Seduta n.317 del 19/04/2012 

CCCXVII SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

GIOVEDI' 19 APRILE 2012

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 02.

BIANCAREDDU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 6 marzo 2012 (309), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Pietro Cocco, Francesco Meloni e Matteo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 aprile 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Interventi straordinari in materia di valorizzazione di beni e attività culturali". (382)

(Pervenuto il 17 aprile 2012 e assegnato all'ottava Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Steri - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu:

Disposizioni per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito. (380)

(Pervenuta il 12 aprile 2012 e assegnata alla settima Commissione.)

Fois:

Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012). (381)

(Pervenuta il 16 aprile 2012 e assegnata alla terza Commissione.)

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

BIANCAREDDU, Segretario:

"Interrogazione Corda - Barracciu - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul concreto rischio di soppressione della sede staccata del tribunale di Olbia". (855)

PRESIDENTE. Considerata l'assenza di numerosi consiglieri, la seduta è sospesa sino alle ore 10 e 15.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 04, viene ripresa alle ore 10 e 29.)

Discussione del testo unificato: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" delle proposte di legge: Contu Mariano Ignazio - Diana Mario: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (373), Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani: "Modifica all'articolo 1, comma 16, e alla tabella E della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (374) e Fois: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (381)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 373-374-381/A. Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Fois, relatore.

FOIS (Riformatori Sardi), relatore. Signora Presidente, la terza Commissione nella seduta del 17 aprile 2012 ha deliberato l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 381 prevedendone l'esame congiunto con le proposte di legge numero 373 e 374. Nella medesima seduta la Commissione ha licenziato, con il voto favorevole della maggioranza e l'astensione dei consiglieri dell'opposizione, un testo unificato delle tre proposte che si compone di due articoli. Col testo unificato si apportano modifiche alla legge finanziaria per l'anno 2012 col fine di agevolare il perseguimento degli obiettivi in essa individuati. Di fatto il patto di stabilità interno costituisce un forte freno per la spesa regionale e non solo pone tetti stringenti alla capacità di impegno e pagamento, ma richiede una sorveglianza continua e progressivi aggiustamenti.

La legge finanziaria 2012 aveva inteso definire puntualmente gli interventi da privilegiare all'interno di tali vincoli, elencando in tabella i capitoli rilevanti a tal fine. Su tali obiettivi si era realizzata una significativa convergenza fra maggioranza e opposizione. Ora occorre, senza rinunciare a tali obiettivi, e in particolare alla precedenza da dare agli interventi anticrisi di cui all'articolo 5, che hanno un'evidente finalità di breve periodo per fronteggiare l'emergenza, consentire maggiore margine di elasticità alla Giunta regionale nella determinazione puntuale dei limiti all'emissione dei titoli di impegno e dei titoli di pagamento su quantità e qualità. Lo strumento è quello ordinario già previsto dalla legge di contabilità, che dovrà però muoversi in funzione delle priorità già individuate in legge, e che sarà trasmesso, come previsto, al Consiglio regionale.

In particolare l'articolo 1 reca modifiche ai commi 16, 17 e 18 dell'articolo 1 e al comma 14 dell'articolo 5 della legge regionale numero 6 del 2012 (legge finanziaria); esso prevede, inoltre, l'abrogazione della tabella E allegata alla stessa legge.

In conclusione la modifica che si propone è finalizzata a un migliore adeguamento degli obiettivi perseguiti come prioritari dalla recente manovra finanziaria con l'effettiva capacità di spesa dell'Amministrazione regionale, così come risultante alla luce degli stringenti limiti imposti dal patto di stabilità interno per l'anno 2012 e in considerazione dei pagamenti già effettuati nei mesi di esercizio provvisorio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Sabatini, che ha a disposizione venti minuti.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intanto vorrei dire che alcune settimane fa si è svolto in quest'Aula un importante dibattito: si sono riuniti gli Stati generali della Sardegna e in due giorni di discussione si sono affrontati i temi prioritari della Sardegna e in modo particolare la vertenza entrate, i rapporti con lo Stato e il patto di stabilità. Mi pare che dopo alcune settimane possiamo dire che poco è rimasto di quel dibattito. Chiedo alla Giunta e alla maggioranza quali azioni sono seguite, quali indicazioni sono state raccolte da quel dibattito. Anche in quella occasione la Giunta ha fatto appello alla minoranza per una stretta collaborazione su temi la cui portata va oltre la nostra appartenenza politica. Io concordo su questa visione, che però poi non ha avuto atti conseguenti. Siamo alla continua ricerca di informazioni sulla vertenza entrate, sull'attività che la Giunta svolge nel contrattare il patto di stabilità, e questo dicono anche i tanti ordini del giorno che sono stati approvati all'unanimità da quest'Aula.

Stamattina, a dimostrazione di quanto sto affermando, e cioè che la Giunta rinuncia a informare puntualmente la terza Commissione e questo Consiglio sulla propria attività, sono venuto in possesso di una proposta di accordo per il 2012 sul patto di stabilità. Chiedo al presidente Fois se è a conoscenza di questa proposta. La Commissione non ne è stata informata, ma credo che neanche i Capigruppo della maggioranza abbiano alcuna informazione al riguardo. La Giunta continua a operare in piena solitudine e puntualmente richiama quest'Aula a una fattiva collaborazione, che in effetti, poi, nelle azioni che porta avanti dimostra di non volere.

Per quanto riguarda il provvedimento odierno noi non ci opponiamo, esprimeremo un voto di astensione, ma chiaramente segnaliamo che a poche settimane dalla sua approvazione stiamo già provvedendo a modificare la legge finanziaria. In terza Commissione è stato fatto il tentativo di abrogare addirittura il comma 14 dell'articolo 5 della finanziaria, facendo venire meno un punto fondamentale dell'accordo. Infatti l'opposizione a suo tempo votò a favore dell'articolo 5, che prevede misure anticrisi, a patto che queste avessero priorità assoluta. Ecco, in Commissione si è tentato di abolire il comma 14, di non riconoscere più le priorità in funzione appunto della difficoltà dovuta al patto di stabilità. Voglio ricordare che dal 2007 a oggi abbiamo perso 1 miliardo di euro per i vincoli del patto di stabilità, cioè i vincoli alla possibilità di spesa aggiuntiva. Stiamo regredendo senza opporre nessuna resistenza, senza che la Giunta apra una vertenza forte con lo Stato sul tema del patto di stabilità, che invece è un tema fondamentale. Spero che la lettera che è stata presentata il 28 marzo, e che non ho ancora avuto modo di leggere, sia almeno accompagnata da un'azione politica.

Vedo che la Giunta non ascolta, pertanto rinuncio a proseguire, Presidente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, l'Aula è distratta e in qualche modo si vorrebbe far passare queste modifiche come ordinaria amministrazione. Credo che, al di là dell'atto di misericordia politica della minoranza, che in Commissione al momento della votazione si è astenuta, le modifiche di cui discutiamo oggi siano veramente da approvare, lo dico all'Assessore, ai colleghi e alla Presidente del Consiglio, perché hanno un elevato valore politico in quanto certificano quello che già sapevamo, cioè che la distanza tra quello che il bilancio promette e quello che è in grado di fare è una distanza incolmabile, per cui ogni tentativo di fissare delle priorità, come avveniva con la tabella E, elencando in maniera puntuale le voci di un bilancio ridondante rispetto alle risorse disponibili (ricordiamoci che c'è una differenza di oltre 1 miliardo tra i 6 miliardi e 800 milioni di euro di stanziamenti e i 5 miliardi e 700 milioni di entrate che abbiamo ogni anno), è di fatto impossibile!

Quindi oggi la rinuncia alla tabella E - rispetto alla quale anche in Commissione abbiamo detto: "Prendiamo atto che non siete in grado di stabilire delle priorità, arrangiatevi", e quindi credo che il voto di astensione avesse questo significato - è di fatto inattuabile, perché vi costringerebbe a riscrivere il bilancio o ad ammettere quello che ricordava il collega Sabatini, e cioè che ogni tentativo, al di là delle vostre parole, di far valere i diritti dei sardi e ottenere quello che ci spetta tramite maggiori riscossioni e un conseguente innalzamento del patto di stabilità è stato vano.

Mi rivolgo a lei, signora Presidente del Consiglio, che ci rappresenta, visto che la Giunta è fatalmente distratta, ma spero che l'assessore La Spisa abbia qualche parola di speranza per noi che vorremmo fare una battaglia unitamente al Governo regionale su una cosa che non si riesce a ottenere, per dirle che ogni tentativo che è stato fatto anche in questi mesi, nonostante gli ordini del giorno unitari e nonostante l'assemblea degli Stati generali, è stato fatto per innalzare il livello del conflitto istituzionale con lo Stato, per far valere i nostri diritti e ottenere quello che ci spetta già nel breve termine. Avevamo posto il termine di trenta giorni, avevamo detto che occorreva mettere la vertenza entrate, le maggiori riscossioni e l'innalzamento del patto di stabilità al primo punto dell'agenda della vertenza Sardegna.

Tutti questi tentativi e anche la nostra disponibilità, come minoranza, sono stati vani. Io credo che la Giunta, anche al di là delle modifiche che oggi vengono richieste, non possa che ammettere di non avere gli strumenti, di non avere le capacità per ottenere quello che spetta ai sardi. Non voglio trarne conseguenze politiche, Assessore, ma è indubbio che non siete stati e non siete tuttora capaci né di ottenere quello che ci spetta né, ed è ancora più grave, di innalzare il livello del conflitto istituzionale per far valere i nostri diritti. Ed è questo che dispiace di più, perché l'ottenimento del risultato può essere anche indipendente dalla volontà, ma non è indipendente dalla volontà il farsi carico del senso di frustrazione dei sardi: dei sardi che si sentono ingannati, dei sardi che avvertono che oggi il Governo non è amico - ma, non lo era neanche prima - e viene meno un principio fondamentale di leale collaborazione tra istituzioni. C'è un'istituzione che in qualche modo non rispetta le proprie leggi e c'è il senso di frustrazione dei sardi che soffrono, dei sardi che avvertono i morsi fortissimi della crisi economica, dei sardi che vorrebbero avere strumenti e leve per rilanciare l'economia, per investire in senso anticiclico, per restituire speranza alla loro comunità, e che oggi si sentono traditi.

Credo che questo sia il senso politico delle modifiche che andiamo a fare, cioè un'ammissione di inadeguatezza, un'ammissione di incapacità. Sarebbe opportuno non far apparire questo fatto come una resa incondizionata, cioè ammettere di non essere in grado di stabilire delle priorità, perché le risorse non ci sono e quindi sarete costretti, attraverso il bilancio, a dare un contentino a tutti. Il senso dell'operazione che stiamo facendo oggi è infatti quello di non stabilire delle priorità rigide, ma di dare un contentino a tutti per guadagnare tempo. Ora, io mi auguro che la seduta di oggi, Assessore, possa avere nelle sue parole di replica un qualche segno di speranza, perché se voi togliete la speranza ai sardi fareste meglio a fare una riflessione profonda sulle difficoltà politiche della vostra maggioranza e della vostra Giunta, sulle difficoltà che avete nel rappresentare questi diritti. Quindi, Assessore, alla fine della sua replica ci faccia capire cosa stiamo facendo nei confronti del Governo nazionale, ci faccia capire come prosegue la vertenza entrate, ci faccia capire se eliminare le priorità è un'operazione di resa oppure un'operazione che ha come risvolto un'azione rivendicativa forte che intendete almeno in futuro, visto che non l'avete fatta in passato, portare avanti. Diversamente, senza quegli atti politici e senza capacità rivendicativa queste modifiche rimarranno soltanto un contentino per tirare a campare - ahimè, mestamente! - fino alla fine di questa legislatura, che ho l'impressione sarà tutta da dimenticare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, il fatto che il collega Chicco Porcu si sia rimesso alla speranza di un'utilità della replica dell'Assessore indica che siamo alla disperazione! In effetti io vi suggerirei, colleghi, di essere meno distratti, perché non stiamo compiendo un passaggio burocratico. Cercherò di spiegarvi il senso e il perché di questa norma.

A un mese di distanza dall'approvazione della finanziaria la Giunta urla la sua preoccupazione perché il combinato disposto della tabella E (che a suo tempo ha voluto mantenere), del comma 16 dell'articolo 1 e del comma 14 dell'articolo 5 della legge finanziaria dava esattamente un quadro dell'impossibilità di scegliere come orientare la spesa, perché tutto era diventato una priorità. Essendo tutto prioritario, le voci che non ricadevano in questo mare magnum delle cose da fare non sarebbero potute essere finanziate. Quindi la Giunta ha detto: "Liberatemi da questo vincolo", e ha proposto questa modifica, in cui la tabella E non c'è più, però si prevede che nelle direttive della Giunta saranno prioritarie un po' tutte le cose: fondo unico, emergenza sociale, contrasto alla povertà, istruzione e ricerca, occupazione, interventi a favore delle aree di crisi, e in più le misure dell'articolo 5, cioè tutto.

Voi siete contenti perché sono state ricomprese le voci che, illudendovi, saranno oggetto di finanziamento certo; siete stati accontentati, ma la Giunta ora ha le mani libere per poter spendere come vuole. Come sta facendo in questi giorni il Presidente della Regione, il quale, con la Sardegna alla fame, sta spendendo i soldi della pubblicità istituzionale per fare propaganda ai referendum. Avete capito di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una finanziaria che è nata per rispondere a determinate esigenze e di un Consiglio regionale che libera le mani del Presidente della Regione perché possa continuare a spendere risorse pubbliche per la sua propaganda, di fronte alla fame della gente!

E ancora: si elimina la tabella E, si deciderà poi che cosa fare, però al comma 17 dell'articolo 1 viene spiegato che quest'anno agli enti locali è stato trasferito, oltre al 40 per cento dei fondi arretrati (quelli che fanno parte della quota del 2011), il 40 per cento della quota del fondo unico del 2012, e poi si dice che la restante quota è erogata sulla base di dimostrate esigenze di cassa. Che cosa vuol dire? Vuol dire che gli enti locali, verosimilmente, nel 2012 chiuderanno l'esercizio avendo percepito solo il 40 per cento della quota stabilita. Fate un piccolo conto e pensate che tutti gli enti locali, compresi quelli sotto i 3.000 abitanti, l'anno prossimo saranno assoggettati al patto di stabilità e la valutazione del loro vincolo sarà determinata sulla base della spesa storica. Quindi, in qualche modo, quello che noi trasferiremo quest'anno determinerà la quota con la quale i comuni dovranno vivere o morire. Io sono più propenso a pensare che moriranno e che quindi questa disposizione è altamente pericolosa per la sopravvivenza del sistema degli enti locali e rende del tutto inutile il comma 18 dell'articolo 1, in cui viene detto proprio quello che noi avevamo pensato, cioè che in due anni avremmo dovuto raggiungere l'equilibrio attraverso la cessione totale agli enti locali della quota del fondo unico entro l'anno finanziario, proprio perché avevamo in mente l'idea che essi dovessero sopravvivere. Se però siamo sotto vincolo sia noi sia gli enti locali, dovete fare un semplice ragionamento, dovete cioè stabilire quanta parte hanno in questa ondata di antipolitica che ci sta travolgendo l'inoperatività e l'impossibilità delle istituzioni pubbliche nel dare risposte ai cittadini. Una volta che avrete stabilito questo e anche il ruolo che stanno assumendo le azioni legislative che tendono a diminuire ancora di più questo potere, vi renderete conto che questo provvedimento è un suicidio per la classe politica, è contro la classe politica, è un errore madornale per un Governo regionale che si presenta, neanche un mese dopo l'approvazione della finanziaria, per chiederne una modifica, che non ha ancora chiuso la questione delle entrate e che non ha nemmeno iniziato a discutere del patto di stabilità.

Alcuni di noi ieri hanno presentato una proposta di legge che, se fossimo persone avvedute e coraggiose, chiederemmo di approvare oggi come un articolo ulteriore di questo testo di legge, in cui chiediamo che a partire dal 2013 il vincolo del patto di stabilità della Sardegna sia in percentuale identico a quello che la nostra Regione aveva nel 2009, cioè prima della contabilizzazione delle nuove entrate, il che ci garantirebbe l'accesso ad altri 300 o 400 milioni di euro, che è un fatto di giustizia, non di ruberia. E' un fatto di giustizia perché se lo Stato ci aumenta le entrate, noi dobbiamo avere lo stesso diritto di spesa. Questa operazione non ci deve danneggiare, perché il giorno che noi chiuderemo l'accordo sulle entrate avremo di fatto danneggiato la Sardegna se non saremo nel frattempo riusciti a modificare il patto di stabilità. Quindi noi dobbiamo accelerare il confronto con lo Stato e approvare una norma che possa anche correre il rischio di essere bloccata dallo Stato, sotto il profilo della legittimità, ma che ci consenta di sollevare lo scontro e di manifestare questa esigenza. La Regione non può dare i soldi agli enti locali, può scegliere tra le poche cose che può fare, ma gli spazi di manovra sono prossimi allo zero.

Questa Regione, come ho già detto, è in amministrazione controllata, non ha bisogno di noi; tra residui e altro non ha bisogno di noi. E allora mi dovete spiegare perché noi dovremmo preoccuparci tanto dell'antipolitica che monta contro di noi. Hanno ragione quelli che se la prendono con noi, perché non ci diamo gli strumenti per liberare la nostra funzione istituzionale. E' per questa ragione che noi ci siamo astenuti in Commissione e ci asterremo anche in Aula e vi diciamo: state attenti, perché quello che si determinerà, a seguito di questo provvedimento, nel futuro degli enti locali noi ve lo ricorderemo nelle piazze.

Questa Giunta vive la sua vita istituzionale sulla base dell'arbitrio nella spesa, non del vincolo; è insofferente ai vincoli, è insofferente alle priorità, perché è arrivata al punto di proporre la soppressione della priorità di cui all'articolo 5. Badate, l'articolo 5 è stato la ragione di tutta la finanziaria, ovvero poter dire: queste somme vanno ai più bisognosi e devono essere garantite per una spesa accelerata. La proposta della Giunta era invece quella di derubricare la priorità di legge in direttiva della Giunta regionale. Questo per dirvi qual è l'approccio! Ma anche se non è stato fatto, perché noi ci siamo opposti, non è che per questo non dobbiamo giudicare quella proposta. La giudichiamo anzi con preoccupazione e allarme! Ecco perché di fronte agli enti locali, assessore Rassu, ci prendiamo la parte che abbiamo sempre scelto di recitare, quella di essere al loro fianco a tutela del presente, ma anche del futuro, in ragione della legislazione che sta per incombere su di loro. Noi dovevamo garantire ai comuni, quest'anno e per due anni, l'80 per cento del fondo unico, per poi arrivare al 100 per cento, proprio per dare loro la possibilità di avere uno storico di spesa sufficiente per garantirsi il futuro, dato che noi siamo già danneggiati per conto nostro dal patto di stabilità.

Ecco il senso della nostra astensione e della nostra preoccupazione. E fareste bene, una volta tanto, quando la Commissione consiliare guadagna sul terreno della credibilità pubblica un punto a suo favore, lavorando anche contro la proposta della Giunta e producendo una finanziaria diversa e nuova, a difendere quella proposta sino alla fine, anziché arrendervi dopo appena un mese! Questo provvedimento è infatti una resa alle comodità della Giunta e di un Presidente che anche con questi provvedimenti si mette al sicuro la sua quota di pubblicità istituzionale per continuare a fare gazzosa, alla faccia dei bisognosi! Questo è intollerabile, per noi e credo per tutti, ed è per questo che nella votazione ci asterremo, ma con questa preoccupazione. Ricordatevi che queste operazioni, che hanno una previsione di spesa che comunque collega la finanziaria di un anno con quella dell'anno successivo, ci porteranno a ritrovarci l'anno prossimo per fare un bilancio delle cose che stiamo dicendo, cioè un bilancio dell'attuazione di quello che stiamo approvando in questo momento, e sarà un bilancio sereno. Noi cerchiamo di lavorare con questo indirizzo. Essere in politica, colleghi, significa avere l'ossessione della lungimiranza, capire dove vanno a incidere nel futuro le cose che facciamo adesso. Se non facciamo questo, non ci stiamo a fare niente qui dentro. Lo sforzo che dobbiamo fare quando approviamo dei provvedimenti è quello di leggere dentro le norme l'orizzonte. E l'orizzonte ci dice di questa preoccupazione, ecco perché vi invitiamo ancora una volta a riflettere. Non è la morte di una maggioranza o della sua dignità dire no, una volta ogni tanto, magari qualche volta di più, a una Giunta regionale che pensa solo alla sua proiezione politica e speculativa.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Assessore La Spisa, lei ricorderà che all'avvio delle audizioni sulla finanziaria 2012, a novembre del 2011, le posi una domanda diretta, le chiesi cioè se la Giunta e in particolare l'Assessore del bilancio non ravvisassero la necessità politica di liberare le risorse vincolate dal patto di stabilità con un gesto politico coraggioso che portasse alla denuncia stessa del patto di stabilità e alla sua non applicazione.

Io posi questo problema nel 2011, ma penso che quest'anno, Assessore, per le cifre che abbiamo avuto modo di vedere e che sono state esplicitate anche dagli uffici per quel che riguarda l'esercizio 2012, la situazione finanziaria nel secondo semestre dell'anno sarà per la Regione assolutamente insopportabile. Oggi, in Aula, voglio riproporre il tema della necessità di una profonda modifica e di un allentamento dei vincoli del patto di stabilità oppure dell'avvio di una riflessione su questo drammatico gesto di coraggio, lo capisco, un gesto straordinario assolutamente imposto dalla difficoltà della gestione di un bilancio asfittico che non consente di affrontare tutti i problemi che necessariamente vanno affrontati. Quindi il problema politico è sul tavolo, soprattutto in assenza, o meglio in presenza dei ritardi e degli errori che hanno portato a sottovalutare, già dagli anni scorsi, il peso crescente che il patto di stabilità e la mancata risoluzione della vertenza entrate avrebbero caricato sul nostro bilancio.

Quella che facciamo oggi è un'operazione di emergenza; stiamo discutendo una leggina tappabuchi che cerca di dare alla Giunta un'elasticità di manovra all'interno delle ristrettezze di bilancio che consentirà forse di tamponare giustappunto le emergenze, ma che non consentirà assolutamente di risolvere i problemi veri che, soprattutto nella seconda metà dell'esercizio, ci troveremo ad affrontare. Ecco perché, pur avendo il nostro Gruppo sollevato il problema con una delle proposte di legge che sono state unificate in questo testo, pur avendo sollevato il problema di settori importantissimi che rischiano di essere tagliati fuori, per la carenza di risorse, dalle priorità imposte dall'articolo 1 e dall'articolo 5, non possiamo essere soddisfatti della legge che oggi è stata presentata, perché rinvia di alcuni mesi, ma non risolve assolutamente i problemi veri che abbiamo tutti di fronte.

Il problema non è la tabella E; la tabella E era solo il tentativo di individuare, in maniera seria e responsabile, delle priorità, come è necessario fare in momenti di crisi e difficoltà. Il problema vero è e rimane il patto di stabilità; il problema vero è e rimane, assieme al patto di stabilità, la mancata conclusione della vertenza entrate e dunque l'assoluta carenza di risorse con cui ci troviamo ad affrontare i problemi della Sardegna. Non possiamo non sottolineare i ritardi che si aggiungono ai ritardi, ormai di due o tre anni, nell'affrontare questo tema.

C'è stato un incontro con i sindacati in cui è stato riproposto l'ennesimo documento che pone il problema. Il Consiglio regionale è assolutamente all'oscuro di ciò che sta succedendo al tavolo della Commissione paritetica. Una vertenza che, anche dagli intendimenti del Governo, con il decreto che ha emanato, doveva essere risolta in quattro settimane si trascina stancamente in maniera opaca e con risultati parziali che non vengono portati a conoscenza del Consiglio regionale. Abbiamo addirittura chiesto di audire in Commissione l'Assessore del bilancio o il Presidente della Regione per poter capire che cosa si sta muovendo intorno al tavolo della Commissione paritetica, proprio perché comprendiamo l'urgenza e l'emergenza di dare qualche risposta su quel versante, che è la priorità delle priorità rispetto ai temi che dobbiamo affrontare.

Io spero che l'assessore La Spisa nella replica possa approfittare di questa occasione per darci qualche notizia in merito, qualche elemento che ci consenta di capire se la mobilitazione a cui abbiamo dato la nostra adesione dall'inizio, il sostegno politico che abbiamo garantito all'iniziativa della Giunta, nonostante la nostra posizione in minoranza, per affrontare problemi che consideriamo prioritari siano stati utili. Nonostante questo il Consiglio regionale è ancora tenuto in una condizione di assoluta insufficiente conoscenza dello stato dei lavori.

Ecco il perché del nostro voto di astensione su questa proposta. Pensiamo infatti che questa leggina sia un pannicello caldo sulle piaghe di una Sardegna in crisi e soprattutto sull'incapacità di spesa di un bilancio regionale che nei prossimi mesi sarà assolutamente ingovernabile. Anche per questo riproponiamo il quesito se non sia opportuno attivare un'iniziativa politica seria, responsabile e coraggiosa che porti la Sardegna, insieme ad altre Regioni e a grandi comuni che si stanno ponendo lo stesso problema, a compiere un gesto politico forte che induca lo Stato, il Governo nazionale a rivedere i vincoli asfissianti di un patto di stabilità che sta strangolando l'economia e le realtà territoriali regionali, soprattutto quelle del Meridione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, ho intenzione di intervenire molto brevemente su questo articolo per dire che non sono d'accordo. E non sono d'accordo in modo particolare sulla modifica che subisce il comma 14, che era frutto di un accordo che si è concluso nel momento in cui abbiamo predisposto l'articolo 4 bis della finanziaria, poi diventato articolo 5; un accordo tra maggioranza e minoranza che reca quella data e ha quel preciso oggetto e che, per quanto mi riguarda, io non ho deciso di modificare. Scopro che, invece, unilateralmente la Giunta regionale, a maggioranza, decide di modificare quell'accordo dimostrando ancora una volta, Presidente, che in quest'Aula gli interlocutori con i quali noi abbiamo a che fare hanno difficoltà a mantenere la parola data e sono destinati all'esercizio marinaro, che un po' ci ricorda il vecchio ciabattino: "Passi domani a ritirare le scarpe". Ma le scarpe non sono mai pronte e c'è chi deve andare scalzo!

Cosa vuol dire cancellare la prevalenza dei pagamenti e degli impegni relativi alle misure anticrisi, per le quali abbiamo passato il tempo in Commissione alla ricerca delle necessarie risorse? Stiamo parlando di cantieri di lavoro, di cantieri verdi, delle opere immediatamente cantierabili, cioè stiamo parlando di un minimo, si sappia che è un minimo, che forse non arriva a 150 milioni di euro in un bilancio di 9 miliardi! Stiamo parlando di un decimo di 1 miliardo e mezzo, di un ventesimo di 3 miliardi, di un sessantesimo del bilancio. Per cui anche quella priorità, così tutelata, con questo provvedimento in realtà non è più tutelata. A chi è venuta la bella idea di dire che la disperazione, che noi trattiamo con quattro lire del bilancio, ancora una volta vale meno del privilegio? E farò l'elenco dei privilegi. Ieri è stato consegnato, finalmente, alla Commissione d'inchiesta un plico voluminoso che ci racconta quante sono le prebende che sono distribuite per varie funzioni collaterali all'attività amministrativa, per l'esercizio di funzioni liquidatorie che durano da anni, qualche volta addirittura da decenni e che garantiscono entrate a chi non fa nulla, a chi non produce niente! E noi che cosa facciamo? Modifichiamo il comma 14! Io avevo detto, non so se l'onorevole Diana se lo ricorda, che se ci fosse stata una sola modifica dell'articolo 5 noi avremmo fatto un'opposizione durissima su questo argomento, che oggi inizia ma non finisce qui. Bisognerà infatti cominciare a pensare a organizzare un po' il popolo per dire basta, se non riusciamo neppure a conservare una disposizione di questa natura. Ma che bisogno c'è - lo chiedo a quelli che in Commissione hanno fatto con me questo lavoro - di togliere quella prevalenza che avevamo dato agli interventi anticrisi? Si vuole cancellare la tabella E perché l'Assessorato della programmazione, i suoi funzionari e dirigenti che erano stati incaricati di scriverla in modo coerente rispetto alla norma, non sono stati capaci. Così si abolisce la tabella che avrebbe potuto consentire un controllo del Consiglio sulle priorità definite dalla Giunta.

Avevamo detto: fate un elenco dei pagamenti che hanno priorità e che riguardano l'emergenza sociale, la povertà. Lo so che a voi questo non interessa, perché i vostri figli non hanno di questi problemi, come i miei. Lo so che a voi non interessa perché ciò che avete in mente è altro, non sono i problemi di questa società, non sono i problemi dei disperati con i quali venite in contatto fortuitamente in qualche circostanza. Ma come è possibile consentire questo? Centocinquanta milioni di euro sono un sessantesimo del bilancio della Regione! Nella finanziaria era scritto che gli impegni dei pagamenti di queste dotazioni sarebbero prevalsi su tutto. Ebbene lo si cancella, perché magari si deve risolvere qualche problemino di vita di qualche amministratore! Non so, magari sono in programma giri di vela o interessanti manifestazioni del turismo! Che cosa c'è in programma che possa prevalere di più dell'attenzione nei confronti degli enti locali per rendere immediatamente disponibili gli effetti di un intervento a favore dell'occupazione?

Abbiamo destinato qualche milione di euro per cantieri verdi da destinare prevalentemente alle aree colpite fortemente dalla crisi della deindustrializzazione selvaggia alla quale ormai la Sardegna progressivamente da tempo è destinata. Noi togliamo la parola "prevalgono", e perché la dobbiamo togliere? Mettiamo questi interventi tra quelli prioritari in generale, insieme alle indennità di risultato dei dirigenti, insieme alle prebende per i liquidatori di società decotte dell'Amministrazione regionale, che sopravvivono a tutto, insieme alle convenzioni e alle consulenze in ogni materia, insieme ai pagamenti che magari riceve qualche ex Assessore per svolgere funzioni di amministrazione "fantasiosa" in materia di energia? Ma poi c'è chi ci fa anche gli spettacoli! Onorevole Sciupone, si è detto: a chi si riferisce questo epiteto, a quale onorevole si riferisce? Io non conosco sciuponi che possano essere onorevoli! Ma a chi vengono a fare la morale questi? Abbiamo previsto una prevalenza, abbiamo fatto un accordo, perché ve lo rimangiate? Vi fa vergogna garantire quattro lire alla disperazione prima di ogni altra cosa, 150 milioni di euro, ovvero un sessantesimo del bilancio della Regione?

Noi dobbiamo combattere quotidianamente perché le leggi vengono violate, io da questo posto l'ho detto più di una volta, l'ho detto anche in Commissione d'inchiesta. L'abbiamo scritto, l'abbiamo documentato. Voglio sapere perché non si deve intervenire su questa materia, perché questa materia non deve essere oggetto di attenzione. Si lascia la gente per strada per mesi, basandosi su fondamenti giuridici sbagliati, e tutto passa in cavalleria, non si paga mai pegno, nessuno ne risponde! Mi dicono - io non lo so, farò una verifica in queste ore - che la dotazione finanziaria che avevamo destinato ai lavoratori che non avevano percepito e non avrebbero potuto percepire alcun sostegno, alcun sussidio, alcun intervento di ammortizzazione sociale, non è stata spesa. Li abbiamo soddisfatti tutti i disperati, siamo l'unica Regione che ha questo privilegio? Sarà che abbiamo un Presidente così efficiente da essere capace di rinviare le elezioni sine die! Perché non mette due impiegati, due tecnici… Lo sa, Presidente, quante decine di milioni di euro sono già costati e quante decine di milioni costeranno ancora i nostri sistemi informativi che non sappiamo chi informano? Chi informano, Assessore del bilancio? Quest'Aula no! Noi non possiamo accedere alle informazioni che sono detenute negli archivi gestiti dai tecnici delle multinazionali che li producono e dalla Giunta regionale. Non sappiamo che uso essi facciano dei dati che riguardano i nostri cittadini, le nostre imprese, le nostre amministrazioni, non sappiamo dove li hanno stoccati, se li usano solo ed esclusivamente per funzioni istituzionali oppure se ne appropriano per altre funzioni. Non c'è controllo, ma quando verrà il controllo? Però ci preoccupiamo di togliere la prevalenza alla spesa di 150 milioni di euro su 9 miliardi, ovvero un sessantesimo, che devono andare alla povertà, che devono andare alla cantieristica di emergenza, che devono andare alle opere immediatamente cantierabili, cioè devono servire per dare lavoro e sostegno al nostro sistema economico e alle imprese che sono in difficoltà.

Noi viviamo in una confusione totale, in uno spreco totale, in uno sperpero progressivo! Avevo chiesto di rispettare questo punto, mi assento un giorno dalla Commissione e si arriva alla conclusione di un articolo di questo genere che in questa parte è immorale! Ci hanno raccontato storie durante tutta la manovra finanziaria, ci hanno raccontato storie negli anni precedenti, non era vero che non c'erano problemi, che le risorse sarebbero arrivate! Presidente, dove sono le norme di attuazione approvate dal Governo, il tavolo politico che unanimemente avevamo deciso di attivare per rispondere alle parti sociali, la funzione che questo Consiglio regionale deve esercitare ai sensi di quell'ordine del giorno per controllare l'inefficienza inqualificabile del Presidente della Regione? Ma quand'è che il Presidente della Regione si dimette? Quand'è che va a casa e libera quest'Aula e questa Regione dalla sua presenza?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, stamattina stiamo discutendo una norma molto importante nella distrazione più totale dell'Aula. Presidente, Assessori, vi state assumendo la responsabilità di buttare al macero il lavoro importante fatto in Commissione bilancio con il contributo di tutte le forze politiche. Mi rivolgo anche alle forze politiche della maggioranza che in questo senso si sono assunte una grande e importante responsabilità e che mi dispiace oggi tacciano. In Commissione abbiamo lavorato intercettando positivamente i bisogni della parte più debole della società. Lo abbiamo fatto, tra l'altro e giustamente, ascoltando più volte - il che è irrituale, lo sa bene il presidente Pietrino Fois - le organizzazioni sindacali, le imprese, il sistema delle autonomie locali, perché eravamo convinti della necessità di modificare sensibilmente la legge finanziaria licenziata dalla Giunta, che non intercettava un solo bisogno della parte più debole di questa società. La Commissione unanimemente si è assunta la responsabilità di surrogare un'azione di governo della Giunta; lo abbiamo fatto responsabilmente e a me pare che abbiamo ottenuto un risultato importante, ripulendo il bilancio e stanziando risorse consistenti soprattutto per contrastare la crisi che sta mettendo in ginocchio, ripeto, la parte più debole di questa società.

Invito a riflettere su questo le forze politiche, mi riferisco in particolare a quelle di maggioranza, perché le forze di opposizione non ne hanno bisogno, la Commissione bilancio e poi il Consiglio regionale. Alla fine il Consiglio regionale, al quale dovremmo guardare con grande rispetto e con la preoccupazione di non mortificare il lavoro che esso svolge, perché tutti abbiamo gli occhi puntati addosso in maniera molto sensibile, è riuscito a mettersi in sintonia con il sistema economico e sociale di questa regione proprio attraverso quel famoso articolo 4 bis che poi è diventato l'articolo 5 della legge finanziaria di cui stiamo discutendo. Si è sviluppato, a me pare, un rapporto corretto, direi positivo tra l'azione legislativa del Consiglio e le richieste delle parti sociali. Responsabilmente abbiamo deciso di vincolare la spesa attraverso la tabella E, e lo abbiamo fatto per indicare le priorità per contrastare la crisi economica. Il Consiglio attraverso quella norma si è assunto, giustamente e doverosamente, la responsabilità di farsi garante di quegli impegni di spesa. Questa garanzia ci è stata chiesta da tutti coloro che, ripeto, anche in maniera irrituale abbiamo audito in più di un'occasione in Commissione bilancio: le imprese, le organizzazioni sindacali, il sistema delle autonomie locali, in particolare i comuni e le province. Oggi voi cancellate questo lavoro, queste priorità.

Presidente Fois, è un fatto grave, si cancella un lavoro importante e noi, per quanto ci riguarda, non ci fidiamo della Giunta relativamente all'impegno, che resta nell'articolo 5, di indicare le priorità. Per noi la tabella E aveva un carattere di cogenza, è stata eliminata ed è un fatto grave che, ripeto, mortifica e derubrica il lavoro che ha fatto infine il Consiglio regionale. Vi invito a riflettere su questo aspetto.

Perché non ci fidiamo? Non ci fidiamo non perché siamo congenitamente sospettosi, ma perché di fronte a noi c'è un uso discrezionale delle risorse, in particolare da parte della Presidenza della Regione, e abbiamo il sospetto, anzi la convinzione, che l'eliminazione della tabella E consenta, poi, attraverso quella discrezionalità, soprattutto alla Presidenza della Giunta di avere le mani libere per utilizzare una parte di quelle risorse importanti che andavano destinate invece, come era indicato nella tabella E, a contrastare la crisi. Di questo stiamo parlando, lo ripeto soprattutto alle forze politiche della maggioranza. Basta vedere l'uso a fini propagandistici e personali che fa il Presidente della Regione delle risorse per la pubblicità istituzionale, come ha già detto prima di me il collega Gian Valerio Sanna. Collega Pittalis, non è la solita litania e per cortesia domani non ci dica che i soliti Diana, Sanna, Bruno e tutti gli altri sono un disco rotto. Dimostrateci che non è così. Noi siamo convinti che siete intervenuti in questa maniera proprio per riavere le mani libere per utilizzare una parte importante di quelle risorse a quei fini. Altrimenti, lo chiedo all'assessore La Spisa, vicepresidente della Regione, per che cosa rimettere in discussione la tabella E? Quali sono, signor Vicepresidente, ripeto la domanda con un tono diverso, le ragioni che vi hanno spinto a eliminare quel vincolo di priorità che non era nella disponibilità di nessuno, se non degli impegni che tutti quanti noi abbiamo assunto nei confronti delle forze economiche, sociali e istituzionali di questa Regione? Le chiedo il perché di questa scelta, signor Vicepresidente; glielo chiedo, ripeto, con un tono diverso, ma non per questo meno bisognoso di avere una risposta precisa.

State incrinando - e questo è un aspetto delicato, lo dico agli Assessori presenti e a tutti i consiglieri regionali - il rapporto di fiducia già debole, già fragile, talvolta fragilissimo, ahinoi, tra le istituzioni, i partiti e la società civile. Attenzione, perché noi, attraverso quell'accordo sancito nell'articolo 5 della legge finanziaria, abbiamo assunto impegni che, a distanza di venti giorni, vengono messi in discussione per soddisfare l'ansia e la sete di gestire discrezionalmente quelle risorse. Questo è avvenuto. E pensate che questo non peggiori ulteriormente il già fragile rapporto di fiducia tra le istituzioni, le forze politiche, questo Consiglio e i cittadini? Di questo stiamo parlando. Attenzione, ripeto, perché non sono cose di poco conto. Siccome siamo distratti noi, siamo forse convinti che è distratto anche chi è all'esterno? Così non è, infatti c'è all'esterno un'attenzione ben più seria, più responsabile di quella che talvolta c'è qua dentro, e la giornata di oggi è una di quelle giornate in cui certamente non brilliamo per senso di responsabilità, per etica della responsabilità istituzionale rispetto a un impegno che abbiamo assunto non tre mesi fa o un anno fa, ma appena venti giorni fa. Di questo stiamo parlando e vorrei che su questo mi si desse una qualche risposta.

Signor Vicepresidente della Regione, vorrei chiedere anche un'altra cosa, mestamente: qualcuno ci vuol dire quanto costa alla Regione la pubblicità istituzionale fatta dal presidente Cappellacci? A me dispiace che il Presidente sia assente, spero che arrivi nelle prossime ore almeno per discutere di continuità territoriale aerea, perché altrimenti altro che uomo solo al comando, come dicevate di Soru nella passata legislatura! Qui siamo di fronte a un uomo che non c'è e pur non essendoci crea disastri a questa regione, compreso quello sulla continuità territoriale aerea, di cui parleremo, spero, nei prossimi minuti.

Signor Vicepresidente della Regione, le chiedo: vi sembra serio che il Presidente della Regione si presenti in carne e ossa alle emittenti locali per pubblicizzare un referendum? Potreste immaginare Giorgio Napolitano o Mario Monti pubblicizzare cose del genere, in prima persona, al TG1, TG2 e TG3? La pubblicità istituzionale è appunto istituzionale, non personale, non è del Presidente della Regione! Qui siamo di fronte a un problema serio, che riguarda tutti, quest'Aula e in particolare la maggioranza. Siamo di fronte a un Presidente che si comporta così e nessuno gliene chiede conto, se non noi, restando talvolta inascoltati. Siamo obbligati a sollevare anche i toni, e me ne scuso con tutti i colleghi, ma questa situazione è inaccettabile, intollerabile, non è più procrastinabile. Serve uno scatto d'orgoglio da parte di tutti, perché tutti comunque siamo chiamati ad assumerci, ripeto, un pizzico di responsabilità istituzionale, anche nell'ambito delle rispettive e diverse responsabilità.

Insomma, il Presidente della Regione non viene in Aula a dirci a che punto è il confronto con il Governo Monti, che sembrava aver cambiato qualitativamente il rapporto con la Regione in relazione all'attuazione dell'articolo 8, e io spero che sia presente nelle prossime ore per discutere di continuità territoriale aerea. Non dobbiamo rivolgerci al Consiglio, o peggio ancora alla Procura della Repubblica - a leggere i giornali di oggi - per sapere cosa sta succedendo sulla continuità territoriale aerea. E' questo il nuovo quadro dei rapporti istituzionali che dobbiamo avere non tra Consiglio ed Esecutivo, non tra Consiglio e Presidente della Regione, ma tra Consiglio e Procura della Repubblica, se vogliamo sapere cosa sta succedendo sulla continuità territoriale aerea!

Spero proprio che il Presidente ci sia, avvisatelo affinché non manchi fra qualche ora, quando si discuterà la mozione sulla continuità territoriale. Avvisatelo, perché altrimenti si crea davvero una rottura pericolosa in quest'Aula. Perché il Presidente della Regione non viene in Aula per riferirci sullo stato di attuazione dell'articolo 8 e del patto di stabilità? Nulla, tutto tace! Però, con grande disinvoltura, il Presidente - contraria solo l'opposizione, contrario il Partito Democratico - decide di ristrutturare un modello di gara per la continuità territoriale aerea che ha funzionato benissimo in questi anni, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Lui si inventa una cosa per soddisfare la sua sete di demagogia e populismo, si inventa la tariffa unica e la gara va deserta. Di che cosa stiamo parlando? E poi utilizza risorse nostre, cioè 57 milioni e 500 mila euro in ragione d'anno, per una continuità territoriale che complessivamente costava poco più di 12 milioni, compresa la continuità territoriale "2". Qui si spendono 57 milioni e 500 mila euro all'anno per un qualcosa che, ripeto, serviva soltanto a utilizzare risorse nostre per pagare i viaggi scontati a chi vuole venire nel fine settimana a fare il bagno in Sardegna! Scusate la digressione, ma queste cose le dico perché spero che il Presidente ci sia nelle prossime ore in quest'Aula. Ovunque egli sia credo avrà sufficiente tempo per precipitarsi in quest'aula e confrontarsi con il Consiglio su questi temi.

Non si può utilizzare in questa maniera il Consiglio, la disponibilità dei partiti, delle forze politiche, delle Commissioni, il confronto che è stato posto in essere con le forze sociali, con i comuni, con le imprese; non si possono assumere impegni con loro e poi trattare questi impegni come carta straccia! Qui l'uomo solo al comando non c'è e mette in discussione il lavoro importante fatto dalle forze politiche in questo Consiglio regionale.

Allora, siccome il Presidente non c'è - e invito per l'ennesima volta il collega Pittalis a non accusarci di essere un disco rotto - ma pur non essendoci crea danni, se davvero a tutti noi sta a cuore il futuro della Sardegna, quest'Aula decida, perché così ci metteremo in sintonia con il sentire comune della nostra gente, che ci ha delegato a svolgere un ruolo importante, anzi quello più importante in questa Regione. E allora, assumiamoci la responsabilità di sfiduciare un Presidente della Regione che non ne azzecca una: non solo non è capace di rendere esigibili gli impegni assunti nel 2007, che dovevano entrare a regime nel 2010, ma utilizza, caro assessore La Spisa, le poche risorse della Sardegna, risorse nostre, per fini personali attraverso la pubblicità istituzionale, per soddisfare, ripeto, la sua sete di demagogia e di populismo. Però, attenzione, uno è autorizzato a suicidarsi come vuole, per carità, siamo laici anche in questo, ma noi non dobbiamo permetterci il lusso, insieme a lui, di portare al suicidio un intero popolo e un'intera regione. Su questo chiedo davvero uno scatto d'orgoglio da parte di tutti.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta ha facoltà di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Io vorrei riportare la discussione, abbassando il tono, e non solo perché sono raffreddato, ma anche perché credo sia opportuno per tutti, all'argomento che stiamo esaminando, che riguarda un intervento urgente su una parte della legge finanziaria che, evidentemente, al di là delle intenzioni di chiunque, si è rivelata di difficile applicazione. Questa è la semplicissima ragione per cui non soltanto la Giunta, ma tutte le forze politiche - dobbiamo essere onesti in questo - hanno sentito l'esigenza di riportare urgentemente all'attenzione del Consiglio regionale una parte importante della legge finanziaria perché potesse essere precisata meglio. Vorrei dire a tutti coloro che sono intervenuti - non li vedo tutti in aula, però ho avvertito molta animosità nei loro interventi - che l'unica preoccupazione che ha la Giunta non è quella di assumersi una sfera di discrezionalità più ampia di quella che le compete, tutt'altro: più la norma, lo dico molto sinceramente, è rigida meno assunzione di responsabilità difficile e anche impopolare deve assumersi la Giunta nello scegliere le priorità nella spesa.

Rispondo all'onorevole Giampaolo Diana con lo stesso tono con cui lui mi ha chiesto per quali ragioni si elimina la tabella E. Si elimina una tabella che, al di là delle intenzioni di chi l'ha proposta e di chi poi l'ha stesa, si è rivelata un elemento di eccessiva rigidità in un'azione di amministrazione che, invece, richiede quel minimo di flessibilità che ci consenta di agire sulle diverse esigenze. Nessuno vuole mettere in discussione quanto indicato nell'articolo 5, quindi le disposizioni di politica del lavoro o di sostegno alla crescita economica attraverso alcuni interventi infrastrutturali che sono stati indicati, appunto in quell'articolo, come priorità assoluta. Infatti, nella proposta concordata in Commissione, che ha visto l'astensione dell'opposizione credo anche per questo motivo, si mantiene la priorità per queste finalità, mentre si riporta tutto il contenuto di questa disposizione a una maggiore flessibilità rispetto alle esigenze che nel corso dell'esercizio finanziario si possono manifestare.

La Giunta intende assolutamente rispettare le indicazioni che il Consiglio ha voluto mettere nel testo della legge. L'obiettivo è semplicemente quello di liberare risorse per alcuni settori della società, dell'economia, del mondo del lavoro, che rimanevano esclusi per un'interpretazione eccessivamente restrittiva della norma e della tabella E. Alcuni capitoli non contenuti in quella tabella non riguardavano politiche del lavoro, ma la mancata spesa; non essendo più considerati priorità, creavano problemi di lavoro in alcuni settori che voi conoscete bene (non li cito semplicemente perché potrebbero non essere i soli) e che in questo modo, rendendo più flessibile la norma, potranno essere oggetto di attenzione, quindi di destinazione di risorse. Non dimentichiamoci, se mi è permesso, di considerare in quale contesto politico, economico e istituzionale si pone il dibattito su questa legge. In queste ore avrete letto che il Governo ieri ha presentato il documento di programmazione economica e finanziaria. Oggi sappiamo bene che il problema è il patto di stabilità - l'avete detto -, ma la risoluzione del problema sia del patto di stabilità per la Sardegna sia della definitiva approvazione delle norme di attuazione che consentiranno il pieno rispetto della lettera dell'articolo 8 dello Statuto dipende da un ministro che oggi è, al posto del Presidente del Consiglio, che ritiene più importante stare a Roma, all'incontro con i ministri economici del G 20.

E' stato detto ieri, ed è oggetto di commenti oggi, che lo Stato italiano nel contesto della crisi europea e internazionale fa fatica a passare dalla fase 1 alla fase 2, e cioè dalla fase di impostazione del risanamento finanziario e delle riforme a quella della crescita, o almeno dell'avvio della crescita. Abbiamo sentito tutti e letto nelle notizie che il pareggio di bilancio dello Stato sostanzialmente viene rinviato; abbiamo letto che le prospettive di crescita, il trend del prodotto interno lordo del nostro Paese sarà dell'1,5 per cento in diminuzione e che presumibilmente, quindi, facendo i conti, per la Sardegna occorrerà aggiungere qualche decimale a questo segnale della crisi e della mancata crescita; abbiamo letto che la crescita non riprenderà, se non forse tra qualche anno.

Allora, in questo contesto possiamo pensare di ottenere rapidamente la soluzione delle nostre vertenze? Vertenze che, tra l'altro, purtroppo coincidono temporalmente con quelle di altre regioni speciali e con altre questioni che riguardano le regioni ordinarie, i comuni, il sistema fiscale, la tassazione che entra in vigore adesso, la pressione fiscale, che è altissima, e l'effetto distorsivo che essa ha proprio sulla crescita della produzione di ricchezza. Tutto questo è lontano quando quest'Aula deve decidere sulle priorità di spesa del nostro bilancio, che quest'anno è gravato da una riduzione di 400 milioni di euro del limite dei pagamenti. Possiamo, cioè, continuare a fare tra noi il solito gioco di accuse reciproche? Io ci rinuncio. Avrei motivi per rimpallare responsabilità ad altri, ma rinuncio a questo gioco perché non mi sembra utile per nessuno, non solo in quest'Aula, ma soprattutto fuori di qui, dove credo si attendano altre cose.

Mi sembra che quella in esame sia una legge in questo momento di buon senso, costruita con grande attenzione nell'ascoltare le esigenze di tutte le forze politiche, esigenze di rappresentanza delle più larghe esigenze presenti fuori di quest'Aula. Siamo disponibili non solo a fare in modo che possa essere esitata una buona legge di modifica che porti a ragionevolezza il tono di questa disposizione contenuta nella legge finanziaria, ma anche a confrontarci continuamente con il Consiglio regionale sull'utilizzo di quella sfera di discrezionalità che la Giunta non può non avere nell'affrontare l'iter della spesa durante l'esercizio finanziario.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Procediamo alla votazione del passaggio all'esame degli articoli.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, preannuncio la richiesta di voto per parti dell'articolo che dobbiamo trattare. Che cosa abbiamo fatto con questa operazione? Lo dico, perché poi le cose sfuggono, anche per quelli che non vogliono sentire! Abbiamo cancellato la tabella E che indicava le priorità, abbiamo scritto nel comma 16 che quegli interventi (contrasto alla povertà, eccetera) non sono più prioritari, ma la Giunta ne deve tenere conto quando fa le direttive sul patto di stabilità. Dopo di che abbiamo preso il comma 14 dell'articolo 5 bis, in cui si prevedevano interventi per 130 milioni di euro, e nella parte in cui era scritto che questi interventi non solo erano prioritari, ma prevalevano anche su quelli di cui al comma 16, abbiamo eliminato questa prevalenza sugli interventi del comma 16, che adesso sono l'universo mondo, aggiungendo solo che si deve tenere conto dell'emergenza sociale.

Questo significa tradire un accordo, sia ben chiaro. Abbiamo acceduto con grande pazienza all'eliminazione della tabella E, che pure è stata una provocazione ben organizzata, della quale personalmente non mi dimenticherò mai! Ma, detto della questione delle priorità e della prevalenza, quell'accordo va recuperato perché se si tradisce quell'accordo, Presidente, anche sotto questo profilo non c'è solo un problema di rapporti politico-istituzionali, ma c'è anche un problema d'altro genere. E' giunto il tempo di scavare fino in fondo per capire quali sono le ragioni dell'odio nei confronti della difficoltà sociale. Sì, c'è odio nei confronti della difficoltà sociale, della quale non ci si vuole occupare! Io voterò contro, ovviamente, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo solo per chiedere, prima di passare al voto, una sospensione di un minuto, restando tutti in aula.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 50, viene ripresa alle ore 12.)

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:

Art. 1

Modifiche alla legge regionale n. 6 del 2012

1. Alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012), sono apportate le seguenti modificazioni:

a) i commi 16, 17 e 18 dell'articolo 1 sono sostituiti dai seguenti:
"16. Nelle direttive per l'anno 2012, predisposte ai sensi dell'articolo 43 della legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11 e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), e successive modifiche e integrazione, e relative alla limitazione all'assunzione degli impegni e dei pagamenti finalizzata al rispetto del patto di stabilità interno, la Giunta regionale deve tener conto degli stanziamenti destinati al fondo unico di cui all'articolo 10 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), e successive modifiche e integrazioni, all'emergenza sociale, al contrasto alla povertà, all'istruzione e alla ricerca, all'occupazione e agli interventi a favore delle aree di crisi.
17. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e comunque entro il 31 marzo 2012 sono erogati a favore degli enti locali il saldo della quota relativa all'esercizio precedente ed il 40 per cento della quota stanziata nell'esercizio in corso del fondo di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 2 del 2007. I successivi trasferimenti sono erogati sulla base di dimostrata esigenza di cassa e comunque solo dopo autocertificazione dell'avvenuta spesa di almeno il 90 per cento di quanto trasferito.
18. La disposizione di cui al comma 17 si applica fino alla definizione di modalità che consentano il trasferimento dell'80 per cento della quota stanziata nel fondo entro il 31 marzo e il saldo entro il 30 ottobre di ciascun anno, ferma restando la spesa del 90 per cento del trasferimento medesimo.";

b) il comma 14 dell'articolo 5 è sostituito dal seguente:
"14. Ai fini del rispetto del patto di stabilità, i pagamenti per gli interventi di cui al presente articolo hanno carattere prioritario.";

c) la tabella E (Elenco delle priorità dei pagamenti per l'anno 2012), è abrogata.)

PRESIDENTE. Onorevole Uras, aveva preannunciato una richiesta di voto per parti?

URAS (Gruppo Misto). Sì, devo anche intervenire sull'articolo 1, Presidente, perché credo che sia utile fare chiarezza. Come è stato modificato il comma 16?

(Brusio in aula)

Però, io parlo per essere ascoltato, perché quando si tratta di combattere per il pane della gente io mi inchiodo qua, Presidente, non mi portano più via!

Il comma 16 è stato modificato e le priorità che venivano in esso individuate sono scomparse. Chi individua le priorità, Presidente, tenendo conto di quanto dice il comma 16? Le individua la Giunta, e attraverso che cosa? Attraverso delle direttive. Stiamo parlando, ripeto, di 130 milioni di euro, che sono la cantieristica per quelli che non hanno neppure da mangiare! E' scritto nel comma 14 attuale che i pagamenti hanno prevalenza anche sulle priorità individuate ai sensi del comma 16, che erroneamente - lo dico ai funzionari - nella legge finanziaria è indicato come comma 15. Se noi cancelliamo questa seconda parte le priorità individuate dalle direttive della Giunta, ai sensi del comma 16, potrebbero prevalere sulle stesse priorità che sono indicate in legge. I colleghi più dotti di me mi dicono: "Ma no, non è così! Questa è un'aggiunta, stai tranquillo! E' l'unica priorità che abbiamo individuato in legge". Io vengo da una riunione della Commissione d'inchiesta tenutasi ieri. Presidente, negli ultimi cinque anni noi abbiamo approvato 73 leggi, ovvero 662 articoli complessivamente. Se le facessi sapere la percentuale di articoli che la Giunta, le direzioni generali, le strutture della Regione non hanno rispettato lei si spaventerebbe, perché le sarebbe chiara l'inutilità di questa Assemblea e anche il processo eversivo contro le leggi che è messo in campo da organi pubblici, da organi dello Stato, o meglio della Repubblica, quali gli organi della Regione.

Allora che cosa chiedo, anche perché questo era stato l'affidamento? Chiedo che l'articolo 5 non venga toccato. Si cambi, se non si è già provveduto, l'indicazione del comma 15 in comma 16, perché è sbagliata, ma si lasci il comma 14 intatto, perché deve essere chiaro che quegli interventi anticrisi prevalgono su tutto poiché sono l'unica cosa che ha avuto un senso nel corso della definizione della legge finanziaria, che è una legge a risorse incerte, con norme di attuazione campate in aria e all'attenzione di uffici e tavoli tecnici inventati in violazione di tutti gli ordini del giorno del Consiglio regionale e delle sue chiare manifestazioni di volontà. L'unica cosa che abbiamo conservato è quell'articolo, che è frutto di un accordo politico tra gli schieramenti; accordo che io chiamo tutti coloro che hanno contribuito a realizzarlo e che l'hanno votato unanimemente in quest'Aula a rispettare.

Chiedo la votazione per parti proprio perché la lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 del testo unificato in esame, relativa alla modifica del comma 14 dell'articolo 5 della legge finanziaria, non venga approvata. Questo vuol dire, Presidente, che nei prossimi due anni noi potremo fare affidamento almeno sulla buona fede dei contraenti di un accordo politico su un tema come questo che non favorisce nessuno sul piano politico, ma che è stato condiviso da tutti ed è demandato alla gestione prevalente degli enti locali, cioè in una condizione di esplicita democrazia affidata a uno scenario politico articolato, plurale. Se invece anche gli accordi che sigliamo, che votiamo, che unanimemente decidiamo di prendere, vengono modificati, e vengono modificati soprattutto nella sostanza, noi non possiamo che essere diffidenti, ripeto, perché l'esperienza ci suggerisce questo e la nostra diffidenza nasce da numeri che la giustificano. Gli accordi che si siglano vanno rispettati fino in fondo e non cambiati unilateralmente lungo strada.

PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti delle quinte classi della Scuola primaria di Thiesi, che oggi assistono ai nostri lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io sono parzialmente d'accordo con quanto ha detto l'onorevole La Spisa, nel senso che capisco il momento di crisi in cui viviamo, però nei momenti di crisi noi vorremmo partecipare alla ricerca delle soluzioni. Lo Stato italiano, che è fondato sulla delega e non sulla partecipazione, non consente alle Regioni di partecipare alla ricerca delle soluzioni, ma le impone le sue decisioni. Le impone ritenendo che la sovranità appartenga a lui e che a noi competa soltanto una funzione di ratifica. Per cui, con un'impostazione differente, noi riteniamo la crisi un'opportunità per cambiare questo Stato pacificamente e legalmente, lo dico ai colleghi del P.D., perché un loro autorevole rappresentante oggi sulla stampa, forzando i termini di un ordine del giorno votato in quest'Aula, ne afferma la acclarata incostituzionalità, parla di violazione della Costituzione. Ed è sintomatico che un dirigente politico fraintenda il livello di proposte di analisi con quello di compimento di reati così gravi. Stiamo parlando dell'intervento di oggi sulla stampa da parte del professor Demuro, che fraintende l'analisi dell'esistenza dei rapporti di lealtà con i termini secessione e violazione della Costituzione. Che un partito della sinistra italiana trasformi temi politici e culturali in temi giudiziari la dice lunga sulla crisi della rappresentanza sociale di alcuni soggetti, non dei soggetti politici.

Io, però, mi sento chiamato a una responsabilità, a cui ha fatto riferimento anche l'assessore La Spisa, perché nei momenti di crisi - onorevole Diana, non rispondo a ciò che lei ha detto sulla questione della continuità territoriale, ne parleremo dopo - la cosa più semplice è dire che la colpa è di altri, però la responsabilità vuole che si trovino delle soluzioni.

Credo che l'articolo 1 abbia delle criticità che vengono dalla precedente finanziaria, e cercherò di spiegarle tecnicamente. E' fin troppo evidente che stiamo certificando che la prossima volta si dovrà entrare in Aula con un bilancio relativo alla parte dei pagamenti, esclusivamente relativo alla parte dei pagamenti. E qui si pone un problema all'Aula, poi si decida di fare quello che si vuole, però credo che il tema del patto di stabilità non sia più un tema tecnico; non lo è più e dovrà essere affrontato. E siccome riguarda tutti i sindaci, non vorrei che il professor Demuro, se noi proporremo - e lo proporremo - che il Consiglio regionale e tutti i sindaci della Sardegna non rispettino il patto di stabilità, ci consideri degli eversivi piuttosto che delle persone giuste.

Nel merito, il fatto che questa Regione possa spendere non più di 2 miliardi e 700 milioni di euro, con i quali deve far tornare tutti i conti, pone un problema riguardo al comma 17 per come esso è strutturato. Se noi diciamo, e questo viene dalla precedente finanziaria - colleghi, se ci seguiamo forse è meglio -, che eroghiamo subito il saldo della quota del fondo unico relativa all'esercizio precedente e il 40 per cento della quota dell'esercizio in corso e subito dopo diciamo che "i successivi trasferimenti sono erogati sulla base di dimostrata esigenza di cassa", ma non precisiamo che si tratta dei successivi trasferimenti limitatamente al fondo unico, evidentemente il 90 per cento della spesa effettiva non si riferisce solo al fondo unico, proprio perché si dice: "il 90 per cento di quanto trasferito". Allora può accadere quel che diceva l'onorevole Uras, perché non c'è la prevalenza dei cantieri comunali. Non so se i funzionari riescono a seguirmi, magari per difetto mio di esposizione. Se vale il 90 per cento sulla competenza e si va per cassa, per quanto riguarda il cantiere del 2012 io vado per cassa dopo che l'ho concluso. Il 90 per cento di quanto trasferito, quindi, deve essere riferito al residuo, non alla competenza, se no ha ragione l'onorevole Uras quando dice che quei soldi non arriveranno, perché quando potrò dire che ne ho bisogno il tetto di spesa di 2,5 miliardi di euro sarà stato già raggiunto. Bisogna fare su questo un ragionamento non politico, ma pratico. La verifica del 90 per cento delle somme erogate deve riguardare i residui, cioè i pagamenti pregressi; per i trasferimenti di competenza non può avvenire così, perché la Giunta li effettua ad aprile, i comuni impegnano le somme, ma quando pagano?

E allora ha ragione l'onorevole Uras quando dice che non realizziamo l'obiettivo di usare quelle risorse per i cantieri. Forse è opportuno, al di là delle intenzioni, che sono comuni, fermarsi a curare meglio l'addizione - che viene dalla finanziaria, non è di oggi - perché altrimenti i soldi non arrivano. Credo che sarebbe opportuno ragionare un attimo sul calcolo di quel 90 per cento per esigenza di cassa su quanto trasferito, il che vuol dire sul totale, non solo sul fondo unico.

Io chiederei alla Giunta, nelle more del dibattito, di ragionare sul meccanismo che viene fuori da questo dispositivo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, io ritengo - lo dico all'onorevole Maninchedda, ma non solo a lui - che attribuire solo allo Stato responsabilità su questa e su altre questioni, che vedremo dopo, come per esempio la continuità territoriale, sia un errore. E' un errore perché assistiamo quotidianamente al pressappochismo della Giunta regionale, a un atteggiamento superficiale, che ha portato a dire, a distanza di qualche mese dalla sua approvazione, che è impossibile attuare la legge finanziaria, e in particolare la parte che è stata concordata con le opposizioni, che è stata probabilmente voluta dalle opposizioni in Commissione, dove unanimemente - ricordo le parole del presidente Fois - si è ritenuto di dover non solo modificare, ma addirittura reinventare una finanziaria, essendo del tutto inadeguata quella che era stata presentata dalla Giunta regionale.

L'articolo 5, concernente le misure anticrisi, era stato individuato come l'elemento prioritario anche sulla base del rispetto dei vincoli del patto di stabilità. Allora dire, come ha fatto adesso l'onorevole Maninchedda, che l'indipendenza o comunque la verifica del rapporto di leale collaborazione ci può spingere fino alla messa in discussione della nostra appartenenza alla Repubblica italiana - così è scritto nel testo che è stato approvato da quest'Aula -, che è l'elemento che ci permette di uscire da uno stato di crisi, è veramente paradossale. Io credo che ci siano responsabilità precise di questa Giunta regionale, che riguardano certamente una crisi di rappresentanza, una crisi della classe dirigente, ma riguardano anche delle scelte che sono state fatte e delle quali paghiamo le conseguenze in questi anni. Io mi chiedo se chi ha svenduto la Sardegna, in maniera scientifica e consapevole, stia all'opposizione o in maggioranza.

E allora il problema non è l'indipendenza; il problema è una Giunta regionale che fa le leggi, le propone al Consiglio regionale che le approva (l'ultima legge approvata è del 2 febbraio e concerne la modifica della composizione dei consigli comunali) e poi, a distanza a distanza di due mesi, si rende conto che non è in grado di attuarle, che occorre adeguare il "software". Da un lato abbiamo bisogno di dire a parole che vogliamo essere indipendenti, dall'altro non riusciamo neanche a organizzare le elezioni per sessantacinque comuni, e allora diventiamo ridicoli!

Credo che occorra una presa di coscienza del fatto che c'è un pressappochismo in atto, che non si possono continuamente rivedere le leggi appena approvate e rimettere in discussione gli accordi presi. Credo che il problema vero e serio sia quello di non riuscire a essere autorevoli, o di non aver voluto in questi tre anni rappresentare con autorevolezza la Regione sarda nei confronti con il Governo e con lo Stato, perché altrimenti non avremmo fatto le scelte che abbiamo fatto, non avremmo deciso la via delle norme di attuazione che, badate bene, abbiamo utilizzato per le risorse che spettano alla Sardegna (circa 2 miliardi di euro in più all'anno), mentre per il trasferimento delle competenze, come quella sulla continuità territoriale aerea, non ci è neanche venuto in mente di chiedere norme di attuazione! Così come è avvenuto, sempre ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto, per esempio per le Ferrovie meridionali sarde. In tutta fretta, per la continuità territoriale abbiamo deciso invece di mettere a disposizione 57,5 milioni di euro all'anno, e l'abbiamo fatto senza avere la consapevolezza di un passaggio necessario e opportuno. Ma ne parleremo dopo.

Io ritengo che questa leggina che ci avete proposto meriti il voto contrario dell'opposizione per quanto riguarda tutto l'articolato, perché non si può rimettere oggi in discussione l'articolo 5 della finanziaria 2012. Gli interventi urgenti anticrisi, così sono stati definiti, sono prioritari e noi riteniamo che così com'è stato riformulato l'articolo 5, e in particolare il comma 14, in cui il carattere prevalente degli interventi anche rispetto alle priorità indicate nel comma 15 dell'articolo 1 non esiste più, non sia accettabile. Credo che ci sia necessità di una presa di posizione seria da parte di questo Consiglio regionale, quindi del voto contrario dell'opposizione.

Nel prosieguo della discussione degli argomenti che sono all'ordine del giorno avremo modo di specificare meglio le proposte della minoranza, anche relativamente alle vere priorità della Sardegna. Per ora ci limitiamo a esprimere un voto che sarà sicuramente contrario su questo testo di legge, in futuro prenderemo le distanze, evidentemente, da accordi che dovessero essere presi con l'attuale maggioranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Onorevole Uras, casualmente mi sono ritrovato - così puntualizziamo i fatti - il testo dell'emendamento presentato in Commissione dall'onorevole Mario Diana, il quale proponeva che il comma 14 venisse così trasformato: "Nelle direttive richiamate nel comma 16 dell'articolo 1 la Giunta deve preferibilmente tenere conto degli interventi di cui al presente articolo". Cioè c'era la derubricazione della priorità prevista per legge e il rimando alle direttive della Giunta. Poiché diversi commissari erano assenti, ora non ricordo bene, ma sono convinto che sia stata fatta una battaglia per impedire che venisse approvato quel testo, e così è stato.

Bisogna però capire come si concatenano le questioni. Lo dico, Presidente, perché mi interessa che rimanga agli atti, in quanto gli Uffici qualche volta giocano anche sulle interpretazioni. Intendo gli Uffici della Regione, non questi, non preoccupatevi! Va in questo modo, mi ascolti, Assessore, perché questo è un passaggio che riterrei lei debba ascoltare con attenzione: lei fa delle direttive sulla base dell'articolo 43 della legge numero 11 del 2006; le direttive contengono le limitazioni all'emissione dei titoli di impegno, cioè nelle direttive lei deve indicare non le priorità, ma ciò che esclude dalla spesa. E' chiaro questo? Cioè deve indicare i limiti. Nel fare questo non può non tener conto del fatto che è già iscritto come priorità il contenuto dell'articolo 5, perché quello non è nella sua disponibilità. Quindi le limitazioni all'emissione dei titoli di impegno le può fare su tutto quello che rimane oltre quello che è scritto nell'articolo 5. Io così lo interpreto, e così è, altrimenti non avrebbe senso la priorità determinata per legge. E' d'accordo? Sì. Infatti tanto siamo d'accordo che secondo me il comma 14 poteva rimanere così com'era, non sarebbe cambiato assolutamente niente. L'avete tagliato e quindi mi allineo alla posizione di votare comunque contro la modifica, tanto è indifferente. Se questo è, io credo che il problema non sia concatenare le direttive con le priorità di legge, dato che di questo poi ne rispondete, perché ovviamente ci saranno delle persone che, lese nei loro diritti di poter beneficiare di determinate risorse, potranno farvi rilevare che avete abusato, nel caso la previsione non sia stata attuata in questo modo.

Ma il problema è un altro, il problema riguarda gli enti locali, e io non sono molto d'accordo con quello che ha detto il collega Maninchedda, perché il problema non è il rapporto fra questa dizione e gli altri trasferimenti. Gli altri trasferimenti sono dentro l'articolo 5 e, indipendentemente da una valutazione ponderale della spesa, non sono nel gioco. In gioco qua c'è il fondo unico e soltanto il fondo unico. Quindi sia chiaro per voi, in questo momento, che non potete poi estendere questa dizione a tutti i restanti trasferimenti. Stiamo parlando dei trasferimenti del fondo unico, perché così è nato l'articolo 5. Dopodiché l'autocertificazione dell'avvenuta spesa del 90 per cento deve essere riferita al 40 per cento della parte d'esercizio, non all'80 per cento, perché il 40 per cento dell'esercizio precedente è un diritto non sindacabile. State saldando una quota dovuta, quindi il giudizio sul pagamento è solo sul 40 per cento della parte di esercizio, e qual è quel comune così cretino da non spendere almeno il 36 per cento del 40 per cento della prima rata? Tutti i comuni avranno impegnato quella parte, quindi voi, con questa dicitura, siccome dite che non basta l'autocertificazione ma ci vuole anche l'esigenza di cassa, bloccate tutti al 40 per cento del finanziamento e vi create il plafond di spendita di tutte le altre partite del bilancio, a valere sulla groppa degli enti locali.

Questa è una materia che, secondo me, così come è scritta, non possiamo accettare perché è contro il principio della finanziaria. Non è nato per questo l'articolo 5, perché la limitazione della seconda rata è spiegata dal comma 18, la cui ambizione è quella di arrivare entro due anni a dare ai comuni il 100 per cento di quello che è loro dovuto. Non possiamo, mentre speriamo che fra due anni si raggiunga il 100 per cento, passare quest'anno dall'80 al 40 per cento, perché significa "uccidere" i comuni! Questo è sbagliato e vi invito a rivedere la formulazione dell'articolo 1 in esame perché non va bene e crea in capo alla Giunta la libertà di incidere sugli enti locali per poter fare le spese più pazze del mondo, come il Presidente della Regione sa ben fare con la pubblicità istituzionale.

A questo proposito devo dire un'altra cosa: spero che chi di dovere, non solo i giornalisti, ci ascolti attentamente: la spesa istituzionale della Regione non può comprendere scelte di carattere politico. Anche dire sì o no a un referendum comporta una scelta politica e se il Presidente della Regione usa fondi istituzionali per far dire un sì o un no, distrae fondi istituzionali che devono avere un'altra collocazione. Credo di essere stato chiaro e di aver anche ponderato i termini e spero che chi di dovere ci ascolti, perché anche questo concorre a dare a chi ha più bisogno quello che dobbiamo dargli, invece che stare appresso a queste sciagurate impostazioni.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Assessore, mi pare che dal dibattito siano venuti anche dei contributi di carattere tecnico, relativi a una lettura attenta delle norme. Le chiedo se, alla luce anche di questi contributi, la Giunta intenda rivedere la propria posizione.

A me sinceramente sembra che dopo gli interventi, in particolare l'ultimo dell'onorevole Gian Valerio Sanna, che si riferiva alle direttive in cui va indicata la parte da escludere, non abbia senso modificare il comma 14 dell'articolo 5, che quindi andrebbe lasciato com'è, senza cancellare l'ultima riga e mezzo finale, modifica che è stata apportata in Commissione l'altro ieri e portata in Aula. Non capirei, soprattutto, dopo queste osservazioni di carattere tecnico, una volontà pervicace di mantenere la norma così come è stata portata in Aula. Francamente non si comprenderebbe, o meglio, se resta questa volontà siamo autorizzati a pensare, senza paura di essere smentiti, che dietro si nasconda la volontà di utilizzare discrezionalmente quelle risorse.

Assessore, le chiedo di valutare, così come hanno fatto alcuni colleghi precedentemente al mio intervento, la possibilità di rettificare nella direzione del dibattito il comma 14 dell'articolo 5.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'articolo 1, tranne il comma b).

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, come ho già annunciato mi asterrò sull'articolo 1, ma approfitto di questa dichiarazione di voto per una brevissima precisazione o richiesta di interpretazione all'assessore La Spisa degli elementi che sono stati finora oggetto di dibattito.

Io sono convinto che l'interpretazione letterale dell'articolato di legge che stiamo discutendo adesso comporterà che le direttive per l'anno 2012 che la Giunta deve predisporre non potranno non tenere conto del fatto che l'unica priorità che ora rimane nella legge è quella stabilita dall'articolo 5. Questo vuol dire che nelle direttive che la Giunta emanerà, per quel che riguarda il rispetto del patto di stabilità, l'unica priorità prevista dalla legge finanziaria è quella contenuta nell'articolo 5, stante il fatto che il comma 16 dell'articolo 1 è stato modificato eliminando ogni riferimento alle priorità legate all'emergenza sociale, al contrasto alla povertà, all'istruzione, alla ricerca e all'occupazione.

Vorrei essere ascoltato dall'assessore La Spisa!

PRESIDENTE. Assessore La Spisa, l'onorevole Salis chiede la sua attenzione.

Prego, onorevole Salis.

SALIS (I.d.V.). Grazie. Assessore La Spisa, ho necessità che lei mi ascolti perché sto parlando delle direttive per l'anno 2012, dato che la discussione sull'articolo 1 è legata al fatto che questo contenzioso può essere chiaramente risolto da lei con l'affermazione che nelle direttive per l'anno 2012, stante la modifica del comma 16 dell'articolo 1, l'unica priorità che con evidenza è rimasta inserita nella legge finanziaria è quella determinata dall'articolo 5. Ove questa affermazione venisse fatta, verrebbe a cadere il contenzioso relativo all'eccesso di discrezionalità che la Giunta potrebbe avere e che potrebbe addirittura portare alla cancellazione della priorità dell'articolo 5, il che per noi sarebbe inaccettabile. Quindi la pregherei di tener conto di ciò che è emerso dalla discussione. E' legittimo essere sospettosi, con tutto quello che sta succedendo in Regione. C'è addirittura un ex Assessore regionale… Il tempo è scaduto, lo dirò dopo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, io fra un po' chiederò il ricovero d'urgenza, perché ho l'impressione di essere diventato pazzo! Perché sono diventato pazzo? Perché continuo a leggere le cose che sono scritte così come sono scritte! E in un mondo che invece le legge in un modo in cui non sono scritte tutto fa brodo!

Il comma 16 è stato notevolmente modificato. Cosa dice: la Giunta fa le direttive nelle quali definisce la qualità e la quantità dell'impegno della spesa, quindi definisce le priorità, la spesa che si può fare e gli impegni che si possono assumere nel rispetto del patto di stabilità! Quindi li definisce! Ed è scritto, Presidente, che nel fare quelle direttive la Giunta deve tenere conto dell'emergenza sociale, dell'istruzione, della povertà, delle cose importanti. Dopodiché al comma 14 è scritto che sono prioritarie, ma se non eccedono nella priorità...

Presidente, andiamo in vacanza o cosa facciamo? Stiamo parlando di poveri! Questi partiti scaduti, che stanno facendo esercizio di fascismo… Stiamo parlando di persone bisognose!

Cosa è scritto nel comma 14? Vi è scritto che i pagamenti per gli interventi di cui all'articolo 5 sono prioritari e comunque prevalgono anche rispetto alle priorità indicate non nel comma 16, ma ai sensi del comma 16, esattamente le priorità che sono indicate nella definizione delle direttive fatte ai sensi dell'articolo 43 della legge numero 11 del 2006. Io so già che non si vorranno spendere quei soldi, anche l'Assessore lo sa. Per le opere immediatamente cantierabili non sono stati spesi i soldi, eppure erano prioritarie anche l'anno scorso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto).Io non sono intervenuto nella discussione generale né in quella sull'articolo 1, intervengo adesso per dichiarare il mio voto favorevole al provvedimento, pur con molte perplessità. Le perplessità derivano dal fatto che del patto di stabilità abbiamo iniziato a parlarne almeno tre anni fa, io credo che se ne sia parlato in Consiglio regionale anche nella precedente legislatura, ma con una certa disattenzione, quasi che fosse un oggetto oscuro con il quale, sì, bisognava fare i conti, ma alla fine quello che contava erano i soldi contanti, la vertenza entrate, quanti soldi ci danno e non il fatto che questi soldi non potevamo prima spenderli e oggi impegnarli.

Allora, io credo che l'articolo 5 della finanziaria, ex articolo 4 bis del relativo disegno di legge, sarà disapplicato a prescindere dal patto di stabilità. Ci sono tanti e tali vincoli per i progetti cantierabili che devono essere attivati immediatamente e che non sono stati attivati, che quei soldi non verranno spesi perché si spenderà seguendo le procedure della legge numero 24 del 1987, e quindi per stati di avanzamento. Per cui direi che è persino inutile liberare risorse del patto di stabilità che comunque non potranno essere spese in base alla legge vigente, appunto alla legge 24/87. Non potremo spendere i soldi per i cantieri di forestazione, non potremo spendere i soldi per i cantieri di lavoro perché il Consiglio regionale quattro giorni fa ha bocciato l'emendamento che dava l'interpretazione autentica della norma che non consente ai comuni di spendere. Ma non si può assumere un atteggiamento schizofrenico, per cui una settimana si vota contro e si boccia l'emendamento che consente la spesa e cinque giorni dopo si dice che dobbiamo mettere a disposizione risorse che comunque non sono spendibili.

Vorrei fare soltanto un'ultima riflessione. Ho visto la delibera della Giunta, sono d'accordo che debba essere la Giunta a rendersi conto di quali sono gli interventi che non possono essere attuati e non lo si debba cristallizzare con legge, però se l'Assessorato del turismo avrà il 65 per cento in meno di pagamenti e l'Assessorato dei lavori pubblici il 56 per cento in meno ciò significa che stiamo bloccando le uniche due attività che danno la possibilità di attivare nuovi percorsi virtuosi nell'economia della Sardegna. L'anno prossimo dovremo pertanto trovare ulteriori risorse per l'assistenza, per i cantieri e per i servizi sociali. Se questa è la strategia di crescita che abbiamo per la Sardegna, auguri!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente intendo parlare sull'ordine dei lavori e non per dichiarazione di voto. Vorrei chiedere di poter articolare la votazione per parti distinguendo nella lettera a) il voto sull'alinea numerato 16 dal voto sull'alinea numerato 17, cioè chiedo che si voti separatamente il comma 17. Vorrei inoltre sapere se la Giunta intende oppure no accogliere alcune precisazioni che sono state richieste.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Che nel comma 17 si faccia riferimento soltanto al fondo unico per noi è chiarissimo. Se il Consiglio vuole essere più sicuro e vuole, con un emendamento orale, aggiungere una precisazione la Giunta non ha niente in contrario, ma mi sembra che non sia assolutamente in discussione che stiamo parlando soltanto del fondo unico e non degli altri trasferimenti. Però se, per maggiore certezza, lo si vuole aggiungere, la Giunta non è contraria a una precisazione, nella formulazione che riterrete più opportuna, poi l'Aula decida.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Intervengo per dichiarazione di voto. Io subordino il mio voto favorevole al comma 17 qualora…

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, dobbiamo procedere nell'ordine, votiamo prima la parte della lettera a) relativa al comma 16 e la lettera c), poi voteremo la parte relativa al comma 17 e la lettera b). Stiamo facendo le dichiarazioni di voto sul comma 16 e sulla lettera c).

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Quindi intervengo dopo sul comma 17 per proporre degli emendamenti orali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Evidentemente sbaglio, me ne dispiace. Ho sempre grande fiducia soprattutto nella capacità di ascolto reciproco ed ero convinto che il dibattito che si è sviluppato stamane attorno a questa questione di non poco conto, alla fine, così come ho chiesto nel mio precedente intervento, potesse indurre la Giunta ad accogliere una nostra proposta, che è quella di lasciare così com'è il comma 14 dell'articolo 5, cioè nel testo arrivato in Commissione, perché francamente non comprendo, soprattutto alla luce di alcuni interventi di carattere tecnico, chiamiamoli così, perché ci si ostini. Detto questo, annuncio, e me ne dispiace, il nostro voto convintamente contrario su tutto.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1, lettera a), limitatamente alla parte che si riferisce ai commi 16 e 18, e lettera c).

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Biancareddu, Milia e Zedda hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Maninchedda - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Mariani - Mulas - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 70

votanti 65

astenuti 5

maggioranza 33

favorevoli 43

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Passiamo alla parte della lettera a) che si riferisce al comma 17.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, propongo all'Aula due emendamenti orali, che giustifico. Nel periodo che inizia con "i successivi trasferimenti", dopo queste parole aggiungerei "a valere sulla legge regionale numero 2 del 2007", non certamente per sfiducia nella Giunta, ma perché secondo me è opportuno che questo venga esplicitato. Al termine, dopo "il 90 per cento di quanto trasferito" aggiungerei "a valere sulla quota relativa all'esercizio precedente". Spiego perché: si può chiedere a un comune di dimostrare di aver speso tutto ciò che gli è arrivato per i residui, cioè per ciò che è stato impegnato nell'esercizio precedente, ma che per chiedere le quote di competenza debba dimostrare di aver speso ciò che gli arriva a marzo entro aprile o maggio, quando magari non ha ancora approvato il bilancio di previsione, mi sembra una misura eccessiva a tutela esclusiva della cassa regionale rispetto alla possibilità di programmazione dei comuni. Per cui propongo che dopo le parole "il 90 per cento di quanto trasferito" venga aggiunto "a valere sulla quota relativa all'esercizio precedente".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io chiederei, Presidente, di considerarle due proposte distinte, perché sulla prima non ho nessuna obiezione, sulla seconda sono contrario e vorrei spiegare perché. Sulle cifre del 2011, collega Maninchedda, non abbiamo più nessun diritto. Sono arretrati che diamo colpevolmente in ritardo agli enti locali. Il 90 per cento va calcolato sulla quota di competenza, che è il 40 per cento…

MANINCHEDDA (P.S. d'Az.). Non è così! La legge non dice così.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è così? Io ho detto che l'interpretazione della norma originariamente era questa. Sono d'accordo, se si vuole precisare, che si aggiunga che il 90 per cento di quanto trasferito si riferisce alla quota di competenza. Sul passato non abbiamo diritto di intervenire, ripeto, perché quei soldi sono stati persino già impegnati dai comuni a chiusura dei loro bilanci. Ma stiamo scherzando!

PRESIDENTE. Sulla prima proposta di emendamento orale dell'onorevole Maninchedda l'Aula è d'accordo? Poiché non ci sono opposizioni, la proposta è accolta. Sulla seconda proposta di emendamento orale non c'è accordo, quindi procediamo con le dichiarazioni di voto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, continuo a esaurirmi in un tentativo che, però, ha un valore sotto il profilo politico e anche delle relazioni tra gli schieramenti. Io so già, non è che lo ipotizzo, so già che cosa avverrà e non voglio lasciare scappatoie perché tutti avevamo concordato che quei 130 milioni di euro li avremo tolti alla disponibilità generale per dare priorità a un'esigenza di natura umana. I piccoli imprenditori si buttano dalle finestre, si suicidano; ventitré sono le morti per suicidio registrate in questi ultimi tempi.

Perché abbiamo fatto un intervento per le opere immediatamente cantierabili? Lo abbiamo fatto per dare un po' di respiro alla piccola imprenditoria e per dare una risposta in questo senso. L'onorevole Capelli ha preteso, giustamente, la definizione di una norma che consentisse la partecipazione agli appalti di imprese che venivano escluse sulla base di un intervento della Corte costituzionale per abrogare una disposizione regionale, curando con i termini "in via provvisoria" una possibilità di salvataggio. E poi il resto è per la disoccupazione; i cantieri verdi che abbiamo pensato sono per le aree di crisi dove si stanno chiudendo le fabbriche. Cosa costa lasciare le cose come stanno e come le abbiamo concordate? Cioè che il comma 14 non solo prevede una priorità, ma prevede che tale priorità abbia prevalenza su quelle definite dalle direttive ai sensi dell'articolo 43, che vengono citate nel comma 16 dell'articolo 1. Cosa costa fare questo, se non ci sono riserve mentali, cioè se non c'è l'idea di dire: "Sì, ancora una volta vi abbiamo imbrogliato, abbiamo incluso le opere immediatamente cantierabili, ma come abbiamo fatto precedentemente non abbiamo alcuna intenzione di finanziarle"!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiederle due cose.

PRESIDENTE. Prima finiamo questa votazione, poi le do la parola sull'ordine dei lavori.

Prego, onorevole Diana.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Relativamente alla votazione di cui stiamo trattando in questo momento le chiedo un minuto di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per un minuto.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 50, viene ripresa alle ore 12 e 51.)

PRESIDENTE. Sulla parte relativa al comma 17 è stata chiesta la votazione nominale.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, siamo ancora in fase di trattativa.

PRESIDENTE. Avevamo sospeso per un minuto. Scusi, onorevole Uras, l'onorevole Diana aveva chiesto un solo minuto di sospensione.

URAS (Gruppo Misto). Ma siamo ancora in fase di trattativa! Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la votazione.

(Interruzioni)

Annullo la votazione. Però, colleghi, fatele presenti prima le richieste!

Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 53, viene ripresa alle ore 13 e 04.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Ci sembra che la norma possa essere precisata in questo modo, per venire realmente incontro a tutte le possibili esigenze degli enti locali: alla fine del comma 17, dopo "autocertificazione dell'avvenuta spesa di almeno il 90 per cento di quanto trasferito" si aggiunge "in conto residui. E' data facoltà agli enti locali di poter optare per ulteriori trasferimenti a valere sul fondo unico o per altre assegnazioni". Questo per rendere la norma più flessibile e adattarla alle esigenze dei singoli comuni.

Vorrei ribadire, per non chiedere di nuovo la parola, che sulla questione relativa al comma 14 è chiaro che l'applicazione dell'articolo 5 ha carattere prioritario e che la norma così come è stata presentata non pone alcun dubbio interpretativo. Questo è l'impegno della Giunta.

PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, l'emendamento orale proposto dall'assessore La Spisa è accolta.

Procediamo alla votazione del comma 17 secondo la nuova formulazione proposta dall'assessore La Spisa e dall'onorevole Maninchedda.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1, lettera a), limitatamente alla parte relativa al comma 17.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Milia ha votato a favore e che il consigliere Cugusi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Maninchedda - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Cocco Daniele - Mariani - Mulas - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 63

astenuti 6

maggioranza 32

favorevoli 42

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Procediamo alla votazione della lettera b) dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto).Intanto ho capito, e ne prendo atto, che non c'è la volontà di correggere la norma e di riportarla ai termini dell'accordo che era stato siglato con il Presidente della Regione. Ma ho anche capito che il Presidente della Regione ha delegato la trasformazione di quell'accordo. Io ero una delle parti contraenti di quell'accordo e non accetto che venga modificato. Mi ritrovo qua, occasionalmente, un ordine del giorno di cui parlerò più avanti.

Io ho chiesto che venga soppressa la lettera b), e se non esistono problemi sulle priorità, la Giunta rispetti i patti. Si lasci il contenuto del comma 14, questo lo dico anche alla maggioranza, perché io sono una minoranza qua dentro e so anche come deve agire la minoranza, come deve stare dietro alla maggioranza, alla Giunta quotidianamente, costantemente, giorno dopo giorno, per verificare le cose. Siamo in un sistema nel quale non ci si può fidare mai, ed è una delle ragioni della decadenza della cultura politica nel nostro Paese. Non ci si può fidare, perché concordiamo una cosa, la votiamo all'unanimità, poi a qualcuno viene in mente di cambiarla. Badate, non c'entra niente la tabella E, perché era stata invece chiesta e anche ottenuta la disponibilità alla modifica. A questo non si doveva mettere mano, e invece la Giunta deve fare un dispetto e sostanzialmente dice: "No, abbiamo concordato una cosa e io dimostro la mia prepotenza, la mia arroganza. Quello che abbiamo pattuito non vale e ti faccio vedere che non vale". Su questa linea qualcuno può anche cedere, io non cedo. Non cedo adesso, non cederò più tardi, non cedo oggi, non cederò domani, perché sono capace di pagarne il prezzo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Siamo in presenza di una discussione su termini che mi sembrano anche abbastanza precisi. Io ho già fatto il mio intervento, ho preso atto della sua dichiarazione, assessore La Spisa, cioè che all'interno delle direttive sulle priorità il testo dell'articolo 5, come dice il comma 14 in discussione, assume carattere prioritario. Ma in un'Aula che è abituata a fare politica, Assessore, le vorrei chiedere un passo in più, se è possibile: se la sostanza è questa, e io sono convinto che lo sia, stando al testo, le chiederei di fare un ulteriore passo avanti rispetto alla disponibilità dimostrata, affinché si possa sgombrare il campo da sospetti che in una situazione quale quella che noi viviamo sono a volte assolutamente condivisibili, ristabilendo, con un emendamento orale, se la Giunta e l'Aula sono d'accordo, il testo del comma 14 così come è arrivato in Commissione, in base al quale l'articolo 5 è prioritario rispetto a tutto il resto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1, lettera b).

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Milia e Oppi hanno votato a favore e che i consiglieri Corda ed Espa hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Cocco Daniele - Mariani - Mulas - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 59

astenuti 6

maggioranza 30

favorevoli 38

contrari 21

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:

Art. 2

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Sardegna (BURAS).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, io occuperò il Consiglio regionale oggi. Occuperò il Consiglio regionale non perché la Giunta, sorda, arrogante e prepotente, ha imposto anche alla sua maggioranza un comportamento inaccettabile persino sul piano delle relazioni istituzionali sul comma 14 dell'articolo 5, quello sull'emergenza sociale, ma perché è passato un mese dall'ordine del giorno che è stato votato in Consiglio all'unanimità, anche quello frutto di un accordo siglato col Presidente della Regione, a cui noi abbiamo dato seguito in ragione di un'assemblea con gli Stati generali del popolo sardo che si è tenuta in quest'aula, da lei stessa convocata, signora Presidente, in attuazione di un ordine del giorno approvato anch'esso all'unanimità.

A distanza di un mese dov'è, assessore La Spisa, il tavolo politico partecipato, oltre che dagli organi della Regione, dalle rappresentanze istituzionali locali, dal sindacato dei lavoratori, dalle associazioni e organizzazioni di categoria dell'impresa? E' passato un mese! Anche questo è un esercizio di arroganza! Si assumono impegni che coinvolgono anche quest'Aula perché il Consiglio regionale ha riaffermato questa volontà. Ma dove sono le azioni che sul piano istituzionale e politico noi abbiamo fatto per realizzare gli obiettivi che riguardano il rilancio dell'economia della Sardegna, la salvaguardia del nostro sistema industriale, la tutela del nostro sistema dei trasporti, il problema dell'occupazione, il superamento o la ricontrattazione del patto di stabilità? Perché oggi ci siamo messi di fronte a una questione come quella sulla tabella E, cioè sulle priorità? Perché non attuiamo le cose che sul piano politico sono un dovere del Presidente della Regione e della sua Giunta, che bighellona anziché fare il suo dovere! Qua non si riesce proprio a ottenere attenzione, a quelli non gliene frega nulla, tra poco andranno a pranzo, stanno già guardando l'ora! Che gliene frega dei sardi che stanno patendo la fame! Che gliene frega dei figli degli operai che non possono andare a scuola! Se gliene fosse fregato qualcosa di quelli che patiscono, si sarebbero attivati perché non passasse un mese da quando insieme, sulla base di un accordo, abbiamo deciso di andare verso quella direzione.

Il richiamo all'unità che viene puntualmente fatto dal Presidente della Regione è un richiamo farlocco. Lui richiama all'unità e poi non dà attuazione alle disposizioni! Se c'è un'eccedenza di priorità sugli interventi contro la fame lui la elimina, e adesso quelli che hanno optato per questa soluzione saranno gratificati sul piano umano dal fatto che non si spenderanno i soldi per i lavori nei cantieri comunali! Non si spenderanno quei soldi entro l'anno, onorevole Tocco! Non si spenderanno per andare incontro alle decine, centinaia di lavoratori, di donne, di persone che hanno perso il lavoro. Non si spenderanno, onorevole Maninchedda, i soldi per i cantieri verdi nelle aree di crisi; ci saranno altre priorità, e sono sempre priorità che riguardano quelli più vicini a noi, quelli più vicini al potere politico, a questo potere politico che non ha neppure la sensibilità di dire: "Di questa partita, che interessa un sessantesimo del bilancio della Regione, curo l'attuazione". Settantatré leggi negli ultimi cinque anni, 662 articoli, di cui l'80 per cento è inattuato, Presidente! Sono inattuati gli ordini del giorno, sono inattuate le priorità, è inattuata la spesa ed è un fallimento che grava sulle famiglie di questa regione, sul nostro popolo!

Qua si sta pensando ad andare a pranzo, Uras sta seccando con i suoi interventi, sono le 13 e 20, dobbiamo sbrigarci perché se no può succedere anche che tra la spesa che hanno già attivato non si trovi una copertura politica alla destinazione di fondi per il privilegio, per lo spreco, per l'abuso, come sistematicamente si fa! Adesso andranno via con la coscienza libera, ma io non me ne vado da qui, io non me ne vado, Presidente! Io rimango qua oggi, stanotte, domani, perché quest'ordine del giorno non è carta straccia, è una volontà politica, e se non lo rispetta lei, se non lo rispetta la Giunta, se non lo rispettate voi, io lo rispetto!

Dov'è il tavolo politico? Dov'è la ricontrattazione del patto di stabilità? Onorevole Fois, dov'è la sua iniziativa, quella che doveva essere stringente nei confronti della Giunta? Si è ammorbidita? E' crollata? Dove sono i sentimenti del sardismo, della nuova sovranità, del contare nel destino della propria comunità, se basta uno schioccare di dita per cambiare i livelli di priorità alla spesa? Uno schioccare di dita che viene da lontano, forse dal mare, forse dal bordo di una bella barca a vela, oppure da qualche paese lontano, europeo oppure no.

Anziché occuparci del trasporto nostro, il Presidente della Regione si occupa del suo trasporto, dove si deve trasportare ogni tanto pur di non rimanere in aula a rendere conto del suo modo di fare inaccettabile. Beh, io ci morirò, però la gente che sta male non l'abbandono. Non sono un burocrate cieco, per il quale vale più una procedura. E' la mia garanzia, piuttosto che spendere le risorse della Regione e rendere agibile una risposta al bisogno. No, non sono così, non sono neppure un politico distratto, che si appaga solo del suo andare a messa la domenica mattina. No, non sono così, sono uno che ci crede e sono pronto a scommettere me stesso per le cose in cui credo. E quando la politica recupererà questo, sarà una politica degna di questo Paese e di questo popolo!

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, il collega Uras ha concluso il suo intervento dicendo che - interpreto positivamente, ovviamente - pur di difendere alcuni valori è pronto a morire, in senso ovviamente figurato. Ecco, io non voglio morire, il P.D. non vuole morire, anche perché se facessimo questa fine resterebbe solo il centrodestra a difendere gli interessi dei più deboli. E abbiamo visto come li difende!

Allora io chiedo per l'ennesima volta, stavolta senza urlare, al Vicepresidente della Regione, ai colleghi della maggioranza - che chiacchierano tranquillamente, bontà loro! - se davvero la Giunta è convinta che da parte sua vi sia l'intendimento (chi più della Giunta può essere convinto dei suoi intendimenti?), la volontà di non modificare il contenuto dell'accordo che abbiamo raggiunto nella terza Commissione, presieduta dall'onorevole Pietrino Fois. Davvero non comprendo, onorevole La Spisa, perché lei si ostini, a meno che io non abbia capito male, a non lasciare il comma 14 dell'articolo 5 così com'era scritto, senza cancellare la riga e mezzo finale. Davvero non lo comprendo!

Signora Presidente del Consiglio, vorrei sapere, l'ho chiesto impropriamente durante gli interventi di stamattina, ma la so persona attenta, se il Presidente della Regione sarà in aula per discutere della mozione sulla continuità territoriale aerea. Le dico, Presidente, che, senza morirci, per usare un termine gergale, noi non andremo via da quest'aula finché il Presidente non si presenterà qui per discutere della continuità territoriale aerea, perché, lo ripeto senza provocazione alcuna, non ci dobbiamo rivolgere alla Procura della Repubblica per discutere di un tema delicato come questo per il futuro dei sardi!

PRESIDENTE. Onorevole Diana, come lei ha sollevato il problema questa mattina in Aula ho provveduto a contattare la Presidenza della Giunta. Il Presidente della Regione è a Bruxelles e quindi non potrà partecipare ai lavori dell'Aula e ha fatto presente che ci sarà l'assessore Solinas per poter affrontare la discussione della mozione sulla continuità territoriale.

Io direi di proseguire con l'ordine del giorno. La questione relativa alla presenza del Presidente verrà affrontata nel momento in cui discuteremo la mozione che è al terzo punto dell'ordine del giorno.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Vale quello che ho detto.

PRESIDENTE. Va bene, ovviamente questo non implica un cambiamento rispetto all'ordine dei lavori che ci siamo dati.

Continuazione della discussione e approvazione del testo unificato: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012) delle proposte di legge: Contu Mariano Ignazio - Diana Mario: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (373), Salis - Cocco Daniele Secondo - Mariani: "Modifica all'articolo 1, comma 16, e alla tabella E della legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (374) e Fois: "Modifiche alla legge regionale 15 marzo 2012, n. 6 (legge finanziaria 2012)" (381)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione finale della legge.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 373-374-381/A.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Maninchedda - Mula - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli - Mariani - Mulas - Salis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 62

astenuti 5

maggioranza 32

favorevoli 41

contrari 21

(Il Consiglio approva).

URAS (Gruppo Misto). Ho chiesto di parlare, l'ho chiesto nei tempi giusti. Ora, o si guardano le cose come le si deve guardare…

PRESIDENTE. Onorevole Uras, le ho dato ragione in occasione della precedente votazione perché effettivamente non avevo guardato il monitor, e le ho dato la parola. Questa volta, quando ho dichiarato aperta la votazione, ho guardato il monitor e ho visto che non c'erano iscrizioni a parlare. Lo hanno visto anche gli Uffici. Io chiedo scusa quando sbaglio, però questa volta ho controllato per tempo.

Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 343-354/A, del quale suggerirei di posporre la discussione a questo pomeriggio. Se non ci sono opposizioni, passiamo all'esame del conto consuntivo del Consiglio regionale del 2010.

Discussione e approvazione del conto consuntivo del Consiglio - Esercizio finanziario 2010

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del conto consuntivo del Consiglio dell'esercizio finanziario 2010; relatori i Questori Cappai, Cuccu e Murgioni.

Invito i consiglieri Questori a prendere posto nei banchi della Giunta.

Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il consigliere Cuccu, Questore.

CUCCU (P.D.), Questore. Mi rimetto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del conto consuntivo del Consiglio dell'esercizio 2010.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Greco, Moriconi e Salis hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda.

Risponde no il consigliere: Cugusi.

Si è astenuto il consigliere: Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 62

contrari 1

(Il Consiglio approva).

I lavori del Consiglio si concludono qui, riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16. Ricordo che alle ore 15 e 30 è convocato l'Ufficio di Presiddenza.

La seduta è tolta alle ore 13 e 30.



Allegati seduta

Testo dell'interrogazione annunziata in apertura di seduta

Interrogazione Corda - Barracciu - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul concreto rischio di soppressione della sede staccata del tribunale di Olbia.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la legge 14 settembre 2011, n. 148, recante il complesso delle misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, ha conferito al Governo la delega per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari;

- il Governo, al fine di realizzare risparmi di spesa e un incremento di efficienza, dovrà adottare, entro dodici mesi dall'entrata in vigore della suddetta legge, provvedimenti mirati alla ridefinizione e redistribuzione degli uffici giudiziari sul territorio, osservando una serie di criteri direttivi;

- tali criteri consistono, tra l'altro, nel ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, garantendo la permanenza del tribunale e degli stessi uffici giudiziari secondo l'estensione del territorio, il numero di abitanti, i carichi di lavoro, la specificità del territorio e delle relative infrastrutture e il tasso d'impatto della criminalità organizzata;

- si dovrebbe quindi procedere, in base a quanto esposto, alla riduzione ovvero soppressione delle sezioni distaccate di tribunale, anche mediante accorpamento ai tribunali limitrofi;

RITENUTO che per quanto riguarda la Sardegna, data la specificità del suo territorio e delle relative infrastrutture, vi è l'esigenza di salvaguardare le sezioni distaccate a rischio soppressione, a cominciare da quelle ubicate in città capoluogo di provincia, come quella di Olbia (Tempio Pausania), dato l'elevato numero degli abitanti e i rilevanti carichi di lavoro;

CONSIDERATO che lo stesso capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia, dott. Luigi Birritteri, nel corso di un'audizione in Commissione giustizia della Camera dei deputati, ha affermato testualmente: "in Sardegna, al pari della Campania con Caserta, vi sono sedi distaccate che operano presso capoluoghi di provincia dove non ci sono tribunali. Per essere completi, la sezione distaccata di Sanluri, nella provincia del Medio Campidano, e le sezioni distaccate dei tribunali di Carbonia e Iglesias gravano sul tribunale di Cagliari, mentre Olbia è la sezione distaccata del tribunale di Tempio Pausania. Questa situazione non potrà che essere esaminata in maniera scrupolosa nell'esercizio della delega, benché tecnicamente anche queste sezioni distaccate risulterebbero sopprimibili. La delega, infatti, fa salvi solo i tribunali aventi sede nei capoluoghi di provincia e non anche le sezioni distaccate. Facendo l'esempio di Caserta, la sezione distaccata di Caserta è potenzialmente sopprimibile. Su questa soppressione, però, rifletterei molto a lungo per un'infinita serie di motivi, non ultimo il fatto che si tratta di un capoluogo di provincia, una provincia senza tribunale, ma pur sempre una grande provincia. La stessa regola varrà per la Sardegna";

PRESO ATTO che nonostante le dichiarazioni rassicuranti del dott. Birritteri, continuano a circolare notizie circa la soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali sardi, senza tenere in alcuna considerazione la specificità della realtà della nostra Regione,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere quali iniziative intenda adottare per rappresentare al Ministro della giustizia, alla luce della particolarità del territorio della Sardegna e della dislocazione in esso delle infrastrutture giudiziarie, l'esigenza di salvaguardare quelle sedi distaccate di tribunale che insistono su capoluoghi di provincia, o abbiano, come la sede distaccata di Olbia, un carico di lavoro superiore allo stesso tribunale di appartenenza, o operino, come la sezione di Sorgono e Macomer, nelle zone interne della Sardegna, in realtà difficili e lontane dalla sede del tribunale. (855)