Seduta n.346 del 12/09/2012 

CCCXLVI SEDUTA

Mercoledì 12 settembre 2012

(POMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 34.

COCCO DANIELE, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 25 luglio 2012 (338), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gavino Manca, Francesco Meloni, Antonello Peru, Onorio Petrini, Efisio Planetta, Matteo Sanna, Paolo Terzo Sanna ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 12 settembre 2012.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Constatate le numerose assenze dei consiglieri, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 35, viene ripresa alle ore 17 e 02.)

Continuazione della discussione unificata delle comunicazioni del Presidente della Regione sulla vertenza ALCOA e delle mozioni Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparato industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (206), Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sullo stato d'attuazione degli impegni assunti a seguito della sottoscrizione del protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (175), Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sulle condizioni che si sono verificate nell'area industriale di Ottana a seguito del disimpegno della società Terna nei confronti della Ottana Energia e sul suo declassamento, nonché sulle gravi ripercussioni sulle aree industriali sarde a seguito di tale declassamento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (190), Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con l'ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (202) abbinate alle interpellanze Diana Giampaolo - Bruno - Cocco Pietro - Meloni Marco sulla trattativa di cessione dei comparti industriali di Assemini e Porto Torres alla società Ramco (83) e Bruno sui più recenti sviluppi della vertenza Vinyls e in particolare sul progetto di impiego dei lavoratori in CIGS per attività di pubblica utilità per la sicurezza (228)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione unificata sulle comunicazioni del Presidente della Regione, delle mozioni numero 206, 175, 190, 202 e delle interpellanze numero 83/A e 228/A.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, ho ascoltato con attenzione i diversi interventi e sono rimasto perplesso quando ho sentito, in diversi momenti, parlare di nuova programmazione e di sviluppo, credo che non sia la prima volta che si tratta un argomento come questo in quest'Aula, negli anni e da sempre. La verità vera è che poi la programmazione e lo sviluppo del settore industriale sono arrivati sempre da fuori, imposti, decisi, impacchettati, se vogliamo, subiti passivamente, con una classe politica che si è succeduta negli anni assumendosi per intero tutte queste responsabilità, a partire dalle multinazionali per continuare poi con le partecipate, ciò che lo Stato ancora tiene in piedi, dall'ENEL, all'ENI.

Tutto questo ha creato negli anni un fermento che si è sviluppato, in quest'ultimo periodo, in vera e propria disperazione. Disperazione perché? Perché chi è in prima linea, chi vive del proprio lavoro, si è reso conto della vera difficoltà che si sta vivendo in questo momento, cioè che i rischi sono reali perchè queste battaglie, guardate, anche se in tono minore, negli anni si sono succedute. Si sono succedute perché i minatori erano capaci di attirare l'attenzione e di protestare, di venire sotto i palazzi, di andare sotto i ministeri, non è vero che sotto i ministeri ci si va soltanto adesso! Ci si andava anche prima! Nella passata legislatura siamo andati tutti assieme!

Su questa situazione, credo che ci sia da fare un ragionamento inverso, si è accennato stamattina che di bonifiche si parla poco, non si può parlare di riconversioni in determinati settori, ma credo che non si possa far finta di niente quando una multinazionale come ALCOA decide di iniziare a spegnere le celle, di voler chiudere e andar via! L'unica battaglia che si sta facendo in questo momento è quello di impedire all'ALCOA di andar via, poi dietro c'è tutto lo scenario dei mercati internazionali, di debolezze, di forze messe in campo, di interessi, ma non è che qui tutti arrivano, come è già capitato, sporcano, inquinano, ci uccidono dentro casa, dopo di che chiudono, se ne vanno e tutto sembra una cosa normale! Guardate, non vale per le multinazionali questo discorso, non vale per l'ENI e per l'ENEL!

L'ENI sta facendo la stessa cosa a Porto Torres, ho provato a denunciare in quest'Aula, però sembra che le denunce qua lascino il tempo che trovano. Ho detto che, sulle acque di falda, e quindi sull'inquinamento, l'ENI si è fatta fare uno studio da una partecipata, da una "sua" partecipata; quello studio è stato messo a gara, ebbene, quella partecipata che ha fatto il progetto sta partecipando all'aggiudicazione di quella gara! Voi potete pensare che l'ENI non aggiudichi quella gara alla sua partecipata? Vogliamo aspettare che questo accada e che non vi sia più niente da fare? Cioè, oltre il danno, la beffa che non lascino qua un euro e che si portino via tutto, anche quello che è legato al discorso dell'inquinamento? Credo che questo sia un argomento del quale ci si debba preoccupare per tempo!

Noi avevamo portato l'argomento su Porto Torres, l'avevamo portato qua, l'avevamo portato nella provincia di Sassari, nel comune di Porto Torres, in quello di Sassari, dicendo che non si potevano dare i 100 megawatt, il fotovoltaico, che bisognava obbligare E.ON. a fare il quinto gruppo. Qui abbiamo approvato la mozione, da altre parti, gli enti locali, che oggi protestano, l'hanno voluta modificare perché era troppo radicale la cosa, sembrava un ricatto! Che cosa vogliamo usare contro questa gente se non il ricatto, quando abbiamo noi il coltello dalla parte del manico? Abbiamo l'abitudine a essere ricattati, a essere sbeffeggiati, e di che cosa ci possiamo lamentare quando la responsabilità massima è nostra?

Continuo a non capire perché questo stia avvenendo, continuo a non capire perché il fermento che c'è fuori non lo si debba trovare anche qua dentro. Continuo a non capire perché la disperazione che c'è fuori da questo Palazzo non ci abbia ancor investito direttamente! Forse non riusciamo a uscire dal Palazzo e lo facciamo solo in ore in cui c'è il deserto perché la gente si è ritirata, oppure non ci si arriva! Potete voi, che mantenete il Governo italiano, cioè il Governo Monti, avere un ruolo diverso quando entrate in quest'aula? Quel Governo vi appartiene! Lo tenete in piedi voi! Dovreste essere voi a fargli capire che non ci possono trattare in questo modo! Invece, sembra un teatrino, si arriva qua dentro, ci si veste in tutt'altro modo e ci si lamenta anche, facendo il gioco di maggioranza e opposizione!

Guardate, non è solo in questi tre anni e mezzo, non voglio trovare nessuna giustificazione, né per il Presidente, né per la sua Giunta, né per questa maggioranza. Nel '92, avevo la responsabilità della provincia di Sassari, ho creato in quella circostanza il comitato di crisi perché già c'era una crisi profonda, nel '92! Siamo nel 2012, dopo vent'anni quel comitato di crisi è ancora in piedi! Tutti i presidenti che si sono succeduti non hanno fatto altro che alimentarlo, l'hanno tenuto in piedi per vent'anni, è una cosa di oggi o è un qualcosa che arriva da lontano per cui abbiamo piena responsabilità? La piena responsabilità ce l'hanno anche quei Governi che hanno appoggiato, perché chi appoggia il Governo italiano o quello che c'era prima, che ha tentato di dare la Tirrenia e che ci è riuscito attraverso il Governo Monti? Tutto quello che l'ENEL fa, lo può fare perché ha un Governo che non è in condizioni di fargli cambiare idea, o quello che fa l'ENI lo fa perché ha la piena autonomia e Scaroni non è in condizioni di essere neanche indirizzato dalla politica del Governo italiano?

Smettiamola di apparire qua quello che non siamo! Voi avete la responsabilità del Governo italiano, il Governo italiano in questo momento, da uno dei più grandi evasori - evasori fiscali - ci deve dare risposta, una risposta che però non arriva, Passera o non Passera! La verità vera è un'altra, è che la politica è di una debolezza unica, che il Parlamento non è in condizioni, che il tutto sta scivolando in iniziative di carattere strategico, di una legge elettorale che non si vuole, di un qualcosa che si vuole migliorare, di partiti che prendono iniziative dove la democrazia inizia a essere un optional.

In questo scenario però noi abbiamo un compito importante, abbiamo il compito importante di salvaguardare il posto di lavoro che diversamente porterebbe la Sardegna in situazioni inspiegabili, sconosciute, un precipizio nel quale non cadrà solo l'operaio dell'ALCOA; è una cosa talmente vasta, talmente grande che coinvolge tutti i settori industriali ma colpisce anche l'agricoltura, il commercio, l'artigianato, cioè di tutto e di più! E' la battaglia della vita e, per fare la battaglia della vita, bisogna essere assieme. Avete provato voi? Perché siete andati voi a rappresentare, io non c'ero, al tavolo insieme al Governo Monti, quelle che erano le necessità: è servito a qualcosa? L'altro giorno, voi eravate presenti, alle 3 si era già chiuso, non c'era niente, la risposta era negativa! Vi possono anche aver accusato di aver mandato messaggi, quelli che erano dentro a quelli che erano fuori, la pressione di quello che era fuori ha fatto stare altre cinque ore a discutere, per scivolare a novembre; il sacrificio è di quella gente! Allora, se dobbiamo fare qualcosa di eclatante e di eccezionale facciamolo assieme, smettiamo di apparire quello che non siamo qua, per appoggiare poi a Roma quello che sembra sia la convenienza maggiore.

Dopo questo Governo, il diluvio! La politica ha cessato di rappresentare i singoli cittadini, la politica non è più in grado di dare risposte ai bisogni della gente, se questa è la politica allora ha ragione chi dice "andiamocene via"!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, definirei questo dibattito quanto meno inquinato, inquinato per almeno tre ordini di motivi. Intanto per il compitino che, con grande diligenza, ha svolto il Presidente ieri. Se il Presidente avesse svolto, agli albori della crisi industriale della Sardegna, quel compitino che ha svolto ieri, avrei potuto dire che il voto meritato sarebbe stato tra da il "6" e il "6 e ½", quindi avrebbe avuto la sufficienza, oggi invece non siamo in quella condizione e fare un ricordo e una memoria di tutto ciò che è accaduto e che sta accadendo, relativamente all'ALCOA, è il secondo inquinamento, perché stiamo parlando delle comunicazioni del Presidente ma ci troviamo a discutere mozioni e interpellanze che hanno un'ulteriore valenza e che coinvolgono molti territori della Sardegna.

Di questo col Presidente non abbiamo potuto discutere, ne discuteremo. Certo è che il Presidente si è soffermato nel fare un'analisi che, come ho detto, fatta tre anni fa avrebbe meritato la sufficienza, oggi invece ciò che il Presidente ha riferito non può essere valutato, perché tutto ciò che ha riferito era abbondantemente divulgato da tutta la stampa, nazionale e locale. Il fatto che sia stato divulgato anche dalla stampa nazionale è un altro inquinamento che sta sopravvenendo, perché nel momento in cui tutte le testate nazionali, anche le più importanti, in prima pagina parlano di ALCOA, sorvolano sugli altri problemi della Sardegna e non parlano più di ILVA, come se l'ILVA fosse qualcosa che non interessa più e invece interessa moltissimo, tanto che credo che l'impegno del Governo in quella direzione sia straordinariamente più importante, più pressante e più forte di quanto non lo sia nel tentativo di risolvere problemi della nostra Isola.

Il Presidente della Regione (credo che questo vada bene a tutti) avrebbe fatto bene a leggere, spero che l'abbia fatto, un articolo di fondo di stamattina; non c'è bisogno di scomodare i quotidiani nazionali, è sufficiente leggere l'articolo di fondo pubblicato stamattina su L'Unione Sarda per cominciare a pensare che probabilmente è necessario mettere in discussione anche l'indiscutibile, siccome qui non facciamo altro che dire che l'aspetto più importante indiscutibilmente è salvaguardare Ottana, salvaguardare il Sulcis, salvaguardare Porto Torres, con iniziative che ormai probabilmente sono superate e che sono lasciate, per una parte, alla volontà di imprenditori che hanno voglia (è il caso di Ottana), per un'altra parte a multinazionali come l'ALCOA e come E.ON a Porto Torres.

Non credo che mi basterà il tempo per parlare di tutte queste vicende, ma di qualcuna bisogna pur parlare! Allora, abbiamo parlato dell'ENEL, il collega Maninchedda (mi rifarò poi al discorso del collega Maninchedda relativamente ai rapporti con lo Stato) parla di ENEL, parla di TERNA, certamente, ma la Sardegna dov'è agli occhi di questi signori? Questo è il problema! Il Governo italiano e il ministro Clini si apprestano a dare l'ultima autorizzazione a Porto Torres per una centrale di 2000 megawatt: a chi? A ENEL! Cioè ENEL vende le centrali a Porto Torres (vende come ha venduto, o svenduto: prima a ENDESA, ENDESA che fa il pacco a E.ON, E.ON che adesso non vuole più costruire) e poi va a costruire la nuova centrale a FIUMESANTO, l'unica autorizzata, per 400 megawatt.

Noi non facciamo niente! Stiamo zitti! Assessore, non ne stiamo parlando! Abbiamo bisogno di energia come il pane, però c'è un soggetto come E.ON che ha un'autorizzazione, e non solo quella ottenuta di autorizzazione, che decide di non costruire più, e l'ENEL costruisce una centrale da 2000 megawatt a Porto Torres, Gas de France sta facendo la stessa cosa, sempre in Italia, sempre con le autorizzazioni concesse da questo Governo, e non c'è spazio per dare soddisfazione al popolo sardo e alle necessità della Sardegna?

Credo che sia un inquinamento complessivo anche quello che ci riguarda più da vicino come rapporti politici, onorevole Maninchedda, perché quando lei dice (questo si è compreso dal suo ragionamento) che le responsabilità sono solo ed esclusivamente dello Stato italiano, se mi permette, questo non corrisponde al vero, perché altrimenti noi qui che cosa abbiamo fatto? La gente dice che abbiamo fallito, noi abbiamo detto che ha fallito la legislatura precedente, la legislatura Soru ha detto che aveva fallito la legislatura di Pili, Floris e Masala, e quelli avevano detto che aveva fallito la legislatura di Palomba, ma allora, solo il fatto di essere nello Stato italiano, è solo questa la nostra colpa? O è piuttosto la nostra incapacità di guardare più in là del nostro naso e di verificare se ci sono alternative?

Certo, capisco benissimo che, quando si parla di ALCOA, si parla di una di quelle questioni indiscutibilmente importanti, ma può essere messa in discussione anche la presenza di un'industria come quella? O non deve essere messa in discussione? Se non deve essere messa in discussione, gli sforzi devono essere ben diversi, allora sono d'accordo con chi dice che bisogna puntare i piedi e compiere anche atti estremamente più forti nei confronti del Governo nazionale. Lo abbiamo capito fin dal primo giorno e lo abbiamo ribadito in quest'Aula: questo Governo non ha nessuna voglia, forse non ha neanche la possibilità di intervenire, certamente le sorti della Sardegna non gli stanno a cuore, e noi che cosa facciamo? Discutiamo oggi quattro mozioni diverse e un'interpellanza, discutiamo sulle dichiarazioni che ha fatto il Presidente ma non si è sentito uno straccio di proposta che, in qualche maniera, potesse riguardare, come qualcuno ha detto mi pare, il futuro.

Se vogliamo disegnare un futuro bisogna avanzare delle proposte! Se la proposta arriva a questo Consiglio regionale ed è già stata esitata dalla Giunta, questo Consiglio regionale non ha ragione di esistere, né questo né quelli successivi, collega Maninchedda! Purtroppo si stanno prendendo troppe decisioni in viale Trento e a Villa Devoto, poche cose passano qua. Non voglio polemizzare con il Presidente o fare la mia parte di opposizione senza essere in qualche maniera utile e costruttivo, allora dico che questo dibattito non produce effetti, non può produrre effetti, è tempo di finirla con gli ordini del giorno!

La difesa a oltranza di ALCOA è legittima, è giusta, non possiamo prescinderne, dobbiamo certamente andare avanti, ma voi siete veramente sicuri che i 370 milioni di euro impegnati nel Piano per il Sulcis garantiranno per le prossime generazioni quelle popolazioni? Puntando ancora su Carbosulcis e ALCOA? Ho qualche sospetto. Gli stessi sospetti, guardate, li ha colui che ha scritto l'articolo di fondo stamattina su L'Unione Sarda, è stato letto forse da 30-40-50 mila persone nelle quali si sta cominciando a infilare un tarlo, un tarlo che conosciamo tutti quanti, perché non è più possibile continuare con le solite cose, cioè stiamo salvando o cercando di salvare il salvabile. Ma è questo che si aspetta la Sardegna? Continuare ancora su industrie che costano milioni di euro? Lo avete detto tutti quanti con dovizia di particolari, però intanto tutti quanti siamo qui a continuare a discutere di questo.

Adesso arriva l'ultima perla. Voglio dire che non ho dubbi che si possa creare energia elettrica con gli aquiloni, sono convinto che potrà essere una grandissima innovazione, ma che si possa pensare di utilizzare quel tipo di energia in un momento come questo per salvare un'azienda come l'ALCOA…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Comunico che il collega Francesco Meloni è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Non so se occuperò tutto il tempo che mi viene dato. Ho assistito a un dibattito ancora una volta surreale; è vero che mi sono lamentato in più di una circostanza che il Consiglio regionale si attarda, anzi viene costretto, a discutere di mozioni e ordini del giorno i quali è anche vero che danno suggestione agli argomenti ma non sono risolutivi e ancor meno danno prospettive certe, per un futuro di sviluppo, alla nostra Isola.

Tra le cose che ho sentito, mi ricordo che qualcuno ha detto che manca la progettualità per lo sviluppo, cosa mi pare da non discutere, e che non abbiamo un ruolo, questo ci ha ricordato stamattina l'onorevole Bruno. Manca un progetto di sviluppo, non da oggi, né in questa legislatura, per la Regione Sardegna. L'onorevole Gian Valerio Sanna ha chiesto elezioni per una discontinuità, su questo potrei non dargli torto, ma mi trova pienamente e significativamente in una posizione consimile quando ricorda che non sono le sole aree di crisi industriali che soffrono in Sardegna ma tutta una moltitudine di persone legate all'artigianato, al commercio, al sistema turistico, alle piccole medie imprese che chiudono e hanno altrettanti numeri quanto l'ALCOA. Questo non per dire che l'ALCOA non deve starci, ma per fare una riflessione; incominciare a dire quali sono le scelte di fondo, scelte di fondo che, è vero, non esistono neanche nello Stato italiano che non è stato capace di scegliere chiaramente se deve restare in piedi la chimica o meno oppure quale tipo di industria e con quale ricerca legarla con le università, cosa che ha fatto la Germania in maniera diversa dal nostro Paese, tanto è che sono avanti con le prospettive di sviluppo.

Allora mi chiedo se ha valore quanto diceva l'onorevole Capelli di sentirsi sospeso dal giuramento. Posso capire che è una boutade perché ancora una volta la nostra politica è fatta di piccoli momenti di apparizione in una testata di giornale o in una intervista in un mass media, ma è questa la politica che vuole la gente che vive fuori da qui? Quella che, poco fa, l'onorevole Sanna ha ricordato, sottolineando anche che qui dentro forse non sentiamo ancora il disagio vero delle famiglie ma percepiamo solo il rumore di alcuni caschi, di gente che soffre, di difficoltà di superare il momento. E' "carne e sangue", come spesso diciamo io e lo stesso onorevole Uras, che è lì attorno. Ma qual è la politica che ha saputo innovare? Qui c'è un fatto di cultura fondamentale, base.

Il mio collega Vargiu ricordava che assistenzialistico, clientelare, burocratico è il sistema che si è accentrato nella nostra Regione autonoma della Sardegna. Abbiamo diseducato la gente, abbiamo pensato che, alla gente, bisognava dire sempre di "sì" perché le clientele andavano allargate e la Regione doveva essere identificata come una vacca da mungere perché lì c'era il latte. E non abbiamo avuto l'idea, la prospettiva, il valore di poter dire che questo va bene o questo va male e che determinate scelte devono essere fatte in maniera ponderata, seria e chiara per un futuro, se di futuro si vuole parlare.

Quando si parla di scelte chiare non si può non arrivare a pensare che siamo quasi lì per lì per vedere il nuovo e ultimo bilancio di questa legislatura, vero, nel senso di quello che può essere spendibile; vorrò vedere quante lobbies e quanti interessi si muoveranno intorno a queste cose, se saranno veramente gli interessi di prospettiva, di sviluppo della nostra Isola, che verranno sollecitati oppure gli interessi di parte, di categoria, interessi anche non menzionabili spesso e volentieri. Allora si devono fare scelte chiare, scelte precise, si vanno ad allocare in certi capitoli di bilancio per creare giustamente sviluppo per il futuro, non si può accontentare tutto e tutti. Le scelte costano, sono difficili; o si fanno insieme e si supera questa difficoltà, oppure si deve avere il coraggio di dire che l'alternanza di governo e di maggioranza si fonda su scelte chiare e precise.

Ho votato qui, insieme ad altri dieci, una mozione per l'indipendentismo, era provocatorio perché volevo arrivare alla sovranità, ma mi chiedo che cosa fanno tutti i partiti, destra, sinistra, sinistra-centro. Coloro che ballano e si proiettano oggi qui e domani là a cercare maggioranze futuribili hanno fatto scelte precise e chiare ed essendo legati anche a partiti nazionali non hanno saputo incidere; siccome si dice che il problema è lo Stato italiano, a me viene la voglia, il desiderio, di incominciare a trovare un punto di riferimento in un partito nazionale per portar contare, cosa che è difficile fare "a pezzettini e a smozzichi" come qui si sta facendo con dichiarazioni di grande apertura, di grande voglia, di protagonismo della sardità e poi si calpestano i valori reali e non si difendono i veri interessi della nostra Isola. Onorevole Uras, vorrei chiamare a raccolta chi era in campo nazionale a rappresentare quegli interessi, deputati e senatori, e chiedere loro se hanno fatto sino in fondo il proprio dovere nella difesa di quest'Isola, se è vero che, come maggioranza e come intero Consiglio, in più di una circostanza, siamo stati chiamati, insieme, a un voto unitario per difendere gli interessi delle nostre genti.

Ebbene, la politica deve tornare a essere scelta di valori, di ideali, di punti di riferimento, e su questo noi, come Riformatori, incalzeremo d'ora in avanti. Non si faranno sconti a nessuno perché cercheremo di trovare le soluzioni più adatte, più giuste, più intelligenti, che diano respiro e prospettiva alle nostre popolazioni. Faremo questo colloquiando e individuando dove si annidano i centri di potere, quelli che sono stati evocati qui più di una volta, l'ENI più dell'ENEL o quant'altro, ma a monte ci sono scelte politiche definitive, quelle di prospettiva, quelle che devono farci dire se questo tipo di processo di sviluppo va bene alla nostra Isola o vanno ricercate in maniera diversa vie alternative a questo processo.

Allora, l'ENEL, che può far pagare, come ci è stato ricordato stamattina, in più o in meno, e che compra dove meglio gli conviene, anzi dove non gli conviene tra l'altro, sfruttando chissà cosa, richiede una posizione ferma da parte di questo Consiglio, così come l'ENI, ma non credo con velleitarie dichiarazioni di appartenenza; debbo dirvi che ero affascinato e interessato nella difesa del popolo sardo, lo sono più che mai, forse più di chi va a dirlo e a raccontarlo in maniera eclatante. E' vero quello che mi diceva un grosso imprenditore: la Sardegna sarà veramente indipendente quando sarà libera e indipendente in termini economici; per questo vanno fatte scelte che siano di produzione e che diano sviluppo e occupazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, abbiamo in discussione una mozione che tratta della vertenza Sardegna e vorrei incominciare a contraddistinguere la vertenza Sardegna con una cifra: 1.459.545.588 euro. Questo è esattamente il debito, certificato dalla Corte dei conti nella decisione sul rendiconto generale 2011 della Regione, che vanta il bilancio regionale nei confronti dello Stato. Quindi la vertenza Sardegna inizia con la decisione dei Governi nazionali di non rispettare la legge e di non trasferire i fondi delle compartecipazioni erariali che spettano all'amministrazione regionale. Questo succede (mi dispiace che non ci sia il Presidente, tuttavia ci sono due autorevoli Assessori) perché questa Giunta (dico anche questa maggioranza) non è stata in grado di pressare, così come certamente neanche questo Presidente della Regione, che si è genuflesso, piegato, subordinato a un Governo, a Governi nazionali, che hanno deciso di violare la legge e non trasferire le risorse che competono al bilancio della Regione.

In altri casi, chi viola la legge e svolge funzioni pubbliche è perseguito! In questo caso, si fa finta di nulla, e a fare finta di nulla è soprattutto il Presidente della Regione, cioè il legale rappresentante che si è limitato, in questi mesi, ad agire solo formalmente, qualche volta anche in modo ridicolo, attraverso la decisione di avanzare legalmente alcune iniziative addirittura in lingua. Non si tratta di usare la lingua, anzi bisogna smettere di usare la lingua! Bisogna avere il coraggio di aprire una controversia istituzionale! E questo chiama in causa tutti coloro che sostengono i Governi che violano le leggi, tutti!

Si è detto che questo è un Governo tecnico. Che cosa abbia di tecnico questo Governo lo dobbiamo capire tutti noi, questo è un imbroglio! Se noi leggiamo le biografie dei Sottosegretari, dei Ministri, del Presidente del Consiglio dei Ministri, scopriamo che di tecnico non c'è nulla! Scopriamo inoltre una cosa molto interessante, cioè che questo è personale politico che lavora a pieno regime come personale politico da decenni e quindi è l'autore, autore, non comparsa, autore, non attore, autore, cioè colui che pensa, che scrive il canovaccio, che decide il copione!

Mario Monti: per dieci anni, commissario europeo, Ministro dell'Europa, dal 1995 al 2004! Ma di che personale tecnico stiamo parlando? Non voglio dire che è stato amministratore della FIAT, che è stato amministratore della Banca Commerciale, non voglio dire che ovviamente proviene dalla Bocconi, ma anche molti dei ministri e dei sottosegretari sono di questa provenienza, che siano appartenenti al Partito Democratico o siano un riferimento chiaro della destra, del P.d.L. o di quello che era, nominati da Presidenti di Consiglio che si chiamavano Silvio Berlusconi oppure Massimo D'Alema, che si chiamavano Romano Prodi! Ma di chi stiamo parlando, di quali tecnici? Hanno svolto funzioni di primissimo piano in tutti gli organismi di consulenza, di redazione di piani, di organizzazione di iniziative, di predisposizione delle leggi, del Parlamento e del Governo, per decenni! Questo riguarda Monti, riguarda Passera, riguarda De Vincenti, non riguarda Martone, ma solo per un caso, perché ha avuto una carriera così fulminante da essere forse uno dei pochi docenti universitari ordinari arrivato a conquistare questa funzione senza avere neppure due vere pubblicazioni.

Siamo di fronte a questo Governo e il nostro Presidente, che è assolutamente inadeguato al ruolo, ripeto, inadeguato al ruolo, è un danno per la Sardegna, ve ne accorgerete anche voi, perché non si tiene più, non la piazza, ma il disastro sociale nel quale noi dobbiamo vivere, non si tiene più non perché è un pericolo di ordine pubblico, badate, non si tiene più perché è il risultato di un processo progressivo di distruzione dal quale noi non ci risolleveremo. Il Presidente del Consiglio dice: "Se non fossi arrivato io, l'Italia avrebbe pagato un prezzo tale, per assenza di misure e di rigore, che ci avrebbe messo in una condizione dove le conseguenze sarebbero state per lungo tempo irreversibili", ma la scelta di questo Governo politico, sostenuto politicamente dalla grande maggioranza del Parlamento e dalla grande maggioranza delle forze politiche presenti in questo Paese, e anche presenti in questa Regione, beh, questo Presidente del Consiglio dei Ministri sta condannando la Sardegna a quelle condizioni, per lungo tempo irreversibili e disastrose, e lo sta facendo perché trova anche un Presidente e una Giunta assolutamente subalterni.

Noi dovevamo oggi, in queste ore, dare un segnale ai nostri concittadini, ai tanti sardi, che siano pastori o operai, che siano studenti o che siano disoccupati in cerca di lavoro, che siano giovani o donne! Perché si preoccupano del 25 per cento dei giovani che non fa nulla! Non fa nulla, non è che è privo di posto di lavoro, non fa nulla e ha smesso di pensare di fare qualcosa, in Italia! Quella percentuale in Sardegna è il doppio. Noi abbiamo bruciato intere generazioni che non avranno prospettiva, per la nostra incapacità di fare e anche di recuperare quello che ci spetta, anche quel miliardo e 400 che sarà di 2 miliardi alla fine di quest'anno e l'Assessore del bilancio è scomparso da quest'Aula, non c'è più! E' in polemica col Presidente? Con il Presidente, tutti devono essere in polemica! Perché non si può non polemizzare con il nulla al quale siamo condannati! Dovevamo dare un segnale e io penso che lo dovremmo dare, dobbiamo decidere quale forma deve avere la ribellione istituzionale che la Sardegna deve porre in essere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, la mozione, soprattutto la prima mozione all'ordine del giorno, ha posto al centro dell'attenzione o, meglio, avrebbe dovuto porre al centro dell'attenzione il problema della crisi globale che sta attraversando la Sardegna. Ovviamente le emergenze hanno fatto sì che molti interventi si siano incentrati su alcune delle specifiche crisi che stiamo attraversando, con interventi anche condivisibili. E' evidente che, quanto è stato detto su Ottana energia, sul comportamento TERNA-ENEL, è condivisibile. Poi, la polemica ha portato a far sì che gli interventi si spostassero su un altro piano, quello di critica ora alla Giunta, ora al Governo. Non si è parlato della crisi del sistema globale Sardegna, non si è parlato del fatto che non abbiamo solo queste crisi in atto e quelle che stanno per aprirsi, abbiamo una condizione di crisi derivante dalla situazione, se mi si consente il termine, di sottosviluppo in cui versa la Sardegna. E' una situazione globale, una situazione annosa, che ci portiamo appresso da anni, che non abbiamo risolto; responsabilità di tutte le forze politiche, sia di quelle nuove, sia di quelle vecchie, perché gli esponenti delle forze politiche nuove allora facevano parte delle vecchie, quindi nessuno si sottragga dalle responsabilità.

In questa situazione è richiesto non perdersi in attacchi contro Tizio o contro Caio, è richiesta un'altissima tensione morale per andare a verificare le cause di questa situazione di crisi e per proporre oggi dei concreti interventi; questo non è stato fatto. Va da sé che non si risolve la crisi semplicemente con le riforme: benissimo! Ben vengano le riforme, dobbiamo farle; però fare la riforma dello Statuto, la riforma della legge elettorale e quant'altro ci consente solo ed esclusivamente di porre le condizioni per meglio operare, non si risolve alcun problema. Attenzione che il Movimento Segni, nel '93-'94, che aveva accolto la richiesta di riforme da parte del Popolo italiano è crollato su questo, nel ritenere che le riforme fossero un fine e non solo un mezzo per andare a risolvere la situazione di crisi.

Qual è la situazione di crisi che noi ci portiamo appresso da parecchio tempo? Mah! Anche dopo l'unità d'Italia, anche dopo la seconda guerra mondiale, vi è stata una serie di interventi e di iniziative che questa situazione non ha risolto. Siamo rimasti al di fuori del grosso sviluppo industriale pesante, il sistema Fiat e quant'altro, siamo rimasti fuori dal sistema di sviluppo delle piccole e medie imprese del Nord-Est Italia degli anni '70 e in seguito. Questo, perché? Perché noi abbiamo un grossissimo deficit strutturale, non abbiamo infrastrutture, eppure la politica che, in un primo momento, con la Cassa del Mezzogiorno, si è volta verso interventi che finalizzavano grandi opere, non ha finanziato la realizzazione di reti stradali o di reti ferroviarie; sì, è stato finanziato il Porto Canale di Cagliari, il Porto di Villasimius, il Porto di Olbia, ma quei grossi interventi strutturali e costosi non sono stati finanziati, per cui questo deficit di infrastrutture, che costituisce una delle prime preclusioni per lo sviluppo economico dell'Isola, non è stato superato. Finita l'esperienza "Cassa del Mezzogiorno", siamo andati avanti con un altro tipo di politica, la politica dell'incentivo alle imprese, soprattutto alle grosse imprese, che qua si è tradotta con i programmi d'area; ebbene sono falliti! Il caso di Ottana è un caso emblematico! Risorse ne sono state messe in campo.

Ebbene, tutti questi motivi fanno sì che la crisi, la situazione di inefficienza, che noi da decenni abbiamo, non sia stata risolta. Non abbiamo posto i presupposti per sviluppare le nostre risorse, ci limitiamo a erogare delle somme in forma di incentivi; politica che, però, oggi risulta superata, perché è palese il fallimento di questo tipo di politica. Rimane fermo, sia chiaro, che, in tutte le aree di crisi, dobbiamo batterci tutti insieme per difendere le industrie che abbiamo; è indubbio, ma non basta per risolvere la crisi, con quello si salvaguardano quei posti di lavoro, ma non si crea nuova occupazione, nuovo lavoro. Come lo possiamo ottenere allora? Quali sono le nostre risorse? Sono l'agricoltura, il turismo, principalmente, allora possiamo mettere in atto una serie di interventi.

Ebbene, sull'agricoltura siamo fermi. Lo sviluppo dell'agricoltura (abbiamo presentato mozioni, l'abbiamo detto) richiede che, in primo luogo, venga fatta una riforma fondiaria, i soldi ci sono, basta utilizzare i fondi europei, con la riforma fondiaria possiamo arrivare all'accorpamento di tutte le aree, di tutti i terreni, rendendo più razionale lo sviluppo. Il deficit dei costi dell'acqua lo possiamo abbattere, abbiamo già compiuto interventi nel Flumendosa, realizzando, in dieci anni, tre dighe di estrema rilevanza, quando invece in Calabria non riescono a farle in cinquanta anni! Quindi abbiamo le competenze, siamo in grado di farlo, sviluppiamo ulteriormente utilizzando le professionalità che abbiamo (per cui primeggiamo in tutta Europa, non solo in Sardegna e non solo in Italia) per creare nuovi percorsi di realizzazione dell'acqua. Utilizziamo altri sistemi.

Vogliamo utilizzare altra acqua per l'agricoltura? C'è la possibilità di finanziare i depuratori per destinare all'agricoltura le acque reflue, con tutti gli opportuni correttivi per evitare quello che succede nei campi da golf, che utilizzano in maniera non corretta le acque reflue e sotto si trovano il cianuro, com'è evidente. Però, sull'agricoltura possiamo fare una serie di interventi che non sono stati fatti, perché quello che è stato fatto nei primi anni di questa legislatura sull'agricoltura è semplicemente vergognoso! E' una cosa incredibile quello che abbiamo fatto, sprecando le risorse! Dobbiamo fare le cose in maniera seria. Abbiamo fatto delle proposte, chiediamo alla Giunta di affrontarle e di portarle avanti; si può fare in pochissimo tempo. Questo possiamo fare con lo sviluppo dei beni culturali, altrettanto in questo caso possiamo fare.

Allora, possiamo e dobbiamo combattere per salvaguardare i posti di lavoro, dobbiamo combattere con una politica nuova, che non sia una politica di incentivi a perdere, dati a imprenditori che poi magari realizzano e scappano, come abbiamo visto spesso, andando a investire su infrastrutture, andando a investire sviluppando i comparti che ci possono dare reddito, altrimenti abbiamo voglia di fare tutte le contestazioni che vogliamo, possiamo andare a protestare contro tutti i Governi, possiamo salvare l'ALCOA, auspico e spero che quanto prima arrivi la notizia che l'ALCOA è salva, ma tra poco ci troveremo nella stessa situazione con un'altra impresa; questo non lo vogliamo!

Quindi, chiediamo alla Giunta uno sforzo per portare avanti tutti questi progetti che noi abbiamo posto in campo sia in riunioni di maggioranza, sia in questa sede con mozioni e con altri atti perché solo così si possono risolvere i problemi. Non ho bisogno di dire che noi siamo contrari al clientelismo. Non lo dico, lo dimostro con i fatti, lo dimostro con i fatti parlando ogni volta, in questa sede, di cose concrete, di cose da fare; non faccio certo la politica del mattone, non m'interessa dove si costruisce una cosa o un'altra. Bisogna essere coerenti con le parole, bisogna che, ai fatti, seguano i comportamenti, non è più possibile limitarsi a parlare. I problemi non li risolviamo solo attaccando il Governo. E' ben vero che noi dobbiamo portare di fronte al Governo tutte le nostre rimostranze; forse la politica contestativa introdotta dai giovani turchi oggi non è più sufficiente, serve una politica di contrasto ben più forte, ben maggiore. Siamo pronti e siamo disponibili a farla, ma non ci basta. Non ci basta dire: la colpa è del Governo! La colpa è anche nostra, non è solo dal Governo!

Ecco perché, dico, ci deve essere una tensione morale e una coerenza dentro tutti noi, perché noi dobbiamo combattere per creare un nuovo sviluppo utilizzando strumenti moderni e non più strumenti obsoleti come i contratti d'area, ripeto, che hanno semplicemente fallito. Noi siamo pronti a collaborare con chi fa queste iniziative.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Non so quante volte il Consiglio regionale si sia riunito per affrontare il problema della crisi industriale in Sardegna e delle vertenze, sicuramente numerose volte. Non so se siano state sufficienti, se occorrerà ancora un supplemento. Certo è che, se noi dobbiamo evitare, come è stato ricordato questa mattina, che queste riunioni si trasformino in una liturgia stanca, quello che mi pare in certi momenti sia divenuto anche l'esercizio di una retorica verbosa e parolaia, rispetto anche alla dimensione e alla gravità dei problemi, allora penso che dobbiamo ricondurre davvero il dibattito sui giusti binari. Credo che il dramma che si sta vivendo fuori di questo Palazzo sia di proporzioni tali che non possa che indurre tutti noi a uno sforzo animato dal senso di responsabilità del quale sicuramente ciascuno di noi è portatore, uno sforzo rispetto almeno a questi problemi, ai problemi della crisi che ormai stanno mettendo in ginocchio interi territori, interi nuclei familiari, non più solo giovani ma ormai padri e madri di famiglie. Penso che la prima risposta che la politica può e deve dare è recuperare almeno su questo piano una unitarietà vera… chiedo scusa, colleghi, però almeno dal mio Gruppo venga un attimino un po' il senso della… dicevo, rispetto alla gravità del problema deve essere recuperata non una unitarietà e unità a tutti i costi, non serve, abbiamo palesato differenze anche di posizioni, però il dato positivo che registro è che, a conclusione di tutti i dibattiti, il Consiglio regionale e tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione hanno trovato sintesi unitaria, sintesi corretta, nell'individuare i percorsi, se non le soluzioni, per affrontare appunto i problemi di una gravità tale quali quelli che oggi sono stati ricordati di vertenze aperte nel Nord Sardegna così come nel Sud Sardegna passando attraverso il centro.

Allora penso che non bisogna farsi tentare da chi, su queste vertenze e su questi problemi, vorrebbe a tutti i costi aprire uno scontro qui in Aula, a tutti i costi una conflittualità nel rapporto Assemblea regionale e Giunta regionale, nella necessità di portare in qualunque modo la persona del Presidente come il capro espiatorio di una situazione che (si sa bene) viene da lontano; pur nelle difficoltà, ma anche in quegli errori politici che si possono fare, mi pare che ci possono essere e ci saranno altri argomenti sui quali forse puntare l'indice, non certo su vertenze quale quella in corso o quelle sulle quali anche i colleghi del mio Gruppo si sono soffermati questa mattina.

Ecco perché proponiamo ancora, a tutte le forze politiche, il senso del recupero di una misura che è quella di trovare sintesi e unità, rispetto a ciò che è stato fatto abbiamo qualcosa da evidenziare. Non ho sentito, per la verità, e non mi è parso neppure che il Presidente sia venuto a farci un compitino. Il Presidente, vedete, ha dismesso forse quello che era un ruolo più congeniale, come abbiamo sentito in quest'aula: parlare di tutto, parlare della biografia del Governo Monti, dei Ministri, dei Sottosegretari, parlare del più e del meno, parlare dei massimi sistemi, ritenere che possano esserci scorciatoie per la soluzione delle vertenze, senza però dire nulla, soltanto aria fritta. Diciamocelo.

Chi ascolta tutti gli interventi, come me… mi scuseranno quei colleghi seri, anche di opposizione, ma dico che, dai loro interventi, ho colto spunti di riflessione per un approccio al problema carico di tensione e di responsabilità; la verità è che, rispetto a quanto detto dal Presidente, nessuno ha fatto questa obiezione: "Sono stati sbagliati i tempi, sono stati sbagliati i modi, sono stati sbagliati gli interlocutori". Il Presidente è venuto a darci comunicazioni, poi non mi interessa che l'abbia detto la stampa locale, quella nazionale, a me interessa capire che cosa è successo in quel tavolo romano. E' stato fatto un excursus della situazione e devo dire che, pur nella delusione dallo stesso Presidente palesata, un qualche risultato, quanto meno, si è già intravisto per esempio nella vertenza ALCOA. Assessore, ci auguriamo che questo si possa già ipotizzare ugualmente per la vertenza Vinyls e per la vertenza Ottana, che non sono né di secondo né di terzo livello, ma che debbono avere, nell'agenda del Governo regionale, la stessa sollecitazione che giustamente sta avendo ALCOA e che sta avendo CARBOSULCIS, così come per qualche altra vertenza che mi pare inizi a bussare alle porte.

Ecco perché ritengo che bisogna dare atto del lavoro che si sta svolgendo in questi giorni, del lavoro che si è svolto questa mattina. Non sono del parere che bisogna buttare il bambino con l'acqua sporca, perché oggi la politica deve porsi il problema che ci sono centinaia di padri e madri di famiglia che rischiano di perdere da un giorno all'altro la stessa possibilità di sopravvivenza. Non possiamo bendarci gli occhi di fronte a questa situazione. Poco m'importa se nel passato è stato un sistema alimentato dall'assistenzialismo, non mi importa se quel sistema è stato creato per fini carrieristici o se è il frutto di malaccorte politiche di sviluppo industriale. Quello che m'importa oggi e quello che deve interessarci è come porci responsabilmente perché quei territori non diventino il deserto produttivo, il deserto occupativo. A me, e penso a tutti noi, deve interessare che vengano recuperate tutte le iniziative produttive compatibili e che vengano salvaguardati i posti di lavoro. Allora sarei pronto, onorevole Uras, anche a fare il documento più rivoluzionario se questo servisse.

Quindi, con questo spirito, invito davvero a mantenere l'unità di intenti, non per dare forza a una persona, ma per dare forza a una realtà, la Sardegna intera, nel confronto col Governo nazionale e soprattutto per dare speranza, se non certezza, che ci può essere un domani anche per le realtà territoriali del Sulcis, del nuorese, del sassarese e di tutte le aree industriali interessate. Penso che, con questo spirito, veramente forse la politica può fare un salto di qualità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, mi permetterà il collega Pittalis, nutro una certa invidia perché ha una vista straordinaria, riesce a vedere anche quello che non c'è. Comunque, al di là di ciò, questo pomeriggio, i colleghi del P.S.d'Az. hanno posto una questione, hanno sottolineato, non è la prima volta, lo hanno fatto anche altri colleghi di altri Gruppi, ma credo che i colleghi del P.S.d'Az., per la loro storia, la loro cultura politica e penso anche per l'esperienza istituzionale, quando hanno avuto anche ruoli e un ruolo in particolare di guida di questa Regione, siano quelli che più di altri possono porre l'accento su una questione. Loro hanno posto all'intero Consiglio, cerco di riprendere questo spunto sperando di aver capito correttamente, l'esigenza di avere una diversa autorevolezza istituzionale per affrontare e risolvere i drammi di quest'Isola. L'ho detto altre volte, credo che un'autorevolezza istituzionale (che in questo momento manca) certamente aiuterebbe ad affrontare e a dare maggiore credibilità anche alla nostra azione di governo, in particolare quello della Regione e di chi la rappresenta in questo momento, che invece è del tutto assente.

Vorrei declinare questa riflessione posta dai colleghi del P.S.d'Az., prima da Maninchedda e poi da Giacomo Sanna, su due ordini di questioni. Siamo di fronte all'esigenza (ne stiamo discutendo anche oggi per l'ennesima volta) di dotarci di una politica industriale. Dotarci di una politica industriale significa innanzitutto avere dei fattori alla produzione che consentano di avere una politica industriale che ha connotati di attrattività nel nostro territorio. Per fare questo, bisogna discutere anche del ruolo dello Stato e, per quanto ci riguarda, del ruolo della Regione, per capire sino a che punto vogliamo in qualche maniera intervenire da protagonisti su questi processi o se, invece, dobbiamo limitarci a chiedere che, sulla politica dei fattori, intervengano altri e, nella fattispecie, il Governo. Siamo una Regione che ha il 59 per cento della dotazione infrastrutturale rispetto al resto d'Italia, è chiaro che qui non viene nessuno se non è accompagnato da vagoni di denaro pubblico.

Allora, assessore Zedda, è chiaro che mi aspetto una sua risposta, che non può che essere ovvia, però la prego facciamo un po' di appello all'onestà intellettuale e istituzionale al di là degli aspetti personali, Vorrei chiedere se discutere di politica industriale presuppone che chi governa la Sardegna ha ancora voglia di scommettere sull'industria che abbiamo. Siamo a questo? Se la risposta è affermativa, credo che noi dobbiamo dire, assessore Zedda, due cose. Finora abbiamo rivendicato, non soltanto voi, nei confronti dello Stato, di far crescere la nostra dotazione infrastrutturale e non ci siamo riusciti, lo hanno fatto le Giunte di centrosinistra, di centrodestra ma nessuno c'è riuscito. Oggi si aggiunge una congiuntura internazionale terribile e noi siamo ovviamente più svantaggiati di altri perché siamo in quella condizione.

Assessore Zedda, chiedo che, di fronte a questo dato, si interroghi. Se voi accettate la proposta del Governo (non voglio giudicarla ma, secondo me, è del tutto insufficiente) di discutere, per quanto riguarda il fattore energia elettrica, di interrompibilità e di interconnector, stiamo parlando, assessore Zedda, lei lo sa bene, di una soluzione, per quanto affermativa, transitoria che serve soltanto a foraggiare altri imprenditori privati che verranno in Sardegna dicendovi e dicendoci che a queste condizioni non possiamo chiedere impegni di medio e lungo periodo.

Assessore, quando si accetta questo merito della discussione, significa che non si crede in un modello economico basato sull'industria, in particolare l'industria nostra, quella che abbiamo. Il problema è questo. Lo dico anche all'assessore Oppi che è un profondo conoscitore di questi problemi e viene da un territorio che più paga sotto questo aspetto, così come il Presidente del Consiglio. Possiamo risolvere o affrontare uno dei problemi annosi fattoriali, l'energia elettrica. Badate, non c'è area geografica del mondo che non dica, rispetto alle dinamiche del mercato elettrico, che per ottenere kilowattora da vendere bisogna usare il carbone in maniera compatibile. Assessore Zedda, i proprietari del carbone siamo noi, non il Governo!

Poi ne discuteremo nella mozione, però questo è il problema! Non possiamo chiedere ad altri che ci risolvano un problema che è solo nostro. Al di là degli affascinanti voli, relativi a una maggiore autorevolezza istituzionale, si chiede a questa Giunta, a chi ha responsabilità di governo, come e attraverso quale tecnologia si intende utilizzare il carbone per produrre energia elettrica! Di questo si tratta, dovete dirlo voi, non c'entrano nulla Monti, De Vincenti, che pure hanno le loro responsabilità, non c'entra nulla l'Unione europea, noi siamo stati incapaci finora di produrre una proposta, un progetto esecutivo che possa essere messo a gara. Questo è lo stato delle cose! Ma di che cosa stiamo parlando! Possiamo riflettere un attimo su questo?

Altra questione, sempre sul mercato elettrico. E' chiaro che sono interessanti le cose dette da Cucca, da Maninchedda, da Francesca Barracciu, da chi è intervenuto e ha posto il problema di TERNA in quel della valle di Ottana. Allora, a monte c'è un altro problema e anche in questo caso vorrei sapere che cosa fa il Presidente della Regione. In Sardegna, abbiamo un mercato elettrico ingessato, Paolo, ingessato dagli incentivi che abbiamo dato quindici anni fa e che ancora oggi lo condizionano! Non si chieda, in un mercato ingessato, a un operatore come ENEL di risolvere alcune questioni perché, o si liberalizza il mercato, oppure non viene nessuno. Dentro questa contraddizione, assessore Zedda, qual è il merito della discussione che noi abbiamo?

E ancora, qui sfidiamo noi stessi, siccome non è un processo breve quello dell'indipendenza, magari è la soluzione; per carità, non ho argomenti e spessore per immaginare scenari che potrebbero derivare da una trasformazione di questa natura. Rispetto a oggi, possiamo fare qualcosa, anche provocatoriamente? Siamo disponibili a fare qualcosa provocatoriamente? Assessore Zedda, le chiedo se siete disponibili a impegnare risorse. Uras diceva in che misura siamo creditori, allora siamo disponibili in cinque anni a impegnare risorse nostre per risolvere alcuni problemi fattoriali? Noi sì, siamo pronti e l'abbiamo anche fatto con Gian Valerio Sanna qualche mese fa, avanzando una proposta; non vi siete degnati di una risposta! Su questo, siamo pronti a fare le barricate istituzionali, a rompere il Patto di stabilità e a fare altro, però facciamolo! Diteci che cosa vuol fare il Presidente della Regione, la Giunta, la maggioranza, se esiste ancora perché mi pare non esista. Però, insomma, siamo pronti ad andare alle elezioni…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, ammetto che oggi vorrei intervenire nel migliore dei modi per riuscire a dare delle risposte a quanti hanno partecipato al dibattito e sicuramente anche degli spunti di riflessione per arrivare appunto, onorevole Diana, a ritrovare quell'unità che poi è fondamentale per poter andare avanti, credo, ma non vorrei essere smentita. Proverò, siccome le mozioni sono tante, articolate e complesse fra loro, a fare una prima sintesi per aggiornarvi sullo stato delle vertenze contenute nelle varie mozioni. Ovviamente credo che, in questi giorni, molti colleghi abbiano potuto documentarsi.

Iniziamo rapidamente dalla situazione di ALCOA, che il Presidente ha ampiamente illustrato, vorrei ricordarla, non perché il Presidente abbia bisogno di essere difeso, ma perchè è stato chiesto da quest'Aula un resoconto; non mi è stato chiesto di parlare di proposte, quindi anch'io oggi vorrei parlarvi di ciò che è avvenuto, ma se è superfluo, lo vorrei sapere da subito, onde evitare di spendere parole per nulla.

Inizio con l'aggiornarvi sulla situazione di ALCOA. Intanto nella mattinata di oggi abbiamo incontrato, io assieme al Presidente, la GLENCORE per una prima riunione tecnica che vedrà degli approfondimenti con la partecipazione delle istituzioni territoriali, ovviamente anche con la stessa GLENCORE e la Regione Sardegna in un tavolo allargato lunedì mattina, in modo tale che ci possa essere già da subito in questa settimana un ulteriore incontro con il Governo per arrivare alle determinazione finali, che riguardano in particolare sia la materia energetica che la parte infrastrutturale di competenza regionale.

Devo dire che, per quanto riguarda la situazione di ALCOA, lo stesso atteggiamento verrà assunto nei confronti di tutti coloro che manifesteranno l'interesse di voler partecipare all'acquisizione dello Smelter di Portovesme (Klesh su tutti) ma, come abbiamo detto più volte, stiamo anche lavorando proprio come Regione Sardegna, attraverso le nostre azioni di scouting, con altre due multinazionali indiane e cinesi, che stanno intensificando i rapporti appunto con la società ALCOA. L'ultimo dato che devo dare è che il Presidente, nella giornata di oggi, infatti l'assenza è dovuta anche a questo, ha incontrato i sindacati per un sunto degli ultimi due giorni.

Per quanto riguarda le altre vertenze, vorrei dire che la Regione ha ben chiaro che non esistono vertenze di serie A e di serie B, per noi sono tutte rilevanti in questo momento di crisi drammatica e a tutte è rivolta la stessa attenzione. Se avessi avuto prima la possibilità, avrei voluto portare l'agenda che c'è stata nel mese di agosto per le nostre vertenze al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell'ambiente, credo che la Sardegna non solo sia stata ricevuta ma anche ascoltata. Molte delle proposte che abbiamo portato si stanno già traducendo, noi ci auguriamo sempre di più, in atti concreti, compreso il rimpinguamento finanziario del Piano Sulcis oppure (quello che chiederemo straordinariamente) l'attenzione per le nostre aree di crisi, di cui dopo dirò meglio.

Dicevo che, per le nostre vertenze (in particolar modo del Nord, quella della Vinyls), in tutti questi mesi abbiamo (e stiamo) lavorando per trovare assolutamente dei nuovi interlocutori, dei nuovi imprenditori che possano essere interessati a rilevare la gloriosa fabbrica. Dico anche che la proposta dei brasiliani è una pre-offerta, che significa che deve essere ancora concordata con i commissari, ma è un'offerta attualmente ritenuta congrua, anche se ovviamente non è ancora un'offerta vincolata. Abbiamo chiesto al Ministero dello sviluppo economico e agli stessi commissari che, per qualsiasi trattativa riguardante Vinyls, sia prevista la presenza della Regione Sardegna, anche perché abbiamo informato lo stesso Ministero e gli stessi commissari che, proprio negli ultimi giorni, anzi, già dal mese di agosto, si sta lavorando con imprenditori locali o, meglio, che operano già in Sardegna. Abbiamo invitato gli imprenditori a presentare un'offerta vincolata e stiamo lavorando affinché, entro il mese di settembre, possano esserci delle soluzioni in questo senso. Devo anche dire che, per quanto riguarda la posizione dei lavoratori, in ordine alla cassa d'integrazione, non c'è un problema da parte della Regione o, meglio, non c'è una responsabilità da parte della Regione, ma non stanno ricevendo il pagamento da parte dell'azienda. Allora questa è una segnalazione che i commissari devono far pervenire alla Regione Sardegna, non ci sarà alcun problema per sostenere le posizioni e fare in modo che ci sia la cassa integrazione coperta anche per quelle ore che l'azienda non sta pagando.

Per quanto riguarda poi la situazione di Ottana, siete a conoscenza di un incontro tecnico in data odierna al Ministero dello sviluppo economico. Ottana è stata già oggetto di trattativa in un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, con la presenza di TERNA, della stessa azienda; nella riunione di oggi ci sono state sostanzialmente proposte delle soluzioni, che dovranno essere delle soluzioni di apertura alla società del dottor Clivati, per rivedere proprio la situazione energetica che, diciamolo chiaro, non è stata rispettosa per tutto il mese di agosto. Abbiamo chiesto formalmente che potesse essere anticipato il tavolo previsto per il 4 ottobre, ciò è stato fatto attraverso lettere formali, quindi non parole dell'assessore Zedda, ma è tutto già stato formalmente confermato dal Ministero, ci sarà un'anticipazione crediamo possibilmente entro il 26 settembre. Ovviamente per quanto riguarda le vertenze, credo che per noi sia importante che non diventino solo un problema.

Colleghi, mi avvio ad analizzare la parte che riguarda principalmente lo sviluppo e le proposte che dobbiamo portare avanti al fine di poter veramente intaccare questa crisi perchè credo che, in questo momento di grande difficoltà, sia inutile, se non esiste un interlocutore, e quindi un imprenditore, fare anche le migliori proposte. Certo noi dobbiamo garantire il tessuto infrastrutturale, ma non possiamo dimenticare da questo punto di vista che abbiamo assolutamente un gap incredibile da colmare, di certo non è responsabilità di questa Giunta, parliamo di sessant'anni! Non voglio andare a ricercare responsabilità di nessuno perché ho un altro compito oggi, ho il compito, come avete appena ricordato, di governare, di amministrare e soprattutto di fare proposte e trovare soluzioni.

Credo però che il momento che stiamo vivendo non sia semplice per nessuno, né per l'industria, né per l'artigianato, né per il commercio, insomma per nessuna delle nostre attività produttive. Quando abbiamo portato sul tavolo la vertenza Sardegna, che comprende tantissimi temi, come ben sapete, a iniziare dalle entrate, ai problemi con Equitalia, al Patto di stabilità, alla continuità territoriale e a tanti altri, credo che non abbiamo sbagliato; il fatto di dover pretendere e di farlo con tutti gli strumenti che abbiamo, a partire dagli strumenti giuridici, e con difficoltà, credo che non sia segno di debolezza, onorevole Uras, se poi lei ritiene invece che bisogna essere più autorevoli, più uniti, probabilmente posso concordare con lei che servano azioni straordinarie, però non scambiamo veramente la nostra proposta, pacata a volte, come segno di debolezza. Questta Regione assolutamente non può essere accusata, anche perché gran parte delle trattative sono nate in Sardegna e la ricerca delle multinazionali con cui confrontarsi nasce qui.

Vorrei anche sottolineare un'altra cosa, credo di non passare per una pazza, ma se noi vogliamo creare ulteriore sviluppo, dobbiamo risolvere queste vertenze. Concordo con chi sostiene ancora l'industria, noi abbiamo un settore economico produttivo in Sardegna che dice che oggi, non solo per come è strutturato ma per i prodotti che presenta sul mercato, possiamo ancora credere nella chimica verde, nel polo mineral-metallurgico, nel polo meccanico di Villacidro con la Keller e, soprattutto, nel polo di Ottana. Queste sono le industrie che vogliamo cercare di rilanciare, di potenziare, creando quelle condizioni infrastrutturali fondamentali a partire sicuramente dalla infrastrutturazione energetica. A questo proposito, ho detto (e non mi voglio sottrarre, onorevole Diana) che avrò il piacere di poter, spero, parlare a breve di Piano energetico ambientale regionale che contempli, ovviamente, tutta la produzione e i consumi energetici che in Sardegna non possono prescindere dalle tre centrali di cui abbiamo sempre parlato (E.ON., la centrale di Ottana e la nuova centrale del progetto Sulcis) ma soprattutto da quel mix fondamentale di produzione energetica che attiene a carbone, acqua e energie rinnovabili.

Vorrei fare a questo punto un piccolo passaggio per quanto riguarda il carbone, ma forse lo rimandiamo a dopo, quando parleremo di Carbosulcis, perché le sue osservazioni sono assolutamente pertinenti.

Andiamo ancora a parlare degli imprenditori, mi soffermo su questo perché non è vero che si vuole cercare di regalare dei soldi agli imprenditori, gli imprenditori devono essere ovviamente incentivati nei loro investimenti, ove è possibile, ma non sempre avviene questo. Per quanto riguarda il discorso dell'energia, il Governo sta proponendo due alternative, onorevole Diana, la prima è quella che lei ha citato, cioè l'interrompibilità più l'interconnector dei sei anni più sei e la super-interrompibilità per i tre anni, questa condizione consente ancora di produrre a costi energetici nella media europea, ma l'altra alternativa che si sta proponendo è quella della super-interrompibilità strutturale. L'unico dato che voglio citare è che sicuramente si sta consumando del tempo proprio per quanto riguarda gli aspetti burocratici, perché il processo è iniziato con la notifica a Bruxelles qualche mese fa, quindi si sta attendendo ora la notifica da parte di Bruxelles, onde evitare quello che è successo altre volte, cioè sostanzialmente di dover richiedere indietro gli incentivi sull'energia, oppure multare le multinazionali.

Per quanto riguarda ancora il problema delle nostre aziende, vorrei sottolineare che non sono di secondo piano gli altri costi della produzione e in generale il valore della produzione. I problemi non sono legati solo al costo dell'energia, sappiamo benissimo che, per esempio, per quanto riguarda ALCOA, i costi da sostenere per le manutenzioni straordinarie, il riavvio degli impianti (ancora c'è il problema che tutti conosciamo), il costo della manodopera, sicuramente fanno sì che sia molto più attraente nei paesi dell'Est, però io voglio dire che questi sono comunque ancora dei fattori che consentono di avere una produzione di alluminio in Sardegna.

Credo che la volontà di ALCOA sia quella di delocalizzare, allora io dico che non è vero che non possiamo fare niente, ALCOA ha delle responsabilità, come tutte le altre aziende che operano in Sardegna, che riguardano le bonifiche, questo è un argomento che noi non abbiamo nessuna intenzione di sottovalutare, abbiamo già fatto presente che ALCOA è chiamata alle proprie responsabilità e se proprio dovrà andare via, su questo tema dovrà assolutamente confrontarsi e, ovviamente, adempiere per quanto ha lasciato nel Sulcis e nella nostra Sardegna. Da questo punto di vista, credo che ci siano le condizioni per incalzare ALCOA, soprattutto per addivenire a quel trasferimento di azienda che io non credo non possa interessare altre multinazionali. Vi do un dato: nell'ultimo mese, sembrerebbe, dico "sembrerebbe" perché non ho potuto rilevare concretamente in prima persona, sembrerebbe che ci sia stato un pareggio di bilancio per la produzione del mese di agosto, quindi produrre alluminio in Sardegna non è una utopia.

Ancora, vorrei sottolineare che, per quanto riguarda il nostro modello di sviluppo, non è vero neanche in questo caso che la Giunta regionale non ha un'idea chiara, non ha nessuna idea e non ha fatto nulla in questo tempo, ovviamente abbiamo delle condizioni straordinarie di crisi che non sono paragonabili, la crisi, seppure sia esistente in tutto il mondo e in particolare nel nostro sistema Italia, infatti è presente in tutto il paese, noi la viviamo doppiamente perché, come qualcuno di voi ha detto giustamente, abbiamo dei gap infrastrutturali, abbiamo un sistema economico e sociale già martoriato da scelte sbagliate in passato. Voglio dire che oggi dobbiamo investire!

Questa Giunta, ovviamente potete verificare tutti programmi che abbiamo portato avanti, parla di innovazione, di ricerca, di potenziamento infrastrutturale, parla sostanzialmente di un rilancio dell'industria! Lo stesso Piano Sulcis (che qualcuno credo erroneamente prima ha detto che serve esclusivamente per ALCOA o per le aziende del territorio), come invece giustamente qualche altro ha fatto notare, è un piano di rilancio, di investimento, di riconversione, è un piano di infrastrutturazione di un territorio che, più di altri, in questo momento, ha necessità di intervento. Non l'abbiamo fatto solo con il Piano Sulcis, credo che molti colleghi abbiano potuto partecipare all'inversione di rotta o, meglio, all'incremento che si è dato al concetto di "area di crisi"; è stata completamente rivista dall'assessore La Spisa, l'impostazione dell'articolo 5 e dell'articolo 7, credo che oggi l'espressione "area di crisi" forse sia giusta per il momento, però è ricca di altri contenuti, è ricca di nuovi interventi, di infrastrutturazione che riguarda i vari territori e, come ho avuto modo di dire altre volte, la Sardegna ha un territorio economico diversificato.

In questo senso, abbiamo cercato di rispondere attraverso il finanziamento alle aree di crisi, anche accorpandole per cercare di razionalizzare le risorse e di mettere a sistema quanto già destinato per le precedenti aree di crisi, in modo tale da rispettare la vocazione dei nostri territori, rispettando quindi il mondo artigianale, commerciale, l'agricoltura e tutte le altre attività produttive tipiche delle nostre zone. E' stato fatto con una concertazione con tutte le istituzioni locali e con i sindacati, per la prima volta ovviamente si è rivisto un concetto che aveva approvato questo Consiglio regionale, buono, ma abbiamo avuto bisogno di adeguarlo, di incrementarlo di quelle risorse che sono fondamentali per affrontare questa crisi che non è andata a diminuire ma è andata a crescere.

Sicuramente credo che sia giusto per noi ricevere critiche e osservazioni, però credo che dire "no" a tutto sia un esercizio che forse non va bene neanche per tutti quanti voi. Ritengo che un minimo ovviamente debba essere riconosciuto, ma nella logica di poter portare avanti una proposta comune, una lotta comune per la nostra Sardegna, perché, come avete detto bene, non esiste il Sulcis piuttosto che Ottana, piuttosto che Porto Torres, la Sardegna è tutta, la Sardegna oggi ha ancora otto Province e tutte, dico, con una crisi che pur diversa ha purtroppo un comune denominatore.

Credo inoltre che sia importante che oggi si dia valore alle ricchezze che abbiamo, ma vorrei limitarmi ad approfondire la parte dell'industria. Per me, i nostri tre poli industriali più il polo meccanico di Villacidro sono assolutamente una ricchezza che deve aiutare veramente a credere ancora in un progetto industriale che non può essere quello di un'industria di base, come l'abbiamo sempre pensata. Ritengo che, anche attraverso gli strumenti di pianificazione e di programmazione, possiamo veramente cambiare il corso di questa politica industriale che non deve però mai perdere di vista il momento in cui viviamo. Tutti noi sappiamo e abbiamo partecipato, ormai anche i più giovani, ai corsi e ricorsi storici, ebbene ci sono anche i corsi e ricorsi economici, come ha detto qualcuno stamattina; alcune frasi che si sentono oggi oppure alcune lotte per il lavoro non sono una novità di questo periodo ma risalgono a tempi diversi, purtroppo, ahinoi, dobbiamo ancora viverle!

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, mi bastano trenta secondi. Voglio ricordare che la manifestazione che si è tenuta a Barcellona di un milione e mezzo di catalani ha una ragione: lo Stato si trattiene indebitamente il 10 per cento delle imposte pagate dai catalani, che debbono rientrare in Catalogna. Noi abbiamo una situazione identica e il Presidente della Regione si era impegnato, insieme a tutto il Consiglio, a mettere in piedi la mobilitazione del popolo sardo attorno a questo argomento. Sono stati votati due ordini del giorno, il numero 76 e il numero 80. Ebbene il Presidente non l'ha fatto e continua a gestire le vertenze una per una, separate, creando divisione tra territori, tra aziende, tra cittadini.

Presidente, poiché quegli ordini del giorno coinvolgono anche il Consiglio regionale in modo diretto, chiedo che la mobilitazione del popolo sardo, quella mobilitazione che più volte è stata chiesta da quest'Aula, venga finalmente promossa con o senza il Presidente della Regione, anche contro il Presidente della Regione!

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Debbo dire che non sono molto soddisfatto della replica dell'assessore Zedda, alla quale comunque continuo evidentemente, conoscendone l'onestà intellettuale, ad assegnare la buona fede, però oggettivamente basterebbe leggere la mozione numero 175, dove sono riportati gli impegni che aveva assunto la Regione, con quello che era stato denominato il patto per il territorio. Patto che è rimasto lettera morta e il cui contenuto era esattamente quello che oggi ci ha riferito l'Assessore, cioè quali siano le intenzioni e le azioni da mettere in atto. E' esattamente quello che era contenuto nel patto per il territorio e che, a oggi, è rimasto assolutamente inascoltato, inoltre sulle motivazioni del perché non sia stato fatto nulla non è stata data risposta alcuna.

Tra l'altro, francamente, rimango anche un po' perplesso perché, mi riferisco sempre alla vertenza Ottana, non vorrei ancora una volta che esistano vertenze di seria A e vertenze di serie B. Ha ragione l'onorevole Uras, va trattato tutto nel medesimo tavolo, queste vertenze vanno riunite, va fatta sentire la voce della Sardegna in maniera autorevole, come non è stato, perché se è vero che la Sardegna è stata ricevuta e anche ascoltata, com'è stato detto stasera, francamente non abbiamo visto le conseguenze di questo ascolto, almeno fino a oggi, perché i problemi che c'erano sono ancora totalmente irrisolti.

Anche nell'incontro odierno, riferito alla vicenda TERNA, sono state proposte delle soluzioni ma non sappiamo quali siano, lo apprenderemo magari dai giornali perché i resoconti che si stanno dando in quest'Aula di quello che accade sono esattamente resoconti di tipo giornalistico (apriamo il giornale e abbiamo esattamente le medesime notizie). Ci attendevamo, io mi attendevo, che oggi venissero portate, all'attenzione di quest'Aula, azioni concrete da farsi nell'immediatezza, risultati concreti, qualcosa di più delle parole che abbiamo avuto tra ieri, con l'intervento del Presidente, e oggi, con l'intervento dell'Assessore.

Quindi, ripeto, non sono soddisfatto di quel che è stato detto stasera, mi attendevo un qualcosa di più che non c'è stato. In questo senso, la preoccupazione è assolutamente ancora più viva di quanto non lo fosse ieri e, ovviamente, le mozioni restano. Ho apprezzato la proposta dell'onorevole Pittalis che ha detto "cerchiamo una soluzione condivisa", vedremo che cosa intendono fare i Gruppi politici, però da parte mia sicuramente c'è la necessità che si ponga in essere un'azione condivisa ma soprattutto che ci si metta in testa che bisogna andare con idee chiare, concrete, e con autorevolezza davanti al Governo; autorevolezza che fino a oggi mi pare oggettivamente sia mancata.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Assessore, a me sembra che siate un po' fuori dal mondo, non me ne voglia. Intanto due aspetti di metodo: in Consiglio regionale, e lei era chiamata a riferire e a replicare, si portano fatti concreti e non si anticipano le televisioni. Quello che lei ha fatto questa mattina è stato rilasciare un'intervista e i lavoratori sanno già le notizie che lei, tra l'altro in maniera così frammentaria, ha riferito oggi in Consiglio. Chiaramente sta destando scalpore: chi sono questi imprenditori locali? Si rende conto di quello che sta dicendo? Cioè che, da qualche giorno, state cercando di avviare una trattativa con imprenditori locali per la Vinyls? Una partita di questo livello, di livello nazionale, che ha occupato per anni, con l'isola dell'Asinara, oggi con operai che sono lì sulla torcia a 110 metri? Lei non può farlo, e non può farlo in sedi non istituzionali, lo fa dopo.

Così come credo che venga prima il Consiglio regionale anche dei sindacati, non è un giudizio di valore ma è un giudizio istituzionale, democratico: il Presidente Cappellacci doveva essere qui stasera; quale sunto doveva fare, a chi, su che cosa? Credo che ci sia necessità di rispetto, non solo per noi ma per quei lavoratori.

Allora, di che cosa stiamo parlando per quanto riguarda la Vinyls, qual è l'offerta dei brasiliani, qual è la pre-offerta fatta? Ne avete cognizione? All'incontro del giorno 17, sul quale era basata la mozione, non ha neanche fatto cenno! Assessore, l'incontro del "17" si terrà? Non si terrà? L'unica cosa certa che avevamo era una data, oggi mi pare che non abbiamo neanche quella, perché probabilmente l'intervento della Regione ha fatto in modo che quell'incontro non si tenga più.

Quindi, non solo non sono soddisfatto ma credo che il vostro atteggiamento, che non è di debolezza ma di totale assenza, meriti le dimissioni, assessore Zedda, perché credo che la Sardegna abbia bisogno di un Governo regionale, abbia bisogno di Assessori che siano all'altezza della situazione, abbia bisogno di una presa in carico delle problematiche, che certamente sono pesanti e certamente non nascono oggi, ma quei lavoratori hanno bisogno di certezze e non di prese in giro, ne hanno avuto abbastanza dal Governo, dai Ministri e da parte del Presidente della Regione, che oggi ha sbagliato a non essere qui, e ha detto chiaramente, con la sua assenza, che esistono vertenze di serie A e di serie B!

Non bastano le sue parole, Assessore, la fotografia dell'assenza, di quella sedia vuota, è chiaramente emblematica, si scelgono i riflettori, si sceglie quale vertenza può portare magari qualche telecamera nazionale e non si scelgono gli interessi della Sardegna. Credo che sia così. Venga a visitare lo stabilimento di Porto Torres, Assessore, porti il presidente Cappellacci, quei lavoratori non hanno ricevuto neanche un "sms" di solidarietà da voi! Credo che sia sbagliato: la Sardegna, Assessore, non è stata ascoltata a Roma, la Sardegna non solo non è stata ascoltata ma la Sardegna non è presente, la Sardegna non esiste perché non esiste la Giunta regionale ed è ora che ne prendiamo atto!

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

Ricordo che il tempo a disposizione per la replica è di tre minuti.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Sono sufficienti. Ha già detto abbastanza chi mi ha preceduto, in particolare adesso il collega Mario Bruno. Assessore, davvero è disarmante pensare che ci sia qualcuno che, non solo perché ha responsabilità, in questo momento, nel governare la Sardegna, ma perché dovrebbe avere un minimo di cognizione di ciò che ha tra le mani, non sogni nemmeno che si possa cedere un impianto come quello di Porto Torres a un imprenditore privato locale. Ho grande rispetto per l'imprenditoria locale, ma so che qualche problema l'hanno anche loro, se hanno ancora i pantaloncini corti, nessuno me ne voglia!

Però, sfrutto questi due minuti, un minuto e mezzo che mi resta, per una riflessione, assessore Zedda e poi decideremo che cosa vogliamo fare. Allora, siamo in presenza di ALCOA che non vuole vendere, per le cose che sappiamo: ha bisogno di abbassare la produzione per far aumentare il prezzo. Paolo Maninchedda, mi rivolgo a lui, in termini costruttivi: questo è uno Stato che tutela e garantisce la libera iniziativa privata, ma quando la libera iniziativa privata come questa, tra l'altro da almeno vent'anni sostenuta dalle risorse pubbliche, lede gli interessi generali della collettività, che cosa facciamo? Assessore Zedda, non ho fiducia in Monti, nonostante il mio Partito lo sostenga, e non sarà la soluzione a questi problemi perché ha un'idea che delega ai poteri finanziari la risoluzione dei problemi, e non si risolve in questa maniera. Sfido la Regione, quando ALCOA chiuderà, di impedirlo, dobbiamo esserci tutti anche con atti di leggi straordinari, anche se non è un compito nostro, non lo fa il Governo, facciamolo noi: impediamo ad ALCOA di chiudere quel sito produttivo, togliamo fuori gli attributi istituzionali, se ce ne sono!. E lo inizi a dire il Presidente della Regione, perché ha fatto male a non dirlo, ha fatto male a non dirlo neanche a De Vincenti, ha fatto male a non dirlo a Passera, loro non lo dicono perché non credono in uno sviluppo economico…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Dichiaro chiusa la discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Gruppo Misto). Presidente, chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 44, viene ripresa alle ore 19 e 12.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto e i consiglieri Segretari di raggiungere il banco della Presidenza. Grazie.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, può rammentarmi quanti minuti ho? Scusate, leggo sulle agenzie di stampa…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, siccome le ho dato la parola sull'ordine dei lavori, la prega di articolare la sua proposta.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Allora, senza riferimento alcuno a nulla e a nessuno. Mi risulta (vorrei sentire il Presidente della Regione e spero di essere smentito magari) che la situazione a Portovesme, nella fattispecie ALCOA, sia peggiorata. E' peggiorata, a me pare, compromettendo l'ordine pubblico e mettendo a rischio l'incolumità di quei lavoratori in lotta. Il tutto, Presidente, generato dal mancato rispetto, da parte di ALCOA, degli impegni che ha assunto solennemente nei confronti del Governo e della Regione. Chiedo che il Presidente della Regione intervenga immediatamente sul posto e, fisicamente, a nome di un'intera Regione impedisca che ALCOA metta in essere azioni di spegnimento delle celle.

Continuazione della discussione unificata delle comunicazioni del Presidente della Regione sulla vertenza ALCOA e delle mozioni Uras - Diana Giampaolo - Salis - Capelli - Barracciu - Sabatini - Cocco Daniele Secondo - Porcu - Sanna Gian Valerio - Agus - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sechi - Solinas Antonio - Zuncheddu sullo stato della vertenza Sardegna, con riferimento particolare alla situazione di grave crisi dell'apparato industriale sardo e in generale dell'intero sistema economico-produttivo isolano, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (206), Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sullo stato d'attuazione degli impegni assunti a seguito della sottoscrizione del protocollo d'intesa denominato Patto per il territorio, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (175), Cucca - Capelli - Barracciu - Lunesu - Mariani - Mula - Pittalis - Diana Giampaolo - Cuccu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Meloni Marco - Porcu - Corda - Bruno - Agus - Lotto - Solinas Antonio - Cocco Pietro - Uras - Sechi - Espa - Cugusi - Ben Amara - Salis - Cocco Daniele Secondo sulle condizioni che si sono verificate nell'area industriale di Ottana a seguito del disimpegno della società Terna nei confronti della Ottana Energia e sul suo declassamento, nonché sulle gravi ripercussioni sulle aree industriali sarde a seguito di tale declassamento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (190), Bruno - Diana Giampaolo - Uras - Salis - Ben Amara - Agus - Barracciu - Capelli - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla drammatica situazione dei lavoratori della Vinyls di Porto Torres e sull'intervento delle istituzioni regionali a sostegno della trattativa in corso col Ministero e con l'ENI, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (202) abbinate alle interpellanze Diana Giampaolo - Bruno - Cocco Pietro - Meloni Marco sulla trattativa di cessione dei comparti industriali di Assemini e Porto Torres alla società Ramco (83) e Bruno sui più recenti sviluppi della vertenza Vinyls e in particolare sul progetto di impiego dei lavoratori in CIGS per attività di pubblica utilità per la sicurezza (228)

PRESIDENTE. Ricordo che stiamo votando quattro mozioni: la mozione numero 206, Uras e più, la mozione numero 175, Cucca e più, la mozione numero 190, Cucca e più, e la mozione numero 202, Bruno e più. La mozione Uras riguarda la vertenza Sardegna, con particolare riferimento alle crisi industriali; le mozioni Cucca, numero 175 e 190, si riferiscono in particolare ai problemi della Sardegna centrale; la mozione Bruno si riferisce alla situazione della Vinyls.

Metto in votazione la mozione numero 206.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Dichiaro il voto favorevole alla mozione che ho firmato insieme ai colleghi del centrosinistra, al collega Capelli dell'API, e altri. Presidente, questa mozione si conclude con un impegno che riguarda il Consiglio regionale, che è identico a quelli già votati unanimemente dall'Aula e che sono contenuti negli ordini del giorno numero 80 e 76. Chiediamo due cose: prima di tutto il tavolo politico partecipato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi che, per sostenere questa richiesta, sia attivata, sul piano istituzionale e politico, una generale mobilitazione del popolo sardo.

Se dietro queste vertenze, che già sono gestite in modo frammentario, non si ha la netta sensazione che c'è tutta la Regione, che c'è questo Consiglio regionale, che ci sono i sindaci, che ci sono i Presidenti di provincia, che ci sono i sindacati, che ci sono le organizzazioni e le associazioni delle imprese, che ci sono cioè tutti i cittadini della Sardegna, sappiate bene che il risultato sarà solo uno: il fallimento! Presidente, se non saremo conseguenti con quanto abbiamo già deciso, e che richiama questo Consiglio regionale a un'azione in prima persona, diretta, noi non avremo più titolo a intervenire su queste questioni!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Noi non parteciperemo alla divisione di quest'Aula. Abbiamo cercato di avanzare una proposta per farla valutare, per capire che un'unità di intenti è una ribellione alla situazione che si è venuta a creare, tengo a precisare che ci sono alcune mozioni che sono state presentate nel mese di marzo di quest'anno. A marzo c'era un altro mondo, c'era una situazione diversa, oggi c'è un'emergenza della quale quest'Aula non vuole tenere conto! Quest'Aula non ha bisogno di dividersi e invece, ancora una volta, lo sta facendo. La gente ci chiede di essere aiutata e noi ci presentiamo al di fuori di quest'Aula con una divisione che non ha motivo di esistere! Queste divisioni a noi non interessano, non prendiamo parte a situazioni così allarmanti per un livello di democrazia che si sta abbassando sempre di più. Di conseguenza, chi se le vuol votare, chi si vuol dividere, si divida.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). In relazione alla mozione numero 206, chiedo una votazione per parti, cioè che venga votato separatamente il "considerato" posto alla prima pagina. Poi, in proseguo, chiederò la votazione per parti anche delle altre mozioni.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Steri, non ho capito bene. Si vota tutta la mozione, tranne il "considerato", per cui si chiede una votazione a parte?

STERI (U.D.C.-FLI). Esatto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dichiaro il nostro voto favorevole alla mozione, però mi preme sottolineare un aspetto. Abbiamo presentato una mozione, abbiamo provocato un dibattito, mi è sembrato anche un dibattito impegnato, interessante, purtroppo deludente per le aspettative, almeno nostre, ma non c'era e non c'è volontà di produrre divisioni. Non mi pare che sia stato sottoposto all'Aula un qualcosa di alternativo alle mozioni che abbiamo presentato come centrosinistra, se ce ne fossero state sottoposte altre o altri documenti, altri atti risolutivi del Consiglio, li avremmo esaminati. Non mi pare che questa mozione, lo dico al collega Sanna che ha abbandonato i lavori, abbia un elemento di rottura, anzi, ha richiamato in premessa gli ordini del giorno che impegnavano il Presidente a mettersi alla testa di un movimento dell'intera Sardegna, cosa che il Presidente della Regione ha puntualmente disatteso, si è sottratto gravemente a una richiesta, a un impegno del Consiglio regionale, delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni datoriali. La mozione richiama quest'ordine del giorno e richiama un secondo ordine del giorno, sempre del Consiglio regionale, successivo a quello che impegnava il Presidente della Regione che, ripeto, si è sottratto. Richiamiamo quell'ordine del giorno perchè il Consiglio regionale, in assenza di una disponibilità del Presidente della Regione, per un'assenza congenita sul piano istituzionale (perché non c'è mai stato nell'esercizio delle sue funzioni, da marzo del 2009 a oggi), surroghi il Presidente della Regione e assuma questa iniziativa. Di questo stiamo parlando! Quale divisione? Votando questa mozione, ribadiamo questo impegno, vi sfidiamo positivamente a riconfermare l'impegno di quell'ordine del giorno votando questa mozione, altro che dividerci!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, mi sembra utile ribadire quanto appena affermato dal collega Giampaolo Diana. Dopo la presa di posizione del Capogruppo del P.S.d'Az., ho riletto la mozione in discussione e sinceramente anche io non trovo alcun elemento di polemica, di contrasto, di divisione, assolutamente! Anzi, l'aver ricordato ripetutamente, in premessa e anche nella parte dispositiva della mozione, i due ordini del giorno unitari votati dal Consiglio, il numero 76 e il numero 80, è un richiamo esplicito a elementi di unitarietà e di volontà politica comune che il Consiglio regionale ha già esplicitato, non senza aver richiamato, quasi con le stesse parole espresse dal collega Giacomo Sanna, la drammaticità ulteriore del momento vissuto sia dai territori interessati che dal clima complessivo esistente in Sardegna per l'acuirsi della crisi industriale in esame.

Per cui, sono sinceramente sorpreso dalla presa di posizione del Gruppo del P.S.d'Az. e auspico che il Consiglio regionale, richiamando proprio quei due ordini del giorno (numero 76 e 80) che, precedentemente, sono stati approvati all'unanimità, possa votare anche questo documento che ribadisce i concetti espressi nei due precedenti e forza la necessità di una battaglia unitaria per la vertenza Sardegna per il complesso delle crisi industriali in esso richiamate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Corda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CORDA (P.D.). Dichiaro il mio voto favorevole ed esprimo un sentimento di preoccupazione per quanto sta succedendo nelle vertenze oggetto delle mozioni, condividendo quanto affermato da diversi colleghi circa la palese incapacità del Governo regionale dimostrata nella gestione delle stesse.

Presidente Cappellacci, anch'io credo che lei sia e debba essere il Presidente dell'intera Sardegna, deve rappresentare cioè, unitamente alle sacrosante ragioni dei lavoratori delle miniere e della grande industria, anche quei territori che non hanno miniere, che non hanno industrie, ma che subiscono e soffrono allo stesso modo gli effetti devastanti della crisi, finora in silenzio. Parlo, cioè, di quelle realtà che registrano una costante e inarrestabile perdita di posti di lavoro nel terziario, nei servizi, ma anche nei settori tradizionali dell'edilizia e dell'agricoltura, poiché si tratta di forze lavoro non aggregate, quindi incapaci di gesti collettivi eclatanti, non raggiungono gli onori della cronaca, per cui il lamento e il malessere di questo popolo resta inascoltato.

Parlo di quelle realtà in cui gli effetti della crisi si aggiungono alla cronica carenza di infrastrutture e uffici pubblici, dove quelli faticosamente e recentemente ottenuti vengono chiusi. Alludo naturalmente anche alla realtà della Gallura, in cui per effetto dei tagli del Governo scompaiono i pochi pezzi presenti dell'articolazione dello Stato, vedi la soppressione del Tribunale di Olbia, la chiusura annunciata della sede dell'Inail, dell'ufficio delle Entrate e dell'Inps, tutto ciò nell'assoluta noncuranza e nel totale colpevole silenzio del Governo regionale e del suo Presidente, incapace di contrastare e poi proporre una diversa e altra articolazione istituzionale.

Molto attivo e abile è, invece, Presidente, nel cavalcare demagogicamente l'onda referendaria. Presidente Cappellacci, la invito a levare alta e forte la voce, fino a quando sarà Presidente, come finora non ha fatto, perchè finora ha solo timidamente bisbigliato, nell'interesse dell'intera Regione e non di parti, pur importanti, di essa, anche della Gallura, il cui malessere, il disagio, l'esasperazione non ha ancora raggiunto il cosiddetto Palazzo, ma che potrebbe sfociare, senza voler cadere in inutili allarmismi, in pericolose e incontrollabili forme di dissenso sociale e di protesta, che possono mettere a rischio l'ordine pubblico e la tenuta delle stesse istituzioni democratiche, visto il crescente e diffuso distacco, quando non disprezzo, dell'intera classe politica che le gestisce.

Levare alta la voce, dicevo, anche se si ha ragione di ritenere che voi non siate in grado di rappresentare in modo adeguato le ragioni di una Regione…

PRESIDENTE. Onorevole Corda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Dichiaro il voto favorevole alla mozione, anche se ritengo che si sarebbe potuti arrivare a un ordine del giorno che potesse fare maggiormente sintesi del dibattito di quest'oggi. Ho apprezzato molto alcuni interventi, in maniera particolare quello dell'onorevole Vargiu. Mi dispiace non essere d'accordo sulle prospettive che l'assessore Zedda, che stimo parecchio, immagina per il futuro della Sardegna ma io non sono così ottimista sul fatto che la Sardegna possa avere un futuro industriale con quel tipo di filiera industriale, con le produzioni massificate, che possa competere in un mondo globalizzato, così come competeva oppure, meglio, quando non c'era la competizione, come facevano le partecipazioni statali.

Il mondo è cambiato, la chimica aveva un senso quando era sostenuta, oggi non lo è più, quindi voto a favore. Ma se ci fosse stato un ordine del giorno che avesse dato anche un minimo riscontro, avesse fatto cenno a quello che, (oltre che gestire le emergenze, che salvaguardare tutti i posti di lavoro, in tutte le zone industriali, delle quali parliamo da molto tempo) questo Consiglio regionale, in questa legislatura e nelle precedenti legislature avrebbe dovuto fare, avremmo potuto parlare anche di modello di sviluppo sostenibile possibile per la Sardegna, l'unica (o forse sono due i sistemi insulari nel Mediterraneo, ma potremmo allargarci anche a oltre il Mediterraneo) che non incentra il proprio sistema di sviluppo sul turismo.

Credo che, se riuscissimo a portare una volta tanto in questa legislatura un'azione legata al turismo, alla nautica (perché abbiamo parlato sì di golf, ma ne abbiamo parlato più in chiave edilizia, urbanistica, non in chiave di sviluppo turistico), senza aggiungere un solo metro cubo, potremmo cambiare il nostro modello di sviluppo, dare un'indicazione, dare un senso. Ritenevo utile un ordine del giorno perché pensare di affrontare ancora questo tema scrivendo nella prossima mozione: "Come detto nella mozione 206", perché questo succederà, cioè prorogando di qualche tempo la prossima crisi senza pensare al futuro, credo che non sia utilissimo per le future generazioni, forse per salvare i posti di lavoro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Presidente, annuncio il voto favorevole all'intera mozione. Lo specifico perché non mi pare che, nel "considerato", possa ravvisarsi una qualsiasi forma né di critica, né di polemica nei confronti di chicchessia. Il primo a scatenare la polemica nella giornata odierna è stato il presidente Cappellacci che, qualche ora fa, ha dichiarato a Sky Tg 24: "Lo Stato pensi ai lavoratori italiani e la smetta di far ragionamenti folli sulla politica industriale". Il presidente Cappellacci è legittimato a dire che il Governo sta facendo una politica folle di tipo industriale, e noi non saremmo legittimati a dire che è insoddisfacente l'attuale sviluppo nei confronti dello Stato? Non stiamo accusando né l'assessore Zedda, che non meriterebbe certo di essere accusata, né tantomeno stiamo accusando il presidente Cappellacci che invece, a sua volta, non ha bisogno di essere accusato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo molto brevemente per esprimere il voto a favore. Penso di rappresentare anche il sentimento, anzi, la volontà espressa dai Gruppi di maggioranza, almeno di quelli che sono presenti in Aula. Voglio dire al collega Giampaolo Diana, al collega Uras e al collega Salis che questa è una mozione dell'opposizione, dovete prendere atto che, come abbiamo detto, perché siamo coerenti anche rispetto alle cose che diciamo, che quando si dicono cose sensate, si scrivono cose sensate e si assumono impegni che hanno un senso e che vanno nella direzione di trovare le soluzioni più adeguate e più idonee per sostenere la vertenza della Sardegna nel confronto con lo Stato, non ci sottraiamo al voto a favore, ancorché sia un documento proveniente dai partiti dell'opposizione. E' questo spirito che noi vorremmo mantenere, anche nel confronto con l'opposizione, un confronto leale; soprattutto, vorremmo recuperare i motivi di coesione e di unità. Riteniamo che quel capoverso "considerato" non possa creare danno né risolvere altri problemi, quindi non è tanto il problema su quel "considerato" che ci preoccupa, ci preoccupa anzi in senso positivo l'aspetto del dispositivo che amplia la gamma, la sfera dei soggetti che devono essere chiamati al tavolo, a fianco al Presidente e alla Giunta regionale, in rappresentanza di tutta la Sardegna. Riteniamo sia un buon suggerimento che viene e, come tale, lo accogliamo positivamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Credo che proprio le ultime valutazioni sul "considerato", collega Pittalis, vadano analizzate alla luce di quello che sta accadendo. Dire che il rapporto tra Regione e Stato è insoddisfacente, significa confermare che il livello di impegno assunto qualche giorno fa, qualche ora fa, e che non si sta rispettando, appalesa in maniera evidente la debolezza della posizione istituzionale della Regione, e anche dello Stato, rispetto a questa situazione. Un conto è dire: "non spegniamo fino a novembre", un altro discorso è spegnere il giorno dopo aver detto quelle cose lì, il che dimostra, in qualche modo, lo spessore della trattativa.

Stamattina il Presidente, il nostro Presidente, diceva che stava "trattando", a me è sembrato, dalle dichiarazioni dell'impresa, che abbiano ribadito le condizioni senza ricevere risposta ed è tutto rinviato a un altro tavolo. Vorrei capire dove, quando e come si decide, anche perché, in queste ore, si stanno disattendendo le poche cose che sono state definite, cioè le proroghe, non le salvezze, le proroghe e non si rispettano manco le proroghe! Questo per dire, come quello che ho detto stamattina, che dovete capire che avete di fronte una società in malafede perché non vuole cedere niente ed è bene che ve lo mettiate in testa per rapportare il modo di trattare che si deve avere in queste questioni! ALCOA delocalizza, non cessa e non vuole concorrenti! Se non cambiate logica state continuando a prendere in giro la Sardegna e i lavoratori. Ecco perché andrebbe votato proprio il "considerato".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Ritiro la richiesta di votazione per parti.

PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 206.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 206.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mulas ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Stochino.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 55

astenuti 2

maggioranza 28

favorevoli 55

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione la mozione numero 175.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Annuncio il voto favorevole su questa mozione per i motivi che già ho esposto in precedenza. Al patto per il territorio esistente non è stata data attuazione, non ha avuto alcun seguito. Di fatto oggi l'Assessore ha rinnovato gli impegni a mantenere fede al contenuto di questa mozione, quindi credo non ci sia assolutamente nulla di straordinario nel chiedere appunto che questa mozione venga votata e si dia finalmente attuazione agli impegni assunti fino al 2010, quando ancora non era stato nominato l'attuale Assessore, in effetti c'era l'assessore Angioni quando venne firmato questo documento. Quindi si chiede semplicemente di dare atto e seguito agli impegni che la Giunta aveva già assunto fino a oggi senza esito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, utilizzo questi pochi minuti per dare qualche informazione in più, visto che prima non mi è stato possibile darle in particolare ai presentatori della mozione.

Intanto vorrei ricordare che, per quanto riguarda uno degli impegni, cioè l'esodo del personale della Nuoro Servizi, l'operazione è stata completata, come abbiamo avuto anche modo di verificare con le ipotesi delle finanziarie precedenti, proprio quest'anno si chiude completamente l'operazione. Inoltre ricordo che la parte dell'energia si è conclusa con le autorizzazioni e la realizzazione degli impianti fotovoltaici, mentre per quanto riguarda la parte relativa alla nuova centrale, al revamping del termovalorizzatore, che doveva avvenire tramite l'utilizzo del gas, ovviamente non è stato possibile ancora realizzarlo.

Per quanto riguarda il programma dei trasporti, credo che sia importante sottolineare che, con decreto del Ministero delle infrastrutture, è stato concesso il finanziamento dei 700 milioni per i progetti del territorio, ovviamente l'altro, come lei ha sottolineato, è ancora in sospeso. Per quanto riguarda la piattaforma logistica di Borore, non risulta alcuno stato di avanzamento; mentre per quanto riguarda la parte relativa all'altra infrastrutturazione, è stata inserita nel nuovo programma delle aree di crisi. Invece il depuratore consortile dell'ASI di Nuoro (che oggi è ovviamente il Consorzio industriale) è stato collaudato ed è già in esercizio dal 2011. Il riuso delle acque reflue industriali, che era un'altra parte del contratto, dovrebbe permettere di ricevere l'acqua con una tariffa a minor costo e, nel corso del mese di maggio 2012, il Consorzio industriale di Macomer, unitamente all'ARPAS, alla Provincia di Nuoro e all'Autorità d'ambito della Sardegna, ha sottoscritto il protocollo d'intesa con il quale le parti s'impegnavano reciprocamente ad adottare gli atti di rispettiva competenza, finalizzati all'adozione del piano di gestione per il riuso delle acque reflue proprio nell'impianto di depurazione di Macomer.

PRESIDENTE. Assessore, dichiari il suo voto.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Voto a favore.

PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 175. Chi la approva alzi la mano.

(E' approvata)

Metto in votazione la mozione numero 190.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, in effetti, la mozione reca la data del 13 giugno 2012, andrebbe quindi attualizzata ovviamente e, se mi consente, proverei a formulare anche il dispositivo nel senso di impegnare la Giunta regionale, anche alla luce di quello che ha già detto, a proseguire nell'immediatezza nel confronto istituzionale tra il Governo e tutti i soggetti coinvolti. La prosecuzione rimarrebbe quella già contenuta nel testo e ovviamente con la conclusione uguale. Il voto è favorevole per i motivi già esposti.

PRESIDENTE. Avevamo già verificato e valutato di eliminare, in sede di coordinamento, la data del 30 giugno 2012 che sarebbe stata veramente contraddittoria.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Presidente, annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo alla mozione numero 190 e approfitto dell'occasione per comunicare all'Aula, proprio in linea con la necessità di una maggiore vigilanza sugli accordi Stato-Regione, che i segretari territoriali del Sulcis hanno occupato la torre piezometrica dell'ALCOA per la ragione che l'azienda non sta rispettando il piano di fermata delle celle concordato con il Governo e con il sottosegretario De Vincenti.

Si è appena conclusa un'animata riunione con l'azienda, la dichiarazione è che non hanno abbastanza alluminio per rispettare l'accordo romano. Questa decisione è un segnale che innalzerà sicuramente l'attenzione e il livello dello scontro; a questo tipo di scontro, bisogna che anche questo Consiglio regionale risponda con una presenza e una mobilitazione che, da questi documenti, approvati unitariamente, trarranno sicuramente linfa. La situazione è veramente preoccupante e rischia di degenerare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il voto favorevole alla mozione che riguarda un altro territorio in sofferenza, anch'essa riconducibile all'interno della vertenza più generale, e per sostenere in via generale ogni cosa che richiama l'impegno dello Stato, ogni cosa che richiama l'impegno e i doveri delle imprese che operano, anche fossero multinazionali, nel territorio della Sardegna, ricordando gli obblighi dello Stato e di queste imprese sul terreno del ripristino e della bonifica ambientale. Rammento, Presidente, che in altre parti d'Italia, la magistratura è giustamente intervenuta anche con provvedimenti cautelari, provvedimenti di arresto di responsabili di danno ambientale.

Credo che (nell'ambito degli impegni, che noi abbiamo anche votato e che stiamo votando), in queste ore, si debba dare mandato all'ufficio legale del Consiglio regionale e all'ufficio legale della Giunta regionale di verificare che non vi siano elementi di responsabilità penale da parte del management di quelle imprese industriali che stanno smantellando la loro presenza senza alcuna osservanza delle norme di sicurezza ambientale. Credo che bisognerebbe dare un segnale in questo senso e che le istituzioni, in ragione dell'ordine del giorno che noi abbiamo approvato, debbano comportarsi di conseguenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Approfitto della dichiarazione di voto per dare gli ultimi aggiornamenti della giornata di oggi al Ministero. Intanto apprendiamo che è stato anticipato, quindi come conferma del tavolo, alla data del 26 settembre, il possibile incontro al tavolo politico con tutte le parti istituzionali, le organizzazioni sindacali e l'azienda. Nella giornata di oggi sono state verificate tutte le possibili soluzioni che però sono già contenute nel verbale di accordo del giorno 3 agosto.

Quindi credo di poter dire che sicuramente ci sono dei segnali positivi di riapertura appunto della trattativa, onde evitare quella situazione di pessimismo di cui anche lo stesso imprenditore, attraverso gli organi di stampa, ci ha reso noto. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 190.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 190.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 55

astenuti 0

maggioranza 28

favorevoli 55

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione la mozione numero 202.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Esprimo il voto favorevole alla mozione che è tendente a restituire valenza istituzionale e politica alla vertenza Vinyls, quindi a garantire la presenza delle massime istituzioni agli incontri presso il Ministero dello sviluppo economico; a chiedere al Ministero dello sviluppo economico di promuovere ogni azione per arrestare il degrado e l'abbandono dell'impianto e quindi compromettere definitivamente ogni possibilità di riavvio; a chiedere la possibilità di proroga della cassa integrazione scaduta il 9 giugno e impegnare la Giunta regionale a promuovere una grande assemblea nello stabilimento Vinyls di Porto Torres con tutte le istituzioni del territorio, per riportare l'attenzione dell'opinione pubblica e del Governo su una vertenza che, come abbiamo sentito anche dalle parole dell'Assessore, non trova ancora una soluzione definitiva e una chiarezza che invece quei lavoratori attendono e che, con questa mozione, noi vogliamo in qualche modo sollecitare e riportare all'attenzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA (P.d.L.), Assessore dell'industria. Per quanto riguarda le date, confermo quanto detto nel mio precedente intervento. Non so chi abbia comunicato la data del 17, a oggi a me non risulta questo incontro. Confermo che la Regione Sardegna sarà presente per tutta la trattativa che riguarderà la vertenza Vinyls, volevo anche dire che, in ordine alla pre-offerta che, come ho precisato prima, dovrà essere poi confermata per essere vincolante, il prezzo proposto, a me non è dato saperlo perché ancora fa parte di una trattativa commissariale straordinaria, per ora vi posso solo dire che è ritenuto congruo, di più ovviamente in questa fase non possiamo sapere, contempla l'assunzione di tutti i dipendenti Vinyls e prosegue l'attività identica a quella della Vinyls.

Inoltre volevo anche dire che io non vivo su Marte, per correttezza istituzionale ho già dichiarato, in precedenti dibattiti, in cui abbiamo affrontato il tema della Vinyls, che vi erano altri imprenditori interessati; confermo oggi che la Regione Sardegna ha il contatto diretto con due gruppi di imprenditori che operano già nel territorio sardo. Per correttezza, viste le trattative in corso, poiché, come ho detto, prevale la gestione commissariale, non è dato ancora diffondere (perché nessuno di loro mi ha autorizzato ancora a dirlo) il loro interesse; non appena si formalizzerà la manifestazione d'interesse, sarà mia cura anticiparlo all'Aula.

Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Chiedo Presidente il voto per parti di questa mozione dal "premesso che" fino a tutto il "considerato che". Poi, per parti, il punto 1, rispetto al punto 2 e 3 che possono essere votati congiuntamente, e l'ultimo capoverso ugualmente per parti.

PRESIDENTE. Praticamente possiamo mettere in votazione tutta la mozione tranne il punto 1, "impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale" e poi l' "impegna altresì il Presidente e la Giunta regionale…" che costituiscono oggetto di un'altra votazione.

Metto in votazione la mozione tranne le parti che ho menzionato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.) Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte della mozione numero 202 che comprende tutto il testo tranne il punto dell' "impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale" e l' "impegna altresì il Presidente della Giunta regionale".

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Uras e Zuncheddu hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 55

maggioranza 28

favorevoli 55

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte della mozione numero 202, comprendente il punto 1) dell' "impegna il Presidente" e l'ultimo capoverso.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Vargiu ha votato contro e che la consigliera Zuncheddu si è astenuta.

Rispondono sì i consiglieri: Barracciu - Bruno - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - Dedoni - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 52

votanti 49

astenuti 3

maggioranza 25

favorevoli 22

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 54, viene ripresa alle ore 20 e 13.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di proseguire i lavori domani mattina, alle ore 10 e 30, con l'esame della mozione numero 205 e, a seguire, le relazioni di maggioranza e minoranza sulla legge sulla flotta sarda, di sospenderli domani sera per dare la possibilità ai Gruppi di approfondire la legge all'esame del Consiglio e di riprenderli venerdì mattina alle ore 10 con l'esame delle mozioni su Carbosulcis e sugli incarichi.

Il Consiglio è pertanto convocato domani mattina, giovedì 13 settembre, alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 20 e 14.