Seduta n.87 del 25/03/2015 

LXXXVII Seduta

Mercoledì 25 marzo 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 10 e 34.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 19 marzo 2015 (83), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Michele Azara, Anna Maria Busia, Pietro Cocco, Giampietro Comandini, Modesto Fenu, Gavino Sale e Alessandro Unali hanno chiesto congedo per la seduta del 25 marzo 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sui continui disservizi nell'eroga-zione dell'acqua potabile nella zona industriale di Siniscola". (330)

"Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sul protrarsi dei disservizi causati dalla società Delcomar nella tratta marittima Calasetta-Carloforte". (331)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 130. Siamo arrivati alla votazione del testo dell'articolo 3; c'era un emendamento orale presentato dall'onorevole Solinas che era stato distribuito a tutti, ed avevamo sospeso proprio per dare a tutti la possibilità di vedere con attenzione l'emendamento orale. Chiedo se ci sono osservazioni sull'acquisizione dell'emendamento orale, ad integrazione del testo dell'articolo.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Per quanto ci riguarda non ci sono osservazioni, chiediamo la votazione elettronica palese.

PRESIDENTE. Per poter fare la votazione elettronica, e quindi la verifica del numero legale, dobbiamo attendere dieci minuti dall'inizio della seduta, quindi sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 10 e 49.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, metto in votazione il testo dell'articolo 3.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Rinuncio.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo dell'articolo 3, come modificato dall'emendamento orale.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Pittalis e Tocco si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Anedda - Arbau - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Solinas Antonio - Usula.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Pittalis - Tocco.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 26

votanti 23

astenuti 3

maggioranza 12

favorevoli 23

Poiché manca il numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 51, viene ripresa alle ore 11 e 24.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori, siamo in fase di votazione dell'articolo 3 con le modifiche apportate dall'emendamento orale.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiediamo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo dell'articolo 3, come modificato dall'emendamento orale.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Desini ha votato a favore e che i consiglieri Crisponi, Pittalis e Tocco si sono astenuti.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Tendas - Usula.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Crisponi - Pittalis - Tocco.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 30

votanti 26

astenuti 4

maggioranza 14

favorevoli 26

(Il Consiglio approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, per capire qual è il numero legale, perché se i votanti sono 26… Ho capito male?

PRESIDENTE. I presenti sono 28, il numero legale è 27.

PITTALIS PIETRO (FI). Comunque, il Gruppo di Forza Italia non ha partecipato al voto per ragioni politiche, lo dichiariamo anche a nome di tutta l'opposizione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 92, con invito al ritiro da parte della Commissione.

SOLINAS ANTONIO (PD). È ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Devo dire che ho letto con attenzione l'emendamento e vi ho trovato, soprattutto per l'importanza degli argomenti richiamati, la necessità perlomeno di approfondirlo. Quindi, faccio mio, facciamo nostro l'emendamento, e siamo a disposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Abbiamo ritenuto di far nostro l'emendamento perché comunque pone un tema molto importante sugli interventi nelle aree a rischio idrogeologico…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Locci, prima di procedere chiedo se il Capogruppo di Forza Italia fa proprio l'emendamento, altrimenti bisogna…

PITTALIS PIETRO (FI). Sì, certo.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

Prego, onorevole Locci.

LOCCI IGNAZIO (FI). …sugli interventi nelle aree a rischio idrogeologico, oppure addirittura quelle che sono paesaggisticamente sensibili. Ci pare che l'indicazione di poter intervenire direttamente in conferenza dei servizi sembrerebbe essere un elemento di semplificazione rispetto al grande aggravio che c'è in tutti i procedimenti che attengono all'edilizia, per cui anche tutta la parte della demolizione, che molto spesso deve seguire l'iter ordinario esattamente, sembra assurdo, e talvolta anche più aggravato della richiesta del cosiddetto permesso di costruire. Ci sembra che con l'emendamento che noi abbiamo voluto fare nostro si possa ottenere un elemento di semplificazione, ed è per questo che annuncio il mio voto favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Bene hanno fatto il nostro Capogruppo e il collega Tunis a fare nostro questo emendamento, perché tra le altre cose, a parte il voto favorevole, ci dà anche l'occasione per mettere in rilievo le deficienze del piano paesaggistico dell'ex leader Mastro Don Gesualdo che aleggia in questa aula. Deficienze che hanno portato ahimè, ahinoi alla mancata approvazione di tantissimi PUC di tanti comuni, su circa 370 comuni sardi soltanto 8 sono riusciti ad approvare i PUC, per le storture, per le contraddizioni, per i pasticci di questo PPR, pasticci che poi sono stati ammessi di fatto da questa Giunta; perché tutte le correzioni che sono state apportate o che state per apportare sono relative a pasticci pregressi ovviamente la responsabilità non è di questa Giunta ma è di chi ha fatto il PPR. Un PPR che peraltro ha prodotto una valanga di metri cubi con quegli strumenti che consentivano e consentono alla Giunta e il Presidente della Giunta di attribuire centinaia di migliaia di metri cubi con la più ampia discrezionalità. Quindi ben venga questo emendamento, ci dà l'occasione per sottolineare queste storture, noi lo voteremo perché credo che il voto favorevole a questo emendamento sia nell'interesse dei sardi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente l'emendamento numero 92 già in sede di discussione della Commissione durante il rilascio dei pareri relativi a tutti gli emendamenti che sono stati apposti e preparati e depositati per la discussione del disegno legge numero 130 mi aveva lasciato onestamente un po' perplesso però come già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto bene ha fatto il nostro Capogruppo invece che lasciare al ritiro e quindi da parte della maggioranza e quindi dei presentatori farlo proprio e metterlo in discussione.

In effetti, a prima considerazione, a prima consultazione pare un eccesso di necessità, di verifica, di controllo da parte del legislatore e nell'inserire e nel proporre questa norma legato chiaramente a interventi in aree a rischio idrogeologico e paesaggisticamente sensibili ai sensi dell'articolo 142 in quanto qualsiasi tipo di intervento che sia di demolizione o eventuale di rimessa in pristino dello stato dei luoghi debba comunque essere preventivamente verificato e definito in sede di conferenza di servizi.

La conferenza di servizi è un'innovazione amministrativa molto, molto profonda che aiuta e ha aiutato a snellire, a semplificare tutta l'attività amministrativa stessa nel rilascio delle autorizzazioni e la Conferenza dei servizi aiuta ancora di più perché prevede la presenza di vari soggetti che rilasciano il loro parere e aiuta dicevo a dare risposte tecnicamente molto più concrete rispetto a quelle invece di una serie di passaggi singoli che vengono visti e attivati in sede di rilascio autorizzativo. Quindi ritengo ancor di più che l'emendamento numero 92 venga messo in votazione all'interno di questa aula e il voto sarà sicuramente favorevole e chiediamo agli stessi presentatori che anziché rinviare il testo ad altre discussioni prendano l'occasione e accolgano l'occasione e votino anche loro insieme a noi questo emendamento. Potrebbe essere un altro tassello in più alla composizione di questa legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Grazie Presidente, credo che si capisca già da queste prime battute la ratio che c'è nel momento in cui noi facciamo proprio un emendamento che ci è sembrato intelligente, ci è sembrato ben pensato. Mi ha sorpreso onestamente la volontà del proponente di ritirarlo, di aderire alla richiesta della Commissione e della Giunta, perché non mi pare che la norma nel suo complesso faccia venire meno l'esigenza di una precisazione così importante. Procedere alla demolizione di un bene, procedere alla modifica ulteriore di una parte di territorio che ha già subito sbancamenti, che ha subito una serie di modifiche propedeutiche a questo tipo di costruzione necessariamente deve poter cogliere tutte quelle sensibilità che partecipano alla tutela del nostro patrimonio.

Io devo dire perché mi sembra anche azzeccata la modalità, è la conferenza di servizi il luogo in cui tutti dubbi possono essere dipanati, è la conferenza di servizi il luogo in cui si possono evitare quei rimpalli di competenza, quel non sapere chi deve dire l'ultima parola, quel luogo in cui alcune delle problematiche che sono presenti, e che noi stiamo rilevando all'interno di questo testo, possono essere dissolte. A questo punto, colleghi, perché no, certo posso intuire, ci poteva essere una ragione di carattere temporale, la necessità di provare ad esaminare questa legge più in fretta, però ormai questo è venuto meno, quindi partecipate alla preparazione di questa norma, fate vostro il nostro intendimento cioè quello di migliorarla in ogni punto dove è possibile. Provate a dire la vostra siete qui anche per questo dopotutto, cercate di aiutare anche noi a capire dove effettivamente questo testo possa creare dei problemi e quindi rassicurateci rispetto al fatto che voi ne avete chiesto il ritiro non soltanto per ragioni di tattica d'aula ma perché ritenete che crei un problema. A nostro avviso è ben fatto, a nostro avviso è un buon emendamento e quindi ripensandolo assieme a voi, se ritenete ci possiamo fermare un attimo a rifletterci assieme e trovare il modo di metterlo a reddito di questa norma perché secondo me la va a caratterizzare anche in maniera decisiva. Sarà uno di quegli emendamenti…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, io voterò contro questo emendamento per le ragioni che ho espresso in tutti questi giorni. Perché è un testo incorreggibile, noi non abbiamo bisogno di questo, è questo un provvedimento cosiddetto emergenziale che non ci dà l'idea di che cosa si voglia raggiungere tanto è vero che non siamo più soltanto noi ad occuparci di questa roba qui ma come dicono i giornali anche la magistratura si sta occupando di quello che stiamo legiferando. Chi ha visto la trasmissione, Assessore, ieri avrà potuto portare che una delle norme che sta per essere approvata a livello nazionale è quella che se io ho una casa la voglio ristrutturare non ho nessun problema e non devo chiedere nessun permesso di costruzione purché conservi i perimetri e conservi le volumetrie vado e la faccio. Poi mi potete dire ma noi abbiamo competenza primaria in materia di edilizia, certo ma mi sembrerebbe strano che un abitante di Bitti debba chiedere il permesso di costruzione e un abitante di San Martino di Castrozza no. Quindi che cosa ne facciamo noi di questa cosa, non ce ne facciamo nulla, creiamo soltanto confusione. Questo è un provvedimento che non serve a nulla o se serve a qualcosa poi lo vedremo nel prosieguo, ma non sono certamente interessi di carattere generale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, noi invece voteremo a favore di questo emendamento perché ci pare che colga un aspetto importante e cioè quando stiamo parlando di manufatti abusivi eseguiti in aree a rischio idrogeologico e paesaggisticamente sensibile eccetera eccetera si prevede che non si proceda secondo determinati automatismi ma che si convochi una conferenza di servizi. Qual è lo spirito che si coglie in questo emendamento, e devo dire che anch'io ci sono rimasto male per il fatto che sia stato ritirato, anzi io vorrei invitare veramente i presentatori a votare essi stessi a favore del loro emendamento perché introducono, ripeto, un principio importante che in determinati casi che sono quelli che sono stati precisamente individuati dai presentatori dell'emendamento si introduce il meccanismo della conferenza dei servizi che è quello che permette di valutare contestualmente i diversi interessi in campo. Quindi ci pare che rispetto a questi specifici manufatti valga la pena di introdurre un momento dialettico che permetta di valutare il prosieguo dell'iter che poi dovrà essere adottato. Quindi, a noi questo emendamento sembra congruo, manteniamo naturalmente anche noi il giudizio totalmente negativo sulla legge e anche sulla stessa utilità di questa legge, visti gli elementi di complicazione che introduce e viste anche le fondate preoccupazioni che sta suscitando. Quindi, rimane l'invito a ritirare questo provvedimento e ad affrontarlo con maggiore ponderazione, ma esprimiamo un giudizio favorevole su questo emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Bene ha fatto il nostro Capogruppo a fare nostro questo emendamento perché oltretutto dà una grande opportunità. Ogni volta che leggo all'interno di un emendamento riferimenti ai piani urbanistici comunali, al Piano paesaggistico regionale, non mi può non venire in mente la situazione generale che stiamo vivendo, e a proposito di questo vorrei raccontarvi un episodio che è accaduto proprio ieri. È venuto a trovarmi un ragazzo sardo che ha avuto la fortuna di sposarsi con una ragazza argentina figlia di un grosso imprenditore, uno dei più ricchi imprenditori argentini. Questo ragazzo è venuto e dopo un anno e mezzo lui si sta occupando degli investimenti immobiliari di questo grosso gruppo in tutto il mondo. Da sardo vorrebbe cercare di fare un progetto interessante anche nella propria terra, e in un consiglio di amministrazione dove c'erano esponenti di società a livello internazionale ha proposto un investimento in Sardegna. Sapete che tutti gli hanno detto: "Guarda, in qualsiasi parte del mondo, ma non in questo momento in Sardegna". Questa è l'impressione che noi stiamo dando a livello internazionale di una Regione che non ha certezze, di una Regione che non ha la certezza di diritto per l'imprenditore che vuole investire nella nostra terra, questa è la situazione che noi stiamo creando. Stiamo attenti perché si è creato nell'immaginario collettivo degli imprenditori, degli investitori, l'idea che in Sardegna basta che cambi un governo, basta che venga resuscitato politicamente un esponente che è stato l'artefice del Piano paesaggistico regionale per bloccare nuovamente gli investimenti. Basta una modifica della norma per non riconoscere nessun diritto a chi ha investito, a chi ha scelto di investire nella nostra terra. Questa è la situazione che stiamo creando ed è una situazione pericolosissima sulla quale io vi invito a riflettere finché siamo in tempo, perché altrimenti domani non ci saranno più gli imprenditori che vorranno investire in Sardegna e cercheremo di capire quali sono i problemi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Su questo emendamento noi c'eravamo anche orientati a votare contro e il ritiro ci impediva di poter intervenire, quindi ringraziamo sicuramente il Capogruppo di Forza Italia che ci consente anche di dire perché avremmo votato contro, perché nel frattempo che sottopone all'attenzione di questo Consiglio un argomento importantissimo anche di attualità in queste ore, vista l'allerta meteo che soprattutto nella nostra zona, credo che l'argomento sia veramente di una rilevanza importante, perché stiamo parlando di zone a rischio idrogeologico dove si compiono o si sono compiuti degli abusi edilizi, niente di peggio penso possa accadere. Però, il voto contrario è determinato dalla superficialità con la quale un argomento di tale portata è stato inserito all'interno di un disegno di legge, come più volte abbiamo detto, inadeguato a regolamentare effettivamente questa materia, e con questo emendamento si raggiungeva veramente l'apice dell'ingiustificata discussione o introduzione di un argomento di tale portata relegata ad un emendamento che addirittura è stato anche ritirato. Per cui confermiamo il nostro voto contrario pur condividendo l'aver fatto proprio l'emendamento da parte del Capogruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Per esprimere il parere contrario della maggioranza a questo emendamento. Noi avevamo proposto in Commissione ai colleghi Agus e agli altri di ritirare l'emendamento perché non era necessario in quanto già la normativa in questi casi prevede la conferenza dei servizi. La minoranza, l'ho detto ieri, continua nel suo atteggiamento, è inutile che lo vogliate chiamare in modo diverso, si tratta di un puro e semplice ostruzionismo, rientra nelle vostre prerogative, però lo abbiamo fatto anche noi ma abbiamo cercato di farlo in modo un po' più costruttivo. Ci avete accusato e continuate ad accusarci di essere in ritardo sull'approvazione di questa legge, però fate di tutto perché questa legge possibilmente non venga approvata. Io credo che nella democrazia consiliare la maggioranza abbia il diritto dovere di proporre le proprie idee, e l'esplicita tramite proposte di legge, questa è una proposta di legge della maggioranza sulla quale ci mettiamo la faccia, sulla quale ci assumiamo anche la responsabilità politica di averla proposta e ci assumeremo la responsabilità politica anche di approvarla, perché potete tenerci in aula anche un mese, due mesi, ma state tranquilli che questa legge la approveremo. Però nel momento in cui noi ci assumiamo la responsabilità della proposta dell'approvazione, mi dispiace, vi dovrete assumere davanti all'opinione pubblica la responsabilità di aver ritardato una legge che tutti quanti, maggioranza e minoranza, abbiamo sempre ritenuto importante ed urgente. Non è accettabile inoltre che utilizziate anche gli emendamenti ritirati dalla maggioranza per farli propri solo per poter discutere magari con una dichiarazione di voto di tutti i componenti della minoranza il vostro parere. E a questo proposito io faccio un appello alla minoranza, non certamente in questa occasione, ma credo che una responsabilità politica di chi, al di là di chi governa in questo momento, maggioranza di centrosinistra o maggioranza di centrodestra, siamo ormai nella politica dell'alternanza, credo che sia opportuno che la Commissione Regolamento riveda il Regolamento, perché credo che utilizzare la dichiarazione di voto con un'unica dichiarazione per Gruppo credo che sia opportuno che questo Consiglio si doti di un Regolamento per far sì che chi deve governare si debba assumere la responsabilità politica delle proposte e delle leggi, e lo possa fare assumendosene la responsabilità politica senza incorrere in boicottaggi, in strumentalizzazione da parte della minoranza consiliare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Avevo preparato un intervento diverso per stamattina, perché l'augurio era quello di doverlo discutere con gli amici della maggioranza. Io colgo l'occasione in ogni caso per ringraziare il Gruppo di SEL, Agus, Cocco, Lai e Pizzuto, per aver pensato questo emendamento, perché è un emendamento indubbiamente intelligente e interessante, e ho intravisto in questo emendamento un'apertura, un segnale di disponibilità che ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che si può e si deve uscire dagli schemi ideologici, e soprattutto ragionare in prospettiva di salvaguardia del nostro patrimonio edilizio. In realtà, poi, il ritiro di questo emendamento ha fatto venir meno quelli che erano i buoni propositi degli amici di SEL, ha ben fatto il Capogruppo di Forza Italia a farlo proprio perché ci dà l'opportunità di discutere di questo emendamento. L'occasione di verifica della Conferenza dei servizi è funzionale a migliorare la normativa. Rimane un dubbio interpretativo sulla definizione e il riconoscimento della valenza storico-culturale e ambientale. Ecco, anche in questo caso siamo di fronte a quale unità di misura noi dobbiamo utilizzare per definire quel bene di valenza storico culturale e ambientale. Questo non è stato indicato nell'emendamento e lascia comunque anche la Commissione della Conferenza dei servizi con questa ambiguità, cioè devono soprattutto fare la scelta di far identificare quel tipo di edificio con valenza storico-culturale. Quindi ritengo che questo tipo di emendamento, che giudico positivo, vada approfondito, e soprattutto si individuino i criteri per definire quali sono gli strumenti di cui la Commissione deve essere dotata per poter identificare al meglio che quel tipo di bene ha quella valenza storico-ambientale e culturale. Ovviamente voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Voto favorevole per l'emendamento, e dico anche che probabilmente avremmo votato a favore se fosse rimasto in capo alla posizione di SEL. Questo lo dico perché la stoltezza umana non ha mai limiti, proprio la stoltezza umana non ha mai limiti! E si vede che l'onorevole Solinas ieri non ha frequentato bene quest'Aula di pomeriggio, perché si è discusso abbondantemente di quello che è il valore intrinseco di un Parlamento. Non solo, ma si è parlato anche della differenziazione tra parlamentarismo, autoritarismo ed esecutivo, questo da quando sono nati i Parlamenti ad oggi, ricordando che è una dialettica di sempre, e ricordando anche che l'arricchimento, la capacità di offrire in maniera dialettica, anche oppositiva, ma quasi sempre costruttiva, è insita nel dibattito parlamentare e nel dare una base di legge sufficientemente chiara e che possa essere … a quella che è l'esigenza del popolo a cui si riferisce. Se noi riteniamo che ex cathedra solo perché la Giunta, o un gruppetto ristretto della maggioranza, oimè, che si autoproclama con sufficienza l'intellighènzia assoluta di questa posizione governativa, e ci propina una norma tale e quale noi abbiamo visto essere podalica nella sua posizione, è stupido ed è antidemocratico. Se questo non si capisce e non si lascia un libero Parlamento di esprimersi, vuol dire che non si coglie quale è la democrazia, il senso di marcia e la possibilità di dare un avvenire a quelli che sono i momenti dialettici di dibattito e di leggi non perfette, ma certamente sulla via della perfezione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Colgo l'occasione delle dichiarazioni del collega Dedoni. Io debbo manifestare, signor Presidente, grande senso di disagio; credo sia molto difficile lavorare serenamente in quest'Aula, dopo ciò che abbiamo letto sull'Unione Sarda…

PRESIDENTE. Onorevole, faccia la proposta!

TEDDE MARCO (FI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Deve fare una proposta sull'ordine dei lavori, non è che deve farci il commento su come sta andando la seduta.

TEDDE MARCO (FI). Mi faccia spiegare cosa debbo dire, e dopo faccio la proposta.

PRESIDENTE. Non è proprio così. Lei deve fare una proposta in ordine ai lavori, perché per questo ha chiesto la parola ed è per questo che ha diritto alla parola.

TEDDE MARCO (FI). È quando motivo la proposta però?... Allora, faccio prima la proposta. Chiedo che lei in qualche modo intervenga a difesa delle prerogative dei consiglieri regionali che stanno lavorando in quest'Aula, rifacendomi a quanto diceva l'onorevole Dedoni, che devono avere la necessità, o meglio che hanno la necessità di esprimersi liberamente, e chiedo che questo Consiglio regionale prenda posizione in modo chiaro su ciò che sta accadendo. Questa è la proposta, adesso le motivazioni. Le motivazioni sono relative al fatto che oggi apprendiamo dalla Stampa che c'è stato un blitz del PM in Consiglio (comunale) che ha chiesto, o che avrebbe chiesto il testo di alcuni emendamenti relativi alla proposta di legge. Ecco, questo non mi fa lavorare assolutamente con serenità, considerato che noi abbiamo delle prerogative che vengono certificate dall'articolo 25 dello Statuto, che è una legge Costituzionale, io credo che il Presidente debba intervenire per consentirci di lavorare con serenità, perché da oggi in poi noi non possiamo lavorare con la dovuta serenità. Noi siamo stati votati, siamo stati eletti per svolgere dei compiti molto precisi di produzione normativa, di sindacato ispettivo, che se non ci viene consentito di farlo con la dovuta serenità, non esplica i risultati che noi e il popolo sardo si propone.

PRESIDENTE. Chiarisco, perché evidentemente c'è un equivoco. Non è stato richiesto alcun atto relativo alla legge in essere, alla discussione che noi stiamo svolgendo. Gli atti richiesti, che tra l'altro erano pubblici, pubblicati sul sito della Regione, riguardavano gli atti del Piano casa 2009-2011, e sono i verbali del Consiglio, quindi atti già in gran parte pubblici, pubblicati sul nostro sito, quindi niente di particolare e nessuna lesione delle prerogative dei consiglieri che, ripeto, non riguardano assolutamente la discussione che stiamo svolgendo oggi. Non c'è nessun intervento specifico che debba essere fatto da parte mia o da parte del Consiglio.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Intanto nessuno pensi di mettere il bavaglio all'opposizione, onorevole Solinas, neanche sulla spinta di campagne denigratorie o scandalistiche che si vogliono propinare in questa fase: guardatevi in casa, ognuno si guardi in casa propria, perché scheletri negli armadi, vivaddio, forse ce ne sono tanti, anche con riferimento alle questioni urbanistiche, anche con riferimento alle questioni edilizie e urbanistiche… d'accordo? Per essere molto chiari! Quindi noi andremo avanti come stiamo andando avanti, non recederemo neanche di un solo millimetro, perché noi questa legge vogliamo che la ritiriate, l'avete capito? Non ci sarà nessun compromesso, per essere molto chiari, perché l'unico compromesso è che ritiriate la legge e che acconsentiate la proroga del vecchio Piano casa, ed è quello che vi ha chiesto non solo l'opposizione, perché ve l'ha chiesto l'ANCI, l'ANCE, ve l'hanno chiesto le associazioni di categoria, ve lo chiedono i sindaci, e ve lo deve chiedere il buon senso, se ancora avete una coscienza, se ancora avete un sentimento di appartenenza a questa comunità. L'unico ostruzionismo è quello vostro, è l'ostruzionismo che avete fatto finora voi, che avete fatto arrivare questo provvedimento dopo 4 mesi, o l'avete dimenticato? Il 29 di novembre è scaduto il Piano casa, da allora avete fatto trascorrere ben oltre 110 giorni, e allora domandatevi voi il perché di questo ostruzionismo. Non è una dichiarazione di voto su un emendamento che sta rallentando i lavori! Su questo, Presidente, noi non tolleriamo, perché questa sì che è una perdita di tempo, che gli argomenti vengano portati su questo piano. Perché, guardate, state facendo perdere tempo soltanto voi, noi vogliamo confrontarci sul merito delle questioni. E allora, sul merito di quell'emendamento che abbiamo fatto nostro, non è per far perdere tempo, perché ci sono questioni sul dissesto idrogeologico, sulle sanatorie in particolare e sugli abusi che richiama quell'emendamento, ma, vivaddio, è possibile un confronto? È possibile parlarne? O deve essere tabù! O sono scemi, insensati e irresponsabili i colleghi di SEL che l'hanno presentato? State facendo un torto anche al lavoro in questo caso responsabile che hanno fatto i colleghi di SEL, e ne vorremmo discutere. Ma è possibile che non si debba discutere per niente, perché dovete arrivare alla conclusione sul diktat che vi ha imposto il vostro Segretario, colleghi del Partito Democratico!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, intanto per rassicurare i colleghi della minoranza, noi lavoriamo molto tranquillamente anche se dovessero esserci richieste di documentazione da parte della procura, come immagino la minoranza, non capiamo quale sia la turbativa dei lavori in Aula. Secondo punto. Non abbiamo, consigliere Pittalis, nessuno scheletro nell'armadio e chi trascende in quest'Aula spesso in questioni personali siete voi e questa cosa deve finire. Lei si ricorderà il primo giorno di dibattito quando io feci riferimento, probabilmente spingendomi troppo oltre, a riunioni che si tenevano presso altre sedi (mi stavo riferendo evidentemente alla Trexenta) e il presidente Cappellacci mi richiamò dicendo: "Non trascendiamo in questioni personali". Me lo disse con altre parole evidentemente, io feci cenno di sì e non ricaddi in questioni di questo tipo. Invece, in quest'Aula continua il ritornello che ci sarebbe il diktat del nostro Segretario regionale...

PITTALIS PIETRO (FI). Sono questioni politiche!

DEMONTIS SALVATORE (PD). Il nostro partito, consigliere Pittalis, discute nelle sedi opportune, discute nelle direzioni e non discute in altre sedi!

LOCCI IGNAZIO (FI). Dichiara il voto!

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, non mi fanno parlare...

PRESIDENTE. Dichiari il voto.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Così si evidenzia chi è tollerante e chi non lo è. Comunque, dicevo, il nostro partito discute nelle sedi opportune, discute per tutto il tempo che ritiene necessario, assume decisioni condivise in questo caso dall'unanimità della direzione, probabilmente questo aspetto vi infastidisce. Allora, per evitare di trascendere in questioni personali io non voglio richiamare altre riunioni, non lo voglio fare perché credo che il dibattito debba essere alto, debba parlare di temi e allora evitate anche voi di arrivare ad aspetti di questo tipo.

Quanto poi ai presunti illeciti di natura urbanistica che ogni tanto qualcuno di voi tira fuori sono tutte quante balle, state dicendo balle, sono balle! Il piano casa non c'è più e di questa cosa ve ne dovete fare una ragione, non stiamo parlando di piano casa, il piano casa non c'è! Non crediamo che il piano casa determini sviluppo, è una vostra idea, è un vostro modello e non è il nostro, riteniamo che lo sviluppo passi per l'approvazione dei PUC e su questo faremo una battaglia, sull'approvazione dei PUC con i PUC il piano casa non esiste, non ha senso di esistere e con l'approvazione della legge urbanistica. Questo è il punto e su questa linea continuiamo ad andare avanti.

TUNIS STEFANO (FI). Ennesimo intervento senza dichiarazione di voto!

PRESIDENTE. Onorevole Demontis, non ha fatto una dichiarazione di voto. Mi dispiace doverla richiamare perché come chiediamo a tutti...

DEMONTIS SALVATORE (PD). Contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Per dichiarare il voto contrario, così assolviamo subito al dovere. Per dire che in politica, un po' come nel calcio, a volte si vince negli argomenti perché si fanno dei bellissimi gol, a volte si vince anche perché gli avversari a porta vuota sbagliano e questo ritengo che sia il caso di stamattina. Perché, onorevole Pittalis, questa maggioranza sta discutendo e ha deciso anche, cercherà naturalmente d'accordo tutti, di prendersi anche delle ore per riflettere sulle questioni, anche perché a monte c'è un ragionamento fatto in maggioranza che diceva questa cosa chiara, chiarissima: sostenuti tutti gli emendamenti che presenta la Giunta, valuteremo gli emendamenti presentati dalla maggioranza e presentati anche dall'opposizione sul merito. Questa è la regola che ci siamo dati e ci stavamo prendendo ulteriore tempo per ragionare su quelle che erano le proposte che venivano dall'Aula. Ma se il ragionamento è quello di chiudere, di fare ostruzionismo e di prendere atto che la politica è una scienza esatta, in quest'Aula si sta fotografando quello che è lo scenario anche nazionale con Forza Italia che vuole prendere la via di avvicinarsi a Salvini e mentre c'è un'altra parte che si è creata e che si è costituita anche in quest'Aula che si chiama Area Popolare che ragiona un po' più sui meriti e che è una parte moderata a cui tutto il centrosinistra può, secondo me, aprire una finestra di dialogo e ragionare. Se voi volete decidere di stare sulle barricate state sulle barricate, anche chi voleva ragionare con voi sul merito non ha le condizioni per poterlo fare.

TUNIS STEFANO (FI). Anche qui non c'è dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. L'onorevole Arbau ha dichiarato il voto in apertura.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Anch'io dichiaro il voto contrario a questo emendamento. Io di calcio ne posso parlare perché ci gioco ancora e comunque credo sicuramente meglio dell'onorevole Cherchi...

(Interruzioni)

Voglio dire una cosa a favore vostro ma non me la fate dire e non la dico. Comunque, proprio per questo, credo che in campo le due squadre abbiano entrambe il diritto di entrare e di giocare la partita. Questa maggioranza, è vero quello che ha appena detto il collega Efisio Arbau, ha dimostrato - e la dimostrerà - disponibilità ad ascoltare le proposte ragionevoli dell'opposizione. Il fatto stesso che noi vogliamo prenderci qualche ora in più per ragionare al nostro interno significa che questo è vero e che lo vogliamo assolutamente fare. Però è anche vero che questa maggioranza - mi riferisco ai colleghi della maggioranza - crede in questa legge o nella legge che verrà comunque esitata e ci auguriamo che venga esitata al più presto perché non possiamo rimanere in aula a far vedere all'esterno che comunque lavoriamo sicuramente non in maniera produttiva, se noi crediamo in questa legge e ci crediamo abbiamo il dovere di andare sino un fondo e di fare di tutto perché la stessa legge venga esitata al più presto. Quindi, io chiedo - perché lo credo - anche i miei colleghi di maggioranza di evitare le sterili contrapposizioni e le sterili polemiche che non servono assolutamente a niente.

Devo anche dire che da quella parte ho sentito pervenire delle proposte che sono assolutamente ragionevoli, che potrebbero essere condivisibili, poi è chiaro che il gioco delle parti e il ruolo delle diverse posizioni non solo partitiche, politiche o personali porta molte volte anche a fare la polemica, ma ci sta anche e la accettiamo anche.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto dichiaro il voto favorevole. Contrariamente alle dichiarazioni dell'amico Daniele Cocco noi questa legge non la condividiamo e stiamo provando a dirvelo in tutti i modi. Così come voglio dire al collega Arbau che, pur apprezzando le sue aperture di questi giorni, devo dirle, collega Arbau, limitiamoci a confrontarci su questa legge, lasciamo perdere le disamine polemiche, di dove si sta andando, dove non si sta andando e pensate magari a guardare dove state andando al vostro interno, anche perché oggi il numero legale è mancato per una vostra responsabilità e non per una nostra responsabilità.

A noi dovete solo concederci due cose: una, di confrontarci se lo volete fare e migliorare questa proposta di legge; poi di usare tutte le prerogative che sono dei Gruppi di minoranza. Ma perché questo? Perché siamo in rappresentanza di chi sta fuori da questo Palazzo, ve l'abbiamo già detto in tutte le salse, quelli che voi ancora oggi non volete ascoltare, ai quali non volete dare voce. Allora noi abbiamo anche questo compito tra le nostre prerogative. Quindi, vi abbiamo anche dimostrato che non stiamo facendo nessun ostruzionismo perché fino ad ora le proposte di miglioramento e di chiarezza di questa norma sono venute da questa parte. Quindi, accettiamo una parte della sua proposta, il resto lo rispediamo al mittente.

PRESIDENTE. Ricordo che è rientrato dal congedo l'onorevole Comandini.

Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 92.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Tenuto conto dell'andamento del dibattito su questo emendamento, sul quale avremmo voluto un confronto serio perché proposto da colleghi seri, non dalla nostra parte politica, e siccome vedo che c'è questa assoluta indifferenza da parte della maggioranza e degli stessi proponenti, per quanto ci riguarda lo ritiriamo Presidente.

PRESIDENTE. Purtroppo siamo già in fase di votazione e quindi invito ad esprimere il voto.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 92.

(Segue la votazione)

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Floris - Forma - Lai - Ledda - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tendas - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Orrù - Peru - Pittalis - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 29

astenuti 16

maggioranza 15

contrari 29

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 4. All'articolo 4 sono stati presentati l'emendamento soppressivo numero 246, il soppressivo parziale numero 214, il sostitutivo parziale numero 101 e l'aggiuntivo con un emendamento all'emendamento, il numero 569.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:

Art. 4

Tolleranze edilizie

Dopo l'articolo 7 della legge regionale n. 23 del 1985, è aggiunto il seguente:
"Art. 7 bis (Tolleranze edilizie)

1. Sono considerate tolleranze edilizie, con conseguente inapplicabilità delle disposizioni in materia di parziale difformità, le violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che non eccedano per singola unità immobiliare il 2 per cento delle misure progettuali.".

Emendamento soppressivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda

Art. 4

(Tolleranze edilizie)

Testo dell'emendamento:

L'articolo 4 è soppresso. (246)

Emendamento soppressivo parziale Oscar Cherchi - Peru - Pittalis - Cappellacci - Tocco - Fasolino - Alessandra Zedda - Tunis - Locci - Tedde

Art. 4

Al comma 1 dell'articolo 4 è soppresso quanto segue: "a che non eccedano per singola unità immobiliare il 2 per cento delle misure progettuali". (214)

Emendamento sostitutivo parziale Augusto Cherchi - Piermario Manca - Unali

Al comma 1 la frase "il 2 per cento delle misure progettuali" è sostituita dalla seguente: i per cento delle misure progettuali "concessionate" (101)

Emendamento all'emendamento numero 24 modificativo Piscedda

L'emendamento numero 24 è così modificato:

Le parole"Art 7 ter (sanatoria vizi minori) In caso di avvenuta realizzazione entro il 9 settembre 2006" sono sostituite dalle parole: "Art. 7 ter. Costituisce variazione non essenziale l'avvenuta realizzazione".

Sono soppresse le parole "o comunque prima della data sopra indicata".

Il periodo da "ovvero" sino a "riscontrate" è sostituito con l'inciso:

"ossia vi sia stata una modifica della localizzazione dell'edificio sull'area di pertinenza determinata a seguito di rotazione su qualunque asse traslazione, quando la sovrapposizione della sagoma a terra dell'edificio autorizzato e di quello realizzato è superiore al 30 per cento". (569)

Emendamento aggiuntivo Piscedda - Comandini

Art. 4

Dopo l'art. 7 bis, è aggiunta la seguente disposizione integrativa: Art. 7 ter (sanatoria vizi minori)

In caso di avvenuta realizzazione, entro il 9 settembre 2006, di strutture edilizie sulla base di atti autorizzativi delle autorità competenti, qualora emerga successivamente, che in fase costruttiva

- comunque prima della data sopra indicata, le stesse strutture abbiano avuto una parzialmente diversa collocazione sul terreno, ovvero presentino difformità rispetto al progetto approvato, ovvero opere di integrazione ed arredo non comportanti comunque incrementi volumetrici costituenti variazioni essenziali di sensi della L.R. 23/1985, è possibile che il richiedente l'abuso;

- il titolare del bene conseguano una autorizzazione urbanistica che consenta il legittimo mantenimento delle opere, dietro il pagamento di una sanzione pecuniaria in favore dell'amministrazione, determinata dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale competente, in misura variabile da C. 1.000,00 ad C. 10.000,00 in funzione dell'entità e della rilevanza delle difformità riscontrate. (24).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. La Commissione ha espresso parere contrario sull'emendamento numero 246 e sul soppressivo parziale numero 214. L'emendamento numero 101 è ritirato e sull'emendamento aggiuntivo numero 24 e sull'emendamento all'emendamento c'è l'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere della Giunta è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, mi rivolgo a voi ma in particolare sommessamente ai rappresentanti della maggioranza. Il 28 marzo prossimo, tra meno di 10 giorni, cade l'anniversario del primo anno di vita della Giunta Pigliaru. Non sappiamo quanto il Presidente possa essere scaramantico, certamente quella prima riunione ufficiale della Giunta non è nata sotto una buona stella. In quel giorno infatti con la delibera numero 10/20 viene annullato il PPR approvato dalla Giunta Cappellacci, inizia così una nuova era, quella del disfare a prescindere.

Avremo modo di ritornare sulla frettolosa scelta sull'altare della quale si sono sacrificati anche milioni di euro perché vogliamo comprendere non solo noi, ma tutti quelli, cittadini, imprese, operatori che del Piano paesaggistico regionale avrebbero tratto benefici legittimi, se su un provvedimento di tale portata nel quale l'assessore Erriu si era speso molto e non poco come presidente dell'ANCI ci sono altre cose a noi per ora sconosciute alla luce di quanto è avvenuto col Piano casa e con la legge urbanistica in discussione. Il Piano casa, l'abbiamo detto tutti quanti, ha avuto nel suo percorso attraverso il Piano paesaggistico regionale che era stato rielaborato con la semplificazione, la riqualificazione e la tutela del territorio sia nelle zone agricole sia nelle aree turistiche e costiere interne la Sardegna avrebbe potuto in quest'ultimo anno nel 2014 riprendere un cammino virtuoso di espansione. Invece no, la regola del disfare e dell'attendere è la caratterizzazione, è il sigillo che hanno dato una connotazione a questa Giunta regionale e ai colleghi della maggioranza, a questa maggioranza. È una tragica, triste sequenza di attese, in attesa di una legge urbanistica organica di governo del territorio non si è prorogato il Piano casa e si cerca di confondere le idee mettendo in campo un provvedimento legislativo che complica le cose semplici senza che nulla si sappia della legge promessa con la delibera del 27 del 2014 scorso. In attesa di un nuovo Piano paesaggistico regionale non si ha l'umiltà di leggere e valutare il precedente già approvato, lo si annulla senza mettere in campo una proposta alternativa per di più sacrificando milioni di euro già spesi. In attesa delle nuove norme regionali sulle province si nominano i commissari e intanto il Consiglio di Stato bacchetta la Regione. In attesa del riordino delle autonomie locali si portano da 8 a 10 i consiglieri comunali dei comuni sotto 1000 abitanti. In attesa del nuovo Statuto la Giunta asseconda il neocentralismo del governo che riduce gli spazi di autonomia e che attenta alla nostra specialità. In attesa delle nuove norme di attuazione e di revisione di quelle vigenti si lascia che lo Stato nell'indifferenza più assoluta sottragga funzioni e competenze alla Regione. In attesa di ricontrattare le entrate proprie della Regione ci si accontenta di modeste operazioni contabili e si ritirano i ricorsi a tutela delle prerogative statutarie. In attesa della modifica della legge numero 1 che ridisegni la struttura della Giunta regionale alla luce di quanto già elaborato con le precedenti leggi statutarie si procede ad accorpamenti strategici. In attesa della riforma della sanità si nominano i commissari delle ASL. In attesa della modifica della legge numero 31 sul personale regionale anche in funzione del nuovo assetto istituzionale in Sardegna si costruisce il pannicello caldo della legge numero 24 esitata a fine dello scorso anno. E così potrei continuare all'infinito in materia di turismo, la BITAS per quest'anno 2015 non c'è stata, è rinviata a novembre, la soppressione di Sardegna promozione, sono rimaste in campo solo le Pro Loco. Come potremo continuare in materia di agricoltura con il rischio di vedere le nostre campagne coltivate a canne e a cardi per produrre biocarburanti mentre le nostre cucine, i nostri ristoranti e i nostri mercati sono saturi di prodotti agricoli e alimentari che arrivano da tutto il mondo, anche i semi di zucca arrivano dalla Cina e quelli di girasole dal Pakistan. Ecco questa è la regione che state rivoluzionando, questa è la Sardegna che state portando al disastro, è su questo che bisogna intervenire. Bisogna che la maggioranza, i partiti gloriosi che la compongono la smettano con questa Giunta che è incapace, è inadeguata, ed è inutile continuare ad andare avanti con questo sistema che è un sistema che porta al disastro complessivo.

Non è un problema soltanto che riguarda questa materia, è un problema di ordinaria amministrazione, di fare il compitino giorno dopo giorno senza pensare a niente di strategico perché non c'è da parte della maggioranza la convinzione che questa Giunta regionale... io vi vorrei far leggere o regalare il libretto della libera docenza che poi è la libera decenza per vedere quali sono state proprio nel mondo le sperimentazioni fatte in questo campo con le Giunte composte in questo modo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto volevo sottolineare che l'articolo 4 riporta, come sanno tutti, integralmente il comma 2 ter dell'articolo 34 del testo sull'edilizia. Però su questo consentitemi di fare alcune osservazioni. Abbiamo perso anche qui un'occasione per dare un senso alla nostra specificità, vi ricordo che regioni come la Sicilia e l'Abruzzo hanno fatto valere le loro posizioni e anche se migliorato appena sono arrivate al 3 per cento quindi a qualificare comunque la loro posizione. Noi invece decidiamo di accettare questa impostazione nazionale recependola integralmente. Io mi chiedo qual è la posizione sfavorevole, chiedo alla Giunta di esprimersi sul fatto che in alcuni casi il passaggio dal 2 al 3 per cento, per esempio, potrebbe essere un passaggio significativo. C'era un emendamento anche qui della maggioranza di buon senso che tendeva a dare un senso alla nostra autonomia, alla nostra specificità, apprendo dal parere sia della Commissione che della Giunta che questo emendamento ha avuto un parere contrario. Allora anche su questo, colleghi, possiamo riflettere se ci sono le condizioni perché quantomeno si possa concedere questa minima opportunità? Non essendo un'esperta di metri quadri per capire quanto possa incidere, pure relativamente, però credo che nell'economia di una ristrutturazione, di un ampliamento questo 1 per cento in più non credo che possa essere così dannoso per il consumo del territorio, questo ovviamente credo che possa essere condiviso da tutti. Quindi, Assessore e colleghi, vi è invito a voler riprendere in considerazione anche l'emendamento che era stato proposto dalla vostra parte politica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, secondo me è obbligatorio fare una premessa rispetto anche alle cose che abbiamo sentito dai colleghi della maggioranza, in particolare con molto stupore devo dire personalmente da parte del Presidente della Commissione urbanistica. Abbiamo sentito cose di caratura definirei reazionaria. Minacciare ed auspicare una modifica dei regolamenti consiliari proprio per tentare di mettere il bavaglio ai lavori del Consiglio regionale. Consiglio regionale che peraltro in questi giorni è già abbastanza preso di mira da una serie di pressioni anche delle associazioni dei Comuni che cercano in qualche modo di sollecitare una soluzione, quando invece dovrebbero sollecitare forse di più la maggioranza e guardare bene che cosa c'è dentro questo testo per vedere veramente come questa maggioranza sta complicando la vita alle amministrazioni locali e ai cittadini. Quindi, Presidente, la difesa del Consiglio regionale va fatta sempre quando si sentono certe cose e bene ha fatto a fare quel cappello l'onorevole Tedde per ricordare che qui dentro ci sono persone a cui non piace la politica dei pantaloni e delle mutande abbassate, preferiamo tenere la schiena dritta e pensare che qui dentro si fa un lavoro alto di contributo alle istituzioni. La politica è la più alta forma di missione laica che possa esserci in questa società. Per venire al merito invece delle tolleranze edilizie, secondo il mio punto di vista sarebbe necessario che la Giunta chiarisse il significato di questo articolo, perché non è vero che qui stiamo facendo una trasposizione perfetta della norma nazionale, ma semmai sembrerebbe esserci un allargamento delle maglie, e quindi se vogliamo possiamo anche guardare benevolmente alla norma, ma sarebbe necessario che la Giunta chiarisse in questa sede con precisione che cosa intende con le "tolleranze edilizie", perché è un concetto che è stato positivizzato recentemente, noi sappiamo che ha scomodato fior fior di dottrina in materia di edilizia e di diritto urbanistico, pertanto è necessario fare e porci dei chiarimenti. Perché se è vero che potrebbe come dire anche essere considerata una cosa di poca cosa, dico anche che a seconda di come valutiamo il concetto di tolleranza edilizia questa potrebbe essere invece una grande conquista per questa Regione, perché ci pone nella condizione di poter avere forse più chiarezza nel concetto di parziale difformità delle opere realizzate. Quindi io direi che su questo articolo sarebbe necessario chiarire bene come si pone in raccordo con il testo unico per l'edilizia. Perché diversamente, se noi oggi non diamo un contributo da subito ad un'interpretazione direi autentica, da adesso, di questa norma apriamo le strade, come sempre, a quello che dovrà avvenire fra qualche mese quando qualcuno si troverà a dover affrontare il problema e allora la Regione Sardegna, con la sua struttura dell'Assessorato all'urbanistica, dovrà provvedere con circolari esplicative, norme di interpretazione autentica e quindi con ovviamente un panorama di incertezze. Ma ancor di più dico che è necessario farlo perché se utilizziamo questa sede in questo momento, già da subito potremo aiutare chi si trova nell'incertezza di dover valutare interventi di parziale difformità rispetto ai permessi di costruire, e quindi sia nella fase della vigilanza, sia nella fase della sanzione, ma anche della fase diciamo giurisdizionale di interventi, su ipotesi eventuali di abusi, non è certo questa la norma che ci aiuterà a fare chiarezza. Quindi se questa può essere una conquista ed una positivizzazione di un concetto che è recente, noi dobbiamo dare un contributo affinché questo sia davvero certo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (FI). Presidente, Assessore, colleghe e colleghi, gli undici punti che compongono l'articolo 3 del disegno di legge 130 non ricomprendono tutte le forme sanzionatorie care ad alcuni consiglieri del centrosinistra. Scopro infatti che nel frattempo è ritornato in vigore il codicillo antico e non scritto che riporta in auge la cultura del sospetto, la logica del muretto a secco, insieme a quella delle calunnie e della diffamazione a mezzo stampa. Ho appreso infatti che un esposto fatto ad agosto, senza alcun fondamento può essere tradotto in un pubblico atto di accusa nonostante degli episodi del medesimo esposto abbiano trovato ampio e certificato chiarimento negli atti che sono in possesso dal mese di settembre negli uffici tecnici e degli inquirenti. Non mi sfugge la strumentalità del caso, così come ho ben chiara la non casuale tempistica della sua pubblicazione. Fatti inesistenti con accuse che sono state più volte minacciate da un corrispondente locale del giornale di Sassari, nel corso di alcune discussioni da bar che fanno da cornice all'esistenza semplice di tanti arruffapopolo che animano i piccoli centri della nostra Sardegna. Ma l'invidia da paesello può levarsi anche a notizia, soprattutto quando è funzionale agli interessi di un amico politico o alla politica del piccolo cabotaggio. La discussione in Aula sul provvedimento in materia di edilizia diventa così l'occasione propizia per denigrare oppositori e competitori politici facendoli passare, grazie alla complicità di una penna compiacente, come spregiudicati e cementificatori. Poco importa se tutto non corrisponde alla realtà dei fatti e la notizia spacciata come scoop è falsa ma ricca di accostamenti suggestivi. E per restare nel tema delle tolleranze dell'articolo 4, caro Presidente, affermo che non solo non ho mai commesso un abuso, ma le circostanze riferite nell'esposto che ha generato le dovute verifiche e i sopralluoghi delle autorità e degli uffici competenti, è privo di qualunque fondamento e non ha alcuna attinenza allo stato dei fatti. Ma quell'esposto è servito a chi strumentalmente ha avuto ed ha voluto utilizzarlo per imbarbarire la politica e riportare al Medioevo la competizione tra i politici. Non ho nessuno da sfidare a duello, ma sfido chiunque a dimostrare un abuso sugli immobili di mia proprietà. Lo dico avendo ben chiaro esecutori e mandanti di un gesto meschino e vigliacco, che non mi fa arretrare di un millimetro nella ferma opposizione di questa legge edilizia che blocca l'economia sarda, che cancella le speranze di ripresa, e lavora per imprenditori, operai e per i cittadini. Allo stesso modo provo vergogna per chi non avendo argomenti e consenso cerca la scorciatoia della denigrazione per affermare la propria carriera, le proprie idee, a discapito di quella altrui. Io invece difendo le mie idee con coerenza, onestà e passione politica, la stessa che metto per difendere il precedente Piano casa, quello approvato dalla precedente maggioranza, lo difendo perché consentiva di trasformare anche una casa al mare in una residenza con i crismi di efficientamento energetico, la riqualificazione del manufatto e di quei manufatti assai poco artistici e poco funzionali alle esigenze dei cittadini sardi. Difendo il Piano casa perché senza consumare nuovo territorio ha consentito il recupero in chiave abitativa di molte brutture degli anni '60 e '70 e ha garantito un po' di lavoro agli operai, agli artigiani, ai tecnici e a tantissimi sardi, è accaduto a Maritza, nella mia casa, come in ogni angolo della Sardegna e in gran parte dell'Italia intera. Nessuno scempio dunque, nessun abuso, ma molta invidia e un bel po' di maldicenza, per questo rivolgo l'invito a tanti consiglieri di buon senso, perché si lavori e ci si confronti per il bene della nostra terra lasciando a terra meschinità e vigliaccherie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). L'articolo 4 di questo testo di legge rappresenta l'ennesima opportunità sprecata per mettere un po' di ordine in un settore che è quello dei cosiddetti abusivismi edilizi che meriterebbe veramente un po' di attenzione da parte di quest'Aula. Qui viene adottata una norma semplicistica, cioè sono considerate tolleranze edilizie quelle che non superano il 2 per cento, rimane fuori da questa previsione una enorme casistica di manufatti, da una parte la considerazione che il 2 per cento possa essere ridicolo in determinate situazioni e può essere un'enormità in altre situazioni, è intuitivo, in un piccolo immobile il 2 per cento fa ridere in un immobile di dimensioni grandi del 2 percento può essere, ma questa norma non affronta il merito del problema che riguarda in gran parte manufatti realizzati quando, decenni fa, i riferimenti erano altri e venivano fatti spesso sulla base di estratti catastali, prego i colleghi di prestarmi attenzione perché stiamo parlando di cose che avvelenano l'esistenza di centinaia e centinaia di famiglie, uno riceve in eredità oppure acquista una casa fatta negli anni '70, fatta sulla base di estratti catastali fatti com'erano fatti allora, quindi estremamente imprecisi, e si trova ad essere proprietario di un manufatto abusivo, il giorno che decide di fare un intervento anche di tipo puramente conservativo scopre che si sta autodenunciando per essere proprietario di un manufatto abusivo, esistono addirittura nei casi in cui il muratore che stava facendo la casa a fine anni 60, primi anni 70, ha preso il lucido che gli ha dato il geometra, ingegneri ce n'erano anche pochi, lo ha girato dall'altra parte, quindi anziché utilizzarlo per un verso la utilizzato per l'altro verso, l'edificio è venuto fuori speculare rispetto agli elaborati che sono depositati in comune e questo per quarant'anni era assolutamente tranquillo che tutti gli elaborati fossero in regola, ha scoperto nel momento in cui ha dovuto fare un piccolo intervento di essere proprietario di un immobile completamente abusivo, capite cosa vi dico? Sono quelle situazioni paradossali che scaturiscono dall'incrostarsi di disposizioni sempre più di tutela nel corso del tempo, disposizioni anche sacrosante, che però non tengono minimamente conto della realtà del passato, non tengono minimamente conto dell'evoluzione della tecnica a anche materialmente della tecnica con cui vengono redatti progetti per cui oggi si fa finta che i progetti varati quarant'anni fa debbano essere uguali a quelli che sono varati oggi, questo fa impazzire i poveri disgraziati, i proprietari che si trovano in questa situazione, fa impazzire i tecnici dei comuni che non sanno come uscirne perché si rendono conto dell'assoluta buona fede in cui questi si trovano per aver costruito un edificio in base ad un estratto catastale ubicato in una determinata posizione, poi tutte lo trovi nella realtà traslato di 2 o 3 metri rispetto alla situazione attuale, la procura interviene, ovviamente, perché non ne può fare a meno e si creano situazioni irresolubili. Questo articolo sulle tolleranze edilizie può rappresentare l'occasione per mettere un po' d'ordine in situazioni di questo genere? Oppure vogliamo continuare a far finta che nell'agro, nelle periferie, nelle zone F non esistano di queste situazioni? Vogliamo permettere di intervenire per riqualificare questo tipo di patrimonio edilizio oppure vogliamo continuare a foderarci gli occhi di prosciutto, a far finta che non esistano queste situazioni e a mantenere quelle autentiche brutture, perché di brutture si tratta, che continuano ad insozzare il nostro agro, le nostre periferie, le nostre coste? Bene, io credo che noi su questo dovremmo riflettere, di sicuro l'articolo 4 non rappresenta un tassello ma rappresenta un macigno rispetto alla soluzione di questo problema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Non si può prescindere nell'analizzare l'articolo 4 dalle considerazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto, in particolare mi riferisco al collega Demontis che quando parla di questa legge, quando parla di urbanistica, e lo affronta giustamente anche con i termini politici, dice che il grande obiettivo deve essere condivisibile in questo caso, molto condivisibile, deve essere l'approvazione dei PUC da parte dei comuni, questo deve essere il grande obiettivo giusto da parte di questo Consiglio, giusto da parte secondo lei e anche secondo me del grande obiettivo che dobbiamo cercare di avere perché è quello che crea lo sviluppo. Allora vorrei capire quali sono le norme all'interno di questa legge che danno più velocità alle amministrazioni comunali per l'approvazione dei pieni urbanistici, quali sono realmente, che cosa si sta facendo per approvare più velocemente il PUC dei comuni, perché i primi siamo stati noi a dire, e non ci dovete far passare per quelli che dicono il contrario, siamo stati noi i primi a dire che questo strumento non è uno strumento di programmazione, l'abbiamo detto da subito, abbiamo detto che il Piano casa non è uno strumento di programmazione, il Piano casa è in questo momento uno strumento che può dare ossigeno alle imprese, che può in un momento di crisi e guardando anche lo scenario mondiale un periodo, una crisi che nella storia probabilmente non so se si potrà ripetere una crisi di queste dimensioni, quindi in un momento così delicato per l'economia mondiale, per l'economia nazionale e per la nostra economia, l'economia della Sardegna, questo è uno strumento che come già dimostrato negli anni passati, che come già dimostrato a livello nazionale ha dato un po' di ossigeno alle imprese, questo è e così deve essere visto il Piano casa, nessuno di noi lo vuol far passare per uno strumento di programmazione, assolutamente! È uno strumento per tamponare un periodo di difficoltà che stiamo vivendo. Allora perché non farlo? Perché le cose non possono andare in parallelo? Perché? Questa è la grande critica che vi viene fatta, la critica di un approccio ideologico a questa materia, è proprio questa, perché non possiamo andare in parallelo? Perché non si può, durante il periodo di approvazione di una legge che consente ai Comuni realmente di poter esercitare la programmazione dei propri territori, prorogare piano casa? Perché non si può fare questo? Perché non possiamo prorogare il piano casa? Poi lavoriamo tutti insieme per uno strumento che sia uno strumento vero di programmazione nel tempo. Questo è quello che è stato chiesto, non è stato chiesto niente di diverso. E il nostro atteggiamento, che mai abbiamo avuto da quando siamo stati eletti, il nostro atteggiamento è figlio della grande voglia che abbiamo di poter portare uno strumento che possa dare ossigeno alle nostre imprese. È solo questo. Perché a me non ci piaccia, come abbiamo già detto diverse volte, questo atteggiamento. Non è che noi piace non farmi approvare tutti i costi una legge, lo facciamo perché capiamo che l'approvazione di quella legge vuol dire bloccare definitivamente, dare il colpo di grazia, a quelle imprese che nel piano casa hanno visto un po' di ossigeno, ecco perché lo stiamo facendo. E quando sento l'analisi politica fatta dall'onorevole Arbau, mi sembra un'analisi politica che carta a pennello per il Partito Democratico però. Perché guardate, lo dicono che siete alleati e che fate parte e siete una componente importante della maggioranza, guardate che vi stanno mettendo in un angolo e lo capite anche dalle dichiarazioni che vengono fatte quando cercano di difendere l'atteggiamento del Partito Democratico. Lo vedete anche dagli atteggiamenti e dalle cose che vengono dette quando difendono le decisioni che loro hanno preso in una stanza. Non dicono le decisioni che condividiamo con il resto della maggioranza, noi facciamo parte del Partito Democratico che è un partito che prende le decisioni in maniera democratica, in una stanza, fregandosene degli alleati! È questo il messaggio che sta passando anche a livello regionale! Il messaggio che sta passando a livello regionale è che il PD ha deciso questa legge, fregandosene anche degli emendamenti che sono stati portati avanti dagli alleati, e voi a questo dovete dire no, oppure dite chiaramente: sì anche noi siamo sulla linea del segretario del PD, anche noi partiti della maggioranza stiamo sulla linea del segretario del Partito Democratico, Renato Soru, anche noi probabilmente nel giro di poco tempo ci scriveremo al Partito Democratico.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Ha un titolo quasi provvidenziale questo articolo: la tolleranza edilizia. Perché di tolleranza credo che dobbiamo prenderci il disturbo di parlare per pochi minuti. Non è tollerante censurare l'approccio agli obiettivi dichiarati dell'opposizione. Non è tollerante a mio avviso cercare di spostare il dibattito su un livello più basso rispetto a quello in cui dovrebbe stare. Non è tolleranza pensare che si possa bastare a se stessi in una democrazia che noi riteniamo, all'interno di questa Assemblea, di rappresentare. Non è tolleranza pensare che quanto avvenuto, o meglio quanto avvenuto giorni fa e comunicato dei giornali a noi, in coincidenza con la visita del procuratore Fiordalisi sia un fatto assolutamente estraneo alla vicenda di quest'Aula. Lo dico perché vi offro una nuova lettura di quella che voi chiamate la serietà, la schiena dritta, io sono serio, ho la schiena dritta e non sono disponibile a mettere in discussione questi due aspetti nel momento in cui il ruolo alto a cui, indegnamente, sono stato richiamato dagli elettori viene messo in discussione. Prenda nota chi avrebbe voluto studiare giurisprudenza e non lo ha fatto, il pubblico ministero è il dominus di un'azione penale in virtù di un interesse pubblico, essere dominus di un'azione penale significa che in presenza di una notizia di reato si procede in via obbligatoria a verificare chi ha lesionato l'interesse pubblico che viene rappresentato da lui. Cioè, chi ha trasgredito ad una norma, di conseguenza non è irrilevante che la visita che si è tenuta qua dentro ha a che fare con qualche cosa che è precedente all'esistenza di una norma e che come tale non poteva essere superata da un comportamento che la trasgredisce. Il momento in cui viene formata una decisione, il momento in cui viene formata una volontà che diventa legge è un momento sacro, è un momento che ha a che fare con i principi più profondi della democrazia, e a meno che non sia messo in relazione a un comportamento fraudolento, diretto e contestato, a una persona che in quel momento formava una volontà, di conseguenza qualcuno che fosse Sindaco e in quest'Assemblea, oppure proprietario di un bene oggetto di una valutazione di carattere penale, nessuno ha il diritto! Nessuno ha il diritto di ficcare il naso in quel momento! Di conseguenza io invito i colleghi e chiedo con cortesia al Presidente del Consiglio regionale di approcciare, nella maniera dovuta, esattamente a questo! Non ci poteva essere la trasgressione a una legge che non era in vigore, di conseguenza non ci può essere azione penale rispetto a una legge che non poteva essere trasgredita! Colleghi, questo è un tema che noi abbiamo il dovere di affrontare perché siamo esattamente nella fase in cui stiamo esaminando punto per punto tutto il procedimento decisionale che nessuno ha il diritto di usurpare! Perché non esiste un interesse pubblico che supera questo! Perché non esiste la possibilità di trasgredire una legge che non c'è ancora! Colleghi, prima che qualcuno venga a bussare alle nostre porte, e io lo dico con la schiena dritta e nel modo in cui lo intendo io, mettiamoci in piedi a discutere del fatto che nessuno, in nessuna funzione, può usurpare il ruolo del legislatore. Perché altrimenti non siamo degni di stare dentro quest'Assemblea, perché altrimenti non abbiamo capito cosa stiamo facendo. Il mio è un appello accorato perché ho visto tanti amici, che all'epoca non potevano essere colleghi, girarsi dall'altra parte quando succedono queste cose e piangere per averlo fatto! Allora, siccome io non ho niente da nascondere, siccome posso stare davanti a chiunque a discutere di questo, vi invito a farlo, vi invito a farlo nel momento in cui vi ho già detto: non potete rinunciare al ruolo che ci è stato dato dagli elettori e non potete farlo perché nessun livello istituzionale ha il diritto di usurpare questo. Né in sede di interpretazione, né un livello burocratico, né un livello giurisdizionale così come purtroppo è successo nei decenni scorsi, né tantomeno nel momento della decisione legislativa.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Proverò a mantenere dei toni un po' più rilassati, ma capisco anche l'intervento del collega Tunis che nell'articolo 4 ha trovato modo di richiamare i colleghi al rispetto del ruolo istituzionale, ma soprattutto parlamentare che quest'Aula ha, cioè quello legislativo che democraticamente è riconosciuto dal popolo italiano, ma nel caso specifico dal popolo sardo. Nell'aspetto tecnico, mi sembra che questa norma, anche questa così come tante nei primi 13 o 14 articoli recepisca una norma nazionale, individuata col decreto legislativo numero 70 del 2011, che introduce l'istituto della tolleranza. Tolleranza che, all'interno di quest'Aula, non mi sembra molto riconosciuta, o perlomeno accertata, considerando il fatto che l'insieme e il continuo e i conseguenti interventi dei colleghi dell'opposizione vengono considerati atto di ostruzionismo; ve lo abbiamo spiegato già l'altro giorno per noi non è ostruzionismo si chiama garantismo che è un qualcosa di completamente differente rispetto a quello che invece noi vogliamo dimostrare della inopportunità dell'approvazione di questa norma ma soprattutto della possibilità che questa norma generi trappoloni. E si chiamano trappoloni interpretativi nel momento in cui qualcuno dovrà poi giudicare. E siccome siamo noi i responsabili di quello che poi alla fine approviamo ed è una norma che viene messa in campo per agevolare ma molto spesso anziché agevolare tradisce o per lo meno non dà risposte chiare in questa circostanza nel momento in cui noi interveniamo per determinare esattamente le tolleranze, il legislatore regionale o chi presenta questa norma sia l'Assessorato quindi l'Assessore o la Commissione per come l'ha modificata in toto riporta esattamente le parole del decreto legislativo numero 70 e riporta esattamente la disponibilità ad individuare una tolleranza che è pari al 2 per cento per eventuali violazioni e quindi difformità rispetto al progetto originale che sono determinate e individuate sulla base di eventuali differenze sulle altezze, sull'eventuale distanze tra fabbricati o per lo meno tra pareti finestrate, cubature, dimensioni del fabbricato stesso e quindi della determinazione della superficie coperta, indicandone quindi con un massimo di differenza pari al 2 per cento. È chiaro che stiamo parlando chiaramente di differenze in eccesso non chiaramente in quelle legate al difetto, e questo credo che sia un aspetto che l'Aula debba necessariamente chiarire, colleghi. Perché, richiamo lei onorevole Demontis che è quello sicuramente più attento in questo momento nel seguire l'attività dell'Aula, quel 2 per cento è riconosciuto solo ed esclusivamente in difetti di eccesso cioè in misure in più rispetto a quelle che invece erano nel progetto originale. Ma quando invece ragioniamo su misure inferiori rispetto a quelle del progetto originale cioè quelle soprattutto quelle legate all'altezza che molto spesso come lei ben sa, e probabilmente mi insegna, nella realizzazione dell'opera alcuni errori portano a non avere poi nella misura finale l'altezza interna, la canonica minima di 2 metri e 70 per avere il riconoscimento dell'abitabilità e quindi del rispetto delle norme igienico sanitarie che diventa invece 2,68, 2,69, eccetera. Questo non lo prevede, non lo chiarisce e anche qui però rischiamo in questo modo di lasciare libera e discrezionale l'interpretazione, come ancora è avvenuta fino ad oggi tranne dal 2011 in poi quando sulla parte dell'eccesso è intervenuta la norma, per quanto riguarda eventuali dicevo interpretazioni della pubblica amministrazione. A seconda del tecnico che è più disponibile o meno disponibile dichiara agibile o abitabile nel caso specifico o in altri casi invece rimanda alla demolizione e al rifacimento del piano, molto spesso del pavimento, del massetto di quello che insomma pur di riportare l'altezza dovuta.

Allora in nome della certezza del diritto credo che questo sia un emendamento che vada inserito cioè noi dobbiamo chiarire che il 2 per cento, da questo punto di vista siamo tutti perfettamente d'accordo, è legato sia alla parte in eccesso sia alla parte anche eventuale del difetto. Quindi ripeto in nome certamente della certezza del diritto che resta chiaro nei confronti del legislatore regionale che non dovrà comunque disattendere la soglia del 2 per cento, più del 2 per cento non possiamo andare perché il legislatore nazionale è stato chiarissima o il 3 rischiamo di inserire una fattispecie o un istituto che è facile definire come quello dell'abuso edilizio e poiché noi non siamo a non possiamo entrare in questa considerazione credo che il Consiglio regionale su questo non può disattendere.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Grazie Presidente, per manifestarle innanzitutto la mia perplessità sulle sue affermazioni circa la non preoccupazione per accertamenti fatti in riferimento agli emendamenti della scorsa legislatura. Se le nostre prerogative devono essere tutelate devono essere tutelate sempre e comunque. Detto questo mi pare che ci sia un evidente parallelismo all'incontrario però tra maritza e is cuccureddus un parallelismo all'incontrario che è caratterizzato dalla solita doppia morale, ma avremo tempo anche per tornare su questo tema, così come avremo tempo, Presidente, di ritornare sulla gestione corretta dell'articolo 32 sulle questioni pregiudiziali, ovviamente ne parleremo ancora.

L'agenzia regionale del lavoro dice che le nuove assunzioni nelle costruzioni sono 4134, le cessazioni 5582 e quindi c'è un saldo negativo di 1448 addetti. L'Istat non fa altro che corroborare questo dato drammatico e secondo le rilevazioni dell'Istituto di statistica nel 2014 abbiamo 39.117 addetti nel primo trimestre 45.381 nel secondo un aumento del terzo con 51.720 ma nuovamente un crollo, un drammatico crollo, nel quarto con 45.699. Ebbene questi crolli non sono stati ancora più tragici solo ed esclusivamente perché c'era una legge che veniva definita piano casa, la legge numero 4 del 2009 più volte prorogata, che aveva prodotto delle conseguenze positive sul sistema economico isolano, immaginate cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stata la legge sul piano casa. Legge sul piano casa che voi vi siete ostinati a non voler prorogare raccontando alla Sardegna che avreste comunque esitato una proposta di legge organica comprendente semplificazioni, urbanistica, edilizia e quant'altro. Ebbene nulla di tutto ciò è accaduto, è trascorso novembre, è trascorso dicembre, è trascorso gennaio, è trascorso febbraio ed è trascorso anche marzo. E così come più volte ho sottolineato avete proposto un articolato contradditorio e insufficiente che si divide in due periodi l'articolato proposto dal disegno di legge della Giunta che viene completamente calpestato, in modo anche eccessivo ritengo, dall'articolato che viene fuori dalla Commissione che censura l'articolato della Giunta con tutta una serie di pasticci con tutta una serie di trasposizioni, di tentativi di trasposizione nell'ordinamento isolano di norme nazionali, un lavoro di copia e incolla che probabilmente avrebbe dovuto essere fatto in modo differente, in modo veramente semplificato e che anche in questo articolo si trasfonde, l'articolo sulle tolleranze edilizie, che come il mio collega Locci faceva rilevare, è un concetto quello di tolleranza edilizia che è stato elaborato dalla dottrina, che tra le altre cose mi pare che faccia il paio con la norma che è stata esitata in questi giorni dal Parlamento sui fatti di lieve gravità o di particolare tenuità che scriminano le fattispecie penali e quindi una costruzione dottrinale che poi ha trovato forma e sostanza normativa nel decreto sviluppo del 2011. Ma io dico abbiamo sentito più volte in quest'aula e non solo parlare di prerogative di questa Regione, di singolarità, di sovranità di questa Regione per questi aspetti, della capacità del popolo sardo di autodeterminarsi, darsi delle regole proprie che possano essere aderenti alle esigenze di questo popolo sardo e oggi noi scopiazziamo e continuiamo a scopiazzare anche per quanto riguarda questa norma che avremmo potuto invece articolare in modo diverso. Avremmo potuto, che so io, prevedere un 3 per cento, avremmo potuto prevedere un 4 per cento e che è sempre residuale rispetto alla struttura dell'edificato e invece no, copiamo, copiamo, così forse per sciatteria, forse per negligenza, forse per incapacità di articolare una proposta nostra, ma credo che sia un errore, credo che sia un profondo errore non aver fatto una proposta nostra che andasse anche ad integrare il decreto legislativo numero 380 del 2001, che viene scopiazzato in malo modo da questa norma. Quindi, con questa norma, noi mettiamo la pietra tombale sulla specificità di quest'isola, mettiamo la pietra tombale sulla capacità di questo Consiglio regionale di dettare delle norme che abbiano delle caratteristiche isolane, delle caratteristiche che ci contraddistinguano rispetto al coacervo dei consigli regionali o degli interpreti che applicano questa norma nazionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Uno spettro si aggira in quest'aula, è il DL numero 130. In questi giorni lo abbiamo appellato bolscevico, comunista, che legalizza l'esproprio proletario. Io lo trovo uno strumento che è un piano casa, che parifica tutti i centri storici, tutela più del PPR dove non ce ne sarebbe bisogno e permette di costruire più delle norme invece dove ci vuole tutela. Nell'articolo 4 si parla di tolleranza edilizia, che altro non è che una sanatoria per gli errori superiori al 2 per cento rispetto a quanto previsto nel progetto originario, una misura che sicuramente può essere giusta per i piccoli abusi, ma che diventa una quantità di metri cubi rilevanti in grandi progetti. In poche parole mi sembra che si legalizzi l'errore del professionista, dell'architetto o ingegnere. Ma stiamo scherzando che legalizziamo all'ingegnere un errore del 2 per cento, un ingegnere che fa i calcoli al millesimo come giusto deve essere per i calcoli che deve fare sui calcoli del cemento, del ferro e così via. A me sembra che sia una sanatoria questa e basta. Ritorno al discorso dall'altra volta, dell'articolo 2, sul quale sono intervenuto, per dire che serve subito una legge urbanistica, una legge urbanistica che non indichi solo cosa costruire e cosa non costruire, ma soprattutto perché costruire, e non introdurre deroghe al PPR per poter ampliare o costruire dove non si potrebbe. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Come inizio debbo dire che non mi sento affatto preoccupato delle indagini di chicchessia come magistrato. Ho amato sempre la verità, la dichiaro a voce alta e aperta, non ho preoccupazioni di nessuna natura. Questo perché si sgombri il campo da qualunque attività speculativa di natura politica che possa mettere in campo chicchessia. L'altra cosa, invece, è quella che voglio evidenziare, e che ho sentito larga parte di dichiarazioni fatte dall'opposizione che non dico siano confliggenti ma certamente hanno tonalità e indicazioni differenti. Ho capito bene e ho apprezzato molto il senso della proposta dell'onorevole Cocco Daniele, era su quella strada ma non si capiva perché era un po' ambivalente quella dell'onorevole Arbau, non riesco a capire perché si sia ritagliato il ruolo di Suslov, di un Politburo che non esiste più, all'onorevole Demontis, che sembra colui il quale qui fa il Torquemada della situazione. Non credo che se lo meriti prendersi quella responsabilità, ma non mi interessa, ognuno giochi le proprie carte e faccia quello che meglio ritiene. Su Torquemada ci tornerò, non per lei ma in generale. Quello che vorrei far presente all'Assemblea è che avendo partecipato ieri ho gradito molto, come ho detto prima, in questa Assemblea di dotte persone che hanno esposto quello che è il frutto del loro lavoro in trent'anni in cui il Consiglio regionale ha dato lustro nel ricercare gli aspetti più positivi e anche dinamici nel tempo del Parlamento dei sardi. Ma voglio riprendere testualmente, era presente anche l'onorevole Solinas, le dichiarazioni fatte dall'onorevole Boldrini, con cui mi sono anche complimentato veramente per la capacità non solo di sintesi e di penetrare i problemi, che alcuni docenti forse pensavano di mettere in difficoltà non esponendosi loro ma facendo esporre qualche studente. Uno di questi si è scagliato contro l'immunità parlamentare, ma in modo violento, con forza e insistenza, e l'onorevole Boldrini, con un fare non solo gentile ma anche intelligente e capace, ha enucleato quello che significa effettivamente immunità parlamentare. Molti parlano di nazifascismo, sbagliando, mettendo insieme questi due temi, molti parlano di fascismo e molti parlano di nazismo senza neanche conoscerne l'essenza, però non avendo vissuto quel momento tormentato per la democrazia, dove Gramsci ha difeso a spada tratta anche le associazioni segrete, in cui Matteotti ha perso la vita per difendere un carattere di libertà, in cui i Rosselli sono andati all'estero, amici miei, pensate che nell'addivenire della democrazia non ci fosse un qualcosa che potesse limitare il danno che altri poteri dello Stato potevano significativamente fare da coercitori nei confronti del sistema democratico di dibattito e di creazione di leggi? Per questo è nata l'immunità parlamentare. Poi se uno delinque, finito, paga perché è personale quello che deve pagare in termini di delinquenza, e paga il suo dato effettivo. Ma attenzione a delegittimare le istituzioni, attenzione a non dare la giusta rilevanza, e vorrei dire che l'ultima parola dei Riformatori è stata quella dell'onorevole Cossa, è entrato in media res, è entrato nel centro del dibattito vero dell'articolo 4, ma quanti hanno ascoltato, quanti hanno saputo farne tesoro e dire: "Sediamoci un attimino a riflettere, anziché poi alzarsi in piedi, come il Suslov di turno, e dirci: "Qui andiamo avanti, punto e basta", come se ci si arroccasse su una posizione. Io non sono né su una barricata né sull'altra, sono perché si trovi il dialogo. Qui non è solo una posizione, è l'opposizione intera che pone il problema di un dibattito serio di una normativa che ricade sulla gente e che costa poi magari sangue e carne a quella gente. Se non si capisce questo non si capisce il senso della democrazia né quello di appartenenza ad un libero Parlamento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). È difficile parlare di questa legge nei dettagli perché è una legge da rifiutare in toto nei suoi presupposti, nella sua idea di Sardegna e nella sua idea di futuro sviluppo per questa Regione. È una legge che di fatto non solo non fa nulla per lo sviluppo, ma uccide anche la speranza di un possibile sviluppo per il futuro, sottraendo una delle leve fondamentali per una vera politica di sviluppo. Questa legge è un imbroglio, uno dei tanti imbrogli che sono stati messi dentro questa legge per cercare di nascondere, di camuffare e di parlare d'altro. Si dice che ogni regalia di metro cubo serva per migliorare il paesaggio, per migliorare la qualità architettonica. Poco fa abbiamo sentito dire che si tratta dell'occasione di migliorare i nostri centri urbani, il nostro paesaggio costiero. Queste parole non sono mie, queste parole sono di Renato Soru, in occasione della seduta numero 54 del 9 dicembre 2009. Questo per spiegare ai colleghi della maggioranza che il linguaggio è un linguaggio duro, è un linguaggio non confacente alla buona politica, è un linguaggio che non ha rispetto della minoranza. Siamo a campi ribaltati, in questo momento, adesso siete voi che dovete cercare di convincere noi a far passare questa legge. Mi voglio attenere però all'articolo 4, perché in realtà l'articolo 4, anche questo, dimostra molto interesse. L'articolo 4 rappresenta, qualora ce ne fosse bisogno, l'ennesimo articolo ambiguo e soprattutto preistorico, fuori dai tempi, superato da leggi nazionali. Colleghi, voglio richiamare, ancora una volta, la vostra attenzione sul Decreto legislativo numero 133, articolo 17 della legge "Mille proroghe" del vostro caro amato Presidente Renzi. Al comma 1 dell'articolo 4 si richiama per singola unità immobiliare, e ripeto, "singola unità immobiliare", mentre la legge Mille proroghe del Decreto Renzi al comma 1 dell'articolo 17 dice: "I volumi e le superfici delle singole unità sono sostituite dalle seguenti: la volumetria complessiva degli edifici". Colleghi, rinnovo ulteriormente l'invito, qualora ce ne fosse bisogno: Fermiamoci! Riportiamo in Commissione questa legge, correggiamola, cerchiamo di adeguarla almeno alla legge nazionale, per una volta difendo la legge Renzi, perché è fatta bene nella parte delle semplificazioni delle misure in materia edilizia; perché dobbiamo andare avanti su una legge che è preistorica, una legge vecchia, che poi ci dovremo rimettere mano nel momento in cui verrà approvata. Chiedo all'Assessore, che in questo momento è assente, ma ho già avuto modo di confrontarmi con lui: fermiamoci un attimo e prendiamo possesso di questa legge, facciamola nostra come Regione Autonoma della Sardegna, miglioriamo questi articoli. E quando ci addentreremmo adesso sull'articolo 6, sull'articolo 17, sull'articolo 19, quando dovremo discutere sulle cose reali della legge, ci renderemo conto che stiamo parlando di una legge vecchia, di una legge superata da una legge nazionale fatta appena un mese fa. Cerchiamo di mettere mano a questa legge, è l'appello che lanciamo soprattutto per evitare che ai sardi, alle imprese noi facciamo perdere tempo, per una legge inutile che non porterà nessun beneficio alla Sardegna.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Intervengono anche per tranquillizzare i colleghi di maggioranza e di opposizione che in questi giorni più volte mi hanno chiesto se avessi perso la voce, se ci fosse qualche problema, visto che non ho quasi partecipato al dibattito. Qualcuno addirittura mi hai chiesto se non avessi anche ottenuto qualcosa dalla maggioranza. Ovviamente niente di tutto ciò, non c'è nemmeno lo spirito che aleggia in quest'Aula che mi ha colpito, non mi sono convertito sulla via di Damasco, quindi, nonostante la simpatia, l'affabilità e la lucida follia del Presidente del Partito Democratico, il Segretario del Partito Democratico Renato Soru, non sono sicuramente convinto che questa sia una buona legge, che serva alla nostra Isola. E intervengo quando si parla di tolleranze, proprio perché ho un altro concetto della tolleranza e dell'intolleranza, e l'altro giorno il collega Deriu mi ha definito un estremista moderato. Io avrei preferito il termine "radicale", però, proprio perché parliamo di estremismo e di tolleranze vorrei dire che questa legge risponde ad una visione puramente ideologica, e la visione è ideologica quando un sistema di valori che ognuno di noi ha viene sostanzialmente portato opera quella che è la realtà e si cerca di far sì che la realtà rientri all'interno di questo sistema di valori, che rientri in questo recinto, salvo poi rendersi conto che spesso non ci sta dentro. È questo, badate, non è che lo dica il Centrodestra, lo dicono i dati, perché c'è la convinzione che si debbano fare degli interventi per evitare le grandi speculazioni che ci sono state da parte dei costruttori e da parte degli impresari edili in Sardegna. Però ci dimentichiamo che il 98 per cento delle aziende che sono iscritte all'ANCE, cioè l'Associazione Nazionale costruttori che aderisce a Confindustria, in Sardegna corrispondono praticamente al 2 per cento, quindi in realtà stiamo parlando di una legge che andrà a toccare interessi diffusi e interessi dei piccoli, non dei grandi. Io alla visione ideologica preferisco invece la visione ideale, cioè far sì che l'insieme di valori che ci contraddistingue sia adeguato alla realtà, quindi che si prenda la realtà, si cerchi di capire cosa c'è effettivamente sul territorio e si facciano interventi legislativi che rispondano a questa logica, senza cercare di far rientrare nel recinto quello che non può entrare. E allora, se vogliamo veramente passare, colleghi del Centrosinistra, dal confronto ideologico al confronto ideale, facciamolo, e iniziamo veramente a confrontarci, però il confronto non può essere quello in cui c'è da parte vostra chiusura, il confronto non può essere quello in cui noi, minoranza, ci dobbiamo adeguare ai diktat della maggioranza; il confronto non può essere quello in cui imponete di accettare posizioni minoritarie che ci sono all'interno delle comunità in cui viviamo, perché in questi giorni, ve l'hanno detto i colleghi molto bene, in tutte le salse e in tutti i modi, le posizioni che si stanno cercando di rappresentare non sono le posizioni solo della minoranza, sono le posizioni delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei professionisti, di tutto quello che ruota intorno a questo mondo, e vi dovete anche ricordare che comunque voi non siete maggioranza fuori da quest'Aula, siete minoranza, siete assolutamente minoranza, e di questo vi dimenticate troppo spesso. E l'altra cosa che mi preme dire, caro onorevole Solinas, è che non si può pensare che il confronto si possa fare laddove si chiede la modifica del regolamento per l'utilizzo dei tempi per le dichiarazioni di voto; questo non è un modo accettabile per poter pensare al confronto, perché se volete fare la maggioranza e poi chiedere anche alla minoranza di comportarsi come voi volete, come voi desiderate, come a voi conviene, è chiaro che su queste basi il confronto non ci può essere. E l'altro ragionamento che volevo fare, colleghi, lo dico sempre ai colleghi della maggioranza, che quello che oggi e che in questi giorni i miei colleghi della minoranza hanno fatto molto bene, devo dire, è chiaramente ostruzionismo, io non lo nego, è chiaramente ostruzionismo, però è un diritto della minoranza fare l'ostruzionismo quando la maggioranza non vuole ascoltare e, badate bene, che l'ostruzionismo viene fatto nel vostro interesse, perché se passa questa legge, così come l'avete presentata, i problemi li avranno i sardi e li avrete voi, li avrete voi con i vostri elettori e con tutto quello che c'è fuori da questo Palazzo. Ricordatevelo! Perché in altri casi e in altre occasioni siamo stati facili profeti. Vi ricordo solo che a novembre sulla questione della proroga del Piano casa vi abbiamo invitato a utilizzare il buon senso che non avete voluto utilizzare, vi abbiamo chiesto di prorogarlo sino a che non veniva fatta la legge. Non l'avete voluto fare e oggi ci chiedete di fare alla svelta, e ci troviamo in questa situazione, e si trovano in questa situazione tutti gli operatori del mondo dell'edilizia, che muove tantissimo in Sardegna, che è una risposta importante per tutta la nostra economia, ci troviamo per colpa vostra, ricordatevelo, perché gli elettori se lo ricorderanno.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Per dire due cose sull'argomento, e innanzitutto sull'articolo 4, perché questo è uno di quegli argomenti che potrebbe essere utile anche per ragionare e per rimuovere questo ostacolo che c'è tra maggioranza e minoranza, per gli argomenti e per le questioni che abbiamo affrontato nei giorni scorsi, che ci hanno visto, almeno a parole, condividere un percorso su determinati argomenti, e quindi credo sia utile, già da stasera, ragionare nelle rispettive parti politiche per affrontare la questione. Dico anche questo, giusto per rispondere immediatamente all'onorevole Truzzu, che il regolamento dobbiamo cambiarlo, lo cambiamo a fine mandato, però, quando arriveremo in un momento in cui stiamo per andare a elezioni, e che il ruolo di maggioranza e minoranza sarà sfumato, però questo è uno regolamento da cambiare, perché l'intervento del Capogruppo, o di un rappresentante per Gruppo, e l'intervento degli altri consiglieri in dissenso, credo che sia un principio di buon senso che serve a tutti e serve al sistema. Sono ragionamenti da fine mandato, non si cambiano le regole in corso. Proprio per dire che non si cambiano le regole in corso, io dico anche che è fastidiosa questa notizia giornalistica, il termine giusto è fastidioso aver letto sulla stampa che si acquisiscono degli emendamenti relativi ad un procedimento legislativo. Lo dico con tutte le cautele del caso, lo dico da professionista che ogni tanto si occupa di queste cose, e dico anche questo: che nessuno di noi deve avere paura di sbagliare nello scrivere un emendamento, di scrivere anche cose che chi ci segue in modo professionale ci dice anche "guardi, onorevole, che certe cose non possiamo farle, altre possiamo aggiustarle" perché noi abbiamo i nostri limiti e ce li abbiamo anche chi professionalmente si occupa di leggi tutti giorni. Quindi noi dobbiamo avere la serenità di farlo questo e credo che, posso dirlo ai colleghi dell'opposizione, l'ha detto l'onorevole Pittalis, l'ha detto anche l'onorevole Perù, nessuno di noi (parlo per il mio Gruppo ma posso parlare per la maggioranza) ha intenzione di utilizzare clavi giudiziarie e men che meno meno clavi giornalistiche che non servono a niente per mettere bavagli all'opposizione. Noi facciamo un confronto politico serio, lo facciamo criticandovi quando, secondo noi, state utilizzando lo strumento ostruzionistico per bloccare la legge, però lo facciamo apertamente, in Aula, discutendo sul merito delle questioni politiche. Anche perché questo strapotere della stampa è uno strapotere che non sta né in cielo né in terra. Noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, se la stampa approva e anche se la stampa non approva.

Devo anche dire un'ultima cosa relativamente alle questioni che ci chiudono e questa cosa che sono state dall'onorevole Fasolino tirate. Dire a uno che è stato espulso dal PD che ha l'ansia di tornare nel PD è il massimo, però nella dinamica di quest'Aula può anche capitare. Devo dire anche, onorevole Fasolino, ma leggiamo i giornali perché si vede benissimo che anche gruppetti piccoli come il nostro non sono proprio - direbbe qualcuno in sardo mezzo abbozzato - "dormiti" perché anche noi abbiamo la nostra parte di proposta in questa legge, la stiamo difendendo e con gli amici e compagni del Partito Democratico ragioniamo per cercare di portare a casa dei risultati che siano utili per la nostra comunità, con i nostri limiti.

Dico anche, infine, che da parte nostra non c'è nessuna dietrologia, però anche voi superatela. Perché non parlate di quanto è sbagliato Arbau, di quanto sta sbagliando Sabatini, perché citare sempre Soru, Soru, Soru? Mettetevelo alle spalle, non è più in quest'aula l'onorevole Soru, nel bene e nel male.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Avremmo voluto non citarlo l'onorevole Soru anche perché ha lasciato tristi ricordi, onorevole Arbau. Il problema è che è il Segretario del Partito Democratico, quindi nessuno si deve offendere se qualche volta lo richiamiamo per quello che apprendiamo dalla stampa, non perché siamo presenti ai loro dibattiti interni e soprattutto anche per alcune vicende che sono ricollegate per la rilevanza che hanno sul piano politico. Perché quando parliamo di abusi entro la fascia dei 300 metri, non sono riferibili a lui, per carità, quando parliamo di interventi edilizi entro la fascia dei 300 metri possono essere riferibili a società che in qualche modo possono avere anche una riferibilità, perché l'amministratore di Scivu è il fratello, perché risultano e sono pubblici i contenziosi e le ordinanze del TAR Sardegna. Quindi, nessuno se ne abbia a male.

Allora, signor Presidente, mi sia consentito davvero una brevissima digressione che confino soprattutto da un lato alla ragione e dall'altro al sentimento per esprimere, senza ombra di dubbio, la più totale e piena solidarietà al collega Antonello Peru che questa mattina ha, con determinazione, serenità e devo dire anche con coraggio rappresentato una vicenda davvero incredibile, perché sulla base di un esposto ormai si può arrivare ad essere protagonisti e avere la prima pagina, ed è quello sul quale noi non vogliamo che un dibattito di questa natura e di questa portata possa essere influenzato da questo tipo di dinamiche. Era questo il senso del suo intervento che a nome del mio Gruppo davvero ringrazio per il lavoro costruttivo che ha fatto, soprattutto in Commissione e che sta facendo in Aula lui, l'intero Gruppo, ma direi l'intera opposizione. Onorevole Arbau, le è chiaro il riferimento da parte del Gruppo di Area Popolare? Ha detto poco fa l'onorevole Rubiu: "Legge da rifiutare in toto"; quello che hanno detto il Partito Sardo d'Azione, quello che ha detto testé il rappresentante di Fratelli d'Italia, quello che hanno detto i Riformatori? Non è un problema solo di Forza Italia. Su questo, guardi, l'opposizione è unita e coesa e parla davvero su questo provvedimento una sola voce. È difficile, com'è difficile per la maggioranza parlare con una sola voce come ci state anche ormai dimostrando quanto sia difficile parlare al vostro interno, perché sono le dinamiche della politica, vivaddio, ci mancherebbe altro. Allora, quando si fanno le analisi in casa d'altri prima si rifletta anche sui problemi in casa propria.

Lo dico senza, veramente, alcuna polemica ma con la preoccupazione che anche questa mattina ha espresso un'importante confederazione, la Confartigianato che richiama il Consiglio regionale, ma per la verità in prima battuta la Giunta, e dice: "Legge inchiodata in Consiglio a danno delle imprese. Aveva promesso, l'assessore Erriu, l'approvazione entro i primi giorni di dicembre, ma di questo passo si finirà ad agosto: si prenda le sue responsabilità". Evidenziano che quattordici giorni sono stati appena sufficienti per analizzare 3 articoli su 32. "Di questo passo il Consiglio finirà esattamente la vigilia di Ferragosto. In Consiglio, ormai da due settimane - continua la presidente Folchetti - assistiamo a una situazione che ha dell'assurdo, dell'incredibile, dove, a causa delle contrapposizioni ideologiche e partitiche, due fazioni dibattono di una legge sgangherata che andrà a rendere la vita impossibile alle imprese, ai professionisti e a chi avrebbe l'idea di investire i propri risparmi sull'ammodernamento della propria casa, con un riverbero devastante sugli imprenditori, sui dipendenti e su tutto l'indotto avviato a una pericolosissima incertezza sulle norme da applicare". È possibile che questo "gioco al massacro" non si possa fermare, ci chiede la presidente di Confartigianato? Alla presidente di Confartigianato noi diciamo: per noi è possibilissimo, perché noi siamo d'accordo con lei, presidente Folchetti. È un problema che sta nella disponibilità della maggioranza fermarsi. Fermarsi significa, come chiede la presidente Folchetti senza mezzi termini, ritirare questo provvedimento e di prorogare il vecchio piano casa. Leggetevi l'intervento della presidente perché vi dà anche qualche ulteriore elemento e i dati che quel piano casa hanno prodotto e capirete che forse così faremo tutti insieme un buon lavoro utile nell'interesse dei sardi, ma non...

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.

Non ho altri interventi, sospendo il Consiglio per una riunione dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 29, viene ripresa alle ore 13 e 40.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Comunico al Consiglio i risultati della Conferenza dei Capigruppo. Il Consiglio è convocato domani mattina alle ore 10 e 30 e la quinta Commissione si riunirà domani alle ore 15 e 30 per un parere obbligatorio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 41.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sui continui disservizi nell'erogazione dell'acqua potabile nella zona industriale di Siniscola.

Il sottoscritto,

PREMESSO che, nella zona industriale di Siniscola, insistono molteplici attività industriali, artigianali e del commercio, nonché l'importante presidio dei vigili del fuoco;

VALUTATO che, in detto compendio, è sempre stata garantita fino a maggio del 2013 l'erogazione dell'acqua grezza a uso industriale e di quella potabile;

CONSIDERATO che, stante le denunce dell'amministrazione comunale, delle associazioni di categoria e delle stesse imprese, l'erogazione è stata interrotta con un insopportabile rimbalzo di responsabilità fra vari enti, che sta portando al collasso l'intera area;

ACCERTATO che tale disservizio, oramai insostenibile, impedisce le normali condizioni operative e sta spingendo le aziende a valutare la chiusura o la delocalizzazione delle proprie produzioni, con evidenti traumatiche conseguenze per la già fragile economia baroniese e per gli stessi lavoratori;

PRESO ATTO che varie aziende hanno già provveduto al fermo degli impianti e che, stante l'approssimarsi della stagione più secca, con il conseguente aumento dei rischi di incendio, verrebbe a mancare la possibilità di approvvigionamento per i mezzi del presidio dei vigili del fuoco,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

2) se abbia mai convocato un tavolo fra i soggetti interessati;

3) se la Regione intenda assicurare il proprio urgentissimo intervento e quali provvedimenti di competenza intenda adottare per risolvere tale indecente situazione;

4) se la Regione possa assicurare il monitoraggio di eventuali futuri accordi che garantirebbero la riduzione delle tensioni sociali e l'eliminazione dei suindicati gravi disservizi. (330)

Interrogazione Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sul protrarsi dei disservizi causati dalla società Delcomar nella tratta marittima Calasetta-Carloforte.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- i traghetti della società Delcomar Compagnia di navigazione offrono il loro servizio di collegamento tra i porti di La Maddalena-Palau (nord Sardegna) e Carloforte-Calasetta (sud Sardegna);

- le tratte marittime di collegamento della Delcomar devono garantire la copertura serale e notturna approssimativamente dalle ore 19 alle ore 5 della giornata successiva;

- durante gli orari notturni la Delcomar è l'unico operatore attualmente concessionario delle suddette tratte di collegamento marittimo;

- il collegamento marittimo con l'Isola di Carloforte, nella fascia diurna, è servita dalla Sardegna regionale marittima (Saremar) che prevede le tratte Portovesme-Carloforte e Calasetta-Carloforte;

PRESO ATTO che esiste un contratto tra la Delcomar e la Regione per assicurare le rotte di collegamento tra La Maddalena-Palau e Carloforte-Calasetta e che, in caso di disservizi, soppressione corse, ritardi e altri inconvenienti, non è previsto un servizio sostitutivo e pertanto gli utenti sono costretti a notevoli disagi con conseguenze, anche economiche, dovute ai pernottamenti fuori casa;

ACCERTATO CHE:

- a causa del maltempo e le forti raffiche di vento che hanno interessato il Sulcis la scorsa settimana, le corse marittime di collegamento con Carloforte hanno subito variazioni o soppressioni;

- allo stato attuale, il servizio fornito dalla Delcomar parrebbe fortemente condizionato dall'assenza di una flotta in grado di viaggiare anche in condizioni atmosferiche avverse, pur essendo obbligata, per contratto, a coprire le rotte nelle ore notturne;

APPRESO CHE:

- nella fascia serale e notturna tra il 20 e il 21 marzo 2015, la Delcomar ha soppresso le corse Calasetta-Carloforte, lasciando l'isola tabarchina, di fatto, isolata e costringendo alcuni residenti a trascorrere la notte in banchina;

- nelle stesse giornate, le corse diurne effettuate da Saremar hanno, comunque, garantito i trasferimenti almeno nella tratta Calasetta-Carloforte, avendo soppresso e dirottato a Calasetta solo le corse Portovesme-Carloforte;

CONSIDERATO CHE:

- la compagnia Saremar possiede dei traghetti appositamente attrezzati per le traversate anche in caso di forte maltempo;

- la compagnia Delcomar, all'evidenza dei fatti, non pare in grado di adempiere in maniera continuativa al collegamento serale e notturno con l'isola di Carloforte,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti:

1) per sapere se la Regione stia mettendo in atto un serio e continuo monitoraggio sullo stato dei collegamenti con le isole minori, che preveda anche l'ipotesi di un servizio sostitutivo in caso di inadempimento della compagnia incaricata;

2) per conoscere se siano previste sanzioni per i disservizi derivanti da ritardi e soppressioni delle corse e se queste siano state correttamente comminate;

3) per portare all'attenzione della Giunta regionale la necessità di fornire un servizio di collegamento con le isole minori senza soluzioni di continuità. (331)