Seduta n.268 del 21/10/2011 

CCLXVIII SEDUTA

VENERDI' 21 OTTOBRE 2011

Presidenza del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente BRUNO

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 07.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 12 ottobre 2011 (261), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Gian Vittorio Campus, Roberto Capelli, Felice Contu, Angelo Francesco Cuccureddu, Marco Espa, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Giorgio Locci, Franco Mula, Eugenio Murgioni, Sisinnio Piras, Teodoro Rodin e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta del 21 ottobre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che i consiglieri regionali Michele Cossa, Giuseppe Luigi Cucca e Gavino Manca sono assenti nella seduta odierna per motivi istituzionali.

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interrogazione Porcu - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla presentazione della guida multimediale CagliariCult da parte dell'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio". (707)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

Interpellanza Planetta sulla cancellazione della lingua sarda nel 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni secondo il modello predisposto dall'ISTAT per il territorio della Sardegna". (274/C-8)

"Interpellanza Porcu - Lotto - Bruno - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sul grave rischio di disastro ambientale nella località di Balascia nel territorio di Oschiri (OT) a seguito dei lavori di sbancamento e infrastrutturazione relativi ad un impianto eolico privo delle necessarie autorizzazioni e sulla necessità urgente di scongiurare ogni ulteriore ipotesi di insediamento industriale in tale area di altissimo pregio naturalistico, archeologico e paesaggistico". (275)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 265/A.

Poiché dobbiamo procedere alla votazione dell'emendamento numero 174, non essendo ancora trascorsi, a termini di Regolamento, dieci minuti dall'inizio della seduta, sospendo i lavori fino alle ore 10 e 19.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 09, viene ripresa alle ore 10 e 19.)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 174. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 175.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Con l'emendamento numero 175 si propone la soppressione del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4 del 2009. Mi piace ricordare ai colleghi che l'articolo 13 è il primo articolo della seconda parte della legge numero 4 che effettivamente non può trovare applicazione, perché propone di introdurre con legge regionale nelle già esistenti norme di salvaguardia del Piano paesaggistico altri indirizzi, principi e direttive, quasi a dire: "Non ci sono, ve le diamo noi". Ovviamente qualcuno ha fatto capire al Governo regionale, che ha avuto questa bellissima idea, che non si può con legge regionale sostituire un provvedimento che ha valore costituzionale, che è stato approvato ed è vigente, e che quindi tutto questo complicato sovvertimento, diciamo, delle norme di salvaguardia non può trovare applicazione.

Ecco, la nostra proposta è quella di abrogare la legge numero 4 perché, comunque sia, non ve ne farete niente, così come non ve ne farete niente delle modifiche che state introducendo con questo nuovo piano casa che dimostra esattamente la grandezza della vostra capacità legislativa. Il piano casa ha una storia controversa, ha interessato tre Assessori diversi, personaggi che evidentemente non hanno interpretato adeguatamente le aspettative che provenivano dal Governo regionale e dai loro intermediari.

Noi siamo contrari all'articolo 13 della legge numero 4, ve l'abbiamo già detto. Avete solamente ottenuto, con la compiacenza del Governo, la non impugnazione di questa legge, impugnazione che ovviamente si proporrà una volta che arriveranno a destinazione i ricorsi per via costituzionale posti su questa legge e su tutti gli altri piani casa che sono stati approvati in violazione di un principio generale delle fonti normative, che avrebbe dovuto portare lo Stato ad adottare un decreto legislativo che autorizzasse le Regioni a legiferare nelle proprie materie di competenza in deroga alla disciplina vigente. Questo non c'è stato, l'articolo 13 non è operativo e dovreste accogliere anche voi l'emendamento numero 175 come conseguenza dell'inattività della legge numero 4 dal giorno della sua approvazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per fare alcune considerazioni sulla richiesta di approvazione dell'emendamento numero 175, proposto come primo firmatario dall'onorevole Gian Valerio Sanna, e per accogliere l'appello al dialogo che l'onorevole Sanna, ma anche altri colleghi dell'opposizione, hanno rivolto alla maggioranza. Noi abbiamo provato a dialogare ieri, cerchiamo di farlo anche oggi per portare a casa una legge che deve essere di tutto il Consiglio regionale, a prescindere dalle appartenenze politiche, e di tutto il popolo sardo.

Onorevole Sanna, vorrei anche dirle che, in riferimento all'articolo 13, comma 1, vi è stata una modifica introdotta da quello che voi chiamate "piano casa tre", con cui abbiamo inteso modificare e soprattutto chiarire alcuni punti che riguardano l'articolo 13 dando un'indicazione al pianificatore regionale per la modifica del PPR che, come ha detto lei, dev'essere fatta in altre forme e con altri metodi.

Io credo quindi che con la nuova proposta di piano casa si possa capire con chiarezza che il legislatore regionale e la maggioranza hanno ben inteso quello che lei sottolineava e stanno cercando di provvedere nei termini e nei modi dovuti. Il mio voto sull'emendamento numero 175 è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 175.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cocco Daniele ha votato a favore e che i consiglieri Diana Giampaolo, Diana Mario e Greco hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Cocco Daniele.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 30

votanti 30

maggioranza 16

favorevoli 2

contrari 28

Poiché il Consiglio non è in numero legale, la seduta è sospesa sino alle ore 10 e 55.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Signor Presidente, le vorrei far notare che la verifica del numero legale è stata chiesta da un solo Capogruppo.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, non è stata chiesta alcuna verifica del numero legale. E' stata chiesta la votazione nominale, dalla quale è risultato mancante il numero legale per poter proseguire.

La seduta è sospesa, ripeto, sino alle ore 10 e 55.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 26, viene ripresa alle ore 11 e 02.)

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione dell'emendamento numero 175, sul quale è stata chiesta la votazione nominale. Prego i consiglieri di prendere posto e i colleghi Segretari di stare al banco della Presidenza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 175.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Mariano Contu Mariano e De Francisci hanno votato contro.

Risponde sì il consigliere: Cocco Daniele.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 37

votanti 36

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 1

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 176.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 176.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato a favore e che i consiglieri Cappellacci, De Francisci e Petrini hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Cugusi - Salis - Sechi - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Contu Mariano.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 41

astenuti 2

maggioranza 21

favorevoli 6

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 177.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 177.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Soru e Zuncheddu hanno votato a favore e che il consigliere Cherchi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cugusi - Salis - Sechi - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Randazzo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 43

astenuti 2

maggioranza 22

favorevoli 8

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 178. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 179.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Mi sono iscritto a parlare, signora Presidente, per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento. Prima di avviare la discussione il nostro Gruppo era fuori dell'aula, evidentemente per riflettere su alcuni punti fondamentali della legge che stiamo discutendo, su cui voglio soffermarmi nel momento in cui dichiaro il mio voto su questo emendamento.

Credo che la discussione di stamattina sia totalmente fuori contesto rispetto a quello che sta accadendo in Italia, e in Sardegna in modo particolare, e sia totalmente astrusa rispetto alle necessità del momento in questa regione. E' emersa chiaramente l'incapacità della legge numero 4 di risolvere i problemi che si era proposta di risolvere ed è del tutto inutile il tentativo che si sta facendo con questo disegno di legge di prorogare ulteriormente quella legge. E' un danno estremo il tentativo che si sta facendo con questo provvedimento, che in realtà peggiora ulteriormente la legge numero 4 con una serie di articoli che mirano essenzialmente non a risolvere i problemi delle famiglie della Sardegna, ma a sopprimere di fatto il Piano paesaggistico regionale, a inserire degli elementi di totale arbitrarietà, a cancellare le norme di tutela della nostra fascia costiera, laddove in ogni occasione pubblica si dice di voler fare esattamente il contrario.

Credo che occorra maggiore riflessione su ogni punto che discuteremo stamattina e nei prossimi giorni. La velocità con cui stiamo affrontando questi emendamenti, che sono sostanziali, dovrebbe essere messa da parte per tornare alla riflessione, perché questi emendamenti di due o tre righe riguardano pezzi importanti degli interessi della nostra regione e occorrerà rifletterci con molta attenzione prima di passare ad altro.

Credo altresì che abbiamo fatto malissimo a bocciare questa serie di emendamenti, il che è anche del tutto incongruente rispetto alla volontà che è stata dichiarata, mi pare dall'onorevole Stochino stamattina, di trovare una soluzione che possa contenere alcuni aspetti del piano casa, ma sia anche volta a stabilizzare la validità del PPR. Anche stamattina con la bocciatura di un emendamento sostanziale presentato dall'onorevole Gian Valerio Sanna è stato compiuto un ulteriore tentativo di spallata al PPR che non può non essere censurato da questi banchi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 179 si propone l'eliminazione del punto 3 della lettera a) del comma 1 dell'articolo 13, perché sostanzialmente non ve ne fate niente, intanto perché l'oggetto di questa norma è già disciplinato dall'articolo 12 delle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico, che è attualmente in vigore in barba a tutte le considerazioni che si stanno facendo da tempo in quest'Aula. E' già in vigore, quindi dire che dobbiamo dare degli indirizzi per fare una cosa che è già in vigore mi pare sbagliato. Ma pretendere che la si possa modificare con lo strumento sbagliato è una cosa ancor più - se mi passate il termine - da instabili di mente. Quello che stiamo facendo in quest'Aula è da persone instabili di mente, perché pur sapendo che stiamo usando lo strumento sbagliato continuiamo a riproporre in legge cose che sono già in vigore. Il problema è che questa patologia prima o poi qualcuno ce la certificherà e mentre adesso si stanno cimentando a certificarcela gli psichiatri prima o poi sarà il popolo a certificarcela malamente.

Ecco perché vi diciamo: state attenti, gli errori che abbiamo commesso nel 2009 per noi non sono dimenticati, sono attuali, esistono, per cui dobbiamo correggere il tiro. E poi non potete dire falsità. Qui parlate di interventi di riqualificazione degli insediamenti senza aumento di volume. Ma di che cosa state parlando? Avete fatto la legge numero 4 per derogare alle norme con aumenti di volume e adesso ci volete dare a intendere che credete in questa cosa qua? Cioè in dieci diverse parti della legge dite dieci cose totalmente diverse l'una dall'altra!

Io vorrei, presidente Cappellacci, che voi metteste insieme il Gotha dell'intellighenzia urbanistica che avete utilizzato in questi due o tre anni per generare questo prodotto, compresi i tre Assessori che lei ha dovuto sostituire per cercare di portare a casa un risultato che, se siamo qui a parlare di piano casa, evidentemente non avete ancora conseguito. Ecco perché chiediamo l'annullamento di questo punto, che evidentemente è già normato, è già disciplinato, è già in vigore ed è già in mano ai tecnici per essere utilizzato, senza bisogno di tenerlo in piedi in questa forma scorretta e poco istituzionale dal punto di vista delle nostre prerogative.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il mio voto favorevole all'emendamento numero 179, che propone di abrogare il punto 3) della lettera a) del comma 1 dell'articolo 13, che appunto disciplina gli interventi ammissibili nella fase di adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico regionale, e per sottolineare ancora ciò che in questi giorni andiamo dicendo circa la necessità di intervenire proprio sulla legge numero 4 per arginare quelli che sono gli effetti devastanti che questa legge può avere, e in qualche modo ha già avuto, sul paesaggio della nostra Isola, in particolare dei centri abitati e delle coste.

Voglio inoltre ribadire un'esigenza fortissima, che non è quella di consentire l'aggiramento delle norme del PPR, ma è un'esigenza decisamente più stringente, quella cioè di consentire ai comuni della Sardegna di dotarsi dei piani particolareggiati e dei PUC. Abbiamo capito bene che la vostra insistenza nel non voler mettere a disposizione dei comuni le risorse necessarie perché si dotino di questi importanti strumenti urbanistici serve politicamente per mantenere in piedi l'immagine del PPR che avete propagandato in tutta l'Isola, come di un mostro che non consente ai comuni di muoversi e di lavorare per la riqualificazione spesso necessaria dei propri comuni, dei centri storici, eccetera. Avete necessità di mantenere questa immagine e quindi portate avanti una politica che impedisce ai comuni di dotarsi di quegli strumenti urbanistici che invece sarebbero i soli che consentirebbero loro di poter lavorare sull'urbanistica dei propri centri liberati dai cosiddetti vincoli del PPR.

Vi serve mantenere quell'immagine del PPR. Noi vi chiediamo, invece, di ritirare queste norme e di apprestarvi a finanziare i comuni perché si dotino dei necessari strumenti urbanistici, cosicché si capirà finalmente che il PPR non è quel mostro che avete dipinto in lungo e in largo per la Sardegna in questi anni, ma che prima o poi, così come sta succedendo adesso, questo vostro comportamento vi si ritorcerà contro nella maniera più pesante che si possa immaginare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Nell'esprimere il mio voto favorevole all'emendamento numero 179, vorrei dire al presidente Cappellacci che ci sono temi non negoziabili, come affermano anche i vescovi in questo periodo, sui quali cioè non si può trattare. Noi che abbiamo vissuto la campagna elettorale ricordiamo il video trasmesso da tutte le emittenti televisive in cui il Presidente si rivolgeva a un signore dicendo: "Scaricate i mattoni dal cofano, rimettete in moto le betoniere". Credo che siamo ancora a quel livello. Dopo due anni e mezzo di vuoto, si vuole riprendere da dove si era partiti in campagna elettorale, dall'unica idea presente in campagna elettorale. E noi che crediamo che l'ambiente sia un vantaggio competitivo per l'Isola, sia una ricchezza in sé e faccia bene all'economia della Sardegna, riteniamo che alcuni punti rientrino in un progetto di rilancio mediatico: legge sul golf, 3 milioni e 500 mila metri cubi, piano casa che non dà neanche una casa ai sardi, che pure ne avrebbero bisogno (tant'è che noi abbiamo presentato una proposta di legge alternativa), revisione del PPR, eliminazione della fascia costiera come bene paesaggistico d'insieme. Ecco mi pare che questo provvedimento sia inserito in questa logica, per cui mi chiedo che cosa ci sia da trattare, da negoziare. Il mio voto sull'emendamento numero 179 è, ripeto, favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Il mio voto su questo emendamento è favorevole per manifestare dissenso rispetto a norme che sono e continuano a essere proposte da voi col solito criterio delle maglie larghe. Cioè norme che parrebbero ordinare e disciplinare, così come alle norme spetta, contenendo espressioni come "modesta entità", "laddove è possibile", "laddove ce n'è bisogno" o "laddove è opportuno", che non dovrebbero comparire in atti normativi, aprono alla discrezionalità, assumono un carattere permissivo, sino ad arrivare all'abusivismo, ormai diffuso nella società italiana.

Proprio per il carattere, per il modo comportamentale, sviluppatosi soprattutto in Sardegna per effetto di una convinzione, cioè che questi provvedimenti creano economia e occupazione, che come abbiamo visto non hanno creato, si è arrivati alle assurdità consentite oggi con la connivenza dei tecnici e di tutti coloro che sono implicati in queste vicende. I volumi tecnici, per esempio, a mio avviso dovrebbero essere quantificati percentualmente e compresi all'interno dei volumi complessivi. Lo stesso vale per i volumi sotto terra: non può essere consentito di realizzare sotto terra spazi di qualsiasi dimensione, vani abitabili o meno (voi li volete addirittura rendere abitabili) che non siano quantificati. In agro vengono realizzati volumi che non sono considerati tali perché costruiti sotto terra e che addirittura sono dotati almeno su tre lati di veranda. Ditemi voi se questo non è un escamotage per consentire la proliferazione di volumi che sfuggono alle regole! Ecco, con questi emendamenti noi stiamo tentando di opporci a queste maglie larghe del permissivismo da voi sostenuto e voluto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.),relatore di minoranza. Annuncio il mio voto favorevole anche a questo emendamento, con cui di fatto si inizia a rivedere quella che è la parte peggiore della legge numero 4, laddove si è deciso di intervenire con legge ordinaria sulle norme del Piano paesaggistico regionale. E' stata una scelta assolutamente impropria, che a suo tempo abbiamo giudicato inaccettabile, e questo giudizio non possiamo che riconfermarlo oggi. Noi non possiamo consentire che si torni in Consiglio regionale dopo due anni per riproporre ulteriori aggravamenti di quello che già allora giudicavamo uno scempio della pianificazione paesaggistica regionale, che tanto avevamo impiegato a costruire. Poi è legittimo che uno la consideri più o meno apprezzabile, il giudizio di ognuno sta soltanto alla propria coscienza, però noi non possiamo accettare che un piano regolarmente approvato a suo tempo, con tutti i crismi e la partecipazione necessaria, venga rimesso in discussione con un percorso che non è quello che deve essere messo in campo.

Ecco perché faremo di tutto, durante questa battaglia politica, affinché su quel terreno questa maggioranza non segni neanche un punto, perché non lo merita questa maggioranza, ma non lo merita in particolare la Regione, che ha finalmente avuto, dopo tantissimi anni, uno strumento di salvaguardia che ora si vuole delegittimare con una prova di forza da parte della maggioranza e con una legge ordinaria. Noi abbiamo necessità che su questo fronte ci sia la più assoluta fermezza e convinzione, perché diversamente è inutile fare le programmazioni e le leggi se poi vengono disattese innanzitutto da chi le ha promulgate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole a questo emendamento. Come hanno già detto i miei colleghi di Gruppo, a due anni e mezzo dalla vittoria del centrodestra alle ultime elezioni regionali siamo ancora qui, o meglio siete ancora qui a osteggiare uno strumento come il PPR che ha avuto la capacità di disegnare delle regole di carattere generale per quanto riguarda il settore ambientale e urbanistico in Sardegna. Di questo argomento ne avete fatto un cavallo di battaglia nella vostra campagna elettorale; dovevate modificare il PPR, dovevate riconsegnare agli speculatori le città e le aree dell'agro, ma ad oggi non avete fatto nulla. Siete ancora qui con l'intento di modificare a sportello le norme di un settore così importante, cioè a seconda della richiesta che vi viene fatta dall'imprenditore o dal progettista di turno. Stiamo parlando di settori delicati che richiedono regole ferree, regole precise.

Nella passata legislatura, oltre ad aver approvato il PPR, si era seguita una logica, una filosofia, che era quella di dare la possibilità ai comuni di dotarsi di norme e di regole che consentissero loro di progettare il proprio futuro e il futuro dei propri amministrati, cioè di fare in modo che ogni comune si dotasse di un piano urbanistico e di un piano particolareggiato. Questo percorso il centrosinistra nella passata legislatura non lo ha potuto concludere, voi non avete voluto proseguirlo e la situazione è quella che conosciamo.

Occorre un'azione forte da parte del Consiglio regionale che rimetta in moto questo percorso per consentire ai comuni di dotarsi di questi strumenti fondamentali sia importante. Laddove questo è stato fatto oggi si è in condizioni di ottenere nel giro di trenta o quaranta giorni le autorizzazioni per costruire. Credo che dobbiate smetterla con questa modalità di azione e finalmente dotarvi e dotarci, non per noi, ma per la Sardegna e per i cittadini sardi, di regole che valgano per tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, è da giorni che sento usare un linguaggio poco consono all'istituzione che rappresentiamo e anche alla situazione sociale, economica e politica che tutti stiamo predicando. Sento parlare di soppressione del Piano paesaggistico, di eliminazione della tutela urbanistica regionale nelle fasce costiere e soprattutto di finanziamenti ai comuni. Guardate, con la prima legge urbanistica regionale, approvata negli anni '70 (Giunta Ghinami), quando c'era ancora il piano di fabbricazione quale strumento urbanistico comunale di adeguamento alla legge Bucalossi, quando si pagavano gli oneri di urbanizzazione, e poi con la legge numero 23, sul condono edilizio, e con la legge numero 45, e successive modifiche e integrazioni, la Regione ha concesso in continuazione finanziamenti ai comuni: miliardi e miliardi di lire, milioni e milioni di euro che non sappiamo che fine abbiano fatto. E adesso sento dire che bisogna finanziare i comuni perché adeguino gli strumenti urbanistici! Facciamo le persone serie, perché anche noi possiamo procedere con gli antidoti a questa specie di ostruzionismo, però se vogliamo parlare, parliamo di cose serie, non di cose inventate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Le parole dell'assessore Floris mi consentono di introdurre il mio intervento. Assessore, non ricordo esattamente quale termine nella legge numero 45 del 1989, che lei conosce bene, venne dato ai comuni per l'approvazione dei PUC. Se non ricordo male era previsto il termine prescrittivo di un anno. Chiedo all'assessore Rassu se può darmi delucidazioni tramite i suoi uffici su questo termine. Badate, il problema enorme che ci troviamo di fronte nel cercare di apportare dei correttivi con leggi provvisorie, speciali, straordinarie e quant'altro è legato al fatto che in Sardegna non c'è mai stata una politica rigorosa che puntasse a far sì che i comuni si dotassero di strumenti urbanistici, tant'è che anche in questa legge stiamo parlando di provvedimenti straordinari che consentono le demolizioni nei centri storici, peraltro impedite dalle intese Stato-Regione.

Assessore Floris, il problema è essenzialmente questo. La Regione avrebbe dovuto attuare una politica volta a imporre regole certe, così com'è successo in altre parti d'Italia. Glielo dice uno che è stato sindaco, che nel suo comune, Settimo San Pietro, ha approvato due piani urbanistici e un piano particolareggiato per il centro storico, riveduto dopo un paio d'anni, che ha impegnato risorse senza ricevere una lira dalla Regione, che ha impegnato i fondi del proprio comune e dei propri concittadini per dare regole certe a tutti gli abitanti del paese. Perché non imponiamo regole certe a tutti i cittadini della Sardegna? Per quale motivo non ci riusciamo? Le dico qual è la mia convinzione: non ci riusciamo perché è più facile governare l'edilizia e l'urbanistica senza regole, a maglie larghe, con la discrezionalità di uffici, amministratori, politici e funzionari. C'è un accordo fortissimo per evitare che le maglie dei controlli, delle regole siano strette; c'è la volontà invece di allargarle alla discrezionalità di imprese, imprenditori, privati, funzionari e amministratori pubblici. Il problema della Sardegna è questo, ecco perché noi chiediamo che siano applicati i termini previsti dalla legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento e per svolgere una riflessione. Questa legge attiene a due aspetti fondamentali: uno di carattere prettamente edilizio, l'altro di carattere urbanistico e ambientale. Noi ci stiamo cimentando in quest'Aula, l'abbiamo fatto anche in precedenti occasioni, su tutta una serie di questioncine di carattere edilizio, per l'appunto, che esprimono da parte vostra, all'interno di questo documento, la volontà di deregolamentare, cioè di andare contro le regole smantellando tutto un consolidato di norme che sono frutto di una filosofia da tutti condivisa prodotta nell'arco degli anni. L'altro aspetto è quello di carattere paesaggistico e ambientale, anch'esso inaccettabile così come viene proposto.

Presidente Cappellacci, assessore Rassu, nella sua prima fase questo provvedimento si prefiggeva - mi pare di capire, se non è così spiegatemelo - di far fronte a una situazione emergenziale, così veniva definita, rispetto a una congiuntura economica sfavorevole e si intravedeva, attraverso questo percorso, la possibilità di sostanziare economicamente il tessuto economico della nostra realtà isolana. Ma riguardava una situazione emergenziale, tant'è che doveva essere circoscritto in un ambito temporale di un anno, poi si c'è stata un'ulteriore proroga.

La riflessione è la seguente: dove volete arrivare? Vogliamo andare avanti con proposte ad aeternum, deregolamentando? Perché non ci si ferma e si ragiona su una prospettiva di ampio respiro che trovi una soluzione definitiva, ma all'interno di regole condivise? Questo è inaccettabile, è inaccettabile cioè che ci si chieda e si chieda ai sardi di andare contro le regole del buon senso, contro le regole dell'urbanistica, contro tutto un consolidato che è frutto anche della legge numero 45, che non è di oggi, e che anche l'assessore Floris ha richiamato.

Assessore Floris, mi permetta, mettiamoci d'accordo e diciamo, innovando la "45", che i comuni devono fare la pianificazione urbanistica entro un termine temporale concordato e prefissato, ma rispetto al passato interveniamo con determinazione monitorando i lavori nella fase esecutiva, fissiamo un tempo e se quel tempo non viene rispettato interveniamo. Oggi ci sono strumenti diversi rispetto al passato: c'è il GIS, c'è la banda larga, cioè si può dialogare diversamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io annuncio il mio voto favorevole all'emendamento numero 179, voglio però utilizzare questi tre minuti per dire alcune cose spero chiare. La nostra opposizione, lo dico ai colleghi della maggioranza - rispetto il loro giudizio, ma non lo condivido affatto - non è per niente strumentale, e proprio perché non lo è ha prodotto finora anche qualche risultato. Il risultato che ha prodotto nella giornata di ieri è stato quello di determinare nella maggioranza le condizioni per fare una proposta al centrosinistra.

Io vi dico, colleghi della maggioranza, che rispetto a quella proposta per quanto ci riguarda non è cambiato nulla nell'atteggiamento che abbiamo assunto finora. Noi continueremo a opporci a questo disegno di legge per le ragioni che abbiamo finora annunciato e che conoscete. Continuiamo a dirvi che non possiamo assolutamente accettare la sofferenza che voi dimostrate verso le regole, non possiamo assolutamente accettare alcuna norma che modifichi il dettato del PPR.

Pertanto, lo ripeto, pur apprezzando il vostro tentativo, che segue la nostra opposizione, perché se non ci fosse stato quel tipo di opposizione certamente da parte vostra non ci sarebbe stata quella "apertura", devo dire che ciò non ha modificato di una virgola la nostra posizione. Dico anche all'assessore Floris che noi stiamo agendo su cose serie. Se non fossimo stati impegnati in questi due giorni seriamente sul merito del provvedimento, da parte della maggioranza non ci sarebbe stato il tentativo posto in essere ieri, che però finora, ve lo dico chiaramente, è fallito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Era mio proposito non intervenire, non per mancanza di rispetto, ci mancherebbe altro, ma perché se si attua una strategia ostruzionistica è chiaro che non si instaura un dialogo. Siamo di fronte a una posizione compatta da parte della minoranza, per cui chi risponde abbocca. In questo caso sono costretto a rispondere, ma penso che questo fatto non si ripeterà.

Onorevole Salis, sono d'accordo con lei, il suo non è un comune costiero e quindi la capisco, ma se fosse stato un comune costiero avrebbe dovuto presentare un piano urbanistico adeguato al PPR e non ci sarebbe riuscito in questi sei anni, durante i quali sono stati approvati solamente dieci PUC proprio per le difficoltà interpretative del PPR, e non per volontà della Giunta regionale.

Proprio per consentire la predisposizione dei PUC nel 2006 erano stati destinati più di 3 milioni di euro, andati poi in perenzione. L'attuale Giunta ha destinato 9 milioni di euro, mentre di quei 3 milioni di euro ne erano stati utilizzati 54 mila. Questo per dire dell'intenzione e della volontà della Giunta di allora. L'attuale Giunta ha destinato 9 milioni di euro per i PUC dei comuni della fascia costiera; 2 milioni e 500 mila sono già stati utilizzati, il resto è in corso di utilizzazione. Non si riesce ad approvare i PUC per le obiettive difficoltà interpretative che tutti i sindaci - tutti! - hanno lamentato nell'incontro che si è tenuto sul programma "Sardegna nuove idee". Questa è la realtà e non la si può negare!

Per quanto riguarda gli interventi nei centri storici abbiamo destinato 8 milioni di euro per il 2011 e 4 milioni e 500 mila euro sono programmati per il 2012 e saranno stanziati in bilancio. Bisogna riconoscere obiettivamente che se non si mette mano al PPR nessun PUC verrà approvato in Sardegna, non saranno utilizzati neanche quei 9 milioni di euro che abbiamo stanziato adesso, oltre ai 10 milioni già destinati (che verranno erogati ai comuni appena sarà sbloccato il patto di stabilità) per i piani particolareggiati delle zone interne. Noi infatti abbiamo già destinato i fondi per l'adeguamento dei PUC e dei piani particolareggiati delle zone interne, il cui PPR verrà giustamente programmato subito dopo il PPR delle zone costiere.

Non si riesce a fare i PUC con questo Piano paesaggistico regionale, la verità è questa! Perché non affrontiamo obiettivamente questo problema, onorevole Soru? Andate a parlare con i sindaci, andate a parlare con la struttura regionale. La Giunta non sta bloccando i PUC, non sta rifiutando i PUC. Sono qui i rappresentanti della struttura amministrativa, chiedete a loro. Non si riesce a predisporre i PUC in tempi "umani", perché? Perché l'interpretazione del PPR è difficilissima. Non voglio pensare che in questo ci sia stata della premeditazione, perché ragiono sempre in positivo e mai in negativo, rispettando il lavoro degli altri, ma è necessario intervenire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 179.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Murgioni - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 23

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 180.

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo il voto segreto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Ricordo che si può intervenire solo per dichiarazione di astensione.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi astengo, così siete più tranquilli. Chiedere il voto segreto è la tecnica per impedirci di discutere, è chiaro, ma basta avere un po' di intuizione: astenetevi tutti e parlate, tanto questo emendamento è assolutamente inutile, perché la norma, ripeto, esiste già nella pianificazione paesaggistica, è in attuazione, che ci sia o no in questo testo è del tutto ininfluente, come tutto il resto che avete scritto. Intervengo, però, perché mi interessa replicare alle cose che ha detto l'assessore Rassu.

Le voglio ricordare, Assessore, che all'inizio del 2009, quando avete cominciato la vostra campagna elettorale, avete messo in circolazione nel "sangue" degli enti locali della Sardegna l'idea che avreste sovvertito tutto. Il vostro Presidente disse testualmente a quel minuto signore che si lamentava, in campagna elettorale, per non poter costruire: "Prepari cazzuole e cemento, signore, arriviamo noi". La task force della deregulation! Queste sono cose agli atti, non le sto inventando io. Dopo di che è arrivato l'assessore Asunis, e quindi lei giustamente, assessore Rassu, non ha responsabilità perché ha ereditato gli effetti del suo operato. Sa cosa ha fatto Asunis? Ha destrutturato completamente la task force interna, perché c'è lo spoils system: le persone che lavoravano con me non potevano stare con lui perché avevamo idee politiche opposte.

Lo vogliamo negare? Vogliamo negare che siamo profondamente diversi io e l'ex assessore Asunis e che anche la nostra storia personale è totalmente diversa? Come poteva pertanto mantenere la struttura che noi avevamo messo al servizio degli enti locali? Noi abbiamo consentito al Comune di Oristano, per esempio, inventando il sistema del tutor, scelto all'interno della struttura regionale, di avere la bozza del PUC nel giro di sei, sette mesi. Di che cosa stiamo parlando, dunque? Dei finanziamenti che avete continuato a tagliare? Noi abbiamo dato, assessore Floris, contributi per i PUC, ma quei contributi coprivano nella migliore delle ipotesi il 20 per cento del costo totale. Quando voi avete tagliato il fondo unico avete costretto i comuni a rallentare. Finché ci siamo stati noi sono stati incrementati anche gli incentivi per i PUC, mentre quello che avete fatto voi da quando siete al governo è documentato. Il che vuol dire che siete voi che avete inteso dire agli amministratori locali: "Guardate che stiamo per cambiare la strumentazione paesaggistica, non preoccupatevi di fare i PUC".

PRESIDENTE. Comunico che il collega Murgioni è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Credo che abbia fatto bene il collega Gian Valerio Sanna a smascherare un disegno che comunque non ci impedirà di utilizzare tutti gli strumenti che il Regolamento ci consente per fare la nostra battaglia politica. Potete chiedere il voto segreto anche su tutti gli emendamenti e noi su tutti gli emendamenti ci asterremo, per cui non è quello lo strumento per affrontare questa battaglia politica. Dovete prendere atto che bisogna ragionare seriamente sulle questioni che sono in campo, altrimenti questa discussione continuerà.

Colgo l'occasione per dire a coloro che per tante volte sono intervenuti in quest'Aula ricordando in maniera ossessiva le famose intese che sarebbero state stipulate tra la Giunta di Renato Soru e i vari comuni, che tantissime di quelle intese erano finalizzate ad affrontare tematiche come quelle di cui al punto 4 dell'articolo 13, nel senso che tantissime intese sono state messe in piedi con i diversi comuni per poter realizzare opere pubbliche in aree sulle quali era necessario trovare un accordo perché non esisteva il PUC e non c'era la previsione del Piano paesaggistico regionale. Per cui, a mio parere, non serviva a nulla ed era opportuno che non ci fosse quel punto nella legge numero 4, è giusto quindi che venga soppresso. Ho capito che invece col voto segreto voi riuscirete a salvarlo. Non portate nulla a casa dal punto di vista politico e comunque noi non desisteremo dalla nostra battaglia politica affinché si legiferi in questa occasione meglio di quanto non si sia fatto nel 2009 e quindi si costruisca una legge che sia davvero al servizio del popolo sardo e non al servizio di qualcuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Dichiaro la mia astensione su questo emendamento dal momento che gli interventi pubblici, lo sa chi ha fatto il sindaco o l'assessore ai lavori pubblici, possono andare in deroga alle norme quando hanno appunto un interesse pubblico, non c'è bisogno oggi di un ulteriore chiarimento. Per questa ragione trovo superfluo questo emendamento sul quale dichiaro la mia astensione.

Però in merito ai PUC voglio dire che è inutile che ci nascondiamo che c'è stata una cattiva volontà all'origine. La legge numero 45 è del 1989. E' vero che la Regione...

(Interruzione)

Sì, diciamo però che diversi comuni si erano già dotati di un piano regolatore generale, superando quindi il piano di fabbricazione che ha ricordato il presidente Floris. C'era già una volontà programmatoria soprattutto nei comuni con un territorio vasto. Penso al Comune di Alghero, che ha ottanta chilometri di costa; di una costa, fra l'altro, di grande interesse per tanti, sia per chi la vede dal punto di vista speculativo immobiliare sia per chi la guarda con le attenzioni dell'ambientalismo e dei valori paesaggistici.

Voglio dire che c'è stata una negligenza da parte dei comuni. E' vero che poi si sono trovati in affanno per mancanza di risorse, però devo dire, essendo stato sindaco di Alghero dal '94 al '98, che nel '94 Alghero è stato forse uno degli ultimi comuni ad aver avuto accreditato il finanziamento, approssimativamente 1 miliardo di lire. Quindi abbiamo messo in moto il meccanismo di pianificazione e nel febbraio del '98 ho portato nell'aula consiliare il Piano urbanistico comunale definito in tutti i suoi dettagli (il Piano paesaggistico regionale non esisteva ancora). Di questo me ne attribuisco il merito per quel che riguarda il mio comune. Sono state poi le divisioni all'interno della politica locale, gli scontri di interessi, gli appetiti su quelle cose che si sono messi di traverso. Su quella vicenda io ho insistito, mi sono giocato il secondo mandato di sindaco, però ho difeso con coerenza e serenità la mia posizione. Poi abbiamo visto che le tre amministrazioni successive se la sono giocata come se niente fosse, dopodiché hanno trovato la scusa del PPR. Infatti è vero quello che dice l'assessore Rassu, però è anche vero che i comuni poco fanno, magari sperando nelle cosiddette maglie larghe, per approvare un PUC che consenta loro spazi di manovra più ampi. Ma su questo argomento torneremo in altri momenti e in altra sede.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, annuncio la mia astensione su questo emendamento che di fatto è totalmente inutile perché il tanto vituperato articolo sulle intese era già previsto dal PPR esattamente per disciplinare questa fattispecie, cioè per far sì che le opere pubbliche potessero essere programmate anche prima dell'adozione del PUC.

Mi preme dire innanzitutto che forse questa discussione sarà utile, anzi sono sicuro che lo sarà, soprattutto perché se ci ascolteremo reciprocamente magari scopriremo che non di ostruzionismo si tratta, ma della volontà di svolgere ciascuno il proprio ruolo, di assumersi la propria responsabilità cercando di contribuire al miglioramento della qualità delle leggi che questo Consiglio approva e di affrontare per il verso giusto i problemi che ci attanagliano.

Sull'articolo 13 della legge numero 4, di cui ci occupiamo ancora con questo emendamento, noi diciamo: il modo giusto per intervenire sulle norme di attuazione del PPR non è cancellare tali norme con una legge ordinaria, ma approvare i PUC, dopodiché le norme di attuazione decadono. Questo è il cuore della questione: approvare i PUC. Lei, Assessore, della cui buona fede non dubito, dice: "E' impossibile approvare i piani urbanistici, chiedetelo a qualunque sindaco". Siccome in Sardegna ci viviamo anche noi e ci capita pure di parlare con i sindaci, alcuni dei quali sono nostri amici, è di totale evidenza che i comuni non approvano i PUC in quanto sin dal primo giorno, anzi come pilastro fondante di questa legislatura è stato detto loro: "Dimenticatevi del PPR, occorre cancellarlo, lo cancelleremo in pochi giorni!". Quale sindaco in buona fede avrebbe potuto frequentare gli uffici regionali ai fini dell'approvazione del PUC o del suo adeguamento, se già approvato, alle norme del PPR? Questo è stato l'errore fondamentale.

Occorre dire che il PPR esiste, che non basta una spallata per buttarlo giù e che occorre mettersi a lavorare da domani mattina per dire a tutti i sindaci della Sardegna: "Ci eravamo sbagliati, occorre adeguare i PUC e stiamo triplicando l'organico regionale per mettervi a disposizione dei tutor in maniera da poter approvare i PUC in fretta, anzi in frettissima". Occorre fare questo, anziché cercare sotterfugi e costringerci a discussioni come questa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Presidente, in questo emendamento si parla della fascia dei trecento metri. Ovviamente è un tema talmente caldoe imbarazzante che esprimeremo il dissenso col voto favorevole. Ma in tema di PUC, assessore Rassu...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, non si può intervenire per esprimere il proprio voto.

MELONI VALERIO (P.D.). Benissimo, chiedo scusa.

PRESIDENTE. Avevo chiarito che si poteva intervenire soltanto per dichiarazione di astensione, per cui le tolgo la parola.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Sull'emendamento numero 180 mi astengo, signora Presidente. Il tema è molto importante in prospettiva anche immediata perché, se ci vogliamo ascoltare, questo non è un tema da ostruzionismo, ma è un tema che attiene al governo, e so che molti di voi, sia in Giunta che in Consiglio, su questo tipo di argomenti hanno orecchie sensibili. Non può che essere così, perché un legislatore non può non avere occhi e orecchie sensibili quando si tratta di definire regole che consentano di uscire da una situazione di assoluto caos e di indeterminatezza.

Vorrei ricordare all'assessore Rassu quello che è successo in Italia per quanto riguarda la questione dell'evasione fiscale: dopo che il Presidente del Consiglio dei Ministri a varie riprese, sia come esponente dell'opposizione, sia come principale responsabile, per otto degli ultimi dieci anni, della politica e del Governo, ha detto agli italiani che l'evasione fiscale era comprensibile e soprattutto ha portato avanti una politica fatta di condoni, di scudi fiscali e quant'altro, dando la sensazione che ci fosse una comprensione del fenomeno dell'evasione fiscale, le entrate fiscali in Italia sono crollate. Le entrate sono crollate e l'Italia è oggi tra i Paesi occidentali quello con un livello di evasione fiscale assolutamente insopportabile che sta facendo crollare anche l'economia italiana.

Lo stesso ragionamento lo possiamo fare relativamente alle politiche urbanistiche, perché se i responsabili di una compagine governativa che ha vinto le elezioni sventolano la bandiera della deregulation, e quindi dei condoni (si parla ancora di condoni fiscali e urbanistici anche a livello nazionale), è chiaro, assessore Rassu, che questa è la ragione per cui soprattutto nelle zone costiere - l'ha ammesso lei stesso - i PUC non verranno mai fatti. Ogni scusa sarà buona per non farli, lo dice uno che, come lei, ha una profonda conoscenza delle autonomie locali e dei comuni in particolare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto di astensione sull'emendamento numero 180, anche perché, come ben dicevano i colleghi che mi hanno preceduta, ciò che è previsto al punto 4 dell'articolo 13 è totalmente ininfluente, ma anche per portare l'Aula a verificare una notizia ufficiale comparsa ieri su Il Sole 24 Ore.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO

(Segue BARRACCIU.) Mentre noi discutiamo di un provvedimento che è stato sbandierato quale strumento per rilanciare lo sviluppo della Sardegna, in Europa si assumono decisioni e provvedimenti che davvero influiscono sullo sviluppo della nostra isola. Mi riferisco al fatto che è stato varato il piano per la rete dei trasporti fino al 2030, (previsti in tutto 31,7 miliardi di euro); piano dal quale è stata totalmente esclusa la Sardegna, mentre come per magia è ricomparsa la Sicilia. Questo è un provvedimento vero per lo sviluppo e la Sardegna credo avrebbe dovuto insistere per farvi parte, cosa che non ha fatto. Sono andata a verificare nei giornali siciliani com'è che la Sicilia d'incanto sia comparsa in questo piano così importante.

Ho visto che era prima presente l'Assessore dei trasporti, magari può intervenire lui per spiegarci cosa sia successo, posto che il Presidente è andato via. Sono andata a leggere, dicevo, i giornali siciliani e ho scoperto che la Sicilia è ricomparsa in questo piano così importante fino al 2030, per il quale si spendono 31,7 miliardi di euro, che sono sostanzialmente le ultime risorse disponibili su questo terreno, sul cosiddetto Corridoio 5, e scopro che la Sicilia è rientrata miracolosamente nel piano perché per ottenere la modifica del piano la Regione ha attivato un braccio di ferro prima con Roma e poi con Bruxelles (Giornale di Sicilia). Il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha incontrato due volte il presidente Barroso, mentre la delegazione siciliana è stata guidata da Francesco Attaguile, dirigente dell'ufficio di Bruxelles della Regione siciliana. Cioè mentre noi ci spendiamo per rincorrere un provvedimento assolutamente inutile e inqualificabile, la Sicilia si adopera nelle stanze che contano per lo sviluppo delle Regioni, mentre la Sardegna ne è assolutamente esclusa.

Anziché stare qui, perché il Presidente e l'Assessore dei trasporti non si recano a Bruxelles per fare quello che devono fare per lo sviluppo vero, per le infrastrutture? Sono le infrastrutture che servono per lo sviluppo dell'Isola, non il mattone, non il cemento! Siamo di nuovo esclusi! A che cosa possiamo attaccarci per invertire questo trend della nostra Isola se non a questi provvedimenti? Mi chiedo se il Presidente della Regione sia andato a incontrare il presidente Barroso per parlare di questo tema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Intervengo innanzitutto per esprimere il mio voto di astensione in merito all'emendamento numero 180 e anche perché, sollecitato dall'intervento dell'assessore Mario Floris relativamente alla questione dei piani urbanistici che i comuni devono mettere in piedi, vorrei portare qualche esempio concreto su come stanno andando le cose.

Che cos'è il Piano paesaggistico regionale? Il PPR contiene norme di tutela alle quali i comuni devono adeguare i piani urbanistici, dopo di che quelle norme spariscono e sparisce anche la tutela regionale del paesaggio con i vincoli che erano stati posti. Detto questo, si è parlato di una marea di finanziamenti dati ai comuni negli anni precedenti, cosa che a me non risulta. Ciononostante posso fare alcuni esempi: Gonnesa, comune del quale sono ancora sindaco, ha approvato il PUC nel 2005, quindi in tempi non lontanissimi, senza percepire finanziamenti, ma pagando i professionisti con risorse del proprio bilancio. Lunedì prossimo sarà nuovamente approvato il PUC in adeguamento al PPR. Gonnesa è un comune costiero, tutte le criticità che sono state rilevate dalle osservazioni formulate sono state superate, per cui il piano urbanistico sarà approvato. Ma posso fare esempi di comuni vicini, anche Carbonia infatti ha adeguato il suo PUC al PPR.

Allora da che cosa dipendono i ritardi? Dipendono molte volte dalla complessità delle questioni, dalle cose che devono essere fatte, ma anche dalla farraginosità degli uffici, che non si adoperano come dovrebbero per cercare di snellire pratiche che potrebbero essere definite in pochi giorni o pochi mesi e invece rimangono negli uffici per anni. Naturalmente, come è stato detto in qualche intervento precedente, c'è anche l'idea che il piano urbanistico non può essere fatto perché il PPR di fatto lo impedisce. Ovviamente non è così, i piani urbanistici si possono fare, ci sono esempi concreti al riguardo.

Altra questione: siccome l'onorevole Rassu è l'Assessore competente anche rispetto alla materia relativa al patto di stabilità, vorrei dirgli che i comuni, sia dal punto di vista dello sblocco delle attività edilizie sia dal punto di vista della possibilità di poter pagare le aziende, hanno la necessità concreta che i finanziamenti vengano erogati, perché altrimenti si blocca tutto. E' inutile fare una legge come questa sul piano casa, che deve essere prorogato, se non ci sono quattrini messi a disposizione dalla Regione e si spera che la gente metta mano alle proprie tasche.

Soldi non ce ne sono e i comuni non possono pagare le imprese che sono lì a mendicare i due soldi che spettano loro per i lavori eseguiti. I lavori pubblici devono essere sbloccati erogando i quattrini, cosa che si può fare rapidamente. I funzionari regionali non possono dire: "Non vi diamo i soldi perché siamo obbligati a rispettare il patto di stabilità", perché i comuni muoiono se stanno fermi, se non possono fare proprio nulla. Il patto di stabilità va dunque rinegoziato. Ecco queste sono cose concrete che possono essere realizzate subito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Nel formalizzare l'intenzione di astenermi dalla votazione dell'emendamento numero 180, vorrei richiamare due punti. Primo punto: leggendo questo articolo e i vari punti in esso contenuti vediamo veramente vanificata la grande sofferenza che ha sorretto e stimolato un PPR sicuramente nato con grandi errori anche gestionali e che ha prodotto alcune perplessità. A distanza di anni si stava riuscendo a ottenere qualche effetto, per cui preoccupa questo articolato, con il quale si torna indietro di molti anni. Auspico che il PPR che è in elaborazione abbia un supporto; non so se le versioni piratate che stanno circolando abbiano un significato, perché se così fosse sarebbe veramente sgradevole. Mi sarei aspettato che questo articolo non ci fosse e che il PPR in qualche modo enunciasse qualcosa di concreto.

Secondo punto: vorrei richiamare i colleghi della maggioranza ai valori di onestà intellettuale, perché penso che chi ancora chiede il voto segreto voglia semplicemente far cadere quest'Aula in uno scenario di scarsa serietà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Per coerenza con le cose dette nelle settimane scorse sul voto segreto, su questo emendamento mi asterrò perché non posso permettere che ci siano fraintendimenti sulle mie posizioni. Penso che sia chiaro quali sono le mie posizioni su questo disegno di legge, penso di averle espresse in questi giorni di dura opposizione con le dichiarazioni di voto e con il voto, e non ho bisogno di un tardivo protagonismo. Purtroppo, però, su questo emendamento mi vedo costretto a dichiarare la mia astensione, non potendo esprimere il voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Vorrei rivolgermi all'assessore Rassu per dirgli, con tutta la stima che ho nei suoi confronti, che a mio avviso sbaglia e continua a sbagliare affermando, non solo in questa sede, ma anche all'esterno, che oggi i comuni non sono in grado di approvare i piani urbanistici comunali perché la normativa prevista all'interno del PPR glielo impedisce o lo rende complicato. Io mi chiedo e chiedo a lei, Assessore: ma quei comuni, e non sono pochi, che il PUC lo hanno approvato quale normativa hanno applicato?

Tra l'altro ho saputo che anche questa settimana, esattamente lunedì scorso, lei si è recato nel territorio che io rappresento, la provincia di Oristano, per illustrare una proposta di modifica del PPR e mi risulta che si sia guardato bene dal coinvolgere non solo i consiglieri della minoranza, ma anche quelli della maggioranza. Forse lei ritiene che i consiglieri regionali non debbano dire la loro su questa eventuale modifica. Credo che mettere mano al PPR oggi sia sbagliato, ritengo che applicare le norme vigenti in Sardegna sia un fatto positivo soprattutto nell'interesse di tutti i sardi e non solo di pochi.

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, considero la sua una dichiarazione di astensione, ma è doveroso dichiararlo.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io ho cercato tra ieri e oggi di colmare ovviamente un vuoto rispetto all'esperienza della passata legislatura, per cui mi sono riletto un po' di atti consiliari. Ho avuto modo di notare che in occasione del dibattito, mi pare proprio sul PPR, ma anche durante il dibattito in Aula per l'approvazione del Piano sanitario regionale, alcuni colleghi dell'allora opposizione…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Diana. Invito i colleghi, se è possibile, a fare silenzio in aula.

Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Grazie, Presidente. Dicevo, rivolgendomi soprattutto ad alcuni colleghi che sono intervenuti su questo aspetto e ci hanno accusato di fare ostruzionismo, che io sono andato a rileggermi alcuni atti della passata legislatura e ho avuto modo di notare che sia nella discussione sul Piano paesaggistico regionale, sia in quella per l'approvazione del Piano sanitario regionale, alcuni colleghi dell'attuale maggioranza intervenivano leggendo testualmente brani di libri, alcuni anche interessanti, con una semplicità disarmante! Basta andare a vedere se gli atti per rendersene conto. Allora io davvero non capisco perché si voglia fare un parallelismo tra quel tipo di opposizione, che offende chiunque l'opposizione la faccia seriamente, come noi, e l'opposizione che stiamo facendo noi adesso.

Nel dichiarare la mia astensione, voglio dire questo: anche oggi, assessore Rassu, lei ha avuto modo di dire che molti comuni di buona volontà hanno tentato di dotarsi del PUC e del piano particolareggiato e non ci sono riusciti proprio per l'eccessivo rigidismo o centralismo del PPR. Allora, come diceva il collega Solinas, basta che voi modifichiate in fretta e in maniera seria il PPR; è previsto dallo stesso PPR e non comprendiamo perché vogliate invece passare dalla finestra. Per cortesia abbandonate questo obiettivo e ponetevi invece l'obiettivo di sostenere tecnicamente e finanziariamente tutti i comuni che ancora non sono dotati né del PUC né del piano particolareggiato. Questa sarebbe un'azione davvero meritevole da parte vostra. Invece mi pare che non lo facciate proprio perché per voi è più semplice intervenire in deroga, soprattutto in quelle situazioni in cui si è sprovvisti di quei piani straordinari e necessari per la programmazione e la pianificazione urbanistica.

Se davvero volete aiutare i comuni non accusateli di non poter fare o di non riuscire a fare i PUC per colpa del PPR, ma mettete a disposizione tutte le risorse, ripeto, tecniche, amministrative e finanziarie, perché i comuni che non ne sono dotati colmino immediatamente questo vuoto. Il mio è un voto di astensione, naturalmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'assessore Rassu, vorrei sapere se si tratta di una dichiarazione di voto. Intende rispondere?

Prego, assessore Rassu.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Non può rispondere! Siamo in fase di dichiarazioni di voto, Presidente, l'Assessore non può dare nessuna risposta. Non è un dibattito questo!

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, può intervenire solo per dichiarazione di astensione.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Annuncio l'astensione e quindi anche il mio dissenso su un disegno di legge che, mentre finge di andare incontro a quelle che sono le esigenze dei cittadini, di fatto è funzionale solo a interessi chiaramente lobbistici, che vanno ben oltre il bisogno delle persone. Per cui qui si continua a parlare d'altro, completamente slegati da quelli che sono i bisogni di uno scenario generale che è sotto gli occhi di tutti. Qui si parla fondamentalmente di abbattimento e stravolgimento delle regole che sono nate per la tutela ambientale e quindi per regolare l'edilizia in base ai bisogni dell'ambiente. Ma in quest'Aula c'è una grande nevrosi, la nevrosi di chi ha molta fretta. Mi rivolgo ai signori della maggioranza: avete fretta di chiudere una brutta partita, dovete farlo anche con la consapevolezza che intanto è già tutto scritto e deciso. Per chiudere questa brutta storia vi basta un'alzata di mano, e quindi un'alzata di mano per legalizzare una proposta che non è legalizzabile. Per cui la vostra alzata di mano, che farà passare questo progetto, non potrà finire così di fronte alla legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signor Presidente, signor Assessore, colleghi, intervengo per dichiarare il mio voto di astensione, visto che siamo chiamati a intervenire in questi termini per poter dare un contributo al dibattito, e per riaffermare che da parte nostra non c'è nessuna volontà di fare ostruzionismo, ma semmai l'ulteriore tentativo di aprire un varco nel dialogo possibile. Si è peraltro tentato di fare questo passaggio e poiché i primi tentativi sono sempre difficili credo che non si debba abbandonare la via scelta, per quante difficoltà ci siano, proprio per mantenere in piedi un rapporto leale tra opposizione e maggioranza, per non incrinare l'etica di un rapporto civile e opportuno che tende, a mio avviso, al bene comune.

Ciò che caratterizza questo emendamento è ancora una volta la volontà di richiamare l'attenzione dell'Assemblea, che peraltro ha scelto come elemento cardine gli strumenti urbanistici. Certo è che si è in ritardo, che i comuni spesso sono in grave difficoltà nell'affrontare le tematiche che noi dibattiamo, a volte anche con grande enfasi, ma poi i problemi si scaricano all'interno delle comunità e delle amministrazioni locali, quindi i sindaci e i loro collaboratori sono in prima linea nel dare risposte ai cittadini. Sicuramente si dovrebbe prima di tutto verificare se è vero (mi sembra che l'assessore Floris abbia elementi per affermarlo) che c'è stato un grande sperpero di denaro, se è vero che la Regione avrebbe dovuto verificare che fine hanno fatto quei soldi, e quindi laddove fossero individuate responsabilità anche perseguirle. Non basta infatti elargire le risorse, bisogna anche controllare che vadano a buon fine.

Mi sembra che si immettano nella discussione elementi generici solo per infarcire il dibattito, mentre andrebbero puntualizzati, se questi sono i dati, gli elementi di una verifica che non però si fa. Per cui sono del parere che questa Assemblea nel trattare argomenti simili utili per i comuni debba con essi ragionare, così com'è stato fatto nella precedente legislatura.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 180, sul quale è stato chiesto il voto segreto. La Presidenza ha preso nota dei consiglieri che hanno dichiarato di astenersi, pertanto li invito a non votare.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 180.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 39

votanti 37

astenuti 2

favorevoli 4

contrari 32

(Numerosi consiglieri protestano per il computo degli astenuti nella votazione)

Scusate, i colleghi naturalmente possono astenersi. Io ho invitato i colleghi che hanno dichiarato di astenersi a non votare.

(Interruzioni)

Correggo la proclamazione del voto:

presenti 52

votanti 37

astenuti 15

maggioranza 19

favorevoli 4

contrari 32

nulli 1

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Contu Mariano - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda.

Si sono astenuti: Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.)

ARTIZZU (U.D.C.-FLI). Come si fa a cambiare completamente dopo due minuti la versione sull'esito del voto? Ma è una cosa seria?

PRESIDENTE. Non cambia assolutamente niente, semplicemente gli Uffici non avevano tenuto conto dei consiglieri che avevano dichiarato di astenersi. Non cambia assolutamente niente!

Passiamo all'emendamento numero 181.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi non facciamo ostruzionismo, ma vi diamo l'opportunità di capire che cosa avete fatto. Il punto 5, lettera a), del comma 1 dell'articolo 13 è coerente con la bozza di PPR che avete messo in giro, nel senso che dice che la misura di salvaguardia contiene l'autorizzazione a eseguire gli interventi previsti nel Capo I della legge numero 4. Dice infatti che la deroga urbanistica per gli ampliamenti diventa norma di salvaguardia; neppure norma a regime, ma norma di salvaguardia! Cioè avete scritto che le norme di salvaguardia della pianificazione paesaggistica sono date dall'autorizzazione ad andare in deroga ai limiti di volumetria! Non so se abbiate capito che cosa avete fatto con la legge numero 4! E la bozza di PPR è stata scritta dalla stessa mano, ecco perché dico che il povero Rassu non c'entra. Il nuovo PPR l'ha scritto Asunis. Se andate a vedere, le norme di salvaguardia generale del nuovo PPR dicono che si può fare questo e quest'altro, fatto salvo quanto previsto nella legge numero 4. Quindi anche lì la norma di salvaguardia è data dalla deroga volumetrica permanente, infinita ed eterna - perché questa è l'ossessione -, che diventa norma di tutela paesaggistica. Secondo me, al Ministero stanno ridendo a crepapelle!

Questo per dire che noi siamo colpiti da patologie gravi al cervello, veramente gravi, perché c'è un problema di logica: il PPR tutela, non "sbraga". Noi abbiamo proprio sbagliato oggetto e questo emendamento, che tenta di eliminare il citato punto 5, dimostra che voi volete rendere regola la deroga. Ecco la vostra natura, assessore Rassu. Si faccia spiegare le cose dagli Uffici, non si faccia dire solo quello che gli Uffici le vogliono far dire qua dentro; si faccia spiegare anche il significato delle norme, perché diversamente lei si espone a un giudizio che non merita. Voterò ovviamente a favore dell'emendamento numero 181.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Intervengo per ribadire anch'io il mio voto favorevole a questo emendamento, posto che nessuno abbia chiesto il voto segreto, e per evidenziare a mia volta che effettivamente con questo passaggio si è fatto un grande azzardo, cioè si sono presealcune decisioni con il Capo I della legge numero 4 che sono state infilate per intero nelle norme di salvaguardia a cui derogate. Ora si è davvero toccato il fondo in questa occasione, perché non è possibile - l'avevamo già detto durante la discussione della prima parte della legge numero 4 - che si abbia il coraggio di mettere in piedi, così come è stato fatto nel 2009, un provvedimento di legge che prevede nello stesso tempo tantissime deroghe al Piano paesaggistico approvato soltanto qualche anno fa.

Io capisco che se il Piano paesaggistico fosse stato messo in piedi quindici o venti anni fa necessiterebbe di essere adeguato e se non ce ne fosse il tempo si porrebbe il problema di affrontare qualche singola questione in maniera puntuale. Ma non è accettabile che a due anni dalla sua predisposizione e approvazione, quindi da tutto il lavorio di confronto, di analisi, di approfondimento che c'è stato, si decida un intervento di modifica di così ampio e vasto raggio. Questo non è accettabile, non era accettabile allora, non lo è oggi.

Con questa proposta di legge ci date l'occasione di chiedere che venga abrogato quell'obbrobrio che venne fatto con la legge numero 4, e con questo emendamento di fatto stiamo proponendo che una parte di quella robaccia venga abrogata. Ecco perché ritengo che sia utile e doveroso il voto favorevole all'emendamento numero 181.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Dichiaro il voto favorevole a questo emendamento per le ragioni tecniche che ha così bene riepilogato il mio collega Gian Valerio Sanna poc'anzi. Proprio il punto 5 della lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 dimostra la volontà di derogare sempre; c'è una sorta di idiosincrasia rispetto alla norma, per cui si preferisce che alcune cose possano essere fatte con una deroga piuttosto per la via maestra di una norma esistente.

Ne approfitto anche per dire che mi sarebbe piaciuto sapere qual è l'opinione dell'assessore Rassu, che prima si è interrotto, spero di poterlo risentire sulle questioni di cui stiamo discutendo, perché non ne stiamo discutendo per perdere tempo, bensì per cercare di dare una mano a risolvere il problema. E il problema è che in edilizia negli ultimi due anni si sono persi quasi 18 mila posti di lavoro e non per colpa del PPR, ma innanzitutto perché non si fanno opere pubbliche, per le ragioni che conosciamo. E quei posti di lavoro sono stati persi anche perché è vero che alcuni adempimenti burocratici risultano molto difficili, ma non per colpa del PPR, bensì per colpa della mancata approvazione dei PUC. E allora bisognerebbe iniziare ad ammettere almeno tra noi che il problema non è il PPR che detta delle regole, ma il fatto che non stiamo approvando i PUC.

Vogliamo provare a parlare di come approvare questi benedetti PUC? A meno che non pensiamo che in Sardegna l'unico modo per continuare a vivere sia quello di cancellare le regole e vivere di deroghe! Questo è esattamente il senso della legge di cui oggi stiamo discutendo: continuare a cancellare delle regole in maniera che si possa facilmente vivere senza regole o con un istituto erga omnes di deroga. Poiché in tanti, credo, da una parte all'altra di quest'Aula la pensiamo invece in modo contrario proviamo a vedere come possiamo far applicare meglio queste regole. Se è vero che molti comuni non riescono ad approvare il PUC è anche vero che diversi altri l'hanno già approvato, compresi comuni importanti, compresi comuni che, guarda caso, hanno vinto un premio europeo per la tutela del paesaggio, come il Comune di Carbonia, che mostra evidentemente sensibilità e la volontà di perseguire una certa strada. Bisogna quindi riconoscere che i piani urbanistici non sono stati approvati, creando un danno clamoroso, che si porta dietro la responsabilità di molti di quei posti di lavoro che mancano, perché si è creata la falsa aspettativa che il Piano paesaggistico sarebbe stato cancellato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Noi proponiamo di tornare indietro, di dire basta. Quelle modifiche che di fatto fanno saltare le virtuose norme di salvaguardia del PPR sono un altro tratto di questa legge che evidenzia un ulteriore tentativo non solo di far rivivere tutte le vecchie lottizzazioni sulle coste proprio con il punto 5, la lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 (vedremo poi come con le lettere successive questo articolo torna indietro e fa ripartire lottizzazioni convenzionate anche da comuni che non avevano approvato il PUC), ma addirittura di far diventare le deroghe delle norme di salvaguardia!

Credo che col vostro comportamento stamattina voi stiate dimostrando di non voler sentire, di voler fare il contrario di quello che dite a parole, di non volere regole, di voler procurare uno scempio enorme alla Sardegna, di voler cementificare le coste e far saltare ogni regola nelle zone urbane. Per questo credo che non sia neanche sufficiente stare in quest'Aula. Stamattina non interverrò spesso perché voglio organizzare fuori di qui un grande movimento di opinione che spieghi alla gente, al nostro popolo quello che accade in quest'Aula. Credo anche che l'opposizione fatta negli scorsi giorni e in particolare ieri sia stata insufficiente. Avremmo dovuto fare molti più interventi, saremmo dovuti essere in molti di più in Aula. Chi era assente aveva torto, avrebbe dovuto dire chiaro e forte fin dal primo momento che questo provvedimento è sbagliato. E se non parlerò su ogni emendamento non sarà perché non voglio intervenire, ma perché voglio parlare alle persone fuori di qui, voglio organizzare per primo una grande opposizione a questo scempio che si sta perpetrando, a questa incapacità di scrivere le regole della nostra Regione, a questo ennesimo tentativo di cementificare le nostre coste.

Anche voi, colleghi della maggioranza, avreste dovuto dire basta, avreste dovuto ritirare i vostri emendamenti, avreste dovuto dichiarare l'intenzione di semplificare questo provvedimento e confrontarvi con una minoranza che ha cercato di aprirvi gli occhi. Da questo momento, lo dico anche ai colleghi, sarà inutile che noi perdiamo troppo tempo in quest'Aula. Qualche intervento lo faremo, diremo la nostra, ma fuori di qui con voce sempre più forte spiegheremo quello che succede, qual è il vostro vero progetto per la Sardegna: semplicemente un progetto di cementificazione, un progetto non utile ai sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Annuncio il voto favorevole all'emendamento in discussione, anche perché come tanti altri emendamenti mette in risalto il carattere assolutamente pasticciato della legge che stiamo discutendo, la confusione che alberga tra i banchi della maggioranza e della Giunta intorno a questo tema così complesso e importante, perché si dice tutto e il contrario di tutto e ogni volta che andiamo avanti nell'analisi della norma verifichiamo che le contraddizioni la fanno da padrone. C'è una confusione totale e le contraddizioni si susseguono l'una con l'altra. Ma voi avete avviato nel giugno del 2010 una grande campagna pubblicitaria con lo slogan "Sardegna nuove idee", che è lo slogan attraverso il quale avete lanciato la campagna per modificare il Piano paesaggistico del 2006. Credo che, sia in relazione alle modifiche del PPR, che non si capisce quali siano, ma anche in relazione a questa legge, dovreste correggere il vostro slogan, che lascia il tempo che trova una volta che ci si trova ad analizzare effettivamente i documenti che producete, in: "Sardegna nuove idee poche e confuse". La legge che stiamo analizzando fa emergere in tutta la sua evidenza questa totale confusione.

Tra l'altro quello che stiamo cercando di dire è anche questo: vogliamo riaffermare il ruolo importante che devono avere le autonomie locali, il protagonismo delle autonomie locali, di cui vi siete riempiti la bocca in campagna elettorale anche in relazione a questo tema. Allora vi stiamo paradossalmente aiutando a corrispondere, con gli atti e con le leggi, alle promesse che avete fatto in campagna elettorale, cosa che non dovremmo neanche fare, perché ci servirebbe semmai mettere in evidenza la vostra totale incoerenza e anche la vacuità delle promesse che avete fatto.

Il protagonismo delle autonomie locali certamente non passa. E su questo tema così importante, il doveroso protagonismo delle autonomie locali, il ruolo che esse devono svolgere certamente non passa attraverso queste norme; vi passerebbe se voi metteste mano alla necessità impellente che le autonomie locali gestiscano, costruiscano, predispongano i loro strumenti urbanistici. Allora sì, ma non lo fate in questi termini, bensì cercate di farlo attraverso leggi che surrettiziamente tendono a superare il PPR, sapendo bene che non potranno essere applicate. Veramente la nostra non è un'opposizione strumentale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V). Voterò a favore dell'emendamento numero 181. Assessore Rassu, io prevedo che un PUC verrà approvato in maniera velocissima, ed è lo stralcio al PUC del Comune di Elmas, sul quale è stata annunciata oggi la non necessità della valutazione di impatto ambientale. Badi bene, Assessore, che l'esempio del Comune di Elmas è quello che fa quadrare tutti i discorsi che stiamo facendo qua, nel senso che l'urbanistica, che dovrebbe essere un insieme di regole a tutela del bene pubblico, è spesso utilizzata, piegata e forzata per tutelare invece quelli che sono interessi forti dell'economia, dell'imprenditoria e quant'altro.

Questa notizia sullo stralcio del PUC di Elmas l'ho letta oggi, la approfondirò, ma pongo un problema: quando la Regione autonoma della Sardegna decide di non considerare importante la valutazione di impatto ambientale per un intervento di 306-307 mila metri quadri, con 133 mila metri cubi di volumetria assentita o assentibile in prossimità di un aeroporto, credo che si pongano dei problemi. Così come nei paesi esiste la zona di rispetto cimiteriale, presumo che per un intervento da realizzarsi in prossimità di un aeroporto importante come quello di Elmas ci sia la necessità di un'area di rispetto aeroportuale, anche in previsione dei futuri ampliamenti che l'ENAC ha già deciso.

Chiedo in quest'Aula, e poi approfondirò la questione, se di fronte all'opposizione già manifestata dall'ENAC, un ente nazionale che chiede che parte di quelle aree possano essere destinate a futuri ampliamenti di un aeroporto di livello nazionale e internazionale quale quello di Elmas, il fatto che la Regione agevoli l'intervento di un privato, pur con l'assenso del comune, in un'area aeroportuale così pregiata e importante per la Sardegna non comporti qualche problema. Io non voglio assolutamente ingerirmi in quelle che sono le scelte del Comune di Elmas, però è un fatto che l'aeroporto di Elmas è un problema che esula dal pur importante…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, onorevole Salis.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto).E' sempre lo stesso argomento, colleghi della maggioranza, e a giustificazione delle vostre proposte sostenete che voi ascoltate i sardi, ascoltate la gente. Voglio farvi sentire la voce di un sardo, un ragazzo di vent'anni, il quale dice: "La Sardegna ha una bellezza unica, particolare. Quando ero ragazzo" - dice lui, che ha vent'anni - "con gli amici quasi tutti i fine settimana si andava alla montagna, a Monte Arcosu. Se era periodo di mirto lo raccoglievamo, se era stagione facevamo funghi, e io asparagi. Poi prendevamo una pausa per un piccolo pranzo e restavamo lì, sino a quando c'era luce, a godere del mondo". E prosegue: "Per favorire un turismo più salutare bisognerebbe in Sardegna lavorare per recuperare i paesi poco popolati, i luoghi disabitati, ma che sono legati alla storia e alla terra. Invece si costruiscono anonimi condomini di seconde case, villaggi vacanze che sono uguali dappertutto. Alla fine i turisti vanno dove si spende meno, se l'offerta è uguale. L'edilizia è una risorsa, certo, ma per il breve periodo, un tampone per chi ha bisogno al momento. Non c'è lungimiranza in queste scelte, oggi è più evidente che mai". Lo dice Francesco, che è sardo, ha vent'anni ed è emigrato come ormai migliaia e migliaia di giovani sardi che hanno abbandonato questa terra senza prospettive.

E voi, di fronte a dichiarazioni come queste, che cosa proponete? Quello che abbiamo sotto gli occhi oggi, cioè la vostra proposta, alla quale noi continueremo a opporci con la stessa caparbietà che vi abbiamo dimostrato fino a questo momento.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Vorrei tentare di attirare l'attenzione dei colleghi della maggioranza per dire loro molto umilmente una cosa: noi stiamo cercando, con la nostra opposizione, di fornire un servizio alla Sardegna; stiamo cercando, anche attraverso questo emendamento, sul quale annuncio il mio voto favorevole, di recuperare un danno gravissimo che voi avete causato con l'approvazione della legge numero 4 del 2009 che, ahinoi, inizia a introdurre la cultura della deregolamentazione. Ripeto, uno dei vostri primi atti della legislatura, nel 2009, è stato quello di deregolamentare una questione molto importante che si era messa a norma nella passata legislatura, ed era quella relativa agli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Come ho avuto modo di dire altre volte, restano purtroppo ancora da chiarire delle pagine molto oscure proprio grazie alla vostra cultura della deregolamentazione, che vi permette evidentemente di agire in barba - scusate l'espressione poco elegante - alle regole che una società civile deve sempre e comunque avere, perché a nessuno è permesso di agire in assenza di regole.

Di questo stiamo parlando anche nella discussione odierna attraverso l'esame degli emendamenti che noi abbiamo presentato nel tentativo, ripeto, di dare un servizio alla Sardegna; servizio che dovreste innanzitutto fornire voi che avete la responsabilità di governare, e non di "sgovernare" come invece state facendo, in tutti i settori di questa regione. Vi faccio una proposta: fermatevi un attimo per valutare una vostra proposta di Piano paesaggistico. Ma perché dovete passare dalla finestra per aggirare il PPR? Abbiate il coraggio di fare una proposta di Piano paesaggistico, confrontatevi con quest'Aula, con le forze sociali, con i partiti, col territorio, col sistema delle autonomie locali, dateci la possibilità di discutere le modifiche del PPR.

Un'altra richiesta la rivolgo a lei, presidente Cappellacci: se è vero come è vero che mancano molti PUC e molti piani particolareggiati, si fermi un attimo, metta a disposizione risorse finanziarie, intelligenze, risorse tecniche per sostenere i comuni nel dotarsi di questi due indispensabili strumenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI), relatore di maggioranza. Dichiaro il mio voto contrario, ovviamente, all'ennesimo emendamento ostruzionistico che viene illustrato e difeso da un'opposizione che continua anche a offendere, perché qui, caro collega Sanna, non ci sono matti. Qui matti non ce ne sono, spero che non ce ne siano e sono convinto che non ce ne siano neanche dall'altra parte. E non sono matti neanche quei sardi che due anni e mezzo fa ci hanno dato il loro consenso anche per questo vostro modo di fare, contro questo vostro modo di operare che vi ha portato appunto a perdere le elezioni.

Noi abbiamo tentato in questi giorni di aprire al dialogo e soprattutto di confrontarci sulle cose più importanti, dando anche la disponibilità a limare il testo, a migliorarlo, tenendo conto della discussione e dei consigli che sono emersi, ma ci siamo resi conto che evidentemente ciò che si dice la mattina di sera viene stravolto, perché forse c'è poca autonomia in molti di voi; poca autonomia e anche poca lucidità, consentitemi di dirvi questo.

Noi siamo una maggioranza che ha i numeri e se continuate così ci costringete ad andare avanti con il nostro testo e con la nostra linea. Non potete pretendere di riscrivere una legge voi che siete all'opposizione e che siete stati bocciati dagli elettori proprio su questi temi. Noi abbiamo vinto una competizione elettorale con degli impegni ben precisi, con un preciso programma elettorale. Oggi voi siete all'opposizione, come lo eravamo noi due anni e mezzo fa, ma certo non pretendevamo di scrivere le vostre leggi, cercavamo di migliorarle e vi avevamo anche avvisato che sarebbe andata così, ma non ne avete tenuto conto.

Oggi noi stiamo cercando di dare delle risposte serie in un momento di grande crisi, e voi cosa fate? Giocate, tentennate, fate ostruzionismo, ci insultate, ci accusate di cose gravi e questo non lo possiamo tollerare, io non lo tollero. Qui nessuno è matto, siamo tutti lucidi, siamo tutti consapevoli di quello che stiamo facendo e possibilmente, lo dico anche ai colleghi di maggioranza, per quanto mi riguarda non si fa nessun passo indietro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Annuncio il mio voto a favore, aggiungendo che qui le cose non stanno nella loro vera cornice. E' opportuno, davanti a una legge leggia, come direbbe un sardo, e così poco chiara, avere un occhio storico e anche disincantato, e non ammortizzare ogni volta il consenso con le pseudoregole e le regole col consenso. Anche il consenso popolare che avete cercato attraverso i giornali e la pubblicità è un fenomeno peculiare, perché quel consenso si basa sul progressivo allentamento delle regole e sulla mescolanza tra privato e pubblico. E' chiaro che volete coltivare i vostri giardini, ma che cosa volete coltivare, se questa legge mira soprattutto a distruggere i giardini della Sardegna? Quale politica urbanistica volete abbracciare se volete distruggere anche i centri storici e poi venire qui a dirci che la Sardegna deve essere protetta contro gli abusi? Così sembra che la crisi sociale ed economica della Sardegna si risolva attraverso l'edilizia selvaggia, ed è qui che voi, in questo caso, siete i costruttori dei sogni e forse noi siamo solo i sassofonisti. Il gioco è quello dei doppi sensi. Viva la deregulation!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Assessore Rassu, e non mi rivolgo solo a lei ovviamente, quando siete in difficoltà, e lo siete sempre più spesso, quando siete in difetto di argomenti ricorrete alla solita affermazione: il PPR blocca tutto, non si può fare nulla, impedisce ai comuni, anche a quelli di buona volontà, anche alle amministrazioni di buona volontà di procedere alla stesura dei piani urbanistici e dei piani particolareggiati. Da queste generiche affermazioni non uscite. Ci vuole dire, assessore Rassu, lei che è persona di riconosciuta onestà intellettuale e non solo, quali aspetti, quali norme impediscono, imbrigliano, vietano alle amministrazioni comunali di procedere celermente alla stesura dei piani urbanistici e dei piani particolareggiati? Voi non fate che accuse generiche sotto questo profilo.

Dopo di che pensate davvero che con questo articolato si possano risolvere i problemi dell'occupazione e dell'economia e che questa legge rappresenti uno spiraglio per uscire dalla grave crisi che attanaglia la nostra Isola? Io non credo sia così. Non amo ricorrere all'ostruzionismo, non mi piace questa pratica, però credo che in questo caso sia davvero indispensabile ricorrervi, perché ciò che voi vi apprestate a fare provoca danni irreversibili, cioè crea danni ai quali purtroppo non si può porre rimedio. Per questo siamo costretti, talvolta, a ricorrere all'ostruzionismo. Se si fosse trattato di un aspetto di non particolare rilevanza avremmo potuto agevolmente lasciarvi fare, perché poi i fatti si sarebbero incaricati di dimostrare quanto torto avreste avuto procedendo in questo modo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Il dibattito di ieri e di oggi conferma senz'ombra di dubbio che abbiamo due visioni, due idee completamente diverse sulla Sardegna che vogliamo. Continuate, col vostro silenzio assordante, a voler privilegiare coloro che non vogliono nuove regole, ma aggirare quelle esistenti. Sono convinto che molti di voi sarebbero d'accordo con me che il dibattito che si sta svolgendo in questi giorni in Aula non riguarda le priorità che interessano ai sardi. I sardi vorrebbero sentirsi dire come fare ad arrivare a fine mese, vorrebbero che si discutesse quindi di altri problemi, magari che si iniziasse a discutere della finanziaria per il 2012, viste anche le notizie allarmanti che qualche Assessore si è precipitato a farci conoscere a mezzo stampa.

Prendiamo atto, tra l'altro, che si tratta di un dibattito a una sola voce. Il collega Matteo Sanna, che ha appena preso la parola, ci ha finalmente convinti che i problemi che aveva con la maggioranza consiliare sono venuti meno avendo fatto un intervento molto convinto. Le posso assicurare, collega Sanna, che noi siamo certi che i sardi non sono matti per il fatto di avervi votato, ma certamente un po' creduloni lo sono stati. Basti pensare alle cose che siete andati a raccontare in campagna elettorale, durante la quale avete portato il vostro presidente, il vostro capo per tirarvi la carretta, per farvi da apripista. Dovevate far nuovamente sorridere i sardi. Il risultato, non è neanche opportuno ripeterlo, credo sia sotto gli occhi di tutti.

Tuttavia, onorevole Sanna, la inviterei a misurare le parole o a verificare il significato dei termini che spesso, anche involontariamente, ci lasciamo sfuggire nella foga del dibattito. La mia totale autonomia di pensiero non permetto né a lei né a nessun altro di metterla in dubbio. Credo di aver svolto, in questi due anni, con molta modestia il mio ruolo di consigliere regionale, spesso sbagliando, magari qualche volta dicendo anche…

PRESIDENTE. Onorevole Solinas, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Velocemente, Presidente, vorrei fornire qualche dato tecnico. Intanto invito qualche collega a misurare le parole perché, qualche volta, pur non volendo essere offensivi lo si è, e comunque sorvolo su questo.

Probabilmente il collega Giampaolo Diana era fuori prima, per cui ripeto che questa Giunta ancor prima di accingersi a revisionare il PPR ha messo a disposizione di tutti i comuni dell'interno le somme necessarie per adeguare i piani particolareggiati dei centri storici. Sono stati messi a disposizione dei comuni dell'interno 10 milioni di euro, già stanziati con regolare delibera di Giunta, che verranno erogati non appena sarà sbloccato il patto di stabilità.

Per quanto riguarda i PUC la vecchia Giunta ha stanziato, dal 2007 al 2008, 3 milioni e 900 mila euro per i comuni parzialmente costieri. La Giunta Cappellacci, dal 2009 a oggi ha stanziato 9 milioni e 550 mila euro per i comuni costieri, di cui sono stati utilizzati 2 milioni e 500 mila euro, mentre delle somme stanziate dalla precedente Giunta sono stati utilizzati, come ho detto poc'anzi, solo 50 mila euro.

Ritengo giusto che l'opposizione faccia l'opposizione e la maggioranza faccia la maggioranza, ci mancherebbe altro, e sono sempre più convinto comunque sia che, malgrado la strategia adottata, qualsiasi cosa che può essere utile debba essere senz'altro recepita. Chiaramente, se non ce la si fa per le vie normali in Aula, ci sono altre vie per arrivare allo scopo, che credo sia condiviso dalla maggioranza e dalla minoranza, di far sì che questo strumento, che è uno strumento tampone, per essere chiari e che nasce da un accordo tra lo Stato e le Regioni, possa dare qualche sbocco di lavoro. Questa è la verità.

E' chiaro che la revisione del Piano paesaggistico si inserisce in questo contesto. Voglio garantire questo: la revisione del PPR verrà fatta con il rispetto di tutto quanto la normativa impone e vedrete che il nuovo piano non sarà assolutamente quel mostro che voi volete far credere. E comunque sia non è possibile pensare che nell'attuale PPR non ci siano elementi sostanziali che debbono essere cambiati, prova ne sia la difficoltà obiettiva dei comuni di predisporre i PUC. Sono stati approvati soltanto otto PUC, più quelli del Medio Campidano, e tutti dal 2009 a oggi, neanche uno dal 2006 a tutto il 2009, quando noi abbiamo vinto le elezioni. Questi sono dati obiettivi.

PRESIDENTE. Comunico che i colleghi Rodin e Cuccureddu sono rientrati dal congedo.

Ha domandato di parlare il consigliere Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Innanzitutto dichiaro il mio voto contrario.Non avrei voluto intervenire, ma ho l'esigenza di dire due cose. Questo disco rotto ormai ci sta stancando, per cui gradirei che tutti coloro che parlano di serietà si comportassero correttamente. Ieri sera abbiamo perso sette ore durante le quali sono state dette addirittura delle falsità. Infatti avete ricevuto un documento, e quindi delle valutazioni, alle ore 20 e 28, mentre noi aspettavamo, e avete detto: "L'abbiamo avuto all'ultimo momento". Cercate di fare il vostro mestiere! Lo faceva bene Luigi Cogodi una volta: leggeva un libro di Kant in consiglio comunale per otto o nove ore, ma era legittimo.

Oltretutto io ho l'esigenza di invitare il collega Salis, per evitare che si lanci senza paracadute, a informarsi. Forse lui non sa che una sentenza di questi giorni dice che per quanto riguarda l'attività di verifica - lui ha fatto riferimento al nuovo stadio del Cagliari - di fatto la competenza è della struttura amministrativa d'ora in avanti, non c'è bisogno di interessarne la Giunta. E siccome la struttura che fa le verifiche è peraltro molto vicina alle sue posizioni, praticamente legittimate, la Giunta è vincolata ad approvare quelle verifiche. Per questo da molti mesi io sostengo che è superfluo che noi avalliamo una posizione sulla quale non possiamo che essere d'accordo. Quindi sappia, collega Salis, che anche per lo stadio la pratica è stata istruita dall'apposita struttura operativa, molto vicina alle sue posizioni, non certamente alle nostre, scelta da voi a suo tempo e per la quale…

(Interruzione del consigliere Salis)

OPPI (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. E' inutile che faccia così. Se qualcuno ha bisogno di essere curato io ho già telefonato a mia moglie perché venga qui per fare qualche ricovero coatto. Ve lo faccio fare io il ricovero coatto, tanto perché sia chiaro anche questo! Siccome tu qualche volta hai detto delle inesattezze, l'hai fatto anche in Commissione, è opportuno che prima di esprimere giudizi sui nostri atteggiamenti, prima di dire se facciamo bene o male ti informi. Sappi che noi non abbiamo scelto e non scegliamo. Chi sceglie è la struttura operativa, quella degli uffici, che è una struttura amministrativa, non politica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (Gruppo Misto). Per quanto riguarda il reiterato ricordo della sconfitta del centrosinistra a causa del PPR inviterei i colleghi a richiamarlo un po' meno, perché rievoca scenari che ricordano il peggiore periodo della dialettica politica in Sardegna. Questo articolo e anche il prossimo richiameranno continuamente questo argomento, ma a questo punto, come opposta reazione, mi verrebbe da ricordare il gravissimo sciacallaggio che anche persone che ritenevo sensibili hanno organizzato in quel triste periodo, durato probabilmente più di un anno e che si concluse soltanto il 4 agosto del 2008, quando finalmente ci furono alcuni chiarimenti per cercare di limitare lo sciacallaggio fortissimo intrapreso da gran parte del centrodestra, non per migliorare, ma per procurarsi voti. Quindi evitiamo di ricordare quei periodi, perché i temi dell'urbanistica, le innovazioni dell'urbanistica sono di lungo periodo. La politica che pensa al breve periodo non avrà mai profili importanti. Io fui tra i primi ad essere critico sul tema, perché sentivo la sofferenza del cittadino che intendeva fare dei piccoli interventi edilizi, che non sono un'esclusiva dei palazzinari. Ribadisco che soltanto il 4 agosto del 2008 finalmente molti uffici capirono che il fico d'India non era un bene identitario, così come non lo era il casello ferroviario, ma ci volle un po' di tempo.

Chiederei pertanto di non ricordare il pesantissimo sciacallaggio avvenuto in quel periodo e di pensare che l'urbanistica è una materia che guarda alle prossime generazioni. Chiedo quindi un po' di sobrietà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento numero 181 e per sottolineare che, per come vanno le cose in Aula, ovviamente regna una grandissima confusione. Per cui, visto che si è in vena di fare cose serie, come ha detto molto stizzito il collega Matteo Sanna, e anche l'onorevole Oppi ha ripreso l'Aula su questo tema, faccio la proposta di riportare al centro del dibattito il piano casa, quello vero. Propongo che, anche da un punto di vista storico e didattico, si riporti il grande piano casa dell'onorevole Fanfani, quello in base al quale in quattro anni, dal 1949 al 1963, si costruirono 2.800 unità abitative; un piano casa che vide la partecipazione di numerosi architetti attraverso un concorso di idee che seppero coniugare la funzionalità e l'estetica degli edifici, chiaramente in perfetta armonia con i siti dove questi venivano insediati.

Visto che noi vogliamo parlare di cose serie e anche di iniziative che siano davvero un volano di sviluppo, chiedo che si faccia questo, cioè che si porti in Aula quel tipo di dibattito oppure questa maggioranza trovi il coraggio di dichiarare che dobbiamo parlare d'altro, ma allora vorrei che a quest'altro tema si desse un nome appropriato. Faccio questa dichiarazione di voto, ovviamente a favore dell'emendamento, anche per ripristinare le regole della democrazia. Parliamo di cose serie!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 181.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 181.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Meloni Valerio e Moriconi hanno votato a favore e che il consigliere Floris Mario ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele - Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 42

votanti 41

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 7

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Comunico che gli emendamenti numero 194, 195, 196, 197, 198, 201, 202 e 30 sono stati ritirati.

Passiamo all'emendamento numero 182.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente Sanna, lei ha un dovere, quello di mantenere i polsi fermi perché rappresenta la maggioranza. Deve stare tranquillo, non si deve preoccupare, perché quello che io dico è frutto di un ragionamento. Le sottopongo adesso questo ragionamento e poi mi dirà come lo interpreta lei.

Al punto 1 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 13 della legge numero 4 voi dite che gli interventi che possono essere fatti sono quelli che ricadono nelle aree delimitate come zone A e B. Perché nel 2009 abbiamo scritto questo e voi lo ricopiate? La tutela all'interno dei piani particolareggiati è già garantita e quindi, giustamente, gli interventi che sono previsti in quegli ambiti sono autorizzati. Ma voi nel punto precedente della legge dite che comunque vanno salvaguardate le norme del piano casa, non rispettate questo elemento perché nel vecchio piano casa consentite che gli edifici con meno di cinquant'anni siano demoliti e ricostruiti, e quindi non rispettate affatto il piano particolareggiato e nel disegno di legge in discussione, il numero 265, estendete questa fattispecie al punto da andare in deroga su tutto. Quindi lei, onorevole Sanna, mi deve spiegare come giudica una persona che al punto a) mi dice che una cosa è nera e al punto b) mi dice che è bianca. La giudica una persona equilibrata, che usa la logica, o in quale altro modo la definisce? Lo lascio decidere a lei. Io dico che una persona che ragiona in questo modo non ha equilibrio e neanche competenza, perché non si può proporre una legge che dice una cosa da una parte e la nega dall'altra.

Io vi sto dicendo che questa è la ragione per la quale questa legge è ampiamente inattuata. Voi non ci avete dato retta quando avete fatto la legge numero 4, non ci state dando retta neanche adesso, e sarà la solita solfa! Il problema non è l'opposizione, il problema è che la testa della maggioranza non funziona. Poi lo chiami come vuole, onorevole Sanna, ma non è un insulto, è purtroppo una constatazione suffragata dal fatto che avete dovuto tentare, cambiando trentadue diversi Assessori, di trovare la pace dei sensi elettorale, che però non avete ancora trovato. Siccome noi abbiamo perso, evidentemente voi siete sicuri che vincerete anche la prossima volta, perché siete così tranquilli! Vincerete sicuramente, andate avanti con questo piano casa!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, voterò a favore dell'emendamento numero 182 e ne approfitto per ricordare il comma 1 dell'articolo 13 che è in discussione: "I piani paesaggistici, le loro varianti e gli atti di aggiornamento e revisione (…) possono indicare le opere eseguibili sino all'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali, nel rispetto dei seguenti principi...". Badate, questa è una norma approvata il 23 ottobre 2009. Di questi atti di adeguamento e di revisione dei piani paesaggistici non si è vista traccia, quantomeno in questo Consiglio, se non voci dal sen fuggite relative alla Giunta e all'esterno, ma in questo Consiglio non è arrivata nessuna proposta di modifica del Piano paesaggistico né di tutti gli elementi che impedirebbero l'approvazione dei PUC o la revisione dello stesso PPR.

Al presidente Matteo Sanna, che giustamente deve svolgere la sua parte, vorrei ricordare, riguardo alla sua indignazione sulle nostre posizioni su questo argomento, quello che successe nella scorsa legislatura. E' inutile che glielo ricordi, onorevole Sanna, lei era presente, ha partecipato ad azioni ostruzionistiche ben più ampie e profonde attuate anche di domenica mattina e sera. Abbiamo visto di tutto durante la discussione della legge salvacoste e della legge statutaria. Le voglio ricordare che a quasi tre anni dalla vostra folgorante vittoria siamo ancora senza un adeguamento del PPR e senza legge statutaria, tanto per citare due delle leggi su cui voi avete fatto un ostruzionismo forsennato.

Approfitto poi dei pochi secondi a disposizione per dire all'assessore Oppi che sul PUC di Elmas, sulle sue varianti e sulla vicenda dello stadio ho parlato esprimendo un dubbio. E' legittimo che lo faccia. Non ho fatto né lanci senza paracadute né salti senza rete, ho solo espresso un dubbio sulla velocità di approvazione di piani urbanistici legati alla presenza o meno di grandi imprenditori o di grandi investimenti. Questo è un legittimo dubbio che, lei mi consentirà, è mio diritto poter esprimere in questa come in altre sedi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.), relatore di minoranza. Presidente, essendo piuttosto raffreddato in questi giorni evito di entrare nel merito dello stato di salute di tutti noi e anche di fare previsioni di carattere elettorale, perché sono ardue sempre e comunque per tutti. Nessuno ha la vittoria in tasca, così come nessuno può dare per certa la sconfitta degli altri, per cui vedremo più avanti come affrontare il tema. Io preferisco restare sull'argomento e cioè sulla legge che stiamo discutendo, che modifica una pessima legge approvata tempo addietro che dava la possibilità di intervenire in deroga al Piano paesaggistico regionale e alle norme urbanistiche predisposte dai comuni, affinché si potesse dare il via a una serie di interventi edilizi laddove non si sarebbero potuti realizzare, cioè in aree su cui i PUC non consentivano di intervenire.

Credo sia opportuno che anche questa parte della legge numero 4 del 2009, e cioè il punto 1 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 13, venga abrogata. E' opportuno che lo si faccia, è opportuno cioè dare un segnale di modifica in positivo di una legge che non era per noi accettabile allora e lo è ancor meno oggi e, casomai dovesse essere modificata nella direzione che state indicando voi, lo sarà ancor di più domani. Ecco perché ogni intervento che possa consentire di evitare questo ulteriore aggravamento della situazione non potrà che essere da noi salutato positivamente. E poiché questo emendamento rientra nel nostro disegno di impedire che si vada verso un ulteriore aggravamento di quella situazione e anzi di recuperare qualcosa di mal fatto allora credo sia opportuno esprimere su di esso un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole a questo emendamento che prevede la soppressione del punto 1 della lettera b) dell'articolo 13, perché è incongruente rispetto alle previsioni del PPR, in base alle quali esiste già la possibilità di intervenire nelle zone omogenee A e B (il PPR blocca le zone intonse, le zone vergini del territorio regionale non certamente le zone A e B opportunamente normate dai piani urbanistici), e anche rispetto a quanto previsto dalla legge che oggi discutiamo, laddove si interviene sui centri storici consentendo deroghe attraverso le previsioni dei consigli comunali.

Vedo che non ci ascoltiamo, è normale, però mi preme dire che chi fa ostruzionismo non è chi utilizza il microfono per parlare in questo Consiglio regionale, bensì chi nega la possibilità di discutere, chi non ascolta, chi si tappa le orecchie, chi non è pronto al dialogo, chi non è pronto a confrontarsi nel merito, chi si chiude nel proprio pregiudizio! Questi sono coloro che fanno ostruzionismo, non chi dà dignità a quest'Aula parlando, perché se parliamo forse troviamo qualche motivo su cui continuare a discutere e per cui migliorare la propostta in esame. Non è ostruzionismo la volontà di chi presta un servizio alla Sardegna evitandovi di fare disastri.

Io sono convinto, onorevole Matteo Sanna, Presidente della Commissione urbanistica, che lei sia pienamente consapevole di quello che fa e di quello di cui stiamo discutendo, proprio per questo noi interveniamo, cioè perché voi della maggioranza siete consci del fatto che state cercando di distruggere il Piano paesaggistico regionale, le norme di tutela del bene più importante o di uno dei beni più importanti di questa regione, ovvero l'ambiente, fuori da ogni procedura che normalmente dovrebbe essere seguita, cioè tornare in Aula, discutere le linee guida, attuare il procedimento previsto per l'approvazione di un nuovo Piano paesaggistico regionale, discuterne, fare tutto quello che è nei vostri diritti, ma non attraverso i sotterfugi da azzeccagarbugli di cui stiamo discutendo oggi. E allora, chiedo scusa, ma interverrò di tre minuti in tre minuti fin quando non ci sarà la possibilità di fare un discorso compiuto. Approvare i piani urbanistici comunali è cosa semplice...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato, onorevole Soru.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). "Se ce ne fosse la volontà", prosieguo io il discorso del collega Soru. Approvare i piani urbanistici comunali è solo un fatto di volontà, però io credo che noi qui vi stiamo dimostrando soprattutto una cosa, cioè la coerenza intorno all'idea che noi abbiamo di pianificazione e di tutela del paesaggio in questa terra sarda. Badate, lo spauracchio che ogni tanto voi richiamate dicendoci che abbiamo perso le elezioni due anni e mezzo fa e rischiamo di perdere le prossime a noi interessa poco o niente, parlo a titolo personale. Noi su questa posizione non retrocediamo di un passo, a costo di perdere di nuovo le elezioni, poi saranno i sardi a fare i conti, a trarre le conclusioni e a decidere se è meglio sostenere la vostra politica di sacco e distruzione del paesaggio oppure la nostra di programmazione e tutela di un bene che una volta perso non si recupera mai più.

Questo è l'oggetto dello scontro e su questo noi continueremo a intervenire e a spiegare perché insistiamo su questa posizione. Siamo convinti che questo sia il vantaggio dei sardi, il bene dei sardi, la tutela delle future generazioni. Ma noi vi abbiamo dimostrato in mille modi, e continueremo a farlo, che su questa vicenda c'è una posizione preconcetta da parte vostra, non c'è disponibilità ad ascoltare ed è dimostrato nei fatti. Questa scellerata politica del costruire e delle deroghe, facendo finta di non vedere l'abusivismo dilagante, strisciante che vi è nei centri storici, nelle aree urbane, nelle aree commerciali, nelle aree artigianali, in agro, sulle coste e nelle zone interne ha sempre portato a mortificare l'economia della Sardegna, a iniziare dal settore dell'edilizia, che ha toccato tutte le aree, dalle città piccole alle città grandi, dalle aree costiere a quelle interne. E' nei fatti, è nei numeri, lo dicono le associazioni di categoria, lo dicono le imprese che sono in difficoltà. Voi però continuate a non vedere altra soluzione per risolvere il problema di un'economia asfittica, proseguite con la politica del mattone e del cemento, alla quale noi continueremo a opporci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 182, ma anche per chiedere all'onorevole Matteo Sanna quali sono gli insulti nella discussione che stiamo cercando di portare avanti. Un insulto semmai lo è questa legge che avete proposto all'attenzione dell'Aula; un insulto non soltanto all'Aula, perché dal punto di vista legislativo è un obbrobrio, è confusa ed è piena di contraddizioni che salterebbero agli occhi anche di chi ha una minima esperienza legislativa, ma anche alla Sardegna, a chi in questa legge, come nel piano casa del 2009, aveva riposto forse fiducia e anche l'aspirazione di poter realizzare ciò che quella legge nel titolo annunciava: il rilancio dello sviluppo economico di quest'Isola.

L'insulto, onorevole Sanna, è questa legge ed è gravissimo ciò che lei ha detto, perché noi pensavamo che ci fosse un po' di inconsapevolezza nel portarla avanti, invece lei conferma la totale consapevolezza sua, come Presidente della Commissione, della maggioranza e della Giunta nel volerla portare a termine. Quindi c'è, come dire, un doppio dolo nell'andare avanti su questa legge, appunto perché segnata da una precisa consapevolezza da lei dichiarata poc'anzi. E serve veramente a poco cullarsi sugli allori dell'antica vittoria di due anni fa. Fossi in voi io mi concentrerei di più sullo stato attuale del consenso che avete ottenuto due anni e mezzo fa. E il fatto che torniate qui in Aula per la terza volta a discutere dello stesso tema è indice, secondo noi, del fatto che fuori c'è una totale disillusione rispetto alle aspettative che avete creato in quella campagna elettorale che vi ha visto vincitori. Il fatto che siete tornati qui per tre volte significa che subite una pressione esterna che ha già riconosciuto in voi coloro che non mantengono fede agli impegni perché non hanno una visione chiara di ciò che la Sardegna deve essere e non hanno una visione chiara neanche della politica urbanistica. Un fallimento assolutamente conclamato!

Gli emendamenti servono, come ho detto prima, anche per aiutarvi a rimettervi su una strada di coerenza rispetto alle cose che avete detto. Non volete ascoltare, ritenete che siamo qui a insultarvi. No, noi siamo qui a esprimere le nostre posizioni, sulle quali vorremmo il dialogo e il confronto, ma voi siete sordi, siete anche muti perché parlate in pochi. Invero parla solo lei, onorevole Sanna, e qualche volta l'assessore Rassu, seppure venga rimbrottato non appena cerca di dire qualcosa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Presidente Matteo Sanna, assessore Rassu, noi abbiamo provato a fare un ragionamento sui PUC e lei, Assessore, ha inteso replicare scontentando anche alcuni suoi colleghi di maggioranza, poiché l'ordine di scuderia è quello di ascoltare e non replicare. Sono questioni vostre, le rispetto.

Nella sua replica, però, Assessore, lei ha posto una questione che è seria, è un vero problema e attiene alla tempistica nella predisposizione dei PUC e alle difficoltà tecniche di approvazione degli stessi, perché i piani urbanistici sono frutto di uno studio molto particolare che prevede tempi lunghi. Le cose che ben sappiamo insomma. Quindi mi pare di capire che in presenza dei PUC ci sarebbe una liberatoria rispetto alle deroghe, perché c'è un PUC, c'è una pianificazione, ci sono regole certe, c'è la possibilità di intervenire, mettere in campo volumi, attivare l'economia e quant'altro. Mi piacerebbe che mi ascoltasse, però, Assessore, perché magari stimolo un'ulteriore risposta da parte sua. Stiamo intervenendo sulle zone A e B e stiamo anche andando in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, e cioè ai piani particolareggiati. I piani particolareggiati esistono per le zone omogenee A e B; nelle zone A si deroga per gli edifici di oltre cinquant'anni, previo parere del consiglio comunale, ma nelle zone B si deroga e basta. E allora, che so, nella mia città, Sassari, che lei conosce, c'è un piano particolareggiato delle zone B, approvato e adottato definitivamente, che particolareggia per l'appunto anche fette di zone B della città. Lei sa bene che cosa è un piano particolareggiato, è il frutto di uno studio attento che prevede le demolizioni e le ricostruzioni, gli interventi di sopraelevazione, la tutela di alcuni edifici di pregio, come le vecchie ville liberty con giardino, gli agrumeti e così via. Voi derogate, con il piano casa consentite la deroga anche allo strumento particolareggiato. Quindi c'è un contrasto, un'incongruenza rispetto a quello che mi è parso di cogliere nel suo intervento, in cui lei ha riconosciuto la validità dei PUC, o meglio la riconoscerebbe se i PUC ci fossero.

Allora dove ci sono i PUC e dove c'è ancora di più, cioè uno strumento particolareggiato, che è una fotografia precisa, attenta e per la quale sono state spese risorse economiche che questa Regione ha affidato al Comune di Sassari e agli altri comuni che hanno fatto i piani particolareggiati, come si concilia questo pensiero con l'agire che state mettendo in campo con questo strumento? La deroga ai piani particolareggiati è un obbrobrio, è una cosa inaccettabile!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' stata citata ripetutamente dalla maggioranza in questi giorni l'ANCE. Credo abbiate riportato fedelmente quanto dichiarato dall'ANCE. Io nella occasione citata ho avuto modo di sottolineare le comunicazioni e le relazioni che hanno fornito altre associazioni di categoria del settore edile. Oggi voglio suggerirvi, lo dico anche all'assessore Rassu e in particolare al Presidente della Commissione, con molto garbo, i lanci di agenzia di stamane dell'ANCE, la quale denuncia che lei, presidente Cappellacci, credo nei giorni scorsi - questo ci ha riportato la stampa - ha avuto modo di incontrare le banche e di chiedere loro di adoperarsi in qualche maniera per stimolare la ripresa economica. Io non so che risultati abbia prodotto quella iniziativa, voglio però sottoporvi quanto dice l'ANCE oggi in questi lanci di agenzia.

L'ANCE, assessore Rassu, presidente Cappellacci, denuncia una difficoltà nell'accesso al credito e denuncia anche che in quest'ultimo periodo (il periodo preso a riferimento va da aprile a oggi) si è inasprito l'accesso al credito, cioè sono aumentate le difficoltà. L'ANCE ci dice ancora - scusate, vorrei che seguiste perché questi non sono dati, che so, di un gruppo di cospiratori bolscevichi, ma dell'ANCE, che è stata ripetutamente chiamata in causa da voi - che, oltre alle difficoltà di accesso al credito che hanno le imprese associate a questa organizzazione, e mi farebbe piacere sapere in che misura le banche si sono impegnate con il Presidente della Regione, gli investimenti nell'edilizia residenziale sono calati del 7,1 per cento, ma gli investimenti nell'edilizia non residenziale sono calati del 30 per cento. Ciò dimostra che abbiamo ragione quando diciamo che è necessario rinegoziare il patto di stabilità per immettere risorse finanziarie nel sistema economico, compreso il comparto edile, perché solo così riusciamo a evitare il fallimento delle imprese, che hanno eseguito lavori per conto della amministrazioni pubbliche, le quali però non sono in grado di pagarli non avendo risorse ed essendo bloccate dal patto di stabilità. Il fatto che calino gli investimenti nell'edilizia non residenziale sta a dimostrare questo. Allora, per cortesia, cerchiamo di avere uno scatto di reni, mettiamo a disposizione risorse per evitare che questo settore permanga in crisi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento numero 182 e per dire all'onorevole Matteo Sanna che è vero che due anni e mezzo fa avete vinto le elezioni e le avete vinte sulla base non di un programma, ma di un disegno ben preciso. Però in due anni e mezzo sono cambiate tante cose, per esempio il presidente Cappellacci, che veniva quasi identificato con il presidente Berlusconi, oggi si è autosospeso; l'onorevole Fini, a lei tanto caro, prima stava con Berlusconi, oggi sta da un'altra parte. Ecco, credo che siano cambiate tante cose in questi due anni e mezzo, soprattutto è profondamente cambiato il giudizio dei sardi, i quali sicuramente ora non si fidano di voi, come hanno dimostrato le ultime elezioni amministrative.

Insomma c'è stata una storia in questi due anni e mezzo, ma voi siete fermi lì, con la vostra ossessione. Posso usare la parola ossessione? Io ho una visione della politica che tiene conto di un corpo elettorale che è fatto di maggioranza e di minoranza. La prova muscolare non serve mai, cioè non si può dire: "Noi abbiamo i voti, gli elettori ci hanno dato i voti, siamo cinquantatré e quindi facciamo quello che vogliamo", perché c'è anche una minoranza che rappresenta una fetta importante del corpo elettorale, con la quale ci deve essere un confronto, un dialogo. Il presidente Cappellacci ci invita spesso al dialogo, all'unità. Allora su che cosa volete il dialogo, il confronto? Si può su una proposta dire: prendere o lasciare? No, bisogna cercare di alimentare il dibattito, quindi non fate in modo che il nostro sia visto come ostruzionismo. Facciamo in modo tutti, in un'Aula parlamentare come questa, di alimentare un dibattito che ci porti magari a delle conclusioni diverse sia dalle nostre sia dalle vostre. Questo credo sia il compito di un parlamento. Mi pare che stiate perdendo un'altra occasione e credo che rileggere la storia della Sardegna degli ultimi anni sia un esercizio abbastanza facile, che probabilmente vi porterà delle sorprese.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 182.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 182.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 22

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 183.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, le do quattro numeri preliminarmente, poi le dirò che uso ne deve fare: 239, 240, 241 e 243. L'emendamento numero 183 propone la soppressione del punto 2 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 13, dove viene affermata la possibilità - piuttosto contraddittoria anche questa - di autorizzare interventi che ricadano nelle aree C, G e D. Voi aggiungete qua "limitatamente alla funzione commerciale", evidentemente nel 2009 c'era nella testa di qualcuno qualcosa in particolare, perché questa sottolineatura non ha precedenti nella norma generale di salvaguardia contenuta nel PPR, che comunque vige ed è prevalente rispetto a questa, perché questa non si può attuare. Però questo dimostra che avevate in testa di salvare qualche edificio commerciale. Proseguo: "…qualora le aree siano intercluse, ovvero contigue ed integrate in termini di infrastrutture, con l'ambito urbano.". E' un'interpretazione suggestiva, perché? Perché, mentre noi avevamo stabilito di non espandere il tessuto urbano nel momento della salvaguardia, e quindi le aree dovevano essere intercluse, voi dite che le infrastrutture devono essere contigue, come dire che se c'è un braccio di strada bianca o un braccio di fogna portata un po' più avanti con un pozzetto questo è sufficiente per autorizzare nuovi interventi, perché si verifica la cosiddetta contiguità.

Evidentemente non può che farci specie il fatto che voi, con questo punto, avevate di mira la salvaguardia di qualcosa di commerciale, in quanto questo elemento, nella nostra interpretazione, risultava invece una norma di salvaguardia che impediva che in un momento transitorio lottizzazioni ex novo potessero allargare sproporzionatamente la dimensione urbana in un momento di adeguamento alla pianificazione paesaggistica. Ecco perché questa norma è priva di senso, è ad personam e andrebbe soppressa.

I quattro numeri che le ho indicato, Presidente, sono i numeri degli emendamenti che riteniamo di dover ritirare perché l'oggetto degli stessi risulta improprio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.),relatore di minoranza. Credo che sia assolutamente opportuno continuare questo confronto politico che si sofferma sul contenuto di una vecchia legge che con questi emendamenti abbiamo voluto sottoporre a un utile ripasso da parte non solo della maggioranza, ma direi di tutti noi. Rivedere con occhi critici, dopo due anni, questo argomento credo sia utile per tutti e se il mio collega e amico Presidente della Commissione urbanistica ci riflettesse un attimo forse anche lui riuscirebbe a convincersi che magari se l'intera maggioranza e noi tutti avessimo prestato maggiore attenzione quando abbiamo approvato la legge numero 4 e - non è mai troppo tardi - anche oggi quando ne abbiamo discusso in Commissione avremmo fatto una cosa utile. Se anziché predisporre misure che portavano a un ulteriore peggioramento della qualità di quella legge avessimo predisposto qualche misura per limitare gli aspetti negativi che essa comunque presentava avremmo fatto un'opera meritoria, avremmo avuto la possibilità di aprire un confronto tra noi più proficuo e quindi più foriero di risultati positivi.

Così non è stato fino a oggi, ma io non dispero che possa accadere la settimana prossima, a tal fine è però necessario che anche la maggioranza entri nell'ottica che il giudizio su quella legge non è unanimemente positivo da parte di questo Consiglio e che, se una discussione deve essere fatta deve partire da quell'aspetto. Poi noi non pretendiamo che la legge numero 4 venga abrogata del tutto, ma voi non pretendete che vi consentiamo gratis et amore Dei di poterla ulteriormente peggiorare. Ecco perché ritengo che anche all'emendamento numero 183 vada dato un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente,sarò breve, starò nei tre minuti. Mi sembra importante precisare - e sento il bisogno di farlo non tanto perché qualcuno continua a dire che vogliamo fare ostruzionismo, ma perché lo avevamo già detto nel 2009 - che quando la legge numero 4 fu presentata noi ne evidenziammo la disorganicità e dicemmo di avere la netta sensazione che fosse stata fatta a più mani. Qualcuno l'ha ribadito: quando interessi diversi tentano di dare un contributo, però poi non c'è una regia che riesca a pianificare la norma, questa diventa pasticciata. Non si riesce cioè a cogliere lo spirito ideale che dovrebbe accompagnare la nostra stesura legislativa, che è quella di una proiezione più generale per il bene comune.

L'ulteriore apporto dell'ennesima proposta legislativa, quella che oggi stiamo discutendo, non fa altro che ampliare questa disorganicità, lo abbiamo denunciato anche per quanto riguarda altri temi. Diciamo che per due anni e mezzo non abbiamo mai affrontato una legge che ci consentisse di riordinare la materia nel suo complesso, ma con i collegati, con i nostri interventi "a spizzichi e bocconi", scusate l'espressione, non abbiamo fatto altro che disgregare norme pure compiute, lasciando spesso - lo si è evidenziato anche in Aula - l'interpretazione della legge ai funzionari regionali. Ci troviamo quindi di fronte al fatto che i funzionari applicano la norma secondo la loro visione e non secondo la ratio della norma stessa, da qui il contrasto tra gli atti legislativi e gli atti attuativi che i nostri funzionari sono chiamati a eseguire. Il mio intervento, come ho detto limitato a tre minuti, era solo ed esclusivamente volto a mettere in rilievo questo aspetto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente della Regione, approfitto della sua presenza per interloquire con lei sul significato del disegno di legge che stiamo discutendo oggi e che la Giunta regionale ha presentato. In questi giorni tutti noi probabilmente siamo stati colpiti da quello che sta avvenendo in giro per il mondo e che è avvenuto anche a Roma: la protesta dei giovani. A Roma tale protesta è avvenuta con una violenza che tutti condanniamo, credo però che ci abbia colpito il senso di quella protesta di giovani che si alzano e ci dicono: "Noi non vogliamo pagare i vostri debiti, i debiti che ci state lasciando, non vogliamo pagare per un sistema sociale non più compatibile, che presenta una gravissima frattura generazionale tra i giovani di oggi e quelli che verranno e gli adulti, per un sistema che difende i diritti degli adulti e molto meno quelli dei giovani". E allora forse vale la prima di riflettere sul senso di quello che stiamo facendo anche con questa legge.

A questi giovani, ai quali lasciamo i debiti di un'incauta gestione del passato, vogliamo anche lasciare il debito di un paesaggio definitivamente compromesso con un'incauta gestione del passato e del presente? Forse serve qualche riflessione in più verso i bambini di oggi e quelli che verranno, che non solo non vorranno trovare debiti per spese che noi non avremmo dovuto fare, ma vorranno anche ritrovarsi quell'ambiente di cui noi abbiamo goduto e che è nostro dovere preservare perché anche loro possano goderne. Questa legge va in senso totalmente contrario a quella responsabilità a cui ci stanno chiamando i giovani di mezzo mondo, o di tutto il mondo.

Vale la pena riflettere: ma perché vogliamo ostinatamente andare contro le cose che hanno senso nella realtà di oggi, non nelle promesse di due anni e mezzo fa? Noi vogliamo continuare a disporre di una cosa di cui non dovremmo disporre, così come abbiamo disposto di soldi di cui non avremmo dovuto disporre e altri ne pagheranno le conseguenze; non dobbiamo disporre di un ambiente di cui non dovremmo disporre, cosa che altri pagheranno, privandosi di vivere con le stesse opportunità con cui abbiamo vissuto noi.

Non mi pare che stiamo facendo ostruzionismo, stiamo semplicemente richiamando un punto sul quale occorre riflettere, anziché procedere così speditamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Scusate il tedio. Io richiamo ancora il Presidente della Regione, l'assessore Rassu e il Presidente della quarta Commissione e insisto nel fare da messo notificatore rispetto alle dichiarazioni dell'ANCE, tante volte da voi citata a giustificazione di questo provvedimento. L'ANCE, tra le altre cose che vi ho riferito prima, dice che è positivo l'andamento dei mutui casa, però si tratta quasi esclusivamente di ricontrattazioni di quelli esistenti, a dimostrazione che siamo in una condizione di povertà assoluta.

L'ANCE dice ancora che nel 40 per cento delle nostre imprese c'è un tasso di sfiducia incredibile nei confronti dell'amministrazione regionale, che accusa per le lungaggini negli iter autorizzativi, guarda caso una delle cose che vi abbiamo chiesto di eliminare fin dall'inizio. Dichiara inoltre di assistere a un vuoto di indirizzo politico e auspica, tra l'altro, onorevole Matteo Sanna, un confronto con la Regione sul piano casa, perché pare che il confronto sul piano casa non ci sia stato con l'ANCE, la quale conosce gli orientamenti di carattere generale, ma non conosce il contenuto del piano casa. Ma allora di che frottole abbiamo discusso? Con chi vi siete confrontati su questo piano casa? Nemmeno con l'ANCE?

Io non sono intervenuto rispettando le posizioni dell'ANCE, perché pensavo che il testo che ci avete consegnato fosse anche il prodotto di un confronto serrato con l'ANCE, che è un'organizzazione che ha tutto il rispetto da parte mia e di tutta l'opposizione, a partire dal Partito Democratico. Ma qui l'ANCE denuncia che non c'è stato nessun confronto e vi sollecita ancora l'attuazione del piano città che, guarda caso, assessore Rassu, doveva essere approvato entro l'11 settembre, perché vi siete impegnati in questa direzione con l'ANCE. Gli interventi del piano città riguardano quasi esclusivamente la riqualificazione dei centri urbani, cioè quello di cui stiamo discutendo e che vi stiamo chiedendo da tempo. Intervenite per riqualificare i centri storici, le città, l'esistente, perché serve anche per riqualificare le nostre imprese. Ve lo chiede l'ANCE, non Giampaolo Diana, per cortesia date una qualche risposta. Lo chiede l'ANCE, collega Murgioni, mica io!

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'emendamento numero 183.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 183.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato a favore e che la consigliera Zedda ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Lotto - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 21

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

I lavori odierni si concludono qui. Il Consiglio è riconvocato alle ore 10 di martedì 25 ottobre.

La seduta è tolta alle ore 13 e 44.



Allegati seduta

Testo dell'interrogazione e delle interpellanze annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Porcu - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla presentazione della guida multimediale CagliariCult da parte dell'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio.

I sottoscritti,

APPRESO dalla stampa della conferenza dell'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio in merito al progetto CagliariCult;

PREMESSO che:

- durante tale incontro l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio ha formulato le sue strategie sul turismo a Cagliari spiegando di voler "lanciare una azione promozionale rivolta al turismo del capoluogo" e di "voler essere vicini alle esigenze del turista";

- la conferenza stampa è stata l'occasione per lanciare la guida turistica CagliariCult per smart phone, sviluppata da Sardegna Ricerche in collaborazione con il Consorzio Camù, in grado di veicolare contenuti multimediali su dispositivi mobili compreso l'iPad e altri supporti;

VERIFICATO che durante l'incontro non era presente né era stato invitato alcun rappresentante della Giunta comunale di Cagliari,

chiedono di interrogare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio e il Presidente della Regione per sapere se:

1) siano a conoscenza del fatto che a Cagliari sia operosamente attiva una Giunta comunale legittimamente eletta, che proprio sul tema della destinazione Cagliari sta mettendo a punto un progetto strategico di grande rilevanza dopo anni di colpevole inerzia delle amministrazioni precedenti;

2) non ritengano opportuno, nel caso di progetti regionali che riguardino la città di Cagliari o altri comuni, coordinarsi con le iniziative dei competenti assessorati comunali anche per evitare sprechi, doppioni, contenuti non adeguati o iniziative scarsamente coordinate tra loro;

3) per il futuro intendano incontrare preventivamente l'amministrazione di Cagliari per qualsiasi progetto di sviluppo turistico ed economico evitando di avventurarsi in una poco concreta politica degli annunci roboanti destinati al fallimento se non portati avanti in leale collaborazione ed in totale sinergia con le competenti amministrazioni locali. (707)

Interpellanza Planetta sulla cancellazione della lingua sarda nel 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni secondo il modello predisposto dall'ISTAT per il territorio della Sardegna.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- la Regione autonoma della Sardegna agisce per la tutela delle minoranze linguistiche e storiche parlate nel proprio territorio attraverso due riferimenti normativi: la legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, sulla "Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna", approvata dall'Assemblea nella seduta n. 216 dell'11 settembre 1997, e la legge nazionale 15 dicembre 1999, n. 482, recante "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", che riconosce e tutela la lingua e la cultura delle popolazioni catalane e di quelle parlanti il sardo" mentre non fa riferimento alle altre varietà linguistiche tutelate dalla normativa regionale (il tabarchino delle isole del Sulcis, il dialetto sassarese e quello gallurese);

- i cittadini residenti in Sardegna, che ospita la più numerosa minoranza linguistica della Repubblica (e totale maggioranza nell'Isola), hanno ricevuto in questi giorni il questionario relativo al 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni secondo il modello predisposto dall'ISTAT, nel quale la lingua sarda è stata cancellata come se non esistesse ed, assieme ad essa, pure le lingue alloglotte della Sardegna: catalano d'Alghero, sassarese, tabarchino e gallurese che, da solo, è parlato da una popolazione equivalente alla tedesca del Sud-Tirolo;

CONSIDERATO che in altre regioni ad autonomia speciale ove sono presenti minoranze linguistiche come la Slovena, sud tirolese, valdostana e ladina, pur in maniera differenziata in relazione alla loro autonomia, queste sono state prese in considerazione o nella predisposizione dei moduli nella loro lingua o nel censimento delle minoranze linguistiche interne e risultano essere plurilingui pure le istruzioni per i rilevatori, così come i rilevatori stessi, che sono stati a volte scelti anche in base alle competenze linguistiche di minoranza;

RILEVATO che:

- non si è neanche ritenuto di utilizzare le opportunità del censimento per rilevare dati statistici importanti sulla minoranza linguistica sarda, e di volontà delle famiglie, utili per definire meglio le politiche di tutela e lo sviluppo della lingua sarda e delle alloglotte indicate nella legge nazionale 15 dicembre 1999, n. 482 (peraltro largamente disattesa e depotenziata soprattutto nei riguardi dell'insegnamento del sardo e delle lingue alloglotte nelle scuole) che, in attuazione dell'articolo 6 della Costituzione, tutela le minoranze linguistiche storiche e neppure si è colta l'occasione di una interlocuzione e collaborazione statistica con la Regione sarda che cerca, pur non avendo ancora la competenza linguistica nel suo Statuto vigente, di supplire con la legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, alla legge nazionale 15 dicembre 1999, n. 482, che non tutela il gallurese, il tabarchino e il sassarese;

- la Commissione europea per la democrazia (Commissione Venezia) del Consiglio d'Europa elenca tra i doveri degli Stati quello "di astenersi dal perseguire o incoraggiare politiche tendenti all'assimilazione delle minoranze",

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

quali iniziative urgenti vorrà adottare nel merito presso il Governo nazionale, le prefetture, gli uffici comunali di censimento presso gli enti locali e organi periferici dello Stato ubicati in tutto il territorio regionale, affinché venga salvaguardata la minoranza linguistica residente nel territorio della Sardegna, così come avvenuto in altre parti del territorio italiano per le lingue tutelate dalla Costituzione e dalla legge nazionale 15 dicembre 1999, n. 482, e venga perciò annullato il 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni fino ad ora effettuato in Sardegna e subito recapitata, anche nell'Isola, adeguata modulistica in lingua sarda;

se non ritenga che anche questa "dimenticanza grave" dell'ISTAT, riferita al modello di questionario per la Sardegna, relativo al 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni, sia anch'essa da ascrivere alla pervicace politica di colonizzazione dell'identità della nazione sarda e genocidio linguistico e assimilazione linguistica forzata dei sardi da parte dello Stato italiano e se perciò non ravvisi l'opportunità di ricorrere presso il Comitato consultivo della Convenzione quadro delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa, ratificato dall'Italia il 3 novembre del 1997, richiedendo una visita ispettiva in Sardegna perché si valuti direttamente il non rispetto della Convenzione stessa da parte dell'Italia nei riguardi della minoranza nazionale sarda, anche nella scuola e nell'università di competenza dello Stato centrale. (274/C-8)

Interpellanza Porcu - Lotto - Bruno - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio sul grave rischio di disastro ambientale nella località di Balascia nel territorio di Oschiri (OT) a seguito dei lavori di sbancamento e infrastrutturazione relativi ad un impianto eolico privo delle necessarie autorizzazioni e sulla necessità urgente di scongiurare ogni ulteriore ipotesi di insediamento industriale in tale area di altissimo pregio naturalistico, archeologico e paesaggistico.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la località Balascia, ubicata nel territorio di Oschiri (OT), è un'area di altissimo pregio naturalistico, faunistico, archeologico e paesaggistico; il nome Balascia deriva, secondo attendibili studi etimologici, dai mitici Balari una delle tribù che secondo le fonti classiche erano residenti nella zona in epoca nuragica; la zona è a ridosso del Parco regionale del Monte Limbara, ovvero una delle aree naturalistiche più importanti della Sardegna; nell'area sono presenti specie faunistiche rare e protette come l'aquila reale oltre che un articolato sistema di nuraghi che insiste su tutto l'altopiano a testimoniare ulteriormente l'unicità del sito e la sua valenza culturale e identitaria;

- già nel 2002 il sito di Balascia fu oggetto, per la sua posizione particolarmente esposta al venti di maestrale, di attenzioni da parte della società Enel Green Power con la presentazione alla Regione di un progetto per un parco eolico con 22 aerogeneratori di media taglia, dell'altezza prevista tra i 75 e 100 metri, della potenza nominale di 850 KW ciascuno e complessiva di 18.7 MW, da collegare, tramite elettrodotto interrato a media tensione, alla esistente stazione elettrica Enel presso l'impianto idroelettrico del Coghinas;

- per una serie di circostanze la realizzazione di tale impianto sfuggì alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA); questo consentì, nel luglio del 2004, ad Enel Green Power, a seguito del rilascio della concessione edilizia da parte del Comune di Oschiri, di avviare i lavori di infrastrutturazione del sito con la realizzazione di strade, operazioni di sbancamento del terreno esistente, formazione di massicciate stradali e delle fondazioni delle torri a traliccio con la realizzazione dell'armatura in ferro dei plinti e dei getti in calcestruzzo;

- tali rilevantissimi lavori resero manifesto il pericolo di sfregiare in maniera irreparabile una località di inestimabile valore archeologico e paesaggistico provocando una immediata reazione popolare sostenuta da autorevoli esponenti dei campi della cultura, della politica e dell'ambientalismo che sfociò in una richiesta di intervento della magistratura che nel dicembre 2004, rilevato l'iter non completo della procedura autorizzatoria, appose i sigilli al cantiere intimando a Enel di non proseguire nei lavori;

- a seguito del protocollo di intesa del 5 luglio 2007 tra Regione e Enel, quest'ultima società si impegnava, all'interno di un accordo che prevedeva localizzazioni alternative e compensi monetari, a rinunciare ad ogni investimento sull'area Balascia e a procedere immediatamente con la dismissione del sito e il completo ripristino dell'area di Balascia dal pesantissimo impatto paesaggistico delle opere di infrastrutturazione già avviate;

CONSIDERATO che nonostante quanto riportato in premessa, il 20 gennaio 2011 la società Enel Green Power presentava nuovamente la richiesta di attivazione della procedura di VIA manifestando la volontà di perseverare nella realizzazione del parco eolico a Balascia;

RILEVATO che:

- con nota n. 9583 del 29 aprile 2011 il Servizio competente dell'Assessorato della difesa dell'ambiente della Regione Sardegna ha espresso parere negativo alla richiesta di VIA dichiarando "inammissibile l'intero progetto in quanto ricade in aree definite non idonee, ai sensi dell'art. 18 della L.R. 2/2007 e ss.mm.ii. e della DGR 3/17 del 2009 delle Linee Guida allegate";

- nonostante il nuovo diniego, a tutt'oggi i lavori di ripristino non sono stati completati e la zona di Balascia versa in uno stato di abbandono a rischio di disastro ambientale; dei 22 scavi previsti, tutti realizzati, parte sono stati dotati di una struttura metallica di base protetta, parte rivelano tale struttura di ferro a vista neppure dotata di una rete di protezione come da documenti fotografici allegati; nel periodo invernale tali strutture sono immerse in pozze d'acqua che comportano il rischio di inquinamento delle falde acquifere sottostanti;

- alla luce di quanto sopra la fattispecie ricade nell'articolo 29, comma 4, del Codice dell'ambiente, secondo cui "Nel caso di opere ed interventi realizzati senza la previa sottoposizione alle fasi di verifica di assoggettabilità o di valutazione in violazione delle disposizioni di cui al presente Titolo III, nonché nel caso di difformità sostanziali da quanto disposto dai provvedimenti finali, l'autorità competente, valutata l'entità del pregiudizio ambientale arrecato e quello conseguente alla applicazione della sanzione, dispone la sospensione dei lavori e può disporre la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e le modalità. In caso di inottemperanza, l'autorità competente provvede d'ufficio a spese dell'inadempiente (omissis)..."

- dal sito del TAR Sardegna risulta che in data 17 giugno 2011, con numero registro generale 540/2011, Enel Green Power Spa abbia opposto temerario ricorso avverso il diniego alla richiesta di VIA per il Parco eolico di Balascia del competente Servizio dell'Assessorato della difesa dell'ambiente perseverando nelle predette condotte lesive dei beni ambientali citati nonché con incuranza dei pericoli gravissimi per la stessa sicurezza alla salute ed incolumità pubblica derivante dal presente stato dei luoghi,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere quali iniziative intendano assumere per:

1) disporre la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese di Enel Green Power ai sensi dell'articolo 29, comma 4, del Codice dell'ambiente;

2) richiedere l'intervento del Ministro dell'ambiente ai sensi dell'articolo 309 del Codice dell'ambiente, affinché esperisca le azioni risarcitorie e sanzionatorie necessarie;

3) valorizzare pienamente anche dal punto di vista turistico un bene di tale valore paesaggistico, ambientale e culturale e restituirlo alla libera e sicura fruizione della comunità locale e della Sardegna tutta;

4) predisporre ogni atto programmatorio e di indirizzo, a cominciare dal nuovo Piano energetico regionale, e ogni iniziativa presso il Governo affinché l'installazione di nuovi impianti eolici non gravi su zone di particolare interesse storico, naturalistico e paesaggistico e sia adeguato e compatibile con l'effettivo fabbisogno energetico della Regione. (275)