Seduta n.372 del 18/12/2012 

CCCLXXII SEDUTA

Martedì 18 dicembre 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 17 e 08.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 17 ottobre 2012 (364), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Mario Bruno, Giorgio Cugusi, Adriano Salis, Paolo Terzo Sanna, Edoardo Tocco e Pierpaolo Vargiu hanno chiesto congedo per la seduta del 18 dicembre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 14 dicembre 2012, è pervenuta la comunicazione del Presidente della Regione che, con decreto numero 153 del 22 novembre 2012, ha assunto in via provvisoria le funzioni di Assessore della difesa dell'ambiente e, con decreto numero 155 del 27 novembre 2012, ha nominato l'onorevole Andrea Mario Biancareddu Assessore della difesa dell'ambiente.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Lotto - Diana Giampaolo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sabatini - Solinas Antonio:

"Norme per la promozione della partecipazione dei cittadini alla elaborazione delle politiche pubbliche regionali e locali". (460)
(Pervenuta l'11 dicembre 2012 e assegnata alla prima Commissione)

Piras - Pittalis - Amadu - Contu Mariano Ignazio - Gallus - Greco - Locci - Lunesu - Murgioni - Peru - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo Terzo - Stochino - Tocco:

"Norme per l'accoglienza, l'integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri nella Regione Sardegna". (461)
(Pervenuta il 13 dicembre 2012 e assegnata alla seconda Commissione)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"InterrogazioneLocci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione occupazionale legata alla probabile messa in mobilità o cassa integrazione del personale della compagnia aerea Meridiana e sul possibile utilizzo su tutte le rotte sarde dei vecchi aerei MD-80." (1003)

"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi della Giunta regionale nella nomina dei direttori generali nelle agenzie agricole e sulle scelte attuali dei commissari." (1004)

"InterrogazioneCocco Daniele Secondo - Uras, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versano i dipendenti AIAS nella Regione Sardegna." (1005)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla modalità di scelta dei componenti della Commissione regionale sangue." (1006)

"Interrogazione Cuccu - Moriconi - Cucca - Manca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assegnazione degli immobili per il Comando dell'Ente foreste nel Parco nazionale dell'Asinara." (1007)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito al proliferare di impianti a biogas ed energie rinnovabili nel territorio sardo, con particolare interessamento dell'area compresa fra Decimoputzu, Vallermosa, Villasor, Villacidro e Guspini." (1008)

"Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dell'ospedale di Alghero e in particolare sul trasferimento ad altro servizio del medico che opera nell'Unità operativa di diabetologia del presidio ospedaliero di Alghero." (1009)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interpellanza Stochino - Pittalis - Peru - Lai - Piras - Contu Mariano Ignazio riguardo la responsabilità della Regione relativamente alla nullità della procedura di esproprio di superfici per la riqualificazione e il potenziamento dell'aeroporto di Tortolì-Arbatax." (378)

"Interpellanza Corda sull'inderogabile esigenza dell'adozione di omogeneo metodo di valutazione multidimensionale per stabilire il profilo socio-sanitario delle persone anziane che intendono usufruire di servizi residenziali (RSA)." (379/C-7)

"Interpellanza Diana Giampaolo sulla riduzione dell'operatività dell'ufficio postale del Comune di Nuragus." (380)

"Interpellanza Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sul ventilato trasferimento del VII Reparto volo della Polizia di Stato con sede ad Abbasanta." (381/C-1)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Mozione Barracciu - Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Maninchedda - Agus - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sulla revoca del bando "Scuola digitale - Semid@s" e sulla necessità di annullare l'Accordo di programma tra il MIUR e la Regione sui temi della cloud education, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento." (226)

PRESIDENTE. Considerata l'assenza della Giunta sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 13, viene ripresa alle ore 17 e 32.)

Discussione della mozione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cuccureddu - Mulas - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Pittalis - Petrini - Peru - Stochino - Amadu - Floris Rosanna - Gallus - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Piras - Lai - Randazzo - Rodin - Porcu sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (224)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 224.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

MozioneSanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Uras - Sechi - Cugusi - Zuncheddu - Cuccureddu - Mulas - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Pittalis - Petrini - Peru - Stochino - Amadu - Floris Rosanna - Gallus - Contu Mariano Ignazio - Murgioni - Piras - Lai - Randazzo - Rodin - Porcu sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

RICHIAMATA la dichiarazione solenne di sovranità del popolo sardo sulla Sardegna approvata dal Consiglio regionale nel 1999;

RICHIAMATI altresì i contenuti della mozione per l'indipendenza presentata in Consiglio regionale nel maggio del 2009;

RICORDATI i tentativi di riforma dello Statuto sardo da parte dei Parlamentari eletti nell'Isola e le iniziative di modifica costituzionale approvate dal Consiglio regionale della Sardegna;

SOTTOLINEATO il vano tentativo di riscrivere lo Statuto dell'autonomia sarda per il tramite dell'Assemblea costituente del popolo sardo nonostante l'approvazione dell'apposita legge di modifica costituzionale approvata dal Consiglio regionale nella XII Legislatura e il pronunciamento favorevole del popolo sardo in occasione della consultazione referendaria del 6 maggio 2012;

CONSTATATO che in sessantaquattro anni di autonomia speciale il Parlamento italiano non ha mai approvato alcuna proposta di legge costituzionale votata dal Consiglio regionale della Sardegna;

PRESO ATTO dell'attacco centralista portato dal Governo italiano alla Sardegna e alle specialità regionali;

CONSTATATO altresì l'affermarsi in Europa delle cosiddette nazioni emergenti ad incominciare dalla Catalogna e dalla Scozia che nel 2014 sottoporrà al popolo scozzese attraverso un referendum la scelta dell'indipendenza dalla Gran Bretagna;

DENUNCIATA la crisi economica e sociale che investe la Sardegna e le inefficaci risposte dello Stato italiano per far fronte alla emergenza occupazionale nell'Isola;

DENUNCIATO altresì che le strutture centrali non rappresentano adeguatamente gli interessi del popolo sardo in sede internazionale ed europea;

EVIDENZIATA la violazione dei diritti umani nei riguardi dei sardi per l'oppressione della lingua sarda e per la politica d'assimilazione linguistica portata avanti dall'Italia in Sardegna;

AFFERMATO il diritto della nazione sarda alla propria lingua e all'insegnamento della storia, della cultura e della lingua sarda nelle scuole di ogni ordine e grado dell'Isola,

dichiara solennemente

la Sardegna nazione indipendente,

fa voti affinché

la dichiarazione di indipendenza della Sardegna sia sottoposta al voto del popolo sardo attraverso il referendum consultivo.)

PRESIDENTE. Vorrei un attimo di attenzione per far presente all'Aula che la mozione è stata obbligatoriamente iscritta all'ordine del giorno, ai sensi dell'articolo 54 del Regolamento, in quanto sottoscritta da un quarto dei componenti l'Assemblea.

Premesso che l'Aula ha piena autonomia sulle determinazioni da assumere rispetto agli atti che le vengono sottoposti, ritengo doveroso richiamare l'attenzione dei consiglieri sul fatto che la mozione in discussione contiene aspetti di palese contrasto con la Costituzione, ciò è confermato dalla Giurisprudenza anche recente della Corte costituzionale.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, stamattina la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha respinto la proposta dei Riformatori Sardi di inserire al primo punto dell'ordine del giorno la legge sulle province. Noi Riformatori riteniamo che questa sia una decisione molto grave perché mette a serio rischio la possibilità che venga rispettato il termine del 28 febbraio previsto dalla legge che abbiamo approvato a maggio in quest'Aula. In questo modo si violano, secondo noi, le aspettative e, direi, anche i diritti dei sardi che, a stragrande maggioranza, a maggio, hanno votato per abolire le province, addirittura tutte e otto le province, anche se sappiamo che alcune di queste non possono essere abolite. Abbiamo il sospetto che permangano, in molte forze politiche, forti resistenze alla modernizzazione della Regione e al superamento di un inutile, burocratico e costoso livello amministrativo.

Prendiamo atto di questo e chiediamo l'inserimento all'ordine del giorno dell'Aula della legge sulle province al primo punto; qualora non venisse concesso, comunico che noi Riformatori non parteciperemo ai lavori di questa tornata. La pregherei di voler considerare questa nostra assenza come un'assenza politica per tutti e sei i componenti del Gruppo.

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, la Conferenza dei Presidenti di Gruppo aveva già definito l'iter della legge sulle province attribuendole una corsia preferenziale perché si era deciso che, non appena esitata dalla Commissione, la si sarebbe inserita all'ordine del giorno del Consiglio immediatamente dopo la legge elettorale.

Questa era stata la decisione assunta, questa è la decisione che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha rispettato, fermo restando che c'è la possibilità ovviamente di chiederne l'inserimento in Aula, in base all'articolo del Regolamento che prevede, con un intervento sull'ordine dei lavori, di fare la proposta all'Aula, un oratore a favore, un oratore contro, dopodiché l'Aula delibera con votazione per alzata di mano.

Mi stanno facendo presente gli Uffici, tra le altre cose, che i termini per la presentazione della relazione di minoranza scadono il 23, per cui, onorevole Meloni, non posso neanche mettere la proposta in votazione perché le prerogative delle forze di opposizione devono essere salvaguardate, in ogni caso gli accordi stabiliti in Conferenza dei Presidenti di Gruppo sono stati rispettati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Presidente, oggi stiamo discutendo la mozione sull'indipendenza del popolo sardo e credo che, visto che siamo sotto Natale, dovremmo anche un attimino pensare ai tanti sardi che aspettano da questo Consiglio regionale una legge che non è stata portata in quest'Aula da oramai vent'anni, la legge numero 423, che riapre i termini dei piani di risanamento. Le chiedo lumi visti anche gli impegni che io e il collega Sabatini abbiamo preso nei confronti della Magistratura e dei sindaci per portare in Aula questa legge.

PRESIDENTE. Onorevole Stochino, la legge è già inserita nell'ordine del giorno del Consiglio, quando arriverà il momento, la esamineremo. E' il punto numero 9.

(Interruzione)

Onorevole Stochino è già intervenuto! Voleva sapere e le ho già risposto! Onorevole Stochino, non è a ripetizione! Scusi!

(Il consigliere Stochino si incatena ai banchi)

Onorevole Stochino per cortesia! La seduta è sospesa!

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 37, viene ripresa alle ore 17 e 41.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto. Prego i colleghi di prendere posto, grazie!

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per dire due o tre cose velocissime. Intanto, con grande rispetto e stima, nei confronti del collega Franco Meloni, mi permetto di ricordare al collega che probabilmente ha informazioni non del tutto corrette rispetto al dibattito in Conferenza dei Capigruppo rispetto a ciò che lui ha richiesto.

Poi, vorrei chiederle, Presidente, dopo che lei ha sollevato il palese contrasto della mozione, a firma del collega Giacomo Sanna, come intende procedere. Vorrei capire se il Consiglio comunque dalla Presidenza è autorizzato a discutere, a esaminare un qualcosa che è in palese contrasto con la Costituzione. Vorrei capire qual è il parere, se mi permettete, della Presidenza.

Infine vorrei capire, non provocatoriamente, se quest'Aula è diventata una palestra che somiglia più a una gabbia di un circo e vorrei sapere se è ancora occupata quest'Aula oppure se era uno scherzo di carnevale.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, ho precisato prima che la Presidenza è costretta a iscrivere all'ordine del giorno la mozione in quanto si è fatto ricorso all'articolo 54 del Regolamento, per cui è stata chiesta la convocazione urgente, e la mozione è sottoscritta da un quarto dei componenti dell'Assemblea. Era mio preciso dovere far presente all'Aula che la mozione ha dei profili di incostituzionalità, poi l'Aula è sovrana nel decidere. Per cui, se un consigliere o un Gruppo politico pone una questione pregiudiziale sarà l'Aula a determinare con un voto se proseguire o meno l'esame della mozione.

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, avanzo una proposta sull'ordine dei lavori: su un argomento come quello che lei ha evidenziato all'Aula c'è già un precedente, il precedente della Regione Veneto che ha avuto modo di discutere la stessa mozione a prescindere dall'approvazione che sia avvenuta nei modi e nei termini in cui la stessa mozione lo ha proposto. La mozione era uguale, non certamente copiata, l'argomento principale era questo, quello dell'indipendenza, la Regione Veneto l'ha discussa ampiamente al suo interno, poi le conclusioni sono quelle che ha ritenuto più opportune.

Credo che quest'Aula abbia l'autorevolezza e la libertà di poter discutere serenamente di un argomento come questo che è senz'altro oggetto di discussione ampia fuori da quest'Aula e non vedo perché quest'Aula ne debba restare fuori.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, i precedenti che valgono in questa Aula sono solo quelli che riguardano la nostra Regione e non certo quelli della Regione Veneto. Come ha ben sottolineato lei, l'Aula è sovrana di decidere se discutere o meno la mozione nonostante il palese contrasto con la Costituzione. E' una decisione che l'Aula in autonomia può assumere se viene posta una questione pregiudiziale. Per cui, se nessun Gruppo pone la questione pregiudiziale, io proseguo con la discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, intervengo solo per dare rassicurazione all'onorevole Giampaolo Diana sul fatto che abbiamo invitato il collega Stochino (che ha la nostra solidarietà, peraltro) a desistere dal gesto estremo dell'occupazione dell'Aula. Egli ha posto un problema che penso debba far riflettere tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anche io intervengo sull'ordine dei lavori perché per due volte lei, Presidente, ci ha detto che questa mozione avrebbe (credo non a giudizio suo ma magari dei funzionari e dei dirigenti che l'hanno supportata) dei profili di incostituzionalità. Ora, posto che io l'ho firmata e l'ho firmata ritenendo che non vi siano profili di incostituzionalità, perché poi tutto verte sulla accezione, sul valore che si dà al termine "nazione", se "nazione" è una unità linguistica - a mio avviso - non c'è nessun problema, se avessimo scritto "stato" chiaramente cambiava, però siccome vorremmo essere tutti consapevoli di ciò che abbiamo firmato e di ciò che eventualmente andremo a votare, le chiederei se può anche a noi riferire quali sono i profili di incostituzionalità e cioè che valore si dà al termine "nazione" specificamente utilizzato in luogo di "repubblica", "stato" eccetera eccetera.

PRESIDENTE. I profili di incostituzionalità derivano dalla giurisprudenza costante e anche da quanto è stato affermato in occasione dell'impugnazione sulla legge sulla Consulta che questo Consiglio aveva esitato e soprattutto con riferimento al concetto di sovranità.

Allora, se nessun Gruppo pone la questione pregiudiziale, procedo con l'esame della mozione… Onorevole Giacomo Sanna… Non possiamo fare adesso una discussione sulla ammissibilità, non le ho ancora dato la parola, sto aspettando che un Gruppo… Pensavo si stesse scrivendo peraltro.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Mi chiamo ancora Giacomo Sanna e, se mi chiama, mi alzo.

PRESIDENTE. Ha ragione, però pensavo che lei volesse intervenire nuovamente sulla discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 47, viene ripresa alle ore 18 e 01.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Sardegna è già Domani). Presidente, mi ero iscritto anche precedentemente, ma alcuni argomenti sono stati superati per cui non intendo tornarci sopra. Chiedo di poter accedere alla discussione sulla dichiarazione di indipendenza del popolo sardo, di cui sono tra l'altro firmatario, con uno spirito ben preciso, cioè a mio avviso è utile e opportuno rispettare le idee di tutti, io rispetto molto la proposta dei Sardisti, non la condivido, però ritengo che sia giusto e corretto parlarne. Dopodiché, se ci saranno dei vincoli, come lei giustamente ha sottolineato, di tipo costituzionale, questi magari potremmo verificarli dopo il voto, se sarà necessario. Però ritengo che l'Aula debba dare la possibilità, anche a chi la pensa diversamente da noi, di esprimere la propria idea, di poterla discutere e confrontare. Questo è un momento utile per tutti perché questa discussione e questo confronto avvengano, anche se non è esattamente in questo momento una priorità, però è una tra le priorità che questo Consiglio deve assolutamente prendere in considerazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI). Da un po' di tempo a questa parte assistiamo, a più riprese, al fatto che si disattendono gli impegni presi nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, è avvenuto l'altro giorno, sta avvenendo oggi, eccetera. Siccome esistono le marchette e il folclore (io non appartengo né a una categoria né all'altra), ho il dovere di comunicare che, se questo Consiglio regionale si attiene a quelle decisioni, ha un senso, se no anche io faccio una proposta che però ha un significato diverso. I cacciatori attendono (è una loro aspettativa, sono oltre 40 mila) l'approvazione della legge sulla caccia che è all'ordine del giorno come le altre. Allora o si segue puntualmente l'ordine che è stato stabilito dai Capigruppo, oppure anche noi chiediamo che venga data priorità alla legge sulla caccia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intanto per dirvi in pochi secondi che la sospensione era stata chiesta proprio per una valutazione sull'opportunità o meno (e noi siamo convinti) che si debba discutere la mozione presentata, che vede primo firmatario l'onorevole Giacomo Sanna. Diremo nel dibattito le ragioni per cui esprimeremo il voto che esprimeremo nei nostri interventi. Riteniamo però che questa sia una discussione molto impegnativa, davvero molto impegnativa, e non comprendo perché, a una discussione così impegnativa per la Sardegna e per il popolo sardo, debba mancare il Presidente della Regione.

Pertanto le chiedo, signor Presidente, se può verificare l'eventuale disponibilità del presidente Cappellacci a raggiungerci repentinamente in Aula, perché ritengo davvero importante, se vogliamo dare valore a questa discussione, che ci sia il Presidente della Regione. Nulla contro i due Assessori che sono presenti.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, dubito che il Presidente della Regione possa arrivare in Aula, visto e considerato che è impegnato a Porto Torres con il ministro Passera.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Intervengo per dire che il Presidente della Regione avrebbe, secondo quanto mi ha comunicato, espresso il desiderio di essere presente alla discussione di questa mozione così importante. Oggi non è presente perché è a Roma, sarebbe disponibile domani, se l'Aula lo ritenesse.

OPPI (U.D.C.-FLI). Ha il dono dell'ubiquità? E' a Roma o a Porto Torres?

PRESIDENTE. Non conosco nel dettaglio l'agenda del Presidente, sapevo che questa mattina era Porto Torres col ministro Passera, se poi si è recato a Roma questa sera, non ne ero a conoscenza. Vi ricordo che, alla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, ha partecipato anche la Giunta e la decisione di portare all'esame dell'Aula questa sera la mozione è stata presa con l'unanimità del consenso di tutti i presenti.

Vi prego! E' una discussione che non porta a niente.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). In ragione della novità che ci ha adesso comunicato l'Assessore degli affari generali (il quale ha riferito l'esigenza del Presidente della Regione di essere presente e partecipare al dibattito di questa mozione, che tra l'altro io penso che sia giusto discutere), se il relatore fosse d'accordo, si potrebbe illustrare la mozione e poi rinviare il dibattito a domani mattina. Penso che faremmo una cosa utile.

PRESIDENTE. Convoco una breve Conferenza dei Presidenti di Gruppo e sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 07, viene ripresa alle ore 18 e 16.)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di riconvocare il Consiglio domani, mercoledì 19 dicembre, alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 18 e 17.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione occupazionale legata alla probabile messa in mobilità o cassa integrazione del personale della compagnia aerea Meridiana e sul possibile utilizzo su tutte le rotte sarde dei vecchi aerei MD-80.

Il sottoscritto,

preso atto che Meridiana Spa, su 2.098 dipendenti, dal luglio 2011 ha messo in cassa integrazione 633 dipendenti tra personale a terra e di volo;

considerato che:

- Meridiana, dal mese di gennaio 2013, da quanto si apprende dagli organi di stampa, dovrebbe lasciare a terra 7 aerei (3 Airbus 319 e 4 Airbus 320) e mettere in mobilità o cassa integrazione altre 650 persone, mantenendo in attività 10 aerei MD-80 e 7 Airbus;

- ci dovrebbe essere un trasferimento operativo di 8 equipaggi da Olbia a Verona con ulteriore perdita di presenza di forza lavoro della Sardegna;

- sembrerebbe che Meridiana abbia intenzione, in questa ipotesi di ristrutturazione, di utilizzare per le tratte dalla Sardegna al continente e viceversa i vecchi aerei MD-80 (che sembrava fossero destinati ad essere dismessi), privilegiando i nuovi Airbus per le tratte dal nord Italia e sud Italia, Sicilia compresa, e viceversa;

- in Sardegna, regione che ha già pagato e pagherà il prezzo più alto in termini di riduzione del personale operativo, Meridiana, a quanto pare, utilizzerà per le proprie tratte, gli aerei più vecchi ed obsoleti di proprietà della compagnia aerea, con i potenziali rischi che ciò comporta;

- questo avverrebbe nel momento in cui Meridiana ha appena acquisito un numero rilevante di nuove tratte (da e per la Sardegna) e si accinge a partecipare al nuovo bando per la continuità territoriale che si svolgerà nei prossimi mesi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quali azioni si possano mettere in atto per far recedere la compagnia aerea dal rischio che si arrivi ad una situazione in cui la Sardegna, pur essendo il maggior fornitore di passeggeri, possa subire il peggior trattamento in termini qualitativi rispetto al resto dell'Italia;

2) se non sia il caso di prevedere, se non è stato già fatto, nel bando sulla nuova continuità territoriale, una premialità per i vettori che, oltre a garantire il servizio e le tratte, utilizzino vettori aerei di standard qualitativo elevato come gli Airbus e migliorino la situazione occupazionale aziendale. (1003)

Interrogazione Lotto - Solinas Antonio - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi della Giunta regionale nella nomina dei direttori generali nelle agenzie agricole e sulle scelte attuali dei commissari.

I sottoscritti,

premesso che:

- il sistema agricolo sardo ha bisogno che sia l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale sia le agenzie agricole regionali svolgano al meglio il loro ruolo affinché si operi con puntualità per aiutare l'intero settore produttivo ad uscire dalla profonda crisi in cui versa;

- con la riforma di cui alla legge regionale 8 agosto 2006, n. 13, si è voluto creare un sistema di agenzie al servizio del settore che fosse più efficiente e rispondente alle esigenze degli agricoltori e delle filiere agroalimentari;

- da tempo serpeggia tra gli agricoltori una generale insoddisfazione su come le agenzie stesse svolgono il proprio ruolo di assistenza e sostegno al settore;

- da diverso tempo le Agenzie AGRIS e LAORE sono commissariate, con tutti i limiti che da un tale tipo di conduzione derivano alla operatività delle stesse;

considerato che:

- abbiamo tutti interesse a che il patrimonio di risorse umane presenti nelle agenzie venga utilizzato al meglio e con la massima valorizzazione delle professionalità in esse presenti;

- già nel 2010 vennero conferiti gli incarichi di coordinamento delle strutture centrali e periferiche, che destarono preoccupazione nel personale per le modalità con cui si pervenne a tali decisioni;

- risulta che anche di recente, nell'ambito dell'attuazione dei programmi di sviluppo rurale, sono state operate, contro il parere del dirigente del Servizio sviluppo rurale, delle sostituzioni dei tecnici richiesti dall'Autorità di gestione, entrando così in palese contraddizione con le strategie dell'Assessorato e creando comunque situazioni non favorevoli all'esigenza di portare a termine i programmi;

rilevato che:

- si ha notizia che la Giunta regionale si appresta a nominare, dopo colpevoli ed ingiustificabili ritardi, i direttori generali delle agenzie per chiudere finalmente la gestione commissariale;

- alcuni atti dell'attuale commissario di LAORE fanno intravedere il suo forte intendimento di procedere ad adottare atti di modifica della struttura organizzativa dell'Agenzia e a nominare i coordinatori delle unità organizzative,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

quali atti intenda porre in essere affinché nelle agenzie agricole, con la nomina dei nuovi direttori generali nelle figure di personalità adeguate per titoli e professionalità, abbia finalmente termine la gestione commissariale e si ripristinino le condizioni di normalità correttezza ed efficienza gestionale;

quali passi intenda fare presso gli attuali commissari affinché in questo periodo evitino di condizionare ulteriormente la situazione delle agenzie con scelte straordinarie che spettano alle nuove figure che verranno designate. (1004)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Uras, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione in cui versano i dipendenti AIAS nella Regione Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- in data 4 luglio 2012 è stata presentata l'interrogazione n. 907/A avente il seguente tenore:
"- l'AIAS, Associazione italiana per l'assistenza agli spastici, è fortemente radicata sul territorio sardo svolgendo un ruolo socio-assistenziale fondamentale ed indispensabile;
- la suddetta associazione, nelle sue diverse e numerose ramificazioni, svolge un ruolo riconducibile all'intervento riabilitativo e diretto, anche, a favorire le relazioni sociali e l'integrazione con il territorio;
- l'attività dell'AIAS viene svolta in regime di convenzione con l'azienda sanitaria;
- da anni gli operatori socio-sanitari, dipendenti dell'AIAS e della Fondazione Randazzo, vivono una situazione altamente penalizzante, posto che gli emolumenti loro spettanti per lo svolgimento della attività lavorativa vengono corrisposti con notevole ritardo rispetto alla maturazione del diritto;
- la carta stampata negli ultimi cinque anni è stata tempestata da notizie attinenti alla problematica in argomento;
evidenziato che:
- i dipendenti dell'AIAS svolgono il loro encomiabile lavoro in contesti necessitanti, oltre della competenza e professionalità, di molta pazienza, umanità e disponibilità;
- operare animati dal malcontento e dalla sfiducia nei confronti dei propri datori di lavoro non predispone il lavoratore al giusto stato d'animo richiesto e necessario per operare in questi contesti;
- oramai da anni i dipendenti dell'AIAS percepiscono il loro stipendio con due/tre mesi di ritardo;
- il ritardo nei pagamenti degli stipendi determina un effetto domino foriero di problematiche più ampie;
- invero, il mancato percepimento degli emolumenti maturati determina l'inevitabile ritardo, per le famiglie, nel pagamento delle rate di mutuo, utenze domestiche e quant'altro possa avere una improcrastinabile scadenza mensile;
rilevato che:
- come si apprende dalla carta stampata, l'AIAS individua la causa di tali ritardi nel mancato pagamento da parte dell'azienda sanitaria degli importi dovuti;
- l'azienda sanitaria, a sua volta, nega ogni addebito in merito al ritardo nei pagamenti, asserendo, di volta in volta, di aver provveduto alla corresponsione del dovuto a favore dell'AIAS piuttosto che della Fondazione Randazzo;
- sembrerebbe, altresì, che l'azienda sanitaria abbia apportato un taglio di circa il 20 per cento alle convenzioni stipulate, determinando una forte penalizzazione anche per gli utenti ai quali, a seguito dei tagli, non viene consentita la possibilità di usufruire dei servizi offerti dalla struttura;
- tale rimbalzo di responsabilità, dati gli interessi in gioco, merita un intervento chiarificatore;
preso atto che è necessario ed improcrastinabile individuare la fonte del problema che da anni determina questa insostenibile situazione, la quale va a gravare su un importantissimo ed indispensabile comparto,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di far sì che i lavoratori dell'AIAS possano mensilmente confidare nel ricevimento degli emolumenti loro spettanti;
2) se corrisponda al vero che l'azienda sanitaria ha posto in essere i tagli nella misura del 20 per cento;
3) quali siano le tempistiche per poter dare una soluzione al suindicato e delicato problema.";

considerato che:

- ad oggi nessuna risposta è pervenuta in argomento;

- il malcontento, lungi dall'essere diminuito, imperversa;

- invero, i dipendenti ad oggi non hanno ancora percepito gli arretrati contrattuali maturati sin dal 2009;

- i dipendenti continuano a ricevere gli stipendi con circa tre mesi di ritardo rispetto alla scadenza naturale, determinando problemi di natura sussistenziale in capo alle famiglie monoreddito;

- la cassa integrazione, attivata per il personale in esubero sin dal 2008, scadrà il 31 dicembre 2012;

- parrebbe che agli stessi, allo scadere della cassa integrazione, sia stata proposta una formula contrattuale lesiva della dignità dei lavoratori e del principio costituzionale che dispone che "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa ";

- infatti, i dipendenti dichiarano di aver ricevuto una proposta contrattuale, in luogo del licenziamento al 31 dicembre 2012, che prevederebbe una riduzione dello stipendio a fronte di un montante ore invariato;

- tale proposta appare essere lesiva dei diritti minimi, anche, costituzionali, dettati a favore dei lavoratori;

- l'atteggiamento dei vertici AIAS sembrerebbe far leva sulla posizione di debolezza e necessità in cui versano i lavoratori, "costringendoli" ad accettare condizioni inique, le medesime condizioni ed atteggiamenti che per anni sono stati oggetto delle lotte di classe volte alla conquista degli attuali diritti costituzionali;

- a molti lavoratori, attraverso atteggiamenti di natura ritorsiva, è stato impedito di seguire i corsi per la riqualificazione ponendoli, di fatto, in virtù della normativa attualmente in vigore, in una posizione svantaggiata rispetto alla tutela del loro posto di lavoro,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di:

1) far sì che i lavoratori dell'AIAS possano mensilmente confidare nel ricevimento degli emolumenti loro spettanti;

2) tutelare il personale attualmente in cassa integrazione;

3) far sì che i diritti costituzionalmente garantiti vengano rispettati. (1005)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla modalità di scelta dei componenti della Commissione regionale sangue.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il Piano regionale sangue e plasma 2008/2010, approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 46/1 del 3 settembre 2008, ha previsto il nuovo modello organizzativo della rete trasfusionale regionale;

- fra gli obiettivi principali del Piano 2008/2010 avevano particolare importanza "la promozione dell'autosufficienza regionale, la ridefinizione della rete trasfusionale e la valorizzazione del ruolo delle associazioni di volontariato";

- il succitato Piano regionale prevedeva, a livello regionale, l'individuazione di diversi organismi tra i quali la Commissione regionale sangue;

- solo sul finire dell'anno 2012, con decreto n. 49/2012, l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha provveduto alla nomina della summenzionata commissione avente il compito di predisporre il nuovo piano sangue e plasma;

considerato che:

- l'obiettivo del piano regionale è quello, attraverso la riorganizzazione della rete trasfusionale regionale, di raggiungere l'autosufficienza di sangue e derivati;

- l'obiettivo non è stato raggiunto poiché si continua ad importare circa 35.000 unità di sangue all'anno pari a circa 1/3 del fabbisogno totale per una somma di circa sei milioni di euro; aggiungasi che recenti dati inducono a ritenere che negli ultimi mesi vi sia stato un ulteriore aumento delle importazioni;

- in Sardegna la disponibilità di sangue non è adeguata rispetto alla richiesta perché il numero dei donatori idonei e disponibili ed il numero delle donazioni non è sufficiente;

- invero, in Sardegna, come dimostrano le statistiche, il 65 per cento dei donatori è occasionale e solo il 35 per cento è periodico; un rapporto invertito rispetto al resto d'Italia dove l'85 per cento è costituito da donatori periodici e appena il 15 per cento è composto da quelli occasionali;

rilevato che:

- il problema delle donazioni di sangue si atteggia in maniera differente sul territorio sardo;

- invero, la zona del cagliaritano è quella che registra il tasso più basso di donazioni rispetto al numero di abitanti e, pertanto, è quella destinataria della maggior parte del sangue importato;

- il raggiungimento dell'autosufficienza è legato all'aumento delle donazioni, ergo allo sviluppo di iniziative comunicative ed a sostegno delle associazioni di volontariato del sangue;

- verosimilmente la zona del cagliaritano non ha posto in essere delle iniziative incisive atte a sensibilizzare le coscienze ed indurre i donatori al nobile gesto, nonostante abbia usufruito della percentuale più alta delle risorse disponibili;

preso atto che:

- si sta disponendo, per elaborare il nuovo piano sangue, di una commissione composta per la maggior parte da membri della sanità cagliaritana;

- tale scelta appare essere in controtendenza rispetto ai bassi risultati, in termini di donazioni, raggiunti dal centro cagliaritano;

- la commissione regionale viene chiamata a svolgere ruoli di coordinamento ed indirizzo nel raggiungimento dell'obiettivo della autosufficienza;

- Cagliari non è un centro autosufficiente stante il bassissimo tasso di donanti, pertanto, non è dato capire perché sia il territorio maggiormente rappresentato all'interno della commissione;

- verosimilmente la partecipazione in commissione, quali membri, di soggetti operanti nei centri isolani autosufficienti, avrebbe consentito all'organo di svolgere il proprio ruolo supportato da idee propositive, efficienti e statisticamente funzionanti;

- nonostante i risultati sopra esposti, "la funzione consultiva, di supporto tecnico-scientifico e di indirizzo per l'ottimizzazione del sistema trasfusionale regionale" è stata affidata a soggetti facenti parte, quasi esclusivamente, della realtà cagliaritana,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale al fine di conoscere:

quali siano stati i criteri di scelta dei membri della commissione e se si sia tenuto conto delle considerazioni sopra svolte;

nell'interesse della intera comunità sarda, se vi sia la volontà e/o possibilità di tenere conto delle valutazioni riportate nel presente atto. (1006)

Interrogazione Cuccu - Moriconi - Cucca - Manca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata assegnazione degli immobili per il Comando dell'Ente foreste nel Parco nazionale dell'Asinara.

I sottoscritti,

premesso che:

- il decreto del Presidente della Repubblica 3 ottobre 2002 istitutivo del Parco nazionale dell'Asinara, all'articolo 10, comma 2, ha affidato la sorveglianza del territorio del parco al Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA) della Regione autonoma della Sardegna;

- il Parco dell'Asinara è l'unico parco nazionale in cui la vigilanza è demandata al Corpo forestale della Regione Sardegna e non al Corpo forestale dello Stato;

- il decreto ministeriale recante la perimetrazione provvisoria e misure di salvaguardia del parco nazionale impegnava la Regione a istituire sull'Isola una stazione forestale terrestre e marittima per garantire agli operatori strutture adeguate per lo svolgimento delle loro mansioni;

- attualmente il Comando stazione del CFVA è ubicato nella caserma Falcone-Borsellino, assegnata all'ente parco, la cui destinazione, così come individuata nel Piano del parco nell'unità urbana 9 di Cala d'Oliva, è di tipo museale e ricettivo e quindi non adatta ad ospitare il personale del Corpo forestale;

- così come indicato dal Piano del parco, nell'unità urbana 10 di Cala Reale, nell'ambito dei servizi di gestione e funzionalità del parco (ASG), è presente un complesso di edifici "ad uso governativo" già ristrutturati o da ristrutturare di pertinenza del Ministero delle finanze, del Ministero degli interni e di quello di giustizia dove collocare gli uffici destinati alla gestione e alla funzionalità del parco;

considerato che il Piano del parco non ha individuato né nella zona urbana 9 di Cala d'Oliva né nella zona urbana 10 di Cala Reale, dove pure è previsto si collochi il presidio del CFVA, nessun immobile da destinare alle funzioni di Comando stazione forestale e agli alloggi del personale, questi ultimi necessari visti i disagi legati alle particolari condizioni dell'Asinara,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione sopra esposta;

2) come mai la Regione pur avendo la disponibilità di una parte del patrimonio immobiliare presente nella zona urbana 10 di Cala reale non abbia ancora provveduto, per il tramite dell'Agenzia Conservatoria delle coste che lo gestisce, a individuare uno stabile da destinare agli usi istituzionali del CFVA;

3) se l'Assessorato regionale e la Direzione generale del CFVA intendano attivarsi in tal senso. (1007)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito al proliferare di impianti a biogas ed energie rinnovabili nel territorio sardo, con particolare interessamento dell'area compresa fra Decimoputzu, Vallermosa, Villasor, Villacidro e Guspini.

La sottoscritta,

premesso che:

- negli ultimi tempi in Sardegna, anche e soprattutto a causa dell'assenza di un piano energetico regionale, si registra un numero crescente di istanze per la realizzazione e l'esercizio di impianti a biogas e da fonti rinnovabili, che suscitano non poche polemiche sia in termini di rischi a livello ambientale e della salute delle popolazioni, sia su quel vuoto normativo che agevola il proliferare, senza regole, di impianti da energie rinnovabili, quindi di nuovi interessi estranei ai sardi;

- anche a causa di tale carenza normativa, la forte preoccupazione di amministratori locali e cittadini è quella di possibili speculazioni da parte delle società proponenti, per lo più società d'oltre Tirreno;

- inoltre, i dubbi dei cittadini sono rafforzati dal fatto che l'installazione di tali impianti si rivela del tutto incompatibile con le aree interessate, aree a forte vocazione agro-pastorale, nonché di pregio storico-identitario per la presenza proprio nelle aree confinanti con gli impianti di importanti siti archeologici;

- non ultimo, desta preoccupazione l'intensificarsi del traffico di mezzi pesanti (da e per le centrali) per l'approvvigionamento della materia prima per la produzione di energia;

- a tal proposito non va dimenticato il fatto che spesso il processo di produzione di biomassa per l'approvvigionamento dell'impianto a biogas non sempre avviene all'interno dello stesso comune dove questo è ubicato; infatti, come già denunciato per la realizzazione della centrale a biogas nella zona agricola di Terramaini tra Decimoputzu e Villasor, in violazione della normativa vigente che prevede la realizzazione di impianti come quello in oggetto, solamente nel caso in cui la sua attività sia "strettamente connessa", quindi funzionale alle esigenze di aziende agricole presenti nell'area interessata; paradossalmente, le biomasse destinate alla centrale di Decimoputzu, proverrebbero dall'agro di Villacidro, a 40 km di distanza, facendo sorgere dubbi sul perché la centrale non sia stata installata nel comune produttore di biomasse, come la logica vorrebbe;

- in tal senso, anche in termini di ricadute sull'economia prevalentemente agricola di questa parte del territorio sardo, non si registrerebbero grandi benefici, sia in termini di occupazione per i cittadini, che di entrate per le casse dei comuni interessati;

- in ogni caso, non sarebbe giustificabile un uso indiscriminato del suolo per la produzione di biomassa finalizzata all'approvvigionamento degli impianti, in quanto ciò produrrebbe effetti devastanti per l'economia agricola del luogo e per la ricchezza delle biodiversità;

- a livello di inquinamento ambientale e quindi anche di rischi per la salute delle popolazioni, non si hanno informazioni rassicuranti e certe sulle misure di sicurezza adottate per gli impianti in oggetto, sul monitoraggio dell'aria, nonché delle falde acquifere, visto che queste costituiscono a tutt'oggi le fonti di approvvigionamento di acqua potabile per pastori e agricoltori;

- a tutt'oggi si denuncia la totale mancanza della trasparenza dovuta alle cittadinanze sulle modalità, sui tempi di realizzazione e di funzionamento degli impianti;

- infatti, accade sempre più spesso che le collettività locali non vengano né coinvolte nelle scelte che interessano i propri territori, né debitamente informate su tali progetti, se non addirittura a lavori già iniziati: la violazione dei diritti dei cittadini alla trasparenza è purtroppo divenuta prassi, visto che anche nel citato caso dell'impianto in costruzione in località Terramaini, tra Decimoputzu e Villasor, gli abitanti hanno appreso del progetto dell'installazione della centrale nel proprio comune solamente dopo forti sollecitazioni alle autorità competenti;

- si apprende che il 6 dicembre 2012, nella conferenza di servizi tenutasi in merito all'impianto che dovrà sorgere in zona denominata Sa Nuxedda a Vallermosa, sarebbero stati espressi pareri non favorevoli alla sua realizzazione per il pregio culturale, storico e identitario dell'area interessata, grazie alla presenza di importanti emergenze archeologiche,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, ognuno per propria competenza, per sapere:

1) se sia nelle loro intenzioni di programmare assemblee pubbliche finalizzate ad informare i cittadini circa i progetti da realizzare ed illustrarne nei dettagli le ricadute in termini di stravolgimento del territorio, dell'ambiente, delle economie tradizionali e dell'occupazione;

2) quale sia lo stato dell'iter dei progetti di impianti a biomasse e da fonti rinnovabili che interessano il territorio sardo, con particolare interessamento dell'area compresa fra Decimoputzu, Vallermosa, Villasor, Villacidro e Guspini;

3) quali siano i risultati della conferenza di servizi del 6 dicembre 2012 e, in particolare, i pareri negativi soprattutto alla luce dei possibili vincoli ostativi registrati in merito alla presenza di importanti emergenze archeologiche intorno all'area denominata Sa Nuxedda;

4) se intendano sottoporre tali progetti alla verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale;

5) se abbiano previsto l'acquisizione dell'autorizzazione all'emissione in atmosfera, come previsto dalla normativa vigente;

6) se abbiano provveduto a produrre uno studio mirato a verificare la sostenibilità dei suddetti progetti in relazione non solo all'ambiente e al territorio circostanti (per esempio sugli effetti di versamenti di sostanze nel suolo o nelle falde acquifere, emissioni di sostanze inquinanti e maleodoranti nell'atmosfera, l'intensificarsi del traffico di mezzi pesanti; la produzione di rumore ecc.), ma anche riguardo alla naturale vocazione agro-pastorale di queste aree;

7) se siano previsti incentivi per le società proponenti e in quale misura;

8) se tali incentivi siano previsti solo nei casi in cui il biogas sia esclusivamente utilizzato per il sostentamento delle imprese agricole;

9) se l'autorizzazione di tali centrali sia vincolata al rispetto del cosiddetto processo di "filiera corta". (1008)

Interrogazione Fois, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dell'ospedale di Alghero e in particolare sul trasferimento ad altro servizio del medico che opera nell'Unità operativa di diabetologia del presidio ospedaliero di Alghero.

Il sottoscritto,

premesso che la tutela della salute, diritto fondamentale dei cittadini, non può essere penalizzata dalla necessità di rigore e razionalizzazione della spesa;

considerato che il presidio ospedaliero di Alghero offre prestazioni sanitarie ad un ampio bacino di utenti che aumenta in maniera esponenziale nei mesi estivi;

constatato che gli operatori e gli utenti continuano a lamentarsi per la carenza di personale che determina gravi disservizi non garantendo alcuna continuità assistenziale;

sottolineato che il trasferimento ad altro servizio del medico che opera nell'Unità operativa di diabetologia del presidio ospedaliero comporterà ulteriori disagi ai tanti cittadini, non solo algheresi, che necessitano di cure per una patologia come il diabete che interessa purtroppo una platea di pazienti sempre più numerosa;

ritenuto che un servizio così utile non possa essere sminuito né in termini di qualità né in termini di quantità, ma anzi debba essere potenziato per rispondere in maniera puntuale alle cresciute esigenze,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) siano a conoscenza di quanto su esposto;

2) non ritengano di dover intervenire con il responsabile del presidio ospedaliero affinché si eviti il trasferimento del medico attualmente in servizio nell'Unità operativa di diabetologia e tutti i servizi del presidio vengano potenziati. (1009)

Interpellanza Stochino - Pittalis - Peru - Lai - Piras - Contu Mariano Ignazio riguardo la responsabilità della Regione relativamente alla nullità della procedura di esproprio di superfici per la riqualificazione e il potenziamento dell'aeroporto di Tortolì-Arbatax.

I sottoscritti,

premesso che:

- la famiglia Cuccu è proprietaria di una vasta area nel territorio del Comune di Tortolì, che è stata individuata quale possibile sede di un complesso di opere volte al completamento del nuovo aeroporto di Tortolì-Arbatax, in virtù di una variante al Piano regolatore generale approvata con deliberazione del consiglio comunale di Tortolì il 18 dicembre 1994, n. 188;

- sulla base di tale previsione urbanistica, le amministrazioni interessate hanno stipulato, in data 18 marzo 2004, un accordo di programma avente ad oggetto la realizzazione delle necessarie infrastrutture, cui ha fatto seguito una convenzione del 15 luglio 2004 tra l'Assessorato regionale dei trasporti e la GEARTO Spa, interessata alla realizzazione degli interventi, riguardante la realizzazione di numerose opere inerenti l'aeroporto, in specie il prolungamento e la riqualificazione della pista di volo, il completamento della viabilità perimetrale dell'aeroporto e la realizzazione di ulteriori e varie infrastrutture aeroportuali;

- con deliberazione del 7 ottobre 2005, n. 62, il consiglio comunale di Tortolì ha espresso parere favorevole sulle opere inerenti la pista di volo ed a ciò ha fatto seguito il rinnovo degli atti di avvio del procedimento, nonché la presentazione di osservazioni da parte dei proprietari delle aree interessate che l'Amministrazione regionale ha poi respinto con nota 6 marzo 2007, n. 2635;

- con determinazione del direttore del Servizio infrastrutture dell'8 marzo 2007, n. 162, che ha dichiarato la pubblica utilità e l'urgenza dell'opera, è stato approvato il progetto definitivo dei lavori, mentre con successiva determinazione 6 giugno 2007, n. 538, l'Amministrazione regionale ha inteso rinnovare il vincolo preordinato all'esproprio delle aree di proprietà dei ricorrenti, sul presupposto che quello originariamente apposto con la sopra richiamata deliberazione n. 188 del 1994 del consiglio comunale di Tortolì fosse ormai scaduto per infruttuosa decadenza del termine quinquennale, come stabilisce l'articolo 9, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001;

- la determinazione 16 giugno 2007, n. 624, ha disposto l'occupazione d'urgenza delle aree interessate, gli avvisi di immissione nel possesso, e successivamente il dirigente del Servizio regionale delle espropriazioni, con la determinazione 31 marzo 2009, n. 290, ne ha disposto l'espropriazione per pubblica utilità;

- nel frattempo è intervenuto il decreto di esproprio;

- il ricorso proposto dalla famiglia Cuccu chiedeva l'annullamento del provvedimento di approvazione del progetto definitivo delle opere aeroportuali, del provvedimento con cui l'Amministrazione regionale ha inteso reiterare il vincolo espropriativo, del decreto di occupazione d'urgenza, degli avvisi di immissione nel possesso e dei verbali di stato di consistenza ed immissione;

- in data 1° luglio 2009 il Tribunale amministrativo per la Sardegna (TAR) ha pronunciato sentenza di accoglimento del ricorso e in conseguenza ha annullato tutti i provvedimenti impugnati inerenti la procedura ablatoria avviata dalla Regione e da GEARTO Spa per la realizzazione di alcune opere di completamento del nuovo aeroporto di Tortolì-Arbatax;

considerato che:

- con successivo ricorso, depositato in data 4 agosto 2010, previa formale diffida, i proprietari delle aree interessate hanno chiesto l'ottemperanza alla pronuncia sopra descritta, che nel frattempo è passata in giudicato, domandando la restituzione delle aree occupate dall'Amministrazione regionale e il risarcimento del danno equivalente per la perdita della proprietà e per il mancato godimento dei beni durante il periodo di occupazione;

- anche in questo caso, il TAR ha accolto il ricorso e, in conseguenza, condanna la Regione a restituire ai ricorrenti i terreni in epigrafe indicati, previa rimessione in pristino dello stato dei luoghi a propria cura e spese, nonché a corrispondere il risarcimento del danno per il mancato godimento dei propri terreni durante il periodo di occupazione;

ritenuto che:

- risulta alquanto strano che il responsabile del procedimento delle espropriazioni sia andato a giudizio, pur sapendo che la pubblica amministrazione andava incontro ad una condanna certa, perché l'occupazione non risultava legittimamente avvenuta;

- l'unica possibilità di non incorrere nella condanna, e nelle ire della Corte dei conti, era rappresentata dall'applicazione dell'articolo 42 bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001: "utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico", introdotto con l'articolo 34 del decreto legge n. 98 del 2011, convertito nella legge n. 111 del 15 luglio 2011;

- l'applicazione del procedimento previsto dal suddetto articolo 42 bis, così come riportato nel testo della sentenza, avrebbe evitato la costituzione in giudizio dinanzi al TAR, e la condanna che ne è derivata;

- ancora oggi è possibile l'avvio del procedimento di cui al suddetto articolo 42 bis, che dovrà essere attivato prima del passaggio in giudicato della conclusiva sentenza,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:

se siano a conoscenza della situazione sopra descritta;

se siano a conoscenza che la famiglia Cuccu aveva più volte manifestato l'intenzione di raggiungere un accordo con la Regione riguardo l'esproprio, intenzione esplicitata anche nel corso di una riunione presso l'Assessorato regionale dei trasporti alla presenza di funzionari e dell'allora Presidente di Aliarbatax;

se siano a conoscenza del fatto che l'unico modo per non incorrere in una condanna era rappresentato dall'utilizzo della procedura prevista dall'articolo 42 bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001, recentemente introdotto, e del fatto che ancora oggi è possibile l'avvio del procedimento di cui al suddetto articolo, fino al passaggio in giudicato della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per la Sardegna, n. 874/2012;

quali soluzioni temporanee e urgenti intendano adottare riguardo il tema in oggetto. (378)

Interpellanza Corda sull'inderogabile esigenza dell'adozione di omogeneo metodo di valutazione multidimensionale per stabilire il profilo socio-sanitario delle persone anziane che intendono usufruire di servizi residenziali (RSA).

Il sottoscritto,

premesso che:

- sin dalla fine degli anni '90 quasi tutte le regioni d'Italia si sono dotate, dopo idonea sperimentazione, di appropriati strumenti di valutazione multidimensionale in grado di delineare il profilo socio-sanitario delle persone anziane non autonome che intendono inserirsi in RSA;

- ad oggi la nostra Regione risulta non avere in dotazione un idoneo strumento di valutazione multidimensionale utilizzato in maniera uniforme su tutto il territorio e pertanto in grado di valutare con gli stessi parametri in maniera oggettiva, e non soggettiva, l'anziano non autosufficiente di Cagliari rispetto all'anziano non autosufficiente di Sassari;

- tali strumenti di valutazione devono essere stati testati e validati a livello internazionale in modo da permettere una condivisione delle informazioni in rete tra tutti gli organismi istituzionali ed i soggetti erogatori presenti nei territori;

considerato che:

- quasi tutte le regioni (la Regione Veneto già dal 1999) hanno provveduto ad approvare in via definiva la scheda di valutazione, SVAMA o altre, finalizzata a valutare in modo omogeneo le istanze delle persone anziane non autosufficienti misurandone le condizioni di salute;

- già con deliberazione della Giunta regionale n. 25/6 del 13 giugno 2006 (Linee di indirizzo in materia di RSA e Centri Diurni Integrati), la stessa Giunta regionale si era posta il problema di affrontare il tema inerente la definizione dei livelli di assistenza sanitaria per gli inserimenti in RSA (punto A.3 delle citate linee di indirizzo) senza che sia stato attivato, da allora, il necessario, idoneo strumento di valutazione multidimensionale;

- ancora, all'interno del rapporto annuale degli obiettivi di servizio 2007/2013 approvati dalla Giunta regionale, allegato 4 alla deliberazione della Giunta regionale n. 12/19 del 10 marzo 2011, l'ultimo comma del punto 2.6.9 recita "è stata prevista la presentazione della scheda SVAMA informatizzata entro dicembre 2010";

- con deliberazione della Giunta regionale n. 52/24 del 27 novembre 2009 (Programma dei provvedimenti del piano di rientro per l'anno 2009) all'ultimo comma dell'obbiettivo operativo 6.1 si stabilisce che "Per l'anno 2009 si prevede di attivare il monitoraggio del piano di azioni con verifica del risultato dell'obbiettivo specifico intermedio al 30/11/2009 e l'adozione, a livello regionale, di un sistema omogeneo di valutazione multidimensionale";

ritenuto che non sia ulteriormente procrastinabile l'adozione di un adeguato metodo di valutazione multidimensionale, al fine dell'inserimento in strutture dei richiedenti, per stabilire con criteri omogenei validi per tutte le ASL, il profilo socio-sanitario delle persone anziane non autosufficienti che richiedono l'inserimento in strutture e che la scheda di valutazione sia propedeutica all'indispensabile attivazione di un'apposita banca dati regionale che consenta di rilevare il fabbisogno, studiarne le strategie di intervento e pianificare l'appropriatezza degli interventi stessi;

evidenziato che:

- alcune ASL adottano parzialmente il protocollo della scheda SVAMA, altre dichiarano che in futuro adotteranno un sistema certificato, altre ancora adottano la scheda cosiddetta "Atlantide", creando una vera disparità di valutazione;

- invece, per il sostegno domiciliare la Regione ha attivato fin dal 2000 procedure omogenee sul territorio regionale che permettono una equità nella valutazione dei casi e permettono altresì che le risorse disponibili siamo equamente e proporzionalmente spalmate sul territorio;

- la situazione a livello regionale così come sopra in sintesi delineata, comporta ovvie ed inevitabili ripercussioni e ricadute negative nelle varie realtà territoriali, determinando, tra le stesse, disparità di valutazioni, rilevanti iniquità nella ripartizione dei finanziamenti con conseguenti disparità di trattamenti ed inappropriatezza di interventi;

- tali disparità di valutazione del fabbisogno assistenziale ha come diretta conseguenza i rilevanti aggravi di oneri finanziari per i comuni di residenza e per quegli anziani non autosufficienti che, non riuscendo per diversi motivi ad attivare un servizio di sostegno domiciliare come il "Ritornare a casa" o la "legge 162" e pur avendone le caratteristiche e avendolo richiesto non possono usufruire del servizio delle RSA;

visto il divario esistente fra le diverse ASL, vedi a titolo di mero esempio la comparazione dei dati relativi alla ASL n. 7 Carbonia-Iglesias con la ASL n. 2 Olbia:

- anziani ultrasessantacinquenni ASL n. 7, n. 18.243, dati Istat 1° gennaio 2009;

- anziani ultrasessantacinquenni ASL n. 2, n. 19.623, dati Istat 1° gennaio 2009;

- anziani attualmente accolti in regime di RSA c/o la ASL n. 7, n. 240;

- anziani attualmente accolti in regime di RSA c/o la ASL n. 2, n. 30;

- tetto di spesa anno 2012 assegnato all'ASL n. 7 di Iglesias euro 4.300.000;

- tetto di spesa anno 2012 assegnato all'ASL n. 2 di Olbia euro 2.370.000;

- spesa reale presunta anno 2012 ASL n. 7 euro 4.300.000;

- spesa reale presunta anno 2012 ASL n. 2 euro 1.300.000,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano di dover procedere con l'urgenza che il caso richiede:

1) all'adozione di un adeguato sistema omogeneo di valutazione multidimensionale per l'inserimento in strutture dei richiedenti, dando seguito alle disposizioni disposte con diverse delibere della stessa Giunta, per stabilire il profilo socio-sanitario delle persone anziane non autosufficienti;

2) ad adottare i necessari provvedimenti tesi a correggere, attraverso equi criteri di ripartizione, le disparità e le inaccettabili iniquità che caratterizzano l'assegnazione dei fondi destinati alle ASL;

3) a rafforzare e potenziare i servizi territoriali e in particolare le politiche di sostegno domiciliare. (379/C-7)

Interpellanza Diana Giampaolo sulla riduzione dell'operatività dell'ufficio postale del Comune di Nuragus.

Il sottoscritto,

premesso che:

- il 3 dicembre 2012 il consiglio comunale di Nuragus ha approvato un documento di protesta sul programma di riduzione dell'operatività di diversi uffici postali della Regione, tra cui Nuragus, comunicato dalla Direzione provinciale delle Poste di Cagliari, che prevede l'apertura degli sportelli per soli tre giorni a settimana;

- l'attuazione del suddetto programma è prevista a partire dal 10 dicembre 2012;

considerato che la decisione dell'Ente Poste, motivata da esigenze di risparmio dei costi, razionalizzando i servizi all'utenza sulla base di mere valutazioni economiche, causerà gravi disagi alla popolazione sarda e soprattutto agli abitanti dei paesi dell'interno della Sardegna;

evidenziato che a Nuragus, in particolare, la situazione è ancora più grave, trattandosi di un paese con una forte prevalenza di cittadini anziani che avrebbero notevoli problemi dalla chiusura, sia pure per giorni alterni, dell'unico ufficio postale;

rilevato che:

- il settore delle comunicazioni è un servizio universale che deve essere integralmente garantito ed assicurato dall'amministrazione pubblica, o direttamente o attraverso la concessione del servizio privati oppure a società a parziale o totale capitale pubblico;

- nell'accordo tra Ente Poste e Ministero dello sviluppo sono disciplinati l'attività ed i servizi che deve svolgere l'Ente Poste, tra cui l'apertura degli uffici postali, almeno uno per comune;

sottolineato che è pur vero che è disciplinata la possibilità di riduzione dei servizi, ma informandone preventivamente le autorità locali che possono collaborare con l'Ente Poste anche nel sopportare parte delle spese, per esempio mettendo a disposizione dei locali pubblici,

chiede di interpellare il Presidente della Regione per conoscere se intenda intervenire presso l'Ente Poste di Cagliari perché il programma di riduzione dell'operatività degli uffici postali venga bloccato sul nascere, affinché agli utenti, e in particolar modo ai cittadini dei paesi dell'interno della Sardegna, possa essere integralmente garantito l'importante servizio universale quale è quello del settore delle comunicazioni. (380)

Interpellanza Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sul ventilato trasferimento del VII Reparto volo della Polizia di Stato con sede ad Abbasanta.

I sottoscritti,

premesso che dal 1967 al 1970 il patrimonio di esperienze, le tecniche di addestramento e gli uomini dei Baschi Blu che l'avevano costituito, hanno permesso nel 1970 la nascita del Centro di addestramento e istruzione professionale, punto di riferimento addestrativo per le tecniche antiterrorismo, contro la criminalità organizzata e per le scorte (Nucleo operativo centrale speciale), supportato successivamente dal Reparto cinofili, dal VII Reparto volo e dal Reparto prevenzione e crimine;

rilevato che dalle insistenti notizie che da diverso tempo si stanno diffondendo si ipotizza un trasferimento del VII Reparto volo della Polizia di Stato da Abbasanta all'aeroporto di Fenosu a Oristano;

evidenziato che, così come ha già fatto l'amministrazione comunale di Abbasanta, si rende necessario anche da parte della Regione manifestare allo Stato centrale, ai suoi organi istituzionali, ai loro rappresentanti nonché alle Forze armate interessate, la contrarietà e la preoccupazione per le scelte che si affacciano perché contrastanti con le esigenze di sicurezza delle zone interne della Sardegna, deleterie per quei territori e per le popolazioni che lo abitano, considerato che il Reparto volo dovrà comunque interagire con gli altri reparti operativi e la scuola che già operano ad Abbasanta, oltreché in un momento critico della finanza pubblica produrre l'ennesimo sperpero di denaro e senza alcun coinvolgimento delle comunità interessate;

ribadito che tale prospettiva è inaccettabile, in quanto verrebbe meno anche un consistente beneficio socio-economico di assoluto rilievo che nel tempo ha favorito incremento demografico, il potenziamento dei servizi primari, l'integrazione con le popolazioni e risorse economiche aggiuntive, così come quello derivante dalla presenza di diverse caserme e del Centro di addestramento istruzione professionale della Polizia di Stato nel quale si sono formati e tuttora si formano tantissimi agenti, anche di altre nazionalità, riconosciuto per l'alta professionalità della scuola sia nella Penisola che all'estero,

chiedono al Presidente della Regione di intervenire con urgenza per chiedere, a nome della massima istituzione regionale della Sardegna, al Governo nazionale le ragioni di tali eventuali decisioni e per manifestare a nome e per conto delle comunità del centro Sardegna la contrarietà delle istituzioni locali a che si operino scelte così rilevanti in violazione del principio di leale collaborazione e di informazione delle stesse comunità e a dispetto di tutto quello che le stesse comunità locali hanno pagato in termini di sviluppo economico e sociale per il perseguimento della più completa integrazione fra cittadini e forze dell'ordine. (381/C-1)

MozioneBarracciu - Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Maninchedda - Agus - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sulla revoca del bando "Scuola digitale - Semid@s" e sulla necessità di annullare l'Accordo di programma tra il MIUR e la Regione sui temi della cloud education, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- con deliberazione 27 novembre 2009, n. 52/9, la Regione ha varato il progetto "Scuola digitale in Sardegna" con cui si candidava a diventare un avamposto nazionale dell'applicazione delle nuove tecnologie al sistema scolastico con la totale digitalizzazione della attività didattica;

- con deliberazione 11 maggio 2010, 18/12, venivano inoltre approvate le linee guida del suddetto progetto, elaborate dal direttore scientifico, nominato il 7 gennaio 2010 a seguito di avviso pubblico di selezione per titoli di un esperto di alta professionalità, pubblicato il 4 dicembre 2009 dal Servizio istruzione dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;

- il progetto era finanziato interamente con 125 milioni di euro provenienti dal POR Sardegna e doveva essere gestito dalla stessa Regione attraverso una cabina di regia formata da due Assessori (istruzione e affari generali), due direttori generali, due dirigenti di servizio, oltre naturalmente il direttore scientifico del progetto;

- nella sua versione originaria il progetto prevedeva l'introduzione, in ogni classe di ogni ordine e grado del sistema scolastico della Sardegna, di una lavagna interattiva multimediale (LIM) per un totale di circa 10.000 kit comprensivi ognuno di lavagna, PC, videoproiettore, software e connessione alla rete tramite local area network (LAN); un piano di formazione sull'uso della LIM, dei materiali didattici digitali, di ambienti di apprendimento di nuova concezione, finalizzati a favorire un più stretto ed efficace raccordo tra processi d'insegnamento e processi d'apprendimento, diretto a tutti i ventimila docenti della Sardegna che assicurasse un capillare servizio formativo per la durata di almeno un anno scolastico; la creazione di una banca dati unica del sistema scolastico, la fornitura di un tablet o netbook per tutti i 198 mila scolari e studenti sardi e per tutti i docenti del sistema scolastico regionale;

- successivamente il 20 luglio 2011, con la deliberazione n. 31/11 "Riprogrammazione del programma operativo FESR 2007-2013 e della rimodulazione del piano finanziario" la Giunta regionale approvava la destinazione al Progetto "Banda ultra larga" di euro 31.200.000 originariamente destinati al progetto Scuola digitale per l'acquisto di tablet per gli studenti;

- conseguentemente veniva predisposta la deliberazione n. 43/47 il 27 ottobre 2011 "Scuola digitale. Aggiornamento delle azioni programmate e della dotazione finanziaria delle linee di azione FESR e FSE. Deliberazione della Giunta regionale n. 52/9 del 27/11/2009"; con essa la Giunta regionale ridefiniva gli obiettivi operativi e le linee di attività del PO Sardegna FESR 2007-2013 e FSE 2007-2013 in seguito alla rimodulazione di cui sopra e alle modifiche degli obiettivi nel frattempo intervenute e dava mandato all'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport ad attuare le azioni necessarie per la realizzazione del progetto Scuola digitale;

- sulla base di questo mandato ricevuto dalla Giunta regionale, l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport ha disposto di dar corso alla procedura di gara aperta di cui al bando pubblicato sul sito internet della Regione il 27 aprile 2012 avente ad oggetto la "Realizzazione di un sistema telematico, produzione di contenuti digitali e costituzione di un Centro di competenze per l'erogazione dei servizi di eccellenza";

- punti qualificanti del capitolato tecnico erano: la creazione di un'innovativa piattaforma didattica multimediale in grado di favorire l'organizzazione e la ricerca dei materiali ospitati non soltanto per parole chiave, come fanno i motori di ricerca maggiormente diffusi, ma per associazioni in termini di significato e di affinità semantiche, in modo da stimolare e rendere possibile una reale ottica inter e trans-disciplinare; la produzione di contenuti didattici digitali originali per tutte le discipline e per tutti gli ordini di scuola appositamente progettati e realizzati per essere fruibili in modi diversi, quindi realmente personalizzabili, grazie a un innovativo processo redazionale che consentisse di trattare fonti grezze per trasformarle in contenuti aggregati flessibili e in grado di sfruttare la multicanalità; la creazione di un centro di competenze in grado di fare il punto sulle innovazioni di prodotto e di processo di carattere tecnologico e metodologico via via emerse, di recepire quelle più significative e di favorirne il trasferimento al sistema scolastico regionale; queste scelte erano scaturite dall'ampio confronto promosso, provincia per provincia, con la comunità scolastica regionale prima di emetterne la versione definitiva; da questo confronto era appunto scaturita l'opzione in favore di materiali didattici modulari da strutturare e organizzare secondo le specifiche esigenze didattiche;

- il capitolato tecnico stabiliva che, a fronte dei 20 milioni di euro complessivi assegnati per la produzione dei contenuti (articolata in 12 lotti e con un limite massimo di 2 lotti di aggiudicazione da parte dello stesso concorrente, in modo da evitare situazioni di monopolio o comunque dominanti), la Regione si assicurava la proprietà dei materiali acquisiti, in modo da poterne disporre senza limiti di tempo o di utilizzo; questa scelta, oltre a essere in linea con la filosofia complessiva del progetto, era tra l'altro imposta dall'Unione europea, che diversamente avrebbe considerato aiuti di Stato all'editoria scolastica le risorse erogate; i vincitori della gara avrebbero dovuto aggiornare gratuitamente per cinque anni i contenuti didattici e poi renderli disponibili per l'aggiornamento successivo da parte del sistema scolastico regionale, in modo che fossero sempre al passo con i tempi;

- pertanto, avendone la libera disponibilità, la Sardegna avrebbe potuto esportarli e renderli fruibili in altre regioni, previ accordi di collaborazione e scambio di servizi che già si cominciavano a impostare e realizzare, e anche con altri stati, essendo contenuti in inglese, oltre che in italiano; con questo investimento la Regione si sarebbe quindi assicurata la disponibilità dell'archivio dei contenuti didattici digitali per tutte le discipline e per tutti gli ordini e i gradi di scuola, sgravando totalmente e una volta per tutte le famiglie del costo, sempre più oneroso, dei libri di testo; la spesa di 20 milioni di euro corrispondeva a una spesa per studente e per anno pari a 49,57 euro contro una spesa media che per le superiori supera ormai i 500 euro; inoltre l'Amministrazione regionale avrebbe recuperato l'intera cifra investita considerando che ogni anno vengono spesi 2.500.000 euro per la fornitura di libri in comodato d'uso (legge regionale n. 1 del 2006, articolo 8, comma 1, lettera b)) e 3.338.801 per la la fornitura gratuita e semigratuita di libri di testo (legge regionale n. 448 del 1998); con un risparmio complessivo in un triennio di 17.516.403 euro, ai quali andavano aggiunti gli altri due anni di aggiornamento gratuito dei materiali prodotti richiesti agli aggiudicatari, il che avrebbe portato il risparmio complessivo a 28.694.005 euro, che avrebbe coperto l'intero ammontare dei 20.000.000 di euro messi a gara e degli 8.000.000 di euro di cui era prevista l'erogazione al sistema scolastico regionale per l'autoproduzione dei contenuti;

EVIDENZIATO che:

- la nuova versione, così come viene prospettata dalla più volte citata delibera del 31 luglio 2012, non permette, al contrario, alcuna economia di scala alla Regione e, conseguentemente, alle famiglie degli studenti sardi: attualmente il mercato offre, e a caro prezzo. solo licenze d'uso dei contenuti digitali, limitate nel tempo (due estensibili al massimo a tre anni dopo di che bisognerebbe ricominciare da capo e riacquistare ex novo sempre a caro prezzo, ovviamente, imposto dal mercato) e nello spazio (l'uso delle licenze è limitato alla sola Sardegna);

- in questo caso sono dunque le case editrici a mantenere, come già succede per i manuali adottati, i diritti di proprietà sui contenuti didattici digitali con dei costi che continueranno a rimanere in capo alle famiglie degli studenti sardi e alla Regione; anche quest'anno, infatti, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, nella seduta del 18 settembre 2012 ha approvato, con la delibera n. 38/9, il Piano regionale di ripartizione dei fondi in favore dei comuni della Sardegna, per la fornitura gratuita o semi gratuita, dei libri di testo per l'anno scolastico 2012/2013, finanziato con oltre 3 milioni di euro, in base alla legge del 23 dicembre 2011, n. 448; lo stesso finanziamento, vista la revoca del bando "Scuola digitale - Semid@s", dovrà essere ripetuto nei prossimi anni;

PRESO ATTO che il 31 luglio 2012, sei soli giorni prima della scadenza, con deliberazione "Modifica della deliberazione n 18/12 dell'11/05/2010 relativa all'approvazione delle linee-guida del progetto Scuola digitale", la Giunta regionale ha disposto la revoca del bando e la modifica delle linee guida del progetto precedentemente approvate; l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport ha motivato il cambio di rotta con il fatto che le maggiori case editrici nazionali avevano ritenuto di non dovere partecipare alla gara;

VERIFICATO che:

- questa affermazione è vera solo in minima parte, in quanto dalle richieste di chiarimento (in termini informatici FAQ) presentate dagli editori interessati a rispondere al bando si evince che la Mondadori e il gruppo De Agostini-Utet, certo non dei piccoli editori, avevano invece deciso di partecipare alla gara e sono rimasti sconcertati quando è cominciata a circolare l'ipotesi della revoca; inoltre, nonostante la notizia della revoca del bando prima della scadenza sono state protocollate all'Assessorato le proposte progettuali del CNR, dell'Enciclopedia Italia, del Politecnico di Torino e dell'Università Bocconi; comunque, per sapere se, oltre a questi citati, ci fossero altri grandi editori interessati al progetto bisognava semplicemente aspettare solo tre giorni in modo che venissero presentate tutte le offerte e aperte le buste;

- secondo la Giunta regionale la modifica del bando sulla scuola digitale era inoltre motivata dall'esigenza di stare al passo con i tempi e saper cogliere le opportunità offerte dalle "recenti evoluzioni del mercato dei materiali didattici"; ma il recentissimo accordo del 25 luglio 2012 tra Governo, regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano concernente la diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado dei progetti e delle azioni di innovazione didattica si pone, come obiettivo fondamentale da raggiungere (lettera f) dell'articolo 1 - Obiettivi), quello di "favorire la produzione di contenuti digitali per la didattica e il loro utilizzo nelle classi"; dunque, contrariamente a quello che afferma in modo perentorio la citata deliberazione della Giunta regionale della Sardegna del 31 luglio 2012, il mercato editoriale non viene giudicato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) e dalle altre Regioni ancora maturo e pronto per quanto riguarda la produzione di contenuti didattici digitali, al punto che l'accordo citato ha, appunto, la funzione di stimolarlo;

- in base a questo accordo il MIUR si impegna a "sostenere le Regioni nel perseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 1, ivi compreso l'implementazione del PNSD, attraverso l'acquisto di tecnologie e di software didattici e la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, con appositi finanziamenti ripartiti tra le regioni sulla base della popolazione scolastica, nell'arco del triennio di riferimento, per una quota di 20 milioni, e per una ulteriore quota premiale di 4 milioni di euro, da ripartirsi in modo commisurato alla popolazione scolastica, qualora le Regioni, ognuna per le parti di propria competenza, cofinanzino il Piano suddetto con almeno il 40 per cento dei finanziamenti ministeriali, ivi previsti, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente"; il MIUR mette quindi a disposizione, in un triennio, 20 milioni di euro, cioè l'importo previsto dal progetto Semid@s per la produzione dei contenuti digitali per tutte le discipline e per le scuole di ogni ordine e grado, a dimostrazione della correttezza e della congruità delle risorse previste dal progetto medesimo; sulla base di questo impegno la Sardegna avrebbe potuto quindi anche (se il bando non fosse stato revocato) ambire legittimamente a una consistente quota della premialità prevista;

- inoltre l'accordo tra Governo e regioni esaminato fa riferimento al Piano scuola digitale-Azione editoria digitale scolastica - Linee guida tecnico-operative per la stesura del Capitolato tecnico; questo documento del 1°dicembre 2011 si propone "anche come azione di impulso al mondo dell'editoria per la realizzazione di prodotti editoriali innovativi" (a ulteriore conferma del fatto che il mercato editoriale, allo stato attuale, non è ancora maturo e ha bisogno di essere stimolato) e "mira all'acquisizione, in collaborazione e con l'apporto delle istituzioni scolastiche coinvolte, di 20 prototipi di "edizioni digitali scolastiche", vale a dire prodotti che consentano ai protagonisti del processo educativo di interagire efficacemente con le moderne tecnologie digitali e multimediali e di sperimentare nuovi contenuti e modalità di studio e di "cocostruzione dei saperi"; dunque viene considerata essenziale la "cocostruzione dei saperi" e dei relativi contenuti con la partecipazione e il coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti del processo educativo come si propone dì fare il progetto Scuola digitale - Semid@s, obiettivo in palese contrasto con il proposito di acquisire materiali digitali già pronti e disponibili sul mercato editoriale, come si propone oggi di fare la Giunta regionale sulla base della deliberazione del 31 luglio 2012;

- la deliberazione "Modifica della deliberazione dell'11 maggio 2010 n 18/12 relativa all'approvazione delle linee-guida del progetto Scuola digitale" giustifica la revoca del bando come esigenza di autotutela, facendo riferimento all'Accordo di programma Regione - MIUR sui terni della cloud education, allegato alla deliberazione medesima e approvato contestualmente con essa; ma l'accordo citato non parla di revoca del bando, bensì di sua rimodulazione" limitatamente alla linea A del capitolato tecnico, e non all'intero capitolato; l'articolo 5 dice infatti: "La Regione si impegna a rimodulare il progetto Semid@s, con l'obiettivo di integrarlo col piano previsto dall'Agenda digitale"; quindi l'azione di revoca e le motivazioni prodotte a sostegno di essa appaiono chiaramente esorbitanti rispetto agli effettivi contenuti dell'Accordo in questione; per quanto riguarda la suddetta linea A questo accordo parte dall'esigenza di "un più stretto raccordo tra il progetto Semid@s Scuola digitale in Sardegna e la strategia di Agenda digitale nazionale, all'interno del Piano di azione coesione che vede la Sardegna direttamente coinvolta sui temi del cloud computing quale possibile riferimento nazionale" ed offre, alla Sardegna, di diventare sede del data center dedicato alla scuola italiana, il cui insediamento era originariamente previsto in Puglia; di conseguenza il MIUR si impegna a "mettere a disposizione della Regione il software di gestione delle diverse funzioni del cloud education, sviluppato nell'ambito del progetto PON ricerca "Smart cities and social innovation: Smart education", che potrà quindi essere installato sul data center citato; non si tratta affatto però, contrariamente a quello che è stato detto dal Presidente della Regione e dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport nella conferenza stampa congiunta del 2 agosto 2012, in cui è stato presentato l'Accordo con il MIUR e contestualmente preannunciata la revoca del bando, di una elargizione a titolo gratuito, che consente il risparmio di tutte le risorse destinate dal bando alla linea A del capitolato (importo a base d'asta euro 5.785.123,97 IVA esclusa); infatti l'articolo 5 "Impegni dell'Amministrazione regionale" stabilisce che "la Regione Sardegna parteciperà al progetto mediante uno specifico cofinanziamento e il coinvolgimento dei propri centri di ricerca (che vanno pagati, ovviamente, per questa loro prestazione) allo sviluppo del software per la gestione dei diversi servizi del cloud";

- nella delibera di revoca del bando del 31 luglio 2012 si fa riferimento anche a "mutate condizioni del contesto e al necessario riferimento nazionale del progetto" che renderebbero necessaria "la ridefinizione degli assetti organizzativi e delle connesse procedure di governance e supporto delle reti scolastiche regionali e nazionali, rendendo, quindi, necessaria una modifica della impostazione ipotizzata del centro di competenza (linea C del capitolato tecnico); ciò che viene qui adombrato è dunque, in nome della "proiezione nazionale" del progetto, l'affidamento diretto al MIUR - o indiretto a una sua società in house, di quello che è il centro propulsivo dell'intero progetto, con la conseguenza che le decisioni sulle innovazioni e sui servizi da adottare per l'innalzamento del livello qualitativo del sistema scolastico regionale e per migliorarne l'efficienza sarebbero prese fuori dalla Sardegna;

- perplessità in merito alle ragioni addotte a sostegno della modifica del progetto e all'ipotesi di revoca del bando, che l'Assessore Milia ha cominciato a prospettare solo pochi giorni dopo aver disposto di dar corso alla procedura di gara aperta con il bando del 27 aprile 2012, e quindi ben prima dell'incontro del 16 e 17 luglio con la delegazione dei MIUR e con il Ministro Profumo che ha portato alla definizione dell'Accordo quadro poi invocato per motivare a posteriori la revoca medesima, sono state manifestate, attraverso un documento interno consegnato al direttore generale della Pubblica istruzione e alla direttrice del Servizio istruzione dell'Assessorato dal direttore scientifico del progetto Scuola digitale, al quale è stata negata la possibilità di farle presenti in occasione dell'incontro con la delegazione del MIUR, al quale non è stato invitato nonostante si discutesse di un progetto e di un bando redatti sotto la sua guida e responsabilità, come esplicitamente attestato nella documentazione di gara, tra i cui allegati figurava anche il suo curriculum;

ATTESO che:

- la deliberazione della Giunta regionale del 31 luglio 2012 con cui la Giunta ha disposto la revoca del bando relativo al progetto Scuola digitale - Semid@s è stata presa con il solo parere di conformità del direttore generale della Pubblica istruzione; nonostante le azioni messe a gara fossero finanziate con il POR-FSE l'Autorità di gestione del FSE non si è espressa in proposito e, a quanto risulta, non è stata neppure consultata e ha fatto immediatamente presente il concreto rischio di disimpegno dei fondi in seguito ai ritardi dovuti alla revoca;

- nonostante l'Accordo quadro con il MIUR preveda (articolo 5) che "per favorire il raccordo tra Regione Sardegna e MIUR e garantire una sinergia costante tra le diverse iniziative, è costituita una Commissione paritetica composta da due rappresentanti indicati dal Ministero dell'istruzione e da due rappresentanti indicati dalla Regione" a tutt'oggi non si è nemmeno provveduto all'indicazione di tali rappresentanti, per cui lo sviluppo delle attività e iniziative legate al progetto risulta ancora del tutto fermo;

- sussiste una palese difformità di versioni sulla posizione attuale del Direttore scientifico del progetto, la cui convenzione, secondo quanto affermato dal Presidente Cappellacci e dall'Assessore Milia nella conferenza stampa congiunta del 2 agosto 2012, sarebbe già scaduta e non verrà più rinnovata per il contrasto di vedute sulla natura e gli obiettivi del progetto Semid@s, mentre a detta dello stesso prof. Silvano Tagliagambe, è stata rinnovata il 20 aprile di quest'anno, con scadenza "fino alla data di effettiva conclusione di tutte le attività previste dal progetto, tenuto anche conto di eventuali rimodulazioni del progetto";

EVIDENZIATO che:

- la deliberazione del 31 luglio 2012 con la quale si è dato mandato all'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport di procedere alla revoca del bando impugna e annulla, come risulta dalla sua stessa intestazione "Modifica della Delib. G.R. n. 18/12 dell'11.5.2010 relativa all'approvazione delle linee-guida del progetto Scuola digitale", una deliberazione, come ricordato in premessa, che si limitava ad approvare le linee guida del progetto predisposte, come prima bozza di lavoro, dal direttore scientifico; la deliberazione operativa che ha dato il via libera al bando e che ne riassumeva le linee di intervento e le relative fonti di finanziamento è invece, come si è visto, tutt'altra: la deliberazione n. 43/47 del 27 ottobre 2011 avente per oggetto: "Scuola digitale. Aggiornamento delle azioni programmate e della dotazione finanziaria delle Linee di azioni FESR e FSE. Delib. G.R. n. 52/9 del 27/11/2009"; alla base della procedura di gara aperta di cui al bando poi revocato vi è, dunque, questa deliberazione, che infatti si conclude, com'è stato ricordato, con le decisioni "di approvare le modifiche apportate agli interventi da attuare nell'ambito del progetto Scuola digitale e la conseguente rimodulazione della dotazione finanziaria dell'ex linea di attività 1.2.2.a (Asse I) e della Linea di attività 2.2.1.b (Asse II) del PO Sardegna FESR 2007-2013 e dell'obiettivo specifico h, dell'Asse IV del PO Sardegna FSE 2007-2013, nonché la rimodulazione degli assetti organizzativi previsti dalla deliberazione n. 52/9 del 27 novembre 2009 e di dare mandato all'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, in base a quanto indicato in premessa, ad attuare le azioni necessarie per la realizzazione del progetto Scuola digitale, attraverso le azioni sinteticamente indicate in premessa"; questa delibera non è stata né modificata né revocata ed è pertanto tuttora in vigore e operativa, in quanto neppure citata dalla deliberazione del 31 luglio 2012 nel cui l'atto di revoca del bando sembra anche essere privo di presupposti formali validi;

SOTTOLINEATO che:

- la Giunta regionale, con la deliberazione n. 34/14 del 7 agosto 2012, avente per oggetto: "Piano di azione coesione: Rimodulazione dette risorse nell'ambito delle Priorità "Grande Viabilità stradale" e proposta inserimento delle priorità relative al progetto Scuola digitale - Semid@s", resa visibile al pubblico solo il 22 agosto 2012, ha proceduto alla rimodulazione interna delle risorse trasferite al Piano di azione coesione, che, per quanto riguarda il FSE, prevede di "rimodulare, nell'ambito delle finalità dell'Agenda digitale, parte del progetto Scuola digitale - Semid@s e di integrarlo all'interno del PAC, in coerenza con il Protocollo sottoscritto con il MIUR in data 27 luglio 2012 allegato alla Delib. G.R. n. 33/1 del 31.7.2012"; le risorse e gli interventi del FESR, riprogrammati sul PAC per il progetto "Scuola digitale - Semid@s" risultano pari a euro 21.310.752,23"; per quanto riguarda il FSE la sopra citata delibera dà mandato "all'Autorità di gestione del PO ESE di coordinare te attività necessarie alla conseguente rimodulazione interna del PO FSE con il Piano di azione coesione, necessaria all'orientamento delle risorse verso le suddette macro aree; definendo l'allocazione dell'importo complessivo di euro 54.237.969,94 sulle priorità individuate di concerto con l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e dispone che il Piano di azione coesione, essendo compreso nell'ambito della programmazione unitaria, sia sottoposto a procedure di gestione e sorveglianza analoghe a quelle previste per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali e secondo le indicazioni del QSN e secondo quanto contenuto nella nota MISE n. 0008196U del 18 giugno 2012 rettificata il 23 luglio 2012";

- da quanto sopra detto si evince chiaramente che un progetto pensato, nato e sviluppato nella nostra Regione e finanziato con i fondi europei a essa destinati, che con il bando che è stato poi revocato, sarebbe stato gestito autonomamente qui in Sardegna, in seguito al trasferimento di fondi operato e al passaggio dal POR e al Piano di azione e coesione viene ora "sottoposto a procedure di gestione e sorveglianza" da parte del Governo, in particolare del MISE e del MIUR, che ne possono controllare gli obiettivi e le procedure di attuazione e le possono imporre alla Regione, rischiando seriamente di far perdere quegli elementi di specificità che erano stati introdotti per rispondere alle esigenze peculiari del nostro territorio e del nostro ambiente sociale e culturale;

- questa "tutela" nazionale appare tutt'altro che tranquillizzante, se si considera che lo stesso Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, in occasione dell'avvio del nuovo anno scolastico, ha lanciato un "grido di dolore" sulle criticità derivanti dal recente piano di dimensionamento scolastico regionale, e sulle conseguenze derivanti dalla politica di tagli del Governo e ha evidenziato la necessità di trovare soluzioni condivise con le parti sociali al di là dei rispettivi ruoli;

- inoltre l'Assessore competente proprio nei giorni scorsi ha dovuto, come recita un suo comunicato stampa del 13 settembre 2012 "rammentare la necessità di mantenere una costante e vigile attenzione sulla assoluta efficacia di quanto finora programmato dal Ministero dell'istruzione in materia di promozione delle lingue minoritarie e che sembra ora aver subito un'improvvida battuta d'arresto", dal momento che "il terremoto estivo della revisione della spesa ha, a quanto pare, gettato nel subbuglio il ministero"; per questo egli ha sentito la necessità di rivolgersi "in primis al Ministro, certo della sua sensibilità alla questione delle lingue regionali affinché si dia impulso agli uffici competenti e venga al più presto riportata la situazione a una ragionevole e proficua attività, pur nell'ambito del necessario contenimento dei costi"; insomma la vera e propria cessione di primogenitura e di sovranità per quanto riguarda la gestione del progetto Scuola digitale - Semid@s, che si configura con il trasferimento dei fondi operato, alla luce di questo quadro generale delineato dallo stesso Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport apre uno scenario che appare molto rischioso per la nostra Regione;

RIMARCATO che:

- nella sua versione originaria, come si desume dalle Linee guida modificate dalla Giunta regionale con la deliberazione del 31 luglio 2012, era garantito il ruolo fondamentale delle scuole ovvero dei docenti nel processo; infatti si prevedeva che al bando poi revocato seguisse, in coincidenza con l'inizio dell'anno scolastico 2012-2013 la pubblicazione di un avviso pubblico che metteva a disposizione del sistema scolastico regionale 8 milioni di euro per l'autoproduzione, da parte dei docenti, di contenuti didattici digitali per le scuole di ogni ordine e grado;

- a supporto di tale intenzionale centralità del ruolo dei docenti, era già stato adottato un atto formale preciso che dava avvio a questa linea di azione: la deliberazione n. 28/69 del 24 giugno 2011, avente per oggetto "L.R. 19 gennaio 2011 n. 1, art. 6. Piano straordinario per l'occupazione e per il lavoro: servizi, politiche del lavoro e dell'occupazione. Comparto istruzione - Indirizzi operativi per gli interventi a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna. Programmazione anno scolastico 2010 - 2011 - Stanziamento totale euro 5000.000 a far carico sul Bilancio regionale 2011";

- in tale deliberazione viene esplicitamente stabilito l'avvio di un processo di "coinvolgimento diretto e capillare del sistema scolastico regionale" e, a tal fine, prevedeva "la costituzione di un adeguato supporto tecnico e organizzativo che sia interno allo stesso sistema scolastico, che richiede il riconoscimento della capacità di autogestirsi e non gradisce, considerandole penalizzanti per la propria autonomia, oggi garantita costituzionalmente, ogni modalità di gestione dall'alto e dall'esterno", e ancora si "ritiene di dover individuare all'interno del sistema scolastico regionale delle istituzioni scolastiche autonome, che facciano da supporto alle linee di intervento indicate e che siano rappresentative dell'intera comunità scolastica, rappresentative dei diversi ambiti territoriali, dei diversi indirizzi scolastici e dei gradi del sistema";

- questo processo sistemico di coinvolgimento del sistema scolastico regionale, di costituzione di una sua struttura di governance interna e di autoproduzione dei contenuti da parte degli stessi docenti delle istituzioni scolastiche regionali, pur essendo previsto da una deliberazione della Giunta regionale approvata ormai 15 mesi fa, è rimasto a tutt'oggi lettera morta; in particolare, essendo stato revocato il bando per la produzione dei contenuti didattici digitali e non essendo chiaro da quale tipo di intervento verrà sostituito non si ha più notizia neppure dell'avviso pubblico per l'affidamento al sistema scolastico regionale di progetti autonomi riguardanti la produzione di materiali didattici originali, la cui pubblicazione doveva avvenire in questi giorni;

APPRESO che, nonostante la totale indeterminatezza che, per le ragioni esposte, vige ad oggi sugli obiettivi, sui tempi e sui contenuti del progetto Scuola digitale - Semid@s, la mancanza non solo di un bando sostitutivo di quello revocato, ma anche delle linee guida che definiscano le linee operative da seguire (dal momento che con la deliberazione del 31 luglio 2012 la Giunta ha disconosciuto quelle precedentemente approvate con la deliberazione n. 18/12 dell'11 maggio 2010), è stato pubblicato il bando per i progetti di formazione dei docenti e gli stessi sarebbero attualmente in fase di istruttoria, evidenziando l'emblematica incongruità di tale proposito stante l'inesistenza di una compiuta progettazione esecutiva indispensabile per poter progettare la formazione degli operatori e, prima ancora, per poter predisporre un bando adeguato per la stessa formazione;

PRESO ATTO:

- delle inquietanti informazioni messe in onda il 18 novembre 2012 dal servizio di Report dedicato alla banca Bpm che, per la loro portata e gli intrecci messi in evidenza, dimostrano in modo lampante che il MIUR sarebbe in grado di elargire soldi pubblici attraverso un sistema affaristico che ruota attorno a commissioni ministeriali, Consip, banche amiche, amici degli amici e che avrebbero dovuto, per questo motivo, indurre urgentemente la Regione a sospendere immediatamente ogni attività amministrativa connessa al progetto Scuola digitale modificato per sottostare proprio alle richieste del MIUR;

- che la vicenda dei contenuti detti "pillole del sapere", acquisiti dalla Consip nella sua piattaforma e acquistati dal MIUR senza gara d'appalto e, soprattutto, la vicenda dei 5 milioni e mezzo di euro per la formazione e la ricerca, parrebbe avere come protagonisti gli stessi personaggi che parrebbe si fossero organizzati per mettere le mani anche sui 20 milioni di euro che la Sardegna, con il progetto Semid@s, aveva destinato all'acquisto dei contenuti digitali da costruire ex novo e poi dirottati all'acquisto di contenuti già pronti;

- che potrebbe quindi non essere priva di connessioni con la storia delle "pillole del sapere" la sequenza di accadimenti intorno al progetto Semid@s che parte dall'accordo col MIUR, passa per la revoca del bando (che metteva paletti molto rigidi sulla qualità dei contenuti, sulla loro tipologia e sulle procedure di produzione e acquisizione) e arriva a sostituire l'acquisto di contenuti da produrre ex novo con contenuti già disponibili nella stessa piattaforma Consip in cui Ilaria Sbressa (protagonista principale della puntata di Report del 18 novembre 2012) aveva provveduto a mettere altri contenuti, prodotti dalla sua televisione ABC, che parrebbe intendesse destinare proprio al progetto Semid@s, e che anzi pare fossero stati concepiti e realizzati a questo scopo,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport

ad annullare l'accordo siglato col MIUR;

a ripristinare la versione originaria del progetto Scuola digitale - Semid@s, apprezzata dalla Commissione europea, unanimemente considerata di elevata fattura e qualità a livello nazionale ed esplicitamente ritenuta fino alle scorse settimane dalla stessa Giunta (lo si desume dai numerosi comunicati stampa del Presidente e dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport) uno dei fiori all'occhiello delle politiche regionali, e come tale presentata al Governo reiteratamente e al Presidente della Repubblica in occasione di una delle sue ultime visite in Sardegna;

a ripubblicare il bando, revocato senza validi argomenti sostanziali e con una delibera priva di legittimità formale, modificandolo solo relativamente agli specifici e limitati punti oggetto delle motivate richieste avanzate con le FAQ, che comunque mai ne mettono in dubbio l'originalità, il livello qualitativo, la rispondenza alle attuali esigenze del sistema scolastico e la sua centralità, la concreta fattibilità, e riaprendo i termini per la presentazione delle domande, anche al fine di evitare possibili ricorsi al TAR e legittime richieste di danni da parte dei soggetti che hanno intensamente e lungamente lavorato per rispondere al bando medesimo e hanno visto vanificato questo loro impegno;

a sospendere, in attesa della definitiva progettazione esecutiva del progetto Scuola digitale - Semid@s, la procedura in atto per la selezione del progetto (e dei relativi soggetti attuatori) per la formazione dei docenti, ristabilendo la corretta sequenza dei provvedimenti da assumere e delle procedure da seguire;

a riconoscere al direttore scientifico del progetto, a cui non è stato ad oggi revocato l'incarico, il ruolo e le funzioni che gli spettano in base alla convenzione tuttora in atto e in prosecuzione dell'attività finora svolta, evitando ulteriori possibili danni economici alla Regione. (226)