Seduta n.112 del 21/07/2015
CXII Seduta
Martedì 21 luglio 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 22.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 16 giugno 2015 (108), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Efisio Arbau, Roberto Desini, Rossella Pinna e Paolo Truzzu hanno chiesto congedo per la seduta del 21 luglio 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che in data 16 luglio 2015 è pervenuta l'ordinanza n. 134 del 2015 con la quale la Corte Costituzionale, in relazione al giudizio di legittimità costituzionale degli articoli 11 e da 15 a 24 della legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro biodiversità, marchio collettivo, distretti), dichiara estinto il processo.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Tendas - Oscar Cherchi - Lotto - Crisponi - Ledda - Carta - Comandini - Floris - Pier Mario Manca - Moriconi - Rubiu - Unali:
"Modifiche e integrazioni alla legge regionale 2 marzo 1956, n. 39 (Norme per l'abolizione dei diritti esclusivi perpetui di pesca e per disciplinare l'esercizio della pesca nelle acque interne e lagunari della Sardegna)". (239)
(Pervenuta il 16 luglio 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)
Tendas - Cocco Pietro - Lotto - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini:
"Limiti e divieti sull'impiego di sostanze diserbanti chimiche ". (240)
(Pervenuta il 16 luglio 2015 e assegnata alla quarta Commissione.)
Pietro Cocco - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lotto - Gavino Manca - Meloni - Moriconi - Rossella Pinna - Piscedda - Ruggeri - Antonio Solinas - Tendas - Pizzuto:
"Modifica alla legge regionale 15 giugno 1978, n. 37 (Finanziamento dei Centri per i servizi culturali operanti in Sardegna) - Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo (UNLA) e Società Umanitaria". (241)
(Pervenuta il 16 luglio 2015 e assegnata alla seconda Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Interrogazione Cossa sulla situazione dell'immobile in via Lussu a Sestu di proprietà dell'Agenzia AREA. (30)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Cossa sulla situazione dell'immobile in via Lussu a Sestu di proprietà dell'Agenzia AREA. (33)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Tocco in merito all'annullamento dei contributi finanziari per azioni co-marketing alle società sportive. (188)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Moriconi sulla revisione dei criteri di programmazione urbanistico-commerciale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 55/108 del 29 dicembre 2000. (214)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Truzzu sui tirocini gratuiti presso la Fondazione Sardegna Film Commission. (237)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Pizzuto - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai sul monitoraggio delle spedizioni di rifiuti transfrontalieri indirizzati alla società Portovesme Srl in relazione all'eventuale presenza di sostanze radioattive. (291)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Sale sulle bonifiche dell'ex base militare americana United States air force (USAF) sul monte Limbara. (301)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Tatti sull'immagine della Sardegna presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas. (306)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Forma sulla realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo. (319)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Tedde - Peru - Pittalis sulle azioni che la Giunta regionale intende svolgere a seguito della decisione della società S&B Industrial Minerals S.A. di cessare l'attività produttiva presso la miniera di bauxite di Olmedo, con contestuale e conseguente licenziamento dei dipendenti e dismissione degli impianti. (352)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Tocco in merito alla vertenza dei lavoratori dei centri commerciali Auchan di Santa Gilla e Marconi di Cagliari e Sassari. (385)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Cherchi Oscar sullo stato di realizzazione delle opere finanziate con i Piani integrati d'area OR-Campidano e fondi ex articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5, nella Provincia di Oristano. (389)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
Interrogazione Unali sul trasferimento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. (428)
(Risposta scritta in data 16 luglio 2015.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disagi a cui è sottoposta la popolazione di San Vito a causa della ridotta dotazione di personale del locale ufficio postale". (450)
"Interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Locci - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Tunis - Peru - Randazzo - Fasolino, con richiesta di risposta scritta, in merito alla dichiarazione di incapacità a gestire l'Azienda ospedaliera Brotzu resa dal commissario straordinario, con l'assegnazione di consulenza esterna". (451)
"Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla siccità di una vasta area dello stagno di Molentargius". (452)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 dell'8 agosto 2013 in materia di libera professione intramuraria". (453)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione della rete trapiantologia regionale e nomina del coordinatore regionale trapianti". (454)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sull'organizzazione del personale della società ABBANOA Spa". (140)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato numero 45-61/A, disposizioni in materia di apicoltura, relatore l'onorevole Comandini.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Sull'ordine dei lavori Presidente. Abbiamo appreso di una sentenza del Consiglio di Stato, di cui hanno dato notizia gli organi di stampa, che da un lato danno un dato certo, purtroppo la esclusione dal Consiglio regionale di alcuni colleghi eletti sia della coalizione di maggioranza che di opposizione, anche se per la verità dalla sentenza stessa non è dato cogliere con chiarezza chi saranno i subentranti. Però un dato certo, e cioè che questa sentenza, che per legge è immediatamente esecutiva, signor Presidente, pone a nostro avviso, posto che il Consiglio regionale era costituito in giudizio, e quindi nelle condizioni anche di conoscere immediatamente il contenuto della sentenza medesima, pone un problema di regolare costituzione dell'organo, di agibilità dell'organo, e chiedo a lei signor Presidente non chiedendole logicamente una risposta esaustiva, anche perché pone problemi agli addetti ai lavori, cioè agli interpreti e ai giuristi immaginiamo quindi se sollecito un responso sull'argomento, sul punto che sto comunque sottoponendo e sul quale ritengo però, Presidente, occorre che lei o la Commissione competente si possa pronunciare perché noi siamo nella condizione che, oggi come oggi, questa sentenza con assoluta certezza dichiara purtroppo che non fanno parte più di questo Consesso quattro consiglieri regionali. Come intendiamo procedere Presidente? Questo è il quesito che pongo, mi pare che l'organo debba funzionare nella corretta rappresentanza e mi chiedo se non sia il caso quindi di valutare gli effetti che questa sentenza produce nell'immediatezza.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Pittalis, noi non abbiamo ancora ricevuto ufficialmente nessuna sentenza, quindi attendiamo la notifica formale, per quello che abbiamo appreso tramite notizie stampa l'impianto della sentenza dovrebbe prevedere l'esclusione di alcuni consiglieri e la sostituzione con altri candidati, al momento, ripeto, rimaniamo in attesa di ricevere formalmente la sentenza per valutare insieme agli uffici l'impianto e prendere provvedimenti necessari e comunicare innanzitutto il Consiglio e ai diretti interessati le decisioni conseguenti, quindi immagino che la notifica arriverà fra qualche giorno e noi tra qualche giorno potremo entrare nel merito.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Gli Uffici si sono già espressi allorquando abbiamo interpretato la legge Severino, la surroga deve essere immediata, l'Organo deve essere completo perché non è che possiamo andare avanti in attesa di interpretazione, non c'è interpretazione c'è anche un ricorso alla Cassazione, ma ormai i dati sono questi, qui noi ne prendiamo atto. Volevo comunque ricordare che la Presidenza si è già espressa in altre occasioni, per Sisinnio Piras, quindi credo che debba proseguire nella stessa strada.
PRESIDENTE. Io concordo con lei e aspetto di vedere la sentenza, di leggerla, verrà notificata dopo di che verosimilmente sarà questo l'atteggiamento che concorderemo anche con gli Uffici, ma lasci arrivare almeno alla sentenza che non ho, ho letto sulla stampa delle notizie, non so esattamente quale sia l'impianto, non so cosa dica la sentenza, quindi appena arriva la valuteremo insieme agli Uffici e decideremo cosa farsi nell'interesse comune. In questo momento non c'è nessun atto che è arrivato agli uffici del Consiglio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del Testo unificato numero 45-61/A.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, devo dire che con piacere parto nel ringraziare il Presidente della Commissione Luigi Lotto, tutti i componenti della Quinta commissione, per il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi su una legge che è un testo che proponiamo all'Aula, che a nostro avviso a molto importante e che riguarda la materia dell'apicoltura. Ringrazio anche il collega Oscar Cherchi che aveva presentato una proposta di legge simile e che con la discussione in Commissione siamo riusciti a fare un Testo unico, anche a dimostrare che quando si discutono problemi che riguardano la Sardegna, che riguardano il mondo produttivo della Sardegna si possono trovare comuni strade che permettono di raggiungere l'obiettivo finale che è quello di fare una legge migliore possibile, quindi con questo lavoro in Commissione ci abbiamo provato, sottoponiamo questo testo all'attenzione dei colleghi questo testo, vi dico già che vi sono degli emendamenti che abbiamo elaborato nelle ultime ore per cercare di migliorarlo ulteriormente, anche per accogliere osservazioni e suggerimenti che vengono. Con questa legge vogliamo colmare un vuoto, voglio ricordare ai colleghi che in Sardegna c'è una vecchia legge dell'85, di 30 anni fa, una vecchissima legge che in qualche modo regolamenta il settore dell'apicoltura, è una legge datata, vecchia, che non risponde ai nuovi criteri, che non risponde alle nuove esigenze, che non risponde alle nuove normative europee ma, soprattutto, non risponde alla legge nazionale del 2004, la legge numero 313, ha messo ordine al settore dell'apicoltura, però se consideriamo sia la legge regionale dell'85 che quella del 2004, ci rendiamo conto che in Sardegna siamo in ritardo nell'affrontare in maniera organica, con una disposizione legislativa che disciplini il settore dell'agricoltura siamo in ritardo mediamente di 10-11 anni, per cui veramente è con piacere che vi illustro oggi questa proposta di legge, nel ringraziare e nel colmare un vuoto che va prima di tutto incontro agli apicoltori. Va incontro agli apicoltori, a questo mondo importantissimo che in questi anni è cresciuto notevolmente, vuol dire che ci siamo resi conto anche nel percorso partecipativo che la Commissione ha messo in pratica, quindi con le varie audizioni delle organizzazioni professionali agricole, delle organizzazioni dei produttori, dalle associazioni riconosciute degli apicoltori, dagli assessorati regionali, perché l'abbiamo scritto insieme anche con il coinvolgimento degli assessorati regionali e delle università, che l'apicoltura affatto un notevole salto in avanti di qualità, in questi anni è cresciuta, è cresciuta anche in assenza di una presenza regionale e in assenza anche di una legge organica, è cresciuta perché crede molto in questo settore, devo dire che abbiamo incontrato apicoltori preparati, attenti e anche collaborativi con l'organo legislativo per dare al proprio settore una legge importante, una legge di opportunità e di prospettiva, quello che vuole essere questa legge! Quindi un mondo che in qualche modo è cresciuto ed è andato avanti, ha anche aiutato noi legislatori a fare in qualche modo un articolato che meglio rispondesse alle loro aspettative. Devo dire che quando parliamo di apicoltura noi intendiamo veramente, si vuol comunemente credere che stiamo parlando di un settore organizzato in maniera hobbistica, di piccoli produttori che in qualche modo lavorano per il proprio fabbisogno giornaliero, invece esistono delle imprese organizzate, strutturate, esistono delle associazioni che mettono insieme vari apicoltori, quindi c'è un mondo dinamico, forte, strutturato, organico che in qualche modo aspettava questa legge. Cosa abbiamo fatto prima di tutto noi in Commissione? Noi abbiamo scritto una cosa che poteva sembrare ovvia, ma che ovvia non era, quello di riconoscere l'attività apistica in qualche modo come un'attività agricola a tutti gli effetti. Sino ad oggi questa non era, gli apicoltori erano esclusi da una serie di benefici che riguardavano le attività agricole, non c'era un riconoscimento di attività agricole a tutti gli effetti, con quelle che sono le definizioni dell'articolo 2 del Testo unificato, l'apicoltura diventa a tutti gli effetti attività agricola e l'ape è un animale zootecnico. Quindi da quando c'è un riconoscimento definitivo, c'è un recepimento di quelle che erano già le norme del 2004, della "313", che in qualche modo mettono ordine, stabiliscono definitivamente che l'attività dell'apicoltura è un'attività agricola a tutti gli effetti, nel bene per quanto riguarda noi e gli auspici che abbiamo noi come Regione e per quanto riguarda il rispetto di regole normative ma anche di benefici che possono derivare dal piano di sviluppo rurale. L'apicoltura è un settore in crescita, dinamico, che nel corso degli anni è cresciuto moltissimo, illustro alcuni dati: noi attualmente abbiamo censito alle ASL sarde circa un migliaio di apicoltori che conducono a 50 mila alveari, su 65 mila presenti in Sardegna, vuol dire che però gli apicoltori presenti, sono circa 2000-2200, quindi un settore molto importante in crescita, che però in termini produttivi, di miele prodotto, riescono soltanto a soddisfare il 40 per cento del fabbisogno isolano, con circa 16 mila quintali, quindi parliamo anche di un settore economico forte che in qualche modo è in espansione e che attraverso una legge, attraverso quello che noi possiamo fare come Regione, anche sulla possibilità occupazionale nei confronti di quelli che vorrebbero intraprendere questo settore agricolo. Devo dire che la dinamicità di questo settore deriva anche dal numero di partite IVA, basti pensare che nel 2013 le partite Iva aperte come apicoltori sono state 68 nei confronti di sette che si sono chiuse, questo a significare che c'è un interesse dei giovani, di coloro che vogliono contribuire e investire in apicultura, questo credo che sia importantissimo che in questo momento come Consiglio regionale e come Regione manteniamo un occhio di riguardo verso questo settore attraverso una legge di sostegno e di incremento e di incentivazione di valorizzazione dell'apicultura. Però l'apicultura non è soltanto produzione, questo è uno degli elementi che io voglio subito sottolineare, noi non abbiamo visto questa legge solo come una legge di produzione, rivolta solo a sostenere, valorizzare e incrementare la produzione del miele in Sardegna, in questo settore agricolo, perché noi sappiamo benissimo che l'apicultura svolge anche un'azione importantissima per l'ambiente isolano, qualsiasi ambiente. L'ape è il primo animale che in qualche modo quando ci sono delle variazioni ambientali si rende conto della variazione climatica, di qualcosa che non funziona, che in qualche modo determina e può determinare un cambiamento climatico, un cambiamento delle condizioni ambientali del proprio territorio e quindi talora determinano un elemento spia di verifica di qualcosa che è importante. Quindi le api sono un indicatore straordinario dello stato di salute dell'ambiente che la circonda e secondo le stime FAO su 100 specie di colture che forniscono il 90 percento dei prodotti alimentari di tutto il mondo, 71 sono impollinate da apidi. Quindi quando c'è una condizione di fragilità ambientale le api sono i primi elementi che riconoscono questa fragilità ambientale, quindi il sostegno all'apicultura è un sostegno al mondo produttivo, ma anche un elemento utilissimo di controllo dell'ambiente circostante. Per questo che la legge stessa in alcuni articoli, che sono stati articoli di discussione con le varie associazioni di apicultori, tengono conto sia dell'elemento della produzione ma anche dell'elemento che in qualche modo permetteva e doveva permettere la presenza di alveari in quel territorio come sentinelle di tutela ambientale. Che anche questo, che non può essere quantificato in termini di prodotto, però viene quantificato in termini di qualità dell'ambiente. Quindi due direttrici: ambiente e produzione. Devo dire che anche in Italia le condizioni sull'apicoltura sono di continua interesse anche da parte del Governo nazionale, voglio ricordare che chi è andato all'Expo 2015 a Milano si è reso conto che gli agricoltori sono quasi all'ingresso, quasi a rappresentare un po' in tutti i popoli del mondo l'importanza che c'è verso il settore apicolo. Quali sono i problemi che abbiamo dovuto affrontare come Commissione? Soprattutto tre settori: uno è il problema sanitario, l'ape è un animale molto delicato, molto soggetto alle condizioni climatiche e che in qualche modo anche dal punto di vista endemico, per quanto riguarda alcune malattie, la varroasi prima di tutto, viene particolarmente colpito e questo lo sanno bene gli agricoltori che nel corso degli anni precedenti sono stati molto soggetti alla varroasi. Noi abbiamo in qualche modo anche cercato di inserire il problema della varroasi all'interno della legge, però questo non è possibile inserire una norma che in qualche modo prevedesse che la varroasi fosse una malattia endemica per la Sardegna, però credo che sia necessario che gli enti, le agenzie e l'Assessorato seguano con attenzione quest'esigenza degli apicoltori, soprattutto per cercare di intervenire e di capire come è possibile, come per altre malattie, che stanno seguendo l'Assessorato alla sanità, l'Assessorato all'agricoltura che riguardano la peste suina…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianmario Tendas. Ne ha facoltà.
Ricordo che durante questo intervento è possibile iscriversi per la discussione generale.
TENDAS GIANMARIO (PD). Solo per integrare alcuni aspetti che già in parte il relatore ha evidenziato. Io credo che la proposta di legge che ci apprestiamo a discutere e mi auguro a votare con il consenso di quest'Aula, sia una norma che raccoglie molte delle esigenze e delle istanze che erano state poste dagli operatori del settore. Giustamente, il collega Comandini ricordava che questo testo unificato, perché di tale si tratta, consente di colmare quello che di fatto costituisce un voto legislativo, tenuto conto che le norme che c'erano a livello regionale erano datate di quarant'anni fa, del 1985, quindi ovviamente non tenevano in debito conto l'esigenza e le istanze che nel frattempo si sono susseguite sia livello comunitario che a livello nazionale con la 313 del 2004 alla quale giustamente faceva riferimento il collega Comandini. Io credo che questo è sicuramente il punto di partenza, però ci sono alcuni aspetti che probabilmente per questione di tempo il collega Comandini non ha evidenziato e sui quali io credo che vada la pena soffermarsi un attimino. Mi riferisco in modo particolare a quello che è il contesto operativo di questo settore, ovvero sia in Sardegna noi abbiamo una presenza che grosso modo è stimabile tra i 50 e 60 mila alveari, che è un numero estremamente esiguo rispetto alle potenzialità che questo settore ha, soprattutto nel nostro territorio. Un numero che fondamentalmente ci consente di avere delle produzioni che oscillano tra i 350 mila e 400 mila kilogrammi di miele che è un'esiguità anche rispetto a quelle che sono le esigenze su scala regionale. Tant'è che una parte consistente del prodotto viene importato per cui stiamo deficitarii per oltre il 50 percento del prodotto. Questo è un dato che aiuta a capire quelli che sono i margini di crescita e di sviluppo di un settore che non può e non deve assolutamente essere considerato marginale, ma che al contrario costituisce un settore in grado di creare reddito, occupazione, oltre ai benefici ambientali sui quali giustamente si stava soffermando relatore. Credo che un altro aspetto che non può e non deve essere sottaciuto è il discorso legato alla varietà. La varietà che noi abbiamo in ambito nazionale, ma anche ovviamente in ambito regionale, è di gran lunga superiore alla varietà che troviamo anche nel resto dei paesi membri dell'Unione Europea, dai dati e dalla bibliografia scaturisce che in Italia ci sono 51 varietà, una parte consistente di queste varietà viene prodotta proprio nella nostra isola grazie all'habitat e all'ambiente che caratterizza il nostro territorio. Sto evidenziando questi dati proprio perché credo che sull'aspetto quantitativo, oltre che qualitativo ci sia parecchio da fare, parecchio da lavorare e questa norma sicuramente costituisce una base di partenza, di avvio certamente non trascurabile. Credo che uno degli elementi che la caratterizzano in modo particolare è contenuto nell'articolo 2 dove sostanzialmente l'ape viene concepita e inquadrata come un animale di allevamento zootecnico. Questo costituisce una definizione che di fatto consente ci apre nuove prospettive, consente di trattare questo settore non più in maniera marginale ma come un settore produttivo che può a tutti gli effetti ambire ed essere riconosciuto anche nell'ambito della pianificazione del piano di sviluppo rurale e fare in modo che molte delle potenzialità, che sinora sono risultate inespresse, possano concretizzarsi. Credo che al di là di questo aspetto, inutile nascondere che ci sono molti aspetti critici che non possono essere risolti dalla norma, ma per la quale la norma sicuramente ci dà strumenti operativi di grandissima importanza, mi riferisco: alla carenza di elementi conoscitivi adeguati, ad esempio l'anagrafe apistica sulla quale certamente c'è parecchio da lavorare; alla normativa sanitaria, che risulta da aggiornare e da integrare; così come credo sia importante portare avanti attività legate alla scarsa conoscenza del prodotto da parte del consumatore. L'insufficiente sfruttamento delle potenzialità produttive, ma la stessa insufficienza dei marchi di origine e qualità, che è un altro aspetto importante, ci può consentire di arginare l'importazione di molti prodotti che arrivano sul nostro territorio e che non dispongono di elementi qualitativi comparabili alle produzioni nostrane. Credo che sia importante anche portare avanti, non può essere scollegato rispetto a tutto questo processo, e anche a livello normativo questo aspetto viene trattato sia pure in maniera non esaustiva, ma costituisce senz'altro un elemento che dovrà essere ripreso, ciò che riguarda l'uso inadeguato di pesticidi e diserbanti che comunque è contemplato a livello normativo e che sappiamo che in particolari annate ha determinato delle autentiche stragi di api, con conseguenze abbastanza preoccupanti per le produzioni. Credo altresì che sarà importante sotto questo punto di vista rivedere anche tutta l'attività di assistenza tecnica specialistica, facendo in modo che anche le agenzie che fanno capo alla Regione creino un raccordo più stretto rispetto alle realtà produttive che sono presenti nel territorio, specie quelle che hanno avuto la capacità di aggregarsi e di organizzarsi con delle associazioni oppure con delle organizzazioni di produttori che in questo lasso di tempo hanno maturato certamente importanti esperienze che possono risultare utili nella diffusione e divulgazione di questa attività.
Questa legge, benché sia stata condivisa, a testimonianza del fatto che c'è stato un lavoro condotto in maniera unitaria, frutto anche di tutta una serie di attività di confronto con le organizzazioni di categoria, con gli operatori del settore ma anche con il mondo scientifico e con la stessa Università, a mio avviso costituisce un'importante base di partenza; è ovvio che la strada da seguire è ancora abbastanza impegnativa, perché le cose da fare sono veramente tante, però credo che questa sia la piattaforma di partenza che può permettere ad un settore così importante di potersi sviluppare e sfruttare le enormi potenzialità che nel nostro territorio sono presenti e meritano certamente di essere valorizzate in toto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente e grazie anche ai colleghi della Commissione per il lavoro profuso in questi mesi nel tentativo, così poi effettivamente è stato, di unificare due leggi e di trovare una sorta di sintesi che possa comunque dare una risposta importante al settore apistico della Sardegna.
Già da tempo l'attenzione è salita in modo importante, soprattutto quando ci si è resi conto che oramai, dal 1985, anno della famosa legge numero 30, il mondo apistico e la situazione reale di allevamento e di produzione erano cambiate, e quindi di conseguenza era necessario adeguarci all'evoluzione delle norme comunitarie e di quelle nazionali, così è stato, tenendo conto soprattutto di quella che è stata la legge 313 del 2014, che riguarda il settore dell'apicoltura e che riconosce in modo importante come questa attività, che è di interesse nazionale, è utile per la conservazione dell'ambiente naturale, l'hanno detto già i colleghi che mi hanno preceduto ma mi piace sottolinearlo, anche perché aiuta alla conservazione dell'ecosistema e dell'agricoltura in senso generale. Credo quindi che il lavoro che è stato fatto fino adesso vada valorizzato e quindi presentato all'attenzione dell'Aula in modo da arrivare a dare una risposta sulle biodiversità che sono legate al mondo e alle specie apistiche.
Devo dire, e non entrerò nel merito tecnico, lo avete già fatto voi colleghi quindi non credo che sia il caso di ripetermi sul numero delle aziende, sulla produzione, eccetera, però in questi giorni un po' di movimento effettivamente si è sollevato dopo che la Commissione ha esitato la legge e la stessa è venuta a conoscenza degli operatori del settore, e qualche suggerimento e qualche piccola critica, se così vogliamo chiamarla, è arrivata. Probabilmente non tutto è da tenere in considerazione, in quanto alcuni dubbi e alcuni problemi che sono stati sollevati li avevamo già in qualche modo discussi in Commissione e la risposta, io sono convinto, rimane all'interno dell'articolato che noi abbiamo già inserito e presentiamo oggi all'attenzione del Consiglio regionale. Di tutto quello che è stato sollevato però un aspetto mi piace condividere con voi, anche perché credo che poi questo possa essere motivo ancora di discussione interna per verificare se si può eventualmente trovare una soluzione o per lo meno verificare la possibilità di ulteriori modifiche: c'è una critica che viene sollevata, viene sollevata nei confronti dell'agenzia Laore che in tutti questi anni ha formato tantissimi apicoltori, addirittura qua scrivano oltre mille apicoltori, questi apicoltori però non sono sicuramente apicoltori professionisti, non sono coloro che vivono dell'allevamento di api ma bensì, come scrivono loro, riporto testualmente la nota, parliamo di una sorta di pseudo formazione diretta a carabinieri, poliziotti, pensionati, guardie carcerarie…, insomma fa tutta una serie di considerazioni che rimandiamo al mittente per quanto riguarda la verifica della veridicità delle considerazioni che si fanno, ma quello che io vorrei in effetti evidenziare oggi all'interno di quest'Aula è proprio l'aspetto che noi abbiamo sviscerato all'interno della Commissione stessa, cioè abbiamo parlato di individuare comunque l'agenzia Laore per la formazione degli apicoltori e continuare su quella strada e non avere interferenze esterne, salvo momenti particolari di confronto con l'Università o eventualmente anche altri enti di formazione. Lo specifichiamo bene all'interno della legge, con comunque un riferimento importante che è quello di valorizzare tutto il sistema apistico regionale, a qualsiasi livello, ma partendo chiaramente prima dalla valorizzazione delle organizzazioni dei produttori, credo che questo sia un aspetto importante e fondamentale che vogliamo continuare a sottolineare e che non debba essere modificato cadendo quindi nell'errore di allargare eccessivamente ad altre categorie che poi dovrebbero avere la possibilità di usufruire delle possibilità, in positivo, che dovrebbe dare questa legge. L'altro aspetto che mi piace sottolineare è il fatto che dall'approvazione di questa legge sia la possibilità per tutto il mondo apistico di entrare in diretto contatto con il nuovo Piano di sviluppo rurale, questo era il nostro obiettivo è questo è l'obiettivo che il Consiglio regionale vuole ottenere con l'approvazione di questa legge: questo è il vero messaggio che vogliamo mandare e solo questo sarà il motivo per il quale il sistema apistico regionale potrà crescere nei prossimi anni e avere un importante risultato all'interno del territorio regionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino. Ne ha facoltà.
COZZOLINO LORENZO (PD). Intervengo brevemente innanzitutto per dar conto del mio plauso personale in particolare al collega Comandini, al presidente Lotto e ai colleghi componenti della quinta Commissione che hanno ben lavorato ai fini della definizione di questo progetto di legge sintesi di due singole proposte unificate. Un'iniziativa utile che interviene a disciplinare un settore, il quale, in vista dell'applicazione di strategie di successo, utili al rinvigorimento del settore agricolo, può e deve assumere un rilevante interesse regionale ai fini di uno sviluppo armonico di tutte le potenzialità che questa economia storica rappresenta ed esprime per la nostra isola. Infatti, si tratta di un articolato che interviene a modernizzare e per certi versi rivoluzionare il settore apistico, tutelando le specificità e le peculiarità di un prodotto che da noi in Sardegna ha sempre rappresentato una qualità di eccellenza nelle produzioni alimentari derivante e farmaceutiche. Oggi può essere a buon diritto considerato un settore in crescita, con notevoli capacità di espansione e di conquista di nuovi spazi di mercato sia locale che continentale, e per questo bisogna intervenire con una nuova disciplina che regolamenti il settore, individui i soggetti abilitati, conceda degli incentivi e tuteli il profilo sanitario. Se consideriamo l'importanza che la produzione del miele riveste nei settori predetti ai fini di un'incentivazione della produzione economica, non da meno possiamo considerare l'importanza che l'apicoltura riveste per quanto attiene il ruolo di equilibratore ambientale attraverso l'impollinazione delle colture agrarie e forestali. Una funzione, ahimè, che viene posta sovente a rischio dall'uso abnorme e talvolta indiscriminato di fitofarmaci, infatti è stato riscontrato che tali molecole sono una delle cause principali della moria delle api riscontrate negli ultimi anni. Mentre trovo lodevole e meritevole di considerazione l'intento di tutelare l'apicoltura sarda da possibili contagi esterni, segnalo, almeno perché rimanga agli atti, che uno dei problemi principali che colpiscono gli allevatori sardi è la varroasi o varroatosi, la varroa è l'unico parassita che colpisce gli allevamenti in modo devastante. Per quanto presente in tutto il mondo, nell'isola questa patologia ha assunto una connotazione di carattere endemico, e come tale certamente è meritevole di riconoscimento da parte della Regione. Voglio anche commentare l'articolo 9, dove con un intento propositivo in materia di aggiornamento ho proposto insieme agli altri colleghi un emendamento perché i corsi di formazione degli apicoltori siano riservati preferibilmente ai giovani disoccupati, al fine di avvicinare quanti più giovani possibili a questo mondo, per incrementare un settore che può avere delle sensibili ricadute in termini occupazionali. Per quanto attiene infine il contesto normativo generale, credo convintamente che si tratti di un'ottima legge, destinata a generare effetti positivi sul sistema per un effettivo rilancio di un settore dopo le difficoltà attraversate per effetto dei danni provocati dalle numerose epidemie che hanno avuto il loro focolaio principale intorno agli anni '80, e seguenti, del secolo passato. Per questo motivo auspico una rapida approvazione del testo per arricchire il nostro sistema normativo di una legge utile e necessaria, e per dare al settore specifico una dimensione moderna e più funzionale sia sotto il profilo organizzativo e produttivo sia su quello di tutela sanitaria. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). È questa sicuramente una legge di buoni principi, di buone intenzioni, è un testo unificato che riunisce e fonde istanze e sensibilità differenti, però le fonde in modo positivo, è stato un lavoro proficuo in Commissione che ha condotto poi ad esitare un testo che è stato condiviso da tutte le forze politiche. È un testo che anche sotto il profilo della tecnica normativa credo che abbia delle ottime qualità, finalmente abbiamo un articolato che viene discusso in modo approfondito in Commissione, arriva in aula e non ci sono stravolgimenti, magari c'è qualche emendamento significativo, ma non ci sono stravolgimenti, un articolato che peraltro, piuttosto che andare a modificare con la tecnica della novella legislativa delle singole norme, abroga in modo espresso una norma vetusta, la numero 30 dell'85 che disciplinava la materia, una norma vecchia, semplicistica, che ormai era fuori dal tempo, e ridefinisce ex novo la materia. Questo consente all'interprete, al cittadino, all'agricoltore, all'apicoltore di capire ciò che c'è scritto in questa legge che questo Consiglio regionale oggi andrà ad esitare, e questo è positivo, è un segnale di buona tecnica normativa. È evidente che l'enfasi che qualcuno ha utilizzato nel definire questo settore strategico è eccessiva, non si può parlare di settore strategico, ma si può parlare invece di settore di rilevanza di interesse regionale. In Italia abbiamo 60 miliardi circa di api, e la richiesta di cera, di prodotti dell'apicoltura non riesce a soddisfare neppure, o meglio l'offerta di questi prodotti non riesce a soddisfare neppure il 50 per cento della richiesta. Quindi ci sono delle praterie all'interno delle quali si possono muovere anche i nostri giovani, gli apicoltori, giovani e non giovani, gli agricoltori, tutti coloro che si vogliono cimentare in questa professione, in quest'arte. In Italia credo che abbiamo circa 50 mila apicoltori, ma ciò che più rileva credo che sia la circostanza che per avviare un'azienda apistica non ci vogliano grandissimi investimenti, con qualche migliaio di euro è possibile acquistare gli sciami, l'attrezzatura, il vestiario, ed è possibile quindi avviare un'attività che può anche produrre redditi significativi, di sicuro non si diventa ricchi, però credo che molti giovani potrebbero guardare a questa attività in modo favorevole. Quello che mi dispiace è che questa legge non preveda risorse per incentivare gli apicoltori, ci sono delle buone intenzioni, buoni propositi, però manca la materia prima, le risorse, gli investimenti che i giovani devono fare devono in qualche modo essere sostenuti a nostro avviso dalla Regione. Complessivamente, però, seppur con qualche criticità, credo che questa sia una legge che ha molti aspetti positivi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Piermario Manca. Ne ha facoltà.
MANCA PIERMARIO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Credo che sintetizzando le due proposte di legge, quella di maggioranza di Comandini, ma anche quella di minoranza dell'onorevole Cherchi, siamo riusciti ad ottenere una legge ordinata di appena 16 articoli che sicuramente va a superare un vuoto normativo, una vecchia legge di trent'anni fa, del 1985, e metterci al passo coi tempi, ma adeguarci anche a quelle che sono le normative nazionali. Quali sono a mio parere i punti salienti di questa legge? I punti salienti potrebbero essere anche tanti, ma alcuni in particolare sono da mettere in evidenza. Prima di tutto si viene a riconoscere che l'apicoltura è un'attività agricola, questo ancora in Sardegna non era normato, quindi allevare le api e produrre miele diventa un'attività di tipo zootecnico, e questa è la cosa secondo me principale. Ma non solo, con questa legge, oltre a salvaguardare il professionista, quello che alleva le api, salvaguardiamo anche l'animale, in questo caso l'Apis mellifera, e contemporaneamente non solo l'Apis mellifera italiana ma anche tutti gli ecotipi che ci sono in Sardegna. Questa legge è importante perché riconosciamo quindi che l'apicoltore produce, fa attività zootecniche all'interno del settore primario, però allevare api ha anche valenza non solamente dal punto di vista della produzione ma ha anche una valenza dal punto di vista ecologico. Chi alleva api consciamente o inconsciamente sa che comunque sta salvaguardando gli ecosistemi. Grazie alle api noi riusciamo ad avere le produzioni, perché sono le api che passando da fiore in fiore riescono ad impollinare e quindi a migliorare l'efficienza delle nostre produzioni.
Non solo con questo tipo di legge però viene regolato anche il nomadismo, quindi è possibile che questo tipo di legge vedere e normare quello che è il nomadismo, perché la pratica dell'apicoltore non è stanziale ma si spostano con i loro alveari da una parte all'altra della Sardegna e questo viene per la prima volta normato, non solo quello che secondo me risulta principalmente importante è che per la prima volta si parla di formazione, di aggiornamento professionale. Parlare di formazione, aggiornamento professionale è il punto che secondo me è qualificante di questa legge perché, perché significa che noi crediamo nell'apicoltura, che crediamo in questo tipo di attività e siamo convinti che bisogna anche migliorare gli standard qualitativi e di produzione, fare questo si può fare solamente con un costante aggiornamento. Abbiamo previsto anche che l'aggiornamento non sia legato in modo particolare, quindi o lasciato così, ma legato essenzialmente alla funzione pubblica. Noi abbiamo almeno all'interno di questa legge è previsto che tutta la formazione sia demandato agli enti regionali, abbiamo fior fiori di professionisti spetta a loro portare avanti quindi l'educazione verso l'apicoltura, verso questo tipo di produzione e dell'aggiornamento. Ma non solo le altre norme principali sono legate e sono quelle di tipo sanitario per la prima volta all'interno di questa legge è previsto precisamente che chi alleva api deve saper allevare api, deve mantenere un minimo di condizioni igienico sanitarie e deve produrre secondo questi quegli standard igienicosanitari, perché se non vengono introdotte anche una serie di restrizioni una serie anche di penalizzazioni, per la prima volta sono previste anche delle multe per chi non dovesse procedere all'allevamento secondo degli standard igienicosanitari.
Quindi dico questa legge ha semplificato e normato tutta una vecchia normativa, vecchia di 30 anni, ci mette al passo con i tempi. Io credo che in linea generale abbiamo come Commissione seguito anche le indicazioni di tutto il mondo che si affacciano al mondo dell'apicoltura, ne abbiamo recepito sicuramente gli aspetti più salienti delle loro proposte, non siamo riusciti a contenere tutto perché molte volte ci sono degli aspetti che non possono essere messi all'interno di una legge e di una norma però di sicuro lavorando la Commissione e grazie alla partecipazione di tutti siamo riusciti a sintetizzare in 16 articoli quella che dev'essere una moderna apicoltura. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Grazie Presidente, aggiungo alcune considerazioni ad una serie di dettagli già molto precisi che sono stati esposti dagli onorevoli che mi hanno preceduto, come è stato detto l'attuale normativa pone mano e ordine a una legge, la legge numero 30 del 1985, che è eccessivamente obsoleta e poi adegua alle norme nazionali il complesso delle regole che danno un ordine al settore della produzione del miele e dell'allevamento delle api. Ci sono alcuni aspetti per i quali può essere considerato estremamente interessante questo settore, partirò da quello economico come in parte già è stato detto, le possibilità sono molto suggestive. La Sardegna è una tra le Regioni in Italia che hanno una produzione più forte del miele produce circa l'11 per cento del quantitativo complessivo possedendo circa il 2,5 per cento della popolazione e quindi ha circa cinque volte tanto della produzione media. Tremila apicoltori, 20.000 quintali di prodotti, 60.000 arnie. Teniamo conto che l'Italia, all'interno del quale è valutata questa classifica della Sardegna tra le varie Regioni, è uno dei più forti produttori mondiali di miele, il decimo produttore al mondo e il quinto produttore in Europa e ancora di più è un fortissimo consumatore di miele, cioè l'Italia è il sesto Stato al mondo per il consumo di miele e il quarto in Europa. Ciononostante, nonostante la forte produttività dell'Italia e ancora di più della Sardegna e del fortissimo consumo dell'Italia e della Sardegna la richiesta dei prodotti delle api e del miele è ancora insoddisfatta. Ciò significa che chiunque decida di diventare un imprenditore agricolo non avrà nessun problema a vendere la propria produzione ciò significa tradotto in termini ancora più evidenti e più semplici che è uno di quei settori da cui si possono ricavare dei posti di lavoro e si possono ricavare dei posti lavoro reali, concreti senza alcun consumo del territorio ma anzi con la contribuzione alla sanità complessiva del sistema, alla conservazione della biodiversità, alla vitalità dell'ecosistema. Quindi le api producono senza spese e aiutando l'ambiente a crescere, a restare sano e a salvarsi. Questa è una importantissima opportunità della quale è bene non facciamo a meno.
Il mercato mondiale, all'interno di questa ottima prospettiva di crescita e di possibilità di vendita che ha la Sardegna, il mercato mondiale è un mercato tra l'altro che ha osservato una continua e progressiva crescita dei prestiti negli ultimi 10 anni circa si è triplicato, quasi triplicato la media del prezzo di vendita nel mondo da 2005 al 2015, noi abbiamo anche quindi delle ottime prospettive di produttività considerando questo valore che funziona un po' da ombrello alla distribuzione economica complessiva del comparto della produzione del miele, dei prodotti delle api.
Il secondo punto di cui dobbiamo tenere conto è quello che ho già detto dell'importanza delle api all'interno del mantenimento dell'ecosistema quindi dell'aiuto all'impollinazione e quindi al fattore primario che ricoprono le api nell'assicurare l'impollinazione e quindi la riproduzione asessuata delle piante. In molti Stati europei i padroni dei terreni pagano gli apicoltori perché vadano lì a fare in modo che i loro alberi e le loro piante producano meglio ci sia uno scambio del nettare più efficiente più produttivo. In Sardegna noi fino a pochi anni fa avevamo una concezione contraria cioè chi è proprietario di arnie deve pagare per avere in concessione dei terreni; in parte questa legge correggere questa impostazione almeno per quanto riguarda la concessione di terreni pubblici.
Io aggiungerei ancora un elemento che non è stato ricordato finora, noi abbiamo nella produzione del miele amaro un unicum al mondo. Siamo l'unica Regione, con una parziale produzione della Corsica, al mondo che produce il miele amaro. Il miele amaro ricordiamo è un miele che hanno qualità organolettiche eccelsa che costa circa quattro volte tanto il prezzo medio di un altro miele e che è quello che si chiama landmarks, cioè può essere uno di quei prodotti che rappresentano simbolicamente la qualità dell'intero comparto produttivo di una Regione un po' come il foie gras per la Francia, un pochino come il caviale per il Mar Caspio. Noi abbiamo la possibilità incentivando la produzione del miele e quella nel senso specifico del miele amaro sia di incrementare la fonte di reddito degli apicoltori, che comunque incide per un 10 per cento della produzione, ma per un 40 per cento del guadagno o per un 30 per cento del guadagno, sia di vendere una immagine estremamente suggestiva, sana e di veicolare il senso dell'alta qualità dei prodotti agroalimentari che noi produciamo. Quindi promuovere una produzione economica ma anche promuovere e veicolare un'immagine della Sardegna. Tutto questo naturalmente funzionerà se si educheranno i nostri allevatori alle norme e alle regole che permettono una sana gestione dell'attività economica di produzione e di manifattura, sia se riusciremo a stare attenti, anche nella gestione della nostra forestazione, a fare in modo che una certa produzione floreale sia presente e che l'utilizzo dei fitofarmaci sia sempre non dannoso per la vitalità delle api, che sappiamo essere degli insetti estremamente delicati, se staremo attenti al fatto che delle specie di api non sarde e non compatibili con il nostro sistema vengano introdotte senza che ci sia un controllo adeguato, perché anche qui sappiamo che l'ape ligustica è un'ape che dà una alta quantità di miele, ma che è estremamente delicata e che altre specie di api invece molto più aggressive possono distruggere questo equilibrio fragile del nostro ecosistema. Dovremmo anche stare un po' più attenti, per esempio, a compensare dai danni subiti dalle calamità naturali i nostri allevatori, perché anche questo è un settore che risente molto sia delle malattie degli animali, delle epizoozie, ma anche delle malattie delle piante e dei ritardi oppure delle irregolarità nelle quantità di pioggia, e quindi dei capricci del nostro clima. Se tutto questo verrà osservato e se noi riusciremo, anche nelle normative che vanno oltre quelle definite da questa legge, a dare un buon complesso di regole a questo settore, noi avremo una possibilità in più sia nella vendita dell'immagine della nostra terra, sia nella creazione di reali posti di lavoro tra i nostri giovani.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, il relatore e i colleghi che mi hanno preceduto hanno già ben e ampiamente sviluppato i temi connessi a questo disegno di legge unificato. Ringrazio anche io per il lavoro fatto la Commissione. Mi pare che gli elementi positivi che sono emersi siano tutti da sottolineare e non vorrei nelle mie parole differenziarmi rispetto a un giudizio che è positivo anche da parte mia, ma vorrei comunque proporre all'Aula qualche riflessione in più che vuole essere principalmente un contributo eventualmente a una modifica in meglio del testo. Io credo che una delle considerazioni dalle quali dobbiamo partire è che, lo hanno detto diversi colleghi, negli ultimi trent'anni c'è stato un vuoto normativo nella Regione Sardegna. Ebbene, mi interrogherei sul fatto di come, nonostante il vuoto normativo, il settore apistico sia cresciuto. Oggi è un settore maturo che si confronta con le sfide del mercato, con produzioni e qualità assolutamente importanti, e io credo che la risposta sia nella capacità di questo settore di darsi una organizzazione vera, dinamica, poco attenta ai fronzoli e molto alla concretezza delle produzioni. Questa organizzazione ha principalmente due soggetti, e cioè le associazione tra gli apicoltori e le OP. Questi sono i protagonisti di questi trent'anni di vuoto normativo che sono riusciti a colmare le inefficienze del sistema. E allora io non vorrei che noi - e mi riferisco alla parte finale della norma - anziché assumere a riferimento, a interlocutore vero, questi soggetti dinamici, continuiamo a fare magari le commissioni apistiche pletoriche con numerosi funzionari e rappresentanti di ogni ganglio dell'amministrazione che, piuttosto che accelerare il percorso e le esigenze di questo settore, rappresentino un laccio ulteriore. Quindi una riflessione la farei su questo, su chi devono essere gli interlocutori in questo settore e su come si debba costruire un dialogo e un rapporto con chi realmente produce.
Altro argomento, lo si è toccato in alcuni passaggi, è quello delle procedure. Da un lato sicuramente, e in maniera intelligente, si amplia il perimetro del PSR anche a questo settore che ne era escluso in quanto non riconosciuto come attività agricola in termini tecnici, e quindi questo è un aspetto senz'altro positivo; dall'altro lato vi sono però alcuni appesantimenti, che mi vengono segnalati da operatori del settore, che riguardano per esempio le certificazioni sanitarie ogni qual volta, per esempio, uno sciame debba trasferirsi all'interno del territorio regionale. Verosimilmente si tratta di un appesantimento della procedura perché ciascuno sciame insediato e iscritto nell'anagrafe apistica regionale, è tenuto già sotto controllo dalle competenti ASL territoriali e il servizio veterinario conosce perfettamente le condizioni di salute di ciascuno di questi territori e di ciascuna di queste aziende, quindi ogni volta che si spostano da una zona all'altra, da un territorio all'altro della stessa regione chiaramente il loro, diciamo così, DNA sanitario è ben noto, ben conosciuto; accompagnarli da un'altra certificazione sanitaria potrebbe tradursi in un appesantimento della procedura.
È stato trattato anche da altri colleghi il problema della quantità di formazione che si immette sul mercato, e cioè l'esigenza di dare un perimetro ai soggetti che vanno ad essere formati onde evitare che si crei una sorta di concorrenza che finisce per ledere gli interessi generali del settore e che non vuole sicuramente interdire agli hobbisti la possibilità di sviluppare i loro alveari, però è chiaro che questi non possono entrare in competizione a gamba tesa con chi queste produzioni le fa per mestiere. Parlo, per esempio, dell'opportunità di formazione per i giovani disoccupati, che sicuramente è un qualcosa di interessante da sviluppare, l'offerta di formazione principalmente per questi settori - so che c'è un emendamento in questo senso e spero che venga approvato -, mentre per chi lo fa come hobby è chiaro che non si vuole interdire la possibilità anche di avere l'hobby della apicoltura, però deve avere un canale differenziato. Da questo punto di vista è chiaro anche che gli stessi requisiti igienico-sanitari che si pretendono ai proprietari di 30 o più arnie vanno richiesti, nel momento in cui si va sul mercato, anche a chi ne fa 29 perché diversamente si potrebbe creare anche un aggiramento complessivo dei controlli igienico-sanitari nel momento in cui si creassero tante micro iniziative da 29, per fare il caso limite, senza andare poi ad avere un controllo verosimile e quindi con un forma di concorrenza sleale anche in quel senso. Da questo punto di vista io credo che vada definito e delineato per bene, infatti, il confine tra i due tipi di attività, e cioè l'apicoltura intesa in senso professionale, e quindi anche come attività commerciale verso l'esterno, e invece l'attività hobbistica che deve avere canali differenziati. Quindi io credo - andando a concludere, perché sta diventando un alveare l'aula, mi rendo conto - che ci siano i margini per apportare alcune leggere correzioni che vanno nel senso di rispondere ad esigenze condivise nel mondo degli apicoltori produttori e quindi nel complesso ci consentono di ottenere un testo normativo più rispondente alle esigenze di una buona normazione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Presidente, io voglio iniziare questo brevissimo intervento innanzitutto ringraziando l'intera Commissione quinta che ha accolto l'iniziativa dei colleghi Comandini e Oscar Cherchi che hanno presentato due distinti progetti di legge, che sono stati affidati a una sottocommissione costituita dagli stessi colleghi Comandini e Cherchi e dal collega Manca, che ci hanno lavorato facendo un lavoro molto certosino e, con il prezioso aiuto degli uffici della Commissione, hanno tenuto conto di tutta una serie di attività che abbiamo messo in piedi di consultazione delle organizzazioni professionali, delle organizzazioni dei produttori, degli apicoltori, degli uffici dei diversi Assessorati interessati alla materia, e da queste audizioni è venuto fuori un forte contributo per un decisivo miglioramento del testo di legge. L'attività di consultazione, di ascolto del settore è proseguita anche dopo, con l'obiettivo di arrivare ad un testo di legge che non sarà mai perfetto, è inutile illudersi che questo possa accadere, ma che possa tenere conto per quanto più è possibile delle esigenze reali e concrete di chi con questo mondo ci lavora, ci dedica del tempo, spesso ne trae il reddito di sostentamento, e comunque per tutti coloro che consentono a che le api svolgano anche in Sardegna quel preziosissimo ruolo che non è soltanto un ruolo produttivo, è anche un ruolo di equilibrio ecologico, che più che per qualsiasi altro animale viene svolto in modo determinante. L'ape è un insetto simbolo e lo è per moltissime ragioni. Moltissime attività produttive del campo vegetale non avrebbero possibilità di esistere se non ci fossero gli insetti pronubi, e l'ape è l'insetto pronubo per eccellenza, è quindi essa stessa simbolo di equilibrio ambientale. In Sardegna si parla dopo trent'anni, quarant'anni quasi, in cui alla Facoltà d'Agraria il compianto professor Romolo Prota decise di lanciare una campagna di formazione e di attenzione verso questo settore, andando ad incidere su quel processo che poi ha preso piede e che ci ha portato alla realtà di oggi, incidere in quel mondo costituito da tanti bugni rustici sparsi nelle campagne, per far sì che nelle campagne ci fossero le arnie razionali come si facevano altrove, e nelle campagne ci fossero operatori artistici professionalmente capaci di gestire con modernità questo settore. Oggi abbiamo numeri senz'altro insufficienti, ma diversi colleghi li hanno riportati con dovizia di particolari. Io voglio ritornare sul problema che l'ape può essere e deve essere allevata perché ha dei prodotti eccezionali di cui poi dirò, ma deve essere allevata prima di tutto perché molte colture agricole dall'attività delle api ne fanno derivare un sensibile e significativo aumento di produzione. Chi è produttore di angurie o di meloni sa che se in quel campo, a breve distanza, ci sono degli alveari il livello della produzione sale significativamente, questo è un dato ormai assodato e riconosciuto dagli stessi produttori, e spesso gli agricoltori chiamano gli apicoltori affinché nel loro terreno installino gli alveari. Ora ci sono molti problemi cui noi abbiamo cercato di dare risposta, probabilmente non riusciremo a darli a tutti, però c'è stata un'attività di consultazione generalizzata, forse tutti i consiglieri presenti in quest'Aula hanno ricevuto segnalazioni, stimoli affinché intervenissero per darci dei consigli utili a migliorare la legge. E quasi tutti quelli che sono pervenuti gli abbiamo presi in considerazione, ci sono una decina di emendamenti che vengono presentati, sostanzialmente condivisi da tutti, c'è però un tema sul quale non abbiamo ritenuto di dover dare ascolto alla richiesta che c'è stata fatta, ed è stato il tema della formazione degli apicoltori. E ce ne assumiamo in pieno la responsabilità di dare una risposta diversa da quella che c'è stata richiesta. Noi abbiamo ritenuto che la formazione con fondi pubblici debba essere tenuta da istituzioni pubbliche, poi chi vuole fare la formazione a titolo privato è autorizzato a farla, se ci mette dei soldi e fa pagare gli apicoltori ha diritto di farlo, però la formazione pubblica dev'essere fatta con la responsabilità e con la messa in campo delle migliori professionalità da parte delle nostre istituzioni. Su questo non abbiamo voluto dare ascolto ad una sollecitazione pure forte che c'è stata. Come non abbiamo ritenuto di dover dare ascolto alla sollecitazione di dichiarare endemica la malattia della Varroa in Sardegna, che avrebbe consentito una maggiore libertà di movimento. È una libertà di movimento però questa che detta così ci preoccupa, perché noi vorremmo invece che, siccome il nomadismo è un'attività diciamo così insita nell'attività dell'apicoltore, però il nomadismo significa spostare le api con tutti i suoi problemi, se problemi ha, da zone a zone, ed è giusto che questo venga fatto sotto il controllo dei responsabili sanitari. Non è per voler creare dei problemi, ma è per voler rassicurare che dobbiamo fare le cose con serietà, professionalità e rigore. Noi infatti andiamo a produrre con questa attività quello che io definisco il prodotto, che poi è il miele, la pappa reale, la propoli, sono tutti quei prodotti e sottoprodotti che sono prodotti di qualità per eccellenza. Dove non c'è equilibrio ambientale, dove non c'è sanità ambientale, la produzione del miele non ha possibilità di esserci. Se la produzione del miele c'è è già essa sintomo, simbolo e segnale di equilibrio ambientale. E voi tutti se avete, come credo tutti quanti, avuto modo di apprezzare la qualità dei prodotti delle api, non c'è altro prodotto che significa con il suo gusto e con il suo profumo la sua provenienza, la sua origine, la sua provenienza da quella specifica essenza vegetale e da quello specifico ambiente che quanto più è incontaminato, quanto più viene prodotto. Ora noi abbiamo voluto, per avviarmi a chiudere, dare una risposta ad un settore che da quarant'anni è cresciuto praticamente da solo, con alcune, anche alcuni tecnici delle nostre agenzie, e con l'istituto di entomologia agraria…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, questo mio intervento vuole essere un allarme, e non solo una semplice o banale provocazione. Voglio sottolineare una cosa che mi dà lo spunto, l'articolo 7 di questa legge, peraltro con una legge valida, una legge positiva, una legge giusta, però voglio sottolineare qualche criticità. C'è in effetti un esagerato uso di prodotti insetticidi e diserbanti in tutto il nostro territorio, ma direi anche in tutta l'Italia. Un uso indiscriminato, superficiale, troppo spesso inconsapevole altre volte spregiudicato, oppure colpevolmente indifferente nei confronti del patrimonio zootecnico della salute animale e della salubrità ambientale. In primo luogo indifferente alla salute umana, questi fitofarmaci che appartengono a diverse categorie farmacologiche, in particolare mi riferisco al gruppo dei neonicotinoidi, oggi sono troppo facilmente acquistabili e di conseguenza c'è un evidente abuso, pericoloso, pericolosissimo abuso, le conseguenze le stiamo già vedendo, ma ancora non ne possiamo valutare la portata e le conseguenze devastanti per la salute umana, eppure basta soffermarci un po' e ci troviamo di fronte ad una quantità di pubblicazioni e di risultati di ricerche che evidenziano la pericolosità di queste sostanze, di questi farmaci, siamo di fronte a chiare evidenze scientifiche, la stessa agenzia internazionale di ricerca sul cancro ha da poco riclassificato uno dei farmaci più abusati, il glifosate e l'ha riclassificato spostandolo da possibile a probabile cancerogeno, raccomandando quindi la sospensione dell'uso di questo farmaco o comunque la fortissima limitazione, un fortissimo controllo sull'uso e sull'abuso di questi farmaci. Ci sono altre evidenze scientifiche con pubblicazioni recentissime, l'ultima ad aprile del 2015 di "Nature", ci sono anche tantissime ricerche e tantissimi studi pubblicati da vari ricercatori voglio nominare anche i ricercatori dell'ISDE, tutti concordi nel sottolineare la pericolosità e gli effetti sulla salute umana. Stiamo facendo una legge sull'apicoltura e qui non possiamo non sottolineare che danneggiare il patrimonio apistico significa danneggiare la nostra agricoltura, la nostra specificità e le nostre specialità agroalimentari. Il criterio di cautela impone una limitazione, una forte limitazione se non arrivare addirittura la sospensione dell'uso di tali sostanze, soprattutto quelle ritenute più pericolose, non possiamo essere ipocriti oltremodo, se ci sono delle proposte di legge indirizzate limitare l'uso di queste sostanze nei corsi d'acqua, lungo i margini stradali, in qualche modo in tutte queste proposte sottolineiamo la pericolosità per l'uomo di queste sostanze, non possiamo dimenticarci di sottolineare la pericolosità non solo per il patrimonio zootecnico ma in primis per la salute umana con l'uso di questi farmaci veramente velenosi. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Presidente, Assessori e consiglieri, posso dire che ho partecipato anch'io alla stesura di questa legge, dando il mio modestissimo contributo, ho collaborato in una Commissione dove in realtà c'è una certa armonia, cerchiamo di lavorare tutti in modo collaborativo, soprattutto nell'interesse dei sardi. Mi preme evidenziare che mi fa piacere che in questa Commissione si discuta di problemi legati all'agricoltura e non me ne vogliano gli altri settori della Quinta commissione ma rimane ad oggi uno di quegli argomenti più trattati dalla Commissione e più sviscerati. La legge che stiamo andando ad esaminare sull'apicoltura, come tutte le leggi in realtà ha dei punti di forza ma anche delle criticità e in alcuni casi dei lati oscuri, il mio intervento, Presidente, vuole appunto cercare di mettere in evidenza questi aspetti e non è sicuramente un intervento che vuole essere speculativo e cercare di evidenziare solo gli aspetti negativi. L'articolo 2, quando ci avventuriamo a parlare di definizioni, parla di riconoscimento in base all'articolo 2135 dell'imprenditore agricolo per l'apicoltore, questo è verissimo però è anche vero che l'articolo 2135 cita testualmente che deve essere un'attività "imprenditore agricolo che coltiva direttamente o alleva direttamente", questo cosa vuol dire? Vuol dire che questa legge è carente di un aspetto fondamentale, non stabilisce quella che sono le unità di misura, può essere chiunque apicoltore? Può essere chiunque un imprenditore agricolo? Il comma 3 dell'articolo 3 recita: "E' apicoltore professionista chiunque eserciti l'attività di cui all'articolo 2". Non può essere così, assolutamente! Può essere imprenditore agricolo o apicoltore colui che ha una superficie di terreno, per far pascolare le api, che ha un numero arnie ben definito. La stessa Regione Sardegna per le altre coltivazioni e per altri tipi di allevamento si è dotata del reddito standard lordo, in questo caso la legge in oggetto non menziona assolutamente inedito standard lordo, quindi lasciando un po' questo vuoto normativo, ma soprattutto questa ambiguità alla legge e questo non è la cosa peggiore, partorire una legge che si presta ad ambiguità, di conseguenza tutti gli altri aspetti a cascata, così come l'aiuto all'allevamento apistico sono in qualche modo condizionati dal fatto che per colui che può diventare imprenditore agricolo, soprattutto apicoltore, non sono stabiliti i requisiti. Mi viene anche un altro dubbio, l'Assessore sa bene di cosa sto parlando, che per diventare imprenditore agricolo occorre raggiungere 156 giornate lavorative all'anno, per raggiungere 156 giornate lavorative occorre che l'Inps faccia un calcolo matematico con un coefficiente per identificare quel tipo di allevamento o quel tipo di coltivazione, in questo modo in questa legge non è precisato nulla di tutto questo, questo indubbiamente ostacola e non favorisce lo sviluppo. Un altro tipo di annotazione e di segnalazione che intendo fare, sempre in riferimento alla superficie del terreno è imprescindibile dal fatto che il potenziale nettarifero come lo calcoliamo? In base a che cosa? Solo in base alle arnie o anche in base alla superficie dei terreni oppure queste arnie, soprattutto queste api possono pascolare in modo indiscriminato nei terreni dei vicini? Questo ovviamente non è possibile, si cita poi nell'articolo 12 che nella riforestazione dobbiamo tener conto di questo aspetto, benissimo, anche questa è una di quelle cose che andremo a fare per favorire l'integrazione energetico ambientale, però lo citiamo come buone intenzioni però non spieghiamo come andremo a farlo. Così come ci sono altri aspetti che ritengo siano probabilmente frutto di un errore, quando parliamo del SIAR, il produttore dovrebbe essere iscritto al SIAN non al SIAR, il SIAR lo trasferisce al SIAN che è la banca dati del sistema nazionale. Quindi anche questo va evidenziato e va modificato, magari lo faremo più avanti con degli emendamenti orali. Così anche all'articolo 5, è sicuramente un refuso, si parla di Ministero del lavoro, non c'entra assolutamente niente, anche questo lo emenderemo nella fase di riorganizzazione degli emendamenti. Altro aspetto sull'articolo 10, qua, cari colleghi, almeno su questo permettetemi una piccola contestazione perché creare un consiglio di dieci persone, leggiamo esattamente di cosa stiamo parlando, mi sembra veramente una esagerazione. Siamo all'articolo 11: Commissione apistica regionale, una commissione di dieci persone, stiamo cercando in qualche modo di semplificare, di modificare quelli che sono gli enti, le agenzie nel portare ad una gestione monocratica, di cercare di avere consigli d'amministrazione ristretti, in alcuni casi escluderli, qui invece confermiamo una commissione apistica regionale di undici persone? Onestamente questo è l'unico aspetto che trovo ridicolo di questa legge, quindi anche sotto questo profilo ci sarà un emendamento orale, qualora stasera si riesca a concludere la discussione di questa legge per cercare di rimettere ordine anche a questo aspetto. L'ultima nota, e mi auguro che nei prossimi giorni andremo a discutere anche delle PSR, ci siano degli appositi articoli legati al settore apistico perché se è vero che da una parte stiamo valorizzando un importantissimo settore dell'agricoltura e dell'allevamento della Sardegna è anche vero che dobbiamo dare a questo tipo di attività un ristoro economico e quindi sia nel PSR che con la PAC dobbiamo essere propositivi e in grado di lanciare proposte perché queste aziende ricevano i dovuti finanziamenti.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Concordo con il lavoro che è stato fatto importante nella Commissione, un lavoro che ha visto unificati due disegni di legge per avere un testo che è valido, so che ci sono gli emendamenti, valuteremo adesso gli emendamenti ma sostanzialmente il testo proposto è assolutamente valido e utile al raggiungimento degli obiettivi. Sicuramente era necessario mettere mano alla norma, perché com'è stato detto anche nei vari interventi, il settore purtroppo non aveva una regolamentazione certa. Abbiamo assistito in questi anni a un lavoro importante da imprenditori che hanno svolto l'attività apistica senza regole, ma con grande impegno portandolo e raggiungendo ottimi risultati economici. Certamente in termini di PLV non possiamo dire che siamo settore rilevante per l'economia agricola della Sardegna, però la mia visione di agricoltura sarda prescinde dalla PLV dei singoli settori. Come più volte ho espresso anche in quest'Aula, ritengo che qualunque tipo di attività che possa giovare, in questo caso il settore apicolo è fondamentale per lo sviluppo armonico dell'agricoltura in Sardegna, sia rilevante e abbia necessità di essere regolamentato da norme corrette e soprattutto da norme che consentono poi, negli atti amministrativi sia che metteranno in piedi a livello di Giunta, sia con gli atti conseguenti all'applicazione del programma di sviluppo rurale, debba godere di uno spazio importante che ne consente una crescita corretta. Da questo punto di vista ritengo che la norma rispecchi fondamentalmente quest'esigenza anche perché chiarendo alcuni aspetti, consentirà di dialogare con il settore e con gli imprenditori in maniera coordinata, sia dal punto di vista dell'elaborazione dei bandi che andremo a breve a emanare sul programma di sviluppo rurale, per i quali è senz'altro necessario procedere ad un confronto continuo con i vari operatori. Noi stiamo da questo punto di vista già incontrando operatori di altri settori, non ancora gli operatori apistici. Vedo in Aula probabilmente due operatori apistici che attendono risposte concrete. Le risposte sono quelle che probabilmente arriveranno adesso, nel momento in cui installeremo con loro un costante confronto, perché con i bandi del programma dello sviluppo rurale si vadano a inserire azioni che rispecchino le esigenze del comparto. Non sempre perfettamente rappresentate e ascoltate proprio perché mancava una articolazione corretta delle varie funzioni e dei vari soggetti. Adesso a breve coinvolgeremo quindi anche attraverso la commissione apistica, che a mio parere invece ben che sia stata costituita da 11 soggetti, può essere comunque un valido strumento perché consente di rappresentare le varie parti della filiera e i vari soggetti che necessario dialoghino tra loro, quindi con uno coinvolgimento della commissione ritengo che si possano mettere in campo le azioni importanti. Devo dirvi che purtroppo abbiamo tentato, nelle fasi programmatorie del programma di sviluppo rurale, di mettere in piedi un'azione in particolare con un'indennità compensativa che andasse a tutelare l'attività apistica e in particolare gli apicoltori. È stata una norma particolarmente difficile da far accettare nel dialogo con Bruxelles e alla fine abbiamo dovuto desistere dall'idea e dalla nostra iniziale proposta, perché non veniva accettata. Quindi, siamo perfettamente consapevoli di aver perso un'opportunità che poteva essere un'importante opportunità per gli apicoltori. Naturalmente, potremo adesso lavorare con le altre misure del programma di sviluppo rurale, in particolare le misure destinate agli investimenti, misure che consentono di aggregare i soggetti e di metterli in filiera, di lavorare sulla trasformazione dei prodotti. Noi non dobbiamo dimenticare che il valore del nostro miele è importante per il prodotto in sé, ma soprattutto per i prodotti trasformati che sono i nostri dolci, dolci tipici nei quali e per i quali dobbiamo sempre più lavorare a una promozione collegata al prodotto originario, quindi il miele. Quindi dovremo lavorare insieme per promuovere sempre di più questo tipo di prodotto e la specificità del nostro prodotto. Per quanto riguarda la formazione che è oggetto importante della norma, ritengo che la funzione debba continuare ad essere esercitata dalla agenzia, ma anche in questo caso stiamo lavorando con le agenzie e con i vari soggetti ai quali la promozione è destinata perché si creino percorsi formativi efficienti ed efficaci, sulla base delle esigenze degli operatori. Io ritengo che sia sempre più necessario confrontarci con il mondo esterno e proiettare la nostra formazione, guardando anche quello che viene fatto in altri paesi, dove hanno situazioni più evolute e trasferendo le conoscenze di altri paesi in modo tale che possa essere messo a disposizione dei nostri apicoltori. Noi tra l'altro abbiamo eccellenze incredibili anche in campo genetico, quindi dobbiamo assolutamente valorizzarle nella maniera corretta e il confronto certamente ci aiuterà a impostare i percorsi formativi. La formazione che si intende fare deve essere non soltanto mirata alla formazione degli apicoltori in sé, ma quanto agli operatori agricoli perché vadano a lavorare, a utilizzare anche i fitofarmaci, che abbiamo detto sono elemento delicato per l'ecosistema, nella maniera più attenta possibile. Da questo punto di vista stiamo facendo tanto e diamo anche, nel programma di sviluppo rurale, anche grande rilevanza alle misure alle misure di produzione agricola integrata, in regime di integrato, che quindi comportano minore utilizzo di fitofarmaci. Proprio perché riteniamo che si debba continuare a lavorare in una direzione di tutela dell'ambiente e della salvaguardia dei nostri prodotti. Ora proseguiamo con l'analisi dei singoli articoli e poi mi esprimerò per ogni singolo articolo.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare quindi…
Ha domandato di parlare il consigliere Gian Luigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Sull'ordine dei lavori. C'è la necessità di qualche minuto di sospensione, abbiamo sentito anche il Presidente della quinta Commissione e qualche collega per mettere a punto un po' la legge e soprattutto per verificare su alcuni emendamenti. Quindi chiediamo 5 o 10 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli e poi facciamo la sospensione anche perché stiamo preparando gli emendamenti che nel frattempo sono arrivati. A meno che non serva presentare altri emendamenti… allora metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli…
Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Sull'ordine dei lavori. In riferimento alla questione che ci ha interessato, signor Presidente e signori colleghi, all'inizio della seduta. Chiedo che la seduta venga sospesa in attesa di avere informazioni riguardo ad una eventuale, possibile notifica fatta del provvedimento che riguarda il pronunciamento del Consiglio di Stato alla Presidenza della Giunta. Io credo che a tutela del buon andamento dei lavori la seduta di oggi debba essere sospesa per approfondimenti. Le perplessità la sentenza li mostra tutti basta leggerla, anche in ordine non soltanto alla decadenza, ma anche all'indicazione degli eletti… chiedo che venga sospesa.
PRESIDENTE. Onorevole Busia, abbiamo già verificato, non c'è nessuna notifica alla Presidenza della Giunta a questo momento. Quindi il Consiglio è sospeso.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 59, viene ripresa alle ore 18 e 33.)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Articolo 1
Finalità
1. La Regione riconosce l'apicoltura come attività agricola di interesse regionale ai fini della conservazione dell'ambiente naturale e dello sviluppo sostenibile delle produzioni agricole in quanto concorrente a garantire l'impollinazione naturale e la biodiversità ambientale.
2. La Regione disciplina, tutela e valorizza l'apicoltura e promuove la salvaguardia delle specie apistiche, con particolare riferimento alla razza di ape italiana (Apis mellifera ligustica Spinola) e alle popolazioni di api autoctone tipiche.).
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 1, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2
Definizioni
1. L'ape è considerata un animale da allevamento di interesse zootecnico e in quanto tale si protegge il suo stato sanitario, si garantiscono le sue produzioni e, contestualmente, si tutelano i consumatori dei suoi prodotti.
2. La conduzione zootecnica delle api, denominata apicoltura, è considerata a tutti gli effetti attività agricola ai sensi dell'articolo 2135 del Codice civile, anche se non correlata alla gestione del terreno.
3. Sono considerati prodotti agricoli: il miele d'api (da nettare e da melata), la cera d'api, la pappa reale o gelatina reale, il polline, il propoli, il veleno d'api, le api e le api regine, l'idromele, l'abbamele o sapa di miele, l'aceto di miele e tutti i prodotti della lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele.
4. Ai fini della presente legge si intende per:
a) arnia: il contenitore ove le api organizzano il proprio nido;
b) alveare: l'arnia contenente una famiglia d'api;
c) apiario: un insieme unitario di alveari;
d) postazione: il sito di un apiario;
e) nomadismo: la conduzione dell'allevamento apistico con uno o più spostamenti dell'apiario nel corso dell'anno ai fini d'incremento qualitativo e quantitativo non solo della produzione del miele, ma anche delle produzioni agricole, con particolare riferimento alla frutticoltura ed alla produzione foraggiera, nonché per la fecondazione delle essenze selvatiche e per la salvaguardia della biodiversità.
5. L'uso della denominazione "apicoltura" è riservato esclusivamente alle aziende condotte da apicoltori che esercitano l'attività di cui al comma 2.
Emendamento sostitutivo parziale Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 2
Al comma 3 dell'art. 2 la parola "raffinazione" è sostituita dalla seguente: "maturazione". (3)
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 2
Alla lettera e) del comma 4 dell'art. 2, dopo le parole "nel corso dell'anno" sono aggiunte le seguenti: "su tutto il territorio regionale". (4).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO, relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento sostitutivo parziale numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Moriconi ha votato a favore e che il consigliere Tatti si è astenuto.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Floris - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Peru - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Fasolino - Oppi - Tatti.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 44
astenuti 4
maggioranza 23
favorevoli 44
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione il testo dell'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Articolo 3
Apicoltore e imprenditore apistico
1. È apicoltore chiunque detiene e conduce alveari.
2. È imprenditore apistico chiunque detiene e conduce alveari ai sensi dell'articolo 2135 del Codice civile.
3. È apicoltore professionista chiunque esercita l'attività di cui all'articolo 2, comma 2, in qualità di imprenditore agricolo professionale.
4. La Regione favorisce la politica di aggregazione dei prodotti e dei produttori e promuove ed incentiva l'associazionismo tra i soggetti di cui ai commi 1, 2 e 3, riconoscendo le seguenti forme associative:
a) organizzazione di produttori del settore apicoltura;
b) società cooperative a responsabilità limitata, società cooperative per azioni e loro consorzi, consorzi apistici di cui all'articolo 2602 e seguenti del Codice civile;
c) associazioni di produttori apistici;
d) contratti di rete di cui all'articolo 3 del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5 (Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, nonché disposizioni in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario), convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33.).
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 3, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo 4 è stato presentato l'emendamento aggiuntivo numero 15.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e del relativo emendamento:
Articolo 4
Aiuti all'allevamento apistico
1. Per contribuire a conservare e tutelare la biodiversità, svolgere un'azione di biomonitoraggio ambientale e favorire uno sviluppo agricolo sostenibile, la Regione incentiva la pratica dell'impollinazione a mezzo di api, l'allevamento apistico per la salvaguardia dell'ape italiana e delle api autoctone tipiche e la pratica del nomadismo, in quanto attività di produzione di beni pubblici ambientali.
2. Gli enti pubblici agevolano la dislocazione degli alveari nei fondi di loro proprietà o ad altro titolo detenuti tramite concessioni rilasciate a titolo non oneroso.
3. L'Amministrazione regionale, previo apposito bando e nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato di cui agli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è autorizzata a concedere aiuti a favore degli imprenditori apistici singoli o associati, operanti in Sardegna, che utilizzino api appartenenti al tipo genetico Apis mellifera ligustica Spinola o agli ecotipi locali, per le seguenti iniziative:
a) acquisto di macchinari, arnie, mezzi di trasporto e attrezzature, ivi compresi mezzi di trasporto e attrezzature idonei alla movimentazione delle arnie;
b) realizzazione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture idonee ad esercitare la propria attività;
c) acquisto di alveari, pacchi d'api e api regine.
4. Gli aiuti di cui al comma 3, lettere a) e b), sono erogati nella forma di contributi in conto capitale, secondo quanto previsto per gli investimenti nelle aziende agricole dagli orientamenti dell'Unione europea per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020.
5. Gli aiuti di cui al comma 3, lettera c), sono concessi secondo quanto previsto dal regolamento (CE) n. 1408/2013, della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti "de minimis" nel settore agricolo.
6. I criteri e le modalità di erogazione degli aiuti sono definiti con deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura.
Emendamento aggiuntivo Paolo Zedda - Usula - Sale
Articolo 4
Dopo il comma 2 dell'art. 4 è inserito il seguente:
2 bis "Entro centoventi giorni dall'entrate in vigore della presente legge, la Giunta regionale individua con propria deliberazione, adottata su proposta dell'Assessorato competente in materia di agricoltura, criteri e modalità, informati ai principi di trasparenza, pubblicità e parità di trattamento, per il rilascio delle concessioni di cui al comma 2.". (15).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggiornaza.
COMANDINI GIAMPIETRO, relatore di maggioranza. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 4, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento aggiuntivo numero 15, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5. All'articolo 5 sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:
Articolo 5
Denuncia degli apiari e degli alveari
e relative comunicazioni
1. Ai fini della profilassi e del controllo sanitario, nonché per la programmazione degli interventi a favore dell'apicoltura, è fatto obbligo a chiunque detenga alveari di farne denuncia presso l'Anagrafe apistica nazionale di cui al decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4 dicembre 2009 (Disposizioni per l'anagrafe apistica regionale), e successive modifiche ed integrazioni, specificando collocazione e numero degli alveari, tipologia di attività, modalità di allevamento, classificazione degli apiari detenuti e specie e sottospecie allevata.
2. Tutti gli apicoltori, anche per il tramite delle loro forme associate, sono obbligati a effettuare alla Banca dati dell'Anagrafe apistica nazionale (BDA) le seguenti comunicazioni concernenti:
a) l'aggiornamento annuale della consistenza degli apiari e della dislocazione degli apiari posseduti;
b) le informazioni inerenti le movimentazioni, con particolare riferimento a qualsiasi compravendita di materiale vivo e agli spostamenti, anche temporanei, che determinano l'attivazione di un nuovo apiario o la cessazione delle attività di un determinato apiario;
c) la temporanea interruzione dell'attività;
d) la cessazione dell'attività di apicoltura;
e) le eventuali ulteriori comunicazioni previste dal decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4 dicembre 2009 e dal decreto del Ministero della salute 11 agosto 2014 (Approvazione del manuale operativo per la gestione dell'anagrafe apistica nazionale, in attuazione dell'articolo 5 del decreto 4 dicembre 2009 recante "Disposizioni per l'anagrafe apistica nazionale"), e successive modifiche ed integrazioni.
3. La denuncia e le comunicazioni di cui ai commi 1 e 2 sono effettuate con le modalità e le tempistiche di cui all'articolo 6 della legge 24 dicembre 2004, n. 313 (Disciplina dell'apicoltura), del decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4 dicembre 2009 e del decreto del Ministero della salute 11 agosto 2014, e successive modifiche ed integrazioni.
4. I trasgressori all'obbligo di denuncia o di comunicazione di cui ai commi 1 e 2 non beneficiano degli incentivi previsti per il settore sino all'avvenuto adempimento.
Emendamento soppressivo parziale Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 5
Al comma 3 dell'art. 5 il periodo "all'articolo 6 della legge 24 dicembre 2004, n. 313, del decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali 4 dicembre 2009 e" è soppresso. (6)
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 5
All'art. 5, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente:
"3-bis. Gli spostamenti temporanei legati allo svolgimento dell'attività di nomadismo sono comunicati entro 48 ore dal'avvenuto spostamento". (5).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore.
COMANDINI GIAMPIETRO, relatore. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'emendamento soppressivo parziale numero 6, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione il testo dell'articolo 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6. All'articolo 6 sono stati presentati quattroemendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6 e dei relativi emendamenti:
Articolo 6
Disposizioni sanitarie
1. La vendita e l'acquisto di api vive sono consentiti solo per gli esemplari accompagnati da un certificato di sanità attestante la provenienza da allevamento sito in zona non infetta, rilasciato dalla ASL territorialmente competente per la zona di provenienza.
2. Le api provenienti da aree esterne alla Sardegna sono accompagnate dal certificato di sanità rilasciato dal competente organo pubblico e introdotte previa preventiva denuncia alla ASL competente per territorio, con l'indicazione del comune di provenienza e del comune di destinazione.
3. Gli apiari in evidente stato di abbandono sono soggetti a ispezione da parte del personale dei servizi veterinari delle aziende ASL, che ne accertano la pericolosità quali possibili fonti di propagazione di patologie e ne dispongono l'eventuale distruzione.
4. Le attività relative alla produzione dei prodotti derivanti dall'apicoltura sono soggette alla disciplina di cui al regolamento (CE) n. 852/2004, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sull'igiene dei prodotti alimentari.
5. Sono esclusi dall'applicazione del regolamento (CE) n. 852/2004 i seguenti soggetti:
a) apicoltori che svolgono attività di produzione dei prodotti dell'apicoltura a titolo di autoconsumo e che possiedono non più di 10 alveari;
b) produttori primari di piccoli quantitativi di prodotti dell'apicoltura che possiedono non più di 30 alveari e forniscono direttamente il consumatore finale o dettaglianti locali che forniscono direttamente il consumatore finale.
Emendamento soppressivo parziale Paolo Zedda - Usula - Sale
Articolo 6
Il comma 5 lett. b dell'art. 6 è abrogato. (13)
Emendamento sostitutivo parziale Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 6
Il comma 3 dell'art. 6 è così sostituito:
"3. Chiunque possiede o detiene alveari deve comunicare al Servizio veterinario dell'ASL competente per territorio, oltre che i casi, conclamati o sospetti, di malattia diffusiva delle api soggetta a denuncia obbligatoria, anche ogni fenomeno di moria o spopolamento. Gli apiari in evidente stato di abbandono sono soggetti a ispezione da parte del personale dei servizi veterinari delle aziende ASL, che ne accertano la pericolosità quali possibili fonti di propagazione di patologie e ne dispongono l'eventuale distruzione". (7)
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 6
Al comma 5 dell'art. 6 dopo le parole "Regolamento (CE) n. 852/2004" sono aggiunte le seguenti: "Fermo restando il rispetto delle buone pratiche apistiche e dei principi base di igiene,". (8)
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 6
Dopo l'art 6 è inserito il seguente:
"Art 6 bis Nomadismo
L La Regione incentiva la pratica del nomadismo al fine di promuovere il razionale sfruttamento delle risorse, favorire l'impollinazione a mezzo delle api e limitare la diffusione delle malattie.
2. Chiunque intenda praticare il nomadismo nel territorio regionale ne dà comunicazione scritta alle AASSLL competenti per territorio, di partenza e di destinazione, con preavviso non inferiore ai 15 giorni dalla data prevista per lo spostamento.
3. Gli alveari sono accompagnati da un certificato sanitario rilasciato dalla ASL competente per territorio.
4 Entro centottanta giorni dall'entrate in vigore della presente legge, la Giunta regionale individua con propria deliberazione, adottata su proposta dell'Assessorato competente in materia di agricoltura, i criteri per la presentazione della comunicazione di cui al comma 2 e relativi adempimenti.". (14).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO, relatore di maggioranza. Il parere è favorevole per l'emendamento numero 13, per il numero 7 e per il numero 8. Per l'emendamento numero 14 si chiede il ritiro.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Onorevole Paolo Zedda, c'è una richiesta di ritiro.
L'emendamento numero 14 è ritirato.
Metto in votazione l'emendamento soppressivo parziale numero 13. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 7. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto ora in votazione il testo dell'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Articolo 7
Divieto dei trattamenti in fioritura
1. Al fine di salvaguardare l'azione pronuba delle api, è vietato eseguire qualsiasi trattamento alle colture arboree, erbacee e ornamentali con fitofarmaci che possano essere dannosi per le api in modo diretto o indiretto, compreso l'utilizzo dei diserbanti lungo le strade pubbliche e private, dall'inizio della fioritura fino alla completa caduta dei petali o secrezioni extra floreali; in caso di presenza di essenze spontanee nei frutteti e nelle coltivazioni oggetto dei trattamenti, questi sono eseguiti previo sfalcio delle essenze spontanee in fioritura.
2. Ogni sospetto caso di avvelenamento è tempestivamente segnalato dagli apicoltori al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria locale competente per territorio e al Corpo forestale e di vigilanza ambientale che espleta le indagini e gli accertamenti necessari a individuare la causa e i responsabili dell'avvelenamento.).
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 7, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Articolo 8
Organismi associativi tra apicoltori
1. Fatta salva la normativa vigente in materia di organizzazione di produttori, i criteri e le modalità di riconoscimento delle forme associate di cui all'articolo 3, comma 4, sono definiti con deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, tenendo conto di parametri di assoluta rappresentatività nel territorio sardo, quali: numero minimo dei soci che rispondano ai requisiti di cui all'articolo 3, comma 3, numero degli alveari denunciati dai soci, miele prodotto, essere costituiti con atto pubblico, avere uno statuto aperto, avere la sede legale e operativa in Sardegna.
2. Le forme associate riconosciute sono accreditate presso l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale anche ai fini di cui all'articolo 6 del decreto del Ministero delle politiche agricole e forestali del 23 gennaio 2006 (Attuazione dei regolamenti comunitari sul miglioramento della produzione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura).).
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 8, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9. All'articolo 9 sono stati presentati gli emendamenti aggiuntivi numero 9 e 10.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e dei relativi emendamenti:
Art. 9
Formazione, aggiornamento professionale
e assistenza tecnica
1. É demandato alla Regione, attraverso le proprie agenzie operanti in campo agricolo, lo svolgimento dell'attività di formazione e aggiornamento professionale degli apicoltori per la corretta e diligente conduzione degli allevamenti, anche su richiesta delle organizzazioni di produttori del settore apistico e delle associazioni di apicoltori riconosciute, tramite la Commissione apistica regionale.
2. La Regione promuove lo svolgimento di attività promozionali delle produzioni degli alveari e le attività di comunicazione e marketing del miele e dei prodotti dell'alveare.
3. La Regione, nell'ambito della formazione prevista dal decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 (Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi), assicura un'adeguata divulgazione delle tecniche di tutela e di salvaguardia degli insetti pronubi e, nell'emanare i bollettini per la calendarizzazione dei trattamenti antiparassitari ed anticrittogamici secondo i principi di difesa integrata, suggerisce agli utilizzatori gli opportuni accorgimenti per la salvaguardia degli insetti pronubi.
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 9
Al comma 1 dell'art. 9, dopo le parole "lo svolgimento" sono aggiunte le seguenti: ", anche presso le aziende apistiche,". (9)
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 9
Al comma 1 dell'art. 9, dopo le parole "Commissione apistica regionale" sono aggiunte le seguenti: " l'attività di formazione è rivolta preferibilmente per almeno il 50% a favore dei giovani disoccupati". (10).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore di maggioranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Favorevole.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 9. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 10. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 10. All'articolo 10 è stato presentato l'emendamento sostitutivo totale numero 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10 e del relativo emendamento:
Art. 10
Sperimentazione e ricerca
1. La Regione, attraverso le proprie agenzie operanti in campo agricolo e l'Istituto zooprofilattico sperimentale, svolge direttamente e promuove lo svolgimento di attività di studio e ricerca relative all'ambito apistico di interesse regionale.
2. La Regione individua nell'Università di Sassari, Dipartimento di agraria, il riferimento scientifico regionale per lo studio e la sperimentazione sulle api allevate e sulle piante di interesse apistico, anche attraverso l'istituzione di un apposito laboratorio apistico regionale.
3. La Regione sostiene lo svolgimento dell'attività di cui al comma 2 attraverso la concessione di un finanziamento annuale nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente a ciò destinati.
Emendamento sostitutivo totale Desini - Busia
Articolo 10
L'articolo 10 è sostituito dal seguente:
"1 . La Regione, attraverso le proprie agenzie operanti in campo agricolo e l'Istituto zooprofilattico sperimentale, svolge attività di studio e ricerca relative all'ambito apistico di interesse regionale, finanziate nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente a ciò destinati". (1).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore di maggioranza. Io chiedo ai colleghi presentatori, Desini e Busia, il ritiro dell'emendamento, in quanto all'articolo 10, "sperimentazione e ricerca", ci sembra che sia abbastanza esplicitato il ruolo della Regione e delle agenzie che operano in campo agricolo per quanto riguarda la questione e soprattutto l'attività di ricerca. Sui limiti finanziari e degli stanziamenti di bilancio, anche su questo abbiamo discusso in Commissione, siamo consapevoli che la legge in questa fase si trova senza uno stanziamento di bilancio, ma considerando che essendo la stessa soggetta alla notifica presso la Commissione europea, non ci sarebbero i tempi tecnici per poter mettere a disposizione le risorse per eventuali benefici, per cui chiedo ai colleghi il ritiro.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Conforme.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Desini, primo firmatario, se ritira l'emendamento. È in congedo, chiedo scusa.
Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Si insiste per l'emendamento, non si ritira l'emendamento, riteniamo che la questione sia fondamentale. Ci sono organi della Regione che si occupano della questione, noi riteniamo quindi che un'ulteriore struttura e il suo finanziamento siano assolutamente superflui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Semplicemente perché non trovo un'estensione possibile sul fatto della formazione professionale. Chi controlla LAORE se fa bene il proprio lavoro, l'Assessore? Non credo. È opportuno che se si pongono in essere dei corsi di formazione, questi siano valutati e abbiano un significato preciso. Su questo credo che bisogna rifletterci perché ci sono corsetti fatti tanto per fare e non va bene. Mi pare che si sia portata su perfetta azione, per esempio nell'articolo 6, la richiesta di un certificato medico, che non serve neanche perché esisteva già la dichiarazione di sanità totale dell'ambiente dove si lavora nella cultura apistica, e quindi anche quando si vende si sa bene se sono già certificati di salubrità o meno. E in questo caso voi continuate a verificare se non possa per esempio, chi è di comprovata esperienza nel settore che fa l'apicoltore ormai da decenni, non possa fare meglio di qualche funzionario che non ha altro tempo da perdere se non quello di fare un corso di formazione di quindici giorni non controllato ripeto, perché è ora di finirla, apriamo un dibattito per quello che fa LAORE, per quello fa AGRIS, e abbiamo detto molte volte che è ora di finirla e di fare una seria, seria e forte riverifica di quelli che sono gli enti regionali dell'agricoltura.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Mi permetto di dire ai colleghi che hanno presentato questo emendamento che mi piacerebbe non dover votare contro, perché comprendo lo spirito con cui lo presentano, ma credo che in questo caso il Consiglio regionale, scrivendo l'articolo come è stato scritto, sta semplicemente riconoscendo alla facoltà di agraria, dipartimento di agraria di Sassari, e nello specifico all'istituto di entomologia, sta riconoscendo un lavoro che da quarant'anni sta facendo, e lo sta facendo nonostante non se ne sia mai interessato nessuno. Quindi, credo che noi abbiamo il dovere di valorizzare un rapporto con questa istituzione di ricerca scientifica, e lo dobbiamo fare, e ritengo che seppur il lavoro di LAORE, di AGRIS e delle nostre agenzie sia assolutamente prezioso e insostituibile, non può che trarne vantaggio da una collaborazione stretta con uno dei migliori istituti di entomologia agraria dell'università italiana. Credo che sia giusto valorizzarlo e giusto costruire un rapporto positivo, e in questa legge facciamo bene a ribadire questo concetto. Stiamo riconoscendo un qualcosa che già esiste, ed esiste per volontà di chi ci lavora in quella realtà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare, metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 1 con votazione elettronica.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Manca Gavino ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Busia.
Rispondono no i consiglieri: Carta - Cherchi Oscar - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Fasolino - Floris - Forma - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Agus - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Lai - Pizzuto.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 44
astenuti 6
maggioranza 23
favorevoli 2
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 10. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 11. All'articolo 11 sono stati presentati gli emendamenti sostitutivo parziali numero 2 e 11.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 11 e dei relativi emendamenti:
Art. 11
Commissione apistica regionale
1. É istituita la Commissione apistica regionale, composta da:
a) l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale o un suo delegato, in qualità di presidente;
b) un rappresentante apicoltore per ognuna delle tre organizzazioni professionali agricole più rappresentative a livello regionale;
c) un rappresentante apicoltore designato dalla centrale cooperativa maggiormente rappresentativa a livello regionale;
d) un rappresentante designato congiuntamente dalle organizzazioni di produttori e dalle associazioni di produttori riconosciute;
e) un rappresentante dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale;
f) un rappresentante dell'Agenzia LAORE Sardegna;
g) un rappresentante dell'Agenzia AGRIS Sardegna;
h) un rappresentante del Dipartimento delle protezione delle piante della Facoltà di agraria di Sassari;
i) un rappresentante dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente;
j) un rappresentante dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;
k) un rappresentante dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna.
2. I componenti della commissione sono nominati dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, durano in carica tre anni e la loro partecipazione alla commissione è a titolo gratuito; dopo tre assenze consecutive ingiustificate il componente decade e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale provvede alla sua sostituzione.
3. La Commissione ha competenza consultiva e propositiva per la programmazione degli interventi e degli aiuti a favore del settore apistico; esprime il proprio parere sul prezziario regionale per l'apicoltura e sui relativi aggiornamenti periodici; esprime pareri e proposte sulle iniziative, indagini e studi relativi alle finalità della presente legge e allo sviluppo dell'apicoltura; propone temi di ricerca per il superamento delle problematiche sanitarie, tecnologiche e produttive, per lo sviluppo di nuovi prodotti e per il miglioramento dell'apicoltura.
4. Per la validità delle riunioni della commissione è necessaria la presenza di almeno la metà più uno dei componenti.
5. La Commissione delibera a maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del presidente.
Emendamento sostitutivo parziale Desini - Busia
Articolo 11
La lettera e) del comma 1 dell'articolo 11 è sostituita dalla seguente:
"e) il direttore del competente Servizio dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale o un suo delegato". (2)
Emendamento sostitutivo parziale Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 11
Le lettere d) ed e) del comma 1 dell'art. 11 sono così sostituite:
"d) un rappresentante designato dalle organizzazioni di produttori;
e) un rappresentante designato dalle associazioni di produttori riconosciute". (11).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 2 all'articolo 11 chiediamo il ritiro, in quanto probabilmente il direttore del competente servizio dell'Assessorato regionale dell'agricoltura sarà quello che presiederà e sarà delegato dall'Assessore, e quindi da questo punto di vista si chiede il ritiro. Invece favorevole sull'emendamento numero 11 all'articolo, con l'aggiunta di un emendamento orale, laddove si chiede fra il punto e) e f) la fusione soltanto nel punto f), quindi un rappresentante dell'agenzia AGRIS e un rappresentante dell'agenzia LAORE.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Conforme alla Commissione.
PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Busia sulla richiesta di ritiro dell'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Su questo c'è il ritiro.
PRESIDENTE. È ritirato l'emendamento numero 2.
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'articolo 11. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 12:
Art. 12
Riforestazione
1. Al fine di favorire l'integrazione energetico-ambientale e di valorizzare le caratteristiche paesaggistico-naturalistiche tipiche dell'Isola, l'Assessorato regionale competente per materia individua la percentuale minima di piante con potenziale nettarifero da inserire nei piani regionali di riforestazione per il recupero del territorio e l'elenco delle piante da utilizzarsi a tal fine.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 13. All'articolo 13 è stato presentato l'emendamento aggiuntivo numero 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 13 e del relativo emendamento:
Art. 13
Sanzioni amministrative
1. La violazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, commi 1 e 2, comporta l'applicazione nei confronti del trasgressore della sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 150 a euro 500.
2. La violazione delle disposizioni di cui all'articolo 6, commi 1 e 2 comporta l'applicazione nei confronti del trasgressore della sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 200 a euro 500.
3. Qualora, in seguito all'accertamento effettuato ai sensi dell'articolo 6, comma 3, i servizi veterinari delle aziende ASL ravvisino la pericolosità dell'alveare abbandonato, il titolare dello stesso è soggetto all'applicazione della sanzione amministrativa del pagamento da euro 50 a euro 300.
4. La violazione delle disposizioni di cui all'articolo 7, comma 1, comporta l'applicazione nei confronti del trasgressore della sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.000 per ettaro con tetto massimo di 100 ettari.
5. All'apicoltore che viola le disposizioni dell'articolo 896 bis del Codice civile (Distanze minime per gli apiari) si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 50 a euro 300 per apiario.
6. All'irrogazione delle sanzioni provvede l'azienda ASL competente per territorio, che introita i relativi proventi.
Emendamento aggiuntivo Comandini - Lotto - Moriconi - Tendas - Ledda - Piermario Manca - Unali
Articolo 13
Al comma 6 dell'art. 13 dopo le parole "delle sanzioni" sono aggiunte le seguenti: ", previo accertamento delle violazioni da parte degli enti che a vario titolo svolgono attività di controllo,". (12).).
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Giampietro Comandini, relatore di maggioranza.
COMANDINI GIAMPIETRO (PD), relatore di maggioranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Favorevole.
Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 12. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 14.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 14:
Art. 14
Abrogazioni
1. La legge regionale 17 dicembre 1985, n. 30 (Norme per l'incremento e la tutela dell'apicoltura), è abrogata.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 15.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15:
Art. 15
Disposizioni finanziarie
1. Per l'anno 2015 la presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
2. Per gli anni successivi al 2015 agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge si provvede nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente a ciò destinati.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 16.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 16
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo alla votazione finale del Testo Unificato numero 45/61/A.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del Testo Unificato numero 45/61/A.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Busia - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Floris - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Risponde no il consigliere: Fasolino.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cossa.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 47
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 46
contrari 1
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, per comprendere come devono procedere i lavori, se è possibile anche una brevissima conferenza dei Capigruppo. Soprattutto se la mozione, la risoluzione o comunque l'argomento sulla continuità aerea marittima viene confermata, quindi per capire bene esattamente quando può essere messa in calendario per la discussione.
PRESIDENTE. Concordo, sospendo la seduta. Convoco immediatamente una Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 52, viene ripresa alle ore 19 e 10.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso che il Consiglio termina qua e che riprendiamo domani con all'ordine del giorno il disegno di legge numero 202 alle ore 10 e in prosecuzione domani pomeriggio con l'inserimento del documento numero 6 sull'attività e programmazione del CORECOM.
Dopodiché il Consiglio sarà riconvocato in prosecuzione di seduta per giovedì mattina alle ore 10 per la discussione sulla continuità territoriale. Quindi la seduta è tolta. Allora la Commissione numero 5 è convocata per le ore 14 di domani. La seduta è tolta, il Consiglio è convocato domani alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 19 e 11.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cossa sulla situazione dell'immobile in via Lussu a Sestu di proprietà dell'Agenzia AREA. (30)
Con le interrogazioni in oggetto l'interrogante interroga l'Assessore regionale ai LLPP. per sapere:
1: se sia a conoscenza del grave disagio che deve sopportare una coppia di anziani assegnataria dell'immobile AREA di Via Lussu a Sestu; 2: quali provvedimenti urgenti intenda adottare per ripristinare la funzionalità dell'ascensore; 3: se non ritenga di affrontare la situazione paradossale che si viene a creare negli stabili AREA dove non esiste un'amministrazione condominiale.
Nel merito delle problematiche segnalate si precisa:
1. questo Assessorato non era a conoscenza della situazione esposta nelle interrogazioni in oggetto;
2. tutti gli adempimenti per il ripristino della funzionalità dell'ascensore ricadono interamente in capo al soggetto gestore (AREA), al quale questo assessorato ha chiesto informazioni formali dalle quali si può desumere quanto segue:
2.1. nonostante non sia mai pervenuta alcuna segnalazione da parte dei coniugi indicati dall'interrogante (coniugi Piroi), AREA in data 14 luglio 2014 ha promosso un incontro con gli stessi. Peraltro il marito presenta piena autosufficienza, mentre la moglie lamenta fatica per percorrere le rampe a piedi.
2.2. Sempre AREA riferisce di aver promosso una serie di incontri e sopralluoghi per sensibilizzare tutti gli assegnatari alle problematiche generate dalla perdurante indisponibilità dell'impianto ascensore e agli inconvenienti che esso causava.
2.3. In data 16 luglio 2014 il Distretto AREA di Cagliari ha invitato il capo fabbricato alla riattivazione dell'impianto previo pagamento dei canoni di manutenzione, richiedendo eventualmente all'Azienda di anticipare le somme dovute da eventuali assegnatari morosi; in caso di inadempimento, visto l'art. 29 L.r. 13 aprile 1989, n. 13, l'Azienda avrebbe dichiarato sospeso il regime di autogestione (il cui regolamento è stato approvato con decreto dell'Assessore LL.PP. n. 221/2 del 2 maggio 1996) ed avviata la procedura di consultazione con le OO.SS. prevista dall'art. 1 del regolamento citato.
2.4. Detto epilogo non solo avrebbe costituito un "singolare precedente", ma avrebbe soprattutto determinato un notevole aggravio di costi per tutti i condomini assegnatari.
2.5. In data 24 settembre gli assegnatari hanno individuato un nuovo capo fabbricato nella persona della sig.ra Zucca Eleonora che nei mesi successivi, sottoscrivendo con le ditte manutentrici, un piano di rientro del debito ed un nuovo contratto di manutenzione, ha . favorito l'avvio dei lavori di manutenzione consentendo il ripristino dell'impianto.
2.6. Il ripristino, quindi, delle condizioni di piena legalità della gestione può dirsi cristallizzata alla data del 7 aprile 2015, data in cui è pervenuto a questo Assessorato l'ultimo aggiornamento da parte di AREA.
3. Relativamente alla questione dell'assenza dell'amministratore negli stabili AREA, si deve richiamare quanto disposto dalla Carta dei Servizi di AREA approvata con delibera del C.d.A. n. 221/1 del 21 giugno 2011: "Il condominio si configura quando coesistono almeno due proprietari diversi nello stesso edificio. La nomina di un amministratore condominiale è obbligatoria quando i condomini sono più di quattro. Le spese a carico dei proprietari sono ripartite tra AREA e altri condomini in misura proporzionale alle quote (millesimi) di proprietà di ciascuno e secondo quanto previsto nel regolamento condominiale".
Nel caso in oggetto, poiché la proprietà dell'edificio è interamente in capo ad AREA, consegue che non si ricade nell'ipotesi contemplata (cfr. art. 30, l.r. 13/1989; artt. 1117 e ss. C.c.).
In ogni caso giova ribadire come le problematiche segnalate siano state fronteggiate e risolte favorendo la re-istituzione della figura del capo fabbricato all'interno di un'amministrazione in autogestione (art. 29, l.r. 13/1989) degli spazi comuni.
Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Cossa sulla situazione dell'immobile in via Lussu a Sestu di proprietà dell'Agenzia AREA. (33)
Con le interrogazioni in oggetto l'interrogante interroga l'Assessore regionale ai LLPP. per sapere:
1: se sia a conoscenza del grave disagio che deve sopportare una coppia di anziani assegnataria dell'immobile AREA di Via Lussu a Sestu; 2: quali provvedimenti urgenti intenda adottare per ripristinare la funzionalità dell'ascensore; 3: se non ritenga di affrontare la situazione paradossale che si viene a creare negli stabili AREA dove non esiste un'amministrazione condominiale.
Nel merito delle problematiche segnalate si precisa:
1. questo Assessorato non era a conoscenza della situazione esposta nelle interrogazioni in oggetto;
2. tutti gli adempimenti per il ripristino della funzionalità dell'ascensore ricadono interamente in capo al soggetto gestore (AREA), al quale questo assessorato ha chiesto informazioni formali dalle quali si può desumere quanto segue:
2.1. nonostante non sia mai pervenuta alcuna segnalazione da parte dei coniugi indicati dall'interrogante (coniugi Piroi), AREA in data 14 luglio 2014 ha promosso un incontro con gli stessi. Peraltro il marito presenta piena autosufficienza, mentre la moglie lamenta fatica per percorrere le rampe a piedi.
2.2. Sempre AREA riferisce di aver promosso una serie di incontri e sopralluoghi per sensibilizzare tutti gli assegnatari alle problematiche generate dalla perdurante indisponibilità dell'impianto ascensore e agli inconvenienti che esso causava.
2.3. In data 16 luglio 2014 il Distretto AREA di Cagliari ha invitato il capo fabbricato alla riattivazione dell'impianto previo pagamento dei canoni di manutenzione, richiedendo eventualmente all'Azienda di anticipare le somme dovute da eventuali assegnatari morosi; in caso di inadempimento, visto l'art. 29 L.r. 13 aprile 1989, n. 13, l'Azienda avrebbe dichiarato sospeso il regime di autogestione (il cui regolamento è stato approvato con decreto dell'Assessore LL.PP. n. 221/2 del 2 maggio 1996) ed avviata la procedura di consultazione con le OO.SS. prevista dall'art. 1 del regolamento citato.
2.4. Detto epilogo non solo avrebbe costituito un "singolare precedente", ma avrebbe soprattutto determinato un notevole aggravio di costi per tutti i condomini assegnatari.
2.5. In data 24 settembre gli assegnatari hanno individuato un nuovo capo fabbricato nella persona della sig.ra Zucca Eleonora che nei mesi successivi, sottoscrivendo con le ditte manutentrici, un piano di rientro del debito ed un nuovo contratto di manutenzione, ha . favorito l'avvio dei lavori di manutenzione consentendo il ripristino dell'impianto.
2.6. Il ripristino, quindi, delle condizioni di piena legalità della gestione può dirsi cristallizzata alla data del 7 aprile 2015, data in cui è pervenuto a questo Assessorato l'ultimo aggiornamento da parte di AREA.
3. Relativamente alla questione dell'assenza dell'amministratore negli stabili AREA, si deve richiamare quanto disposto dalla Carta dei Servizi di AREA approvata con delibera del C.d.A. n. 221/1 del 21 giugno 2011: "Il condominio si configura quando coesistono almeno due proprietari diversi nello stesso edificio. La nomina di un amministratore condominiale è obbligatoria quando i condomini sono più di quattro. Le spese a carico dei proprietari sono ripartite tra AREA e altri condomini in misura proporzionale alle quote (millesimi) di proprietà di ciascuno e secondo quanto previsto nel regolamento condominiale".
Nel caso in oggetto, poiché la proprietà dell'edificio è interamente in capo ad AREA, consegue che non si ricade nell'ipotesi contemplata (cfr. art. 30, l.r. 13/1989; artt. 1117 e ss. C.c.).
In ogni caso giova ribadire come le problematiche segnalate siano state fronteggiate e risolte favorendo la re-istituzione della figura del capo fabbricato all'interno di un'amministrazione in autogestione (art. 29, l.r. 13/1989) degli spazi comuni.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Tocco in merito all'annullamento dei contributi finanziari per azioni co-marketing alle società sportive. (188)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:
a. la deliberazione della Giunta Regionale n.34/13 del 2 settembre 2014 con la quale sono state approvate le attività di promozione per il 2014 con società sportive di livello professionistico e/o che partecipano ai campionati nazionali della massima serie per la stagione 2014/2015, è stata revocata con la successiva deliberazione n. 45/13 dell'11novembre 2014 con esclusione dell'iniziativa relativa all'organizzazione dell'evento sportivo Rally Costa Smeralda. Conseguentemente i relativi impegni di spesa non sono stati assunti e pertanto, come richiesto dell'interrogante, non è possibile garantire l'erogazione dei contributi in quanto revocati;
b. non è possibile altresì, concedere un riconoscimento economico per le attività svolte dai sodalizi sportivi in quanto la sponsorizzazione, da parte delle pubbliche amministrazioni, è esplicitamente vietata dalla legge come evidenziato dalle recenti sopravvenute relazioni istruttorie condotte dall' Ex-Agenzia Sardegna Promozione per fatti imputabili alla mancata osservanza dei principi del co-marketing;
c. non è possibile garantire l'erogazione dei contributi in quanto revocati con la sopracitata deliberazione della G.R. n. 45/13 dell'11 novembre 2014, come peraltro già espressamente indicato al punto a della presente nota;
d. la Regione interviene a sostegno delle società sportive isolane con i benefici previsti dall'articolo 31 della L.R. 17/99, contributi per la partecipazione ai campionati di maggior rilievo, le cui competenze sono in carico all'Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Spettacolo e Sport;
e. l'Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, mettendo a frutto l'occasione della prossima Conferenza regionale dello Sport che si terrà nel 2015, ritiene doveroso oltre che necessario, approfondire le tematiche sollevate dall'interrogazione, in sinergia con l'Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Spettacolo e Sport, per dare concrete risposte alle società sportive.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Moriconi sulla revisione dei criteri di programmazione urbanistico-commerciale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 55/108 del 29 dicembre 2000. (214)
La Deliberazione della Giunta Regionale n. 55/108 del 29.12.2000 è stata adottata a seguito di un intervento sostitutivo nei confronti della Regione Sardegna per "il mancato esercizio delle funzioni amministrative conferite dal D. Lgs. 11.4/1998.
La suddetta deliberazione è stata modificata nel 2011 perché incompatibile, su diversi punti, con la normativa e la giurisprudenza nazionale e comunitaria in materia di libera concorrenza e libertà di iniziativa economica.
È stata pertanto adottata su iniziativa dell'Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio la deliberazione n. 40/26 del 6.10.2011 avente ad oggetto "L.R. n. 5/2006. Direttive transitorie in materia di apertura, variazione del settore merceologico, ampliamento, trasferimento di grandi strutture di vendita. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione G.R. n. 55/108 del 29.12.2000 e s.m.i. Direttive per la costituzione dei distretti urbani del commercio".
Nella suddetta deliberazione la Giunta stabiliva altresì, l'istituzione di un gruppo di lavoro interassessoriale costituito dagli Assessorati del Turismo, Artigianato e Commercio, della Difesa dell'Ambiente, degli Enti locali, Finanza e Urbanistica e dei Trasporti al fine di predisporre una bozza del Piano per le Grandi strutture di vendita, come successivamente previsto dall'articolo 10 della legge regionale n. 5/2006.
Tale gruppo di lavoro non ha prodotto il prescritto documento e l'Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio è intervenuto con le seguenti successive proposte di deliberazione:
- D.G.R. n.27/36 del 19.06.2012 avente ad oggetto "L.R. n. 5/2006. Direttive transitorie in materia di apertura, variazione del settore merceologico, ampliamento, trasferimento di grandi strutture di vendita. Disposizioni applicative della Delib. G.R. n. 40/26 del 6.10.2011" e di concerto con l'Assessore degli Enti locali, Finanze e Urbanistica;
- la deliberazione della G.R. n. 9/59 del 23.02.2012 avente ad oggetto "L.R. 18 maggio 2006, n. 5. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione della G. R. n. 55/108 del 29 dicembre 2000 e s.m.i. Indirizzi e criteri di programmazione commerciale ed urbanistica in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 ottobre 2000 Intervento sostitutivo della Regione Sardegna, per il mancato esercizio delle funzioni amministrative conferite dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, art. 31, comma 1".
Quest'ultima deliberazione dispone, in particolare che "nelle zone territoriali omogenee A (centro storico) e B (di completamento residenziale), i parcheggi per la clientela delle Medie strutture di vendita possono essere localizzati in aree asservite o nella disponibilità della medesima struttura ed entro un raggio di 250 metri, a condizione che siano adeguatamente collegati, da idonei percorsi pedonali, con l'ingresso delle strutture destinate alla clientela e senza l'interposizione di barriere architettoniche".
La possibilità di una eventuale, differente deroga, non può essere valutata da questo Assessorato, trattandosi di una problematica di carattere esclusivamente urbanistica.
Tutte le modifiche alla deliberazione della G.R. n. 55/108 del 2000 realizzate negli ultimi anni, si riferivano ai soli aspetti commerciali; si evidenzia infatti che le liberalizzazioni non incidono sugli standard urbanistici e di parcheggio per i quali continua ad applicarsi la normativa nazionale e regionale e precisamente:
- Gli standard di base della L. 24.03.1989 n. 122 contenente disposizioni in materia di parcheggi e modifiche al testo unico in materia di circolazione stradale e successive modifiche ed integrazioni;
- La normativa regionale in materia tra cui ad esempio il c.d. Decreto Floris.
Si coglie l'occasione per evidenziare l'opportunità di realizzare, in stretto raccordo con gli altri Assessorati di competenza, una rivisitazione integrale della deliberazione della G.R n. 55/108 del 2000.
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Truzzu sui tirocini gratuiti presso la Fondazione Sardegna Film Commission. (237)
In relazione all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, si comunica che l'argomento è di competenza dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Pizzuto - Agus - Cocco Daniele Secondo - Lai sul monitoraggio delle spedizioni di rifiuti transfrontalieri indirizzati alla società Portovesme Srl in relazione all'eventuale presenza di sostanze radioattive. (291)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle considerazioni della Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente, si rappresenta quanto segue. A seguito delle note di stampa pubblicate in merito alla problematica dei controlli radiometrici mediante portale nei porti della Sardegna, ARPAS ha provveduto a effettuare un opportuno sopralluogo presso il Porto Canale di Cagliari e ad acquisire informazioni relative alla presenza di un sistema di controllo e delle sue eventuali modalità di gestione. A seguito di tale sopralluogo, Codesto Ufficio di Gabinetto ha acquisito apposita informativa da parte di ARPAS, nella quale si precisa che "[...] sentito il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e l'Ufficio della Dogana di Cagliari. [...] si è avuta la conferma che presso il Porto Canale di Cagliari non è presente alcun portale radiometrico".
Ulteriori informazioni acquisite per le vie brevi presso l'Autorità Portuale di Cagliari consentono di affermare che risulta infondata la notizia dello spostamento del portale radiometrico in dotazione al porto di Cagliari, non essendo mai stato installato.
Nella predetta informativa ARPAS precisa che "nei porti della Sardegna, in particolare presso il porto di Cagliari e di Portoscuso, non sono presenti portali radiometrici per la verifica della presenza di sorgenti o contaminazione radioattiva delle merci e/o i materiali che, in ingresso presso le diverse articolazioni dei porti, hanno come destinazione la Sardegna. La Provincia di Carbonia Iglesias ha deliberato (delibera n.146 del 23/07/2012) la predisposizione di uno studio di fattibilità per l'installazione di un portale radiometrico nell'area portuale di Portovesme e, successivamente, stanziato dei fondi specifici per l'installazione e gestione di tale sistema di controllo. Attualmente i portali radiometrici operativi nell'area meridionale della Sardegna si trovano presso impianti di incenerimento dei rifiuti urbani (Tecnocasic) o sanitari (EcoTravel), e presso la ditta Portovesme srl in Portoscuso. L'installazione dei portali radiometrici discende da specifiche prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi (A.I.A.) previste, per impianti classificati a vario titolo quali impianti di trattamento rifiuti, dall'applicazione delle BAT (migliori tecnologie disponibili) previste dalla normativa. Si precisa che la normativa attuale non prevede l'obbligo della presenza del portale radiometrico presso i punti di ingresso delle merci e i punti di frontiera.
Per quanto riguarda la protezione della popolazione, dell'ambiente e dei lavoratori in caso di rinvenimento di sorgenti radioattive o materiali contaminati nei rifiuti, si ricorda che in Italia le norme fanno riferimento ai seguenti contesti:
• le norme specifiche sulla tutela dall'esposizione a radiazioni ionizzanti, che sanciscono i criteri di tutela nell'impiego delle sorgenti e materiali radioattivi artificiali e naturali, inclusa la gestione dei rifiuti radioattivi e la sorveglianza radiometrica d ei rottami e materiali metallici;
• le norme generali che regolano l'esercizio degli impianti di gestione dei rifiuti convenzionali, nei quali si possono ritrovare con una certa frequenza sorgenti radioattive e materiali radioattivi contaminati.
Gli impianti di gestione dei rifiuti sono soggetti alla normativa ambientale, che esclude dal proprio campo di applicazione i rifiuti radioattivi, ma in alcuni casi richiama esplicitamente la necessità della sorveglianza radiometrica (anche definita controllo o monitoraggio della radioattività). In Italia la sorveglianza radiometrica dei rottami metallici è stata introdotta dal 1995 con l'art. 157 del D.Lgs. 230 per la prevenzione degli episodi di fusione accidentale di sorgenti radioattive. L'art. 157 del D.Lgs. n. 230/95 e s.m.i. cosi come modificato dal D.Lgs. n. 23/09 dei 23 marzo 2010 e dall'art. 1 D.Lgs n. 100/2011, impone a tutti i soggetti che a scopo industriale o commerciale esercitino l'attività di importazione, raccolta, deposito o fusione di rottami metallici o prodotti semilavorati metallici, di effettuare una sorveglianza radiometrica su tutti i predetti materiali, e non solo sui materiali o carichi considerati a rischio. La sorveglianza su carichi già controllati prima dell'ingresso all'impianto di fusione non può essere evitata, in quanto la responsabilità della sorveglianza è a carico del gestore di ciascun impianto. L'obbligo di esercitare la sorveglianza radiometrica è vigente a prescindere dalle autorizzazioni rilasciate agli impianti di competenza delle Province e dalle prescrizioni in esse contenute e, per i rottami e altri materiali di risulta, indipendentemente dalla loro provenienza (nazionale, UE, extra-UE), mentre per i semilavorati metallici la sorveglianza è obbligatoria solo per prodotti di importazione, ovvero di provenienza extra-UE. Inoltre, l'attestazione dell'avvenuta sorveglianza radiometrica deve essere rilasciata unicamente da esperti qualificati di secondo o terzo grado, compresi negli elenchi istituiti ai sensi dell'articolo 78 del D.Lgs n.230/95 e s.m.i. (art.1, comma 2). Per la gestione degli adempimenti legati a tale contesto normativo è necessario che venga definito uri sistema di gestione aziendale, basato su procedure e istruzioni tecniche scritte, approvate dall'esperto qualificato per le parti di competenza, con le relative registrazioni, soggetto a periodica verifica da parte dell'esperto qualificato stesso, che attesta l'avvenuta sorveglianza sui singoli carichi.
Le misure di primo intervento e le comunicazioni agli organi di controllo, da effettuare nel caso in cui le misure radiometriche indichino la presenza di sorgenti o, comunque, livelli anomali di radioattività (comunicazione immediata al Prefetto, alla P.S., agli organi locali del servizio sanitario, comando provinciale dei vigili del fuoco, regione/provincia autonoma e Arpa territorialmente competenti), sono stabilite dal comma 4 dell'art.157 e/o dell'art. 25 comma 3 del D.Lgs n. 230/95 e s.m.i. e prevedono l'applicazione di piani di intervento adottati, per il territorio di competenza, dalla Prefettura di Cagliari, nei quali sono delineate le azioni da porre in essere secondo una procedura codificata, da riferirsi alla tipologia ed entità del rischio relativo alla sorgente rinvenuta (Piano di intervento per la messa in sicurezza in caso di rinvenimento di sorgenti orfane previsto dall'art. 14 del D.lgs n.52/2007). La normativa infatti attribuisce al Prefetto il compito di predisporre schemi di intervento per la messa in sicurezza delle sorgenti fino allo smaltimento o eventuale rinvio allo stato estero dal quale provengono, avvalendosi oltre che del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, delle Agenzie Ragionali per la Protezione dell'Ambiente, degli organi del Servizio Sanitario Nazionale e, per i profili di competenza, delle Direzioni provinciali del lavoro. Le azioni e gli interventi da effettuare in caso di ritrovamento di sorgente orfana si possono così sintetizzare:
• comunicazione del ritrovamento della sorgente al Prefetto e a tutti gli enti coinvolti nel Piano di intervento;
• valutazione, identificazione e quantificazione dell'effettiva presenza di materiale radioattivo da parte dell'Esperto Qualificato della ditta e/o degli enti coinvolti nel Piano di intervento;
• valutazione della messa .in sicurezza della sorgente da parte dell'Esperto Qualificato della ditta e/ o degli enti coinvolti nel Piano di intervento;
• valutazione di radioprotezione sia ambientale che sui lavoratori e la popolazione da parte dell'Esperto Qualificato della ditta e degli enti coinvolti nel Piano di intervento, ciascuno per la propria competenza;
• soccorso di eventuali feriti e trasporto all'ospedale, nel caso in cui la sorgente orfana sia emersa a seguito di incidente radiologico, tramite il Servizio di pronto intervento 118;
• attivazione delle pratiche per lo smaltimento mediante la consegna della sorgente a ditta autorizzata, oppure di rinvio del carico allo stato di provenienza se si tratta di materiale metallico, da parte del Responsabile e dell'Esperto Qualificato della ditta, sentito l'ISPRA, che garantisce tutte le fase del ciclo di gestione dei rifiuti radioattivi e delle sorgenti.
Ai sensi dell'art. 14, comma 2, del D.Lgs. n.52/07 i Vigili del Fuoco effettuano i primi interventi di messa in sicurezza, e il Comandante Provinciale è il Direttore Tecnico dei Soccorsi.
L'intervento dell'ARPAS è finalizzato ai seguenti scopi:
1. verificare le condizioni di sicurezza stabilite dall'esperto qualificato;
2. valutazioni di radioprotezione più approfondite a supporto di azioni ulteriori alla prima messa in sicurezza;
3. stabilire la natura della sorgente o dei materiali radioattivi che hanno determinato l'anomalia, anche al fine di individuarne la provenienza, con eventuale comunicazione all'autorità giudiziaria;
4. stabilire le modalità di smaltimento.
La situazione che concerne i controlli sui rifiuti appare invece meno consolidata rispetto al controllo nei rottami metallici. Nei rifiuti urbani, speciali e sanitari destinati alla separazione, recupero, smaltimento in discarica e incenerimento, possono essere presenti radionuclidi non solo a causa di abbandono o smaltimento illecito di sorgenti, ma soprattutto per la presenza di residui derivanti da attività sanitarie di tipo terapeutico e diagnostico, che nella maggior parte dei casi sono provenienti da pazienti, e più raramente attribuibili alle strutture sanitarie, e da oggetti di uso comune (orologi, bussole, interruttori, etc,).
In questo secondo caso, è di fondamentale importanza l'identificazione del radioisotopo in quanto la normativa contempla infatti casi di esenzione nel caso di rifiuti contenenti una bassa concentrazione di radioisotopi con emivita inferiore ai 75 giorni, permettendone lo smaltimento senza la necessità di specifica autorizzazione. Al contrario, la presenza di radionuclidi con emivita superiore ai 75 giorni determina, anche in presenza di bassi livelli di attività, la necessità di autorizzazione per il loro allontanamento, oltre alla concreta possibilità di trovarsi di fronte ad una sorgente orfana.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Sale sulle bonifiche dell'ex base militare americana United States air force (USAF) sul monte Limbara. (301)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Presso l'Assessorato della difesa dell'ambiente non è pervenuta alcuna richiesta di bonifica relativa all'area dell'ex base militare americana United States air force (USAF) né alcuna informazione in merito alla presenza di sostanze inquinanti oltre i limiti fissati dalla normativa.
Peraltro si può evidenziare che se le suddette basi militari sono state prese in consegna dalla Regione specifiche informazioni a riguardo possono essere richieste all'Assessorato degli Enti Locali, finanze ed Urbanistica.
Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Tatti sull'immagine della Sardegna presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas. (306)
Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:
1. Il totem di natura aborigena esposto nella sala arrivi dell'aeroporto "M Mameli" di Elmas, non rientra fra le iniziative di promozione della cultura e dei prodotti della Sardegna programmate dall'Assessorato del Turismo, Artigianale e Commercio, ma risulta essere una installazione predisposta dalla società di gestione dello stesso aeroporto;
2. Con l'occasione si coglie l'opportunità per informare che nell'ambito delle attività promozionali in fase di programmazione per l'anno in corso, oltre alle varie azioni promo-pubblicitarie legate alla cultura e alle tradizioni della Sardegna, i giganti di Monte Prama troveranno ampia visibilità espositiva all'interno delle sale che accolgono i passeggeri in transito presso lo scalo aeroportuale di Elmas e negli altri scali isolani.
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Forma sulla realizzazione di una nuova linea di termovalorizzazione presso il sistema di trattamento rifiuti di Macomer/Tossilo. (319)
In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, tenuto conto delle considerazioni della Direzione Generale della difesa dell'Ambiente, si rappresenta, per gli aspetti di competenza dell'Assessorato della difesa dell'Ambiente, quanto segue.
Nella configurazione futura, a regime, dell'impianto di termovalorizzazione di Macomer, sarà data completa attuazione alle previsioni del Piano regionale di gestione dei rifiuti vigente, che prevede il conferimento della frazione secca residua dei rifiuti dalle Province di Nuoro, Ogliastra e Oristano. Tale previsione, fino ad oggi, è rimasta inattuata a causa della vetustà dell'impianto che non permetteva il trattamento dei quantitativi di rifiuto prodotti nelle Province sopra menzionate.
Il vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti, nella configurazione a regime, per la filiera delle frazioni valorizzabili del rifiuto da raccolta differenziata prevede la realizzazione di una piattaforma a servizio di ciascun territorio provinciale. Nell'ambito della programmazione dei fondi di cui al POR FESR 2007-2013, la Giunta regionale, con le deliberazioni n.27/27 del 09.06.2009 e n. 37/13 del 30.07.2009, ha provveduto a finanziare, tra l'altro, il Consorzio industriale provinciale Oristanese, il Consorzio industriale provinciale Ogliastra e il Consorzio industriale di Macomer, per la realizzazione delle piattaforme di valorizzazione materiali dalla raccolta differenziata a servizio dei rispettivi ambiti territoriali provinciali. Essendo saturato il fabbisogno impiantistico per i suddetti territori con l'entrata in esercizio delle rispettive piattaforme, al momento si ritiene non necessario prevedere ulteriori finanziamenti regionali per la realizzazione di nuove piattaforme.
Si ricorda che l'Atto di indirizzo per la determinazione della tariffa di conferimento dei rifiuti agli impianti di smaltimento e di recupero, di cui alla D.G.R. n. 17/07 del 13.04.2004, prevede che la tariffa di conferimento comprenda una quota, a titolo di contributo ambientale, individuata in modo forfettario o commisurata alla somma dei costi diretti di produzione e dei costi di struttura, secondo un'aliquota del 5%, fatti salvi i differenti accordi tra ente titolare e Comune sede dell'opera. Si ricorda inoltre che il vigente meccanismo di premialità/penalità prevede l'erogazione di una premialità maggiorata per i Comuni conferenti ai termovalorizzatori di Macomer e Macchiareddu.
Riguardo le garanzie sul monitoraggio, da parte di un soggetto terzo, sulle emissioni prodotte dall'impianto, si ricorda che nella Deliberazione n.12/39 del 27.03.2015, con la quale è stato rilasciato giudizio positivo di compatibilità ambientale all'intervento, la Giunta regionale ha stabilito di implementare tutte le attività di monitoraggio sull'ambiente e sullo stato di salute delle popolazioni in capo all'ARPAS, all'Istituto Zooprofilattico sperimentale e alla ASL competente per territorio.
Oggi la tariffa di conferimento a Tossilo è di 199 euro a tonnellata (al netto dell'Iva al 10%) a causa, in particolare, dei costi dei continui interventi di manutenzione e delle conseguenti fermate dei forni. Con il nuovo impianto la tariffa, grazie anche al finanziamento regionale, scenderà a 120 euro a tonnellata (+ IVA) e comporterà anche delle riduzioni tariffarie per la popolazione dell'oristanese, che attualmente paga una tariffa di 165 euro a tonnellata (+ IVA) per lo smaltimento, previo trattamento, in discarica ad Arborea.
In riferimento al primo quesito si evidenzia che il bacino di conferimento considerato nel progetto sottoposto alla procedura di VIA, anche in coerenza con il vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti, è stato esclusivamente quello riferito alle Province di Nuoro, di Oristano e dell'Ogliastra, le cui esigenze di smaltimento, anche con il futuro conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalle norme vigenti, sono apparse, in sede di istruttoria, conformi alla potenzialità impiantistica prevista.
Relativamente al monitoraggio, ferme restando le competenze istituzionali in materia di monitoraggio poste in capo all'ARPAS, si rappresenta che nella citata D.G.R. n. 12/39 si prescrive, al punto 9, che il sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera (SME) dovrà essere collegato in remoto con il Sistema Informativo Regionale Ambientale (SIRA), al fine di garantire la conoscenza, in tempo reale, dello stato emissivo dell'impianto.
Si evidenzia inoltre che le aziende agricole, le realtà produttive e tutto il territorio su cui andrà a incidere il nuovo impianto sono gli stessi su cui già incidono le due linee di incenerimento esistenti, delle quali è prevista la dismissione e il successivo smantellamento. In ambito istruttorio, il confronto con l'alternativa zero, caratterizzata dalla permanenza in esercizio delle linee di trattamento esistenti, e la proposta progettuale, ha condotto ad una valutazione positiva di quest'ultima. Con particolare riferimento alla componente Atmosfera (avente dirette conseguenze sulle materie prime delle aziende agro-zootecniche del Marghine, a causa della potenziale ricaduta al suolo dei contaminanti), la nuova linea di trattamento sarà autorizzata con limiti emissivi sensibilmente inferiori, per tutti i contaminanti, rispetto ai limiti previsti sia dalla normativa vigente (D.Lgs. n. 46/2014) che dall'AIA dell'esistente impianto. Anche in termini di carico dei singoli contaminanti, pur considerando un aumento dei quantitativi di rifiuti trattati, il confronto tra gli stati autorizzativi dell'impianto attuale rispetto a quello in progetto prevede, per il secondo, un rilevante miglioramento. Inoltre, gli studi effettuati sulla dispersione del contaminanti in atmosfera, hanno permesso di stimare dei valori di incidenza percentuali, sulla pur buona qualità dell'aria nel territorio di Macomer, molto contenuti rispetto ai valori limite previsti dalla normativa vigente (D.Lgs. n. 155/2010). Durante l'istruttoria si è, inoltre, tenuto conto di altre realtà extranazionali o nazionali, quali il caso della Regione Emilia Romagna (rappresentato dal Proponente nelle controdeduzioni alle osservazioni pervenute), in cui risultano numerose aziende attestate e certificate per la produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti biologici, nonostante sia presente un inceneritore in ciascuna provincia (di norma più grandi e più datati di quello in esame).
Il competente Servizio SAVI, a scopo precauzionale, ha segnalato l'opportunità che venga garantita l'implementazione dei monitoraggi, da attivarsi prima e durante il funzionamento del nuovo termovalorizzatore, oltre che direttamente sullo stato di salute della popolazione nell'area di Macomer, anche su opportuni indicatori biologici.
Inoltre, si ricorda che in data 9.6.2015 è stata approvata la Deliberazione della Giunta Regionale n. 28/13 recante "Atto di indirizzo per lo sviluppo delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani nel territorio regionale per il 2015" la quale introduce alcune modifiche che consentono di giungere ad una perequazione tariffaria fra gli impiantii del territorio regionale, che va a premiare i comportamenti virtuosi nel rispetto della gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti.
Si ricorda inoltre che, in data 16.06.2015 è stata approvata la Deliberazione della Giunta Regionale n. 31/7 che contiene gli indirizzi per l'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani al fine di individuare le forme di gestione più idonee.
La suddetta deliberazione dà mandato all'Assessorato della Difesa dell'Ambiente di costituire un apposito gruppo di lavoro interno, integrato con esperti del settore, per proseguire le attività finalizzate all'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani nel rispetto degli indirizzi riportati nelle premesse della stessa delibera.
L'aggiornamento del Piano regionale si baserà sulle esigenze manifestate dai territori in merito ad una gestione dei rifiuti più razionale ed efficiente, in modo da conseguire adeguati risparmi per gli Enti Locali. In tale ottica, il Piano individua inoltre le misure che permetteranno di migliorare le performance della Regione Sardegna nelle raccolte differenziate e conseguire almeno l'obiettivo del 65% previsto dalla legge.
Si ricorda che nella seduta del Consiglio Regionale n. 105 del 13.05.2015 è stata data una dettagliata risposta alla mozione n. 126 del 26.03.2015 in merito agli intendimenti della Giunta regionale sull'attività di gestione dei rifiuti presso il sito di Tossilo e sul potenziamento delle linee di termovalorizzazione.
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Tedde - Peru - Pittalis sulle azioni che la Giunta regionale intende svolgere a seguito della decisione della società S&B Industrial Minerals S.A. di cessare l'attività produttiva presso la miniera di bauxite di Olmedo, con contestuale e conseguente licenziamento dei dipendenti e dismissione degli impianti. (352)
In relazione all'interrogazione in oggetto, con la quale si chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, per i profili di competenza dello scrivente Assessorato, relativi agli interventi tesi ad evitare il licenziamento dei 35 lavoratori costituenti l'intero organico aziendale, si rappresenta quanto segue:
In data 8 aprile 2015 la società S. & B. Industriai Minerals S.A., con sede legale in Grecia, ed unità produttiva in Olmedo (SS), Località Graxioleddu, a seguito della decisione di cessare l'attività produttiva con dismissione degli impianti della miniera e contestuale rinuncia al titolo minerario, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo delle 35 unità lavorative che costituiscono l'intero organico della predetta unità produttiva.
In occasione di tre incontri tenuti dagli Assessorati del lavoro e dell'Industria con i rappresentanti della società (due dei quali anche alla presenza delle organizzazioni sindacali), fugati i numerosi dubbi interpretativi della Società sulla normativa giuslavoristica, al momento in fase di profonda modifica con la progressiva entrata in vigore dei decreti attuativi della Delega Lavoro (Jobs Act), hanno indotto la S. & B. Industriai Minerais S.A. a soprassedere sugli immediati licenziamenti per chiedere un periodo di CIG Straordinaria per cessazione di attività.
Tale periodo di cassa integrazione è funzionale alla individuazione, da parte della Regione Sardegna, di nuovi soggetti imprenditoriali che vogliano proseguire l'attività estrattiva nel sito minerario e possano subentrare nei rapporti di lavoro alla S. & B.
L'Assessore Regionale dell'Industria, da ultimo, in occasione dell'incontro del 2 luglio 2015, ha riconfermato di aver attivato le procedure finalizzate alla ricerca di un nuovo soggetto imprenditoriale che possa ricevere la concessione mineraria per dar nuovamente corso all'attività estrattiva, con la pubblicazione, in data 19.05.2015, di un avviso per le manifestazioni di interesse rivolto a tutte le aziende interessate, con 120 giorni di tempo per presentare le relative istanze.
L'Assessorato del lavoro, nella medesima occasione, ha assicurato il pieno sostegno ad ogni iniziativa utile al reimpiego dei lavoratori, mediante il ricorso agli strumenti di politica attiva del lavoro già attivati od in corso di attivazione nei prossimi mesi, quali gli incentivi alle assunzioni della misura Welfare to work, ed il sostegno alle iniziative di creazione d'impresa delle misure Microcredito o Workers Buyout.
Pertanto, la società S&B ha manifestato la disponibilità a chiedere al competente Ministero del Lavoro di approvare la concessione di Cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione di attività per un periodo di dodici mesi (luglio 2015 - luglio 2016).
Nel quadro del previsto piano di gestione degli esuberi, alcuni dipendenti che, durante il periodo di cassa integrazione, hanno maturato o matureranno i requisiti di età e contribuzione per percepire la pensione anticipata o di vecchiaia, potranno essere collocati in mobilità.
La stessa procedura potrà essere attivata nei confronti dei lavoratori che non si opporranno alla collocazione in mobilità.
Ai predetti lavoratori che manifesteranno la volontà di non opporsi al licenziamento per essere collocati in mobilità entro il 31 dicembre 2015 sarà riconosciuto un incentivo pari a 5.000 euro lordi.
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Tocco in merito alla vertenza dei lavoratori dei centri commerciali Auchan di Santa Gilla e Marconi di Cagliari e Sassari. (385)
In relazione all'interrogazione, in oggetto, con la quale si chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per valutare la possibilità di aprire un tavolo di trattative con la multinazionale Auchan, teso ad evitare la procedura di licenziamento per i lavoratori degli ipermercati isolani ed ogni possibile effetto negativo sulla contrattazione integrativa aziendale; esaminare la possibilità di salvaguardare i posti di lavoro nei centri commerciali di Cagliari e Sassari, si comunica che:
AUCHAN SPA, inquadrata ai fini Inps nel ''settore commercio", con comunicazione del 24.04.2015 ha attivato la procedura di licenziamento collettivo ex lege 223/91 ss.mm.ii, dichiarando in esubero - su un organico aziendale complessivo di 11422 dipendenti - n.1426 unità lavorative occupate presso n.32 ipermercati, la Sede Amministrativa e n.5 depositi.
La vertenza in oggetto è di carattere nazionale e ha visto impegnate, in data 06 Luglio 2015, le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e i rappresentanti dell'azienda, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai fini della sottoscrizione di un verbale di accordo che prevede:
• la riduzione complessiva da n.1426 ad un numero massimo di 1345 unità lavorative in esubero:
• la Società ha manifestato la disponibilità a riconoscere un importo a titolo di incentivazione all'esodo finalizzato alla collocazione in mobilità dei lavoratori a fronte di non opposizione e sottoscrizione di apposita scrittura privata contenente accettazione del licenziamento e rinunzia alle relative pretese, -da ratificare tramite apposito verbale di conciliazione ex artt. 1965 e 2113 c.c, nonché ex artt. 410 e 411 c.p.c. Peraltro, risultano essere già individuati nel numero di 1220 unità, i lavoratori che hanno formalmente dichiarato la disponibilità alla non opposizione al licenziamento ed alla collocazione in mobilità a fronte di incentivazione;
• la individuazione dei lavoratori, nel numero massimo e con i criteri suindicati, avverrà tenendo conto della collocazione aziendale e dei profili professionali dichiarati in esubero nella lettera di avvio della procedura in oggetto, o comunque, ritenuti con gli stessi interscambiabili sulla base delle esigenze tecnico-produttive aziendali, in base alla nuova organizzazione del lavoro.
Resta ferma l'intenzione di avviare un tavolo con le OO.SS di categoria al fine di capire e cercare di contenere al massimo la dimensione della vertenza anche nella regione sarda.
Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Cherchi Oscar sullo stato di realizzazione delle opere finanziate con i Piani integrati d'area OR-Campidano e fondi ex articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5, nella Provincia di Oristano. (389)
In riferimento alla Vostra richiesta con la presente si trasmettono gli elementi dì risposta relativi alla interrogazione in oggetto fomiti dal Centro Regionale di Programmazione.
Il percorso di integrazione tra strumenti e fonti finanziarie comprende il Fondo per la realizzazione di un programma pluriennale di infrastrutture e servizi correlati allo sviluppo delle attività produttive (risorse confluite nel Fondo per lo sviluppo e la competitività), da attuarsi anche nelle aree di crisi e nei territori svantaggiati, le cui modalità di funzionamento sono state definite con la deliberazione 16/21 del 20.04.2010, approvata in attuazione dell'art. 5 comma 1 della L.R. 28 dicembre 2009 n. 5.
Si tratta di investimenti pubblici per l'attuazione di interventi materiali ed immateriali che siano in grado di rendere attrattivo il tessuto produttivo e, al contempo, migliorare la qualità della vita delle popolazioni residenti. La priorità è data ad interventi in rete per una maggiore efficacia ed economicità.
La metodologia prevede che la concessione di finanziamenti per l'attuazione delle azioni sia preceduta da procedure di carattere negoziale, in modo da coordinare gli interventi con la programmazione regionale. Tale procedura prevede la presentazione della proposta di intervento, l'attivazione del tavolo di lavoro partenariato territoriale - Regione, la condivisione della strategia di sviluppo, degli obiettivi, delle azioni e delle modalità di attuazione, la presentazione della domanda definitiva e, infine; la sottoscrizione di un Accordo di Programma tra l'Amministrazione Regionale e il soggetto o i soggetti proponenti il progetto, nel caso in cui questo sia stato valutato positivamente.
Tra le modalità procedurali definite per l'individuazione degli interventi è previsto anche l'approccio top down, ovvero la possibilità per la Giunta regionale di selezionare e attuare interventi strategici che abbiano un impatto sull'intero territorio regionale.
Tra gli interventi programmati con deliberazione di programmazione delle risorse n. 32/52 del 15.9.2010 per euro 15.000.000,00 che non sono giunti alla sottoscrizione dell'Accordo di Programma vi è anche il progetto "Area costiera Oristanese". Diversi incontri del tavolo tecnico e istituzionale non hanno condotto al superamento di problemi nella definizione di un programma di interventi e non si è arrivati alla definizione del percorso.
La proposta progettuale potrà essere inserita nel nuovo percorso della programmazione territoriale partecipando all'avviso volto ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI IN ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA REGIONALE DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE approvato con Determinazione del Direttore Centro Regionale di Programmazione n. 3114 REP. n. 138 del 08.04.2015 e pubblicato sul BURAS del 23.4.2014.
Per quanto riguarda gli atti Aggiuntivi ai Programmi integrati d'area PIA OR1, OR2 e OR3 si evidenzia che i decreti di trasferimento dal fondo competitività e sviluppo sono stati adottati dall'Assessorato della Programmazione con separati decreti N.40/1871 del 24/03/2011. N.41/1874 del 24/03/2011, N.73/2976 del 02/05/2011. Nella tabella allegata viene rappresentato il quadro aggiornato dell'assessorato di riferimento, dello stato di erogazione dei finanziamenti per ciascun intervento raggruppati per i tre Programmi, PIA OR1, OR2 e OR3.
Lo stato di avanzamento lavori, benché sia un obbligo imposto al Comune beneficiario all'atto di sottoscrizione dell'accordo, non è pervenuto.
In merito alla possibilità che l'Amministrazione regionale revochi i finanziamenti per destinarli ad altri progetti si evidenzia che. in applicazione dell'art. 2 LR. 24.10.2014 n° 19 i finanziamenti relativi all'anno 2011 per i quali l'ente attuatore non abbia assunto l'obbligazione giuridicamente vincolante vengono definanziati ex lege e non possono comunque essere destinati ad altri interventi, in quanto va disposto il disimpegno con cancellazione, anche in attuazione del riaccertamento straordinario dei residui.
Per quanto riguarda il finanziamento pari a € 5.200.000 per i lavori di ampliamento del porto turistico e dei pescatori di Torre Grande, gli stessi sono stati definanziati dall'Assessorato dei Lavori Pubblici in applicazione della normativa richiamata ma l'intervento è stato inserito nel Piano Regionale per le infrastrutture.
Sull'intervento per la riqualificazione degli impianti sportivi stanziati con Patto aggiuntivo al Programma integrato d'area OR-Campidano dell'agosto 2010 pari a di euro l'intervento è stato suddiviso parte per gli impianti sportivi per 1.250.000,00, mentre per la viabilità sono stati previsti 2.250.000,00 in corso di esecuzione.
L'intervento relativo agli impianti sportivi è stato invece definanziato ex lege per un importo pari a € 1.125.000,00, mentre la restante parte era stata trasferita al Comune quale anticipazione del 10%.
L'allegata tabella è agli atti del Consiglio
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione UNALI sul trasferimento dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. (428)
In relazione all'interrogazione in Oggetto, con la quale si chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale si comunica che la materia è di competenza dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, dell'Assessorato regionale degli affari generali, personale e riforma della regione, nonché dell'Assessorato regionale ai lavori pubblici.
Testo delle interrogazioni e dell'interpellanza annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disagi a cui è sottoposta la popolazione di San Vito a causa della ridotta dotazione di personale del locale ufficio postale.
Il sottoscritto,
PREMESSO che gli uffici postali forniscono servizi di pubblica utilità, fondamentali per piccole e grandi comunità e che, se dovessero essere ridotti, cancellati o ridimensionati, gli utenti dovrebbero trasferirsi nei centri più grandi, creando situazioni di discriminazione tra i cittadini e difficoltà oggettive soprattutto per tutti gli utenti, in particolare gli anziani, che già vivono complicate condizioni di mobilità;
CONSIDERATO che:
- nel comune di San Vito, in provincia di Cagliari, centro importante del Sarrabus con oltre 3600 abitanti, con una popolazione che nel periodo estivo conosce un sensibile incremento, ormai da alcuni anni l'ufficio postale opera con la presenza di soli due dipendenti e, solo in casi rari, si nota la presenza di un terzo dipendente, provocando gravi disagi agli utenti, costretti a subire interminabili code agli uffici;
- la quantità e qualità dei servizi offerti dalle Poste Italiane negli ultimi anni è cresciuta notevolmente, incidendo sul volume di lavoro giornaliero dei dipendenti, che sono chiamati a compiere nuove e molteplici attività;
- il numero degli operatori che compongono il gruppo di lavoro dell'ufficio di San Vito non è mai stato adeguato alla crescita del volume di lavoro, tanto che non è difficile comprendere come, sempre più spesso si verifichino spiacenti episodi riconducibili alla mancanza di personale;
VALUTATO che:
- l'ufficio postale ha visto il proprio organico ridotto di un'unità, a causa di un trasferimento ad altro ufficio, senza che questa sia stata sostituita nel tempo;
- uno dei due funzionari in servizio presso l'ufficio postale di San Vito, peraltro, ha un'operatività ridotta, tanto che l'ufficio postale si trova in molti casi con un solo funzionario addetto all'apertura, al funzionamento dello sportello, centralinista e, allo stesso tempo, direttore;
- l'ufficio postale di San Vito non è dotato di sistema moderni di eliminacode e/o di sistemi moderni di pagamento automatizzato;
APPURATO che:
- l'attività dell'ufficio postale di San Vito ne ha risentito tanto da provocare le proteste della cittadinanza e la presentazione di varie mozioni nell'assemblea comunale della stessa cittadina del Sarrabus;
- nonostante la mobilitazione civica e assembleare e gli articoli nelle principali testate, al momento, non risulta sia stata presa alcuna decisione per poter dotare l'ufficio di altre risorse umane tanto da poter soddisfare nei tempi celeri le giuste richieste dell'utenza;
CONSIDERATO che l'ufficio postale di San Vito, sia per il bacino di utenza che per il tipo di servizi offerti, merita lo stesso trattamento e considerazione degli uffici postali operanti nei paesi limitrofi, per cui sarebbe opportuno e inderogabile potenziarne le unità operative al fine di eliminare i gravi disagi che l'intera popolazione è costretta a subire,
chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
1) se sia informato della situazione di grave disagio che vivono i cittadini di San Vito, a causa delle condizioni di parziale operatività e di mancanza di risorse umane dell'ufficio postale di San Vito;
2) quali azioni intenda intraprendere nei confronti della Direzione generale Sardegna delle Poste Italiane Spa, al fine di ripristinare presso l'ufficio postale di San Vito le condizioni di normale operatività. (450)
Interrogazione Tocco - Pittalis - Zedda Alessandra - Locci - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Tunis - Peru - Randazzo - Fasolino, con richiesta di risposta scritta, in merito alla dichiarazione di incapacità a gestire l'Azienda ospedaliera Brotzu resa dal commissario straordinario, con l'assegnazione di consulenza esterna.
I sottoscritti,
PREMESSO che a dicembre del 2014, con un provvedimento assai discutibile e contestabile, sono state commissariate tutte le 11 aziende sanitarie della Sardegna rimuovendo dal loro incarico i direttori generali e, con essi, i direttori sanitari ed i direttori amministrativi; questo perché si sarebbe dovuto gestire una (solo annunciata) riforma sanitaria che prevedeva, tra le altre poche cose, l'accorpamento al Brotzu dell'Ospedale Microcitemico e dell'Ospedale Oncologico; a gestire specificatamente tali operazioni, sono stati nominati commissari straordinari di provata capacità e fiducia dei partiti di maggioranza;
ACCERTATO che si apprende, con molta sorpresa e anche con un certo imbarazzo, della decisione adottata mediante la delibera n. 842/2015 approvata dal commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera G. Brotzu, oltre quella corrispondente adottata dal commissario straordinario della ASL n. 8; un provvedimento che sembra proprio deludere e smentire i propositi della riforma perché suona proprio come una autodichiarazione di incapacità da parte del commissario che (nominato con quel preciso compito), ma ritenendo di non avere sufficienti capacità per capire e valutare i meccanismi di funzionamento dei sistemi di finanziamento di progetti per la realizzazione di infrastrutture, affida all'Università di Bologna - per euro 55.000 - uno specifico contratto di consulenza sull'argomento; l'assegnazione dell'incarico è avvenuta senza gara pubblica; una situazione che lascia trapelare motivi di illegittimità dell'atto;
RILEVATO che nella stessa delibera è anche dichiarato che sia il Brotzu che la ASL n. 8 non possiedono al loro interno nessuna professionalità in possesso di sufficienti capacità per la valutazione della questione; anche tale affermazione appare stravagante se si osserva che solo tra i dirigenti e funzionari del Brotzu sono attualmente in forza l'ex direttore generale della ASL n. 7, l'ex direttore generale della Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari e l'ex direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, oltre ad altri capaci dirigenti e funzionari in servizio sia al Brotzu che alla ASL n. 8;
VALUTATO che, sebbene sia opportuno commissionare una consulenza esterna, appare legittimo chiederci se, in Sardegna, non ci siano capacità e professionalità sufficienti; di fatto, però, con la stessa delibera, l'etichetta di incapaci è stata messa, con un colpo solo, a tutti i professionisti della Sardegna insieme ai docenti delle nostre Università di Cagliari e di Sassari;
ANNOTATO che quanto affermato nella delibera n. 842/2015, e nella corrispondente delibera adottata dalla ASL n. 8 lascia davvero sconcertati; nella sostanza, poi, si tratta di un provvedimento anche illegittimo perché viene affidato direttamente, ad uno specifico soggetto beneficiario, un incarico di consulenza per euro 55.000 in evidente violazione del codice degli appalti che prevede, invece, rigide procedure selettive e di gara; e naturalmente, non esiste, nella norma, alcuna deroga,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per:
1) sapere il motivo per cui si sia scelto di affidare all'esterno un incarico di consulenza;
2) valutare la possibilità di revocare tale provvedimento che appare essere in contrasto con i principi che avevano ispirato la nomina dei commissari straordinari e dei direttori sanitari e amministrativi;
3) valutare se la manifesta violazione del codice degli appalti debba essere ignorata o se, al contrario, si provvederà con urgenza alla revoca dell'incarico conferito all'Università di Bologna e, contestualmente, alla revoca degli incarichi commissariali. (451)
Interrogazione Cappellacci - Pittalis - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla siccità di una vasta area dello stagno di Molentargius.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- un'area dello stagno di Molentargius, tanto vasta da essere visibile anche a distanza di diversi chilometri, risulta essere rimasta da alcuni mesi "a secco";
- la zona senza acqua si estende dal quartiere cagliaritano di Genneruxi alla zona di Is Pontis Paris;
- nei mesi scorsi il sito in questione è stato interessato da una serie di interventi, che hanno visto ruspe e altri mezzi pesanti operare all'interno del parco;
- intervistato da un quotidiano regionale, il direttore del Parco ha affermato che i livelli idraulici sono gestiti in funzione delle specie presenti e vengono tenuti bassi per permettere la nidificazione";
- tuttavia, in un successivo passaggio, lo stesso direttore ammette che il compendio è molto grande e magari a volte non tutto è perfetto;
- il quotidiano regionale riporta, altresì, le dichiarazioni della biologa del Parco, secondo la quale i lavori sono andati benissimo e il livello basso delle acque nel Bellarosa maggiore è dato dal periodo di grande traspirazione; sta funzionando l'alimentazione delle due idrovore che prelevano l'acqua del mare;
- la biologa aggiunge che va considerato che in questo periodo c'è una grande evaporazione;
- quest'ultimo aspetto, in una città come Cagliari, è un fatto tutt'altro che sorprendente e imprevedibile perfino per chi non è esperto in materia;
- secondo quanto dichiarato dalla stessa biologa, inoltre, si è creata la condizione che potrebbe portare alla diminuzione della mortalità dei pulli,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere:
1) se siano a conoscenza della situazione in cui versa una vasta area dello stagno di Molentargius;
2) se ritengano opportuno verificare la corretta esecuzione dei lavori in un'area di pregio ambientale e naturalistico e sul rigoroso rispetto di tutte le cautele previste per questo tipo di intervento;
3) se la Giunta regionale intenda compiere urgentemente accurate verifiche sui livelli idraulici e sull'alimentazione delle due idrovore che portano l'acqua dal mare;
4) se la Giunta regionale intenda verificare lo stato dell'arte riguardo alla nidificazione dell'ultimo anno e alla mortalità dei pulli. (452)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 dell'8 agosto 2013 in materia di libera professione intramuraria.
Il sottoscritto,
- l'articolo 2 del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158 (cosiddetto "decreto Balduzzi") come coordinato con la legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189, innovando e integrando quanto disciplinato con la legge 3 agosto 2007, n. 120, in tema di esercizio dell'attività libero professionale intramuraria (ALPI) da parte dei dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale (SSN), prevede che tutte le aziende sanitarie debbano adottare un regolamento per la disciplina della suddetta attività;
- il "decreto Balduzzi" prevede, tra le altre cose, che le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano dispongano affinché le aziende e gli enti del Servizio sanitario regionale (SSR) provvedano ad una ricognizione straordinaria degli spazi disponibili per l'esercizio della libera professione intramuraria, da destinare ai professionisti in orario extra istituzionale per svolgere la libera professione, con contestuale valutazione dei volumi delle prestazioni rese in tale tipo di attività nell'ultimo biennio presso strutture interne, esterne e studi professionali;
- tale ricognizione straordinaria è condizione necessaria per poter autorizzare lo svolgimento della libera professione intramoenia "allargata" cioè in studi privati esterni, giacché solo se viene dimostrata e certificata dall'azienda una carenza di spazi interni si può legittimamente autorizzare l'attività "allargata", mentre se vi sono gli spazi disponibili i singoli professionisti devono erogare le prestazioni professionali all'interno delle ASL;
- il "decreto Balduzzi" dispone inoltre che le aziende sono tenute ad organizzare il servizio di prenotazione in modalità "voce" e/o "dati" che deve, in ogni momento, essere governato dall'azienda, privilegiando l'attivazione di uffici specificatamente adibiti alle gestione dell'attività libero professionale, nell'ambito della propria organizzazione, senza ulteriori oneri aggiuntivi a carico dell'azienda, anche al fine di verificare i volumi di attività libero professionale, le prescrizioni e la tracciabilità dei pagamenti, e ai cui oneri si provvede con adeguata rideterminazione delle tariffe;
- la Regione con deliberazione della Giunta regionale n. 33/27 dell'8 agosto 2013, ha approvato le linee guida in materia di attività libero professionale intramuraria ambulatoriale;
- le linee guida sopraccitate testimoniano che le aziende del SSR dovrebbero aver ad oggi effettuato la ricognizione straordinaria, individuando gli spazi dedicati alla libera professione interni all'azienda, all'interno di strutture convenzionate e negli studi professionali privati;
- nel caso di eventuale attestazione aziendale di insufficienza degli spazi disponibili per l'esercizio della libera professione intramuraria, tutte le aziende sono state autorizzate ad adottare il programma sperimentale per lo svolgimento delle attività libero professionali in "via residuale" presso gli studi privati professionali;
- per accedere al programma sperimentale di cui sopra i professionisti interessati dovranno sottoscrivere apposita convenzione annuale rinnovabile con la propria azienda, così come da schema tipo approvato con allegato B alla deliberazione n. 33/27 del 2013 di cui sopra;
- come disposto dalle linee guida, nelle more della realizzazione di un'infrastruttura di rete e di un applicativo omogeneo regionale, le aziende sanitarie dovranno continuare a utilizzare le infrastrutture e gli applicativi già disponibili, consentendo agli studi privati non collegati con l'azienda di utilizzare le agende cartacee, salvo successiva registrazione sul data base aziendale relativo all'ALPI, e il pagamento delle prestazioni deve essere effettuato direttamente all'azienda mediante mezzi di pagamento che assicurino la tracciabilità della corresponsione dell'importo;
- il coordinamento delle agende di libera professione con il sistema CUP/web è finalizzato a garantire una corretta e trasparente gestione delle liste d'attesa, l'integrazione con il sistema contabile, nonché ad assicurare l'equilibrio dei volumi di attività libero professionale rispetto alle attività istituzionali, la tracciabilità dei pagamenti, l'emissione delle fatture e la gestione degli incassi da parte delle aziende sanitarie, che successivamente provvederanno a remunerare i professionisti convenzionati;
- le aziende sanitarie avrebbero dovuto garantire la determinazione di nuove tariffe, tali da coprire i costi sostenuti dall'azienda per permettere al professionista di esercitare la libera professione, quali ad esempio le utenze dell'ambulatorio, le pulizie, il personale che cura le prenotazioni, i costi dell'infrastruttura informatica, ma anche i costi del materiale di consumo;
- senza la tracciabilità delle attività svolte e dei pagamenti effettuati l'attività libero professionale può essere svolta in contrasto con le finalità istituzionali nonché in violazione della normativa fiscale;
- senza la tracciabilità è difficoltoso verificare le incompatibilità previste dal "decreto Balduzzi" e riprese dalla delibera regionale rispetto a chi opera in allargata in studi privati, quali ad esempio lavorare in strutture convenzionate col SSN, o in strutture dove operano medici convenzionati;
- senza la tracciabilità è impossibile verificare che le attività si svolgano fuori dall'orario di lavoro;
- la mancanza di regole definite e certe, così come previsto dal "decreto Balduzzi" e dalla delibera regionale, potrebbe generare una situazione di confusione e disagio tra i professionisti, che non saprebbero come concretamente operare tanto all'interno delle strutture aziendali, quanto presso gli studi privati,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se e in quali aziende sanitarie l'individuazione degli idonei spazi per la realizzazione degli ambulatori abbia portato al rientro dei professionisti, in precedenza autorizzati a operare in regime di libera professione allargata, presso la struttura di riferimento;
2) se esista presso le aziende sanitarie al momento un sistema capace di tracciare le agende dei medici in libera professione, un sistema di prenotazione delle visite, l'integrazione di tale sistema con il sistema contabile;
3) se e in quali aziende sanitarie sia stata inibita la possibilità per i medici in regime di libera professione di ricevere direttamente i pagamenti degli onorari da parte dei pazienti con conseguente attivazione, in sostituzione, di sistemi di pagamento completamente tracciabili e diretti alle aziende medesime;
4) quali siano i rischi per i medici in libera professione che continuano ad operare pur non potendo eventualmente avvalersi del sistema di prenotazione e fatturazione aziendale. (453)
N. 454/A
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'organizzazione della rete trapiantologia regionale e nomina del coordinatore regionale trapianti.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- la Regione, nel 2014, si è posizionata prima tra le regioni del centro sud in materia di donazioni, prelievi e trapianti d'organi e tessuti e sopra la media nazionale nella speciale classifica generale, tanto da aver limitato al minimo i cosiddetti viaggi della speranza;
- nei primi sei mesi del 2015, si è invece registrata una forte riduzione del numero dei trapianti, pari a 16 contro gli 80 complessivi del 2014, causata, da un lato, da un notevole incremento delle opposizioni alla donazione da parte delle famiglie sarde e, dall'altro, dalla sensibile diminuzione delle segnalazioni delle morti encefaliche da parte delle rianimazioni;
APPURATO che:
- i buoni risultati degli anni passati sono stati raggiunti grazie alla generosità delle famiglie, all'opera di sensibilizzazione delle associazioni dei malati, ma anche grazie alla professionalità e al lavoro degli operatori sanitari, nonché grazie al mirabile lavoro di un coordinamento regionale delle attività di donazione e trapianto super collaudato e in vigore dal 2005;
- interrompere anche un solo giorno il lavoro di coordinamento di tutte le attività connesse alle donazioni, prelievi e trapianti d'organi e tessuti, rischia di generare un forte disorientamento o corto circuito tra gli operatori interessati in questo processo che coinvolge numerose strutture ospedaliere e, ancor più numerosi, reparti;
VISTO che:
- la legge 1° aprile 1999, n. 91 recante "Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti", all'articolo 11, comma 2, prevede che il coordinatore regionale delle attività di donazione, prelievo e trapianto di organi e tessuti sia coadiuvato, nello svolgimento dei propri compiti, da un comitato regionale composto dai responsabili, o loro delegati, delle strutture per i prelievi e per i trapianti presenti nell'area di competenza e da un funzionario amministrativo della Regione;
- l'articolo 11 della legge n. 91 del 1999 recita testualmente che "Le attività dei centri regionali e dei centri interregionali sono coordinate da un coordinatore nominato dalla regione, o d'intesa tra le regioni interessate, per la durata di cinque anni, rinnovabili alla scadenza, tra i medici che abbiano acquisito esperienza nel settore dei trapianti";
- con la determinazione del direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 607 del 5 luglio 2010, è stata ratificata la nomina del prof. Carlo Carcassi quale coordinatore regionale delle attività di donazione, prelievo e trapianto di organi, tessuti e cellule;
- l'articolo 5 della legge n. 91 del 1999 sancisce che l'incarico del coordinatore regionale è della durata di anni 5, rinnovabili alla scadenza;
- con la deliberazione n. 45/19 del 27 settembre 2005 e con la deliberazione n. 71/8 del 16 dicembre 2008 è stato previsto un assetto dell'organizzazione regionale trapianti, articolato su due strutture: un centro regionale trapianti di riferimento per i trapianti di organi, tessuti e cellule e un coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi d'organi e tessuti, istituito presso l'Azienda ospedaliera Brotzu;
CONSIDERATO che:
- il 5 luglio 2015 sono scaduti gli effetti delle deliberazioni n. 45/19 del 2005 e n. 71/8 del 2008 e della determinazione del direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 607 del 2010;
- non è stata adottata alcuna deliberazione per la nomina di un nuovo coordinatore del centro regionale trapianti e, soprattutto, di un'organizzazione della rete trapiantologia regionale;
- la mancanza di un coordinatore del centro regionale trapianti, ovvero di colui che mantiene i contatti con tutte le rianimazioni della Sardegna, con i direttori generali, ora commissari, delle aziende sanitarie locali, cura i rapporti col Centro nazionale trapianti, valuta le autorizzazioni per i trapianti nel bacino del Mediterraneo, assicura il corretto funzionamento della banca del sangue cordonale, provoca un'oggettiva situazione di disorientamento nel personale delle varie strutture interessate, che, in ogni caso, continua certamente a lavorare con professionalità e, vista la delicatezza e la complessità delle funzioni, è chiaramente necessario dotarsi quanto prima di un'organizzazione da affidare a uno o più figure autorevoli, esperti nel settore dei trapianti, in grado di fornire risposte definite e in tempi certi;
- il Centro nazionale trapianti potrebbe, in assenza di celeri risposte e provvedimenti da parte della Giunta regionale, provvedere al commissariamento del Centro regionale trapianti (Crt) con la nomina di un proprio rappresentante, come già avvenuto in altre regioni;
- recentemente, con il decreto n. 16 del 1° aprile 2015, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha modificato e rinnovato la composizione del Comitato regionale trapianti, ma non ha provveduto a prorogare la nomina del precedente coordinatore, né a chiarire quale modello organizzativo intenda proporre per assicurare il corretto e puntuale funzionamento del Crt,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) i motivi per i quali non si è provveduto alla conferma o nuova nomina del coordinatore regionale trapianti, come previsto dalla legge n. 91 del 1999;
2) quali azioni voglia porre in essere per definire il modello organizzativo che il Crt deve perseguire al fine di garantire una costante attività di sensibilizzazione e crescita delle donazioni, prelievi e trapianti d'organi e tessuti. (454)
Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sull'organizzazione del personale della società ABBANOA Spa.
I sottoscritti,
PREMESSO che la riorganizzazione 2015 della società Abbanoa Spa presenta diverse carenze, riferite, in particolare, alla gestione delle risorse umane;
CONSTATATO il numero elevato di contenziosi, con danni anche economici per i dipendenti e per l'Azienda, sia per le spese legali ma, soprattutto, per il clima venutosi a determinare nell'ambiente di lavoro;
RITENUTO che la corretta distribuzione delle funzioni e del personale nelle diverse strutture aziendali potrebbe evitare, o quantomeno ridurre, i ricorsi;
VALUTATO che una riorganizzazione del personale dovrebbe prevedere la riduzione del numero dei dirigenti, dopo che sono stati definiti i criteri e le regole, utilizzati per la variazione della pianta organica;
CONSIDERATO, inoltre, che la società Deloitte aveva raccomandato ad Abbanoa di riqualificare il personale interno, prima di provvedere a nuove assunzioni;
RAVVISATO che le ultime selezioni effettuate hanno alimentato i malumori, in quanto il personale precario, che lavorava da svariati anni e per il quale la società ha investito risorse in formazione, si è trovato a operare con nuovi assunti, spesso senza esperienza, ma con livelli superiori a chi comunque si ritrova a fare da tutor,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) se non ritengano di valutare, insieme agli amministratori della Società, le azioni da intraprendere per una riorganizzazione della gestione delle risorse umane, al fine di valorizzare al meglio le professionalità presenti e, al contempo, offrire agli utenti un servizio efficiente e adeguato ai costi elevati che la comunità sarda sta sopportando in questo difficile momento economico. (140)