Seduta n.197 del 04/05/2011
CXCVII SEDUTA
Mercoledì 4 maggio 2011
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 34.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 17 marzo 2011 (190), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Antonio Cappai, Pietro Cocco, Paolo Maninchedda, Francesco Meloni ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 4 maggio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 123; avevamo sospeso questa mattina in fase di votazione.
Dovendosi procedere quindi a votazione e non essendo trascorsi almeno dieci minuti dall'inizio della seduta, sospendo i lavori.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 35, viene ripresa alle ore 16 e 47.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Ricordo che questa mattina abbiamo interrotto i nostri lavori in fase di votazione della mozione per la quale è stata richiesta la votazione per parti.
Ricordo che la prima parte della mozione riguarda la premessa a eccezione del punto "constatato inoltre che" e del punto 1) di "impegna", mentre la seconda parte riguarda il punto "constatato inoltre" della premessa e il punto 1) del dispositivo.
Metto in votazione la prima parte della mozione.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, dichiaro il voto di astensione su tutte e due le parti della mozione che verranno messe in votazione.
Certamente diventa difficile capire come mai, dal 2007 a oggi, non si sia ancora riusciti a definire il problema della costruzione o ristrutturazione della sede da destinare a scuola della Forestale in Sardegna. Volevo ricordare all'Assessore e all'Aula in particolare che per due volte il Seminario di Cuglieri, di proprietà dell'amministrazione regionale, è stato ristrutturato con soldi pubblici e che inizialmente la destinazione data dall'amministrazione regionale fu proprio quella di scuola di pubblica amministrazione in modo particolare per il settore forestale. Bene, a oggi, per la seconda volta, il Seminario di Cuglieri è stato ristrutturato e non vorrei che, ancora una volta, chiuso per mancanza di destinazione d'uso, fra qualche anno si dovessero nuovamente utilizzare risorse pubbliche per ristrutturarlo.
Credo che la gestione dei fondi pubblici vada fatta come da buon padre di famiglia, pertanto mi sento di avanzare una proposta all'Assessore e all'Aula: considerato che oggi il Seminario di Cuglieri è immediatamente utilizzabile con sale anche di traduzione simultanea in cinque lingue, quindi alta tecnologia, propongo che la scuola di pubblica amministrazione forestale, provvisoriamente, sia allocata a Cuglieri e poi trasferita a Nuoro, quando si costruirà la sede di Nuoro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Autorizzato dal collega Capogruppo (che farà su questa mozione una dichiarazione di voto a titolo personale), nella mia qualità di Vice Capogruppo vicario, dichiaro il voto favorevole del Gruppo P.d.L. e colgo l'occasione per ringraziare l'Assessore dell'ambiente per la chiarezza espositiva e perché ha offerto, a tutti, elementi anche documentali sui quali vale la pena di riflettere.
L'Assessore dell'ambiente ha ricostruito storicamente le vicende di questa iniziativa negli ultimi dieci anni e ha chiarito qual è stato l'iter procedurale, quali sono state le ragioni, anche degli intoppi e degli stop, che la realizzazione ha subito. Noi siamo assolutamente convinti che, con quanto riferito dall'Assessore dell'ambiente, ci dispiace che non sia presente l'Assessore dei lavori pubblici per la sua competenza, finalmente questo progetto potrà avviarsi a concreta realizzazione. Esprimiamo davvero soddisfazione e ringraziamo per l'opera fattiva dell'Assessore e, ci auguriamo, dell'intera Giunta, perché su questo progetto tante attese e soprattutto tante aspettative sono state riposte. Ecco le ragioni per le quali il Gruppo P.d.L. voterà a favore della mozione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessoredegli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, prima di tutto dichiaro il mio voto favorevole e poi voglio rispondere al collega Solinas che ha posto un quesito. Per quanto riguarda i locali dell'ex Seminario Arcivescovile di Cuglieri, del piano che è stato ristrutturato, così come è stato programmato in precedenza, una parte dovrebbe andare alla locale stazione della Forestale, mentre per l'altra parte attualmente siamo in trattativa con il Policlinico di Torino per quanta riguarda l'Università diffusa. Proprio la settimana prossima ci sarà un incontro con un delegato dell'Università affinché si studi la possibilità dell'utilizzo di questi locali che, come giustamente lei ha detto, attualmente sono stati ristrutturati ma sono praticamente inutilizzati. Quindi una buona parte, se non quasi tutto, verrà utilizzata per questo scopo, in quanto il Consiglio ha deliberato di trasferire la scuola della Forestale a Nuoro e, precisamente, nei locali destinati all'ex ESIT.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, qualcuno si chiederà perché il P.d.L. ha usato una prassi che non è certamente normale. Io votai a suo tempo contro l'istituzione della Scuola forestale a Nuoro perché ritenevo che per troppi anni si fossero investite risorse nel Seminario di Cuglieri. Ora, non chiedo che venga spostata la scuola forestale a Cuglieri, ma so solo che sono stati spesi circa 40 miliardi di vecchie lire nel seminario di Cuglieri che attualmente è vuoto; nonostante le assicurazioni fornite dall'assessore Rassu, ricordo che solo una piccolissima parte verrà occupata per quelle attività. Quindi il mio voto di astensione è un voto di sollecito, è un voto di impegno per la Giunta, per il Presidente e per tutti, affinché questi meravigliosi locali vengano adeguatamente utilizzati.
Io non so quando vedrà la luce la Scuola forestale di Nuoro, mi auguro che non servano gli stessi anni che sono serviti per concretizzare la ristrutturazione del Seminario di Cuglieri. La Regione Sardegna ne è venuta in possesso alla fine degli anni '70, sono passati ormai quarant'anni, sono stati spesi tantissimi danari e una struttura architettonicamente straordinaria come quella di Cuglieri è ancora inutilizzata; l'utilizzo di cui ha parlato l'assessore Rassu è assolutamente marginale rispetto alla grandiosità di quella struttura architettonica.
Io mi astengo, non perché non gradisca la scuola forestale a Nuoro, ma perché vorrei che finalmente si prendesse una decisione, e non una decisione marginale, su quello che deve fare la Regione Sardegna del suo patrimonio; voglio ricordare a tutti quanti che quel Seminario è stato acquistato dall'Arcidiocesi di Cagliari ed è di proprietà della Regione Sardegna. Io credo che ci debba essere uno sforzo da parte di tutti per salvaguardare questo straordinario patrimonio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, dichiaro il voto a favore mio e del Gruppo Italia dei Valori sulla mozione, ancora più convinto dopo la risposta dell'Assessore che, in maniera esaustiva, ha ricostruito l'intero percorso che sancì la nascita della direzione della scuola di formazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte della mozione numero 123 come precedentemente esplicitato.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci, Greco, Lotto e Meloni Valerio hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappellacci - Cocco Daniele - Contu Felice - Corda - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Dedoni - Diana Mario - Obinu - Rodin - Solinas Antonio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 55
astenuti 6
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte della mozione numero 123, come precedentemente esplicitato.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappellacci si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Oppi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cappellacci - Obinu - Rassu - Solinas Antonio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 57
astenuti 5
maggioranza 29
favorevoli 22
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ora le dichiarazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, sui recenti sviluppi della vicenda riguardante il "caro tariffe" marittime da e per la Sardegna.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, onorevoli colleghi, quest'Aula anche recentemente si è occupata (esaminando e votando un ordine del giorno) della questione relativa ai trasporti marittimi da e per la Sardegna, se n'è occupata prendendo le mosse da quella situazione che si è venuta a creare dalle prime settimane, dai primi giorni di gennaio e che ha visto le compagnie private che operano sui collegamenti marittimi adottare iniziative finalizzate in buona sostanza al rincaro, all'aumento dei prezzi dei biglietti; aumenti che (com'è stato segnalato dalle associazioni dei consumatori ma come è facilmente rilevabile dai listini pubblicati sui siti delle compagnie) sono arrivati a ordini di grandezza molto importanti e significativi, che vanno dal 100, 150 e sfiorano anche il 200 per cento in certe situazioni.
Come è a tutti noto, il Consiglio regionale si è fin dalle prime ore adoperato, ha esaminato la questione e ha concluso dando mandato alla Giunta per la presentazione in tutte le sedi dei rimedi più opportuni, in particolare richiamando esplicitamente la necessità di proporre ricorso all'Antitrust. La Giunta regionale, sin dalle prime battute, sin dai primi giorni del mese di gennaio, in particolare in data 26 gennaio, ha presentato una prima segnalazione all'Antitrust; in data 5 marzo e poi successivamente 11 marzo, ha riunito intorno a un tavolo tutti gli operatori e ha cercato di sollecitare gli stessi a un sostanziale ripensamento. Quel tavolo si è occupato dell'esame delle ragioni che avevano portato agli aumenti e ha ovviamente tentato, attraverso questo passaggio, di trasferire - ma è stato fatto in termini espliciti, forti, chiari e determinati - la necessità che il sistema degli operatori, ovvero gli attori del sistema di trasporto potessero di loro iniziativa tener conto dei danni che il sistema poteva subire dagli aumenti, danni che si potevano ripercuotere - e che si ripercuoteranno, questa è una mia assoluta convinzione - sugli stessi operatori, rivedendo quindi le loro decisioni.
Quel tavolo purtroppo non ha portato alcun risultato utile perché, non solo non c'è stata alcuna disponibilità in questo senso, ma anzi sono state rimarcate e sottolineate le ragioni degli aumenti; ragioni che non riteniamo siano del tutto giustificate. Queste ragioni sono state ricondotte e, ancora in queste ore vengono ricondotte, all'aumento del prezzo dei carburanti, all'aumento degli oneri portuali e delle tasse, all'aumento dei costi dei fattori della produzione che avrebbero reso necessario un aumento altrettanto consistente dei prezzi dei biglietti. Invero, è facile constatare, con riferimento al costo del carburante, che non si spiega per quale motivo non abbiano subito conseguenze, o le conseguenze non siano state proporzionali o di pari misura, altre tratte che riguardano altre rotte e non la Sardegna, per esempio il collegamento dell'Italia settentrionale con la Sicilia, e così altrettanto priva di fondamento appare la motivazione del tutto pretestuosa relativa all'aumento degli oneri portuali.
A tal proposito, per chi ancora non avesse avuto modo di leggere delle agenzie, c'è una precisazione che riguarda proprio uno dei porti che sono interessati dalla vicenda, ovverosia quello di Olbia o meglio l'Autorità portuale di Olbia, che ha competenza per più scali, rispetto alle affermazioni che sono state fatte ieri a margine della Commissione trasporti da importanti esponenti delle compagnie marittime, oggi replica dicendo che, rispetto al 2008, un passeggero con auto al seguito viene a pagare appena 1 euro e 5 centesimi in più; se poi includiamo i diritti di security, solo per chi imbarca aggiungiamo appena 40 centesimi in tutto rispetto al 2009. "Ancora" - dice l'Authority - "mi viene da sorridere al solo pensiero che una tassa portuale complessiva di 4 euro per chi arriva e di 7 per chi parte possa provocare un aumento spropositato di 400 o addirittura 500 euro per famiglia". Poi l'Authority passa all'esame del biglietto e si chiede invece a che cosa siano addebitabili i 54,2 euro di tasse addizionali su un biglietto di 121 euro di andata da Porto Torres per Genova (2 posti poltrona e un'auto) del 31 gennaio 2011, quando le tasse portuali ammontano a 7,8 euro.
Allora si capisce che le ragioni che sono state addotte a giustificazione degli aumenti in realtà sono inconsistenti e comunque sia dall'esame dei conti, dall'esame delle possibilità concrete che esistono di effettuare il trasporto su quelle tratte, dai numeri, conti e dati in possesso dei nostri tecnici, le informazioni sono del tutto differenti rispetto a quelle trasferite dagli armatori.
Dopo il fallimento del tavolo tecnico di marzo, la Giunta regionale, in conformità al mandato ricevuto dal Consiglio regionale, ha presentato il secondo ricorso all'Antitrust, questa volta più dettagliato, ed è stata aperta un'istruttoria, esattamente in data 12 aprile. Dopo questi passaggi evidentemente ci siamo posti il problema di adottare le iniziative atte a portare una soluzione, un rimedio capace di evitare i danni al sistema e addirittura le ipotesi di tracollo che qualcuno paventava per effetto di questo aumento sconsiderato. La Giunta ha individuato due prime soluzioni che sono dirette: la prima, a intervenire nell'immediato, quindi in queste settimane, nelle prossime settimane, a partire esattamente dai primi di maggio, quindi è in queste ore che si sta avviando l'iniziativa; la seconda, per coprire l'offerta di trasporto marittimo relativa al periodo dal 15 giugno al 15 settembre.
Questa seconda prevede un indirizzo che è stato dato alla Saremar, il cui capitale, come sapete, in questo momento è interamente nelle mani della Regione, società che ovviamente svolge la propria attività per i collegamenti con le isole minori, ma che può, a norma di statuto, effettuare anche altri collegamenti da e per la penisola. E'stato dato mandato alla Saremar perché si attivasse immediatamente sul mercato per il nolo delle navi necessarie a coprire almeno due tratte tra le seguenti linee che vi leggo, che sono tre: 1) Sardegna nord orientale (Olbia o Golfo Aranci) con Italia centro meridionale (Civitavecchia o Napoli) e viceversa; 2) Sardegna nord orientale (Olbia o Golfo Aranci) con Italia centro settentrionale (La Spezia, Carrara o Livorno) e viceversa; 3) Sardegna nord occidentale (Porto Torres) con Italia settentrionale (Genova o Savona) e viceversa. Nel dare mandato alla Saremar è evidente che ci siamo posti il problema del piano industriale della stessa Saremar e abbiamo dato anche alcune precise e specifiche linee di indirizzo.
La prima tra tutte è che questa operazione deve essere condotta in regime di libero mercato e quindi l'operazione stessa deve essere disponibile, deve essere sostenibile e deve trovare la sua sostenibilità nel ricavo delle vendite dei biglietti. Il piano industriale, che è stato esaminato e che ha potuto dare conferma di questa impostazione, ci fa ritenere con ragionevole ottimismo di poter avere un risultato finale, quindi un biglietto che non sia superiore ai 50 euro e quindi in questo modo riportare il costo del trasferimento per il continente ai valori vigenti prima di questa operazione che noi riteniamo essere un'operazione di vero e proprio cartello.
La seconda considerazione è che il tutto debba essere svolto attraverso l'adozione di quei principi, di quegli strumenti, di quei meccanismi che consentano di poter monitorare in modo separato le due differenti attività, una è quella relativa ai trasporti per le isole minori, che sono delle rotte contributate e sulle quali quindi abbiamo degli obblighi anche rispetto alla Comunità europea, l'altra è quella relativa a questa nuova attività che - come dicevo - viene gestita con contabilità separata e quindi senza alcuna possibilità di commistione tra l'una e l'altra attività.
Abbiamo quindi proceduto alla pubblicazione del bando sui principali quotidiani nazionali e internazionali per poter raccogliere la manifestazione di interesse dei broker e poter individuare i mezzi, le navi. La formula che è stata adottata è quella del nolo dello scafo armato, quindi già provvisto dell'equipaggio, e devo dire che stanno arrivando in queste ore le manifestazioni d'interesse, ne sono già arrivate un certo numero e quindi per il momento riteniamo che l'operazione stia andando avanti con segnali assolutamente positivi che vanno nel senso della realizzabilità dell'iniziativa. Questo ovviamente, come dicevo prima, viene fatto in via sperimentale dalla Saremar. Il periodo di decorrenza è dal 15 giugno al 15 settembre.
Il problema quindi che ci siamo posti era quello di poter procedere quanto prima a dare il via alle prenotazioni, perché in questo momento il sistema del turismo, il comparto ovviamente lamenta anche una situazione di incertezza legata a questo quadro indefinito, e posso confermarvi che l'impegno consentirà, soprattutto in esito alla prima verifica sulle offerte ricevute, di partire con le prenotazioni sul sito della Saremar, noi riteniamo già dal prossimo 15 maggio, quindi con un anticipo di 30 giorni rispetto alla partenza delle prime navi.
Come dicevo prima, ci siamo posti anche il problema relativo al periodo intercorrente dalla messa in atto dell'iniziativa, dalla sua strutturazione al momento della operatività dell'effettività della stessa. Abbiamo ritenuto di intervenire con una dotazione di 2 milioni di euro che è stata destinata al cosiddetto bonus sardo vacanze ovverossia abbiamo ritenuto di dover e poter concedere un bonus, a tutti coloro i quali si recheranno in Sardegna, dell'ammontare di 30 euro a persona con un minimo, riferito ai nuclei familiari di due persone, e un massimo, in termini di importo, di tre persone, quindi per un totale di 90 euro. Il bonus è destinato a chi si reca in Sardegna e soggiorna in Sardegna in strutture ufficiali, quindi con adeguata documentazione che altro non è che la ricevuta dell'albergo, della struttura, per almeno tre notti. Nelle prime giornate in cui abbiamo lanciato questo strumento e pubblicato sul sito, i contatti sono stati di 360 mila, quindi un grande riscontro, noi riteniamo nei prossimi giorni di poter registrare in termini definitivi il risultato e dai primi segnali sembra un risultato positivo.
Noi oggi ci troviamo in una situazione di contingenza nella quale l'amministrazione regionale adotta due strumenti, uno dei quali è un intervento che qualcuno ha definito a gamba tesa sul mercato. Io devo dirvi che sono profondamente convinto che gli operatori economici debbano essere aiutati e messi nelle condizioni di svolgere la propria attività, e che spetti a loro intervenire e operare sul mercato, e che quindi il trasporto, come tutte le altre attività, debba essere prevalentemente appannaggio del mercato dei capitali privati. Ma sono anche convinto che la condizione di insularità della Sardegna richieda un ragionamento differente da un lato e dall'altro sono convinto, ma sono i fatti che lo dimostrano, che la situazione che si è venuta a creare è una situazione in cui le regole di libero mercato sono state alterate da accordi che, entrando a gamba tesa, quelli sì, sul libero mercato, non consentono allo stesso di esprimersi, non consentono al consumatore di avere un risultato che vada nel proprio interesse, quello tipico di quando c'è una sana concorrenza. Ritengo che l'intervento diretto della Regione fosse un intervento assolutamente dovuto e fosse un intervento necessario per ripristinare le regole del libero mercato. Questo è il primo aspetto.
Il secondo, o meglio il primo che ho enunciato, è quello relativo alla necessità di un intervento della Sardegna sulle rotte e sui trasporti marittimi, in quanto ovviamente non sfugge a nessuno che l'unico modo per garantire quelle condizioni e il diritto di tutti di potersi muovere, sia per le persone, ma anche per gli imprenditori, per quanto riguarda le merci, perché stanno anch'essi subendo un gravissimo danno da questa situazione, sia quello di avere un governo e un controllo dell'intervento e sia quello di poter realizzare quella condizione che, pur tra mille difficoltà, mille problemi, e con risultati assolutamente insoddisfacenti per il sistema, aveva svolto sino a oggi la Tirrenia con un effetto che era stato quello di calmierare i prezzi, e quindi non consentire alle compagnie di realizzare quello che sta succedendo oggi.
Come tutti voi sapete, in questo momento storico, è in corso il processo di privatizzazione della Tirrenia; si è tenuta la gara, non ha portato a un risultato finale. La situazione passa quindi da una fase di stallo a una fase di trattativa privata, che i commissari, questo almeno dalle notizie che si leggono sui giornali, starebbero conducendo con le compagnie che hanno partecipato al bando; l'amministrazione regionale ha già chiesto - questo l'ho anticipato al ministro Matteoli, che ne ha preso atto e ha dichiarato la sua disponibilità a sostenere l'iniziativa della Sardegna - al commissario formalmente di poter essere invitata a partecipare a questa fase, perché riteniamo che la Regione debba svolgere un ruolo da protagonista e riteniamo che questo peraltro sia un passaggio dovuto, conforme a quello che è il mandato che questo Consiglio regionale ha dato alla Giunta, impegnandola a intervenire direttamente.
E' evidente, a questo punto, che c'è una situazione, da un lato complessa, dall'altro dinamica, che si evolverà in questi giorni, che dipenderà da una serie di fattori. Per questo motivo, anche in ragione di alcuni segnali che arrivano, ma li riporto più come sensazione del sottoscritto, relativamente a movimenti ostili, che certamente la lobby degli armatori cercherà di mettere in campo, anche rispetto all'iniziativa che abbiamo avviato, io credo che sia necessario (trattandosi di una questione vitale, di importanza straordinaria per la Sardegna e per i sardi) un confronto sereno e costruttivo, ma che sia anche necessario avere su questa partita il sostegno e l'impegno di tutte le forze politiche per poter avere speranza di portare a casa un risultato finale. La partita non è semplice, è una partita difficile, ma se ci sarà, come io sono certo, come io auspico, questo sostegno unanime, se saremo capaci di poter rivendicare e di poter percorrere questa strada con tutta la forza che deriva dalla determinazione dei sardi, che quel mandato che tutte le forze politiche, le forze economiche e sociali possono esprimere verso le soluzioni operative…
PRESIDENTE. Presidente Cappellacci, il tempo a sua disposizione è terminato.
Dichiaro aperta la discussione.
Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, colleghi consiglieri, condivido l'impostazione, almeno dal punto di vista del taglio che si vuole dare alla discussione di oggi, che trova nel dibattito più ampio, garantito dall'articolo 120 del Regolamento, la possibilità per tutti i consiglieri di intervenire. E' un dibattito che auspico sereno, costruttivo, ma anche critico.
Le dico subito una cosa, presidente Cappellacci, noi non ci metteremo di traverso rispetto a questa soluzione tampone, non ci metteremo di traverso perché riteniamo che sia un tentativo di soluzione contingente, il tentativo di mettere una zeppa su un problema nel momento in cui il problema scoppia, quindi di fatto con ritardo. La soluzione che noi, sul finire della scorsa legislatura (ma ci siamo ritornati più volte nella scorsa legislatura), avevamo anche proposto al ministro Matteoli (31 dicembre 2008 era la data di scadenza della convenzione con la Tirrenia), era una soluzione strutturale, definitiva, ed è la soluzione semplice, quella che i regolamenti comunitari ci affidano, cioè la continuità territoriale, la continuità territoriale marittima accanto a quella aerea (poi parleremo anche di quella aerea se mi consentite), obblighi di servizio per la continuità territoriale marittima, e una gara. Questo garantisce tutti, garantisce le tariffe, garantisce le frequenze, garantisce la regolarità, garantisce la tipologia dei mezzi, garantisce il pluralismo degli operatori, quindi va contro il monopolio, dà certezza di una serie di servizi, servizi che da un lato vanno incontro ai passeggeri, penso ai residenti, penso agli ospiti, penso ai turisti, dall'altro vanno incontro alla continuità territoriale per le merci.
Allora noi non ci metteremo di traverso, però riteniamo che sia un argomento serio, che sia la politica dei trasporti una politica seria, e non si può fare in questo modo, non si può fare come l'avete affrontata in questi due anni, e non solo per il numero di Assessori che è passato a tre in quell'Assessorato (ma d'altronde tre su ventisei cosa volete che siano!), ma anche sull'assenza di politiche che riguardano un settore vitale, lo ha detto anche lei, Presidente, per la nostra Isola. Insomma il principio di uguaglianza, che rende i sardi uguali agli altri cittadini italiani, ed è garantito dalla mobilità. Voi vi siete accontentati, all'inizio legislatura, di un annuncio, di un'ennesima promessa del presidente Berlusconi, vi ricordate? "Il principio di insularità ci garantirà l'insularità". Su questa base, su questa promessa, su questo principio avete fatto trascorrere gli anni, senza proporre soluzioni.
La vicenda della continuità territoriale aerea è ugualmente frutto di un pasticcio, Presidente, e ha la stessa origine. Per due anni, per un anno e mezzo, ci avete detto: "Tariffa unica, residenti e non residenti". Io ricordo Conferenze di servizi, mi pare che vi abbiano occupato per diversi mesi, da aprile a giugno; e poi ancora un protocollo d'intesa siglato sempre col ministro Matteoli, e annunci, annunci, poi arriviamo ai decreti, il 27 gennaio di quest'anno, 60 giorni prima della scadenza dell'attuale regime di continuità, con la richiesta del presidente Cappellacci di ritirare quei decreti, perché non soddisfacenti non solo dal punto di vista della tariffa unica, ma anche del numero delle rotte. Giustamente il ministro Matteoli gli ha risposto: "Ma, insomma, me l'avete chiesto voi!". La Conferenza di servizio è stata presieduta - indetta dalla Regione - dal Presidente della Regione, o da un suo delegato, insomma, una vicenda che ha portato a una proroga che ci dovrà vedere impegnati, che vi dovrà vedere impegnati, da ottobre in poi, con nuove Conferenze di servizio, cioè di fatto un fallimento totale!
Ritorno subito alle navi, ma penso anche a quello che sta succedendo, presidente Cappellacci, proprio per l'assenza della politica dei trasporti, su Meridiana, stiamo parlando di mille lavoratori a rischio, stiamo parlando di una delle Aziende più importante della nostra Isola, e non solo, del secondo vettore aereo italiano, credo che ci sia il totale disinteresse del Governo Berlusconi, del Ministro dei trasporti, che offre la cassa integrazione come soluzione a una domanda di fondamentale importanza, strategica per la nostra Isola, e nella quale sono stati investiti rilevanti fondi pubblici, a partire dall'infrastruttura aeroportuale gestita dalla stessa holding Meridiana a Olbia. Allora, credo che accompagnare la politica dei trasporti in maniera decisa, chiara e vincolante, sia un compito di questa Giunta regionale.
Sul discorso delle navi, mi pare che ci sia stato anche un disinteresse generale per quanto riguarda la privatizzazione della Tirrenia, senza alcun interesse da parte del Governo intanto per la continuità del servizio nei confronti dei sardi; possiamo sganciare la vicenda Tirrenia dalla Sardegna? Possiamo non guardare, gestendo la privatizzazione della Tirrenia, gli interessi dei sardi? Allora, credo che, dal punto di vista intanto del rapporto col Governo, del rapporto con lo Stato, ci sia molto da dire e ci siano lacune evidenti nella politica della Regione.
Arriviamo a oggi. Sono d'accordo con lei su un punto: le affermazioni degli armatori, le motivazioni addotte per gli aumenti sono, da un certo punto di vista, ridicole, sono inconsistenti, si attribuiscono all'aumento dei costi di attracco, che sono al massimo 1 euro e 40 per passeggero, o all'aumento del 60 per cento del carburante, che incide sui bilanci per meno di un sesto dei costi degli armatori. Queste ragioni ci sono tutte, il problema l'abbiamo affrontato, la diagnosi l'abbiamo fatta; però questo giudizio critico sugli armatori non sposta il giudizio fallimentare sulla politica dei trasporti, non solo dei trasporti, evidentemente, ma ora parliamo di trasporti, di questa Giunta, per l'assenza di strategia, per le carenze, per i ritardi di cui è colma la gestione finora mostrata nella vicenda dei trasporti marittimi, e non solo, da parte della Giunta regionale.
A chi ci chiede se abbia fatto bene il Presidente della Regione a emanare le direttive a Saremar per il noleggio dei traghetti, insomma, ad adottare questa soluzione tampone, dal 15 giugno al 15 settembre, a tariffe probabilmente minori di quelle sul mercato, garantendo il pareggio di bilancio per la Compagnia di proprietà regionale, la risposta è che si sta scommettendo, si sta facendo una scommessa, in ritardo, colpevolmente in ritardo, sulle spalle dei cittadini e del sistema economico sardo; la scommessa può avere successo, noi ce lo auguriamo, o può non avere successo. La domanda che ci poniamo è se era necessario, se era opportuno arrivare fino a questo punto, trasformare la politica dei trasporti, la continuità territoriale marittima, dovuta, la prima garanzia probabilmente per i sardi, in un rischio da roulette russa.
Può una Regione, una Regione come la nostra, accumulare questi ritardi di fronte a un settore strategico quale quello dei trasporti? Lo può fare dopo il fallimento della continuità territoriale aerea? O forse si poteva intervenire prima, con soluzioni definitive, magari coinvolgendo il Consiglio, ascoltandolo anche di più? Io ricordo anche la discussione che c'è stata 15 o 20 giorni fa, in quest'Aula, ricordo anche il momento del voto di un ordine del giorno poi ritirato dai colleghi Sardisti, ricordo le difficoltà di una maggioranza, che sono evidenti e che riguardano anche questo settore strategico. Si può accettare, presidente Cappellacci, che questa soluzione tampone, questa zeppa venga messa adesso, a stagione turistica ampiamente condizionata e in piena campagna elettorale, guarda caso? Può accettare che la Sardegna si giochi la faccia nei prossimi 15 giorni, con un rischio di fallimento che è alto, che poteva e doveva essere evitato?
Noi ci poniamo con lei queste domande, consapevoli che c'è bisogno di una politica un po' più alta, che non si accontenti di giocare o comunque di proporre delle soluzioni che guardano alla contingenza e che non risolvono il problema per domani. Si può accettare di discutere nel merito della proposta senza che, accanto alla giusta accusa agli armatori per il cartello su cui sta indagando l'Antitrust, e bene ha fatto la Giunta a porre il problema e a sollevare il ricorso, ci sia contemporaneamente anche un giudizio, che per noi è durissimo, nei confronti dei propri errori, degli errori della propria Giunta regionale e del trattamento indegno che il Governo sta dimostrando, su questa come su altre vicende, nei confronti della Regione?
Lei, presidente Cappellacci, ha chiamato in questi giorni a raccolta i parlamentari sardi, e ha fatto bene, deve farlo e poteva farlo nel passato, può farlo ancora su altre vicende, quegli stessi parlamentari che votano, votano i bilanci, le finanziarie dello Stato, che votano gli assestamenti che non contengono neanche un euro per la Sardegna, che si apprestano a votare un documento sulla finanza, quello che si chiamava DPEF, che garantisce alla Sardegna il 6 per cento del totale complessivo dovuto, briciole, e noi ci accontentiamo delle briciole, e i parlamentari sardi si accontentano delle briciole! Colga l'occasione, presidente Cappellacci, oltre che per parlare di questo settore importante e vitale, anche per parlare di altri aspetti altrettanto vitali, perché anche attraverso quelle risorse noi potremo garantire lavoro, sviluppo e, probabilmente, anche la continuità territoriale, marittima e aerea. Chieda di più, cerchi di far capire, cerchi di capirlo prima lei, ma cerchi di far capire che c'è prima la Sardegna, c'è una coalizione, e poi c'è anche un Presidente del Consiglio che, guarda caso, è anche leader di un partito.
Allora, perché la Regione ha atteso senza reagire i ritardi del Governo sulla privatizzazione della Tirrenia, senza mettere in campo prima le azioni di sua competenza per garantire la continuità territoriale marittima, che dal 2010 è di nostra esclusiva competenza? Se non ci saranno queste ammissioni di responsabilità, noi saremo di fronte a un'iniziativa propagandistica, l'ennesima, Presidente, che non ha alla base un mutamento delle politiche e delle posizioni finora affermate dalla Regione nei rapporti col Governo che riguardano anche il campo della mobilità, anzi, direi principalmente il campo della mobilità. D'altronde, che cosa avrebbe dovuto fare un Presidente della Regione di fronte a una vicenda come quella del caro traghetti, se non difendere i sardi, se non difendere i loro interessi? Il tema è che il suo compito è quello di difenderli con dignità, con autorevolezza, di difenderli sempre, con la possibilità di successo certa, non investendo sulla roulette russa, ma individuando tutti i responsabili e non avendo paura di ammettere le proprie responsabilità, responsabilità del Governo e responsabilità della propria parte politica, di attribuirle nella dimensione giusta, anche nei confronti del Governo amico, che non dice una parola, c'è voluta l'iniziativa dei parlamentari dell'opposizione per sentire in questi giorni in audizione le compagnie, gli armatori, e soprattutto di accompagnare all'emergenza soluzioni strutturali e definitive che ancora non sono state proposte, neanche stasera, presidente Cappellacci! La Regione ha promosso un'azione obbligata, direi disperata, presidente Cappellacci, e occasionale; disperata e occasionale, il cui possibile successo è legato ai tempi, al tipo di navi che avremo, se quelle navi garantiranno, per esempio, anche le merci e con quali tempi; insomma una soluzione che possa dare certezza ai cittadini e al sistema economico.
Le prenotazioni: ma davvero siamo convinti che Saremar riesca a gestire quella mole di prenotazioni? In che modo lo farà? Come accompagneremo questo sistema? La Giunta deve fare quello che sinora non ha fatto ed è questa la nostra proposta da sempre: realizzare la continuità territoriale marittima attivando le procedure per gli oneri di servizio, per gli obblighi di servizio, sulle rotte fondamentali, individuando gli obiettivi strategici, le tariffe, i collegamenti per merci e passeggeri, le priorità, le modalità di erogazione del servizio, decidendo l'entità dei finanziamenti a disposizione, come si è fatto dai primi anni '90 in poi, sulle rotte sarde. Abbiamo tanti esempi.
E' in questo quadro che si ottengono le garanzie per i cittadini, per i sardi, per gli operatori economici. Poteva essere fatto già in questi due anni. Non va perso ulteriore tempo. E' solo in questo quadro che una Regione solida, capace di non ripetere i finanziamenti a pioggia del passato o gli investimenti fuori controllo su alcuni settori, può decidere di essere presente rispettando le regole del mercato all'interno di soggetti economici, non con l'idea di fare carrozzoni indegni, ma per partecipare alla costruzione dei piani industriali in maniera coerente con i propri obiettivi strategici.
Tra l'altro sulla vicenda Saremar apprezziamo, ma la Giunta regionale ha cambiato idea rispetto alla decisione fino a qualche giorno fa, fino a qualche settimana fa. Non si può lasciare alla sola emergenza e all'emotività la decisione su un settore come questo che va, invece, programmato e pianificato per tempo. La mobilità è ormai un diritto riconosciuto, ma oggi è anche un elemento determinante nelle strategie economiche di qualunque soggetto, pubblico o privato. Le scelte e le priorità che una Regione afferma non possono che essere accompagnate da strumenti per realizzarle.
Allora su questa vicenda, come sulla continuità territoriale aerea, noi non faremo mancare proposte, cercheremo di accompagnare, se è possibile, anche le politiche (se ci saranno, se le vedremo) della Giunta regionale con le nostre proposte, con i nostri progetti. Non ci metteremo di traverso. Riteniamo però di dover offrire ai sardi soluzioni definitive che vadano oltre la stagione, che vadano oltre anche questa possibilità, qualcuno dice oggi, che può anche produrre un effetto boomerang perché crea incertezza e insicurezza; il problema non va affrontato semplicemente con effetti propagandistici.
Credo che da questo punto di vista non mancheranno le proposte del Partito democratico a partire da questo dibattito e anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Cercheremo di proporre un progetto organico che riguardi i trasporti, che riguardi la continuità territoriale aerea e marittima e anche la vicenda, non secondaria, di Meridiana. Lo faremo partendo da un obiettivo preciso che per noi significa continuità territoriale marittima con le stesse condizioni, con la stessa imposizione di obblighi, di oneri di servizio, così come dovrebbe avvenire per la continuità territoriale aerea. Non ci stiamo inventando niente, sono questi i regolamenti comunitari. Si tratta, insomma, di andare incontro a una politica che esca dall'emergenza, dal porre delle zeppe, dall'esprimere semplicemente dei provvedimenti tampone.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, era prevedibile quello che è successo, cioè era prevedibile che armatori che da decenni fanno affari e si reggono grazie alla Sardegna (lo volevo dire proprio all'onorevole Bruno), appena la situazione della Tirrenia ha cominciato a volgere al peggio, si organizzassero per strangolare l'economia turistica della Sardegna e i sardi che vogliono uscire dalla Sardegna; o era lecito attendersi un atteggiamento diverso? L'emergenza è nata da questo! E' nata dal fatto che (argomento che abbiamo abbondantemente sviscerato recentemente proprio in quest'Aula) non appena si è incrinata l'azione calmieratrice svolta dalla Tirrenia, che con tutte le sue negatività comunque almeno questo risultato garantiva, immediatamente è scattato un fenomeno che io dico era lecito non prevedere, e invece è successo. E' successo e io credo che la reazione della Giunta regionale sia stata tempestiva e sia stata quella giusta, che poi non possa essere una soluzione a regime io credo che tutti ne siamo consapevoli, però si trattava di intervenire in una situazione di emergenza e io credo che questo sia stato fatto.
Però io penso che questa vicenda debba farci riflettere perché tutti noi confidiamo nell'indagine dell'Antitrust, ma tutti quanti ci chiediamo se c'è un giudice a Berlino in grado di intervenire realmente, se cioè il sistema è in grado di reagire a fatti estremamente gravi come quelli che sono successi. E' evidente quello che diceva il Presidente della Regione, si è venuto a creare un cartello che ha pensato di imporre i prezzi ai passeggeri che vengono e che partono dalla Sardegna. Questo è il problema che io mi pongo! Il sistema è in grado di reagire a questo oppure finirà con il subire quello che è successo? Intanto credo che la reazione sia stata positiva perché ritengo che gli armatori siano costretti a riflettere. La Regione non entra come Regione, entra come soggetto nel libero mercato, come ha detto il Presidente, quindi si confronta in un terreno in cui gli altri privati rimangono, ma gli altri privati saranno costretti a tenere conto di un soggetto che, ancorché pubblico, pratica prezzi che non fanno parte dell'accordo di cartello che ha determinato questa situazione; credo che gli effetti positivi si manifesteranno.
Io spero, Presidente, che si manifestino anche rispetto a un pezzo che sta fuori dal ragionamento che la Giunta ha fatto, ossia le rotte per Cagliari e per Arbatax; immagino che ragioni di economicità della gestione abbiano portato a individuare le rotte del Nord Sardegna, però bisogna stare attenti che questo non abbia ricadute pesantemente negative nei confronti del Sud Sardegna e dell'Ogliastra che hanno potuto contare in questi anni soltanto sul servizio pubblico garantito in qualche modo dalla Tirrenia. Da quando la situazione della Tirrenia è precipitata, non soltanto il servizio è peggiorato enormemente per l'incuria delle maestranze, ma il ripetersi di furti nelle auto ha contribuito a scoraggiare ulteriormente l'utilizzazione di questo mezzo con le conseguenze che si possono immaginare.
Il problema del cartello, Presidente, e della capacità del sistema di reagire (apro una parentesi) non si è proposto soltanto in questo caso, ma esiste anche un cartello dell'energia, esiste il cartello delle bombole di gas che alimentano gran parte delle case sarde, è evidente che c'è un accordo tra alcuni soggetti che fanno sì che il gas in bombole in Sardegna costi il 15 o il 20 per cento in più che nel resto d'Italia e, con questi chiari di luna legati alla effettiva realizzazione del Galsi, questa situazione rischia di procrastinarsi a tempo indeterminato. Per cui, ben vengano le dichiarazioni del direttore della Banca d'Italia Draghi sulle liberalizzazioni, sull'auspicio che ci siano maggiori liberalizzazioni e che questo possa contribuire a spingere il mercato e ad aumentare la produttività; ma il ragionamento funziona se ci sono meccanismi che garantiscono l'effettività della concorrenza. Lei ha fatto bene a evidenziare il fatto che noi non ci troviamo di fronte a una situazione di concorrenza vera ma falsata, c'è una situazione di oligopolio che deve essere combattuta con gli strumenti che abbiamo. Io credo che lo strumento che la Giunta regionale ha messo in campo possa essere uno strumento efficace.
Però c'è un'altra parte del problema, Presidente, di cui noi dobbiamo preoccuparci e seriamente. Non ci sono soltanto i passeggeri, ci sono anche le merci e oggi il trasporto merci in Sardegna paga un prezzo pesantissimo per la situazione che si è venuta a creare. Quando abbiamo discusso l'ordine del giorno presentato dai colleghi del Partito Sardo d'Azione è emerso un dato inquietante: già diverse piccole e medie società di autotrasporto operanti in Sardegna sono fallite, tutte soffrono un problema drammatico perché non riescono a far fronte alla situazione. Siccome la quasi totalità delle merci che arrivano e partono dalla Sardegna viaggiano per forza di cose via mare, io chiedo al Presidente, nella sua replica, un approfondimento su questo punto perché la preoccupazione è notevole.
L'ultimo punto riguarda il problema del porto canale di Cagliari, dove uno strano contenzioso sta mettendo gravemente a repentaglio la movimentazione delle merci nell'area di Cagliari e in tutto il Sud Sardegna. Parlo del contenzioso che c'è tra la Capitaneria di porto, l'Agenzia del territorio, il Cacip, ex Consorzio per l'Area di sviluppo industriale di Cagliari, e alcuni privati che hanno acquistato dei terreni (sembrerebbe legittimamente perché sono stati fatti acquistati con regolare atto notarile) nel Porto canale con l'intenzione di realizzare degli investimenti, con volumetrie che sono in corso di realizzazione; improvvisamente la situazione che si è venuta a creare ha interrotto questo processo e mina gravemente anche il futuro sviluppo del porto canale di Cagliari. Io credo che la politica (fermo restando che esiste un contenzioso quindi saranno i giudici a pronunciarsi su questo) non possa stare a guardare questa vicenda. So che il presidente Cappellacci ha già avuto modo di parlare con le parti in causa e di occuparsene, ma credo che sia necessaria una qualche forma di intervento per evitare che arrivi un'ulteriore mazzata per l'economia del Sud Sardegna e di Cagliari in particolare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, io voglio subito entrare nel merito delle dichiarazioni del presidente Cappellacci che ringrazio anche per aver voluto in questa circostanza condividere con prontezza con l'Aula quanto sta operando in questi giorni, le delibere della Giunta sono delibere di fine aprile e ritengo che questo dibattito sia assolutamente utile. Dico anche che condivido l'analisi che il Presidente della Regione ha fatto, un'analisi sugli effetti di quello che è successo, sull'insostenibilità di aumenti che, per famiglie di quattro persone, nel mese di agosto, possono arrivare a comportare una spesa per un viaggio di andata e ritorno Porto Torres - Genova di 1.200 euro, quasi più del doppio di quelle che erano le tariffe abituali. Condivido anche la presa di distanza del Presidente della Regione da alcune soluzioni che, a mio avviso, come ho denunciato già in Aula, correvano il rischio di distogliere (soluzioni che io ritengo sbagliate) da altri percorsi più virtuosi.
Mi riferisco alle cose che ha ribadito oggi il Presidente della Regione quando non ritiene che sia ruolo della Regione fare l'armatore (lo fa in un momento di emergenza) e neppure che la Regione possa svolgere una funzione che deve essere quella del privato. La Regione deve svolgere una funzione di regolatore, di calmieratore, deve dare indirizzi e garantire diritti, non può in maniera organica entrare, per esempio, a gestire, non Saremar, ma un colosso come Tirrenia, come richiamava invece un ordine del giorno ritirato da quest'Aula e che io ritengo ci avrebbe portato probabilmente ad allontanare la possibilità di esercitare quei diritti, facendoci carico di un carrozzone statale che doveva diventare un carrozzone regionale. Io non credo, Presidente, glielo dico chiaramente, che ci sarebbe un problema ad acquisire Tirrenia, probabilmente Tirrenia ce la regalano, Tirrenia ha 1800 dipendenti, ha accumulato - negli anni - 700 milioni di deficit, le offerte che sono state fatte a chi gestisce la procedura sono al ribasso rispetto alle richieste e probabilmente continueranno a scendere se non verrà chiarita la possibilità di avere dei contributi statali per i prossimi dodici anni. Quindi, questa parte delle dichiarazioni del Presidente credo che sia condivisibile. Come condivido anche il fatto che un'emergenza va affrontata con gli strumenti che si hanno a disposizione.
Il presidente Cappellacci ha sottaciuto un altro aspetto, Presidente, è nostra responsabilità, lei non me ne vorrà, è il ruolo non solo dell'opposizione, ma è anche il ruolo di un dibattito franco tra parti politiche che svolgono delle funzioni critiche con un intento migliorativo, penso che lei possa essere d'accordo con me nel non ritenere esente la Regione tra le cause che hanno scatenato la crisi attuale; mi spiego meglio. Non occorreva aspettare il mese di aprile per capire che la crisi del settore fosse latente. Le procedure di privatizzazione sono state avviate fin dall'inizio del 2009, è chiaro a tutti che la Tirrenia in questi anni ha svolto una funzione calmieratrice del mercato, ma guarda caso l'ha svolta sempre sulle spalle dell'erario pubblico perché non è che la Tirrenia sia stato un mostro di efficienza e abbia chiuso bilanci in utile, per svolgere... collega Cossa... io l'ho ascoltata, volevo anche dirle qualcosa sul Porto canale, gliela dirò in un altro momento... dicevo che la Tirrenia ha svolto una funzione calmieratrice, ma l'ha svolta pagando un costo, costo che è tradotto nei bilanci in debiti accumulati. Da un lato offriva condizioni, tariffe che in qualche modo calmieravano il mercato, ma dall'altro perdeva soldi.
E' chiaro che nel momento in cui Tirrenia non può continuare in questo circolo non virtuoso di accumulare debiti e viene privatizzata, viene meno quel soggetto che si faceva carico di calmierare il mercato e quindi era chiaro che questa crisi, latente, sarebbe esplosa nel momento in cui Tirrenia non avrebbe potuto più svolgere quella funzione. E' per questo che, Presidente, spero che voglia accettare questa critica, non occorreva aspettare gennaio, febbraio, marzo, aprile, per rendersi conto che la Regione doveva entrare, in maniera attiva, nel processo di privatizzazione di Tirrenia, ma non per diventare armatore, non per farsi carico di un carrozzone statale e tramutarlo in carrozzone regionale, ma per accertarsi che dietro quella privatizzazione di Tirrenia non ci fosse una regalia per qualche armatore privato che si tramutasse in un minor trasferimento di risorse o una minor possibilità di negoziazione della Sardegna con lo Stato, magari anche nell'ambito della discussione sul federalismo fiscale, di risorse in grado di garantire la continuità marittima per i sardi.
Questa è la funzione che doveva svolgere la Regione, un'attenzione spasmodica al fatto che non si tappassero vecchi conti alle spalle dei diritti futuri dei sardi. Quindi un ruolo attivo, preciso, di regolatore, un ruolo che doveva accertare che, in quelle procedure di privatizzazione, tra le condizioni di acquisizione di Tirrenia, i diritti dei sardi fossero garantiti, che non potesse esserci soggetto, che si candidava ad acquisire Tirrenia, che non garantisse quei diritti e in ogni caso, in attesa di quel processo e in attesa di quegli operatori che dovevano intervenire su Tirrenia, certamente occorreva far sì che, anche nel breve, si potessero garantire quei diritti.
E come si poteva fare? Presidente, lei sarà d'accordo con me che si poteva, anche a partire dall'anno scorso, dal 2009, dal 2010, onerare le rotte, cioè ottenere dallo Stato, magari integrando con fondi regionali, che quelle rotte fossero messe a bando, magari onerate mettendoci anche le risorse pubbliche, garantendo quella tariffa di 50 euro e assegnando risorse in maniera analoga a quanto si fa per la continuità territoriale aerea nei confronti di chi si fosse fatto carico di garantire rotte, tratte, orari, servizi, qualità di servizi, e perché no?, non solo delle persone ma anche delle merci.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue PORCU.) Presidente, spero che lei accetti il tono del mio intervento che apprezza quanto lei ha deciso di fare per l'emergenza, ma allo stesso tempo le ricorda che l'emergenza è anche frutto dell'inerzia della sua amministrazione. Sarebbe eccessivo chiedere a noi un plauso per la gestione dell'emergenza che non contenesse anche una sottolineatura, una critica a chi quell'emergenza ha provocato e che non è soltanto l'armatore privato in odore di cartello. Sono d'accordo con lei, ma è anche la Regione che, essendo rimasta inerte di fronte al processo di privatizzazione della Tirrenia e alla possibilità di onerare il servizio, ha concorso a creare la situazione attuale.
Voglio aggiungere, Presidente, apprezzo la presenza in aula dell'assessore Crisponi che è persona competente e sensibile, che dobbiamo stare attenti, quando gestiamo le emergenze, alle soluzioni estemporanee alla politica degli annunci, non perché io voglia rinfacciare la politica degli annunci, poco mi interessa, io vengo dalla comunicazione e per anni mi sono occupato di materie che non hanno niente a che fare col trasporto marittimo ma molto a che fare con la comunicazione, e le devo dire che il peggior danno che si può fare a un nostro cliente potenziale, come Regione Sardegna, a un turista, a una persona che decide di venirci a trovare, il peggior danno che possiamo fare non è non darle un servizio, non è applicarle una tariffa alta, ma è prometterle un servizio e una tariffa bassa e non mantenere quella promessa.
Allora qual è la conseguenza della politica degli annunci? Qual è la conseguenza di andare alla BIT e dire che si affittano le navi o in qualche modo si mettono in campo i bonus vacanze? La conseguenza è che se poi non lo faccio e non lo faccio con tempi compatibili con le aspettative dei turisti e di chi ci viene a visitare, quella promessa, quell'annuncio ha un effetto negativo sull'immagine della Sardegna. Faccio un esempio, mi rivolgo all'assessore Crisponi, di una famiglia arrivata in Sardegna il 2 maggio, che non è potuta arrivare per il primo maggio, perdendo la Sagra di Sant'Efisio; sono passati tre giorni, "oggi" è il 5 maggio e decide di ripartire da uno dei cinque porti della Sardegna per i quali si prevede il bonus vacanze, dopo aver letto la delibera dei giorni precedenti, recandosi al desk multilingue con persone che promuovono la Sardegna, fantasmagorico, e portando le richieste ricevute. Allora, prima cosa: "oggi" 5 maggio, non c'è un porto della Sardegna col desk multilingue che sia in grado di accettare le ricevute, non sono state informate le associazioni degli imprenditori, né coinvolte le associazioni degli alberghi! Insomma si è creata un'aspettativa, si è preso un impegno per iscritto, ma "oggi", che è il 5 maggio, il testo dovrebbe essere operativo, oggi è il primo giorno dopo la permanenza minima in Sardegna di tre giorni in cui si dovrebbe essere nelle condizioni di intascare il bonus, ma il bonus non è materialmente intascabile!
Presidente, non sono contrario al bonus vacanze, anzi lo apprezzo, a parte il fatto che, se facciamo i conti, un bonus vacanze di 2 milioni di euro copre 20 mila arrivi. Magari ho sbagliato i conti, poi mi direte quanto occorre; però per 20 mila arrivi, considerando 100 euro a famiglia (stiamo parlando di 20 mila nuclei familiari, ci siamo capiti?), mi dimostrerete poi se siamo in grado di coprire fino al 3 luglio, io dico che di fatto siamo in grado di coprire una settimana o dieci giorni di giugno e che non arriveremo al 3 luglio; dovremo mettere altre risorse perché 20 mila nuclei familiari possono arrivare anche in una sola settimana di giugno, l'importante è corredare le nostre promesse e stare molto attenti che quelle promesse siano mantenute fino al termine. Però la situazione attuale è che si è partiti con un annuncio che "oggi" 5 maggio, primo giorno in cui quella promessa è esigibile, la promessa non è stata mantenuta.
Vado avanti con l'affitto delle navi, benissimo l'affitto delle navi, Presidente, se fossi stato in lei, avrei magari indicato la strada ma sarei stato un po' più attento sulle date perché prima si parlava del primo giugno, adesso del 15 giugno: qual è l'effetto sul mercato, Presidente? Lei, facendo gli annunci, insieme all'Assessore del turismo, alla BIT, a Olbia, in tutte le occasioni pubbliche, diciamo, suscita anche le aspettative di un popolo che rivendica il proprio diritto alla mobilità e che quindi è anche naturale che si rivolga contro un ipotetico cartello (io dico: ricordiamoci sempre che di quel cartello potevamo prevedere prima le mosse e quindi lei si deve fare carico della sua responsabilità), ma se nel frattempo le date cambiano, si blocca il mercato perché chiaramente una persona, che vuole partire il 2, il 5 o il 10 giugno, aspetta, non prenota, verifica se è operativo il sistema di prenotazione su Saremar.
Insomma, rischio nel momento in cui io non ho ancora definito l'affitto della nave. Lei sa bene che le manifestazioni d'interesse scadono domani, non so se arriveranno navi greche, navi turche, navi da dove, se sono navi da 600 o da 1500 passeggeri, non ho neanche fatto bene il break even. Presidente, ipotizzo che lei abbia fatto bene i conti, ho fatto i conti anche io, forse su una nave da 600 o 700 passeggeri il break even è intorno ai 400 passeggeri; c'è uno spazio per questa operazione, io non la ritengo impossibile. Ho paura però che sia stata annunciata troppo presto, senza aver le navi a disposizione e senza aver definito esattamente le tipologie di contratto del personale che dovrà essere affiancato a quello che l'armatore mette a disposizione, senza avere ancora definito il back office, lei forse sa che il sito Saremar è ancora agganciato a quello di Tirrenia, l'infrastruttura di prenotazione quindi non è un'infrastruttura proprietaria di Saremar, non essendo ancora definito il back office, non è ancora definito il sistema di commercializzazione.
Presidente, sono convinto, anzi lo spero sinceramente, che dal 15 giugno sarà possibile imbarcarsi su una nave Saremar, compresi i tempi di ripittura, che dovrà essere fatta rapidamente, perché queste navi arriveranno con chissà quali insegne, per dare loro una rinfrescata con la bandiera dei quattro mori; invito a fare veramente molta attenzione alle promesse e a essere molto chiari su quando aprirà il back office per le prenotazioni, perché - in questa fase di transizione - noi rischiamo non di agevolare il mercato ma di creare un disagio e un'incertezza; questo non lo dice un esponente della minoranza, lo dicono gli operatori, leggete oggi sul giornale le dichiarazioni rilasciate dagli operatori per esempio della Costa del corallo che dicono di fare attenzione perchè i tempi sono un fattore di rischio e che addirittura la proposta della Regione, se non incrocia esattamente i tempi in cui è stata definita, rischia di diventare un boomerang.
Che cosa voglio aggiungere, Presidente? Spero che lei, nella sua replica, considerati anche i toni dei nostri interventi che immagino lei possa apprezzare, voglia dirci qualcosa del futuro. Lei ha detto delle cose importanti, fra le altre che non crede che la Regione possa fare l'armatore (io sono d'accordo con lei), e neanche che il ruolo della Saremar sia un ruolo, come dire, di lungo periodo, anche perché lei dovrebbe eventualmente ritirare la delibera dell'8 febbraio 2011, dove avvia e ribadisce il processo di privatizzazione di Saremar e, grazie al fatto che non è stato veramente avviato, oggi le viene consentita questa operazione in questo modo, quindi per pura estemporaneità, prevedendo la cessione del 51 per cento di Saremar, non sulla base di uno "sghiribizzo" della Regione, ma sulla base delle normative comunitarie, che obbligano alla privatizzazione di tutte le ex società controllate Tirrenia.
Allora, per questi motivi, perché ha ancora in capo la delibera che privatizza Saremar, sa benissimo che Saremar va comunque privatizzata, ma che non è la soluzione di lungo periodo. Lei incontrerà problemi in questa gestione. Le auguro di chiudere in pareggio. Sa che Saremar non ha neanche circolante per avviare questa operazione? Lei lo sa, Presidente, che ha un credito nei confronti di Tirrenia di 11 milioni di euro e che dovrebbe avere contributi statali (che non ha) per altri 12-13 milioni all'anno? Che Saremar ha i suoi problemi, non può neanche rimettere a posto la sua flotta, che quasi non riesce a garantire un servizio dignitoso per la sua mission che è quella di collegarci con le isole minori? Allora Saremar non è la soluzione, o comunque non è una soluzione completa, perché i sardi dovranno navigare, attenzione, non su navi ammiraglie, ma navigheranno su navi stile quelle Tirrenia di un tempo, navi da 600-700 posti, certamente non allineate con i migliori standard e i migliori comfort attuali, cioè navi utili per l'emergenza, Presidente.
Mi auguro che, nella sua replica, ci sia lo spazio - magari anche nella formulazione di un ordine del giorno - di distinguere tra la gestione dell'emergenza che noi apprezziamo. Ho la preoccupazione, e chiudo la mia riflessione precedente, che ci sia un problema di capitale circolante, nel senso che, se lei affitta una nave per un mese, l'affitto le costerà 400-500 mila euro, 15 mila euro al giorno immagino circa, e in questo momento Saremar non ha neanche qualche centinaio di migliaia di euro per gestire l'operazione. Siamo molto tirati, ce la possiamo fare, Presidente, l'idea è positiva, ripeto, ma è un'operazione che oggi come oggi utilizza uno strumento che non è stato pensato per quello, che non ha risorse, che è in corso di privatizzazione. Insomma, concludo, Presidente, perché lei mi ha ben capito, io spero che ci sia spazio nella sua replica anche per pensare al futuro, per programmare. Le chiedo che cosa vuole fare in futuro, come affronterà il problema, come possiamo garantire in maniera più sistematica, più certa, più continua, il diritto alla mobilità delle persone…
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, presidente Cappellacci, Assessori e colleghi, definirei il dibattito della giornata di oggi "Piccoli armatori crescono", perché mi sembra di capire che ognuno abbia la sua formula, le soluzioni, ma anche che ci stiamo allontanando un po' dalla realtà. Vede, Presidente, io non sono nella schiera di quelle persone che pensano, anche politicamente, "tanto peggio tanto meglio"; io credo che noi abbiamo la possibilità, collega Porcu, di trovare oggi quell'utile momento di unità, più volte sollecitato anche dai colleghi della minoranza, da noi della minoranza più volte sollecitato, per rendere un servizio. Bene, rifacendomi anche alla visita di un segretario di partito nazionale che c'è stata ieri, che vedo molto attento alle cronache locali, e perciò lancia come novità una cosa vecchia, abbiamo la possibilità di creare davvero qui dentro il movimento dei partiti sardi, cioè intorno a un argomento.
Per cui io vorrei ragionare sulla proposta e sull'iniziativa, non per partito preso, ma perché è utile in questo momento definire la proposta di gestione diretta di alcune tratte attraverso la Saremar, e quindi dirette dalla Regione Sardegna, certo in una situazione di emergenza, ma a me piace di più il termine usato che è quello della "sperimentazione". Badate bene, "sperimentazione". Presidente, tra coloro che oggi difenderanno questa scelta, ci sono anche quelli che hanno ostato in quest'Aula, tra i colleghi che sono intervenuti e interverranno, l'ordine del giorno che tracciava questa linea, poi c'è stato l'invito al ritiro, ma nel dispositivo firmato da noi tutti e dai Capigruppo in particolare, tutti i Capigruppo, si diceva anche, tra l'altro, di attivare le opportune iniziative, oltre che per l'acquisizione della Tirrenia, anche per pensare alla costituzione (si diceva forse impropriamente) di una nuova Tirrenia, cioè di una compagnia in grado di garantire gli interessi dei sardi e di portare in Sardegna il centro decisionale, quindi una flotta sarda.
Allora, anche chi oggi si sta esprimendo a favore, optò perché si ritirasse quell'ordine del giorno. Ma errori se ne compiono, in quel momento ovviamente c'erano convincimenti diversi, ed è comprensibile. Oggi magari sforziamoci di trovare l'unità e il sostegno per una iniziativa necessitata, che comunque può determinare un'utile sperimentazione. Gli armatori privati, da privati, fanno cartello, da privati determinano le condizioni per la traversata, da privati cercano di determinare appunto l'utile maggiore; ricordo ancora, quegli armatori, che non hanno sicuramente a cuore gli interessi della Sardegna, da Tirrenia a Moby, Grimaldi e quant'altro, fanno il loro mestiere di imprenditori e quindi perseguono l'utile.
Certo, mi permetta un inciso, Presidente, tra quelli ci sono anche armatori che noi, come Regione sarda, abbiamo sponsorizzato e che forse non meritavano quella sponsorizzazione, non utile per il ritorno, onerosa, e sicuramente non in cambio di un servizio per la Sardegna. Ce lo dimostra il fatto che, quando c'è da fare l'utile della propria azienda, ci si dimentica da dove si è venuti e come si è cresciuti. Allora, se questo è, io credo che dobbiamo porre rimedio anche a un altro errore del passato (continuo a giudicarlo un errore tra le cose positive di quell'azione), sono andato a rivedermi gli atti, è uno degli errori che - secondo me - sono stati fatti anche nel passato e ci costringono all'emergenza, alla rincorsa, ossia l'esserci caricati l'intero onere della continuità territoriale nel bilancio regionale. Tra gli altri, a mio avviso, è, ancora oggi, un grave errore. Forse siamo l'unica Regione d'Italia che oggi paga la propria continuità territoriale, che è una di quelle cose che deve essere sicuramente a carico di uno Stato e di una Nazione, non del fruitore della continuità territoriale. In questi 3 miliardi (giustamente mi fa notare il collega Bruno, ogni volta li tiriamo in ballo, ma ci dimentichiamo che non possiamo tirarli in ballo per singole posizioni) ci sono ulteriori oneri a carico della Regione. Però questo è il mio parere.
Secondo me, potevamo avere quei 3 miliardi e magari stabilire che la continuità territoriale fosse in carico a uno Stato o a una Nazione. Questo è il mio parere, ovviamente suscettibile di errore. Sono assolutamente favorevole a sostenere questa iniziativa sperimentale, derivata dall'emergenza, prestando molta attenzione anche ad altri settori. E' vero, il turismo è sicuramente trainante nel PIL della Sardegna, è assolutamente trainante, però, io credo che non bisogna assolutamente distrarsi dal fatto che esistono altri settori collegati direttamente al turismo, quali ad esempio il commercio e l'artigianato, che meriterebbero una maggiore attenzione. In che senso? Trasporto merci. Da tutto questo cartello, badate bene, la nostra attenzione è sicuramente concentrata sulle persone che vorremmo venissero a passare le proprie vacanze in Sardegna portando della fresca liquidità, però è anche vero che la stessa penalizzazione viene subita da quelle piccole e medie imprese che, nel settore commerciale e artigianale, forse in questo momento sono leggermente messe da parte, perché non c'è il tempo di provvedere. Però, se provvediamo al bonus per le famiglie, io credo che (non so in quale forma, non ho avuto il modo di concentrarmi sulla cosa) in qualche modo questa sperimentazione sui trasporti debba tener conto anche del trasporto merci!
Spesso parliamo del trasporto delle persone ma dimentichiamo che c'è l'altra faccia della medaglia che dovrebbe godere di maggiori attenzioni; così come si è parlato dell'affitto delle navi, della Turchia, della Grecia o di quant'altro… Vede Presidente, i sardi non sono sempre gli ultimi: io vorrei fare un piccolo inciso e ricordare che la Sardegna e gli imprenditori sardi, un po' probabilmente con poco know how, con molto spirito d'avventura e di tasca propria, avevano già sperimentato, fin dai primi anni '90, il trasporto veloce e, quotandosi direttamente, allestirono la tratta La Caletta - Civitavecchia Fiumicino con il trasporto veloce trasportando, nel giro di 32 giorni, esattamente, 40 mila passeggeri! Tre ore e mezzo di traversata fitta di nave, si chiamava allora "catamarano veloce" (lo racconto perché concordo con lei che bisogna stare attenti alle azioni di boicottaggio) ma fu infatti boicottato dalla Tirrenia! Un'ottima iniziativa! E la Tirrenia che cosa fece? Boicottò! La Tirrenia, come lei sa, Presidente, ha molta influenza sul RINA, il Registro italiano di navigazione, perché dovranno richiedersi le autorizzazioni anche per il trasporto delle auto al seguito, per l'autorizzazione sulla tratta, per il bunkeraggio, che sarebbe meglio farlo qua invece che farlo lì, per l'attracco cioè le tratte che lei ci ha illustrato, Porto Torres-Genova, Olbia o Golfo Aranci-Civitavecchia o Livorno o quant'altro, sarebbe molto importante che i nostri conterranei e i turisti, che arrivano e che ripartono, abbiano magari un molo d'attracco fruibile, perché le prime operazioni che vengono poste in essere sono quelle di dirottare, per esempio nel porto di Genova, lo sbarco in un molo periferico e non servito, Allora noi ci dovremo attendere queste cose in via sperimentale, perché in via sperimentale subiremo il boicottaggio!
Così come abbiamo un'altra particolarità, per esempio, mi rivolgo a lei ma anche all'assessore Crisponi, io credo che, a seguito di questo grande sforzo temporale, perché bisogna fare tutto in fretta, offrire il servizio bene e in fretta, ci sarà sicuramente una ricerca di professionalità che aiuti nella costruzione di questo servizio, ma credo che ci debba essere anche piena collaborazione da parte degli operatori economici. Come contribuiscono gli operatori economici, del settore in modo particolare, alla soluzione di questo problema, perché se non bastano i 2 milioni magari vediamo di arrivare a 3 anche con qualche partecipazione o contributo, così non può necessariamente essere individuato un contributo finanziario.
Per esempio, ci si organizzi una volta per tutte per predisporre quei pacchetti concorrenziali che molto spesso i nostri imprenditori non sono stati in grado di offrire e oggi, anche per le contingenze internazionali, noi viviamo, purtroppo, per queste infelici contingenze internazionali, un momento felice perché sappiamo che tutto quel turismo, gran parte del turismo, che era orientato verso le coste del Nord Africa, potremo riceverlo noi. Come ci stiamo attrezzando? Parlo degli operatori economici perché non è la Regione Sardegna l'impresa, gli imprenditori facciano gli imprenditori, collaborino su queste iniziative che possono aiutare le imprese ma partecipino anche direttamente, organizzandosi con i pacchetti in offerta e con tutto ciò che fa parte del loro bagaglio di operatività imprenditoriale.
Un'altra cosa, certo bisognerà fare il break even point, bisognerà fare il conto economico, bisognerà studiare, se non è già stato fatto, ma presumo di sì, non ne sono a conoscenza, chiaramente avremo anche altre entrate e altri posti di lavoro da offrire perché sappiamo tutti che la nave è armata ma ci sarà tutta un'altra serie di operatori che dovranno operare lungo il tragitto e per il mantenimento e l'offerta dei servizi ai passeggeri, tra questi, cosa che risulta ben evidente anche in alcuni bilanci delle società citate dagli armatori privati, c'è anche l'offerta dei servizi di ristorazione, del bar, della sala giochi, dell'edicola e quant'altro. Per intenderci di tutti quei servizi che aiutano in qualche modo e, a volte, sono molto più interessanti come utili di impresa per i servizi offerti ai passeggeri durante la navigazione.
Anche su questo credo che Saremar, quindi indirettamente la Regione Sardegna, debba curare con accuratezza e oculatezza la gestione dei servizi perché se la sperimentazione è da fare, a fine sperimentazione bisognerà fare il saldo, bisognerà capire come e quando intervenire per organizzare in maniera stabile la rete dei trasporti via mare. Bene, tutti questi elementi possono contribuire a far quadrare i conti, non a determinarne sicuramente la riuscita ma a far quadrare i conti e, badate bene, riferendomi sempre a quella iniziativa che ho citato dei primi anni '90, quelle entrate sull'ammortamento dei costi avevano una rilevanza, non dico notevole, però, importante! Anche le scritte che si vedono all'interno, i manifesti luminosi o quant'altro costituiscono entrata che porta e aiuta, in questo caso, alla ricerca del pareggio o dell'utile di bilancio.
Se invece posso avanzare un suggerimento direi che, tra le tratte che lei ha illustrato (quella Nord-Orientale che ha come riferimento Olbia o Golfo Aranci e Nord-Occidentale, Porto Torres), non so se ce ne sarà il tempo, se si è pensato, se lo si ritiene opportuno, abbiamo dimenticato Tortolì e Arbatax, può essere molto importante per lo sviluppo di quel territorio. Noi sappiamo che è un territorio che ha già per il momento migliorato la sua rete di infrastrutture di collegamento via terra, deve ulteriormente migliorare, ma è ancora decisamente penalizzato per quanto riguarda il trasporto marittimo. Questo è nella storia della Tirrenia! Se non c'è una strutturazione interna delle penalizzazioni, anche per proporsi verso l'esterno, credo che anche questa possa essere sperimentazione. E' chiaro, bisognerà vederne i costi, se siamo nei tempi, però credo che non vada dimenticato, anche perché in quel territorio il PIL turismo ha un'incidenza molto significativa, perciò non dimentichiamoci di quella parte occidentale della Sardegna che ha sicuramente necessità di attenzione e di interventi anche in questo settore.
Un'ultima cosa. Saremar vanta dei crediti, come giustamente ha ricordato il collega Porcu, di 11 milioni, se non sbaglio è il credito vantato nei confronti della Tirrenia e un po' di più è quello vantato per le contribuzioni statali. Giusto? Un po' più di 11 milioni, 13 milioni mi dice il collega Porcu, quindi sono 24 milioni di euro che, a mio avviso, devono essere messi sul tavolo per quanto riguarda l'azione parallela che ci ha illustrato si sta portando avanti, per la partecipazione o l'eventuale acquisizione di ciò che resta della Tirrenia, sia nei confronti della Tirrenia stessa, sia nei confronti dello Stato.
Credo che su questo argomento non ci possa e non ci debba essere discussione o, meglio, è chiaro che ognuno deve esprimere il suo parere, ci mancherebbe, quale contributo di suggerimenti per migliorarlo, poi la sintesi spetta sicuramente all'Esecutivo, ma non ci sono dubbi sul fatto che era necessario intervenire e che probabilmente l'unico modo per intervenire era questo. Perciò, nonostante il grande rischio cui si sta esponendo la Sardegna, la Regione sarda, lo stesso Esecutivo, ovviamente, se non avrà successo nella sua iniziativa, si rende conto fin da oggi che sarà immediatamente bersagliato; io dico oggi, e lo dico per domani, che la veloce iniziativa con la quale si è cercato di intervenire, ponendo rimedio a un lungo periodo di staticità, la ritengo importante e condivisibile; e la condivido oggi dicendo che, anche se domani, per qualsiasi motivazione che non sia indotta dall'inefficienza o malafede, non si riuscirà, lo dico oggi e lo confermerò domani, questa è un'iniziativa auspicata da tempo, utile, necessaria e che è opportuno portare avanti nel modo migliore fin dalle prossime ore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Oggi viviamo la "Tirrenia due", perché qualche giorno fa avevamo animato in quest'Aula un dibattito intorno a due mozioni, che poi avevano prodotto un ordine del giorno firmato da tutti i Capigruppo e che doveva essere la conseguenza naturale di quella discussione ma sul quale poi invece improvvisamente non si è raggiunto l'accordo e siamo rimasti divisi sulle mozioni.
Credo che, comunque, appaia evidente a tutti che il problema rimane in campo con tutta la sua drammaticità; forse possiamo già arrivare ad anticipare che abbiamo perso un altro anno sul problema serio della continuità territoriale, di una libera circolazione e di una mobilità che non siamo in grado di garantire e di offrire ai sardi. La volta scorsa abbiamo perso questa occasione, io non so che cosa arriveremo a concludere perché non sono un veggente e non so che cosa accadrà alla fine di questo dibattito, però il problema che i sardi chiedono a noi di risolvere, o in larga parte a noi di affrontare e risolvere, è quello della libera circolazione, proprio per evitare, come ho detto la volta scorsa, di essere condannati agli "arresti insulari". Perché di questo si tratta! Abbiamo difficoltà a muoverci, siamo condannati a una situazione insopportabile che ormai da anni diventa un pericolo, uno spauracchio, in primo luogo proprio per la libera mobilità dei sardi e poi per quelle attenzioni necessarie e indispensabili verso un comparto che sta diventando sempre più la monocultura della Sardegna, il turismo.
Bruciate molte altre opportunità e possibilità, rimane il turismo come ultima opportunità e possibilità di lavoro e di impiego di tanti sardi. Siamo ancora nel medioevo dei trasporti; Bin Laden, è stato detto, sognava fortemente un ritorno al medioevo, i sardi sognano invece disperatamente di uscire dal medioevo dei trasporti, cosa che ancora diventa difficile far vedere e balenare. Una continuità territoriale che non arriva e che forse troppe volte è stata individuata solo in un trasporto aereo, che però ha la sua altalenanza e incognita per aver puntato, forse eccessivamente, sul trasporto low cost, un trasporto low cost che noi guardiamo con la speranza con cui guardano i giocatori del Superenalotto, cioè la speranza che ci vada bene, la speranza che vengano aperte nuove linee e nuove rotte e la speranza che non vengano chiuse quelle che già funzionano.
Noi non ci trarremo indietro rispetto alle nostre responsabilità e alle possibilità di contributo che possiamo dare, ma in ogni caso spetta a voi, soprattutto al presidente Cappellacci, alla sua Giunta e alla maggioranza, se avete una politica per i trasporti, e un'idea di come affrontare questo problema, garantirla.
Si è ricordata quest'oggi la proposta del bonus vacanze. Noi non siamo contrari, come ha detto anche qualche autorevole collega intervenendo prima, ma voi credete che il bonus vacanze possa essere una soluzione? Non prendiamoci in giro! Poi dovremo,come ha aggiunto qualche altro collega, introdurre il bonus vacanze in entrata, il bonus liberatio in uscita per i sardi, e il bonus merci che devono essere facilitate nell'arrivo e il bonus merci sarde che hanno anche loro il diritto a uscire senza essere gravate da un costo dei trasporti che le penalizza rispetto alla concorrenza di altri prodotti.
Credo che non possiamo rimanere ancora in questa incertezza, quindi ritengo che noi dobbiamo puntare (lo avanzo come proposta e penso che anche altri l'abbiano in mente come soluzione) a un ordine del giorno condiviso. Abbiamo perso quindici giorni, vorremmo capire in ogni caso e comunque quali sono le strade da percorrere; vorremmo capire di più, vorremmo sapere di più. Vorremmo sapere se si è sostenitori di una compagnia pubblica che tuteli e garantisca i sardi da oggi in poi o se si è invece favorevoli al privilegio di compagnie private che spesso violano le regole del mercato perché hanno interessi e obiettivi diversi. Su questo punto ci siamo già espressi, oggi molti di noi hanno ribadito le loro posizioni, ma credo che alla fine quest'Aula, su questo punto, debba trovare un accordo. E' per questa ragione che noi rilanciamo e riproponiamo l'ordine del giorno che già i Presidenti dei Gruppi avevano firmato la volta scorsa ed eventualmente, a fine dibattito, una sospensione consenta di limare e trovare il superamento di quegli aspetti che erano più collegati alla punteggiatura e non ai contenuti (che erano invece condivisi e ribaditi da tutti gli interventi) idonei a superare questa fase.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). A fronte di una soluzione che io ritengo abbia, senza enfasi e retorica, una portata storica e, a fronte anche del coraggio dimostrato dal presidente Cappellacci e dalla sua Giunta regionale... vi farà anche sorridere però...
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vi farà scrivere la storia.
PITTALIS (P.d.L.). Vi faccio ancora sorridere se mi lasciate concludere il ragionamento. A fronte di questi aspetti, c'è stato l'intervento del Capogruppo del P.D., onorevole Mario Bruno, il quale si è profuso in una spiccata requisitoria che non ha lasciato assolutamente spazi neppure a quelle che noi avvocati chiamiamo le attenuanti generiche; sembrava chissà quale misfatto avessero compiuto il presidente Cappellacci e la sua Giunta, salvo convenire che, tutto sommato, la soluzione alla fin fine doveva essere quella giusta.
Io chiedo al collega Mario Bruno, invertendo in questo momento i ruoli di opposizione e maggioranza, se lui si fosse trovato nella condizione di essere il Capogruppo di un partito della maggioranza e se in quei banchi ci fosse ancora l'onorevole Renato Soru a presiedere l'Esecutivo, quale soluzione avrebbe ipotizzato. Perché di soluzioni per la verità non ne abbiamo sentito, abbiamo sentito critiche, abbiamo sentito accuse, ma soluzioni in concreto davvero non ne abbiamo sentito, anzi devo dire che ci spetta rilevare che, al di là di qualche intervento come quello dell'onorevole Porcu, francamente, vivaddio, quando ci sono cose serie e concrete che si portano all'attenzione e al confronto del dibattito, le apprezziamo... onorevole Petrini, chiedo scusa, mi viene dal lato sinistro un vocio che mi disturba mentre nel lato destro sono silenziosi e ossequiosi anche nell'ascolto.
Allora dico che possiamo avere altri momenti sui quali scontrarci, sui quali portare anche il confronto con i toni che sono legittimi in un'assemblea parlamentare, però io ritengo che non si possa non apprezzare intanto che il presidente Cappellacci sia venuto qua, non perché sollecitato, come spesso accade, doverosamente anche, ora dall'opposizione ora dalla maggioranza, per riferire su argomenti di particolare importanza, ma è venuto di sua iniziativa a citare dati e soprattutto, io mi permetto anche di aggiungere, a correggere informazioni spesso parziali se non addirittura distorte in ordine, per esempio, alle iniziative o alle non iniziative che la Giunta regionale avrebbe assunto in relazione all'autorità antitrust. Ci ha chiarito con dati precisi che non si è trattato solo di qualche segnalazione ma dell'iniziativa vera e propria di un ricorso sollecitando un'adeguata istruttoria sull'aspetto che ha riguardato le vicende che non sto qui a ripetere per brevità.
L'Esecutivo è andato anche oltre, certamente sarebbero state fondate le accuse dell'onorevole Bruno se il presidente Cappellacci e l'Assessore dei trasporti non avessero assunto una qualche iniziativa nei confronti degli operatori, i quali sono stati convocati a un tavolo e invitati a un ripensamento dell'iniziativa che si è tradotta in un vero e proprio accordo di cartello; di fronte alla sorta di muro invalicabile che questo accordo di cartello ha determinato, mi pare che la legittima iniziativa assunta dall'Esecutivo regionale fosse proprio mirata innanzitutto a dare una risposta dimostrando che ci siamo. Tant'è che il presidente Cappellacci ha confutato punto per punto le ragioni che quell'accordo di cartello, non più tardi della giornata di ieri alla Camera, poneva come necessarie per ritoccare il costo delle tariffe, i costi dei biglietti, dicendo, appunto, come mai l'aumento del carburante, che non è un problema sardo, ma è un problema che ha investito anche realtà territoriali come la Sicilia, non ha determinato quell'aumento. Come abbiamo appreso dal comunicato dell'autorità portuale di Olbia, l'aumento di tasse e di oneri portuali sostanzialmente si traduce in qualche euro e non certamente in quegli onerosi aumenti che quell'accordo di cartello ha previsto, evidenziando così l'infondatezza di tutte le ragioni che sono state addotte al riguardo.
E non solo, c'è stato ancora una volta un invito da parte del Presidente a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, soprattutto ai parlamentari sardi, per una comune mobilitazione e ha ottenuto dal ministro Matteoli l'impegno perché la Regione possa essere non solo "spettatore" ma possa svolgere addirittura il ruolo da protagonista anche nella vicenda della dismissione della Tirrenia. Riteniamo che, anche con l'essere animati da chissà quali altri nobili intenzioni, sia stato fatto tutto quello che poteva essere fatto. Andando anche oltre, arriviamo alla critica rivolta alla Regione di essersi in sostanza assunta le vesti dell'armatore, entrando a gamba tesa, come qualcuno ha detto, nel libero mercato; questo deve far riflettere, nel senso che si tratta di un'osservazione critica che può avere anche il suo fondamento, ma che anche in persona o parte politica, che crede nelle regole del libero mercato, ha fatto ritenere di dover porre un freno, un rimedio a una situazione che altrimenti potrebbe pregiudicare la stagione turistica che è ormai alle porte.
Quindi, l'iniziativa, attraverso la Saremar, mi pare che sia - e lo ripeto - una soluzione di portata storica che ha dimostrato il coraggio di un Esecutivo che, posso veramente dire, si connota per una forte carica autonomistica che ci fa piacere sottolineare, perché è andato oltre quella che poteva essere la più comoda e serena situazione di lasciare che il mercato facesse il suo corso.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue PITTALIS.) Si è andati oltre, cercando di creare un sistema per dare una risposta al cartello e per creare le condizioni, questa è soltanto una fase in via sperimentale, per cercare insieme di indicare al Presidente e all'Esecutivo quali sono o possono essere i correttivi perché questa fase sperimentale diventi in ipotesi anche una fase a regime, perché no? Sussistono le condizioni, abbiamo le risorse, abbiamo la capacità. L'onorevole Capelli ci ricordava che dobbiamo fare i conti con il fatto che la continuità territoriale purtroppo è un onere totalmente a carico del nostro bilancio e, in questa situazione, in questa condizione, la coperta rischia di diventare troppo corta, perché in quel fondo c'è tutto, dalla sanità ai trasporti sino ad altre situazioni che devono trovare fonte, per quanto riguarda la spendita, sempre in quel fondo.
Ecco perché io invito, su questa materia in particolare, ad abbassare tutti quanti i toni e a superare una volta per tutte le ragioni di contrasto e di contrapposizione individuando semmai insieme, anche per la prospettiva futura, le soluzioni per dare una sorta di sistema a regime, tenendo anche conto che noi possiamo utilizzare, fin dove è possibile, gli strumenti che abbiamo, anche attraverso la Saremar, ma logicamente ricordandoci che viviamo in un sistema di mercato. Siccome qui è ampiamente dimostrato che si è davvero dato il senso dell'appartenenza, dell'autonomia e del coraggio di un Presidente di un Esecutivo, io penso che sia l'occasione per tutti di dimostrare che esiste anche il coraggio, l'autonomia e la volontà, da parte dell'Assemblea, tutta insieme considerata, di dare forte mandato al Presidente perché continui in questa opera davvero meritoria. Riteniamo che possa creare l'elemento per evitare un pregiudizio a tutto il settore turistico, perché il problema poi per noi è essenzialmente quello di assicurare e garantire, soprattutto in una stagione che è alle porte, l'afflusso di turisti nella nostra Regione; non di meno il problema che sollevava anche l'onorevole Michele Cossa va senz'altro tenuto nella debita considerazione, riguarda l'aspetto del traffico merci, per il quale ritengo che la Giunta regionale debba ulteriormente impegnarsi al fine di trovare, anche in questo caso, le soluzioni adeguate.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, non me ne voglia l'onorevole Pittalis, ma non credo che questo provvedimento abbia una portata storica, sicuramente ha una qualche portata almeno geografica, nel senso che si cerca di riportare alle distanze reali quelle che, tra Sardegna e continente, le iniziative degli armatori privati avevano sicuramente allontanato, e di parecchio. Dico subito che ritengo che la Giunta abbia agito con determinazione, efficacia, incisività e anche tempestività. Ha dimostrato efficienza in quest'azione e in un settore come quello dei trasporti che per una Regione insulare come la nostra è assolutamente strategico, sarebbe stato grave, gravissimo, se non fosse riuscita a intervenire con determinazione, efficacia, incisività e tempestività.
Ora però voglio sviluppare qualche considerazione. Alcuni colleghi, da Chicco Porcu e Capelli ad altri, hanno detto cose molto interessanti, e io richiamerò alcuni aspetti anche per analizzarli in maniera critica. C'è un aspetto essenziale, il momento in cui ha inizio questa vicenda, che è quello nel quale la Tirrenia ha deciso di bloccare le prenotazioni per la stagione estiva. Da quel momento, gli armatori privati hanno deciso di approfittare della situazione, quindi di raddoppiare, e in alcuni casi anche più che raddoppiare, le tariffe dell'anno precedente. Assumendomi la responsabilità di ciò che dico, credo che il commissario della Tirrenia abbia una responsabilità precisa, personale, amministrativa, e che il Governo in questa vicenda, quanto meno per non aver vigilato sulle iniziative del commissario, abbia una responsabilità altrettanto precisa, quanto meno di natura politica, ma anche di natura amministrativa e contabile. Perché? Perché la Tirrenia, che ha 70 milioni di contributo statale all'anno per svolgere la funzione di garantire la continuità territoriale verso la Sardegna, ha di fatto abdicato a svolgere questo servizio, ha di fatto abdicato a svolgere questo ruolo.
Allora sono tre gli aspetti essenziali di questa vicenda, sui quali si va a incidere: il diritto dei sardi di poter circolare liberamente, il diritto delle merci di poter transitare da e per la Sardegna, garantendo una continuità sia per il guidato che per il non guidato, e poi il diritto dei turisti, dei visitatori, di poter arrivare nel luogo di vacanza. E' evidente che il bando che si è predisposto deve tener conto di tutti e tre questi aspetti. Le navi Tirrenia sono state progettate e armate per dare risposte a queste tre esigenze. E' evidente che se si noleggia una nave del Nord Europa, per esempio quelle che fanno i collegamenti tra la Finlandia e la Svezia, che non sono attrezzate per il trasporto merci, e per alcune merci particolari, per esempio per il trasporto dei carburanti e dei gas, sarebbe un noleggio che forse, sì, salverebbe la stagione turistica, ma di sicuro non garantirebbe la rottura di quel monopolio che, soprattutto per il guidato, è un monopolio assoluto dei tre soggetti che si stanno candidando anche ad acquisire la Tirrenia. Quindi grande attenzione nell'acquisire queste navi armate, con i relativi equipaggi, perché dalla scelta del mezzo dipende anche la possibilità di dare risposte.
Tutte e tre le esigenze sono esigenze primarie, è inutile sottolinearlo: il trasporto delle merci per tutte le attività economiche della nostra Regione, la libertà di circolazione dei sardi non se ne parli neppure, ma anche il turismo. Io non sono così convinto come l'onorevole Capelli che il turismo rappresenti un settore trainante per la Sardegna, ahimè non lo è, perché non è mai stata fatta una politica turistica in Sardegna, rappresenta circa l'8 per cento, diciamo poco più dell'8 per cento del nostro Pil, abbiamo un numero di presenze turistiche in Sardegna in calo rispetto all'anno scorso, 12 milioni e 300 mila, pensate che una cittadina neppure tanto importante dal punto di vista turistico come Ferrara, da sola ha 6 milioni e mezzo di visitatori; non utilizziamo le comparazioni con Roma, Venezia, Firenze, perché ci farebbero impallidire. Quindi, la Sardegna non è una Regione turistica, però, il turismo, in questo momento, può rappresentare l'unica boccata d'ossigeno per la nostra economia: non possiamo permetterci certo di rinunciare a questa boccata d'ossigeno che la stagione estiva può portare.
Allora, come funziona il mercato turistico? E' sicuramente il mercato più emotivo, forse assieme a quello finanziario, più volatile, le dinamiche domanda-offerta e qualità-prezzo non incidono in maniera così forte come in altri settori; c'è il fascino, la capacità evocativa della destinazione, c'è anche il problema della sicurezza e io non credo che noi avremo vantaggi dall'instabilità dell'area mediterranea, perché chi ritiene che sia instabile il Mediterraneo, andrà probabilmente da un'altra parte, andrà in Polinesia, certo non sceglie un'altra costa del Mediterraneo. Quindi stiamo anche attenti a pensare di poter approfittare, quasi fossimo avvoltoi, della situazione grave che si registra nel Nord Africa.
Però, dobbiamo dirci, in maniera chiara, che questa iniziativa lodevolissima può costituire un problema: quello del blocco delle prenotazioni. In questo momento si è detto che si apriranno le prenotazioni, ma fino a quel giorno coloro che stavano prenotando, anche a prezzi alti, hanno bloccato le prenotazioni; c'è un'attesa per capire che cosa succederà e questo è gravissimo per le strutture turistiche della Sardegna, quindi al più presto dobbiamo cercare di dare chiarezza su che cosa succederà.
Per quanto riguarda il bonus vacanze, io non sono convintissimo dell'efficacia di questo strumento, anzi, credo che sia insufficiente la dotazione finanziaria, che questa non sia la strada giusta e che metterà in difficoltà qualche albergatore, perché probabilmente saranno gli albergatori a dover garantire il bonus. Credo che invece si sarebbe potuto intervenire in termini di co-marketing, come fa anche la Corsica, abbattendo cioè il costo di trasporto con azioni di co-marketing, come facciamo per esempio con Ryanair, noi scegliamo alcuni vettori, a cui diamo un contributo che abbatte…
PORCU (P.D.). Lo facevamo…
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Lo facciamo, il co-marketing lo facciamo, lo fa anche il Sistema Turistico Locale (STL), anche stamattina abbiamo deliberato nel Nord-Ovest ulteriori risorse, e anche cospicue. Credo che quel modello di azione di co-marketing possa essere seguito anche nel caso del trasporto marittimo, però, ripeto, il mercato turistico è un mercato che segue regole differenti dai mercati tradizionali, ogni informazione che si dà ha un effetto e anche l'effetto che può apparire il più positivo può avere delle ripercussioni negative, crea aspettative. Quindi sul fatto che le prenotazioni dovranno essere attivate in una data certa e, in quella data certa, a prezzi certi, noi dovremo dare garanzie, altrimenti otterremo un effetto contrario alla nostra volontà.
Sulle rotte sono anch'io d'accordissimo sul fatto che le rotte debbano essere quelle in cui c'è traffico; è inutile pensare alle rotte per Cagliari o per Arbatax, bisogna concentrarsi su quelle rotte che possono consentire di calmierare il mercato, e sono quelle di Olbia con Civitavecchia e Porto Torres, e anche Olbia con Genova. Bisogna necessariamente concentrarsi su queste e pensare che si sta attuando un esperimento. Non è, secondo me, l'inizio di una flotta sarda, non credo nelle flotte sarde, non credo nei carrozzoni pubblici che possano sostituirsi al mercato, così come non ho mai creduto neppure ad Abbanoa e oggi abbiamo la dimostrazione concreta che neppure in settori strategici può avere senso l'impresa pubblica governata dai partiti, perché si trasforma inevitabilmente in un carrozzone; credo che possa servire semplicemente in questa contingenza per calmierare i prezzi e rompere un cartello.
I cartelli hanno due caratteristiche e vengono definiti attraverso due elementi: un elemento è quello di un accordo tra privati atto ad alterare le regole del mercato, l'altro la segretezza. Non credo che si possa neppure definire un cartello, perché è talmente palese la volontà dei tre soggetti di accaparrarsi la Tirrenia, con la complicità del Commissario, lo ribadisco, che sta gestendo la vicenda, che forse neppure di cartello si può parlare, si può parlare di qualcosa di più grave; però, non vorrei che domani, con l'azione della Regione, siano i tre soggetti privati a rivolgersi all'Autorità garante, Antitrust, nella definizione italiana è l'Autorità garante della concorrenza nel mercato, perché magari si possa manifestare una qualche forma di aiuto pubblico, in un settore nel quale l'Europa è intervenuta pesantemente per sottrarre al pubblico la Tirrenia e le altre società.
Ribadisco, anche perché non vorrei che il Presidente sentisse solo la parte finale dell'intervento, che ho detto che la Giunta ha agito in maniera assolutamente positiva con determinazione, efficacia, incisività e tempestività, però ritengo che debba essere un momento limitato nel tempo, un esperimento che non possa trasformarsi in un carrozzone, in una stabilizzazione di una cosiddetta flotta sarda, alla quale non credo assolutamente. Non lo credo perché le norme comunitarie non ce lo consentono, anzi, non è che non ci credo, ci crederei anche, ma se vogliamo stare in Europa non ci possiamo credere, corriamo il rischio di far gli errori compiuti nelle precedenti legislature, di iniziative che hanno una qualche volontà evocativa nei confronti dei sardi di riscatto o di altro, ma che si scontrano con le norme della Comunità europea, nelle quali dobbiamo star dentro e rispettarle se vogliamo averne anche dei benefici.
Bene, quindi, a questa iniziativa, ma la prossima battaglia dovrà essere quella di spostare i 70 milioni di euro per la continuità territoriale dalla Tirrenia in qualche altra cosa, perché anche la Saremar va privatizzata, magari con una piccola partecipazione minoritaria della Regione Sardegna. Questa dovrà essere la richiesta della nostra Regione: garantire la continuità territoriale a ogni altra società, non agli armatori che si approprieranno della Tirrenia per smembrarla, a un'altra società che svolga la funzione che ha svolto la Tirrenia, cioè quella di garantire la libera circolazione dei sardi e delle merci e la possibilità per i visitatori di arrivare nella nostra Regione a prezzi accettabili.
Per chiudere, onorevole Capelli, mi consenta una battuta, lei diceva che c'è la possibilità di recuperare risorse dai servizi collaterali; ecco, qualora dovessimo mettere le slot machines, azioniamole solo in acque internazionali, per evitare poi che nella vertenza entrate si debba dare anche qualche decimo di entrata sui giochi allo Stato e al Governo, che non ci ha sicuramente trattato bene nella vicenda che andiamo ad affrontare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, colleghe e colleghi, l'azione intrapresa dal Presidente della Giunta sarà pure, è evidente, un'azione di emergenza ineluttabile e necessaria che dovrà affrontare sicuramente criticità e incertezze di cui c'è consapevolezza e che devono essere sicuramente superate al più presto, ma io ritengo sia un'azione efficace, valida, opportuna e non solo perché non possono certamente trovare giustificazione aumenti che io avevo definito prima del 70 per cento, lei ci dice che sono quasi indecenti per l'entità che assumono senza motivi sufficienti per giustificare appunto un aumento così indiscriminato. Questa azione è valida non solo per questo, ma anche perché lascia spazio ad azioni più strutturate e proiettate nel tempo, quelle azioni che riconosco nella loro propositività così come sono state prospettate dall'onorevole Bruno e dall'onorevole Porcu, sulle quali noi, proprio per la loro importanza, per la loro efficacia e prospettiva nel tempo, non possiamo certamente che condividere e prenderne naturalmente gli spunti propositivi.
Penso che il Presidente abbia saputo interpretare bene un sentimento comune, che è quello che non possono certamente in alcun modo essere accettate ipotesi che chiunque possa solo pensare di lucrare sul nostro incolpevole isolamento, che per noi rappresenta un handicap evidente, ma che non ci dovrebbe mai vedere penalizzati, come si intende fare in questo momento. E' evidente che a tutti noi deve stare a cuore l'interesse della Sardegna e sono quindi d'accordo che ci debba essere uno sforzo per garantire la continuità territoriale dei passeggeri e delle merci e mi rammarico che sia caduto il silenzio su un fatto importante. Vorrei ricordare che fu Trenitalia a investire somme ingenti nel porto ferroviario di Golfo Aranci, cioè nella tratta più breve e più favorevole per il trasporto merci su rotaia, che però purtroppo oggi risulta abbandonato perché con un colpo di spugna venne cancellato quel fondamentale servizio dei carri ferroviari che si imbarcavano dal porto di Golfo Aranci, che era operativo dal 1961 e che rappresentava una porta strategica per le merci sarde.
Un danno grave per l'economia di tutta la Sardegna, perché l'economia della nostra Isola può offrire una gamma più vasta oggi di merci che sono anche soprattutto rivolte al mercato mondiale e sono spesso frutto di prodotti tipici e originali della nostra terra, rappresentando quindi una delle poche speranze per la nostra economia. Credo, quindi, che sia davvero necessario intraprendere questi percorsi che, se vogliamo, non saranno storici ma sono sicuramente coraggiosi e in un certo senso innovativi, promuovendo non monopoli, neppure privati, ma una concorrenza che porti a un elevamento della qualità del servizio marittimo nella sua efficienza e puntualità.
Non è importante venire in Sardegna, ma occorre sempre verificare anche l'efficienza dei servizi e sarà importante anche che quei tavoli tecnici, costituiti con le compagnie di navigazione per affrontare tutte le questioni inerenti i collegamenti da e per la Sardegna, vengano mantenuti almeno per quanto riguarda l'approfondimento dei temi che riguardano le condizioni di servizio. Se è vero, quindi, che non possono essere giustificati aumenti così elevati, così onerosi, che cosa doveva esserci se non una reazione quale quella che ha messo in atto la Giunta, che si pone l'obiettivo di sottrarre l'isola a questo vero e proprio cartello dei prezzi, che penalizza in modo inaccettabile in primo luogo la voce più importante della nostra economia, che è quella turistica?
Quindi siamo a fianco all'azione del Presidente che ha saputo interpretare, ritengo validamente, lo spirito autonomistico nel settore dei trasporti e non credo si possa definire propagandistica un'iniziativa che ha il fine di porre la Sardegna al riparo da operazioni che hanno come obiettivo un mero profitto alle spalle delle bellezze del nostro paesaggio e della nostra cultura. Presidente Cappellacci, lei ha intrapreso un'azione che ha l'obiettivo di creare una condizione di rispetto da parte di quelle compagnie che hanno certamente - lo ha detto con chiarezza, senza reticenze - sovvertito profondamente il mercato nei riguardi di tutti gli operatori, in particolare di quelli del settore turistico, che possono subire danni gravi da eventuali disdette, anzi sicuramente li hanno già subiti, e soprattutto dei passeggeri sardi che non possono scontare colpe che non sono loro. Bene, quindi, bonus vacanze, tariffe dell'anno precedente garantite da questi indirizzi affidati a Saremar e ricorso all'Antitrust, ricorso severo che speriamo trovi tutti gli elementi perché possa procedere in termini agevoli e tempestivi. Misure che non sono né scontate né propagandistiche, ma rappresentano la volontà e l'impegno di questa Giunta a difesa della nostra isola.
Dal Presidente e dalla Giunta arriva un richiamo all'unità rivolto a tutta la rappresentanza politica, noi speriamo che possa essere accolto con convinzione. Il tempo dirà poi se questa azione sarà efficace nel calmierare i prezzi e tutelare gli interessi dei sardi. E' certamente una battaglia che ci deve vedere schierati dalla stessa parte, tutti insieme. Credo che non ci siano dubbi sul fatto che il libero mercato in questo momento non stia esplicando le sue azioni benefiche sulle tariffe dei collegamenti navali e che le compagnie devono essere indotte a rivedere, proprio sulla forza delle azioni che lei ha definito a gamba tesa o, meglio, sono state definite da alcuni a gamba tesa, perché sicuramente devono essere colte anche nella loro ineluttabile necessità, alludo a una sana concorrenza sui prezzi che, se non viene intravista, deve essere sicuramente sollecitata.
Credo che siamo davanti a linee di intervento da parte del Presidente della Giunta che sono molto più che una scommessa. Si tratta di un'azione che inciderà sul mercato, questi sono gli intenti, e comunicherà un messaggio di autonomia decisionale sul diritto dei sardi, di tutti i turisti, di tutti cittadini che scelgono la Sardegna, ad avere un costo equo dei trasporti che non sia frutto di un facile profitto, diretta conseguenza, come in questo caso, delle prospettive dell'alta stagione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, lei questo pomeriggio, introducendo le sue dichiarazioni, ha auspicato, giustamente credo, un dibattito sereno e franco di tutte le forze politiche oltre che una possibile convergenza delle stesse su un tema che definire sensibile è usare un eufemismo. Io le ricordo, Presidente, per la cronaca, ma non ne ha bisogno, lo faccio per semplificare le poche cose che dirò, che il suo mandato ha avuto inizio poco dopo la scadenza della concessione alla Tirrenia che è avvenuta il 31 dicembre 2008. Sono trascorsi da allora poco più di due anni (due anni sono un periodo storico, onorevole Pittalis), in cui si è fatto davvero poco, è indubbio questo. Tant'è che si è arrivati a questa proposta in una condizione di totale emergenza e quando le proposte si fanno in una condizione di difficoltà e di emergenza, credo che dimostrino che il tempo che c'è stato a disposizione non è stato utilizzato per definire una proposta di politica dei trasporti, guarda caso, magari coinvolgendo, come diceva lei, Presidente, tutte le forze politiche presenti in quest'Aula e, perché no, anche in un confronto serrato con le forze sociali che probabilmente hanno da dire qualcosa anche su questa materia.
Quelli trascorsi, Presidente, sono due anni ma a me sembra un arco di tempo sufficiente per maturare una proposta organica sul trasporto via mare, perché di quello oggi stiamo parlando. Tra l'altro, a me pare, lo dico con massimo rispetto, non è che ci fosse da inventare chissà che cosa, perché il modello da prendere a riferimento credo che fosse e sia il modello dell'altra continuità territoriale che abbiamo realizzato da diversi anni. Poi se ne può discutere, ma credo sia quello il modello al quale dovremo in qualche maniera richiamarci.
Presidente, credo che serva, credo ne sia convinto anche lei, una soluzione strutturale. Questa soluzione strutturale è da adottare in tempi velocissimi, non con i tempi che abbiamo avuto fino a quest'oggi. La soluzione va trovata, va ricercata, Presidente, non può che passare attraverso una continuità, attraverso, scusi il bisticcio, gli oneri di servizio. Vorrei chiederle se, da parte sua, da parte della Giunta, da parte della sua maggioranza, c'è una proposta differente, alternativa, originale, questa sì magari potrebbe assurgere anche al rango "storico", come veniva definita questa dall'onorevole Pittalis, che di "storico" non mi pare abbia granché. Quella marittima in particolare, Presidente, io credo debba riguardare anche la continuità territoriale delle merci. Insomma, in quest'Aula, anche in questa legislatura, spesso abbiamo sentito da lei, Presidente, nelle sue dichiarazioni programmatiche, dai suoi Assessori, fare riferimento al Mediterraneo, spesso, spesso, eppure, Presidente, per solcare quel mare tranquillo, le imprese sarde pagano parecchio e quel "parecchio" è un fattore di competitività che viene meno rispetto al prodotto finale del nostro sistema produttivo e più in generale di quello economico.
Ecco, Presidente, vorrei chiederle molto serenamente, così come auspicava lei, lo hanno fatto anche rappresentanti della sua maggioranza (spero nella sua replica voglia degnarci di una qualche osservazione), se anche sulla continuità territoriale delle merci c'è un progetto, se siete pervenuti a una proposta, a una qualche idea. A me pare che finora non ci sia traccia di tutto questo. Le chiedo, Presidente: qual è la proposta della sua Giunta, qual è la sua proposta per garantire il diritto alla mobilità via mare dei sardi e in particolare delle merci prodotte in Sardegna? A me pare questo sia un argomento importante che merita di essere discusso in quest'Aula e io mi permetto di sollecitare, se riterrà possa essere utile, una sua considerazione.
Finora, lo ha ricordato poc'anzi anche l'onorevole Cuccureddu, il sistema pubblico, definiamolo così, ha dato alla Tirrenia circa 72 milioni di euro l'anno. Nella passata legislatura - poi eventualmente se sbaglio mi correggerà il presidente Soru - mi pare fosse stata avanzata una proposta al Governo di non avere 72 milioni ma di averne 50 e di poter gestire, così come si fa con il trasporto pubblico locale, autonomamente questo servizio di mobilità attraverso il mare. Le chiedo, Presidente: se d'ora in poi ovviamente ce ne facciamo carico noi, non c'è più l'intervento dello Stato attraverso i 72 milioni? Almeno su questo, è possibile sapere qualcosa? Presidente, quanto intende mettere a disposizione per la continuità territoriale marittima, sia per i passeggeri che per le merci? Ecco, a me pare che queste questioni possano e debbano essere in qualche maniera affrontate in quest'Aula. Ancora, anche rispetto alla soluzione provvisoria sulla quale, ripeto, a partire dal Capogruppo del P.D., non abbiamo voluto demolire nulla, Presidente, le abbiamo detto che non ci metteremo certamente di traverso, è innegabile però che sia una pezza, come l'ha definita l'onorevole Bruno nel primo intervento dopo le sue dichiarazioni, non mi pare ci sia nulla di offensivo, mi pare che sia una dichiarazione che rispecchia pienamente anche le sue stesse dichiarazioni. Però, in questa fase provvisoria, Presidente, avete stabilito dei livelli minimi di sicurezza e di qualità? Non è un aspetto secondario. Attenzione, io credo che quello che si pretende nella fase provvisoria sia un qualcosa di molto importante anche per quello che si definirà in futuro in maniera strutturale. Ecco, su questo io credo che sarebbe opportuno un minimo di discussione anche questo pomeriggio.
Presidente, nel riconfermarvi la volontà di non metterci di traverso, non possiamo comunque sottacere alcune preoccupazioni che ci obbligano a denunciare, come abbiamo fatto finora, io spero che non vi dia fastidio, alcuni limiti e insufficienze che avete avuto finora perché vorremmo che questi limiti e queste insufficienze in qualche maniera venissero superati attraverso questo dibattito in Aula che dovrebbe vedervi disponibili ad ascoltare e a recepire. Badate, queste cose non le diciamo solo noi, Presidente. Se leggiamo i lanci d'agenzia di Confindustria di meno di un'ora fa, noterete che le stesse dichiarazioni di Confindustria, che certamente non è un'organizzazione di carattere bolscevica come il Partito Democratico, presidente Cappellacci, mi fa piacere che lei sorrida, non mi sto aggrovigliando, sto facendo delle osservazioni che non sono affatto differenti da quelle che non abbiamo certamente concordato con Confindustria. La stessa Confindustria pone in maniera molto secca, molto ferma, alcune cose. Vi accusa, per esempio, di avere avuto per due anni una politica attendista, la stessa Confindustria vi ricorda che probabilmente una delle ragioni di questa politica attendista forse dovuta anche al fatto che avete alternato tre Assessori in due anni e certamente in particolare il primo non è che avesse un curriculum di grande spessore nelle politiche dei trasporti; ma non è di questo che ci interessa parlare oggi, certamente credo che sia lo specchio delle difficoltà che avete avuto e che dimostri la debolezza della vostra politica nel settore, nel comparto dei trasporti.
Ecco, io vorrei chiederle infine due o tre cose, Presidente. La prima. E' possibile conoscere, nelle direttive che avete dato a Saremar, quali condizioni Saremar deve pretendere relativamente agli standard di sicurezza e di qualità? Ancora. Perché, Presidente, questa soluzione provvisoria riguarda solo e soltanto, se io non ho capito male, se ho capito male chiedo venia, i due porti del Nord Sardegna? Le ricordo, Presidente, non per fare un intervento connotato da campanilismo, non è questo insomma, però negli altri porti sardi, escluso quello di Cagliari, bene o male, lo diceva anche qualcuno che mi ha preceduto, c'è un minimo di concorrenza e tra l'altro le tariffe non sono diverse perché talvolta si riesce a viaggiare nei vettori privati con tariffe inferiori di quelle della Tirrenia con una qualità certamente non paragonabile. Allora, perché in questa soluzione provvisoria voi indicate soltanto i due porti del Nord della Sardegna? Credo che questo sia un errore che rischia di essere un precedente per il prossimo futuro, per quella soluzione strutturale che, Presidente, mi permetto di insistere, vorrei che nella replica perlomeno per sommi capi ci dicesse, indicandoci gli orientamenti di questa soluzione strutturale, perché non credo che l'affidamento a Saremar sia la soluzione strutturale e definitiva, o è quella? Punto di domanda! Non lo so, ci dica qualcosa, Presidente, e ci dica anche, ripeto, quali sono finora gli standard, ripeto, di sicurezza e di qualità, che non sono un aspetto secondario in una vicenda come questa. Ecco, Presidente, con queste domande ho finito.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ad ascoltare i nostri dibattiti ogni tanto viene il sospetto, almeno a me, che questo Consiglio rischi sempre più una deriva psichiatrica perché stiamo parlando di un fatto, sentiamo l'aulico richiamo a fasi storiche per cui non avvertiamo sulla pelle il tremore dell'evento e poi una serie di interventi che tutto fanno fuorché quello che deve fare una classe dirigente che si dispone alla costruzione del buon governo; e una classe dirigente che si dispone al buon governo deve avere un requisito, non deve perdere la memoria, la memoria dei fatti, la ricostruzione degli eventi e ricostruendoli correttamente cercare di interpretare la domanda. Ecco perché mi sembra un po' una deriva psichiatrica quella di questo Consiglio, perché si fa finta che non sia successo niente. Io vorrei dire, nel rispetto di quello che è l'orientamento, che noi sappiamo di essere una forza politica responsabile e quando la nostra autonomia è in difficoltà non mettiamo il piede sulla testa però non veniamo meno neanche alla nostra funzione di avere memoria piuttosto che esaltare un momento che dovrebbe essere messo tra doppie e triple parentesi.
Vorrei ricordare che noi ci troviamo di fronte a una vicenda per la quale si adotta un provvedimento che nasce ed è strettamente dipendente dalla travagliata storia del processo di privatizzazione della Tirrenia, perché se leggiamo questi fatti senza tenere conto di quest'ultimo citato stiamo facendo un falso storico. La vicenda della privatizzazione comincia, e lì stanno anche alcune idee che si sono volute rimuovere rapidamente, nel 2006 quando la voce di allora della Regione autonoma della Sardegna chiedeva allo Stato di trasferire la Tirrenia alla Sardegna. Non è un passaggio di poco conto perché oggi la privatizzazione la sta gestendo lo Stato, in altre condizioni l'avrebbe potuta gestire la Sardegna e siccome l'articolo 3 della legge numero 287 del 1990 parla espressamente di non poter accettare quindi di contrastare quello che viene chiamato abuso di posizione dominante, che pare sia il caso sul quale ci stiamo ponendo, Presidente, ci sono su queste questioni, due soggetti che possono prevenire il concretarsi di un abuso di posizione dominante, o è lo Stato o è la Regione, non ce ne sono altri! Ne deduco che, se siamo a questo punto, la funzione di prevenire un'azione di abuso di posizione dominante da parte del sistema delle imprese è venuta meno da parte dello Stato.
Questa lunga vicenda della privatizzazione ha delle chiavi di lettura. La prima chiave di lettura è che quando fu presentato da parte dei colleghi sardisti un emendamento che diceva che si doveva dimostrare di fare sul serio e si prevedeva di mettere 10 milioni di euro per entrare nella partita, fu detto: "No, no, mettiamone un milione e poi se c'è necessità...". Non si è capito in quel momento che si stava giocando una partita che riguardava l'autorevolezza del soggetto autonomistico che si poneva nella prospettiva della partecipazione alla privatizzazione. Che cosa è successo dopo? Che mentre la Sicilia partecipava a piene mani al processo di privatizzazione, è bastato - guarda caso - che il presidente Lombardo, in Sicilia, cambiasse maggioranza, perché quella gara fosse annullata. Se si è passati da quella fase di gara a una fase di trattativa privata sui generis sulla quale ci troviamo oggi, perché oggi ci troviamo in una fase di trattativa privata sotto lo stesso cartello che sta ricattando la trattativa, inquinando e condizionando la trattativa, quel cartello è lo stesso che oggi ha acquisito, per la nostra assenza e per la nostra scarsa autorevolezza, una posizione dominante nella faccenda che stiamo osservando.
Se siamo immemori di questi fatti, non siamo in condizioni oneste per giudicare questo provvedimento perciò questo provvedimento è un aggiustamento, è un provvedimento dell'ultim'ora. A parte il metodo, Presidente, sappia che noi abbiamo parlato di questo problema e bisogna che lei comunque faccia un patto con noi: o giochiamo davvero tutti a nascondino o non è che lei esce solo quando c'è da fare chiesa! No, giochiamo tutti con le stesse regole e quindi dobbiamo essere presenti quando ci sono gli allarmi, quando ci sono le mozioni e quando ci sono gli avvertimenti. Sono convinto che questa è la chiave di lettura, siamo arrivati un po' in ritardo, forse fuori tempo massimo, tuttavia noi siamo persone responsabili e non vogliamo interferire o rallentare, in buona fede, l'idea di recuperare il terreno che comunque ci è venuto a mancare.
Dovremmo essere onesti tra di noi per essere più forti all'esterno, cominciando a ragionare sul fatto che lo Stato sia venuto meno nel prevenire che si concretizzassero le condizioni di abuso di posizione dominante, noi dobbiamo compiere, nella prospettiva, qualche azione al di là del contingente, che rimetta la Sardegna, o costringa lo Stato, a tutelarci su questo rischio. Diversamente quest'azione tappa una falla temporaneamente limitata, ma non risolve il problema più ampio, e non lo risolve perché il messaggio è brutto. Presidente, con il fatto che, dal 15 maggio al 15 settembre, noi facciamo questa operazione, stiamo dicendo che ci stiamo rivolgendo solamente al potenziale mercato turistico, ed è un errore di messaggio politico, perché la prima cosa che dobbiamo fare invece è tutelare il diritto di cittadinanza statuale di ogni sardo a potersi muovere liberamente, non nel periodo che riguarda solo i turisti, che pure sono importanti. Ma vogliamo mettere un 7 per cento, se conta ancora il 7 per cento del prodotto interno lordo per il mercato turistico, con l'insieme del sistema Sardegna che, se ha piena cittadinanza, in un sistema di mercato, ha un valore ben superiore rispetto a quello limitato del turismo, per quanto importante?
Anche questo denuncia una carenza di visione di modello di sviluppo, di fatto complessivo, e appunto di autorevolezza. Ho le mie perplessità e ho il dovere di dichiarargliele prima. Questa storia del bonus significa togliere soldi ai sardi per combattere diritti che ci sono stati sottratti, questo significa! Stiamo togliendo soldi ai sardi per diritti che ci sono stati scippati, quindi significa che è un doppio furto se vengono utilizzati così. Perché non si può parlare in questa materia di bonus, il bonus si dà per la nascita dei figli, ma si suppone che i figli prima si vogliano, non che si dà il bonus per farli, è una cosa diversa!
Noi stiamo correndo il rischio di commettere lo stesso errore di cui accusiamo gli altri, inquinando il mercato con risorse che comunque non sono legittime e che devono rimanere ai sardi, non andare a quelli che vengono da fuori per ridurre i costi delle loro vacanze! Vi avverto, attenzione che comunque quelli che fanno il cartello hanno più avvocati che dirigenti, hanno avvocati, quelli vi faranno un ricorso immediato e impallineranno tutta la questione. Noi dobbiamo trovare forme diverse di utilizzo di quelle risorse, rivolgendole soprattutto alla salvaguardia del diritto di cittadinanza statuale di ogni sardo, per la sua mobilità, questo ha un senso, anche nell'emergenza, non darlo agli altri con questa enfasi del mercato turistico, un mercato turistico che avete dimenticato di contestualizzare nell'ambito della crisi mondiale mediterranea che affrontiamo e che non è affrontabile con questi strumenti, è affrontabile in un tempo diverso, con strumenti diversi e con collaborazioni diverse. Quindi vi chiedo di togliere questa condizione di doppio furto, perché quei soldi servono a liberare la prigionia insulare dei sardi, perché questa condizione inciderà anche sulla continuità territoriale di altri vettori.
E' chiaro che il mercato, quando vengono fatte queste operazioni, si va a cercare di riequilibrare sulla base degli interessi, non sulla base dei diritti, e noi possiamo provvederci per alcuni mesi, e poi? Una volta finita l'emergenza? Questa proposta è debole per quello, perché pensa solo all'emergenza, ma è debole perché è fuori da un contesto strategico. Mi dispiace dire queste cose, però voglio essere uno che ha la memoria, perché la memoria è educatrice, formatrice, ha una funzione maieutica nella capacità di discernere le cose. Ci vogliamo dimenticare la percezione che potrebbero avere di noi, per quello che abbiamo fatto in questi pochi anni di legislatura? Come si potrebbe dire? Abbiamo dato un messaggio di terra per piraterie. La nostra immagine è di una terra che si presta alla pirateria, l'abbiamo fatto in materia urbanistica del territorio, l'abbiamo fatto nel settore energetico, l'abbiamo fatto nel settore dei trasporti, l'abbiamo subito sui trasferimenti dovuti alla Regione Sardegna. Questa è pirateria! Noi siamo una terra di pirateria, avremmo dovuto avere la grande forza dell'autonomia, che non abbiamo esercitato e forse non stiamo esercitandone neanche in questo caso.
Ecco perché, nel 2006, quella intuizione, che a qualcuno fece ridere, aveva un significato connaturato a questo valore dell'autonomia. Se lo Stato mi genera il pericolo che in un processo di privatizzazione vengano meno le tutele, anzi che si possa scatenare un interesse economico tale da costruire condizioni di posizioni dominanti, io "Sardegna" mi faccio avanti perché mi voglio sostituire, non alle regole del mercato, perché le avrei gestite io, ma ponendo il diritto dei cittadini sardi al primo posto della regola, non il fattore economico. E oggi quattro imprenditori, che perseguono i loro interessi, stanno paralizzando tutta una condizione che ha solo la finalità del lucro e del lucro speculativo come centro delle questioni. Fate conto che questo non sia vero, perlomeno valutatelo come fattore di dubbio, perché nelle nostre decisioni dobbiamo averli i dubbi, perché senza i dubbi non andiamo a ricercare la verità.
Allora io credo che, tra le altre cose, la debolezza di questa soluzione stia prevalentemente nel fatto che è una soluzione fuori da un contesto. Voi sapete che cosa significa in questo momento, in questi mesi, nel tempo che è trascorso inutilmente, lasciare la Sardegna senza questo diritto, in un momento di crisi congiunturale economica di questa dimensione? Potremmo persino quantificare il già compiuto, ma perlomeno cerchiamo di porre rimedio a quello che si può ancora compiere. Perché dobbiamo guardare ai turisti? I turisti hanno come richiamo non l'idea che diamo loro il bonus, ma dovrebbero avere come richiamo l'idea di una terra particolarmente ospitale, bella, non cementificata, tutelata, una terra che, per esempio, poteva anche decidere di non seguire l'idea fantasiosa del Piano casa, perché, avendo così tante case, poteva anche dire: "Venite, le potete prendere per fare le vacanze".
No, abbiamo fatto il peggior Piano casa di tutte le Regioni, a giudizio di tutti gli studiosi, il peggiore! E qual è il messaggio che diamo? Ma voi pensate che basti un bonus? Il bonus probabilmente basterà alle persone come quando si aprono i grandi centri commerciali, ci sono le grandi offerte, e le grandi masse arrivano lì, poi i tempi cambiano però. Questo non crea l'immagine della Sardegna. Non la crea!. Concludendo, vorrei dire che il nostro diritto di cittadinanza vale più di qualunque soluzione tampone e ci impone una riflessione di più lungo periodo; non è che ce ne vogliono di più per facilitare i turisti, ce ne vogliono di più per pensare a noi, ai nostri bisogni e ai nostri diritti, perché diversamente è l'ennesima presa in giro. La prima l'abbiamo presa dallo Stato, quando Berlusconi è venuto in campagna elettorale sventolando l'emendamento sulla insularità che ci avrebbe consentito la rinascita impossibile, quella che non era avvenuta nei primi sessant'anni, ma è finita più o meno come le telefonatine che fa lui, deve avere un difetto di comunicazione da lui verso l'esterno in generale, perché non ne azzecca una! Dobbiamo far tesoro e memoria di quei fallimenti e di quelle illusioni e approntarci a costruire, questo è il messaggio di responsabilità che ha dato il nostro Capogruppo dicendo che noi non solo impediremo che si vada avanti, ma anche che non si perda la memoria dei fatti! Memoria che contiene responsabilità, progetti e idee e, quando vorrete confrontarvi sui progetti e sulle idee, sappiate che noi ci siamo, ma non per ratificare operazioni dell'ultima ora che possono anche in qualche modo ristorare qualche piccola economia ma non hanno il respiro strategico.
Presidente, noi le daremo una mano a condizione che, nel breve periodo, lei ci possa proporre, insieme possiamo proporre, una soluzione che vada al di là di questa pezza che stiamo mettendo adesso e che voglia in qualche modo strutturare una soluzione che, con l'autorevolezza che la Sardegna merita di avere sullo scenario anche dei rapporti nazionali, rimetta il diritto di cittadinanza statuale di ogni sardo al primo posto, in maniera esclusiva e indiscutibile, nelle scelte che noi facciamo. I nostri bisogni non valgono il doppio prezzo di un furto come quei soldi che lei ha deciso di destinare a un bonus. Io credo che il bonus vada dato alle sofferenze della Sardegna e credo che sia un atto di responsabilità che quel provvedimento può avere modificando il messaggio esterno. La Sardegna non sarà penalizzata, poi, se i turisti vorranno venire, noi li accoglieremo come sempre ma credo che questo non sia la priorità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, credo che, nell'intervento del collega Gian Valerio Sanna, che è sempre molto motivato e aiuta nel ragionamento, sia forse utile cercare di cogliere la parte costruttiva che c'era, qualcuno forse nelle sue parole ha avuto difficoltà a trovarla perché qualche volta si rischia di stare dalla parte dei "no" e di stare dalla parte delle critiche evitando di avere quel rapporto costruttivo che invece aiuta a trovare delle soluzioni che siano di interesse generale. Credo che, nel discorso di Gian Valerio, ci fosse anche questa parte e io l'ho colta.
Però vorrei iniziare la riflessione partendo da parole che sono state dette da diversi interventi in quest'aula e che, forse, ha detto nella maniera più chiara Roberto Capelli quando ha ricordato una cosa che - secondo me - deve rimanere chiara a tutti noi, cioè che la continuità territoriale non è un problema dei sardi, la continuità territoriale è, deve essere e deve restare il problema degli italiani.
Oggi noi diciamo che i temi dell'insularità devono essere posti con forza su qualsiasi tavolo di ragionamento, sia con l'Italia che con l'Europa, insomma la riflessione è su che cosa deve essere per noi la continuità territoriale. Credo che debba partire da questo, dal ragionamento che il problema del raggiungere la Sardegna dal continente e raggiungere il continente dalla Sardegna non è un problema dei sardi, non solo dei sardi, lo sappiamo benissimo, in realtà è un problema della nazione italiana, è un diritto dei cittadini sardi e quindi è un diritto che deve essere garantito dall'Italia. Devo dire che ne abbiamo discusso tante volte anche nella passata legislatura, sappiamo benissimo che la rinuncia agli oneri statali sulla continuità territoriale è figlia di un accordo del 2007, della finanziaria nazionale in cui il trasporto pubblico locale, la continuità territoriale e sanitaria furono messi interamente a carico della Sardegna in cambio di una serie di miglioramenti dei rapporti economici nel dare tra la Regione Sardegna e l'Italia.
Però quel miglioramento è inficiato da alcuni elementi di principio. Ce ne sono nella sanità e ce ne sono, lo stiamo notando in questi giorni, ne stiamo parlando in questi giorni, per quanto riguarda la continuità territoriale; perché? Perché la continuità territoriale, in realtà, in qualche misura nel settore del trasporto navale, veniva onerata dallo Stato, perché lo Stato dava alla Tirrenia una quantità di soldi notevole, non sappiamo di preciso quanto le desse per le rotte della Sardegna, che pure erano in gran parte le rotte della Tirrenia, ma il ripiano dei debiti e l'intervento nei bilanci della Tirrenia da parte dello Stato era costante; quindi senza che noi sapessimo la cifra precisa e senza che fosse mai stato possibile quantificarla, noi sappiamo che, attraverso il baraccone della Tirrenia, veniva, in qualche misura, riequilibrato un mercato che a noi sta molto a cuore, quello della continuità territoriale navale, per via marittima.
Noi sappiamo che ci sono delle rotte (parlo da cagliaritano) come la Cagliari-Civitavecchia, è la prima che cito, per la quale, ogni qual volta i privati si sono cimentati a garantirla, si è verificato un fallimento perché non sono rotte, dal punto di vista economico, soddisfacenti per il privato, il privato non le regge, le reggono le bagnarole della Tirrenia di cui ci siamo tanto lamentati per tanto tempo giustamente, ma le hanno rette con il contributo dello Stato. Quindi nel momento in cui il contributo dello Stato viene a cessare e la Tirrenia non esiste più sul mercato, certo, facciamo festa perché i sardi non viaggiano più in condizioni da terzo mondo, ma teniamo conto che non ci sono le navi alternative che ci fanno viaggiare agli stessi prezzi con cui ci faceva viaggiare la Tirrenia con confort differenti e degni di quelli a cui noi abbiamo aspirazione.
Quindi questa è una prima riflessione. La seconda riflessione è evidente, colleghi del centrosinistra, io credo che nessuno abbia cercato di spacciare la soluzione che prevede i 2 milioni di bonus per il turismo per facilitare l'arrivo in Sardegna dei turisti e il noleggio per 60 giorni di navi da parte della Regione come una soluzione definitiva, né come una soluzione ottimale, è semplicemente una reazione virile, una reazione giusta, una reazione giustificata da parte di una Regione che si vede toccata nei diritti fondamentali dei suoi cittadini che sono sia i diritti ad avere la continuità territoriale, sia i diritti economici ad avere pari opportunità. Non chiediamo di avere condizioni di vantaggio rispetto agli altri, stiamo chiedendo di avere pari opportunità di mercato che ci consentano di competere con gli altri senza avere un gap storico, senza avere un gap consolidato, che ci rende difficilissima ogni tipo di competizione.
Ecco, quindi questo è il primo ragionamento, la continuità navale è un aspetto di un ragionamento più vasto che riguarda l'intera continuità territoriale della Sardegna sulla quale questo Consiglio regionale ha già discusso 15 giorni fa, 20 giorni fa, ma forse è bene che ancora lo faccia e direi che, in maniera sostanziale, deve dire come la pensa! Noi Riformatori cerchiamo di dirlo in maniera incontrovertibile, riteniamo che la continuità territoriale, oltre che un diritto, rappresenti uno snodo cruciale dello sviluppo economico della Sardegna e quindi rappresenti uno degli elementi fondamentali che sono sul tavolo del confronto oggi e per gli anni a venire. Sinché noi non risolveremo questo problema, sarà difficilissimo che possiamo parlare di sviluppo economico, di ripartenza, di una Sardegna che esce dalla crisi e che trova nuove risposte e nuove opportunità per chi arriva.
Noi abbiamo anche detto diverse volte, lo abbiamo fatto anche nella passata legislatura, quali sono - secondo noi - i termini del problema; a nostro avviso, gli oneri, sia per quanto riguarda il trasporto aereo, sia per quanto riguarda il trasporto navale, non possono essere sulle rotte ma devono essere sui passeggeri, nel senso che la Regione deve consentire il libero mercato sia per quanto riguarda il trasporto navale, sia per quanto riguarda il trasporto aereo, intervenendo a garantire gli interessi dei sardi, entrando nel mercato a garantire che siano tutelati gli interessi dei sardi e anche gli interessi di chi non è sardo ma vuole venire in Sardegna, ma non sulle rotte! Si deve agire sul singolo passeggero trasportato dalle compagnie, in modo che ci sia un sano regime di concorrenza tra le compagnie e che non ci siano compagnie che hanno in appalto rotte sulle quali fanno quello che vogliono perché agiscono, lavorano e si comportano in regime di monopolio.
Qual è stata l'obiezione che in questo ragionamento sempre si è fatta? Ci è stato detto che, in questo modo, noi non abbiamo idea di quanto possa crescere il numero dei passeggeri e, se non sappiamo di quanto cresce il numero dei passeggeri, non sappiamo quanto costa alla Sardegna tutto questo "ambaradan". Bene, colleghi del Consiglio regionale, a noi non interessa quanto costa questo "ambaradan", perché se consideriamo strategico il fatto che arrivi più gente in Sardegna perché ci serve per mettere in moto tutte le filiere economiche, non solo quella turistica, ma tutte le filiere economiche che comunque hanno una contaminazione con la massa critica di persone presenti sul territorio regionale, se in questo crediamo, allora questo è un nostro obiettivo strategico. Noi abbiamo la volontà di vedere gente che, da fuori Sardegna, arriva in Sardegna in qualunque mese dell'anno e aumenta così il numero delle persone che stanno in Sardegna, portando soldi freschi da fuori Sardegna che consentano di incrementare il PIL sardo, che è il nostro obiettivo fondamentale. Non siamo spaventati se invece di 15, 20 o 30 milioni di passeggeri ne avessimo 60, anzi crediamo che questo sia il nostro obiettivo fondamentale, e per trovare i soldi per fare questo è evidente quale debba essere il modo, si deve trovare nei settori produttivi, si deve trovare in altri settori che oggi assorbono una quantità di quattrini della Sardegna senza un motivo reale.
Ritorno per la millesima volta, guardando i banchi del centrosinistra, sul problema della riforma sanitaria, perché il fatto che la sanità oggi ci costringa a pensare a un assestamento di bilancio che ingoierà 300 milioni di euro significa che i 300 milioni di euro vengono tolti agli investimenti produttivi, vengono tolti all'infrastrutturazione, vengono tolti a tutto ciò che può significare nuovo sviluppo in Sardegna. Allora, temi come quello della riforma sanitaria non possono restare temi da rimandare di legislatura in legislatura ma devono essere temi in cui insieme cerchiamo di fare cose importanti per liberare le risorse di cui abbiamo bisogno per risolvere altri problemi e quello della continuità territoriale, per noi Riformatori, resta centrale perché è il nodo fondamentale che oggi strangola ogni capacità di rilancio economico in Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, ascoltando l'intervento del collega Vargiu mi viene l'obbligo di liberarmi dalla traccia di intervento scritto che avevo, perché mi sembra assolutamente ozioso e inutile seguirlo. Vorrei cominciare, come diceva il mio professore di matematica, tornando ai fondamentali; a mio avviso, in una discussione come questa, che tocca un settore assolutamente prioritario nei processi di sviluppo della nostra Isola, i fondamentali sono i trasporti da e per la Sardegna di persone e di merci, i trasporti da e per la Sardegna 365 giorni all'anno, i trasporti da e per la Sardegna, che sono assolutamente indispensabili per garantire un pur minimo processo di ripresa e di sviluppo della nostra Isola, eccetera. Presidente, io penso che un modo di approcciare questo problema potrebbe essere quello di affrontarlo in termini di propaganda, siamo a dieci giorni dal voto, e possiamo dire che va tutto bene, che la Giunta ha affrontato il problema con tempestività, con coraggio, con velocità, con tutto quello che è possibile dire di positivo, e ci fermiamo lì.
Il problema è stato posto con forza da numerosi interventi: è possibile presentare ai sardi la soluzione dell'affitto di quattro navi per due mesi all'anno e di un bonus di 20 euro, o quanti sono, per i turisti come risoluzione del problema della continuità territoriale e dei problemi dello sviluppo turistico della nostra Isola? Sappiamo tutti che non è possibile, la risposta non può essere questa! Allora dobbiamo recuperare la capacità che abbiamo avuto, Presidente (lei non era presente a questo dibattito e mi dispiace, ma dodici giorni fa noi abbiamo avuto in quest'Aula una discussione sullo stesso tema), il Consiglio regionale è stato in grado, per poco tempo sfortunatamente, di elaborare una proposta di ordine del giorno che impegnava le forze politiche presenti in Consiglio e la Giunta regionale a un'ipotesi di intervento strutturale nel settore del trasporto marittimo che avrebbe consentito, in quel momento, di dare una risposta importante e positiva alle necessità dei sardi, dando anche al Governo della Sardegna, al Presidente e alla Giunta regionale, la possibilità di poter intervenire direttamente, e sottolineo direttamente, con il controllo sulle politiche per i trasporti.
Signor Presidente, ancora non capisco per quali ragioni (io l'ho fatto mio) il collega Giacomo Sanna abbia ritirato quell'ordine del giorno, anzi capisco anche le ragioni, in un certo qual modo le apprezzo e dal suo punto di vista le posso anche condividere, ma io ho fatto mio quell'ordine del giorno perché ne ho ravvisato in quel momento l'attualità e l'urgenza. Vorrei che la Giunta si potesse esprimere, anche perché l'Assessore dei trasporti Solinas su quell'ordine del giorno, presidente Cappellacci, aveva espresso parere favorevole, cioè la maggioranza in quel frangente si è dissociata da un parere favorevole dato dalla Giunta.
Ecco, io penso che bisogna avere oggi il coraggio di superare quel momento di sbandamento che c'è stato nella maggioranza di governo e ritornare al fondamentale problema di quale politica vogliamo attivare 365 giorni all'anno e per tutti i settori economici della Sardegna, non solo per il turismo, pur considerandolo un settore importante e fondamentale, ma insieme a tutti gli altri, perché il 7 per cento del PIL non può essere considerato esaustivo dell'intervento sul trasporto di merci e persone complessivamente inteso per la nostra Isola.
Poi mi pongo un problema, Presidente: il richiamo continuo e ossessivo alle regole del mercato, questo totem che viene evocato in alcune situazioni mentre in altre non viene assolutamente sfiorato! Non capisco perché ci sia questa, come dire, timidezza nel voler rimarcare un ruolo anche di direzione e di controllo da parte del pubblico in un settore fondamentale di un'isola quale la Sardegna, mentre non ci si preoccupa per esempio di acquisto di aeroporti, di società di gestione aeroportuale, di Fenosu, di Tortolì. Se ci fosse l'aeroporto di Castiadas, compreremmo anche l'aeroporto di Castiadas.
Cerchiamo di utilizzare allora una linea di indirizzo e di condotta che sia coerente. Sono convinto che bisogna fermare l'asta, o la trattativa privata, per l'aggiudicazione delle rotte della Tirrenia. Di questo sono convinto, Presidente, mi sono preoccupato invece quando il Ministro delle infrastrutture due giorni fa, con queste testuali parole,diceva: "Visto che il commissario sta bene operando, auspichiamo che la prossima gara non vada deserta", cioè il Ministro delle infrastrutture del Governo nazionale auspica che la cordata dei monopolisti (che dovrebbero avere a disposizione le rotte da e per la Sardegna per il prossimo futuro) abbia la strada spianata nei prossimi giorni. Penso che questa sia invece un'ipotesi deleteria per la Sardegna e, a differenza di altri che in questo Consiglio si sono espressi, spero di essere smentito ma temo che i buoi, presidente Cappellacci, siano già scappati nonostante il suo tentativo di chiudere la porta della stalla, in ritardo rispetto ai tempi. Ho paura che i buoi siano già scappati, caro collega Cuccureddu, questo ragionamento l'abbiamo fatto assieme un mese e mezzo fa circa, se non di più, quando valutavamo con favore, invece, l'attivismo che il presidente Lombardo, segretario nazionale del suo partito, aveva invece manifestato nei confronti della partecipazione della Sicilia alla cordata che voleva acquisire, anzi meglio, partecipare all'acquisizione delle tratte da e per la Sicilia. Allora delle due l'una, o cambiamo posizione a seconda dei momenti politici o altrimenti tendiamo o puntiamo ad avere, come dire, una coerenza di indicazione perché altrimenti qui rischiamo di fare un dibattito, di stare una sera qui a discutere tra di noi senza dare un'indicazione che è indispensabile per il futuro della nostra Sardegna, è indispensabile.
Allora, Presidente, il discorso del mercato: io voglio dire che, di fronte alla fondamentale importanza del trasporto marittimo, non riesco a sottovalutare le ragioni sociali di questo comparto, e non riesco soprattutto a sottovalutarle e a sacrificarle sull'altare del totem degli interessi privati, del mercato. Come me, spero che anche altri perdano questo richiamo totalizzante alle qualità taumaturgiche del mercato, perché è vero che abbiamo visto aziende pubbliche decotte gestite in maniera assurda e in maniera assolutamente intollerabile dal punto di vista della gestione economica, ma abbiamo visto anche ditte private. Abbiamo anche visto (basta ricordare il caso dell'Alitalia a livello nazionale, la famosa CAI, come è stata gestita dal Governo nazionale) un trasferimento di oneri verso il pubblico per cedere ai privati la parte più succulenta, più vantaggiosa del trasporto marittimo.
Allora perché non pensare che la Sardegna possa, all'interno di una società di gestione del trasporto marittimo, accedere a una quota di controllo della società stessa? Non mi sorprendo, qualcuno mi potrà dare del vetero, qualcuno mi potrà dire che sono fuori dal tempo, ma considero, nei settori fondamentali, questo argomento assolutamente in linea con la necessità di avere una politica moderna, sottolineo "moderna", e attiva nei settori fondamentali dello sviluppo.
Noi siamo preoccupati, Presidente, sentiamo il grido d'allarme che viene dagli operatori, gli operatori turistici in primis ma non solo, è stata richiamata anche la posizione della Confindustria, certificata dalle agenzie di stampa di stasera; noi siamo preoccupati perché temiamo che queste soluzioni siano un pannicello caldo rispetto alle necessità vere del comparto. Per questo problema si devono utilizzare al meglio gli strumenti che abbiamo a disposizione, Presidente. Tanto per dirne una, visto che noi parliamo di modifica dello Statuto sardo eccetera, perché si rifiuta a priori di prendere in considerazione il fatto che l'articolo 14 dello Statuto possa essere utilizzato in questo frangente? Presidente, nella sua replica, questi elementi di preoccupazione, ma anche di impegno che le minoranze stanno esprimendo nei loro interventi in aula, potranno trovare un riscontro? E' ben vero che la Tirrenia ha debiti, problemi che sono derivati da una storica gestione clientelare e fallimentare di questa società, ma è pur vero che ci troviamo di fronte anche a crediti, a potenzialità, a risorse che possono essere utilizzate al meglio per dare ai sardi la possibilità, garantita dalla Costituzione, di muoversi in un regime di continuità territoriale che non li veda penalizzati rispetto ai cittadini delle altre Regioni italiane.
E questo elemento, torniamo ai fondamentali, è un elemento importantissimo da non sottovalutare e da mettere all'attenzione in una battaglia che veda un rilancio della nostra capacità di imporre alcune idee forza per la nostra autonomia, altrimenti saremo costretti a rincorrere gli Adriano Salis o gli Onorato di turno nei vari settori con una privatizzazione totalizzante che porrà le istituzioni e i sardi in condizione di sudditanza totale.
Concludo il mio intervento, Presidente, e voglio dare il senso anche della spesso mancata utilizzazione di opportunità che vengono da battaglie fatte dai colleghi che hanno partecipato ai lavori di questa aula negli anni precedenti. Badate, leggo una frase che dovrebbe e avrebbe dovuto darci strumenti di intervento in questo settore che invece non siamo riusciti a utilizzare. Nel caso della Sardegna, tale ultimo parametro, cioè la perifericità, assume particolare rilievo in relazione alla condizione di insularità. Bene, io ritengo che questo elemento, inserito nell'Intesa di programma firmata nel 1999 (che doveva essere affinata, definita e realizzata tramite l'APQ 6), debba essere un elemento da riprendere in mano con convinzione e con forza, al di là delle propagande, al di là della necessità di apparire, al di là delle paginate che possono essere dedicate a questo o quell'esponente di questo Consiglio, di questa maggioranza, di questa opposizione all'interno de L'Unione Sarda o de La Nuova Sardegna.
Noi stiamo discutendo di un problema fondamentale e stiamo subendo dei ritardi nell'azione in questo settore fondamentale; dobbiamo recuperare e possiamo farlo però solamente se, invece che pannicelli caldi, invece che politiche da pannicello caldo, saremo in grado di elevare la nostra capacità di iniziativa, individuando ipotesi di soluzione che non siano temporanee, che non siano legate solo a settori pure importanti ma singoli dell'economia della Sardegna, ma che siano in grado di definire una prospettiva di sviluppo per la Sardegna che sia assolutamente moderna e inattaccabile.
Presidente, vorrei dire un'ultima cosa, relativamente ai trasferimenti dei beni della Tirrenia; ho detto che a me sembra che questa battaglia sia da combattere quanto meno, se però la Sardegna ha la convinzione di combatterla, se c'è la convinzione di combatterla, perché se pensiamo di prendere in affitto quattro navi, riverniciarle - come diceva il collega Porcu - e stamparci sulle fiancate il simbolo dei Quattro Mori, non è che arriviamo molto lontano, non è una prospettiva che può ritenere completata la nostra iniziativa in questo senso.
Un'ultima cosa, ho concluso veramente, è che riproporremo, come anticipavo all'inizio del mio intervento, all'Aula, e potrebbe essere un'occasione in cui recuperiamo un'unitarietà di vedute su questo tema, l'ordine del giorno che è stato presentato dieci giorni fa che peraltro riprendeva una mozione già approvata dal Consiglio regionale. Mi sembra che possa essere l'unico modo per concludere al meglio una discussione che altrimenti potrebbe essere viziata da presenzialismo eccessivo e, perché no, anche da elettoralismo, visto il periodo in cui avviene.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, credo che il presidente Cappellacci, nella sua introduzione, abbia fatto bene a parlare di battaglia storica, perché le battaglie che riguardano i diritti dei sardi, questo è il mio pensiero, sono battaglie storiche sia che riguardino la mobilità dei cittadini sardi, sia che riguardino l'ambiente, cioè il nucleare e i poligoni, o che riguardino le entrate e la fiscalità. Nel momento in cui capiamo che il nemico non è qua dentro, bensì da tutt'altra parte, diventano battaglie storiche; quando comunque le parti si devono recitare, e anche stasera sta avvenendo, questo non porta certamente alle giuste conclusioni, ma si alimentano le divisioni.
Proprio stasera alla Camera, qualche parlamentare sardo (meno male, finalmente dopo tanto) si è reso conto che i sardi sono ostaggio degli armatori. Noi lo stiamo dicendo da mesi, ma non solo questo, stiamo anche dicendo che siamo ostaggio di Aponte, Onorato, Grimaldi, di quelli che non volete sentirvi ripetere, che danno fastidio a destra e a sinistra. Ma non è così che risolviamo il problema! Allora perché dico che è una battaglia storica quella intrapresa dalla Giunta? Perché è l'unico modo per riportare all'attenzione qualcosa che ormai avevamo smarrito, avevamo perso. Quindici giorni fa, il Presidente non c'era, ma sono sicuro che, se fosse stato in Aula, non mi sarei sognato di ritirare quell'ordine del giorno, perché la maggior parte delle cose scritte in quell'ordine del giorno, che abbiamo ripresentato come Gruppo del Partito Sardo d'Azione, perché ritorni alla memoria di molti, le ha dette stasera il Presidente. E la cosa più importante che ha detto stasera il Presidente, a parer mio, è che, sulla trattativa privata, ha scritto al ministro Matteoli (privata soltanto per i tre armatori napoletani, quindi non una trattativa ad ampio raggio, ma rivolta solo a loro) che sia invitata anche la Regione Sardegna. Questo è il passaggio, guardate, non ce n'è altro.
Nell'ordine del giorno, noi abbiamo lasciato scritto anche il possibile annullamento di quella gara. L'abbiamo lasciato per ricordare che è stato un momento di molta, molta, distrazione, di amnesia di qualcuno che vedo che anche stasera fa finta di non ricordare, che non sa più come nuotare, se a dorso, se a farfalla, però ci prova. Quest'Aula deve trovare un motivo di unità, sennò altrimenti non serve diramare comunicati stampa, sollevando critiche o prendendosi meriti che non hanno significato alcuno. Stasera facciamo una battaglia unitaria e quello che ha chiesto il Presidente a Matteoli diventerà la richiesta di quest'Aula, cioè dobbiamo combattere la trattativa privata con la quale si sta regalando la Tirrenia a tre armatori che hanno già strangolato con le tariffe, non i turisti, hanno strangolato i sardi, perché i sardi trasportano le merci via mare e, quando i costi lievitano in quel modo, paghiamo di tasca noi, per dodici mesi l'anno. Questa è la battaglia che dobbiamo fare, non alimentare divisioni! Quella trattativa privata non può andare a finire nel silenzio in cui sino a questo momento è stata instradata in un modo vergognoso.
Sapete qual è l'offerta dei tre napoletani (senza voler dire "napoletani" in modo dispregiativo, io ho grandi amici partenopei)? Rispetto alla perizia, ammontante a 380 euro, la loro offerta è questa: 200 milioni subito e, a rate, in otto anni, gli altri 180 milioni; mentre loro dovrebbero riceverne 73 ogni anno, e sono 560 e più. Allora, la perizia era di 380 euro, 200 subito e gli altri 180 in otto anni, ma nel contempo loro riceverebbero, negli otto anni, 73 milioni l'anno. Qualora non si pagasse la prima rata di 73 euro, loro non dovrebbero più i 180 euro. Il valore stimato vero è minimo di 1 miliardo e loro se la prendono per 200 milioni! E' un'operazione voluta dalle banche, Paolo Savona in testa, per recuperare il dovuto dalle compagnie.
L'altra notizia, pubblicata da Il Sole 24 Ore, è che la compagnia "Grandi Navi Veloci", dei Grimaldi di Genova, è scomparsa in quanto Aponte, uno dei tre armatori, ha comprato anche quella. Quindi in circolazione restano solo loro tre. Non aggrediscono l'amico corso, gli lasciano fare le sue tratte, il resto è carne da macello! Presidente, io credo che i tre armatori abbiano usato un modo poco intelligente. Meno male per noi, perché se avessero tenuto le tariffe normali sino all'acquisizione della Tirrenia, noi ci saremmo trovati davanti al fatto compiuto, non avremmo potuto neanche respirare, non solo parlare! Loro lo hanno fatto prima, l'ingordigia è incassare immediatamente! Questo ci ha fatto finalmente capire, perché noi invece stiamo ragionando qualche mese.
Certo che affittare tre navi per tre mesi non è il pannicello, è tenere viva l'attenzione di tutti noi e di chi ci rappresenta a Roma, perché questa partita si può ancora giocare. Esistono i presupposti, se avremo questa capacità, giocheremo questa partita. Ricordatevi che la Sicilia ha giocato la prima parte di questa partita, poi, in un momento politico che si è stravolto, in cui Lombardo è passato all'opposizione, l'aggiudicazione non c'è stata. E' stata fatta una nuova gara, la Sicilia è uscita, ha altri problemi, ha altri problemi anche lo stesso Governatore, e sono rimasti tre, che l'altra volta non parteciparono. Ai siciliani furono chiesti 500 milioni di fideiussione nel giro di sette giorni. Quali sono le banche che danno 500 milioni di fideiussione in sette giorni? E' un modo come un altro per dire: "No". Però noi abbiamo la consapevolezza di essere nel giusto e dovremmo dare il nostro supporto all'iniziativa della Giunta e del presidente Cappellacci nel rimarcare che quella trattativa privata non può andare a buon fine per i tre armatori, lo dobbiamo volere noi, il Presidente non può essere lasciato solo per dirgli poi che non è riuscito e accusarlo di tutte le cose che uno si può inventare. Non è con le accuse a Cappellacci che risolveremo il problema! Lo risolviamo tutti assieme, se lo combatteremo in questo momento in modo unitario. Se non faremo questo, per noi sarà la fine, non recupereremo.
Per quello che so io, si stanno facendo salti mortali. Certo che non ci hanno dato la Saremar in salute, quando mai lo Stato dà qualcosa in salute? Forse le FDS ce le ha date in salute? Le FMS ce le ha date in salute? Non ci ha dato mai in salute le aziende di Stato, non ce le ha prima sanate, rilanciate e poi consegnate, ci hanno caricato tutto ciò che, negli anni, loro stessi avevano creato: le diseconomie. La Saremar è questo, noi non siamo armatori, la Compagnia è quella; dobbiamo fare molta attenzione, nel momento in cui andremo, se non a privatizzarla totalmente, come hanno fatto la Toscana o la Sicilia, ma a privatizzarla in parte, l'ho detto l'altro giorno a Olbia, dovremmo stare attenti, dicevo, che quella privatizzazione non veda partecipi i tre armatori, o magari uno solo, Onorato, che prenderebbe così anche la Saremar. Intanto vedo che le cose non gli stanno andando molto bene: ha perso in Toscana, cioè in casa sua, dove abita, e sta perdendo in Sardegna, segno evidente che quando la gente combatte, quando ci mette giudizio e voglia di lottare, i risultati si possono anche ottenere; dalle cose più piccole si possono fare le cose più grandi.
Sono convinto che non sia così facile e il Presidente lo sa meglio di me; ci sarà il problema di fare le migliori e le più grandi economie. Siccome l'armatore Onorato ha anche i rimorchiatori, che gestisce in tutti i porti sardi, io do un consiglio: invece di stare a Olbia, dove l'obbligatorietà per entrare è quella di mettere i rimorchiatori, anche d'estate, quando non ce n'è bisogno, e così i balzelli si pagano, io mi sposterei a Golfo Aranci, dove la necessità del rimorchiatore non è un qualcosa di reale, e risparmierei una barca di soldi. Ecco, bisogna fare questi conti, siccome c'è gente capace, credo che si potranno fare serenamente. Certo che a Olbia devo pagare il rimorchiatore, che è di Onorato, ma anche la società di gestione della stazione marittima, che è di Onorato, quindi, rimorchiatori, stazione marittima, navi eccetera, ma gli diamo anche la capitaneria? Forse è sua anche la capitaneria? Non lo so, mi auguro di no, ma siamo al totalitarismo; bisogna cercare l'economia.
A parer mio, sarà una dura battaglia ma, se la vinceremo, e il 15 giugno quelle navi, effettueranno corse comunque trisettimanali, sarà un primo passo che si aggiunge a quello per bloccare la trattativa privata. Allora, in questi pochi mesi, tre mesi, daremo l'immagine (che io ritengo che sarà in grado di dare questa Regione) di un qualcosa che può funzionare, andando a sfatare tutti i pregiudizi, tutti i dubbi, dando certezze, e vedere che da soli possiamo risolvere, noi, i nostri problemi, cosa che finora nessuno, sapete meglio di me, era riuscito a fare; sarà un primo passo importante perché, porteremo a casa, come Consiglio regionale, un qualcosa di veramente storico. Se poi avremo la capacità di coagulare attorno alla Regione la rivisitazione di quella trattativa privata e la nostra partecipazione, allora sì che sconvolgeremo tutto; ma bisogna esserne convinti!
I tre armatori non sono deboli, il fatto stesso che abbiano le banche al loro fianco che vogliono impedire il loro fallimento (che vuol dire il danno per la banca), è un qualcosa di positivo che loro già hanno, noi però abbiamo forse tanto entusiasmo, tanto orgoglio, tanta volontà di fare e, per la prima volta, trovarci in questa situazione credo che non sia una cosa di poco conto, è una cosa importante per tutti noi. Ecco perché dicevo, 15 giorni fa, di non fare l'azzeccagarbugli su un ordine del giorno, che aveva contenuti importanti, io sono felicissimo che il Presidente avesse già in mente quei contenuti e, oggi, noi abbiamo rimesso lì quell'ordine del giorno, fatene quello che volete. Il problema per me è un altro, è appoggiare il presidente Cappellacci nell'iniziativa e impedire che la battaglia col Governo italiano sia fatta solo ed esclusivamente da lui.
Matteoli, Berlusconi: chi sono? Su quella trattativa privata noi ci giochiamo tutto, Presidente, compresi tre mesi di navigazione di una compagnia di bandiera, tutta sarda, che, anche se soltanto per tre mesi, e con servizi trisettimanali, diventerà, a parer mio, se ci riusciremo, io ne sono convinto, l'orgoglio di un momento importante di vita politica che questo Consiglio sta vivendo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, signori Assessori, cari colleghi, credo anch'io, come tanti altri che mi hanno preceduto, che sia stata opportuna ed è apprezzabile la volontà del Presidente della Regione di portare questo dibattito in Aula oggi. E' apprezzabile la volontà di venire a chiarirci che cosa sta accadendo, così come anche la richiesta di condivisione da parte del Consiglio regionale e la richiesta avanzata a ciascuno di fare la propria parte, contribuendo con idee e con ipotesi di soluzione che possono aiutare a risolvere un problema che sentiamo tutti profondamente estremamente importante.
Allora, serenamente, anche io voglio fare la mia parte e provare a dare qualche suggerimento, qualche consiglio. Ripeto una cosa che ho già detto in quest'Aula, cioè che se c'è un passo avanti che queste classi dirigenti dovranno fare auspicabilmente in futuro, in Sardegna in modo particolare, ma anche in Italia, e che ci differenzia rispetto ad altri paesi, è quello di acquisire un maggior senso dello Stato, delle istituzioni che ci capita di rappresentare, e provare a ricordare che tutti, indistintamente, siamo di passaggio: guidiamo per un qualche periodo, forse qualcuno ci sostituirà in futuro, e non è opportuno iniziare ogni volta da zero, negando il lavoro che è stato fatto nel passato, azzerando completamente gli sforzi e le conquiste già fatte per ripartire sempre da zero e sempre a zero ritrovarci immancabilmente.
Il contributo che posso dare a questo dibattito è ricordare gli sforzi che sono stati fatti nel passato, dove eravamo arrivati, e provare a dare un contributo di chiarezza di dove penso siamo arrivati, e da dove forse sarebbe opportuno ripartire. Né più né meno di ciò che ci è accaduto in un dibattito simile a questo, che ugualmente ci ha responsabilizzati tutti, come quello della vertenza sulle entrate; il modo migliore per proseguire il confronto è finalmente il rispetto dei nostri diritti da parte del Governo, che ci ha visto lavorare insieme, anche se poi, nei mesi successivi, gli esiti non sono stati quelli che noi avremmo immaginato. Nondimeno proviamo a tornare a voler lavorare assieme, perché stiamo parlando del diritto di mobilità, uno dei diritti imprescindibili di ogni cittadino sardo, non tanto dei turisti, di ogni cittadino sardo!
Concordo con molte delle cose che ho sentito, e non sto anch'io a ricordare per quale motivo siamo arrivati fin qui e per quale motivo ci ritroviamo a gestire un'emergenza, laddove invece avremmo potuto proseguire, in continuità amministrativa, azioni già avviate, forse non avremmo avuto l'emergenza in cui ci troviamo oggi.
Quella della Tirrenia è una storia lunga; se oggi non abbiamo la continuità territoriale navale, ma abbiamo ancora una continuità territoriale aerea, è perché la continuità territoriale navale era bloccata da una concessione ventennale a favore della Tirrenia. Quindi non si è potuto fare nel passato la gara per l'imposizione degli oneri di servizio pubblico e per l'imposizione di onere sulle singole rotte, perché c'era già qualcuno che aveva quei diritti, quelle concessioni, era, appunto, la Tirrenia. Quelle concessioni scadevano, mi pare, il 31 dicembre 2006, poi sono state rinviate, poi sono state rinviate ancora, insomma, scadevano finalmente il 31 dicembre 2008. Avevamo chiesto in maniera definitiva, utilizzando anche quanto prevede il comma 837 dell'articolo 1 della legge finanziaria del 2007, quella che ha modificato l'articolo 8 del nostro Statuto, che trasferisce alla nostra Regione non gli oneri, le funzioni della continuità territoriale. Abbiamo detto al Governo di non rinnovare la concessione perché quelle funzioni spettavano a noi e quanto meno dovevamo essere totalmente d'accordo. Quindi di non rinnovare quella concessione e, poiché lo Stato doveva risolvere comunque la grana della Tirrenia, che rischiava di diventare una grana più grossa dell'Alitalia, dell'OPA se ne parlava, di trasferire alla Regione l'azienda, anche se non era in ottime condizioni. Non solo la Saremar, quindi i trasporti regionali da e per le isole minori, ma anche le rotte da e per la Sardegna che, dalla parte Tirrenia, rappresentano comunque quasi il 70 per cento delle miglia navigate, il resto sono altre rotte. Dicevamo di trasferitecela, avremmo pensato noi a sistemarla, a gestirla o a fare eventualmente una parziale privatizzazione. Purtroppo dal 2009 nessuno si è occupato di questo e la cosa è andata avanti. Si è parlato di gare, è stata fatta una gara totalmente al di fuori della partecipazione della nostra Regione e ci siamo ritrovati qui. La gara non è andata a buon fine, siamo a una trattativa privata volta all'ennesimo ribasso.
Per essere solamente propositivi e quindi per lasciare ad altri momenti le critiche, concordo sul fatto che dobbiamo chiedere l'annullamento della gara. Credo che non dobbiamo chiedere di partecipare a una trattativa privata perché noi non siamo un'altra società di trasporti, noi siamo la Regione autonoma della Sardegna che vanta il diritto, nonché il dovere, di pensare alla mobilità dei suoi cittadini e si pone alla pari davanti a un altro pezzo dello Stato, chiedendo il trasferimento di funzioni che lo Stato non vuole più svolgere, trasferimento che è stato già sancito in una legge dello Stato che è ancora totalmente in vigore, che è la finanziaria del 2007, all'articolo 1, comma 837. Dobbiamo chiedere il trasferimento in capo alla Sardegna, magari riunendole alla Saremar, che era la nostra proposta già nel 2006-2007, e poi coinvolgere gli operatori della Sardegna, quelli che in qualche modo hanno già sperimentato di impegnarsi nel trasporto navale, ce ne sono alcuni, ad esempio i consorzi di autotrasportatori, insomma chiedere anche ai privati di partecipare a questa importante iniziativa. Non è indispensabile, ma potrebbe essere utile laddove loro sono i principali utilizzatori durante tutto l'arco dell'anno.
Concordo sul fatto che, se siamo in grado di far girare 500 o 600 pullman, peraltro in buona condizione, in maniera abbastanza economica ormai, in giro per la Sardegna, forse potremmo anche essere in grado di garantire il corretto funzionamento di alcune navi, certamente più di quanto non sia accaduto fino adesso. Quindi non solo chiedo di partecipare a quella trattativa privata, ma chiedo che quella trattativa privata non venga fatta laddove ci sia la volontà di assunzione di responsabilità da parte della Regione Sardegna.
Non concordo con la lettura che alcuni colleghi hanno riportato prima sul fatto che, con la riscrittura dell'articolo 8, ci siamo presi gli oneri della continuità territoriale. Ci siamo presi le funzioni. Ci siamo presi gli oneri e il fabbisogno finanziario della sanità, come è ben scritto nel comma 836 dell'articolo 1 della legge finanziaria del 2007, ma solamente le funzioni e non anche il fabbisogno finanziario della continuità territoriale, come è ben scritto nel comma 837, prima citato. Avevamo concordato per il trasporto pubblico locale un contributo finanziario di circa 10 milioni di euro all'anno, laddove lo Stato spendeva 13-14 milioni di euro all'anno per le ferrovie della Sardegna. Così dissi a Matteoli (credo che sia importante ricordarlo) che, laddove loro spendevano 70 milioni circa, noi ci saremmo accontentati di 50 milioni, pensando che magari ci sarebbero potuti bastare, ma non rinunciavamo al fatto che, se siamo uno Stato, ci prendiamo un pochino carico tutti dei costi.
Detto questo, concordo con tutti quelli che mi hanno preceduto che dicono che finalmente è arrivato il momento di non delegare questa responsabilità a nessuno perché è vero che stiamo vivendo un momento storico. Forse questa è la prima applicazione pratica del federalismo regionale colorato in tinte leghiste, laddove se ne fregano completamente. C'è un problema di trasporti? Chi riguarda se il costo del trasporto raddoppia all'improvviso? Non interessa al commissario della Tirrenia, non interessa al Ministro dei trasporti, non interessa al Ministro del tesoro, sembra che non interessi a nessuno! Che cosa sarebbe successo se il costo dei trasporti fosse raddoppiato per le imprese lombarde? Credo che il Parlamento nazionale non sarebbe accessibile in questo momento. E' storico, è il primo segnale di che cosa sarà questo federalismo regionale, dove ognuno si salva per conto suo.
Allora, signor Presidente, effettivamente è il momento che noi ci prendiamo le responsabilità, le assumiamo in toto, non per un articolo sui giornali, ma cercando di risolvere effettivamente i problemi delle persone e se mettiamo questo al primo punto, risolvere i problemi e non comparire sulla stampa, non sono del tutto certo che affittare tre navi per due rotte per due mesi possa essere così importante. E' simbolico certamente, concordo, ma le persone, i cittadini, gli esseri umani veri non hanno bisogno di simboli e medaglie, hanno bisogno di servizi e quindi mi concentrerei più sui servizi. Quello che state proponendo lo ha già fatto l'aeroporto di Oristano, pari pari: ha affittato un paio di aerei, per un progetto molto più piccolo e ugualmente costosissimo, quasi insanabile e difficile da portare avanti. Ha affittato un paio di aerei, li paga "vuoto per pieno", mette un biglietto basso e poi i ricavi e i costi sono totalmente distinti; difficilmente pareggeranno e difficilmente non graveranno nel bilancio della Regione.
Quindi anch'io, come i miei colleghi, non la ostacolo in questa decisione se lei ritiene che questo simbolo sia estremamente importante. La sosterremo se vorrà ribadire quanto abbiamo fatto nel passato, che quelle navi non sono in vendita, ci appartengono così come ci appartengono i demani che lo Stato dismette, i beni immobili che lo Stato smette di utilizzare qui in Sardegna. E' espressamente previsto dallo Statuto. Anche se non è espressamente previsto dallo Statuto che i beni mobili, come le navi, vengano trasferiti; ma politicamente è evidente che ci appartengono quando si sono chiamate "Ichnusa", quando si sono chiamate "Grazia Deledda", quando sono state quel ponte che ha unito la Sardegna al resto della penisola. Le reclamerei, le reclamerei per noi, le rimetterei insieme a Saremar e farei un progetto industriale sano, di lungo periodo, possibilmente insieme alle imprese della Sardegna.
Di conseguenza effettivamente non è accettabile quello che si paventa, cioè che la privatizzazione della Tirrenia non corrisponda a un aumento della concorrenza, ma addirittura a una diminuzione della concorrenza. Questo non è accettabile in alcun modo. La privatizzazione della Tirrenia o, meglio, la fuoriuscita dal perimetro del Governo centrale, non può in alcun modo ridurre la concorrenza e lasciare il diritto imprescindibile alla mobilità dei sardi nelle mani di uno, due, fossero anche tre operatori esterni. Tutto qui. Non mi pare di avere altre cose da dire se non ricordare appunto una lettura attenta della legge finanziaria, del comma 836 e del comma 837 dell'articolo 1.
Un collega, che ora non c'è, diceva che noi siamo quasi insopportabili, sempre strumentali, a fare il gioco delle parti. Che cosa sarebbe successo se lì oggi eventualmente ci fossi stato io, che cosa avremmo detto? Probabilmente avremmo detto le stesse cose, come tre anni fa. Forse vale la pena di ricordare che cosa un'altra parte politica aveva detto quando quelle cose le avevamo dette noi. Ci avevano accusato di voler rifare un carrozzone dello Stato, di voler umiliare la concorrenza; ci avevano detto di essere matti, di tutto e di più, però noi non serbiamo rancore, andiamo avanti lo stesso e oggi diamo l'aiuto che possiamo dare perché pensiamo di aiutare i cittadini sardi. La esorterei a concentrarsi e a concentrare l'azione del Governo sulle risposte di lungo periodo e non su quello che va più facilmente sui giornali perché magari è più facile da raccontare.
Un'ultima cosa, lei anche oggi ci ha chiesto aiuto. Io credo, giustamente, e le fa onore che ci chieda aiuto, però le farà altrettanto onore se poi questo aiuto che tutti assieme le diamo lo rispetterà; se il mandato che poi il Consiglio le dà, se lo concordiamo soprattutto, verrà rispettato. Perché, per esempio, su come sia finita poi la discussione sulle entrate, io qualche dispiacere ce l'ho, perché credo che effettivamente, come le avevamo detto qui in Consiglio, non avremmo dovuto evitare di ricorrere anche alla Corte costituzionale nel far rispettare la corretta scrittura dell'articolo 8.
Qualche giorno fa, signor Presidente, è importante, una settimana fa, c'è stata una sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale due decreti legislativi del 2010, quindi non di cento anni fa, dell'anno scorso, che andavano contro i diritti finanziari della Regione Sicilia. Si mettevano le mani nelle tasche di siciliani per una cosa piccola, semplicemente dicendo che laddove c'erano delle nuove entrate fiscali che andavano recuperate, secondo Tremonti, queste sarebbero finite dentro un fondo unico nazionale che lui avrebbe gestito. La Regione Sicilia non ha avuto paura di ricorrere alla Corte costituzionale e la Corte costituzionale ha già dato risposta. Noi non abbiamo avuto lo stesso coraggio, ma siamo sempre in tempo per averlo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, io comincerò col ringraziare il Presidente della Regione intanto per aver voluto portare le comunicazioni in tempo brevissimo e poi facendolo sulla base dell'articolo 120 del Regolamento che prevede la possibilità per tutti quanti noi consiglieri regionali di intervenire, quindi di ampliare il raggio del dibattito. Sinceramente non so a che cosa facesse riferimento l'onorevole Gian Valerio Sanna quando ha parlato di deriva psichiatrica, forse faceva riferimento a ricordi antichi. Io mi limito a prendere atto del fatto che questo dibattito era già stato fatto abbondantemente, mi pare il 10 marzo, con posizioni che erano state assunte da tutti i Gruppi, quando il problema era già a conoscenza di questo Consiglio regionale e certamente del Presidente e della sua Giunta.
Mi è parso di capire, stamattina, che dovessimo ascoltare il Presidente e pronunciarci fondamentalmente sulle questioni che egli ci ha riferito, fermo restando che poi nel dibattito consiliare si può parlare di tutto e di più. Ovviamente si è parlato di trasporti, se n'è parlato tanto, e c'è stato chi ha riproposto, come il collega Giacomo Sanna, moltissime delle cose che erano state sollevate già a suo tempo, molte da noi condivise, voglio dire quasi totalmente, e chi ha utilizzato questo dibattito per cercare di ricordare ai sardi le cose positive fatte magari nella precedente legislatura; mentre nessuno, a dire la verità, si è preoccupato di dire che il problema dei trasporti in Sardegna è diventato veramente un problema ormai atavico, un problema antico, antichissimo e che, per quanto ci si sia impegnati tanto anche nelle legislature precedenti, nonostante tutto, il problema dei trasporti è rimasto e rimane, io spero ancora per poco tempo, uno dei problemi più gravi e più drammatici della nostra economia e della nostra Isola.
Lo abbiamo individuato come uno di quegli argomenti, assieme al turismo e all'agricoltura, che dovrebbe essere nell'agenda politica continuamente. Ora, trovare le soluzioni non credo che sia facile. Mi viene però difficile comprendere alcuni comunicati che sono apparsi oggi, lo dico con molto garbo, anche da parte di una grossa organizzazione, una confederazione di imprenditori, che ha affrontato il problema criticamente; magari se ci fossero arrivate partecipazioni sostanziali e sostanziose da parte di un gruppo di imprenditori sardi forse avremmo anche potuto dire, essendoci la volontà sul posto e conoscendo tutti quanti la vicenda della Tirrenia, che era inutile riparlarne. In questo momento, nell'emergenza, io credo che la Giunta regionale abbia fatto la cosa più opportuna, più giusta, non sarà il futuro, può darsi che non sia il futuro, però era un'arma che la Giunta regionale, la Regione Sardegna aveva in mano. Aveva una società in house, totalmente partecipata dalla Regione, che poteva in questo momento iniziare un percorso che sarà ancora da studiare, ci sarà ancora molto da lavorarci, però io credo che sia un primo segnale. A chi dice che la concorrenza non fa mai male o non fa mai bene, io dico che la concorrenza bisogna aprirla una volta per tutte! Il problema della concorrenza, soprattutto sui trasporti navali, non in Sardegna, ma nel Mediterraneo, andava affrontato e andrà affrontato. E' vero, ci sono pochi imprenditori che rischiano di fare cartello e di fare lobby, è legittimo che lo facciano fin quando qualcuno glielo permette, ma nel momento in cui questo non è permesso o comunque troviamo soluzioni alternative, vorrei capire per quale motivo uno di questi imprenditori o due di questi imprenditori interagiscono quotidianamente, con loro mezzi e con loro imbarcazioni, nei mari del Nord (Finlandia, Svezia, Norvegia), con lo stesso nome che hanno qua oppure in società delle quali fanno parte. Siamo a migliaia di chilometri, siamo nei mari del Nord e le tariffe, guarda caso, sono completamente diverse da queste! Come mai sono completamente diverse le tariffe che si applicano in Finlandia? Andare per credere o fare indagini di mercato e vedere quanto costa andare da Helsinki a Tallinn, in Estonia! Andate a vedere queste cose! Andate a vederle!
Perché lo stesso imprenditore o comunque un imprenditore che fa parte anche di quelle società lì usa un piano tariffario completamente diverso da quello che si vuole propinare alla Regione Sardegna? Dobbiamo porci questa domanda, perché se continuiamo, come stiamo continuando, ad avere divergenze fortissime... ho letto il comunicato che definirei delirante, ma non lo posso definire delirante perché immagino chi l'abbia scritto, a firma del collega Bruno e del segretario regionale Lai. E' un comunicato, in tre pagine di un giornale, di difficile comunicazione certamente, ma rimane agli atti, rimane scritto, allora ha una sua filosofia che deve essere necessariamente condivisa perché l'ha scritto qualcuno che forse appare come uno dei maggiori conoscitori del mercato del trasporto navale in Sardegna? Non lo so! Possibile che noi non abbiamo nessuna idea diversa?
E' una cosa che ha fatto la Giunta nel rispetto della mozione votata il 10 marzo da questo Consiglio regionale, cioè abbiamo chiesto noi al presidente Cappellacci, non gliel'ha chiesto il vicino di casa, non gliel'ha chiesto Aponte, non gliel'ha chiesto Grimaldi, non gliel'ha chiesto Onorato, non gliel'ha chiesto nessuno, gliel'ha chiesto questo Consiglio regionale! Al Presidente è stato detto di svolgere un ruolo importante nel mercato turistico e commerciale assicurando servizi di alta qualità e sostituendo i traghetti con navi moderne più veloci! No, onorevole Giampaolo Diana, questo è per dirle che non stiamo andando a raccattare delle navi che trasportano...
(Interruzione)
E' ovvio che siamo curiosi tutti quanti di capire, ma l'impegno che è stato dato al presidente Cappellacci è questo, l'impegno è questo! Non è che il Consiglio regionale in quel momento si è tirato indietro dicendo di non sapere che cosa chiedere al presidente Cappellacci! Insieme a tutte le altre cose, noi abbiamo chiesto anche questo, scongiurando così una disparità di trattamento nei confronti dei cittadini e favorendo lo sviluppo della nostra economia. E' scritto, è un documento di questo Consiglio regionale!
Qualche tempo fa, per un presunto mancato rispetto di un ordine del giorno del Consiglio, siete saltati su tutte le furie. Allora io sono pronto qui a testimoniare che questo pronunciamento del Consiglio regionale è stato pedissequamente messo in atto dalla Giunta regionale e dal suo Presidente. Perché dobbiamo continuare a differenziarci? O meglio lo possiamo fare, è chiaro che l'onorevole Soru ha tutto l'interesse a dire: "Quando c'ero io...!". Su una cosa sono d'accordo con l'onorevole Soru, cioè che abbiamo la pessima abitudine di iniziare un percorso e, se non lo concludiamo entro il termine della nostra legislatura, sospendiamo tutto e riprendiamo da capo. Questa è pura verità! Non accade solo in Sardegna, accade in Italia, mentre probabilmente non accade nei Paesi anglosassoni
E' un'abitudine che dovremmo smettere! Da qualche parte vogliamo cominciare a smetterla? Poi potrebbe dire: "Perché non avete cominciato allora quando c'ero io?". No, adesso, ci siamo noi, col consenso dei sardi abbiamo vinto le elezioni, dateci una mano. Ce la volete dare una mano? Se ci volete dare una mano, la prima mano che ci dovete dare è dire al presidente Cappellacci: "Grazie per essere venuto qui a riferire, vai avanti perché noi approviamo questa linea che tu hai iniziato!". E' quello che faremo noi, tant'è che abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale ci dichiariamo d'accordo sulla strategia che il presidente Cappellacci sta mettendo in atto.
Il problema dei trasporti, lo hanno detto tutti quanti, è un problema di difficilissima soluzione però guardate se noi ci abituiamo all'idea che viviamo in Europa e non solo che viviamo all'interno del Mediterraneo, sono certissimo che si possano trovare condizioni molto più favorevoli rispetto a quelle che noi troviamo con gli armatori che viaggiano all'interno del Mediterraneo. Noi dobbiamo scegliere, è vero, noi abbiamo bisogno di navi migliori, di nnavi più veloci, di rotte più importanti, abbiamo bisogno di tutte queste cose. D'altronde se in Sardegna le navi da crociera ormai hanno raggiunto un numero straordinariamente importante (mi è stato comunicato che, a Cagliari, arriveranno quest'anno circa 180 navi da crociera e non so quante a Olbia, forse il doppio), vuol dire che la Sardegna comunque è un paradiso per chi fa quel tipo di viaggio. Per quale motivo noi non dovremmo abituare i sardi a viaggiare con navi comode e veloci? Ma soprattutto dobbiamo abituare gli italiani. Mi fa piacere che qualcuno abbia detto che la continuità territoriale non è un problema sardo. La continuità territoriale è un problema italiano e su questo noi ci dobbiamo battere! Certo che dobbiamo usare la forza col Governo.
Io non ho dubbi che le cose che ha detto il ministro Matteoli la settimana scorsa a Cagliari possano avere un fondamento e possano avere una forza. Sono anche convinto che le cose che ha detto siano in sintonia con le cose che vogliamo noi, però insomma smettiamola di utilizzare tutti gli strumenti, tutti gli argomenti per criticarci, per piangerci addosso e poi non risolvere i problemi! Presidente Cappellacci, io non so quando partirà questa iniziativa, ma sono convinto che partirà e credo che darà veramente una prima grande risposta. Non illudiamoci che questa sia la soluzione del problema, è solo la soluzione di un problema. Problemi ne rimangono altri, quello del trasporto ferroviario, sul gommato, la continuità territoriale merci, oltre che il problema del trasporto aereo. Parlare oggi di ciò che si può fare per Meridiana dopo che questo Governo nazionale ha fatto miracoli per salvare Alitalia, insomma, credo che ci voglia coraggio a pensare che noi siamo trascurati e che nessuno sia attento ai problemi di questa Regione e di questa Italia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Siamo stati colpiti da un'influenza di quelle micidiali, la febbre incombe, ma nonostante tutto siamo qua a esprimere la nostra opinione sulle comunicazioni che il Presidente (lo ringraziamo) ha fatto in materia di trasporti e trasporti marittimi in modo particolare. A me piace ricordare a tutti noi che cosa voglia dire stare dentro un'economia di mercato, dentro un'economia di mercato spinta, come è spinta, anche da una normativa comunitaria che la sostiene.
A me piace ricordare a tutti noi, e soprattutto a quelli che da sempre sono stati fautori di questa prospettiva, che ciò che un tempo ci sembrava un diritto da pretendere in ragione delle norme costituzionali che lo sanciscono... Colleghi, se stiamo studiando un ordine del giorno ditemi anche il contenuto così poi verifico se sono d'accordo, lo studiamo dopo, chiediamo una sospensione e lo studiamo dopo, perché voglio partecipare.
Dicevo che mi piace ricordare a tutti noi ciò che un tempo era riconosciuto come un diritto, era la mobilità; continuità territoriale, che cosa significa? Ce lo vogliamo dire, così ce lo ricordiamo? Significa che le stesse opportunità di movimento, che sono accordate a ogni cittadino italiano che sta dentro, che vive nella penisola, devono essere garantite, allo stesso costo, anche a quelli che vivono nelle isole.
La continuità territoriale è un diritto che non è mai stato concesso da nessun Governo, tantomeno da questo, da nessuna maggioranza politica, ai sardi; però, pur non essendoci la continuità territoriale, c'era il diritto alla mobilità. Cioè noi avevamo assicurate due cose: da una compagnia di bandiera che si chiamava Alitalia la possibilità dello spostamento aereo e da una compagnia di navigazione che si chiamava Tirrenia, pubblica, la possibilità di movimento, anzi per un certo periodo anche dalle Ferrovie dello Stato. Poi venne il mercato e, siccome venne il mercato, quel tipo di diritto è stato posto in discussione. Oggi, se c'è qualcuno che può fare cartello, non è perché è successo un accidente, ma perché la scelta di queste maggioranze è stata quella di affidare al mercato, quindi alle imprese e quindi anche a chi ha la possibilità di fare cartello, il diritto dei sardi a muoversi. Siccome siamo finiti sotto un Governo che è quello che è, il Governo del bunga bunga, allora che cosa succede? Succede…
(Interruzioni)
Allora è il Governo di Bossi? E' il Governo di Tremonti? Di quel Ministro che qua, in questa Aula, a me piace ricordare anche questo, è stato censurato sul piano politico e morale e che il Presidente della Regione assumendo una posizione uguale e contraria a quella del Consiglio regionale ha invece chiarito non essere per niente censurabile né dal punto di vista morale né dal punto di vista politico, per lui? Bisogna ricordare qualche cosa ogni tanto, non è che siamo sempre al punto "apriamo un capitolo nuovo". Io sono influenzato, quindi sono di pessimo umore! Vi voglio ricordare delle cose che abbiamo fatto, e anche altre che non abbiamo fatto, perché di questa partita ne avevamo già discusso! Ha ragione l'onorevole Sanna, quando ci rammenta che c'era un ordine del giorno sottoscritto da tutti i Capigruppo e che, alla fine, per decisione principale del P.d.L., si è deciso di non votare. Si è deciso di non votare perché si sono scatenate, a destra come in alcuni partiti del centrosinistra, le differenziazioni di questo e di quello, per cui alla fine a che cosa si era ridotta la grande unità di questo Consiglio, rispetto a questo problema? A essere una grande divisione.
Oggi, io mi auguro che la discussione in corso ci consenta di trovare un punto di convergenza, che non si potrà certo trovare sull'ordine del giorno numero 3 che dice: "Approva le dichiarazioni del Presidente della Regione condividendo le decisioni assunte dalla Giunta regionale sulla materia di cui alla premessa", cioè la materia dei trasporti dove c'è tutto.
Onorevole Diana, se questo era un bigliettino "appoggiato" per poter discutere su un ordine del giorno unitario, io sono d'accordo, sospendiamo e discutiamo su un ordine del giorno unitario, ma non si può pensare che questa possa essere la posizione di questo Consiglio, almeno di tutto questo Consiglio, mi pare che certamente non ha un contenuto che vada verso quella direzione, anzi ha un contenuto direi quasi, spero utilmente, provocatorio.
Noi abbiamo un tema, non la voglio fare lunga perché non c'è molto da dire, sul piano dei trasporti aerei siamo alla rovina, il Presidente sa meglio di me qual è il livello di contestazione da parte dell'Unione europea, com'è bloccata la norma che abbiamo approvato, circa un anno fa, per risolvere il problema delle società di gestione, a cominciare da quella di Alghero, sa meglio di me come sta il programma dei low cost: siamo al disastro! Sulla navigazione marittima siamo giunti al punto in cui incominciamo ad assumere una decisione senza sapere dove andiamo a finire, cioè se saremo in condizione di reggere tante delle conseguenze relative a quel tema di cui parlavo prima, cioè affidiamo al mercato anche il diritto di un popolo a muoversi. Ma come è accettabile? Ma com'è possibile che nessuno vada al Governo? Al Parlamento? Dove sono i parlamentari sardi? E si dica che è inaccettabile che un popolo sia messo in prigione nella sua terra, sia confinato da uno, due o dieci imprenditori! E che c'è l'assenza dello Stato, cioè della comunità nazionale, ma quali centocinquanta anni! Ma via la retorica! I centocinquanta anni, dal Risorgimento a oggi, solo danni ci hanno fatto! Come si fa a sostenere questo! Almeno, nel silenzio assoluto di questo posto? Dobbiamo dire: "Basta, non vogliamo essere prigionieri!".
Dicevo, siamo al disastro per gli aerei, siamo pressoché al disastro per le navi. Ci saranno conseguenze sul turismo? Sì! E noi le risolviamo con i 30 euro di bonus? Ma non facciamo ridere! La gente che deve venire, deve venire pagandoli i 30 euro perché stia da noi! Invece siamo passati dalla tassa di soggiorno, che si sta imponendo in tutto il Paese, a pagare il turista perché venga, cioè il contrario! Siamo i più allocchi di questo Paese! I più "balossi"! Pagare 30 euro perché uno venga in Sardegna a riscaldarsi al sole di quest'isola? E' una vergogna! Perché? Perché ci siamo fatti portare via le navi da tre napoletani, come dice l'onorevole Sanna. Ma che cosa ci vuole ancora per capire che questa è una cosa che non può reggere?
Noi chiediamo che si rilanci completamente la vertenza Sardegna. Il Governo deve sapere che questo è un Popolo che ha orgoglio, che ha identità, che ha una dignità da salvare. Altro che approvare! Scriviamo queste cose, che ci sia una premessa così lunga, che questo sia solo il primo degli agganci, e poi si agisca. Togliamo il bonus che è una vergogna! La gente deve pagare per venire qua, non la dobbiamo pagare noi.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono altri iscritti a parlare, ha facoltà di replicare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, cari colleghi, ho seguito con attenzione tutti gli interventi e tutti i contributi. Vi devo dire con grande onestà e sincerità che ho apprezzato molto l'andamento di questo dibattito e il tentativo che ciascuno di voi ha fatto (tentativo che ritengo assolutamente sincero e positivo) di dare un contributo verso la soluzione di questo problema. Se di momento storico si deve parlare, forse questo aspetto lo potremo oggi sottolineare con una posizione che sia davvero unanime e che sia vergata, sia stabilita e scritta in qualche modo sulla pietra come la posizione del Consiglio regionale della Sardegna, dei rappresentanti del Popolo sardo, che non è alla ricerca di soluzioni estemporanee o di titoli di giornali, ma alla ricerca di una soluzione vera, concreta, per un problema storico, sul quale la classe politica della Sardegna dibatte da decenni.
Su un problema di questa portata, questo Consiglio regionale sia in grado di arrivare a una sintesi vera e fare in modo che la voce della politica e della classe dirigente stavolta sia veramente un'unica voce per giungere in modo determinato, netto, forte e chiaro, laddove deve arrivare, che sia la piazza di Roma, piuttosto che quella di Napoli, o di Genova, ma che sia la voce della Sardegna che rivendica con forza e con orgoglio prima di tutto il desiderio di poter dire la sua e di essere artefice del suo futuro e, in secondo luogo, il diritto sacrosanto alla mobilità.
Mi ero preso nota di tutta una serie di domande che sono state rivolte, per cercare in qualche modo di dare puntuale risposta, però credo che sia poco utile tornare sui vari aspetti, sugli effetti del bonus in termini di numeri, cioè tutte cose sulle quali, se volete, magari possiamo trovare un'occasione anche per parlare e confrontarci; però credo che sia più importante, piuttosto che parlare oggi del colore della biancheria che le navi dovranno avere o della qualità della tappezzeria, provare a parlare delle soluzioni per il futuro. Se in qualche modo condividete quello che sto per dire, per dare forza a una posizione della Sardegna, che non sia solo per dare vigore all'iniziativa che pure, l'ho detto e lo ripeto, ha bisogno di una spinta propulsiva che venga da quest'Aula, vorrei provare a fare una sintesi e chiedo all'Aula di condividerla se ritiene che sia esaustiva e capace di rappresentare la posizione del Consiglio nei suoi vari aspetti, anche nelle diverse sfumature. Chiedo all'Aula di approvare questa sintesi e di dare forza a questa posizione.
Per fare questo, la prima considerazione che esprimo è sottolineare quello che ho già detto nell'intervento di apertura, ovverossia che queste direttive per la Saremar hanno la natura e il carattere dell'intervento contingente e sperimentale ed è importante che questo venga sottolineato. Credo che gli effetti di questo intervento saranno, al di là del risultato, positivi e lo stanno già dimostrando le dichiarazioni di queste ore, lo dimostrano queste campagne sconti che qualcuno degli armatori sta tentando di proporre, lo dimostra il nervosismo di questi armatori e il fatto che il problema dei trasporti marittimi per la Sardegna ha conquistato lo scenario nazionale. Abbiamo sollevato il problema e costringiamo tutti a ritrovarsi a ragionare su di esso, questo è già un primo effetto positivo.
L'altro effetto che io mi auguro arriverà dal risultato dell'esperimento, perché a me fa un po' specie leggere il comunicato di Confindustria che accusa la Regione e pone tutta una serie di dubbi e problemi sulla bontà dell'iniziativa dimenticando o non cogliendo il fatto che l'iniziativa della Regione, iniziativa sul libero mercato, supplisce a una mancanza, la mancanza anche della classe imprenditoriale sarda che poteva e forse doveva fare di più e qualcuno (è vero quello che è stato detto) ha avuto la capacità e il coraggio di farlo in tempi non sospetti e con iniziative avviate anni fa proprio per contrastare quella condizione di prigionia nella quale gli armatori ponevano il sistema e sono state capaci di portare un pezzo della soluzione.
L'intervento della Regione sul libero mercato vuole forse realizzare proprio questo! Poter dimostrare che è possibile fare da apripista e creare le condizioni perché il sistema faccia con responsabilità la sua parte. Con responsabilità! Si è parlato di una scelta coraggiosa, qualcuno la reputa coraggiosa, qualcuno la reputa azzardata, scellerata, un gioco da roulette russa, eccetera, io credo che sia semplicemente una scelta responsabile nella quale non si sta a badare ai rischi o ai vantaggi, perché, è vero, può riuscire ma è comunque una soluzione di breve periodo, parziale, che non può e non vuole essere risolutiva del problema. I rischi, nel caso in cui non dovesse riuscire, sono altissimi, ma non si sta facendo la roulette russa, si sta semplicemente, con senso di responsabilità, cercando di trovare una soluzione al problema contingente e avviando un'azione che supplisca a una presenza che poteva e doveva essere fatta dal sistema. Ma il sistema quei segnali li ha già dati, li ha già dati in passato, allora noi abbiamo il dovere di tentare questa strada, di aprire la strada a questa ipotesi e creare i presupposti per la sua realizzazione.
Ecco, allora, oggi, una sintesi in sostegno dell'iniziativa che è stata avviata con tutti i limiti della stessa: la natura sperimentale, la valenza simbolica, la valenza in termini di sensibilizzazione di tutti, dell'opinione pubblica, la valenza in termini di soluzione comunque nel contingente al comparto e in funzione di calmiere di un mercato nel quale oggi (credo che su questo siamo sicuramente d'accordo) c'è un cartello, c'è un'aggressione al sistema. Questo è il primo aspetto e su questo vi chiedo semplicemente di esprimervi a sostegno, sulla base delle considerazioni che adesso in questa mia replica ho fatto.
Il secondo aspetto, che propongo alla sintesi e sulla quale chiedo al Consiglio di poter convergere, è quello relativo alla vicenda Tirrenia. Vi ho detto che ho già avanzato la richiesta, per la Regione, di partecipare a quel tavolo. Voglio distinguere la partecipazione al tavolo della cosiddetta o presunta trattativa privata dalla questione relativa allo Statuto che tratterò tra un attimo. La voglio distinguere perché credo che sia anche tecnicamente necessario distinguerla perché le nostre aspettative, i nostri diritti devono necessariamente fare i conti e andare a scontrarsi o a integrarsi comunque con un aspetto di carattere generale che è quello delle regole del gioco che sono quelle date dalle fonti del diritto italiano che prevedono anche nella partita questioni relative all'interesse dei creditori e all'interesse di terzi, delle quali dobbiamo tener conto e che vanno a impattare sulla soluzione che verrà proposta.
La Tirrenia oggi è in una procedura concorsuale, quindi questo è un limite e un problema. Allora, intanto si consenta alla Regione di partecipare da subito a quel tavolo, dobbiamo essere presenti, dobbiamo dire la nostra, lo dobbiamo fare perché si sta discutendo di rotte contributate, e qui apro una piccola parentesi, quei contributi oggi sono contributi sotto la lente d'ingrandimento dell'Unione europea, sono contributi che, in linea teorica, alla scadenza di quei regimi di proroga non ci saranno più, rispetto ai quali l'Unione europea è fortemente contraria, quindi noi classe dirigente abbiamo il dovere di guardare verso lo scenario a venire per cercare di programmare quello che sarà, tendendo conto anche di questo limite. Ne dobbiamo tener conto e, a maggior ragione, dobbiamo sollecitare la classe imprenditoriale del sistema Sardegna per incominciare ad attrezzarsi perché un giorno, forse, ci sarà anche quel problema, speriamo di no! Speriamo di poter rivendicare il diritto e speriamo di poter mettere in campo anche le risorse per far valere la continuità territoriale, ma non possiamo non essere responsabili e concreti dimenticandoci del fatto che c'è un sistema Europa che, in questo momento, è ostile a questa soluzione; è una variabile della quale dobbiamo tener conto.
Allora, dicevo, il secondo punto della sintesi è la rivendicazione per la Sardegna di un posto al tavolo di quella presunta trattativa e poi c'è il terzo, che io condivido, l'ho detto già pubblicamente, che è quello relativo all'articolo 14, in funzione del quale io chiedo a quest'Aula che dia mandato e impegni la Giunta ad avviare ogni opportuna iniziativa. Ma l'iniziativa deve essere di duplice natura, deve essere da un lato di tipo giuridico, con tutti i limiti che ho citato prima, che probabilmente ci saranno, i tecnici ci aiuteranno a comprenderli e a capire come ci possiamo muovere, ma deve esserci, oltre a quello, il lato politico. E' su questo che credo sia importante ci si esprima, perché è questo che dobbiamo far fare ai tavoli se ha un senso quel risultato, se ha un senso quell'impostazione. Se questa Regione fa parte dell'Italia e quindi la continuità territoriale, come qualcuno ha giustamente detto, è un problema dello Stato italiano, allora facciamoci valere sul piano giuridico ma anche sul piano politico.
Pertanto oggi a quest'Aula io chiedo, sulla base di questo sforzo, sulla base del desiderio di poter essere veramente compatti e determinati, di dimenticarci per un attimo dei comunicati stampa (che durante il dibattito ciascuno di noi ha fatto per rafforzare le proprie tesi, per portare un po' di acqua al proprio mulino, com'è naturale e lecito che sia nell'agone politico), dei contro comunicati e degli ordini del giorno che sono arrivati dagli uni e dagli altri.
Diamo un senso a questa compattezza e, su questi tre punti, che mi pare siano i tre punti che raccolgono e fanno la sintesi delle differenti posizioni che sono state espresse, vi chiedo di dare il sostegno al Presidente che propone questa strada.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Comunico che stati presentati tre ordini del giorno.
(Si riporta di seguito il testo degli ordini del giorno numero 1, 2 e 3:
Ordine del giorno Sanna Giacomo - Dessì - Planetta sui collegamenti marittimi Sardegna - Continente.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione sui recenti sviluppi della vicenda riguardante il "caro tariffe" marittime da e per la Sardegna,
CONSTATATO il perdurare delle penalizzanti politiche tariffarie praticate dagli armatori privati operanti nei collegamenti marittimi Sardegna-Continente;
EVIDENZIATO l'aumento indiscriminato del prezzo dei servizi di trasporto da e per l'Isola e i relativi danni per l'economia sarda, per i cittadini sardi e anche per i non residenti;
RICHIAMATO il dibattito, gli atti, e le iniziative politiche sviluppatesi in questi anni in Consiglio regionale sul tema dei trasporti, del diritto alla mobilità e alla continuità territoriale;
RICHIAMATO ALTRESÌ il dispositivo della mozione 111/6 approvata dall'Aula l'11 marzo 2011, in materia di trasporto marittimo;
DENUNCIATO il fallimento delle procedure, attivate dal governo per il tramite della partecipata dal ministero del Tesoro, Fintecna, per la privatizzazione della Tirrenia spa;
DENUNCIATO ALTRESI' il pericolo che il controllo della compagnia di navigazione marittima possa essere affidato, dal commissario straordinario di Tirrenia, con il ricorso alla trattativa privata, alla "Compagnia italiana di navigazione" costituita dagli armatori napoletani Onorato-Aponte e Grimaldi;
SOTTOLINEATO che i traghetti della Grimaldi collegano Genova con Porto Torres; quelli del gruppo Aponte (Snav-Gnv) operano sulle tratte Porto Torres-Genova, Olbia-Genova e Olbia Civitavecchia; le navi del gruppo Onorato (Moby) sono impiegate sulle tratte Porto Torres-Genova, Olbia-Piombino, Olbia-Livorno, Olbia-Genova e Olbia-Civitavecchia;
CONSIDERATO che l'acquisizione della Tirrenia da parte dei tre armatori napoletani, già operanti nei collegamenti marittimi da e per l'Isola, consegnerebbe i Sardi al monopolio privato dopo oltre mezzo secolo di monopolio pubblico esercitato, in danno degli interessi dell'Isola, dalla compagnia costituita nel capoluogo campano il 17 dicembre del 1936;
VERIFICATO che nonostante grande parte del fatturato Tirrenia derivi dal traffico marittimo da e per la Sardegna, l'80 per cento dei 1.552 dipendenti della compagnia sono residenti in Campania,
esprime
contrarietà verso qualunque forma di monopolio nei servizi di collegamento marittimi tra la Sardegna e il Continente,
riafferma
il diritto dei Sardi alla continuità territoriale marittima e aerea, per i passeggeri e per le merci,
raccomanda, inoltre, alla Giunta regionale
1) di operare in tutte le sedi, ad incominciare da quelle ministeriali e di Governo, perché si proceda all'annullamento della gara bandita dal commissario straordinario Giancarlo D'Andrea per la privatizzazione della Tirrenia spa;
2) di attivare tutte le opportune iniziative, di carattere economico e istituzionale, perché la Regione Sarda partecipi fattivamente alla trattativa privata per l'acquisizione della compagnia di navigazione marittima Tirrenia spa;
3) di scongiurare il rischio che la Tirrenia passi sotto il controllo degli armatori Onorato-Aponte-Grimaldi che con le rispettive compagnie Moby, Snav-Gnv e Grimaldi, già operano nei più importanti porti commerciali della Sardegna;
4) di favorire il coinvolgimento degli operatori, delle organizzazioni imprenditoriali e del lavoro, degli enti della Sardegna, perché d'intesa con la Regione si costituisca una compagine societaria in grado di garantire gli interessi dei Sardi e portare in Sardegna il centro decisionale della "nuova Tirrenia". (1)
Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis sui collegamenti marittimi Sardegna - Continente.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione sui recenti sviluppi della vicenda riguardante il "caro tariffe" marittime da e per la Sardegna,
CONSTATATO il perdurare delle penalizzanti politiche tariffarie praticate dagli armatori privati operanti nei collegamenti marittimi Sardegna-Continente;
EVIDENZIATO l'aumento indiscriminato del prezzo dei servizi di trasporto da e per l'Isola e i relativi danni per l'economia sarda, per i cittadini sardi e anche per i non residenti;
RICHIAMATO il dibattito, gli atti, e le iniziative politiche sviluppatesi in questi anni in Consiglio regionale sul tema dei trasporti, del diritto alla mobilità e alla continuità territoriale;
DENUNCIATO il fallimento delle procedure, attivate dal governo per il tramite della partecipata dal ministero del Tesoro, Fintecna, per la privatizzazione della Tirrenia spa;
VERIFICATO che nonostante grande parte del fatturato Tirrenia derivi dal traffico marittimo da e per la Sardegna, l'80 per cento dei 1.552 dipendenti della compagnia sono residenti in Campania,
esprime
contrarietà verso qualunque forma di monopolio nei servizi di collegamento marittimi tra la Sardegna e il Continente,
riafferma
il diritto dei Sardi alla continuità territoriale marittima e aerea, per i passeggeri e per le merci,
raccomanda, inoltre, alla Giunta regionale
1) di operare in tutte le sedi, ad incominciare da quelle ministeriali e di Governo, perché si proceda all'annullamento della gara bandita dal commissario straordinario per la privatizzazione della Tirrenia spa;
2) di attivare tutte le opportune iniziative, di carattere economico e istituzionale affinché la Regione Sarda ribadisca la piena volontà di assunzione della responsabilità ad assicurare il governo del diritto imprescindibile alla mobilità esterna dei sardi, richiedendo il trasferimento alla Saremar dell'ulteriore ramo d'azienda riguardante le rotte da e per la Sardegna;
3) di scongiurare che la privatizzazione della Tirrenia comporti una diminuzione degli attuali livelli di concorrenza passando sotto il controllo degli armatori che già operano nelle rotte da e per la Sardegna;
4) di favorire il coinvolgimento degli operatori, delle organizzazioni imprenditoriali e del lavoro, degli enti della Sardegna, perché d'intesa con la Regione si costituisca una compagine societaria in grado di garantire gli interessi dei Sardi e portarne in Sardegna il centro decisionale;
5) di dare immediato avvio alle procedure di gara per l'imposizione di oneri di servizio pubblico alle condizioni che dovranno essere definite al fine di garantire le migliori condizioni di qualità, frequenza, regolarità, tipologia dei mezzi e costi del servizio. (2)
Ordine del giorno Diana Mario - Steri - Vargiu - Cuccureddu sui collegamenti marittimi Sardegna - Continente.
IL CONSIGLIO REGIONALE
sentite le dichiarazioni del Presidente della Regione in merito alle decisioni assunte dalla Giunta regionale per contrastare gli inaccettabili rincari praticati dalle compagnie di navigazione sulle rotte per il trasporto di passeggeri e merci tra la Sardegna e il Continente, rese ai sensi dell'art. 120 del Regolamento consiliare,
approva
le dichiarazioni del Presidente della Regione, condividendo le decisioni assunte dalla Giunta regionale sulla materia di cui alla premessa. (3).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Chiedo scusa, pochi secondi di integrazione per poter declinare la mia proposta anche sul piano formale, in modo tale che non ci siano dubbi su quello che ho detto. In realtà, diventa molto semplice perché, sulla base delle dichiarazioni espresse in seno alla replica, chiedo al Consiglio di approvare l'impostazione e conseguentemente di dare sostegno a questa impostazione. Se questo è sufficiente perché si possa arrivare alla votazione, bene, altrimenti lo trasferisco anche materialmente in un'ipotesi scritta e chiedo all'Aula eventualmente di esprimersi su quella ipotesi.
PRESIDENTE. Io proporrei cinque minuti di sospensione perché possano esserci le interlocuzioni.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Se il senso della richiesta del Presidente è quello di fermarci un attimo per capire se possiamo condividere un ordine del giorno, affrontiamo questo tema e quindi sospendiamo, se è possibile, i lavori.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori
(La seduta, sospesa alle ore 21 e 28, viene ripresa alle ore 22 e 38.)
PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato l'ordine del giorno numero 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 4:
Ordine del giorno Diana Mario - Steri - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Capelli - Vargiu sulle iniziative da assumere in materia di continuità territoriale marittima e di diritto alla mobilità dei cittadini sardi.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulle dichiarazioni rese dal Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 120 del regolamento, sulle iniziative da assumere in materia di continuità territoriale marittima e di diritto alla mobilità dei cittadini sardi,
PRESO ATTO della comune e diffusa consapevolezza espressa da parte di tutte le componenti politiche del Consiglio regionale di considerare fondamentale ed imprescindibile il diritto alla mobilità dei cittadini sardi;
CONSIDERATO che l'obiettivo di realizzare una piena continuità territoriale sia marittima che aerea è stato ampiamente condiviso da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale;
RITENUTO di condividere la relazione e le proposte formulate dal Presidente della Regione,
dà mandato alla Giunta regionale
1) di dar seguito alla deliberazione della Giunta regionale 26 aprile 2011, n. 20/57, relativa all'intervento di carattere sperimentale ed urgente, per tre mesi, dal 15 giugno al 15 settembre tesa a fronteggiare il fenomeno dell'aumento repentino ed ingiustificato delle tariffe marittime;
2) di porre in essere tutte le iniziative finalizzate a garantire la partecipazione della Regione autonoma della Sardegna alla trattativa privata tesa alla vendita della Tirrenia Spa;
3) di porre in essere tutte le ulteriori iniziative di carattere politico idonee al trasferimento dei beni della compagnia di navigazione Tirrenia Spa alla Regione Sardegna, valutando anche l'applicabilità dell'articolo 14 dello Statuto. (4).)
PRESIDENTE. Presumo che gli altri ordini del giorno, il numero 1 e il numero 3, siano ritirati. Onorevole Diana, l'ordine del giorno numero 3 è ritirato?
DIANA MARIO (P.d.L.). Sì.
PRESIDENTE. Onorevole Giacomo Sanna, l'ordine del giorno numero 1 è ritirato?
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Intanto chiedo il testo dell'ordine del giorno numero 4, perché non è stato consegnato, Presidente.
PRESIDENTE. Si sta procedendo alla sua fotoriproduzione, non possiamo intanto votare l'ordine del giorno numero 2?
BRUNO (P.D.). Va bene. Votiamo l'ordine del giorno numero 2. Chiedo la votazione nominale dell'ordine del giorno numero 2.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci, Contu Mariano e Sanna Giacomo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Ladu - Lai - Locci - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 58
astenuti 2
maggioranza 30
favorevoli 22
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Metto ora in votazione l'ordine del giorno numero 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, l'ordine del giorno presentato dal centrodestra sostanzialmente fa proprie le dichiarazioni di sintesi fatte dal presidente Cappellacci nel suo ultimo intervento di replica; devo dire che, in gran parte, nonostante il voto contrario della maggioranza, riprende le considerazioni del nostro ordine del giorno. Al di là del fatto che, ribadisco, il Partito Democratico, l'opposizione non vuole mettersi di traverso a questa toppa, a questa pezza temporanea, provvisoria, sperimentale che, in assenza di una politica dei trasporti, ha formulato il Presidente della Regione, condividiamo la partecipazione della Regione autonoma, non solo alla trattativa privata, noi abbiamo indicato l'acquisizione di un ramo d'azienda della Saremar, cioè noi vogliamo essere la Regione autonoma della Sardegna, non solo essere alla pari di qualsiasi altro operatore privato. Condividiamo anche il fatto che occorre porre in essere tutte le iniziative di carattere politico per attivare l'applicabilità, in maniera analogica, dell'articolo 14 dello Statuto.
In più, noi chiedevamo, è per questo che non esprimiamo voto favorevole all'ordine del giorno che ha come primo firmatario Mario Diana, una soluzione strutturale che è necessariamente la gara con oneri di servizio pubblico, con le condizioni massime possibili di qualità, di costo, di tipologia del mezzo, di frequenze, di tariffe, insomma di ciò che la Sardegna può fare come qualsiasi altra Regione che sottosta a un regolamento comunitario. Non capiamo qual è la vostra politica, non capiamo qual è la vostra indicazione strutturale, non sappiamo - perché non lo dite, perché non ce lo avete detto - che cosa volete fare, magari anche una volta acquisito il ramo d'azienda della Tirrenia e una volta attivato eventualmente l'articolo 14.
Non conosciamo qual è la vostra politica e allora non possiamo votare a favore. Non basta una soluzione congiunturale, non ci opponiamo alla soluzione congiunturale ma riteniamo che manchi una politica dei trasporti per cui il nostro voto sarà un voto di astensione e credo che, su questa partita che riguarda la continuità territoriale, sia quella aerea sia quella marittima, dovremo tornarci perché mi sembra che, almeno oggi, non si riesca ad andare al di là di soluzioni congiunturali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, per un errore risulto firmatario di questo ordine del giorno, di cui non sono firmatario, quindi per cortesia vorrei chiederle di provvedere alla rimozione del mio nome dall'ordine del giorno. Poi le chiedo, cortesemente, che l'ordine del giorno possa essere votato per parti per votare in maniera autonoma, rispetto al restante testo, il punto 3 del dispositivo. Su quest'ultimo noi esprimeremo un voto di astensione, mentre voteremo a favore del resto dell'ordine del giorno, con motivazioni esattamente opposte a quelle che ha appena espresso il Capogruppo del P.D., nel senso che non comprendiamo il motivo dell'acquisizione da parte della Sardegna dei beni della compagnia di navigazione Tirrenia, cioè se l'acquisizione avviene perché poi la Regione li rivenda e faccia un utile, saremmo d'accordo, ma questo non è precisato nell'ordine del giorno, mentre se la Regione avesse la tentazione di diventare una compagnia di armatori ovviamente questo, come tante volte abbiamo detto ed esplicitato, vede i Riformatori totalmente contrari.
PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, abbiamo provveduto a cancellare il suo nome dall'ordine del giorno e si può votare per parti, quindi l'ultima parte sarà oggetto di una votazione separata.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il nostro Gruppo con rammarico si asterrà su questo ordine del giorno, perché avevo anche espresso la convinzione che potesse esserci la possibilità di pervenire a un ordine del giorno un po' più corposo e soprattutto unitario. Vedo che, rispetto all'ordine del giorno numero 1, che noi avevamo già votato in precedenza e su cui eravamo assolutamente favorevoli, l'ordine del giorno presentato, che riprende i tre punti espressi dal presidente Cappellacci è, come dire, un po' più "gesuitico", molto più soft, molto più stringato, molto più vago, molto più vago soprattutto nel punto 3.
Noi speriamo che non ci si fermi all'esperimento di cui alla delibera del 26 aprile numero 11 (sembra che, dare una copertura a questa delibera da parte del Consiglio, sia l'argomento principale), e soprattutto che si possa vedere garantita la partecipazione della Regione alla trattativa privata che porti a evitare il passaggio ai privati della Tirrenia, perché un'indicazione di prospettiva, relativamente alla politica vera per i trasporti marittimi che la Sardegna deve attivare, è un problema ineludibile e su cui torneremo a discutere, spero a breve, in questo stesso Consiglio. Comunque il Gruppo Italia dei Valori si astiene su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intervengo solo per sottolineare, poi voterò come vota l'opposizione, che c'è una cosa che non riesco proprio a capire, cioè come si possa partecipare a una trattativa privata che tende a vendere la Tirrenia e al contempo porre in essere tutte le ulteriori iniziative di carattere politico idonee al trasferimento dei beni della compagnia di navigazione della Tirrenia: o la vendiamo o la prendiamo. Questa è una schizofrenia e io mi astengo di fronte alla schizofrenia. Onorevole Diana, ecco che cosa voleva dire l'onorevole Sanna quando si riferiva alla psichiatria!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 4, escluso il punto 3) del dispositivo.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci e Piras hanno votato a favore e che il consigliere Corda si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu.
Risponde no il consigliere: Sechi.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Soru - Uras - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 39
astenuti 21
maggioranza 20
favorevoli 38
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Chiedo la votazione nominale del punto 3) del dispositivo dell'ordine del giorno numero 4.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del punto 3) del dispositivo dell'ordine del giorno numero 4.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappellacci ha votato a favore e che il consigliere Sechi si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Ladu - Lai - Locci - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cossa - Cucca - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 33
astenuti 27
maggioranza 17
favorevoli 33
(Il Consiglio approva).
I lavori riprenderanno domani mattina, giovedì 5 maggio, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 22 e 52.