Seduta n.113 del 16/06/2010
CXIII Seduta
Mercoledì 16 giugno 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente CUCCA
Indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 33.
STERI, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di martedì 30 marzo 2010 (106), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Mario Floris, Renato Lai, Antonio Pitea, Renato Soru e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 16 giugno 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
LOTTO - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU: "Tutela, conservazione e valorizzazione dell'agrobiodiversità della Sardegna". (174)
(Pervenuta il 16 giugno 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)
relative allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP)". (172)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del testo unificato numero 160-163-172/A.
Non essendo presente la Giunta e considerata la scarsa presenza di consiglieri in aula, sospendo la seduta per dieci minuti. Prego i Capigruppo di richiamare in aula i consiglieri. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 45.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 34, viene ripresa alle ore 16 e 49.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, riprendiamo la seduta. E' stato già votato il titolo della legge.
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati tre emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Articolo 1Definizione di impianti produttivi
1. Alla legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), sono apportate le modifiche previste dai commi seguenti.
2. La lettera c) del comma 17 dell'articolo 1, è sostituita dalla seguente:
"c) per impianti produttivi: gli insediamenti relativi a tutte le attività di produzione di beni e servizi, ivi incluse le attività agricole, commerciali e artigianali, le attività turistiche e alberghiere, ogni attività imprenditoriale di edilizia residenziale, i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari e i servizi di telecomunicazione.".
3. Al primo periodo del comma 26 dell'articolo 1, dopo le parole "funzionali alle attività economiche" sono aggiunte le seguenti "e produttive".
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (1)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (2)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (3).)
PRESIDENTE. Non ci sono consiglieri iscritti a parlare.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In riferimento all'articolo 1 le valutazioni della Giunta sono positive.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, vedo che si è iscritto a parlare. Su che cosa intende intervenire?
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono iscritto a parlare sull'articolo 1, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la discussione dell'articolo 1è già chiusa.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene. Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Invito i consiglieri Segretari a prendere posto al banco della Presidenza. Grazie.
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, sta avendo una reazione esagerata. Siamo in attesa che arrivi un consigliere Segretario di minoranza. La Presidenza ha sempre pregato i Segretari di stare al loro posto. Non è un problema della Presidenza se quando si chiede la verifica del numero legale i Segretari non ci sono.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cucca, Diana Giampaolo e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 38 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cherchi - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
Per esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 1 ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Presidente, esprimo parere contrario su tutti e tre gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Anche la Giunta esprime parere contrario su tutti e tre gli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò contro questa legge e voto ovviamente a favore di tutti gli emendamenti soppressivi degli articoli. Lo faccio, Presidente, perché questo è uno dei temi che dovremo affrontare quando discuteremo della riforma, perché noi non abbiamo il vantaggio…
Chiedo scusa, posso intervenire, per cortesia? Perché se no quando qualcun altro chiederà a sua volta di poter intervenire in questo Consiglio e chiederà di essere difeso non troverà nessuno che lo difenda!
Voto contro perché a differenza di quanto succede alla Camera dei deputati e al Senato noi non abbiamo una Commissione per gli affari costituzionali, non abbiamo un soggetto autorevole che ci impedisca di commettere errori, nonostante nelle norme regolamentari possa anche essere individuata una modalità attraverso la quale la nostra funzione legislativa sia possibile nel rispetto rigoroso delle norme di riferimento, che siano di provenienza comunitaria, che siano di provenienza costituzionale nazionale, che siano di provenienza legislativa ordinaria con funzioni di riforma economico-sociale e di riorganizzazione della macchina amministrativa dello Stato.
Noi oggi stiamo consumando un errore che non è politico, perché non si discute sull'utilità o non utilità dello Sportello unico per le attività produttive. Qua si sta discutendo se il prodotto, cioè la casa, la residenza possa essere considerata come la fabbrica. Il cantiere è la fabbrica della casa, la casa è il prodotto! E' un'aberrazione giuridica quella che stiamo facendo! Perché mi altero? Perché sulla base di un capriccio di qualcuno noi metteremo il cittadino e il funzionario regionale in condizione di dover rispondere delle cose, ed è un errore! Ecco perché l'articolo 1 va soppresso. Chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Ha dichiarato il suo voto, onorevole Uras, per cui non si può votare a scrutinio segreto.
Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo il voto segreto sull'articolo 1 e lo chiedo in anticipo perché così tutti sappiamo già che dobbiamo votare a scrutinio segreto e chissà che non succeda che ci liberiamo di una sorta di obbligo, di dovere di maggioranza, come si suol dire, o per qualcuno di dovere di partito. Badate la politica va male, lo dico anche all'onorevole Porcu, perché sulla pretesa di qualcuno, sulla pretesa di un partito che può essere controllato da qualcuno su una materia, oppure per non far dispiacere all'amico, per non creare un problema a un compagno che ci ha sostenuto in tante battaglie, quando ci sediamo in questo posto non abbiamo in mente la nostra comunità. Per esempio, quando capiterà che il funzionario pubblico farà una cosa illegittima, anzi una cosa illegale, non consapevolmente, interverrà il magistrato e gli dirà: "Guarda che tu con quella procedura che hai posto in essere, con ciò che hai firmato hai consentito a quella persona di costruire e di realizzare una cosa fuori dalle norme. Allora quel funzionario andrà per tribunali, andrà alla Corte dei conti, andrà dovunque sarà chiamato e passerà una vita infernale! E non ci sarà nessuno a proteggerlo, non ci sarà nessuno di quelli che sono seduti qua a risponderne. Noi ce ne siamo lavati le mani, come abbiamo fatto nel 2008, come abbiamo fatto con la circolare illegittima che è stata soppressa dal Tribunale amministrativo, come abbiamo fatto in tante altre circostanze che vanno tutte segnalate. Ecco perché a noi non credono più, proprio perché facciamo cose sbagliate e il prezzo delle cose sbagliate che facciamo lo paga il cittadino, lo paga l'operatore pubblico, lo paga chi non ne ha responsabilità. Ecco perché io non mollerò, ecco perché vi ossessionerò su queste questioni, fino a quando avrò fiato, perché è sbagliato politicamente, è sbagliato moralmente, è sbagliato anche rispetto agli effetti! Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento soppressivo parziale numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Barracciu e il consigliere Randazzo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Sechi - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 6
contrari 51
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non v'è dubbio che io voto a favore, come ho detto, anche di questo emendamento soppressivo, che utilizzo per richiamare tutti noi, perché deve rimanere agli atti, nel verbale, che il governissimo per l'edilizia residenziale che si è inaugurato questa sera in quest'Aula non fa salvo il cittadino. Se io fossi uno che si deve comprare la casa chiederei: "Scusa, la concessione edilizia è una concessione edilizia SUAP o è una concessione edilizia vera?". Informiamoci! Quando un cittadino decide di comprare una casa e di accendere a tal fine un mutuo, la banca e il notaio gli chiedono: "Dov'è la concessione edilizia?". E lui è costretto a rispondere: "Non ho la concessione edilizia, ho la ricevuta SUAP, che però non possiedo io materialmente, ce l'ha l'imprenditore". E allora gli verrà chiesto: "E l'imprenditore che ha costruito la casa è lo stesso che te la vende?". "No, chi l'ha costruita l'ha già venduta!", risponderà quel cittadino. E come finisce? Avete idea di come si fanno gli atti di trasferimento di una proprietà immobiliare? Avete idea di come si ottengono i mutui presso gli istituti di credito?
Volete sbagliare? Accomodatevi, siamo in ottanta, anzi in settanta o forse in sessanta, però abbiamo la genialità di questa norma così illuminante che passa come una ruspa - che voi non potete vedere - sopra il diritto, anche quello civile! Io ricordo che la Costituzione - anche quella modificata dal centrosinistra in senso federalista -, all'articolo 117 ci rammenta che tutta questa materia, guarda caso, è rimasta nella competenza esclusiva dello Stato; non è, cioè, una materia riconducibile né all'ambito della legislazione concorrente né a quello della legislazione di competenza delle Regioni. E l'articolo 117 dice che la giurisdizione e le norme processuali, l'ordinamento civile e penale e la giustizia amministrativa rientrano nell'ambito della competenza statale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, non vorrei rubare tempo alla discussione, però indubbiamente mi hanno colpito alcune frasi dell'onorevole Uras. Sembra quasi che noi siamo complici di chissà quale complotto e gli esempi da lui addotti lasciano addirittura interdetti! Io apprezzo moltissimo gli interventi dell'onorevole Uras, che ho avuto modo di conoscere in questo primo anno e più di legislatura. Onorevole Uras, ma lei pensa davvero che ci sia qualcosa di diverso tra il comprare un appartamento che è stato realizzato usufruendo della procedura dello sportello unico e comprare un capannone industriale, che comunque passa attraverso la procedura dello sportello unico? Credo davvero che occorrano norme di trasparenza, perché lo sportello unico è nato - io facevo riferimento, nella scorsa seduta, alla mia esperienza di sindaco dal 2000 al 2005 - certamente non per l'edilizia residenziale, ma per le attività produttive, per responsabilizzare gli enti locali.
Non so se mi basterà il tempo, ma voglio raccontare un aneddoto che raccontavano a me quando stavo a Napoli. Un giorno Re Ferdinando, passando per via Toledo, venne salutato calorosamente da uno straccione, a cui chiese: "Ma tu cosa fai?". "Vede, Sua Maestà, io sono il responsabile delle licenze del regno." "Perché sei ridotto così male?", chiese il re. "Perché guadagno poco", rispose lo straccione. "Perché, quanto tempo impieghi per dare una licenza?" "Maestà, una settimana, due settimane…" Il re lo guardò e disse: "Troppo poco!". Trascorse qualche anno e Re Ferdinando, nel passare di nuovo in via Toledo, vide un uomo splendidamente vestito e riccamente ornato di gioielli, che riconobbe come il suo vecchio dipendente per le licenze. Gli chiese: "Ma tu non sei quello che rilascia le licenze?". "Sì", rispose l'uomo. "Perché sei diventato così?" "Ho dato ascolto alle sue parole e la mia vita è cambiata." "E quanto tempo impieghi ora per dare le licenze?" "Eh, Maestà, chi lo sa? Due mesi, due anni, dipende." Il re allora gli disse: "Adesso è troppo, vai in galera!".
Questo per dire che non è pensabile che ci sia un'amministrazione deresponsabilizzata e che siano dilatati quanto si vuole, a discrezione dei funzionari o dei dirigenti, i tempi per autorizzare sia l'attività imprenditoriale sia l'attività edilizia. Credo che questa dovrebbe essere una maniera per noi non per sentirci giustificati, ma per sentirci nel giusto quando diciamo che anche l'attività edilizia deve essere responsabilità dei comuni. Sessanta giorni sono più che sufficienti per verificare una coerenza urbanistica da parte di qualsiasi comune, si tratti di Cagliari, di Lodè o di qualsiasi altro piccolo comune.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, in premessa vorrei fare una valutazione di carattere politico, perché penso che in una tornata consiliare in cui è obbligatoria una riflessione anche su un altro provvedimento, quello sul piano casa, approvato in fretta e furia, alla garibaldina o alla bersagliera se volete, per dare respiro all'edilizia, per alleviare gli effetti della crisi, e che ha fatto la fine che tutti conosciamo, forzare la mano su un provvedimento di questo genere, sapendo che ci sono delle differenze di valutazione, non dico tra maggioranza e opposizione, ma all'interno della stessa opposizione, mi sembra un atteggiamento - scusate il termine non proprio consiliare - da peracottari.
Quello in esame è un provvedimento che va valutato attentamente - e io non mi voglio sottrarre a questo - perché pone dei dubbi addirittura di legittimità costituzionale nel semplificare oltremodo le procedure per il rilascio delle autorizzazioni edilizie. Si dice che il cittadino ha bisogno di una risposta pronta e veloce, sono assolutamente d'accordo, ma questo provvedimento, legato ad altre situazioni che i comuni stanno vivendo, farà sì che la risposta i cittadini non l'abbiano, perché i comuni non saranno in grado di darla e sarà sicuramente utilizzato "a manetta" - è un termine giovanilistico - il silenzio-assenso.
PITTALIS (P.d.L.). E' un termine da peracottari!
SALIS (I.d.V.). Da peracottari, sì, è vero, ha ragione. Non è un atteggiamento che assumete solo voi, e poi perdete il ballottaggio, qualche volta lo assumiamo anche noi.
Volevo dire che da questo punto di vista abbiamo chiesto una riflessione su questo provvedimento. Si vuole andare avanti per forza, si vada avanti per forza, il problema è che se capita un altro ricorso, come quello che ha portato alla citata sentenza del TAR, il TAR rileverà gli stessi vizi. Io ho un'alta percentuale di convinzione che qualsiasi tribunale amministrativo, e il TAR della Sardegna visto che ha già deliberato…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato i parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Cucca - Mariani - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 9
contrari 51
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 47
contrari 12
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2Ambito di applicazione
1. La disposizione di cui all'articolo 1 trova applicazione anche per le dichiarazioni uniche autocertificative (DUAAP) presentate dopo la pubblicazione della deliberazione della Giunta regionale dell'11 aprile 2008, n. 22/01, recante la circolare applicativa della legge regionale n. 3 del 2008 avente ad oggetto "art. 1, commi 16-32 - Sportello unico per le attività produttive: semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative relative alle attività produttive di beni e servizi".
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 2
L'articolo 2 è soppresso. (4)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è soppresso. (5).)
PRESIDENTE. L'emendamento numero 5 è stato ritirato.
E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nella discussione dell'articolo 2 che devono iscriversi a parlare entro la fine dell'intervento dell'onorevole Uras.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Allora, fino a quando c'è fiato cerchiamo di spiegare. Vede, onorevole Campus, l'osservazione che lei fa non coglie un particolare di cui si è molto discusso anche stamattina, e cioè che noi non interveniamo nell'ambito della nostra competenza in materia edilizia, ma interveniamo in un quadro normativo che è quello della legge delega numero 59 del 1997, che stabilisce esattamente qual è l'ambito di applicazione di questo provvedimento, e del conseguente decreto legislativo. Tanto è così che nel 2008 l'edilizia residenziale non è nella norma; tanto è così che il Tribunale amministrativo regionale, non ritenendola esplicativa, ma modificativa della norma regionale, sopprime la circolare e lascia il cittadino privo di copertura; copertura che questa norma che noi oggi approveremo non gli garantirà. Tanto è così che il giudice ordinario, il procuratore della Repubblica, interviene nelle situazioni che si realizzano illegittimamente in forza di questa disposizione amministrativa, della circolare attuativa, contenente l'indirizzo interpretativo e applicativo; situazioni che questa norma non sanerà. Ma è forse una lotta di principio di natura ideologica tra chi vuole e chi non vuole lo Sportello unico per le attività produttive, che nell'ordinamento nazionale e in tutti gli ordinamenti regionali opera senza la confusione che siamo riusciti a realizzare noi? In Emilia-Romagna ci sono gli sportelli unici per le attività produttive, ci sono anche in Lombardia, e ci sono amministrazioni locali e anche regionali che operano con celerità e con capacità. E le dirò, collega Campus, che in Lombardia, per non parlare dell'Emilia-Romagna, gli sportelli unici operano con capacità, professionalità, senso dell'istituzione, rispetto della legge. Siamo noi che non ci riusciamo, noi abbiamo bisogno delle forzature, noi non possiamo stare dentro il seminato delle norme, ci dobbiamo inventare le scorciatoie. E siccome siamo più intelligenti degli altri, mentre in tutte le altre parti d'Italia gli sportelli unici per le attività produttive sono in piena efficienza, dopo dodici anni noi li dobbiamo ancora realizzare così come devono essere realizzati, cioè per fare insediamenti di attività economiche produttive. La casa è il prodotto, è il motore, non l'opificio. Le concessioni autorizzative in materia edilizia sono destinate all'impianto, non al prodotto dell'impianto!
Questa è una cosa ovvia e non basta che noi scriviamo di prepotenza una cosa in una norma per garantire un istituto di credito che deve concedere un mutuo; non basta che sia scritto in una norma regionale per liberare il notaio dalla responsabilità quando compie l'atto di trasferimento della proprietà. Basterebbe se la casa fosse un impianto produttivo. Perché? Perché è previsto dalla legge dello Stato. Ma la legge dello Stato non prevede questo, prevede il contrario di quello che stiamo facendo!
Allora perché dobbiamo complicare la vita della nostra comunità, dei nostri cittadini, degli operatori economici? Qual è il vantaggio? Come ne esce questa classe politica che è responsabile? Come una classe di incompetenti! Incompetenti! Collega Campus, vuole che le faccia la lista delle leggi su cui io sono intervenuto per dire che non si sarebbero applicate? Quante volte mi sollevo da qui e dico: badate, lì c'è un limite stiamo attenti. Non se ne vuole tener conto. E' un capriccio?
Io non so quale strada qualcuno voglia percorrere. Forse si vuole percorrere la strada isolata, cioè quella della divisione. Forse politicamente gli schieramenti non reggono perché c'è chi li vuole dividere comunque, anche sulle cose ovvie, sulle cose su cui non si dovrebbe neppure discutere. Forse esiste questo, ma noi non facciamo strada a nessuno, non la faccio certamente io che pure mi sfianco per rappresentare delle ragioni.
Guardate, questa norma non incide minimamente sui poteri economici, è ridicola e non ha alcuna influenza sulle cose. Gli imprenditori edili, diciamo, robusti, quelli attrezzati, non prendono le scorciatoie, hanno i loro commercialisti, i loro studi legali, sono persone che sanno operare sul mercato e non vanno a invischiarsi con la normetta regionale che non ha una funzione. Capiterà al disgraziato, al piccolo imprenditore di paese di cadere nella trappola, al grande imprenditore no. Non riguarderà le banche, non riguarderà gli studi notarili, riguarderà semmai qualche funzionario dell'ufficio tecnico comunale che si porta a casa 1.300 euro al mese e che sarà chiamato a rispondere delle sciocchezze che è stato costretto a fare per via di disposizioni confuse. Riguarda questo e questa è la classe politica per la quale la gente non va a votare. E perché ci dovrebbe votare? Ma qual è l'utilità che ne trae? Volete che vi faccia la lista delle leggi che abbiamo approvato? Volete che vi dica come le abbiamo fatte bene, com'erano scritte quando sono uscite dalla Commissione e come le abbiamo corrette in quest'Aula, in questa legislatura e anche in quella passata? E siccome sono un vecchio funzionario della pubblica amministrazione regionale se volete vi cito anche altre leggi approvate in altre legislature. Siamo pieni di norme che non si capisce che cosa ci stiano a fare!
Ogni tanto qualcuno di noi si alza ed esorta tutti a porsi il problema, a fare una riflessione. Ogni tanto l'onorevole Maninchedda ci ricorda di quando è rimasto solo. Io ci sono abituato, caro Paolo, insieme ai miei compagni che sostengono una tesi, badate, su cui non c'è guadagno politico elettorale. Noi non ci guadagniamo niente! Non c'è guadagno nell'osteggiare qualcosa che riteniamo assolutamente inaccettabile sul piano del principio, perché le procedure SUAP noi le accettiamo, alcune non le condividiamo, sono molto spinte sul silenzio-assenso, ma le accettiamo. Il SUAP non è in discussione, non è in discussione l'accelerazione delle procedure per la realizzazione degli impianti e delle strutture delle attività economiche, ma c'è una preoccupazione che riguarda il cittadino, la comunità, gli operatori. C'è una preoccupazione che riguarda l'incertezza del diritto, non la certezza del diritto e c'è una preoccupazione che riguarda lo svolgimento della nostra funzione legislativa.
Non è un fatto politico, è un fatto normativo. Se un giudice persegue un cittadino che ha fatto una palazzina e che ritiene di essere in regola perché possiede la certificazione SUAP, rilasciata sulla base della circolare della Giunta, io suggerisco a quel cittadino di citare in giudizio il funzionario dell'amministrazione che gli ha rilasciato la certificazione, perché il comma 29 dell'articolo 1 della legge numero 3 del 2008 gli dà la possibilità di ricevere un bell'indennizzo forfetario! Ovviamente la Corte dei conti dovrà esserne subito informata dall'amministrazione e avrà il dovere di perseguire il funzionario che ha causato il danno all'amministrazione, perché il cittadino in questione avendo il certificato del SUAP, che non vale a salvarlo dal reato penale, può farsi risarcire i soldi che gli serviranno per pagarsi l'avvocato. Ce ne vogliamo preoccupare di questa cosa?
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.), relatore. Intervengo molto brevemente, Presidente. L'articolo 2 completa la legge perché chiarisce che anche a tutte le dichiarazioni autocertificative presentate dopo l'11 aprile 2008 - ricordo ai colleghi che la legge istitutiva del SUAP è del marzo 2008 - si applicano le disposizioni previste dalla legge che stiamo discutendo oggi. E il fatto che le date di approvazione della circolare e della legge siano così ravvicinate ci aiuta a ribadire - questo lo voglio dire con forza in particolare al collega Salis - che quando istituimmo il SUAP noi avevamo in mente che questo strumento dovesse principalmente rivolgersi all'attività di edilizia residenziale, Non c'è mai stato alcun dubbio su questo, tant'è che proprio quella legge, per le dichiarazioni fatte, per come fu presentata, suscitò un'attesa, e cioè che si ponesse fine a una grave diseguaglianza, al fatto che un'impresa operante sullo stesso territorio regionale, a seconda dello sportello comunale che si trovava di fronte, dovesse aspettare due mesi oppure due anni per avere una risposta.
Oltre a porre fine a questa diseguaglianza, era molto chiaro ai legislatori di allora - alcuni di noi erano componenti del Consiglio anche nel 2008 - che proprio per il fatto di aver posto delle norme rigorose attraverso il Piano paesaggistico regionale, a cui i piani urbanistici sono chiamati ad adeguarsi, di aver bloccato il cemento nelle coste e nell'agro, di aver impedito che le città si espandessero a macchia d'olio anche là dove non c'era fabbisogno abitativo, si doveva come controcanto, come riequilibrio, consentire almeno di poter costruire, recuperare, ristrutturare, riconvertire in tempi certi, senza fare discriminazioni tra attività economica e attività economica o tra un'impresa che presenta una domanda in un ufficio del comune di Sinnai e un'impresa che la presenta in un ufficio del comune di Porto Torres. L'obiettivo di questa legge era far sì che tutti i cittadini e le imprese fossero uguali di fronte alla pubblica amministrazione, per cui fa specie vedere colleghi autorevoli, con i quali ho condiviso tante battaglie, diventare paladini della diseguaglianza, paladini della discriminazione, paladini del fatto che un'impresa non deve essere uguale a un'altra per lo sportello pubblico a cui presenta la domanda. Questa è una legge per l'uguaglianza, questa è una legge per la certezza del diritto, questa è una legge che orgogliosamente il centrosinistra, ovvero la maggioranza di allora e la minoranza di oggi, ha voluto perché in una cornice di regole certe, come abbiamo dichiarato già allora, noi vogliamo fidarci dei cittadini e delle imprese. Regole, regole certe, "sì" e "no" chiari, ma fiducia nelle imprese.
Ricordo anche, colleghi, che noi non stiamo dando il via libera a nessuna possibilità di abuso, perché, come ha ricordato il collega Gian Valerio Sanna, anche dopo il rilascio del certificato di collaudo, resta fermo, senza alcuna deroga, il potere degli uffici competenti delle amministrazioni locali di verificare la conformità di ciò che è stato realizzato alle normative vigenti. E là dove si dovessero ravvisare falsità autocertificative presentate nel corso del procedimento unico gli atti sono trasmessi obbligatoriamente dalle amministrazioni alla Procura della Repubblica, con obbligo di ripristino dei luoghi da parte dei soggetti che avessero compiuto abusi. Non c'è nessun via libera, c'è invece l'obbligo di ripristino con spese a carico dell'impresa qualora i lavori siano stati avviati illegittimamente, cioè in maniera non conforme agli strumenti attuativi comunali.
Io capisco che ognuno di noi debba sventolare bandiere, ma risulta molto difficile a chi come me ha combattuto in quest'Aula, non soltanto in questa legislatura, ma anche nella precedente, la battaglia della salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio, della qualità urbana, ascoltare oggi colleghi che dimenticano che proprio la necessità della certezza del diritto ci consente di stabilire regole più stringenti, perché nel momento in cui io riconosco alle imprese il diritto di avere risposte certe e uguali, a Sinnai come a Porto Torres, sono in condizioni di decidere regole più stringenti, di dire dei "sì" e dei "no". Ma nel momento in cui lascio che la pubblica amministrazione, in maniera farraginosa, a volte pretestuosa - il collega Campus ci ha raccontato un aneddoto al riguardo -, a volte anche con dolo e compiacimento, possa vessare l'impresa avrò molte difficoltà a fissare delle regole. Sarò tentato di stabilire regole lasche, sarò tentato dal laissez-faire, per compensare con la carenza legislativa il fatto che le amministrazioni pubbliche non funzionano. E mi dispiace che questo non lo capiscano colleghi che con me hanno condiviso le battaglie per l'ambiente, per lo sviluppo sostenibile, e che oggi diventano paladini della discriminazione, paladini della disuguaglianza, paladini dei favoritismi, paladini delle vessazioni negli uffici tecnici comunali.
Io credo, colleghi, che noi dobbiamo imparare ad avere un sussulto di orgoglio e a distinguere le battaglie che sono capite da quelle che non sono capite al di fuori di quest'Aula. E non è che sventolando le bandiere in maniera più forte o urlando più forte riusciamo a farci capire meglio, a volte facciamo solo più rumore. Se avessimo approvato questa legge in poche battute stamattina avremmo fatto meno rumore, ma ci saremmo fatti capire meglio da chi ci guarda fuori di quest'Aula. Quindi non c'è in questa norma nessuna illegittimità. Tra l'altro mi fa specie che in un'Aula dove ci ammantiamo spesso di autonomismo e rivendichiamo maggiori poteri dallo Stato, oggi noi ci pieghiamo a una legge quadro nazionale che ha istituito il SUAP, ma che non ci impedisce, nell'ambito delle prerogative che questa Regione ha e che il nostro Statuto le assegna in materia urbanistica e di ordinamento degli enti locali, di essere innovativi, di essere anche più avanti della legislazione nazionale. Io sono orgoglioso se sono più avanti, sono orgoglioso se quest'Aula riesce ad affrontare un problema dando risposte, stabilendo regole, dicendo dei "no" dove non si può costruire, ma dicendo dei "sì" dove quei "sì" vanno detti.
Invito ancora i colleghi, che certamente sono mossi da passione civile e da idealità, a mettere al servizio quella passione civile e quelle idealità per delle battaglie più giuste e meritevoli di questa e a riflettere con la pacatezza necessaria su questa norma, che non fa nient'altro che ribadire quello che la maggioranza di allora, oggi minoranza, ha fatto proprio per avere più strumenti per salvaguardare il nostro ambiente e la qualità urbanistica delle nostre città e dei nostri paesi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Morì). L'autonomia la chiediamo con forza e la rivendichiamo sempre, ma non utilizziamola furbescamente, perché in ogni caso il rispetto delle norme sovraordinate non dipende dalla nostra interpretazione, dal nostro desiderio di emanciparci e di metterci in una posizione, come dire, d'avanguardia rispetto ad aspetti che comunque devono essere tenuti presenti. Devo dire, purtroppo, che a volte l'autonomia dei sardi l'hanno difesa più norme nazionali che non norme deliberate all'interno di questo Consiglio regionale. Credo che più di una volta abbiamo fatto richiamo a questo aspetto tutti, a seconda dell'opportunità e del momento. Non prendiamoci in giro, dunque, e non sosteniamo tesi che a volte sono valutate in modo diverso o esattamente contrario.
Io credo che tutto il problema ruoti intorno a un aspetto che ho richiamato questa mattina, e cioè quello di capire perché non è possibile rilasciare entro sessanta giorni una regolare concessione edilizia, almeno nella gran parte dei casi, e ci vogliono invece due anni. Chicco, io comprendo come te, io che ho fatto per ventisette anni l'amministratore pubblico in un comune, dovel'attività più frenetica era svolta dal settore dell'edilizia, so bene come funzionano le cose, so bene come possono essere introdotti meccanismi che rallentano l'iter delle pratiche e so bene come, anche in barba ai regolamenti, le procedure possono essere scavalcate. Per esempio mi meraviglia che ancora oggi - e devo dire che questi aspetti a volte li accenniamo, li sfioriamo, ma poi non entriamo nel merito - negli uffici tecnici le pratiche non vengano liquidate attraverso quello che è il meccanismo più trasparente, più democratico, ossia il protocollo di ingresso. Stranamente vengono portate all'attenzione dell'istruttoria pratiche presentate tre giorni prima, mentre altre segnano il passo chissà per quale ragione. Poi, sai qual è un altro aspetto preoccupante? Stranamente, a volte basta cambiare il tecnico e il professionista perché una stessa pratica abbia un'accelerazione improvvisa!
Allora, siccome non sto rivelando nessun segreto, non sto facendo nessuna clamorosa rivelazione, perché tutti conosciamo questi aspetti, probabilmente dovremo entrare nel merito di questi aspetti per capire in che modo possiamo ricondurre le cose dentro un binario di legalità e correttezza. Dobbiamo liberare qualsiasi cittadino sardo dall'obbligo di seguire percorsi obbligati per vedere soddisfatte le proprie esigenze, le proprie istanze.
Queste sono cose che preoccupano, però in quest'Aula non ho sentito nessuno sollevare il problema per verificare se, anziché ricorrere al SUAP e al silenzio-assenso, sia possibile introdurre meccanismi che impongano alle amministrazioni pubbliche di dare risposte entro sessanta giorni, perché sappiamo anche che a volte i sessanta giorni sono stati lasciati trascorrere proprio per arrivare al sessantunesimo e consentire quello che probabilmente non si aveva, come dire, il coraggio e la responsabilità di liquidare. A quel punto di chi è la colpa, di chi è la responsabilità? Di nessuno? Abbiamo visto uffici tecnici istruire pratiche entro tempi previsti dal buon senso, dalla correttezza e dalla norma, cioè entro sessanta giorni. Improvvisamente, per effetto di un cavillo o di un ricorso, quegli stessi uffici non erano in grado di riprendere una pratica istruita entro quei termini e facevano decorrere i sessanta giorni per poi procedere con il silenzio-assenso.
Queste sono cose che noi tutti sappiamo, perché tutti abbiamo contatti con le realtà locali e sappiamo come funzionano le cose. Allora, noi insistiamo perché la materia dell'edilizia in questa terra è una materia particolare, è sempre stata considerata diversa dalle altre materie, almeno negli ultimi trent'anni, da quando la Sardegna, che un tempo era terra di emarginazione, di penalità, di sofferenza, di pena, ha cominciato a diventare invece un luogo appetibile di attrazione e di svago e tutti hanno iniziato a mettere gli occhi sulle bellezze del nostro paesaggio, del nostro territorio e in particolare delle nostre coste. Da lì nasce il problema dell'edilizia, il problema dell'eccessivo consumo del nostro territorio, dell'eccessivo carico antropico ed edificatorio sulle nostre zone più pregiate, e credo che le conseguenze siano lampanti. La responsabilità di tutto questo non è degli imprenditori, badate, che riescono abilmente a inserirsi laddove vengono loro lasciate le maglie libere, dalle quali è più facile svincolarsi. La responsabilità è della politica, che dimostra di non essere in grado di fare leggi comprensibili e applicabili a tutti, con correttezza e puntualità, e trova la via d'uscita alla propria incapacità col ricorso al SUAP e all'introduzione del tacito assenso.
Questo è quello che in buona sostanza emerge da un atteggiamento con il quale, probabilmente, si è sbagliato nel momento in cui si è partiti. C'è stata una posizione di scontro su una vicenda che a noi continua a non apparire chiara, che anzi vediamo come un concreto pericolo per le cose che andremo a liberalizzare, e le conseguenze le pagheremo tutti, perché alla fine i primi a pagarne le spese saranno i cittadini sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine all'articolo 2, che ha come titolo "Ambito di applicazione", la Giunta valuta positivamente il testo, così come esitato dalla Commissione, nella considerazione che lo stesso, di fatto, supera tutti gli elementi di criticità che si erano venuti a creare per un difetto di puntuale esplicitazione nella norma regionale delle tipologie di intervento riconducibili alla fattispecie delle attività produttive in riferimento al settore dell'edilizia residenziale. La valutazione da parte della Giunta è, ripeto, positiva.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Esprimo parere contrario su entrambi gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Anche la Giunta esprime parere contrario sui due emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un solo emendamento soppressivo totale, si mette direttamente in votazione il mantenimento del testo, per cui si vota l'articolo 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, l'articolo 2, che riguarda le dichiarazioni uniche autocertificative presentate dopo la pubblicazione della deliberazione della Giunta, contiene una norma che legandosi alle altre norme suscita in noi le medesime preoccupazioni e perplessità. Io temo, anche dopo aver sentito l'intervento dell'onorevole Porcu, che non si sia capita la ratio delle nostre osservazioni. Noi non stiamo né urlando, né alzando la voce, né sventolando bandiere. Non vogliamo rimangiarci assolutamente nulla, l'abbiamo già detto, fra l'altro, nella discussione generale. Siamo assolutamente disponibili a continuare ad affermare che le disposizioni sul SUAP sono belle, sono ottime, anzi siamo disponibili a dire che possono essere assolutamente migliorate, se ci riusciamo. Quello che non comprendiamo - e non riusciamo a capire perché non si voglia ascoltare questa nostra sollecitazione - è perché bisogna estendere la disciplina del SUAP all'edilizia residenziale pubblica. Forse il collega Porcu non c'era quando, intervenendo nella discussione generale, ho detto che nel momento in cui abbiamo discusso del SUAP - andiamo a vedere i resoconti di tutti gli interventi, e sono stati tanti - nessuno ha usato l'espressione "edilizia residenziale", perché tutti ci siamo impegnati in una discussione importante in cui parlavamo di creazione di posti di lavoro, di industrie manifatturiere, di attività produttive legate al lavoro, non all'abitazione. Probabilmente se in quel determinato momento politico si fosse inserita questa discussione con chiarezza, il centrosinistra nella scorsa legislatura l'avrebbe cassata questa possibilità. E io questo lo dico perché allora la sensibilità dimostrata sulla tutela del territorio era altissima, ma purtroppo sta scemando in questo periodo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 2 e per chiedere all'onorevole Porcu se viviamo nello stesso Paese. Cioè per l'onorevole Porcu, così come per altri colleghi, il problema di questo Paese è che non si può costruire ed è difficile poter realizzare immobili. Poi, però, andando a vedere che cosa accade in questa regione e nel resto del Paese, scopriamo che si è costruito ovunque, persino sulle dune di sabbia! E scopriamo anche che tanto è facile costruire fuori dalle regole, ma anche all'interno delle regole, presentando o non presentando la documentazione necessaria, che l'Unione Europea ci dice che abbiamo costruito troppo, che siamo il Paese che ha costruito di più in Europa e che abbiamo un problema proprio perché abbiamo costruito troppo rispetto a quanto avremmo potuto costruire, anche rispetto al numero delle persone necessario per occupare le abitazioni costruite.
Quindi il problema di questo nostro Paese sarebbe la difficoltà di avere le autorizzazioni per poter realizzare immobili! Solo che nel frattempo, mentre noi discutiamo su come accelerare le procedure, si stanno eliminando le regole. Stamattina era in corso una bella discussione su come eliminare il PPR e tutte le relative regole, per cui è sufficiente eliminare direttamente il SUAP, perché se non ci sono regole non si capisce che cosa debba analizzare e sintetizzare lo sportello unico e in quale modo debba essere aiutato un imprenditore, visto che sta saltando tutto il sistema delle regole sulle costruzioni edili. Poi, però, sempre stamattina, a Roma, c'era un altro convegno molto interessante, cioè il Forum nazionale sul dissesto idrogeologico. Uno degli esempi che sono stati portati è proprio quello della Sardegna. Nell'intervento sull'articolo 3 vi dirò che cosa è emerso dal convegno tenutosi a Roma sul dissesto idrogeologico nel nostro Paese e in particolar modo sul caso della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ce la faccio proprio, Presidente, a votare un articolo come questo e non lo voterò perché non voglio neppure che appaia, nel risultato della votazione, il mio pensiero contrario rispetto a questa norma.
Noi abbiamo una situazione di questo tipo: nel 2008 approviamo una norma che non consente la presentazione, attraverso il SUAP, di autocertificazioni per ottenere l'assenso a costruire in assenza di concessione edilizia. Poco dopo la Giunta fa una circolare esplicativa di una norma che non contiene quell'assenso, che non contiene quella possibilità. Interviene il Tribunale amministrativo regionale e annulla quel provvedimento. Noi veniamo qua e che cosa facciamo, onorevole Vargiu? Mi rivolgo a lei perché come liberale ha cultura di certezza del diritto. Annulliamo gli effetti di una sentenza del TAR, non regoliamo per il futuro la materia, ma diamo alla norma regionale potere retroattivo, che non può avere, per le realizzazioni già consumate in violazione della legge. Io non voglio essere complice di un reato! Siccome ho la vaga impressione, e voglio che rimanga agli atti di questo Consiglio, che questa norma abbia contenuti che, consapevoli come siamo di quello che stiamo facendo, prefigurano un comportamento non lecito, io non parteciperò al voto. Noi non possiamo fare norme di questo tipo! Non possiamo fare norme che hanno valore retroattivo, che cancellano gli effetti di una sentenza, che impediscono lo svolgimento di funzioni di amministrazione della giustizia come quelle che ho citato stamattina. Non lo possiamo fare perché anche noi dobbiamo rispettare la Costituzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Presidente, intervengo perché il collega Uras, nella sua foga oratoria, che sinceramente ammiro, ha detto che si sta perpetrando in quest'Aula praticamente la stesura di un atto illecito.
Io stamani, nel mio intervento in discussione generale, intervento principalmente tecnico, ho detto che condivido in parte le perplessità e le preoccupazioni del collega Uras, che in quel momento non era in aula, ma ho ribadito ciò che il decreto legge del 25 giugno 2008, numero 112, dice in riferimento allo Sportello unico per le attività produttive. Tale decreto, recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" e convertito nella legge 6 agosto 2008, numero 133, chiarisce che "lo sportello unico costituisce l'unico punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attività produttiva e fornisce, altresì, una risposta unica e tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni comunque coinvolte nel procedimento". Anche tale normativa non limita - ho detto stamattina - a uno specifico bene il concetto di attività produttiva, per l'esercizio della quale si concentra il contatto del cittadino con la pubblica amministrazione nello sportello unico, nato per sfoltire la burocrazia medioevale vincolante e ingessante che caratterizza le nostre amministrazioni comunali, provinciali, regionali e statali. Ci sono le autorità comunali, giudiziarie e di sorveglianza preposte ad impedire qualsiasi cosa possa essere fatta contro legge.
Il problema è questo: si vuole evitare la burocrazia? La si eviti. Si vuole parlare di modernità delle concessioni? Se ne parli oppure restiamo al Medioevo, come ho detto stamattina, in mano a dei burocrati, a degli impiegati che fanno tutto fuorché rispettare il diritto-dovere del cittadino di ottenere una concessione in tempi congrui e di non dover aspettare anche un anno e mezzo che l'Assessorato dell'ambiente dia l'autorizzazione, per esempio, a realizzare una stanza da bagno nei centri storici! Qui sta il problema!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e del relativo emendamento:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 3
L'articolo 3 è soppresso. (6).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo parlando di un articolo che riguarda l'applicazione di questa norma, alla vigilia del prossimo atto, quello di approvazione della norma stessa. Questa norma sarà pubblicata e la leggeranno i cittadini, la leggeranno gli operatori della pubblica amministrazione, la leggeranno i cultori del diritto, la leggeranno gli operatori della giustizia, la leggeranno anche i nostri elettori, i nostri, quelli che a fatica si avvicinano alle urne per votare o lo schieramento di centrodestra o lo schieramento di centrosinistra. Badate, mi rivolgo soprattutto a questa parte dell'Aula, in questi mesi e in questi anni i nostri segretari politici, i nostri esponenti più in vista, i nostri leader ci hanno insegnato che il rispetto delle regole, anche in queste ore, mentre in Parlamento si approva la legge sulle intercettazioni telefoniche, è sostanzialmente la cosa che più di ogni altra ci divide dallo schieramento di centrodestra. Questo non è un terreno che mi abbia mai appassionato. Io non mi sono mai dedicato molto, da questo punto di vista, a segnare le differenze. Non ho mai pensato che da quella parte ci siano i disonesti, così come non penso che da questa parte ci siano solo gli onesti. Ho sempre pensato che nell'una e nell'altra parte ci sono persone di valore, persone capaci di ragionare nel merito, di essere libere da vincoli nel momento in cui sono chiamate a svolgere la funzione istituzionale in rappresentanza più complessiva del popolo, della comunità, e che nel fare questo non badano a che cosa sia più rilevante rispetto alla loro carriera politica: il rispetto nei confronti della comunità, del popolo, dell'elettore oppure la disciplina di partito e di schieramento. Però altri si sono attardati molto sul terreno delle regole, sul rispetto rigoroso, sul "mai alla violazione". Ed è questa la cosa che io non riesco a digerire. Io questa cosa non la riesco a digerire, perché se noi anche solo una volta, anche solo in una circostanza, anche solo rispetto a un'utilità cediamo su questo terreno, avremo sprecato anni e anni della nostra iniziativa politica!
Come si può pensare, rispetto a un pronunciamento di un tribunale, rispetto all'esplicito accertamento di una violazione delle leggi, di venire in Consiglio regionale per intervenire in via retroattiva o pretendendo di intervenire in via retroattiva a sanare violazioni che sono ormai già sanzionate, che sono ormai già accertate, che sono ormai già verificate? Badate, lo chiedo a chi di voi ha fatto il sindaco, come l'onorevole Campus, a chi lo faceva fino a ieri, come l'onorevole Cuccureddu, a chi lo fa ancora, come l'onorevole Dessì: secondo voi che cos'è un edificio che è stato realizzato senza concessione edilizia? Sto parlando di quegli edifici che sono stati realizzati senza che fosse stata rilasciata una concessione edilizia. Che cos'è un edificio realizzato senza concessione edilizia?
STOCHINO (P.d.L.). Dipende dall'anno in cui è stato realizzato!
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' un edificio abusivo! E nell'ordinamento giuridico a chi compete la sanatoria degli edifici abusivi che consente il superamento del reato? Realizzare un edificio senza concessione edilizia è un reato! L'abusivismo edilizio è un reato! La legge regionale numero 23 del 1985, cioè la legge sull'abusivismo edilizio - l'assessore Asunis lo ricorderà, io allora stavo nei preposti uffici - intervenne con un'oblazione specifica, con i piani di risanamento, per consentire il superamento delle difformità, ma la violazione del codice, ovvero il reato, veniva estinta con l'oblazione prevista dalla legg[p1] e nazionale. In questo caso parliamo di edifici abusivi che sono stati realizzati in difformità dal diritto e in ragione di questa difformità sono stati realizzati con il compimento di un reato. Chi ha commesso il reato viene perseguito, e viene perseguito a prescindere da questo provvedimento, anche se fosse approvato.
Io suggerisco all'onorevole Porcu e a chi si è reso difensore di questo provvedimento di comprare una pagina di giornale e dire: "Badate, voi realizzatori di edifici abusiv[p2] i, ai sensi della legge regionale: non siete fatti salvi dalle conseguenze dell'aver realizzato abusivamente quegli edifici".
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo all'articolo 3, a quello che è, come dire, il rito di ogni legge che prevede all'ultimo articolo l'entrata in vigore. Siamo dunque arrivati, dopo un'intera giornata, alla conclusione della discussione di una legge sulla quale abbiamo manifestato tutto il nostro dissenso sin da ieri, quando l'abbiamo esaminata nella quarta Commissione.
Io credo che il collega Uras, estremizzando, abbia individuato il manufatto realizzato senza concessione edilizia diretta - contrariamente a ciò che dovrebbe accadere, perché la concessione edilizia va sempre richiesta - come edificio abusivo o che potrebbe configurarsi come tale; potrebbe anche configurarsi come edificio realizzato nel rispetto delle norme, ma tutto questo è previsto e stabilito da norme precise e puntuali, come dicevo prima. Quando si realizza un edificio, una casa, una villetta, un palazzo, un complesso industriale, un complesso commerciale, un albergo o quant'altro bisogna fare riferimento a tutta una serie previste dagli strumenti urbanistici. Quindi si fa riferimento ai volumi e alle altezze (ci sono norme che prevedono la media delle altezze) che vanno verificate attraverso un esame puntuale; vanno altresì verificati i posti auto, che sono sempre occasione di scontri e discussioni, e le tipologie che le norme e gli strumenti urbanistici prevedono. Penso, per esempio, alle zone per le quali esiste un'indicazione precisa sui materiali, sulla tipologia dell'edificio, sugli infissi oppure esiste un piano del colore. Chi stabilisce questi parametri, chi li controlla? Penso al discorso sulle cessioni: laddove esistono le cessioni, come si fa la valutazione della cessione o il calcolo degli oneri previsti dalla Bucalossi, che spesso vengono utilizzati per le urbanizzazioni? C'è tutto un aspetto che io continuo ad avere difficoltà a capire. Probabilmente qualcuno mi spiegherà che è tutto semplice, che i limiti della mia, come dire, debole preparazione e competenza o forse il condizionamento di esperienze vissute precedentemente mi portano a ragionare in questi termini, però io continuo a dire che tutto questo può essere risolto, sanato e ricondotto all'interno di un binario di regolarità e di correttezza applicando le norme e dando risposte in tempi brevi a chi accede, attraverso legittima istanza, alle istituzioni a tal fine preposte.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SECHI.) Questo è il vero problema. Cioè il problema è che, così come accade per qualsiasi altra attività, il discorso sul SUAP era teso a indicare una strada più semplice per evitare il pellegrinaggio da un ufficio all'altro per chiedere documentazioni, certificazioni e quant'altro e ricondurre il tutto all'interno di un unico rapporto diretto con l'amministrazione. Ma questo non toglie che laddove esiste una strada che per alcuni aspetti è più semplice, quella strada va seguita. La procedura per l'edilizia residenziale è, infatti, molto più semplice di qualsiasi altro iter amministrativo che si devono seguire per molte altre attività, in quanto si stabilisce un rapporto diretto con i preposti uffici dell'amministrazione civica. Basta verificare il rispetto degli strumenti urbanistici vigenti e la concessione può essere rilasciata in tempi ragionevoli, direi immediati, perché esiste la competenza degli uffici, se lo si vuole mettere in evidenza, nel dare risposte.
Ancora una volta, quindi, prendiamo atto che quanto abbiamo sollevato non è stato minimamente accolto. Qualcuno ha cercato di convincerci spiegandoci la bontà di questa iniziativa, alla fine io mi sono anche convinto, a conclusione di questa giornata, che probabilmente stiamo per approvare una legge che troverà in ogni caso diffidenza nel cittadino e nel mondo imprenditoriale e sarà di difficile applicazione. Pertanto ancora una volta una brutta legge sarà approvata in questo Consiglio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, questa mattina, a Roma, in un forum nazionale sul dissesto idrogeologico è stato presentato lo stato dell'arte della situazione anche sarda circa i pericoli e gli interventi di prevenzione che si dovrebbero realizzare: 1.523 fenomeni franosi e 187 chilometri quadrati di territorio compromesso da questi fenomeni. Il 50 per cento di questi 187 chilometri quadrati non è mappato nel Piano di assetto idrogeologico, perché le calamità naturali, le piogge degli anni passati hanno determinato la predisposizione di un Piano di assetto idrogeologico che, nonostante sia in vigore da pochi anni, non tiene conto dei cambiamenti del clima, di cui è però difficile tener conto, dal momento che nessuno possiede la sfera di cristallo. In sintesi, in questo convegno tenutosi a Roma è stato affermato che il dissesto idrogeologico è una fonte di serio pericolo per la popolazione, soprattutto in alcune zone della Sardegna, e quindi è stato chiesto di attuare con maggiore forza politiche di difesa del suolo, fare un monitoraggio minuzioso del territorio, fare un uso migliore del suolo e attuare politiche di prevenzione proprio per evitare che questo tipo di eventi causino anche vittime, come pure è avvenuto in diverse realtà della Sardegna.
Perché ho fatto questa premessa? Per dire che questa norma ha come filo conduttore quello di eliminare delle regole o di aiutare coloro che sono imbrigliati nelle tante regole vigenti a realizzare i loro progetti. L'aver esteso la disciplina del SUAP all'attività edilizia residenziale, insieme all'ipotesi di condono edilizio, che c'è, è di questi giorni, insieme all'ipotesi, che c'è, di smantellamento delle regole e di impianto di nuove regole, può portare ovviamente a un ulteriore disastro del territorio, a ulteriori pericoli, a ulteriori problemi. Non regge neanche l'argomentazione addotta da chi dice: "Gli uffici tecnici comunali non sono in grado di smaltire le pratiche, rivolgiamoci al SUAP che per questi problemi è una manna dal cielo, risolve tutto e va incontro a coloro che hanno difficoltà ad ottenere in tempi rapidi le autorizzazioni richieste". Il SUAP non è altro che l'interlocutore unico per chi deve attivare una pratica per poter esercitare un'attività produttiva. Oggi tra le attività produttive viene inclusa anche l'attività di edilizia residenziale. Dopodiché il SUAP si mette in contatto con i diversi uffici, per cui il fatto che sia in capo al SUAP la responsabilità della procedura per quanto riguarda l'edilizia residenziale non risolve i problemi degli uffici. Quei problemi ci saranno sempre, quegli uffici saranno sempre sguarniti, non avranno le professionalità necessarie per dare risposta in tempi rapidi a coloro che presentano le domande. Si sta semplicemente aggirando l'ostacolo, però questo c'è sempre e si ripropone, non può essere superato così facilmente.
Meglio sarebbe stato, per la premessa e le considerazioni fatte, dare incentivi ai comuni per l'approvazione dei PUC, visto che la maggior parte dei comuni della Sardegna è sprovvista di PUC. Nella stragrande maggioranza dei casi non c'è il PUC e non c'è nemmeno il piano particolareggiato, non c'è il piano del colore, non c'è il piano del verde, figuriamoci se c'è quello dell'illuminazione! I comuni costieri, addirittura, non approvano il piano di utilizzo dei litorali e via dicendo. Insomma, non abbiamo nessuno strumento di regolamentazione dal punto di vista urbanistico, né sovraordinato né sottordinato. A fronte di questo noi dovremmo aiutare i comuni affinché siano in grado di dare risposte in tempi rapidi, realizzino i piani che ho citato, si occupino del loro territorio, però regolamentando e dando indicazioni certe su come utilizzare il territorio e su dove si può o non si può costruire. Anziché fare questo, anziché aiutare i comuni a fare dei piani di formazione per il personale che non è in grado di smaltire quelle pratiche, così come segnalato da tanti colleghi, noi aggiriamo l'ostacolo ponendo in capo al SUAP tutte le competenze per quanto riguarda l'edilizia residenziale. Non mi pare che questo sia in linea con quello che è stato detto anche in tempi recenti sui piani per l'edilizia e via dicendo. Se vivessimo in un altro Paese d'Europa non ce ne sarebbe bisogno, perché in Inghilterra non è neanche traducibile il termine abusivismo edilizio. Se dite a un inglese che in Italia si realizzano immobili fuori dalle regole, vi risponderà che è lui che ha bisogno di realizzare un immobile, un edificio sulla base di regole e leggi per essere tutelato e scongiurare il rischio che ciò che ha realizzato gli venga portato via o sia abbattuto. Ed è talmente intraducibile in lingua inglese la locuzione abusivismo edilizio che l'unica traduzione possibile è "non autorizzato", cioè privo di autorizzazione, perché a un inglese non passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di realizzare una casa senza avere l'autorizzazione, proprio per tutelare se stesso.
Siccome, invece, in Italia viviamo una situazione anomala, e cioè al di fuori delle regole, chi può realizza in tempi molto rapidi, possibilmente in attesa del condono che verrà. E di condono in condono abbiamo riempito il territorio della penisola e delle isole di immobili che deturpano il paesaggio. Poi dobbiamo spendere milioni di euro per fare le urbanizzazioni, milioni di euro per ripristinare il paesaggio deturpato, milioni di euro per abbattere quei pochi immobili che possono essere abbattuti. Siccome sono sempre risorse pubbliche quelle che si utilizzano, e bisogna spenderle bene, e siccome ogni qualvolta piove, come ieri, si allagano interi quartieri della città (si è allagata anche, a cinquecento metri da qui, tutta la zona intorno alla Banca CIS), forse bisognerebbe intervenire in quella direzione, cioè in direzione della salvaguardia del territorio, che significa anche salvaguardia di coloro che ci vivono, del ripristino dei luoghi, di una migliore tutela delle zone che vanno salvaguardate perché sono un patrimonio che non sta nella nostra disponibilità e neanche in quella delle generazioni future, perché il patrimonio ambientale è patrimonio dell'umanità. Ebbene, forse bisognerebbe andare in questa direzione e non in direzione di uno snellimento delle procedure che aiuterà coloro che nel passato hanno agito male e, con molta probabilità, viste le ipotesi di condoni e superamento di regole e di leggi, male agiranno anche nel futuro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta in ordine all'articolo 3 dà una valutazione positiva, così come una valutazione positiva aveva dato in riferimento agli articoli 1 e 2. Siamo in presenza di una disposizione che di fatto non stravolge quello che è il quadro di riferimento. Stiamo parlando di modalità di esecuzione di opere, seguendo procedure diverse da quelle che ordinariamente eravamo abituati a seguire. C'è grande attenzione, quindi, in riferimento al rispetto delle disposizioni normative contenute vuoi negli strumenti urbanistici comunali vuoi negli atti di pianificazione approvati dall'amministrazione regionale. C'è anche una forte partecipazione delle amministrazioni locali nella verifica a posteriori delle azioni portate avanti dai privati.
Uno di questi elementi è peraltro comparso sulla stampa, in data odierna, ed è riferito al Comune di Santa Giusta, il quale durante le verifiche a posteriori ha rilevato che quota parte dell'area interessata da un edificio in costruzione era nella titolarità della stessa amministrazione comunale e durante il sopralluogo ha rilevato anche che in luogo della realizzazione di uffici il manufatto era stato organizzato al suo interno per accogliere invece unità di tipo residenziale. Quindi il Comune di Santa Giusta, giustamente, ha proceduto alla verifica a posteriori dell'azione del privato e là dove ha riscontrato delle incoerenze o comunque il mancato rispetto delle norme ne ha immediatamente informato l'autorità giudiziaria che ha proceduto per quanto di propria competenza.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 6 ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Esprimo parere contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere contrario.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, intervengo per dichiarazione di voto e chiedo da subito la votazione nominale. Sono le ore 18 e 21, abbiamo impiegato un'intera giornata per fare una norma di scarsissima utilità, per non dire di nessun rilievo, ancor meno per le attività economiche, perché non regolerà nulla. State tranquilli che non si faranno trasferimenti di proprietà senza concessione edilizia, sulla base della sola richiesta fatta da un impresario, che al limite non è neppure colui che vende. La norma retroattiva è un chiaro esempio di acrobazia normativa, a cui noi ci stiamo un pochino, diciamo così, allenando, ma dobbiamo fermarci nella scalata, Presidente, glielo chiedo per cortesia. Lei si era assunto un impegno, discutiamo su che fine deve fare questo Consiglio, se deve occuparsi di queste cose male o se deve fare le regole per organizzare al meglio l'attività sociale ed economica della nostra comunità, rendendola più libera e più consapevole, facendo in modo che sia meglio organizzata, più efficiente ed efficace rispetto agli obiettivi che essa stessa si pone, autonomamente e democraticamente.
Noi scriviamo un altro capitolo, onorevole Pittalis, non direi nero, però grigio scuro sì! Stiamo diventando sempre più grigi e sempre più oscuri e questo Consiglio regionale perde di richiamo, non è una guida per questa nostra comunità che attraversa periodi difficili, non ci stiamo dedicando alle cose che servono, ci stiamo dedicando alle cose che danneggiano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io voterò contro l'articolo 3, anche se, per fare una battuta, vorrei presentare un emendamento orale per riportare all'11 aprile 2008 l'applicazione della legge, ma questo non è possibile, come presumo non sia possibile il riferimento previsto all'articolo 2 della legge che vi accingete ad approvare.
Voglio fare una semplice e velocissima considerazione: la legge sullo Sportello unico per le attività produttive era stata pensata per creare una corsia preferenziale per gli interventi artigianali e industriali, perché si riteneva che queste pratiche dovessero avere, negli uffici comunali, una corsia preferenziale per essere approvate più velocemente rispetto ad altre pratiche. Adesso, qual è il principale risultato che otterremo con l'estensione della procedura SUAP all'edilizia residenziale? Il risultato è che le attività di carattere produttivo, che quindi hanno anche valenza occupazionale di un certo rilievo, entreranno in conflitto con le attività di edilizia residenziale, perché queste ultime vengono poste, da questa legge, sullo stesso piano delle attività produttive. Ci sembra un risultato assolutamente sbagliato, ci sembra che questo sia un prodotto legislativo che dà un'indicazione che va addirittura contro le disposizioni che avevamo inizialmente pensato per l'attività dei SUAP.
Sinceramente vorrei richiamare un'altra questione in due secondi, e cioè la trasversalità dell'approvazione di questa legge, che mi lascia qualche dubbio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Intervengo brevemente, Presidente, per dire che voterò convintamente a favore su questo articolo e su tutto il testo di legge. Credo che la discussione sia stata persino eccessiva rispetto all'importanza di ciò che questa norma comporta. Vorrei solo precisare, ripeto, lo faccio in piena coscienza, convinto di non fare da "compare di merende" a nessuno, che è vero che il SUAP, com'è stato detto, è nato per accelerare le procedure per le attività produttive, ma - continuo a chiedere - veramente pensate che chi realizza palazzine per uso residenziale non faccia economia? Veramente pensate che sia l'imprenditore edile che va in cantiere e in maniera abusiva e da solo mette su i mattoni, mette su i tubi, mette su gli impianti elettrici? Non pensate che sia anche lui un motore fondamentale della nostra economia? Certo guadagna l'imprenditore che realizza, ma guadagna anche l'operaio che lavora per lui, che ha un posto di lavoro; guadagna l'elettricista, guadagna l'idraulico, guadagna il falegname, guadagna tutto l'indotto che esiste attorno al mondo dell'edilizia. Voglio concludere con una battuta: sarebbe come se noi volessimo privare della possibilità dello sportello unico le tipografie solo perché esistono i falsari che stampano monete false.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dessì e Diana Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Caria - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 53
contrari 7
(Il Consiglio approva).
Passiamo alla votazione finale della legge.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ma l'abbiamo votato l'emendamento?
PRESIDENTE. Abbiamo votato l'articolo.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Bisogna vedere che non sia stato votato l'emendamento…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, le do tutte le spiegazioni se mi lascia parlare. Il nostro Regolamento prevede che quando a un articolo è presentato un solo emendamento soppressivo totale si mette in votazione direttamente il testo dell'articolo. E' lo stesso procedimento che abbiamo seguito per l'articolo 2, per cui abbiamo appena votato l'articolo 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo molto brevemente per dire che questo non è l'unico provvedimento di questa sessione. Io non so cosa farà il centrosinistra per gli altri provvedimenti, per ciascuno degli articoli che dobbiamo discutere, so solo che non consentirò, per la parte che ci riguarda, di assimilare questa formazione politica, queste formazioni politiche, questo Gruppo in modo automatico ad altre formazioni politiche. Non lo consentirò!
Io penso che la seduta di oggi non possa proseguire con la presenza della minoranza, perché non esistono posizioni concordate su nessun articolo, su nessun emendamento, su nessun provvedimento legislativo, su nessun esito di discussione di mozioni o di ordini del giorno. Penso, infatti, che tutto si debba concordare se viviamo in un sistema bipolare dove il reciproco rispetto, la considerazione tra le formazioni politiche alleate è anche guida dei comportamenti che si registrano rispetto ai temi che si discutono. E la discussione è la guida che ci vuole in tutto, anche nei provvedimenti che si esaminano all'interno di quest'Aula. Voterò contro questa legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere e Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, colleghi, io invece voterò a favore di questa legge, una legge che normalmente definiamo leggina, perché è articolata in tre articoli, ma penso che sia una legge importante. Io almeno ho firmato una delle proposte di legge che sono state unificate in questo testo con lo spirito di provare a dare delle risposte a prescindere da chi avrebbe votato questo provvedimento in Aula, i partiti del centrodestra o i partiti del centrosinistra. Questo perché il SUAP è nato qualche anno fa con l'intento di velocizzare i tempi di risposta della pubblica amministrazione per dare impulso a processi economici, per favorire lo sviluppo delle attività produttive. In questi due anni questo strumento ha trovato sempre più ampia e crescente applicazione in tutti i settori produttivi, compreso quello dell'edilizia residenziale, e ha dato risposte a forti attese del settore.
Tuttavia la sentenza del TAR, come avete ricordato - io non sono voluto intervenire pur avendo firmato, ripeto, una delle due proposte di legge che hanno dato origine a questo testo -, ha di fatto escluso il settore dell'edilizia residenziale dalle attività oggetto del SUAP. Questa sentenza rischia di frenare un intero settore edilizio e di allungare i tempi burocratici. Penso che con questo strumento intanto agiamo all'interno delle nostre prerogative, e quindi facciamo una norma federalista, perché discipliniamo questa materia all'interno delle prerogative della Regione Sardegna, diamo certezza dei tempi di avvio delle attività produttive, compresa quella edilizia, che è una vera e propria attività produttiva. Vorrei capire, infatti, che differenza c'è tra un impianto di produzione di piccoli beni di consumo e l'impianto di un cantiere per la realizzazione di appartamenti. Noi stiamo prevedendo l'applicazione della disciplina del SUAP anche per quest'ultima attività produttiva e stiamo dando risposte ai sentimenti della nostra gente, a quello che la gente ci chiede, senza perder tempo in acrobazie di palazzo e d'Aula. La nostra gente non capisce più queste acrobazie e ci sta chiedendo trasparenza, ci sta chiedendo equità, ci sta chiedendo di trattare alla stessa stregua i casi analoghi. Con questo provvedimento noi diamo, quindi, certezza dei tempi, perché i cittadini non vogliono più aspettare degli anni per avere delle risposte e non vogliono nemmeno disparità di trattamento, perché non è comprensibile che per determinate attività siano previsti quindici, venti, sessanta giorni dopodiché interviene il silenzio-assenso e per altre invece, come l'attività di edilizia residenziale, passino degli anni prima che siano date le autorizzazioni. Ecco, questo il popolo del centrosinistra non lo può più ammettere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.), relatore. Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole a questa legge, credo anche da parte di tutti i firmatari. Non so se oggi approviamo una legge piccola o grande, qualcuno la definisce una leggina, ma so che approviamo una legge utile, perché dà risposte, affronta un problema concreto legato alle tante pratiche che sono rimaste ferme, in seguito alla sentenza del TAR, e che possono creare attività di impresa, possono creare posti di lavoro.
Credo anche che approvare questa legge sia un atto coerente con quanto abbiamo fatto nella scorsa legislatura, nella quale abbiamo da un lato messo regole e dall'altro stabilito che, all'interno di quelle regole, bisognava dare gambe e forza all'attività d'impresa. Credo anche che sia una legge giusta, perché elimina una disparità, una disuguaglianza tra imprese che operano in un comune e imprese che operano in un altro comune. Anche se rispetto a questa legge sono emerse posizioni diverse all'interno del centrosinistra, credo queste posizioni diverse riflettano non un diverso modo di intendere un cammino, un percorso che ci vedrà alla guida, per esempio, di sei province sarde su otto, ma rifletta un atteggiamento che avevamo già assunto nella scorsa legislatura: c'era chi, nel 2008, non riteneva che lo strumento del SUAP dovesse essere applicato anche all'edilizia residenziale e non lo ritiene ancora oggi e c'era invece chi credeva che il SUAP fosse nato anche e soprattutto per l'edilizia residenziale e ci crede ancora oggi. Anche da questo punto di vista c'è un percorso che continua, che ci vede in qualche caso su posizioni diverse in questo dibattito, ma credo che questo non ci impedirà, ogni volta che parleremo dei problemi della Sardegna, di entrare nel merito degli stessi in maniera franca, per far sì che siano affrontati e risolti.
Credo che oggi possiamo essere soddisfatti del lavoro di quest'Aula e spero che ci saranno altre occasioni in cui riusciremo a superare le barricate e le casacche di parte in nome di un interesse più generale: l'interesse dei cittadini e delle imprese sarde.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, anch'io sono d'accordo sul fatto che oggi non stiamo approvando una leggina. Non è assolutamente una leggina, anzi questa legge si muove nel solco del processo di deregulation del settore dell'edilizia residenziale, che viene considerato, sbagliando - dico sbagliando - uno dei settori trainanti dell'economia della Sardegna. Come al solito si cerca di presentare una situazione assolutamente drammatica per giustificare degli strappi che altrimenti sarebbero difficilmente giustificabili.
Io ho fatto l'esperienza di sindaco di uno dei comuni della provincia di Cagliari e devo dire che tutti i sindaci, anche quelli presenti in quest'Aula, sanno che i comuni sono impegnati nell'organizzare gli uffici tecnici in modo da poter garantire tempi certi nell'approvazione delle concessioni edilizie. Non ci sono richieste di concessioni edilizie che rimangono ferme per anni, quindi non c'è l'assoluta sperequazione di cui si parla. Mi sembra, se posso utilizzare un esempio forse eccessivo, che si riproponga quello che si dice sulle intercettazioni telefoniche: "Sono intercettati 150 mila italiani", dichiarazione odierna del Presidente del Consiglio. Bene, saranno pure 150 mila, sembra una cifra enorme ma rapportata al totale della popolazione italiana è poco più del 2 per cento.
RASSU (P.d.L.). In America sono 4.000 su 450 milioni!
SALIS (I.d.V.). Se poi il Presidente del Consiglio chiama tutti questi 150 mila è colpa sua, mica degli altri!
Voglio dire che il problema dei ritardi è legato a un'organizzazione che va rafforzata, che non va messa nelle condizioni di fare intervenire il silenzio-assenso. Le amministrazioni, infatti, non diranno né sì né no, perché i SUAP saranno talmente ingolfati di richieste, dal momento che tutti chiederanno non la procedura ordinaria, ma la procedura SUAP, che gli uffici tecnici, non essendo in grado di dare risposte nei termini previsti, useranno il silenzio-assenso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questo provvedimento non convince e non convincono neanche alcune delle argomentazioni portate, in quanto non si capisce come l'attività edilizia residenziale, che ha inizio e fine in un lasso di tempo ben preciso, e che è finalizzata alla costruzione di un immobile ben definito in un progetto, possa essere equiparata a un'attività che produce beni. La differenza tra le due attività è che l'attività edilizia produce un manufatto che dopo la sua realizzazione non crea di per sé posti di lavoro - a meno che non si tratti di attività turistica o ricettiva, ma questo è stato escluso -, ma crea semplicemente qualche posto letto per coloro che vi andranno ad abitare, sempre che possa essere venduto, o meglio sempre che possa esserci qualche acquirente che abbia le possibilità economiche per acquistarlo. Sicuramente sono esclusi i giovani, sicuramente sono escluse le giovani coppie, sicuramente è esclusa la stragrande maggioranza della popolazione residente in Sardegna. Qualcuno che può acquistare c'è e acquisterà, ma dopo che sarà stato acquistato quell'immobile non produrrà posti di lavoro. La differenza con una fabbrica è che la fabbrica produce degli oggetti, li vende, poi ne produce degli altri. Insomma, la Fiat esiste da qualche annetto, produce automobili, le vende, ne produce delle altre e produce anche qualche posticino di lavoro, purtroppo a volte aiutata con soldi pubblici, perché da sola non ce la fa, però produce posti di lavoro. L'attività di realizzazione di un immobile non produce posti di lavoro per sempre; produce pochi posti di lavoro, anzi pochissimi, qualche volta in nero, molto spesso con qualche rischio per la vita e l'incolumità del lavoratore, ma non produce sicuramente posti di lavoro vita natural durante. Questa è la differenza ed è per questo che le attività produttive vengono definite in un certo modo e l'attività edilizia in altro modo. Per cui voler spacciare questa norma per una norma che aiuterà l'occupazione e quindi anche le attività produttive, che creeranno posti di lavoro e quant'altro, è un errore e questa argomentazione non ci convince.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo molto brevemente per preannunciare il voto favorevole del nostro Gruppo. Io credo che chi ha fatto l'amministratore, ma anche semplicemente gli utenti degli uffici tecnici dei comuni, sappiano quanto siano burocratizzate le procedure. Penso che oggi stiamo dando un segnale forte, ma non basta; non basta, perché se dovessimo applicare le procedure attualmente vigenti, cioè quelle delle commissioni edilizie che si riuniscono dopo dieci giorni, poi magari sospendono per fare dei sopralluoghi, è chiaro che la tempistica del SUAP non sarebbe compatibile con quelle procedure. Allora, chiedo che l'Assessore competente - in tutti i sensi, perché è un profondo conoscitore della materia - trovi una soluzione per far sì che il responsabile della tutela del paesaggio, inserito nelle commissioni edilizie, possa esprimere il proprio parere al di fuori delle commissioni stesse. Facciamo una leggina, diamo una direttiva, facciamo ciò che è necessario per fare in modo che il responsabile della tutela del paesaggio possa esprimere il proprio parere al dirigente, che valuta la conformità dei progetti, e finalmente si aboliscano le commissioni edilizie, che alla luce di questo provvedimento non hanno più senso, in quanto rallentano le procedure, corrono il rischio di far decorrere i termini e quindi di non dare una valutazione sui progetti.
E' necessario, ripeto, abolire le commissioni edilizie, che ormai sono solamente degli strumenti in mano ai sindaci e agli amministratori locali per sistemare qualche geometra, qualche muratore, qualche impresario, ma che non hanno più alcun senso quando il responsabile dell'ufficio tecnico è un dirigente, un ingegnere, un architetto. Ecco, semmai rafforziamo la funzione consulenziale della Regione nei confronti degli uffici tecnici dei comuni. Solo in questo senso potrà avere efficacia questa norma che giudico comunque estremamente positiva per la sburocratizzazione delle procedure nei comuni e nei relativi uffici tecnici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, nell'esame di questa norma si è delineata l'ipotesi che la notizia di domani possa essere che sono venuti meno alcuni rapporti politici. Sarebbe un racconto falso e persino inutile della nostra funzione. Credo, invece, che nell'approvare questa legge ci dobbiamo impegnare a dire che noi oggi abbiamo fatto un lavoro interessante, che presenta almeno alcuni punti di interesse. Abbiamo ribadito tutti la validità dello Sportello unico per le attività produttive; nessuno l'ha contestata. Abbiamo detto che il SUAP è uno strumento importante, abbiamo confermato, in pratica, una buona intuizione della scorsa legislatura e l'abbiamo fatto senza visioni corporative, ma cercando di guardare alla sostanza dei problemi. Abbiamo anche detto che tutti vogliamo proseguire nell'attività riformista con l'idea di inculcare sempre di più la cultura della responsabilità nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione.
Non mi pare, nel complesso, che questi messaggi possano essere scavalcati dall'idea, alla quale, secondo me, i cittadini sardi non sono assolutamente interessati, che magari le abitudini, le convention, i rapporti all'interno delle coalizioni non si sono potuti sviluppare secondo le attese. Ci dobbiamo abituare a questo se vogliamo far sì che il primato del nostro lavoro sia il merito dei problemi e non, come sempre, la visione autoreferenziale del nostro modo di essere nella politica. Ecco perché ci dobbiamo impegnare a far sì che il vero messaggio, la vera notizia domani sia che noi vogliamo continuare a portare avanti un istituto che ha estrema importanza nella vita economica della nostra regione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 160-163-172/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Ladu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mariani.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 61
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 55
contrari 6
(Il Consiglio approva).
I lavori si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10, con al primo punto all'ordine del giorno il disegno di legge numero 166/A della Giunta regionale, concernente: "Proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF".
La seduta è tolta alle ore 18 e 49.
Allegati seduta
CXIII Seduta
Mercoledì 16 giugno 2010
(POMERIDIANA)
Presidenza della Presidente LOMBARDO
Indi
del Vicepresidente CUCCA
Indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 33.
STERI, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di martedì 30 marzo 2010 (106), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Mario Floris, Renato Lai, Antonio Pitea, Renato Soru e Alessandra Zedda hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 16 giugno 2010.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
LOTTO - BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU: "Tutela, conservazione e valorizzazione dell'agrobiodiversità della Sardegna". (174)
(Pervenuta il 16 giugno 2010 e assegnata alla quinta Commissione.)
relative allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP)". (172)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del testo unificato numero 160-163-172/A.
Non essendo presente la Giunta e considerata la scarsa presenza di consiglieri in aula, sospendo la seduta per dieci minuti. Prego i Capigruppo di richiamare in aula i consiglieri. I lavori riprenderanno alle ore 16 e 45.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 34, viene ripresa alle ore 16 e 49.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, riprendiamo la seduta. E' stato già votato il titolo della legge.
Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati tre emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Articolo 1Definizione di impianti produttivi
1. Alla legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), sono apportate le modifiche previste dai commi seguenti.
2. La lettera c) del comma 17 dell'articolo 1, è sostituita dalla seguente:
"c) per impianti produttivi: gli insediamenti relativi a tutte le attività di produzione di beni e servizi, ivi incluse le attività agricole, commerciali e artigianali, le attività turistiche e alberghiere, ogni attività imprenditoriale di edilizia residenziale, i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari e i servizi di telecomunicazione.".
3. Al primo periodo del comma 26 dell'articolo 1, dopo le parole "funzionali alle attività economiche" sono aggiunte le seguenti "e produttive".
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
L'articolo 1 è soppresso. (1)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
Il comma 2 dell'articolo 1 è soppresso. (2)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 1
Il comma 3 dell'articolo 1 è soppresso. (3).)
PRESIDENTE. Non ci sono consiglieri iscritti a parlare.
Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In riferimento all'articolo 1 le valutazioni della Giunta sono positive.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, vedo che si è iscritto a parlare. Su che cosa intende intervenire?
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sono iscritto a parlare sull'articolo 1, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Uras, la discussione dell'articolo 1è già chiusa.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Va bene. Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Chi appoggia la richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Invito i consiglieri Segretari a prendere posto al banco della Presidenza. Grazie.
(Interruzione del consigliere Uras)
PRESIDENTE. Onorevole Uras, sta avendo una reazione esagerata. Siamo in attesa che arrivi un consigliere Segretario di minoranza. La Presidenza ha sempre pregato i Segretari di stare al loro posto. Non è un problema della Presidenza se quando si chiede la verifica del numero legale i Segretari non ci sono.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cucca, Diana Giampaolo e Uras sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 38 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cherchi - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Gallus - Greco - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
Per esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 1 ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Presidente, esprimo parere contrario su tutti e tre gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Anche la Giunta esprime parere contrario su tutti e tre gli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io voterò contro questa legge e voto ovviamente a favore di tutti gli emendamenti soppressivi degli articoli. Lo faccio, Presidente, perché questo è uno dei temi che dovremo affrontare quando discuteremo della riforma, perché noi non abbiamo il vantaggio…
Chiedo scusa, posso intervenire, per cortesia? Perché se no quando qualcun altro chiederà a sua volta di poter intervenire in questo Consiglio e chiederà di essere difeso non troverà nessuno che lo difenda!
Voto contro perché a differenza di quanto succede alla Camera dei deputati e al Senato noi non abbiamo una Commissione per gli affari costituzionali, non abbiamo un soggetto autorevole che ci impedisca di commettere errori, nonostante nelle norme regolamentari possa anche essere individuata una modalità attraverso la quale la nostra funzione legislativa sia possibile nel rispetto rigoroso delle norme di riferimento, che siano di provenienza comunitaria, che siano di provenienza costituzionale nazionale, che siano di provenienza legislativa ordinaria con funzioni di riforma economico-sociale e di riorganizzazione della macchina amministrativa dello Stato.
Noi oggi stiamo consumando un errore che non è politico, perché non si discute sull'utilità o non utilità dello Sportello unico per le attività produttive. Qua si sta discutendo se il prodotto, cioè la casa, la residenza possa essere considerata come la fabbrica. Il cantiere è la fabbrica della casa, la casa è il prodotto! E' un'aberrazione giuridica quella che stiamo facendo! Perché mi altero? Perché sulla base di un capriccio di qualcuno noi metteremo il cittadino e il funzionario regionale in condizione di dover rispondere delle cose, ed è un errore! Ecco perché l'articolo 1 va soppresso. Chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Ha dichiarato il suo voto, onorevole Uras, per cui non si può votare a scrutinio segreto.
Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo il voto segreto sull'articolo 1 e lo chiedo in anticipo perché così tutti sappiamo già che dobbiamo votare a scrutinio segreto e chissà che non succeda che ci liberiamo di una sorta di obbligo, di dovere di maggioranza, come si suol dire, o per qualcuno di dovere di partito. Badate la politica va male, lo dico anche all'onorevole Porcu, perché sulla pretesa di qualcuno, sulla pretesa di un partito che può essere controllato da qualcuno su una materia, oppure per non far dispiacere all'amico, per non creare un problema a un compagno che ci ha sostenuto in tante battaglie, quando ci sediamo in questo posto non abbiamo in mente la nostra comunità. Per esempio, quando capiterà che il funzionario pubblico farà una cosa illegittima, anzi una cosa illegale, non consapevolmente, interverrà il magistrato e gli dirà: "Guarda che tu con quella procedura che hai posto in essere, con ciò che hai firmato hai consentito a quella persona di costruire e di realizzare una cosa fuori dalle norme. Allora quel funzionario andrà per tribunali, andrà alla Corte dei conti, andrà dovunque sarà chiamato e passerà una vita infernale! E non ci sarà nessuno a proteggerlo, non ci sarà nessuno di quelli che sono seduti qua a risponderne. Noi ce ne siamo lavati le mani, come abbiamo fatto nel 2008, come abbiamo fatto con la circolare illegittima che è stata soppressa dal Tribunale amministrativo, come abbiamo fatto in tante altre circostanze che vanno tutte segnalate. Ecco perché a noi non credono più, proprio perché facciamo cose sbagliate e il prezzo delle cose sbagliate che facciamo lo paga il cittadino, lo paga l'operatore pubblico, lo paga chi non ne ha responsabilità. Ecco perché io non mollerò, ecco perché vi ossessionerò su queste questioni, fino a quando avrò fiato, perché è sbagliato politicamente, è sbagliato moralmente, è sbagliato anche rispetto agli effetti! Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento soppressivo parziale numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che la consigliera Barracciu e il consigliere Randazzo hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Sechi - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si è astenuta: la presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 6
contrari 51
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Non v'è dubbio che io voto a favore, come ho detto, anche di questo emendamento soppressivo, che utilizzo per richiamare tutti noi, perché deve rimanere agli atti, nel verbale, che il governissimo per l'edilizia residenziale che si è inaugurato questa sera in quest'Aula non fa salvo il cittadino. Se io fossi uno che si deve comprare la casa chiederei: "Scusa, la concessione edilizia è una concessione edilizia SUAP o è una concessione edilizia vera?". Informiamoci! Quando un cittadino decide di comprare una casa e di accendere a tal fine un mutuo, la banca e il notaio gli chiedono: "Dov'è la concessione edilizia?". E lui è costretto a rispondere: "Non ho la concessione edilizia, ho la ricevuta SUAP, che però non possiedo io materialmente, ce l'ha l'imprenditore". E allora gli verrà chiesto: "E l'imprenditore che ha costruito la casa è lo stesso che te la vende?". "No, chi l'ha costruita l'ha già venduta!", risponderà quel cittadino. E come finisce? Avete idea di come si fanno gli atti di trasferimento di una proprietà immobiliare? Avete idea di come si ottengono i mutui presso gli istituti di credito?
Volete sbagliare? Accomodatevi, siamo in ottanta, anzi in settanta o forse in sessanta, però abbiamo la genialità di questa norma così illuminante che passa come una ruspa - che voi non potete vedere - sopra il diritto, anche quello civile! Io ricordo che la Costituzione - anche quella modificata dal centrosinistra in senso federalista -, all'articolo 117 ci rammenta che tutta questa materia, guarda caso, è rimasta nella competenza esclusiva dello Stato; non è, cioè, una materia riconducibile né all'ambito della legislazione concorrente né a quello della legislazione di competenza delle Regioni. E l'articolo 117 dice che la giurisdizione e le norme processuali, l'ordinamento civile e penale e la giustizia amministrativa rientrano nell'ambito della competenza statale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, non vorrei rubare tempo alla discussione, però indubbiamente mi hanno colpito alcune frasi dell'onorevole Uras. Sembra quasi che noi siamo complici di chissà quale complotto e gli esempi da lui addotti lasciano addirittura interdetti! Io apprezzo moltissimo gli interventi dell'onorevole Uras, che ho avuto modo di conoscere in questo primo anno e più di legislatura. Onorevole Uras, ma lei pensa davvero che ci sia qualcosa di diverso tra il comprare un appartamento che è stato realizzato usufruendo della procedura dello sportello unico e comprare un capannone industriale, che comunque passa attraverso la procedura dello sportello unico? Credo davvero che occorrano norme di trasparenza, perché lo sportello unico è nato - io facevo riferimento, nella scorsa seduta, alla mia esperienza di sindaco dal 2000 al 2005 - certamente non per l'edilizia residenziale, ma per le attività produttive, per responsabilizzare gli enti locali.
Non so se mi basterà il tempo, ma voglio raccontare un aneddoto che raccontavano a me quando stavo a Napoli. Un giorno Re Ferdinando, passando per via Toledo, venne salutato calorosamente da uno straccione, a cui chiese: "Ma tu cosa fai?". "Vede, Sua Maestà, io sono il responsabile delle licenze del regno." "Perché sei ridotto così male?", chiese il re. "Perché guadagno poco", rispose lo straccione. "Perché, quanto tempo impieghi per dare una licenza?" "Maestà, una settimana, due settimane…" Il re lo guardò e disse: "Troppo poco!". Trascorse qualche anno e Re Ferdinando, nel passare di nuovo in via Toledo, vide un uomo splendidamente vestito e riccamente ornato di gioielli, che riconobbe come il suo vecchio dipendente per le licenze. Gli chiese: "Ma tu non sei quello che rilascia le licenze?". "Sì", rispose l'uomo. "Perché sei diventato così?" "Ho dato ascolto alle sue parole e la mia vita è cambiata." "E quanto tempo impieghi ora per dare le licenze?" "Eh, Maestà, chi lo sa? Due mesi, due anni, dipende." Il re allora gli disse: "Adesso è troppo, vai in galera!".
Questo per dire che non è pensabile che ci sia un'amministrazione deresponsabilizzata e che siano dilatati quanto si vuole, a discrezione dei funzionari o dei dirigenti, i tempi per autorizzare sia l'attività imprenditoriale sia l'attività edilizia. Credo che questa dovrebbe essere una maniera per noi non per sentirci giustificati, ma per sentirci nel giusto quando diciamo che anche l'attività edilizia deve essere responsabilità dei comuni. Sessanta giorni sono più che sufficienti per verificare una coerenza urbanistica da parte di qualsiasi comune, si tratti di Cagliari, di Lodè o di qualsiasi altro piccolo comune.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, in premessa vorrei fare una valutazione di carattere politico, perché penso che in una tornata consiliare in cui è obbligatoria una riflessione anche su un altro provvedimento, quello sul piano casa, approvato in fretta e furia, alla garibaldina o alla bersagliera se volete, per dare respiro all'edilizia, per alleviare gli effetti della crisi, e che ha fatto la fine che tutti conosciamo, forzare la mano su un provvedimento di questo genere, sapendo che ci sono delle differenze di valutazione, non dico tra maggioranza e opposizione, ma all'interno della stessa opposizione, mi sembra un atteggiamento - scusate il termine non proprio consiliare - da peracottari.
Quello in esame è un provvedimento che va valutato attentamente - e io non mi voglio sottrarre a questo - perché pone dei dubbi addirittura di legittimità costituzionale nel semplificare oltremodo le procedure per il rilascio delle autorizzazioni edilizie. Si dice che il cittadino ha bisogno di una risposta pronta e veloce, sono assolutamente d'accordo, ma questo provvedimento, legato ad altre situazioni che i comuni stanno vivendo, farà sì che la risposta i cittadini non l'abbiano, perché i comuni non saranno in grado di darla e sarà sicuramente utilizzato "a manetta" - è un termine giovanilistico - il silenzio-assenso.
PITTALIS (P.d.L.). E' un termine da peracottari!
SALIS (I.d.V.). Da peracottari, sì, è vero, ha ragione. Non è un atteggiamento che assumete solo voi, e poi perdete il ballottaggio, qualche volta lo assumiamo anche noi.
Volevo dire che da questo punto di vista abbiamo chiesto una riflessione su questo provvedimento. Si vuole andare avanti per forza, si vada avanti per forza, il problema è che se capita un altro ricorso, come quello che ha portato alla citata sentenza del TAR, il TAR rileverà gli stessi vizi. Io ho un'alta percentuale di convinzione che qualsiasi tribunale amministrativo, e il TAR della Sardegna visto che ha già deliberato…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Metto in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato i parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Cucca - Mariani - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 9
contrari 51
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 59
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 47
contrari 12
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale sono stati presentati due emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti:
Articolo 2Ambito di applicazione
1. La disposizione di cui all'articolo 1 trova applicazione anche per le dichiarazioni uniche autocertificative (DUAAP) presentate dopo la pubblicazione della deliberazione della Giunta regionale dell'11 aprile 2008, n. 22/01, recante la circolare applicativa della legge regionale n. 3 del 2008 avente ad oggetto "art. 1, commi 16-32 - Sportello unico per le attività produttive: semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative relative alle attività produttive di beni e servizi".
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 2
L'articolo 2 è soppresso. (4)
Emendamento soppressivo parziale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 2
Il comma 1 dell'articolo 2 è soppresso. (5).)
PRESIDENTE. L'emendamento numero 5 è stato ritirato.
E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nella discussione dell'articolo 2 che devono iscriversi a parlare entro la fine dell'intervento dell'onorevole Uras.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Allora, fino a quando c'è fiato cerchiamo di spiegare. Vede, onorevole Campus, l'osservazione che lei fa non coglie un particolare di cui si è molto discusso anche stamattina, e cioè che noi non interveniamo nell'ambito della nostra competenza in materia edilizia, ma interveniamo in un quadro normativo che è quello della legge delega numero 59 del 1997, che stabilisce esattamente qual è l'ambito di applicazione di questo provvedimento, e del conseguente decreto legislativo. Tanto è così che nel 2008 l'edilizia residenziale non è nella norma; tanto è così che il Tribunale amministrativo regionale, non ritenendola esplicativa, ma modificativa della norma regionale, sopprime la circolare e lascia il cittadino privo di copertura; copertura che questa norma che noi oggi approveremo non gli garantirà. Tanto è così che il giudice ordinario, il procuratore della Repubblica, interviene nelle situazioni che si realizzano illegittimamente in forza di questa disposizione amministrativa, della circolare attuativa, contenente l'indirizzo interpretativo e applicativo; situazioni che questa norma non sanerà. Ma è forse una lotta di principio di natura ideologica tra chi vuole e chi non vuole lo Sportello unico per le attività produttive, che nell'ordinamento nazionale e in tutti gli ordinamenti regionali opera senza la confusione che siamo riusciti a realizzare noi? In Emilia-Romagna ci sono gli sportelli unici per le attività produttive, ci sono anche in Lombardia, e ci sono amministrazioni locali e anche regionali che operano con celerità e con capacità. E le dirò, collega Campus, che in Lombardia, per non parlare dell'Emilia-Romagna, gli sportelli unici operano con capacità, professionalità, senso dell'istituzione, rispetto della legge. Siamo noi che non ci riusciamo, noi abbiamo bisogno delle forzature, noi non possiamo stare dentro il seminato delle norme, ci dobbiamo inventare le scorciatoie. E siccome siamo più intelligenti degli altri, mentre in tutte le altre parti d'Italia gli sportelli unici per le attività produttive sono in piena efficienza, dopo dodici anni noi li dobbiamo ancora realizzare così come devono essere realizzati, cioè per fare insediamenti di attività economiche produttive. La casa è il prodotto, è il motore, non l'opificio. Le concessioni autorizzative in materia edilizia sono destinate all'impianto, non al prodotto dell'impianto!
Questa è una cosa ovvia e non basta che noi scriviamo di prepotenza una cosa in una norma per garantire un istituto di credito che deve concedere un mutuo; non basta che sia scritto in una norma regionale per liberare il notaio dalla responsabilità quando compie l'atto di trasferimento della proprietà. Basterebbe se la casa fosse un impianto produttivo. Perché? Perché è previsto dalla legge dello Stato. Ma la legge dello Stato non prevede questo, prevede il contrario di quello che stiamo facendo!
Allora perché dobbiamo complicare la vita della nostra comunità, dei nostri cittadini, degli operatori economici? Qual è il vantaggio? Come ne esce questa classe politica che è responsabile? Come una classe di incompetenti! Incompetenti! Collega Campus, vuole che le faccia la lista delle leggi su cui io sono intervenuto per dire che non si sarebbero applicate? Quante volte mi sollevo da qui e dico: badate, lì c'è un limite stiamo attenti. Non se ne vuole tener conto. E' un capriccio?
Io non so quale strada qualcuno voglia percorrere. Forse si vuole percorrere la strada isolata, cioè quella della divisione. Forse politicamente gli schieramenti non reggono perché c'è chi li vuole dividere comunque, anche sulle cose ovvie, sulle cose su cui non si dovrebbe neppure discutere. Forse esiste questo, ma noi non facciamo strada a nessuno, non la faccio certamente io che pure mi sfianco per rappresentare delle ragioni.
Guardate, questa norma non incide minimamente sui poteri economici, è ridicola e non ha alcuna influenza sulle cose. Gli imprenditori edili, diciamo, robusti, quelli attrezzati, non prendono le scorciatoie, hanno i loro commercialisti, i loro studi legali, sono persone che sanno operare sul mercato e non vanno a invischiarsi con la normetta regionale che non ha una funzione. Capiterà al disgraziato, al piccolo imprenditore di paese di cadere nella trappola, al grande imprenditore no. Non riguarderà le banche, non riguarderà gli studi notarili, riguarderà semmai qualche funzionario dell'ufficio tecnico comunale che si porta a casa 1.300 euro al mese e che sarà chiamato a rispondere delle sciocchezze che è stato costretto a fare per via di disposizioni confuse. Riguarda questo e questa è la classe politica per la quale la gente non va a votare. E perché ci dovrebbe votare? Ma qual è l'utilità che ne trae? Volete che vi faccia la lista delle leggi che abbiamo approvato? Volete che vi dica come le abbiamo fatte bene, com'erano scritte quando sono uscite dalla Commissione e come le abbiamo corrette in quest'Aula, in questa legislatura e anche in quella passata? E siccome sono un vecchio funzionario della pubblica amministrazione regionale se volete vi cito anche altre leggi approvate in altre legislature. Siamo pieni di norme che non si capisce che cosa ci stiano a fare!
Ogni tanto qualcuno di noi si alza ed esorta tutti a porsi il problema, a fare una riflessione. Ogni tanto l'onorevole Maninchedda ci ricorda di quando è rimasto solo. Io ci sono abituato, caro Paolo, insieme ai miei compagni che sostengono una tesi, badate, su cui non c'è guadagno politico elettorale. Noi non ci guadagniamo niente! Non c'è guadagno nell'osteggiare qualcosa che riteniamo assolutamente inaccettabile sul piano del principio, perché le procedure SUAP noi le accettiamo, alcune non le condividiamo, sono molto spinte sul silenzio-assenso, ma le accettiamo. Il SUAP non è in discussione, non è in discussione l'accelerazione delle procedure per la realizzazione degli impianti e delle strutture delle attività economiche, ma c'è una preoccupazione che riguarda il cittadino, la comunità, gli operatori. C'è una preoccupazione che riguarda l'incertezza del diritto, non la certezza del diritto e c'è una preoccupazione che riguarda lo svolgimento della nostra funzione legislativa.
Non è un fatto politico, è un fatto normativo. Se un giudice persegue un cittadino che ha fatto una palazzina e che ritiene di essere in regola perché possiede la certificazione SUAP, rilasciata sulla base della circolare della Giunta, io suggerisco a quel cittadino di citare in giudizio il funzionario dell'amministrazione che gli ha rilasciato la certificazione, perché il comma 29 dell'articolo 1 della legge numero 3 del 2008 gli dà la possibilità di ricevere un bell'indennizzo forfetario! Ovviamente la Corte dei conti dovrà esserne subito informata dall'amministrazione e avrà il dovere di perseguire il funzionario che ha causato il danno all'amministrazione, perché il cittadino in questione avendo il certificato del SUAP, che non vale a salvarlo dal reato penale, può farsi risarcire i soldi che gli serviranno per pagarsi l'avvocato. Ce ne vogliamo preoccupare di questa cosa?
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.), relatore. Intervengo molto brevemente, Presidente. L'articolo 2 completa la legge perché chiarisce che anche a tutte le dichiarazioni autocertificative presentate dopo l'11 aprile 2008 - ricordo ai colleghi che la legge istitutiva del SUAP è del marzo 2008 - si applicano le disposizioni previste dalla legge che stiamo discutendo oggi. E il fatto che le date di approvazione della circolare e della legge siano così ravvicinate ci aiuta a ribadire - questo lo voglio dire con forza in particolare al collega Salis - che quando istituimmo il SUAP noi avevamo in mente che questo strumento dovesse principalmente rivolgersi all'attività di edilizia residenziale, Non c'è mai stato alcun dubbio su questo, tant'è che proprio quella legge, per le dichiarazioni fatte, per come fu presentata, suscitò un'attesa, e cioè che si ponesse fine a una grave diseguaglianza, al fatto che un'impresa operante sullo stesso territorio regionale, a seconda dello sportello comunale che si trovava di fronte, dovesse aspettare due mesi oppure due anni per avere una risposta.
Oltre a porre fine a questa diseguaglianza, era molto chiaro ai legislatori di allora - alcuni di noi erano componenti del Consiglio anche nel 2008 - che proprio per il fatto di aver posto delle norme rigorose attraverso il Piano paesaggistico regionale, a cui i piani urbanistici sono chiamati ad adeguarsi, di aver bloccato il cemento nelle coste e nell'agro, di aver impedito che le città si espandessero a macchia d'olio anche là dove non c'era fabbisogno abitativo, si doveva come controcanto, come riequilibrio, consentire almeno di poter costruire, recuperare, ristrutturare, riconvertire in tempi certi, senza fare discriminazioni tra attività economica e attività economica o tra un'impresa che presenta una domanda in un ufficio del comune di Sinnai e un'impresa che la presenta in un ufficio del comune di Porto Torres. L'obiettivo di questa legge era far sì che tutti i cittadini e le imprese fossero uguali di fronte alla pubblica amministrazione, per cui fa specie vedere colleghi autorevoli, con i quali ho condiviso tante battaglie, diventare paladini della diseguaglianza, paladini della discriminazione, paladini del fatto che un'impresa non deve essere uguale a un'altra per lo sportello pubblico a cui presenta la domanda. Questa è una legge per l'uguaglianza, questa è una legge per la certezza del diritto, questa è una legge che orgogliosamente il centrosinistra, ovvero la maggioranza di allora e la minoranza di oggi, ha voluto perché in una cornice di regole certe, come abbiamo dichiarato già allora, noi vogliamo fidarci dei cittadini e delle imprese. Regole, regole certe, "sì" e "no" chiari, ma fiducia nelle imprese.
Ricordo anche, colleghi, che noi non stiamo dando il via libera a nessuna possibilità di abuso, perché, come ha ricordato il collega Gian Valerio Sanna, anche dopo il rilascio del certificato di collaudo, resta fermo, senza alcuna deroga, il potere degli uffici competenti delle amministrazioni locali di verificare la conformità di ciò che è stato realizzato alle normative vigenti. E là dove si dovessero ravvisare falsità autocertificative presentate nel corso del procedimento unico gli atti sono trasmessi obbligatoriamente dalle amministrazioni alla Procura della Repubblica, con obbligo di ripristino dei luoghi da parte dei soggetti che avessero compiuto abusi. Non c'è nessun via libera, c'è invece l'obbligo di ripristino con spese a carico dell'impresa qualora i lavori siano stati avviati illegittimamente, cioè in maniera non conforme agli strumenti attuativi comunali.
Io capisco che ognuno di noi debba sventolare bandiere, ma risulta molto difficile a chi come me ha combattuto in quest'Aula, non soltanto in questa legislatura, ma anche nella precedente, la battaglia della salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio, della qualità urbana, ascoltare oggi colleghi che dimenticano che proprio la necessità della certezza del diritto ci consente di stabilire regole più stringenti, perché nel momento in cui io riconosco alle imprese il diritto di avere risposte certe e uguali, a Sinnai come a Porto Torres, sono in condizioni di decidere regole più stringenti, di dire dei "sì" e dei "no". Ma nel momento in cui lascio che la pubblica amministrazione, in maniera farraginosa, a volte pretestuosa - il collega Campus ci ha raccontato un aneddoto al riguardo -, a volte anche con dolo e compiacimento, possa vessare l'impresa avrò molte difficoltà a fissare delle regole. Sarò tentato di stabilire regole lasche, sarò tentato dal laissez-faire, per compensare con la carenza legislativa il fatto che le amministrazioni pubbliche non funzionano. E mi dispiace che questo non lo capiscano colleghi che con me hanno condiviso le battaglie per l'ambiente, per lo sviluppo sostenibile, e che oggi diventano paladini della discriminazione, paladini della disuguaglianza, paladini dei favoritismi, paladini delle vessazioni negli uffici tecnici comunali.
Io credo, colleghi, che noi dobbiamo imparare ad avere un sussulto di orgoglio e a distinguere le battaglie che sono capite da quelle che non sono capite al di fuori di quest'Aula. E non è che sventolando le bandiere in maniera più forte o urlando più forte riusciamo a farci capire meglio, a volte facciamo solo più rumore. Se avessimo approvato questa legge in poche battute stamattina avremmo fatto meno rumore, ma ci saremmo fatti capire meglio da chi ci guarda fuori di quest'Aula. Quindi non c'è in questa norma nessuna illegittimità. Tra l'altro mi fa specie che in un'Aula dove ci ammantiamo spesso di autonomismo e rivendichiamo maggiori poteri dallo Stato, oggi noi ci pieghiamo a una legge quadro nazionale che ha istituito il SUAP, ma che non ci impedisce, nell'ambito delle prerogative che questa Regione ha e che il nostro Statuto le assegna in materia urbanistica e di ordinamento degli enti locali, di essere innovativi, di essere anche più avanti della legislazione nazionale. Io sono orgoglioso se sono più avanti, sono orgoglioso se quest'Aula riesce ad affrontare un problema dando risposte, stabilendo regole, dicendo dei "no" dove non si può costruire, ma dicendo dei "sì" dove quei "sì" vanno detti.
Invito ancora i colleghi, che certamente sono mossi da passione civile e da idealità, a mettere al servizio quella passione civile e quelle idealità per delle battaglie più giuste e meritevoli di questa e a riflettere con la pacatezza necessaria su questa norma, che non fa nient'altro che ribadire quello che la maggioranza di allora, oggi minoranza, ha fatto proprio per avere più strumenti per salvaguardare il nostro ambiente e la qualità urbanistica delle nostre città e dei nostri paesi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Morì). L'autonomia la chiediamo con forza e la rivendichiamo sempre, ma non utilizziamola furbescamente, perché in ogni caso il rispetto delle norme sovraordinate non dipende dalla nostra interpretazione, dal nostro desiderio di emanciparci e di metterci in una posizione, come dire, d'avanguardia rispetto ad aspetti che comunque devono essere tenuti presenti. Devo dire, purtroppo, che a volte l'autonomia dei sardi l'hanno difesa più norme nazionali che non norme deliberate all'interno di questo Consiglio regionale. Credo che più di una volta abbiamo fatto richiamo a questo aspetto tutti, a seconda dell'opportunità e del momento. Non prendiamoci in giro, dunque, e non sosteniamo tesi che a volte sono valutate in modo diverso o esattamente contrario.
Io credo che tutto il problema ruoti intorno a un aspetto che ho richiamato questa mattina, e cioè quello di capire perché non è possibile rilasciare entro sessanta giorni una regolare concessione edilizia, almeno nella gran parte dei casi, e ci vogliono invece due anni. Chicco, io comprendo come te, io che ho fatto per ventisette anni l'amministratore pubblico in un comune, dovel'attività più frenetica era svolta dal settore dell'edilizia, so bene come funzionano le cose, so bene come possono essere introdotti meccanismi che rallentano l'iter delle pratiche e so bene come, anche in barba ai regolamenti, le procedure possono essere scavalcate. Per esempio mi meraviglia che ancora oggi - e devo dire che questi aspetti a volte li accenniamo, li sfioriamo, ma poi non entriamo nel merito - negli uffici tecnici le pratiche non vengano liquidate attraverso quello che è il meccanismo più trasparente, più democratico, ossia il protocollo di ingresso. Stranamente vengono portate all'attenzione dell'istruttoria pratiche presentate tre giorni prima, mentre altre segnano il passo chissà per quale ragione. Poi, sai qual è un altro aspetto preoccupante? Stranamente, a volte basta cambiare il tecnico e il professionista perché una stessa pratica abbia un'accelerazione improvvisa!
Allora, siccome non sto rivelando nessun segreto, non sto facendo nessuna clamorosa rivelazione, perché tutti conosciamo questi aspetti, probabilmente dovremo entrare nel merito di questi aspetti per capire in che modo possiamo ricondurre le cose dentro un binario di legalità e correttezza. Dobbiamo liberare qualsiasi cittadino sardo dall'obbligo di seguire percorsi obbligati per vedere soddisfatte le proprie esigenze, le proprie istanze.
Queste sono cose che preoccupano, però in quest'Aula non ho sentito nessuno sollevare il problema per verificare se, anziché ricorrere al SUAP e al silenzio-assenso, sia possibile introdurre meccanismi che impongano alle amministrazioni pubbliche di dare risposte entro sessanta giorni, perché sappiamo anche che a volte i sessanta giorni sono stati lasciati trascorrere proprio per arrivare al sessantunesimo e consentire quello che probabilmente non si aveva, come dire, il coraggio e la responsabilità di liquidare. A quel punto di chi è la colpa, di chi è la responsabilità? Di nessuno? Abbiamo visto uffici tecnici istruire pratiche entro tempi previsti dal buon senso, dalla correttezza e dalla norma, cioè entro sessanta giorni. Improvvisamente, per effetto di un cavillo o di un ricorso, quegli stessi uffici non erano in grado di riprendere una pratica istruita entro quei termini e facevano decorrere i sessanta giorni per poi procedere con il silenzio-assenso.
Queste sono cose che noi tutti sappiamo, perché tutti abbiamo contatti con le realtà locali e sappiamo come funzionano le cose. Allora, noi insistiamo perché la materia dell'edilizia in questa terra è una materia particolare, è sempre stata considerata diversa dalle altre materie, almeno negli ultimi trent'anni, da quando la Sardegna, che un tempo era terra di emarginazione, di penalità, di sofferenza, di pena, ha cominciato a diventare invece un luogo appetibile di attrazione e di svago e tutti hanno iniziato a mettere gli occhi sulle bellezze del nostro paesaggio, del nostro territorio e in particolare delle nostre coste. Da lì nasce il problema dell'edilizia, il problema dell'eccessivo consumo del nostro territorio, dell'eccessivo carico antropico ed edificatorio sulle nostre zone più pregiate, e credo che le conseguenze siano lampanti. La responsabilità di tutto questo non è degli imprenditori, badate, che riescono abilmente a inserirsi laddove vengono loro lasciate le maglie libere, dalle quali è più facile svincolarsi. La responsabilità è della politica, che dimostra di non essere in grado di fare leggi comprensibili e applicabili a tutti, con correttezza e puntualità, e trova la via d'uscita alla propria incapacità col ricorso al SUAP e all'introduzione del tacito assenso.
Questo è quello che in buona sostanza emerge da un atteggiamento con il quale, probabilmente, si è sbagliato nel momento in cui si è partiti. C'è stata una posizione di scontro su una vicenda che a noi continua a non apparire chiara, che anzi vediamo come un concreto pericolo per le cose che andremo a liberalizzare, e le conseguenze le pagheremo tutti, perché alla fine i primi a pagarne le spese saranno i cittadini sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. In ordine all'articolo 2, che ha come titolo "Ambito di applicazione", la Giunta valuta positivamente il testo, così come esitato dalla Commissione, nella considerazione che lo stesso, di fatto, supera tutti gli elementi di criticità che si erano venuti a creare per un difetto di puntuale esplicitazione nella norma regionale delle tipologie di intervento riconducibili alla fattispecie delle attività produttive in riferimento al settore dell'edilizia residenziale. La valutazione da parte della Giunta è, ripeto, positiva.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Esprimo parere contrario su entrambi gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Anche la Giunta esprime parere contrario sui due emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un solo emendamento soppressivo totale, si mette direttamente in votazione il mantenimento del testo, per cui si vota l'articolo 2.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, l'articolo 2, che riguarda le dichiarazioni uniche autocertificative presentate dopo la pubblicazione della deliberazione della Giunta, contiene una norma che legandosi alle altre norme suscita in noi le medesime preoccupazioni e perplessità. Io temo, anche dopo aver sentito l'intervento dell'onorevole Porcu, che non si sia capita la ratio delle nostre osservazioni. Noi non stiamo né urlando, né alzando la voce, né sventolando bandiere. Non vogliamo rimangiarci assolutamente nulla, l'abbiamo già detto, fra l'altro, nella discussione generale. Siamo assolutamente disponibili a continuare ad affermare che le disposizioni sul SUAP sono belle, sono ottime, anzi siamo disponibili a dire che possono essere assolutamente migliorate, se ci riusciamo. Quello che non comprendiamo - e non riusciamo a capire perché non si voglia ascoltare questa nostra sollecitazione - è perché bisogna estendere la disciplina del SUAP all'edilizia residenziale pubblica. Forse il collega Porcu non c'era quando, intervenendo nella discussione generale, ho detto che nel momento in cui abbiamo discusso del SUAP - andiamo a vedere i resoconti di tutti gli interventi, e sono stati tanti - nessuno ha usato l'espressione "edilizia residenziale", perché tutti ci siamo impegnati in una discussione importante in cui parlavamo di creazione di posti di lavoro, di industrie manifatturiere, di attività produttive legate al lavoro, non all'abitazione. Probabilmente se in quel determinato momento politico si fosse inserita questa discussione con chiarezza, il centrosinistra nella scorsa legislatura l'avrebbe cassata questa possibilità. E io questo lo dico perché allora la sensibilità dimostrata sulla tutela del territorio era altissima, ma purtroppo sta scemando in questo periodo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento soppressivo dell'articolo 2 e per chiedere all'onorevole Porcu se viviamo nello stesso Paese. Cioè per l'onorevole Porcu, così come per altri colleghi, il problema di questo Paese è che non si può costruire ed è difficile poter realizzare immobili. Poi, però, andando a vedere che cosa accade in questa regione e nel resto del Paese, scopriamo che si è costruito ovunque, persino sulle dune di sabbia! E scopriamo anche che tanto è facile costruire fuori dalle regole, ma anche all'interno delle regole, presentando o non presentando la documentazione necessaria, che l'Unione Europea ci dice che abbiamo costruito troppo, che siamo il Paese che ha costruito di più in Europa e che abbiamo un problema proprio perché abbiamo costruito troppo rispetto a quanto avremmo potuto costruire, anche rispetto al numero delle persone necessario per occupare le abitazioni costruite.
Quindi il problema di questo nostro Paese sarebbe la difficoltà di avere le autorizzazioni per poter realizzare immobili! Solo che nel frattempo, mentre noi discutiamo su come accelerare le procedure, si stanno eliminando le regole. Stamattina era in corso una bella discussione su come eliminare il PPR e tutte le relative regole, per cui è sufficiente eliminare direttamente il SUAP, perché se non ci sono regole non si capisce che cosa debba analizzare e sintetizzare lo sportello unico e in quale modo debba essere aiutato un imprenditore, visto che sta saltando tutto il sistema delle regole sulle costruzioni edili. Poi, però, sempre stamattina, a Roma, c'era un altro convegno molto interessante, cioè il Forum nazionale sul dissesto idrogeologico. Uno degli esempi che sono stati portati è proprio quello della Sardegna. Nell'intervento sull'articolo 3 vi dirò che cosa è emerso dal convegno tenutosi a Roma sul dissesto idrogeologico nel nostro Paese e in particolar modo sul caso della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io non ce la faccio proprio, Presidente, a votare un articolo come questo e non lo voterò perché non voglio neppure che appaia, nel risultato della votazione, il mio pensiero contrario rispetto a questa norma.
Noi abbiamo una situazione di questo tipo: nel 2008 approviamo una norma che non consente la presentazione, attraverso il SUAP, di autocertificazioni per ottenere l'assenso a costruire in assenza di concessione edilizia. Poco dopo la Giunta fa una circolare esplicativa di una norma che non contiene quell'assenso, che non contiene quella possibilità. Interviene il Tribunale amministrativo regionale e annulla quel provvedimento. Noi veniamo qua e che cosa facciamo, onorevole Vargiu? Mi rivolgo a lei perché come liberale ha cultura di certezza del diritto. Annulliamo gli effetti di una sentenza del TAR, non regoliamo per il futuro la materia, ma diamo alla norma regionale potere retroattivo, che non può avere, per le realizzazioni già consumate in violazione della legge. Io non voglio essere complice di un reato! Siccome ho la vaga impressione, e voglio che rimanga agli atti di questo Consiglio, che questa norma abbia contenuti che, consapevoli come siamo di quello che stiamo facendo, prefigurano un comportamento non lecito, io non parteciperò al voto. Noi non possiamo fare norme di questo tipo! Non possiamo fare norme che hanno valore retroattivo, che cancellano gli effetti di una sentenza, che impediscono lo svolgimento di funzioni di amministrazione della giustizia come quelle che ho citato stamattina. Non lo possiamo fare perché anche noi dobbiamo rispettare la Costituzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RASSU (P.d.L.). Presidente, intervengo perché il collega Uras, nella sua foga oratoria, che sinceramente ammiro, ha detto che si sta perpetrando in quest'Aula praticamente la stesura di un atto illecito.
Io stamani, nel mio intervento in discussione generale, intervento principalmente tecnico, ho detto che condivido in parte le perplessità e le preoccupazioni del collega Uras, che in quel momento non era in aula, ma ho ribadito ciò che il decreto legge del 25 giugno 2008, numero 112, dice in riferimento allo Sportello unico per le attività produttive. Tale decreto, recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" e convertito nella legge 6 agosto 2008, numero 133, chiarisce che "lo sportello unico costituisce l'unico punto di accesso per il richiedente in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attività produttiva e fornisce, altresì, una risposta unica e tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni comunque coinvolte nel procedimento". Anche tale normativa non limita - ho detto stamattina - a uno specifico bene il concetto di attività produttiva, per l'esercizio della quale si concentra il contatto del cittadino con la pubblica amministrazione nello sportello unico, nato per sfoltire la burocrazia medioevale vincolante e ingessante che caratterizza le nostre amministrazioni comunali, provinciali, regionali e statali. Ci sono le autorità comunali, giudiziarie e di sorveglianza preposte ad impedire qualsiasi cosa possa essere fatta contro legge.
Il problema è questo: si vuole evitare la burocrazia? La si eviti. Si vuole parlare di modernità delle concessioni? Se ne parli oppure restiamo al Medioevo, come ho detto stamattina, in mano a dei burocrati, a degli impiegati che fanno tutto fuorché rispettare il diritto-dovere del cittadino di ottenere una concessione in tempi congrui e di non dover aspettare anche un anno e mezzo che l'Assessorato dell'ambiente dia l'autorizzazione, per esempio, a realizzare una stanza da bagno nei centri storici! Qui sta il problema!
PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e del relativo emendamento:
Art. 3
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
Emendamento soppressivo totale Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Articolo 3
L'articolo 3 è soppresso. (6).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo parlando di un articolo che riguarda l'applicazione di questa norma, alla vigilia del prossimo atto, quello di approvazione della norma stessa. Questa norma sarà pubblicata e la leggeranno i cittadini, la leggeranno gli operatori della pubblica amministrazione, la leggeranno i cultori del diritto, la leggeranno gli operatori della giustizia, la leggeranno anche i nostri elettori, i nostri, quelli che a fatica si avvicinano alle urne per votare o lo schieramento di centrodestra o lo schieramento di centrosinistra. Badate, mi rivolgo soprattutto a questa parte dell'Aula, in questi mesi e in questi anni i nostri segretari politici, i nostri esponenti più in vista, i nostri leader ci hanno insegnato che il rispetto delle regole, anche in queste ore, mentre in Parlamento si approva la legge sulle intercettazioni telefoniche, è sostanzialmente la cosa che più di ogni altra ci divide dallo schieramento di centrodestra. Questo non è un terreno che mi abbia mai appassionato. Io non mi sono mai dedicato molto, da questo punto di vista, a segnare le differenze. Non ho mai pensato che da quella parte ci siano i disonesti, così come non penso che da questa parte ci siano solo gli onesti. Ho sempre pensato che nell'una e nell'altra parte ci sono persone di valore, persone capaci di ragionare nel merito, di essere libere da vincoli nel momento in cui sono chiamate a svolgere la funzione istituzionale in rappresentanza più complessiva del popolo, della comunità, e che nel fare questo non badano a che cosa sia più rilevante rispetto alla loro carriera politica: il rispetto nei confronti della comunità, del popolo, dell'elettore oppure la disciplina di partito e di schieramento. Però altri si sono attardati molto sul terreno delle regole, sul rispetto rigoroso, sul "mai alla violazione". Ed è questa la cosa che io non riesco a digerire. Io questa cosa non la riesco a digerire, perché se noi anche solo una volta, anche solo in una circostanza, anche solo rispetto a un'utilità cediamo su questo terreno, avremo sprecato anni e anni della nostra iniziativa politica!
Come si può pensare, rispetto a un pronunciamento di un tribunale, rispetto all'esplicito accertamento di una violazione delle leggi, di venire in Consiglio regionale per intervenire in via retroattiva o pretendendo di intervenire in via retroattiva a sanare violazioni che sono ormai già sanzionate, che sono ormai già accertate, che sono ormai già verificate? Badate, lo chiedo a chi di voi ha fatto il sindaco, come l'onorevole Campus, a chi lo faceva fino a ieri, come l'onorevole Cuccureddu, a chi lo fa ancora, come l'onorevole Dessì: secondo voi che cos'è un edificio che è stato realizzato senza concessione edilizia? Sto parlando di quegli edifici che sono stati realizzati senza che fosse stata rilasciata una concessione edilizia. Che cos'è un edificio realizzato senza concessione edilizia?
STOCHINO (P.d.L.). Dipende dall'anno in cui è stato realizzato!
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' un edificio abusivo! E nell'ordinamento giuridico a chi compete la sanatoria degli edifici abusivi che consente il superamento del reato? Realizzare un edificio senza concessione edilizia è un reato! L'abusivismo edilizio è un reato! La legge regionale numero 23 del 1985, cioè la legge sull'abusivismo edilizio - l'assessore Asunis lo ricorderà, io allora stavo nei preposti uffici - intervenne con un'oblazione specifica, con i piani di risanamento, per consentire il superamento delle difformità, ma la violazione del codice, ovvero il reato, veniva estinta con l'oblazione prevista dalla legg[p1] e nazionale. In questo caso parliamo di edifici abusivi che sono stati realizzati in difformità dal diritto e in ragione di questa difformità sono stati realizzati con il compimento di un reato. Chi ha commesso il reato viene perseguito, e viene perseguito a prescindere da questo provvedimento, anche se fosse approvato.
Io suggerisco all'onorevole Porcu e a chi si è reso difensore di questo provvedimento di comprare una pagina di giornale e dire: "Badate, voi realizzatori di edifici abusiv[p2] i, ai sensi della legge regionale: non siete fatti salvi dalle conseguenze dell'aver realizzato abusivamente quegli edifici".
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Siamo all'articolo 3, a quello che è, come dire, il rito di ogni legge che prevede all'ultimo articolo l'entrata in vigore. Siamo dunque arrivati, dopo un'intera giornata, alla conclusione della discussione di una legge sulla quale abbiamo manifestato tutto il nostro dissenso sin da ieri, quando l'abbiamo esaminata nella quarta Commissione.
Io credo che il collega Uras, estremizzando, abbia individuato il manufatto realizzato senza concessione edilizia diretta - contrariamente a ciò che dovrebbe accadere, perché la concessione edilizia va sempre richiesta - come edificio abusivo o che potrebbe configurarsi come tale; potrebbe anche configurarsi come edificio realizzato nel rispetto delle norme, ma tutto questo è previsto e stabilito da norme precise e puntuali, come dicevo prima. Quando si realizza un edificio, una casa, una villetta, un palazzo, un complesso industriale, un complesso commerciale, un albergo o quant'altro bisogna fare riferimento a tutta una serie previste dagli strumenti urbanistici. Quindi si fa riferimento ai volumi e alle altezze (ci sono norme che prevedono la media delle altezze) che vanno verificate attraverso un esame puntuale; vanno altresì verificati i posti auto, che sono sempre occasione di scontri e discussioni, e le tipologie che le norme e gli strumenti urbanistici prevedono. Penso, per esempio, alle zone per le quali esiste un'indicazione precisa sui materiali, sulla tipologia dell'edificio, sugli infissi oppure esiste un piano del colore. Chi stabilisce questi parametri, chi li controlla? Penso al discorso sulle cessioni: laddove esistono le cessioni, come si fa la valutazione della cessione o il calcolo degli oneri previsti dalla Bucalossi, che spesso vengono utilizzati per le urbanizzazioni? C'è tutto un aspetto che io continuo ad avere difficoltà a capire. Probabilmente qualcuno mi spiegherà che è tutto semplice, che i limiti della mia, come dire, debole preparazione e competenza o forse il condizionamento di esperienze vissute precedentemente mi portano a ragionare in questi termini, però io continuo a dire che tutto questo può essere risolto, sanato e ricondotto all'interno di un binario di regolarità e di correttezza applicando le norme e dando risposte in tempi brevi a chi accede, attraverso legittima istanza, alle istituzioni a tal fine preposte.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SECHI.) Questo è il vero problema. Cioè il problema è che, così come accade per qualsiasi altra attività, il discorso sul SUAP era teso a indicare una strada più semplice per evitare il pellegrinaggio da un ufficio all'altro per chiedere documentazioni, certificazioni e quant'altro e ricondurre il tutto all'interno di un unico rapporto diretto con l'amministrazione. Ma questo non toglie che laddove esiste una strada che per alcuni aspetti è più semplice, quella strada va seguita. La procedura per l'edilizia residenziale è, infatti, molto più semplice di qualsiasi altro iter amministrativo che si devono seguire per molte altre attività, in quanto si stabilisce un rapporto diretto con i preposti uffici dell'amministrazione civica. Basta verificare il rispetto degli strumenti urbanistici vigenti e la concessione può essere rilasciata in tempi ragionevoli, direi immediati, perché esiste la competenza degli uffici, se lo si vuole mettere in evidenza, nel dare risposte.
Ancora una volta, quindi, prendiamo atto che quanto abbiamo sollevato non è stato minimamente accolto. Qualcuno ha cercato di convincerci spiegandoci la bontà di questa iniziativa, alla fine io mi sono anche convinto, a conclusione di questa giornata, che probabilmente stiamo per approvare una legge che troverà in ogni caso diffidenza nel cittadino e nel mondo imprenditoriale e sarà di difficile applicazione. Pertanto ancora una volta una brutta legge sarà approvata in questo Consiglio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, questa mattina, a Roma, in un forum nazionale sul dissesto idrogeologico è stato presentato lo stato dell'arte della situazione anche sarda circa i pericoli e gli interventi di prevenzione che si dovrebbero realizzare: 1.523 fenomeni franosi e 187 chilometri quadrati di territorio compromesso da questi fenomeni. Il 50 per cento di questi 187 chilometri quadrati non è mappato nel Piano di assetto idrogeologico, perché le calamità naturali, le piogge degli anni passati hanno determinato la predisposizione di un Piano di assetto idrogeologico che, nonostante sia in vigore da pochi anni, non tiene conto dei cambiamenti del clima, di cui è però difficile tener conto, dal momento che nessuno possiede la sfera di cristallo. In sintesi, in questo convegno tenutosi a Roma è stato affermato che il dissesto idrogeologico è una fonte di serio pericolo per la popolazione, soprattutto in alcune zone della Sardegna, e quindi è stato chiesto di attuare con maggiore forza politiche di difesa del suolo, fare un monitoraggio minuzioso del territorio, fare un uso migliore del suolo e attuare politiche di prevenzione proprio per evitare che questo tipo di eventi causino anche vittime, come pure è avvenuto in diverse realtà della Sardegna.
Perché ho fatto questa premessa? Per dire che questa norma ha come filo conduttore quello di eliminare delle regole o di aiutare coloro che sono imbrigliati nelle tante regole vigenti a realizzare i loro progetti. L'aver esteso la disciplina del SUAP all'attività edilizia residenziale, insieme all'ipotesi di condono edilizio, che c'è, è di questi giorni, insieme all'ipotesi, che c'è, di smantellamento delle regole e di impianto di nuove regole, può portare ovviamente a un ulteriore disastro del territorio, a ulteriori pericoli, a ulteriori problemi. Non regge neanche l'argomentazione addotta da chi dice: "Gli uffici tecnici comunali non sono in grado di smaltire le pratiche, rivolgiamoci al SUAP che per questi problemi è una manna dal cielo, risolve tutto e va incontro a coloro che hanno difficoltà ad ottenere in tempi rapidi le autorizzazioni richieste". Il SUAP non è altro che l'interlocutore unico per chi deve attivare una pratica per poter esercitare un'attività produttiva. Oggi tra le attività produttive viene inclusa anche l'attività di edilizia residenziale. Dopodiché il SUAP si mette in contatto con i diversi uffici, per cui il fatto che sia in capo al SUAP la responsabilità della procedura per quanto riguarda l'edilizia residenziale non risolve i problemi degli uffici. Quei problemi ci saranno sempre, quegli uffici saranno sempre sguarniti, non avranno le professionalità necessarie per dare risposta in tempi rapidi a coloro che presentano le domande. Si sta semplicemente aggirando l'ostacolo, però questo c'è sempre e si ripropone, non può essere superato così facilmente.
Meglio sarebbe stato, per la premessa e le considerazioni fatte, dare incentivi ai comuni per l'approvazione dei PUC, visto che la maggior parte dei comuni della Sardegna è sprovvista di PUC. Nella stragrande maggioranza dei casi non c'è il PUC e non c'è nemmeno il piano particolareggiato, non c'è il piano del colore, non c'è il piano del verde, figuriamoci se c'è quello dell'illuminazione! I comuni costieri, addirittura, non approvano il piano di utilizzo dei litorali e via dicendo. Insomma, non abbiamo nessuno strumento di regolamentazione dal punto di vista urbanistico, né sovraordinato né sottordinato. A fronte di questo noi dovremmo aiutare i comuni affinché siano in grado di dare risposte in tempi rapidi, realizzino i piani che ho citato, si occupino del loro territorio, però regolamentando e dando indicazioni certe su come utilizzare il territorio e su dove si può o non si può costruire. Anziché fare questo, anziché aiutare i comuni a fare dei piani di formazione per il personale che non è in grado di smaltire quelle pratiche, così come segnalato da tanti colleghi, noi aggiriamo l'ostacolo ponendo in capo al SUAP tutte le competenze per quanto riguarda l'edilizia residenziale. Non mi pare che questo sia in linea con quello che è stato detto anche in tempi recenti sui piani per l'edilizia e via dicendo. Se vivessimo in un altro Paese d'Europa non ce ne sarebbe bisogno, perché in Inghilterra non è neanche traducibile il termine abusivismo edilizio. Se dite a un inglese che in Italia si realizzano immobili fuori dalle regole, vi risponderà che è lui che ha bisogno di realizzare un immobile, un edificio sulla base di regole e leggi per essere tutelato e scongiurare il rischio che ciò che ha realizzato gli venga portato via o sia abbattuto. Ed è talmente intraducibile in lingua inglese la locuzione abusivismo edilizio che l'unica traduzione possibile è "non autorizzato", cioè privo di autorizzazione, perché a un inglese non passa neanche per l'anticamera del cervello l'idea di realizzare una casa senza avere l'autorizzazione, proprio per tutelare se stesso.
Siccome, invece, in Italia viviamo una situazione anomala, e cioè al di fuori delle regole, chi può realizza in tempi molto rapidi, possibilmente in attesa del condono che verrà. E di condono in condono abbiamo riempito il territorio della penisola e delle isole di immobili che deturpano il paesaggio. Poi dobbiamo spendere milioni di euro per fare le urbanizzazioni, milioni di euro per ripristinare il paesaggio deturpato, milioni di euro per abbattere quei pochi immobili che possono essere abbattuti. Siccome sono sempre risorse pubbliche quelle che si utilizzano, e bisogna spenderle bene, e siccome ogni qualvolta piove, come ieri, si allagano interi quartieri della città (si è allagata anche, a cinquecento metri da qui, tutta la zona intorno alla Banca CIS), forse bisognerebbe intervenire in quella direzione, cioè in direzione della salvaguardia del territorio, che significa anche salvaguardia di coloro che ci vivono, del ripristino dei luoghi, di una migliore tutela delle zone che vanno salvaguardate perché sono un patrimonio che non sta nella nostra disponibilità e neanche in quella delle generazioni future, perché il patrimonio ambientale è patrimonio dell'umanità. Ebbene, forse bisognerebbe andare in questa direzione e non in direzione di uno snellimento delle procedure che aiuterà coloro che nel passato hanno agito male e, con molta probabilità, viste le ipotesi di condoni e superamento di regole e di leggi, male agiranno anche nel futuro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta in ordine all'articolo 3 dà una valutazione positiva, così come una valutazione positiva aveva dato in riferimento agli articoli 1 e 2. Siamo in presenza di una disposizione che di fatto non stravolge quello che è il quadro di riferimento. Stiamo parlando di modalità di esecuzione di opere, seguendo procedure diverse da quelle che ordinariamente eravamo abituati a seguire. C'è grande attenzione, quindi, in riferimento al rispetto delle disposizioni normative contenute vuoi negli strumenti urbanistici comunali vuoi negli atti di pianificazione approvati dall'amministrazione regionale. C'è anche una forte partecipazione delle amministrazioni locali nella verifica a posteriori delle azioni portate avanti dai privati.
Uno di questi elementi è peraltro comparso sulla stampa, in data odierna, ed è riferito al Comune di Santa Giusta, il quale durante le verifiche a posteriori ha rilevato che quota parte dell'area interessata da un edificio in costruzione era nella titolarità della stessa amministrazione comunale e durante il sopralluogo ha rilevato anche che in luogo della realizzazione di uffici il manufatto era stato organizzato al suo interno per accogliere invece unità di tipo residenziale. Quindi il Comune di Santa Giusta, giustamente, ha proceduto alla verifica a posteriori dell'azione del privato e là dove ha riscontrato delle incoerenze o comunque il mancato rispetto delle norme ne ha immediatamente informato l'autorità giudiziaria che ha proceduto per quanto di propria competenza.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento numero 6 ha facoltà di parlare il consigliere Porcu, relatore.
PORCU (P.D.), relatore. Esprimo parere contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ASUNIS, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta esprime parere contrario.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, intervengo per dichiarazione di voto e chiedo da subito la votazione nominale. Sono le ore 18 e 21, abbiamo impiegato un'intera giornata per fare una norma di scarsissima utilità, per non dire di nessun rilievo, ancor meno per le attività economiche, perché non regolerà nulla. State tranquilli che non si faranno trasferimenti di proprietà senza concessione edilizia, sulla base della sola richiesta fatta da un impresario, che al limite non è neppure colui che vende. La norma retroattiva è un chiaro esempio di acrobazia normativa, a cui noi ci stiamo un pochino, diciamo così, allenando, ma dobbiamo fermarci nella scalata, Presidente, glielo chiedo per cortesia. Lei si era assunto un impegno, discutiamo su che fine deve fare questo Consiglio, se deve occuparsi di queste cose male o se deve fare le regole per organizzare al meglio l'attività sociale ed economica della nostra comunità, rendendola più libera e più consapevole, facendo in modo che sia meglio organizzata, più efficiente ed efficace rispetto agli obiettivi che essa stessa si pone, autonomamente e democraticamente.
Noi scriviamo un altro capitolo, onorevole Pittalis, non direi nero, però grigio scuro sì! Stiamo diventando sempre più grigi e sempre più oscuri e questo Consiglio regionale perde di richiamo, non è una guida per questa nostra comunità che attraversa periodi difficili, non ci stiamo dedicando alle cose che servono, ci stiamo dedicando alle cose che danneggiano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io voterò contro l'articolo 3, anche se, per fare una battuta, vorrei presentare un emendamento orale per riportare all'11 aprile 2008 l'applicazione della legge, ma questo non è possibile, come presumo non sia possibile il riferimento previsto all'articolo 2 della legge che vi accingete ad approvare.
Voglio fare una semplice e velocissima considerazione: la legge sullo Sportello unico per le attività produttive era stata pensata per creare una corsia preferenziale per gli interventi artigianali e industriali, perché si riteneva che queste pratiche dovessero avere, negli uffici comunali, una corsia preferenziale per essere approvate più velocemente rispetto ad altre pratiche. Adesso, qual è il principale risultato che otterremo con l'estensione della procedura SUAP all'edilizia residenziale? Il risultato è che le attività di carattere produttivo, che quindi hanno anche valenza occupazionale di un certo rilievo, entreranno in conflitto con le attività di edilizia residenziale, perché queste ultime vengono poste, da questa legge, sullo stesso piano delle attività produttive. Ci sembra un risultato assolutamente sbagliato, ci sembra che questo sia un prodotto legislativo che dà un'indicazione che va addirittura contro le disposizioni che avevamo inizialmente pensato per l'attività dei SUAP.
Sinceramente vorrei richiamare un'altra questione in due secondi, e cioè la trasversalità dell'approvazione di questa legge, che mi lascia qualche dubbio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Intervengo brevemente, Presidente, per dire che voterò convintamente a favore su questo articolo e su tutto il testo di legge. Credo che la discussione sia stata persino eccessiva rispetto all'importanza di ciò che questa norma comporta. Vorrei solo precisare, ripeto, lo faccio in piena coscienza, convinto di non fare da "compare di merende" a nessuno, che è vero che il SUAP, com'è stato detto, è nato per accelerare le procedure per le attività produttive, ma - continuo a chiedere - veramente pensate che chi realizza palazzine per uso residenziale non faccia economia? Veramente pensate che sia l'imprenditore edile che va in cantiere e in maniera abusiva e da solo mette su i mattoni, mette su i tubi, mette su gli impianti elettrici? Non pensate che sia anche lui un motore fondamentale della nostra economia? Certo guadagna l'imprenditore che realizza, ma guadagna anche l'operaio che lavora per lui, che ha un posto di lavoro; guadagna l'elettricista, guadagna l'idraulico, guadagna il falegname, guadagna tutto l'indotto che esiste attorno al mondo dell'edilizia. Voglio concludere con una battuta: sarebbe come se noi volessimo privare della possibilità dello sportello unico le tipografie solo perché esistono i falsari che stampano monete false.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Dessì e Diana Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cappai - Caria - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 53
contrari 7
(Il Consiglio approva).
Passiamo alla votazione finale della legge.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ma l'abbiamo votato l'emendamento?
PRESIDENTE. Abbiamo votato l'articolo.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Bisogna vedere che non sia stato votato l'emendamento…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, le do tutte le spiegazioni se mi lascia parlare. Il nostro Regolamento prevede che quando a un articolo è presentato un solo emendamento soppressivo totale si mette in votazione direttamente il testo dell'articolo. E' lo stesso procedimento che abbiamo seguito per l'articolo 2, per cui abbiamo appena votato l'articolo 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo molto brevemente per dire che questo non è l'unico provvedimento di questa sessione. Io non so cosa farà il centrosinistra per gli altri provvedimenti, per ciascuno degli articoli che dobbiamo discutere, so solo che non consentirò, per la parte che ci riguarda, di assimilare questa formazione politica, queste formazioni politiche, questo Gruppo in modo automatico ad altre formazioni politiche. Non lo consentirò!
Io penso che la seduta di oggi non possa proseguire con la presenza della minoranza, perché non esistono posizioni concordate su nessun articolo, su nessun emendamento, su nessun provvedimento legislativo, su nessun esito di discussione di mozioni o di ordini del giorno. Penso, infatti, che tutto si debba concordare se viviamo in un sistema bipolare dove il reciproco rispetto, la considerazione tra le formazioni politiche alleate è anche guida dei comportamenti che si registrano rispetto ai temi che si discutono. E la discussione è la guida che ci vuole in tutto, anche nei provvedimenti che si esaminano all'interno di quest'Aula. Voterò contro questa legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere e Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, colleghi, io invece voterò a favore di questa legge, una legge che normalmente definiamo leggina, perché è articolata in tre articoli, ma penso che sia una legge importante. Io almeno ho firmato una delle proposte di legge che sono state unificate in questo testo con lo spirito di provare a dare delle risposte a prescindere da chi avrebbe votato questo provvedimento in Aula, i partiti del centrodestra o i partiti del centrosinistra. Questo perché il SUAP è nato qualche anno fa con l'intento di velocizzare i tempi di risposta della pubblica amministrazione per dare impulso a processi economici, per favorire lo sviluppo delle attività produttive. In questi due anni questo strumento ha trovato sempre più ampia e crescente applicazione in tutti i settori produttivi, compreso quello dell'edilizia residenziale, e ha dato risposte a forti attese del settore.
Tuttavia la sentenza del TAR, come avete ricordato - io non sono voluto intervenire pur avendo firmato, ripeto, una delle due proposte di legge che hanno dato origine a questo testo -, ha di fatto escluso il settore dell'edilizia residenziale dalle attività oggetto del SUAP. Questa sentenza rischia di frenare un intero settore edilizio e di allungare i tempi burocratici. Penso che con questo strumento intanto agiamo all'interno delle nostre prerogative, e quindi facciamo una norma federalista, perché discipliniamo questa materia all'interno delle prerogative della Regione Sardegna, diamo certezza dei tempi di avvio delle attività produttive, compresa quella edilizia, che è una vera e propria attività produttiva. Vorrei capire, infatti, che differenza c'è tra un impianto di produzione di piccoli beni di consumo e l'impianto di un cantiere per la realizzazione di appartamenti. Noi stiamo prevedendo l'applicazione della disciplina del SUAP anche per quest'ultima attività produttiva e stiamo dando risposte ai sentimenti della nostra gente, a quello che la gente ci chiede, senza perder tempo in acrobazie di palazzo e d'Aula. La nostra gente non capisce più queste acrobazie e ci sta chiedendo trasparenza, ci sta chiedendo equità, ci sta chiedendo di trattare alla stessa stregua i casi analoghi. Con questo provvedimento noi diamo, quindi, certezza dei tempi, perché i cittadini non vogliono più aspettare degli anni per avere delle risposte e non vogliono nemmeno disparità di trattamento, perché non è comprensibile che per determinate attività siano previsti quindici, venti, sessanta giorni dopodiché interviene il silenzio-assenso e per altre invece, come l'attività di edilizia residenziale, passino degli anni prima che siano date le autorizzazioni. Ecco, questo il popolo del centrosinistra non lo può più ammettere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.), relatore. Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole a questa legge, credo anche da parte di tutti i firmatari. Non so se oggi approviamo una legge piccola o grande, qualcuno la definisce una leggina, ma so che approviamo una legge utile, perché dà risposte, affronta un problema concreto legato alle tante pratiche che sono rimaste ferme, in seguito alla sentenza del TAR, e che possono creare attività di impresa, possono creare posti di lavoro.
Credo anche che approvare questa legge sia un atto coerente con quanto abbiamo fatto nella scorsa legislatura, nella quale abbiamo da un lato messo regole e dall'altro stabilito che, all'interno di quelle regole, bisognava dare gambe e forza all'attività d'impresa. Credo anche che sia una legge giusta, perché elimina una disparità, una disuguaglianza tra imprese che operano in un comune e imprese che operano in un altro comune. Anche se rispetto a questa legge sono emerse posizioni diverse all'interno del centrosinistra, credo queste posizioni diverse riflettano non un diverso modo di intendere un cammino, un percorso che ci vedrà alla guida, per esempio, di sei province sarde su otto, ma rifletta un atteggiamento che avevamo già assunto nella scorsa legislatura: c'era chi, nel 2008, non riteneva che lo strumento del SUAP dovesse essere applicato anche all'edilizia residenziale e non lo ritiene ancora oggi e c'era invece chi credeva che il SUAP fosse nato anche e soprattutto per l'edilizia residenziale e ci crede ancora oggi. Anche da questo punto di vista c'è un percorso che continua, che ci vede in qualche caso su posizioni diverse in questo dibattito, ma credo che questo non ci impedirà, ogni volta che parleremo dei problemi della Sardegna, di entrare nel merito degli stessi in maniera franca, per far sì che siano affrontati e risolti.
Credo che oggi possiamo essere soddisfatti del lavoro di quest'Aula e spero che ci saranno altre occasioni in cui riusciremo a superare le barricate e le casacche di parte in nome di un interesse più generale: l'interesse dei cittadini e delle imprese sarde.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, anch'io sono d'accordo sul fatto che oggi non stiamo approvando una leggina. Non è assolutamente una leggina, anzi questa legge si muove nel solco del processo di deregulation del settore dell'edilizia residenziale, che viene considerato, sbagliando - dico sbagliando - uno dei settori trainanti dell'economia della Sardegna. Come al solito si cerca di presentare una situazione assolutamente drammatica per giustificare degli strappi che altrimenti sarebbero difficilmente giustificabili.
Io ho fatto l'esperienza di sindaco di uno dei comuni della provincia di Cagliari e devo dire che tutti i sindaci, anche quelli presenti in quest'Aula, sanno che i comuni sono impegnati nell'organizzare gli uffici tecnici in modo da poter garantire tempi certi nell'approvazione delle concessioni edilizie. Non ci sono richieste di concessioni edilizie che rimangono ferme per anni, quindi non c'è l'assoluta sperequazione di cui si parla. Mi sembra, se posso utilizzare un esempio forse eccessivo, che si riproponga quello che si dice sulle intercettazioni telefoniche: "Sono intercettati 150 mila italiani", dichiarazione odierna del Presidente del Consiglio. Bene, saranno pure 150 mila, sembra una cifra enorme ma rapportata al totale della popolazione italiana è poco più del 2 per cento.
RASSU (P.d.L.). In America sono 4.000 su 450 milioni!
SALIS (I.d.V.). Se poi il Presidente del Consiglio chiama tutti questi 150 mila è colpa sua, mica degli altri!
Voglio dire che il problema dei ritardi è legato a un'organizzazione che va rafforzata, che non va messa nelle condizioni di fare intervenire il silenzio-assenso. Le amministrazioni, infatti, non diranno né sì né no, perché i SUAP saranno talmente ingolfati di richieste, dal momento che tutti chiederanno non la procedura ordinaria, ma la procedura SUAP, che gli uffici tecnici, non essendo in grado di dare risposte nei termini previsti, useranno il silenzio-assenso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, questo provvedimento non convince e non convincono neanche alcune delle argomentazioni portate, in quanto non si capisce come l'attività edilizia residenziale, che ha inizio e fine in un lasso di tempo ben preciso, e che è finalizzata alla costruzione di un immobile ben definito in un progetto, possa essere equiparata a un'attività che produce beni. La differenza tra le due attività è che l'attività edilizia produce un manufatto che dopo la sua realizzazione non crea di per sé posti di lavoro - a meno che non si tratti di attività turistica o ricettiva, ma questo è stato escluso -, ma crea semplicemente qualche posto letto per coloro che vi andranno ad abitare, sempre che possa essere venduto, o meglio sempre che possa esserci qualche acquirente che abbia le possibilità economiche per acquistarlo. Sicuramente sono esclusi i giovani, sicuramente sono escluse le giovani coppie, sicuramente è esclusa la stragrande maggioranza della popolazione residente in Sardegna. Qualcuno che può acquistare c'è e acquisterà, ma dopo che sarà stato acquistato quell'immobile non produrrà posti di lavoro. La differenza con una fabbrica è che la fabbrica produce degli oggetti, li vende, poi ne produce degli altri. Insomma, la Fiat esiste da qualche annetto, produce automobili, le vende, ne produce delle altre e produce anche qualche posticino di lavoro, purtroppo a volte aiutata con soldi pubblici, perché da sola non ce la fa, però produce posti di lavoro. L'attività di realizzazione di un immobile non produce posti di lavoro per sempre; produce pochi posti di lavoro, anzi pochissimi, qualche volta in nero, molto spesso con qualche rischio per la vita e l'incolumità del lavoratore, ma non produce sicuramente posti di lavoro vita natural durante. Questa è la differenza ed è per questo che le attività produttive vengono definite in un certo modo e l'attività edilizia in altro modo. Per cui voler spacciare questa norma per una norma che aiuterà l'occupazione e quindi anche le attività produttive, che creeranno posti di lavoro e quant'altro, è un errore e questa argomentazione non ci convince.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo molto brevemente per preannunciare il voto favorevole del nostro Gruppo. Io credo che chi ha fatto l'amministratore, ma anche semplicemente gli utenti degli uffici tecnici dei comuni, sappiano quanto siano burocratizzate le procedure. Penso che oggi stiamo dando un segnale forte, ma non basta; non basta, perché se dovessimo applicare le procedure attualmente vigenti, cioè quelle delle commissioni edilizie che si riuniscono dopo dieci giorni, poi magari sospendono per fare dei sopralluoghi, è chiaro che la tempistica del SUAP non sarebbe compatibile con quelle procedure. Allora, chiedo che l'Assessore competente - in tutti i sensi, perché è un profondo conoscitore della materia - trovi una soluzione per far sì che il responsabile della tutela del paesaggio, inserito nelle commissioni edilizie, possa esprimere il proprio parere al di fuori delle commissioni stesse. Facciamo una leggina, diamo una direttiva, facciamo ciò che è necessario per fare in modo che il responsabile della tutela del paesaggio possa esprimere il proprio parere al dirigente, che valuta la conformità dei progetti, e finalmente si aboliscano le commissioni edilizie, che alla luce di questo provvedimento non hanno più senso, in quanto rallentano le procedure, corrono il rischio di far decorrere i termini e quindi di non dare una valutazione sui progetti.
E' necessario, ripeto, abolire le commissioni edilizie, che ormai sono solamente degli strumenti in mano ai sindaci e agli amministratori locali per sistemare qualche geometra, qualche muratore, qualche impresario, ma che non hanno più alcun senso quando il responsabile dell'ufficio tecnico è un dirigente, un ingegnere, un architetto. Ecco, semmai rafforziamo la funzione consulenziale della Regione nei confronti degli uffici tecnici dei comuni. Solo in questo senso potrà avere efficacia questa norma che giudico comunque estremamente positiva per la sburocratizzazione delle procedure nei comuni e nei relativi uffici tecnici.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Colleghi, nell'esame di questa norma si è delineata l'ipotesi che la notizia di domani possa essere che sono venuti meno alcuni rapporti politici. Sarebbe un racconto falso e persino inutile della nostra funzione. Credo, invece, che nell'approvare questa legge ci dobbiamo impegnare a dire che noi oggi abbiamo fatto un lavoro interessante, che presenta almeno alcuni punti di interesse. Abbiamo ribadito tutti la validità dello Sportello unico per le attività produttive; nessuno l'ha contestata. Abbiamo detto che il SUAP è uno strumento importante, abbiamo confermato, in pratica, una buona intuizione della scorsa legislatura e l'abbiamo fatto senza visioni corporative, ma cercando di guardare alla sostanza dei problemi. Abbiamo anche detto che tutti vogliamo proseguire nell'attività riformista con l'idea di inculcare sempre di più la cultura della responsabilità nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione.
Non mi pare, nel complesso, che questi messaggi possano essere scavalcati dall'idea, alla quale, secondo me, i cittadini sardi non sono assolutamente interessati, che magari le abitudini, le convention, i rapporti all'interno delle coalizioni non si sono potuti sviluppare secondo le attese. Ci dobbiamo abituare a questo se vogliamo far sì che il primato del nostro lavoro sia il merito dei problemi e non, come sempre, la visione autoreferenziale del nostro modo di essere nella politica. Ecco perché ci dobbiamo impegnare a far sì che il vero messaggio, la vera notizia domani sia che noi vogliamo continuare a portare avanti un istituto che ha estrema importanza nella vita economica della nostra regione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato numero 160-163-172/A.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Ladu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Locci - Lotto - Manca - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Ben Amara - Cocco Daniele - Salis - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mariani.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 63
votanti 61
astenuti 2
maggioranza 31
favorevoli 55
contrari 6
(Il Consiglio approva).
I lavori si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10, con al primo punto all'ordine del giorno il disegno di legge numero 166/A della Giunta regionale, concernente: "Proroga della gestione liquidatoria dell'ESAF".
La seduta è tolta alle ore 18 e 49.