Seduta n.72 del 04/12/2009 

LXXII Seduta

Venerdi' 4 dicembre 2009

Presidenza del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 23.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 25 novembre 2009 (65), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Silvestro Ladu, Giorgio Locci, Eugenio Murgioni, Alberto Randazzo, Nicolò Rassu e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta del 4 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito alla norma che prevede l'inquadramento del personale dell'ARAS nell'Agenzia regionale LAORE, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (30)

PRESIDENTE. Constatata la scarsa presenza di consiglieri in Aula sospendo la seduta per quindici minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 25, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che, oltre ai consiglieri regionali già annunciati, i consiglieri regionali Tarcisio Agus, Efisio Planetta e Giacomo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 4 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76.

Riprendiamo dall'emendamento numero 96. Lo metto in votazione

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 96.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cuccu e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Capelli, Contu Mariano e Piras hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Cuccu - Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 36

votanti 36

maggioranza 19

favorevoli 3

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione gli emendamenti numero 51, 79 e 97.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, gli emendamenti numero 51, 97 e 79 propongono la soppressione del comma 12, introduttivo del contratto di locazione finanziaria, leasing immobiliare, di cui al decreto legislativo numero 163 del 2006. La ragione per cui viene introdotto questo strumento (in parte si è discusso nei giorni scorsi) è relativa alla possibilità di utilizzarlo per finanziare ciò che invece ormai la speranza ci dice che probabilmente verrà finanziato direttamente dal CIPE.

Tuttavia bisogna riconoscere che questo contratto, che potrebbe essere utile per altre fattispecie, non è affatto utile per la finalità per la quale è stato proposto, perché l'articolo 160 bis del decreto legislativo del 2006, che, appunto, disciplina la locazione finanziaria di opere pubbliche, prevede che l'applicabilità di questo strumento sia legata a un'associazione temporanea costituita dal soggetto finanziatore e dal soggetto realizzatore (responsabili ciascuno in relazione alla propria parte) e che i lavori oggetto del leasing finanziario abbiano un carattere meramente accessorio rispetto all'opera principale del contratto. Questo quindi presupporrebbe l'esistenza di un contratto principale e che la Sassari-Olbia costituisse un elemento accessorio di un progetto più generale. Se mancano questi requisiti non è applicabile questo strumento.

Ora, nulla osta a tenerlo, però non lo si spacci per uno strumento che in qualche modo possa rappresentare una soluzione per quel problema. Peraltro il leasing finanziario in quella fattispecie lo dovrebbe contrarre l'ANAS, non la Regione Sardegna. Quindi, anche per questa ragione, mi sembra uno strumento del tutto inefficace rispetto a questo obiettivo. Se volete ve lo votate voi, con la consapevolezza del limite di uno strumento che non colpisce l'obiettivo per il quale è stato propagandato. E' bene dirlo perché evidentemente ogni cosa va letta, va studiata, va applicata e va calibrata sugli obiettivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Riprendendo anche il ragionamento su quanto affermava poc'anzi il collega Gian Valerio Sanna, noi possiamo fare tutti gli esercizi di fantasia possibili, ognuno di noi se ne può inventare qualcuno. La realtà vera è che, ad oggi, non sappiamo se avremo le risorse finanziarie da destinare ad importanti infrastrutture, soprattutto quelle di cui c'è una necessità assoluta, perché sono dei cimiteri. Mi riferisco alla Sassari-Olbia, sulla quale avrebbe dovuto, come eravamo rimasti d'accordo, riferire in Aula il Presidente della Regione.

Ma il Presidente della Regione non viene in Consiglio, non viene in Consiglio perché ha la netta sensazione che il Consiglio non conti nulla, che non conti nulla neppure la sua maggioranza consiliare, perché intanto è investito dal popolo. Ormai tutti quelli che governano sono investiti dal popolo, per cui ritengono di poter fare a meno di un Consiglio come questo. Ma anch'io sono convinto, e mi sto convincendo sempre di più, che un Consiglio regionale che non riesce neanche a procurarsi un pallottoliere per contare i presenti sia un Consiglio regionale dimesso, ridotto come è ridotto.

Non è concepibile che, dopo una giornata trascorsa conducendo un'opposizione durissima per affermare il principio che non si può accettare una frattura pressoché insanabile tra il sistema delle autonomie locali e la Regione (quando il Presidente della Regione per primo richiama ad una unità straordinaria per affrontare le vertenze legate all'emergenza della crisi economico-finanziaria e alle grandi vertenze sulle opere pubbliche più importanti come la Sassari-Olbia) il risultato che andiamo a confezionare con questo articolo sia: cancellazione delle richieste dei Comuni, rottura dell'unità dal punto di vista istituzionale con il sistema delle autonomie locali, divisione più forte tra noi, riduzione della considerazione, anche nel Presidente, della Regione, di questo Consiglio (tant'è che evita di partecipare alle riunioni dell'Aula sulla manovra finanziaria ed evita anche di venire a riferire, così come eravamo rimasti d'accordo, sulla Sassari-Olbia).

Insomma, se questa è la situazione, signor Presidente, io credo che andrà svolta una lunga riflessione. Ecco perché voterò a favore dell'emendamento e contro il comma 12 dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente della Regione, col comma 12 si autorizza il ricorso al leasing immobiliare. Chiedo alla Giunta se per esempio sta pensando di utilizzare questo sistema oltre che per la Sassari-Olbia - abbiamo letto un comunicato stampa del Presidente di ieri che non esclude questa possibilità - magari anche per altre opere che sono previste nel programma attuativo regionale FAS, per esempio per gli ospedali, di Cagliari e di Alghero, oppure se ritiene che occorra condurre una battaglia importante per ottenere quei fondi anche per gli ospedali perché la cifra irrisoria da voi prevista di 500 mila euro mi pare che non porti lontano.

Tra l'altro, per gli ospedali nella scorsa legislatura la Giunta Soru aveva previsto cifre importanti, cifre vincolate per ciascuno dei cinque ospedali previsti dal Piano sanitario regionale. Nella rimodulazione dei fondi FAS la Giunta Cappellacci prevede 190 milioni di euro in un unico calderone dove ci mette il nuovo ospedale di Cagliari, il distretto sanitario di Quartu e l'ospedale di Alghero. In questi giorni mi scrive il Sindaco di Quartu e mi dice: "State attenti che per Quartu e per Alghero ci sono 70 milioni, il resto li prende Cagliari". Allora, io credo che su questi argomenti occorra fare chiarezza e qualche volta magari la Giunta dovrebbe anche illustrare al Consiglio regionale le determinazioni che assume.

Ritornando alla Sassari-Olbia, sono pervenute all'attenzione anche degli organi di informazione diverse proposte. Qualche esponente autorevole del P.d.L. propone un mutuo: non avremo i fondi FAS quindi accendiamo un mutuo, facciamo pagare ai sardi gli interessi; non solo non ci danno i soldi dei sardi del FAS, ma facciamo pagare gli interessi ai sardi. Oppure un leasing immobiliare.

Allora, credo che su questa questione occorra fare chiarezza. Noi chiediamo, ancora una volta, Presidente, che qualche esponente della Giunta (oggi il presidente Cappellacci ha convocato la Giunta, quindi probabilmente è guarito dalla malattia), che qualche esponente della Giunta, visto che il Presidente è allergico a quest'Aula, ci informi sullo stato delle cose. C'è un Vicepresidente della Giunta, anche della sua parte politica, c'è un Assessore dei lavori pubblici, c'è un Assessore sempre presente: qualcuno ci informi, riferisca, cercando di ottemperare ad un ordine del giorno unanime di questo Consiglio regionale, altrimenti la nostra funzione qui dentro non ha nessun significato e nessun valore. Lo dico per la dignità di questo Consiglio e anche per la dignità della Presidenza di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le confermo quanto le ho già detto ieri, che cioè nella giornata di oggi non è materialmente possibile. Sicuramente - ho parlato anche con la presidente Lombardo - alla ripresa dei lavori la settimana prossima la Giunta verrà in Aula a riferire anche sulla Sassari-Olbia.

Metto in votazione gli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Capelli e Mariano Contu hanno votato contro.

Risponde sì il consigliere:Mariani.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Peru - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 34

votanti 34

maggioranza 18

favorevoli 1

contrari 33

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per mezz'ora. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 11 e 32.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 03, viene ripresa alle ore 11 e 36.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta con la votazione degli emendamenti numero 51, 79 e 97.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore, che i consiglieri Campus e Piras hanno votato contro e che il consigliere Meloni Valerio si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il consigliere: Meloni Valerio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 41

votanti 40

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 3

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 98.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, prima di dichiarare il mio voto sull'emendamento numero 98 esprimo ancora una volta la mia preoccupazione connessa alla modalità di voto elettronico. Sono spariti ormai i numeri dal tabellone, non sappiamo quanti consiglieri votino, non siamo in condizione di capire chi siano i presenti.

Io comprendo che alla maggioranza non interessi la manovra finanziaria che si deve approvare, tanto ormai in Consiglio la maggioranza ha un ruolo che non è di grande elaborazione, ha una funzione quasi di tipo notarile, di mera registrazione di quanto deciso dalla Giunta; ormai il Consiglio regionale è ridotto peggio di un consiglio comunale normale. In un normale consiglio comunale, sul bilancio anche la maggioranza fa la sua parte. Presidente, siccome c'è grande distrazione e le ragioni delle dichiarazioni di voto non sono interessanti, io dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 98.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il consigliere Murgioni è rientrato dal congedo.

Metto in votazione l'emendamento numero 98.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 98.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Valerio e Zuncheddu hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 43

maggioranza 22

favorevoli 5

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 99. Lo metto in votazione.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 99.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sanna Gian Valerio ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Caria - Cucca - Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 49

maggioranza 25

favorevoli 11

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 101. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 100. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi continuiamo, Presidente, a lottare contro il sistema elettronico; tra poco proveremo a segnalare con la bandierina che vogliamo intervenire. Insomma, io chiedo almeno di verificare il tabellone, perché mi sembra evidente che ci sia un'inerzia.

Credo comunque che valga la pena parlare di questo emendamento numero 102 e del comma 17, perché esprime un sistematico ricorso agli auspici. Anche il comma 17 è un comma del tutto inutile, è un impegno che la Giunta assume nei confronti di se stessa. Esso infatti recita: "Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la Giunta presenta al Consiglio Regionale un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi".

Io chiedo all'Assessore anche di rivedere il suo giudizio, perché non comprendo cosa impedisca alla Giunta di presentare comunque questo disegno di legge, a prescindere da questo comma. Che bisogno ha la Giunta di impegnare se stessa su quello che è soltanto un auspicio? Ecco, io credo che sinceramente di auspici in questa norma ce ne siano anche troppi, e ce ne sono stati troppi anche nelle altre norme. Ricordo, per esempio, quando in finanziaria abbiamo approvato un piano di sostegno all'occupazione che doveva prevedere 100 milioni di euro per vari tipi di formazione, e anche quello prevedeva entro 90 giorni un piano organico che non è mai stato approvato dalla Giunta regionale.

Ci sono altri esempi anche in questa legge: all'articolo 5 c'è un altro impegno per la presentazione, entro 90 giorni, di un disegno di legge che punti alla riforma del sistema d'istruzione della formazione professionale. Insomma, ancora una volta ci risulta molto difficile capire quale sia la portata, la capacità riformatrice di questa Giunta e di questa maggioranza. Continuiamo con i titoli, continuiamo con gli slogan, continuiamo con gli auspici. Ecco, io credo che sarebbe opportuno evitarlo, Assessore, in questi casi.

Abroghiamo questo comma, rimboccatevi le maniche, so che è difficile perché siete come su una giostra, con assessori che su di essa salgono e scendono continuamente, però se fermate la giostra e vi rimboccate le maniche, invece di promettere, formulare auspici, rinviare, attendere altri 90 giorni, magari può darsi che qualche disegno di legge veramente organico arrivi in quest'Aula. Nel frattempo abbiate almeno un sussulto di orgoglio e liberateci di questi commi del tutto inutili. Il parere su questo emendamento naturalmente è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il comma 17 recita: "Entro 90 giorni dalla data di entrata di vigore della presente legge, la Giunta regionale presenta al Consiglio un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi". Niente di più generico, niente di più inutile e niente di più intruso! Cosa c'entra con la manovra di bilancio questa disposizione? Cosa c'entra? Niente di più inutile perché la Giunta regionale ha il dovere di semplificare i procedimenti amministrativi. Poi se lo vuole fare lo faccia, e non stia a lanciare proclami, soprattutto nelle leggi finanziarie. Cosa c'entra, infatti, con le norme di bilancio? Cosa c'entra con le entrate e con le uscite? Ma qual è il criterio con il quale noi definiamo intrusa o non intrusa una norma? Questo per dire che ci dobbiamo fare un esame di coscienza, per capire se è ancora utile essere il Consiglio regionale della Sardegna, il Parlamento dei sardi.

E voglio citare, Presidente, e cito anche ai colleghi, un chiaro esempio di buon utilizzo di risorse all'interno dell'amministrazione regionale. L'altro giorno ho incontrato una ragazza di 32 anni, che è stata impegnata in un progetto di formazione lavoro fatto con la Presidenza del Consiglio dei ministri circa otto anni fa, che oltre a essere laureata con 110 e lode, aver fatto esperienze all'estero, aver acquisito un master, aver ottenuto il dottorato di ricerca, è anche una dipendente dell'amministrazione regionale e opera presso l'Agenzia regionale del lavoro. Sa che cosa fa? Sapete cosa fa? Conta i biglietti degli allievi del Master and Back. Una sociologa esperta in economia, in sociologia economica, che parla quattro lingue, e che è un'energia e una risorsa sprecata! Semplificare procedimenti amministrativi? Ma bisogna radere al suolo e rifare tutto daccapo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, il comma 17 è evidentemente e anche palesemente uno strumento di propaganda, che contraddice peraltro quello che viene detto a tal proposito nel programma regionale di sviluppo. Forse ha ragione il collega Uras, cioè se noi diciamo e facciamo in modo che diventino legge le cose scontate i cittadini diranno: "Accidenti che razza di legislatori abbiamo!". Evidentemente c'è la sottintesa volontà di tollerare che la pubblica amministrazione sia inefficiente, altrimenti non sentiremmo l'obbligo di scrivere in legge che deve essere perseguita l'efficienza. Diamo per scontato che sia normale convivere con l'inefficienza, il che è aberrante.

Però, al di là di questi propositi, non c'è nessun elemento che vada, come dite voi, al riordino delle competenze interne verso i risultati. No, attenzione, i risultati sono quegli elementi che disturberanno la burocrazia regionale, perché la proposta di questa Giunta regionale sapete qual è? Quella che si adotta nelle aziende private, cioè quella di assumere alla Regione i dirigenti convenzionati, che hanno svolto fino all'altro giorno il controllo interno di gestione, in maniera tale che una condizione terza, esterna alla Regione, possa controllare l'efficienza della stessa, diventi amichevolmente parte del magma della Regione, perché sia condizionata nell'espressione del suo giudizio di qualità.

Intanto vorremmo capire perché nel sito internet della Regione non compaiono più le delibere della Giunta regionale; perché si coprono alcune delibere per settimane e settimane. La sua è una riforma già fatta: nessuno verifica se viene attuata o non viene attuata. Scopriamo che, tra l'altro, per l'informatizzazione ci viene chiesto un milione di euro in più anche quest'anno, e non siamo in condizione di avere nessuna informazione utile all'esercizio delle nostre funzioni. Lasciamo perdere i sindaci: fate un questionario di qualità sulla trasparenza della Regione verso i comuni e vedrete con sorpresa che cosa vi diranno. Vi diranno che siamo tornati indietro, che non è possibile seguire l'attività della Regione. Altro che propaganda! Bisogna coprire l'inefficienza piuttosto che alimentarla solo con buoni propositi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 17, pur essendo d'accordo con la necessità di procedere ad una semplificazione dei procedimenti amministrativi. Alcune vicende, come quelle relative al Master and Back, agli assegni di merito o agli assegni di ricerca, che hanno comportato una procedura lunghissima nell'istruttoria delle pratiche, mostrano chiaramente che l'esigenza esiste. Però è anche vero che queste procedure non possono essere semplificate con l'esternalizzazione a società terze di servizi avendo noi all'interno dell'Amministrazione le capacità, le professionalità per svolgere questo compito senza caricarla di nuovi costi, come è accaduto, per esempio, per gli assegni di merito.

In quel caso, viste le difficoltà che riscontravano gli uffici per la mole di lavoro, invece che dotarli di maggiori strumenti e aggiungere personale si è provveduto ad esternalizzare la procedura, assegnando la competenza ad una società terza, spendendo quindi risorse destinate agli assegni di merito e sottraendo pertanto ai giovani che avevano meriti, titoli, possibilità e diritti per ottenere gli assegni un importo pari, mi pare, a 300 mila euro. Se la semplificazione avviene dirottando altrove, a società terze, i compiti e le risorse dell'Amministrazione regionale, questa semplificazione sicuramente non è opportuna e va rigettata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Il comma 17, a me pare una norma intrusa; mi chiedo, infatti cosa c'entri questo comma in una legge finanziaria. Tra l'altro la semplificazione normativa e dei procedimenti amministrativi è la prima strategia del piano regionale di sviluppo; non inventate niente, poiché tale strategia è in linea con le politiche nazionali di semplificazione che vanno avanti da decenni. Invece, nella relazione che accompagna questa finanziaria, nella premessa, si fa proprio riferimento al fatto che questa Giunta compia un primo passo verso la semplificazione amministrativa proprio con questa finanziaria. Perché? Perché in passato si approvavano finanziarie omnibus, generatrici di continue modifiche nelle leggi di settore.

Ora invece dite: "Basta, d'ora in poi approviamo le leggi del settore! Il Consiglio regionale deve tornare a produrre leggi organiche, e non solo leggi provvedimento." Peccato che poi, nel 2009, avete presentato un Collegato col quale, in realtà, siete tornati al sistema delle leggi omnibus, delle leggi "a chiamata", delle leggi clientelari, delle leggi dove c'è di tutto. E allora mi chiedo: che semplificazione amministrativa volete fare? Questo è un metodo truffa: si approva una legge finanziaria snella, leggera, vuota, dopo di che si presenta un Collegato pesante, un Collegato che affronta tutto e soprattutto affronta esigenze particolari della maggioranza.

Mi chiedo allora che cosa c'entri questo comma 17 con la legge finanziaria? E' solo un annuncio, un proclama, come tanti altri che avete fatto. Ricordo il primo: l'articolo "manifesto" sulla formazione professionale; formazione professionale che rimandate continuamente. La vostra è la Giunta di rimando, è la Giunta del rinvio, è la Giunta degli annunci, è la Giunta delle promesse. Sono tantissimi gli argomenti inseriti in leggi che poi non vengono sistematicamente applicate. Quindi è ora di fare e non semplicemente di annunciare, operando non solo attraverso i comunicati stampa, come fa il Presidente della Regione, ma anche attraverso le leggi che voi stessi decidete di portare in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Meno male che questa è una legge asciugata su tanti aspetti - lo dico all'onorevole Bruno, lo dico all'onorevole Luciano Uras - forse però ci sarà l'esigenza di presentare un articolo unico, perché il livello del confronto, anche su aspetti di questa portata non vede nell'opposizione alcun apporto costruttivo. Vi lamentate e vi siete lamentati, in sede di discussione generale, per la sofferenza dei cittadini nei confronti della burocrazia regionale. Tutti si lamentano per le lungaggini - la Giunta regionale ipotizza di mettere mani a questo sistema anacronistico, di introdurre elementi di semplificazione e di razionalizzazione - ci siamo lamentati perché è tutta materia che arricchisce le tasche di noi avvocati per i contenziosi che si creano e che si creeranno. Si sta cercando quindi di andare incontro ad un'esigenza non degli avvocati, non degli addetti alla politica ma dei cittadini, di chi, dalla burocrazia, si aspetta risposte celeri e in tempi adeguati. Però, anche su questa materia, su questo intervento, banale e di buon senso, vedo che si instaura un contraddittorio pregiudiziale che non aiuta il prosieguo del dibattito.

Quindi, onorevole Bruno, stiamo con i piedi per terra! Cosa c'entra il Collegato che ha da venire? Avete qualcosa da dire sulla semplificazione? Sul sistema dei controlli? Avete qualcosa da dire sulle decine di sentenze dei Tribunali amministrativi regionali che hanno cassato provvedimenti amministrativi della scorsa Giunta regionale dichiarandoli illegittimi? E non penso che fosse per la malafede, né del Governatore, né dell'Assessore, ma proprio per quegli effetti disastrosi che le interpretazioni spesso rimesse alla burocrazia determinano, proprio per la farraginosità e la complicazione che si crea nei procedimenti amministrativi. Quindi se il confronto deve essere serio manteniamolo su un livello responsabile, serio, non su questioni che non attengono in nessun modo agli argomenti di cui appunto stiamo discutendo. Ecco perché il nostro voto sarà contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, il nostro contributo, la nostra opposizione a questo comma dell'articolo 1 va proprio nella direzione che indicava l'onorevole Pittalis: portare il confronto in quest'Aula su questa legge su un piano serio, responsabile, concreto. Riteniamo, infatti, che questo comma sia esattamente il contrario della concretezza, della responsabilità, della vicinanza ai bisogni dei cittadini, anche nel senso proprio della semplificazione amministrativa. Quindi noi ci opponiamo perché questa norma è esattamente il contrario, perché non è niente di concreto, è un annuncio, è l'ennesimo annuncio che voi fate.

Gli annunci vanno bene in campagna elettorale, gli annunci possono essere accettati nei Programmi regionali di sviluppo, nelle relazioni illustrative del programma di governo che il Presidente della Regione ha fatto in quest'Aula (alla quale non è servito niente di tutto ciò che ha detto), gli annunci vanno bene con i comunicati stampa, gli annunci vanno sicuramente bene per fare propaganda e per sorreggere un Governo che dietro la propaganda non ha assolutamente niente. Non possiamo consentire che il Parlamento dei sardi però sia anche utilizzato e sia sottomesso alla propaganda di Governo: qui si approvano le leggi e le leggi si approvano su basi concrete.

Questo è un annuncio, così come un annuncio è quello contenuto nell'articolo 5 di questa finanziaria. Un annuncio insopportabile, quello, perché rimanda alla redazione, alla stesura di una legge per il sistema di istruzione e di formazione professionale ma, allo stesso tempo, non è vero che si stia fermi su quel versante. Mi risulta, Presidente, che sia in preparazione una delibera che riguarda gli enti di formazione professionale di quest'Isola e in particolare il risanamento dei bilanci di quegli enti. Se ciò corrisponde al vero (e io spero che non corrisponda) credo che i problemi saranno sollevati in maniera determinata e i cittadini sardi saranno chiamati, soprattutto da noi, a dire la loro su questo versante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU FELICE (U.D.C.). Presidente, colleghi, io di solito non prendo mai la parola perché c'è un momento per parlare e un momento per stare zitti e io ho parlato anche troppo nel passato per cui preferisco stare zitto. Francamente però questa polemica che si è accesa mi costringe a pronunciare una parola di buon senso. Io avrei evitato, da parte dell'opposizione, le punte polemiche che si sono registrate durante la discussione, perché in realtà la primitiva esposizione delle ragioni dell'opposizione mi trova anche concorde; in poche parole anch'io sono dell'opinione che questo comma 17 sia pleonastico e pertanto, io che sono un governativo, per ragioni diverse chiaramente dalle loro ritengo che debba essere addirittura ritirato, non voglio mettere ostacoli, limiti alla facoltà e la capacità della Giunta di esaminare e di continuare ad affrontare un problema così grande come quello della semplificazione delle nostre procedure e della nostra burocrazia.

Non mi sento quindi di porre questo termine di tre mesi, non capisco questa specie di censura o di pungolo nei confronti della Giunta. Io, se fossi stato la Giunta, onestamente, questo comma non l'avrei inserito, perché la Giunta una legge di semplificazione può presentarla quando vuole, tra un mese, tra due mesi, tra tre mesi, fra quattro mesi, quando riterrà più opportuno. Per questi motivi, per ragioni di coalizione non mi sento di votare a favore dell'emendamento presentato dalle opposizioni, però non mi sento neanche di votare contro, perciò personalmente mi asterrò, con l'invito ovviamente alla Giunta di ritirare il comma perché per me è veramente pleonastico.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 102, lo metto in votazione.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 102.

Prendo atto che il consigliere Lotto ha votato a favore, che il consigliere Diana Mario ha votato contro e che il consigliere Contu Mariano si è astenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Cuccu - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Capelli - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi - Steri.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 45

astenuti 6

maggioranza 23

favorevoli 14

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 103.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io sono rammaricato del voto precedente perché mi sembra di capire, anche dalle parole dell'onorevole Pittalis, che anche osservazioni di buon senso, volte ad evitare di inserire norme palesemente inutili, obsolete e pleonastiche - e non credo che i toni fossero particolarmente accesi, anche se è normale che ci sia un pizzico di polemica politica - non vengano accolte, e ci dispiace. E ci dispiace anche che, per quanto riguarda il comma 18 relativo al fondo unico per gli enti locali, noi siamo costretti - proprio perché non abbiamo avuto risposta ai nostri suggerimenti, cioè quelli di ascoltare il sistema degli enti locali, il Consiglio delle autonomie - a presentare un emendamento abrogativo.

Io invito i colleghi a rileggersi la relazione che accompagna il disegno di legge della Giunta e ciò che dice il Consiglio delle autonomie sulla carenza di dialogo, di condivisione, anche semplicemente di ascolto. Ora noi siamo costretti a presentare un emendamento abrogativo del comma 18 relativo al fondo unico (cosa che non è certamente nelle nostre intenzioni) per segnalare la necessità di adeguare il fondo unico all'aumento delle entrate proprie della Regione, secondo quanto prevede l'articolo 119 della Costituzione. Avremmo voluto almeno un segnale, se non l'intero adeguamento che è pari a circa 80-90 milioni di euro, ma questo segnale non è arrivato. Si introduce invece in questo comma la previsione di una legge che dovrebbe regolare i rapporti, che a nostro avviso diventerà lo strumento per rinviare ancora la decisione e rimandare di mese in mese il problema di affrontare seriamente questa richiesta che ha a che fare con il sistema delle autonomie e con l'applicazione piena dello spirito dell'articolo 119 della Costituzione.

Quindi, con rammarico, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 103.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiariamo bancarotta, ce ne andiamo, qua funziona tutto a rate! Prima abbiamo assistito a un voto che non è previsto dal nostro Regolamento, cioè il voto semi elettronico e semi a chiamata nominale. Non si può continuare a procedere chiedendo "cosa ha votato lei?". Non possiamo andare avanti così! Mi dicono che nel corso delle feste natalizie, qualora la manovra di bilancio si concludesse prima…

PRESIDENTE. No, no, onorevole Uras, non è che glielo dicono, gliel'ho detto io almeno sei volte a partire dalla giornata di ieri, non è una voce che gira.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non è una voce, quindi è possibile che si perfezioni il sistema di votazione.

Io non soffro della stessa preoccupazione dell'onorevole Porcu, secondo me questo comma va cassato, ma perché va cassato? Perché non cassa il fondo unico, perché, al contrario, se venisse cassato, il fondo unico rimarrebbe e verrebbe correttamente alimentato ai sensi della legge regionale numero 2 del 2007, nella cadenza al 2010. Quindi è giusto che noi proponiamo la soppressione di questo comma, perché questo comma introduce una variazione alla legge finanziaria numero 2 del 2007, e la introduce per ridurre il trasferimento agli enti locali previsto su quel fondo.

Perché è pesante politicamente questo comma? Perché - lo dico per tutti noi che c'eravamo in quelle ore in quei giorni a sostenere la battaglia sulle entrate - quel fronte noi lo abbiamo fatto comune, l'abbiamo fatto con gli enti locali, l'abbiamo fatto con le organizzazioni sindacali, l'abbiamo fatto con il sistema autonomistico nel suo complesso, con il sistema sociale ed imprenditoriale sardo. E perché l'abbiamo fatto in quel modo? Perché i frutti di quella battaglia sulle entrate finalmente potessero giungere fino al cittadino ultimo, fino all'imprenditore ultimo, fino al lavoratore ultimo e non si fermassero nelle maglie spesso inefficienti della spesa regionale, nelle casse della Regione.

Oggi noi consumiamo un tradimento con questo comma rispetto a quell'impegno e rendiamo l'istituzione regionale meno credibile, le formazioni politiche meno conseguenti, la maggioranza sicuramente meno affidabile di come invece si volesse presentare alle elezioni. Ecco perché io voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io mi auguro che con l'approvazione di questo comma, di cui noi chiediamo invece la cancellazione, nasca da parte dei comuni una giusta reazione. Perché questo comma è impiantato male, comincia con una falsità ideologica. Scrivere: "al fine di definire l'ammontare" vuol dire scrivere il falso perché l'ammontare è determinato, è determinato in via automatica, e quindi è un falso. Potrebbe essere vero se non fosse quantificabile l'entrata, ma subito dopo si legge: "in conformità all'entrata in vigore del nuovo regime di entrate tributarie". Quindi è certo, perché l'avete messo in bilancio, e quindi è doppiamente falso e i comuni - che hanno in questo comma da voi scritto una dichiarazione di guerra e di ostilità - dovranno reagire. E io spero che reagiscano perché le conseguenze sul piano istituzionale della rottura della solidarietà col sistema delle istituzioni locali e del tradimento palese della Regione nei confronti degli impegni che aveva assunto lo si pagherà.

Ma i comuni sono due volte beffati, perché fino ad oggi il finanziamento del sistema delle unioni di comuni non pesava sui comuni perché era parametrato sul 3 per cento del fondo unico ma non era il 3 per cento del fondo unico, cioè quel 3 per cento non veniva sottratto al fondo unico e quindi ai comuni, veniva aggiunto e parametrato nella misura del 3 per cento. In questo caso invece viene sottratto dal fondo unico e quindi i comuni si troveranno ad avere risorse dal fondo unico in misura pari a quelle che hanno avuto nel 2007, cioè c'è un arretramento perché viene scomputata anche la quota dell'unione dei comuni. Ecco perché c'è un tradimento, c'è un arretramento, c'è una supponenza della Regione che i comuni dovranno far sentire nelle sedi nelle quali avranno la certezza di essere ascoltati e non in quelle di un'istituzione che merita, come quella nostra, la marginalità e la residualità che si sta guadagnando giorno per giorno nel panorama politico regionale.

Ce lo meritiamo, siamo quello che siamo perché siamo in grado di concepire articoli di questo genere. Altro che riformisti, siamo antiriformisti, torniamo indietro e facciamo pagare l'insipienze della sanità, il debito della sanità ai cittadini e ai comuni perché questa è la partita. Non ci spiegate come contraete quel debito aggiuntivo di 150 milioni, ma lo fate pagare ai comuni. Questo rimarrà una pietra miliare della vostra legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, anche io sono d'accordo perché questo comma 18 venga soppresso, e sono d'accordo perché manifesto una preoccupazione. A differenza del comma precedente, il numero 17, rispetto al quale le considerazioni che esprimeva l'onorevole Contu prima mi trovano perfettamente d'accordo (il comma non serve, se la Giunta ritiene utile, come tutti quanti probabilmente riteniamo utile, una nuova legge sulla semplificazione amministrativa, basta che la presenti in Consiglio) qua invece manifesto una preoccupazione forse eccessiva e me ne scuso.

Non è un processo alle intenzioni, però siccome sono convinto che la scelta a suo tempo effettuata di cambiare la filosofia dei rapporti nella finanza locale tra Regione e comuni è stata una scelta profonda che ha attribuito ai comuni, ai sindaci, alle amministrazioni locali la possibilità di essere maggiormente coinvolti e maggiormente protagonisti nel decidere del proprio futuro e del come utilizzare le proprie disponibilità finanziarie, la preoccupazione mia è che dietro questo comma ci sia la volontà di rimettere in discussione quel disegno. Se si vuole rimettere in discussione quel disegno si tocca un tasto molto importante e noi sul questo terreno saremo estremamente decisi a fare opposizione, perché non vorremmo che si tornasse alla centralizzazione di tutte le operazioni finanziarie a livello regionale dando ai sindaci quello che l'Assessore di turno ritiene gli si possa dare anziché metterli nelle condizioni di gestire in piena autonomia e secondo le esigenze della comunità che amministrano le risorse di cui dispongono.

Ecco perché ritengo utile che questo comma 18 venga soppresso e se del fondo unico - in particolare per quanto riguarda l'adeguamento anche al nuovo regime delle entrate - se ne vuole discutere, si faccia un ragionamento ad hoc con l'obiettivo però di migliorarlo e non di tornare indietro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Sul sistema delle autonomie locali abbiamo una visione differente, non dico opposta, differente. A nostro parere si deve arrivare a una riforma complessiva del sistema, quindi ad un nuovo testo unico sull'ordinamento degli enti locali. Il Parlamento sta operando in questo senso ma la specificità sarda deve emergere con un testo unico approvato da questo Consiglio regionale. Nel frattempo abbiamo collaudato e consolidato il trasferimento attraverso il fondo unico per gli enti locali (quindi risorse senza vincolo di destinazione) ma dobbiamo ancora rivedere il sistema di finanziamento delle autonomie locali (è un'esigenza concreta, una sfida che lanciamo al sistema delle autonomie della Sardegna) ancorandolo ad una quota delle nuove entrate tributarie.

La nostra visione è quella della responsabilità, della sussidiarietà dell'adeguatezza, della prossimità, quindi dare le risorse per risolvere i problemi laddove i cittadini vivono. Da parte vostra - anche nel PRS ci sono poche righe - sostanzialmente dite: c'è bisogno di fare un monitoraggio dell'azione di trasferimento di funzioni avvenuta in questi anni, avere un quadro unitario del processo di decentramento amministrativo avviato e, contemporaneamente, capire come muoversi in un'azione funzionale finalizzata ad ottenere, anche dal Governo nazionale, una maggiore flessibilità nell'utilizzo delle risorse (vedi patto di stabilità).

Credo che noi oggi non possiamo fare altro che applicare la legge in questa finanziaria e contemporaneamente avviare in prima Commissione un processo di riforma e di rivisitazione che segua le indicazioni del testo unico sull'ordinamento degli enti locali e proceda alla revisione del sistema di finanziamento delle autonomie locali mantenendo come punto fermo il fondo unico, la discrezionalità, la responsabilità da parte dei comuni e delle province nell'ambito di un unico sistema a rete delle autonomie dove la Regione, le province e i comuni siano inseriti in un unico contesto istituzionale.

E' per questo che noi votiamo a favore della soppressione di questo comma, per poi modificare possibilmente, nel senso dell'applicazione della legge, il trasferimento dei finanziamenti del fondo unico per gli enti locali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Signor Presidente, non voglio entrare nel merito del fondo unico, ne abbiamo già discusso, mi pare ci sia un'interlocuzione positiva che possa portare a un miglioramento rispetto al testo in esame. Volevo soffermarmi soltanto sull'aspetto del 3 per cento destinato alle associazioni dei comuni. Perché? Perché questo è avvenuto anche in altre regioni e credo che in qualche maniera, quando non siamo geniali nel trovare le soluzioni originali e assolutamente innovative, dobbiamo anche guardare alle esperienze degli altri.

Il 3 per cento ha un senso e ha avuto un senso nel fungere da stimolo per aggregare, per creare l'unione dei comuni, ma se l'obiettivo dell'unione dei comuni è quello di favorire risparmi di gestione (avere, per esempio, anziché otto comandanti dei vigili un comandante solo determina dei risparmi) credo che debbano decidere i comuni, in base alle funzioni assegnate alle unioni, se dare il 3, il 5 o il 10 per cento. Io propongo, pertanto, un emendamento orale, per cassare dall'emendamento numero 103, la parte che va da "di cui il 3 per cento" sino "alla medesima legge".

MANINCHEDDA (P.S.d'Az), relatore di maggioranza. Stiamo discutendo dell'emendamento soppressivo del comma.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io infatti sto proponendo un emendamento soppressivo parziale all'emendamento soppressivo. Questo perché? Semplicemente per dare libertà ai comuni, perché siano loro a decidere quanto assegnare alle unioni delle quali fanno parte, sulla base dei servizi devoluti. Non capisco perché la Regione debba sottrarre il 3 per cento al fondo unico, stabilendo quanto spetta a ciascuna unione ai comuni; ci sono comuni importanti che svolgono molti servizi, altri che non ne svolgono alcuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, non possiamo non continuare a concentrare la nostra attenzione sul conflitto fra Regione ed enti locali. Già la seduta consiliare tenuta a Nuoro - iniziativa che è fallita, non solo perché mancava mezza Giunta, ma anche perché mancavano i sindaci - nonché la manifestazione che si è tenuta in sede consiliare a Cagliari, con l'occupazione da parte di numerosi sindaci, sono il triste presagio della crisi istituzionale che si sta esprimendo in quest'Aula.

Considero grave, direi gravissimo, il fatto che la Regione eserciti sugli enti locali un metodo statalista e accentratore, attraverso il quale non fa altro che riprodurre con le autonomie e i territori lo stesso rapporto subalterno che ha rispetto allo Stato italiano. Ora, questo atteggiamento politico di controllo e, di fatto, repressivo nei confronti degli enti locali, è di certo non utile a risolvere problemi gravissimi del territorio, né ad alleviare i drammi occupazionali, sociali e morali che attanagliano ogni singola realtà dell'Isola.

Questa gestione del fondo unico che considero, ribadisco, punitiva nei confronti dei comuni, crea povertà e lede le basi della democrazia. Si tratta di una gestione decisamente "matrigna" del fondo unico, che oltre a negare sviluppo rappresenta la crisi della democrazia che si sta consumando, con la compromissione delle relazioni con le espressioni istituzionali che stanno più vicine al popolo (e quindi mi riferisco ai comuni, che arrivano subito dopo le circoscrizioni). Per cui, se questo deve essere l'atteggiamento che la Regione conta di tenere rispetto al territorio, ci sono le basi sufficienti perché si vada tutti a casa. Io credo che sia il caso di assumere un atteggiamento di coraggio e incominciare davvero a riflettere sull'opportunità di tornare a casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento che chiede di cassare il comma 18. Io credo che levare agli enti locali la possibilità di poter programmare le proprie risorse a seguito di una conquista rilevante che era stata conseguita negli anni scorsi, significhi davvero non capire quello che si chiede nei territori, quello che chiedono anche i sindaci venuti qua, con forza, a manifestare, significa essere sordi e non capire quello che sta avvenendo.

Questa non è una battaglia che riguarda il centrosinistra - badate bene - è una battaglia che riguarda tutti i territori, le autonomie degli enti locali. E gli enti locali devono essere messi sullo stesso piano delle altre istituzioni, compresa la Regione. Fare un'azione di sopruso come quella che si sta facendo, significa non capire dove sta andando il mondo, significa che qua si sta mettendo in piedi una reazione a ciò che è avvenuto, e la reazione diventa restaurazione, cioè significa riproporre un sistema vecchio, vilipeso, che non va bene a nessuno; significa compiere passi indietro notevoli, che nessuno di noi vuole fare.

Ribadisco un concetto importante, su cui occorre riflettere: qua si stanno mettendo i Comuni, in maniera ancora più pressante degli anni precedenti, di fronte al fatto che il patto di stabilità deve essere rispettato. Ogni anno - lo sanno bene i comuni che si devono organizzare per predisporre il bilancio di previsione, per mettere a posto un consuntivo decente, in grado di rispettare il patto di stabilità - ciò significa inventarsi anche stratagemmi assurdi per tenere in piedi il tutto. Ridurre il fondo degli enti locali, ridurre la portata e la possibilità che hanno i Comuni di poterlo spendere come vogliono, significa ritornare alla vecchia legge numero 37, alla vecchia legge numero 4, alla vecchia legge numero 11, alla vecchia legge numero 25. Credo che nessuno voglia compiere passi di questo tipo.

Però, quello che si sta mettendo in piedi qua è un sistema, lo abbiamo visto anche con altre leggi (mi riferisco al Piano casa) che mette i comuni nella impossibilità di poter scegliere la pianificazione dei loro centri storici, delle loro zone turistiche. Lo si vede col fondo unico adesso, con la riduzione del fondo unico, con lo scippo del fondo unico da parte dagli enti locali, con la restaurazione di un sistema combattuto e che non fa bene a nessuno. Questo non significa progredire, significa mettere in piedi un sistema di restaurazione che tutti abbiamo condannato e abbiamo creduto superato, e che oggi voi volete invece rimettere in piedi. Per questo voterò a favore dell'emendamento che cassa questo articolo 18, e invito tutti a riflettere, soprattutto le forze moderate che in questi argomenti probabilmente hanno più voce in capitolo di altri.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, sarò rapidissimo perché effettivamente molti di noi hanno provato disagio nel non accettare l'emendamento soppressivo del comma 17, perché indubbiamente avevamo difficoltà a comprendere l'utilità dell'inserimento di questo comma in finanziaria. E' ormai da giorni che si discute del fondo unico, del riparto del fondo unico, però mentre ascoltavo e riflettevo sul valore che la legge finanziaria del 2007 ha avuto (e viene richiamata continuamente per la ripartizione del fondo unico) mi sono soffermato un attimo a leggere la data in cui la finanziaria del 2007 è stata approvata.

A chi oggi ci critica e ci rinfaccia una cattiva amministrazione in senso lato, ricordo che la finanziaria 2007, l'allora maggioranza, che oggi è minoranza, la licenziò il 29 maggio del 2007, cioè a metà anno. Ora, io credo che, al di là di tutto, ci siano pesi e contrappesi in tutte le cose. Noi forse siamo stati accusati di presentare una finanziera frettolosa, però questa è una finanziaria puntuale; non è stata presentata in anticipo rispetto alle norme di legge, è stata presentata con puntualità rispetto a quella che è la norma. Sicuramente non era una buona cosa approvare una finanziaria a metà anno; la Regione è stata per sei mesi senza soldi.

L'Assessore ha più volte ripetuto che non è la finanziaria la sede per discutere del riparto del fondo unico; perché è un tema che ha necessità di approfondimenti, di confronti, e credo che forse nel 2007 i sei mesi siano serviti anche per fare questi confronti. Noi questi confronti li faremo, come ha detto l'Assessore, nei prossimi sei mesi, però, nel mentre, diamo una finanziaria alla Regione. Credo che questo sia un comportamento onesto e corretto nei confronti dei cittadini, tutto il resto è demagogia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, nell'affermare il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 18 dell'articolo 1 mi soffermerò su alcuni punti che ho già sottolineato in sede di discussione generale, riproponendo alcune considerazioni contenute nel parere del Consiglio delle autonomie locali, dichiarazioni condivise anche dall'ANCI e dall'U.P.S.

Il Consiglio delle autonomie locali pone una questione circa le dichiarazioni del presidente Cappellacci relative alla volontà di avviare da subito l'apertura della fase di ascolto e di partecipazione dei principali attori locali del nostro territorio, articolandole in 8 conferenze nelle diverse province eccetera eccetera. Il Consiglio delle autonomie locali, nel suo parere, afferma che tutto ciò è rimasto lettera morta, proprio per la mancata concertazione, per il mancato incontro, per aver utilizzato male i momenti di assemblea comune con il Consiglio delle autonomie locali, e pone poi questioni circa l'incremento del fondo unico in relazione ai servizi che poi i comuni erogano. Esprime infine la preoccupazione circa il pericoloso ritorno al passato per un tentativo, un'idea, che è presente nel Piano regionale di sviluppo come vincolo di destinazione delle risorse, pericoloso, appunto, perché come sottolineava l'onorevole Cocco, i comuni devono avere libertà nell'utilizzo delle proprie risorse a fronte di una programmazione più generale della Regione, però devono essere liberi di scegliere in che modo spendere le risorse che vengono date dalla Regione.

Appare indispensabile - afferma sempre il Consiglio delle autonomie locali - affrontare il tema dell'utilizzo del sito istituzionale come strumento migliore possibile di conoscenza e di trasparenza delle procedure pubbliche. Ecco, rispetto anche al comma precedente e alle questioni precedenti circa lo snellimento delle procedure amministrative, forse anche pubblicare in tempi rapidi tutto ciò che viene fatto dalla Regione, tutte le delibere, consentirebbe uno snellimento e un'accelerazione anche della conoscenza e una semplificazione delle procedure amministrative. Conclusivamente il Consiglio delle autonomie pone tutte le altre questioni sulle quali ritorneremo, come il personale del servizio delle biblioteche, dei musei e dei siti archeologici, l'utilizzo dei fondi al meglio per un Welfare moderno, sottraendoli alla formazione professionale che deve essere una formazione mirata…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 103, che prevede la soppressione del comma 18 dell'articolo 1. E' vero che non è la finanziaria la legge adatta per normare il fondo unico, Onorevole Campus, però nel frattempo che noi ci dotiamo di una legge adatta allo scopo, si deve applicare una legge che ha già stabilito il riparto delle somme per i comuni sulla base del nuovo sistema che, appunto, è quello del fondo unico.

E' una questione assolutamente indispensabile, anche perché noi ci apprestiamo, anzi, voi vi apprestate, con questa finanziaria, a ridurre le somme da trasferire agli enti locali, quando contemporaneamente la finanziaria nazionale, per l'ennesima volta taglia indiscriminatamente i finanziamenti per gli stessi enti, dimenticandoci, tutti quanti, che gli enti locali sono le istituzioni più vicine ai cittadini, sono le amministrazioni di prossimità, sono quelle che si preoccupano di programmare, di pensare, di organizzare i servizi nei confronti delle comunità e dei cittadini per rispondere ai loro bisogni.

L'onorevole Diana diceva: noi non possiamo procedere in questo modo, perché ogni anno non sappiamo a quanto ammonteranno i trasferimenti che ci verranno dallo Stato; possono cambiare, diminuire, scendere eccetera eccetera. Per quest'anno però noi la certezza ce l'abbiamo, sappiamo a quanto ammonteranno per il 2010 le somme che arriveranno dallo Stato, e certamente questo può essere confermato dal Presidente della terza Commissione, pertanto è facilissimo effettuare il calcolo.

Si tratta anche di una questione di dignità, di autonomia, c'è una lesione della dignità dei comuni, ci dimentichiamo che i sindaci che li rappresentano sono stati eletti legittimamente dagli stessi cittadini che hanno eletto noi e che hanno legittimato noi. Si tratta, appunto, di una lesione della dignità. Ma, è uno sport diffuso in questa maggioranza la lesione della dignità dei cittadini, dei sindaci, delle comunità e delle donne. Assistiamo a una progressiva diminuzione delle donne nella Giunta regionale; tolta la legge, tolta la necessità di formare Giunte paritarie. Chiedo alle colleghe, alla Presidente del Consiglio Lombardo, che si pronuncino su questo tema. Le donne in Giunta adesso si sono ridotte a tre; è un problema serissimo anche di dignità delle donne e della rappresentanza femminile, a dimostrazione che, ancora una volta, servono le leggi per determinare…

PRESIDENTE. Se crede, mi pronunciò io.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az), relatore di maggioranza. Io sto assistendo a questa discussione sul fondo unico degli enti locali con un certo sconcerto, perché alcuni colleghi sono intervenuti nella discussione degli articoli a dire che condividevano tre aspetti, e cioè: teniamo in equilibrio la finanza regionale, occupiamoci di entrate e patto di stabilità, orientiamo le risorse sullo sviluppo.

Allora, io vorrei capire questo: ma dinanzi all'emergenza sociale che continuamente viene ribadita in quest'Aula, si può pensare, tenendo in equilibrio la finanza pubblica, di voler aumentare, per dare una risposta ai problemi di lavoro e quant'altro, il fondo unico? Prima l'onorevole Zedda diceva: ma abbiamo i lavoratori delle cooperative dei servizi bibliotecari museali; vero! Ma se decidiamo che ci vogliono 20 milioni di euro sul fondo unico per gli enti locali, e poi ci vogliono 20 milioni di euro per le cooperative, e poi ci vogliono 15 milioni di euro per l'assistenza domiciliare ai portatori gravi di handicap, beh, allora c'è qualcosa che non va! E quello che non va è la gerarchia delle emergenze.

Qual è la gerarchia delle emergenze? Perché i Comuni dicono che 55 milioni di euro affidati loro per fronteggiare la povertà non sono nulla? Io non mi faccio tirare dentro l'idea che noi rispondiamo al bisogno col fondo unico. Se devo aumentare le poste di bilancio, aumento quelle relative ai cantieri comunali, alla lotta alla povertà, aumento i fondi alle cooperative, ma non mi si dica che il futuro dello sviluppo, la democrazia, è il fondo unico; questa è una finzione! E' una vera finzione che scredita le istituzioni! Perché quando uno è senza soldi e non può mangiare, la risposta non è il fondo unico.

Se devo aumentare le spese della Regione, preferisco fronteggiare l'emergenza economica e sociale, non incrementare il fondo unico. E che la si rappresenti come l'emergenza della Sardegna, è una pura finzione politica, che nasce da una strumentalizzazione politica. Poi se lo volete fare, ve lo fate, ma sappiate che state togliendo risorse a chi ha bisogno, perché se ne abbiamo libere, mettiamole sul lavoro, non mettiamole su queste cose.

(Interruzione del consigliere Uras)

PRESIDENTE. Onorevole Uras, prego. Onorevole Maninchedda, per cortesia.

(Interruzioni)

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiederei cinque minuti di sospensione in aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti. Prego i consiglieri di non allontanarsi dall'aula.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 44, viene ripresa alle ore 12 e 55.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, in merito all'emendamento e al comma io credo che noi tutti abbiamo il dovere di collaborare con gli enti locali, abbiamo il dovere del rispetto delle leggi che impongono i criteri per il trasferimento dei fondi agli enti locali nel fondo unico. Non credo che serva a nessuno animare una sorta di competizione o di contrapposizione, ma insieme, nel chiaro rispetto dei ruoli del Consiglio regionale, della Giunta e dei consigli comunali, dei sindaci, dei rappresentanti degli enti locali e delle province, dobbiamo cercare di raggiungere il comune obiettivo. Il comune obiettivo è quello del risanamento economico, del miglioramento della condizione sociale.

Ovviamente bisogna tener conto delle situazioni contingenti, situazioni contingenti che impongono scelte anche difficili. Non sempre la Regione può essere rappresentata come buona maestra nella spendita dei fondi a sua disposizione - i residui sono lì a testimoniarlo - perciò io credo che tutto questo debba servire a tutti noi per trovare soluzioni condivise e per orientarci, come dicevo prima, verso il comune obiettivo.

Credo che la Giunta e il Consiglio per intero siano in grado di individuare le soluzioni migliori in questa fase per poter garantire agli enti locali il pieno svolgimento del loro ruolo e contemporaneamente consentire alla Regione una regia e una programmazione che consenta di far arrivare ai cittadini un segnale di vicinanza e di impegno per superare le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. Ritengo che perciò sarà annunciata una soluzione, e che da questo momento gli animi vadano stemperati, soprattutto nella comunicazione esterna verso i rappresentanti degli enti locali, perché noi siamo con loro e loro devono essere con noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

Le chiedo scusa perché aveva chiesto effettivamente la parola prima.

MELONI VALERIO (P.D.). Accettate le scuse, Presidente, la ringrazio. Tra l'altro io ascolto sempre con grande piacere le argomentazioni dell'onorevole Capelli che, come in questo caso, sono spesso argomentazioni di buon senso che ispirano anche riflessioni serie. Però il tema non è quello che pone l'onorevole Capelli o meglio lo è in riferimento all'emendamento, non lo è in riferimento all'evolversi della discussione in atto in quest'Aula. Io credo che sia in discussione, a questo punto, il principio se attribuire i giusti riconoscimenti ai sindaci oppure no; se considerare i sindaci figure democraticamente elette, che esprimono tutta l'autorevolezza che gli viene attribuita da un mandato conferitogli dagli elettori, che possano avere la libertà di scegliere, in forza di un fondo unico, le priorità alle quali affidare la spendita delle proprie risorse, oppure no.

Allora, se questo è il tema, e questo è il tema, io credo che la discussione si stia incanalando su un percorso pericoloso poiché a questo punto noi potremmo rischiare di ritrovarci qua l'assemblea dei sindaci a disconoscere, manifestando, il diritto che ha questa Assemblea di esprimere altre azioni amministrative. Voglio dire: corriamo il rischio di scatenare una guerra fra istituzioni. Io sono del parere che i comuni svolgano un ruolo molto importante e che questo ruolo vada ad essi riconosciuto e gli vada riconosciuto senza rimettere in campo un centralismo regionale che è fuori dei tempi. Io quindi sono per la soppressione di questo comma e quindi voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' stato presentato dall'onorevole Cuccureddu un emendamento orale soppressivo parziale del comma 18. L'Aula si deve pronunciare sulla sua accoglibilità.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Non lo accolgo.

PRESIDENTE. Poiché non c'è l'unanimità dell'Aula, l'emendamento non è accoglibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 104. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 105.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Rodin hanno votato contro.

Risponde sì la consigliera: Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 42

votanti 42

maggioranza 22

favorevoli 1

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 44.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, qua si tratta di un intervento finanziario destinato al riconoscimento come indennità pensionabile della indennità percepita dal Corpo forestale in ragione delle funzioni di pubblica sicurezza. Io pensavo che questo tipo di indennità fossero già ricomprese nel trattamento previdenziale perché vi rientrano tutte quante le indennità, compresa quella di direzione, di coordinamento del personale dell'Amministrazione regionale. Qua invece abbiamo una sorta di discriminazione che si consuma nei confronti del Corpo forestale di vigilanza ambientale, il quale vede una indennità che percepisce in ragione delle funzioni di pubblica sicurezza trattata in modo dispari rispetto ad analoghe indennità che sono invece riconosciute al personale dell'Amministrazione regionale. L'intendimento dell'emendamento è quello di incrementare la dotazione finanziaria ai fini del corretto riconoscimento di questa indennità.

E' inutile che spenda parole per dire quale sia il valore che noi dobbiamo attribuire a questo ramo dell'Amministrazione, che è quello che garantisce la vigilanza nel territorio e il cui personale spesso corre rischi anche in ragione degli interventi specifici che effettua a tutela del nostro patrimonio boschivo e naturale nel periodo estivo contro la piaga degli incendi. Per cui, io ritengo che questo emendamento abbia non un carattere ideologico, ma un carattere concreto e pratico che può essere tranquillamente accolto dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 44, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 50 e 57.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ho sottoscritto questo emendamento, quindi dichiaro il mio voto di astensione, esattamente per la stessa ragione per la quale ritenevo assolutamente inidoneo il comma che prima abbiamo esaminato circa la predisposizione, entro 90 giorni, di un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi. Questo lo dico anche all'onorevole Mariano Contu per una ragione molto semplice: che l'amministrazione ha… va beh... c'è troppa confusione...

PRESIDENTE. L'onorevole Uras ha ragione, posso chiedervi di fare silenzio per consentirgli di svolgere la sua dichiarazione di voto?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Volevo semplicemente dire che esistono nella normativa regionale tante modalità che si possono utilizzare per semplificare le procedure amministrative, molte delle quali noi le ripetiamo sistematicamente nelle leggi. E a proposito delle risorse, onorevole Maninchedda, delle risorse previste per il lavoro, noi le mettiamo e poi non le spendiamo! Ecco perché non possiamo dire niente ai sindaci, ai comuni: la Regione non le spende! In modo particolare le norme che abbiamo costruito in materia di lavoro in questi anni fanno riferimento a procedure semplificate previste dalla legge numero 40 del '90.

La Giunta regionale, qualunque essa sia, ivi compresa questa, e i suoi Uffici violano sistematicamente le leggi determinando un fatto di natura eversiva nei confronti dei poteri democratici stabiliti dalla Costituzione. In questo momento, per esempio, io sono a conoscenza di iniziative dell'Assessore dell'agricoltura che vanno verso la violazione della norma con la quale abbiamo approvato la stabilizzazione dei dipendenti ex ARA, e sappiamo di violazioni riguardanti gli Uffici degli affari generali relative al rinnovo e alla proroga dei contratti di lavoro flessibili e atipici.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 50 e 57.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Espa, Meloni Marco e Porcu hanno votato a favore, che il consigliere Cuccureddu ha votato contro e che la consigliera Zuncheddu si è astenuta.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Si sono astenuti: Sechi - Uras - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 52

astenuti 3

maggioranza 27

favorevoli 11

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 54 e numero 83 sono inammissibili in quanto privi di copertura finanziaria. Passiamo al testo dell'articolo 1.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché sarebbero inammissibili?

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 54 e 83...

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ma io non ce li ho...

PRESIDENTE. Erano tra gli emendamenti sospesi in quanto privi di copertura finanziaria. Sono rimasti privi di copertura finanziaria e quindi sono inammissibili. Quindi non verranno sottoposti alla votazione.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dov'è che si evince la mancanza di copertura finanziaria?

PRESIDENTE. Non c'è copertura finanziaria onorevole Uras.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì ma dov'è che si evince la mancanza di copertura finanziaria?

(Interruzione)

E noi siamo curiosi di vederlo, se avete l'estratto conto portatecelo perché noi sappiamo che c'è una disposizione di legge che attribuisce, fino a quando non verrà approvata questa finanziaria, una copertura a quel fondo, anzi impone, impone la copertura finanziaria fino a quando non sarà approvata questa legge. C'è quella del 2007 che funziona.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io credo che non sia il modo migliore per liberarvi di questo problema. Stiamo parlando da settimane del fondo unico per gli enti locali. Abbiamo presentato due emendamenti, stiamo semplicemente chiedendo di applicare una legge. Mi chiedo - e questo lo chiedo alla Presidenza - quali sono le motivazioni per cui l'avete reso inammissibile, qual è il problema.

Io credo che occorra affrontare finalmente in questo Consiglio regionale i temi e anche gli snodi e non solo, in questo modo con questo formalismo, tentare di evitare le problematiche che sono sul tappeto. Qua stiamo cercando di applicare una legge, una legge che questo Consiglio regionale si è dato. Trovate altre motivazioni ma non questa!

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, non c'è copertura finanziaria, il motivo è tutto qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi abbiamo una legge che è attualmente in vigore che è la legge numero 2 del 2007. Abbiamo un accertamento di entrata che è stato formalmente espresso dall'Assessore del bilancio qua in ragione delle dichiarazioni fornite dallo Stato in merito al trasferimento delle nuove entrate. Abbiamo una disposizione che impone a oggi che il fondo unico sia alimentato in percentuale rispetto a quelle nuove entrate, quindi la copertura finanziaria c'è perché è garantita da una legge in vigore che non è ancora stata modificata da questa legge che è in discussione. Per cui io voglio capire chi è che stabilisce, violando le norme, che questo emendamento non ha copertura finanziaria!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo di intervenire sul Regolamento, Presidente, perché l'unico dato certo determinato dall'emendamento è la determinazione delle nuove entrate. Poi il calcolo, lo dico per i colleghi, deve avvenire al netto di alcune voci. Qui c'è un dissenso. Allora, la determinazione della misura dei trasferimenti, deve vedere, evidentemente altre voci del bilancio in diminuzione. Questa voce in diminuzione - è esattamente ciò che dicevo ai colleghi nell'intervento precedente - non viene determinata. Cioè viene meno la responsabilità politica di dire da dove si tirano fuori i soldi per garantire questo gettito, posto che il calcolo sulle entrate, cioè su come determinare la quota assegnata ai comuni e al fondo unico, è discutibile e ne stiamo discutendo da mesi.

Io credo di essere stato interprete ieri di una battaglia procedurale. Non si può dire che ci sia la copertura finanziaria. La copertura finanziaria non c'è ed è un obbligo, credo di tutti noi, a fronte di una voce in aumento indicare la voce in diminuzione. E quindi in questo caso gli Uffici hanno semplicemente applicato il Regolamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizionim sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 19, viene ripresa alle ore 13 e 29.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Sull'emendamento numero 54, uguale all'83, al quale è stata data la copertura finanziaria mediante riduzione del fondo nuovi oneri legislativi. Su questo emendamento c'era comunque un invito al ritiro da parte della Commissione e parere conforme della Giunta. In caso di mancato ritiro il parere è contrario da parte della Giunta e da parte della Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarazione di voto e per chiedere anche il voto a scrutinio palese elettronico, possibilmente integrale.

PRESIDENTE. Scusi onorevole Uras, questo dipende dei singoli consiglieri. Se i consiglieri vagano per l'aula e alzano il ditino per votare...

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì però la Presidenza dovrebbe dire che chi non vota con il procedimento elettronico...

PRESIDENTE. Onorevole Uras, la Presidenza si attiene ad una prassi che non ha creato lei.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi sembra che si verta nella fattispecie - io non voglio adesso perdermi sul Regolamento - nella fattispecie inesistente della votazione a scrutinio palese e ad appello nominale misto, che non è prevista dal Regolamento. Se un consigliere si distrae, pazienza, vorrà dire che era distratto e che la prossima volta starà attento.

Detto ciò, perché noi stiamo insistendo sulla questione del fondo unico? L'assessore, la Giunta, anche la maggioranza, hanno avuto modo di dire: "Ma non c'è chiusura, ma noi pensiamo che questo debba essere rinviato, che ci sia la disponibilità, ma crediamo che..." Non abbiamo visto un segnale, un segnale vero che andasse in questa direzione. Abbiamo insistito. Perché abbiamo insistito? L'ho detto anche prima: perché si determina una frattura che non è una frattura all'interno di una formazione politica, di uno schieramento di maggioranza o di minoranza, è una frattura di tipo istituzionale tra la Regione e il Consiglio regionale e il sistema delle autonomie. Perché non c'è interesse dal punto di vista elettorale di questo schieramento; i sindaci e i presidenti di provincia sanno già dove devono votare, appartengono agli schieramenti, non sono gente raccattata per strada. Non dobbiamo stimolarli, si tratta però di difendere una conquista che abbiamo ottenuto insieme. Di difendere le possibilità di chiamata all'unità che il Presidente della Regione ogni tanto fa.

Ma che cosa diranno le autonomie locali, domani, ad un presidente che ha deciso unilateralmente, senza un confronto adeguato, di ridurgli le disponibilità finanziarie per affrontare la crisi? Gli diranno: risolvitela tu! Anzi: "ti contestiamo". E contestando un Presidente della Regione che fa questo contestano l'istituzione regionale, depauperano ancora di più il significato delle Assemblee parlamentari come questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Su questo tema, Assessore La Spisa, è difficile da accettare un atteggiamento di chiusura da parte del Governo regionale. Noi stiamo parlando probabilmente dell'essenza dell'articolazione democratica del nostro sistema. Ora io mi rendo conto che probabilmente la "forzatura" che c'è stata nei confronti di quest'Aula qualche giorno fa, forse è stata deglutita senza masticare, però, ripeto, in situazioni come queste è sempre importante sollevarsi qualche centimetro dalle miserie che attribuiamo agli altri, e cercare di capire sino in fondo le ragioni che le hanno determinate.

Io credo che sarebbe davvero straordinario, assessore La Spisa, se il Presidente della Regione, come più volte ha dichiarato, non soltanto manifestasse una disponibilità e fornisse una risposta positiva sul fondo unico, quindi sui trasferimenti ai comuni, ma davvero si mettesse a dare voce ai Comuni e alle loro esigenze. E questo non strumentalmente, non in maniera movimentista, niente di tutto questo, Assessore. Ho citato l'altro ieri il Sindaco di Cagliari, che certamente non è da enucleare tra i sovversivi, capisco Tore Cherchi che potrebbe avere nei retaggi del passato qualche qualifica di questa natura, ma stiamo parlando dei primi cittadini, in un Paese che è il Paese dei Comuni, che hanno fatto la storia di questo Paese.

Allora, attenzione Assessore, la invito soltanto a riflettere su questo: non lasciamo spazi noi, a partire dai responsabili, dalla politica che è presente in quest'Aula, non lasciamo spazi ad altri, perché gli altri non hanno né la funzione, né il diritto di occupare spazi che dovremmo occupare noi. Attenzione, noi stiamo rischiando una frattura istituzionale, proprio perché non vogliamo, con la sensibilità politica dovuta, e con l'etica della responsabilità istituzionale, dare ascolto soprattutto a chi rappresenta le istituzioni, quale che sia il partito che governa nel territorio. Noi ci stiamo, vi state assumendo la responsabilità di inserire un elemento di rottura nel sistema istituzionale. Ma che interesse avete?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, noi pensiamo insomma che l'esito cui appunto l'Aula sta approdando in relazione all'emendamento sostitutivo parziale numero 54, sia un esito davvero inspiegabile, anzi inaccettabile per quanto ci riguarda. Noi abbiamo discusso anche stamattina intorno ad emendamenti e a commi di questa finanziaria che avevano soltanto il sapore della propaganda politica, della non concretezza, della non corrispondenza ai bisogni dei cittadini, e mi riferisco al precedente comma 17. Invece in questo caso siamo di fronte ad una parte di questa finanziaria, che è davvero sostanziale, fondamentale in relazione alla situazione sociale ed economica che stiamo vivendo.

Qui non si tratta di essere asserviti all'ANCI, piuttosto che ad altre associazioni attorno alle quali si riuniscono i Comuni, qui si tratta semmai di ascoltare davvero la voce di coloro i quali rappresentano le comunità, le rappresentano da vicino e ne hanno la responsabilità. Si tratta, da una parte, di questo, dall'altra, come hanno detto bene gli altri colleghi, di rispettare una legge in vigore in questa Regione.

Noi stiamo disattendendo da una parte al dovere politico di dare risposte al sistema delle autonomie locali, di cui tante volte ci riempiamo la bocca, dall'altra ci stiamo assumendo la responsabilità di non dare corso alle leggi che noi approviamo. E' una cosa gravissima dal punto di vista istituzionale e dal punto di vista politico per i partiti politici che qui sono rappresentati, e noi chiediamo ancora che si rifletta su questo comma e su questa proposta. Qui non si tratta di fare ostruzionismo, si tratta di far ascoltare la voce di coloro i quali da questo Parlamento si aspettano risposte concrete, e fino ad oggi non le hanno avute. Sono gli ultimi appelli perché ci si soffermi ancora un attimo su questa nostra proposta, e perché questa proposta effettivamente riceva l'accoglimento e l'ascolto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, io credo sia sbagliato, sia sbagliato anche in questo momento, creare una frattura con il sistema delle autonomie locali. Noi quest'ultimo decennio abbiamo affrontato - l'ha affrontata il Parlamento - la revisione del Titolo V della Costituzione. Si partiva proprio da una concezione che era quella della piramide rovesciata (Comuni, Province, Regione, Stato) e si è arrivati all'equiordinazione, ad un sistema a rete, perlomeno al tentativo di realizzare un sistema a rete.

Io credo che il lavoro che è stato svolto in questi anni, che ha svolto anche la Sardegna, anche con l'istituzione del fondo unico, con l'istituzione del Consiglio delle autonomie locali, col tentativo di ricollocare, di riposizionare le funzioni, i servizi ai cittadini, sulla base del principio della prossimità al luogo dove vivono, della vicinanza all'utenza, anche per garantire appropriatezza, qualità, efficienza ed economicità, sia stato un buon lavoro. Credo che nel momento in cui ci accingiamo ad applicare il federalismo fiscale dobbiamo essere più coerenti, anche attraverso forme di federalismo interno, che siano adeguate e che tengano conto della complessità del nostro sistema, ma anche di un sistema delle autonomie locali dove la Regione non è il perno, è una componente importante ma è una componente, che ha un'altra funzione, quella legislativa, ma che deve accompagnare un processo democratico che parta necessariamente dal basso.

Di fronte alle sfide che abbiamo davanti, ad un Governo che decide anche in questi giorni, in Parlamento ieri, la possibilità, attraverso un emendamento, di utilizzare i fondi FAS per il disavanzo della sanità, di fronte alle sfide sulla Sassari-Olbia, sui FAS, sull'industria, sulla drammatica crisi socio-economica, noi decidiamo di rompere il fronte, decidiamo che la Regione, con una funzione neocentralista (lo dirò fino alla nausea) col recupero di funzioni neocentraliste detti le politiche ed eserciti nuovamente il controllo. Credo che sia una fase sbagliata, che siamo ancora in tempo per rimediare, che le azioni che abbiamo condotto anche dal punto di vista legislativo nell'ultima legislatura siano da collaudare, da consolidare, anche attraverso l'applicazione della legge sul fondo unico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, è evidente e palpabile il disagio della maggioranza oggi in Aula di fronte a questo emendamento, così come è evidente negli interventi precedenti di tutti coloro che su questa vicenda hanno espresso un atteggiamento contrario, mentre risulta indiscutibile la necessità di insistere.

Intanto dobbiamo dare atto che dopo l'insistenza del collega Uras si è superato il tentativo di accantonare l'emendamento con una manovra furbesca, e oggi invece, in questo momento, grazie alla copertura finanziaria, possiamo entrare nel merito e discuterlo. E' un emendamento che non fa una grinza, è un emendamento che nasce dalla legge, e le leggi vanno rispettate, e ciò io credo debba portare tutti ad una riflessione.

Con questo emendamento, oltre a rispettare però una legge, si interviene a favore dei comuni, che sono l'ente pubblico, l'istituzione pubblica più esposta di fronte ai bisogni dei cittadini, così come recita alla fine l'ultimo capoverso che fa riferimento proprio ai cantieri comunali, ai sussidi per le famiglie, ai soggetti bisognosi, ai servizi sociali e alle infrastrutture locali. Sono i settori sui quali i comuni sono chiamati quotidianamente a dare risposte alla gente che fa la fila davanti agli uffici comunali e davanti agli uffici dei Sindaci. Ed è per questo che insistiamo, ancora una volta, perché l'Aula accolga questo emendamento favorevolmente e lo sostenga, nell'interesse di tutti i cittadini sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, io non vorrei essermi distratto, è possibile in qualche momento della discussione, però mi sarei aspettato, nel dichiarare il voto favorevole a questo emendamento, che ci fosse stata perlomeno una disponibilità parziale ad accoglierlo, perché mi sembra che anche nelle discussioni che abbiamo avuto modo di fare incontrando l'ANCI e il sistema delle autonomie, ci fosse una disponibilità ad avviare un percorso che potesse portare ad individuare meglio la misura dell'adeguamento, anche se la legge, da questo punto di vista, non lascia adito alle interpretazioni, per esempio nell'affrontare il tema del ricomprendere o meno nel fondo unico altre misure che vengono delegate agli enti locali, come quelle legate alle misure di contrasto alla povertà o in materia di infrastrutture pubbliche e quindi accogliere il principio dell'adeguamento.

Presidente, io capisco che addirittura forse disturbiamo nello svolgere…

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Terzo Sanna, onorevole Murgioni, lasciate proseguire l'oratore…

PORCU (P.D.). Il nostro non è un ufficio semplice. Io auspico che ci sia ancora un'apertura che porti ad un adeguamento parziale, cioè che dimostri che c'è l'accoglimento di principio e che il rinvio ad un tavolo di concertazione non è un fatto strumentale per prendere tempo ma è soltanto un modo per precisare meglio e comprendere meglio l'entità del problema.

Da questo punto di vista, la chiusura della maggioranza mi sembra una chiusura ingiustificata. Poi sentiamo rivolgere appelli ad una minoranza che farebbe una opposizione strumentale. Ma la nostra non è una opposizione strumentale; le nostre argomentazioni sono pacate, stiamo intervenendo in maniera specifica sugli emendamenti che secondo noi sono più qualificanti e ci piacerebbe che quando si tratta di materie così importanti non ci fossero preconcetti, ci fosse almeno la volontà di entrare nel merito e di dimostrare di accogliere almeno parzialmente il principio che stiamo cercando di affermare. Il mio voto è naturalmente favorevole.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 54.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Petrini hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Cappai - Cossa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 52

astenuti 2

maggioranza 27

favorevoli 16

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 126.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 126.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risponde no la consigliera: Zuncheddu.

Si è astenuto il consigliere: Uras.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 40

votanti 39

astenuti 1

maggioranza 20

favorevoli 38

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo agli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì io sono favorevole a questo emendamento anzi sarei favorevole ad approvare una legge statutaria che regolasse finalmente i rapporti tra gli organi della Regione, il Presidente, la Giunta (che è organo di governo collegiale) e il Consiglio, sarei favorevolissimo ad approvare subito una legge statutaria di attuazione dell'articolo 15 dello Statuto che trattasse questi argomenti insieme ad altri rilevanti, oppure, come da più parti si propone, sarei favorevolissimo ad approvare una modifica dello Statuto e a procedere, come questo Consiglio riterrà di dover scegliere, anche attraverso un'Assemblea costituente, se questa fosse la scelta. Però una cosa è certa: che il Consiglio regionale non può rimanere all'oscuro degli atti che si compiono nell'Esecutivo.

Adesso mi viene in mente un fatto, lo riferisco perché con l'onorevole Pittalis abbiamo condiviso un emendamento a una norma del Collegato, che riguardava l'incentivo all'esodo del personale delle A.S.L. e delle aziende di trasporto pubblico locale. E' di queste ore la notizia che la Giunta sta procedendo in maniera esattamente contraria a ciò che è stato stabilito dalla legge, cioè concede l'esodo a chi ha maturato tutti i requisiti per andare in pensione ben pagato, mentre non funziona l'incentivo all'esodo per coloro che ancora devono maturare i requisiti. Cioè, la norma che abbiamo portato noi, pensata qua, anche sostenuta dal sindacato, richiesta e votata, viene violata! Ecco perché le Commissioni consiliari devono esercitare la loro funzione di controllo sistematico anche per questa vicenda delle liquidazioni delle società, che è sempre promossa, sempre decisa, sempre voluta e mai realizzata.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

Poiché risulta difficoltoso il conteggio dei voti dispongo che si proceda alla votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Contu Mariano - Piras - Stochino - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Cappai - Cossa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 50

astenuti 2

maggioranza 26

favorevoli 46

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 127.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 128.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ho chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'altro emendamento. Non so che cosa appaia in quel monitor: procediamo per alzata di mano, spegnete il monitor, buttatelo via! Non è possibile, io chiaramente non intervengo, Presidente, però o funziona il sistema o non funziona, e se non funziona prendiamo atto che non funziona e non facciamoci affidamento. Cioè, le prossime sedute procediamo per appello nominale, con le votazioni, facciamo le cose "all'antica", con alzata di mano, facciamo i probi viri, facciamo contare i Questori, i Questori che dovrebbero garantirci questo lavoro li mettiamo a contare i voti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 128. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 129. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 48 è inammissibile per mancanza di copertura finanziaria.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Credo che ci fosse stata un'interlocuzione per inserire una dizione che ne consentisse l'ammissibilità. Non so se i colleghi abbiano proceduto a farlo però anche in Commissione se ne era ravvisata l'opportunità. Mi dispiace che non ci sia il collega Gian Valerio Sanna ma potrebbe collaborare l'onorevole Uras, perché in sostanza bisogna inserire che avviene per delibera di Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Dunque, l'emendamento, al di là del problema della copertura finanziaria, siccome nella sostanza si riferiva ad alcuni compendi della Provincia di Oristano, andava anche riformulato, perché allo stato ha una formulazione globale che...

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Riguarda le concessioni.

STERI (U.D.C.). Esatto, va riformulato. Per esempio, La Maddalena con questa formulazione è qua dentro, altrimenti si riferisce solo a Oristano.

Era da riformulare integralmente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA Mario (P.d.L.). Presidente, chiedo di sospendere questo emendamento e di trasferirlo all'articolo 3, perché si tratta comunque di un problema che riguarda attività produttive. Credo che l'Aula sia d'accordo, per cui, se gli Uffici non hanno niente in contrario…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Diana.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo trenta secondi di sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa trenta secondi.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 00, viene ripresa alle ore 14 e 04.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 125. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 137. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 140. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 142. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 144, sul quale c'è l'invito al ritiro da parte della Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Va spostato all'articolo 3 perché identico all'emendamento numero 73.

PRESIDENTE. Poiché la Giunta e la Commissione sono d'accordo, l'emendamento numero 144 viene spostato all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 12, c'era una richiesta di sospensione da parte della Commissione e la richiesta di modifiche da parte della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, per cercare di contemperare l'emendamento con le esigenze della Giunta si propone, con un emendamento verbale, di inserire alla fine dell'emendamento numero 12 la frase: "è fatta salva la facoltà da parte della Giunta di disporre con delibera su proposta dell'Assessore competente la non sottoposizione al controllo di tutti o parte degli atti che precedono".

PRESIDENTE. La Giunta e il relatore della Commissione esprimono parere favorevole sulla proposta. L'Aula si deve esprimere sull'accoglibilità dell'emendamento orale.

Poiché non vi sono opposizioni metto in votazione l'emendamento numero 12 integrato dall'emendamento orale così come proposto dall'onorevole Steri. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 155.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. In Commissione era emersa la necessità di cancellare, se l'Aula è d'accordo la parola "favorevole" nell'emendamento. Propongo, pertanto, in tal senso un emendamento orale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì va bene, ma aggiungendo la frase: "da esprimersi entro i 15 giorni previsti dalla normativa".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Preciso subito che accolgo l'emendamento orale, tanto non rileva rispetto al ragionamento. Io farò questo ragionamento fino a quando saremo in grado di sopportarlo anche fisicamente. Però c'è un rapporto distorto tra Giunta e Consiglio. Da un lato il Consiglio approva le leggi, dall'altro capita che funzionari dell'amministrazione regionale, con loro circolari, che dovrebbero essere esplicative, attuative e quindi favorire l'attuazione delle norme approvate dal Consiglio, le violino invece sistematicamente, non occasionalmente, ma sistematicamente. E io lo ribadisco perché voglio che questa denuncia di violazione sistematica rimanga agli atti. Perché quando è sistematica la violazione, quando parte cioè da ragionamenti preconcetti, quando è, come si dice quando qualcuno fa qualcosa di volontario e prima ci pensa, premeditata, si configura anche altro nella responsabilità di chi lo fa.

Io voglio che rimanga agli atti, perché la violazione delle leggi è sistematica. Figuriamoci in che considerazione terranno gli Esecutivi e gli Uffici i pareri che esprimono le Commissioni consiliari! Ma diventerà un modo attraverso il quale la Giunta regionale, gli Esecutivi, gli Uffici daranno schiaffi all'Assemblea parlamentare. Perché la logica politica che si è costruita in questi anni è di una esasperata - fra l'altro ingiustificata - preponderanza all'interno degli organi pubblici di chi governa rispetto a chi legifera, a chi decide della vita di tutti, attraverso le leggi, che sono espressione di una partecipazione generale, quindi di più parti politiche.

>PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 155 con le modifiche proposte. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 138, sul quale venivano chieste delle modifiche.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. Relativamente all'emendamento numero 138 c'era un problema sulla data del 31/12/2008 e c'era un problema sul bilancio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La formulazione sarebbe "fino al 31 dicembre 2012", aggiungendo "e comunque non oltre l'approvazione del piano triennale previsto dall'articolo 7 della legge regionale numero 14 del 2006". Questo per non incorrere in problemi evidenti.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento orale si intende accolto.

Metto in votazione l'emendamento della Giunta numero 138 con le modifiche proposte. Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Sull'emendamento numero 42 c'era un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 170.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 170 è un emendamento significativo, lo segnalo ai colleghi, perché in sostanza sui temi del riordino, del riequilibrio dei rapporti finanziari tra Regione e Enti locali, crea una scorta finanziaria sull'onda dell'emendamento presentato dagli onorevoli Floris e Biancareddu, una scorta finanziaria di 15 milioni di euro nel FNOL, che permette un'azione legislativa di riequilibrio nella direzione che questo Consiglio regionale vorrà indicare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi prendiamo atto di questa iniziativa, parleremo con la Giunta, con la maggioranza, quando si parlerà di riforma del sistema finanziario nell'ambito della nostra autonomia. Non siamo soddisfatti chiaramente, quindi voteremo contro. Però, quello che voglio dire è che teniamo conto che il capitolo che è stato aperto è un capitolo che si sposta, e speriamo di avere una disponibilità diversa rispetto alla domanda giusta degli enti locali, anche sotto il profilo della modifica dei meccanismi di alimentazione del fondo, che va al sistema delle autonomie locali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Noi non siamo soddisfatti naturalmente di questo emendamento. Riteniamo che compiere passi indietro nell'ambito del fondo unico sia sbagliato, che occorra applicare la legge. Prendiamo atto che comunque, anche attraverso una nuova norma, attraverso il testo unico dell'ordinamento degli enti locali, quindi anche rivedendo il rapporto finanziario tra Regione e Enti locali, si possa ancora intervenire. Mi auguro che ciò sia fatto con la massima partecipazione, con la massima partecipazione degli attori istituzionali e naturalmente anche del Consiglio regionale, che non rimanga un'iniziativa dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 170. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 158 è ritirato. Sull'emendamento numero 3 c'è un invito al ritiro. Chiedo a uno dei presentatori se intende ritirarlo.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). E' ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 15 era sospeso.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Ritiriamo l'emendamento. Sarà ripresentato nel collegato, concordandolo previamente.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 26 c'è l'invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente, io ritiro l'emendamento, lo faccio anche a nome del collega Porcu, che aveva aggiunto la sua firma. Però, mi corre l'obbligo di insistere presso la Giunta regionale perché ci sia una valutazione attenta del problema che è stato presentato nell'emendamento. La somma in esso prevista - che peraltro è sbagliata, non è 6 milioni di euro, ma è 60 milioni di euro - è quella che è stata stimata indispensabile per dare corso all'accordo di programma che è stato sottoscritto dal presidente Soru nel 2008, insieme col Ministero della difesa, per la dismissione dei beni militari che non sono più indispensabili per le esigenze della difesa.

Si tratta di beni del valore di centinaia di milioni di euro e che riguardano, tra gli altri, l'ospedale militare di Cagliari, la caserma Gioda e Martinazzo, la caserma Ederle, quindi un valore inestimabile per la Sardegna, che ne rientrerebbe in possesso. L'accordo di programma rischia di bloccarsi se la Regione non interviene per fare la parte che è di sua competenza, e se si bloccasse l'accordo i beni potrebbero finire in mano ai privati. Abbiamo infatti letto sui giornali che il Ministero della difesa ipotizza di istituire un'agenzia propria, con cui dismettere i beni militari di propria competenza e cederli ai privati. Non vorrei quindi che, per aver dimenticato la parte più attuativa del programma (quella che richiede uno stanziamento economico da parte della Regione) ci trovassimo a perdere dei beni che sono indispensabili per lo sviluppo complessivo della nostra città, Cagliari, e della Sardegna (perché ci sono beni che ricadono anche in altre realtà territoriali).

Quindi, chiederei all'assessore La Spisa di approfondire il tema in maniera tale che possa essere trattato in sede di legge collegata e opportunamente risolto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Venti secondi per dire che abbiamo immediatamente attivato uno studio sull'argomento. Gli uffici stanno esaminando anche i termini dell'accordo, l'accordo è valido per tutto il 2010, quindi abbiamo tutto il tempo per esaminare eventuali soluzioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io sono tentato di fare proprio l'emendamento. Queste parole dell'Assessore in qualche modo mi rassicurano. Il problema esiste, esiste sia per quanto riguarda gli accordi con il Ministero della difesa, sia per quanto riguarda quelli con l'Agenzia del demanio. Abbiamo intere borgate - penso a Fertilia, ma non solo - dove c'è stato un accordo nell'ambito del riuso turistico delle borgate marine, e che prevede finanziamenti (2 milioni di euro in questo caso) che però riteniamo insufficienti. Io credo che occorra affrontare complessivamente l'argomento che riguarda sia l'Agenzia del Demanio, sia il Ministero della difesa, e andare a completare - lo dico in questo caso alla Giunta, in realtà dovrei parlare con l'assessore Asunis - un trasferimento anche di immobili ad uso residenziale, commerciale, che sono rientrati nell'ambito dell'articolo 14 dello Statuto del Demanio regionale, che adesso sono da trasferire o agli enti locali per una finalità sociale, oppure da alienare sulla base della legislazione vigente.

C'è quindi da completare un'opera che abbiamo avviato nella scorsa legislatura, che non può rimanere a un punto fermo, quindi è da affrontare assolutamente. Io credo che sia necessario affrontare l'argomento già in occasione del prossimo collegato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Le dichiarazioni dell'onorevole Bruno evidenziano che il problema è molto più generale. Peraltro è un problema che nasce dall'articolo 14 dello statuto dell'Agenzia del demanio, e che è tutto differente dal problema sollevato all'emendamento dell'onorevole Vargiu, che si ricollega al G8. Io riterrei, al di là di quanto stanno facendo gli Uffici, che conoscono bene la pratica - anche perché a questi accordi ha partecipato come direttore generale l'assessore Asunis e il direttore generale della presidenza, la dottoressa Massidda - riterrei che, in ogni caso, possa essere già oggetto di discussione in sede di prima Commissione, chiamando gli Assessori competenti per iniziare ad affrontare analiticamente il problema.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 29 c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, con questo emendamento si richiede lo stanziamento in bilancio di 2 milioni di euro per proporre la realizzazione di corsi per personale sanitario nelle strutture infermieristico-tecnico della riabilitazione. Il motivo del perché viene riproposto (era già stato proposto nella precedente finanziaria) è identico, nel senso che attualmente la formazione di questo tipo di personale rimane incardinata in capo alle sedi universitarie, con la conseguenza logica che il personale che viene "sfornato" non è nemmeno sufficiente per poter coprire il turn-over naturale dei dipendenti che vanno in pensione.

Se si procede a una verifica da un punto di vista anche numerico, si vedrà che tutte le aziende sanitarie, ormai da qualche anno, importano, scusando il termine, personale addirittura dai Paesi dell'Est, con tutto ciò che ne consegue, cioè che non vengano offerte possibilità di lavoro a giovani sardi, cosa che in passato invece, quando i nostri giovani trovavano collocazione in Sardegna e anche fuori dalla Regione sarda, avendo acquisito la professionalità, regolarmente avveniva. A ciò si aggiunge un altro grosso problema per le aziende sanitarie: quello di non poter assicurare i livelli essenziali di assistenza e, allo stesso tempo, l'impossibilità di attivare le nuove iniziative sanitarie, che vengono indicate nei programmi aziendali.

Allora, si parla tanto di razionalizzazione della spesa, di diminuzione della spesa nel mondo della sanità, questo invece è un sistema che porta addirittura un aumento della spesa, perché molto spesso, per sopperire a nuove attivazioni, si è costretti a chiedere prestazioni aggiuntive, a spingere i dipendenti delle aziende ad aumentare le ore di lavoro, anche con un incremento dei costi. Io credo che il richiamo alla legge numero 502 (un ritorno un po' anche al periodo precedente, con la possibilità di realizzare dei corsi in loco) offrirebbe una duplice risposta; da un lato formare il personale necessario al sistema sanitario, dall'altro lato formare personale che sia del posto. Molto spesso, infatti, come abbiamo avuto anche modo di ricordare in altre circostanze, il personale formato presso le sedi universitarie di Sassari e di Cagliari è costretto a spostarsi dalla sua residenza storica, naturale o familiare, per andare a trovare occasioni di lavoro magari…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare l'Assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'invito al ritiro era motivato dalla circostanza che a questa materia sono già destinate delle risorse, e che nell'accordo Regione-Università si sta arrivando anche a soddisfare tutto il fabbisogno; è stato firmato qualche giorno fa l'accordo del 2009, e per il 2010 dovrebbero essere destinate anche altre risorse a questa finalità. Comunque l'argomento potremmo approfondirlo meglio in seguito.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, vorrei sapere se l'emendamento viene ritirato o meno.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Sì, avevo sentito le dichiarazioni dell'Assessore. Lo dico senza voler mancare di rispetto a nessuno: io vorrei, siccome sono argomenti che abbiamo anche affrontato in Commissione, nonostante sappia benissimo che l'assessore La Spisa rappresenta tutta la Giunta, che anche quando dovremo affrontare i prossimi argomenti in materia sanitaria, l'assessore Liori fosse presente per interagire su alcune discussioni. Poi, adesso il collega Caria deciderà se ritirare o meno l'emendamento, comunque, almeno io ho colto il senso delle dichiarazioni che l'assessore La Spisa ha testè pronunciato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Sentita la dichiarazione dell'Assessore, ritiro l'emendamento. Nel caso non venisse mantenuto l'impegno lo ripresenteremo nel collegato. Su questo punto, però, vorrei essere preciso: l'obiettivo che noi vogliamo perseguire con questo emendamento è quello di favorire una dislocazione dei corsi di formazione presso le varie aziende. Se l'accordo con l'università - inteso a istituire corsi almeno dove ci sono delle sedi gemmate dell'Università - troverà il nostro favore non ripresenteremo l'emendamento al collegato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 30.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, questo emendamento prevede il finanziamento per l'esercizio 2010 del "progetto Supramonte", un progetto speciale, particolare, un progetto pilota rispetto al quale è stato anche predisposto un accordo di programma siglato dalla Regione, dall'Ente foreste e dai Comuni di Urzulei, Orgosolo, Dorgali e Oliena. Abbiamo avuto contezza nei giorni scorsi che i soldi per far partire questo progetto non sono stati previsti, non sono disponibili. Come il Consiglio sa, anche come protesta, come giusta protesta, nelle settimane scorse è stato occupato il Comune di Orgosolo. Questo è un progetto importante che può diventare un progetto di sviluppo locale, che fa leva sulle ricchezze ambientali e sulle ricchezze locali del Centro Sardegna, ed è un progetto che può costituire un modello di sviluppo per le zone interne, replicabile anche in altri territori della nostra Regione.

Si tratta sostanzialmente di dare avvio a una possibilità di sviluppo concreta, delle zone interne, che è stata condivisa ampiamente non soltanto dai sindaci delle amministrazioni locali, ma anche dalle intere comunità. Ora, per far partire questo progetto, sono evidentemente necessarie le risorse che devono essere allocate nelle disponibilità dell'Ente foreste. Ad oggi sappiamo, invece, che si sta disattendendo totalmente l'accordo di programma, e con esso si sta disattendendo la possibilità concreta di sviluppo per territori che sappiamo essere da anni (anzi, da sempre) afflitti, oltre che dal fenomeno dello spopolamento, da un progressivo indebolimento della situazione sociale ed economica. Ci sono tante persone che aspettano questo progetto, perché rappresenta concreta possibilità di occupazione per il presente e per il futuro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, vorrei intervenire su questo emendamento e sul tema chiarendo un punto accennato dalla collega Barracciu. L'accordo di programma non è stato sottoscritto dall'Ente foreste, ma dal presidente Soru, dal Comune di Dorgali e dal Comune di Orgosolo e non dal Comune di Urzulei e di Oliena. All'articolo 4, risorse finanziarie, si prevedeva che le risorse per tale progetto - recito - dovrebbero essere "reperite per l'anno 2008 dal bilancio dell'Ente foreste della Regione e per gli anni successivi con incremento dei trasferimenti annuali dalla Regione all'Ente foreste", cosa che dal 2008 non è avvenuta, e non c'è stata nessuna copertura, da parte della Giunta precedente, sull'accordo di programma con i Comuni di Dorgali e di Orgosolo. Perciò con protocollo d'entrata del 22 dicembre 2008 è stata data la disponibilità a una copertura sul bilancio 2008 che era stata già programmata. Credo quindi che questo sia un protocollo strumentale alle elezioni immediatamente successive.

Detto questo ritengo che tutte le azioni che possano consentire uno sviluppo economico e un incremento dell'occupazione in quel territorio, debbano essere perorate. Il compito della Giunta sarà di verificare come e in che quantità. Dopodiché è anche vero che, per quanto riguarda gli interventi per le assunzioni e i livelli occupativi, non devono essere indirizzati sicuramente solo ed esclusivamente a dipendenti di società o cooperative in crisi, perché ci sono anche altri titolati a poter essere occupati in quei cantieri secondo procedure trasparenti e legittime. E non è il caso di inventarne di nuovo per dare risposte a un'azienda in crisi e solo e unicamente a quella.

Ritengo opportuno intervenire, ritengo opportuno trovare, insieme a tutti voi e alla Giunta, le soluzioni, senza correre il rischio che qualsiasi azienda che si occupi di edilizia, di commercio, di industria o di qualsiasi altro trovi la sua soluzione occupazionale nei cantieri forestali. Questo è un percorso abbastanza pericoloso. Perciò sostengo sicuramente la necessità di trovare una soluzione nella chiarezza degli atti svolti precedentemente, di quelli che devono essere svolti nel momento contingente e soprattutto nella trasparenza nei confronti di tutti i cittadini dei comuni che parteciperanno all'accordo di programma che dovrà essere riscritto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Signor Presidente, io non sarei intervenuto (interverrò sicuramente fra qualche giorno quando avrò più titolo) però voglio chiarire alcuni punti. Io ho incontrato tutte le strutture preposte, mi sono incontrato anche con i rappresentanti dei Comuni di Urzulei, di Orgosolo, di Oliena, eccetera, e loro hanno parlato di un progetto di sviluppo. Ahimé, però questo la legge non lo consente. Non ci sono risorse. Basti pensare che per l'Ente foreste i fondi l'anno scorso ammontavano a 171 milioni; oggi ammontano a 181 milioni di euro, però solo per il personale ce ne vogliono 177, quindi, di fatto, non sono state stanziate nuove risorse finanziarie.

Allora, siccome esiste la legge numero 31, a questa bisogna conformarsi, non si può derogare, soprattutto con un emendamento. Comunque, in quell'occasione il Comune di Orgosolo e gli altri comuni hanno chiesto di poter attuare questo progetto di sviluppo, che è diverso dalla realizzazione e costituzione dei parchi. Noi abbiamo ripartito le risorse finanziarie nei parchi (mi riferisco a Monte Olia, a Monte Arci, eccetera) e tutti quanti hanno ricevuto un importo sulla base sia dell'estensione territoriale in primis sia del numero dei comuni che ne fanno parte. Però, proprio per venire incontro a queste necessità, con un intervento analogo a quello dei 12 milioni, proposto da due colleghi ex Assessori (che però non ha avuto conseguenze perché non hanno inserito le risorse in bilancio, sapendo che non potevano farlo) abbiamo previsto 2 milioni di euro, di una delibera per la realizzazione del progetto specifico per il Supramonte, che è diverso rispetto agli altri, e che richiederà una legge apposita.

Questo oggi ovviamente non si può fare perché bisogna attenersi scrupolosamente alla normativa. Credo che siano necessari non meno di 10 milioni di euro, comunque noi abbiamo già allocato 2 milioni di euro perché crediamo in questo progetto che è completamente diverso dagli altri. L'Ente foreste però ha delle risorse destinate a cooperative idonee (circa 12) che erogherà autonomamente in relazione al loro problema specifico. Non c'è comunque nessun impegno formale. Sta di fatto che ci sono 2 milioni per questo progetto che dobbiamo tutti concorrere a realizzare, ma attraverso un provvedimento legislativo che approveremo nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 30. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 38.

Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che con quest'approvazione si pone rimedio, io credo, a un refuso, a un'incomprensibile discrimine che è contenuto nella legge regionale del 2007, estendendo quindi anche a tutti gli enti locali la possibilità di derogare al contenimento della spesa del personale. Quindi va bene così.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 38. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Sull'emendamento numero 43 c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 43, insieme agli emendamenti numero 135 e 136 della Giunta, dovrebbe essere trasferito all'articolo 3.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta del consigliere Maninchedda è accolta. L'emendamento numero 64, era ritenuto parzialmente inammissibile, quindi votiamo la parte ammissibile, che è la prima parte, fino alle parole "di competenza".

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, questo era uno degli emendamenti famosi. Quindi sostanzialmente l'emendamento numero 64 viene dichiarato ammissibile fino alla parola "competenza" e, invece, inammissibile la parte in cui si dice: "Le disposizioni di cui all'articolo 12, comma 8, sono abrogate". Ho capito bene?

PRESIDENTE. Esattamente così.

CARIA (P.D.). Va bene, Presidente. Il nostro obiettivo era un altro, è inutile che ripetiamo quello che è successo ieri...

PRESIDENTE. Lo ritira?

CARIA (P.D.). No, non lo ritiro. Chiedo venga posto in votazione. Voglio solo ribadire un concetto espresso ieri, e cioè che la mia posizione non era una posizione contro l'operato degli Uffici - questo ci tengo in modo particolare a ripeterlo davanti all'Aula - ma esclusivamente volte a capire e comprendere il modo di lavoro all'interno dell'Aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 64. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 61.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). L'emendamento numero 61, di cui sono primo firmatario - e richiamo su questo emendamento l'attenzione di tutta l'Aula ed in particolare dei consiglieri regionali espressi nella Gallura - riguarda sostanzialmente il finanziamento per il completamento del secondo lotto dell'ospedale civile di Olbia. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore della sanità perché, peraltro, in un suo recente incontro, sono stati presi degli impegni anche con gli operatori, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie, e probabilmente l'occasione migliore era costituita da questa finanziaria. Anche perché parliamo di una variante che, di fatto, si sta già realizzando, perché comunque afferisce all'impiantistica all'interno dell'ospedale, del lotto che si sta costruendo, e senza la quale l'alternativa in questa fase sarebbe il blocco dei lavori, con tutto quello che ne conseguirebbe.

Il reparto di medicina dell'Ospedale di Olbia attualmente è ubicato presso il vecchio ospedale con conseguenze relative non solo a un aumento del livello di rischio per i pazienti, ma anche economico - incremento di spese per la gestione di un reparto lontano dall'ospedale effettivo. Per cui, la richiesta è quella di finanziare il completamento, anche perché mi sembra che quest'opera - visto che esiste una continuità amministrativa - sia stata inserita come strategica tra le opere rientranti nel discorso del Piano sanitario. E in proposito voglio dire che nella discussione sul bilancio che noi in questi giorni stiamo analizzando si è parlato di tutto, si è parlato di tanti argomenti, forse ci si è calati poco sui...

PRESIDENTE. Il tempo sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che la ricostruzione che ha fatto l'onorevole Caria non risponde a quanto risultato dall'audizione del direttore generale e dall'Assessore stesso in Commissione bilancio. I fondi per l'ospedale di Olbia hanno un percorso di certezza, ne abbiamo avuto ampia assicurazione, sono aspetti che possono essere approfonditi. Naturalmente noi vogliamo anche che gli impegni assunti in questo senso vengano mantenuti, e le assicurazioni che si sono avute in questo senso dovrebbero essere sufficienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Mi permetto di intervenire, Presidente, per la stima che ho nei confronti del collega Caria, per suggerirgli, se ha compreso lo spirito di questa finanziaria (non entrando nel merito delle proposte fatte) di ritirare gli emendamenti territoriali che sono stati da lui proposti e quindi i numeri 61, 62, 63, 65, 7 e poi di effettuare una riflessione sulla richiesta di abrogazione in toto o in parte della legge numero 3 del 2009 sulla quale, anche in un precedente emendamento, l'Aula si è già espressa. Questo per facilitare i lavori e per non entrare troppo nel merito delle problematiche territoriali che ognuno di noi avrebbe il piacere di proporre, che meritano attenzione, ma che non possono essere affrontate ora.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 61. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 62.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Intervengo sull'emendamento numero 62 e ribadisco quello che ho detto prima. Forse l'onorevole Lai può avere parlato con l'Assessore e aver ricevuto risposte diverse da quelle che ho ricevuto io, certamente voi siete in maggioranza noi siamo all'opposizione, però i documenti ufficiali dell'Azienda dicono un'altra cosa. Del resto io non ho pronunciato un intervento sulla base delle risultanze di un convegno o di un incontro dove magari può anche essere passata una parola in più o una parola in meno, ma ho pronunciato un intervento basato sulle richieste messe per iscritto dalla stessa Azienda che afferma testualmente: "Stiamo procedendo comunque, anche senza la perizia di variante approvata, a fare questi lavori, altrimenti l'alternativa è il blocco del cantiere".

Poi, io comprendo l'onorevole Capelli quando mi dice: "Ci sono esigenze di tutti i territori, la finanziaria riguarda un ragionamento regionale", lo condivido però il mio compito di consigliere di opposizione è anche quello, laddove ci possa essere una necessità, di segnalarla, e su questo argomento io ho voluto presentare questa proposta, perché diventerà un problema serio. Perché non l'ho presentato nel collegato? Perché quando verrà approvato il collegato sarà già tardi, perché il cantiere sta andando avanti, stanno lavorando ventiquattr'ore su ventiquattro per consentire il completamento. Per cui è necessario che si adotti uno strumento finanziario che offra coperture e che consenta di portare avanti in maniera regolare i lavori. In maniera regolare, cosa che oggi non sta avvenendo.

CAPELLI (U.D.C.). A Tempio!

CARIA (P.D.). Io ho presentato questo emendamento perché la Residenza sanitaria assistenziale di Tempio, tra l'altro, è stata finanziata quando l'onorevole Oppi era Assessore. Lì c'è un cantiere bloccato, è una necessità. La Giunta di allora aveva stabilito che nella Gallura ci dovevano essere 360 posti nelle RSA, oggi ce ne sono solo 120 funzionanti, per cui è una necessità, è un'opera pubblica, se no sarà un'incompiuta di questa amministrazione. Più di questo non vi posso dire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Vorrei provare a chiedere ai colleghi che hanno la doppia veste, di medici e di galluresi (una accoppiata formidabile): perché dopo qualche anno in Consiglio regionale, quando si parla di sanità e quando si parla poi della Gallura in genere si perdono ore? Scusate lo scherzo ma non è...

CARIA (P.D.). Sono commercialista, qualche numero lo capisco!

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ah! Va bene. Comunque, davvero, scusate lo scherzo, ma è solo per dire che nessuno sottovaluta - e neanche la Giunta quindi - la realtà dei problemi, ma quello che si vuol dire è che non è opportuno sollevarli adesso perché non possiamo certamente dare risposta nella finanziaria a questi problemi con stanziamenti mirati sul territorio e su materie specifiche.

Perché non usare un po' di buon senso e rimandare questi argomenti nelle sedi della Commissione laddove si discute di programmazione finanziaria? Tenete presente, tra l'altro, che se il CIPE approverà il PAR-FAS a giorni, ci sarà uno stanziamento importantissimo sull'edilizia ospedaliera. Non si può quindi obiettivamente appesantire la finanziaria con interventi di questo tipo, non c'è alcuna possibilità che vengano accolti. Il problema è stato posto, io inviterei a rinviare la questione evitando una bocciatura che non ha senso perché nessuno è contro questi interventi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, io apprezzo l'intervento che è stato fatto anche dall'Assessore...

PRESIDENTE. Ritira l'emendamento, onorevole Caria?

CARIA (P.D.). Non lo ritiro.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 62. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 63. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 65.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Onorevole Caria, lei non può chiedere la votazione nominale.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Allora, per essere chiari: qua non c'è nessun accordo di nessun tipo con la maggioranza. Nessun accordo di nessun tipo né sui tempi né sui contenuti né sulla forma. Perché sia chiaro e perché rimanga agli atti: nessun tipo di accordo, nessuno, mai né in quest'Aula né fuori da quest'Aula. Su questo tema io mi rendo conto che ci sono interventi di tipo settoriale, di tipo geografico. Guardate che ce ne sono anche altri nei prossimi articoli che andremo ad esaminare e non proposti dalla minoranza. Allora, manteniamo una coerenza di fondo, ve li segnaleremo uno per uno. Io credo che noi stiamo svolgendo il nostro ruolo fino in fondo. Questa volta non chiedo la votazione nominale, ma lo farò nelle prossime votazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intanto approfitto per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento in discussione, poi anche per ragionare sul valore delle interlocuzioni nel corso di una seduta come questa.

Era evidente a tutti che la minoranza era favorevole a tornare questa sera piuttosto che continuare in una riunione ad oltranza costringendo anche gli Uffici a orari di lavoro che non sono congrui. Ci siamo messi pazientemente ad ascoltare dal momento che abbiamo deciso di procedere ad oltranza per alcune ore non facendo la pausa del pasto. Stiamo lavorando, il che vuol dire che noi dobbiamo avere pazienza e lavorare perché se non abbiamo pazienza e non lavoriamo, è suo dovere sospendere e riconvocare il Consiglio questo pomeriggio.

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione onorevole Uras.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, intervengo per chiarire un aspetto. Nessuno, tantomeno io, è intervenuto sulla legittimità della presentazione degli emendamenti da parte dell'onorevole Caria. E' assolutamente legittimo che chiunque presenti quelli che ritiene più opportuni ed è legittimo che abbia sollevato dei problemi che sono affrontati negli emendamenti. Io suggerivo un percorso, ma non mi permetto di dire a qualcuno: "non dovevi presentare questo emendamento."

Sicuramente, onorevole Bruno, non troverà un emendamento, per esempio, per il territorio nuorese con la mia prima firma, non ne troverà neanche uno, ma è legittimo che altri li presentino. Si portano all'attenzione dell'aula alcuni problemi pur sapendo - almeno chi ha partecipato sia alla Conferenza dei Capigruppo sia alla terza Commissione - che c'è un altrettanto legittimo orientamento di tutti di non inserire in finanziaria questo tipo di argomenti. Però se ne deve discutere, si porta all'attenzione della gente che i propri rappresentanti sollevano un problema che deve essere annotato dal Consiglio e dalla Giunta.

Mi sono permesso di intervenire prima solo per suggerire un percorso, né per fare patti né per disdire patti, né niente. Soltanto un suggerimento di percorso, poi si va avanti, si discute ragionevolmente tenendo conto che ognuno di noi ha i suoi impegni. Per esempio il nostro Gruppo, il nostro partito ha un impegno pomeridiano relativo alla sua attività politica. Vorremmo contribuire anche noi a discutere su questi argomenti; datecene la possibilità perché noi oltre stasera non potremo in ogni caso continuare ad essere presenti durante i lavori in aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). A me dispiace dover contraddire per questioni che attengono la sanità il dottor Caria. Però, esiste un Assessorato, esiste un bilancio e nel bilancio, come il dottor Caria sa, saranno attribuite a questo territorio le risorse finanziarie sia per i miglioramenti relativi a interventi di edilizia sanitaria sia per la tecnologia. Io mi sarei aspettato, per esempio, che il dottor Caria avendo fatto l'amministratore soprattutto di quel territorio, avesse messo anche una integrazione di fondi per le due RSA che, finanziate nel 2001, non sono ancora praticamente di fatto completate. Voglio dirle che con i 700 miliardi di lire che ci aveva assegnato a suo tempo Veronesi, nel suo territorio furono finanziati, per quanto riguarda gli interventi di edilizia eccetera, non 2, 3, 4 comuni, 20 comuni dei 23 che fanno parte della Gallura. Quindi, io credo che la cosa migliore sia ottenere un finanziamento del programma perché si possano realizzare queste opere come da prassi consolidata. Queste si chiamano "marchette".

Perché sono intervenuto? Perché l'altro giorno l'onorevole Campus ha parlato di marchette ignorando, probabilmente, che l'inventore di questo termine sono stato io. E questo lo sanno tutti. Quando un consigliere presenta un emendamento mirato, è soltanto per poter dire nel proprio territorio: "avete visto, sono bravo, ho presentato l'emendamento ma me l'hanno bocciato". Io credo che questo non sia, scusa Caria, corretto, se no noi avremmo potuto presentare non due ma cento emendamenti. E' necessario, invece, ottenere una risoluzione della Commissione, che preveda uno stanziamento di 3-4 milioni di euro per realizzare queste opere e l'Assessore deve ottemperare. E' questa la procedura da seguire.

PRESIDENTE. E' necessario che sette consiglieri appoggino la richiesta di votazione nominale.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Espa, Barracciu, Zedda Massimo, Cocco Pietro, Diana Giampaolo, Cuccu, Lotto).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 65.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 39

votanti 39

maggioranza 20

favorevoli 11

contrari 28

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 71. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sull'emendamento numero 74, c'è un invito al ritiro.

BARRACCIU (P.D.). Manteniamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Intervengo, Presidente, per esprimere il voto favorevole rispetto all'emendamento numero 74. Io comprendo l'appunto che mi è stato mosso, da un punto di vista tecnico e dal punto di vista dell'opportunità: forse questi emendamenti non andavano presentati, però vi assicuro, non li ho presentati per cercare consensi…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Caria, lei sta intervenendo su altri argomenti. Io la pregherei di attenersi all'ordine del giorno, perché sennò questo Consiglio diventa realmente… Prego onorevole Caria!

CARIA (P.D.). Anche gli altri hanno pronunciato un intervento, Presidente! Ce l'ha con me? Non lo so! Comunque volevo dire una cosa, visto che parliamo del bilancio…

PRESIDENTE. Parliamo dell'INSAR in quest'emendamento onorevole Caria.

CARIA (P.D.). Va bene, Presidente, ho capito!

MANCA (P.D.). Deve fare con tutti così però, non solo con l'onorevole Caria!

PRESIDENTE. Con tutti, con tutti, ha ragione, con tutti!

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, intervengo per chiedere, cosa pensa la Giunta rispetto al destino di INSAR, perché il problema non è tanto quello che era l'INSAR, ma quello che potrebbe diventare l'INSAR, e soprattutto come la costellazione di soggetti, di agenzie governative, che si occupano di politica del lavoro e di politiche di sviluppo, debbano stare dentro l'attenzione della Regione. Perché, allo stato, noi sappiamo che Italia-lavoro ha promosso la liquidazione INSAR, che ci sono contatti tra la Giunta regionale e il Ministero per capire al meglio come possa essere utilizzato questo soggetto, e nel caso, se ci fosse un'assicurazione in questo senso da parte della Giunta potremmo anche pensare di ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La Giunta da tempo sta lavorando nella direzione della riacquisizione dell'INSAR al patrimonio regionale.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.

Gli emendamenti numero 75, 76, 77 e 78 erano stati dichiarati inammissibili. Gli emendamenti numero 135 e 136 sono stati spostati all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 145.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Almeno questo non può essere considerato un emendamento territoriale, come anche quelli che sono stati dichiarati inammissibili. Anche in questo caso comprendo che si possa andare poi ai piani specifici nell'ambito dell'assessorato, però a me sembra sempre che si continui con la politica del rinvio.

Con questo emendamento sostanzialmente si vogliono stanziare 2 milioni di euro per l'acquisizione di ambulanze presso i presidi ospedalieri (non quelli del 118). Il parco auto di tutte le Aziende è infatti vecchissimo; ci sono ambulanze che dovrebbero fermarsi dopo 80 mila chilometri e che invece hanno percorso anche 300 o 400 mila chilometri. Inoltre molto spesso le stesse aziende ricorrono al noleggio delle ambulanze, spendendo il doppio di quello che effettivamente si spenderebbe acquistandole direttamente. Per queste ho voluto proporre questo emendamento.

E' vero che stiamo approvando il bilancio, però francamente, sono andato a leggermi anche tutto il rilegato analitico del bilancio, e devo dire che di voci specifiche ne ho trovato tantissime (possiamo andare anche a spuntarle), voci che riguardano anche singoli territori, non solo azioni o strategie d'insieme in un ambito di politica regionale. E i bilanci sono fatti per individuare risorse, per individuare strategie da mettere in campo.

L'onorevole Capelli dice: "Serve per portare all'attenzione dell'aula dei problemi", ma se poi gli emendamenti vengono fatti ritirare, non si parla nemmeno dei problemi che effettivamente ci sono sul territorio. L'Assessore l'altro giorno ha affermato: "L'orgoglio e la dignità di noi sardi porta allo sviluppo". Io credo che non siano sufficienti solo l'orgoglio e la dignità dei sardi, sono certamente degli elementi essenziali per arrivare ad una strategia di sviluppo, ma se dentro il bilancio, laddove si dividono le risorse, non ci sono strategie ben specifiche, e magari si crea uno strumento stile bancomat di suddivisione delle risorse fra 1000 iniziative, credo che l'obiettivo di sviluppo difficilmente si consguirà.

Mi viene da citare un tema che più volte ha richiamato il Capogruppo del PD: quello della strada Olbia-Sassari. Poco fa io sono stato raggiunto da un'altra telefonata del Sindaco di Oschiri, che mi ha comunicato che su quella strada c'è stata un'altra vittima. E allora, se questo Consiglio regionale non individua la soluzione come strategia fondamentale, non solo per il eliminare i rischi di quella strada…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione l'emendamento numero 145. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole ma i commi 6 e 7 vanno emendati, facendo iniziare i relativi periodi con la dizione: "La stessa deliberazione dovrà prevedere che…".

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento orale del Presidente della Commissione è accolto.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, io volevo aggiungere la mia firma, anche perché ero d'accordo con questo emendamento sin dai lavori della Commissione, e semplicemente per una formalità non sono riuscita a firmarlo.

PRESIDENTE. Si intende aggiunta la firma dell'onorevole Alessandra Zedda.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, in Commissione era stata rilevata, oltre la necessità dell'emendamento a cui ha fatto ora accenno l'onorevole Maninchedda, anche quella di inserire un ultimo comma, che consentisse una maggiore libertà di manovra alla Giunta in sede di trattative col Governo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io adesso non ricordo la questione, in ogni caso la formulazione del primo capoverso di questo comma credo che possa tranquillizzare tutti sul fatto che la Giunta debba comunque stipulare con il Governo prima un'intesa per poter attuare…

STERI (U.D.C.). Il problema è che tu hai un insieme di vincoli che devi mantenere, se non ti adegui non si fa l'accordo.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ma non si fa l'accordo, infatti, tutto è condizionato all'accordo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1, con le modifiche proposte dal consigliere Maninchedda. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 52 e 84, di identico contenuto.

Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Passiamo all'emendamento numero 161.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritirerò l'emendamento numero 161, però lo propongo come uno degli elementi di riflessione.

Quando si deve intervenire con carattere d'urgenza, in caso di calamità, a ristoro di danni che sono stati patiti delle popolazioni e dal sistema economico locale, noi dobbiamo individuare meccanismi più certi, meccanismi che funzionino sempre in modo uguale per tutti, che alla fine consentono di ricevere ristoro, perché diversamente continueremo a registrare i ritardi che stiamo ancora registrando in tutti gli interventi che la Regione ha effettuato. Gli stanziamenti si fanno con carattere d'urgenza poi, quando si arriva al punto della situazione, ci si rende conto che si è fallito. Questo era il senso dell'emendamento, vedremo se la Giunta lo affronterà in sede di discussione del disegno di legge collegato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 161 è ritirato.

Il Consiglio è convocato mercoledì 9 dicembre alle ore 10. Lo stesso giorno, alle ore 15 è convocata la Commissione bilancio per l'esame di ulteriori emendamenti.

La seduta è tolta alle ore 15 e 16.



Allegati seduta

LXXII Seduta

Venerdi' 4 dicembre 2009

Presidenza del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 10 e 23.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 25 novembre 2009 (65), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Silvestro Ladu, Giorgio Locci, Eugenio Murgioni, Alberto Randazzo, Nicolò Rassu e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta del 4 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu in merito alla norma che prevede l'inquadramento del personale dell'ARAS nell'Agenzia regionale LAORE, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (30)

PRESIDENTE. Constatata la scarsa presenza di consiglieri in Aula sospendo la seduta per quindici minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 25, viene ripresa alle ore 10 e 45.)

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che, oltre ai consiglieri regionali già annunciati, i consiglieri regionali Tarcisio Agus, Efisio Planetta e Giacomo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta del 4 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76.

Riprendiamo dall'emendamento numero 96. Lo metto in votazione

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 96.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cuccu e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Capelli, Contu Mariano e Piras hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Cuccu - Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 36

votanti 36

maggioranza 19

favorevoli 3

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione gli emendamenti numero 51, 79 e 97.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, gli emendamenti numero 51, 97 e 79 propongono la soppressione del comma 12, introduttivo del contratto di locazione finanziaria, leasing immobiliare, di cui al decreto legislativo numero 163 del 2006. La ragione per cui viene introdotto questo strumento (in parte si è discusso nei giorni scorsi) è relativa alla possibilità di utilizzarlo per finanziare ciò che invece ormai la speranza ci dice che probabilmente verrà finanziato direttamente dal CIPE.

Tuttavia bisogna riconoscere che questo contratto, che potrebbe essere utile per altre fattispecie, non è affatto utile per la finalità per la quale è stato proposto, perché l'articolo 160 bis del decreto legislativo del 2006, che, appunto, disciplina la locazione finanziaria di opere pubbliche, prevede che l'applicabilità di questo strumento sia legata a un'associazione temporanea costituita dal soggetto finanziatore e dal soggetto realizzatore (responsabili ciascuno in relazione alla propria parte) e che i lavori oggetto del leasing finanziario abbiano un carattere meramente accessorio rispetto all'opera principale del contratto. Questo quindi presupporrebbe l'esistenza di un contratto principale e che la Sassari-Olbia costituisse un elemento accessorio di un progetto più generale. Se mancano questi requisiti non è applicabile questo strumento.

Ora, nulla osta a tenerlo, però non lo si spacci per uno strumento che in qualche modo possa rappresentare una soluzione per quel problema. Peraltro il leasing finanziario in quella fattispecie lo dovrebbe contrarre l'ANAS, non la Regione Sardegna. Quindi, anche per questa ragione, mi sembra uno strumento del tutto inefficace rispetto a questo obiettivo. Se volete ve lo votate voi, con la consapevolezza del limite di uno strumento che non colpisce l'obiettivo per il quale è stato propagandato. E' bene dirlo perché evidentemente ogni cosa va letta, va studiata, va applicata e va calibrata sugli obiettivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Riprendendo anche il ragionamento su quanto affermava poc'anzi il collega Gian Valerio Sanna, noi possiamo fare tutti gli esercizi di fantasia possibili, ognuno di noi se ne può inventare qualcuno. La realtà vera è che, ad oggi, non sappiamo se avremo le risorse finanziarie da destinare ad importanti infrastrutture, soprattutto quelle di cui c'è una necessità assoluta, perché sono dei cimiteri. Mi riferisco alla Sassari-Olbia, sulla quale avrebbe dovuto, come eravamo rimasti d'accordo, riferire in Aula il Presidente della Regione.

Ma il Presidente della Regione non viene in Consiglio, non viene in Consiglio perché ha la netta sensazione che il Consiglio non conti nulla, che non conti nulla neppure la sua maggioranza consiliare, perché intanto è investito dal popolo. Ormai tutti quelli che governano sono investiti dal popolo, per cui ritengono di poter fare a meno di un Consiglio come questo. Ma anch'io sono convinto, e mi sto convincendo sempre di più, che un Consiglio regionale che non riesce neanche a procurarsi un pallottoliere per contare i presenti sia un Consiglio regionale dimesso, ridotto come è ridotto.

Non è concepibile che, dopo una giornata trascorsa conducendo un'opposizione durissima per affermare il principio che non si può accettare una frattura pressoché insanabile tra il sistema delle autonomie locali e la Regione (quando il Presidente della Regione per primo richiama ad una unità straordinaria per affrontare le vertenze legate all'emergenza della crisi economico-finanziaria e alle grandi vertenze sulle opere pubbliche più importanti come la Sassari-Olbia) il risultato che andiamo a confezionare con questo articolo sia: cancellazione delle richieste dei Comuni, rottura dell'unità dal punto di vista istituzionale con il sistema delle autonomie locali, divisione più forte tra noi, riduzione della considerazione, anche nel Presidente, della Regione, di questo Consiglio (tant'è che evita di partecipare alle riunioni dell'Aula sulla manovra finanziaria ed evita anche di venire a riferire, così come eravamo rimasti d'accordo, sulla Sassari-Olbia).

Insomma, se questa è la situazione, signor Presidente, io credo che andrà svolta una lunga riflessione. Ecco perché voterò a favore dell'emendamento e contro il comma 12 dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente della Regione, col comma 12 si autorizza il ricorso al leasing immobiliare. Chiedo alla Giunta se per esempio sta pensando di utilizzare questo sistema oltre che per la Sassari-Olbia - abbiamo letto un comunicato stampa del Presidente di ieri che non esclude questa possibilità - magari anche per altre opere che sono previste nel programma attuativo regionale FAS, per esempio per gli ospedali, di Cagliari e di Alghero, oppure se ritiene che occorra condurre una battaglia importante per ottenere quei fondi anche per gli ospedali perché la cifra irrisoria da voi prevista di 500 mila euro mi pare che non porti lontano.

Tra l'altro, per gli ospedali nella scorsa legislatura la Giunta Soru aveva previsto cifre importanti, cifre vincolate per ciascuno dei cinque ospedali previsti dal Piano sanitario regionale. Nella rimodulazione dei fondi FAS la Giunta Cappellacci prevede 190 milioni di euro in un unico calderone dove ci mette il nuovo ospedale di Cagliari, il distretto sanitario di Quartu e l'ospedale di Alghero. In questi giorni mi scrive il Sindaco di Quartu e mi dice: "State attenti che per Quartu e per Alghero ci sono 70 milioni, il resto li prende Cagliari". Allora, io credo che su questi argomenti occorra fare chiarezza e qualche volta magari la Giunta dovrebbe anche illustrare al Consiglio regionale le determinazioni che assume.

Ritornando alla Sassari-Olbia, sono pervenute all'attenzione anche degli organi di informazione diverse proposte. Qualche esponente autorevole del P.d.L. propone un mutuo: non avremo i fondi FAS quindi accendiamo un mutuo, facciamo pagare ai sardi gli interessi; non solo non ci danno i soldi dei sardi del FAS, ma facciamo pagare gli interessi ai sardi. Oppure un leasing immobiliare.

Allora, credo che su questa questione occorra fare chiarezza. Noi chiediamo, ancora una volta, Presidente, che qualche esponente della Giunta (oggi il presidente Cappellacci ha convocato la Giunta, quindi probabilmente è guarito dalla malattia), che qualche esponente della Giunta, visto che il Presidente è allergico a quest'Aula, ci informi sullo stato delle cose. C'è un Vicepresidente della Giunta, anche della sua parte politica, c'è un Assessore dei lavori pubblici, c'è un Assessore sempre presente: qualcuno ci informi, riferisca, cercando di ottemperare ad un ordine del giorno unanime di questo Consiglio regionale, altrimenti la nostra funzione qui dentro non ha nessun significato e nessun valore. Lo dico per la dignità di questo Consiglio e anche per la dignità della Presidenza di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le confermo quanto le ho già detto ieri, che cioè nella giornata di oggi non è materialmente possibile. Sicuramente - ho parlato anche con la presidente Lombardo - alla ripresa dei lavori la settimana prossima la Giunta verrà in Aula a riferire anche sulla Sassari-Olbia.

Metto in votazione gli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore e che i consiglieri Capelli e Mariano Contu hanno votato contro.

Risponde sì il consigliere:Mariani.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Peru - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 34

votanti 34

maggioranza 18

favorevoli 1

contrari 33

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per mezz'ora. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 11 e 32.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 03, viene ripresa alle ore 11 e 36.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta con la votazione degli emendamenti numero 51, 79 e 97.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 51, 79 e 97, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore, che i consiglieri Campus e Piras hanno votato contro e che il consigliere Meloni Valerio si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il consigliere: Meloni Valerio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 41

votanti 40

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 3

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 98.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, prima di dichiarare il mio voto sull'emendamento numero 98 esprimo ancora una volta la mia preoccupazione connessa alla modalità di voto elettronico. Sono spariti ormai i numeri dal tabellone, non sappiamo quanti consiglieri votino, non siamo in condizione di capire chi siano i presenti.

Io comprendo che alla maggioranza non interessi la manovra finanziaria che si deve approvare, tanto ormai in Consiglio la maggioranza ha un ruolo che non è di grande elaborazione, ha una funzione quasi di tipo notarile, di mera registrazione di quanto deciso dalla Giunta; ormai il Consiglio regionale è ridotto peggio di un consiglio comunale normale. In un normale consiglio comunale, sul bilancio anche la maggioranza fa la sua parte. Presidente, siccome c'è grande distrazione e le ragioni delle dichiarazioni di voto non sono interessanti, io dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 98.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il consigliere Murgioni è rientrato dal congedo.

Metto in votazione l'emendamento numero 98.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 98.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Valerio e Zuncheddu hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 43

maggioranza 22

favorevoli 5

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 99. Lo metto in votazione.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 99.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sanna Gian Valerio ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Caria - Cucca - Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 49

maggioranza 25

favorevoli 11

contrari 38

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 101. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 100. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 102.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi continuiamo, Presidente, a lottare contro il sistema elettronico; tra poco proveremo a segnalare con la bandierina che vogliamo intervenire. Insomma, io chiedo almeno di verificare il tabellone, perché mi sembra evidente che ci sia un'inerzia.

Credo comunque che valga la pena parlare di questo emendamento numero 102 e del comma 17, perché esprime un sistematico ricorso agli auspici. Anche il comma 17 è un comma del tutto inutile, è un impegno che la Giunta assume nei confronti di se stessa. Esso infatti recita: "Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la Giunta presenta al Consiglio Regionale un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi".

Io chiedo all'Assessore anche di rivedere il suo giudizio, perché non comprendo cosa impedisca alla Giunta di presentare comunque questo disegno di legge, a prescindere da questo comma. Che bisogno ha la Giunta di impegnare se stessa su quello che è soltanto un auspicio? Ecco, io credo che sinceramente di auspici in questa norma ce ne siano anche troppi, e ce ne sono stati troppi anche nelle altre norme. Ricordo, per esempio, quando in finanziaria abbiamo approvato un piano di sostegno all'occupazione che doveva prevedere 100 milioni di euro per vari tipi di formazione, e anche quello prevedeva entro 90 giorni un piano organico che non è mai stato approvato dalla Giunta regionale.

Ci sono altri esempi anche in questa legge: all'articolo 5 c'è un altro impegno per la presentazione, entro 90 giorni, di un disegno di legge che punti alla riforma del sistema d'istruzione della formazione professionale. Insomma, ancora una volta ci risulta molto difficile capire quale sia la portata, la capacità riformatrice di questa Giunta e di questa maggioranza. Continuiamo con i titoli, continuiamo con gli slogan, continuiamo con gli auspici. Ecco, io credo che sarebbe opportuno evitarlo, Assessore, in questi casi.

Abroghiamo questo comma, rimboccatevi le maniche, so che è difficile perché siete come su una giostra, con assessori che su di essa salgono e scendono continuamente, però se fermate la giostra e vi rimboccate le maniche, invece di promettere, formulare auspici, rinviare, attendere altri 90 giorni, magari può darsi che qualche disegno di legge veramente organico arrivi in quest'Aula. Nel frattempo abbiate almeno un sussulto di orgoglio e liberateci di questi commi del tutto inutili. Il parere su questo emendamento naturalmente è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il comma 17 recita: "Entro 90 giorni dalla data di entrata di vigore della presente legge, la Giunta regionale presenta al Consiglio un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi". Niente di più generico, niente di più inutile e niente di più intruso! Cosa c'entra con la manovra di bilancio questa disposizione? Cosa c'entra? Niente di più inutile perché la Giunta regionale ha il dovere di semplificare i procedimenti amministrativi. Poi se lo vuole fare lo faccia, e non stia a lanciare proclami, soprattutto nelle leggi finanziarie. Cosa c'entra, infatti, con le norme di bilancio? Cosa c'entra con le entrate e con le uscite? Ma qual è il criterio con il quale noi definiamo intrusa o non intrusa una norma? Questo per dire che ci dobbiamo fare un esame di coscienza, per capire se è ancora utile essere il Consiglio regionale della Sardegna, il Parlamento dei sardi.

E voglio citare, Presidente, e cito anche ai colleghi, un chiaro esempio di buon utilizzo di risorse all'interno dell'amministrazione regionale. L'altro giorno ho incontrato una ragazza di 32 anni, che è stata impegnata in un progetto di formazione lavoro fatto con la Presidenza del Consiglio dei ministri circa otto anni fa, che oltre a essere laureata con 110 e lode, aver fatto esperienze all'estero, aver acquisito un master, aver ottenuto il dottorato di ricerca, è anche una dipendente dell'amministrazione regionale e opera presso l'Agenzia regionale del lavoro. Sa che cosa fa? Sapete cosa fa? Conta i biglietti degli allievi del Master and Back. Una sociologa esperta in economia, in sociologia economica, che parla quattro lingue, e che è un'energia e una risorsa sprecata! Semplificare procedimenti amministrativi? Ma bisogna radere al suolo e rifare tutto daccapo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, il comma 17 è evidentemente e anche palesemente uno strumento di propaganda, che contraddice peraltro quello che viene detto a tal proposito nel programma regionale di sviluppo. Forse ha ragione il collega Uras, cioè se noi diciamo e facciamo in modo che diventino legge le cose scontate i cittadini diranno: "Accidenti che razza di legislatori abbiamo!". Evidentemente c'è la sottintesa volontà di tollerare che la pubblica amministrazione sia inefficiente, altrimenti non sentiremmo l'obbligo di scrivere in legge che deve essere perseguita l'efficienza. Diamo per scontato che sia normale convivere con l'inefficienza, il che è aberrante.

Però, al di là di questi propositi, non c'è nessun elemento che vada, come dite voi, al riordino delle competenze interne verso i risultati. No, attenzione, i risultati sono quegli elementi che disturberanno la burocrazia regionale, perché la proposta di questa Giunta regionale sapete qual è? Quella che si adotta nelle aziende private, cioè quella di assumere alla Regione i dirigenti convenzionati, che hanno svolto fino all'altro giorno il controllo interno di gestione, in maniera tale che una condizione terza, esterna alla Regione, possa controllare l'efficienza della stessa, diventi amichevolmente parte del magma della Regione, perché sia condizionata nell'espressione del suo giudizio di qualità.

Intanto vorremmo capire perché nel sito internet della Regione non compaiono più le delibere della Giunta regionale; perché si coprono alcune delibere per settimane e settimane. La sua è una riforma già fatta: nessuno verifica se viene attuata o non viene attuata. Scopriamo che, tra l'altro, per l'informatizzazione ci viene chiesto un milione di euro in più anche quest'anno, e non siamo in condizione di avere nessuna informazione utile all'esercizio delle nostre funzioni. Lasciamo perdere i sindaci: fate un questionario di qualità sulla trasparenza della Regione verso i comuni e vedrete con sorpresa che cosa vi diranno. Vi diranno che siamo tornati indietro, che non è possibile seguire l'attività della Regione. Altro che propaganda! Bisogna coprire l'inefficienza piuttosto che alimentarla solo con buoni propositi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 17, pur essendo d'accordo con la necessità di procedere ad una semplificazione dei procedimenti amministrativi. Alcune vicende, come quelle relative al Master and Back, agli assegni di merito o agli assegni di ricerca, che hanno comportato una procedura lunghissima nell'istruttoria delle pratiche, mostrano chiaramente che l'esigenza esiste. Però è anche vero che queste procedure non possono essere semplificate con l'esternalizzazione a società terze di servizi avendo noi all'interno dell'Amministrazione le capacità, le professionalità per svolgere questo compito senza caricarla di nuovi costi, come è accaduto, per esempio, per gli assegni di merito.

In quel caso, viste le difficoltà che riscontravano gli uffici per la mole di lavoro, invece che dotarli di maggiori strumenti e aggiungere personale si è provveduto ad esternalizzare la procedura, assegnando la competenza ad una società terza, spendendo quindi risorse destinate agli assegni di merito e sottraendo pertanto ai giovani che avevano meriti, titoli, possibilità e diritti per ottenere gli assegni un importo pari, mi pare, a 300 mila euro. Se la semplificazione avviene dirottando altrove, a società terze, i compiti e le risorse dell'Amministrazione regionale, questa semplificazione sicuramente non è opportuna e va rigettata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Il comma 17, a me pare una norma intrusa; mi chiedo, infatti cosa c'entri questo comma in una legge finanziaria. Tra l'altro la semplificazione normativa e dei procedimenti amministrativi è la prima strategia del piano regionale di sviluppo; non inventate niente, poiché tale strategia è in linea con le politiche nazionali di semplificazione che vanno avanti da decenni. Invece, nella relazione che accompagna questa finanziaria, nella premessa, si fa proprio riferimento al fatto che questa Giunta compia un primo passo verso la semplificazione amministrativa proprio con questa finanziaria. Perché? Perché in passato si approvavano finanziarie omnibus, generatrici di continue modifiche nelle leggi di settore.

Ora invece dite: "Basta, d'ora in poi approviamo le leggi del settore! Il Consiglio regionale deve tornare a produrre leggi organiche, e non solo leggi provvedimento." Peccato che poi, nel 2009, avete presentato un Collegato col quale, in realtà, siete tornati al sistema delle leggi omnibus, delle leggi "a chiamata", delle leggi clientelari, delle leggi dove c'è di tutto. E allora mi chiedo: che semplificazione amministrativa volete fare? Questo è un metodo truffa: si approva una legge finanziaria snella, leggera, vuota, dopo di che si presenta un Collegato pesante, un Collegato che affronta tutto e soprattutto affronta esigenze particolari della maggioranza.

Mi chiedo allora che cosa c'entri questo comma 17 con la legge finanziaria? E' solo un annuncio, un proclama, come tanti altri che avete fatto. Ricordo il primo: l'articolo "manifesto" sulla formazione professionale; formazione professionale che rimandate continuamente. La vostra è la Giunta di rimando, è la Giunta del rinvio, è la Giunta degli annunci, è la Giunta delle promesse. Sono tantissimi gli argomenti inseriti in leggi che poi non vengono sistematicamente applicate. Quindi è ora di fare e non semplicemente di annunciare, operando non solo attraverso i comunicati stampa, come fa il Presidente della Regione, ma anche attraverso le leggi che voi stessi decidete di portare in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Meno male che questa è una legge asciugata su tanti aspetti - lo dico all'onorevole Bruno, lo dico all'onorevole Luciano Uras - forse però ci sarà l'esigenza di presentare un articolo unico, perché il livello del confronto, anche su aspetti di questa portata non vede nell'opposizione alcun apporto costruttivo. Vi lamentate e vi siete lamentati, in sede di discussione generale, per la sofferenza dei cittadini nei confronti della burocrazia regionale. Tutti si lamentano per le lungaggini - la Giunta regionale ipotizza di mettere mani a questo sistema anacronistico, di introdurre elementi di semplificazione e di razionalizzazione - ci siamo lamentati perché è tutta materia che arricchisce le tasche di noi avvocati per i contenziosi che si creano e che si creeranno. Si sta cercando quindi di andare incontro ad un'esigenza non degli avvocati, non degli addetti alla politica ma dei cittadini, di chi, dalla burocrazia, si aspetta risposte celeri e in tempi adeguati. Però, anche su questa materia, su questo intervento, banale e di buon senso, vedo che si instaura un contraddittorio pregiudiziale che non aiuta il prosieguo del dibattito.

Quindi, onorevole Bruno, stiamo con i piedi per terra! Cosa c'entra il Collegato che ha da venire? Avete qualcosa da dire sulla semplificazione? Sul sistema dei controlli? Avete qualcosa da dire sulle decine di sentenze dei Tribunali amministrativi regionali che hanno cassato provvedimenti amministrativi della scorsa Giunta regionale dichiarandoli illegittimi? E non penso che fosse per la malafede, né del Governatore, né dell'Assessore, ma proprio per quegli effetti disastrosi che le interpretazioni spesso rimesse alla burocrazia determinano, proprio per la farraginosità e la complicazione che si crea nei procedimenti amministrativi. Quindi se il confronto deve essere serio manteniamolo su un livello responsabile, serio, non su questioni che non attengono in nessun modo agli argomenti di cui appunto stiamo discutendo. Ecco perché il nostro voto sarà contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, il nostro contributo, la nostra opposizione a questo comma dell'articolo 1 va proprio nella direzione che indicava l'onorevole Pittalis: portare il confronto in quest'Aula su questa legge su un piano serio, responsabile, concreto. Riteniamo, infatti, che questo comma sia esattamente il contrario della concretezza, della responsabilità, della vicinanza ai bisogni dei cittadini, anche nel senso proprio della semplificazione amministrativa. Quindi noi ci opponiamo perché questa norma è esattamente il contrario, perché non è niente di concreto, è un annuncio, è l'ennesimo annuncio che voi fate.

Gli annunci vanno bene in campagna elettorale, gli annunci possono essere accettati nei Programmi regionali di sviluppo, nelle relazioni illustrative del programma di governo che il Presidente della Regione ha fatto in quest'Aula (alla quale non è servito niente di tutto ciò che ha detto), gli annunci vanno bene con i comunicati stampa, gli annunci vanno sicuramente bene per fare propaganda e per sorreggere un Governo che dietro la propaganda non ha assolutamente niente. Non possiamo consentire che il Parlamento dei sardi però sia anche utilizzato e sia sottomesso alla propaganda di Governo: qui si approvano le leggi e le leggi si approvano su basi concrete.

Questo è un annuncio, così come un annuncio è quello contenuto nell'articolo 5 di questa finanziaria. Un annuncio insopportabile, quello, perché rimanda alla redazione, alla stesura di una legge per il sistema di istruzione e di formazione professionale ma, allo stesso tempo, non è vero che si stia fermi su quel versante. Mi risulta, Presidente, che sia in preparazione una delibera che riguarda gli enti di formazione professionale di quest'Isola e in particolare il risanamento dei bilanci di quegli enti. Se ciò corrisponde al vero (e io spero che non corrisponda) credo che i problemi saranno sollevati in maniera determinata e i cittadini sardi saranno chiamati, soprattutto da noi, a dire la loro su questo versante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU FELICE (U.D.C.). Presidente, colleghi, io di solito non prendo mai la parola perché c'è un momento per parlare e un momento per stare zitti e io ho parlato anche troppo nel passato per cui preferisco stare zitto. Francamente però questa polemica che si è accesa mi costringe a pronunciare una parola di buon senso. Io avrei evitato, da parte dell'opposizione, le punte polemiche che si sono registrate durante la discussione, perché in realtà la primitiva esposizione delle ragioni dell'opposizione mi trova anche concorde; in poche parole anch'io sono dell'opinione che questo comma 17 sia pleonastico e pertanto, io che sono un governativo, per ragioni diverse chiaramente dalle loro ritengo che debba essere addirittura ritirato, non voglio mettere ostacoli, limiti alla facoltà e la capacità della Giunta di esaminare e di continuare ad affrontare un problema così grande come quello della semplificazione delle nostre procedure e della nostra burocrazia.

Non mi sento quindi di porre questo termine di tre mesi, non capisco questa specie di censura o di pungolo nei confronti della Giunta. Io, se fossi stato la Giunta, onestamente, questo comma non l'avrei inserito, perché la Giunta una legge di semplificazione può presentarla quando vuole, tra un mese, tra due mesi, tra tre mesi, fra quattro mesi, quando riterrà più opportuno. Per questi motivi, per ragioni di coalizione non mi sento di votare a favore dell'emendamento presentato dalle opposizioni, però non mi sento neanche di votare contro, perciò personalmente mi asterrò, con l'invito ovviamente alla Giunta di ritirare il comma perché per me è veramente pleonastico.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 102, lo metto in votazione.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 102.

Prendo atto che il consigliere Lotto ha votato a favore, che il consigliere Diana Mario ha votato contro e che il consigliere Contu Mariano si è astenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Cuccu - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Capelli - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi - Steri.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 45

astenuti 6

maggioranza 23

favorevoli 14

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 103.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io sono rammaricato del voto precedente perché mi sembra di capire, anche dalle parole dell'onorevole Pittalis, che anche osservazioni di buon senso, volte ad evitare di inserire norme palesemente inutili, obsolete e pleonastiche - e non credo che i toni fossero particolarmente accesi, anche se è normale che ci sia un pizzico di polemica politica - non vengano accolte, e ci dispiace. E ci dispiace anche che, per quanto riguarda il comma 18 relativo al fondo unico per gli enti locali, noi siamo costretti - proprio perché non abbiamo avuto risposta ai nostri suggerimenti, cioè quelli di ascoltare il sistema degli enti locali, il Consiglio delle autonomie - a presentare un emendamento abrogativo.

Io invito i colleghi a rileggersi la relazione che accompagna il disegno di legge della Giunta e ciò che dice il Consiglio delle autonomie sulla carenza di dialogo, di condivisione, anche semplicemente di ascolto. Ora noi siamo costretti a presentare un emendamento abrogativo del comma 18 relativo al fondo unico (cosa che non è certamente nelle nostre intenzioni) per segnalare la necessità di adeguare il fondo unico all'aumento delle entrate proprie della Regione, secondo quanto prevede l'articolo 119 della Costituzione. Avremmo voluto almeno un segnale, se non l'intero adeguamento che è pari a circa 80-90 milioni di euro, ma questo segnale non è arrivato. Si introduce invece in questo comma la previsione di una legge che dovrebbe regolare i rapporti, che a nostro avviso diventerà lo strumento per rinviare ancora la decisione e rimandare di mese in mese il problema di affrontare seriamente questa richiesta che ha a che fare con il sistema delle autonomie e con l'applicazione piena dello spirito dell'articolo 119 della Costituzione.

Quindi, con rammarico, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 103.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiariamo bancarotta, ce ne andiamo, qua funziona tutto a rate! Prima abbiamo assistito a un voto che non è previsto dal nostro Regolamento, cioè il voto semi elettronico e semi a chiamata nominale. Non si può continuare a procedere chiedendo "cosa ha votato lei?". Non possiamo andare avanti così! Mi dicono che nel corso delle feste natalizie, qualora la manovra di bilancio si concludesse prima…

PRESIDENTE. No, no, onorevole Uras, non è che glielo dicono, gliel'ho detto io almeno sei volte a partire dalla giornata di ieri, non è una voce che gira.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non è una voce, quindi è possibile che si perfezioni il sistema di votazione.

Io non soffro della stessa preoccupazione dell'onorevole Porcu, secondo me questo comma va cassato, ma perché va cassato? Perché non cassa il fondo unico, perché, al contrario, se venisse cassato, il fondo unico rimarrebbe e verrebbe correttamente alimentato ai sensi della legge regionale numero 2 del 2007, nella cadenza al 2010. Quindi è giusto che noi proponiamo la soppressione di questo comma, perché questo comma introduce una variazione alla legge finanziaria numero 2 del 2007, e la introduce per ridurre il trasferimento agli enti locali previsto su quel fondo.

Perché è pesante politicamente questo comma? Perché - lo dico per tutti noi che c'eravamo in quelle ore in quei giorni a sostenere la battaglia sulle entrate - quel fronte noi lo abbiamo fatto comune, l'abbiamo fatto con gli enti locali, l'abbiamo fatto con le organizzazioni sindacali, l'abbiamo fatto con il sistema autonomistico nel suo complesso, con il sistema sociale ed imprenditoriale sardo. E perché l'abbiamo fatto in quel modo? Perché i frutti di quella battaglia sulle entrate finalmente potessero giungere fino al cittadino ultimo, fino all'imprenditore ultimo, fino al lavoratore ultimo e non si fermassero nelle maglie spesso inefficienti della spesa regionale, nelle casse della Regione.

Oggi noi consumiamo un tradimento con questo comma rispetto a quell'impegno e rendiamo l'istituzione regionale meno credibile, le formazioni politiche meno conseguenti, la maggioranza sicuramente meno affidabile di come invece si volesse presentare alle elezioni. Ecco perché io voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io mi auguro che con l'approvazione di questo comma, di cui noi chiediamo invece la cancellazione, nasca da parte dei comuni una giusta reazione. Perché questo comma è impiantato male, comincia con una falsità ideologica. Scrivere: "al fine di definire l'ammontare" vuol dire scrivere il falso perché l'ammontare è determinato, è determinato in via automatica, e quindi è un falso. Potrebbe essere vero se non fosse quantificabile l'entrata, ma subito dopo si legge: "in conformità all'entrata in vigore del nuovo regime di entrate tributarie". Quindi è certo, perché l'avete messo in bilancio, e quindi è doppiamente falso e i comuni - che hanno in questo comma da voi scritto una dichiarazione di guerra e di ostilità - dovranno reagire. E io spero che reagiscano perché le conseguenze sul piano istituzionale della rottura della solidarietà col sistema delle istituzioni locali e del tradimento palese della Regione nei confronti degli impegni che aveva assunto lo si pagherà.

Ma i comuni sono due volte beffati, perché fino ad oggi il finanziamento del sistema delle unioni di comuni non pesava sui comuni perché era parametrato sul 3 per cento del fondo unico ma non era il 3 per cento del fondo unico, cioè quel 3 per cento non veniva sottratto al fondo unico e quindi ai comuni, veniva aggiunto e parametrato nella misura del 3 per cento. In questo caso invece viene sottratto dal fondo unico e quindi i comuni si troveranno ad avere risorse dal fondo unico in misura pari a quelle che hanno avuto nel 2007, cioè c'è un arretramento perché viene scomputata anche la quota dell'unione dei comuni. Ecco perché c'è un tradimento, c'è un arretramento, c'è una supponenza della Regione che i comuni dovranno far sentire nelle sedi nelle quali avranno la certezza di essere ascoltati e non in quelle di un'istituzione che merita, come quella nostra, la marginalità e la residualità che si sta guadagnando giorno per giorno nel panorama politico regionale.

Ce lo meritiamo, siamo quello che siamo perché siamo in grado di concepire articoli di questo genere. Altro che riformisti, siamo antiriformisti, torniamo indietro e facciamo pagare l'insipienze della sanità, il debito della sanità ai cittadini e ai comuni perché questa è la partita. Non ci spiegate come contraete quel debito aggiuntivo di 150 milioni, ma lo fate pagare ai comuni. Questo rimarrà una pietra miliare della vostra legislatura.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, anche io sono d'accordo perché questo comma 18 venga soppresso, e sono d'accordo perché manifesto una preoccupazione. A differenza del comma precedente, il numero 17, rispetto al quale le considerazioni che esprimeva l'onorevole Contu prima mi trovano perfettamente d'accordo (il comma non serve, se la Giunta ritiene utile, come tutti quanti probabilmente riteniamo utile, una nuova legge sulla semplificazione amministrativa, basta che la presenti in Consiglio) qua invece manifesto una preoccupazione forse eccessiva e me ne scuso.

Non è un processo alle intenzioni, però siccome sono convinto che la scelta a suo tempo effettuata di cambiare la filosofia dei rapporti nella finanza locale tra Regione e comuni è stata una scelta profonda che ha attribuito ai comuni, ai sindaci, alle amministrazioni locali la possibilità di essere maggiormente coinvolti e maggiormente protagonisti nel decidere del proprio futuro e del come utilizzare le proprie disponibilità finanziarie, la preoccupazione mia è che dietro questo comma ci sia la volontà di rimettere in discussione quel disegno. Se si vuole rimettere in discussione quel disegno si tocca un tasto molto importante e noi sul questo terreno saremo estremamente decisi a fare opposizione, perché non vorremmo che si tornasse alla centralizzazione di tutte le operazioni finanziarie a livello regionale dando ai sindaci quello che l'Assessore di turno ritiene gli si possa dare anziché metterli nelle condizioni di gestire in piena autonomia e secondo le esigenze della comunità che amministrano le risorse di cui dispongono.

Ecco perché ritengo utile che questo comma 18 venga soppresso e se del fondo unico - in particolare per quanto riguarda l'adeguamento anche al nuovo regime delle entrate - se ne vuole discutere, si faccia un ragionamento ad hoc con l'obiettivo però di migliorarlo e non di tornare indietro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Sul sistema delle autonomie locali abbiamo una visione differente, non dico opposta, differente. A nostro parere si deve arrivare a una riforma complessiva del sistema, quindi ad un nuovo testo unico sull'ordinamento degli enti locali. Il Parlamento sta operando in questo senso ma la specificità sarda deve emergere con un testo unico approvato da questo Consiglio regionale. Nel frattempo abbiamo collaudato e consolidato il trasferimento attraverso il fondo unico per gli enti locali (quindi risorse senza vincolo di destinazione) ma dobbiamo ancora rivedere il sistema di finanziamento delle autonomie locali (è un'esigenza concreta, una sfida che lanciamo al sistema delle autonomie della Sardegna) ancorandolo ad una quota delle nuove entrate tributarie.

La nostra visione è quella della responsabilità, della sussidiarietà dell'adeguatezza, della prossimità, quindi dare le risorse per risolvere i problemi laddove i cittadini vivono. Da parte vostra - anche nel PRS ci sono poche righe - sostanzialmente dite: c'è bisogno di fare un monitoraggio dell'azione di trasferimento di funzioni avvenuta in questi anni, avere un quadro unitario del processo di decentramento amministrativo avviato e, contemporaneamente, capire come muoversi in un'azione funzionale finalizzata ad ottenere, anche dal Governo nazionale, una maggiore flessibilità nell'utilizzo delle risorse (vedi patto di stabilità).

Credo che noi oggi non possiamo fare altro che applicare la legge in questa finanziaria e contemporaneamente avviare in prima Commissione un processo di riforma e di rivisitazione che segua le indicazioni del testo unico sull'ordinamento degli enti locali e proceda alla revisione del sistema di finanziamento delle autonomie locali mantenendo come punto fermo il fondo unico, la discrezionalità, la responsabilità da parte dei comuni e delle province nell'ambito di un unico sistema a rete delle autonomie dove la Regione, le province e i comuni siano inseriti in un unico contesto istituzionale.

E' per questo che noi votiamo a favore della soppressione di questo comma, per poi modificare possibilmente, nel senso dell'applicazione della legge, il trasferimento dei finanziamenti del fondo unico per gli enti locali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Signor Presidente, non voglio entrare nel merito del fondo unico, ne abbiamo già discusso, mi pare ci sia un'interlocuzione positiva che possa portare a un miglioramento rispetto al testo in esame. Volevo soffermarmi soltanto sull'aspetto del 3 per cento destinato alle associazioni dei comuni. Perché? Perché questo è avvenuto anche in altre regioni e credo che in qualche maniera, quando non siamo geniali nel trovare le soluzioni originali e assolutamente innovative, dobbiamo anche guardare alle esperienze degli altri.

Il 3 per cento ha un senso e ha avuto un senso nel fungere da stimolo per aggregare, per creare l'unione dei comuni, ma se l'obiettivo dell'unione dei comuni è quello di favorire risparmi di gestione (avere, per esempio, anziché otto comandanti dei vigili un comandante solo determina dei risparmi) credo che debbano decidere i comuni, in base alle funzioni assegnate alle unioni, se dare il 3, il 5 o il 10 per cento. Io propongo, pertanto, un emendamento orale, per cassare dall'emendamento numero 103, la parte che va da "di cui il 3 per cento" sino "alla medesima legge".

MANINCHEDDA (P.S.d'Az), relatore di maggioranza. Stiamo discutendo dell'emendamento soppressivo del comma.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io infatti sto proponendo un emendamento soppressivo parziale all'emendamento soppressivo. Questo perché? Semplicemente per dare libertà ai comuni, perché siano loro a decidere quanto assegnare alle unioni delle quali fanno parte, sulla base dei servizi devoluti. Non capisco perché la Regione debba sottrarre il 3 per cento al fondo unico, stabilendo quanto spetta a ciascuna unione ai comuni; ci sono comuni importanti che svolgono molti servizi, altri che non ne svolgono alcuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, non possiamo non continuare a concentrare la nostra attenzione sul conflitto fra Regione ed enti locali. Già la seduta consiliare tenuta a Nuoro - iniziativa che è fallita, non solo perché mancava mezza Giunta, ma anche perché mancavano i sindaci - nonché la manifestazione che si è tenuta in sede consiliare a Cagliari, con l'occupazione da parte di numerosi sindaci, sono il triste presagio della crisi istituzionale che si sta esprimendo in quest'Aula.

Considero grave, direi gravissimo, il fatto che la Regione eserciti sugli enti locali un metodo statalista e accentratore, attraverso il quale non fa altro che riprodurre con le autonomie e i territori lo stesso rapporto subalterno che ha rispetto allo Stato italiano. Ora, questo atteggiamento politico di controllo e, di fatto, repressivo nei confronti degli enti locali, è di certo non utile a risolvere problemi gravissimi del territorio, né ad alleviare i drammi occupazionali, sociali e morali che attanagliano ogni singola realtà dell'Isola.

Questa gestione del fondo unico che considero, ribadisco, punitiva nei confronti dei comuni, crea povertà e lede le basi della democrazia. Si tratta di una gestione decisamente "matrigna" del fondo unico, che oltre a negare sviluppo rappresenta la crisi della democrazia che si sta consumando, con la compromissione delle relazioni con le espressioni istituzionali che stanno più vicine al popolo (e quindi mi riferisco ai comuni, che arrivano subito dopo le circoscrizioni). Per cui, se questo deve essere l'atteggiamento che la Regione conta di tenere rispetto al territorio, ci sono le basi sufficienti perché si vada tutti a casa. Io credo che sia il caso di assumere un atteggiamento di coraggio e incominciare davvero a riflettere sull'opportunità di tornare a casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento che chiede di cassare il comma 18. Io credo che levare agli enti locali la possibilità di poter programmare le proprie risorse a seguito di una conquista rilevante che era stata conseguita negli anni scorsi, significhi davvero non capire quello che si chiede nei territori, quello che chiedono anche i sindaci venuti qua, con forza, a manifestare, significa essere sordi e non capire quello che sta avvenendo.

Questa non è una battaglia che riguarda il centrosinistra - badate bene - è una battaglia che riguarda tutti i territori, le autonomie degli enti locali. E gli enti locali devono essere messi sullo stesso piano delle altre istituzioni, compresa la Regione. Fare un'azione di sopruso come quella che si sta facendo, significa non capire dove sta andando il mondo, significa che qua si sta mettendo in piedi una reazione a ciò che è avvenuto, e la reazione diventa restaurazione, cioè significa riproporre un sistema vecchio, vilipeso, che non va bene a nessuno; significa compiere passi indietro notevoli, che nessuno di noi vuole fare.

Ribadisco un concetto importante, su cui occorre riflettere: qua si stanno mettendo i Comuni, in maniera ancora più pressante degli anni precedenti, di fronte al fatto che il patto di stabilità deve essere rispettato. Ogni anno - lo sanno bene i comuni che si devono organizzare per predisporre il bilancio di previsione, per mettere a posto un consuntivo decente, in grado di rispettare il patto di stabilità - ciò significa inventarsi anche stratagemmi assurdi per tenere in piedi il tutto. Ridurre il fondo degli enti locali, ridurre la portata e la possibilità che hanno i Comuni di poterlo spendere come vogliono, significa ritornare alla vecchia legge numero 37, alla vecchia legge numero 4, alla vecchia legge numero 11, alla vecchia legge numero 25. Credo che nessuno voglia compiere passi di questo tipo.

Però, quello che si sta mettendo in piedi qua è un sistema, lo abbiamo visto anche con altre leggi (mi riferisco al Piano casa) che mette i comuni nella impossibilità di poter scegliere la pianificazione dei loro centri storici, delle loro zone turistiche. Lo si vede col fondo unico adesso, con la riduzione del fondo unico, con lo scippo del fondo unico da parte dagli enti locali, con la restaurazione di un sistema combattuto e che non fa bene a nessuno. Questo non significa progredire, significa mettere in piedi un sistema di restaurazione che tutti abbiamo condannato e abbiamo creduto superato, e che oggi voi volete invece rimettere in piedi. Per questo voterò a favore dell'emendamento che cassa questo articolo 18, e invito tutti a riflettere, soprattutto le forze moderate che in questi argomenti probabilmente hanno più voce in capitolo di altri.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Signor Presidente, sarò rapidissimo perché effettivamente molti di noi hanno provato disagio nel non accettare l'emendamento soppressivo del comma 17, perché indubbiamente avevamo difficoltà a comprendere l'utilità dell'inserimento di questo comma in finanziaria. E' ormai da giorni che si discute del fondo unico, del riparto del fondo unico, però mentre ascoltavo e riflettevo sul valore che la legge finanziaria del 2007 ha avuto (e viene richiamata continuamente per la ripartizione del fondo unico) mi sono soffermato un attimo a leggere la data in cui la finanziaria del 2007 è stata approvata.

A chi oggi ci critica e ci rinfaccia una cattiva amministrazione in senso lato, ricordo che la finanziaria 2007, l'allora maggioranza, che oggi è minoranza, la licenziò il 29 maggio del 2007, cioè a metà anno. Ora, io credo che, al di là di tutto, ci siano pesi e contrappesi in tutte le cose. Noi forse siamo stati accusati di presentare una finanziera frettolosa, però questa è una finanziaria puntuale; non è stata presentata in anticipo rispetto alle norme di legge, è stata presentata con puntualità rispetto a quella che è la norma. Sicuramente non era una buona cosa approvare una finanziaria a metà anno; la Regione è stata per sei mesi senza soldi.

L'Assessore ha più volte ripetuto che non è la finanziaria la sede per discutere del riparto del fondo unico; perché è un tema che ha necessità di approfondimenti, di confronti, e credo che forse nel 2007 i sei mesi siano serviti anche per fare questi confronti. Noi questi confronti li faremo, come ha detto l'Assessore, nei prossimi sei mesi, però, nel mentre, diamo una finanziaria alla Regione. Credo che questo sia un comportamento onesto e corretto nei confronti dei cittadini, tutto il resto è demagogia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, nell'affermare il voto favorevole all'emendamento soppressivo del comma 18 dell'articolo 1 mi soffermerò su alcuni punti che ho già sottolineato in sede di discussione generale, riproponendo alcune considerazioni contenute nel parere del Consiglio delle autonomie locali, dichiarazioni condivise anche dall'ANCI e dall'U.P.S.

Il Consiglio delle autonomie locali pone una questione circa le dichiarazioni del presidente Cappellacci relative alla volontà di avviare da subito l'apertura della fase di ascolto e di partecipazione dei principali attori locali del nostro territorio, articolandole in 8 conferenze nelle diverse province eccetera eccetera. Il Consiglio delle autonomie locali, nel suo parere, afferma che tutto ciò è rimasto lettera morta, proprio per la mancata concertazione, per il mancato incontro, per aver utilizzato male i momenti di assemblea comune con il Consiglio delle autonomie locali, e pone poi questioni circa l'incremento del fondo unico in relazione ai servizi che poi i comuni erogano. Esprime infine la preoccupazione circa il pericoloso ritorno al passato per un tentativo, un'idea, che è presente nel Piano regionale di sviluppo come vincolo di destinazione delle risorse, pericoloso, appunto, perché come sottolineava l'onorevole Cocco, i comuni devono avere libertà nell'utilizzo delle proprie risorse a fronte di una programmazione più generale della Regione, però devono essere liberi di scegliere in che modo spendere le risorse che vengono date dalla Regione.

Appare indispensabile - afferma sempre il Consiglio delle autonomie locali - affrontare il tema dell'utilizzo del sito istituzionale come strumento migliore possibile di conoscenza e di trasparenza delle procedure pubbliche. Ecco, rispetto anche al comma precedente e alle questioni precedenti circa lo snellimento delle procedure amministrative, forse anche pubblicare in tempi rapidi tutto ciò che viene fatto dalla Regione, tutte le delibere, consentirebbe uno snellimento e un'accelerazione anche della conoscenza e una semplificazione delle procedure amministrative. Conclusivamente il Consiglio delle autonomie pone tutte le altre questioni sulle quali ritorneremo, come il personale del servizio delle biblioteche, dei musei e dei siti archeologici, l'utilizzo dei fondi al meglio per un Welfare moderno, sottraendoli alla formazione professionale che deve essere una formazione mirata…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 103, che prevede la soppressione del comma 18 dell'articolo 1. E' vero che non è la finanziaria la legge adatta per normare il fondo unico, Onorevole Campus, però nel frattempo che noi ci dotiamo di una legge adatta allo scopo, si deve applicare una legge che ha già stabilito il riparto delle somme per i comuni sulla base del nuovo sistema che, appunto, è quello del fondo unico.

E' una questione assolutamente indispensabile, anche perché noi ci apprestiamo, anzi, voi vi apprestate, con questa finanziaria, a ridurre le somme da trasferire agli enti locali, quando contemporaneamente la finanziaria nazionale, per l'ennesima volta taglia indiscriminatamente i finanziamenti per gli stessi enti, dimenticandoci, tutti quanti, che gli enti locali sono le istituzioni più vicine ai cittadini, sono le amministrazioni di prossimità, sono quelle che si preoccupano di programmare, di pensare, di organizzare i servizi nei confronti delle comunità e dei cittadini per rispondere ai loro bisogni.

L'onorevole Diana diceva: noi non possiamo procedere in questo modo, perché ogni anno non sappiamo a quanto ammonteranno i trasferimenti che ci verranno dallo Stato; possono cambiare, diminuire, scendere eccetera eccetera. Per quest'anno però noi la certezza ce l'abbiamo, sappiamo a quanto ammonteranno per il 2010 le somme che arriveranno dallo Stato, e certamente questo può essere confermato dal Presidente della terza Commissione, pertanto è facilissimo effettuare il calcolo.

Si tratta anche di una questione di dignità, di autonomia, c'è una lesione della dignità dei comuni, ci dimentichiamo che i sindaci che li rappresentano sono stati eletti legittimamente dagli stessi cittadini che hanno eletto noi e che hanno legittimato noi. Si tratta, appunto, di una lesione della dignità. Ma, è uno sport diffuso in questa maggioranza la lesione della dignità dei cittadini, dei sindaci, delle comunità e delle donne. Assistiamo a una progressiva diminuzione delle donne nella Giunta regionale; tolta la legge, tolta la necessità di formare Giunte paritarie. Chiedo alle colleghe, alla Presidente del Consiglio Lombardo, che si pronuncino su questo tema. Le donne in Giunta adesso si sono ridotte a tre; è un problema serissimo anche di dignità delle donne e della rappresentanza femminile, a dimostrazione che, ancora una volta, servono le leggi per determinare…

PRESIDENTE. Se crede, mi pronunciò io.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az), relatore di maggioranza. Io sto assistendo a questa discussione sul fondo unico degli enti locali con un certo sconcerto, perché alcuni colleghi sono intervenuti nella discussione degli articoli a dire che condividevano tre aspetti, e cioè: teniamo in equilibrio la finanza regionale, occupiamoci di entrate e patto di stabilità, orientiamo le risorse sullo sviluppo.

Allora, io vorrei capire questo: ma dinanzi all'emergenza sociale che continuamente viene ribadita in quest'Aula, si può pensare, tenendo in equilibrio la finanza pubblica, di voler aumentare, per dare una risposta ai problemi di lavoro e quant'altro, il fondo unico? Prima l'onorevole Zedda diceva: ma abbiamo i lavoratori delle cooperative dei servizi bibliotecari museali; vero! Ma se decidiamo che ci vogliono 20 milioni di euro sul fondo unico per gli enti locali, e poi ci vogliono 20 milioni di euro per le cooperative, e poi ci vogliono 15 milioni di euro per l'assistenza domiciliare ai portatori gravi di handicap, beh, allora c'è qualcosa che non va! E quello che non va è la gerarchia delle emergenze.

Qual è la gerarchia delle emergenze? Perché i Comuni dicono che 55 milioni di euro affidati loro per fronteggiare la povertà non sono nulla? Io non mi faccio tirare dentro l'idea che noi rispondiamo al bisogno col fondo unico. Se devo aumentare le poste di bilancio, aumento quelle relative ai cantieri comunali, alla lotta alla povertà, aumento i fondi alle cooperative, ma non mi si dica che il futuro dello sviluppo, la democrazia, è il fondo unico; questa è una finzione! E' una vera finzione che scredita le istituzioni! Perché quando uno è senza soldi e non può mangiare, la risposta non è il fondo unico.

Se devo aumentare le spese della Regione, preferisco fronteggiare l'emergenza economica e sociale, non incrementare il fondo unico. E che la si rappresenti come l'emergenza della Sardegna, è una pura finzione politica, che nasce da una strumentalizzazione politica. Poi se lo volete fare, ve lo fate, ma sappiate che state togliendo risorse a chi ha bisogno, perché se ne abbiamo libere, mettiamole sul lavoro, non mettiamole su queste cose.

(Interruzione del consigliere Uras)

PRESIDENTE. Onorevole Uras, prego. Onorevole Maninchedda, per cortesia.

(Interruzioni)

DIANA MARIO (P.d.L.). Chiederei cinque minuti di sospensione in aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti. Prego i consiglieri di non allontanarsi dall'aula.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 44, viene ripresa alle ore 12 e 55.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, in merito all'emendamento e al comma io credo che noi tutti abbiamo il dovere di collaborare con gli enti locali, abbiamo il dovere del rispetto delle leggi che impongono i criteri per il trasferimento dei fondi agli enti locali nel fondo unico. Non credo che serva a nessuno animare una sorta di competizione o di contrapposizione, ma insieme, nel chiaro rispetto dei ruoli del Consiglio regionale, della Giunta e dei consigli comunali, dei sindaci, dei rappresentanti degli enti locali e delle province, dobbiamo cercare di raggiungere il comune obiettivo. Il comune obiettivo è quello del risanamento economico, del miglioramento della condizione sociale.

Ovviamente bisogna tener conto delle situazioni contingenti, situazioni contingenti che impongono scelte anche difficili. Non sempre la Regione può essere rappresentata come buona maestra nella spendita dei fondi a sua disposizione - i residui sono lì a testimoniarlo - perciò io credo che tutto questo debba servire a tutti noi per trovare soluzioni condivise e per orientarci, come dicevo prima, verso il comune obiettivo.

Credo che la Giunta e il Consiglio per intero siano in grado di individuare le soluzioni migliori in questa fase per poter garantire agli enti locali il pieno svolgimento del loro ruolo e contemporaneamente consentire alla Regione una regia e una programmazione che consenta di far arrivare ai cittadini un segnale di vicinanza e di impegno per superare le difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. Ritengo che perciò sarà annunciata una soluzione, e che da questo momento gli animi vadano stemperati, soprattutto nella comunicazione esterna verso i rappresentanti degli enti locali, perché noi siamo con loro e loro devono essere con noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

Le chiedo scusa perché aveva chiesto effettivamente la parola prima.

MELONI VALERIO (P.D.). Accettate le scuse, Presidente, la ringrazio. Tra l'altro io ascolto sempre con grande piacere le argomentazioni dell'onorevole Capelli che, come in questo caso, sono spesso argomentazioni di buon senso che ispirano anche riflessioni serie. Però il tema non è quello che pone l'onorevole Capelli o meglio lo è in riferimento all'emendamento, non lo è in riferimento all'evolversi della discussione in atto in quest'Aula. Io credo che sia in discussione, a questo punto, il principio se attribuire i giusti riconoscimenti ai sindaci oppure no; se considerare i sindaci figure democraticamente elette, che esprimono tutta l'autorevolezza che gli viene attribuita da un mandato conferitogli dagli elettori, che possano avere la libertà di scegliere, in forza di un fondo unico, le priorità alle quali affidare la spendita delle proprie risorse, oppure no.

Allora, se questo è il tema, e questo è il tema, io credo che la discussione si stia incanalando su un percorso pericoloso poiché a questo punto noi potremmo rischiare di ritrovarci qua l'assemblea dei sindaci a disconoscere, manifestando, il diritto che ha questa Assemblea di esprimere altre azioni amministrative. Voglio dire: corriamo il rischio di scatenare una guerra fra istituzioni. Io sono del parere che i comuni svolgano un ruolo molto importante e che questo ruolo vada ad essi riconosciuto e gli vada riconosciuto senza rimettere in campo un centralismo regionale che è fuori dei tempi. Io quindi sono per la soppressione di questo comma e quindi voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' stato presentato dall'onorevole Cuccureddu un emendamento orale soppressivo parziale del comma 18. L'Aula si deve pronunciare sulla sua accoglibilità.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Non lo accolgo.

PRESIDENTE. Poiché non c'è l'unanimità dell'Aula, l'emendamento non è accoglibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 104. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 105.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 105.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Rodin hanno votato contro.

Risponde sì la consigliera: Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 42

votanti 42

maggioranza 22

favorevoli 1

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 44.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, qua si tratta di un intervento finanziario destinato al riconoscimento come indennità pensionabile della indennità percepita dal Corpo forestale in ragione delle funzioni di pubblica sicurezza. Io pensavo che questo tipo di indennità fossero già ricomprese nel trattamento previdenziale perché vi rientrano tutte quante le indennità, compresa quella di direzione, di coordinamento del personale dell'Amministrazione regionale. Qua invece abbiamo una sorta di discriminazione che si consuma nei confronti del Corpo forestale di vigilanza ambientale, il quale vede una indennità che percepisce in ragione delle funzioni di pubblica sicurezza trattata in modo dispari rispetto ad analoghe indennità che sono invece riconosciute al personale dell'Amministrazione regionale. L'intendimento dell'emendamento è quello di incrementare la dotazione finanziaria ai fini del corretto riconoscimento di questa indennità.

E' inutile che spenda parole per dire quale sia il valore che noi dobbiamo attribuire a questo ramo dell'Amministrazione, che è quello che garantisce la vigilanza nel territorio e il cui personale spesso corre rischi anche in ragione degli interventi specifici che effettua a tutela del nostro patrimonio boschivo e naturale nel periodo estivo contro la piaga degli incendi. Per cui, io ritengo che questo emendamento abbia non un carattere ideologico, ma un carattere concreto e pratico che può essere tranquillamente accolto dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 44, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 50 e 57.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ho sottoscritto questo emendamento, quindi dichiaro il mio voto di astensione, esattamente per la stessa ragione per la quale ritenevo assolutamente inidoneo il comma che prima abbiamo esaminato circa la predisposizione, entro 90 giorni, di un disegno di legge finalizzato alla semplificazione dei procedimenti amministrativi. Questo lo dico anche all'onorevole Mariano Contu per una ragione molto semplice: che l'amministrazione ha… va beh... c'è troppa confusione...

PRESIDENTE. L'onorevole Uras ha ragione, posso chiedervi di fare silenzio per consentirgli di svolgere la sua dichiarazione di voto?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Volevo semplicemente dire che esistono nella normativa regionale tante modalità che si possono utilizzare per semplificare le procedure amministrative, molte delle quali noi le ripetiamo sistematicamente nelle leggi. E a proposito delle risorse, onorevole Maninchedda, delle risorse previste per il lavoro, noi le mettiamo e poi non le spendiamo! Ecco perché non possiamo dire niente ai sindaci, ai comuni: la Regione non le spende! In modo particolare le norme che abbiamo costruito in materia di lavoro in questi anni fanno riferimento a procedure semplificate previste dalla legge numero 40 del '90.

La Giunta regionale, qualunque essa sia, ivi compresa questa, e i suoi Uffici violano sistematicamente le leggi determinando un fatto di natura eversiva nei confronti dei poteri democratici stabiliti dalla Costituzione. In questo momento, per esempio, io sono a conoscenza di iniziative dell'Assessore dell'agricoltura che vanno verso la violazione della norma con la quale abbiamo approvato la stabilizzazione dei dipendenti ex ARA, e sappiamo di violazioni riguardanti gli Uffici degli affari generali relative al rinnovo e alla proroga dei contratti di lavoro flessibili e atipici.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 50 e 57.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Espa, Meloni Marco e Porcu hanno votato a favore, che il consigliere Cuccureddu ha votato contro e che la consigliera Zuncheddu si è astenuta.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Porcu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Si sono astenuti: Sechi - Uras - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 52

astenuti 3

maggioranza 27

favorevoli 11

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 54 e numero 83 sono inammissibili in quanto privi di copertura finanziaria. Passiamo al testo dell'articolo 1.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Perché sarebbero inammissibili?

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 54 e 83...

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ma io non ce li ho...

PRESIDENTE. Erano tra gli emendamenti sospesi in quanto privi di copertura finanziaria. Sono rimasti privi di copertura finanziaria e quindi sono inammissibili. Quindi non verranno sottoposti alla votazione.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dov'è che si evince la mancanza di copertura finanziaria?

PRESIDENTE. Non c'è copertura finanziaria onorevole Uras.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì ma dov'è che si evince la mancanza di copertura finanziaria?

(Interruzione)

E noi siamo curiosi di vederlo, se avete l'estratto conto portatecelo perché noi sappiamo che c'è una disposizione di legge che attribuisce, fino a quando non verrà approvata questa finanziaria, una copertura a quel fondo, anzi impone, impone la copertura finanziaria fino a quando non sarà approvata questa legge. C'è quella del 2007 che funziona.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io credo che non sia il modo migliore per liberarvi di questo problema. Stiamo parlando da settimane del fondo unico per gli enti locali. Abbiamo presentato due emendamenti, stiamo semplicemente chiedendo di applicare una legge. Mi chiedo - e questo lo chiedo alla Presidenza - quali sono le motivazioni per cui l'avete reso inammissibile, qual è il problema.

Io credo che occorra affrontare finalmente in questo Consiglio regionale i temi e anche gli snodi e non solo, in questo modo con questo formalismo, tentare di evitare le problematiche che sono sul tappeto. Qua stiamo cercando di applicare una legge, una legge che questo Consiglio regionale si è dato. Trovate altre motivazioni ma non questa!

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, non c'è copertura finanziaria, il motivo è tutto qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi abbiamo una legge che è attualmente in vigore che è la legge numero 2 del 2007. Abbiamo un accertamento di entrata che è stato formalmente espresso dall'Assessore del bilancio qua in ragione delle dichiarazioni fornite dallo Stato in merito al trasferimento delle nuove entrate. Abbiamo una disposizione che impone a oggi che il fondo unico sia alimentato in percentuale rispetto a quelle nuove entrate, quindi la copertura finanziaria c'è perché è garantita da una legge in vigore che non è ancora stata modificata da questa legge che è in discussione. Per cui io voglio capire chi è che stabilisce, violando le norme, che questo emendamento non ha copertura finanziaria!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo di intervenire sul Regolamento, Presidente, perché l'unico dato certo determinato dall'emendamento è la determinazione delle nuove entrate. Poi il calcolo, lo dico per i colleghi, deve avvenire al netto di alcune voci. Qui c'è un dissenso. Allora, la determinazione della misura dei trasferimenti, deve vedere, evidentemente altre voci del bilancio in diminuzione. Questa voce in diminuzione - è esattamente ciò che dicevo ai colleghi nell'intervento precedente - non viene determinata. Cioè viene meno la responsabilità politica di dire da dove si tirano fuori i soldi per garantire questo gettito, posto che il calcolo sulle entrate, cioè su come determinare la quota assegnata ai comuni e al fondo unico, è discutibile e ne stiamo discutendo da mesi.

Io credo di essere stato interprete ieri di una battaglia procedurale. Non si può dire che ci sia la copertura finanziaria. La copertura finanziaria non c'è ed è un obbligo, credo di tutti noi, a fronte di una voce in aumento indicare la voce in diminuzione. E quindi in questo caso gli Uffici hanno semplicemente applicato il Regolamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizionim sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 19, viene ripresa alle ore 13 e 29.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Sull'emendamento numero 54, uguale all'83, al quale è stata data la copertura finanziaria mediante riduzione del fondo nuovi oneri legislativi. Su questo emendamento c'era comunque un invito al ritiro da parte della Commissione e parere conforme della Giunta. In caso di mancato ritiro il parere è contrario da parte della Giunta e da parte della Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarazione di voto e per chiedere anche il voto a scrutinio palese elettronico, possibilmente integrale.

PRESIDENTE. Scusi onorevole Uras, questo dipende dei singoli consiglieri. Se i consiglieri vagano per l'aula e alzano il ditino per votare...

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì però la Presidenza dovrebbe dire che chi non vota con il procedimento elettronico...

PRESIDENTE. Onorevole Uras, la Presidenza si attiene ad una prassi che non ha creato lei.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi sembra che si verta nella fattispecie - io non voglio adesso perdermi sul Regolamento - nella fattispecie inesistente della votazione a scrutinio palese e ad appello nominale misto, che non è prevista dal Regolamento. Se un consigliere si distrae, pazienza, vorrà dire che era distratto e che la prossima volta starà attento.

Detto ciò, perché noi stiamo insistendo sulla questione del fondo unico? L'assessore, la Giunta, anche la maggioranza, hanno avuto modo di dire: "Ma non c'è chiusura, ma noi pensiamo che questo debba essere rinviato, che ci sia la disponibilità, ma crediamo che..." Non abbiamo visto un segnale, un segnale vero che andasse in questa direzione. Abbiamo insistito. Perché abbiamo insistito? L'ho detto anche prima: perché si determina una frattura che non è una frattura all'interno di una formazione politica, di uno schieramento di maggioranza o di minoranza, è una frattura di tipo istituzionale tra la Regione e il Consiglio regionale e il sistema delle autonomie. Perché non c'è interesse dal punto di vista elettorale di questo schieramento; i sindaci e i presidenti di provincia sanno già dove devono votare, appartengono agli schieramenti, non sono gente raccattata per strada. Non dobbiamo stimolarli, si tratta però di difendere una conquista che abbiamo ottenuto insieme. Di difendere le possibilità di chiamata all'unità che il Presidente della Regione ogni tanto fa.

Ma che cosa diranno le autonomie locali, domani, ad un presidente che ha deciso unilateralmente, senza un confronto adeguato, di ridurgli le disponibilità finanziarie per affrontare la crisi? Gli diranno: risolvitela tu! Anzi: "ti contestiamo". E contestando un Presidente della Regione che fa questo contestano l'istituzione regionale, depauperano ancora di più il significato delle Assemblee parlamentari come questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Su questo tema, Assessore La Spisa, è difficile da accettare un atteggiamento di chiusura da parte del Governo regionale. Noi stiamo parlando probabilmente dell'essenza dell'articolazione democratica del nostro sistema. Ora io mi rendo conto che probabilmente la "forzatura" che c'è stata nei confronti di quest'Aula qualche giorno fa, forse è stata deglutita senza masticare, però, ripeto, in situazioni come queste è sempre importante sollevarsi qualche centimetro dalle miserie che attribuiamo agli altri, e cercare di capire sino in fondo le ragioni che le hanno determinate.

Io credo che sarebbe davvero straordinario, assessore La Spisa, se il Presidente della Regione, come più volte ha dichiarato, non soltanto manifestasse una disponibilità e fornisse una risposta positiva sul fondo unico, quindi sui trasferimenti ai comuni, ma davvero si mettesse a dare voce ai Comuni e alle loro esigenze. E questo non strumentalmente, non in maniera movimentista, niente di tutto questo, Assessore. Ho citato l'altro ieri il Sindaco di Cagliari, che certamente non è da enucleare tra i sovversivi, capisco Tore Cherchi che potrebbe avere nei retaggi del passato qualche qualifica di questa natura, ma stiamo parlando dei primi cittadini, in un Paese che è il Paese dei Comuni, che hanno fatto la storia di questo Paese.

Allora, attenzione Assessore, la invito soltanto a riflettere su questo: non lasciamo spazi noi, a partire dai responsabili, dalla politica che è presente in quest'Aula, non lasciamo spazi ad altri, perché gli altri non hanno né la funzione, né il diritto di occupare spazi che dovremmo occupare noi. Attenzione, noi stiamo rischiando una frattura istituzionale, proprio perché non vogliamo, con la sensibilità politica dovuta, e con l'etica della responsabilità istituzionale, dare ascolto soprattutto a chi rappresenta le istituzioni, quale che sia il partito che governa nel territorio. Noi ci stiamo, vi state assumendo la responsabilità di inserire un elemento di rottura nel sistema istituzionale. Ma che interesse avete?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, noi pensiamo insomma che l'esito cui appunto l'Aula sta approdando in relazione all'emendamento sostitutivo parziale numero 54, sia un esito davvero inspiegabile, anzi inaccettabile per quanto ci riguarda. Noi abbiamo discusso anche stamattina intorno ad emendamenti e a commi di questa finanziaria che avevano soltanto il sapore della propaganda politica, della non concretezza, della non corrispondenza ai bisogni dei cittadini, e mi riferisco al precedente comma 17. Invece in questo caso siamo di fronte ad una parte di questa finanziaria, che è davvero sostanziale, fondamentale in relazione alla situazione sociale ed economica che stiamo vivendo.

Qui non si tratta di essere asserviti all'ANCI, piuttosto che ad altre associazioni attorno alle quali si riuniscono i Comuni, qui si tratta semmai di ascoltare davvero la voce di coloro i quali rappresentano le comunità, le rappresentano da vicino e ne hanno la responsabilità. Si tratta, da una parte, di questo, dall'altra, come hanno detto bene gli altri colleghi, di rispettare una legge in vigore in questa Regione.

Noi stiamo disattendendo da una parte al dovere politico di dare risposte al sistema delle autonomie locali, di cui tante volte ci riempiamo la bocca, dall'altra ci stiamo assumendo la responsabilità di non dare corso alle leggi che noi approviamo. E' una cosa gravissima dal punto di vista istituzionale e dal punto di vista politico per i partiti politici che qui sono rappresentati, e noi chiediamo ancora che si rifletta su questo comma e su questa proposta. Qui non si tratta di fare ostruzionismo, si tratta di far ascoltare la voce di coloro i quali da questo Parlamento si aspettano risposte concrete, e fino ad oggi non le hanno avute. Sono gli ultimi appelli perché ci si soffermi ancora un attimo su questa nostra proposta, e perché questa proposta effettivamente riceva l'accoglimento e l'ascolto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, io credo sia sbagliato, sia sbagliato anche in questo momento, creare una frattura con il sistema delle autonomie locali. Noi quest'ultimo decennio abbiamo affrontato - l'ha affrontata il Parlamento - la revisione del Titolo V della Costituzione. Si partiva proprio da una concezione che era quella della piramide rovesciata (Comuni, Province, Regione, Stato) e si è arrivati all'equiordinazione, ad un sistema a rete, perlomeno al tentativo di realizzare un sistema a rete.

Io credo che il lavoro che è stato svolto in questi anni, che ha svolto anche la Sardegna, anche con l'istituzione del fondo unico, con l'istituzione del Consiglio delle autonomie locali, col tentativo di ricollocare, di riposizionare le funzioni, i servizi ai cittadini, sulla base del principio della prossimità al luogo dove vivono, della vicinanza all'utenza, anche per garantire appropriatezza, qualità, efficienza ed economicità, sia stato un buon lavoro. Credo che nel momento in cui ci accingiamo ad applicare il federalismo fiscale dobbiamo essere più coerenti, anche attraverso forme di federalismo interno, che siano adeguate e che tengano conto della complessità del nostro sistema, ma anche di un sistema delle autonomie locali dove la Regione non è il perno, è una componente importante ma è una componente, che ha un'altra funzione, quella legislativa, ma che deve accompagnare un processo democratico che parta necessariamente dal basso.

Di fronte alle sfide che abbiamo davanti, ad un Governo che decide anche in questi giorni, in Parlamento ieri, la possibilità, attraverso un emendamento, di utilizzare i fondi FAS per il disavanzo della sanità, di fronte alle sfide sulla Sassari-Olbia, sui FAS, sull'industria, sulla drammatica crisi socio-economica, noi decidiamo di rompere il fronte, decidiamo che la Regione, con una funzione neocentralista (lo dirò fino alla nausea) col recupero di funzioni neocentraliste detti le politiche ed eserciti nuovamente il controllo. Credo che sia una fase sbagliata, che siamo ancora in tempo per rimediare, che le azioni che abbiamo condotto anche dal punto di vista legislativo nell'ultima legislatura siano da collaudare, da consolidare, anche attraverso l'applicazione della legge sul fondo unico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, è evidente e palpabile il disagio della maggioranza oggi in Aula di fronte a questo emendamento, così come è evidente negli interventi precedenti di tutti coloro che su questa vicenda hanno espresso un atteggiamento contrario, mentre risulta indiscutibile la necessità di insistere.

Intanto dobbiamo dare atto che dopo l'insistenza del collega Uras si è superato il tentativo di accantonare l'emendamento con una manovra furbesca, e oggi invece, in questo momento, grazie alla copertura finanziaria, possiamo entrare nel merito e discuterlo. E' un emendamento che non fa una grinza, è un emendamento che nasce dalla legge, e le leggi vanno rispettate, e ciò io credo debba portare tutti ad una riflessione.

Con questo emendamento, oltre a rispettare però una legge, si interviene a favore dei comuni, che sono l'ente pubblico, l'istituzione pubblica più esposta di fronte ai bisogni dei cittadini, così come recita alla fine l'ultimo capoverso che fa riferimento proprio ai cantieri comunali, ai sussidi per le famiglie, ai soggetti bisognosi, ai servizi sociali e alle infrastrutture locali. Sono i settori sui quali i comuni sono chiamati quotidianamente a dare risposte alla gente che fa la fila davanti agli uffici comunali e davanti agli uffici dei Sindaci. Ed è per questo che insistiamo, ancora una volta, perché l'Aula accolga questo emendamento favorevolmente e lo sostenga, nell'interesse di tutti i cittadini sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, io non vorrei essermi distratto, è possibile in qualche momento della discussione, però mi sarei aspettato, nel dichiarare il voto favorevole a questo emendamento, che ci fosse stata perlomeno una disponibilità parziale ad accoglierlo, perché mi sembra che anche nelle discussioni che abbiamo avuto modo di fare incontrando l'ANCI e il sistema delle autonomie, ci fosse una disponibilità ad avviare un percorso che potesse portare ad individuare meglio la misura dell'adeguamento, anche se la legge, da questo punto di vista, non lascia adito alle interpretazioni, per esempio nell'affrontare il tema del ricomprendere o meno nel fondo unico altre misure che vengono delegate agli enti locali, come quelle legate alle misure di contrasto alla povertà o in materia di infrastrutture pubbliche e quindi accogliere il principio dell'adeguamento.

Presidente, io capisco che addirittura forse disturbiamo nello svolgere…

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Terzo Sanna, onorevole Murgioni, lasciate proseguire l'oratore…

PORCU (P.D.). Il nostro non è un ufficio semplice. Io auspico che ci sia ancora un'apertura che porti ad un adeguamento parziale, cioè che dimostri che c'è l'accoglimento di principio e che il rinvio ad un tavolo di concertazione non è un fatto strumentale per prendere tempo ma è soltanto un modo per precisare meglio e comprendere meglio l'entità del problema.

Da questo punto di vista, la chiusura della maggioranza mi sembra una chiusura ingiustificata. Poi sentiamo rivolgere appelli ad una minoranza che farebbe una opposizione strumentale. Ma la nostra non è una opposizione strumentale; le nostre argomentazioni sono pacate, stiamo intervenendo in maniera specifica sugli emendamenti che secondo noi sono più qualificanti e ci piacerebbe che quando si tratta di materie così importanti non ci fossero preconcetti, ci fosse almeno la volontà di entrare nel merito e di dimostrare di accogliere almeno parzialmente il principio che stiamo cercando di affermare. Il mio voto è naturalmente favorevole.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 54.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Petrini hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Cappai - Cossa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 52

astenuti 2

maggioranza 27

favorevoli 16

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 126.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 126.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risponde no la consigliera: Zuncheddu.

Si è astenuto il consigliere: Uras.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 40

votanti 39

astenuti 1

maggioranza 20

favorevoli 38

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo agli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì io sono favorevole a questo emendamento anzi sarei favorevole ad approvare una legge statutaria che regolasse finalmente i rapporti tra gli organi della Regione, il Presidente, la Giunta (che è organo di governo collegiale) e il Consiglio, sarei favorevolissimo ad approvare subito una legge statutaria di attuazione dell'articolo 15 dello Statuto che trattasse questi argomenti insieme ad altri rilevanti, oppure, come da più parti si propone, sarei favorevolissimo ad approvare una modifica dello Statuto e a procedere, come questo Consiglio riterrà di dover scegliere, anche attraverso un'Assemblea costituente, se questa fosse la scelta. Però una cosa è certa: che il Consiglio regionale non può rimanere all'oscuro degli atti che si compiono nell'Esecutivo.

Adesso mi viene in mente un fatto, lo riferisco perché con l'onorevole Pittalis abbiamo condiviso un emendamento a una norma del Collegato, che riguardava l'incentivo all'esodo del personale delle A.S.L. e delle aziende di trasporto pubblico locale. E' di queste ore la notizia che la Giunta sta procedendo in maniera esattamente contraria a ciò che è stato stabilito dalla legge, cioè concede l'esodo a chi ha maturato tutti i requisiti per andare in pensione ben pagato, mentre non funziona l'incentivo all'esodo per coloro che ancora devono maturare i requisiti. Cioè, la norma che abbiamo portato noi, pensata qua, anche sostenuta dal sindacato, richiesta e votata, viene violata! Ecco perché le Commissioni consiliari devono esercitare la loro funzione di controllo sistematico anche per questa vicenda delle liquidazioni delle società, che è sempre promossa, sempre decisa, sempre voluta e mai realizzata.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

Poiché risulta difficoltoso il conteggio dei voti dispongo che si proceda alla votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 53 e 80, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Contu Mariano - Piras - Stochino - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: Cappai - Cossa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 50

astenuti 2

maggioranza 26

favorevoli 46

contrari 4

(Il Consiglio approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 127.

Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 128.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ho chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'altro emendamento. Non so che cosa appaia in quel monitor: procediamo per alzata di mano, spegnete il monitor, buttatelo via! Non è possibile, io chiaramente non intervengo, Presidente, però o funziona il sistema o non funziona, e se non funziona prendiamo atto che non funziona e non facciamoci affidamento. Cioè, le prossime sedute procediamo per appello nominale, con le votazioni, facciamo le cose "all'antica", con alzata di mano, facciamo i probi viri, facciamo contare i Questori, i Questori che dovrebbero garantirci questo lavoro li mettiamo a contare i voti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 128. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 129. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 48 è inammissibile per mancanza di copertura finanziaria.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Credo che ci fosse stata un'interlocuzione per inserire una dizione che ne consentisse l'ammissibilità. Non so se i colleghi abbiano proceduto a farlo però anche in Commissione se ne era ravvisata l'opportunità. Mi dispiace che non ci sia il collega Gian Valerio Sanna ma potrebbe collaborare l'onorevole Uras, perché in sostanza bisogna inserire che avviene per delibera di Giunta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Dunque, l'emendamento, al di là del problema della copertura finanziaria, siccome nella sostanza si riferiva ad alcuni compendi della Provincia di Oristano, andava anche riformulato, perché allo stato ha una formulazione globale che...

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Riguarda le concessioni.

STERI (U.D.C.). Esatto, va riformulato. Per esempio, La Maddalena con questa formulazione è qua dentro, altrimenti si riferisce solo a Oristano.

Era da riformulare integralmente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA Mario (P.d.L.). Presidente, chiedo di sospendere questo emendamento e di trasferirlo all'articolo 3, perché si tratta comunque di un problema che riguarda attività produttive. Credo che l'Aula sia d'accordo, per cui, se gli Uffici non hanno niente in contrario…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Diana.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo trenta secondi di sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa trenta secondi.

(La seduta, sospesa alle ore 14 e 00, viene ripresa alle ore 14 e 04.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 125. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 137. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 140. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 142. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 144, sul quale c'è l'invito al ritiro da parte della Commissione.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Va spostato all'articolo 3 perché identico all'emendamento numero 73.

PRESIDENTE. Poiché la Giunta e la Commissione sono d'accordo, l'emendamento numero 144 viene spostato all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 12, c'era una richiesta di sospensione da parte della Commissione e la richiesta di modifiche da parte della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, per cercare di contemperare l'emendamento con le esigenze della Giunta si propone, con un emendamento verbale, di inserire alla fine dell'emendamento numero 12 la frase: "è fatta salva la facoltà da parte della Giunta di disporre con delibera su proposta dell'Assessore competente la non sottoposizione al controllo di tutti o parte degli atti che precedono".

PRESIDENTE. La Giunta e il relatore della Commissione esprimono parere favorevole sulla proposta. L'Aula si deve esprimere sull'accoglibilità dell'emendamento orale.

Poiché non vi sono opposizioni metto in votazione l'emendamento numero 12 integrato dall'emendamento orale così come proposto dall'onorevole Steri. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 155.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. In Commissione era emersa la necessità di cancellare, se l'Aula è d'accordo la parola "favorevole" nell'emendamento. Propongo, pertanto, in tal senso un emendamento orale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì va bene, ma aggiungendo la frase: "da esprimersi entro i 15 giorni previsti dalla normativa".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Preciso subito che accolgo l'emendamento orale, tanto non rileva rispetto al ragionamento. Io farò questo ragionamento fino a quando saremo in grado di sopportarlo anche fisicamente. Però c'è un rapporto distorto tra Giunta e Consiglio. Da un lato il Consiglio approva le leggi, dall'altro capita che funzionari dell'amministrazione regionale, con loro circolari, che dovrebbero essere esplicative, attuative e quindi favorire l'attuazione delle norme approvate dal Consiglio, le violino invece sistematicamente, non occasionalmente, ma sistematicamente. E io lo ribadisco perché voglio che questa denuncia di violazione sistematica rimanga agli atti. Perché quando è sistematica la violazione, quando parte cioè da ragionamenti preconcetti, quando è, come si dice quando qualcuno fa qualcosa di volontario e prima ci pensa, premeditata, si configura anche altro nella responsabilità di chi lo fa.

Io voglio che rimanga agli atti, perché la violazione delle leggi è sistematica. Figuriamoci in che considerazione terranno gli Esecutivi e gli Uffici i pareri che esprimono le Commissioni consiliari! Ma diventerà un modo attraverso il quale la Giunta regionale, gli Esecutivi, gli Uffici daranno schiaffi all'Assemblea parlamentare. Perché la logica politica che si è costruita in questi anni è di una esasperata - fra l'altro ingiustificata - preponderanza all'interno degli organi pubblici di chi governa rispetto a chi legifera, a chi decide della vita di tutti, attraverso le leggi, che sono espressione di una partecipazione generale, quindi di più parti politiche.

>PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 155 con le modifiche proposte. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 138, sul quale venivano chieste delle modifiche.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.), relatore di maggioranza. Relativamente all'emendamento numero 138 c'era un problema sulla data del 31/12/2008 e c'era un problema sul bilancio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La formulazione sarebbe "fino al 31 dicembre 2012", aggiungendo "e comunque non oltre l'approvazione del piano triennale previsto dall'articolo 7 della legge regionale numero 14 del 2006". Questo per non incorrere in problemi evidenti.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento orale si intende accolto.

Metto in votazione l'emendamento della Giunta numero 138 con le modifiche proposte. Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Sull'emendamento numero 42 c'era un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 170.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 170 è un emendamento significativo, lo segnalo ai colleghi, perché in sostanza sui temi del riordino, del riequilibrio dei rapporti finanziari tra Regione e Enti locali, crea una scorta finanziaria sull'onda dell'emendamento presentato dagli onorevoli Floris e Biancareddu, una scorta finanziaria di 15 milioni di euro nel FNOL, che permette un'azione legislativa di riequilibrio nella direzione che questo Consiglio regionale vorrà indicare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi prendiamo atto di questa iniziativa, parleremo con la Giunta, con la maggioranza, quando si parlerà di riforma del sistema finanziario nell'ambito della nostra autonomia. Non siamo soddisfatti chiaramente, quindi voteremo contro. Però, quello che voglio dire è che teniamo conto che il capitolo che è stato aperto è un capitolo che si sposta, e speriamo di avere una disponibilità diversa rispetto alla domanda giusta degli enti locali, anche sotto il profilo della modifica dei meccanismi di alimentazione del fondo, che va al sistema delle autonomie locali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Noi non siamo soddisfatti naturalmente di questo emendamento. Riteniamo che compiere passi indietro nell'ambito del fondo unico sia sbagliato, che occorra applicare la legge. Prendiamo atto che comunque, anche attraverso una nuova norma, attraverso il testo unico dell'ordinamento degli enti locali, quindi anche rivedendo il rapporto finanziario tra Regione e Enti locali, si possa ancora intervenire. Mi auguro che ciò sia fatto con la massima partecipazione, con la massima partecipazione degli attori istituzionali e naturalmente anche del Consiglio regionale, che non rimanga un'iniziativa dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 170. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 158 è ritirato. Sull'emendamento numero 3 c'è un invito al ritiro. Chiedo a uno dei presentatori se intende ritirarlo.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). E' ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 15 era sospeso.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Ritiriamo l'emendamento. Sarà ripresentato nel collegato, concordandolo previamente.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 26 c'è l'invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente, io ritiro l'emendamento, lo faccio anche a nome del collega Porcu, che aveva aggiunto la sua firma. Però, mi corre l'obbligo di insistere presso la Giunta regionale perché ci sia una valutazione attenta del problema che è stato presentato nell'emendamento. La somma in esso prevista - che peraltro è sbagliata, non è 6 milioni di euro, ma è 60 milioni di euro - è quella che è stata stimata indispensabile per dare corso all'accordo di programma che è stato sottoscritto dal presidente Soru nel 2008, insieme col Ministero della difesa, per la dismissione dei beni militari che non sono più indispensabili per le esigenze della difesa.

Si tratta di beni del valore di centinaia di milioni di euro e che riguardano, tra gli altri, l'ospedale militare di Cagliari, la caserma Gioda e Martinazzo, la caserma Ederle, quindi un valore inestimabile per la Sardegna, che ne rientrerebbe in possesso. L'accordo di programma rischia di bloccarsi se la Regione non interviene per fare la parte che è di sua competenza, e se si bloccasse l'accordo i beni potrebbero finire in mano ai privati. Abbiamo infatti letto sui giornali che il Ministero della difesa ipotizza di istituire un'agenzia propria, con cui dismettere i beni militari di propria competenza e cederli ai privati. Non vorrei quindi che, per aver dimenticato la parte più attuativa del programma (quella che richiede uno stanziamento economico da parte della Regione) ci trovassimo a perdere dei beni che sono indispensabili per lo sviluppo complessivo della nostra città, Cagliari, e della Sardegna (perché ci sono beni che ricadono anche in altre realtà territoriali).

Quindi, chiederei all'assessore La Spisa di approfondire il tema in maniera tale che possa essere trattato in sede di legge collegata e opportunamente risolto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Venti secondi per dire che abbiamo immediatamente attivato uno studio sull'argomento. Gli uffici stanno esaminando anche i termini dell'accordo, l'accordo è valido per tutto il 2010, quindi abbiamo tutto il tempo per esaminare eventuali soluzioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io sono tentato di fare proprio l'emendamento. Queste parole dell'Assessore in qualche modo mi rassicurano. Il problema esiste, esiste sia per quanto riguarda gli accordi con il Ministero della difesa, sia per quanto riguarda quelli con l'Agenzia del demanio. Abbiamo intere borgate - penso a Fertilia, ma non solo - dove c'è stato un accordo nell'ambito del riuso turistico delle borgate marine, e che prevede finanziamenti (2 milioni di euro in questo caso) che però riteniamo insufficienti. Io credo che occorra affrontare complessivamente l'argomento che riguarda sia l'Agenzia del Demanio, sia il Ministero della difesa, e andare a completare - lo dico in questo caso alla Giunta, in realtà dovrei parlare con l'assessore Asunis - un trasferimento anche di immobili ad uso residenziale, commerciale, che sono rientrati nell'ambito dell'articolo 14 dello Statuto del Demanio regionale, che adesso sono da trasferire o agli enti locali per una finalità sociale, oppure da alienare sulla base della legislazione vigente.

C'è quindi da completare un'opera che abbiamo avviato nella scorsa legislatura, che non può rimanere a un punto fermo, quindi è da affrontare assolutamente. Io credo che sia necessario affrontare l'argomento già in occasione del prossimo collegato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Le dichiarazioni dell'onorevole Bruno evidenziano che il problema è molto più generale. Peraltro è un problema che nasce dall'articolo 14 dello statuto dell'Agenzia del demanio, e che è tutto differente dal problema sollevato all'emendamento dell'onorevole Vargiu, che si ricollega al G8. Io riterrei, al di là di quanto stanno facendo gli Uffici, che conoscono bene la pratica - anche perché a questi accordi ha partecipato come direttore generale l'assessore Asunis e il direttore generale della presidenza, la dottoressa Massidda - riterrei che, in ogni caso, possa essere già oggetto di discussione in sede di prima Commissione, chiamando gli Assessori competenti per iniziare ad affrontare analiticamente il problema.

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 29 c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, con questo emendamento si richiede lo stanziamento in bilancio di 2 milioni di euro per proporre la realizzazione di corsi per personale sanitario nelle strutture infermieristico-tecnico della riabilitazione. Il motivo del perché viene riproposto (era già stato proposto nella precedente finanziaria) è identico, nel senso che attualmente la formazione di questo tipo di personale rimane incardinata in capo alle sedi universitarie, con la conseguenza logica che il personale che viene "sfornato" non è nemmeno sufficiente per poter coprire il turn-over naturale dei dipendenti che vanno in pensione.

Se si procede a una verifica da un punto di vista anche numerico, si vedrà che tutte le aziende sanitarie, ormai da qualche anno, importano, scusando il termine, personale addirittura dai Paesi dell'Est, con tutto ciò che ne consegue, cioè che non vengano offerte possibilità di lavoro a giovani sardi, cosa che in passato invece, quando i nostri giovani trovavano collocazione in Sardegna e anche fuori dalla Regione sarda, avendo acquisito la professionalità, regolarmente avveniva. A ciò si aggiunge un altro grosso problema per le aziende sanitarie: quello di non poter assicurare i livelli essenziali di assistenza e, allo stesso tempo, l'impossibilità di attivare le nuove iniziative sanitarie, che vengono indicate nei programmi aziendali.

Allora, si parla tanto di razionalizzazione della spesa, di diminuzione della spesa nel mondo della sanità, questo invece è un sistema che porta addirittura un aumento della spesa, perché molto spesso, per sopperire a nuove attivazioni, si è costretti a chiedere prestazioni aggiuntive, a spingere i dipendenti delle aziende ad aumentare le ore di lavoro, anche con un incremento dei costi. Io credo che il richiamo alla legge numero 502 (un ritorno un po' anche al periodo precedente, con la possibilità di realizzare dei corsi in loco) offrirebbe una duplice risposta; da un lato formare il personale necessario al sistema sanitario, dall'altro lato formare personale che sia del posto. Molto spesso, infatti, come abbiamo avuto anche modo di ricordare in altre circostanze, il personale formato presso le sedi universitarie di Sassari e di Cagliari è costretto a spostarsi dalla sua residenza storica, naturale o familiare, per andare a trovare occasioni di lavoro magari…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare l'Assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'invito al ritiro era motivato dalla circostanza che a questa materia sono già destinate delle risorse, e che nell'accordo Regione-Università si sta arrivando anche a soddisfare tutto il fabbisogno; è stato firmato qualche giorno fa l'accordo del 2009, e per il 2010 dovrebbero essere destinate anche altre risorse a questa finalità. Comunque l'argomento potremmo approfondirlo meglio in seguito.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, vorrei sapere se l'emendamento viene ritirato o meno.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Sì, avevo sentito le dichiarazioni dell'Assessore. Lo dico senza voler mancare di rispetto a nessuno: io vorrei, siccome sono argomenti che abbiamo anche affrontato in Commissione, nonostante sappia benissimo che l'assessore La Spisa rappresenta tutta la Giunta, che anche quando dovremo affrontare i prossimi argomenti in materia sanitaria, l'assessore Liori fosse presente per interagire su alcune discussioni. Poi, adesso il collega Caria deciderà se ritirare o meno l'emendamento, comunque, almeno io ho colto il senso delle dichiarazioni che l'assessore La Spisa ha testè pronunciato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Sentita la dichiarazione dell'Assessore, ritiro l'emendamento. Nel caso non venisse mantenuto l'impegno lo ripresenteremo nel collegato. Su questo punto, però, vorrei essere preciso: l'obiettivo che noi vogliamo perseguire con questo emendamento è quello di favorire una dislocazione dei corsi di formazione presso le varie aziende. Se l'accordo con l'università - inteso a istituire corsi almeno dove ci sono delle sedi gemmate dell'Università - troverà il nostro favore non ripresenteremo l'emendamento al collegato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 30.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, questo emendamento prevede il finanziamento per l'esercizio 2010 del "progetto Supramonte", un progetto speciale, particolare, un progetto pilota rispetto al quale è stato anche predisposto un accordo di programma siglato dalla Regione, dall'Ente foreste e dai Comuni di Urzulei, Orgosolo, Dorgali e Oliena. Abbiamo avuto contezza nei giorni scorsi che i soldi per far partire questo progetto non sono stati previsti, non sono disponibili. Come il Consiglio sa, anche come protesta, come giusta protesta, nelle settimane scorse è stato occupato il Comune di Orgosolo. Questo è un progetto importante che può diventare un progetto di sviluppo locale, che fa leva sulle ricchezze ambientali e sulle ricchezze locali del Centro Sardegna, ed è un progetto che può costituire un modello di sviluppo per le zone interne, replicabile anche in altri territori della nostra Regione.

Si tratta sostanzialmente di dare avvio a una possibilità di sviluppo concreta, delle zone interne, che è stata condivisa ampiamente non soltanto dai sindaci delle amministrazioni locali, ma anche dalle intere comunità. Ora, per far partire questo progetto, sono evidentemente necessarie le risorse che devono essere allocate nelle disponibilità dell'Ente foreste. Ad oggi sappiamo, invece, che si sta disattendendo totalmente l'accordo di programma, e con esso si sta disattendendo la possibilità concreta di sviluppo per territori che sappiamo essere da anni (anzi, da sempre) afflitti, oltre che dal fenomeno dello spopolamento, da un progressivo indebolimento della situazione sociale ed economica. Ci sono tante persone che aspettano questo progetto, perché rappresenta concreta possibilità di occupazione per il presente e per il futuro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, vorrei intervenire su questo emendamento e sul tema chiarendo un punto accennato dalla collega Barracciu. L'accordo di programma non è stato sottoscritto dall'Ente foreste, ma dal presidente Soru, dal Comune di Dorgali e dal Comune di Orgosolo e non dal Comune di Urzulei e di Oliena. All'articolo 4, risorse finanziarie, si prevedeva che le risorse per tale progetto - recito - dovrebbero essere "reperite per l'anno 2008 dal bilancio dell'Ente foreste della Regione e per gli anni successivi con incremento dei trasferimenti annuali dalla Regione all'Ente foreste", cosa che dal 2008 non è avvenuta, e non c'è stata nessuna copertura, da parte della Giunta precedente, sull'accordo di programma con i Comuni di Dorgali e di Orgosolo. Perciò con protocollo d'entrata del 22 dicembre 2008 è stata data la disponibilità a una copertura sul bilancio 2008 che era stata già programmata. Credo quindi che questo sia un protocollo strumentale alle elezioni immediatamente successive.

Detto questo ritengo che tutte le azioni che possano consentire uno sviluppo economico e un incremento dell'occupazione in quel territorio, debbano essere perorate. Il compito della Giunta sarà di verificare come e in che quantità. Dopodiché è anche vero che, per quanto riguarda gli interventi per le assunzioni e i livelli occupativi, non devono essere indirizzati sicuramente solo ed esclusivamente a dipendenti di società o cooperative in crisi, perché ci sono anche altri titolati a poter essere occupati in quei cantieri secondo procedure trasparenti e legittime. E non è il caso di inventarne di nuovo per dare risposte a un'azienda in crisi e solo e unicamente a quella.

Ritengo opportuno intervenire, ritengo opportuno trovare, insieme a tutti voi e alla Giunta, le soluzioni, senza correre il rischio che qualsiasi azienda che si occupi di edilizia, di commercio, di industria o di qualsiasi altro trovi la sua soluzione occupazionale nei cantieri forestali. Questo è un percorso abbastanza pericoloso. Perciò sostengo sicuramente la necessità di trovare una soluzione nella chiarezza degli atti svolti precedentemente, di quelli che devono essere svolti nel momento contingente e soprattutto nella trasparenza nei confronti di tutti i cittadini dei comuni che parteciperanno all'accordo di programma che dovrà essere riscritto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Signor Presidente, io non sarei intervenuto (interverrò sicuramente fra qualche giorno quando avrò più titolo) però voglio chiarire alcuni punti. Io ho incontrato tutte le strutture preposte, mi sono incontrato anche con i rappresentanti dei Comuni di Urzulei, di Orgosolo, di Oliena, eccetera, e loro hanno parlato di un progetto di sviluppo. Ahimé, però questo la legge non lo consente. Non ci sono risorse. Basti pensare che per l'Ente foreste i fondi l'anno scorso ammontavano a 171 milioni; oggi ammontano a 181 milioni di euro, però solo per il personale ce ne vogliono 177, quindi, di fatto, non sono state stanziate nuove risorse finanziarie.

Allora, siccome esiste la legge numero 31, a questa bisogna conformarsi, non si può derogare, soprattutto con un emendamento. Comunque, in quell'occasione il Comune di Orgosolo e gli altri comuni hanno chiesto di poter attuare questo progetto di sviluppo, che è diverso dalla realizzazione e costituzione dei parchi. Noi abbiamo ripartito le risorse finanziarie nei parchi (mi riferisco a Monte Olia, a Monte Arci, eccetera) e tutti quanti hanno ricevuto un importo sulla base sia dell'estensione territoriale in primis sia del numero dei comuni che ne fanno parte. Però, proprio per venire incontro a queste necessità, con un intervento analogo a quello dei 12 milioni, proposto da due colleghi ex Assessori (che però non ha avuto conseguenze perché non hanno inserito le risorse in bilancio, sapendo che non potevano farlo) abbiamo previsto 2 milioni di euro, di una delibera per la realizzazione del progetto specifico per il Supramonte, che è diverso rispetto agli altri, e che richiederà una legge apposita.

Questo oggi ovviamente non si può fare perché bisogna attenersi scrupolosamente alla normativa. Credo che siano necessari non meno di 10 milioni di euro, comunque noi abbiamo già allocato 2 milioni di euro perché crediamo in questo progetto che è completamente diverso dagli altri. L'Ente foreste però ha delle risorse destinate a cooperative idonee (circa 12) che erogherà autonomamente in relazione al loro problema specifico. Non c'è comunque nessun impegno formale. Sta di fatto che ci sono 2 milioni per questo progetto che dobbiamo tutti concorrere a realizzare, ma attraverso un provvedimento legislativo che approveremo nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 30. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 38.

Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che con quest'approvazione si pone rimedio, io credo, a un refuso, a un'incomprensibile discrimine che è contenuto nella legge regionale del 2007, estendendo quindi anche a tutti gli enti locali la possibilità di derogare al contenimento della spesa del personale. Quindi va bene così.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 38. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Sull'emendamento numero 43 c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 43, insieme agli emendamenti numero 135 e 136 della Giunta, dovrebbe essere trasferito all'articolo 3.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta del consigliere Maninchedda è accolta. L'emendamento numero 64, era ritenuto parzialmente inammissibile, quindi votiamo la parte ammissibile, che è la prima parte, fino alle parole "di competenza".

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, questo era uno degli emendamenti famosi. Quindi sostanzialmente l'emendamento numero 64 viene dichiarato ammissibile fino alla parola "competenza" e, invece, inammissibile la parte in cui si dice: "Le disposizioni di cui all'articolo 12, comma 8, sono abrogate". Ho capito bene?

PRESIDENTE. Esattamente così.

CARIA (P.D.). Va bene, Presidente. Il nostro obiettivo era un altro, è inutile che ripetiamo quello che è successo ieri...

PRESIDENTE. Lo ritira?

CARIA (P.D.). No, non lo ritiro. Chiedo venga posto in votazione. Voglio solo ribadire un concetto espresso ieri, e cioè che la mia posizione non era una posizione contro l'operato degli Uffici - questo ci tengo in modo particolare a ripeterlo davanti all'Aula - ma esclusivamente volte a capire e comprendere il modo di lavoro all'interno dell'Aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 64. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 61.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). L'emendamento numero 61, di cui sono primo firmatario - e richiamo su questo emendamento l'attenzione di tutta l'Aula ed in particolare dei consiglieri regionali espressi nella Gallura - riguarda sostanzialmente il finanziamento per il completamento del secondo lotto dell'ospedale civile di Olbia. Mi dispiace che non sia presente l'Assessore della sanità perché, peraltro, in un suo recente incontro, sono stati presi degli impegni anche con gli operatori, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie, e probabilmente l'occasione migliore era costituita da questa finanziaria. Anche perché parliamo di una variante che, di fatto, si sta già realizzando, perché comunque afferisce all'impiantistica all'interno dell'ospedale, del lotto che si sta costruendo, e senza la quale l'alternativa in questa fase sarebbe il blocco dei lavori, con tutto quello che ne conseguirebbe.

Il reparto di medicina dell'Ospedale di Olbia attualmente è ubicato presso il vecchio ospedale con conseguenze relative non solo a un aumento del livello di rischio per i pazienti, ma anche economico - incremento di spese per la gestione di un reparto lontano dall'ospedale effettivo. Per cui, la richiesta è quella di finanziare il completamento, anche perché mi sembra che quest'opera - visto che esiste una continuità amministrativa - sia stata inserita come strategica tra le opere rientranti nel discorso del Piano sanitario. E in proposito voglio dire che nella discussione sul bilancio che noi in questi giorni stiamo analizzando si è parlato di tutto, si è parlato di tanti argomenti, forse ci si è calati poco sui...

PRESIDENTE. Il tempo sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che la ricostruzione che ha fatto l'onorevole Caria non risponde a quanto risultato dall'audizione del direttore generale e dall'Assessore stesso in Commissione bilancio. I fondi per l'ospedale di Olbia hanno un percorso di certezza, ne abbiamo avuto ampia assicurazione, sono aspetti che possono essere approfonditi. Naturalmente noi vogliamo anche che gli impegni assunti in questo senso vengano mantenuti, e le assicurazioni che si sono avute in questo senso dovrebbero essere sufficienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Mi permetto di intervenire, Presidente, per la stima che ho nei confronti del collega Caria, per suggerirgli, se ha compreso lo spirito di questa finanziaria (non entrando nel merito delle proposte fatte) di ritirare gli emendamenti territoriali che sono stati da lui proposti e quindi i numeri 61, 62, 63, 65, 7 e poi di effettuare una riflessione sulla richiesta di abrogazione in toto o in parte della legge numero 3 del 2009 sulla quale, anche in un precedente emendamento, l'Aula si è già espressa. Questo per facilitare i lavori e per non entrare troppo nel merito delle problematiche territoriali che ognuno di noi avrebbe il piacere di proporre, che meritano attenzione, ma che non possono essere affrontate ora.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 61. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 62.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Intervengo sull'emendamento numero 62 e ribadisco quello che ho detto prima. Forse l'onorevole Lai può avere parlato con l'Assessore e aver ricevuto risposte diverse da quelle che ho ricevuto io, certamente voi siete in maggioranza noi siamo all'opposizione, però i documenti ufficiali dell'Azienda dicono un'altra cosa. Del resto io non ho pronunciato un intervento sulla base delle risultanze di un convegno o di un incontro dove magari può anche essere passata una parola in più o una parola in meno, ma ho pronunciato un intervento basato sulle richieste messe per iscritto dalla stessa Azienda che afferma testualmente: "Stiamo procedendo comunque, anche senza la perizia di variante approvata, a fare questi lavori, altrimenti l'alternativa è il blocco del cantiere".

Poi, io comprendo l'onorevole Capelli quando mi dice: "Ci sono esigenze di tutti i territori, la finanziaria riguarda un ragionamento regionale", lo condivido però il mio compito di consigliere di opposizione è anche quello, laddove ci possa essere una necessità, di segnalarla, e su questo argomento io ho voluto presentare questa proposta, perché diventerà un problema serio. Perché non l'ho presentato nel collegato? Perché quando verrà approvato il collegato sarà già tardi, perché il cantiere sta andando avanti, stanno lavorando ventiquattr'ore su ventiquattro per consentire il completamento. Per cui è necessario che si adotti uno strumento finanziario che offra coperture e che consenta di portare avanti in maniera regolare i lavori. In maniera regolare, cosa che oggi non sta avvenendo.

CAPELLI (U.D.C.). A Tempio!

CARIA (P.D.). Io ho presentato questo emendamento perché la Residenza sanitaria assistenziale di Tempio, tra l'altro, è stata finanziata quando l'onorevole Oppi era Assessore. Lì c'è un cantiere bloccato, è una necessità. La Giunta di allora aveva stabilito che nella Gallura ci dovevano essere 360 posti nelle RSA, oggi ce ne sono solo 120 funzionanti, per cui è una necessità, è un'opera pubblica, se no sarà un'incompiuta di questa amministrazione. Più di questo non vi posso dire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Vorrei provare a chiedere ai colleghi che hanno la doppia veste, di medici e di galluresi (una accoppiata formidabile): perché dopo qualche anno in Consiglio regionale, quando si parla di sanità e quando si parla poi della Gallura in genere si perdono ore? Scusate lo scherzo ma non è...

CARIA (P.D.). Sono commercialista, qualche numero lo capisco!

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ah! Va bene. Comunque, davvero, scusate lo scherzo, ma è solo per dire che nessuno sottovaluta - e neanche la Giunta quindi - la realtà dei problemi, ma quello che si vuol dire è che non è opportuno sollevarli adesso perché non possiamo certamente dare risposta nella finanziaria a questi problemi con stanziamenti mirati sul territorio e su materie specifiche.

Perché non usare un po' di buon senso e rimandare questi argomenti nelle sedi della Commissione laddove si discute di programmazione finanziaria? Tenete presente, tra l'altro, che se il CIPE approverà il PAR-FAS a giorni, ci sarà uno stanziamento importantissimo sull'edilizia ospedaliera. Non si può quindi obiettivamente appesantire la finanziaria con interventi di questo tipo, non c'è alcuna possibilità che vengano accolti. Il problema è stato posto, io inviterei a rinviare la questione evitando una bocciatura che non ha senso perché nessuno è contro questi interventi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, io apprezzo l'intervento che è stato fatto anche dall'Assessore...

PRESIDENTE. Ritira l'emendamento, onorevole Caria?

CARIA (P.D.). Non lo ritiro.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 62. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 63. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 65.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Onorevole Caria, lei non può chiedere la votazione nominale.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Allora, per essere chiari: qua non c'è nessun accordo di nessun tipo con la maggioranza. Nessun accordo di nessun tipo né sui tempi né sui contenuti né sulla forma. Perché sia chiaro e perché rimanga agli atti: nessun tipo di accordo, nessuno, mai né in quest'Aula né fuori da quest'Aula. Su questo tema io mi rendo conto che ci sono interventi di tipo settoriale, di tipo geografico. Guardate che ce ne sono anche altri nei prossimi articoli che andremo ad esaminare e non proposti dalla minoranza. Allora, manteniamo una coerenza di fondo, ve li segnaleremo uno per uno. Io credo che noi stiamo svolgendo il nostro ruolo fino in fondo. Questa volta non chiedo la votazione nominale, ma lo farò nelle prossime votazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intanto approfitto per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento in discussione, poi anche per ragionare sul valore delle interlocuzioni nel corso di una seduta come questa.

Era evidente a tutti che la minoranza era favorevole a tornare questa sera piuttosto che continuare in una riunione ad oltranza costringendo anche gli Uffici a orari di lavoro che non sono congrui. Ci siamo messi pazientemente ad ascoltare dal momento che abbiamo deciso di procedere ad oltranza per alcune ore non facendo la pausa del pasto. Stiamo lavorando, il che vuol dire che noi dobbiamo avere pazienza e lavorare perché se non abbiamo pazienza e non lavoriamo, è suo dovere sospendere e riconvocare il Consiglio questo pomeriggio.

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione onorevole Uras.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, intervengo per chiarire un aspetto. Nessuno, tantomeno io, è intervenuto sulla legittimità della presentazione degli emendamenti da parte dell'onorevole Caria. E' assolutamente legittimo che chiunque presenti quelli che ritiene più opportuni ed è legittimo che abbia sollevato dei problemi che sono affrontati negli emendamenti. Io suggerivo un percorso, ma non mi permetto di dire a qualcuno: "non dovevi presentare questo emendamento."

Sicuramente, onorevole Bruno, non troverà un emendamento, per esempio, per il territorio nuorese con la mia prima firma, non ne troverà neanche uno, ma è legittimo che altri li presentino. Si portano all'attenzione dell'aula alcuni problemi pur sapendo - almeno chi ha partecipato sia alla Conferenza dei Capigruppo sia alla terza Commissione - che c'è un altrettanto legittimo orientamento di tutti di non inserire in finanziaria questo tipo di argomenti. Però se ne deve discutere, si porta all'attenzione della gente che i propri rappresentanti sollevano un problema che deve essere annotato dal Consiglio e dalla Giunta.

Mi sono permesso di intervenire prima solo per suggerire un percorso, né per fare patti né per disdire patti, né niente. Soltanto un suggerimento di percorso, poi si va avanti, si discute ragionevolmente tenendo conto che ognuno di noi ha i suoi impegni. Per esempio il nostro Gruppo, il nostro partito ha un impegno pomeridiano relativo alla sua attività politica. Vorremmo contribuire anche noi a discutere su questi argomenti; datecene la possibilità perché noi oltre stasera non potremo in ogni caso continuare ad essere presenti durante i lavori in aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). A me dispiace dover contraddire per questioni che attengono la sanità il dottor Caria. Però, esiste un Assessorato, esiste un bilancio e nel bilancio, come il dottor Caria sa, saranno attribuite a questo territorio le risorse finanziarie sia per i miglioramenti relativi a interventi di edilizia sanitaria sia per la tecnologia. Io mi sarei aspettato, per esempio, che il dottor Caria avendo fatto l'amministratore soprattutto di quel territorio, avesse messo anche una integrazione di fondi per le due RSA che, finanziate nel 2001, non sono ancora praticamente di fatto completate. Voglio dirle che con i 700 miliardi di lire che ci aveva assegnato a suo tempo Veronesi, nel suo territorio furono finanziati, per quanto riguarda gli interventi di edilizia eccetera, non 2, 3, 4 comuni, 20 comuni dei 23 che fanno parte della Gallura. Quindi, io credo che la cosa migliore sia ottenere un finanziamento del programma perché si possano realizzare queste opere come da prassi consolidata. Queste si chiamano "marchette".

Perché sono intervenuto? Perché l'altro giorno l'onorevole Campus ha parlato di marchette ignorando, probabilmente, che l'inventore di questo termine sono stato io. E questo lo sanno tutti. Quando un consigliere presenta un emendamento mirato, è soltanto per poter dire nel proprio territorio: "avete visto, sono bravo, ho presentato l'emendamento ma me l'hanno bocciato". Io credo che questo non sia, scusa Caria, corretto, se no noi avremmo potuto presentare non due ma cento emendamenti. E' necessario, invece, ottenere una risoluzione della Commissione, che preveda uno stanziamento di 3-4 milioni di euro per realizzare queste opere e l'Assessore deve ottemperare. E' questa la procedura da seguire.

PRESIDENTE. E' necessario che sette consiglieri appoggino la richiesta di votazione nominale.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Espa, Barracciu, Zedda Massimo, Cocco Pietro, Diana Giampaolo, Cuccu, Lotto).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 65.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Capelli - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 39

votanti 39

maggioranza 20

favorevoli 11

contrari 28

(Il Consiglio non approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 71. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sull'emendamento numero 74, c'è un invito al ritiro.

BARRACCIU (P.D.). Manteniamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Intervengo, Presidente, per esprimere il voto favorevole rispetto all'emendamento numero 74. Io comprendo l'appunto che mi è stato mosso, da un punto di vista tecnico e dal punto di vista dell'opportunità: forse questi emendamenti non andavano presentati, però vi assicuro, non li ho presentati per cercare consensi…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Caria, lei sta intervenendo su altri argomenti. Io la pregherei di attenersi all'ordine del giorno, perché sennò questo Consiglio diventa realmente… Prego onorevole Caria!

CARIA (P.D.). Anche gli altri hanno pronunciato un intervento, Presidente! Ce l'ha con me? Non lo so! Comunque volevo dire una cosa, visto che parliamo del bilancio…

PRESIDENTE. Parliamo dell'INSAR in quest'emendamento onorevole Caria.

CARIA (P.D.). Va bene, Presidente, ho capito!

MANCA (P.D.). Deve fare con tutti così però, non solo con l'onorevole Caria!

PRESIDENTE. Con tutti, con tutti, ha ragione, con tutti!

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, intervengo per chiedere, cosa pensa la Giunta rispetto al destino di INSAR, perché il problema non è tanto quello che era l'INSAR, ma quello che potrebbe diventare l'INSAR, e soprattutto come la costellazione di soggetti, di agenzie governative, che si occupano di politica del lavoro e di politiche di sviluppo, debbano stare dentro l'attenzione della Regione. Perché, allo stato, noi sappiamo che Italia-lavoro ha promosso la liquidazione INSAR, che ci sono contatti tra la Giunta regionale e il Ministero per capire al meglio come possa essere utilizzato questo soggetto, e nel caso, se ci fosse un'assicurazione in questo senso da parte della Giunta potremmo anche pensare di ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La Giunta da tempo sta lavorando nella direzione della riacquisizione dell'INSAR al patrimonio regionale.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.

Gli emendamenti numero 75, 76, 77 e 78 erano stati dichiarati inammissibili. Gli emendamenti numero 135 e 136 sono stati spostati all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 145.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Almeno questo non può essere considerato un emendamento territoriale, come anche quelli che sono stati dichiarati inammissibili. Anche in questo caso comprendo che si possa andare poi ai piani specifici nell'ambito dell'assessorato, però a me sembra sempre che si continui con la politica del rinvio.

Con questo emendamento sostanzialmente si vogliono stanziare 2 milioni di euro per l'acquisizione di ambulanze presso i presidi ospedalieri (non quelli del 118). Il parco auto di tutte le Aziende è infatti vecchissimo; ci sono ambulanze che dovrebbero fermarsi dopo 80 mila chilometri e che invece hanno percorso anche 300 o 400 mila chilometri. Inoltre molto spesso le stesse aziende ricorrono al noleggio delle ambulanze, spendendo il doppio di quello che effettivamente si spenderebbe acquistandole direttamente. Per queste ho voluto proporre questo emendamento.

E' vero che stiamo approvando il bilancio, però francamente, sono andato a leggermi anche tutto il rilegato analitico del bilancio, e devo dire che di voci specifiche ne ho trovato tantissime (possiamo andare anche a spuntarle), voci che riguardano anche singoli territori, non solo azioni o strategie d'insieme in un ambito di politica regionale. E i bilanci sono fatti per individuare risorse, per individuare strategie da mettere in campo.

L'onorevole Capelli dice: "Serve per portare all'attenzione dell'aula dei problemi", ma se poi gli emendamenti vengono fatti ritirare, non si parla nemmeno dei problemi che effettivamente ci sono sul territorio. L'Assessore l'altro giorno ha affermato: "L'orgoglio e la dignità di noi sardi porta allo sviluppo". Io credo che non siano sufficienti solo l'orgoglio e la dignità dei sardi, sono certamente degli elementi essenziali per arrivare ad una strategia di sviluppo, ma se dentro il bilancio, laddove si dividono le risorse, non ci sono strategie ben specifiche, e magari si crea uno strumento stile bancomat di suddivisione delle risorse fra 1000 iniziative, credo che l'obiettivo di sviluppo difficilmente si consguirà.

Mi viene da citare un tema che più volte ha richiamato il Capogruppo del PD: quello della strada Olbia-Sassari. Poco fa io sono stato raggiunto da un'altra telefonata del Sindaco di Oschiri, che mi ha comunicato che su quella strada c'è stata un'altra vittima. E allora, se questo Consiglio regionale non individua la soluzione come strategia fondamentale, non solo per il eliminare i rischi di quella strada…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione l'emendamento numero 145. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il parere è favorevole ma i commi 6 e 7 vanno emendati, facendo iniziare i relativi periodi con la dizione: "La stessa deliberazione dovrà prevedere che…".

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento orale del Presidente della Commissione è accolto.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, io volevo aggiungere la mia firma, anche perché ero d'accordo con questo emendamento sin dai lavori della Commissione, e semplicemente per una formalità non sono riuscita a firmarlo.

PRESIDENTE. Si intende aggiunta la firma dell'onorevole Alessandra Zedda.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Presidente, in Commissione era stata rilevata, oltre la necessità dell'emendamento a cui ha fatto ora accenno l'onorevole Maninchedda, anche quella di inserire un ultimo comma, che consentisse una maggiore libertà di manovra alla Giunta in sede di trattative col Governo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io adesso non ricordo la questione, in ogni caso la formulazione del primo capoverso di questo comma credo che possa tranquillizzare tutti sul fatto che la Giunta debba comunque stipulare con il Governo prima un'intesa per poter attuare…

STERI (U.D.C.). Il problema è che tu hai un insieme di vincoli che devi mantenere, se non ti adegui non si fa l'accordo.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ma non si fa l'accordo, infatti, tutto è condizionato all'accordo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1, con le modifiche proposte dal consigliere Maninchedda. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 52 e 84, di identico contenuto.

Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Passiamo all'emendamento numero 161.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritirerò l'emendamento numero 161, però lo propongo come uno degli elementi di riflessione.

Quando si deve intervenire con carattere d'urgenza, in caso di calamità, a ristoro di danni che sono stati patiti delle popolazioni e dal sistema economico locale, noi dobbiamo individuare meccanismi più certi, meccanismi che funzionino sempre in modo uguale per tutti, che alla fine consentono di ricevere ristoro, perché diversamente continueremo a registrare i ritardi che stiamo ancora registrando in tutti gli interventi che la Regione ha effettuato. Gli stanziamenti si fanno con carattere d'urgenza poi, quando si arriva al punto della situazione, ci si rende conto che si è fallito. Questo era il senso dell'emendamento, vedremo se la Giunta lo affronterà in sede di discussione del disegno di legge collegato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 161 è ritirato.

Il Consiglio è convocato mercoledì 9 dicembre alle ore 10. Lo stesso giorno, alle ore 15 è convocata la Commissione bilancio per l'esame di ulteriori emendamenti.

La seduta è tolta alle ore 15 e 16.