Seduta n.30 del 29/07/2009
XXX SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 29 luglio 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 21.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 14 maggio 2009 (23), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Matteo Sanna e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 luglio 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
De Francisci - Diana Mario - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Contu Mariano Ignazio - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra:
Finanziamenti a sostegno dell'iniziativa "A scuola d'Europa". (54)
(Pervenuta il 24 luglio 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Zuncheddu - Ben Amara - Sechi - Uras - Zedda Massimo, sulle modalità di attuazione e i tempi di erogazione relativi alle richieste di risarcimento danni per il nubifragio abbattutosi nella zone della bassa Baronia tra il 27 e il 28 novembre 2008, e con particolare interessamento del Comune di Orosei". (31)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Colleghi, poco più di un anno fa scompariva Salvatore Bonesu, componente di questo Consiglio regionale nella XI legislatura, dal 1994 al 1999. Figura di spicco del Partito Sardo d'Azione fin dagli anni '80, è stato Presidente della Commissione speciale per la revisione dello Statuto sardo e Presidente del Gruppo del Partito Sardo d'Azione.
Salvatore Bonesu era nato a Cabras, nel 1947, e dopo gli studi di legge aveva intrapreso la professione di avvocato fino a diventare responsabile dell'Ufficio legale dell'INPS di Oristano. Da sempre impegnato politicamente, federalista convinto, sensibile ai problemi sociali, iniziò la sua attività istituzionale a metà degli anni '80, entrando a far parte del consiglio comunale di Cabras e divenendo anche Assessore. Candidato alle elezioni regionali del 1989 l'onorevole Bonesu non riuscì, in quella circostanza, a sedere sui banchi del Consiglio, ma fu il primo dei non eletti. Il suo impegno si rivolse all'organizzazione del partito nella provincia e a livello regionale, divenendo nel 1990 Segretario nazionale, carica che occupò fino all'anno successivo.
Sempre attento ai problemi dell'autonomia e del federalismo e studioso appassionato del diritto e delle pubbliche amministrazioni, Salvatore Bonesu nel 1994 fu eletto consigliere regionale. Componente della Commissione autonomia, dedicò gran parte della sua azione alle questioni riguardanti lo Statuto e il dibattito federalista. Fu anche componente delle Commissioni programmazione e urbanistica e osservatore nelle Commissioni politiche comunitarie e pubblica istruzione e dal 1997 al 1999 nella Commissione speciale sull'Ente minerario sardo.
Particolarmente intensa la sua attività istituzionale. Firmò moltissimi progetti di legge riguardanti argomenti fra i più disparati: dalle strutture amministrative della Regione al servizio idrico integrato, dalle norme di controllo sugli atti degli enti locali alla soppressione dell'Ente minerario sardo e delle società collegate. Legò, fra l'altro, il suo nome alla legge istitutiva della bandiera della Sardegna. Insieme ad altri consiglieri sottoscrisse anche la proposta di legge per modificare la legge istitutiva dell'Ufficio speciale della Regione sarda a Bruxelles. Si occupò, inoltre, con apposite proposte di legge, di ricomposizione fondiaria, di Programmi integrati d'area e di tutela paesistica delle coste della Sardegna. Si interessò anche al tema della comunicazione, legando il proprio nome alla prima proposta di legge istitutiva del CORECOM.
Particolarmente intensa l'attività ispettiva. Significative le mozioni sul diritto allo studio, sulle emergenze dell'ordine pubblico in Sardegna, sullo spopolamento dei comuni delle zone interne, sul Piano telematico regionale, e sull'informatizzazione. Numerose le interpellanze e le interrogazioni, molte delle quali su argomenti strettamente attinenti alle condizioni del suo territorio, l'Oristanese.
Uomo di studi, oltre che di impegno politico, Salvatore Bonesu fu collaboratore di riferimento di vari periodici culturali, fra tutti i "Quaderni oristanesi", e presidente di associazioni culturali, ambito al quale si dedicò con impegno, anche dopo i suoi incarichi politici in Consiglio regionale.
Ai familiari giunga il cordoglio del Consiglio regionale e mio personale.
Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 27, viene ripresa alle ore 10 e 44.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 32/A. Nella seduta pomeridiana di ieri abbiamo interrotto i lavori prima di procedere alla votazione dell'emendamento numero 162.
Metto in votazione l'emendamento numero 162.
(Interruzione del consigliere Gian Valerio Sanna)
PRESIDENTE. Ha già fatto la sua dichiarazione di voto ieri, onorevole Sanna. Dobbiamo ora procedere alla votazione dell'emendamento numero 162.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 166.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo al comma 13. Il nostro voto è favorevole all'emendamento numero 166 per il semplice fatto che, come ho già avuto modo di segnalare all'Assessore in Commissione, la modifica dell'articolo 60 della legge numero 11 del 2006, che viene introdotta con questo comma, non tiene conto del disposto dell'articolo 26 della stessa legge, anzi gli va contro perché, badate, qui si autorizza il direttore generale a cambiare il destinatario dei residui, mentre il comma 3 dell'articolo 26 della legge numero 11 dice che "il trasferimento per la riassegnazione di spese di parte corrente è disposto previa richiesta dell'avente diritto". Cioè, da una parte si mantiene il riconoscimento dell'avente diritto a riavere quelle risorse, per altro verso voi introducete un comma nel quale affidate al direttore generale la discrezionalità di modificare il beneficiario. E' una cosa assurda, perché il meccanismo della riassegnazione, che è ovviamente sancito con legge nazionale, riassegna ai beneficiari e agli stessi capitoli quelle somme.
Questa previsione aumenta indebitamente i poteri dei direttori generali, incidendo anche sul potere di programmazione della Giunta regionale. Vale a dire che se i comuni x e y sono beneficiari di somme che non riescono a spendere, il direttore generale, se tali somme vengono dichiarate perenti, può decidere di assegnarle ad altri comuni, indipendentemente dai criteri di assegnazione, dalle graduatorie e da tutte le altre cose in base alle quali vengono assegnati i finanziamenti. Da questo punto di vista questa è una norma illegittima e anche in contrasto con la stessa legge regionale numero 11 del 2006.
L'avvertimento vale, poi la maggioranza faccia quel che crede.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 166.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cocco Pietro ha votato a favore e i consiglieri Capelli, Cherchi, Diana Giampaolo, Floris Rosanna, Greco, Locci e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cocco Pietro - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 2
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 164.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 164.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Solinas Antonio hanno votato a favore e i consiglieri Cappai, Dessì, Meloni Francesco e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Espa - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 13
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Passiamo agli emendamenti numero 80 e 165.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Mi sono prenotato per errore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 80 e 165.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 17
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 189 e 365.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 189 è soppressivo del comma 16, che tratta l'argomento della classificazione dei comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione. Va tutto bene fino all'ultimo capoverso dove, in effetti, si trasferisce alle giunte comunali il potere di determinare la classe di appartenenza del proprio comune. La determinazione della classe è una prerogativa di legge sia nazionale sia regionale che non può essere attribuita ai comuni con semplice delibera della giunta comunale. E' un eccesso di delega, si potrebbe dire, che confligge con lo spirito complessivo di questa norma sia sul piano nazionale sia sul piano regionale. L'attribuzione per classi è determinata con legge e non può essere determinata con atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo sull'emendamento numero 365, che è identico al numero 189, per aggiungere alle considerazioni fatte dal collega Sanna un'ulteriore considerazione.
Io chiederei alla maggioranza e alla Giunta la sospensione di questa votazione, anche perché il Consiglio delle autonomie locali ha fatto pervenire alla Presidenza del Consiglio, alla Presidenza della Giunta e a tutti i Capigruppo consiliari una nota in cui protesta vivamente per essere stato escluso, nonostante sia materia di competenza degli enti locali, dalla consultazione su questo provvedimento. Unendo le due considerazioni, quella del collega Sanna e la mia, sarebbe forse opportuno, e sarebbe un atto di rispetto nei confronti del Consiglio delle autonomie locali, quantomeno sospendere questo comma. Trattandosi per altro di argomento di non rilevante e urgentissima definizione, ciò non comporterebbe alcun problema. Grazie.
(Non sono approvati)
Passiamo all'emendamento numero 188.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento soppressivo del comma 17 è utile per rilevare che anche qui si vanno a violare i contenuti della legge numero 31 del 1998 sugli incentivi al personale dipendente assumendo in capo alla Giunta regionale la decisione. La domanda è all'Assessore: non ritiene che con questo tipo di formulazione vengano mandati a carte quarantotto i criteri contrattuali che presiedono all'erogazione di questi incentivi?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intendo dare un chiarimento, viste le obiezioni che sono perfettamente comprensibili, sulla ratio di questo intervento, che nasce dalla necessità che abbiamo riscontrato, in particolare nell'Assessorato del bilancio, quando abbiamo attivato il percorso, previsto nella finanziaria, di istituzione di un comitato di esperti che si occupi della rivisitazione dei residui passivi.
L'utilizzo di personale interno alla Regione, che costituisce un risparmio per l'Amministrazione per il fatto che non si ricorre alle solite consulenze esterne, crea evidentemente la necessità di determinare a favore di questo personale il riconoscimento di un lavoro ulteriore rispetto ai compiti d'ufficio. Questo è un tentativo per dare una risposta. Capisco che ci sia un problema di incidenza sulla legge regionale relativa alla disciplina del personale regionale, però l'intento è questo e chiedo al Consiglio di prendere in considerazione questa esigenza.
Se si vuole trovare un'altra formulazione non c'è problema, purché si riesca a utilizzare questo meccanismo, cioè non moltiplichiamo le consulenze esterne e utilizziamo il più possibile il personale interno, che però va incentivato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.),relatore di maggioranza. Presidente, capisco l'irritualità di ciò che sto per chiederle, però devo segnalare che nel comma 16 noi abbiamo commesso un errore. Il testo reca le parole "giu[s1] nta del comune", ma deve intendersi "consiglio".
Abbiamo approvato il comma con questo errore in quanto il redattore dell'emendamento presentato in Commissione, l'onorevole Zedda, intendeva scrivere "consiglio" e invece ha scritto "giunta".
PRESIDENTE. Dove, onorevole Maninchedda?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Stiamo parlando del comma 16, già approvato.
PRESIDENTE. Quando voteremo l'articolo, se l'Aula è d'accordo su questo emendamento orale, faremo la correzione.
Se non ci sono opposizioni, l'articolo sarà votato secondo la nuova formulazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io accolgo il suggerimento dell'Assessore. Non c'è ombra di dubbio che siamo d'accordo sulla procedura, sulla finalità, su tutto, però i contratti prevedono che i progetti di produttività vengano predisposti indicando il personale e gli oneri correlati ai progetti stessi. Il dirigente del servizio propone i criteri di attribuzione sulla base del progetto di produttività e l'Assessore li approva. E' già così, non c'è bisogno di sommare ulteriori criteri.
Per cui, voglio dire, se a voi va bene così noi non contestiamo né la finalità né l'obiettivo, ci mancherebbe altro! Ritengo, però, che in questo modo si generi un conflitto di attribuzione fra le previsioni contrattuali - che già prevedono questa modalità - e una procedura in deroga che verrebbe applicata solo per questo caso, ingenerando all'interno del comparto più generale del pubblico impiego regionale una sorta di discriminazione che verrebbe letta in maniera distorta e che potrebbe perfino essere oggetto di contestazione formale. E' solo questo il problema, Assessore. Nel merito sono d'accordo con lei.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 186.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Solo una breve considerazione sul comma 19 e sull'emendamento numero 186, sul quale dichiaro il voto favorevole e ne approfitto per chiedere anche la votazione nominale.
Questo comma, Assessore, riguarda un altro di quegli aspetti su cui, come è stato richiamato anche dal collega Salis, è mancata una vera concertazione con il sistema delle autonomie locali e in particolare con l'Unione delle province. Noi stiamo dicendo, in particolare all'alinea 2, che nello spirito di sussidiarietà e decentramento la Regione può trasferire a comuni e province beni immobili a prezzo simbolico. Ovviamente questa è un'attività molto spesso importante e auspicata, in altri casi può implicare per gli enti locali il farsi carico di beni immobili che sono in condizioni tali da rappresentare un aggravio per i loro bilanci.
Il fatto che nel comma 19 non sia previsto in alcun modo un passaggio, come dire, di consenso, di approvazione da parte dell'ente locale ci sembra che configuri un trasferimento forzoso, ed è questo il motivo per cui noi approviamo l'emendamento numero 186 e chiediamo l'abrogazione del comma, magari per riproporlo in una forma maggiormente concertata nella finanziaria, che sappiamo lei intende presentare dopo l'estate. Quindi il voto è favorevole, con preghiera all'Assessore di valutare queste considerazioni o di accogliere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sul comma 19 e soprattutto sul comma 2 del modificato articolo 3 della legge numero 35 del 1995 segnalo all'Assessore che fino a oggi la cessione a titolo gratuito ai comuni di beni del demanio regionale avveniva esclusivamente dietro impegno dei comuni a dare a quei beni una destinazione pubblica.
In questo caso viene superata questa condizione, quindi si trasferisce ai comuni, a prezzo simbolico, tutto quello che un non meglio identificato interlocutore, penso l'Assessore o il direttore generale, decide di dare loro. Questo concreta un danno erariale a carico della Regione, oltre alla vanificazione della valorizzazione del patrimonio, perché se una cosa inutilizzata in Regione continua a essere inutilizzata nel comune è evidente che non abbiamo fatto una grande operazione.
Quindi suggerirei, ma è un pacato suggerimento, di aggiungere alla fine del comma 2, dopo "agli enti locali territoriali interessati", "per finalità pubbliche", il che sanerebbe un danno erariale a carico della Regione derivante dalla cessione ai comuni di beni a prezzo simbolico senza che ci sia un interesse pubblico prevalente, posto che quando non c'è un interesse pubblico prevalente la Regione può mettere all'asta quei beni e incassare valori commerciali del tutto differenti dai valori simbolici.
Io credo che questo vada detto, perché non si può lasciare questo ambito di discrezionalità così aperto in capo a chicchessia, appunto la cessione di beni ai comuni. E' necessario precisare che la destinazione deve essere pubblica, palese, chiara ed evidente.
PRESIDENTE. L'assessore la Spisa propone la sospensione dell'emendamento. Lo vediamo alla fine, quando voteremo l'articolo.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Vorrei un chiarimento, perché se la sospensione riguarda l'emendamento orale dell'onorevole Sanna io sono d'accordissimo, sospendere invece l'emendamento soppressivo non ha molto senso.
PRESIDENTE. L'assessore La Spisa ha chiesto solo di sospendere l'emendamento.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento orale?
PRESIDENTE. No, ha chiesto di sospendere l'emendamento numero 186.
(Interruzioni)
Infatti, aspettiamo di sentire l'assessore La Spisa.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Mi sono fermato un attimo perché l'obiezione, se fosse vera, preoccuperebbe anche noi, ovviamente, perché non possiamo certo partorire una norma che poi diventa un mostro, che crea illegittimità o addirittura danni erariali! Però mi sembra, anche da una verifica, che il testo così com'è formulato sia abbastanza garantista da questo punto di vista, perché è detto esplicitamente: "per finalità pubbliche, di interesse pubblico o sociale". Il concetto di "pubblico" è ripetuto due volte ed è comunque previsto un passaggio nella Commissione consiliare competente. Credo che il Consiglio possa stare tranquillo su questo argomento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo è scritto nel primo comma.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, ma la disciplina è analoga.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Fate come volete!
PRESIDENTE. Per cui mettiamo in votazione l'emendamento numero 186 o lo sospendiamo? Qual è la proposta?
Scusate, stiamo procedendo in modo veramente irrituale. Allora, o si sospende l'emendamento per un approfondimento oppure si prosegue con le dichiarazioni di voto. Se c'è la necessità di fare ulteriori verifiche, si sospende e si vota alla fine.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Solo per dire che se l'emendamento orale proposto dal collega Sanna fosse accolto, chiaramente noi ritiriamo l'emendamento numero 186. L'emendamento serviva per porre un problema, per sciogliere il dubbio del collega Sanna e anche il dubbio che io stesso avevo posto circa il fatto che il comune fosse parte attiva. Chiaramente il comune è parte attiva se c'è una finalità pubblica proposta dal comune stesso. Quindi l'emendamento sarebbe ritirato con l'accoglimento di questo inciso.
PRESIDENTE. Assessore La Spisa, l'emendamento orale è accolto o no?
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io credo che non sia il caso di fare su questa materia degli aggiustamenti non solo irrituali nel procedimento, ma anche frettolosi, posto che la questione è stata esaminata in Commissione e che la finalità è chiarissima. Eviterei, quindi, di fare aggiunte.
Poi, se ulteriori approfondimenti ci portassero a dire che effettivamente il problema esiste, interverremmo suggestivamente, ma siccome il secondo comma è correlato al primo non credo che vi siano assolutamente dubbi sul fatto che la finalità deve rimanere pubblica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Io dichiaro che voterei contro l'emendamento, ma siccome, collega Sanna, lei ha avanzato delle perplessità, seppure questo testo sia stato lungamente discusso in Commissione, dove lei è presente qualche volta e dove sono comunque presenti i suoi colleghi, voglio sottolineare che le obiezioni sensate che lei ha sollevato, anche perché conosce la macchina amministrativa regionale, essendo stato per cinque anni Assessore regionale, sarebbe stato utile sollevarle durante la predisposizione del testo, perché altrimenti facciamo legislazione estemporanea in Aula, col rischio di fare cose peggiori rispetto a quelle che sono state comunque istruite in Commissione e discusse in Aula.
Tuttavia, siccome mi sembra che il collega Sanna abbia posto sostanzialmente un problema importante per la pubblica amministrazione, quello cioè di avere la certezza che i beni che vengono trasferiti agli enti locali siano utilizzati per fini di interesse pubblico generale e che ci siano le risorse economiche e la progettualità necessarie perché il trasferimento vada a buon fine, le chiederei, Presidente, di mantenere l'ipotesi di sospensione di questo emendamento, che magari possiamo votare alla fine dell'esame dell'articolo. Nel frattempo l'assessore La Spisa, magari insieme con il collega Sanna, può effettuare quell'approfondimento che consentirà al Consiglio, pure in ritardo, di essere certo di approvare una norma di buon senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Io non sono d'accordo sulla sospensione, perché è un falso problema quello posto dall'onorevole Sanna. Se si pone attenzione alla disposizione di cui al comma 19 ci si rende conto che ci sono due fattispecie completamente differenti: la prima attiene all'operazione di vendita a prezzo simbolico, ed è chiaro che nel momento in cui si cede il bene deve essere chiara la destinazione per finalità pubbliche o di interesse pubblico; la seconda fattispecie riguarda, invece, l'attività meramente ricognitiva di individuazione dei beni che debbono o che possono essere ceduti, ed è chiaro che qui la questione dell'interesse pubblico, della finalità pubblica non sussiste.
Quindi la norma, così com'è congegnata, mi pare corretta nella formulazione ed è un falso problema, secondo il mio punto di vista, quello che in questa sede è stato posto, proprio perché le due attività sono differenti: la prima attiene alla cessione di beni, per la quale è chiaro che dev'essere evidente l'interesse pubblico, la seconda è un'attività meramente ricognitiva e di individuazione dei beni, rispetto ai quali non è necessaria la precisazione richiesta dall'onorevole Sanna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, io proporrei invece che questo richiamo a una sospensione venga accolto, per evitare quanto è successo con il comma 16, e cioè che un errore nel testo sia stato rilevato dopo che il comma era stato votato.
Qui non si tratta di fare esercizi muscolari, collega Pittalis. Noi siamo rappresentanti di forze politiche, ma siamo anche legislatori e i richiami a evitare di fare pasticci in legge non si fanno per perdere tempo, ma per evitare di sbagliare. E' successo dieci minuti fa, con il comma 16. Io ho avevo chiesto una sospensione, il comma è stato invece posto in votazione dopodiché ci si è accorti che c'era un errore. E adesso ci ritroviamo a dover correggere il tutto in sede di votazione dell'articolo.
Allora, se c'è una richiesta di sospensione per un approfondimento di questo tema sospendiamo, anche perché il secondo comma del modificato articolo 3 della legge numero 35 del 1995 - collega Pittalis, lei è un legale e mi può aiutare - probabilmente è un caso unico in Europa, in quanto prevede una deroga a un articolo della stessa legge. Cioè all'articolo 3 stiamo prevedendo un principio e contemporaneamente una deroga!
C'è una serie di pasticci e di contraddizioni e c'è anche un pessimo uso del potere di legiferare che indurrebbero, secondo noi, a una sospensione e a una riflessione.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei è già intervenuto. Non si sta intervenendo sulla richiesta di sospensione, siamo in fase di dichiarazioni di voto sull'emendamento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dipende, se siete interessati a discutere!
PRESIDENTE. Mi sembra che si stia discutendo, si è espressa anche la Giunta, la quale non è disponibile ad accogliere l'emendamento orale. Penso che quindi si possa andare avanti.
L'onorevole Porcu ha subordinato il ritiro dell'emendamento all'accoglimento dell'emendamento orale, ma la Giunta ha già dichiarato di non essere disponibile ad accoglierlo, per cui mi sembra che la strada sia segnata.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 186.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Solinas Antonio hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 19
contrari 44
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 185.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sull'emendamento numero 185 ovviamente il mio voto è favorevole.
Per quanto riguarda le argomentazioni precedenti è inutile che si cerchi di aggirare l'ostacolo. Il comma 1 dell'articolo 3 ripete il contenuto della vecchia norma, aggiunge solo il parere della Commissione. Ma perché? Perché mentre nel comma 1 è previsto il parere della Commissione, perché ci sono programmi di dismissione che devono essere presentati al Consiglio per dar conto di come viene gestito il patrimonio regionale, nel comma 2 cosa fa la Giunta? Prevede una deroga ai programmi di dismissione e quindi può portare fuori da quell'orbita di controllo queste cose.
Per cui sono due cose diverse: la modifica di cui al comma 1 introduce una discrezionalità, che peraltro non è precisata nell'interesse pubblico e comporta un affievolimento del controllo e del miglior utilizzo di quei beni, mentre il comma 2 che viene aggiunto all'articolo 3 costituisce un'introduzione in danno alle prerogative del Consiglio, a cui toglie una competenza, mettendo in mano al direttore generale, all'Assessore o alla Giunta un potere che conduce questi beni fuori dal controllo dei programmi di dismissione, che sono posti all'attenzione e alla valutazione della Commissione e del Consiglio. Questo è ciò che volevate? L'interesse pubblico è tutelato in questo modo? Auguri! Io altro non vi posso dire, poi fate quello che volete.
Credo che non si possa parlare di mantenimento delle prerogative del Consiglio. La questione patrimoniale è una questione centrale, che deve essere valutata e posta sotto il controllo del Consiglio perché attiene al patrimonio della Regione e alla sua vera valorizzazione. Con questo sistema la cessione dei beni viene portata fuori dall'ambito del Consiglio perché viene demandata a una semplice delibera della Giunta, in deroga al comma 1 dell'articolo 1 della legge numero 35, e quindi al comma 1 dell'articolo 3, come qui formulato. Pertanto, ripeto, tale cessione viene portata fuori dai programmi di dismissione. Altro non vi posso dire!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 185. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 61.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 61.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 23
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'emendamento numero 369.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Interruzioni)
L'emendamento numero 369 è un emendamento all'emendamento numero 7. E' stato distribuito ieri, perché è stato presentato ieri, a firma Porcu e più.
PORCU (P.D.). Sull'emendamento all'emendamento numero 7 vorrei l'attenzione dell'Assessore che, lo capisco, sta interrogando gli Uffici sulle questioni che gli abbiamo posto.
Questo emendamento, Assessore, tende a risolvere un problema. Credo che tra l'altro la cifra indicata sia eccessiva, probabilmente sono necessari circa 300 mila euro. Il problema nasce dal fatto che nel mese di maggio abbiamo modificato, in corsa, la normativa sulla tassa di soggiorno, lasciando i comuni, che avevano previsto la relativa entrata nei propri bilanci, nella difficile situazione di non avere più lo strumento legislativo per poter riscuotere quella tassa. Esistono comuni in Sardegna - io conosco in particolare quello di Villasimius - che avevano previsto un'entrata del tutto uguale a quella ottenuta negli anni precedenti, circa 300 mila euro, e che si trovano oggi, per effetto di una legge che noi, come Consiglio, abbiamo modificato, nella difficile situazione di avere un bilancio non più veritiero. Si pone, quindi, il problema di chi deve coprire questa minore entrata per effetto di una modifica legislativa approvata da quest'Aula.
Questa norma pone soluzione al problema e mette in carico al bilancio regionale il recupero di quella entrata per la quale, tra l'altro, sono stati già previsti servizi turistici con relativi contratti. Annunciamo, pertanto, il voto favorevole e chiediamo all'Assessore di farsi carico di questo problema o cambiando il parere espresso sull'emendamento o comunque proponendo una soluzione che possa aiutare in particolare il comune di Villasimius e credo anche quello di Sorso, che avevano previsto la tassa di soggiorno, prima che fosse soppressa, come maggiore entrata nei propri bilanci.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 369.
PORCU (P.D.). Abbiamo chiesto l'intervento dell'Assessore!
PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazioni di voto, onorevole Porcu. Se può servire per fare un passo avanti, do la parola all'Assessore, ma non è che su ogni emendamento ci possa essere un'interlocuzione di questo tipo.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Il parere sull'emendamento numero 369 resta negativo per ovvie ragioni. E' un argomento di cui abbiamo già parlato e non credo ci siano spunti ulteriori di discussione.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 7, su cui c'è un invito al ritiro da parte del Presidente della terza Commissione.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo di poter sottoscrivere questo emendamento, per l'importanza che ha, e chiedo anche il voto segreto.
Noi vorremmo che fosse preso in considerazione il problema del Patto di stabilità, che sta strangolando comuni e province e ha qualche ricaduta anche in Regione, per il fatto che ci pone nella necessità di fare bilanci spesso fasulli, perché non possiamo spendere il 100 per cento dei fondi disponibili, al di là dei ritardi che abbiamo complessivamente accumulato, come struttura, nella spendita dei fondi.
Per cui ritengo che sia un elemento importante. Sappiamo che tutti gli organismi nazionali dei comuni, delle province e anche delle Regioni stanno ponendo con forza il problema della revisione del Patto di stabilità e speriamo che entro il 31 ottobre, come recita la legge, questa revisione possa essere fatta. Siamo convinti che, in attesa di questa revisione, questo emendamento possa aiutare i nostri comuni e le nostre province a governare meglio. Quindi chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
(Interruzione)
L'onorevole Salis non ha mai detto che il suo voto era favorevole. Ha spiegato le ragioni per cui faceva proprio l'emendamento. Sono stata attenta nell'ascoltare, onorevole Sanna.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 7.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 56
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 23
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.)
C'era stata una proposta di emendamento orale da parte del Presidente della terza Commissione al comma 16, per la sostituzione della parola "giu[s2] nta" con "consiglio".
(E' approvato)
Metto ora in votazione l'emendamento numero 314 . Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Sull'emendamento numero 355 era stata chiesta una sospensione.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Volevo ricordare che aspettavamo un chiarimento da parte della Giunta sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). L'emendamento è ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 323, che è sostanzialmente identico al numero 103, perché ha in più solo le parole " senza alcuna modifica della destinazione d'uso". Per cui se dovesse essere bocciato l'emendamento numero 323 automaticamente decadrebbe il numero 103.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo solo per chiedere l'approvazione di questo emendamento che tende a consentire ai soggetti concessionari di terre pubbliche di acquisire la proprietà dei terreni sui quali sono stati realizzati da oltre vent'anni dei miglioramenti fondiari, come serre, stalle, strutture agrituristiche, laboratori, centri di raccolta e altro.
La differenza tra questo emendamento e l'altro, come diceva lei, è che chi dovesse diventarne proprietario dovrà o potrà utilizzare questi terreni esclusivamente per gli scopi per cui li ha avuti sino a oggi in affitto. Questo è necessario perché i concessionari di questi terreni, nonostante abbiano fatto dei miglioramenti, nel caso in cui volessero fare ulteriori miglioramenti non possono accedere ai finanziamenti perché non hanno da presentare nessun tipo di garanzia nei confronti degli istituti di credito. Quindi chiedo l'approvazione di questo emendamento. Grazie.
(Non è approvato)
Automaticamente decade l'emendamento numero 103.
(Non è approvato)
Passiamo agli emendamenti numero 2 e 12.
(Interruzione)
C'è anche l'emendamento numero 12, che è stato spostato dall'articolo 8. Sono diversi, però sono collegati.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si devono fare due votazioni distinte, Presidente.
PRESIDENTE. Questi due emendamenti sono stati abbinati perché riguardano la stessa materia, ma non hanno lo stesso contenuto, è ovvio, per cui si faranno due votazioni separate. Ho richiamato l'emendamento numero 12 semplicemente per il fatto che era stato attribuito all'articolo 8 e invece è stato poi abbinato all'emendamento numero 2, ma non intendo metterli in votazione insieme.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Intervengo solo per annunciare il voto contrario all'emendamento numero 2 e, visto che si fanno due votazioni, il voto invece favorevole all'emendamento numero 12.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Nel caso vada in votazione, annuncio il parere contrario all'emendamento numero 2, che però, a mio avviso, non è ammissibile perché non possono essere ricoperti tre mandati consecutivi, avendo noi bocciato anche l'emendamento precedente che portava a tre i mandati dei Sindaci e dei Presidenti delle Province.
(Interruzione)
Scusi, come si può scrivere "chi ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Sindaco", se non è possibile, se sono due i mandati?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Infatti sta derogando.
CAPELLI (U.D.C.). No, deroga col quarto mandato, se lo legge bene.
PRESIDENTI. E' un modo differente di esprimere la norma; è un modo per ammettere il terzo mandato e dire che dopo il terzo mandato non si è rieleggibili. E' una diversa formulazione per esprimere che si può andare oltre il secondo mandato.
CAPELLI (U.D.C.). Mi permetto di dire che il mio voto sull'emendamento numero 2 è contrario. La proposta del terzo mandato è già stata respinta e perciò, secondo me, l'emendamento non è ammissibile.
Invece, sull'emendamento numero 12 dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Credo che la Presidente abbia chiarito all'onorevole Capelli che le leggi si scrivono nella forma presente e valgono oggi, ma anche tra dieci anni. E quindi chi tra dieci o quindici anni avrà ricoperto il terzo mandato non sarà rieleggibile.
CAPELLI (U.D.C.). Non si scrivono così le leggi!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Si scrivono al presente, sì, non ho mai visto una legge che…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, dichiari il suo voto senza polemizzare, grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, avevo qualche difficoltà a capirlo, ma adesso…
(Interruzione)
Sì, è molto criptico, è a futura memoria.
Io annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 12 e contrario al numero 2, anche se, con questa formulazione, a futura memoria vorrebbe dire che, se fosse approvato l'emendamento numero 12, fra tre anni un sindaco di un comune con popolazione al di sotto dei tremila abitanti potrebbe ricoprire il quarto mandato. Ne parleremo fra tre o quattro anni.
Sono favorevole, ripeto, all'emendamento numero 12 e voterò contro l'emendamento numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Capisco che il Consiglio sia sollecitato da più parti a stabilizzare il più possibile i quadri dirigenti e istituzionali dei comuni, rilevo solo che sia l'emendamento numero 2 sia il numero 12 sono presentati in violazione della legge numero 1 del 2005, che sottopone questa materia all'obbligatorietà del parere del Consiglio delle autonomie locali o dell'intesa con la Conferenza Regione-enti locali, trattandosi di materia specificatamente dedicata all'organizzazione dei sistemi degli enti locali. Per altro la norma propone una deroga a una legge nazionale, ed è un sistema che, per quanto esposto in via transitoria, mi sembra un po' eccedente i limiti che noi possiamo avere.
Anche questa norma non rispetta una legge regionale e credo che se avessimo perlomeno svolto le audizioni e fatto tutto quello che si deve fare in questo campo saremmo stati assolti. In questo caso non lo siamo e io manifesto tutte le mie perplessità e anche l'opposizione al fatto che questi non sono procedimenti democratici, attuati cioè attraverso quegli strumenti legislativi che garantiscono la democrazia nei rapporti tra le diverse istituzioni. E questo credo che sia un tornare indietro rispetto alla legislazione di autonomia che la Regione si è data.
Sarebbe stato un argomento interessante da svolgere meditatamente con le rappresentanze degli enti locali. E' un problema vero, però non lo si può risolvere con la velocità e nella contingenza di un provvedimento di questo genere, che dimostra, ripeto, come la tensione di questa maggioranza sia quella di raccogliere maggiormente le pulsioni corporative che le hanno dato vita ed evidentemente questa esigenza supera ogni condizione di legittimità e di rispetto delle stesse leggi regionali.
Su questo solleciteremo anche noi - anch'io per la parte che posso fare - gli enti locali a prendere le loro posizioni, anche giurisdizionali, perché credo che se c'è una legge che garantisce loro delle prerogative, queste debbano essere sempre riconosciute dall'organo legislativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Questa è materia, signora Presidente, che questo Consiglio regionale ha trattato diverse volte anche nella passata legislatura. Questa norma discende dalla stagione di Tangentopoli, quando si cercò di individuare come forma per garantire la governabilità nei comuni un sistema maggioritario che imponeva anche un numero di mandati, attribuendo un potere più ampio ai sindaci.
Io credo che si siano sacrificati molti spazi di democrazia alla governabilità e che dovremmo intervenire in maniera più organica per ragionare su queste cose, perché il limite dei mandati dei sindaci nasce dal fatto che maggiori poteri sono attribuiti ai sindaci, espropriandoli ai consigli comunali. Detto questo, io comunque avverto la difficoltà dei piccoli comuni a individuare una classe dirigente adeguata. E quando la si trova probabilmente bisogna farne tesoro e fare di tutto per mantenerla.
Quindi ho forti riserve sull'emendamento numero 2, sul quale il mio voto sarà contrario. Sull'emendamento numero 12 vorrei dichiarare il voto favorevole, però preferirei che ragionassimo in maniera più approfondita su questa materia, e presentassimo in un altro momento una norma più ampia che non preveda solo il numero dei mandati dei sindaci, senza intervenire sul sistema complessivo dei pesi che sono all'interno delle nostre amministrazioni comunali.
Quindi sarò costretto a non votare l'emendamento numero 12, anche se il mio voto sarebbe favorevole, perché sono convinto della necessità di affrontare questo argomento. Mi asterrò dalla votazione, però invito la maggioranza, se questo emendamento dovesse passare, a riflettere sulla necessità di bilanciare i pesi che sono all'interno dei nostri consigli comunali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Quanto affermato dall'onorevole Cuccu mi sembra di buon senso. Capisco che in questo provvedimento dobbiamo inserire un po' di tutto, abbiamo accontentato i cacciatori, dobbiamo mettere mano a leggi di settore, debbiamo mettere mano a finanziarie precedenti, ma non si può arrivare a formulare proposte disorganiche, perché temi come questo devono essere affrontati all'interno di una legge di riforma complessiva degli enti locali.
Io condivido quanto diceva l'onorevole Cuccu, in linea di massima sarei favorevole, ma credo che il problema vada affrontato in maniera molto più complessiva. Credo che sia sbagliato procedere in questo modo, cioè stiamo a priori rinunciando a fare leggi di settore. E' come se, presi dall'ansia di tappare dei buchi, di accedere a delle richieste, magari in vista delle elezioni che si svolgeranno tra qualche mese, noi stessimo già abdicando al nostro ruolo di legislatori.
Da questo punto di vista l'emendamento numero 12, sul cui contenuto, ripeto, potremmo anche trovarci d'accordo, inizia in maniera abbastanza sintomatica: "In attesa della disciplina organica regionale dell'ordinamento degli enti locali…". Io vorrei capire che cosa impedisce alla Commissione competente e a questo Consiglio di legiferare dopo l'estate in maniera organica sul riordino degli enti locali e approvare entro l'anno - ne avete i numeri, ne avete la forza - una legge che possa dare risposte anche in tempo per le scadenze elettorali della prossima primavera, piuttosto che legiferare in maniera frettolosa, magari su pressione di un singolo individuo.
Io credo che questo non sia un buon modo di procedere. Sull'emendamento numero 12 anch'io, come il collega Cuccu, mi asterrò; sull'emendamento numero 2 mi vorrei astenere, ma mi sembra di poter dire di essere contrario. In realtà l'auspicio è che questi emendamenti siano ritirati, con l'impegno comune di legiferare in Commissione, magari riprendendo la strada di una legge statutaria che riguardava complessivamente le incompatibilità e le ineleggibilità e che è stata cassata, ma sulla quale dovremo insieme tornare. Quindi invito al ritiro di questi due emendamenti, altrimenti mi asterrò sull'emendamento numero 12 e voterò contro il numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Io volevo fare lo stesso intervento che ha fatto l'onorevole Cuccu, però rispetto a lui sarò conseguente e voterò a favore, anche perché credo che sia il Consiglio delle autonomie locali sia l'ANCI, in tempi non sospetti e anche di recente, abbiano a più riprese espresso la volontà, impegnando gli organi che devono legiferare, di rimuovere il limite dei due mandati consecutivi. Anche perché chi amministra piccoli comuni sa benissimo che molte volte si ha un'estrema difficoltà a trovare classi dirigenti che vogliano in qualche maniera guidare quelle comunità. Quindi credo di poter dire che voterò a favore, come credo farà l'intero mio Gruppo.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 12. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 33.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Eravamo in attesa, su questo emendamento presentato dagli onorevoli Capelli e Steri di una valutazione dell'impatto sulle entrate da parte della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La verifica fatta ci ha permesso di capire che l'impatto è effettivamente minimo, quindi la finalità è giusta e si può dare parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
L'emendamento numero 103 è decaduto. Passiamo all'emendamento numero 120.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' l'emendamento che modifica la legge finanziaria a proposito della riforma del sistema idrico integrato. Come ho ricordato nella discussione generale, la Giunta propone al Consiglio di togliere il limite dei novanta giorni e quindi di prorogare di altri cinque mesi la gestione commissariale normalmente in capo ai comuni. Cioè il Consiglio regionale fissa delle norme, stabilisce dei termini, impone delle censure all'attività dell'Esecutivo e sistematicamente l'Esecutivo, in nome della compattezza della maggioranza, propone lo slittamento di quei termini!
Quella formulazione era frutto della condivisione di un termine assunto d'intesa con le opposizioni, in sede di discussione della finanziaria, che aveva appunto dato vita alla formulazione che prevedeva i novanta giorni. Tutto questo viene disatteso, come dire che l'onorabilità politica e istituzionale della maggioranza è tale che se si prende un impegno per un periodo il tutto è a termine, perché poi si presentano i correttivi per venir meno a quello stesso impegno.
Credo che questa sia una scorrettezza istituzionale oltre che un improvvido trascinamento dei tempi rispetto a organismi che devono fare in modo che vi sia il pieno coinvolgimento dei comuni, così come noi abbiamo sempre sostenuto. Il nostro voto rispetto a questo emendamento è contrario.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 120. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 121. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 135.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento lo vorrei spiegare brevemente ai colleghi. Mai come in questo avvio di legislatura i gabinetti degli Assessori sono stati "imbottiti" di sindaci e assessori comunali e provinciali in qualità di consulenti, capi di gabinetto o addetti ai servizi generali. Io credo che in questo vi debba essere un punto di trasparenza e di pari opportunità, perché avere negli organi immediatamente collaboranti con gli Assessori persone che sono comunque portatrici di interessi di parte a favore di un comune piuttosto che di un altro è un elemento di distorsione di quell'equilibrio e di quella trasparenza che l'azione amministrativa svolta dai singoli Assessorati deve avere nei confronti del sistema degli enti locali.
Registriamo le cose più assurde: Assessori comunali dell'urbanistica che fanno i consulenti nella sanità! Cioè consulenze che non si reggono neanche sul piano della logica e che sono solamente frutto di un meccanismo di parte politica che comunque danneggia l'immagine e la credibilità delle istituzioni.
L'incompatibilità prevista nell'emendamento numero 135 credo sia sacrosanta. Pertanto io mantengo l'emendamento, sul quale chiedo la votazione nominale, perché vorrei che venisse certificata la mia diversa posizione su questo argomento.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta dell'onorevole Sanna?
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 135.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Daniele - Diana Giampaolo - Floris Mario - Manca - Mariani - Mulas - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Campus - Capelli - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dessì - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Obinu - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Sanjust.
La PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:
Presenti 47
Votanti 44
Astenuti 3
Maggioranza 23
Favorevoli 15
Contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 349.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Abbiamo avuto modo di discutere in Commissione di questo argomento e abbiamo valutato l'opportunità e soprattutto la necessità di rivedere completamente la legge numero 9 oppure di intervenire con la legge numero 17.
Io ritiro questo emendamento molto a malincuore in questa fase, perché mi rendo conto che non ci sono altre possibilità, però vorrei sottolineare che per tutto quest'anno, e non so per quanto tempo ancora, se non interveniamo, i finanziamenti assegnati alle province, col fondo unico, per quanto riguarda gli adempimenti degli articoli della legge numero 17 non avranno nessuna copertura. Pertanto tutte le società sportive si troveranno in grosse difficoltà nell'espletamento di qualsiasi attività sportiva. Questo mi duole sottolinearlo, però è doveroso che noi al più presto mettiamo mano a una riforma su questa materia. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 136.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io sono d'accordo con chi ha sostenuto in questi giorni che il dibattito in Aula è spesso una recitazione delle parti, come ad esempio succede per quanto riguarda la sanità. Io sono pronto a riconoscere disfunzioni, gravi disfunzioni nella sanità e sono anche pronto a condividere la necessità di sostituire alcuni manager, non capisco perché si gridi allo scandalo per quanto riguarda i 170 milioni di disavanzo. All'Assessore, quando si discuterà di sanità, chiederemo di fare alcune precisazioni su questo disavanzo, ma voglio ricordare che nel 2004 il disavanzo era di 280 milioni di euro, a cui si aggiungevano i mancati accantonamenti per quanto riguarda i rinnovi contrattuali. Quindi sono argomentazioni che si ripetono.
Non sono inoltre d'accordo, a proposito dell'emendamento numero 136, su questa ricerca delle responsabilità in ordine alla crisi industriale. Il problema non va posto in questi termini; il problema è la politica industriale che è stata attuata negli ultimi quarant'anni in Sardegna, dove le politiche pubbliche si sono sostituite al mercato e noi, anziché creare le condizioni perché l'industria si potesse sviluppare, ci siamo occupati d'altro, abbiamo intercettato delle imprese che sono venute in Sardegna con un solo punto di forza, quello degli incentivi statali e regionali. E puntualmente, siccome non potevano reggere nel mercato, quelle aziende sono poi andate via abbandonando impianti e capannoni e lasciando dietro di sé la desolazione.
Questo è il tema che noi poniamo con questo emendamento, e cioè la necessità di discutere di un piano straordinario per l'industria, perché tanti provvedimenti che sono contenuti nel disegno di legge in discussione in questo momento potrebbero essere compresi in un programma organico di interventi sull'industria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Anch'io voglio esprimere un voto favorevole. Mi rendo conto che questo è un emendamento manifesto che non ha evidentemente alcuna probabilità di essere approvato, ma credo sia utile, Assessore, per porre un problema, cioè il problema di cominciare a ragionare sulla prospettiva e sulle strategie di sviluppo di questa regione.
Nel suo intervento in discussione generale lei ha chiesto: "Ma qual è stata la politica industriale della vostra amministrazione negli scorsi cinque anni?". Noi una politica industriale l'abbiamo portata avanti. Le cito dei casi, alcuni dei quali sono già stati richiamati dall'onorevole Sabatini: certamente l'intento di realizzare una filiera della nautica ad Arbatax, con l'Azimut-Benelli, era nell'ottica della creazione di un'industria sostenibile e compatibile con le risorse umane e ambientali della nostra regione; certamente abbiamo messo mano al nodo delle infrastrutture, per esempio facendo ripartire il porto e tutto quello che riguarda il terminal di Cagliari, per favorire un sistema di trasporti che potesse spaziare nel Mediterraneo fino ai mercati del sud-est asiatico; certamente abbiamo messo mano a leggi di settore che, come hanno testimoniato anche le ricerche, spesso non creavano imprese in grado di stare sul mercato e che puntassero all'innovazione, ma semplicemente mettevano le imprese esistenti in condizioni di vantaggio rispetto ad altre imprese, magari maggiormente competitive; certamente ci siamo occupati di tanti settori critici, magari anche con l'intervento della SFIRS. Insomma, abbiamo fatto dei tentativi, sicuramente non sufficienti, ma ci siamo posti il problema più generale della prospettiva.
Ecco, credo che dobbiamo uscire dalla logica tesa a tappare i buchi o a fermare la chiusura del Cracking di Porto Torres e cominciare a ragionare in prospettiva. Lo scopo di questo emendamento è questo. La vostra amministrazione respiro strategico e prospettiva ancora non ne ha offerto, certamente ci sarà il Programma regionale di sviluppo, ma noi crediamo che non sia mai troppo presto per discutere questi temi e discuterne in prospettiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Questo è un emendamento che noi riteniamo qualificante della nostra proposta e anche di questo disegno di legge, perché dobbiamo dare seguito alle parole. L'ordine del giorno unitario che abbiamo approvato il 16 luglio, quindi un giorno prima dell'incontro tra il Governo e la Regione, dà questo mandato a noi, dà questo mandato al Presidente della Regione, ma in qualche modo ci impegna tutti a essere conseguenti. Tra l'altro, stamattina sono stato all'apertura dell'incontro organizzato dai sindacati, al Lazzaretto di Cagliari, con le autonomie locali, le parti sociali e la Chiesa. Insomma, alla vertenza che abbiamo iniziato unitariamente vogliamo in qualche modo dare un seguito con atti concreti, a partire da un autunno che sarà molto caldo.
Noi crediamo che nei confronti dello Stato dobbiamo essere chiari e quindi dobbiamo fare noi la parte principale. Allora diciamo: entro novanta giorni approviamo un piano straordinario per l'industria che abbia una durata di cinque anni, cerchiamo di fare una proposta organica, chiediamo un impegno allo Stato conseguente all'impegno di risorse finanziarie che anche noi, come Consiglio regionale, mettiamo in campo. Noi chiediamo, con questo emendamento, che siano fissate le risorse; non le avevamo individuate nell'ordine del giorno unitario e chiediamo che lo si faccia adesso, anche per qualificare questo disegno di legge e dargli una certa consistenza. Noi indichiamo la cifra di 500 milioni a partire dalle risorse aggiuntive che arriveranno dal 2010, e che comunque dobbiamo continuare a difendere nei confronti del Governo, per cominciare, attraverso i fondi già previsti nel comma 29 dell'articolo 2, quelli per la programmazione negoziata, a stanziare delle risorse sin da quest'anno.
Credo che sia il modo migliore per dire che non ci basta il risultato minimale che abbiamo ottenuto con la revoca della chiusura del Cracking di Porto Torres, non ci bastano i comitati Sardegna, vogliamo risposte concrete e credo che l'autorevolezza per ottenerle discenda dall'unità che sapremo dimostrare, consapevoli che le promesse fatte in campagna elettorale o le parole "me ne occupo io della Sardegna" proferite dal presidente Berlusconi sono semplicemente delle illusioni. Ce ne occupiamo noi, insieme, della Sardegna, però lo dobbiamo fare con fatti concreti.
Allora, se un ordine del giorno non lo si nega a nessuno, credo che quell'ordine del giorno, fatto in quel momento particolare, nel tentativo di rispondere in maniera autorevole e non subalterna al Governo, abbia necessità di risposte concrete, a partire dall'approvazione di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, "Piano Straordinario per le politiche industriali e produttive", recita l'emendamento numero 136, e il tema più sullo sfondo è il rapporto tra lo Stato e la Regione. Regione a Statuto speciale, che ha anche qualche prerogativa, o almeno dovrebbe avere qualche prerogativa in più di quelle riservate alle Regioni a Statuto ordinario, e per intanto ha uno Statuto speciale che contiene un elemento su cui va fatta una riflessione, ed è esattamente il contenuto dell'articolo 13, il Piano cosiddetto di rinascita, o meglio, l'obbligo per lo Stato di intervenire con il concorso della Regione per definire un Piano di rinascita economica e sociale dell'Isola.
Questo lo dico perché questo utilissimo emendamento che, come prima alcuni hanno detto, rappresenta una prima indicazione, un primo contenuto, una prima sollecitazione per una elaborazione alta della programmazione dello sviluppo della nostra regione, può essere attuato, anzi può essere realizzato in modo compiuto solo se c'è una partecipazione effettiva dello Stato, che non può essere di misura inferiore a quella che la Regione propone per se stessa. Se noi scriviamo qua 500 milioni di euro di risorse regionali, vuol dire che chiamiamo lo Stato a una compartecipazione di pari misura, cioè di almeno 500 milioni di euro.
Perché Piano straordinario? Perché noi viviamo sempre in condizioni di straordinarietà. E perché viviamo sempre in condizione di straordinarietà? Perché "colà dove si puote" si decide di drenare risorse verso le Regioni più sviluppate, quelle più ricche, quelle che hanno assorbito le energie del Mezzogiorno, compresa la Sardegna, e hanno fatto di questo assorbimento una ragione della loro ricchezza, lasciandoci esattamente nelle condizioni in cui siamo, a dover gestire la disperazione e l'arretratezza economica e sociale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo per evidenziare come fondamentalmente la posizione della Giunta e della maggioranza su questa proposta contenuta nell'emendamento numero 136 dimostra che spesso, cari colleghi, noi stessi siamo artefici della nostra delegittimazione; delegittimazione che le istituzioni hanno subito in maniera drammatica in questi anni e soprattutto in questi mesi. Infatti, noi abbiamo due problemi sostanziali: un problema di credibilità e un problema di inconcludenza, che sono un po' le nostre pecche quotidiane.
Io stavo per commuovermi il giorno in cui l'onorevole Rassu, Presidente della Commissione industria, nel corso della "celebrazione" sulla crisi dell'industria, ha svolto un intervento con toni sostenuti, ma ho fatto uno sforzo per convincermi che era il caso di aspettare. E ho fatto bene, era giusto che non mi commuovessi, perché quelle parole esprimevano evidentemente una posizione momentanea e di circostanza. Chiamati a dar prova di coerenza sulle cose che questo Consiglio delibera vi smentite. Badate, sappiamo che valore abbia un ordine del giorno, ma è pur sempre l'espressione di una volontà E' pur sempre l'espressione di una volontà! E l'ordine del giorno che abbiamo approvato all'unanimità in quella circostanza dovrebbe essere tradotto in un provvedimento legislativo per dare gambe e credibilità a delle affermazioni, a delle prospettive che in quel documento abbiamo voluto indicare in maniera generica. Non vincola nessuno all'esplicitazione di un piano personalizzato, che farà la Giunta, che non dobbiamo fare noi, ma offre una risposta all'appuntamento che ci sarà fra due mesi e al quale vi presenterete a mani vuote. Con l'aggravante, caro Assessore, che se anche gli ex Presidenti e i vostri amici gridano al sacco del DPEF nazionale (il che dimostra che neppure quella prospettiva ci sarà e che è indispensabile comunque far fronte alla crisi, anche perché le dimensioni ciclopiche di questo problema rendono necessario provvedere in merito), a questo livello di incoerenza in un lasso di tempo così breve non ci siamo mai arrivati. Non siamo mai arrivati a contraddire un ordine del giorno, votato all'unanimità, nel giro di meno di dieci giorni e non capisco per quale ragione. E' un problema di cifre? Ci ragioniamo su! Ma se fosse un problema di cifre non ci sarebbe da parte vostra questa posizione così nettamente contraria, che dimostra quanto noi siamo delegittimati nella nostra attività, perché non siamo credibili in quello che facciamo. Al di là delle cerimonie!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, Assessore, ho già detto ieri, e mi dispiace ripetermi, che l'Assessore ha lanciato in maniera accorata e, credo, convinta un appello all'unità. Ebbene, ritengo che con questo emendamento noi abbiamo la possibilità di realizzare questo appello all'unità che lei, Assessore, ieri ha rivolto all'intero Consiglio, a tutte le forze politiche. Questo emendamento rappresenta una sfida a noi tutti, una sfida duplice: da una parte c'è la sfida relativa alla nostra capacità di programmazione del futuro modello economico e dall'altra parte c'è anche la sfida alla nostra capacità di reperire risorse regionali per soddisfare questo sforzo di programmazione dello sviluppo economico.
Signora Presidente del Consiglio, signor Assessore - richiamo l'attenzione anche della Presidente del Consiglio, che altre volte si è dimostrata sensibile a questo tema e le chiedo di considerare questa divagazione al netto dei tre minuti concessi per l'intervento -, noi siamo in una regione dove il contributo di valore aggiunto dell'industria in senso stretto, come voi sapete, è il più basso d'Italia. Noi abbiamo un contributo di valore aggiunto inferiore al 13 per cento; gli addetti in questo settore sono meno dell'11 per cento, contro una media di valore aggiunto nazionale del 25 per cento e di addetti del 22 per cento, il doppio di quanto registriamo in Sardegna. E allora, si può dire quello che si vuole, si possono fare mille esercizi verbali, ma non c'è Paese al mondo moderno e ricco che non abbia un'industria, in senso stretto, efficace e che produce ricchezza.
Noi, non soltanto per scelte nostre, per carità, stiamo perdendo un patrimonio inestimabile. Allora, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, se c'è la convinzione di voler lavorare in maniera bipartisan. Voi avete lanciato un appello all'unità e noi accogliamo questo appello, ma l'appello all'unità non può nascere dal nulla. Noi qui facciamo una proposta di merito, per cui vi prego, concentriamoci su una proposta di modello di sviluppo che deve avere delle idee precise, impegniamo la Giunta nei prossimi novanta giorni. Abbiamo risorse nostre a partire dal 2010, dimostrateci di essere coerenti anche con l'appello fatto da Beppe Pisanu di qualche giorno fa: "Prima la Sardegna, poi il centrodestra". E poi abbiamo approvato un ordine del giorno unitario...
Le chiedo ancora dieci secondi, Presidente. Allora, se c'è questa volontà, noi vi chiediamo di votare a favore di questo emendamento. Non vi stiamo chiedendo di fare chissà che cosa, ma di assumere un impegno coerente col vostro appello all'unità delle forze politiche.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Chiamato in causa non ho difficoltà a rispondere. L'argomento è talmente vasto e delicato che ritengo non possa essere ridotto alla discussione di un emendamento a un disegno di legge collegato alla finanziaria.
Come ho detto, non torno indietro di mezzo rigo rispetto a quello che ho sostenuto in quell'intervento a braccio. I sardi devono essere artefici del proprio destino e devono essere i soggetti ideatori e attuatori del loro progetto di sviluppo. Un progetto di sviluppo non può e non deve essere limitato a una dichiarazione di voto di qualche minuto su un emendamento presentato al collegato, chiamiamolo così, alla finanziaria. Mi trova perfettamente d'accordo l'invito affinché il Consiglio regionale, assieme alla Giunta e a tutti i rappresentanti istituzionali e delle associazioni di categoria, sindacali, imprenditoriali e quant'altro, elabori un Piano straordinario di sviluppo che contempli, giustamente, anche la difesa dei siti industriali e dia degli indirizzi per la loro riqualificazione, caratterizzazione e riconversione. Su questo i colleghi Giampaolo Diana e Gian Valerio Sanna mi trovano perfettamente d'accordo.
Non torno indietro, ripeto, su niente. E' un argomento che i sardi debbono affrontare qui, in questa sede, ma in un momento diverso da questo. Non si può ridurre un argomento così importante dal punto di vista socioeconomico e politico a un emendamento presentato frettolosamente al collegato alla finanziaria. Non può e non deve essere la Giunta, da sola, a impostare questo progetto di sviluppo, deve farlo il Consiglio nella sua interezza.
Io sono qui, disponibile al 100 per cento, ma credo che su questo argomento non possano esserci divisioni tra maggioranza e minoranza. Devono essere i sardi - e noi come sardi, ma non nei tre minuti di una frettolosa dichiarazione di voto - a programmare il loro sviluppo. La mia disponibilità è totale.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 136 mi astengo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io apprezzo, come firmatario dell'emendamento, l'astensione del Presidente della Commissione industria, anche perché effettivamente con l'emendamento numero 136 poniamo un problema che è un po' il cuore della discussione che ci dovrà vedere impegnati anche sul Programma regionale di sviluppo, o meglio, che vede già impegnata larga parte del territorio regionale nelle conferenze che l'Assessore sta organizzando proprio per tastare il polso su questo progetto strategico per la Sardegna.
E' chiaro che l'ideale sarebbe approvare questo emendamento, nel senso che il Consiglio regionale non ha l'ambizione o la velleità di approvare oggi un piano industriale, ma con questo emendamento dà mandato alla Giunta affinché entro novanta giorni presenti uno schema di piano alla Commissione e al Consiglio. Chiaramente non vi è nessuna intenzione dei proponenti l'emendamento di tagliare fuori né il Consiglio né le forze sociali, però è indubbio che di fronte al fallimento di una politica industriale non fondata sulle risorse della Sardegna si pone la necessità di affrontare questo problema al più presto per conciliare uno sviluppo industriale moderno con la valorizzazione delle risorse di settori come l'agricoltura e l'allevamento, attraverso un progetto di sviluppo strategico e durevole che possa anche evitare ai prossimi legislatori regionali di dover affrontare, una settimana sì e l'altra pure, crisi che ormai stanno diventando sempre più frequenti.
Voterò chiaramente a favore di questo emendamento, ma, al di là del voto formale di oggi, ritengo che l'assessore La Spisa, la Giunta e anche il Consiglio debbano considerare questa proposta come un elemento fondamentale per la discussione che dovremo fare, immediatamente dopo la pausa estiva, su un progetto di sviluppo industriale e su una programmazione delle risorse della Sardegna compatibile con la crisi che stiamo vivendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo solo per alcuni chiarimenti, perché i discorsi sono sempre tutti belli e interessanti, ma occorre fare chiarezza.
Vorrei solo sottoporre alla valutazione dei proponenti che il termine di novanta giorni che viene fissato per la Giunta ricade nei mesi in cui essa sarà impegnata a predisporre il Programma regionale di sviluppo o una finanziaria anticipata. Credo che questo sia un invito da ordine del giorno più che da emendamento che ha valore legislativo. Indubbiamente molti dei commi che compongono il vostro articolo 1 bis hanno valore di ordine del giorno o avrebbero pregnanza più come ordine del giorno che come atto legislativo puro. E' quello che intendeva prima l'onorevole Rassu. Anche perché il comma 5 fa riferimento al comma 29 dell'articolo 1, che non esiste, per cui abbiamo realmente qualche difficoltà.
BRUNO (P.D.). E' un errore, si intende il comma 22.
CAMPUS (P.d.L.). Ritengo che si possa chiedere alla Giunta il riconoscimento di quello che viene proposto, io credo all'unanimità, dall'Assemblea e cioè la predisposizione, nei limiti di quelli che sono i tempi dei lavori che la Giunta ha già programmato, di un Piano pluriennale di ristrutturazione e rilancio delle politiche industriali da presentare al Consiglio, perché altrimenti nel prossimo articolo troveremo un richiamo: "Perché non ci porti il Piano regionale di sviluppo che ci hai promesso?".
Ci sono, quindi, problemi di tempistica, però credo che sulla sostanza, per come si è espressa tutta l'Aula, e cioè in maniera sicuramente non ipocrita, siamo tutti d'accordo. Si tratta di non forzare con delle chiusure che possono creare difficoltà anche a noi della maggioranza nell'andare incontro a quella che è, invece, un'esigenza di tutto il Consiglio.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 136.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 136.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cuccu, Solinas Antonio e Zuncheddu hanno votato a favore e che il consigliere Peru ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Rassu.
La PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:
Presenti 53
Votanti 51
Astenuti 2
Maggioranza 26
Favorevoli 16
Contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2Disposizioni nei settori produttivi
e occupazionali
1. L'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 7, comma 4, è destinata al soddisfacimento delle domande presentate ai sensi della legge regionale n. 2 del 2007, articolo 21, comma 4, anche a favore dei soggetti di cui al succitato comma 4 dell'articolo 7.
2. Nell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 sono introdotte le seguenti modifiche:
a) il comma 10 è sostituito dal seguente:
"10. L'Amministrazione regionale incentiva le produzioni di qualità erogando, ai produttori agricoli che corrispondono alla definizione di piccola e media impresa dell'allegato 1 del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE (Regolamento generale di esenzione per catego-ria) recante aiuti per:
a) l'ideazione e la progettazione del prodotto;
b) la presentazione delle domande di riconoscimento delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine o delle attestazioni di specificità.
Gli aiuti sono erogati sotto forma di servizi e sino al 100 per cento delle spese ammesse.
L'Amministrazione regionale finanzia, altresì, la partecipazione dei produttori agricoli a sistemi di qualità alimentare non finanziabili con il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (PSR), in conformità a quanto stabilito dal regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli;
b) il comma 12 è sostituito dal seguente:
"12. L'Amministrazione regionale eroga aiuti sino all'80 per cento delle spese ammissibili per la realizzazione di campagne pubblicitarie nei paesi terzi, conformemente a quanto previsto dal regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio, del 17 dicembre 2007, relativo ad azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei paesi terzi, alle organizzazioni di produttori (OP), alle loro unioni (OC), alle imprese agricole di trasformazione costituite in consorzi di cooperative e ai consorzi di tutela per i seguenti prodotti:
a) prodotti destinati al consumo diretto o alla trasformazione per i quali esistono possibilità di esportazione o di sbocchi nuovi nei paesi terzi, in particolare senza la concessione di restituzioni;
b) prodotti tipici o di qualità con un forte valore aggiunto.
La Giunta regionale, con deliberazione, definisce le condizioni di erogazione degli aiuti in conformità a quanto disposto dagli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013" capitolo VI.D; l'erogazione degli aiuti alla pubblicità è subordinata all'approvazione della Commissione europea ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE". Per tali finalità è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 1.000.000 (UPB S06.04.015);
c) il comma 13 è abrogato;
d) il comma 14, è sostituito dal seguente:
"14. La Giunta regionale, con deliberazione assunta su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, definisce programmi di attività promozionale e pubblicitaria. Tali programmi, che possono comprendere azioni di promozione e pubblicità rivolte anche ai paesi terzi, sono notificati alla Commissione europea ed attuati solo dopo l'approvazione ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE. Per la partecipazione istituzionale a fiere specializzate, l'Amministrazione regionale eroga aiuti sino al 100 per cento delle spese ammissibili, sotto forma di servizi agevolati:
a) alle PMI attive nella produzione di prodotti agricoli secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e recante modifica del regolamento (CE) n. 70/2001;
b) alle PMI attive nella trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d'importanza minore (de minimis);
c) alle PMI attive nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 875/2007 (de minimis)." .
Per tali finalità, nell'anno 2009, è stanziata la spesa di euro 1.000.000 (UPB S06.04.015).
3. Gli aiuti all'avviamento delle organizzazioni di produttori ittici (OP) e delle loro unioni (OC), previsti dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 7, comma 15, sono erogati in conformità a quanto disposto dal regolamento (CE) n. 736/2008 della Commissione, del 22 luglio 2008, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, regolamento di esenzione per il settore della pesca.
4. È autorizzata, nell'anno 2009, l'ulteriore spesa di euro 3.000.000 al fine di incentivare, tramite i consorzi di difesa, le aziende agricole a ricorrere agli interventi assicurativi previsti nel Piano assicurativo nazionale e limitare, quindi, l'erogazione di indennizzi ex post per calamità naturali (UPB S06.04.006).
5. Per incoraggiare i consumatori all'acquisto di prodotti agricoli che abbiano un diretto legame con il territorio di produzione, è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012, per promuovere la vendita diretta con la realizzazione di aree attrezzate. I finanziamenti per la realizzazione delle aree sono prioritariamente erogati a favore dei comuni e l'attuazione dell'intervento è definito con deliberazione della Giunta regionale (UPB S06.04.013).
6. Per le finalità previste dalla legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura), articolo 18, è stanziata la somma di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012 (UPB S06.04.014).
7. La Regione, per l'attuazione dei piani di sviluppo locali, nomina, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, fino a tre propri rappresentanti presso gli organi decisionali esecutivi dei singoli Gruppi di azione locale (GAL), per il periodo corrispondente all'operatività del PSR 2007-2013. I suddetti rappresentanti partecipano alle riunioni degli organi decisionali esecutivi, senza diritto di voto. Ad essi compete, se previsto dall'organo decisionale, un gettone di presenza d'importo pari a quello previsto per gli altri componenti; il relativo onere è rimborsato dalla Regione a fronte di attestazioni dei direttori dei GAL dell'avvenuta partecipazione. A tal fine, è autorizzata una spesa valutata, per il periodo di vigenza del PSR, in euro 10.000 (UPB S06.04.023).
8. L'Amministrazione regionale, tramite l'Agenzia ARGEA Sardegna, eroga contributi a favore dei produttori agricoli, sino ad un massimo di 2.500 euro per azienda e per triennio, a copertura degli interessi maturati nell'anno 2009 di mutui contratti per la realizzazione di progetti non finanziati con fondi pubblici o per il risanamento di posizioni debitorie. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce le direttive di attuazione dell'intervento in conformità a quanto disposto dal regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione, del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli. Per tali finalità, per l'anno 2009, è stanziata la somma di euro 5.000.000 (UPB S06.04.005).
9. Per la ristrutturazione dei debiti delle aziende agricole è destinata, ad integrazione del Fondo di garanzia dei consorzi fidi convenzionati con ISMEA, la somma di euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 da erogarsi in relazione all'effettivo utilizzo della convenzione da parte dei consorzi fidi stessi. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce i criteri di attuazione dell'intervento (UPB S06.04.005).
10. L'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 4, comma 24, è incrementata di euro 2.500.000 per ciascuno degli anni 2009 e 2010 e l'applicazione del citato articolo è estesa a tutti i prodotti agro-alimentari previsti nell'articolo 32 del regolamento CE n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (UPB S06.04.015).
11. È autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 a favore delle province competenti per territorio, destinata alla concessione di indennizzi, per i danni causati dal gruccione (Merops apiaster) agli apiari e alle produzioni apistiche nel corso dell'anno 2008, agli imprenditori apistici previsti dalla legge 24 dicembre 2004, n. 313 (Disciplina dell'apicoltura), articolo 3, comma 2, in conformità alle direttive di cui alla deliberazione della Giunta regionale 16 luglio 2003, n. 21/59 (UPB S06.04.012).
12. Le superfici vitate impiantate successivamente al 31 agosto 1998 senza disporre dei corrispondenti diritti di impianto sono estirpate. Qualora l'estirpazione non venga eseguita entro il termine di sei mesi dal ricevimento della comunicazione dell'autorità regionale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria di euro 1.200 per ogni decara o frazione di decara di superficie vitata illegale. La sanzione si applica a decorrere dal 1° gennaio 2009 per le superfici vitate impiantate precedentemente all'entrata in vigore del regolamento CE n. 479/2008 del Consiglio, del 29 aprile 2008, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, che modifica i regolamenti CE n. 1493/1999, (CE) n. 1782/2003, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 3/2008 e abroga i regolamenti (CEE) n. 2392/86 e (CE) n. 1493/1999, e a decorrere dalla data di impianto della superficie vitata illegale, per le superfici vitate impiantate successivamente alla data di entrata in vigore del regolamento CE n. 479/2008; la sanzione è applicata ogni dodici mesi, a partire dalle date sopra indicate, aumentata di euro 600 per ogni decara o frazione di decara rispetto all'importo stabilito nell'anno precedente, fino ad un importo annuo non superiore al quadruplo di quella iniziale.
13. Le superfici vitate impiantate anteriormente al 1° settembre 1998 senza disporre dei corrispondenti diritti di impianto e non regolarizzate ai sensi del regolamento CE n. 1493/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, sono regolarizzate entro il 31 dicembre 2009 mediante il versamento di una somma di euro 250 per ogni decara o frazioni di decara di superficie illegale. I produttori estirpano a loro spese le superfici impiantate illegalmente e non regolarizzate entro il 31 dicembre 2009. A decorrere dal 1° luglio 2010, al produttore che non abbia proceduto ad estirpare le superfici impiantate illegalmente e non regolarizzate entro il 31 dicembre 2009, è applicata la sanzione prevista nel comma 12 aumentata, ogni dodici mesi di riscontrata violazione, secondo le stesse modalità ivi stabilite.
14. In attesa della regolarizzazione prevista nel comma 12, ovvero in attesa della estirpazione prevista nei commi 12 e 13, i prodotti vitivinicoli derivanti dalle suddette superfici non possono essere immessi in circolazione, se non per la distillazione. A tal fine i conduttori presentano alla competente autorità regionale il contratto di distillazione entro la fine della campagna viticola nella quale i prodotti sono stati ottenuti, ovvero informano la stessa, entro il 31 maggio del medesimo anno, se intendano procedere a proprie spese alla vendemmia verde, con la distruzione totale o all'eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione. Per ogni campagna viticola, un mese dopo la scadenza della presentazione del contratto di distillazione, qualora il contratto non sia presentato nei termini prescritti, ovvero copra parzialmente la produzione della superficie illegale, è inflitta una sanzione amministrativa variabile da 600 a 1.200 euro per ogni decara o frazione di decara di superficie illegale. La medesima sanzione è inflitta, dal 1° settembre della campagna viticola di riferimento, qualora non venga data comunicazione entro i termini prescritti dell'intenzione di procedere alla vendemmia verde, ovvero la vendemmia verde sia eseguita parzialmente.
15. I controlli del rispetto delle norme comunitarie, nazionali e regionali in materia di potenziale produttivo vitivinicolo e l'irrogazione delle sanzioni sono svolti dall'Agenzia ARGEA.
16. Per il cofinanziamento dell'apposito fondo statale per la prevenzione del fenomeno dell'usura, previsto dalla legge 7 marzo 1996, n. 108 (Disposizioni in materia di usura), articolo 15, è autorizzata la spesa di euro 100.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012. Le risorse sono ripartite con deliberazione della Giunta regionale e con obbligo di rendicontazione, nella misura massima del 20 per cento delle erogazioni statali, in favore dei consorzi fidi (Confidi) delle associazioni di categoria imprenditoriali e degli ordini professionali, legalmente riconosciuti per la prevenzione del fenomeno dell'usura e iscritti nell'elenco istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze (UPB S05.03.005).
17. È autorizzato, nell'anno 2009, l'ulteriore stanziamento di euro 2.000.000 al fine di consentire anche il pagamento dei contributi in conto interessi sui prestiti concessi alle imprese artigiane relativamente alle pratiche deliberate e finanziate nelle passate annualità (UPB S06.03.002).
18. Per la prosecuzione dell'intervento previsto dalla legge regionale 13 agosto 2001, n. 12 (Incentivi alle imprese artigiane sull'apprendistato), relativamente all'apertura del bando per le assunzioni di apprendisti effettuate nell'anno 2006, è autorizzato, nell'anno 2009, lo stanziamento di euro 7.000.000 (UPB S06.03.002).
19. Per garantire il mantenimento e la prosecuzione dei programmi e il completamento delle misure in corso, per la partecipazione a fiere e momenti di aggregazione tra imprese che favoriscano l'internazionalizzazione delle aziende artigiane tramite interventi relativi alla promozione e valorizzazione dell'artigianato tipico, tradizionale ed artistico della Sardegna è autorizzato, nell'anno 2009, lo stanziamento di euro 2.500.000 (UPB S06.03.001).
20. È autorizzata, nell'anno 2010, l'ulteriore spesa di euro 25.000.000 per interventi creditizi a favore dell'industria alberghiera previsti dalla legge regionale 14 settembre 1993, n. 40 (Interventi creditizi a favore dell'industria alberghiera), articolo 16 (UPB S06.02.006).
21. Il primo capoverso del comma 44 dell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 è così sostituito: "La Regione è autorizzata a concedere a favore dei comuni sovvenzioni per le infrastrutturazioni funzionali di aree destinate alle attività produttive. Il relativo programma di spesa è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di industria.".
22. Ad integrazione degli stanziamenti disposti dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 4, comma 11, è autorizzato, al fine del completamento del piano di investimenti di Carbosulcis Spa, e per le attività di IGEA Spa, l'ulteriore stanziamento di euro 9.000.000 per l'anno 2009 (UPB S06.03.024).
23. Nella legge regionale n. 3 del 2008, all'articolo 1, dopo il comma 20 è inserito il seguente.
"20 bis. Le comunicazioni e le dichiarazioni relative al solo esercizio dell'attività produttiva, che non comportano valutazioni tecniche, si presentano al SUAP mediante una dichiarazione autocertificativa da parte dell'imprenditore che attesti la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per l'effettivo esercizio dell'attività e la conformità dell'intervento alla normativa applicabile. Contestualmente alla presentazione della dichiarazione autocertificativa, laddove la comunicazione sia completa, il SUAP rilascia una ricevuta che costituisce titolo autorizzatorio per l'immediato avvio dell'intervento dichiarato.".
24. Per il pagamento degli oneri rinvenienti dalla liquidazione ex EMSA è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 730.000 (UPB S06.03.023).
25. Le autorizzazioni di spesa di cui alla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 3, comma 2, lettera b), punto 1), possono essere utilizzate anche per l'attuazione di piani locali per l'occupazione giovanile. Detti piani, deliberati dai comuni, sono finalizzati a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di persone con età inferiore ai trentacinque anni, attraverso progetti promossi da soggetti pubblici e/o privati o mediante la creazione o l'espansione di imprese rispondenti ai criteri dell'imprenditoria giovanile. I comuni applicano procedure di evidenza pubblica per la selezione dei progetti proposti da terzi e per la selezione delle persone da impiegare nei progetti direttamente promossi dai comuni. I comuni ricorrono alle graduatorie degli uffici per l'impiego o, quando necessario, attraverso altre procedure basate su criteri non discriminatori.
26. Il comma 13 dell'articolo 4 della legge regionale n. 1 del 2009 è sostituito dal seguente:
"13. È autorizzata la spesa di euro 25.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 a copertura degli oneri derivanti dall'attuazione delle convenzioni stipulate per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2000 e della legge n. 388 del 2000, articolo 78, comma 2, nonché quelle attuative del 21 dicembre 2001 per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, ex decreto legislativo n. 81 del 2000 e della legge n. 388 del 2000, articolo 78, comma 2, nonché per l'attivazione di programmi volti all'assunzione di soggetti svantaggiati, ai sensi del decreto legislativo n. 181 del 2000, come modificato dal decreto legislativo n. 297 del 2002, e dagli ulteriori accordi relativi ad interventi di recupero ambientale complementari a quelli previsti dalle succitate convenzioni. Per l'attivazione dei programmi di cui al capoverso precedente si procede secondo le disposizione contenute nell'articolo 34, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 267 del 2000. Le opere ed i servizi erogati in forza delle convenzioni sopracitate sono sottoposti, ai fini della liquidazione finale delle somme spettanti, all'esame e verifica amministrativa da parte di una commissione istituita con deliberazione della Giunta regionale che ne determina i compiti e le funzioni. Le opere realizzate in attuazione della convenzione firmata dal Ministero del lavoro, dal Ministero dell'ambiente, dal Ministero dei beni culturali, dal Ministero delle attività produttive e dalla Regione autonoma della Sardegna il 23 ottobre 2001 e il 4 dicembre 2001, ai sensi della normativa sopracitata, sono assegnate a titolo gratuito ai comuni che ne cureranno la gestione anche in collaborazione con l'Ente parco geominerario storico, culturale ed ambientale della Sardegna. L'individuazione delle opere da trasferire ai comuni è effettuata con provvedimento dell'Assessorato competente in materia di patrimonio.".
Alla maggiore spesa di euro 4.500.000 si fa fronte mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 1, comma 6, iscritta in conto dell'UPB S06.06.002 (UPB S04.06.005).
27. Per le finalità previste dalla legge regionale n. 4 del 2006, articolo 27, comma 5, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 (UPB S02.03.007).
28. Dopo il comma 5 dell'articolo 25 della legge regionale n. 2 del 2007, sono aggiunti i seguenti:
"5 bis. Per garantire un efficace coordinamento nell'attuazione degli interventi a favore delle micro, piccole e medie imprese previsti in programmi finanziati o cofinanziati con risorse regionali, attuati direttamente o delegati a enti locali o agenzie di sviluppo, l'Amministrazione regionale definisce metodologie, procedure e strumenti atti a garantire la trasparenza, la semplificazione e l'informatizzazione delle attività favorendo, al contempo, la concentrazione territoriale delle risorse anche attraverso la stipula di specifici accordi di programma che possono prevedere investimenti produttivi, infrastrutture e servizi sia pubblici che privati, anche ai sensi della legge regionale 26 febbraio 1996, n. 14 (Programmi integrati d'area), e sulla base di specifiche direttive di attuazione adottate nel rispetto di quanto previsto dai precedenti commi. Per favorire la costituzione di nuove imprese e l'innovazione delle piccole e medie imprese, viene fornita assistenza tecnica allo start-up e allo sviluppo d'impresa anche in modalità telematica con l'implementazione del portale regionale dedicato alle imprese e l'utilizzo della rete regionale degli sportelli unici per le attività produttive. Per le attività previste dal presente comma, l'Amministrazione regionale si avvale del supporto tecnico del BIC Sardegna Spa con oneri a carico degli stessi programmi. Il programma di azione annuale delle attività dell'agenzia è predisposto sulla base di criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione. Per l'acquisizione delle ulteriori quote di partecipazione del capitale sociale del BIC Sardegna Spa è autorizzata la spesa, per l'anno 2009, di euro 688.000 (UPB S01.05.002).
5 ter. Nell'attuazione degli strumenti di agevolazione previsti dal presente articolo una parte delle risorse programmate può essere destinata al finanziamento delle iniziative produttive da realizzarsi in specifici ambiti territoriali interessati da situazioni di crisi.".
29. Per le aree di crisi di Portovesme, Ottana, Tossilo, Siniscola, Pratosardo, Porto Torres, Oristano e La Maddalena e per le altre aree individuate con deliberazione della Giunta regionale, a valere sugli stanziamenti del fondo della programmazione negoziata e per il sostegno alle attività produttive, è autorizzata una spesa di euro 10.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012.
30. L'articolo 5 della legge regionale 27 febbraio 1957, n. 5 (Abrogazione della legge regionale 11 novembre 1949, n. 4, e costituzione di un fondo per favorire in Sardegna lo sviluppo dell'attività cooperativistica), è sostituito dal seguente:
"Art. 5
1. Le sovvenzioni ed i contributi di cui all'articolo 4 sono concessi con determinazione del dirigente del Servizio competente in materia di cooperazione. Le direttive di attuazione della presente legge sono approvate con deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere di una commissione composta da:
a) l'Assessore regionale competente in materia di cooperazione, o un suo delegato che la presiede;
b) i rappresentanti delle organizzazioni cooperativistiche legalmente riconosciute. La concessione di sovvenzioni per le cooperative e consorzi di cooperative è attivata conformemente alle regole comunitarie in materia di aiuti de minimis alle imprese.".
31. L'Agenzia LAORE Sardegna è autorizzata a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente dell'Associazione regionale allevatori in servizio alla data del 31 dicembre 2006, che abbia prestato la propria attività lavorativa nei servizi di assistenza tecnica a favore degli allevatori della Sardegna, ivi compresa l'attività di laboratorio e di amministrazione, finanziati con risorse regionali o statali, per almeno tre anni, riconoscendo nel passaggio l'anzianità di servizio e, a tal fine, la Giunta regionale, in attuazione della legge 8 agosto 2006, n. 13 (Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura. Istituzione delle Agenzie AGRIS Sardegna, LAORE Sardegna e ARGEA Sardegna), articolo 28, adotta, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modifiche della pianta organica della stessa Agenzia. Alla relativa spesa si fa fronte con le risorse previste nell'UPB S06.04.009.
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 1 è soppresso. (182)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 2 è soppresso. (181)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera a) del comma 2 è soppressa. (180)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
La lettera b) del comma 2 è soppressa. (79)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera b) del comma 2 è soppressa. (179)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera c) del comma 2 è soppressa. (178)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
La lettera d) del comma 2 è soppressa. (78)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera d) del comma 2 è soppressa. (177)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 3 è soppresso. (176)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 4 è soppresso. (175)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 5 è soppresso. (174)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 6 è soppresso. (172)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 7 è soppresso. (170)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 8 è soppresso. (169)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 9 è soppresso. (168)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 10 è soppresso. (232)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 11 è soppresso. (230)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 12 è soppresso. (229)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 13 è soppresso. (228)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 14 è soppresso. (227)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 15 è soppresso. (226)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 16 è soppresso. (225)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 17 è soppresso. (224)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 18 è soppresso. (223)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 19 è soppresso. (222)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 20 è soppresso. (221)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 21 è soppresso. (220)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 21 dell'Articolo 2 è soppresso. (352)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 22 è soppresso. (219)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 23 è soppresso. (218)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 24 è soppresso. (217)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 25 è soppresso. (216)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 26 è soppresso. (215)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 27 è soppresso. (214)
Emendamento soppressivo parziale Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino - Tocco.
Articolo 2
Il comma 31 è soppresso. (325)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 5 le parole "euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012" sono sostituite da: "euro 1.000.000 per il 2009 e euro 2.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012". (364)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 5 l'importo di euro 1.000.000 è rideterminato in euro 1. (173)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 6 le parole "euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012" sono sostituite da: "euro 1.000.000 per il 2009 e euro 2.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012".
(363)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 6 l'importo di euro 1.000.000 è rideterminato in euro 100.000. (171)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 7 le parole "fino a tre propri rappresentanti" sono sostituite da "un proprio rappresentante". (362)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 8 le parole "si ad un massimo di 2.500 euro per azienda" sono sostituite dalle parole "sin ad un massimo di 5.000 euro per azienda". (361)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 8 le parole "si ad un massimo di 2.500 euro per azienda" sono sostituite dalle parole "4.000 euro per azienda e per un quadriennio". (360)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 9 le parole "euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011" sono sostituite da "euro 2.000.000 per il 2009 ed euro 3.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012". (359)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 10 le parole "euro 2.500.000" sono sostituite da euro 1.000.000". (358)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 10 l'importo di euro 2.500.000 è rideterminato in euro 250.000. (231)
Emendamento sostitutivo parziale Cocco Pietro - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini.
Articolo 2
Il comma 25 è sostituito dal seguente comma:
L'autorizzazione di spesa di cui al punto 1 della lettera b) del comma 2 dell'art. 3 della legge regionale del 14 maggio 2009, n. 1, possono essere utilizzate anche per l'attuazione di piani locali per l'occupazione. Detti piani, deliberati dai comuni, sono finalizzati a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di disoccupati, attraverso progetti promossi da soggetti pubblici e/o privati o mediante la creazione o l'espansione di imprese esistenti. I Comuni applicano procedure di evidenza pubblica per la selezione dei progetti proposti da terzi e per la selezione delle persone da impiegare nei progetti direttamente promossi dai Comuni. I Comuni ricorrono alle graduatorie degli uffici per l'impiego o, quando necessario, attraverso altre procedure basati su criteri non discriminatori. (97)
Emendamento sostitutivo parziale Uras - Manca - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini - Meloni Valerio - Moriconi - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo.
Articolo 2
Il comma 26 è sostituito dal seguente:
26. Per la prosecuzione degli interventi previsti dal comma 5, Articolo 27 della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalla deliberazione della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 1.500.000 (UPB S02.03.007). Per il maggior onere di euro 1.000.000 si fa fronte mediante corrispondente prelievo dal Fondo nuovi oneri legislativi. (320)
Emendamento sostitutivo parziale Mula - Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 il comma 27 è sostituito dal seguente:
"27. Per la prosecuzione delle azioni previste all'art. 27 comma 5 della legge regionale 4/2006, già finanziate nelle annualità precedenti, è autorizzata per l'anno 2009 la spesa di euro 500.000". (39)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 39 e 320 Mula - Manca - Barracciu.
Articolo 2
Il comma 27 è sostituito dal seguente:
27. Per la prosecuzione degli interventi previsti dal comma 5, articolo 27 della legge regionale n.4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalla deliberazione della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 (UPB S02.03.007). (384)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Prima del comma 1 è aggiunto il seguente:
E' autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 3.000.000 per l'erogazione di finanziamenti, tramite ARGEA Sardegna, a favore dei Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute per l'acquisto di alimenti zootecnici da fornire agli allevatori per le situazioni di emergenza causate dagli incendi verificatisi nel mese di luglio 2009 (U.P.B. S0l.06.001).
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
U.P.B. S01.06.001 Trasferimenti agli Enti locali - Parte corrente
2009 € 3.000.000
In diminuzione
U.P.B. S08.02.002 Altre partite generali che si compensano nell'entrata
2009 € 3.000.000. (340)
Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 2
L'emendamento numero 340 è sostituito come segue:
"E' autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 3.000.000 per l'erogazione di finanziamenti, tramite ARGEA Sardegna, a favore dei Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute per gli interventi emergenziali, finalizzati alla sopravvivenza e governo del bestiame, in favore degli allevatori le cui aziende siano state interessate dagli incendi verificatisi nel mese di luglio 2009. Gli interventi effettuati dai Comuni devono essere conformi al regolamento della Commissione europea del 20 dicembre 2007, n. CE 1535/2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli (U.P.B. S01.06.001)".
Copertura finanziaria
In aumento
U.P.B. S01.06.001 Trasferimenti agli Enti locali - Parte corrente
anno 2009 euro 3.000.000
In diminuzione
U.P.B. S08.02.002 Altre partite generali che si compensano nell'entrata
anno 2009 euro 3.000.000 (374)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Dopo il comma 10 è inserito il seguente:
10 bis Le lettere f, g ed h del comma 1 dell'art. 35 della Legge Regionale 12 giugno 2006, n. 9 sono abrogate. (122)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Cocco Pietro - Lotto - Cuccu - Sabatini - Cucca.
Articolo 2
Dopo il comma 16 dell'Art. 2 è aggiunto il seguente comma:
16 bis I benefici di cui all'art. 1, 1° comma. lettera 1 e 2 della L.R. 11 agosto 1983, n.° 16 e degli artt. 17, 18, 19 e 21 della L.R. 22 aprile 1997, n. 16 sono fino al limite massimo consentito dalla normativa europea generale e di settore relativa al regime "de minimis". (322)
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Locci.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 19 è aggiunto il comma 19 bis:
19 bis. Al comma 1, dell'art. 14 della legge regionale n° 5 del 18 maggio 2006, la parole "comprese quelle del demanio marittimo," sono sostituite da: "(escluso il demanio marittimo)", mentre alla lett. b) dopo le parole "ed ogni altra area di qualunque natura destinata ad uso pubblico", sono aggiunte: "fatta eccezione per quelle del demanio marittimo". (4)
Emendamento aggiuntivo Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 20 è aggiunto il seguente:
"20 bis. E' recepito il decreto del 21 ottobre 2008 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 34 del 11 febbraio 2009, recante "Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera" (41)
Emendamento aggiuntivo Bardanzellu - Diana Mario.
Articolo 2
Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente comma:
"22 bis. L'art. 3, comma 1, della L.R. 25 luglio 2008, n. 10, è da interpretarsi nel senso che il consorzio industriale provinciale è costituito tra la Provincia e i Comuni, facenti parte dei consorzi industriali di cui alla Tabella A allegata alla suddetta legge, nel cui territorio insistano aree industriali inserite nel piano regolatore industriale sovracomunale di cui all'art. 51 del DPR n. 218/1978". (348)
Emendamento aggiuntivo Lotto - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
All'Art. 2 dopo il comma 25 è aggiunto il seguente comma:
Art. 2
25 bis. - Ai fini dell'inquadramento nel IV livello impiegati - area tecnica dell'Ente Foreste del Personale risultato idoneo alla selezione interna per titoli ed esami per n. 55 posti, compreso tra il 56° ed il 790 posto della graduatoria approvata con determinazione del Direttore Generale n. 16 del 16.02.2007, e a condizione che abbia frequentato con profitto il relativo corso di formazione per capi cantiere nell'ambito del progetto "S.O.F.I.A.", l'Ente Foreste è autorizzato a inquadrare il suddetto personale senza modifica alla pianta organica complessiva in vigore alla data del 01.02.2007. (101)
Emendamento aggiuntivo Mula - Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 27 è aggiunto il seguente:
"27 bis. La lettera c) del comma 1 dell'articolo 18 bis della L.R. 14 marzo 1994, n. 12 è così modificata:
c) siano stati, prima dell'entrata in vigore della legge 8 agosto 1985, n. 431, concessi da parte dei Comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai Comuni stessi senza il rispetto della normativa di cui alla legge 16 giugno 1927, n. 1766;
d) non siano stati utilizzati in difformità alla programmazione urbanistica comunale." (40)
Emendamento aggiuntivo Sabatini - Cuccu - Cucca - Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu.
Articolo 2
Dopo il comma 27 è aggiunto il seguente comma:
"27 bis. Le lettera c) del comma i dell'articolo 18 bis della legge regionale 14 marzo 1994 n° 12 è così modificata:
e) siano stati, prima dell'entrata in vigore della legge 8 agosto 1985, n° 431, concessi da parte dei Comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai Comuni stessi senza il rispetto della normativa di cui alla legge 16 giugno 1927, n. 1766.
d) le disposizioni di cui alla lettera c) si applicano entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge ed entro 120 giorni la classificazione è dichiarata con decreto dell'Assessore regionale all'agricoltura su conforme deliberazione della Giunta regionale, oltre tale periodo e in assenza di deliberazione della Giunta regionale la classificazione è comunque dichiarata con decreto dell'Assessore all'agricoltura. (241)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 40 e 241 sostitutivo totale Mula - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 27 è aggiunto il seguente:
27 bis). La lettera c) del comma 1 dell'articolo 18 della L.R. n. 12/94 è così modificata:
"c) siano stati prima dell'entrata in vigore della L. n. 431/85, concessi da parte dei comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai comuni stessi anche in difformità alla normativa di cui alla L. 1766/1927.
Le disposizioni di cui alla lettera c) trovano attuazione in via straordinaria entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Entro i successivi 30 giorni la classificazione è dichiarata con decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura su conforme deliberazione della Giunta regionale.
L'uso dovrà risultare coerente con la programmazione urbanistica comunale. (383)
Emendamento aggiuntivo Campus - Rodin - Pitea - Locci - Artizzu - Bardanzellu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 29 è inserito il seguente:
In attesa dell'approvazione della nuova disciplina organica in materia di Riforma degli Enti di Industrializzazione di cui all'art. 37 della Legge 317/91, sono sospese tutte le procedure di attuazione della L.R. n. 10/2008 riferite ai Consorzi Industriali di cui alla Tabella A della stessa Legge regionale.
Nella conseguente fase transitoria la Giunta Regionale è autorizzata allo scioglimento degli organi statutari in carica dei Consorzi di cui alla Tabella A della L.R. n. 10/2008, provvedendo alla contestuale nomina dei Commissari per la provvisoria amministrazione degli stessi. (134)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 29 è aggiunto il seguente comma:
1 bis La spesa di cui al precedente comma è autorizzata previa definizione di un piano straordinario per le politiche industriali, indicante i criteri, gli obiettivi e le priorità degli interventi di cui all'articolo 1 bis. (213)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Sanna Giacomo - Vargiu - Capelli - Cuccureddu.
Articolo 2
Dopo il comma 29 è aggiunto il seguente.
"29 bis. La giunta regionale entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, approva un disegno di legge di riforma della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 in materia di riordino delle aree industriali". (318)
Emendamento all'emendamento numero 318 sostitutivo totale Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo.
Articolo 2
L'emendamento 318 è sostituito dal seguente:
"29 bis. Nel comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono soppresse le parole da: ", dal presidente della provincia" a: "per territorio". Nel successivo comma 3 sono soppresse le parole da: "il rappresentante della provincia" a: "nel consorzio". Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva un disegno di legge di riforma della legge regionale n. 10 del 2008. Nell'attesa della predetta riforma, con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, si provvede allo scioglimento degli organi dei consorzi industriali e alla nomina di un commissario per consorzio.". (372)
Emendamento all'emendamento numero 318 sostitutivo totale Diana Mario - Capelli - Sanna Giacomo - Vargiu.
Articolo 2
L'emendamento 372 è sostituito dal seguente:
"29 bis. Nella legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel comma 2 dell'articolo 4 sono soppresse le parole da: ", dal presidente della provincia" a: "per territorio";
b) nel comma 3 dell'articolo 4 sono soppresse le parole da: "il rappresentante della provincia" a : "nel consorzio";
c) il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso;
d) nel comma 9 dell'articolo 5 sono soppresse le parole: "uno indicato dalla provincia ed".
Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva un disegno di legge di riforma della legge regionale n. 10 del 2008. Fino all'entrata in vigore della nuova disciplina, con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, si provvede allo scioglimento degli organi dei consorzi industriali provinciali e alla nomina di un commissario per consorzio.
In deroga all'articolo 7, comma 38, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 e alle disposizioni previste nella legge regionale n. 10 del 2008, la Giunta regionale, con propria deliberazione, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, può disporre sulle procedure liquidatorie degli enti di cui alla tabella F, parte I, della legge regionale n. 3 del 2008, sulla gestione delle attività consortili, sul trasferimento dei loro patrimoni e del personale. (373)
Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Capelli - Sanna Giacomo - Pittalis - Diana Mario.
Articolo 2
Dopo il comma 29 dell'art. 2 è inserito il seguente:
"29 bis. Al comma 5 dell'art. 2 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo la parola: "Borore" sono inserite le seguenti : ", salvo diversa deliberazione degli stessi,";
b) alla fine del comma sono aggiunte le parole: ". I predetti comuni, per la gestione delle aree industriali che insistono sul proprio territorio, possono costituire un consorzio ai sensi dell'art. 31 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).". (334)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Sanna Matteo - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2009 'ulteriore stanziamento di euro 10.000.000 per le incentivazioni in conto interessi al prese commerciali ai sensi della 1. r. n. 9/2002 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.008).
Copertura finanziaria:
In aumento:
UPB S06.03.008 Sostegno alle attività commerciali - Investimenti
Capitolo SC06.0480 (L.r. n. 9/2002 e s.m.i. - Contributo in conto interessi a favore delle imprese commerciali)
Anno 2009: 10.000.000
In diminuzione:
FNOL Parte corrente UPB S08.01 .002
Anno 2009: 10.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della Tabella A allegata alla legge regionale n. 1/2009 (Legge finanziaria 2009). (13)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno l'ulteriore stanziamento di euro 17.000.000 per le incentivazioni in conto capitale alle imprese artigiane ai sensi della L.R. n. 51/1993 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.001).
Copertura finanziaria:
In aumento:
UPB S06.03.001 Incentivazioni alle attività artigiane
Anno 2009: 17.000.000
In diminuzione:
FNOL Investimenti UPB S08.01 .003
Anno 2009: 17.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della Tabella B allegata alla legge regionale n. 1/2009 (Legge finanziaria).(14)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2010 l'ulteriore stanziamento di euro 25.000.000 per le incentivazioni in conto capitale alle imprese artigiane ai sensi della l. r. n. 51/1993 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.001). Alla copertura dei relativi oneri si provvede con la legge finanziaria per l'esercizio 2010.". (15)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2010 l'ulteriore stanziamento di euro 10.000.000 per le incentivazioni in conto interessi alle imprese commerciali ai sensi della l. r. n. 9/2002 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.008). Alla copertura dei relativi oneri si provvede con la legge finanziaria per l'anno 2010.". (16)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 31 dell'Articolo 2 è aggiunto il seguente:
31 bis. La Giunta regionale previa intesa acquisita in sede di Conferenza permanente Regione- Enti Locali, entro due mesi dall'entrata in vigore della presente legge, presenta un programma per l'espansione dell'occupazione giovanile, imperniato sui "Piani Locali per i Giovani". Il programma è finalizzato a creare occasioni di lavoro, anche part-time e a tempo determinato, favore di persone disoccupate che non abbiano superato i 35 anni di età. Il contributo massimo erogabile è pari a 4.000 euro/anno.
I Piani Locali per i Giovani sono proposti e attuati dai Comuni preferibilmente attraverso le loro forme associative. I Piani Locali ammessi al finanziamento sono selezionati attraverso procedura ad evidenza pubblica, sulla base di uno schema approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale del Lavoro.
I Piani possono essere proposti dagli Enti Locali o da altri soggetti pubblici e privati.
Per le finalità del presente comma sono assegnati 15 milioni di euro per l'anno 2009 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.
Gli Enti Locali cofinanziano gli interventi in misura del 50% delle risorse assegnate a ciascun piano.
Copertura finanziaria
FNOL. (56)
Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 31 dell'Articolo 2 è aggiunto il seguente:
31 bis. Al fine di indennizzare gli operatori dei danni subiti a seguito dello spostamento del vertice G8 da La Maddalena a l'Aquila è autorizzata, per l'anno 2009, la spesa di Euro 20.000.000.
Le modalità di richiesta ed erogazione dell'indennizzo, nella misura dei 70% dei danni accertati, verranno disciplinate da apposito regolamento adottato dalla Giunta Regionale, su proposta del Presidente, entro 60 giorni dall'approvazione della legge. (UPB N I.)
Copertura finanziaria
FNOL parte investimenti. (57)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
All'Art. 2 dopo il comma 31 è aggiunto il seguente comma
31 bis - I benefici di cui all'articolo 1, comma 1, lettere 1 e 2 della legge regionale 11 agosto 1983, n. 16 sono concessi fino al limite massimo e negli ambiti consentiti dalla normativa europea generale e di settore relativa al regime "de minimis" (U.P.B. S06.03.028).
Copertura finanziaria:
IN AUMENTO
U.P.B. S06.03.028 Investimenti a favore della cooperazione
IN DIMINUZIONE
FNOL (104)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
A11'Art. 2 dopo il comma 31 è aggiunto il seguente comma:
31 bis. Al fine di promuovere l'esportazione verso i paesi extra U.E. di prodotti finiti delle imprese manifatturiere aventi sede legale e stabilimento di produzione in Sardegna, l'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere i seguenti incentivi finanziari:
a) Un contributo in conto spese di carattere commerciale pari al 50% delle spese sostenute nell'esercizio precedente;
b) Un incentivo in conto occupazione erogato per addetto, parametrato al valore delle esportazioni effettuate dall'impresa nell'anno precedente alla concessione del contributo;
Con deliberazione della giunta regionale sono definite le tipologie di spesa ammissibili al contributo di cui alla lettera a), l'entità del contributo di cui alla lettera b).
Per procedimento di Assegnazione ed erogazione degli incentivi per le finalità di cui sopra, sono stanziati 15.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011
IN AUMENTO
UPB S.02.03.007
EURO 15.000.000 ANNO 2009
EURO 15.000.000 ANNO 2010
EURO 15.000.000 ANNO 2011
IN DIMINUZIONE
FNOL
15.000.000 ANNO 2009
15.000.000 ANNO 2010
15.000.000 ANNO 2011 (105)
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu.
Articolo 2
All'art. 2, dopo il comma 31, è aggiunto il seguente comma:
31 bis. L'agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Sardegna (ARPAS), al fine di garantire la continuità del lavoro svolto dai dipartimenti con l'utilizzo di personale precario, è autorizzata ad inquadrare attraverso prove selettive concorsuali riservate e per soli titoli, il personale che abbia prestato la propria attività lavorativa negli ex PMP e nell'ARPAS, assunto con contratti a termine, con forme contrattuali flessibili o atipiche o collaborazioni coordinate e continuative, che entro la data di entrata in vigore della presente legge abbia maturato almeno 30 mesi di servizio, anche non continuativi, a partire dal dicembre 2004. (341).)
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, Assessore, colleghi, entriamo nel merito dell'articolo 2, che tratta un tema rilevante per la particolare situazione di crisi in cui si trova la nostra regione, riguarda infatti disposizioni nei settori produttivi e occupazionali. L'articolo 2 e i successivi articoli 2 bis e 2 ter testimoniano come la minoranza abbia voluto, su questo disegno di legge, dare un contributo importante per renderlo molto più coerente con la situazione di crisi economica e sociale in cui versa la Sardegna.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue PORCU.) Il testo arrivato in Commissione, costituito sostanzialmente dall'articolo 2 nella forma in cui lo stiamo discutendo, era molto deludente. La minoranza - come si era impegnata a fare - ha cercato di dare a quel testo, attraverso gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi proposti in Commissione, una risposta ai problemi più gravi e certamente a chi ha perso il lavoro in questi mesi. Sappiamo che non solo la Sardegna, ma l'Italia, l'Europa, il mondo intero è in preda a una crisi che parte dalla finanza, dalle speculazioni dei mercati finanziari, dalla sopravvalutazione dei mutui statunitensi. Investe il mondo, ripeto, una crisi finanziaria, che è anche crisi economica, produttiva e occupazionale, che ha portato indietro le lancette dell'orologio e ha causato la più grande e vasta contrazione del prodotto interno lordo delle economie occidentali che si ricordi dal 1929. Il PIL in Italia quest'anno crollerà del 5 per cento. Sono circa 30 mila i nuovi disoccupati soltanto in Sardegna e c'è chi dice anche che non siamo ancora usciti dal tunnel della crisi, che l'autunno sarà caldo e le conseguenze di questo scenario, di cui ancora non si intravede l'uscita, si protrarranno ancora per molti mesi.
Allora, noi abbiamo ritenuto che in questo contesto sia responsabilità di chi governa a tutti i livelli (lo hanno fatto i principali Governi mondiali, l'ha fatto il presidente Obama negli Stati Uniti, lo hanno fatto le principali economie europee) dare innanzitutto assistenza a chi subisce gli effetti della crisi e supporto al sistema economico-industriale perché abbia strumenti e risorse per superare questo momento e mantenere in piedi un apparato produttivo che sia in grado di ripartire quando gli effetti di questa crisi saranno scemati.
Ci saremmo aspettati che conseguentemente anche la nostra Regione avesse fatto investimenti significativi in rapporto al proprio PIL. L'avevamo già detto nel corso della discussione della finanziaria: qui non bastano provvedimenti tampone, non basta qualche decina di milioni di euro, occorrono misure più strutturali. Gli Stati Uniti hanno investito, in rapporto al PIL, l'8 per cento, le principali economie europee hanno investito il 5, il 6, il 7 per cento. In Sardegna, considerata la crisi nel suo complesso, abbiamo investito qualche decimo del PIL regionale e certamente non operiamo ancora in misura sufficiente col provvedimento che stiamo esaminando in questi giorni. Però, grazie appunto all'apporto decisivo della minoranza, alcune risposte sono state date, in particolare per quel che riguarda il precariato, attraverso piani di stabilizzazione che possono dare maggiore sicurezza a chi rischia di essere tagliato fuori proprio nel momento più difficile della crisi e attraverso disposizioni tendenti a dare sollievo a chi il lavoro l'ha perso ed è privo di ammortizzatori sociali.
Ci sono certamente contraddizioni in questo articolo. Adesso parliamo dell'articolo 2, poi riprenderemo il tema del precariato, di chi ha perso il posto di lavoro, degli ammortizzatori sociali e del rafforzamento degli ammortizzatori sociali esistenti. Ci sono contraddizioni, dicevo, anche in questo articolo e c'è un tentativo, che noi abbiamo denunciato più volte, che è quello di dare risposte apparenti, di mettere titoli che non racchiudono alcuna misura concreta per far fronte alla crisi. Nell'articolo 2 questo l'avete fatto molto bene: per esempio, al comma 25, laddove si parla dell'attuazione di piani locali per l'occupazione giovanile, volti cioè a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di persone con età inferiore a trentacinque anni, che dovrebbero vedere protagonisti i comuni, quelli che meglio conoscono le realtà dei propri cittadini, realtà spesso minori e trascurate. E come lo fate? Aggiungendo un titolo ai provvedimenti che avevamo già previsto nella finanziaria. Cioè, la torta di 15 milioni di euro che avevamo previsto per i cantieri occupazione rimane la stessa, semplicemente aggiungiamo un modo per spendere quelle risorse, non mettiamo un euro in più e creiamo l'illusione, la falsa promessa di poter dare una risposta anche sull'occupazione giovanile.
Sinceramente, questo è un modo di procedere e di legiferare che abbiamo stigmatizzato e che contestiamo. Riteniamo di doverci abituare a fare cose serie e se decidiamo di promuovere un piano locale per l'occupazione giovanile dobbiamo promuovere effettivamente un piano locale per l'occupazione giovanile, magari chiedendo ai comuni di concorrere a quelle risorse per mettere veramente in campo un progetto importante che possa dare risposte a migliaia di giovani che oggi soffrono pesantemente l'effetto della crisi. Invece voi vi limitate a mettere dei titoli, a creare false aspettative, ma rispetto a quei titoli non stanziate risorse.
Per questo con l'emendamento numero 56 noi riprendiamo il tema dei piani locali per i giovani, ma non destiniamo la stessa fetta di torta di 15 milioni, che va spartita tra i circa 370 comuni della Sardegna, a un'altra iniziativa alla quale non saremo in grado di dare risposte. Nell'emendamento specifichiamo di voler mettere in campo un piano per l'occupazione giovanile che prevede di dare ai giovani circa 44 mila euro all'anno per progetti di autoimpiego e prevediamo lo stanziamento di 15 milioni di euro per il 2009 e 50 milioni di euro per il 2010 e 2011, anche attraverso il cofinanziamento degli enti locali. Quindi creiamo un programma in grado di dare una risposta che faccia partire lo sviluppo dal basso, una risposta concreta e non annunciata, come appare nel comma 25, di cui perlomeno proponiamo l'abrogazione, perché certamente non abbiamo bisogno di prese in giro, ma abbiamo bisogno di risposte oneste e concrete, come quella che abbiamo mancato di dare bocciando l'emendamento su un grande piano di rilancio dell'industria in Sardegna.
Ci sono poi altri temi che non sono compresi nell'articolo 2 e che noi riprendiamo, come quello che riguarda ancora il G8 e l'occasione di sviluppo che tale evento avrebbe potuto rappresentare. Altri temi, come l'inquadramento dei lavoratori dell'Associazione regionale allevatori da parte dell'agenzia LAORE, vengono invece affrontati e a nostro avviso vanno mantenuti, anche se c'è qualche proposta emendativa che va in senso contrario. Avremo modo di riprendere, nella discussione degli altri articoli, il tema delle misure a favore di chi ha perso il lavoro. Certamente questo articolo 2 è nel suo insieme insoddisfacente, ancora più insoddisfacente dopo che avete bocciato gli emendamenti precedenti, che potevano dare veramente una risposta al problema della crisi e in particolare della crisi dell'industria in Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, onorevoli colleghi, pochi per la verità, evidentemente la discussione degli articoli non anima particolarmente, eppure ci avviciniamo, con l'articolo 2, a quella parte dell'articolato che, pur con i limiti che sono stati sottolineati sia nella discussione generale che nella discussione sull'articolo 1, tratta in modo più diretto e, a mio avviso, in alcuni ambiti, anche con una certa efficacia, il tema della crisi del nostro sistema produttivo e delle difficoltà di natura occupazionale, che diventano sempre più pesanti, sempre più gravi.
Se questa parte dell'articolato sarà trattata da questo Consiglio con la dovuta decisione (qualche volta dobbiamo decidere, perché a questo siamo chiamati dal voto popolare), tenendo conto del lavoro istruttorio anche prezioso che è stato fatto in Commissione su questa partita, potremo licenziare questo provvedimento, di cui nessuno di noi è innamorato, in tempi molto brevi, forse più brevi di quanto si possa adesso immaginare. E questo perché? Perché tutti noi sentiamo l'obbligo, in ogni caso, di incominciare a dare qualche risposta, di segnare qualche punto in attivo, di aprire alcuni sentieri per trovare soluzioni. D'altra parte ci rendiamo conto che stare in un'aula in cui la disattenzione si potrebbe tagliare a fette, anche in questo momento, non è un dato positivo, non è questo il confronto di cui noi avremmo bisogno. Abbiamo già deciso, evidentemente tutti, che abbiamo bisogno non di perdere tempo o di prendere tempo, ma di fare un'attività istruttoria vera in ragione degli appuntamenti che avremo in autunno, che segneranno più consistentemente le differenze tra gli schieramenti, che dovrebbero però portare ad attivare una discussione alta, un confronto vero, una relazione positiva anche nello scontro tra le idee, per affrontare la situazione difficilissima che abbiamo di fronte.
La crisi non la risolveremo con questo collegato, non la risolveremo con le sole forze di questa Regione o con il migliore dei programmi regionali di sviluppo. E non la risolveremo neppure con la prossima legge finanziaria, con la nostra potestà legislativa o con le nostre disponibilità finanziarie. La crisi della nostra Isola potrà essere risolta, dal punto di vista economico e sociale, solo ed esclusivamente se noi attiveremo nei confronti del Governo e dello Stato quella iniziativa necessaria per riaffermare non la nostra specialità fine a se stessa, quella dimenticata tra i libri, quella che ogni tanto si evoca in questo Consiglio negli anniversari di eventi storici, ma la nostra specialità intesa come una delle conquiste fatte dal costituente per avere migliori possibilità e strumenti più efficaci.
Io ho letto in queste ore alcune osservazioni che sono state fatte da più parti sul lavoro svolto dalla Commissione. Le ho lette con attenzione, perché meritano attenzione tutte le critiche, anche quelle più distruttive. E ho letto con attenzione perché in alcune proposizioni veniva richiamata la presenza di norme in questo progetto di legge che sarebbero in contrasto, ahimè, con leggi regionali e nazionali. Mi sono sempre chiesto, me lo chiedo ancora e lo chiedo anche all'Assessore e ai pochi colleghi che sono qua: ma qualche volta ce lo siamo ripassato il riformato Titolo V della Costituzione? Ci siamo soffermati sul valore della legislazione concorrente che è in capo alle Regioni? Abbiamo sancito - questo lo dico perché bisogna rammentarlo anche a qualche funzionario delle amministrazioni locali e della nostra amministrazione regionale - nel testo della Costituzione intanto la competenza legislativa primaria su alcune materie, per esempio in tema di organizzazione dell'amministrazione regionale, dei suoi uffici e del suo personale e di ordinamento degli ordinamenti locali, quindi la potestà primaria, esclusiva di normare. Cioè su queste materie non può normare il Parlamento italiano, perché in questo territorio, in questa regione, la possibilità di legiferare è data a questo Consiglio regionale. Ma nelle materie di legislazione concorrente, è scritto nel Titolo V della Costituzione così come riformato, la potestà legislativa spetta alle Regioni e le leggi che vengono approvate utilizzando tale potestà valgono anche nei confronti dello Stato, poiché la Repubblica si articola in Stato, Regioni, Province e Comuni, ognuno dei quali ha un compito che è regolato dalla legislazione costituzionale.
E allora, se noi facciamo una legge in una materia che non sia di esclusiva competenza del Parlamento nazionale, utilizzando quindi la nostra potestà di legiferare in modo concorrente, e se il Governo non solleva conflitti di attribuzione e la Corte costituzionale non interviene per annullare quel provvedimento, quella legge vale o non vale in questo territorio? Vale o non vale per i nostri funzionari la legge regionale in questo territorio? Vale o non vale la legge regionale in questo territorio per i dirigenti e i funzionari delle amministrazioni locali? Io penso di sì e questo è uno dei temi che solleveremo nella discussione di questi articoli, perché la ragione principale per cui molti problemi non sono risolti - e noi ce li ritroviamo puntualmente in questo tavolo - sta nel fatto che le leggi della Regione non sono rispettate e non sono fatte rispettare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signor Presidente, che questo provvedimento non fosse corrispondente a quanto era stato promesso in sede di discussione della finanziaria 2009 lo sappiamo tutti e le prime critiche a questo collegato alla finanziaria le ha avanzate la maggioranza, non la minoranza.
L'opposizione, a iniziare dai lavori svolti in Commissione, ha tenuto una posizione ferma, una linea chiara, dicendo espressamente che questo provvedimento andava profondamente modificato, semplificato, concentrato in pochi articoli e in interventi forti di risposta allo stato di crisi. Ci sono poco più di 100 milioni a disposizione; noi abbiamo chiesto che queste risorse fossero destinate principalmente ad azioni concrete, efficaci, capaci di dare risposte alle fasce deboli della popolazione e che la Giunta potesse attuare in pochi mesi, in poche settimane, per far fronte a un momento davvero difficile.
Questa è l'urgenza che noi abbiamo segnalato e su cui ci siamo spesi. Abbiamo lavorato in questa direzione in Commissione, diamo atto alla Giunta e alla maggioranza di aver trovato con noi, su alcuni punti, accordi importanti per migliorare il testo. Abbiamo raggiunto, secondo me, degli accordi importanti che riusciranno a dare una qualche risposta e continueremo in Aula a lavorare in questa direzione. Abbiamo anche proposto un emendamento che recupera o annulla numerosi interventi che noi riteniamo inutili o rinviabili alla prossima finanziaria, in modo da recuperare una cifra pari a 20 milioni di euro che possiamo ulteriormente concentrare sui pochi interventi che abbiamo insieme concordato.
E' vero, è stato già detto, ci sono dei segnali di ripresa, dei timidi segnali di ripresa, l'inizio di una fine, ma abbiamo la consapevolezza che le nostre famiglie, le famiglie sarde e quelle dell'intera Nazione, vivranno per tutto il 2010 una situazione difficile, lo stato di crisi non si allenterà per le fasce più deboli. E siamo tutti a conoscenza di un dato spaventoso: in Italia si sono persi 300 mila posti di lavoro, in Sardegna quasi 10 mila e in molti casi non ci sono nemmeno ammortizzatori sociali. Ecco perché chiediamo di concentrare l'attenzione su questa emergenza.
Certo, sono d'accordo con l'onorevole Diana quando dice che non possiamo occuparci solo di crisi, di precari, di disoccupati, di posti di lavoro che vengono a mancare. Sono d'accordo, non possiamo eternamente discutere di queste situazioni, il fatto è che spesso abbiamo discusso e approvato norme che poi non sono state applicate dalla stessa Regione e dagli enti regionali. Credo che tutti concordiamo sui temi che ha posto il presidente Floris, quando ha parlato dell'urgenza di occuparci di energia, di trasporti, di infrastrutture, di riforme. Tutti concordiamo sulla necessità di una riforma della pubblica amministrazione, perché è anche vero che il nostro è un bilancio falso, come diceva il collega Uras ieri, è un bilancio fatto di stanziamenti spesso non spesi, è un bilancio fatto di una mole di residui spaventosa, che è il segnale dell'incapacità di spendere. Bisogna riformare la pubblica amministrazione: facile affermarlo, anche a livello nazionale si stanno facendo degli sforzi in tal senso, più difficile metterlo in atto.
Il nostro bilancio, quindi, non riesce a dare risposte anche perché non si riesce a dare attuazione a molti degli interventi pur giusti che spesso vengono approvati. Sono convinto, però, che molto dipenda dalla nostra capacità, dalla capacità della Regione di attuare le politiche che decide di realizzare. La Regione con il suo bilancio può fare molto, può dare molte risposte con le risorse che ha a disposizione, ma credo che anche lo Stato debba fare la sua parte. In altri Stati della Comunità europea le regioni che hanno diminuito il loro divario di sviluppo sono riuscite in questo intento anche perché i rispettivi Stati hanno fatto la loro parte.
Quindi noi come Regione dobbiamo fare la nostra parte, ma chiamiamo lo Stato a fare altrettanto. Bene hanno fatto i deputati sardi di centrodestra e di centrosinistra a contestare il DPEF laddove non veniva prestata la giusta attenzione alla nostra regione. Capisco, onorevole Maninchedda, che i fondi FAS sono utilizzati per le emergenze di tutto il Paese e vengono sottratti per sopperire al bilancio ingessato di uno Stato che non riesce a spendere, e anche di questo dobbiamo renderci conto. Pensiamo, ad esempio, alle Ferrovie dello Stato, che dovrebbero destinare il 38 per cento dei propri investimenti alle regioni del Meridione e ne destinano appena il 18 per cento, e sono sicuro che in Sardegna la percentuale è molto più bassa, oppure all'ANAS e a quanto essa investe per la viabilità nella nostra regione e nel Meridione d'Italia. Lo Stato, però, deve fare la sua parte e noi dobbiamo pretenderlo. Quindi, nell'occuparci di temi importanti per il superamento del divario di sviluppo, dobbiamo occuparci della riforma della pubblica amministrazione, ma dobbiamo occuparci anche e con forza del confronto con lo Stato.
Allora, pur se nell'articolo 2 vi sono dei commi che condividiamo in quanto vanno nella direzione da noi indicata, noi avanziamo queste critiche perché a partire da questo collegato dobbiamo ridurre gli interventi a pioggia, gli interventi che poi si perdono nei rivoli del bilancio e perlopiù non vengono attuati. Mi riferisco, per esempio, a quelle disposizioni che intervengono per attuare il Piano paesaggistico e che prevedono la spendita di 3 milioni e mezzo di euro per predisporre, da qui a dicembre, tutta una serie di strumenti che serviranno a questo fine. Avremo la capacità di spendere queste risorse o non sarebbe meglio, in questo momento, orientarle verso ciò che è più urgente, cioè far fronte alla crisi economica? Questo è l'appello che noi rivolgiamo alla maggioranza. Abbiamo raggiunto importanti accordi, possiamo indirizzare ulteriori risorse verso quegli accordi che avete anche voi condiviso con noi. Si tratta di aprirsi a un dialogo fattivo che tenda a migliorare davvero questo complesso provvedimento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.
CONTU MARIANO (P.d.L.). Signor Presidente, signor Assessore, colleghi del Consiglio, dopo aver ascoltato l'intervento del collega Sabatini sull'articolo 2 non posso che essere in disaccordo con lui almeno su due punti: qui si vorrebbe, secondo quanto chiede la piazza, perché anche oggi sono in corso delle manifestazioni davanti al palazzo del Consiglio regionale, fare dell'emergenza la quotidianità. Per non abituarci al fatto che l'eccezionalità diventi consuetudine, molto probabilmente bisognerebbe affrontare i temi badando a quelle che sono le emergenze, ma pensando anche alla programmazione, di cui non ci si deve dimenticare, soprattutto quando si ereditano situazioni come quella che abbiamo ereditato noi, in cui in termini di programmazione poco si è fatto, per non dire nulla.
Chiaramente, collega Sabatini, io accolgo lo spirito che ha animato il suo discorso, però devo dire che non si può predicare bene e razzolare male, nel senso che l'articolo che stiamo esaminando parla dei settori produttivi e occupazionali e comunque sia una grossa parte dei trentuno commi che lo compongono è destinata a risolvere anche i problemi dell'emergenza. Inoltre sono messe a disposizione delle risorse per la riattivazione di processi che erano stati bloccati negli ultimi cinque anni. Voglio citare due esempi: il settore dell'apprendistato e quello alberghiero, dove negli ultimi cinque anni c'è stato lo stop assoluto.
Molti di voi sanno che nella passata legislatura l'attenzione su questi temi, così come su altri, noi l'abbiamo manifestata in tante occasioni, ma siccome non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire si è fatto tutt'altro che prepararsi ad affrontare i preannunciati momenti di crisi che sarebbero arrivati anche per la Sardegna, aggravati, all'inizio di questa legislatura, da una crisi internazionale che nei nostri territori sta manifestando tutti i suoi effetti negativi proprio in questo momento. Mancavano solo gli incendi, l'unica cosa che forse non avevamo messo in conto!
Questo per dire, collega Diana, che le emergenze di cui lei andava a parlare nelle piazze, non le abbiamo scoperte oggi. Abbiamo scoperto diversi anni fa che vi era un crescendo pauroso di emergenze. Io ricordo le manifestazioni per le nuove povertà, per il precariato e quelle del mondo agricolo. Allora, con l'articolo 2 si vogliono affrontare proprio alcune di queste emergenze. Voglio dire che ci si era dimenticati, per esempio, delle aziende agricole in difficoltà. Le risorse stanziate non solo nella finanziaria del 2007, ma anche in quella del 2008, per un totale di 7 milioni di euro, aspettano ancora di essere erogate. Allora occorre sapere a chi si prevedeva di destinare quelle risorse, per ottenere le quali le domande dovevano essere presentate entro il 31 dicembre 2007. Lo dico perché neanche su questo voi avete fatto chiarezza, sapere cioè a chi erano destinate quelle risorse. Quindi, svincolare risorse di questa entità credo sia importante per le aziende che stanno pagando una crisi nata dal non aver voluto affrontare il problema delle aziende agricole in maniera compiuta.
Credo che degli altri commi si possa prendere in considerazione quello che prevede la creazione di un fondo di 3 milioni di euro per incentivare, tramite i consorzi di difesa, le aziende agricole a ricorrere agli interventi assicurativi previsti nel Piano assicurativo nazionale. Credo che da questo punto di vista incominci un nuovo percorso per le aziende agricole, indirizzate non verso le solite richieste di indennizzi per danni di qualsiasi genere, ma verso la prevenzione delle calamità naturali, ove possibile, e l'attivazione di forme di assicurazione che diano loro una garanzia rispetto a quelle risorse che per le richieste di indennizzi verranno sempre meno.
Non apro il tema dell'incentivo al consumo dei prodotti agricoli, molto probabilmente ne parleremo quando arriverà in Consiglio il progetto di legge volto a favorire il consumo dei prodotti agroalimentari sardi, che credo sarà uno dei prossimi appuntamenti dell'Aula. In ogni caso, il fatto che nell'immediato noi metteremo a disposizione risorse per favorire il consumo dei prodotti agricoli, attraverso la vendita diretta, penso che sia importante anche per i comuni, che dovranno attrezzare apposite aree.
E' altresì importante che con i commi dal 12 al 15 sia stato affrontato il problema riguardante il settore della vitivinicoltura. Sappiamo benissimo che la Commissione europea ha approvato il Regolamento numero 479 del 2008, che prevede, praticamente, la regolarizzazione dei vigneti impiantati dopo il 31 agosto 1998 e dà finalmente un indirizzo su cosa è previsto, su cosa è autorizzabile, su cosa in questo settore i nostri imprenditori agricoli possono realizzare. Bene, al 31 dicembre 2009 i vigneti impiantati dopo il 31 agosto del 1998 dovrebbero essere regolarizzati, e soprattutto è importante aver definito l'indennizzo spettante per tale regolarizzazione. E allora, direi che in un settore trainante per il mondo agricolo, quello della vitivinicoltura, si fa chiarezza ma soprattutto si danno certezze per il prosieguo.
Importante è anche il provvedimento contenuto nel comma 17, per il pagamento dei contributi in conto interessi sui prestiti concessi alle imprese artigiane relativamente alle pratiche finanziate nelle passate annualità. Anche in questo caso aver messo a disposizione delle risorse per le imprese artigiane credo che apra una pagina di speranza per il futuro delle imprese che si trovano in difficoltà nel pagamento degli interessi sui mutui attivati.
Quindi, andando avanti nei diversi settori, è chiaro che con 130 milioni di euro si possono affrontare solo alcuni temi, ma quello che a noi oggi interessa, come il mio Capogruppo ha già affermato, è il fatto che diamo un segnale politico rispetto a una crisi che ci sta soffocando e una boccata di ossigeno alle imprese dei vari comparti. Non possiamo, però, fermarci a ragionare soltanto delle emergenze, che stiamo comunque affrontando, e vorrei che da queste parole scaturisse anche quell'impegno che stiamo mettendo attraverso i lavori delle Commissioni per quanto riguarda l'agricoltura e l'ambiente. Credo che anche i colleghi della minoranza siano ben informati, grazie alla loro partecipazione alle riunioni di Commissione, sul fatto che noi i temi li abbiamo e li stiamo affrontando e soprattutto stiamo predisponendo gli strumenti legislativi che servono per fare programmazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, sarò breve e la brevità del mio intervento è motivata principalmentte dall'esiguità degli interventi previsti in determinati settori, interventi che in questo collegato probabilmente non potevano avere più consistente collocazione finanziaria.
A proposito dell'intervento del collega Contu, a me fa piacere che al comma 9 dell'articolo 2 sia riportato il provvedimento che riguarda, appunto, la ristrutturazione dei debiti delle imprese agricole; ristrutturazione che è stata presentata dal sottoscritto con la proposta di legge numero 7 dell'8 aprile 2009, che da oltre cento giorni giace in Commissione - lo dico per il collega Contu, se mi ascolta - in attesa di essere sottoposta alla relativa istruttoria. Comunque sia, il comma 9 dell'articolo 2 riporta fedelmente il contenuto dell'articolo 8 della mia proposta di legge, ma sarebbe stato probabilmente più utile per il Consiglio che tale proposta fosse stata istruita in Commissione e portata all'attenzione dell'Aula nella sua interezza. A me fa in ogni caso piacere che si stia prevedendo questa misura per le imprese agricole, in quanto sono stato il primo a proporla. Era da anni che noi ci battevamo, lo abbiamo fatto anche nella scorsa legislatura, perché fosse adottata una soluzione del genere, e quindi la Giunta in questo senso è stata abbastanza solerte.
Voglio solo dire questo: certamente, come ha detto qualche collega che mi ha preceduto, né questo collegato né le prossime finanziarie, potranno in alcun modo essere determinanti per la soluzione delle problematiche socioeconomiche ormai strutturali del nostro sistema economico e produttivo, però è indispensabile e necessario affrontarle con coraggio. E affrontare con coraggio le problematiche vuol dire individuare il settore che in questo momento è prossimo al tracollo economico e quindi adottare un provvedimento d'urgenza affinché non trascini nella caduta, con un effetto domino, anche altri settori. Mi verrebbe voglia di dire che, praticamente, quasi tutti i settori dei comparti produttivi vivono in questo limbo, in questa nebbia che difficilmente verrà dissipata. E' necessario intervenire certamente con una legge strutturale, che possa dare vitalità e competitività ai nostri settori produttivi.
Debbo solo fare un appunto all'Esecutivo: neanche in questo collegato sono presenti incentivi in conto capitale per l'artigianato e il commercio. Ne abbiamo discusso in Commissione, sono stati presi degli impegni e abbiamo presentato degli emendamenti. Non difenderemo a oltranza quegli emendamenti, ma vogliamo un impegno formale della Giunta affinché nella prossima finanziaria, fatto il conteggio dei residui passivi che risultano dalle annualità passate per gli stessi settori, le risorse da destinare loro possano essere adeguatamente integrate. Si tratta di settori che sono oggi alla base dell'economia isolana e nazionale, in quanto sono proprio le piccole e micro imprese che rappresentano l'economia reale della Nazione e sono le piccole e micro imprese che tengono tuttora vitale e viva l'economia nazionale e sarda. Occorre pertanto dare loro ristoro con adeguate risorse, affinché possano reggere all'impatto della recessione economica nazionale e internazionale che sta arrivando con un po' di ritardo anche in Sardegna e che determinerà la chiusura di moltissime piccole e micro imprese appunto perché non sono in grado di reggere a questo impatto.
Perché dico questo? Perché per assurdo, nel momento in cui il sistema creditizio dovrebbe incentivare e sostenere il sistema economico, quindi il comparto produttivo isolano, c'è invece una chiusura quasi totale nell'erogazione di crediti alle imprese. Questo perché le nostre banche sono abituate a prendere, ma non legittimamente, normalmente - non parlo di usura -, diciamo che sono abituate a prendere in modo spasmodico risorse alle imprese, per una mancanza cronica, atavica del nostro sistema creditizio, la mancanza cioè di una concreta valutazione del sistema del credito da parte della magistratura. Oggi le banche pensano a prelevare, ma niente fanno, malgrado le roboanti dichiarazioni in tal senso, per promuovere lo sviluppo economico in Sardegna. Ebbene, quelle stesse banche che hanno munto le casse regionali per decenni, ottenendo miliardi e miliardi di interessi, quelle stesse banche che hanno spremuto fino all'osso le nostre imprese, che le hanno strozzate con gli interessi, oggi hanno messo il cappio al collo alla piccola e micro impresa isolana non consentendole in alcun modo l'accesso al credito e per di più limitando, tagliando, defalcando quelle risorse che sino a ieri le avevano messo a disposizione.
Ecco il perché della richiesta di intervento verso la piccola e micro impresa artigiana e commerciale e verso la piccola e media impresa industriale. Sì, è vero, c'è stato l'intervento sui confidi, che però va in una sola direzione, perché? Perché di confidi abilitati in Sardegna ce ne sono due, ma di fatto opererà solo uno, opererà cioè il confidi della Confindustria in quanto, come dichiarato in Commissione dal Presidente della Confederazione nazionale dell'artigianato, l'unico confidi che riguarda l'artigianato ha difficoltà a decollare e a essere operativo. Ma il confidi interviene solo sui prestiti a breve termine, sino a questo momento. Di liquidità certamente si ha necessità, ma tutto il settore artigiano oggi langue, non può accedere al credito perché solo la Confindustria riuscirà a gestire, in questo periodo di difficoltà, le risorse finanziarie dei confidi.
Detto questo è necessario intervenire, visto che il piccolo intervento previsto riguarda i debiti pregressi, sulla legge numero 51 affinché sia dotata di risorse sufficienti per intervenire almeno nell'immediato sul credito di esercizio e quindi sulla liquidità della piccola e micro impresa affinché possa realizzare investimenti, perché sono gli investimenti che rimettono in funzione l'economia, creano lavoro, danno lavoro all'impresa edile e a tutto l'indotto. E' indispensabile che nel breve periodo si ponga attenzione a questo aspetto, affinché sia le imprese artigiane sia le imprese commerciali e la piccola e media industria possano riattivare il loro sistema aziendale, possano realizzare nuovi investimenti, ampliare le aziende, crearne di nuove e con il loro apporto possano dare una mano determinante non solo per sollevare l'economia, ma per tutelare esse stesse le loro esigenze.
Io chiaramente sto riportando l'esigenza che è stata presentata dall'intera Commissione industria alla Commissione bilancio e alla Giunta. Credo, comunque, che su questo argomento ritorneremo durante la discussione degli emendamenti all'articolo 2, pregando ancora una volta l'Esecutivo regionale di prestare reale e concreta attenzione al mondo della piccola e micro impresa, principalmente artigiana e commerciale, perché vi è la necessità di interventi immediati. Interventi che sono stati sollecitati anche recentissimamente durante l'audizione in Commissione dei rappresentanti della Confartigianato e della Cassa artigiani, in occasione della illustrazione di una legge di incentivazione che la Commissione stessa ha predisposto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sono costretto a intervenire nuovamente perché è vergognoso che interventi importanti, quale quello svolto adesso dal presidente Rassu, che ha toccato il cuore dei problemi che ci troviamo ad affrontare, vengano ascoltato da venti consiglieri.
Chiedo la verifica del numero legale, perché non possiamo affrontare il cuore del provvedimento in esame in un'aula vuota.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Cocco Pietro, Cuccu, Diana Giampaolo e Lotto sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Paolo - Stochino - Tocco.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, la seduta è tolta. I lavori riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Giampaolo Diana.
La seduta è tolta alle ore 13 e 19.
[s1]giunta e consiglio comunali, minuscolo come da testo
[s2]Si riferisce alla giunta comunale e nel comma è usato il minuscolo
Allegati seduta
XXX SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Mercoledì 29 luglio 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 21.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 14 maggio 2009 (23), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Matteo Sanna e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 29 luglio 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
De Francisci - Diana Mario - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Contu Mariano Ignazio - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra:
Finanziamenti a sostegno dell'iniziativa "A scuola d'Europa". (54)
(Pervenuta il 24 luglio 2009 e assegnata alla ottava Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Zuncheddu - Ben Amara - Sechi - Uras - Zedda Massimo, sulle modalità di attuazione e i tempi di erogazione relativi alle richieste di risarcimento danni per il nubifragio abbattutosi nella zone della bassa Baronia tra il 27 e il 28 novembre 2008, e con particolare interessamento del Comune di Orosei". (31)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Colleghi, poco più di un anno fa scompariva Salvatore Bonesu, componente di questo Consiglio regionale nella XI legislatura, dal 1994 al 1999. Figura di spicco del Partito Sardo d'Azione fin dagli anni '80, è stato Presidente della Commissione speciale per la revisione dello Statuto sardo e Presidente del Gruppo del Partito Sardo d'Azione.
Salvatore Bonesu era nato a Cabras, nel 1947, e dopo gli studi di legge aveva intrapreso la professione di avvocato fino a diventare responsabile dell'Ufficio legale dell'INPS di Oristano. Da sempre impegnato politicamente, federalista convinto, sensibile ai problemi sociali, iniziò la sua attività istituzionale a metà degli anni '80, entrando a far parte del consiglio comunale di Cabras e divenendo anche Assessore. Candidato alle elezioni regionali del 1989 l'onorevole Bonesu non riuscì, in quella circostanza, a sedere sui banchi del Consiglio, ma fu il primo dei non eletti. Il suo impegno si rivolse all'organizzazione del partito nella provincia e a livello regionale, divenendo nel 1990 Segretario nazionale, carica che occupò fino all'anno successivo.
Sempre attento ai problemi dell'autonomia e del federalismo e studioso appassionato del diritto e delle pubbliche amministrazioni, Salvatore Bonesu nel 1994 fu eletto consigliere regionale. Componente della Commissione autonomia, dedicò gran parte della sua azione alle questioni riguardanti lo Statuto e il dibattito federalista. Fu anche componente delle Commissioni programmazione e urbanistica e osservatore nelle Commissioni politiche comunitarie e pubblica istruzione e dal 1997 al 1999 nella Commissione speciale sull'Ente minerario sardo.
Particolarmente intensa la sua attività istituzionale. Firmò moltissimi progetti di legge riguardanti argomenti fra i più disparati: dalle strutture amministrative della Regione al servizio idrico integrato, dalle norme di controllo sugli atti degli enti locali alla soppressione dell'Ente minerario sardo e delle società collegate. Legò, fra l'altro, il suo nome alla legge istitutiva della bandiera della Sardegna. Insieme ad altri consiglieri sottoscrisse anche la proposta di legge per modificare la legge istitutiva dell'Ufficio speciale della Regione sarda a Bruxelles. Si occupò, inoltre, con apposite proposte di legge, di ricomposizione fondiaria, di Programmi integrati d'area e di tutela paesistica delle coste della Sardegna. Si interessò anche al tema della comunicazione, legando il proprio nome alla prima proposta di legge istitutiva del CORECOM.
Particolarmente intensa l'attività ispettiva. Significative le mozioni sul diritto allo studio, sulle emergenze dell'ordine pubblico in Sardegna, sullo spopolamento dei comuni delle zone interne, sul Piano telematico regionale, e sull'informatizzazione. Numerose le interpellanze e le interrogazioni, molte delle quali su argomenti strettamente attinenti alle condizioni del suo territorio, l'Oristanese.
Uomo di studi, oltre che di impegno politico, Salvatore Bonesu fu collaboratore di riferimento di vari periodici culturali, fra tutti i "Quaderni oristanesi", e presidente di associazioni culturali, ambito al quale si dedicò con impegno, anche dopo i suoi incarichi politici in Consiglio regionale.
Ai familiari giunga il cordoglio del Consiglio regionale e mio personale.
Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 27, viene ripresa alle ore 10 e 44.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 32/A. Nella seduta pomeridiana di ieri abbiamo interrotto i lavori prima di procedere alla votazione dell'emendamento numero 162.
Metto in votazione l'emendamento numero 162.
(Interruzione del consigliere Gian Valerio Sanna)
PRESIDENTE. Ha già fatto la sua dichiarazione di voto ieri, onorevole Sanna. Dobbiamo ora procedere alla votazione dell'emendamento numero 162.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Va bene.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 166.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Siamo al comma 13. Il nostro voto è favorevole all'emendamento numero 166 per il semplice fatto che, come ho già avuto modo di segnalare all'Assessore in Commissione, la modifica dell'articolo 60 della legge numero 11 del 2006, che viene introdotta con questo comma, non tiene conto del disposto dell'articolo 26 della stessa legge, anzi gli va contro perché, badate, qui si autorizza il direttore generale a cambiare il destinatario dei residui, mentre il comma 3 dell'articolo 26 della legge numero 11 dice che "il trasferimento per la riassegnazione di spese di parte corrente è disposto previa richiesta dell'avente diritto". Cioè, da una parte si mantiene il riconoscimento dell'avente diritto a riavere quelle risorse, per altro verso voi introducete un comma nel quale affidate al direttore generale la discrezionalità di modificare il beneficiario. E' una cosa assurda, perché il meccanismo della riassegnazione, che è ovviamente sancito con legge nazionale, riassegna ai beneficiari e agli stessi capitoli quelle somme.
Questa previsione aumenta indebitamente i poteri dei direttori generali, incidendo anche sul potere di programmazione della Giunta regionale. Vale a dire che se i comuni x e y sono beneficiari di somme che non riescono a spendere, il direttore generale, se tali somme vengono dichiarate perenti, può decidere di assegnarle ad altri comuni, indipendentemente dai criteri di assegnazione, dalle graduatorie e da tutte le altre cose in base alle quali vengono assegnati i finanziamenti. Da questo punto di vista questa è una norma illegittima e anche in contrasto con la stessa legge regionale numero 11 del 2006.
L'avvertimento vale, poi la maggioranza faccia quel che crede.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 166.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cocco Pietro ha votato a favore e i consiglieri Capelli, Cherchi, Diana Giampaolo, Floris Rosanna, Greco, Locci e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cocco Pietro - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 45
votanti 44
astenuti 1
maggioranza 23
favorevoli 2
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 164.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 164.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara e Solinas Antonio hanno votato a favore e i consiglieri Cappai, Dessì, Meloni Francesco e Zedda Alessandra hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Espa - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 56
votanti 55
astenuti 1
maggioranza 28
favorevoli 13
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Passiamo agli emendamenti numero 80 e 165.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Mi sono prenotato per errore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 80 e 165.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 17
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 189 e 365.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 189 è soppressivo del comma 16, che tratta l'argomento della classificazione dei comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione. Va tutto bene fino all'ultimo capoverso dove, in effetti, si trasferisce alle giunte comunali il potere di determinare la classe di appartenenza del proprio comune. La determinazione della classe è una prerogativa di legge sia nazionale sia regionale che non può essere attribuita ai comuni con semplice delibera della giunta comunale. E' un eccesso di delega, si potrebbe dire, che confligge con lo spirito complessivo di questa norma sia sul piano nazionale sia sul piano regionale. L'attribuzione per classi è determinata con legge e non può essere determinata con atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, intervengo sull'emendamento numero 365, che è identico al numero 189, per aggiungere alle considerazioni fatte dal collega Sanna un'ulteriore considerazione.
Io chiederei alla maggioranza e alla Giunta la sospensione di questa votazione, anche perché il Consiglio delle autonomie locali ha fatto pervenire alla Presidenza del Consiglio, alla Presidenza della Giunta e a tutti i Capigruppo consiliari una nota in cui protesta vivamente per essere stato escluso, nonostante sia materia di competenza degli enti locali, dalla consultazione su questo provvedimento. Unendo le due considerazioni, quella del collega Sanna e la mia, sarebbe forse opportuno, e sarebbe un atto di rispetto nei confronti del Consiglio delle autonomie locali, quantomeno sospendere questo comma. Trattandosi per altro di argomento di non rilevante e urgentissima definizione, ciò non comporterebbe alcun problema. Grazie.
(Non sono approvati)
Passiamo all'emendamento numero 188.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento soppressivo del comma 17 è utile per rilevare che anche qui si vanno a violare i contenuti della legge numero 31 del 1998 sugli incentivi al personale dipendente assumendo in capo alla Giunta regionale la decisione. La domanda è all'Assessore: non ritiene che con questo tipo di formulazione vengano mandati a carte quarantotto i criteri contrattuali che presiedono all'erogazione di questi incentivi?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intendo dare un chiarimento, viste le obiezioni che sono perfettamente comprensibili, sulla ratio di questo intervento, che nasce dalla necessità che abbiamo riscontrato, in particolare nell'Assessorato del bilancio, quando abbiamo attivato il percorso, previsto nella finanziaria, di istituzione di un comitato di esperti che si occupi della rivisitazione dei residui passivi.
L'utilizzo di personale interno alla Regione, che costituisce un risparmio per l'Amministrazione per il fatto che non si ricorre alle solite consulenze esterne, crea evidentemente la necessità di determinare a favore di questo personale il riconoscimento di un lavoro ulteriore rispetto ai compiti d'ufficio. Questo è un tentativo per dare una risposta. Capisco che ci sia un problema di incidenza sulla legge regionale relativa alla disciplina del personale regionale, però l'intento è questo e chiedo al Consiglio di prendere in considerazione questa esigenza.
Se si vuole trovare un'altra formulazione non c'è problema, purché si riesca a utilizzare questo meccanismo, cioè non moltiplichiamo le consulenze esterne e utilizziamo il più possibile il personale interno, che però va incentivato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.),relatore di maggioranza. Presidente, capisco l'irritualità di ciò che sto per chiederle, però devo segnalare che nel comma 16 noi abbiamo commesso un errore. Il testo reca le parole "giu[s1] nta del comune", ma deve intendersi "consiglio".
Abbiamo approvato il comma con questo errore in quanto il redattore dell'emendamento presentato in Commissione, l'onorevole Zedda, intendeva scrivere "consiglio" e invece ha scritto "giunta".
PRESIDENTE. Dove, onorevole Maninchedda?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Stiamo parlando del comma 16, già approvato.
PRESIDENTE. Quando voteremo l'articolo, se l'Aula è d'accordo su questo emendamento orale, faremo la correzione.
Se non ci sono opposizioni, l'articolo sarà votato secondo la nuova formulazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io accolgo il suggerimento dell'Assessore. Non c'è ombra di dubbio che siamo d'accordo sulla procedura, sulla finalità, su tutto, però i contratti prevedono che i progetti di produttività vengano predisposti indicando il personale e gli oneri correlati ai progetti stessi. Il dirigente del servizio propone i criteri di attribuzione sulla base del progetto di produttività e l'Assessore li approva. E' già così, non c'è bisogno di sommare ulteriori criteri.
Per cui, voglio dire, se a voi va bene così noi non contestiamo né la finalità né l'obiettivo, ci mancherebbe altro! Ritengo, però, che in questo modo si generi un conflitto di attribuzione fra le previsioni contrattuali - che già prevedono questa modalità - e una procedura in deroga che verrebbe applicata solo per questo caso, ingenerando all'interno del comparto più generale del pubblico impiego regionale una sorta di discriminazione che verrebbe letta in maniera distorta e che potrebbe perfino essere oggetto di contestazione formale. E' solo questo il problema, Assessore. Nel merito sono d'accordo con lei.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 186.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Solo una breve considerazione sul comma 19 e sull'emendamento numero 186, sul quale dichiaro il voto favorevole e ne approfitto per chiedere anche la votazione nominale.
Questo comma, Assessore, riguarda un altro di quegli aspetti su cui, come è stato richiamato anche dal collega Salis, è mancata una vera concertazione con il sistema delle autonomie locali e in particolare con l'Unione delle province. Noi stiamo dicendo, in particolare all'alinea 2, che nello spirito di sussidiarietà e decentramento la Regione può trasferire a comuni e province beni immobili a prezzo simbolico. Ovviamente questa è un'attività molto spesso importante e auspicata, in altri casi può implicare per gli enti locali il farsi carico di beni immobili che sono in condizioni tali da rappresentare un aggravio per i loro bilanci.
Il fatto che nel comma 19 non sia previsto in alcun modo un passaggio, come dire, di consenso, di approvazione da parte dell'ente locale ci sembra che configuri un trasferimento forzoso, ed è questo il motivo per cui noi approviamo l'emendamento numero 186 e chiediamo l'abrogazione del comma, magari per riproporlo in una forma maggiormente concertata nella finanziaria, che sappiamo lei intende presentare dopo l'estate. Quindi il voto è favorevole, con preghiera all'Assessore di valutare queste considerazioni o di accogliere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sul comma 19 e soprattutto sul comma 2 del modificato articolo 3 della legge numero 35 del 1995 segnalo all'Assessore che fino a oggi la cessione a titolo gratuito ai comuni di beni del demanio regionale avveniva esclusivamente dietro impegno dei comuni a dare a quei beni una destinazione pubblica.
In questo caso viene superata questa condizione, quindi si trasferisce ai comuni, a prezzo simbolico, tutto quello che un non meglio identificato interlocutore, penso l'Assessore o il direttore generale, decide di dare loro. Questo concreta un danno erariale a carico della Regione, oltre alla vanificazione della valorizzazione del patrimonio, perché se una cosa inutilizzata in Regione continua a essere inutilizzata nel comune è evidente che non abbiamo fatto una grande operazione.
Quindi suggerirei, ma è un pacato suggerimento, di aggiungere alla fine del comma 2, dopo "agli enti locali territoriali interessati", "per finalità pubbliche", il che sanerebbe un danno erariale a carico della Regione derivante dalla cessione ai comuni di beni a prezzo simbolico senza che ci sia un interesse pubblico prevalente, posto che quando non c'è un interesse pubblico prevalente la Regione può mettere all'asta quei beni e incassare valori commerciali del tutto differenti dai valori simbolici.
Io credo che questo vada detto, perché non si può lasciare questo ambito di discrezionalità così aperto in capo a chicchessia, appunto la cessione di beni ai comuni. E' necessario precisare che la destinazione deve essere pubblica, palese, chiara ed evidente.
PRESIDENTE. L'assessore la Spisa propone la sospensione dell'emendamento. Lo vediamo alla fine, quando voteremo l'articolo.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Vorrei un chiarimento, perché se la sospensione riguarda l'emendamento orale dell'onorevole Sanna io sono d'accordissimo, sospendere invece l'emendamento soppressivo non ha molto senso.
PRESIDENTE. L'assessore La Spisa ha chiesto solo di sospendere l'emendamento.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento orale?
PRESIDENTE. No, ha chiesto di sospendere l'emendamento numero 186.
(Interruzioni)
Infatti, aspettiamo di sentire l'assessore La Spisa.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Mi sono fermato un attimo perché l'obiezione, se fosse vera, preoccuperebbe anche noi, ovviamente, perché non possiamo certo partorire una norma che poi diventa un mostro, che crea illegittimità o addirittura danni erariali! Però mi sembra, anche da una verifica, che il testo così com'è formulato sia abbastanza garantista da questo punto di vista, perché è detto esplicitamente: "per finalità pubbliche, di interesse pubblico o sociale". Il concetto di "pubblico" è ripetuto due volte ed è comunque previsto un passaggio nella Commissione consiliare competente. Credo che il Consiglio possa stare tranquillo su questo argomento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo è scritto nel primo comma.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, ma la disciplina è analoga.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Fate come volete!
PRESIDENTE. Per cui mettiamo in votazione l'emendamento numero 186 o lo sospendiamo? Qual è la proposta?
Scusate, stiamo procedendo in modo veramente irrituale. Allora, o si sospende l'emendamento per un approfondimento oppure si prosegue con le dichiarazioni di voto. Se c'è la necessità di fare ulteriori verifiche, si sospende e si vota alla fine.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Solo per dire che se l'emendamento orale proposto dal collega Sanna fosse accolto, chiaramente noi ritiriamo l'emendamento numero 186. L'emendamento serviva per porre un problema, per sciogliere il dubbio del collega Sanna e anche il dubbio che io stesso avevo posto circa il fatto che il comune fosse parte attiva. Chiaramente il comune è parte attiva se c'è una finalità pubblica proposta dal comune stesso. Quindi l'emendamento sarebbe ritirato con l'accoglimento di questo inciso.
PRESIDENTE. Assessore La Spisa, l'emendamento orale è accolto o no?
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Io credo che non sia il caso di fare su questa materia degli aggiustamenti non solo irrituali nel procedimento, ma anche frettolosi, posto che la questione è stata esaminata in Commissione e che la finalità è chiarissima. Eviterei, quindi, di fare aggiunte.
Poi, se ulteriori approfondimenti ci portassero a dire che effettivamente il problema esiste, interverremmo suggestivamente, ma siccome il secondo comma è correlato al primo non credo che vi siano assolutamente dubbi sul fatto che la finalità deve rimanere pubblica.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Io dichiaro che voterei contro l'emendamento, ma siccome, collega Sanna, lei ha avanzato delle perplessità, seppure questo testo sia stato lungamente discusso in Commissione, dove lei è presente qualche volta e dove sono comunque presenti i suoi colleghi, voglio sottolineare che le obiezioni sensate che lei ha sollevato, anche perché conosce la macchina amministrativa regionale, essendo stato per cinque anni Assessore regionale, sarebbe stato utile sollevarle durante la predisposizione del testo, perché altrimenti facciamo legislazione estemporanea in Aula, col rischio di fare cose peggiori rispetto a quelle che sono state comunque istruite in Commissione e discusse in Aula.
Tuttavia, siccome mi sembra che il collega Sanna abbia posto sostanzialmente un problema importante per la pubblica amministrazione, quello cioè di avere la certezza che i beni che vengono trasferiti agli enti locali siano utilizzati per fini di interesse pubblico generale e che ci siano le risorse economiche e la progettualità necessarie perché il trasferimento vada a buon fine, le chiederei, Presidente, di mantenere l'ipotesi di sospensione di questo emendamento, che magari possiamo votare alla fine dell'esame dell'articolo. Nel frattempo l'assessore La Spisa, magari insieme con il collega Sanna, può effettuare quell'approfondimento che consentirà al Consiglio, pure in ritardo, di essere certo di approvare una norma di buon senso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Io non sono d'accordo sulla sospensione, perché è un falso problema quello posto dall'onorevole Sanna. Se si pone attenzione alla disposizione di cui al comma 19 ci si rende conto che ci sono due fattispecie completamente differenti: la prima attiene all'operazione di vendita a prezzo simbolico, ed è chiaro che nel momento in cui si cede il bene deve essere chiara la destinazione per finalità pubbliche o di interesse pubblico; la seconda fattispecie riguarda, invece, l'attività meramente ricognitiva di individuazione dei beni che debbono o che possono essere ceduti, ed è chiaro che qui la questione dell'interesse pubblico, della finalità pubblica non sussiste.
Quindi la norma, così com'è congegnata, mi pare corretta nella formulazione ed è un falso problema, secondo il mio punto di vista, quello che in questa sede è stato posto, proprio perché le due attività sono differenti: la prima attiene alla cessione di beni, per la quale è chiaro che dev'essere evidente l'interesse pubblico, la seconda è un'attività meramente ricognitiva e di individuazione dei beni, rispetto ai quali non è necessaria la precisazione richiesta dall'onorevole Sanna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, io proporrei invece che questo richiamo a una sospensione venga accolto, per evitare quanto è successo con il comma 16, e cioè che un errore nel testo sia stato rilevato dopo che il comma era stato votato.
Qui non si tratta di fare esercizi muscolari, collega Pittalis. Noi siamo rappresentanti di forze politiche, ma siamo anche legislatori e i richiami a evitare di fare pasticci in legge non si fanno per perdere tempo, ma per evitare di sbagliare. E' successo dieci minuti fa, con il comma 16. Io ho avevo chiesto una sospensione, il comma è stato invece posto in votazione dopodiché ci si è accorti che c'era un errore. E adesso ci ritroviamo a dover correggere il tutto in sede di votazione dell'articolo.
Allora, se c'è una richiesta di sospensione per un approfondimento di questo tema sospendiamo, anche perché il secondo comma del modificato articolo 3 della legge numero 35 del 1995 - collega Pittalis, lei è un legale e mi può aiutare - probabilmente è un caso unico in Europa, in quanto prevede una deroga a un articolo della stessa legge. Cioè all'articolo 3 stiamo prevedendo un principio e contemporaneamente una deroga!
C'è una serie di pasticci e di contraddizioni e c'è anche un pessimo uso del potere di legiferare che indurrebbero, secondo noi, a una sospensione e a una riflessione.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, lei è già intervenuto. Non si sta intervenendo sulla richiesta di sospensione, siamo in fase di dichiarazioni di voto sull'emendamento.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dipende, se siete interessati a discutere!
PRESIDENTE. Mi sembra che si stia discutendo, si è espressa anche la Giunta, la quale non è disponibile ad accogliere l'emendamento orale. Penso che quindi si possa andare avanti.
L'onorevole Porcu ha subordinato il ritiro dell'emendamento all'accoglimento dell'emendamento orale, ma la Giunta ha già dichiarato di non essere disponibile ad accoglierlo, per cui mi sembra che la strada sia segnata.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 186.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Diana Giampaolo e Solinas Antonio hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 19
contrari 44
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 185.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sull'emendamento numero 185 ovviamente il mio voto è favorevole.
Per quanto riguarda le argomentazioni precedenti è inutile che si cerchi di aggirare l'ostacolo. Il comma 1 dell'articolo 3 ripete il contenuto della vecchia norma, aggiunge solo il parere della Commissione. Ma perché? Perché mentre nel comma 1 è previsto il parere della Commissione, perché ci sono programmi di dismissione che devono essere presentati al Consiglio per dar conto di come viene gestito il patrimonio regionale, nel comma 2 cosa fa la Giunta? Prevede una deroga ai programmi di dismissione e quindi può portare fuori da quell'orbita di controllo queste cose.
Per cui sono due cose diverse: la modifica di cui al comma 1 introduce una discrezionalità, che peraltro non è precisata nell'interesse pubblico e comporta un affievolimento del controllo e del miglior utilizzo di quei beni, mentre il comma 2 che viene aggiunto all'articolo 3 costituisce un'introduzione in danno alle prerogative del Consiglio, a cui toglie una competenza, mettendo in mano al direttore generale, all'Assessore o alla Giunta un potere che conduce questi beni fuori dal controllo dei programmi di dismissione, che sono posti all'attenzione e alla valutazione della Commissione e del Consiglio. Questo è ciò che volevate? L'interesse pubblico è tutelato in questo modo? Auguri! Io altro non vi posso dire, poi fate quello che volete.
Credo che non si possa parlare di mantenimento delle prerogative del Consiglio. La questione patrimoniale è una questione centrale, che deve essere valutata e posta sotto il controllo del Consiglio perché attiene al patrimonio della Regione e alla sua vera valorizzazione. Con questo sistema la cessione dei beni viene portata fuori dall'ambito del Consiglio perché viene demandata a una semplice delibera della Giunta, in deroga al comma 1 dell'articolo 1 della legge numero 35, e quindi al comma 1 dell'articolo 3, come qui formulato. Pertanto, ripeto, tale cessione viene portata fuori dai programmi di dismissione. Altro non vi posso dire!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 185. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 61.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 61.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 23
contrari 34
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'emendamento numero 369.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Interruzioni)
L'emendamento numero 369 è un emendamento all'emendamento numero 7. E' stato distribuito ieri, perché è stato presentato ieri, a firma Porcu e più.
PORCU (P.D.). Sull'emendamento all'emendamento numero 7 vorrei l'attenzione dell'Assessore che, lo capisco, sta interrogando gli Uffici sulle questioni che gli abbiamo posto.
Questo emendamento, Assessore, tende a risolvere un problema. Credo che tra l'altro la cifra indicata sia eccessiva, probabilmente sono necessari circa 300 mila euro. Il problema nasce dal fatto che nel mese di maggio abbiamo modificato, in corsa, la normativa sulla tassa di soggiorno, lasciando i comuni, che avevano previsto la relativa entrata nei propri bilanci, nella difficile situazione di non avere più lo strumento legislativo per poter riscuotere quella tassa. Esistono comuni in Sardegna - io conosco in particolare quello di Villasimius - che avevano previsto un'entrata del tutto uguale a quella ottenuta negli anni precedenti, circa 300 mila euro, e che si trovano oggi, per effetto di una legge che noi, come Consiglio, abbiamo modificato, nella difficile situazione di avere un bilancio non più veritiero. Si pone, quindi, il problema di chi deve coprire questa minore entrata per effetto di una modifica legislativa approvata da quest'Aula.
Questa norma pone soluzione al problema e mette in carico al bilancio regionale il recupero di quella entrata per la quale, tra l'altro, sono stati già previsti servizi turistici con relativi contratti. Annunciamo, pertanto, il voto favorevole e chiediamo all'Assessore di farsi carico di questo problema o cambiando il parere espresso sull'emendamento o comunque proponendo una soluzione che possa aiutare in particolare il comune di Villasimius e credo anche quello di Sorso, che avevano previsto la tassa di soggiorno, prima che fosse soppressa, come maggiore entrata nei propri bilanci.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 369.
PORCU (P.D.). Abbiamo chiesto l'intervento dell'Assessore!
PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazioni di voto, onorevole Porcu. Se può servire per fare un passo avanti, do la parola all'Assessore, ma non è che su ogni emendamento ci possa essere un'interlocuzione di questo tipo.
Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Il parere sull'emendamento numero 369 resta negativo per ovvie ragioni. E' un argomento di cui abbiamo già parlato e non credo ci siano spunti ulteriori di discussione.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 7, su cui c'è un invito al ritiro da parte del Presidente della terza Commissione.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo di poter sottoscrivere questo emendamento, per l'importanza che ha, e chiedo anche il voto segreto.
Noi vorremmo che fosse preso in considerazione il problema del Patto di stabilità, che sta strangolando comuni e province e ha qualche ricaduta anche in Regione, per il fatto che ci pone nella necessità di fare bilanci spesso fasulli, perché non possiamo spendere il 100 per cento dei fondi disponibili, al di là dei ritardi che abbiamo complessivamente accumulato, come struttura, nella spendita dei fondi.
Per cui ritengo che sia un elemento importante. Sappiamo che tutti gli organismi nazionali dei comuni, delle province e anche delle Regioni stanno ponendo con forza il problema della revisione del Patto di stabilità e speriamo che entro il 31 ottobre, come recita la legge, questa revisione possa essere fatta. Siamo convinti che, in attesa di questa revisione, questo emendamento possa aiutare i nostri comuni e le nostre province a governare meglio. Quindi chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
(Interruzione)
L'onorevole Salis non ha mai detto che il suo voto era favorevole. Ha spiegato le ragioni per cui faceva proprio l'emendamento. Sono stata attenta nell'ascoltare, onorevole Sanna.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 7.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 56
astenuti 2
maggioranza 29
favorevoli 23
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Campus - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.)
C'era stata una proposta di emendamento orale da parte del Presidente della terza Commissione al comma 16, per la sostituzione della parola "giu[s2] nta" con "consiglio".
(E' approvato)
Metto ora in votazione l'emendamento numero 314 . Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Sull'emendamento numero 355 era stata chiesta una sospensione.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Volevo ricordare che aspettavamo un chiarimento da parte della Giunta sull'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). L'emendamento è ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 323, che è sostanzialmente identico al numero 103, perché ha in più solo le parole " senza alcuna modifica della destinazione d'uso". Per cui se dovesse essere bocciato l'emendamento numero 323 automaticamente decadrebbe il numero 103.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo solo per chiedere l'approvazione di questo emendamento che tende a consentire ai soggetti concessionari di terre pubbliche di acquisire la proprietà dei terreni sui quali sono stati realizzati da oltre vent'anni dei miglioramenti fondiari, come serre, stalle, strutture agrituristiche, laboratori, centri di raccolta e altro.
La differenza tra questo emendamento e l'altro, come diceva lei, è che chi dovesse diventarne proprietario dovrà o potrà utilizzare questi terreni esclusivamente per gli scopi per cui li ha avuti sino a oggi in affitto. Questo è necessario perché i concessionari di questi terreni, nonostante abbiano fatto dei miglioramenti, nel caso in cui volessero fare ulteriori miglioramenti non possono accedere ai finanziamenti perché non hanno da presentare nessun tipo di garanzia nei confronti degli istituti di credito. Quindi chiedo l'approvazione di questo emendamento. Grazie.
(Non è approvato)
Automaticamente decade l'emendamento numero 103.
(Non è approvato)
Passiamo agli emendamenti numero 2 e 12.
(Interruzione)
C'è anche l'emendamento numero 12, che è stato spostato dall'articolo 8. Sono diversi, però sono collegati.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si devono fare due votazioni distinte, Presidente.
PRESIDENTE. Questi due emendamenti sono stati abbinati perché riguardano la stessa materia, ma non hanno lo stesso contenuto, è ovvio, per cui si faranno due votazioni separate. Ho richiamato l'emendamento numero 12 semplicemente per il fatto che era stato attribuito all'articolo 8 e invece è stato poi abbinato all'emendamento numero 2, ma non intendo metterli in votazione insieme.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Intervengo solo per annunciare il voto contrario all'emendamento numero 2 e, visto che si fanno due votazioni, il voto invece favorevole all'emendamento numero 12.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Nel caso vada in votazione, annuncio il parere contrario all'emendamento numero 2, che però, a mio avviso, non è ammissibile perché non possono essere ricoperti tre mandati consecutivi, avendo noi bocciato anche l'emendamento precedente che portava a tre i mandati dei Sindaci e dei Presidenti delle Province.
(Interruzione)
Scusi, come si può scrivere "chi ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Sindaco", se non è possibile, se sono due i mandati?
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Infatti sta derogando.
CAPELLI (U.D.C.). No, deroga col quarto mandato, se lo legge bene.
PRESIDENTI. E' un modo differente di esprimere la norma; è un modo per ammettere il terzo mandato e dire che dopo il terzo mandato non si è rieleggibili. E' una diversa formulazione per esprimere che si può andare oltre il secondo mandato.
CAPELLI (U.D.C.). Mi permetto di dire che il mio voto sull'emendamento numero 2 è contrario. La proposta del terzo mandato è già stata respinta e perciò, secondo me, l'emendamento non è ammissibile.
Invece, sull'emendamento numero 12 dichiaro il mio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Credo che la Presidente abbia chiarito all'onorevole Capelli che le leggi si scrivono nella forma presente e valgono oggi, ma anche tra dieci anni. E quindi chi tra dieci o quindici anni avrà ricoperto il terzo mandato non sarà rieleggibile.
CAPELLI (U.D.C.). Non si scrivono così le leggi!
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Si scrivono al presente, sì, non ho mai visto una legge che…
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, dichiari il suo voto senza polemizzare, grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, avevo qualche difficoltà a capirlo, ma adesso…
(Interruzione)
Sì, è molto criptico, è a futura memoria.
Io annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 12 e contrario al numero 2, anche se, con questa formulazione, a futura memoria vorrebbe dire che, se fosse approvato l'emendamento numero 12, fra tre anni un sindaco di un comune con popolazione al di sotto dei tremila abitanti potrebbe ricoprire il quarto mandato. Ne parleremo fra tre o quattro anni.
Sono favorevole, ripeto, all'emendamento numero 12 e voterò contro l'emendamento numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Capisco che il Consiglio sia sollecitato da più parti a stabilizzare il più possibile i quadri dirigenti e istituzionali dei comuni, rilevo solo che sia l'emendamento numero 2 sia il numero 12 sono presentati in violazione della legge numero 1 del 2005, che sottopone questa materia all'obbligatorietà del parere del Consiglio delle autonomie locali o dell'intesa con la Conferenza Regione-enti locali, trattandosi di materia specificatamente dedicata all'organizzazione dei sistemi degli enti locali. Per altro la norma propone una deroga a una legge nazionale, ed è un sistema che, per quanto esposto in via transitoria, mi sembra un po' eccedente i limiti che noi possiamo avere.
Anche questa norma non rispetta una legge regionale e credo che se avessimo perlomeno svolto le audizioni e fatto tutto quello che si deve fare in questo campo saremmo stati assolti. In questo caso non lo siamo e io manifesto tutte le mie perplessità e anche l'opposizione al fatto che questi non sono procedimenti democratici, attuati cioè attraverso quegli strumenti legislativi che garantiscono la democrazia nei rapporti tra le diverse istituzioni. E questo credo che sia un tornare indietro rispetto alla legislazione di autonomia che la Regione si è data.
Sarebbe stato un argomento interessante da svolgere meditatamente con le rappresentanze degli enti locali. E' un problema vero, però non lo si può risolvere con la velocità e nella contingenza di un provvedimento di questo genere, che dimostra, ripeto, come la tensione di questa maggioranza sia quella di raccogliere maggiormente le pulsioni corporative che le hanno dato vita ed evidentemente questa esigenza supera ogni condizione di legittimità e di rispetto delle stesse leggi regionali.
Su questo solleciteremo anche noi - anch'io per la parte che posso fare - gli enti locali a prendere le loro posizioni, anche giurisdizionali, perché credo che se c'è una legge che garantisce loro delle prerogative, queste debbano essere sempre riconosciute dall'organo legislativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Questa è materia, signora Presidente, che questo Consiglio regionale ha trattato diverse volte anche nella passata legislatura. Questa norma discende dalla stagione di Tangentopoli, quando si cercò di individuare come forma per garantire la governabilità nei comuni un sistema maggioritario che imponeva anche un numero di mandati, attribuendo un potere più ampio ai sindaci.
Io credo che si siano sacrificati molti spazi di democrazia alla governabilità e che dovremmo intervenire in maniera più organica per ragionare su queste cose, perché il limite dei mandati dei sindaci nasce dal fatto che maggiori poteri sono attribuiti ai sindaci, espropriandoli ai consigli comunali. Detto questo, io comunque avverto la difficoltà dei piccoli comuni a individuare una classe dirigente adeguata. E quando la si trova probabilmente bisogna farne tesoro e fare di tutto per mantenerla.
Quindi ho forti riserve sull'emendamento numero 2, sul quale il mio voto sarà contrario. Sull'emendamento numero 12 vorrei dichiarare il voto favorevole, però preferirei che ragionassimo in maniera più approfondita su questa materia, e presentassimo in un altro momento una norma più ampia che non preveda solo il numero dei mandati dei sindaci, senza intervenire sul sistema complessivo dei pesi che sono all'interno delle nostre amministrazioni comunali.
Quindi sarò costretto a non votare l'emendamento numero 12, anche se il mio voto sarebbe favorevole, perché sono convinto della necessità di affrontare questo argomento. Mi asterrò dalla votazione, però invito la maggioranza, se questo emendamento dovesse passare, a riflettere sulla necessità di bilanciare i pesi che sono all'interno dei nostri consigli comunali. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Quanto affermato dall'onorevole Cuccu mi sembra di buon senso. Capisco che in questo provvedimento dobbiamo inserire un po' di tutto, abbiamo accontentato i cacciatori, dobbiamo mettere mano a leggi di settore, debbiamo mettere mano a finanziarie precedenti, ma non si può arrivare a formulare proposte disorganiche, perché temi come questo devono essere affrontati all'interno di una legge di riforma complessiva degli enti locali.
Io condivido quanto diceva l'onorevole Cuccu, in linea di massima sarei favorevole, ma credo che il problema vada affrontato in maniera molto più complessiva. Credo che sia sbagliato procedere in questo modo, cioè stiamo a priori rinunciando a fare leggi di settore. E' come se, presi dall'ansia di tappare dei buchi, di accedere a delle richieste, magari in vista delle elezioni che si svolgeranno tra qualche mese, noi stessimo già abdicando al nostro ruolo di legislatori.
Da questo punto di vista l'emendamento numero 12, sul cui contenuto, ripeto, potremmo anche trovarci d'accordo, inizia in maniera abbastanza sintomatica: "In attesa della disciplina organica regionale dell'ordinamento degli enti locali…". Io vorrei capire che cosa impedisce alla Commissione competente e a questo Consiglio di legiferare dopo l'estate in maniera organica sul riordino degli enti locali e approvare entro l'anno - ne avete i numeri, ne avete la forza - una legge che possa dare risposte anche in tempo per le scadenze elettorali della prossima primavera, piuttosto che legiferare in maniera frettolosa, magari su pressione di un singolo individuo.
Io credo che questo non sia un buon modo di procedere. Sull'emendamento numero 12 anch'io, come il collega Cuccu, mi asterrò; sull'emendamento numero 2 mi vorrei astenere, ma mi sembra di poter dire di essere contrario. In realtà l'auspicio è che questi emendamenti siano ritirati, con l'impegno comune di legiferare in Commissione, magari riprendendo la strada di una legge statutaria che riguardava complessivamente le incompatibilità e le ineleggibilità e che è stata cassata, ma sulla quale dovremo insieme tornare. Quindi invito al ritiro di questi due emendamenti, altrimenti mi asterrò sull'emendamento numero 12 e voterò contro il numero 2.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Io volevo fare lo stesso intervento che ha fatto l'onorevole Cuccu, però rispetto a lui sarò conseguente e voterò a favore, anche perché credo che sia il Consiglio delle autonomie locali sia l'ANCI, in tempi non sospetti e anche di recente, abbiano a più riprese espresso la volontà, impegnando gli organi che devono legiferare, di rimuovere il limite dei due mandati consecutivi. Anche perché chi amministra piccoli comuni sa benissimo che molte volte si ha un'estrema difficoltà a trovare classi dirigenti che vogliano in qualche maniera guidare quelle comunità. Quindi credo di poter dire che voterò a favore, come credo farà l'intero mio Gruppo.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 12. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 33.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Eravamo in attesa, su questo emendamento presentato dagli onorevoli Capelli e Steri di una valutazione dell'impatto sulle entrate da parte della Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La verifica fatta ci ha permesso di capire che l'impatto è effettivamente minimo, quindi la finalità è giusta e si può dare parere favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 33. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
(Non è approvato)
(Non è approvato)
L'emendamento numero 103 è decaduto. Passiamo all'emendamento numero 120.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' l'emendamento che modifica la legge finanziaria a proposito della riforma del sistema idrico integrato. Come ho ricordato nella discussione generale, la Giunta propone al Consiglio di togliere il limite dei novanta giorni e quindi di prorogare di altri cinque mesi la gestione commissariale normalmente in capo ai comuni. Cioè il Consiglio regionale fissa delle norme, stabilisce dei termini, impone delle censure all'attività dell'Esecutivo e sistematicamente l'Esecutivo, in nome della compattezza della maggioranza, propone lo slittamento di quei termini!
Quella formulazione era frutto della condivisione di un termine assunto d'intesa con le opposizioni, in sede di discussione della finanziaria, che aveva appunto dato vita alla formulazione che prevedeva i novanta giorni. Tutto questo viene disatteso, come dire che l'onorabilità politica e istituzionale della maggioranza è tale che se si prende un impegno per un periodo il tutto è a termine, perché poi si presentano i correttivi per venir meno a quello stesso impegno.
Credo che questa sia una scorrettezza istituzionale oltre che un improvvido trascinamento dei tempi rispetto a organismi che devono fare in modo che vi sia il pieno coinvolgimento dei comuni, così come noi abbiamo sempre sostenuto. Il nostro voto rispetto a questo emendamento è contrario.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 120. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 121. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 135.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento lo vorrei spiegare brevemente ai colleghi. Mai come in questo avvio di legislatura i gabinetti degli Assessori sono stati "imbottiti" di sindaci e assessori comunali e provinciali in qualità di consulenti, capi di gabinetto o addetti ai servizi generali. Io credo che in questo vi debba essere un punto di trasparenza e di pari opportunità, perché avere negli organi immediatamente collaboranti con gli Assessori persone che sono comunque portatrici di interessi di parte a favore di un comune piuttosto che di un altro è un elemento di distorsione di quell'equilibrio e di quella trasparenza che l'azione amministrativa svolta dai singoli Assessorati deve avere nei confronti del sistema degli enti locali.
Registriamo le cose più assurde: Assessori comunali dell'urbanistica che fanno i consulenti nella sanità! Cioè consulenze che non si reggono neanche sul piano della logica e che sono solamente frutto di un meccanismo di parte politica che comunque danneggia l'immagine e la credibilità delle istituzioni.
L'incompatibilità prevista nell'emendamento numero 135 credo sia sacrosanta. Pertanto io mantengo l'emendamento, sul quale chiedo la votazione nominale, perché vorrei che venisse certificata la mia diversa posizione su questo argomento.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta dell'onorevole Sanna?
(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 135.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Daniele - Diana Giampaolo - Floris Mario - Manca - Mariani - Mulas - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Campus - Capelli - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dessì - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Murgioni - Obinu - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cuccureddu - Sanjust.
La PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:
Presenti 47
Votanti 44
Astenuti 3
Maggioranza 23
Favorevoli 15
Contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 349.
Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Abbiamo avuto modo di discutere in Commissione di questo argomento e abbiamo valutato l'opportunità e soprattutto la necessità di rivedere completamente la legge numero 9 oppure di intervenire con la legge numero 17.
Io ritiro questo emendamento molto a malincuore in questa fase, perché mi rendo conto che non ci sono altre possibilità, però vorrei sottolineare che per tutto quest'anno, e non so per quanto tempo ancora, se non interveniamo, i finanziamenti assegnati alle province, col fondo unico, per quanto riguarda gli adempimenti degli articoli della legge numero 17 non avranno nessuna copertura. Pertanto tutte le società sportive si troveranno in grosse difficoltà nell'espletamento di qualsiasi attività sportiva. Questo mi duole sottolinearlo, però è doveroso che noi al più presto mettiamo mano a una riforma su questa materia. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 136.
Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Presidente, io sono d'accordo con chi ha sostenuto in questi giorni che il dibattito in Aula è spesso una recitazione delle parti, come ad esempio succede per quanto riguarda la sanità. Io sono pronto a riconoscere disfunzioni, gravi disfunzioni nella sanità e sono anche pronto a condividere la necessità di sostituire alcuni manager, non capisco perché si gridi allo scandalo per quanto riguarda i 170 milioni di disavanzo. All'Assessore, quando si discuterà di sanità, chiederemo di fare alcune precisazioni su questo disavanzo, ma voglio ricordare che nel 2004 il disavanzo era di 280 milioni di euro, a cui si aggiungevano i mancati accantonamenti per quanto riguarda i rinnovi contrattuali. Quindi sono argomentazioni che si ripetono.
Non sono inoltre d'accordo, a proposito dell'emendamento numero 136, su questa ricerca delle responsabilità in ordine alla crisi industriale. Il problema non va posto in questi termini; il problema è la politica industriale che è stata attuata negli ultimi quarant'anni in Sardegna, dove le politiche pubbliche si sono sostituite al mercato e noi, anziché creare le condizioni perché l'industria si potesse sviluppare, ci siamo occupati d'altro, abbiamo intercettato delle imprese che sono venute in Sardegna con un solo punto di forza, quello degli incentivi statali e regionali. E puntualmente, siccome non potevano reggere nel mercato, quelle aziende sono poi andate via abbandonando impianti e capannoni e lasciando dietro di sé la desolazione.
Questo è il tema che noi poniamo con questo emendamento, e cioè la necessità di discutere di un piano straordinario per l'industria, perché tanti provvedimenti che sono contenuti nel disegno di legge in discussione in questo momento potrebbero essere compresi in un programma organico di interventi sull'industria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Anch'io voglio esprimere un voto favorevole. Mi rendo conto che questo è un emendamento manifesto che non ha evidentemente alcuna probabilità di essere approvato, ma credo sia utile, Assessore, per porre un problema, cioè il problema di cominciare a ragionare sulla prospettiva e sulle strategie di sviluppo di questa regione.
Nel suo intervento in discussione generale lei ha chiesto: "Ma qual è stata la politica industriale della vostra amministrazione negli scorsi cinque anni?". Noi una politica industriale l'abbiamo portata avanti. Le cito dei casi, alcuni dei quali sono già stati richiamati dall'onorevole Sabatini: certamente l'intento di realizzare una filiera della nautica ad Arbatax, con l'Azimut-Benelli, era nell'ottica della creazione di un'industria sostenibile e compatibile con le risorse umane e ambientali della nostra regione; certamente abbiamo messo mano al nodo delle infrastrutture, per esempio facendo ripartire il porto e tutto quello che riguarda il terminal di Cagliari, per favorire un sistema di trasporti che potesse spaziare nel Mediterraneo fino ai mercati del sud-est asiatico; certamente abbiamo messo mano a leggi di settore che, come hanno testimoniato anche le ricerche, spesso non creavano imprese in grado di stare sul mercato e che puntassero all'innovazione, ma semplicemente mettevano le imprese esistenti in condizioni di vantaggio rispetto ad altre imprese, magari maggiormente competitive; certamente ci siamo occupati di tanti settori critici, magari anche con l'intervento della SFIRS. Insomma, abbiamo fatto dei tentativi, sicuramente non sufficienti, ma ci siamo posti il problema più generale della prospettiva.
Ecco, credo che dobbiamo uscire dalla logica tesa a tappare i buchi o a fermare la chiusura del Cracking di Porto Torres e cominciare a ragionare in prospettiva. Lo scopo di questo emendamento è questo. La vostra amministrazione respiro strategico e prospettiva ancora non ne ha offerto, certamente ci sarà il Programma regionale di sviluppo, ma noi crediamo che non sia mai troppo presto per discutere questi temi e discuterne in prospettiva.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Questo è un emendamento che noi riteniamo qualificante della nostra proposta e anche di questo disegno di legge, perché dobbiamo dare seguito alle parole. L'ordine del giorno unitario che abbiamo approvato il 16 luglio, quindi un giorno prima dell'incontro tra il Governo e la Regione, dà questo mandato a noi, dà questo mandato al Presidente della Regione, ma in qualche modo ci impegna tutti a essere conseguenti. Tra l'altro, stamattina sono stato all'apertura dell'incontro organizzato dai sindacati, al Lazzaretto di Cagliari, con le autonomie locali, le parti sociali e la Chiesa. Insomma, alla vertenza che abbiamo iniziato unitariamente vogliamo in qualche modo dare un seguito con atti concreti, a partire da un autunno che sarà molto caldo.
Noi crediamo che nei confronti dello Stato dobbiamo essere chiari e quindi dobbiamo fare noi la parte principale. Allora diciamo: entro novanta giorni approviamo un piano straordinario per l'industria che abbia una durata di cinque anni, cerchiamo di fare una proposta organica, chiediamo un impegno allo Stato conseguente all'impegno di risorse finanziarie che anche noi, come Consiglio regionale, mettiamo in campo. Noi chiediamo, con questo emendamento, che siano fissate le risorse; non le avevamo individuate nell'ordine del giorno unitario e chiediamo che lo si faccia adesso, anche per qualificare questo disegno di legge e dargli una certa consistenza. Noi indichiamo la cifra di 500 milioni a partire dalle risorse aggiuntive che arriveranno dal 2010, e che comunque dobbiamo continuare a difendere nei confronti del Governo, per cominciare, attraverso i fondi già previsti nel comma 29 dell'articolo 2, quelli per la programmazione negoziata, a stanziare delle risorse sin da quest'anno.
Credo che sia il modo migliore per dire che non ci basta il risultato minimale che abbiamo ottenuto con la revoca della chiusura del Cracking di Porto Torres, non ci bastano i comitati Sardegna, vogliamo risposte concrete e credo che l'autorevolezza per ottenerle discenda dall'unità che sapremo dimostrare, consapevoli che le promesse fatte in campagna elettorale o le parole "me ne occupo io della Sardegna" proferite dal presidente Berlusconi sono semplicemente delle illusioni. Ce ne occupiamo noi, insieme, della Sardegna, però lo dobbiamo fare con fatti concreti.
Allora, se un ordine del giorno non lo si nega a nessuno, credo che quell'ordine del giorno, fatto in quel momento particolare, nel tentativo di rispondere in maniera autorevole e non subalterna al Governo, abbia necessità di risposte concrete, a partire dall'approvazione di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, "Piano Straordinario per le politiche industriali e produttive", recita l'emendamento numero 136, e il tema più sullo sfondo è il rapporto tra lo Stato e la Regione. Regione a Statuto speciale, che ha anche qualche prerogativa, o almeno dovrebbe avere qualche prerogativa in più di quelle riservate alle Regioni a Statuto ordinario, e per intanto ha uno Statuto speciale che contiene un elemento su cui va fatta una riflessione, ed è esattamente il contenuto dell'articolo 13, il Piano cosiddetto di rinascita, o meglio, l'obbligo per lo Stato di intervenire con il concorso della Regione per definire un Piano di rinascita economica e sociale dell'Isola.
Questo lo dico perché questo utilissimo emendamento che, come prima alcuni hanno detto, rappresenta una prima indicazione, un primo contenuto, una prima sollecitazione per una elaborazione alta della programmazione dello sviluppo della nostra regione, può essere attuato, anzi può essere realizzato in modo compiuto solo se c'è una partecipazione effettiva dello Stato, che non può essere di misura inferiore a quella che la Regione propone per se stessa. Se noi scriviamo qua 500 milioni di euro di risorse regionali, vuol dire che chiamiamo lo Stato a una compartecipazione di pari misura, cioè di almeno 500 milioni di euro.
Perché Piano straordinario? Perché noi viviamo sempre in condizioni di straordinarietà. E perché viviamo sempre in condizione di straordinarietà? Perché "colà dove si puote" si decide di drenare risorse verso le Regioni più sviluppate, quelle più ricche, quelle che hanno assorbito le energie del Mezzogiorno, compresa la Sardegna, e hanno fatto di questo assorbimento una ragione della loro ricchezza, lasciandoci esattamente nelle condizioni in cui siamo, a dover gestire la disperazione e l'arretratezza economica e sociale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, intervengo per evidenziare come fondamentalmente la posizione della Giunta e della maggioranza su questa proposta contenuta nell'emendamento numero 136 dimostra che spesso, cari colleghi, noi stessi siamo artefici della nostra delegittimazione; delegittimazione che le istituzioni hanno subito in maniera drammatica in questi anni e soprattutto in questi mesi. Infatti, noi abbiamo due problemi sostanziali: un problema di credibilità e un problema di inconcludenza, che sono un po' le nostre pecche quotidiane.
Io stavo per commuovermi il giorno in cui l'onorevole Rassu, Presidente della Commissione industria, nel corso della "celebrazione" sulla crisi dell'industria, ha svolto un intervento con toni sostenuti, ma ho fatto uno sforzo per convincermi che era il caso di aspettare. E ho fatto bene, era giusto che non mi commuovessi, perché quelle parole esprimevano evidentemente una posizione momentanea e di circostanza. Chiamati a dar prova di coerenza sulle cose che questo Consiglio delibera vi smentite. Badate, sappiamo che valore abbia un ordine del giorno, ma è pur sempre l'espressione di una volontà E' pur sempre l'espressione di una volontà! E l'ordine del giorno che abbiamo approvato all'unanimità in quella circostanza dovrebbe essere tradotto in un provvedimento legislativo per dare gambe e credibilità a delle affermazioni, a delle prospettive che in quel documento abbiamo voluto indicare in maniera generica. Non vincola nessuno all'esplicitazione di un piano personalizzato, che farà la Giunta, che non dobbiamo fare noi, ma offre una risposta all'appuntamento che ci sarà fra due mesi e al quale vi presenterete a mani vuote. Con l'aggravante, caro Assessore, che se anche gli ex Presidenti e i vostri amici gridano al sacco del DPEF nazionale (il che dimostra che neppure quella prospettiva ci sarà e che è indispensabile comunque far fronte alla crisi, anche perché le dimensioni ciclopiche di questo problema rendono necessario provvedere in merito), a questo livello di incoerenza in un lasso di tempo così breve non ci siamo mai arrivati. Non siamo mai arrivati a contraddire un ordine del giorno, votato all'unanimità, nel giro di meno di dieci giorni e non capisco per quale ragione. E' un problema di cifre? Ci ragioniamo su! Ma se fosse un problema di cifre non ci sarebbe da parte vostra questa posizione così nettamente contraria, che dimostra quanto noi siamo delegittimati nella nostra attività, perché non siamo credibili in quello che facciamo. Al di là delle cerimonie!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, Assessore, ho già detto ieri, e mi dispiace ripetermi, che l'Assessore ha lanciato in maniera accorata e, credo, convinta un appello all'unità. Ebbene, ritengo che con questo emendamento noi abbiamo la possibilità di realizzare questo appello all'unità che lei, Assessore, ieri ha rivolto all'intero Consiglio, a tutte le forze politiche. Questo emendamento rappresenta una sfida a noi tutti, una sfida duplice: da una parte c'è la sfida relativa alla nostra capacità di programmazione del futuro modello economico e dall'altra parte c'è anche la sfida alla nostra capacità di reperire risorse regionali per soddisfare questo sforzo di programmazione dello sviluppo economico.
Signora Presidente del Consiglio, signor Assessore - richiamo l'attenzione anche della Presidente del Consiglio, che altre volte si è dimostrata sensibile a questo tema e le chiedo di considerare questa divagazione al netto dei tre minuti concessi per l'intervento -, noi siamo in una regione dove il contributo di valore aggiunto dell'industria in senso stretto, come voi sapete, è il più basso d'Italia. Noi abbiamo un contributo di valore aggiunto inferiore al 13 per cento; gli addetti in questo settore sono meno dell'11 per cento, contro una media di valore aggiunto nazionale del 25 per cento e di addetti del 22 per cento, il doppio di quanto registriamo in Sardegna. E allora, si può dire quello che si vuole, si possono fare mille esercizi verbali, ma non c'è Paese al mondo moderno e ricco che non abbia un'industria, in senso stretto, efficace e che produce ricchezza.
Noi, non soltanto per scelte nostre, per carità, stiamo perdendo un patrimonio inestimabile. Allora, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, se c'è la convinzione di voler lavorare in maniera bipartisan. Voi avete lanciato un appello all'unità e noi accogliamo questo appello, ma l'appello all'unità non può nascere dal nulla. Noi qui facciamo una proposta di merito, per cui vi prego, concentriamoci su una proposta di modello di sviluppo che deve avere delle idee precise, impegniamo la Giunta nei prossimi novanta giorni. Abbiamo risorse nostre a partire dal 2010, dimostrateci di essere coerenti anche con l'appello fatto da Beppe Pisanu di qualche giorno fa: "Prima la Sardegna, poi il centrodestra". E poi abbiamo approvato un ordine del giorno unitario...
Le chiedo ancora dieci secondi, Presidente. Allora, se c'è questa volontà, noi vi chiediamo di votare a favore di questo emendamento. Non vi stiamo chiedendo di fare chissà che cosa, ma di assumere un impegno coerente col vostro appello all'unità delle forze politiche.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Chiamato in causa non ho difficoltà a rispondere. L'argomento è talmente vasto e delicato che ritengo non possa essere ridotto alla discussione di un emendamento a un disegno di legge collegato alla finanziaria.
Come ho detto, non torno indietro di mezzo rigo rispetto a quello che ho sostenuto in quell'intervento a braccio. I sardi devono essere artefici del proprio destino e devono essere i soggetti ideatori e attuatori del loro progetto di sviluppo. Un progetto di sviluppo non può e non deve essere limitato a una dichiarazione di voto di qualche minuto su un emendamento presentato al collegato, chiamiamolo così, alla finanziaria. Mi trova perfettamente d'accordo l'invito affinché il Consiglio regionale, assieme alla Giunta e a tutti i rappresentanti istituzionali e delle associazioni di categoria, sindacali, imprenditoriali e quant'altro, elabori un Piano straordinario di sviluppo che contempli, giustamente, anche la difesa dei siti industriali e dia degli indirizzi per la loro riqualificazione, caratterizzazione e riconversione. Su questo i colleghi Giampaolo Diana e Gian Valerio Sanna mi trovano perfettamente d'accordo.
Non torno indietro, ripeto, su niente. E' un argomento che i sardi debbono affrontare qui, in questa sede, ma in un momento diverso da questo. Non si può ridurre un argomento così importante dal punto di vista socioeconomico e politico a un emendamento presentato frettolosamente al collegato alla finanziaria. Non può e non deve essere la Giunta, da sola, a impostare questo progetto di sviluppo, deve farlo il Consiglio nella sua interezza.
Io sono qui, disponibile al 100 per cento, ma credo che su questo argomento non possano esserci divisioni tra maggioranza e minoranza. Devono essere i sardi - e noi come sardi, ma non nei tre minuti di una frettolosa dichiarazione di voto - a programmare il loro sviluppo. La mia disponibilità è totale.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 136 mi astengo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io apprezzo, come firmatario dell'emendamento, l'astensione del Presidente della Commissione industria, anche perché effettivamente con l'emendamento numero 136 poniamo un problema che è un po' il cuore della discussione che ci dovrà vedere impegnati anche sul Programma regionale di sviluppo, o meglio, che vede già impegnata larga parte del territorio regionale nelle conferenze che l'Assessore sta organizzando proprio per tastare il polso su questo progetto strategico per la Sardegna.
E' chiaro che l'ideale sarebbe approvare questo emendamento, nel senso che il Consiglio regionale non ha l'ambizione o la velleità di approvare oggi un piano industriale, ma con questo emendamento dà mandato alla Giunta affinché entro novanta giorni presenti uno schema di piano alla Commissione e al Consiglio. Chiaramente non vi è nessuna intenzione dei proponenti l'emendamento di tagliare fuori né il Consiglio né le forze sociali, però è indubbio che di fronte al fallimento di una politica industriale non fondata sulle risorse della Sardegna si pone la necessità di affrontare questo problema al più presto per conciliare uno sviluppo industriale moderno con la valorizzazione delle risorse di settori come l'agricoltura e l'allevamento, attraverso un progetto di sviluppo strategico e durevole che possa anche evitare ai prossimi legislatori regionali di dover affrontare, una settimana sì e l'altra pure, crisi che ormai stanno diventando sempre più frequenti.
Voterò chiaramente a favore di questo emendamento, ma, al di là del voto formale di oggi, ritengo che l'assessore La Spisa, la Giunta e anche il Consiglio debbano considerare questa proposta come un elemento fondamentale per la discussione che dovremo fare, immediatamente dopo la pausa estiva, su un progetto di sviluppo industriale e su una programmazione delle risorse della Sardegna compatibile con la crisi che stiamo vivendo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo solo per alcuni chiarimenti, perché i discorsi sono sempre tutti belli e interessanti, ma occorre fare chiarezza.
Vorrei solo sottoporre alla valutazione dei proponenti che il termine di novanta giorni che viene fissato per la Giunta ricade nei mesi in cui essa sarà impegnata a predisporre il Programma regionale di sviluppo o una finanziaria anticipata. Credo che questo sia un invito da ordine del giorno più che da emendamento che ha valore legislativo. Indubbiamente molti dei commi che compongono il vostro articolo 1 bis hanno valore di ordine del giorno o avrebbero pregnanza più come ordine del giorno che come atto legislativo puro. E' quello che intendeva prima l'onorevole Rassu. Anche perché il comma 5 fa riferimento al comma 29 dell'articolo 1, che non esiste, per cui abbiamo realmente qualche difficoltà.
BRUNO (P.D.). E' un errore, si intende il comma 22.
CAMPUS (P.d.L.). Ritengo che si possa chiedere alla Giunta il riconoscimento di quello che viene proposto, io credo all'unanimità, dall'Assemblea e cioè la predisposizione, nei limiti di quelli che sono i tempi dei lavori che la Giunta ha già programmato, di un Piano pluriennale di ristrutturazione e rilancio delle politiche industriali da presentare al Consiglio, perché altrimenti nel prossimo articolo troveremo un richiamo: "Perché non ci porti il Piano regionale di sviluppo che ci hai promesso?".
Ci sono, quindi, problemi di tempistica, però credo che sulla sostanza, per come si è espressa tutta l'Aula, e cioè in maniera sicuramente non ipocrita, siamo tutti d'accordo. Si tratta di non forzare con delle chiusure che possono creare difficoltà anche a noi della maggioranza nell'andare incontro a quella che è, invece, un'esigenza di tutto il Consiglio.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 136.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 136.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cuccu, Solinas Antonio e Zuncheddu hanno votato a favore e che il consigliere Peru ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Mariani - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Rassu.
La PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:
Presenti 53
Votanti 51
Astenuti 2
Maggioranza 26
Favorevoli 16
Contrari 35
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2Disposizioni nei settori produttivi
e occupazionali
1. L'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 7, comma 4, è destinata al soddisfacimento delle domande presentate ai sensi della legge regionale n. 2 del 2007, articolo 21, comma 4, anche a favore dei soggetti di cui al succitato comma 4 dell'articolo 7.
2. Nell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 sono introdotte le seguenti modifiche:
a) il comma 10 è sostituito dal seguente:
"10. L'Amministrazione regionale incentiva le produzioni di qualità erogando, ai produttori agricoli che corrispondono alla definizione di piccola e media impresa dell'allegato 1 del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE (Regolamento generale di esenzione per catego-ria) recante aiuti per:
a) l'ideazione e la progettazione del prodotto;
b) la presentazione delle domande di riconoscimento delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine o delle attestazioni di specificità.
Gli aiuti sono erogati sotto forma di servizi e sino al 100 per cento delle spese ammesse.
L'Amministrazione regionale finanzia, altresì, la partecipazione dei produttori agricoli a sistemi di qualità alimentare non finanziabili con il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (PSR), in conformità a quanto stabilito dal regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione del 20 dicembre 2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli;
b) il comma 12 è sostituito dal seguente:
"12. L'Amministrazione regionale eroga aiuti sino all'80 per cento delle spese ammissibili per la realizzazione di campagne pubblicitarie nei paesi terzi, conformemente a quanto previsto dal regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio, del 17 dicembre 2007, relativo ad azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei paesi terzi, alle organizzazioni di produttori (OP), alle loro unioni (OC), alle imprese agricole di trasformazione costituite in consorzi di cooperative e ai consorzi di tutela per i seguenti prodotti:
a) prodotti destinati al consumo diretto o alla trasformazione per i quali esistono possibilità di esportazione o di sbocchi nuovi nei paesi terzi, in particolare senza la concessione di restituzioni;
b) prodotti tipici o di qualità con un forte valore aggiunto.
La Giunta regionale, con deliberazione, definisce le condizioni di erogazione degli aiuti in conformità a quanto disposto dagli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013" capitolo VI.D; l'erogazione degli aiuti alla pubblicità è subordinata all'approvazione della Commissione europea ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE". Per tali finalità è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 1.000.000 (UPB S06.04.015);
c) il comma 13 è abrogato;
d) il comma 14, è sostituito dal seguente:
"14. La Giunta regionale, con deliberazione assunta su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, definisce programmi di attività promozionale e pubblicitaria. Tali programmi, che possono comprendere azioni di promozione e pubblicità rivolte anche ai paesi terzi, sono notificati alla Commissione europea ed attuati solo dopo l'approvazione ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE. Per la partecipazione istituzionale a fiere specializzate, l'Amministrazione regionale eroga aiuti sino al 100 per cento delle spese ammissibili, sotto forma di servizi agevolati:
a) alle PMI attive nella produzione di prodotti agricoli secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nella produzione di prodotti agricoli e recante modifica del regolamento (CE) n. 70/2001;
b) alle PMI attive nella trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d'importanza minore (de minimis);
c) alle PMI attive nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca secondo le modalità previste dal regolamento (CE) n. 875/2007 (de minimis)." .
Per tali finalità, nell'anno 2009, è stanziata la spesa di euro 1.000.000 (UPB S06.04.015).
3. Gli aiuti all'avviamento delle organizzazioni di produttori ittici (OP) e delle loro unioni (OC), previsti dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 7, comma 15, sono erogati in conformità a quanto disposto dal regolamento (CE) n. 736/2008 della Commissione, del 22 luglio 2008, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese attive nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, regolamento di esenzione per il settore della pesca.
4. È autorizzata, nell'anno 2009, l'ulteriore spesa di euro 3.000.000 al fine di incentivare, tramite i consorzi di difesa, le aziende agricole a ricorrere agli interventi assicurativi previsti nel Piano assicurativo nazionale e limitare, quindi, l'erogazione di indennizzi ex post per calamità naturali (UPB S06.04.006).
5. Per incoraggiare i consumatori all'acquisto di prodotti agricoli che abbiano un diretto legame con il territorio di produzione, è autorizzata la spesa di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012, per promuovere la vendita diretta con la realizzazione di aree attrezzate. I finanziamenti per la realizzazione delle aree sono prioritariamente erogati a favore dei comuni e l'attuazione dell'intervento è definito con deliberazione della Giunta regionale (UPB S06.04.013).
6. Per le finalità previste dalla legge regionale 14 novembre 2000, n. 21 (Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura), articolo 18, è stanziata la somma di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012 (UPB S06.04.014).
7. La Regione, per l'attuazione dei piani di sviluppo locali, nomina, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, fino a tre propri rappresentanti presso gli organi decisionali esecutivi dei singoli Gruppi di azione locale (GAL), per il periodo corrispondente all'operatività del PSR 2007-2013. I suddetti rappresentanti partecipano alle riunioni degli organi decisionali esecutivi, senza diritto di voto. Ad essi compete, se previsto dall'organo decisionale, un gettone di presenza d'importo pari a quello previsto per gli altri componenti; il relativo onere è rimborsato dalla Regione a fronte di attestazioni dei direttori dei GAL dell'avvenuta partecipazione. A tal fine, è autorizzata una spesa valutata, per il periodo di vigenza del PSR, in euro 10.000 (UPB S06.04.023).
8. L'Amministrazione regionale, tramite l'Agenzia ARGEA Sardegna, eroga contributi a favore dei produttori agricoli, sino ad un massimo di 2.500 euro per azienda e per triennio, a copertura degli interessi maturati nell'anno 2009 di mutui contratti per la realizzazione di progetti non finanziati con fondi pubblici o per il risanamento di posizioni debitorie. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce le direttive di attuazione dell'intervento in conformità a quanto disposto dal regolamento (CE) n. 1535/2007 della Commissione, del 20 dicembre 2007 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli. Per tali finalità, per l'anno 2009, è stanziata la somma di euro 5.000.000 (UPB S06.04.005).
9. Per la ristrutturazione dei debiti delle aziende agricole è destinata, ad integrazione del Fondo di garanzia dei consorzi fidi convenzionati con ISMEA, la somma di euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 da erogarsi in relazione all'effettivo utilizzo della convenzione da parte dei consorzi fidi stessi. La Giunta regionale, con deliberazione, definisce i criteri di attuazione dell'intervento (UPB S06.04.005).
10. L'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 4, comma 24, è incrementata di euro 2.500.000 per ciascuno degli anni 2009 e 2010 e l'applicazione del citato articolo è estesa a tutti i prodotti agro-alimentari previsti nell'articolo 32 del regolamento CE n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (UPB S06.04.015).
11. È autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 a favore delle province competenti per territorio, destinata alla concessione di indennizzi, per i danni causati dal gruccione (Merops apiaster) agli apiari e alle produzioni apistiche nel corso dell'anno 2008, agli imprenditori apistici previsti dalla legge 24 dicembre 2004, n. 313 (Disciplina dell'apicoltura), articolo 3, comma 2, in conformità alle direttive di cui alla deliberazione della Giunta regionale 16 luglio 2003, n. 21/59 (UPB S06.04.012).
12. Le superfici vitate impiantate successivamente al 31 agosto 1998 senza disporre dei corrispondenti diritti di impianto sono estirpate. Qualora l'estirpazione non venga eseguita entro il termine di sei mesi dal ricevimento della comunicazione dell'autorità regionale, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria di euro 1.200 per ogni decara o frazione di decara di superficie vitata illegale. La sanzione si applica a decorrere dal 1° gennaio 2009 per le superfici vitate impiantate precedentemente all'entrata in vigore del regolamento CE n. 479/2008 del Consiglio, del 29 aprile 2008, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, che modifica i regolamenti CE n. 1493/1999, (CE) n. 1782/2003, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 3/2008 e abroga i regolamenti (CEE) n. 2392/86 e (CE) n. 1493/1999, e a decorrere dalla data di impianto della superficie vitata illegale, per le superfici vitate impiantate successivamente alla data di entrata in vigore del regolamento CE n. 479/2008; la sanzione è applicata ogni dodici mesi, a partire dalle date sopra indicate, aumentata di euro 600 per ogni decara o frazione di decara rispetto all'importo stabilito nell'anno precedente, fino ad un importo annuo non superiore al quadruplo di quella iniziale.
13. Le superfici vitate impiantate anteriormente al 1° settembre 1998 senza disporre dei corrispondenti diritti di impianto e non regolarizzate ai sensi del regolamento CE n. 1493/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, sono regolarizzate entro il 31 dicembre 2009 mediante il versamento di una somma di euro 250 per ogni decara o frazioni di decara di superficie illegale. I produttori estirpano a loro spese le superfici impiantate illegalmente e non regolarizzate entro il 31 dicembre 2009. A decorrere dal 1° luglio 2010, al produttore che non abbia proceduto ad estirpare le superfici impiantate illegalmente e non regolarizzate entro il 31 dicembre 2009, è applicata la sanzione prevista nel comma 12 aumentata, ogni dodici mesi di riscontrata violazione, secondo le stesse modalità ivi stabilite.
14. In attesa della regolarizzazione prevista nel comma 12, ovvero in attesa della estirpazione prevista nei commi 12 e 13, i prodotti vitivinicoli derivanti dalle suddette superfici non possono essere immessi in circolazione, se non per la distillazione. A tal fine i conduttori presentano alla competente autorità regionale il contratto di distillazione entro la fine della campagna viticola nella quale i prodotti sono stati ottenuti, ovvero informano la stessa, entro il 31 maggio del medesimo anno, se intendano procedere a proprie spese alla vendemmia verde, con la distruzione totale o all'eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione. Per ogni campagna viticola, un mese dopo la scadenza della presentazione del contratto di distillazione, qualora il contratto non sia presentato nei termini prescritti, ovvero copra parzialmente la produzione della superficie illegale, è inflitta una sanzione amministrativa variabile da 600 a 1.200 euro per ogni decara o frazione di decara di superficie illegale. La medesima sanzione è inflitta, dal 1° settembre della campagna viticola di riferimento, qualora non venga data comunicazione entro i termini prescritti dell'intenzione di procedere alla vendemmia verde, ovvero la vendemmia verde sia eseguita parzialmente.
15. I controlli del rispetto delle norme comunitarie, nazionali e regionali in materia di potenziale produttivo vitivinicolo e l'irrogazione delle sanzioni sono svolti dall'Agenzia ARGEA.
16. Per il cofinanziamento dell'apposito fondo statale per la prevenzione del fenomeno dell'usura, previsto dalla legge 7 marzo 1996, n. 108 (Disposizioni in materia di usura), articolo 15, è autorizzata la spesa di euro 100.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012. Le risorse sono ripartite con deliberazione della Giunta regionale e con obbligo di rendicontazione, nella misura massima del 20 per cento delle erogazioni statali, in favore dei consorzi fidi (Confidi) delle associazioni di categoria imprenditoriali e degli ordini professionali, legalmente riconosciuti per la prevenzione del fenomeno dell'usura e iscritti nell'elenco istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze (UPB S05.03.005).
17. È autorizzato, nell'anno 2009, l'ulteriore stanziamento di euro 2.000.000 al fine di consentire anche il pagamento dei contributi in conto interessi sui prestiti concessi alle imprese artigiane relativamente alle pratiche deliberate e finanziate nelle passate annualità (UPB S06.03.002).
18. Per la prosecuzione dell'intervento previsto dalla legge regionale 13 agosto 2001, n. 12 (Incentivi alle imprese artigiane sull'apprendistato), relativamente all'apertura del bando per le assunzioni di apprendisti effettuate nell'anno 2006, è autorizzato, nell'anno 2009, lo stanziamento di euro 7.000.000 (UPB S06.03.002).
19. Per garantire il mantenimento e la prosecuzione dei programmi e il completamento delle misure in corso, per la partecipazione a fiere e momenti di aggregazione tra imprese che favoriscano l'internazionalizzazione delle aziende artigiane tramite interventi relativi alla promozione e valorizzazione dell'artigianato tipico, tradizionale ed artistico della Sardegna è autorizzato, nell'anno 2009, lo stanziamento di euro 2.500.000 (UPB S06.03.001).
20. È autorizzata, nell'anno 2010, l'ulteriore spesa di euro 25.000.000 per interventi creditizi a favore dell'industria alberghiera previsti dalla legge regionale 14 settembre 1993, n. 40 (Interventi creditizi a favore dell'industria alberghiera), articolo 16 (UPB S06.02.006).
21. Il primo capoverso del comma 44 dell'articolo 7 della legge regionale n. 3 del 2008 è così sostituito: "La Regione è autorizzata a concedere a favore dei comuni sovvenzioni per le infrastrutturazioni funzionali di aree destinate alle attività produttive. Il relativo programma di spesa è approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di industria.".
22. Ad integrazione degli stanziamenti disposti dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 4, comma 11, è autorizzato, al fine del completamento del piano di investimenti di Carbosulcis Spa, e per le attività di IGEA Spa, l'ulteriore stanziamento di euro 9.000.000 per l'anno 2009 (UPB S06.03.024).
23. Nella legge regionale n. 3 del 2008, all'articolo 1, dopo il comma 20 è inserito il seguente.
"20 bis. Le comunicazioni e le dichiarazioni relative al solo esercizio dell'attività produttiva, che non comportano valutazioni tecniche, si presentano al SUAP mediante una dichiarazione autocertificativa da parte dell'imprenditore che attesti la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge per l'effettivo esercizio dell'attività e la conformità dell'intervento alla normativa applicabile. Contestualmente alla presentazione della dichiarazione autocertificativa, laddove la comunicazione sia completa, il SUAP rilascia una ricevuta che costituisce titolo autorizzatorio per l'immediato avvio dell'intervento dichiarato.".
24. Per il pagamento degli oneri rinvenienti dalla liquidazione ex EMSA è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 730.000 (UPB S06.03.023).
25. Le autorizzazioni di spesa di cui alla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 3, comma 2, lettera b), punto 1), possono essere utilizzate anche per l'attuazione di piani locali per l'occupazione giovanile. Detti piani, deliberati dai comuni, sono finalizzati a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di persone con età inferiore ai trentacinque anni, attraverso progetti promossi da soggetti pubblici e/o privati o mediante la creazione o l'espansione di imprese rispondenti ai criteri dell'imprenditoria giovanile. I comuni applicano procedure di evidenza pubblica per la selezione dei progetti proposti da terzi e per la selezione delle persone da impiegare nei progetti direttamente promossi dai comuni. I comuni ricorrono alle graduatorie degli uffici per l'impiego o, quando necessario, attraverso altre procedure basate su criteri non discriminatori.
26. Il comma 13 dell'articolo 4 della legge regionale n. 1 del 2009 è sostituito dal seguente:
"13. È autorizzata la spesa di euro 25.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 a copertura degli oneri derivanti dall'attuazione delle convenzioni stipulate per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2000 e della legge n. 388 del 2000, articolo 78, comma 2, nonché quelle attuative del 21 dicembre 2001 per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili, ex decreto legislativo n. 81 del 2000 e della legge n. 388 del 2000, articolo 78, comma 2, nonché per l'attivazione di programmi volti all'assunzione di soggetti svantaggiati, ai sensi del decreto legislativo n. 181 del 2000, come modificato dal decreto legislativo n. 297 del 2002, e dagli ulteriori accordi relativi ad interventi di recupero ambientale complementari a quelli previsti dalle succitate convenzioni. Per l'attivazione dei programmi di cui al capoverso precedente si procede secondo le disposizione contenute nell'articolo 34, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 267 del 2000. Le opere ed i servizi erogati in forza delle convenzioni sopracitate sono sottoposti, ai fini della liquidazione finale delle somme spettanti, all'esame e verifica amministrativa da parte di una commissione istituita con deliberazione della Giunta regionale che ne determina i compiti e le funzioni. Le opere realizzate in attuazione della convenzione firmata dal Ministero del lavoro, dal Ministero dell'ambiente, dal Ministero dei beni culturali, dal Ministero delle attività produttive e dalla Regione autonoma della Sardegna il 23 ottobre 2001 e il 4 dicembre 2001, ai sensi della normativa sopracitata, sono assegnate a titolo gratuito ai comuni che ne cureranno la gestione anche in collaborazione con l'Ente parco geominerario storico, culturale ed ambientale della Sardegna. L'individuazione delle opere da trasferire ai comuni è effettuata con provvedimento dell'Assessorato competente in materia di patrimonio.".
Alla maggiore spesa di euro 4.500.000 si fa fronte mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 1, comma 6, iscritta in conto dell'UPB S06.06.002 (UPB S04.06.005).
27. Per le finalità previste dalla legge regionale n. 4 del 2006, articolo 27, comma 5, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 (UPB S02.03.007).
28. Dopo il comma 5 dell'articolo 25 della legge regionale n. 2 del 2007, sono aggiunti i seguenti:
"5 bis. Per garantire un efficace coordinamento nell'attuazione degli interventi a favore delle micro, piccole e medie imprese previsti in programmi finanziati o cofinanziati con risorse regionali, attuati direttamente o delegati a enti locali o agenzie di sviluppo, l'Amministrazione regionale definisce metodologie, procedure e strumenti atti a garantire la trasparenza, la semplificazione e l'informatizzazione delle attività favorendo, al contempo, la concentrazione territoriale delle risorse anche attraverso la stipula di specifici accordi di programma che possono prevedere investimenti produttivi, infrastrutture e servizi sia pubblici che privati, anche ai sensi della legge regionale 26 febbraio 1996, n. 14 (Programmi integrati d'area), e sulla base di specifiche direttive di attuazione adottate nel rispetto di quanto previsto dai precedenti commi. Per favorire la costituzione di nuove imprese e l'innovazione delle piccole e medie imprese, viene fornita assistenza tecnica allo start-up e allo sviluppo d'impresa anche in modalità telematica con l'implementazione del portale regionale dedicato alle imprese e l'utilizzo della rete regionale degli sportelli unici per le attività produttive. Per le attività previste dal presente comma, l'Amministrazione regionale si avvale del supporto tecnico del BIC Sardegna Spa con oneri a carico degli stessi programmi. Il programma di azione annuale delle attività dell'agenzia è predisposto sulla base di criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di programmazione. Per l'acquisizione delle ulteriori quote di partecipazione del capitale sociale del BIC Sardegna Spa è autorizzata la spesa, per l'anno 2009, di euro 688.000 (UPB S01.05.002).
5 ter. Nell'attuazione degli strumenti di agevolazione previsti dal presente articolo una parte delle risorse programmate può essere destinata al finanziamento delle iniziative produttive da realizzarsi in specifici ambiti territoriali interessati da situazioni di crisi.".
29. Per le aree di crisi di Portovesme, Ottana, Tossilo, Siniscola, Pratosardo, Porto Torres, Oristano e La Maddalena e per le altre aree individuate con deliberazione della Giunta regionale, a valere sugli stanziamenti del fondo della programmazione negoziata e per il sostegno alle attività produttive, è autorizzata una spesa di euro 10.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011 e 2012.
30. L'articolo 5 della legge regionale 27 febbraio 1957, n. 5 (Abrogazione della legge regionale 11 novembre 1949, n. 4, e costituzione di un fondo per favorire in Sardegna lo sviluppo dell'attività cooperativistica), è sostituito dal seguente:
"Art. 5
1. Le sovvenzioni ed i contributi di cui all'articolo 4 sono concessi con determinazione del dirigente del Servizio competente in materia di cooperazione. Le direttive di attuazione della presente legge sono approvate con deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere di una commissione composta da:
a) l'Assessore regionale competente in materia di cooperazione, o un suo delegato che la presiede;
b) i rappresentanti delle organizzazioni cooperativistiche legalmente riconosciute. La concessione di sovvenzioni per le cooperative e consorzi di cooperative è attivata conformemente alle regole comunitarie in materia di aiuti de minimis alle imprese.".
31. L'Agenzia LAORE Sardegna è autorizzata a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente dell'Associazione regionale allevatori in servizio alla data del 31 dicembre 2006, che abbia prestato la propria attività lavorativa nei servizi di assistenza tecnica a favore degli allevatori della Sardegna, ivi compresa l'attività di laboratorio e di amministrazione, finanziati con risorse regionali o statali, per almeno tre anni, riconoscendo nel passaggio l'anzianità di servizio e, a tal fine, la Giunta regionale, in attuazione della legge 8 agosto 2006, n. 13 (Riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura. Istituzione delle Agenzie AGRIS Sardegna, LAORE Sardegna e ARGEA Sardegna), articolo 28, adotta, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le modifiche della pianta organica della stessa Agenzia. Alla relativa spesa si fa fronte con le risorse previste nell'UPB S06.04.009.
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 1 è soppresso. (182)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 2 è soppresso. (181)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera a) del comma 2 è soppressa. (180)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
La lettera b) del comma 2 è soppressa. (79)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera b) del comma 2 è soppressa. (179)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera c) del comma 2 è soppressa. (178)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
La lettera d) del comma 2 è soppressa. (78)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
La lettera d) del comma 2 è soppressa. (177)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 3 è soppresso. (176)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 4 è soppresso. (175)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 5 è soppresso. (174)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 6 è soppresso. (172)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 7 è soppresso. (170)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 8 è soppresso. (169)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 9 è soppresso. (168)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 10 è soppresso. (232)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 11 è soppresso. (230)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 12 è soppresso. (229)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 13 è soppresso. (228)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 14 è soppresso. (227)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 15 è soppresso. (226)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 16 è soppresso. (225)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 17 è soppresso. (224)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 18 è soppresso. (223)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 19 è soppresso. (222)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 20 è soppresso. (221)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 21 è soppresso. (220)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 21 dell'Articolo 2 è soppresso. (352)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 22 è soppresso. (219)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 23 è soppresso. (218)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 24 è soppresso. (217)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 25 è soppresso. (216)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 26 è soppresso. (215)
Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Il comma 27 è soppresso. (214)
Emendamento soppressivo parziale Zedda Alessandra - Contu Mariano Ignazio - Piras - Sanna Matteo - Stochino - Tocco.
Articolo 2
Il comma 31 è soppresso. (325)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 5 le parole "euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012" sono sostituite da: "euro 1.000.000 per il 2009 e euro 2.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012". (364)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 5 l'importo di euro 1.000.000 è rideterminato in euro 1. (173)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 6 le parole "euro 1.000.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2012" sono sostituite da: "euro 1.000.000 per il 2009 e euro 2.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012".
(363)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 6 l'importo di euro 1.000.000 è rideterminato in euro 100.000. (171)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 7 le parole "fino a tre propri rappresentanti" sono sostituite da "un proprio rappresentante". (362)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 8 le parole "si ad un massimo di 2.500 euro per azienda" sono sostituite dalle parole "sin ad un massimo di 5.000 euro per azienda". (361)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 8 le parole "si ad un massimo di 2.500 euro per azienda" sono sostituite dalle parole "4.000 euro per azienda e per un quadriennio". (360)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 9 le parole "euro 2.000.000 per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011" sono sostituite da "euro 2.000.000 per il 2009 ed euro 3.000.000 per gli anni dal 2010 al 2012". (359)
Emendamento sostitutivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras.
Articolo 2
Al comma 10 le parole "euro 2.500.000" sono sostituite da euro 1.000.000". (358)
Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 10 l'importo di euro 2.500.000 è rideterminato in euro 250.000. (231)
Emendamento sostitutivo parziale Cocco Pietro - Cuccu - Cucca - Moriconi - Sabatini.
Articolo 2
Il comma 25 è sostituito dal seguente comma:
L'autorizzazione di spesa di cui al punto 1 della lettera b) del comma 2 dell'art. 3 della legge regionale del 14 maggio 2009, n. 1, possono essere utilizzate anche per l'attuazione di piani locali per l'occupazione. Detti piani, deliberati dai comuni, sono finalizzati a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di disoccupati, attraverso progetti promossi da soggetti pubblici e/o privati o mediante la creazione o l'espansione di imprese esistenti. I Comuni applicano procedure di evidenza pubblica per la selezione dei progetti proposti da terzi e per la selezione delle persone da impiegare nei progetti direttamente promossi dai Comuni. I Comuni ricorrono alle graduatorie degli uffici per l'impiego o, quando necessario, attraverso altre procedure basati su criteri non discriminatori. (97)
Emendamento sostitutivo parziale Uras - Manca - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini - Meloni Valerio - Moriconi - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo.
Articolo 2
Il comma 26 è sostituito dal seguente:
26. Per la prosecuzione degli interventi previsti dal comma 5, Articolo 27 della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalla deliberazione della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 1.500.000 (UPB S02.03.007). Per il maggior onere di euro 1.000.000 si fa fronte mediante corrispondente prelievo dal Fondo nuovi oneri legislativi. (320)
Emendamento sostitutivo parziale Mula - Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 il comma 27 è sostituito dal seguente:
"27. Per la prosecuzione delle azioni previste all'art. 27 comma 5 della legge regionale 4/2006, già finanziate nelle annualità precedenti, è autorizzata per l'anno 2009 la spesa di euro 500.000". (39)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 39 e 320 Mula - Manca - Barracciu.
Articolo 2
Il comma 27 è sostituito dal seguente:
27. Per la prosecuzione degli interventi previsti dal comma 5, articolo 27 della legge regionale n.4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalla deliberazione della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 500.000 (UPB S02.03.007). (384)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Prima del comma 1 è aggiunto il seguente:
E' autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 3.000.000 per l'erogazione di finanziamenti, tramite ARGEA Sardegna, a favore dei Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute per l'acquisto di alimenti zootecnici da fornire agli allevatori per le situazioni di emergenza causate dagli incendi verificatisi nel mese di luglio 2009 (U.P.B. S0l.06.001).
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
U.P.B. S01.06.001 Trasferimenti agli Enti locali - Parte corrente
2009 € 3.000.000
In diminuzione
U.P.B. S08.02.002 Altre partite generali che si compensano nell'entrata
2009 € 3.000.000. (340)
Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo totale Giunta regionale.
Articolo 2
L'emendamento numero 340 è sostituito come segue:
"E' autorizzata nell'anno 2009 la spesa di euro 3.000.000 per l'erogazione di finanziamenti, tramite ARGEA Sardegna, a favore dei Comuni a titolo di rimborso delle spese sostenute per gli interventi emergenziali, finalizzati alla sopravvivenza e governo del bestiame, in favore degli allevatori le cui aziende siano state interessate dagli incendi verificatisi nel mese di luglio 2009. Gli interventi effettuati dai Comuni devono essere conformi al regolamento della Commissione europea del 20 dicembre 2007, n. CE 1535/2007, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti de minimis nel settore della produzione dei prodotti agricoli (U.P.B. S01.06.001)".
Copertura finanziaria
In aumento
U.P.B. S01.06.001 Trasferimenti agli Enti locali - Parte corrente
anno 2009 euro 3.000.000
In diminuzione
U.P.B. S08.02.002 Altre partite generali che si compensano nell'entrata
anno 2009 euro 3.000.000 (374)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Dopo il comma 10 è inserito il seguente:
10 bis Le lettere f, g ed h del comma 1 dell'art. 35 della Legge Regionale 12 giugno 2006, n. 9 sono abrogate. (122)
Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Cocco Pietro - Lotto - Cuccu - Sabatini - Cucca.
Articolo 2
Dopo il comma 16 dell'Art. 2 è aggiunto il seguente comma:
16 bis I benefici di cui all'art. 1, 1° comma. lettera 1 e 2 della L.R. 11 agosto 1983, n.° 16 e degli artt. 17, 18, 19 e 21 della L.R. 22 aprile 1997, n. 16 sono fino al limite massimo consentito dalla normativa europea generale e di settore relativa al regime "de minimis". (322)
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Locci.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 19 è aggiunto il comma 19 bis:
19 bis. Al comma 1, dell'art. 14 della legge regionale n° 5 del 18 maggio 2006, la parole "comprese quelle del demanio marittimo," sono sostituite da: "(escluso il demanio marittimo)", mentre alla lett. b) dopo le parole "ed ogni altra area di qualunque natura destinata ad uso pubblico", sono aggiunte: "fatta eccezione per quelle del demanio marittimo". (4)
Emendamento aggiuntivo Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 20 è aggiunto il seguente:
"20 bis. E' recepito il decreto del 21 ottobre 2008 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 34 del 11 febbraio 2009, recante "Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera" (41)
Emendamento aggiuntivo Bardanzellu - Diana Mario.
Articolo 2
Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente comma:
"22 bis. L'art. 3, comma 1, della L.R. 25 luglio 2008, n. 10, è da interpretarsi nel senso che il consorzio industriale provinciale è costituito tra la Provincia e i Comuni, facenti parte dei consorzi industriali di cui alla Tabella A allegata alla suddetta legge, nel cui territorio insistano aree industriali inserite nel piano regolatore industriale sovracomunale di cui all'art. 51 del DPR n. 218/1978". (348)
Emendamento aggiuntivo Lotto - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
All'Art. 2 dopo il comma 25 è aggiunto il seguente comma:
Art. 2
25 bis. - Ai fini dell'inquadramento nel IV livello impiegati - area tecnica dell'Ente Foreste del Personale risultato idoneo alla selezione interna per titoli ed esami per n. 55 posti, compreso tra il 56° ed il 790 posto della graduatoria approvata con determinazione del Direttore Generale n. 16 del 16.02.2007, e a condizione che abbia frequentato con profitto il relativo corso di formazione per capi cantiere nell'ambito del progetto "S.O.F.I.A.", l'Ente Foreste è autorizzato a inquadrare il suddetto personale senza modifica alla pianta organica complessiva in vigore alla data del 01.02.2007. (101)
Emendamento aggiuntivo Mula - Vargiu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 27 è aggiunto il seguente:
"27 bis. La lettera c) del comma 1 dell'articolo 18 bis della L.R. 14 marzo 1994, n. 12 è così modificata:
c) siano stati, prima dell'entrata in vigore della legge 8 agosto 1985, n. 431, concessi da parte dei Comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai Comuni stessi senza il rispetto della normativa di cui alla legge 16 giugno 1927, n. 1766;
d) non siano stati utilizzati in difformità alla programmazione urbanistica comunale." (40)
Emendamento aggiuntivo Sabatini - Cuccu - Cucca - Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu.
Articolo 2
Dopo il comma 27 è aggiunto il seguente comma:
"27 bis. Le lettera c) del comma i dell'articolo 18 bis della legge regionale 14 marzo 1994 n° 12 è così modificata:
e) siano stati, prima dell'entrata in vigore della legge 8 agosto 1985, n° 431, concessi da parte dei Comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai Comuni stessi senza il rispetto della normativa di cui alla legge 16 giugno 1927, n. 1766.
d) le disposizioni di cui alla lettera c) si applicano entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge ed entro 120 giorni la classificazione è dichiarata con decreto dell'Assessore regionale all'agricoltura su conforme deliberazione della Giunta regionale, oltre tale periodo e in assenza di deliberazione della Giunta regionale la classificazione è comunque dichiarata con decreto dell'Assessore all'agricoltura. (241)
Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 40 e 241 sostitutivo totale Mula - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 27 è aggiunto il seguente:
27 bis). La lettera c) del comma 1 dell'articolo 18 della L.R. n. 12/94 è così modificata:
"c) siano stati prima dell'entrata in vigore della L. n. 431/85, concessi da parte dei comuni in uso, locazione, enfiteusi, mediante atti posti in essere dai comuni stessi anche in difformità alla normativa di cui alla L. 1766/1927.
Le disposizioni di cui alla lettera c) trovano attuazione in via straordinaria entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Entro i successivi 30 giorni la classificazione è dichiarata con decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura su conforme deliberazione della Giunta regionale.
L'uso dovrà risultare coerente con la programmazione urbanistica comunale. (383)
Emendamento aggiuntivo Campus - Rodin - Pitea - Locci - Artizzu - Bardanzellu.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 29 è inserito il seguente:
In attesa dell'approvazione della nuova disciplina organica in materia di Riforma degli Enti di Industrializzazione di cui all'art. 37 della Legge 317/91, sono sospese tutte le procedure di attuazione della L.R. n. 10/2008 riferite ai Consorzi Industriali di cui alla Tabella A della stessa Legge regionale.
Nella conseguente fase transitoria la Giunta Regionale è autorizzata allo scioglimento degli organi statutari in carica dei Consorzi di cui alla Tabella A della L.R. n. 10/2008, provvedendo alla contestuale nomina dei Commissari per la provvisoria amministrazione degli stessi. (134)
Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno.
Articolo 2
Al comma 29 è aggiunto il seguente comma:
1 bis La spesa di cui al precedente comma è autorizzata previa definizione di un piano straordinario per le politiche industriali, indicante i criteri, gli obiettivi e le priorità degli interventi di cui all'articolo 1 bis. (213)
Emendamento aggiuntivo Diana Mario - Sanna Giacomo - Vargiu - Capelli - Cuccureddu.
Articolo 2
Dopo il comma 29 è aggiunto il seguente.
"29 bis. La giunta regionale entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, approva un disegno di legge di riforma della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 in materia di riordino delle aree industriali". (318)
Emendamento all'emendamento numero 318 sostitutivo totale Diana Mario - Capelli - Vargiu - Sanna Giacomo.
Articolo 2
L'emendamento 318 è sostituito dal seguente:
"29 bis. Nel comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono soppresse le parole da: ", dal presidente della provincia" a: "per territorio". Nel successivo comma 3 sono soppresse le parole da: "il rappresentante della provincia" a: "nel consorzio". Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva un disegno di legge di riforma della legge regionale n. 10 del 2008. Nell'attesa della predetta riforma, con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, si provvede allo scioglimento degli organi dei consorzi industriali e alla nomina di un commissario per consorzio.". (372)
Emendamento all'emendamento numero 318 sostitutivo totale Diana Mario - Capelli - Sanna Giacomo - Vargiu.
Articolo 2
L'emendamento 372 è sostituito dal seguente:
"29 bis. Nella legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel comma 2 dell'articolo 4 sono soppresse le parole da: ", dal presidente della provincia" a: "per territorio";
b) nel comma 3 dell'articolo 4 sono soppresse le parole da: "il rappresentante della provincia" a : "nel consorzio";
c) il comma 2 dell'articolo 5 è soppresso;
d) nel comma 9 dell'articolo 5 sono soppresse le parole: "uno indicato dalla provincia ed".
Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva un disegno di legge di riforma della legge regionale n. 10 del 2008. Fino all'entrata in vigore della nuova disciplina, con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, si provvede allo scioglimento degli organi dei consorzi industriali provinciali e alla nomina di un commissario per consorzio.
In deroga all'articolo 7, comma 38, della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 e alle disposizioni previste nella legge regionale n. 10 del 2008, la Giunta regionale, con propria deliberazione, adottata su proposta dell'Assessore regionale dell'industria, può disporre sulle procedure liquidatorie degli enti di cui alla tabella F, parte I, della legge regionale n. 3 del 2008, sulla gestione delle attività consortili, sul trasferimento dei loro patrimoni e del personale. (373)
Emendamento aggiuntivo Maninchedda - Capelli - Sanna Giacomo - Pittalis - Diana Mario.
Articolo 2
Dopo il comma 29 dell'art. 2 è inserito il seguente:
"29 bis. Al comma 5 dell'art. 2 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 sono apportate le seguenti modifiche:
a) dopo la parola: "Borore" sono inserite le seguenti : ", salvo diversa deliberazione degli stessi,";
b) alla fine del comma sono aggiunte le parole: ". I predetti comuni, per la gestione delle aree industriali che insistono sul proprio territorio, possono costituire un consorzio ai sensi dell'art. 31 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).". (334)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Sanna Matteo - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2009 'ulteriore stanziamento di euro 10.000.000 per le incentivazioni in conto interessi al prese commerciali ai sensi della 1. r. n. 9/2002 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.008).
Copertura finanziaria:
In aumento:
UPB S06.03.008 Sostegno alle attività commerciali - Investimenti
Capitolo SC06.0480 (L.r. n. 9/2002 e s.m.i. - Contributo in conto interessi a favore delle imprese commerciali)
Anno 2009: 10.000.000
In diminuzione:
FNOL Parte corrente UPB S08.01 .002
Anno 2009: 10.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della Tabella A allegata alla legge regionale n. 1/2009 (Legge finanziaria 2009). (13)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno l'ulteriore stanziamento di euro 17.000.000 per le incentivazioni in conto capitale alle imprese artigiane ai sensi della L.R. n. 51/1993 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.001).
Copertura finanziaria:
In aumento:
UPB S06.03.001 Incentivazioni alle attività artigiane
Anno 2009: 17.000.000
In diminuzione:
FNOL Investimenti UPB S08.01 .003
Anno 2009: 17.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 1 della Tabella B allegata alla legge regionale n. 1/2009 (Legge finanziaria).(14)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Pitea - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2010 l'ulteriore stanziamento di euro 25.000.000 per le incentivazioni in conto capitale alle imprese artigiane ai sensi della l. r. n. 51/1993 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.001). Alla copertura dei relativi oneri si provvede con la legge finanziaria per l'esercizio 2010.". (15)
Emendamento aggiuntivo Rassu - Fois - Mulas - Rodin - Tocco.
Articolo 2
Dopo il comma 31 è inserito il seguente:
"31 bis. E' autorizzato per l'anno 2010 l'ulteriore stanziamento di euro 10.000.000 per le incentivazioni in conto interessi alle imprese commerciali ai sensi della l. r. n. 9/2002 e successive modifiche e integrazioni (UPB S06.03.008). Alla copertura dei relativi oneri si provvede con la legge finanziaria per l'anno 2010.". (16)
Emendamento aggiuntivo Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 31 dell'Articolo 2 è aggiunto il seguente:
31 bis. La Giunta regionale previa intesa acquisita in sede di Conferenza permanente Regione- Enti Locali, entro due mesi dall'entrata in vigore della presente legge, presenta un programma per l'espansione dell'occupazione giovanile, imperniato sui "Piani Locali per i Giovani". Il programma è finalizzato a creare occasioni di lavoro, anche part-time e a tempo determinato, favore di persone disoccupate che non abbiano superato i 35 anni di età. Il contributo massimo erogabile è pari a 4.000 euro/anno.
I Piani Locali per i Giovani sono proposti e attuati dai Comuni preferibilmente attraverso le loro forme associative. I Piani Locali ammessi al finanziamento sono selezionati attraverso procedura ad evidenza pubblica, sulla base di uno schema approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale del Lavoro.
I Piani possono essere proposti dagli Enti Locali o da altri soggetti pubblici e privati.
Per le finalità del presente comma sono assegnati 15 milioni di euro per l'anno 2009 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.
Gli Enti Locali cofinanziano gli interventi in misura del 50% delle risorse assegnate a ciascun piano.
Copertura finanziaria
FNOL. (56)
Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini.
Articolo 2
Dopo il comma 31 dell'Articolo 2 è aggiunto il seguente:
31 bis. Al fine di indennizzare gli operatori dei danni subiti a seguito dello spostamento del vertice G8 da La Maddalena a l'Aquila è autorizzata, per l'anno 2009, la spesa di Euro 20.000.000.
Le modalità di richiesta ed erogazione dell'indennizzo, nella misura dei 70% dei danni accertati, verranno disciplinate da apposito regolamento adottato dalla Giunta Regionale, su proposta del Presidente, entro 60 giorni dall'approvazione della legge. (UPB N I.)
Copertura finanziaria
FNOL parte investimenti. (57)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
All'Art. 2 dopo il comma 31 è aggiunto il seguente comma
31 bis - I benefici di cui all'articolo 1, comma 1, lettere 1 e 2 della legge regionale 11 agosto 1983, n. 16 sono concessi fino al limite massimo e negli ambiti consentiti dalla normativa europea generale e di settore relativa al regime "de minimis" (U.P.B. S06.03.028).
Copertura finanziaria:
IN AUMENTO
U.P.B. S06.03.028 Investimenti a favore della cooperazione
IN DIMINUZIONE
FNOL (104)
Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini.
Articolo 2
A11'Art. 2 dopo il comma 31 è aggiunto il seguente comma:
31 bis. Al fine di promuovere l'esportazione verso i paesi extra U.E. di prodotti finiti delle imprese manifatturiere aventi sede legale e stabilimento di produzione in Sardegna, l'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere i seguenti incentivi finanziari:
a) Un contributo in conto spese di carattere commerciale pari al 50% delle spese sostenute nell'esercizio precedente;
b) Un incentivo in conto occupazione erogato per addetto, parametrato al valore delle esportazioni effettuate dall'impresa nell'anno precedente alla concessione del contributo;
Con deliberazione della giunta regionale sono definite le tipologie di spesa ammissibili al contributo di cui alla lettera a), l'entità del contributo di cui alla lettera b).
Per procedimento di Assegnazione ed erogazione degli incentivi per le finalità di cui sopra, sono stanziati 15.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010, 2011
IN AUMENTO
UPB S.02.03.007
EURO 15.000.000 ANNO 2009
EURO 15.000.000 ANNO 2010
EURO 15.000.000 ANNO 2011
IN DIMINUZIONE
FNOL
15.000.000 ANNO 2009
15.000.000 ANNO 2010
15.000.000 ANNO 2011 (105)
Emendamento aggiuntivo Cuccureddu.
Articolo 2
All'art. 2, dopo il comma 31, è aggiunto il seguente comma:
31 bis. L'agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Sardegna (ARPAS), al fine di garantire la continuità del lavoro svolto dai dipartimenti con l'utilizzo di personale precario, è autorizzata ad inquadrare attraverso prove selettive concorsuali riservate e per soli titoli, il personale che abbia prestato la propria attività lavorativa negli ex PMP e nell'ARPAS, assunto con contratti a termine, con forme contrattuali flessibili o atipiche o collaborazioni coordinate e continuative, che entro la data di entrata in vigore della presente legge abbia maturato almeno 30 mesi di servizio, anche non continuativi, a partire dal dicembre 2004. (341).)
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, Assessore, colleghi, entriamo nel merito dell'articolo 2, che tratta un tema rilevante per la particolare situazione di crisi in cui si trova la nostra regione, riguarda infatti disposizioni nei settori produttivi e occupazionali. L'articolo 2 e i successivi articoli 2 bis e 2 ter testimoniano come la minoranza abbia voluto, su questo disegno di legge, dare un contributo importante per renderlo molto più coerente con la situazione di crisi economica e sociale in cui versa la Sardegna.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue PORCU.) Il testo arrivato in Commissione, costituito sostanzialmente dall'articolo 2 nella forma in cui lo stiamo discutendo, era molto deludente. La minoranza - come si era impegnata a fare - ha cercato di dare a quel testo, attraverso gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi proposti in Commissione, una risposta ai problemi più gravi e certamente a chi ha perso il lavoro in questi mesi. Sappiamo che non solo la Sardegna, ma l'Italia, l'Europa, il mondo intero è in preda a una crisi che parte dalla finanza, dalle speculazioni dei mercati finanziari, dalla sopravvalutazione dei mutui statunitensi. Investe il mondo, ripeto, una crisi finanziaria, che è anche crisi economica, produttiva e occupazionale, che ha portato indietro le lancette dell'orologio e ha causato la più grande e vasta contrazione del prodotto interno lordo delle economie occidentali che si ricordi dal 1929. Il PIL in Italia quest'anno crollerà del 5 per cento. Sono circa 30 mila i nuovi disoccupati soltanto in Sardegna e c'è chi dice anche che non siamo ancora usciti dal tunnel della crisi, che l'autunno sarà caldo e le conseguenze di questo scenario, di cui ancora non si intravede l'uscita, si protrarranno ancora per molti mesi.
Allora, noi abbiamo ritenuto che in questo contesto sia responsabilità di chi governa a tutti i livelli (lo hanno fatto i principali Governi mondiali, l'ha fatto il presidente Obama negli Stati Uniti, lo hanno fatto le principali economie europee) dare innanzitutto assistenza a chi subisce gli effetti della crisi e supporto al sistema economico-industriale perché abbia strumenti e risorse per superare questo momento e mantenere in piedi un apparato produttivo che sia in grado di ripartire quando gli effetti di questa crisi saranno scemati.
Ci saremmo aspettati che conseguentemente anche la nostra Regione avesse fatto investimenti significativi in rapporto al proprio PIL. L'avevamo già detto nel corso della discussione della finanziaria: qui non bastano provvedimenti tampone, non basta qualche decina di milioni di euro, occorrono misure più strutturali. Gli Stati Uniti hanno investito, in rapporto al PIL, l'8 per cento, le principali economie europee hanno investito il 5, il 6, il 7 per cento. In Sardegna, considerata la crisi nel suo complesso, abbiamo investito qualche decimo del PIL regionale e certamente non operiamo ancora in misura sufficiente col provvedimento che stiamo esaminando in questi giorni. Però, grazie appunto all'apporto decisivo della minoranza, alcune risposte sono state date, in particolare per quel che riguarda il precariato, attraverso piani di stabilizzazione che possono dare maggiore sicurezza a chi rischia di essere tagliato fuori proprio nel momento più difficile della crisi e attraverso disposizioni tendenti a dare sollievo a chi il lavoro l'ha perso ed è privo di ammortizzatori sociali.
Ci sono certamente contraddizioni in questo articolo. Adesso parliamo dell'articolo 2, poi riprenderemo il tema del precariato, di chi ha perso il posto di lavoro, degli ammortizzatori sociali e del rafforzamento degli ammortizzatori sociali esistenti. Ci sono contraddizioni, dicevo, anche in questo articolo e c'è un tentativo, che noi abbiamo denunciato più volte, che è quello di dare risposte apparenti, di mettere titoli che non racchiudono alcuna misura concreta per far fronte alla crisi. Nell'articolo 2 questo l'avete fatto molto bene: per esempio, al comma 25, laddove si parla dell'attuazione di piani locali per l'occupazione giovanile, volti cioè a favorire l'occupazione e l'autoimpiego di persone con età inferiore a trentacinque anni, che dovrebbero vedere protagonisti i comuni, quelli che meglio conoscono le realtà dei propri cittadini, realtà spesso minori e trascurate. E come lo fate? Aggiungendo un titolo ai provvedimenti che avevamo già previsto nella finanziaria. Cioè, la torta di 15 milioni di euro che avevamo previsto per i cantieri occupazione rimane la stessa, semplicemente aggiungiamo un modo per spendere quelle risorse, non mettiamo un euro in più e creiamo l'illusione, la falsa promessa di poter dare una risposta anche sull'occupazione giovanile.
Sinceramente, questo è un modo di procedere e di legiferare che abbiamo stigmatizzato e che contestiamo. Riteniamo di doverci abituare a fare cose serie e se decidiamo di promuovere un piano locale per l'occupazione giovanile dobbiamo promuovere effettivamente un piano locale per l'occupazione giovanile, magari chiedendo ai comuni di concorrere a quelle risorse per mettere veramente in campo un progetto importante che possa dare risposte a migliaia di giovani che oggi soffrono pesantemente l'effetto della crisi. Invece voi vi limitate a mettere dei titoli, a creare false aspettative, ma rispetto a quei titoli non stanziate risorse.
Per questo con l'emendamento numero 56 noi riprendiamo il tema dei piani locali per i giovani, ma non destiniamo la stessa fetta di torta di 15 milioni, che va spartita tra i circa 370 comuni della Sardegna, a un'altra iniziativa alla quale non saremo in grado di dare risposte. Nell'emendamento specifichiamo di voler mettere in campo un piano per l'occupazione giovanile che prevede di dare ai giovani circa 44 mila euro all'anno per progetti di autoimpiego e prevediamo lo stanziamento di 15 milioni di euro per il 2009 e 50 milioni di euro per il 2010 e 2011, anche attraverso il cofinanziamento degli enti locali. Quindi creiamo un programma in grado di dare una risposta che faccia partire lo sviluppo dal basso, una risposta concreta e non annunciata, come appare nel comma 25, di cui perlomeno proponiamo l'abrogazione, perché certamente non abbiamo bisogno di prese in giro, ma abbiamo bisogno di risposte oneste e concrete, come quella che abbiamo mancato di dare bocciando l'emendamento su un grande piano di rilancio dell'industria in Sardegna.
Ci sono poi altri temi che non sono compresi nell'articolo 2 e che noi riprendiamo, come quello che riguarda ancora il G8 e l'occasione di sviluppo che tale evento avrebbe potuto rappresentare. Altri temi, come l'inquadramento dei lavoratori dell'Associazione regionale allevatori da parte dell'agenzia LAORE, vengono invece affrontati e a nostro avviso vanno mantenuti, anche se c'è qualche proposta emendativa che va in senso contrario. Avremo modo di riprendere, nella discussione degli altri articoli, il tema delle misure a favore di chi ha perso il lavoro. Certamente questo articolo 2 è nel suo insieme insoddisfacente, ancora più insoddisfacente dopo che avete bocciato gli emendamenti precedenti, che potevano dare veramente una risposta al problema della crisi e in particolare della crisi dell'industria in Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, onorevoli colleghi, pochi per la verità, evidentemente la discussione degli articoli non anima particolarmente, eppure ci avviciniamo, con l'articolo 2, a quella parte dell'articolato che, pur con i limiti che sono stati sottolineati sia nella discussione generale che nella discussione sull'articolo 1, tratta in modo più diretto e, a mio avviso, in alcuni ambiti, anche con una certa efficacia, il tema della crisi del nostro sistema produttivo e delle difficoltà di natura occupazionale, che diventano sempre più pesanti, sempre più gravi.
Se questa parte dell'articolato sarà trattata da questo Consiglio con la dovuta decisione (qualche volta dobbiamo decidere, perché a questo siamo chiamati dal voto popolare), tenendo conto del lavoro istruttorio anche prezioso che è stato fatto in Commissione su questa partita, potremo licenziare questo provvedimento, di cui nessuno di noi è innamorato, in tempi molto brevi, forse più brevi di quanto si possa adesso immaginare. E questo perché? Perché tutti noi sentiamo l'obbligo, in ogni caso, di incominciare a dare qualche risposta, di segnare qualche punto in attivo, di aprire alcuni sentieri per trovare soluzioni. D'altra parte ci rendiamo conto che stare in un'aula in cui la disattenzione si potrebbe tagliare a fette, anche in questo momento, non è un dato positivo, non è questo il confronto di cui noi avremmo bisogno. Abbiamo già deciso, evidentemente tutti, che abbiamo bisogno non di perdere tempo o di prendere tempo, ma di fare un'attività istruttoria vera in ragione degli appuntamenti che avremo in autunno, che segneranno più consistentemente le differenze tra gli schieramenti, che dovrebbero però portare ad attivare una discussione alta, un confronto vero, una relazione positiva anche nello scontro tra le idee, per affrontare la situazione difficilissima che abbiamo di fronte.
La crisi non la risolveremo con questo collegato, non la risolveremo con le sole forze di questa Regione o con il migliore dei programmi regionali di sviluppo. E non la risolveremo neppure con la prossima legge finanziaria, con la nostra potestà legislativa o con le nostre disponibilità finanziarie. La crisi della nostra Isola potrà essere risolta, dal punto di vista economico e sociale, solo ed esclusivamente se noi attiveremo nei confronti del Governo e dello Stato quella iniziativa necessaria per riaffermare non la nostra specialità fine a se stessa, quella dimenticata tra i libri, quella che ogni tanto si evoca in questo Consiglio negli anniversari di eventi storici, ma la nostra specialità intesa come una delle conquiste fatte dal costituente per avere migliori possibilità e strumenti più efficaci.
Io ho letto in queste ore alcune osservazioni che sono state fatte da più parti sul lavoro svolto dalla Commissione. Le ho lette con attenzione, perché meritano attenzione tutte le critiche, anche quelle più distruttive. E ho letto con attenzione perché in alcune proposizioni veniva richiamata la presenza di norme in questo progetto di legge che sarebbero in contrasto, ahimè, con leggi regionali e nazionali. Mi sono sempre chiesto, me lo chiedo ancora e lo chiedo anche all'Assessore e ai pochi colleghi che sono qua: ma qualche volta ce lo siamo ripassato il riformato Titolo V della Costituzione? Ci siamo soffermati sul valore della legislazione concorrente che è in capo alle Regioni? Abbiamo sancito - questo lo dico perché bisogna rammentarlo anche a qualche funzionario delle amministrazioni locali e della nostra amministrazione regionale - nel testo della Costituzione intanto la competenza legislativa primaria su alcune materie, per esempio in tema di organizzazione dell'amministrazione regionale, dei suoi uffici e del suo personale e di ordinamento degli ordinamenti locali, quindi la potestà primaria, esclusiva di normare. Cioè su queste materie non può normare il Parlamento italiano, perché in questo territorio, in questa regione, la possibilità di legiferare è data a questo Consiglio regionale. Ma nelle materie di legislazione concorrente, è scritto nel Titolo V della Costituzione così come riformato, la potestà legislativa spetta alle Regioni e le leggi che vengono approvate utilizzando tale potestà valgono anche nei confronti dello Stato, poiché la Repubblica si articola in Stato, Regioni, Province e Comuni, ognuno dei quali ha un compito che è regolato dalla legislazione costituzionale.
E allora, se noi facciamo una legge in una materia che non sia di esclusiva competenza del Parlamento nazionale, utilizzando quindi la nostra potestà di legiferare in modo concorrente, e se il Governo non solleva conflitti di attribuzione e la Corte costituzionale non interviene per annullare quel provvedimento, quella legge vale o non vale in questo territorio? Vale o non vale per i nostri funzionari la legge regionale in questo territorio? Vale o non vale la legge regionale in questo territorio per i dirigenti e i funzionari delle amministrazioni locali? Io penso di sì e questo è uno dei temi che solleveremo nella discussione di questi articoli, perché la ragione principale per cui molti problemi non sono risolti - e noi ce li ritroviamo puntualmente in questo tavolo - sta nel fatto che le leggi della Regione non sono rispettate e non sono fatte rispettare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signor Presidente, che questo provvedimento non fosse corrispondente a quanto era stato promesso in sede di discussione della finanziaria 2009 lo sappiamo tutti e le prime critiche a questo collegato alla finanziaria le ha avanzate la maggioranza, non la minoranza.
L'opposizione, a iniziare dai lavori svolti in Commissione, ha tenuto una posizione ferma, una linea chiara, dicendo espressamente che questo provvedimento andava profondamente modificato, semplificato, concentrato in pochi articoli e in interventi forti di risposta allo stato di crisi. Ci sono poco più di 100 milioni a disposizione; noi abbiamo chiesto che queste risorse fossero destinate principalmente ad azioni concrete, efficaci, capaci di dare risposte alle fasce deboli della popolazione e che la Giunta potesse attuare in pochi mesi, in poche settimane, per far fronte a un momento davvero difficile.
Questa è l'urgenza che noi abbiamo segnalato e su cui ci siamo spesi. Abbiamo lavorato in questa direzione in Commissione, diamo atto alla Giunta e alla maggioranza di aver trovato con noi, su alcuni punti, accordi importanti per migliorare il testo. Abbiamo raggiunto, secondo me, degli accordi importanti che riusciranno a dare una qualche risposta e continueremo in Aula a lavorare in questa direzione. Abbiamo anche proposto un emendamento che recupera o annulla numerosi interventi che noi riteniamo inutili o rinviabili alla prossima finanziaria, in modo da recuperare una cifra pari a 20 milioni di euro che possiamo ulteriormente concentrare sui pochi interventi che abbiamo insieme concordato.
E' vero, è stato già detto, ci sono dei segnali di ripresa, dei timidi segnali di ripresa, l'inizio di una fine, ma abbiamo la consapevolezza che le nostre famiglie, le famiglie sarde e quelle dell'intera Nazione, vivranno per tutto il 2010 una situazione difficile, lo stato di crisi non si allenterà per le fasce più deboli. E siamo tutti a conoscenza di un dato spaventoso: in Italia si sono persi 300 mila posti di lavoro, in Sardegna quasi 10 mila e in molti casi non ci sono nemmeno ammortizzatori sociali. Ecco perché chiediamo di concentrare l'attenzione su questa emergenza.
Certo, sono d'accordo con l'onorevole Diana quando dice che non possiamo occuparci solo di crisi, di precari, di disoccupati, di posti di lavoro che vengono a mancare. Sono d'accordo, non possiamo eternamente discutere di queste situazioni, il fatto è che spesso abbiamo discusso e approvato norme che poi non sono state applicate dalla stessa Regione e dagli enti regionali. Credo che tutti concordiamo sui temi che ha posto il presidente Floris, quando ha parlato dell'urgenza di occuparci di energia, di trasporti, di infrastrutture, di riforme. Tutti concordiamo sulla necessità di una riforma della pubblica amministrazione, perché è anche vero che il nostro è un bilancio falso, come diceva il collega Uras ieri, è un bilancio fatto di stanziamenti spesso non spesi, è un bilancio fatto di una mole di residui spaventosa, che è il segnale dell'incapacità di spendere. Bisogna riformare la pubblica amministrazione: facile affermarlo, anche a livello nazionale si stanno facendo degli sforzi in tal senso, più difficile metterlo in atto.
Il nostro bilancio, quindi, non riesce a dare risposte anche perché non si riesce a dare attuazione a molti degli interventi pur giusti che spesso vengono approvati. Sono convinto, però, che molto dipenda dalla nostra capacità, dalla capacità della Regione di attuare le politiche che decide di realizzare. La Regione con il suo bilancio può fare molto, può dare molte risposte con le risorse che ha a disposizione, ma credo che anche lo Stato debba fare la sua parte. In altri Stati della Comunità europea le regioni che hanno diminuito il loro divario di sviluppo sono riuscite in questo intento anche perché i rispettivi Stati hanno fatto la loro parte.
Quindi noi come Regione dobbiamo fare la nostra parte, ma chiamiamo lo Stato a fare altrettanto. Bene hanno fatto i deputati sardi di centrodestra e di centrosinistra a contestare il DPEF laddove non veniva prestata la giusta attenzione alla nostra regione. Capisco, onorevole Maninchedda, che i fondi FAS sono utilizzati per le emergenze di tutto il Paese e vengono sottratti per sopperire al bilancio ingessato di uno Stato che non riesce a spendere, e anche di questo dobbiamo renderci conto. Pensiamo, ad esempio, alle Ferrovie dello Stato, che dovrebbero destinare il 38 per cento dei propri investimenti alle regioni del Meridione e ne destinano appena il 18 per cento, e sono sicuro che in Sardegna la percentuale è molto più bassa, oppure all'ANAS e a quanto essa investe per la viabilità nella nostra regione e nel Meridione d'Italia. Lo Stato, però, deve fare la sua parte e noi dobbiamo pretenderlo. Quindi, nell'occuparci di temi importanti per il superamento del divario di sviluppo, dobbiamo occuparci della riforma della pubblica amministrazione, ma dobbiamo occuparci anche e con forza del confronto con lo Stato.
Allora, pur se nell'articolo 2 vi sono dei commi che condividiamo in quanto vanno nella direzione da noi indicata, noi avanziamo queste critiche perché a partire da questo collegato dobbiamo ridurre gli interventi a pioggia, gli interventi che poi si perdono nei rivoli del bilancio e perlopiù non vengono attuati. Mi riferisco, per esempio, a quelle disposizioni che intervengono per attuare il Piano paesaggistico e che prevedono la spendita di 3 milioni e mezzo di euro per predisporre, da qui a dicembre, tutta una serie di strumenti che serviranno a questo fine. Avremo la capacità di spendere queste risorse o non sarebbe meglio, in questo momento, orientarle verso ciò che è più urgente, cioè far fronte alla crisi economica? Questo è l'appello che noi rivolgiamo alla maggioranza. Abbiamo raggiunto importanti accordi, possiamo indirizzare ulteriori risorse verso quegli accordi che avete anche voi condiviso con noi. Si tratta di aprirsi a un dialogo fattivo che tenda a migliorare davvero questo complesso provvedimento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mariano Contu. Ne ha facoltà.
CONTU MARIANO (P.d.L.). Signor Presidente, signor Assessore, colleghi del Consiglio, dopo aver ascoltato l'intervento del collega Sabatini sull'articolo 2 non posso che essere in disaccordo con lui almeno su due punti: qui si vorrebbe, secondo quanto chiede la piazza, perché anche oggi sono in corso delle manifestazioni davanti al palazzo del Consiglio regionale, fare dell'emergenza la quotidianità. Per non abituarci al fatto che l'eccezionalità diventi consuetudine, molto probabilmente bisognerebbe affrontare i temi badando a quelle che sono le emergenze, ma pensando anche alla programmazione, di cui non ci si deve dimenticare, soprattutto quando si ereditano situazioni come quella che abbiamo ereditato noi, in cui in termini di programmazione poco si è fatto, per non dire nulla.
Chiaramente, collega Sabatini, io accolgo lo spirito che ha animato il suo discorso, però devo dire che non si può predicare bene e razzolare male, nel senso che l'articolo che stiamo esaminando parla dei settori produttivi e occupazionali e comunque sia una grossa parte dei trentuno commi che lo compongono è destinata a risolvere anche i problemi dell'emergenza. Inoltre sono messe a disposizione delle risorse per la riattivazione di processi che erano stati bloccati negli ultimi cinque anni. Voglio citare due esempi: il settore dell'apprendistato e quello alberghiero, dove negli ultimi cinque anni c'è stato lo stop assoluto.
Molti di voi sanno che nella passata legislatura l'attenzione su questi temi, così come su altri, noi l'abbiamo manifestata in tante occasioni, ma siccome non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire si è fatto tutt'altro che prepararsi ad affrontare i preannunciati momenti di crisi che sarebbero arrivati anche per la Sardegna, aggravati, all'inizio di questa legislatura, da una crisi internazionale che nei nostri territori sta manifestando tutti i suoi effetti negativi proprio in questo momento. Mancavano solo gli incendi, l'unica cosa che forse non avevamo messo in conto!
Questo per dire, collega Diana, che le emergenze di cui lei andava a parlare nelle piazze, non le abbiamo scoperte oggi. Abbiamo scoperto diversi anni fa che vi era un crescendo pauroso di emergenze. Io ricordo le manifestazioni per le nuove povertà, per il precariato e quelle del mondo agricolo. Allora, con l'articolo 2 si vogliono affrontare proprio alcune di queste emergenze. Voglio dire che ci si era dimenticati, per esempio, delle aziende agricole in difficoltà. Le risorse stanziate non solo nella finanziaria del 2007, ma anche in quella del 2008, per un totale di 7 milioni di euro, aspettano ancora di essere erogate. Allora occorre sapere a chi si prevedeva di destinare quelle risorse, per ottenere le quali le domande dovevano essere presentate entro il 31 dicembre 2007. Lo dico perché neanche su questo voi avete fatto chiarezza, sapere cioè a chi erano destinate quelle risorse. Quindi, svincolare risorse di questa entità credo sia importante per le aziende che stanno pagando una crisi nata dal non aver voluto affrontare il problema delle aziende agricole in maniera compiuta.
Credo che degli altri commi si possa prendere in considerazione quello che prevede la creazione di un fondo di 3 milioni di euro per incentivare, tramite i consorzi di difesa, le aziende agricole a ricorrere agli interventi assicurativi previsti nel Piano assicurativo nazionale. Credo che da questo punto di vista incominci un nuovo percorso per le aziende agricole, indirizzate non verso le solite richieste di indennizzi per danni di qualsiasi genere, ma verso la prevenzione delle calamità naturali, ove possibile, e l'attivazione di forme di assicurazione che diano loro una garanzia rispetto a quelle risorse che per le richieste di indennizzi verranno sempre meno.
Non apro il tema dell'incentivo al consumo dei prodotti agricoli, molto probabilmente ne parleremo quando arriverà in Consiglio il progetto di legge volto a favorire il consumo dei prodotti agroalimentari sardi, che credo sarà uno dei prossimi appuntamenti dell'Aula. In ogni caso, il fatto che nell'immediato noi metteremo a disposizione risorse per favorire il consumo dei prodotti agricoli, attraverso la vendita diretta, penso che sia importante anche per i comuni, che dovranno attrezzare apposite aree.
E' altresì importante che con i commi dal 12 al 15 sia stato affrontato il problema riguardante il settore della vitivinicoltura. Sappiamo benissimo che la Commissione europea ha approvato il Regolamento numero 479 del 2008, che prevede, praticamente, la regolarizzazione dei vigneti impiantati dopo il 31 agosto 1998 e dà finalmente un indirizzo su cosa è previsto, su cosa è autorizzabile, su cosa in questo settore i nostri imprenditori agricoli possono realizzare. Bene, al 31 dicembre 2009 i vigneti impiantati dopo il 31 agosto del 1998 dovrebbero essere regolarizzati, e soprattutto è importante aver definito l'indennizzo spettante per tale regolarizzazione. E allora, direi che in un settore trainante per il mondo agricolo, quello della vitivinicoltura, si fa chiarezza ma soprattutto si danno certezze per il prosieguo.
Importante è anche il provvedimento contenuto nel comma 17, per il pagamento dei contributi in conto interessi sui prestiti concessi alle imprese artigiane relativamente alle pratiche finanziate nelle passate annualità. Anche in questo caso aver messo a disposizione delle risorse per le imprese artigiane credo che apra una pagina di speranza per il futuro delle imprese che si trovano in difficoltà nel pagamento degli interessi sui mutui attivati.
Quindi, andando avanti nei diversi settori, è chiaro che con 130 milioni di euro si possono affrontare solo alcuni temi, ma quello che a noi oggi interessa, come il mio Capogruppo ha già affermato, è il fatto che diamo un segnale politico rispetto a una crisi che ci sta soffocando e una boccata di ossigeno alle imprese dei vari comparti. Non possiamo, però, fermarci a ragionare soltanto delle emergenze, che stiamo comunque affrontando, e vorrei che da queste parole scaturisse anche quell'impegno che stiamo mettendo attraverso i lavori delle Commissioni per quanto riguarda l'agricoltura e l'ambiente. Credo che anche i colleghi della minoranza siano ben informati, grazie alla loro partecipazione alle riunioni di Commissione, sul fatto che noi i temi li abbiamo e li stiamo affrontando e soprattutto stiamo predisponendo gli strumenti legislativi che servono per fare programmazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, sarò breve e la brevità del mio intervento è motivata principalmentte dall'esiguità degli interventi previsti in determinati settori, interventi che in questo collegato probabilmente non potevano avere più consistente collocazione finanziaria.
A proposito dell'intervento del collega Contu, a me fa piacere che al comma 9 dell'articolo 2 sia riportato il provvedimento che riguarda, appunto, la ristrutturazione dei debiti delle imprese agricole; ristrutturazione che è stata presentata dal sottoscritto con la proposta di legge numero 7 dell'8 aprile 2009, che da oltre cento giorni giace in Commissione - lo dico per il collega Contu, se mi ascolta - in attesa di essere sottoposta alla relativa istruttoria. Comunque sia, il comma 9 dell'articolo 2 riporta fedelmente il contenuto dell'articolo 8 della mia proposta di legge, ma sarebbe stato probabilmente più utile per il Consiglio che tale proposta fosse stata istruita in Commissione e portata all'attenzione dell'Aula nella sua interezza. A me fa in ogni caso piacere che si stia prevedendo questa misura per le imprese agricole, in quanto sono stato il primo a proporla. Era da anni che noi ci battevamo, lo abbiamo fatto anche nella scorsa legislatura, perché fosse adottata una soluzione del genere, e quindi la Giunta in questo senso è stata abbastanza solerte.
Voglio solo dire questo: certamente, come ha detto qualche collega che mi ha preceduto, né questo collegato né le prossime finanziarie, potranno in alcun modo essere determinanti per la soluzione delle problematiche socioeconomiche ormai strutturali del nostro sistema economico e produttivo, però è indispensabile e necessario affrontarle con coraggio. E affrontare con coraggio le problematiche vuol dire individuare il settore che in questo momento è prossimo al tracollo economico e quindi adottare un provvedimento d'urgenza affinché non trascini nella caduta, con un effetto domino, anche altri settori. Mi verrebbe voglia di dire che, praticamente, quasi tutti i settori dei comparti produttivi vivono in questo limbo, in questa nebbia che difficilmente verrà dissipata. E' necessario intervenire certamente con una legge strutturale, che possa dare vitalità e competitività ai nostri settori produttivi.
Debbo solo fare un appunto all'Esecutivo: neanche in questo collegato sono presenti incentivi in conto capitale per l'artigianato e il commercio. Ne abbiamo discusso in Commissione, sono stati presi degli impegni e abbiamo presentato degli emendamenti. Non difenderemo a oltranza quegli emendamenti, ma vogliamo un impegno formale della Giunta affinché nella prossima finanziaria, fatto il conteggio dei residui passivi che risultano dalle annualità passate per gli stessi settori, le risorse da destinare loro possano essere adeguatamente integrate. Si tratta di settori che sono oggi alla base dell'economia isolana e nazionale, in quanto sono proprio le piccole e micro imprese che rappresentano l'economia reale della Nazione e sono le piccole e micro imprese che tengono tuttora vitale e viva l'economia nazionale e sarda. Occorre pertanto dare loro ristoro con adeguate risorse, affinché possano reggere all'impatto della recessione economica nazionale e internazionale che sta arrivando con un po' di ritardo anche in Sardegna e che determinerà la chiusura di moltissime piccole e micro imprese appunto perché non sono in grado di reggere a questo impatto.
Perché dico questo? Perché per assurdo, nel momento in cui il sistema creditizio dovrebbe incentivare e sostenere il sistema economico, quindi il comparto produttivo isolano, c'è invece una chiusura quasi totale nell'erogazione di crediti alle imprese. Questo perché le nostre banche sono abituate a prendere, ma non legittimamente, normalmente - non parlo di usura -, diciamo che sono abituate a prendere in modo spasmodico risorse alle imprese, per una mancanza cronica, atavica del nostro sistema creditizio, la mancanza cioè di una concreta valutazione del sistema del credito da parte della magistratura. Oggi le banche pensano a prelevare, ma niente fanno, malgrado le roboanti dichiarazioni in tal senso, per promuovere lo sviluppo economico in Sardegna. Ebbene, quelle stesse banche che hanno munto le casse regionali per decenni, ottenendo miliardi e miliardi di interessi, quelle stesse banche che hanno spremuto fino all'osso le nostre imprese, che le hanno strozzate con gli interessi, oggi hanno messo il cappio al collo alla piccola e micro impresa isolana non consentendole in alcun modo l'accesso al credito e per di più limitando, tagliando, defalcando quelle risorse che sino a ieri le avevano messo a disposizione.
Ecco il perché della richiesta di intervento verso la piccola e micro impresa artigiana e commerciale e verso la piccola e media impresa industriale. Sì, è vero, c'è stato l'intervento sui confidi, che però va in una sola direzione, perché? Perché di confidi abilitati in Sardegna ce ne sono due, ma di fatto opererà solo uno, opererà cioè il confidi della Confindustria in quanto, come dichiarato in Commissione dal Presidente della Confederazione nazionale dell'artigianato, l'unico confidi che riguarda l'artigianato ha difficoltà a decollare e a essere operativo. Ma il confidi interviene solo sui prestiti a breve termine, sino a questo momento. Di liquidità certamente si ha necessità, ma tutto il settore artigiano oggi langue, non può accedere al credito perché solo la Confindustria riuscirà a gestire, in questo periodo di difficoltà, le risorse finanziarie dei confidi.
Detto questo è necessario intervenire, visto che il piccolo intervento previsto riguarda i debiti pregressi, sulla legge numero 51 affinché sia dotata di risorse sufficienti per intervenire almeno nell'immediato sul credito di esercizio e quindi sulla liquidità della piccola e micro impresa affinché possa realizzare investimenti, perché sono gli investimenti che rimettono in funzione l'economia, creano lavoro, danno lavoro all'impresa edile e a tutto l'indotto. E' indispensabile che nel breve periodo si ponga attenzione a questo aspetto, affinché sia le imprese artigiane sia le imprese commerciali e la piccola e media industria possano riattivare il loro sistema aziendale, possano realizzare nuovi investimenti, ampliare le aziende, crearne di nuove e con il loro apporto possano dare una mano determinante non solo per sollevare l'economia, ma per tutelare esse stesse le loro esigenze.
Io chiaramente sto riportando l'esigenza che è stata presentata dall'intera Commissione industria alla Commissione bilancio e alla Giunta. Credo, comunque, che su questo argomento ritorneremo durante la discussione degli emendamenti all'articolo 2, pregando ancora una volta l'Esecutivo regionale di prestare reale e concreta attenzione al mondo della piccola e micro impresa, principalmente artigiana e commerciale, perché vi è la necessità di interventi immediati. Interventi che sono stati sollecitati anche recentissimamente durante l'audizione in Commissione dei rappresentanti della Confartigianato e della Cassa artigiani, in occasione della illustrazione di una legge di incentivazione che la Commissione stessa ha predisposto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Sono costretto a intervenire nuovamente perché è vergognoso che interventi importanti, quale quello svolto adesso dal presidente Rassu, che ha toccato il cuore dei problemi che ci troviamo ad affrontare, vengano ascoltato da venti consiglieri.
Chiedo la verifica del numero legale, perché non possiamo affrontare il cuore del provvedimento in esame in un'aula vuota.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Barracciu, Cocco Pietro, Cuccu, Diana Giampaolo e Lotto sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Paolo - Stochino - Tocco.)
Poiché il Consiglio non è in numero legale, la seduta è tolta. I lavori riprenderanno questo pomeriggio, alle ore 16. Il primo iscritto a parlare è il consigliere Giampaolo Diana.
La seduta è tolta alle ore 13 e 19.