Seduta n.78 del 15/12/2009
LXXVIII Seduta
Martedì 15 dicembre 2009
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
INDICE
La seduta è aperta alle ore 16 e 46.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 3 dicembre 2009 (71), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Domenico Gallus, Marco Meloni, Efisio Planetta ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 15 dicembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A.
Passiamo all'esame dell'articolo 5 bis e dei relativi emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 bis e dei relativi emendamenti:
Art. 5 bis
Bilanci ASL
1. Al fine di rafforzare l'affidabilità, la correttezza e la confrontabilità dei bilanci, condizioni preliminari al miglioramento delle funzioni di verifica e di valutazione dei risultati delle singole aziende del Servizio sanitario regionale, il bilancio di esercizio delle stesse deve essere certificato da parte di una società specializzata.
2. Il percorso per l'attivazione del sistema di certificazione e le risorse necessarie sono definiti con apposito atto della Giunta regionale, da adottare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, in modo tale che possa essere oggetto di certificazione il bilancio di esercizio 2011.
3. Per la manutenzione e lo sviluppo delle procedure e la verifica della corretta applicazione delle stesse, le aziende devono dotarsi di un comitato di internal auditing avvalendosi anche del supporto della società di certificazione di cui al comma 1.
4. Le spese previste per l'attuazione del presente articolo sono a carico dei bilanci delle rispettive aziende.
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 5 bis
Il comma 1 è soppresso. (120)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 5 bis
Il comma 2 è soppresso. (121)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 5 bis
Il comma 3 è soppresso. (122)
Emendamento soppressivo parziale Bruno - Uras - Salis - Porcu - Barracciu - Sabatini
Articolo 5 bis
Il comma 4 è soppresso. (123)
Emendamento sostitutivo parziale Campus - Randazzo - Locci - Bardanzellu - Diana Mario
Articolo 5 bis
All'art. 5 bis comma 2 le parole: "dalla data di entrata in vigore della presente legge", sono sostituite dalle parole: "dalla approvazione del nuovo Piano sanitario regionale". (18)
Emendamento modificativo Campus - Randazzo - Locci - Bardanzellu - Diana Mario
Articolo 5 bis
All'art. 5 bis comma 1 le parole: "da parte di una società specializzata", sono sostituite dalle parole: "da parte di un collegio di revisori contabili, di comprovata esperienza, nominati dalla Regione, su proposta dell'assessore alla Sanità.
Conseguentemente al comma 3 sono soppresse le parole: "avvalendosi anche del supporto della società di certificazione di cui al comma 1". (17)
Emendamento aggiuntivo Biancareddu - Capelli
Articolo 5 bis
Dopo l'articolo 5 bis è aggiunto il seguente:
"Art. 5 ter
Norma interpretativa
1. L'articolo 3, comma 5 della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 nel rinviare al decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole) commi 1, 2 e 3 è da intendersi nel senso che per le nuove costruzioni aventi carattere residenziale connesse alla conduzione del fondo la superficie minima di intervento è stabilita in 1 ettaro e l'indice massimo di edificabilità è quantificato in 0,03 metro cubo per metro quadro". (5)
Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 5 bis
Dopo l'art. 5 bis è aggiunto il seguente:
"Art..5ter
1. Entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge l'Assessore regionale della Sanità emana le linee guida per il rimborso" delle prestazioni a tariffa in maniera differenziata ai diversi operatori pubblici e privati sulla base seguenti parametri:
a) identificazione tassi di mortalità per patologia;
b) identificazione tassi di riammissione ospedaliera per patologia;
c) tassi di infezioni ospedaliere per patologia.
2. La Giunta regionale, con propria deliberazione e su proposta dell'Assessore regionale della Sanità, provvede a ridefinire il sistema di rimborso tariffario delle prestazioni in regime di ricovero, prevedendo criteri di premialità per gli operatori con i migliori indici statistici e di riduzione per gli altri, mantenendo invariata la spesa complessiva prevista.
3. Entro 180 giorni dall'entrata in vigore, l'Assessore regionale della Sanità, tenuto conto delle differenze demografiche, sociali e sanitarie dei diversi territori e con il coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative delle categorie coinvolte, identifica i profili standard dei percorsi diagnostici e terapeutici delle patologie più diffuse che dovranno essere seguiti da parte dei medici di famiglia e degli specialisti pubblici e convenzionati. Con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore regionale della Sanità, la Giunta regionale attiva la trattativa con le organizzazioni sindacali rappresentative delle categorie per la stipula del nuovo contratto di lavoro. Mantenendo costante la spesa complessiva, il contratto dovrà prevedere premialità economiche incentivanti le professionalità che raggiungono gli obiettivi di adeguamento ai profili standard ottimali. Potranno altresì essere previste azioni di disincentivazione economica dei comportamenti inadeguati.
4. Entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere pubblicheranno ed aggiorneranno periodicamente sui loro siti ufficiali le seguenti informazioni:
- Liste d'attesa;
- elenco del contenzioso promosso dai pazienti;
- elenco del contenzioso promosso dai dipendenti;
- statistiche di sopravvivenza e durata media della degenza per procedure diagnostico terapeutiche che l'Assessore regionale della Sanità, sentito il parere della competente Commissione consiliare, indicherà entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge;
- dati sulla mobilità intra ed extraregionale per i 20 DRG più frequenti, aggiornati ogni 90 giorni.
5. Entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della Sanità, varerà un sistema uniforme per tutte le Aziende per consentire al paziente, in forma anonima, di esprimere un giudizio sui diversi aspetti del servizio ricevuto.
Copertura finanziaria
In diminuzione .
UPB S08.01.002 - FNOL Parte corrente
Anno 2010 1.000.000 euro
In aumento
UPB S05.01.004 - Spese finalizzate al miglioramento e al controllò del Servizio Sanitario (cap. SC05.0085)
Anno 2010 1000.000 euro. (22)
Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu
Articolo 5 bis
Dopo l'art. 5bis è aggiunto il seguente:
Art. 5ter
1. Le macroaree previste dal comma 2 dell'art. 12 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, sono sostituite da una sola macroarea per tutta la Sardegna.
2. Il comitato di coordinamento della macroarea, previsto dal comma 3 dell'art. 12 della legge regionale 7 agosto 2009, n: 3, è costituito dai soli direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere ed è integrato dal Direttore Generale dell'Assessorato regionale dell'Igiene e Sanità, che lo presiede. (23)
Emendamento aggiuntivo Cucca - Barracciu - Sabatini - Cuccu - Manca - Moriconi
Articolo 5 bis
Dopo l'articolo 5 bis è aggiunto il seguente:
Art. 5 ter
Disposizioni in materia di opere pubbliche
1. E' autorizzata nell'anno 2010 la concessione di un contributo straordinario di euro 150.000 a favore del Comune di Nuoro per la ristrutturazione della chiesa e della canonica di "N.S. del Rosario" (UPB S07.10.005).
COPERTURA FINANZIARIA
in aumento
UPB S07. 10.005 Finanziamenti agli enti locali per la realizzazione di opere di loro interesse
anno 2010 150.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente
anno 2010 150.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (147)
Emendamento all'emendamento numero 166 aggiuntivo Diana Mario
Articolo 5 bis
All'emendamento numero 166 sono aggiunti i seguenti commi:
5 ter. Nelle more dell'approvazione del disegno di legge di cui al comma 6 bis entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale verifica l'attuazione delle disposizioni di cui alla legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 da parte dei consorzi di cui alla tabella A della medesima legge.
5 quater. In caso di mancata attuazione delle disposizioni della legge di cui al comma 6 ter o di accertamento di saldi finanziari negativi, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'Industria, provvede al relativo commissariamento.
6 quinquies. Le spese previste per l'attuazione del comma 6 quater sono valutate in euro 200.000 per l'anno 2010. (UPB S06.03.029).
COPERTURA FINANZIARIA
in aumento
UPB S06.03.029 Interventi per le aree industriali
anno 2010 euro 200.000
in diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL- parte corrente
anno 2010 euro 200.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (178)
Emendamento all'emendamento numero 178 aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Solinas Antonio
Articolo 5 bis
Dopo il comma 1 dell'emendamento numero 178 è inserito il seguente:
1 bis. La competenza al rilascio dell'autorizzazione unica di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 367/2003 per gli impianti fotovoltaici, di potenza inferiore o uguale a 5 MW, integrati in strutture agricole di imprese o società agricole che svolgono la propria attività aziendale nell'ambito integrato della produzione e della trasformazione delle produzioni agricole è svolta dai Suap dei comuni interessati agli interventi. (179)
Emendamento all'emendamento numero 178 aggiuntivo Dedoni - Vargiu
Articolo 5 bis
Alla fine dell'emendamento 178 è aggiunto il seguente capoverso:
5 quinquies. La competenza al rilascio dell'autorizzazione unica di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 367/2003 per gli impianti fotovoltaici, di potenza inferiore o uguale a 5 MW, integrati in strutture agricole di imprese o società agricole che svolgono la propria attività aziendale nell'ambito integrato della produzione e della trasformazione delle produzioni agricole è svolta dai Suap dei comuni interessati agli interventi. (180)
Emendamento all'emendamento numero 178 aggiuntivo Giunta Regionale
Articolo 5 bis
Dopo il comma 5 quater è inserito il seguente comma
5 quinquies. Le somme sussistenti in conto nel capitolo SC04.1753 (UPB S04.08.002) non impegnate alla data del 31 dicembre 2009 permangono in conto residui per essere utilizzate nell'esercizio successivo. (181)
Emendamento all'emendamento numero 59 aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu
Articolo 5 bis
Emendamento all'emendamento n. 59:
I lavoratori precari delle amministrazioni locali in possesso dei requisiti previsti per l'inserimento nei programmi di stabilizzazione di cui alla legge regionale 3/2009, articolo 3, commi 2, 3, 4 e non ancora stabilizzati, sono impiegati con priorità negli interventi occupazionali degli Enti Locali, compresi i cantieri comunali, sostenuti finanziariamente dalla Regione anche tramite il Fondo unico. (182)
Emendamento all'emendamento numero 182 aggiuntivo Cucca - Barracciu - Valerio Meloni - Sabatini - Moriconi
Articolo 5 bis
Per far fronte all'emergenza igienico-sanitaria dei comuni di Orosei, Galtellì, Irgoli, Loculi e Onifai è autorizzata nell'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000 per la realizzazione dei lavori di interconnessione delle condutture del bacino di Olai e su Gologone. (UPB S04.02.002)
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB S04.02.002 - Spese per la tutela delle acque - Investimenti
Anno 2010 euro 2.000.000
In diminuzione
UPB S08.01.003 - FNOL - Investimenti
Anno 2010 euro 2.000.000
Mediante riduzione della riserva di cui al punto 1 della Tabella B allegata alla legge finanziaria. (183)
Emendamento all'emendamento numero 59 sostitutivo totale Maninchedda - Sabatini - Uras - Diana Mario - Capelli - Bruno - Salis - Cuccureddu - Vargiu - Barracciu - Lai - Locci - Pittalis - Porcu - Sanjust - Steri
Articolo 5 bis
dopo l'articolo 5 bis è aggiunto il seguente:
Art. 5 ter Interventi a favore dei disoccupati ultracinquantenni
1. In attesa della predisposizione di un piano straordinario per l'occupazione, favore dei lavoratori di età superiore ai cinquant'anni senza diritto a pensione, che abbiano subito provvedimenti di licenziamento, o siano stati collocati in mobilità, è disposto un intervento straordinario assistenziale di integrazione al reddito percepito a titolo di ammortizzatore sociale, fino alla concorrenza di euro di Euro 800,00 mensili e per un numero massimo di sei mensilità.
2. L'intervento, non avente natura previdenziale, è corrisposto a favore dei lavoratori che abbiano perso il posto di lavoro o siano stati collocati in mobilità anche se beneficiari di disoccupazione ordinaria con requisiti normali, di trattamento speciale edilizia, di indennità di mobilità ordinaria o in deroga, di cassa integrazione in deroga, avuto riguardo al carico familiare e nei limiti delle disponibilità finanziarie previste nel presente articolo.
3. Al fine di garantire criteri omogenei di accesso a tutte le forme di integrazione del reddito, l'intervento non è cumulabile con altri benefici aventi la finalità di ammortizzatori sociali di maggiore o pari importo ed è corrisposto per differenza con eventuali trattamenti previdenziali o analoghi benefici di sostegno al reddito percepiti.
4. L'indennità di cui al presente articolo è corrisposta a favore dei soggetti che prestano servizio civico presso il Comune di residenza per un numero di ore congruo all'importo integrativo necessario per il raggiungimento del limite massimo mensile di cui al comma 1; a tal fine i Comuni integrano i piani predisposti per il servizio civico.
5. L'indennità integrativa prevista dal presente articolo è corrisposta ai soggetti beneficiari dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale a valere sulle risorse regionali mediante certificazione, a cura dell'Amministrazione comunale, attestante l'effettivo svolgimento della prestazione lavorativa.
6. Per le finalità di cui al presente articolo, l'Assessorato Regionale del Lavoro provvede, tramite specifica convenzione con l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
7. Per le finalità di cui alla presente disposizione è autorizzata la spesa nei limiti dell'importo di euro 5.000.000 a valere sulle disponibilità sussistenti nel conto dei residui della UPB S06.06.004. (184)
Emendamento all'emendamento numero 184 aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu
Articolo 5 bis
I lavoratori precari delle amministrazioni locali in possesso dei requisiti previsti per l'inserimento nei programmi di stabilizzazione di cui alla legge regionale 3/2009, articolo 3, commi 2, 3, 4 e non ancora stabilizzati, sono impiegati con priorità negli interventi occupazionali degli Enti Locali, compresi i cantieri comunali, sostenuti finanziariamente dalla Regione anche tramite il Fondo unico. (185).)
PRESIDENTE. A questi emendamenti va aggiunto l'emendamento numero 166, che è stato spostato dall'articolo 3. Gli emendamenti numero 5, 22, 23, 179, 180 e 181 sono inammissibili.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale, Presidente.
PRESIDENTE. La richiesta deve essere appoggiata da un altro Capogruppo.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana.)
PRESIDENTE. Comunico all'Aula che anche l'emendamento numero 183 è inammissibile.
Poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta prima di poter procedere a una votazione, sospendo la seduta sino alle ore 17.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 49, viene ripresa alle ore 17 e 02.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto. Onorevole Uras, reitera la richiesta?
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
PRESIDENTE. Sono presenti 40 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). L'articolo 5 bis tratta del problema del deficit delle Aziende sanitarie locali. E' una norma nata in Commissione per iniziativa dell'onorevole Maninchedda, perché c'erano già stati numerosi segnali di allarme che richiamavano l'attenzione su questo problema in maniera più pressante di quanto era successo in precedenza. Successivamente alla presentazione del relativo emendamento in sede di Commissione vi è stato, da parte della Commissione stessa, un accertamento in quanto sono stati convocati e sentiti a tal proposito sia l'Assessore della sanità sia i commissari delle Aziende sanitarie. L'esito di questo accertamento ha confermato l'esistenza di un problema gravissimo per quanto riguardava il deficit delle Aziende sanitarie. L'Assessore ci ha comunicato che per il 2008 il deficit era di oltre 187 milioni di euro. Ovviamente è una cifra destinata ad aumentare di giorno in giorno, basti considerare gli oneri accessori e gli interessi applicati in caso di mancato pagamento da parte delle Aziende sanitarie che, per i criteri di imputazione dei pagamenti previsti dal Codice civile, portano quel deficit alle stelle.
Una parte dei 187 milioni di euro di deficit è sicuramente giustificata, in quanto si riferisce a maggiori prestazioni imposte da normative statali e da provvedimenti regionali; un'altra parte è dovuta proprio a una maggiore spesa non preventivata. In particolare non era preventivato il ripiano di oltre 54 milioni di euro e un ulteriore fabbisogno di 78 milioni. La situazione è risultata ancora più grave per quanto riguarda il 2009. Nel 2009 è stato, infatti, accertato in via provvisoria un deficit da parte delle Aziende sanitarie locali di oltre 262 milioni di euro. E' una situazione gravissima, le cui conseguenze sui bilanci della Regione sono più che evidenti, tanto più se si considera, come ha richiamato all'attenzione nei giorni scorsi l'assessore La Spisa, che questo deficit si collega ad altri gravi deficit. Consideriamo che, sempre in sede di accertamento della Commissione bilancio, è risultato che Abbanoa ha un deficit di oltre 300 milioni di euro. C'è poi il deficit, anch'esso richiamato nei giorni scorsi, dei consorzi di bonifica e ci sono tanti altri piccoli deficit che pongono a rischio la possibilità della Regione di predisporre delle politiche effettive che consentano lo sviluppo della Sardegna.
In questa situazione è evidentemente necessario un intervento deciso, che miri al cuore del problema e consenta di tenere sotto controllo la spesa. In questa sede, ovviamente, ci interessa la spesa del settore sanitario, non degli altri settori, di cui avremo occasione di parlare in un altro momento. E' evidente che l'emendamento presentato in Commissione, che era nato con l'intento di tenere sotto controllo la spesa, a questo punto non è più sufficiente a raggiungere quello scopo, perché consente di dire solo a posteriori qual è stata la spesa e qual è il deficit effettivo del sistema sanitario. Sicuramente dal punto di vista legislativo bisogna intervenire diversamente.
Dico subito che avevo pensato di presentare una serie di emendamenti all'emendamento, due o tre dei quali avrebbero consentito di operare in questo senso. Peraltro si sarebbe sostanzialmente inciso in maniera molto profonda sul sistema sanitario e quindi si sarebbe dovuto intervenire sulla legge numero 10 del 2006, che concerne l'ultima riforma sanitaria, in maniera abbastanza frettolosa, per cui ho preferito non presentare emendamenti, anche perché in Commissione bilancio era stata avanzata la proposta, che aveva avuto l'assenso di parecchi dei commissari presenti, di invitare tutti i Gruppi politici e la Giunta a presentare propri progetti di riforma del sistema sanitario entro il 30 dicembre o 10 gennaio, la cosa non cambia. Successivamente la Commissione avrebbe provveduto a predisporre un testo unificato per arrivare a una riforma in tempi brevissimi. Anche diverse componenti dell'opposizione, ricordo gli onorevoli Uras e Salis, furono pienamente d'accordo su questa proposta. Non prese posizione il P.D., in rappresentanza del quale era presente in quel momento solo l'onorevole Espa, che dichiarò di non essere in grado di parlare a nome del proprio partito. Reitero la proposta in questo momento, perché noi dobbiamo incidere in maniera drastica sul sistema della spesa per tenerla sotto controllo e verificarne l'andamento. Consideriamo che non c'è soltanto il problema del deficit della spesa, ma c'è anche il problema di un contestuale aumento costante della spesa medesima. Stando ai prospetti che ci ha consegnato l'Assessore, risulta che nel 2002 la spesa iniziale era appena superiore a 2 miliardi di euro; c'è stato poi un disavanzo di 281 milioni di euro, mentre nel 2008 superava i 2 miliardi e 700 milioni e nel 2009 ha raggiunto i 2 miliardi e 900 milioni, somma che, come evidenziato anche nel Programma regionale di sviluppo, è in tendenziale aumento.
Ecco perché non possiamo fare a meno di porre mano in maniera immediata e profonda al sistema sanitario. Il sistema oggi è retto fondamentalmente dalla legge numero 10 del 2006, che ha modificato la precedente disciplina, la legge numero 5 del 1995, con cui era stata introdotta in Sardegna la riforma De Lorenzo. Purtroppo devo dire che dal punto di vista tecnico la legge numero 10 è una legge pessima. Mentre la legge numero 5 era stata richiamata e portata all'attenzione in tutta Italia, la legge numero 10, anche dal punto di vista tecnico, fa un miscuglio e i concetti di autorizzazione e di accreditamento non sono ben chiari, quindi è una legge che deve essere integralmente riscritta. Ma non è sufficiente la riscrittura di questa legge, perché è necessaria anche tutta una serie di atti di programmazione che devono essere posti in essere dall'amministrazione. Basti pensare, in primo luogo, al Piano sanitario regionale, la cui riscrittura è anch'essa un atto urgentissimo, che ritengo la Giunta presenterà a giorni, visto che c'è stato il tempo di predisporre il nuovo Piano. E' un atto essenziale, perché sul Piano sanitario regionale si reggono gli atti aziendali; in mancanza di questo Piano è dubbio che persistano tuttora gli atti aziendali che erano stati a suo tempo approvati, la mancanza dei quali non consente di entrare a regime nel sistema privatistico di gestione da parte delle Aziende sanitarie locali.
In primo luogo, quindi, bisogna rivedere immediatamente la legge regionale numero 10 e presentare la nuova proposta di Piano sanitario regionale, sulla cui base potranno essere approvati in via definitiva gli atti aziendali. C'è, quindi, tutta una serie di adempimenti che devono essere posti in essere in tempi abbastanza brevi, senza i quali il sistema è fuori controllo. Sia chiaro, qui non mi soffermo sulle responsabilità del deficit; ho già detto prima che una parte di tale deficit, come per esempio gli oneri dei rinnovi contrattuali, deriva da provvedimenti statali; un'altra parte nasce invece da nuovi provvedimenti regionali. In questa fase, sapere se la responsabilità è dell'ex assessore Dirindin o dei vecchi direttori generali delle Aziende sanitarie è del tutto irrilevante. Significa semplicemente fare una polemica che ci allontana da quello che è il risultato. Del resto i dati parlano chiaramente, quindi è ora di finirla di dire che noi vi abbiamo lasciato un deficit di centinaia di milioni, perché a quel punto noi potremmo dire: sì, signori cari, ma nel '99, quando è entrata in carica, la Giunta di centrodestra ha scoperto che il centrosinistra non aveva accantonato le somme che obbligatoriamente facevano carico alla Regione. Il deficit che vi siete ritrovati nel 2004 corrisponde esattamente a quelle centinaia di miliardi che voi non avevate messo in carico precedentemente. Lasciamo da parte, dunque, tutte le polemiche, qua si tratta solo di rimboccarsi le maniche e di lavorare seriamente e in tempi brevi. Solo così possiamo affrontare il problema e sperare di trovare una soluzione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'articolo 5 bis vale per ciò che è stato definito in sede di Commissione, ma vale anche e, io direi, soprattutto per quello che è stato definito in Aula in questi giorni, quindi vale anche per gli emendamenti che sono stati spostati da altri articoli.
In modo particolare ritengo che ci si debba soffermare - lo dico cercando di richiamare l'attenzione di un'Aula distratta attorno a questi temi - su quello che noi tentiamo ancora una volta di mettere dentro le norme approvate dal Consiglio regionale per sostenere l'intervento pubblico a favore di coloro che vivono condizioni di maggior bisogno. Noi tutti stamattina abbiamo incontrato Don Borrotzu, che ci ha parlato della Carta di Zuri per il contrasto alla povertà. Abbiamo sentito oggi, ma anche ieri e in altre occasioni, le organizzazioni sindacali lamentarsi dell'incredibile crescita dei trattamenti di sussidio, di sostegno al reddito, di politica passiva, che riguardano il mondo del lavoro in Sardegna. L'INPS parla di 91.238 prestazioni, 38 mila disoccupati, assistiti nelle forme previste dalla disoccupazione speciale, oltre 11 mila cassaintegrati, molti dei quali in deroga, persone in lista di mobilità con il sussidio al minimo (380 euro) rinnovato per la terza, quarta o quinta volta consecutiva. Insomma è una tragedia. Nel contempo, sabato scorso, un noto quotidiano isolano ha pubblicato alcuni elementi che sono stati forniti alla discussione dalla Corte dei conti, che raccontano di 1.120 milioni di euro non spesi in materia di politiche per l'occupazione. Lo dico anche e soprattutto all'assessore La Spisa: io ho chiesto agli uffici di farmi sapere quale somma non viene spesa in materia di lavoro, per valutare anche come utilizzare al meglio la dotazione finanziaria non spesa proveniente da esercizi passati, in cui non si è speso quello che si era destinato in materia di sostegno al reddito e di politica del lavoro.
Abbiamo provato ad affrontare anche il tema dell'utilizzo delle risorse del Fondo sociale europeo. Gli uffici mi hanno candidamente detto che hanno provveduto a fare una pianificazione di quelle risorse tutte rivolte all'alta professionalità e che gli altri pilastri di intervento europeo, occupabilità e adattabilità, cioè gli interventi di sostegno al reddito e le politiche attive e passive del lavoro, sono stati totalmente cancellati. Quindi le risorse del Fondo sociale europeo, che sono nella responsabilità dell'Assessorato del lavoro, sono invece gestite dall'Assessorato della pubblica istruzione e gran parte dei fondi sono utilizzati per pagare assegni di studio agli studenti delle famiglie ricche, non a quelli che ne hanno bisogno, senza nessun criterio di selezione di natura sociale. Neppure quando si interviene così si dà un segno non dico socialista, ma di pietà, di compassione nei confronti di chi ha bisogno. E mi si è detto che occorreranno almeno cinque, sei o sette mesi per modificare la pianificazione già fatta sul Fondo sociale europeo, una pianificazione, badate, che cancella di fatto la possibilità di attingere risorse da lì per attuare politiche del lavoro.
Vi ricordate l'articolo 6 della legge finanziaria del 2008? L'abbiamo approvato all'unanimità! Vi ricordate quello che abbiamo scritto nella finanziaria del 2009? E' lì fermo! Avete idea di quello che abbiamo scritto nel collegato in materia di precariato e di interventi a favore di chi ha bisogno? E' fermo anche quello! Perché le facciamo le leggi? Per quale ragione questo Consiglio regionale è impegnato? Perché dice in una norma della finanziaria 2008, che è stata ripetuta nella finanziaria 2009 e verrà ripetuta anche in questa finanziaria, che c'è un fondo per l'occupazione, se poi le somme disponibili vengono conservate? A che titolo, per quale ragione abbiamo scritto di un fondo regionale per l'occupazione se di quel fondo non si spende una lira? Abbiamo concordato tacitamente che lo diamo in pasto ai media, cioè diciamo ai giornali: "Badate, l'abbiamo fatto il fondo per l'occupazione, poi però non ne utilizzeremo un soldo, lo lasceremo morire!".
Io penso che le cose che abbiamo scritto, che abbiamo pensato e abbiamo approvato all'unanimità debbano invece essere attuate. E invece succede che sistematicamente non vengono attuate, ma non lo dico io, lo dice la Corte dei conti, che un tempo aveva una buona abitudine, quella di far conseguire alle osservazioni anche altri atti. E qua le responsabilità, badate, non sono di natura politica, perché se no così come c'erano per la precedente maggioranza, ci sono per questa maggioranza. Le responsabilità sono anche nella funzione dirigente, nella burocrazia dell'amministrazione regionale, che ha deciso autonomamente di non rispettare le leggi che noi approviamo; ha deciso autonomamente di far gravare la gran parte delle quantità dei residui sugli interventi che vanno alla comunità più debole; ha deciso autonomamente, dolosamente, contro il volere di questo Consiglio regionale, di violare sistematicamente le norme che sono state approvate; ha deciso strumentalmente, dolosamente e sistematicamente di intervenire con circolari che confondono l'azione amministrativa delle autonomie locali, l'impegno fattivo degli uffici della periferia di questo nostro sistema autonomistico, cioè ha deciso autonomamente, dolosamente, di fare un'azione eversiva contro l'autorità del Consiglio regionale della Sardegna!
Attorno a questo tema, Presidente, chiederò alla fine della seduta di mettere all'ordine del giorno la risoluzione, approvata all'unanimità dalla Commissione bilancio, che promuove un'azione di inchiesta nei confronti degli uffici della Regione, affinché finalmente essi rispondano al cittadino del fatto di non mettere in funzione le risorse che noi abbiamo destinato al bisogno.
Io non riceverò più le delegazioni dei sindacati, la Pastorale del lavoro, don Borrotzu! Per dire loro che cosa? Che ciò che abbiamo approvato, le somme che abbiamo stanziato rimangono ferme per responsabilità dolosa e sistematica degli uffici di questa Regione?
PRESIDENTE. Ricordo al collega Caria che si è iscritto oltre i termini, per cui non potrà intervenire.
E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). L'articolo 5 bis, con la richiesta di certificazione del bilancio delle Aziende sanitarie locali, rimette all'attenzione del Consiglio il problema del finanziamento della spesa sanitaria. Lungi da me l'idea di sminuire questa certificazione, ma non credo che essa risolverà i nostri problemi, perché penso che i bilanci delle Aziende sanitarie locali sostanzialmente siano ben fatti. Può esserci qualche errore, qualche variazione della posta da un anno all'altro, ma sostanzialmente...
Non c'è la Giunta, quindi mi fermo. Presidente, chiedo di recuperare il tempo perso.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Meloni.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Speravo che sarebbe stato presente l'assessore Liori, che evidentemente è dovuto andare via.
I soldi non bastano mai, come sa qualunque economista, soprattutto in un sistema come il nostro, che è caratterizzato dalla più totale irresponsabilità degli ordinatori di spesa, a cominciare dai miei colleghi medici per finire con i pazienti, che hanno la capacità di esercitare sui loro curanti una pressione psicologica cui è difficile resistere. Il sistema per affrontare la malattia da noi è abbastanza standardizzato, è il sistema della "medicina premium", come le auto di qualità, con un sacco di optional cui è difficile resistere al momento dell'acquisto, salvo poi rendersi conto che sono pressoché inutili. Pensate a cosa succede, per fare un esempio, con un volgare mal di schiena, che nel 99 per cento dei casi è appunto solo un volgare mal di schiena, ma per il quale viene regolarmente effettuata una risonanza magnetica nucleare! Bene, da un rapido calcolo in Italia sprechiamo circa un milione e mezzo di risonanze magnetiche nucleari, per un costo di 350-400 milioni di euro. Cosa dobbiamo fare in queste condizioni? Punire il medico che ha ordinato la risonanza? E' quasi impossibile, perché non gli abbiamo detto dove deve fermarsi, non gli abbiamo detto se deve ispirarsi al principio di proporzionalità, sapendo che l'evento che cerca e teme è molto raro, oppure al principio di precauzione, per il quale, costi quel che costi, bisogna eliminare il rischio dell'evento infausto. Il problema è qual è il valore della vita umana, cioè quanto siamo disposti a spendere come collettività e come singoli per proteggere la nostra vita e la nostra salute. E' la risposta a questa domanda che ci dice quanto dobbiamo mettere nel bilancio della sanità della Regione, perché il concetto base del nostro sistema di welfare sanitario, cioè quello del diritto alla salute, è un concetto che non ha significato in economia, come sa chiunque si occupi di sanità in maniera professionale. Non lo sa invece la popolazione, per fortuna non lo sanno i politici, che mai potrebbero ammettere che qualcuno muoia perché scientemente non hanno messo le risorse per curarlo nel bilancio.
Il sistema sanitario ideale si basa su tre cardini: l'accesso universale, cioè tutti possono accedere a qualunque prestazione; l'esenzione dal pagamento, cioè nessuno porta il peso diretto del pagamento; la sostenibilità economica per la collettività. Questo stiamo cercando di farlo dal 1978, da quando fu approvata la legge numero 833, senza esserci riusciti né in Italia né in un altro Paese dell'Occidente. Tutti sappiamo quali difficoltà sta affrontando il presidente Obama per assicurare la copertura sanitaria a soli 30 milioni di americani che ancora non ce l'hanno. Facciamo un po' di conti: se consentiamo il libero accesso a tutti e nessuno porta il peso diretto del pagamento, è chiaro che non esiste sostenibilità economica del sistema. L'inflazione fa crescere ogni anno la spesa sanitaria del 2 per cento, i contratti nazionali di lavoro mediamente dell'1-1,5 per cento (un anno sei punti, un altro anno zero, ma quello è il peso), aggiungiamoci l'introduzione delle nuove tecnologie, che sono sempre più costose e raffinate, le nuove medicine, che sono più efficaci di quelle vecchie, ma anche più care, perché scontano i costi di ricerca e sviluppo, e infine l'invecchiamento della popolazione. Il 99 per cento dei sardi che vivranno in Sardegna nel 2010 è lo stesso del 2009, con un'unica differenza: un anno in più. Quindi l'aumento medio del 5,7 per cento della spesa sanitaria regionale negli ultimi dieci anni non deve affatto stupire, è perfettamente regolare, oltretutto questo dato è sovrapponibile a quello nazionale. Ho qui un grafico - mi dispiace che non lo si possa proiettare - che dimostra che l'aumento della spesa nazionale e l'aumento della spesa regionale sono assolutamente sovrapponibili. Possiamo fare la riforma, la faremo a gennaio, introdurremo Aziende sanitarie più piccole e meglio gestibili, quindi ci sarà un miglioramento della qualità del servizio e sicuramente della gestione economica, faremo la macroarea che ci farà risparmiare sugli acquisti e sulla gestione del personale, però miracoli non ne potremo fare. Invece del 5,7 per cento, probabilmente la percentuale scenderà al 5 o al 4 per cento, ma stiamo sempre parlando di una riduzione del trend di aumento della spesa, non di una diminuzione della stessa.
Tutto questo ci aiuterà, ma il punto è sempre lo stesso: la decisione politica su quanto vogliamo spendere come collettività e come singoli, perché o facciamo scelte chiare di politica nel Piano sanitario regionale, che non vuol dire solo decidere se fare un centro antidiabete ad Abbasanta piuttosto che a Domusnovas, oppure non le facciamo e la sanità si trasformerà in un pozzo di San Patrizio, che popolerà gli incubi notturni dell'assessore La Spisa, più che quelli dell'assessore Liori e di chi fra qualche anno verrà al suo posto. Poiché nel 2009 abbiamo speso 3 miliardi circa, come indicava correttamente il Programma regionale di sviluppo già da quest'estate, e nel 2014 spenderemo quasi 4 miliardi, 3.940 milioni per l'esattezza, credo che sia importante mettere un freno alla spesa sanitaria, perché dal 2010 la pagheremo noi, ma non è detto che le quote di IVA e IRPEF che ci derivano dall'accordo Soru-Prodi - che sicuramente è stato migliorativo, lo riconosciamo ai colleghi della sinistra -basteranno, perché se la spesa sanitaria cresce del 5 o del 6 per cento il prodotto interno lordo non cresce sì e no dell'1 per cento, anzi quest'anno, nel 2009, se l'accordo fosse stato già a regime, probabilmente avremmo perso un centinaio di milioni di gettito IVA, mentre la spesa sanitaria ha continuato a crescere.
Il collega Gian Valerio Sanna ha detto l'altro giorno, dedicando poche parole alla sanità, che bisogna cacciare i manager che creano i buchi di bilancio, però non è così facile. E infatti neanche lui, quand'era in Giunta, l'ha fatto, nonostante i disavanzi ci fossero anche allora, perché è inutile chiedere a un direttore generale di spendere 10 se l'anno precedente ha speso 11, sapendo che l'anno successivo, se è bravo, spenderà 12, perché a novembre si presenta l'assessore Liori e gli dice se deve continuare, per esempio, a garantire la dialisi o a dare i farmaci o se può interrompere. L'assessore Liori naturalmente gli dice di continuare e a quel punto non lo possiamo più cacciare.
L'onorevole Sanna concludeva le sue osservazioni sulla sanità dicendo che mancano provvedimenti per contenere il deficit. Ha ragione, tali provvedimenti mancano, li dobbiamo prendere e li dobbiamo prendere tutti assieme, però dobbiamo avere il coraggio di fare una scelta e di rinunciare o a una parte dell'accesso universale o a una parte dell'esenzione o probabilmente a un mix di tutti e due. Il sistema così com'è non lo possiamo reggere, è inutile che ci illudiamo, miracoli non ne possiamo fare e la spesa è destinata ad andare fuori controllo. Quindi queste scelte è meglio che le facciamo assieme, anche con i colleghi del centrosinistra, perché se no il Consiglio regionale fra cinque o sei anni impiegherà mezzora per approvare la legge di bilancio, in quanto saranno solo due i capitoli di spesa: quello degli stipendi del personale e quello della spesa sanitaria. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Signora Presidente, colleghi, stiamo vivendo un momento di crisi gravissimo e forse non ci rendiamo conto di quanto sia grave la crisi che la nostra Isola sta attraversando e che colpisce soprattutto gli operai, i lavoratori. Abbiamo avuto modo di incontrare i responsabili dell'INPS che ci hanno fornito dei dati che già sapevamo essere allarmanti, ma che ci hanno ancor più preoccupato, sapendo, così come diceva il collega Uras, che complessivamente nel 2009 sono state presentate all'INPS più di 90 mila richieste di ammortizzatori sociali. E' un dato che dovrebbe preoccuparci, che ci preoccupa e a cui abbiamo cercato di lavorare. Credo che, davanti a questi temi, maggioranza e opposizione, Giunta e Consiglio, debbano lavorare insieme per cercare le migliori soluzioni.
Do atto al Presidente della Commissione e all'assessore La Spisa di aver prestato la giusta attenzione e di aver attivato un tavolo di concertazione che ha portato ad alcuni importanti risultati che spero vengano approvati da quest'Aula. Noi avevamo proposto un intervento per gli ultracinquantenni, attraverso l'emendamento numero 59, di cui avevo chiesto il rinvio all'articolo 5 bis per avere il tempo di approfondire il tema e vedere se era possibile trovare le risorse all'interno di questa manovra finanziaria per dare risposta alle situazioni più gravi. Mi voglio soffermare in modo particolare su due situazioni. Ci sono operai che si trovano in uno stato di difficoltà perché erano dipendenti di aziende che hanno chiuso i cancelli. Adesso sono a casa e usufruiscono di un ammortizzatore sociale magari rinnovato per la seconda o terza volta, per cui praticamente percepiscono una cifra mensile davvero irrisoria. Questi operai, però, potrebbero essere accompagnati alla pensione con l'applicazione, come abbiamo visto, di una disposizione che era stata approvata nella precedente finanziaria, cioè il comma 19 dell'articolo 8 della legge numero 3 del 2009, che prevede un voucher formativo che viene attivato attraverso un patto tra le aziende e la Regione. Questo comma è stato applicato nel caso dell'azienda Legler. Ci sono, poi, alcune situazioni, che ci sono state segnalate dai sindacati, per le quali si può procedere nella stessa maniera, applicando cioè questo articolo ed emulando l'esempio che si sta verificando con gli operai della Legler.
Io non so se sia necessario - sottopongo la questione all'attenzione dell'Assessore della programmazione e del Presidente della terza Commissione - approvare un ordine del giorno prima dell'approvazione della manovra finanziaria che impegni l'Assessore del lavoro e la Giunta regionale a individuare le aziende interessate ad avviare da subito dei tavoli di concertazione.
L'altra situazione cui mi riferivo riguarda gli ultracinquantenni che si trovano a percepire un sussidio di circa 380 euro mensili. E' una situazione che mette in difficoltà quei lavoratori e le loro famiglie. Certamente oggi è difficile vivere con 1.200 euro al mese, vi lascio immaginare che cosa vuol dire tirare avanti una famiglia con appena 380 euro! Allora noi avevamo proposto, attraverso l'emendamento numero 59, un'integrazione di quella cifra almeno fino a 800 euro. Abbiamo lavorato in Commissione, anche con il supporto degli uffici sia dell'Assessorato del lavoro che dell'Assessorato della programmazione e siamo arrivati a predisporre un emendamento all'emendamento numero 59, cioè l'emendamento numero 184, che prevede il dimezzamento dell'intervento, non più per dodici mensilità, ma per sei. Abbiamo ridotto le risorse, ma è comunque un avvio.
Ecco perché ritengo di condividere questo emendamento firmato da me e da tutta la Commissione, ma credo anche che vada avviato un ulteriore percorso concertativo tra le parti politiche, perché da qui alla discussione del collegato alla finanziaria, che avverrà agli inizi del 2010, viste anche le diverse situazioni di difficoltà che ci sono state rappresentate dall'INPS e stanti tutte le altre situazioni di difficoltà, dovremo studiare un provvedimento che metta insieme tutti gli interventi e cerchi di dare risposta a tutte queste esigenze. Questo è l'impegno che chiederei alla Giunta e al Presidente della Commissione, perché si tratta di una risposta importante, che rimane pur sempre parziale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio, io credo che varrebbe la pena di iniziare la chiacchierata sull'articolo 5 bis partendo dalle parole che il mio collega di Gruppo, Franco Meloni, ha affidato all'Aula. Un'Aula che non sempre, in questo periodo, è reattiva, ma che su questi argomenti dovrebbe esserlo.
Il collega Meloni, che ha una formazione di management aziendale sanitario che gli consente di dare qualche suggerimento, dice: "Badate, non stressiamoci, se nessuno tocca la sanità in questa regione, noi consiglieri regionali ci facciamo un regalo, perché invece di programmare una sessione di bilancio di 47 giorni" - o quanti sono, il Presidente lo sa più compiutamente di me - "possiamo programmarne una di mezz'ora, perché quando avremo finito il nostro mandato, probabilmente sarà sufficiente appunto mezz'ora, dato che la finanziaria coprirà per una metà le spese fisse per gli stipendi e per l'altra metà la spesa sanitaria". Io vorrei aggiungere una cosa: in realtà io non credo che basterà mezz'ora - ti correggo, Franco - perché non decideremo solo queste due cose, ma ne decideremo anche una terza, che ci farà litigare a lungo in quest'Aula, e cioè quali nuove tasse imporre e a carico di chi. Quindi non sarà una finanziaria così veloce come si potrebbe pensare.
Se il ragionamento è questo, così come tante volte abbiamo detto in quest'Aula cercando di approfondire l'argomento, la sanità è una di quelle aree sulle quali, al di là delle buone intenzioni formali dell'articolo 5 bis, tra maggioranza e minoranza, e non solo all'interno di questo palazzo, bisogna aprire un ragionamento. Perché dico al di là delle intenzioni formali? Perché è evidente che l'articolo 5 bis è un articolo di buone intenzioni: parla di certificazione del bilancio, di decisione della terza Commissione, poi raccolta dalla Giunta, di istituzione di una commissione d'inchiesta sulle spese delle Aziende sanitarie, però la riflessione da fare, in realtà, chiunque si intenda si bilanci in sanità sa bene che non è questa. Noi non abbiamo bisogno di una certificazione formale dei bilanci delle Aziende sanitarie; noi abbiamo bisogno di capire se i tanti soldi che la Regione stanzia per la sanità producono buona sanità oppure no. Cioè vogliamo sapere se questi soldi sono spesi nel modo migliore possibile oppure no, come molti in quest'Aula sospettano, perché tanto più andiamo nella direzione di cui parlava Franco Meloni, quella delle nuove tasse, tanto più è indispensabile che noi accertiamo che i soldi della sanità siano ben spesi, e non soltanto dal punto di vista dei controlli formali. Questo perché la spesa sanitaria, checché se ne dica, è fuori controllo.
Collega Barracciu, lei ha chiesto, tramite i giornali, di avere informazioni precise sui dati riguardanti la spesa sanitaria. Questi dati ci sono stati forniti in Commissione programmazione e sono dati spaventosi, non perché indicano una responsabilità dell'amministrazione precedente nei confronti di quella subentrante, ma perché indicano la gravità della situazione, indipendentemente dall'amministrazione in carica. Forse, se volessimo concentrarci sulle colpe dell'amministrazione precedente, potremmo dire che, nonostante sia stata un'amministrazione estremamente attenta agli obiettivi di riequilibrio del bilancio, tanto da averli posti tra gli obiettivi fondamentali della sua gestione, il fatto che questi obiettivi non li abbia conseguiti in sanità è una questione che deve far paura all'intero Consiglio, perché dimostra che nemmeno un tecnico bravo come la Dirindin - voi avete sostenuto anche in queste ore che la Dirindin è stato un ottimo tecnico -, sostenuto da una maggioranza solida, è riuscito a risanare la situazione. E noi sappiamo bene quanto fosse solida la maggioranza di allora, perché ci ricordiamo le notti trascorse con l'attuale assessore Liori in Commissione in un muro contro muro in cui non si riusciva a convincervi a modificare nemmeno uno spillo! Se tutto questo è stato e nonostante l'azione risanatrice di una grande economista sanitaria abbiamo questa situazione di sfacelo, dobbiamo riflettere su cosa è successo, su cosa sta succedendo e soprattutto su cosa vogliamo che succeda nei prossimi anni.
Il problema fondamentale è che noi ci siamo fatti i complimenti in quest'Aula per i buoni risultati che, a regime, otterremo con le nuove disposizioni riguardanti le entrate da parte dello Stato, quelle, per intenderci, che discendono dalla legge finanziaria del 2007. Ebbene, nel 2014 queste nuove entrate saranno state interamente consumate dalla crescita della spesa sanitaria, per cui cinque anni dopo esserci sganciati dallo Stato per quanto riguarda il cofinanziamento della nostra spesa sanitaria avremo finito ogni nostra capacità residua di manovra semplicemente per l'incremento su base annua del deficit calcolato su una crescita della spesa sanitaria tra il 5 e il 6 per cento, come avviene in qualsiasi regione italiana, direi in qualsiasi Paese civile occidentale.
Per cui, siccome abbiamo letto sui giornali che, ad esempio, la Tirrenia prenderebbe 375 milioni di euro dallo Stato per garantire la continuità territoriale - questa continuità! - da e per la Sardegna, ci viene il dubbio, colleghi, che una volta che avremo aggiunto alla spesa per la sanità quella per la continuità territoriale marittima (se la spesa per i trasporti sarà completamente a nostro carico, come discende dalla finanziaria del 2007), quella per la continuità territoriale aerea, che non va bene così com'è e stiamo pensando di cambiarla con spese aggiuntive a carico della Sardegna, e quella per il trasporto pubblico locale non riusciremo a sostenere tutti questi costi. Io sarei in ansia e penso che lo sarete anche voi che dovrete dimostrare - e noi saremo contenti se vi riuscirete - la bontà di quell'accordo tra lo Stato e la Regione. Lo dico perché in questo contesto di non comunicazione sulla spesa sanitaria, colleghi, tutto resta ingessato. Io ho letto sui giornali che l'ospedale Brotzu, cioè il maggiore ospedale della Sardegna, l'unica azienda ospedaliera di alta specializzazione, sul buon funzionamento della quale nella scorsa legislatura c'è stata un'infinità di polemiche, sarebbe soddisfatto delle prospettive. L'ho letto sui giornali e l'ho sentito in convegni, nel senso che il nuovo commissario avrebbe fatto una rilevazione dei bisogni e avrebbe scoperto che all'interno dell'ospedale Brotzu servono, per le esigenze immediate, 30 milioni di euro. E da qualche parte sarebbe stato garantito che questi 30 milioni di euro ci sono.
Colleghi, dove sono? Assessore della programmazione, ci dica se i 30 milioni di euro ci sono e se i colleghi del Brotzu possono stare sereni. Ci dica se l'azienda Brotzu sta per ricevere 30 milioni di euro per l'aggiornamento tecnologico, per l'adeguamento delle piante organiche, per il trauma center, per tutto ciò che da anni sta fungendo da gravame a questa azienda, impedendole di assolvere un ruolo che è fondamentale all'interno del sistema sanitario sardo. Io ho paura che con i bilanci che leggiamo i soldi non ci siano e ho anche paura che non sia un problema di maggioranza, ma che sia un problema di maggioranza e di minoranza, perché la qualità della salute in Sardegna resta un problema del Consiglio regionale, dove è indispensabile attivare le diplomazie tra centrodestra e centrosinistra affinché su questo argomento si ragioni a prescindere dalla casacca di schieramento, perché la misura del grado di civiltà della nostra società è il modo in cui riusciamo a far fronte alle esigenze dei nostri concittadini, di noi stessi e delle nostre famiglie per quanto riguarda la sanità.
Chiudo, assessore Liori, assessore La Spisa, presidente Cappellacci - se fosse qui presente - dicendo che noi abbiamo uno strumento, che è l'Agenzia regionale per la sanità. Scusatemi se in quest'Aula ho insistito cento volte su questo argomento, tant'è che viene considerato una mia mania ossessiva. L'Agenzia regionale per la sanità è una fucina di ragionamenti, un cappello pensatore di Archimede, un posto dove, se funziona, si possono studiare le soluzioni. Cioè è una struttura che si pone come referente per la politica, fornendo le ipotesi di soluzione; non è, ovviamente, una struttura che si possa sostituire alla politica, ma è quell'indispensabile fucina di idee di cui oggi abbiamo bisogno in tante parti della nostra società, ma nella sanità più che mai, perché stiamo gestendo una spesa che in questa legislatura, cioè nel periodo in cui noi staremo qui dentro, passerà dai 3 ai 4 miliardi di euro, ossia la metà abbondante del bilancio regionale.
Non è possibile che su queste cose stiamo zitti, non ci scambiamo idee e non provvediamo ad attuare le leggi approvate dalla Regione. Basterebbe questo per fare un passo avanti significativo su un argomento che per noi rischia di essere una pietra tombale, non per noi del centrodestra…
PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, se lei fosse d'accordo, siccome il collega Caria prima non è stato incluso tra gli iscritti perché era momentaneamente assente, vorrei che potesse intervenire al posto mio, naturalmente se l'Aula lo ritiene possibile.
PRESIDENTE. L'onorevole Caria non è stato incluso tra gli iscritti non perché fosse assente, ma perché purtroppo si era iscritto in ritardo. Però, se l'Aula è d'accordo, può intervenire al posto suo, onorevole Porcu.
E' iscritto a parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Grazie, Presidente, ringrazio anche i colleghi. Comincio proprio dall'ultima affermazione fatta da chi mi ha preceduto, l'onorevole Vargiu. Condivido quello che lei dice, onorevole Vargiu, in particolare quando sostiene che il problema della sanità non può essere di maggioranza o di minoranza e che nell'affrontare questo argomento ognuno di noi si dovrebbe togliere la casacca dello schieramento di appartenenza. Però è altrettanto vero che se ragioniamo di sanità in questi termini, prima ancora di fare operazioni come quella che abbiamo visto in quest'Aula negli ultimi mesi, sarebbe meglio fare un'analisi compiuta della situazione del mondo della sanità, un'analisi volta a stabilire, dalla prospettiva del Consiglio regionale, quali sono state le cause che hanno determinato e continuano a determinare l'incremento della spesa sanitaria.
Perché dico questo? Perché prima di tutto, partendo dal presupposto dei conteggi, e non per continuare a ripeterci, anche su questo a oggi non c'è una posizione chiara. Stamattina ho avuto modo, in Commissione sanità, di richiedere all'Assessore della sanità, il quale ci ha assicurato la sua disponibilità e penso che li avremo nei prossimi giorni, le copie dei bilanci consuntivi 2008 di tutte le Aziende sanitarie, perché credo che solo da lì si possa vedere con certezza (allo stato attuale, essendo passato un anno, dovrebbero essere chiusi tutti gli iter di approvazione, anzi mi è stato detto che i bilanci sono stati approvati), poiché i bilanci dovrebbero essere stati fatti in modo chiaro e veritiero, sulla base dei presupposti e dei principi di redazione degli stessi, qual è la situazione effettiva delle perdite realizzate da tutte le Aziende sanitarie regionali. Mi riferisco alle perdite vere, al netto degli oneri figurativi, ossia degli ammortamenti e degli interessi di computo, che per sbaglio sono indicati nei bilanci. Probabilmente c'è stata una svista nel momento in cui è stata approvata la legge, perché nel mondo della sanità queste voci non hanno proprio ragione, da un punto di vista tecnico e ragionieristico, di essere appostate. Per cui, magari, se ci si tornerà, forse una delle cose che dovremmo fare è proprio quella di eliminare questa posta, anche per rendere il bilancio della nostra Regione omogeneo a quelli della maggior parte delle altre Regioni.
E allora, partendo da quel dato, noi avremmo potuto vedere, perché anche oggi ci è stato confermato, qual è la perdita effettiva prodotta dalle varie Aziende sanitarie. E non si tratta di 200 o 150 milioni di euro. Di fatto, nell'anno 2008 la perdita effettiva si aggirava intorno a 70 milioni di euro. Questa è la cifra, al netto delle riserve o degli avanzi, chiamiamoli come vogliamo, che possono essere destinati al riparto alle varie Aziende sanitarie e che erano ancora accantonati, parcheggiati tra i fondi di bilancio, per cui parliamo di una perdita di 70 milioni. Ora, potremmo anche dire che 70 milioni rappresentano una cifra grandissima oppure, rispetto alla storia, che rappresentano una cifra molto contenuta, limitata. Al di là di questo, credo che comunque rappresentino una cifra importante, dalla quale l'attenzione del Consiglio regionale non può essere distolta o distratta, perché si tratta di risorse importanti. Qua si lotta con gli emendamenti per recuperare qualche milione di euro, per cui 70 milioni rappresentano sicuramente una cifra importante.
Nello stesso modo, così come si fa una fotografia dell'anno 2008, allo stato attuale le Aziende sanitarie, attraverso il sistema informativo dei modelli CE che sono fatti trimestralmente, hanno senz'altro comunicato all'Assessorato e al Ministero il trend del 2009, quindi anche con il cambio di gestione politica avvenuto con il commissariamento delle aziende stesse. E quel trend, semmai, forse è molto più preoccupante del dato relativo al 2008. Questo, ripeto, togliendoci la maglietta di appartenenza e fotografando i dati dei singoli bilanci delle Aziende sanitarie.
E allora bisognerebbe fare un'analisi, perché anche quando, nell'ambito dell'articolo 5 bis, si chiede di inserire la certificazione dei bilanci, che peraltro probabilmente richiama a una normativa contenuta nella finanziaria nazionale di qualche anno fa, quando si decise di certificare i bilanci anche delle Aziende sanitarie, io potrei dire: in fondo le aziende sono sottoposte al controllo del collegio sindacale, che è stato maggiormente inasprito ai sensi della legge numero 10 del 2006, quanto meno perché impone al collegio una presenza maggiore all'interno delle aziende rispetto al passato. Prima i componenti del collegio si riunivano magari una volta ogni tre mesi, oggi sono obbligati a riunirsi ogni quindici giorni, quindi dedicano più tempo all'attività di controllo, e questo è un fatto positivo. Quindi al controllo da parte dell'Assessorato, con i controlli diretti e quelli periodici collegati ai modelli CE, del Ministero e della Corte dei conti adesso aggiungiamo la certificazione dei bilanci, per cui un terzo soggetto dovrebbe anche lui fare un'analisi, una verifica, un controllo della regolare tenuta della contabilità. Continuiamo così a creare meccanismi di appesantimento dal punto di vista amministrativo, che possono anche essere utili, ma non portano a individuare la soluzione dei problemi.
Allora, forse voi ritenete che la soluzione dei problemi sia la vostra proposta, e cioè il famoso articolo 12 del collegato alla finanziaria che avete approvato. Io non credo che la soluzione dei problemi sia quella, ma forse la soluzione può essere quella di avviare davvero una stagione di confronto serio, per cercare di migliorare l'attuale impostazione del sistema sanitario. Cerco di spiegare perché non sono convinto che la vostra proposta sia la soluzione migliore, l'ho detto anche nella riunione odierna della Commissione. Voi nella vostra proposta di riforma, tolto il commissariamento, su cui non perdo altro tempo, perché abbiamo già parlato, penso fino alla nausea, dell'effetto o comunque della motivazione del commissariamento secondo la nostra e la vostra visione, prevedete due cose essenziali. La prima è la realizzazione delle macroaree, che avete poi rettificato in un'unica macro area, e anche qui c'è un emendamento che vedremo magari successivamente. Nella proposta di collegato è prevista la realizzazione di più macroaree, qui si parla invece di un'unica macroarea, che credo sia l'unico vero strumento che possa consentire quello che voi avete scritto nell'emendamento al collegato, e cioè la razionalizzazione della spesa sanitaria. Forse la macroarea è l'unica cosa che può davvero portare a fare un ragionamento sul risparmio, forse è l'unica cosa che può portare all'eliminazione di una serie di situazioni che creano problematiche anche gestionali all'interno delle Aziende sanitarie.
Vi è, poi, la seconda parte, quella che prevede di separare gli ospedali dal territorio. Io su questa seconda parte non sono d'accordo, ma è una mia posizione, può essere che io non abbia tutti gli elementi di valutazione, ma vorrei confrontarmi su questo. Cerco di spiegare perché non sono d'accordo. Non sono d'accordo perché la cultura sanitaria degli ultimi anni, o degli ultimi vent'anni quanto meno, delle Giunte di destra e di sinistra ha sempre guardato alla realizzazione di un avvicinamento tra le politiche sanitarie territoriali e le politiche sanitarie ospedaliere, anzi è uno sforzo ancora in corso e probabilmente ci vorrà ancora qualche anno, forse più di qualche anno, perché ci sia davvero una piena integrazione tra ospedale e territorio, tra ciò che fanno i medici di base, che vengono visti molto spesso come un satellite estraneo al mondo sanitario, e ciò che fanno all'interno degli ospedali i medici ospedalieri. Allora, io credo che questo sia un atteggiamento in controtendenza.
Vi è anche un'altra questione che vorrei porre e che ho posto anche stamattina. Stamattina abbiamo visto la proposta di suddivisione delle risorse tra l'assistenza collettiva, distrettuale e ospedaliera. Ebbene, all'assistenza ospedaliera vengono ritagliate risorse nella misura del 44 per cento circa, se non ricordo male, anzi la Giunta propone...
Concludo, chiedo solo un minuto.
PRESIDENTE. No, onorevole Caria, se lo concedo a lei lo devo concedere poi a tutti. Mi dispiace.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.
(Interruzione del consigliere Porcu)
PRESIDENTE. No, abbiamo chiarito che la richiesta può essere avanzata dal Capogruppo o dal Vicecapogruppo. Il Segretario non ha compiti di sostituzione del Capogruppo. Procediamo.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che l'articolo 5 bis ovviamente rappresenti l'occasione per parlare in quest'Aula, seppure per dieci minuti, del sistema sanitario regionale. Prima di soffermarmi sull'articolo 5 bis vorrei leggere due righe di quanto sostenuto dalla Corte dei conti nella presentazione delle valutazioni della Corte stessa sui bilanci 2007-2008. E per quanto riguarda la sanità, al di là di tutte le analisi sulla spendita dei residui, o meglio mancata spendita da parte della Regione Sardegna, su cui io non mi soffermo ma su cui, invece, sarebbe opportuno che l'Aula facesse delle riflessioni, vorrei leggere le cinque righe che il Presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti, il dottor Mario Scano, ha dedicato appunto alla sanità: "Si rende indifferibile l'esigenza dell'ottimizzazione delle gestioni e del contenimento al fisiologico delle sacche di diseconomie che tuttora si registrano nelle Aziende sanitarie, affinché l'accollo di maggiori oneri non si traduca in una riduzione delle risorse finanziarie destinate ad altri comparti della spesa pubblica regionale". Credo che siano parole significative, che esprimono anche un giudizio su cosa vuol dire, per il bilancio della Regione Sardegna, il totale accollo della spesa sanitaria dal 2010, spesa legata alle diseconomie gestionali che si sono create presso le Aziende sanitarie. Che cosa sono le diseconomie? Mancate economie, investimenti probabilmente non orientati specificatamente al paziente-utente, cioè al cittadino, per avere un congruo e adeguato servizio sanitario.
Queste parole, secondo me, possono aprire in quest'Aula un dibattito sulla sanità che porti alla definizione di una riforma. E' l'intento dell'articolo 12 della legge numero 3 del 2009, che avvia un processo di riforma dando degli spunti di cui si è fatta carico la maggioranza: macroaree, macroarea, commissariamento, riordino o riforma del Servizio sanitario regionale. Questa discussione nell'Aula è aperta e io credo che dopo l'approvazione della manovra di bilancio il primo punto all'ordine del giorno del Consiglio regionale debba essere quello di proporre una seria riforma del sistema sanitario, che non è solo carico, onere, diritto e dovere della maggioranza. Bene ha detto, in apertura di questo dibattito, il collega Steri: la riforma sanitaria, se si vuole che duri nel tempo e se si vuole realmente proporre ai cittadini sardi una riforma seria, non può essere solo della maggioranza. Per cui già in un precedente intervento io chiesi di sapere qual è il luogo, qual è il momento in cui il Consiglio regionale, maggioranza e minoranza, può iniziare a confrontarsi su un sistema di riforme il più possibile condivise e durature nel tempo. Non può essere, soprattutto per quanto riguarda questo tema, ma anche altri, che la maggioranza di turno si ritenga nel pieno diritto di fare riforme che durano quanto un battito di ciglio, cioè una mezza legislatura, dando poi il diritto alla maggioranza che seguirà di proporre la sua riforma.
Non è questo il modo di legiferare, non è questo l'intendimento di questa maggioranza e in particolare del Gruppo dell'U.D.C. Noi vogliamo costruire riforme che durino nel tempo. Ormai non possiamo pensare più ai vent'anni, ma ci basterebbe che per almeno dieci anni il Consiglio regionale fosse in grado di proporre riforme durature, anche non condivise al 100 per cento, perché magari ognuno ha necessità di caratterizzarsi secondo le proprie idee, i propri indirizzi, i propri valori, ma vorremmo che tra persone di buon senso, rappresentanti del popolo, si potesse adesso arrivare ad approvare una riforma condivisa. Per arrivare a una riforma condivisa bisogna essere liberi, anche nella mente, di poter analizzare il passato, i dieci anni oppure i quindici anni precedenti, il periodo che volete, non per forza la scorsa legislatura, che è stata abbastanza difficile, drammatica e per molti versi, anche per quanto riguarda la legge numero 10, non condivisa. Eppure era iniziata bene, perché la riforma del sistema sociosanitario e del sistema assistenziale del welfare l'abbiamo fatta insieme, all'unanimità. Dopo qualcosa è cambiato. Qualcosa è cambiato nel rapporto politico: si è passati dalla critica politica alle querele. E si è passati alle querele perché si denuncia un sistema di mafiosità diffusa nella sanità. Lo ribadisco! Il sistema di mafiosità diffusa è quello che porta all'abuso dell'articolo 15 septies del decreto legislativo numero 229 del 1999;il sistema di mafiosità diffusa è quello che determina un project financing che vincola per ventisette anni la spesa di una ASL e la destina, a suo insindacabile giudizio, in carico a una società privata; il sistema di mafiosità diffusa è condizionale con la politica e con gli interventi della politica sull'assegnazione delle strutture complesse, che sono state segnate da un forte nepotismo nella passata legislatura. E questo va comunque rispettato, perché, guardate, non sentirete da me dire che il fratello, il figlio, il cugino, il cognato di un consigliere regionale o del ministro di turno non deve avere pari diritti. Li deve avere, ma non si deve usare la politica come prevaricazione, come è successo nella scorsa legislatura. E se questo non è dibattito politico, se questo è fonte di querela, bene, si aggiungano pure le querele, ma resta la libertà di denunciare nei luoghi istituzionali e nell'esercizio delle proprie funzioni il becero clientelismo!
E non mi interessa che si facesse clientelismo anche prima. Chi l'ha fatto se ne assuma le responsabilità, ma siamo tutti stanchi di essere omologati a quella politica che, in fondo in fondo, ma neanche tanto in fondo, tutti noi, tutti quelli che hanno senso di responsabilità nell'esercizio del proprio mandato cercano di combattere. Non c'è nessuno che possa scagliare la prima pietra, però in questo caso io mi sento di scagliare un masso. Non si riduce al silenzio la denuncia politica con l'utilizzo di minacciose querele. Se ne assuma la responsabilità chi ritiene che questo sia il terreno di scontro. Questi giorni sono emblematici per comprendere che, a volte, prima di porgere l'altra guancia o prima di scagliare la prima pietra, alcuni dovrebbero fare un'analisi di coscienza dettagliata su qual è stata la loro azione, durante il mandato politico, in questi banchi o nei banchi della Giunta o della Presidenza.
Dopo questa premessa, credo che sarà necessario soffermarsi, partendo ancora dalle parole del dottor Scano della Corte dei conti, sull'importanza dell'articolo 5 bis che stiamo discutendo e di cui io ho discusso anche in Commissione. Apprezzo le sottolineature fatte dal collega Caria: il sistema è supercontrollato, ci sono tempi di valutazione dei bilanci delle Aziende sanitarie divisi e ripetuti, per cui sembrerebbe quantomeno eccessivo inserire anche una società di rating, di controllo, che certifichi ulteriormente i bilanci. Io vedrei questo controllo soprattutto negli enti regionali, parlo di Abbanoa, parlo dell'AREA, parlo di altri enti che non sono così soggetti al controllo come le Aziende sanitarie. E poi devo sintetizzare anche i costi che comporta l'articolo 5 bis, che per il momento non mi sono chiari. Io ho votato per l'inserimento del 5 bis rimandando il giudizio al confronto in Aula e dopo aver avuto i chiarimenti che devono arrivare dalla Giunta sull'opportunità o meno di questo articolo. Solo dopo aver sentito la Giunta e dopo il dibattito in Aula potremo approfondire il nostro giudizio ed eventualmente dare l'assenso all'articolo 5 bis.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)
PRESIDENTE. Chiedo la presenza di un Segretario di maggioranza al banco della Presidenza. Grazie, onorevole Mulas.
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 39 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra.)
CUCCU (P.D.). Sono entrati in venti!
PRESIDENTE. Colleghi, devono votare coloro che sono in aula. Onorevole Cuccu, sono d'accordo con lei, però abbiamo stabilito di non ammettere alla votazione chi non è presente in aula, e purtroppo i Segretari presenti hanno dovuto cambiare postazione e non hanno potuto verificare.
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.),relatore di maggioranza. Signora Presidente, io concentrerò il mio breve intervento su due temi, il primo dei quali riguarda appunto i debiti nelle Aziende sanitarie locali e la natura dell'articolo 5 bis. Condivido e sottoscrivo l'intervento dell'onorevole Vargiu e ho la netta sensazione che non sia nella coscienza né delle forze politiche né del Consiglio regionale la crisi finanziaria a cui la crescita tendenziale del fabbisogno finanziario del settore sanitario porterà la Regione Sardegna. Non è nella percezione delle forze politiche ciò che l'onorevole Vargiu ha ripetuto in quest'Aula e che risulta chiaro anche nelle pagine dedicate a questi argomenti dal Programma di sviluppo regionale. Gli incrementi, come dire, naturali della spesa sanitaria, sic stantibus rebus, porteranno alla fine di questa legislatura esattamente alla situazione descritta dall'onorevole Vargiu.
Vorrei far notare ai colleghi che una delle voci che incide e inciderà, che è legata alla contrattazione nazionale e sfugge al rapporto col PIL della Sardegna, è una voce non governabile da quest'Aula. Lo dico anche per quelli che pensano che queste cose non riguardino la nostra responsabilità. Il contratto di lavoro del personale che opera in sanità non viene definito in sede regionale, mentre, sia per l'accordo di cui alla finanziaria nazionale 2007, sia per ciò che stiamo andando ad accettare del federalismo fiscale, la sanità tout court sarà commisurata alla ricchezza prodotta in Sardegna. Questi due dati dovrebbero portarci a dire: occorre che in sanità raggiungiamo un accordo sull'utilizzo migliore delle risorse. Cosa vuol dire? Vuol dire una cosa che ci riporta al dibattito che abbiamo fatto sulle università, cioè vuol dire che se in un territorio ci sono tre ospedali, laddove ne basterebbe uno, soltanto se il Consiglio regionale è d'accordo, tutto il Consiglio regionale, e se noi non facciamo un ragionamento, come dire, a resa elettorale di bassa lega, riusciamo a chiudere due ospedali e a tenerne uno. O ancora, noi non possiamo tenere in una città tre pronto soccorsi aperti, quando magari ne potrebbero bastare uno o due. Noi non possiamo gemmare i primariati nelle Aziende sanitarie locali e chi ha prodotto questo sistema è la politica; la politica nel rapporto con la sanità, che produce molto consenso, per il rapporto che la gente ha con i medici, che vengono ancora visti come sciamani in grado di chiedere voti in cambio della grazia per aver salvato una vita. Questo è il problema, non di dopodomani.
L'onorevole Steri ci ha richiamato a un impegno: possiamo prendere l'impegno che entro il 30 di marzo mettiamo mano a una riforma sanitaria animata da una ottimizzazione delle risorse che abbiamo? A vedere la qualità dell'attenzione verso temi che pure sono strategici mi viene qualche dubbi, perché all'inizio di questa legislatura eravamo in due a dire: attenzione, sanità, acqua e stipendi stanno consumando le nostre risorse, adesso non siamo più in due, ma non siamo ancora in numero sufficiente per renderci conto di quanto grave sia la situazione.
L'articolo 5 bis, è vero, viene da una mia proposta. Io non ci sono affezionato in termini dogmatici, il Consiglio è sovrano, faccia quello che ritiene opportuno, però vorrei dire anche all'onorevole Caria che la certificazione dei bilanci è richiesta obbligatoriamente alle SpA, le quali hanno il loro collegio sindacale. Allora, perché si chiede la certificazione del bilancio? Perché la certificazione del bilancio consente di entrare nel dettaglio, dentro la contabilità. Vorrei dire all'onorevole Caria, per esempio...
(Interruzione del consigliere Caria)
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì, se vuole entriamo nel dettaglio. Se entriamo nel dettaglio della contabilità delle Aziende sanitarie sono sicuro che riusciremo a darci conto di ciò che è risultato in Commissione di bilancio, che è esattamente ciò che lei ha detto lei: 78 milioni di disavanzo nel 2008, 268 milioni di disavanzo al 30 settembre di quest'anno, secondo i modelli CE!
Allora, che cosa è successo? Per capire che cosa è successo ASL per ASL abbiamo bisogno di realtà esterne. Ripeto, io non sono affezionato dogmaticamente all'idea della certificazione del bilancio, però sono convinto, perché l'ho visto in altre realtà, che quando una ASL fa la gara per individuare la società di certificazione, quindi non la sceglie, e viene controllata da una società di certificazione seria, le cose cambiano. Può accadere, per esempio, di scoprire che ci sono ASL che sono in equilibrio perché affermano di vantare crediti con la Regione per 18-20 milioni di euro. Come no? Invece è così, è stato dichiarato in Commissione, guardi un po'! Vuol dire che i meccanismi di controllo che abbiamo sono meccanismi formali, ma non sostanziali, e non riescono a fronteggiare questa emergenza. E quanto più noi difendiamo l'esistente, tanto più verremo indicati, fra due anni, non fra molto tempo, come i responsabili di aver consumato l'intero plafond delle risorse della Sardegna sull'altare della sanità.
Seconda parte del mio intervento. E' stato presentato un emendamento a firma di tutti i membri della Commissione, che riguarda una categoria particolare di espulsi dal mondo del lavoro. Io credo che il Consiglio regionale dovrebbe acquisire perfetta consapevolezza dall'INPS di qual è oggi la situazione di sofferenza del welfare nazionale. Lo dico ai colleghi, perché magari così lo ricordano, chi ha voglia di ricordarlo: sono 6.000, non sono quindi pochi, gli ultracinquantenni e ultrasessantenni alla terza o quarta proroga della cassa integrazione o in mobilità in deroga. Queste persone percepiscono inizialmente un sussidio che è al massimo di 1.300 euro al mese e che poi comincia a decrescere, fino ad arrivare alla soglia di 380 euro. Noi abbiamo un plafond di residui sul piano dell'occupazione che è di 50 milioni di euro. L'emendamento tenta di coniugare una misura che abbiamo messo nella finanziaria, che era quella di contrasto alla povertà integrando i redditi con il servizio civico dei comuni, orientando anche questo segmento della popolazione verso quella possibilità. Per cui chi oggi prende 600 euro, con un servizio civico di "x" ore va a ricostruirsi una dote fino a un massimo di 800 euro.
Perché è stato fatto l'emendamento? Perché noi ci stiamo rendendo conto, ed è esattamente vero ciò che ha detto l'onorevole Uras, che c'è un ammontare di risorse europee che non utilizziamo perché il POR 2007-2008 è stato fatto prima della crisi e quindi gli assi di occupabilità non sono finanziati quanto quelli dell'istruzione e dell'assistenza sociale, che nel 2007 erano visti come strategici. I due assi del POR sono quindi sottofinanziati rispetto alla crisi. Allora, come fatto transitorio, si interviene a integrare le misure previste in finanziaria. E' uno strumento che va verificato nell'operatività e che non porta a usare risorse aggiuntive, ma a usare una quota dei residui accantonati. Non è una misura assistenziale, è una misura che cerca di mettere in moto le risorse già accantonate e che forse potremo usare per altre situazioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, dai banchi dei consiglieri, l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Voglio subito precisare che uscirò un po' dal coro e non ripeterò le cose che ha detto il mio collega Steri, anche perché potrei dire che questo articolo è superfluo, in quanto i controlli ci sono, ci sono di fatto, perché esistono i revisori dei conti. Se poi si scelgono revisori che non sono all'altezza della situazione è un altro discorso, ma alcuni di essi vengono nominati dalla Giunta e dal Ministero. Ci sono poi i controlli da parte della Regione, che sono molto superficiali, anche perché il servizio responsabile non può avere questa grande capacità. Poi stiamo attenti, perché se spariamo sul mucchio non otteniamo niente. Per esempio, Paolo Maninchedda - io non sono d'accordo con lui - ha fatto una valutazione dimostrando di non conoscere le problematiche, quando ha detto che tre ospedali a Iglesias sono troppi. Erano quattro e due erano…
(Interruzione del consigliere Maninchedda)
OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Hai detto tre ospedali! Comunque non fa niente, lasciami andare avanti. Se il riferimento fosse così come lo abbiamo inteso è una stupidità! Ed è una stupidità perché quegli ospedali erano dei gioielli, per le loro caratteristiche erano punti di riferimento a livello nazionale. E ricordati che negli ospedali chi di fatto opera è il medico; se il medico è bravo fa l'utenza, questo è un dato certo. Per esempio, l'ospedale di Ozieri era una perla, aveva 40 mila utenti esterni al proprio territorio, eppure era un piccolo ospedale! Quindi le dimensioni non c'entrano.
Io posso condividere l'articolo 5 bis, che ha una finalità, quella di cercare di ottenere che la sanità non abbia i buchi di bilancio che ha, però bisogna individuare delle strategie. Lo voglio dire oggi: il picco c'è stato nel 2005, cioè un anno dopo il cambio della legislatura, e l'anno venturo ci sarà una nuova impennata, perché la perdita non sarà più di 262 milioni di euro, ma nettamente superiore. Allora, mi permetto di dare alcuni suggerimenti. Che cosa è mancato? Che cosa bisogna controllare, perché se non entriamo nello specifico ci perdiamo. Sappiamo tutti che la spesa farmaceutica quest'anno doveva essere di 70 milioni di euro, cioè il 2,4 per cento del budget globale, invece è stata di 160 milioni. Vogliamo stabilire perché abbiamo un buco di 90 milioni di euro quest'anno nella spesa farmaceutica, che è tutta determinata dalla spesa effettuata in forma diretta? Vogliamo valutare attentamente perché c'è una continua richiesta di personale? In questi giorni sono state avanzate altre 30 richieste da parte dell'università, che ha assunto in due anni 120 amministrativi e ora ne vuole altri 30. Li vogliamo fare questi controlli?
Per quanto riguarda l'AIOP (Associazione italiana ospedalità privata), diciamolo pure, è forse la prima volta che lo si dice, si passa da 7 a 10 milioni di euro. Io sono per il servizio pubblico, ma questa è una cifra molto forte, che porterà e ha portato addirittura al fatto che alcune strutture sono ora in mano alla KinetikaHolding SpA , cioè in pratica a chi non ha fatto i controlli che avrebbe invece dovuto fare. E chi è che non ha fatto i controlli? Un certo Gino Gumirato, ossia l'amministratore delegato della Kinetika, che praticamente ha acquisito a Cagliari, attraverso un finanziere, tre cliniche: la Casa di cura San Salvatore di Cagliari e le due cliniche di Quartu.
Vogliamo fare controlli - lo dico all'Assessore, pacatamente ovviamente - per quanto riguarda l'EV[s1] LT, cioè il trattamento laser endovenoso? In tre mesi si è superato il budget dell'intero anno; addirittura lo stripping venoso costa 3.000 euro a intervento. E poi cosa si fa? Attenti, lo dico all'Assessore, perché io sono stato a suo tempo indagato per un litotritore che aveva fatto risparmiare 21 miliardi di lire! Praticamente, alla fine hanno dovuto riconoscere che avevamo fatto risparmiare soldi. Attenti a cosa succede d'ora in poi con la Corte dei conti. Le autorizzazioni provvisorie le state controllando, visti i costi altissimi che comportano? Che fine hanno fatto? Quanto al monitoraggio Federfarma, quali sono i risultati? Piano di rientro: noi al momento dovremmo perdere 54 milioni di euro, abbiamo già perso 8 milioni, per cui siamo messi molto male! La Regione sarda non ha risposto adeguatamente ed è una delle poche Regioni che non lo ha fatto. Ho saputo in questi giorni che chi gestisce tutto questo è un tal Mass[s2] icci, lo stesso che per quattro anni non ci ha rimborsato 72 milioni di euro praticamente perché avevamo fatto il ripiano del disavanzo 2001 soltanto a marzo, in quanto era in corso l'esercizio provvisorio. Ci ha fatto diventare matti! La Dirindin ci accusava di non fare le domande, la verità è che Massicci farà impazzire anche la nostra struttura amministrativa.
Allora io credo che ci sia l'esigenza di fare alcune cose. Per esempio, do un altro suggerimento: l'ADI è la struttura che registra il maggior consumo di farmaci e di presidi protesici, l'ho già detto l'altro giorno, allora lo vogliamo fare un controllo su questo oppure no? Ci siamo rifiutati di approvare un emendamento perché c'era un accordo, ed è anche giusto, ma abbiamo penalizzato i poveri vecchi e praticamente consentiamo lo sperpero di denaro.
Allora l'errore di fondo dove sta? Sta soprattutto nel fatto che noi ci siamo accollati, in modo folle, la spesa sanitaria. Voi sapete benissimo che è giusto ciò che diceva il collega Vargiu: l'andamento della spesa sanitaria segue una curva esponenziale e l'incremento, se non facciamo controlli sistematici su tutto, sarà tale per cui dovremo farci carico di trattare con lo Stato affinché la spesa sanitaria regionale torni dov'era prima, proprio per le cose dette poc'anzi, per esempio, sui costi del personale, che hanno un'incidenza altissima e che ci dobbiamo accollare.
Altro problema: stasera ho sentito fare alcune valutazioni. Attenti, perché i consiglieri regionali hanno dei piccoli difetti: prima ci sono le feste di Natale, poi c'è il Carnevale, dopodiché siamo quasi arrivati a Pasqua, poi ci sono le elezioni amministrative, per cui se qualcuno ritiene che si possa fare il nuovo Piano sanitario o altri provvedimenti in due o tre mesi potrebbe essere considerato da ricovero psichiatrico, perché questa possibilità non esiste. Bisogna essere obiettivi e seri in queste cose.
Allora ben venga, noi dobbiamo certamente muoverci sulla falsariga di quello che abbiamo creato. La macroarea è il completamento di un'iniziativa che era stata avviata a suo tempo con due leggi specifiche: una riguardava l'Osservatorio prezzi, l'altra la centralizzazione degli acquisti. Qui si tratta di qualcosa di più della centralizzazione, si tratta di controllare il magazzino, il personale e così via. Su queste cose noi dobbiamo marciare insieme, evitando fughe in avanti che non servono. Serve una macroarea e ci sono gli organi preposti alla sua realizzazione, che sono la Giunta, la Commissione e il Consiglio. Mai muoversi con molto disimpegno, perché poi si prende il paletto in faccia! Noi crediamo che quando si fa un atto di programmazione valga quell'atto; su quello ci confrontiamo e poi arriviamo alle conclusioni.
Allora è evidente che la sanità è uno strano soggetto, sul quale abbiamo sentito dire tante cose qui, in questi giorni. Leggendo dei documenti ho scoperto, per esempio, che alcune realizzazioni, che poi non sono state fatte, sono frutto di finanziamenti che risalgono al 2001, d'accordo con l'allora ministro Veronesi, per un importo complessivo di 670 miliardi di lire. Ci si è "inventati" un po' di soldi per l'ospedale di San Gavino e altri, o magari si intendeva realizzare, come recentemente è successo, delle RSA con risorse finanziarie assegnate e quindi gestite sin dal 2001. Io non voglio criticare nessuno, l'ho già detto l'altro giorno, però che ci sia stata una gestione allegra delle risorse e che manchino i controlli è un dato certo.
Noi dobbiamo muoverci su alcune linee che ci possono portare a conseguire anche notevoli risparmi, per esempio attraverso il monitoraggio Federfarma, che non so a che punto sia. Sapevo che la Federfarma che aveva iniziato una serie di incontri con l'Assessore. Io credo che se noi, tutti assieme, con il coordinamento e il supporto della Commissione, incentriamo l'attenzione sui singoli problemi, possiamo contrastare e ridurre questo grosso deficit, che l'anno scorso era di 190 milioni di euro e quest'anno è già di 262 milioni. Il che vuol dire che nel primo trimestre o semestre dell'anno venturo, che sta per iniziare, vi sarà certamente un incremento del deficit di 50-60 milioni rispetto a quest'anno. E come vi faremo fronte, verificato che siamo inadempienti nei confronti dello Stato? E soprattutto, Assessore, stia attento a un tal Massicci, che a suo tempo a noi ha fatto impazzire. E' un osso duro e certamente non sarà molto disponibile nei nostri confronti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Rinuncio, Presidente.
PRESIDENTE. La Giunta mi ha comunicato che intende ripartire il tempo a sua disposizione tra l'assessore Liori e l'assessore La Spisa, ognuno dei quali avrà quindi a disposizione cinque minuti.
Per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
LIORI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Signora Presidente, onorevoli consiglieri, gli argomenti trattati in quest'Aula nei vari interventi sull'articolo 5 bis sono molto stimolanti e sicuramente non potrò dare una risposta esauriente a tutti nell'arco di cinque minuti. In verità, noi abbiamo appena stipulato con lo Stato un patto della salute che chiede a tutte le Regioni, in virtù degli impegni che il Governo italiano ha preso anche a livello internazionale per il contenimento della spesa pubblica, un impegno per limitare i disavanzi e gli sforamenti di bilancio, quindi i passivi, nella voce principale della spesa pubblica nazionale, che è appunto la sanità. In Sardegna non accade, ma in altre Regioni la sanità rappresenta anche il 70-80 per cento dei bilanci regionali. Quindi per una Regione come la Sardegna è importante risparmiare una cifra come 280 milioni di euro, e siamo in linea con i disavanzi nazionali. Preciso che disavanzo non sempre vuol dire debito fuori controllo. E' stato ben specificato in quest'Aula che fa parte del disavanzo tutta quella spesa derivante anche da scelte nostre, cioè da provvedimenti adottati dal Consiglio regionale. Ho fatto in Commissione l'esempio della spesa per mantenere la guardiania nelle guardie mediche, in seguito a fatti incresciosi che si sono verificati nella nostra Isola. E' una decisione del Consiglio regionale che però ci porta a spendere più della cifra che il Governo ogni anno attribuisce a ogni singola Regione, in base a un riparto previsto nell'intesa che abbiamo appena siglato tra le Regioni e le province autonome, che giovedì sera terranno un incontro con lo Stato. Mi riferisco alla ripartizione del Fondo sanitario nazionale. La Regione Sardegna ha delle peculiarità, ma ciò non giustifica la spesa di certe somme, mentre altre Regioni riescono, spendendo molto meno, a offrire servizi anche migliori.
Quindi è giusto che noi prendiamo coscienza del fatto che vi sono degli squilibri, dei malfunzionamenti nel sistema sanitario a cui dobbiamo porre rimedio nel più breve tempo possibile. Abbiamo delle decisioni da prendere e se non le prenderemo noi ci verranno dolorosamente imposte, a discapito della nostra autonomia, dal Governo nazionale, per cui tutti i provvedimenti delle singole Aziende sanitarie e tutte le delibere di Giunta verranno preventivamente verificati a livello ministeriale. Conseguentemente le risposte tarderanno ad arrivare e ciò creerà notevoli disguidi sul governo della sanità pubblica e anche sulla riforma che intendiamo portare avanti. Il Governo ci imporrà aumenti di tasse come IRAP e IRPEF e questo credo non piacerà molto ai cittadini e soprattutto non sempre è utile per favorire lo sviluppo. Di tasse, regionali e nazionali, ne subiamo già troppe, è una delle principali lamentele dei cittadini. Dovremo costringere i cittadini anche delle classi non proprio più fortunate a pagare il ticket.
Quindi dobbiamo misurarci sulle scelte che faremo per risparmiare in tutte quelle voci della spesa sanitaria che attengono a importanti capitoli di spesa e che non necessariamente sono legate ai LEA, cioè ai livelli essenziali di assistenza. E dobbiamo prendere coscienza che se lo faremo concordemente riusciremo a fare quello che altre Regioni hanno fatto prima di noi brillantemente. Regioni come la Toscana e, da ultima, la Sicilia hanno chiuso moltissime Aziende sanitarie. La Sicilia ha da poco chiuso dodici aziende, risparmiando una media di 3 milioni per ogni ASL chiusa. La Toscana ha chiuso una ventina di ospedali, senza che ci sia stato un solo giorno di sciopero o una manifestazione pubblica; sono stati promossi degli incontri tra l'Assessorato e le autonomie locali, cioè comuni e province, in cui si è arrivati a delle scelte condivise e ognuno ha poi mantenuto i propri impegni.
Noi abbiamo un'occasione storica per non regredire, per non tornare indietro. Mi sento di lanciare un appello in quest'Aula indistintamente a maggioranza e opposizione: per il bene della Sardegna lanciamo una sfida a noi stessi, quella di evitare di dividerci su un tema così importante come quello del risanamento della sanità pubblica. Altrimenti davvero correremo il rischio richiamato da Pierpaolo Vargiu e Franco Meloni, quello di discutere il bilancio in mezz'ora, perché riguarderà solo due voci.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Abbiamo dovuto dividere il tempo dell'intervento della Giunta perché alcune cose sono state chieste soprattutto sul versante della politica finanziaria. Mi riferisco in particolare a ciò che ha chiesto l'onorevole Vargiu riguardo alle risorse attualmente disponibili per investimenti nella tecnologia sanitaria, soprattutto in riferimento all'ospedale Brotzu.
La situazione è questa: nella famosa tabella E della legge finanziaria 2008 - quella che era stata finanziata con le anticipazioni di entrate, poi trasformate in autorizzazioni a mutuo, mentre a partire dal 2010 è coperta, sul livello pluriennale, da risorse del bilancio, quindi senza ricorrere a ulteriore indebitamento - per gli anni 2009, 2010 e 2011 erano stanziati 30 milioni all'anno, mentre per ciascun anno dal 2012 fino al 2018 erano stanziati 10 milioni. Queste risorse possono adesso essere utilizzate in parte in conto capitale (trasferimenti per copertura di investimenti), in parte per autorizzazioni al leasing, e quindi hanno un effetto moltiplicativo evidentemente favorevole. Abbiamo, inoltre, residui per 30 milioni di euro. Al momento non posso dire se siano residui con impegni già esistenti, ma potrò essere più preciso prossimamente, in ogni caso direi che la dotazione finanziaria per gli investimenti nella tecnologia sanitaria è buona, sia per le operazioni in conto capitale sia per operazioni di leasing.
Per quanto riguarda il problema dei disoccupati ultracinquantenni, sul quale è stato presentato un emendamento all'emendamento, direi che può essere valutata favorevolmente la proposta che è stata avanzata, volta a trovare una soluzione, diciamo, a invarianza di risorse per questa categoria specifica di lavoratori, attingendo alla UPB finalizzata proprio all'attuazione di interventi di politica attiva del lavoro. Credo che possa essere, tutto sommato, un utile suggerimento per sostenere, all'interno della categoria dei disoccupati, una sottocategoria particolarmente svantaggiata, che è appunto quella degli ultracinquantenni.
Sulla questione del risanamento finanziario, confermo che è corretta l'analisi secondo cui nel bilancio regionale vi sono molte fonti di disavanzo, ma alcune di esse non sono piccole sorgenti di montagna, sono ghiacciai che andrebbero finalmente colpiti e sciolti completamente. Sicuramente in questo ambito c'è complessivamente la spesa sanitaria, a cui occorre mettere mano, e credo che sia utile il tentativo proposto attraverso l'articolo 5 bis di avviare, su iniziativa della Commissione o della Giunta, un'indagine conoscitiva - non un'inchiesta - al fine di esaminare la situazione di tutte le Aziende sanitarie, tenendo conto che la spesa sanitaria, com'è stato detto, è comunque in crescita. Questo in parte è fisiologico, ma è fisiologico che cresca la spesa per la salute dei cittadini non quella per la copertura di disavanzi ingiustificati e incontrollati. Credo, quindi, che occorra trovare una giusta via di mezzo.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 120, 121, 122 e 123 il parere è contrario. Invito i presentatori a ritirare gli emendamenti numero 18 e 17, sui quali altrimenti ci si rimette alla valutazione dell'Aula. Gli emendamenti numero 5, 22 e 23 sono inammissibili, mentre sull'emendamento numero 147 il parere è contrario. Sugli emendamenti numero 166 e 178, presentato al numero 166, il parere è favorevole, ma credo che sarà necessario qualche minuto di sospensione per un approfondimento. Gli emendamenti numero 179, 180 e 181 sono inammissibili. Sull'emendamento numero 59 il parere è contrario, mentre è favorevole sull'emendamento all'emendamento numero 59, ossia l'emendamento numero 184. Sull'emendamento numero 185 il parere è sospeso in attesa di una valutazione della Giunta.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore. Sull'emendamento numero 178, trattandosi di un'iniziativa del Consiglio, la Giunta, senza entrare nel merito, ma per un fatto di coerenza rispetto al testo della Commissione, si rimette alla valutazione dell'Aula.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 181, che è stato dichiarato inammissibile, chiedo all'Aula se c'è la disponibilità…
PRESIDENTE. Assessore La Spisa, la richiesta all'Aula sarà fatta in sede di coordinamento finale, in base all'articolo 89 del Regolamento.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie, era quello che volevo chiedere.
PRESIDENTE. Il presidente Maninchedda ha però sospeso il parere sull'emendamento numero 185, in attesa di una valutazione della Giunta.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Su questo emendamento la Giunta esprime parere contrario, perché ritiene che attenga a una questione da esaminare con più attenzione.
Mentre se posso, Presidente, vorrei precisare, ma lo posso fare in sede di votazione dell'emendamento numero 184, che occorre prevedere una norma tecnica necessaria per la sua applicazione.
PRESIDENTE. Lo vedremo dopo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo sull'ordine dei lavori. Vorrei capire le ragioni per le quali si dichiarano inammissibili gli emendamenti numero 179 e 180, che peraltro trattano materia già affrontata e deliberata dal Consiglio, in altra misura, all'articolo 1 e invece si rende ammissibile l'emendamento numero 178.
Mi si diano delle motivazioni, perché ne ho bisogno.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, gli emendamenti numero 179 e 180 sono inammissibili in quanto sono emendamenti all'emendamento numero 178, ma non hanno alcuna connessione con esso. L'emendamento numero 178 è invece ammissibile perché fa riferimento all'accertamento dei saldi finanziari negativi, e quindi rientra nell'ambito della razionalizzazione e del contenimento della spesa.
pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare la mia astensione sull'emendamento numero 120, soppressivo del comma 1 dell'articolo 5 bis. Devo dire che ciò che mi appassiona di più a proposito di tutte le norme che facciamo, anche quelle di natura contabile, è capire esattamente come funziona questo nostro sistema, dove sono i disavanzi e dove gli avanzi. La Corte dei conti ci racconta di due bilanci, quelli del 2007 e del 2008, dove noi, a causa della pianificazione del Patto di stabilità, della disponibilità di cassa e di tutte le altre cose che ben conosciamo, su 9 miliardi e 47 milioni di euro stanziati per il 2007 abbiamo accumulato 7 miliardi e 22 milioni di residui passivi, mentre su 10 miliardi e 74 milioni di euro stanziati per il 2008 i residui passivi sono stati di 7 miliardi e 38 milioni. Nel 2009 non siamo andati molto meglio e nel 2010 chissà cosa avverrà. Tutti questi residui sono risorse che abbiamo stanziato e non speso, dopodiché ci dicono che abbiamo anche accumulato debiti, perché abbiamo autorizzato la contrazione di mutui per coprire disavanzi che di fatto non ci sono mai stati, perché rispetto a una disponibilità di 10 abbiamo speso 7, ma la differenza è a nostra disposizione.
Allora, lo dico all'onorevole Maninchedda e a quant'altri: ci si può attrezzare oggi per dimostrare come si sia mal gestita la finanza pubblica nei cinque anni precedenti, ma, siamo seri, questo è un meccanismo truffaldino, che rimane in campo oggi esattamente come dieci anni fa, ed è un modo per rendere poco trasparente la spesa, perché la spesa, quella effettiva, è quella che decidono gli uffici e non quella che decide il Consiglio regionale. C'è una sovranità che viene limitata, quella popolare, e c'è una sovranità che si amplifica, che non è neppure quella dei vincitori di concorso, ma è quella dei detentori delle consulenze promosse dalle Giunte.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto a favore dell'emendamento numero 120 che, lo ribadisco, tende a sopprimere il comma 1 dell'articolo 5 bis, che prevede la certificazione dei bilanci delle Aziende sanitarie locali. Gli interventi svolti finora hanno offerto tanti spunti, ma ne posso toccare solo qualcuno visto il tempo ristretto a mia disposizione.
All'onorevole Maninchedda, che è anche Presidente della Commissione bilancio, dico solo questo: la certificazione di un bilancio serve, sì, per verificare le singole voci contenute all'interno del bilancio stesso, ma tutti gli strumenti attualmente in essere, a partire dai modelli C[s3] E, dai modelli CP e da tutta una serie di adempimenti a carico delle Aziende sanitarie, consentono di andare più che a fondo e di verificare tutte le spese. Io inviterei il collega Maninchedda a esaminare qualche certificazione di bilancio fatta dalle multinazionali, laddove si conclude dicendo che sostanzialmente il bilancio è a posto e rispetta quelli che sono i criteri di una normale amministrazione rispetto alla normativa vigente.
Credo, lo dico a tutti i colleghi, che non sia questa la via giusta. Semmai, ciò che serve, a mio modo di vedere, è l'impianto di un sistema contabile uguale per tutte le Aziende sanitarie, l'utilizzo di un identico piano dei conti, perché anche tra un bilancio e l'altro ci sono differenze di appostamento delle varie partite nei diversi conti. Solo un sistema magari centralizzato consentirebbe all'Assessorato di verificare effettivamente i conti. E poi occorre un sistema di contabilità analitica, perché i modelli che voi dite indicano una perdita di 270 milioni di euro nel 2009, i famosi modelli trimestrali, vengono compilati alla fine di ogni trimestre - chi ha svolto questa attività lo sa - anche sulla base di stime e non di dati effettivi. L'unico modello vero è quello che riguarda il consuntivo, cioè il dato effettivo di bilancio. Credo che solo così si possa fare effettivamente un'analisi della spesa sanitaria e in particolare della spesa ospedaliera, a cui mi riferivo prima.
Se voi andate avanti con la proposta di separazione degli ospedali dalle Aziende sanitarie, avrete un problema serio di equilibrio delle Aziende ospedaliere, perché tali aziende verranno pagate sulla base dei D[s4] RG. Ma i DRG non vengono fissati dalla Regione Sardegna e non sono sufficienti a coprire nemmeno i costi delle Aziende ospedaliere. Quindi vi ritroverete Aziende ospedaliere in forte perdita e sanità nel territorio, sulla base delle percentuali, magari in attivo o in pareggio, perché si utilizzeranno tutte le risorse assegnate ai territori. Ecco perché, prima di fare una separazione così drastica, sarebbe opportuno fare un'analisi più approfondita su quelli che sono effettivamente i conti delle Aziende sanitarie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, intanto contesto l'interpretazione da lei data precedentemente. E' evidentemente una forzatura: o tutti e tre gli emendamenti andavano dichiarati inammissibili o è palese la violazione. Primo perché allora scriviamo in tutti gli emendamenti che facciamo una verifica dei saldi. Secondo perché la legge numero 10 del 2006 si interessa di una materia specifica, a cui è connessa anche la materia energetica, e non capiamo per quale ragione un emendamento sia ammesso e gli altri no. Ci stiamo abituando pian piano a capire come funzionano le regole. Non ultimo, l'emendamento numero 184 proviene dall'articolo 3, non ha nessuna connessione con l'articolo 5 bis, eppure nessuno ha fatto questioni. Si tratta solo di avere un atteggiamento orientato all'equilibrio, non alla discriminazione fra i contenuti, anche perché, voglio dire, anche gli emendamenti che avete dichiarato inammissibili attengono alla vita e alla dimensione economica di molte aziende della Sardegna, che credo siano importanti. Comunque, ne prendiamo atto.
Per quanto riguarda l'emendamento numero 120 manifesto il mio parere favorevole dicendo che la certificazione dei bilanci, così come giustamente faceva notare l'onorevole Oppi, è purtroppo una verifica a valle. Il controllo della spesa sanitaria avrebbe bisogno di un tutor di sistema per la spesa periodica in corso d'esercizio, per capire quali patologie genera la spesa fuori controllo. E questo lo si può fare cammin facendo, non alla fine, perché da questo punto di vista non saremo mai in grado di capire per quale ragione avvengono determinati fenomeni.
Quindi la previsione del comma 1 è una cura sbagliata per un male riconosciuto, mentre dovrebbe tener conto, ma in questa logica certamente non ne terrà conto, di una realtà diversa del sistema sanitario sul piano territoriale, che non è mai stato solo metropolitano.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, l'emendamento numero 184, che lei ha richiamato, è un emendamento all'emendamento numero 59, quindi è legato all'emendamento numero 59, che era stato presentato all'articolo 4 ed è stato spostato, con l'unanimità dell'Aula, all'articolo 5 bis. Tra l'altro l'emendamento numero 59 è dell'opposizione.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, io voterò contro l'emendamento numero 120, soppressivo del comma 1 dell'articolo 5 bis, perché ritengo opportuno, al di là delle modifiche che proporrò con un emendamento successivo, che vi sia la possibilità di un'ulteriore verifica, tesa non tanto a rafforzare l'affidabilità e la correttezza dei bilanci, in quanto anch'io credo che i revisori dei conti delle Aziende sanitarie locali siano affidabili, quanto a consentire la confrontabilità dei bilanci stessi, aspetto di cui ci siamo accorti esiste una grande, enorme necessità. Questo è un aspetto fondamentale, come è stato detto, devo dire, anche da esponenti dell'opposizione, per riuscire a capire quali sono le spese che possono essere ridotte o limitate e quali quelle che magari devono essere aumentate. Voglio giusto ricordare che con il collegato alla finanziaria 2009 (legge numero 3 del 2009) noi non abbiamo presentato una riforma sanitaria, ma abbiamo avviato un progetto di riforma, basato proprio sul presupposto di arrivare, per il principio di trasparenza, a una confrontabilità e a una maggiore conoscenza dei bilanci delle Aziende sanitarie locali, e quindi della spesa per la sanità nella nostra regione, attraverso meccanismi di razionalizzazione e trasparenza della spesa stessa (con la macroarea o con le macroaree, lo deciderà il Consiglio), e alla separazione della medicina ospedaliera da quella territoriale. Non ho paura di dire che forse la medicina ospedaliera deve avere qualcosa in più, perché se questo qualcosa in più sarà speso per offrire una migliore qualità di assistenza, allora questo Consiglio, in coscienza e per il dovere che ha nei confronti del cittadino, dovrà trovare le risorse per coprire quella ulteriore spesa. Sono però convinto che liberare la medicina territoriale dal cappio che sinora le ha imposto la medicina ospedaliera, perché nelle Aziende sanitarie la presenza degli ospedali è sempre stata totalizzante, e quindi separare queste due realtà della sanità, significhi fare chiarezza e poter offrire un servizio sanitario migliore.
Mi riservo, visto che il tempo è finito, di intervenire sugli altri emendamenti. Comunque il mio voto sull'emendamento numero 120 è contrario, perché ritengo fondamentale arrivare a una trasparenza e a una confrontabilità dei bilanci delle Aziende sanitarie, anche attraverso le modifiche che proporrò. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento numero 120, però non posso esimermi dal fare riferimento anche all'ammissibilità dell'emendamento numero 178. Io, devo dirglielo, non sono per nulla persuaso della motivazione da lei addotta, perché a questo punto sarebbe sufficiente inserire la parola "finanziario" in un emendamento per avere la certezza che sarà ritenuto ammissibile. Penso che questa sia una grossa forzatura, me lo consenta, comunque ci tornerò quando arriveremo all'emendamento numero 178, che riguarda una materia per nulla attinente a quello di cui stiamo discutendo.
Tornando all'emendamento numero 120, penso che sia un emendamento da sostenere e votare favorevolmente, perché con l'articolo 5 bis si sfugge a quello che è il vero problema, quello cioè di analizzare le cause del disavanzo e non di istituire un altro soggetto per il controllo dei bilanci delle Aziende sanitarie. Il Collegio dei revisori dei conti, la Corte dei conti nonché l'Assessorato della sanità provvedono già a controllare a sufficienza i bilanci delle Aziende sanitarie, per cui aggiungere una società di revisione, che non farebbe altro che certificare quanto già conosciamo, significa solamente aggiungere costi a carico dei bilanci delle Aziende sanitarie e addirittura far uscire risorse finanziarie dalla Sardegna, perché società di revisione e di certificazione specializzate e di così grandi dimensioni probabilmente nemmeno ce ne sono nella nostra regione. Il problema è individuare le cause del disavanzo. Alcune soluzioni le ha proposte l'assessore Oppi nel suo intervento, quando ha detto che occorre affrontare i singoli problemi, certificare e centralizzare gli acquisti (la mancata centralizzazione è infatti una delle cause del gonfiarsi delle spese delle Aziende sanitarie), creare l'Osservatorio prezzi, affrontare di petto il problema della spesa farmaceutica, che è ormai fuori controllo.
Ecco, penso che il problema vero non sia quello di aggiungere un soggetto che possa confermare quanto già sappiamo che c'è nella sanità; il problema vero, quello più difficile, da cui voi state fuggendo - e questo articolo è sicuramente solo fumo negli occhi -, è affrontare alla radice le cause del disavanzo. E se un livello di controllo semmai dobbiamo aggiungere è quello di una commissione regionale sulla sanità; non una commissione di tecnici, come quella che è stata proposta dalla Giunta, ma una commissione d'inchiesta del Consiglio regionale che verifichi le cause vere del disavanzo e anche gli elementi che possono costituire la base per una vera riforma della sanità e non una falsa riforma come quella che avete portato voi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.). Non c'è nessun tentativo di sfuggire a nessuna analisi, anzi ho detto espressamente che questa norma partiva dall'esigenza, avvertita prima ancora di conoscere l'effettivo ammontare anche del deficit del 2009, di affrontare il problema e di analizzarlo. E' un merito che dev'essere ascritto all'onorevole Maninchedda, che appunto ha presentato in Commissione un emendamento teso a promuovere un'analisi del problema della sanità. Questo vuol dire che l'articolo 5 bis non è un articolo essenziale, non è un articolo sulla cui approvazione noi facciamo una lotta di religione. Vi è stato chiesto espressamente se siete d'accordo per fare una riforma sanitaria in tempi rapidi e senza ostruzionismo. Non avete dato nessuna risposta, quindi noi non stiamo fuggendo da niente; vi abbiamo solo fatto una proposta su cui non avete detto né sì né no. Noi andiamo avanti, se siete disponibili a discutere ce lo dite, sospendiamo per cinque minuti e discutiamo. Non credo che per l'onorevole Maninchedda e per la maggioranza sia essenziale che questo articolo venga approvato oggi; può essere approvato anche fra tre, quattro o cinque mesi, insieme con una riforma globale di tutto il sistema.
Noi abbiamo avviato un principio di riforma con l'emendamento al richiamato articolo 12 della legge numero 3 del 2009. In primo luogo, ricordo che nel 1993 la Giunta Cabras propose di scorporare tutti gli ospedali dalle Aziende sanitarie. Tale proposta era contenuta in un disegno di legge che fu discusso in Aula e non approvato. Venne predisposto anche un progetto di sistema di allarme sanitario, lo ricorderà bene Francesco Meloni che, in qualità di mio consulente, predispose quel progetto. Quindi è un'idea che è stata a suo tempo esaminata. Le forze di cui oggi è erede il P.D. erano pienamente d'accordo con lo scorporo totale degli ospedali dalle Aziende sanitarie, poi però si scelse un'altra soluzione. In ogni caso non vedo perché lo scorporo degli ospedali debba comportare un aumento di spesa, dal momento che proprio con tale scorporo nasce la macroarea. Lo scorporo degli ospedali porterà alla costituzione di una direzione sanitaria autonoma della struttura ospedaliera, ma non a un aumento delle strutture amministrative, perché tutte le funzioni saranno svolte dalla macroarea. Continuerò intervenendo sul prossimo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Signora Presidente, intervengo inizialmente sul Regolamento. Non so se posso fare due interventi in uno, sul Regolamento e sull'emendamento, restando nel termine di tre minuti. La Presidente non risponde, quindi mi autorizzo da solo.
Presidente, ho appreso dalle sue parole che l'emendamento numero 178 è ammissibile. Forse mi sentono le funzionarie, anche perché sono loro che hanno… Aspetto, Presidente.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Meloni.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Posso aspettare, Presidente.
PRESIDENTE. No, no, mi dica.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Dicevo che ho appreso dalle suo parole che l'emendamento numero 178 è stato giudicato ammissibile perché persegue intenti di razionalizzazione della spesa, per cui ho difficoltà a comprendere perché non siano stati ammessi anche gli emendamenti numero 22 e 23, che mi pare perseguano anch'essi l'obiettivo di razionalizzazione della spesa.
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, le spiegazioni riguardo all'ammissibilità o inammissibilità degli emendamenti sono state già date, non si può aprire una discussione. Come lei sa, le decisioni della Presidenza sono inappellabili. Grazie.
e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Non intendevo aprire una discussione, ma solamente soddisfare una curiosità personale, che comunque non può essere soddisfatta, pazienza.
Sull'emendamento numero 120 annuncio il mio voto contrario, però vorrei approfittarne per dire al collega Caria che non si deve preoccupare, perché se faremo lo scorporo degli ospedali dalle Aziende sanitarie faremo naturalmente anche una modifica dei sistemi di finanziamento. Voglio rassicurarla anche sul fatto che i DRG li stabilisce la Regione, che può aumentarli o diminuirli come ritiene.
Quanto al deficit di quest'anno, esso deriva non soltanto dai modelli CE, ma anche da quello che ci hanno detto i direttori generali, o meglio i commissari delle Aziende sanitarie. Lei sa meglio di me che la previsione fatta a ottobre o a novembre di solito è sbagliata per difetto e non per eccesso, quindi probabilmente i milioni di deficit quest'anno non saranno 260 o 270, ma 300.
Infine, e qui mi rivolgo all'onorevole Cuccu, noi stiamo provando a fare una riforma che abbia un senso, tra cui quello di fare la macroarea e di centralizzare gli acquisti. Mi aspetto, quindi, che l'onorevole Cuccu voti a favore di questa riforma perché mi pare che anche lui sia d'accordo. Non capisco perché la chiami falsa riforma, visto che invece non lo è.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Io ho appena ascoltato con molto interesse l'intervento dell'onorevole Steri. Se è vero che per questa maggioranza non è così tassativo approvare l'articolo 5 bis, credo che l'usanza che abbiamo instaurato in questo Consiglio di approvare a colpi di emendamenti o di subemendamenti importantissime parti di riforma della sanità possiamo anche sospenderla, perché l'articolo 5 bis andrebbe riportato in Commissione per approfondirne il contenuto.
Il collega Caria ha affermato di essere contrario all'aspetto certificativo, ma vogliamo approfondire l'argomento? Si possono trovare altre sintesi e, così come è successo per altri emendamenti molto importanti e anche complessi, ritengo si debba avere il tempo di fare un ragionamento sulla sanità che sia veramente nell'interesse degli utenti, sennò riusciremo esclusivamente, eventualmente in buona fede, a prevedere miglioramenti che in realtà, in assenza di un processo organico, creeranno ulteriori difficoltà.
Questa opposizione, lo ribadisco all'onorevole Steri, non ha mai rifiutato il dibattito sulla riforma sanitaria. E' chiaro che chi ha vinto le elezioni ha il dovere di avanzare una proposta; poi, certo, anche la minoranza può presentare una sua proposta e sicuramente lo farà, continuando nel filone delle cose buone fatte fino a oggi. Tutto è migliorabile, però mi sembra che occorra riportare il dibattito sulla sanità all'interno, ripeto, della competente Commissione consiliare. Vedo che il Presidente della Regione non interviene neanche su questi argomenti!
Credo che sia importante, dunque, approfondire i temi e comunque voterò a favore dell'emendamento numero 120.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Signora Presidente, colleghi, sembra che l'articolo 5 bis, compreso il comma 1, di cui l'emendamento numero 120, su cui dichiaro il mio voto favorevole, propone la soppressione, abbia riaperto una discussione sulla necessità di mettere sotto controllo le spese non solo delle Aziende sanitarie, ma anche di altri organismi. Abbiamo richiamato prima, per esempio, le problematiche legate ad Abbanoa.
Io credo che la nostra contrarietà all'articolo 5 bis - l'onorevole Steri si è allontanato - non sia legata al fatto che si possa fare o meno una certificazione di bilancio, ma al fatto che continuiamo a procedere mettendo pezze su questo benedetto sistema sanitario dando sempre l'illusione di aver completato una riforma o di aver modificato il passato senza che in realtà si arrivi a un qualcosa che possa definirsi compiuto. Avremmo fatto meglio a darci degli obiettivi, partendo non soltanto dalla spesa, ma anche dagli obiettivi di salute pubblica. Sarebbe opportuno che questa maggioranza affrontasse il problema del nuovo Piano sanitario, cioè descrivesse la cornice entro cui operare e fissasse gli obiettivi di salute da raggiungere, mettendo al centro i diritti dei cittadini. Sarebbe opportuno valutare fino in fondo anche gli effetti introdotti con il Piano sanitario regionale approvato nella scorsa legislatura e con gli atti aziendali, quelli che sono stati effettivamente approvati, insomma bisognerebbe cercare di costruire su quello che si era già costruito, piuttosto che cominciare da capo senza dare indicazioni nemmeno sui benefici economici, perché la riforma introdotta con un emendamento a un emendamento presentato al collegato alla finanziaria, che è diventato poi la legge regionale numero 3 del 2009, è sembrata estremamente frettolosa. Quindi si è cominciato dalla coda, cercando di tappare i buchi, e l'impressione che ci avete dato è che non ci fosse l'ansia di risolvere i problemi, ma soltanto quella di far fuori i direttori generali sostituendoli con dei commissari che avrebbero potuto dimostrarsi maggiormente amici.
Noi siamo disponibili a ragionare in termini seri su una riforma che parta dal diritto alla salute dei cittadini. Su questa base siamo pronti a dialogare. A quel punto non cercheremo soltanto di spendere meno, se ci sarà da spendere meno, ma sicuramente di spendere meglio. Il mio voto sull'emendamento numero 120 è pertanto favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Vorrei approfittare di questi tre minuti per rivolgermi ai colleghi dell'opposizione, ma anche della maggioranza. Stiamo discutendo un emendamento soppressivo del comma 1, ora vorrei sapere se al di là dei proclami di collaborazione futura, che accogliamo con piacere, ovviamente, c'è la disponibilità a fare insieme una riforma sanitaria, a riscrivere il Piano sanitario regionale, ad attivare l'Agenzia regionale della sanità, richiamata dal collega Vargiu nel suo intervento. Credo che questo sia un giusto richiamo e sollecito l'Assessore ad avviare tutte le procedure affinché la prossima settimana si possa attivare l'Agenzia regionale della sanità, che da questi banchi abbiamo richiesto a gran voce nella scorsa legislatura.
Dobbiamo però esprimerci sulla valenza del comma 1 dell'articolo 5 bis e io non ho ancora sentito motivazioni a favore o contro questo articolo e in particolare il comma 1, perciò, non avendole sentite, cerco di chiarire meglio quali sono le valutazioni mie e del mio Gruppo. Noi riteniamo, l'ha sottolineato anche il collega Oppi nel suo intervento, che gli strumenti di controllo ci siano e debbano essere resi efficaci ed efficienti. Riteniamo che l'efficacia e l'efficienza siano legate molto alla scelta professionale, alle capacità dei revisori dei conti di valutazione del bilancio e della congruità della spesa. Dimentichiamo che l'Assessorato esprime anche una valutazione sul bilancio preventivo delle Aziende sanitarie e quindi dobbiamo dare una sorta di assenso alle spese che vengono prospettate e al piano di attività di ciascuna Azienda.
Non abbiamo pertanto ancora raggiunto una convinzione sull'opportunità o meno di inserire un'ulteriore società di controllo, che determina spese, come previsto dal comma 4, a valere sui bilanci delle rispettive Aziende sanitarie, e sulla validità di tale controllo, visti i danni che nell'economia mondiale note società di revisione di bilanci e di rating hanno prodotto nel sistema economico regionale. Quindi questa società di controllo è utile o no? Per quanto ci riguarda esprimiamo qualche perplessità che vorremmo valutare in un ulteriore confronto in Aula.
Sono costretto ad annunciare la mia posizione di voto: per il momento mi astengo dal dare una valutazione sul comma 1 dell'articolo 5 bis e di conseguenza mi astengo anche dalla votazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 120.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cappai si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Campus - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cuccureddu - Floris Mario - Milia - Mulas - Obinu - Oppi - Steri - Uras.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 52
astenuti 13
maggioranza 27
favorevoli 21
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 121.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'emendamento numero 121 è soppressivo del comma 2, che recita: "Il percorso per l'attivazione del sistema di certificazione e le risorse necessarie sono definiti con apposito atto della Giunta regionale, da adottare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge". Io voterò a favore dell'emendamento numero 121, perché francamente ritengo il comma 2 dell'articolo 5 bis assolutamente irrilevante. Invece che cosa appare rilevante? Lo chiedo soprattutto all'Assessore del bilancio. Prendiamo le Aziende sanitarie locali e prendiamo il sistema che noi utilizziamo per il bilancio regionale e i soggetti che operano nella spesa del bilancio regionale: noi abbiamo un bilancio che è redatto come bilancio di competenza. Su questo bilancio di competenza intervengono limiti che sono posti dalla legislazione nazionale in materia di Patto di stabilità interno. Qualcuno parlava di Patto di stabilità e crescita: crescita non ce n'è e non c'è neppure stabilità!
C'è troppa confusione, Presidente, e in queste condizioni non si può ragionare, per cui rinuncio a proseguire l'intervento. Interverrò dopo, ma non si può più lavorare così!
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Uras. Onorevole Bruno, colleghi, facciamo in modo che chi interviene non sia disturbato dal brusio.
Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Signora Presidente, intervengo sull'emendamento numero 121 per esprimere il mio voto favorevole e richiamare alcune considerazioni che ha fatto poc'anzi l'onorevole Capelli, che io condivido e a cui l'onorevole Oppi ha fatto prima riferimento. Cioè io concordo sul fatto che esistono già gli strumenti per una valutazione, che vi sono strumenti già in essere per un controllo sia dell'efficienza che dell'efficacia e che ci sono anche i revisori dei conti. Su questo potrei forse dare un suggerimento: attualmente i revisori dei conti sono cinque, due di nomina regionale e due di nomina ministeriale, ma alla luce dei cambiamenti anche per quanto riguarda le assegnazioni della spesa i due revisori di nomina ministeriale potrebbero essere superati, magari prevedendo più revisori di nomina regionale, oppure possono essere ridotti i collegi sindacali.
Per quanto riguarda la domanda che si poneva l'onorevole Capelli, cioè se questo ulteriore controllo può essere valutato come un'opportunità anziché no, credo che un ulteriore controllo a posteriori, così com'è stato detto, a poco serva per l'obiettivo che si vuole raggiungere. Pertanto condivido pienamente l'analisi fatta sia dall'onorevole Oppi sia dall'onorevole Capelli. Semmai servono altri strumenti; semmai serve - come dicevo prima - un sistema contabile che consenta all'Assessorato di verificare l'andamento della spesa in tempo reale o quantomeno entro venti giorni, ossia entro i tempi tecnici necessari perché le fatture arrivino e siano registrate, perché solo quello strumento consentirà di verificare l'andamento della spesa su scala regionale e aziendale.
Serve poi un sistema di contabilità analitica serio, laddove i budget vengano effettivamente dati, ma non quelli teorici o quelli scritti, che non servono a niente se non a rispondere a esigenze di carattere amministrativo o comunque imposte dalla normativa, ma i budget veri. Servono inoltre obiettivi seri, dati sia ai direttori generali che alla dirigenza, perché in molte aziende non ci sono obiettivi per i dirigenti. C'è l'ipotesi di fatto, c'è la regola, ma non c'è la sanzione per molte situazioni all'interno delle stesse Aziende sanitarie. Io ritengo che se si lavorasse non solo sugli obiettivi di efficacia ed efficienza, ma anche sugli obiettivi a cui faceva riferimento l'onorevole Vargiu, per esempio sulla qualità (pensate a tutto ciò che riguarda l'umanizzazione dei percorsi, che oggi è molto spesso assente nel sistema sanitario), sicuramente si otterrebbero dei vantaggi e si potrebbero orientare e spendere meglio le risorse che vengono investite nel mondo della sanità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, io credo che anche su questo emendamento sia necessario votare contro, perché se è vero che tutti gli intervenuti hanno parlato della necessità di operare sul controllo della spesa sanitaria, e a questo proposito sottolineo anch'io quanto detto dall'onorevole Steri, che ha invitato l'opposizione a dire una parola oggi, in quest'Aula, in merito alla riforma sanitaria che deve essere fatta, ribadisco che con l'emendamento a un emendamento presentato al collegato alla finanziaria 2009 noi non abbiamo fatto alcuna riforma sanitaria, ma abbiamo soltanto avviato un percorso. La riforma sanitaria deve essere ancora fatta, prima in Commissione e poi in Aula, e ci aspettiamo da parte dell'opposizione una risposta sulla possibilità di procedere rapidamente e con decisione, perché mi pare di capire che tutti comunque riconosciamo la necessità di un intervento sul controllo della spesa sanitaria.
In merito all'emendamento numero 121, è vero che esistono i revisori dei conti in ogni ASL e in ogni Azienda ospedaliera, ma è altrettanto vero che ulteriori controlli non si sono visti. La Corte dei conti interviene, essa sì, a posteriori e la Regione non è attrezzata in maniera che i preposti uffici dell'Assessorato della programmazione e bilancio possano analizzare step by step, in progress, i bilanci delle Aziende sanitarie, se no non si spiegherebbe come mai ci sono differenze di decine e decine di milioni di euro tra i bilanci preventivi e quelli consuntivi.
Credo che possiamo trovare adesso la maniera per intervenire, seppure in via temporanea, e magari nel momento in cui si discuterà la riforma sanitaria potremo individuare strumenti e misure più adeguati, lo deciderà l'Aula. In questo momento, però, per rispondere all'onorevole Capelli, che voleva sapere chi è a favore e chi contro, devo dire che io sono favorevole alla possibilità di un ulteriore livello di controllo, che attualmente non esiste. Sono pronto a discuterne le modalità, lo vedremo con gli emendamenti presentati, però questo livello di controllo è necessario. Poi, se l'opposizione sarà disponibile, in sede di riforma sanitaria potremo rivedere anche questo passaggio, ma non possiamo negare adesso la necessità di un ulteriore livello di controllo sulla spesa sanitaria. Non possiamo, ogni anno, assistere allo sforamento dei bilanci di previsione in maniera così clamorosa e incosciente.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 122.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Penso che nei prossimi giorni ci dedicheremo a scrivere un libro che potremmo intitolare: "Il libro bianco delle violazioni di legge", "Il libro bianco delle spese non fatte", "Il libro bianco della dimenticanza del bisogno", "Il libro bianco del bilancio fasullo" ovvero "Il libro bianco delle promesse mai mantenute"! Però qualcuno dovrà pur essere responsabile di questo. Qualcuno dovrà pur essere chiamato a responsabilità da chi è preposto al controllo. Faccio un esempio sulla spesa sanitaria, perché qua noi ci stiamo preoccupando di prevedere delle certificazioni per capire la ragione dei disavanzi che sarebbero stati originati presso le Aziende sanitarie e che avrebbero creato un grave danno diminuendo la possibilità di utilizzo delle nuove entrate. A fronte del disavanzo che verrebbe allocato appunto nella sanità e del disavanzo che sarebbe dentro l'ente gestore delle acque, la società Abbanoa, abbiamo un avanzo che a detta della Corte dei conti - ma siete voi che citate puntualmente la Corte dei conti quando vi fa comodo - varrebbe in due esercizi finanziari 14 miliardi di euro, ma stando al bilancio e ai documenti che ci ha fornito la maggioranza vale invece 11 miliardi di euro.
Assessore, le do un Consiglio: tagli un po' di quell'avanzo, colmi il disavanzo, così ci rimangono tutte le risorse delle nuove entrate per fare cose interessanti per gli investimenti, per le attività produttive, per il lavoro, per l'occupazione. Tagliamo le promesse di spesa che non si mantengono, perché sennò sapete che cosa succede? Noi viaggiamo con un bilancio di competenza e sembra che sia il Consiglio regionale ad approvarlo; di fatto invece il bilancio lo fa la Giunta e quando non lo fa la Giunta lo fanno gli uffici. C'è poi una cosiddetta amministrazione separata, quella dei fondi comunitari, che è in mano a responsabili di misura, i quali pianificano e gestiscono senza mai renderne conto a nessuno, né al popolo né al Consiglio. Ecco perché noi scriveremo un libro bianco.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 122.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 122.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Ladu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Campus - Cappai - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Contu Felice - Milia - Obinu - Oppi - Steri.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 57
astenuti 7
maggioranza 29
favorevoli 20
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 123.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo iscritti a parlare per dichiarazione di voto e dunque dichiaro che voterò a favore di questo emendamento. Peraltro le spese previste per l'attuazione del presente articolo sono a carico dei bilanci delle rispettive Aziende sanitarie. Sarebbe stato strano che un sistema di autocertificazione in capo a quei bilanci venisse finanziato con ulteriori risorse, ma era lo scopo della Regione. E che fine farà il libro bianco di cui dicevo prima? Noi non pensiamo di tenercelo e neppure di presentarlo solo alla stampa. Forse è bene che ne venga in possesso anche l'autorità giudiziaria, forse è bene che lo legga anche la Corte dei conti, perché il tema è questo: noi qua approviamo un bilancio che è accompagnato da norme vincolanti per l'amministrazione, la quale ha il dovere, anzi l'obbligo, così recita la formula statutariamente sancita, di applicare le leggi, di rispettarle e di farle rispettare. Allora quando una legge non viene fatta rispettare, quando cioè la previsione di spesa, l'indirizzo non viene fatto rispettare, vi è una responsabilità che non è solo di ordine amministrativo. La questione non è: tu sei un bravo dirigente, tu sei un pessimo dirigente. Peraltro mai e poi mai qualcuno ha chiesto a un dirigente responsabile di una data linea di finanziamento: "Com'è che alla fine della tua attività quelle dotazioni finanziarie non sono state spese?". Non sono state spese, punto! Ma siccome quelle dotazioni finanziarie avevano una destinazione (guarda caso 1.120 milioni di euro, ovvero 2.200 miliardi delle vecchie lire, per intenderci, erano destinati al lavoro) e non si è spesa una lira, è chiaro che si è data priorità ad altro, perché la pianificazione della spesa nel rispetto del Patto di stabilità è stata fatta per spendere in altri ambiti.
Onorevole Maninchedda, sono d'accordo, facciamo la riforma sanitaria, mettiamoci a discutere su come dobbiamo intervenire, ma interveniamo anche sulla legge di contabilità, stabiliamo chi è che fa il bilancio della Regione, stabiliamo cioè se compete alla Giunta, agli uffici o al Consiglio regionale, perché compete al Consiglio regionale!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Intervengo sull'emendamento numero 123 per esprimere il mio voto favorevole. Devo dire che trovo strano che tutto il discorso sulla sanità sia partito dalla razionalizzazione della spesa, dal momento che ciò che è stato messo in essere a partire dal collegato alla finanziaria 2009 costituisce, a mio modo di vedere, un incremento di tale spesa, incremento collegato anche all'incremento delle Aziende ospedaliere, perché se ci sarà lo scorporo degli ospedali dalle Aziende sanitarie ci sarà un aumento del numero delle Aziende ospedaliere, con conseguente incremento degli incarichi dirigenziali a tutti i livelli, non solo quelli di direttore generale, perché evidentemente ci saranno delle duplicazioni.
Ora si vuole anche moltiplicare il numero degli incarichi di tipo professionale aggiungendo la certificazione dei bilanci, con inevitabile aumento della spesa. Mi sarebbe piaciuto che nella norma fosse indicata la spesa stimata. Io posso dirvi per esperienza, perché ho potuto vedere qualche certificazione fatta anche da società ben note, che la certificazione di bilanci societari di 25 milioni di euro costa circa 30 mila euro. La società di certificazione di cui al comma 1 verrà chiamata a certificare i bilanci di tutte le Aziende sanitarie (circa 3 miliardi e mezzo di euro) e chissà quanto questo costerà in toto! Vi dico senza mezzi termini che io faccio riferimento alle società che vendono automobili, quindi alle grandi case automobilistiche nazionali. Per la certificazione dei bilanci di queste società si fa riferimento a un contratto nazionale, quindi a parametri molto inferiori ai costi effettivi.
Qualcuno qui ha fatto riferimento ai veri costi della sanità che dovrebbero essere verificati, l'onorevole Oppi ha parlato della spesa farmaceutica. Io ho qui un articolo de "Il Sole 24 Ore" di qualche mese fa che fa riferimento alla spesa farmaceutica del primo semestre 2009 e che ci colloca tra le Regioni "maglia nera", perché abbiamo raggiunto la percentuale del 5,6 per cento, con uno sforamento di 46 milioni di euro. E' un dato riportato da "Il Sole 24 Ore", non è un dato né dell'Assessorato né di qualcun altro. E allora dobbiamo interrogarci su come controllare la spesa farmaceutica; dobbiamo chiederci se è necessario aumentare la distribuzione diretta dei farmaci, migliorare la contrattazione, come diceva prima qualche collega, o migliorare il sistema dei controlli. Ma certamente la soluzione non è nella certificazione dei bilanci, che arriva quando ormai i buoi sono scappati, quando i conti sono chiusi e potrà solo dire quanto si è speso e se si è speso nel rispetto della normativa oppure no, cosa che possono fare benissimo altri enti od organismi già presenti nel sistema dei controlli, principalmente i revisori dei conti e in testa a tutti l'Assessorato. Ecco perché voterò a favore dell'emendamento numero 123.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Credo che al posto mio possa intervenire il Presidente della Commissione bilancio, perché esiste un contrasto tra il comma 4 e il comma 2, per cui il presidente Maninchedda può esprimere il voto anche di questa parte dell'Aula su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, il comma 2 prevede che le risorse siano definite da un atto della Giunta regionale, invece il comma 4 le pone a carico delle Aziende sanitarie locali. Quindi, proprio per ragioni di coerenza, si può accogliere l'emendamento dell'opposizione che sopprime il comma 4.
PRESIDENTE. C'è il parere favorevole della Commissione.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Bisogna verificare se ci sono emendamenti agli emendamenti al comma 4.
PRESIDENTE. Non ci sono altri emendamenti.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Perfetto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Felice Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU FELICE (U.D.C.). Onorevole Presidente, colleghi, io non avevo finora preso la parola su questo argomento perché c'è un momento per ascoltare e un momento per parlare, però voglio spiegare la ragione per sui vari commi dell'articolo 5 bis mi sono astenuto. Non mi sono astenuto solo perché si astiene il mio Gruppo, ma per poter manifestare il mio dissenso su quanto sta avvenendo in quest'Aula. A me non va bene che un problema così vasto come quello della sanità venga affrontato per pezzi, in maniera un po' superficiale, perché ritengo che vada invece affrontato in tutta la sua interezza. Come Presidente della Commissione sanità non posso che lamentare il fatto che ogni tanto in quest'Aula si discute un pezzo della riforma sanitaria, quando sarebbe invece più opportuno, per ragioni anche organiche, considerarla nel suo insieme.
PRESIDENTE. Onorevole Contu, dichiari il suo voto sull'emendamento numero 123.
CONTU FELICE (U.D.C.). Mi astengo.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 123. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 18, su cui c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Questo emendamento serviva per porre l'accento sulla necessità, che abbiamo ribadito più volte, di confrontarci in quest'Aula su una riforma sanitaria che è urgente. Ribadisco che sono anch'io in attesa della risposta dell'opposizione riguardo all'invito rivoltole dall'onorevole Steri a tenere un atteggiamento costruttivo e non ostruzionistico per intervenire sulla sanità insieme a noi, in tempi rapidi ed efficaci, già nel corso del 2010. Pongo l'accento sul fatto che in questo momento la Sardegna non ha un piano sanitario, in quanto il Piano sanitario regionale, quello in vigore, è stato cassato nella sua parte fondamentale, quella che riguarda la ripartizione dei posti letto.
Con l'emendamento numero 18 io intendevo sollecitare la Giunta e tutti noi a porre rapidamente all'attenzione dell'Aula oltre alla riforma sanitaria anche il nuovo Piano sanitario regionale. Questo scopo l'ho raggiunto con questa dichiarazione di voto, per cui accetto l'invito e ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Faccio mio l'emendamento numero 18, proprio per avere 1'opportunità di ragionare su un argomento così rilevante. Dice l'emendamento: le parole "dalla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle parole "dalla approvazione del nuovo Piano sanitario regionale". Mi chiedo intanto quale nuovo piano, perché quello che c'è è già vecchio e quindi il nuovo sarà il prossimo. Lo dico perché già in Commissione bilancio, affrontando il tema del disavanzo delle Aziende sanitarie, molti di noi - io l'ho fatto anche pubblicamente, su sollecitazione avanzata a suo tempo dai colleghi Riformatori - hanno avuto modo di dire esplicitamente che c'era la disponibilità, almeno da parte del nostro Gruppo, ad affrontare il tema nella sede propria, cioè nella Commissione presieduta dall'onorevole Contu, perché l'operazione che è stata fatta con la precedente finanziaria, ossia l'introduzione della figura del commissario politico, non è una riforma, ma è un'operazione ardita con profili anche di dubbia costituzionalità, che ha gettato il sistema delle Aziende sanitarie in una condizione di ulteriore difficoltà, che non ha risolto i problemi, ma li ha aggravati.
Per cui la disponibilità da parte dell'opposizione c'è, ma la si deve vedere anche nella maggioranza. E non è solo disponibilità a sedersi a un tavolo per discutere e approvare senza ascoltare le posizioni altrui, ma si tratta di aprire un ragionamento serio. Per cui la strada dei commissariamenti e del procedere a tentoni in una materia così difficile come l'amministrazione di organismi complessi come quelli della sanità è da abbandonare.
Presidente, colgo l'occasione per preannunciare la richiesta di voto segreto sull'emendamento numero 178, proprio perché riguarda argomenti che hanno questa configurazione di trattamento e che forse richiedono una riflessione aggiuntiva. Sull'emendamento che ho fatto mio mi asterrò.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Presidente, intervengo sull'emendamento numero 18 perché abbiamo fatto una battaglia per tentare di sopprimere l'articolo 5 bis in tutti i suoi commi e non essendoci riusciti mi verrebbe da dire che l'approvazione di questo emendamento potrebbe rappresentare il male minore. Infatti, se questa ulteriore verifica dovrà esserci, quanto meno viene rinviata a un momento successivo all'approvazione del nuovo Piano sanitario e magari anche all'eventuale riorganizzazione del sistema dei controlli. Forse questo ragionamento può essere più corretto, perché con la modifica proposta nell'emendamento si evita di costringere la Giunta ad adottare il relativo atto entro sessanta giorni, termine che magari non riuscirebbe nemmeno a rispettare, così come non è riuscita a rispettare il termine, ugualmente di sessanta giorni dall'approvazione della legge, previsto nel collegato alla finanziaria 2009, ovvero nella legge numero 3 del 2009. Per cui annuncio il mio voto favorevole all'emendamento numero 18.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 18.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 18.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus - Contu Felice - Uras.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 62
astenuti 4
maggioranza 32
favorevoli 23
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 17.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò contro questo emendamento, ma colgo l'occasione, anche perché con l'onorevole Contu condivido l'astensione su gran parte degli emendamenti e sull'articolo 5 bis nella sua stesura originaria, per insistere sul ragionamento che ho tentato di fare prima, cioè che la sede propria dove bisogna incominciare la discussione sulla riforma sanitaria è la Commissione sanità.
C'è, io direi, una consistente disponibilità a ragionare su questo tema anche alla luce dell'esame iniziato, dal punto di vista contabile, in Commissione bilancio. Gli esiti di quella discussione non sono condivisi da tutti, comunque li abbiamo accettati, abbiamo fatto le audizioni, abbiamo raccolto le informazioni, abbiamo sentito l'Assessore e ci troviamo ora di fronte a uno scenario che riteniamo debba essere affrontato anche con strumenti nuovi. La certificazione dei bilanci è appunto uno strumento nuovo. Poi, ripeto, noi facciamo le norme, ma bisogna stare attenti a che le norme approvate dal Consiglio regionale vengano applicate e rispettate. Lo chiedo alla Presidente del Consiglio: ma quale istituzione presiede, se questa istituzione è sistematicamente offesa nell'esercizio della sua volontà e della rappresentanza dell'insieme del popolo sardo, non solo della parte che governa o della maggioranza, ma di tutto il popolo sardo?
Allora la sede giusta dove rinviare il dibattito è la Commissione sanità, poi possiamo trovare anche strumenti diversi che possono integrarsi positivamente con il lavoro della Commissione. Se ne faccia carico anche il Presidente della Commissione, promuovendo una prima discussione. Noi siamo disponibili ad andare avanti su questa strada.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, anche su questo emendamento esiste un invito al ritiro da parte del relatore o comunque una remissione all'Aula. Credo che per la discussione svolta sino adesso sull'articolo 5 bis si possa convenire su due cose, quanto meno mi pare che la maggioranza dei consiglieri che sono intervenuti abbia convenuto su due aspetti: il primo riguarda il fatto che manca comunque a livello di Assessorato un momento di sintesi e di verifica, perché gli uffici dell'Assessorato della programmazione e bilancio non sono attrezzati per poter svolgere una funzione di controllo puntuale e tempestiva su tutto ciò che attiene ai bilanci delle Aziende sanitarie locali e anche alle proposte di spesa.
Peraltro non sono convinto che la soluzione migliore sia quella di rivolgersi - e anche su questo ho sentito molti interventi - a una società di certificazione, per i costi che questo comporta e per le difficoltà che le Aziende sanitarie incontrerebbero nel farsi certificare i bilanci nella situazione attuale. Nessuna seria società di certificazione, infatti, in mancanza di un sistema univoco di produzione dei bilanci, potrà certificarli, a meno che la certificazione non sia fatta per ogni ASL da una società diversa. Consentite che esprima anch'io una certa perplessità sulle società di certificazione, le quali a livello mondiale hanno dato prove certamente non soddisfacenti. Rimango del parere che sia necessario comunque un momento di verifica ulteriore, di supporto all'attività degli uffici dell'Assessorato, magari in via temporanea o sperimentale, se riusciremo con la riforma a trovare soluzioni migliori. Ecco perché propongo di sostituire, con molto minor costo e molta maggiore elasticità e disponibilità anche dell'organo di verifica, la prevista società di certificazione con un pool di revisori contabili nominati direttamente dalla Regione, ovvero dall'Assessorato della sanità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Presidente, alla fine avevo ragione io, perché il tutto si sta trasformando nella possibilità di affidare incarichi professionali!
Intervengo contro questo emendamento, Presidente, e non perché ne contesti l'ultima parte, in cui si parla della nomina di un collegio di revisori contabili di comprovata esperienza, nominati dalla Regione, su proposta dell'Assessore della sanità. Me ne guarderei bene, conosco l'Assessore della sanità e non ho dubbi sulla sua serietà. Intervengo contro questo emendamento perché la nomina di ulteriori revisori dei conti - per quanto miei colleghi, per cui forse qualcuno non prenderà nel senso giusto questo mio intervento - non serve, perché sarebbe comunque una duplicazione di incarichi già esistenti all'interno delle Aziende sanitarie. E allora o si attribuiscono funzioni diverse, ma mi sembra difficile individuare funzioni diverse da quelle che i revisori già hanno, o altrimenti la nomina di altri revisori dei conti non serve.
Il problema vero, lo si è toccato di striscio nei vari interventi, è che la proposta contenuta nell'articolo 5 bis non è passata nemmeno per un secondo in Commissione sanità, ma è arrivata direttamente in Aula. Credo che non serva una certificazione dei bilanci e semmai, se risorse si devono spendere, l'ho già detto anche in Commissione sanità, l'Assessore ha gli strumenti per fare qualsiasi tipo di contratto, per esempio con giovani laureati in economia e commercio che gli possano dare tutto il supporto tecnico necessario. Il potenziamento del servizio, in cui ci sono persone valide, ma che non sono sufficienti, è sicuramente necessario all'Assessorato, che ha tutti gli strumenti per farlo e nessuno di noi gli muoverà osservazioni nel caso in cui ci sarà una spesa collegata alla stipula di contratti per mettere all'interno dell'Assessorato persone capaci, con l'obiettivo di verificare o di impiantare, ancora meglio, sistemi di controllo efficaci ed efficienti. Credo che nessuno gliene farebbe una colpa e quindi, sotto questo aspetto, invito l'Assessore ad adottare magari questa soluzione piuttosto che la certificazione dei bilanci, che costerà cara alla Regione e graverà di nuovo sui bilanci già in perdita delle Aziende sanitarie, come diciamo da tanto tempo, sottraendo risorse importanti ai servizi sanitari.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, sull'emendamento numero 17 il relatore si rimette all'Aula. Vorrei chiederle però di consentirmi un intervento prima di passare alla votazione dell'articolo, perché occorre una modifica del comma 2, se verrà ammessa dall'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, annuncio il mio voto contrario all'emendamento numero 17, per le motivazioni che hanno già esposto i colleghi e credo rimanga la profonda necessità di definire l'atteggiamento dell'Aula rispetto a quello che è il ruolo istituzionale della Commissione sanità. L'ha rilevato molto bene il collega Luciano Uras e anche l'onorevole Caria ha detto che non si possono fare riforme spezzettate, individuando pezzi che alla fine risultano affastellati l'uno sull'altro, senza dare un senso logico a tutte le cose.
Sulle ragioni della presentazione dell'emendamento numero 17 si possono dare tante versioni, per esempio non ci si fida di una società di certificazione oppure si intende procedere all'attribuzione di nuovi incarichi e all'aumento delle consulenze. Rimane il fatto importante che l'articolo 5 bis e, ovviamente, gli emendamenti ad esso presentati non sono passati neanche per un secondo in Commissione sanità. Ritengo che questo non sia positivo per questa istituzione; non so se sia a norma di Regolamento, credo di no, ma l'Aula è sovrana, in ogni caso provvedimenti così importanti non possono non essere esaminati nella sede istituzionale a ciò preposta.
Qualche esponente della maggioranza prima ha detto: "Dobbiamo considerare l'articolo 5 bis non strategico per la nostra maggioranza", il che dovrebbe portare conseguentemente all'eliminazione di questo articolo dal testo della finanziaria.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Salis, poiché riscontro che in aula c'è molto fermento, prego i colleghi di prendere posto e di consentire a chi interviene di poterlo fare in tranquillità.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, in terza Commissione l'articolo 5 bis era stato accompagnato da una riflessione di tutti i commissari, quasi tutti Capigruppo, e sinceramente mi sorprende che vi sia la firma dell'onorevole Mario Diana sull'emendamento numero 17, che era stato accompagnato da una riflessione incentrata in maniera molto seria - così io la definisco, ma non sono il solo - sulla necessità di rafforzare l'affidabilità, la correttezza, la confrontabilità dei bilanci. C'è stato inoltre un esame, anch'esso molto serio e preciso, a cui ha partecipato anche l'assessore Liori, su quelli che sono i problemi della sanità in Sardegna e sulla necessità, posta anche dall'Assessore nel suo intervento in discussione generale, non dico di contenere la spesa per la sanità, ma quantomeno di qualificarla, evitando sprechi e sovrapposizioni di spese e attivando elementi di controllo che oggi non ci sono.
L'Assessore, peraltro, aveva parlato del fatto che in assenza di controlli anche sugli acquisti si verificano persino differenze di prezzo. Era sotto gli occhi di tutti l'esempio del vaccino antinfluenzale, per cui fatto 1 il costo nella ASL numero 8 di Cagliari c'era il rischio che nella ASL del Medio Campidano lo stesso vaccino costasse 4 o 5, parole dell'Assessore. Ma la differenza è talmente assurda da rendere necessaria un'ulteriore verifica, che preghiamo l'Assessore di fare.
Sulla necessità di porre in essere strumenti più efficaci che in passato per il controllo della spesa sanitaria, che consentano di effettuare spese che siano veramente nell'interesse del paziente, del territorio e non dei potentati di turno all'interno degli ospedali o delle aziende farmaceutiche, eravamo tutti d'accordo, tant'è che tutti abbiamo salutato con favore il comma 1 dell'articolo 5 bis, al di là delle diverse interpretazioni che ognuno di noi poteva dare sull'articolo stesso. Adesso, però, io denuncio il fatto che con l'emendamento numero 17 - e, ripeto, mi sorprende che sia sottoscritto anche dal Capogruppo del P.d.L. - si sbarazza il campo da una società specializzata nella certificazione dei bilanci…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 17. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Il Presidente della terza Commissione ha chiesto la parola per proporre un emendamento orale. Prego i colleghi di prestare un attimo di attenzione.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, vorrei far presente che dal dibattito…
(Interruzione del consigliere Salis)
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, non si può lavorare in questo modo. Onorevole Salis, l'emendamento numero 17 è stato votato e approvato. Dopo che lei ha finito di parlare, l'ho messo in votazione e non è stata chiesta la controprova. Onorevole Salis, le cose non sono andate assolutamente come dice lei.
Prego, onorevole Maninchedda.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento orale consiste nel sostituire al comma 2 le parole "due mesi" con "sei mesi", perché ciò che è stato rilevato nel dibattito è vero, cioè è ragionevole che entro due mesi non si riesca a mettere in atto ciò che l'articolo prevede, quindi si propone un termine di sei mesi.
PRESIDENTE. C'è una proposta di emendamento orale da parte del Presidente della terza Commissione per sostituire, al comma 2, le parole "due mesi" con "sei mesi". Se c'è l'accordo unanime, metto in votazione l'articolo 5 bis così modificato.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Vorrei fare una dichiarazione di voto sull'articolo, non su questa modifica, sulla quale concordo.
PRESIDENTE. Non sono ancora aperte le dichiarazioni di voto. Vorrei sapere se l'Aula è d'accordo sull'emendamento orale?
CAPELLI (U.D.C.). Sì.
PRESIDENTE. Allora passiamo alla votazione dell'articolo 5 bis con la modifica proposta oralmente dal presidente Maninchedda.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, più che fare una dichiarazione di voto, vorrei sottolineare che l'emendamento numero 17 modifica completamente la finalità dell'articolo 5 bis così come era stato proposto. E' solo una questione di metodo, vorrei chiedere la votazione per parti…
PRESIDENTE. L'emendamento numero 17 è stato già votato.
CAPELLI (U.D.C.). Se mi ascolta ci comprendiamo. L'emendamento sostitutivo parziale numero 17 cambia totalmente il senso dell'articolo, perciò chiedo a lei, Presidente, se è possibile votare per parti l'articolo. Se non fosse cambiato il senso, avendo già votato gli emendamenti soppressivi…
PRESIDENTE. La votazione per parti può essere fatta tenendo conto degli emendamenti soppressivi parziali che abbiamo già votato, perché non possiamo rimettere in votazione ciò su cui il Consiglio si è già espresso.
CAPELLI (U.D.C.). Esplicito meglio la mia domanda, Presidente.
PRESIDENTE. Non è possibile fare una votazione per parti, perché comunque gli emendamenti sostitutivi parziali erano riferiti ai commi.
CAPELLI (U.D.C.). Anche se è cambiato totalmente il senso di un comma?
PRESIDENTE. Dovremmo mettere in votazione semplicemente la parte modificata dall'emendamento numero 17, ma anche su quella il Consiglio si è già espresso e non possiamo rimetterla in votazione. Chiedo l'ausilio degli uffici, però dovrebbe essere così.
Allora, colleghi, si può votare per parti soltanto il comma 1, in quanto è stato modificato con l'emendamento numero 17. Nel caso, onorevole Capelli, dovrebbe esplicitare quali sono le parti del comma 1 su cui chiede la votazione separata.
CAPELLI (U.D.C.). Per sapere se ho compreso bene, posso chiedere la votazione per parti sul comma 1 e poi si votano insieme i commi 2 e 3. Ma il 4 è rimasto?
PRESIDENTE. Sì, perché è stato già votato.
CAPELLI (U.D.C.). Il comma 4 è soppresso.
PRESIDENTE. Sì, il comma 4 è soppresso, scusatemi, non ricordavo che è stato approvato l'emendamento soppressivo.
CAPELLI (U.D.C.). Allora chiedo la votazione per parti del comma 1, sul quale nel frattempo faccio una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Espliciti la richiesta di votazione per parti.
SALIS (I.d.V.). Vorrei intervenire sulla modalità di votazione.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, adesso si sta esplicitando una richiesta di votazione per parti, dopodiché darò la parola a chi intende intervenire sulla modalità di votazione.
CAPELLI (U.D.C.). Allora, la mia richiesta di votazione per parti è questa: la prima parte è costituita dal comma 1, così come modificato dall'emendamento numero 17, la seconda parte dai commi 2 e 3.
PRESIDENTE. Un attimo, perché dobbiamo verificare se la parte restante dopo l'eventuale non approvazione del comma 1 ha contenuto normativo autonomo.
CAPELLI (U.D.C.). Non è mia intenzione proporne la bocciatura.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az), relatore di maggioranza. Presidente, posso darle una mano?
PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Maninchedda. La richiesta di votazione per parti non può essere accolta, perché il comma 2 non avrebbe nessun senso senza il comma 1. Le singole parti non hanno contenuto normativo autonomo e non possono essere messe in votazione secondo la richiesta che è stata avanzata.
CAPELLI (U.D.C.). E se chiedessi di votare i commi 1 e 2 insieme e il comma 3 separatamente?
PRESIDENTE. Per la stessa motivazione la richiesta non può essere accolta. Si può votare per parti, a seconda della richiesta, il comma 1 esplicitandone le parti, ma l'intero comma non può essere votato separatamente.
CAPELLI (U.D.C.). Allora rinuncio alla richiesta di votazione per parti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Presidente, io avevo l'intenzione, consentitami dal Regolamento, di chiedere la votazione per parti e a scrutinio segreto sul comma 1. Adesso siamo arrivati alla dichiarazione preventiva, cioè non si può neanche pensare di chiedere il voto segreto perché c'è una dichiarazione preventiva per cui se fosse bocciato il comma 1 non avrebbe senso…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, non si possono fare valutazioni di questo tipo. Lei ha sempre la possibilità di chiedere il voto segreto su tutto il testo dell'articolo, perché non è stato ancora messo in votazione. La precisazione non è in relazione alla richiesta di voto segreto, ma semplicemente al fatto che le parti su cui è stata chiesta la votazione separata non hanno contenuto normativo autonomo. Per cui ora può avanzare la richiesta di voto segreto su tutto il testo dell'articolo o fare la sua dichiarazione di voto.
SALIS (I.d.V.). Io sinceramente non capisco, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Salis, le ho dato la parola, espliciti la sua richiesta.
SALIS (I.d.V.). Allora, supero la mia incomprensione e chiedo la votazione a scrutinio segreto dell'articolo 5 bis.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 5 bis.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 29
contrari 38
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Contu Felice.)
Di conseguenza decadono tutti gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 5 bis.
Passiamo alla tabella A.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, l'articolo 6 non lo votiamo? Io vorrei intervenire nella discussione dell'articolo 6.
PRESIDENTE. Ha ragione, Onorevole Uras. Siccome non ci sono emendamenti all'articolo 6, non ho guardato il testo. E' stato un errore della Presidente.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Art. 6
Copertura finanziaria
1. Le spese derivanti dall'applicazione della presente legge trovano copertura nelle previsioni d'entrata del bilancio pluriennale della Regione per il quadriennio 2010-2011-2012-2013 e in quelle dei bilanci per gli anni successivi.)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'articolo 6 riguarda la copertura finanziaria.
Presidente, forse è il caso di sospendere per alcuni minuti.
PRESIDENTE. Prego i colleghi, in particolare i consiglieri Cocco, Caria, Matteo Sanna e Giacomo Sanna, di prendere posto, grazie.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo alla conclusione della discussione sulla legge finanziaria e trattiamo della copertura finanziaria.
(Interruzione)
Presidente, non è possibile, chiedo due minuti di sospensione, si sistema la situazione in aula e poi si continuano i lavori.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Uras.
Onorevole Oppi, onorevole Giacomo Sanna, chi intende chiacchierare lo può fare fuori dell'Aula. L'onorevole Uras ha ragione, non possiamo proseguire in questo modo i nostri lavori. L'onorevole Uras sta riportando una questione corretta, perché non si può intervenire con questo brusio. L'aula serve per ascoltare chi interviene e non per chiacchierare tra i banchi. Onorevole Matteo Sanna, onorevole Peru, per cortesia!
Prego, onorevole Uras.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo scusa ai colleghi, ma con il voto segreto chiesto su tutto l'articolo 5 bis si sono determinate condizioni che sono, io credo, di interesse generale. Io la richiesta di voto segreto l'avevo preannunciata, lo dico, sulla materia dei consorzi industriali, ma non perché fossi più o meno affezionato agli assetti attuali dei consorzi industriali. Non sono stato consultato prima, non sarò consultato neanche in questa occasione su come devono essere messi in campo gli assetti dei consorzi industriali. Raccogliendo, però, la sfida che proveniva dai banchi dell'U.D.C., dall'onorevole Campus e in qualche misura anche dall'onorevole Contu, che si è astenuto, con la richiesta di voto segreto sull'emendamento numero 178 io intendevo promuovere una riflessione, perché non possiamo incominciare un dialogo riformatore se andiamo avanti con procedure di commissariamento e smantellamento sistematico di tutto ciò che c'era prima, senza sederci un attimo a discutere insieme almeno su quelli che noi riteniamo essere gli argomenti, i temi, le questioni di maggiore rilievo. Allegato all'articolo 5 bis...
(Interruzione)
Io lo dirò sempre: questo Consiglio non sarà preso sul serio da nessuno fintanto che rimarrà una discoteca! Ma se è una discoteca qua la gente viene a ballare, non a decidere del destino delle persone e delle comunità!
PRESIDENTE. Onorevole Uras, prosegua il suo intervento sull'articolo 6.
(Interruzione)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E quando non è straniero è locale, il ragionamento non cambia! Noi stiamo rischiando purtroppo, perché non viviamo tempi buoni. Stamattina il Presidente del Consiglio, a nome di tutti, rammentava che questi non sono tempi buoni per nessuno di noi, né per chi ha responsabilità di governo né per chi ha responsabilità di opposizione. E purtroppo noi non viviamo tempi buoni perché non siamo in grado di rispondere ai bisogni.
Personalmente - lo dico perché è esattamente quello che penso - non ero così favorevole alla soppressione dell'articolo 5 bis. Non era un grande articolo, non aveva una grande funzione, finiva per essere una modalità di nomina di revisori dei revisori che già esistono nelle Aziende sanitarie locali. Era chiaro ed evidente che non aveva nessuna funzione vera, buona, positiva e del resto basta vedere che cosa fanno i revisori dei conti nelle diverse realtà in cui sono stati nominati, come funzionano bene le strutture che sono preposte alla spesa della Regione! Ciò nonostante, siccome qua si tratta di copertura finanziaria, badate che la copertura finanziaria, ce l'ha raccontato l'Assessore, noi la facciamo in parte attraverso le entrate fiscali ordinarie, quelle che ci vengono ai sensi dello Statuto, in parte con quello che raccattiamo come sanzioni amministrative, in parte attraverso i fondi, anche finalizzati, che ci vengono trasferiti dallo Stato e dall'Unione Europea, e in parte con autorizzazioni all'indebitamento. A quelle autorizzazioni, però, non corrisponde una spesa, ma un residuo passivo, una promessa di spesa. Quindi noi abbiamo il doppio danno di una copertura finanziaria fatta in parte attraverso un indebitamento - è chiaro ed evidente che sotto Natale è meglio mandare tutti a comprare panettoni! - a cui non facciamo corrispondere una spesa effettiva.
Non è colpa nostra, è colpa del Patto di stabilità? Non è colpa nostra, è colpa dei limiti che sono posti nella finanza locale dalla normativa in materia di finanza locale? Non è colpa nostra, è colpa solo di inefficienze antiche e delle disfunzioni della legge di contabilità? Allora mi rivolgo al Presidente della Commissione bilancio: si faccia artefice, onorevole Maninchedda, di una proposta di modifica della legge di contabilità, la legge numero 11 del 2006, perché se noi avessimo la possibilità di intervenire sulla legge di contabilità potremmo intanto modificare la parte che prevede la conservazione in bilancio delle somme stanziate, non impegnate e non spese, per avere un'automatica riduzione dei residui passivi, lasciando in conto residui solamente le somme che derivano dalle obbligazioni giuridicamente perfezionate, cioè dai contratti e dagli obblighi di spesa della Regione. In questo modo puliremmo il bilancio, lo puliremmo seriamente e vedremmo anche che piuttosto che una conservazione di somme si realizzerebbe una responsabilità politica. Lo dico soprattutto per le questioni che attengono, per esempio, al lavoro o alle spese in materia di politiche sociali. Prima stavamo controllando dei dati e ci pare che ci siano circa 40 milioni di euro da destinare al sostegno al reddito e alle politiche passive, risorse che derivano da assegnazioni statali, onorevole Pittalis. Quaranta milioni di euro, che non sono neppure della Regione, ma sono dello Stato, noi li abbiamo come residui passivi, non li abbiamo spesi! Sono venuti i funzionari dell'Assessorato del lavoro, ma mi dispiace che non ci sia l'Assessore del lavoro oggi, perché mi sarebbe piaciuto potergli porre una domanda.
PITTALIS (P.d.L.). Sta lavorando!
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, ma io sono sicuro che stiamo lavorando tutti! Sono talmente sicuro che gli uffici regionali stanno lavorando che non sono tranquillo! E una delle ragioni per le quali non sono tranquillo è proprio il fatto che gli uffici stanno lavorando da anni, ma inutilmente! Inutilmente perché le dotazioni finanziarie che mettiamo in quei capitoli - non lo dico io, lo dice la Corte dei conti - lì rimangono. Allora che bisogno abbiamo di cercare coperture finanziarie per soldi che non dobbiamo spendere? Che ragione abbiamo di indebitarci per soldi che non dobbiamo utilizzare?
Questo è il tema, Assessore, e io vorrei sapere, l'ho anche chiesto, a quanto ammontano le somme che abbiamo conservato. Per che cosa le abbiamo conservate? Avete in mente di attuare le norme che abbiamo già unanimemente approvato in questo Consiglio o rimarrà tutto lettera morta? E' inaccettabile, la gente sta morendo di fame, ci sono 11 mila lavoratori in cassa integrazione in deroga e altri 1.800 che perdono...
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Signora Presidente, intervengo per chiederle di considerare, rispetto ai nostri lavori, la possibilità che l'emendamento numero 184 venga discusso, trattandosi di un emendamento aggiuntivo che però introduce un articolo, cioè non aggiunge qualcosa all'articolo 5 bis, ma prevede l'articolo 5 ter. Le chiederei la cortesia di valutare con gli uffici l'ammissibilità alla discussione in Aula dell'emendamento numero 184, proprio in quanto contiene un articolo aggiuntivo. Peraltro, lo ricordo ai colleghi, è un emendamento condiviso che riguarda una fattispecie di cassintegrati e sul quale la Giunta aveva annunciato la presentazione di un emendamento orale tecnico.
PRESIDENTE. Potremmo sospendere temporaneamente la discussione dell'articolo 6 per riprendere l'emendamento numero 184, sempre che l'Aula sia d'accordo.
BRUNO (P.D.). Siamo d'accordo.
PRESIDENTE. L'Aula è d'accordo, per cui procediamo come deciso.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'emendamento numero 184, su cui era stato preannunciato un emendamento orale della Giunta.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La proposta della Giunta è soltanto quella di aggiungere le parole: "L'Assessore del bilancio è autorizzato ad apportare le conseguenti variazioni di bilancio", altrimenti non è possibile utilizzare queste risorse per questo scopo all'interno della UPB indicata.
PRESIDENTE. Alla fine del comma 7?
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, esatto.
(E' approvato)
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, abbiamo già votato. Io ho controllato, ma sul monitor non compariva nessuna iscrizione a parlare. Se non avessi già proclamato il risultato della votazione avrei potuto accogliere la sua richiesta.
Metto in votazione l'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Art. 7
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il 1° gennaio 2010.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame della tabella A.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione la tabella A. Chi l'approva alzi la mano.
Passiamo all'esame della tabella B.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Alla tabella B è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento:
Emendamento aggiuntivo Floris Mario - Cuccureddu - Mulas
Tabella B
Nella tabella B allegata alla legge finanziaria è aggiunta la seguente voce:
2) Riordino rapporti finanziari tra Regione ed Enti locali
anno 2010 euro 800.000
anno 2011 euro 800.000
anno 2012 euro 800.000
anno 2013 euro 800.000
COPERTURA FINANZIARIA
in aumento
UPB S08.01.003 (FNOL - investimenti)
anno 2010 euro 800.000
anno 2011 euro 800.000
anno 2012 euro 800.000
anno 2013 euro 800.000
in diminuzione.
UPB S01.03.001 (Cooperazione con i paesi in via di sviluppo e collaborazione internazionale)
anno 2010 euro 500.000
anno 2011 euro 500.000
anno 2012 euro 500.000
anno 2013 euro 500.000
mediante riduzione del capitolo SC01.0418
UPB S01.03.002 (Promozione e pubblicità istituzionale)
anno 2010 euro 300.000
anno 2011 euro 300.000
anno 2012 euro 300.000
anno 2013 euro 300.000
mediante riduzione del capitolo SC01.0418. (7).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 7 ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito i presentatori a ritirarlo, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione la tabella B. Chi l'approva alzi la mano.
Passiamo all'emendamento numero 7.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Annuncio il ritiro dell'emendamento numero 7, che fa parte di quel famoso pacchetto di emendamenti legati all'incremento del fondo unico che è stato parzialmente accolto dalla Giunta.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame della tabella C.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Alla tabella C sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo degli emendamenti:
Emendamento modificativo Campus - Diana Mario
Tabella C e D
Nella tabella C sono apportate le seguenti modifiche:
Rubrica 11-Pubblica Istruzione
LR. 36/96 - Interventi regionali per l'Università
UPB S02.01.009 CAP. SC02.0171
anno 2010 17.000
anno 2011 17.000
anno 2012 17.000
anno 2013 17.000
Nella tabella D sono apportate le seguenti modifiche:
Rubrica 11-Pubblica Istruzione
L.R. 2/07 - articolo 27, c. 2, lett. r)-Abbattimento costi fitto casa per studenti
UPB S02.01.009 GAP. SC02.0169 - SC02.180
anno 2010 8.000
anno 2011 8.000
anno 2012 8.000
anno 2013 8.000 (+8.000)
COPERTURA FINANZIARIA
Con la riduzione di euro 2.000.000 dell'intervento previsto nella tabella C per ciascuno degli anni dal 2010 al 2013 si incrementa di pari importo l'intervento previsto nella tabella D per gli stessi anni. (4)
Emendamento aggiuntivo Cucca - Sabatini - Cuccu - Manca - Barracciu - Moriconi
Tabella C
Nella rubrica 12-Igiene, Sanità e Assistenza Sociale è aggiunta la seguente voce:
L.R. 3/09, articolo 8, c.14 Funzionamento EISS
UPB S05.03.001 CAPITOLO SC05.0553
Anno 2010 200
Anno 2011 200
Anno 2012 200
Anno 2013 200
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
UPB SOS.03.001 Interventi a favore del volontariato - parte corrente
Anno 2010 200.000
Anno 2011 200.000
Anno 2012 200.000
Anno 2013 200.000
In diminuzione
UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente
Anno 2010 200.000
Anno 2011 200.000
Anno 2012 200.000
Anno 2013 200.000
mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (149).)
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito i presentatori a ritirare l'emendamento numero 4, sul quale altrimenti il parere è contrario; sull'emendamento numero 149 il parere è ugualmente contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, lo scopo dell'emendamento era quello di sollevare in quest'Aula, come abbiamo già fatto e la discussione è stata ampia ed esaustiva, la questione relativa agli interventi che la Regione può e deve fare a favore dell'università e ai capitoli in cui devono essere allocate le risorse.
Con questo emendamento volevo richiamare l'attenzione, appunto, su una allocazione delle risorse che è certamente più logica, più utile, più confacente allo scopo del Consiglio e della Giunta di andare incontro alle necessità degli studenti che devono frequentare l'università, rispetto a un'integrazione del fondo unico per il funzionamento delle università in senso lato. La discussione che abbiamo svolto precedentemente è stata sufficientemente esaustiva su questo punto, intendevo solo sottolineare ancora una volta la necessità di valutare attentamente il modo in cui utilizziamo i nostri soldi, per cui ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Metto in votazione la tabella C. Chi l'approva alzi la mano.
Passiamo all'emendamento numero 149.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Vorrei richiamare l'attenzione della Giunta sull'emendamento numero 149, su cui abbiamo espresso parere contrario, perché mi pare di ricordare che noi abbiamo approvato la norma sostanziale per l'EISS e adesso non prevediamo il relativo finanziamento. Si tratta di un ente di assistenza per il quale nel collegato alla finanziaria - il dubbio mi è venuto proprio guardando il riferimento normativo, cioè la legge numero 3 del 2009 - avevamo introdotto la norma sostanziale, mentre adesso mandiamo a zero il finanziamento per il 2010. Vorrei chiedere, se possibile, un approfondimento da parte della Giunta.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per un minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 36, viene ripresa alle ore 20 e 39.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La verifica fatta adesso mi dà la possibilità di fare questa valutazione: si tratta di un ente di Stato in fase di gestione stralcio, per il quale nel collegato era stato previsto un finanziamento per il 2009. Se si intende finanziarlo ancora solo per il 2010, per consentire la gestione stralcio, la Giunta si rimette all'Aula. Quindi la modifica riguarda il bilancio pluriennale, cioè va soltanto indicata la previsione per il 2010.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.
CUCCA (P.D.). Signora Presidente, è evidente che c'è una carenza di informazione, perché in effetti l'EISS è oggi ente regionale e funziona autonomamente, ma di questo evidentemente ne potremo parlare più avanti. Allo stato credo sia opportuno e necessario dare gambe a una norma che è stata inserita nel collegato e della quale ci si è dimenticati. Ritengo che si sia trattato di una dimenticanza in quanto già nel collegato si diceva che si sarebbe provveduto alla dotazione finanziaria con le leggi finanziarie degli anni a venire, quindi anche per il 2010. Non c'è nessuna difficoltà a mantenere la dotazione finanziaria per il 2010, evidentemente approfondiremo il ragionamento con le prossime finanziarie, sempre in esecuzione della norma contenuta nella legge numero 3 del 2009.
(E' approvato)
Passiamo all'esame della Tabella D.
(Segue lettura)
PRESIDENTE. Alla Tabella D sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo degli emendamenti:
Emendamento sostitutivo parziale Giunta Regionale
Tabella D
11 - PUBBLICA ISTRUZIONE
1. Gli importi relativi alle disposizioni di cui sotto sono sostituiti come segue (in grassetto le modifiche):
ESTREMI ED OGGETTO DEI PROVVEDIMENTI RAGGRUPPATI PER ORGANI AMMINISTRATIVI |
L.R. 2/07, art. 27 c. 2, lett. r) -Abbattimento costi fitto casa per studenti |
LR.3/08,art.4 c.1 lett. e) - Visiting professors |
U.P.B. |
S02.01.009 |
S02.01.009 |
CAPITOLO |
SC02.0169 |
SC02.0179 |
2010 |
4.000 (-2.000) |
3.000 (-1.000) |
2011 |
4.000 (-2.000) |
3.000 (-1.000) |
2012 |
4.000 (-2.000) |
3.000 (-1.000) |
2013 |
4.000 (+4.000) |
3.000 (+3.000) |
2. E' introdotta la seguente voce, con i seguenti importi:
ESTREMI ED OGGETTO DEI PROVVEDIMENTI RAGGRUPPATI PER ORGANI AMMINISTRATIVI |
L.R. 3/09, art. 9, e. 1, lett. d) -Contributo annuale a favore di Forgea International |
L.R. 7/05, art. 12, e. 1 lett a) - Fondo Unico per l'Università diffusa nel territorio |
U. P.B. |
S02.01.009 |
S02.01.009 |
CAPITOLO |
SC02.0186 |
SC02.0170 SC02.0172 |
2010 |
270 (+50) |
6.500 |
2011 |
270 (+50) |
6.980 |
2012 |
270 (+50) |
6.980 |
2013 |
270 (+50) |
6.980 |
COPERTURA FINANZIARIA
In aumento
U.P.B. S02.01 .009 - Formazione universitaria
2010 € 550.000
2011 € 50.000
2012 € 50.000
2013 € 50.000
SPESA
In diminuzione
U.P.B. S08.01. 002 - Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente
(voce 4)
2010 € 500.000
U.P.B. S08.02.002 - Altre partite generali che si compensano nell'entrata
2010 € 50.000
2011 € 50.000
2012 € 50.000
2013 € 50.000 (139)
Emendamento all'emendamento numero 139 sostitutivo parziale Giunta Regionale
Tabella D
11 - Pubblica Istruzione
Nel testo dell'Emendamento n. 139 l'importo di "euro 6.500" è sostituito con quello di "euro 6.980".
Copertura Finanziaria
In diminuzione
U.P.B. S08.01.002- FNOL (voce 4)
2010 € 480.000. (168)
Emendamento modificativo Floris Mario - Cuccureddu - Mulas
Tabella D
Nella tabella D sono apportate le seguenti modifiche:
08 Lavori Pubblici
1) è soppressa la seguente voce:
LR 3/08 - articolo. 9, c. 14 Finanziamenti enti locali opere pubbliche
UPB S07.10.005 CAP SC.07.1265
2) è inserita la seguente voce:
LR 1/06 - articolo. 5, c. 10 Strade provinciali
UPB S07.01.002 CAP SC 07.0025
anno 2010 0 (-6.000)
anno 2011 -
anno 2012 -
anno 2013 -
COPERTURA FINANZIARIA
in diminuzione
UPB S07.10.005 - (Finanziamenti agli enti locali per la realizzazione di opere di loro interesse)
anno 20 10 € 22.000.000
anno 20 11 € 20.000.000
anno 2012 € 5.000.000
anno 20 13 € 5.000.000
UPB S07.01.002 (Infrastrutture di trasporto di interesse degli enti locali)
anno 2010 € 6.000.000
in aumento
UPB S08.01.003 - (FNOL - investimenti)
anno 20 10 € 28.000.000
anno 20 11 € 20.000.000
anno 2012 € 5.000.000
anno 20 13 € 5.000.000
mediante accantonamento delle predette risorse nella seguente voce 2 (di nuova istituzione) della tab. B allegata alla legge finanziaria
2) Riordino rapporti finanziari tra Regione ed Enti locali. (9).)
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Scusi, è l'emendamento numero 178?
PRESIDENTE. E' l'emendamento numero 168, comunque siamo in fase di discussione e non di votazione degli emendamenti. L'emendamento numero 168 è un emendamento all'emendamento numero 139, per questo non è enumerato insieme agli altri.
CAPELLI (U.D.C.). Volevo proprio porre una domanda sull'integrazione del fondo per il 2010. Perciò è da intendersi in tabella che il fondo…
PRESIDENTE. Aspetti un attimo, onorevole Capelli.
CAPELLI (U.D.C.). Attendo. Assessore, ho la risposta alla domanda, cioè l'integrazione per il 2010 non è prevista nel bilancio, ma viene introdotta con l'emendamento numero 168. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Credo che la richiesta di chiarimenti da parte dell'onorevole Capelli riguardasse la cifra di 6 milioni e 500 mila euro per l'università diffusa, prevista nell'emendamento numero 139. Stavo dicendo prima che c'è un altro emendamento che prevede un'integrazione pari a 480 milioni di euro, per cui la cifra complessiva anche per il 2010 è di 6 milioni e 980 mila euro.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sugli emendamenti numero 168 e 139 il parere è favorevole. L'emendamento numero 9 credo sia superato e debba essere ritirato.
PRESIDENTE. Sì, l'emendamento numero 9 è decaduto.
Metto in votazione l'emendamento numero 168. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'emendamento numero 139.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, sono sicuro, essendo stato presentato dalla Giunta, che questo emendamento sia stato confortato dagli incontri con i rappresentanti dell'università, sottolineo però che l'intervento sull'abbattimento dei costi fitto casa per studenti va esattamente contro la filosofia che mi ha ispirato sinora nel sostenere che la Regione deve aiutare gli studenti e non le università.
Il secondo punto che mi crea perplessità è la riduzione del fondo per il programma "Visiting professors" - anche se all'Aula non interessa, a me fa piacere che rimanga agli atti, che il Consiglio sai comunque a conoscenza di questo fatto -, perché uno dei motivi per cui le università sarde hanno un basso rating rispetto alle altre università è legato al fatto che c'è una carente internazionalizzazione. Ciò vuol dire che c'è un carente scambio con le università estere. Ora io so che le nostre università preferiscono avere i soldi per pagare docenti in loco, ovvero spendere in loco i finanziamenti della Regione, ma forse stimolarle a invitare qualche professore in più da fuori, che innalzi il nostro rating di internazionalizzazione e innalzi soprattutto il livello culturale dei nostri studenti, è un segnale che da quest'Aula dovrebbe venire. Per cui, mi dispiace, ma questa volta voterò contro la Giunta, perché voterò contro l'emendamento numero 139.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Anch'io voterò contro l'emendamento e approfitto dell'interlocuzione che ha avviato in quest'Aula molto distratta l'onorevole Campus, per dire che noi dobbiamo affrontare il problema dell'università e anche delle dotazioni finanziarie che a vario titolo a quel mondo diamo: le diamo agli studenti per sostenere corsi di studi, anche di alta professionalità, presso atenei e centri di ricerca esteri; le diamo all'università per predisporre quanto è necessario per consentire ai nostri allievi di fare esperienza all'estero con l'Erasmus; le diamo anche, come abbiamo previsto nelle precedenti finanziarie, per poter acquisire contributi che vengono dall'estero, anche dal punto di vista della professionalità della docenza. Dopodiché, però, le nostre università vanno a finire stranamente nella coda delle università italiane e quindi perdono finanziamenti dello Stato, diventano meno attraenti per il sistema delle imprese che vuole investire nella ricerca e così via.
Allora questo problema va affrontato, perché noi dobbiamo fare grandi università, perché la Sardegna è bella da visitare, ma è bella anche da vivere. Non riesco a capire perché continuiamo a esportare le nostre energie migliori, i nostri giovani, la loro capacità e la loro curiosità, e ad arricchire altre aree geografiche del Paese, già ricche di per sé, o altri Paesi già ricchi di per sé. Invece noi dobbiamo attrarre quanto più possibile energie e capacità che sono nel mondo e mettere a disposizione la nostra regione perché i nostri giovani possano vivere, sperimentare, crescere nella ricerca. Però per fare questo bisogna cambiare atteggiamento e bisogna anche che qualche volta parliamo tra noi delle cose che servono a questa nostra regione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Noi Riformatori voteremo a favore di questo emendamento perché l'ha presentato la Giunta regionale, nonostante condividiamo una parte importante delle affermazioni che ha fatto il collega Campus, in particolare quelle legate al ruolo che il programma "Visi[s5] ting professors" ha nell'Università. Devo dire che conosciamo, perché la Giunta ne ha parlato, la difficoltà di attrarre vis[s6] iting professors e quindi spesso la dotazione finanziaria che è posta sul relativo capitolo rischia di essere non giustificata dalle effettive richieste da parte delle università per l'acquisizione della collaborazione di docenti stranieri.
Vorrei, però, chiedere ai colleghi Capigruppo della maggioranza Capelli, Diana, Sanna e Cuccureddu se siamo in una fase di voto libero, considerato che abbiamo appena bocciato a scrutinio segreto l'articolo 5 bis, che la maggioranza riteneva importante perché riguardava la certificazione dei bilanci delle Aziende sanitarie locali. Adesso stiamo esaminando le tabelle. Si può votare liberamente anche contro la Giunta, come il collega Campus ci fa ritenere? Se è questa la situazione, anche noi Riformatori inizieremo a esaminare gli emendamenti a uno a uno e non voteremo più secondo obblighi di maggioranza, ma secondo obblighi di coscienza, come è giusto che sia. Tra l'altro, essendo io di cultura liberale, sono favorevole, se la fase è questa, a un atteggiamento di questo genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Prima di esprimere il mio voto avrei necessità di un intervento della Giunta. Ribadendo che il Gruppo dell'U.D.C. vota secondo le linee di indirizzo della maggioranza, quando le condivide e molto spesso, anzi quasi sempre è così, voglio precisare, onorevole Vargiu, che sull'articolo 5 bis ci siamo astenuti perché, come è stato ribadito nel confronto in Aula, sulla sua utilità avevamo molte perplessità. Abbiamo esplicitato, però, anche in sede di Commissione, che la nostra posizione, soprattutto nel caso dell'articolo 5 bis, non era sicuramente contro la Giunta, anche perché quell'articolo non era stato proposto dalla Giunta.
Per quanto riguarda invece l'emendamento numero 139, Assessore, posso capire la diminuzione del finanziamento per il programma "Visiting professors", anche se concettualmente sono d'accordo con il collega Campus, in quanto questo capitolo ha 4 milioni e 360 mila euro di residui, cioè di fondi non spesi, il che significa che forse lo stanziamento era troppo alto, così come certificato anche dai rettori, ma sinceramente non capisco l'intervento inerente all'abbattimento dei costi fitto casa per gli studenti, che ha appena 200 mila euro di residui su uno stanziamento di 6 milioni di euro. La riduzione di 2 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2010, 2011 e 2012 a mio avviso necessita di una spiegazione. Se è solo un'operazione di bilancio non possiamo che concordare con il collega Campus. A questo punto, per non prestare il fianco a ulteriori voti segreti, diciamo sinceramente e direttamente che non siamo d'accordo e chiederemo la votazione per parti della tabella D, perché condividiamo la riduzione del finanziamento per il programma "Visiting professors", ma non per l'abbattimento dei costi fitto casa per gli studenti. Perciò attendiamo in merito un chiarimento da parte della Giunta e ribadiamo la nostra posizione di voto nel caso in cui questo chiarimento non arrivasse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La motivazione per quanto riguarda il "Visiting professors" è stata data e direi che è abbastanza chiara. Noi comunque manteniamo le risorse nel quadriennio 2010-2013.
Per quanto riguarda l'abbattimento dei costi fitto casa per studenti c'è un problema proprio di quadratura del bilancio per recuperare fondi sul pluriennale e consentire in prospettiva una sostenibilità finanziaria. Però io non ho difficoltà a dichiarare che possiamo anche, da qui all'approvazione del bilancio, fare una valutazione rapidissima per verificare se la situazione dei residui è davvero corrispondente a quella che è stata accertata adesso. Trattandosi di una tabella potremmo ancora eventualmente trovare risorse aggiuntive in sede di votazione del bilancio. Per cui chiedo di votare ugualmente l'emendamento numero 139 e di lasciarci il tempo per un'ulteriore valutazione.
CAPELLI (U.D.C.). Da ristabilire in bilancio eventualmente.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). In un'aula in cui in più di un momento c'è stata distrazione e forse sottovalutazione dell'importanza dell'argomento che comunque sta per essere liquidato, sono emersi due aspetti. Lo voglio ricordare per l'enfasi che il collega Uras ha posto nell'evidenziare soprattutto il problema relativo ai residui, collegandolo all'emergenza e alla drammaticità del problema occupazione. Qualcuno in Aula e fuori dell'Aula ha sorriso, ma io credo che l'enfasi posta dal collega Uras non meritasse tanto i sorrisi quanto una valutazione per un ritorno in Aula di questo argomento e di un problema che solo con un necessario e puntuale esame può essere affrontato e risolto.
L'altro aspetto riguarda il discorso altrettanto serio sull'università che ha aleggiato in una fase in cui forse c'è stato anche qualche attimo di sbragamento, per usare un termine che consente a tutti di comprendere. Io credo che l'università sarda soffra già un primo handicap che è dato dall'insularità ed è difficile da superare se non attraverso la qualità. La qualità non la si raggiunge con la gemmazione o l'università diffusa, ma convergendo sulle università esistenti, quelle di Sassari e Cagliari, e dando loro l'opportunità, attraverso un finanziamento consistente, di ottenere quella qualità necessaria per preparare e formare i nostri giovani e di costituire anche un'attrattiva per la popolazione universitaria che viene da fuori.
Come è stato detto da più di una voce in questo Consiglio, sull'argomento università bisogna ritornare con la dovuta attenzione e serenità, col necessario confronto e possibilmente anche scontro, ma per raggiungere risultati importanti per un settore che sta a fondamento dello sviluppo di quest'Isola.
PRESIDENTE. Colleghi, siamo alle battute finali, vi prego di prendere posto e di consentire a chi deve intervenire di farlo senza questo brusio in aula.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, mi sembra di capire che l'Assessore non ritira l'emendamento, ma suggerisce di procedere per poi eventualmente rimediare nel bilancio, in particolare per quanto riguarda l'abbattimento dei costi fitto casa. Io credo che avremmo fatto meglio, anche per non allungare una discussione che rischia di riportarci su temi che abbiamo già trattato, a procedere con una votazione per parti. E io la riformulo questa osservazione, cioè se la Giunta ritiene si può procedere con le altre voci e lasciare le cose così come sono per quanto riguarda l'abbattimento costi fitto casa, per il quale servirebbero più risorse. Quindi si procede con le altre voci ed eventualmente le modifiche al bilancio, con emendamenti a emendamenti, vengono fatte in merito ad altri argomenti. Questo potrebbe essere un modo che tra l'altro aiuterebbe a completare la discussione.
Se posso spendere una parola sul programma "Visiting professors", Assessore, avrei preferito, se ci sono dei residui che tra l'altro vanno valutati, perché molti dei programmi vengono effettuati nella seconda parte dell'anno, quindi il conto residui a ottobre non è indicativo del conto residui a fine anno…
CAPELLI (U.D.C.). A novembre.
PORCU (P.D.). A novembre, sì, però alcuni corsi si completano a dicembre, quindi ci sono anche attività che vengono consuntivate nel mese di dicembre. Allora, avrei preferito, Assessore, che l'eventuale diminuzione dello stanziamento in bilancio riguardasse solo il 2010, per ipotizzare già nel 2011 una ripresa di questo importante programma, che aiuta le nostre università a internazionalizzarsi e dà la possibilità agli studenti di avere un apporto da parte di docenti prestigiosi e di poter accedere, pur restando nelle loro sedi universitarie, a esperienze di livello certamente molto alto.
Quindi chiedo, se è possibile, di procedere comunque con la votazione per parti, Presidente, perché ci aiuterebbe a completare la discussione. In ogni caso mi sento di confermare, se questo non fosse possibile, il voto contrario all'emendamento e in particolare alla voce riportata al punto 1 della tabella D.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, espliciti la richiesta di votazione per parti.
PORCU (P.D.). Nell'emendamento numero 139 ci sono due prospetti, io mi riferisco alla prima voce del primo prospetto, perché capisco che è il punto che trova condivisione non in una sola parte politica. Quindi chiedo di votare separatamente la prima voce del prospetto di cui al punto 1 e poi tutto il resto. Mi sono spiegato?
PRESIDENTE. Sì, si è spiegato, onorevole Porcu.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Chiedo scusa, ma intervengo per evitare fraintendimenti o errori sostanziali. Gli uffici mi hanno riferito adesso che se lasciamo questa quantificazione non possiamo agire in bilancio, per cui chiedo due minuti di sospensione, stando in aula, per verificare in Assessorato quali sono i dati. Fra poco vi dico.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori per due minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 21 e 02, viene ripresa alle ore 21 e 06.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La Giunta condivide le osservazioni che sono state fatte, per cui propone, evidentemente con emendamento orale all'emendamento numero 139, di riportare a 6 milioni di euro per il 2010 la voce "Abbattimento costi fitto casa per studenti". Modifichiamo per il momento lo stanziamento per il 2010, in modo da assicurare immediatamente la copertura attraverso una diminuzione della UPB S08.01.002, Fondo per nuovi oneri legislativi di parte corrente, anziché di 500 mila euro, di 2 milioni e 500 mila euro. Per gli anni successivi provvederemo in finanziaria, non è un problema.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ritira la richiesta di votazione per parti?
PORCU (P.D.). Sì, la ritiro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANJUST (P.d.L.). Ne approfitto per ringraziare l'Assessore, e quindi la Giunta, e per ricordare all'Aula che questo emendamento fu presentato dal centrodestra nella scorsa legislatura. Bisogna dare atto alla maggioranza di allora di aver approvato questa nostra proposta prima in Commissione e poi in Aula. Spero che l'Assessore nel corso di questi anni provveda a implementare un fondo che ha dimostrato in tutti questi anni di non avere mai un residuo e di essere di vitale importanza per tutti gli studenti universitari sardi, non per quelli che studiano in una facoltà non presente nella loro città, ma soprattutto per coloro che sono costretti a emigrare perché da noi non sono presenti le facoltà da loro richieste. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, avendo la Giunta sostanzialmente modificato la proposta di modifica della tabella D, ricordo che io ho ritirato un emendamento che addirittura incrementava il fondo per l'abbattimento dei costi fitto casa per studenti, proprio nel rispetto di quelle regole di maggioranza a cui sono stato richiamato dall'onorevole Vargiu. Però rispettare le regole di maggioranza non significa non avere una propria coscienza. Il voto di dissenso rispetto al proprio Gruppo o alla propria maggioranza esiste in tutti i consessi istituzionali che ho avuto l'onore di frequentare.
Tuttavia, data la modifica proposta ora dalla Giunta, credo di poter modificare il mio voto, da contrario a favorevole, rimarcando però, consentitemelo, il fatto che qualche correttivo per la mancata spendita dei fondi per il "Visiting professors" anche noi dobbiamo stimolarlo all'interno delle università.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). A seguito delle dichiarazioni della Giunta, ovviamente, voteremo a favore di tutto quanto previsto nell'emendamento. Vorrei ringraziare l'Assessore perché ha dimostrato che il libero confronto porta anche alla correzione degli errori, perciò non sempre è più utile appiattirsi sulle proposte anziché aprire un corretto confronto. La ringrazio, Assessore, soprattutto perché ha dato un esempio di come può avvenire il confronto tra maggioranza, minoranza e Giunta, cosa che in passato non è stato possibile fare.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 139. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione la tabella D. Chi l'approva alzi la mano.
I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno domani mattina, alle ore 10, con la votazione del passaggio all'esame degli articoli del disegno di legge numero 77/A. Ricordo che sempre domani mattina, alle ore 9 e 30, è convocata la Commissione industria.
La seduta è tolta alle ore 21 e 11.
[s1]Endo Vascular Laser Treatment
[s2]Ispettore capo della Ragioneria generale dello Stato
• Modello CE (Conto Economico)
• Modello SP (Stato Patrimoniale)
• Modello CP (Costi dei Presidi a gestione diretta delle Aziende Usl)
• Modello LA (Costi per Livelli di Assistenza)
[s4]Diagnosis Related Group
[s5]maiuscolo
[s6]minuscolo