Seduta n.104 del 08/03/2010 

CIV Seduta

Lunedì 8 marzo 2010

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

Indi

del Vicepresidente CUCCA

Indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 02.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 4 febbraio 2010 (97), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Roberto Capelli, Michele Cossa, Attilio Dedoni, Rosanna Floris, Nicolò Rassu, Antonello Peru, Pietro Pittalis e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'8 marzo 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Ladu - Artizzu - Campus - Floris Rosanna - Petrini - Pitea - Randazzo - Rassu - Sanna Paolo Terzo - Sanjust - Contu Mariano Ignazio - Locci - Lai - Stochino - Piras - Murgioni - Diana Mario - Rodin - Sanna Matteo - Pittalis - Tocco - Peru - Greco:

"Istituzione da parte della Regione sarda della 'Fondazione Giorgio Asproni'". (123)

(Pervenuta il 2 marzo 2010 e assegnata alla ottava Commissione.)

Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Piras - Stochino - Sanna Matteo - Tocco - De Francisci - Peru - Artizzu - Bardanzellu - Sanjust - Floris Rosanna - Randazzo - Rassu - Cherchi - Pittalis - Locci - Campus - Rodin - Murgioni - Lai - Ladu - Sanna Paolo Terzo - Petrini - Greco - Pitea - Amadu - Gallus:

"Interventi a favore dei soggetti celiaci". (124)

(Pervenuta il 2 marzo 2010 e assegnata alla settima Commissione.)

Dedoni - Vargiu - Cossa - Fois - Meloni Francesco - Mula:

"Istituzione dei buoni vacanza". (125)

(Pervenuta il4 marzo 2010 e assegnata alla sesta Commissione.)

Cocco Pietro - Bruno - Agus - Barracciu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio:

"Istituzione del distretto del tonno". (126)

(Pervenuta il 4 marzo 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)

Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:

"Istituzione del Garante del diritto alla salute e della Camera di conciliazione sanitaria". (127)

(Pervenuta il 4 marzo 2010 e assegnata alla seconda Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'emissione dei ruoli istituzionali e di bonifica per gli anni 2004 e 2005 emessi dal Consorzio di bonifica dell'oristanese". (245)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di integrare le risorse rese disponibili con il bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2009, persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese"". (246)

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Ben Amara - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla controversia Carbosulcis-soggetti privati in ordine al riconoscimento del diritto di proprietà su terreni legittimamente acquisiti e soggetti a vincolo pertinenziale". (247)

"Interrogazione Contu Felice - Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla caotica situazione in cui si trovano migliaia di cittadini utenti della società Abbanoa in seguito alla notifica di fatture di importi notevoli, che incidono pesantemente sui bilanci familiari". (248)

"Interrogazione Petrini - Rassu - Pitea - Ladu - Artizzu - Floris Rosanna - Bardanzellu - Campus - Randazzo - Sanjust - Sanna Paolo Terzo, con richiesta di risposta scritta, sugli interventi finanziabili a seguito dei danni provocati dagli eventi calamitosi nei comuni indicati nel bando emesso nel 2008 ai sensi della legge regionale 11 marzo 1998, n. 8, articolo 23, relativo agli aiuti per la ripresa dell'attività economica e produttiva delle aziende agricole danneggiate dalle piogge alluvionali del 22 ottobre, del 4, 27 e 28 novembre 2008". (249)

"Interrogazione Contu Felice - Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla corretta applicazione delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto speciale per la Regione autonoma della Sardegna". (250)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo scandalo degli appalti del G8 a La Maddalena denunciati dalla stampa e oggetto di atti della magistratura". (251)

"Interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia". (252)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian, sul ritardato pagamento dei premi comunitari previsti dal Piano di sviluppo rurale della Regione autonoma della Sardegna e relativi al "Miglioramento del benessere degli animali - Misura F - Azione F/B"". (72)

"Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR)". (73)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Mozione Bruno - Manca - Sechi - Meloni Valerio - Lotto - Cocco Daniele Secondo sulle gravissime conseguenze dell'interruzione dei collegamenti aerei nello scalo di Alghero decisi da Ryanair". (42)

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, sulle criticità del programma Master and back relativamente ai percorsi di rientro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (43)

"Mozione Bruno - Uras - Salis - Caria - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, sullo stato dei lavori per la realizzazione delle opere connesse al programmato vertice G8 e sulle iniziative della Regione Sardegna al fine di difendere gli interessi, le risorse finanziarie e le prerogative regionali, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (44)

Discussione congiunta della Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulle criticità del programma Master and back relativamente ai percorsi di rientro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (43) e della interpellanza Ben Amara - Uras - Zuncheddu

Zedda Massimo - Sechi sulla condizione del progetto Master&back(39)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta della mozione numero 43 e della interpellanza numero 39.

(Si riporta di seguito il testo della mozione e della interpellanza:

Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, sulle criticità del programma Master and back relativamente ai percorsi di rientro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- il programma Master and back è stato promosso nel 2006 per favorire la formazione di alto livello dei giovani laureati sardi e anche per garantire, dopo l'acquisizione del titolo post lauream, l'avvio di un programma di rientro all'interno delle attività produttive e di ricerca in Sardegna;

- il 29 ottobre 2009 è stato indetto l'avviso relativo ai percorsi di rientro del programma Master and back 2009, dopo oltre un anno e mezzo rispetto alla scadenza di quello precedente;

- l'avviso prevede che le domande di inserimento nelle vetrine dei candidati e degli organismi ospitanti si presentino entro l'11 dicembre 2009, che la fase istruttoria si completi entro il 20 gennaio 2010 (a 40 giorni dal termine di presentazione delle domande) e che le domande congiunte siano presentate entro il 31 marzo 2010;

- è previsto che il finanziamento dei percorsi di rientro avvenga sulla base dell'ordine cronologico di ricezione delle domande congiunte valutate positivamente e fino ad esaurimento delle risorse disponibili;

PRESO ATTO che:

- i ritardi nella pubblicazione del bando e le scadenze in esso previste hanno comportato, per i giovani che avevano terminato l'esperienza di formazione (master, dottorato di ricerca o tirocinio), un lungo periodo di attesa, in molti casi pari a circa due anni, prima che fosse permesso loro di presentare richiesta di partecipazione al percorso di rientro;

- nel frattempo è aumentato in misura rilevante il numero dei giovani che, terminato il percorso di formazione, possono partecipare al programma relativo ai percorsi di rientro, mentre sono rimasti inalterati i fondi a disposizione;

- è molto probabile che numerosi giovani e soggetti pubblici e privati interessati rimangano esclusi dal programma a causa dell'esaurimento delle risorse disponibili;

- la data di presentazione delle domande congiunte risulta essere l'unico criterio preso in considerazione per la finanziabilità delle stesse, e pertanto non è difficile prevedere un vero e proprio assalto agli uffici dell'Agenzia del lavoro nel momento in cui saranno pubblicate le vetrine;

CONSIDERATO che:

- da un avviso ufficiale pubblicato sul sito della Regione Sardegna il 2 febbraio 2010 si apprende che "in considerazione dell'elevatissimo numero delle domande pervenute in risposta agli avvisi pubblici relativi ai Percorsi di rientro ed ai tirocini, le attività istruttorie potrebbero avere una durata superiore al previsto", e che, alla data odierna, nessun aggiornamento sull'avanzamento delle attività è stato ancora comunicato;

- gli enti pubblici interessati (tra i quali il Comune di Cagliari e l'Università di Cagliari) stanno promuovendo in questi giorni numerose convocazioni e selezioni di giovani che hanno chiesto l'inserimento nella vetrina dei candidati del programma Master and back - percorsi di rientro 2009;

- se si fossero rispettati i tempi previsti per la pubblicazione delle vetrine, attesa per il 20 gennaio 2010, l'Agenzia del lavoro avrebbe già ricevuto numerose richieste congiunte, mentre in realtà molti enti pubblici sono impegnati in selezioni e convocazioni,

impegna la Giunta regionale

1) a riferire quanti giovani e quanti organismi ospitanti hanno presentato domanda per l'inserimento nelle vetrine, a quanto ammontano le risorse disponibili e, di conseguenza, quante sono le richieste che potrebbero essere soddisfatte;

2) a rendere noto se il differimento della pubblicazione delle vetrine è determinato da motivi tecnici o dall'esigenza di fare recuperare agli organismi ospitanti il ritardo accumulato in fase di selezione dei giovani che hanno terminato il percorso di formazione post lauream;

3) ad assumere iniziative per evitare che i percorsi di rientro, nati come logica prosecuzione del periodo di formazione, diventino una sorta di lotteria a causa dell'inadeguatezza delle risorse rispetto al numero dei giovani che hanno maturato i requisiti richiesti;

4) a verificare se per le numerose domande presentate dagli enti pubblici e in assenza di adeguati fondi a disposizione, possa determinarsi una sostanziale vanificazione del programma Master and back sorto sostanzialmente per favorire l'inserimento permanente di giovani qualificati nel mondo delle imprese;

5) ad intraprendere le opportune azioni affinché venga rapidamente superato ogni ritardo che, nell'attuale situazione di crisi, rappresenta un inaccettabile insulto per i giovani disoccupati, per le imprese, per il mondo della ricerca e del lavoro che credono nella bontà dello strumento offerto dal programma Master and back;

6) a reperire tutte le risorse sufficienti a soddisfare tutti i percorsi di rientro. (43)

Interpellanza Ben Amara - Uras - Zuncheddu - Zedda Massimo - Sechi sulla condizione del progetto Master&back.

I sottoscritti,

premesso che:

- il programma di Master&back ha visto impegnati circa 3.000 studenti in percorsi di alta formazione e tirocini in enti di prestigio internazionale;

- il POR del 2006 prevede un utilizzo dei fondi destinati dall'Unione europea ai percorsi di alta formazione entro la scadenza del 31 ottobre, pena la perdita di tali finanziamenti;

- gli ormai otto mesi di ritardi hanno già causato danni irrecuperabili per alcuni studenti rimasti fuori dall'accesso all'alta formazione;

- il programma previsto nei "Percorsi di rientro" prevede il finanziamento (sempre attingendo dalle risorse del Fondo sociale europeo) di contratti di lavoro di almeno due anni e che questi possano essere svolti oltre che presso le aziende private, anche nelle pubbliche amministrazioni, che potrebbero accogliere possibili ricercatori e operatori altamente validi;

- in seguito all'audizione con la II Commissione richiesta dai rappresentanti del "Movimento Master&Back", tenutasi il 4 agosto 2009, sono state rinnovate le esigenze degli studenti, più volte rivendicate agli organi di governo locale e direttamente al Presidente della Regione che prometteva l'impegno di risoluzioni rapide;

- le aspettative, gli accordi e gli impegni, testimoniati anche attraverso la stampa sono rimasti ancora una volta in sospeso e in attesa di risoluzione; ultimo è stato l'incontro richiesto dagli studenti, accordato col Capo ufficio di gabinetto della Presidenza, per il mese di agosto, appuntamento mancato senza fornire loro alcuna giustificazione;

- già dall'inizio della presentazione delle richieste si è verificato il problema della certezza dei tempi destinato a ricevere promesse effimere e non concrete;

considerato che:

- le spese di anticipo a carico dello studente per i percorsi di alta formazione variano dai 20.000 ai 30.000 euro e che, in seguito al bando del 7 luglio 2009, sono stati creati notevoli scompensi e disagi a studenti e famiglie;

- le continue rivendicazioni degli studenti formati con tirocini di alta qualità non hanno avuto una giusta considerazione e le richieste vengono solo apparentemente esaminate e sempre disattese;

- agli investimenti fatti e al mancato inserimento degli studenti nelle attività lavorative consegue una immensa perdita economica per le risorse culturali e di alta formazione per la nostra Regione, trascurando dunque la validità curriculare del progetto a livello europeo;

- seppure sia uscito un ultimo bando sul Master, quindi sull'inserimento di nuovi candidati ai percorsi di alta formazione in scadenza il 15 di settembre, resta in sospeso e incompiuta tutta la progettazione del Back, relativa all'inserimento dei giovani nelle attività lavorative sia nelle pubbliche amministrazioni, sia relativamente alla valutazione di estendere tale progetto anche ad agenzie private;

- si è quindi ancora in attesa della pubblicazione del bando relativo ai percorsi di tirocinio e di rientro, nonché di quello relativo ai percorsi artistici neanche menzionati e si è ancora in attesa di notizie certe sulla data di pubblicazione del bando relativo, rimandato di mese in mese;

- restano altresì poco chiare le modalità di accesso ad una possibile graduatoria per l'assunzione nelle aziende,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) quali modalità d'intervento si vogliano assumere per risolvere l'urgenza di tali provvedimenti e la rapida istruttoria delle pratiche;

2) se non sia necessario un bando emergenziale, considerate soprattutto le scadenze citate, e pertanto in quale in data certa è prevista la sua uscita;

3) come si intende far fronte a tutte quelle singole situazioni che hanno visto coinvolti i giovani e le loro famiglie nell'anticipo delle loro risorse finanziarie in attesa di un intervento concreto della Regione Sardegna;

4) quali saranno le modalità di selezione nell'accesso ai settori occupazionali e se si hanno già dei chiarimenti sui requisiti d'inserimento nelle graduatorie d'assunzione;

5) se sia possibile ed auspicabile un reale, concreto, ma soprattutto immediato accordo tra il nostro governo e l'Agenzia del lavoro (finora rappresentato dalla persona di Ineichen) e se sia possibile, come noi proponiamo, riattivare urgenti incontri risolutivi con i funzionari delle agenzie regionali per il lavoro;

6) se non sia il caso di accogliere la nostra proposta di vedere la Regione adoperarsi in un intervento pubblicistico e informativo anche presso le agenzie private affinché si crei una maggior consapevolezza da parte degli imprenditori locali sull'assunzione dei giovani specializzati, dando pertanto maggiori possibilità di assunzione per le nostre risorse umane. (39).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Prima di passare all'illustrazione della mozione, le chiedo di sospendere almeno per dieci minuti, perché credo gli argomenti in discussione meritino una presenza di consiglieri più rappresentativa.

PRESIDENTE. Accolgo la richiesta, però esorto i Capigruppo a richiamare i consiglieri affinché siano presenti in aula. Sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 22.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, diventa alquanto difficile illustrare una mozione, quale che sia l'oggetto...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Diana, ma c'è un telefonino che squilla.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo scusa.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, avremmo certamente gradito una presenza maggiore in aula, anche perché trattiamo un argomento che credo rappresenti una sorta di patrimonio per tutti. Mi sarei aspettato, ripeto, una presenza certamente maggiore di quella che siamo in grado di garantire stamani.

Nel 2006, finalmente, la Regione autonoma della Sardegna si dota di una politica volta a investire nei giovani laureati. Infatti promuove, attraverso il programma Master and back, la formazione di alto livello dei giovani laureati.

Presidente, siamo in pochi, però faccia sì che sia poco anche il chiasso!

PRESIDENTE. Onorevole Diana, ho richiamato i colleghi anche prima.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Se vuole sospendiamo per qualche minuto, ma non è possibile continuare così, abbia pazienza.

PRESIDENTE. No, non credo proprio, onorevole Diana. Prego, prosegua.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io proseguo se c'è attenzione, se non c'è attenzione non proseguo, mi pare ovvio!

PRESIDENTE. Onorevole Diana, mi sembra che ci sia abbastanza attenzione. Ci sono stati momenti di maggiore difficoltà. Prego.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dicevo che attraverso il Master and back si promuove la formazione di alto livello dei giovani laureati, ai quali si garantisce, dopo l'acquisizione del titolo, il rientro in Sardegna, e si creano le opportunità per un loro inserimento nel sistema economico e più in generale nei comparti produttivi.

Credo che tutti, indipendentemente dalla nostra appartenenza politica, abbiamo considerato che quello strumento rappresentasse un'importante politica capace di sollevare il livello di conoscenza di quest'Isola, povera non soltanto per le condizioni reddituali. Ricordo che siamo la regione con la più bassa percentuale di diplomati e laureati, nonché la più alta percentuale di dispersione scolastica. A me pare, a noi pare, ai proponenti della mozione pare che il Master and back fosse uno strumento con cui la Regione autonoma cercava, in maniera fortemente qualificata, di sollevare il livello di conoscenza dei suoi giovani. Ricordo che troppo spesso incontriamo difficoltà nell'offrire al nostro sistema produttivo e più in generale a quello economico personale altamente specializzato. Anche per queste ragioni dobbiamo fare l'impossibile affinché nessuno dei giovani che acquisiscono il titolo non abbia la possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro sardo. Se ciò non avvenisse sarebbe una doppia sconfitta, perché per un verso abbiamo impegnato in questi anni, a me pare - poi magari l'Assessore ci fornirà qualche dato a consuntivo -, importanti risorse pubbliche, risorse nostre, che si sono aggiunte ovviamente a quelle dei privati e delle famiglie dei giovani che hanno investito sui loro figli. E abbiamo impegnato queste risorse proprio per far crescere questo patrimonio, nell'interesse di questi giovani, ma anche, io dico e aggiungo, nell'interesse di quest'Isola.

Ora, se noi non riuscissimo a capitalizzare quell'investimento sarebbe una sconfitta per tutto il sistema Sardegna. In gioco c'è questo. Noi abbiamo investito in questi anni, credo che abbiamo fatto bene, e ancor di più dobbiamo fare per il futuro e soprattutto per il prossimo futuro, ma dobbiamo far sì, ripeto, che quel capitale umano possa tornare e stare in Sardegna, perché la nostra regione più di altre aree di questo Paese ha bisogno di questi giovani così formati.

Come è noto, il 29 ottobre dello scorso anno è stato indetto l'avviso per i percorsi di rientro del programma Master and back del 2009, oltre un anno e mezzo dopo quello precedente. Ciò ha determinato per molti giovani un lungo periodo di attesa prima che potessero presentare le richieste di partecipazione al percorso di rientro. E' evidente che questo ritardo ha fatto lievitare sensibilmente il numero dei giovani che, terminata la fase di formazione, hanno diritto all'esigibilità del percorso di rientro. Sottolineo il diritto, perché in queste settimane ho sentito qualcosa di anacronistico, quasi a convincere in particolare questi giovani che questo diritto non sia di per sé esigibile. Io credo che quello che abbiamo posto in essere in questi anni chieda che quel diritto sia esigibile, ripeto, nell'interesse non soltanto di questi giovani laureati, ma anche della Sardegna. Sarebbe una vergogna, lo voglio dire chiaramente, se dopo aver speso risorse pubbliche non fossimo in grado di tenerci questi giovani, che. sono risorse importanti per la Sardegna e non possiamo permetterci il lusso di regalarle ad altre Regioni o ad altri Paesi. Ma in parte è avvenuto anche questo.

Pertanto io credo che dobbiamo impegnarci, la Giunta deve impegnarsi, ed è una delle richieste della mozione del centrosinistra, affinché ci siano le risorse sufficienti per garantire a tutti il percorso di rientro. Nessuno deve essere escluso dalla possibilità di rientrare, dopo quel percorso di formazione, nella nostra regione. Il numero dei richiedenti, come afferma la stessa Regione, è elevato, ce ne rendiamo conto, ma ciò non deve essere considerato un problema, semmai il contrario: il numero elevato deve essere considerato una straordinaria opportunità per il sistema Sardegna di poter contare finalmente su giovani da inserire nel mondo del lavoro con un alto contenuto di formazione. Questo è uno degli obiettivi della mozione, presentata dopo aver incontrato questi giovani. A onor del vero, essi hanno incontrato tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e nei giorni scorsi anche l'assessore La Spisa e l'assessore Manca, che è qui presente. Credo che il Consiglio debba fare il massimo affinché siamo in grado di fornire oggi una risposta certa che garantisca un futuro a questo strumento e quindi a questi giovani.

Le chiedo, Assessore, di riferire in Aula su quanti sono i giovani che hanno chiesto l'inserimento nelle vetrine e su quanti sono gli organismi ospitanti, in buona sostanza ci dia un saldo dell'incontro tra domanda e offerta. Le chiedo anche di riferire all'Aula sulle ragioni del ritardo nella pubblicazione delle vetrine. Le chiedo inoltre di evitare che i percorsi di rientro, nati come completamento del periodo di formazione, possano riguardare solo una parte di questi giovani. I percorsi di rientro, mi scuso per il tedio, l'ho ripetuto già tre volte, devono riguardare tutti i giovani che hanno partecipato alla prima fase.

Ancora, Assessore, la prego di riferire in Aula su una questione molto delicata. Noi sappiamo che enti pubblici, penso alle due università, e diversi comuni importanti, a partire dal capoluogo della Regione, hanno presentato parecchie richieste. Tali richieste rischiano di vanificare il fine più nobile del programma Master and back, cioè quello di favorire l'inserimento permanente nel sistema delle imprese di questa Regione.

Infine, Assessore, le chiediamo di interpretare la volontà di tutta l'Aula, compresa la Giunta regionale, di reperire le risorse per soddisfare tutti i percorsi di rientro e di garantire per il presente e per il futuro i nuovi tirocini. Questo strumento virtuale, o meglio virtuoso - perdonatemi, mi permetto di chiamarlo così, sarebbe virtuale se non garantissimo l'esigibilità soprattutto del rientro - non può avere una scadenza, deve avere un futuro, proprio perché riteniamo che abbia dato dei risultati importanti seppure con qualche limite. Inoltre, Assessore, a distanza di qualche anno dalla nascita del Master and back credo si possa sviluppare qualche considerazione, qualche prima riflessione, su cui, se lo ritiene, la inviterei a esprimere la sua personale opinione e quella della Giunta. Intanto le chiedo, Assessore, e lo chiedo a tutta la Giunta, di confermare la validità dello strumento e quindi di assumere il Master and back come una delle politiche che merita di essere perseguita e, se possibile, anche migliorata da questo Governo regionale. Ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno per intero la Sardegna.

Le chiedo ancora, Assessore, se non ritenga che sia necessaria una maggiore programmazione per capire innanzitutto qual è il fabbisogno del sistema economico, al fine di orientare i giovani già nella prima fase relativa ai tirocini. Serve programmazione, serve un'idea chiara del modello di sviluppo, servono pianificazione e programmazione, che devono essere fatte da un collettivo che governa e non dall'"io", così come spesso ho sentito dai banchi della maggioranza e della Giunta in quest'Aula. Le chiedo anche, Assessore, di riferire quanti giovani, per mancanza di richieste, a oggi, sono restati all'estero o comunque fuori dalla nostra regione, oltre il Tirreno. Ho l'impressione che siano tanti e allora credo che noi non dobbiamo guardare, ovviamente, soltanto all'attuale contingenza, ma dobbiamo guardare al futuro, dobbiamo guardare anche a chi non è riuscito a rientrare, non certamente per propria scelta, e dobbiamo in qualche maniera creare le condizioni di attrattività per chi è restato fuori.

Assessore, chiedo a lei, alla Giunta e al presidente Cappellacci di evitare convintamente che alla fine del percorso Master and back anche questi giovani che hanno conseguito un'alta formazione contribuiscano a rimpinguare le troppo lunghe file dei lavoratori precari. Lei sa bene, che in quest'Isola, su circa 417 mila lavoratori dipendenti, oltre 100 mila sono precari e, ahinoi, gran parte di essi sono giovani donne che, guarda caso, hanno un livello d'istruzione medio-alto. Noi non possiamo permetterci di continuare a mortificare in particolare chi investe su se stesso, utilizzando risorse pubbliche e private, per migliorare la condizione di quest'Isola offrendogli un contratto Co.Co.Pro. oppure a tempo determinato. In questo senso anche l'azione degli enti pubblici va in quella direzione. Non possiamo permetterci il lusso, lo dico a tutti, di utilizzare a tempo determinato questi giovani per tappare i buchi degli enti pubblici, delle università, dei comuni e così via. E' una vergogna se questo avviene! Ovviamente avviene e questi giovani, siccome hanno bisogno di lavorare, sono deboli, sono ricattabili e accettano qualunque cosa. Ma questo Consiglio, questa Regione non si può permettere, dopo aver investito milioni e milioni di euro, di trattare in questa maniera le persone che consentono a tutti di scommettere sul nostro futuro, su un futuro migliore.

La mozione nasce dalla sollecitazione, come dicevo, in particolare dei giovani che hanno incontrato tutte le forze politiche in queste settimane. Noi attendiamo, Assessore, un atto di responsabilità dell'intero Consiglio regionale affinché questa Regione, nel proprio interesse, non nell'interesse di altri, continui a investire sui giovani e investendo sui giovani scommetta e investa nel suo futuro. Io non so come vorremo concludere questo dibattito. Spero lo potremo concludere con una decisione, con un atto formale unitario, così come siamo stati capaci di fare per un altro argomento importante la scorsa settimana. Credo, però, che quell'atto, Assessore, non possa essere solo e soltanto un qualcosa in cui diamo atto a noi stessi che il Master and back è uno strumento importante, che bisogna continuare a investire, che è perfettibile - e siamo pronti fin d'ora a dare il nostro contributo - e non assume impegni di carattere cogente. Quell'atto deve indicare chiaramente le risorse necessarie per affrontare e risolvere la contingenza, deve indicare chiaramente le risorse affinché questo strumento possa continuare a esistere finanziando i nuovi tirocini e deve dire a quanto ammontano e dove vengono reperite queste risorse.

Credo che se ci saranno queste condizioni questo Consiglio, a distanza di qualche giorno, riuscirà a licenziare un'altra risoluzione di carattere unitario, che impegna tutti e che ritengo faccia giustizia anche di tante difficoltà che finora questi giovani hanno incontrato.

PRESIDENTE. Uno dei presentatori della interpellanza numero 39/A ha facoltà di illustrarla.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, stiamo trattando di uno strumento sicuramente positivo, tra i più innovativi che siano stati posti in essere nel corso della precedente legislatura e che ha diversi articolati obiettivi: certamente quello di migliorare la formazione, la qualità professionale dei nostri giovani; quello di incrementare la cosiddetta occupabilità, dando strumenti di conoscenza adeguati, ma anche quello di rappresentare un collegamento diretto con il sistema produttivo isolano, quello esistente, quello che noi, società sarda e responsabili istituzionali, riteniamo debba essere.

Questo cosa significa? Sostanzialmente significa che il back non è solo una prosecuzione di tipo formativo che sta in capo ai giovani che avranno la fortuna di poterlo svolgere, ma è anche il primo appuntamento con il sistema produttivo isolano, con il mondo del lavoro, funzionale al migliore utilizzo di quei profili professionali che sono stati, a carico della comunità, formati.

Io sono assolutamente d'accordo con quanto diceva prima, nell'illustrazione della mozione, l'onorevole Diana: perché il Master and back possa funzionare al meglio occorre fare una programmazione, occorre capire di quali profili professionali prevalentemente necessita la nostra società e occorre anche organizzare il back in funzione di quel bisogno. Questo richiede analisi, studio, strumenti operativi in grado di svolgere pienamente la loro funzione di organizzatori delle politiche del lavoro. Le politiche del lavoro non sono più intese alla vecchia maniera, non si possono articolare solo come politiche attive e passive, come sostegno al reddito o come progettazione di inserimento di unità di lavoro nell'ambito del sistema produttivo, ma vanno pensate come un elemento decisivo dello sviluppo complessivo della nostra economia. Pertanto utilizzare la più ampia e qualificata formazione dei soggetti che svolgono le attività di master e di back, cioè che svolgono le attività formative di esperienza lavorativa, serve a meglio organizzare e finalizzare il nostro sistema economico, significa cioè preparare le nuove generazioni, le classi dirigenti del futuro, a svolgere pienamente il loro compito di guida. Questa è forse la più importante finalità dello strumento.

Ecco perché non si può utilizzare questo strumento cadendo nelle pastoie burocratiche. Ho avuto modo di sottolineare che l'Agenzia regionale del lavoro impiegava una dottoressa in sociologia; dottoressa perché ha preso anche il dottorato, perché ha fatto master di relazioni industriali e gestione del personale. Parlo di una ragazza di 33-34 anni, che l'amministrazione pubblica ha formato per otto-nove anni per svolgere un'attività importante. Ebbene, questa ragazza controllava i biglietti degli studenti del Master and back! Cioè noi siamo pieni di burocrazia che frena questo sistema. Ci siamo inventati commissioni di valutazione che non hanno senso, abbiamo attivato un sistema di duplicazione di fotocopie, siamo in ritardo con i bandi, che ci sono costati soldi, e tutto questo perché non funziona la macchina amministrativa. Quindi questo elemento va immediatamente messo in connessione con il resto.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Capelli è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà. Ricordo che i consiglieri che intendono intervenire si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Espa.

ESPA (P.D.). Signora Presidente, non ripeterò le cose già dette dai colleghi Diana e Uras, ma cercherò di fare un quadro delle problematiche che ci hanno spinto a presentare questa mozione, che è veramente urgente.

Faccio un cappello, perché penso sia importante ripetere che il programma Master and back, o meglio il nostro programma Master and back - permettetemi di dirlo con un po' di partigianeria - è innovativo, per certi versi rivoluzionario e premia il talento, il merito dei giovani laureati sardi. Nella sua prima fase il programma offre l'opportunità, a coloro che vantano un buon curriculum accademico, di svolgere esperienze di tirocinio, master e dottorati di ricerca presso le aziende, gli enti di ricerca e le università più prestigiose del mondo, formandosi ai massimi livelli e raggiungendo i più alti standard di preparazione e conoscenza. La seconda parte del programma permette ai laureati così formati di rientrare in Sardegna, attraverso un percorso che mira all'impiego delle professionalità acquisite.

Parlando delle persone impegnate in questo programma, vorrei sfatare un luogo comune: non si tratta di studenti, non stiamo parlando di diritto allo studio, ma di migliaia di persone che hanno compiuto con successo gli studi universitari, che hanno intrapreso, anche brillantemente, una professione e che, pur nella precarietà del mondo del lavoro e della ricerca, spesso hanno provato coraggiosamente a mettere su una famiglia. Sono persone che ora, secondo quanto promesso dalla Regione Sardegna attraverso questo programma, vogliono portare le proprie competenze a beneficio dello sviluppo della nostra Isola. Si tratta, quindi, di persone per le quali le famiglie e la Regione Sardegna hanno speso ingenti risorse durante l'arco della loro formazione: dalla scuola primaria alla laurea, dalla laurea alla formazione d'eccellenza. Sarebbe una follia e una scelta ingiustificata, contraria a ogni logica di razionalità nella gestione delle risorse pubbliche e incomprensibile agli occhi dell'opinione pubblica, dei contribuenti sardi, lasciare che queste risorse umane, formate a nostre spese, vadano a creare valore aggiunto in aziende ed enti di ricerca all'estero o comunque fuori dalla Sardegna.

In questa difficile fase, in cui è messo in discussione il modello di sviluppo tradizionale, l'alta formazione può e deve rappresentare un fondamentale strumento di sviluppo e crescita per l'immediato e prossimo futuro della Sardegna. Proprio in quest'epoca in cui le multinazionali possono decidere in qualunque momento di abbandonare a sé stessi interi comparti produttivi e interi territori per i capricci del mercato mondiale, per gli andamenti di un indice finanziario o per le oscillazioni del prezzo internazionale di una materia prima, in quest'epoca in cui questa classe politica non ha probabilmente in testa una forte idea e una politica di medio e lungo periodo sull'educazione e lo sviluppo, qual è la risposta, qual è il segnale che le istituzioni possono dare? Come contrastare gli effetti più dannosi di queste decisioni che passano sopra le nostre teste? Possiamo iniziare con l'individuazione di nuove forme di capitalizzazione dell'economia che mettano radici, come appunto il capitale che risiede nella testa e nelle mani dei sardi che si vogliono legare alla propria terra.

In un tale contesto, programmi come questo non sono certo una soluzione in sé, ma costituiscono una premessa e un inizio prezioso, un segnale che le istituzioni hanno il dovere di trasmettere, un modello prezioso perché basato anche sulla meritocrazia, quindi sulla validità della risorsa umana e sul prestigio del progetto formativo. Ma qual è la prospettiva attuale per i laureati e per le aziende? Ritardi e incertezze nella pubblicazione dei bandi per l'alta formazione, per i tirocini e per i percorsi di rientro; la promessa disattesa da parte del presidente Cappellacci di aprire un nuovo bando per l'alta formazione entro il 31 dicembre 2009; l'aver fatto passare un anno e mezzo dall'ultima pubblicazione del bando di rientro, con la conseguente congestione del sistema, che ha dato luogo all'eventualità di una corsa senza regole allo sportello dell'Agenzia del lavoro per il finanziamento delle borse di rientro, con la previsione di un bivacco notturno in via Is Mirrionis da parte dei laureati. Una prospettiva che solo nell'immagine ci offre, mi sembra di poter dire, un modo quanto meno bislacco di dimostrare come chi governa crede nell'alta formazione. E il Presidente ha dichiarato più volte, prima, durante e dopo la campagna elettorale del 2009, quanto si credesse nel programma Master and back. Devo dire, anche se sono state fatte in merito dichiarazioni che poi sono state smentite - per cui le prendo con le pinze -, che quando è stato preannunciato il fatto che questi giovani si sarebbero assolutamente dovuti accampare fuori degli uffici per avere soddisfazione alle loro esigenze, la risposta è stata: "Va bene, provvederemo a mettere una tenda riscaldata e delle transenne e a fornire generi di conforto". Un programma di eccellenza si è trasformato in un problema di ordine pubblico! Questa è la sofferenza che gli studenti patiscono.

Comunque, andiamo avanti. Gran parte delle aziende sarde non conosce questo strumento, mentre lo conoscono bene gli enti pubblici, che infatti intercettano la stragrande maggioranza dei percorsi di rientro, ovvero il 70 per cento, come ha detto lo stesso assessore Manca, al solo scopo di parcheggiare i laureati negli organici per uno o due anni, senza alcuna prospettiva. Le aziende private, che potrebbero assumere e stabilizzare del personale, prendono invece le briciole, cioè il 30 per cento. Per fare in modo che le risorse finanziarie stanziate siano veramente un investimento mirato che vada a segno bisogna stabilire una selezione in tutti i bandi collegati al Master and back, compresi i percorsi di rientro, perché nell'ultimo bando sul back non solo è stato calpestato il merito, ma è saltato completamente il meccanismo di incontro tra domanda e offerta tra laureati e aziende.

Bisogna disincentivare il ricorso ai Co.Co.Pro. da parte della pubblica amministrazione, portare dentro il Master and back la parte più produttiva e più interessata all'economia sarda, la piccola e media impresa. Abbiamo ora una gestione gravemente deficitaria, che non tiene conto dell'aggiudicazione delle borse e dell'altra variabile fondamentale, cioè i tempi di erogazione. Abbiamo testimonianze di laureati meritevoli che, davanti ai ritardi nella pubblicazione delle graduatorie, ci hanno detto: "La vera beffa sarebbe vincere la borsa e ricevere i soldi fra tre o quattro mesi, quando il master sarà già iniziato e non potremo più prendervi parte". Alle università, alle grandi aziende, agli enti di ricerca internazionali non interessano le faccende burocratiche dell'Agenzia del lavoro della Sardegna, molti non sanno probabilmente neanche dov'è la Sardegna. Spesso con l'assessore La Spisa discutiamo di velocità della spesa. Ecco, questo è il caso in cui un indicatore finanziario diventa sostanza, diventa diritto per gli studenti, diventa diritto da esigere. La velocità della spesa diventa, cioè, un fatto sociale.

Ora ci troviamo qui a discutere per sanare una situazione di emergenza che deve essere affrontata responsabilmente, ma vorremmo che questa mozione fosse un punto di partenza, non di arrivo. Vorremmo vedere concretamente quanto questa maggioranza crede nella validità di questo programma, in cui noi crediamo fortemente. Non vorremmo che ancora una volta questo programma fosse lasciato alle decisioni prese al chiuso degli uffici, spesso troppo lente e carenti di informazioni rispetto al fabbisogno e di certezze sui tempi, che i laureati continuamente lamentano nel loro delicato percorso.

Chiediamo che la discussione in Aula oggi, con la disponibilità dimostrata da tutte le parti politiche, stabilisca la base di partenza per il dialogo futuro; un dialogo che deve coinvolgere tutte le parti sociali che abbiano interesse a che questo programma non si riduca all'ennesimo contributo a fondo perduto, ma possa essere vero motore per uno sviluppo alternativo dell'economia sarda. Perché questo avvenga occorre che le criticità rilevate non siano uno sterile strumento di contrasto politico tra le forze politiche, ma diventino oggetto di confronto costruttivo e continuato tra coloro che pensano che su queste basi sia possibile lavorare seriamente per il bene di tutto il popolo sardo.

Se questa Giunta e questa classe politica non riusciranno a dare una risposta a questi laureati sardi, dovranno assumersi una duplice responsabilità: la prima, quella di non aver consentito alle imprese sarde di godere dei vantaggi dell'inserimento di personale ultraqualificato, formato in aziende, università e centri di eccellenza di tutto il mondo; la seconda, quella di dover rispondere alle migliaia di famiglie sarde che hanno creduto in questo progetto, perché aver finanziato la partenza di queste persone senza permettere loro di rientrare significa aver incentivato, di fatto, l'emigrazione di una nuova generazione di sardi, forse del nostro capitale intellettuale più ricco, più rigoglioso in questo momento. Il che equivale alla responsabilità, secondo me, di aver riportato indietro di cinquant'anni l'orologio della storia della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, il Master and back, gli assegni di merito, gli assegni di ricerca e il programma Erasmus sono stati, nel corso degli anni, in particolar modo nella precedente legislatura, alcuni degli elementi fondanti della possibilità di un nuovo sviluppo e di un'idea di Sardegna basata su conoscenza, innovazione e alta formazione. A fronte dei tagli previsti dal Governo nazionale sull'università, la scuola, la ricerca e dei dati che indicavano una scarsa diffusione di titoli di studio di alta formazione nel nostro territorio si sono previsti, quale stimolo affinché i giovani sardi potessero spendere il loro tempo in conoscenza e in studio per poter avere un lavoro sicuro un domani, programmi e incentivi come quelli citati: l'assegno di merito per i giovani che si iscrivevano all'università, ripristinando quello che è stato a suo tempo il presalario; gli assegni di ricerca, a fronte dei tagli sulla ricerca operati dal Governo nazionale; il finanziamento con risorse aggiuntive del programma Erasmus, tanto che i giovani sardi potevano disporre di maggiori risorse rispetto ai loro coetanei delle altre Regioni d'Italia che attivavano questo programma, e infine il Master and back. Uno degli obiettivi fondamentali del Master and back era quello di mettere tanti giovani sardi nelle condizioni di potersi confrontare con altre realtà del resto del mondo, in modo che al percorso di formazione, al master, al dottorato di ricerca, quindi a un incremento delle proprie competenze culturali e potenziali capacità professionali, si aggiungesse anche un momento di confronto, di relazione con altre culture e altri luoghi del mondo. Cultura, istruzione, formazione: elementi fondamentali e indispensabili per risolvere la crisi, per il rilancio e il futuro della nostra terra. Il Master and back è stato attivato come programma post laurea. Master, dottorato, insomma stiamo parlando di giovani che rappresentano un patrimonio inestimabile della nostra terra, che abbiamo formato fin dalle elementari, con la spendita di ingenti risorse pubbliche, e che non dovremmo "regalare" ad altri Paesi che attendono proprio che essi vadano a lavorare in altre realtà d'Europa.

Richiamare questi giovani perché potessero spendere le proprie competenze nella loro terra, qui in Sardegna, questa era l'idea. E i dati ci dicono che gli enti pubblici, così come le imprese private, avevano un grande bisogno di inserire al loro interno giovani con alta formazione e capacità nella ricerca, proprio per gli studi fatti, il dottorato, il master, in modo da poter stare al passo con le altre realtà dell'Europa e del mondo. Nelle aziende pubbliche e private si registra uno scarso investimento nella ricerca, una scarsa presenza di qualifiche di alta formazione e quindi questo programma andava in quella direzione. Negli anni, nell'ultimo anno in particolare, abbiamo registrato dei ritardi e i giovani non hanno mai visto attivate le vetrine in cui sarebbero dovuti comparire il loro nome, cognome, titolo di studio e competenza acquisita, che avrebbero potuto determinare la chiamata da parte di un ente pubblico o privato per lavorare in Sardegna. Allo stesso modo non sono mai state attivate le vetrine in cui si sarebbero dovuti elencare gli enti pubblici e privati che potevano avviare il percorso di back per i giovani che avevano utilizzato la possibilità offerta dal Master and back.

Poche, quindi, le risorse e molti i ritardi che hanno creato problemi. Immagini, Assessore, cosa significa per un giovane aver magari preso contatti con un'azienda un anno fa, nella convinzione che a breve sarebbe stato attivato il percorso di rientro, appunto il back, attraverso le vetrine e non poter ad oggi attivare quel percorso in quell'azienda. La selezione così come prevista dal bando somiglia a una corsa a ostacoli; l'unico criterio utilizzato è l'ordine cronologico di presentazione della domanda. Inoltre, malgrado le poche risorse a disposizione, il programma Master and back è stato esteso anche a coloro che non avevano attivato il master.

Insomma, a fronte di una non sufficiente copertura finanziaria, noi chiediamo a lei, Assessore, di dirci quanti sono i giovani che possono attivare il Master and back, quanti sono gli organismi ospitanti e se c'è la possibilità, secondo noi la necessità, la doverosa necessità di recuperare tutte le risorse affinché nessuno di coloro che richiedono il percorso di rientro resti fuori, ma sia invece concessa a tutti la possibilità di rientrare in Sardegna e di spendere qui le conoscenze acquisite nel tempo.

Alcuni suggerimenti, Assessore, su come reperire le risorse: suggerisca all'assessore Liori di non moltiplicare le ASL, quindi di non moltiplicare i centri di spesa; suggerisca all'assessore Baire di non finanziare in modo inutile le parrocchie, affinché non vengano sprecate risorse in quella direzione; suggerisca all'assessore Asunis di non acquistare palazzi inutili per mettervi dentro uffici regionali. Insomma, suggerisca agli altri suoi colleghi di non sprecare le risorse, ma di utilizzarle al meglio, e magari chieda lei le risorse per poter finanziare il programma Master and back, affinché tanti giovani possano rientrare in Sardegna e spendere qui le proprie capacità. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, vorrei fare una riflessione per cercare di dare un ulteriore apporto a questa interpellanza e a questa mozione, non foss'altro perché affrontano temi cari alle giovani generazioni. Tra l'altro credo di poter affermare che il Master and back ha anticipato la filosofia che la maggioranza attuale ha messo in campo: l'uomo al centro del programma. Allora quale uomo migliore del giovane che a fatica completa il suo iter di studi e si rivolge all'esperienza globalizzata per apprendere innovazione, per apprendere tecnologia, per apprendere la gestione della pubblica amministrazione, per apprendere nuovi filoni della gestione dei beni culturali nonché aspetti dell'imprenditoria più diffusa a livello internazionale? E' un carico di esperienza che se non rientra nell'ambito della terra natia rimane un investimento fine a se stesso, cioè avremo speso soldi per formare dei giovani senza alcuna prospettiva. Credo che sia il modo peggiore di investire sui giovani, prima di tutto perché generiamo in loro sfiducia nella politica: si spendono soldi per far fare loro un'esperienza che certo li arricchisce, ma non è utile per la comunità, alla quale si sentono legati e alla quale vorrebbero volentieri dare tutto il loro contributo, appunto quello di abbandonare la propria famiglia, i propri amici, i propri cari per un lungo periodo di tempo per poi rendere la formazione acquisita per una Sardegna migliore, proiettata nel futuro, nella cosiddetta globalizzazione; per una terra aspra, dura ma ricca di fermenti intellettivi.

Investire sull'uomo, questo è lo spirito con il quale questa maggioranza si è presentata in quest'assise, ponendo al centro della sua azione appunto l'uomo. Allora quale uomo, ripeto, è più importante del giovane pieno di entusiasmo, pieno di buona volontà? E' l'uomo migliore, al momento, per cambiare questa Sardegna. Saranno i nostri giovani a cambiare la Sardegna, non foss'altro perché in quest'Aula tutti abbiamo terrore di pensare a una Sardegna diversa. Il tracollo della grande industria e delle partecipazioni statali sta determinando una paura diffusa in Sardegna, anche tra noi, perché mi sembra che nessuno di noi abbia un'idea chiara per evitare che il dramma dell'industria ci cada addosso in maniera pesantissima, senza un'alternativa. Lo stesso presidente Cappellacci, nell'affrontare questi temi, nella scorsa seduta, si è posto il problema di pensare a una possibile alternativa, a un possibile sviluppo dell'Isola. Allora perché non incentivare, perché non spendere, come ha detto qualcuno? Spendiamo le risorse in tanti rivoli, allora perché non investiamo seriamente su questi giovani affinché ci diano suggerimenti? Occorre umiltà da parte del politico nei confronti del giovane pur inesperto, che però, traendo dal suo entusiasmo motivo per rientrare in Sardegna desideroso di fare e di operare, può rappresentare un barlume per una Sardegna diversa, piattaforma del Mediterraneo. Una Sardegna che pure, alle soglie del 2010, in cui si apriranno i mercati del Mediterraneo, non è pronta a sfruttare le sue per quanto deboli infrastrutture, visto e considerato che non siamo riusciti ancora a ottenere le risorse che lo Stato ci ha promesso. Però qualche infrastruttura ce l'abbiamo e da lì possiamo partire. Parlo dei nostri aeroporti, che ormai grazie ai voli low cost ci mettono in correlazione con il mondo; parlo del porto canale, che oggi è diventato finalmente zona franca; parlo di infrastrutture legate anche al fatto che il nostro territorio era uno dei più avanzati sotto il profilo del cablaggio per le nuove tecnologie.

Credo pertanto che questo Consiglio non possa fermarsi di fronte al fatto che c'è una grave difficoltà amministrativa, quindi burocratica, che non consente di espletare la graduatoria e quindi di consentire ai giovani di mettere a frutto, attraverso il percorso di rientro, quanto da loro acquisito. Abbiamo bisogno, abbiamo estremamente bisogno di questi giovani. Sono le future generazioni, che stanno dietro l'angolo, che ci spingono, ci indirizzano a prendere una via diversa, una via alternativa. Abbiamo da affrontare temi complessi, ma penso che i giovani ci possano aiutare. Noi siamo titubanti, diciamo no al nucleare, ma sappiamo che si può percorrere la strada delle fonti alternative di energia pulita. Alcuni giovani hanno fatto esperienze in tal senso nel Nord Europa, hanno maturato esperienze avanzate. Non è mai un male copiare quando lo si fa bene e si riesce anche, magari con l'inventiva dei nostri giovani, a innovare quello che apprendiamo copiando. L'apprendimento è materia di sviluppo. Guai se ci fermassimo a su connottu, come spesso qua diciamo.

Non possiamo non prendere atto delle difficoltà del Master and back, per cui dobbiamo sostenerlo con tutte le energie possibili e con quelle risorse che, a mio avviso, si possono recuperare. Non sto a ripetere le cose che hanno detto in maniera anche pungente e ironica alcuni miei colleghi, ma penso che una Giunta e un Consiglio attenti possano ritrovare, nelle pieghe del bilancio, le risorse per concretizzare questa importante innovazione che la precedente Giunta, con l'onorevole Soru, aveva lanciato, vedendo in prospettiva una Sardegna nuova, diversa, grazie a quel "carburante umano" rappresentato dai giovani laureati. Giovani che non possiamo deludere, come classe politica, ma dobbiamo incoraggiare e sostenere, perché saranno loro a darci gli elementi per una visione prospettica della Sardegna, che oggi, ripeto, è in grave difficoltà. Sono convinto che ancora non vediamo la strada maestra, anche se alcuni segnali ci sono. Alcuni giovani ci hanno dato un segnale, ed è quello della nostra cultura, della nostra storia, una storia dura e difficile, ma piena di orgoglio. Tant'è che le esperienze dei nostri emigrati all'estero sono riconosciute e apprezzate. Vuol dire che abbiamo un DNA forte, un DNA interessante, che vale la pena di coltivare con serietà e con forza. Mi auguro che questo Consiglio trovi gli elementi per dare le giuste risposte ai giovani che attendono, ai giovani che hanno speranza e voglia di cambiare la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, la mozione in discussione questa mattina è sicuramente opportuna, perché ci permette di affrontare e approfondire alcune tematiche che riguardano il programma Master and back e che ritengo servano anche per sviluppare un ragionamento su come vogliamo impegnare i giovani, su cosa noi vogliamo fare nel prossimo futuro per i laureati e i diplomati, ma anche per tutti gli altri giovani.

Io credo che si debba partire da una premessa, e cioè che questo programma è valido ed è giusto. Bisogna riconoscere che è stata una delle intuizioni migliori della scorsa legislatura e bene ha fatto questa maggioranza a prendere in considerazione questo programma, spero a valorizzarlo, anche perché quando le cose sono fatte bene, anche se sono fatte dagli altri, bisogna comunque valorizzarle. Credo che un certo ritardo che si è accumulato in questa fase e alcuni problemi che riguardano il progetto in discussione saranno affrontati, comunque l'Assessore ci dirà oggi qual è la situazione e come si intende superare questa fase di difficoltà.

Voglio fare una considerazione sul tipo di programma che ritengo molto importante, anche perché dà la possibilità ai giovani laureati di uscire fuori dalla Sardegna e di migliorare il proprio livello di conoscenza tecnica attraverso molteplici contatti con il mondo del lavoro. Quindi, oltre a un miglioramento della preparazione tecnica, c'è anche la possibilità per i giovani laureati, una volta rientrati in Sardegna, di avere maggiori facilitazioni per entrare nel mondo del lavoro. Il fatto che inizino ad avere un rapporto diretto con le imprese pubbliche e private dà loro la possibilità di avere un primo contatto con il mondo del lavoro. Devo dire anche che questo programma favorisce il mondo delle imprese, perché consente l'ingresso di energie nuove, di forze lavorative nuove che possono dare un contributo importante per la crescita delle imprese stesse.

Assessore, credo che sia importante che questo programma venga rafforzato. Sono d'accordo con chi diceva che spesso si trovano risorse per progetti e proposte che sicuramente potrebbero lasciare il passo a programmi come questo. Mi sono meravigliato perché ho visto che in certe occasioni effettivamente le risorse spuntano fuori; poi, magari, quando si tratta di realizzare progetti importanti le risorse non ci sono. Sono convinto che questa maggioranza valuterà con la giusta attenzione questo programma, però vorrei sottolineare un altro aspetto, Assessore: se noi portiamo avanti questo programma, che è importante, però da solo sicuramente non basta per risolvere i problemi dell'occupazione e soprattutto i problemi dei tantissimi diplomati e laureati che non riescono a trovare lavoro in Sardegna, allora occorre che la maggioranza e lo stesso Consiglio regionale facciano uno sforzo maggiore, perché finora abbiamo visto che, purtroppo, troppi diplomati e tantissimi laureati che sono andati fuori non sono più rientrati. Non so, Assessore, se lei sappia quanti dei giovani che si laureano fuori dalla Sardegna poi rientrano. Sono davvero pochissimi e questo è dovuto al fatto che qui non hanno possibilità di trovare lavoro e quindi approfittano della prima occupazione che trovano fuori per iniziare la propria attività lavorativa. Pertanto in questi ultimi anni noi abbiamo perso energie importanti, tantissimi giovani che non sono rientrati proprio perché sapevano che, una volta laureati, qui li attendeva un lungo periodo di disoccupazione.

Assessore, io ritengo che assieme a questo programma, che è valido, vada studiato un nuovo progetto di sviluppo per la Sardegna, che garantisca a questi giovani di poter rimanere qui, perché se non cresce l'economia, se i settori produttivi non si rafforzano e non ci sarà un miglioramento rilevante, non basterà questo progetto per tenere i nostri giovani in Sardegna, per garantire loro un futuro. Credo che sia importante che le risorse di cui dispone la Regione siano utilizzate per la realizzazione di seri progetti di sviluppo, per iniziare una fase di ripresa dell'agricoltura, dell'industria e del turismo. Soltanto se riusciremo a fare una programmazione seria e importante, che riguardi i settori più importanti dell'economia, riusciremo a dare gambe anche a questo programma, che è importante ma non sufficiente per dare risposte definitive al mondo del lavoro e all'occupazione, soprattutto dei giovani laureati.

Questa riflessione volevo fare, convinto che la maggioranza darà risposte su questo programma, che però non sarà sufficiente, ripeto, per cui è importante che questa Regione dia risposte serie a un'economia colpita, forse come non lo è mai stata prima, da una gravissima crisi. Pertanto ci vogliono progetti nuovi, progetti di sviluppo che diano prospettive ai giovani in generale, ma soprattutto ai diplomati e ai laureati, che oggi stanno soffrendo più di tutti la mancanza di occupazione. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi dobbiamo registrare che in Europa e nel mondo le società più avanzate da tempo accompagnano gli studenti verso la conclusione degli studi, la formazione, l'approfondimento nella formazione, la qualità della specializzazione, soprattutto attraverso un sostegno economico che molte famiglie non sarebbero in grado di garantire ai propri figli e che permette ai più brillanti, ai più capaci, ai più volenterosi, ai più desiderosi di percorrere strade che consentiranno loro, con soddisfazione non solo personale, ma anche del mondo dell'economia e dell'impresa, di raggiungere un'alta formazione e quindi di mettersi a disposizione della società. Credo che possiamo constatare tutti che l'Italia, invece, lascia un po' al fai-da-te e quindi alla disponibilità delle famiglie la formazione e la preparazione dei nostri giovani.

In questo panorama italiano la Sardegna, a volte indicata come cenerentola, altre volte straordinariamente punta avanzata di un percorso che vorremmo fosse patrimonio di tutta la Nazione, si è fatta carico, attraverso il programma Master and back, ma non solo, di dare un sostegno alla formazione e alla preparazione, con incentivi costituiti da borse di studio, per consentire a tutti i nostri giovani di proseguire e poi concludere la propria formazione scolastica universitaria, o con incentivi per il programma Erasmus, che ha consentito a molti giovani sardi di allargare, come dire, il proprio mondo di conoscenza e di sapere vivendo esperienze, seppur brevi, negli altri Stati europei. Io credo che questo aspetto debba essere evidenziato come un risultato di tutta la Sardegna, dell'Amministrazione regionale.

Devo registrare come, nonostante le numerose, eccessive critiche rivolte a diverse azioni compiute dal passato Governo regionale, il programma Master and back sia stato una delle iniziative non solo non criticate, ma anzi diffusamente apprezzate e sostenute per le opportunità che offriva non solo ai nostri giovani, ma anche alla nostra società e alla nostra economia. Il progetto, quindi, finalizzato alla formazione verso un'opportunità di lavoro puntuale e precisa, probabilmente comporta oggi un'analisi, uno studio, un approfondimento più attento di quel che sarà il fabbisogno del domani.

Credo che un aspetto che va sottolineato, a contorno di ciò che è contenuto nell'interpellanza e nella mozione che abbiamo presentato, sia sicuramente il fatto che occorre fare un'ipotesi del fabbisogno del domani, per indirizzare i nostri giovani verso una formazione più puntuale che offra maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro; una formazione finalizzata anche al rilancio del settore economico attraverso la valorizzazione, l'apprezzamento e la possibilità di offrire ai nostri migliori giovani questa opportunità. E' un programma, ripeto, che sicuramente dà un sostegno ai nostri giovani, ma anche alla nostra società, alla nostra economia, al nostro progetto di sviluppo. Credo che ciò che fa segnare il passo a qualsiasi intervento orientato in questa direzione sia probabilmente la scarsità di risorse finanziarie, che spesso viene richiamata proprio per giustificare il fatto che si resta fermi.

La stampa di oggi riporta un'informazione che in qualche modo ci risolleva, ci rasserena, anche se il collega Zedda faceva un puntuale richiamo ai percorsi intrapresi dalla Giunta regionale che, secondo il nostro punto di vista, se fossimo stati noi a decidere avremmo indirizzato verso altri settori, prima di tutto verso la formazione. Ma credo che tutti siamo chiamati a lavorare perché in ogni caso siano individuate delle priorità, siano reperite le risorse per evitare che percorsi come questi abbiano a soffrire appunto della mancanza di risorse e per impedire che anche un solo giovane, studente o ricercatore, che si accinge a guardare al futuro con il conforto di una formazione più puntuale e precisa, maturata attraverso quelle che sono le opportunità che noi possiamo offrirgli, come il programma Master and back, possa non usufruire di tali opportunità. Questo per dire che nella formazione, nella cultura, nelle conoscenze e nelle competenze sta la maggiore ricchezza di una realtà come la nostra, che vive ancora oggi momenti di difficoltà e sofferenza economica, ma che deve fare ogni sforzo per potersi garantire un futuro migliore attraverso la formazione dei nostri giovani.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, bene hanno fatto i partiti del centrosinistra a presentare una mozione e un'interpellanza, cioè a coinvolgere il Consiglio regionale in un tema di questa portata. Non poteva restare indifferente la nostra Assemblea di fronte allo sconcerto e al dispiacere che aleggiava tra i giovani per un sogno che sembrava infrangersi. Il sogno era quello di ritrovarsi, forse per la prima volta, al centro di un percorso in cui la Regione sarda, il sistema degli enti locali e le imprese si interessavano al loro destino, cioè si facevano carico di quella delicatissima fase che attraversano i giovani, quella del superamento degli studi e dell'inizio di un percorso in mare aperto, che è rappresentato dal mondo del lavoro, dove non è facile restare per chi c'è già ed è ancor meno facile inserirsi per i nuovi arrivati.

Il programma Master and back, promosso dalla Giunta regionale negli anni passati, ha un'importanza assolutamente innovativa e di grande interesse, non solo perché rappresenta un'opportunità di crescita e di costruzione di un percorso di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani, ma perché rappresenta anche una grande opportunità di crescita per l'intera società sarda. Questo programma ha suscitato grandissimo interesse e anche tanto entusiasmo tra i giovani e non è facile vedere nuove generazioni interessarsi ed entusiasmarsi a ciò che fanno la Regione, gli enti locali, il Governo. Non è facile e se questo è accaduto va assolutamente valorizzato e non può essere deluso. Purtroppo, a fronte di un percorso che non poteva che essere sperimentale, probabilmente anche da aggiustare, da sistemare meglio, ci sono stati negli ultimi due anni, nell'ultimo anno in particolare, dei ritardi eccessivi, che hanno comportato un accumulo di domande, che hanno comportato l'accrescersi delle difficoltà e hanno anche iniziato a suscitare tra i giovani una perdita di interesse, anche se il numero delle domande non è diminuito, anzi è aumentato, segno che la volontà di trovare una soluzione a un proprio inserimento nel mondo del lavoro tra i giovani ha superato la disillusione per un'eccessiva freddezza da parte dell'istituzione nel portare avanti il programma.

Ci ritroviamo oggi di fronte, rispetto alle previsioni, a molte domande per il cosiddetto back che si sono accumulate. Noi non possiamo consentire che si corra il rischio dell'interruzione di un'esperienza e quindi vanno trovate le risorse affinché a questo programma si dia risposta compiuta. Non può essere una lotteria, non può essere che chi arriva primo ottiene il risultato e chi arriva ultimo, e magari è anche il migliore, non riesce ad avere una risposta. E non può neanche essere, secondo me, che il programma si limiti a quanto già impostato fino a oggi. Serve che si trovino le risorse per chi deve completare il percorso, serve che si trovino le risorse per impostare nuovi programmi e per dare nuove opportunità a chi le vuole cogliere.

Noi non possiamo consentire, questo Consiglio non può consentire che un'esperienza così originale, così interessante possa essere interrotta. Ovviamente non possiamo consentire che chi è a metà del guado resti in mezzo al fiume, ma non possiamo neanche consentire che chi si trova al di qua delle sponde possa pensare di non arrivare dall'altra parte. I fondi spesi in questo genere di programmi non sono sprecati. Probabilmente in futuro sarà opportuno e necessario rivedere, migliorare questo strumento e coinvolgere meglio il sistema delle istituzioni pubbliche e l'intero sistema economico, anche dal punto di vista finanziario, nella costruzione di questi percorsi. Sarebbe un'evoluzione positiva del programma iniziale, significherebbe che la Regione, ma anche il sistema economico sardo, si fa carico di come l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro possa rappresentare un'opportunità di crescita e di evoluzione dell'intero sistema.

In questo contesto la Regione autonoma della Sardegna ha il compito fondamentale di non disattendere, di non deludere le speranze alimentate, pena il ritorno indietro, che nessuno può auspicare e che tutti dobbiamo avversare. Non serve a nessuno che si torni indietro; non serve ovviamente ai giovani, ma non serve neanche alla Regione e non serve al complesso sistema economico della nostra Isola. Noi parliamo spesso di nuovo modello di sviluppo, di nuove tecnologie, anche qui dentro, l'abbiamo fatto nelle giornate scorse e lo faremo nelle prossime sedute; parliamo di artigianato e di piccola impresa da rilanciare, parliamo di agricoltura multifunzionale e di un suo collegamento organico con il turismo, parliamo della salvaguardia e della valorizzazione delle nostre risorse principali, che sono il paesaggio e la natura.

Bene, tutti questi sono discorsi che avranno un futuro se ci saranno anche dei nuovi interpreti. I nostri giovani, che proiettandosi nel mondo rilanciano le opportunità di crescita della loro terra, noi non possiamo deluderli e non possiamo non aiutarli ad aiutare la loro Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera De Francisci. Ne ha facoltà.

DE FRANCISCI (P.d.L.). Signora Presidente, colleghi, signori Assessori, l'auspicio di questa mattina è che il centrosinistra ritiri questa mozione, anche alla luce degli impegni forti e importanti presi dal presidente Cappellacci, che si è esposto in prima persona, e dagli assessori Manca e La Spisa. Molte domande che sono state poste questa mattina hanno già ricevuto risposta, quindi suona come pleonastica e superflua questa mozione.

Alle risorse disponibili per il finanziamento dei percorsi di rientro, che sino a ieri ammontavano a 14 milioni e 900 mila euro, la Regione intende aggiungere dal Fondo sociale europeo altri 30 milioni, sufficienti per coprire il bando 2009. Con questa decisione circa 900 giovani sardi vedranno accolta la loro domanda per il finanziamento del percorso in entrata e quasi altrettanti vedranno finanziato il percorso d'uscita. Da questa opportunità non rimarranno esclusi, così rassicura la Giunta, i ragazzi interessati al bando sull'alta formazione artistico-musicale. Lo ha detto l'onorevole Giampaolo Diana molto bene, il Comitato Master and back ha incontrato nei giorni scorsi tutti i Gruppi consiliari, ha incontrato anche gli assessori Manca e La Spisa, i quali hanno dato ampie rassicurazioni e hanno detto che si incontreranno a breve proprio per apportare delle modifiche e delle correzioni a questo bando. La mozione di oggi appare, quindi, quantomeno superata.

Tuttavia, visto che ci siamo, parliamo di questo Master and back, e forse è opportuno fare un passo indietro per capire perché oggi ci siamo trovati così ingolfati. E' indubbia e innegabile la validità del progetto, l'hanno ripetuto anche i colleghi che mi hanno preceduto, e degli obiettivi che esso si pone, che sono poi quelli di valorizzare i giovani laureati sardi e le loro potenzialità creative e professionali, consentendo loro di svolgere master e corsi di specializzazione fuori dalla Sardegna. Questo lo sappiamo e questo resta un punto fermo. E' oltremodo condivisibile come il programma Master and back non possa rappresentare un intervento una tantum, previsto in un momento eccezionale, ma una vera e propria azione mirata, costante e coerente, così che i nostri laureati siano stimolati ancora di più a programmarsi un futuro che possa appassionarli professionalmente, proprio in considerazione del fatto che le istituzioni non solo seguono il loro cammino formativo, ma soprattutto partecipano e intervengono finanziariamente a sostenerli nella fase di perfezionamento post laurea fuori dalla Sardegna, e spesso fuori dall'Italia.

Ma che cosa sta succedendo oggi? Sta accadendo che dopo tre bandi andati in porto, pur con le già citate difficoltà, un cospicuo numero di specializzati sta chiedendo con urgenza il programma di rientro. E questo dato lo avete sottolineato anche voi, colleghi, nella mozione, anzi specificate che "è aumentato in misura rilevante il numero dei giovani che, terminato il percorso di formazione", eccetera. Ma questa situazione che voi denunciate viene da lontano, se è vero com'è vero che tanti di questi studenti, e lo specificate ancora voi nella mozione, sono in attesa, in molti casi da anni, di poter presentare la richiesta di partecipazione al percorso di rientro. E qui i conti non tornano, perché se sono in attesa anche da due anni, significa che i primi inadempienti nei confronti di questi studenti sono coloro che hanno preceduto nell'amministrazione regionale, praticamente quelli che oggi denunciano i ritardi, che non sono certo imputabili a questa Giunta, che c'è da appena un anno. Certo, qualche ritardo rispetto all'ultimo bando lo abbiamo, ma visti i tempi riteniamo che non sarà superiore a due mesi, non parliamo certo di anni.

Qui si parla di due anni, maturati purtroppo da chi, come fa oggi con questa mozione, protesta, chiede e pretende che siano altri, incolpevoli, a mettere toppe agli strappi prodotti e cominciati almeno due anni fa. Il motivo qual è? Il motivo è che numerosi giovani e soggetti pubblici e privati interessati non rimangano esclusi dal programma. Questa esclusione, secondo i sostenitori della mozione, sarebbe da imputare ai ritardi, ripeto, di due anni, maturati da una maggioranza e da una Giunta in carica da poco meno di un anno. Per questo occorre andare a verificare a ritroso quanto è accaduto in precedenza.

Colleghi, vi chiedo un po' di attenzione, perché altrimenti rischio veramente di dover alzare la voce ed è fastidioso per chi invece vuole ascoltare un tono di voce normale.

Il terzo bando, del febbraio 2008, è stato finanziato con 9 milioni e 250 mila euro, di cui 4 milioni destinati alla fase di rientro. Già il 24 aprile la Giunta dispone la proroga dei termini di presentazione delle domande al 30 giugno. Un duro articolo su La Nuova Sardegna dell'11 maggio è emblematico di come la procedura avviata appaia farraginosa. Nell'articolo si scrive: "Ritardi amministrativi, stanziamenti a singhiozzo, materie di ricerche escluse a priori dai piani di studio, servizi di informazione in tilt, tempi troppo lunghi per l'erogazione dei fondi e altri intoppi burocratici che frenano il programma". Era il 2008 e al governo non c'eravamo noi.

Ma non basta: il 20 giugno, a meno di cinque mesi dal bando, si stabilisce una proroga alla proroga, portando il termine ultimo di presentazione delle domande al 21 luglio, visto - si legge nel provvedimento - il gran numero di richieste pervenute. Ma non basta nemmeno questo provvedimento: proprio perché di proroga in proroga sono state accolte tantissime domande, si è costretti ad adottare il finanziamento di ulteriori 20 milioni di euro. Di tutto e di più, avanti c'è posto!

La procedura a sportello, dando priorità in ordine di presentazione, ha costretto la Giunta, con la delibera del 6 agosto del 2008, a finanziare tutte le istanze, sia in uscita che in rientro, aventi i requisiti di ammissibilità, provocando di fatto un aumento di risorse enormemente eccedente rispetto alla programmazione iniziale. Questo impegno è stato attinto ovviamente dalle risorse complessivamente stanziate col Programma operativo regionale stabilito per il periodo 2007-2013, e ciò ha sbilanciato in maniera irreparabile la ripartizione dei fondi per gli anni di programmazione a venire, sino al 2013. Non solo, a fronte del proclama di finanziare tutto e subito e portare a termine l'istruttoria delle domande di master doverosamente ritenute improprie, nella stessa delibera venne approvato di "ammettere a finanziamento utilizzando le risorse POR 2000-2006 ancora disponibili sul Fondo sociale europeo, tutte le istanze aventi i requisiti e pervenute nei termini stabiliti". Tali risorse invece non furono prese dal periodo di programmazione 2000-2006, disattendendo gravemente quanto approvato in delibera. Ma quelle stesse risorse, prese dal programma attuale 2007-2013, non furono neppure trasferite all'Agenzia, se non nel maggio del 2009. Solo allora e con enorme ritardo si è provveduto al pagamento delle borse dei giovani.

Inoltre, per effetto della programmazione con cui si è voluto accontentare tutti indistintamente, lo stanziamento sul Master and back per le annualità 2008-2009 ha assorbito oltre il 60 per cento delle risorse complessive, lasciando una dotazione finanziaria, dal 2010 al 2013, che ammonterà complessivamente a circa 40 milioni di euro, solamente 10 milioni di media all'anno. E' chiaro che ciò comporterà delle scelte nella riprogrammazione, ma poi di questo ce ne parlerà bene l'assessore Manca. Perciò fomentare proteste adducendo l'insufficienza dei fondi appare fuori luogo, se non addirittura pretestuoso. Detto volgarmente, con tre bandi, ma sostanzialmente col bando 2008 vi siete mangiati fin da subito quasi tutte le risorse che invece si sarebbero dovute spalmare in maniera equilibrata nel corso degli anni.

Ora, dopo il danno combinato, chiedete a questa Giunta e a questa maggioranza di mettere ulteriori pezze agli strappi che voi stessi e la vostra precedente Giunta regionale avete irrimediabilmente provocato. Non solo, nel terzo bando, l'ultimo vostro, fatto a febbraio del 2008, tra proroghe e ritardi, dalla presentazione della domanda all'invio della prima lettera di concessione sono stati fatti trascorrere addirittura nove mesi. Per non parlare dell'avvio dei percorsi, che per il 70 per cento hanno avuto inizio solo nei primi mesi del 2009. Se vogliamo dirla tutta, una parte dei fondi incrementati con la delibera dall'agosto 2008, ironia della sorte, dovevano essere impiegati per velocizzare l'istruttoria delle pratiche. Onorevole Bruno, lei mi guarda sorridendo. Ma come è stata investita questa parte dei 20 milioni in aumento, se come ho detto prima il 70 per cento dei corsi è partito con un anno di ritardo?

Credo che questi dati siano davvero la carta che canta e quindi vi chiediamo almeno di riconoscere con coraggio, non dico lo spreco di risorse, ma almeno l'utilizzo indiscriminato dei fondi del Programma operativo regionale stabilito per il Master and back fino al 2013. Il motivo per cui riconosciamo importante questa mozione è dato dal fatto che con questo dibattito ci consentite di aprire uno squarcio su come avete gestito il Master and back che, al di là della validità del progetto, che resta ferma, come ho detto in apertura, necessita di essere raccontato tutto per filo e per segno, perché certamente le accuse gratuite che avete inteso lanciare con questa mozione stanno colpendo come un boomerang chi si è reso responsabile di aver fatto man bassa delle risorse destinate agli anni seguenti. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, è vero che la Sardegna vanta un primato umiliante rispetto alla dispersione scolastica, che tende ad aggravarsi sempre di più per i giovani sardi, questo grazie anche alla benedizione del ministro Gelmini, con la sua riforma scolastica, tuttavia oggi noi non ci troviamo di fronte a un problema di diritto allo studio negato. Oggi, con la mortificazione del Master and back, ci troviamo in un'altra situazione, e cioè si nega alla nazione sarda una grande opportunità, che consentirebbe alla sua economia, attraverso le grandi professionalità raggiunte, quindi maturate dai nostri giovani, una spinta propulsiva verso lo sviluppo economico reale e concreto. Perlomeno la precedente Giunta col progetto Master and back ha manifestato una grande lungimiranza individuando la necessità di attivare, attraverso percorsi culturali di conoscenza e quindi di grande professionalità per i nostri giovani, un processo di emancipazione del popolo sardo.

Oggi sono tutti i sardi a sostenere che la Sardegna non può fare a meno delle professionalità dei nostri giovani, così come non si può più permettere che un patrimonio culturale e di risorse così fresche emigri e addirittura non rientri nella propria terra, impoverendo ulteriormente la nostra economia.

Visto che la nostra Giunta, in varie occasioni, ha dimostrato di essere molto capace nel reperire fondi da destinare anche a obiettivi che personalmente considero di importanza non prioritaria e visto che in questa sede siamo tutti d'accordo sul fatto che bisogna dare continuità a questo progetto, invito la Giunta a cercare le risorse che servono, perché è possibile e noi non possiamo assolutamente rinunciare a questo progetto. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, l'auspicio di oggi non è che la mozione venga ritirata, ma che venga approvata, anche perché degli impegni verbali del Presidente della Regione e degli Assessori, come si suol dire, sono piene le fosse. Molti impegni a parole su molti settori e su molti problemi che riguardano la nostra Isola, ma neanche uno nell'ultimo anno, l'anno di governo del centrodestra, che sia stato onorato. Pertanto, onorevole De Francisci, se i problemi sono superati, che problema c'è ad approvare la mozione? Non c'è nessun problema, per cui nessuna esitazione credo dovrebbe aleggiare nell'Aula in relazione a questa mozione e alla sua approvazione. Il fatto che il Presidente ci abbia messo la faccia in questi giorni non ci rasserena per niente, posto che l'ha fatto tante altre volte ultimamente.

Sono passati cinque anni da quando il centrosinistra ha lanciato questo programma così innovativo, che può essere definito come il più imponente investimento nell'ambito dell'economia della conoscenza che la Sardegna abbia mai conosciuto. E' un programma di alta formazione, che è stato additato come una pratica d'eccellenza, e per questo motivo è stato copiato anche in altre Regioni italiane, che ha conquistato i giovani, ha destato la fiducia e l'interesse di molti giovani e ha risposto a una giustificata sete di conoscenza e necessità di fare esperienze lavorative e formative fuori dall'Isola. Gli investimenti in conoscenza, nell'istruzione in generale e nella cultura, si sa, hanno un ritorno nel medio e nel lungo periodo, spesso non destano l'interesse della classe politica perché non hanno un immediato riscontro elettorale e i risultati tardano ad arrivare, però sono investimenti basilari, secondo il nostro punto di vista, sono un punto fondamentale su cui la politica deve soffermarsi e su cui la programmazione economica deve dare risposte, per rilanciare l'economia e per il benessere di un Paese, perché da questo dipendono le opportunità, soprattutto per le nuove generazioni. Ci sembra evidente, però, che né la cultura, né l'istruzione, né la ricerca, né la conoscenza rientrino esattamente in quelle che sono le priorità di chi oggi ci governa. L'Italia di destra, anche a livello nazionale, va in controtendenza (anche questi sono dati, anche questa è carta che canta) rispetto all'Europa e a tutti i Paesi occidentali, diminuisce sempre più gli investimenti, tracciando per le prossime generazioni il profilarsi di un grave gap di conoscenze e competenze, che non mancherà di ritorcersi - lo abbiamo detto tutti - in maniera deteriore contro il Paese e le sue possibilità.

Tuttavia, prima di diventare Presidente della Regione, l'onorevole Cappellacci in campagna elettorale, e con lui coloro che lo accompagnavano, riconobbe la bontà del Master and back. Vorrei ricordare che il Master and back è un'innovazione e una proposta progettuale della precedente Giunta di centrosinistra; non è che ci fosse prima, ma è una precisa opportunità, una precisa priorità della Giunta di centrosinistra nella scorsa legislatura. Il presidente Cappellacci dichiarò in campagna elettorale non soltanto che il programma sarebbe proseguito, ma anche che si sarebbero moltiplicate le risorse a disposizione. E quindi oggi siamo effettivamente alla resa dei conti e non ci bastano i proclami. Vogliamo che quei proclami finalmente diventino disposizioni amministrative, diventino atti di Giunta seri, i proclami non ci bastano!

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue BARRACCIU.) I nostri ragazzi chiedono a gran voce la tutela del loro diritto di portare a compimento un percorso importante, per il quale la Regione ha già investito risorse notevoli, appunto perché si tratta di una scommessa decisiva che mette in gioco e amplifica le potenzialità del capitale umano. Molte ragazze e ragazzi che hanno intrapreso i primi passi per una carriera professionale di alto profilo si mettono in gioco per migliorare le loro competenze e costituiscono una risorsa preziosa e competitiva. Il Master and back, sebbene strutturato in momenti diversi, non si risolve con la conclusione di una singola fase; è un programma che ha più cicli, si sa, e non è pensabile che si possa rompere il circolo virtuoso impedendo il passaggio dall'università al posto di lavoro oppure al tirocinio. Se non si sarà particolarmente attenti alla fase del back, la Sardegna avrà perso un mare di risorse inutilmente e avrà illuso migliaia di giovani con la speranza di non emigrare per trovare un posto di lavoro corrispondente alle proprie capacità e competenze.

Dall'onorevole De Francisci ho sentito sostanzialmente l'accusa di aver speso troppe risorse per il Master and back. Per noi questo è un punto di merito evidentemente, non un punto di demerito: aver fatto man bassa di risorse finanziarie. Credo che anche questo sia un merito, seppure la definizione non sia esattamente adeguata. Ecco perché con la mozione chiediamo che vengano reperite le risorse per finanziare tutti i percorsi di rientro per i quali la domanda sarà ammissibile, ed ecco perché ci sembra giusto eventualmente spostare le risorse dalla formazione professionale al Master and back. La formazione professionale a oggi non ha esattamente dimostrato di avere ricadute positive sul sistema del mercato del lavoro e sul sistema economico della nostra regione, il Master and back, invece, ha già dato frutti positivi, pertanto è un investimento sicuro per il sistema Sardegna.

Non risponde poi, secondo noi, a nessun criterio di logicità o di merito la previsione dell'assegnazione del finanziamento sulla base del sistema a sportello e si tradisce anche lo spirito di uno strumento che vuole premiare innanzitutto il merito. La spesa indiscriminata si fa soltanto quando non si stabiliscono i criteri del merito, onorevole De Francisci, soltanto in questo caso si può parlare di spesa indiscriminata. Il nuovo sistema, quello sì genera una spesa indiscriminata, perché supera i criteri del merito stabilendo il finanziamento a sportello, cioè "chi prima arriva meglio alloggia".

Qui la fiducia dei ragazzi è stata più volte minata dal malfunzionamento del programma, dai ritardi nella pubblicazione dei bandi, insomma sappiamo cos'è successo, ma c'è un punto sul quale voglio richiamare l'attenzione perché attiene a un problema serio e vorrei che l'Assessore veramente lo tenesse in considerazione: sono state cambiate in corsa le regole del gioco e questo è assolutamente insopportabile, perché si sta ledendo il diritto di molti giovani, che hanno fatto la domanda con i precedenti bandi e che avevano i requisiti, di accedere alla fase del back. Mi riferisco al criterio, cambiato in corsa, degli anni di residenza fuori dall'Isola, che da dieci sono passati a cinque nell'avviso pubblico del 2009, per cui molti ragazzi che hanno fatto la domanda negli anni precedenti oggi non possono accedere al finanziamento della fase del back, proprio perché quel criterio è cambiato. Siamo di fronte alla situazione paradossale che un dottore, nel senso anglosassone del termine, non può più concludere in Sardegna il suo percorso con un tirocinio o con la stipula del contratto, diversamente da quello che aveva auspicato, per un banale e non giustificato effetto retroattivo, Assessore, dei nuovi requisiti sui quali invece è stato stabilito il nuovo bando. Spreco di risorse pubbliche, questo sì, perché ne sono state investite tante, quel percorso è stato interrotto e c'è una lesione di un diritto che è stato acquisito secondo le regole che la Regione si era data. Quindi vorrei che questo fatto fosse veramente preso in serissima considerazione, perché non si può buttare all'aria così facilmente l'aspirazione di questi giovani che hanno investito non soltanto le risorse messe a disposizione dalla Regione, ma anche risorse derivanti evidentemente dall'economia della famiglia.

Non ci possiamo permettere di buttare a mare questi percorsi. Quello che va considerato in questo momento è che la Sardegna ha bisogno di una massa critica competente, capace e consapevole, che porti innovazione, valorizzi il sistema socioeconomico esistente e favorisca anche, con il proprio impegno lavorativo, e proprio grazie all'importante esperienza perfezionata altrove, il formarsi di un humus che maggiormente corrisponda alle sfide di oggi. Non vogliamo essere noi complici della fuga dei cervelli, di questo si tratta, e dei giovani che costituiscono il nostro migliore potenziale dei prossimi decenni. Sappiamo che la Sardegna vive un'emergenza sotto questo punto di vista; lo spopolamento numerico non riguarda soltanto i centri dell'interno, ma riguarda anche la qualità delle persone che perdiamo, che vanno via.

Riteniamo, insomma, che sia arrivato il momento di dare concretezza ai proclami che abbiamo sentito in questi giorni e chiediamo evidentemente che il Master and back diventi davvero un punto centrale delle politiche di quest'Isola in favore dei giovani e dello sviluppo sociale ed economico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, ritengo che questo sia importante e necessiti della presenza in Aula soprattutto della maggioranza, che deve in ogni fase garantire il numero legale. Per questo le chiedo di verificare il numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che il consigliere Cuccu è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 57 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Piras - Pitea - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, non è che abbia molto da dire, in effetti, e ammetto che a sentire certi interventi verrebbe voglia di tacere, perché sembra che siamo in quest'Aula non per confrontarci e provare a capirci, ma per buttare la palla fuori dal campo e fare in modo che il nostro tempo vada perduto.

Non so voi, colleghi, ma io francamente faccio fatica a capire una quantità di informazioni lette non in fretta, ma in frettissima, una valanga di parole una appresso all'altra, da cui ogni tanto arriva qualche frase anche al limite dell'ingiuria: "Vi siete mangiati tutto". Io in questi anni non mi sono mangiato proprio niente! Le parole hanno un valore e vanno usate con attenzione e anche con parsimonia.

Stamattina, uscendo di casa, ho letto alcuni articoli dei giornali in cui si ripercorre la storia di questi ultimi giorni non solo in Sardegna, ma anche in Italia, di questo faticoso avvio della campagna elettorale per le regionali, da cui emergono le difficoltà che il Paese incontra in questo momento. In tutto questo si parla della campagna elettorale del Popolo della Libertà e si dice che le parole chiave di questa campagna sarebbero: il bene contro il male, l'ottimismo del fare contro il pessimismo della sinistra e in più la battaglia sull'ambiente. Ecco tutto questo era ben presente in quest'Aula oggi: parole vuote, parole senza molto costrutto e poi l'accaparrarsi di parole chiave che ci hanno riguardato nel passato, che sono state al centro delle nostre politiche. E oggi non si considerano quelle politiche, ma si mutuano le parole. Cosa vuol dire "mettere l'ambiente al centro"? Mettere l'ambiente al centro attraverso i progetti di cui abbiamo sentito parlare in questi anni, in questi giorni, anche in Sardegna, mettere l'ambiente al centro con le politiche che sono state messe sotto accusa in questi anni o si tratta semplicemente di ingannare la gente appropriandosi delle parole? Oggi ci stiamo appropriando qui delle parole della politica della conoscenza, del sapere, o meglio ci siamo attardati a parlare di episodi, di una delibera di Giunta, di un ritardo, di una cosa piuttosto che un'altra, ma dicendo tutti, più o meno bene, che siamo d'accordo sul Master and back.

Insomma il senso del mio breve intervento, Presidente, è quello di provare a ricordare che il Master and back non è un bando, non è una piccola politica, ma è uno dei tanti episodi di una Regione che per la prima volta credo che con chiarezza in Sardegna ha messo al centro del suo progetto due espressioni: politiche della conoscenza, politiche del sapere sotto tutti gli aspetti, e politiche dell'ambiente, riconoscendo, per la prima volta, che se un futuro avrà questa regione non sarà per qualche metro cubo in più, non sarà per qualche intrallazzo politico in più, non sarà per qualche contributo a fondo perduto in più alla centesima o millesima impresa che viene a fregarci, ma sarà per gli investimenti fatti nell'intelligenza dei nostri giovani.

Per la prima volta abbiamo detto, non in maniera episodica, ma con una serie di attività, che un futuro da questa regione può venir fuori solamente se con convinzione, con costanza, sempre senza recriminazioni, investiremo tutto quello che abbiamo da investire sull'intelligenza dei nostri giovani: quando sono alle scuole elementari, quando sono alle scuole superiori, quando si iscrivono all'università, quando decidono di investire ancora sul loro sapere specializzandosi ulteriormente, quando si tratta di facilitare il loro inserimento nel mondo del lavoro, perché sappiamo che quelli sono i semi di ricchezza nuova e di altre opportunità di lavoro per chi ha avuto meno capacità e meno fortuna. Una serie di politiche ha riguardato investimenti, per la prima volta, nelle autonomie scolastiche che sono stati cancellati; una serie di politiche ha riguardato investimenti importanti nel diritto allo studio. E il diritto allo studio è stato umiliato con la lottizzazione dei presidenti dell'ERSU. Ancora oggi non abbiamo rinnovato le cariche dell'ERSU a Sassari e sono bloccati i soldi. Il diritto allo studio è stato umiliato a Cagliari, con la ben nota vicenda delle costruzioni delle residenze per gli studenti. Il diritto allo studio è umiliato ed è stato riportato a oggetto di spartizione politica.

Una serie di politiche ha riguardato gli assegni di merito, anch'essi umiliati e trasformati in un'opera di assistenzialismo; assegni di merito non concessi con attenzione e accuratezza, ma trasformati in un'opera di assistenzialismo. Vi ricordo gli assegni di ricerca, che servivano appunto per garantire la possibilità di ricerca individuale per tanti di questi ragazzi che magari, andando a formarsi fuori, si sono avviati non solo all'attività lavorativa nell'impresa, ma anche all'attività di ricerca. L'assegno di ricerca è stato trasformato in un obolo per chiunque ne facesse richiesta, fuori da ogni considerazione di merito e di valore.

Noi oggi, con questa mozione che non ritireremo, siamo qui a chiedere maggiore consistenza nelle politiche del sapere, della conoscenza, se effettivamente tutti ci crediamo e non facciamo finta di crederci appropriandoci delle parole. E se ci crediamo allora non dobbiamo aver paura di investire su questi giovani, non dobbiamo aver paura di garantire tutto quello che possiamo garantire, perché è l'unica risorsa che abbiamo. Non l'oro delle colline di Furtei, non altri metri cubi sulle coste. Se bastassero altre seconde case saremmo già i più ricchi d'Italia, e non lo siamo!

Questa mozione serve per mettere con coerenza, ancora una volta, al centro della politica di questa Regione l'intelligenza, il lavoro sull'intelligenza e il sapere di tutti. E vi devo segnalare che tutte queste politiche sono state rapidamente cancellate e messe da parte. E' stato cancellato il programma "Sardinia speaks English", che ha avuto un grande successo e i cui corsi sono appena terminati. Tutte queste politiche sono state messe da parte. E' ora, con questa mozione, che le riportiamo, invece, effettivamente al centro.

Credo che sia merito di questa mozione se il Presidente della Regione e la Giunta hanno dichiarato di stanziare altri 30 milioni di euro del Fondo sociale europeo per finanziare il bando di rientro. Credo che ogni sforzo debba essere fatto per recuperare non solo risorse europee, ma anche risorse regionali per questo importantissimo investimento. Nel passato si semplificava dicendo: "Abbiamo investito con bandi a sportello per commercianti, artigiani, imprese di tutti i tipi". Anziché dare contributi per sostituire i frigoriferi dei bar, diamo contributi per istruire i nostri giovani! Sappiamo che tornando a casa lasceranno qualcosa a questa regione, sappiamo che non stiamo regalando loro niente, sappiamo che stiamo investendo sull'unica risorsa che abbiamo e che restituiranno abbondantemente quello che la Sardegna dà loro, lo restituiranno moltiplicato per tante volte. Tutto qui.

Non credo di avere altro da aggiungere. Vorrei che questa discussione non si attardasse su una delibera o su un ritardo. Quello del Master and back è stato un progetto innovativo, che non ha copiato da nessuno in Italia. E' certamente oggetto di miglioramenti, per cui lavoriamo tutti per migliorarlo, capendone però l'importanza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, io condivido il taglio dell'intervento che ha svolto adesso l'onorevole Soru, perché credo che l'obiettivo di questa mozione non fosse banalmente quello di assegnare col bilancino le responsabilità su un'evidente difficoltà di funzionamento del back, in particolare, e forse anche del bando, ma quello di chiederci se un programma strategico, avviato in via sperimentale tre anni fa, sia considerato ancora strategico dall'attuale amministrazione regionale.

Credo che sia questo il vero argomento di oggi e credo anche che a questa discussione - mi rivolgo ai componenti della Giunta - avrebbe fatto molto bene a partecipare l'assessore Baire, perché non stiamo parlando di un programma che riguarda solo l'Assessorato del lavoro, ma del ruolo e dell'importanza che l'economia della conoscenza ha nel mondo globale, domandandoci se l'economia della conoscenza e le competenze dei nostri giovani - il capitale umano - facciano parte di una politica che ha a che fare con lo sviluppo. Ricordo ancora agli Assessori presenti - almeno loro, li ringrazio di essere qui presenti - che credo sia un segnale il fatto che a questa discussione non partecipi l'Assessore della pubblica istruzione. Il programma Master and back era soltanto un tassello di una politica più ampia che prevedeva il potenziamento dell'assistenza alle famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, il sostegno alle scuole materne, il finanziamento dei progetti gestiti dalle autonomie scolastiche, attraverso i vari tipi di laboratori, che abbiamo cancellato, assegnando 20 milioni di euro allo Stato con un obiettivo del tutto diverso. Ecco, se investire sul capitale umano, a cominciare dal sistema pubblico, dalla scuola pubblica, dai nostri giovani, per portarli via via a livelli di competenza e conoscenza più elevati, è una strategia ancora attuale, in cui si ritrova questa amministrazione regionale, credo sia poco importante capire di chi sia una certa responsabilità. Certamente, quando un programma parte in via sperimentale, Assessore, possono esserci delle manchevolezze, si può dover adeguare le procedure.

Dobbiamo anche domandarci, come abbiamo fatto altre volte in quest'Aula, se la burocrazia regionale funziona, se i funzionari che portano la loro voce e cercano di trasmetterla sono effettivamente ascoltati, però oggi, nel discutere questa mozione (magari questo argomento non sarà oggetto solo della discussione odierna, ma ne tratteremo anche in altre occasioni in quest'Aula) vorremmo sentirci dire qual è il ruolo delle politiche per la conoscenza in questa regione. Come è stato già accennato da questi banchi, la nostra preoccupazione è che si stia andando verso un ridimensionamento e uno smantellamento delle politiche per la conoscenza, a cominciare dalla rete scolastica, e che quel ridimensionamento, che determinerà in tanti piccoli paesi un pendolarismo precoce e probabilmente un ulteriore abbandono scolastico e non la risoluzione di problemi annosi (che inducono il 30 per cento dei nostri ragazzi ad abbandonare precocemente gli studi, già durante la frequentazione della scuola media superiore), non sarà affrontato, per cui il problema non sarà risolto.

Per venire al back - mi rivolgo all'assessore Manca e vorrei essere molto specifico - noi oggi ci troviamo di fronte a un numero di domande esorbitante rispetto alle risorse. Sappiamo che ci sono 14 milioni di euro a disposizione e che le domande sono 900. Sappiamo già che è stata quantificata la cifra necessaria per dare risposte a tutti, però vorrei addentrarmi in questo argomento perché paradossalmente dobbiamo anche chiederci se dare risposta a tutti in questo modo sia la risposta giusta, ammesso che la diamo. Vorrei, quindi, fare un passo avanti, perché non vorrei svolgere quel ruolo banalmente demagogico che svolgiamo a volte o che rischiamo di svolgere dai banchi non solo della minoranza, ma anche della maggioranza, per chiedere tout court nuove risorse. A me interessa molto sapere se è vero che rispetto a queste 900 domande le pubbliche amministrazioni rischiano di essere prevalenti. Vorrei sapere se il fatto che le pubbliche amministrazioni rischiano di essere prevalenti possa addirittura essere in contrasto con i regolamenti comunitari, che non consentono a chi stanzia le risorse di esserne anche beneficiario. Assessore, su questo le chiedo veramente una risposta e un po' di attenzione. Evidentemente abbiamo scritto un bando in modo dilettantesco, e non solo questo. Per certi aspetti mi riferisco, infatti, anche ai bandi precedenti, solo che è normale aspettarsi che con il passare del tempo, bando dopo bando, si faccia meglio e non che si ripetano gli stessi errori. Quindi più passa il tempo maggiori sono le responsabilità. Allora è possibile che in questi bandi non abbiamo posto un vincolo alle pubbliche amministrazioni, un numero massimo di domande che possono essere accolte? Le risulta che l'Università di Sassari abbia presentato 70 richieste? Le risulta che ci siano agenzie regionali che hanno 20 o 30 back attivi, come la Conservatoria delle coste? Io sono preoccupato che questo proliferare di richieste sia del tutto contrario allo spirito di questo programma, perché rischiamo di creare nuove forme di precariato, in quanto le aspettative delle persone che vengono inserite all'interno della pubblica amministrazione cresceranno e noi avremo fallito nel nostro compito di far sì che l'impresa benefici di queste nuove competenze e conoscenze.

Allora la domanda è: perché non è previsto un limite per le pubbliche amministrazioni? Secondo me, non dovrebbero neanche partecipare, dovremmo far sì che le amministrazioni pubbliche non partecipino, perché è troppo facile chiedere 70, 80, 100 ragazzi senza pagare un euro e per far fare loro qualcosa purché sia, il che non risponde certo all'obiettivo di rendere le nostre imprese più competitive. Non cambiamo certamente il sistema economico! Su questo vorrei una risposta, vorrei sapere se sono vere queste informazioni che ho avuto modo di ricevere.

E poi mi chiedo anche: è possibile che un'impresa di 2 dipendenti sia posta sullo stesso piano di un'impresa di 100 dipendenti, Assessore? E' normale che un'impresa con 2 dipendenti chieda 5 back e un'impresa con 100 dipendenti ne chieda soltanto 1? E' credibile quella domanda? Non stiamo alterando in questo modo le normali condizioni di mercato, creando vantaggi competitivi anomali e atipici?

Tutto questo per dirle, Assessore, che noi vogliamo che sia dato senso compiuto a un programma che è nato come master e back e deve continuare a essere un master e un back per tutti quelli che possono parteciparvi, ma siamo contrari a creare false aspettative, siamo contrari a creare dei falsi back che diventano parcheggi di comodo per amministrazioni pubbliche che quei ragazzi non potranno mai assumere. Siamo anche contrari a creare dei back senza futuro e senza prospettiva, dove quel capitale di conoscenze che è stato accumulato non porta a una migliore capacità per le imprese di competere e di stare sul mercato. E forse per quanto riguarda le imprese pubbliche, ma anche quelle private, dovremmo fissare dei criteri; criteri che ci siamo dimenticati di prevedere non solo in questo bando, ma anche nei precedenti. Ma, ripeto, bando dopo bando le responsabilità aumentano.

Allora, Assessore, noi le chiediamo non soltanto di reperire le risorse, e di reperirle su altri obiettivi del Fondo sociale, perché non vorremmo che ci fossero meccanismi che anticipano le risorse di annualità future, ma anche di mettere mano con coraggio ai meccanismi del back, per far sì che tutti possano avere risposte, purché siano risposte di qualità e legate agli obiettivi del programma, cioè risposte che possono aiutare le nostre imprese a essere competitive e i nostri ragazzi ad aumentare le proprie conoscenze, senza la falsa aspettativa di inserirsi nel mondo del lavoro attraverso questo strumento. Questo deve essere e auspico che sia l'obiettivo della discussione odierna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, ho avuto la fortuna di intervenire dopo due interventi di grande spessore, che hanno lanciato in quest'Aula degli stimoli che è utile raccogliere, ad avviso dei Riformatori. Mi riferisco agli interventi del presidente Renato Soru e del collega Chicco Porcu. Io credo che entrambi, con toni diversi, abbiano detto una cosa condivisibile e cioè che noi dovremo abituarci in quest'Aula, se vogliamo dare un senso alla nostra permanenza e al tempo che utilizziamo qui dentro, a fare insieme quella parte del ragionamento post-ideologico o non ideologico - non so come definirlo - che si può davvero fare insieme, perché il senso dello stare qui dentro è quello di ragionare per verificare se abbiamo qualcosa da condividere e se nei risultati concreti ci possono essere dei contenuti condivisi da tutta l'Aula.

Per aiutare questo processo tutti noi dovremo fare uno sforzo tendente a utilizzare il meno possibile parole d'ordine ideologiche, di quelle che scaldano i cuori e che nelle tifoserie comportano l'esplosione di urla di gioia da parte di mezzo stadio e l'introduzione, da parte dell'altro mezzo stadio, di una serie di ragionamenti che invece vanno contro ogni ipotesi di condivisione. Dovremo renderci conto che anche le nostre parole, anche quelle più in libertà, quelle che noi riteniamo più innocue, hanno spesso un contenuto di violenza che rende difficilissimo poi fare il ragionamento sulla condivisione. Dico questo perché? Perché sono d'accordo con l'onorevole Barracciu che dice e ha ragione: "Il progetto del Master and Back nasce da un'intuizione della Giunta di centrosinistra". E' verissimo, sarebbe marziano volerlo negare e sarebbe altrettanto marziano dire - altre volte mi è capitato di sostenerlo in quest'Aula - che tutto ciò che ha fatto la Giunta di centrosinistra va male. Ci mancherebbe altro! La Giunta di centrosinistra era formata da tredici autorevolissimi personaggi, il più autorevole dei quali era il Presidente, ovviamente, ed era sostenuta in Aula da cinquanta altrettanto autorevoli consiglieri regionali, che hanno lavorato secondo la loro cultura, secondo la loro capacità, per il bene della Sardegna. E' evidente che hanno fatto tantissime cose buone e se il centrodestra, che è succeduto per volere degli elettori al governo di questa Regione, decidesse di buttarle insieme con l'acqua sporca nelle fogne della città o della regione farebbe un errore clamoroso. Spetta a noi che oggi abbiamo responsabilità di governo evitare di fare questo, ci mancherebbe altro! Spetta a noi riconoscere al centrosinistra le cose buone che ha fatto, spetta a noi potenziarle, farle crescere ed eliminare, magari anche con l'aiuto dei consiglieri di opposizione, le criticità di alcuni progetti che, nati dalle loro intuizioni e apprezzabili, sicuramente apprezzabili, hanno però mostrato delle criticità, alcune delle quali possiamo anche vederle insieme.

Fermo restando che il presidente Soru - e per quello che può valere l'attestazione del mio partito, i Riformatori gliene rendono comunque merito, così come ad altri, nel senso che non è l'unico ad averlo fatto - ha posto i temi della conoscenza come temi centrali dello sviluppo della regione. Io credo che se di quest'idea, su cui una parte del centrosinistra è sicuramente fortemente esposta e su cui il presidente Soru ha sempre dato segno di immensa convinzione, qualcuno di noi non fosse convinto dovrebbe dirlo, perché sarebbe già un elemento di diversità nei ragionamenti che invece si sono sentiti in quest'Aula. Il presidente Soru, però, dice ovviamente che è giusto che all'affermazione verbale faccia seguito qualcos'altro, cioè che ci siano atti concreti da parte della Giunta regionale che consentano di avere la certezza che ciò che si sta facendo per quanto riguarda le politiche della conoscenza è un disegno strategico dell'intera Regione e non di una parte del suo Consiglio regionale.

Devo dire che ci sono alcune cose di cui ha parlato il presidente Soru in quest'Aula che io non conosco. Il presidente Soru ha detto che gli assegni di merito sono diventati un'opera di assistenzialismo e che gli assegni di ricerca sono stati dati senza criterio. Io non ho, onestamente, informazioni che mi consentano di avere la certezza che quello che il presidente Soru ha denunciato in quest'Aula sia vero, ma chiedo all'assessore Baire - che però non c'è -, al Presidente o agli Assessori che si occupano della gestione concreta di queste cose di verificare se le cose lamentate dall'onorevole Soru sono reali. Nel senso che se ci fosse un travisamento o uno stravolgimento di programmi e progetti dipendente da volontà politica di questa Giunta, i Riformatori chiederebbero un'eventuale rettifica di queste azioni che a noi non risultano e di cui vorremmo essere informati con maggiore puntualità.

Ribadisco, quindi, che il nostro giudizio sul Master and back è estremamente positivo, nel senso che consideriamo l'intuizione di questo programma estremamente positiva. Abbiamo denunciato, nella scorsa legislatura, diversi malfunzionamenti, rigidità burocratiche estreme nella gestione del programma che per coloro i quali ne stavano fruendo comportavano una serie di difficoltà fortissime e immotivate. Per questo motivo abbiamo rivolto diverse interrogazioni all'Assessore del lavoro e abbiamo segnalato lo scoordinamento dei bandi del back rispetto a quelli del master, ma stiamo parlando comunque di problemi tecnici, che come tali possono essere risolti. Il problema fondamentale che, però, oggi si pone in quest'Aula - e torno all'intervento questa volta di Chicco Porcu - è questo: dopo quattro anni di attuazione del Master and Back l'obiettivo è stato raggiunto? Con questo strumento il nostro obiettivo era quello di mandare a nostre spese fuori dalla Sardegna, per un'ulteriore specializzazione, le intelligenze migliori, i laureati più bravi delle nostre università, quelli che tendenzialmente vanno fuori a rincorrere opportunità che qui non ci sono e che normalmente rappresentano il prodotto di un'élite culturale. Bisognerebbe dunque chiedersi se aiutarli sia di destra o di sinistra. Dopo di che avremmo potuto mettere a frutto la spesa che all'università, nel percorso formativo della scuola e nel master la Regione aveva sostenuto per loro utilizzandoli per dare uno starter maggiore, rispetto a quello che abbiamo, alla nostra forza e capacità di sviluppo. Avremmo quindi fatto in modo che essi fossero un motore dello sviluppo della Sardegna. Dopo quattro anni questo si sta verificando? Lo Chiedo all'assessore Manca, che magari ci può dire anche quanti giovani sono entrati nel circuito del Master e quanti di essi sono ritornati tramite il back, perché questo è il fondamento del nostro ragionamento. Noi vorremmo capire se il back sta funzionando; il master funziona, lo sappiamo, ma perché possa essere raggiunto l'obiettivo che si poneva l'intuizione della Giunta di centrosinistra deve funzionare anche il back.

E allora magari possiamo ragionare su come far funzionare meglio il back, possiamo pensare non solo che il Master and back possa essere utilizzato dalle persone non occupate, ma che ci possano essere dei concorsi all'interno della pubblica amministrazione tali per cui i giovani neolaureati che vengono assunti abbiano la possibilità di fare il Master and back, quindi vadano a formarsi quelli che già sono nella pubblica amministrazione. Perché dico questo? Perché nel vostro ragionamento, colleghi del centrosinistra, c'è una cosa che è contraddittoria. L'onorevole Giampaolo Diana illustrando la mozione ha detto: "Dobbiamo fare una programmazione". Ma se facciamo una programmazione e scopriamo che le aziende sarde, con il livello di sviluppo che c'è oggi in Sardegna, sono in grado di recepire 100 back, significa che possiamo fare solo 100 master, se è questa la programmazione. Il ragionamento è che se non c'è sviluppo non c'è back, perché oggi sta succedendo, e tanti l'hanno detto, che il back viene fatto all'interno di aziende pubbliche (le università, il comune, la provincia, la Regione), cioè di aziende che poi non possono assumere e che vanno a creare quella che l'onorevole Uras definirebbe una nuova forma di precariato, cioè laureati molto bravi che hanno fatto un master fuori dalla Sardegna, che tornano qui, lavorano all'Università, quindi fanno una sorta di precariato all'Università, e dopo due anni non fanno più niente, per cui devono di nuovo andar fuori. Dopo cinque anni li avremo persi, quindi il back non funziona se le cose stanno così. Ecco, questo è il problema grosso e non è un problema di destra o di sinistra, colleghi. Il problema è cercare di capire insieme cosa fare per avere magari un coordinamento con il sistema delle aziende migliore rispetto a quello che abbiamo e per creare le occasioni nel privato, non nelle aziende dove costituiranno nuovo precariato. Si può fare insieme, non c'è bisogno di scontri ideologici.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Rosanna Floris è rientrata dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Bruno e Diana Mario)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che il consigliere Caria è presente.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 62 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Barracciu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cucca - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché ho verificato la presenza del numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, inizio da alcune considerazioni che ha fatto il collega Vargiu, con il quale spesso mi capita di intrecciare le opinioni, per dire che non è sbagliato il Master and back, ma è sbagliato il mondo nel quale viviamo. E' il mondo nel quale viviamo che determina forme di precarizzazione del lavoro e della vita delle persone ed è un mondo che non ci è caduto addosso, è un mondo che noi abbiamo cercato, che abbiamo costruito. Per quanto ci riguarda siamo stati deboli, cioè non siamo stati in grado di opporre un'azione efficace contro il mondo che avete voluto costruire: il mondo della flessibilità del lavoro, il mondo della centralità dell'impresa, il mondo del libero mercato senza confini, il mondo in cui si passa, per interesse, per profitto, sopra la vita delle persone. Questo è il mondo che avete costruito!

La stessa Costituzione europea si fonda non sui grandi principi dell'umanesimo moderno, ma sul libero mercato, sulla libera concorrenza. La commissione più rilevante dell'Unione Europea è quella della libera concorrenza, non quella dellle politiche sociali, delle politiche ambientali, delle politiche del lavoro. No, la commissione della libera concorrenza: il profitto al centro dell'esistenza di questo mondo, che passa sopra tutto, sopra tutti.

Prendiamo atto di questa realtà e cerchiamo di migliorarla. E come la miglioriamo per una regione come questa? Lo dico, Presidente, perché può anche essere utile capire intanto che abbiamo ragionato sul Master and back e anche sulla prevalenza dell'istruzione rispetto all'esperienza e al lavoro. E poi dirò qualcosa sull'utilizzo, per esempio, delle pubbliche amministrazioni come la sede privilegiata del back. Noi pensiamo che sia utile rientrare...

Presidente, se dobbiamo chiacchierare ce ne andiamo a casa. Ascoltiamoci un attimo. La Giunta ha fatto un servizio pessimo alle nuove generazioni in materia di politiche del lavoro. Questa maggioranza, a un anno di distanza, è zero spaccato! E' zero spaccato! E' inadeguata, dovrebbe dimettersi! Per un anno ha lasciato le strutture della Regione senza direzione! E' un pasticcio, non ha un'idea, va a tentoni, non ha occhiali, non vede al di là del proprio naso. E', ripeto, inadeguata! E rispetto a questa inadeguatezza, che è clamorosa, noi abbiamo una regione e un popolo sardo che rischiano il collasso, che non hanno futuro. E' vero o non è vero, Assessore, che in un anno circa questa Giunta ha avuto tre Assessori, di cui lei è il terzo? In un anno circa è rimasta con un sostituto, dal momento che il dirigente massimo dall'Assessorato era in vacanza! E' vero o non è vero che l'Agenzia regionale del lavoro è ridotta a macerie? Macerie! E' vero o non è vero che l'Agenzia regionale del lavoro ha affidato a un consulente passato per caso in questa amministrazione, assunto fuori dalle procedure di legge, il Master and back, cioè uno dei più importanti strumenti di politica del lavoro e di politica dell'istruzione? E' vero o non è vero che noi siamo stati a guardare? Chiacchieriamo, che ci interessa se fuori da queste porte gli altri muoiono di fame!

Noi dobbiamo riprendere le file di questo discorso che si è arenato. Io ero uno dei sostenitori della tesi che prima di pensare al master dovessimo pensare al back. Non che il Master and back in sé, iniziando dal master, sia una tesi che non ha la sua dignità. Ce l'ha, ma è diversa dalla mia. Io dicevo: "Ragioniamo sui profili professionali che possiamo immettere all'interno del nostro sistema, in modo tale da mandare più giovani, non un unico giovane, onorevole Vargiu, ma cinque, dieci giovani a prepararsi per il profilo di inserimento. E così si apre una sana competizione, si tenta di essere migliori degli altri, si visitano le università più prestigiose dell'Europa, perché questo era l'obiettivo del Master and back, quello cioè di raggiungere l'eccellenza, il massimo livello possibile. Questo programma non è né di destra né di sinistra. Io conosco ragazzi, di famiglia povera, che fanno master, vanno a studiare fuori, si impegnano e sono più produttivi di quelli che hanno i piedi al caldo, perché hanno più voglia, più rabbia, più intelligenza, più capacità, più abnegazione. Sono meno aiutati, però, perché quando rientrano a casa magari trovano che il padre è in cassa integrazione, perché ce l'abbiamo lasciato noi in cassa integrazione, con la nostra idea di flessibilità, di mondo flessibile, quello incapace di ascoltare l'umanità, di ascoltare gli uomini e le donne che vivono concretamente la loro esistenza. Questo è il dato.

Sul back ha ragione l'onorevole Vargiu: siccome non si riesce a trovare uno sbocco, utilizziamo prevalentemente le pubbliche amministrazioni. Devo dire che io non mi scandalizzo, ma facciamolo con una ragione, relazioniamo questa soluzione a una realtà che dobbiamo avere sotto controllo, che dobbiamo valutare e costruire nella direzione giusta. Perché delle eccellenze noi possiamo fruirne collettivamente, visto che il costo è collettivo, ma possiamo fruirne solo se abbiamo un'idea su che cosa ne dobbiamo fare. Non c'è ufficio dell'Agenzia regionale del lavoro, ma io dico dell'Assessorato del lavoro e della Regione nel suo complesso, che non faccia piangere! Lo chiedo agli Assessori che sono in quest'aula oggi: avete letto il testo di legge che è all'esame della prima Commissione in materia di personale? E' un insieme di botteghe clientelari e non affronta un solo problema che riguardi le questioni vere!

Noi abbiamo stanziato 30 milioni di euro adesso e li abbiamo dovuti stanziare così, senza alcuna valutazione, senza alcuna istruttoria. Perché? Perché abbiamo uffici che fanno pena e questa Giunta si sta proponendo esattamente di far fare loro ancora più pena, gestendo una clientela interna di promozioni fasulle. Se non si affrontano questi problemi, abbiamo voglia di inventare cose innovative e sane come questa! Moriranno tutte!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Signor Presidente, io ascolto sempre l'onorevole Uras e credo che ci dovrebbe essere un pronunciamento forte del Consiglio regionale per chiedergli di lasciare i banchi del Consiglio per riassumere quel ruolo che forse gli era più congeniale, cioè quello di direttore dell'Agenzia regionale del lavoro. Probabilmente non avrebbe utilizzato la carta di credito in giornate strane, per esempio il 1º gennaio, non l'avrebbe utilizzata in piazza Navona e forse neanche nel Corso, a Roma, cioè non avrebbe fatto tutta una serie di atti assurdi, che verranno giudicati nelle sedi opportune. Questo non è certo argomento che mi interessi particolarmente, ma quando si parla di spartizione bisogna pensare che, insomma, nel bene o nel male la facciamo tutti. Io non nominai il vecchio direttore dell'Agenzia regionale del lavoro, che aveva una paternità, un nome, un cognome e li ha ancora, perché è vivo e spero viva ancora a lungo, ma certo egli fu uno di quegli elementi destabilizzanti che hanno contribuito a far sì che al collegato alla finanziaria di qualche mese fa io presentassi un emendamento per la soppressione dell'Agenzia regionale del lavoro, convinto come sono che dopo che l'onorevole Uras è andato via essa sia precipitata in un baratro. Di questo non si può dare responsabilità a questa maggioranza e a questa Giunta regionale. L'Agenzia regionale del lavoro era incapace, inefficace e inefficiente da ben prima, guarda caso quando l'onorevole Soru, che oggi parla di spartizione, era Presidente della Regione Sardegna.

Presidente Soru, noi non vogliamo uno sviluppo di tipo indiano. Io comprendo il suo ragionamento, credo che ci sia necessità di maggiore conoscenza e che si debba investire in questo, però il collega Porcu e lo stesso collega Uras hanno, tra le pieghe dei loro interventi, demolito passo per passo il programma Master and back, perché l'onorevole Porcu è stato chiarissimo nel dire che non andava bene neanche prima, benché noi in quest'Aula ci fossimo affannati a dirvi che c'era necessità di correttivi, che non avete apportato. Allora, la conoscenza è certamente bella per tutti, però quando lei chiede che le risorse che vengono stanziate per i bandi a sportello per le attività produttive vengano trasformate in contributi per il Master and back, o in sostegno al Master and back, non mi trova d'accordo, perché la situazione economica della Sardegna non è quella di un paese che si sta affacciando per la prima volta nell'universo economico mondiale. E' una situazione diversa, ma la Regione Sardegna non è diversa da quel paese di cui parlo io, per cui non sarebbe possibile neanche questo.

Peraltro l'investimento che la Giunta regionale ha provveduto a fare in questi giorni mi pare più che esauriente rispetto a quelle che presumo siano le richieste che sono pervenute. Ma siccome la vostra mozione, cari colleghi, prevede sei punti con i quali non fate altro che chiedere dei numeri, io credo che l'Assessore sarà in grado di fornirvi tutti i numeri che volete, bisognerebbe però sapere se questi numeri poi coincidono con una crescita reale della conoscenza. L'onorevole Vargiu e anche l'onorevole Uras hanno accennato al fatto che nessuno vuole mettere in discussione la validità di questo programma. Certo è che se debbono essere apportate delle modificazioni, e io credo che se ne debbano apportare, mi meravigliano la verve e la virulenza con cui il collega Soru - da oggi riprenderò a chiamarlo collega Soru - ha iniziato il suo intervento. Per quale motivo? Parliamoci chiaro, su argomenti importanti come questi dobbiamo dire esattamente che cosa vogliamo fare. Nella mozione voi non avete chiesto di modificare o di fare; non avete chiesto assolutamente nulla. Avete chiesto solo una serie infinita di dati che vi verranno puntualmente forniti. Mi sarei aspettato che nelle pieghe dei ragionamenti ci fosse qualche innovazione, qualche suggerimento a questa maggioranza incapace, così com'è stata definita da lei, onorevole Soru, e da altri colleghi. Invece no. La mozione sarà anche opportuna, però non c'è nessun un punto che lasci intendere che il ragionamento sia stato: "Probabilmente si sono resi conto che qualche errore è stato fatto, contribuiamo tutti assieme a modificare questi errori". No, non si parla assolutamente di questo.

Lei, onorevole Soru, ha parlato di lottizzazione dell'ERSU, di spartizione, ha parlato anche di questioni riguardanti l'ambiente, e capisco perché le abbia tirate in ballo; non ha parlato, ma ne vorrà di certo parlare, della questione del G8, e ne parleremo. Parleremo di ciò che è avvenuto anche a La Maddalena, ma il ruolo che noi ci siamo dati, che credo sia il ruolo che ci hanno dato i sardi, non è quello di sputarci addosso veleni su quello che abbiamo fatto o non abbiamo fatto nel passato. Lei, che oggi è all'opposizione e conduce una battaglia forte al comando della sua minoranza, ci dia qualche suggerimento, perché dal suo intervento suggerimenti non ne sono arrivati, salvo quello di promuovere una maggiore conoscenza. Benissimo, siamo tutti d'accordo, però noi abbiamo necessità di dare risposte, oltre che conoscenza, a un territorio martoriato. E non sto dicendo che è stato martoriato dalla sua amministrazione. Certamente in quel periodo abbiamo sofferto molto, hanno sofferto molto i sardi, ma forse non era solo lei il responsabile, forse ci sono state congiunture internazionali, dati negativi sulla Sardegna, e non solo sulla Sardegna, che si sono sommati uno all'altro, ma da qui a dire che noi stiamo facendo male e che lei non si assume nessuna responsabilità per quello che ha fatto negli ultimi cinque anni ce ne passa veramente!

Questo non lo possiamo tollerare, non lo hanno tollerato i sardi, per cui la inviterei, in questo momento, anche per quanto riguarda le mozioni successive e con la sua presenza costante, che apprezzo molto visto che sta venendo tutti i giorni in Consiglio, a darci qualche suggerimento ulteriore. Faccia in modo che ci sia la necessità di dialogare con lei, e non per il male che ha fatto lei o che abbiamo fatto noi nella legislatura ancora precedente, ma per quello che si aspettano i sardi. Se ragioniamo in questo modo, allora anche i toni dell'onorevole Uras probabilmente - che conosciamo fin troppo bene, per cui sappiamo perché li usa - si potranno abbassare un po' e qualcosa riusciremo a risolverla. Lanciarci reciprocamente tutta una serie d'improperi credo non sia assolutamente produttivo, perché, guardi, quando discuteremo la mozione sul G8 sa quante cose potranno rimanere in gola a tutti noi qui dentro? Non ne ha la minima idea!

E allora, non è questo il nostro ruolo, pensiamo ad altro, pensiamo a produrre atti normativi validi per la Sardegna, per lo sviluppo della Sardegna, e non facciamo questa demagogia che non è assolutamente utile né a noi né soprattutto alle migliaia di giovani che aspettano una risposta che certamente non può essere solo ed esclusivamente quella del Master and back o del back. Non può assolutamente essere solo questo. Un'esperienza di Master and back in casa, direttamente o indirettamente, con un figlio, un nipote o comunque un parente, probabilmente l'abbiamo avuta tutti, con la sua amministrazione, onorevole Soru, non con questa. Ebbene i risultati sono sotto gli occhi di tutti: nessuna stabilità. Questi giovani hanno maturato esperienze fuori e continueranno a maturarle fuori, perché non hanno intenzione di rientrare in Sardegna. Ma allora, che cosa stiamo facendo? Siamo veramente convinti che questo sia il sistema migliore o non si dovrà forse, come ha detto l'onorevole Porcu, cominciare a tagliare un po'? Forse occorrerà fare una graduatoria, capire che cosa ci serve e che cosa non ci serve. Ma se queste cose non le diciamo assieme credo che risultati non ne avremo. I ragazzi giustamente verranno a protestare da noi - io ho un documento che mi è stato presentato qualche settimana fa da parte di alcuni laureati che si preoccupano per il loro futuro -, ma se noi vendiamo come unico futuro per i ragazzi sardi laureati e che meritano veramente il Master and back allora sbagliamo di grosso. E dalle sue parole non ho sentito assolutamente nulla che mi faccia pensare a qualcosa di diverso. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, meraviglia un po' questo intervento dell'onorevole Mario Diana, che chiede all'opposizione di offrire un progetto per l'occupazione, per dare stabilità ai giovani. Quali politiche per il lavoro? Quali politiche per la conoscenza? Ricordo all'onorevole Diana che siete voi al governo e che in ogni caso di suggerimenti in questo periodo noi ve ne abbiamo dati tanti: ve ne abbiamo dati sulla legge numero 162, e li avete parzialmente accolti; ve ne abbiamo dati su Tuvixeddu, e li avete accolti; ve ne stiamo dando sul Master and back e vediamo se li accoglierete; ve ne daremo stasera sul G8 a La Maddalena e sui fondi FAS, ma ve ne daremo anche altri.

Io credo che questa sia una Giunta strana, onorevole Diana: parliamo di industria e si presenta l'Assessore della programmazione, però l'Assessore dell'industria almeno partecipa; parliamo di politiche della conoscenza, certamente il mondo del sapere è intrecciato con il mondo dei comparti produttivi, e si presenta l'Assessore del lavoro, mentre l'Assessore della pubblica istruzione è assente; è sistematicamente assente il Presidente della Regione, che non è un elemento estraneo a questo Consiglio regionale, intanto perché è un consigliere regionale. E' un consigliere regionale che guida la Regione ed è un consigliere regionale che probabilmente avrebbe bisogno - lo ha detto lei, onorevole Diana - di qualche suggerimento, di qualche indirizzo. E questo Consiglio regionale ha proprio questo scopo, quello cioè di dare un indirizzo politico alla Giunta e anche al Presidente della Regione nelle materie che attengono a quest'Aula.

Crediamo che quella del Presidente della Regione sia un'assenza grave, soprattutto quando, come in questo momento, parliamo di politiche del lavoro e di politiche della conoscenza o quando trattiamo, come avverrà questo pomeriggio, delle politiche di riconversione, da militare a turistica, dell'economia dell'isola di La Maddalena, delle strategie per la Sardegna e dei fondi FAS. C'è un'assenza colpevole e ormai sistematica in quest'Aula da parte del Presidente della Regione.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue BRUNO.) Approfitto della presenza dell'Assessore del lavoro per dire che in questi giorni siamo alla ribalta nazionale, se guardate anche i siti Internet dei giornali nazionali di stamattina, perché ci sono delle persone, tante persone che si sono riunite nell'isola dell'Asinara per testimoniare all'opinione pubblica nazionale che c'è un problema in Sardegna, un problema di sviluppo, un problema che riguarda tante famiglie sarde, e c'è una scarsa attenzione a queste problematiche da parte di questa Giunta regionale nelle decisioni che riguardano le politiche dello sviluppo e nei rapporti con il Governo. Attendiamo da un anno - e da un anno voi siete al governo - una risposta sulle politiche industriali, attendiamo di sapere qual è il ruolo dell'ENI nella chimica e cosa l'ENI vuole fare della Sardegna, cosa vuole fare della chimica in Italia. Attendiamo un modello alternativo a quello di Sartor, che ci avete proposto in campagna elettorale, attendiamo qualche risposta, ma voi non avete né affrontato né risolto un solo problema in un anno.

Allora, quali politiche per il lavoro, quali politiche per la Sardegna, quali politiche di sviluppo, stiamo parlando di questo stamattina, perché ci sono alcune parole chiave che sono state utilizzate e che rientrano nella cosiddetta politica dell'annuncio, assessore Manca. Noi abbiamo presentato questa mozione perché vogliamo mettere un punto. Voi avete fatto tanti annunci, il presidente Cappellacci ha promesso un bando per l'alta formazione entro 31 dicembre 2009, non a noi, ma al Comitato Master and back che, devo dire, è un esempio concreto di partecipazione popolare, un esempio di persone, giovani e meno giovani, che lavorano insieme per un obiettivo e diventano interlocutrici attente e organizzate del politico, e quindi della Giunta regionale e del Consiglio regionale. E infatti hanno incontrato tutti i Gruppi politici consiliari e la Giunta più volte. E' passato un anno e mezzo dall'ultima pubblicazione del bando per il rientro, c'è una congestione del sistema, ne abbiamo parlato abbondantemente, e ci sarà, se non interveniamo, una corsa senza regole allo sportello dell'Agenzia del lavoro per il finanziamento delle borse di rientro, con la previsione di un bivacco da parte dei laureati - l'hanno comunicato anche a lei - per tutta la notte negli uffici di via is Mirrionis. Ricordo un altro annuncio interessante da parte del direttore Tunis: "Predisporremo una tenda riscaldata, delle transenne, offriremo generi di conforto a queste persone e abbiamo già allertato la Questura. Insomma un programma, un progetto che dovrebbe richiamare l'attenzione nazionale, perché è veramente un fiore all'occhiello della Sardegna, noi lo trasformiamo in uno strumento di ordine pubblico!

Io credo che dalla tenda riscaldata e dai generi di conforto occorra passare - ed è per questo che abbiamo presentato la mozione - a un punto fermo: insomma, ci volete dire se le risorse per il Master and back saranno finalmente erogate, quante domande riuscirete ad accogliere e se sulla base del ritardo accumulato riuscirete a dare risposta a tutte le persone che hanno presentato percorsi di rientro?

C'è poi, è vero, un problema che riguarda le aziende private, le quali effettivamente sono state disponibili a ospitare il 30 per cento dei percorsi di rientro, contro il 70 per cento intercettato invece dagli enti pubblici. C'è un problema e io credo che occorra riflettere attentamente, forse in un'apposita sessione consiliare, forse nella Conferenza per il lavoro, sulle politiche che stiamo mettendo in campo per quanto riguarda l'incrocio tra la domanda e l'offerta, sulle politiche che stiamo mettendo in campo per dare attuazione - ne parla spesso il collega Uras - alla legge numero 20 del 2005, che doveva essere la riforma del collocamento, la riforma dei servizi per l'impiego. Dobbiamo capire, per esempio, se queste politiche funzionano e che rapporto c'è tra il mondo del sapere e il mondo dei comparti produttivi. Allora, queste sono le risposte che dovete darci stamattina, sulla base della nostra mozione. Dal mese di febbraio, in cui gli studenti (che poi non sono studenti, ma sono giovani laureati) hanno voluto incontrare la Giunta regionale per manifestarle le problematiche dei ritardi del Master and back, noi abbiamo posto in essere alcune azioni (un'interrogazione, un'interpellanza trasformata in mozione) e abbiamo voluto oggi affrontare, con una mozione, tutti i termini di questo bando, tentando di coinvolgere il Consiglio regionale in una discussione ampia, che vada oltre le ideologie. Qua non c'è niente di ideologico; qua c'è la previsione di un progetto per la Sardegna che tenta di recuperare i giovani che altrimenti trovano all'estero occasioni di lavoro, e cerchiamo di farlo tenendo conto che ci sono meccanismi che dovrebbero essere regolati da criteri di meritocrazia, che dovrebbero quindi riguardare il merito, che dovrebbero riguardare soprattutto l'incentivazione per le imprese sarde ad assumere giovani laureati sardi che si specializzano all'estero anche con i soldi della collettività.

Nell'affrontare la finanziaria, quando abbiamo parlato di credito d'imposta noi abbiamo proposto - vi abbiamo dato anche questo suggerimento e l'avete accolto - di inserire uno sgravio maggiore, fino a 2.000 euro, per le persone che hanno concluso il percorso di rientro del Master and back. Riteniamo che con una serie di misure determinate e dettagliate si possa incidere maggiormente nelle politiche del lavoro, nelle politiche di sviluppo, anche per le imprese private.

Credo che dobbiamo andare oltre la disponibilità annunciata dalla Giunta regionale e mettere in campo degli atti concreti. Allora noi vi chiediamo di approvare questa mozione, sulla quale non ho avvertito, dagli interventi della maggioranza, contrarietà. Come ha detto poco fa il Capogruppo del P.d.L., dei sei punti contenuti nella mozione, cinque riguardano dati che ci fornirà l'Assessore del lavoro; dati che evidentemente incontrano le nostre perplessità, ma che la Giunta chiarirà, precisando che effettivamente il Master and back non diventerà una lotteria per gli studenti, ma sarà una cosa seria, così come noi l'avevamo pensato. C'è poi l'ultimo punto in cui vi chiediamo di reperire le risorse sufficienti a finanziare tutti i percorsi di rientro. Attendiamo anche su questo una risposta, attendiamo che veramente si dia concretezza a un altro annuncio che è stato dato fatto qualche giorno fa: lo stanziamento di 30 milioni dal Fondo sociale europeo. Attendiamo che in maniera molto rapida, con atti concreti, già da domani si possano dare delle risposte inequivocabili che vadano oltre gli annunci e le promesse. A questo serviva questa mozione, a riportare cioè all'attenzione dell'Aula un problema. Noi facciamo una zoomata su un aspetto particolare che riguarda in questo momento il Master and back, volendo però affrontare, e chiederemo una discussione apposita…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, onorevole Bruno.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

MANCA FRANCESCO, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.Signora Presidente, signori consiglieri, prima di entrare nel merito delle specifiche questioni che sia la mozione sia l'interpellanza pongono, voglio affrontare alcune questioni di carattere più generale, di sfondo, che sono emerse anche in questo dibattito e che partono dalla considerazione che all'interno della Giunta la conoscenza è uno degli elementi strategici, è uno degli elementi fondanti il nuovo percorso di sviluppo, è quella energia che consente di superare determinati problemi in un'ottica di medio e lungo periodo, perché, guardate, la bacchetta magica non l'abbiamo noi, ma non l'avete neanche voi, quindi non è pensabile che nel breve periodo si possano creare riforme di struttura capaci di pervenire a un percorso nuovo che faccia, appunto, della conoscenza il perno del nuovo sviluppo regionale. Questa conoscenza ha bisogno di infrastrutture fondamentali, che sono quelle dell'istruzione, ed è per questa ragione che proprio quest'Aula sarà chiamata, in tempi brevi, a discutere il disegno di legge che la Giunta presenterà sulla riforma dell'istruzione in generale in Sardegna. Quindi da questo punto di vista ci saranno responsabilità importanti di quest'Aula, per capire quali saranno le prospettive per le quali i giovani sardi avranno la possibilità di perseguire percorsi capaci di arrivare a costruire un'identità nuova di questa regione. Identità che pian piano sta prendendo forma, anche se qualcuno non vuole avere occhi per guardare le cose che si stanno facendo. La riforma, per esempio, della scuola digitale e lo stanziamento a tal fine di 110 milioni di euro sono iniziative che vanno dritte dritte verso un percorso di riqualificazione del mondo della scuola. Il finanziamento dei progetti di ricerca, che ha visto tutti i progetti idonei utilizzare le risorse disponibili, è un'altra di quelle attività concrete con le quali la Giunta ha dato corpo a iniziative specifiche, così come per quanto riguarda le borse di studio. Sto parlando di uno stanziamento per i progetti di ricerca di 32 milioni di euro e per la scuola digitale, ripeto, di 110 milioni di euro. Le borse di ricerca e i progetti di ricerca non li gestisce certo la Giunta, ma l'Università, quindi non c'è una responsabilità diretta da parte nostra. Noi abbiamo finanziato tutte le iniziative che sono state ritenute idonee, senza concedere nessun tipo di intervento a pioggia, e la stessa cosa è accaduta per quanto attiene alle borse di studio.

La stessa fatica che abbiamo fatto nel cercare di recuperare le risorse per finanziare questi progetti la stiamo facendo con riferimento al progetto Master and back che - e quest'Aula credo lo abbia messo in assoluta evidenza - per quanto inserito all'interno di un percorso di crescita della conoscenza presenta dei limiti di carattere strutturale che attengono soprattutto alla parte del back.

La questione riguardante l'intervento del pubblico di fatto ha distorto il progetto. Ma, badate, non è un fatto che riguardi questa Giunta, perché dall'inizio dell'attuazione del progetto Master and back il 70 per cento delle iniziative ha riguardato il pubblico e il 30 per cento il privato. E' un fatto che ha una precisa connotazione in quello che è il nostro sistema economico, se è vero com'è vero che il 77 per cento del nostro prodotto interno lordo dipende dalla spesa pubblica allargata e soltanto il 23 per cento dipende dal resto. Noi stiamo continuando ad alimentare questo aspetto che presenta elementi di grande negatività che vanno nei prossimi bandi assolutamente corretti, perché questo non è un progetto mirato a far funzionare il pubblico e a creare surrettiziamente occupazione precaria che fra due o tre anni ci ritroveremmo a gestire in maniera sicuramente difficoltosa.

Da questo punto di vista, quindi, la parte riguardante il back ha assoluta necessità di interventi, intanto per quanto riguarda la premialità, perché non è pensabile che chi arriva prima, anche se presenta un progetto assolutamente inadeguato possa avere le risorse rispetto a chi arriva dopo. Sono tutte cose, queste, badate bene, che erano già presenti nel primo bando. Alcune cose abbiamo provveduto a correggerle. Mi piacerebbe che fosse presente Luciano Uras, perché una delle cose che abbiamo corretto riguarda proprio l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro ai giovani laureati, che prima non erano, come dire, utilizzati e si applicava un forfait di 24 mila euro. A parte lo sfruttamento di carattere generale che c'era da questo punto di vista, era veramente un fatto umiliante anche per i giovani.

Detto questo, sicuramente sulla parte del back c'è da fare. Proprio sabato, incontrando i giovani, abbiamo espresso la nostra disponibilità a un confronto per capire quali sono, secondo loro, gli interventi da realizzare particolarmente per quanto attiene al back. Ripeto, non è un problema che riguarda solo il pubblico, ma ci sono tante altre questioni. La meritocrazia, per esempio, è uno degli elementi importanti. Penso anche alle forme di reddito: voglio capire, da questo punto di vista, se gli scaglioni del reddito sono un elemento sul quale si può intervenire. Penso a interventi di supporto finanziario alle imprese che vogliono utilizzare i cosiddetti backisti, penso a tutta una serie di cose che forse ci aiuteranno a gestire meglio questa parte, sapendo peraltro che il ruolo pubblico in questo contesto assume un rilievo fondamentale, perché se noi lasciamo soltanto il 30 per cento alle imprese il rischio che si corre, come diceva l'onorevole Vargiu, è che il numero delle domande soddisfabili sia davvero molto limitato. Questo per quanto riguarda gli aspetti di carattere generale.

Sulle questioni specifiche, invece, chiedo un po' di pazienza al Consiglio, ma siccome ho grande rispetto istituzionale per questo consesso, ho il dovere di rispondere in maniera puntuale alle questioni che la mozione pone. Mi è stata chiesta una serie di dati e io risponderò, spero in maniera esaustiva, alle domande che sono state poste.

Il primo punto chiede quanti giovani e quanti organismi ospitanti hanno presentato domanda per l'inserimento nelle vetrine, a quanto ammontano le risorse disponibili e, di conseguenza, quante sono le richieste che potrebbero essere soddisfatte. I dati non sono precisi all'unità, perché è possibile che qualche domanda sia ancora da protocollare, comunque a ieri erano 1.770 le domande pervenute, di cui 970 da parte dei candidati e 800 da parte degli organismi ospitanti; le risorse disponibili, come da bando, erano 14 milioni e 900 mila euro. Relativamente al 2009, le domande pervenute per i tirocini sono 839 e lo stanziamento da bando è di 3 milioni di euro, mentre per l'alta formazione artistica e musicale sono pervenute 48 domande e lo stanziamento è di 500 mila euro. Mi si chiede quante domande possono essere soddisfatte con queste risorse. E' una domanda alla quale non si può dare una risposta completa per una ragione tecnica, e cioè bisogna aspettare che siano pubblicate le cosiddette vetrine e che si faccia il matching fra la domanda e l'offerta, perché il range di disponibilità finanziaria varia tra chi chiede un contratto di sei mesi e chi chiede un contratto a tempo indeterminato di tre anni: c'è una varianza che va dai 7.200 euro per chi chiede i sei mesi ai 100 mila euro per chi chiede i tre anni a tempo indeterminato, il che vuol dire che si va da un minimo di 6 milioni di euro, soddisfando tutte le richieste e ipotizzando che tutti quanti chiedano il tirocinio di sei mesi, a un massimo di 75 milioni di euro nel caso in cui tutti quanti chiedano i tre anni a tempo indeterminato. Questo è un dato che allo stato delle cose non è minimamente individuabile, se non dopo che si saranno pubblicate le vetrine e si sarà fatto il matching tra la domanda e l'offerta. In quel momento sapremo esattamente di quante risorse avremo necessità.

Il secondo punto riguarda i ritardi nella pubblicazione delle vetrine, i quali sono imputabili al fatto che c'è stato un incremento di domande del 50 per cento rispetto all'anno precedente e che quindi l'Agenzia del lavoro si è dovuta organizzare. Questo ha determinato un ritardo causato, ripeto, dal numero elevato di domande pervenute.

Il terzo punto ci pone il problema dei percorsi di rientro, "nati" - dice la mozione - "come logica prosecuzione del periodo di formazione", che rischiano di diventare "una sorta di lotteria a causa dell'inadeguatezza delle risorse rispetto al numero dei giovani che hanno maturato i requisiti". Intanto non esiste nessun nesso di consequenzialità fra percorso formativo e percorso di rientro. Attengono a due bandi completamente diversi, anche dal punto di vista delle risorse finanziarie, che sono tutte tratte dal POR, ma dal punto di vista dell'esecuzione sono due bandi completamente diversi. Il matching si fa, abbiamo detto, soltanto successivamente.

Per quanto attiene, invece, al quarto punto, cioè alla partecipazione degli enti pubblici, si chiede di verificare se "in assenza di adeguati fondi a disposizione, possa determinarsi una sostanziale vanificazione del programma Master and back, sorto sostanzialmente per favorire l'insediamento permanente di giovani qualificati nel mondo delle imprese". La possibilità di partecipazione degli enti pubblici al programma Master and back, come ho già detto prevista da tutti i bandi precedenti, concorre a formare una componente essenziale nella ripartizione sul territorio tra impiego pubblico e privato. Si precisa, a tal proposito, che non esistono candidati degli enti pubblici e candidati delle imprese, in quanto il meccanismo delle vetrine prevede che sia i candidati, cioè gli studenti, sia gli organismi ospitanti, vale a dire le imprese, gli enti pubblici e le università, facciano domanda all'Agenzia per essere inseriti in due distinti elenchi che consentono, a seguito della pubblicazione delle vetrine - che vi annuncio avverrà entro brevissimo tempo, spero entro la prossima settimana -, di fare il matching tra domanda e offerta. Solamente al termine dell'iter sopra descritto sarà possibile sapere quanti candidati opteranno per il percorso all'interno dell'ente pubblico piuttosto che per quello nell'impresa privata. Anche questo è un elemento che ci rimanda al momento della pubblicazione delle vetrine.

Il quinto punto chiede di "intraprendere le opportune azioni affinché venga rapidamente superato ogni ritardo che, nell'attuale situazione di crisi, rappresenta un inaccettabile insulto per i giovani disoccupati, per le imprese, per il mondo della ricerca e del lavoro che credono nella bontà dello strumento offerto dal programma Master and Back". I lamentati ritardi sono esclusivamente riferiti alle istanze presentate negli ultimi due mesi e all'elevato numero di richieste pervenute. Come ho già detto, la pubblicazione delle vetrine è ormai questione di giorni. Tutti i giovani e gli organismi ospitanti potranno proporre le proprie istanze di finanziamento senza ulteriori ritardi. Al momento sono aperti tre bandi: percorsi di rientro, tirocini e alta formazione artistica e musicale, per un totale di 2.653 istanze. Voglio sottolineare che rispetto alla gestione precedente c'è stato un netto miglioramento nei rapporti con l'utenza, dimostrato dal fatto che sono in funzione un front office, un numero verde e il servizio URP (Ufficio relazioni con il pubblico), che complessivamente hanno registrato 2.200 contatti, mentre le e-mail pervenute sono state 4.300. Ora, se noi considerassimo - operazione non del tutto corretta, perché una stessa persona può aver inviato anche più di una e-mail o può aver attivato più di un contatto - il numero complessivo dei soggetti che in qualche modo sono stati contattati, certamente supereremmo le 5 mila unità.

L'attuale gestione ha permesso al programma di entrare a regime e in soli quattro mesi sono stati progettati e pubblicati quattro avvisi pubblici, sono state istruite tutte le domande relative all'alta formazione, con venti giorni di anticipo rispetto a quanto previsto dall'avviso, sono state stilate le graduatorie di merito e sono state pagate 449 borse. Vi risparmio quel che è successo nella scorsa gestione, quando i ritardi sono stati anche di nove mesi.

Passo all'ultimo punto, che mi pare quello forse più pregnante, nel senso che chiede di reperire tutte le risorse sufficienti a soddisfare tutti i percorsi di rientro. Qui possiamo dire questo: il numero delle domande presentate è piuttosto elevato. Una situazione simile si è verificata nel 2008, nel senso che le risorse stanziate erano largamente insufficienti a coprire le richieste e per questa ragione venne fatta una delibera che recuperava delle risorse. Vi ha fatto cenno l'onorevole De Francisci. Il fatto che anziché essere utilizzate le risorse del POR 2000-2006 siano state sottratte risorse al POR 2007-2013 (lo stanziamento diverge, ripeto, in maniera significativa da quello originale) ha fatto sì che quest'anno ci siamo ritrovati nella stessa situazione. Per la verità, già nella riunione di Giunta del 23 febbraio scorso, il presidente Cappellacci diede mandato a me e all'Assessore della programmazione di recuperare le risorse per far fronte all'elevato numero di domande. Queste risorse sono state reperite, nel senso che è stato individuato il FSE come fondo dal quale trarre le risorse necessarie, anche se, ripeto, non sappiamo con esattezza quale sia la cifra necessaria fintanto che non viene fatto ilmatching fra domanda e offerta. In ogni caso vi posso dire che almeno 30 milioni di euro sono disponibili.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, la mozione in discussione è stata presentata il 25 febbraio scorso. A quella data la situazione era drammatica, oggi probabilmente non siamo più in quella situazione, anche alla luce dell'intervento appena concluso dall'Assessore. Ho voluto dare un taglio all'illustrazione della mozione con lo sguardo rivolto al futuro, onorevole Diana, senza sputare addosso a nessuno, ma considerando il Master and back come un patrimonio di quest'Isola, certo perfettibile con il concorso di tutti - abbiamo auspicato questo - o di chi vuole in qualche maniera partecipare a rendere perfettibile questo strumento.

Siamo di fronte a uno strumento, l'abbiamo ripetuto in tanti, appunto il Master and Back, che rappresenta una politica fattoriale, Assessore, ne siamo profondamente convinti, al pari delle infrastrutture materiali. Anzi, dirò di più: a poco servono le infrastrutture materiali se quelle immateriali non sono in grado di gestirle. Credo, quindi, che dobbiamo oggi e soprattutto nel futuro essere orgogliosi, in questa Regione, di aver scommesso e di continuare a scommettere sulla conoscenza come politica fattoriale a qualsiasi politica di sviluppo. Non c'è il tempo di soffermarci sulle ragioni delle politiche di sviluppo, ma mi pare, almeno dagli interventi che non si sono connotati per animosità, che fosse questo il senso delle riflessioni che abbiamo svolto tutti, cioè la conoscenza al centro, come scelta prioritaria per far crescere quest'Isola. Senza conoscenza non c'è possibilità di crescita economica in questa regione, così come non c'è crescita economica in qualsiasi parte del mondo dove non c'è un livello di conoscenza in grado di competere con i sistemi più elevati. Si è fatto questo negli anni passati e davvero non capisco, se non si fa appello alla disonestà intellettuale, come si possa non riconoscere in maniera seria una politica come questa. Mi pare, tra l'altro, che le considerazioni contenute nelle conclusioni dell'Assessore in qualche maniera lo riconoscessero.

Ora, è evidente che il back non ha prodotto tutti i risultati attesi ed era anche immaginabile, ma il fatto che non abbia risposto alle aspettative non significa che noi dobbiamo limitarne l'efficacia. Dobbiamo anzi intervenire affinché il back nel prossimo futuro risponda non soltanto alle attese di questi giovani ma, ripeto, a un bisogno vitale di quest'Isola, soprattutto nel sistema economico e produttivo, dove si sente maggiormente il bisogno di un contributo, di un apporto di alta specializzazione e di alta conoscenza. Certo, in questi anni, per le ragioni che lei ricordava, Assessore, abbiamo registrato una forte richiesta da parte della pubblica amministrazione. Ho considerato questo fatto, nella presentazione della mozione, una sorta di vituperio, direbbe il sommo poeta. Noi non possiamo permetterci il lusso di finanziare con risorse pubbliche enti locali o università che sanno produrre solo precariato. E' una vergogna!

Assessore, lei ha fatto un passaggio importante, e ci dovremo tornare nelle prossime ore, sui precontratti, perché di questo parliamo. Gran parte di quei 900 tirocinanti, di cui parla lei, sono nella pubblica amministrazione perché esistono dei "preaccordi" tra gli enti ospitanti e i tirocinanti. Allora io non so, pongo il quesito a quest'Aula, che effetto abbiano quei preaccordi. Credo che dovremo tentare di intervenire anche in questa fase affinché quei preaccordi non abbiano nessun valore, non ricattino quei giovani, con l'auspicio che ci siano molti enti ospitanti del settore privato che consentano di far incontrare domanda e offerta, anche lasciando perdere qualche pacchetto che verrà consegnato non appena si apriranno le vetrine, come lei ben sa, da parte delle università e dei comuni, perché questo è il caporalato della mano d'opera d'alta formazione, che noi dobbiamo impedire, perché non possiamo permetterci il lusso di essere complici di questo ricatto da parte della pubblica amministrazione verso questi giovani. E' una vergogna che noi dobbiamo impedire e dobbiamo farlo nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

Certo, è vero, il sistema delle imprese private non si è dimostrato molto vivace. Ne dovremo discutere nelle prossime settimane, Assessore, e c'è tutta la disponibilità del centrosinistra, nonché quella di questi ragazzi di cui lei ha parlato poc'anzi. Penso che dovremo intervenire sull'impresa in due direttrici: sull'impresa esistente e soprattutto sull'impresa di nuova costituzione. In questa regione negli anni passati abbiamo avuto la legge numero 28 e la legge numero 1, che poi l'Unione Europea ci ha cassato, però siamo riusciti a creare imprenditoria, compresa quella femminile, anche laddove la conoscenza non era alta. Allora è possibile che non riusciamo a creare nuova impresa utilizzando questo straordinario patrimonio? Perché, per esempio, non utilizzare la SFIRS nel ruolo di scouting, ma anche come organismo che mette a disposizione risorse, che incoraggia e partecipa attivamente alla costruzione di nuova impresa, impegnando queste nuove risorse che finalmente abbiamo? Già questo a me consente di dire che il Master and back, nonostante il back non abbia dato le ri[s1] sorse attese, ha fornito un risultato straordinario, perché il fatto che parliamo di queste risorse che abbiamo e che sono un patrimonio di quest'Isola non è un fallimento, ma è l'esatto contrario. E noi abbiamo il dovere di non litigare su questa questione e di aiutare questi giovani e le imprese a incontrarsi, nell'obiettivo, ripeto, di aumentare la crescita, di aumentare il prodotto interno lordo di questa regione che, come ben sa, Assessore, anche nell'anno passato è calato in maniera preoccupante. Ma il prodotto interno lordo non cresce se continuiamo a rimpinguare la pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione produce reddito per chi ci lavora, ma non vende nulla e non aumenta la ricchezza, non incrementa la crescita. Questo è il problema che abbiamo in quest'Isola. Allora dobbiamo utilizzare tutte le opportunità. Questa è una straordinaria opportunità e dovrebbe vergognarsi chi in quest'Aula, anche oggi, ha tentato di fare polemica su questa questione. Davvero non c'è bisogno di questo, c'è bisogno semmai d'altro.

Assessore, per finire, lei ha dato alcune risposte sui numeri, su quanti giovani laureati che hanno superato la prima fase hanno fatto richiesta e su quanti sono gli enti ospitanti. Ci ha ricordato che il 77 per cento del prodotto interno lordo è prodotto dalla pubblica amministrazione, mi scuso per l'imprecisione, e appena il 23 per cento dai settori produttivi. Allora se consideriamo quello che abbiamo un valore, abbiamo necessità di mettere a sistema questo valore. Ebbene, lei ci ha parlato di risorse che dovrebbero essere in grado di affrontare l'emergenza, cioè soddisfare il back. La nostra domanda nella mozione era un pochino più completa. La reitero: oltre a ciò che ho appena detto, c'è la richiesta di reperire le risorse anche per il primo ciclo. Noi siamo disponibili a valutare la possibilità di un ordine del giorno unitario, lo dico con grande rispetto di tutti. Ovviamente l'ordine del giorno non deve essere al ribasso, ma deve essere una sfida nel futuro per tutti quanti noi.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per dire che condivido molte delle osservazioni che adesso, in sede di replica, ha fatto l'onorevole Giampaolo Diana e alcune osservazioni che sono venute anche dalla Giunta. Lavoriamo a un ordine del giorno che concluda positivamente questo dibattito partendo da una convinzione comune, ovvero che il Master and back è uno strumento innovativo che va difeso e ben orientato. Va affrontato non con un atteggiamento ideologico. Per esempio, io non escludo che una quota parte delle esperienze di lavoro di rientro debba essere fatta utilmente anche nella pubblica amministrazione. Valutiamo la pubblica amministrazione come uno dei soggetti che concorrono a rendere il nostro sistema economico, il nostro sistema territoriale competitivo. Anzi, andrebbe affrontata una grande riflessione da questo punto di vista in questa materia. Peraltro ci sono professionalità che vengono a configurarsi attraverso questo procedimento; professionalità che inevitabilmente o prevalentemente possono essere impiegate in servizi di natura pubblica. Per tutti, voglio riflettere per esempio sui sessanta interventi che riguardano le arti, perché molto abbiamo detto, molto diciamo e molto continueremo a dire sulla gestione produttiva dei beni culturali, sulla loro salvaguardia, sulla loro salvezza. In alcuni casi la fruizione è sicuramente adeguata.

Lavoriamo a quest'ordine del giorno, sapendo bene, Presidente, che tutte le cose che facciamo in questo Consiglio, che convergono anche, poi possono non essere attuate. Ultimamente - lo dico al collega Mario Diana, con il quale in molte occasioni discuto animatamente, ma sempre con un tratto positivo - noi approviamo gli ordini del giorno, facciamo le leggi, diamo gli indirizzi alla Giunta, ma il problema, Assessore, qual è? Il problema è che abbiamo una macchina amministrativa che fa acqua da tutte le parti e che ci sta portando ad annegare. Noi non vogliamo annegare, vogliamo respirare, vogliamo rimanere in superficie, anzi vogliamo andare sempre più in alto.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Vorrei chiedere, se l'Aula è d'accordo, una sospensione per poter concordare eventualmente, se c'è la disponibilità, un ordine del giorno.

Chiedo anche alla Presidenza del Consiglio se per quanto riguarda il secondo punto all'ordine del giorno, quindi la discussione della mozione sul G8, considerata l'importanza di questo argomento e il fatto che parliamo di difesa degli interessi, delle prerogative e delle risorse finanziarie della Regione, può accertarsi della presenza in aula del Presidente della Regione.

PRESIDENTE. Per quanto attiene al punto in discussione, se ci sono i presupposti per la predisposizione di un ordine del giorno unitario proporrei di sospendere qui i lavori e di riprenderli direttamente nel pomeriggio. Se, invece, questi presupposti non ci sono, procediamo alla votazione, dopodiché farò una verifica, onorevole Bruno, perché io sapevo che sulla mozione sul G8 avrebbe risposto l'assessore Carta per conto della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Noi riteniamo che ci siano i presupposti per un confronto rapidissimo e per arrivare a predisporre, per questo pomeriggio, un ordine del giorno condiviso.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16 e 30.

La seduta è tolta alle ore 13 e 36.


[s1]Risorse umane



Allegati seduta

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian, sul ritardato pagamento dei premi comunitari previsti dal Piano di sviluppo rurale della Regione autonoma della Sardegna e relativi al "Miglioramento del benessere degli animali - Misura F - Azione F/B".

I sottoscritti,

premesso che la Regione autonoma della Sardegna, nelle norme di attuazione del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 e successivamente in quelle del periodo 2007-2013, ha previsto, a partire dall'anno 2006, che le imprese del comparto ovino e caprino della Sardegna potessero aderire alla Misura F "Agro ambiente e benessere animale"; tale misura, considerata generale, si suddivide a sua volta in:

- Misura F - Azione A, inerente l'introduzione e/o mantenimento dei metodi di zootecnia biologica e dei metodi di coltivazione biologica;

- Misura F - Azione B, inerente il miglioramento del benessere degli animali;

lo scopo era quello di erogare agli allevatori un premio annuale, per capo ovicaprino, quale compensazione dei costi sostenuti a seguito dell'adozione di tecniche di gestione che garantiscano il rispetto del benessere degli animali;

tenuto conto che, per il suddetto programma, è prevista una durata dell'impegno assunto su base quinquennale e considerato che i soggetti beneficiari hanno dovuto sopportare gravosi impegni economici al fine di adeguare le strutture sulla base dei requisiti richiesti;

considerato che il ritardato pagamento dell'erogazione dei premi comunitari agli allevatori che hanno aderito alle misure citate, arrecherà e sta arrecando all'intero comparto agro-pastorale sardo gravissimi danni, per l'impossibilità di far fronte agli impegni assunti con gli istituti di credito e previdenziali, con il rischio di essere sottoposti ad azioni esecutive;

considerata, altresì, l'importanza che riveste il settore agro-pastorale nel nostro territorio,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:

1) i motivi dei ritardi del pagamento dei premi relativi alla misure F - sottomisura F/A e sottomisura F/B del Piano di sviluppo rurale;

2) in quali modi e in quali tempi la Regione intenda adoperarsi al fine di poter garantire il perfezionamento delle eventuali pratiche ancora giacenti e la liquidazione agli allevatori dei premi dovuti, considerando che gli stessi hanno regolarmente adempiuto agli obblighi previsti investendo risorse, e tenuto conto delle gravi difficoltà economiche e dello stato d'animo in cui si trovano gli allevatori interessati. (72)

Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla necessità di modificare il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR).

I sottoscritti,

premesso che:

il Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEAR), approvato dalla precedente Giunta regionale ed ancora vigente, si caratterizza, per un'impostazione culturalmente arretrata che non tiene conto della sostenibilità dei modelli di sviluppo proposti;

- il PEAR fa riferimento solo al mantenimento del livello socio-economico raggiunto, ma non fa riferimento ai "costi esterni" socio-sanitari che le popolazioni sono costrette a sopportare in relazione all'impatto ambientale che alcuni tipi di attività produttive con elevata produzione di emissioni inquinanti determina;

- nel documento di sintesi del PEAR della Regione Sardegna si riscontra, inoltre, la mancata adesione ai criteri di pianificazione dello sviluppo sostenibile; per esempio non si tiene conto dei carichi ambientali e sanitari che determinate scelte possono comportare, ben sapendo che la procedura della valutazione ambientale strategica (VAS) comporta la necessità di integrare alle scelte del Piano energetico anche quelle ad implicazione ambientale;

- il PEAR della Sardegna si basa su un'analisi del sistema produttivo e degli indicatori che non risultano essere omogenei e quindi non sono attendibili (per esempio: in Sardegna il dato attuale del rapporto kg/kWh tra emissione di CO2 e kWh prodotto, assume valori variabili da 0,8 a 1,1 in tre diversi contesti dello studio);

considerato che:

- nella parte introduttiva del PEAR ci si riferisce alla normativa internazionale dell'Unione europea riguardante le azioni tese a promuovere il contenimento delle emissioni (locali e globali) ma, a tale riguardo, va messo in evidenza che non emerge il contributo della Regione Sardegna per il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione del 6,5 per cento delle emissioni di CO2 che lo Stato italiano si era impegnato ad accogliere con il Protocollo di Kyoto (rispetto, poi, alle più recenti deliberazioni dell'Unione europea, il Piano è ben lontano da una programmazione che permetta una riduzione del 20 per cento di emissioni, una produzione del 20 per cento da energia rinnovabile ed il raggiungimento di un risparmio energetico del 20 per cento);

- nel rapporto ENEA "Energia ambiente 2004", nel commentare il bilancio d'energia complessivo, si osserva che il coefficiente d'efficienza energetica è in Sardegna solo di 0,61, mentre il dato medio nel Paese è di 0,70 ed appare evidente come la presenza di industrie energivore (che assorbono circa la metà del consumo energetico giornaliero, cioè circa 600MW) imponga alla Sardegna:

a) di produrre manufatti e semi-lavorati ad alto contenuto energetico e basso contenuto lavorativo e professionale, con ulteriore esportazione indiretta di energia;

b) l'assenza di industrie a valle della produzione di base;

- appare ugualmente evidente come il restante tessuto produttivo soffre per:

a) l'elevato costo energetico di produzione che impone l'impiego quasi esclusivo di combustibili fossili (petrolio e carbone);

b) i trasporti che nella Regione risultano energeticamente molto più onerosi rispetto alla Penisola;

considerato ancora che:

- tale condizione sembra destinata a peggiorare in relazione alla corsa alla produzione in esubero di quote sempre maggiori di energia elettrica (EE), con la contemporanea realizzazione del cavo SaPeI (500-1000MW); in tal modo si potrà liberare parte della "riserva" per produrre più energia e incrementare ulteriormente l'esportazione ma, ciò nonostante, dai dati della produzione elettrica riportati nel PEAR, non si evidenzia che già oggi l'Isola è esportatore d'energia (il 7,02 per cento della produzione nel 2002, il 3,78 per cento nel 2003, il 5 per cento nel 2004, il 6 per cento nel 2005 e il 7 per cento nel 2006 su circa 13.031 GWh/a), nonostante il vincolo della riserva di potenza dell'80 per cento (circa 1.400 MW) determinato dal nostro relativo isolamento (vedi collegamento con la Penisola attraverso il SACOI da 300 MW e con la Corsica attraverso il SARCO 50 MW);

- sebbene la produzione di EE sia superiore a quella della richiesta interna nell'Isola, il prezzo del MWh è mediamente superiore del 30-35 per cento a quello del resto del Paese e se ciò dipendesse dall'alto costo della produzione dell'energia, in Sardegna verrebbero meno i presupposti economici che consentono l'attuale esportazione di EE e la programmazione del raddoppio di tale esportazione, così come traspare dagli obbiettivi del PEAR (nel documento di sintesi manca un'analisi di tale fenomeno seppur si individua la riduzione del prezzo dell'energia come obiettivo);

- in particolare, nel PEAR non vengono presi in esame i bassi costi di produzione relativamente all'impiego prevalente di combustibili fossili (TAR, carbone, derivati dal petrolio);

- si invoca invece per abbattimento del prezzo dell'EE l'impiego del metano che, nella realtà, farà aumentare i costi di produzione, ed inoltre non si fa nessun riferimento alla grande quantità di EE che viene acquistata a tariffe incentivate (circa il doppio del prezzo corrente attraverso i meccanismi del CIP6 ed i certificati verdi) in quanto prodotte dalle cosiddette fonti assimilate;

rilevato che:

- la prevalenza di tali produzioni che godono della priorità di dispacciamento e del non obbligo di regolazione, portano alla turbativa di mercato che vede scaricati su quello dell'Isola gli alti costi di acquisto da parte dell'Acquirente unico/GME con un prezzo del MWh superiore a quello della Penisola e che l'assenza dell'obbligo di regolazione porta inoltre alla bassa qualità del servizio energetico, che vede infatti nell'Isola il record di interruzioni improvvise (oltre 250 min/anno contro i 7 min/anno della Lombardia), mentre la presenza di una produzione da grossi impianti (superiori ai 100-150 MW di potenza) porta una ulteriore vulnerabilità del sistema elettrico isolano;

- ciò aggiunge per le imprese, come per le famiglie, un ulteriore costo di gestione, legato alla maggiore usura dei sistemi di produzione, delle apparecchiature, degli utensili e delle fonti luminose;

- la difficoltà di inserimento in rete della produzione da vere FER (fonte energia rinnovabile) non va ricercata dunque nella necessità di preservare la stabilità delle rete già minata dalla produzione in esubero da FEA (fonti energetiche assimilate);

- solo l'introduzione di un sistema di generazione distribuita (GD) dell'energia elettrica da fonti energetiche primarie di tipo rinnovabile, quali sole e vento, diffuse sul territorio, consentirebbe il raggiungimento dell'obiettivo comunitario del 20 per cento da FER;

rilevato ancora che:

- il sistema dovrebbe essere costituito da unità di produzione di taglia medio-piccola (da qualche decina/centinaio di kW a qualche MW), connesse, di norma, ai sistemi di distribuzione dell'energia elettrica (2003/54/CE) e ciò consentirebbe:

a) di avvantaggiarsi della flessibilità delle tecnologie GD di produrre potenza in periodi favorevoli e di espandere rapidamente la potenza stessa in risposta a richieste maggiori;

b) di usare i generatori esistenti di emergenza per fornire potenza durante i periodi di punta;

c) di fornire i fabbisogni di elettricità e calore e vendere elettricità;

d) di migliorare l'affidabilità e la qualità dell'energia consumata;

ma su tali problematiche e soluzioni il PEAR non fa cenno mentre si propone, tra gli obbiettivi, quello dell'"autonomia energetica mediate fonti fossili" ed inoltre la costruzione di nuovi impianti di grossa taglia che prevedono un prevalente uso massiccio di carbone importato (Sulcis e Fiume Santo, utilizzato con tecnologie più o meno efficienti, ma non tra le migliori) con la chiara conseguenza che la riduzione delle emissioni di gas-serra regionali del 20 per cento entro il 2020, pari a un taglio di 7,2 milioni di tonnellate, diventa in tal modo irraggiungibile, esponendo la fragile economia della società sarda ad ulteriori costi a causa delle ennesime procedure di infrazione che l'Unione europea automaticamente aprirebbe;

- l'obiettivo del PEAR relativo al "sostegno del sistema produttivo industriale e carbonifero dell'area Sulcis-Iglesiente", appare di sapore autarchico, datato e lontano dalle più moderne concezioni di risparmio energetico (la necessità di supportare una produzione energivora come quella dell'alluminio è nel PEAR il presupposto per la produzione di ulteriore EE da fonti fossili, solo in minima parte locali);

- la riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico (vedi certificazione energetica delle nuove costruzioni), ma deve partire dalla riconversione di un sistema produttivo a bassa efficienza come la produzione di alluminio dalla bauxite giacché l'alluminio è un materiale totalmente riciclabile ed il suo recupero e riciclo, oltre a evitare l'estrazione di bauxite (più produzione annua di 1.500.0000 ton/anno di rifiuti speciali, quali i fanghi rossi), consentirebbe di risparmiare il 95 per cento dell'energia richiesta per produrlo partendo dalla materia prima; infatti per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio sono necessari 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg di alluminio nuovo da quello riciclato servono solo 0,7 kWh di energia);

- il riciclo dell'alluminio costituisce un'importante attività economica, che dà lavoro a molti addetti: l'Italia è il primo produttore europeo di alluminio riciclato ed il terzo nel mondo; una nuova quota di tale produzione e occupazione dovrebbe essere assegnata alla Sardegna: ciò garantirebbe con maggiore efficacia il raggiungimento dell'obiettivo della stabilità socio-economica della comunità dell'Isola;

constatato infine che:

- la mancanza di competenze multidisciplinari nella stesura del PEAR emerge chiaramente anche dall'assenza di una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche poiché, per esempio, fra tutte le normative considerate nella stesura del piano, mancano quelle che saldano le attività produttive ed energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini, attraverso il cambiamento della qualità dell'aria;

- non viene dunque preso in considerazione il decreto legislativo n. 351 del 1999 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente); tale norma, seppur non recente, si ritrova ancora inapplicata nell'Isola per quanto riguarda l'articolo 1 (Finalità), comma 1, lettera d), che impone di mantenere "la qualità dell' aria ambiente, laddove è buona e migliorarla negli altri casi" ed è noto come un sistema regionale di centraline di rilevazione efficiente ed efficace sia ancora progettualità sulla carta, mentre nei fatti si ritrovino "controllati" che si controllano con centraline proprie;

- i dati del registro tumori della Provincia di Sassari sull'elevata incidenza di tumori tra i lavoratori dell'area industriale di Porto Torres, non sono affatto confortanti mentre quelli più recenti che riguardano l'incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell'adolescenza nell'intera Provincia di Sassari, caratterizzati da incidenze superiori al 2 per cento dell'incremento annuo della Penisola (1 per cento negli altri Paesi europei; 0,7 per cento negli Stati Uniti), sono anch'essi significativi per le ricadute di un certo sistema industriale sulla salute delle fasce biologicamente più vulnerabili della società;

- l'esistenza di dati solo per la Provincia di Sassari dimostra anche l'arretratezza del sistema sanitario regionale che inspiegabilmente non si riesce ancora a sanare;

- i dati biostatistici sulle 18 aree a forte impatto ambientale sono frutto dell'impegno dell'ultimo Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, anche se a tale impegno non ha fatto seguito una adeguata progettualità di prevenzione primaria inserita nel Piano sanitario regionale;

- tra i dati raccolti in queste aree della Sardegna (circa 900.000 persone) il sesso maschile mostra un tasso di mortalità indicizzato per età per mille abitati per anno, più elevato rispetto all'intera Penisola italiana, Val Padana compresa (84,4 v/s 80,8); il rapporto Censis del dicembre 2007 riporta altri dati su cui riflettere; tra questi, un rilievo particolare merita l'indicatore sintetico della salute che, come si osserva, ci vede all'ultimo posto nel Paese,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se vi sono già agli atti provvedimenti, ovvero quali misure ed iniziative la Giunta regionale abbia intendimento di adottare nell'immediato al fine di modificare, apportando gli opportuni correttivi, il PEAR della Regione Sardegna. (73)

Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sull'emissione dei ruoli istituzionali e di bonifica per gli anni 2004 e 2005 emessi dal Consorzio di bonifica dell'oristanese.

I sottoscritti,

premesso che:

- in data 4 luglio 2003 con deliberazione del Consiglio dei delegati del Consorzio di bonifica dell'oristanese n. 17 è stato approvato il Piano di classifica per il riparto delle spese consortili;

- il suddetto piano è stato modificato con deliberazione commissariale n. 187 del 13 giugno 2006;

considerato che:

- il piano prevede la ripartizione dei costi sostenuti dall'ente al netto delle rispettive entrate attraverso tre ruoli contributivi:

a) spese istituzionali e di bonifica;

b) spese fisse per manutenzione impianti irrigui;

c) spese variabili per la gestione irrigua;

- la legge regionale 21 maggio 2008, n. 6 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica), all'articolo 44, prevede criteri per la determinazione dell'importo dei contributi degli utenti in relazione alle annualità 2006, 2007, 2008;

- nel mese di febbraio 2009 il commissario straordinario del Consorzio di bonifica dell'oristanese ha approvato la deliberazione commissariale n. 64, avente come oggetto "Emissione ruoli istituzionali e di bonifica esercizio 2004 e 2005";

- è la prima volta che i ruoli istituzionali e di bonifica vengono emessi anche a carico degli immobili extra-agricoli, finora non sottoposti a tassazione;

preso atto che:

- il controllo sugli atti adottati dagli organismi dirigenti dei consorzi di bonifica è in capo all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;

- solo in questi giorni, contemporaneamente al ricevimento delle cartelle di pagamento, il Consorzio di bonifica dell'oristanese ha informato i cittadini sul perché di questa ulteriore tassa nonostante nella citata deliberazione n. 64/2008 del commissario del Consorzio di bonifica sia stato deliberato di inviare a tutti i consorziati una preventiva informativa,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere se:

1) l'emissione delle cartelle esattoriali del Consorzio di bonifica dell'oristanese per gli immobili extra-agricoli sia legittima e se tale nuova tassa non debba considerarsi in conflitto con gli oneri corrisposti dai cittadini in sede di autorizzazione edilizia ad edificare negli ambiti programmati nei piani urbanistici comunali, nonché con le tassazioni ordinarie per il servizio idrico e fognario;

2) in attesa di un chiarimento giuridico non ritenga opportuno richiedere al commissario del Consorzio di bonifica la sospensione delle suddette cartelle. (245)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di integrare le risorse rese disponibili con il bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2009, persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese".

Il sottoscritto,

considerato che:

- in data 10 novembre 2009 l'Assessorato dell'industria della Regione autonoma della Sardegna ha pubblicato il bando per "Impianti fotovoltaici 2009", rivolto alle persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese, in base al disposto dell'articolo 24 della legge regionale n. 2 del 2007;

- lo stanziamento di tale bando ammonta complessivamente a cinque milioni di euro per il 2009 e a tale somma andranno eventualmente aggiunte le economie del bando pubblico per "Impianti fotovoltaici 2008, persone fisiche e soggetti giuridici privati diversi dalle imprese";

- il bando ha suscitato un forte interesse tra i destinatari, al punto che sembrerebbero inoltrate circa 8.000 richieste di agevolazione;

- è intenzione della Regione autonoma della Sardegna avviare quanto prima un processo di collaborazione con la regione spagnola Navarra denominato Sardegna CO2.0, rivolto alla diffusione di un nuovo modello di produzione e distribuzione di energia elettrica che si basa sull'integrazione nelle reti elettriche di piccoli e medi sistemi di micro generazione a fonte rinnovabile;

- tale azione virtuosa potrebbe contribuire a ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti, rafforzerebbe la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e determinerebbe vantaggi immediati anche per le famiglie, sia in termini di diminuzione della spesa per la bolletta energetica che di miglioramento del comfort abitativo;

- le misure incentivanti previste dal bando appaiono purtroppo del tutto inadeguate rispetto al grande interesse che esso ha suscitato e all'elevato numero di istanze presentate;

- l'innovazione nel modello di riferimento energetico appare un'azione strategica tra quelle indirizzate al sostegno e allo sviluppo dell'economia, nel rispetto delle vocazioni ambientali di fondo che sostengono ogni progetto di crescita della nostra Isola,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:

1) corrisponda al vero che le risorse economiche rese disponibili dal bando per il fotovoltaico 2009, riservato alle persone fisiche e soggetti giuridici differenti dalle imprese, siano manifestamente inadeguate rispetto al numero delle domande pervenute;

2) ritengano utile individuare risorse economiche aggiuntive che consentano di dare risposte congruenti rispetto alla valenza strategica del bando stesso;

3) in tal senso, ritengano ipotizzabile l'utilizzo delle eventuali economie del bando pubblico per impianti fotovoltaici 2008, piccole e medie imprese. (246)

Interrogazione Sanna Gian Valerio - Ben Amara - Cocco Pietro - Agus - Barracciu - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, sulla controversia Carbosulcis-soggetti privati in ordine al riconoscimento del diritto di proprietà su terreni legittimamente acquisiti e soggetti a vincolo pertinenziale.

I sottoscritti,

premesso che:

- in territorio del Comune di Gonnesa insistono dei terreni che, come da relativo atto notarile di cessione volontaria, sono pervenuti nella proprietà della Carbosulcis, e che tali terreni sono suddivisi in tre lotti;

- nel 1998 la Carbosulcis ha citato in giudizio gli eredi Fenu, confinanti con i terreni in proprietà della stessa Carbosulcis, per occupazione abusiva di una parte di oltre 20 ettari del terzo lotto confinante con la proprietà degli stessi eredi;

- nel febbraio 2008 si è concluso il giudizio in primo grado con il rigetto della richiesta di usucapione da parte degli eredi Fenu e il riconoscimento della proprietà del terreno in capo alla Carbosulcis Spa;

- più di recente è stato proposto appello e nel giugno 2009 la Corte di appello di Cagliari ha riformato la sentenza di primo grado e accolto il ricorso degli eredi Fenu nonostante, con determinazione n. 11449 del 2007, il Direttore del servizio delle attività estrattive dell'Assessorato regionale dell'industria avesse approvato lo stato di consistenza delle pertinenze funzionali alle attività estrattive esercitate dalla Carbosulcis includendo in esso tali aree;

preso atto che:

- alla data di avvio del procedimento di riconoscimento dello stato di pertinenze i terreni oggetto della controversia risultavano nella piena titolarità della Carbosulcis Spa e tali aree, peraltro, costituiscono parte integrante e fondamentale dei siti necessari per garantire il ciclo produttivo finalizzato alla valorizzazione del carbone del Sulcis;

- nel frattempo è stato esperito un tentativo di transazione non andato a buon fine e, pertanto, se Carbosulcis non interponesse ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello, per effetto della sentenza di secondo grado, la stessa Carbosulcis si troverebbe nella paradossale condizione di dover acquistare i terreni già di sua proprietà dagli eredi Fenu;

considerato che alla luce di quanto evidenziato e viste le rilevanti conseguenze sotto il profilo economico che deriverebbero ad una società a capitale interamente detenuto dalla Regione Sardegna se la stessa non fosse posta nelle condizioni di ricorrere in Cassazione a tutela dei propri diritti nonché per valutare anche eventuali profili di illegittimità della sentenza di secondo grado sotto il profilo della motivazione e adeguatezza,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) se non ritengano che, in considerazione delle condizioni sopra esposte, non sussista l'urgenza e l'obbligatorietà di disporre, attraverso gli strumenti di partecipazione societaria della Carbosulcis Spa, che la stessa provveda con urgenza e determinazione all'impugnativa preso la Cassazione della sentenza della Corte di appello di Cagliari nonché avverso ogni eventuale profilo di illegittimità della stessa sentenza in ordine non solo alla legittima proprietà dei terreni, ma ancor di più in ragione dei vincoli pertinenziali insistenti sulla stessa area;

2) quali azioni intendano intraprendere affinché venga rapidamente superato ogni possibile conflitto di interesse stante la posizione degli eredi. (247)

Interrogazione Contu Felice - Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla caotica situazione in cui si trovano migliaia di cittadini utenti della società Abbanoa in seguito alla notifica di fatture di importi notevoli, che incidono pesantemente sui bilanci familiari.

I sottoscritti,

premesso che la società Abbanoa ha provveduto a conteggiare la fornitura dell'acqua dal 31 dicembre 2005 (ultima lettura dei contatori) al 30 settembre 2009 (attuale lettura dei contatori) senza aver mai effettuato, dal 31 dicembre 2005 al 30 settembre 2009, lettura regolare dei contatori stessi, ma limitandosi ad inviare ai contribuenti richieste di acconti in base a calcoli presunti relativi alla media dei consumi anteriori al 2005;

considerato che la suddetta anomala procedura ha prodotto i seguenti inconvenienti:

ha impedito all'utente il giusto controllo dell'effettivo consumo dell'acqua per oltre quattro anni;

ha impedito all'utente, nel caso si fossero verificate perdite, di poterle accertare non avendo parametri di riferimento;

ha consentito alla società Abbanoa di condensare nella fattura del 10 settembre 2009, un importo globale notevole che colpisce l'utente all'improvviso, costretto a pagare per i quattro anni precedenti e ciò non per colpa dell'utente stesso, ma per colpa di Abbanoa che non ha provveduto ad effettuare il rilievo dei consumi effettivamente utilizzati dalla singole famiglie;

constatato che rimane del tutto incomprensibile il motivo per cui Abbanoa, pur avendo riscosso gli acconti relativi ai quattro anni (semestre per semestre) in base al consumo presunto basandosi sui calcoli degli anni precedenti, abbia realizzato solo ora, a distanza di quattro anni, quanto i consumi fossero in realtà notevolmente superiori;

rilevato che la società Abbanoa rendendosi conto della stranezza della situazione e della anomalia delle procedure ha, quasi in contemporanea, inviato agli utenti, dopo la notifica della bolletta "pazza", una lettera ove, mettendo le mani avanti, segnala che a seguito di analisi dello storico dei consumi, essi sono stati riscontrati piuttosto "elevati" e pertanto invita ogni utente ad effettuare con urgenza un controllo dell'impianto anche al fine di escludere eventuali perdite idriche;

preso atto che appare inverosimile che possa essersi realizzato un così alto numero di guasti presso le utenze in uso, tale da giustificare costi così elevati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

1) se siano a conoscenza della caotica situazione in cui si trovano migliaia di cittadini utenti della società Abbanoa in seguito alla notifica delle fatture, che recano importi notevoli, tali da incidere pesantemente sui bilanci familiari.

2) quali iniziative intendano assumere affinché centinaia e centinaia di utenti non si trovino indifesi ed in balìa di anomale procedure e soprattutto siano costretti a pagare le carenze e le insufficienze della società Abbanoa. (248)

Interrogazione Petrini - Rassu - Pitea - Ladu - Artizzu - Floris Rosanna - Bardanzellu - Campus - Randazzo - Sanjust - Sanna Paolo Terzo, con richiesta di risposta scritta, sugli interventi finanziabili a seguito dei danni provocati dagli eventi calamitosi nei comuni indicati nel bando emesso nel 2008 ai sensi della legge regionale 11 marzo 1998, n. 8, articolo 23, relativo agli aiuti per la ripresa dell'attività economica e produttiva delle aziende agricole danneggiate dalle piogge alluvionali del 22 ottobre, del 4, 27 e 28 novembre 2008.

I sottoscritti,

premesso che il bando emessi nel 2008 ai sensi della legge regionale 11 marzo 1998, n. 8, articolo 23, prevede contributi per i danni provocati dall'evento calamitoso verificatosi a causa delle piogge alluvionali del 22 ottobre e del 4, 27, e 28 novembre 2008;

constatato che tali eventi eccezionali hanno causato consistenti fenomeni di allagamento, ruscellamento e dilavamento dei terreni agricoli, quali serre, tunnel, fabbricati, attrezzature aziendali, nonché la perdita di numerosi capi di bestiame, delle scorte morte, di impianti arborei e colture in atto;

verificato che in alcune aziende agro-pastorali è stata distrutta la quasi totalità del gregge costituito da capi ovini rappresentante una parte consistente del capitale agrario;

constatato che all'articolo 6 della succitata legge "Interventi finanziabili" risultano ammissibili a sostegno le spese per interventi di ripristino, ricostruzione, riparazione di aree, strutture, attrezzature, ma non è previsto alcun sostegno per il ripristino delle scorte vive, quali il bestiame facente parte integrante del capitale aziendale;

atteso che si ritiene necessario intervenire anche per le imprese agro-pastorali che, a causa dell'evento calamitoso, hanno perso il loro bestiame fonte del reddito aziendale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché vengano riaperti i termini del bando di cui alla legge regionale 11 marzo 1998, n. 8, articolo 23, e venga incluso negli aiuti per la ripresa dell'attività economica e produttiva delle aziende agricole danneggiate dalle piogge alluvionali del 22 ottobre, del 4, 27 e 28 novembre 2008, il sostegno per la perdita del bestiame causato dall'evento calamitoso per consentire alle aziende la ricostituzione del capitale aziendale. (249)

Interrogazione Contu Felice - Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulla corretta applicazione delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto speciale per la Regione autonoma della Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che le norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto speciale per la Regione autonoma della Sardegna, contenute nel decreto legislativo 15 settembre 1999, n. 363, stabiliscono che nella elaborazione degli accordi commerciali e tariffari, la Regione partecipa nell'ambito della delegazione italiana con il Presidente della Regione o un suo delegato, ai lavori preparatori relativi alla posizione negoziale dell'Unione europea e dello Stato italiano, anche in sede di organizzazioni internazionali, quando gli accordi stessi riguardino interessi rilevanti per l'economia della Sardegna;

rilevato che, alla luce della imminente realizzazione della Zona euro-mediterranea di libero scambio, con tutte le conseguenze che potranno produrre nella nostra economia, si rende necessario un tempestivo e concreto intervento,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere quali iniziative intenda assumere per la corretta applicazione delle norme di attuazione dell'articolo 52, primo comma, dello Statuto speciale per la Regione autonoma della Sardegna, alfine di un chiarimento in merito alle problematiche sopra esposte. (250)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sullo scandalo degli appalti del G8 a La Maddalena denunciati dalla stampa e oggetto di atti della magistratura.

La sottoscritta,

premesso:

- quanto è emerso nelle ultime settimane sugli scandali riguardanti gli appalti per i lavori del G8 a La Maddalena, valutabili ancora più deplorevoli se si considera la crisi socio-economica che affligge la Sardegna e in particolar modo La Maddalena, che faticosamente cerca una riconversione economica da "economia di guerra" in "economia eco-compatibile";

- che la "gestione scandalosa" dei lavori del G8 ha per l'ennesima volta avvilito e mortificato l'imprenditoria sarda, esclusa da ogni forma di partecipazione, e la comunità maddalenina, che denuncia la verità tenuta celata dalla stessa stampa regionale;

- che i maddalenini, la cui voce ci sentiamo di dover far sentire, sono oramai stanchi ed esausti per l'ennesimo atto di sfruttamento e sciacallaggio, anche attraverso tavole rotonde tenute come sempre in palazzi ben lontani dalla realtà isolana, escludendo dalla partecipazione alle decisioni i cittadini e le comunità locali;

- che sebbene siano ancora in corso tutti gli accertamenti da parte della magistratura per far luce sulle oggettive responsabilità ed il coinvolgimento o meno delle persone indagate, è fuori discussione che, dopo mesi di manovre e sistemi poco trasparenti nella gestione del potere e del denaro pubblico nella questione degli appalti del G8, il quadro che si prospetta allo stato attuale è quello di "un sistema criminale di gestione della cosa pubblica"; sistema che ha assecondato "bramosie ed interessi privati" a scapito delle esigenze reali del popolo sardo;

- che l'Amministrazione regionale ha per l'ennesima volta manifestato la sua inettitudine nel portare avanti il processo di riconversione dell'economia isolana, dimostrando come denunciato dalla stessa cittadinanza di La Maddalena "la continua ed incomprensibile assenza, la sua costante latitanza e mancanza di prese di posizione che ci rende vulnerabili ed alla mercé di tutti... subendo di continuo le decisioni di altri e restando completamente abbandonati a noi stessi";

- che questo atteggiamento di reiterata e totale assenza dell'attuale Giunta e del Presidente della Regione verso questioni di prioritaria importanza per la tutela della dignità del popolo sardo si aggiunge alle loro continue mancate prese di posizione, e rende non più tollerabile l'atteggiamento di dipendenza e sottomissione del Governo sardo a quello italiano;

- che il popolo sardo chiede di essere realmente rappresentato e tutelato dalla propria Amministrazione regionale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere:

1) come la Regione Sardegna, in quanto proprietaria delle strutture dismesse dalla Marina militare, ed oggetto dei lavori del G8, vigili con attenzione affinché tali lavori vengano portati a termine nei tempi e nei modi stabiliti e nella massima trasparenza anche contabile;

2) che questi lavori siano fruttiferi di quelle ricadute, in termini di sviluppo e crescita, specialmente sui livelli occupazionali, in modo tale da garantire le aspettative anche lavorative della comunità maddalenina;

3) dati e documenti certi relativi a:

a) l'ammontare degli stanziamenti complessivamente destinati ai lavori per il G8;

b) tutte le opere e gli interventi che tali stanziamenti avrebbero dovuto finanziare;

c) le somme messe a preventivo per i singoli interventi e quelle effettivamente richieste e riconosciute alle ditte a cui tali interventi sono stati affidati;

4) quali risposte chiare ed esaurienti siano state fornite circa la mancata esecuzione di alcuni interventi inizialmente programmati nel progetto di riqualificazione del porto storico (tra cui water front, viabilità, ecc.) e ritenuti fondamentali per la riconversione ed il rilancio dell'economia isolana e dove siano state eventualmente dirottate tali somme, evidentemente non più impiegate in loco;

5) come venga fatta chiarezza su taluni punti rimasti oscuri riguardanti alcune ordinanze firmate dal Presidente del Consiglio, tra le quali ve ne sarebbe una, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale in data 17 febbraio 2009, nella quale vengono stanziati 10.000.000 di euro per i lavori inerenti il porto storico; questo stanziamento andava a sommarsi ad altri 7.468.000 euro a carico dei fondi regionali "per favorire il rilancio turistico e socio-economico dell'Arcipelago della Maddalena, con particolare riferimento al rilancio della portualità turistica, commerciale e militare degli specchi d'acqua compresi tra Cala Balbiano e Punta Chiara nonché la sistemazione urbana del corrispondente lungomare"; in relazione a tale intervento sono state definite diverse ipotesi progettuali attraverso una serie di conferenze di servizi nell'ambito delle quali Regione, Comune di La Maddalena, Capitaneria di porto e Struttura di missione per il G8 si trovarono concordi, in attesa della verifica dell'effettiva disponibilità degli importi citati con il trasferimento sull'apposita contabilità speciale intestata alla Struttura di missione; purtroppo a tutt'oggi non è stato fatto il benché minimo intervento né la benché minima mossa che vada nella direzione di un'opera di riqualificazione del porto storico di La Maddalena; punto oscuro sul quale il Presidente della Regione e la Giunta regionale devono assumersi il dovere di fare chiarezza e accertarsi che tutto sia svolto nella massima trasparenza e nel rispetto dei progetti;

6) che venga fatta chiarezza sui 40.000.000 di euro che la Mita Resort, vincitrice della gara d'appalto relativa alla gestione delle strutture ricettive sorte nell'ex Arsenale si è aggiudicata; tale importo, infatti, avrebbe dovuto essere versato nella casse della Regione Sardegna, ma a tutt'oggi non è dato sapere:

a) se tale versamento sia effettivamente avvenuto;

b) qualora fosse avvenuto in quali casse tale somma sia stata eventualmente destinata, visto che avrebbe dovuto essere nella disponibilità del soggetto attuatore, ossia la Protezione civile, attraverso la propria Struttura di missione, nella prospettiva che prevedeva lo svolgimento del G8 a La Maddalena; come però è noto, l'evento è stato successivamente spostato a L'Aquila, per cui si ritiene che tale somma dovesse essere versata nelle casse della Regione Sardegna, proprietaria delle strutture;

7) l'ammontare del canone annuo che il vincitore della gara d'appalto dovrà versare nelle casse della Regione, ritenendo che parte di tale canone, da definire previo confronto tra l'Amministrazione regionale e l'Amministrazione comunale di La Maddalena, debba essere considerato di competenza di quest'ultima. (251)

Interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia.

I sottoscritti,

premesso che il comma 10 dell'articolo 8 della legge regionale n. 3 del 2009, prevede lo stanziamento in bilancio di fondi destinati al finanziamento di borse di studio di cui alla legge regionale 31 marzo 1992, n. 5 (Contributo alle università della Sardegna per l'istituzione di borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia), a favore dei laureati medici e non medici, secondo quanto previsto dall'articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368 (Attuazione della direttiva 93/16/CE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli e delle direttive 97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e 99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CE), e dall'articolo 8 della legge 29 dicembre 2000, n. 401 (Norme sull'organizzazione e sul personale del settore sanitario), e che per tali finalità è autorizzata l'ulteriore spesa valutata in euro 1.500.000 annui (UPB S02.04.010);

preso atto che:

· la Giunta regionale, con delibera n. 51/25 del 17 novembre 2009, ha approvato l'assegnazione di n. 142 borse di studio alle università degli studi della Sardegna nel numero e per l'importo proposto per il 2009, secondo il riparto di cui alla delibera stessa, nonché il programma di spesa per il triennio 2009/2011;

· la delibera è stata trasmessa alla competente Commissione consiliare per l'acquisizione del parere previsto dall'articolo 1, comma 2, della legge regionale 31 marzo 1992, n. 5;

· la Giunta regionale, vista la nota n. 14114 del 15 dicembre 2009 del Presidente del Consiglio regionale con la quale è stato comunicato il parere favorevole della Settima Commissione consiliare, ha approvato in via definitiva il provvedimento di cui alla propria delibera n. 51/25 del 17 novembre 2009;

considerato che gli studenti che si sono collocati in posizione utile nel concorso per la frequenza delle scuole di specializzazione, non avendo ancora ottenuto l'erogazione delle borse, hanno sostenuto le spese per l'iscrizione alla scuola e quelle relative all'acquisto dei libri di testo ai fini dello studio degli esami previsti e ciò ha creato disagio finanziario alle famiglie di provenienza, le quali hanno forti difficoltà a sostenere le spese di studi altamente specialistici, e che la delibera n. 51/25 del 2009 prevede il godimento della specifica borsa di studio all'atto dell'iscrizione alla scuola,

chiedono d'interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, per sapere:

3) quali siano le ragioni del ritardo;

4) se ritengano opportuno porre fine, al più presto, alla situazione di disagio di studenti e famiglie sollecitando i competenti uffici di ragioneria al fine di disporre l'immediata erogazione delle borse di studio;

5) quando le borse di studio verranno effettivamente erogate agli aventi diritto. (252)