Seduta n.381 del 06/02/2013
CCCLXXXI SEDUTA
Mercoledì 6 febbraio 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 17 e 12.
COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 19 dicembre 2012 (373), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Giuseppe Luigi Cucca, Paolo Luigi Dessì, Michelina Lunesu, Gavino Manca, Cesare Moriconi, Onorio Petrini, Adriano Salis, Matteo Sanna e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta del 6 febbraio 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 7 e 28 agosto, 4, 6, 18 e 26 settembre, 11, 15, 23 e 31 ottobre, 7, 12, 21 e 28 novembre 2012.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione e approvazione del Piano regolatore portuale del Porto industriale e commerciale di Arbatax". (1037)
"Interrogazione Gallus, con richiesta di risposta scritta, in ordine alla chiusura delle sale d'attesa e dei servizi igienici di diverse stazioni ferroviarie della Sardegna e sulle condizioni del sistema infrastrutturale della rete ferroviaria sarda". (1038)
"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle azioni previste per il rilancio dell'area di crisi del nord Sardegna". (1039)
"Interrogazione Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sul mancato riscontro alla precedente interrogazione n. 668/A e sulla destinazione futura dell'ormai dismesso ex carcere di Oristano sito in piazza Mannu in applicazione dell'articolo 14 dello Statuto". (1040)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di trasparenza e tempestività nell'informazione dei cittadini rispetto ai frequenti episodi di anomalie all'interno della raffineria Saras e sulle misure che intendono intraprendere al fine di attivare tutti i dovuti piani di prevenzione, protezione ed eventualmente di evacuazione". (1041)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul decreto 17 gennaio 2013, n. 1, e sulla determinazione n. 1067 del 1° febbraio 2013 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale circa la revoca, il commissariamento ad acta e la riprogrammazione delle risorse comunitarie previste di 8,5 milioni di euro del bando "Lav…Ora"". (1042)
"Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata proroga del progetto di riutilizzo dei circa 130 lavoratori in CIGS che per ultimi, ma in tempo utile, hanno inoltrato la domanda alla Regione". (1043)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interpellanza Sanna Giacomo sul trasferimento del centro di selezione e reclutamento nazionale per il servizio volontario in ferma prefissata di Cagliari". (392)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi sull'ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione n. 1 del 4 gennaio 2013, per il conferimento di rifiuti urbani e di rifiuti derivanti dal trattamento di rifiuti urbani in discarica per rifiuti non pericolosi in Sardegna". (231)
"Mozione ZUNCHEDDU - URAS - SECHI - CUGUSI - COCCO Daniele Secondo sulle improrogabili iniziative da intraprendere in merito alle gravi carenze di organico all'interno dei comandi dei vigili del fuoco in Sardegna e sulla necessità che la Regione si faccia portavoce presso il Governo italiano delle problematiche relative alla mobilità dei vigili del fuoco sardi, quasi sempre costretti a operare fuori dal territorio isolano, subendo trattamenti di disparità inspiegabili, che vedono per l'ennesima volta i sardi discriminati, costretti a varcare il mare per svolgere la propria attività lavorativa, con il disagio per le famiglie, lo spopolamento della nostra Isola e con la sottrazione alla Sardegna di risorse professionali sempre più indispensabili per le emergenze dei nostri territori". (232)
"Mozione Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio sui gravi problemi riscontrati nella procedura telematica per la richiesta dei tirocini formativi con voucher 2013". (233)
"Mozione Cocco Daniele Secondo - Uras - Zuncheddu - Capelli - Sechi - Cugusi sul sistema delle convenzioni di competenza delle aziende sanitarie locali, anche regolate ai sensi della deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012, contenenti le linee di indirizzo per la gestione delle attività dirette e in convenzione (situazione AIAS)". (234)
"Mozione Uras - Salis - Capelli - Zuncheddu - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Mariani di sfiducia al Presidente della Regione". (235)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 463/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, le chiedo una sospensione dei lavori perché abbiamo necessità di verificare alcune questioni che dovremo riprendere successivamente.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 16, viene ripresa alle ore 18 e 30.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Meloni, relatore.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi), relatore. Presidente, prima di tutto ricordo che il mio Gruppo è assente dall'Aula per le note ragioni politiche; di conseguenza io, essendo relatore di questo disegno di legge, per senso di responsabilità sono stato autorizzato dal Gruppo a essere presente in Aula.
Per quanto riguarda il provvedimento mi rimetto sostanzialmente alla relazione scritta; sottolineo solamente che la quarta Commissione lo ha modificato attagliandolo, diciamo così, alle osservazioni mosse dalla prima Commissione per cui dovrebbe essere tutto a posto. A nome non solo della Commissione ma anche a titolo personale, vorrei sottolineare l'urgenza (e mi raccomando in questo senso a tutte le forze politiche, non solo alla maggioranza) di trovare un accordo sulla gestione dell'acqua in via definitiva, e non in via provvisoria come fa questa leggina, per regolare un fatto che incide sulla vita quotidiana di tutti i sardi, ma anche sugli aspetti economici, sulla modesta economia della nostra isola a causa dell'impatto che ha sia sui dipendenti sia sulle ditte che effettuano lavori per conto dell'ATO.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
LOTTO (P.D.). Presidente, neanche io penso che utilizzerò tutto il tempo a disposizione. Il disegno di legge che dobbiamo approvare oggi è, infatti, un atto dovuto che fa seguito alle previsioni della legge numero 42 del 2010 (e ai successivi decreti legge che ne hanno prorogato i termini) di scioglimento delle Autorità d'ambito territoriale, cioè gli ATO.
Quella legge prevedeva anche che le Regioni predisponessero le proprie leggi regionali per individuare il nuovo soggetto a cui demandare la gestione del Servizio idrico integrato; e quindi era ovvio che noi saremmo dovuti arrivare in questo Consiglio all'approvazione della specifica legge regionale. Così non è stato ed è diventato dovuto un atto come questo. Non era dovuto però, e ci tengo a precisarlo, che la Giunta emanasse la delibera 4/1 del 25 gennaio, dove di fatto dà seguito a questo provvedimento di legge che a quella data non era ancora approvato. Credo sia un caso assolutamente negativo, non può essere accettato che la forma, che in molti casi diventa sostanza, venga completamente ignorata.
Come si poteva mettere rimedio? Bastava essere più tempestivi, o con il progetto di legge di cui poi dirò, oppure far arrivare due mesi prima in Commissione questo in discussione, nei tempi dovuti quindi, creando le condizioni - la maggioranza, non la minoranza - per approvarlo entro il 31 dicembre. Ma tant'è, non era nelle corde della maggioranza riuscire a far lavorare la Commissione nei tempi necessari.
Tra l'altro, il commissariamento non solo dell'Autorità d'ambito, ma anche delle Agenzie agricole di cui tanto si parla oggi, delle ASL, di tutto ciò che c'era di commissariabile in Regione, è la prassi corrente maggiormente adottata da questa Giunta di centrodestra. L'unico atto di commissariamento davvero dovuto che alla fine dovrà essere messo in campo, dato che non siamo stati in grado, il centrodestra non è stato in grado di costruire lo strumento legislativo alternativo, è proprio questo di cui stiamo parlando oggi. Sarebbe stato bene farlo con maggiore correttezza e con maggiore rispetto di quello che il Consiglio stava preparando.
Certamente sarebbe stato anche possibile evitare questo commissariamento se a quel disegno di legge numero 191 che è pervenuto alla Commissione nel lontano 2010, a cui hanno fatto seguito diverse proposte di modifica da parte della Giunta stessa, la maggioranza avesse dato corso con una discussione in Commissione e con l'espletamento, fino in fondo, del proprio dovere di portare a casa il risultato, di predisporre nei termini e nei tempi necessari e utili la legge sulla gestione del Servizio idrico integrato.
Un disegno di legge (poi avremo occasione di parlarne) assolutamente inadeguato nella sua prima versione, assolutamente insufficiente anche nella seconda; siamo arrivati a un testo base di cui stiamo iniziando a parlare adesso. Che cosa c'è al centro dell'attenzione delle forze politiche, non solo del Consiglio regionale, ma di tutte le istituzioni democratiche della Sardegna? C'è la questione delle competenze in materia di Servizio idrico integrato, c'è la questione del "a chi" fa capo la responsabilità politica della gestione di questo importantissimo Servizio.
Secondo noi - non è da ora che lo affermiamo - deve fare capo agli enti locali, secondo la Giunta, a leggere la prima versione del disegno di legge, deve far capo invece principalmente, seppure bontà loro non esclusivamente, alla Regione. Con una motivazione: è la Regione che mette i soldi, è la Regione che deve anche governare. Non siamo assolutamente d'accordo, avremo modo di parlarne più approfonditamente, però è giusto che si capisca che questo è il problema di cui parleremo quando riprenderemo il discorso qui dentro ripartendo da ciò che stiamo facendo oggi. Bisognerà capire che non si può dare alla Regione un ruolo preminente in questo settore, bisognerà capire che si dovrà mettere gli enti locali nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio compito.
Avremo occasione per parlarne, mi premeva mettere in evidenza questa particolare questione che è poi la questione di fondo di questa materia. Noi in Commissione ci siamo astenuti su questo provvedimento di legge, lo faremo anche in questa occasione, proprio consapevoli che comunque non si può non procedere all'individuazione di un soggetto che sostituisca nelle funzioni essenziali quello che questo Consiglio regionale non è ancora riuscito a mettere in piedi. Ecco perché, seppure con un accento fortemente critico, noi ci asterremo nella votazione di questo provvedimento di legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Questa norma è sicuramente dettata dalla fretta e ha una efficacia assolutamente provvisoria. Peraltro le Regioni che, insieme alla Sardegna, non sono riuscite ad approvare la norma, così come previsto dalla legge statale entro il termine del 31 dicembre, sono quattro. C'è un aspetto che io non ho cercato di correggere con emendamenti, confidando che dalla transitorietà possano non nascere gravissimi problemi, che però (soprattutto dal punto di vista della tecnica legislativa) vorrei sottolineare. All'articolo 1, ma poi si riprende anche all'articolo 2, è presente una grossa confusione tra organismi e organi, per cui le funzioni di un organismo soppresso o di un ente vengono affidate a un organo, il commissario.
Ora, io non mi vorrei trovare nei panni di chi (so che è stato già designato) dovrà compilare i modelli Istat, per esempio, dove si distingue bene tra chi è il rappresentante legale di un organismo e deve inserire il suo codice fiscale, la sua partita IVA se non è una persona fisica, per essere distinto rispetto all'ente. Ora, se leggo in una norma che andiamo ad approvare che "nelle more..." eccetera eccetera, "le funzioni già svolte dall'Autorità d'ambito (...) sono esercitate da un commissario straordinario nominato..." eccetera eccetera, io chiedo: ma un commissario di che cosa? Di quale organismo? Un commissario di quale ente? E' come dire che domani decade il sindaco di un qualunque comune della Sardegna e che il commissario che verrà nominato sostituirà il comune. Il commissario sostituirà gli organi, sostituirà il sindaco, le funzioni sono del comune, sono di un ente che deve avere una sua personalità giuridica, deve avere determinate funzioni che prescindono dalla persona fisica che le esercita.
Io mi auguro che questa confusione che stiamo creando tra organismi e organi non si ripercuota sulle funzioni che l'Autorità d'ambito deve svolgere. Vorrei ricordarvi che a breve deve validare progetti mi pare per 250 milioni di euro. Io non mi vorrei mettere nei panni di coloro che vinceranno quegli appalti e quindi delle ditte che saranno messe nelle condizioni di poter far valere qualunque appiglio nella procedura di validazione e poi di gara; e questo è sicuramente uno degli appigli, perché chi firmerà lo farà a nome di un ente, non in quanto legale rappresentante dello stesso ma in quanto ente stesso. Quindi daremo degli appigli per poter probabilmente invalidare i maggiori, per non dire gli unici, finanziamenti pubblici di grandi opere pubbliche che si stanno progettando in Sardegna assieme alla Sassari-Olbia.
Vorrei però approfittare di questo tempo, magari non intervengo sull'articolo, per segnalare un emendamento, non so che numero abbia assunto ora, presentato in maniera lungimirante dai Capigruppo, e riguardante tre aspetti importanti relativi alla gestione finale dei POR. Benché le opere siano state concluse nel termine previsto dalla decisione della Commissione numero 34/24 dell'agosto 2006, e cioè il termine previsto del 30 settembre sia stato rispettato in gran parte dei comuni della Sardegna forse tranne due o tre eccezioni, c'è il rischio che in 64 comuni della Sardegna e anche in due province si restituisca l'intero importo delle somme (non ho fatto il calcolo ma stiamo parlando di diverse centinaia di milioni di euro) all'Unione europea perché, nonostante i lavori siano stati conclusi, manca il collaudo; il collaudatore però non doveva essere nominato dagli enti che hanno appaltato ma dalla Regione.
Anche in questo caso ci sono state procedure di affidamento sbagliate o impedimenti che, non consentendo il regolare collaudo delle opere, hanno bloccato lo stato finale dei lavori. Con questa norma, nel rispetto assoluto della decisione della Commissione europea numero 34/24 del 1° agosto 2006, e quindi dalla conclusione reale dei lavori, si consente di evitare la restituzione di ingentissime somme all'Unione europea e di creare grossi problemi sia alle casse della Regione che a quelle degli enti locali. La seconda norma riguarda gli ultimi interventi nei centri storici legati alla "29" e poi c'è il problema solito dei revisori. Con questo articolo in tre commi si pone rimedio a questi tre grossi problemi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Anch'io sarò rapidissimo nel sollecitare l'approvazione di questo disegno di legge che è indubbiamente rappresentativo di un fallimento, ed è davvero difficile esprimersi in maniera diversa. Intendo riferirmi a un fallimento politico, però, non si tratta di capacità gestionali o capacità amministrative perché effettivamente la Giunta, a seguito del decreto del gennaio 2010, nel settembre del 2010 ha presentato il disegno di legge numero 191, così come ricordato nella relazione di accompagnamento della Giunta al disegno di legge.
Ora, è davvero pensabile che su un argomento come questo, ripreso tutti i giorni sui giornali, che ha provocato tutte quelle ripercussioni che in questi anni sono state vissute direttamente dai cittadini e amplificate dai media, il presidente Cappellacci non sia riuscito a compattare la sua maggioranza per fare esitare la riforma del Sistema idrico integrato, non dico dall'Aula, ma almeno da una Commissione?
Io credo che questo sia il manifesto di una inadeguatezza politica di cui credo il Presidente debba prendere atto e renderne direttamente conto ai sardi. Detto questo, e posto l'auspicio che possa farlo con un sussulto di dignità personale, credo che l'auspicio cadrà assolutamente nel vuoto. Mi auguro comunque che la risposta che i sardi daranno, anche in occasione di questa campagna elettorale per le elezioni nazionali sia tale da far capire a qualcuno che non si può impunemente pensare di "sgovernare" una Regione così come è stato fatto sino adesso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non utilizzerò tutto il tempo a disposizione, però intervengo per segnalare, lo ha già detto in parte il collega Lotto nel suo intervento, che siamo in presenza di un'azione di governo della Giunta regionale e quindi della maggioranza di centrodestra che tutto ha fatto in questa legislatura tranne che pianificare e programmare in tutti i settori, non ultimo in questo settore che, come ricordava poc'anzi il collega Campus, è tutti i giorni sulla stampa non solo per le ragioni a tutti note, ma perché davvero stiamo parlando di un settore di straordinaria importanza per la nostra Regione.
Vorrei mettere in evidenza, lo dico alla Giunta, lo dico all'Assessore che ha questa delega, che noi siamo investiti del problema come Consiglio regionale per rimediare a un atto di arroganza, non so come definirlo diversamente, della Giunta regionale e, direi, della Presidenza della Regione. Sappiamo tutti che stiamo parlando di un, mi si passi il termine, consorzio di comuni e la Regione, la Presidenza della Regione interviene mortificando il ruolo e la funzione che devono svolgere i comuni all'interno dell'Autorità d'ambito.
Per di più in questo caso avete nominato il commissario e poi venite in Aula per rimediare a questo atto, ripeto, di straordinaria arroganza, assessore Rassu; poi so bene che non dipende da lei personalmente, però ovviamente ne risponde oggi in nome e per conto di altri, anzi di un altro. Vorrei inoltre ricordare all'Aula, e lo dico soprattutto alla maggioranza di centrodestra, anche se questo ovviamente è un riferimento astratto, che è stato raggiunto (non dico siglato perché non c'è nulla di scritto) un accordo politico, frutto di un confronto importante tra livelli istituzionali che pensavo avessero rispetto reciproco, tra il Presidente della Regione e i sindaci per trovare una soluzione. Mi pare che ci sia, anzi lo affermo con convinzione, il rispetto da parte dei sindaci ma non mi pare ci sia assolutamente il rispetto da parte della Presidenza della Regione.
Noi stiamo parlando di un impegno che doveva portare i sindaci a indicare una soluzione; e vorrei chiederle, Assessore, se di questo impegno c'è ancora traccia, se c'è l'intenzione di rispettarlo e di onorarlo o se invece intendete continuare ad andare avanti sino alla fine della legislatura, che spero arrivi nel più breve tempo possibile, a colpi di commissariamenti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Voterò a favore anche perché in questo provvedimento sono previsti alcuni emendamenti assolutamente necessari per risolvere questioni che attengono alla condizione di vita dei lavoratori, soprattutto di quelli sottoposti all'ammortizzatore sociale e che in qualche misura la Regione ha deciso, tutto il Consiglio ha deciso giustamente, di prendere a cuore. E questo va detto perché in questo provvedimento noi parleremo di quella condizione e della condizione relativa ai lavoratori CESIL e CSL che è ancora purtroppo una condizione sospesa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Molto brevemente, intervengo solo per sgombrare il campo dagli equivoci e anche dalle possibili strumentalizzazioni.
Dice un motto brocardo latino pacta servanda sunt e penso che in questo caso vi siano tutte le condizioni non essendo emerso nulla in contrario. Però invito a ritirare l'emendamento numero 3 perché rappresenta un commissariamento della Giunta regionale che non si può assolutamente accettare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, chiarisco che tra il Presidente e la Consulta degli enti locali è stato oralmente assunto l'impegno affinché nell'organismo che verrà istituito dopo la gestione commissariale per amministrare l'ATO sia senz'altro garantita la rappresentanza dei sindaci. Ciò non toglie, pur non presentando una terna, che sulla scelta del commissario possa anche essere trovato un accordo. Questo lo lascio alla volontà del Presidente e alla Consulta degli enti locali. Quindi è un discorso abbastanza aperto. Questo mi ha detto il Presidente, questo riferisco.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Moriconi è rientrato dal congedo.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Moriconi si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Cherchi - Cocco Daniele - Cuccureddu - Cugusi - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 36
astenuti 14
maggioranza 19
favorevoli 36
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame del titolo. Al titolo sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il titolo e i relativi emendamenti:
Soppressione dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna - Norma transitoria
Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Diana Giampaolo - Steri - Sanna Giacomo - Pittalis - Diana Mario - Cocco Daniele
Titolo
Al titolo, dopo le parole "Norma transitoria" sono aggiunte "e norme urgenti in materia di enti locali".(1)
Emendamento aggiuntivo Steri - Diana Giampaolo - Diana Mario - Pittalis - Cocco Daniele - Meloni Francesco - Sanna Giacomo
Titolo
Il titolo del progetto di legge è così modificato:
"Soppressione della autorità d'ambito territoriale della Sardegna - Norma transitoria - e disposizioni urgenti in materia di ammortizzatori sociali - modifica comma 2, articolo 1 della legge regionale 1/20l3" e politiche del lavoro. (4))
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per consentire la distribuzione degli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 58, viene ripresa alle ore 19 e 01.)
PRESIDENTE. Poiché non vi sono iscritti a parlare, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Franco Meloni, relatore.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi), relatore. Si esprime parere favorevole sia sull'emendamento numero 1 che sull'emendamento numero 4.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione il titolo.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e del relativo emendamento:
Art. 1
1. In attuazione dell'articolo 1, comma 1 quinquies, del decreto legge 25 gennaio 2010, n. 2 (Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni), convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, della legge 26 marzo 2010, n. 42, e nelle more dell'approvazione della legge regionale di riordino del servizio idrico integrato, le funzioni già svolte dall'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna sono esercitate, dal 1° gennaio 2013 sino alla data di entrata in vigore della suddetta legge e comunque non oltre la data del 30 aprile 2013, da un commissario straordinario nominato su designazione della Giunta regionale, con decreto del Presidente della Regione, che abbia requisiti di comprovata professionalità ed esperienza coerenti rispetto alle funzioni da svolgere. Il commissario straordinario succede in tutte le posizioni giuridiche ed economiche esercitate dall'Autorità d'ambito. |
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Emendamento sostitutivo parziale Sanna Gian Valerio - Sabatini - Cuccu - Cocco Pietro - Meloni Valerio
Articolo 1
Nel comma 1 le parole "su designazione della Giunta regionale" sono sostituite da: "sulla base di una terna indicata dal Consiglio delle autonomie locali". (3))
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sanna Gian Valerio. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, brevemente perché non sfuggano all'Aula alcune stranezze che incombono su di noi.
Buona sera, assessore Rassu, lei è l'Assessore dei lavori pubblici? No! Allora
bisogna renderci conto che in quest'Aula manca l'Assessore competente.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. E' malato! E' a letto con la febbre!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Capisco, in questi casi viene il Presidente!
Secondo aspetto: la tempistica! Stiamo approvando un provvedimento che fa seguito a quello che è stato deciso dalle leggi dello Stato, ultima la legge numero 14 del 24 febbraio del 2012 che poneva la scadenza di questa autorità al 31 dicembre 2012. Avevamo dieci mesi di tempo per provvedere! E' possibile che qualcuno si assuma qualche responsabilità? E' possibile che la Giunta regionale non sappia che ci siamo accorti che la delibera con l'approvazione del disegno di legge è stata approvata il 28 dicembre, due giorni prima della scadenza del termine?
Giusto perché noi partecipiamo a una seduta nella quale secondo me il nostro voto ha un colore più intenso del "rosso" che possiamo pensare di fronte a queste responsabilità che voglio siano messe a verbale perché, badate, lo scrivete voi nella delibera che avete assunto il 25 del mese scorso dove dite, per di più, che la legge del 23 dicembre 2009, la numero 191, che disciplina i comportamenti della cessione delle funzioni delle Autorità (sentite bene, colleghi, perché poi quando deliberate dovete sapere che cosa ci dice la legge, non quello che ci dice l'opinione della Giunta), riconosce alle Regioni la competenza in materia di funzioni esercitate dalle soppresse Autorità e che, nelle more dell'approvazione della normativa regionale, la Regione - non un commissario ma la Regione - deve esercitare tali funzioni proprio al fine di evitare gravi ripercussioni per i servizi pubblici essenziali.
La Regione non è un commissario, la Regione è la Regione, e quindi noi stiamo facendo una cosa che non è secondo legge. Per di più va osservato, non a margine, caro assessore Rassu, che voi avete operato pur in presenza di un parere contrario del Consiglio delle autonomie locali che vi suggeriva di nominare un amministratore locale e non una persona che non ha niente a che vedere con le autonomie; questo sarebbe stato semmai un atto di continuità in attesa del provvedimento ma rispettoso della funzione degli enti locali e anche del patto che era stato siglato e di cui ha parlato il mio Capogruppo.
Allora, vorrei dire che accettiamo tutto, e in questa direzione, onorevole Pittalis, io ritiro l'emendamento che aveva solo la funzione di farvi capire che molte volte facciamo delle cose che non hanno né capo né coda; quello che mi meraviglia, e lo dico francamente gli Uffici, è che qualche volta noi, quando adottiamo degli atti, avremmo bisogno di capire se con una legge possiamo sanare l'illegittimità di un atto amministrativo, o se approvare questa legge così com'è presupporrebbe l'annullamento di quell'atto da parte della Giunta e semmai la riadozione dello stesso atto in termini corretti.
E'bene che si sappia perché altrimenti passa l'idea di una sorta di onnipotenza della funzione legislativa, e invece anche la nostra funzione legislativa soggiace alle regole del diritto, e non possiamo far finta che con una legge saniamo un atto sbagliato; questo lo vorrei dire perché si generano dei precedenti nell'amministrazione che ci portano lontano dalla cultura del diritto che anche le burocrazie di questi enti devono rilevare nel nostro comportamento. Ecco perché noi non possiamo aderire a un atteggiamento di questo genere: tardivo, intempestivo, portato in maniera irresponsabile fuori tempo massimo, in una forma inaccettabile e con la funzione di sanare un atto amministrativo.
Attenzione, onorevole Rassu, io non do assolutamente per scontato che il commissario che voi avete nominato sia nella pienezza dei poteri per potersi assumere la responsabilità, coperto da legge; e non vale neppure la furbizia che il Presidente della Regione faccia un decreto in data successiva alla legge, avendo deliberato il 25 gennaio. Perché quella delibera, la numero 4/1, la dovreste annullare per correttezza.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna e già Domani). A me davvero dispiace che l'emendamento del collega Sanna venga ritirato perché il testo, così come sarà approvato, parla di un commissario nominato su designazione della Giunta regionale, con decreto del Presidente della Regione e che abbia requisiti di comprovata professionalità ed esperienza coerenti rispetto alle funzioni da svolgere. Ritengo che la genericità di questo testo, associato alle esperienze passate che ancora ci bruciano - non sto a ricordare esperienze come la Carbosulcis o altro o lo stesso Ambito (se mi si accetta questo facile gioco di parole) - dovrebbe quanto meno portarci a specificare se la professionalità, o piuttosto l'esperienza coerente rispetto alle funzioni da svolgere, debba essere, richiamando l'articolo 29 della legge numero 31, ad esempio quella della dirigenza esterna alla Regione, e quindi avere tra i requisiti cinque anni di dirigenza di uffici pubblici o privati, o, come sarebbe altrettanto logico, quella di un amministratore locale, posto che l'Autorità d'ambito era formata da amministratori locali.
Noi davvero vorremmo sapere che cosa intenda la Giunta e che cosa ci prepari la Giunta semplicemente esprimendo, con una totale genericità, un quadro sul possibile profilo dell'amministratore che davvero non indica nulla, se non quella volontà più volte espressa dalla Giunta di nominare secondo convenienza chiamiamola politica, ma con la "p" minuscola, e non secondo competenza.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 1. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cugusi ha votato a favore e che il consigliere Uras si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cherchi - Cocco Daniele - Cuccureddu - Cugusi - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Cuccu - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Campus - Cocco Pietro - Corda - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mulas - Porcu - Uras.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 37
astenuti 11
maggioranza 19
favorevoli 32
contrari 5
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Art. 2
Funzionamento dell'ufficio a supporto del commissario straordinario
1. Il personale in servizio presso l'Autorità d'ambito alla data di entrata in vigore della presente legge, già assunto a tempo indeterminato alla data del 1° gennaio 2011, e il personale a tempo determinato con contratto individuale di lavoro in corso afferente a percorsi formativi Master and Back, durante il periodo di gestione commissariale, prosegue la propria attività ai sensi dell'ultimo periodo del comma 1 dell'articolo 1.
2. Il funzionamento dell'ufficio a supporto del commissario straordinario è assicurato con la temporanea assegnazione dei beni già nella disponibilità dell'Autorità d'ambito territoriale e con i trasferimenti delle risorse finanziarie da parte degli enti locali, eseguiti proporzionalmente alla durata del mandato secondo le modalità già vigenti per l'Autorità d'ambito territoriale.
Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Diana Giampaolo - Steri - Sanna Giacomo - Pittalis - Diana Mario - Cocco Daniele
Articolo 2
Dopo l'articolo 2 e aggiunto il seguente articolo 2 bis
Art. 2 bis
Norme urgenti in materia di enti locali
1. Le risorse liberate sussistenti nel bilancio regionale, già destinate al cofinanziamento dei progetti inclusi nel rapporto finale di esecuzione del POR Sardegna 2000-2006 non ultimati e/o operativi alla data di chiusura del programma, sono mantenute in bilancio e possono essere destinate all'erogazione dei saldi spettanti o alla realizzazione di opere di completamento o miglioramento delle opere principali, da finanziarsi con i ribassi di gara e le ulteriori economie. Il mantenimento in bilancio è ammesso a condizione che i progetti principali siano stati dichiarati ultimati e/o conclusi entro il termine previsto dalla decisione della commissione COM (2006) 3424 del 1 agosto 2006.
2. In deroga a quanto previsto dalla legge regionale n. 29 del 1998 gli interventi previsti all'interno dei programmi per il recupero dei centri storici di cui alla Legge regionale 13 ottobre 1998, n. 29 e successive modifiche e integrazioni, per i quali la Regione abbia già provveduto all'erogazione dei relativi contributi, devono essere iniziati entro il 3 dicembre 2013, pena revoca del finanziamento concesso e conseguente recupero delle risorse da parte dell'amministrazione regìonale".
3. All'articolo 1 della legge regionale 17dicembre2012, n. 24, sono soppresse le parole "per sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge".(2)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Giampaolo - Sanna Giacomo - Steri - Meloni Francesco - Cocco Daniele - Diana Mario
Articolo 2
Il comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale 1/2013 è così modificato:
"2. La Regione opera, tramite specifica convenzione da stipulare, entro il 15 marzo 2013, con trasferimenti all'INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) - Sardegna che provvedere al pagamento dei benefici di ammortizzatore sociale ai destinatari finali, impiegando risorse finanziarie aggiuntive stanziate ai sensi del precedente comma.
3. I lavoratori assistiti da ammortizzatore sociale possono proseguire le attività presso le pubbliche amministrazioni locali e settoriali nelle quali hanno operato nel precedente esercizio, sulla base dell'accordo stipulato nell'aprile 2010 tra l'Assessorato regionale del Lavoro e le Organizzazioni sindacali. Agli eventuali oneri si provvedere tramite specifico stanziamento della manovra finanziaria 2013." (5)
Emendamento aggiuntivo Uras - Pittalis - Diana Giampaolo - Cocco Daniele - Steri - Diana Mario - Meloni Francesco - Sanna Giacomo - Campus - Peru - Sanna Paolo - Randazzo - Amadu - Gallus - Piras - Tocco - Floris Rosanna - Greco - Stochino - Sanjust - Murgioni - Bardanzellu - Mulas - Planetta - Maninchedda
Articolo 2
La Giunta regionale, in attuazione della legge regionale 17 dicembre 2012, n. 25, con propria deliberazione provvede a disporre l'assunzione con contratto a termine al 31.12.2013 presso l'Agenzia regionale del lavoro del personale professionalizzato di cui alla legge regionale n. 25 del 2012, articolo 9, commi 1 e 2, qualora non sia stato già assunto dalle amministrazioni locali. La stessa Agenzia dispone il loro comando presso le amministrazioni delle soppresse Province sarde, delle Unioni e/o dei Comuni nei quali hanno svolto l'attività nei precedenti esercizi. L'Agenzia verifica, inoltre, il possesso dei requisiti necessari all'assunzione, tramite l'esame dei titoli di servizio posseduti dal predetto personale.
Gli stanziamenti previsti nel citato articolo 9 della legge regionale n. 25 del 2012, sono assegnati all'Agenzia regionale del lavoro nella misura residua alle risorse finanziarie già trasferite o da trasferire agli Enti locali che abbiano già provveduto alle assunzioni. (6)).
Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 2 e sugli emendamenti, per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Meloni, relatore.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi), relatore. Si esprime parere favorevole su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Più che una dichiarazione di voto, voto che ovviamente per me è contrario, rilevo che il comma 1 ha una formulazione alquanto dubbia, per cui chiedo all'Assessore se si tratta di una forma di stabilizzazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Il mio voto è favorevole; inoltre preciso che l'assessore Nonnis non è presente per ragioni di salute e che avrebbe dovuto essere qua su delega del Presidente perché il disegno di legge è stato approvato dalla Giunta su proposta del Presidente. E' naturale che il Presidente, avendo mille cose da fare, deleghi i suoi assessori, aveva delegato l'assessore Nonnis che però non è direttamente responsabile; poichè l'assessore Nonnis purtroppo non sta bene all'ultimo momento è stato precettato l'assessore Rassu.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2 bis.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 bis:
Art. 2 bis
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).).
(E' approvato)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 463/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Campus - Cherchi - Cocco Daniele - Cuccureddu - Cugusi - Diana Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Cuccu - Meloni Valerio - Sabatini - Sanna Gian Valerio.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Cocco Pietro - Corda - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Moriconi - Porcu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 39
astenuti 9
maggioranza 20
favorevoli 35
contrari 4
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è riconvocato martedì 26 febbraio alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 19 e 14.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta.
Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione e approvazione del Piano regolatore portuale del Porto industriale e commerciale di Arbatax.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- - la legge n. 84 del 1994 avente come oggetto il riordino della legislazione in materia portuale ha dato una nuova prospettiva ai piani regolatori portuali, non considerandoli più come semplici programmi di opere marittime e infrastrutturali, ma veri e propri processi di pianificazione e gestione;
- - secondo quanto disciplinato dall'articolo 5, comma 1, della legge n. 84 del 1994 i piani regolatori portuali oltre a definire l'ambito e l'assetto complessivo del porto, ivi comprese le aree destinate alla produzione industriale, all'attività cantieristica e alle infrastrutture stradali e ferroviarie, individuano altresì le caratteristiche e la destinazione funzionale delle aree interessate;
- - secondo quanto previsto dal comma 4 dell'articolo 5 della legge n. 84 del 1994 "il piano regolatore relativo ai porti di cui alla categoria II, classi I, II e III (rispettivamente porti di rilevanza economica internazionale, nazionale e regionale e interregionale) esaurita la procedura di cui al comma 3, è sottoposto alla valutazione dell'impatto ambientale ed è quindi approvato dalla Regione";
- - l'articolo 105, comma 2, lettera e), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, ha conferito alle regioni a statuto ordinario la programmazione, pianificazione, progettazione ed esecuzione degli interventi di costruzione, bonifica e manutenzione dei porti di rilievo regionale e interregionale delle opere edilizie a servizio dell'attività portuale;
- - il decreto legislativo 17 aprile 2011, n. 234, ha conferito alla Regione e agli enti locali della Sardegna le funzioni e i compiti che il decreto legislativo n. 112 del 1998 aveva attribuito alle regioni a statuto ordinario e ai loro enti locali;
- - la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, ha conferito alla Regione autonoma della Sardegna la competenza legislativa concorrente in materia di "porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e manutenzione";
- - con la delibera n. 56/32 datata 29 dicembre 2009 la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, ha affidato in concessione alle amministrazioni locali la redazione dei piani regolatori portuali, le quali, si legge "vi provvederanno secondo le linee guida emanate dalla Regione, che conserva il ruolo e le competenze riconosciute dagli strumenti legislativi vigenti per l'azione e l'approvazione dei piani";
- - per le spese di gestione relative all'esercizio delle funzioni sul demanio marittimo e per la progettazione e studi periziali finalizzati alla predisposizione dei piani regolatori, la delibera di cui al precedente punto ha destinato alle amministrazioni comunali la somma complessiva di euro 490.000;
considerato che il Comune di Tortolì-Arbatax non rientrò tra le amministrazioni comunali beneficiarie dei contributi poiché all'epoca il porto di Arbatax era ancora un bene del demanio statale;
preso atto che il porto industriale e commerciale di Arbatax, acquisito al patrimonio regionale, necessita di un nuovo piano regolatore portuale per dare impulso al sistema economico e produttivo della Sardegna centro orientale,
chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
- l) se non ritenga opportuno attivare tutte le procedure per l'adozione e l'approvazione del nuovo Piano regolatore portuale dello scalo marittimo di Arbatax;
- 2) quali siano i tempi per l'attivazione delle procedure. (1037)
InterrogazioneGallus, con richiesta di risposta scritta, in ordine alla chiusura delle sale d'attesa e dei servizi igienici di diverse stazioni ferroviarie della Sardegna e sulle condizioni del sistema infrastrutturale della rete ferroviaria sarda.
Il sottoscritto,
PREMESSO che alcuni sindacati della Sardegna (comparto trasporti) hanno denunciato che entro il 2013 verranno chiuse le sale d'attesa per i passeggeri delle stazioni ferroviarie di diversi paesi dell'interno della Sardegna e, per quanto riguarda la Provincia di Oristano, delle stazioni ferroviarie di Marrubiu, Paulilatino, Solarussa e Uras;
EVIDENZIATO che queste chiusure si aggiungono a tante altre chiusure effettuate da Rete ferroviaria italiana (RFI) nel recente passato;
RILEVATO che numerosi consiglieri regionali hanno, in passato, richiamato l'attenzione di RFI e della stessa Regione, con interrogazioni, lettere, articoli, note sulla stampa ecc. denunciando l'insopportabile e drammatica condizione in cui opera il sistema ferroviario sardo;
CONSTATATO che:
da alcuni anni a questa parte il Gruppo FSI ha programmato un vero e proprio smantellamento di tutto sistema ferroviario sardo;
altresì, la Divisione cargo di Trenitalia, alcuni anni addietro, ha soppresso il servizio di movimento merci delle stazioni periferiche, unitamente allo scambio intermodale nel nord est dell'Isola, arrecando un colpo mortale al comparto trasporto merci della Sardegna;
RICHIAMATO che il livello generale degli investimenti della rete ferroviaria sarda è molto basso ed è limitato alla sola tratta Cagliari-Oristano, vedasi la fase di elettrificazione e il doppio binario;
SOTTOLINEATO che il Gruppo FSI deve essere costretto a rispondere della inadeguata attenzione verso la Sardegna e il popolo sardo, atteggiamento che ha creato incalcolabili disagi non solo alle persone, ma soprattutto veri e propri danni a tutto il tessuto produttivo e all'economia della Sardegna con gravi conseguenze negative sull'occupazione;
EVIDENZIATO ancora che la chiusura delle sale di accoglienza dei viaggiatori è inaccettabile perché sopprime l'elemento fondamentale, il principale attrattore di una stazione ferroviaria, la sala d'attesa, uno spazio ove gli utenti hanno diritto di sostare comodamente, utilizzando i servizi igienici e il diritto di ripararsi entro quattro mura in condizioni climatiche accettabili;
RICORDATO che non va sottovalutato, inoltre, l'aspetto dell'acquisto e della vidimazione del biglietto, che evita in tal modo l'irrogazione di pesanti sanzioni dovute all'inefficienza del servizio erogato;
DENUNCIATO che ancora la stazione ferroviaria di Olbia, della quale usufruiscono tutti gli utenti che provengono dall'hinterland della Sardegna e che devono raggiungere l'altra sponda del Tirreno, non solo è priva della sala di accoglienza, ma è totalmente carente di collegamenti adeguati con il porto; capita infatti spesso che il viaggiatore perda il traghetto a causa del ritardo dei treni, perdendo il collegamento con il porto,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere se:
sia veritiera la notizia relativa alla chiusura delle sale d'attesa di circa quindici stazioni ferroviarie, aggiungendosi a quelle chiuse in precedenza;
risponda al vero la notizia in ordine alla mancata sottoscrizione da parte di Trenitalia del contratto di servizio pubblico con la Regione e, se si, quali siano le cause che ostacolano tale sottoscrizione;
non reputino urgente e indilazionabile che la Regione s'impegni ad aprire un tavolo di confronto con la direzione aziendale Gruppo FSI relativamente allo stato di degrado e di abbandono dell'intero sistema ferroviario isolano, causa principale della perdita progressiva degli utenti sardi e non solo sardi;
quali iniziative intendano assumere per garantire livelli di efficienza di tutto il sistema ferroviario sardo, a partire dalle stazioni più disagiate, e nel contempo salvaguardare l'indiscutibile diritto dei sardi di usufruire di tutti quei servizi che rappresentano un dignitoso trasporto ferroviario, in linea col resto d'Italia e d'Europa e che si riassumono:
a) sale d'attesa efficienti;
b) servizi igienici decorosi;
c) biglietterie sempre funzionanti e fruibili:
d) collegamenti su ruota garantiti tra la stazione di Olbia e il porto. (1038)
Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle azioni previste per il rilancio dell'area di crisi del nord Sardegna.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Giunta regionale, con deliberazione n. 33/42 del 31 luglio 2012, ha approvato, tra l'altro, l'analisi territoriale, la priorità dei programmi di intervento e gli ambiti territoriali eleggibili per l'area di crisi di Porto Torres (che comprende oltre ai Comuni di Porto Torres, Alghero e Sassari anche i comuni dell'area vasta, Stintino, Sorso e Sennori) e che ha altresì autorizzato l'avvio della "Fase di animazione territoriale e di definizione dell'Accordo di programma";
CONSIDERATO che il Programma di interventi per l'area di crisi di Porto Torres, allegato a detta deliberazione, prevede complessivamente risorse per 65 milioni di euro;
RICORDATO che nei giorni successivi la stampa riportava con grande rilievo le affermazioni del Presidente della Regione circa gli stanziamenti per lo sviluppo nelle aree di crisi, tra cui l'area del nord Sardegna, e che in un incontro presso la Camera di commercio di Sassari il Vicepresidente della Regione affermava che entro il successivo mese di agosto 2012 avrebbe proposto alla Giunta una delibera per definire gli interventi prioritari;
RILEVATO che, come denunciano imprenditori, istituzioni locali e sindacati, la situazione di crisi dell'area del nord Sardegna si è ulteriormente aggravata;
PRESO ATTO che gli impegni assunti e le relative disponibilità finanziarie risultano più sulla carta che in atti concreti, e che le lunghe e frequenti riunioni, previste nelle procedure, si sono rivelate spesso inconcludenti, tanto da suscitare le critiche da parte delle imprese che ben altrimenti potrebbero impiegare il loro tempo,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:
- 1) quale sia lo stato di attuazione del Progetto di sviluppo locale dell'area di crisi di Porto Torres;
- 2) se siano stati individuati dei progetti prioritari in relazione ai diversi ambiti di intervento;
- 3) quali iniziative intendano intraprendere per ridare fiducia agli operatori economici e alle popolazioni di un territorio segnato dal grave processo di deindustrializzazione che ha investito le più importanti produzioni presenti nell'area a cui si sommano gli effetti della crisi economica internazionale. (1039)
InterrogazioneSanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sul mancato riscontro alla precedente interrogazione n. 668/A e sulla destinazione futura dell'ormai dismesso ex carcere di Oristano sito in piazza Mannu in applicazione dell'articolo 14 dello Statuto.
Il sottoscritto,
PREMESSO che la Giunta regionale, come accade oramai da anni, senza che alcuno sollevi rilievi sulla gravità di tali comportamenti, non ha inteso rispondere all'interrogazione n. 668/a del 2 settembre 2011 sulla mancata acquisizione al patrimonio regionale di importanti immobili siti nell'ambito del Comune di Oristano e nello specifico l'ex distretto militare e l'ormai ex carcere circondariale di piazza Mannu e, in dispregio a qualunque canone di rispetto istituzionale, l'Esecutivo continua a minare le funzioni di controllo del Consiglio regionale ed a inibire qualunque canale informativo con il sostanziale oscuramento degli atti di Giunta;
CONSIDERATO che si sono completate le complesse procedure di trasloco e di trasferimento dei detenuti dalle strutture di piazza Mannu a quelle di Massama recentemente inaugurate ed oramai operative in tutti gli aspetti funzionali e, conseguentemente, le strutture del vecchio carcere risultano da settimane vuote e prive di qualunque destinazione;
RILEVATO che il complesso di piazza Mannu, appartenente al demanio dello Stato è immobile vincolato e sotto la giurisdizione della Soprintendenza per i beni architettonici di Cagliari già dal 1987 per l'interesse storico ed artistico ed incorpora, al suo interno, il Palazzo giudicale ed il Castello posto a difesa della Porta Mari entrambi punti nevralgici della configurazione storica della città medievale;
EVIDENZIATO che, con la recente dismissione delle strutture già adibite a carcere circondariale, l'immobile in questione si trova, dunque, libero da vincoli di destinazione pubblica e perciò disponibile ad essere oggetto di progetti ed idee per un nuovo utilizzo attraverso un appropriato ed indispensabile lavoro di restauro e di contestualizzazione storica anche nel quadro di una ricostruzione dell'intera piazza ai fini della migliore gestione dei beni culturali in essa ricadenti;
CONSTATATO che, ai sensi e per effetto dell'articolo 14 dello Statuto sardo, la Regione succede nei beni e nei diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare ed in quelli demaniali al fine di preservare tali beni dal degrado e dall'incuria e per essere ricondotti, unitamente agli enti locali territoriali, ad un uso pubblico in linea con il valore e le caratteristiche intrinseche del bene stesso,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per conoscere innanzitutto se si ritenga serio e responsabile impedire che il Consiglio regionale svolga le proprie attività di controllo e di indagine a causa della continua omissione da parte della Giunta regionale dei propri doveri di trasparenza e di riscontro agli atti ed ai quesiti posti dai singoli consiglieri, in secondo luogo se l'Assessorato competente abbia inoltrato richiesta alle autorità responsabili del demanio dello Stato per provvedere, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto, al subentro nella titolarità dell'immobile sito a Oristano in piazza Mannu già adibito a carcere circondariale; si domanda inoltre se non si ritenga tale adempimento particolarmente necessario ed urgente alla luce del fatto che il complesso di Piazza Mannu risulta bene culturale sottoposto al vincolo della Soprintendenza per i beni architettonici di Cagliari e che sia doveroso prevenire ogni ulteriore processo di degrado e di abbandono dell'immobile che potrebbe al contrario rientrare negli obiettivi di recupero e di restauro dell'amministrazione pubblica per restituire alla città di Oristano una parte del Palazzo giudicale e del Castello posto a difesa della Porta Mari e perciò punti rilevanti della possibile ricostruzione storica della città medievale che potrà così essere restituita pienamente alla vocazione turistica della città arborense. (1040)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla carenza di trasparenza e tempestività nell'informazione dei cittadini rispetto ai frequenti episodi di anomalie all'interno della raffineria Saras e sulle misure che intendono intraprendere al fine di attivare tutti i dovuti piani di prevenzione, protezione ed eventualmente di evacuazione.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- - in questi ultimi giorni si ripropone la questione ancora irrisolta del controllo delle emissioni in atmosfera entro i limiti consentiti dalla normativa vigente e della carenza di azioni concrete finalizzate non solo al monitoraggio e alle rilevazioni di inquinanti nell'aria, ma soprattutto alla tutela della salute dei cittadini, oltre che del territorio e dell'ambiente;
- - infatti, oltre ai vari episodi che si sono verificati e continuano a verificarsi negli anni, tra dicembre 2012 e gennaio 2013 si sono registrate diverse "situazioni limite" che hanno messo in allarme la popolazione dell'area intorno alla raffineria della Saras e in particolare i cittadini di Sarroch, rafforzandone preoccupazioni e perplessità sulle ripetute segnalazioni che si sono succedute nel tempo riguardo al superamento della soglia di rischio prevista per molti agenti inquinanti e dannosi per la salute dell'uomo;
- - già nell'interrogazione n. 649/A del 27 luglio 2011 si era portata all'attenzione del Presidente della Regione e dei competenti Assessorati dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e della difesa dell'ambiente la problematica dello stato di inquinamento dell'aria a Cagliari e in provincia, come già fortemente denunciato anche dai Medici per l'ambiente (ISDE) e dalle competenti associazioni ambientaliste (Amici della Terra e Gruppo d'intervento giuridico);
- - in particolare erano stati riportati i dati del report dell'ARPAS sulla qualità dell'aria:
- - già nel marzo 2011 la centralina CENSA1 (Sarroch - Guardia di finanza) in relazione alle polveri sottili (PM10), registra 9 superamenti complessivi della media giornaliera, con un valore massimo di 112 microgrammi per metro cubo nella CENSA1 (Sarroch - Guardia di finanza);
- - nel giugno 2011 nella centralina CENSA8 Cagliari-Macchiareddu in relazione alle polveri sottili (PM10) ci sono stati 6 superamenti complessivi della media giornaliera, con un valore massimo di 162 microgrammi per metro cubo;
- - dati allarmanti non solo relativamente ai valori relativi al PM10 che non corrispondono ancora ai valori della direttiva del Consiglio europeo 1999/30/EC, ma soprattutto al fatto che continuano a non far riferimento al PM2,5 (ritenuto dagli studiosi ben più nocivo del PM10, in quanto contiene nanoparticelle, di dimensioni inferiori a 100 nm e che pertanto possono indurre una serie di eventi avversi a livello polmonare, cardiocircolatorio e anche a livello di sistemi e organi diversi, incluso il sistema nervoso centrale);
- - fra i dati più allarmanti si ricordano quelli registrati in occasione di un altro episodio, analogo a quelli riscontrati negli ultimi mesi e nella giornata del 24 gennaio 2013, verificatosi nel febbraio 2008, quando infatti, come anche riportato dalla stampa "per molte ore il valore del solfuro di idrogeno rilevato dal sistema antinquinamento successivo all'incidente, e cioè alla rottura di un impianto Cracking, era di 134,10 alle quattro del pomeriggio, di 291,63 alle 17, di 611.44 due ore più tardi, di 434,39 alle 19 di mercoledì, di 222,33 alle 21";
- - oltre alla gravità dei dati sopra riportati, che negli anni continuano a registrare un progressivo incremento di tali anomalie, a causare dubbi e preoccupazioni è anche il mancato rispetto del diritto alla trasparenza e alla tempestività nell'informazione dovuta ai residenti; di fronte a situazioni anomale e allarmanti come quelle verificatesi il 24 gennaio 2013 e negli ultimi tempi, la Saras non può trincerarsi dietro tardivi e vacui comunicati stampa, ma dovrebbe attivarsi con le istituzioni preposte, di ogni ordine e grado, affinché questi eventi non abbiano più ad accadere;
- - anche nel caso in oggetto, le poche e frammentarie informazioni ricevute dai cittadini sono arrivate solo a seguito delle forti e continue sollecitazioni di questi ultimi (questa volta la causa dell'incidente sarebbe riconducibile ad un blackout che avrebbe mandato in tilt la rete elettrica della raffineria, causando la fuoriuscita di idrocarburi gassosi nell'aria e, quindi, la fumata nera che si è estesa per diversi chilometri, tanto che alcune segnalazioni sono arrivate anche da persone residenti in aree che distano decine di chilometri dalla raffineria); inoltre, a rafforzare le perplessità e le paure dei cittadini è il fatto che tali episodi, ormai sempre più frequenti, possano essere ricondotti a falle e/o criticità all'interno degli impianti, per cui sarebbe doveroso intraprendere urgenti misure atte a evitare il verificarsi di situazioni ben più gravi,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
- 1) quali siano i dati di cui dispongano in relazione alle emissioni nell'aria relative ai giorni in cui tali episodi si sono verificati, con particolare riferimento a quelli citati in premessa del dicembre 2012 e del 24 gennaio 2013;
- 2) se in merito abbiano ricevuto note e chiarimenti da parte della Saras;
- 3) se non ritengano opportuno attivarsi, in sinergia con tutte le autorità competenti a tutti i livelli, per studiare delle misure finalizzate non solo al monitoraggio e alle rilevazioni di inquinanti nell'aria, ma soprattutto alla tutela della salute dei cittadini, oltre che del territorio e dell'ambiente;
- 4) se, nel rispetto della massima trasparenza dovuta ai cittadini e al fine di evitare future situazioni di allerta, intendano adottare un sistema di informazione immediato e celere per le popolazioni nei momenti in cui si verificano episodi come quelli descritti in premessa e se sia nelle loro intenzioni di predisporre e attivare i dovuti piani di prevenzione, protezione ed eventualmente di evacuazione. (1041)
InterrogazioneZuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul decreto 17 gennaio 2013, n. 1, e sulla determinazione n. 1067 del 1° febbraio 2013 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale circa la revoca, il commissariamento ad acta e la riprogrammazione delle risorse comunitarie previste di 8,5 milioni di euro del bando "Lav…Ora".
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- con il recente decreto n. 1 del 17 gennaio 2013, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha provveduto alla nomina di un commissario ad acta al fine di "attivare le procedure volte alla revoca dell'avviso denominato Lav…Ora - Progetti per l'inclusione sociale per il finanziamento di progetti per l'erogazione di contributi a favore di inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati";
- inoltre, l'Assessore ha sollecitato di provvedere "ad attivare le procedure volte alla riprogrammazione delle risorse comunitarie destinate all'avviso Lav…Ora, secondo gli indirizzi politico-amministrativi impartiti, nonché, all'adozione degli atti conseguenti";
- tali imposizioni hanno causato la rimozione del direttore generale delle politiche sociali e mortificato il lavoro da lui portato avanti entro tempi celeri e con esiti efficaci ed efficienti, in sinergia con il direttore del Servizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e regionali;
- il suddetto bando era stato approvato con determinazione n. 14715 del 22 novembre 2012 e poi modificato in data 27 dicembre 2012 con determinazione n. 16697;
- è invece del 1° febbraio 2013 la determinazione prot. n. 1067, rep. n. 7, del Servizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e regionali e la notizia, non ancora ufficiale, secondo cui il commissario ad acta, avrebbe "ordinato illegittimamente" la revoca del bando europeo (nonostante sia rispondente alle normative comunitarie e già passato al vaglio dell'Autorità di gestione), e avviato un nuovo progetto sostitutivo per l'utilizzo di quei fondi che vengono così sottratti alla gestione e al controllo trasparente dei comuni;
- nello stesso documento, a pagina 3, si riporta la nota n. 2359 del 20 dicembre 2012 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale indirizzata al direttore del Servizio attuazione politiche sociali, comunitarie, nazionali e regionali con la quale si ribadisce che "il documento non corrisponde alle direttive e agli indirizzi politico amministrativi impartiti dallo scrivente Assessorato. Direttive impartite al fine di rendere la procedura in esame la più aderente possibile alle finalità sottese all'interesse pubblico, che la disciplina comunitaria intende perseguire. Interesse pubblico che, allo stato, non viene adeguatamente e ragionevolmente perseguito là dove si indicano come destinatari unici dei finanziamenti solo alcune Amministrazioni comunali" e che "tra i destinatari delle risorse di cui sopra, devono essere invece, ricompresi, ai fini di un più rapido ed efficiente utilizzo delle stesse, gli enti pubblici e privati, incluse le Università di Cagliari e di Sassari, le organizzazioni e le cooperative del privato sociale, le associazioni e fondazioni di promozione sociale, nonché le associazioni datoriali e di categoria" e conclude invitando il direttore del Servizio "a volere provvedere ad horas a sospendere la procedura de qua, al fine di integrare l'avviso pubblico sulla base delle direttive impartite";
- con queste note, però, l'Assessore non chiarisce nei dettagli quali siano i contenuti del bando che non corrispondono "alle direttive e agli indirizzi politico-amministrativi" impartiti dallo stesso;
- inoltre, si mette in evidenza come l'Assessore pur contemplando un interesse pubblico come prioritario, dia risalto al coinvolgimento di enti privati, al fine di rendere "più rapido ed efficiente" l'utilizzo delle risorse in oggetto;
- si mette in evidenza che nelle pagine 4 e 5 si legge che con nota prot. n. 924 del 30 gennaio 2013 con la quale il direttore di Servizio attuazione politiche sociali, comunitarie, nazionali e regionali "in mancanza di motivazioni scritte in merito alla necessità di procedere alla revoca, in base all'art. 21, comma 5, della legge regionale n. 31/98, esprime il proprio dissenso all'adozione dell'atto di revoca";
- alle ancora immotivate conseguenze subite da validi ed efficienti dirigenti dell'Amministrazione regionale, si aggiungono i danni perpetrati su più fronti, dalle istituzioni locali, già fortemente impoverite, agli utenti fino alle numerose imprese sarde che hanno aderito al progetto, seguendo gli indirizzi regionali tesi a promuovere "una forte integrazione fra il tessuto socio-economico del territorio e i servizi istituzionali";
- il decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale rappresenta un grave atto d'irresponsabilità, in quanto il bando europeo non è revocabile, né sostituibile; nell'eventualità di un bando sostitutivo, questo dovrà essere sottoposto nuovamente al vaglio dell'Autorità di gestione del POR FSE 2007/2013 e seguire un iter lungo almeno sei mesi, con la probabilità che la Comunità europea non certifichi la spesa e annulli tutto il procedimento, quindi anche l'impiego delle risorse adesso disponibili;
- con l'annullamento e la sostituzione del bando Lav…Ora, atti assolutamente illegittimi, ancora una volta si condanna cinicamente un gran numero di cittadini bisognosi a ulteriori disagi e povertà; al primo momento di entusiasmo per il progetto, attesissimo nel territorio sardo, è seguita una forte delusione per la mancata e concreta opportunità di creare esperienze formative-occupazionali per persone svantaggiate, fondamentale per fronteggiare in modo diretto, immediato e trasparente la situazione di disagio sociale e di emergenza economica in cui vivono un gran numero di sardi;
- alla decisione dell'Assessore di revocare il bando si iniziano a registrare non solo la contrarietà dei tanti comuni e dei piani unitari dei servizi alla persona (PLUS) che avevano già provveduto ad avviare l'iter procedurale (in taluni casi concludendolo) secondo quanto disposto nel bando e nel rispetto della scadenza fissata per il 15 febbraio 2013, ma anche delle numerose imprese, cooperative e aziende che avevano aderito al progetto e che avrebbero dovuto accogliere i soggetti svantaggiati beneficiari delle borse di lavoro in oggetto (per un totale di 8,5 milioni di euro), e le cui richieste, stando al decreto assessoriale sopra citato, verranno annullate nella più totale indifferenza e per cause ancora incomprensibili e non chiarite dallo stesso Assessore;
- ad aggravare la situazione è la collocazione temporale del provvedimento dell'Assessore, che infatti è stato emanato proprio nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano, nonché in previsione delle prossime elezioni regionali; fatto che potrebbe indurre anche a pensare ad una possibile riprogrammazione delle risorse comunitarie in oggetto;
- inoltre, a destare molte perplessità è l'oscuro destino delle risorse comunitarie di 8,5 milioni di euro in oggetto, che una volta riprogrammate potrebbero essere dirottate dalla gestione pubblica (quindi dei quattro ambiti PLUS e dei comuni) verso altri canali, anche privati, di cui nulla è dato sapere;
- già in precedenza l'impiego di pubbliche risorse, come nel caso dei 22 milioni di euro gestiti per il bando "Ad Altiora", aveva destato perplessità in quanto a tutt'oggi non sono noti i risultati del progetto, né dove e come siano impiegate le persone formate, per le quali le istituzioni della Regione non chiedono alcun rendiconto, tantomeno chi abbia gestito tali risorse e come siano state impiegate nei casi specifici,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali siano le reali motivazioni che sono alla base della revoca del Bando Lav…Ora, vista anche la non sussistenza dei ritardi che sarebbero stati attribuiti al direttore generale delle politiche sociali e al direttore del Servizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e regionali nell'iter procedurale di un bando che invece è stato predisposto e pubblicato con notevole celerità, a seguito dell'autorizzazione della competente Autorità di gestione;
2) quali siano, nello specifico, le reali motivazioni che hanno indotto l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale alla rimozione del direttore generale e al commissariamento ad acta;
3) visti anche i precedenti poco chiari trasparenti circa le risorse del bando Altiora, quali siano le reali intenzioni dell'Assessore circa la riprogrammazione delle risorse comunitarie di euro 8,5 milioni e quale sia l'iter procedurale che si intende adottare, visto che, a più di un mese dalla pubblicazione del bando e in prossimità della scadenza fissata per il 15 febbraio, non vi sia ancora alcuna disposizione in merito;
4) perché abbia predisposto la revoca, il commissariamento e la riprogrammazione di un bando già autorizzato dalla competente Autorità di gestione e accolto positivamente dai PLUS e dai comuni della Sardegna nonché dalle imprese, cooperative e aziende coinvolte nel progetto;
5) se abbia valutato la gravità della situazione creatasi a seguito delle disposizione impartite circa il bando soprattutto alla luce della posizione assunta del direttore di Servizio attuazione politiche sociali, comunitarie, nazionali e regionali che (come riportato nel testo della determinazione prot. n. 1067, rep. n. 7, sopra riportata) "in mancanza di motivazioni scritte in merito alla necessità di procedere alla revoca, in base all'art. 21, comma 5, della legge regionale n. 31/98, esprime il proprio dissenso all'adozione dell'atto di revoca";
6) in riferimento alla determinazione prot. n. 1067, rep. n. 7, del Servizio attuazione politiche sociali comunitarie, nazionali e regionali del 1° febbraio 2013, quali siano nello specifico:
a) i contenuti del bando che non corrispondono "alle direttive e agli indirizzi politico amministrativi impartiti dallo scrivente Assessorato. Direttive impartite al fine di rendere la procedura in esame la più aderente possibile alle finalità sottese all'interesse pubblico, che la disciplina comunitaria intende perseguire";
b) le ragioni per cui l'Assessore da una parte sostiene che l'interesse pubblico non verrebbe "adeguatamente e ragionevolmente perseguito" in quanto sarebbero stati indicati come "destinatari unici dei finanziamenti solo alcune Amministrazioni comunali", ma allo stesso tempo ritiene che rispetto ai destinatari delle risorse di cui sopra deve essere previsto il coinvolgimento anche di enti privati "ai fini di un più rapido ed efficiente utilizzo delle stesse".(1042)
Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata proroga del progetto di riutilizzo dei circa 130 lavoratori in CIGS che per ultimi, ma in tempo utile, hanno inoltrato la domanda alla Regione.
Il sottoscritto,
PREMESSO che: _
- in data 9 gennaio 2013, presso l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, è stato sottoscritto, fra l'Assessore competente e i rappresentanti delle amministrazioni provinciali e dell'ANCI, la Direzione regionale INPS, Italia lavoro Spa, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, delle organizzazioni delle professioni e del sistema bancario, il verbale di accordo istituzionale per il rinnovo della concessione degli ammortizzatori sociali in deroga per l'anno 2013;
- questo accordo avrebbe dovuto consentire la proroga, per l'anno 2013, dei trattamenti di CIGS e mobilità in deroga, già autorizzati ed erogati per il 2012;
- in questo modo, i lavoratori avrebbero potuto proseguire nel progetto di riutilizzo presso le pubbliche amministrazioni o associazioni onlus territoriali che ne avevano fatto richiesta;
- avrebbe dovuto consentire, inoltre, l'autorizzazione per l'anno 2013 delle nuove concessioni di CIGS e mobilità in deroga;
CONSIDERATO che:
- entrambi i benefici sarebbero stati concessi nel limite delle risorse finanziarie disponibili;
- la richiesta di intervento di proroga, inoltre, doveva essere presentata per via telematica tramite un apposito sito internet dedicato messo a disposizione dalla Regione;
- i lavoratori interessati, in numero di circa 600, quindi, nel volgere di poche ore, avrebbero dovuto inviare la domanda, confidando di riuscire a rientrare nel numero previsto in relazione alle risorse disponibili limitate;
PRESO ATTO che:
- al termine della procedura non tutti i lavoratori hanno potuto godere della proroga, in quanto, come detto, le risorse erano limitate a causa della mancata erogazione dei finanziamenti quota parte del Governo nazionale;
- la graduatoria finale è stata redatta in modo cronologico, vale a dire tenendo conto della data e dell'orario in cui questi lavoratori hanno potuto collegarsi al sito, penalizzando, evidentemente, gli ultimi che hanno potuto collegarsi e inoltrare la richiesta;
- un numero consistente di 130 lavoratori, quindi, non potrà più beneficiare della proroga sul progetto di riutilizzo, penalizzando questi stessi lavoratori e le loro famiglie, private di un necessario sussidio economico, ma anche le amministrazioni in cui lavoravano e che, nel volgere di pochi giorni si sono trovate a fronteggiare una emergenza in organico relativamente ai progetti e ai programmi a cui erano destinati questi lavoratori;
EVIDENZIATO che:
- questa situazione provocata, parrebbe, da una visione ossessivamente burocratica sul procedimento, ha provocato l'assurda situazione che, nello stesso comune, alcuni lavoratori potranno riprendere il lavoro, mentre ad altri questo non viene più concesso;
- in tanti, soprattutto alcune organizzazioni sindacali, hanno denunciato la procedura adottata in quanto priva delle più elementari condizioni di giustizia sociale,
chiede di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) quali iniziative si intendono avviare al fine di rimuovere eventuali e palesi sperequazioni fra lavoratori in CIGS e mobilità in deroga, inseriti lo scorso anno nel progetto di riutilizzo presso le pubbliche amministrazioni o associazioni onlus territoriali che ne avevano fatto richiesta;
2) quali iniziative si vorrebbero mettere in campo al fine di reperire ulteriori risorse finanziarie così da tutelare anche quei circa 130 lavoratori i quali, pur avendo diritti e titoli, sono stati esclusi dal progetto di riutilizzo solo perché, pur in tempo utile, sono stati gli ultimi a inoltrare la richiesta di proroga attraverso il sito internet della Regione;
3) se non ritengano opportuno programmare ulteriori incontri con le organizzazioni di categoria al fine di dirimere l'incresciosa vertenza di questi lavoratori esclusi dal programma. (1043)
Interpellanza Sanna Giacomo sul trasferimento del centro di selezione e reclutamento nazionale per il servizio volontario in ferma prefissata di Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che Cagliari è sede del centro di selezione e reclutamento nazionale per il servizio volontario in ferma prefissata per un anno (VFP1) e che tale centro costituisce la porta di accesso all'esercito, all'aeronautica e alla marina militare italiana;
CONSIDERATO che gli aspiranti all'arruolamento, uomini/donne, svolgono le selezioni per il reclutamento nel centro di viale Calamosca a Cagliari;
CONSIDERATO altresì che il costo medio che un residente in Sardegna deve sostenere per partecipare alle selezioni si aggira intorno ai 250 euro considerando le spese relative alle analisi, alle spese di viaggio, al pernottamento e ai pasti;
EVIDENZIATO che la chiusura del centro arrecherebbe alla nostra Isola un danno sia in termini occupazionali con la messa in mobilità del personale attualmente in servizio, sia in termini di aggravio di spese (circa 500 euro) per i sardi che partecipano alle selezioni per il reclutamento alla ferma prefissata,
chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere come intenda intervenire per scongiurare la chiusura del centro di selezione VFP1 di Cagliari ed, eventualmente, sostenerne la trasformazione, quale progetto pilota, in polo selettivo al fine di consentire un ragguardevole risparmio per i candidati che non sarebbero costretti a sostenere le selezioni nella Penisola e garantire il mantenimento del livello occupazionale con prospettive di ampliamento e razionalizzazione delle spese. (392)
Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Cocco Daniele Secondo - Cugusi sull'ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione n. 1 del 4 gennaio 2013, per il conferimento di rifiuti urbani e di rifiuti derivanti dal trattamento di rifiuti urbani in discarica per rifiuti non pericolosi in Sardegna.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che:
sono venuti a mancare i presupposti dell'ordinanza n. 1 del 4 gennaio 2013 in quanto il decreto legislativo 14 gennaio 2013, n. 1, ha prorogato sino al 31 dicembre 2013 il divieto di conferire rifiuti con PCI maggiore di 13.000 kJ/kg, rendendo di fatto inutile e non più contingibile ed urgente la stessa ordinanza;
- con questa ordinanza urgente, il Presidente della Regione intende costruire, in tempi molto brevi, diversi termovalorizzatori nel territorio sardo, diversamente da quanto espresso dagli amministratori e dalle comunità interessate;
- quest'atto ha suscitato forti preoccupazioni tra cittadini, tra comitati che operano per la difesa del territorio, dell'ambiente e della salute, tra associazioni ambientaliste, nonché tra la società scientifica internazionale ISDE Medici per l'ambiente che a livello locale e globale analizza la gestione del bene ambiente e le ricadute sanitarie relative alle cattive pratiche messe in atto da amministratori locali e non;
RIBADITO che:
- l'ordinanza contingibile e urgente del Governatore è in totale violazione alla attuale normativa comunitaria e statale che attraverso la direttiva quadro n. 2008/98/CE, indica la scale delle priorità nella gestione dei rifiuti e afferma come prioritaria "la preparazione per il riutilizzo, il riciclo", per cui, all'interno del recupero diverso dal riciclo, va privilegiato il recupero di materia rispetto al recupero di energia; tale scala gerarchica è già recepita nella normativa italiana con la modifica dell'articolo 179 del decreto legislativo n. 152 del 2006 operata dal decreto legislativo n. 295 del 2010;
- il Sesto programma di azione per l'ambiente della UE, in materia di riduzione dei rifiuti prevede la riduzione della produzione dei rifiuti del 20 per cento al 2020 e del 50 per cento al 2050 rispetto alla produzione del 2000 e prevede inoltre la sostituzione di tutti i termovalorizzatori in attività in Europa con impianti di riciclo completo entro il 2020;
- la costruzione di termovalorizzatori in termini temporali non risolve eventuali condizioni di emergenza essendo necessari, compreso l'iter autorizzativo, almeno 4-5 anni per la loro costruzione;
- la costruzione degli impianti di riciclo a freddo ha tempi di realizzazione di alcuni mesi e di massimo due anni;
- i costi per costruire un termovalorizzatore sono 6-7 volte superiori a quelli degli impianti che separano a freddo i rifiuti solidi urbani, dai quali si ricavano materie post consumo e post utilizzo per avviare processi produttivi di filiera con evidenti ricadute economiche e occupazionali;
- la tecnologia dell'incenerimento dei rifiuti è da sempre stata oggetto di fortissimo contrasto da parte di settori della ricerca scientifica, in particolare quelli della medicina ambientale e della medicina oncologica, essendo tali impianti classificati all'articolo 216 del testo unico sanitario (G.U. n. 220 del 20 settembre 1994) come "impianti insalubri di classe I";
- le organizzazioni e i comitati civici delle popolazioni circostanti impianti esistenti od in progettazione a causa di numerosi studi ed indagini epidemiologiche hanno sviluppato la consapevolezza dei danni determinati dalle emissioni di particolato (in particolare le polveri fini, ultrafini e il nanoparticolato) prodotto in fase di combustione e associato a centinaia molecole quali diossine/furani, pcb, e metalli pesanti;
- le evidenze scientifiche mostrano che tali composti hanno azione cancerogena e mutagena con documentati effetti letali sulla salute umana attraverso l'azione irreversibile di contaminazione della catena biologica e alimentare;
EVIDENZIATO:
- che la costruzione di termovalorizzatori, cioè di inceneritori, è funzionale solo ed esclusivamente a interessi speculativi, con costi sempre più elevati non solo per le casse sarde ma anche per le tasche dei cittadini, e comporta gravi ripercussioni per la stessa salute dei cittadini e dell'ambiente, nonché la perdita delle ricadute economiche e occupazionali derivanti dalla filiera del riciclo;
- come sia dovere degli amministratori proteggere l'ambiente e la salute umana secondo gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986, nella consapevolezza che le nostre società sono complesse e interdipendenti e non è possibile separare la salute delle comunità dagli altri obiettivi;
- come sia dovere degli amministratori assicurare una informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti e salute secondo quanto prescritto dalle normative internazionali, comunitarie e statali attraverso la Carta di Ottawa del 1986, dal decreto legislativo n. 502/2006, articolo 13, dalla Carta di Aalborg del 1994;
- come tali normative stabiliscono che i cittadini debbano essere messi in grado di controllare i determinanti di salute per la promozione della stessa (Carta di Ottawa 1986) e di partecipare alla formazione delle decisioni istituzionali per la gestione dei rischi ambientali e sanitari in tutte le fasi connesse al ciclo dei rifiuti (Convenzione di Aarhus 26 giugno 1998, direttiva n. 2003/35/CE, direttiva n. 2008/98/CE),
impegna il Presidente della Regione
a prendere atto delle preoccupazioni espresse dai comitati di cittadini, dalle associazioni ambientaliste, nonché dalla società scientifica internazionale ISDE Medici per l'ambiente annullando l'ordinanza contingibile e urgente in tempi brevi ed in conformità delle normative internazionali, comunitarie e statali citate in premessa, onde evitare di incorrere anche in ingenti sanzioni pecuniarie e penali. (231)
MozioneZuncheddu - Uras - Sechi - Cugusi - Cocco Daniele Secondo sulle improrogabili iniziative da intraprendere in merito alle gravi carenze di organico all'interno dei comandi dei vigili del fuoco in Sardegna e sulla necessità che la Regione si faccia portavoce presso il Governo italiano delle problematiche relative alla mobilità dei vigili del fuoco sardi, quasi sempre costretti a operare fuori dal territorio isolano, subendo trattamenti di disparità inspiegabili, che vedono per l'ennesima volta i sardi discriminati, costretti a varcare il mare per svolgere la propria attività lavorativa, con il disagio per le famiglie, lo spopolamento della nostra Isola e con la sottrazione alla Sardegna di risorse professionali sempre più indispensabili per le emergenze dei nostri territori.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che
- dura ormai da anni la protesta dei vigili del fuoco permanenti sardi che operano fuori dal territorio isolano, a cui finora sono state negate le condizioni riservate ai colleghi di altre regioni d'Italia, e cioè il diritto a svolgere la propria attività all'interno della regione di appartenenza dopo aver prestato servizio, per un breve periodo di tempo, presso comandi extraregionali;
- tutto ciò non è previsto per i vigili del fuoco sardi che, una volta varcato il mare, sono condannati per lunghi anni a prestare servizio in altre regioni d'Italia, lontani dalle proprie famiglie e costretti a viaggi onerosi e disagiati;
- questi sono circa 300 lavoratori sardi che si appellano alle massime istituzioni della Regione, affinché intervengano presso il Governo italiano per porre fine alle inspiegabili discriminazioni e alle violazioni dei loro diritti, chiedendo il rispetto della normativa vigente, che prevede per tutti i vigili del fuoco del territorio italiano, quindi sino a prova contraria anche per quelli sardi, il diritto a svolgere l'attività nell'ambito della propria regione di appartenenza;
- è incomprensibile e sproporzionato che alla mobilità nazionale italiana dei vigili del fuoco, le assegnazioni previste per la Sardegna corrispondano a poche unità per tutto il vasto territorio isolano, soprattutto alla luce del suo stato ormai cronico di emergenza e rispetto alle migliaia di vigili che ogni anno vengono formati e che potrebbero essere operativi sul territorio sardo fin da subito;
- dalla diretta esperienza dei lavoratori risulterebbe inoltre che, al contrario di alcune note ufficiali del Dipartimento dei vigili del fuoco (facente capo al Ministero dell'interno) e di alcune sigle sindacali, la carenza di organico che si riscontra nei comandi provinciali in Sardegna sarebbe ben al di sopra di quella registrata nelle altre regioni d'Italia, come risulterebbe per esempio dalla continua necessità di richiamare nel territorio isolano vigili del fuoco precari e di ricorrere alla massima razionalizzazione delle ferie e dei turni dei vigili effettivi, al fine di garantire la copertura dei turni nei comandi isolani;
- a dimostrare la carenza cronica di personale in Sardegna è il fatto che nel 2012, nel Comando di Sassari il numero di richiami di personale precario (vigili discontinui) ha raggiunto quota 845;
- alla carenza del personale consegue la mancanza di sicurezza in Sardegna, aggravata da altre problematiche, per esempio legate alla condizione di insularità, alla scarsa capillarità dei presidi rispetto al resto d'Italia, alla permanenza di pericolosità di stabilimenti petrolchimici non affiancati da presidi di vigili del fuoco (vedi i casi di Porto Torres e Sarroch), il mancato riconoscimento dello status di zona disagiata ai tanti centri urbani e aree in Sardegna che spesso sono presidiate da volontari e dove la media dei tempi d'intervento supera di gran lunga quella italiana (l'inadeguatezza della viabilità e le peculiarità orografiche del territorio sardo allungano notevolmente i tempi di azione, tanto che non si possono garantire tempi di intervento immediati o comunque celeri, previsti nel tempo massimo di trenta minuti per situazioni di urgenza come le alluvioni e i frequenti incendi estivi);
- a tal proposito è emblematico il caso delle alluvioni che fra il 2008 e il 2009 devastarono ampie fasce di territorio sardo e seminarono morte fra i cittadini, e i primi interventi nelle aree colpite del Campidano furono possibili solo dopo 48 ore, visto che si attese l'arrivo dei vigili del fuoco dal Lazio e dalla Toscana;
- per le alluvioni a Capoterra e in Baronia, casi che hanno richiesto soccorsi tecnici urgenti e il dispiegamento di ingenti forze e mezzi, le conseguenze per i ritardi dei soccorsi furono nefaste per il territorio non solo in termini di disagio per i cittadini colpiti e di devastazione e distruzione del territorio, ma anche per le pesanti ricadute sulle economie locali, a partire da quella agro-pastorale, commerciale, artigianale ecc.;
- situazioni queste che difficilmente si verificano in regioni confinanti, dove l'intervento dei vigili del fuoco dei diversi comandi provinciali è immediato e non richiede la stessa pianificazione, la Sardegna, invece, è costretta a lunghi tempi d'intervento a causa dell'insularità (per cui in caso di necessità, il supporto dei comandi della Penisola non è possibile prima che siano trascorse trentasei ore dall'evento): problemi a cui si potrebbe ovviare rendendo operativi i numerosi presidi aperti e mai resi operativi e procedendo alla razionalizzazione dei trasferimenti di tanti lavoratori sardi, di questo settore, che si trovano ad operare oltre Tirreno;
PRESO ATTO che dalla stampa sarda del 9 gennaio 2013, si apprende che il nuovo distaccamento di Porto Torres, inaugurato alla presenza del Ministro degli interni Cancellieri, è già stato dichiarato a rischio chiusura per carenza di personale, mentre, paradossalmente, centinaia di vigili del fuoco sardi attendono con ansia di essere trasferiti di nuovo nell'Isola,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale affinché
provvedano in tempi celeri e a pari dignità istituzionale a intervenire presso il Ministero degli interni e presso tutti i Ministeri competenti del Governo italiano allo scopo di porre fine alle discriminazioni e alle violazioni dei diritti dei vigili del fuoco sardi;
anche alla luce della convenzione siglata il 12 luglio 2012 fra il Ministero dell'interno (a cui fa capo il Dipartimento dei vigili del fuoco) e la Regione autonoma della Sardegna in materia di interventi di protezione civile, impongano il rispetto della normativa vigente in materia di mobilità per tutti i vigili del fuoco del territorio italiano, quindi anche per quelli sardi, che debbano svolgere l'attività nell'ambito della propria regione di appartenenza;
si risolva la grave carenza di organico nei comandi provinciali sardi (superiore a tutte le realtà italiane) con il rientro dei nostri vigili del fuoco dalle altre regioni d'Italia e razionalizzando la loro distribuzione nei territori, potenziando i presidi già esistenti e provvedendo alla predisposizione di nuovi in rapporto alle criticità ambientali e industriali;
si rendano operativi i numerosi presidi aperti, vedi per esempio i distaccamenti di Bono (decretato ma mai aperto), quelli di La Maddalena, e Arzachena e quelli su cui incombe la minaccia di chiusura per carenza di personale, come il caso del nuovo distaccamento di Porto Torres;
promuovano l'elevazione di categoria del Comando provinciale di Sassari, da S/4 a S/6, S/8, modifica che consentirebbe di aumentare notevolmente il numero di vigili permanenti e qualificati (capisquadra e capireparto) e quindi di far rientrare in Sardegna coloro che lavorano nella Penisola. (232)
Mozione Diana Giampaolo - Sanna Gian Valerio sui gravi problemi riscontrati nella procedura telematica per la richiesta dei tirocini formativi con voucher 2013.
IL CONSIGLIOREGIONALE
PREMESSO che:
- martedì 15 gennaio 2013 si sono verificati gravi problemi nella procedura telematica per la richiesta dei tirocini formativi con voucher, finanziati dalla Regione, in quanto il sito ad essi dedicato www.sardegnatirocini.it, così come è stato pubblicato sull'homepage dall'Agenzia regionale del lavoro, è stato attaccato dagli hacker;
- il 17 gennaio 2013 l'Agenzia regionale per il lavoro ha presentato, sul caso, un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari;
CONSIDERATO che:
- sull'accaduto di cui sopra, il Presidente della Regione da comunicazione, in comune accordo con l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, che la Giunta regionale avrebbe annullato la procedura per l'assegnazione dei tirocini con voucher con l'intenzione di ripresentare a breve un altro bando;
- mercoledì 16 gennaio 2013 si apprende di una seconda comunicazione del Presidente della Regione per avvertire che se al di là del rallentamento della procedura di accesso al sito, dopo i dovuti controlli, si fosse accertato che non vi fossero state altre criticità che possano aver alterato i meccanismi di assegnazione, il bando per i tirocini formativi non sarebbe stato più annullato;
- giovedì 17 gennaio 2013 l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale annuncia inoltre, la possibilità di un nuovo bando, da emettere in tempi brevissimi, per dare una risposta alle tante domande arrivate con un ulteriore investimento di 5 milioni di euro;
RILEVATO che gli enti e le imprese che alle ore 10.00 si sono attivati per caricare le domande per i tirocini con voucher 2013, si sono trovati in difficoltà a causa dei considerevoli rallentamenti di accesso al sito Sardegna Tirocini con problemi anche di collegamento, tant'è che per molti utenti è stato impossibile partecipare al bando nonostante i ripetuti tentativi;
EVIDENZIATO che:
- numerosi sono i giovani che protestano giustamente per le anomalie delle domande di tirocinio con voucher e che chiedono il rispetto di un diritto che è stato a loro negato nel momento in cui si sono visti privati dell'accesso alla procedura telematica;
- la regolamentazione dei tirocini, come prescritto dalla legge, sarebbe dovuta essere decentrata, affidata alle province attraverso la rete dei Centri servizi per il lavoro che assicurano il raccordo con i comuni e, invece, la materia è stata fatta gestire all'Agenzia regionale del lavoro con tutte le inefficienze, le difficoltà e le ombre che si sono registrate;
PRESO ATTO che i tirocini partiranno regolarmente il 1° febbraio 2013 senza che alcuna notizia sia stata comunicata riguardo gli esiti dell'esposto presentato alla Procura di Cagliari e senza tener conto, quindi, delle sacrosante lamentele da parte di tutti coloro che il 15 gennaio 2013 hanno vissuto una vera e propria odissea durante la presentazione dei progetti,
impegna il Presidente della Regione
1) a riferire in Aula consiliare sull'accaduto, facendo chiarezza su quanto realmente è avvenuto, e fornire un aggiornamento sulle risorse, pari a 5 milioni di euro, che aveva assicurato pronte per l'emissione in tempi brevissimi di un nuovo bando;
2) a sospendere immediatamente, fino al completamento delle indagini avviate sul caso, l'attivazione dei tirocini al fine di evitare che vengano attuati in presenza di probabili anomalie operative che hanno adulterato il diritto di accesso da parte degli aventi titolo;
3) a riproporre l'assegnazione dei tirocini tenendo conto anche delle opportunità che devono essere riconosciute a tutte le aree geografiche della Regione, perché il provvedimento operi in maniera imparziale e possa alleviare e sostenere la grave condizione socio-economica della Sardegna;
4) a spiegare come mai i Centri servizi per il lavoro, che sono dislocati in maniera più capillare nel territorio regionale, non siano stati coinvolti minimamente nell'iniziativa come previsto, peraltro, per legge, e considerando che l'Agenzia regionale del lavoro dovrebbe essere un ente di supporto ad essi nello svolgimento delle politiche attive del lavoro. (233)
Mozione, Cocco Daniele Secondo - Uras - Zuncheddu - Capelli - Sechi - Cugusi sul sistema delle convenzioni di competenza delle aziende sanitarie locali, anche regolate ai sensi della deliberazione n. 43/12 del 31 ottobre 2012, contenenti le linee di indirizzo per la gestione delle attività dirette e in convenzione (situazione AIAS).
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- i principi che devono essere posti alla base del governo aziendale sono relativi al coordinamento delle due distinte missioni delle ASL: tutela e garanzia del perseguimento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per la propria popolazione mediante servizi/prestazioni prodotti direttamente e servizi/prestazioni prodotti da altri soggetti pubblici e privati, acquisiti direttamente (funzione di committenza) o indirettamente attraverso la regolazione regionale della mobilità e la produzione/erogazione diretta di servizi e prestazioni mediante le proprie strutture;
- il coordinamento delle due missioni delle ASL, di tutela e di produzione/erogazione di servizi sanitari, comporta che: il perseguimento dei LEA rispetti le compatibilità economico-finanziarie definite dalla Regione con il sistema di finanziamento per quote capitarie, a livello globale e per singoli livelli assistenziali; la produzione ed erogazione dei servizi da parte delle ASL sia complessivamente compatibile con il sistema di remunerazione, tariffaria e non;
CONSIDERATO che:
- in tale ambito devono essere ricondotte anche tutte le prestazioni affidate a soggetti esterni specializzati per l'assistenza e la riabilitazione di pazienti/utenti portatori di handicap;
- le medesime misure di gestione organizzativa, operativa e finanziaria che sono valutate nell'ambito del funzionamento interno valgono anche per i servizi in convenzione;
- tali servizi erogati con personale specializzato, anche tramite soggetti esterni, non possono determinare e, in alcun modo, pregiudicare i diritti dei lavoratori alla garanzia delle retribuzioni e delle contribuzioni, come da contratto collettivo di lavoro del settore;
CONSIDERATO, inoltre, che in data 4 luglio 2012 e 13 dicembre 2012 sono state presentate l'interrogazione n. 907/A e n. 1005/A aventi il seguente tenore:
- l'Associazione italiana per l'assistenza agli spastici (AIAS), è fortemente radicata sul territorio sardo svolgendo un ruolo socio-assistenziale fondamentale ed indispensabile;
- la suddetta associazione, nelle sue diverse e numerose ramificazioni, svolge un ruolo riconducibile all'intervento riabilitativo e diretto, anche, a favorire le relazioni sociali e l'integrazione con il territorio;
- l'attività dell'AIAS viene svolta in regime di convenzione con l'azienda sanitaria;
- da anni gli operatori socio-sanitari, dipendenti dell'AIAS e della Fondazione Randazzo, vivono una situazione altamente penalizzante posto che gli emolumenti loro spettanti per lo svolgimento della attività lavorativa vengono corrisposti con notevole ritardo rispetto alla maturazione del diritto;
- la carta stampata negli ultimi cinque anni è stata tempestata da notizie attinenti alla problematica in argomento;
EVIDENZIATO che:
- i dipendenti dell'AIAS svolgono il loro encomiabile lavoro in contesti necessitanti, oltre della competenza e professionalità, di molta pazienza, umanità e disponibilità;
- operare animati dal malcontento e dalla sfiducia nei confronti dei propri datori di lavoro non predispone il lavoratore al giusto stato d'animo richiesto e necessario per operare in questi contesti;
- oramai da anni i dipendenti dell'AIAS percepiscono il loro stipendio con due/tre mesi di ritardo;
- il ritardo nei pagamenti degli stipendi determina un effetto domino foriero di problematiche più ampie;
- invero, il mancato percepimento degli emolumenti maturati determina l'inevitabile ritardo, per le famiglie, nel pagamento delle rate di mutuo, utenze domestiche e quant'altro possa avere una improcrastinabile scadenza mensile;
RILEVATO che:
- come si apprende dalla carta stampata, l'AIAS individua la causa di tali ritardi nel mancato pagamento da parte dell'azienda sanitaria degli importi dovuti;
- l'azienda sanitaria, a sua volta, nega ogni addebito in merito al ritardo nei pagamenti, asserendo, di volta in volta, di aver provveduto alla corresponsione del dovuto a favore dell'AIAS piuttosto che della Fondazione Randazzo;
- sembrerebbe, altresì, che l'azienda sanitaria abbia apportato un taglio di circa il 20 per cento alle convenzioni stipulate, determinando una forte penalizzazione anche per gli utenti ai quali, a seguito dei tagli, non viene consentita la possibilità di usufruire dei servizi offerti dalla struttura;
- tale rimbalzo di responsabilità, dati gli interessi in gioco, merita un intervento chiarificatore;
PRESO ATTO che è necessario ed improcrastinabile individuare la fonte del problema che da anni determina questa insostenibile situazione, la quale va a gravare su un importantissimo ed indispensabile comparto e che i sottoscritti avevano già richiesto alla Giunta regionale i necessari chiarimenti sull'argomento, al fine di conoscere quali fossero le intenzioni di intervento dell'Amministrazione;
CONSIDERATO, inoltre, che:
- ad oggi non solo nessuna risposta è pervenuta in argomento, ma l'AIAS ha provveduto a comunicare l'apertura della procedura di licenziamento nei confronti di 133 dipendenti;
- il malcontento, lungi dall'essere diminuito, imperversa;
- invero, i 133 dipendenti da aprile 2013 perderanno il lavoro, dopo anni di onorato servizio, e non avranno neanche la possibilità di usufruire degli ammortizzatori sociali;
- l'AIAS, infatti, asserisce di non avere i fondi per far fronte alla cassa integrazione stante la diminuzione dei servizi offerti a favore della ASL;
RILEVATO che:
- le giustificazioni addotte dall'AIAS per motivare il licenziamento dei 133 dipendenti non appaiono essere in linea con i numeri;
- invero, l'AIAS attualmente ha in carico 1.005 dipendenti e per il prossimo triennio ha firmato convenzioni con la ASL per 432.000 prestazioni;
- pertanto, perlomeno per il prossimo triennio, facendo una proporzione tra i servizi richiesti ed il numero dei dipendenti, non è dato ravvisare esuberi in numero così elevato;
- aggiungasi, altresì, che tali numeri rendono inaccettabile la scelta dell'AIAS di licenziare i dipendenti in quanto priva di fondi per gli ammortizzatori sociali;
- infatti, è una certezza che l'AIAS introiterà da parte dell'ASL, perlomeno, il corrispettivo per l'esecuzione delle 432.000 prestazioni, oltre alle entrate derivanti dagli altri servizi resi;
- in ogni caso, è un precipuo dovere dell'AIAS, in qualità di datore di lavoro, affrontare la problematica in argomento con la meritata attenzione e dovizia di dettagli; ciò è ancora più vero se si considera il particolare momento storico e le conseguenze a catena che potrebbe generare il mettere 133 famiglie sulla strada;
- la maggior parte delle famiglie sono monoreddito e l'attuale situazione impone, da parte dell'AIAS, uno sforzo maggiore;
- le forze sindacali, impegnate nella battaglia, hanno proposto, perlomeno, la concessione di un anno di cassa integrazione in deroga al fine di consentire ai dipendenti di sopravvivere ed, eventualmente, riorganizzarsi, nonché vedere se la ripresa economica possa consentire la revisione delle posizioni e, magari, auspicare un epilogo differente;
- l'atteggiamento dei vertici AIAS da sempre è stato violativo di diritti, anche costituzionalmente garantiti, dei lavoratori;
- la Regione dovrebbe, in contesti quali quelli appena prospettati, intervenire e svolgere una funzione, perlomeno, mediatrice, stante il collegamento esistente tra la Regione e l'Associazione; invero, si impone la necessità di un intervento fattivo volto a tutelare il sacrosanto diritto alla tutela del posto di lavoro da parte dei dipendenti dichiarati in esubero;
- alla drammaticità di quanto sopra prospettato deve aggiungersi che l'AIAS ha omesso il pagamento delle spettanze a favore dei dipendenti sin dal mese di ottobre 2012, omettendo, altresì, sino ad oggi la corresponsione, anche, della tredicesima mensilità,
impegnano il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) ad intervenire tempestivamente al fine di far sì che l'AIAS attivi, perlomeno per un altro anno, la cassa integrazione in deroga al fine di consentire ai lavoratori di usufruire degli ammortizzatori sociali istituiti a tal fine;
2) ad intervenire per porre un vincolo di destinazione rispetto alle somme erogate a favore dell'AIAS per le prestazioni rese, imponendo il previo pagamento degli stipendi prima di ogni altra utilizzazione, attraverso la predisposizione di un sistema che consenta tale pianificazione. (234)
Mozione Uras - Salis - Capelli - Zuncheddu - Cugusi - Cocco Daniele Secondo - Sechi - Mariani di sfiducia al Presidente della Regione.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PRESO ATTO che:
- rispetto allo stato di emergenza sociale ed economica in cui versa la Sardegna è evidente l'inconsistenza delle iniziative assunte dal Presidente e dalla Regione sui temi del lavoro, dello sviluppo, dell'occupazione, della scuola, della sanità e del sociale;
- l'inconsistenza ha assunto una tragica gravità nella pessima gestione della vertenza con il Governo sulle entrate, sulla difesa e sullo sviluppo del sistema produttivo ed economico della Sardegna, sulla difesa dei servizi giudiziari, dell'istruzione pubblica, della protezione civile e della sicurezza;
- tale situazione si è pesantemente aggravata a causa degli inqualificabili ritardi nel predisporre la manovra finanziaria 2013, obbligando la Sardegna, già prostrata dalla crisi economica, a tre mesi, e forse oltre, di esercizio provvisorio, creando ulteriori effetti negativi sull'economia isolana derivanti dai cronici ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione agli enti locali, alle imprese, ai cittadini;
RILEVATO che questo Presidente non appare sostenuto ormai neppure dalla sua maggioranza che anzi lo rimprovera di incoerenza nel mantenere fede alla necessaria attuazione della volontà popolare espressa con i referendum del 6 maggio 2012 ed in particolare:
1) nella abolizione dei consigli di amministrazione degli enti e delle agenzie regionali;
2) sulla Assemblea costituente;
3) sulla soppressione delle province e sul nuovo assetto istituzionale locale;
RILEVATO, inoltre, che i Riformatori sardi, importante forza politica di maggioranza, hanno fatto istanza al Presidente della Repubblica perchè sia sciolto il Consiglio Regionale per l'inconcludenza del Presidente e della stessa, numericamente smisurata, maggioranza di governo alla Regione e per la mancata attuazione dei dettati referendari;
CONSTATATO che la grave inadeguatezza della maggioranza politica, della Giunta regionale e del suo Presidente, sia in fase di programmazione degli interventi che in quella della quotidiana azione di governo, ha determinato il progressivo svilimento dell'autorevolezza, della responsabilità istituzionale e del concreto funzionamento dell'autonomia regionale,
dichiara
ai sensi e per gli effetti dell'articolo 35 dello Statuto speciale di autonomia della Regione Sardegna la sfiducia al Presidente della Regione e alla Giunta regionale. (235)