Seduta n.362 del 16/10/2012
CCCLXII SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
MARTEDI' 16 OTTOBRE 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente COSSA
La seduta è aperta alle ore 10 e 34.
COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 1° ottobre 2012 (354), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Radhouan Ben Amara, Andrea Biancareddu, Giuseppe Cucca, Attilio Dedoni, Paolo Dessì, Pietro Fois, Giorgio Locci, Efisio Planetta, Matteo Sanna, Paolo Sanna, Carlo Sechi e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 16 ottobre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che in data 11 ottobre 2012 sono pervenute a questa Presidenza due petizioni concernenti: la prima, "Provvedimento legislativo che novelli la normativa vigente in materia di attività produttive, trasporti, pubblico impiego e lavoro dipendente presso privati"; la seconda, "Istituzione di zona franca estesa a tutto il territorio della Sardegna e per tutti i residenti in Sardegna".
Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento interno, i fascicoli relativi a dette petizioni sono a disposizione dei consiglieri, rispettivamente, presso la quarta e la terza Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 2, 8, 15, 21, 22 e 29, maggio 2012; 12, 13, 19 e 26 giugno 2012; 3, 11, 13, 24 e 31 luglio 2012.
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Gallus sulla situazione in cui versa il pronto soccorso del Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza". (792)
(Risposta scritta in data 10 ottobre 2012.)
"Interrogazione Maninchedda - Sanna Giacomo - Dessì - Planetta sulla copertura finanziaria a carico della Regione Sardegna di alcune parti del project della ASL di Nuoro". (795)
(Risposta scritta in data 10 ottobre 2012.)
"Interrogazione Dedoni sulla programmazione sanitaria in Provincia di Oristano". (802)
(Risposta scritta in data 10 ottobre 2012.)
"Interrogazione Corda - Barracciu - Cocco Pietro - Meloni Valerio - Porcu - Solinas Antonio sull'inquinamento a La Maddalena e sulle mancate operazioni di bonifica". (845)
(Risposta scritta in data 10 ottobre 2012.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulle politiche dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale relativamente al rilancio e valorizzazione delle produzioni sarde a marchio di qualità ed in particolare dell'agnello di Sardegna IGP". (967)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
COCCO DANIELE, Segretario:
"Interpellanza SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - DIANA Mario sui ritardi che impediscono l'utilizzazione del compendio immobiliare denominato ex Seminario Pontificio regionale di Cuglieri". (359)
"Interpellanza SALIS - COCCO Daniele Secondo - MARIANI sull'inadempienza di alcuni comuni sul cofinanziamento del programma "Ritornare a casa"". (360)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Poiché devono essere trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta prima di poter procedere a una votazione, sospendo i lavori per dieci minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 10 e 55.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 385/A.
Passiamo all'esame dell'articolo 9, al quale sono stati presentati sette emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e dei relativi emendamenti:
Art. 9
Contratti di lavoro atipici
1. Il conferimento di incarichi di collaborazione, a qualsiasi titolo ed indipendentemente dalle modalità di finanziamento del contratto, nelle aziende sanitarie, rispetta il principio della selezione pubblica ed è subordinato alla espressa individuazione del posto vacante da colmare nella pianta organica aziendale.
2. La posizione vacante di cui al comma 1 non può essere conferita a soggetti privi dei requisiti e dei titoli di accesso previsti dal Servizio sanitario nazionale per la posizione stessa.
3. Le aziende sanitarie, per conferire incarichi di collaborazione riferiti a posizioni non previste o indisponibili nella pianta organica, presentano una richiesta di autorizzazione motivata all'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
Emendamento soppressivo totale Giunta regionale
Articolo 9
L'articolo 9 "Contratti di lavoro atipici" è soppresso.
(31)
Emendamento soppressivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
L'articolo 9 è soppresso.
(32)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
Il comma 1 dell'articolo 9 è soppresso.
(33)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
Il comma 2 dell'articolo 9 è soppresso.
(34)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
Il comma 3 dell'articolo 9 è soppresso.
(35)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
All'articolo 9 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 2 bis:
2 bis. È vietato conferire a soggetti in possesso del titolo di studio in astronomia una posizione vacante in pianta organica prevista per soggetti in possesso della laurea in medicina.
(36)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 9
All'articolo 9 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma 2 bis:
2 bis. È vietato conferire a soggetti in possesso della qualifica di saldatore una posizione vacante in pianta organica prevista per soggetti in possesso della laurea in infermieristica.
(38).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Cocco Daniele.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Diana Giampaolo sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 34 consiglieri.
(Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Diana Giampaolo - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lunesu - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.)
Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Il tema di cui all'articolo 9 del disegno di legge che stiamo discutendo, ovvero contratti di lavoro atipici, è particolarmente "sensibile" in relazione al mondo della sanità, in particolare per quanto riguarda il modo attraverso il quale vengono stipulati non soltanto i contratti di lavoro atipici, intendendo per questi i contratti di collaborazione a tempo determinato, ma anche i contratti che attengono al lavoro temporaneo, che emblematicamente in questo articolo non sono stati neanche citati. Stranamente di questa modalità di lavoro non c'è traccia. "Stranamente" lo dico con sarcasmo naturalmente, perché so bene per quale motivo questa Giunta regionale non tratta mai il problema del lavoro interinale. Questo tema, dicevo, non è trattato e sono considerati soltanto i contratti di collaborazione che vengono siglati direttamente dalle aziende sanitarie.
Noi siamo stati comunque colpiti più o meno positivamente da questo articolo perché si intravedeva la volontà dell'Assessorato e dell'Assessore della sanità di mettere ordine in questa materia e in particolare di impedire un utilizzo assolutamente inappropriato che dei contratti di collaborazione viene fatto in lungo e in largo dalle ASL, salvo poi constatare che la stessa Giunta regionale ha presentato un emendamento per sopprimere l'articolo 9. Anche noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo di questo articolo e annuncio sin d'ora, Presidente, che noi ritiriamo gli emendamenti soppressivi numero 32, 33, 34 e 35, vorremmo però chiedere all'Assessore - mi piacerebbe che rispondesse in quest'Aula - per quale motivo, dopo aver illustrato anche dettagliatamente l'articolo 9, in alcuni casi andando oltre quello che si potrebbe dire per impedire la sussistenza di contratti di lavoro atipici, presenta un emendamento per sopprimerlo, posto che nella stessa relazione allegata al disegno di legge, l'Assessore motiva con argomentazioni anche condivisibili la presentazione di questo articolo. Infatti dice: "Al fine di prevenire insanabili situazioni di precariato, è indispensabile ribadire…". Presidente, mi scusi, c'è molto chiasso, stiamo parlando di un articolo che incide sul bilancio della sanità in maniera davvero importante e sarebbe opportuno che su questo tema ci concentrassimo, perché si tratta di risorse finanziarie che se destinate a questa finalità vengono sottratte alle imprese e ai cittadini.
Dicevo che l'articolo 9 viene giustificato dalla Giunta regionale con queste parole: "Al fine di prevenire insanabili situazioni di precariato, è indispensabile ribadire che le aziende del Servizio sanitario regionale possono conferire incarichi esclusivamente mediante selezione pubblica". Quindi l'Assessore dice che attualmente le aziende sanitarie conferiscono incarichi di collaborazione senza indire selezioni pubbliche. Presidente, non so se è chiaro a quest'Aula di che cosa stiamo parlando: la Giunta regionale ammette, nero su bianco, che nelle ASL i direttori generali assumono personale saltando le selezioni pubbliche! E' scritto nero su bianco nella relazione dell'Assessore della sanità, nella quale si dice inoltre: "…tale conferimento può essere possibile solamente in relazione alle carenze nella pianta organica aziendale". Non solo viene detto, in questa relazione, che i direttori generali assumono con contratti di collaborazione senza fare selezioni pubbliche, ma addirittura che stipulano contratti di collaborazione al di là delle esigenze della pianta organica!
Io non so, colleghi consiglieri, se voi abbiate letto cosa dice la relazione sull'articolo 9 della legge che stiamo discutendo. C'è un'ammissione indiretta di illeciti che vengono consumati sistematicamente nelle aziende sanitarie della nostra regione, con spreco enorme di risorse pubbliche, con un utilizzo delle risorse pubbliche su cui la Corte dei Conti è già intervenuta più volte, e non vorrei che intervenissero altri poteri dello Stato. Ma forse sarebbe il caso che alcuni poteri dello Stato su queste cose intervenissero.
Continua l'Assessore nella relazione: "Inoltre, deve essere chiarito che, anche quando le aziende finanziano i contratti di lavoro con borse di studio o differenti modalità, non possono essere attribuiti incarichi per un determinato profilo laddove il candidato non possieda i requisiti dello specifico profilo così come previsti per gli operatori del Servizio sanitario regionale". Se posso permettermi una battuta, si sta dicendo che i direttori generali assumono nel servizio pubblico senza fare selezioni pubbliche e assumono personale anche se nella pianta organica questo personale non è previsto. Non solo, assumono operatori con un profilo professionale diverso da quello che è richiesto ed è necessario per le aziende.
Ma ci rendiamo conto di che cosa è scritto in questa relazione, o non ce ne rendiamo conto? Questa non è la relazione di minoranza fatta dalla relatrice Barracciu, questa è la relazione dell'Assessore, che ammette una serie di cose assolutamente illegali che vengono fatte nelle aziende sanitarie, come contratti di lavoro che esulano da qualsiasi esigenza possa manifestarsi - perché qualche esigenza sicuramente c'è - e che vanno anche al di là delle esigenze che effettivamente ci sono.
Io do atto all'Assessore di essersi reso conto di che cosa succede nelle aziende sanitarie della nostra regione e di come viene utilizzato il denaro pubblico, e cioè illegalmente, di aver presentato un articolo per porre freno e fine a questo modo di procedere (che dovrebbe richiamare veramente l'intervento di poteri specifici dello Stato), però prendo anche atto del fatto che c'è un emendamento della Giunta volto a sopprimere questo stesso articolo. Vorrei dunque capire che cosa è intervenuto dal momento della positiva presa di coscienza dell'Assessore della necessità di intervenire su questo tema al momento in cui è stato presentato l'emendamento soppressivo totale, perché mi vengono molti dubbi.
Credo che al Consiglio regionale, per votare in scienza e coscienza l'emendamento soppressivo dell'articolo 9 presentato dalla Giunta (può essere che anche noi ci disponiamo a votare per la soppressione), vada spiegato perché dopo aver ammesso delle cose gravissime che hanno necessitato la formulazione di questo articolo, oggi l'Assessore decide, con un emendamento, di sopprimerlo. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Colleghi, l'onorevole Barracciu ha posto delle domande e siccome sospetto che l'Assessore non risponderà proverò a farlo io. Certamente l'articolo 9 è una perla di questa legge - Assessore, le faccio i complimenti perché questo argomento ci ha intrattenuti in questi giorni - che si aggiunge ad altre perle, come l'articolo 5, che non modifica nulla, o l'istituzione di una rete epidemiologica allocata in un'agenzia della sanità che non esiste ancora. Questa è un'altra perla, a metà tra monsieur de La Pal[PS1] isse e il Libro Cuore dei buoni propositi. Lei, Assessore, sembra Heidi, si sveglia e scopre che la sanità può essere più bella, più giusta e più equa, e quindi scrive in questo articoletto come la sanità dovrebbe essere. Poi però qualcuno le fa notare che nella giurisprudenza repetita non sempre iuvant, ma crea confusione. Infatti ribadire in legge quello è già legge, cioè che il conferimento di incarichi di collaborazione è subordinato al principio della selezione pubblica e all'individuazione di un posto vacante in pianta organica (il che dovrebbe essere già legge e buona pratica, abbiamo infatti le leggi 1/77 e 31/98 che riguardano l'organizzazione della Regione, di cui la sanità non è cosa a parte, anche perché sappiamo che assorbe una quota preponderante della spesa regionale), rischia in qualche modo di avallare la tesi che stiamo sanando il passato, come dire che fino a oggi si poteva assumere, per l'affidamento di incarichi di collaborazione e via dicendo, senza fare selezioni pubbliche e indipendentemente da un bisogno sancito nella pianta organica mentre da oggi non lo si può più fare. Le avranno spiegato che questo articolo era pleonastico e che forse la sua attività di prevenzione dovrebbe svolgersi con un'analisi più approfondita degli usi e degli abusi presenti all'interno di alcune aziende sanitarie.
Questa è dunque soltanto un'altra pagina del quaderno dei buoni propositi di questa leggina che, come abbiamo già detto poco fa, se non è concepita per dare una delega in bianco ai direttori generali, è un po' a metà tra l'ingenuità e la volontà di tapparsi occhi e orecchie. Lasceremo ai posteri la valutazione su questa leggina che ci proponete oggi, certamente però, Assessore, questo è un altro tassello di una legge che non qualifica né l'attività del suo Assessorato né purtroppo quella di questo Consiglio regionale.
Non mi dilungo, mi permetto soltanto di osservare che quanto si evince dal comma 1, cioè il fatto che si facciano assunzioni senza selezioni pubbliche (certamente per quanto riguarda il lavoro interinale, che non è apparentemente compreso ma lo dovrebbe essere), anche in assenza di posti vacanti in pianta organica, purtroppo succede sempre più spesso. Noi siamo a conoscenza in particolare di quanto accade nell'Azienda ospedaliera Brotzu - a cui lei spero vorrà dare un'occhiata, magari facciamo un'ispezione insieme -, dove apparentemente in tantissimi ambiti, sia quelli strettamente sanitari sia quelli tecnici non sanitari, l'utilizzo di questo sistema di assunzione, anche per quanto riguarda servizi tecnici che sono apparentemente strutturati, e senza un'analisi delle carenze in pianta organica avviene assai spesso.
Assessore, stendiamo un velo pietoso. Se lei vuole cassare l'articolo 9 lo faccia, noi ne avevamo già sottolineato le incongruenze, ma certamente non potrà in questo modo coprire le cattive prassi, in termini di assunzione di personale, in uso nel Sistema sanitario regionale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, mi permetto di raccontare una storia vissuta, peraltro perfettamente in linea con le argomentazioni che anche stamane i colleghi hanno affrontato, per illustrare un percorso che può rientrare benissimo in questo momento in discussione.
Nei miei precedenti interventi ho delineato il percorso d'avvio di un'attività importante, rilevandone le tappe principali e portando testimonianza dei fatti e degli atti che si sono susseguiti nel tempo. Nonostante le difficoltà oggettive e i continui tentativi di distorsione della realtà perpetrati nelle comunicazioni ufficiali dell'Assessorato - poi le leggerò - si cerca comunque, con spirito istituzionale, di trovare una via percorribile. Malgrado il tentativo di mantenere il dialogo su toni pacati e di correttezza, in alcune circostanze l'Assessorato scade in considerazioni di quanto meno inopportune e che portano a presumere la presenza di finalità estranee alla reale volontà di chiudere una vertenza.
Infatti le comunicazioni dell'Assessorato del maggio 2010 innescano momenti di tensione tra sindacato, Comune di Guspini e direzione e dipendenti del Centro di cura "Santa Maria Assunta", che nonostante tutto proseguono indefessi il loro lavoro cercando di non trasferire ai pazienti le preoccupazioni per il grave stato di crisi e il rischio di imminente chiusura. Infatti la domanda corrente è: chiudere o salvare il Centro? Nel tentativo di riprendere il dialogo il sindaco chiede al Prefetto un'intermediazione che viene disposta per il 3 giugno. In tale circostanza l'Assessore, dopo ripetuti incontri e chiarimenti, affiancato dal direttore generale dell'Assessorato, alla ASL numero 6, scioglie le riserve e si rende disponibile per l'acquisizione del Centro, condividendo anche il valore delle mura, stimato in 13 milioni 600 mila euro, come da perizia giurata di recente formulazione, da confrontare successivamente con le valutazioni di una ulteriore perizia che la ASL avrebbe provveduto a eseguire.
Nella circostanza si stabilì, inoltre, la necessità immediata dell'apporto della ASL relativo alle forniture di prima necessità, appunto per le difficoltà in corso da parte del soggetto gestore. Dopo quell'incontro tutto tace, per cui viene fatto l'ennesimo richiamo, essendo imminente l'estate, quando i ricoveri, oltre a quelli dei traumatizzati, aumentano a dismisura, in modo particolare per quanto riguarda i bambini. Si doveva definire il da farsi perché non si voleva, diciamo, continuare ad andare oltre l'accreditato. La risposta al sollecito dell'11 giugno arriva il 3 luglio, quando nella sede della prefettura si raggiunge finalmente una formale intesa. Così recita il dispositivo del comunicato prefettizio: "Raggiunto oggi alla prefettura di Cagliari l'accordo che garantisce la continuità nella prestazione dei servizi sanitari presso il Centro di cura e di riabilitazione 'Santa Maria Assunta' di Guspini. Nel corso di un incontro presieduto dal prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, a cui hanno partecipato l'Assessore della sanità della Regione Sardegna, Antonio Angelo Liori e il Sindaco di Guspini, Rossella Pinna, nonché il commissario straordinario dell'Azienda USL numero 6 e il presidente della fondazione che attualmente gestisce la struttura, è stata esaminata la situazione di gravissima crisi in cui versa il Centro di cura. L'accordo prevede che il Comune di Guspini, attuale proprietario, e la Fondazione che attualmente si occupa della sua gestione cedano la struttura all'Azienda USL numero 6 di Sanluri, che da subito assicurerà la continuità dei servizi sanitari, evitando il trasferimento dei pazienti ricoverati, molti dei quali non autosufficienti. Già da lunedì, inoltre, i tecnici dell'Assessorato regionale della sanità, della ASL, del Comune e della Fondazione si incontreranno per la predisposizione di un accordo per il definitivo passaggio del Centro nel patrimonio della ASL e la nuova organizzazione dell'intera struttura, che rappresenta un punto di eccellenza nel settore della riabilitazione. I rappresentanti sindacali intervenuti alla conclusione dei lavori hanno espresso il proprio apprezzamento per lo sforzo fatto, d'intesa con il Prefetto, dall'Assessore regionale della sanità, che offre concrete prospettive di garanzia occupazionale agli oltre cento lavoratori impiegati".
Così, poi, nel sito regionale l'Assessore comunica ufficialmente l'evento: "Al termine di una riunione, svoltasi alla presenza del Prefetto di Cagliari, si è aperto uno spiraglio per la risoluzione della vertenza che riguarda la struttura sanitaria 'Guspini per la vita'. Tra Assessorato, ASL numero 6 di Sanluri, Comune di Guspini e proprietà è stata concordata una bozza di preaccordo che, in attesa della valutazione economica del perito del tribunale, potrebbe portare all'acquisizione della struttura da parte dell'Azienda sanitaria territoriale. 'Sin dai primi mesi di insediamento in Assessorato, mi sono adoperato perché la struttura continuasse a funzionare - ha sottolineato l'Assessore regionale della sanità, Antonello Liori - perciò, non posso che esprimere piena soddisfazione per l'ipotesi di soluzione che, grazie alla mediazione del Prefetto, si è trovata per la vicenda. Il primario diritto all'assistenza dei malati, ma anche l'importante salvaguardia dei posti di lavoro potranno trovare un'adeguata risposta'".
Bene, a seguito di questo impegno formale il Comune di Guspini delibera la cessione del suo patrimonio, con le delibere numero 37 e 41, alla ASL numero 6 di Sanluri. Il 2 agosto viene firmata, presso l'Assessorato della sanità, dal Presidente della Fondazione, su mandato del Comune di Guspini, e dal commissario straordinario della ASL numero 6 la formale convenzione. Così comunica l'Assessorato della sanità nel sito istituzionale, il 4 agosto 2006: "Prende corpo l'ipotesi di accordo per la risoluzione della vertenza che riguarda la struttura sanitaria 'Guspini per la vita'. L'Assessorato regionale della sanità, la ASL numero 6 di Sanluri e la Fondazione 'Guspini per la vita' hanno firmato una convenzione che traccia gli estremi dell'intesa raggiunta nell'ultima riunione tenutasi davanti al Prefetto di Cagliari. Perciò la struttura sanitaria sarà acquisita dalla Regione e diventerà parte dell'Azienda sanitaria territoriale. L'accordo ha come oggetto la nuda struttura del Centro 'Santa Maria Assunta', i macchinari e le attrezzature, con esclusione di ogni contratto o rapporto esistente. Il prezzo di cessione sarà determinato in base a una perizia di un esperto nominato del tribunale. Restano da definire solamente i contenuti finali del definitivo passaggio di proprietà e della nuova organizzazione della struttura. Nel frattempo, il Consiglio comunale di Guspini, in qualità di proprietario della struttura, ha concesso il nulla osta alla cessione. 'Abbiamo riconosciuto il valore raggiunto dai servizi erogati dalla struttura e la necessità della loro salvaguardia e continuità - ha sottolineato l'Assessore regionale della Sanità, Antonello Liori -, nonché l'utilità per la Regione di disporre di una struttura sanitaria che soddisfi le richieste dei cittadini, conciliandosi perfettamente con le politiche sanitarie del servizio pubblico. Sono soddisfatto dell'esito positivo della trattativa perché mi ero adoperato da subito perché la struttura continuasse a funzionare. Abbiamo salvaguardato il primario diritto all'assistenza dei malati, compatibilmente con la gestione razionale dei fondi della sanità sarda. Ora, anche la questione dei posti di lavoro dovrà trovare un'adeguata risposta'".
La convenzione siglata il 2 agosto, dunque, non solo certifica l'incontro tra le parti e l'impegno, oltre alla volontà di acquisizione del Centro, ma, così come anticipato dalla nota stampa dell'Assessore, sottolinea in premessa: "Nel riconoscere da parte di tutti l'alto valore raggiunto dai servizi erogati nel suddetto Centro di cura e la necessità, nei limiti del rispetto di quanto stabilito dalla legge e dai principi generali che regolano il buon andamento della pubblica istruzione, della loro salvaguardia e della continuità, nonché l'utilità per la Regione di disporre di una struttura sanitaria che soddisfi le richieste degli utenti e si concili con le proprie politiche sanitarie, si è addivenuti all'intesa di avviare l'iter amministrativo per la concessione a titolo oneroso di tale struttura alla ASL numero 6". Pertanto, per come stabilito dalla convenzione, il 9 agosto del 2010 la ASL numero 6 prende pieno possesso della struttura e dell'attività. Con la nota di seguito riportata, il Direttore generale della ASL ne dà comunicazione attraverso il sito istituzionale: "Sanluri, 9 agosto 2010. Da lunedì 9 agosto il Centro di riabilitazione 'Santa Maria Assunta' di Guspini fa parte dell'Azienda sanitaria di Sanluri. Il Centro eroga prestazioni di assistenza riabilitativa globale, intensiva ed estensiva, in regime continuativo e ambulatoriale. E' inoltre presente un centro diurno integrato per pazienti affetti da demenza e una casa protetta".
Tutte belle intenzioni, perché purtroppo dopo il 9 agosto, nonostante gli impegni formali sottoscritti dalla ASL, non sono state attuate per esempio due importanti prescrizioni: la redazione dell'inventario condiviso e la nomina di un professionista accreditato presso il tribunale di Cagliari per una valutazione peritale da confrontarsi con quella utilizzata in fase di accordo, che stimava il patrimonio in 13 milioni 600 mila euro. D'altra parte, l'amministrazione comunale di Guspini, nella previsione presunta che l'azione amministrativa si sarebbe chiusa in tempi rapidi, non si curò della cosa, né alcun onere fu richiesto in cambio dell'utilizzo della struttura. Sottolineo quest'ultima parte perché poi, nel prosieguo, un impegno addirittura dell'Assessorato era quello di cedere in comodato d'uso la struttura. Ma vedremo nelle prossime puntate.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Che dire dell'emendamento numero 31? Uno dei pochi articoli decenti di questa legge lo sopprimete, assessore De Francisci. L'articolo 9 è decente, tant'è che su di esso c'è assoluta unanimità di intenti. Giampaolo, scusami, siccome è un emendamento importante, mi voglio rivolgere all'Assessore per chiedergli di ritirare l'emendamento numero 31, che la stessa Giunta ha presentato, e di mantenere l'articolo 9.
Questo articolo è importante e dovrebbe essere posto a base del funzionamento della nuova sanità in Sardegna, perché sulle spese della sanità e soprattutto sulle spese del personale e soprattutto ancora sulle assunzioni dei lavoratori interinali e dei lavoratori atipici c'è, e non lo denunciamo solo noi, ma lo denunciano quasi tutte le forze politiche, un mercato assolutamente vergognoso, tanto che la Giunta ha deciso di inserire un richiamo fortissimo in questa leggina. Leggo dalla relazione della Giunta: "Al fine di prevenire insanabili situazioni di precariato, è indispensabile ribadire" - sottolineo è indispensabile ribadire - "che le aziende del Servizio sanitario regionale possono conferire incarichi esclusivamente mediante selezione pubblica e che tale conferimento può essere possibile solamente" - sottolineo solamente - "in relazione alle carenze nella pianta organica aziendale". Queste quattro importantissime parole dicono: primo, nelle aziende sanitarie locali si entra solo tramite selezione pubblica; secondo, non si può assumere nessuno al di fuori della pianta organica, cioè gonfiando a dismisura gli organici. Il fatto che questo articolo, con questo emendamento, venga ora soppresso noi lo riteniamo un segnale, Assessore, assolutamente in controtendenza anche con l'indicazione che, in questo anno, lei ha dato sulla "nuova" gestione della sanità che in ripetute occasioni ha manifestato di voler avviare. Noi consigli non ne vogliamo dare, ma una preghiera gliela facciamo: mantenga l'articolo 9.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto.). L'hai firmato tu l'emendamento soppressivo!
SALIS (I.d.V.). No, non l'ho firmato, e comunque ho chiesto di ritirarlo. Franco, quell'emendamento è già ritirato, unitamente ad altri emendamenti presentati dall'opposizione. Ti pregherei, se vuoi intervenire, di entrare nel merito delle cose che sto dicendo, non del fatto che sia stato presentato per errore un emendamento che poi è stato ritirato. Noi preghiamo i Capigruppo della maggioranza di intervenire su questo punto e di sostenere la proposta, avanzata dalla Giunta regionale, di soppressione dell'articolo 9, che noi invece consideriamo importante e vorremmo che fosse mantenuto, anche perché questa è una leggina che tocca solamente in maniera superficiale il mondo della sanità, mentre dovremmo discutere davvero di riforma sanitaria in quest'Aula. Chiediamo, per esempio, che fine ha fatto la proposta di legge di riforma che è stata approvata dalla Commissione sanità e che adesso giace nei cassetti del Consiglio e non riesce ad arrivare in Aula, probabilmente perché anche in quella legge, ripeto, approvata dalla Commissione, è stato inserito qualche articolo che dà fastidio.
Non posso non ricordare, visto che parliamo di lavoratori interinali e atipici - do una notizia che ho tenuto finora riservata -, che non solo il comitato dei lavoratori atipici ha mandato una segnalazione alla Procura della Repubblica per come vengono effettuate nella sanità sarda le assunzioni dei lavoratori interinali, ma anche il sottoscritto ha provveduto a fare un'ulteriore segnalazione, perché bisogna assumersi la responsabilità dei propri atti e soprattutto bisogna dire con estrema coerenza e chiarezza che cosa si vuole fare in un mondo dove si specula sul bisogno di lavoro della gente e le persone vengono ricattate. Questo lo sappiamo tutti, tant'è che abbiamo salutato con estremo favore il fatto che nell'articolo 9 di questa legge venissero richiamati questi principi basilari e fondamentali per una nuova visione della sanità che si preoccupi non di chi lavora, opera nella sanità o di chi fa affari nella sanità, ma degli utenti della sanità, cioè dei malati e soprattutto di coloro di cui, con un'adeguata politica di prevenzione, dovremmo salvaguardare la salute. Ma un'adeguata politica di prevenzione non c'è.
Detto questo, Assessore, mi scuso per la passione e forse anche per la rudezza di qualche mia espressione, dovute al fatto che si tratta di un problema sentito, per cui noi pregheremmo lei e la maggioranza di governo di evitare questo segnale di debolezza e di resa rispetto agli interessi che noi sappiamo essere fortissimi in questo settore. La pregheremmo quindi di ritirare l'emendamento numero 31 e di consentire la votazione di un articolo, ancorché pleonastico, perché queste cose sono scritte anche in altre leggi, però non vengono rispettate. Nonostante il fatto che sia ripetitiva rispetto ad altre disposizioni di legge, noi riteniamo importante, visto che state dando responsabilità amplissime ai direttori generali, che la disposizione di cui all'articolo 9 venga richiamata in questa legge perché si sappia che la Giunta e il Consiglio vogliono avere un occhio di riguardo e di attenzione al problema delle assunzioni nella sanità. Ecco perché ribadisco la richiesta. Le saremmo veramente grati, Assessore, se volesse mantenere l'articolo 9 ritirando l'emendamento numero 31, sul quale, Presidente, in caso contrario chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI (U.D.C.-FLI). Sarei intervenuto sull'articolo 10, ma ritengo, siccome ho parlato spesso in quest'Aula di marchette, e alcune cose le dirò dopo, che anche il collega Agus, non me ne voglia, col suo solito ritornello stia scimmiottando l'amico Luigi Cogodi, il quale nelle riunioni del consiglio comunale di Cagliari faceva, a suo tempo, interventi anche di nove ore più o meno leggendo da qualche libro. Credo sia più opportuno intervenire sui temi specifici.
Collega Agus, una risposta te la do: se qualcuno può pensare che per quanto riguarda una struttura non conforme alla legge, che non possiede determinati requisiti, che è stata realizzata in diritto di superficie su area di proprietà del comune, ci possiamo mettere d'accordo per compiere delle illegittimità, quel qualcuno evidentemente ha bisogno di essere ricoverato. E' invece ipotizzabile, e lo dico subito, un contributo alla Fondazione per metterla a norma. Nient'altro. Facciamo una legge, valutiamo attentamente, ma tentare disperatamente di parlare di un problema per il quale ci possono essere responsabilità di tipo penale è evidentemente sbagliato. Saremo molto drastici da questo punto di vista.
Entro nel merito dell'articolo in discussione e rispondo all'ultimo intervento. Sparare nel mucchio è la cosa più facile, lo dirò meglio dopo, ma qualcuno si è santificato? Quando io predisposi il Piano sanitario che consegnai al mio successore, l'amico e collega Capelli (sto parlando del Piano sanitario poi consegnato al presidente Palomba), eravamo quasi alla fine della legislatura, dopo di che ci si è addormentati per quattro anni, quindi ci sono responsabilità generalizzate. La mia posizione, che preciserò meglio intervenendo sull'articolo 10, è questa: fare i concorsi. E' inutile dire che bisogna necessariamente arrivare a soluzioni che prevedano delle selezioni; le selezioni, per essere chiari, non consentiranno mai, per esempio nel settore degli infermieri professionali, a chi lavora in continente e guadagna anche di più, di venire in Sardegna pur volendolo. Se non si fa un concorso di fatto costui non verrà mai in Sardegna perché non accetterà di fare la selezione e di essere assunto qui a tempo determinato, perdendo nel contempo un posto a tempo indeterminato.
Ma con chi credete di parlare? Ma veramente pensate di prenderci in giro? Guardate che oggi vi posso fare nomi e cognomi di autorevoli personaggi. Avete fatto carne di porco dell'articolo 15 septies del decreto legislativo numero 502 del 1992, tanto che se avessero avuto i requisiti, di fatto non sarebbero stati 64 i lavoratori assunti nel 2008, che poi sono diminuiti gradualmente, oggi sono 28, e diminuiranno ancora, perché i contratti sono stati fatti fino al 2013. Se dovessimo fare una valutazione puntuale, attenzione, perché quando qualche autorevole esponente si è trasferito nel Sulcis ha nominato, nell'arco di un mese, sette od otto primari in strutture sanitarie complesse, e oggi, visto che provocate, vi diremo i nomi di queste strutture complesse di Cagliari e degli esperti per esempio nel campo del giornalismo che sono stati chiamati nella sanità senza avere i requisiti o perché magari erano simpatici a Gumirato. Vi citeremo qualche parente di qualche autorevole esponente nazionale dei D.S., vi citeremo tanti altri nomi di persone qualificate.
Io sono favorevole ai concorsi, ed è inutile che si tentino i bluff, che si possono sempre fare. Alla ASL numero 8, l'ha detto la collega Barracciu, non è stato assunto nessuno nel settore sanitario, né un infermiere né un OSS. E anche per quanto riguarda gli OSS è ora di smetterla, caro Assessore, con la formazione di migliaia di persone per creare disoccupati. Avevamo incrementato, per esempio, le borse di studio per le specializzazioni, siamo arrivati a ottenere 34 posti, ma in quale settore? Quello dell'anestesia, e cioè 18 a Sassari e 16 a Cagliari. Prima creavamo occupati, ma per quanto riguarda molte specializzazioni ora creiamo disoccupati. E questa mattina sarò costretto, mio malgrado, a dimostrare che di errori ne fanno tutti.
Allora bisogna cambiare, bisogna fare i concorsi. Certo, i 280 interinali assunti durante la gestione Barranu non sono diventati 105 per caso, ma erano appunto 280, e questi dati li abbiamo per tutte le strutture. Così come, per quanto attiene ad altre realtà territoriali, abbiamo nomi e cognomi e vi possiamo consegnare l'elenco in qualunque momento.
Non facciamo selezioni, noi vogliamo che si facciano i concorsi per titoli, e credo che ne siano stati attivati alcuni recentemente. Non deve poi venire un tal Sechi, proprio lui, un nominato, a fare il moralizzatore. Certo, quando furono nominate persone come Onnis, Maggetti, Casu, che venivano dal Campidano, o come Cannas e Foddis, scusate, ma vi erano connivenze di partito in quella gestione, lo dico chiaramente, visto che mi provocate. Nell'arco di dieci giorni persone che non erano state considerate nel Campidano neanche per il posto di responsabile del distretto di Senorbì sono diventate primari e poi sono anche venute a lavorare a Cagliari. Insomma, cerchiamo di non buttare fango su nessuno, qui non ci sono puri.
Mio malgrado sarò costretto a citarvi dati puntuali su errori fatti nella passata gestione amministrativa e in quella attuale. Ho sentito in questi giorni parlare, per esempio, della spesa: io sono stato l'unico che ha bloccato in Giunta una delibera per un incremento del finanziamento alle cliniche private. Io, nessun altro! L'ho fermata per due mesi, e i colleghi lo sanno. Fermo restando che non l'ho voluta io, conoscendo i dati e avendo un minimo di esperienza nel settore devo anche dire, per esempio, che il 3 per cento del costo della sanità riguarda le strutture private, diversamente dall'andamento dei dati nazionali. Queste cose voi le sapete, quindi non cerchiamo di bluffare. Se poi qualcuno vuole sapere perché sono state eliminate alcune previsioni, dico che quando alcuni personaggi sono venuti a dirci che bisognava fare nuove RSA o hospice io mi sono messo a ridere, li ho bloccati, l'Assessore lo sa, perché abbiamo fatto soltanto tre RSA (880 posti letto) in dieci anni, e per di più con una maggiore quota da parte dei privati, attraverso un project financing. Negli hospice la retta è stata portata a 300 euro. Ci sono strutture, poi dirò quali, che costano meno e fanno risparmiare soldi pubblici. Quindi lavoriamo tutti insieme, non buttiamo fango su nessuno, non accusiamo nessuno, facciamo i concorsi, che sono l'unico strumento per dare la possibilità ai lavoratori di essere inseriti nel proprio posto di lavoro. Sono contrario, certamente, all'assunzione di interinali, bisogna smetterla con questo tipo di assunzioni perché costano il doppio, e l'Assessore lo sa, perché personalmente gliel'ho detto più volte che gli interinali non ci servono. Troviamo strumenti diversi, ma se acceleriamo i concorsi certamente favoriremo un risparmio di risorse nel settore della sanità e, al tempo stesso, riusciremo a dare risposte a coloro i quali hanno titolo e merito per poter ottenere un posto di lavoro serio e fisso.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Sulla necessità non più procrastinabile di selezionare il personale solo e soltanto attraverso i concorsi pubblici siamo, assessore Oppi, perfettamente d'accordo con lei. L'ho detto la settimana scorsa con una metafora, lo ripeto oggi, e mi riferisco anche a lei, con grande rispetto, assessore Oppi: quello che è successo nella Regione Lazio, in maniera stolta, ha autorizzato il Presidente del Consiglio dei ministri… Però vi prego di seguirmi, non lo chiedo per presunzione, ma perché stiamo parlando di cose serie e abbiamo qualche responsabilità. Almeno per la parte che rappresentiamo dobbiamo assumere decisioni e vorrei che lo facessimo, se ne abbiamo la capacità, dopo una fase di ascolto reciproco. Poi ognuno si assume la responsabilità di decidere tenendo conto di quella fase di ascolto o meno, per carità.
Dicevo, perché non mi piace gettare accuse in maniera indiscriminata, che credo che il Presidente del Consiglio dei ministri abbia sbagliato, di fronte a un fatto gravissimo che getta nella vergogna questo Paese, a derubricare la funzione e il ruolo del governo decentrato. Chi ha sbagliato va perseguito anche penalmente, ma perseguire penalmente chi ha responsabilità anche nell'esercizio della funzione amministrativa non significa eliminare una regione, una provincia o un comune; significa, semmai, che dobbiamo proprio per questo, raccomandando alle patrie galere quelle persone, salvaguardare la dignità e l'importanza delle istituzioni. Io non so cosa sia successo negli anni passati, non lo so, so però che il clima non può essere questo. Se ci sono responsabilità si denuncino queste responsabilità; le si denunci anche qui, perché no, ognuno è padrone di assumersi le responsabilità, le si denunci in altre sedi, si faccia quello che si vuole, ma io chiedo, per cortesia, sommessamente, che non si facciano confusioni. Né io né il Gruppo che rappresento vogliamo essere confusi con una pratica del potere che non ci appartiene, tanto per essere chiari.
Detto questo, assessore De Francisci, io sono tra quelli che hanno apprezzato l'articolo 9, seppure sia pleonastico, hanno ragione in questo l'assessore Oppi e l'onorevole Salis. Si poteva anche non prevedere questo articolo, perché comunque quanto in esso previsto è un dettato già contenuto in tante norme contrattuali e leggi di questo Paese. Però lei, Assessore, gliene do atto, evidentemente ha compreso che serviva qualcosa di rafforzativo rispetto a norme che si sarebbero dovute rispettare in questi anni e che invece non sono state rispettate. Per questo abbiamo apprezzato l'articolo 9, e anch'io mi permetto di suggerirle di non eliminarlo, per nessuna ragione, sa perché? Perché l'articolo 9 è immediatamente esigibile, seppure nell'accezione del disegno di legge che verrà approvato fra qualche ora; è qui, è nella disponibilità della Regione, seppure pleonasticamente, e a lei dà la forza, non appena questo testo di legge sarà esitato, di opporsi a qualche direttore generale che continua a fare ciò che vuole. So che non sono tutti così, lo so bene, l'abbiamo ripetuto tante volte in quest'Aula io e altri colleghi del Partito Democratico. Spero che lei abbia questa forza, perché la mia impressione, pur con tutta la stima nei suoi confronti, Assessore, è che lei potrà anche sbattere in faccia questo articolo a qualcuno, ma costui continuerà a fare ciò che vuole. E questo è intollerabile!
Io l'ho chiesto con mozioni, con interpellanze, lo chiedo adesso a voce, se fosse possibile, rimandate a casa, cacciate il direttore generale del Brotzu, perché il suo comportamento non è tollerabile. Ne va di mezzo, assessore De Francisci, nulla di personale, la dignità sua, dell'Assessorato che rappresenta e dell'intera Giunta. Non vado oltre, perché evidentemente è lì la copertura. Stiamo parlando di questo, vogliamo continuare in questa maniera, con questa farsa? Io non credo.
Allora, come hanno già chiesto i colleghi Barracciu e Porcu e tutti quelli che sono intervenuti, lasci l'articolo 9, Assessore, quali che siano le sue nobilissime intenzioni, che non discuto, e ritiri l'emendamento soppressivo della Giunta. Noi abbiamo già ritirato il nostro emendamento, conoscete le dinamiche dell'Aula, le dinamiche tra maggioranza e opposizione, ora lei ritiri il suo emendamento perché altrimenti io sono costretto a farle notare, assessore De Francisci - ma non glielo voglio dire con parole mie, quindi leggo, perché forse è meno pesante -, che al comma 3 dell'articolo 9 voi dite: "Le aziende sanitarie, per conferire incarichi di collaborazione riferiti a posizioni non previste o indisponibili nella pianta organica, presentano una richiesta di autorizzazione motivata all'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale". Potrei applaudire perché finalmente, seppure per questo, l'Assessorato regionale svolge un ruolo di pianificazione e di programmazione; ruolo che voi avevate cancellato completamente con questo disegno di legge e almeno in questo lo recuperate.
Sarei portato a pensare che con l'emendamento soppressivo volete in qualche maniera rimediare a un errore che avete compiuto con la stesura del comma 3 dell'articolo 9, dove, tutto sommato, seppure per individuare alcune posizioni funzionali non previste nella pianta organica, si prevede giustamente e doverosamente la richiesta di autorizzazione all'Assessore. E siccome all'Assessore avete tolto anche la possibilità di programmare il numero dei posti letto, è chiaro che non si può giustificare che allo stesso Assessore venga chiesto di pronunciarsi su posizioni non previste nella pianta organica. Io non voglio pensare che sia per questo, per cui, Assessore, la invito davvero a lasciare lì l'articolo 9.
In ultimo, assessore Oppi, per quanto riguarda Guspini, il collega Agus è costretto a intervenire in quella maniera, che può anche essere causa di fastidio, lo capisco, però io sono primo firmatario di un emendamento presentato all'ultima finanziaria, con cui noi abbiamo chiesto 1 milione e mezzo di euro, se non ricordo male, per mettere a norma la struttura in questione e per consentire quello che diceva lei, d'accordo anche con la direzione generale della ASL di quel territorio. Allora dateci qualche risposta e vedrete che stiamo andando nella direzione giusta.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.Presidente, intervengo solo per rispondere alle tante sollecitazioni. Abbiamo ritenuto, proprio perché consideriamo importantissimo normare i contratti atipici, di stralciare dal testo di legge in esame l'articolo 9 per ripresentarlo in una norma ad hoc. Inoltre ritenevamo di avere in qualche modo accolto la proposta di soppressione di questo articolo presentata dall'opposizione. Al di là di questo, voi avete ritirato adesso il vostro emendamento, ma la necessità è proprio quella di rivedere l'articolo in una norma ad hoc, che stiamo già predisponendo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento numero 31, sul quale è stata chiesta la votazione nominale. Prego i consiglieri Segretari di venire al banco della Presidenza.
(Interruzioni)
Colleghi, un attimo di pazienza, ho dimenticato di chiedere i pareri del relatore e della Giunta.
Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore.
LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento numero 31, contrario sugli emendamenti numero 36 e 38.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 31.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Corda e Lotto hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Floris Mario - Floris Rosanna - Gallus - Greco - Lai - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 60
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 34
contrari 26
(Il Consiglio approva).
In conseguenza della soppressione dell'articolo 9 decadono gli emendamenti aggiuntivi numero 36 e 38.
Passiamo all'esame dell'articolo 10, al quale sono stati presentati ventinove emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10 e dei relativi emendamenti:
Capo II
Interventi volti alla razionalizzazione
e riduzione della spesa
Art. 10
Rete ospedaliera
1. La ristrutturazione della rete ospedaliera regionale risponde ai seguenti criteri:
a) dotazione di posti letto non superiore a 3,7 per 1.000 abitanti, di cui 3 per acuti e 0,7 per riabilitazione e lungo degenza post acuzie;
b) riduzione dei posti letto a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 40 per cento del totale dei posti letto da ridurre; fino all'avvenuta realizzazione del processo di riduzione dei posti letto e delle corrispondenti unità operative complesse, è sospeso il conferimento o il rinnovo degli incarichi ai sensi dell'articolo 15 septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421), e successive modificazioni;
c) tasso di ospedalizzazione inferiore a 160 ricoveri per 1.000 abitanti di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni;
d) tasso di utilizzazione di posti letto non inferiore al 75 per cento in ragione annua: tale tasso è calcolato in proporzione al numero di giorni settimanali di funzionamento della struttura;
e) istituzione di camere a pagamento e di spazi per l'esercizio della libera professione intra moenia per una quota di posti letto compresa tra il 5 per cento e il 10 per cento, non calcolata nell'indice di 3 posti letto per acuti;
f) previsione, nel rispetto dei criteri stabiliti nelle lettere a), b), c), d) ed e), della partecipazione al sistema sanitario di strutture private, favorendo la parziale riconversione dei posti letto oggi esistenti in posti letto di riabilitazione e lungo degenza post acuzie.
2. L'autorizzazione alla rimodulazione, all'ampliamento o alla trasformazione dei posti letto in strutture ospedaliere esistenti è rilasciata a condizione che le strutture possiedano i requisiti minimi e ulteriori previsti dalla normativa vigente, applicando per le stesse i criteri di verifica utilizzati per le nuove strutture.
3. Nell'applicazione dei criteri previsti nel comma 1 si tiene conto dei dati demografici e socio-economici della Regione, delle caratteristiche del territorio, delle infrastrutture e della rete viaria; in ogni caso i criteri sono correlati con l'esigenza di assicurare livelli minimi di assistenza in tutto il territorio regionale.
4. Le disposizioni del presente articolo, per quanto concerne le aziende ospedaliero-universitarie, sono correlate alla normativa di riferimento vigente.
Emendamento soppressivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
L'articolo 10 è soppresso.
(40)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Il comma 1 dell'articolo 10 è soppresso.
(41)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera a) del comma 1 è soppressa.
(45)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera b) del comma 1 è soppressa.
(46)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera c) del comma 1 è soppressa.
(47)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera d) del comma 1 è soppressa.
(48)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera e) del comma 1 è soppressa.
(49)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
La lettera f) del comma 1 è soppressa.
(50)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Il comma 2 è soppresso.
(42)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Il comma 3 è soppresso.
(43)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Il comma 4 è soppresso.
(44)
Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale
Articolo 10
L'articolo 10, "Rete ospedaliera", è parzialmente sostituito.
Al comma 1, lettera b, le parole "per una quota non inferiore al 40 per cento" sono sostituite dalle seguenti; "per una quota non inferiore al 50 per cento".
(51)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Nella lettera c) del comma la cifra "160" è sostituita con la cifra "155"; la percentuale "25 per cento" è sostituita con "23 per cento".
(54)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Nella lettera c) del comma 1 la cifra "160" è sostituita con la cifra "150"; la percentuale "25 per cento" è sostituita con "24 per cento".
(53)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Nella lettera c) del comma 1 la cifra "160" è sostituita con la cifra "145"; la percentuale "25 per cento" è sostituita con "26 per cento".
(52)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Nella lettera c) del comma 1 la percentuale "75 per cento"" è sostituita con "74 per cento".
(57)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Nella lettera c) del comma 1 la percentuale "75 per cento" è sostituita con "70 per cento".
(56)
Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo
Nella lettera c) del comma 1 la percentuale "75 per cento" è sostituita con "60 per cento".
(55)
Emendamento all'Emendamento numero 58 sostitutivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
L'emendamento n. 58 è così sostituito:
All'articolo 10 dopo il comma 3, è aggiunto il seguente comma 3 bis:
"3 bis. I criteri di cui al comma 1 non si applicano ai seguenti ospedali di: Ozieri, Bosa, Alghero, Tempio Pausania, Ghilarza, Sorgono, Isili, Muravera, La Maddalena.".
(115)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
All'articolo 10 dopo il comma 3, è aggiunto il seguente comma 3 bis:
3 bis. I criteri di cui al comma 1 non si applicano ai piccoli ospedali ubicati nelle zone interne e nelle isole minori della Regione.
(58)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 10
All'articolo 10 dopo il comma 4 aggiunto il seguente:
"4 bis. Le ASP, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero-universitarie attivano un sistema di sondaggi anonimi per conoscere l'indice di soddisfazione dei pazienti e pubblicano, aggiornandoli bimestralmente, i risultati sul sito ufficiale.
La puntuale raccolta e pubblicazione dei risultati dei sondaggi costituiscono obbiettivi del direttore generale e dei direttori sanitari dei presidi e la mancata osservanza, in tutto o in parte, è causa di risoluzione dei loro contratti.".
(59)
Emendamento all'emendamento numero 59 soppressivo parziale Pittalis - Francesco Meloni - Steri - Cuccureddu - Sanna Giacomo
Articolo 10
Al comma 4 bis dell'articolo 10, dopo le parole "i risultati sul sito ufficiale" le parole "la puntuale raccolta e pubblicazione dei risultati dei sondaggi costituiscono obbiettivi del direttore generale e dei direttori sanitari dei presidi e la mancata osservanza, in tutto o in parte, è causa di risoluzione dei loro contratti" sono soppresse.
(114)
Emendamento all'emendamento numero 59 soppressivo parziale Pittalis - Francesco Meloni - Steri - Cuccureddu - Sanna Giacomo
Articolo 10
Al comma 4 bis dell'articolo 10, le parole "ASP, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero-universitarie" sono sostituite con le parole "ASL, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero-universitarie".
(113)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
All'articolo 10, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente comma 4 bis:
4 bis. La rete ospedaliera è approvata contestualmente al Piano sanitario regionale 2013-2015 entro il 31 dicembre 2012 ai sensi della legge regionale n. 10 del 2006
(60)
Emendamento all'emendamento numero 37 sostitutivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
L'emendamento n. 37 è sostituito dal seguente:
"Dopo l'Articolo 10 è aggiunto il seguente:
Art. 10 bis
1. Il comma 11 dell'articolo 13 della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7, è abrogato.
2. Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 8, comma 15 della legge n. 3 del 2009, il personale facente funzioni per la figura di educatore professionale, prestante servizio nelle strutture socio-assistenziali autorizzate, di cui all'articolo 3 del regolamento di attuazione dell'articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005, o nei servizi territoriali sanitari pubblici e privati, deve improrogabilmente provvedere entro il 31 dicembre 2017 all'acquisizione del titolo di studio richiesto per tale figura professionale. Fino a tale data il personale facente funzioni in assenza di titolo specifico, ma autorizzato a svolgere le mansioni di educatore professionale da apposita normativa regionale, può continuare ad operare solo nelle strutture socio- assistenziali autorizzate o nei servizi territoriali sanitari pubblici e privati in cui svolge l'attività lavorativa alla data di approvazione della presente norma.".
(116)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Dopo l'Articolo 10 è aggiunto il seguente:
"Art. 10 bis
1. Il comma 11 dell'articolo 13 della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7, è abrogato
2. Il comma 15 dell'articolo 8 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 è abrogato.
3. Il personale facente funzioni per la figura di educatore professionale, prestante servizio nelle strutture socio-assistenziali autorizzate, di cui all'articolo 3 del regolamento di attuazione dell'articolo 43 della legge regionale n. 23 del 2005, o nei servizi territoriali sanitari pubblici e privati, deve improrogabilmente provvedere entro il 31 dicembre 2016 all'acquisizione del titolo di studio richiesto per tale figura professionale. Fino a tale data il personale facente funzioni in assenza di titolo specifico, ma autorizzato a svolgere le mansioni di educatore professionale da apposita normativa regionale, può continuare ad operare solo nelle strutture socio-assistenziali autorizzate o nei servizi territoriali sanitari pubblici e privati in cui svolge l'attività lavorativa alla data di approvazione della presente norma.".
(37)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Diana Giampaolo - Uras - Salis
Articolo 10
Dopo l'art. 10 è aggiunto il seguente:
"Art. 10 bis
1. Il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo da parte delle aziende sanitarie è ammesso nella misura dell1% della spesa per il personale di ciascuna azienda e limitato alla sola sostituzione del personale assente temporaneamente dal lavoro.".
(39)
Emendamento all'emendamento numero 61 soppressivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani
Articolo 10
L'emendamento n. 61 è soppresso.
(117)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale
Articolo 10
Dopo l'articolo 10 è aggiunto il seguente:
"Art. 10 bis
1. Le caratteristiche e le modalità di gestione degli strumenti previsti dalla normativa vigente in materia di controlli sono stabilite dalla Giunta regionale, tenuto conto del sistema informativo sanitario nazionale e regionale. Nel sistema degli indicatori, oltre a quelli attualmente previsti, sono obbligatoriamente inseriti i seguenti:
1) casistica operatoria per reparto e per patologia;
2) mortalità perioperatoria per patologia;
3) tasso di infezioni ospedaliere generale per reparto e post-chirurgiche;
4) mortalità neonatale intraospedaliera;
5) contenzioso in essere con i pazienti;
6) contenzioso in essere con i dipendenti;
7) degenza media, trimmata e standardizzata;
8) tassi di ospedalizzazione rispetto alla popolazione di riferimento;
9) tassi di occupazione e rotazione dei posti letto;
10) indice di casemix;
11) DRG a rischio di inappropriatezza;
12) indice comparativo di performance;
13) tasso di mortalità per patologia.
I dati di cui sopra sono pubblicati sul sito ufficiale dell'azienda e aggiornati almeno semestralmente. La loro puntuale raccolta e pubblicazione rientrano tra gli obiettivi del direttore generale e dei direttori sanitari dei presidi e la mancata osservanza, in tutto o in parte, è causa di risoluzione dei loro contratti.
2. Il controllo degli indicatori di cui al comma 1, riferito alle aziende ospedaliere e alle aziende ospedaliero-universitarie, è eseguito direttamente dalla Regione, anche tramite l'Agenzia regionale della sanità.". (61).)
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, siamo al cuore di questa legge, ammesso che questa legge abbia un cuore, cosa di cui noi dubitiamo. Vale, però, la pena di spendere una parola sulla cancellazione dell'articolo 9, e lo faccio rivolto anche all'assessore Oppi. Non c'era qui la volontà, assessore Oppi, di fare di tutta l'erba un fascio né di dire che eventuali eccessi o abusi non possano essere intervenuti anche precedentemente. Non vogliamo fare i puristi, diciamo semplicemente che anche se certi fatti fossero avvenuti non è un bene per la sanità non mettere al centro di qualsiasi iniziativa che riguarda il personale a qualsiasi livello la salute del paziente e la professionalità di chi deve dare il suo apporto al sistema sanitario regionale. Quindi credo che la richiesta di soppressione e il pentimento in merito all'articolo 9, che certamente non è scritto bene, anzi è un pasticcio, tant'è vero che anche noi ne avevamo proposto la soppressione, lascino un po' l'amaro in bocca perché sanno di ritirata, indicano che non c'era la volontà di affrontare il problema e di regolamentarlo.
Tutto questo acuisce la sensazione che sia stia discutendo una legge che non scioglie i nodi, che declina la responsabilità della politica, intendo della Giunta, ma anche del Consiglio regionale, di attuare una qualche forma di pianificazione sanitaria. Se andiamo a vedere l'articolo 10, che è stato già oggetto della nostra preoccupazione durante la discussione generale, i nostri dubbi non possono che rafforzarsi. Nell'articolo 10 si fissano dei parametri in merito all'attività di programmazione che poi viene delegata ai direttori generali delle aziende sanitarie, come specificato all'articolo 11. Il paradosso è che il taglio di 1.300 posti letto non viene fatto sulla base di una programmazione organica e coerente per tutto il territorio regionale, ma di fatto viene parametrizzato sulla base di una dotazione di posti letto non superiore a 3,7 per 1.000 abitanti, di cui 3 per acuti e 0,7 per riabilitazione. Così come è scritto questo criterio dovrebbe essere applicato territorio per territorio, ASL per ASL, azienda ospedaliera per azienda ospedaliera, in maniera rigida, senza nessun meccanismo perequativo che possa tenere conto delle alte specializzazioni, della concentrazione degli abitanti o, viceversa, della necessità di avere presidi anche in territori che sono assai più desolati di altri. Si rischia, con questa applicazione rigida, di non mettere il servizio al paziente al centro del processo, ma di applicare in maniera meccanica un parametro rigoroso, con il risultato di acuire i disagi anziché alleviarli.
Da questo punto di vista ci sorgono dei dubbi su come poi possano essere compensati i parametri della lettera b), dove si dice che per quanto riguarda questa riduzione di posti letto, circa 1.300 in capo a tutta la Sardegna, una quota non inferiore al 40 per cento è a carico dei presidi ospedali pubblici, e con l'emendamento, in maniera ancora più pesante, tale quota arriva addirittura al 60 per cento. La domanda è: come applichiamo questo parametro? Lo applichiamo ASL per ASL, azienda ospedaliera per azienda ospedaliera? Cosa facciamo rispetto a quelle aziende ospedaliere che hanno soltanto posti pubblici, come per esempio l'azienda Brotzu? Come troviamo un equilibrio nel territorio sulla base delle realtà esistenti, che sono molto diverse tra di loro?
E poi che dire di alcuni parametri che sono assolutamente risibili? Noi abbiamo insistito più volte, per esempio, sul parametro di cui alla lettera d) del comma 1, che sembra essere, come dire, l'esito di un copia e incolla da un piano per il turismo. Sappiamo tutti che in Sardegna c'è un problema relativo al tasso di occupazione delle strutture turistiche, che è eccessivamente basso per via della concentrazione della stagione turistica nei mesi estivi, ma il tasso di utilizzazione dei posti letto in sanità, se non collegato ad altri aspetti, rischia addirittura di essere controproducente, di accrescere il vero problema della sanità, quello dei ricoveri impropri, cioè dei ricoveri di pazienti che non hanno bisogno di essere ospedalizzati e che potrebbero essere trattati diversamente nelle strutture territoriali. Anche questo dà l'idea dell'approssimazione di questa legge e di come questi parametri, oltre che essere delegati ai direttori generali senza nessuna forma perequativa complessiva, senza una programmazione complessiva del sistema sanitario regionale, rischiano anche di essere controproducenti.
Poi si mischiano un po' gli argomenti: si parla dell'attività professionale dei medici, e non capiamo bene perché se ne parli in questo articolo che riguarda la rete ospedaliera, e ovviamente si richiama la partecipazione al sistema sanitario di strutture private. Ma noi non abbiamo dubbi che complessivamente il peso delle strutture private all'intero del sistema sanitario regionale, come ricordava l'assessore Oppi, sia più basso che in altre regioni. Infatti noi non stiamo facendo una battaglia sui numeri assoluti, stiamo bensì dicendo: attenzione, il fatto che la struttura pubblica abbia una forza particolare nella nostra regione non significa svendere da un giorno all'altro pezzi di sanità, se all'interno di questo progetto non c'è ancora una volta la salute del paziente e la qualità dei servizi offerti. Non dobbiamo inseguire i parametri per i parametri, in maniera rigida, ed è per questo che a maggior ragione noi riteniamo negativa questa legge che decide di non pianificare, che declina la responsabilità della politica di programmare e pianificare la sanità mettendo al centro la salute dei cittadini, la cura delle patologie, facendo sì che i viaggi della speranza possano diminuire, che il saldo tra la Sardegna e le altre regioni possa invertirsi e finalmente cominciamo a esportare sanità, anziché importarla. Ecco, crediamo che questa abdicazione rispetto al ruolo della politica, innanzitutto da parte della Giunta, ma anche di questo Consiglio, sia un fatto assolutamente negativo, che oltre a deresponsabilizzare non porterà buoni risultati. Non porterà buoni risultati perché la Sardegna è un unicum che non può essere parcellizzato, che non può essere ricondotto alle singole aziende ospedaliere, che non può mettere una provincia contro l'altra. Ed è per questo, conclusivamente, che noi rinnoviamo l'invito a bocciare questa legge, a rimandarla in Commissione e a trovare il modo per far sì che la politica si riassuma la responsabilità di pianificare il futuro dei cittadini di questa regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Evito di leggere, così forse annoio di meno. Assessore Oppi, mi dispiace che se la sia presa tanto, però il fatto che lei abbia impostato il suo ragionamento su storie metropolitane mi lascia molto perplesso, mi permetta. Infatti le determine numero 10 e 610 dell'Assessorato regionale della sanità non riguardano autorizzazioni che uno si è dato da solo, ma che ha dato la Regione, che non credo sia così poco avveduta da non controllare gli atti che consentono a quell'attività di funzionare.
OPPI (U.D.C.-FLI). Dipende da chi c'è!
AGUS (P.D.). Assessore Oppi, mi permetta, se ho tentato di fare una ricostruzione minuziosa degli eventi, indicando le date, è perché mi auguro davvero che qualcuno verifichi e individui le responsabilità. Faccio questo ragionamento per evidenziare l'incongruità dell'atteggiamento dell'istituzione regionale perché, ripeto, come politico posso anche dire castronerie, ma se un Assessore regionale si assume la responsabilità di dire a pazienti, personale, popolazione, che quella struttura verrà acquisita e di fronte al Prefetto ne stabilisce anche il valore, non può poi non essere conseguente. Ripeto, non si sta trattando con la Fondazione che gestiva la struttura, perché quel patrimonio appartiene al comune di Guspini. Invece l'istituzione cosa fa? Non solo non adempie a quell'impegno, assessore Oppi, ma fa addirittura una cosa gravissima, segnalata peraltro dalla Corte dei conti: scioglie la Fondazione prima di liquidarla, cioè scioglie il soggetto che la gestiva e che quindi ha in capo l'attività economica.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue AGUS.) Cosa vuol dire questo? Che idea c'era dietro questa operazione? Non l'ho sciolta io la Fondazione, l'ha sciolta il Presidente della Regione.
Assessore Oppi, anche il problema relativo alla concessione edilizia, che lei ha citato, è stato risolto, c'è stata una sanatoria, bastava verificare, perché il progetto era considerato relativo a un'opera pubblica, quindi si presumeva che non ci fosse quella carta, ma è stato approvato dal Comune di Guspini, non è la Fondazione come soggetto privato ad avere progettato l'opera. Quindi si tratta di una struttura pubblica che è stata sanata, per cui pregherei di non usare superficialmente affermazioni che si sentono dire in giro, il che non si addice a un amministratore pubblico, nonché rappresentante regionale. Le questioni vanno approfondite e bisogna cercare di capire le ragioni del mio tour de force. Io non volevo annoiare né porre problemi a nessuno, ma solo segnalare, e lo farò ancora semmai a braccio, se vi annoia che legga, però è anche vero che con questa vicenda stiamo toccando anche i punti che in quest'Aula sono oggi in discussione.
Sui lavoratori interinali, di cui stiamo parlando oggi, vorrei darvi dei dati, che non sono miei. Sapete quanto è costata la gestione impropria di quella struttura da parte della ASL nel 2011 per 3 pazienti? E' costata 2 milioni e 300 mila euro! Buona parte dei costi, circa 1 milione e 600 mila euro, riguardava la spesa per il personale interinale, perché vi ricordo che quando quella struttura è stata acquisita dalla ASL i dipendenti a tempo indeterminato della Fondazione e delle cooperative sono stati invitati a dimettersi volontariamente per essere riassunti con l'interinale. Oggi sono tutti a spasso, perché l'interinale non garantisce la copertura dei supporti assistenziali, la cassa integrazione per dirla in parole povere. Quindi c'è stata una gestione non corretta da parte dell'istituzione regionale e io voglio distinguere la responsabilità che assume un'istituzione pubblica da quella che come politico posso assumere io se faccio una promessa e poi non la mantengo. Sarebbe come se a noi che ci battiamo perché lo Stato rispetti gli accordi presi lo Stato stesso dicesse: "Ma cosa state dicendo, di che cosa state parlando?". Noi ci indigniamo come istituzione quando lo Stato non mantiene gli impegni, dunque la stessa cosa, ovvero il rispetto degli impegni presi dalla Regione, sto chiedendo io in quest'Aula. Se poi ci sono gestioni non consone, è giusto che questo venga stabilito attraverso altri percorsi, si vedrà, ma io non sto parlando di questo. Se ci sono stati errori verranno sicuramente perseguiti, visto che oggi questo aspetto è in mano al giudice fallimentare, tra virgolette, perché una fondazione non fallisce mai. Anche qui si è seguito un percorso anomalo, quello sui fallimenti. Ma dov'è il fallimento? C'era una difficoltà economica legata al fatto che a marzo del 2009 la Regione sarda ha scritto alla direzione generale del Banco di Sardegna per tranquillizzarla sul fatto che avrebbe pagato le prestazioni effettuate.
L'Assessore sapeva benissimo cosa succedeva lì dentro, perché nel consiglio di amministrazione del Banco - ve lo ricordo - vi era il direttore della ASL numero 6, il quale era perfettamente a conoscenza di quello che avveniva e sapeva che si era intrapresa un'azione condivisa dalle istituzioni, che non era partita dal Presidente, ma dal Comune di Guspini e dalla ASL numero 6, che avevano verificato la necessità dei servizi che oggi vengono richiesti con questa proposta di legge. Perché? Per ridurre il numero dei posti letto, i famosi 1.300 posti che la Regione non può più mantenere. Bene, la struttura di Guspini consente l'abbattimento di 60 posti letto perché è perfettamente autonoma e si regge economicamente, lo dimostra lo studio di fattibilità presentato dalla ASL numero 6 a maggio di quest'anno. Quindi non sto parlando a vanvera. La mia posizione è quella. Si chiede di riconoscere il valore che è stato stimato dal perito perché si sta cedendo un patrimonio. Cosa si vuol fare, si vogliono dare alla ASL 2 milioni e mezzo per mettere a posto una struttura sanitaria in casa d'altri? Ma come si può? Ma di cosa stiamo parlando? Cioè la Regione investe i suoi soldi sul suo patrimonio oppure qui si investono soldi pubblici su patrimoni altrui, per quanto quella struttura sia pubblica? Io non credo che funzioni così.
Sto solo chiedendo che siano rispettati gli impegni assunti e che si acquisti la struttura - è un investimento - al valore che è stato stimato. Quelle risorse servono al Comune di Guspini, il quale si fa carico di tutte le responsabilità che eventualmente saranno addebitate alla Fondazione, perché la Fondazione è stata sciolta prima di essere liquidata. Chiedo solo questo. Con la vendita della struttura il Comune di Guspini può sanare le pendenze, visto e considerato che la Regione non riconosce le prestazioni fornite. Del resto si sono dette tante bugie, ma le svelerò. L'Assessore nel sito istituzionale parla di un buco di 25 milioni per cui, a suo dire, non si può più acquistare quella struttura. Ma di che cosa stiamo parlando? Ho portato qui il bilancio addirittura un mese dopo il passaggio alla ASL: 25 milioni sono le passività, ma ci sono anche le attività in un bilancio. Le passività non possono essere considerate "buco"; sono una voce negativa, ma c'è anche una voce positiva, ovvero attività per 23 milioni di euro. C'è poi il disavanzo dell'anno, che corrisponde a 800 mila euro. Perché? Perché non sono state pagate quelle prestazioni. Peraltro, nella relazione, la stessa ASL precisa che di 30 mila prestazioni erogate ne sono state riconosciute appena 4 mila.
Ma di che cosa stiamo parlando? Bene avrebbe fatto l'Assessore, per correttezza istituzionale, quando ha visto le cose a dire: "No, cari miei, un attimo, riconducetevi a quelle accreditate, poi ne parliamo". Non è stato fatto perché era utile al Brotzu vuotare la stroke unit e portare i pazienti a Guspini. E sono stati curati tutti a Guspini, ci sono le relazioni che testimoniano il giusto intervento sanitario sui pazienti provenienti dalla stroke unit del Brotzu, tant'è che solo il Brotzu ci chiedeva 17 posti letto per sé, perché in quegli anni il Brotzu ha lavorato benissimo. Allo stesso modo abbiamo liberato la rianimazione dell'Ospedale di San Gavino. Comunque su questo tornerò perché, ripeto, esigo rispetto istituzionale, così come la Regione lo esige dallo Stato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Presidente, abbiamo assistito prima a una discussione abbastanza interessante sulla situazione del lavoro interinale, sulla quale molto nettamente l'assessore Oppi ha parlato di necessità di fare i concorsi per garantire i posti di lavoro. Dalle affermazioni sulla percentuale dei costi della sanità privata e sulla necessità di razionalizzare pure questa parte, passiamo all'articolo 10 che ci porta a discutere di alcune questioni che noi abbiamo già contestato prima, per esempio, per quanto riguarda la rete ospedaliera, tutto quello che attiene a una materia che, come sappiamo, il comma 5 dell'articolo 12 della legge numero 10 del 2006 disciplina attraverso il Piano sanitario. In pratica con l'articolo 10 voi state facendo la scelta di tagliare fuori non solo i territori, ma anche tanti attori istituzionali, perché non abrogate il comma 5 dell'articolo 12, ma dite che il lavoro di ristrutturazione della rete ospedaliera deve essere fatto attraverso la legge. Come abbiamo già detto precedentemente, questo lavoro è affidato al direttore generale, che dovrà in maniera soggettiva e discrezionale (quindi anche peggiorativa rispetto alla delibera di Giunta 31/12 del 2011, che ricordo è ancora in vigore) predisporre un piano per quanto riguarda il suo territorio e praticamente in maniera solitaria decidere quali sono i tagli da fare. Lo abbiamo detto con estrema calma, lo ripetiamo adesso: io immagino quello che succederà nell'Oristanese, nella zona di Nuoro, di Muravera o in altre zone, quando qualcuno proporrà tagli che ovviamente saranno completamente scollegati da quella che è la realtà regionale generale. Quindi potremo vedere che in qualche territorio dove servono nuovi posti letto il direttore generale della ASL di competenza sarà invece costretto a tagliare quelli esistenti, perché è lui che dovrà provvedere, non il Piano sanitario che, come sappiamo, richiede una discussione molto attenta e approfondita.
Voglio ricordare all'Assessore e alla Giunta, non per un principio di sottomissione, ma perché vi sono anche in questa materia delle leggi vigenti, che sta scegliendo di disciplinare con legge una materia che, ai sensi della normativa quadro nazionale, ovvero del decreto legislativo numero 502, è demandata al Piano sanitario regionale, strumento che, ai sensi dell'articolo 1, comma 13, del medesimo decreto, deve essere adottato al termine di un preciso iter procedimentale. Per esempio, occorre il parere del Ministro, ma voi dite che invece non deve essere richiesto; il Piano prevede la partecipazione procedimentale degli enti locali e delle categorie interessate, ma voi saltate questo passaggio. Ribadisco il concetto che con molta tranquillità abbiamo già espresso, e cioè che questo vostro modo di procedere frettoloso, per non dire altro, preclude il fatto che siano coinvolti i sindaci e le comunità, come prevede la legge - non come dico io - che non state abrogando e come prevedono i piani sanitari di tutte le Regioni italiane, comprese quelle governate dal centrodestra. Voi invece dite: "No, saltiamo questa procedura, facciamo diversamente, a noi non interessa il parere delle categorie interessate". Immagino che qualcuno dirà che è colpa della classe politica; noi diremo che è invece colpa vostra, perché se avete deciso di saltare il Piano sanitario evidentemente stiamo andando, in maniera chiara e deliberata, verso un percorso che prevede l'esclusione di tutti gli attori, e questo è un fatto grave.
All'inizio della discussione vi abbiamo detto che siamo ancora disponibili, se ritirate questo disegno di legge, ad approvare entro l'anno, con un tour de force, un piano sanitario che permetta di trattare argomenti così delicati che interessano tutta la Sardegna. Il taglio di 1.300 posti letto non è un qualcosa da farsi attraverso la decisione di un direttore generale. In più si toglie una grande prerogativa a questo consesso, perché se c'è qualcosa che deve fare il Consiglio regionale sul piano sanitario è proprio quella di esprimere dei pareri e deliberare in merito. Invece noi demandiamo alla legge, ovverosia demandiamo a un direttore generale di decidere senza che il Consiglio ne sappia niente, impoverendo quindi il nostro ruolo, o meglio voi della maggioranza volete impoverirlo, ma vi ritroverete a dover rispondere a tutti quelli che verranno a chiedervi perché sta succedendo questo, cosa ne pensate e perché avete deciso questi tagli.
Questo è il discorso che io ritengo, ancor più degli aspetti procedimentali, riguardi il rapporto fra questo Consiglio, la politica e i territori, perché alla fine ci sarà chi dovrà fare le scelte e sarà costretto, anche in buona fede, a fare tagli per forza, suscitando le proteste di chi ovviamente non sarà stato coinvolto in questo processo. In ogni caso, ve lo voglio ricordare, si incorre in un vizio di legittimità se non si rispettano le norme relative all'iter di formazione del Piano sanitario descritte nel comma 13 dell'articolo 1 del decreto legislativo numero 502. Questo lo dico perché sono convinto che gli assistenti dell'Assessore stiano ascoltando e quindi per rappresentare anche a loro che è sicuramente inutile incorrere in vizi di legittimità, lo ritengo anzi estremamente pericoloso.
Rimane poi aperta la questione della delibera numero 31/2 del 20 luglio 2011. Lei allora non c'era, assessore De Francisci, ma ovviamente io mi rivolgo alla Giunta per continuità. Questa delibera esiste ed è quella che ha avviato le procedure di riorganizzazione della rete dell'emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale. Su di essa è stata aperta la procedura di consultazione, al termine della quale il documento verrà trasmesso al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva, così come è necessario, voi però non avete fatto niente, nel senso che le procedure sono state avviate, la delibera non è stata revocata e ora c'è questo disegno di legge che ovviamente ci dà da pensare sotto il profilo della correttezza. Però, ripeto, anche dal punto di vista tecnico gli atti che vengono fatti alla fine rimangono a mezz'aria, non si può concludere quello che viene iniziato. Quindi la delibera numero 31/2 che è applicata, che è già in funzione, che fine fa?
Mi rivolgo ovviamente al vicepresidente Cossa, che sta presiedendo, per dire che una prerogativa del Consiglio verrà calpestata, pur essendo in vigore un atto amministrativo, perché questa legge va contro quella delibera che è in vigore e che a sua volta va contro la legge in vigore! Per questo noi continuiamo a dire che se ci fosse un po' di saggezza, invece di procedere a colpi di emendamenti, poiché non stiamo discutendo atti amministrativi, bisognerebbe fermarsi, sospendere l'esame di questo disegno di legge, aspettare la definizione della legge nazionale di stabilità e poi provare a predisporre un nuovo piano sanitario, perché alla fine dovremo vedercela, ma io dico dovrete vedervela con i territori, che saranno imbufaliti e che a ogni singolo consigliere chiederanno il perché delle decisioni prese in forza di questo progetto di legge. E immagino che questo creerà solamente ulteriore confusione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Presidente, è un modo davvero anomalo, singolare e spesso contraddittorio, quello seguito dalla Giunta e dalla maggioranza per l'approvazione di questo disegno di legge. E spiego perché. In Commissione è approdato un disegno di legge che è stato poi modificato e depurato di molti articoli, per cui è stato licenziato ed è approdato in Aula un testo completamente trasformato rispetto al testo originale. Ne è buon testimone il Presidente della Commissione, l'onorevole Felice Contu, il quale, sicuramente fedele ai suoi principi anche di carattere professionale, è persona attendibile.
Per esempio, in Commissione voi della maggioranza avete difeso a spada tratta l'articolo 9, ma arrivati in Aula presentate un emendamento per sopprimerlo! In Commissione abbiamo approfondito l'articolo 10 secondo l'impostazione che ne aveva dato la Giunta, poi in Aula viene presentato un emendamento, il numero 61 - Assessore, vorrei avere la sua attenzione, grazie -, che in buona sostanza cambia i connotati stessi dell'articolo 10, attinente ai criteri da seguire nella soppressione dei posti letto. Sono stati presentati diversi emendamenti ad articoli la cui impostazione in Commissione era stata estremamente difesa; emendamenti che spesso comportano modifiche sostanziali che stravolgono il significato dei singoli articoli e dell'intero testo di legge.
La Commissione è il luogo dove si deve approfondire, discutere, integrare, modificare un progetto di legge, insomma è il luogo dove si dovrebbe licenziare il testo migliore possibile, perché poi in Aula la discussione si svolga su quel testo approvato dalla Commissione sicuramente a maggioranza, ma sul quale a volte, perché no, anche l'opposizione vota a favore, se lo ritiene condivisibile. Ci ritroviamo invece ora a discutere un testo che non ha nulla a che vedere con quello licenziato dalla Commissione. Credo questo sia un modo insolito di procedere nella formazione di un testo di legge. Non si può procedere in questo modo, perché si rischia di fare pasticci, e infatti siamo di fronte a un testo piuttosto pasticciato e contradditorio, carente sotto tanti aspetti, il che è significativo di un modo improvvisato e inappropriato di legiferare. Quando si parla di inappropriatezza a proposito dei ricoveri ospedalieri credo occorra soffermarsi sul significato di questo termine, sull'inappropriato modo di affrontare la discussione, di analizzare il testo di legge che qui si vuole approvare e che ha l'ambizione di sostituire il Piano sanitario regionale.
Assessore, prendo atto che la sua volontà non è questa, però tutto lascia pensare che voi non riuscirete a fare il Piano sanitario regionale e dunque cercate di affrontare i problemi annosi della sanità con questo testo, ripeto, piuttosto carente. In molti siamo preoccupati degli effetti dannosi che scaturiranno da questa riforma. Si dà una delega in bianco ai direttori generali delle ASL perché ripensino la rete ospedaliera, ciascuno nel proprio ambito. Ma come si fa a immaginare una riforma così importante sottraendola alla discussione, io dico, doverosa di questo Consiglio, che viene esautorato del suo compito principe, che è quello di programmare sulla base di un'analisi reale del fabbisogno? Qua si prescinde da tutto questo e si delega ai direttori generali delle ASL di Olbia, Nuoro, Sassari e così via, un compito che a me pare impossibile possano svolgere. Che tipo di proposta vuole che formulino, Assessore, per esempio il direttore generale della ASL di Olbia, se non quella di mantenere quanto meno lo status quo, che è fortemente penalizzante per quella realtà? Come tutti sappiamo l'Ospedale di Olbia ha l'1,8 per cento dei posti letto e con l'approvazione di questo articolo così formulato voi puntate a cristallizzare quella situazione storica. Ma questo è semplicemente inaccettabile! Altro che se continueranno i viaggi della speranza! L'Ospedale di Olbia assomiglia più a una sorta di Csm, che non è l'acronimo di Consiglio Superiore della magistratura, ma di "centro smistamento malati": in un solo giorno ben dodici ambulanze sono partite per gli ospedali di Sassari, Cagliari e Nuoro. E questo è un fatto che si ripete quotidianamente. Come si fa a delegare ai direttori generali delle ASL un ruolo fondamentale che è, ripeto, del Consiglio regionale su una materia che va affrontata con il Piano sanitario regionale?
Credo che questo sia un modo assurdo di procedere ed è questa la ragione per cui vi chiediamo di riportare in Commissione questo testo che presenta troppe carenze e qua dentro lei, Assessore, è in grado di ravvisarle più degli altri e dovrebbe quindi avvertire l'urgenza e l'esigenza di riportarlo in Commissione perché quanto meno si ponga rimedio alle inefficienze in esso presenti, fermo restando che certi problemi non possono che essere demandati al Piano sanitario regionale.
Io ho l'obbligo di soffermarmi su alcune problematiche particolarmente gravi che affliggono la realtà sanitaria del territorio da cui provengo. Ho quest'obbligo perché gli stessi operatori sanitari denunciano, per esempio, in una lettera di alcuni mesi fa, l'impossibilità di un'assistenza infermieristica adeguata per la difficoltà di eseguire persino le più semplici attività. E' una lettera denuncia firmata da tutti gli infermieri del reparto di medicina, i quali, ripeto, denunciano l'impossibilità di prestare un'assistenza adeguata e di ottimizzare l'utilizzo delle risorse umane e i tempi di assistenza.
PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo dieci minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni la richiesta è accolta. La seduta è sospesa sino alle ore 12 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 30, viene ripresa alle ore 12 e 55.)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Un tempo nelle aule parlamentari il confronto delle opinioni era l'esercizio di quel potere di persuasione che poteva portare, intorno a determinati argomenti, ad approdare a soluzioni totalmente diverse da quelle che venivano inizialmente presentate. Attualmente vige invece un'altra forza, un'oscura forza magnetica che si impadronisce di noi e, nonostante molti di noi convengano sulla bontà di un ragionamento, sull'opportunità di una certa conclusione, sulla necessità di un provvedimento, ci impedisce di cadere sul punto. Sembra un paradosso, ma questa oscura forza magnetica è esattamente il nemico che la classe politica oggi dovrebbe combattere e dal quale invece in quest'Aula ci facciamo sopravanzare.
Vi racconterò, bonariamente, che cosa penso di questo articolo 10. Lo racconto, in assenza d'altri, all'assessore Rassu, il quale già ha i suoi problemi, figuriamoci se si deve caricare pure delle considerazioni che devo fare io in materia sanitaria! Siamo proprio all'assurdo! La prima cosa che vorrei dirvi - l'hanno capita anche fuori di qui, quindi è inutile negarla tra noi - è questa: questo provvedimento nel suo insieme non è percepito come un provvedimento atto a intervenire in maniera strutturale sul sistema della sanità in un tempo drammatico della vita del Paese, in cui noi dovremmo rileggere il sistema sanitario non tanto e non solo in chiave riformista, quanto in chiave riorganizzativa nell'interesse dei cittadini, non solo per economizzare ma anche, perdonatemi, per eliminare tutto il sottobosco che vi alberga. Poi ha ragione il collega Oppi a dire che ce n'è per tutti. Anche lui è un grande protagonista delle carte, nel senso che un tempo prendeva da destra e dava anche sinistra, in maniera che la compromissione fosse costantemente a 360 gradi, così nessuno poteva parlare. Io accetto la logica che siamo tutti compromessi, abbiamo generato un sottobosco, però oggi il tempo di una funzione politica come la nostra, che guarda all'orizzonte dei nostri figli e dei nostri nipoti, ci fa pensare che questo tipo di sanità non può più rimanere in piedi.
Questo provvedimento, quindi, non ha quell'orizzonte; non ce l'ha, oggettivamente lo dobbiamo dire, e credo che l'abbiate percepito. Ma qual è l'orizzonte di questo provvedimento? Mi pare evidente da questo articolo 10. Io non vorrei rivolgermi a Nicolò Rassu, che ovviamente ha tanti altri problemi, vorrei parlare con l'Assessore competente, ma sono assenti tutti e tre gli interessati. Qual è quindi l'obiettivo?
(Interruzione)
Lo spirito del Presidente non mi abbandona mai, poi la sensazione che lui sia sempre disponibile ad aprirmi un tavolo ovunque io ne senta l'esigenza mi conforta più di ogni altra cosa!
Dicevo che l'obiettivo basso di questo provvedimento è dovuto al fatto che qualcuno, che evidentemente è abituato a tenere sotto controllo il sistema sanitario, si è accorto che aveva bisogno di mettere sotto controllo che cosa, colleghi? La lottizzazione! Questo articolo 10 ha la pretesa esclusiva, circoscritta, di tenere sotto controllo la lottizzazione della sanità, che è invece ormai fuori controllo. Questa è l'essenza pura di questo provvedimento. Ma la domanda nasce spontanea: se il problema degli sprechi e della perdita del controllo della sanità è la lottizzazione, perché non azzeriamo la lottizzazione? No, si pensa di negare questa verità sacrosanta e si dice: "No, facciamo finta che non sia la lottizzazione il problema, anzi carichiamo sulla lottizzazione la pretesa di una riforma". Una cosa che farebbe ridere il mondo se lo si venisse a scoprire! Quindi l'ambizione di questo provvedimento è fuori da ogni misura.
Io avrei preferito parlare di rete ospedaliera dopo che si fosse parlato di come si riforma la sanità territoriale. Perché si può trattare solo la rete ospedaliera come ragione fondamentale della ristrutturazione della sanità? No, io ne vorrei parlare facendo dipendere la riforma della rete ospedaliera da una ristrutturazione in efficacia e in efficienza della rete della sanità territoriale, della rete di prevenzione, e poi mi occuperei di quella, perché solo questo meccanismo è in grado di darmi degli elementi congruenti con la finalità della razionalizzazione della spesa sanitaria.
Posso dire un'altra cosetta un po' scomoda? E' vero, questo articolo è un capolavoro, complimenti a chi l'ha fatto, poi ci dirà, Assessore, quando sarà approvato, chi è l'estensore reale. E' un capolavoro perché dice: questi sono i parametri in base ai quali si definiscono i criteri e poi c'è l'onnipresente via di fuga: "Nell'applicazione di questi criteri bisogna tenere conto dei dati socioeconomici della regione, dei caratteri del territorio, delle infrastrutture, della rete viaria e in ogni caso i criteri sono correlati con l'esigenza di assicurare i livelli minimi". E' un'evidente via di fuga, ma per che cosa la stiamo prevedendo? Per razionalizzare o per far finta di agitare un po' d'acqua, facendo solo schiuma? Questo è il punto. E non sono sbagliati solo gli attori, cioè i soggetti che detengono il potere della lottizzazione e che manteniamo lì. Io l'ho detto ai colleghi - non ce ne sono molti in giro -, ma se questo fosse stato un provvedimento vero avreste nominato un supercommissario con poteri superiori a quelli dei singoli commissari e gli avreste dato il compito di proporre un'ipotesi di riforma generale da sottoporre a consenso. Queste cose, infatti, si fanno con il consenso, ovviamente, non con questa vostra scorciatoia. Vale a dire che le unioni dei comuni, le province, le circoscrizioni si realizzano tutte con il consenso, questa cosa no! Io sono per la difesa dei territori, finché si può, ma farei una distinzione tra le sollevazioni popolari, perché ci sono anche quelle provocate da dipendenti che temono di fare i pendolari (a fronte di altri che lo fanno da una vita) e che si contrappongono all'idea di una razionalizzazione.
Ho fatto una cosa che dovrebbe fare anche lei, Assessore: l'altro giorno, non avendo niente da fare, mi sono seduto nella sala d'aspetto di un pronto soccorso, ovviamente non le dico quale. Ho incontrato delle persone, se ne vedono di tutte le specie e si vedono tante piccole cose, compreso il fatto che se un paziente è in dimissione sabato mattina - l'ho scoperto allora - non può pretendere che gli venga consegnata la cartella sanitaria lo stesso giorno, deve tornare di lunedì, anche se risiede agli estremi confini della provincia. Da lì ho capito tante cose. Noi stiamo facendo una riforma sanitaria e della rete ospedaliera e teniamo dentro gli ospedali burocrati che complicano la vita dei cittadini in questo modo! Risparmiamocele queste smargiassate, possiamo fare tanto per i nostri cittadini togliendo quello che di marcio e di burocratico c'è lì dentro e soprattutto andando al cuore dei problemi.
Il problema della sanità ospedaliera è la lottizzazione, perché non l'azzeriamo e nominiamo un supercommissario? Provate a provocarci con questa proposta e vedrete che cosa ne verrà fuori. Vi sorprenderemo!
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, stiamo entrando, come già altri colleghi hanno detto, nel cuore di questo provvedimento di legge e specificatamente nell'articolo 10, che norma la riorganizzazione della rete ospedaliera. Con gli articoli 10, 11 e 12 siamo proprio nel vivo della legge e di quegli strumenti normativi che dovrebbero consentire, nell'idea della Giunta regionale, di corrispondere alle norme nazionali che sono state approvate da poco e contemporaneamente di dare risposte a una necessità di riordino che pure esiste, certo questo non lo neghiamo, del sistema sanitario regionale e certamente della rete ospedaliera che, come sappiamo, nella passata legislatura è stata cassata per vizi formali dal Piano sanitario regionale che è scaduto nel 2008 e che quindi non ha trovato compimento, e di fatto non trova compimento da decenni.
La cronistoria che nella discussione generale l'onorevole Steri ha voluto opportunamente fare evidenzia l'incapacità, l'impossibilità, la difficoltà della Regione Sardegna, nei decenni che si sono susseguiti e attraverso le Giunte regionali che di volta in volta si sono avvicendate, di mettere mano seriamente al sistema sanitario regionale. Con delle differenze, secondo me, secondo noi, che riteniamo di dover mettere in evidenza soprattutto in relazione a quanto è stato fatto nella passata legislatura attraverso provvedimenti di legge, disposizioni amministrative e delibere che la minoranza di allora non ha condiviso. A differenza di quanto successo nelle legislature precedenti, anche in quelle guidate dal centrosinistra - lo devo naturalmente dire -, la maggioranza nella scorsa legislatura aveva consegnato una serie di atti importanti per la programmazione sanitaria che avevano cercato di coinvolgere nella maniera più estesa possibile la comunità sarda, e comunque se non tutta la comunità sarda, certamente i rappresentanti di parti importanti di essa che con il sistema sanitario regionale avevano a che fare ogni giorno. Mi riferisco ai sindaci, agli operatori, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Insomma era stata avviata una consultazione non semplice, il cui esito non era scontato e che ha lasciato anche, per carità, molti malumori sul tavolo, ma che alla fine ha indotto comunque la Giunta regionale a decidere, a mettere nero su bianco che cosa ne volesse fare della rete ospedaliera e del sistema sanitario regionale nel suo complesso.
Quindi c'è una differenza rispetto alle legislature precedenti, comprese quelle di centrosinistra, che non salvo sotto questo aspetto, e certamente noi diciamo anche rispetto a questa legislatura, che era iniziata con l'annuncio di una stagione riformatrice senza precedenti e che dopo tre anni e mezzo invece ci consegna e ci sottopone in quest'Aula, perché altri provvedimenti che sono stati messi a punto sono clamorosamente stati insabbiati nella Commissione consiliare, una legge ordinaria, necessitata dalla spinta del Governo regionale e quindi anche soltanto per questo inadeguata ad affrontare la complessità del sistema sanitario regionale, totalmente inadeguata, noi diciamo, nel metodo e nel merito. Nel metodo perché questa legge -rileggiamoci gli articoli 10, 11 e 12 - salta a piè pari le disposizioni per rimettere mano al sistema sanitario regionale, salta delle leggi vigenti, ancora vigenti in questa regione, mi riferisco in particolare alla legge numero 10 del 2006; salta completamente, quindi, anche la concertazione e conferisce in maniera del tutto inusuale, e noi riteniamo inopportuna, ai direttori generali un potere che invece non dovrebbe certo essere loro concesso, ovvero il potere di decidere sul sistema sanitario regionale.
Il tema è talmente complesso, talmente ampio, talmente impattante sul sistema Sardegna che ritengo non ce ne sia uno pari, o meglio è uno di quei temi sui quali una Giunta regionale avrebbe il dovere di assumersi le responsabilità di dire la sua, di decidere e di dare gli indirizzi politici perché poi i tecnici facciano quello che devono fare sulla base di quegli indirizzi. Quindi oltre alle critiche che facciamo sotto l'aspetto tecnico, che sono già state ribadite (l'ho fatto io per prima illustrando la relazione di minoranza), ma sono condivise ovviamente da tutti i colleghi che poi le hanno ripetute, noi registriamo dal punto di vista politico una totale abdicazione alla politica. Noi questo non possiamo non sottolinearlo e credo che voi non possiate non rendervene conto, perché questa abdicazione rispetto alle decisioni, alle scelte legate al Piano sanitario regionale segna sul sistema sanitario regionale una parte consistente del vostro fallimento alla guida di questa Regione, fallimento che sta cominciando a emergere in lungo e in largo nei territori. Basta guardare alle iniziative, dalle più specifiche alle più generali, per capire che invece c'era una grande aspettativa - io non lo nego - nei confronti di questa legislatura e di questa maggioranza sulla sanità. Ma adesso è chiara la consapevolezza che quella aspettativa ormai è sostanzialmente morta, che non ci si può aspettare nulla, tant'è che le battaglie che si fanno nei territori non attengono a come ragionare sulle proposte ed eventualmente modificarle. Le battaglie che si fanno nei territori sono tutte di serratissima difesa rispetto a una prospettiva che non è quella di una nuova riorganizzazione del sistema sanitario regionale in considerazione dei bisogni dei cittadini, ma è quella dei tagli verticali, quindi non pensati, non inseriti all'interno del contesto generale, che dovrebbe essere disegnato invece dal Piano sanitario regionale; tagli che non danno conto delle necessità delle popolazioni della nostra Isola.
Quello che noi diciamo è che questo articolo, con tutta la legge, dovrebbe essere ritirato, perché faremmo un vero servizio, anche prendendoci un po' più di tempo, se mettessimo mano al Piano sanitario regionale. Siamo evidentemente consapevoli del fatto che invece si andrà avanti con questa legge e che il modo di procedere che si è scelto non tiene conto delle esigenze della concertazione, che su questo tema invece dovrebbero essere soddisfatte in toto. Noi cerchiamo di arginare i danni, dando qualche contributo in più; contributo che non nasce dall'aver ascoltato le sollevazioni popolari motivate da chi non vuole fare il pendolare. Sono d'accordo con l'onorevole gian Valerio Sanna sul fatto che ci sono anche delle proteste che tentano di conservare lo status quo, promosse da chi non vuole scomodarsi a fare il pendolare da un paese all'altro, però io vorrei che si facesse un ragionamento - continuerò magari questo discorso intervenendo sul prossimo articolo - sui piccoli ospedali, considerando che sono nelle condizioni in cui sono perché si sono ascoltati gli operatori che non vogliono spostarsi dalle città per andare a lavorare nei paesi e nei piccoli ospedali. Allora, se non si devono ascoltare le sollevazioni popolari di chi non vuole fare il pendolare, credo che sia ancora più inopportuno ascoltare le sollevazioni dei medici che, per comodità, non vogliono lasciare gli ospedali delle città per andare a lavorare nei piccoli ospedali, perché questo è quello che è successo. Mi riferisco al caso della provincia di Nuoro, che è quella che conosco di più. Molti reparti dell'Ospedale di Sorgono sono andati via via depauperandosi, perché? Perché i signori medici dell'Ospedale San Francesco non vogliono fare i pendolari verso Sorgono.
PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Signor Presidente, mi pare che con l'articolo 10 entriamo nel cuore del provvedimento di legge. Non posso non ripercorrere, indipendentemente dalle responsabilità dell'Assessore che pro tempore mantiene questo incarico, ciò che è successo in questa legislatura in materia di sanità, con altri Assessori probabilmente, ma con un unico Presidente della Regione e con un'unica maggioranza, e che vi ha visti impegnati, colleghi della maggioranza, soprattutto nella prima fase, a ribadire in maniera compatta tre obiettivi: primo, smantellare quanto di buono aveva fatto il centrosinistra nella scorsa legislatura, e parlo soprattutto di atti di programmazione, parlo del Piano sanitario regionale, parlo del riordino del servizio sanitario regionale, parlo della legge numero 10 del 2006; secondo, mandare a casa i direttori generali e lo avete fatto con uno dei vostri primi provvedimenti, attraverso un subemendamento al collegato alla prima finanziaria, mascherando lo spoil system per evitare di incorrere in una bocciatura da parte della Corte costituzionale; terzo, aumentare i finanziamenti ai centri privati attraverso un incremento dei tetti di spesa, avete cercato cioè di equilibrare - lo dite anche in questa legge - la sanità pubblica con quella privata, ma senza aumentare la concorrenzialità. Siete arrivati rapidamente al commissariamento delle ASL, con l'indicazione di un progetto di riforma che poi non ha preso piede, ed era quello l'atto vero che in qualche modo ha caratterizzato le dichiarazioni programmatiche: la riforma della sanità. Di fatto, quel testo di legge è rimasto chiuso nei cassetti per quasi tre anni, con divisioni che sono emerse all'interno della Commissione sanità, all'interno del centrodestra, all'interno della maggioranza; testo che è stato ripudiato da ampie parti dello stesso centrodestra. Sono stati prorogati due volte dei commissari (poi si è arrivati alla nomina dei direttori generali) che non hanno svolto il loro compito perché dovevano aiutarvi in una riforma che poi non c'è stata, e che hanno agito e agiscono in uno stato di precarietà amministrativa, comprese le direzioni delle ASL, quelle attuali, guidate da direttori generali che rispondono solo agli ordini dei rispettivi referenti di partito, a volte di corrente, secondo logiche prettamente clientelari. Sono certo, assessore De Francisci, che lei di questo ne è conoscenza e che ha gli strumenti per intervenire, se vuole.
Per quanto riguarda l'articolazione della rete ospedaliera dapprima il testo di riforma prevedeva addirittura quindici aziende sanitarie e una moltiplicazione delle aziende ospedaliere, ma nel vuoto generale abbiamo assistito a un incremento generalizzato della spesa sanitaria, all'inappropriatezza delle prestazioni - lo scrivete molto bene anche nella relazione che accompagna questo testo di legge -, a un progressivo indebolimento degli ospedali e della sanità nel territorio.
Non siete riusciti a fare la riforma, non siete riusciti a fare nessun atto di programmazione, presidente Contu, e siamo arrivati a uno stralcio della razionalizzazione della rete ospedaliera, cioè della parte cassata dal TAR del Piano sanitario regionale, diciamo quello dell'assessore Dirindin, per brevità. Voi provate ad adeguarvi ai parametri nazionali, lo fate introducendo, anche in questa materia, la spending review, fate anche voi i ragionieri, così come lo Stato, con il taglio dei posti letto (1.300 circa) attraverso un testo che, è stato detto dai miei colleghi, lo ribadisco, è approssimativo e veloce, espropriando i poteri di programmazione e di indirizzo che sono attribuiti al Consiglio regionale, che sono caratteristici del ruolo di questa Assemblea, e scaricando la responsabilità dei tagli sui direttori generali delle ASL. E' una scelta precisa quella di chiamare i direttori generali ad autoridursi anche i posti letto, indicando i parametri che vediamo nel testo di legge. Insomma, noi diciamo che a volte il rimedio può essere peggiore della malattia, ed è quello che mi pare stia avvenendo con l'approvazione di questo disegno di legge.
Insieme al collega che presiede e ai Capigruppo ho partecipato a una riunione con i sindacati, che avevano chiesto di essere auditi. Ebbene i sindacati hanno chiesto il ritiro di questo provvedimento, perché non c'è stato evidentemente quel coinvolgimento che deve necessariamente esserci quando si parla di settori delicati come quello della sanità. Probabilmente si sarebbe dovuto fare un approfondimento in Commissione, nei territori, cercando di spiegare anche a chi usufruisce della sanità, cioè ai cittadini semplici, ai pazienti, che cosa si vuole fare, quali sono gli obiettivi, perché non si attua un criterio generale di programmazione, perché non si arriva a una riforma, che cosa vi divide in questa materia e se la sanità è veramente diventata un centro di potere; un centro di potere a volte anche per i consiglieri regionali, che magari attraverso le clientele, le assunzioni di interinali cercano di fare campagna elettorale durante tutto il mandato, e non lo fanno qui in Aula, confrontandosi con l'opposizione sui provvedimenti, cercando di migliorare complessivamente la vita dei cittadini anche attraverso le leggi, che a questo dovrebbero servire. Si accontentano, molti dei suoi colleghi, assessore De Francisci, di fare clientela in questo modo, e noi non lo possiamo permettere, lei non lo può permettere. La sanità non è un centro di potere. La sanità è la parte più delicata non solo del nostro bilancio, visto che questo provvedimento è ancorato alla manovra finanziaria, ma soprattutto della nostra vita, della nostra vita insieme. E noi dobbiamo cercare di far star bene tutti, non di far star bene solo alcuni, magari consiglieri regionali.
Credo che questo provvedimento non abbia un'anima. In esso non c'è politica, c'è bensì un ragionamento da ragionieri, c'è l'applicazione di un benchmark, ci sono parametri, e questo non è il compito del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale deve fare politica, deve cercare, anche quando si misura con la tecnica, quando cioè entra nel merito di argomenti che sono prettamente tecnici, di dare ai provvedimenti un risvolto che tenga conto del fatto che si vive in una comunità. Deve cioè mettersi nei panni di chi va negli ospedali e si accorge della situazione in cui questi versano, si accorge del fatto che spesso, quando noi facciamo programmazione, quella poca che facciamo (penso ai fondi FAS), decidiamo arbitrariamente di destinare maggiori risorse ad alcuni centri, magari vicini a un determinato politico, e meno ad altri. Non c'è un equilibrio, non c'è un equilibrio vero, non si tiene conto della programmazione che è stata fatta in precedenza, per esempio di quella parte importante, che è ancora in vigore, del Piano sanitario regionale.
Questo provvedimento dovrebbe sbloccare, forse, chissà quando, 244 milioni di euro di fondi ministeriali che servono anche per l'edilizia ospedaliera. Io di questo, Assessore, le chiedo conto, l'ho fatto in incontri privati, lo faccio anche in pubblico. Ci sono alcune parti del Piano sanitario regionale che meritano di essere attuate. Erano stati individuati dei fondi, sui quali il CIPE aveva già deliberato, ma sono state fatte altre scelte, magari dal suo Presidente. Credo che occorra un riequilibrio, in particolare per alcuni territori, penso a Sassari, a Oristano, ad Alghero, tenendo conto di esigenze diffuse nel territorio. Bisogna rafforzare i poli ospedalieri, bisogna rafforzare la medicina del territorio, bisogna promuovere percorsi di deospedalizzazione, bisogna rafforzare il ruolo dei distretti, Assessore, e cercare di rivalutare gli assetti organizzativi di rappresentanza e decisionali, compreso il ruolo dei sindaci, che sulla sanità e sulla programmazione del territorio devono dire la loro, in ogni fase, compresa quella della razionalizzazione della rete ospedaliera.
PRESIDENTE. Quello dell'onorevole Bruno era l'ultimo intervento della mattinata. Nel pomeriggio, alle ore 16 e 15, è convocata la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, mentre i lavori dell'Aula riprenderanno alle ore 17.
La seduta è tolta alle ore 13 e 25.
[PS1]Evoluzione di La Palice
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Gallus sulla situazione in cui versa il pronto soccorso del Presidio ospedaliero Delogu di Ghilarza. (792)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base degli elementi acquisiti presso la ASL 5 di Oristano dalla Direzione del Servizio competente di questo Assessorato, si rappresenta che l'Azienda ha posto in essere tutti i possibili procedimenti, comprese forme contrattuali atipiche, per reclutare il personale medico da adibire al Pronto Soccorso del P.O. di Ghilarza ed evitarne la chiusura anche parziale. Considerato che tali procedure non hanno portato ad alcun incarico, si è deciso, in via del tutto provvisoria e nell'ottica di evitare interruzioni del servizio e comunque con modalità organizzative standard in uso in tutta Italia per la medesima fattispecie, di utilizzare per il tempo minimo necessario, personale medico dei reparti di degenza, che in quest'ottica è stato rafforzato con l'assunzione di un'ulteriore unità (utilizzo di una graduatoria vigente di medicina interna).
Per completare il quadro di riferimento in cui opera il Servizio di Pronto Soccorso di Ghilarza, si specifica inoltre che il P.O. Delogu non gestisce l'emergenza in quanto si sta organizzando l'attività chirurgica in day surgery e week surgery e che il Pronto Soccorso ha gestito nel corso del 2011 n. 5749 pazienti, il 75% dei quali con codici bianco e verde.
In conclusione si può affermare che, a fronte della carenza di personale sopra descritto, sono state attivate tutte le necessario e possibili azioni e che il disagio ai pazienti è minimo se non del tutto assente.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Maninchedda - Sanna Giacomo - Dessì - Planetta sulla copertura finanziaria a carico della Regione Sardegna di alcune parti del project della ASL di Nuoro. (795)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base degli elementi acquisiti dalia Direzione del Servizio competente di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
La DGR n. 48/25 del 09.10.2007 (PP.II. 2007/2009) prevede l'assegnazione in favore della ASL 3 di Nuoro di un finanziamento complessivo di € 7.160.000,00 di cui € 3.660.000,00 per l'anno 2008 e € 3.500.000,00 per l'anno 2009 per interventi di edilizia e di ammodernamento tecnologico.
Con la DGR n. 46/15 del 03.09.2008 è stata approvata una rimodulazione degli interventi; l'importo di € 7.160.000,00 è stato assegnato tutto al project, di cui € 6.260.000,00 per la realizzazione di interventi strutturali e impiantistici e € 900.000,00 per ammodernamento tecnologico comunque compreso nel project. Con la Determinazione n. 19 del 19.01.2009 la ASL 3 di Nuoro è stata delegata alla realizzazione degli interventi strutturali e, a tutt'oggi, è stata erogata solo la prima quota pari a € 626.000,00.
Nell'anno 2010 il Programma Investimenti ha previsto con la DGR n. 13/19 del 15.03.2011 l'assegnazione dell'importo di € 3.785.361,79 di cui € 3.600.000,00 per il canone del project financing.
Al marzo di quest'anno non risultava pervenuta alcuna richiesta di liquidazione da parte della ASL.
Nell'anno 2011 il Programma Investimenti ha previsto con la DGR n.52/83 del 23.12.2011 l'assegnazione dell'importo di € 981.720,65 destinati, come da richiesta formulata dalla medesima Azienda, per fornitura e posa in opera di arredi per nuovi reparti del P.O. San Francesco di Nuoro e per ammodernamento tecnologico di vari reparti dei vecchio Presidio.
Come è noto, gli stanziamenti nel Bilancio Regionale per il Programma Investimento sono In continua diminuzione: dai 44 milioni di € nel 2010, si è passati a 14 milioni di € nel 2011, ulteriormente decurtati a € 9.937.455,05 con DGR 43/41 del 27.10.2011
Pertanto è evidente che la richiesta alla Regione di "finanziare il canone di disponibilità e il canone relativo al rinnovo degli elettromedicali per € 8.610.804,68 annui (pari a complessivi € 785.811.591,36)" non può trovare accoglimento, atteso che la suddetta somma è quasi pari all'intero totale che nel 2011 è stato ripartito tra tutte le Aziende.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione DEDONI sulla programmazione sanitaria in Provincia di Oristano. (802)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base degli elementi acquisiti presso la ASL 5 di Oristano dalla Direzione del Servizio competente di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
Tutte le selezioni per l'attribuzione di incarichi di Struttura Complessa (incarico di "Primario") indette ed espletate dalla ASL di Oristano hanno riguardato esclusivamente posti presenti e vacanti nella dotazione organica dell'Azienda Sanitaria.
Le modifiche relative alle dotazioni organiche vengono fatte compensando l'attivazione di nuovi posti con la soppressione di altri vacanti e ritenuti, al momento della modifica, meno necessari dei primi relativamente all'espletamento dei compiti istituzionali dell'Azienda. Conseguentemente nessuna riduzione quantitativa, tantomeno qualitativa, è avvenuta attraverso i provvedimenti di rimodulazione della dotazione organica.
Relativamente alla certezza e garanzia di continuità lavorativa degli operatori OSS si evidenzia che la ASL di Oristano ha già proceduto ad assumere in ruolo nel secondo semestre 2011, attraverso procedure di mobilità preconcorsuale, n. 12 Operatori Socio Sanitari e che alla data attuale sono in fase di definizione le procedure per l'espletamento del concorso per il reclutamento delle altre figure necessarie. Ciò al fine di stabilizzare, attraverso pubblico concorso e con contratti di lavoro a tempo indeterminato di natura subordinata, le figure di OSS vacanti, contribuendo così ad eliminare ed la situazione di attuale precariato.
Nelle more della conclusione delle procedure concorsuali, l'Azienda ha ritenuto di dover continuare a garantire le prestazioni assistenziali in oggetto attraverso l'istituto del contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato con l'Agenzia del Lavoro.
Relativamente alla rotazione del personale OSS di specifica che la stessa è stata disposta per alcuni mesi a seguito dell'inserimento in ruolo degli OSS assunti per mobilità e del conseguente mancato rinnovo di alcuni contratti temporanei di somministrazione lavoro. La turnazione degli OSS con contratto temporaneo ha permesso agli stessi operatori di mantenere attivo, a turno, il rapporto dì lavoro con la ASL e a quest'ultima di poter continuare a ricevere prestazioni sanitarie qualificate.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Corda - Barracciu - Cocco Pietro - Meloni Valerio - Porcu - Solinas Antonio sull'inquinamento a La Maddalena e sulle mancate operazioni di bonifica. (845)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto, sulla base degli elementi acquisiti presso la ASL 2 di Olbia e l'ARPAS dalla Direzione del Servizio competente di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue.
La ASL registra annualmente dati di mortalità e per le patologie ad alta latenza segue le indicazioni che provengono dall'Osservatorio Epidemiologico Regionale e dal Registro Tumori della Provincia di Sassari, in particolare per quanto concerne la patologia neoplastica.
Il Piano Regionale per la Prevenzione 2010-2012 evidenzia un eccesso di tumori del sistema linfo-emopoietico in alcune aree militari, compresa La Maddalena. Per le indagini e valutazioni epidemiologiche sulla popolazione risultano indispensabili serie di dati riferiti ad un arco temporale superiore ai due-tre anni.
L'Azienda Sanitaria riferisce di non essere attualmente in possesso di elementi informativi circa il livello di inquinamento raggiunto nell'area marina di cui trattasi, né quelli sui divieti di balneazione, pesca e navigazione. Tuttavia la stessa comunica di aver provveduto ad attivare l'opportuna sorveglianza sanitaria, precisando che sono in corso richieste di acquisizione di dati utili a monitorare il sistema. Nel contempo auspica l'accelerazione degli interventi di bonifica al fine di eliminare alla fonte i fattori di rischio per la salute della popolazione eventualmente presenti.
L'ARPAS dal canto suo segnala intanto il mancato coinvolgimento operativo da parte delle autorità militari e/o civili riguardo eventuali bonifiche dell'area marina antistante la Base USA di Santo Stefano. La caratterizzazione ambientali dei fondali marini (attività cui essa non ha preso parte) riguardante l'area antistante l'Arsenale Militare compresa tra Punta Moneta e Cala Camiciotto con attività di prelievo eseguite sotto la vigilanza dell'ISPRA ai sensi del DM 7.11.2008, ha evidenziato una significativa contaminazione dei sedimenti marini, comprendente diverse classi di contaminanti con valori particolarmente elevati per quanto riguarda gli idrocarburi con C>12, Policlorobifenili e vari metalli, quali zinco, arsenico, piombo, rame, mercurio e altri.
La Conferenza dei Servizi (CdS) del 19.12.2008 ha preso atto degli esiti della caratterizzazione e quella del 28.01.2009 ha approvato l'integrazione del piano di caratterizzazione dei sedimenti marini "finalizzata a definire in modo esaustivo la perimetrazione del Sito di bonifico di Interesse Nazionale individuato con Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3716", elaborata da ISPRA, e il progetto di realizzazione della vasca di colmata.
L'ARPAS ha relazionato puntualmente sulle attività di controllo svolte dalla stessa Agenzia e, a vario titolo, dagli altri Enti Pubblici coinvolti, in relazione alla movimentazione dei sedimenti per la vasca di colmata e alla verifica del fondo scavo delle aree nello specchio acqueo antistante l'edificio denominato "Main Conference". Tale complesso di attività di verifica e controllo si è concluso con remissione dì un parere finale congiunto dei due organismi tecnici (ISPRA e ARPAS) che ha evidenziato una situazione generale definita favorevole, per l'area in esame, in considerazione delle attività che insistono sulla stessa.
Nel novembre 2009 è stata effettuata la verifica del fondo scavo nell'area interna portuale dell'ex Arsenale. Gli esiti della caratterizzazione hanno evidenziato il permanere di uno stato di contaminazione significativa e diffusa nello specchio acqueo antistante l'Arsenale.
In data 27.07.2010 si è svolta una ricognizione congiunta tra ARPAS ed il Nucleo SDAI della M.M. di La Maddalena, ai fini di un accertamento conoscitivo nell'area marina antistante la Main Conference, con riprese subacquee (che hanno interessato il fondale lungo i profili interni della banchina e del molo antistante la Main Conference) risultate non del tutto soddisfacenti, causa le sfavorevoli condizioni meteo-climatiche e conseguente intorbidamento delle acque.
Per quanto la qualità delle immagini registrate non consenta di giungere a conclusioni definitive, sono emersi elementi utili per l'orientamento delle indagini future. In particolare, si è rilevata la presenza di rifiuti e/o altro materiale, che apparivano in prevalenza provenienti da opere di demolizione (probabilmente dei pontili preesistenti). Per quanto allo stato attuale le riprese possano considerarsi solo come parziali indagini preliminari (anche in considerazione del fatto che non hanno interessato l'intero specchio acqueo antistante la Main Conference), hanno permesso di accertare la presenza di rifiuti e/o altro materiale sul fondo marino, che dovrà essere ulteriormente indagato, in condizioni meteo marine meno severe.
L'ARPAS riferisce infine sugli avvenimenti più recenti e la situazione odierna dell'area interna dell'ex Arsenale che può, sinteticamente, essere riassunta nei seguenti punti:
a) accertata nel novembre 2009, come sopra citato, la contaminazione residua nei fondali della darsena dell'ex Arsenale, con nota del 17.05.2010 è stato chiesto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) di procedere ad una indagine integrativa per fare chiarezza circa le misure da intraprendere per la conclusione degli interventi di dragaggio con finalità ambientale dello specchio acqueo interno all'ex Arsenale militare.
b) in sede di CdS istruttoria, il 14.07.2010 il MATTM ha chiesto al Dipartimento della Protezione Civile l'elaborazione di un progetto definitivo di bonifica per l'area marina. Tale progetto, elaborato da ISPRA e denominato "Indagini integrative finalizzate alla definizione del progetto di bonifica dei fondali prospicienti l'ex Arsenale nel Comune di La Maddalena" è stato discusso ed approvato nella CdS presso il MATTM il 18.11.2010. L'ARPAS riferisce quindi i dettagli dell'attività svolta nel gennaio 2011, affidata dalla Protezione Civile all'Università della Sapienza di Roma e nell'ambito della quale l'ARPAS ha svolto funzioni di Ente di validazione, secondo i protocolli previsti per i Siti di Interesse Nazionale dal MATTM. I risultati hanno confermato la presenza di contaminazione residua, mediamente per i primi 50 cm di profondità con punte fino ad un metro circa, come già in gran parte evidenziato nelle precedenti indagini del novembre 2009, con prevalenza di contaminazione da mercurio e da idrocarburi, con qualche spot legato a Idrocarburi Policiclici Aromatici e a Policlorobifenili. Queste ultime indagini consentono di definire gli spessori residui della contaminazione nell'intera area dell'ex Arsenale, da sottoporre al successivo dragaggio a fini di bonifica. Per tali attività, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha presentato all'ARPAS in data 7.09.2011 il progetto preliminare di bonifica, sul quale il Dipartimento Provinciale ARPAS di Sassari ha espresso il parere di competenza, restando in attesa delle integrazioni richieste e del progetto definitivo.
c) Nell'ottobre 2011, a cura del Dipartimento Provinciale ARPAS di Sassari, su incarico della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, in collaborazione con consulenti nominati ad hoc dalla stessa Procura, si sono svolte le indagini analitiche sull'intera area marina dell'Arsenale, accertando una contaminazione residua da metalli (in particolare mercurio e piombo) e da idrocarburi C>12. In occasione di una incontro presso la Direzione Marittima di Olbia col Procuratore dott. Rossi, i consulenti della Procura e la Protezione Civile, è stato informato di tali esiti il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, ai fini di una ridefinizione degli obiettivi del progetto definitivo di bonifica.
Testo dell'interrogazione e delle interpellanze annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Lotto - Solinas Antonio - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulle politiche dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale relativamente al rilancio e valorizzazione delle produzioni sarde a marchio di qualità ed in particolare dell'agnello di Sardegna IGP.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'agricoltura in Sardegna sta attraversando un profondo stato di crisi e necessita di politiche regionali adeguate per la valorizzazione delle produzioni locali e la salvaguardia dei redditi degli agricoltori;
- le produzioni sarde con marchio riconosciuto non sono poche, ma solo in alcuni casi hanno raggiunto livelli di sviluppo delle rispettive filiere tali da consentire una presenza consolidata nei mercati extra isolani;
- le produzioni di qualità certificata rappresentano comunque il principale strumento in mano al mondo agricolo sardo per rilanciare il settore e creare condizioni di crescita per le imprese agricole;
CONSIDERATO che:
- il comparto ovicaprino, accanto ai marchi di qualità relativi ai formaggi Pecorino sardo DOP, Pecorino romano DOP e Fiore sardo DOP, dispone anche del marchio di qualità per l'agnello di Sardegna IGP;
- l'agnello rappresenta per l'azienda pastorale il prodotto di maggior valore dopo il latte e, se opportunamente valorizzato, potrebbe contribuire in maniera significativa all'incremento della produzione lorda vendibile senza comportare significativi costi di trasformazione;
- in Europa vengono consumati oltre 6.000.000 di agnelli di cui buona parte spacciati per agnelli sardi; se ciò rappresenta la testimonianza di una grande potenzialità di mercato per l'agnello di Sardegna IGP, può anche rappresentare una delle motivazioni più forti da parte del mondo estraneo alla produzione per ostacolare con ogni mezzo il percorso di sviluppo ed affermazione in tutte le aziende agro-pastorali sarde della produzione e certificazione dell'agnello;
- in Sardegna vengono macellati ogni anno circa 2.500.000 agnelli e nel 2010 sono stati certificati solamente 68.000 agnelli IGP, mentre nel 2011 il numero è aumentato fino a 137.500, con una incidenza dei capi certificati sul totale dei capi macellati intorno al 5,5 per cento del totale;
- una delle principali cause che ha finora frenato l'attività degli operatori, produttori e macellatori, è rappresentata dalle modalità di tracciabilità del prodotto, attualmente legata a procedure lunghe e complicate, ma che potrebbero essere notevolmente semplificate adottando il sistema di tracciabilità elettronica;
VERIFICATO che:
- la legge regionale n. 15 del 2010, all'articolo 21, prevede lo stanziamento di 300.000 euro per avviare le procedure di tracciabilità elettronica;
- a tutt'oggi non un euro è stato utilizzato di tale finanziamento, rinunciando in partenza ad ogni azione tendente ad agevolare lo sviluppo della filiera dell'agnello di Sardegna IGP,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale all'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali passi intendano fare per coinvolgere l'Assessorato, l'Agenzia LAORE, l'Agenzia AGRIS, il consorzio di tutela, le organizzazioni dei produttori e dei macellatori per avviare un programma di rilancio delle filiere dei prodotti a marchio di qualità;
2) quali passi intendano fare in particolare per la filiera dell'agnello di Sardegna, la cui stagione sta per avere inizio;
3) quanto si intenda attendere ancora prima di mettere a disposizione dell'Agenzia LAORE e AGRIS lo stanziamento di 300.000 euro per la sperimentazione ed avvio della tracciabilità elettronica. (967)
I sottoscritti,
PREMESSO che nel 1976 l'ex Seminario Pontificio regionale di Cuglieri fu acquistato dalla Regione ed entrò a far parte del proprio patrimonio indisponibile e che nel corso degli anni '80, '90 e ancora nei primi anni 2000 il suddetto compendio immobiliare è stato oggetto di ripetuti e consistenti interventi finanziari da parte della Regione per la manutenzione e la conservazione dello stesso;
CONSIDERATO che nei tentativi di trovare una efficace e funzionale destinazione alla struttura vi è stato sempre l'intendimento di valorizzare l'ingente consistenza immobiliare pregevole sotto il profilo storico-architettonico (area di circa 31.000 mq di cui 14.000 mq di fabbricati ed il restante destinato a parco) salvaguardando al contempo il prezioso e delicato contesto paesaggistico-ambientale entro cui insiste il compendio e che fa sì che lo stesso rappresenti ancora un'importantissima risorsa locale e territoriale;
APPRESO che recentemente un importantissimo istituto religioso riconosciuto dalle autorità vaticane avrebbe chiesto alla Regione di acquisire in concessione l'intero compendio immobiliare, facendosi carico anche del graduale completamento della sua ristrutturazione, con l'obiettivo di stabilirvi una comunità di religiosi e di suore onde restituirlo alle originarie funzioni di luogo preposto alla formazione spirituale e culturale di futuri sacerdoti e, inoltre, per realizzarvi un insieme di altre attività compresa l'ospitalità di gruppi di fedeli provenienti dalle parrocchie di tutta l'Isola;
RITENENDO che dopo tanti anni di tentativi non andati a buon fine si intravede fortunatamente una concreta possibilità perché l'ex Seminario Pontificio regionale di Cuglieri rinasca a nuova vita e funzioni in un contesto territoriale che senza dubbio ne trarrà beneficio in termini di miglioramento delle condizioni socio-economiche e culturali,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali finanze ed urbanistica per conoscere quali ragioni ostino a concludere positivamente le procedure di assenso per l'affido in concessione della struttura dell'ex Seminario Pontificio regionale a favore dell'organizzazione religiosa che ne ha fatto richiesta, con ciò consentendo di restituire quell'importante compendio immobiliare pubblico dopo oltre quarant'anni alle sue originarie funzioni e finalità. (359)
InterpellanzaSalis - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'inadempienza di alcuni comuni sul cofinanziamento del programma "Ritornare a casa".
I sottoscritti,
PREMESSO che:
con l'articolo 17, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), la Regione ha approvato un programma sperimentale a carattere regionale denominato "Ritornare a casa";
- il programma è finalizzato a favorire il rientro in famiglia, nella comunità di appartenenza o comunque in un ambiente di vita di tipo familiare, di persone attualmente inserite in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario; promuovere la permanenza delle persone nel proprio domicilio; migliorare la qualità della vita delle persone con autosufficienza compromessa; sostenere le famiglie delle persone in difficoltà attraverso l'organizzazione di una rete di servizi;
- il provvedimento prevede tra l'altro la corresponsione alle persone interessate di un contributo annuo per un importo massimo pari a 20.000 euro;
- a tal fine la Regione ha siglato un accordo con l'ANCI, sancito con la deliberazione di Giunta n. 41/26 del 29 luglio 2008, nella quale si stabilisce che il cofinanziamento del programma sperimentale "Ritornare a casa" da parte dei comuni, per i progetti rinnovati o finanziati successivamente all'approvazione della suddetta deliberazione, non deve essere inferiore al 20 per cento del costo complessivo di ogni singolo progetto;
CONSIDERATO che:
- diverse famiglie che partecipano al programma si sono viste revocare la parte del contributo che, sulla base del suddetto accordo, è posta in carico ai comuni;
- si tratta di cifre importanti e considerevoli, posto che, considerando il contributo massimo, attribuito nei casi più gravi, la percentuale che dovrebbe essere erogata dal comune ammonta a 4.000 euro;
- l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con determinazioni pubblicate il 22 maggio 2012, ha autorizzato la liquidazione e il pagamento delle somme a favore dei comuni della Sardegna per la realizzazione dei progetti personalizzati "Ritornare a casa";
- i comuni non possono unilateralmente invalidare un accordo preso con la Regione ed ancora pienamente vigente ed operante;
- tanto meno può ritenersi che le famiglie a cui sono affidate le persone inserite nel programma possano sobbarcarsi un tale ulteriore aggravio economico, rappresentato da una minore quota di un contributo già di per sé assolutamente insufficiente a coprire i fabbisogni di ammalati gravemente non autosufficienti e bisognosi di assistenza continua;
EVIDENZIATO cheil programma in oggetto, giustificato prioritariamente dagli indubbi benefici che comporta per gli ammalati, reinseriti ed assistiti nel contesto familiare, consente altresì notevoli risparmi rispetto ai costi che la Regione dovrebbe sostenere per il ricovero degli assistiti in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale al fine di sapere:
1) se sia a conoscenza dei casi di insolvenza da parte dei comuni che non ottemperano a quanto previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 41/26 del 29 luglio 2008, nonostante la Regione abbia provveduto alla liquidazione e pagamento delle somme a favore dei comuni della Sardegna per la realizzazione dei progetti personalizzati "Ritornare a casa";
2) quali urgenti provvedimenti intenda adottare al fine di garantire alle famiglie interessate dal programma la corresponsione dell'intero contributo, comprensivo della percentuale posta a carico dei comuni, anche tramite una modifica della deliberazione n. 41/26 del 2008, che preveda il versamento delle somme in oggetto dalla Regione direttamente ai soggetti beneficiari, sostituendosi ai comuni inadempienti. (360)