si automantenga, attraverso quel passaparola, quelle riviste specializzate, quel mondo che sposta centinaia e centinaia di migliaia di persone ogni anno.
Voglio farvi un altro esempio che mi tocca da vicino. Quando ero sindaco, ho cercato di sostenere una trasformazione di un'azienda agricola con allevamento, ne La Nurra, trasformazione in un campo da golf con annesse residenze e alberghi. L'azienda già allora stava soffrendo da un punto di vista economico e il proprietario aveva cercato di contattare degli imprenditori che potessero investire sul suo territorio per realizzare un campo da golf e delle strutture ricettive. Io non ci sono riuscito, i tempi del mercato dei soldi non sono stati conseguenti ai tempi della burocrazia, mancava una legge specifica, mancava la possibilità di poter avere quelle trasformazioni urbanistiche e il mercato dei soldi se n'è andato, gli investitori hanno detto "non ci interessa più, ce ne andiamo da un'altra parte, stiamo perdendo troppo tempo" e il tempo, per chi deve investire soldi, per usare una frase fatta, è denaro.
Ebbene, che cosa è successo? Mentre io portavo avanti questa battaglia, la cosiddetta intellighenzia di sinistra (consentitemelo, era intellighenzia di sinistra, non so quanta intellighenzia ci fosse, ma la sinistra c'era) mi sbranava e colpevolmente il giornale locale mi attaccava e gli dava spazio, dicendo che io volevo trasformare i pastori in caddies, cioè nei portatori della sacca con le mazze. Ebbene com'è andata? Io non ce l'ho fatta, i tempi miei e della burocrazia, della Regione, del Comune, non sono stati sufficientemente agili per il mondo finanziario e il mondo del mercato, gli investitori se ne sono andati e l'azienda è rimasta lì. Ora quell'azienda è chiusa, quei terreni sono improduttivi, le costruzioni sono vuote e il territorio circostante continua a soffrire, soffre di più perché manca anche quella piccola risorsa di posti di lavoro e di economia. Francamente davvero non ho visto né norvegesi, né inglesi, né scozzesi, né finlandesi, scandinavi e tedeschi, venire in Nurra per guardare un'azienda agricola fallita.
Allora, se dal passato dobbiamo fare esperienza, dobbiamo fare esperienza sia dal passato che ha consentito di costruire il Bagaglino sia da questi errori; se otto anni fa avessimo iniziato davvero, non solo a Sassari ma in tutti i comuni, se davvero la Regione avesse voluto credibilmente investire in questo settore, forse oggi parleremmo di un altro mondo, parleremmo di meno problemi economici non solo per il Sassarese e per La Nurra ma per tutta l'Isola. E' questo il motivo per cui vi invito davvero a non fare un ostruzionismo di maniera, a non avere un blocco mentale perché così deve essere: confrontiamoci, consumiamo e spendiamo quello che è necessario, se crediamo nella possibilità dell'investimento, come quando un buon padre di famiglia decide se è il caso di cambiare la macchina o no o se forse è meglio comprare nuovi vestiti per i figli.
Certo, stiamo consumando, ne sono convinto, stiamo consumando territorio anche per le generazioni future ma la scommessa è se quello che consumiamo oggi renderà alle generazioni future. Ribadisco che il mondo del circuito del golf, il mondo delle nazioni a noi vicine, delle regioni a noi vicine, sta lì a dimostrare che l'investimento rende, se no l'Andalusia non avrebbe, ancora nel 2008, deciso di incentivare in maniera legislativa questi circuiti. Dateci una mano a fare una buona legge, perché di questo abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di una buona legge, una legge che va assolutamente modificata in molti punti, l'ho detto e lo ridico, non è una legge frivola, è una legge meritoria però è una legge che non è compiuta.
Mi sarebbe piaciuto, non venga interpretato strumentalmente quello che dico, che un'iniziativa del genere, anziché nascere da un gruppo politico, fosse nata dalla Giunta, così come è avvenuto in Andalusia, da chi ha più strumenti e più strutture per poter scrivere meglio una legge, per poterle affiancare quello che è necessario. Questa legge è una legge che da sé non basta, è un'incompiuta se, ad esempio, non avviene una contestuale e consensuale modifica del Piano paesaggistico. Ecco perché avrei preferito che un'iniziativa del genere partisse dalla Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Moriconi. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, cari colleghi, personalmente giudico un errore il mancato accoglimento della richiesta di sospensiva di questo punto. Soprattutto per le ragioni che attengono l'ordine delle priorità dell'agenda di questo Consiglio e poi per la necessità che si avverte ancora di un'ulteriore riflessione, di uno studio più ampio e approfondito di questa proposta da svolgersi in relazione proprio al significato turistico integrato e all'ambizione innovativa che il relatore di maggioranza, onorevole Meloni, ha voluto attribuire. Ciononostante occorre prendere atto del fatto che la maggioranza preferisce sacrificare, sull'altare dei propri difficili equilibri interni, l'opportunità di un'apertura a un confronto che sarebbe potuto essere più attento con le parti politiche, sociali e che avrebbe potuto rappresentare un segnale importante per la nostra Isola sul tema.
Certamente, colleghi, non migliorerà la qualità della vostra proposta e la sua potenziale efficacia, questa difesa cieca e a oltranza contro ciò che avete definito sarebbero i presunti militanti di un immaginario partito del "no". Io, colleghi della maggioranza, sono a favore di uno sviluppo turistico del quale sono convinto anche il golf potrebbe essere un'importante opportunità, oltre che parte di quelle nuove politiche di apertura verso mercati a noi oggi preclusi, ma sono anche convinto che per fare ciò non debbano essere violate le regole del territorio.
A me sembra gratuita e ingiusta l'accusa che ieri è stata generalizzata nei confronti dell'opposizione, tutti catalogati all'interno di questo cosiddetto partito del "no", dimentichi del fatto che su questi banchi siedono anche protagonisti e promotori di iniziative concrete proprio a favore del settore golfistico.
A ogni buon conto, al di là dell'inopportunità dei tempi, colleghi della maggioranza, onorevole Franco Meloni, il merito dei proponenti di tale proposta di legge è aver introdotto nel dibattito consiliare, seppure con i limiti di cui dirò in seguito, un tema che invita a compiere un passo avanti e che appartiene alla categoria delle iniziative definite sostenibili; il che, proprio in virtù di tale definizione, imporrebbe maggiore consapevolezza e prudenza nel confronto che oggi si sta sviluppando.
Colleghi, come buon senso vorrebbe, gli atti di pianificazione generale prevedono che sviluppo turistico e sostenibilità siano obiettivi inscindibili e il loro perseguimento richiede un approccio necessariamente di tipo interdisciplinare. Lo diceva poco fa l'onorevole Campus, richiede modelli e strumenti necessari e sufficienti per costruire scenari integrati e valutare preliminarmente gli effetti. Così oggi non è, e non basta, onorevole Meloni, il piano di fattibilità con cui lei ieri ha voluto rassicurarci.
Denuncio un limite anche di approccio al problema che si sostanzia nella prassi secondo la quale ogni soluzione, a prescindere da come la si confezioni, è meglio di niente, perché così è stato per il Piano casa, così è stato per le disposizioni urgenti in materia di agricoltura e così è sempre. I risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti come le tensioni così come gli umori politici, compreso l'umore politico dei Riformatori che ha di fatto condizionato l'ordine dei lavori dell'agenda di questo Consiglio, privando la discussione di un opportuno approfondimento e del coinvolgimento della Giunta, il cui contributo oggi manca, manca in termini valutazioni e di integrazioni strategiche con gli altri settori produttivi dell'Isola.
Ne deriva che ci troviamo di fronte al paradosso a causa del quale con l'introduzione di tale dibattito sul golf emergono di più i limiti strategici e politici della Giunta regionale rispetto alla presunta buona volontà che la proposta avrebbe potuto e dovuto custodire.
Sulla buona volontà, colleghi, dico che, nonostante il giudizio critico espresso in Commissione dalle opposizioni, e che io ribadisco oggi, dalla parte che mi tocca, bene ha fatto l'onorevole Meloni nella sua relazione ad accompagnare la proposta con un ragionamento, che io ritengo utile, tutto fondato sui dati disponibili e drammaticamente sconfortanti di un turismo che, anziché essere la forza propulsiva di un'isola a vocazione turistica, non riesce a incidere mai oltre un'unica cifra percentuale sul prodotto interno lordo della nostra Regione. Poi ancora bene ha fatto il relatore circa la rappresentazione della necessità di intervenire anche con il golf per favorire una diversa capacità attrattiva dei flussi turistici. Condivido e sostengo anch'io l'esigenza di un riequilibrio territoriale, così come la necessità di favorire la realizzazione di azioni concrete in grado di mitigare i consolidati problemi connessi alla marcatissima stagionalità del prodotto turistico sardo.
E' proprio su questi due aspetti che la relazione costituisce una opportunità per dire almeno altre due cose, più una terza forse meno importante ma che dirò. Sulla prima cosa: gli sforzi che si andrebbero a compiere oggi con questa iniziativa, esattamente così com'è scritta, come ci viene proposta, hanno buone probabilità se non la certezza di essere resi vani dai limiti derivanti dalla mancanza di una visione d'insieme o di una strategia del problema turistico regionale.
Sulla seconda cosa: dalla lettura completa dei dati, solo parzialmente richiamati dall'onorevole Meloni, ma facilmente ricavabili sulle caratteristiche strutturali del turismo in Sardegna, si evince che non si può prescindere, nel ragionamento e quindi nella proposta, dal patrimonio immobiliare già disponibile ed esistente sul nostro territorio. Aspetto questo - a mio avviso - in gran parte trascurato e ignorato sia nell'analisi, sia nella proposta oggi in discussione.
Sul terzo punto: io credo che non debba essere trascurato neppure il giudizio negativo espresso dagli operatori privati e dai rappresentanti delle società sportive golfistiche.
Sul primo punto ci torno, cioè sulla visione d'insieme o sulla strategia turistica regionale: io penso che, già da oggi, si debba chiedere conto all'Assessore del turismo di quel Piano regionale di sviluppo turistico che attende dal lontano 2007 di poter essere approvato e che, come si capisce oggi, ci sarebbe stato molto utile almeno per tentare di persuadere i colleghi della maggioranza della necessità di una valutazione più ampia, integrata e strategica.
Nei documenti di programmazione regionale nel DAPEF 2011-2013, come ovunque, ci viene ricordato, se ce ne fosse bisogno, che il golf ha forti implicazioni territoriali e di analisi di capacità di carico, nel senso che la realizzazione delle strutture residenziali, la gestione della risorsa idrica, l'integrazione socioeconomica eccetera con i territori ospitanti implica la definizione di adeguati quadri di conoscenza del turismo in Sardegna di cui non disponiamo, e non solo del turismo. E dicono anche quei documenti che non possono essere lasciate al caso, pur parlando di golf, le dinamiche che attengono l'integrazione economica con gli altri settori produttivi regionali. Il turismo golfistico in Sardegna insomma non può essere considerato come un progetto a sé stante, così come questa legge ci propone, ma va meglio collocato nel quadro più ampio e complesso della programmazione regionale.
Sul secondo punto ci torno un po', occorre considerare con più attenzione lo stato dell'offerta turistica regionale, soprattutto pensando che, negli ultimi dieci anni, il numero degli esercizi ricettivi è triplicato, mentre l'indice di utilizzazione di quello stesso patrimonio immobiliare è ulteriormente diminuito, nonostante fosse già di gran lunga inferiore al valore medio nazionale.
In altre parole, abbiamo le strutture ricettive sovradimensionate rispetto al fabbisogno e sottoutilizzate o per nulla utilizzate per dieci mesi l'anno. Allora non c'è dubbio che uno dei problemi che andrebbero risolti riguarda proprio la destagionalizzazione dell'uso delle strutture già esistenti, ne consegue che invece la realizzazione di nuove e ulteriori volumetrie, al di là di qualsiasi altra considerazione di carattere paesaggistico, urbanistico, che si voglia, avrebbe come effetto conseguente l'ulteriore mancato utilizzo dell'esistente al di fuori della stagione turistica estiva.
E capisco pure che ciò possa appassionare meno quella parte dei destinatari, potenziali portatori di capitali privati, utili per carità e pronti per essere investiti per la realizzazione delle nostre opere, ma, colleghi, capisco soprattutto che vale la pena strutturare in modo più solido e strategico la proposta per far sì che gli interessi dei sardi possano essere tutelati senza correre il rischio di essere sacrificati nell'affanno di dover creare rapide, per questo superficiali e pericolose, soluzioni a problemi storicamente ben più complessi.
Infine, non mi stupisce il giudizio negativo degli operatori privati e dei rappresentanti delle società golfistiche che evidentemente rilevano un'insufficiente organicità e un'inadeguatezza generale della proposta complessiva, contribuendo ad aumentare, per la parte che mi riguarda, il dubbio sull'opportunità dell'approvazione di una legge che, a questo punto, non comprendo proprio a quali settori della società civile sia rivolta o fornisca risposte soddisfacenti. Ciononostante, colleghi, resto convinto che un buon progetto golfistico possa rappresentare un'occasione di sviluppo turistico in Sardegna, a vantaggio dell'intero sistema economico e sociale della nostra isola. La mia preoccupazione è che, anche oggi, stiamo vanificando anche questa opportunità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signor Presidente, Assessore, colleghe e colleghi, dopo tutto quello che ho sentito, voglio fare il mio intervento secondo alcuni dati e l'importanza che il settore golfistico in Sardegna dovrebbe avere in futuro.
In Italia, il nuovo mercato golfistico sta interessando tutte le Regioni. La sola Toscana, nel 2010, ha varato un piano strategico costituendo un distretto del golf con la previsione di 13 nuovi campi in Maremma, oltre ai 35 già esistenti. In questa Regione si è chiesto, per la prima volta, che i campi da golf, una volta realizzati, siano trasformati in parchi naturali protetti. Io credo che questo possa essere di esempio in futuro anche per quanto ci riguarda.
Voglio inoltre farvi presente che il turismo golfistico è caratterizzato da una stagionalità esattamente opposta al turismo tradizionale, in quanto l'alta stagione ricopre il periodo che va da ottobre ad aprile, mentre la bassa stagione va da maggio a settembre. Se noi volgiamo uno sguardo in Europa, cresce il turismo golfistico con l'incremento annuo dell'8 per cento, e negli ultimi quindici anni è cresciuto del 108 per cento rispetto e in riferimento agli altri comparti.
Infatti, questo tipo di turismo, e di sport anche, aggiungiamo, in Europa attrae 7 milioni di giocatori europei, 11 milioni quelli internazionali, con un giro di affari pari a 50 miliardi di euro, di cui 350 milioni di euro, pari a 0,7 per cento, solo in Italia. In generale, un turista medio spende quasi 60 euro al giorno, mentre il turista golfistico spende circa 310 euro al giorno in media: 116 per l'alloggio, 69 per il cibo, 81 per il viaggio, 27 per il divertimento, 15 per lo shopping, 35 per il golf. In Europa, i campi da golf sono 3814, di cui 1200 nei Paesi scandinavi, 518 nei Paesi anglosassoni, 712 in Spagna e Portogallo, 678 in Germania, 278 in Italia, 312 in Svizzera e Austria, e 116 in altri Paesi.
Come potete constatare, la maggiore concentrazione dei campi è nei Paesi scandinavi e anglosassoni, è in Europa, dove è presente l'aspetto ambientale ed economico fortemente in tutte le attività economiche e sociali. E' chiaro che, se ci crediamo, e se ci vogliamo credere, apro una parentesi, ho sentito che gli albergatori non sono interessati, ma non tutti gli albergatori non sono interessati, io conosco qualche realtà, che credo conosciate anche voi, se vivete non solo nei vostri paesi, nelle vostre città dove avete il mare, il mare è dappertutto in Sardegna (no?), anche nelle zone interne, che dice il contrario. Dicevo che in Sardegna dovremmo però, in questa stesura definitiva della proposta di legge, che partoriremo in legge, stare attenti a una cosa, lo abbiamo già detto, lo hanno detto diversi: il rispetto dell'impatto ambientale e questo rispetto deve essere in sintonia con quanto ho detto finora.
Riguardo all'aspetto economico, le volumetrie devono essere strettamente funzionali alla pratica del golf per lo sviluppo del turismo costiero e soprattutto per lo sviluppo del turismo delle zone interne. Se noi osserviamo il modello spagnolo, in particolare l'Andalusia, dove credo si sia recata la Commissione del Consiglio regionale, il Governo, per quanto riguarda questo tipo di turismo, con 100 nuovi campi, nell'arco degli ultimi otto anni, ha dato e ha concentrato tutti i suoi sforzi per far creare uno sviluppo economico. Mentre qui, lo dite voi nelle relazioni, siamo in ritardo come sempre, in ritardo su tutto!
Questi modelli forniscono un quadro esauriente (chiaramente questi modelli che ho citato) delle potenzialità che dispone la Sardegna a parità di condizioni climatologiche estremamente favorevoli al turismo golfistico. Il giro d'affari europeo è pari a 50 miliardi di euro all'anno; in Spagna è pari a 4 milioni e 204 mila euro l'anno; in Italia è pari a 350 milioni l'anno. In sintesi, il mercato spagnolo raccoglie l'8,4 per cento del giro d'affari europeo, mentre in Italia siamo solo allo 0,7 per cento. La Sardegna, come tutti noi sappiamo, dispone di 4 campi e non può assolutamente rispondere in alcun caso alla domanda di mercato; perché non risponde? Il giocatore golfista, nel suo soggiorno, ama girare, come voi sapete, almeno quattro campi diversi, ubicati al massimo nel raggio di 60 chilometri con una viabilità buona, nell'Isola si pensa che il raggio possa essere di 50 chilometri. E' importante sottolineare che il giocatore, la maggior parte dei giocatori dispone di buone risorse economiche, predilige la struttura, naturalmente ricettiva, annessa al campo del golf.
In Sardegna, come tutti sappiamo, dobbiamo cercare, se vogliamo creare mercato, di realizzare almeno 20 campi (in ognuno dei quali possano essere ospitati 100 giocatori al giorno), costruiti secondo il modello spagnolo, dove si può lavorare per almeno 10 mesi, con almeno 30 mila presenze l'anno; 20 campi porteranno un incremento di 600 mila nuove presenze. Tenuto conto che il golfista viaggia in media con gli accompagnatori, che sono il 20 per cento, non golfisti, il totale delle presenze può ragionevolmente attestarsi in 720 mila nuovi turisti, con un incremento del flusso turistico del 6 per cento dell'attuale livello regionale che, tradotto in cifre, significa un giro d'affari per 216 milioni, di cui 112 per il solo soggiorno.
Ora, la parte che ci preoccupa, che preoccupa anche il nostro Partito, perché noi del Partito Sardo d'Azione stiamo attenti a questa legge, è il fatto che non si possa qui, in generale, tacciare chiunque per "cementificatore". Vorrei dirvi anche un'altra cosa, che ogni tanto mi viene da pensare; ci troviamo d'accordo tutti sull'impatto ambientale, ma possiamo trovarci qualche volta d'accordo, onorevole Zuncheddu, sul fatto che gli inceneritori abbiano lo stesso impatto ambientale? Che abbiano gli stessi effetti del cemento? No! Stiamo attenti… cari colleghi, mi fa piacere che sorridiate, finalmente vi vedo sorridere, in questa tristezza di Consiglio ogni tanto! Dicevo che naturalmente dobbiamo stare attenti anche alle distanze che dobbiamo avere dal mare, dobbiamo stare attenti anche a queste distanze, dobbiamo rispettare le distanze.
Però, noi siamo tenuti a dare una risposta precisa attraverso il sistema golfistico, sistema golfistico che deve essere al servizio dello sviluppo turistico, di fronte a una reale e drammatica esigenza in cui versa, dal punto di vista economico e sociale, la nostra Isola. Noi dobbiamo rispondere: un sistema attrattivo, inserito con un buon piano di investimenti, che vada a dare, finalmente, un po' di respiro alla nostra triste situazione, davanti ai nostri meravigliosi paesaggi, collinari, montani, attraverso la realizzazione di campi a basso impatto ambientale, dove dobbiamo recuperare volumi, dove dobbiamo recuperare le nostre tradizioni, che rappresentano la storia della nostra Isola. Su questo, il Partito Sardo d'Azione, nella stesura di questa proposta di legge, sarà molto attento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, il mio intervento sarà più breve certamente rispetto al tempo assegnatomi, tuttavia ritengo opportuno intervenire perché ho colto pienamente il valore di questa proposta di legge, "Provvidenze per lo sviluppo golfistico", che ha, come primo firmatario, il collega Franco Meloni, perché rappresenta sicuramente un impegno organico per agganciare la nostra Isola al sistema golfistico mondiale, che non è più e non è solo un circuito elitario, ma è sicuramente una vetrina di marketing permanente, che consente una grande visibilità del territorio a livello internazionale e dà alla nostra Isola un risalto internazionale che è necessario per inserirla in un percorso di crescita turistica che sia destagionalizzata.
In fondo, l'intento di questa legge è proprio quello di togliere l'Isola da quella stagionalità che ne limita l'usufruibilità al periodo strettamente limitato ai mesi di luglio e agosto, quindi questa legge avrà sicuramente significato nell'elevare il livello nell'impostazione di fare turismo, intercettando interessanti, importanti, produttive fasce di utenza, saprà sicuramente creare sinergie e coprirà l'aspetto critico, l'aspetto critico dell'organizzazione e di tutto il settore turistico, che è quello relativo ai periodi cosiddetti "di spalla". Chi arriva oggi in Sardegna può risultare motivato in maniera diversa, se vogliamo "speciale", se nel viaggio è inclusa quella dimensione sportiva, perché non può essere tolto questo aspetto, è importante che venga ribadito, perché ci si rivolge naturalmente a persone che scelgono questo tipo di attività sportiva, che è ormai affermata ovunque nel mondo.
Qualcuno ha accusato questa proposta di legge di aprire la strada alla speculazione edilizia, però, richiamandomi soprattutto agli interventi del collega Vargiu e del collega Campus che hanno ribadito questi aspetti, non bisogna dimenticare che, prima di tutto, è una legge sicuramente di infrastrutturazioni, di sviluppo turistico, che prevede sicuramente un intervento sull'ambiente, un intervento destinato all'utilizzo equilibrato del territorio e da questo punto di vista certamente non può essere sottostimato.
E' vero, sarà naturalmente un percorso severo, sarà un percorso di attenzione, un percorso che dovrà rispettare le finalità della legge e non inserire elementi che possano compromettere il territorio. Per quanto riguarda la usufruibilità del territorio, l'offerta del territorio (se si vuol fare naturalmente riferimento anche a uno degli obiettivi, l'obiettivo più importante della legge è quello di portare il turismo sardo verso un incremento di tale entità), certamente dovrà esserci un intervento equilibrato, severo, controllato, basato su regole precise sull'ambiente e su questo il Consiglio si saprà esprimere. Certamente la diffusione delle strutture golfistiche rappresenta un momento unico per creare posti di lavoro, anche altamente specialistici, nell'ambito di una dimensione nuova per la Sardegna. E' un sistema, quello golfistico, che può creare un indotto professionale e occupazionale elevato e il tema delle competenze distintive nel turismo, che andranno a valle di questo sistema, è un tema importante. Oggi non occorre semplicemente parlare una o due lingue, ma bisogna acquisire esperienze strutturate elevate per poter competere e portare la Regione stessa a competere con le altre realtà che fanno il turismo ad alto livello e sanno attrarre più di noi fasce di utenza come questa.
Io sono in sintonia con il collega Franco Meloni quando evidenzia anche il peso culturale dei turisti del golf, inteso come una maggiore sensibilità volta ad apprezzare le bellezze storiche e artistiche della Sardegna e tutte le potenzialità che ancora non sono state colte e sfruttate. In definitiva si tratterebbe di un'occasione straordinaria per creare una nuova forma di sviluppo che sia perfettamente compatibile con l'ecosistema e il paesaggio, almeno questi sono gli intenti. Quindi tale progetto di legge, a mio parere, si muove in una direzione completamente nuova perché si cerca di investire stimolando la nascita di strutture capaci di fare sistema e di generare reddito nuovo e pulito.
In questa legge si affrontano tutti gli aspetti e i possibili risvolti, compresa la promozione con campagne mirate. Bene ha sviluppato questo aspetto il Presidente della Commissione, Matteo Sanna, quando ha detto che, proprio dal punto di vista dell'utilizzo delle risorse, non ci sono certamente dispersioni, ma ci sono finalità mirate e oculate nel loro utilizzo. Questa legge riveste una particolare importanza ancora perché concretizza uno dei punti fondamentali del programma del centrodestra che, come abbiamo detto, è quello della destagionalizzazione turistica; davvero occorre insistere.
Ma non di minore significato, e deve essere naturalmente messo in risalto, è anche un altro degli obiettivi, quello del puntare allo sviluppo delle zone interne ovviamente sotto l'aspetto turistico e culturale. Una volta passata la legge, potremmo avere un altro punto importante per un nuovo sviluppo produttivo dell'isola che possa aprirci al mondo segnando anche una certa continuità con quegli errori di programmazione fatti nel passato. Credo che, senza questa legge, non si potrà avviare una nuova forma di turismo che sappia essere rispettosa dell'ambiente, perché questa legge costituisce un punto fermo strategico che ci permetterà di competere in futuro con tutte le località europee che si sono già affermate in questo ambito turismo. I trend di crescita del golf nel mondo sono, così direi, quasi impressionanti nei loro dati, che offrono garanzie certe di successo a coloro che investono nella qualità e nello standard elevato di tutte le nuove strutture che potranno nascere e sappiamo ancora come, dalla competitività, nascano una qualità e uno sviluppo più stabili.
Quindi questa legge promuove con efficacia una fondamentale sinergia che dovrà scaturire tra l'impianto golfistico stesso e la struttura alberghiera, con la progettazione della infrastruttura e con il mantenimento della stessa. Da quest'ultima potrà derivare anche un indotto e una nuova tipologia di reddito da impresa turistica di cui potrà beneficiare l'intera economia della Sardegna. Certamente sarà importante che la firma degli architetti che interverranno proprio nel disegnare e nell'attuare queste strutture possa portare a uno standard qualitativo di costruzione e mantenimento che sia tale da rappresentare una garanzia non solo per quanti scelgono questo tipo di attività sportiva, ma per la tutela dell'ambiente della nostra Regione.
Vorrei concludere richiamandomi a quel senso di unitarietà della maggioranza così fortemente evocato dal collega Franco Meloni. Credo che dobbiamo davvero trovarci uniti come coalizione di maggioranza nella realizzazione di uno degli obiettivi della campagna elettorale, che è la necessità di far ripartire la produttività della nostra isola partendo, appunto, dal turismo. E' doveroso, quindi, agire in questo Consiglio sul piano legislativo incidendo sulla capacità della Regione di essere competitiva, non attendendo passivamente che la crisi economica continui ad attanagliarci, senza intraprendere azioni come questa che rappresentano un atto concreto che si pone l'obiettivo di inserire la Sardegna a pieno titolo in un settore in cui, fino a oggi, è mancata e nel quale, invece, può giocare un ruolo importante avendo delle immense potenzialità e offrendo il massimo delle sue bellezze e la professionalità dei suoi lavoratori.
Credo che, su proposte come questa, dobbiamo misurarci come coalizione, mantenendo e confermando la compattezza perché questo è davvero un tema cruciale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, cari colleghi, Assessori competenti, l'intervento dell'amico Vargiu che io non vedo in aula…
(Interruzione del consigliere Planetta)
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Planetta, ti abbiamo sentito, ti abbiamo ascoltato, eh!
L'intervento del collega Vargiu mi ricorda quella…
(Interruzione)
Giorgio Cugusi, vorrei fare il mio intervento, per cortesia.
PRESIDENTE. Onorevole Cugusi, la prego.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Altrimenti parliamo nel vuoto!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Ben Amara, continui pure l'intervento.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). L'intervento dell'amico Vargiu mi ricorda quella afroamericana che dice al Governatore che i suoi figli hanno fame: "My children are hungry", lui risponde: "Give them cakes", "Puoi dare loro i dolci". Dunque nessuna garanzia sulle entrate del Governo, un Governo che vende la Tirrenia alla CIN senza che la Regione venga coinvolta, una crisi sociale e culturale, crisi pastorale, una Sardegna che brucia, senza bussola, senza pastori, senza identità, né autonomia, che subisce il killing in tutti i settori vitali, e nel mentre i nostri amici Riformatori presentano il progetto di legge sullo sviluppo del turismo golfistico.
Anche nell'attività politica ha grandissima parte la fantasia, ma nella vita politica l'attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale. Se non si riesce ad armonizzare la realtà, ciò significa che siamo incapaci di armonizzare prima nel pensiero gli elementi della realtà stessa. Non sappiamo che, dove c'è da mangiare per cinquanta, possono vivere cento, se si armonizzano i bisogni, come direbbe Gramsci. Venti nuovi impianti sulle coste, alberghi e altre strutture con volumetrie in deroga al Piano paesaggistico e un finanziamento di 15 milioni a fondo perduto per la promozione pubblicitaria del comparto! E' questo il Master Plan per rilanciare la crescita? E' questa la proprietà della Sardegna e dei sardi? E' questa l'esperienza che deve istruirci e insegnarci gradualmente a diventare maestri di noi stessi? E' questa l'autonomia e l'autodeterminazione? Una forza politica che lotta per una democrazia nella quale chi comanda, comanda ubbidendo. Qui il dolore è psichico e, quando l'origine del dolore fisico è psichica, nessun farmaco potrà curarlo; ma il vero dovere è che la cura in questo caso si svolge sul piano del discorso.
I nostri colleghi Riformatori trovano la soluzione del male dell'Isola presentando una proposta di legge con 14 articoli che, secondo i proponenti, serviranno a rilanciare il golf isolano. Mezzo miliardo di euro per la creazione dei campi che, secondo loro, porterà 7000 turisti in più. Forse questa proposta di legge è solo un pretesto, perché il vero testo è nell'occultamento e nella dissimulazione. Una proposta di legge come un ballon d'essai. Personalmente non ho niente contro il golf e i golfisti, ma trovo la proposta fuori da ogni proporzione spazio-temporale. So anche che il golf non è necessariamente uno sport da riccone e per ricconi, ma il golf non è un simbolo di promozione sociale, il golf ha anche una doppia faccia, come direbbe qualcuno, perché da un lato preserva grandi aree verdi, dall'altra utilizza fertilizzanti e pesticidi che sono tossici, senza dimenticare il fatto che impegna grandi quantità di acqua e sappiamo bene che l'acqua sarà il grosso problema del nostro futuro. Badate che ogni campo da golf di dimensioni medie, 18 buche, consuma in estate 2000 metri cubi d'acqua al giorno, l'equivalente del consumo di una popolazione di 8000 abitanti.
Noi non possiamo lavorare contro i nostri limiti, ma lavorare a favore delle nostre qualità. Per progredire, noi dobbiamo sempre partire da una mappa che esiste, dai veri problemi che ci affliggono. So bene che questi campi da golf sono belli, ma sollevano anche dubbi e non certezze. La nostra diffidenza in questo preciso momento non è dovuta a un rifiuto del golf, ma l'incertezza dipende dal fatto che questi luoghi di ricreazione saranno in un'isola segnata dall'inefficienza produttiva, dall'improvvisazione a tutti i livelli e dalla mancanza di qualità nella maggior parte dei servizi. Con i loro greens perfetti, i campi da golf aumenteranno il contrasto tra la Sardegna turistica e quella reale, tra le persone che lanciano le palline bianchissime e quelle che possono solo stare a guardare dall'altra parte della recinzione.
Nel sud-est asiatico, per esempio, i fitofarmaci impiegati per far crescere l'erba ordinatamente sugli impeccabili greens hanno provocato l'inquinamento di alcuni fiumi e falde acquifere, con relativa moria di pesci e avvelenamento degli impianti idrici destinati ad alimentare la popolazione.
La Sardegna è conosciuta oggi in tutta Europa anche per il campo più contestato, quello di Is Arenas, nella provincia di Oristano. Leggevo nel sito dell'Unione Europea che, dopo 10 anni di procedura di infrazione europea avviata contro l'Italia, dalla Commissione europea, per violazione della Direttiva Habitat, è arrivata il 10 giugno 2010 la clamorosa sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo: un dispositivo che sconfessa la politica ambientale di enti locali, regionali e nazionali. Con il d.d.l. del 16 aprile 2010, il Governo mira dichiaratamente a portare i campi da golf dentro le aree protette. Questo significa che quel disegno di legge Brambilla-Berlusconi è inaccettabile e va ritirato immediatamente, idem per quello dei "Riformattori", con doppia "t". La Sardegna ha bisogno di altre ricette per uscire dalla crisi. Non manipoliamo i destini! Questa proposta di legge dei Riformatori è bellissimamente infeconda e priva di ogni luce morale.
Cari colleghi, la rivendicazione di autonomia è anche un tentativo di sfuggire al modello planetario imposto dalle forze di mercificazione, in nome di una specificità culturale e storica. Cari colleghi, questa proposta di legge non è una proposta riformatrice, ma è una proposta "riformattata", una proposta velata, una proposta alla "San Paolo", che bisogna combattere. Non Paolo il nostro amico, assolutamente! Ma voi pensate di dare da mangiare ai sardi con questa legge? Ingoiare palline bianche?
Noi siamo pronti a operare quando siamo convinti che nulla è stato nascosto, che nessuna illusione è stata volontariamente o involontariamente creata in noi. Libertà di pensiero non significa libertà di errare e spropositare. Chi non ha potuto convincersi di una verità, chi non è stato liberato da una falsa immagine, chi non è stato aiutato a comprendere la necessità di un'azione, defezionerà al primo urto brusco con i suoi doveri, la disciplina ne soffrirà, e l'azione sboccherà nell'insuccesso. Questa legge è una pura produzione borghese e la produzione borghese può diventare speculazione, truffa e illusionismo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, anch'io come il collega Lai non userò tutto il tempo a mia disposizione per fare delle considerazioni su questa proposta di legge che, come diceva il collega Meloni, può costituire una legge importante e qualificante per questa legislatura. Sono però un po' rammaricato per l'assenza dell'onorevole Soru che puntualmente viene in aula, fa il suo bell'intervento che poi spera possa essere pubblicato sulla stampa e poi va via. Io veramente resto allibito per la pochezza di considerazione che il consigliere Soru ha nei confronti degli altri colleghi, quindi mi auguro e lo invito in Aula, invito inoltre i rappresentanti del suo partito a fargli rilevare questa "cosa" che, secondo me, è sintomo di rispetto per voi ma anche per noi.
Ho ascoltato con molta attenzione le parole dell'onorevole Meloni che faceva un appello, secondo me sentito e di cuore, a tutta la maggioranza, per un ricompattamento e per ritrovare le ragioni dello stare insieme che ci hanno portato a vincere le elezioni del febbraio 2009. Onorevole Meloni, accolgo questo suo appello e, insieme a lei, voglio portare avanti delle leggi che possono veramente qualificarci come maggioranza, ma che possono qualificare l'intero Consiglio regionale, quindi un appello anche a voi consiglieri che state alla mia destra, quindi all'opposizione, affinché questa veramente diventi la legge di tutti e non solo di una parte politica.
Io credo che rivolgersi a un potenziale umano di 63-80 milioni di persone sia un fattore molto importante in un'isola che, in questo periodo storico, sta subendo un grande calo di flusso turistico. Io trovo ingenerose le parole che qualche collega dell'opposizione ha usato per una legge che ha definito come la "legge per fare le seconde case". Voglio entrare ancora nel merito di questa questione, perché credo che le leggi debbano essere lette con attenzione, devono essere visionate, poi se sono da correggere devono essere anche corrette; ma, per quanto riguarda il riferimento alla questione delle seconde case, ci tengo a precisare che, nell'articolo di legge, viene ribadito con chiarezza che, se l'imprenditore o gli imprenditori non rispettano quanto previsto da questa legge, con l'articolo 8 bis, si va a sanzionare e si va a dire a queste persone (perché i furbetti di città o del quartiere ci sono sempre e ci saranno sempre), a questi furbetti di città, si va a dire magari che perdono tutti i benefici concessi in termini di procedure agevolate, in termini di edificabilità delle aree, in termini di agevolazioni normative che questa legge ha voluto introdurre in un sistema che già oggi si può utilizzare.
I campi da golf non è che oggi non si possano fare, si possono fare con le normative vigenti, con le leggi vigenti che, ahimè, l'abbiamo detto più volte, sono leggi sarde e italiane che rallentano le procedure e che portano l'imprenditore qualche volta anche a rinunciare all'intrapresa. Allora abbiamo voluto inserire, grazie anche all'idea brillante degli amici Riformatori, ma credo di tutta la Commissione, onorevole Sanna, che si è cimentata in questa proposta di legge e che l'ha fatta sua, non vedo il collega Peru, non vedo il collega Murgioni, però insieme a loro, insieme a tanti altri amici della maggioranza, come anche il collega Sanna che ricordo era con noi in Commissione prima di abbandonarci, abbiamo voluto ritrovare le ragioni dell'unità per andare a fare una legge che funziona, onorevole Sanna Gian Valerio, una legge che vogliamo veramente che funzioni e non solamente, come diceva il collega Ben Amara, una legge che serve a far fumo, a raccontare cose che così non sono, ad andare a dire cose agli sardi che poi non si traducano nella realtà vera, nell'anima vera, nell'ispirazione vera che questa legge ha.
Andando a fare un'analisi dello stato di fatto, se così lo possiamo chiamare, sicuramente possiamo e dobbiamo dire che sono poche le strutture che in Sardegna si occupano di attività golfistica. Le ricordo, forse a me stesso ma anche agli altri: il Pevero Golf Club della Costa Smeralda, Is Arenas a Oristano, Is Molas a Cagliari, il Tanka sempre a Cagliari. Quattro strutture che fanno attività golfistica sicuramente sono poche; ricordava il collega Matteo Sanna che, in Spagna, i campi da golf, su estensioni molto più ridotte della nostra Sardegna, sono numerosissimi. Allora io dico anche che, forse ha ragione l'onorevole Ben Amara, noi non vogliamo andare a fare tutti quei campi da golf che hanno fatto in Spagna, vogliamo andare a farne una certa percentuale che possa costituire una leva vera per portare…
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Non ci sono i soldi!
STOCHINO (P.d.L.). Onorevole Ben Amara, per fare i campi da golf non servono soldi, servono imprenditori (come diceva l'onorevole Soru) e, per far venire gli imprenditori, dobbiamo introdurre delle leve, come dicevo prima; altrimenti i campi da golf si possono fare anche oggi! Abbiamo individuato delle leve, ma chiediamo anche a voi di individuarle, perché se ci saranno più turisti, se ci saranno più persone che decidono di stare in Sardegna per un periodo - mi auguro - più lungo dell'anno, sarà un beneficio per tutti. Conosciamo la realtà dell'Isola, purtroppo la realtà dell'Isola, ci tengo a precisarlo, non è certamente dovuta (come ho sentito in questi mesi) alla Giunta del presidente Cappellacci. Purtroppo dobbiamo dirci con chiarezza che ci sono emergenze che non abbiamo mai risolto, è una responsabilità di tutta la politica sarda, perché la questione della continuità territoriale è una questione che non ha inventato il presidente Cappellacci, è una questione che ci portiamo avanti da tantissimo tempo e che non abbiamo avuto mai il coraggio di risolvere.
Ecco perché parlo di unità! Ecco perché parlo di parlamentino, nella sua entità totale, che possa risolvere i problemi dei sardi. Così pure come per l'agricoltura, il problema dell'agricoltura non l'ha affrontato la Giunta Soru! Lo stiamo affrontando noi con alcune risorse e con risorse importanti, perché 140 milioni di euro credo che nessuna Giunta mai si sia sognata di impegnarli per l'agricoltura, ma credo che debba trovare, all'interno di quest'aula, le soluzioni strutturali per risolvere questi problemi.
Allora io credo che inserire questa legge sul golf nella tematica del parlamentino sardo, in questa legislatura, possa costituire un tema importante da trattare. Abbiamo parlato anche degli aeroporti, io credo che sia importante e interessante inserire, all'interno di questa legge, un concetto che debba vedere i nostri aeroporti impegnati - lo dico a lei, assessore del turismo Crisponi - a far capire ai potenziali turisti che, anche all'interno degli aeroporti, avremo un'attenzione particolare per i turisti che vengono in Sardegna per fare il golf. Sono i turisti che non vengono d'estate, che è il periodo di piena, ma che vengono in altri periodi dell'anno e possono veramente costituire la famosa continuità nel nostro sistema turistico.
Come da promessa, cercherò di essere breve. Credo che alcune cose debbano essere cambiate, me ne ricordava qualcuna l'onorevole Sanna, soprattutto in riferimento alle zone interne, ne parlavamo anche con l'assessore Crisponi non più tardi di sei mesi fa, questo per far capire che non è una legge che nasce oggi e viene portata in Aula oggi stesso; sulla questione delle zone interne forse questa legge andrebbe emendata con un'attenzione particolare, con leve ulteriori che possano consentire a quei famosi imprenditori, che hanno i soldi, onorevole Ben Amara, e che vogliono investirli, di investirli anche nelle zone interne, di investirli magari nella zona di Pratobello, a Orgosolo, o a confine, come diciamo noi, o "a laccana", come direbbero gli amici Sardisti, con quel di Fonni, con quel di Gavoi.
E allora io su questo vi sfido, cari amici dell'opposizione, per migliorare una legge che veramente credo debba essere, non dei Riformatori, non di questa maggioranza, ma di questo intero Consiglio regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, ringrazio il Capogruppo del P.D. che non ha chiesto la verifica del numero legale per consentirmi di intervenire stamattina, diversamente probabilmente avrei dovuto rinviare il mio intervento visto che decisamente il numero legale non ci sarebbe in quest'Aula.
Nella discussione di questa proposta di legge, si intrecciano valutazioni di tipo turistico, programmatorio, finanziario, con non mal celati o, meglio, evidenti intrecci di confronto politico.
Prendo spunto dall'intervento del collega Stochino, il centrodestra ha vinto le elezioni su alcuni argomenti, ha vinto le elezioni sulla rivisitazione necessitata del Piano paesaggistico regionale, sugli eccessi di quel Piano paesaggistico regionale che, come sempre abbiamo detto, comunque non è tutto da buttar via. Abbiamo vinto, ha vinto il centrodestra le elezioni sulla sanità, sulla mancanza di trasparenza, sulla promessa del ripristino di legalità, sul rinnovamento (su questo tema stendo un velo pietoso) auspicato, promesso ma, ahimè, mai realmente applicato, il centrodestra ha vinto le elezioni sulla dipendenza romana (anche su questo argomento direi che non è il caso di approfondire, le cronache hanno approfondito su questo argomento), sull'autonomia dell'informazione (e anche questo è un argomento al quale qualcuno ha fatto riferimento in quest'Aula), sul conflitto di interessi, sull'ingerenza politica nell'autonomia della gestione amministrativa.
Questi sono i temi più importanti che noi abbiamo sviluppato come opposizione nella passata legislatura e che abbiamo riportato in campagna elettorale, creando delle aspettative nei sardi che si sono trasformate nel consenso a quella proposta o, meglio, quel consenso è stato interpretato male perché si è vinto (sembra una banalità) contro un sistema, contro un progetto, contro una persona, ma ben poco c'era di proposta, che doveva essere formulata nel corso dell'avvio di questa legislatura.
Credo che molti sappiano, se interessati, quanto io mi sono opposto a quella gestione, ma voglio fare un'onesta riflessione in questo momento. Io non ho condiviso, non ho bisogno di documentarlo o certificarlo, la gestione Soru della passata legislatura, non l'ho condivisa, l'ho criticata, mi sono opposto, mi sono tanto opposto, diversamente da altri più fortunati di me, che sono dovuto andare anche a difendermi nei tribunali dalle querele, anche del presidente Soru (anzi ricordo che ce n'è ancora una in piedi, perché sono l'unico al quale non l'ha ritirata, glielo avrei voluto ricordare di persona, ma magari gli potrei ricordare che il Pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione), questo per dire qual è il rapporto. Però non possiamo non riconoscere che quella gestione, nei primi due anni e mezzo, ha segnato la storia di quest'Aula e della nostra Isola, con il PPR appunto, con le tasse sul lusso, con la cancellazione delle comunità montane, con alcuni atti e azioni, da me non condivisi, che comunque hanno caratterizzato un progetto: c'era un progetto, c'era un'idea, ribadisco per l'ennesima volta, da me non condivisa e non condivisibile al novanta per cento.
Ora io chiedo a noi tutti: è possibile che noi, in quest'Aula, con decine di iscritti in questa discussione generale, stiamo cercando di caratterizzare un passaggio di questa legislatura con una legge, che io chiamerei leggina, sul golf, utile, necessaria, che può essere tassello di un progetto di sviluppo turistico? Non possiamo caricare questa legge della portata, di cui si sta caricando, della soluzione del problema turismo in Sardegna, non possiamo! E' un tassello di un progetto che, ahimè, non conosco e prego, se qualcuno lo conoscesse, di dirmi qual è il progetto turismo di questa maggioranza e di questa Giunta. Un progetto che si deve intersecare necessariamente con la problematica dei trasporti, che si deve intersecare con la pubblica istruzione, che si deve intersecare con l'ambiente, con tutte le problematiche che contribuiscono, una volta risolte, a creare un progetto di offerta turistica e quindi di caratterizzazione della Sardegna, nel mondo dell'offerta turistica globale, come progetto unico, a sé stante, che fa scegliere la Sardegna al turista!
Io non conosco questo progetto, questo progetto in due anni e mezzo, ormai, non è stato presentato. Allora mi chiedo: noi stiamo caratterizzando, e per cortesia ditemi se così non è, questa legislatura da questa profonda discussione sulla legge del golf; o c'è qualcos'altro, in questi due anni e mezzo, che mi è sfuggito e che ha fortemente caratterizzato la specificità dell'azione politica, dell'azione programmatoria, dell'azione amministrativa di questa Giunta e di questa maggioranza? Vi prego ditemelo, non credo di essere stato molto assente, probabilmente, se così non è, qualcosa mi è sfuggito. Magari le cronache hanno caratterizzato questa parte di legislatura, questo sì, condivido, ha una forte caratterizzazione.
Allora, di golf dobbiamo parlare, di turismo dobbiamo parlare. Io sono convinto che la leva turistica debba essere, una volta che la si sostiene con la giusta infrastrutturazione, la capacità di vendere il nostro prodotto, la capacità imprenditoriale di vendere il nostro prodotto, la capacità imprenditoriale dimostrata tra l'altro nella nostra Isola da alcuni imprenditori che non hanno avuto bisogno del campo da golf, che non hanno avuto bisogno di agevolazioni regionali, di enormi contributi, di strade a quattro corsie per vendere quel prodotto ambiente che è la nostra vera ricchezza. Mi scusi, Assessore, lei è testimone di quello che sto dicendo, e credo che sia seduto lì anche perché quella realtà, che lei ha saputo ben rappresentare e guidare in una certa parte della sua vita, abbia dimostrato che turismo si può fare, tra le mille difficoltà, mille difficoltà dei trasporti via mare, aerei, continuità territoriale, necessità di acquisizione di materie prime. I nostri produttori a volte non stanno al passo di chi vende il loro prodotto, non riescono a stare al passo, perché non c'è un'organizzazione di base che consenta ai nostri produttori di pane carasau, per esempio, di stare al passo della vendita di quel prodotto nella grande distribuzione, e qui posso essere buon testimone io!
Allora noi stiamo parlando di un tassello, di un sistema che purtroppo non esiste! Io non so qual è l'idea di turismo, il progetto politico di intervento di questa Giunta, non parlo di questo Presidente che è assente, ieri era assente per motivi istituzionali, oggi non si sa per quali motivi ma è comunque assente, su un problema di cui questa maggioranza sta facendo una bandiera, pur non avendo titolo di essere bandiera di un'azione così importante.
Io credo che bene hanno fatto i colleghi, che si sono occupati di questo progetto di legge, a fare la loro proposta e a cercare di inserirla in un quadro senza cornice, senza contorni, senza colori. Però loro, ovviamente, propongono il loro piccolo pezzo di colore. Certo che corre l'idea, per stare in argomento "sport-turismo", e per non evocare i nostri pastori, le nostre industrie, facile sarebbe evocare tutte le problematiche economiche e sociali che ci sono oggi in quest'Isola prima, ma stiamo nel campo dello sport.
Noi stiamo parlando di golf quando non abbiamo un'elementare, sufficiente infrastrutturazione sportiva di base nei nostri paesi, quando stiamo… leggo le cronache dello sport sardo, dove si legge che una squadra dopo l'altra ha mille problemi, si cancellano dai campionati nazionali perché non riusciamo a sostenerle o meglio i nostri sponsor, la nostra povera economia non riesce a sostenerla. I nostri ragazzi che si allenano in campi che probabilmente sono alla pari di quelli del Senegal, per citarne uno. O le nostre manifestazioni di atletica leggera che sono costrette a migrare da un paese all'altro, da una città all'altra perché i campi, le piste non sono omologate perché non sono stati fatti gli interventi di normale manutenzione; perché? Perché non ci sono soldi, perché non c'è la giusta attenzione, però facciamo un programma di intervento su venticinque luoghi di culto!
Basta! Io voglio e penso di poter e di aver titolo per rappresentare anche il pensiero del mondo cattolico e, ahimè, spero tra l'altro che riprenda vigore il fatto di avere il coraggio, il valore, l'idea di rappresentare ancora il mondo cattolico in questa società. Basta con i contributi ai parroci, agli arcivescovi, al rifacimento delle facciate! La gente non mangia da questo, non serve! Dobbiamo decidere una volta per tutte di gestire i denari dei sardi, per i quali siamo stati delegati, come se fossero i nostri, come se fossero quelli della nostra impresa e dobbiamo renderne conto.
Direte: che cosa c'entra questo col golf? Questa è una legge che non dà denari, diversamente, colleghi, da quanto ha fatto l'Emilia-Romagna negli anni '90 che ha speso del bilancio regionale fino a 4 miliardi di lire per agevolare la costruzione di campi da golf, sbagliando! Questa legge dà un altro tipo di incentivazione. Io non sono del parere che, siccome i soldi sono finiti, dobbiamo venderci un po' di territorio per convincerli. L'ha detto il collega Vargiu. In quel momento ho pensato al banco dei pegni. Siccome non c'è più niente, dobbiamo vendere o ipotecare i tesori di famiglia e magari non riuscirò, anzi in questo caso è possibile, domani a riscattarli.
Penso anche però alle giuste proporzioni: 25 campi da golf circa. Arrotondiamo. Una cifra di 2500 ettari in totale impegnati di territorio? Su quanti? Su 24 mila chilometri quadrati della nostra Isola, pari a 2 milioni e 400 mila ettari. Sembrerebbe, in parte forse lo è, insignificante! Ma come do io questo territorio? Gli indici riportati nella legge sono eccessivi, bisogna rivisitarli, deve esserci l'obbligo che si faccia prima il campo da golf, in ogni caso, e dopo gli investimenti residenziali. Non diamo una lira neanche in termini di pubblicità a Sardegna Promozione, li prenda la Giunta i soldi, le eventuali risorse necessarie, dalla già congrua copertura finanziaria, anzi oltremodo congrua, della pubblicità istituzionale, non è un mio pallino, torno lì dove i denari ci sono!
Inoltre per chi conosce il mondo del golf, mi dicono: non è che il golfista si muove sulla base della cartellonista pubblicitaria o perché legge sul giornale che c'è un nuovo campo da golf, si muove molto con il passaparola, sulla conoscenza del collega che ha già calpestato quel campo, non legge La Nuova Sardegna, L'Unione Sarda, non lo va a cercare su Il Corriere della Sera, non guarda il cartellone di via Condotti o di via non so quale, via Monte Napoleone di Milano o dell'Autostrada del Sole, perciò già quella credo che sia una voce da cancellare.
Mi stupisce un'altra cosa. Ho letto, per esempio, la legge della Regione Sicilia e stupisce, al primo impatto, che sia una legge di due articoli, due articoli dove, recependo le indicazioni nazionali di agevolazioni per la pratica sportiva connessa all'esercizio del gioco del golf, si esplicitano i termini delle agevolazioni, in un articolo precisamente: l'accelerazione burocratica. Niente cubature, niente deroghe, niente di tutto questo! Dice semplicemente che deve essere agevolato il percorso burocratico del rilascio delle autorizzazioni connesse, e quindi inventa la Conferenza dei servizi convocata dal comune nel quale ricade l'intervento, o dai comuni interessati all'intervento, che superano il castello burocratico, la piramide burocratica delle autorizzazioni, fino a dire che il parere della Conferenza dei servizi sostituisce, a tutti gli effetti, qualsiasi altro esame o parere di amministrazioni o organi consultivi monocratici o collegiali o di Uffici regionali competenti in materia, cioè il parere favorevole della Conferenza dei servizi costituisce approvazione del progetto. Questo dice la Sicilia, così è intervenuta.
Ma richiamo anche la nazionale, sarà utile inserire, come dice la legge nazionale, che le strutture devono essere rispondenti ai requisiti ambientali e di risparmio energetico. Credo di poter esprimere il fatto che, se una legge necessita, per il golf, di essere rivisitata nella sua estremizzazione di agevolazioni, questa legge può andare avanti e può essere approvata. Ma, diamole il giusto rilievo, è una leggina! Le vere leggi, quelle che da anni si aspetta di discutere in quest'aula, devono avere la priorità! E' imbarazzante parlare di questi argomenti oggi, in quest'aula, a ridosso delle ferie, mentre alcuni dei nostri concittadini ferie non potranno farne! Perché? Per la nostra inerzia, per la nostra carenza, a volte per la nostra troppa eccessiva reale indifferenza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, mi sono proposto di non perdere la calma, spero di riuscirci, perché ho fatto un training su me stesso, dicendo che, sostanzialmente, una Giunta che non è capace di chiudere la porta perché mi dovrebbe porre il problema di fare una battaglia? Poi spiegherò perché, perché il dubbio è questo. Volete parlare di turismo o siete nella camicia di forza del ricatto politico di una richiesta di fiducia, di antica memoria socialista, da rendita di posizione? No? Non è così? Ho sentito parole sbagliate io o ero sintonizzato con una radio ucraina? Ho sentito cose diverse? Ci volete costringere a parlare di turismo? Se foste stati sinceri, non avreste usato quelle parole che avete detto ieri, che ho sentito in quest'aula. Non volete parlare di turismo! Ed è questa la verità!
Poi, vorrei anche dire ai colleghi, al mio Capogruppo, non ho avuto tempo di dirglielo prima, che io comunque avrei votato contro questa legge per un fatto di coscienza e per un fatto di libertà di mandato, perché io non voterò mai, nella mia vita, leggi ad personam e leggi inquinate da una commissione esterna. Perché, quando si può pubblicare sui giornali, sui due quotidiani sardi, a un costo che non sarà meno di 25 mila euro a botta, una questione che dice che il Consorzio ringrazia la quarta Commissione per la tempestività con la quale ha approvato il testo della nuova legge… quale nuova legge? Della propria legge, questo è il senso! E si augura che anche il Consiglio regionale possa garantire la stessa rapidità, io dico che sono venuto qua, alla mia funzione, non per fare questo tipo di legislatore. Io voterò contro a prescindere, perché la ritengo un'attività che non ha precedenti nella storia dell'autonomia e che di per sé rende immorale anche questa discussione.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SANNA GIAN VALERIO.) Detto questo, che non è un'origine vaga, non è un'origine infondata, ma è un'origine, che non ci può rendere immuni da giudizio, vorrei ricordarvi a questo proposito che ieri abbiamo approvato un ordine del giorno unitario in materia di trasporti per combattere un cartello, che è nato contro l'interesse dei sardi e, secondo voi, io dovrei approvare o votare una legge sponsorizzata da un altro cartello? Perché questo è un cartello! E' un cartello!
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Per carità.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo so che dà fastidio, dà molto fastidio, dà fastidio dire la verità e dire le cose che stiamo sentendo da tanto tempo. In effetti la discussione che si è svolta qui sino adesso è tipica, raffigura il naufrago sulla zattera dopo la tempesta che, con la testa verso l'alto, sogna la vita che vorrebbe per dissimulare il pericolo di vita nel quale incorre. Abbiamo lo stesso atteggiamento, parliamo di cose che non conosciamo. Vogliamo parlare del golf? Non con i dati della fine degli anni '80, ma con i dati che sono di oggi, cioè a crisi aperta alla fine del 2010. Fonte: Golf Business Community. Nel 2010, quasi la metà delle strutture ha riportato un calo del 43 per cento del numero dei giri giocati e un conseguente abbassamento dei fatturati del 44 per cento. Solo meno della metà, 49 per cento, di tutti i campi da golf hanno segno positivo, a fine 2004, mentre un quarto degli altri ha chiuso le attività. Il 65 per cento delle strutture ha dato un netto taglio ai costi di manutenzione e il 45 per cento ha operato tagli di personale, circa un quinto, il 18 per cento delle strutture, ha ridotto o eliminato le quote a fondo perso per diventare soci del circolo. I campi da golf, nel 2010, hanno quindi impostato la strategia per la sopravvivenza, soprattutto su tagli dei costi di manutenzione e del personale, oltre a nuove politiche di prezzo e di marketing. Stiamo parlando di quello che sta avvenendo!
Avete parlato della mobilità, bisogna parlarne anche seriamente, della mobilità del turismo legato all golf nei grandi serbatoi che rappresentano fortemente questo sport, noi vogliamo scimmiottare la Spagna, quando la Spagna queste politiche le ha fatte venticinque, trent'anni fa, oggi le sta anche modificando, però noi vogliamo fare come loro. Allora, in Spagna, in Gran Bretagna e in Portogallo, la mobilità del turismo extra Stato non supera il 10 per cento, perché stanno all'interno del loro sistema, quindi non c'è un turismo dal quale noi possiamo attingere là, dove le fonti maggiori, i grandi serbatoi dei giocatori golfisti, sono là. Ne abbiamo abbastanza, con 6 milioni e 500 di persone in Europa e 6 mila e 200 campi da golf. Però, stiamo parlando anche di gente particolare, perché sempre questa fonte internazionale conferma che il 60 per cento dei turisti golfisti ha un reddito superiore ai 75 mila dollari all'anno, 75 mila dollari all'anno! Lo dico e lo ridico perché queste cifre devono fare la vergogna della nostra attività rispetto a coloro che quelle cifre, anche in Sardegna, probabilmente non possono neanche immaginarle nell'arco dell'intera vita.
(Interruzione)
C'è gente che vive in fila alle mense della Caritas, ci sono anche quelli che stanno bene, certo, però il 60 per cento non è proprio di gente che fa l'agricoltore.
Veniamo quindi al dunque. Questa dice che è una legge di provvidenze e provvidenze non ce ne sono, in effetti è così, è uguale alla legge sulla casa. Perché voi avete bisogno, non di promettere soldi, perché il cartello che ha commissionato la legge i soldi ce li ha, gli mancano le norme, perché le norme non ci sono e le norme sono quelle che sono contenute nella pianificazione paesaggistica. Voi vi potrete anche agitare, ma intanto: uno, quando voi dite: "Fino all'approvazione delle direttive" - in materia urbanistica - "di dimensionamento… di cui all'articolo 5 della legge regionale numero 45…", quelle ci sono, non è "fino all'emanazione", quelle ci sono e vanno rispettate! E la legge "1150" del '42, cioè la legge edilizia nazionale, impone che quelle regole si applichino sempre e non possano essere derogate, a meno che non vengano cambiate. Ma non in regime transitorio.
Poi, andate a rivangare l'articolo 6 della legge numero 8, la "salvacoste", e non vi siete accorti che la legge salvacoste numero 8, che ha dimezzato le volumetrie in zona F, aveva una funzione propedeutica al Piano paesaggistico, la sua funzione è finita, quindi è inutile che diciate quelle cose, perché la numero 8 non opera più, è inutile che cerchiate di risuscitare le zone F che sono state tagliate, non esistono! E perché non esistono? Perché quello che è stato messo nella legge numero 8 è stato travasato pari pari nelle norme tecniche di attuazione e oggi costituiscono "norme di salvaguardia" e quindi norme invalicabili da qualunque legge regionale.
Quindi, fate quello che volete, a me non preoccupa, perché tanto questa legge fa la stessa fine del Piano casa, che per la metà della sua valenza, cioè dove tenta di scavalcare con legge regionale la norma di salvaguardia, verrà bloccata e creerà solo guai giudiziari ai poveri imprenditori che "se l'affideranno"; questa è la realtà! Non si può eludere… poi, la qualità della legge… vedete, io ho rispetto dei colleghi della Commissione, ma la qualità della legge si vede anche dalla solidità della propria norma. Non capire che il contenuto della legge numero 8 è improponibile perché non si può resuscitare una legge che è già abrogata, oppure è già contenuta in uno strumento di tipo diverso, dimostra che questa attività... voi dite... ma come fate a dire, lo dico al collega Lai e anche al collega Planetta che, in buona fede, ovviamente, le hanno dette, come si fa a dire che si farà tutto, voi avete detto che si farà tutto con un sistema ecocompatibile e a basso impatto; ma se fosse così, ci metterei la firma!
Siccome non è così, perché modificate le regole, tentate di modificare le regole, significa che non c'è un sistema ecocompatibile e non c'è un basso impatto, l'impatto ci sarà, perché se no nessuno avrebbe avuto bisogno di mettere mano alle regole urbanistiche e le regole urbanistiche dicono che voi state cercando di forzare le leggi e non lo potete fare. La sentenza della Corte costituzionale del 2004, la numero 196, vi dice che la legge dello Stato ha la funzione di fissare gli elementi di uniformità che bisogna rispettare e in assenza di autorizzazione diversa, cioè noi dovremmo poter avere, per andare in deroga alla legge urbanistica, un'autorizzazione statale, e non ce l'abbiamo, la stiamo decidendo noi, ma non ce l'abbiamo; allora questa sentenza dice che, in nessun caso, noi possiamo sospendere i comuni, quando si dice "comuni" si vuole intendere i cittadini, il diritto di imparzialità che deriva dall'azione pubblica nei confronti dei cittadini, non possiamo sospendere o derogare a regole generali per esigenze particolari. Quella sentenza dice che c'è un caso solo dove si può fare, ed è il vero, concreto, univoco interesse pubblico, se c'è l'interesse pubblico, quella norma può essere sospesa o derogata, infatti le leggi che si sono fatte anche sull'esproprio sono l'applicazione di questo principio.
Questo è il diritto! E' il diritto base. Voi invece dite che non è così, che c'è una pletora di privati che potrebbe investire, poi usate il sistema di dire che si possono fare anche società miste, che si può vedere un po', eccetera, io vorrei vedere, poi arriviamo alla parte economica, come si fanno le cose miste. Penso invece che sia un'altra cosa, ecco la ragione fondamentale per cui sostanzialmente non mi viene neanche troppo da arrabbiarmi, tanto non andate da nessuna parte, vi risolverete il vostro problema politico, però mi dovete far dire una cosa per la gente che, con un po' di intelligenza, ci giudica fuori, di fronte a quello che sta accadendo e di fronte al fatto che qualcuno di voi dice che noi siamo contrari ai campi da golf: non è vero! Lo possiamo dimostrare, lo possiamo dimostrare su quello che abbiamo scritto.
Noi, in particolar modo io che ho qualche responsabilità, all'articolo 20 delle norme di attuazione del Piano paesaggistico, cioè "roba" in vigore, all'articolo 20, comma 1, diciamo che non è possibile fare nuovi campeggi e strutture ricettive connesse ai campi da golf. Che cosa vuol dire? Vuol dire che, nella considerazione che i campi da golf costituiscano una realtà, noi diciamo che il campo da golf in quanto miglioramento ambientale, nulla quaestio, è una cosa che paesaggisticamente ha un valore, ma blocchiamo le strutture ricettive connesse. Qualcuno ci viene a raccontare adesso, brevemente, l'ha detto - credo - Capelli poco fa: "Prima facciamo i campi, sarebbe l'ideale, poi facciamo gli investimenti immobiliari ". Non esiste!
L'investimento non si compie e non è redditizio se non ci sono gli investimenti immobiliari, lo sanno tutti, è l'ABC! E in Italia per poter introdurre questa logica, ci si è inventati le doppie case, cioè, praticamente, così com'è stato scritto in questa legge, quando avremo 100 ettari, ci troveremo, in mezzo a 100 ettari, 92 ville da 180 metri quadri, tra i 100 e i 200 ettari ci troveremo 138 ville da 180 metri quadri l'una all'interno, sono 180 metri quadri puliti, colleghi, perché i parcheggi e i servizi generali li avete esclusi, poi c'è un bonus di 5000 metri quadri per la club house, sono tutte escluse, stiamo facendo al netto del residenziale, perché non vi agitiate su questioni di carattere turistico, stiamo facendo al netto del residenziale e, quando si supereranno i 200 ettari dei campi da golf (abbiamo qualche esperienza), ci troveremo dai 160 ai 170 "villoni" da 180 metri quadri.
E voi pensate che questa scrittura non fotografi, nella sua trasposizione concreta, l'esigenza immobiliare di rendere remunerativo l'investimento? A chi la volete raccontare? A coloro che, come noi, la nostra parte, hanno fatto forse l'unico accordo di programma, protocollo d'intesa fra comuni, regione, provincia e una società privata per fare un campo da golf?
MURGIONI (P.d.L.). Ce n'erano anche altre.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Forse non concluse, in itinere, ma quella che conoscevo io, questa è conclusa, chiaramente aveva tutti i requisiti, ci hanno spiegato questo meccanismo dell'investimento e dove sono stati costretti a fare gli ampliamenti alle case nell'ambito del PUC, non per campagna, nell'ambito delle loro comunità, delle comunità che mettevano il patrimonio ambientale, in un'interpretazione totalmente diversa da quella che si vuole dare qua, sotto commissione, l'abbiamo data noi, qua. Sapete perché non è andata in porto? Perché, all'inizio del 2009, con tutte le carte e i PUC approvati, pronti al rilascio delle autorizzazioni, queste persone, che sanno che cos'è il significato dell'investimento, hanno capito che non ce n'è più per nessuno e che quella che vi hanno fatto credere essere una fila interminabile di finanziatori e investitori che dovrebbero stare fuori, qua, pronti a investire sui campi da golf, non ci sono, e nessuno, neanche la Discovery, che è la più grande multinazionale che investe in questo settore, è stata più disponibile a mettere un euro di investimento.
Ecco perché non mi devo arrabbiare, perché siete fuori dalla storia, e fate una legge per compiacervene voi, è l'unica cosa, parlate con parole auliche: "Noi, l'investimento, il turismo in Sardegna", certo! Perché non veniamo a discutere del turismo? Ma non del turismo che decidete voi, di quella nicchia che avete deciso voi, parliamo del turismo a 360 gradi. Avete per caso fatto uno studio dell'interferenza per esempio che ha il sistema golfistico massiccio (come dicono qui i committenti: 20 campi da golf) sul nostro turismo? Su quel turismo fatto di agriturismo, di B&B, di quelle cose che abbiamo realizzato noi in questo tempo? Avete un'idea dell'impatto? C'è un'interferenza, non c'è, l'avete fatto, lo conoscete? Non lo so! Io so solo una cosa, che nel 2008 la Regione Sicilia ha commissionato, con uno studio privato e il CNEL, uno studio sulla fattibilità di un piano di realizzazione di campi da golf in Sicilia. Andatevi a leggere le conclusioni e l'esito! Cioè è stato uno studio fatto in un periodo nel quale la crisi non era neanche tanto evidente, che ha portato la Regione Sicilia ad abbandonare l'idea di fare quel piano, ma noi, che siamo invece freschi di idee e che arriviamo al rimorchio della fine degli imperi degli altri…
(Interruzione)
Anche colpa mia!
MURGIONI (P.d.L.). E' colpa nostra, siamo sempre in ritardo.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' colpa nostra… guarda, io ho antiche e significative origini nella Democrazia Cristiana e potrei mettere a repentaglio, sfidandoti, la responsabilità maggiore che ho io rispetto a te del passato, però lo faccio perché quando sono chiamato oggi a governare il futuro o mi assumo la responsabilità degli errori che ho fatto anch'io nel passato o se no sono sleale prima di tutto con me stesso e io non lo voglio fare perché sono qui per altre cose e sono qui per…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Già finito?
PRESIDENTE. Già finito.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, sarò brevissimo. Onorevoli colleghi, sia la discussione di ieri sulla Tirrenia sia la discussione di oggi sul golf hanno la caratteristica di svelare che la classe politica sarda sta avvertendo un dato vero però anche in larga misura drammatico, cioè il crollo del proprio prestigio. Dinanzi a un crollo di prestigio da parte di forze politiche che sempre più, sto parlando delle nostre forze politiche, si fanno dettare l'agenda politica, le emergenze e l'ordine del giorno dalla piazza, piazza, non sempre perché numerosa, piazza con ragione, non sempre perché violenta, piazza con ragione, non sempre perché organizzata in rete, piazza con ragione, perché se c'è un luogo giustizialista e forcaiolo impunemente perché non ci sono nomi e cognomi quella è la rete, non sempre quindi con queste caratteristiche, con ragione. Noi abbiamo forze politiche della Sardegna che oggi si fanno dettare largamente scelte, obiettivi, tempi, da queste realtà e quindi c'è un crollo di prestigio, perché c'è il crollo di prestigio di chi, eletto per guidare, viene guidato, di chi, eletto per interpretare, non ha codici per interpretare. Dinanzi a questa crisi di prestigio due momenti forti del Consiglio regionale: un tentativo ieri con Tirrenia di dire "mi oppongo, ho una strategia per la mobilità"; oggi un tentativo sulla base della proposta dei Riformatori di mettere in campo una legge che abbia una capacità di muovere il PIL della Sardegna.
Su questo tema, ho richiamato diverse volte il Consiglio e ci ritornerò in conclusione, però vorrei dire che per recuperare prestigio si deve dire la verità, per recuperare prestigio bisogna avere anche la capacità di sacrificarsi. Un ceto politico che pensa di affrontare la realtà attuale senza costi per se stesso (non costi solo economici), un ceto politico che pensa di condurre oggi una discussione a prescindere dalla crisi della politica in cui versiamo, non è credibile. Oggi i giornali della Sardegna parlano di un dibattito interno al P.d.L. fortissimo, noi non ne parliamo; è come se non ci fosse. I giornali nazionali parlano di una crisi politica nazionale fortissima, noi non ne parliamo. Allora è legittimo che si dica che chi ha potere non lo sa esercitare perché non si occupa di ciò che c'è in campo.
Pertanto mi permetto - e arrivo a parlare della legge - di dire due cose su ciò che sta accadendo in Italia e qua, perché aver sentito ieri un'iscrizione massiccia agli ideali sardisti da parte dell'80 per cento del Consiglio regionale, non mi ha fatto piacere, perché era talmente strumentale che non coglieva che cosa c'è in campo. E in campo c'è che in Italia c'è uno scontro brutale di potere che punta a dire che chi oggi svolge funzioni parlamentari e funzioni di governo non ha diritto morale a esercitare quelle funzioni e deve essere sostituito da un ceto che proviene dal mondo finanziario per guidare l'Italia nell'emergenza in cui si trova. Questo è in corso in Italia.
Quando Il Corriere della Sera si schiera su una posizione di delegittimazione totale degli uomini delle istituzioni, di richiesta di arretramento e di candidatura alla guida del Paese delle élite finanziarie d'Italia, che non sono candide (che non sono candide!) e la politica tace quando il segretario del maggior partito di opposizione ieri ha fatto una conferenza stampa completamente "all'angolo", impaurito da quattro titoli di giornali, perché ha paura dei giornali in quanto non ha più rapporti sociali con cui difendersi, noi non possiamo far finta che questo non sta accadendo! Non possiamo! Come non si può far finta di tirare le somme dal discorso di ieri, se questo è il quadro nazionale, qui in Aula, laddove tutti avete detto: "L'Italia oggi, lo Stato, non è un fattore di sviluppo per la Sardegna, è un fattore di freno. Non trasferisce i fondi FAS, inibisce la mobilità dei sardi!". Se volete continuo io perché quello che ha tentato di fare, prima dell'arrivo dell'assessore Milia, lo Stato sulla scuola in Sardegna è qualcosa di scandaloso! Quello che fa attraverso i suoi rappresentanti in Sardegna è qualcosa di scandaloso! L'impatto delle politiche nazionali sui due atenei sardi ci sta mettendo in seria difficoltà al punto che è costato alla Regione Sardegna un incremento di stanziamenti per l'Università di 20 milioni di euro l'anno.
Ma se questa è la realtà, cioè che oggi noi dobbiamo prendere atto che non possiamo attenderci dallo Stato italiano strumenti per il nostro sviluppo e che dobbiamo far da soli, lo si dice come lo si è detto ieri, mi si deve spiegare perché questo Consiglio regionale e queste forze politiche non hanno il coraggio della decisione di costituirsi politicamente intorno alla scelta di far da soli! Perché lo si dice e poi non lo si fa? Poi si pretende di recuperare il prestigio perché si è fatto un ordine del giorno sulla Tirrenia? O perché oggi discutiamo una legge che ha un impatto sul PIL? La decisione da prendere è costituirsi intorno all'urgenza di governare da soli, nel contesto dato, e governare da soli, signori, ha una conseguenza, lo diceva chiaramente oggi l'onorevole Vargiu, per essere credibili noi dobbiamo fare un sacrificio enorme per la Sardegna, perché se noi non riduciamo i costi della parte corrente, non abbiamo da decidere nulla!
Se vogliamo fare come diceva l'onorevole Soru o come diceva l'onorevole Vargiu, cioè che la moneta incentivante è solo la moneta in finanziaria, bene, signori, noi dobbiamo tagliare! Decidere quali sono gli obiettivi strategici! Non possiamo far finta che ciò che è nella nostra disponibilità, cioè rendere più efficiente la nostra spesa, è fuori dall'oggetto delle nostre decisioni. Non ci siamo! Non si può per l'ennesima volta, come stiamo facendo anche oggi, parlare di sviluppo senza parlare di un fatto essenziale: la Sardegna non è nelle condizioni di produrre sviluppo se non aggredisce il tema fiscale e, per aggredire il tema fiscale, occorre porre il problema di chi ha il potere di decidere le politiche fiscali rispetto allo sviluppo!
Potremmo esercitare almeno uno dei nostri poteri, per esempio semplificare la vita di chi fa impresa. La Regione Sardegna è tra le Regioni più specializzate nel complicare la vita alle imprese. Recuperare prestigio, voler liberare PIL, vuol dire avere chiara questa strategia, modificare la struttura della spesa, cambiare la politica fiscale, semplificare le procedure, impedire le tirannidi burocratiche, impedire questo castello di carte che opprime ogni uomo che si rivolge alla Regione Sardegna! Questo significa riprendere prestigio! Se continuiamo a parlar d'altro, noi avremo l'ordine del giorno dettato dalle piazze, dalle forche, dal qualunquismo, dalla demagogia.
Mi spiegava l'onorevole Meloni, che è il più addentro di noi nelle segrete stanze romane, che esiste un report fatto dall'onorevole Violante sui costi della politica in Italia che dimostra che sono inferiori rispetto a quelli degli altri Stati europei, ne avete visto una parola sui giornali italiani? No! Perché? Chiedetevi perché. E, dinanzi a questo, noi non reagiamo facendo scelte strutturali, ma parlando d'altro. Non riusciamo a fare scelte strutturali perché manteniamo la geografia dei partiti che è più legata al fallimento dell'Italia. E' per la mancanza di questo perimetro che, quando arriva in Aula una legge come quella sul golf, noi ruotiamo intorno alla crisi del nostro ceto politico, noi ruotiamo intorno alle mancate decisioni strutturali e la crisi aleggia e non atterra. Il tentativo della legge sul golf di mettere in campo un'iniziativa che produca flussi turistici, credo, anche da quello che ho sentito dai colleghi dell'opposizione, che non incontri obiezioni. L'atteggiamento laico che ha posto l'onorevole Meloni nel proporre la legge, cioè ci interessa modificare il PIL, ci interessa muovere flussi, ci interessa valorizzare le zone interne, non credo incontri difficoltà. Le difficoltà poste dall'onorevole Gian Valerio Sanna sono, secondo me, superabili nel merito, nel senso che tutto ciò che di ragionevole è stato detto può essere assolutamente accolto.
Il problema è un altro. Il problema è, per esempio, per noi Sardisti, che non si può dire dogmaticamente che bisogna arretrare a 3 chilometri dalla costa, noi lo diciamo perché abbiamo un'idea di integrazione di un patrimonio interno con un patrimonio costiero. Possiamo dire che non siamo interessati alla dimensione esclusivamente edilizia? Sì, ma non mi pare che questa sia la preoccupazione del presentatore. Sulle agevolazioni: spesso le agevolazioni di semplificazione amministrativa sono una grande incentivazione economica.
Se noi ragioniamo anche su questa legge ascoltando chi dissente nel merito e avendo una capacità di avere in testa un disegno di Sardegna per cui il campo di golf è dentro un tassello, dove io sto pensando a come rifare ricchezza, a come condurre in porto la mia gente, allora ha senso questo dibattito e ha anche senso domani modificare ogni articolo, ma se invece questo è un episodio ginnico di "ricettiamo", cioè faccio la ricetta di come dovrebbe essere la Sardegna, ma non sono disponibile a sacrificarmi per cambiarla, allora è inutile, è una legge che non ha futuro.
Io credo che anche nelle piccole cose si debbano fare atterrare i grandi scenari. Qui, pensare di fare una piccola cosa sul golf senza guardare ai grandi scenari, è un errore ed è un errore che la gente ci farà pagare perché ci rende ridicoli.
PRESIDENTE. I lavori si concludono a questo punto. Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 55.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni ed interpellanze annunziate in apertura di seduta.
Interrogazione Greco, con richiesta di risposta scritta, sull'arresto temporaneo dell'attività di pesca al polpo nel golfo di Oristano.
La sottoscritta,
PREMESSO che nei primi giorni del mese di luglio 2011 è stata inoltrata richiesta informale all'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale mediante deposito di 133 firme dei titolari di licenza di pesca al fine di ottenere l'arresto temporaneo dell'attività di pesca del polpo limitatamente al Golfo di Oristano per un periodo di almeno sessanta giorni compreso tra metà luglio e metà settembre,
CONSIDERATO che tale richiesta è basata sull'esigenza di salvaguardare il depauperamento delle risorse di pesca del Golfo di Oristano affinché le stesse non vengano colpite in maniera irreversibile, sia sotto il profilo economico che biologico;
CONSIDERATO CHE:
- tale richiesta non è subordinata alla concessione di contributi che gravano sulla Regione, e che tale circostanza avvalora la necessità domandata dagli stessi pescatori che sono i principali indicatori della consistenza delle risorse biologiche del mare;
- dai rilievi scientifici risulta che nel periodo suindicato avviene la riproduzione e la crescita del polpo e che il suo prelievo nei suddetti mesi comprometterebbe in futuro la presenza di tale specie nel Golfo di Oristano;
- l'adozione di tale provvedimento costituirebbe anche una misura volta a migliorare la sostenibilità della pesca marittima,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere quali provvedimenti, stante l'urgenza, intenda adottare al fine di evitare le conseguenze irreversibili per la mancata interruzione dell'attività di pesca del polpo nel tratto di mare compreso nel Golfo di Oristano tra Capo Frasca e Capo San Marco. (646)
Interpellanza Planetta sul progetto per la costruzione della centrale a biomasse di Agripower Buddusò Srl alla luce degli esiti del referendum popolare tenutosi in Buddusò il 18 gennaio 2011.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- lo scorso il 18 gennaio 2011 si è tenuto a Buddusò il referendum consultivo che richiedeva alla popolazione di esprimersi nel merito del progetto voluto da Agripower Buddusò Srl per la costruzione del mega impianto per la produzione di energia da biomasse, e che ha visto la partecipazione di ben 1.990 persone (il 60,3 per cento dei 3.300 aventi diritti) dei quali ben il 97 per cento si è espresso per la bocciatura dell'iniziativa;
- l'impianto in questione, per la centrale a biomasse di 16 megawatt elettrici di potenza della società Agripower Buddusò Srl, dovrebbe occupare un'area di circa 5 ettari in località Seau, a due chilometri dal centro abitato di Buddusò e dall'invaso della diga di Sos Canates e, secondo il progetto, brucerebbe 24 ore su 24 biomasse lignocellulosiche: cippati (legni tritati) e paglie da reperire nel raggio di 70 chilometri, per un costo previsto di 80 milioni di euro e col rischio molto verosimile di compromettere irrimediabilmente l'area in questione che risulta essere di alto pregio ambientale;
- le eventuali ricadute occupazionali per il territorio connesse alla realizzazione del progetto sarebbero: 40 persone assunte a tempo indeterminato per garantire il funzionamento dell'impianto, altre 100-150 impiegate nella fase di costruzione della centrale (dunque a tempo determinato), ed a regime, circa 80 lavoratori addetti alle attività di coltivazione, reperimento, pretrattamento e trasporto delle biomasse a cui, secondo Agripower, bisognerebbe aggiungere il personale tecnico e amministrativo, mentre secondo i buddusoini il piano di investimento della società non risulta essere chiaro ed il numero degli occupati potrebbe essere inferiore;
CONSIDERATO CHE la volontà popolare evidenziatasi in maniera così schiacciante attraverso l'espressione del voto referendario, e nonostante la disoccupazione attanagli il paese, risulterebbe non essere vincolante, sia secondo la Agripower Buddusò Srl, forte dell'autorizzazione per la realizzazione dell'impianto rilasciata dalla provincia di Olbia-Tempio il 19 dicembre 2008, che per quanto espresso dal TAR che nel merito ha dichiarato: "Il referendum popolare non costituisce situazione pregiudizievole nei confronti del progetto";
CONSTATATO CHE:
- Agripower Buddusò Srl, ha sede in Via Nitti 34 a Pesaro, ha un capitale sociale di 100 mila euro ed è partecipata al 91 per cento da Agripower Srl, con medesima sede in Via Nitti 34 a Pesaro, che nel 2005 ha acquistato il terreno per la realizzazione dell'impianto di Schieppe di Orciano (PU);
- Deutsche Bank Aktiengesellschaft con sede in Gran Bretagna detiene il restante 9 per cento delle quote della società Agripower Buddusò Srl, nonché l'opzione di acquisto del restante 91 per cento delle quote di Agripower Buddusò Srl;
RILEVATO CHE:
- la documentazione relativa all'inceneritore di biomasse proposto da Agripower Buddusò Srl per il Comune di Buddusò, ha interessanti analogie con quello attualmente proposto a Schieppe di Orciano, in provincia di Pesaro Urbino (16 Mw elettrici, 60 Mw termici, per un investimento di 80 milioni di euro) ma, a fronte di una stima di ceneri prodotte che va dai 3 ai 5 quintali l'ora, non risulta agli atti nessun piano per il loro smaltimento, con il reale pericolo per la popolazione che le polveri sottili non adeguatamente smaltite penetrino nei polmoni e attraverso i nervi olfattivi colpiscano il sistema nervoso centrale e rischino di provocare tumori in età giovanile, patologie vascolari e Alzheimer;
- benché l'esito del referendum svoltosi a Buddusò non lascia margini di equivoco sulla volontà popolare circa la realizzazione del progetto di Agripower Buddusò Srl, la società ha già manifestato la volontà di procedere con il programma senza tener minimamente conto della volontà popolare, in ragione del fatto che il referendum avesse solamente un mero carattere "consultivo" ed anche forte della condotta dimostrata scandalosamente nell'analoga circostanza dalla Regione Marche, che ha consentito il proseguo della realizzazione del progetto di Agripower Srl per la costruzione della centrale a biomasse, seppure la popolazione di Schieppe di Orciano lo aveva bocciato con un apposito referendum popolare promosso dal Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano;
- nel merito dell'esito referendario di Buddusò, l'amministratore delegato di Agripower Buddusò Srl Sergio Bartolini, che pare non sapere accettare le regole della democrazia e che in assemblee pubbliche aveva anche fornito dati che gli sono stati contestati con elementi scientifici, ha dichiarato testualmente che: "questa consultazione popolare, indetta sulla base di notizie tendenziose e supportata dalle false speranze di bloccare un progetto che comunque partirà a breve, non potesse che concludersi con questo esito. Il referendum si è svolto sulla scia dell'onda emotiva suscitata dall'allarmismo del Comitato promotore che attraverso la presentazione di scenari catastrofici inverosimili ha contribuito solo a creare confusione ... la posizione di Agripower rimane invariata - prosegue l'amministratore delegato - e invita ancora una volta tutti i cittadini, Comitato compreso, a contattare l'infopoint di via Vittorio Emanuele a Buddusò e informarsi",
chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
1) se questa Amministrazione ritenga verosimile e degna di ulteriori approfondimenti, alla luce di quanto precedentemente esposto, l'ipotesi progettuale di Agripower Buddusò Srl per la costruzione della centrale a biomasse nel territorio comunale di Buddusò, anche in considerazione del fatto che nel medesimo Comune risulta essere già in costruzione un potente parco eolico e che non è ancora chiara la provenienza delle risorse necessarie per alimentare un impianto di dimensioni così considerevoli come quello previsto;
2) se questa Amministrazione ravvisi anch'essa, come attraverso il referendum popolare dello scorso 18 gennaio 2011 hanno ravvisato i Buddosoini, il reale pericolo di voler trasformare la centrale a biomasse da parte di Agripower Buddusò Srl, in un mega inceneritore per rifiuti;
3) quali intendimenti abbia questa Amministrazione sia per quanto riguarda la garanzia dell'effettivo rispetto della volontà popolare espressa lo scorso 18 gennaio 2011 a Buddusò, che per la tutela della salute delle popolazioni interessate e del territorio, in analoghe circostanze e casi di altrettanto evidenti tentativi di speculazione e di colonizzazione energetica della Sardegna. (249/C-5)
Interpellanza Bruno sulle preoccupanti e gravi ripercussioni che potrebbero determinarsi a carico della Navisarda Srl e dei suoi lavoratori, a seguito della sentenza della Comunità economica europea che sanzionerebbe la stessa compagnia di navigazione per una presunta infrazione per alterazione di scambi comunitari.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- la Navisarda Srl opera dal 1981 a sostegno del turismo sardo consentendo, con una flotta composta da 5 motonavi, la visita e la fruizione di uno dei più suggestivi e rinomati siti marini della costa algherese e di tutto il Mediterraneo quale è, appunto, la Grotta di Nettuno;
- in questi anni la stessa compagnia per la sua professionalità e affidabilità è divenuta un solido riferimento nel delicato comparto turistico isolano, consentendo l'occupazione stabile e duratura per 24 lavoratori;
- nel 1991, in un quadro di potenziamento dell'offerta turistica, la Navisarda Srl acquistò, grazie ai finanziamenti europei a tasso agevolato e nei tempi e nei modi previsti dalla legge regionale n. 20 del 1951, una motonave il cui impegno economico e finanziario fu sopportato con la sottoscrizione di un finanziamento completamente onorato sia nel capitale che negli interessi;
- sembrerebbe che l'Unione europea abbia recentemente sentenziato che i prestiti richiesti e rilasciati nel rispetto della legge regionale su richiamata alterino gli scambi comunitari e che per tale infrazione le ditte fruitrici del finanziamento debbano corrispondere le differenze di interessi oltre alla sanzione e alle penali;
CONSIDERATO CHE:
- il provvedimento dell'Unione europea, pur temporaneamente congelato per richiesta di sospensiva da parte della Navisarda, qualora applicato determinerebbe conseguenze gravissime i cui effetti nefasti ricadrebbero principalmente sui lavoratori della compagnia marittima e sulla qualità del servizio offerto ai turisti;
- è necessario attivarsi con tutti i mezzi disponibili affinché si eviti un nuovo dramma occupazionale che purtroppo sarebbe fonte di un nuovo fronte di tensione sociale,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere:
1) se la Regione non intenda ricorrere alla Commissione europea perché sia rigettata una sentenza che sembrerebbe essere in contrasto con altrettante sentenze di identica natura emanate dalla Corte di giustizia europea;
2) quali atti e provvedimenti urgenti intendano adottare per evitare sia che la compagnia marittima, non per colpa propria, sia costretta a subire uno shock finanziario di tale dimensione, sia per scongiurare l'apertura di una nuova crisi occupazionale che sarebbe l'inevitabile conseguenza della sentenza.