Seduta n.266 del 20/10/2011
CCLXVI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 20 ottobre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 6 ottobre 2011 (259), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Daniele Secondo Cocco, Felice Contu, Angelo Francesco Cuccureddu, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Sergio Obinu, Sisinnio Piras, Paolo Terzo Sanna e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 20 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sul bando "Impresa Donna"". (704)
"Interrogazione Moriconi - Porcu, con richiesta di risposta scritta, sul perdurare delle condizioni di criticità delle strade della Provincia di Cagliari, con particolare riferimento alla strada statale n. 554". (706)
PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 01, viene ripresa alle ore 10 e 15.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Comunico che la consigliera Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A, che prosegue con la votazione dell'emendamento numero 152, per il quale è stato richiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 152.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Moriconi ha votato a favore e che il consigliere Contu Mariano ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Tocco.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 48
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 12
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 153.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, dichiaro subito il mio voto favorevole all'emendamento numero 153 che torna al Piano casa originale, al comma che prevede il superamento degli indici massimi di edificabilità anche in deroga agli strumenti urbanistici pari al 20 per cento. Io credo che sia un emendamento opportuno perché ci porta a fare una riflessione generale su questa legge e sul tipo di riforme che avete in mente. Presidente, anche se l'Aula stamattina è distratta, iniziare comporta sempre qualche distrazione, penso che sia opportuno tornare su quanto è successo ieri. Io non credo che sia stato soltanto frutto della disperazione della maggioranza che, per cinque volte, ha fatto mancare il numero legale, ma ritengo che sia una forma di obiezione di coscienza.
E' del tutto evidente che questa legge pasticciata non è una legge ammiraglia, non è una legge in cui vi potete riconoscere, non è una legge di cui andare orgogliosi, di cui potrete parlare nei vostri incontri. Quindi io credo che anche le assenze reiterate di ieri, che hanno fatto perdere a questo Consiglio molte ore, anche con un tentativo di andare a oltranza che si è rivolto contro di voi, sia il sintomo di un malessere, di un non riconoscersi in un modo di procedere pasticciato e in riforme che non riformano ma si limitano a derogare.
Da questo punto di vista ritengo anche le assenze di ieri un segnale politico incoraggiante, credo che i mal di pancia e i disagi si manifestino anche in una difficoltà a presenziare in Aula e a difendere una legge che non si può difendere. Infatti, sono stati pochi gli interventi tra di voi, è stato lasciato spesso solo il relatore della legge, vi capisco, lo capisco, questa legge non si può difendere, qualsiasi intervento sarebbe inopportuno, inadeguato e io mi auguro che questo mal di pancia, questa obiezione di coscienza sottile che si è manifestata in reiterate assenze dell'Aula, diventi un grande "no" a una legge che non serve ai sardi e non serve alla Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il comma 1 dell'articolo 1 bis richiama il comma 1 dell'articolo 2 ed è quello, come dire, il cuore del problema che noi poniamo: "E' consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di inedificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e in deroga alle vigenti disposizioni normative...". Riprendo, però, il ragionamento che ho fatto ieri sera sulla tabella della Direzione generale della vigilanza edilizia, in cui si dimostra chiaramente (ancorché il campione dei comuni sardi sia di 71, mancano quasi completamente i comuni dell'interno) che questo provvedimento andrà a incidere per l'80 o il 90 per cento sulle coste sarde, cioè un intervento (incremento in termini di volumetria, di facilitazioni normative, di deroghe agli strumenti urbanistici, possibilità di sopraelevazioni e quant'altro, poi vedremo nell'esame dell'articolato della legge) che inciderà quasi totalmente sulle aree costiere della Sardegna.
Ho fatto ieri alcuni esempi, ho approfondito questa mattina l'analisi dei dati dell'Assessorato dell'urbanistica, della vigilanza edilizia, ed emerge che, per esempio, Arzachena ha 1938 domande, già verificate dall'Ufficio tecnico e concessioni edilizie concesse, contro Carbonia (che ha tre volte e mezzo il numero degli abitanti) che ne ha solamente 323; così abbiamo Olbia che ne ha 1912, contro un altro capoluogo di provincia, Villacidro, che ne ha solamente 95. Questo dà il senso complessivo del fatto che l'intervento non è un intervento per lo sviluppo del settore dell'edilizia, bisognerebbe rivedere il titolo, è un intervento per il settore dello sviluppo dell'edilizia nelle aree costiere. Così si toglie ogni dubbio sulla possibilità che questo intervento possa dare il benché minimo…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, a proposito del primo comma dell'articolo 2 della legge numero 4, qualche collega ieri mi domandava, non a microfono acceso: "Quali sono gli emendamenti che possono riguardare i soliti noti che sono interessati a questo provvedimento?". C'è la prova qua, siccome voi chiedete la proroga anche del comma 1 dell'articolo 2, e poiché non lo modificate nel testo che avete proposto, è chiaro che il riferimento che noi abbiamo è che, per volumetrie esistenti, si intende quella realizzata al 31 marzo 2009. Che cosa vuol dire? Che la proroga di cui state parlando, con le modifiche di cui state parlando, si riferisce sempre alla stessa platea, non a gente che può ulteriormente fare la domanda, come state facendo credere alla gente! Poiché la data del 31 marzo 2009 rimane inalterata, è evidente che questa è una legge di servizio ai soliti noti, questa è la prova! Vi abbiamo trovato con questa chicca le impronte digitali, vi abbiamo rilevato le impronte digitali, cioè, non è che questo che noi stiamo facendo, compresa la proroga, sia rivolto ad allargare la possibilità di accesso dei cittadini a un provvedimento, no, riguarda sempre la solita base, quindi è evidente che riguarda sempre i soliti noti, Assessore! Questo è ciò che vuol dire il primo comma, perché il primo comma, che voi non modificate neanche nella versione successiva, fa riferimento a un dato che fotografa lo stato di partenza.
Allora perché state prorogando? Le domande ci sono, si poteva dire che le domande che sono state presentate percorrono l'iter burocratico. Ma è già così, è già così in tutte le norme. Quindi, qual è la verità? La verità è che il committente di questa legge, ovviamente, vi ha detto di non toccare perché, se si allarga la pletora di persone che possono accedervi, può darsi che non colga il suo obiettivo. Perché? Perché il mercato edilizio si amplia. Provate a interpretare le norme e poi vediamo se ho ragione io o se avete ragione voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. In questo primo comma dell'articolo 2 della legge numero 4 si estrinseca la parte fondamentale di quella legge, dove si dice che sono consentiti incrementi volumetrici del 20 per cento e non si fa alcun riferimento alle caratteristiche costruttive con cui realizzare questi incrementi volumetrici. Questo significa che, è da mettere in evidenza, poiché, come diceva il collega Sanna in questo istante, non c'è alcuna modifica prevista nel provvedimento di legge che stiamo esaminando, non c'è alcuna modifica rispetto a questo primo comma, di fatto si conferma questo vulnus già presente nella legge precedente. Anche per quanto riguarda la questione della data di realizzazione degli edifici al 31 marzo 2009, come poi vedremo più avanti, mentre nella legge precedente si faceva riferimento all'accatastamento o alla richiesta di accatastamento, vedremo poi che questa norma verrà cancellata affidandosi ad altri strumenti meno affidabili. Di fatto, per tornare allo specifico di cui stiamo discutendo adesso, noi chiediamo che venga abrogato questo primo comma, perché, così facendo, si inizia a fare pulizia di una legge che non condividevamo allora e non condividiamo oggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto).Noi continuiamo a mettere in evidenza le contraddizioni di questa legge e delle vostre posizioni. In Italia si punta a tutt'altro, circolano le notizie sulla stampa, sui convegni, sulle iniziative dell'Associazione industriali, costruttori, eccetera, ma la politica registra, per ricostruire, rifare, riammodernare il patrimonio esistente, migliorare la qualità della vita, per rimettere in moto il mondo delle costruzioni dell'architettura, si pensa e si punta all'housing sociale, al recupero dei centri storici, alla sicurezza sismica, alla domotica e a tutto quello che riguarda un modo di intervenire moderno ed efficace in termini di qualità, funzionalità e bellezza.
Noi invece insistiamo su questa legge che, così come è stato detto, punta esclusivamente a favorire il mondo delle costruzioni speculative sulle coste. Un dato, da quella tabella che il collega Salis cita, mette in tutta evidenza il vostro progetto, è il dato di due comuni costieri vicini l'uno all'altro: Porto Torres e Stintino. Porto Torres 21 mila abitanti, Stintino 1000 abitanti; le domande di Porto Torres sono 89, le domande di Stintino 104. Credo che sia noto a tutti quale sia la pressione edificatoria e speculativa immobiliare sulla realtà di Stintino rispetto all'area industriale dismessa di Porto Torres, nonostante ci sia probabilmente, anzi sicuramente, una necessità abitativa molto più forte nella città di Porto Torres che non nella città di Stintino. Ma a voi il problema casa non interessa.
Questo dato poi, se continuiamo a scorrere i comuni, così come è stato fatto dagli altri colleghi, mette in evidenza il disegno, che ormai non è più un segreto, ma è, come dire, un'ostinata decisione, che voi porterete avanti e mi pare, dai numeri che schierate oggi in campo, che siate determinati ad arrivare a conclusione. Ne prendiamo atto. Noi continuiamo invece la nostra azione di demolizione di questa legge indegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, innanzitutto anch'io intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento. Come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, questo emendamento ci consente di tornare un po' sul cuore della "4" del 2009 che abbiamo tentato di contrastare in tutti i modi. Abbiamo tentato di contrastarla perché, attraverso questa legge, avete dimostrato, fin da subito, il vostro vero volto, che era quello, come abbiamo detto ampiamente e abbondantemente ieri, che vi contraddistingue nell'esercizio di svolgere un tentativo di eliminare tutte le regole.
Con questo emendamento, noi vogliamo tentare proprio di metter mano al cuore della prima vostra "legge casa", cioè quella che apre alle deroghe; noi non siamo e non potremo mai essere d'accordo su un'azione di governo che si basa sulle deroghe, se le norme che avete ereditato non vi vanno bene (è legittimo che questo lo si manifesti), modificate gli strumenti, modificate le leggi urbanistiche, modificate tutto quello che volete, ma non agite in deroga, perché agire in deroga significa favorire e introdurre illiceità e introdurre la cultura delle furberie; questo non può essere accettato e io credo che non dovrebbe far parte nemmeno di una cultura liberale come voi dite di essere portatori.
E' una legge, tra l'altro, come ha ricordato l'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha un chiaro committente. Il committente è chiaro e voi, dispiace dirlo, non fate altro che agire supinamente agli ordini che vi dà questo committente, "fregandovene" tranquillamente della deregolamentazione che introducete e della giungla selvaggia che state introducendo in una materia delicata come questa. Non c'è traccia, assessore Rassu, mi dispiace davvero, l'abbiamo ripetuto abbondantemente ieri, continueremo a farlo anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni, non c'è traccia davvero di una volontà di dotarvi di uno strumento che faccia incontrare bisogno di casa e intervento di sostegno per soddisfare quell'attesa di tanti cittadini.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 153.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 153.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 19
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Comunico che il collega Gallus è rientrato dal congedo.
Metto in votazione l'emendamento numero 154.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, sarà una lunga giornata, poi, magari, se lo ritiene opportuno, farà conoscere all'Aula i nostri orari, perché io tengo a sottolineare che siamo prima persone e poi consiglieri regionali, quindi io ci terrei a conoscere i miei orari, quante ore devo stare qui, e ritengo dignitoso che siamo messi nelle condizioni anche di avvertire i nostri familiari, e chi ci guarda fuori di qui, dei tempi che trascorreremo in quest'Aula, sempre che voi siate in grado di garantire il numero legale e andare avanti in questa legge che io credo che non vi vede convinti.
Penso che anche oggi ci saranno altri momenti in cui questa obiezione di coscienza coatta, non palese, ma coatta, che vi ha contraddistinto ieri, emergerà, perché non c'è orgoglio in questa legge, non ci può essere orgoglio in questo pasticcio che, tra l'altro, contraddice anche le richieste stesse delle associazioni imprenditoriali che chiedevano leggi snelle e comprensibili, invece, se noi analizziamo i vostri emendamenti, sono emendamenti che complicano questa legge.
Nel dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 154, ricordo che, proprio il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 23 ottobre, introduce delle incoerenze sostanziali, perché, da un lato, si pretende che gli adeguamenti e gli incrementi si inseriscano in modo organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato esistente e, dall'altro, si dice che tali incrementi possano avvenire anche nel caso di tipologie edilizie "uni e bifamiliari" attraverso la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, poi scopriremo che, nei vostri emendamenti, questi corpi di fabbrica possono essere anche staccati dal complesso principale e, addirittura, in tempi successivi, possano essere accatastati separatamente! Stiamo facendo il contrario di quello che dovrebbe essere una qualificazione urbanistica, stiamo creando le villette a schiera figlie delle villette a schiera madri. Io credo che questa legge sia una vergogna, sia una legge indecente, sia una legge che non può reggere il qualsiasi vaglio di coerenza e di ammissibilità, per questo il voto su questo emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ieri ha definito per oggi la stessa programmazione dei lavori prevista per ieri, per cui gli orari saranno sino alle ore 14, e poi dalle ore 16 alle ore 24.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi possiamo legittimamente fare gli auguri all'Aula di poter rispettare anche oggi, come ieri, gli orari, visto e considerato che abbiamo anche la presenza dell'Assessore della sanità che, con le emergenze di salute pubblica che ha la Sardegna, dimostra l'emergenza nella quale si trova la maggioranza, che costringe l'Assessore della sanità in queste ore a stare in Aula per salvare la faccia di una maggioranza che non c'è più. E' emblematico! Ovviamente a noi fa molto piacere e ne approfittiamo anche per condividere con lei la preoccupazione di tanti sardi per queste preoccupazioni della salute pubblica, che comunque ci sono, e non se ne può fare a meno, speriamo di risolverle.
Il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 è praticamente l'articolazione delle tipologie. Vorrei dire ai colleghi, se sono interessati…
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dicevo che il comma 2 è l'articolazione degli interventi. In effetti, nella versione originaria della legge numero 4 avevano una loro ratio, che abbiamo contestato e continuiamo a contestare, ma la cosa bella di questo comma 2 è la proposta di modifica che voi fate in questa legge, che ha del paradossale. Nel comma 2, per esempio, eliminate, come ho detto, le pertinenze, poi c'è una chicca di quelle spettacolari che riguarda il mio amico e collega Angelo Stochino, che ho trascurato un po' ieri, cercherò di recuperare oggi. Lui è il fautore della monetizzazione dei parcheggi, degli standard per parcheggi, dove non ci sono, e si è dimenticato di mettere in relazione questa sua aspirazione, questa esigenza che porta avanti, legittima, con quello che è contenuto in questo comma 2, dove si dice che anche i piani pilotis, che notoriamente sono usati come parcheggi, nell'ambito dell'ampliamento delle aree da chiudere possono essere anche chiusi, quindi da un lato chiudete i pilotis e, dall'altro, monetizzate i parcheggi. Vi dovete mettere d'accordo su che cosa fare, cioè, questa è la schizofrenia della serie barbarica, che solo probabilmente la mente di un devastatore può mettere in campo, quindi credo che davvero abbiate da mettere a coerenza un po' di cose.
Il punto 1 della lettera b) del comma 2 parla di chiusura dei piani pilotis, voi, in questo provvedimento, ci parlate di monetizzazione di parcheggi dove non esistono. Ma come la possiamo mettere questa cosa? L'avete letta o avete chiesto all'Assessore che qualcuno la leggesse? Mettiamoci d'accordo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Questo è il classico caso di una richiesta da parte nostra di abrogazione di una parte della legge numero 4, che già non ci piaceva allora. Come avremo occasione di vedere quando andremo a parlare del secondo articolo della legge in esame, ci accorgeremo che quello che si sta facendo oggi è un sensibile peggioramento di questo articolo. Ci sono riferimenti in questo comma che noi vorremmo abrogare (affinché non possa essere neanche peggiorato da parte della maggioranza), i quali sono relativi alle aggiunte da utilizzare come pertinenze e quindi come recita questo articolo: "Gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati…". Poi vedremo meglio, quando passeremo a discutere di questa questione più avanti, che questo comma 2, che già presentava dei problemi, oggi vogliamo renderlo peggiore. E' il classico caso di una legge che, in maniera eclatante, invece di essere migliorativa, è peggiorativa.
Io non capisco la logica che ha incoraggiato, da parte della maggioranza, questa volontà di rendere peggiore una legge che già buona non era. Quale logica ha guidato questa maggioranza, non riesco a capirlo, se non quella di venire incontro a esigenze che non sono quelle dell'operaio famoso che, incontrando il Presidente della Regione, se ne andò felice e contento perché gli si consentiva di aumentare una stanza nella propria casa. Siamo su un'altra dimensione!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io provo a dire, mi farebbe piacere, ma manca l'assessore Rassu, mi rivolgo agli altri colleghi della maggioranza, provo a dire un perché, uno dei tanti "perché" di questo emendamento che abbiamo presentato. Interviene sul comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4, che noi abbiamo tentato, ripeto, di contrastare, ma che, a questo punto, se noi dovessimo virtualmente fare una proiezione di quello che avverrà nel caso, da parte vostra, ci fosse la possibilità di approvare il cosiddetto "Piano casa 3", voi, nell'articolo 2 della legge numero 4, di fatto cercate di normare sulla tipologia degli interventi, in particolare sui casi di tipologie edilizie "uni e bifamiliari" e sulle tipologie di tipo "pluripiano" e indicate una serie di interventi possibili con la legge numero 4 del 2009.
Io vorrei chiedervi, davvero, lo chiedo al Presidente della Commissione, vorrei davvero una risposta seria, o perlomeno la domanda è seria e non dubito che la risposta sarà seria. Io vorrei capire che cosa succede all'articolo 2, comma 2, della legge numero 4 se viene approvato l'articolo 1 octies che, alla lettera f), dice: "Gli interventi di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6" - ovviamente della legge numero 4 del 2009 - "sono realizzati in deroga alle previsioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici comunali vigenti in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali. In particolare possono essere superati gli indici massimi di fabbricabilità, i limiti di altezza, distanza, veduta, le superfici minime di intervento, i rapporti di copertura". Cioè davvero con questo combinato disposto, voi state aprendo a soddisfare qualunque appetito e non certamente, ripeto, quello di chi ha bisogno di una casa. Io la prego davvero, onorevole Matteo Sanna, di soddisfare questa sorta di libidine di curiosità da parte mia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, ma, onorevole Diana, le do la risposta io su questo tema, poi magari il collega Sanna aiuterà per capire. Si manifesterà il caos, il caos come vogliono che si manifesti. E' chiaro, è evidente. Questo è uno degli articoli, secondo me, dove veramente è consentito ed è possibile fare di tutto, dove le amministrazioni comunali, gli enti locali, che dovevano essere esautorati temporalmente, per un tempo definito di un anno, in casi straordinari, della loro capacità di programmazione e di organizzazione del proprio territorio, vengono, invece, in maniera continuativa superati, in deroga a tutto, lo diceva lei. E' stato, tra l'altro, un continuo alimentarsi di norme, una dietro l'altra, che hanno teso a cambiare e a stravolgere lo spirito di questa norma. Lo dico anche perché è molto utile, per chi vuole, gli Uffici l'hanno messo a disposizione in maniera molto adeguata, il testo che prevede la legge numero 4 con, in grassetto, evidenziate le ulteriori modifiche apportate dal disegno di legge esitato dalla Commissione e in più gli eventuali emendamenti, ma è carino vedere come al comma 2 viene evidenziata addirittura una particolarità.
C'è tutto il ragionamento nel quale tali adeguamenti e incrementi si inseriscono in modo organico e coerente con i caratteri formali, tutta una serie di attenzioni che magari sono necessarie per evitare che si creino situazioni veramente distruttive del tessuto e del territorio della città, noi inseriamo una particolarità: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione". Cioè tutti quegli strumenti, che servono a controllare che ci sia un corretto inserimento nel contesto delle variazioni che si fanno, vengono chiaramente cancellati. Le elaborazioni fotografiche, le simulazioni, che servivano probabilmente a garantire anche quello che era un tessuto corretto dello strumento urbanistico, vengono chiaramente cancellate. E poi, assessore Rassu, che non vedo, glielo dico tanto probabilmente glielo riferiranno o sentirà, questa è l'ennesima dimostrazione che questa legge interviene per creare degli abusi, perché mentre nella prima istanza non si potevano costruire in maniera separata, per quanto riguarda le lottizzazioni a schiera, adesso si possono anche staccare dalla lottizzazione principale.
Questo significa che, rispetto a un fronte strada, noi sicuramente 10 metri più avanti possiamo fare una nuova lottizzazione, delle nuove costruzioni che, visti i quartieri magari periferici o limitrofi, chiaramente creano ulteriori quartieri ed estensioni di case senza nessuna pianificazione. Per questo motivo e per gli altri che diremo successivamente, voterò a favore di questo emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Mentre in Europa e in Italia si cerca, come ho detto prima, di rilanciare l'edilizia attraverso studi, attenzioni, discussioni congiunte tra il mondo dell'impresa e i progettisti, i tecnici, puntando a un'architettura di qualità, addirittura si parla di un'architettura che deve integrarsi con le piante, col verde, deve puntare alla qualità dei materiali, mentre si parla di un'edilizia che deve trovare la qualità migliore ma soprattutto la bontà dei materiali, magari trovando parallelamente anche una strada che porti a un contenimento dei costi, quindi con la scelta di materiali più economici, però sempre a vantaggio della qualità, noi, in Sardegna, la terra più ambita dagli italiani come luogo di vacanza, o forse anche dagli europei, per la sua collocazione, la sua qualità paesaggistica e naturalistica, invece disegniamo, proponiamo e progettiamo il peggio del peggio, dove non c'è limite al pudore.
Abbiamo richiamato la possibilità di aumentare i volumi a discapito dei servizi e degli standard previsti da legge dello Stato italiano, come quello dei parcheggi. Addirittura prevediamo oggi la possibilità di utilizzare i piani pilotis, che sono piani che non fanno volume perché sono considerati volumi tecnici e che oggi nella nuova tecnologia, nella nuova capacità inventiva della genialità dei costruttori, porta a utilizzare il piano pilotis per slanciare i palazzi verso l'alto, perché il piano pilotis costruito a livello terra non fa volume e quindi saltate le altezze massime, saltato il numero dei piani, consente, soprattutto dove? Ancora una volta sulla fascia costiera, magari proprio lì sulle passeggiate, sul fronte mare, oscurando tutto quello che rimane dietro ai pochi privilegiati, consente di lanciarsi verso l'alto e chiudere volumi che non sono assolutamente idonei all'abitazione.
Mi chiedo ancora a volta: e i parcheggi? Perché i piani pilotis sono costruiti per garantire il posto auto, continuano ad aumentare quello strazio che viviamo noi nelle nostre strade e nelle nostre piazze.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, nel comma 2 dell'articolo 2 si parla di sottotetti. Parliamo di sottotetti, di pilotis, di edifici staccati dal corpo di fabbrica principale, la possibilità addirittura di accatastarli e di venderli in maniera separata: adesso si sta chiarendo complessivamente tutto il quadro della filosofia di questa legge. Abbiamo cercato di far capire, entriamo nel merito della filosofia della legge, che l'orientamento di questa legge è assolutamente antistorico rispetto alla riflessione che si sta avendo in Italia rispetto all'uso del territorio. Comunico a quest'Aula che, il 29 ottobre prossimo, a Cassinetta di Lugagnano, a Milano, verrà costituito il forum italiano dei movimenti per la terra e per il paesaggio: "Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori". Sono già più di 400 le associazioni e i comitati locali e più di 4 mila le adesioni individuali pervenute a una iniziativa che punta a evitare il consumo di territorio, ogni anno sono migliaia di ettari in più ricoperti dal cemento.
Sono riflessioni che il mondo dell'urbanistica applicata, l'Università, ma anche gli imprenditori più avveduti e più moderni del settore dell'edilizia, stanno affrontando con interesse e tentando quanto meno un approfondimento. In Sardegna continuiamo con i pilotis, con i sottotetti e con gli scantinati da utilizzare per il figlio che deve vivere sotto terra. Nessuno di noi vorrebbe avere un figlio che vive in uno scantinato e allora si trasformeranno anche questi interventi in altre seconde o terze case che rimarranno tristemente, com'è successo per la gran parte, per molta percentuale di esse, nella stagione turistica di quest'anno, desolatamente vuote a mangiare il territorio inutilmente, senza alcuna ricaduta economica, se non per le imprese, piccole e medio grandi che siano, che potranno lavorarci, sì e no, per due o tre mesi. Il nostro voto è sicuramente a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Questo articolo mi ricorda che, di fatto, il sistema burocratico amministrativo dell'urbanistica era già fallito prima dell'avvento del Piano casa. Il Piano casa non fa altro che certificarne ulteriormente il totale fallimento e trasforma questo Consiglio probabilmente in curatori fallimentari di questo sistema. Il dispiacere più grande per me è vedere la classe dei giovani professionisti, ma anche gli anziani, dedita soltanto a fare condoni edilizi, pratiche ancora non risolte da 25 anni, accertamenti di conformità, piani casa. Allora non posso esprimere un incoraggiamento per la perdita di una grande professionalità che in Italia ci poteva essere. Mi aspetto sempre di peggio, mi aspetto che, nella prossima manovra finanziaria, ci sia, per esempio, un piano fiscale che possa prevedere in certi casi il 10, in alcuni casi il 20, fino a un massimo del 30 o 35 per cento di evasione fiscale. Di questo passo, penso che non ci sia altro da aspettarci. Quindi, quando sento in qualche trasmissione che i cittadini scappano dall'Italia, non scappano certo per il Piano casa, scappano perché in Italia abbiamo un sistema ingovernabile dove l'edilizia forse è soltanto una piccola parte di un sistema molto più perverso.
Nel votare ovviamente a favore di questo emendamento, dico che o ci diamo una svegliata e cerchiamo di riportare appena appena di legittimità nel sistema, oppure ci troveremo di anno in anno in sistemi di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, io mi chiedo a che cosa serva un dibattito a senso unico. Penso che stiamo vivendo una situazione kafkiana: da una parte, c'è la minoranza che sembra predicare nel deserto e, dall'altra parte, c'è la maggioranza che gode e, di solito, il godimento politico passa attraverso la trasgressione della legge. Ogni diritto, ogni ordinamento ha un proprio supplemento trasgressivo, per esempio una legge oscena e segreta raddoppia e accompagna come un'ombra una legge pubblica. Questa legge è fatta per rafforzare e solidificare la coesione del gruppo di maggioranza e la condivisione di una particolare forma di godimento, la trasgressione è intrinseca al potere e il potere è solo godimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Esprimo la mia approvazione all'emendamento numero 154 attraverso il quale si tenta di sopprimere il comma 2 di questo articolo 2, nel quale si vorrebbero realizzare gli adeguamenti di cui si parla in questa legge attraverso l'inserimento in modo organico e carente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato. Però, in questo comma 2, si dice altresì che tali adeguamenti e incrementi possono avvenire anche mediante la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica. La mia preoccupazione, Presidente, Assessore, è che abbia ragione il collega Chicco Porcu quando dice che stiamo creando le "villette a schiera figlie delle villette a schiera madre". La domanda che pongo, come conseguenza di tale preoccupazione, è rivolta all'Assessore per capire, se mai dovessimo continuare in questa direzione, se non corriamo anche il rischio di arrivare alle "villette a schiera modello matrioska", cioè se, continuando di questo passo, la replicazione, la riproduzione delle villette a schiera, sempre più piccole, non ci conduca sino a questa forma e a questo modello che è abbastanza distorto rispetto alle volontà dichiarate in questa legge.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Piras è rientrato dal congedo
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 154.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Piras e Zedda hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 24
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 155.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). All'emendamento numero 155 si propone l'abrogazione della lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4. Che cosa dice la lettera a)? Praticamente dice che, nel caso di tipologie edilizie uni-bifamiliari, gli adeguamenti possono avvenire mediante la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, al solo piano terra o in sopraelevazione, però mediante realizzazioni di esclusive pertinenze. Faccio osservare che, siccome gli interlocutori sono sempre quelli di prima, perché siamo fermi al 2009, quindi il solito committente vostro, è chiaro che poi la modificazione... onorevole Meloni si tranquillizzi, io so quello che dico, so di dirlo, non esagero, se dovessi esagerare, farei anche i nomi!
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Li faccia i nomi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siccome ho visto che ce li avete ben chiari, non c'è neanche bisogno di farli, perché la vostra reazione dimostra che li conoscete bene, è la prova che li conoscete bene! Probabilmente dovete capire quello che avete scritto prima di parlare così.
Siccome i soggetti sono sempre i soliti, i committenti identici, la data la stessa, se adesso ciò che doveva essere pertinenza a partire dal 2009 diventa invece unità immobiliare, secondo voi che cosa sta avvenendo? Ditemelo voi! Se sulla base della legge era prima una pertinenza, il soggetto non cambia perché la data è ferma, quella pertinenza che adesso voi volete far diventare unità immobiliare per conto proprio, secondo voi, che cosa vuol dire? Che state aiutando la povera gente? Voglio la risposta! Non è che ci si alza e dite: "Moderazione!". Meloni, Sanna mi dovete dare queste risposte! Che cosa soddisfa questa esigenza di passare da una pertinenza a un'unità immobiliare? Ditelo ai sardi! Ditelo ai sardi che cosa è questa legge di servizio e a chi si rivolge! Non è dire o aver fastidio del disturbo. Non mi fanno manco parlare, però avranno pazienza!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prendete posto. Grazie.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo spiega perché chiediamo la cancellazione della lettera a). Con il vostro intervento, con questa legge, la andate a peggiorare, perché il mantenimento della pertinenza dava una sensazione di interesse ai bisogni dei cittadini, invece togliete pure questo piccolo indizio per dichiarare, anche se non vi piace, senza pronunciarlo, il nome dei committenti, perché questo...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Nonostante non sia stato seguito con la sufficiente attenzione, l'intervento del collega Sanna ha messo in evidenza un problema serio: è stata proposta, con la legge poi diventata numero 4, la possibilità di realizzare degli incrementi volumetrici con delle (allora definite) pertinenze staccate dal corpo principale di fabbrica. Nella discussione che facemmo allora in Commissione, la Giunta si vantava di questa particolarità: "Noi non stiamo assolutamente, neanche lontanamente, neanche minimamente, pensando a consentire che si realizzino nuove unità familiari", tant'è vero che si richiamava l'impossibilità a che questi incrementi volumetrici potessero essere alienati prima di una certa data, eccetera eccetera.
Ora, con questo provvedimento di legge che stiamo discutendo, in questo frangente, emerge con chiarezza che quello era un primo piccolo passo per arrivare poi a realizzare quello che davvero è un abuso non dell'interessato o degli interessati, ma un abuso dell'amministrazione comunale che, con un artificio, vuole comunque arrivare a realizzare un qualcosa di cui soltanto due anni fa si vergognava e invece oggi dice chiaramente con grande faccia di bronzo di voler conseguire.
Ecco perché io credo che sia giusto abolire prima di tutto questo, che è la premessa per poter essere poi, non migliorato, come dite voi, ma peggiorato con la successiva discussione della legge in esame. Ecco perché credo che, su questo emendamento, bisogna votare a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, nell'articolo 2, l'intervento di adeguamento e di ampliamento è consentito anche mediante il superamento dei limiti massimi di edificabilità fino al 20 per cento con la scadenza della realizzazione alla data del 31 marzo 2009; per inquadrare il tutto. Stiamo parlando di una delle parti probabilmente più chiare della legge che consente di realizzare, al di fuori dei corpi di fabbrica, adeguamenti delle tipologie edilizie uni e bifamiliari. "Uni e bifamiliari", uno penserebbe che tutti i cittadini sardi hanno la possibilità, la potestà di utilizzare questi incrementi.
Allora, come sto cercando di dimostrare da due o tre interventi a questa parte, questi incrementi di volumetria si concentreranno, e si stanno già concentrando, esclusivamente nelle zone turistiche e nelle zone costiere. A questo riguardo, visto che questa tabella è molto chiara e dà l'idea di quello che sta succedendo e di quello che succederà, noi abbiamo il quadro, al 30 settembre 2011, di quello che è successo con la legge numero 4 (cioè con una legge che gli uffici tecnici hanno considerato inapplicabile per certe parti, che ha rallentato il flusso delle domande), nonostante questo però abbiamo un quadro della situazione di 71 comuni su 370 e rotti, allora, io la pregherei, assessore Rassu, se è possibile, sarebbe utile, se gli uffici hanno a disposizione il quadro complessivo degli oltre 370 comuni sardi, di verificare la complessiva distribuzione delle richieste delle concessioni che sono intervenute sulla "4", non sulla legge che abbiamo oggi in discussione e che è molto più elastica e permissiva.
Assessore, rispetto a una lettura più attenta, questa tabella ci dice che, in questi 71 comuni campione, si sono riversate le 10859 concessioni delle 17479 che sono state rilasciate, stando al documento dell'Assessorato. Questo vuol dire che i 71 comuni di questa tabella hanno utilizzato circa il 70 per cento delle concessioni edilizie. In termini numerici, significa...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento numero 155 che cancella la lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 23 ottobre dell'anno scorso. Le motivazioni sono state lungamente sottolineate anche dai colleghi. E' del tutto evidente che noi stiamo cercando, con la nostra azione di ostruzione, di farvi riflettere; ieri avete avuto occasione per riflettere anche voi con le cinque volte che avete fatto mancare il numero legale, evidentemente vi è un'esigenza appunto di approfondire i temi di questa legge, non credo che siano state assenze indotte soltanto dal pressappochismo o dalla distrazione per impegni di altra natura.
Ora io mi chiedo, di fronte a una minoranza che non fa solo la minoranza, ma che si oppone e propone, che cosa vi impedisce di prendere in mano l'insieme di queste modifiche? Perché è evidente che noi andremo avanti in tutti questi emendamenti e voteremo a favore di tutti gli emendamenti soppressivi dell'intero Piano casa. Che cosa vi impedisce, in relazione alle 65 modifiche, che state apportando nel Piano casa, di fare una pausa di sospensione e di decidere quale di queste 65 sia effettivamente utile e necessaria per rendere la legge, dal vostro punto di vista (perché dal nostro non lo sarà mai), praticabile?
Mi chiedo se in questo momento la vera ostruzione la stia facendo la minoranza, o la stia facendo la maggioranza a se stessa proponendo l'improponibile, cioè non proponendo di semplificare la legge e di farla funzionare meglio, ma di renderla ancora più complessa e inattuabile, derogando alle deroghe e rendendola di fatto inapplicabile. Mi auspico che la nostra azione, che sarà ferma, severa e coerente, vi porti a riflettere e che la riflessione non sia soltanto far mancare il numero legale, ma sia anche una proposta di semplificazione di proposte che altrimenti rischierebbero di rendere peggiore una legge già pessima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Negate l'evidenza, è un atteggiamento infantile, perché proponete con caparbietà una vostra strategia e poi, in qualche modo, cercate di nasconderla, di negarla, di camuffarla. Avete detto che non era una furbata la proposta della legge numero 4, ma di fatto si è rivelata tale, probabilmente, nella mente di qualcuno, forse non di tutti, ma di coloro che sono strateghi di questa filosofia, di questo progetto unico che voi continuate a propinarci come soluzione per il rilancio dell'economia e dell'occupazione, dicendo che si migliorerà ampliando le residenze attuali. E invece no! Oggi rivelate qual è la vostra vera strategia: è quella che, con molta chiarezza, è stata proposta "delle matriosche". Quindi creando una situazione, che io continuo fra l'altro a vedere di difficile soluzione, che è quella del rispetto degli standard, di cui però la Regione non si fa carico, ma la scarica ai comuni.
Come fanno i comuni, che oggi stanno pianificando i Piani urbanistici comunali, secondo uno studio, un'analisi, un'indagine, a rispettare gli standard che vengono stravolti dei volumi che voi state introducendo? Il progettare, badate, è una cosa delicata, è una cosa seria, un tempo si faceva con una attenzione, con una oculatezza, si guardavano le stelle, da dove soffiavano i venti, oggi naturalmente tutto questo fa parte della poesia e della letteratura, però in ogni caso comunque prima del progettare si dovrebbe guardare e si dovrebbe armonizzare il rapporto fra il cielo, l'ambiente, gli orizzonti e il costruito e le esigenze dell'uomo.
Su questo tema evidentemente c'è una distanza abissale tra noi e voi, noi continuiamo a proporla come la via per garantire un futuro migliore alla nostra terra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 155, non foss'altro per le cose che abbiamo già affermato. Anche in questo caso si poteva evitare, infatti noi proponiamo la soppressione, perché di fatto snatura quello che è un complesso organico, quando parliamo di case uni-bifamiliari, oltretutto comporta situazioni di contrasto sociale; molte di queste case erano le stesse case di edilizia economica popolare e sono costituite nello spirito della cultura sarda, che è quella di avere la casa singola senza abitare multipiani, proprio perché non ci consente la nostra specificità, oppure è più favorita la nostra specificità con l'abitazione appunto in casa singola con un pezzetto di cortile. Qui addirittura consentiamo l'edificazione di corpi di fabbrica in pertinenza e quindi sacrifichiamo un pezzo di cortile. A meno che (chiedo scusa per l'irriverenza, ma stamattina appunto, a firma di Francesca Barracciu, il P.D. ha presentato una proposta di legge per venire incontro ai bisogni dei nuclei familiari che si dividono a causa delle separazioni e dei divorzi) non vorrei che fosse pensato che, visto che il 90 per cento degli uomini rischia di andare in povertà e deve vivere in macchina, la pertinenza sia stata considerata appunto per ospitare il coniuge separato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, io intervengo per una breve dichiarazione. Intanto perché voto contro questo emendamento, ma mi preoccupa il fatto che, insistentemente, da parte dell'opposizione, si faccia velatamente riferimento a dei nomi che sarebbero i mandanti di questa legge. Io chiedo ufficialmente che chi qui viene a dire che ci sono dei mandanti li tiri fuori, perché sarò io il primo a denunciare qualunque condizione di condizionamento, passatemi la cacofonia, che avvenga su queste posizioni. Io so che l'unico mio mandante, purtroppo, in questo caso, ce l'ho a casa, ed è mia moglie, nel senso che, in un piccolo paese della bassa Marmilla, è da anni che non riesce a finire un tetto, impedita in ciò dall'ufficio tecnico di quel Comune, in quanto centri matrice, centri storici e altre "imbecillità" (passatemi il termine) che sono volate qui dentro, sono riusciti soltanto a bloccare piccole e piccolissime iniziative.
Io credo che tutto quello che di grande qui si dice, esca fuori! Io voglio capire e, come lo voglio capire io, lo vogliono capire i sardi; se si hanno nomi e cognomi, si facciano in via definitiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-F.L.I.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per esprimere intanto il voto contrario all'emendamento in discussione e poi per chiarire alcuni aspetti. Capisco la strategia dell'opposizione, legittima, tendente ad allungare la discussione per arrivare alla data fatidica, cercando di mettere a segno un colpo mortale, direi, per l'economia sarda, perché anche i colleghi, rispettabili colleghi, dell'opposizione che si alternano negli interventi, si sono accorti che il Piano casa, la legge regionale numero 4, ha avuti risultati e li ha avuti anche a seguito di tutti quei numeri che abbiamo in qualche modo evidenziato. Il collega Salis puntualmente li ricorda, poi fa dei distinguo; è ovvio che realtà che hanno in proporzione magari meno abitanti, ma più abitazioni, hanno maggiori possibilità di attuare questo strumento. E' ovvio, collega Salis, questo è ovvio.
Avete citato il problema delle pertinenze, voglio dire qualcosa al riguardo. All'articolo 1 ter, per quanto riguarda l'alienabilità o meno delle pertinenze, è stato presentato un emendamento a firma Diana e Campus, che sarà in discussione quando andremo a discutere, è l'emendamento numero 126 (a pagina 78 per i colleghi che seguono con il faldone degli emendamenti), per il quale noi ci siamo rimessi all'Aula. Questo emendamento, per quanto mi riguarda, potrà essere approvato, è un emendamento che così sgombera, da ogni dubbio e da ogni illazione, gli interventi fatti dai Comuni, relativamente al fatto che si voglia favorire o meno chissà chi, chissà quale committente. E dico anche che non c'è alcun committente, il committente di questa legge è la Sardegna, il popolo sardo, è il popolo sardo che ce la chiede con forza, è il popolo sardo che crede in questo strumento, è quel popolo sardo che, grazie a questo strumento, ha salvato imprese, ha salvato artigiani, piccoli artigiani, e famiglie che hanno quella stanza in più che molti di noi e molti di voi, anche in campagna elettorale, hanno promesso al popolo sardo.
Dico altresì che, durante la discussione dell'articolo 1 octies, avrò la possibilità di replicare anche al collega Diana che chiedeva che cosa potrebbe succedere se dovesse passare l'articolo 1 octies. Mi riserverò di intervenire su questo articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Pensavo che gli interventi di Dedoni e adesso di Matteo Sanna in qualche modo volessero testimoniare un cambio di strategia della maggioranza, cioè una disponibilità a discutere.
Presidente Lombardo, sono le ore 11 e 20, ci siamo da un'ora e dieci, abbiamo esaminato finora quattro emendamenti, soltanto all'articolo 1 bis ne restano altri 50, a voi immaginare il tempo necessario per esaminarli, mi pare siano intorno alle 42 ore, qualcosa del genere, più o meno.
Ovviamente noi continueremo in questa maniera, io aspetto, spero non "messianicamente", il successivo intervento del Presidente della Commissione che mi pare almeno lui abbia deciso (credo che abbia fatto bene e che sia anche un dovere nei confronti di quest'Aula) di fornire una qualche risposta ai quesiti posti, in questo caso, dall'opposizione. Insisto su questo, onorevole Sanna, la lettera a) dell'articolo 2 della legge numero 4 del 2009 si riferisce alle tipologie uni e bifamiliari, di cui stiamo parlando, e afferma alcune cose che, per ragioni di tempo, io non sto qui a leggere, sono quelle quattro righe e mezzo che conosciamo tutti quanti.
Io insisto, onorevole Sanna, le chiedo, so che lei ha gli strumenti per farlo, ci faccia capire o, per lo meno, faccia capire a me, che ho qualche limite sotto questo aspetto, che cosa può succedere anche in questa tipologia di cui stiamo discutendo della lettera a) dell'articolo 2 della legge numero 4 quando, ripeto, in base all'articolo 1 octies, voi dite che si possono superare gli indici massimi di fabbricabilità, i limiti di altezza, distanze, veduta, le superfici minime di intervento, i rapporti di copertura. Davvero io non credo che un Presidente di Commissione non abbia immaginato (perché se non l'ha fatto, è grave) gli effetti di questo combinato disposto e allora io chiedo davvero che quest'Aula venga messa nelle condizioni di capire che cosa può succedere. Secondo noi, può succedere quello che hanno denunciato i colleghi che mi hanno preceduto e, badate, le semplificazioni, che possono anche suscitare ilarità, sono…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Anch'io esprimo il mio parere favorevole all'emendamento numero 155, attraverso il quale si tenta di sopprimere la lettera a) del comma 2 dell'articolo 2, nella quale è scritto che gli ampliamenti possono essere effettuati negli edifici confinanti tra di loro; a seguito di quell'ampliamento, a mio avviso, si potrebbe determinare una serie di problemi. Problemi di cui abbiamo parlato anche in discussione generale e in occasione delle altre discussioni in sede di approvazione della legge numero 4.
Allora io chiedo al presidente Sanna, perché questo argomento è stato sempre superato con un silenzio rispetto al quale mi pongo qualche preoccupazione. Presidente Sanna, Matteo Sanna, io non ho ancora capito che cosa pensate voi…Matteo, giusto per poter avere, so che riesci a fare due cose contemporaneamente, però…infatti l'ho chiamato per nome per questa ragione… io non ho ancora capito che cosa pensate voi, mi rivolgo all'Assessore, ma mi rivolgo anche a lei, Presidente, che interviene e interloquisce con l'Aula in maniera più frequente, circa il rischio che si corre in caso di ampliamento laddove verrebbero violati i diritti acquisiti di quei cittadini che, a seguito dell'ampliamento, vedrebbero ridotte le distanze, soprattutto in considerazione del fatto che il TAR della Sardegna si è espresso più volte e più volte ha detto sempre la stessa cosa e cioè che tali ampliamenti possono essere concessi solo ed esclusivamente previo pronunciamento del Consiglio comunale del Comune nel quale avviene tale intervento e il parere del confinante il quale subirebbe l'eventuale danno di quel diritto acquisito che lui pensava di aver acquisito.
Allora, rispetto a questo quesito e a questo interrogativo che a me non sembra appartenere a un tentativo di sferrare il colpo mortale all'economia della Sardegna, io non ho mai sentito una risposta, non ho sentito una rappresentazione del vostro punto di vista, se il pronunciamento del TAR al riguardo potrebbe essere preso in considerazione oppure no nel dibattito che si sta svolgendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 155 che costituisce un contributo a migliorare la legge numero 4 e ad arginare anche gli effetti nefasti dell'applicazione di questa legge, qualora fosse mai possibile, secondo l'intendimento degli estensori e del Consiglio regionale che l'ha approvata, ma è impossibile applicarla.
Poi vorrei anche invitare tutti noi a non abusare delle parole "popolo sardo" e anche della pazienza del popolo sardo che viene chiamato in causa ogni qual volta si deve giustificare l'approvazione o la proposizione di leggi che, con gli interessi del popolo sardo, non hanno assolutamente niente a che fare. Quindi, onorevole Sanna, la prego perché, per giustificare l'abuso del paesaggio, si sta abusando veramente di questa definizione della comunità sarda. Anche perché il popolo sardo davvero si è espresso rispetto a quello che intende sulla tutela del paesaggio, sulla salvaguardia dell'ambiente, sull'utilizzo che non deve essere indiscriminato di questo bene prezioso che è l'ambiente, si è espresso facendo fallire clamorosamente il referendum del 2008; allora, se ci si vuole rifare alla volontà del popolo sardo, ci si riferisca a quel referendum nel quale è stato dimostrato chiaramente ciò che la comunità sarda vuole per il proprio ambiente, ossia la salvaguardia, la tutela dell'ambiente e del paesaggio, cosa che invece la legge numero 4 mette pericolosamente a repentaglio, così come è dimostrato anche dalla legge che stiamo discutendo oggi.
Sarei anche preoccupata di approfondire la questione dei committenti. Qui oggi l'onorevole Dedoni ha ammesso di aver un committente, ma voi immaginate che cosa significherebbe se tutte le mogli dei colleghi, circa 80, si mettessero assieme e facessero una pressione corpo a corpo perché passassero queste norme? Un gruppo di pressione fortissimo e io direi anche difficilmente arginabile. Quindi tutti i colleghi che, in presenza di una moglie che fa queste pressioni, vivono questa pressione, pregherei di votare a favore di questo emendamento o di astenersi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Io devo dire che in effetti è vero che molte famiglie del popolo sardo spesso si pongono il problema, mi è capitato di sentire che una veranda può diventare un ampliamento di una camera, che un sottotetto con qualche centimetro in meno può diventare abitabile, ho sentito molte famiglie del popolo sardo che chiedono incrementi di questo tipo.
Dico di più, a me non avrebbe per nulla scandalizzato se questa legge, così come fa per i centri storici, avesse fatto anche lo stesso per le altre zonizzazioni, se si fosse detto che ciascun comune potesse legittimamente verificare, ma le verifiche come vengono fatte? Attraverso la ragioneria urbanistica, attraverso i bacini, laddove i servizi sono meno sufficienti, perché spesso capita che, in alcuni bacini, possa esserci la possibilità di incremento. Non per nulla quando si revisiona un piano urbanistico può capitare, e capita spesso, che un indice venga incrementato, quindi non mi avrebbe scandalizzato se questa legge, ripeto, come per i centri storici, avesse dato la possibilità a ciascun comune, nell'ambito di un severo calcolo ragionieristico urbanistico, di valutare l'eventualità di dare queste risposte al popolo sardo.
Purtroppo il rischio è che queste risposte al popolo sardo possano andare, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, in un versante che non è del tutto dignitoso e del tutto legato alle famiglie del popolo sardo.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 155.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 155.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Amadu, Campus, Greco e Piras hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 23
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 156.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, noi non ci perdiamo d'animo e continuiamo nel nostro doveroso ruolo, non di opposizione ma di invito alla riflessione. L'emendamento numero 156 torna sul Piano casa originario, in particolare sulla lettera b) dell'articolo 2, dove include le tipologie edilizie pluripiano tra quelle che possono beneficiare di incrementi volumetrici pari al 20 per cento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue PORCU.) Vedete, se le vostre modifiche (ripeto, ben 65, di cui la gran parte, non esplicative o esemplificative del Piano casa del 23 ottobre 2009 ma aggiuntive, cioè che danno ulteriori possibilità) si fossero limitate a spiegare meglio come gli incrementi volumetrici si debbano applicare alle tipologie edilizie pluripiano e magari venire maggiormente incontro alle esigenze dei comuni che si trovano a veder stravolti, per un periodo molto lungo, i propri strumenti urbanistici, senza sapere quando finirà lo stravolgimento e la deroga, allora io avrei anche capito. Magari sarei stato ugualmente contrario, ma avrei capito che voi avevate l'esigenza di far sì che questo Piano casa facesse un po' da Piano casa, perché (come hanno ricordato bene alcuni colleghi negli interventi precedenti, certamente il collega Salis) le statistiche che voi stessi ci avete portato dimostrano che poi il Piano casa non è un "piano casa" ma è un "piano villetta", cioè un Piano che insiste in luoghi turistici, ovvero in quei luoghi dove la deroga, che scambia incentivo economico con bene paesaggistico-ambientale che viene svenduto, vale di più.
Io avrei capito una ratio di questo tipo, ma questa ratio non c'è e di fatto, in questa legge, introducete elementi di complicazione, per questo io credo che sia molto meglio azzerare tutto e dire che quello che è stato è stato, cancelliamo questa legge e lavoriamo veramente per il bene della Sardegna senza citare invano il popolo sardo che merita ben altra considerazione di quella che quest'Aula gli dedica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo alla lettera b) e ovviamente nessuno ci può levare la soddisfazione di portarvi lentamente a capire di che cosa stiamo parlando; abbiamo tenuto ferme alcune cose. Per quanto riguarda la lettera b): mi volete spiegare per quale necessità noi dobbiamo togliere la parola "pluripiano" e inserire le tipologie edilizie "composte da più unità immobiliari"? C'è qualche ratio, secondo voi? Perché togliamo la parola "pluripiano" e mettiamo invece le parole "più unità immobiliari"? Perché la parola "pluripiano" sottende, per quanto riguarda gli Uffici, l'idea che questo Piano casa si riferisca a famiglie, a nuclei familiari, a persone bisognose e questo non autorizza a rilasciare autorizzazioni a imprenditori speculatori che costruiscono palazzi, mentre invece se noi diciamo "in caso di tipologia con più unità immobiliari" riusciamo a soddisfare questa esigenza. E' chiaro l'indizio?
Secondo indizio. Togliete dal punto 1) le parole "nel caso di copertura prevalentemente piana dell'edificio": allora si possono fare le sopraelevazioni. Perché? Perché quando un costruttore costruisce diversi complessi, qualcuno lo fa a tetto piano e qualcuno lo fa a tetto inclinato, in quella parte dove fa il tetto inclinato non può fare la sopraelevazione, quindi non può beneficiare della percentuale, perché è un corpo a sé e avrebbe bisogno di buttare giù il tetto inclinato, togliendo questa norma beneficia del volume anche in quel corpo di fabbrica, ma non c'entrano niente le famiglie, non dobbiamo mica mettere il lettino a castello per l'aumento di un figlio!
Di che cosa stiamo parlando? Vogliamo andare avanti ancora? Il collega Sanna mi segnalava l'emendamento numero 126 come quello che tranquillizzava, il fatto che noi rendiamo da pertinenza a unità immobiliare non nasconde la speculazione. Leggete la furberia all'emendamento numero 126: mica parla della nuova unità immobiliare, dice "gli ampliamenti realizzati"! Quindi è l'ampliamento che, in qualche modo, non si può vendere in sé, ma se quell'ampliamento, con un emendamento precedente, è diventato unità immobiliare, allora sì!
C'è dunque tutta una serie di furberie, non ultima la questione che riguarda le modifiche che si fanno all'interno: punto 3), nei singoli piani si possono fare delle modifiche "a condizione che l'intervento si armonizzi con il disegno architettonico…"…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Continuando il ragionamento che faceva il collega Sanna, proprio al punto 3) si dice "…nei singoli piani a condizione che l'intervento si armonizzi con il disegno architettonico complessivo dell'edificio e che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti gli spazi pubblici.". Quando torneremo a discutere della legge in esame e non della soppressione di quella che ha originato questo obbrobrio attualmente in discussione, ci accorgeremo che anche queste minime misure, che cercavano di dare una parvenza di digeribilità a quella proposta di allora, vengono modificate. Neanche queste misure verranno salvate, a conferma, quindi, che andrebbe abrogata questa parte della legge affinché non si possano fare modifiche peggiorative; questo è il ragionamento! Noi non possiamo andare avanti con questo ragionamento perché di fatto non siamo in condizioni di offrire alla Regione Sardegna, ai nostri comuni e alla nostra gente una soluzione migliore ma stiamo propinando un prodotto che sarà peggiorativo rispetto a quello già ampiamente negativo che abbiamo approvato tempo fa.
Ecco perché ribadisco che è giusto partire dalla soppressione delle singole parti della legge numero 4 per poter fare un lavoro serio che sia nell'interesse dei nostri comuni e delle nostre amministrazioni. Non so come continueremo questa discussione nei prossimi giorni, sono convinto però che, siccome di migliorativo davvero in questa nuova legge non c'è niente, sarebbe il caso che si riflettesse un attimo per togliere alcune cose particolarmente eclatanti e negative della legge numero 4 ed eventualmente (questo sì, si potrebbe fare per l'ennesima volta, ma spero anche l'ultima) si potrebbe concedere una ulteriore proroga. Io non mi strappo le vesti se non sono stati fatti molti interventi, perché, se una legge la giudichiamo negativa, gli interventi che si fanno non sono positivi e quindi meno se ne fanno meglio è.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, in questa discussione, nella quale stiamo cercando di far vedere, di far capire, che ci sono ipotesi pratiche di miglioramento anche sostanziale della legge, con pochi risultati per la verità, l'importante è che non accetto che vengano banalizzate le posizioni assunte. Nel senso che non si può dire, presidente Sanna, mi rivolgo a lei che è ormai l'unico interlocutore di questa legge, non si può dire che è normale, è ovvio, presidente Sanna, che gli interventi maggiori vengano concentrati dove ci sono più case, perché non è così! Non è possibile che, ad Arzachena, ci siano 849 interventi e a Monserrato ce ne siano 96! E'un decimo. Questo vuol dire che un paese, una città di 23.000 abitanti, Dio santo, ha sicuramente più case, ma questo vale per tutte. Non potete nascondere il fatto che questa situazione, accertata dopo un anno scarso di applicazione della legge numero 4, ha portato a quello che abbiamo denunciato nella discussione sulla legge numero 4, cioè che viene incrementata la dotazione volumetrica e cementizia lungo la città lineare, che è stata costruita in Sardegna, con una concentrazione particolare in Gallura.
Questo fa capire, ed è comprensibile, anche la passione, l'entusiasmo, come dire, la forza con cui il Presidente e altri esponenti galluresi presenti in Consiglio regionale difendono questa legge. Questa è una legge che esplica i suoi effetti più profondi soprattutto nelle zone più ricche in termini economici ma anche in termini volumetrici e di cemento. Per cui va avviato un ragionamento più serio, tenuto conto anche degli aspetti tecnici, sottolineati dal collega Sanna e dal collega Cugusi, che possono essere affrontati e migliorati, ma non possono essere assolutamente affrontati con la superficialità con cui state tentando di rispondere alle giuste obiezioni che noi stiamo ponendo su questa legge con questi emendamenti. Voteremo a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, siccome l'interlocutore unico, come diceva il collega che mi ha preceduto, è diventato il Presidente della Commissione, la cosa non può che far piacere e io vorrei ricordare, alla Presidenza e ai colleghi tutti, qual è il futuro che ci aspetta nei prossimi giorni. Se noi lavoriamo dodici ore al giorno, così come ha imposto la maggioranza in Conferenza dei Presidenti di Gruppo, cioè dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 16 alle ore 24, con i ritmi attuali, per gli oltre 250 emendamenti (ho preso soltanto quelli dei due "malloppi", dei due tomi, poi ce ne sono una ventina sparsi), per difetto noi finiremo la discussione, se ci va bene, il 9 novembre, lavorando anche il sabato e la domenica, cioè lavorando senza soluzione di continuità. A questo ritmo noi finiremo il 9 novembre.
E' probabile che voi abbiate necessità di finire qualche minuto prima, se volete, se non ci sono problemi, va benissimo, insomma, io vi inviterei a tenere conto di due cose, o davvero siete interessati a un confronto con noi? Allora se siete interessati al confronto, è chiaro che tale confronto non può avvenire sulla base del testo che abbiamo in discussione. Se siete interessati al confronto, diteci qual è la base di confronto, altrimenti, ovviamente, continuiamo in questa maniera e, se continuiamo in questa maniera, e noi continueremo in questa maniera, credo anzi che il 9 slitterà, perché credo che aumenteranno gli interventi da parte dell'opposizione, probabilmente arriveremo al 10 o all'11.
Onorevole Matteo Sanna, per cortesia, ci dia qualche risposta di merito, almeno diventa interessante e costruttivo il dibattito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' evidente che questa non è una legge per i sardi, in ogni caso è una legge per pochi, per quei pochi che hanno le risorse per sfruttare un'occasione, un'opportunità che voi state offrendo, magari proprio non sardi, con risorse che vengono da fuori, non sappiamo da dove. A me interessa poco conoscere committenti, mandanti e quant'altro, io prendo atto della proposta che abbiamo in Aula. C'è chi oggi probabilmente è determinato a sfruttare l'occasione che voi gli state offrendo, nonostante stiamo attraversando il momento più tragico per quanto riguarda le vendite immobiliari, le possibilità di fare affari. Non è questo il momento, lo dicono gli interessati, le agenzie che questo mercato muovono; è un momento in cui non conviene vendere, le banche hanno aumentato il costo del denaro, quindi è tutta una situazione che però prelude, lo pensa chi ha capitali da investire, risorse da mettere in campo, chissà accumulate come, a un futuro migliore, se mai usciremo da questa crisi e da questa situazione drammatica.
Noi facciamo dei distinguo, è stato detto; bene, io credo che, su questa cosa, emerga anche un limite grande di questa legge, è una legge che non fa alcun distinguo in un territorio che è molto diverso. La Sardegna ha un levante e un ponente, ha un nord e un sud, ha una fascia costiera molto diversificata e una zona interna, zona interna che voi conoscete come tutti noi conosciamo, su cui non si può far calare dall'alto una legge come la pioggia che viene dal cielo e che bagna indistintamente ovunque. Sarebbe stata una legge proprio in funzione di quello che ho detto prima, ci deve essere il discorso della qualità, del rispetto dei luoghi, degli orizzonti, lasciamo perdere le stelle del firmamento, che mi sembra eccessivo in un momento drammatico come questo, in ogni caso comunque non si può perdere mai l'occasione in una realtà che Marcello Serra definiva "quasi un continente" e che invece è banalizzata da una legge come questa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, intervengo per provare a dare un contributo ed eventualmente ridurre i tempi della discussione. Mi rivolgo nuovamente al Presidente della Commissione e all'Assessore… chiedo scusa, Matteo, io vorrei riuscire ad avere un parere e una risposta rispetto alla preoccupazione che mi faccio carico di riproporre, non vorrei riproporla a ogni articolo e a ogni emendamento, io chiedo di sapere qual è il punto di vista, il parere o (tento di averlo) il conforto da parte del Presidente della Commissione e dell'Assessore circa la deroga agli strumenti urbanistici per quanto riguarda le distanze tra edifici; nel caso dell'ampliamento, noi andiamo a ledere il diritto acquisito da parte di un cittadino che, con titolo abitativo, pensava di poter vivere tranquillamente… non si sente? Avvicinatevi oppure vengo io vicino a voi.
Allora, tale preoccupazione è rafforzata, oltre che dal volume del microfono, anche dai contenuti che stanno nella lettera b) del comma 2 dell'articolo 2, nella parte che riguarda ancora una volta il problema delle distanze, laddove poi…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, possiamo regolare meglio i microfoni? Non si può procedere così!
MORICONI (P.D.). …a riconferma della vostra volontà, presidente Sanna, andando in deroga, di voler rischiare di compromettere i rapporti tra abitanti di edifici confinanti, sta anche, lo anticipo, perché rientra nelle vostre volontà, il comma 7 dell'articolo 1 ter che incide su questo comma laddove va a sopprimere tutta la parte (le ultime quattro o cinque righe del punto 3 del comma 2), cancellando quella parte che riguarda il rispetto delle "distanze tra pareti prospicienti come previste dagli strumenti urbanistici comunali vigenti". Quindi, si va nella stessa direzione, addirittura aggravando, almeno questo è il dubbio che ho. Già la legge numero 4 costituiva un problema al riguardo, il richiamo alle sentenze del TAR voleva significare semplicemente…
PRESIDENTE. Onorevole Moriconi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). L'intento dell'emendamento numero 156 è lo stesso di quelli che hanno preceduto e di quelli che esamineremo a seguire. E' un intento molto chiaro, è quello di provvedere, per quanto possibile, per quanto ci è consentito, a contenere il danno. Noi, lo ha già preannunciato il nostro Capogruppo, utilizzeremo tutto il tempo che ci serve per fare questo, a meno che non ci sia una disponibilità a che, in tempi brevi, accediate a contenere il danno. Questo mi sembra che sia del tutto evidente. L'obiettivo che noi abbiamo manifestato è chiaro, però, se anche gli interlocutori che noi abbiamo, che sono solo due… Presidente, non è possibile! Dicevo che abbiamo solo due interlocutori, potremmo fare il Consiglio con noi dell'opposizione, l'onorevole Sanna e l'onorevole Rassu, ma almeno loro due penso che debbano avere la contezza di ascoltarci.
Dicevo, noi stiamo provando a contenere il danno, utilizzeremo tutto il tempo che ci serve, probabilmente arriveremo fino al 9 novembre, a meno che voi non accediate a contenere il danno in tempi più ragionevoli, ma questo è nella vostra disponibilità. Noi abbiamo un obiettivo chiaro, lo abbiamo detto in tutte le lingue. Questa legge non è migliorabile; se fosse possibile, state provando a peggiorare la "4", e l'emendamento numero 156 serve essenzialmente a evitare che, con i commi successivi, il comma 4, il comma 5, il comma 6, poi probabilmente ce ne sono anche altri, voi peggioriate quanto già di dannoso è previsto nella legge numero 4.
L'onorevole Gian Valerio Sanna ha provato a specificare quello che può succedere, perché dire che il "pluripiano" è sostituito da "composte da più unità immobiliari", anche a chi, come me, non ha elementi di conoscenza della materia urbanistica fa capire che il pluripiano è un'unica unità immobiliare, invece la sostituzione prevede palazzi, quindi non stiamo parlando né della famiglia di Sardara, né tantomeno di quella di Setzu, stiamo parlando di altro! Così pure, quando eliminiamo le parole "la copertura prevalente piana", stiamo dicendo che la copertura deve essere diversa da quella piana.
Quindi, onorevole Sanna, l'emendamento numero 156, come tutti gli altri, io penso che vada preso attentamente…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento in discussione, ma sollecito anche, se fosse possibile, una discussione a doppio binario. La maggioranza, attraverso il suo Presidente, unico interlocutore in questa discussione, fa di questa legge, e delle leggi precedenti (che, con questa, vengono modificate per la terza volta), l'oggetto, anzi lo strumento attraverso il quale costruire le progressive sorti della Sardegna, in particolare lo strumento col quale incrementare lo sviluppo economico, accelerarlo, migliorarlo, eccetera, eccetera. Bene, come si può essere credibili su questo punto se nella discussione vengono proposti anche dei quesiti, come quello che pone l'onorevole Moriconi, a cui ancora non è stata data una risposta? Come si può essere credibili nel dire che questa è una legge fondamentale, importantissima, che può incidere positivamente sullo sviluppo della Sardegna e, allo stesso tempo, fregarsene altamente della discussione che si sta sviluppando e portare avanti un lavoro nell'indifferenza totale della maggioranza stessa? Da questa parte, non abbiamo la presunzione di rappresentare tutto il popolo sardo, probabilmente noi ne rappresentiamo una parte, attraverso i voti, ma siamo comunque titolati a interpretarne, se non tutta, una fetta più larga. Il popolo sardo, che ci osserva, come può pensare che qui si svolga veramente una discussione nel suo interesse e che si porti avanti l'approvazione di leggi nel suo interesse, se soltanto una parte se ne sta occupando e dall'altra c'è indifferenza generale?
Presidente, io le chiedo di richiamare la maggioranza al ruolo che deve svolgere qui dentro, cioè interloquire e cercare di ascoltare l'opposizione, perché noi non siamo portatori di cose che ci inventiamo la sera per ridirle qui la mattina, stiamo ponendo questioni serie! Vogliamo una risposta. Il Presidente della Commissione a domande precise non ci dà risposta. Vogliamo discutere di quello che stiamo approvando? O veramente c'è una presunzione tale per cui qui arrivano le leggi che rappresentano un diktat che non si può toccare, pensando, in un'illusione assurda, di portare sempre e soltanto la verità? Ci vogliamo porre questo problema? Vogliamo riflettere sul fatto che comunque c'è anche una parte che quel programma elettorale non ha gradito, non lo ha votato? Ce lo vogliamo porre? E' una vergogna, Presidente!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Anch'io voto positivamente perché sono per il crollo di questa legge Piano casa, ma sono contrarissimo al crollo delle costruzioni che sorgeranno col Piano casa. Proprio su questo, in questo articolo, io avevo notato una grave incongruenza che avrebbe potuto provocare problematiche statiche. Realizzare in arretramento di 1 metro e mezzo è una cosa complicata, forse c'è stata poca attenzione tecnica, normalmente noi non troviamo le strutture con un reticolo di pilastri che hanno una distanza di 1 metro e mezzo dal filo di facciata, quindi, realizzare in questo modo era fortemente pericoloso. Mi sono permesso di consigliare in Commissione di evitare questo rischio strutturale.
Ribadisco che sono per il crollo del Piano casa, ma non per il crollo delle costruzioni, mentre ho appena saputo che qui c'è stato proprio il crollo di questa attività istituzionale, ho appena scoperto che, su trecentodiciannove proposte di legge, in questi quasi tre anni, questa è la ventesima legge. Questo è un crollo istituzionale gravissimo! So che ci sono undici leggi "sfornate" dalle Commissioni (che lavorano malissimo), ritengo vergognoso che, in tre anni circa, si possa, su trecentodiciannove proposte, licenziarne soltanto un numero così esiguo. Questo è un crollo istituzionale gravissimo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Annuncio il voto favorevole all'emendamento. Questo provvedimento di legge sarebbe il frutto di un'elaborazione di nuove strategie economiche per la Sardegna, così volete farci capire. In realtà siamo alla terza edizione di questo film sul Piano casa ed è evidente che non intendete rassegnarvi. Quindi, nonostante i fallimenti, voi continuate ad andare avanti.
Con tutta probabilità ci sarà anche la quarta edizione, non lo sappiamo, certo è che continuate a insistere nel proporre delle leggi che sono ciniche, delle leggi che indicano dei crimini contro il nostro patrimonio ambientale, che è irriducibile, che è unico, e in questo caso dobbiamo davvero dire a proposito che si tratta di attentati ai diritti del popolo sardo. Però, visto che la musica è sempre la stessa, guardavo una mia dichiarazione di voto del 24 settembre 2009, a proposito del Piano casa 1, dove denunciavo l'indisponibilità e la totale chiusura del centrodestra in Consiglio regionale, come allora ci portò a una lunga battaglia, articolo per articolo, comma per comma, oggi si riproduce la stessa situazione, per cui, dicevo allora, che questa è una legge incostituzionale che lascerà irrisolto il problema a chi la casa non l'ha, di chi non ha i denti né per comprarla, né per pagare l'affitto a prezzi di mercato ma, di fatto, stravolgerà le nostre coste, il nostro territorio, i nostri centri storici, le nostre città in nome del profitto del cemento, che renderà più ricchi i ricchi, impoverendo il territorio e le popolazioni.
E' una legge cinica, che resterà nella storia della Sardegna per il disegno teso ad annientare il nostro ricco patrimonio ambientale, naturale ed edilizio esistente. Il cemento in Sardegna consumerà la grande ricchezza ambientale e seppellirà la nobile memoria storica del popolo sardo; è tutto ad hoc, calza perfettamente. Ma noi non possiamo rinunciare alla nostra storia, alla nostra cultura e a quell'ambiente unico per la sua bellezza che abbiamo ereditato dai nostri padri e che abbiamo il dovere di conservare e tutelare per le future generazioni.
Noi non possiamo far a meno di tutto ciò, non ci rassegniamo, aggiungo e ribadisco che noi continueremo le nostre battaglie su tutti i fronti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, chiaramente intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento. Ma, Presidente, la disattenzione dell'Aula è una disattenzione totale, questo evidentemente non dipende da lei, dipende dal fatto che i colleghi probabilmente pensano che, se non ci ascoltano, finiscono prima: non è così! Non è così, cari colleghi! Io penso che noi dovremmo fare sicuramente un passo avanti per venire fuori da questa situazione, se ne viene fuori soltanto se voi, rispetto a una legge "4", che non abbiamo condiviso, che ci ha visto contrapporci, che ci ha visto chiaramente anche scontrarci su temi molto forti, alla fine… io parlo anche per l'onorevole Steri in quanto "grande" Capogruppo dell'U.D.C., chiaramente attento anche a quello che io suggerisco come ipotesi di percorso… lo so che lei ha capacità duplici!
Dicevo che ci siamo scontrati ed è venuto fuori uno strumento, possiamo stare qua giorni a chiederci se è utile o non è utile, noi abbiamo fatto delle proposte. Chiariamo anche questa cosa che ogni tanto viene rimarcata sui giornali o con le lettere che il collega Sanna vorrebbe mandare a tutti i "famosi" cittadini sassaresi per ricordare il mio intervento in Aula, ricordo che il Partito Democratico è stato promotore di un'iniziativa di legge sul Piano casa che aveva altri fini e altri obiettivi, però, siccome noi dobbiamo stare dentro quest'Aula, probabilmente, se facciamo un passo indietro, se eliminiamo una serie di "scempiaggini" previste nel "265", previste ulteriormente negli emendamenti, probabilmente anche l'opposizione, su questo tema, può fare un ragionamento sicuramente non di disponibilità al voto, perché noi siamo contrari a questo tipo di Piano casa, ma un ragionamento che vede limitare i nostri interventi alle situazioni in campo.
Mi sembra invece che ormai stia prendendo piede, qua dentro, la prassi del non ascoltarsi, del parlare tanto il tempo passa. Su questo documento, lo diciamo adesso, così evitiamo di ripetercelo in futuro, il tempo non passerà, su questo documento vi assumerete la responsabilità nei confronti dei cittadini sardi di far sì che venga approvato entro il 30 ottobre, data limite perché venga riapprovato il Piano casa che tanto voi volete. E' vostra responsabilità, non è nostra responsabilità! La responsabilità che stiamo mettendo in campo noi è quella seria di un confronto costruttivo, di un dialogo, mi sembra che voi non recepiate la cosa, e il far finta che non accada niente non vi aiuterà sicuramente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, esprimo il mio parere favorevole all'emendamento numero 156 che riguarda l'articolo 1 bis e che dice, in modo esplicito: "Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: 1 bis. L'articolo 2, comma 2, lettera b) della legge regionale numero 4 del 2009 è soppresso". Vedete, noi ci siamo affidati ai colleghi che hanno seguito in modo particolare questo disegno di legge, che ringraziamo per l'impegno, per gli interventi, per l'attenzione e anche per la competenza con cui stanno conducendo questa battaglia in Aula per cercare di evitare il degrado del nostro paesaggio, del nostro territorio attraverso questa legge; ma stiamo anche provando a fare una proposta concreta.
Io raccolgo la sollecitazione del collega Dedoni: ci sarà pure una casalinga, una signora Raffaella, che magari è ingegnere ed è interessata a questo disegno di legge, che guarda con attenzione al nostro dibattito e che vorrebbe vedere velocemente concludersi questo iter con la proroga del Piano casa, che voi state impedendo perché non volete ragionare su una nostra proposta, che invece ci pare abbia un senso, un significato, e che potrebbe chiudere questo inutile dibattito, questa inutile perdita di tempo, che impegna quest'Aula davvero invano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Presidente, credo di dover intervenire anche io, a questo punto, posto che l'Aula mi dà l'impressione di essere totalmente disattenta e distratta, forse allora un richiamo ai colleghi a un più proficuo lavoro in quest'Aula, anche per dare un'immagine all'esterno, compresa la signora Raffaella, di cui ha parlato prima il collega Sabatini, che sicuramente non si farà una buona idea, una buona immagine di quel che sta accadendo qui dentro.
Io ribadisco l'invito che è stato già formulato dall'onorevole Manca, credo che sia necessario che ci confrontiamo un attimo con i colleghi della maggioranza i quali, palesemente, non hanno manifestato alcun interesse all'approvazione di quest'Aula: ieri, per ben sei volte, è mancato il numero legale, oggi c'è il disinteresse totale, con un brusio di sottofondo al quale ormai ci siamo abituati, costringendo anche la regia ad aumentare il volume per cercare di non disturbare la chiacchiera in Aula.
Credo che sia necessario che ci sia un confronto un po' più diretto sui temi che sono stati portati all'attenzione dell'Aula e dei proponenti, perché si possa arrivare, eventualmente, a eliminare tutte quelle che l'onorevole Manca poco fa ha chiamato "scempiaggini", credo che molti di noi concordino sul giudizio dello stesso onorevole Manca. Pertanto annuncio il voto favorevole sull'emendamento, dichiarando comunque che, se si deve andare avanti in questo modo, cioè con l'intervento di tutti quanti noi dell'opposizione per cercare di scuotere l'apatia nella quale sono caduti i colleghi della maggioranza, ovviamente nessuno di noi si tirerà indietro.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 156.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 156.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Pitea hanno votato contro e che il consigliere Cossa si è astenuto.
Risponde sì il consigliere: Campus.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Mariano - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Si è astenuto: il Vicepresidente Cossa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 37
votanti 36
astenuti 1
maggioranza 19
favorevoli 1
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 157.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 157…
(Interruzioni)
Presidente, non si può! Non è possibile! Presidente, io ho bisogno dei miei tre minuti integrali, perché è un mio diritto e poi loro, se hanno da discutere, vadano fuori!
Vorrei approfittare per rassicurare i colleghi sul fatto che questa legge, come la "4", non andrà da nessuna parte, perché c'è solo un problema di tempo. Assessore, ascolti un attimo. Non so se le hanno fatto vedere che, a margine dell'accordo Stato-Regioni, c'è scritta questa frase: "Roma, 31 marzo 2009. Viene fatta salva ogni prerogativa costituzionale delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome". Non è marginale. Il Procuratore di Oristano ha fatto ricorso per via incidentale sul profilo costituzionale basandosi su questo, perché il Piano paesaggistico rappresenta costituzionalmente una questione, la Corte costituzionale, con la sentenza numero 51 del 2006, ha dichiarato infondato il ricorso dello Stato contro la legge numero 8 riguardante la tutela.
La sentenza riconosce che il titolo di competenza legislativa nella materia della tutela appartiene alla Regione Sardegna (ecco perché è legata a questa dicitura a margine di quella) e poi (poiché lei su questo ha fatto una chiosa tempo fa) la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 32, comma 3, della legge regionale nella parte in cui non subordina la modifica del Piano paesaggistico all'intesa con lo Stato; cioè dice che non si può modificare senza l'intesa con lo Stato.
Lei la può girare come vuole, ma il Piano paesaggistico non lo può cambiare senza quel requisito. Lo riconosce nell'ambito di una competenza complessiva della Regione, per cui noi non possiamo modificare, con questa legge, materia paesaggistica, come state facendo; anche se lei dice di no, è così, perché quando lei dice che si fa in barba a tutte le norme, persino del Codice civile, sulle distanze, sull'igiene, figuriamoci se non avete saltato persino le norme paesaggistiche quando consentite di realizzare interventi e ampliamenti nei 300 metri, che sono zone dichiarate di inedificabilità totale. Consentite gli ampliamenti anche nei 300 metri e lo vediamo subito dopo ai prossimi articoli e ai prossimi commi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, l'onorevole Sanna parla a chi non vuol sentire e non c'è proprio peggior sordo di chi non vuol sentire. Onorevole Sanna, lei si sforza di portare un'argomentazione anche di carattere gerarchico delle fonti, lei si sforza di spiegare che la materia paesaggistica è materia costituzionale e che quindi la nostra competenza in materia paesaggistica è derivata, deriva dal Codice Urbani, deriva dal Piano paesaggistico e quindi il Piano paesaggistico non si può modificare se non in maniera pattizia attraverso una legge ordinaria. Però è un argomento che non passa, passerà con i ricorsi al TAR e con i contenziosi che verranno generati. Purtroppo si sceglie la via peggiore.
Io vorrei tornare sull'emendamento numero 157. Non rinnovo gli inviti che sono stati fatti, però il tempo, il cronometro scorre e il 9 novembre si avvicina, si avvicinerà molto lentamente, è evidente, ma anche molto probabilmente. L'emendamento numero 157, sul quale annuncio il voto favorevole, riguarda il comma 3 dell'articolo 2 e, guarda caso, è uno dei pochi che, nelle vostre 65 modifiche (cioè un'altra legge) al Piano casa 1, non avete modificato, non avete toccato. Perché? Perché il comma 3 è un comma che ha una sua dignità, è quello che prevede delle premialità volumetriche, degli incrementi ulteriori, soltanto e limitatamente ai casi in cui ci sia una riqualificazione dell'intera unità immobiliare che abbatte il fabbisogno energetico. Questo è un tema per voi faticoso, pesante, lo avete messo così, quasi per onore di firma alla legge esistente, ma non è un tema di vostro interesse, non ha attratto l'attenzione, non vi ha portato magari a qualificare e migliorare quella norma o a prevedere qualificazioni energetiche più importanti, abbattimenti più importanti, modifiche di classe dell'edificio, magari a orientare la legge proprio in quella direzione.
Allora, visto che la legge non fa l'unica cosa che deve fare, cioè riqualificare il patrimonio urbanistico, noi proponiamo di cancellare anche quel comma per togliere proprio ogni copertura a una legge che fa molto poco di utile per il patrimonio urbanistico della Sardegna. Il voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente, guardandolo superficialmente, questo comma 3 dell'articolo 2 della legge numero 4, come diceva il collega Porcu, presenta un minimo di dignità. Io ho sempre criticato però, e continuo a criticare, il fatto che questo incremento volumetrico, previsto in questo comma 3, cioè l'incremento volumetrico legato alla qualità costruttiva tenendo conto del risparmio energetico e di tutte queste tematiche, venisse preso in considerazione solo per un ulteriore incremento di volumi e non, invece, pensato come in quasi tutte le regioni d'Italia, e come era giusto che venisse fatto, come condizione minima per poter dare questi incrementi volumetrici. Si sarebbero colte due occasioni: una, consentire interventi con incrementi volumetrici e, l'altra, fare in modo che con questa occasione si riqualificassero le costruzioni e si migliorasse la loro tipologia con queste caratteristiche. Non è stato fatto. E' stato introdotto successivamente questo articolo 3 che consente un ulteriore premio volumetrico, marginalizzando questo aspetto. Non l'ho mai condiviso posto in questi termini, non lo condivido neanche oggi e credo che sia giusto votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Io sono in linea con quanto poco fa diceva il consigliere Porcu. E' un articolo che, in linea astratta, dà dignità a una legge di questo tipo. Mi dissocio dalle motivazioni per cui si deve votare contro. Io voto contro perché noi, con un articolo di questo tipo, non "c'entriamo un fico secco", esula da noi.
Che cosa, invece, avremmo potuto fare in sintonia con il dettato di questo articolo? Avremmo potuto prendere il testo coordinato al decreto legge 13 maggio 2011, numero 70, e la legge di conversione, la numero 106, "Prime disposizioni urgenti per l'economia. Avremmo dovuto leggere laddove si dice che "al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate, le Regioni approvano, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, specifiche leggi per incentivare tali azioni anche con interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano" - qui molta attenzione! - "il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura premiale, la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse".
Ecco, qui c'è un criterio importante che è quello che deve incoraggiare la rimozione della vetustà del nostro patrimonio edilizio. Gli amministratori locali ne hanno bisogno, lo stanno già facendo comunque all'interno del loro regolamento edilizio, nel quadro di un calcolo e di una ragioneria urbanistica attenta, lo stanno già facendo, ma è uno stimolo che avremmo dovuto dare noi in modo molto più preciso, con dettati tecnici più precisi, ne accennava prima appunto il consigliere Porcu.
Ecco, un articolo di dignità, messo dentro argomentazioni molto più profane, nuoce ed è triste, io mi trovo a disagio a votare contro, ma voto contro soltanto perché non è un argomento di nostra competenza. Avremmo dovuto, dobbiamo fare una legge che dia un quadro più generale dentro il quale i comuni si possano muovere. Io mi auguro che la prossima Commissione urbanistica, se non quest'anno, l'anno prossimo, quando verrà fatta, perché non ho capito neanche se verrà fatta una nuova Commissione urbanistica, o questa, se resterà per i prossimi due anni e mezzo, tra le cose da fare promuova questo, in modo tale che il cittadino in questo anno col Piano casa possa far applicare questo articolo, ma negli anni successivi, in modo decoroso, in modo dignitoso, possa, in forza di una legge dello Stato...
PRESIDENTE. Onorevole Cugusi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, continuo a interrogarmi circa il problema della distanza tra edifici confinanti, laddove, andando in deroga agli strumenti urbanistici comunali, la distanza minima viene garantita dal Codice civile e, se non erro, la distanza minima consentita nell'ampliamento è quella dei 4 metri. Se fosse così e se i due confinanti decidessero contemporaneamente, presidente Sanna e Assessore, di allargarsi e tutti e due pensassero di ampliarsi sino al raggiungimento di quella distanza minima, senza sapere che lo stesso ragionamento lo fa anche il confinante, noi ci ritroveremo nella situazione, nella quale, attraverso una semplice dichiarazione di inizio di attività che avviene chiaramente in maniera sconosciuta l'una rispetto all'altra, la realizzazione di ampliamenti ridurrebbero la distanza sino ai due metri, credo, l'uno rispetto all'altro.
Allora, mi rivolgo all'Assessore, al presidente Sanna e, se non fossero disponibili né l'uno né l'altro, lo chiedo all'onorevole collega Giulio Steri, che invece è spesso disponibile anche per ragioni di competenza: se, al riguardo, in considerazione delle sentenze già emesse dal TAR Sardegna, rispetto alle quali (lo ribadisco sino a quando non ottengo risposta) è necessario il pronunciamento del Consiglio comunale, è necessario il pronunciamento del cittadino che è confinante con colui il quale sta provando ad ampliare, che cosa pensa la Giunta, che cosa pensa il Presidente della Commissione e, a questo punto, che cosa pensa l'onorevole Steri che invece ha una competenza in materia e anche una disponibilità alla partecipazione al dibattito in Aula?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Io credo che sia doveroso tenere sempre in considerazione la tutela del patrimonio esistente, del patrimonio architettonico, del patrimonio complessivo delle nostre città; questo è un problema che ora sta emergendo, dopo averne parlato ripetutamente quando discutemmo la famosa legge numero 4. Rispetto a un progetto originario, un tecnico sviluppa, all'interno di un'area, un concetto per un edificio, una casa, una villetta, un palazzo, un palazzo multipiano, multiproprietà, come oggi è stato richiamato; il concetto dell'ampliamento, con un criterio come questo, compromette la qualità.
Alla fine del Settecento, nella città di Alghero, compressa dentro le mura, mentre la popolazione cresceva, si pose il problema di dove edificare. Non c'era la volontà di uscire fuori perché ancora c'era un concetto di rimanere dentro l'area murata e si decise di consentire le sopraelevazioni. Il Comune adottò un criterio che allora evidentemente venne ritenuto il più idoneo, il più adeguato, il più moderno; veniva concesso ai proprietari dei palazzi la sopraelevazione a una condizione, cioè che adeguassero il costruito, quindi i palazzi in stile gotico, palazzi medioevali, al concetto dell'architettura moderna. Quindi, bisognava adeguare le vecchie facciate, i vecchi palazzi, a un concetto moderno dei caratteri costruttivi di quell'epoca. Ne andò sacrificata un'immagine di una città che era nata in secoli passati, a discapito di quello che oggi viene considerato un patrimonio che è l'architettura gotica e medievale. Fu una scelta che oggi noi possiamo permetterci di criticare, approvandola o condannandola, ma fu una scelta che stava all'interno di una logica. Forse si perse quello che oggi poteva essere venduto come un'immagine di promozione, ma aveva una logica.
Io mi chiedo quale logica abbia invece questo provvedimento che consente in modo indiscriminato di manomettere un intero patrimonio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 157 mi dà l'occasione di dare il benvenuto al presidente Cappellacci. Presidente, finalmente abbiamo un altro interlocutore, noi per adesso abbiamo interloquito solamente col presidente Sanna, con l'assessore Rassu, adesso possiamo interloquire anche con lei.
In questi giorni, in queste ore, noi stiamo facendo un ripasso della legge numero 4. Un ripasso che ci sembra di capire fosse necessario, anche lei ieri ha ricordato alla sua maggioranza quanto sia importante per voi questo Piano casa, ma sembra che i suoi colleghi, i colleghi della maggioranza, abbiano cercato di rimuovere dalle loro coscienze il danno che avevano fatto con la legge numero 4. Noi adesso anche con l'emendamento numero 157, annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento, proviamo a fare un po' di chiarezza. Avevate inserito questo comma 3 nell'articolo 2, era per voi una medaglia, la medaglia che vi stavate appuntando al bavero della giacca per provare a dare un po' di dignità a quella che era una "porcheria" e così è rimasta.
Insomma, il senso di questo emendamento è chiarissimo, l'hanno manifestato i miei colleghi poc'anzi, è quello di riportare nella giusta dimensione le cose che state facendo. Introdurre un comma di questo tipo, che è inattuabile, che è inattuato e che non produce gli effetti che voi avete manifestato che avrebbe prodotto dal punto di vista del risparmio energetico, per darvi anche una patente di maggioranza attenta, coalizione attenta ai temi ambientali, non produce i suoi effetti. Quindi, noi pensiamo che, con l'emendamento numero 157, riusciamo a riportare anche l'articolo 2 alla sua vocazione originaria.
Quindi, colleghi, un'attenzione (torno al tema che avevo posto prima) a quello che può succedere, a quello che noi stiamo ponendo come argomento principale: pulire questa legge da tutta la materia intrusa. Avevate un obiettivo? Portate a casa quell'obiettivo; noi abbiamo un altro obiettivo, come dicevo prima, quello di contenere il danno. Se ce lo consentite, lo conteniamo in un paio d'ore, diversamente lo conterremo in settimane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, ci stiamo occupando dell'emendamento numero 157 all'articolo 1 bis e, come diceva il collega Cuccu, stiamo facendo un esercizio molto interessante che può essere utile, stiamo facendo un ripasso della legge numero 4 per dirvi che noi eravamo già contrari a quella legge, la ritenevamo dannosa e voi non volete far altro che incrementare al danno altro danno con questo ulteriore dispositivo di legge che vorreste approvare. Noi ci stiamo impegnando a ostacolare l'approvazione di questa legge perché poniamo al centro il paesaggio, la difesa del territorio, la difesa delle nostre coste.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SABATINI.) Ieri bene ha fatto il collega Sechi a citare il grande poeta Andrea Zanzotto che ha messo sempre al centro della sua poesia il paesaggio e l'attenzione alla difesa di questo territorio. Voi, capiamo benissimo, non avete questa sensibilità, non avete la sensibilità di questo poeta del Novecento che ci ha lasciato alcuni giorni fa, ma noi vi richiamiamo a questa riflessione, continuiamo a richiamarvi a questa riflessione e continueremo a farlo finché qualcuno di voi non si degnerà di dedicare un minimo di attenzione al nostro dibattito, al nostro confronto, che è teso a proteggere il nostro territorio e il nostro ambiente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, mi associo al collega Cuccu nel dare il benvenuto al Presidente della Regione. Sembra un ospite, Presidente, quindi non si meravigli di questo benvenuto. Però, al di là di questo, spero che la sua presenza testimoni la volontà di aprire un dialogo. Si profila, Presidente, un impegno di quest'Aula senza soluzione di continuità, quindi lavorando anche il sabato e la domenica, lo ripeto in sua presenza, almeno fino al 12 novembre, non ci spaventa, noi ci saremo. C'è un'opposizione, Presidente, che ha chiesto un confronto in quest'Aula, finora non c'è stata la volontà, salvo l'encomiabile sforzo del Presidente della Commissione Matteo Sanna. Io vorrei e voglio interpretare, Presidente, la sua presenza in Aula come una manifestazione al dialogo. Le chiedo: "E' così?". E, se "sì", ci può dire lei o chi per lei come si declina questa disponibilità relativamente al disegno di legge che stiamo discutendo? Noi, Presidente, abbiamo sollevato alcune questioni… la prego di seguirmi solo trenta secondi, Presidente.
PRESIDENTE. Prego.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Preferisco che mi ascolti, no, no, capisco, non è polemica la mia, assolutamente, ci mancherebbe altro!
Presidente, noi abbiamo espresso molta preoccupazione soprattutto per gli effetti che potrebbe avere questo combinato disposto, la prego di seguirmi. Noi stiamo parlando oggi del vostro disegno di legge, ma è evidente che questo disegno di legge, in particolare in alcune parti, interviene per deregolamentare ulteriormente la legge numero 4. Allora uno dei problemi maggiori è relativo, Presidente, all'articolo 1 octies, alla lettera d), ripeto, mi dispiace per chi l'ha già sentito, che dice che gli interventi di cui ad articoli precedenti sono realizzati in deroga alle previsioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici comunali vigenti e in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, in particolare possono essere superati gli indici massimi di fabbricabilità, limiti di altezza, distanza, eccetera eccetera, salvo - ci dite - il dettato del Codice civile, e ci mancherebbe altro! Ma io mi chiedo: è possibile, Presidente, che un legislatore si debba affidare al Codice civile e tutto il resto deregolamenta?
Noi, Presidente, con molto interesse vogliamo capire che cosa significa la sua presenza in Aula. Noi siamo interessati ad avviare un dialogo ovviamente a determinate condizioni, che abbiamo finora espresso, vorremmo capire, perché credo che la sua presenza in Aula non sia un fatto marginale
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 157 e per dire al Presidente che il suo arrivo in Aula ha almeno avuto l'effetto di creare un po' di silenzio qui dentro perché, se il Presidente fosse venuto in Aula mezz'ora fa, avrebbe assistito a uno spettacolo davvero indegno per la massima Assemblea legislativa sarda. Una confusione totale, un chiacchiericcio continuo che più che denotare appunto l'interesse e la serietà con la quale si dovrebbe affrontare questa legge, ha messo in evidenza un totale disinteresse e una superficialità che invece questo tema non merita.
Quindi, intanto la sua presenza ha portato un po' più di silenzio ma quello che noi speriamo è che porti veramente una possibilità di dialogo intorno a questo tema sul quale noi non abbiamo voglia di fare un'ostruzione tanto per farla ma vogliamo che si apra veramente un dialogo perché siamo molto preoccupati e siamo portatori di inquietitudini importanti che stanno fuori da quest'Aula e di queste vorremmo discutere.
Stiamo affrontando la legge che vuole modificare la legge numero 4? Bene, noi pensiamo che la legge numero 4 non vada modificata, addirittura noi pensiamo che vada abrogata, ma se la strada è soltanto quella della modifica, vorremmo che queste modifiche andassero nel senso di un miglioramento della legge stessa, che ne consentisse un'applicabilità positiva e che soprattutto la legge non aprisse le porte, così come ha fatto, a un utilizzo indiscriminato del territorio e a una lesione importante e ampia del paesaggio non soltanto nelle coste ma nelle zone interne e in particolare nei centri storici.
E' l'occasione per rivedere la legge numero 4, noi vorremmo utilizzare il tempo non per far ostruzione fine a se stessa ma per ragionare su punti e su questioni di cui siamo portatori e rispetto ai quali vorremmo un po' di attenzione perché, se non in maniera paritaria, certamente no perché avete vinto voi, ma anche noi rappresentiamo un pezzo importante di questa Sardegna. Fino a questo momento, Presidente, solo il chiasso e l'indifferenza hanno accompagnato la discussione, intervenga per cortesia per sollecitare la sua maggioranza in modo che si apra un dialogo fattivo su un tema al quale siamo interessati per migliorare e non per peggiorare la situazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Anch'io saluto con piacere la presenza del presidente Cappellacci oggi in quest'Aula. Presidente, venga più spesso, ci consente oggi di interloquire con lei e poter interloquire con lei è sicuramente un arriccchimento per i lavori d'aula. Volevo anche dire che i miei colleghi hanno messo in campo ripetutamente una proposta di accordo tesa a depurare questo documento dalle cosiddette norme intruse, quelle riferite al PPR, che ovviamente condivido. Questo consentirebbe di limitare e contingentare i tempi dell'aula rispetto all'obiettivo di chiudere questo provvedimento.
Sono d'accordo, ripeto, però nel merito delle questioni, non si tratta solo di paesaggio e di PPR, qua si tratta di un obbrobrio di tipo edilizio urbanistico che state mettendo in campo e che è contenuto in tutti i passaggi di questo documento. Io mi chiedo come si faccia a dire che è possibile non presentare le elaborazioni fotografiche e le simulazioni e poi, nel comma successivo, dire però che bisogna essere coerenti col contesto architettonico e quant'altro. Se manca l'elemento di confronto, manca l'elemento d'analisi, come si può poi dire compiutamente che quell'intervento possibile sarà coerente e sarà omogeneo al resto degli insediamenti? Come si fa a prevedere, nei casi delle case a schiera, delle villette a schiera, che sappiamo bene hanno solitamente un piccolo giardino, una piccola pertinenza, di poter edificare un corpo staccato all'interno di questo giardino? Io immagino l'obbrobrio edilizio! Credo che stiamo andando a consentire delle cose pazzesche da un punto di vista della necessità che invece abbiamo tutti di preservare un tessuto urbanistico omogeneo, gradevole e quant'altro.
Come si fa a dire che, sempre nel caso delle villette a schiera, si può sopraelevare consentendo ai singoli di farlo e poi parlare di omogeneità rispetto al tessuto urbanistico? Immaginatevi le villette a schiera che nascono con un disegno preciso, gradevole, e dopo invece si consente singolarmente di sopraelevare e di fare corpi staccabili, poi magari alienabili. Cioè veramente un obbrobrio urbanistico! Come si fa a dire che possono essere chiusi i piani pilotis, che sono necessari, che spesso nascono come standard urbanistici per i parcheggi, per mettere poi le auto dove? Il problema delle auto è un problema grossissimo, il problema dei parcheggi nelle città è un problema grossissimo. Abbiamo ancora leggi di riferimento che chiedono un posto auto per unità abitativa; quando queste norme nascevano, ancora giravano i carretti tirati dall'asino e le famiglie non avevano neanche un'auto, ora ogni famiglia possiede quattro auto e noi consentiamo di chiudere i piani pilotis?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Anch'io ho il piacere di dare il benvenuto al presidente Cappellacci che ci manca nel corso di questi dibattiti così importanti, farebbe bene a esserci, anche col resto della Giunta, oggi, è presente, in modo straordinario, normalmente purtroppo non è così, su temi così ampi, che apparentemente sembra che riguardino solo ed esclusivamente l'urbanistica, ma diciamo che non è esatto, riguardano la vita dei sardi su tutti i versanti.
Presidente Cappellacci, noi stiamo conducendo una battaglia in modo unilaterale, una battaglia per la salvaguardia del nostro habitat, però, visto che voi continuate col braccio di ferro, continuate a insistere nel proporre leggi che sono anche illegittime, ci ritroviamo praticamente a distanza di qualche anno a ripetere le stesse cose per filo e per segno, cioè la storia si ripete, il film è sempre uguale, per cui il 13 ottobre 2009 (sono passati esattamente due anni) io feci un intervento, che calza perfettamente alla situazione odierna, sulla cultura dell'illegalità del centrodestra in materia di urbanistica e quindi una cultura tesa al consumo selvaggio dell'ambiente sardo, anche in quell'occasione facevo gli auguri al presidente Cappellacci perché le assenze erano giustificate da uno stato di malattia, era apparso anche in quell'occasione con grande sorpresa e piacere generale. Anche in quell'occasione si trattava di argomenti molto sensibili, io denunciavo il quadro di abusivismo edilizio in Sardegna come una piaga molto grave che comprometteva le aree di maggior pregio del nostro ambiente. Denunciavo le oltre 1100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi non condonabili. Ogni anno vengono praticamente emesse dai Comuni circa un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi, demolizioni che non avvengono visto che la Regione Autonoma della Sardegna non procede neppure alle gare d'appalto. Questo io denunciavo.
I casi di abusivismo edilizio, in base all'ultimo censimento regionale, risultavano allora 45 mila, quelli insanabili stimati in una misura di 4500, in gran parte fra l'altro lungo i litorali, comunque non casi di abusivismo di necessità. Insomma non era per la prima casa, diciamocela tutta! Quindi, secondo…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario all'emendamento in oggetto e per dire due cose. Intanto credo che sia emersa la disponibilità, sia in Commissione che in Aula. Io ritengo che, alla base di questo voler stimolare il confronto a tutti i costi, confronto-scontro, ci sia una ragione, che è quella del metodo, ci si può confrontare su tutto, ci si può confrontare sui singoli articoli, sugli emendamenti, sui singoli commi, ma quello che non accetto è questo essere tacciati a tutti i costi come portatori di interessi di chissà quale parte, soprattutto come coloro i quali vorrebbero cementificare la Sardegna. Guardate, io non lo farò più, però, collega Zuncheddu, vi cito un dato su tutti, relativo alla passata legislatura: La Maddalena, Isola di Santo Stefano, 41.907 metri cubi, approvati dalla precedente amministrazione con un'intesa in un ecosistema da salvaguardare, che è quello dell'Isola di Santo Stefano (che chi vi parla conosce bene), che sono niente rispetto a queste piccole volumetrie che il Piano casa, che la legge regionale numero 4 concede. Ne potrei citare altri, guardi ce ne sono almeno cento in questo elenco, tutti in zone particolari, di pregio, di grande pregio ambientale.
Allora, quella sensibilità ambientale, che tanto tirate in ballo, e che noi abbiamo, in questa legge emerge con chiarezza: ci sono piccoli interventi, non si consuma territorio, lo si preserva. Oggi voi venite a fare la morale a chi ha, in Commissione, in Giunta prima, licenziato un tale provvedimento che, per quanto mi riguarda, può essere anche migliorato, può essere limato, può essere aggiustato. Veramente non accettiamo di essere tacciati, soprattutto di essere sollecitati a un confronto su questi temi con un certo linguaggio, che ovviamente rispediamo al mittente, mi sento di rispedire al mittente, e non a quel committente che voi tirate in ballo e che non c'è, qui l'unico committente è il popolo sardo, che ci chiede di approvare questa legge.
Quindi ricordatevi di tutte le intese che avete approvato nella passata legislatura, di tutte le deroghe che avete concesso anche in luoghi di pregio ambientale, soprattutto di pregio ambientale, come l'Isola di Santo Stefano.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 157.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 157.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci e Oppi hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 22
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 158.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, naturalmente dichiaro il voto favorevole all'emendamento e mi unisco anch'io ai saluti al Presidente della Regione, con l'auspicio che sappia portare un po' di ragionevolezza a una maggioranza che non sembra averne. Vede, Presidente, noi attraverso il nostro Capogruppo, attraverso i nostri interventi, abbiamo fatto notare quanto segue, cioè non lo facciamo con intento ostruzionistico di per sé, ma abbiamo fatto notare che stiamo apportando, al Piano casa 1, 65 modifiche, alcune delle quali, anzi moltissime delle quali non risultano essere assolutamente semplificative, ma introducono nuove fattispecie edificatorie, che renderanno ancora più complessa l'applicazione di questa legge.
Noi non stiamo usando gli argomenti richiamati dal Presidente della Commissione che evidentemente troverebbe più facile se noi vi accusassimo di essere dei cementificatori, noi vi accusiamo di essere dei cementificatori mancati, perché siete così pasticcioni che non riuscite neanche a cementificare. Questa è una legge che non funziona. E non siamo interessati al passato, ne abbiamo già parlato, confondete quelle che sono le intese con le deroghe; le intese in attesa dei piani urbanistici conformi al PPR, con le deroghe. Se lei ha la bontà di guardare, Presidente, a pagina 17 di questa legge, l'articolo 1 ter, comma 7, salta il criterio dell'inscindibilità dell'unità immobiliare, di fatto i beni oggetto di incrementi volumetrici diventano alienabili separatamente. Ora, anche se in questo momento è occupato a fare altro, io chiedo al Presidente della Regione se questo criterio e questo principio corrispondono al caso del famoso soldato di Solarussa, purtroppo deceduto in Afghanistan, che aveva chiesto ai propri genitori la stanza in più e a cui il Piano casa avrebbe dato una risposta. Noi abbiamo scomodato anche la memoria dei nostri soldati morti, per solleticare così una fantasia, secondo me inopportunamente, della possibilità di venire incontro e dare in più.
Allora questa nuova filosofia, introdotta del fatto che sono alienabili separatamente e sono scindibili dall'unità immobiliare principale, che cosa fa rispetto a quell'intento e a quella legge? Noi chiediamo risposte su queste fattispecie introdotte dalle vostre modifiche e chiediamo di toglierle, perchè certamente il nostro atteggiamento sarebbe diverso e più improntato a una celere conclusione dell'iter di questa legge, che in questa forma non è assolutamente accettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, come è noto la stragrande maggioranza delle famiglie bisognose in Sardegna trova la sua residenza nei 300 metri dalla linea di battigia, ovviamente il Piano casa di cui stiamo parlando si interessa, al comma 4 appunto, di garantire l'ampliamento per gli edifici di uso residenziale e per i servizi connessi: cioè, macché famiglie, qua stiamo pensando alle botteghe artigiane, ai negozi, allo shopping, a tutto quello che serve a corredo. Mica è il Piano casa questo! Questo è il Piano degli interessi, perché parlare di servizi connessi alla residenza nella fascia costiera turistica, zona F, significa tutto, meno che parlare di Piano casa! Voi sapete che il 25 per cento del patrimonio edilizio totale regionale è di doppie case che stanno sulla fascia costiera, quindi l'oggetto dell'argomento è ben individuato. E poi volevo dire al collega Matteo che lui ricorda quell'elenco che lo ossessiona…
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. No, non mi ossessiona!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, spero di no, lo sto dicendo per scherzo. Quell'elenco che riporta quelle cose, è vero; è vero che noi abbiamo fatto quelle intese, mica lo neghiamo, lo abbiamo fatto nel momento in cui ventuno di quegli interventi d'intesa si rendevano necessari perché c'era la prospettiva del G8 a La Maddalena, e si doveva garantire il recupero di volumetrie militari dismesse per poter ospitare quell'evento.
Quello fu fatto, ma non fu fatto in deroga, perché io sfido chiunque di voi, oltre quell'elenco, ad andare a trovare un provvedimento giurisdizionale che si sia messo di traverso rispetto a quelle intese; non solo, vi posso dire di più: su specifica richiesta della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica, che collaborava con il personale del Corpo forestale, a tutte le intese sono stati sistematicamente invitati e hanno partecipato funzionari rappresentanti di queste Istituzioni. Per cui evocarle non serve a niente, nel senso che quella è roba che è già avvenuta e che aveva una motivazione; devo dire la verità, a Santo Stefano bisogna dire che la volumetria esistente era il doppio e l'abbiamo ridotta trasformandola perché c'è anche un recupero ambientale che era consentito dalla pianificazione paesaggistica e quindi era assolutamente regolare. Quello che invece mi preoccupa è che un Piano casa si occupi dei negozi e delle boutique della Costa Smeralda, del suo ampliamento, perché di questo si tratta, e dell'ampliamento degli edifici in fascia costiera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente ogni tanto il collega Matteo Sanna ci ricorda che in quest'Aula esiste anche una maggioranza e si fa carico lui di sostenerne le tesi e di dare dignità o cercare di dare dignità a una posizione politica che noi non condividiamo ma che altri si vergognano di difendere. E' vero, onorevole collega Sanna, probabilmente non si consuma moltissimo territorio, ma questo Piano casa, la legge numero 4, consuma standard, di fatto mette in discussione molti dei parametri che, con la pianificazione urbanistica, nei vari comuni, sono stati messi in piedi, e questi parametri vengono rimessi in discussione senza costruire alternative valide, di fatto delegittimando il lavoro compiuto in anni di discussione, di confronto e di studio, lo si rimette in discussione senza una apparente motivazione valida se non quella di dare l'opportunità e la possibilità e non, ripetiamo, alla singola "Raffaella", diceva il collega Sabatini, o "zia Giuseppina", potrebbe dire un altro, ma per dare risposta con questa legge che si sta discutendo oggi, ancor più che con la legge numero 4, dare risposta a chi invece vuole, non dare una risposta a una singola famiglia ma a interessi di impresa.
Gli interessi di impresa, a cui noi siamo sempre e comunque sensibili, si difendono in altro modo perché vanno messi assolutamente in relazione con gli interessi complessivi della società in cui l'impresa opera. A quel punto si rimette in discussione tutto l'impianto della vecchia legge numero 4 ma ancora di più della legge che stiamo discutendo in questa tornata. Ecco perché ritengo che sia giusto votare favorevolmente all'emendamento e quindi dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Questo emendamento e l'articolo di riferimento toccano sicuramente uno dei nervi più scoperti dell'intero comparto Piano casa, dico questo anche perché appena quattro mesi fa, proprio in modo specifico o, meglio, in modo prevalente, questo onorevole Consiglio regionale ha licenziato, all'interno del collegato alla finanziaria, un articolo importante che separa i servizi connessi alle residenze rendendoli anch'essi residenza. Qualcuno probabilmente malevolmente può pensare che così si possono risolvere problematiche di grande invenduto immobiliare e, attenzione, i servizi che vengono disconnessi dalla residenza (ex servizi connessi), quelli che si trovano nella fascia a rischio, nella fascia di cui parliamo, parliamo di fasce vicine al mare, sono quelli che creano più disagio, quindi stiamo accrescendo una forma che innesca e induce fenomeni speculativi rilevanti.
Sono contrario all'articolo quindi voto l'emendamento anche perché c'è un groviglio di emendamenti su questo articolo che tendono a incentivare, ed è lì che in qualche modo una maggioranza si connota, il fatto che uno degli interessamenti maggiori sia stato proprio sulla fascia costiera, questo è molto preoccupante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' innegabile che usiate sempre un linguaggio accattivante e ammaliante, cercate di entrare sempre senza fare troppo danno, almeno nell'apparenza, è chiaro, continuiamo a ripetere, che è una legge rivolta come attenzione e come considerazione a pochi, è una legge che, quando fa riferimento a delle considerazioni, a delle attenzioni, ai servizi, è sempre rivolta comunque a consentire, attraverso questi meccanismi, gli aumenti volumetrici.
I servizi connessi alla residenza, quale residenza? Si ricordava prima: la residenza della fascia costiera. Sono servizi che privilegiano un certo tipo di attività commerciale, quelle che noi tutti conosciamo, nelle zone cosiddette turistiche e nelle zone costiere, quindi quelle gremite di seconde case, quelle che vivono la breve stagione dell'estate, quelle che poi rimangono per dieci mesi vuote, disabitate, paesaggi desolanti.
Sono attenzioni rivolte a realtà avulse dalla Sardegna, quindi dalla realtà dei sardi, dall'interesse dei sardi, quei sardi che continuano a subire e a vivere un disagio abitativo, una carenza di servizi, che vivono il disastro economico occupazionale con le conseguenze che noi abbiamo. In Sardegna ci sarebbe bisogno di servizi, però di servizi per il cittadino, di servizi diffusi, non di servizi che voi chiamate tali e che sono tutt'altro, rivolti ad aree e categorie ben specifiche.
Da questa vostra proposta rimangono fuori non solo attenzioni per chi ha il problema della casa e della prima casa, ma, a questo punto introduco un altro elemento, faccio un'osservazione e dico che non c'è un minimo di attenzione per quanto riguarda per esempio gli spazi artigiani dedicati alle attività artigiane, ai laboratori artigiani, che non solo non hanno delle attenzioni ma, per effetto di questi meccanismi, verranno espulsi, quelli che sono sopravvissuti e che non sono già stati espulsi, da queste realtà perché assolutamente non prese in considerazione. Parlo di quelle piccole attività artigiane che rendono vivibili le nostre città, i nostri centri e i nostri paesi a cui nessuno dedica un minimo di attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 158 ha l'obiettivo di abrogare il comma 4 dell'articolo 2 della "4", perché ha questo obiettivo? Perché quella norma a suo tempo era già da noi considerata intrusa. Io avrei capito se inserita all'interno di un piano, di un programma di riqualificazione delle residenze turistiche o delle borgate marine, dei negozi, delle botteghe artigiane, insomma, vi abbiamo chiesto più di una volta di chiamare le cose con il loro nome ma proprio poc'anzi l'onorevole Sechi diceva che voi usate un linguaggio accattivante per nascondere altre cose. Quindi è evidente che il comma 4 dell'articolo 2 della legge numero 4 è rivolto a pochi. E' rivolto ad alcune zone ben definite.
Perché non selezionare invece interventi di questo tipo pensando ai centri storici? Alle zone interne che si stanno spopolando? Perché non finanziare gli interventi nei centri storici anche con ampliamenti ma all'interno della coerenza con i centri matrice? Invece no, si fa questa cosa finalizzata solo dove ci sono certi interessi, interessi di pochi, e si continua con il filo conduttore di tutte le cose che avete fatto: anziché provare a frenare lo spopolamento delle zone interne, tutti gli interventi sono mirati alle zone costiere della Sardegna!
Questo emendamento tende, per quanto possibile, a ridurre ancora quel danno, però voi avete una visione che è "Cagliari-centrica" e "costa-centrica", che non vede una Sardegna che invece è diversa, è quella che sta nelle zone interne. Forse anche questo strumento legislativo avrebbe potuto considerare che, nei territori al centro della Sardegna, le famiglie non si stanno più insediando, la gente se ne sta andando; forse, con la possibilità di ampliare, di ristrutturare, con agevolazioni anche volumetriche ma con risorse economiche, le loro abitazioni, avrebbero avuto interesse a costruire la loro casa a Setzu, a Turri e altrove nelle zone interne della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, ci ricordava l'onorevole Porcu che sono 65 le modifiche alla legge numero 4. Io voglio dirle (può essere utile se svolgerete una riflessione tra di voi) che il Piano casa che stiamo discutendo è un vero e proprio golpe che interviene nella sfera dei delicatissimi rapporti tra comuni e Regione, io credo che questa sfera dovrebbe essere sempre una preoccupazione per chi ha la responsabilità di governo di questa Regione. Con questo disegno di legge, voi state assumendo il caos in materia urbanistica e di edilizia in sostituzione di strumenti di legge di pianificazione urbanistica. Noi vogliamo cancellare a questo punto, Presidente, il comma 4 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 2009, per una ragione semplicissima, perché se lo lasciamo, voi utilizzerete (ricordo che stiamo parlando della parte anche relativa ai 300 metri) anche quel comma in deroga ai regolamenti comunali e alle norme in materia di governo del territorio della Regione sarda.
Badate, lo dico all'onorevole Matteo Sanna, una parte dei committenti sta qui, non è il problema di conoscere i nomi, a me i nomi non interessano, possono chiamarsi Tizio o Caio, a me interessa che ci sono committenti che stanno aspettando la deregolamentazione, anche all'interno della fascia dei 300 metri e, con questo attuale disegno di legge che va in deroga a tutto, anche nella fascia dei 300 metri si è autorizzati ad agire, ripeto, nel caos e nella giungla più totale.
C'è gente, ci sono interessi che aspettano (possono non avere nomi, non mi interessano) di consumare ancora una volta quell'unico valore aggiunto che è restato a questa Regione: il territorio, l'ambiente, le sue bellezze naturali. Di questo stiamo parlando, non incaponitevi a chiederci quali sono i nomi, non importa conoscere i nomi, perché questo è l'effetto che produce questo disegno di legge, "tale" chiamato da voi.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Daniele Cocco è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto di astensione su questo emendamento e ne spiego le ragioni. A mio modo di vedere, dopo che sono stati respinti gli emendamenti soppressivi dei commi 1, 2 e 3, paradossalmente l'approvazione di questo emendamento peggiorerebbe, dal mio punto di vista, la situazione; nel senso che, quella pur minima attenzione perché si riduca del 30 per cento la volumetria prevista nei commi 1, 2 e 3, in questo caso, venendo meno il comma 4, non si verificherebbe. Dichiaro quindi il mio voto di astensione sull'emendamento.
Voglio però fare due considerazioni sul dibattito nel quale siamo impegnati. Sento di dover dare ragione all'onorevole Ben Amara quando si chiede a che cosa serve questo dibattito; la maggioranza si attesta su una posizione di totale rifiuto, di non ascolto, anche di ragioni che ci sembrano ovvie, di motivazioni forti che da questi banchi sono state rappresentate. Allora l'intento da parte vostra, contrariamente a quanto dichiarate, non è quello di voler migliorare un testo che presenta falle e carenze notevoli, ma di approvarlo.
Io non so a chi dobbiate dare risposte, anche se qualche sospetto forte lo nutro. Non fingete, non potete fingere, non possiamo fare gli ipocriti in modo così palese, sappiamo tutti che, soprattutto sulla parte più delicata del territorio, sulla fascia costiera, ci sono interessi notevoli, lo sappiamo noi e lo sapete voi più di noi quante pressioni state subendo per esempio in quella realtà che continua in modo errato a essere definita l'Eldorado della Sardegna, alludo alla Costa Smeralda, da lì vi giungono forti pressioni, ma non solo in Costa Smeralda, anche più a sud…
PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, saluto il presidente Cappellacci e mi permetto, Presidente, di fare un breve riassunto delle principali posizioni che abbiamo espresso nella giornata di ieri sul dibattito relativo a questa importante legge.
Come primo punto abbiamo acconsentito al fatto che il settore dell'edilizia sia un settore in crisi in Sardegna, che centinaia, se non migliaia, di suoi operatori sono in grosse difficoltà, che decine, se non centinaia, di imprese rischiano di chiudere o stanno per correre quel rischio e che sarebbe quindi necessario che la Regione Sardegna attivasse una vera politica per la casa, per le infrastrutture e per l'edilizia, in grado di poter risollevare questo comparto dalla crisi.
La risposta che la sua Giunta tenta di dare è assolutamente insufficiente anzi, per molti aspetti, è assolutamente pericolosa. Uno dei primi elementi che ci interessa sottolineare e far presente a lei, Presidente, che guida la Giunta regionale e che rappresenta i sardi, è che questa legge è un provvedimento assolutamente antifederalista. Mi riferisco, Presidente, al federalismo interno che tante volte viene richiamato nelle nostre discussioni e che vede, in questo provvedimento, i comuni assolutamente schiacciati da una logica centralista regionale che addirittura cancella tutte le scelte fatte dai comuni in termini urbanistici. Il fatto stesso che, in una parte fondamentale della legge (fatto l'elenco delle deroghe, fatto l'elenco dell'accelerazione dei permessi, fatto l'elenco di tutta una serie di elasticità legate agli indici di fabbricabilità, altezze, distanze, eccetera), si dica che è in ogni caso fatto salvo il rispetto delle disposizioni del Codice civile e i diritti dei terzi è la dimostrazione stessa che questa legge cancella l'autonomia urbanistica dei comuni e lega tutto a un provvedimento legislativo che assume…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è teminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, intervengo semplicemente per ricordare, ma l'ha già fatto bene l'onorevole Corda, che l'opposizione, nello sforzo che compie per far capire alla maggioranza la necessità di emendare il testo presentato, ha presentato degli emendamenti - come dire - a strisce, però proprio questo emendamento è un emendamento che paradossalmente, se approvato, come è stato appena ricordato dall'onorevole Corda, peggiorerebbe addirittura il senso della legge numero 4, perché questo emendamento dà un minimo di salvaguardia per la fascia dei 300 metri con una riduzione rispetto alle volumetrie.
Se noi abroghiamo il comma 4 non è che non si può intervenire, si può intervenire sulla base dei commi numero 1, 2 e 3 precedenti, quindi 20 per cento, per arrivare al 30, se si fanno gli interventi di salvaguardia energetica. Voi sapete che, in molti punti, io capisco e condivido questa discussione, capisco anche la necessità di tirarla per le lunghe, perché questo può essere foriero della possibilità che la maggioranza si fermi a ragionare su alcune cose, però forse in questo caso, avendo già attuato numerosi interventi, questo emendamento andrebbe ritirato e non sottoposto a votazione, perché ci troveremmo in difficoltà, anche voi, nell'approvare un emendamento che, comunque, sarebbe peggiorativo del testo iniziale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo intanto per annunciare il voto favorevole all'emendamento, poi per dire che non mi pare che sia esattamente come ha detto il collega Corda, con il quale poi andrò a confrontarmi, e come ha ripreso l'onorevole Campus.
Noi riteniamo che la possibilità di intervento all'interno della fascia dei 300 metri sia un errore, sia un errore che favorisce pochi, tutti coloro che hanno la grande fortuna, già ce l'hanno, per l'appunto, di avere una proprietà, una residenza, una realtà di tipo turistico all'interno della fascia dei 300 metri, noi li stiamo ulteriormente favorendo consentendo loro la possibilità di incrementare le volumetrie e non di diminuirle del 30 per cento rispetto ai commi 1, 2 e 3, onorevole Campus. Quindi noi riteniamo che sia profondamente sbagliato, crediamo che quella sia una fascia da tutelare, non perché siamo radicali, non perché siamo dei talebani dell'ambiente, ma perché crediamo che il carico urbanistico, presente all'interno della fascia dei 300 metri, in tutta la zona costiera della nostra isola, sia già eccessivo, solo per questo.
Per quanto attiene alle pressioni o alle presunte pressioni di cui si è parlato finora, io non voglio fare l'esegeta del pensiero del collega Sanna ma credo di poter dire in tutta serenità, lo dico a titolo personale, che ognuno di noi rappresenta un mondo, rappresenta qualcuno, ha dei contatti, c'è chi ha degli amici popolani che hanno interessi di un certo tipo e c'è chi ha degli amici fortunatamente borghesi, ricchi, che hanno interessi di altro tipo. Si assimila inevitabilmente il ragionamento degli uni e degli altri a seconda di chi si frequenta e quando si viene qua si tende a portare avanti il ragionamento degli uni piuttosto che degli altri.
Io credo che accada questo, naturalmente e fisiologicamente, sta a noi, al nostro buon senso, considerare i limiti e i confini da porre nelle norme poiché non si sta facendo semplicemente l'interesse di quell'amico o di quell'altro amico ma, se si pensa a che cosa spalmerà un singolo articolo su tutto il nostro territorio regionale, si sta facendo un danno. Quindi dovremmo avere il buon senso di non fare il favore a qualcuno (che seppur non ce l'ha chiesto, glielo facciamo fisiologicamente), facendo un danno all'intero tessuto costiero della nostra Regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 158.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 158.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Espa e Zuncheddu hanno votato a favore e che la consigliera De Francisci ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Corda.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 22
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, le chiederei, innanzitutto, una verifica del numero legale e successivamente, in subordine, di sospendere i lavori adesso e di riprendere all'orario che lei deciderà.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, non possiamo procedere alla verifica del numero legale perchè, dato che siamo in fase di votazione, dovremmo votare l'emendamento successivo. Invece, non essendoci opposizioni, propongo di chiudere la seduta. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 di questo pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 16.
Allegati seduta
CCLXVI SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 20 ottobre 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 6 ottobre 2011 (259), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Daniele Secondo Cocco, Felice Contu, Angelo Francesco Cuccureddu, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Sergio Obinu, Sisinnio Piras, Paolo Terzo Sanna e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 20 ottobre 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sul bando "Impresa Donna"". (704)
"Interrogazione Moriconi - Porcu, con richiesta di risposta scritta, sul perdurare delle condizioni di criticità delle strade della Provincia di Cagliari, con particolare riferimento alla strada statale n. 554". (706)
PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 01, viene ripresa alle ore 10 e 15.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Comunico che la consigliera Rosanna Floris è rientrata dal congedo.
L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A, che prosegue con la votazione dell'emendamento numero 152, per il quale è stato richiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 152.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Moriconi ha votato a favore e che il consigliere Contu Mariano ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Tocco.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 48
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 12
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 153.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, dichiaro subito il mio voto favorevole all'emendamento numero 153 che torna al Piano casa originale, al comma che prevede il superamento degli indici massimi di edificabilità anche in deroga agli strumenti urbanistici pari al 20 per cento. Io credo che sia un emendamento opportuno perché ci porta a fare una riflessione generale su questa legge e sul tipo di riforme che avete in mente. Presidente, anche se l'Aula stamattina è distratta, iniziare comporta sempre qualche distrazione, penso che sia opportuno tornare su quanto è successo ieri. Io non credo che sia stato soltanto frutto della disperazione della maggioranza che, per cinque volte, ha fatto mancare il numero legale, ma ritengo che sia una forma di obiezione di coscienza.
E' del tutto evidente che questa legge pasticciata non è una legge ammiraglia, non è una legge in cui vi potete riconoscere, non è una legge di cui andare orgogliosi, di cui potrete parlare nei vostri incontri. Quindi io credo che anche le assenze reiterate di ieri, che hanno fatto perdere a questo Consiglio molte ore, anche con un tentativo di andare a oltranza che si è rivolto contro di voi, sia il sintomo di un malessere, di un non riconoscersi in un modo di procedere pasticciato e in riforme che non riformano ma si limitano a derogare.
Da questo punto di vista ritengo anche le assenze di ieri un segnale politico incoraggiante, credo che i mal di pancia e i disagi si manifestino anche in una difficoltà a presenziare in Aula e a difendere una legge che non si può difendere. Infatti, sono stati pochi gli interventi tra di voi, è stato lasciato spesso solo il relatore della legge, vi capisco, lo capisco, questa legge non si può difendere, qualsiasi intervento sarebbe inopportuno, inadeguato e io mi auguro che questo mal di pancia, questa obiezione di coscienza sottile che si è manifestata in reiterate assenze dell'Aula, diventi un grande "no" a una legge che non serve ai sardi e non serve alla Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il comma 1 dell'articolo 1 bis richiama il comma 1 dell'articolo 2 ed è quello, come dire, il cuore del problema che noi poniamo: "E' consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di inedificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e in deroga alle vigenti disposizioni normative...". Riprendo, però, il ragionamento che ho fatto ieri sera sulla tabella della Direzione generale della vigilanza edilizia, in cui si dimostra chiaramente (ancorché il campione dei comuni sardi sia di 71, mancano quasi completamente i comuni dell'interno) che questo provvedimento andrà a incidere per l'80 o il 90 per cento sulle coste sarde, cioè un intervento (incremento in termini di volumetria, di facilitazioni normative, di deroghe agli strumenti urbanistici, possibilità di sopraelevazioni e quant'altro, poi vedremo nell'esame dell'articolato della legge) che inciderà quasi totalmente sulle aree costiere della Sardegna.
Ho fatto ieri alcuni esempi, ho approfondito questa mattina l'analisi dei dati dell'Assessorato dell'urbanistica, della vigilanza edilizia, ed emerge che, per esempio, Arzachena ha 1938 domande, già verificate dall'Ufficio tecnico e concessioni edilizie concesse, contro Carbonia (che ha tre volte e mezzo il numero degli abitanti) che ne ha solamente 323; così abbiamo Olbia che ne ha 1912, contro un altro capoluogo di provincia, Villacidro, che ne ha solamente 95. Questo dà il senso complessivo del fatto che l'intervento non è un intervento per lo sviluppo del settore dell'edilizia, bisognerebbe rivedere il titolo, è un intervento per il settore dello sviluppo dell'edilizia nelle aree costiere. Così si toglie ogni dubbio sulla possibilità che questo intervento possa dare il benché minimo…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, a proposito del primo comma dell'articolo 2 della legge numero 4, qualche collega ieri mi domandava, non a microfono acceso: "Quali sono gli emendamenti che possono riguardare i soliti noti che sono interessati a questo provvedimento?". C'è la prova qua, siccome voi chiedete la proroga anche del comma 1 dell'articolo 2, e poiché non lo modificate nel testo che avete proposto, è chiaro che il riferimento che noi abbiamo è che, per volumetrie esistenti, si intende quella realizzata al 31 marzo 2009. Che cosa vuol dire? Che la proroga di cui state parlando, con le modifiche di cui state parlando, si riferisce sempre alla stessa platea, non a gente che può ulteriormente fare la domanda, come state facendo credere alla gente! Poiché la data del 31 marzo 2009 rimane inalterata, è evidente che questa è una legge di servizio ai soliti noti, questa è la prova! Vi abbiamo trovato con questa chicca le impronte digitali, vi abbiamo rilevato le impronte digitali, cioè, non è che questo che noi stiamo facendo, compresa la proroga, sia rivolto ad allargare la possibilità di accesso dei cittadini a un provvedimento, no, riguarda sempre la solita base, quindi è evidente che riguarda sempre i soliti noti, Assessore! Questo è ciò che vuol dire il primo comma, perché il primo comma, che voi non modificate neanche nella versione successiva, fa riferimento a un dato che fotografa lo stato di partenza.
Allora perché state prorogando? Le domande ci sono, si poteva dire che le domande che sono state presentate percorrono l'iter burocratico. Ma è già così, è già così in tutte le norme. Quindi, qual è la verità? La verità è che il committente di questa legge, ovviamente, vi ha detto di non toccare perché, se si allarga la pletora di persone che possono accedervi, può darsi che non colga il suo obiettivo. Perché? Perché il mercato edilizio si amplia. Provate a interpretare le norme e poi vediamo se ho ragione io o se avete ragione voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. In questo primo comma dell'articolo 2 della legge numero 4 si estrinseca la parte fondamentale di quella legge, dove si dice che sono consentiti incrementi volumetrici del 20 per cento e non si fa alcun riferimento alle caratteristiche costruttive con cui realizzare questi incrementi volumetrici. Questo significa che, è da mettere in evidenza, poiché, come diceva il collega Sanna in questo istante, non c'è alcuna modifica prevista nel provvedimento di legge che stiamo esaminando, non c'è alcuna modifica rispetto a questo primo comma, di fatto si conferma questo vulnus già presente nella legge precedente. Anche per quanto riguarda la questione della data di realizzazione degli edifici al 31 marzo 2009, come poi vedremo più avanti, mentre nella legge precedente si faceva riferimento all'accatastamento o alla richiesta di accatastamento, vedremo poi che questa norma verrà cancellata affidandosi ad altri strumenti meno affidabili. Di fatto, per tornare allo specifico di cui stiamo discutendo adesso, noi chiediamo che venga abrogato questo primo comma, perché, così facendo, si inizia a fare pulizia di una legge che non condividevamo allora e non condividiamo oggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto).Noi continuiamo a mettere in evidenza le contraddizioni di questa legge e delle vostre posizioni. In Italia si punta a tutt'altro, circolano le notizie sulla stampa, sui convegni, sulle iniziative dell'Associazione industriali, costruttori, eccetera, ma la politica registra, per ricostruire, rifare, riammodernare il patrimonio esistente, migliorare la qualità della vita, per rimettere in moto il mondo delle costruzioni dell'architettura, si pensa e si punta all'housing sociale, al recupero dei centri storici, alla sicurezza sismica, alla domotica e a tutto quello che riguarda un modo di intervenire moderno ed efficace in termini di qualità, funzionalità e bellezza.
Noi invece insistiamo su questa legge che, così come è stato detto, punta esclusivamente a favorire il mondo delle costruzioni speculative sulle coste. Un dato, da quella tabella che il collega Salis cita, mette in tutta evidenza il vostro progetto, è il dato di due comuni costieri vicini l'uno all'altro: Porto Torres e Stintino. Porto Torres 21 mila abitanti, Stintino 1000 abitanti; le domande di Porto Torres sono 89, le domande di Stintino 104. Credo che sia noto a tutti quale sia la pressione edificatoria e speculativa immobiliare sulla realtà di Stintino rispetto all'area industriale dismessa di Porto Torres, nonostante ci sia probabilmente, anzi sicuramente, una necessità abitativa molto più forte nella città di Porto Torres che non nella città di Stintino. Ma a voi il problema casa non interessa.
Questo dato poi, se continuiamo a scorrere i comuni, così come è stato fatto dagli altri colleghi, mette in evidenza il disegno, che ormai non è più un segreto, ma è, come dire, un'ostinata decisione, che voi porterete avanti e mi pare, dai numeri che schierate oggi in campo, che siate determinati ad arrivare a conclusione. Ne prendiamo atto. Noi continuiamo invece la nostra azione di demolizione di questa legge indegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, innanzitutto anch'io intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento. Come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, questo emendamento ci consente di tornare un po' sul cuore della "4" del 2009 che abbiamo tentato di contrastare in tutti i modi. Abbiamo tentato di contrastarla perché, attraverso questa legge, avete dimostrato, fin da subito, il vostro vero volto, che era quello, come abbiamo detto ampiamente e abbondantemente ieri, che vi contraddistingue nell'esercizio di svolgere un tentativo di eliminare tutte le regole.
Con questo emendamento, noi vogliamo tentare proprio di metter mano al cuore della prima vostra "legge casa", cioè quella che apre alle deroghe; noi non siamo e non potremo mai essere d'accordo su un'azione di governo che si basa sulle deroghe, se le norme che avete ereditato non vi vanno bene (è legittimo che questo lo si manifesti), modificate gli strumenti, modificate le leggi urbanistiche, modificate tutto quello che volete, ma non agite in deroga, perché agire in deroga significa favorire e introdurre illiceità e introdurre la cultura delle furberie; questo non può essere accettato e io credo che non dovrebbe far parte nemmeno di una cultura liberale come voi dite di essere portatori.
E' una legge, tra l'altro, come ha ricordato l'onorevole Gian Valerio Sanna, che ha un chiaro committente. Il committente è chiaro e voi, dispiace dirlo, non fate altro che agire supinamente agli ordini che vi dà questo committente, "fregandovene" tranquillamente della deregolamentazione che introducete e della giungla selvaggia che state introducendo in una materia delicata come questa. Non c'è traccia, assessore Rassu, mi dispiace davvero, l'abbiamo ripetuto abbondantemente ieri, continueremo a farlo anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni, non c'è traccia davvero di una volontà di dotarvi di uno strumento che faccia incontrare bisogno di casa e intervento di sostegno per soddisfare quell'attesa di tanti cittadini.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 153.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 153.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Zuncheddu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 19
contrari 36
(Il Consiglio non approva).
Comunico che il collega Gallus è rientrato dal congedo.
Metto in votazione l'emendamento numero 154.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, sarà una lunga giornata, poi, magari, se lo ritiene opportuno, farà conoscere all'Aula i nostri orari, perché io tengo a sottolineare che siamo prima persone e poi consiglieri regionali, quindi io ci terrei a conoscere i miei orari, quante ore devo stare qui, e ritengo dignitoso che siamo messi nelle condizioni anche di avvertire i nostri familiari, e chi ci guarda fuori di qui, dei tempi che trascorreremo in quest'Aula, sempre che voi siate in grado di garantire il numero legale e andare avanti in questa legge che io credo che non vi vede convinti.
Penso che anche oggi ci saranno altri momenti in cui questa obiezione di coscienza coatta, non palese, ma coatta, che vi ha contraddistinto ieri, emergerà, perché non c'è orgoglio in questa legge, non ci può essere orgoglio in questo pasticcio che, tra l'altro, contraddice anche le richieste stesse delle associazioni imprenditoriali che chiedevano leggi snelle e comprensibili, invece, se noi analizziamo i vostri emendamenti, sono emendamenti che complicano questa legge.
Nel dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 154, ricordo che, proprio il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 23 ottobre, introduce delle incoerenze sostanziali, perché, da un lato, si pretende che gli adeguamenti e gli incrementi si inseriscano in modo organico e coerente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato esistente e, dall'altro, si dice che tali incrementi possano avvenire anche nel caso di tipologie edilizie "uni e bifamiliari" attraverso la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, poi scopriremo che, nei vostri emendamenti, questi corpi di fabbrica possono essere anche staccati dal complesso principale e, addirittura, in tempi successivi, possano essere accatastati separatamente! Stiamo facendo il contrario di quello che dovrebbe essere una qualificazione urbanistica, stiamo creando le villette a schiera figlie delle villette a schiera madri. Io credo che questa legge sia una vergogna, sia una legge indecente, sia una legge che non può reggere il qualsiasi vaglio di coerenza e di ammissibilità, per questo il voto su questo emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ieri ha definito per oggi la stessa programmazione dei lavori prevista per ieri, per cui gli orari saranno sino alle ore 14, e poi dalle ore 16 alle ore 24.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi possiamo legittimamente fare gli auguri all'Aula di poter rispettare anche oggi, come ieri, gli orari, visto e considerato che abbiamo anche la presenza dell'Assessore della sanità che, con le emergenze di salute pubblica che ha la Sardegna, dimostra l'emergenza nella quale si trova la maggioranza, che costringe l'Assessore della sanità in queste ore a stare in Aula per salvare la faccia di una maggioranza che non c'è più. E' emblematico! Ovviamente a noi fa molto piacere e ne approfittiamo anche per condividere con lei la preoccupazione di tanti sardi per queste preoccupazioni della salute pubblica, che comunque ci sono, e non se ne può fare a meno, speriamo di risolverle.
Il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 è praticamente l'articolazione delle tipologie. Vorrei dire ai colleghi, se sono interessati…
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dicevo che il comma 2 è l'articolazione degli interventi. In effetti, nella versione originaria della legge numero 4 avevano una loro ratio, che abbiamo contestato e continuiamo a contestare, ma la cosa bella di questo comma 2 è la proposta di modifica che voi fate in questa legge, che ha del paradossale. Nel comma 2, per esempio, eliminate, come ho detto, le pertinenze, poi c'è una chicca di quelle spettacolari che riguarda il mio amico e collega Angelo Stochino, che ho trascurato un po' ieri, cercherò di recuperare oggi. Lui è il fautore della monetizzazione dei parcheggi, degli standard per parcheggi, dove non ci sono, e si è dimenticato di mettere in relazione questa sua aspirazione, questa esigenza che porta avanti, legittima, con quello che è contenuto in questo comma 2, dove si dice che anche i piani pilotis, che notoriamente sono usati come parcheggi, nell'ambito dell'ampliamento delle aree da chiudere possono essere anche chiusi, quindi da un lato chiudete i pilotis e, dall'altro, monetizzate i parcheggi. Vi dovete mettere d'accordo su che cosa fare, cioè, questa è la schizofrenia della serie barbarica, che solo probabilmente la mente di un devastatore può mettere in campo, quindi credo che davvero abbiate da mettere a coerenza un po' di cose.
Il punto 1 della lettera b) del comma 2 parla di chiusura dei piani pilotis, voi, in questo provvedimento, ci parlate di monetizzazione di parcheggi dove non esistono. Ma come la possiamo mettere questa cosa? L'avete letta o avete chiesto all'Assessore che qualcuno la leggesse? Mettiamoci d'accordo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Questo è il classico caso di una richiesta da parte nostra di abrogazione di una parte della legge numero 4, che già non ci piaceva allora. Come avremo occasione di vedere quando andremo a parlare del secondo articolo della legge in esame, ci accorgeremo che quello che si sta facendo oggi è un sensibile peggioramento di questo articolo. Ci sono riferimenti in questo comma che noi vorremmo abrogare (affinché non possa essere neanche peggiorato da parte della maggioranza), i quali sono relativi alle aggiunte da utilizzare come pertinenze e quindi come recita questo articolo: "Gli incrementi volumetrici così realizzati costituiscono pertinenza inscindibile dell'unità immobiliare principale e non possono essere alienati…". Poi vedremo meglio, quando passeremo a discutere di questa questione più avanti, che questo comma 2, che già presentava dei problemi, oggi vogliamo renderlo peggiore. E' il classico caso di una legge che, in maniera eclatante, invece di essere migliorativa, è peggiorativa.
Io non capisco la logica che ha incoraggiato, da parte della maggioranza, questa volontà di rendere peggiore una legge che già buona non era. Quale logica ha guidato questa maggioranza, non riesco a capirlo, se non quella di venire incontro a esigenze che non sono quelle dell'operaio famoso che, incontrando il Presidente della Regione, se ne andò felice e contento perché gli si consentiva di aumentare una stanza nella propria casa. Siamo su un'altra dimensione!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io provo a dire, mi farebbe piacere, ma manca l'assessore Rassu, mi rivolgo agli altri colleghi della maggioranza, provo a dire un perché, uno dei tanti "perché" di questo emendamento che abbiamo presentato. Interviene sul comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4, che noi abbiamo tentato, ripeto, di contrastare, ma che, a questo punto, se noi dovessimo virtualmente fare una proiezione di quello che avverrà nel caso, da parte vostra, ci fosse la possibilità di approvare il cosiddetto "Piano casa 3", voi, nell'articolo 2 della legge numero 4, di fatto cercate di normare sulla tipologia degli interventi, in particolare sui casi di tipologie edilizie "uni e bifamiliari" e sulle tipologie di tipo "pluripiano" e indicate una serie di interventi possibili con la legge numero 4 del 2009.
Io vorrei chiedervi, davvero, lo chiedo al Presidente della Commissione, vorrei davvero una risposta seria, o perlomeno la domanda è seria e non dubito che la risposta sarà seria. Io vorrei capire che cosa succede all'articolo 2, comma 2, della legge numero 4 se viene approvato l'articolo 1 octies che, alla lettera f), dice: "Gli interventi di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6" - ovviamente della legge numero 4 del 2009 - "sono realizzati in deroga alle previsioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici comunali vigenti in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali. In particolare possono essere superati gli indici massimi di fabbricabilità, i limiti di altezza, distanza, veduta, le superfici minime di intervento, i rapporti di copertura". Cioè davvero con questo combinato disposto, voi state aprendo a soddisfare qualunque appetito e non certamente, ripeto, quello di chi ha bisogno di una casa. Io la prego davvero, onorevole Matteo Sanna, di soddisfare questa sorta di libidine di curiosità da parte mia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, ma, onorevole Diana, le do la risposta io su questo tema, poi magari il collega Sanna aiuterà per capire. Si manifesterà il caos, il caos come vogliono che si manifesti. E' chiaro, è evidente. Questo è uno degli articoli, secondo me, dove veramente è consentito ed è possibile fare di tutto, dove le amministrazioni comunali, gli enti locali, che dovevano essere esautorati temporalmente, per un tempo definito di un anno, in casi straordinari, della loro capacità di programmazione e di organizzazione del proprio territorio, vengono, invece, in maniera continuativa superati, in deroga a tutto, lo diceva lei. E' stato, tra l'altro, un continuo alimentarsi di norme, una dietro l'altra, che hanno teso a cambiare e a stravolgere lo spirito di questa norma. Lo dico anche perché è molto utile, per chi vuole, gli Uffici l'hanno messo a disposizione in maniera molto adeguata, il testo che prevede la legge numero 4 con, in grassetto, evidenziate le ulteriori modifiche apportate dal disegno di legge esitato dalla Commissione e in più gli eventuali emendamenti, ma è carino vedere come al comma 2 viene evidenziata addirittura una particolarità.
C'è tutto il ragionamento nel quale tali adeguamenti e incrementi si inseriscono in modo organico e coerente con i caratteri formali, tutta una serie di attenzioni che magari sono necessarie per evitare che si creino situazioni veramente distruttive del tessuto e del territorio della città, noi inseriamo una particolarità: "senza la necessità, salvo i casi di vincoli paesaggistici, della redazione di ulteriori elaborazioni fotografiche di simulazione". Cioè tutti quegli strumenti, che servono a controllare che ci sia un corretto inserimento nel contesto delle variazioni che si fanno, vengono chiaramente cancellati. Le elaborazioni fotografiche, le simulazioni, che servivano probabilmente a garantire anche quello che era un tessuto corretto dello strumento urbanistico, vengono chiaramente cancellate. E poi, assessore Rassu, che non vedo, glielo dico tanto probabilmente glielo riferiranno o sentirà, questa è l'ennesima dimostrazione che questa legge interviene per creare degli abusi, perché mentre nella prima istanza non si potevano costruire in maniera separata, per quanto riguarda le lottizzazioni a schiera, adesso si possono anche staccare dalla lottizzazione principale.
Questo significa che, rispetto a un fronte strada, noi sicuramente 10 metri più avanti possiamo fare una nuova lottizzazione, delle nuove costruzioni che, visti i quartieri magari periferici o limitrofi, chiaramente creano ulteriori quartieri ed estensioni di case senza nessuna pianificazione. Per questo motivo e per gli altri che diremo successivamente, voterò a favore di questo emendamento soppressivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Mentre in Europa e in Italia si cerca, come ho detto prima, di rilanciare l'edilizia attraverso studi, attenzioni, discussioni congiunte tra il mondo dell'impresa e i progettisti, i tecnici, puntando a un'architettura di qualità, addirittura si parla di un'architettura che deve integrarsi con le piante, col verde, deve puntare alla qualità dei materiali, mentre si parla di un'edilizia che deve trovare la qualità migliore ma soprattutto la bontà dei materiali, magari trovando parallelamente anche una strada che porti a un contenimento dei costi, quindi con la scelta di materiali più economici, però sempre a vantaggio della qualità, noi, in Sardegna, la terra più ambita dagli italiani come luogo di vacanza, o forse anche dagli europei, per la sua collocazione, la sua qualità paesaggistica e naturalistica, invece disegniamo, proponiamo e progettiamo il peggio del peggio, dove non c'è limite al pudore.
Abbiamo richiamato la possibilità di aumentare i volumi a discapito dei servizi e degli standard previsti da legge dello Stato italiano, come quello dei parcheggi. Addirittura prevediamo oggi la possibilità di utilizzare i piani pilotis, che sono piani che non fanno volume perché sono considerati volumi tecnici e che oggi nella nuova tecnologia, nella nuova capacità inventiva della genialità dei costruttori, porta a utilizzare il piano pilotis per slanciare i palazzi verso l'alto, perché il piano pilotis costruito a livello terra non fa volume e quindi saltate le altezze massime, saltato il numero dei piani, consente, soprattutto dove? Ancora una volta sulla fascia costiera, magari proprio lì sulle passeggiate, sul fronte mare, oscurando tutto quello che rimane dietro ai pochi privilegiati, consente di lanciarsi verso l'alto e chiudere volumi che non sono assolutamente idonei all'abitazione.
Mi chiedo ancora a volta: e i parcheggi? Perché i piani pilotis sono costruiti per garantire il posto auto, continuano ad aumentare quello strazio che viviamo noi nelle nostre strade e nelle nostre piazze.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, nel comma 2 dell'articolo 2 si parla di sottotetti. Parliamo di sottotetti, di pilotis, di edifici staccati dal corpo di fabbrica principale, la possibilità addirittura di accatastarli e di venderli in maniera separata: adesso si sta chiarendo complessivamente tutto il quadro della filosofia di questa legge. Abbiamo cercato di far capire, entriamo nel merito della filosofia della legge, che l'orientamento di questa legge è assolutamente antistorico rispetto alla riflessione che si sta avendo in Italia rispetto all'uso del territorio. Comunico a quest'Aula che, il 29 ottobre prossimo, a Cassinetta di Lugagnano, a Milano, verrà costituito il forum italiano dei movimenti per la terra e per il paesaggio: "Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori". Sono già più di 400 le associazioni e i comitati locali e più di 4 mila le adesioni individuali pervenute a una iniziativa che punta a evitare il consumo di territorio, ogni anno sono migliaia di ettari in più ricoperti dal cemento.
Sono riflessioni che il mondo dell'urbanistica applicata, l'Università, ma anche gli imprenditori più avveduti e più moderni del settore dell'edilizia, stanno affrontando con interesse e tentando quanto meno un approfondimento. In Sardegna continuiamo con i pilotis, con i sottotetti e con gli scantinati da utilizzare per il figlio che deve vivere sotto terra. Nessuno di noi vorrebbe avere un figlio che vive in uno scantinato e allora si trasformeranno anche questi interventi in altre seconde o terze case che rimarranno tristemente, com'è successo per la gran parte, per molta percentuale di esse, nella stagione turistica di quest'anno, desolatamente vuote a mangiare il territorio inutilmente, senza alcuna ricaduta economica, se non per le imprese, piccole e medio grandi che siano, che potranno lavorarci, sì e no, per due o tre mesi. Il nostro voto è sicuramente a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Questo articolo mi ricorda che, di fatto, il sistema burocratico amministrativo dell'urbanistica era già fallito prima dell'avvento del Piano casa. Il Piano casa non fa altro che certificarne ulteriormente il totale fallimento e trasforma questo Consiglio probabilmente in curatori fallimentari di questo sistema. Il dispiacere più grande per me è vedere la classe dei giovani professionisti, ma anche gli anziani, dedita soltanto a fare condoni edilizi, pratiche ancora non risolte da 25 anni, accertamenti di conformità, piani casa. Allora non posso esprimere un incoraggiamento per la perdita di una grande professionalità che in Italia ci poteva essere. Mi aspetto sempre di peggio, mi aspetto che, nella prossima manovra finanziaria, ci sia, per esempio, un piano fiscale che possa prevedere in certi casi il 10, in alcuni casi il 20, fino a un massimo del 30 o 35 per cento di evasione fiscale. Di questo passo, penso che non ci sia altro da aspettarci. Quindi, quando sento in qualche trasmissione che i cittadini scappano dall'Italia, non scappano certo per il Piano casa, scappano perché in Italia abbiamo un sistema ingovernabile dove l'edilizia forse è soltanto una piccola parte di un sistema molto più perverso.
Nel votare ovviamente a favore di questo emendamento, dico che o ci diamo una svegliata e cerchiamo di riportare appena appena di legittimità nel sistema, oppure ci troveremo di anno in anno in sistemi di questo tipo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, io mi chiedo a che cosa serva un dibattito a senso unico. Penso che stiamo vivendo una situazione kafkiana: da una parte, c'è la minoranza che sembra predicare nel deserto e, dall'altra parte, c'è la maggioranza che gode e, di solito, il godimento politico passa attraverso la trasgressione della legge. Ogni diritto, ogni ordinamento ha un proprio supplemento trasgressivo, per esempio una legge oscena e segreta raddoppia e accompagna come un'ombra una legge pubblica. Questa legge è fatta per rafforzare e solidificare la coesione del gruppo di maggioranza e la condivisione di una particolare forma di godimento, la trasgressione è intrinseca al potere e il potere è solo godimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Esprimo la mia approvazione all'emendamento numero 154 attraverso il quale si tenta di sopprimere il comma 2 di questo articolo 2, nel quale si vorrebbero realizzare gli adeguamenti di cui si parla in questa legge attraverso l'inserimento in modo organico e carente con i caratteri formali e architettonici del fabbricato. Però, in questo comma 2, si dice altresì che tali adeguamenti e incrementi possono avvenire anche mediante la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica. La mia preoccupazione, Presidente, Assessore, è che abbia ragione il collega Chicco Porcu quando dice che stiamo creando le "villette a schiera figlie delle villette a schiera madre". La domanda che pongo, come conseguenza di tale preoccupazione, è rivolta all'Assessore per capire, se mai dovessimo continuare in questa direzione, se non corriamo anche il rischio di arrivare alle "villette a schiera modello matrioska", cioè se, continuando di questo passo, la replicazione, la riproduzione delle villette a schiera, sempre più piccole, non ci conduca sino a questa forma e a questo modello che è abbastanza distorto rispetto alle volontà dichiarate in questa legge.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Piras è rientrato dal congedo
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 154.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappai, Piras e Zedda hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 24
contrari 38
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 155.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). All'emendamento numero 155 si propone l'abrogazione della lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4. Che cosa dice la lettera a)? Praticamente dice che, nel caso di tipologie edilizie uni-bifamiliari, gli adeguamenti possono avvenire mediante la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica, al solo piano terra o in sopraelevazione, però mediante realizzazioni di esclusive pertinenze. Faccio osservare che, siccome gli interlocutori sono sempre quelli di prima, perché siamo fermi al 2009, quindi il solito committente vostro, è chiaro che poi la modificazione... onorevole Meloni si tranquillizzi, io so quello che dico, so di dirlo, non esagero, se dovessi esagerare, farei anche i nomi!
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Li faccia i nomi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siccome ho visto che ce li avete ben chiari, non c'è neanche bisogno di farli, perché la vostra reazione dimostra che li conoscete bene, è la prova che li conoscete bene! Probabilmente dovete capire quello che avete scritto prima di parlare così.
Siccome i soggetti sono sempre i soliti, i committenti identici, la data la stessa, se adesso ciò che doveva essere pertinenza a partire dal 2009 diventa invece unità immobiliare, secondo voi che cosa sta avvenendo? Ditemelo voi! Se sulla base della legge era prima una pertinenza, il soggetto non cambia perché la data è ferma, quella pertinenza che adesso voi volete far diventare unità immobiliare per conto proprio, secondo voi, che cosa vuol dire? Che state aiutando la povera gente? Voglio la risposta! Non è che ci si alza e dite: "Moderazione!". Meloni, Sanna mi dovete dare queste risposte! Che cosa soddisfa questa esigenza di passare da una pertinenza a un'unità immobiliare? Ditelo ai sardi! Ditelo ai sardi che cosa è questa legge di servizio e a chi si rivolge! Non è dire o aver fastidio del disturbo. Non mi fanno manco parlare, però avranno pazienza!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prendete posto. Grazie.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo spiega perché chiediamo la cancellazione della lettera a). Con il vostro intervento, con questa legge, la andate a peggiorare, perché il mantenimento della pertinenza dava una sensazione di interesse ai bisogni dei cittadini, invece togliete pure questo piccolo indizio per dichiarare, anche se non vi piace, senza pronunciarlo, il nome dei committenti, perché questo...
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Nonostante non sia stato seguito con la sufficiente attenzione, l'intervento del collega Sanna ha messo in evidenza un problema serio: è stata proposta, con la legge poi diventata numero 4, la possibilità di realizzare degli incrementi volumetrici con delle (allora definite) pertinenze staccate dal corpo principale di fabbrica. Nella discussione che facemmo allora in Commissione, la Giunta si vantava di questa particolarità: "Noi non stiamo assolutamente, neanche lontanamente, neanche minimamente, pensando a consentire che si realizzino nuove unità familiari", tant'è vero che si richiamava l'impossibilità a che questi incrementi volumetrici potessero essere alienati prima di una certa data, eccetera eccetera.
Ora, con questo provvedimento di legge che stiamo discutendo, in questo frangente, emerge con chiarezza che quello era un primo piccolo passo per arrivare poi a realizzare quello che davvero è un abuso non dell'interessato o degli interessati, ma un abuso dell'amministrazione comunale che, con un artificio, vuole comunque arrivare a realizzare un qualcosa di cui soltanto due anni fa si vergognava e invece oggi dice chiaramente con grande faccia di bronzo di voler conseguire.
Ecco perché io credo che sia giusto abolire prima di tutto questo, che è la premessa per poter essere poi, non migliorato, come dite voi, ma peggiorato con la successiva discussione della legge in esame. Ecco perché credo che, su questo emendamento, bisogna votare a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, nell'articolo 2, l'intervento di adeguamento e di ampliamento è consentito anche mediante il superamento dei limiti massimi di edificabilità fino al 20 per cento con la scadenza della realizzazione alla data del 31 marzo 2009; per inquadrare il tutto. Stiamo parlando di una delle parti probabilmente più chiare della legge che consente di realizzare, al di fuori dei corpi di fabbrica, adeguamenti delle tipologie edilizie uni e bifamiliari. "Uni e bifamiliari", uno penserebbe che tutti i cittadini sardi hanno la possibilità, la potestà di utilizzare questi incrementi.
Allora, come sto cercando di dimostrare da due o tre interventi a questa parte, questi incrementi di volumetria si concentreranno, e si stanno già concentrando, esclusivamente nelle zone turistiche e nelle zone costiere. A questo riguardo, visto che questa tabella è molto chiara e dà l'idea di quello che sta succedendo e di quello che succederà, noi abbiamo il quadro, al 30 settembre 2011, di quello che è successo con la legge numero 4 (cioè con una legge che gli uffici tecnici hanno considerato inapplicabile per certe parti, che ha rallentato il flusso delle domande), nonostante questo però abbiamo un quadro della situazione di 71 comuni su 370 e rotti, allora, io la pregherei, assessore Rassu, se è possibile, sarebbe utile, se gli uffici hanno a disposizione il quadro complessivo degli oltre 370 comuni sardi, di verificare la complessiva distribuzione delle richieste delle concessioni che sono intervenute sulla "4", non sulla legge che abbiamo oggi in discussione e che è molto più elastica e permissiva.
Assessore, rispetto a una lettura più attenta, questa tabella ci dice che, in questi 71 comuni campione, si sono riversate le 10859 concessioni delle 17479 che sono state rilasciate, stando al documento dell'Assessorato. Questo vuol dire che i 71 comuni di questa tabella hanno utilizzato circa il 70 per cento delle concessioni edilizie. In termini numerici, significa...
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento numero 155 che cancella la lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 23 ottobre dell'anno scorso. Le motivazioni sono state lungamente sottolineate anche dai colleghi. E' del tutto evidente che noi stiamo cercando, con la nostra azione di ostruzione, di farvi riflettere; ieri avete avuto occasione per riflettere anche voi con le cinque volte che avete fatto mancare il numero legale, evidentemente vi è un'esigenza appunto di approfondire i temi di questa legge, non credo che siano state assenze indotte soltanto dal pressappochismo o dalla distrazione per impegni di altra natura.
Ora io mi chiedo, di fronte a una minoranza che non fa solo la minoranza, ma che si oppone e propone, che cosa vi impedisce di prendere in mano l'insieme di queste modifiche? Perché è evidente che noi andremo avanti in tutti questi emendamenti e voteremo a favore di tutti gli emendamenti soppressivi dell'intero Piano casa. Che cosa vi impedisce, in relazione alle 65 modifiche, che state apportando nel Piano casa, di fare una pausa di sospensione e di decidere quale di queste 65 sia effettivamente utile e necessaria per rendere la legge, dal vostro punto di vista (perché dal nostro non lo sarà mai), praticabile?
Mi chiedo se in questo momento la vera ostruzione la stia facendo la minoranza, o la stia facendo la maggioranza a se stessa proponendo l'improponibile, cioè non proponendo di semplificare la legge e di farla funzionare meglio, ma di renderla ancora più complessa e inattuabile, derogando alle deroghe e rendendola di fatto inapplicabile. Mi auspico che la nostra azione, che sarà ferma, severa e coerente, vi porti a riflettere e che la riflessione non sia soltanto far mancare il numero legale, ma sia anche una proposta di semplificazione di proposte che altrimenti rischierebbero di rendere peggiore una legge già pessima.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Negate l'evidenza, è un atteggiamento infantile, perché proponete con caparbietà una vostra strategia e poi, in qualche modo, cercate di nasconderla, di negarla, di camuffarla. Avete detto che non era una furbata la proposta della legge numero 4, ma di fatto si è rivelata tale, probabilmente, nella mente di qualcuno, forse non di tutti, ma di coloro che sono strateghi di questa filosofia, di questo progetto unico che voi continuate a propinarci come soluzione per il rilancio dell'economia e dell'occupazione, dicendo che si migliorerà ampliando le residenze attuali. E invece no! Oggi rivelate qual è la vostra vera strategia: è quella che, con molta chiarezza, è stata proposta "delle matriosche". Quindi creando una situazione, che io continuo fra l'altro a vedere di difficile soluzione, che è quella del rispetto degli standard, di cui però la Regione non si fa carico, ma la scarica ai comuni.
Come fanno i comuni, che oggi stanno pianificando i Piani urbanistici comunali, secondo uno studio, un'analisi, un'indagine, a rispettare gli standard che vengono stravolti dei volumi che voi state introducendo? Il progettare, badate, è una cosa delicata, è una cosa seria, un tempo si faceva con una attenzione, con una oculatezza, si guardavano le stelle, da dove soffiavano i venti, oggi naturalmente tutto questo fa parte della poesia e della letteratura, però in ogni caso comunque prima del progettare si dovrebbe guardare e si dovrebbe armonizzare il rapporto fra il cielo, l'ambiente, gli orizzonti e il costruito e le esigenze dell'uomo.
Su questo tema evidentemente c'è una distanza abissale tra noi e voi, noi continuiamo a proporla come la via per garantire un futuro migliore alla nostra terra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 155, non foss'altro per le cose che abbiamo già affermato. Anche in questo caso si poteva evitare, infatti noi proponiamo la soppressione, perché di fatto snatura quello che è un complesso organico, quando parliamo di case uni-bifamiliari, oltretutto comporta situazioni di contrasto sociale; molte di queste case erano le stesse case di edilizia economica popolare e sono costituite nello spirito della cultura sarda, che è quella di avere la casa singola senza abitare multipiani, proprio perché non ci consente la nostra specificità, oppure è più favorita la nostra specificità con l'abitazione appunto in casa singola con un pezzetto di cortile. Qui addirittura consentiamo l'edificazione di corpi di fabbrica in pertinenza e quindi sacrifichiamo un pezzo di cortile. A meno che (chiedo scusa per l'irriverenza, ma stamattina appunto, a firma di Francesca Barracciu, il P.D. ha presentato una proposta di legge per venire incontro ai bisogni dei nuclei familiari che si dividono a causa delle separazioni e dei divorzi) non vorrei che fosse pensato che, visto che il 90 per cento degli uomini rischia di andare in povertà e deve vivere in macchina, la pertinenza sia stata considerata appunto per ospitare il coniuge separato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, io intervengo per una breve dichiarazione. Intanto perché voto contro questo emendamento, ma mi preoccupa il fatto che, insistentemente, da parte dell'opposizione, si faccia velatamente riferimento a dei nomi che sarebbero i mandanti di questa legge. Io chiedo ufficialmente che chi qui viene a dire che ci sono dei mandanti li tiri fuori, perché sarò io il primo a denunciare qualunque condizione di condizionamento, passatemi la cacofonia, che avvenga su queste posizioni. Io so che l'unico mio mandante, purtroppo, in questo caso, ce l'ho a casa, ed è mia moglie, nel senso che, in un piccolo paese della bassa Marmilla, è da anni che non riesce a finire un tetto, impedita in ciò dall'ufficio tecnico di quel Comune, in quanto centri matrice, centri storici e altre "imbecillità" (passatemi il termine) che sono volate qui dentro, sono riusciti soltanto a bloccare piccole e piccolissime iniziative.
Io credo che tutto quello che di grande qui si dice, esca fuori! Io voglio capire e, come lo voglio capire io, lo vogliono capire i sardi; se si hanno nomi e cognomi, si facciano in via definitiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-F.L.I.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per esprimere intanto il voto contrario all'emendamento in discussione e poi per chiarire alcuni aspetti. Capisco la strategia dell'opposizione, legittima, tendente ad allungare la discussione per arrivare alla data fatidica, cercando di mettere a segno un colpo mortale, direi, per l'economia sarda, perché anche i colleghi, rispettabili colleghi, dell'opposizione che si alternano negli interventi, si sono accorti che il Piano casa, la legge regionale numero 4, ha avuti risultati e li ha avuti anche a seguito di tutti quei numeri che abbiamo in qualche modo evidenziato. Il collega Salis puntualmente li ricorda, poi fa dei distinguo; è ovvio che realtà che hanno in proporzione magari meno abitanti, ma più abitazioni, hanno maggiori possibilità di attuare questo strumento. E' ovvio, collega Salis, questo è ovvio.
Avete citato il problema delle pertinenze, voglio dire qualcosa al riguardo. All'articolo 1 ter, per quanto riguarda l'alienabilità o meno delle pertinenze, è stato presentato un emendamento a firma Diana e Campus, che sarà in discussione quando andremo a discutere, è l'emendamento numero 126 (a pagina 78 per i colleghi che seguono con il faldone degli emendamenti), per il quale noi ci siamo rimessi all'Aula. Questo emendamento, per quanto mi riguarda, potrà essere approvato, è un emendamento che così sgombera, da ogni dubbio e da ogni illazione, gli interventi fatti dai Comuni, relativamente al fatto che si voglia favorire o meno chissà chi, chissà quale committente. E dico anche che non c'è alcun committente, il committente di questa legge è la Sardegna, il popolo sardo, è il popolo sardo che ce la chiede con forza, è il popolo sardo che crede in questo strumento, è quel popolo sardo che, grazie a questo strumento, ha salvato imprese, ha salvato artigiani, piccoli artigiani, e famiglie che hanno quella stanza in più che molti di noi e molti di voi, anche in campagna elettorale, hanno promesso al popolo sardo.
Dico altresì che, durante la discussione dell'articolo 1 octies, avrò la possibilità di replicare anche al collega Diana che chiedeva che cosa potrebbe succedere se dovesse passare l'articolo 1 octies. Mi riserverò di intervenire su questo articolo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Pensavo che gli interventi di Dedoni e adesso di Matteo Sanna in qualche modo volessero testimoniare un cambio di strategia della maggioranza, cioè una disponibilità a discutere.
Presidente Lombardo, sono le ore 11 e 20, ci siamo da un'ora e dieci, abbiamo esaminato finora quattro emendamenti, soltanto all'articolo 1 bis ne restano altri 50, a voi immaginare il tempo necessario per esaminarli, mi pare siano intorno alle 42 ore, qualcosa del genere, più o meno.
Ovviamente noi continueremo in questa maniera, io aspetto, spero non "messianicamente", il successivo intervento del Presidente della Commissione che mi pare almeno lui abbia deciso (credo che abbia fatto bene e che sia anche un dovere nei confronti di quest'Aula) di fornire una qualche risposta ai quesiti posti, in questo caso, dall'opposizione. Insisto su questo, onorevole Sanna, la lettera a) dell'articolo 2 della legge numero 4 del 2009 si riferisce alle tipologie uni e bifamiliari, di cui stiamo parlando, e afferma alcune cose che, per ragioni di tempo, io non sto qui a leggere, sono quelle quattro righe e mezzo che conosciamo tutti quanti.
Io insisto, onorevole Sanna, le chiedo, so che lei ha gli strumenti per farlo, ci faccia capire o, per lo meno, faccia capire a me, che ho qualche limite sotto questo aspetto, che cosa può succedere anche in questa tipologia di cui stiamo discutendo della lettera a) dell'articolo 2 della legge numero 4 quando, ripeto, in base all'articolo 1 octies, voi dite che si possono superare gli indici massimi di fabbricabilità, i limiti di altezza, distanze, veduta, le superfici minime di intervento, i rapporti di copertura. Davvero io non credo che un Presidente di Commissione non abbia immaginato (perché se non l'ha fatto, è grave) gli effetti di questo combinato disposto e allora io chiedo davvero che quest'Aula venga messa nelle condizioni di capire che cosa può succedere. Secondo noi, può succedere quello che hanno denunciato i colleghi che mi hanno preceduto e, badate, le semplificazioni, che possono anche suscitare ilarità, sono…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Anch'io esprimo il mio parere favorevole all'emendamento numero 155, attraverso il quale si tenta di sopprimere la lettera a) del comma 2 dell'articolo 2, nella quale è scritto che gli ampliamenti possono essere effettuati negli edifici confinanti tra di loro; a seguito di quell'ampliamento, a mio avviso, si potrebbe determinare una serie di problemi. Problemi di cui abbiamo parlato anche in discussione generale e in occasione delle altre discussioni in sede di approvazione della legge numero 4.
Allora io chiedo al presidente Sanna, perché questo argomento è stato sempre superato con un silenzio rispetto al quale mi pongo qualche preoccupazione. Presidente Sanna, Matteo Sanna, io non ho ancora capito che cosa pensate voi…Matteo, giusto per poter avere, so che riesci a fare due cose contemporaneamente, però…infatti l'ho chiamato per nome per questa ragione… io non ho ancora capito che cosa pensate voi, mi rivolgo all'Assessore, ma mi rivolgo anche a lei, Presidente, che interviene e interloquisce con l'Aula in maniera più frequente, circa il rischio che si corre in caso di ampliamento laddove verrebbero violati i diritti acquisiti di quei cittadini che, a seguito dell'ampliamento, vedrebbero ridotte le distanze, soprattutto in considerazione del fatto che il TAR della Sardegna si è espresso più volte e più volte ha detto sempre la stessa cosa e cioè che tali ampliamenti possono essere concessi solo ed esclusivamente previo pronunciamento del Consiglio comunale del Comune nel quale avviene tale intervento e il parere del confinante il quale subirebbe l'eventuale danno di quel diritto acquisito che lui pensava di aver acquisito.
Allora, rispetto a questo quesito e a questo interrogativo che a me non sembra appartenere a un tentativo di sferrare il colpo mortale all'economia della Sardegna, io non ho mai sentito una risposta, non ho sentito una rappresentazione del vostro punto di vista, se il pronunciamento del TAR al riguardo potrebbe essere preso in considerazione oppure no nel dibattito che si sta svolgendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 155 che costituisce un contributo a migliorare la legge numero 4 e ad arginare anche gli effetti nefasti dell'applicazione di questa legge, qualora fosse mai possibile, secondo l'intendimento degli estensori e del Consiglio regionale che l'ha approvata, ma è impossibile applicarla.
Poi vorrei anche invitare tutti noi a non abusare delle parole "popolo sardo" e anche della pazienza del popolo sardo che viene chiamato in causa ogni qual volta si deve giustificare l'approvazione o la proposizione di leggi che, con gli interessi del popolo sardo, non hanno assolutamente niente a che fare. Quindi, onorevole Sanna, la prego perché, per giustificare l'abuso del paesaggio, si sta abusando veramente di questa definizione della comunità sarda. Anche perché il popolo sardo davvero si è espresso rispetto a quello che intende sulla tutela del paesaggio, sulla salvaguardia dell'ambiente, sull'utilizzo che non deve essere indiscriminato di questo bene prezioso che è l'ambiente, si è espresso facendo fallire clamorosamente il referendum del 2008; allora, se ci si vuole rifare alla volontà del popolo sardo, ci si riferisca a quel referendum nel quale è stato dimostrato chiaramente ciò che la comunità sarda vuole per il proprio ambiente, ossia la salvaguardia, la tutela dell'ambiente e del paesaggio, cosa che invece la legge numero 4 mette pericolosamente a repentaglio, così come è dimostrato anche dalla legge che stiamo discutendo oggi.
Sarei anche preoccupata di approfondire la questione dei committenti. Qui oggi l'onorevole Dedoni ha ammesso di aver un committente, ma voi immaginate che cosa significherebbe se tutte le mogli dei colleghi, circa 80, si mettessero assieme e facessero una pressione corpo a corpo perché passassero queste norme? Un gruppo di pressione fortissimo e io direi anche difficilmente arginabile. Quindi tutti i colleghi che, in presenza di una moglie che fa queste pressioni, vivono questa pressione, pregherei di votare a favore di questo emendamento o di astenersi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Io devo dire che in effetti è vero che molte famiglie del popolo sardo spesso si pongono il problema, mi è capitato di sentire che una veranda può diventare un ampliamento di una camera, che un sottotetto con qualche centimetro in meno può diventare abitabile, ho sentito molte famiglie del popolo sardo che chiedono incrementi di questo tipo.
Dico di più, a me non avrebbe per nulla scandalizzato se questa legge, così come fa per i centri storici, avesse fatto anche lo stesso per le altre zonizzazioni, se si fosse detto che ciascun comune potesse legittimamente verificare, ma le verifiche come vengono fatte? Attraverso la ragioneria urbanistica, attraverso i bacini, laddove i servizi sono meno sufficienti, perché spesso capita che, in alcuni bacini, possa esserci la possibilità di incremento. Non per nulla quando si revisiona un piano urbanistico può capitare, e capita spesso, che un indice venga incrementato, quindi non mi avrebbe scandalizzato se questa legge, ripeto, come per i centri storici, avesse dato la possibilità a ciascun comune, nell'ambito di un severo calcolo ragionieristico urbanistico, di valutare l'eventualità di dare queste risposte al popolo sardo.
Purtroppo il rischio è che queste risposte al popolo sardo possano andare, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, in un versante che non è del tutto dignitoso e del tutto legato alle famiglie del popolo sardo.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 155.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 155.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Amadu, Campus, Greco e Piras hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 62
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 23
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 156.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, noi non ci perdiamo d'animo e continuiamo nel nostro doveroso ruolo, non di opposizione ma di invito alla riflessione. L'emendamento numero 156 torna sul Piano casa originario, in particolare sulla lettera b) dell'articolo 2, dove include le tipologie edilizie pluripiano tra quelle che possono beneficiare di incrementi volumetrici pari al 20 per cento.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue PORCU.) Vedete, se le vostre modifiche (ripeto, ben 65, di cui la gran parte, non esplicative o esemplificative del Piano casa del 23 ottobre 2009 ma aggiuntive, cioè che danno ulteriori possibilità) si fossero limitate a spiegare meglio come gli incrementi volumetrici si debbano applicare alle tipologie edilizie pluripiano e magari venire maggiormente incontro alle esigenze dei comuni che si trovano a veder stravolti, per un periodo molto lungo, i propri strumenti urbanistici, senza sapere quando finirà lo stravolgimento e la deroga, allora io avrei anche capito. Magari sarei stato ugualmente contrario, ma avrei capito che voi avevate l'esigenza di far sì che questo Piano casa facesse un po' da Piano casa, perché (come hanno ricordato bene alcuni colleghi negli interventi precedenti, certamente il collega Salis) le statistiche che voi stessi ci avete portato dimostrano che poi il Piano casa non è un "piano casa" ma è un "piano villetta", cioè un Piano che insiste in luoghi turistici, ovvero in quei luoghi dove la deroga, che scambia incentivo economico con bene paesaggistico-ambientale che viene svenduto, vale di più.
Io avrei capito una ratio di questo tipo, ma questa ratio non c'è e di fatto, in questa legge, introducete elementi di complicazione, per questo io credo che sia molto meglio azzerare tutto e dire che quello che è stato è stato, cancelliamo questa legge e lavoriamo veramente per il bene della Sardegna senza citare invano il popolo sardo che merita ben altra considerazione di quella che quest'Aula gli dedica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo alla lettera b) e ovviamente nessuno ci può levare la soddisfazione di portarvi lentamente a capire di che cosa stiamo parlando; abbiamo tenuto ferme alcune cose. Per quanto riguarda la lettera b): mi volete spiegare per quale necessità noi dobbiamo togliere la parola "pluripiano" e inserire le tipologie edilizie "composte da più unità immobiliari"? C'è qualche ratio, secondo voi? Perché togliamo la parola "pluripiano" e mettiamo invece le parole "più unità immobiliari"? Perché la parola "pluripiano" sottende, per quanto riguarda gli Uffici, l'idea che questo Piano casa si riferisca a famiglie, a nuclei familiari, a persone bisognose e questo non autorizza a rilasciare autorizzazioni a imprenditori speculatori che costruiscono palazzi, mentre invece se noi diciamo "in caso di tipologia con più unità immobiliari" riusciamo a soddisfare questa esigenza. E' chiaro l'indizio?
Secondo indizio. Togliete dal punto 1) le parole "nel caso di copertura prevalentemente piana dell'edificio": allora si possono fare le sopraelevazioni. Perché? Perché quando un costruttore costruisce diversi complessi, qualcuno lo fa a tetto piano e qualcuno lo fa a tetto inclinato, in quella parte dove fa il tetto inclinato non può fare la sopraelevazione, quindi non può beneficiare della percentuale, perché è un corpo a sé e avrebbe bisogno di buttare giù il tetto inclinato, togliendo questa norma beneficia del volume anche in quel corpo di fabbrica, ma non c'entrano niente le famiglie, non dobbiamo mica mettere il lettino a castello per l'aumento di un figlio!
Di che cosa stiamo parlando? Vogliamo andare avanti ancora? Il collega Sanna mi segnalava l'emendamento numero 126 come quello che tranquillizzava, il fatto che noi rendiamo da pertinenza a unità immobiliare non nasconde la speculazione. Leggete la furberia all'emendamento numero 126: mica parla della nuova unità immobiliare, dice "gli ampliamenti realizzati"! Quindi è l'ampliamento che, in qualche modo, non si può vendere in sé, ma se quell'ampliamento, con un emendamento precedente, è diventato unità immobiliare, allora sì!
C'è dunque tutta una serie di furberie, non ultima la questione che riguarda le modifiche che si fanno all'interno: punto 3), nei singoli piani si possono fare delle modifiche "a condizione che l'intervento si armonizzi con il disegno architettonico…"…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Continuando il ragionamento che faceva il collega Sanna, proprio al punto 3) si dice "…nei singoli piani a condizione che l'intervento si armonizzi con il disegno architettonico complessivo dell'edificio e che non vengano modificati i fili più esterni delle facciate prospicienti gli spazi pubblici.". Quando torneremo a discutere della legge in esame e non della soppressione di quella che ha originato questo obbrobrio attualmente in discussione, ci accorgeremo che anche queste minime misure, che cercavano di dare una parvenza di digeribilità a quella proposta di allora, vengono modificate. Neanche queste misure verranno salvate, a conferma, quindi, che andrebbe abrogata questa parte della legge affinché non si possano fare modifiche peggiorative; questo è il ragionamento! Noi non possiamo andare avanti con questo ragionamento perché di fatto non siamo in condizioni di offrire alla Regione Sardegna, ai nostri comuni e alla nostra gente una soluzione migliore ma stiamo propinando un prodotto che sarà peggiorativo rispetto a quello già ampiamente negativo che abbiamo approvato tempo fa.
Ecco perché ribadisco che è giusto partire dalla soppressione delle singole parti della legge numero 4 per poter fare un lavoro serio che sia nell'interesse dei nostri comuni e delle nostre amministrazioni. Non so come continueremo questa discussione nei prossimi giorni, sono convinto però che, siccome di migliorativo davvero in questa nuova legge non c'è niente, sarebbe il caso che si riflettesse un attimo per togliere alcune cose particolarmente eclatanti e negative della legge numero 4 ed eventualmente (questo sì, si potrebbe fare per l'ennesima volta, ma spero anche l'ultima) si potrebbe concedere una ulteriore proroga. Io non mi strappo le vesti se non sono stati fatti molti interventi, perché, se una legge la giudichiamo negativa, gli interventi che si fanno non sono positivi e quindi meno se ne fanno meglio è.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, in questa discussione, nella quale stiamo cercando di far vedere, di far capire, che ci sono ipotesi pratiche di miglioramento anche sostanziale della legge, con pochi risultati per la verità, l'importante è che non accetto che vengano banalizzate le posizioni assunte. Nel senso che non si può dire, presidente Sanna, mi rivolgo a lei che è ormai l'unico interlocutore di questa legge, non si può dire che è normale, è ovvio, presidente Sanna, che gli interventi maggiori vengano concentrati dove ci sono più case, perché non è così! Non è possibile che, ad Arzachena, ci siano 849 interventi e a Monserrato ce ne siano 96! E'un decimo. Questo vuol dire che un paese, una città di 23.000 abitanti, Dio santo, ha sicuramente più case, ma questo vale per tutte. Non potete nascondere il fatto che questa situazione, accertata dopo un anno scarso di applicazione della legge numero 4, ha portato a quello che abbiamo denunciato nella discussione sulla legge numero 4, cioè che viene incrementata la dotazione volumetrica e cementizia lungo la città lineare, che è stata costruita in Sardegna, con una concentrazione particolare in Gallura.
Questo fa capire, ed è comprensibile, anche la passione, l'entusiasmo, come dire, la forza con cui il Presidente e altri esponenti galluresi presenti in Consiglio regionale difendono questa legge. Questa è una legge che esplica i suoi effetti più profondi soprattutto nelle zone più ricche in termini economici ma anche in termini volumetrici e di cemento. Per cui va avviato un ragionamento più serio, tenuto conto anche degli aspetti tecnici, sottolineati dal collega Sanna e dal collega Cugusi, che possono essere affrontati e migliorati, ma non possono essere assolutamente affrontati con la superficialità con cui state tentando di rispondere alle giuste obiezioni che noi stiamo ponendo su questa legge con questi emendamenti. Voteremo a favore dell'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, siccome l'interlocutore unico, come diceva il collega che mi ha preceduto, è diventato il Presidente della Commissione, la cosa non può che far piacere e io vorrei ricordare, alla Presidenza e ai colleghi tutti, qual è il futuro che ci aspetta nei prossimi giorni. Se noi lavoriamo dodici ore al giorno, così come ha imposto la maggioranza in Conferenza dei Presidenti di Gruppo, cioè dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 16 alle ore 24, con i ritmi attuali, per gli oltre 250 emendamenti (ho preso soltanto quelli dei due "malloppi", dei due tomi, poi ce ne sono una ventina sparsi), per difetto noi finiremo la discussione, se ci va bene, il 9 novembre, lavorando anche il sabato e la domenica, cioè lavorando senza soluzione di continuità. A questo ritmo noi finiremo il 9 novembre.
E' probabile che voi abbiate necessità di finire qualche minuto prima, se volete, se non ci sono problemi, va benissimo, insomma, io vi inviterei a tenere conto di due cose, o davvero siete interessati a un confronto con noi? Allora se siete interessati al confronto, è chiaro che tale confronto non può avvenire sulla base del testo che abbiamo in discussione. Se siete interessati al confronto, diteci qual è la base di confronto, altrimenti, ovviamente, continuiamo in questa maniera e, se continuiamo in questa maniera, e noi continueremo in questa maniera, credo anzi che il 9 slitterà, perché credo che aumenteranno gli interventi da parte dell'opposizione, probabilmente arriveremo al 10 o all'11.
Onorevole Matteo Sanna, per cortesia, ci dia qualche risposta di merito, almeno diventa interessante e costruttivo il dibattito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' evidente che questa non è una legge per i sardi, in ogni caso è una legge per pochi, per quei pochi che hanno le risorse per sfruttare un'occasione, un'opportunità che voi state offrendo, magari proprio non sardi, con risorse che vengono da fuori, non sappiamo da dove. A me interessa poco conoscere committenti, mandanti e quant'altro, io prendo atto della proposta che abbiamo in Aula. C'è chi oggi probabilmente è determinato a sfruttare l'occasione che voi gli state offrendo, nonostante stiamo attraversando il momento più tragico per quanto riguarda le vendite immobiliari, le possibilità di fare affari. Non è questo il momento, lo dicono gli interessati, le agenzie che questo mercato muovono; è un momento in cui non conviene vendere, le banche hanno aumentato il costo del denaro, quindi è tutta una situazione che però prelude, lo pensa chi ha capitali da investire, risorse da mettere in campo, chissà accumulate come, a un futuro migliore, se mai usciremo da questa crisi e da questa situazione drammatica.
Noi facciamo dei distinguo, è stato detto; bene, io credo che, su questa cosa, emerga anche un limite grande di questa legge, è una legge che non fa alcun distinguo in un territorio che è molto diverso. La Sardegna ha un levante e un ponente, ha un nord e un sud, ha una fascia costiera molto diversificata e una zona interna, zona interna che voi conoscete come tutti noi conosciamo, su cui non si può far calare dall'alto una legge come la pioggia che viene dal cielo e che bagna indistintamente ovunque. Sarebbe stata una legge proprio in funzione di quello che ho detto prima, ci deve essere il discorso della qualità, del rispetto dei luoghi, degli orizzonti, lasciamo perdere le stelle del firmamento, che mi sembra eccessivo in un momento drammatico come questo, in ogni caso comunque non si può perdere mai l'occasione in una realtà che Marcello Serra definiva "quasi un continente" e che invece è banalizzata da una legge come questa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, intervengo per provare a dare un contributo ed eventualmente ridurre i tempi della discussione. Mi rivolgo nuovamente al Presidente della Commissione e all'Assessore… chiedo scusa, Matteo, io vorrei riuscire ad avere un parere e una risposta rispetto alla preoccupazione che mi faccio carico di riproporre, non vorrei riproporla a ogni articolo e a ogni emendamento, io chiedo di sapere qual è il punto di vista, il parere o (tento di averlo) il conforto da parte del Presidente della Commissione e dell'Assessore circa la deroga agli strumenti urbanistici per quanto riguarda le distanze tra edifici; nel caso dell'ampliamento, noi andiamo a ledere il diritto acquisito da parte di un cittadino che, con titolo abitativo, pensava di poter vivere tranquillamente… non si sente? Avvicinatevi oppure vengo io vicino a voi.
Allora, tale preoccupazione è rafforzata, oltre che dal volume del microfono, anche dai contenuti che stanno nella lettera b) del comma 2 dell'articolo 2, nella parte che riguarda ancora una volta il problema delle distanze, laddove poi…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, possiamo regolare meglio i microfoni? Non si può procedere così!
MORICONI (P.D.). …a riconferma della vostra volontà, presidente Sanna, andando in deroga, di voler rischiare di compromettere i rapporti tra abitanti di edifici confinanti, sta anche, lo anticipo, perché rientra nelle vostre volontà, il comma 7 dell'articolo 1 ter che incide su questo comma laddove va a sopprimere tutta la parte (le ultime quattro o cinque righe del punto 3 del comma 2), cancellando quella parte che riguarda il rispetto delle "distanze tra pareti prospicienti come previste dagli strumenti urbanistici comunali vigenti". Quindi, si va nella stessa direzione, addirittura aggravando, almeno questo è il dubbio che ho. Già la legge numero 4 costituiva un problema al riguardo, il richiamo alle sentenze del TAR voleva significare semplicemente…
PRESIDENTE. Onorevole Moriconi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). L'intento dell'emendamento numero 156 è lo stesso di quelli che hanno preceduto e di quelli che esamineremo a seguire. E' un intento molto chiaro, è quello di provvedere, per quanto possibile, per quanto ci è consentito, a contenere il danno. Noi, lo ha già preannunciato il nostro Capogruppo, utilizzeremo tutto il tempo che ci serve per fare questo, a meno che non ci sia una disponibilità a che, in tempi brevi, accediate a contenere il danno. Questo mi sembra che sia del tutto evidente. L'obiettivo che noi abbiamo manifestato è chiaro, però, se anche gli interlocutori che noi abbiamo, che sono solo due… Presidente, non è possibile! Dicevo che abbiamo solo due interlocutori, potremmo fare il Consiglio con noi dell'opposizione, l'onorevole Sanna e l'onorevole Rassu, ma almeno loro due penso che debbano avere la contezza di ascoltarci.
Dicevo, noi stiamo provando a contenere il danno, utilizzeremo tutto il tempo che ci serve, probabilmente arriveremo fino al 9 novembre, a meno che voi non accediate a contenere il danno in tempi più ragionevoli, ma questo è nella vostra disponibilità. Noi abbiamo un obiettivo chiaro, lo abbiamo detto in tutte le lingue. Questa legge non è migliorabile; se fosse possibile, state provando a peggiorare la "4", e l'emendamento numero 156 serve essenzialmente a evitare che, con i commi successivi, il comma 4, il comma 5, il comma 6, poi probabilmente ce ne sono anche altri, voi peggioriate quanto già di dannoso è previsto nella legge numero 4.
L'onorevole Gian Valerio Sanna ha provato a specificare quello che può succedere, perché dire che il "pluripiano" è sostituito da "composte da più unità immobiliari", anche a chi, come me, non ha elementi di conoscenza della materia urbanistica fa capire che il pluripiano è un'unica unità immobiliare, invece la sostituzione prevede palazzi, quindi non stiamo parlando né della famiglia di Sardara, né tantomeno di quella di Setzu, stiamo parlando di altro! Così pure, quando eliminiamo le parole "la copertura prevalente piana", stiamo dicendo che la copertura deve essere diversa da quella piana.
Quindi, onorevole Sanna, l'emendamento numero 156, come tutti gli altri, io penso che vada preso attentamente…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento in discussione, ma sollecito anche, se fosse possibile, una discussione a doppio binario. La maggioranza, attraverso il suo Presidente, unico interlocutore in questa discussione, fa di questa legge, e delle leggi precedenti (che, con questa, vengono modificate per la terza volta), l'oggetto, anzi lo strumento attraverso il quale costruire le progressive sorti della Sardegna, in particolare lo strumento col quale incrementare lo sviluppo economico, accelerarlo, migliorarlo, eccetera, eccetera. Bene, come si può essere credibili su questo punto se nella discussione vengono proposti anche dei quesiti, come quello che pone l'onorevole Moriconi, a cui ancora non è stata data una risposta? Come si può essere credibili nel dire che questa è una legge fondamentale, importantissima, che può incidere positivamente sullo sviluppo della Sardegna e, allo stesso tempo, fregarsene altamente della discussione che si sta sviluppando e portare avanti un lavoro nell'indifferenza totale della maggioranza stessa? Da questa parte, non abbiamo la presunzione di rappresentare tutto il popolo sardo, probabilmente noi ne rappresentiamo una parte, attraverso i voti, ma siamo comunque titolati a interpretarne, se non tutta, una fetta più larga. Il popolo sardo, che ci osserva, come può pensare che qui si svolga veramente una discussione nel suo interesse e che si porti avanti l'approvazione di leggi nel suo interesse, se soltanto una parte se ne sta occupando e dall'altra c'è indifferenza generale?
Presidente, io le chiedo di richiamare la maggioranza al ruolo che deve svolgere qui dentro, cioè interloquire e cercare di ascoltare l'opposizione, perché noi non siamo portatori di cose che ci inventiamo la sera per ridirle qui la mattina, stiamo ponendo questioni serie! Vogliamo una risposta. Il Presidente della Commissione a domande precise non ci dà risposta. Vogliamo discutere di quello che stiamo approvando? O veramente c'è una presunzione tale per cui qui arrivano le leggi che rappresentano un diktat che non si può toccare, pensando, in un'illusione assurda, di portare sempre e soltanto la verità? Ci vogliamo porre questo problema? Vogliamo riflettere sul fatto che comunque c'è anche una parte che quel programma elettorale non ha gradito, non lo ha votato? Ce lo vogliamo porre? E' una vergogna, Presidente!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Anch'io voto positivamente perché sono per il crollo di questa legge Piano casa, ma sono contrarissimo al crollo delle costruzioni che sorgeranno col Piano casa. Proprio su questo, in questo articolo, io avevo notato una grave incongruenza che avrebbe potuto provocare problematiche statiche. Realizzare in arretramento di 1 metro e mezzo è una cosa complicata, forse c'è stata poca attenzione tecnica, normalmente noi non troviamo le strutture con un reticolo di pilastri che hanno una distanza di 1 metro e mezzo dal filo di facciata, quindi, realizzare in questo modo era fortemente pericoloso. Mi sono permesso di consigliare in Commissione di evitare questo rischio strutturale.
Ribadisco che sono per il crollo del Piano casa, ma non per il crollo delle costruzioni, mentre ho appena saputo che qui c'è stato proprio il crollo di questa attività istituzionale, ho appena scoperto che, su trecentodiciannove proposte di legge, in questi quasi tre anni, questa è la ventesima legge. Questo è un crollo istituzionale gravissimo! So che ci sono undici leggi "sfornate" dalle Commissioni (che lavorano malissimo), ritengo vergognoso che, in tre anni circa, si possa, su trecentodiciannove proposte, licenziarne soltanto un numero così esiguo. Questo è un crollo istituzionale gravissimo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Annuncio il voto favorevole all'emendamento. Questo provvedimento di legge sarebbe il frutto di un'elaborazione di nuove strategie economiche per la Sardegna, così volete farci capire. In realtà siamo alla terza edizione di questo film sul Piano casa ed è evidente che non intendete rassegnarvi. Quindi, nonostante i fallimenti, voi continuate ad andare avanti.
Con tutta probabilità ci sarà anche la quarta edizione, non lo sappiamo, certo è che continuate a insistere nel proporre delle leggi che sono ciniche, delle leggi che indicano dei crimini contro il nostro patrimonio ambientale, che è irriducibile, che è unico, e in questo caso dobbiamo davvero dire a proposito che si tratta di attentati ai diritti del popolo sardo. Però, visto che la musica è sempre la stessa, guardavo una mia dichiarazione di voto del 24 settembre 2009, a proposito del Piano casa 1, dove denunciavo l'indisponibilità e la totale chiusura del centrodestra in Consiglio regionale, come allora ci portò a una lunga battaglia, articolo per articolo, comma per comma, oggi si riproduce la stessa situazione, per cui, dicevo allora, che questa è una legge incostituzionale che lascerà irrisolto il problema a chi la casa non l'ha, di chi non ha i denti né per comprarla, né per pagare l'affitto a prezzi di mercato ma, di fatto, stravolgerà le nostre coste, il nostro territorio, i nostri centri storici, le nostre città in nome del profitto del cemento, che renderà più ricchi i ricchi, impoverendo il territorio e le popolazioni.
E' una legge cinica, che resterà nella storia della Sardegna per il disegno teso ad annientare il nostro ricco patrimonio ambientale, naturale ed edilizio esistente. Il cemento in Sardegna consumerà la grande ricchezza ambientale e seppellirà la nobile memoria storica del popolo sardo; è tutto ad hoc, calza perfettamente. Ma noi non possiamo rinunciare alla nostra storia, alla nostra cultura e a quell'ambiente unico per la sua bellezza che abbiamo ereditato dai nostri padri e che abbiamo il dovere di conservare e tutelare per le future generazioni.
Noi non possiamo far a meno di tutto ciò, non ci rassegniamo, aggiungo e ribadisco che noi continueremo le nostre battaglie su tutti i fronti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA (P.D.). Presidente, chiaramente intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento. Ma, Presidente, la disattenzione dell'Aula è una disattenzione totale, questo evidentemente non dipende da lei, dipende dal fatto che i colleghi probabilmente pensano che, se non ci ascoltano, finiscono prima: non è così! Non è così, cari colleghi! Io penso che noi dovremmo fare sicuramente un passo avanti per venire fuori da questa situazione, se ne viene fuori soltanto se voi, rispetto a una legge "4", che non abbiamo condiviso, che ci ha visto contrapporci, che ci ha visto chiaramente anche scontrarci su temi molto forti, alla fine… io parlo anche per l'onorevole Steri in quanto "grande" Capogruppo dell'U.D.C., chiaramente attento anche a quello che io suggerisco come ipotesi di percorso… lo so che lei ha capacità duplici!
Dicevo che ci siamo scontrati ed è venuto fuori uno strumento, possiamo stare qua giorni a chiederci se è utile o non è utile, noi abbiamo fatto delle proposte. Chiariamo anche questa cosa che ogni tanto viene rimarcata sui giornali o con le lettere che il collega Sanna vorrebbe mandare a tutti i "famosi" cittadini sassaresi per ricordare il mio intervento in Aula, ricordo che il Partito Democratico è stato promotore di un'iniziativa di legge sul Piano casa che aveva altri fini e altri obiettivi, però, siccome noi dobbiamo stare dentro quest'Aula, probabilmente, se facciamo un passo indietro, se eliminiamo una serie di "scempiaggini" previste nel "265", previste ulteriormente negli emendamenti, probabilmente anche l'opposizione, su questo tema, può fare un ragionamento sicuramente non di disponibilità al voto, perché noi siamo contrari a questo tipo di Piano casa, ma un ragionamento che vede limitare i nostri interventi alle situazioni in campo.
Mi sembra invece che ormai stia prendendo piede, qua dentro, la prassi del non ascoltarsi, del parlare tanto il tempo passa. Su questo documento, lo diciamo adesso, così evitiamo di ripetercelo in futuro, il tempo non passerà, su questo documento vi assumerete la responsabilità nei confronti dei cittadini sardi di far sì che venga approvato entro il 30 ottobre, data limite perché venga riapprovato il Piano casa che tanto voi volete. E' vostra responsabilità, non è nostra responsabilità! La responsabilità che stiamo mettendo in campo noi è quella seria di un confronto costruttivo, di un dialogo, mi sembra che voi non recepiate la cosa, e il far finta che non accada niente non vi aiuterà sicuramente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, esprimo il mio parere favorevole all'emendamento numero 156 che riguarda l'articolo 1 bis e che dice, in modo esplicito: "Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: 1 bis. L'articolo 2, comma 2, lettera b) della legge regionale numero 4 del 2009 è soppresso". Vedete, noi ci siamo affidati ai colleghi che hanno seguito in modo particolare questo disegno di legge, che ringraziamo per l'impegno, per gli interventi, per l'attenzione e anche per la competenza con cui stanno conducendo questa battaglia in Aula per cercare di evitare il degrado del nostro paesaggio, del nostro territorio attraverso questa legge; ma stiamo anche provando a fare una proposta concreta.
Io raccolgo la sollecitazione del collega Dedoni: ci sarà pure una casalinga, una signora Raffaella, che magari è ingegnere ed è interessata a questo disegno di legge, che guarda con attenzione al nostro dibattito e che vorrebbe vedere velocemente concludersi questo iter con la proroga del Piano casa, che voi state impedendo perché non volete ragionare su una nostra proposta, che invece ci pare abbia un senso, un significato, e che potrebbe chiudere questo inutile dibattito, questa inutile perdita di tempo, che impegna quest'Aula davvero invano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Presidente, credo di dover intervenire anche io, a questo punto, posto che l'Aula mi dà l'impressione di essere totalmente disattenta e distratta, forse allora un richiamo ai colleghi a un più proficuo lavoro in quest'Aula, anche per dare un'immagine all'esterno, compresa la signora Raffaella, di cui ha parlato prima il collega Sabatini, che sicuramente non si farà una buona idea, una buona immagine di quel che sta accadendo qui dentro.
Io ribadisco l'invito che è stato già formulato dall'onorevole Manca, credo che sia necessario che ci confrontiamo un attimo con i colleghi della maggioranza i quali, palesemente, non hanno manifestato alcun interesse all'approvazione di quest'Aula: ieri, per ben sei volte, è mancato il numero legale, oggi c'è il disinteresse totale, con un brusio di sottofondo al quale ormai ci siamo abituati, costringendo anche la regia ad aumentare il volume per cercare di non disturbare la chiacchiera in Aula.
Credo che sia necessario che ci sia un confronto un po' più diretto sui temi che sono stati portati all'attenzione dell'Aula e dei proponenti, perché si possa arrivare, eventualmente, a eliminare tutte quelle che l'onorevole Manca poco fa ha chiamato "scempiaggini", credo che molti di noi concordino sul giudizio dello stesso onorevole Manca. Pertanto annuncio il voto favorevole sull'emendamento, dichiarando comunque che, se si deve andare avanti in questo modo, cioè con l'intervento di tutti quanti noi dell'opposizione per cercare di scuotere l'apatia nella quale sono caduti i colleghi della maggioranza, ovviamente nessuno di noi si tirerà indietro.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 156.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 156.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Pitea hanno votato contro e che il consigliere Cossa si è astenuto.
Risponde sì il consigliere: Campus.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Contu Mariano - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Si è astenuto: il Vicepresidente Cossa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 37
votanti 36
astenuti 1
maggioranza 19
favorevoli 1
contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 157.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 157…
(Interruzioni)
Presidente, non si può! Non è possibile! Presidente, io ho bisogno dei miei tre minuti integrali, perché è un mio diritto e poi loro, se hanno da discutere, vadano fuori!
Vorrei approfittare per rassicurare i colleghi sul fatto che questa legge, come la "4", non andrà da nessuna parte, perché c'è solo un problema di tempo. Assessore, ascolti un attimo. Non so se le hanno fatto vedere che, a margine dell'accordo Stato-Regioni, c'è scritta questa frase: "Roma, 31 marzo 2009. Viene fatta salva ogni prerogativa costituzionale delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome". Non è marginale. Il Procuratore di Oristano ha fatto ricorso per via incidentale sul profilo costituzionale basandosi su questo, perché il Piano paesaggistico rappresenta costituzionalmente una questione, la Corte costituzionale, con la sentenza numero 51 del 2006, ha dichiarato infondato il ricorso dello Stato contro la legge numero 8 riguardante la tutela.
La sentenza riconosce che il titolo di competenza legislativa nella materia della tutela appartiene alla Regione Sardegna (ecco perché è legata a questa dicitura a margine di quella) e poi (poiché lei su questo ha fatto una chiosa tempo fa) la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 32, comma 3, della legge regionale nella parte in cui non subordina la modifica del Piano paesaggistico all'intesa con lo Stato; cioè dice che non si può modificare senza l'intesa con lo Stato.
Lei la può girare come vuole, ma il Piano paesaggistico non lo può cambiare senza quel requisito. Lo riconosce nell'ambito di una competenza complessiva della Regione, per cui noi non possiamo modificare, con questa legge, materia paesaggistica, come state facendo; anche se lei dice di no, è così, perché quando lei dice che si fa in barba a tutte le norme, persino del Codice civile, sulle distanze, sull'igiene, figuriamoci se non avete saltato persino le norme paesaggistiche quando consentite di realizzare interventi e ampliamenti nei 300 metri, che sono zone dichiarate di inedificabilità totale. Consentite gli ampliamenti anche nei 300 metri e lo vediamo subito dopo ai prossimi articoli e ai prossimi commi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente e colleghi, l'onorevole Sanna parla a chi non vuol sentire e non c'è proprio peggior sordo di chi non vuol sentire. Onorevole Sanna, lei si sforza di portare un'argomentazione anche di carattere gerarchico delle fonti, lei si sforza di spiegare che la materia paesaggistica è materia costituzionale e che quindi la nostra competenza in materia paesaggistica è derivata, deriva dal Codice Urbani, deriva dal Piano paesaggistico e quindi il Piano paesaggistico non si può modificare se non in maniera pattizia attraverso una legge ordinaria. Però è un argomento che non passa, passerà con i ricorsi al TAR e con i contenziosi che verranno generati. Purtroppo si sceglie la via peggiore.
Io vorrei tornare sull'emendamento numero 157. Non rinnovo gli inviti che sono stati fatti, però il tempo, il cronometro scorre e il 9 novembre si avvicina, si avvicinerà molto lentamente, è evidente, ma anche molto probabilmente. L'emendamento numero 157, sul quale annuncio il voto favorevole, riguarda il comma 3 dell'articolo 2 e, guarda caso, è uno dei pochi che, nelle vostre 65 modifiche (cioè un'altra legge) al Piano casa 1, non avete modificato, non avete toccato. Perché? Perché il comma 3 è un comma che ha una sua dignità, è quello che prevede delle premialità volumetriche, degli incrementi ulteriori, soltanto e limitatamente ai casi in cui ci sia una riqualificazione dell'intera unità immobiliare che abbatte il fabbisogno energetico. Questo è un tema per voi faticoso, pesante, lo avete messo così, quasi per onore di firma alla legge esistente, ma non è un tema di vostro interesse, non ha attratto l'attenzione, non vi ha portato magari a qualificare e migliorare quella norma o a prevedere qualificazioni energetiche più importanti, abbattimenti più importanti, modifiche di classe dell'edificio, magari a orientare la legge proprio in quella direzione.
Allora, visto che la legge non fa l'unica cosa che deve fare, cioè riqualificare il patrimonio urbanistico, noi proponiamo di cancellare anche quel comma per togliere proprio ogni copertura a una legge che fa molto poco di utile per il patrimonio urbanistico della Sardegna. Il voto all'emendamento è favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente, guardandolo superficialmente, questo comma 3 dell'articolo 2 della legge numero 4, come diceva il collega Porcu, presenta un minimo di dignità. Io ho sempre criticato però, e continuo a criticare, il fatto che questo incremento volumetrico, previsto in questo comma 3, cioè l'incremento volumetrico legato alla qualità costruttiva tenendo conto del risparmio energetico e di tutte queste tematiche, venisse preso in considerazione solo per un ulteriore incremento di volumi e non, invece, pensato come in quasi tutte le regioni d'Italia, e come era giusto che venisse fatto, come condizione minima per poter dare questi incrementi volumetrici. Si sarebbero colte due occasioni: una, consentire interventi con incrementi volumetrici e, l'altra, fare in modo che con questa occasione si riqualificassero le costruzioni e si migliorasse la loro tipologia con queste caratteristiche. Non è stato fatto. E' stato introdotto successivamente questo articolo 3 che consente un ulteriore premio volumetrico, marginalizzando questo aspetto. Non l'ho mai condiviso posto in questi termini, non lo condivido neanche oggi e credo che sia giusto votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Io sono in linea con quanto poco fa diceva il consigliere Porcu. E' un articolo che, in linea astratta, dà dignità a una legge di questo tipo. Mi dissocio dalle motivazioni per cui si deve votare contro. Io voto contro perché noi, con un articolo di questo tipo, non "c'entriamo un fico secco", esula da noi.
Che cosa, invece, avremmo potuto fare in sintonia con il dettato di questo articolo? Avremmo potuto prendere il testo coordinato al decreto legge 13 maggio 2011, numero 70, e la legge di conversione, la numero 106, "Prime disposizioni urgenti per l'economia. Avremmo dovuto leggere laddove si dice che "al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate, le Regioni approvano, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, specifiche leggi per incentivare tali azioni anche con interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano" - qui molta attenzione! - "il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura premiale, la delocalizzazione delle relative volumetrie in area o aree diverse".
Ecco, qui c'è un criterio importante che è quello che deve incoraggiare la rimozione della vetustà del nostro patrimonio edilizio. Gli amministratori locali ne hanno bisogno, lo stanno già facendo comunque all'interno del loro regolamento edilizio, nel quadro di un calcolo e di una ragioneria urbanistica attenta, lo stanno già facendo, ma è uno stimolo che avremmo dovuto dare noi in modo molto più preciso, con dettati tecnici più precisi, ne accennava prima appunto il consigliere Porcu.
Ecco, un articolo di dignità, messo dentro argomentazioni molto più profane, nuoce ed è triste, io mi trovo a disagio a votare contro, ma voto contro soltanto perché non è un argomento di nostra competenza. Avremmo dovuto, dobbiamo fare una legge che dia un quadro più generale dentro il quale i comuni si possano muovere. Io mi auguro che la prossima Commissione urbanistica, se non quest'anno, l'anno prossimo, quando verrà fatta, perché non ho capito neanche se verrà fatta una nuova Commissione urbanistica, o questa, se resterà per i prossimi due anni e mezzo, tra le cose da fare promuova questo, in modo tale che il cittadino in questo anno col Piano casa possa far applicare questo articolo, ma negli anni successivi, in modo decoroso, in modo dignitoso, possa, in forza di una legge dello Stato...
PRESIDENTE. Onorevole Cugusi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORICONI (P.D.). Presidente, continuo a interrogarmi circa il problema della distanza tra edifici confinanti, laddove, andando in deroga agli strumenti urbanistici comunali, la distanza minima viene garantita dal Codice civile e, se non erro, la distanza minima consentita nell'ampliamento è quella dei 4 metri. Se fosse così e se i due confinanti decidessero contemporaneamente, presidente Sanna e Assessore, di allargarsi e tutti e due pensassero di ampliarsi sino al raggiungimento di quella distanza minima, senza sapere che lo stesso ragionamento lo fa anche il confinante, noi ci ritroveremo nella situazione, nella quale, attraverso una semplice dichiarazione di inizio di attività che avviene chiaramente in maniera sconosciuta l'una rispetto all'altra, la realizzazione di ampliamenti ridurrebbero la distanza sino ai due metri, credo, l'uno rispetto all'altro.
Allora, mi rivolgo all'Assessore, al presidente Sanna e, se non fossero disponibili né l'uno né l'altro, lo chiedo all'onorevole collega Giulio Steri, che invece è spesso disponibile anche per ragioni di competenza: se, al riguardo, in considerazione delle sentenze già emesse dal TAR Sardegna, rispetto alle quali (lo ribadisco sino a quando non ottengo risposta) è necessario il pronunciamento del Consiglio comunale, è necessario il pronunciamento del cittadino che è confinante con colui il quale sta provando ad ampliare, che cosa pensa la Giunta, che cosa pensa il Presidente della Commissione e, a questo punto, che cosa pensa l'onorevole Steri che invece ha una competenza in materia e anche una disponibilità alla partecipazione al dibattito in Aula?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). Io credo che sia doveroso tenere sempre in considerazione la tutela del patrimonio esistente, del patrimonio architettonico, del patrimonio complessivo delle nostre città; questo è un problema che ora sta emergendo, dopo averne parlato ripetutamente quando discutemmo la famosa legge numero 4. Rispetto a un progetto originario, un tecnico sviluppa, all'interno di un'area, un concetto per un edificio, una casa, una villetta, un palazzo, un palazzo multipiano, multiproprietà, come oggi è stato richiamato; il concetto dell'ampliamento, con un criterio come questo, compromette la qualità.
Alla fine del Settecento, nella città di Alghero, compressa dentro le mura, mentre la popolazione cresceva, si pose il problema di dove edificare. Non c'era la volontà di uscire fuori perché ancora c'era un concetto di rimanere dentro l'area murata e si decise di consentire le sopraelevazioni. Il Comune adottò un criterio che allora evidentemente venne ritenuto il più idoneo, il più adeguato, il più moderno; veniva concesso ai proprietari dei palazzi la sopraelevazione a una condizione, cioè che adeguassero il costruito, quindi i palazzi in stile gotico, palazzi medioevali, al concetto dell'architettura moderna. Quindi, bisognava adeguare le vecchie facciate, i vecchi palazzi, a un concetto moderno dei caratteri costruttivi di quell'epoca. Ne andò sacrificata un'immagine di una città che era nata in secoli passati, a discapito di quello che oggi viene considerato un patrimonio che è l'architettura gotica e medievale. Fu una scelta che oggi noi possiamo permetterci di criticare, approvandola o condannandola, ma fu una scelta che stava all'interno di una logica. Forse si perse quello che oggi poteva essere venduto come un'immagine di promozione, ma aveva una logica.
Io mi chiedo quale logica abbia invece questo provvedimento che consente in modo indiscriminato di manomettere un intero patrimonio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 157 mi dà l'occasione di dare il benvenuto al presidente Cappellacci. Presidente, finalmente abbiamo un altro interlocutore, noi per adesso abbiamo interloquito solamente col presidente Sanna, con l'assessore Rassu, adesso possiamo interloquire anche con lei.
In questi giorni, in queste ore, noi stiamo facendo un ripasso della legge numero 4. Un ripasso che ci sembra di capire fosse necessario, anche lei ieri ha ricordato alla sua maggioranza quanto sia importante per voi questo Piano casa, ma sembra che i suoi colleghi, i colleghi della maggioranza, abbiano cercato di rimuovere dalle loro coscienze il danno che avevano fatto con la legge numero 4. Noi adesso anche con l'emendamento numero 157, annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento, proviamo a fare un po' di chiarezza. Avevate inserito questo comma 3 nell'articolo 2, era per voi una medaglia, la medaglia che vi stavate appuntando al bavero della giacca per provare a dare un po' di dignità a quella che era una "porcheria" e così è rimasta.
Insomma, il senso di questo emendamento è chiarissimo, l'hanno manifestato i miei colleghi poc'anzi, è quello di riportare nella giusta dimensione le cose che state facendo. Introdurre un comma di questo tipo, che è inattuabile, che è inattuato e che non produce gli effetti che voi avete manifestato che avrebbe prodotto dal punto di vista del risparmio energetico, per darvi anche una patente di maggioranza attenta, coalizione attenta ai temi ambientali, non produce i suoi effetti. Quindi, noi pensiamo che, con l'emendamento numero 157, riusciamo a riportare anche l'articolo 2 alla sua vocazione originaria.
Quindi, colleghi, un'attenzione (torno al tema che avevo posto prima) a quello che può succedere, a quello che noi stiamo ponendo come argomento principale: pulire questa legge da tutta la materia intrusa. Avevate un obiettivo? Portate a casa quell'obiettivo; noi abbiamo un altro obiettivo, come dicevo prima, quello di contenere il danno. Se ce lo consentite, lo conteniamo in un paio d'ore, diversamente lo conterremo in settimane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, ci stiamo occupando dell'emendamento numero 157 all'articolo 1 bis e, come diceva il collega Cuccu, stiamo facendo un esercizio molto interessante che può essere utile, stiamo facendo un ripasso della legge numero 4 per dirvi che noi eravamo già contrari a quella legge, la ritenevamo dannosa e voi non volete far altro che incrementare al danno altro danno con questo ulteriore dispositivo di legge che vorreste approvare. Noi ci stiamo impegnando a ostacolare l'approvazione di questa legge perché poniamo al centro il paesaggio, la difesa del territorio, la difesa delle nostre coste.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SABATINI.) Ieri bene ha fatto il collega Sechi a citare il grande poeta Andrea Zanzotto che ha messo sempre al centro della sua poesia il paesaggio e l'attenzione alla difesa di questo territorio. Voi, capiamo benissimo, non avete questa sensibilità, non avete la sensibilità di questo poeta del Novecento che ci ha lasciato alcuni giorni fa, ma noi vi richiamiamo a questa riflessione, continuiamo a richiamarvi a questa riflessione e continueremo a farlo finché qualcuno di voi non si degnerà di dedicare un minimo di attenzione al nostro dibattito, al nostro confronto, che è teso a proteggere il nostro territorio e il nostro ambiente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, mi associo al collega Cuccu nel dare il benvenuto al Presidente della Regione. Sembra un ospite, Presidente, quindi non si meravigli di questo benvenuto. Però, al di là di questo, spero che la sua presenza testimoni la volontà di aprire un dialogo. Si profila, Presidente, un impegno di quest'Aula senza soluzione di continuità, quindi lavorando anche il sabato e la domenica, lo ripeto in sua presenza, almeno fino al 12 novembre, non ci spaventa, noi ci saremo. C'è un'opposizione, Presidente, che ha chiesto un confronto in quest'Aula, finora non c'è stata la volontà, salvo l'encomiabile sforzo del Presidente della Commissione Matteo Sanna. Io vorrei e voglio interpretare, Presidente, la sua presenza in Aula come una manifestazione al dialogo. Le chiedo: "E' così?". E, se "sì", ci può dire lei o chi per lei come si declina questa disponibilità relativamente al disegno di legge che stiamo discutendo? Noi, Presidente, abbiamo sollevato alcune questioni… la prego di seguirmi solo trenta secondi, Presidente.
PRESIDENTE. Prego.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Preferisco che mi ascolti, no, no, capisco, non è polemica la mia, assolutamente, ci mancherebbe altro!
Presidente, noi abbiamo espresso molta preoccupazione soprattutto per gli effetti che potrebbe avere questo combinato disposto, la prego di seguirmi. Noi stiamo parlando oggi del vostro disegno di legge, ma è evidente che questo disegno di legge, in particolare in alcune parti, interviene per deregolamentare ulteriormente la legge numero 4. Allora uno dei problemi maggiori è relativo, Presidente, all'articolo 1 octies, alla lettera d), ripeto, mi dispiace per chi l'ha già sentito, che dice che gli interventi di cui ad articoli precedenti sono realizzati in deroga alle previsioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici comunali vigenti e in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, in particolare possono essere superati gli indici massimi di fabbricabilità, limiti di altezza, distanza, eccetera eccetera, salvo - ci dite - il dettato del Codice civile, e ci mancherebbe altro! Ma io mi chiedo: è possibile, Presidente, che un legislatore si debba affidare al Codice civile e tutto il resto deregolamenta?
Noi, Presidente, con molto interesse vogliamo capire che cosa significa la sua presenza in Aula. Noi siamo interessati ad avviare un dialogo ovviamente a determinate condizioni, che abbiamo finora espresso, vorremmo capire, perché credo che la sua presenza in Aula non sia un fatto marginale
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 157 e per dire al Presidente che il suo arrivo in Aula ha almeno avuto l'effetto di creare un po' di silenzio qui dentro perché, se il Presidente fosse venuto in Aula mezz'ora fa, avrebbe assistito a uno spettacolo davvero indegno per la massima Assemblea legislativa sarda. Una confusione totale, un chiacchiericcio continuo che più che denotare appunto l'interesse e la serietà con la quale si dovrebbe affrontare questa legge, ha messo in evidenza un totale disinteresse e una superficialità che invece questo tema non merita.
Quindi, intanto la sua presenza ha portato un po' più di silenzio ma quello che noi speriamo è che porti veramente una possibilità di dialogo intorno a questo tema sul quale noi non abbiamo voglia di fare un'ostruzione tanto per farla ma vogliamo che si apra veramente un dialogo perché siamo molto preoccupati e siamo portatori di inquietitudini importanti che stanno fuori da quest'Aula e di queste vorremmo discutere.
Stiamo affrontando la legge che vuole modificare la legge numero 4? Bene, noi pensiamo che la legge numero 4 non vada modificata, addirittura noi pensiamo che vada abrogata, ma se la strada è soltanto quella della modifica, vorremmo che queste modifiche andassero nel senso di un miglioramento della legge stessa, che ne consentisse un'applicabilità positiva e che soprattutto la legge non aprisse le porte, così come ha fatto, a un utilizzo indiscriminato del territorio e a una lesione importante e ampia del paesaggio non soltanto nelle coste ma nelle zone interne e in particolare nei centri storici.
E' l'occasione per rivedere la legge numero 4, noi vorremmo utilizzare il tempo non per far ostruzione fine a se stessa ma per ragionare su punti e su questioni di cui siamo portatori e rispetto ai quali vorremmo un po' di attenzione perché, se non in maniera paritaria, certamente no perché avete vinto voi, ma anche noi rappresentiamo un pezzo importante di questa Sardegna. Fino a questo momento, Presidente, solo il chiasso e l'indifferenza hanno accompagnato la discussione, intervenga per cortesia per sollecitare la sua maggioranza in modo che si apra un dialogo fattivo su un tema al quale siamo interessati per migliorare e non per peggiorare la situazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Anch'io saluto con piacere la presenza del presidente Cappellacci oggi in quest'Aula. Presidente, venga più spesso, ci consente oggi di interloquire con lei e poter interloquire con lei è sicuramente un arriccchimento per i lavori d'aula. Volevo anche dire che i miei colleghi hanno messo in campo ripetutamente una proposta di accordo tesa a depurare questo documento dalle cosiddette norme intruse, quelle riferite al PPR, che ovviamente condivido. Questo consentirebbe di limitare e contingentare i tempi dell'aula rispetto all'obiettivo di chiudere questo provvedimento.
Sono d'accordo, ripeto, però nel merito delle questioni, non si tratta solo di paesaggio e di PPR, qua si tratta di un obbrobrio di tipo edilizio urbanistico che state mettendo in campo e che è contenuto in tutti i passaggi di questo documento. Io mi chiedo come si faccia a dire che è possibile non presentare le elaborazioni fotografiche e le simulazioni e poi, nel comma successivo, dire però che bisogna essere coerenti col contesto architettonico e quant'altro. Se manca l'elemento di confronto, manca l'elemento d'analisi, come si può poi dire compiutamente che quell'intervento possibile sarà coerente e sarà omogeneo al resto degli insediamenti? Come si fa a prevedere, nei casi delle case a schiera, delle villette a schiera, che sappiamo bene hanno solitamente un piccolo giardino, una piccola pertinenza, di poter edificare un corpo staccato all'interno di questo giardino? Io immagino l'obbrobrio edilizio! Credo che stiamo andando a consentire delle cose pazzesche da un punto di vista della necessità che invece abbiamo tutti di preservare un tessuto urbanistico omogeneo, gradevole e quant'altro.
Come si fa a dire che, sempre nel caso delle villette a schiera, si può sopraelevare consentendo ai singoli di farlo e poi parlare di omogeneità rispetto al tessuto urbanistico? Immaginatevi le villette a schiera che nascono con un disegno preciso, gradevole, e dopo invece si consente singolarmente di sopraelevare e di fare corpi staccabili, poi magari alienabili. Cioè veramente un obbrobrio urbanistico! Come si fa a dire che possono essere chiusi i piani pilotis, che sono necessari, che spesso nascono come standard urbanistici per i parcheggi, per mettere poi le auto dove? Il problema delle auto è un problema grossissimo, il problema dei parcheggi nelle città è un problema grossissimo. Abbiamo ancora leggi di riferimento che chiedono un posto auto per unità abitativa; quando queste norme nascevano, ancora giravano i carretti tirati dall'asino e le famiglie non avevano neanche un'auto, ora ogni famiglia possiede quattro auto e noi consentiamo di chiudere i piani pilotis?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Anch'io ho il piacere di dare il benvenuto al presidente Cappellacci che ci manca nel corso di questi dibattiti così importanti, farebbe bene a esserci, anche col resto della Giunta, oggi, è presente, in modo straordinario, normalmente purtroppo non è così, su temi così ampi, che apparentemente sembra che riguardino solo ed esclusivamente l'urbanistica, ma diciamo che non è esatto, riguardano la vita dei sardi su tutti i versanti.
Presidente Cappellacci, noi stiamo conducendo una battaglia in modo unilaterale, una battaglia per la salvaguardia del nostro habitat, però, visto che voi continuate col braccio di ferro, continuate a insistere nel proporre leggi che sono anche illegittime, ci ritroviamo praticamente a distanza di qualche anno a ripetere le stesse cose per filo e per segno, cioè la storia si ripete, il film è sempre uguale, per cui il 13 ottobre 2009 (sono passati esattamente due anni) io feci un intervento, che calza perfettamente alla situazione odierna, sulla cultura dell'illegalità del centrodestra in materia di urbanistica e quindi una cultura tesa al consumo selvaggio dell'ambiente sardo, anche in quell'occasione facevo gli auguri al presidente Cappellacci perché le assenze erano giustificate da uno stato di malattia, era apparso anche in quell'occasione con grande sorpresa e piacere generale. Anche in quell'occasione si trattava di argomenti molto sensibili, io denunciavo il quadro di abusivismo edilizio in Sardegna come una piaga molto grave che comprometteva le aree di maggior pregio del nostro ambiente. Denunciavo le oltre 1100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi non condonabili. Ogni anno vengono praticamente emesse dai Comuni circa un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi, demolizioni che non avvengono visto che la Regione Autonoma della Sardegna non procede neppure alle gare d'appalto. Questo io denunciavo.
I casi di abusivismo edilizio, in base all'ultimo censimento regionale, risultavano allora 45 mila, quelli insanabili stimati in una misura di 4500, in gran parte fra l'altro lungo i litorali, comunque non casi di abusivismo di necessità. Insomma non era per la prima casa, diciamocela tutta! Quindi, secondo…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario all'emendamento in oggetto e per dire due cose. Intanto credo che sia emersa la disponibilità, sia in Commissione che in Aula. Io ritengo che, alla base di questo voler stimolare il confronto a tutti i costi, confronto-scontro, ci sia una ragione, che è quella del metodo, ci si può confrontare su tutto, ci si può confrontare sui singoli articoli, sugli emendamenti, sui singoli commi, ma quello che non accetto è questo essere tacciati a tutti i costi come portatori di interessi di chissà quale parte, soprattutto come coloro i quali vorrebbero cementificare la Sardegna. Guardate, io non lo farò più, però, collega Zuncheddu, vi cito un dato su tutti, relativo alla passata legislatura: La Maddalena, Isola di Santo Stefano, 41.907 metri cubi, approvati dalla precedente amministrazione con un'intesa in un ecosistema da salvaguardare, che è quello dell'Isola di Santo Stefano (che chi vi parla conosce bene), che sono niente rispetto a queste piccole volumetrie che il Piano casa, che la legge regionale numero 4 concede. Ne potrei citare altri, guardi ce ne sono almeno cento in questo elenco, tutti in zone particolari, di pregio, di grande pregio ambientale.
Allora, quella sensibilità ambientale, che tanto tirate in ballo, e che noi abbiamo, in questa legge emerge con chiarezza: ci sono piccoli interventi, non si consuma territorio, lo si preserva. Oggi voi venite a fare la morale a chi ha, in Commissione, in Giunta prima, licenziato un tale provvedimento che, per quanto mi riguarda, può essere anche migliorato, può essere limato, può essere aggiustato. Veramente non accettiamo di essere tacciati, soprattutto di essere sollecitati a un confronto su questi temi con un certo linguaggio, che ovviamente rispediamo al mittente, mi sento di rispedire al mittente, e non a quel committente che voi tirate in ballo e che non c'è, qui l'unico committente è il popolo sardo, che ci chiede di approvare questa legge.
Quindi ricordatevi di tutte le intese che avete approvato nella passata legislatura, di tutte le deroghe che avete concesso anche in luoghi di pregio ambientale, soprattutto di pregio ambientale, come l'Isola di Santo Stefano.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 157.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 157.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cappellacci e Oppi hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 22
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 158.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, naturalmente dichiaro il voto favorevole all'emendamento e mi unisco anch'io ai saluti al Presidente della Regione, con l'auspicio che sappia portare un po' di ragionevolezza a una maggioranza che non sembra averne. Vede, Presidente, noi attraverso il nostro Capogruppo, attraverso i nostri interventi, abbiamo fatto notare quanto segue, cioè non lo facciamo con intento ostruzionistico di per sé, ma abbiamo fatto notare che stiamo apportando, al Piano casa 1, 65 modifiche, alcune delle quali, anzi moltissime delle quali non risultano essere assolutamente semplificative, ma introducono nuove fattispecie edificatorie, che renderanno ancora più complessa l'applicazione di questa legge.
Noi non stiamo usando gli argomenti richiamati dal Presidente della Commissione che evidentemente troverebbe più facile se noi vi accusassimo di essere dei cementificatori, noi vi accusiamo di essere dei cementificatori mancati, perché siete così pasticcioni che non riuscite neanche a cementificare. Questa è una legge che non funziona. E non siamo interessati al passato, ne abbiamo già parlato, confondete quelle che sono le intese con le deroghe; le intese in attesa dei piani urbanistici conformi al PPR, con le deroghe. Se lei ha la bontà di guardare, Presidente, a pagina 17 di questa legge, l'articolo 1 ter, comma 7, salta il criterio dell'inscindibilità dell'unità immobiliare, di fatto i beni oggetto di incrementi volumetrici diventano alienabili separatamente. Ora, anche se in questo momento è occupato a fare altro, io chiedo al Presidente della Regione se questo criterio e questo principio corrispondono al caso del famoso soldato di Solarussa, purtroppo deceduto in Afghanistan, che aveva chiesto ai propri genitori la stanza in più e a cui il Piano casa avrebbe dato una risposta. Noi abbiamo scomodato anche la memoria dei nostri soldati morti, per solleticare così una fantasia, secondo me inopportunamente, della possibilità di venire incontro e dare in più.
Allora questa nuova filosofia, introdotta del fatto che sono alienabili separatamente e sono scindibili dall'unità immobiliare principale, che cosa fa rispetto a quell'intento e a quella legge? Noi chiediamo risposte su queste fattispecie introdotte dalle vostre modifiche e chiediamo di toglierle, perchè certamente il nostro atteggiamento sarebbe diverso e più improntato a una celere conclusione dell'iter di questa legge, che in questa forma non è assolutamente accettabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, come è noto la stragrande maggioranza delle famiglie bisognose in Sardegna trova la sua residenza nei 300 metri dalla linea di battigia, ovviamente il Piano casa di cui stiamo parlando si interessa, al comma 4 appunto, di garantire l'ampliamento per gli edifici di uso residenziale e per i servizi connessi: cioè, macché famiglie, qua stiamo pensando alle botteghe artigiane, ai negozi, allo shopping, a tutto quello che serve a corredo. Mica è il Piano casa questo! Questo è il Piano degli interessi, perché parlare di servizi connessi alla residenza nella fascia costiera turistica, zona F, significa tutto, meno che parlare di Piano casa! Voi sapete che il 25 per cento del patrimonio edilizio totale regionale è di doppie case che stanno sulla fascia costiera, quindi l'oggetto dell'argomento è ben individuato. E poi volevo dire al collega Matteo che lui ricorda quell'elenco che lo ossessiona…
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. No, non mi ossessiona!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, spero di no, lo sto dicendo per scherzo. Quell'elenco che riporta quelle cose, è vero; è vero che noi abbiamo fatto quelle intese, mica lo neghiamo, lo abbiamo fatto nel momento in cui ventuno di quegli interventi d'intesa si rendevano necessari perché c'era la prospettiva del G8 a La Maddalena, e si doveva garantire il recupero di volumetrie militari dismesse per poter ospitare quell'evento.
Quello fu fatto, ma non fu fatto in deroga, perché io sfido chiunque di voi, oltre quell'elenco, ad andare a trovare un provvedimento giurisdizionale che si sia messo di traverso rispetto a quelle intese; non solo, vi posso dire di più: su specifica richiesta della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica, che collaborava con il personale del Corpo forestale, a tutte le intese sono stati sistematicamente invitati e hanno partecipato funzionari rappresentanti di queste Istituzioni. Per cui evocarle non serve a niente, nel senso che quella è roba che è già avvenuta e che aveva una motivazione; devo dire la verità, a Santo Stefano bisogna dire che la volumetria esistente era il doppio e l'abbiamo ridotta trasformandola perché c'è anche un recupero ambientale che era consentito dalla pianificazione paesaggistica e quindi era assolutamente regolare. Quello che invece mi preoccupa è che un Piano casa si occupi dei negozi e delle boutique della Costa Smeralda, del suo ampliamento, perché di questo si tratta, e dell'ampliamento degli edifici in fascia costiera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Effettivamente ogni tanto il collega Matteo Sanna ci ricorda che in quest'Aula esiste anche una maggioranza e si fa carico lui di sostenerne le tesi e di dare dignità o cercare di dare dignità a una posizione politica che noi non condividiamo ma che altri si vergognano di difendere. E' vero, onorevole collega Sanna, probabilmente non si consuma moltissimo territorio, ma questo Piano casa, la legge numero 4, consuma standard, di fatto mette in discussione molti dei parametri che, con la pianificazione urbanistica, nei vari comuni, sono stati messi in piedi, e questi parametri vengono rimessi in discussione senza costruire alternative valide, di fatto delegittimando il lavoro compiuto in anni di discussione, di confronto e di studio, lo si rimette in discussione senza una apparente motivazione valida se non quella di dare l'opportunità e la possibilità e non, ripetiamo, alla singola "Raffaella", diceva il collega Sabatini, o "zia Giuseppina", potrebbe dire un altro, ma per dare risposta con questa legge che si sta discutendo oggi, ancor più che con la legge numero 4, dare risposta a chi invece vuole, non dare una risposta a una singola famiglia ma a interessi di impresa.
Gli interessi di impresa, a cui noi siamo sempre e comunque sensibili, si difendono in altro modo perché vanno messi assolutamente in relazione con gli interessi complessivi della società in cui l'impresa opera. A quel punto si rimette in discussione tutto l'impianto della vecchia legge numero 4 ma ancora di più della legge che stiamo discutendo in questa tornata. Ecco perché ritengo che sia giusto votare favorevolmente all'emendamento e quindi dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Questo emendamento e l'articolo di riferimento toccano sicuramente uno dei nervi più scoperti dell'intero comparto Piano casa, dico questo anche perché appena quattro mesi fa, proprio in modo specifico o, meglio, in modo prevalente, questo onorevole Consiglio regionale ha licenziato, all'interno del collegato alla finanziaria, un articolo importante che separa i servizi connessi alle residenze rendendoli anch'essi residenza. Qualcuno probabilmente malevolmente può pensare che così si possono risolvere problematiche di grande invenduto immobiliare e, attenzione, i servizi che vengono disconnessi dalla residenza (ex servizi connessi), quelli che si trovano nella fascia a rischio, nella fascia di cui parliamo, parliamo di fasce vicine al mare, sono quelli che creano più disagio, quindi stiamo accrescendo una forma che innesca e induce fenomeni speculativi rilevanti.
Sono contrario all'articolo quindi voto l'emendamento anche perché c'è un groviglio di emendamenti su questo articolo che tendono a incentivare, ed è lì che in qualche modo una maggioranza si connota, il fatto che uno degli interessamenti maggiori sia stato proprio sulla fascia costiera, questo è molto preoccupante.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Gruppo Misto). E' innegabile che usiate sempre un linguaggio accattivante e ammaliante, cercate di entrare sempre senza fare troppo danno, almeno nell'apparenza, è chiaro, continuiamo a ripetere, che è una legge rivolta come attenzione e come considerazione a pochi, è una legge che, quando fa riferimento a delle considerazioni, a delle attenzioni, ai servizi, è sempre rivolta comunque a consentire, attraverso questi meccanismi, gli aumenti volumetrici.
I servizi connessi alla residenza, quale residenza? Si ricordava prima: la residenza della fascia costiera. Sono servizi che privilegiano un certo tipo di attività commerciale, quelle che noi tutti conosciamo, nelle zone cosiddette turistiche e nelle zone costiere, quindi quelle gremite di seconde case, quelle che vivono la breve stagione dell'estate, quelle che poi rimangono per dieci mesi vuote, disabitate, paesaggi desolanti.
Sono attenzioni rivolte a realtà avulse dalla Sardegna, quindi dalla realtà dei sardi, dall'interesse dei sardi, quei sardi che continuano a subire e a vivere un disagio abitativo, una carenza di servizi, che vivono il disastro economico occupazionale con le conseguenze che noi abbiamo. In Sardegna ci sarebbe bisogno di servizi, però di servizi per il cittadino, di servizi diffusi, non di servizi che voi chiamate tali e che sono tutt'altro, rivolti ad aree e categorie ben specifiche.
Da questa vostra proposta rimangono fuori non solo attenzioni per chi ha il problema della casa e della prima casa, ma, a questo punto introduco un altro elemento, faccio un'osservazione e dico che non c'è un minimo di attenzione per quanto riguarda per esempio gli spazi artigiani dedicati alle attività artigiane, ai laboratori artigiani, che non solo non hanno delle attenzioni ma, per effetto di questi meccanismi, verranno espulsi, quelli che sono sopravvissuti e che non sono già stati espulsi, da queste realtà perché assolutamente non prese in considerazione. Parlo di quelle piccole attività artigiane che rendono vivibili le nostre città, i nostri centri e i nostri paesi a cui nessuno dedica un minimo di attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Presidente, l'emendamento numero 158 ha l'obiettivo di abrogare il comma 4 dell'articolo 2 della "4", perché ha questo obiettivo? Perché quella norma a suo tempo era già da noi considerata intrusa. Io avrei capito se inserita all'interno di un piano, di un programma di riqualificazione delle residenze turistiche o delle borgate marine, dei negozi, delle botteghe artigiane, insomma, vi abbiamo chiesto più di una volta di chiamare le cose con il loro nome ma proprio poc'anzi l'onorevole Sechi diceva che voi usate un linguaggio accattivante per nascondere altre cose. Quindi è evidente che il comma 4 dell'articolo 2 della legge numero 4 è rivolto a pochi. E' rivolto ad alcune zone ben definite.
Perché non selezionare invece interventi di questo tipo pensando ai centri storici? Alle zone interne che si stanno spopolando? Perché non finanziare gli interventi nei centri storici anche con ampliamenti ma all'interno della coerenza con i centri matrice? Invece no, si fa questa cosa finalizzata solo dove ci sono certi interessi, interessi di pochi, e si continua con il filo conduttore di tutte le cose che avete fatto: anziché provare a frenare lo spopolamento delle zone interne, tutti gli interventi sono mirati alle zone costiere della Sardegna!
Questo emendamento tende, per quanto possibile, a ridurre ancora quel danno, però voi avete una visione che è "Cagliari-centrica" e "costa-centrica", che non vede una Sardegna che invece è diversa, è quella che sta nelle zone interne. Forse anche questo strumento legislativo avrebbe potuto considerare che, nei territori al centro della Sardegna, le famiglie non si stanno più insediando, la gente se ne sta andando; forse, con la possibilità di ampliare, di ristrutturare, con agevolazioni anche volumetriche ma con risorse economiche, le loro abitazioni, avrebbero avuto interesse a costruire la loro casa a Setzu, a Turri e altrove nelle zone interne della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente Cappellacci, ci ricordava l'onorevole Porcu che sono 65 le modifiche alla legge numero 4. Io voglio dirle (può essere utile se svolgerete una riflessione tra di voi) che il Piano casa che stiamo discutendo è un vero e proprio golpe che interviene nella sfera dei delicatissimi rapporti tra comuni e Regione, io credo che questa sfera dovrebbe essere sempre una preoccupazione per chi ha la responsabilità di governo di questa Regione. Con questo disegno di legge, voi state assumendo il caos in materia urbanistica e di edilizia in sostituzione di strumenti di legge di pianificazione urbanistica. Noi vogliamo cancellare a questo punto, Presidente, il comma 4 dell'articolo 2 della legge numero 4 del 2009, per una ragione semplicissima, perché se lo lasciamo, voi utilizzerete (ricordo che stiamo parlando della parte anche relativa ai 300 metri) anche quel comma in deroga ai regolamenti comunali e alle norme in materia di governo del territorio della Regione sarda.
Badate, lo dico all'onorevole Matteo Sanna, una parte dei committenti sta qui, non è il problema di conoscere i nomi, a me i nomi non interessano, possono chiamarsi Tizio o Caio, a me interessa che ci sono committenti che stanno aspettando la deregolamentazione, anche all'interno della fascia dei 300 metri e, con questo attuale disegno di legge che va in deroga a tutto, anche nella fascia dei 300 metri si è autorizzati ad agire, ripeto, nel caos e nella giungla più totale.
C'è gente, ci sono interessi che aspettano (possono non avere nomi, non mi interessano) di consumare ancora una volta quell'unico valore aggiunto che è restato a questa Regione: il territorio, l'ambiente, le sue bellezze naturali. Di questo stiamo parlando, non incaponitevi a chiederci quali sono i nomi, non importa conoscere i nomi, perché questo è l'effetto che produce questo disegno di legge, "tale" chiamato da voi.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Daniele Cocco è rientrato dal congedo.
Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, dichiaro il mio voto di astensione su questo emendamento e ne spiego le ragioni. A mio modo di vedere, dopo che sono stati respinti gli emendamenti soppressivi dei commi 1, 2 e 3, paradossalmente l'approvazione di questo emendamento peggiorerebbe, dal mio punto di vista, la situazione; nel senso che, quella pur minima attenzione perché si riduca del 30 per cento la volumetria prevista nei commi 1, 2 e 3, in questo caso, venendo meno il comma 4, non si verificherebbe. Dichiaro quindi il mio voto di astensione sull'emendamento.
Voglio però fare due considerazioni sul dibattito nel quale siamo impegnati. Sento di dover dare ragione all'onorevole Ben Amara quando si chiede a che cosa serve questo dibattito; la maggioranza si attesta su una posizione di totale rifiuto, di non ascolto, anche di ragioni che ci sembrano ovvie, di motivazioni forti che da questi banchi sono state rappresentate. Allora l'intento da parte vostra, contrariamente a quanto dichiarate, non è quello di voler migliorare un testo che presenta falle e carenze notevoli, ma di approvarlo.
Io non so a chi dobbiate dare risposte, anche se qualche sospetto forte lo nutro. Non fingete, non potete fingere, non possiamo fare gli ipocriti in modo così palese, sappiamo tutti che, soprattutto sulla parte più delicata del territorio, sulla fascia costiera, ci sono interessi notevoli, lo sappiamo noi e lo sapete voi più di noi quante pressioni state subendo per esempio in quella realtà che continua in modo errato a essere definita l'Eldorado della Sardegna, alludo alla Costa Smeralda, da lì vi giungono forti pressioni, ma non solo in Costa Smeralda, anche più a sud…
PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, saluto il presidente Cappellacci e mi permetto, Presidente, di fare un breve riassunto delle principali posizioni che abbiamo espresso nella giornata di ieri sul dibattito relativo a questa importante legge.
Come primo punto abbiamo acconsentito al fatto che il settore dell'edilizia sia un settore in crisi in Sardegna, che centinaia, se non migliaia, di suoi operatori sono in grosse difficoltà, che decine, se non centinaia, di imprese rischiano di chiudere o stanno per correre quel rischio e che sarebbe quindi necessario che la Regione Sardegna attivasse una vera politica per la casa, per le infrastrutture e per l'edilizia, in grado di poter risollevare questo comparto dalla crisi.
La risposta che la sua Giunta tenta di dare è assolutamente insufficiente anzi, per molti aspetti, è assolutamente pericolosa. Uno dei primi elementi che ci interessa sottolineare e far presente a lei, Presidente, che guida la Giunta regionale e che rappresenta i sardi, è che questa legge è un provvedimento assolutamente antifederalista. Mi riferisco, Presidente, al federalismo interno che tante volte viene richiamato nelle nostre discussioni e che vede, in questo provvedimento, i comuni assolutamente schiacciati da una logica centralista regionale che addirittura cancella tutte le scelte fatte dai comuni in termini urbanistici. Il fatto stesso che, in una parte fondamentale della legge (fatto l'elenco delle deroghe, fatto l'elenco dell'accelerazione dei permessi, fatto l'elenco di tutta una serie di elasticità legate agli indici di fabbricabilità, altezze, distanze, eccetera), si dica che è in ogni caso fatto salvo il rispetto delle disposizioni del Codice civile e i diritti dei terzi è la dimostrazione stessa che questa legge cancella l'autonomia urbanistica dei comuni e lega tutto a un provvedimento legislativo che assume…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è teminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, intervengo semplicemente per ricordare, ma l'ha già fatto bene l'onorevole Corda, che l'opposizione, nello sforzo che compie per far capire alla maggioranza la necessità di emendare il testo presentato, ha presentato degli emendamenti - come dire - a strisce, però proprio questo emendamento è un emendamento che paradossalmente, se approvato, come è stato appena ricordato dall'onorevole Corda, peggiorerebbe addirittura il senso della legge numero 4, perché questo emendamento dà un minimo di salvaguardia per la fascia dei 300 metri con una riduzione rispetto alle volumetrie.
Se noi abroghiamo il comma 4 non è che non si può intervenire, si può intervenire sulla base dei commi numero 1, 2 e 3 precedenti, quindi 20 per cento, per arrivare al 30, se si fanno gli interventi di salvaguardia energetica. Voi sapete che, in molti punti, io capisco e condivido questa discussione, capisco anche la necessità di tirarla per le lunghe, perché questo può essere foriero della possibilità che la maggioranza si fermi a ragionare su alcune cose, però forse in questo caso, avendo già attuato numerosi interventi, questo emendamento andrebbe ritirato e non sottoposto a votazione, perché ci troveremmo in difficoltà, anche voi, nell'approvare un emendamento che, comunque, sarebbe peggiorativo del testo iniziale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo intanto per annunciare il voto favorevole all'emendamento, poi per dire che non mi pare che sia esattamente come ha detto il collega Corda, con il quale poi andrò a confrontarmi, e come ha ripreso l'onorevole Campus.
Noi riteniamo che la possibilità di intervento all'interno della fascia dei 300 metri sia un errore, sia un errore che favorisce pochi, tutti coloro che hanno la grande fortuna, già ce l'hanno, per l'appunto, di avere una proprietà, una residenza, una realtà di tipo turistico all'interno della fascia dei 300 metri, noi li stiamo ulteriormente favorendo consentendo loro la possibilità di incrementare le volumetrie e non di diminuirle del 30 per cento rispetto ai commi 1, 2 e 3, onorevole Campus. Quindi noi riteniamo che sia profondamente sbagliato, crediamo che quella sia una fascia da tutelare, non perché siamo radicali, non perché siamo dei talebani dell'ambiente, ma perché crediamo che il carico urbanistico, presente all'interno della fascia dei 300 metri, in tutta la zona costiera della nostra isola, sia già eccessivo, solo per questo.
Per quanto attiene alle pressioni o alle presunte pressioni di cui si è parlato finora, io non voglio fare l'esegeta del pensiero del collega Sanna ma credo di poter dire in tutta serenità, lo dico a titolo personale, che ognuno di noi rappresenta un mondo, rappresenta qualcuno, ha dei contatti, c'è chi ha degli amici popolani che hanno interessi di un certo tipo e c'è chi ha degli amici fortunatamente borghesi, ricchi, che hanno interessi di altro tipo. Si assimila inevitabilmente il ragionamento degli uni e degli altri a seconda di chi si frequenta e quando si viene qua si tende a portare avanti il ragionamento degli uni piuttosto che degli altri.
Io credo che accada questo, naturalmente e fisiologicamente, sta a noi, al nostro buon senso, considerare i limiti e i confini da porre nelle norme poiché non si sta facendo semplicemente l'interesse di quell'amico o di quell'altro amico ma, se si pensa a che cosa spalmerà un singolo articolo su tutto il nostro territorio regionale, si sta facendo un danno. Quindi dovremmo avere il buon senso di non fare il favore a qualcuno (che seppur non ce l'ha chiesto, glielo facciamo fisiologicamente), facendo un danno all'intero tessuto costiero della nostra Regione.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 158.
(Interruzione)
E' stata chiesta la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 158.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Espa e Zuncheddu hanno votato a favore e che la consigliera De Francisci ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Corda.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 22
contrari 43
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, le chiederei, innanzitutto, una verifica del numero legale e successivamente, in subordine, di sospendere i lavori adesso e di riprendere all'orario che lei deciderà.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, non possiamo procedere alla verifica del numero legale perchè, dato che siamo in fase di votazione, dovremmo votare l'emendamento successivo. Invece, non essendoci opposizioni, propongo di chiudere la seduta. Il Consiglio è riconvocato alle ore 16 di questo pomeriggio.
La seduta è tolta alle ore 13 e 16.