Seduta n.344 del 11/09/2012
CCCXLIV Seduta
Martedì 11 settembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 02.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 24 luglio 2012 (336), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Pietro Cocco, Pietro Fois, Renato Lai, Franco Meloni, Marco Meloni, Antonello Peru, Onorio Petrini, Matteo Sanna e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta dell'11 settembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunico che in data 3 agosto 2012 è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 212 del 18 luglio 2012 nella quale si dichiara, con riferimento alla legge regionale 4 agosto 2011, numero 16 (Norme in materia di organizzazione e personale) l'illegittimità costituzionale: dell'articolo 4, commi 10 e 11; dell'articolo 5, comma 1, nella parte in cui introducono gli articoli 12 bis, comma 3, e 22 bis, comma 3, lett. b, della legge regionale 5 novembre 1985, n. 26 (Istituzione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione sarda); dell'articolo 6, commi 2 e 8; - dell'articolo 9, comma 3, - dell'articolo 10.
Si dichiara, inoltre, l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli articoli 4 (commi 5, 10 e 11), 5 (commi 1 e 5), 6 (commi 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 8), 9 (commi 3 e 6) e 10 della legge regionale numero 16 del 2011 promossa in riferimento agli articoli 3, 4 e 5 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3 (Statuto speciale per la Sardegna) nonché l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'articolo 6 (commi 1, 3, 4, 5 e 6) della legge regionale numero 16 del 2011 promossa in riferimento agli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione.
Si dichiarano infine non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 5, della legge regionale numero 16 del 2011 promosse in riferimento agli articoli 3, 81 (quarto comma) e 97 della Costituzione.
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:
"Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CeSIL) e dell'Agenzia di sviluppo locale, di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, in sostituzione del testo del comma 8 dell'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16". (415)
(Pervenuto il 4 settembre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)
"Disposizioni in materia di funzionamento e organizzazione del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL)". (416)
(Pervenuto il 7 settembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)
"Norme modificative ed integrative della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale e organizzazione degli uffici della Regione), e altre norme in materia di mobilità del personale". (417)
(Pervenuto il 7 settembre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Uras - Dedoni - Diana Mario - Salis:
"Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, e disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, e dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13". (414)
(Pervenuta il 3 settembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del personale medico e infermieristico operante presso gli istituti penitenziari, a seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 140 del 2011". (936)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione del depuratore fognario di S. Antioco". (937)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sull'inderogabile necessità di istituire il servizio di guardia medica turistica a Porto Torres". (938)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla drammatica situazione degli operai della società Opere pubbliche di Roma impiegati nella costruzione del nuovo istituto penitenziario di Uta". (356)
"Interpellanza Sechi - Uras - Cugusi - Cocco Daniele Secondo sul concorso per 12.000 posti nella scuola pubblica". (357)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Mozione Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (202)
"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sul costituendo Parco regionale sardo dell'Isola dell'Asinara e dell'Area marina protetta circostante ad esso". (203)
"Mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco -Meloni - Valerio Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sul fallimento della gestione dell'intero management della Società Carbosulcis Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (204)
"Mozione Capelli - Diana Mario - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Campus - Mulas - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sull'applicazione dell'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e dell'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 inerente il passaggio del personale dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) all'Agenzia regionale LAORE anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (205)
"Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparto industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (206)
"Mozione Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru sulla situazione della Fondazione teatro lirico di Cagliari". (207)
PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze sospendo la seduta sino alle ore 16 e 20.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 07, viene ripresa alle ore 16 e 24.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 414.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 30.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 28, viene ripresa alle ore 16 e 37 .)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, mi rimetto alla relazione scritta aggiungendo un'unica precisazione: il testo della proposta di legge è esattamente identico al disegno di legge presentato dalla Giunta regionale. Poiché i tempi tecnici non hanno consentito di portare in Commissione, e quindi in Aula, il disegno di legge della Giunta, ci siamo fatto carico di recepirlo con una nostra proposta di legge per consentirne l'approvazione rapida.
Però va dato atto che la paternità di questa norma, così come formulata, è della Giunta regionale. Noi per la verità avevamo previsto una formulazione differente, però, considerata l'urgenza, abbiamo seguito la strada indicata dalla Giunta. Questo infatti è un intervento di emergenza, mentre, per quanto riguarda la normativa a regime, la sesta Commissione ha già iniziato i lavori. Anche se la materia interferisce con il problema più generale della riforma delle province, l'intento è di affrontare il problema in tempi rapidissimi in maniera tale da arrivare entro il 30 dicembre all'approvazione anche del testo di legge a regime.
La norma, poi, contiene anche interventi urgenti, sempre necessitati a seguito della pronuncia della Corte costituzionale. Per tutto il resto faccio rinvio alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del titolo.
(Si riporta di seguito il testo del titolo:
Titolo: Finanziamento agli enti locali: funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), e disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Organizzazione e personale), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 (Rimodulazione del quadro degli interventi regionali a sostegno delle politiche del lavoro e disposizioni in materia di contratti a termine), dell'articolo 3 della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), dell'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012, e dell'articolo 9 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011).)
Sospendo la seduta per qualche minuto per permettere la riproduzione degli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 39, viene ripresa alle ore 16 e 45.)
PRESIDENTE. Al titolo è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento numero 5:
Emendamento sostitutivo totale Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Il titolo è così sostituito:
Titolo
Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, e disposizioni modificative e integrative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3,dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13, dell'art. 4 della legge regionale n. 37 del 1995 e dell'art. 27, comma 2, lett. r), della legge regionale n. 2 del 2007. (5).)
PRESIDENTE. poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 5.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Corda, Cossa, Cucca, Lotto, Mariani, Milia, Oppi, Salis, Sechi e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art.1
Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 3 del 2008
1. Il comma 8 dell'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), é sostituito, senza previsione di incremento della spesa, con il seguente:
"8. Nelle more di una sua riorganizzazione, al fine di garantire l'esercizio del servizio pubblico disciplinato dalla legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9 in materia di lavoro e servizi dell'impiego), al quale sono preposti i Centri servizi per il lavoro (CSL), i Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e le Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), è autorizzata nell'anno 2012, a titolo di trasferimento alle competenti amministrazioni locali, la spesa di euro 12.000.000 a valere sulle disponibilità recate dal fondo regionale per l'occupazione di cui all'UPB S06.06.004.".
Emendamento aggiuntivo Manca - Uras - Mulas
All'articolo 1, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis. All'articolo 7 della legge regionale n. 20 del 2005, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: 3 bis: 'La Regione, in sede di valutazione delle proprie funzioni di indirizzo e coordinamento, può utilizzare la procedura di intervento sostitutivo di cui all'articolo 9 della legge regionale n. 9 del 2006.'"(1).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Manca.
MANCA (P.D.). Assessore e colleghi, l'emendamento ha un carattere sicuramente provocatorio, e spiegherò perché, Presidente, e lo spiegherò facendo…
PRESIDENTE. Colleghi, onorevole Randazzo, onorevole Steri, c'è troppa confusione in Aula. Poi ci si lamenta che non si riesce a seguire i lavori!.
MANCA (P.D.). Onorevole Oppi, ascolti, che è interessantissimo. Argomenterò questo emendamento, che è anche un emendamento provocatorio, sviluppando un ragionamento un po' più generale su un problema importante, che da diverso tempo, ormai da due legislature, attanaglia la nostra Regione e il nostro Consiglio regionale: il problema dei CSL (Centri Servizi per L'impiego).
Si tratta di un problema ancora vivo, che non ha trovato soluzione per responsabilità plurime, della precedente e dell'attuale Giunta regionale, del precedente e dell'attuale Consiglio regionale. Il problema negli ultimi anni si è ulteriormente aggravato perché, specialmente a causa delle ultime sentenze della Corte costituzionale, il legislatore ha incontrato forti limiti nel suo operare. Per questa ragione abbiamo presentato una norma (l'articolo 1) che però, se da un lato, con un'operazione finanziaria, cerca di porre rimedio alla pronuncia di illegittimità costituzionale di un'altra nostra norma, dall'altro, allo stesso tempo, crea una situazione abbastanza controversa.
Noi stiamo approvando una modifica finanziaria e dando mandato a tutte le province della nostra Regione, che sono otto, o che erano otto - questo sarà un tema da affrontare successivamente - a continuare l'attività dei centri servizi fino al 31 dicembre, nella speranza che prima di quella data venga approvato (è iniziato già in Commissione l'iter di discussione) un disegno di legge per individuare una soluzione definitiva a questo problema.
Io penso che dobbiamo essere celeri, celerissimi nell'affrontare il tema e risolverlo, perché i tempi sono strettissimi, perché siamo a settembre e perché dicembre, con tutte le scadenze che abbiamo di fronte, arriva domani mattina. Secondo me l'iter in Commissione può durare venti giorni, e dobbiamo andare in aula per affrontare un tema che non è di facile soluzione.
Però, nel frattempo, c'è da sottolineare un altro problema: noi approviamo una norma finanziaria, diamo un indirizzo alle otto Province, però di queste otto Province non tutte lo seguono. Per esempio nella Provincia di Sassari c'è un dirigente che ha assunto una posizione molto rigida e ferma e che continua a sostenere che il rapporto di lavoro di quei lavoratori non può essere prorogato. Ad oggi, questi quaranta lavoratori si trovano "a casa", i servizi sono chiaramente stati sospesi e immaginate voi se, con la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando, possiamo permetterci che i Centri servizi per l'impiego patiscano una carenza di personale.
A questo punto io chiederei all'Assessore, specialmente alla Giunta regionale - perché penso che loro siano i referenti principali - chi è che si pone il problema che le norme regionali vengano fatte rispettare e vengano applicate da tutte le province? Io penso che questa sia una domanda che meriti risposta, perché quando noi abbiamo approvato la famosa legge numero 20 - e qua nasce un altro equivoco - la Regione, è vero che all'articolo 7 individuava le province come i soggetti preposti a costituire i Centri servizi per l'impiego e a gestirli (io sono d'accordo anche sul fatto che se il sistema funziona si possa continuare così) ma è anche vero che manteneva il compito di indirizzo, coordinamento, programmazione e valutazione all'interno del sistema regionale dei servizi per il lavoro.
Allora, io sono del parere che i Centri servizi per l'impiego debbano essere gestiti bene per soddisfare le esigenze dei nostri cittadini, sono un po' meno del parere che debbano essere rivendicati dalle province, dalla Regione e da chicchessia, per gestire una sorta di forma di potere. Io penso, come accade in tante altre regioni, che una forma di coordinamento molto stretta tra la regione e le province consenta e consentirà sicuramente il buon funzionamento di questi Centri servizi per l'impiego, che devono però essere riformati perché, a mio parere, non fanno quello che avrebbero dovuto fare.
Detto questo, Assessore, mi pongo una domanda: noi come possiamo esercitare le funzioni di indirizzo, di coordinamento e di verifica, se non siamo in grado di capire perché alcune province applicano le norme e altre non le applicano? Nel ragionamento che si fa nell'accordo che avete siglato, l'accordo regionale dei servizi per il lavoro, si cita - questo lo dico perché è un tema ancora più complesso - il parere del dipartimento funzione pubblica (e leggo: "Presidenza del Consiglio dei Ministri") che afferma che le proroghe oltre i 36 mesi sono consentite in base a determinate norme.
Ora noi ci troviamo con i lavoratori a casa e con la legge impugnata dalla Consulta che dice cose opposte. E' possibile, a questo punto, che non ci poniamo il problema di dove stia la verità, di agire in maniera forte nei confronti del Governo per rivendicare la nostra autonomia, e di capire veramente perché non possiamo accettare (dico la Giunta regionale, ma dico anche il Consiglio regionale) il fatto che alcune province applichino le norme e altre non le applichino?
Io poi, tra l'altro, andando fuori proprio dalla rigidità della norma, dico anche che questo è un momento economico e sociale - e questo vale anche per l'Amministrazione provinciale di Sassari, che è rappresentata anche da espressioni del mio partito - nel quale la norma deve essere interpretata sempre un po' a favore delle persone che hanno necessità, assumendoci una parte di quella responsabilità e di quel rischio che è insito in quel che facciamo, è insito nel nostro ruolo e nel ruolo dei dirigenti pubblici, e non mi sembra pertanto questa la migliore soluzione percorribile.
Lei, Assessore, ha riconosciuto che i centri servizi per l'impiego - cito le sue testuali parole - "svolgono un'attività fondamentale" che ha paragonato a quella del pronto soccorso (in realtà non è un'attività come quella del pronto soccorso, ma in questo momento economico gli va molto vicina) e allora le domando: quali sono i servizi che non stiamo garantendo a Sassari? Chi ha la responsabilità di quello che non accade, dei servizi non erogati o erogati in maniera difforme rispetto alle esigenze del territorio nonostante le risorse che stiamo girando e abbiamo girato alle province? Io pongo queste domande senza polemica.
L'emendamento all'articolo nasce proprio da queste domande perché, paradossalmente, è vero che noi deleghiamo alle province funzioni, ma è anche vero che, nel momento in cui non vengono rispettati gli indirizzi, considerato anche che la legge numero 9 lo prevede, forse sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità della nomina di un commissario ad acta. Forse questo non è il caso, considerato che le difficoltà nascono da sentenze della Corte costituzionale, però questi temi, Assessore, meritano ugualmente delle risposte e meritano una riflessione, perché rimanendo così le cose noi veramente ci troveremo in difficoltà ad arrivare al 31 dicembre predisponendo una norma equa e valida per tutti, una norma, che tuteli 400 lavoratori che fanno parte dei centri servizi per l'impiego, che vivono situazioni drammatiche e che, anche se non protestano nelle stesse maniere dei lavoratori dell'Alcoa, della Vinyls e di tutti quelli di cui parleremo più tardi, non hanno meno ragioni né meno aspettative e, soprattutto, hanno la stessa, identica, dignità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo brevemente per dire che concordo con quanto affermava prima il collega Manca, che avanza soltanto una richiesta, che è stata avanzata più volte dalla stessa Commissione d'inchiesta, che è stata richiesta dallo stesso Consiglio in più occasioni: che nelle situazioni in cui si determini un'inerzia da parte delle amministrazioni destinatarie di disposizioni si possa, qualora ricorrano ovviamente le condizioni di legge, intervenire con la nomina di un commissario ad acta, punto e basta!
La situazione attuale del sistema delle autonomie locali, in modo particolare quella delle province, è nota a tutti; noi siamo passati attraverso un referendum abrogativo, siamo in una condizione transitoria, provvisoria, in cui le amministrazioni svolgono solo funzioni su disposizione della legge regionale, perché diversamente non potrebbero esercitare alcuna funzione, tutte le funzioni si sarebbero già dovute trasferire alla competenza dei comuni o della Regione, perciò ci sono le condizioni di legge per valutare di procedere alla nomina di un commissario ad acta. Quindi sollecitiamo, attraverso questa disposizione normativa che proponiamo al voto, un intervento dell'Amministrazione regionale in questo senso.
Chiudo dicendo, Presidente - tanto per chiarire, perché poi chi ci ascolta non sa di che cosa stiamo parlando - che noi interveniamo con questa disposizione perché, ancora una volta (rispetto ad una norma che tende a regolare rapporti di lavoro provvisori, che la pubblica amministrazione regionale e locale intrattiene, e che sono necessari per l'esercizio di funzioni che sono ad essa stessa e al sistema delle autonomie locali più in generale attribuite) è intervenuta un'impugnazione del Governo che ha dato origine ad una deliberazione della Corte costituzionale che, in questa materia, già più volte, in più circostanze, ha agito con grande severità.
Io lo dico ai colleghi del centrodestra - ma lo dico anche a tutti gli altri colleghi che hanno, per loro fortuna, e anche forse per loro merito, una consistente rappresentanza parlamentare, che sostiene un Governo - che noi, nell'applicazione così rigida, rigorosa della norma, che non ci consente, neanche attraverso le leggi della Regione, di trattare questo argomento del precariato nella pubblica amministrazione locale e regionale, andiamo incontro, nei prossimi mesi, a migliaia di licenziamenti… migliaia! Licenziamenti che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo in tutti i settori produttivi.
Badate bene: migliaia di posti di lavoro che noi avremmo diritto ad avere stabili, se solo avessimo fatto il nostro dovere, tutti, 10 anni fa! Questa situazione dei servizi per il lavoro esiste dal 2001, le altre regioni d'Italia hanno i servizi per il lavoro che funzionano da 11 anni, pagati dallo Stato, con personale dipendente delle amministrazioni provinciali che continuano ad esistere, con le stesse funzioni, in tutte le regioni d'Italia tranne che in questa. Servizi per il lavoro che funzionano da 11 anni, pagati dallo Stato con personale stabile, e noi, invece, prima ci abbiamo messo 4 anni per fare la legge (e l'abbiamo fatta nel 2005) e adesso siamo 8 anni che, violando quella legge, non attuiamo il sistema dei servizi per il lavoro.
Quindi tutti coloro, compresa la Corte costituzionale (non parliamo del Governo) che si trovano a dover affrontare questa materia, la affrontano senza sapere questa verità, perché anche il Presidente della Regione e la Giunta regionale ben se ne guardano dall'andare dal Governo e dire: "Noi siamo in questa situazione che ci vede colpevoli e vi chiediamo perdono, vi chiediamo perdono per sistemare una vicenda che invece, andando avanti così, peggiora e priva questa Regione, che ha livelli di disoccupazione elevatissimi, del diritto ad avere i servizi per il lavoro che ha tutto il resto d'Italia". Questo è il tema.
Ecco perché io chiedo ai colleghi che si voti e che ci si ponga tutti un problema di coscienza. Non basta affrontare qua la questione, ci sono questioni che vanno affrontate con il Governo. Si trovino quindi i corretti canali istituzionali per affrontare questo problema e si dica la verità al Governo sulle nostre inadempienze se si vuole rimediare a questo stato di cose.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, sarò brevissimo. Questo emendamento affronta un problema di cui si è discusso abbastanza in Commissione, quindi, per quanto ci riguarda, se la Giunta regionale ci dice che questo emendamento tecnicamente è idoneo a risolvere il problema noi esprimiamo parere favorevole.
Con l'occasione chiedo di dare incarico agli Uffici di riformulare il titolo alla fine della discussione in modo tale da renderlo più stringato e rispondente agli effettivi contenuti della legge.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Steri, come avrei precisato a conclusione dell'esame della legge, in sede di coordinamento provvederemo ad evitare che il titolo occupi un'intera pagina.
E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Intervengo brevemente per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento numero 1 e per esprimere la massima condivisione rispetto agli interventi dell'onorevole Uras e dell'onorevole Manca, sperando che davvero si riesca a porre fine alla vergogna che si sta perpetrando, soprattutto in provincia di Sassari, ai danni di quei lavoratori che da mesi vivono nella massima precarietà.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, colleghi, l'articolo 1, come è noto, risolve l'aspetto finanziario della questione sorto a seguito dell'impugnativa da parte del Governo. Rimane però il problema di fondo. Noi ci siamo scontrati per lunghi mesi soprattutto con la Provincia di Sassari che, con una pervicacia e un'arroganza degna di miglior causa, sia della parte politica sia della parte amministrativa, con motivazioni speciose ha disatteso una legge regionale. Poi è arrivata l'impugnativa da parte del Governo che ha giustificato ai loro occhi la situazione e la loro posizione.
Ora, se noi superiamo anche l'impasse legato anche all'impugnativa governativa, che garanzia abbiamo che la Provincia di Sassari non ci risponda con la stessa pervicace arroganza con cui ha risposto sino adesso, non solo a noi legislatori, ma anche a quei lavoratori dei Centri servizi per il lavoro? Per cui Assessore, io non credo - e qua lo dico anche ai colleghi - che sia necessario ribadire in legge quello che è già legge, perché l'articolo 9 della legge numero 9 del 2006 è un articolo estremamente chiaro e parla di commissariamento ad acta qualora funzioni regionali demandate a livello periferico, provinciale o comunale, non trovino soddisfazione in quella sede.
Però se l'Assessore pensa o se il Consiglio pensa che sia necessario rafforzare quello che è già un potere che la Regione ha ( e quando parlo di Regione mi riferisco anche alle strutture tecnico-amministrative dell'Assessorato che sono apparse titubanti quando la Commissione d'inchiesta più volte ha reiterato la richiesta di procedere sulla base di questo articolo di legge) facciamolo pure, però quello che m'interessa ribadire, Assessore, è che gli strumenti già ci sono. Vorremmo che la politica e il volere del Consiglio regionale non fosse prevaricato dall'arroganza delle strutture tecniche, per cui, in base alle risposte che darà l'Assessore io, se sarà necessario, sosterrò questo emendamento e, soprattutto, sosterrò l'azione dell'Assessore se saprà ergersi a difesa delle leggi regionali nei confronti sia della sua struttura sia nei confronti delle strutture degli enti periferici.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, ci troviamo sostanzialmente d'accordo con l'intervento dell'onorevole Manca che, non solo ha citato Sassari - e vorrei ricordare a quest'Aula che abbiamo dibattuto a lungo in una seduta su questo argomento - ma ha fatto riferimento anche ad altre province che purtroppo continuano, anche in questa circostanza, caro Assessore, ad andare per i fatti loro e, guarda caso, dietro delega della Regione, bandiscono concorsi per l'assunzione di altri - altri! -dirigenti e funzionari presso il CESIL .
Io mi chiedo qual è la ratio che ci muove a dare queste indicazioni. Riconosciamo che c'è stato un referendum che ha cancellato le province oppure riteniamo che un accordo qualunque con i loro rappresentanti possa sanare qualunque circostanza? Noi siamo pronti a votare l'emendamento con cui si dà la possibilità alla Giunta di nominare dei commissari che provvedano qualora gli organi deputati delle momentanee province non fanno - e tra l'altro non so, caro onorevole Uras, chi è che controlli effettivamente - quello che sono state richiamate a fare anche nell'ultima legge che ha preso atto dei risultati referendari, cioè una ricognizione e riconsiderazione sui loro dipendenti e i loro territori.
Chi è che controlla l'osservanza degli obblighi che le leggi approvate da questo Consesso pongono in capo a dei soggetti precisi? Mi pare che ancora una volta si voglia lasciar correre così. Poiché è vero che la verità fa liberi allora, in libertà, dico quello che penso: è ora di finirla di parlarci addosso e di non rispettare quello che noi stessi decidiamo. E' ora di decidere azioni puntuali e precise; nel governo della Regione si sono alternati centro destra e centro sinistra ma le regole sono rimaste le stesse che l'onorevole Uras ci richiamava poc'anzi. Forse non tutte le Regioni d'Italia si comportano allo stesso modo, ma certamente ancora una volta la nostra Isola paga le negligenze dello Stato e l'incapacità dei governi regionali di far valere la propria ragione.
Io vorrei ricordare che siamo partiti da una considerazione su cui tutta quest'Aula era d'accordo quando c'era il centrosinistra al governo e l'onorevole Soru era il governatore. Siamo partiti con 10 milioni di euro di richieste nei confronti dello Stato e siamo riusciti ad averne 1 milione e mezzo (riconosciuti a parole e in più accollandoci sanità e trasporti) pensando che si trattasse anche di una grande conquista. Sono queste le cose che fa il Passera di turno e che si riflettono sulle sorti dei nostri disoccupati.
Credo che bisogni incominciare a ragionare più seriamente e portare a compimento quello che si decide davanti al Governo, chiarendo in via definitiva il ruolo che ha questa cosiddetta Regione autonoma della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io utilizzerò molto meno del tempo a mia disposizione. Intervengo per sottolineare la convinzione e la giustezza dell'emendamento numero 1 che ha per primo firmatario il collega Gavino Manca. E' un emendamento alla legge numero 20 del 2005, forse una delle leggi più importanti della passata legislatura e forse la legge meno attuata sia nella passata legislatura sia in quella che stiamo vivendo. L'emendamento pone all'attenzione dell'Aula anche un'altra questione sulla quale credo non sia più procrastinabile un'assunzione di responsabilità; mi riferisco anche agli Assessori presenti.
Noi non possiamo permetterci il lusso di adottare dei provvedimenti di legge e poi assistere impotenti al tentativo, sempre riuscito, di derubricarne l'efficacia da parte di altri organi della Regione. Qui siamo in presenza di una legge regionale del tutto inattuata, siamo di fronte all'impotenza dello stesso legislatore, di pretendere l'attuazione delle norme che licenzia. Io credo che questo emendamento debba essere votato e invito a votarlo possibilmente all'unanimità perché non rappresenti solo un monito, perché non è questo il senso, Assessore. Il senso è il seguente: il Consiglio responsabilizza totalmente la Giunta regionale; è la Giunta che deve verificare quanto esitato da quest'Aula. Quindi, o noi prendiamo atto che siamo degli incapaci nel legiferare (e allora ha ragione chi, per effetto di questi pasticcioni, non attua le norma) ma se così non è, Assessore, la Giunta ha il dovere di intervenire affinché quelle funzioni vengano esercitate e deve farlo con i poteri sostitutivi.
Questa non è una minaccia nei confronti di nessuno, è il richiamo alla possibilità di utilizzo di uno strumento di salvaguardia che dà e fa recuperare credibilità alla massima Assemblea elettiva di questa Regione. Quando noi legiferiamo e assistiamo impotenti a una ridda di interpretazioni discrezionali che hanno il solo obiettivo di non attuare le norme che vengono esitate in quest'Aula, non possiamo continuare ad assistere facendo finta di nulla, altrimenti ha ragione chi ci dice e chi si chiede cosa ci stiamo a fare.
Io credo, Assessore, che questa situazione non possa più essere tollerata, credo che questo emendamento permetta anche alla Giunta di recuperare credibilità, ma soprattutto, insieme alla credibilità, di recuperare anche efficienza nell'attuare e nell'esercitare soprattutto le funzioni che comunque noi deleghiamo (perché questo dobbiamo fare in questo caso) alle autonomie locali. Ecco, questo è il senso di questo emendamento. E' evidente, Assessore, che la replica che lei farà sarà molto importante ma, non me ne voglia, indipendentemente dalla replica, ovviamente, questo è un emendamento che va votato per le motivazioni testè esposte.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
LIORI, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Il parere della Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Agus, Capelli, Cuccureddu e Floris Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 57
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5 della legge regionale n. 3 del 2009, dell'articolo 4, comma 1 della legge regionale n. 12 del 2012, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 13 del 2012, dell'articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2012 e dell'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012
1. Nell'articolo 3, comma 5 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), le parole "alla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle parole "alla data del 30 giugno 2011".
2. Nell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Disposizioni urgenti e integrazioni alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative e ulteriori misure di contenimento della spesa pubblica), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 (Rimodulazione del quadro degli interventi regionali a sostegno delle politiche del lavoro e disposizioni in materia di contratti a termine), le parole "entro i termini stabiliti dall'articolo 6, comma 2 della legge regionale n. 16 del 2011" sono sostituite dalle parole "entro i termini stabiliti dall'articolo 3, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009".
3. Con riferimento all'articolo 3, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009, che rinvia all'articolo 36 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), e con riferimento altresì all'articolo 4, comma 1, della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 13 del 2012, vanno ricompresi sia i periodi lavorativi svolti attraverso contratti di tirocinio formativo retribuito, sia le altre attività lavorative eventualmente svolte in precedenza presso gli enti locali territoriali e le altre pubbliche amministrazioni.
4. Alla fine del comma 7 bis dell'articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2012, è aggiunto il seguente periodo: "le disposizioni di cui al comma 7 non si applicano, inoltre, al personale delle agenzie Laore Sardegna e Argea addetto alle attività necessarie per garantire l'adempimento delle funzioni affidate dalla legge alle agenzie, il cui espletamento non può prescindere da un allontanamento dalla sede di servizio, quali le attività di assistenza tecnica in capo alle aziende agricole e zootecniche, le attività ispettiva, di verifica e di controllo imposte dalla normativa vigente e l'esecuzione delle manutenzioni obbligatorie sugli immobili che le agenzie sono chiamate a gestire, fermi restando, in tutti i casi, gli ordinari stanziamenti di bilancio.".
5. Le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012 si applicano anche agli operatori di tutela ambientale (ex disinfestatori) che hanno prestato servizio presso le amministrazioni provinciali.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti:
Art. 2 bis
Modifiche all'articolo 9 della legge regionale n. 1 del 2011
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 9 (Misure per favorire l'accesso al credito), della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011), è aggiunto il seguente comma:
"4 bis. Per far fronte agli oneri e interessi, scaturenti dal perfezionamento degli accordi con il sistema bancario e creditizio, anche con istituti diversi dalla SFIRS Spa, per operazioni di cessione dei crediti d'impresa inerenti la realizzazione di opere pubbliche e l'acquisizione di beni e servizi mediante gestione diretta, l'istituto della delega, o dell'affidamento con atto convenzionale, l'ente appaltante è autorizzato a utilizzare le risorse finanziarie, derivanti da economie e ribassi d'asta, nei limiti delle somme disponibili risultanti nel quadro economico, a seguito dell'aggiudicazione, assumendoli a proprio carico.".
Emendamento aggiuntivo Salis - Pittalis - Diana Giampaolo - Dedoni - Uras - Sanna Giacomo - Diana Mario
Dopo l'articolo 2 bis è aggiunto il seguente:
Art. 2 ter
Modifiche alla LR n. 6/2012, art. 4, comma 53.
All'articolo 4, comma 53 della LR n. 6/2012 le parole "alla Provincia" sono sostituite con le parole "nella provincia". (2)
Emendamento aggiuntivo Steri - Pittalis - Diana Giampaolo - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Art. 2 bis
Dopo l'art. 2 bis è aggiunto il seguente art. 2 ter:
Art. 2 ter
Disposizioni in relazione agli interventi di cui all'art. 27, comma 2, lett. r), della legge
regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007 e s.m.i.), in materia di contributi per
l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede
"1. Per la realizzazione degli interventi di cui all'art. 27, corruna 2, lett. r), della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge fmanziaria 2007 e s.m.i.), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede, costituiscono titolo di impegno, entro i limiti degli stanziamenti di competenza dell'esercizio, la pubblicazione dei relativi bandi. (3)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Art. 2 bis
All'articolo 4 della legge regionale 18 dicembre 1995, n. 37 (Norme in materia di funzionamento e di assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"2. I Gruppi consiliari possono altresì stipulare contratti di lavoro autonomo concernenti prestazioni d'opera intellettuale per oggetti determinati, da adottarsi in forma scritta, la cui durata non può superare quella della legislatura nella quale detti contratti sono sottoscritti. " (4).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, l'articolo 2 bis, sostanzialmente, introduce una nuova variante ai criteri generali della legge nazionale in tema di lavori pubblici, in quanto stabilisce che gli oneri e gli interessi che devono essere pagati alle banche per la cessione dei crediti delle imprese possono essere, in corso di appalto, prelevati dal quadro economico dei ribassi d'asta e fatti propri dalle amministrazioni appaltanti. Scritta in questo modo questa norma distoglie, distrae fondi che per legge generale dello Stato devono rimanere nel quadro economico e semmai possono essere utilizzati dopo avvenuto il collaudo o dopo che i lavori hanno ricevuto la regolare esecuzione. Introduce quindi una tipologia di voce di quadro economico non assolutamente contemplata nella legge nazionale.
Quindi io capisco la validità della richiesta, ma la norma, così scritta, viola la legge generale e crea una condizione di disparità sul piano nazionale, per cui, Presidente, chiederei eventualmente una sospensione per apportare alcuni correttivi che concorderemo. Altrimenti questa sarà una norma che non servirà a niente e lo dico perché il problema coinvolge le imprese e i lavoratori. E se in questi giorni qualcuno si dovesse rammentare che dovremmo lavorare ogni secondo della nostra vita e della nostra esperienza istituzionale per non ingannare nessuno, ma per fare delle norme utili, io chiederei la cortesia di tramutare questa norma non in un manifesto inutile ma in una norma realmente operativa. Se restasse così, infatti - in quanto crea un elemento di disparità rispetto al contesto nazionale - verrà sicuramente impugnata
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, io credo che le considerazioni svolte dal collega Gian Valerio Sanna, forse (dico forse) potrebbero avere anche un certo fondamento. Se così fosse bisognerebbe rifarsi all'articolo 9 della legge finanziaria, (che peraltro abbiamo votato assieme, collega Gianvalerio Sanna) che attribuisce alla SFIRS la funzione prevista all'articolo 2 bis. Invece ad oggi la SFIRS non ha utilizzato un centesimo del milione e mezzo che gli abbiamo assegnato, e nessuna amministrazione pubblica ha ritenuto di dover andare avanti con la SFIRS. Ma ciò che è anche più grave è che nessuna impresa sarda è riuscita ad avere un rapporto con la SFIRS per questa misura.
Allora, il ribasso d'asta permette la cessione del credito da parte delle imprese, se noi impegniamo una parte del ribasso d'asta così come è descritto nell'articolo 2 bis. Cioè le imprese possono tranquillamente aspettare (tranquillamente tra virgolette, perché tranquillamente le imprese non aspettano mai) perché un conto è che aspettino e non abbiano nessuna garanzia di recupero degli interessi passivi che pagano per le banche, un conto è che abbiano l'assicurazione che una parte di quegli interessi venga garantita dall'ente appaltante.
Io non ho trovato altre soluzioni e mi farebbe piacere se qualche collega potesse trovarne. Magari sarebbe stato opportuno che l'Assessorato dei lavori pubblici avesse letto con attenzione questa norma e quindi avesse espresso un parere tecnico più compiuto, ma poiché così non è io invito l'aula a pronunciarsi positivamente per quest'articolo 2 bis perché ritengo che sia l'unico meccanismo possibile per aggirare in qualche maniera il patto di stabilità ed evitare almeno in parte che le conseguenze finanziarie dei ritardi nei pagamenti dei crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni rimangano a totale loro carico .
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni alla proposta di sospensione dell'onorevole Sanna, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25, viene ripresa alle ore 17 e 34.)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
LIORI, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Sugli emendamenti mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2 bis. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 2.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento aggiuntivo numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa, Diana Giampaolo, Planetta e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 414 .
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Rodin ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Poiché il Presidente della Regione arriverà in aula alle ore 18, sospendo i lavori sino alle ore 18.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 37, viene ripresa alle ore 18 e 00.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento sulla vertenza Alcoa.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, cari colleghi, conformemente a quanto stabilito con la mozione numero 201, recentemente approvata dal Consiglio Regionale, il sottoscritto oggi intende dare notizia sullo stato della vertenza Alcoa, ed in particolare sulle varie questioni che sottendono alla stessa e dalle quali dipende il buon esito o meno di questa vertenza.
E' della giornata di ieri l'incontro che si è tenuto al Ministero per lo sviluppo economico, che avrebbe dovuto rappresentare un passaggio importante, seppure probabilmente pochi si aspettavano potesse esserci un risultato positivo, o comunque superiore a quello che si è ottenuto ieri (che pure non può essere certamente considerato un risultato soddisfacente, anzi direi che è un risultato deludente). La vertenza, com'è noto - la richiamo solo per poter trattare in modo più organico possibile il tema - nasce dalla decisione della multinazionale Alcoa, dell'attuale titolare dell'impianto, di ridurre le proprie produzioni di alluminio in Europa, e questa decisione ha portato a riduzioni sugli stabilimenti italiani e su uno stabilimento spagnolo.
L'Alcoa nel comunicare questa volontà - che originariamente avrebbe dovuto dare il via ad un processo molto più repentino, che avrebbe dovuto portare ad un'interruzione dell'attività, ad un licenziamento collettivo di tutto il personale - si è resa disponibile (soprattutto a seguito delle numerose e costanti interlocuzioni avute con le istituzioni nelle settimane e nei giorni immediatamente successivi a questa decisione) a fare quanto necessario per facilitare e promuovere la cessione dello stabilimento ad altro soggetto. Venne così siglato un accordo, tra azienda, istituzioni e sindacati, col quale veniva prevista una certa procedura, un processo graduale per arrivare a questo risultato.
Poi sono stati avviati i contatti, che hanno portato sostanzialmente, nei mesi scorsi, a far emergere alcuni potenziali interessati che si sono riservati di decidere dopo aver effettuato i necessari approfondimenti. In molti abbiamo riposto grande fiducia in quell'attività, anche perché l'unica vera e concreta speranza di dare continuità al sito è quella di individuare un soggetto disposto a continuare quell'attività, e i soggetti che avevano raggiunto la fase più avanzata del processo per la trattativa, quindi con una sorta di lettera di intenti, erano due: il gruppo svizzero Klesh, e il fondo austriaco Aurelius.
Alcoa, che ha gestito e gestisce direttamente la trattativa (essendo la cessione degli asset un'attività di natura privatistica) in quella fase ritenne, per una serie di motivi, che l'offerta del gruppo Aurelius fosse la più conveniente, e quindi si diede corso all'esame e all'approfondimento su quell'opzione. Purtroppo nei passaggi successivi la trattativa con il gruppo Aurelius si interruppe, in particolare, stando a quanto ci è stato riferito, per la mancanza di garanzie che il gruppo doveva prestare per la continuità aziendale, e quindi la disponibilità ad impiegare quelle risorse necessarie ad assicurare quella continuità. Nel frattempo - si era giunti sostanzialmente al mese di agosto - decorrevano i termini previsti dall'accordo per avviare la fase di spegnimento delle celle.
La fase di spegnimento delle celle, lo ricordo, è una fase che è finalizzata a mettere le celle in sicurezza, per favorire comunque, anche in epoca successiva all'intera fermata dell'impianto, un suo potenziale riavvio. Nondimeno lo spegnimento delle celle rappresenta, sul piano tecnico, ma anche economico, un passo importante ed impegnativo, che presuppone, per la ripartenza delle celle stesse, altrettante impegnative fasi sul piano tecnologico e di esborso finanziario. Per questo abbiamo tutti quanti sempre sperato che si potesse arrivare ad una soluzione prima che arrivasse a conclusione la fase di chiusura delle celle.
Purtroppo, dicevo, non è stato così, ed in mancanza di una lettera di intenti sottoscritta da entrambe le parti, come recitava l'accordo, a partire dal 1 settembre veniva avviato il processo di spegnimento delle celle. Contemporaneamente in quei giorni, anche su sollecitazione delle istituzioni, due dei gruppi che erano originariamente interessati, in particolare il gruppo Klesh, che aveva presentato anche una lettera di intenti, ed il gruppo Glencore, hanno manifestato la volontà, l'interesse a proseguire la trattativa, riaccendendo la speranza per una possibile soluzione.
E' in quel momento che, come amministrazione regionale, abbiamo provveduto a prendere immediato contatto con i due gruppi (con il gruppo Glencore in particolare) per cercare, da un lato, di esercitare una certa pressione perché quell'interesse potesse trasformarsi in un impegno più concreto, dall'altro ovviamente di mettere a disposizione dei potenziali acquirenti tutto il supporto, tutte le necessarie informazioni, che potessero facilitare questo tipo di scelta. Dico tutto il supporto e tutte le informazioni perché, come sapete, la scelta dipende, oltre che dalle condizioni che afferiscono a quel rapporto di tipo privatistico che concerne il trasferimento degli asset, anche dall'esistenza dei presupposti, delle condizioni di base, per poter esercitare in modo economicamente sostenibile, con conti economici quanto meno in pareggio, quell'attività.
Le condizioni sono principalmente tre: la prima è quella legata al costo dell'energia, che è la questione principale, in qualche modo è la madre di tutte le condizioni; poi c'è quella relativa alle infrastrutture, le quali anch'esse, nella misura in cui sono atte e sufficienti ad assicurare quelle condizioni logistiche, di trasporto, di approvvigionamento e quant'altro, incidono sui conti economici perché riducono il costo dei fattori della produzione, e quindi favoriscono un'attività industriale economicamente sostenibile; infine, l'ultima questione era quella relativa al cosiddetto efficientamento dell'impianto.
Ricordo che all'incirca due anni fa, quando fu trattata un'altra questione relativa all'Alcoa e si entrò nella prima crisi, si mise mano a queste condizioni: da un lato si trovò una soluzione, di cui adesso vi dirò (che è quella ancora attuale) per il costo dell'energia, dall'altro si stabilì nell'accordo sindacale l'avvio di un processo per l'efficientamento della produzione, quindi la rivisitazione dei processi produttivi. Quell'attività purtroppo non si trasformò mai in atti concreti e l'azienda non "efficientò" i processi di produzione né (come io ritenevo e ritengo opportuno fare perché potessero e possano essere competitivi) effettuò i necessari investimenti sugli impianti.
Il tema quindi torna di attualità oggi, e questa costituisce la terza delle condizioni che vi ho detto. I potenziali acquirenti, la Glencore e la Klesh, per il momento hanno entrambi fatto presente che quei passaggi sono fondamentali.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, il Consiglio però le consente di continuare.
CAPPELLACCI, Presidente della Regione. Credo sia necessario un minimo di approfondimento sui singoli temi, quindi mi perdonerete se vado oltre i tempi previsti, ma cercherò di arrivare velocemente a conclusione.
Dicevo, i soggetti interessati hanno sottolineato che l'esistenza di quelle condizioni è ancora attuale. E su quel fronte che cosa è capitato? Dal lato governativo è stata confermata (o meglio è in corso di conferma, perché il percorso non si è ancora concluso) la possibilità di mantenere il meccanismo amministrativo attuale, che è quello cosiddetto della super-interrompibilità, che porta il costo dell'energia per kilowattore intorno ai 35 euro (fino a qualche mese fa era a 33 euro, oggi siamo intorno ai 35 euro, fra qualche mese potrebbe sfiorare i 37) comunque in linea con quello che è il costo medio europeo.
Questo tipo di opzione è in corso di rinnovo, dipende dalla Commissione europea, sono stati già avviati i contatti, è stata già notificata la richiesta di rinnovo, la sensazione, i rumors sono positivi, quindi si confida in una conferma della misura. Questa conferma dovrebbe fissare il costo per altri tre anni e (seppure se ne parli poco perché comunque la materia è abbastanza delicata) si sta lavorando anche per una eventuale super-interrompibilità a regime, che quindi possa diventare un meccanismo strutturato. Peraltro, vi ricordo che nel resto d'Europa funziona così, quindi non stiamo chiedendo niente di straordinario, chiediamo un regime che sia sostanzialmente allineato a quello degli altri paesi europei.
In ogni caso, trascorsa questa opzione, se questa durasse solo tre anni, per i sei anni più sei successivi, quindi 12 anni, ci sono altre due misure che sono già operative e che non hanno bisogno dell'autorizzazione della Commissione europea, e sono quella della cosiddetta interrompibilità e quella dell'interconnessione, due misure che, insieme, riescono a raggiungere un risultato che è molto simile a quello della super-interrompibilità.
Questo è il tema principale dell'energia e su questo tema si stanno svolgendo gli approfondimenti con i potenziali interessati. E' stato chiesto un chiarimento, primo fra tutti dalla Glencore, in queste ore sono state trasmesse diverse note di chiarimento al Ministero, il Ministero ha risposto, se non sbaglio l'ultima risposta è di ieri, è di ieri anche l'ennesima richiesta della Glencore. Sostanzialmente il tema, per quanto apparentemente banale o semplice così come l'ho presentato, evidentemente ha delle implicazioni che riguardano altre componenti, anche del costo (come gli oneri di sistema, gli oneri di rete, del dispacciamento) che richiedono un approfondimento tecnico ai tavoli tecnici, che è poi quello che Glencore chiede.
Glencore ha chiesto sostanzialmente di poter aprire un tavolo tecnico nel quale si possa esaminare immediatamente questo aspetto, oltre agli altri due che vi ho richiamato.
Per quanto riguarda la Regione Sardegna io ho incontrato più volte gli amministratori di Glencore, e ho da subito manifestato loro la disponibilità totale da parte dell'Amministrazione regionale a discutere sulle infrastrutture. Le infrastrutture - vi ricordo - trovano soluzione nel Piano Sulcis che abbiamo recentemente approvato e che prevede una dotazione complessiva di 350 milioni di euro, di cui 127 di nuova dotazione a valere sui fondi FAS. All'interno di quegli investimenti c'è poi una parte considerevole (150 milioni di euro in totale) che riguarda l'aspetto infrastrutturale, con alcuni interventi in modo particolare diretti alla viabilità, alla logistica, alla portualità . Ho dato, come dicevo, disponibilità alla Glencore e alla Klesh, per procedere agli opportuni approfondimenti, e la prima riunione tecnica specifica, dedicata a ciò, si svolgerà domani mattina alle 10, proprio con la Glencore, ma poi seguiranno altre riunioni.
Ma torniamo agli avvenimenti di ieri. La riunione di ieri in questo quadro, in questa evoluzione, anche molto varia - che in queste ore registra passi nuovi, richieste di informazioni, necessità di approfondimenti eccetera - era destinata a poter favorire questa trattativa "a bocce ferme", come tutti quanti noi abbiamo sperato, e come peraltro anche la mozione in qualche modo richiedeva con forza, ovverosia la possibilità di dar corso alle trattative, di procedere ad effettuare queste verifiche, interrompendo quel processo di spegnimento delle celle al quale ho fatto riferimento prima.
Quindi, ieri la riunione che si è tenuta con i rappresentanti dell'Alcoa e i sindacati era finalizzata a questo. E' stato chiesto espressamente all'Alcoa di poter valutare questo tipo di opportunità e procedere alla interruzione di quel processo. Peraltro la richiesta era stata rivolta già precedentemente in altre sedi, avevo anche chiesto all'Alcoa un incontro formale, avevo rappresentato questa difficoltà, avevo formalmente chiesto che potesse prendere in esame questa possibilità.
Devo dire che, purtroppo, ieri, nonostante quello che succedeva in strada, nonostante le insistenze delle istituzioni, nonostante l'intervento diretto del ministro Passera sul board americano, la disponibilità dell'azienda è stata limitata, una disponibilità che si è tradotta sostanzialmente nel rallentamento del processo di spegnimento delle celle. Questo processo avrebbe dovuto originariamente concludersi entro la fine del mese di settembre (era previsto per oggi uno spegnimento di ben una novantina di celle contemporaneamente, ieri ce n'erano ancora operative 270) e invece, se non interverranno fatti nuovi, si concluderà entro il prossimo primo novembre, con una continuazione dell'attività dell'elettrolisi sino al 10 di novembre, una continuazione dell'attività di fonderia per trattare l'ultimo materiale residuo sino al 30 di novembre e il mantenimento in azienda di tutti i dipendenti, per completare il processo di messa in sicurezza delle celle, sino al 31 di dicembre.
L'altro elemento parzialmente positivo che si è raggiunto ieri è che la proroga dell'attività di elettrolisi sino al 10 novembre servirà per attrezzare un numero significativo di celle (dovrebbero essere una cinquantina) in modo tale da procedere al loro spegnimento caricandole della materia prima necessaria a consentire (ove la trattativa dovesse sortire un effetto positivo e quindi si potesse procedere al riavvio degli impianti) un riavvio immediato delle celle, e quindi, almeno parzialmente, un riavvio immediato dello Smelter. Anche per le altre celle la messa in sicurezza presuppone un successivo riavvio, ma avrebbero una tempistica differente e quindi non immediata.
Unitamente a questo, dicevo, parziale e deludente risultato (perché tutti quanti noi abbiamo insistito e abbiamo sperato perché ci potesse essere un'interruzione di quel processo finalizzata a consentire il completamento delle trattative) si è affermata da un lato la volontà delle istituzioni di affiancarsi ai potenziali acquirenti per metterli in condizione, con tutto il supporto e l'assistenza necessaria, di andare avanti nella trattativa, dall'altro l'esigenza di procedere con degli step successivi, in modo tale anche da poter dare ai sindacati e alle parti sociali la necessaria informazione.
Questo è lo stato attuale dell'arte. Il passo successivo, per quanto riguarda l'Amministrazione regionale è, come ho ricordato, l'apertura di un tavolo tecnico per domani con la Glencore (e un incontro analogo io spero di poter fissare successivamente con la Klesh) che immagino durerà qualche giorno. Io pertanto mi auguro - questo chiederò - che nei giorni prossimi, possibilmente a partire da dopodomani ma al più tardi lunedì, si apra analogo tavolo al Ministero nel quale poter trattare le questioni che non dipendono direttamente dall'Amministrazione regionale ma che dipendono dal Governo, quindi in particolare il nodo energia.
L'impegno, cari colleghi, è massimo. L'auspicio è che possa servire per arrivare a un risultato e, soprattutto, che ci siano le condizioni perché quelle precondizioni siano assicurate, e quindi ci sia la giusta sensibilità da parte di tutti, primo fra tutti dal Governo nazionale, che è titolare delle azioni necessarie per affermare quelle condizioni. L'auspicio è anche che possa esserci, come c'è stata in questi giorni, la necessaria forza, determinazione e unità di tutti, perché questa è una partita veramente molto delicata dalla quale dipende il futuro di quel territorio e dell'intera Sardegna.
Il Piano Sulcis, di cui ho già parlato, prevede e consente di immaginare uno scenario nuovo e diverso, dà a quel territorio una prospettiva di novità, di diversificazione, quindi in linea con le dinamiche attuali. Ma se noi non saremo capaci di prendere l'esistente e traghettarlo verso quel futuro, con quello scenario, allora qualsiasi piano Sulcis, per quanto importante e fornito di grande dotazione finanziaria, correrà il rischio di non essere attuabile.
PRESIDENTE. Comunico che in sede di Conferenza dei Capigruppo si è deciso di unificare la discussione delle dichiarazioni del Presidente della Regione all'illustrazione delle mozioni numero 206, 175, 190 e 202 e delle interpellanze numero 83 e 228. In sede di Conferenza dei Capigruppo si è anche deciso di limitare il tempo dell'illustrazione a dieci minuti.
L'ordine del giorno reca, pertanto, la discussione congiunta delle Comunicazioni del Presidente della Regione, delle mozioni numero 206, 175, 190, 199, 202, 204 e delle interpellanze numero 83 e 228
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni e delle interpellanze:
Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparto industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIOREGIONALEPREMESSO che:
- sono stati approvati dall'Aula gli ordini del giorno n. 76 e n. 80 del 2012 con i quali si è voluto porre all'attenzione delle massime responsabilità di Governo regionale e nazionale la pesantissima situazione del sistema industriale e produttivo isolano, devastato da un progressivo smantellamento di ogni linea di attività di rilievo e ulteriormente colpito dall'attuale crisi economico-finanziaria nazionale ed europea ;
- in particolare, i territori a vocazione industriale soffrono condizioni ormai insostenibili sul piano economico, occupazionale e sociale, con il diffondersi di gravi fenomeni di povertà e disperazione che colpiscono persone, famiglie e intere comunità locali;
- inoltre, appare necessario rafforzare l'azione politico-istituzionale e di lotta sociale attorno a tutte le vertenze in corso che si sviluppano nelle diverse aree industriali della Sardegna (Porto Torres, Cagliari-Macchiareddu, Ottana, Portovesme, Villacidro), ad iniziare da quelle in fase più acuta come Alcoa e l'intera filiera di alluminio;
CONSIDERATO insoddisfacente l'attuale sviluppo del confronto tra Stato e Regione sulle condizioni di crisi profonda dell'Isola e sulle singole rilevanti questioni che costituiscono l'intera vertenza Sardegna, compiutamente esplicitate nell'ordine del giorno n. 76 approvato dal Consiglio regionale lo scorso 14 febbraio e riconfermate con il successivo ordine del giorno n.80,
riafferma la volontà già unanimemente espressa
1) di richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri la convocazione urgente del tavolo politico partecipato, oltre che dagli organi della Regione, dalle rappresentanze istituzionali locali, dal sindacato dei lavoratori e dalle associazioni e organizzazioni di categoria e delle imprese, per una puntuale ed organica trattazione delle rilevanti questioni che costituiscono l'intera vertenza Sardegna;
2) di agire sul piano istituzionale e politico per la realizzazione degli obiettivi individuati negli ordini del giorno citati in premessa e di promuovere una generale mobilitazione del popolo sardo.
A tal fine
impegna il Presidente della Regione ad agire conformemente. (206)
Mozione Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sullo stato d'attuazione degli impegni assunti a seguito della sottoscrizione del protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIOREGIONALEPREMESSO che:
- il 16 marzo 2010 la Regione, la Provincia di Nuoro, la Sfirs, la Confindustria della Sardegna centrale, Ottana Energia & Indorama Venture Limited, il Consorzio industriale provinciale di Nuoro, i Comuni di Ottana, Bolotana e Noragugume, la Filcem CGIL, la Femca CISL e la Uilcem UIL, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio;
- con tale documento la Regione si impegnava:
1) a recepire gli investimenti, all'interno del PEARS, relativi agli impianti solari e a tutte le opere ad essi accessorie;
2) a farsi promotrice presso le istituzioni nazionali e regionali della risoluzione strutturale dei problemi dei trasporti di merci da e per la Sardegna, intervenendo presso Trenitalia per il ripristino entro il primo semestre 2010 del traghetto Golfo Aranci-Civitavecchia;
3) alla realizzazione del raccordo ferroviario tra la stazione di Porto Torres ed il porto industriale, con un finanziamento di 3 milioni di euro, che avrebbe dovuto consentire l'imbarco dei carri ferroviari su navi traghetto;
4) alla rivitalizzazione del trasporto merci su ferro, tramite incentivi "ferro-bonus" ed altre misure atte a favorire l'ingresso delle imprese private sarde nel mercato attraverso un'alternativa più sicura e ambientalmente sostenibile del trasporto su gomma;
5) alla realizzazione del polo logistico intermodale di Borore-Macomer, dopo aver ripristinato il servizio di trasporto merci e verificato per un anno l'utilizzo delle linee ferroviarie, con un finanziamento per un importo massimo complessivo di 5 milioni di euro;
- anche l'applicazione dell'articolo 6 della legge finanziaria per l'anno 2011, che stanziava ingenti risorse per favorire l'esodo volontario del personale appartenente al Consorzio industriale della Provincia di Nuoro al fine ottenere un cospicuo contenimento di costi e quindi consentire di abbattere le tariffe applicate dal consorzio industriale medesimo, è in forte ritardo;
- il 20 marzo 2012, Confindustria, in una conferenza stampa sul protocollo d'intesa per l'area centrale della Sardegna (patto per il territorio) ha lamentato il mancato rispetto e comunque il grave ritardo da parte della Regione nell'attuazione degli impegni assunti;
CONSIDERATO che:
- l'area industriale della Sardegna centrale vive da anni una condizione di forte crisi che cagiona un crescente aumento della popolazione disoccupata nell'area di riferimento, creando gravissimi disagi sociali;
- sono presenti in quell'area importanti aziende con forti prospettive di crescita e quindi di riassorbimento della disoccupazione e della diseconomia dell'indotto;
- tali aziende, con particolare riferimento alle multinazionali che hanno investito ingenti risorse nelle iniziative intraprese, hanno ottemperato ai loro impegni con rigore e puntualità, hanno già manifestato disagio per i ritardi accumulati dalla Regione e si paventa quindi il loro disimpegno, con le intuibili dannose ricadute sia sull'economia che sui livelli occupazionali, che risulterebbero irrimediabilmente compromessi;
- di contro, sul territorio, per le caratteristiche e le infrastrutture preesistenti e per le condizioni di base, si configura la possibilità di nuovi investimenti attraverso l'ottimizzazione dei servizi e dei costi di produzione,
impegna la Giunta regionale
1) ad assumere formale impegno nel perseguire tutti gli obiettivi stabiliti nel protocollo di intesa per l'area centrale della Sardegna del 16 marzo 2010 con particolare riferimento ai punti sopra indicati;
2) a richiedere la convocazione urgente dei tavoli tra la Regione e le parti interessate, presso i quali stabilire con certezza modi e tempi per l'attuazione dei punti contenuti nel protocollo. (175)
Mozione Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sulle condizioni che si sono verificate nell'area industriale di Ottana a seguito del disimpegno della società Terna nei confronti di Ottana Energia e sul suo declassamento, nonché sulle gravi ripercussioni sulle aree industriali sarde a seguito di tale declassamento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- Terna Rete Italia Spa, azienda compartecipata dallo Stato, dal 6 aprile fino al 7 maggio 2012 ha azzerato il fabbisogno soddisfatto dalla centrale elettrica di Ottana;
- dal 7 aprile 2012 i gruppi ad olio combustibile di Fiume Santo sono chiamati in produzione per la maggior parte delle ore (gruppi 1 e 2);
- dal giorno 8 maggio 2012 viene ripristinato per la centrale elettrica di Ottana il fabbisogno di riserva secondaria, che impegna la centrale per un numero inferiore di ore rispetto a quanto avveniva dal 2006 fino al 6 aprile 2012, di fatto declassandola dal ruolo di riserva essenziale;
- Ottana Energia ha una produzione similare o superiore a circa la metà degli impianti dichiarati essenziali in Italia per l'anno 2012, mentre vengono classificati essenziali quelli del Sulcis e di Fiume Santo, che insieme al CIP6 di Sarlux producono circa il 90 per cento del fabbisogno della Regione;
- Terna Rete Italia Spa, con un comunicato datato 6 giugno 2012 ha affermato che la ragione fondante del declassamento della centrale di Ottana erano i costi dell'energia superiori del 50 per cento rispetto alla media delle altre centrali, nonché l'attivazione del cavo sottomarino Sapei e il fatto che, per garantire i necessari regimi di tensione, sia necessario approvvigionarsi da centrali disposte nell'area settentrionale e nell'area meridionale dell'Isola;
- la fornitura a Terna Rete Italia Spa, dei servizi di dispacciamento costituiva circa il 60 per cento del fatturato di Ottana Energia;
- entro il 30 giugno 2012 Ottana Energia, per arginare le spese determinate dal crollo delle produzioni, sarà costretta ad un taglio dei costi che inevitabilmente avrà ripercussioni sul mantenimento dei posti di lavoro e sulla prosecuzione dei contratti di appalto a ditte terze ed estranee;
- in tempi brevissimi si giungerebbe al blocco totale della centrale energetica, con la conseguente chiusura anche di Ottana Polimeri;
- quindi, il polo chimico energetico della Sardegna centrale, strategico nel sistema industriale sardo, sarebbe destinato inesorabilmente al collasso e a morte certa;
- il Gruppo Indorama, che sino ad oggi ha garantito il buon andamento di Ottana Polimeri, vista la situazione precaria conseguente al disimpegno di Terna, sta vagliando la possibilità di interrompere la produzione per la mancanza dei requisiti che si designavano precedentemente;
- ove Ottana Polimeri dovesse chiudere, inevitabilmente anche Polimeri Europa sarebbe costretta ad interrompere il flusso di investimenti annunciati su Sarroch, in considerazione del fatto che verrebbe a mancare il maggiore consumatore dei prodotti necessari per la produzione di Ottana Polimeri, che utilizza primariamente la materia prima prodotta da Polimeri Europa a Sarroch;
- Ottana Energia, pur avendo i requisiti per essere considerata come centrale elettrica essenziale nel sistema di produzione di energia regionale, nell'attuale regime è stata di fatto declassata;
- nei giorni scorsi, con un comunicato stampa congiunto di Confindustria e delle forze sindacali, è stato confermato che Ottana Energia è in grado di fornire energia elettrica ai prezzi di mercato ritenuti equi da Terna Rete Italia Spa (150 euro a MW/h);
- il 16 marzo 2010 la Regione, con le istituzioni, le aziende interessate alla produzione di energia elettrica e le forze sindacali, ha sottoscritto il documento denominato "patto per il territorio" che determina nuovi investimenti a favore della produzione energetica e dello sviluppo industriale dell'area della Sardegna centrale;
CONSIDERATOche:
- Ottana Energia, per i servizi erogati e per le relazioni commerciali instaurate, determina quindi la permanenza nell'Isola di Indorama e di Polimeri Europa;
- Ottana Energia, direttamente e nell'indotto, determina l'occupazione di circa 500 lavoratori e l'esistenza di 30 aziende aventi importanti relazioni commerciali con Ottana Energia medesima,
impegna la Giunta regionale
ad aprire in tempi brevissimi, e comunque prima del 30 giugno 2012 un tavolo istituzionale con tutti i soggetti coinvolti, al fine di aprire il confronto con il Governo per fare in modo che Terna Rete Italia Spa, compartecipata dello Stato, proceda al riassetto dell'approvvigionamento energetico nell'Isola, favorendo la ripresa di piena produzione da parte di Ottana Energia. (190)
Mozione Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- è stata ripetutamente posta all'attenzione del Governo regionale la grave situazione del comparto industriale chimico della Sardegna, in particolare con gli ordini del giorno n. 19 e n. 52, la risoluzione n. 4 della Sesta Commissione e da ultimo l'ordine del giorno n. 80;
- il salvataggio degli impianti e delle produzioni della Vinyls è di fondamentale importanza per il mantenimento dei livelli occupativi e per la permanenza in Sardegna di una presenza industriale significativa per la forte integrazione esistente tra gli stabilimenti del nord Sardegna e l'area chimica di Assemini;
RICORDATO che dal 2008, e dopo ben due gare internazionali, si sono susseguite manifestazioni d'interesse all'acquisto degli impianti rivelatesi inaffidabili e non fondate su un serio progetto industriale (Gruppo SAFI, Ramco, Fondo GITA, Finambiente) e che ogni tentativo di soluzione della vertenza proposto dal MISE si è finora dimostrato incapace di individuare un solido scenario per il futuro dell'industria chimica isolana;
PREOCCUPATO per il silenzio calato sulla crisi del polo chimico di Porto Torres dopo che si sono spenti i riflettori sulla protesta attuata dai lavoratori con l'occupazione dell'Isola dell'Asinara, ribattezzata l'Isola dei cassintegrati, ribalta di cui hanno goduto politici, sottosegretari e ministri, purtroppo senza nessun esito favorevole per la Vinyls nonostante l'abbondanza di promesse di imminente soluzione;
CONSIDERATO che:
- il 29 giugno scorso è scaduto il bando per la presentazione di offerte migliorative rispetto a quelle pervenute e il prossimo 17 settembre 2012 si terrà presso il Ministero dello sviluppo economico (MISE) un incontro tra Ministero e Amministrazione controllata;
- le maestranze dello stabilimento Vinyls hanno garantito il presidio e la bonifica degli impianti, ma dal mese di maggio 2012 non ricevono lo stipendio e dal 9 giugno è scaduta la cassa integrazione e il Ministero non si è ancora pronunciato sulla proroga;
- nello stabilimento di Porto Torres gli impianti versano ormai in uno stato di desolante abbandono e degrado, le stesse condizioni di sicurezza appaiono preoccupanti,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a garantire la presenza delle massime istituzioni della Regione all'incontro del 17 settembre 2012 a Roma, insieme ai sindaci di Sassari, Alghero e Porto Torres e al Presidente della Provincia di Sassari;
2) a chiedere al Ministero per lo sviluppo economico, nelle more delle decisioni sull'alienazione degli impianti di Porto Torres, di promuovere ogni azione per arrestarne il degrado al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico;
3) a chiedere al Governo un impegno per la proroga della cassa integrazione scaduta il 9 giugno 2012,
impegna altresì il Presidente, la Giunta regionale e il Consiglio stesso
a promuovere, insieme ai sindacati, ai lavoratori e alle istituzioni locali una grande assemblea nello stabilimento Vinyls di Porto Torres prima dell'incontro del 17 settembre 2012 per riportare l'attenzione dell'opinione pubblica e del Governo sulla vertenza. (202)
Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Cocco Pietro - Meloni Marco sulla trattativa di cessione dei comparti industriali di Assemini e Porto Torres alla società Ramco.
I sottoscritti,
premesso che:
- presso il Ministero dello sviluppo economico è in atto la trattativa fra i commissari straordinari del governo e l'ENI per la cessione dell'azienda chimica Vinyls, presente con impianti produttivi a Porto Torres alla società araba Ramco;
- il Ministro Scajola ha garantito un iter procedurale molto spedito per una positiva soluzione che mantenga gli attuali livelli occupazionali del comparto chimico in Sardegna, concordando con l'ENI gli impegni presi per un rapido riavvio degli impianti;
- l'ENI ha confermato la disponibilità a cedere gli assetti per chiudere un accordo con Ramco sulla distribuzione di materie prime e servizi;
considerato che:
- il processo di trasferimento aziendale degli impianti Syndial di Assemini debba passare attraverso il riavviamento degli impianti a PVC-VCM di Porto Torres, indispensabili per la ricongiunzione della catena dei cloroderivati;
- senza la necessaria condivisione e prospettiva di confronto con le istituzioni locali e regionali, i lavoratori e le rappresentanze sindacali, si rischia di procedere ad una cessione degli impianti chimici di Assemini e Porto Torres senza alcuna garanzia, come più volte denunciato sia dai sindacati che anche dalla massima Assemblea legislativa durante le varie discussioni ed impegni assunti per salvaguardare l'intero comparto chimico in Sardegna;
preso atto che senza le opportune garanzie sul riavvio della produzione di fenolo/cumene, nonché sugli investimenti per il cracking, si profila lo scenario di una cessione degli impianti di cloro e dicloretano di Assemini che indebolisce l'intero comparto riducendolo alla sola commercializzazione,
chiedono di interpellare il Presidente del Regione e l'Assessore regionale dell'industria per conoscere:
1) se intendano procedere nei confronti del Governo per un immediato confronto con le parti interessate, al fine di tutelare il futuro delle chimica in Sardegna nel processo di trasformazione aziendale;
2) se nella trattativa fra Governo, ENI attraverso la sua controllata Polimeri europa e Ramco si stiano rispettando gli impegni precedentemente assunti negli incontri effettuati presso il Ministero dello sviluppo economico;
3) se il reale piano industriale della società Ramco con la richiesta d'acquisto o affitto degli impianti Vinlys in Sardegna sia finalizzato alla sola commercializzazione del cloro-dicoloretano o ad un effettivo rilancio della chimica con prospettive di riavvio di produzione di PVC e VCM. (83)
Interpellanza Bruno sui più recenti sviluppi della vertenza Vinyls e in particolare sul progetto di impiego dei lavoratori in CIGS per attività di pubblica utilità per la sicurezza.
Il sottoscritto,
premesso che ogni tentativo di soluzione della vertenza Vinyls proposto dal Ministero dello sviluppo economico e dai commissari straordinari si è finora dimostrato inefficace e incapace di individuare uno scenario chiaro sul futuro dell'industria chimica a Porto Torres e si attendono gli sviluppi della vicenda legati alla presentazione delle tre proposte migliorative, compresa quella del fondo Gita che ancora, nonostante il fallimento della prima trattativa, compare fra i soggetti ritenuti validi dal Governo nazionale per l'acquisizione degli impianti;
considerato che il 19 aprile 2011, durante un incontro tenutosi a Roma nella sede del Ministero dello sviluppo economico al quale hanno partecipato i Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, i rappresentanti delle Regioni Sardegna, Veneto ed Emilia Romagna, delle Province di Sassari, Venezia e Ravenna e dei rispettivi comuni, dei sindacati nazionali e territoriali dei chimici e dei commissari straordinari, il Governo ha presentato un progetto di gestione dell'attuale fase transitoria, che prevede la collocazione dei lavoratori in cassa integrazione (CIGS) a zero ore e, contemporaneamente, ne dispone l'impiego negli impianti per attività finalizzate a evitare rischi di natura ambientale, attività di pubblica utilità per garantire la sicurezza;
rilevato che:
- i lavoratori esercitano già l'attività di controllo nei periodi di fermata degli impianti prevista e, come tale, normalmente retribuita, mentre tale progetto di fatto li inquadrerebbe come lavoratori socialmente utili che, richiamati in servizio dalla posizione di cassa integrazione per un massimo di 20 ore settimanali, percepirebbero un compenso pari al 40 per cento dello stipendio e per di più a carico delle regioni interessate e non attraverso le risorse a disposizione dei commissari straordinari, negando quindi ai lavoratori la retribuzione cui avrebbero diritto e sostituendola con uno strumento di sostegno al reddito;
- l'impiego delle maestranze così configurato è in grado di garantire il presidio dei lavoratori ma non la sicurezza degli impianti, che necessitano comunque anche di costanti interventi manutentivi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
quando intendano riferire in Consiglio regionale sui dettagli delle tre proposte migliorative presentate il 28 aprile 2011 e del progetto proposto dal Governo durante il tavolo tecnico del 19 aprile 2011;
se non ritengano opportuno attivarsi affinché la scellerata soluzione che emerge dal progetto di cui al punto precedente, ennesima puntata della farsa che va in scena ogni giorno da troppi mesi sulla vertenza Vinyls, sia discussa con serietà e possa essere rivista per evitare che i lavoratori si ritrovino ad essere obbligati a prestare la loro opera di fatto privi di qualsiasi tutela e contra legem, ma onerati di responsabilità che, in condizioni normali, dovrebbero ricadere sulle aziende;
se non ritengano opportuno attivarsi ulteriormente e con ogni mezzo per pretendere dal Governo e dai commissari di Vinyls risposte chiare e definitive sul futuro degli impianti chimici localizzati nell'area industriale di Porto Torres, anche a garanzia delle retribuzioni dei lavoratori maturate nel corso della vertenza e in relazione agli aspetti legati alla pubblica sicurezza e, in particolare, alla luce della recente presentazione delle tre proposte migliorative. (228).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 206 ha facoltà di illustrarla.
URAS (Gruppo Misto). La mozione tratta della vertenza Sardegna e richiama, come si evince dal suo contenuto, gli ordini del giorno numero 76 e numero 80, ovvero quelli con i quali, a larghissima maggioranza, questo Consiglio ha impegnato la Giunta a richiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri la convocazione urgente di un tavolo politico partecipato. Lo rammento perché su questa questione si discusse anche con le parti sociali. Si tenne, infatti, anche un congresso, un'assemblea degli stati generali della Sardegna, come pomposamente ormai la definiamo, perché quel tavolo politico, partecipato dagli organi della Regione (tutti gli organi, quello legislativo e quello esecutivo) dalle rappresentanze istituzionali locali, dal sindacato dei lavoratori, dalle associazioni e organizzazioni di categoria delle imprese, trattasse tutti i temi che sono all'ordine del giorno nel confronto con lo Stato, di cui anche questa violenta procedura di dismissione dell'apparato produttivo industriale è parte.
Unitamente a questo obiettivo, quegli ordini del giorno chiedevano alla Giunta regionale, e al Presidente della Regione in particolare, di agire sul piano istituzionale e politico per la realizzazione degli obiettivi individuati, a partire dalla conferma dell'immediata attuazione del novellato articolo 8 dello Statuto e quindi della conclusione dell'annosa partita sulle entrate (alla fine di quest'anno il debito che lo Stato avrà nei confronti della Regione sarà di almeno 2 miliardi, e non per indisponibilità di mezzi ma per consapevole violazione da parte del Governo delle leggi dello Stato) e di promuovere una generale mobilitazione del popolo sardo.
Presidente, queste questioni, che sono state configurate in questo modo in accordo con la Giunta regionale e con il Presidente, rimangono lettera morta, sono totalmente prive di conseguenti azioni da parte dell'Esecutivo, e soprattutto incidono negativamente sulla gestione delle vertenze in atto, a cominciare da quella dell' Alcoa. Vi è la presunzione nel Governo che quella sia la battaglia di cinquecento lavoratori, forse di qualche migliaia tenuto conto dell'indotto, forse di un territorio povero e impoverito anche dall'azione dello Stato, anche dalla trascuratezza delle istituzioni, anche dall'ingordigia del capitalismo imprenditoriale multinazionale, ma sicuramente pensano che quello non sia uno dei capitoli rilevanti della vertenza che la Sardegna ha nei confronti dello Stato, e che deve assumere anche nei confronti di chi viene in Sardegna per produrre e tanti aiuti riceve per produrre.
Invece noi dobbiamo dare la dimensione diversa, dobbiamo cioè richiamare il presidente Monti e i suoi Ministri ad essere conseguenti rispetto alle leggi dello Stato (a incominciare dalla partita delle entrate) ad adempiere alle leggi, a mantenersi nell'ambito della legalità, della legalità costituzionale che ci riguarda direttamente, perché l'articolo 8 è un articolo dello Statuto speciale.
Ma dobbiamo anche far vedere al Governo che c'è un Popolo che si ribella a un destino al quale lo stesso Governo lo sta condannando, il destino di andare alla deriva, di essere, cioè, non oggetto di un'iniziativa di separatezza dello Stato, ma vittima di una decisione che tende a separare dal beneficio che trae il cittadino per appartenere allo Stato e all'Unione europea il popolo che risiede in Sardegna. Ci separano loro, ci frammentano ogni diritto e ci frammentano ogni iniziativa vertenziale, ci frammentano ogni iniziativa di lotta. Polverizzano, polverizzano la nostra iniziativa per renderla sterile, per far pagare a noi un prezzo che invece dovrebbe essere pagato da altri.
Vengono, sono aiutati, producono, fanno utili, violentano il territorio, lo inquinano e poi pensano, aiutati da qualche ministro "illuminato", di poter dire: arrivederci e grazie, questa è una questione solo privatistica. Presidente, non è una questione privatistica. E' una questione che richiama responsabilità politiche e pubbliche: gli aiuti sono pubblici, i soldi sono pubblici, il sacrificio di un popolo, di un territorio è il sacrificio di una comunità, quindi ha un valore pubblico che deve essere pubblicamente tutelato. Tutto questo non si può accettare.
La strada da intraprendere doveva essere quella di chiedere un confronto serio, politico (non di essere ricevuti in piccola delegazione come se fossimo qualcuno che va lì a chiedere l'elemosina) con pari dignità, perché la Repubblica si articola in Stato, Regioni, province, comuni, città metropolitane, in un rapporto paritario, ognuno responsabile per la sua parte .
Un incontro partecipato dove non è escluso il popolo e le sue articolazioni. Un popolo mobilitato, mobilitato sempre in tutte le sue parti, in tutti i suoi territori, su tutte le sue vertenze, mobilitato sempre, ad incominciare dal Consiglio regionale e dalla sua Giunta regionale. Noi chiediamo che questo si attui così come ha votato questa Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Renato Lai è rientrato dal congedo.
Uno dei presentatori delle mozioni numero 175 e 190 ha facoltà di illustrarle.
CUCCA (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, le mozioni trattano della crisi dell'area industriale di Ottana della quale tutti sembra che ci siamo dimenticati e, soprattutto nell'ultimo periodo, sembra se ne sia dimenticata la classe politica .
Le origini della crisi industriale, non solo dell'area di Ottana, non sono certo da ricercarsi nei tempi attuali. Abbiamo la consapevolezza - di questo dobbiamo dare atto a questa amministrazione regionale - che questa è solo la punta dell'iceberg rispetto alla crisi generale del comparto industriale della Sardegna che va avanti ormai da anni e che ha generato la chiusura di tante realtà industriali dell'Isola. Questa crisi ha penalizzato però in maniera forse irrimediabile la provincia di Nuoro che ha subito una perdita di migliaia di posti di lavoro mai recuperati.
Nel passato come in tempi recenti ho affermato in questa Aula che da almeno tre lustri la Sardegna è priva totalmente di un serio programma di politica industriale che consenta una visione strategica della materia, capace di mettere in campo azioni serie a tutela delle realtà industriali e soprattutto dei posti di lavoro che vanno irrimediabilmente e progressivamente persi.
La riprova incontestabile di questa gravissima lacuna dell'Amministrazione regionale - di questa come di quella che l'ha preceduta - è costituita dal fatto che per anni la Regione è stata capace soltanto di affrontare le crisi con provvedimenti tampone che hanno determinato l'erogazione di somme ingentissime di danaro per far fronte al pagamento dei soli stipendi dei lavoratori o per altre esigenze che però non hanno messo le imprese in condizione di risolvere alla radice il problema, rinviando soltanto la chiusura della fabbrica e la perdita dei posti di lavoro.
Questi provvedimenti hanno soltanto drenato enormi risorse economiche, enormi quantità di danaro che avrebbero invece potuto essere utilizzate in maniera più proficua nella riconversione della realtà industriali, adeguandole anche alle nuove realtà che la globalizzazione ha imposto nelle nostre economie. Al riguardo cito un solo caso emblematico: quello della Legler. Siamo andati avanti per circa 5 anni erogando danaro in quantità assolutamente straordinarie per poi invece arrivare alla chiusura e alla conseguente perdita di 900 posti di lavoro. E tutto questo, come dicevo, è frutto dell'assenza di una politica industriale seria e denota l'incapacità dell'amministrazione regionale di gestire le problematiche gravi del comparto.
E' in questo contesto che si inseriscono queste due mozioni. La numero 175 in effetti tratta dello stato di attuazione del protocollo d'intesa tra la Regione, la Provincia di Nuoro, la SFIRS, la Confindustria, il consorzio industriale provinciale di Nuoro, i Comuni di Ottana, Bolotana e Noragugume e i sindacati. Questo patto, nominato patto per il territorio, questo protocollo d'intesa era stato sottoscritto il 16 marzo 2010 e prevedeva una serie di impegni da parte della Regione che non richiamo neppure per economia di tempo. Però debbo osservare che di tutti questi impegni nulla è stato di fatto attuato e quel contenuto è rimasta lettera morta. Non è andato avanti niente, anzi si sta regredendo in maniera assolutamente inesorabile. Ed è questo poi che ha originato la presentazione della seconda mozione che induce a dire che purtroppo mentre a Roma si discute Sagunto brucia.
La nostra provincia, infatti, la provincia di Nuoro, mentre noi stiamo qui a discutere e ad assumere impegni che vengono regolarmente disattesi, muore; le realtà industriali nuoresi muoiono inesorabilmente. Questo tema è stato affrontato oggettivamente in quest'Aula con grandissimo ritardo perché già da tempo avremmo dovuto fare quello che si sta facendo oggi, cioè introdurre nel pacchetto delle vertenze aperte anche il tema importantissimo della realtà industriale della Sardegna centrale. Ed è assolutamente sconcertante che sia accaduto quello che il senatore Silvestro Ladu ha riferito di recente, che cioè, sottoponendo il problema del comparto industriale della Sardegna centrale al sottosegretario De Vincenti, questi abbia risposto di non saperne assolutamente nulla, sia caduto totalmente dalle nuvole. Non era a conoscenza di nulla di ciò che stava accadendo a Ottana e nella Sardegna centrale.
Questo denota evidentemente l'incapacità sia dell'Amministrazione regionale, sia, se mi consentite, anche dei nostri rappresentanti politici in Parlamento, di far sentire autorevolmente le loro voci sulla tutela delle istanze del popolo sardo presso il Governo centrale. Il Governo centrale viene richiamato ai suoi obblighi soltanto dopo che le manifestazioni di piazza si fanno sempre più incalzanti e pressanti, quando cioè la tollerabilità raggiunge il livello di guardia; solo in quel momento si arriva, appunto, a prendere in considerazione le istanze giustissime di un intero comparto e di un intero territorio. Anche a Ottana, evidentemente, il livello di guardia è stato ampiamente superato.
Come sapete è accaduto che Terna Rete Italia SpA, un'azienda compartecipata dallo Stato, improvvisamente abbia azzerato il fabbisogno che veniva soddisfatto nella centrale elettrica di Ottana, privilegiando, invece, la produzione dei gruppi di olio combustibile di Fiume Santo. Successivamente, nella centrale elettrica di Ottana - faccio un brevissimo sunto di quello che è accaduto - è stato ripristinato il fabbisogno di riserva secondaria che impegna la centrale per un numero inferiore di ore rispetto a quanto avveniva dal 2006 fino ad aprile 2012, di fatto declassandola al ruolo di riserva essenziale.
Dico questo perché, pur non avendo mai avuto la centrale di Ottana l'essenzialità, però di fatto aveva una produzione similare o addirittura superiore a circa la metà degli impianti dichiarati essenziali in Italia per l'anno 2012; al contrario, vengono dichiarati essenziali sia quello del Sulcis sia quello di Fiume Santo. Terna Rete Italia, improvvisamente, come dicevo, ha affermato che la ragione fondante del declassamento risiedeva nei costi dell'energia superiori del 50 per cento rispetto alla media delle altre centrali, nonché nell'attivazione del cavo sottomarino SAPEI che, per garantire il necessario regime di tensione, rendeva necessario approvvigionarsi da centrali disposte nell'area settentrionale e nell'area meridionale dell'Isola, con evidente esclusione di Ottana Energia, non tenendo però in considerazione che la fornitura a Terna Rete Italia SpA costituiva il 60 per cento del fatturato di Ottana Energia.
Sappiamo poi come sono andate le cose. Terna aveva riattivato le forniture da Ottana Energia, poi nel mese di agosto, nonostante gli impegni precedentemente assunti, si sono chiusi totalmente i rapporti, e Terna ha smesso di approvvigionarsi da Ottana Energia. Ovviamente, Ottana Energia, in queste condizioni, per arginare le spese determinate dal crollo della produzione si trova nelle condizioni di non poter più garantire né i posti di lavoro, né la prosecuzione dei contratti in essere con le ditte terze ed estranee, e in tempi brevissimi si arriverà al blocco totale degli impianti nella zona industriale di Ottana con la conseguente chiusura anche di Ottana Polimeri.
A questo riguardo è bene sottolineare che questo problema non è un problema solo di Ottana, perché se chiude Ottana Polimeri o chiude Europa Polimeri, che si approvvigionava per il 50 per cento di materia prima da Sarroch, (Sarroch forniva, appunto, la materia prima per la produzione del PET a Ottana Polimeri, e anzi si era impegnata a raddoppiare la produzione per consentire che tutto il fabbisogno di Ottana Polimeri pervenisse da Sarroch) è evidente che, come è stato ampiamente preventivato, anche Sarroch si troverebbe a non avere più uno sfogo e uno sbocco per la propria produzione. Quindi, non è un problema soltanto di Ottana, è un problema del crollo del polo chimico energetico dell'intera Sardegna, che è strategico nel sistema industriale della Sardegna stessa.
In questo contesto, non si deve neanche dimenticare che è stata data la prova che Ottana Energia è in grado di fornire energia elettrica a prezzi di mercato ritenuti equi da Terna stessa, che oggi inspiegabilmente nega la circostanza, e soprattutto occorre ricordare che, se dovesse crollare, come dicevo, Ottana Energia con il fermo anche di Ottana Polimeri, è evidente che crollerebbe il sistema occupazionale in quella zona, che, giusto per rammentarlo, dà lavoro a circa cinquecento lavoratori e soprattutto dà vita anche a trenta aziende differenti che sono in questo momento per lo più floride ma anch'esse destinate a chiudere e a sparire ove Ottana Energia fosse costretta anch'essa a chiudere.
Questo è il contenuto delle mozioni che sono state presentate; è una richiesta di attenzione, è soprattutto finalmente una richiesta che venga aperto un tavolo col Governo per la soluzione di questi problemi (al quale tavolo, evidentemente, per quel che riguarda il problema di Terna, deve partecipare anch'essa, considerato che è un'azienda partecipata dello Stato) mentre d'altro canto si chiede che l'amministrazione regionale finalmente dia attuazione al cosiddetto patto per il territorio, cioè al protocollo d'intesa che era stato sottoscritto sin dal 2010 e che non ha avuto fino ad oggi nessun seguito. E' per questo che si chiede l'approvazione delle due mozioni.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 202 ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Io devo illustrare una mozione firmata dall'intero centrosinistra, ventinove consiglieri regionali, che affronta in particolare i problemi del territorio del nordovest della Sardegna. Però vorrei, se il presidente Cappellacci mi ascoltasse, parlare della vertenza Sardegna, perché credo sia questo il tema che noi dovremmo affrontare, sentendo diversi cittadini sardi.
Mi chiedo, ma serve discutere in Consiglio regionale di una mozione oppure è meglio agire? Ha senso, in un momento nel quale questo Consiglio regionale dovrebbe essere impegnato a garantire, anche attraverso riforme sostanziali, l'uguaglianza tra citttadini, tra cittadini sardi e gli altri cittadini italiani? Ha senso in un momento nel quale dovrebbe cercare di trovare le misure per garantire un'equiparazione per quanto riguarda il costo dell'energia, per quanto riguarda la continuità territoriale delle persone e delle merci, per quanto riguarda il rapporto pattizio con lo Stato, quindi il riconoscimento dei nostri diritti?. E ci rendiamo conto che siamo tremendamente in ritardo, che abbiamo probabilmente, Presidente, sprecato almeno tre anni, almeno i tre anni di questa legislatura, senza essere riusciti a dare risposte che permettessero ai cittadini sardi di godere almeno delle stesse condizioni di partenza degli altri cittadini italiani, di avere gli stessi diritti di che stanno alla base di una democrazia, di una convivenza all'interno di uno stesso Stato?
All'interno di questa situazione, dove noi dobbiamo comunque garantire quei prerequisiti per attrarre lavoro, per conservarlo, la vicenda della Vinyls, una vertenza nazionale, ci ha tenuto occupati per tre anni e poi è caduta nel dimenticatoio. Da un lato c'è stato il rapporto con lo Stato, dall'altro il rapporto con l'ENI. L'ENI che (lo abbiamo ripetuto spesso in questi anni) ha fatto e probabilmente fa la politica industriale del nostro Paese, che fa probabilmente la politica (mi dispiace dirlo) a volte anche dei sindacati del nostro Paese, che fa probabilmente anche la politica dell'opposizione in questo Paese, che decide per noi, nonostante i nostri Stati generali, nonostante le nostre trattative anche a Palazzo Chigi.
L'ENI ha deciso per noi, e noi non siamo riusciti ad ottenere, per esempio, l'apertura di quel tavolo nazionale sulla chimica, che richiediamo da anni, prima di questa legislatura, per capire il ruolo strategico per esempio della chimica in Italia e quindi in Sardegna, per capire se c'è questo ruolo, al di là delle parole dei ministri di turno.
In questi anni abbiamo sentito molte promesse, presidente Cappellacci, e lei le ricorda benissimo perché spesso ha accompagnato i ministri del Governo Berlusconi che le hanno fatte. Penso al Ministro Romani, che ha detto a quegli stessi lavoratori che ho incontrato ieri (2 di loro si trovano a 110 metri di altezza nella torcia del PVC a Porto Torres) di stare tranquilli che "ci metteva la faccia". E ce l'ha messa anche lei, presidente Cappellacci, ma i risultati finora non si sono visti.
Abbiamo assistito ad una litania di ipotesi, l'abbiamo ricordata: dall'assessore veneto Sartor, salvatore della patria nella sua campagna elettorale, al gruppo arabo Ramco, al fondo svizzero Gita, alla società croata Dioki, a Fin Ambiente, fino ad arrivare alla proposta di questi giorni, che comunque offre speranza, quella della società brasiliana, di cui non sappiamo molto, ma sappiamo che ha presentato una manifestazione di interesse, di intenti, che si potrebbe concretizzare (così ci dicono) entro 30 giorni, con un piano industriale.
E' stata fissata anche una ulteriore data - noi lo scriviamo nel preambolo, nel dispositivo della mozione - quella del 17 settembre, per la quale è stato fissato un incontro tra il Ministero dello sviluppo economico e i commissari, l'amministrazione controllata di Vinyls. Noi nella mozione chiediamo, presidente Cappellacci, che non ci siano vertenze di serie A e di serie B, che ci sia un'unica vertenza Sardegna e che quell'incontro non sia semplicemente un incontro tecnico, dove magari si parli di proroga di cassa integrazione, ma sia un incontro istituzionale, ai più alti livelli, dove sia presente il Presidente della Regione (che rappresenta tutti i sardi, anche quelli del Nordovest della Sardegna) dove siano presenti i sindaci dei territori, di Sassari, di Alghero, di Porto Torres e i sindacati.
Chiediamo, insomma, che quello del 17 settembre sia un incontro di alto livello, che dica a quei lavoratori delle parole finalmente chiare, che offra certezze, garanzia di un futuro, garanzie di uno stipendio, quello stipendio che non ricevono da oltre 3 mesi, nonostante abbiano accettato un accordo che riguarda un lavoro di bonifica, ma che non sta trovando riscontro soprattutto nel riconoscimento del diritto essenziale, che è quello del salario.
Ieri mi sono recato a visitare gli stabilimenti del polo petrolchimico di Porto Torres, che si trovano in uno stato veramente di abbandono, credo ai limiti anche della sicurezza. Ritengo pertanto sia importante, proprio lì, in quegli stabilimenti, una presenza fisica delle massime istituzioni della Sardegna, del Presidente della Regione, per andare incontro ai lavoratori, che sono lavoratori come gli altri, per capire, per constatare di persona lo stato di abbandono in cui versano quegli impianti, per capire se ci può essere un futuro.
Noi non crediamo, io non credo - parlo a titolo personale in questo caso - che la chimica verde sia la panacea, credo che anche l'addendum, che è stato sicuramente un passo avanti conquistato, abbia necessità di una verifica attenta, per garantire i lavoratori, per garantire l'indotto, che il territorio del Nordovest della Sardegna (dalla vicenda EON tutta da risolvere, fino comunque alla tutela di ciascun cittadino, di ciascun lavoratore, di ciascun disoccupato che ha diritto al futuro) trovi nelle cure della Regione e del suo Presidente quella attenzione che, comunque, fa rendere ciascun cittadino sardo protagonista, protagonista di un possibile sviluppo del proprio territorio.
Allora, credo che quanto noi chiediamo nella mozione - e cioè la presenza della Regione, delle istituzioni all'incontro del 17 settembre, una sollecitazione forte al Ministero dello sviluppo economico per l'assunzione di un impegno a promuovere ogni azione per arrestare il degrado, al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico, e infine un impegno per fare in modo che ci sia un'assemblea partecipata, un'assemblea istituzionale nello stabilimento Vinyls di Porto Torres prima del 17 settembre - sia un modo per dimostrare a quel territorio che c'è una Regione che vuole farsi carico di quei problemi e che non si occupa di essi solo in campagna elettorale. Perché questo è il compito di un Presidente della Regione, di una Giunta regionale e di un Consiglio regionale: farsi carico dei problemi, farlo sempre, farlo in ogni angolo della Sardegna, farlo capillarmente.
E allora, rappresentiamo con forza la vertenza Sardegna sapendo che non ci sono vertenze di serie A e di serie B, e diamo risposte attente e precise, quelle che mi auguro lei potrà dare, fra qualche ora, o domani mattina, presidente Cappellacci, anche a quei lavoratori, quelli che oggi si trovano a 110 metri di altezza e che auspicano che anche il Presidente della Regione sia alla loro altezza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Giampaolo Diana per illustrare le interpellanze numero 83 e 228.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'interpellanza è del 19 marzo 2010, e credo che sia lo specchio del costrutto con il quale lavora questa Giunta e questa maggioranza; non aggiungo altro. Riguardava le cessioni a Ramco, di cui Mario Bruno ha ricordato un po' tutta la storia.
Presidente, io vorrei richiamare la sua attenzione su 2 o 3 questioni, spero di farcela, la prego di seguirmi senza polemica. Le mozioni che hanno illustrato i colleghi, Cucca, Uras e Bruno, hanno puntualizzato efficacemente la situazione che stiamo vivendo. Io non voglio tornare sul merito di quanto ha già fatto egregiamente chi mi hanno preceduto. Noi siamo in presenza, Presidente, lei lo sa bene, di un comparto industriale che sta crollando, ahinoi non da oggi, e insieme a questo comparto rischiano di crollare anche attività di cui ancora non si parla: penso, per esempio, alla Fluorsid che sarebbe costretta a chiudere se dovesse venir meno la produzione sia di Eurallumina sia di Alcoa, e con quella chiusura verrebbero meno definitivamente anche le possibilità di rilancio di un sito minerario come quello della fluorite, che l'Europa raccomanda tra i 12 minerali da salvaguardare, da tutelare, di cui incentivare la produzione.
Noi siamo di fronte, in Sardegna, anche al fallimento di una possibile politica dei "fattori fatti in casa"( di cui non siete solo voi i responsabili, per carità, sarei un ipocrita se lo affermassi). Mi riferisco alla possibilità di produrre kilowattore dal carbone, ma ne parleremo in un altro momento. E' già stato detto, Presidente, che serve una trattativa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che affronti complessivamente tutte queste vertenze che sono tutte interconnesse. Occorre respingere (lo dico a lei, Presidente, anche se mi rendo conto che non dipende solo da lei) la politica del carciofo; non dobbiamo accettare questa politica.
In Sardegna, anche nei giorni scorsi, a parole, illustri economisti, intellettuali, bontà loro, predicano un nuovo modello di sviluppo; io vorrei vederli questi "profeti" illustrare questi nuovi modelli di sviluppo di fronte ai lavoratori dell'Alcoa, dell' Eurallumina, della Vinyls, della piana di Ottana . La verità è che inventare un nuovo modello economico non è cosa semplice per nessuno, non è stato semplice per il centrosinistra, mi pare sia ancora più complicato per il centrodestra. Io la invito ad una riflessione, Presidente, so che non può essere solo lei il destinatario e il responsabile, però mi farebbe piacere che si riflettesse in quest'Aula su quanto sto per dire.
Noi siamo un Paese, scusate, che ha perso, per scelta propria, settori strategici. La Francia, la Germania, la Gran Bretagna chissà perché hanno mantenuto l'industria siderurgica, hanno mantenuto la chimica di base e la chimica fine, hanno mantenuto l'elettromeccanica, hanno mantenuto i metalli non ferrosi, mantengono l'industria dell'auto, noi invece stiamo per perdere anche il settore auto e, guarda caso, al contrario dell'Italia, lo Stato non fa da spettatore ma interviene nelle dinamiche economiche. Io vorrei far questo.
Noi a favore dell'Alcoa, Presidente, come di altre industrie, in questi anni abbiamo messo a disposizione ingenti risorse pubbliche. Oggi siamo in presenza di aziende che nonostante ciò decidono di lasciare il Paese. Alcoa, lo sappiamo, vuol chiudere, non vuol vendere perché ha interesse a diminuire la produzione di alluminio per aumentarne il prezzo. Lo Stato e la Regione, di fronte a un atteggiamento come questo, cosa fanno? Assistono in maniera impotente a una regola cinica del mercato.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere come intendiamo sviluppare la discussione, cioè se la concentriamo questa sera oppure se prevediamo un orario di chiusura e poi la ripresa domani.
PRESIDENTE. La previsione è quella di chiudere alle 20 e 30 e di riprendere domani mattina alle 11 considerato che il Presidente della Regione e l'assessore Zedda sono impegnati alle ore 10 nell'incontro con i rappresentanti della Glencore. Se non vi sono opposizioni direi di proseguire secondo questa tabella di marcia.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, mi era sembrato di capire in Conferenza dei Capigruppo che oggi si sarebbe proceduto solo all'illustrazione delle mozioni e delle interpellanze per poi aggiornare i lavori a domani.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, ricorda male. Addirittura si era ipotizzato di procedere sino a tardi…
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). In ogni caso io avanzo questa proposta, Presidente.
PRESIDENTE. Mi scusi, si era ipotizzato di continuare addirittura sino a tardi perché si pensava che domani il Presidente e l'assessore Zedda sarebbero stati impegnati a Roma nell'incontro per Ottana. Invece sono qui in Sardegna perché si tratta di un tavolo tecnico. Pertanto, poiché dobbiamo discutere anche altre mozioni dopo quelle oggetto di discussione di questa sera, io proporrei di proseguire sino alle 20 e 30.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Io, Presidente, proporrei di sospendere i lavori e di rinviare a domani.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta è accolta.
I lavori, del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 11.
La seduta è tolta alle ore 19 e 03.
Allegati seduta
CCCXLIV Seduta
Martedì 11 settembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 02.
BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 24 luglio 2012 (336), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Pietro Cocco, Pietro Fois, Renato Lai, Franco Meloni, Marco Meloni, Antonello Peru, Onorio Petrini, Matteo Sanna e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta dell'11 settembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunico che in data 3 agosto 2012 è pervenuta copia della decisione della Corte costituzionale numero 212 del 18 luglio 2012 nella quale si dichiara, con riferimento alla legge regionale 4 agosto 2011, numero 16 (Norme in materia di organizzazione e personale) l'illegittimità costituzionale: dell'articolo 4, commi 10 e 11; dell'articolo 5, comma 1, nella parte in cui introducono gli articoli 12 bis, comma 3, e 22 bis, comma 3, lett. b, della legge regionale 5 novembre 1985, n. 26 (Istituzione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione sarda); dell'articolo 6, commi 2 e 8; - dell'articolo 9, comma 3, - dell'articolo 10.
Si dichiara, inoltre, l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale degli articoli 4 (commi 5, 10 e 11), 5 (commi 1 e 5), 6 (commi 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 8), 9 (commi 3 e 6) e 10 della legge regionale numero 16 del 2011 promossa in riferimento agli articoli 3, 4 e 5 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, numero 3 (Statuto speciale per la Sardegna) nonché l'inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'articolo 6 (commi 1, 3, 4, 5 e 6) della legge regionale numero 16 del 2011 promossa in riferimento agli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione.
Si dichiarano infine non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 5, della legge regionale numero 16 del 2011 promosse in riferimento agli articoli 3, 81 (quarto comma) e 97 della Costituzione.
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:
"Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CeSIL) e dell'Agenzia di sviluppo locale, di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, in sostituzione del testo del comma 8 dell'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16". (415)
(Pervenuto il 4 settembre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)
"Disposizioni in materia di funzionamento e organizzazione del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL)". (416)
(Pervenuto il 7 settembre 2012 e assegnato alla terza Commissione.)
"Norme modificative ed integrative della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale e organizzazione degli uffici della Regione), e altre norme in materia di mobilità del personale". (417)
(Pervenuto il 7 settembre 2012 e assegnato alla prima Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Uras - Dedoni - Diana Mario - Salis:
"Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, e disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, e dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13". (414)
(Pervenuta il 3 settembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione del personale medico e infermieristico operante presso gli istituti penitenziari, a seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 140 del 2011". (936)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione del depuratore fognario di S. Antioco". (937)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sull'inderogabile necessità di istituire il servizio di guardia medica turistica a Porto Torres". (938)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Interpellanza Diana Giampaolo sulla drammatica situazione degli operai della società Opere pubbliche di Roma impiegati nella costruzione del nuovo istituto penitenziario di Uta". (356)
"Interpellanza Sechi - Uras - Cugusi - Cocco Daniele Secondo sul concorso per 12.000 posti nella scuola pubblica". (357)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
BIANCAREDDU, Segretario:
"Mozione Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (202)
"Mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta sul costituendo Parco regionale sardo dell'Isola dell'Asinara e dell'Area marina protetta circostante ad esso". (203)
"Mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco -Meloni - Valerio Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sul fallimento della gestione dell'intero management della Società Carbosulcis Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (204)
"Mozione Capelli - Diana Mario - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Campus - Mulas - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sull'applicazione dell'articolo 2, comma 40, della legge regionale n. 3 del 2009 e dell'articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 16 del 2011 inerente il passaggio del personale dell'Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) all'Agenzia regionale LAORE anche a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 212/2012, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (205)
"Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparto industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (206)
"Mozione Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru sulla situazione della Fondazione teatro lirico di Cagliari". (207)
PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze sospendo la seduta sino alle ore 16 e 20.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 07, viene ripresa alle ore 16 e 24.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 414.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Chiedo cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 30.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 28, viene ripresa alle ore 16 e 37 .)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, mi rimetto alla relazione scritta aggiungendo un'unica precisazione: il testo della proposta di legge è esattamente identico al disegno di legge presentato dalla Giunta regionale. Poiché i tempi tecnici non hanno consentito di portare in Commissione, e quindi in Aula, il disegno di legge della Giunta, ci siamo fatto carico di recepirlo con una nostra proposta di legge per consentirne l'approvazione rapida.
Però va dato atto che la paternità di questa norma, così come formulata, è della Giunta regionale. Noi per la verità avevamo previsto una formulazione differente, però, considerata l'urgenza, abbiamo seguito la strada indicata dalla Giunta. Questo infatti è un intervento di emergenza, mentre, per quanto riguarda la normativa a regime, la sesta Commissione ha già iniziato i lavori. Anche se la materia interferisce con il problema più generale della riforma delle province, l'intento è di affrontare il problema in tempi rapidissimi in maniera tale da arrivare entro il 30 dicembre all'approvazione anche del testo di legge a regime.
La norma, poi, contiene anche interventi urgenti, sempre necessitati a seguito della pronuncia della Corte costituzionale. Per tutto il resto faccio rinvio alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame del titolo.
(Si riporta di seguito il testo del titolo:
Titolo: Finanziamento agli enti locali: funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), e disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Organizzazione e personale), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 (Rimodulazione del quadro degli interventi regionali a sostegno delle politiche del lavoro e disposizioni in materia di contratti a termine), dell'articolo 3 della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), dell'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012, e dell'articolo 9 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011).)
Sospendo la seduta per qualche minuto per permettere la riproduzione degli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 39, viene ripresa alle ore 16 e 45.)
PRESIDENTE. Al titolo è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento numero 5:
Emendamento sostitutivo totale Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Il titolo è così sostituito:
Titolo
Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, e disposizioni modificative e integrative dell'articolo 3, comma 5, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3,dell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13, dell'art. 4 della legge regionale n. 37 del 1995 e dell'art. 27, comma 2, lett. r), della legge regionale n. 2 del 2007. (5).)
PRESIDENTE. poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 5.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Corda, Cossa, Cucca, Lotto, Mariani, Milia, Oppi, Salis, Sechi e Uras hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art.1
Finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale n. 3 del 2008
1. Il comma 8 dell'articolo 6 della legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), é sostituito, senza previsione di incremento della spesa, con il seguente:
"8. Nelle more di una sua riorganizzazione, al fine di garantire l'esercizio del servizio pubblico disciplinato dalla legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 (Norme in materia di promozione dell'occupazione, sicurezza e qualità del lavoro. Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro. Abrogazione della legge regionale 14 luglio 2003, n. 9 in materia di lavoro e servizi dell'impiego), al quale sono preposti i Centri servizi per il lavoro (CSL), i Centri servizi inserimento lavorativo (CESIL) e le Agenzie di sviluppo locale di cui all'articolo 6, comma 1, lettera e), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), è autorizzata nell'anno 2012, a titolo di trasferimento alle competenti amministrazioni locali, la spesa di euro 12.000.000 a valere sulle disponibilità recate dal fondo regionale per l'occupazione di cui all'UPB S06.06.004.".
Emendamento aggiuntivo Manca - Uras - Mulas
All'articolo 1, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"1 bis. All'articolo 7 della legge regionale n. 20 del 2005, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: 3 bis: 'La Regione, in sede di valutazione delle proprie funzioni di indirizzo e coordinamento, può utilizzare la procedura di intervento sostitutivo di cui all'articolo 9 della legge regionale n. 9 del 2006.'"(1).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Manca.
MANCA (P.D.). Assessore e colleghi, l'emendamento ha un carattere sicuramente provocatorio, e spiegherò perché, Presidente, e lo spiegherò facendo…
PRESIDENTE. Colleghi, onorevole Randazzo, onorevole Steri, c'è troppa confusione in Aula. Poi ci si lamenta che non si riesce a seguire i lavori!.
MANCA (P.D.). Onorevole Oppi, ascolti, che è interessantissimo. Argomenterò questo emendamento, che è anche un emendamento provocatorio, sviluppando un ragionamento un po' più generale su un problema importante, che da diverso tempo, ormai da due legislature, attanaglia la nostra Regione e il nostro Consiglio regionale: il problema dei CSL (Centri Servizi per L'impiego).
Si tratta di un problema ancora vivo, che non ha trovato soluzione per responsabilità plurime, della precedente e dell'attuale Giunta regionale, del precedente e dell'attuale Consiglio regionale. Il problema negli ultimi anni si è ulteriormente aggravato perché, specialmente a causa delle ultime sentenze della Corte costituzionale, il legislatore ha incontrato forti limiti nel suo operare. Per questa ragione abbiamo presentato una norma (l'articolo 1) che però, se da un lato, con un'operazione finanziaria, cerca di porre rimedio alla pronuncia di illegittimità costituzionale di un'altra nostra norma, dall'altro, allo stesso tempo, crea una situazione abbastanza controversa.
Noi stiamo approvando una modifica finanziaria e dando mandato a tutte le province della nostra Regione, che sono otto, o che erano otto - questo sarà un tema da affrontare successivamente - a continuare l'attività dei centri servizi fino al 31 dicembre, nella speranza che prima di quella data venga approvato (è iniziato già in Commissione l'iter di discussione) un disegno di legge per individuare una soluzione definitiva a questo problema.
Io penso che dobbiamo essere celeri, celerissimi nell'affrontare il tema e risolverlo, perché i tempi sono strettissimi, perché siamo a settembre e perché dicembre, con tutte le scadenze che abbiamo di fronte, arriva domani mattina. Secondo me l'iter in Commissione può durare venti giorni, e dobbiamo andare in aula per affrontare un tema che non è di facile soluzione.
Però, nel frattempo, c'è da sottolineare un altro problema: noi approviamo una norma finanziaria, diamo un indirizzo alle otto Province, però di queste otto Province non tutte lo seguono. Per esempio nella Provincia di Sassari c'è un dirigente che ha assunto una posizione molto rigida e ferma e che continua a sostenere che il rapporto di lavoro di quei lavoratori non può essere prorogato. Ad oggi, questi quaranta lavoratori si trovano "a casa", i servizi sono chiaramente stati sospesi e immaginate voi se, con la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando, possiamo permetterci che i Centri servizi per l'impiego patiscano una carenza di personale.
A questo punto io chiederei all'Assessore, specialmente alla Giunta regionale - perché penso che loro siano i referenti principali - chi è che si pone il problema che le norme regionali vengano fatte rispettare e vengano applicate da tutte le province? Io penso che questa sia una domanda che meriti risposta, perché quando noi abbiamo approvato la famosa legge numero 20 - e qua nasce un altro equivoco - la Regione, è vero che all'articolo 7 individuava le province come i soggetti preposti a costituire i Centri servizi per l'impiego e a gestirli (io sono d'accordo anche sul fatto che se il sistema funziona si possa continuare così) ma è anche vero che manteneva il compito di indirizzo, coordinamento, programmazione e valutazione all'interno del sistema regionale dei servizi per il lavoro.
Allora, io sono del parere che i Centri servizi per l'impiego debbano essere gestiti bene per soddisfare le esigenze dei nostri cittadini, sono un po' meno del parere che debbano essere rivendicati dalle province, dalla Regione e da chicchessia, per gestire una sorta di forma di potere. Io penso, come accade in tante altre regioni, che una forma di coordinamento molto stretta tra la regione e le province consenta e consentirà sicuramente il buon funzionamento di questi Centri servizi per l'impiego, che devono però essere riformati perché, a mio parere, non fanno quello che avrebbero dovuto fare.
Detto questo, Assessore, mi pongo una domanda: noi come possiamo esercitare le funzioni di indirizzo, di coordinamento e di verifica, se non siamo in grado di capire perché alcune province applicano le norme e altre non le applicano? Nel ragionamento che si fa nell'accordo che avete siglato, l'accordo regionale dei servizi per il lavoro, si cita - questo lo dico perché è un tema ancora più complesso - il parere del dipartimento funzione pubblica (e leggo: "Presidenza del Consiglio dei Ministri") che afferma che le proroghe oltre i 36 mesi sono consentite in base a determinate norme.
Ora noi ci troviamo con i lavoratori a casa e con la legge impugnata dalla Consulta che dice cose opposte. E' possibile, a questo punto, che non ci poniamo il problema di dove stia la verità, di agire in maniera forte nei confronti del Governo per rivendicare la nostra autonomia, e di capire veramente perché non possiamo accettare (dico la Giunta regionale, ma dico anche il Consiglio regionale) il fatto che alcune province applichino le norme e altre non le applichino?
Io poi, tra l'altro, andando fuori proprio dalla rigidità della norma, dico anche che questo è un momento economico e sociale - e questo vale anche per l'Amministrazione provinciale di Sassari, che è rappresentata anche da espressioni del mio partito - nel quale la norma deve essere interpretata sempre un po' a favore delle persone che hanno necessità, assumendoci una parte di quella responsabilità e di quel rischio che è insito in quel che facciamo, è insito nel nostro ruolo e nel ruolo dei dirigenti pubblici, e non mi sembra pertanto questa la migliore soluzione percorribile.
Lei, Assessore, ha riconosciuto che i centri servizi per l'impiego - cito le sue testuali parole - "svolgono un'attività fondamentale" che ha paragonato a quella del pronto soccorso (in realtà non è un'attività come quella del pronto soccorso, ma in questo momento economico gli va molto vicina) e allora le domando: quali sono i servizi che non stiamo garantendo a Sassari? Chi ha la responsabilità di quello che non accade, dei servizi non erogati o erogati in maniera difforme rispetto alle esigenze del territorio nonostante le risorse che stiamo girando e abbiamo girato alle province? Io pongo queste domande senza polemica.
L'emendamento all'articolo nasce proprio da queste domande perché, paradossalmente, è vero che noi deleghiamo alle province funzioni, ma è anche vero che, nel momento in cui non vengono rispettati gli indirizzi, considerato anche che la legge numero 9 lo prevede, forse sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità della nomina di un commissario ad acta. Forse questo non è il caso, considerato che le difficoltà nascono da sentenze della Corte costituzionale, però questi temi, Assessore, meritano ugualmente delle risposte e meritano una riflessione, perché rimanendo così le cose noi veramente ci troveremo in difficoltà ad arrivare al 31 dicembre predisponendo una norma equa e valida per tutti, una norma, che tuteli 400 lavoratori che fanno parte dei centri servizi per l'impiego, che vivono situazioni drammatiche e che, anche se non protestano nelle stesse maniere dei lavoratori dell'Alcoa, della Vinyls e di tutti quelli di cui parleremo più tardi, non hanno meno ragioni né meno aspettative e, soprattutto, hanno la stessa, identica, dignità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo brevemente per dire che concordo con quanto affermava prima il collega Manca, che avanza soltanto una richiesta, che è stata avanzata più volte dalla stessa Commissione d'inchiesta, che è stata richiesta dallo stesso Consiglio in più occasioni: che nelle situazioni in cui si determini un'inerzia da parte delle amministrazioni destinatarie di disposizioni si possa, qualora ricorrano ovviamente le condizioni di legge, intervenire con la nomina di un commissario ad acta, punto e basta!
La situazione attuale del sistema delle autonomie locali, in modo particolare quella delle province, è nota a tutti; noi siamo passati attraverso un referendum abrogativo, siamo in una condizione transitoria, provvisoria, in cui le amministrazioni svolgono solo funzioni su disposizione della legge regionale, perché diversamente non potrebbero esercitare alcuna funzione, tutte le funzioni si sarebbero già dovute trasferire alla competenza dei comuni o della Regione, perciò ci sono le condizioni di legge per valutare di procedere alla nomina di un commissario ad acta. Quindi sollecitiamo, attraverso questa disposizione normativa che proponiamo al voto, un intervento dell'Amministrazione regionale in questo senso.
Chiudo dicendo, Presidente - tanto per chiarire, perché poi chi ci ascolta non sa di che cosa stiamo parlando - che noi interveniamo con questa disposizione perché, ancora una volta (rispetto ad una norma che tende a regolare rapporti di lavoro provvisori, che la pubblica amministrazione regionale e locale intrattiene, e che sono necessari per l'esercizio di funzioni che sono ad essa stessa e al sistema delle autonomie locali più in generale attribuite) è intervenuta un'impugnazione del Governo che ha dato origine ad una deliberazione della Corte costituzionale che, in questa materia, già più volte, in più circostanze, ha agito con grande severità.
Io lo dico ai colleghi del centrodestra - ma lo dico anche a tutti gli altri colleghi che hanno, per loro fortuna, e anche forse per loro merito, una consistente rappresentanza parlamentare, che sostiene un Governo - che noi, nell'applicazione così rigida, rigorosa della norma, che non ci consente, neanche attraverso le leggi della Regione, di trattare questo argomento del precariato nella pubblica amministrazione locale e regionale, andiamo incontro, nei prossimi mesi, a migliaia di licenziamenti… migliaia! Licenziamenti che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo in tutti i settori produttivi.
Badate bene: migliaia di posti di lavoro che noi avremmo diritto ad avere stabili, se solo avessimo fatto il nostro dovere, tutti, 10 anni fa! Questa situazione dei servizi per il lavoro esiste dal 2001, le altre regioni d'Italia hanno i servizi per il lavoro che funzionano da 11 anni, pagati dallo Stato, con personale dipendente delle amministrazioni provinciali che continuano ad esistere, con le stesse funzioni, in tutte le regioni d'Italia tranne che in questa. Servizi per il lavoro che funzionano da 11 anni, pagati dallo Stato con personale stabile, e noi, invece, prima ci abbiamo messo 4 anni per fare la legge (e l'abbiamo fatta nel 2005) e adesso siamo 8 anni che, violando quella legge, non attuiamo il sistema dei servizi per il lavoro.
Quindi tutti coloro, compresa la Corte costituzionale (non parliamo del Governo) che si trovano a dover affrontare questa materia, la affrontano senza sapere questa verità, perché anche il Presidente della Regione e la Giunta regionale ben se ne guardano dall'andare dal Governo e dire: "Noi siamo in questa situazione che ci vede colpevoli e vi chiediamo perdono, vi chiediamo perdono per sistemare una vicenda che invece, andando avanti così, peggiora e priva questa Regione, che ha livelli di disoccupazione elevatissimi, del diritto ad avere i servizi per il lavoro che ha tutto il resto d'Italia". Questo è il tema.
Ecco perché io chiedo ai colleghi che si voti e che ci si ponga tutti un problema di coscienza. Non basta affrontare qua la questione, ci sono questioni che vanno affrontate con il Governo. Si trovino quindi i corretti canali istituzionali per affrontare questo problema e si dica la verità al Governo sulle nostre inadempienze se si vuole rimediare a questo stato di cose.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, sarò brevissimo. Questo emendamento affronta un problema di cui si è discusso abbastanza in Commissione, quindi, per quanto ci riguarda, se la Giunta regionale ci dice che questo emendamento tecnicamente è idoneo a risolvere il problema noi esprimiamo parere favorevole.
Con l'occasione chiedo di dare incarico agli Uffici di riformulare il titolo alla fine della discussione in modo tale da renderlo più stringato e rispondente agli effettivi contenuti della legge.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Steri, come avrei precisato a conclusione dell'esame della legge, in sede di coordinamento provvederemo ad evitare che il titolo occupi un'intera pagina.
E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Intervengo brevemente per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento numero 1 e per esprimere la massima condivisione rispetto agli interventi dell'onorevole Uras e dell'onorevole Manca, sperando che davvero si riesca a porre fine alla vergogna che si sta perpetrando, soprattutto in provincia di Sassari, ai danni di quei lavoratori che da mesi vivono nella massima precarietà.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Presidente, colleghi, l'articolo 1, come è noto, risolve l'aspetto finanziario della questione sorto a seguito dell'impugnativa da parte del Governo. Rimane però il problema di fondo. Noi ci siamo scontrati per lunghi mesi soprattutto con la Provincia di Sassari che, con una pervicacia e un'arroganza degna di miglior causa, sia della parte politica sia della parte amministrativa, con motivazioni speciose ha disatteso una legge regionale. Poi è arrivata l'impugnativa da parte del Governo che ha giustificato ai loro occhi la situazione e la loro posizione.
Ora, se noi superiamo anche l'impasse legato anche all'impugnativa governativa, che garanzia abbiamo che la Provincia di Sassari non ci risponda con la stessa pervicace arroganza con cui ha risposto sino adesso, non solo a noi legislatori, ma anche a quei lavoratori dei Centri servizi per il lavoro? Per cui Assessore, io non credo - e qua lo dico anche ai colleghi - che sia necessario ribadire in legge quello che è già legge, perché l'articolo 9 della legge numero 9 del 2006 è un articolo estremamente chiaro e parla di commissariamento ad acta qualora funzioni regionali demandate a livello periferico, provinciale o comunale, non trovino soddisfazione in quella sede.
Però se l'Assessore pensa o se il Consiglio pensa che sia necessario rafforzare quello che è già un potere che la Regione ha ( e quando parlo di Regione mi riferisco anche alle strutture tecnico-amministrative dell'Assessorato che sono apparse titubanti quando la Commissione d'inchiesta più volte ha reiterato la richiesta di procedere sulla base di questo articolo di legge) facciamolo pure, però quello che m'interessa ribadire, Assessore, è che gli strumenti già ci sono. Vorremmo che la politica e il volere del Consiglio regionale non fosse prevaricato dall'arroganza delle strutture tecniche, per cui, in base alle risposte che darà l'Assessore io, se sarà necessario, sosterrò questo emendamento e, soprattutto, sosterrò l'azione dell'Assessore se saprà ergersi a difesa delle leggi regionali nei confronti sia della sua struttura sia nei confronti delle strutture degli enti periferici.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, ci troviamo sostanzialmente d'accordo con l'intervento dell'onorevole Manca che, non solo ha citato Sassari - e vorrei ricordare a quest'Aula che abbiamo dibattuto a lungo in una seduta su questo argomento - ma ha fatto riferimento anche ad altre province che purtroppo continuano, anche in questa circostanza, caro Assessore, ad andare per i fatti loro e, guarda caso, dietro delega della Regione, bandiscono concorsi per l'assunzione di altri - altri! -dirigenti e funzionari presso il CESIL .
Io mi chiedo qual è la ratio che ci muove a dare queste indicazioni. Riconosciamo che c'è stato un referendum che ha cancellato le province oppure riteniamo che un accordo qualunque con i loro rappresentanti possa sanare qualunque circostanza? Noi siamo pronti a votare l'emendamento con cui si dà la possibilità alla Giunta di nominare dei commissari che provvedano qualora gli organi deputati delle momentanee province non fanno - e tra l'altro non so, caro onorevole Uras, chi è che controlli effettivamente - quello che sono state richiamate a fare anche nell'ultima legge che ha preso atto dei risultati referendari, cioè una ricognizione e riconsiderazione sui loro dipendenti e i loro territori.
Chi è che controlla l'osservanza degli obblighi che le leggi approvate da questo Consesso pongono in capo a dei soggetti precisi? Mi pare che ancora una volta si voglia lasciar correre così. Poiché è vero che la verità fa liberi allora, in libertà, dico quello che penso: è ora di finirla di parlarci addosso e di non rispettare quello che noi stessi decidiamo. E' ora di decidere azioni puntuali e precise; nel governo della Regione si sono alternati centro destra e centro sinistra ma le regole sono rimaste le stesse che l'onorevole Uras ci richiamava poc'anzi. Forse non tutte le Regioni d'Italia si comportano allo stesso modo, ma certamente ancora una volta la nostra Isola paga le negligenze dello Stato e l'incapacità dei governi regionali di far valere la propria ragione.
Io vorrei ricordare che siamo partiti da una considerazione su cui tutta quest'Aula era d'accordo quando c'era il centrosinistra al governo e l'onorevole Soru era il governatore. Siamo partiti con 10 milioni di euro di richieste nei confronti dello Stato e siamo riusciti ad averne 1 milione e mezzo (riconosciuti a parole e in più accollandoci sanità e trasporti) pensando che si trattasse anche di una grande conquista. Sono queste le cose che fa il Passera di turno e che si riflettono sulle sorti dei nostri disoccupati.
Credo che bisogni incominciare a ragionare più seriamente e portare a compimento quello che si decide davanti al Governo, chiarendo in via definitiva il ruolo che ha questa cosiddetta Regione autonoma della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, io utilizzerò molto meno del tempo a mia disposizione. Intervengo per sottolineare la convinzione e la giustezza dell'emendamento numero 1 che ha per primo firmatario il collega Gavino Manca. E' un emendamento alla legge numero 20 del 2005, forse una delle leggi più importanti della passata legislatura e forse la legge meno attuata sia nella passata legislatura sia in quella che stiamo vivendo. L'emendamento pone all'attenzione dell'Aula anche un'altra questione sulla quale credo non sia più procrastinabile un'assunzione di responsabilità; mi riferisco anche agli Assessori presenti.
Noi non possiamo permetterci il lusso di adottare dei provvedimenti di legge e poi assistere impotenti al tentativo, sempre riuscito, di derubricarne l'efficacia da parte di altri organi della Regione. Qui siamo in presenza di una legge regionale del tutto inattuata, siamo di fronte all'impotenza dello stesso legislatore, di pretendere l'attuazione delle norme che licenzia. Io credo che questo emendamento debba essere votato e invito a votarlo possibilmente all'unanimità perché non rappresenti solo un monito, perché non è questo il senso, Assessore. Il senso è il seguente: il Consiglio responsabilizza totalmente la Giunta regionale; è la Giunta che deve verificare quanto esitato da quest'Aula. Quindi, o noi prendiamo atto che siamo degli incapaci nel legiferare (e allora ha ragione chi, per effetto di questi pasticcioni, non attua le norma) ma se così non è, Assessore, la Giunta ha il dovere di intervenire affinché quelle funzioni vengano esercitate e deve farlo con i poteri sostitutivi.
Questa non è una minaccia nei confronti di nessuno, è il richiamo alla possibilità di utilizzo di uno strumento di salvaguardia che dà e fa recuperare credibilità alla massima Assemblea elettiva di questa Regione. Quando noi legiferiamo e assistiamo impotenti a una ridda di interpretazioni discrezionali che hanno il solo obiettivo di non attuare le norme che vengono esitate in quest'Aula, non possiamo continuare ad assistere facendo finta di nulla, altrimenti ha ragione chi ci dice e chi si chiede cosa ci stiamo a fare.
Io credo, Assessore, che questa situazione non possa più essere tollerata, credo che questo emendamento permetta anche alla Giunta di recuperare credibilità, ma soprattutto, insieme alla credibilità, di recuperare anche efficienza nell'attuare e nell'esercitare soprattutto le funzioni che comunque noi deleghiamo (perché questo dobbiamo fare in questo caso) alle autonomie locali. Ecco, questo è il senso di questo emendamento. E' evidente, Assessore, che la replica che lei farà sarà molto importante ma, non me ne voglia, indipendentemente dalla replica, ovviamente, questo è un emendamento che va votato per le motivazioni testè esposte.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
LIORI, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Il parere della Giunta è favorevole.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Agus, Capelli, Cuccureddu e Floris Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 57
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Disposizioni modificative dell'articolo 3, comma 5 della legge regionale n. 3 del 2009, dell'articolo 4, comma 1 della legge regionale n. 12 del 2012, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 13 del 2012, dell'articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2012 e dell'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012
1. Nell'articolo 3, comma 5 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), le parole "alla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle parole "alla data del 30 giugno 2011".
2. Nell'articolo 4, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2012, n. 12 (Disposizioni urgenti e integrazioni alla legge regionale 4 agosto 2011, n. 16 (Norme in materia di organizzazione e personale), relativa ai contratti di collaborazioni coordinate e continuative e ulteriori misure di contenimento della spesa pubblica), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale 26 giugno 2012, n. 13 (Rimodulazione del quadro degli interventi regionali a sostegno delle politiche del lavoro e disposizioni in materia di contratti a termine), le parole "entro i termini stabiliti dall'articolo 6, comma 2 della legge regionale n. 16 del 2011" sono sostituite dalle parole "entro i termini stabiliti dall'articolo 3, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009".
3. Con riferimento all'articolo 3, comma 5, della legge regionale n. 3 del 2009, che rinvia all'articolo 36 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), e con riferimento altresì all'articolo 4, comma 1, della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 13 del 2012, vanno ricompresi sia i periodi lavorativi svolti attraverso contratti di tirocinio formativo retribuito, sia le altre attività lavorative eventualmente svolte in precedenza presso gli enti locali territoriali e le altre pubbliche amministrazioni.
4. Alla fine del comma 7 bis dell'articolo 3 della legge regionale n. 6 del 2012, è aggiunto il seguente periodo: "le disposizioni di cui al comma 7 non si applicano, inoltre, al personale delle agenzie Laore Sardegna e Argea addetto alle attività necessarie per garantire l'adempimento delle funzioni affidate dalla legge alle agenzie, il cui espletamento non può prescindere da un allontanamento dalla sede di servizio, quali le attività di assistenza tecnica in capo alle aziende agricole e zootecniche, le attività ispettiva, di verifica e di controllo imposte dalla normativa vigente e l'esecuzione delle manutenzioni obbligatorie sugli immobili che le agenzie sono chiamate a gestire, fermi restando, in tutti i casi, gli ordinari stanziamenti di bilancio.".
5. Le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge regionale n. 13 del 2012 si applicano anche agli operatori di tutela ambientale (ex disinfestatori) che hanno prestato servizio presso le amministrazioni provinciali.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 bis e dei relativi emendamenti:
Art. 2 bis
Modifiche all'articolo 9 della legge regionale n. 1 del 2011
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 9 (Misure per favorire l'accesso al credito), della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011), è aggiunto il seguente comma:
"4 bis. Per far fronte agli oneri e interessi, scaturenti dal perfezionamento degli accordi con il sistema bancario e creditizio, anche con istituti diversi dalla SFIRS Spa, per operazioni di cessione dei crediti d'impresa inerenti la realizzazione di opere pubbliche e l'acquisizione di beni e servizi mediante gestione diretta, l'istituto della delega, o dell'affidamento con atto convenzionale, l'ente appaltante è autorizzato a utilizzare le risorse finanziarie, derivanti da economie e ribassi d'asta, nei limiti delle somme disponibili risultanti nel quadro economico, a seguito dell'aggiudicazione, assumendoli a proprio carico.".
Emendamento aggiuntivo Salis - Pittalis - Diana Giampaolo - Dedoni - Uras - Sanna Giacomo - Diana Mario
Dopo l'articolo 2 bis è aggiunto il seguente:
Art. 2 ter
Modifiche alla LR n. 6/2012, art. 4, comma 53.
All'articolo 4, comma 53 della LR n. 6/2012 le parole "alla Provincia" sono sostituite con le parole "nella provincia". (2)
Emendamento aggiuntivo Steri - Pittalis - Diana Giampaolo - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Art. 2 bis
Dopo l'art. 2 bis è aggiunto il seguente art. 2 ter:
Art. 2 ter
Disposizioni in relazione agli interventi di cui all'art. 27, comma 2, lett. r), della legge
regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007 e s.m.i.), in materia di contributi per
l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede
"1. Per la realizzazione degli interventi di cui all'art. 27, corruna 2, lett. r), della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge fmanziaria 2007 e s.m.i.), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto casa per gli studenti universitari fuori sede, costituiscono titolo di impegno, entro i limiti degli stanziamenti di competenza dell'esercizio, la pubblicazione dei relativi bandi. (3)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Giampaolo - Steri - Dedoni - Diana Mario - Uras - Salis
Art. 2 bis
All'articolo 4 della legge regionale 18 dicembre 1995, n. 37 (Norme in materia di funzionamento e di assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
"2. I Gruppi consiliari possono altresì stipulare contratti di lavoro autonomo concernenti prestazioni d'opera intellettuale per oggetti determinati, da adottarsi in forma scritta, la cui durata non può superare quella della legislatura nella quale detti contratti sono sottoscritti. " (4).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, l'articolo 2 bis, sostanzialmente, introduce una nuova variante ai criteri generali della legge nazionale in tema di lavori pubblici, in quanto stabilisce che gli oneri e gli interessi che devono essere pagati alle banche per la cessione dei crediti delle imprese possono essere, in corso di appalto, prelevati dal quadro economico dei ribassi d'asta e fatti propri dalle amministrazioni appaltanti. Scritta in questo modo questa norma distoglie, distrae fondi che per legge generale dello Stato devono rimanere nel quadro economico e semmai possono essere utilizzati dopo avvenuto il collaudo o dopo che i lavori hanno ricevuto la regolare esecuzione. Introduce quindi una tipologia di voce di quadro economico non assolutamente contemplata nella legge nazionale.
Quindi io capisco la validità della richiesta, ma la norma, così scritta, viola la legge generale e crea una condizione di disparità sul piano nazionale, per cui, Presidente, chiederei eventualmente una sospensione per apportare alcuni correttivi che concorderemo. Altrimenti questa sarà una norma che non servirà a niente e lo dico perché il problema coinvolge le imprese e i lavoratori. E se in questi giorni qualcuno si dovesse rammentare che dovremmo lavorare ogni secondo della nostra vita e della nostra esperienza istituzionale per non ingannare nessuno, ma per fare delle norme utili, io chiederei la cortesia di tramutare questa norma non in un manifesto inutile ma in una norma realmente operativa. Se restasse così, infatti - in quanto crea un elemento di disparità rispetto al contesto nazionale - verrà sicuramente impugnata
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, io credo che le considerazioni svolte dal collega Gian Valerio Sanna, forse (dico forse) potrebbero avere anche un certo fondamento. Se così fosse bisognerebbe rifarsi all'articolo 9 della legge finanziaria, (che peraltro abbiamo votato assieme, collega Gianvalerio Sanna) che attribuisce alla SFIRS la funzione prevista all'articolo 2 bis. Invece ad oggi la SFIRS non ha utilizzato un centesimo del milione e mezzo che gli abbiamo assegnato, e nessuna amministrazione pubblica ha ritenuto di dover andare avanti con la SFIRS. Ma ciò che è anche più grave è che nessuna impresa sarda è riuscita ad avere un rapporto con la SFIRS per questa misura.
Allora, il ribasso d'asta permette la cessione del credito da parte delle imprese, se noi impegniamo una parte del ribasso d'asta così come è descritto nell'articolo 2 bis. Cioè le imprese possono tranquillamente aspettare (tranquillamente tra virgolette, perché tranquillamente le imprese non aspettano mai) perché un conto è che aspettino e non abbiano nessuna garanzia di recupero degli interessi passivi che pagano per le banche, un conto è che abbiano l'assicurazione che una parte di quegli interessi venga garantita dall'ente appaltante.
Io non ho trovato altre soluzioni e mi farebbe piacere se qualche collega potesse trovarne. Magari sarebbe stato opportuno che l'Assessorato dei lavori pubblici avesse letto con attenzione questa norma e quindi avesse espresso un parere tecnico più compiuto, ma poiché così non è io invito l'aula a pronunciarsi positivamente per quest'articolo 2 bis perché ritengo che sia l'unico meccanismo possibile per aggirare in qualche maniera il patto di stabilità ed evitare almeno in parte che le conseguenze finanziarie dei ritardi nei pagamenti dei crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni rimangano a totale loro carico .
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni alla proposta di sospensione dell'onorevole Sanna, sospendo la seduta per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 25, viene ripresa alle ore 17 e 34.)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
LIORI, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Sugli emendamenti mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2 bis. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 2.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento aggiuntivo numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cossa, Diana Giampaolo, Planetta e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 55
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 414 .
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Rodin ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Greco - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 53
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Poiché il Presidente della Regione arriverà in aula alle ore 18, sospendo i lavori sino alle ore 18.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 37, viene ripresa alle ore 18 e 00.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento sulla vertenza Alcoa.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
CAPPELLACCI (P.d.L.), Presidente della Regione. Presidente, cari colleghi, conformemente a quanto stabilito con la mozione numero 201, recentemente approvata dal Consiglio Regionale, il sottoscritto oggi intende dare notizia sullo stato della vertenza Alcoa, ed in particolare sulle varie questioni che sottendono alla stessa e dalle quali dipende il buon esito o meno di questa vertenza.
E' della giornata di ieri l'incontro che si è tenuto al Ministero per lo sviluppo economico, che avrebbe dovuto rappresentare un passaggio importante, seppure probabilmente pochi si aspettavano potesse esserci un risultato positivo, o comunque superiore a quello che si è ottenuto ieri (che pure non può essere certamente considerato un risultato soddisfacente, anzi direi che è un risultato deludente). La vertenza, com'è noto - la richiamo solo per poter trattare in modo più organico possibile il tema - nasce dalla decisione della multinazionale Alcoa, dell'attuale titolare dell'impianto, di ridurre le proprie produzioni di alluminio in Europa, e questa decisione ha portato a riduzioni sugli stabilimenti italiani e su uno stabilimento spagnolo.
L'Alcoa nel comunicare questa volontà - che originariamente avrebbe dovuto dare il via ad un processo molto più repentino, che avrebbe dovuto portare ad un'interruzione dell'attività, ad un licenziamento collettivo di tutto il personale - si è resa disponibile (soprattutto a seguito delle numerose e costanti interlocuzioni avute con le istituzioni nelle settimane e nei giorni immediatamente successivi a questa decisione) a fare quanto necessario per facilitare e promuovere la cessione dello stabilimento ad altro soggetto. Venne così siglato un accordo, tra azienda, istituzioni e sindacati, col quale veniva prevista una certa procedura, un processo graduale per arrivare a questo risultato.
Poi sono stati avviati i contatti, che hanno portato sostanzialmente, nei mesi scorsi, a far emergere alcuni potenziali interessati che si sono riservati di decidere dopo aver effettuato i necessari approfondimenti. In molti abbiamo riposto grande fiducia in quell'attività, anche perché l'unica vera e concreta speranza di dare continuità al sito è quella di individuare un soggetto disposto a continuare quell'attività, e i soggetti che avevano raggiunto la fase più avanzata del processo per la trattativa, quindi con una sorta di lettera di intenti, erano due: il gruppo svizzero Klesh, e il fondo austriaco Aurelius.
Alcoa, che ha gestito e gestisce direttamente la trattativa (essendo la cessione degli asset un'attività di natura privatistica) in quella fase ritenne, per una serie di motivi, che l'offerta del gruppo Aurelius fosse la più conveniente, e quindi si diede corso all'esame e all'approfondimento su quell'opzione. Purtroppo nei passaggi successivi la trattativa con il gruppo Aurelius si interruppe, in particolare, stando a quanto ci è stato riferito, per la mancanza di garanzie che il gruppo doveva prestare per la continuità aziendale, e quindi la disponibilità ad impiegare quelle risorse necessarie ad assicurare quella continuità. Nel frattempo - si era giunti sostanzialmente al mese di agosto - decorrevano i termini previsti dall'accordo per avviare la fase di spegnimento delle celle.
La fase di spegnimento delle celle, lo ricordo, è una fase che è finalizzata a mettere le celle in sicurezza, per favorire comunque, anche in epoca successiva all'intera fermata dell'impianto, un suo potenziale riavvio. Nondimeno lo spegnimento delle celle rappresenta, sul piano tecnico, ma anche economico, un passo importante ed impegnativo, che presuppone, per la ripartenza delle celle stesse, altrettante impegnative fasi sul piano tecnologico e di esborso finanziario. Per questo abbiamo tutti quanti sempre sperato che si potesse arrivare ad una soluzione prima che arrivasse a conclusione la fase di chiusura delle celle.
Purtroppo, dicevo, non è stato così, ed in mancanza di una lettera di intenti sottoscritta da entrambe le parti, come recitava l'accordo, a partire dal 1 settembre veniva avviato il processo di spegnimento delle celle. Contemporaneamente in quei giorni, anche su sollecitazione delle istituzioni, due dei gruppi che erano originariamente interessati, in particolare il gruppo Klesh, che aveva presentato anche una lettera di intenti, ed il gruppo Glencore, hanno manifestato la volontà, l'interesse a proseguire la trattativa, riaccendendo la speranza per una possibile soluzione.
E' in quel momento che, come amministrazione regionale, abbiamo provveduto a prendere immediato contatto con i due gruppi (con il gruppo Glencore in particolare) per cercare, da un lato, di esercitare una certa pressione perché quell'interesse potesse trasformarsi in un impegno più concreto, dall'altro ovviamente di mettere a disposizione dei potenziali acquirenti tutto il supporto, tutte le necessarie informazioni, che potessero facilitare questo tipo di scelta. Dico tutto il supporto e tutte le informazioni perché, come sapete, la scelta dipende, oltre che dalle condizioni che afferiscono a quel rapporto di tipo privatistico che concerne il trasferimento degli asset, anche dall'esistenza dei presupposti, delle condizioni di base, per poter esercitare in modo economicamente sostenibile, con conti economici quanto meno in pareggio, quell'attività.
Le condizioni sono principalmente tre: la prima è quella legata al costo dell'energia, che è la questione principale, in qualche modo è la madre di tutte le condizioni; poi c'è quella relativa alle infrastrutture, le quali anch'esse, nella misura in cui sono atte e sufficienti ad assicurare quelle condizioni logistiche, di trasporto, di approvvigionamento e quant'altro, incidono sui conti economici perché riducono il costo dei fattori della produzione, e quindi favoriscono un'attività industriale economicamente sostenibile; infine, l'ultima questione era quella relativa al cosiddetto efficientamento dell'impianto.
Ricordo che all'incirca due anni fa, quando fu trattata un'altra questione relativa all'Alcoa e si entrò nella prima crisi, si mise mano a queste condizioni: da un lato si trovò una soluzione, di cui adesso vi dirò (che è quella ancora attuale) per il costo dell'energia, dall'altro si stabilì nell'accordo sindacale l'avvio di un processo per l'efficientamento della produzione, quindi la rivisitazione dei processi produttivi. Quell'attività purtroppo non si trasformò mai in atti concreti e l'azienda non "efficientò" i processi di produzione né (come io ritenevo e ritengo opportuno fare perché potessero e possano essere competitivi) effettuò i necessari investimenti sugli impianti.
Il tema quindi torna di attualità oggi, e questa costituisce la terza delle condizioni che vi ho detto. I potenziali acquirenti, la Glencore e la Klesh, per il momento hanno entrambi fatto presente che quei passaggi sono fondamentali.
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, il Consiglio però le consente di continuare.
CAPPELLACCI, Presidente della Regione. Credo sia necessario un minimo di approfondimento sui singoli temi, quindi mi perdonerete se vado oltre i tempi previsti, ma cercherò di arrivare velocemente a conclusione.
Dicevo, i soggetti interessati hanno sottolineato che l'esistenza di quelle condizioni è ancora attuale. E su quel fronte che cosa è capitato? Dal lato governativo è stata confermata (o meglio è in corso di conferma, perché il percorso non si è ancora concluso) la possibilità di mantenere il meccanismo amministrativo attuale, che è quello cosiddetto della super-interrompibilità, che porta il costo dell'energia per kilowattore intorno ai 35 euro (fino a qualche mese fa era a 33 euro, oggi siamo intorno ai 35 euro, fra qualche mese potrebbe sfiorare i 37) comunque in linea con quello che è il costo medio europeo.
Questo tipo di opzione è in corso di rinnovo, dipende dalla Commissione europea, sono stati già avviati i contatti, è stata già notificata la richiesta di rinnovo, la sensazione, i rumors sono positivi, quindi si confida in una conferma della misura. Questa conferma dovrebbe fissare il costo per altri tre anni e (seppure se ne parli poco perché comunque la materia è abbastanza delicata) si sta lavorando anche per una eventuale super-interrompibilità a regime, che quindi possa diventare un meccanismo strutturato. Peraltro, vi ricordo che nel resto d'Europa funziona così, quindi non stiamo chiedendo niente di straordinario, chiediamo un regime che sia sostanzialmente allineato a quello degli altri paesi europei.
In ogni caso, trascorsa questa opzione, se questa durasse solo tre anni, per i sei anni più sei successivi, quindi 12 anni, ci sono altre due misure che sono già operative e che non hanno bisogno dell'autorizzazione della Commissione europea, e sono quella della cosiddetta interrompibilità e quella dell'interconnessione, due misure che, insieme, riescono a raggiungere un risultato che è molto simile a quello della super-interrompibilità.
Questo è il tema principale dell'energia e su questo tema si stanno svolgendo gli approfondimenti con i potenziali interessati. E' stato chiesto un chiarimento, primo fra tutti dalla Glencore, in queste ore sono state trasmesse diverse note di chiarimento al Ministero, il Ministero ha risposto, se non sbaglio l'ultima risposta è di ieri, è di ieri anche l'ennesima richiesta della Glencore. Sostanzialmente il tema, per quanto apparentemente banale o semplice così come l'ho presentato, evidentemente ha delle implicazioni che riguardano altre componenti, anche del costo (come gli oneri di sistema, gli oneri di rete, del dispacciamento) che richiedono un approfondimento tecnico ai tavoli tecnici, che è poi quello che Glencore chiede.
Glencore ha chiesto sostanzialmente di poter aprire un tavolo tecnico nel quale si possa esaminare immediatamente questo aspetto, oltre agli altri due che vi ho richiamato.
Per quanto riguarda la Regione Sardegna io ho incontrato più volte gli amministratori di Glencore, e ho da subito manifestato loro la disponibilità totale da parte dell'Amministrazione regionale a discutere sulle infrastrutture. Le infrastrutture - vi ricordo - trovano soluzione nel Piano Sulcis che abbiamo recentemente approvato e che prevede una dotazione complessiva di 350 milioni di euro, di cui 127 di nuova dotazione a valere sui fondi FAS. All'interno di quegli investimenti c'è poi una parte considerevole (150 milioni di euro in totale) che riguarda l'aspetto infrastrutturale, con alcuni interventi in modo particolare diretti alla viabilità, alla logistica, alla portualità . Ho dato, come dicevo, disponibilità alla Glencore e alla Klesh, per procedere agli opportuni approfondimenti, e la prima riunione tecnica specifica, dedicata a ciò, si svolgerà domani mattina alle 10, proprio con la Glencore, ma poi seguiranno altre riunioni.
Ma torniamo agli avvenimenti di ieri. La riunione di ieri in questo quadro, in questa evoluzione, anche molto varia - che in queste ore registra passi nuovi, richieste di informazioni, necessità di approfondimenti eccetera - era destinata a poter favorire questa trattativa "a bocce ferme", come tutti quanti noi abbiamo sperato, e come peraltro anche la mozione in qualche modo richiedeva con forza, ovverosia la possibilità di dar corso alle trattative, di procedere ad effettuare queste verifiche, interrompendo quel processo di spegnimento delle celle al quale ho fatto riferimento prima.
Quindi, ieri la riunione che si è tenuta con i rappresentanti dell'Alcoa e i sindacati era finalizzata a questo. E' stato chiesto espressamente all'Alcoa di poter valutare questo tipo di opportunità e procedere alla interruzione di quel processo. Peraltro la richiesta era stata rivolta già precedentemente in altre sedi, avevo anche chiesto all'Alcoa un incontro formale, avevo rappresentato questa difficoltà, avevo formalmente chiesto che potesse prendere in esame questa possibilità.
Devo dire che, purtroppo, ieri, nonostante quello che succedeva in strada, nonostante le insistenze delle istituzioni, nonostante l'intervento diretto del ministro Passera sul board americano, la disponibilità dell'azienda è stata limitata, una disponibilità che si è tradotta sostanzialmente nel rallentamento del processo di spegnimento delle celle. Questo processo avrebbe dovuto originariamente concludersi entro la fine del mese di settembre (era previsto per oggi uno spegnimento di ben una novantina di celle contemporaneamente, ieri ce n'erano ancora operative 270) e invece, se non interverranno fatti nuovi, si concluderà entro il prossimo primo novembre, con una continuazione dell'attività dell'elettrolisi sino al 10 di novembre, una continuazione dell'attività di fonderia per trattare l'ultimo materiale residuo sino al 30 di novembre e il mantenimento in azienda di tutti i dipendenti, per completare il processo di messa in sicurezza delle celle, sino al 31 di dicembre.
L'altro elemento parzialmente positivo che si è raggiunto ieri è che la proroga dell'attività di elettrolisi sino al 10 novembre servirà per attrezzare un numero significativo di celle (dovrebbero essere una cinquantina) in modo tale da procedere al loro spegnimento caricandole della materia prima necessaria a consentire (ove la trattativa dovesse sortire un effetto positivo e quindi si potesse procedere al riavvio degli impianti) un riavvio immediato delle celle, e quindi, almeno parzialmente, un riavvio immediato dello Smelter. Anche per le altre celle la messa in sicurezza presuppone un successivo riavvio, ma avrebbero una tempistica differente e quindi non immediata.
Unitamente a questo, dicevo, parziale e deludente risultato (perché tutti quanti noi abbiamo insistito e abbiamo sperato perché ci potesse essere un'interruzione di quel processo finalizzata a consentire il completamento delle trattative) si è affermata da un lato la volontà delle istituzioni di affiancarsi ai potenziali acquirenti per metterli in condizione, con tutto il supporto e l'assistenza necessaria, di andare avanti nella trattativa, dall'altro l'esigenza di procedere con degli step successivi, in modo tale anche da poter dare ai sindacati e alle parti sociali la necessaria informazione.
Questo è lo stato attuale dell'arte. Il passo successivo, per quanto riguarda l'Amministrazione regionale è, come ho ricordato, l'apertura di un tavolo tecnico per domani con la Glencore (e un incontro analogo io spero di poter fissare successivamente con la Klesh) che immagino durerà qualche giorno. Io pertanto mi auguro - questo chiederò - che nei giorni prossimi, possibilmente a partire da dopodomani ma al più tardi lunedì, si apra analogo tavolo al Ministero nel quale poter trattare le questioni che non dipendono direttamente dall'Amministrazione regionale ma che dipendono dal Governo, quindi in particolare il nodo energia.
L'impegno, cari colleghi, è massimo. L'auspicio è che possa servire per arrivare a un risultato e, soprattutto, che ci siano le condizioni perché quelle precondizioni siano assicurate, e quindi ci sia la giusta sensibilità da parte di tutti, primo fra tutti dal Governo nazionale, che è titolare delle azioni necessarie per affermare quelle condizioni. L'auspicio è anche che possa esserci, come c'è stata in questi giorni, la necessaria forza, determinazione e unità di tutti, perché questa è una partita veramente molto delicata dalla quale dipende il futuro di quel territorio e dell'intera Sardegna.
Il Piano Sulcis, di cui ho già parlato, prevede e consente di immaginare uno scenario nuovo e diverso, dà a quel territorio una prospettiva di novità, di diversificazione, quindi in linea con le dinamiche attuali. Ma se noi non saremo capaci di prendere l'esistente e traghettarlo verso quel futuro, con quello scenario, allora qualsiasi piano Sulcis, per quanto importante e fornito di grande dotazione finanziaria, correrà il rischio di non essere attuabile.
PRESIDENTE. Comunico che in sede di Conferenza dei Capigruppo si è deciso di unificare la discussione delle dichiarazioni del Presidente della Regione all'illustrazione delle mozioni numero 206, 175, 190 e 202 e delle interpellanze numero 83 e 228. In sede di Conferenza dei Capigruppo si è anche deciso di limitare il tempo dell'illustrazione a dieci minuti.
L'ordine del giorno reca, pertanto, la discussione congiunta delle Comunicazioni del Presidente della Regione, delle mozioni numero 206, 175, 190, 199, 202, 204 e delle interpellanze numero 83 e 228
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni e delle interpellanze:
Mozione Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparto industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIOREGIONALEPREMESSO che:
- sono stati approvati dall'Aula gli ordini del giorno n. 76 e n. 80 del 2012 con i quali si è voluto porre all'attenzione delle massime responsabilità di Governo regionale e nazionale la pesantissima situazione del sistema industriale e produttivo isolano, devastato da un progressivo smantellamento di ogni linea di attività di rilievo e ulteriormente colpito dall'attuale crisi economico-finanziaria nazionale ed europea ;
- in particolare, i territori a vocazione industriale soffrono condizioni ormai insostenibili sul piano economico, occupazionale e sociale, con il diffondersi di gravi fenomeni di povertà e disperazione che colpiscono persone, famiglie e intere comunità locali;
- inoltre, appare necessario rafforzare l'azione politico-istituzionale e di lotta sociale attorno a tutte le vertenze in corso che si sviluppano nelle diverse aree industriali della Sardegna (Porto Torres, Cagliari-Macchiareddu, Ottana, Portovesme, Villacidro), ad iniziare da quelle in fase più acuta come Alcoa e l'intera filiera di alluminio;
CONSIDERATO insoddisfacente l'attuale sviluppo del confronto tra Stato e Regione sulle condizioni di crisi profonda dell'Isola e sulle singole rilevanti questioni che costituiscono l'intera vertenza Sardegna, compiutamente esplicitate nell'ordine del giorno n. 76 approvato dal Consiglio regionale lo scorso 14 febbraio e riconfermate con il successivo ordine del giorno n.80,
riafferma la volontà già unanimemente espressa
1) di richiedere al Presidente del Consiglio dei ministri la convocazione urgente del tavolo politico partecipato, oltre che dagli organi della Regione, dalle rappresentanze istituzionali locali, dal sindacato dei lavoratori e dalle associazioni e organizzazioni di categoria e delle imprese, per una puntuale ed organica trattazione delle rilevanti questioni che costituiscono l'intera vertenza Sardegna;
2) di agire sul piano istituzionale e politico per la realizzazione degli obiettivi individuati negli ordini del giorno citati in premessa e di promuovere una generale mobilitazione del popolo sardo.
A tal fine
impegna il Presidente della Regione ad agire conformemente. (206)
Mozione Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sullo stato d'attuazione degli impegni assunti a seguito della sottoscrizione del protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIOREGIONALEPREMESSO che:
- il 16 marzo 2010 la Regione, la Provincia di Nuoro, la Sfirs, la Confindustria della Sardegna centrale, Ottana Energia & Indorama Venture Limited, il Consorzio industriale provinciale di Nuoro, i Comuni di Ottana, Bolotana e Noragugume, la Filcem CGIL, la Femca CISL e la Uilcem UIL, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio;
- con tale documento la Regione si impegnava:
1) a recepire gli investimenti, all'interno del PEARS, relativi agli impianti solari e a tutte le opere ad essi accessorie;
2) a farsi promotrice presso le istituzioni nazionali e regionali della risoluzione strutturale dei problemi dei trasporti di merci da e per la Sardegna, intervenendo presso Trenitalia per il ripristino entro il primo semestre 2010 del traghetto Golfo Aranci-Civitavecchia;
3) alla realizzazione del raccordo ferroviario tra la stazione di Porto Torres ed il porto industriale, con un finanziamento di 3 milioni di euro, che avrebbe dovuto consentire l'imbarco dei carri ferroviari su navi traghetto;
4) alla rivitalizzazione del trasporto merci su ferro, tramite incentivi "ferro-bonus" ed altre misure atte a favorire l'ingresso delle imprese private sarde nel mercato attraverso un'alternativa più sicura e ambientalmente sostenibile del trasporto su gomma;
5) alla realizzazione del polo logistico intermodale di Borore-Macomer, dopo aver ripristinato il servizio di trasporto merci e verificato per un anno l'utilizzo delle linee ferroviarie, con un finanziamento per un importo massimo complessivo di 5 milioni di euro;
- anche l'applicazione dell'articolo 6 della legge finanziaria per l'anno 2011, che stanziava ingenti risorse per favorire l'esodo volontario del personale appartenente al Consorzio industriale della Provincia di Nuoro al fine ottenere un cospicuo contenimento di costi e quindi consentire di abbattere le tariffe applicate dal consorzio industriale medesimo, è in forte ritardo;
- il 20 marzo 2012, Confindustria, in una conferenza stampa sul protocollo d'intesa per l'area centrale della Sardegna (patto per il territorio) ha lamentato il mancato rispetto e comunque il grave ritardo da parte della Regione nell'attuazione degli impegni assunti;
CONSIDERATO che:
- l'area industriale della Sardegna centrale vive da anni una condizione di forte crisi che cagiona un crescente aumento della popolazione disoccupata nell'area di riferimento, creando gravissimi disagi sociali;
- sono presenti in quell'area importanti aziende con forti prospettive di crescita e quindi di riassorbimento della disoccupazione e della diseconomia dell'indotto;
- tali aziende, con particolare riferimento alle multinazionali che hanno investito ingenti risorse nelle iniziative intraprese, hanno ottemperato ai loro impegni con rigore e puntualità, hanno già manifestato disagio per i ritardi accumulati dalla Regione e si paventa quindi il loro disimpegno, con le intuibili dannose ricadute sia sull'economia che sui livelli occupazionali, che risulterebbero irrimediabilmente compromessi;
- di contro, sul territorio, per le caratteristiche e le infrastrutture preesistenti e per le condizioni di base, si configura la possibilità di nuovi investimenti attraverso l'ottimizzazione dei servizi e dei costi di produzione,
impegna la Giunta regionale
1) ad assumere formale impegno nel perseguire tutti gli obiettivi stabiliti nel protocollo di intesa per l'area centrale della Sardegna del 16 marzo 2010 con particolare riferimento ai punti sopra indicati;
2) a richiedere la convocazione urgente dei tavoli tra la Regione e le parti interessate, presso i quali stabilire con certezza modi e tempi per l'attuazione dei punti contenuti nel protocollo. (175)
Mozione Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sulle condizioni che si sono verificate nell'area industriale di Ottana a seguito del disimpegno della società Terna nei confronti di Ottana Energia e sul suo declassamento, nonché sulle gravi ripercussioni sulle aree industriali sarde a seguito di tale declassamento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- Terna Rete Italia Spa, azienda compartecipata dallo Stato, dal 6 aprile fino al 7 maggio 2012 ha azzerato il fabbisogno soddisfatto dalla centrale elettrica di Ottana;
- dal 7 aprile 2012 i gruppi ad olio combustibile di Fiume Santo sono chiamati in produzione per la maggior parte delle ore (gruppi 1 e 2);
- dal giorno 8 maggio 2012 viene ripristinato per la centrale elettrica di Ottana il fabbisogno di riserva secondaria, che impegna la centrale per un numero inferiore di ore rispetto a quanto avveniva dal 2006 fino al 6 aprile 2012, di fatto declassandola dal ruolo di riserva essenziale;
- Ottana Energia ha una produzione similare o superiore a circa la metà degli impianti dichiarati essenziali in Italia per l'anno 2012, mentre vengono classificati essenziali quelli del Sulcis e di Fiume Santo, che insieme al CIP6 di Sarlux producono circa il 90 per cento del fabbisogno della Regione;
- Terna Rete Italia Spa, con un comunicato datato 6 giugno 2012 ha affermato che la ragione fondante del declassamento della centrale di Ottana erano i costi dell'energia superiori del 50 per cento rispetto alla media delle altre centrali, nonché l'attivazione del cavo sottomarino Sapei e il fatto che, per garantire i necessari regimi di tensione, sia necessario approvvigionarsi da centrali disposte nell'area settentrionale e nell'area meridionale dell'Isola;
- la fornitura a Terna Rete Italia Spa, dei servizi di dispacciamento costituiva circa il 60 per cento del fatturato di Ottana Energia;
- entro il 30 giugno 2012 Ottana Energia, per arginare le spese determinate dal crollo delle produzioni, sarà costretta ad un taglio dei costi che inevitabilmente avrà ripercussioni sul mantenimento dei posti di lavoro e sulla prosecuzione dei contratti di appalto a ditte terze ed estranee;
- in tempi brevissimi si giungerebbe al blocco totale della centrale energetica, con la conseguente chiusura anche di Ottana Polimeri;
- quindi, il polo chimico energetico della Sardegna centrale, strategico nel sistema industriale sardo, sarebbe destinato inesorabilmente al collasso e a morte certa;
- il Gruppo Indorama, che sino ad oggi ha garantito il buon andamento di Ottana Polimeri, vista la situazione precaria conseguente al disimpegno di Terna, sta vagliando la possibilità di interrompere la produzione per la mancanza dei requisiti che si designavano precedentemente;
- ove Ottana Polimeri dovesse chiudere, inevitabilmente anche Polimeri Europa sarebbe costretta ad interrompere il flusso di investimenti annunciati su Sarroch, in considerazione del fatto che verrebbe a mancare il maggiore consumatore dei prodotti necessari per la produzione di Ottana Polimeri, che utilizza primariamente la materia prima prodotta da Polimeri Europa a Sarroch;
- Ottana Energia, pur avendo i requisiti per essere considerata come centrale elettrica essenziale nel sistema di produzione di energia regionale, nell'attuale regime è stata di fatto declassata;
- nei giorni scorsi, con un comunicato stampa congiunto di Confindustria e delle forze sindacali, è stato confermato che Ottana Energia è in grado di fornire energia elettrica ai prezzi di mercato ritenuti equi da Terna Rete Italia Spa (150 euro a MW/h);
- il 16 marzo 2010 la Regione, con le istituzioni, le aziende interessate alla produzione di energia elettrica e le forze sindacali, ha sottoscritto il documento denominato "patto per il territorio" che determina nuovi investimenti a favore della produzione energetica e dello sviluppo industriale dell'area della Sardegna centrale;
CONSIDERATOche:
- Ottana Energia, per i servizi erogati e per le relazioni commerciali instaurate, determina quindi la permanenza nell'Isola di Indorama e di Polimeri Europa;
- Ottana Energia, direttamente e nell'indotto, determina l'occupazione di circa 500 lavoratori e l'esistenza di 30 aziende aventi importanti relazioni commerciali con Ottana Energia medesima,
impegna la Giunta regionale
ad aprire in tempi brevissimi, e comunque prima del 30 giugno 2012 un tavolo istituzionale con tutti i soggetti coinvolti, al fine di aprire il confronto con il Governo per fare in modo che Terna Rete Italia Spa, compartecipata dello Stato, proceda al riassetto dell'approvvigionamento energetico nell'Isola, favorendo la ripresa di piena produzione da parte di Ottana Energia. (190)
Mozione Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- è stata ripetutamente posta all'attenzione del Governo regionale la grave situazione del comparto industriale chimico della Sardegna, in particolare con gli ordini del giorno n. 19 e n. 52, la risoluzione n. 4 della Sesta Commissione e da ultimo l'ordine del giorno n. 80;
- il salvataggio degli impianti e delle produzioni della Vinyls è di fondamentale importanza per il mantenimento dei livelli occupativi e per la permanenza in Sardegna di una presenza industriale significativa per la forte integrazione esistente tra gli stabilimenti del nord Sardegna e l'area chimica di Assemini;
RICORDATO che dal 2008, e dopo ben due gare internazionali, si sono susseguite manifestazioni d'interesse all'acquisto degli impianti rivelatesi inaffidabili e non fondate su un serio progetto industriale (Gruppo SAFI, Ramco, Fondo GITA, Finambiente) e che ogni tentativo di soluzione della vertenza proposto dal MISE si è finora dimostrato incapace di individuare un solido scenario per il futuro dell'industria chimica isolana;
PREOCCUPATO per il silenzio calato sulla crisi del polo chimico di Porto Torres dopo che si sono spenti i riflettori sulla protesta attuata dai lavoratori con l'occupazione dell'Isola dell'Asinara, ribattezzata l'Isola dei cassintegrati, ribalta di cui hanno goduto politici, sottosegretari e ministri, purtroppo senza nessun esito favorevole per la Vinyls nonostante l'abbondanza di promesse di imminente soluzione;
CONSIDERATO che:
- il 29 giugno scorso è scaduto il bando per la presentazione di offerte migliorative rispetto a quelle pervenute e il prossimo 17 settembre 2012 si terrà presso il Ministero dello sviluppo economico (MISE) un incontro tra Ministero e Amministrazione controllata;
- le maestranze dello stabilimento Vinyls hanno garantito il presidio e la bonifica degli impianti, ma dal mese di maggio 2012 non ricevono lo stipendio e dal 9 giugno è scaduta la cassa integrazione e il Ministero non si è ancora pronunciato sulla proroga;
- nello stabilimento di Porto Torres gli impianti versano ormai in uno stato di desolante abbandono e degrado, le stesse condizioni di sicurezza appaiono preoccupanti,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a garantire la presenza delle massime istituzioni della Regione all'incontro del 17 settembre 2012 a Roma, insieme ai sindaci di Sassari, Alghero e Porto Torres e al Presidente della Provincia di Sassari;
2) a chiedere al Ministero per lo sviluppo economico, nelle more delle decisioni sull'alienazione degli impianti di Porto Torres, di promuovere ogni azione per arrestarne il degrado al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico;
3) a chiedere al Governo un impegno per la proroga della cassa integrazione scaduta il 9 giugno 2012,
impegna altresì il Presidente, la Giunta regionale e il Consiglio stesso
a promuovere, insieme ai sindacati, ai lavoratori e alle istituzioni locali una grande assemblea nello stabilimento Vinyls di Porto Torres prima dell'incontro del 17 settembre 2012 per riportare l'attenzione dell'opinione pubblica e del Governo sulla vertenza. (202)
Interpellanza Diana Giampaolo - Bruno - Cocco Pietro - Meloni Marco sulla trattativa di cessione dei comparti industriali di Assemini e Porto Torres alla società Ramco.
I sottoscritti,
premesso che:
- presso il Ministero dello sviluppo economico è in atto la trattativa fra i commissari straordinari del governo e l'ENI per la cessione dell'azienda chimica Vinyls, presente con impianti produttivi a Porto Torres alla società araba Ramco;
- il Ministro Scajola ha garantito un iter procedurale molto spedito per una positiva soluzione che mantenga gli attuali livelli occupazionali del comparto chimico in Sardegna, concordando con l'ENI gli impegni presi per un rapido riavvio degli impianti;
- l'ENI ha confermato la disponibilità a cedere gli assetti per chiudere un accordo con Ramco sulla distribuzione di materie prime e servizi;
considerato che:
- il processo di trasferimento aziendale degli impianti Syndial di Assemini debba passare attraverso il riavviamento degli impianti a PVC-VCM di Porto Torres, indispensabili per la ricongiunzione della catena dei cloroderivati;
- senza la necessaria condivisione e prospettiva di confronto con le istituzioni locali e regionali, i lavoratori e le rappresentanze sindacali, si rischia di procedere ad una cessione degli impianti chimici di Assemini e Porto Torres senza alcuna garanzia, come più volte denunciato sia dai sindacati che anche dalla massima Assemblea legislativa durante le varie discussioni ed impegni assunti per salvaguardare l'intero comparto chimico in Sardegna;
preso atto che senza le opportune garanzie sul riavvio della produzione di fenolo/cumene, nonché sugli investimenti per il cracking, si profila lo scenario di una cessione degli impianti di cloro e dicloretano di Assemini che indebolisce l'intero comparto riducendolo alla sola commercializzazione,
chiedono di interpellare il Presidente del Regione e l'Assessore regionale dell'industria per conoscere:
1) se intendano procedere nei confronti del Governo per un immediato confronto con le parti interessate, al fine di tutelare il futuro delle chimica in Sardegna nel processo di trasformazione aziendale;
2) se nella trattativa fra Governo, ENI attraverso la sua controllata Polimeri europa e Ramco si stiano rispettando gli impegni precedentemente assunti negli incontri effettuati presso il Ministero dello sviluppo economico;
3) se il reale piano industriale della società Ramco con la richiesta d'acquisto o affitto degli impianti Vinlys in Sardegna sia finalizzato alla sola commercializzazione del cloro-dicoloretano o ad un effettivo rilancio della chimica con prospettive di riavvio di produzione di PVC e VCM. (83)
Interpellanza Bruno sui più recenti sviluppi della vertenza Vinyls e in particolare sul progetto di impiego dei lavoratori in CIGS per attività di pubblica utilità per la sicurezza.
Il sottoscritto,
premesso che ogni tentativo di soluzione della vertenza Vinyls proposto dal Ministero dello sviluppo economico e dai commissari straordinari si è finora dimostrato inefficace e incapace di individuare uno scenario chiaro sul futuro dell'industria chimica a Porto Torres e si attendono gli sviluppi della vicenda legati alla presentazione delle tre proposte migliorative, compresa quella del fondo Gita che ancora, nonostante il fallimento della prima trattativa, compare fra i soggetti ritenuti validi dal Governo nazionale per l'acquisizione degli impianti;
considerato che il 19 aprile 2011, durante un incontro tenutosi a Roma nella sede del Ministero dello sviluppo economico al quale hanno partecipato i Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, i rappresentanti delle Regioni Sardegna, Veneto ed Emilia Romagna, delle Province di Sassari, Venezia e Ravenna e dei rispettivi comuni, dei sindacati nazionali e territoriali dei chimici e dei commissari straordinari, il Governo ha presentato un progetto di gestione dell'attuale fase transitoria, che prevede la collocazione dei lavoratori in cassa integrazione (CIGS) a zero ore e, contemporaneamente, ne dispone l'impiego negli impianti per attività finalizzate a evitare rischi di natura ambientale, attività di pubblica utilità per garantire la sicurezza;
rilevato che:
- i lavoratori esercitano già l'attività di controllo nei periodi di fermata degli impianti prevista e, come tale, normalmente retribuita, mentre tale progetto di fatto li inquadrerebbe come lavoratori socialmente utili che, richiamati in servizio dalla posizione di cassa integrazione per un massimo di 20 ore settimanali, percepirebbero un compenso pari al 40 per cento dello stipendio e per di più a carico delle regioni interessate e non attraverso le risorse a disposizione dei commissari straordinari, negando quindi ai lavoratori la retribuzione cui avrebbero diritto e sostituendola con uno strumento di sostegno al reddito;
- l'impiego delle maestranze così configurato è in grado di garantire il presidio dei lavoratori ma non la sicurezza degli impianti, che necessitano comunque anche di costanti interventi manutentivi,
chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
quando intendano riferire in Consiglio regionale sui dettagli delle tre proposte migliorative presentate il 28 aprile 2011 e del progetto proposto dal Governo durante il tavolo tecnico del 19 aprile 2011;
se non ritengano opportuno attivarsi affinché la scellerata soluzione che emerge dal progetto di cui al punto precedente, ennesima puntata della farsa che va in scena ogni giorno da troppi mesi sulla vertenza Vinyls, sia discussa con serietà e possa essere rivista per evitare che i lavoratori si ritrovino ad essere obbligati a prestare la loro opera di fatto privi di qualsiasi tutela e contra legem, ma onerati di responsabilità che, in condizioni normali, dovrebbero ricadere sulle aziende;
se non ritengano opportuno attivarsi ulteriormente e con ogni mezzo per pretendere dal Governo e dai commissari di Vinyls risposte chiare e definitive sul futuro degli impianti chimici localizzati nell'area industriale di Porto Torres, anche a garanzia delle retribuzioni dei lavoratori maturate nel corso della vertenza e in relazione agli aspetti legati alla pubblica sicurezza e, in particolare, alla luce della recente presentazione delle tre proposte migliorative. (228).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 206 ha facoltà di illustrarla.
URAS (Gruppo Misto). La mozione tratta della vertenza Sardegna e richiama, come si evince dal suo contenuto, gli ordini del giorno numero 76 e numero 80, ovvero quelli con i quali, a larghissima maggioranza, questo Consiglio ha impegnato la Giunta a richiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri la convocazione urgente di un tavolo politico partecipato. Lo rammento perché su questa questione si discusse anche con le parti sociali. Si tenne, infatti, anche un congresso, un'assemblea degli stati generali della Sardegna, come pomposamente ormai la definiamo, perché quel tavolo politico, partecipato dagli organi della Regione (tutti gli organi, quello legislativo e quello esecutivo) dalle rappresentanze istituzionali locali, dal sindacato dei lavoratori, dalle associazioni e organizzazioni di categoria delle imprese, trattasse tutti i temi che sono all'ordine del giorno nel confronto con lo Stato, di cui anche questa violenta procedura di dismissione dell'apparato produttivo industriale è parte.
Unitamente a questo obiettivo, quegli ordini del giorno chiedevano alla Giunta regionale, e al Presidente della Regione in particolare, di agire sul piano istituzionale e politico per la realizzazione degli obiettivi individuati, a partire dalla conferma dell'immediata attuazione del novellato articolo 8 dello Statuto e quindi della conclusione dell'annosa partita sulle entrate (alla fine di quest'anno il debito che lo Stato avrà nei confronti della Regione sarà di almeno 2 miliardi, e non per indisponibilità di mezzi ma per consapevole violazione da parte del Governo delle leggi dello Stato) e di promuovere una generale mobilitazione del popolo sardo.
Presidente, queste questioni, che sono state configurate in questo modo in accordo con la Giunta regionale e con il Presidente, rimangono lettera morta, sono totalmente prive di conseguenti azioni da parte dell'Esecutivo, e soprattutto incidono negativamente sulla gestione delle vertenze in atto, a cominciare da quella dell' Alcoa. Vi è la presunzione nel Governo che quella sia la battaglia di cinquecento lavoratori, forse di qualche migliaia tenuto conto dell'indotto, forse di un territorio povero e impoverito anche dall'azione dello Stato, anche dalla trascuratezza delle istituzioni, anche dall'ingordigia del capitalismo imprenditoriale multinazionale, ma sicuramente pensano che quello non sia uno dei capitoli rilevanti della vertenza che la Sardegna ha nei confronti dello Stato, e che deve assumere anche nei confronti di chi viene in Sardegna per produrre e tanti aiuti riceve per produrre.
Invece noi dobbiamo dare la dimensione diversa, dobbiamo cioè richiamare il presidente Monti e i suoi Ministri ad essere conseguenti rispetto alle leggi dello Stato (a incominciare dalla partita delle entrate) ad adempiere alle leggi, a mantenersi nell'ambito della legalità, della legalità costituzionale che ci riguarda direttamente, perché l'articolo 8 è un articolo dello Statuto speciale.
Ma dobbiamo anche far vedere al Governo che c'è un Popolo che si ribella a un destino al quale lo stesso Governo lo sta condannando, il destino di andare alla deriva, di essere, cioè, non oggetto di un'iniziativa di separatezza dello Stato, ma vittima di una decisione che tende a separare dal beneficio che trae il cittadino per appartenere allo Stato e all'Unione europea il popolo che risiede in Sardegna. Ci separano loro, ci frammentano ogni diritto e ci frammentano ogni iniziativa vertenziale, ci frammentano ogni iniziativa di lotta. Polverizzano, polverizzano la nostra iniziativa per renderla sterile, per far pagare a noi un prezzo che invece dovrebbe essere pagato da altri.
Vengono, sono aiutati, producono, fanno utili, violentano il territorio, lo inquinano e poi pensano, aiutati da qualche ministro "illuminato", di poter dire: arrivederci e grazie, questa è una questione solo privatistica. Presidente, non è una questione privatistica. E' una questione che richiama responsabilità politiche e pubbliche: gli aiuti sono pubblici, i soldi sono pubblici, il sacrificio di un popolo, di un territorio è il sacrificio di una comunità, quindi ha un valore pubblico che deve essere pubblicamente tutelato. Tutto questo non si può accettare.
La strada da intraprendere doveva essere quella di chiedere un confronto serio, politico (non di essere ricevuti in piccola delegazione come se fossimo qualcuno che va lì a chiedere l'elemosina) con pari dignità, perché la Repubblica si articola in Stato, Regioni, province, comuni, città metropolitane, in un rapporto paritario, ognuno responsabile per la sua parte .
Un incontro partecipato dove non è escluso il popolo e le sue articolazioni. Un popolo mobilitato, mobilitato sempre in tutte le sue parti, in tutti i suoi territori, su tutte le sue vertenze, mobilitato sempre, ad incominciare dal Consiglio regionale e dalla sua Giunta regionale. Noi chiediamo che questo si attui così come ha votato questa Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Renato Lai è rientrato dal congedo.
Uno dei presentatori delle mozioni numero 175 e 190 ha facoltà di illustrarle.
CUCCA (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi consiglieri, le mozioni trattano della crisi dell'area industriale di Ottana della quale tutti sembra che ci siamo dimenticati e, soprattutto nell'ultimo periodo, sembra se ne sia dimenticata la classe politica .
Le origini della crisi industriale, non solo dell'area di Ottana, non sono certo da ricercarsi nei tempi attuali. Abbiamo la consapevolezza - di questo dobbiamo dare atto a questa amministrazione regionale - che questa è solo la punta dell'iceberg rispetto alla crisi generale del comparto industriale della Sardegna che va avanti ormai da anni e che ha generato la chiusura di tante realtà industriali dell'Isola. Questa crisi ha penalizzato però in maniera forse irrimediabile la provincia di Nuoro che ha subito una perdita di migliaia di posti di lavoro mai recuperati.
Nel passato come in tempi recenti ho affermato in questa Aula che da almeno tre lustri la Sardegna è priva totalmente di un serio programma di politica industriale che consenta una visione strategica della materia, capace di mettere in campo azioni serie a tutela delle realtà industriali e soprattutto dei posti di lavoro che vanno irrimediabilmente e progressivamente persi.
La riprova incontestabile di questa gravissima lacuna dell'Amministrazione regionale - di questa come di quella che l'ha preceduta - è costituita dal fatto che per anni la Regione è stata capace soltanto di affrontare le crisi con provvedimenti tampone che hanno determinato l'erogazione di somme ingentissime di danaro per far fronte al pagamento dei soli stipendi dei lavoratori o per altre esigenze che però non hanno messo le imprese in condizione di risolvere alla radice il problema, rinviando soltanto la chiusura della fabbrica e la perdita dei posti di lavoro.
Questi provvedimenti hanno soltanto drenato enormi risorse economiche, enormi quantità di danaro che avrebbero invece potuto essere utilizzate in maniera più proficua nella riconversione della realtà industriali, adeguandole anche alle nuove realtà che la globalizzazione ha imposto nelle nostre economie. Al riguardo cito un solo caso emblematico: quello della Legler. Siamo andati avanti per circa 5 anni erogando danaro in quantità assolutamente straordinarie per poi invece arrivare alla chiusura e alla conseguente perdita di 900 posti di lavoro. E tutto questo, come dicevo, è frutto dell'assenza di una politica industriale seria e denota l'incapacità dell'amministrazione regionale di gestire le problematiche gravi del comparto.
E' in questo contesto che si inseriscono queste due mozioni. La numero 175 in effetti tratta dello stato di attuazione del protocollo d'intesa tra la Regione, la Provincia di Nuoro, la SFIRS, la Confindustria, il consorzio industriale provinciale di Nuoro, i Comuni di Ottana, Bolotana e Noragugume e i sindacati. Questo patto, nominato patto per il territorio, questo protocollo d'intesa era stato sottoscritto il 16 marzo 2010 e prevedeva una serie di impegni da parte della Regione che non richiamo neppure per economia di tempo. Però debbo osservare che di tutti questi impegni nulla è stato di fatto attuato e quel contenuto è rimasta lettera morta. Non è andato avanti niente, anzi si sta regredendo in maniera assolutamente inesorabile. Ed è questo poi che ha originato la presentazione della seconda mozione che induce a dire che purtroppo mentre a Roma si discute Sagunto brucia.
La nostra provincia, infatti, la provincia di Nuoro, mentre noi stiamo qui a discutere e ad assumere impegni che vengono regolarmente disattesi, muore; le realtà industriali nuoresi muoiono inesorabilmente. Questo tema è stato affrontato oggettivamente in quest'Aula con grandissimo ritardo perché già da tempo avremmo dovuto fare quello che si sta facendo oggi, cioè introdurre nel pacchetto delle vertenze aperte anche il tema importantissimo della realtà industriale della Sardegna centrale. Ed è assolutamente sconcertante che sia accaduto quello che il senatore Silvestro Ladu ha riferito di recente, che cioè, sottoponendo il problema del comparto industriale della Sardegna centrale al sottosegretario De Vincenti, questi abbia risposto di non saperne assolutamente nulla, sia caduto totalmente dalle nuvole. Non era a conoscenza di nulla di ciò che stava accadendo a Ottana e nella Sardegna centrale.
Questo denota evidentemente l'incapacità sia dell'Amministrazione regionale, sia, se mi consentite, anche dei nostri rappresentanti politici in Parlamento, di far sentire autorevolmente le loro voci sulla tutela delle istanze del popolo sardo presso il Governo centrale. Il Governo centrale viene richiamato ai suoi obblighi soltanto dopo che le manifestazioni di piazza si fanno sempre più incalzanti e pressanti, quando cioè la tollerabilità raggiunge il livello di guardia; solo in quel momento si arriva, appunto, a prendere in considerazione le istanze giustissime di un intero comparto e di un intero territorio. Anche a Ottana, evidentemente, il livello di guardia è stato ampiamente superato.
Come sapete è accaduto che Terna Rete Italia SpA, un'azienda compartecipata dallo Stato, improvvisamente abbia azzerato il fabbisogno che veniva soddisfatto nella centrale elettrica di Ottana, privilegiando, invece, la produzione dei gruppi di olio combustibile di Fiume Santo. Successivamente, nella centrale elettrica di Ottana - faccio un brevissimo sunto di quello che è accaduto - è stato ripristinato il fabbisogno di riserva secondaria che impegna la centrale per un numero inferiore di ore rispetto a quanto avveniva dal 2006 fino ad aprile 2012, di fatto declassandola al ruolo di riserva essenziale.
Dico questo perché, pur non avendo mai avuto la centrale di Ottana l'essenzialità, però di fatto aveva una produzione similare o addirittura superiore a circa la metà degli impianti dichiarati essenziali in Italia per l'anno 2012; al contrario, vengono dichiarati essenziali sia quello del Sulcis sia quello di Fiume Santo. Terna Rete Italia, improvvisamente, come dicevo, ha affermato che la ragione fondante del declassamento risiedeva nei costi dell'energia superiori del 50 per cento rispetto alla media delle altre centrali, nonché nell'attivazione del cavo sottomarino SAPEI che, per garantire il necessario regime di tensione, rendeva necessario approvvigionarsi da centrali disposte nell'area settentrionale e nell'area meridionale dell'Isola, con evidente esclusione di Ottana Energia, non tenendo però in considerazione che la fornitura a Terna Rete Italia SpA costituiva il 60 per cento del fatturato di Ottana Energia.
Sappiamo poi come sono andate le cose. Terna aveva riattivato le forniture da Ottana Energia, poi nel mese di agosto, nonostante gli impegni precedentemente assunti, si sono chiusi totalmente i rapporti, e Terna ha smesso di approvvigionarsi da Ottana Energia. Ovviamente, Ottana Energia, in queste condizioni, per arginare le spese determinate dal crollo della produzione si trova nelle condizioni di non poter più garantire né i posti di lavoro, né la prosecuzione dei contratti in essere con le ditte terze ed estranee, e in tempi brevissimi si arriverà al blocco totale degli impianti nella zona industriale di Ottana con la conseguente chiusura anche di Ottana Polimeri.
A questo riguardo è bene sottolineare che questo problema non è un problema solo di Ottana, perché se chiude Ottana Polimeri o chiude Europa Polimeri, che si approvvigionava per il 50 per cento di materia prima da Sarroch, (Sarroch forniva, appunto, la materia prima per la produzione del PET a Ottana Polimeri, e anzi si era impegnata a raddoppiare la produzione per consentire che tutto il fabbisogno di Ottana Polimeri pervenisse da Sarroch) è evidente che, come è stato ampiamente preventivato, anche Sarroch si troverebbe a non avere più uno sfogo e uno sbocco per la propria produzione. Quindi, non è un problema soltanto di Ottana, è un problema del crollo del polo chimico energetico dell'intera Sardegna, che è strategico nel sistema industriale della Sardegna stessa.
In questo contesto, non si deve neanche dimenticare che è stata data la prova che Ottana Energia è in grado di fornire energia elettrica a prezzi di mercato ritenuti equi da Terna stessa, che oggi inspiegabilmente nega la circostanza, e soprattutto occorre ricordare che, se dovesse crollare, come dicevo, Ottana Energia con il fermo anche di Ottana Polimeri, è evidente che crollerebbe il sistema occupazionale in quella zona, che, giusto per rammentarlo, dà lavoro a circa cinquecento lavoratori e soprattutto dà vita anche a trenta aziende differenti che sono in questo momento per lo più floride ma anch'esse destinate a chiudere e a sparire ove Ottana Energia fosse costretta anch'essa a chiudere.
Questo è il contenuto delle mozioni che sono state presentate; è una richiesta di attenzione, è soprattutto finalmente una richiesta che venga aperto un tavolo col Governo per la soluzione di questi problemi (al quale tavolo, evidentemente, per quel che riguarda il problema di Terna, deve partecipare anch'essa, considerato che è un'azienda partecipata dello Stato) mentre d'altro canto si chiede che l'amministrazione regionale finalmente dia attuazione al cosiddetto patto per il territorio, cioè al protocollo d'intesa che era stato sottoscritto sin dal 2010 e che non ha avuto fino ad oggi nessun seguito. E' per questo che si chiede l'approvazione delle due mozioni.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 202 ha facoltà di illustrarla.
BRUNO (P.D.). Io devo illustrare una mozione firmata dall'intero centrosinistra, ventinove consiglieri regionali, che affronta in particolare i problemi del territorio del nordovest della Sardegna. Però vorrei, se il presidente Cappellacci mi ascoltasse, parlare della vertenza Sardegna, perché credo sia questo il tema che noi dovremmo affrontare, sentendo diversi cittadini sardi.
Mi chiedo, ma serve discutere in Consiglio regionale di una mozione oppure è meglio agire? Ha senso, in un momento nel quale questo Consiglio regionale dovrebbe essere impegnato a garantire, anche attraverso riforme sostanziali, l'uguaglianza tra citttadini, tra cittadini sardi e gli altri cittadini italiani? Ha senso in un momento nel quale dovrebbe cercare di trovare le misure per garantire un'equiparazione per quanto riguarda il costo dell'energia, per quanto riguarda la continuità territoriale delle persone e delle merci, per quanto riguarda il rapporto pattizio con lo Stato, quindi il riconoscimento dei nostri diritti?. E ci rendiamo conto che siamo tremendamente in ritardo, che abbiamo probabilmente, Presidente, sprecato almeno tre anni, almeno i tre anni di questa legislatura, senza essere riusciti a dare risposte che permettessero ai cittadini sardi di godere almeno delle stesse condizioni di partenza degli altri cittadini italiani, di avere gli stessi diritti di che stanno alla base di una democrazia, di una convivenza all'interno di uno stesso Stato?
All'interno di questa situazione, dove noi dobbiamo comunque garantire quei prerequisiti per attrarre lavoro, per conservarlo, la vicenda della Vinyls, una vertenza nazionale, ci ha tenuto occupati per tre anni e poi è caduta nel dimenticatoio. Da un lato c'è stato il rapporto con lo Stato, dall'altro il rapporto con l'ENI. L'ENI che (lo abbiamo ripetuto spesso in questi anni) ha fatto e probabilmente fa la politica industriale del nostro Paese, che fa probabilmente la politica (mi dispiace dirlo) a volte anche dei sindacati del nostro Paese, che fa probabilmente anche la politica dell'opposizione in questo Paese, che decide per noi, nonostante i nostri Stati generali, nonostante le nostre trattative anche a Palazzo Chigi.
L'ENI ha deciso per noi, e noi non siamo riusciti ad ottenere, per esempio, l'apertura di quel tavolo nazionale sulla chimica, che richiediamo da anni, prima di questa legislatura, per capire il ruolo strategico per esempio della chimica in Italia e quindi in Sardegna, per capire se c'è questo ruolo, al di là delle parole dei ministri di turno.
In questi anni abbiamo sentito molte promesse, presidente Cappellacci, e lei le ricorda benissimo perché spesso ha accompagnato i ministri del Governo Berlusconi che le hanno fatte. Penso al Ministro Romani, che ha detto a quegli stessi lavoratori che ho incontrato ieri (2 di loro si trovano a 110 metri di altezza nella torcia del PVC a Porto Torres) di stare tranquilli che "ci metteva la faccia". E ce l'ha messa anche lei, presidente Cappellacci, ma i risultati finora non si sono visti.
Abbiamo assistito ad una litania di ipotesi, l'abbiamo ricordata: dall'assessore veneto Sartor, salvatore della patria nella sua campagna elettorale, al gruppo arabo Ramco, al fondo svizzero Gita, alla società croata Dioki, a Fin Ambiente, fino ad arrivare alla proposta di questi giorni, che comunque offre speranza, quella della società brasiliana, di cui non sappiamo molto, ma sappiamo che ha presentato una manifestazione di interesse, di intenti, che si potrebbe concretizzare (così ci dicono) entro 30 giorni, con un piano industriale.
E' stata fissata anche una ulteriore data - noi lo scriviamo nel preambolo, nel dispositivo della mozione - quella del 17 settembre, per la quale è stato fissato un incontro tra il Ministero dello sviluppo economico e i commissari, l'amministrazione controllata di Vinyls. Noi nella mozione chiediamo, presidente Cappellacci, che non ci siano vertenze di serie A e di serie B, che ci sia un'unica vertenza Sardegna e che quell'incontro non sia semplicemente un incontro tecnico, dove magari si parli di proroga di cassa integrazione, ma sia un incontro istituzionale, ai più alti livelli, dove sia presente il Presidente della Regione (che rappresenta tutti i sardi, anche quelli del Nordovest della Sardegna) dove siano presenti i sindaci dei territori, di Sassari, di Alghero, di Porto Torres e i sindacati.
Chiediamo, insomma, che quello del 17 settembre sia un incontro di alto livello, che dica a quei lavoratori delle parole finalmente chiare, che offra certezze, garanzia di un futuro, garanzie di uno stipendio, quello stipendio che non ricevono da oltre 3 mesi, nonostante abbiano accettato un accordo che riguarda un lavoro di bonifica, ma che non sta trovando riscontro soprattutto nel riconoscimento del diritto essenziale, che è quello del salario.
Ieri mi sono recato a visitare gli stabilimenti del polo petrolchimico di Porto Torres, che si trovano in uno stato veramente di abbandono, credo ai limiti anche della sicurezza. Ritengo pertanto sia importante, proprio lì, in quegli stabilimenti, una presenza fisica delle massime istituzioni della Sardegna, del Presidente della Regione, per andare incontro ai lavoratori, che sono lavoratori come gli altri, per capire, per constatare di persona lo stato di abbandono in cui versano quegli impianti, per capire se ci può essere un futuro.
Noi non crediamo, io non credo - parlo a titolo personale in questo caso - che la chimica verde sia la panacea, credo che anche l'addendum, che è stato sicuramente un passo avanti conquistato, abbia necessità di una verifica attenta, per garantire i lavoratori, per garantire l'indotto, che il territorio del Nordovest della Sardegna (dalla vicenda EON tutta da risolvere, fino comunque alla tutela di ciascun cittadino, di ciascun lavoratore, di ciascun disoccupato che ha diritto al futuro) trovi nelle cure della Regione e del suo Presidente quella attenzione che, comunque, fa rendere ciascun cittadino sardo protagonista, protagonista di un possibile sviluppo del proprio territorio.
Allora, credo che quanto noi chiediamo nella mozione - e cioè la presenza della Regione, delle istituzioni all'incontro del 17 settembre, una sollecitazione forte al Ministero dello sviluppo economico per l'assunzione di un impegno a promuovere ogni azione per arrestare il degrado, al fine di non compromettere definitivamente ogni residua possibilità di rilancio del polo chimico, e infine un impegno per fare in modo che ci sia un'assemblea partecipata, un'assemblea istituzionale nello stabilimento Vinyls di Porto Torres prima del 17 settembre - sia un modo per dimostrare a quel territorio che c'è una Regione che vuole farsi carico di quei problemi e che non si occupa di essi solo in campagna elettorale. Perché questo è il compito di un Presidente della Regione, di una Giunta regionale e di un Consiglio regionale: farsi carico dei problemi, farlo sempre, farlo in ogni angolo della Sardegna, farlo capillarmente.
E allora, rappresentiamo con forza la vertenza Sardegna sapendo che non ci sono vertenze di serie A e di serie B, e diamo risposte attente e precise, quelle che mi auguro lei potrà dare, fra qualche ora, o domani mattina, presidente Cappellacci, anche a quei lavoratori, quelli che oggi si trovano a 110 metri di altezza e che auspicano che anche il Presidente della Regione sia alla loro altezza.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Giampaolo Diana per illustrare le interpellanze numero 83 e 228.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). L'interpellanza è del 19 marzo 2010, e credo che sia lo specchio del costrutto con il quale lavora questa Giunta e questa maggioranza; non aggiungo altro. Riguardava le cessioni a Ramco, di cui Mario Bruno ha ricordato un po' tutta la storia.
Presidente, io vorrei richiamare la sua attenzione su 2 o 3 questioni, spero di farcela, la prego di seguirmi senza polemica. Le mozioni che hanno illustrato i colleghi, Cucca, Uras e Bruno, hanno puntualizzato efficacemente la situazione che stiamo vivendo. Io non voglio tornare sul merito di quanto ha già fatto egregiamente chi mi hanno preceduto. Noi siamo in presenza, Presidente, lei lo sa bene, di un comparto industriale che sta crollando, ahinoi non da oggi, e insieme a questo comparto rischiano di crollare anche attività di cui ancora non si parla: penso, per esempio, alla Fluorsid che sarebbe costretta a chiudere se dovesse venir meno la produzione sia di Eurallumina sia di Alcoa, e con quella chiusura verrebbero meno definitivamente anche le possibilità di rilancio di un sito minerario come quello della fluorite, che l'Europa raccomanda tra i 12 minerali da salvaguardare, da tutelare, di cui incentivare la produzione.
Noi siamo di fronte, in Sardegna, anche al fallimento di una possibile politica dei "fattori fatti in casa"( di cui non siete solo voi i responsabili, per carità, sarei un ipocrita se lo affermassi). Mi riferisco alla possibilità di produrre kilowattore dal carbone, ma ne parleremo in un altro momento. E' già stato detto, Presidente, che serve una trattativa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che affronti complessivamente tutte queste vertenze che sono tutte interconnesse. Occorre respingere (lo dico a lei, Presidente, anche se mi rendo conto che non dipende solo da lei) la politica del carciofo; non dobbiamo accettare questa politica.
In Sardegna, anche nei giorni scorsi, a parole, illustri economisti, intellettuali, bontà loro, predicano un nuovo modello di sviluppo; io vorrei vederli questi "profeti" illustrare questi nuovi modelli di sviluppo di fronte ai lavoratori dell'Alcoa, dell' Eurallumina, della Vinyls, della piana di Ottana . La verità è che inventare un nuovo modello economico non è cosa semplice per nessuno, non è stato semplice per il centrosinistra, mi pare sia ancora più complicato per il centrodestra. Io la invito ad una riflessione, Presidente, so che non può essere solo lei il destinatario e il responsabile, però mi farebbe piacere che si riflettesse in quest'Aula su quanto sto per dire.
Noi siamo un Paese, scusate, che ha perso, per scelta propria, settori strategici. La Francia, la Germania, la Gran Bretagna chissà perché hanno mantenuto l'industria siderurgica, hanno mantenuto la chimica di base e la chimica fine, hanno mantenuto l'elettromeccanica, hanno mantenuto i metalli non ferrosi, mantengono l'industria dell'auto, noi invece stiamo per perdere anche il settore auto e, guarda caso, al contrario dell'Italia, lo Stato non fa da spettatore ma interviene nelle dinamiche economiche. Io vorrei far questo.
Noi a favore dell'Alcoa, Presidente, come di altre industrie, in questi anni abbiamo messo a disposizione ingenti risorse pubbliche. Oggi siamo in presenza di aziende che nonostante ciò decidono di lasciare il Paese. Alcoa, lo sappiamo, vuol chiudere, non vuol vendere perché ha interesse a diminuire la produzione di alluminio per aumentarne il prezzo. Lo Stato e la Regione, di fronte a un atteggiamento come questo, cosa fanno? Assistono in maniera impotente a una regola cinica del mercato.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere come intendiamo sviluppare la discussione, cioè se la concentriamo questa sera oppure se prevediamo un orario di chiusura e poi la ripresa domani.
PRESIDENTE. La previsione è quella di chiudere alle 20 e 30 e di riprendere domani mattina alle 11 considerato che il Presidente della Regione e l'assessore Zedda sono impegnati alle ore 10 nell'incontro con i rappresentanti della Glencore. Se non vi sono opposizioni direi di proseguire secondo questa tabella di marcia.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, mi era sembrato di capire in Conferenza dei Capigruppo che oggi si sarebbe proceduto solo all'illustrazione delle mozioni e delle interpellanze per poi aggiornare i lavori a domani.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, ricorda male. Addirittura si era ipotizzato di procedere sino a tardi…
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). In ogni caso io avanzo questa proposta, Presidente.
PRESIDENTE. Mi scusi, si era ipotizzato di continuare addirittura sino a tardi perché si pensava che domani il Presidente e l'assessore Zedda sarebbero stati impegnati a Roma nell'incontro per Ottana. Invece sono qui in Sardegna perché si tratta di un tavolo tecnico. Pertanto, poiché dobbiamo discutere anche altre mozioni dopo quelle oggetto di discussione di questa sera, io proporrei di proseguire sino alle 20 e 30.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Io, Presidente, proporrei di sospendere i lavori e di rinviare a domani.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni la proposta è accolta.
I lavori, del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 11.
La seduta è tolta alle ore 19 e 03.