Seduta n.88 del 26/03/2015
LXXXVIII Seduta
Giovedì 26 marzo 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
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del Vicepresidente Eugenio LAI
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del Presidente Gianfranco GANAU
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del Vicepresidente Eugenio LAI
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del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 12 e 01.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 20 marzo 2015 (84), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Azara, Pietro Cocco, Modesto Fenu e Alessandro Unali hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 26 marzo 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Dedoni - Cossa - Crisponi:
"Istituzione del Servizio infermieristico territoriale (SIT)". (193)
(Pervenuta il 20 marzo 2015 e assegnata alla sesta Commissione.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Approfitto anche della presenza del presidente Pigliaru perché Presidente, noi in maniera del tutto inconsueta apprendiamo dai quotidiani sardi di un dibattito tutto interno alla maggioranza e tutto interno al rapporto tra la maggioranza e la Giunta regionale. Molto opportunamente l'onorevole Gavino Sale aveva sollevato un problema in Aula chiedendo anche la sospensione dei lavori attesa la delicatezza della questione e noi vorremmo Presidente, dico presidente Pigliaru, che lei trovi dieci minuti per riferire urgentemente all'Aula sulla questione di Tossilo che non può essere una questione solo oggetto di un pour parler nel chiuso delle stanze di qualche Gruppo consiliare o di viale Trento, ma deve essere questione portata all'attenzione dell'intero Consiglio regionale. Noi stamattina abbiamo presentato anche una mozione, che sia poi lei presidente Pigliaru o sia l'assessore Spano fa lo stesso, il Consiglio regionale non può essere esautorato e non può apprendere solo le notizie dalla stampa su una materia delicatissima per le cose che abbiamo sentito dai colleghi esponenti della maggioranza che con preoccupazione hanno logicamente posto alcune questioni rilevantissime rispetto alle quali vorremmo sapere qual è il punto di vista e l'orientamento del Presidente e dell'intera Giunta regionale.
PRESIDENTE. Evidentemente l'argomento richiede un passaggio secondo le procedure consiliari, una richiesta di convocazione urgente che deve passare per i Capigruppo secondo le modalità che conosce.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 130. La Giunta rinuncia al suo intervento quindi possiamo procedere alla votazione dell'emendamento soppressivo numero 246 con il parere contrario della Commissione.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Mi scusi se mi permetto, ma prima di mettere in votazione l'emendamento soppressivo siccome sono stati sollevati dei problemi di merito, io penso a quelli che ho sollevato io su questo articolo e non ho sentito dei chiarimenti, io vorrei capire se la Giunta intende in qualche maniera tenere conto delle cose che sono state dette perché stiamo parlando di uno degli aspetti secondo me più delicati, cioè la possibilità che si creino i presupposti per recuperare un patrimonio edilizio di una bruttezza infinita che non può essere recuperato per il semplice fatto che i proprietari sono terrorizzati dall'idea di porsi nella condizione di autodenunciarsi se chiedono l'autorizzazione per fare determinati interventi.
PRESIDENTE. Onorevole Cossa, siamo in fase di dichiarazione di voto sull'emendamento numero 246, la discussione generale è finita e l'Assessore ha rinunciato alla replica.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Io non posso che prendere atto di questo, allora intervengo per dichiarazione di voto per dire che ovviamente il mio Gruppo voterà a favore della soppressione di questo articolo perché riteniamo che sia un'occasione sprecata, che parlare del 2 per cento sia una cosa ridicola da tutti i punti di vista che non affronta il problema, il problema che dovrebbe essere affrontato cioè quello di permettere per i manufatti costruiti entro una certa epoca, ripeto perlopiù anni 70, perlopiù manufatti oggi di una bruttezza inaccettabile che sono ubicati o nella fascia turistica spesso sono di fronte al mare oppure nell'agro oppure talora anche dentro i centri abitati, che non possono essere sistemati per il semplice motivo che sono formalmente abusivi pur essendo stati costruiti sulla base di presupposti anche tecnici e sulla base di uno sviluppo della tecnica che non c'era all'epoca. Oggi però vengono valutati dagli uffici tecnici come se gli strumenti di allora, parlo per esempio delle mappe catastali, e tutti quanti i colleghi, perlomeno quelli che fanno i sindaci sanno che cos'è il fenomeno della traslazione dei confini catastali a causa dello schiacciamento delle mappe catastali, questi manufatti sono formalmente abusivi per cui ci troviamo spesso che sono gli stessi uffici tecnici che dicono ai proprietari: "Se vuoi farlo fallo, chiudiamo un occhio, facciamo finta che non lo stai facendo però se tu ci chiedi l'autorizzazione noi siamo costretti a denunciarti perché è un fatto abusivo". A noi sembra un fatto molto rilevante questo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). L'articolo 4 parla di tolleranze edilizie, viene introdotto un termine tecnico che non trova riscontro nel Codice civile che disciplina la materia, intendo riferirmi al termine distacchi ovvero intendo riferirmi alle violazioni di distacchi che nella formulazione vengono considerate tolleranze edilizie che dovrebbero portare come conseguenza l'inapplicabilità delle disposizioni in materia di difformità parziale rispetto alle disposizioni di legge. La parola distacchi, il termine tecnico distacchi ha l'equivalente nel termine "distanze" disciplinate non solo e non tanto dalla legislazione regionale e statale vigente, ma soprattutto dal Codice civile, i cui parametri sono inderogabili. Credo che sia necessaria una riflessione e una considerazione attenta. Basta andare a leggere il Codice civile e al termine "distanze", sinonimo di "distacchi" si apre appunto un ventaglio di ipotesi: distanze o distacchi dalle costruzioni, distanze o distacchi delle vedute, distanze o distacchi per l'apertura di vedute dirette e balconi, distanze o distacchi per aperture di vedute laterali e oblique, distanze o distacchi per fabbriche e depositi. Insomma una casistica infinita che porta a riflettere su quanto quest'Assemblea con tanta sufficienza, e con poca attenzione e preparazione, vuole portare avanti questa legge abnorme, abborracciata e disastrosa per un comparto come quello edilizio. Quindi la prego, signor Assessore, di interpellare i propri uffici perché stiamo andando a toccare un campo che porterà diverse conseguenze.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, ritengo abbastanza grave il fatto che l'Assessore abbia rinunciato a replicare sulla discussione di quest'articolo perché, Presidente, noi ieri mattina abbiamo posto un problema secondo noi fondamentale rispetto alla interpretazione di questo articolo 4. Io dico addirittura che probabilmente ieri c'erano, e anche oggi ci sarebbero, i termini per porre una questione pregiudiziale rispetto all'interpretazione autentica di questo articolo 4 e sul concetto di tolleranze edilizie, per un ordine di ragione molto semplice, qui noi lo stiamo disciplinando in maniera diversa dal Testo Unico per l'edilizia, e quindi dovremo fare chiarezza rispetto a quello che intendiamo precisamente con questo concetto. Io richiamo l'Assessore a leggere precisamente l'articolo 34 del Testo Unico, in particolare l'ultimo comma, è quello che rischia di creare confusione nell'interpretazione di questa norma. Quindi per questo chiedo che ci sia un supplemento di studio delle ragioni anche di questo emendamento soppressivo su cui esprimo il parere favorevole, ma è ovvio che siamo in un concetto diverso rispetto a quello che è stato pensato con la legge unica nazionale dell'edilizia da Bottai. Perché cioè qui sarebbe curioso forse addirittura addentrarsi nel concetto di tolleranza, così come era stato introdotto nella norma durante il fascismo, e di come oggi invece lo recuperiamo nella norma nazionale, e ora nella norma regionale, e di come invece questo sia totalmente fuori dalle considerazioni che sia il legislatore recentemente nel 2011, quando l'ha positivizzato, ma l'intera giurisprudenza, ha voluto interpretare il concetto di tolleranza edilizia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, mi associo alle considerazioni dell'onorevole Floris e poi ovviamente condivido l'impostazione giuridica del collega Locci, però voglio anche evidenziare che noi voteremo a favore di questo emendamento per il semplice discorso che proprio questo articolo 4 non ha senso, nel senso che è un mero recepimento del Testo Unico. Quando abbiamo iniziato la discussione generale e vi abbiamo chiesto di poter fare una riflessione, di provare ad avere il coraggio anche in queste piccolezze di dare un'impronta, una caratterizzazione proprio per la specificità della nostra terra, e provare quantomeno a fare come hanno fatto altre Regioni, in particolare ho citato l'Abruzzo e la Sicilia che hanno voluto dare un segnale ben preciso. Ecco, noi la pensiamo esattamente così, avrebbe avuto un senso avere questo articolo 4 modificandolo in base alle esigenze e soprattutto alla specificità della nostra Sardegna, non avete voluto fare neanche questa piccolezza, ma allora noi siamo assolutamente a favore per cassare integralmente, sopprimere questo articolo 4 perché c'è la legge nazionale, volete recepire questa, e procediamo senza, ecco, cadere anche nel ridicolo per quest'Aula!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, avrei voluto fare un intervento in sede di questione pregiudiziale ma non lo faccio per non rubare tempo all'Aula.
Però mi consenta, Presidente, di esprimere il mio disappunto perché la Conferenza dei Capigruppo è diventata il notaio che deve ratificare le notizie che ci giungono dalla stampa locale. Mi spiego meglio, signor Presidente, stamattina noi abbiamo appreso sull'ordine che sarebbe stato attribuito ai lavori dalla Conferenza dei Capigruppo, questa è una cosa non bellissima perché l'ordine dei lavori non debbono essere decisi dai soggetti che militano nella maggioranza o che militano in un determinato partito. Detto questo, mi pare che con questo articolo 4…
LOCCI IGNAZIO (FI). Non fate facce!
TEDDE MARCO (FI). Eh, le facce diciamo che sono poco pertinenti, per utilizzare un eufemismo. L'articolo 4 è la dimostrazione lampante del fatto che la maggioranza e la Giunta hanno voluto abdicare al ruolo di maggioranza e Giunta che lavorano in una Regione a Statuto speciale, che ha specificità che noi abbiamo sempre valorizzato, che qualcuno ha cercato di tradurre in sovranità. Qui noi facciamo, voi anzi, perché noi ovviamente votiamo favorevolmente a questo emendamento, stiamo facendo una scopiazzatura pesantissima di una norma nazionale, quelle norme nazionali che noi abbiamo sempre vituperato, quelle norme nazionali che abbiamo sempre additato come norme stataliste e non coerenti con le esigenze di una terra che ha peculiarità particolari. Io credo che avreste potuto fare uno sforzo quantomeno in questa norma molto sintetica, oserei dire lapidaria. Avreste potuto fare uno sforzo per dare un segnale chiaro alla Sardegna, dare un segnale chiaro all'opinione pubblica che questo Consiglio regionale allorché tratta di modifiche dell'ordinamento giuridico dell'isola e in una tematica così significativa, importante e delicata come quella edilizia, questo Consiglio regionale è capace di fare delle cose originali senza necessariamente prostrarsi davanti alle norme nazionali.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI
(Segue TEDDE MARCO.) Ecco, abbiamo perso un'occasione d'oro, io credo che occasioni di questo tipo, vista la scarsa importanza di questa norma, non ne avremo più. Avremmo potuto dare un segnale, questa norma avrebbe potuto essere un faro all'interno di questo articolato disorganico che costituisce una sorta di caleidoscopio di colori normativi, che vanno dal rosso, al verde, al giallo e che si riferiscono ovviamente alla semplificazione, all'urbanistica e all'edilizia, ma in modo scomposto, disarticolato e disordinato. Confermo il voto favorevole per l'emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, l'emendamento numero 246, l'ho un po' espresso anche negli altri emendamenti soppressivi dei precedenti articoli del testo che abbiamo in discussione, molto spesso l'emendamento soppressivo è un emendamento piuttosto provocatorio. Nel caso specifico, lo ammetto, in questo caso effettivamente è un emendamento che non ha una valenza chiaramente fondamentale, perché che comunque sia soppresso, o che comunque nel testo rimanga, non è che cambi molto. Non può cambiare niente in quanto è in modo palese, chiaro, trascritto e riportato perfettamente in modo identico rispetto al DL 70 del 2011. Quindi che sia inserito nella 23, o che rimanga comunque nel testo nazionale, non è che non si applichi, anzi tutt'altro. Precedentemente il collega Floris ha ben specificato il concetto di distacco, così come viene descritto in modo chiaro dal Codice civile, e ha sottolineato il fatto che questa è comunque una novità legislativa, che infatti nasce a livello nazionale nel 2011, introducendo il concetto di tolleranza edilizia, che però ha una difficoltà di tipo interpretativo. Già in discussione generale è stato ben sottolineato il fatto che la tolleranza può essere considerata in eccesso ma può essere anche in difetto, quindi tra il progetto approvato e allegato al permesso di costruire e la realizzazione dell'opera stessa possono esserci delle differenze, queste tolleranze rientrano in quel 2 per cento. Nel caso specifico, all'articolo 4, si allineano solo ed esclusivamente dalla parte dell'eccesso, quindi del realizzato in più, non si dice niente invece per quanto riguarda la parte in difetto, e io penso che questo sia il vero difetto di questa maggioranza che ha costruito, non una norma che serve per risolvere i problemi dell'edilizia in Sardegna, ma una norma che creerà ancora di più caos e momenti interpretativi di discussione tra tecnici e nel mondo giuridico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Per dichiarare il voto convinto a favore di questo emendamento soppressivo. Senza correre il rischio di essere ripetitivi rispetto a tutto l'andamento della discussione, piuttosto che a quello specifico di questo articolo, credo che giovi ricordare qual è il ruolo al quale questa maggioranza, attraverso questa proposta, ha abdicato. Ha abdicato al fatto di poter sfruttare la propria autonomia, ma non solamente quella, anche la propria conoscenza del territorio, la propria capacità di interpretare i bisogni dei cittadini, semplicemente affidandosi ad un consolidato rapporto con la norma nazionale e con la giurisprudenza costante, e riportando questo senza esercitare tutto il ruolo che avrebbe potuto esercitare a favore di quei cittadini che nel corso degli anni all'interno di questi due ambiti male si sono trovati, hanno fatto fatica. Perché non approfittare di questo al fine di cogliere quanto ci viene chiesto dai cittadini, perché non avere un briciolo di coraggio, perché abdicare? Io me lo sono domandato, me lo sono domandato anche nel momento in cui mi sono accorto che francamente tutto lo sforzo che stiamo facendo, tutti i contributi che stiamo dando, tutto sommato è come se fossero rivolti a delle persone che, pur potendolo fare, non riescono ad approfittare di questo. Siccome non siamo solamente noi, state ricevendo tante sollecitazioni; è antipatico sentire importanti associazioni di categoria dire pubblicamente, questo accade di rado, che questa legge è una porcheria. Sono cose anche sgradevoli perché, tutto sommato, seppure il contributo che ognuno di noi dà alla formazione di questo testo è profondamente diverso, alla fine chi esita questa norma siamo noi. Io credo che ricorrano ancora le circostanze, e mi auguro che ancora l'Assessore, la Giunta, approfittino di questa circostanza per entrare nel merito e spiegare perché solo questo, perché è stato possibile fare così poco, perché non ci si è presi non soltanto lo spazio autonomistico ma lo stesso coraggio per agire a favore dei cittadini che pretendiamo di rappresentare. Noi siamo qui anche per darvi questa opportunità, ve lo voglio ricordare, perché, badate bene, non siamo nella circostanza in cui ci si possa permettere un ulteriore errore. Avevate promesso che la legge sulla casa sarebbe stata esitata con facilità in tempi lontani da oggi, oggi regalate una prospettiva in funzione della quale il miglior risultato che ci si può augurare è che non venga fuori nessuna legge…
PRESIDENTE. Onorevole Tunis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Chiedo scusa all'Assessore con cui interloquivo, ma mi pare giusto procedere secondo quello che determinano i lavori del Consiglio.
Io credo che su questo articolo 4 e sulla sua soppressione, di cui discutiamo, non ci sia discussione alcuna. Io in tutti questi giorni, e credo che sarà anche per i prossimi giorni, insisterò su un tema e cioè sul fatto che si sta insistendo su una legge che non è legge, perché una legge di per sé dovrebbe essere giusta, inequivocabile, verso tutti e soprattutto non essere in una posizione che non dà certezza e affronta i temi specifici non risolvendoli. La questione del 2 per cento è chiarissima, l'onorevole Mario Floris lo ha detto con chiarezza, non c'è un punto di attacco da nessuna parte.
Io ho veramente problemi a pensare che c'è una maggioranza che si incattivisce su posizioni sbagliate; qui non è detto "vogliamo fare quello che decide la maggioranza", qui io direi che è necessario reinterpretare il ruolo e dire che cosa facciamo per il bene della gente di Sardegna, per l'utenza che deve applicare la norma. Se siamo fuori da questa logica, a che serve che io imponga la mia maggioranza per veder approvata una legge che comunque non risolve i problemi? Solo per dire "vince la maggioranza"? Ma è stupido, è stupido, e la stupidità non fa andare lontani! Io credo che ci sia necessità di riguardare con attenzione ai temi su cui stiamo dibattendo, non andare col prosciutto sugli occhi, perché così tanto non vediamo dove stiamo andando a sbattere o quale dirupo incontreremo dove ci perderemo nel vuoto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per esprimere ovviamente il mio voto favorevole all'emendamento 246, presentato dai colleghi di Forza Italia che ringrazio, che è ovviamente un voto politico. Come diceva poco fa l'onorevole Cherchi, gli emendamenti soppressivi sono chiaramente degli emendamenti provocatori, nel caso specifico però dobbiamo anche essere un po' onesti e sinceri: più che provocatorio io penso che sia uno di quegli interventi, in questo caso di quegli emendamenti, di semplificazione normativa, perché ne parliamo spesso però quello che poi succede è che quando andiamo a legiferare aggiungiamo norme su norme. Ora, l'articolo 4 a mio parere è un articolo assolutamente inutile, perché è un articolo già previsto dalla normativa nazionale, è stato introdotto dal decreto legge numero 70 del 2011 che ha modificato il Testo Unico dell'edilizia e che dispone appunto la tolleranza del 2 per cento per gli interventi. E fra l'altro, quando è stato approvato il decreto legge numero 70 del 2011, nel dibattito parlamentare e nelle interpretazioni successive di questa novità normativa era chiaro e definito l'aspetto che, inserendo una norma nazionale, il legislatore regionale comunque non aveva la possibilità di modificarla, perché, nel momento in cui noi avessimo stabilito una percentuale superiore, avremmo in ogni caso creato una situazione di abuso edilizio normativo. Quindi, sotto questo punto di vista io invito la maggioranza a riflettere: è un articolo che non serve a niente, è un articolo ripetitivo, ridondante, forse faremmo bene tutti assieme a votare in maniera positiva l'emendamento numero 246.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Non è in aula e quindi decade.
Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, dichiaro subito il mio voto favorevole, come giustamente diceva il consigliere Truzzu, gli emendamenti soppressivi molto spesso sono degli emendamenti che servono per provocare una reazione da parte della maggioranza che non c'è, poi sono emendamenti politici, emendamenti politici e quindi viene data una motivazione politica, non si può non però non iniziare questo intervento non facendo cenno a quello che ha già detto il mio collega Tedde cioè che abbiamo appreso stamattina dai giornali quello che sarebbero dovuta essere le programmazioni del Consiglio regionale per i prossimi giorni, questo penso sia quanto meno inopportuno, io pensavo che nel momento in cui si fosse arrivati al Parlamento dei sardi ci sarebbe stata una programmazione dei lavori in Aula, non pensavo che questi lavori potessero essere modificati in base agli umori di qualcuno oppure per fare dispetto a qualcun altro, pensavo che ci fosse una programmazione dei lavori e che si entrasse sul merito di questa, quindi rimango molto deluso da questo, apprendo che probabilmente nell'arco della giornata, nell'arco delle prossime ore potrebbero ulteriormente modificarsi. Mentre abbiamo appreso in maniera favorevole e positiva l'incontro che c'è stato essere ieri da parte della maggioranza, come già detto e dibattuto ieri in Aula, noi pensavamo che da quell'incontro potesse venir fuori una qualche proposta, potesse venir fuori un atteggiamento da parte della maggioranza di lavorare insieme per cercare di migliorare questa legge, questi erano i presupposti, mi ricordo benissimo le parole dell'onorevole Arbau, che oltretutto mi fecero molto piacere, si parlava della possibilità di lavorare su questa legge, si parlava della possibilità di migliorare questa, si parlava di un confronto tra la maggioranza e l'opposizione per partorire una legge migliore, invece cosa ne viene fuori? Viene fuori dall'incontro di ieri probabilmente tutto dimenticato e sono sicuro non da parte dell'onorevole Arbau, di questo ne sono sicuro, però tutto dimenticato andiamo avanti per un braccio di ferro perché dobbiamo dimostrare che siamo più forti, andiamo avanti con un braccio di ferro perché dobbiamo dimostrare che abbiamo ragione noi e questo è l'atteggiamento che è venuto fuori dalla riunione di ieri, è grande delusione da parte nostra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Emerge, non solo dalla lettura del disposto dell'articolo 4, ma anche dalla discussione in Aula, come si voglia prendere per il naso l'utente perché di fatto dove noi parliamo nel titolo del DL che si va verso la semplificazione e il riordino delle disposizioni in materia urbanistica ed edilizia è evidente che lo stesso articolo 4 inciampa e scivola in continuazione, questo è evidente proprio perché l'articolo 4 è totalmente inutile inserirlo in un testo che dovrebbe avere la presunzione di semplificare, aggiornare e rendere la vita facile agli uffici tecnici e ai cittadini. È inutile perché è stata abbondantemente richiamata la presenza dello stesso contenuto dell'articolo 4 nelle normative nazionali, in modo particolare sul Testo Unico dell'edilizia, quindi queste parziali difformità che si andrebbe ad individuare di fatto sono abbondantemente richiamate, normate, dalla legislazione nazionale, e quindi una norma di questo genere, lasciata all'interno di un articolato, che già di per sé riporta molti pasticci come è stato ampiamente censurato dagli interventi dei colleghi della minoranza in questi giorni, io credo che ci sia un'ulteriore occasione per creare scompiglio all'interno di chi, classe dirigente, soprattutto classe della pubblica opinione dove dovrebbe invece individuare la semplificazione assoluta evitando che ci siano richiami fastidiosi, se per caso l'assessore Erriu o la Commissione avesse voluto intendere un intervento autentico di legittimazione della Sardegna nel poter autorevolmente definire un proprio percorso avrebbe dovuto fare, come è già stato fatto in Abruzzo e in Sicilia dove quelle amministrazioni hanno avuto il coraggio di modificare rispetto al dettato legislativo nazionale e invece in questo caso la Sardegna si appiattisce tranquillamente verso una indicazione che è già abbondantemente contenuta nel Testo Unico dell'edilizia, quindi che senso ha avere un articolo di questo genere e quindi bene hanno fatto i colleghi della minoranza che hanno proposto un emendamento soppressivo proprio dell'articolo 4, al quale naturalmente il sottoscritto dà piena fiducia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Su questo articolo abbiamo presentato un emendamento soppressivo per evidenziarne l'assoluta inutilità perché è già previsto dal Testo Unico e quindi non si capisce se non aspettarsi, come ci saremmo aspettati, semmai qualcosa di nuovo e di diverso rispetto alla previsione del Testo Unico, anzi così com'è scritto pone problemi ancora una volta interpretativi perché come vi ha ricordato l'onorevole Oscar Cherchi, a proposito delle violazioni di altezza, non si precisa se il 2 per cento sia riferito all'altezza in aumento ovvero all'altezza in diminuzione.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU
(Segue PITTALIS PIETRO.) Detto così vi assicuro pone e porrà non pochi problemi di natura interpretativa, anche perché si pongono poi con riferimento al cosiddetto rilascio del certificato di agibilità se il locale o il manufatto non ha quell'altezza che è prevista dai regolamenti edilizi, ma c'è un aspetto però che mi preme sottolineare, ed è da un lato l'emendamento che a questo articolo hanno presentato i colleghi Augusto Cherchi, Manca Pier Mario e Unali, che addirittura prevedono un aumento fino al 3 per cento, quindi significa che una qualche riflessione l'hanno fatta sulla necessità di adattare anche alla realtà sarda la questione delle tolleranze edilizie, e io lo sottolineo come aspetto positivo perché non si è ricopiato pedissequamente ciò che è stato fatto a livello nazionale, quanto meno uno se lo pone come aspetto e problematica, dall'altro direi che nel silenzio generale si sta sottovalutando l'emendamento presentato a firma dei colleghi Piscedda e Comandini, che pongono, questi sì, un altro problema molto e molto importante rispetto ai quali, lo diciamo, dai banchi dell'opposizione, sono emendamenti che vanno presi nella dovuta considerazione e mi devono spiegare qual è il problema legato al termine del 9 settembre 2006 che non ho ben compreso.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, passiamo alla votazione dell'emendamento numero 246.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 246.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Crisponi ha votato a favore e che i consiglieri Collu, Desini, Lotto e Sale hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 51
votanti 50
astenuti 1
maggioranza 26
favorevoli 21
contrari 29
(Il Consiglio non approva).
Metto ora in votazione l'emendamento numero 214.
Ha facoltà di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Per dire che non si comprende questo mutismo, questa mancanza di informazione dal Consiglio anche per cose così piccole ma che hanno una valenza. È capitato ad un mio amico, proprio qui a Cagliari, Assessore, quando l'ufficio tecnico è andato per vedere se il progetto corrispondesse al caseggiato e ha messo il metro per misurare, si è reso conto che non andava da 4 metri a 4 metri da parete a parete, ma andava a 3,97 e quindi ha dovuto togliere il battiscopa. È questo che vogliamo fare? È possibile avere un'indicazione precisa in ordine a quello che avete scritto?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Io credo che questo emendamento, non so se l'Aula e l'attenzione dell'Aula abbia accolto, questo sì che è veramente un emendamento che chiede in qualche modo giustizia, anche perché sarebbe nell'approvazione di questo emendamento sarebbe assurdo una norma che manca la parte fondamentale, la parte principale. Ma, nessuno della maggioranza si è reso conto di che tipo di emendamento noi abbiamo presentato. È un emendamento realmente provocatorio che non ha senso e non ha significato, ma come diceva prima il presidente Floris il mutismo di questa maggioranza, che si è ormai rassegnata a questo dialogo, a questo dibattito, senza portare nessun tipo di risposta e nessun tipo di aiuto per cercare di risolvere e di dare risorse risposte importanti a questa norma. Questo è un emendamento che, primo firmatario Oscar Cherchi, lo dico a voce alta, è ridicolo perché se mai si dovesse approvare un emendamento di questo tipo abbiamo una norma che non produce effetti. Quindi sarebbe realmente assurdo da questo punto di vista. Ma è stato fatto, ripeto, in modo molto provocatorio per verificare l'attenzione, da parte dei colleghi dell'Aula, a parte quelli che stanno dietro di me che ogni tanto si distraggono, ma soprattutto quelli della maggioranza che di questo dibattito non stanno seguendo assolutamente niente e neanche i suggerimenti irreali, veri, tecnici che noi stiamo cercando di dare per apportare un miglioramento alla norma stessa. Allora, a questo punto è facile ed è semplice citare qualche noto cantante degli anni 70 che in un suo importante lavoro sottolineò un aspetto fondamentale e lui diceva e raccontava: quando l'originalità, diciamo anche l'eccentricità è talento, allora diventa alternativa. Non so se avete capito qualcosa, lui ne ha capito tanto, voi non siete né eccentrici, né talentuosi e credo, da questo punto di vista, veramente molto, molto confusi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Questo emendamento tende ad introdurre un elemento di precisazione in una norma che noi abbiamo contestato, perché è stato detto, da alcuni colleghi, inutile e per di più rischia di complicare l'esistenza della … quindi noi andremo a votare a favore di questo emendamento perché ci pare che introdurre questo limite, questa precisazione, per cui il riferimento è a singole unità immobiliari, ci sembra che risolva un pezzo del problema e che aiuti nell'interpretazione, perché sennò, così come è scritto l'emendamento, ci sembra che contenga qualche elemento di confusione. Quindi per quanto ci riguarda noi voteremo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Mi tocca nell'esaminare questo emendamento, rispetto al quale poi naturalmente annuncio il voto favorevole salvo diversa interpretazione da parte del Gruppo di cui faccio parte, però mi dà la possibilità, mi dà l'opportunità di proseguire il ragionamento che penso non inutilmente ho iniziato con voi nello scorso intervento. Perché, io sono convinto che la goccia scava la pietra e voi siete pietra in questo momento, pietra in tutte le sue accezioni perché siete solidamente sulle vostre posizioni, ostinatamente chiusi nel non voler apportare nessun miglioramento a questa norma e badate bene io questa posizione la rispetto, il mio è un atteggiamento di stima nei vostri confronti. La pietra naturalmente ha anche delle caratteristiche di durezza, di difficile malleabilità, che quando però ci si occupa del bene pubblico non sempre evoca degli elementi positivi, a volte in un sussulto di libertà, in un sussulto di orgoglio, questo atteggiamento potrebbe essere modificato, ma abbiamo tempo, trascorreremo molto tempo, come voi sapete e come ci avete chiesto di fare, e noi non soltanto con buonsenso, ma con apertura mentale, abbiamo deciso di acconsentire a questa vostra esigenza. Perché credo che voi dobbiate apprezzare che da parte nostra non c'è stata nessuna volontà di ostacolarvi rispetto al vostro desiderio di andare "ad oltranza" come dite voi, noi nel rispetto di questo atteggiamento vostro monolitico ci siamo, ci trovate, però siamo convinti che la nostra goccia, il nostro a volte poter sembrare, anche se non è così, ripetitivi possa aiutarvi a scavare un piccolo solco. In questa pietra, in questo piccolo solco non può passare soltanto dall'acqua, ma possono passare tante buone idee che magari in questo momento voi tenete compresse dentro di voi. Dentro di voi c'è qualcosa di buono, ne sono convinto, c'è la volontà di fare un buon servizio ai sardi e nella capacità che alcuni di voi hanno dimostrato, essendo dei buoni amministratori, c'è anche la capacità tecnica per migliorare le cose. Stiamo su questo, stiamo su questo punto e la nostra piccola goccia, la nostra costanza, la nostra pazienza…
PRESIDENTE. Onorevole Tunis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Pier Mario Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Vede, onorevole Cherchi, qualcuno è ancora attento. Intervengo proprio per dire che un emendamento di questo genere era stato presentato anche da noi, da me e da Unali, in realtà però l'abbiamo ritirato, c'è sempre un motivo per ritirare un emendamento anche perché ci siamo resi conto, poi spulciando bene quella che è la legislatura, vi darò anche i dati, sicuramente non si può aumentare oltre il 2 per cento. Voglio ribadire questo, anche per confortare il l'onorevole Pietro Pittalis che è sempre attento, quando si parla di 2 per cento mi permetta di dirle che può essere in su o in giù ed è logico che per i legislatori il 2 per cento può essere, come dice adesso l'elenco il testo, noi l'abbiamo ritirato per questo motivo, questo emendamento: a seguito di una attenta lettura del decreto sviluppo la misura del parametro di tolleranza viene formalmente stabilito dall'articolo 5, comma 1, lettera a), numero 5 del decreto legislativo 70 del 2011, che aggiungendo il comma ter dell'articolo 34 del decreto legislativo 380 del 2001, dispone il 2 per cento come limite di tolleranza di difformità delle misure progettuali. Sia in più che in meno naturalmente. Siccome questo è un vincolo nazionale ecco il motivo per cui non posso votare il vostro ed è il motivo per cui ho ritirato il mio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, nell'annunciare il voto favorevole all'emendamento mi verrebbe da rispondere al collega Pittalis sulla famosa data del 9 settembre 2006, vinse il Leone d'oro a Venezia un film cinese sulla cementificazione selvaggia, quindi sembra quasi un segno del destino. Detto questo noi dobbiamo tornare al merito della questione che è, appunto, la questione delle tolleranze edilizie per… Secondo me la chiarezza è stata fatta nel Testo Unico, ma noi non facciamo chiarezza sulle modalità di applicazione, noi stiamo con questa norma inserendo un elemento di interpretazione equivoca del concetto di tolleranza, cioè stiamo restituendo un equivoco là dove era stato tolto, dove è stato tolto con la legge nazionale.
Il 2 per cento, se dovessimo esclusivamente fare una dichiarazione o una considerazione rispetto alla portata, come ha fatto l'onorevole Manca del 2 per cento complessivo, ecco allora io dico che se noi dobbiamo utilizzare un modo diverso di interpretare il concetto di tolleranza edilizia rispetto a quello che è stato fatto dal legislatore nazionale, bene allora niente ci vieta nel pieno rispetto delle nostre prerogative di stabilire anche un limite percentuale differente. Quindi noi riteniamo che il 3, il 4 per cento così come è stato portato anche negli emendamenti che vedremo dopo, che noi faremo nostri, dobbiamo a questo punto non più preoccuparci dell'interpretazione ma preoccuparci semmai della nostra potestà primaria in questa materia. E allora se è vero come è vero che anche sensibilità del centrosinistra con i loro emendamenti portano proposte di correzione anche in aumento ecco io credo che quest'Aula bene farebbe a raccoglierle, raccogliere questa sfida e confrontarci anche sull'eventualità di ripensare e delle quantificazioni superiori rispetto al 2 per cento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Innanzitutto per annunciare il voto contrario del Gruppo di Sardegna Vera, appunto, perché non ci prestiamo alle strumentalizzazioni e poi per rimarcare sulla questione di merito delle tolleranze che da questi banchi sono venute delle aperture importanti e credo che stasera nelle riunioni che farete nei Gruppi di minoranza potreste discutere e valutare queste aperture che sono state fatte a titolo esclusivo del Gruppo di Sardegna Vera, tengo a precisarlo per evitare incomprensioni.
Onorevole Cherchi, noi siamo abituati a prendere atto delle sue provocazioni, noi abbiamo pensato che fosse una provocazione mettere 10 milioni di euro nella legge sulla lingua blu e non mettere quelli che servivano veramente, abbiamo valutato sempre una provocazione che l'Assessore dell'agricoltura non si sentisse in conto di inserire le ulteriori risorse in sede di finanziaria e abbiamo capito il senso della vostra provocazione quando dopo aver approvato la legge per ripristinare i fondi avete fatto una conferenza stampa per dire che quella sarebbe stata una legge che non sarebbe stata mai applicata, che non sarebbero arrivati i soldi e che non si sarebbe risolto il problema. È notizia di questi giorni i soldi sono arrivati a tutti i comuni, sono stati erogati ai pastori, io credo che vanno bene le provocazioni però qui stiamo amministrando la Regione. E detto questo siamo pronti a ricevere le critiche, siamo pronti a ricevere le critiche più aspre, anche perché, e come si dice dalle mie parti, e lo dico un italiano sempre per evitare che così sentiamo tutti e ascoltiamo: se uno vuole essere lodato deve morire, se uno vuole essere criticato deve sposarsi quindi ergo fare qualcosa. Per il momento noi siamo impegnati a fare qualcosa e accettiamo le vostre critiche.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 214. Mi veniva da fare una considerazione, spesso quando qualcuno vuole in qualche maniera far conoscere o agire in qualche maniera ha due modi per farlo nel modo che rende forte il contenuto del quale si è fatto proprio e vuole proporre e quindi fare forza sul contenuto oppure farsi forte dei muscoli. Ora chiaramente la maggioranza è probabilmente convinta che questa è una buona legge, quindi non si capisce la muscolarità nel voler o nel pensare che andare a oltranza possa significare per la minoranza un problema, non è un problema, anzi l'andare a oltranza ci consente di poter entrare nel merito degli argomenti in maniera più serena, in maniera più approfondita perché l'andare a oltranza significa che si dà finalmente il riconoscimento a un ruolo che non è strumentale ma è semplicemente finalizzato a migliorare la legge. Nello specifico l'articolo 4 sulle tolleranze edilizie mi veniva da porre una domanda i volumi tecnici sono compresi in questo 2 per cento, cioè se uno vuole modificare il locale caldaia, se uno vuole modificare il vano ascensore sono dentro questo 2 per cento, fanno parte di un'eccezione che può essere accettata oppure anche questi volumi tecnici rientrano in questo 2 per cento. Perché se così fosse stiamo anche qui ulteriormente creando problemi e complicazioni per chi eventualmente vuole intervenire nella propria casa per migliorarne, appunto, la fruibilità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, annuncio il mio voto favorevole e continuando con l'atteggiamento di chi vuole cercare di far passare il tempo perché il tempo possa essere utile a farvi riflettere, ahimè vi leggo un altro messaggio che mi è arrivato stamattina: ho appreso questa mattina dalla stampa che pur di approvare questa legge disastrosa per la Sardegna sono disposti ad andare ad oltranza, vi prego a nome di tutti gli artigiani sardi di non mollare con qualsiasi mezzo, bloccate l'approvazione di questo dramma per l'economia della Sardegna. Questa è una delle critiche che vi sta arrivando e non per forza il fare vuol dire essere criticati, non per forza, la critica può essere una critica sterile, politica, oppure può essere una critica costruttiva. Noi vorremmo che si arrivasse a lavorare per una critica costruttiva, noi vorremmo che si arrivasse a lavorare su una critica che potesse servire a voi, ma soprattutto ai sardi, ad avere una legge che possa consentire di dare un aiuto alla nostra economia che in questo momento è completamente bloccata. Non è questo l'atteggiamento che ci porterà a lavorare insieme per una legge migliore, non è questo l'atteggiamento che ci porterà ad ascoltare quelle che sono le esigenze dei sardi, ve lo stanno dicendo in tutte le maniere, vi stanno dicendo in tutte le maniere fermatevi, riflettete.
A me sta bene che l'impostazione della legge non cambi perché avete una convinzione che questa legge può esser una legge giusta, mi sta bene, ma ci sono delle opportunità, ci sono delle migliorie che possono essere apportate a questa legge, vi prego di farlo ma non perché ve lo sta dicendo l'opposizione ma perché è giusto per i sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). È singolare che una proposta di norma che reca la rubrica "tolleranze edilizie" sia invece discussa con espressioni massime di intolleranza. C'è un fossilizzarsi su questo 2 per cento che va sicuramente in controtendenza rispetto alle aspirazioni del popolo sardo, che invece vuole contare e vuole dire la propria, anche e soprattutto in questa materia, perché, collega, ricordo che in questa materia la Regione Sardegna ha competenza esclusiva. Se così non fosse stato, non sarebbe stato necessario scopiazzare impunemente e in modo contraddittorio il decreto legislativo numero 380 perché c'è già il numero 380. Quindi noi nell'ambito della nostra competenza esclusiva avremmo potuto fare anche una figura edificante e proporre qualcosa di originale per far capire che la Sardegna è un tantino avanti rispetto allo Stato, per far capire che la Sardegna non si prostra davanti ai concetti elaborati dalla dottrina e poi trasposti in norma, direbbe il mio collega Locci positivizzati. Non ci prostriamo noi a questi concetti introdotti nella norma, concetti dottrinali. Abbiamo il potere legislativo per fare qualcosa di originale, non abdichiamo a questo in quest'Aula. La Sardegna si aspetta molto, molto di più da noi. Quindi annuncio il voto favorevole sottolineando che sono d'accordo con il mio collega Tunis quando sostiene che c'è qualcosa di buono nel centrosinistra. Io credo che ci sia qualcosa di buono nel centrosinistra, molto di buono, peccato che il centrosinistra sia molto distratto, non abbia voglia di ascoltarci, e comunque rilevo che la buona notizia di oggi è che il centrosinistra ha deciso finalmente di lavorare e di andare ad oltranza, noi siamo a fianco al centrosinistra. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). L'intervento del collega Cherchi ha ricondotto all'interno del giusto perimetro questo emendamento, cioè il perimetro della provocazione, per cui io, più che una dichiarazione di voto, farei all'esito di questa discussione, sentiti anche gli interventi dei colleghi, più un invito al ritiro al collega Cherchi per evitare una votazione su una provocazione. Non posso però non sottolineare un dato di fatto, che la conduzione di questo disegno di legge ci sta portando a mettere in evidenza una sorta di fastidio per il fatto democratico, e cioè rientra nella normalità della dialettica il fatto che vi siano posizioni differenziate, soprattutto in un'Aula che è espressione di sensibilità profondamente diverse, che si sono appalesate anche nelle ultime elezioni, e che solo per un tecnicismo della legge elettorale ha portato a rapporti di forza e di maggioranza diversi da quelli che sono i rapporti di forza e di maggioranza fuori da quest'Aula. Quindi, io credo che questo Consiglio regionale bene farebbe, allorquando alcune forze politiche propongono una rivisitazione di alcuni temi e di alcuni testi, a porsi il problema se nell'interesse della Sardegna non sia meglio arrivare ad un testo che abbia anche delle differenze rispetto al testo di partenza. Perché qui si è persa mi pare l'abitudine al fatto che le leggi siano diverse dai disegni di legge, cioè che l'esito del confronto dia fisiologicamente una mediazione tra posizioni differenziate. Qui invece mi pare che vi sia la pretesa, con questo strumento dell'oltranza, di affermare che vi deve essere identità assoluta tra l'asserzione iniziale e l'esito finale della legge. Questo, signori miei, non è fisiologia della democrazia, ma è un aspetto patologico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Il collega Solinas mi ha preceduto perché anche io volevo proporre all'amico collega Oscar Cherchi il ritiro di questo emendamento anche per le sue stesse ammissioni. Ma nel contempo colgo l'occasione di rispondere al collega Arbau di cui, risottolineo, ho molta stima, e credo anche che dalla sua parte siano arrivate delle aperture, le uniche. Infatti, collega Arbau, noi non vogliamo morire, abbiamo forse, io in particolare, delle diverse posizioni in ordine al metodo per contrarre un matrimonio, ma forse anche sulle figure che si incontrano, ma credo che su una cosa possiamo concordare, bisogna essere in due. Noi fino ad ora abbiamo avuto una proposta unilaterale da parte sua, stasera, stia tranquillo, valuteremo, però la sua unica proposta per una legge così importante per come stiamo discutendo in Aula ci pare veramente davvero poco. Quindi, le chiedo di fare anche lei uno sforzo di convincimento con l'altra parte della maggioranza, e magari forse nei prossimi giorni potremmo trovare degli accordi diversi. Una cosa è certa, noi un segnale, credo che il collega Cherchi non abbia problemi a ritirare l'emendamento, potremmo anche darlo, non abbiamo però paura di lavorare a oltranza, questo ve lo vogliamo dire chiaramente, anche perché siamo sempre più convinti che le osservazioni e soprattutto le modifiche che abbiamo chiesto su questa legge ad oggi inutile siano assolutamente concrete, e quindi su questo continueremo a solleticare il vostro interesse, magari in qualche caso ci auguriamo anche il vostro confronto positivo nelle nostre posizioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Credo che tutti gli interventi ancora una volta abbiamo dimostrato quando si è lontani dalla realtà. Qui dentro siamo, come si suol dire fuori, nel palazzo, siamo al chiuso, salvo che qualche agenzia giornalistica, qualche mass media porti un'eco lontana, ma la gente è imbestialita fuori, è contro la politica, è sempre più contro la politica, perché non capisce come mai si facciano leggi o inattuabili o contrarie a quello che è il senso comune. Poi possiamo giustificarlo, siamo la maggioranza e facciamo quello che vogliamo, siamo l'opposizione e ci ribelliamo. Non è questo il concetto, è saper fare un passo indietro dall'arroganza della maggioranza, è vero anche che c'era la dittatura della maggioranza come c'è la dittatura dell'opposizione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI
(Segue DEDONI ATTILIO.) Se uno si rileggesse qualche classico sulla democrazia, La democrazia in America, scritto da un francese che andava da quelle parti durante la rivoluzione, lo lascio perché ogni tanto mi dicono che faccio troppe citazioni, lo lascio alla curiosità, poi casomai più tardi lo dirò anche, però è importante che ciascuno di noi rifletta, perché fuori c'è la gente che aspetta una buona politica, che non è fatta di arroganza ma è fatta di conoscenza, di attagliamento della norma a quelle che sono le esigenze. Se queste cose non si fanno, non solo non facciamo buona politica, aiutiamo l'antipolitica ad essere sempre più tale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Intervengo in risposta ad un punto, ad un dubbio del Capogruppo del Partito Sardo d'Azione riguardo ai volumi tecnici, è uno dei motivi che hanno spinto alla scrittura di una norma come questa in considerazione del grande numero di richieste, di dubbi, che da parte degli uffici tecnici, alcuni dei quali appartenenti a comuni di qualche consigliere regionale che afferma che non c'è bisogno di una norma che riporta il testo della numero 380. I volumi tecnici non fanno né volume, né superficie. È evidente che se i volumi tecnici sono inseriti all'interno del progetto e sono scritti come volumi di progetto, allora sì, quindi il conteggio del 2 per cento è legato a questo. Se i volumi sono iscritti in progetto e quindi vengono conteggiati come volumi complessivi di progetto, allora il 2 per cento si calcola anche su questi, altrimenti no.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 214.
CHERCHI OSCAR (FI). Ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 214 è stato ritirato.
Metto in votazione il testo dell'articolo 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Rinuncio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori perché anche se l'emendamento numero 101 è stato ritirato, lo deve chiamare perché l'opposizione ha la possibilità di farlo proprio, o chi dell'opposizione o della maggioranza lo può fare proprio. Quindi io la pregherei di chiamare gli emendamenti, salvo quelli dichiarati dalla Presidenza inammissibili, che allora possono giustamente non essere sottoposti all'attenzione dell'Aula, quindi la pregherei, prima di passare alla votazione dell'articolo 4, c'è un emendamento sostitutivo che, per quanto mi riguarda, faccio mio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Vorrei ricordare all'onorevole Pittalis che l'emendamento numero 101 è stato dichiarato dalla Commissione ritirato in fase di apertura della discussione dell'articolo 4, non l'abbiamo ritirato adesso, se la minoranza lo doveva fare proprio, lo doveva dichiarare in quel momento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Il problema, Presidente, è che l'emendamento doveva essere e deve essere chiamato in questo momento, e in questo momento facciamo le osservazioni; ci mancherebbe altro che lei in apertura di seduta dichiari ritirati gli emendamenti e che lei intenda come un'accettazione tacita da parte nostra un'attività sua che rispettiamo, ma lei rispetti anche quella dell'opposizione. Quindi l'emendamento viene fatto proprio da chi vi parla, e chiederei che venga messo in discussione.
PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Pittalis, c'è stata un'incomprensione con gli Uffici.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 101 è fatto proprio dall'onorevole Pittalis. Metto in votazione l'emendamento numero 101.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Questo emendamento è stato presentato dai colleghi della maggioranza, che poi l'hanno ritirato, con l'intento di migliorare questa norma. Il problema è che una norma che è scritta così non è migliorabile, per cui lo stesso ragionamento che valeva per il 2 per cento, vale anche per il 3 per cento, in questo senso, onorevole Manca. Nel senso che una percentuale di questo genere, devo dire tra l'altro Assessore che il chiarimento che lei ha dato all'onorevole Carta mi pare non aiuti, perché su questa cosa dei volumi tecnici ci sono, come lei ben sa, diatribe infinite, per cui se si scopre, così come evidentemente sostengono gli Uffici, che i volumi tecnici inclusi nei volumi progettuali vengono calcolati, mentre i volumi tecnici non inclusi negli elaborati progettuali non vengono calcolati, mi pare che le cose, anziché semplificarsi, si complichino ulteriormente. Ma tornando a questo emendamento, dicevo, valgono le stesse considerazioni, per cui il 3 per cento su un piccolo manufatto rischia di essere inutile, una tolleranza del 3 per cento, una tolleranza del 3 per cento su un grosso manufatto, sia pure sotto forma di unica unità immobiliare rischia di essere una cosa intollerabile. Questo perché? Perché non si introducono, anche nella valutazione delle tolleranze, e mi rendo conto che è un tema estremamente spinoso, ed è per questo che forse meriterebbe un pochino più di attenzione, non si introducono quegli elementi di elasticità che forse sarebbero necessarie rispetto ad una materia di questo genere. In tutti i casi noi votiamo a favore dell'emendamento, perché ci sembra che lo spirito sia proprio quello di migliorare una norma che, secondo noi, ha scarsa utilità e rischia anzi di fare danni anziché di risolvere i problemi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Confermo quanto sostenuto poc'anzi, condivido l'assunto del mio collega Tunis: c'è qualcosa di buono, c'è molto di buono nella maggioranza di centrosinistra, e questo qualcosa o molto di buono della maggioranza di centrosinistra era rappresentato da questo emendamento. Ahimè, questo poco di buono o molto di buono di questa maggioranza di centrosinistra rappresentato da questo emendamento si è volatilizzato nell'aria; e perché si è volatilizzato nell'aria, collega Locci? Si è volatilizzato nell'aria perché nell'aria aleggia questo fantasma, il fantasma di mastro Don Gesualdo, che nasce mastro, muratore, il termine veniva utilizzato in termini dispregiativi, nasce mastro, capomastro, quindi edificava strutture importanti, e poi diventa importante, diventa nobile e si dimentica del suo passato e della sua storia. Ecco, questo mastro Don Gesualdo politico che aleggia in quest'aria ha vanificato ciò che di buono voi stavate introducendo in questa norma. Questo ci dispiace, è il motivo per cui il nostro Capogruppo è stato giocoforza costretto a far nostro questo emendamento, che è positivo, è un emendamento che introduce dei contributi utili, singolari e specifici all'interno di questo articolato, dei contributi che, è evidente, originano in un'Isola, in un Parlamento di un'Isola che vuole dare delle soluzioni ai problemi che non necessariamente devono essere collegate alle norme nazionali. Delle soluzioni ai problemi che qui sono particolari, e che devono avere degli strumenti, delle proposte solutorie diverse.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giovanni Tatti per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TATTI GIOVANNI (Area Popolare Sarda). In Commissione io mi sono segnato un po' di cose, e su questo emendamento c'era un invito al ritiro, quindi penso che il ritiro debba essere fatto in Aula e quindi ha fatto bene comunque il Capogruppo di Forza Italia a far proprio questo emendamento. Ritengo che stia regnando un attimino un po' di confusione comunque su questa legge che i sardi stanno aspettando, a malincuore stanno aspettando questa legge per far sì che porti qualcosa di buono, e per portare qualcosa di buono ai nostri concittadini sardi sicuramente si stanno appellando tutti i giorni affinché la maggioranza di questo Consiglio accetti i consigli che sta dando la minoranza del Consiglio. Io ritengo che questa legge non debba arrivare ai nostri cittadini in questo modo, qual è, perché stiamo creando solo incertezza, stiamo creando solo situazioni che porteranno non alla semplificazione, ma a una situazione che non avvantaggerà chi non vuole cementificare la Sardegna, ma vuole fare un qualcosa di utile per la nostra Sardegna. Quindi ritengo che un attimino di attenzione da parte della maggioranza alle intenzioni di chi sta proponendo, appunto, un qualcosa di correttivo a questa legge non farebbe male a nessuno. Invito quindi la maggioranza a cercare di prendere i consigli seri che stanno venendo dai banchi dell'opposizione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, io credo che l'azione politica dei partiti che si richiamano all'autonomismo e talvolta anche all'indipendentismo della Sardegna si esprima in questo momento con l'emendamento che noi abbiamo fatto proprio. Quindi non è solo questione di fondi da restituire ai festeggiamenti di Sa die de sa Sardinia, ma è anche invece un contributo che tende evidentemente ad affermare la potestà primaria, almeno nelle materie che ci rimangono, perché davanti a uno Stato che sempre più vuole affermare un nuovo centralismo che non farà altro che dare schiaffi all'autonomia delle regioni, il Partito dei Sardi lancia una sfida, che è quella appunto di tentare almeno di affermare questi principi nelle tolleranze edilizie. Sono piccoli segnali, colleghi, che però hanno un contenuto politico e se vogliamo anche ideale, secondo noi, molto importante ed è per questo che noi lo abbiamo fatto nostro e annunciamo il nostro voto favorevole alle tolleranze del 3 per cento piuttosto che del 2 per cento, perché questo significa segnare davvero le differenze tra uno Stato centralista e una Regione che, invece, lotta per affermare la propria potestà primaria.
Qui, colleghi non ci sono, come qualcuno afferma, i cementificatori e da quella parte, invece, ci sono tutti i paladini dell'ambiente e del rispetto del territorio. Qui noi siamo davanti a una norma che i sardi non gradiscono. Siamo di fronte a una norma che sta per riconsegnare, ma dopo la scadenza del Piano casa che voi avete voluto questo processo è già cominciato, non farete altro che far ripiombare la Sardegna nell'incertezza e soprattutto la farete piombare nella arbitrarietà delle decisioni prese dagli uffici tecnici grazie a un disegno di legge che, quando diventerà legge, non farà altro che creare confusioni allucinanti e assolutamente inaccettabili per i cittadini e che sapranno solamente regalare momenti di stasi totale del settore dell'edilizia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, riprendo le considerazioni precedenti chiedendole scusa per il mio intervento probabilmente scomposto nel chiedere la parola, ma il mio è sempre un rispetto nei confronti sia di chi presiede, ma soprattutto di questa Aula, nel rispetto del Regolamento. Ho chiesto la parola nella consapevolezza che ero già intervenuto, quindi sapevo perfettamente che non potevo rintervenire per dichiarazione di voto, ma era semplicemente per dichiarare in forma ufficiale, visto che i lavori del Consiglio vengono registrati e quindi con un microfono aperto, il ritiro dell'emendamento.
Per quanto riguarda, invece, l'emendamento in discussione, il mio voto sarà contrario e sarà contrario per una ragione molto semplice. Elevare la percentuale da 2 a 3 per cento, così come è già dichiarato dal legislatore nazionale, significa da parte nostra non dare certezza del diritto, perché resta chiaro che da parte del legislatore regionale, così come è già stato chiarito, eccedere la cosiddetta soglia del 2 per cento porterebbe a una fattispecie giuridica che si chiama abuso edilizio, e siccome chiaramente noi da questo punto di vista non possiamo assolutamente entrare nel merito, il voto sarà sicuramente contrario.
Per quanto riguarda, invece, un aspetto tecnico che è stato evidenziato dal Capogruppo del PSd'Az., che poi ha avuto risposta da parte dell'Assessore, mi lascia perplesso proprio la risposta dell'Assessore. I volumi tecnici, per come sono definiti e determinati, sono volumi tecnici. Il volume tecnico non è né volume, né superficie coperta, quindi che ci sia un eventuale aumento o un'eventuale diminuzione non rientra assolutamente nel concetto di tolleranza perché basta una semplice variante, si ripresenta il dimensionamento nuovo del volume tecnico e si risolve ogni tipo di problema. Quindi credo che da questo punto di vista tecnicamente sia molto semplice e non sia necessario inserirlo all'interno della norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, io credo che l'aver recuperato alla discussione l'emendamento numero 101 ci dia un'ulteriore dimostrazione, per il quale voto esclusivamente favorevole solo perché ha tendenzialmente capacità di riforma di quello che è il testo originario. Ora, si fa ritirare un emendamento solo perché era migliorativo appena appena di quello che è il testo. Ecco la barbarie di cui parlavo prima, ecco come si vilipende la democrazia, ecco come si sottrae spazio di libertà alle menti un po' libere, ma di quelle che abbiamo, dico un po', perché spesso ci facciamo coartare da un sistema, da un'aggregazione, da un'accettazione passiva dell'essere all'interno di un sistema o partitico o comunque sia aggregativo. Io mi chiedo la libertà di espressione, che è la più alta, mi verrebbe da citare nuovamente Alexis de Tocqueville, era quello di cui parlavo prima, ha una serie di nomi ma li tralascio, Alexis Charles de Clérel de Tocqueville, è colui che ha scritto molto della democrazia, ma probabilmente servirebbe un tantino di tempo in più per approfondirla e capire qual è il nesso che questo giurista, perché era laureato in giurisprudenza ma ha fatto di molto il filosofo della politica, ci ha lasciato anche come conduzione dei parlamenti. In un altro momento forse ne riparlerò. Quello che mi interessa è far presente a una maggioranza in questo senso ottusa di aprire spazi al dibattito, prima quello interno e poi a quello dell'Aula, per dare una risposta in positivo alla gente di fuori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Grazie signor Presidente e grazie all'Assessore per il chiarimento che ha voluto darmi, ma che però mi lascia un altro dubbio, che è il seguente. La risposta è stata: se i volumi tecnici (locale caldaia, vano ascensore) sono inseriti nel progetto vanno nel conteggio complessivo per calcolare la tolleranza; se non sono inseriti nel progetto, invece, non vanno calcolati, se non ho capito male. La domanda è questa: ma se non sono inseriti in progetto non sono opere abusive? Magari è banale la mia domanda, magari è una domanda non fondata, però se non sono nel progetto non sono autorizzati, perché la concessione è sul progetto, e se non sono autorizzati sono abusivi. Questo è per quanto riguarda il merito. Non sono d'accordo con l'onorevole Locci, il quale trova in questo 1 per cento la manifestazione di indipendentismo che io invece non trovo perché l'indipendentismo è altro, non penso che l'abbiano proposto i presentatori per affermare di essere indipendenti o indipendentisti con l'1 per cento, sarebbe riduttivo per usare un eufemismo. Per cui, credo che l'indipendenza sia altro, sia decidere al 100 per cento, almeno avremo un che più importante e più pregnante.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU
(Segue CARTA ANGELO.) Sull'emendamento che ha ritirato l'onorevole Oscar Cherchi si è parlato di provocazione. È un emendamento soppressivo di provocazione. Ma allora la stessa provocazione non potrebbe essere vista con un emendamento che lo porta dal 2 al 3? Quindi se è stato ritirato perché era ritenuto non provocazione direi che potrebbe provocare ulteriormente se andasse oltre. Però voteremo a favore perché comunque dà un margine maggiore sulle tolleranze, anche se piccolo è importante. Per cui annunciamo il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, per annunciare il voto favorevole. Si è parlato di ostruzionismo, di provocazione, diciamoci la verità (chiedo al mio Capogruppo di poter dire quali sono le nostre aspettative), noi speravamo di farvi arrivare alla settimana santa perché speriamo che la settimana santa vi possa portare consiglio, perché speriamo che questa settimana che è fatta di passioni vi possa far tornare la passione per la Sardegna, la passione per gli artigiani, la passione per le imprese e per gli imprenditori. Questo speravamo fino adesso. Adesso ci auguriamo che in questa confusione in cui state vivendo c'è un aspetto positivo perché è una confusione data da alcune anime della vostra maggioranza che hanno capito che probabilmente questa legge può essere migliorata, hanno capito che probabilmente alcune delle osservazioni fatte dalle associazioni di categoria, dall'opposizione, probabilmente può essere vera. Allora questa confusione che voi avete, questo momento di riflessione che voi state vivendo, trasformatelo in qualcosa di positivo. Avete l'opportunità di dimostrare che realmente il Partito Democratico è un partito che ascolta. Ma non ascolta soltanto all'interno del proprio partito, che ascolta in generale chiunque sia portatore di interesse per la Sardegna. Questa è la grande dimostrazione che come partito voi dovete dare. Avete l'opportunità, avete la settimana santa davanti, fate in modo che questa settimana vi porti consiglio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Presidente, questo emendamento tutto sommato dimostra quanto dicevo prima, cioè che dentro di voi qualcosa c'è in fondo, che in fondo ci avete ragionato, che in fondo avete provato a dare un contributo e questo, sono convinto, nel corso di questo dibattito emergerà ancora. Badate bene, non è un fatto trascurabile passare dal 2 al 3, non è un'unità, non è l'elemento simbolico, è il fatto che evidentemente qualcuno ha provato a immaginare come un utente potesse approcciare a una regola che ha questa caratteristica di rigidità.
Prima quando sono intervenuto non avevo letto questo emendamento con la dovuta attenzione e mi sono accorto - e sono felice che il nostro Capogruppo abbia deciso di farlo proprio - che torna sul punto nel quale volevo stare con voi, cioè quello di tirar fuori da dentro le vostre competenze, dentro le vostre capacità, quello che può contribuire a migliorare questa norma. Io non ho dubbi sul fatto che vogliate insistere sull'idea scellerata di portarlo a termine, io non ho dubbi sul fatto che voi siate seri nell'intendimento di procedere sino all'estremo limite, però voi dovete avere ben chiaro che sino a quel momento le vostre orecchie dovranno fare di tutto per non sintonizzarsi con quello che stiamo dicendo noi, ma soprattutto ciò che vi chiedono tutti quelli che sono fuori di qui. Volete davvero che una delle competenze più alte attribuite a noi, cioè il governo del nostro territorio, il governo del metodo per fare la nostra casa, sia sottoposto al giudizio negativo di chi l'utilizza oggi, a un'interpretazione troppo ampia da parte di chi deve applicare questa norma, fino al fatto che a scrivere davvero la legge sulla casa dei sardi sia la giurisprudenza? Davvero volete questo? Io credo che nessuno di voi lo voglia, io credo che ognuno di voi chieda a noi di essere liberato e noi, rispetto a questo, ci siamo, ci saremo, ci saremo i prossimi giorni, perché io credo che la risposta, quella che è dentro di voi, non è quella sbagliata che ci avete proposto con questo testo, ma sia quella che riusciremo, seppure per poco, seppure di poco, quella che ci darete nel migliorare questa norma. Io vi invito ad avere coraggio, colleghi, vi invito a partecipare a questo dibattito, vi invito a mantenere presente prima di tutto l'interesse dei sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente, io comincio a essere... mi sa che la maggioranza si sta un po' spompando...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Manca, si sente la sua voce, grazie.
MANCA GAVINO (Centro Democratico). Era Sabatini!
PRESIDENTE. Parlava lei.
FLORIS MARIO (Sardegna). Comincio a essere preoccupato anche perché dovremmo abituarci a un qualcosa che fino a poco tempo fa era impensabile, cioè il fatto che questa Assemblea legislativa fosse realmente autonoma e potesse fare tutto quello che vuole. Ormai non è più così, ogni atteggiamento nostro, ogni nostro comportamento, ogni nostra azione, viene giudicata fuori da quest'Aula. Quindi sono abbastanza preoccupato perché se pure si tratta di un articolo come quello che stiamo esaminando, non di straordinaria importanza, ognuno si richiama a quello che si vuole richiamare. Uno si è richiamato al decreto legislativo del 2011, uno al "380", un altro si è richiamato alla Sblocca Italia. Questo per dire la confusione. Allora voler legiferare e voler dettare norme con evidente approssimazione, persino senza avere cognizione esatta dell'esistenza di norme imperative, di norme cioè che precludono la possibilità di accedere alla modificazione o al superamento di diritti codificati in capo ai soggetti titolari di tali diritti, richiama la nostra responsabilità - e io lo voglio richiamare -culturale e tecnica, oltreché giuridica, per produrre norme e regole che diano certezze e superino i contenziosi anziché crearli e provocarli come stiamo facendo. Questo veramente è un modo di legiferare che non sta in piedi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, a questo punto del dibattito ritengo sia davvero interessante il fatto che emergano degli spunti da alcuni colleghi consiglieri, quindi da alcuni Gruppi della maggioranza consiliare, che fanno delle proposte di buon senso e che vanno anche, guarda caso, nella direzione sulla quale la minoranza sta operando da alcuni giorni. Il fatto stesso che alcuni colleghi della maggioranza abbiano inteso proporre un emendamento di quel tipo significa che c'è anche un filo che lega le riflessioni che avvengono in sede di maggioranza con quelle dell'opposizione, ed è un fatto decisamente nuovo, è un fatto importante. Alla fine ragioniamo nello stesso identico modo e viaggiamo nella stessa identica direzione, con un distinguo, con un distinguo. Il perimetro dell'autonomia che è garantita e concessa a questa minoranza nella libertà di espressione di pensiero, che è portato in continuazione in questi giorni qui in Aula, si scontra con un'autonomia e una libertà nell'esercizio delle vostre funzioni democratiche che è limitato da un irrigidimento di una regola democratica dove vi si chiude la porta in faccia e vi si obbliga a fare un passo indietro. E questo è sgradevole, non va bene, perché quell'emendamento che avete proposto voi altri è un emendamento serio che merita se mai la discussione franca e aperta e non che sia ostaggio se mai dei vincoli che vengono messi a vostro svantaggio dalla stessa maggioranza nella quale voi annaspate e vi muovete con alcune difficoltà. E quindi queste contraddizioni che vengono ripetutamente portate all'attenzione dei colleghi qui in Aula sono evidentemente il segnale che qualcosa anche voi altri ritenete che non sia l'assoluto, così com'è stato steso il testo, ma che meriti approfondimenti e discussioni. Io quindi per questo motivo ritengo sia utile e importante assicurare il voto favorevole a questo tipo di emendamento peraltro ideato e sottoscritto inizialmente proprio dalla maggioranza consiliare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 101.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Truzzu.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 52
votanti 50
astenuti 2
maggioranza 26
favorevoli 20
contrari 30
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'articolo 4.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Malgrado tutti i tentativi che sono stati fatti per migliorare questo articolo ci troviamo a votarlo così com'è. Io devo dire sono sinceramente rammaricato per la decisione che ha preso la maggioranza di affrontare in questo modo questa discussione perché aldilà poi delle schermaglie, io vorrei che qualcuno dei nuovi consiglieri magari controllandosi gli atti del Consiglio regionale vedesse cosa succedeva nella scorsa legislatura, ma anche nell'altra e anche nella precedente, questo per dire che non siamo nella patologia, siamo nella fisiologia del confronto parlamentare. L'obiettivo comunque è quello sempre di trovare una sintesi perché ci sono delle leggi che vengono a volte approvate e che avranno ricadute su particolari categorie, positive o negative, questa è una legge che avrà una ricaduta sulla generalità delle persone.
Abbiamo provato a porre problemi seri, ci fa piacere ma ne parleremo spero tra poco, che da parte della maggioranza siano state un po' condivise, un po' accolte alcune delle indicazioni che abbiamo fatto, mi riferisco agli emendamenti che esamineremo subito dopo, però detto questo rispetto a questo particolare articolo che secondo noi si prestava ad essere utilizzato veramente in termini positivi come ha detto qualche collega poco fa proprio per cercare di sminare il contenzioso, per cercare di prevenire il contenzioso, questo articolo invece andrà inevitabilmente nella direzione che voi preferite cioè quella del conflitto, quello di creare problemi, tanto poi chi si sbuccia i contenziosi, che si sbuccia le azioni penali, chi dovrà sbucciarsi poi il pagamento di pesanti sanzioni chi è? Il povero Cristo perché non sono tutti palazzinari guardate, non sono tutti cementificatori, il 99 per cento dei casi sono dei poveri disgraziati che aspirano a mettersi in regola anche dal punto di vista formale rispetto alla casa dove vivono, alla casa che hanno costruito. Adesso stiamo mettendo un tassello dite voi, un macigno diciamo noi, quindi noi voteremo contro questo articolo e ripeto siamo sinceramente rammaricati che ci sia questo atteggiamento da parte della maggioranza, speriamo che cambi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Il voto contrario all'articolo 4, ma credo che ormai è stato già chiarito e specificato non chiaramente legato al contenuto del testo e al recepimento, l'abbiamo detto e ripetuto in tutte le salse, del decreto legislativo numero 70 del 2011, ma solo ed esclusivamente per com'è l'andamento dei lavori e la tecnica che si sta utilizzando nel legiferare e nel predisporre e portare all'attenzione dell'Aula un testo di legge che riteniamo onestamente inutile anche perché sarebbe stato ancora una volta molto più semplice prorogare il Piano casa che è scaduto nel novembre del 2014. Mi dispiace anche molto perché i lavori di quest'Aula sono lavori comunque attinenti all'attività parlamentare del legislatore che è delegato dal popolo sardo e mi dispiace molto quando in certe testate dico alcune considerazioni di alcuni giornalisti si legge che quest'Aula sta perdendo tempo e quindi non sta portando avanti, non sta facendo praticamente bene il proprio lavoro. Vedete, nessuno è un perditempo e nessuno vuole creare nessun tipo di difficoltà e di problemi legati al rallentamento dei lavori di quest'Aula per l'approvazione della legge stessa. Siamo stati accusati, anche oggi dalle testate giornalistiche viene riportato che la responsabilità di questi ritardi è tutta della minoranza, semplice sistema e metodo che oramai da un anno a questa parte la maggioranza ha utilizzato nello scaricare tutte le responsabilità dimenticandosi che non è più una coalizione di opposizione ma bensì una coalizione di governo e quindi deve cercare di dare delle risposte. Quelle risposte che, onorevole Arbau, accetto la sfida e sono disposto a ragionare soprattutto sul piano dell'agricoltura quando questa maggioranza avrà risolto i problemi della "44", avrà affrontato situazioni difficili come quella del prezzo del latte nel 2010, avrà dato risposte sul microcredito, avrà pensato e dato risposte per velocizzare i pagamenti delle indennità compensative del benessere animale, su tutto questo siamo pronti come minoranza a rispondere e mettersi a qualsiasi tipo di confronto, di livello e di confronto, quando avverrà questo allora noi siamo in grado eventualmente di ragionare con voi, dopo eventualmente dimostrerete che quelle risorse della lingua blu non sono volute perché nessuno sapeva che sarebbero dovute essere necessarie, ma solo ed esclusivamente perché nel 2013 furono...
PRESIDENTE. Onorevole Cherchi, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Collega Cherchi, loro adesso hanno dato priorità alla blue tongue giustamente e agli indennizzi che ne derivano, però qui noi stiamo parlando di edilizia invece, di un settore che con questa norma non sarà ristorato di nulla collega Arbau, non sarà ristorato di nulla perché nel prosieguo, più andiamo avanti e più fuori da quest'Aula c'è chi studia la norma, c'è chi la guarda, chi cerca di trovarne gli elementi su cui poi si dovrà rispecchiare, di cui dovrà far tesoro per poter magari tentare di continuare nelle loro professioni, nei loro anche umili lavori però in questa norma ci sono, da quello che noi oggi possiamo vedere, certamente delle aperture sulle tolleranze edilizie, ma c'è un atteggiamento politico di grande intolleranza rispetto allo sviluppo che questo settore dell'edilizia può avere, qualsiasi faccia possa essere fatta dall'altra parte. Non c'è dubbio alcuno sul fatto che questa norma creerà disagio e creerà soprattutto depressione, ulteriore depressione nel mercato edilizio. La ricetta era più semplice di quella che sembrava, bastava secondo noi dare ancora una proroga al Piano casa, ma su cui voi ovviamente avete avuto un atteggiamento di tipo ideologico, non avete voluto sentire ragioni e vi siete presentati in quest'Aula con questa norma che presenta sì le tolleranze edilizie, ma lascia e lascerà nei dolori gli imprenditori, i comuni cittadini sardi. Quindi è anche per queste ragioni politiche che posso in questo momento annunciare un voto contrario all'articolo 4. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, è un peccato, è un vero peccato, è doppiamente peccato perché viene consumato in periodo pasquale che questa norma sia stata esitata, e che poi arrivi al voto in questa struttura sbilenca, e non abbia invece la maggioranza accolto le indicazioni che arrivavano dall'interno della maggioranza stessa, da quella parte della maggioranza che evidentemente non è prona ai voleri del Mastro Don Gesualdo, prima costruttore e poi ambientalista di facciata, che ha cercato di tagliare le ali a chi all'interno della maggioranza voleva cercare di costruire, disegnare un orizzonte diverso per questa legge sull'edilizia, un orizzonte fatto di semplificazioni vere, un orizzonte fatto di urbanistica vera, un orizzonte fatto di norme semplici, non scopiazzate in malo modo e che potessero andare nella direzione di andare incontro a chi vive nell'edilizia, a chi fruisce delle strutture edilizie che poi vengono realizzate. Peccato perché l'emendamento era un segnale, era un segnale di resipiscenza verso la direzione da noi tutti auspicata. Un segnale che è stato violentato dall'incapacità della parte migliore della maggioranza di funzionare e di lavorare alla stregua di ghostbusters per eliminare questi fantasmi che aleggiano nell'aria. Abbiamo perso tempo diceva l'assessore Erriu in alcune dichiarazione fatte alla stampa di ieri sera, dichiarazioni che servivano soltanto per fare un'autodifesa molto labile, poco comprensibile e poco credibile. No, non abbiamo perso tempo! Il tempo non l'abbiamo perso noi, il tempo l'avete perso voi perché questa legge è stata annunciata il 10 ottobre, è arrivata in Commissione l'11 novembre a distanza di un mese e un giorno, e solo l'altro giorno è arrivata in Aula. E allora avete perso tempo, ha perso tempo l'Assessore e avete perso tempo voi, noi stiamo cercando di dare un contributo per cercare di migliorare questa legge che è un vero e proprio caleidoscopio di storture, di scopiazzamenti che nulla porteranno di buono all'ordinamento giuridico edilizio urbanistico della Sardegna. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Volevo riprendere un argomento legato ai titoli del giornale: "Mal tempo, paura e danni". E la foto che mette uno dei giornali è il sopravanzare una diga, l'acqua che inonda la piana. L'altro giorno discutendo di questo, di questa norma, di questo testo di legge, si erano avanzate delle ipotesi relative alle sanatorie in zone di pericolo e in zone di tutela. Era un articolato presentato da un gruppo della maggioranza, lo abbiamo fatto proprio, convinti che in modo intelligente quel gruppo di maggioranza avesse presentato all'attenzione dell'Aula una possibilità di discutere di quali sono i metodi, le situazioni, le strutturazioni e le organizzazioni che devono essere poste per tutelare alcune evenienze dolose. Fu costretto credo il Gruppo di SEL a ritirare l'emendamento, è stato fatto proprio. Testimonianza dei ragionamenti di questi giorni, testimonianza del fatto che non si vuole migliorare assolutamente una proposta di legge che non risponde agli interessi della gente, alla capacità di intervento che si vuole dare per salvare anche vite umane. L'arroganza della maggioranza arriva a questo! È mai possibile che non ci si interroghi un attimo se si sta facendo il bene o no del popolo che diciamo di voler amministrare e dare delle leggi? Io ho qualche dubbio e me lo tengo tutto quel dubbio quando vedo l'atteggiamento di sfida di voler essere protagonisti di un qualcosa in negativo, anziché in positivo. Per cui non posso che votare negativamente questo articolo, che non consente neanche altre opportunità a chi vuole…
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Onorevole Locci, il mio intervento richiamando una legge sulla questione agricola era riferito al fatto che anche in quell'occasione avete utilizzato questo schema qui. In sintesi, per riepilogare gli interventi di questi quindici giorni, ormai non ci ricordiamo più neanche da quando stiamo discutendo la questione: non leggete le cose, non conoscete la normativa, verrà impugnato, non arriveranno mai i soldi, creerà depressione nel settore produttivo. Queste sono le cose che avete detto quando abbiamo approvato la legge sua lingua blu, fondamentalmente. Stiamo ai termini di questa legge, questa legge qui affronta delle questioni importanti, non darà tutte le risposte che voi ritenete opportune, ma vedremo a regime che porterà dei risultati importanti. La Sardegna, come diceva l'onorevole Tatti, aspetta questa legge, la aspetta perché da zero ad avere tre, invece di dieci che magari volete voi, meglio tre che zero, questo è quello che pensiamo noi!
DEDONI (Riformatori Sardi). Finalmente ho capito la filosofia!
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Ma guardi, onorevole Dedoni, io non sono un ipocrita. Noi siamo per fare una legge edilizia che non sia il Piano casa che avete fatto voi, che si inserisca all'interno di regole certe di pianificazione e che sia un'anticipazione di scelte che vogliamo fare nella legge urbanistica, ve l'abbiamo detto da subito questo. Però da qui a dire tutto il contrario, e cioè a fare quello, come stava dicendo l'onorevole Cherchi, che non si distingue il cane pastore dalle pecore, ce ne passa. Noi distinguiamo le pecore dal cane pastore, sempere!
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 4.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Deriu e Manca Gavino hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Anedda.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 47
astenuti 2
maggioranza 24
favorevoli 28
contrari 19
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Sardegna). Sul Regolamento, Presidente, per richiamare l'articolo 86, la questione pregiudiziale e sospensiva, chiedendo il rinvio del provvedimento in Commissione. Lo faccio sapendo che forse questa viene presa come una provocazione, ma tale non è. Non deve suonare come un'offesa, ma deve suonare come una proposta che io ho fatto insieme ad altri colleghi che tende e che mira a raggiungere lo scopo e i risultati che voi vi state prefiggendo. Comprendo il valore politico di questo provvedimento che stiamo esaminando, però molte altre volte se abbiamo superato il momento particolare il rinvio in Commissione è stato un momento particolare che ha portato a trovare le giuste intese, ovviamente si tratterebbe non di un semplice rinvio in Commissione ma di un rinvio in Commissione mettendosi d'accordo su determinati punti fondamentali di questo provvedimento legislativo, se raggiungiamo l'accordo su alcuni punti fondamentali, per i quali in altre occasioni abbiamo sempre raggiunto l'accordo, io credo che questo possa essere un modo per poter superare l'impasse, non credo signor Presidente che l'impasse si superi attraverso i muscoli perché tanto sono cose che abbiamo visto e rivisto tante volte, non provocano nulla di buono, esasperano gli animi e certamente non raggiungano il risultato. L'Aula non è in condizione di fare questo, è difficile trovare un'intesa in Aula, un'intesa in Aula è difficilissima perché mancano tutte le fasi istruttorie e tutti quei punti di riferimento che qui non ci sono perché, colleghi della minoranza, se mi posso permettere, il problema non è l'ostruzionismo, certo c'è anche l'ostruzionismo perché noi riteniamo che oggi governare non significhi più governare nell'ambito di questo palazzo, ma significa rispondere a tutti gli altri gangli della società che sono come noi importanti, fondamentali, noi non siamo le élite che non si riesce a trasformare in classi dirigenti, noi dobbiamo legiferare sulla base di quello che c'è fuori, fuori c'è una richiesta che noi riteniamo sia di una certa natura, che voi ritenete sia di un'altra natura, ma il problema fondamentale è che manca una cabina di regia, manca una cabina di regia nelle Commissioni, manca una cabina di regia in Aula.
PRESIDENTE. Quindi c'è una pregiudiziale in base all'articolo 86, la discussione è già in atto, la prima condizione è che sia accolta da altri quattro consiglieri oppure da un Presidente di Gruppo.
PITTALIS PIETRO (FI). È accolta.
PRESIDENTE. É fatta propria da un Presidente di Gruppo quindi la pregiudiziale può essere messa in discussione. Può intervenire un solo consigliere per Gruppo, non sono ammesse dichiarazioni di voto, dopodiché si vota per alzata di mano. Chiedo se ci sono interventi, un intervento per Gruppo.
Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.
FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, forse siamo arrivati ad una sintesi importante, valutiamo bene questa opportunità, non consideratela una opportunità da scartare, penso che potrebbe essere la soluzione se si vuole effettivamente dare seguito. Sarebbe importante perché forse sarebbe l'opportunità che stavamo cercando, l'opportunità per tutti per riuscire a partorire una legge giusta, per riuscire a modificare questa nei punti che possono essere davvero un impulso alla nostra economia, quindi questa può essere una opportunità da valutare, sederci in Commissione, i componenti della Commissione insieme ai Capigruppo e lavorare su questa legge per cercare di apportare quelle modifiche che servono, questa potrebbe essere la sintesi alle dichiarazioni che fino ad oggi avete fatto, le dichiarazioni che voi avete fatto sino ad oggi sono quelle che volevate lavorare sugli argomenti, che si voleva lavorare per migliorare quelli che erano gli argomenti e mettere da parte questo ostruzionismo che si stava facendo, adesso vi stiamo dando l'opportunità di lavorare sugli argomenti, la Commissione lavorerà solo ed esclusivamente su quei punti che si possono migliorare, questa è la grande opportunità. Non scartatela a priori, ragionateci, casomai una parte degli interventi, Presidente, visto che sono le 14 una parte degli interventi possono essere ripresi domani, si riflette su questo e domani date una risposta se effettivamente si può ritransitare in Commissione e portare a termine in pochissimo tempo una legge giusta con un'approvazione più veloce.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Per l'autorevolezza della persona dalla quale proviene la proposta ci vogliamo soffermare su questa, quindi non sottovalutandola, assolutamente, ma ricordando l'intesa che è intercorsa tra i gruppi nella Conferenza dei Capigruppo. È stato richiesto dall'opposizione un momento di riflessione, quindi questo pomeriggio i lavori saranno sospesi per consentire in questo momento il dibattito all'interno dell'opposizione, ma anche all'interno specularmente della maggioranza. Abbiamo noi stessi avanzato l'ipotesi di una valutazione tra i membri della Commissione, noi avevamo proposto una valutazione informale, non il ricorso formale alla soluzione regolamentare prospettata dal presidente Floris, mi pare che si inizi quindi a ragionare su ipotesi che possono convergere, contemporaneamente naturalmente noi abbiamo da mantenere i patti che abbiamo assunto, da mantenere una linea che è stata concordata, naturalmente ciascuno sulle sue posizioni, per cui riteniamo di dover attendere i ragionamenti che scaturiranno dalla riflessione di questo pomeriggio da parte dell'opposizione, anche noi dobbiamo maturare alcune nostre riflessioni, per cui direi che non è opportuno in questo momento assumere decisioni sull'ordine dei lavori. Queste decisioni le vorremmo riservare ai momenti successivi, quando svolgeremo quei passaggi che abbiamo già concordato con lei, per cui non vorrei che questa posizione venisse considerata come un diniego rispetto all'ipotesi prospettata dal presidente Floris, però riguarda il rispetto di alcuni affidamenti che ci siamo già dati e che penso comunque sia utile rispettare anche per arrivare magari ad una conclusione simile a quella prospettata dal presidente Floris, per cui in questo momento c'è un'opposizione rispetto all'immediato accesso a questo tipo di soluzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Il presidente Floris ha esplicitato una posizione che era implicita in molti degli interventi che si sono susseguiti da parte della minoranza, ma devo dire anche, per alcuni aspetti, da parte della maggioranza durante questo dibattito. Quindi noi siamo favorevoli alla proposta, raccogliamo favorevolmente le considerazioni che ha svolto poc'anzi il presidente Deriu, mi pare che favoriscano, poi è da valutare se sarà meglio seguire la via formale o la via pragmatica, questo poi si valuterà, però mi pare che si stiano creando le basi per andare nella giusta soluzione, quindi valuteranno i Capigruppo in che termini e quando assumere la decisione rispetto a questo particolare problema. Io ribadisco, per quanto riguarda il mio Gruppo, ma credo di poter parlare a nome di tutta la maggioranza e di tutta la minoranza, che c'è la determinazione a migliorare il testo di questa legge, non a fare ostruzionismo fine a se stesso, abbiamo espresso la nostra convinzione sulla negatività di questa legge, se c'è qualche margine per migliorarla noi siamo assolutamente disponibili.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Anche noi accogliamo favorevolmente la proposta del presidente Floris, questa proposta facilita il dialogo, facilita il confronto tra maggioranza e minoranza per raggiungere solo un risultato, tutti insieme dobbiamo cercare di arrivare a partorire, passatemi il termine, questa legge che la Sardegna intera aspetta. L'occasione che ci sta dando adesso anche la possibilità di andare in Commissione a correggere e discutere, in alcuni casi solo a chiarire quegli aspetti che in questi giorni non sono chiari per molti di noi, è un'occasione molto importante. Colleghi, dobbiamo mettere in pratica una regola, una regola non scritta: la regola del buon senso. Ecco, qui dobbiamo dimostrare la nostra maturità e dobbiamo dimostrare lo spessore politico dell'intero Consiglio regionale. Qui non c'è differenza tra maggioranza e minoranza, questa è l'occasione per evitare, per toglierci la maschera ognuno di noi e per dimostrare che non vogliamo fare ostruzionismo, non vogliamo giocare al gioco del massacro, non vogliamo star qui il sabato e la domenica inutilmente solo per giocare la parte nel ruolo che ci compete, tra maggioranza e minoranza, ma dobbiamo dare quel senso di crescita, di maturità affinché si arrivi ad una legge condivisa, è quello che ci chiedono i sardi, non nascondiamo, questa è l'occasione, questa legge non ci piace così com'è scritta, ci sono diverse cose da vedere, potremmo limare ulteriormente alcuni aspetti e riportando la legge in Commissione questo ci agevola. Il presidente Deriu, chiamo presidente perché per me rimarrà in eterno il presidente della Provincia di Nuoro, altrettanto saggio anche lui, ha suggerito non decidiamo adesso, possiamo decidere tranquillamente domani mattina. Questa sera come Gruppi di minoranza faremo le nostre considerazioni, vedremo i nostri emendamenti e altrettanto farete voi. Domani mattina in modo sereno e rilassato saremo pronti per prendere questa decisione che ritengo sia la più intelligente possibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (SEL). Come sempre ascolto molto attentamente le sagge parole dell'onorevole Floris, però mi permetto di ricordare all'onorevole Floris, siccome abbiamo sempre utilizzato la metafora calcistica in questi giorni, che i registi nel calcio oggi non esistono più. In nessuna squadra ormai c'è la presenza del regista. La proposta che ha fatto Mario credo che vada nella direzione che noi tutti stiamo auspicando da giorni ed è quella direzione che ci deve comunque portare a un confronto serrato sì, ma che davvero poi ci porti ad esitare comunque questa legge, che è perfettibile, non lo abbiamo mai negato, e io lo sto dicendo da giorni che siamo comunque disponibili ad accogliere tutte quelle proposte, che dovessero arrivare da quella parte, che siano comunque ricevibili. Già l'apertura che è stata data oggi con la "concessione" di un pomeriggio di sospensione dei lavori d'Aula, va anche questa apertura in quella direzione. La pregiudiziale comunque secondo me, diceva adesso l'onorevole Rubiu, che si potrebbe anche decidere domani mattina, la pregiudiziale credo che ormai vada votata adesso, io mi permetto di dire a nome del mio Gruppo, ma credo anche a nome della maggioranza, che la pregiudiziale, che riporti il testo in Commissione, in questo momento questa ipotesi la respingiamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az.). A me pare che la proposta dell'onorevole Floris sia una proposta di buon senso, una proposta dettata anche dall'esperienza, che non va ad incidere negativamente sull'economia complessiva dei lavori, perché se la prospettiva che ci aspetta è quella di passare qui diverse giornate, anche andando ad oltranza, queste giornate prima o poi dovranno trovare un punto di caduta, non nascondiamocelo. Ma non nei rapporti tra maggioranza e opposizione, nei rapporti stessi all'interno della maggioranza, perché prima o poi si dovrà arrivare a discutere di agro, prima o poi si dovrà arrivare a discutere di questioni che necessitano di una sintesi. Allora io credo che un passaggio in Commissione, come richiamato dall'onorevole Floris, consenta in molto minore tempo di capire se ci sono le condizioni o meno per rendere più agevoli questi lavori, per evitare un inutile dispendio di energie e di risorse, non solo a noi che per questo siamo pagati, ma anche e soprattutto rispetto all'esterno, rispetto all'economia ed al lavoro degli Uffici, perché poi sarebbe interessante, all'esito di questa norma, capire quali costi avrebbe portare avanti un disegno di questo tipo. Credo, per cui, che sia molto ragionevole una riflessione in più, piuttosto che una riflessione in meno, e magari se non si vuole decidere oggi stesso, come qualcuno ha anticipato prima, rinviare a domattina il voto, finiamo gli interventi su questa questione pregiudiziale e domattina votiamo, non cambia niente, ci consente semplicemente un confronto più sereno.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sulla questione pregiudiziale così come è presentata la metto in votazione per alzata di mano. Invito i Segretari a prestare attenzione al voto. Chi la approva alzi la mano. Chi non la approva alzi la mano.
(Non è approvata)
PRESIDENTE. Metto ora in votazione l'emendamento numero 24 con una modifica al 569, quindi il 569.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. Per annunciare all'Aula che la Commissione aveva invitato i proponenti dell'emendamento numero 24 al ritiro, a firma Piscedda e Comandini, e che hanno presentato l'emendamento all'emendamento numero 569 e la Commissione esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Intanto, facciamo nostri gli emendamenti numero 569 e 24 così non creiamo nessun problema…
PRESIDENTE. Non sono ritirati, la Commissione ha dato parere favorevole, ha corretto.
PITTALIS PIETRO (FI). Ah, no perché avevo un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sono stati corretti onorevole.
PITTALIS PIETRO (FI). Benissimo, così possiamo discuterne. Poi sull'ordine dei lavori Presidente, sono le 14 e 17…
PRESIDENTE. Abbiamo iniziato alle 11 e mezzo, se finiamo tra venti minuti non succede niente e chiudiamo questo emendamento.
PITTALIS PIETRO (FI). Giusto perché l'Aula lo sappia, perché poi ieri la maggioranza si è presa tutto un pomeriggio dalle 14 fino alla fine e quindi vorremmo avere anche noi il tempo perché… poi alle 15 e 30 c'è la Commissione… ma è sconvocata la Commissione?
PRESIDENTE. No onorevole, finiamo questo emendamento e interrompiamo la seduta.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, scusi, ma è sconvocata la Commissione questo pomeriggio?
PRESIDENTE. No, è alle 15 e 30.
PITTALIS PIETRO (FI). Allora a maggior ragione Presidente.
PRESIDENTE. Per cortesia, grazie.
È aperta la discussione sull'emendamento numero 569.
Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Benissimo, grazie Presidente. Devo dire che qui stiamo assistendo davvero a una rivoluzione e a un cambio di passo e un atteggiamento totalmente differente, rispetto a quello che si predica, ovviamente, e di questo siamo felici. Allora, questo emendamento, colleghi, di fatto inserisce l'opportunità di una sanatoria di vizi che vengono considerati minori, talvolta appunto può succedere che nella realizzazione effettiva di un'opera questa può essere orientata in maniera difforme dalla localizzazione, che viene individuata con l'approvazione del permesso di costruire, e questo dà origine alla contestazione dell'abuso. Abuso che poi spesso sfocia, per via delle complessità del procedimento, in quello che qualcuno bene ha definito le cosiddette sanatorie giurisprudenziali, o meglio le concessioni in sanatoria ex post, e questo è uno di questi casi spaccati che questo centrosinistra vuole mettere ben chiaro nella legge. Noi pensiamo che sia già un grande risultato, nel senso che veniamo spesso accusati come parte politica di essere quelli che non vogliono la certezza delle regole, ma anzi che tentano sempre di intervenire come se le norme fossero degli elastici per utilizzare la tecnica interpretativa per bene attagliare a casi concreti e particolari la nostra facoltà di legislatori. Ecco, questo è un caso concreto di quello che ho appena spiegato. Mi pare veramente che in questo emendamento si possa estrinsecare quella che viene anche comunemente definita nel nostro dibattito politico doppia morale. Questo è un esempio, ci piacerebbe capire bene che cosa significhi allora a questo punto l'indicazione di quella data del 9 settembre 2006, non so se era forse l'entrata in vigore del PPR o di qualche norma importante già avallata dal centrosinistra, e quindi quella posta come deadline rispetto ai comportamenti più virtuosi…
PRESIDENTE. Onorevole Locci, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Anche io credo che su questo emendamento forse un intervento del presentatore potrebbe concorrere a chiarire alcuni aspetti. Io comunque credo che l'emendamento presentato dall'onorevole Piscedda sia l'emendamento principale, così come modificato poi dal successivo emendamento vada nella direzione che noi abbiamo cercato di evidenziare durante tutta questa discussione, cioè cercare di individuare tutta una serie di abusi che sono abusi soltanto di nome e cercare di disinnescare quella procedura che poi crea tanti guai alla gente rispetto a determinati tipi di abusi. Io non so onestamente se riusciamo veramente a coprire tutto il range dei cosiddetti abusi minori, io questo non lo so perché una norma di questo genere forse andava ragionata meglio. Colgo l'aspetto positivo, l'intenzione positiva del collega Piscedda, anche perché poi nell'emendamento successivo raccoglie molte delle considerazioni che io ho cercato di fare durante questo dibattito rispetto agli edifici costruiti decenni fa e che oggi si trovano automaticamente per tutta l'evoluzione che c'è stata nella normazione a trovarsi abusivi senza responsabilità in capo ai proprietari. Quindi questo è il motivo per cui noi daremo voto favorevole ai due emendamenti tenendo conto che secondo noi, data la delicatezza della materia, forse un ragionamento più ampio avrebbe permesso di fare una norma ancora più puntuale e più adeguata alla molteplice varietà delle situazioni reali che poi gli uffici tecnici si trovano ad esaminare sul campo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). L'emendamento è il suo sostituto, prevede una sanatoria, quindi la Regione Sardegna nel caso specifico legifera su una sanatoria vera e propria. Io credo che a questo punto probabilmente la maggioranza abbia un po' di difficoltà nell'essere lucidi e nell'essere chiari. Pascal diceva: "Voi come maggioranza correte spensierati verso il precipizio", però vi siete messi davanti un qualcosa che non ve lo fa vedere, quello che non ve lo fa vedere in questo caso, e quindi cadrete direttamente nel precipizio, è questa norma che non vi dà e non vi ha fatto capire esattamente la portata del danno che creerà e darà a tutto il sistema edilizio regionale dopo averla approvata. Pochi minuti fa, nel mio voto contrario ad un emendamento legato alla questione della tolleranza sulla percentuale dal 2 al 3 per cento proposta e poi fatto nostro come emendamento, ho cercato di chiarire che nel momento in cui noi andiamo ad indicare come Regione Sardegna e ad individuare una procedura di sanatoria, non rientra nella fattispecie delle competenze del Consiglio regionale, perché si chiama sanatoria edilizia, significa individuare un abuso edilizio e noi automaticamente indichiamo un percorso che non è legittimo e non è corretto da parte di questo Consiglio regionale. Quindi il Consiglio regionale deve solo ed esclusivamente recepire nel caso specifico la norma nazionale.
Sono convinto che quel capannello di colleghi che è lì che chiacchiera e si distrae rispetto ai lavori dell'Aula probabilmente non avrà capito niente, ma credo che anche nel prosieguo dei lavori continuerà a non capire niente probabilmente proprio perché ha intenzione di cadere, come dice Pascal, in quel precipizio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Onestamente rinuncerei se non aveste composto un emendamento orrendo. Questo è un emendamento che reca in sé il germe che ha prodotto questa norma, cioè il fatto che la legge deve essere uguale, deve essere uguale per tutti, però forse per gli amici è un po' più uguale, forse nello spirito di chi non ha inteso, forse dormiva prima del 2006, che il dramma dell'edilizia in Sardegna non è quello degli ultimi anni ma è certamente quello precedente, si arriva a porre in dubbio il fatto che sia ad allora che bisogna guardare, sia a quando si sono commessi gli errori. Quindi l'unica cosa che si è capaci di fare è produrre una norma che difficilmente è non ricollegabile a qualche interesse particolare, mi duole dirlo. Però, chi ha atteso ben dieci anni che arrivasse una norma favorevole, forse rispetto a questi abusi avrebbe dovuto fare qualche cosa, forse chi si è trovato in questa particolare circostanza probabilmente sperava in un evento divino, sperava che qualche cosa impedisse di perdere quel bene. Perché allora non da oggi? Perché allora non è questo lo spartiacque e non è sanabile tutto? Perché è così, perché non fa parte probabilmente neanche dall'autonomia che è data alla Regione in materia di pianificazione del territorio fare un condono edilizio, e questo, colleghi, altro non è che un condono edilizio. Allora, mi si dica che tutto ciò che avete detto in premessa, ciò che vi muove, lo spirito di protezione dell'ambiente che è alla base della vostra azione altro non è che una questione propagandistica, una questione che utilizzate come bandiera, ma che, visto che è stato lasciato per il futuro e viene sanato per il passato, probabilmente non vale per chi ha operato male sino a questo momento e intende mettere a reddito quanto probabilmente speso in legali e in tecnici per arrivare ai tempi moderni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Mi creda, Presidente, io ho serie difficoltà ad intervenire su questo emendamento e su questo subemendamento, ho serie difficoltà perché mi sembra uno di quegli emendamenti che dovrebbero recare nella rubrica il nome, il cognome e la ragione sociale di chi beneficerà di questo emendamento. Guardate, colleghi, i tempi sono molto delicati. Urge stare attenti su queste fattispecie. Le norme debbono disciplinare fattispecie astratte. Questa è evidentemente una norma che va a disciplinare una fattispecie molto concreta, una norma invotabile direbbe il collega Piscedda, così come fece allora, una norma invotabile sia sotto il profilo della forma, che sotto il profilo dei contenuti. Già l'emendamento che oggi viene emendato era veramente un abominio, parlava di "possibilità", piuttosto che "facoltà", e tutta una serie di amenità che andavano a infarcire questo emendamento di cose che non devono trovare spazio in un Parlamento di sardi. E oggi, sinceramente, leggere anche il subemendamento che parla di rotazione su qualunque asse e traslazione, mi pare veramente di leggere il passaggio di qualche favola che è ambientata in periodi di fantascienza e non di scienza, così come molto spesso si usa fare in questo momento storico. Io credo che questa sia la prova provata che sia necessario ritornare in Commissione per cercare di dare un senso a ciò che stiamo facendo. Nel momento in cui verrà esitata la norma con questi contenuti emendanti o emendativi, veramente andremo a fare ridere i sardi. Non è possibile, non è votabile, non è possibile votare questo strumento che serve non per dare risposte ai sardi, ma per dare risposte a qualche amico degli amici; mettiamo in rubrica il nome e il cognome dell'amico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non so più cosa dire, perché la strada che ha intrapreso la maggioranza è quella dello scontro a tutto campo. A noi non interessa lo scontro per lo scontro, noi cercheremo e continueremo, dalle 9 del mattino alle 12 di notte, a cercare di correggere questa aberrazione, e non ci stancheremo, sappiatelo questo. L'altro argomento è che la gente fuori capirà, e capirà bene chi cerca di fare l'interesse loro e chi invece si incaponisce in modo arrogante e porta avanti quello che non serve loro. Prima o poi verrà fuori, e verrà bene, e chi ha in testa i Suslov, i Torquemada di turno, che convincono la maggioranza a fare questa scelta, prima o poi pagheranno con la loro testa, che siano a Nuoro, che siano a Sassari, che siano ove siano, sappiatelo, perché faremo anche nomi e cognomi, e vedremo anche la rettitudine nella conduzione e gestione dell'Assemblea; nessuno si illuda più, quando si fa guerra, si fa guerra! Statene tranquilli e certi, vedremo chi ne esce con le ossa rotte, e non saremo certo noi. Se questa è la scelta che la maggioranza fa arrogantemente, nel volersi chiudere nel proprio io, se lo gusti tutto sino alla fine, e si beva il suo brodo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Bene, mi sembra che oggi stiamo anticipando quello che dovrà essere il lavoro dell'Aula, o il ritmo del lavoro dell'Aula. Come vedete l'opposizione c'era, c'è e ci sarà, statene pur certi, e ci sarà per mettere in evidenza, come in questo caso, un fatto, che non desta scandalo, però bisogna chiamare le cose con il loro vero nome, sul quale molti interventi anche dell'opposizione hanno, perché siamo persone di buon senso, aderito anche alla sostanza, alla ratio di questo emendamento, ma sono dei condoni edilizi, questo ce lo dobbiamo dire, dobbiamo dire che il centrosinistra sta presentando un condono edilizio. E allora questo, ma noi lo ribadiamo perché bisogna uscire da una sorta di ipocrisia di sistema, quasi che da quella parte, da voi queste cose sono lontane, non vi interessano, anzi, le ributtate su questo campo per fare qualunque tipo di accusa, qualunque tipo di speculazione politica e anche giornalistica. E allora si dica esattamente che questi emendamenti contengono un condono edilizio. Noi siamo d'accordo perché pongono correttamente un problema, un problema che deve trovare una soluzione perché se sulla base di una mappa sbagliata, come ci ha ricordato bene l'onorevole Cossa, che è stata realizzata una struttura che poi, per l'errore della localizzazione, quest'errore non può che essere emendato, proprio come chiede questo emendamento, e quindi risponde a un criterio di buon senso, noi siamo d'accordo, siamo d'accordo però sapendo che noi stiamo facendo una sorta di condono edilizio e mi fa piacere che anche la Giunta regionale, che ha espresso il parere favorevole, vivaddio, si sia convertita anche all'ipotesi che in questa Regione si possano fare condoni edilizi anche da parte della Giunta di centrosinistra, anche da parte della maggioranza di centrosinistra, anche a dispetto di chi…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Stimolato dalle sagge parole utilizzate poc'anzi dal collega Mario Floris, mi hanno stimolato vedendo che fra il pubblico c'erano i familiari del compianto presidente Mario Melis, che si sono successivamente allontanati e che avranno sicuramente riportato nel loro cuore quanta distanza ci sia fra una legge che ha davvero poco di identitario, poco di autonomistico, poco di partecipazione alle esigenze e alla quotidianità del popolo sardo. Ed è davvero lontana, lo dimostrano anche gli ultimi articoli che sono stati presi in discussione dove, dicendo tutto e il contrario di tutto, sovrappongono in certi momenti gli elementi della legislazione nazionale, e in altri pretendono di introdurre elementi, se non emendamenti, che hanno davvero poco di favorevole da un punto di vista di utilizzo al territorio, delle imprese, di tutti coloro i quali recentemente si sono espressi in modo pesante contro questa legge oggi in discussione. Vorrei ricollegarmi anche al richiamo che faceva prima il collega Arbau, al quale si deve dare atto che raramente si riempie la bocca di valutazioni scorrette e inesatte, però questa volta ha portato all'attenzione dell'Aula un passaggio che riguardava criticità gestite proprio dal Consiglio regionale relativamente a un comparto, che è quello dell'agricoltura, che bene ha fatto l'Aula a sostenere e a proteggere, però in quel suo intervento l'onorevole Arbau lei si è dimenticato di quali criticità invece questa norma stia ponendo all'attenzione di tante altre filiere produttive, che non hanno finora beneficiato di quella lista della spesa, che lei ha raccontato e rappresentato poc'anzi, e che semmai in quel carrello avremmo voluto vedere attenzioni proprio per il mondo dell'edilizia, da quelle associazioni che hanno reclamato fino a stamane attenzione da parte dell'Aula, che invece si dimostra matrigna nei suoi confronti, a tutte quelle filiere produttive di un mondo che invece reclama giustizia e attenzione, e che finora non ha avuto questo genere di soddisfazione. E per concludere, questo tipo di emendamento, che viene portato oggi all'attenzione, è un po' il contrario di quello che è avvenuto con l'emendamento precedente presentato dal Partito dei Sardi e poi ritirato immediatamente. Anche in questo caso emergono le contraddizioni di questa maggioranza, che si comporta in un determinato modo a seconda dell'emendamento e poi fa orecchie da mercante a seconda dell'emendamento che viene presentato da altri.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (PD). Sì, poche parole solo sul merito dell'emendamento. A me, anche dal sindaco, non sembra una sanatoria, cioè mi sembra ben altro. É una casistica molto comune nelle amministrazioni locali. Si tratta proprio di sistemare, e c'è anche giurisprudenza da questo punto di vista. Quindi siccome tutti conosciamo tutti, però io non voglio etichette sulla schiena, io sono per il ritiro di questo emendamento perché tutte le cose che avete detto voi il centrosinistra nemmeno lontanamente le pensa. Qui non c'è nessuna pratica che ha nome e cognome, almeno non da parte dei presentatori, né da parte mia, né da parte del collega Comandini, e neanche da parte di tutto il centrosinistra, quindi per fugare qualsiasi dubbio noi lo ritiriamo. Non abbiamo nessun interesse recondito. Dopodiché ci sarà una legge urbanistica e vedremo lì dentro come recuperare questi concetti.
PRESIDENTE. Cioè è ritirato l'emendamento numero 569. Chiedo se è ritirato anche l'emendamento numero 24.
PISCEDDA VALTER (PD). Sì, anche l'emendamento numero 24.
PRESIDENTE. Sono ritirati tutti due. Va bene.
Il Consiglio è convocato domani mattina alle ore 9.
La seduta è tolta alle ore 14 e 41.