Seduta n.167 del 22/12/2010 

CLXVII SEDUTA

(POMERIDIANA)

Mercoledì 22 dicembre 2010

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

La seduta è aperta alle ore 16 e 44.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 16 novembre 2010 (159), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Angelo Francesco Cuccureddu, Marco Meloni, Valerio Meloni, Antonio Pitea e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 22 dicembre 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di intervenire presso il Ministero della difesa per la riapertura dell'arruolamento a favore dei soggetti dichiarati inidonei a causa della carenza enzimatica G6PD (favismo)". (443)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sull'eliminazione delle cause ostative alla procedura di liquidazione delle pratiche dell'Asse II del Piano di sviluppo rurale - annualità 2007-2008-2009". (444)

"Interrogazione Cuccureddu - Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative allo stato giuridico degli autisti soccorritori che operano nel servizio 118". (445)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul passaggio dei depositi dell'Aeronautica militare e della Marina militare dalla Regione Sardegna all'Ente foreste della Sardegna". (446)

"Interrogazione Campus, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'arte dei lavori di revisione del Piano urbanistico comunale di Sassari e sulle procedure necessarie per pervenire alla sua approvazione definitiva". (447)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione al Centro regionale di formazione professionale ex ENAIP di Ales". (448)

"Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di emergenza che si è venuta a creare sul Rio Mare Foghe nei Comuni di Riola Sardo, Nurachi, Baratili S. Pietro e Zeddiani". (449)

"Interrogazione Diana Giampaolo - Bruno - Espa, con richiesta di risposta scritta, sul mancato reclutamento da parte dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari di farmacisti altamente qualificati idonei agli esiti di concorso pubblico e sull'affidamento dell'incarico dell'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT del comparto della farmacia ospedaliera a farmacisti non specializzati, di cui non è nota la graduatoria di selezione". (450)

"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sul procedimento di verifica di coerenza del Piano urbanistico comunale di Oristano". (451)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul bando pubblico per assegnazione di terreni agricoli in affitto ubicati nel Comune di Sant'Andrea Frius approvato con determinazione del direttore del Servizio infrastrutture dell'Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura n. 469/2010 del 20 ottobre 2010". (452)

"Interrogazione Meloni Valerio - Manca - Bruno - Lotto - Caria - Espa - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disservizi all'utenza determinati dalla carenza di personale nel Dipartimento di salute mentale della ASL n. 1 di Sassari". (453)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla verifica di coerenza del Piano urbanistico comunale di Oristano al Piano paesaggistico regionale". (454)

"Interrogazione Zuncheddu - Uras, con richiesta di risposta scritta, sulle presunte irregolarità delle assunzioni e della gestione dei concorsi presso la ASL di Nuoro". (455)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di preservare il servizio di guardia medica nel Comune di Burgos". (456)

"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dell'incubatore tecnologico realizzato da Sviluppo Italia nell'agglomerato industriale di Porto Torres". (457)

"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure relative al bando di gara per il servizio di gestione in outsourcing e digitalizzazione degli archivi dell'Azienda sanitaria locale di Sassari". (458)

"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla vertenza tra i lavoratori della società GEAS e Trenitalia in merito ai lavori in appalto di pulizia delle carrozze ferroviarie". (459)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi e sulle anomalie create dall'attività dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale nei rapporti fra AGEA (organismo pagatore regionale), ARGEA (Ente di erogazione regionale non ancora certificato come pagatore) e gli operatori agricoli". (460)

"Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sugli ostacoli che impediscono l'attuazione del Piano di azione per il superamento del digital divide e la connessione adsl alla rete internet nelle borgate agricole di Sassari". (461)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dei trasporti ferroviari in Sardegna e sulla cancellazione di tutti gli interventi previsti dal Contratto di servizio tra lo Stato e le ferrovie". (462)

"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione del Consorzio di bonifica del basso Sulcis". (463)

"Interrogazione Cucca - Cocco Daniele Secondo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle vicende attinenti l'istituzione del Consorzio Filiera del suino sardo". (464)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla opportunità di rimborsare l'intera assistenza farmacologica dei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) e sclerosi laterale amiotrofica (SLA)". (465)

"Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla malattia che colpisce le piante nel Comune di Pula a causa del Punteruolo rosso delle palme". (466)

Continuazione della discussione generale congiunta del Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF) (12/A) e dei disegni di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A) e "Bilancio di previsione per l'anno 2011 e bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013" (220/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale congiunta del Documento numero 12/A e dei disegni di legge numero 219/S/A e 220/A.

Ha facoltà di parlare il consigliere Sabatini, relatore di minoranza.

SABATINI (P.D.), relatore di minoranza.Presidente, la discussione di questa finanziaria parte con un fatto importante: l'approvazione dell'ordine del giorno. E'certamente un fatto importante, però, lo voglio dire, non è un fatto straordinario, perché dà seguito a una richiesta che noi facevamo da mesi, da settimane, poi si è arrivati finalmente ad avere la possibilità di trovare un momento in cui ci si è potuti confrontare. Si è aperto un confronto tra l'opposizione e la Giunta regionale e questo confronto è avvenuto sulle carte, sulle disposizioni, sulle tabelle. Abbiamo avuto finalmente la possibilità di confrontarci, perché - anche questo lo voglio dire con molta nettezza - è vero, il Presidente della Commissione ha ricordato di aver posto lui alla Giunta una serie di domande, come Presidente della Commissione, nelle scorse settimane, negli scorsi mesi, ma queste domande e queste risposte spesso sono state insufficienti e parziali, quindi non ci hanno soddisfatto, così come le audizioni e le spiegazioni che l'Assessore ha avuto modo di svolgere in quest'Aula e in Commissione.

Finalmente abbiamo avuto, credo, un confronto vero e reale; poi, nelle settimane, abbiamo scoperto fatti nuovi, che prima non si conoscevano, come ad esempio il fatto che la Regione Autonoma della Sardegna incamera delle compartecipazioni in modo diretto e non in modo trasferito dallo Stato. Mi chiedo, era proprio necessario che l'opposizione andasse a occupare l'Aula per aprire un confronto con la Giunta regionale? Io credo che noi non avremmo acconsentito a un atto che, devo dirlo, abbiamo compiuto con difficoltà e che, quando l'attuale maggioranza era all'opposizione e ha avuto modo di farlo, noi avevamo fortemente criticato; eravamo in difficoltà, l'abbiamo fatto perché non si riusciva, fino a qualche giorno fa, ad avere un confronto reale e concreto sui dati con la Giunta regionale.

Ci siamo arrivati e siamo arrivati a conclusione in modo positivo, l'hanno detto i miei colleghi stamattina, approvando un ordine del giorno che mette in chiaro quali sono gli impegni, quali sono gli obiettivi condivisi e nel quale, qualora non si realizzassero gli obiettivi che noi abbiamo trascritto e descritto, la Giunta assume l'impegno di impugnare il bilancio dello Stato. Quindi, un fatto che giudichiamo positivo anche perché c'è un riconoscimento della validità dell'articolo 8. Articolo 8 che, fortemente criticato in passato, quasi sbeffeggiato, dichiarato come una riscrittura inutile del regime delle nuove entrate, oggi viene riconosciuto e ci fa piacere che, negli incontri che abbiamo avuto nei giorni scorsi, la Giunta sia partita proprio dagli accordi che furono firmati dalla precedente Giunta regionale.

Questo accordo si inserisce pienamente, a mio parere, nel percorso della riforma del federalismo fiscale; infatti le compartecipazioni crescono se crescono i tributi, e i tributi crescono se cresce il prodotto interno lordo, quindi se si allarga la base produttiva, e il crescere delle compartecipazioni significa più politiche dello sviluppo, oltre che la possibilità, visto che abbiamo verificato che i trasferimenti e le compartecipazioni possono crescere nel tempo, di assumere maggiore autonomia come Regione Autonoma della Sardegna. Quindi, un fatto importante per lo sviluppo della nostra Isola.

La maggioranza ha sollevato critiche anche con una conferenza stampa: "L'opposizione occupa l'aula e ritarda l'approvazione della finanziaria, quindi danneggia l'Isola". Noi siamo convinti che sia un danno per l'Isola avere meno trasferimenti dallo Stato e non che, se si perde qualche settimana per ragionare su un tema di questa importanza, si faccia un danno alla Sardegna, non credo che sia tempo perso, ma che il tempo sia bene utilizzato. Abbiamo fatto bene a porre il problema e a chiarire qual è il quadro e qual è lo stato della vertenza sul nuovo regime per le entrate. Non abbiamo perso tempo e non abbiamo inteso danneggiare la Sardegna. Credo anche che più entrate ci saranno, più avremo la capacità di rispondere a uno stato di crisi.

Vedete, ci ripetiamo vicendevolmente i numeri di questa crisi, di un'economia che va a rotoli, parliamo di uno Stato di disagio che si vivrebbe nella società, ma continuo a rimanere convinto che la politica faccia difficoltà a prenderne coscienza, a capacitarsi delle tantissime situazioni di difficoltà che si consumano attorno a noi e che stanno mettendo le famiglie, i disoccupati, i giovani e gli anziani, in uno stato di profondo disagio. Ho riportato, anche nella relazione che ho consegnato alla Presidenza, diversi dati, se ne potevano citare anche molti di più, dati allarmanti che ritroviamo in tutte le analisi dei centri di ricerca, ma i dati non bastano a spiegare questa crisi, non sono sufficienti, avremmo bisogno di una politica più attenta alle istanze della società, più attenta nella lettura dei processi economici e sociali che attraversano la nostra società. Direi anche una politica più prossima, più vicina, più addentro, al fine di capire per compiere le scelte migliori, più giuste e più efficaci.

Se da un lato ci troviamo a fare i conti con una crisi gravissima, dall'altro siamo di fronte a una crisi del Paese che rischia di minare le fondamenta dell'unità nazionale con processi di regressione che stanno facendo emergere gli interessi locali, le divisioni, gli egoismi più che le solidarietà. Oggi c'è un pericolo evidente (ad esempio attraverso la riforma) che il federalismo fiscale si trasformi in una mannaia per le Regioni economicamente più deboli e con più ritardo di sviluppo. Uno Stato quindi che tradisce i principi fondamentali della sua Carta costituzionale, uno Stato in forte difficoltà a svolgere la funzione di garanzia. Oggi sempre più spesso si verifica che chi più alza la voce, chi ha più forza politica, chi è più capace di aumentare la sua forza contrattuale ottiene di più, porta a casa i risultati, gli altri soccombono; questa è la situazione attuale, questa è la situazione con cui la politica sarda deve ogni giorno fare i conti. Una complessità economica che mette in forte difficoltà la nostra Isola, anche nei rapporti con lo Stato che guarda sempre più le Regioni del meridione con insofferenza.

Da qui, la necessità di un Governo regionale quanto mai forte, autorevole, espressione di una maggioranza coesa, capace di coinvolgere la società sarda e di farla sentire parte di un progetto. Le difficoltà che ho brevemente descritto avrebbero bisogno proprio di una Giunta e di una maggioranza con queste caratteristiche. Caratteristiche, però, lo dico con rammarico, che non vi appartengono, ma è evidente a tutti, certamente a noi che siamo qui dentro, alla maggioranza e all'opposizione. Basterebbe pensare a quello che è successo in Commissione bilancio, con continue interruzioni dei lavori, poi con il ritiro di tutti gli emendamenti, infine con il rifiuto da parte del Presidente della Commissione a svolgere la relazione di maggioranza. Se chiedessi a uno qualsiasi di voi quali sono le rivendicazioni che la Regione Autonoma della Sardegna porta avanti sul tema del federalismo fiscale, quali sono i termini delle trattative, chi mi saprebbe rispondere in questo momento? Che cosa sappiamo sui fondi per le infrastrutture? Sulla Sassari-Olbia? Siamo garantiti da questo documento, il Piano nazionale per il Sud, l'avete letto? E' uno sterile elenco, non c'è alcuna concretezza, nessuna certezza; non scherziamo, non può essere un documento di questo genere che garantisce la Sardegna!

Sul Patto di stabilità abbiamo rinunciato a trattare. L'Assessore ci ha detto: "E' aperto un tavolo delle trattative"; intanto era nelle nostre prerogative poter trattare formulando una proposta entro il mese di ottobre, proposta che non c'è stata, quindi abbiamo rinunciato, mentre altre Regioni l'hanno fatto e quegli accordi sono stati recepiti dalla legge finanziaria nazionale. Un Governo regionale che quindi ritengo debole nel confronto con lo Stato, ma altrettanto debole nell'affrontare la crisi economica. Infatti questa è una manovra debolissima, per niente coraggiosa, di galleggiamento, priva di acuti, non contiene alcun provvedimento capace di mitigare gli effetti della crisi che, nel 2011, produrrà un ulteriore indebolimento del sistema produttivo già fortemente provato da un biennio 2009-2010 di congiuntura pesantissima.

Non solo, ne contestiamo anche l'impostazione perché continuate in una sistematica concentrazione delle risorse nel solo ed esclusivo controllo della Giunta. Non si tratta di una manovra snella e asciutta, com'è stato detto, si tratta di una vera e propria legge delega che trasferisce il controllo alla Giunta, e in modo particolare all'Assessorato della programmazione, senza vincoli di indirizzo e di destinazione. Si afferma di voler operare attraverso le leggi di settore, ma tutte le risorse per le leggi di settore vengono ridimensionate, vorremmo capire quindi come si opera attraverso le leggi di settore, quali sono le vostre scelte, quali leggi di settore intendete finanziare. La sola dotazione per l'artigianato passa da 43 milioni a 29 milioni di euro, rispetto al 2009 la contrazione è pari al 52 per cento, capiamo che molti di quegli stanziamenti hanno generato negli scorsi anni residui, residui che tuttavia non sono stati creati dall'incapacità delle imprese, ma dall'insufficienza e dall'incapacità di una macchina amministrativa di mettere in atto i bandi e gli atti burocratici nel tempo previsto. Quindi il taglio per l'artigianato è pesantissimo.

Faccio un altro esempio meno importante, ma significativo, per capire il senso di quello che sto dicendo. Abbiamo approvato quest'anno pochissime leggi, tra esse quella sugli oratori parrocchiali che prevedeva, già per il 2010, 5 milioni di euro. Bene, per il 2010 avete tagliato i 5 milioni di euro e non avete previsto nulla per il 2011. Una legge cui avevate dato grande importanza, una battaglia di principio, grande enfasi, avete tagliato lo stanziamento, cioè significa che il Consiglio approva le leggi e la Giunta le cancella! Nel comma 7 dell'articolo 1 si rafforza il fondo, istituito con la finanziaria 2009, destinato allo sviluppo di attività produttive, che stanziava 100 milioni di euro ad anno, con l'accorpamento a questi poi dei fondi per i PIA, i piani integrati d'area. Il potere programmatorio di suddetto fondo è anche qui nell'assoluto controllo della Giunta, mettendo in evidenza ancora una volta la volontà accentratrice dell'Esecutivo.

Noi crediamo che questo metodo vada modificato. La Giunta regionale si affida, per gli interventi urgenti di contrasto alla crisi per l'occupazione e per il lavoro, al solo articolo 3 della legge finanziaria, che è nata su pressione del sindacato, delle forze sociali. Questo articolo 3 stanzia 45 milioni di fondi di bilancio della Regione per l'attuazione di un piano di interventi contenuti in un piano pluriennale per la cui approvazione si rimanda a un disegno di legge collegato. Il disegno di legge collegato rimanda all'approvazione, per l'anno 2011, di un piano di gestione da approvarsi attraverso una delibera di Giunta entro 90 giorni dall'approvazione del collegato, previo il parere della Commissione competente del Consiglio regionale da esprimersi entro 20 giorni. La pochezza delle risorse stanziate e la lunghezza delle procedure scelte renderanno del tutto inefficaci e inutili le azioni che si deciderà di attuare. Crediamo che non si affronti così il tema del lavoro, che non si affronti così il tema della crisi. Si tratta di misure che giudichiamo insufficienti a rispondere allo stato di emergenza dell'economia isolana.

Come si è avuto modo di affermare nella premessa, la manovra finanziaria, se valutata nel suo complesso con l'esame dei suoi documenti fondamentali e degli allegati che ne fanno parte, non ha un senso logico, almeno noi non lo troviamo. Non risulta esserci un coordinamento, né è possibile capire quali siano le linee portanti dell'azione di governo che si intende mettere in atto.

Il DAPEF contiene nelle premesse una serie di affermazioni che non trovano riscontro operativo nei successivi paragrafi dedicati alle strategie, né è possibile riscontrare consequenzialità tra le affermazioni riportate nel DAPEF e i pochi commi di cui è composta la legge finanziaria e gli stanziamenti previsti nel bilancio. Il DAPEF ci pare il risultato di una raccolta di relazioni scritte dalle direzioni generali degli Assessorati, prive di un benché minimo coordinamento programmatico. E' emblematico il documento sullo stato di attuazione della spesa sanitaria nel quale, dopo aver detto in questi anni "peste e corna" dell'operato della precedente Giunta di centrosinistra, vi fate un autorichiamo a riprendere tutte le azioni messe in campo dall'allora assessore Dirindin, affermando che solo così si potrà riportare la spesa sotto controllo.

Noi siamo felici di questa vostra affermazione, certo non vediamo poi gli atti conseguenti a quello che voi affermate, ma a parte quella che definirei distrazione, superficialità, il tema del disavanzo della sanità, unito a quello del disavanzo di Abbanoa, è un problema preoccupante e gravissimo. In Sardegna la spesa sanitaria, così come è stato confermato dalle dichiarazioni dell'Assessore della sanità anche stamane, è fuori controllo con un disavanzo di bilancio che sembrerebbe superare i 250 milioni di euro. La situazione è destinata a peggiorare vista la mancanza di azioni mirate alla riqualificazione e alla razionalizzazione della spesa nel settore sanitario. E' una situazione che ci dovete dire come volete risolvere e come volete riportare sotto controllo.

Non meno preoccupante è la situazione legata ai conti di Abbanoa, società che gestisce nell'isola il sistema idrico integrato: si è passati da un disavanzo di 191 milioni di euro nel 2001 a un disavanzo di 634 milioni nel 2009, con una crescita percentuale dell'indebitamento del 331 per cento. Dall'analisi dei risultati di esercizio si evince, inoltre, che le perdite tra il 2005 e il 2008 sono quasi raddoppiate. Nel 2008 si è registrato un deficit di bilancio pari a 13 miliardi e 358 milioni di euro, che nel 2009 si è ridotto a 11 milioni solo grazie allo stanziamento di circa 40 milioni di euro di contributo regionale. Questa è la situazione, una situazione gravissima che peserà profondamente sul bilancio della nostra Regione.

Altro tema è quello dei residui. Premesso che rimane la pregiudiziale del tema legato al regime delle nuove entrate, che speriamo si possa concretizzare, così come è scritto nell'ordine del giorno che abbiamo approvato, una proposta che l'opposizione intende formulare riguarda l'abbattimento dei residui che attualmente ammontano a 5 miliardi e 228 milioni di euro, una cifra che si avvicina praticamente al valore della stessa manovra finanziaria. Come risulta dai documenti presentati in Commissione bilancio, parte dei residui sono addirittura risalenti all'esercizio del 2001, altre cifre importanti le abbiamo nel 2002, nel 2003, cioè risalgono ad anni molto lontani dal 2011. Crediamo che tale situazione non sia più sostenibile...

PRESIDENTE. Onorevole Sabatini, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento e che il tempo a disposizione è di venti minuti.

E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come tutti ci auguravamo, siamo riusciti a superare quella che è stata per noi, più che una provocazione, una sollecitazione nei confronti dell'Esecutivo in merito alla vertenza entrate, un problema che è stato presente in quest'Aula fin dai primi giorni dell'insediamento di questo Parlamento sardo. E' una vertenza che impegna noi tutti in difesa degli interessi dei sardi, in difesa di quelli che sono i doveri di un Governo regionale. Siamo convinti che il nostro comportamento, forse agli inizi accolto con una certa diffidenza, si pensava che non si arrivasse a tanto, è servito, è servito a tutti noi, voi compresi, a prendere atto che le battaglie si vincono solo se si ha la determinazione di lottare non dico come guerrieri, ma di lottare convinti della bontà delle idee che si difendono. Il risultato, almeno un qualche risultato (così è stato commentato stamattina nel corso del dibattito), è avvenuto e dai banchi dell'opposizione si è dato atto al presidente Cappellacci e all'Esecutivo di aver accolto le sollecitazioni che, con forza e in modo eclatante, l'opposizione in quest'Aula ha posto all'attenzione di tutti, devo dire accolte anche con rispetto, equilibrio e considerazione da parte della stampa.

Io credo che siamo di fronte a una situazione drammatica, rappresentata dai temi che continuano a essere, con toni, con angolature, con visioni diverse, sollevate dai vari consiglieri regionali. Nelle province sarde non si vive bene e di conseguenza possiamo concludere che la Sardegna vive un momento di forte malessere. Questa è proprio una verità che emerge con prepotenza oggi e ci chiama a responsabilità forti. Una situazione che nasce da una disoccupazione crescente con punte incredibili e drammatiche nel settore femminile e giovanile. Il numero di imprese registrate che segnano il passo, anzi diminuiscono per effetto di numerose cancellazioni, e il numero medio dei protesti o delle vendite giudiziarie è diventato ormai una presenza massiccia e imponente nei quotidiani sardi come mai avevamo visto in tempi passati. Se un dato ci può consolare, ma non ci consola, forse andrebbe analizzato anche con maggior criticità, è il dato che gli organismi nazionali riportano sul calo di criminalità in Sardegna. Non voglio usare, come dire, posizioni allarmistiche, in qualche modo ci dovremmo consolare, ma probabilmente anche la stessa riduzione della criminalità nasce dal fatto che il disagio economico e la crisi che attraversa ogni parte della nostra terra probabilmente hanno messo in difficoltà anche le azioni criminali, almeno quelle contro il patrimonio e contro i beni di consumo.

La qualità dei servizi è pessima. Ci sono condizioni generali di scarsa qualità dei servizi, emerge con drammaticità la scarsità in termini di qualità dei servizi scolastici, ma è anche in forte peggioramento la qualità dei servizi sanitari. Problemi come l'acquisto della prima casa rimangono tra quelli di primo ordine in questa Regione e, mentre assistiamo indifferenti al fenomeno dello spopolamento dei centri minori dell'interno, si crea una pressione abitativa e un'emergenza abitativa nei centri più grossi e nei centri costieri. Prima il collega Sabatini ricordava che bisogna rimettere in moto l'economia e allargare la base produttiva; ma come fare tutto questo? Come mettere in moto un meccanismo come questo? Allora, in primo luogo occorre difendere i trasferimenti dallo Stato e le risorse a cui la Regione può attingere per dare risposte nei momenti importanti come questo in cui ci approntiamo a predisporre lo strumento finanziario che governerà la spesa e l'impegno della Regione Sardegna nel 2011.

E' per questo che, dopo aver assistito, a volte limitandoci alla denuncia, tutti, ai vari tentativi di furto di fondi destinati alla Sardegna, iniziando dai fondi FAS, in particolari i fondi per la Sassari-Olbia, per le bonifiche e altro ancora, ci troviamo di fronte a una situazione drammatica all'interno della quale vanno fatte delle scelte. Un elemento fondamentale e indispensabile per chi si appresta a dare allo strumento di previsione una sua validità, una sua capacità di prevedere e di incidere, laddove emergono le emergenze più drammatiche, è che occorre conoscere concretamente in modo veritiero l'importo delle entrate. Questo è stato il motivo per cui noi abbiamo insistentemente sollecitato, attraverso l'occupazione di quest'aula, la Giunta a occuparsene, non è un caso che, già dall'incontro svoltosi ieri mattina, è emerso che potevamo disporre di ulteriori finanziamenti, che hanno superato i 2 miliardi di maggiori entrate di cui il bilancio regionale può disporre.

Dobbiamo far fronte a situazioni drammatiche come quelle dell'emarginazione, della povertà, del bisogno; incidere perché ci sia una maggiore equità sociale da parte di una società che vede una separazione sempre più forte, una forbice sempre più larga tra una ricchezza concentrata in poche mani e una povertà diffusa in ampi strati della popolazione.

Intervenire su un bilancio complessivo come quello che ci accingiamo ad approvare è sicuramente un compito non difficile, ma che ci porterà a operare delle scelte che faremo magari in modo più puntuale nel corso del dibattito, quando andremo ad analizzare gli articoli; anche attraverso la proposta di emendamenti evidenzieremo quelli che, secondo noi, sono gli aspetti più problematici e le priorità da mettere in evidenza e da affrontare. Sicuramente abbiamo alcuni problemi. Abbiamo subito lamentele e proteste, da parte delle diverse categorie, che, nel corso del 2010, ci sono state presentate anche in modo energico dai pastori, dagli operatori del settore dei trasporti, da quelli della sanità e anche dal mondo della scuola, che oggi è in rivolta e il cui reclamo non riguarda, in termini di contestazione e di protesta, solo la riforma della legge scolastica del ministro Gelmini, ma denuncia una situazione di grave disagio nella nostra Sardegna.

L'edilizia scolastica è un settore che ho richiamato più volte all'interno di quest'Aula. E' un settore che non ci fa onore. La scuola è un'istituzione fondamentale, per la formazione dei nostri studenti, per la formazione dei nostri giovani, per dare a essi una preparazione e una competenza per affrontare la vita senza la quale sarà sempre più complicato competere con altre realtà d'Italia e d'Europa. Noi abbiamo una diffusissima presenza di strutture scolastiche inadeguate e inefficienti che non rispondono agli standard imposti dalle leggi, leggi dello Stato che individuano in che modo deve essere data la risposta al fabbisogno della popolazione scolastica con strutture adeguate. Forse una non opportuna programmazione in tempi passati oggi fa sì che numerosi edifici scolastici vengano chiusi per mancanza di utenza scolastica, soprattutto per le scelte di accorpamento fatte nei confronti della formazione delle classi, e rimangono invece carenti, laddove c'è una maggior pressione scolastica, le strutture di prima necessità.

Nelle nostre città mancano strutture per l'offerta turistica, per la promozione delle attività culturali e di spettacolo, senza le quali, badate, non si dà risposta ai bisogni dei nostri giovani, delle nostre comunità, ma soprattutto è impensabile avanzare un'offerta turistica adeguata senza le strutture essenziali. Noi non possiamo permettere che, in una città ad alta vocazione turistica come Alghero, rimanga in piedi (monumento all'inefficienza, cattedrale nel deserto) un palazzo dei congressi costato oltre 20 miliardi di vecchie lire, o probabilmente molti di più, con grandi problemi per quanto riguarda un'ipotesi di gestione e di funzionalità per gli altissimi costi che avrebbe nel momento in cui dovesse essere aperto e messo in funzione e lasciamo cadere invece tra l'indifferenza generale una struttura come quella rappresentata dal cinema teatro Selva, costruita nel 1930, opera di un grande architetto dell'epoca, l'architetto Morandi, che avrebbe dato risposte concrete in termini di funzionalità all'attività turistica congressistica, culturale, teatrale, musicale e assembleare, per una città che ha assolutamente bisogno di strutture come queste e che non dispone di altro.

Siamo in una situazione di difficoltà economica, questo lo comprendiamo, però in ogni caso è opportuno sottolineare aspetti come questi, soprattutto nei confronti di un Governo regionale che, in tempi passati, è intervenuto in altre realtà, come le città di Cagliari, di Sassari, di Olbia, di Tempio, di Iglesias, di Nuoro e di altre che probabilmente non ricordo e che dimentico, recuperando strutture che il privato non era più in grado di gestire e delle quali si è fatto carico mettendole poi a disposizione degli enti locali che hanno avuto la capacità di metterle a regime e di offrirle a una fruizione pubblica per la propria comunità e, come dicevo prima, per l'offerta turistica.

Abbiamo interventi sconclusionati per quanto riguarda le scelte di altre infrastrutture che (comunque insisto, perché voglio mettere in evidenza questo aspetto) sono strutture fondamentali ed essenziali per le nostre comunità e che potrebbero essere utilizzate per l'offerta turistica soprattutto se pensiamo a un'offerta turistica che, superando il periodo estivo e la balneabilità, diventi un'offerta dilatata nell'arco di tutto l'anno.

Mancano strutture sportive, gli amici Riformatori hanno avanzato una proposta di legge per quanto riguarda i campi da golf, nel merito della quale entreremo, discuteremo e manifesteremo le nostre posizioni, ma resta il fatto che le nostre città, le nostre località sono prive di strutture turistiche essenziali per la pratica e la promozione turistica dei nostri giovani e per offrire, come integrazione all'offerta monumentale, culturale, gastronomica, architettonica, al visitatore e al turista un'opportunità maggiore. Abbiamo l'esigenza di mettere a regime la funzionalità di un sistema portuale, che è carente, che non avuto un'adeguata progettualità, che ha subito interventi di realizzazione di opere pubbliche senza una programmazione e una visione globale, e questo ha impedito la realizzazione di strutture che avessero una funzionalità e una ricaduta economica e occupativa nei territori oltreché una ricaduta d'immagine che è fondamentale per promuovere l'immagine Sardegna da un punto di vista turistico proprio per le ragioni che dicevo prima.

Allora, sarà un discorso che sicuramente ci vedrà dividerci anche sulle scelte che l'amministrazione regionale ha avanzato con la sua proposta di bilancio, così come traspare dagli interventi che sono stati fatti in occasioni precedenti o sulla stampa, è una manovra debole, è una manovra che non dà risposte reali ai veri bisogni dei sardi, sui quali naturalmente le ristrettezze economiche ci porteranno a fare delle scelte, dei distinguo, però devo dire che, per concludere il mio intervento e riservarmi di entrare invece nel merito di singoli aspetti nel corso del dibattito, ci sarà sicuramente bisogno di ragionare e concordare, così come più volte voi avete sollecitato, l'individuazione di priorità. Ci avete spesso detto: "Dateci dei consigli, collaborate e suggerite, offrite una disponibilità perché sia possibile superare ed evitare lo scontro frontale". Questo lo faremo nel corso del dibattito e ci auguriamo che, da parte vostra, ci sia disponibilità e attenzione alle nostre richieste e alle nostre proposte.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Assessori, Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, in questo importante momento diciamo che salutiamo, anche con grande gioia, questa volontà comune di riuscire a porre un punto fermo nei rapporti con lo Stato per i trasferimenti delle risorse fondamentali e utili per la nostra vita civile non foss'altro perché, come è stato detto anche dall'onorevole Maninchedda, questa è disparità tra le province a Statuto speciale e le province a Statuto ordinario, per cui credo che sia doveroso tenere alto e vivo questo aspetto perché l'incertezza dei trasferimenti limita fortemente la partita di spesa.

Io ricordo l'esperienza vissuta da sindaco, quando non riuscivo a stilare un bilancio reale perché attendevamo con trepidazione i trasferimenti della Regione Sardegna, partite certe senza le quali non era possibile alcuna programmazione pena il doverci poi ritornare qualora avessimo avuto (e la abbiamo avuta in qualche momento) anche la volontà di proporre il bilancio proprio per la fretta di dover avere lo strumento finanziario utile ad avviare le attività del comune. L'incertezza dei trasferimenti ci ha portato nuovamente in Consiglio a variazioni di bilancio, tagliando partite che l'opinione pubblica aspettava che venissero messe in atto mentre invece le abbiamo dovuto sopprimere. E' quindi sicuramente anche una prassi non corretta, non rispettosa del lavoro del Consiglio, ma tantomeno poco rispettosa nei confronti dei nostri amministrati, dei concittadini.

Nel merito questa finanziaria mi sembra molto debole; già la relazione di maggioranza dell'onorevole Maninchedda lascia forti margini a dubbi, una relazione che mi sembra doverosa per ragioni politiche, ma che non entra nel merito delle scelte forti da farsi in questa fase di grave crisi economico-finanziaria che attraversa la nostra Regione. Oggi richiamiamo la necessità e l'urgenza degli interventi. Però mi sembra che, dalla relazione di maggioranza, questo elemento venga riproposto come elemento cardine, c'è la necessità comunque di avere trasferimenti certi; se non vado errando, anche dall'analisi generale, mi sembra che l'applicazione dell'articolo 8 in questa Aula, in qualche momento, venne, come dire, sbeffeggiata, oggi invece ci fa intravedere una prospettiva che è anche piuttosto allettante; pur facendosi carico dei servizi come la sanità e i trasporti, si parla addirittura di 2 miliardi di euro, mi sembra una cifra notevole, 2 miliardi di euro, , una cifra di tutto rispetto, tenuto conto che il bilancio della Regione oggi è sui 6 miliardi e 700 milioni di euro.

Quindi ritengo che, su questo fronte, dobbiamo proseguire con determinatezza e credo anche che sia necessaria l'unità del Consiglio. Sono fiducioso che la Regione Sardegna riesca a non essere cenerentola fra le Regioni d'Italia ma che ponga quella prima pietra che serva di avvio al federalismo fiscale che ormai incombe. L'insoddisfazione per questo bilancio viene, mi sembra, anche sistematicamente enunciata un po' da tutte le Commissioni,dalla stessa maggioranza, pur a fronte di una approvazione che sembra più tecnica e doverosa e che è pienamente condivisa. Faccio solo alcuni passaggi perché il tempo sicuramente non me lo consente, non parlo delle riflessioni della minoranza, parlo solo delle riflessioni della maggioranza, quindi prendo atto di questo filo che lega un po' tutte le Commissioni e che lascia questo senso, a mio avviso, di insoddisfazione.

La prima Commissione appunto, per fare qualche enunciazione con riferimento alle materie di competenza, segnala l'importanza e la necessità di avviare una riforma organica del sistema di finanziamento agli enti locali, tema più volte affrontato in questa Aula e ribadito in più occasioni dalle autonomie locali, nonché sottolineato anche nel parere espresso dalle autonomie locali, il 30 novembre scorso, le quali ci comunicano e ribadiscono che la crescita della Regione passa attraverso le politiche mirate in tema di impresa e lavoro, infrastrutture, istruzione e formazione, ma ci ricordano anche che la politica finanziaria della Regione non fa altro che aggiungersi alle gravi ripercussioni sui bilanci degli enti territoriali, in particolare dei comuni, derivanti dalla manovra correttiva estiva del Governo e dalla legge di stabilità che lo stesso Governo ha emanato. Una riduzione quantificata in una percentuale pari al 13,1 per cento è un dato estremamente pesante, tenuto conto che la realtà regionale, come tutte le realtà d'Italia, è costituita dai comuni, che sono l'elemento più vicino ai cittadini, ai quali dovremmo prestare più attenzione.

Anche qui ci sarebbe da ragionare in termini di riordino della riforma regionale, che dovrebbe vedere l'organismo regionale più come organismo diciamo legislativo, che come organismo gestionale, cedendo anche in Sardegna, ne abbiamo parlato altre volte, potere agli enti locali, con la possibilità che il cittadino sia in grado di misurare realmente le scelte politiche, che spesso non riesce a comprendere, o non riesce a valutare, proprio per la distanza tra il comune cittadino e la Regione Sardegna. Quindi è un dato pesante per i comuni che, in quest'Aula, spesso hanno segnalato le difficoltà di affrontare i temi più semplici, che sono le risposte immediate ai bisogni dei cittadini, e quelli elementari, che sono il sostegno alle fasce più deboli, alle persone in grave difficoltà occupazionale, alla sistemazione minima anche dell'assetto urbano, dell'arredo urbano, che comunque è un elemento importante che denota la capacità e l'attenzione che questa Regione Sardegna ha anche nei confronti di un settore produttivo e importante qual è il turismo.

Rischiamo di trovare i nostri centri poco accoglienti, perché non ci sono risorse per il decoro dei centri storici e, quello che appunto è l'aspetto essenziale, delle facciate delle nostre abitazioni, è un elemento fondamentale. E' un'accoglienza strana quella di un'isola bellissima, che tutti apprezzano, che poi si scontra appunto con l'impatto con i nostri centri che sono disordinati e poco curati. Non diamo una bella immagine, non diamo la possibilità di accattivare la venuta e lo stare nella nostra Isola. Questi sono elementi che incidono nell'economia della Regione Sardegna, sono semplici cose, ma i comuni le percepiscono, hanno bisogno di risorse per quelle poche cose essenziali. Anche quando abbiamo affrontato il tema della legge sulla casa, abbiamo chiesto che si intervenisse, ponendo risorse per quei cittadini che non ne hanno, perché il Piano casa è un piano a beneficio di chi ha risorse, ma noi sappiamo che la pochezza delle nostre abitazioni…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Agus, prego i colleghi di prendere posto.

AGUS (P.D.). Grazie. Dicevo che si dovrebbe intervenire proprio in capo a quelle fasce deboli della popolazione che in questo periodo particolare non ha risorse. Allora l'investimento, anche pubblico della Regione, nei confronti di questi cittadini, che comunque concorrono all'abbellimento dei centri urbani, è comunque una massa finanziaria che mette in moto l'economia, perché sappiamo che anche quei piccoli lavori, che spesso i comuni mettono in atto per dare risposte ai bisogni dei cittadini, rappresentano una massa finanziaria che muove l'economia, che fa lavorare gli artigiani, i commercianti e così via. E' uno degli aspetti che, a mio avviso, in questo momento di particolare difficoltà economica non può essere sottaciuto. Quindi, quando parliamo di sostegno ai comuni, non stiamo parlando di chissà quale opera, ma di cose semplici e utili, che servono tutti giorni in termini essenziali del momento, ma anche in prospettiva per settori economici di rilevante importanza. Per questo, quindi, si chiede che la dotazione del Fondo unico sia portata ai livelli concessi almeno nel 2010, livello peraltro inferiore alla quota normata dalla legge e che, anche per il 2010, comunque è stata ridotta per coprire il deficit della sanità, questa è un po' la giustificazione.

Mi chiedo se, anche per il 2011, varrà la stessa prassi, visto che il buco della sanità nel 2010 ha raggiunto, penso, oltre 240 milioni di euro. Mi chiedo ancora: saranno gli enti locali a pagare l'insufficienza della Giunta per la mancanza di riforma sanitaria, che dovrebbe essere invece il corretto strumento per un riordino di efficienza ed efficacia nel giusto contenimento della spesa? Oggi mi pare basato esclusivamente su tagli e soppressione, un percorso più facile e più semplice rispetto a un'elaborazione più incisiva e più determinata. Metodo rapido ed efficace, dicevo, per l'obiettivo finanziario, ma pessimo per il mantenimento e il miglioramento dei servizi. Basta leggere la stampa per capire che cosa sta avvenendo nella sanità sarda, con le continue contestazioni dei Commissari, oggi prorogati per l'assenza di un progetto sanitario organico, che pareva nascere da un momento all'altro, e i Commissari, dopo un anno, continuano nel loro compito lodevole ma non necessario alla sanità sarda.

Tutti siamo consapevoli dell'impatto della sanità nel bilancio regionale, è la voce più significativa, è quella più significativa e relativa al servizio più delicato e sensibile dei cittadini. Solo questo fatto avrebbe dovuto motivare la Giunta a porvi rimedio nel più breve tempo possibile, invece abbiamo dovuto attendere la discesa del Ministro per richiamarci al nostro dovere e riprendere il dibattito. Credo che ci siano in Sardegna le condizioni e le esperienze per fare della sanità sarda una sanità di eccellenza, che potrebbe rappresentare un'attività anche economica se parliamo di eccellenza. E non scandalizzi nessuno se l'eccellenza poi porta economia nel territorio. Io credo che varrebbe la pena di soffermarci e tentare, qualche esempio l'abbiamo, anche in questi ultimi giorni, basterebbe leggere le pagine dei dossier di Panorama sui centri di eccellenza in Italia, anche in Sardegna questo può avvenire.

Direi, banalmente e brutalmente, che questo è uno strumento di turismo sanitario, chiamiamolo così, perché le persone, per curarsi, sono disposte a tutto, anche a spostarsi da una Regione all'altra, pur di avere il meglio dell'assistenza. Non credo che debba essere accantonata l'idea, visto e considerato che questo Parlamento dovrà affrontare il tema, non deve essere accantonata, ripeto, l'idea di puntare su alcune peculiarità che possono dare alla Regione Sardegna anche la visibilità internazionale e la capacità di dare risposte in questo settore di grande rilevanza umana. Credo che torneremo sul tema. Quindi, dare maggiori risorse agli enti locali perché, in questo momento di grave crisi economico-sociale, gli enti locali sono l'unico baluardo dello scollamento sociale dei sardi.

Ma ancora, lo denuncia la seconda Commissione, i forti ritardi nell'avanzamento dei programmi dei fondi europei per il sociale (FES), per lo sviluppo regionale (FERS), per il fondo agricolo di sviluppo rurale (FEARS), in relazione agli obiettivi di spesa al 31 dicembre 2011. Da questa Commissione, e sempre sulle posizioni espresse dalla maggioranza, si segnala una generalizzata riduzione degli stanziamenti, con i tagli degli Assessorati, in modo particolare la riduzione nei confronti del settore trasporti, mentre lo Stato ci taglia completamente fuori dall'ammodernamento della rete ferroviaria. Anche questo, una Regione, che punta allo sviluppo economico, non può sottacere e non può non investire su infrastrutture primarie come la viabilità e i trasporti. Sappiamo quanto ci costano i servizi in Sardegna e quanto ci sia la necessità di infrastrutturare una realtà regionale, che possa essere integrata la rete viaria con la rete portuale e la rete aeroportuale; è un sistema integrato necessario, ripeto, per un'economia possibile, per uno sviluppo possibile e per un'integrazione europea nel contesto del Mediterraneo, dove la Regione Sardegna occupa una posizione di notevole rilevanza geografica, che favorisce l'interscambio e consente appunto di recuperare anche in questo settore, elementi di grande portata economica. Bisogna crederci, bisogna lavorarci, bisogna adoperarsi perché sistemi di questo tipo non vengano vanificati dalla limitatezza delle risorse e quindi anche da scelte rese inutili oppure parzialmente adottate.

Sul governo del territorio, poi, c'è una riduzione di circa il 4 per cento dell'ammontare complessivo, che viene definito in linea con la finalità generale della manovra; mi sembra anche questa un'analisi triste. Insomma, ci consoliamo sul 4 per cento dei tagli sulla manovra, quindi "mal comune mezzo gaudio"! Credo che questo debba essere un altro elemento di attenzione. Non è che tagliamo tutto e ci sentiamo più sereni, non va bene così! Io sono più del parere di valutare quali siano gli elementi necessari, più importanti e più impellenti e operare una scelta, senza dover tagliare ma semmai aggiungere laddove si reputa che quell'intervento sia in questo momento più utile ai sardi, più che fare appunto un taglio generalizzato del 4 per cento per sentirci un po' tutti più sereni. Pensavo che le finalità della manovra fossero altre e non la semplice riduzione generale del 4 per cento, viste le condizioni, a noi tutti note, in cui versa la Sardegna.

Per non parlare poi del 20 per cento di riduzione dello stanziamento per i lavori pubblici rispetto a quello precedente; che dire, se è una voce estremamente importante per il rilancio economico? A tutti è noto il fattore endogeno dei lavori pubblici che, come tutti sappiamo, incentiva l'occupazione, l'attività artigianale, il commercio e le imprese. Uno degli elementi che sono sempre stati punto di riferimento per muovere l'economia: i lavori pubblici. Noi sappiamo da quanto tempo molte opere pubbliche sono in attesa di manutenzione, in attesa di interventi, lo stesso discorso che ho fatto per le civili abitazioni, potrei farlo per tutte le opere pubbliche che in Sardegna da tempo, a mio avviso, non ricevono risorse adeguate per il loro mantenimento, perché non perdano di valore, perché non vadano in disfacimento.

Quindi, ripeto, si tratta di fare scelte, io credo che il bilancio sia più corretto avendo delle priorità e non il fine di accontentare un po' tutti e questo Consiglio dovrebbe avere il coraggio di incominciare a scegliere e individuare le priorità perché alcune cose possono ancora attendere, altre meno, per tutta una serie di ragioni; basterebbe affrontarle una per una e capire quali possiamo tralasciare e quali invece possiamo sostenere. Mi pare preoccupante anche l'ultimo capoverso (approvato dalla maggioranza) del paragrafo riguardante i lavori pubblici della relazione della quarta Commissione, ove si afferma: "La Commissione ritiene, infatti, dannose e controproducenti le riduzioni di stanziamento introdotte che, se non opportunamente aggiornate, produrranno effetti deleteri in delicati e centrali settori dell'Amministrazione regionale". Quindi è la stessa Commissione che riconosce questo settore come uno dei più importanti. Potrei continuare, ma mi limito solo a dire alcune cose perché il tempo non me lo consente.

La Quinta commissione, nonostante l'ultimo grande sforzo per il mondo agricolo, sottolinea ancora l'esigenza di una maggiore attenzione verso tutti i settori del comparto dell'agricoltura da parte della programmazione regionale e lo stanziamento di risorse adeguate alla grave crisi in corso, questo è un elemento che abbiamo affrontato in quest'Aula ed è nata una legge per avviare un processo di riforma. Bene, ancora oggi la Commissione dice (e ancora giustamente sottolineo io): ma davvero pensiamo che il mondo agricolo e agropastorale possa assurgere a industria primaria in Sardegna nell'ottica di un nuovo modello di sviluppo…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, io vorrei chiedere soltanto due minuti di attenzione da parte dell'assessore La Spisa, ricordandogli o, meglio, rileggendogli quanto ha dichiarato stamattina in sede di discussione sulla nota problematica delle entrate, conclusasi con un ordine del giorno unanime. Assessore La Spisa, come lei sa, e credo di aver contribuito, sono sempre stato dell'opinione, e continuo a esserlo, che la legge finanziaria debba essere "la legge finanziaria", cioè una pura legge tecnica, così come riportato nella "11", che è la legge di bilancio. Per questo, insieme ci siamo battuti, perché la legge finanziaria non fosse più quella legge omnibus nella quale si scaricavano tutte le esigenze dei territori rappresentati in questo Consiglio, con problematiche di norme intruse, con campanili da finanziare, orticelli e quant'altro. Credo che, in questi anni, abbiamo raggiunto un buon risultato, limitando l'azione della legge finanziaria a quel che deve essere.

Ecco perché, da tempo, da anni, la mia attenzione ricade sempre, seguendo questo principio, sulla legge di bilancio. Siamo in sede di discussione della manovra finanziaria per cui apriamo i nostri interventi e poniamo la nostra attenzione sull'intera manovra di bilancio, costituita dal DAPEF, dalla legge finanziaria, allegati tecnici e quant'altro, bilancio, le relazioni sulla spesa e via dicendo.

Vorrei richiamare un attimino l'attenzione per quelli che realmente vogliono seguire questa sessione di lavori sul bilancio (io concentro sempre le mie attenzioni su quello) e, prima di intervenire sul bilancio, vorrei ricordare quanto da lei detto stamattina e cioè che abbiamo dimostrato stamattina un grande senso di responsabilità unitario sulle entrate, ma che dobbiamo dimostrarne altrettanto nel governo della spesa, perché queste risorse, che sono un bagaglio prezioso e tutti sappiamo quanto prezioso in questo momento, rappresentano un patrimonio prezioso di una Regione speciale come la nostra, e vanno spese bene, vanno spese per lo sviluppo, vanno spese per contrastare tutte le forme di emarginazione e di povertà e per dare servizi adeguati ai nostri cittadini. Ci ha detto ancora l'assessore La Spisa che queste risorse non vanno più spese con decisioni irrazionali e irresponsabili che tendono o rischiano di tendere ad alimentare una struttura e a non trasferirle nel sistema sociale ed economico della Sardegna, e che dovremmo tutti essere disponibili a dimostrarlo. Queste sono le sue parole di stamattina, anche se non testuali, io credo che siano parole decisamente sentite e che non si possono non condividere. Non si possono non condividere!

Allora, ancor di più, concentro la mia attenzione sulla legge di bilancio e vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su alcuni aspetti premettendo che è mancata, ovviamente, la normale istruttoria della legge di bilancio in Commissione per fatti noti e meno noti, per situazioni contingenti non abbiamo fatto come sempre un'adeguata istruttoria della legge di bilancio: ritiri degli emendamenti, confronti quanto basta ma non abbiamo sicuramente approfondito rimandando tutto poi all'analisi d'Aula che, ahimé, mi sa che è un po' condizionata e lo sarà perché andiamo a discutere una legge sotto le feste di Natale ancora distratti - o sempre distratti - dalla fretta e dalla necessità di festeggiare il Santo Natale presso le nostre famiglie.

Se questo è vero, Assessore, non ho sicuramente il tempo e comunque non intendo impiegarlo per fare una analisi dettagliata e analitica delle singole voci di bilancio che comunque mi sono permesso di fare. Mi chiedo perché alcuni capitoli di bilancio continuano a esistere e sono adeguatamente e inopportunamente coperti e altri invece li ritroviamo con il segno meno? Guarda caso, noi troviamo, in vari capitoli, sostanziosi aumenti di investimento ma sono e rispondono a ciò che lei ha indicato stamattina correttamente all'Aula? I 6 milioni e passa mila euro, che noi continuiamo ad alimentare nei capitoli per la pubblicità istituzionale, per esempio, hanno davvero quel ritorno e rispecchiano quel senso di responsabilità che lei ha richiamato stamattina, che deve essere presente per tutti i consiglieri? Sono davvero degli strumenti che poi hanno una ricaduta reale in un momento difficile, molto difficile, con margini di manovra di bilancio risicatissimi, e non sto qui a ripetere il perché e il per come?

Ha ancora un senso che noi mettiamo nella libera disponibilità di chicchessia, che sia esso presidente, consigliere o quant'altro, questi fondi che poco e nulla, poco e nulla, hanno come ricaduta reale e funzionale? Penso per esempio a quelli che ho sempre richiamato e sostenuto: i trasferimenti alle società sportive professionistiche, che io continuerei a dare; ma non vedo perché questi fondi! Tutto il resto, che tra l'altro ha un sostanzioso capitolo di residui, i quali vanno spiegati quanto meno, perché dobbiamo continuare ad alimentarlo? Crea posti di lavoro? Non mi sembra. Crea stabile futuro per i nostri giovani? Non mi sembra neanche questo, realmente non ci credo, e la prego di non attardarsi a spiegarmi che magari così è, sappiamo benissimo che così non è!

Dall'altra parte vedo che, lavorando un po' sui numeri, continuiamo a dire che magari la legge numero 162 è coperta come nelle annualità precedenti, lavoriamo sulle economie e quant'altro, ma di fatto manca all'appello qualche decina di milioni sulla legge numero 162. E sto sempre tenendo presente il contrasto a tutte quelle forme di emarginazione e di povertà da lei richiamato stamattina!

Ancora continuiamo a finanziare dei capitoli, alcuni ho cercato di metterli in evidenza, tra i quali ce n'è uno che sicuramente avrà delle motivazioni; sapete, cittadini sardi, cittadini sardi, e non solo consiglieri, quanto spendiamo noi nell'amministrazione regionale, non solo per gli Assessorati ma nella amministrazione regionale per indennità e rimborsi di spese di trasporto ai dipendenti dell'amministrazione regional,e o comunque in servizio presso di essa, per missioni in territorio nazionale ed estero, compresi quello del gabinetto e quant'altro? Quest'anno, io fatto la somma, anche perché ho visto degli aumenti di impegno di spesa, spendiamo 3 miliardi e 313 mila euro! Per chi non fosse ancora ricollegato nel conteggio diretto, sono circa 6 miliardi delle vecchie lire, si diceva una volta. E non credo che siano tutti utili e indispensabili!

O ancora, sapete quanto mettiamo in bilancio per il fondo per la retribuzione di risultato al personale dirigente dell'amministrazione regionale? Sapete che cosa è l'indennità di posizione e di risultato? E' quella indennità che si riceve senza essere valutati, ma soltanto perché si è svolto un ruolo dirigenziale. E quando in Commissione abbiamo chiesto quali valutazioni sono state fatte degli innocenti presidenti di agenzia, ci è stato detto: "Nessuna valutazione, è sempre stato fatto così". E' agli atti della Commissione! E quest'anno, nel nostro bilancio, ai 2 milioni e 299 mila euro che abbiamo assestato nel 2010, aggiungiamo 1 milione e 348 mila euro per un totale di 3 milioni e 647 mila euro di indennità di risultato che, se ci fossero, per carità sarebbe giusto, corretto, contrattualmente dovuto, ma io, dopo aver chiesto, non ho trovato un presidente delle nostre agenzie, dei nostri enti, che ci abbia spiegato come arrivano a determinare l'indennità di risultato che, guarda caso, è uguale per tutti, non ha una diversificazione in base al risultato che si è ottenuto! E anche qui ci impegniamo qualche "milionata" di euro!

Oppure, anche questa è una voce in aumento, le spese per il trattamento economico fondamentale e accessorio dei direttori generali esterni con contratto di lavoro a tempo determinato: qui cerco di tenere la calma! Noi abbiamo visto dei presidenti e dei direttori con buste paga da 240-260 mila euro cadauno per non riportare alcun risultato all'attenzione dell'amministrazione regionale! E il contratto continua a esserci! E' stato un brutto vizio del passato e noi continuiamo a mantenerlo, si parla sempre dei costi della politica ma si parla poco dei costi dell'amministrazione. Il Consiglio regionale, anche grazie a un intervento perentorio della Giunta, contribuisce quest'anno con i suoi 8 milioni di euro in diminuzione. Tutti dobbiamo in qualche modo contribuire ed è giusto che, dal bilancio del Consiglio regionale, vengano tolti 8 milioni di euro; ma dove vanno, per alimentare chi, per alimentare che cosa? Dovremo chiedercelo una buona volta, dovremo pur farla questa analisi di bilancio!

Ovviamente non richiamo tutti i residui presenti nei capitoli che sto enunciando e che sto leggendo dal collegato tecnico. Scopro anche che paghiamo danni del passato, perché bisogna essere coerenti, bisogna essere corretti, non è un'accusa, ma i cittadini sardi devono sapere che, in questo bilancio, per esempio noi rendiamo 42 milioni di euro alla Comunità europea; rendiamo noi, Regione Sardegna, in un momento difficile, per errori del passato che non sto assolutamente caricando alla Giunta attuale, 42 milioni di euro alla Comunità europea! Siccome non ci facciamo mancare nulla, altrettanti 42 milioni di euro sono di rimborsi allo Stato di quote di assegnazioni statali non impegnate per l'applicazione di leggi statali, totale 84 milioni di euro!

Ancora ci sono le solite quote di interessi dei soliti mutui di ammortamento per il ripiano del disavanzo delle ASL, ancora scopriamo che nei capitoli di alcuni enti ritroviamo residui o, meglio, somme non impegnate che mi auguro, Assessore, che nel rispetto della legge vadano riprese e mandate in economia e non sicuramente tenute nella disponibilità di quegli enti. Abbiamo agenzie che hanno per esempio 110 milioni di euro in banca, così c'è stato detto dal presidente, 110 milioni, su conti diversi, di fondi non spesi per l'edilizia residenziale pubblica, non impegnati neanche nonostante la corsa degli ultimi mesi per cercare di impegnarli; ahimè c'è quella famosa norma che noi abbiamo approvato nella precedente finanziaria in cui non basta più l'impegno ma ci vogliono impegni giuridicamente perfezionati. E non è corretto correre (parlo di questa agenzia, per non parlare di altre), nel dire a quel presidente, a quel consigliere di amministrazione di non preoccuparsi tanto saranno reintegrati. Te li integriamo perché? Perché in tanti anni non si è riusciti a dare una risposta alla gente per i bisogni della gente, per la necessità di una casa per la gente e noi andiamo a dirgli di non preoccuparsi, che glieli ridiamo perché è stato bravo a non fare nulla, nel non fare il suo lavoro, per il quale ha preso anche l'indennità aggiuntiva di posizione, cioè essendo dirigente viene premiato, gli si lasciano quei denari e poi si viene qui a dire che dobbiamo pensare alle classi meno abbienti, agli ultimi, a chi ha più bisogno! Stiamo davvero pensando nel bilancio regionale a chi ha più bisogno?

Potrei continuare nell'elenco richiamando per esempio gli impegni per studi e progettazioni. Sappiamo tutti che cosa sono: consulenze. Oppure ancora ritrovare in questo bilancio (abbiamo tutti noi, anche io ho votato la legge per gli uffici stampa degli Assessorati e dei portavoce) un ulteriore aumento di spesa per il 2011, sapete benissimo come si interviene per risanare l'economia sarda: con i portavoce e con gli addetti stampa! L'importante non è fare - e bene fanno il loro lavoro, e non sto criticando il loro lavoro - ma saper comunicare "che stiamo pensando a voi". Allora si finanziano per 600 mila euro le agenzie di stampa, incrementando anche quest'anno ulteriormente il fondo del 2010, si incrementano le risorse finanziarie per aumentare la corte della politica, per aumentare le convenzioni, che noi tanto abbiamo discusso, tanto abbiamo rimproverato nel passato ad altri, allora mi dico che dobbiamo fare l'istruttoria del bilancio in Aula! Dobbiamo necessariamente, colleghi! Lo dico a chi magari, mi permetteranno questi colleghi, ha visto meno finanziarie di qualcun altro qui dentro.

Questa finanziaria l'abbiamo definita come nel passato, certo molti dicono che non ha un'anima, perché si richiama l'anima quando ci sono le chiese, i campanili e quant'altro, e una finanziaria tecnica a me sta bene. Forse. Mi consenta, Assessore, qualche indicazione pur tecnica all'interno della finanziaria. Mi permetterò di segnalarle qualche emendamento, che annuncio adesso in Aula, e lo farò alla finanziaria. Voi sapete tutti che noi rilasciamo autorizzazioni o, meglio, il termine non mi sembra corretto, rilasciamo autorizzazioni per le energie rinnovabili, quindi perché si possa utilizzare il fotovoltaico, l'eolico, eccetera. La Sardegna non incassa nulla. Sulla produzione, anche per quanto riguarda il nostro Statuto, è specificato che possiamo avere qualcosa, un ritorno di quanto si produce, con le energie idroelettriche, perché nel 1948 non esisteva l'energia alternativa fotovoltaica, o eolica, o biomasse, o quant'altro. Perciò noi a cosa ci limitiamo come Sardegna? A fare l'istruttoria. Puoi farlo, non puoi farlo, entro questi limiti, entro queste quantità imposte per la produzione a livello della Comunità europea, rilasciamo delle autorizzazioni e non incassiamo un centesimo, non incassiamo un centesimo! Allora io avanzo una proposta, Assessore, poi vediamo quali saranno i vincoli di legge, abbiamo già visto che ci sono state delle tasse di scopo, che sono state bocciate per ovvi motivi: è possibile che noi non riusciamo a condizionare questa produzione e dire che un importo di 0,05 centesimi per chilowatt prodotto possa rimanere in Sardegna, per qualsiasi tipo di produzione? Così incrementiamo le entrate nostre destinandole anche specificatamente ai settori che la Giunta vorrà, a quegli ultimi, all'ambiente, a tutto ciò che è necessario e che non possiamo fare perché abbiamo un ristretto margine di manovra. Io proporrò questo per la finanziaria, ma proporrò soprattutto, perché bisogna essere propositivi e non sempre solo critici, anche la massima attenzione nella lettura e nell'approvazione dei vari capitoli di bilancio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessori, vedo una sorta di fretta, una strana accelerazione e, in parte, una consueta sottovalutazione di quello che stiamo facendo. C'è in uso da noi che, subito dopo l'avvio della discussione generale, tutti vadano a prepararsi l'intervento, intervento che probabilmente non tiene conto del fatto che l'Aula, l'Agorà, serve per confrontarci e per avere le cose giuste da dirci. Invece che stare nelle nostre stanze a prepararci dei rituali, dovremmo essere qui a discutere, a confrontarci, ed è una brutta cosa in un momento in cui la manovra finanziaria, colleghi, non è un passaggio ininfluente. Vorrei anche spiegare perché.

Stamattina noi abbiamo fatto un passaggio importante, abbiamo riconosciuto insieme il valore di prospettiva che il nuovo articolo 8 garantisce alla Sardegna, riconosciuto anche dall'Assessore, per il fatto che ci sono delle risorse stimate in aumento rispetto a quello che era preventivato. Perché? Per il semplice fatto che quell'articolo ha un valore dinamico, registra la staticità o la crescita o la depressione che la nostra economia, con riguardo alla produzione di reddito di ricchezza, negli anni va sviluppando. Questo elemento non è un semplice elemento di constatazione, è un elemento di impegno, perché il bilancio, cioè l'azione più importante della Regione, è quello che può determinare, se misurato, la continuità della crescita o la stasi, o peggio la recessione. Da questo punto di vista, quello che noi facciamo ipoteca un pezzo di futuro. Ecco perché non è una questione da niente.

Allora, Assessore, dobbiamo fare la prima analisi,, noi oggi abbiamo una condizione del bilancio della Regione altamente preoccupante, per il semplice fatto che il rapporto fra gli investimenti e le spese correnti sul dato iniziale di questa manovra colloca gli investimenti nella misura possibile del semplice 13 per cento, cioè su tutta la massa programmata l'investimento è il 13 per cento, il resto è spesa corrente. Questo 13 per cento dovrebbe garantirci, nel futuro, la crescita. Lo giudichiamo sufficiente? Lo giudichiamo rassicurante? Questa è la domanda, questa è la domanda chiave!

Però vorrei anche dire - non perché devo annodare dei meriti al passato - che, nella passata legislatura, i dati che ha fornito l'Assessorato in Commissione ci dicono che il rapporto fra queste due entità fondamentali del bilancio, a partire dal 2005, era il 55 per cento la percentuale di spesa corrente, e quindi il 45 per cento erano gli investimenti, che sono diventati il 44 per cento nel 2006, il 58 per cento nel 2008, però registriamo che, nel 2010, abbiamo svolto un'azione pari al 16 per cento degli investimenti contro tutto il resto della manovra di spesa corrente. La previsione che stiamo deliberando per quest'anno è del 13 per cento, previsione non assestata, ovviamente iniziale, per dirci che, mentre ci incuneiamo nella strada per affrontare la crisi con gli strumenti, abbiamo un elemento di criticità, è evidente. Questo elemento è aggravato dal fatto, lo vorrei dire a chiare lettere, che ovviamente questo dato è a consuntivo, però dobbiamo tenere conto che c'è il Patto di stabilità.

E qui mi pongo la seconda domanda: è legittimo che noi, assieme alla Giunta, in maniera solidale, io direi, ci poniamo adesso e non a consuntivo il tema se è possibile definire ciò che costituisce azione di governo rispetto a quella che è solo intenzione? Perché noi sappiamo che, se è di 8 miliardi la massa programmata, la massa manovrabile è, sì e no, il 77 per cento, cioè la nostra azione è in parte virtuale, in parte reale. Possiamo decidere qua con dei criteri, con del confronto, che l'azione reale è questa e le intenzioni sono altre? Facendo questo potremmo persino decidere di aumentare quella quota del 13 per cento.

Tra l'altro, come atto conseguente a quello che abbiamo svolto stamattina (mi dispiace che non ci sia il Presidente), io avrei suggerito al Presidente un'iniziativa lineare, ma lo può fare anche il Presidente del Consiglio, convocare qua, rapidamente, il prossimo mese, tutti i parlamentari della Sardegna, perché venga chiesto loro da parte nostra di presentare al Parlamento una proposta di legge che consenta di evidenziare come il nuovo regime d'entrata non abbia alcun significato tangibile se non interviene una norma, che io propongo abbia questo taglio che di seguito esplicito: se noi oggi abbiamo il 77 per cento di massa manovrabile rispetto al totale, è possibile che, al netto delle cose che sono avvenute in questi anni, quel 77 per cento di massa manovrabile ci sia riconosciuta anche rispetto al nuovo regime d'entrata? O ci dobbiamo per forza trascinare una percentuale che pesa sulle nuove entrate? Io credo che sia l'inizio di una nuova battaglia, cioè noi non chiediamo che venga modificato il criterio, ma che venga rimodulato sulle nuove entrate, per mantenere il rapporto identico, ma per riconoscere che le nuove entrate possono produrre un effetto di crescita nella nostra Regione.

Però voi, Assessore, ci avete presentato una manovra snella, asciutta, si definiscono tutte così, sono tutte cose che non voglio neanche sentir nominare; le manovre finanziarie o sono efficaci o non lo sono, poi possono essere lunghe o corte, a me interessa l'efficacia, non mi interessa la formulazione. Vorrei dire: attenzione in questo momento a un eccesso di delega a carico della Giunta rispetto a idee e a programmi che si possono affrontare, perché la minore trasparenza in questi passaggi, in questo momento critico, non equivale neppure, l'abbiamo visto in questi due anni, a un maggiore incremento della coesione politica di chi governa. Minore trasparenza significa più disgregazione, più trasparenza significa più aggregazione. Stamattina avete avuto un esempio tangibile che, se ci si confronta nel merito, le persone non usano gli argomenti in maniera strumentale. Autonomia significa, Assessore, per me, conformare la strategia finanziaria di cui disponiamo non dipendendo da una visione automaticamente mutuata dalla strategia nazionale, che tiene conto di realtà che deve comporre, pur totalmente diverse, ma si tratta di usare quella risorsa leggendo la realtà che viviamo, perché la logica dei tagli lineari, che può andar bene in una visione asettica, diversa, non va bene in una realtà dove già partiamo svantaggiati rispetto a valori economici che non abbiamo.

Io proporrò, Assessore, e aspetterò la benevolenza del Consiglio e dei consiglieri che sono stati o sono a loro volta rappresentanti degli enti locali, mi dispiace che non ci sia l'assessore Rassu, ma glielo direte, io proporrò il salto di qualità del fondo unico; cioè, allo stato attuale, al fondo unico per gli enti locali, cioè quello che deve alimentare la strategia di otto province, 378 comuni, 50 unioni, cioè quelli che hanno l'interfaccia esatto e preciso della realtà e della comunità sarda, a questa gente noi trasferiamo, a oggi, il 9,5 per cento dell'ammontare del Titolo I delle entrate, così come lo dichiara la Giunta. Cioè, la realtà dei nostri enti locali in Sardegna, che sono il pezzo forte della strategia autonomistica che la Regione dovrebbe avere, non vale neppure il 10 per cento di quello che noi incassiamo, allora io proporrò che, a partire da questo bilancio, il trasferimento agli enti locali sia una quota fissa del Titolo I, perché sia compiuto il tragitto provvisorio che abbiamo iniziato del federalismo interno e inglobiamo i comuni all'interno del più ampio federalismo fiscale, e proporrò che a essi venga riconosciuto almeno il 10 per cento del Titolo I; è un piccolo sforzo, è un segnale, ma è un punto di partenza che qualificherebbe questa finanziaria come una finanziaria che contiene anche un desiderio riformista, preciso, di adeguamento della normativa alle dinamiche che stanno avvenendo.

Sugli investimenti: Assessore, io non sono interessato a un'attuazione di investimenti che passa attraverso una formulazione simile all'articolo 3, le vorrei far notare, penso che sia un disguido, che, quando noi scriviamo che la Regione "promuove con le parti sociali e gli enti locali", e non "promuove con gli enti locali e le parti sociali", una strategia che è volta a combattere la disoccupazione e a creare opportunità, stiamo facendo un errore, cioè stiamo anteponendo il sistema delle parti sociali, importanti, al sistema degli enti locali, che sono un pezzo della parte pubblica. E' una posposizione che ha un'indicazione, contiene una sottovalutazione che va corretta, perché noi, con gli enti locali e con l'aiuto delle parti sociali, possiamo fare queste cose, e non con le parti sociali… che cosa vuol dire?

E poi, io non rimanderei all'indefinito i contenuti. "Gli investimenti", badate, in questo momento significa dare lavoro e mandare la gente a lavorare, ma per fare questo non bisogna fare articoli di questo genere, bisogna avere, nella testa e nella consapevolezza, l'idea fisica di vedere le persone materiali entrare dentro i cantieri. Quindi dobbiamo confrontarci per trovare qual è il sistema più rapido per garantire un'accelerazione di questo processo, oggi ci serve questo, non ci serve un'architettura istituzionale o legislativa per fare dei programmi, ci serve l'urgenza di mandare quante più persone a lavorare, perché possano avere un reddito, possano consumare e possano in questo momento mantenere a galla il sistema economico della Regione. Poi avremo anche dei mesi nei quali ragioneremo sulle situazioni più strutturali. Io la vedo così, questa sarebbe la forza di una Regione che fa delle cose leggibili, delle cose che si concretano sulla carne delle persone e non sulle teorizzazioni! Oggi è il momento di fare queste cose e noi le vorremmo fare con voi, e vorremmo anche che ve ne prendeste i meriti, perché una Regione più sana è anche una Regione sulla quale la competizione politica ha un significato. In una Regione disastrata, dilaniata, non abbiamo pretesa di fare su di essa una competizione politica, perché dovremmo quanto meno avere il rispetto umano di condizioni drammatiche che affrontiamo.

Sugli investimenti, ancora, Assessore: noi abbiamo un problema, quando parliamo di investimenti alla fine finiamo sempre lì, nei lavori pubblici e nell'edilizia. Abbiamo un'anomalia, ogni qualvolta si apre la crisi, un eccesso di mercato edilizio genera degli spasmi all'economia, dei drammi, ed è un po' un'anomalia nazionale. Per poter differenziare la capacità di investimento, noi dobbiamo capire che, se non investiamo in conoscenza e in cultura, in quei nuovi terreni, dove l'investimento diventa nuova intrapresa, non la ritroveremo mai, non la potremo ritrovare mai. Ecco perché io credo che una riflessione sull'investimento in quanto conoscenza, capacità di trovare nuove forme di intrapresa sia un ingrediente indispensabile in questo momento.

E poi il tempo, il tempo non è più una variabile indipendente nel processo di arginamento della crisi economica, dobbiamo trovare strumenti di emergenza perché la burocrazia e i tempi delle regole ordinarie siano accorciati, per vedere fisicamente le persone entrare nei posti di lavoro, e se da un lato abbiamo fatto un errore fino a questo tempo pensando che le agenzie e la burocrazia fossero degli strumenti ai quali bastasse dare dei soldi per diventare più efficienti, dall'altro lato dobbiamo ripensare questa condizione, bisogna ripensarla perché invece sono diventati spesse volte dei rallentatori dei processi di investimento. Allora qual è la medicina? La medicina è che queste agenzie devono avere il costante monitoraggio e controllo di efficienza della macchina regionale; se non funzionano, devono saltare i responsabili, perché una società competitiva si misura sulla meritocrazia.

Vorrei inoltre far notare una cosa, visto che è presente l'Assessore della sanità: il comparto della sanità è l'unica casta - perdonatemi il termine - privilegiata nella nostra economia che può sforare perché noi copriamo. Gli enti locali non lo possono fare perché se sforano quanto diamo loro, se lo pagano, è debito fuori bilancio. Se diamo un contributo a un ente qualunque, e questo spende di più, se lo paga di tasca. La sanità può sforare e noi copriamo!

Sarei dell'avviso che anche in questo caso dobbiamo cominciare un ragionamento. Se questi 160 milioni, o quelli che sono, sono il frutto di questi due anni, coloro che hanno governato la sanità in questi due anni (sarebbe l'atto più bello, più significativo) dovrebbero essere mandati a casa immediatamente; non c'è bisogno di fare riforma, c'è bisogno di avvertire chi viene nominato che gli obiettivi sono obiettivi e con i soldi dei cittadini, che sono più che mai sudati, non si scherza più! Questo bisogna fare! Badate, tutti i ragionamenti sullo sviluppo, sulla crescita, si uccidono da sé se noi non correggiamo questa anomalia.

Ancora una cosa: quella fantomatica riforma che abbiamo fatto noi, che è brutta perché l'abbiamo fatta noi, conteneva una ragione di merito che è stata umiliata. Noi abbiamo pensato, in quel Piano, che, potenziare la sanità territoriale in una Regione dove 270 comuni su 378 ospitano la maggioranza delle persone disseminate nel territorio, fosse l'investimento per decongestionare la sanità in un certo modo policentrica, responsabilizzare la medicina di base che oggi è diventata burocrazia, tutti in ospedale al pronto soccorso, ingorgando il sistema normale della sanità e creando un processo virtuoso in base al quale sulla sanità ospedaliera si possono fare davvero degli investimenti per l'eccellenza e la sanità territoriale diventa un presidio sicuro per tutti cittadini. L'avete messo da una parte! Attenzione, quando la medicina si accentra nelle aree urbane, c'è un'unica cosa che accade, che se ne avvantaggia la sanità privata; io voglio vedere chiaro su questo punto anche in questa finanziaria. Ci voglio vedere chiaro perché noi dobbiamo predisporre dei provvedimenti più concreti per dare risposte a tutti, ma per darle in una condizione di economia.

Ho concluso, il tempo è finito, avrò modo di dire altre cose. L'avvertimento è questo: noi abbiamo sempre davanti il dilemma: "cose buone e cose necessarie". Quando siamo in condizioni critiche, fra le cose buone e le cose necessarie, si fanno solo le cose necessarie. Le cose buone restano buone, ci saranno altri momenti nei quali le potremo fare.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, intervengo, approfittando anche della presenza in Aula dell'Assessore della sanità, come Presidente della Commissione d'inchiesta sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre che come consigliere del territorio ogliastrino. E' di pochi minuti fa la notizia della morte di uno dei quattro giovani, chesono stati vittime di un incidente in un cantiere nautico avvenuto ieri nell'area industriale di Arbatax. Un'altra morte bianca che si aggiunge al lungo elenco e che ci richiama tutti a un maggiore senso di responsabilità.

Assessore, attendiamo da tempo l'istituzione del Comitato di coordinamento che era previsto dalla "626", e che è previsto dalla "81". Da dieci anni la Regione Autonoma della Sardegna non ha ancora provveduto alla nomina di un comitato che sarebbe invece molto utile per azioni di contrasto agli incidenti nei luoghi di lavoro. Non abbiamo ancora speso i 4 milioni stanziati per l'assunzione del personale presso gli uffici SPRESAL delle ASL. Assessore, noi dobbiamo provvedere subito, immediatamente, a questi due atti fondamentali.

Esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia e, credo interpretando anche il sentimento di tutto il Consiglio regionale, le chiedo, Presidente, se lei lo ritiene, la sospensione di un minuto dei nostri lavori. Grazie.

Sull'incidente mortale sul lavoro verificatosi in un cantiere nautico di Arbatax

PRESIDENTE. Invito l'Aula a osservare un minuto di silenzio in segno di lutto.

(I consiglieri osservano un minuto di silenzio in segno di lutto)

Continuazione della discussione generale congiunta del "Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (DAPEF)". (12/A) e dei disegni di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A) e "Bilancio di previsione per l'anno 2011 e bilancio pluriennale per gli anni 2011-2013" (220/A).

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signori Assessori, signor Presidente e colleghi consiglieri, questa legge finanziaria è stata preparata dalla Giunta e viene oggi discussa dal Consiglio nel bel mezzo di una crisi economica che, lungi dall'essere superata, nella nostra Regione, più che altrove, si è ulteriormente aggravata, con una spia drammatica particolarmente evidente rappresentata dalla crescente disoccupazione, specie (e la cosa è ancora più emblematica) quella giovanile. La crisi dell'economia nel mondo, in Europa, nell'intero paese Italia e nella regione Sardegna è il nodo principale da cui partire per ragionare su che cosa fare e su come affrontare il tema del governo della Regione, che significa appunto il governo della crisi e il rilancio dell'economia.

Veniamo da un anno terribile: la crisi industriale ha toccato tutti i territori, dal Nord al Sud della Sardegna (vertenza Alcoa, Vinyls e tante altre), c'è stata la chiusura di tante imprese; la crisi del comparto agricolo, le manifestazioni dei pastori, delle organizzazioni di categoria; la crisi di rappresentatività delle stesse organizzazioni e della politica, nonché di credibilità; la crisi del mondo della cultura, della scuola, dell'università, la mobilitazione di quel mondo contro quello che è stato interpretato come un licenziamento di massa di tantissimi insegnanti precari, come la smobilitazione dell'istituzione scolastica da moltissime realtà delle nostre zone interne.

Questa grande mobilitazione, che ha visto uniti, in un unico obiettivo, agricoltori e pastori, professori e studenti, operai e imprese, è il segno della consapevolezza del popolo sardo sull'esigenza comune di individuare grandi obiettivi da perseguire. Uno di questi, il più importante, è la riconquista di un rapporto con il Governo centrale, un rapporto che non sia subalterno, che salvaguardi i diritti conquistati, le nostre prospettive di sviluppo, e qua è naturale il riferimento (che tanti colleghi hanno già fatto non solo oggi) ai fondi FAS, alla strada Sassari-Olbia, al Patto di stabilità che, in altre realtà, ha avuto seguito e un'interpretazione diversa che da noi, ma in particolare la questione che è stata oggetto di tante discussioni in questi giorni, cioè la questione delle entrate e del nuovo articolo 8.

Quest'ultimo tema, che è stato oggetto del confronto e anche dello scontro nelle scorse settimane e in questi giorni e non a caso, è il principale pilastro su cui si regge la finanziaria e il bilancio regionale. Il centrosinistra, dall'inizio di questo mandato, ha posto il problema al centro del dibattito politico. Infatti, qualsiasi tema si voglia affrontare non può non tener conto, da una parte, delle risorse finanziarie disponibili o da conquistare, e dall'altra dei rapporti di reciproco rispetto tra Regione e Governo. Quasi due anni di mandato sono caratterizzati su questo fronte da esperienze non proprio positive e da fatti concreti non proprio esaltanti, fatti che hanno in certi casi umiliato la Regione, imbarazzato la stessa maggioranza di governo della nostra Regione e ancor di più hanno creato, oltre che rabbia e protesta da parte della minoranza, un grande senso di insoddisfazione nel popolo sardo su come viene amministrato il suo destino.

Le risorse finanziarie, dicevo, sono uno strumento fondamentale per poter affrontare qualsiasi discorso che voglia puntare a risolvere i gravi problemi della nostra Isola e ogni sottovalutazione del tema, così come purtroppo è accaduto in questi anni, rende velleitario qualsiasi obiettivo ambizioso di dare risposta agli annosi e sempre più intricati problemi che attanagliano l'economia sarda. Noi abbiamo vissuto nei mesi scorsi un'esperienza abbastanza significativa in questo senso, abbiamo dovuto assistere a una vertenza per la pastorizia in Sardegna e abbiamo dovuto affrontare il mondo delle campagne, che si è mobilitato nei confronti della Regione per avere attenzione innanzitutto e poi capacità di affrontare i problemi che queste realtà vivevano. Sono emersi due problemi. Prima di tutto, la richiesta a gran voce che la Regione Sardegna utilizzasse appieno quella opportunità che l'Europa ha dato a tutti gli Stati di poter finanziare, al di fuori della norma che limita gli aiuti di Stato, con il de minimis. Si poneva il problema se utilizzare appieno quelle possibilità che pure l'Europa ha dato a ciascun Stato. La differenza di valutazione tra la Regione Sardegna e gli interessati era la differenza che passa tra l'avere 15 mila o 3 mila euro ad azienda.

Poi c'era un altro tema, ugualmente importante, che riguardava come intervenire sugli assetti dell'agroindustria e cioè a valle delle imprese agropastorali, ci siamo ritrovati davanti al paradosso per il quale le richieste del mondo agricolo sono risultate eccessive rispetto alle disponibilità finanziarie della Regione Sardegna, appena sufficienti a consentire di affrontare la crisi devastante che attanagliava e attanaglia le aziende agricole interessate.

Al di là quindi della conduzione della vertenza, delle divisioni provocate, accentuate, non superate, di tutto quello che noi abbiamo potuto vedere e a cui noi abbiamo potuto assistere in questi giorni, al di là quindi anche delle incomprensioni del Governo regionale con i protagonisti, col Movimento pastori, con le principali organizzazioni del mondo agropastorale, come anche con il mondo cooperativo che (io lo ribadisco) è stato completamente tagliato fuori da quel processo e che avevamo invece interesse a portare dentro, a dargli un ruolo di protagonista e fargli assumere le proprie responsabilità e consentirgli di svolgere un ruolo positivo in favore del mondo agropastorale, al di là di tutto questo però, comunque, è emersa chiaramente la ristrettezza finanziaria. Sarebbe stato più comodo poter dire: "Non possiamo dare 15 mila euro perché l'Europa ce ne consente 2500". Non è stato così. L'Europa ce ne consentiva 15 mila, 15 mila non li avevamo per poterli dare. Una cosa è poter destinare a questo obiettivo inizialmente 5, poi 10, poi 16 milioni, altro sarebbe stato se la disponibilità finanziaria ci avesse consentito di destinarne 50 o 60.

Da qui scaturisce l'importanza della vertenza entrate (torno al discorso iniziale) e quindi della conquista del nuovo articolo 8, del nuovo rapporto tra lo Stato e la Regione Sardegna; da qui anche, secondo me, la miope sottovalutazione da parte della Giunta, in tutto questo tempo, di questo importantissimo obiettivo e da qui la battaglia del centrosinistra per la difesa di quella conquista solo oggi riconosciuta come tale anche dalla stessa maggioranza e dallo stesso Presidente della Giunta questa mattina in Consiglio regionale.

Solo oggi cioè siamo riusciti a fare ciò che si sarebbe dovuto fare fin dall'inizio della legislatura, avremmo orientato i nostri sforzi, sia noi che voi in altre direzioni, ma tant'è, direbbe qualcuno, non è mai troppo tardi ed è vero. La speranza è che, d'ora in poi, non siano oggetto di discussione tra noi quali e quante debbano essere le risorse che tutti riteniamo, mi sembra di capire, ci siano dovute secondo quegli accordi a suo tempo presi, ma quale sia la destinazione di queste risorse. Passare cioè da una discussione tra noi su diritti acquisiti da difendere, una conquista che è diventata una eterna vertenza, a una discussione che parta da risorse nostre da destinare allo sviluppo della Sardegna. Su questo potremo anche discutere, potremo anche dividerci, e probabilmente ci divideremo, ma senza dubbio faremo un lavoro più produttivo per la nostra Regione.

Questo è il motivo che assegna un'importanza particolare al confronto politico di questi giorni e se gli accordi raggiunti con l'ordine del giorno di questa mattina, se gli impegni presi in aula dal Presidente, avranno un seguito, allora potremo dire che il centrosinistra non ha occupato l'aula inutilmente, che il centrodestra e il Presidente non hanno discusso e concordato un percorso con l'opposizione inutilmente. In quel caso tutti potremo dire che oggi è stato fatto un passo in avanti, cioè dire di esserci messi in condizione di pensare in maniera più puntuale agli interessi dell'Isola e, su questo punto, per ogni forza politica e per ognuno di noi c'è una nuova asticella da superare, più dignitosa innanzitutto ma anche più produttiva di risultati dando per condiviso e acquisito il nuovo articolo 8, la grande conquista della passata Giunta.

Dobbiamo confrontarci su come utilizzare al meglio le potenzialità che questo nuovo regime delle entrate può rappresentare per la nostra Isola. Qualcuno ha parlato di continuità amministrativa, è un concetto che mi è molto caro, a cui tengo molto, credo che sia uno degli aspetti più importanti del modo in cui gli amministratori locali, dei comuni, delle province, ma anche della stessa Regione, si confrontano nel loro quotidiano amministrare. Credo che sia assolutamente fondamentale, affinché ogni atto politico di una Giunta e di un'amministrazione abbia seguito, avere sempre interlocutori che guardino al risultato che questi atti possono produrre.

Nel piccolo c'è un caso particolare che a mo' di esempio voglio riportare: nel bilancio della Regione, nella parte riguardante i trasporti, c'è una cifra che viene destinata al nuovo Piano trasporti, negli anni passati era di 1 milione di euro, oggi sono destinati 2 milioni di euro. Il Piano trasporti è stato predisposto, lo dicevo in Commissione, tre anni fa, l'abbiamo, è patrimonio della Giunta regionale, esso probabilmente, come tutti i progetti e i programmi, ha necessità di essere costantemente aggiornato per tener conto dell'evoluzione delle situazioni, ma non possiamo sempre pensare di partire da capo!

Abbiamo l'obbligo di guardare avanti, abbiamo l'interesse a favorire passi in avanti. Tenere sempre e comunque lo sguardo a ciò che può essere smentito del passato per eventualmente fare altro, non aiuta a conseguire risultati. Io credo che noi faremo un grande servizio alla nostra Regione se riusciremo ad affrontare, da questa finanziaria in poi, i problemi dell'Isola con un'ottica che guarda più all'interesse del nostro popolo, e ai problemi che ha, piuttosto che all'interesse politico del messaggio che ciascuno di noi vuole fare arrivare alla propria gente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). In questi giorni abbiamo fatto un'occupazione per le motivazioni di cui ormai abbiamo già discusso stamattina, credo che sia importante ricordare che, se veramente si è ritrovata un'unità in quest'aula, è un'unità che serve per ricreare quelle risorse che ci spettano, che sono risorse importanti adesso che parliamo di bilancio e sulle quali veramente mi vorrei soffermare un attimo per capire quali sono poi le ricadute sul nostro bilancio, sulla nostra finanziaria e poi sulla pelle dei sardi.

Però, prima ancora di parlare di questo, se veramente saranno 2 miliardi di euro che devono rientrare nel nostro bilancio, io vorrei riportarvi una notizia, che mi è giunta adesso, che credo sia particolarmente importante per capire come lo Stato ci sta in qualche maniera considerando, neanche come una ruota di scorta! Continuiamo ad avere dei tagli, anche attraverso l'ultimo bilancio dello Stato che crea comunque delle grandi difficoltà. Vedo l'assessore Liori, qui presente, col quale spesso si polemizza, ma in questo caso, quando lo Stato decide di tagliare risorse alle Regioni, credo che noi dovremmo sostenere l'assessore Liori perché con lui sosteniamo i sardi, non sosteniamo certo la parte politica! Chiaramente sappiamo che i soldi sono importanti e quindi la vertenza che abbiamo deciso stamattina di fare è rilevante proprio per questo motivo, perché alla fine c'è una grande ricaduta sulla pelle dei sardi.

Dicevo che stamattina ho saputo che sono stati tagliati i fondi per quanto riguarda gli asili nido o, almeno da un'analisi che è stata fatta, di almeno il 30 per cento, lo denuncia oggi, con una comunicazione, il Forum delle Associazioni familiari, un forum che, lo sappiamo tutti, è vicinissimo alla Conferenza Episcopale Italiana, ebbene proprio loro fanno una fortissima denuncia rispetto a quello che è successo, cioè nel bilancio dello Stato è stato iscritto il 30 per cento in meno di trasferimenti per gli enti locali e per le Regioni. Chiaramente immaginiamo che cosa succederà: o i sardi verranno colpiti dagli enti locali, perché non sapendo come fare dovranno creare degli aumenti, oppure qualcun altro, la Regione, dovrà trovare risorse per supplire a questo taglio ingiustificato.

Cercherò di disegnare ai colleghi il quadro della disastrosa politica del Governo nazionale nei confronti delle Regioni. Quando dico queste cose ogni tanto mi viene da pensare alle iniziative dell'onorevole Maninchedda che tante volte ci dice: "Non andiamo da nessuno col piattino in mano"., Ma noi siamo veramente figli di questo Stato? Nel senso che, quando succedono queste cose, quando ci sono questi tagli, i tagli lasciano indifferenti le Regioni ad andare avanti per conto loro (e la Sardegna in questo caso), tagli che sono assolutamente immotivati. Voglio citare il portafoglio che è il Fondo nazionale per le politiche sociali, voglio dedicarmi a questo tema in questa mia comunicazione semplicemente riferendo dei dati. Nel 2006, noi avevamo uno stanziamento per il Fondo nazionale per le politiche sociali (che, sapete, deve finanziare un po' tutte le politiche sociali), per quanto riguarda la parte dello Stato, di 775 milioni di euro, che sono andati alle Regioni. Nel 2009, il finanziamento complessivo per il Fondo per le politiche sociali è stato di circa 584 milioni, di cui 520 sono andati alle Regioni.

Cos'è successo nel 2011? Voglio citare le fonti dettagliate per capire che la situazione è proprio così. Allora la decisione di quanto stanziare per il Fondo per le politiche sociali è stata iscritta, stabilita, nel bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011, nella Tabella 4 Bilancio di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali alla Voce "Fondo da ripartire per le politiche sociali" con l'importo proposto di 75 milioni di euro per il 2011, 69 milioni per il 2012 e 44 per il 2013. Passando invece alla legge di stabilità approvata, lo stanziamento esatto per il 2011 è indicato, nella Tabella C, ed è di 73 milioni di euro per il 2011; questa è la cifra consolidata da tenere in considerazione.

In sede di discussione e approvazione della legge, l'articolo 1, al comma 38, ha previsto, per l'anno 2011, lo stanziamento per il Fondo nazionale per politiche sociali, di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, numero 328, incrementato di 200 milioni di euro. Quindi che cosa succede? Che lo stanziamento per il prossimo anno per le politiche sociali passa da 580 milioni di euro, a 273 milioni di euro, quindi come minimo mi viene da dire che la Regione avrà il 50 per cento di entrate in meno! Ecco perchè dico che bisogna polemizzare in certi momenti, battagliare, e dobbiamo dire: "Ma siamo matti? Per quale motivo la Regione riceverà metà delle assegnazioni sulle politiche sociali?". Così c'è scritto nella nostra legge finanziaria dello Stato!

Dico solo un titolo, poi voglio parlare di altri tagli che sono stati fatti e di cui subiremo le conseguenze. Il Fondo per le politiche della famiglia, tema estremamente caro a questo Governo nazionale, nel 2010 viene finanziato con 185 milioni e per l'anno prossimo con 51 milioni di euro. Il Fondo per le politiche giovanili passa da 94 milioni di euro a 12 milioni di euro. Il Fondo per l'infanzia e l'adolescenza diminuisce di poco, passa da 40 milioni di euro a 39,2 milioni di euro. Il Fondo per il servizio civile, per il quale tutti stiamo presentando emendamenti, ne abbiamo presentato noi, ne state presentando voi, anche in questa finanziaria, passa da 170 milioni di euro a 110 milioni di euro. Per le politiche per la famiglia, noi avremo un taglio passando praticamente da 185 milioni a 51 milioni, quindi saranno più che dimezzate le risorse per la Sardegna. Per le politiche giovanili diventeranno spiccioli per la Regione Sardegna; così per il servizio civile, che sappiamo così importante, non solo perché rende dei servizi di pubblica utilità, anche in tanti comuni, sapete benissimo che il servizio civile è compensato con pochissime risorse a favore dei giovani che lo intraprendono, a cui danno un piccolo assegno, questo c'è un po' in tutti i Comuni, viene quasi dimezzato. Pertanto le risorse che arriveranno in Sardegna saranno quasi dimezzate.

Questo mi preoccupa, e ancora di più mette in luce la battaglia fatta stamattina. Perché la battaglia di stamattina non è una battaglia, così, teorica, lo sappiamo benissimo, se guardiamo anche le persone in situazioni più estreme, alla fine sono questi i risultati! Se veramente non recuperiamo i fondi che ci spettano, i 2 miliardi e 200 milioni che ci spettano, e dobbiamo assolutamente recuperarli, le conseguenze le pagano i cittadini! Ci ritroveremo, come l'anno scorso, io lo ricordo, non a bisticciare, ma a dire che non approviamo un emendamento per 100 mila euro, stiamo parlando di 100 mila euro per i trapiantati di cuore, di fegato! Avete bocciato l'emendamento perché mancavano 100 mila euro! Queste sono le ricadute dovute a politiche sciagurate nazionali che devono vedere unito questo Consiglio nel rivendicare continuamente una posizione che riguarda appunto la pelle delle persone, non solamente situazioni strategiche.

Ovviamente questo non riguarda tutti i settori, io sto citando quello dove più si vedono gli effetti, si toccano con mano, sappiamo benissimo che, anche se ci riempiamo la bocca di politiche a favore della famiglia, le famiglie sono in stato di povertà, e se noi improvvisamente vediamo ridotte di tre volte le entrate della Regione Sardegna da parte dello Stato, ovviamente dobbiamo recuperare le risorse in qualche maniera, oppure troveremo una Regione che si mobilita contro la Giunta regionale, perché sta facendo politiche assolutamente insufficienti, in parte ovviamente sono motivazioni politiche, però io vedo anche che lo Stato, insomma, se ne "frega", questa sarebbe la parola giusta, lo Stato ci lascia cantare, considera che non valiamo nulla.

Ecco perché spero che l'ordine del giorno approvato stamattina sia importante. Col mio solito modo monotematico, ricordo la gravissima questione che è successa: come sapete, nel 2010, per il Fondo per la autosufficienza, lo Stato italiano ha finanziato 400 milioni di euro, per il 2011 ovviamente questo finanziamento è pari a "zero". Cioè noi non riceveremo un euro per il Fondo per la autosufficienza, che noi abbiamo da diversi anni, l'abbiamo avuto con la Giunta Soru, adesso c'è con la vostra Giunta e passa a "zero", da 400 milioni di euro a "zero"! Varrebbe solo questo per una ribellione! Che cosa vuol dire? Perché passa a "zero"? Quale motivo ha creato questa situazione? Com'è che non riceveremo un euro su un fronte così delicato, così sensibile tra l'altro? E noi ci ritroviamo a discutere e a lottare per fare in modo che la "162" ritorni con le risorse e con i criteri, oppure diciamo mettiamo un tetto massimo alla legge numero 162, 116 milioni di euro, non solleviamolo, mi raccomando! Tutte cose che possono sembrare ragionevoli, ma mi preoccupa quando vedo che le risorse diminuiscono. E' per quello che spero sia comunicato in tutti i settori, non solo tra i professionisti della politica, speriamo di essere in grado noi di far capire che questa benedetta vertenza entrate (o questo ricorso, speriamo, se lo Stato non farà nulla, alla Corte costituzionale), non riguarda i professori, riguarda le persone, riguarda la ricaduta sulle persone, sui sindaci, che sono già aggrediti perché non hanno più risorse, i sindaci di tutti i colori, di destra e di sinistra, di centro. Non so se esiste ancora il centro.

Comunque questa è la questione, questa è la situazione. E' una situazione che assolutamente, ripeto, merita la nostra ribellione. Io spero che adesso saremo tutti uniti. Noi siamo già in campo, su questo, da parecchio tempo, però io spero che da stamattina tutti uniti potremo rivendicare, senza piattino in mano, perché non si tratta di avere il piattino in mano, si tratta di ottenere quello che a noi spetta senza "se" e senza "ma", come si usava dire in un certo periodo. Ecco, questo è quadro della situazione!

Ritornando poi alla nostra legge finanziaria… Tanto sono sicuro che l'onorevole Caria sta spiegando all'assessore Liori quello che io sto dicendo quindi… Vero Pierluigi? Onorevole Caria, la ringrazio! Va bene!

Allora dicevo, questa è la situazione di cui abbiamo parlato anche in Commissione sanità, ne abbiamo parlato in maniera assolutamente, così, trasparente, mi viene da dire, pensando alla comunicazione che ci ha fatto l'assessore Liori, riguardante questo buco di ulteriori 250 milioni di euro, che ha lasciato sorpresi soprattutto gli esponenti della maggioranza. In maniera estremamente candida, mi sembra che il buco della sanità, che si è confermato per quest'anno, con altri 250 milioni di euro, toglie un po' di tutta quella polemica strumentale che abbiamo fatto in questi anni sui conti della sanità, quando si ripeteva sempre che la colpa era del Governo di centrosinistra, era colpa della Dirindin, era colpa di Soru.

Mi sembra che questo sia un ripetersi, ammettendo che ci siano delle responsabilità, anzi credo che nel quinquennio precedente ci sia stato un assestamento di conti estremamente virtuoso e mai nessun Governo ha censurato l'operato o il piano di rientro della Regione Sardegna mentre governavamo noi, mentre mi sembra che tutto si sia bloccato da quando avete iniziato a governare voi il mondo della sanità, dopo annunci in maniera maldestra con una riforma fatta, con un emendamento all'emendamento alla riforma della sanità. Come sapete in Commissione non si può neanche parlare dell'argomento, perché come tocchiamo la palla, la metà della maggioranza va via dalla Commissione perché non si vuole discutere. Questo per dire come sono concretamente le cose, vedremo se miglioreranno o non miglioreranno per quanto vi riguarda.

Noi crediamo che il percorso fatto precedentemente con la legge numero 10 sia la vera riforma della sanità, è un percorso che va continuato ad attuare, tutto si può migliorare, ma non credo che veramente ci sia la necessità di fare le rivoluzioni che sono state trionfalmente annunciate, ma che mi sembra non abbiano avuto nessun effetto. Si tratta anche in questo caso di trovare le risorse. Lo dico ai colleghi, io sono per la razionalizzazione della spesa. A me non preoccupa la spesa sanitaria in valore assoluto, certo è ovvio che una spesa sanitaria come è adesso, senza governo e senza controllo, mi sembra un fatto assolutamente indifendibile, e quando leggo i comunicati di molti gruppi del centrodestra, dei centristi, che attaccano la Giunta senza alcun problema, ormai lo considero un fatto normale.

Però, ripeto, ciò che è successo stamattina è importante anche per questo, anche perché noi vogliamo ovviamente la sanità di qualità, la vogliamo con risorse adeguate, la vogliamo senza paura di creare disparità di problemi di spesa, però, concretamente non può avere un non governo della spesa. Abbiamo stanziato risorse per il taglio delle cosiddette "liste d'attesa", mi sembra che nessuno se ne sia accorto, forse qualcuno sarà stato beneficiario di questi 10 milioni di euro, abbiamo dato dei finanziamenti ulteriori a molti settori della sanità privata ma mi sembra che la sanità privata continui a lamentarsi, quindi non riesco a capire quale sia la politica di governo di questa Giunta.

Su questo, noi vogliamo risposte e non solo, proporremo emendamenti a questa legge finanziaria che io ritengo, è stato detto già da tanti colleghi, non consistente e nella quale mancano veramente i punti chiave per risolvere i problemi della Sardegna. Da questo punto di vista, ripeto, ho la sensazione che la situazione sanità sia a rischio e la nostra preoccupazione, la mia preoccupazione, il nostro timore, dopo che, per tanti anni, abbiamo combattuto, mi sembra che siamo stati l'unica Regione del sud, insieme alla Basilicata, contro l'imposizione dei ticket e per non imporre addizionali Irpef, se non si riesce a riprendere il governo della sanità in Sardegna, soprattutto il rigore dei conti che c'è stato nell'ultimo quinquennio e che adesso deve assolutamente ritornare, è: chi sarà a pagare? Visti anche tagli, di cui ho parlato prima, da parte del Governo nazionale, saranno i sardi che saranno costretti a ricevere ulteriori balzelli doverosi per quello che sta succedendo in questo momento.

Concludo su alcune specifiche di cui parleremo, immagino, nella presentazione degli emendamenti, però alcuni temi ci mantengono preoccupati. Abbiamo visto che, per esempio, il Fondo per la non sufficienza (è un ritorno su questa questione prima di sapere i dettagli comunque dello Stato) è cresciuto di una ventina di milioni di euro, questo è sicuramente un fatto positivo, ma noi ci siamo lasciati con un ordine del giorno del Consiglio regionale, siamo comunque preoccupati perché in questo Consiglio abbiamo deciso di stabilire una spesa storica sul Fondo per la non sufficienza, in particolar modo per i progetti personalizzati, di 116 milioni di euro.

Facendo i conti, io lo dico adesso, secondo noi mancano ancora 25 milioni di euro per completare per il 2012, per mantenere lo stesso livello, se non fosse così comunque presenteremo gli emendamenti perché la spesa deve rimanere quella perché qui abbiamo deciso questo. Io sono per aumentarla ma non per aumentarla così, io sono per capire se veramente la domiciliazione, cioè dare alla persona la chance di poter stare nel suo domicilio, ha diminuito la spesa sanitaria, se una persona in meno in un istituto diminuisce la spesa sanitaria, quindi se il famoso capitolo di bilancio da 3 miliardi e passa milioni di euro è quello che risente di più delle economie che si fanno con 116 milioni di euro perché, senza avere nessuna posizione preconcetta, io sono convinto che, con quel certo tipo di attività, che nei precedenti cinque anni è stata una scelta di campo, che io spero venga continuata, cioè quella di puntare a far rimanere le persone nel loro territorio, sia non una visione "ospedalocentrica", quindi fare conto e sostegno sul territorio, ma fare in modo che le persone possano continuare a vivere la loro vita, per quanto possibile, nella loro comunità come diritto e non come gentile concessione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, mi pare che la desolazione dell'Aula dia plasticamente l'idea della sensazione che un consigliere regionale ha del proprio ruolo rispetto alla legge più importante in approvazione durante l'anno, che è appunto la legge finanziaria. I consiglieri regionali hanno la percezione di non poter incidere, evidentemente, su una legge, o comunque ritengono che ragionare in discussione generale sia un esercizio per dare aria ai denti, ma non sia minimamente incisivo e incidente sull'esito della legge. Allora, bisogna chiedersi perché questo accade, perché sta accadendo da tanto tempo, spero che si possa comprendere perché accada, al termine di quello che dirò.

Vorrei ricordare ai colleghi che noi arriviamo a discutere della finanziaria, e non mi fa per niente specie che oggi siamo in pochissimi a ragionarne, perché alla fine talvolta c'è anche una selezione naturale rispetto al proprio senso del dovere, all'attaccamento alla propria patria, insomma, va bene quelli che si è! Però, vorrei ricordare che noi arriviamo a discutere la legge finanziaria dopo aver discusso per diversi giorni di sovranità, di indipendenza, di autonomia, abbiamo parlato di cose importanti. Abbiamo fatto delle scelte, questo Consiglio si è pronunciato contro una mozione sull'indipendenza, l'ha ritenuta troppo avanzata e via dicendo. Bene, adesso verifichiamo se non sia il caso di ragionare su ciò che abbiamo fatto.

Io vorrei partire da un dato: come si chiama adesso la legge finanziaria dello Stato? Non si chiama più "legge finanziaria", si chiama "legge di stabilità". Certo la stabilità è un valore, perché la stabilità finanziaria dello Stato - lo stiamo vedendo in Irlanda e in Germania - difende anche il risparmio delle famiglie, indubbiamente difende la moneta, però ci sarà pure un motivo per cui la legge di uno Stato come l'Italia si chiama legge di stabilità e non si chiama legge di sviluppo? Non si chiama legge di competitività, o legge di coesione? E' una legge che si chiama "di stabilità" perché è una legge di tetti finanziari, non di scelte, ma di limiti che vengono assegnati. E' un modello che funziona? E' un modello che noi condividiamo? Questa domanda dobbiamo porcela perché, tendenzialmente, abbiamo una cultura che replica i modelli grandi in spazi piccoli. Io sono contrario a questa filosofia, penso che quell'impostazione sia sbagliata.

Poniamoci un'altra domanda: la legge di stabilità per chi determina dei tetti? Li ha determinati per gli enti locali, per le regioni, ma non per lo Stato! Ogni volta che viene fatta un'analisi dei luoghi in cui cresce la spesa pubblica, si vede che cresce nelle strutture centrali dello Stato, non sta crescendo nei comuni e nelle regioni! Quando l'ANCI viene in Commissione e ci dice che i comuni d'Italia sono in avanzo di amministrazione, avrà pur un senso questa affermazione? I comuni d'Italia sono in avanzo di amministrazione! Quando Giorgio Macciotta ha, ripetutamente, presentato le tabelle in cui ha dimostrato che, nell'epoca del varo del Titolo V del federalismo, le strutture centrali dello Stato aumentano i loro costi, ci sarà pure un motivo! Ancora, la legge numero 42 ci parla dei tetti dei costi standard, ma non è stato mai calcolato il costo standard di una funzione esercitata centralmente, viene calcolato sempre il costo standard di una funzione calcolata perifericamente, quella centrale è esente da parametrazioni.

Noi dobbiamo ragionare su questo elemento. E come spende lo Stato che blocca la spesa degli altri? Come spende? Noi abbiamo uno strumento, il Governo fa le scelte strutturali, le scelte politiche, con il decreto "Milleproroghe", il decreto "Milleproroghe" è indicativo di che cosa sia l'idea di una finanziaria di tetti; l'idea di una finanziaria di tetti è ciò che qui è venuto a dirci il Vice Presidente della Camera dei deputati e cioè che i Parlamenti servono a stabilire un quantum. L'ha detto! D'accordo era Violante. Al "T Hotel" hanno detto che i parlamenti ormai devono stabilire un quantum, in Inghilterra, più o meno, è così, le finanziarie sono inemendabili. All'interno del quantum, "io" agisco con decreti. Questa impostazione rovina la coesione degli Stati perché parte dal presupposto che i Parlamenti non rappresentino interessi legittimi e che gli interessi legittimi li comprenda soltanto il Governo, che agisce non attraverso le leggi ma attraverso i decreti. Questo è il meccanismo. E' un meccanismo che ci piace? Io penso che non ci piaccia ed è un meccanismo che, evidentemente, come inibisce l'esperienza di un parlamentare nazionale, di un deputato, di un senatore, inibisce anche un consigliere regionale che ha la percezione che discutere della finanziaria sia discutere di un gioco fatto e non di un gioco importante in itinere.

Ma poi il Governo come agisce? Agisce con il CIPE e noi sul CIPE dobbiamo dirci una cosa molto seria. Oggi abbiamo votato un ordine del giorno, colleghi, in cui tutti ci siamo trovati d'accordo nel dire alla Giunta: preparatevi a impugnare il bilancio dello Stato. Ma noi dobbiamo chiedere alla Giunta, glielo chiedo ufficialmente, so che l'Assessore su questo è assolutamente d'accordo, di impugnare la delibera CIPE, pubblicata il 26 novembre, quella che decide di riprogrammarsi e di appropriarsi di 1 miliardo e mezzo di fondi FAS, di 1 miliardo e 200 milioni di risorse liberate. L'idea che il Governo si appropri, pubblicandolo in Gazzetta ufficiale, di 1 miliardo e 200 milioni di risorse liberate sul POR 2000-2006 significa che noi abbiamo rendicontato attività finanziate da leggi regionali con obiettivi coerenti con la programmazione del POR, e le risorse liberate le riprogramma Fitto! Noi dobbiamo assolutamente impugnare quella delibera di fronte al TAR perché questo significa difenderci da un abuso di sovranità dello Stato. E' necessario che, per contrastare questa deriva, l'Assessore della programmazione rivendichi il fatto che quelle risorse sono a bilancio e le metta a copertura di infrastrutture, e lo stanno facendo come azione che però non ha la forza di un Parlamento che dice: impugnate una delibera del CIPE. Perché non diciamo: impugniamo la delibera del CIPE che ci ha fregato 2 miliardi e 700 milioni? Forse è il caso di rendere effettiva la nostra forza rispetto alle cose che ci stanno accadendo, 2 miliardi e 700 milioni, lo ripeto 2 miliardi e 700 milioni, rubati con raggiro e con destrezza dallo Stato.

Se noi non condividiamo l'impostazione di una finanziaria che mette solo i tetti, che affida a un'attività di decretazione, che la Giunta regionale non ha, l'intervento sulla realtà, allora noi dobbiamo fare un passo in avanti e dirci che la Regione non ha facoltà di decretazione ma ha le leggi di settore; le leggi di settore funzionano? Guardate, io ho fatto una piccola ricerca, in seguito alla quale ho evidenziato che la gran parte delle leggi di settore, da circa otto anni a questa parte, ha questa natura: enunciazione di principi e delega attuativa alla Giunta. Non mettiamo mai in legge la chiarezza delle procedure, la semplificazione delle procedure, enunciamo principi e poi deleghiamo a direttive della Giunta. Questo meccanismo sta funzionando? Questo meccanismo produce miliardi di residui, oltre che aver prodotto un bilancio parallelo di cui noi non sappiamo nulla, che è il bilancio dei POR.

Badate, nella gestione annuale, noi non vediamo le nostre quote di compartecipazione al POR, la norma di contabilità consente di conservare residui per l'intero ciclo della programmazione dei fondi POR; allora, si ha la sensazione di stanziare tante cose, guardate il bilancio quante voci per la compartecipazione al POR, tante, però non funziona! Allora è ragionevole che noi diciamo: la finanziaria è il finanziamento delle leggi di settore? Sarebbe coerente se le leggi di settore fossero efficienti, invece le leggi di settore non funzionano, è stata citata la legge numero 51, la legge numero 51 per fare un bando ci mette due anni e noi mettiamo per ogni anno la somma di copertura di competenza. L'Assessorato del turismo ha fatto il bando sulla legge numero 40, 20 milioni di euro, domanda ammissibile: 1! E allora sono stati prorogati i termini! Le leggi di settore non funzionano!

Noi possiamo dire che vogliamo usare la sessione di bilancio, per ciò che dice la legge di contabilità, e forse sarebbe il caso che i colleghi mi seguissero perché poi sugli emendamenti ci facciamo male. La legge di contabilità dice che la legge finanziaria è attuativa degli obiettivi fissati dal DAPEF, che sono quelli annuali rispetto agli obiettivi quinquennali del Piano regionale di sviluppo. E' possibile, stando dentro il perimetro degli obiettivi individuati dal DAPEF, individuare delle norme da inserire in finanziaria che consentano, alla luce di ciò che ha detto l'onorevole Sanna, che ha detto l'onorevole Sabatini, di usare il tempo? Cioè di non sprecare il tempo e di dire che, per l'obiettivo dichiarato nel DAPEF, noi pensiamo che questa sia una misura positiva. Quindi l'attività di emendamento, stiamo parlando di aggiuntivi, sulla finanziaria può svolgersi proficuamente a raggiungere gli obiettivi del DAPEF.

Se è questo il perimetro nostro, io vorrei che i colleghi facessero questa valutazione, intanto sull'ammontare delle entrate, noi spossiamo spendere 3 miliardi e 200 milioni per il Patto di stabilità, poi spendiamo 3 miliardi e 200 milioni in crescita per la sanità e siamo a 6 miliardi e 400 milioni, il nostro bilancio è più o meno finito. Il rapporto di gestione ci dice che i 3 miliardi e 200 milioni che spendiamo, grazie al Patto di stabilità, sono occupati per circa, lo diceva prima l'onorevole Sanna, l'80 per cento della spesa corrente. Che cosa significa questo? Significa, lo dico per chi lo vuole capire, che i 15 milioni di euro che abbiamo messo per il contrasto alla povertà, i 10 milioni di euro per i cantieri comunali, cioè tutte le misure per le emergenze, per essere liquidate, devono avere una corrispondente voce di parte corrente di costi che viene trattenuta e liquidata l'anno successivo, cioè che noi, per fare le politiche di sviluppo, dobbiamo frenare la parte corrente, dobbiamo frenarla, per consentire alla Ragioneria di erogare i soldi che diversamente sforerebbero il tetto del Patto di stabilità.

(Brusio in Aula)

Lasci perdere, Presidente, c'è una quota di ignoranza diffusa e non si può fare niente.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia! Grazie.

Prego onorevole Maninchedda.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Non è un obbligo. Faccio un esempio: abbiamo un Assessorato dell'ambiente che è strategico per noi, perché l'ambiente è importante per noi, nel momento in cui l'Assessore dell'ambiente trasferisce i 180 milioni, mi corregga, onorevole Oppi, i 180 milioni del costo dell'Ente foreste, l'Assessorato dell'ambiente ha quasi raggiunto il tetto di spesa del Patto di stabilità semplicemente trasferendo i soldi del funzionamento dell'Ente foreste.

(Interruzione dell'Assessore Oppi)

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). E ha chiuso! Allora si pone il problema che sollevava l'onorevole Sanna prima, se le agenzie stanno diventando un problema di questa natura, semplifichiamo, ma noi non possiamo non semplificare la parte corrente per gli investimenti.

Ancora, sul Patto di stabilità, in Commissione si è detto che se noi non vogliamo che l'Assessorato dell'ambiente, prendiamolo come esempio, trasferisca somme semplicemente per stipendi, dobbiamo chiedere al Ministero dell'economia e delle finanze di spostare 200 o 250 milioni dagli impegni ai pagamenti. Mi apre che noi oggi abbiamo circa 3,8 possibilità di impegni e 3,2 di pagamenti, dobbiamo riequilibrare, così avremo un po' più di capacità di spesa. Questo non lo fa il Consiglio regionale, lo può fare la Giunta e mentre il Ministero dice sempre "no", quando si chiede l'adeguamento della possibilità di spesa alle nuove entrate, non ha niente da dire quando si tenga il tetto che loro hanno già stabilito e lo si riequilibri tra competenza e cassa.

In ragione di questo, noi abbiamo presentato anche degli emendamenti. Ne cito alcuni. Noi abbiamo presentato un emendamento che, di fatto, crea una vasta esenzione fiscale per i comuni sopra i 1000 metri di altezza. Sono una decina, costano niente. Per proiezione dell'Agenzia delle entrate, che la dice lunga, il gettito generato da questi comuni è ininfluente. Addirittura lo è perché, pensate, l'Agenzia delle entrate applica gli studi di settore di Cagliari a Tonara, cioè a chi esercita la libera professione a Tonara viene applicato lo studio di settore di Cagliari. E' una follia, ma è così! Proprio per usare il veicolo della finanziaria per cose secondo noi significative, noi abbiamo presentato un emendamento che propone di provare, con un campione limitato di comuni montani, a creare un sistema di esenzione fiscale. Di queste cose, a mio avviso, se ne possono fare, compatibilmente con la cornice della legge di contabilità.

Ancora, c'è la questione posta dall'onorevole Sanna sugli enti locali e il federalismo interno. Noi abbiamo inserito un emendamento in cui aggiungiamo, al fondo unico, un fondo esclusivamente per le opere pubbliche - è già approvato in Commissione e arriva in Aula - che ha un meccanismo di riparto che privilegia i comuni sopra i 5 mila abitanti, perché i comuni sotto i 5 mila sono col Fondo unico in condizioni di benessere economico, non tutti ovviamente, mentre gli altri stanno tutti soffrendo. Nei comuni non riusciamo più a fare i bandi regionali per le opere pubbliche, diamo un'entrata stabile ai comuni per opere pubbliche, in maniera tale da poter fare programmazione, perché io non posso più chiedere i soldi per la Chiesa che sta crollando alla Regione, ma se la Regione mi assegna un tot all'anno, io posso accendere un mutuo e pagare per la Chiesa.

Il problema posto dall'onorevole Sanna riguarda il come adeguare il gettito del Fondo unico alle nuove entrate. Io sono d'accordo che si debba trovare una formula, però ormai dobbiamo trovare la formula sul Titolo I meno il costo della sanità, sennò il calcolo del trasferimento agli enti locali del Fondo unico, se avvenisse al lordo della sanità, avverrebbe su un ammontare che non è quello reale, cioè avverrebbe su 6 miliardi anziché realmente su 3 miliardi e 500, 3 miliardi e 600. O la sanità è un problema di tutti, e lo scorporiamo dal federalismo interno tra Regione e enti locali, oppure diventa un problema gestirlo.

Così, concludo, sul finanziamento dei consorzi fidi che si comportano come le banche, noi proponiamo che sia vincolato il loro finanziamento alla produzione di occupazione giovanile.

Ho fatto tre esempi per dire che non è vero che un consigliere regionale non ha strumenti per agire sulla finanziaria, la finanziaria è una grande occasione, non dobbiamo mutuare il modello nazionale, che vede i parlamentari chiamati solo a votare il "donativo", come facevano gli Stamenti per il viceré. Dobbiamo usare un'intelligenza e una capacità di coesione che certamente oggi non stiamo adeguatamente dimostrando.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Prresidente, Assessori e colleghi, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Maninchedda e devo dire che gran parte delle cose che lui ha detto è largamente condivisibile in alcuni aspetti, e anch'io le dirò. Credo che predisporre una legge finanziaria in grado di rispondere alle tante richieste provenienti dalla società sarda non sia cosa facile, ci si rende conto naturalmente che in un momento molto complicato di congiunture internazionali la situazione sia molto difficile. Credo che la drammatica situazione economico-occupazionale abbia bisogno di essere affrontata con il massimo impegno da parte di tutte le forze politiche in campo, a maggior ragione da parte di quelle che guidano l'Esecutivo, le quali hanno avuto mandato per decidere.

Siamo tutti consapevoli delle grandi difficoltà e nessuno ritiene che qualcuno abbia in mano la bacchetta magica risolutiva. Tuttavia, io credo che proprio nei momenti difficili si misuri il grado di efficienza e la capacità di incidere badando alle priorità. Dico questo perché l'approccio messo in atto dalla Giunta regionale, a cominciare dalla vertenza sulle entrate fiscali, non è stato esemplare. Costringerci a occupare l'aula per rivendicare con forza il diritto ad avere un bilancio credibile e vederci riconosciuti dallo Stato più di 2 miliardi di euro, risultato di una battaglia vinta qualche tempo fa, è sintomatico di un atteggiamento pressappochista o quantomeno di appiattimento e sudditanza nei confronti di un Governo cosiddetto "amico", amico vostro, non certo amico della Sardegna. Volere testardamente insistere nella discussione sulla finanziaria senza discutere del diritto di ottenere quelle risorse avrebbe significato rinunciare a una grande conquista e a tanti soldi, e tutti quanti sappiamo quanti questi siano necessari.

Per entrare nel merito, io credo, Assessore, che questo sia un bilancio a cui non può essere attribuito particolare significato politico. In questi due anni, o quasi, di governo del centrodestra, la Regione Sardegna è tornata indietro e le numerose vertenze, culminate con grandi manifestazioni di piazza, rappresentano le cose in maniera significativa ed evidenziano la grande difficoltà che stiamo attraversando. Va da sé che non possa essere imputato a questa Giunta tutto il peso della crisi, però si può dire che siamo di fronte a un bilancio di previsione inadeguato, lontano anni luce dalle richieste di aiuto provenienti dalla società. Siamo in presenza di un Documento di programmazione economica e finanziaria totalmente scollegato dal bilancio che avete voi stessi predisposto. Nel DAPEF si analizza in maniera approfondita la situazione economica e sociale, si prospettano soluzioni per uscire dalla crisi, vengono dettagliatamente illustrate le strategie e gli obiettivi programmatici, nonché i punti salienti e le priorità, peccato però che, in realtà, di tutto questo non ci sia traccia nel Documento finanziario, in cui la reale quantità di denaro manovrabile è poca cosa rispetto a quello vincolato e veicolato su spese cosiddette obbligatorie che non siete riusciti a rendere programmabili.

Si stava facendo un po' un conto anche per vedere un po' le questioni rispetto a quanto diceva il consigliere Maninchedda: 4 miliardi e 500 milioni di euro, 6 miliardi e 600 milioni di euro, il rapporto è di 27 a 73 per cento. Se si considera poi la questione del Patto di stabilità, che vincola comunque quelle risorse manovrabili, è evidente che non ci sono soldi che si possono utilizzare. A cascata questo vincolo del Patto di stabilità ricade sui comuni, ed è anche di questi giorni, recente, la delibera della Giunta regionale per affrontare e dare una mano a quei comuni sopra i 5 mila abitanti che avevano difficoltà a far quadrare i conti nel rispetto degli obiettivi che avevano da raggiungere.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue COCCO PIETRO.) Io credo che si continuino a scrivere bei libri, Assessore, per sognare, intanto fuori si consumano drammi ai quali occorrerebbe prestare maggiori attenzioni e soprattutto destinare risorse decenti. Tutti gli studi ci raccontano di una Sardegna che continua a peggiorare, cresce la disoccupazione rispetto all'anno scorso e si riduce sempre più il potere di acquisto delle famiglie. L'industria sarda continua a mietere disoccupati, le imprese del settore manifatturiero perdono il 40 per cento di fatturato, ma è soprattutto la mancanza di un'adeguata politica industriale credibile che manca. Si va avanti trascinati dalle vertenze. Il polo metallurgico, quello chimico, quello tessile sono a pezzi, le poche battaglie vinte, anche se temporaneamente, vedi l'ALCOA, sono il risultato di una grande mobilitazione di lavoratori e di popolo. Per il resto si chiudono fabbriche in tutta l'isola, si mandano a casa migliaia di persone e quasi la cosa non fa più notizia. Isole occupate da molto tempo come l'Asinara, stabilimenti smontati e trasferiti in Croazia, ponti per il lavoro che attendono di essere attraversati da oltre un anno. La povertà e il disagio sociale aumentano sempre più e se ne rendono conto in modo particolare le amministrazioni locali, sempre più in difficoltà nel riuscire a dare risposte credibili ai propri cittadini. Non è semplice, sia chiaro, ma così è se vi pare.

Abbiamo vissuto nei mesi scorsi le questioni legate al problema della pastorizia e dell'agricoltura. Anche in questo caso, siccome le risposte date non sono state ritenute sufficienti da parte di tutte le organizzazioni di categoria e di rappresentanza, nonché dello stesso Movimento dei pastori, che ha tenuto alta la protesta sfociata con l'occupazione di questo Consiglio, sarebbe stato necessario predisporre un programma robusto e articolato per affrontare la questione. In realtà, il documento appare insufficiente e non in grado di affrontare per nulla questo problema. E sì che discussioni ne abbiamo fatte, e sì che abbiamo detto che il settore della pastorizia è un settore trainante e su cui occorrerebbe centrare l'attenzione da parte delle leggi che questo Consiglio deve fare: in realtà, non c'è nulla di tutto questo!

Assistiamo, oggi è presente l'Assessore della sanità, a proteste veementi nei confronti del sistema sanitario. Il collega Espa, mi pare, lui dice sempre di fare interventi monotematici, ha ragione, il suo punto di caduta è sempre quello che riguarda la sanità, però è stato esaustivo nel raccontare le cose, perché queste sono le questioni vere delle quali occorre discutere e che occorre tenere nella dovuta considerazione: la legge numero 162, il programma per i disabili. Tutte cose che il consigliere Espa ha centrato con esattezza e che io non riprendo perché condivido in pieno le cose che sono state sostenute. Però, dicevo, assistiamo a proteste veementi nei confronti del sistema sanitario, la cui spesa continua a crescere in maniera esponenziale, a dispetto di servizi che vengono tagliati, scelte di delocalizzazione o smantellamenti incomprensibili di interi reparti che lasciano forti e pesanti contrarietà.

Assessore, cito come esempio (perché lo conosco meglio di altri) quello che sta accadendo alla ASL numero 7, è sintomatico, abbiamo avuto modo di parlarne anche in altre occasioni e lei sa che cosa penso della questione. Esiste un Commissario straordinario che non ascolta i rappresentanti locali, continua imperterrito sulla sua strada a dispetto di manifestazioni anche eclatanti di sindaci, di presidenti di provincia, sindacati, dipendenti, medici, che non tollerano più l'arroganza e le scelte prese in totale solitudine contro un territorio e la sua sanità. Questo è uno degli scenari che è necessario esaminare per capire che c'è un'emergenza sanità che va affrontata immediatamente per renderla migliore e più utile per tutti i cittadini. Per questo occorre superare rapidamente, Assessore, la fase commissariale straordinaria, riportare a normale gestione le aziende sanitarie, fare un programma serio di riforma che badi a ridurre le spese, ma anche a fornire servizi ai cittadini nel migliore dei modi.

C'è un'altra importante materia, Assessore, su cui la Sardegna è indietro rispetto alle altre Regioni d'Italia; mi riferisco alla questione delle energie alternative. Anche su questo punto… Presidente, si può avere un po' di silenzio in aula? Anche su questo punto è stato detto tanto ed è stato fatto poco, e nel documento non intravedo progetti seri a breve scadenza. Credo che sia opportuno, dopo la fase di chiusura totale, culminata con le famose tre delibere della Giunta del mese di marzo 2010, mettere in agenda il tema "energia" in tutti i suoi aspetti e approdare, come d'altronde aveva già deciso che venisse fatto il Consiglio regionale, all'esame di un piano per l'energia, magari partendo da quello esistente elaborato dal precedente Governo regionale.

Mi riferisco, ad esempio, all'eolico, e non solo per le industrie elettro-intensive nelle aree industriali, o al progetto del metanodotto Galsi, sul quale ritengo sarebbe necessario fare il punto e ristabilire un contatto con le amministrazioni locali per ridefinire i tempi e, soprattutto, focalizzare una strategia di utilizzo concreto da parte delle comunità isolane sulla questione del gas perché, così come è strutturato, questo progetto lascia non poche perplessità che occorrerebbe dipanare. Ancora, bisognerebbe fare chiarezza sulla possibilità concreta di utilizzare il carbone Sulcis per produrre energia a basso costo attraverso la realizzazione di una centrale che utilizzi la materia fossile. Ci sono studi avanzati dei quali, in altre occasioni, abbiamo discusso, che ci dicono che l'abbattimento della CO2 garantirebbe il suo utilizzo senza compromettere l'ambiente, quindi senza inquinare. Anche su questo tema non basta dire o scrivere di difendere un'idea e poi in concreto non sostenerla adeguatamente, non solo nei confronti del Governo nazionale, ma dell'Unione europea, che potrebbe o avrebbe potuto finanziare in Sardegna uno dei dodici impianti pilota nella cattura e nello stoccaggio dell'anidride carbonica. D'altro canto si tratta dell'unica miniera di carbone presente in Italia, non credo sia molto difficile sostenerla con convinzione e con forza.

Non si tratta di fare battaglie di retroguardia o dire che ci mettiamo la benda sugli occhi per non vedere che il futuro è inevitabilmente rivolto verso le energie alternative. E' chiaro che quella è la strada, ma qua noi siamo di fronte a un progetto che sarebbe in grado di dimostrare l'utilizzo verde del carbone e la possibilità seria di un suo impiego.

Sulla questione della scuola: non mi soffermo sulla legge Gelmini, né sulla scarsa incisività dell'Esecutivo mostrata nel contrastare una riforma molto dannosa per il diritto allo studio dei giovani nella nostra Isola. Per questo basta vedere quello che sta accadendo in tutto il paese, non c'è bisogno di aggiungere nulla, se non che noi siamo una Regione di 377 comuni con storia e dignità e in ogni comunità deve essere garantito il diritto all'istruzione pubblica nel migliore dei modi. I tagli feroci penalizzano alcuni luoghi della Sardegna in maniera ancora più forte di quanto non stia accadendo in altre realtà: penalizzano il nostro sistema formativo e tanti nostri studenti. Voglio segnalare, tra le altre cose, il Master and back, a cui sono state tagliate risorse notevoli riducendo il numero di coloro che potrebbero beneficiare del servizio che ha dato negli anni scorsi ottimi risultati. Non si sostiene il tirocinio, avete definito un certo numero di università all'estero e tagliato tutte le altre penalizzando, in base ai criteri definiti, tantissimi ragazzi e ragazze anche nella libertà di scelta.

Tra le poche leggi che sono state approvate da questo Consiglio regionale per sostenere l'economia c'è quella sul Piano casa. I risultati purtroppo si sono dimostrati assai deludenti. In primo luogo, perché è una legge nella quale non si è messo un euro, e siccome la gente non ha soldi per costruire, non ha prodotto che scarsi risultati. Inoltre si è dimostrato che la crisi dell'edilizia in Sardegna non aveva alcun legame col Piano paesaggistico regionale, piuttosto, come avevamo detto durante la discussione su quella legge, sarebbe stato necessario attuare una politica seria a favore dell'acquisto della prima casa e destinare risorse per l'edilizia residenziale. Tagliare inoltre tante risorse, che precedentemente erano state destinate alla riqualificazione dei centri storici urbani, ha non solo ridotto i lavori pubblici e i cantieri, ma impoverito i nostri comuni dal punto di vista della riqualificazione della loro valorizzazione anche ai fini turistici, e qui sarebbe stato utile avere la presenza dell'Assessore del turismo che, fino a poco tempo fa, era presente in aula.

Sul turismo, assessore La Spisa, lo dico a lei, le risorse messe a disposizione sono totalmente insufficienti per un serio programma di intervento, se è vero com'è vero che questo è un settore sul quale occorre investire risorse, perché come dite sul documento programmatico, e anche in questo caso poi vi contraddite coi numeri della finanziaria, è importante per l'economia della nostra Isola. Vanno bene alcune iniziative, come quella chiamata "lunga estate", che favoriscono gli imprenditori del settore con benefici in conto occupazione nei mesi cosiddetti "di spalla", ma credo che sarebbe importante destinare risorse per favorire e promuovere la Sardegna, soprattutto in quei paesi che, meno di altri, hanno subito l'aggressione della crisi; mi riferisco alla Svizzera, all'Olanda, ai Paesi scandinavi, alla Russia, piuttosto che improbabili puntate, come avete fatto, verso il Giappone o altri paesi lontani che non sanno neanche dove si trova la Sardegna.

Insomma, c'è tanto da fare e sarebbe utile potersi confrontare per contribuire a trovare soluzioni. Un po' come è accaduto in questi giorni sulla questione dell'articolo 8 e della vertenza sulle entrate. Ci sono parecchie risorse da riprogrammare e da utilizzare per risollevare l'economia della Sardegna per tanti settori, c'è solo l'imbarazzo della scelta, però bisogna fare in fretta per affrontare non solo le emergenze, ma per definire un serio piano per il lavoro, di cui la Sardegna ha certamente tanto bisogno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ho sempre ritenuto, forse a torto, e me lo dimostrano anche le presenze in quest'Aula di aver torto marcio, ho sempre ritenuto, dicevo, che la discussione generale sulla finanziaria fosse un momento importante per fotografare lo stato di salute del sistema economico, nonché l'occasione per un dibattito serio e impegnato per individuare qualche terapia da somministrare al malato. Nel nostro caso il malato è il sistema economico di questa Regione; aumenta in maniera inequivocabile la forbice tra la crescita che registriamo in quest'Isola e la crescita media nazionale. L'apparato produttivo è in ginocchio, il sistema sanitario tra buchi e proroga ai commissariamenti è diventato indecente, il sistema scolastico e dell'università è sotto gli occhi di tutti, non credo che abbia bisogno di commenti, per non parlare poi del mercato del lavoro, in particolare in Sardegna. Dopo diversi anni diminuisce sensibilmente il tasso di occupazione in quest'isola, cresce altrettanto sensibilmente il tasso di disoccupazione, aumenta il precariato, che ha raggiunto la percentuale più alta del nostro Paese.

Siamo una Regione che impoverisce costantemente. Tutto ciò determina, lo vediamo quotidianamente nelle manifestazioni anche qui davanti, un disagio sociale che sta rischiando di creare una frattura grave tra il sistema democratico, partiti e istituzioni, e il resto della società. Mi chiedo, lo chiedo a quest'Aula distratta (spero che domani si recuperi almeno un minimo di attenzione), quando quest'Aula riterrà che anche questi siano argomenti che in qualche maniera devono avere diritto di cittadinanza in quest'Aula. Arriverà questo momento oppure non arriverà mai? Quando tenteremo, non dico, badate, di condividere, ma perlomeno di impegnare quest'Aula nell'individuazione di qualche ricetta per affrontare questi problemi? Che cosa vogliamo in quest'Isola? Me lo chiedo da tempo. Oggi sono stati espressi pareri da parte nostra, e si comprendono, immagino, da parte vostra, con sufficienza, ma anche da autorevoli rappresentanti della maggioranza che governa questa Regione sono stati espressi pareri per lo meno di una sorta di discrasia tra un documento di programmazione economica e finanziaria - permettetemi di chiamarlo ancora così - e la finanziaria. Il DPEF, il DAPEF, una sommatoria insomma di scritture fatte dai singoli funzionari, e poi una finanziaria che ovviamente non può essere uno strumento organico di programmazione e di regolazione del sistema economico, produttivo, della pubblica amministrazione, della sanità, eccetera.

Mi chiedo ancora, lo dico soprattutto all'assessore La Spisa, che so persona attenta, se si vuol discutere una volta per tutte, lo chiedo ai colleghi che continuano a parlare ognuno per conto proprio, e fare un'analisi sull'attuale modello economico di questa Regione. Riteniamo che sia un modello economico equilibrato, che valga e che valga la pena di una sua riconferma anche nei prossimi 2 o 3 lustri oppure ci diciamo che, per la Sardegna che immaginiamo, di qui a 15 anni, è necessario intervenire e modificare qualcosa in questo modello economico che io ritengo fortemente squilibrato perché ha un peso da nano il settore produttivo, in particolare l'industria in senso stretto? Abbiamo l'altro comparto merceologico, che è l'agricoltura, che pesa come contributo di valore aggiunto nella misura del 4 per cento ed è in linea con la media nazionale, ma ha il numero di addetti doppio alla media nazionale a dimostrazione di una profonda arretratezza di quel settore.

Abbiamo il sistema dei servizi, dove c'è tutto che pesa per il 9 per cento in più della media dei servizi in Lombardia che, viva Dio, è al servizio - scusate il bisticcio di parole - di un sistema produttivo ed economico degno di questo nome. Sono argomenti, sono temi che interessano quest'Aula oppure continuiamo a far finta di nulla? Io davvero non so quando si potranno discutere queste questioni.

Vogliamo porre una questione che vorrei avesse un minimo di attenzione dall'Aula. Insisto, vorrei avesse un minimo di attenzione, e non è presunzione. Ritengo molto umilmente che possa interessare, debba interessare quest'Aula. Noi abbiamo bisogno di crescita, lo dite anche voi, abbiamo bisogno di crescita perché cresciamo molto lentamente. Servono politiche di sviluppo, le sole che possono invertire questa tendenza. Dobbiamo, io credo, Assessori presenti, produrre soprattutto beni materiali, dobbiamo produrre cose concrete, cose che si toccano e si vendono, nessuno faccia ironia per carità, beni materiali la cui qualità, magari, diventa il fattore di competitività per poter conquistare fette di mercato. Allora noi dobbiamo avere una regione, un territorio attrattivo, attrezzato, capace di generare produzioni con queste caratteristiche.

Mi chiedo e chiedo quest'Aula se siamo convinti che questa Regione sia una regione attrattiva, abbia una dotazione infrastrutturale materiale e immateriale all'altezza di questo fabbisogno oppure c'è da fare qualcosa, c'è da intervenire e da modificare qualcosa? Mi chiedo ancora se il sistema di incentivazione, non soltanto in Sardegna, ma in questo Paese, che negli ultimi 15-20 anni, badate, per responsabilità di tutti, del centrodestra e del centrosinistra, nessuno escluso, è un sistema di incentivazione che ha creato una deterrenza in chi vuole investire capitale di rischio proprio, cioè capitale privato, nella produzione di beni materiali, è invece un sistema che favorisce l'investimento anche di un euro in operazioni finanziarie che sono meno rischiose e più redditizie.

Vogliamo discutere di questa questione una volta tanto oppure sono argomenti che non ci interessano? A me pare che siano argomenti che interessano e dovrebbero appassionare anche il dibattito politico in quest'Aula e mi dispiace davvero, io sarò un sognatore, un utopista, un illuso, ma credo che siano argomenti che meritano un'attenzione e una discussione in quest'Aula. Per carità, senza avere la presunzione che un dibattito in quest'Aula su temi importanti come questi, che attengono all'economia di questo Paese, poi possiamo risolverli noi, ma è importante per lo meno avere coscienza, sapere che possiamo, nel piccolo, anche intervenire nel sistema di incentivazione, nel rapporto con gli istituti di credito che certamente in questo Paese, dopo averli messi in sicurezza, non sostengono il sistema economico, anzi fanno l'esatto contrario.

Ecco, allora io mi chiedo se, insieme a questo, noi non dobbiamo riflettere sulla necessità di immettere nel sistema economico anche risorse pubbliche (parlo in generale, meriterebbe ben altro approfondimento), io ritengo di sì, ma siamo di fronte a una finanziaria che non fa nemmeno questo. Non immette quasi nulla nel sistema economico per tentare di dare una risposta, ripeto, alle politiche di sviluppo. Attenzione, noi facciamo parte di una classe politica del centrodestra e del centrosinistra, lo ripeto da anni in casa mia innanzitutto, che in questi 15-20 anni ha, in maniera colpevole, delegato al mercato il governo delle dinamiche economiche e oggi la politica e le istituzioni non sono in grado, non con cultura e mentalità vecchia, di tentare, non dico di governare direttamente questi processi, ma in qualche maniera di poter intervenire.

Per questo, noi non contiamo nulla nei processi di delocalizzazione di grandi imprese italiane a partire da pezzi della Fiat e anche di processi analoghi in questa Regione. Noi siamo diventati una classe politica istituzionale che, per queste scelte, non è più in grado di intervenire, e riguarda tutti. Sono temi che in qualche maniera devono trovare un minimo di attenzione e di riflessione. Pensavo, ripeto che appartengo a quella categoria di illusi e di utopisti, essendo forse anche un neofita di questo luogo, che, in quest'Aula, in qualche maniera potessero essere una volta all'anno argomento di discussione. Invece nulla, distrazione più totale. E' davvero disarmante, credetemi, ma può darsi, ripeto, che sia il solo a pensare queste cose.

Allora, tornando a noi, siamo di fronte a una finanziaria. Assessore La Spisa, noi stamane abbiamo svolto, dopo due giorni di occupazione dell'opposizione, un dibattito che si è sintetizzato in un ordine del giorno votato unitariamente. Non voglio, badate, associarmi alle tante melensità che ho sentito giudicando quel momento, è un momento importante, molto importante. L'ho detto stamane, io spero rappresenti anche un monito innanzitutto per il Presidente della Regione e anche per noi tutti, con responsabilità molto diverse, ovviamente. Noi dovremmo, anche dopo l'accordo di stamane, avere la certezza (è d'obbligo il condizionale), a partire dal prossimo anno, di un quadro di entrate certamente più importante di quello che abbiamo avuto sinora.

Propongo una riflessione, lo faccio bussando all'uscio di quest'aula molto delicatamente per vedere se c'è dall'altra parte di questi due o tre ingressi la disponibilità ad ascoltare e a riflettere. Io sono tra coloro che sono convinti che questa Regione non abbia nessuna capacità attrattiva per investimenti privati. Lo dicono tutti, badate, il Centro studi di Confindustria, la Banca d'Italia, l'Istat, tutti! Allora, chiedo all'Assessore, agli Assessori, se è possibile, colleghi della maggioranza, ipotizzare rispetto alle nuove entrate l'utilizzo di una parte di quelle risorse, io direi importante, sulla falsariga di quello che ha fatto la Germania nei confronti della Germania dell'Est quando è stata riunificata, che era il pezzo povero ed erano in condizioni disastrose sotto tutti gli aspetti. In quel Paese si è fatta una scelta per alcuni anni, per un lustro se non ricordo male, di utilizzare le risorse pubbliche per mettere al passo quella parte del Paese col resto della Germania, altrimenti sarebbero state due macchine diverse con velocità diverse, con gli squilibri che questo determina anche socialmente e non soltanto economicamente. E' possibile, chiedo, utilizzare una parte di quelle risorse per recuperare il gap infrastrutturale che esiste tra la nostra Regione e il resto del Paese? Noi abbiamo una dotazione infrastrutturale materiale, non parlo di quella immateriale perché stiamo molto male anche su quella immateriale, a me preoccupa, assessore La Spisa, che, nell'articolo 3 della finanziaria, vogliate utilizzare per combattere la dispersione scolastica nuovamente la formazione professionale! Attenzione, perché nel passato abbiamo esperienze che sono andate nella direzione diametralmente opposta! Io spero che non ci sia questo disegno, ma cercheremo di vigilare.

Allora, chiedo a quest'Aula, chiedo a lei, assessore La Spisa: è possibile impegnare quest'Aula in una discussione che prenda atto delle diseconomicità di quest'Isola e utilizzare parte di quelle risorse per superare questa diseconomia fortissima che esiste? Badate, non è soltanto l'energia elettrica o termica, è anche quella della viabilità, di un sistema portuale, di porti, dove c'è un'unica banchina e coincide il traffico merci con quello industriale, con problemi di profondità; tante cose ancora, abbiamo un sistema industriale in cui nelle aree industriali si paga l'acqua a peso d'oro, non siamo in grado di offrire a chi produce in un determinato territorio, in un'area industriale, discariche per allocare gli scarti di lavorazione, siamo in una condizione drammatica! Colgo l'occasione di chiedere, Assessore (manca l'Assessore dell'industria, credo impegnato a Roma): a che punto è il progetto avviato nella passata legislatura relativamente allo sportello unico? Mi risulta che ci sia stato qualche rallentamento, c'è qualche intenzione di muoverci in questa direzione o no?

Ecco, io volevo porre queste questioni. L'ho fatto in maniera probabilmente inusuale, forse anche con qualche licenza rispetto all'ordine del giorno. A me sembra però siano argomenti che meriterebbero un minimo di riflessione. Davvero, badate, io ve lo dico non con voglia di fare l'ultimo intervento, di lasciare per dieci secondi un ricordo positivo o negativo, io davvero vivo male, credetemi, vivo male la presenza in quest'Aula come consigliere di opposizione e la vivrei comunque anche se fossi un consigliere di maggioranza, se questo Consiglio, quest'Aula, nelle sue articolazioni democratiche, non avesse la possibilità di misurarsi anche su questi temi e di indicare, a seguito di un'analisi seria, impegnata, delle direttrici, delle linee di intervento che poi la Giunta autonomamente vedrà, discuterà, riferirà in Aula. Manca questo confronto! In qualche maniera mi pare che si siano soffermati su questo, se non ho inteso male, anche il collega Sanna e il collega Maninchedda, seppure parlando d'altro.

Allora, ripeto, insisto su questo, mi pare che ormai abbiamo perso l'occasione anche della finanziaria 2011. Spero non si debba arrivare alla finanziaria per il 2012, magari con la fretta di chiudere la discussione prima o sotto le vacanze natalizie di fine d'anno, perché davvero è una condizione che mortifica. Badate, non viene compensata dalla condizione soggettiva di ognuno di noi che gode di un trattamento importante. Non viene compensata da questo, almeno per chi ha la coscienza e sente anche l'etica della responsabilità politica e istituzionale di poter svolgere un ruolo qua dentro.

Noi abbiamo svolto un ruolo e l'abbiamo concluso stamane votando all'unanimità un ordine del giorno a seguito, ripeto, di due giorni di occupazione. Se non avessimo messo in essere quell'occupazione, probabilmente non saremmo arrivati a quel risultato, ma ovviamente la maggioranza, il Presidente della Regione ci potrà dire che il risultato finale non era influenzato da questo accordo. Noi pensiamo, io penso l'esatto contrario! Però, quello che è avvenuto stamane e nelle ore che hanno preceduto il voto di quell'ordine del giorno, io credo che vada recuperato, vada recuperato soprattutto nella parte di responsabilità generale che attiene a quest'Aula e che quest'Aula non può surrogare a nessun Presidente e a nessuna Giunta regionale! Quando si fa questo, badate, vuol dire davvero che si delega una propria funzione e quando si delega la propria funzione ad altri e quando si costringe una parte minoritaria, in questo caso, perché ci costringete, quando la maggioranza ci costringe a questo ruolo, si mortifica non soltanto il ruolo e la funzione della minoranza, ma si mortifica davvero il ruolo e la funzione dell'Aula!

In questo senso, mi scuso per i termini accorati, io credo che, su queste questioni, probabilmente dovremmo ritrovarci con qualche disponibilità a un impegno maggiore, anche ponendo in discussione nostre convinzioni per metterle nella disponibilità di una responsabilità collettiva e istituzionale che appartiene a quest'Aula, ma, per cortesia, non svuotate di questi contenuti e di questo valore quest'Aula perché con questa finanziaria questo sta avvenendo.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina, giovedì 23 dicembre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 01.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità di intervenire presso il Ministero della difesa per la riapertura dell'arruolamento a favore dei soggetti dichiarati inidonei a causa della carenza enzimatica G6PD (favismo).

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- il Ministero della difesa per molti anni ha applicato nell'arruolamento del personale un "Elenco di imperfezioni ed infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare" che prevedeva (articolo 2, lettera d)) tra i motivi di non idoneità, in modo generico, "i difetti quantitativi o qualitativi degli enzimi"; tra le numerose enzimopatie comprese nella generica dicitura rientrava anche il deficit enzimatico G6PD, normalmente noto come favismo;

- l'applicazione di tale disposizione si traduceva per i sardi in una grave forma di discriminazione all'accesso sia alle Forze armate che da quando è stata soppressa la leva obbligatoria sono diventate professionali, sia alle Forze dell'ordine, per le quali oggi è richiesto l'espletamento di almeno un anno di servizio militare; il deficit enzimatico in questione, infatti, è di tipo ereditario e riguarda circa 400 mila italiani, con percentuali comprese tra l'1 per cento ed il 7 per cento nell'Italia continentale; tale percentuale sale a ben il 16,9 per cento per i maschi residenti in Sardegna;

- il cambiamento della disciplina ha posto fine ad una situazione che rasentava i limiti dell'assurdo e il favismo finalmente non viene più considerato alla stregua di una malattia, e non è più causa di esclusione dall'arruolamento;

- vi sono tuttavia molte centinaia di giovani sardi (come detto, circa il 17 per cento dei residenti sono fabici) che negli anni si sono visti dichiarare inidonei, e hanno perso una importante opportunità di lavoro,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se non ritenga opportuno intervenire presso il Ministero della difesa perché adotti i provvedimenti necessari per permettere a coloro i quali siano stati dichiarati inidonei al servizio militare a causa della carenza enzimatica G6PD di presentare domanda di arruolamento, elevando il limite dell'età a 40 anni. (443)

Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sull'eliminazione delle cause ostative alla procedura di liquidazione delle pratiche dell'Asse II del Piano di sviluppo rurale - annualità 2007-2008-2009.

Il sottoscritto,

VENUTO a conoscenza dei ritardi nella procedura di liquidazione delle pratiche dell'Asse II del Piano di sviluppo rurale - annualità 2007-2008-2009 relative a indennità compensative, benessere degli animali, agricoltura biologica ecc, misure forestali, set-aside e prepensionamento, dovute a difficoltà nell'utilizzo del portale Sistema informativo e informatico dell'AGEA (SIAN), che spesso impedisce di apportare le modifiche in correttiva da parte degli utenti istruttori seppure in possesso di tutte le informazioni di garanzia per procedere alla messa in liquidazione delle pratiche;

CONSIDERATO che:

- questi ritardi si verificano in un momento che vede il mondo delle campagne in forti difficoltà economiche;

- il disbrigo immediato di queste pratiche darebbe ristoro a tantissime aziende agricole che, soprattutto nella Provincia di Sassari, risultano essere in numero considerevole;

- tali riconoscimenti potrebbero risultare importanti per il salvataggio economico delle imprese agricole creditrici;

RITENUTO che la Giunta regionale debba intervenire per eliminare le cause dei ritardi sul pagamento delle pratiche di cui sopra,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere quali iniziative intendano attivare per favorire l'interazione del sistema di liquidazione dell'ARGEA con il portale SIAN al fine di accelerare le procedure di liquidazione delle pratiche dell'Asse II di cui in premessa. (444)

Interrogazione Cuccureddu - Mulas, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative allo stato giuridico degli autisti soccorritori che operano nel servizio 118.

I sottoscritti,

PRESO ATTO che:

- la figura professionale dell'autista soccorritore, operante nelle centrali operative del 118, riveste un ruolo fondamentale nel sistema dei servizi di urgenza e fa parte integrante dello staff del personale dedicato a tali interventi per la tutela della salute dei cittadini;

- gli autisti soccorritori sono, a tutti gli effetti, impiegati in un servizio di competenza primaria e di fondamentale importanza per la qualità dell'azione sanitaria d'urgenza della ASL che, come tale, deve essere gestito direttamente dalla struttura sanitaria pubblica;

CONSIDERATO che:

- alcune ASL hanno provveduto all'internalizzazione di tali figure professionali, mentre altre ASL, come ad esempio quella di Sassari (ma anche Oristano e Gallura), nell'aprile del 2000, con la motivazione dell'urgenza e l'assicurazione della provvisorietà del provvedimento, hanno esternalizzato il servizio di guida delle autoambulanze del 118;

- tale condizione di "provvisoria" esternalizzazione del servizio è giunta sino ai nostri giorni, attraverso varie forme contrattuali per il personale e affidamenti a vari soggetti privati, senza che sia stato attivato il necessario percorso di acquisizione della competenza primaria con la gestione diretta da parte di alcune ASL, e fra queste quella appunto quelle di Sassari, Oristano e della Gallura;

- tale situazione operativa nella quale versa il servizio di conduzione delle autoambulanze delle ASL citate, ancora affidato a terzi privati, è stata da tempo abbandonata, sia al livello nazionale che nella maggioranza delle ASL della Sardegna; infatti, già da tempo, le strutture sanitarie hanno internalizzato l'attività e sono stati banditi i concorsi per la stabilizzazione delle figure professionali degli autisti soccorritori;

CONSTATATO che la modalità di affidamento del servizio tramite cooperative, oltre ad andare a detrimento della professionalità, in un servizio d'emergenza particolarmente delicato come quello del 118, genera maggiori costi per il servizio sanitario, che si accolla le rate di leasing dei mezzi oltre che le spese per il personale e per gli oneri generali delle cooperative,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:

1) se intenda dare precise indicazioni alle ASL che non vi hanno ancora provveduto, per avviare per­corsi di internalizzazione delle figure degli autisti soccorritori che operano nelle equipe mediche delle ambulanze medicalizzate del 118;

2) i costi di tale servizio nei casi in cui il personale sia stato internalizzato ed in quelli nei quali invece è gestito attraverso cooperative o, ancora, attraverso agenzie interinali (ASL di Nuoro). (445)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul passaggio dei depositi dell'Aeronautica miliare e della Marina militare dalla Regione Sardegna all'Ente foreste della Sardegna.

La sottoscritta,

PREMESSO che:

- i depositi carburante dell'Aeronautica e della Marina militare, situati tra il parco urbano di Monte Urpinu e il parco regionale di Molentargius e rispettivamente di metri quadri 138.175 e 129.000, sono transitati alla Regione nel novembre del 2008, a norma dell'articolo 14 dello Statuto regionale della Sardegna, dopo il protocollo d'intesa sottoscritto in data 6 marzo 2007 tra l'ex Sottosegretario alla difesa e l'allora Presidente della Regione autonoma della Sardegna;

- il deposito carburanti dell'Aeronautica militare ha cessato di essere operativo il 17 agosto 2007 ed è transitato nel patrimonio e nella disponibilità della Regione Sardegna nel novembre del 2008;

- il ruolo svolto dall'Amministrazione regionale rispetto al sito in questione è stato esclusivamente di opera di guardiania, senza che fossero consentite la fruibilità e la visibilità da parte dei cittadini, anche al solo scopo conoscitivo;

CONSTATATO che il recupero di questi spazi è avvenuto con notevoli difficoltà e solo dopo anni di iniziative di vario tipo portate avanti da associazioni, movimenti e cittadini cagliaritani in generale per la riduzione delle servitù militari in Sardegna e, nel caso specifico, in una zona della città di Cagliari di spiccato interesse e valore naturalistico-paesaggistico-storico come quella che appunto si trova tra il parco urbano di Monte Urpinu e il parco regionale di Molentargius;

SOTTOLINEATO che tali spazi rappresentano un patrimonio da salvaguardare non solo per il loro inestimabile valore storico, ambientale e naturalistico ma anche per la presenza di alcuni stabili pregiati (per esempio la palazzina comando, la sala pompe, la sala antincendi ecc.) e dei serbatoi interrati, che sono da considerare delle vere e proprie testimonianze di archeologia militare, considerato che sono stati realizzati negli anni tra il 1930 e il 1940 e che sono ancora in buono stato di conservazione;

CONSTATATO che, per l'ennesima volta, riscontriamo nelle autorità competenti un atteggiamento di gestione di tipo privatistico e personalistico di un bene pubblico, in quanto il passaggio dell'ex servitù militare in questione dalla Regione autonoma della Sardegna all'Ente foreste non è stato oggetto di dibattito nelle opportune sedi consiliari, sia comunale che regionale, e in merito non sono stati organizzati incontri tematici e/o dibattiti pubblici a cui avrebbero potuto partecipare anche esperti del settore e dare un importante contributo per stabilire la destinazione e l'utilizzo di questi spazi,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica e il Presidente della Regione per sapere se:

1. risulti attendibile quanto riportato dal quotidiano l'Unione sarda in merito al trasferimento dell'ex deposito carburanti dell'Aeronautica militare e della Marina militare dalla Regione Sardegna all'Ente foreste;

2. qualora questo risultasse vero, intendano sospendere immediatamente il trasferimento del sopracitato bene;

3. abbiano intenzione (e in quali tempi eventualmente) di avviare un tavolo tecnico nelle opportune sedi in Consiglio regionale con il coinvolgimento e la collaborazione di istituzioni, associazioni e comitati competenti in materia per valutare ed individuare quali usi fare di questo bene;

4. abbiano intrapreso o abbiano intenzione di intraprendere iniziative mirate al recupero del sito e al futuro utilizzo in modo da consentire oltre alla visitabilità anche la fruibilità del luogo da parte di tutti i cittadini;

5. vi sia la possibilità di consentirne l'accesso al pubblico in giorni prefissati (almeno un giorno alla settimana e preferibilmente la domenica), avvalendosi della collaborazione di enti, comitati ed associazioni competenti;

6. abbiano intenzione di indire un concorso di idee in collaborazione con gli atenei sardi finalizzato al recupero paesaggistico, naturalistico ed ambientale del bene. (446)

Interrogazione Campus, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'arte dei lavori di revisione del Piano urbanistico comunale di Sassari e sulle procedure necessarie per pervenire alla sua approvazione definitiva.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- con deliberazioni n. 61 del 10 luglio 2008 e n. 71 del 21 luglio 2009 il consiglio comunale di Sassari ha adottato il piano urbanistico comunale (PUC);

- con determinazione n. 256/86 del 18 marzo 2010 il direttore generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica ha ritenuto il PUC di Sassari "non coerente con il quadro normativo e pianificatorio sovraordinato", interrompendone di fatto l'iter di approvazione;

CONSIDERATO che:

- la dichiarazione di non coerenza del direttore generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica si sostanzia in una non approvazione del PUC e ne evidenzia i vizi di legittimità e di merito;

- tali vizi riguardano numerosi aspetti fondamentali del PUC, tra i quali il mancato rispetto del Piano paesaggistico regionale, l'assenza di riferimenti legislativi che giustifichino il ricorso al sistema perequativo adottato, il dimensionamento del piano, la verifica del rispetto delle quantità minime di spazi per servizi pubblici, la classificazione delle aree agricole periurbane come sottozone C2, la mancata dimostrazione della sussistenza dei requisiti minimi per la classificazione delle zone B, eccetera;

- le motivazioni della dichiarazione di non coerenza del direttore generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e della relazione istruttoria degli uffici ad essa allegata, sembrano imporre al Comune di Sassari una procedura di profonda revisione del piano che, dalle informazioni fornite dal sindaco al consiglio comunale, risulta ancora in itinere da parte dell'Ufficio del piano comunale;

- l'applicazione delle norme di salvaguardia, che permangono ormai da oltre due anni e mezzo, comporta la sospensione di ogni determinazione in ordine a qualunque richiesta di provvedimento edilizio per il quale non sia verificata la sussistenza della doppia conformità tra il vecchio PRG ed il nuovo PUC, determinando in tal modo un blocco pressoché totale dell'attività edilizia nel Comune di Sassari, con conseguente gravissimo danno per il sistema produttivo locale, già in stato di profonda crisi per la congiuntura economica in atto;

- sono passati ormai oltre 8 mesi dalla trasmissione del parere di non coerenza al Comune di Sassari, senza che il sindaco e la giunta comunale abbiano ritenuto di informare i loro concittadini e il consiglio comunale sullo stato dell'arte dei lavori di adeguamento del PUC, se non attraverso una generica assicurazione che i lavori stessi vengono portati avanti dall'Ufficio del piano comunale con la consulenza degli Uffici dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica della Regione;

RITENUTO che dalla lettura della sopracitata determinazione del direttore generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e della allegata relazione istruttoria degli uffici, risulta evidente che per adeguare il PUC di Sassari sia necessario introdurvi variazioni di rilevante entità, con modifiche sostanziali dei criteri originariamente posti alla base dello strumento urbanistico e delle originarie scelte urbanistiche adottate dal consiglio comunale, sia per quanto attiene la zonizzazione che le norme tecniche di attuazione,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, sentiti anche i competenti uffici regionali, per sapere se sia al corrente dello stato dell'arte dei lavori di adeguamento del piano urbanistico del Comune di Sassari e se ritenga che le modifiche da introdurre nel medesimo piano siano tali da configurare la necessità di una nuova ed integrale delibera di adozione dello strumento urbanistico da parte del consiglio comunale, con la conseguente applicazione delle procedure di deposito e pubblicazione degli atti ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche ed integrazioni. (447)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione al Centro regionale di formazione professionale ex ENAIP di Ales.

Il sottoscritto,

PREMESSO che al personale dipendente del centro richiamato in oggetto pare siano state impartite disposizioni per il trasferimento al centro di formazione di San Gavino Monreale, al fine di essere impegnati presso la medesima sede;

CONSTATATO che la notizia non risulta supportata da comunicazioni formali ai soggetti istituzionali territorialmente competenti e ha procurato allarme nel territorio dell'Alta Marmilla;

CONSIDERATO che:

- si vorrebbe conoscere se la circostanza risulta fondata al fine di intraprendere azioni per scongiurare l'ennesimo scippo ad un territorio quale quello dell'Alta Marmilla, già fortemente mortificato dal disagio sociale, determinato dalla sempre più crescente percentuale di disoccupazione;

- inoltre, bisogna ricordare come il recente processo di riorganizzazione scolastico territoriale abbia imposto pesanti sacrifici di rinuncia sulla formazione primaria con conseguenti disagi e maggiori oneri sul profilo economico per le popolazioni residenti nel territorio di che trattasi;

RITENUTO che, se si somma la soppressione di quei già scarsi presidi formativi zonali, si corre il rischio di intraprendere una direzione e degli scenari che diventano irreversibili verso servizi essenziali, quali quelli formativi che risultano irrinunciabili ed imprescindibili per consentire un'adeguata crescita della società civile e sociale;

VERIFICATA la scarsa attenzione sinora registrata nella attivazione di corsi di formazione che avrebbero potuto consentire una vivacizzazione dell'offerta di lavoro del territorio, con la presenza di qualificate professionalità da inserire nel mercato del lavoro;

PRESO ATTO che qualsiasi ipotesi di dismissione delle attività finora presenti rischia di determinare un malessere dell'intera zona a tutto vantaggio di altri territori,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere se:

1. siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;

2. non ritengano necessario valutare con attenzione le ricadute negative che il trasferimento del personale in oggetto potrebbe determinare;

3. non ritengano di dover adottare gli opportuni provvedimenti al fine di trovare le soluzioni per scongiurare il trasferimento dei dipendenti del Centro regionale di formazione professionale ex ENAIP di Ales da un territorio già fortemente mortificato dal disagio sociale e dalla mancanza di lavoro;

4. non ritengano prioritaria la programmazione e l'attivazione di corsi di formazione professionale per consentire l'assorbimento della richiesta di riqualificazione proveniente dal mercato del lavoro. (448)

Interrogazione Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di emergenza che si è venuta creare sul Rio Mare Foghe nei Comuni di Riola Sardo, Nurachi, Baratili S. Pietro e Zeddiani.

Il sottoscritto,

PREMESSO che nei giorni scorsi si è verificata una invasione di una pianta killer che sta causando il soffocamento del Rio Mare Foghe, con la conseguente moria di pesci che sta devastando il patrimonio ittico dell'intera zona;

CONSIDERATO che:

- la crescita esponenziale del giacinto d'acqua, pianta killer tipica delle zone tropicali, ha spinto i sindaci dei Comuni di Riola Sardo, Nurachi, Baratili S. Pietro e Zeddiani ad avanzare la richiesta d'intervento della protezione civile per affrontare lo stato di calamità che si è venuto a creare;

- una delle possibili cause del problema sarebbe da attribuire al mancato abbattimento dello sbarramento di Pischeredda sul Rio Mare Foghe in territorio del Comune di Riola Sardo;

VERIFICATA la necessità di un intervento strutturale da parte della Regione al fine di far fronte all'attuale emergenza ambientale, anche per evitare che simili fatti possano ripetersi nel tempo,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per conoscere:

1) quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di intervenire con la massima urgenza per bonificare il Rio Mare Foghe;

2) se non ritenga opportuno che l'ARPAS e l'Università di Sassari suggeriscano interventi strutturali al fine di evitare il ripetersi di tali avvenimenti;

3) per quali motivi l'abbattimento già disposto dello sbarramento creato in località Pischeredda, che insiste nel territorio comunale di Riola Sardo, non sia stato ancora realizzato, nonostante il parere favorevole dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente e degli esperti dell'Università di Sassari. (449)

Interrogazione Diana Giampaolo - Bruno - Espa, con richiesta di risposta scritta, sul mancato reclutamento da parte dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari di farmacisti altamente qualificati idonei agli esiti di concorso pubblico e sull'affidamento dell'incarico dell'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT del comparto della farmacia ospedaliera a farmacisti non specializzati, di cui non è nota la graduatoria di selezione.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- in esecuzione della deliberazione n. 1540 dell'11 agosto 2005 adottata dal direttore generale, ed ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 483 del 1997 e del decreto legislativo n. 229 del 1999, l'Azienda ospedaliera (AO) G. Brotzu di Cagliari ha indetto un pubblico concorso per titoli ed esami (pubblicato su GURI n. 93 del 25 novembre 2005 e con scadenza il 27 dicembre 2005), per la copertura di un posto di dirigente farmacista, con rapporto di lavoro esclusivo;

- il regolamento del concorso dispone che, per quanto non previsto dal presente bando, si fa riferimento alla normativa vigente in materia, anche se non espressamente richiamata;

CONSIDERATO che:

- l'esito del suddetto concorso ha consentito di redigere una graduatoria (pubblicata il 25 luglio 2008 a termine di espletamento delle prove di selezione) di farmacisti altamente qualificati e quindi, specializzati;

- il comma 4, dell'articolo 91 del decreto legislativo n. 267 del 2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), riferisce che per gli enti locali le graduatorie concorsuali rimangono efficaci per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione per l'eventuale copertura dei posti che si venissero a rendere successivamente vacanti e disponibili, fatta eccezione per i posti istituiti o trasformati successivamente all'indizione del concorso medesimo;

- il comma 87 dell'articolo 3 della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008), all'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo il comma 5 bis inserisce il seguente: "5 ter. Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione. Sono fatti salvi i periodi di vigenza inferiori previsti da leggi regionali";

PRESO ATTO che conseguentemente all'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT - Prontuario della distribuzione diretta, ovvero con forme alternative di distribuzione che garantiscono uno specifico monitoraggio dei consumi e la presa in carico e la continuità assistenziale H (ospedale) - T (territorio), l'AO G. Brotzu rivede la decisione di assumere ulteriore personale per il comparto della farmacia ospedaliera;

VENUTI a conoscenza che l'AO G. Brotzu, rivista la decisione di assumere il personale altamente qualificato in graduatoria (risultato idoneo alla selezione del concorso succitato) ed escludendo inoltre l'utilizzo dell'istituto del comando, emette il 20 ottobre 2009 un nuovo avviso di selezione, con scadenza risalente al 4 novembre 2009, con il quale attribuisce un incarico libero professionale ad un farmacista per la SSD della farmacia - Settore innovazione per la distribuzione del farmaco in dose unitaria, per il cui affidamento è richiesta, tra i requisiti, la specializzazione;

RISCONTRATO che, come da regolamento del suddetto avviso, i requisiti prescritti dal bando dovevano essere posseduti dal farmacista alla data di scadenza del termine utile per la presentazione della domanda di ammissione alla selezione e che la mancanza degli stessi avrebbe comportato l'esclusione della selezione per difetto;

RILEVATO che la graduatoria del bando di selezione, scaduto il 4 novembre 2009, e la delibera di assunzione non sono consultabili nel sito web dell'AO Brotzu alla voce "concorsi e selezioni" e che l'incarico per l'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT risulta affidato, con contratto rinnovato e tutt'oggi in corso, a farmacisti laureati ma non specializzati,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, per conoscere:

1. la graduatoria pubblica e la delibera di assunzione relativa alla selezione del personale reclutato attraverso l'avviso di selezione del 20 ottobre 2009, in armonia alla legge n. 241 del 1990 e seguenti;

2. i bandi di selezione pubblica, le graduatorie e la delibera del reclutamento dei farmacisti non specializzati (ai quali è stato ulteriormente rinnovato il contratto alla scadenza del primo) ed operanti nell'organico della farmacia ospedaliera dell'AO Brotzu di Cagliari dal luglio 2009, ai quali è stato affidato l'incarico dell'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT, ovvero di quelle forme alternative di distribuzione che garantiscono uno specifico monitoraggio dei consumi e la presa in carico e la continuità assistenziale H (ospedale) - T (territorio);

3. quali motivazioni hanno indotto sino ad oggi l'AO Brotzu ad escludere il reclutamento dei farmacisti altamente qualificati collocati nella graduatoria pubblicata il 25 luglio 2008 e che a partire da questa data, rimane vigente per un termine di tre anni;

4. quali azioni urgenti intendano intraprendere sulle modalità di assunzione del personale della farmacia ospedaliera del Brotzu per gli incarichi di alta specificità che da essa ne derivano, perché i farmacisti specializzati ed idonei agli esiti di concorso pubblico che l'AO Brotzu aveva regolarmente bandito a suo tempo, trovino oggi la giusta opportunità presso l'azienda medesima, nel rispetto del merito e quindi delle graduatorie poste in essere e vigenti come da norma di legge;

5. in ottemperanza al punto 4), quali provvedimenti urgenti ritengano siano di pronta attuazione per consentire che l'AO Brotzu non trascuri ulteriormente (ed appositamente) il tempo utile in cui può ancora agire sulla graduatoria dei farmacisti specializzati, ed evitare che giunga a scadenza (oramai non lontana) nei termini stabiliti dalla legge. (450)

Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sul procedimento di verifica di coerenza del Piano urbanistico comunale di Oristano.

Il sottoscritto,

EVIDENZIATA la grave crisi economica che investe la Sardegna ed in particolare la Provincia di Oristano;

CONSIDERATO che il processo di adeguamento dei piani urbanistici comunali (PUC) al Piano paesaggistico regionale (PPR) è un obiettivo di assoluta priorità per questa Amministrazione regionale, in quanto l'effettiva esecutività dello strumento urbanistico costituisce un elemento fondamentale per lo sviluppo armonico e compatibile del territorio;

ATTESTATO che, a tutt'oggi, a oltre quattro anni dalla pubblicazione del PPR, pochissime amministrazioni comunali sono riuscite nell'intento di adeguare lo strumento urbanistico al PPR stesso e al Piano di assetto idrogeologico (PAI), risultato che pone in evidenza la difficoltà dei comuni sardi nel completare l'iter amministrativo e le conseguenti ricadute negative sullo sviluppo dei territori;

APPRESO che il Comune di Oristano ha approvato definitivamente il PUC in adeguamento al PPR e al PAI il 13 maggio 2010, provvedendo a consegnare la documentazione per la verifica di coerenza all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica il 24 giugno 2010;

VALUTATO che l'articolo 31, comma 5, della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7, dispone quanto segue: "La verifica di coerenza sugli atti di pianificazione urbanistica generale degli enti locali di cui alla lettera c) del comma 3, è svolta, in via transitoria e sulla base degli indirizzi politico-amministrativi emanati dalla Giunta regionale, dal direttore generale della pianificazione urbanistica territoriale, previo parere del CTRU di cui all'articolo 32 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45, da esprimere entro il termine di 30 giorni dalla data di ricevimento della richiesta. La determinazione del direttore generale deve essere assunta entro il termine di 90 giorni dalla ricezione della delibera di adozione definitiva del piano urbanistico";

VERIFICATO che, il 5 novembre 2010, il dirigente del Settore urbanistica del Comune di Oristano ha trasmesso al Buras l'avviso di adozione definitiva del PUC, pubblicato poi sul Buras n. 34 del 18 novembre 2010, vale a dire 134 giorni dopo la consegna della documentazione ai competenti uffici regionali;

RAMMENTATO che la Costituzione, con la riforma del titolo V, ha disposto il superamento di ogni forma, di controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti locali, facendo sì che Regione ed enti locali abbiano competenze di pari rilevanza in materia di pianificazione urbanistica;

RITENUTO quindi che la verifica di coerenza sia riassumibile quale attività di collaborazione con gli enti locali,

chiede di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica affinché riferisca:

1) per quale motivo il direttore generale dell'Assessorato non abbia a tutt'oggi assunto la determinazione sull'esito della verifica di coerenza;

2) per quale ragione, nella nota prot. n. 41151 del 19 novembre 2010, lo stesso direttore generale evidenzi un "vizio di legittimità" nella procedura di verifica di coerenza del PUC di Oristano;

3) per quale ragione lo stesso direttore generale abbia trasmesso al Comune di Oristano un fax informale (prot. n. 41153 del 19 novembre 2010) contenente il parere consultivo del Comitato tecnico regionale per l'urbanistica, considerando che il CTRU è un organo consultivo della Giunta regionale e che pertanto il contenuto dei pareri emessi ha valore nei confronti degli uffici regionali;

4) in quale data sia stato richiesto dal direttore generale il parere del CTRU;

5) quali azioni l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica intenda porre in essere al fine di facilitare l'attività di collaborazione tra gli enti locali e la Regione, avendo quale obiettivo il rispetto dei tempi previsti nella legge regionale n. 7 del 2002. (451)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul bando pubblico per assegnazione di terreni agricoli in affitto ubicati nel Comune di Sant'Andrea Frius approvato con determinazione del direttore del Servizio infrastrutture dell'Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura n. 469/2010 del 20 ottobre 2010.

La sottoscritta,

PREMESSO che:

- da sempre la comunità di Sant'Andrea Frius ha difeso il proprio territorio riconoscendo in questo il forte elemento di identificazione della comunità locale;

- in tempi non molto lontani tutta la comunità si impegnò in grandi sacrifici per acquistare territori sui quali potersi garantire e poter svolgere in tranquillità le operazioni di allevamento del bestiame e sviluppare quelle attività agrarie, di utilizzo del legnatico e del pascolo in armonia e pace con l'ambiente; tutto ciò ha portato benessere e tranquillità alla popolazione;

- intorno agli anni '50 la collettività si indebitò per acquistare terreni (noto come tancato Accardo) in località Planusanguni ed il Consiglio comunale deliberò di aumentare le tasse per fare fronte a quelle spese;

- oggi la comunità di Sant'Andrea Frius si sente tradita dalle istituzioni e si ha la forte preoccupazione che si possa regredire nella disponibilità di un bene pubblico;

- tali forti preoccupazioni trovano fondamento nel contenuto della determinazione del direttore del Servizio infrastrutture dell'Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura n. 469/2010 del 20 ottobre 2010;

- tale determinazione avvia una procedura che porterà la collettività di Sant'Andrea Frius a privarsi di oltre 437 ettari di territorio comunale in località Sa Calora, Peddierabu, Minda Manna, Linna Strinta e Perdalada; tutto ciò accade senza che le autorità ed istituzioni competenti abbiano informato la popolazione e chiesto il proprio assenso ai santandriesi, veri ed effettivi curatori di quelle terre;

CONSTATATO che:

- il bando prevede l'assegnazione in affitto di suddetti terreni per un periodo di 15 anni rinnovabili;

- viene inoltre fissato un canone a base di gara di euro 3.825,69; la scadenza della presentazione delle domande è fissata per il 30 novembre 2010;

SOTTOLINEATO che pur condividendo il fatto che sia giusto che il territorio deve poter produrre benessere e reddito qualora se ne ravvisi la potenzialità, non si capisce comunque quali siano state le motivazioni per cui è stata posta in atto questa procedura senza alcun tipo di informazione preliminare,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e tutti gli Assessori competenti per sapere:

perché l'Agenzia LAORE non abbia proposto ed avviato una discussione con gli operatori del settore e con il coinvolgimento delle popolazioni locali sul potenziale utilizzo di quelle terre;

1. perché sia venuta meno al suo compito istituzionale intervenendo con il citato bando di assegnazione senza proporre all'amministrazione comunale possibili alternative;

2. dato che l'operazione posta in atto, se conclusa senza una preventiva condivisione della cittadinanza, porterà un danno enorme alla popolazione locale, se non ritengano opportuno, per le citate osservazioni, sospendere le procedure poste in atto dal citato bando;

3. se sia nelle loro intenzioni avviare nel contempo con l'amministrazione del Comune di Sant'Andrea Frius una collaborazione che porti ad individuare soluzioni condivise con la collettività del luogo per un utilizzo appropriato ed aderente alla realtà locale;

4. se abbiano provveduto o se abbiano intenzione di invitare LAORE a predisporre di concerto con l'Amministrazione comunale uno studio di utilizzo per lo sviluppo dei suindicati territori. (452)

Interrogazione Meloni Valerio - Manca - Bruno - Lotto - Caria - Espa - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disservizi all'utenza determinati dalla carenza di personale nel Dipartimento di salute mentale della ASL n. 1 di Sassari.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il Piano sanitario regionale prevede che al Dipartimento di salute mentale della ASL di Sassari sia assegnato un numero di operatori che, sulla base del rapporto di uno ogni 1.500 abitanti, determinerebbe un organico pari a 225 unità;

- alla data odierna il numero degli operatori in servizio è di 130;

- a decorrere dal 15 febbraio 2009 l'interruzione del contratto d'appalto alla cooperativa Seriana 2000, il cui personale multi professionale era integrato nelle strutture territoriali, ha fatto venir meno 46 operatori, di cui 6 medici, 2 psicologi, 4 assistenti sociali, 4 educatori professionali, 10 infermieri;

- tale riduzione doveva essere colmata attraverso l'espletamento di concorsi pubblici e di relative assunzioni nel corso del triennio;

- allo stato attuale non è stato espletato il concorso per dirigente medico psichiatra, inizialmente previsto per tre posti, poi ridotto a uno;

- non è stato espletato il concorso per dirigenti delle strutture complesse (6 previste nell'atto aziendale);

- è stato revocato il bando per psicologi;

- non è stato bandito il concorso per educatori professionali/tecnici della riabilitazione;

- non è stato bandito il concorso per assistenti sociali;

RILEVATO che ciò comporta gravi disservizi all'utenza, criticità nell'organizzazione e programmazione dell'attività del dipartimento, riduzione degli orari dei servizi stessi;

ACCERTATO come l'attuale situazione determini nei fatti:

a) la difficoltà di assistenza adeguata all'utenza già in carico;

b) la creazione di liste d'attesa che erano state azzerate da anni;

c) l'interruzione della continuità terapeutica, fondamentale nell'assistenza psichiatrica;

d) il mantenimento di centri di salute mentale privi della figura dello psicologo e di assistenti sociali;

e) l'interruzione dei progetti di integrazione socio-sanitaria in collaborazione con i comuni;

CONSIDERATO inoltre che:

- per il perseguimento degli obiettivi previsti per l'assistenza psichiatrica territoriale dal Piano sanitario regionale in vigore, erano state reperite importanti risorse finanziarie da destinare alla copertura dei posti in organico e, fra l'altro, alla piena valorizzazione e recupero dell'area di Rizzeddu (ex Ospedale psichiatrico) per le finalità previste;

- tali risorse derivavano parte da finanziamenti dello Stato (legge 23 dicembre 1994, n. 724), parte dai risparmi derivanti dalla chiusura della struttura residenziale "Villa Segni" ad Alghero, parte ancora dal finanziamento straordinario di euro 971.000 dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

- di tali risorse non c'è traccia nel Documento di programmazione dell'assistenza psichiatrica, elaborato dalla ASL di Sassari in difformità del Piano sanitario regionale e senza il parere dei responsabili dei servizi coinvolti;

VALUTATO che:

- la dirigenza della ASL è in gravissimo ritardo nella definizione dei gravi problemi del Servizio di salute mentale;

- é stato deciso di cambiare destinazione alle strutture ristrutturate nell'ex Ospedale di Rizzeddu, affidandole, in difformità alle norme per il riuso degli ex ospedali psichiatrici, ad altri servizi (S.PRE.S.A.L.) appartenenti al Dipartimento di prevenzione che, come noto, ha uno scarsissimo carico di utenti;

- tali decisioni farebbero venir meno il progetto di integrazione del servizio psichiatrico con l'archivio e la biblioteca, già in funzione;

- le associazioni dei familiari denunciano da tempo, con prese di posizione ospitate più volte dalla stampa locale, i disservizi e i disagi derivanti agli utenti da tale situazione,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere:

1) se abbia contezza di quanto avviene nel Dipartimento di salute mentale di Sassari;

2) se sia a conoscenza delle palesi violazioni delle norme che disciplinano le decisioni sulle destinazioni degli edifici degli ex ospedali psichiatrici,

3) se abbia conoscenza delle gravi carenze organiche e organizzative del servizio in questione e dei pregiudizi che derivano al suo limitato svolgimento per i pazienti, per le loro famiglie e per gli operatori;

4) quali iniziative intenda assumere per evitare le situazioni denunciate anche dalle istituzioni locali;

5) quali iniziative urgenti intenda assumere per riportare il servizio ad una condizione adeguata difunzionamento. (453)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla verifica di coerenza del Piano urbanistico comunale di Oristano al Piano paesaggistico regionale.

Il sottoscritto,

PREMESSO che la Sardegna attraversa una grave crisi economica e sociale che colpisce tutti i settori produttivi con pesanti ricadute per quei territori, come la Provincia di Oristano, che da tempo risultano penalizzati con grandi sofferenze per gli abitanti;

ATTESO che l'Amministrazione regionale ha individuato l'armonizzazione degli strumenti urbanistici come priorità per uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell'intero territorio sardo;

RITENUTO che una delle possibilità di occupazione e sviluppo nella Provincia di Oristano possa derivare anche dall'avvio di quei processi che rilanciano l'edilizia e con essa smuovono un'economia asfittica e stagnante;

PRESO ATTO che, dalla pubblicazione del Piano paesaggistico regionale (PPR), pochissimi comuni sono riusciti ad adeguare il proprio strumento urbanistico al PPR ed al Piano per l'assetto idrogeologico (PAI); circostanza che evidenzia la difficoltà degli enti locali nel portare a termine l'iter amministrativo e genera ricadute negative negli ambiti territoriali di competenza;

ACCERTATO che il Comune di Oristano ha approvato in via definitiva l'adeguamento al PPR ed al PAI il 13 maggio 2010, trasmettendo tale documentazione per la verifica di coerenza all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica in data 24 giugno 2010;

RICHIAMATO l'articolo 31, comma 5, della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7, che dispone quanto segue: "La verifica di coerenza sugli atti di pianificazione urbanistica generale degli enti locali di cui alla lettera c) del comma 3, è svolta, in via transitoria e sulla base degli indirizzi politico-amministrativi emanati dalla Giunta regionale, dal direttore generale della pianificazione urbanistica territoriale, previo parere del CTRU di cui all'articolo 32 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45, da esprimere entro il termine di 30 giorni dalla data di ricevimento della richiesta. La determinazione del direttore generale deve essere assunta entro il termine di 90 giorni dalla ricezione della delibera di adozione definitiva del piano urbanistico";

CONSIDERATO che il giorno 5 novembre 2010 il dirigente del Settore urbanistica del Comune di Oristano ha trasmesso al Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS) l'avviso di adozione definitiva del Piano urbanistico comunale (PUC), che è stato effuso nel BURAS n. 34 del 18 novembre 2010, giusto il tempo necessitato per la pubblicazione;

RICHIAMATO che la Costituzione, con il novellato titolo V, ha rimosso ogni forma di controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti locali, consentendo che regioni ed enti locali abbiano equa ordinazione e competenze di pari rilevanza in materia di pianificazione urbanistica;

CONVENUTO che la verifica di coerenza non possa che essere riconosciuta quale attività di collaborazione fra le autonomie locali (Regione e comuni),

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per sapere:

1. quali siano i motivi per i quali il direttore generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica non ha ancora assunto la determinazione sull'esito della verifica di coerenza;

2. quale sia il vizio di legittimità riscontrato nella procedura di verifica di coerenza dal direttore generale e comunicato con nota del 19 novembre 2010, prot. n. 41151. (454)

Interrogazione Zuncheddu - Uras, con richiesta di risposta scritta, sulle presunte irregolarità delle assunzioni e della gestione dei concorsi presso la ASL di Nuoro.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il diffuso malcontento contro i presunti casi di assunzioni clientelari avvenuti nella pubblica amministrazione e nelle università, in questi ultimi tempi, concomitante con una crisi occupazionale senza precedenti in Sardegna, ha una rilevanza che va oltre gli stessi fatti, di per sé deprecabili;

- secondo le denunce, i casi sempre più frequenti di nepotismo e di clientelismo hanno una corsia preferenziale nella concentrazione di parentele all'interno degli organismi dirigenti di certi enti pubblici;

- da diversi mesi da parte di operatori del settore sanitario, di semplici utenti e di comuni cittadini di Nuoro e provincia, sono emersi dubbi e sospetti su possibili irregolarità nelle assunzioni attraverso concorso presso la ASL di Nuoro;

- tali indiscrezioni, se fossero accertate dalle autorità competenti, confermerebbero la mancanza di trasparenza e gli abusi, legati a interessi personali, nella gestione degli atti di questi enti da parte delle rispettive amministrazioni locali;

- in questi ultimi tempi le denunce anonime su tali irregolarità amministrative sono state rese pubbliche attraverso canali telematici (come blog) e lettere indirizzate agli uffici competenti e ai rappresentati delle istituzioni locali, con l'intento di denunciare questa grave situazione irregolare all'interno della ASL di Nuoro;

- nella documentazione che è stata fatta pervenire anche agli scriventi, è allegato l'elenco dei concorsi contestati e i relativi nomi dei vincitori e degli assunti e le modalità che premierebbero alcuni discriminandone altri, prescindendo dai meriti, dai titoli, dalle professionalità acquisite;

- in particolare si fa riferimento agli stretti legami di parentela fra i vincitori e gli ammessi ai seguenti concorsi e selezioni con i vertici della ASL:

1) pubblica selezione, per titoli e colloquio, per la copertura temporanea di posti della posizione funzionale di dirigente medico nella disciplina Chirurgia plastica e ricostruttiva (pubblicazione online: 24 novembre 2009; scadenza: 9 dicembre 2009);

2) pubblico concorso, per titoli ed esami, per la copertura, a tempo indeterminato, di n. 7 posti di assistente amministrativo - categoria C (pubblicazione online: 9 settembre 2008; scadenza: 6 ottobre 2008 - rettifica: 22 settembre 2008);

tra gli ammessi al concorso sopra citato risultano un dipendente ASL a tempo determinato con contratto interinale e la moglie dello stesso; la donna risulta essere in stretti rapporti di parentela con rappresentanti degli alti vertici della dirigenza della sanità nuorese;

3) pubblico concorso, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di n. 5 posti di operatore tecnico specializzato - autista di ambulanza (categoria B, livello economico super); (pubblicazione online: 10 febbraio 2010; scadenza: 11 marzo 2010, ore 14.00);

tra i vincitori del concorso un candidato già dipendente ASL come autista di ambulanze, che caso strano presenta ancora lo stesso grado di parentela con lo stesso dirigente di cui prima;

4) delibera n. 119 del 26 gennaio 2010. Mobilità intercompartimentale ex articolo 19 del CCNL 2000/2001, integrato dall'articolo 21 del CCNL del comparto sanità, stipulato il 19 aprile 2004, della sig.ra Maria Cecilia Mancone, collaboratore professionale - assistente sociale categoria D a tempo indeterminato presso il Comune di Bosa;
assenso al trasferimento presso l'Azienda sanitaria di Nuoro, soggetto proponente: Servizio personale; soggetto/i destinatari: dipendente sig.ra Maria Cecilia Mancone;
anche in questo caso la dipendente a cui si fa riferimento nella succitata delibera, assistente sociale trasferita dal Comune di Bosa alla ASL di Nuoro, è in stretti rapporti di parentela con gli alti vertici cui si è accennato sopra,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e tutti gli assessori competenti per sapere:

1) se siano a conoscenza delle irregolarità sopra descritte;

2) in tal caso, se intendano far chiarezza su tali irregolarità e se eventualmente abbiano già provveduto in questo senso;

3) quali siano stati i criteri di assunzione e le modalità della gestione dei suddetti concorsi presso la ASL di Nuoro;

4) quali siano le modalità con cui gli assessorati competenti vigilano per garantire la massima trasparenza nella gestione dei concorsi sopra citati. (455)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di preservare il servizio di guardia medica nel Comune di Burgos.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- il servizio di guardia medica nel Comune di Burgos, che copre anche i Comuni di Bottidda ed Esporlatu, è di vitale importanza per il territorio che versa in una situazione sanitaria inaccettabile, dipendendo completamente dal servizio ospedaliero di Nuoro, centro più vicino, ma comunque distante diverse ore di percorrenza su una rete viaria tortuosa e spesso pericolosa;

- nei giorni scorsi la guardia giurata in servizio scorta per la guardia medica, mentre giungeva presso l'ambulatorio con il medico di turno, è stata rapinata da due malviventi che gli hanno rubato l'arma in dotazione;

CONSIDERATO che:

- l'assistenza sanitaria in tutto il territorio del Goceano è estremamente penalizzante per la popolazione in quanto è assente anche il servizio del 118 ridotto esclusivamente alla presenza di alcune ambulanze delle associazioni di volontariato con personale tecnico ed infermieristico, ma prive di personale medico a bordo, situazione già denunciata dallo scrivente con l'interrogazione n. 265/A del 10 marzo 2010 "sulla necessità di riorganizzazione del sistema di emergenza sanitaria nel territorio del Goceano";

- anche in considerazione della grave carenza del sistema sanitario locale, il servizio di guardia medica di Burgos è notevolmente frequentato e conta oltre cento visite al mese;

EVIDENZIATO che:

- nella popolazione dei centri interessati al servizio di guardia medica, a seguito della recente rapina, cresce il timore che tale scellerato episodio possa costituire un pretesto per procedere a ulteriori tagli dell'assistenza sanitaria locale, in un territorio già pesantemente penalizzato o che addirittura pretestuosamente si possa prospettare la soppressione di un servizio indispensabile per i cittadini di Burgos, Bottidda ed Esporlatu;

- il crescente allarme diffusosi nella popolazione di territori che hanno visto un crescente abbandono dei servizi pubblici essenziali, a partire dalla sanità, all'istruzione, alla sicurezza, ai trasporti, agli uffici pubblici, deve trovare risposte immediate dalle istituzioni e in particolare da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1. dopo il grave episodio di violenza perpetrato ai danni del servizio di guardia medica di Burgos-Bottidda-Esporlatu, non ritenga opportuno rassicurare la popolazione già pesantemente penalizzata con le opportune garanzie sulla certezza del mantenimento del servizio sanitario esistente;

2. non ritenga necessario rafforzare l'assistenza sanitaria nell'intero territorio del Goceano predisponendo un efficiente servizio di pronto soccorso. (456)

Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dell'incubatore tecnologico realizzato da Sviluppo Italia nell'agglomerato industriale di Porto Torres.

Il sottoscritto,

PREMESSO che Sviluppo Italia ha realizzato, nell'agglomerato industriale di Porto Torres, un incubatore tecnologico (mai entrato in funzione) per favorire l'insediamento di nuove attività industriali, soprattutto per quanto riguarda il primo inserimento, onde consentire alle imprese di iniziare delle nuove attività avendo a disposizione spazi attrezzati e infrastrutturati, base indispensabile per creare il presupposto ad un possibile consolidamento aziendale, senza sostenere in partenza notevoli impegni di carattere economico;

VISTO che a causa di notevoli problematiche con risvolti di carattere burocratico e gestionale, Sviluppo Italia è stata messa in liquidazione dalla unica proprietaria, Invitalia, che non ha nelle sue strategie e scopi quello di gestire incubatori tecnologici;

CONSIDERATA la situazione di stallo, per evitare il deterioramento di un bene realizzato con denaro pubblico, il Consorzio industriale provinciale di Sassari, nel cui territorio ricade il suddetto incubatore, ha attivato contatti volti ad ottenere la disponibilità all'utilizzo di detta struttura incontrando Ministero del tesoro e quindi Invitalia e dialogando con la Regione Sardegna per attivare una strategia comune da mettere in atto per risolvere la situazione, in quanto il suo eventuale utilizzo è consono alle sue politiche statutarie;

PRESO ATTO che il Consorzio provinciale di Sassari gestisce già gli incubatori presenti negli agglomerati industriali di Alghero San Marco e Sassari Truncu Reale, logica vorrebbe che esso fosse l'ente gestore anche di questo, ricadente nell'agglomerato industriale di Porto Torres;

CONSTATATO che l'eventuale utilizzo dell'incubatore tecnologico di Porto Torres potrebbe consentire di alleviare, seppure parzialmente, le difficoltà di insediamento di nuove intraprese industriali che volessero installare delle attività in quel sito, penalizzate attualmente da norme e divieti emanati dal Ministero dell'ambiente che stabiliscono che siano realizzati piani di caratterizzazione, analisi, carotaggi e validazioni delle indagini dei luoghi prima di approvare i relativi progetti di costruzione degli opifici,

chiede di interrogare il Presidente delle Regione per sapere se, nelle more di un accordo tra Regione Sardegna e Ministero del tesoro, possa essere previsto il passaggio dei beni patrimoniali di Sviluppo Italia alla Regione Sardegna ed il passaggio del bene incubatore tecnologico di Porto Torres alla fruibilità e gestione del Consorzio provinciale di Sassari, garantendo una tutela anche per il personale, che attende di essere ricollocato nel circuito lavorativo. (457)

Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure relative al bando di gara per il servizio di gestione in outsourcing e digitalizzazione degli archivi dell'Azienda sanitaria locale di Sassari.

I sottoscritti,

VISTE le dimostrate esigenze dell'Azienda sanitaria locale di Sassari di ammodernare la gestione dei propri archivi;

TENUTO CONTO che, allo scopo, l'Azienda sanitaria locale di Sassari ha pubblicato un bando di gara per l'affidamento del servizio di gestione in outsourcing e digitalizzazione degli archivi dell'Azienda;

EVIDENZIATO che il bando, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il 27 aprile 2010, prevedeva una scadenza per il ricevimento delle domande di partecipazione per giorno 16 giugno 2010 e che il valore dell'appalto era di euro 2.400.000;

CONSIDERATO che:

- alla gara hanno partecipato 23 aziende tra sarde e nazionali, la prima fase consisteva nella selezione delle domande pervenute sulla base della documentazione presentata e alle aziende ammesse doveva essere inviata una lettera di invito unitamente al capitolato speciale di appalto e disciplinare tecnico;

- dopo 7 mesi nessuna comunicazione è pervenuta alle aziende partecipanti alla gara e nessuna ulteriore notizia si ha sullo stato attuale del procedimento;

PRESO ATTO delle notizie che circolano, più o meno veritiere, circa uno spostamento della pratica a Cagliari presso l'Assessorato competente, cosa che, se corrispondesse al vero, rappresenterebbe un segnale inaccettabile di accentramento in Regione di procedure avviate nel territorio e che nel territorio devono trovare il loro normale epilogo,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano di dover:

1. fare chiarezza sulle procedure in corso affinché un servizio, importante per una più efficiente gestione degli archivi aziendali, venga avviato con il regolare espletamento della gara di cui al bando in oggetto;

2. smentire le voci circa un accentramento a Cagliari della pratica e rimuovere eventuali ostacoli alla naturale conclusione della stessa. (458)

Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sulla vertenza tra i lavoratori della società GEAS e Trenitalia in merito ai lavori in appalto di pulizia delle carrozze ferroviarie.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- nello scorso mese di ottobre 2010 i trasporti ferroviari dell'Isola sono stati contrassegnati da notevoli disagi a seguito dell'agitazione cui sono stati costretti i lavoratori dipendenti della GEAS, azienda che gestisce il servizio di pulizia nelle carrozze ferroviarie;

- negli incontri del Presidente Cappellacci e dell'Assessore regionale dei trasporti con i sindacati sono state trovate delle intese che hanno portato alla interruzione delle azioni di protesta dei lavoratori ed alla normalizzazione dei trasporti ferroviari nell'Isola;

CONSIDERATO che:

- alla data odierna nessuno dei punti di accordo è stato rispettato, tanto che i lavoratori sono ancora in attesa del pagamento delle ultime tre mensilità arretrate;

- a seguito di tale situazione i lavoratori hanno ripreso le azioni di protesta a Cagliari, Sassari, Macomer, Olbia e Oristano determinando con ciò le premesse per la ripresa dei disagi per la popolazione;

- nessuna iniziativa valida è stata ancora intrapresa da Trenitalia per affrontare e risolvere una volta per tutte le controversia;

VISTA la preoccupazione e la tensione che serpeggia tra i lavoratori degli appalti ferroviari,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quali azioni intendano intraprendere per far sì che gli impegni presi a suo tempo con i lavoratori trovino prima possibile riscontro concreto;

2) se non ritengano indispensabile coinvolgere le aziende interessate ed i sindacati in una serrata trattativa che porti ad individuare i percorsi per garantire il rispetto delle prerogative dei lavoratori e la creazione delle condizioni per la salvaguardia dei posti di lavoro;

3) se non ritengano di dover fare una ulteriore valutazione sulla capienza dello stanziamento di euro 3.300.000 che, a quanto più volte sostenuto dai sindacati, sarebbero insufficienti a garantire la qualità del servizio, i livelli occupativi e di reddito dei lavoratori attualmente dipendenti della GEAS. (459)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi e sulle anomalie create dall'attività dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale nei rapporti fra AGEA (organismo pagatore regionale), ARGEA (Ente di erogazione regionale non ancora certificato come pagatore) e gli operatori agricoli.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- l'Unione europea sostiene il reddito dei produttori agricoli dei paesi della Comunità attraverso l'erogazione di aiuti, contributi e premi; tali erogazioni vengono gestite dagli stati membri attraverso gli organismi pagatori, istituiti da ultimo ai sensi del regolamento (CE) n. 1290/2005 (articolo 6) del Consiglio; l'Italia, in ottemperanza alla regolamentazione comunitaria, con il decreto legislativo n. 165 del 1999, modificato dal decreto legislativo 15 giugno 2000, n. 188, e con la legge 21 dicembre 2001, n. 441, ha istituito l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA);

- l'ARGEA è l'agenzia per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione autonoma della Sardegna; ha funzione di organismo gestore, pagatore e di controllo in materia di finanziamento della politica agricola comunitaria; esercita inoltre funzioni ispettive e di controllo in materia agricola e fitosanitaria, gestisce l'anagrafe delle aziende agricole, il registro degli aiuti e altri elenchi, albi, registri e banche dati relative ai potenziali di produzione;

- nei rapporti tra i due enti sussistono gravi anomalie e disservizi che si ripercuotono sui nostri agricoltori, con intollerabili ritardi, anche di diversi anni, nelle erogazioni dei finanziamenti comunitari;

CONSTATATO che attualmente sul sito della Regione "Sardegna agricoltura" alla pagina "Finanziamenti"' è presente il seguente messaggio: "Prosegue l'attività dell'agenzia regionale Argea nella chiusura di istruttorie e nelle proposte di pagamento (che effettua Agea, l'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) relative all'Asse 2 del Programma di sviluppo rurale 2007/2013, Reg. (CE) 1698/2005; ARGEA comunica, inoltre che, appena verrà validata la funzionalità di autorizzazione sul portale SIAN, che AGEA ha reso disponibile soltanto ieri verranno istruite le pratiche relative alle misure 211 e 212, indennità compensativa degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle zone montane e indennità a favore degli agricoltori delle zone caratterizzate da svantaggi naturali diversi dalle montane; ai beneficiari verrà liquidato un anticipo del 75 per cento dell'importo spettante";

VERIFICATO che:

- a seguito delle richieste inoltrate dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'AGEA, i tecnici isolani dell'ARGEA, dalla fine dell'ottobre 2010, non hanno la possibilità di procedere nella normale istruttoria delle domande del Programma di sviluppo rurale (PSR) che fino al giorno 23 novembre 2010 è stata disabilitata su software in tutte le modalità nel portale SIAN;

- pertanto i cosiddetti pagamenti veloci, oltre a non essere tali, non godono del necessario riscontro tecnico assicurato dai funzionari ARGEA dei diversi servizi;

- ciò impedisce sul portale SIAN-AGEA la corretta liquidazione delle domande sia di benessere animale che di indennità compensativa, agricoltura biologica e produzione integrata, difesa del suolo, tutela delle razze minacciate di abbandono e misure forestali;

CONSIDERATO che:

- a creare maggior "stand-by" è anche l'inadeguatezza della struttura dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, che non invia le necessarie indicazioni alla dirigenza dell'ARGEA ed alle associazioni di categoria e CAA, e nel contempo non dispone le necessarie misure necessarie per attuare un sistema informativo/informatico alternativo e funzionale;

- ad ARGEA non vengono autorizzati finanziamenti per poche migliaia di euro per acquisto di software e sistemi/linguaggi per programmazione;

- non sono disponibili neanche i fondi necessari per autorizzare convenzioni per le ricerche sugli elenchi delle camere di commercio, ecc., ossia dei controlli amministrativi di base per la gestione delle domande di PSR;

- il problema di accesso e gestione delle domande di finanziamento è riscontrabile anche sul portale regionale SIBAR, che dovrebbe gestire l'anagrafe delle aziende agricole e tutte le domande dell'Asse I del POR 2007-2013;

- attualmente non viene neanche garantita la necessaria formazione periodica dei dipendenti ARGEA;

RILEVATO che:

- le strutture dell'ARGEA a contatto e supporto dell'utenza, da diversi giorni non hanno potuto sapere esattamente chi fossero gli interessati dei pagamenti automatici AGEA, e le procedure utilizzate dal connubio fra Assessore e AGEA, l'organismo pagatore nazionale;

- in particolare il pagamento di questi fondi PSR anticipato dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, oltreché risultare parziale, non rappresenta una soluzione alle problematiche delle aziende agricole isolane, in quanto solo in alcuni brevi periodi è stata istruita regolarmente la pratica;

- la tecnica adottata di concerto dall'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e SIAN-AGEA scavalca dunque l'operato dell'agenzia e dei suoi tecnici, creando decreti di pagamento che comprendono fra gli altri aziende di persone decedute, con rinuncia al premio, e altre con domande non valide e non ultimo come verificato in alcuni casi, con importi completamente inesatti rispetto a quanto di diritto per l'impegno PSR;

SOTTOLINEATO che:

- in questi ultimi anni appare sempre più incrinato il rapporto fra i tecnici e le professionalità regionali competenti per il settore agricolo da una parte e l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale dall'altra, con gravi ripercussioni sul mondo agro-pastorale isolano;

- la perdurante crisi economica e la costante crescita dei costi delle materie prime agricole che hanno messo in ginocchio l'agricoltura sarda richiedono il dispiegamento di tutte le forze istituzionali ed amministrative della Regione Sardegna,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:

1. quali urgenti provvedimenti abbia adottato al fine di garantire ai nostri agricoltori l'erogazione dei finanziamenti comunitari in tempi rapidi e certi;

2. quali azioni intenda intraprendere per ottimizzare il funzionamento di ARGEA ed il rapporto con AGEA, al fine di impedire che i nostri agricoltori ricevano ulteriori penalizzazioni proprio dagli enti regionali e statali preposti per dare sostegno ed erogare le risorse destinate dall'Unione europea. (460)

Interrogazione Bruno - Lotto - Manca - Meloni Valerio, con richiesta di risposta scritta, sugli ostacoli che impediscono l'attuazione del Piano di azione per il superamento del digital divide e la connessione adsl alla rete internet nelle borgate agricole di Sassari.

I sottoscritti,

PREMESSO che, in data 17 novembre 2009, è stata presentata l'interrogazione n. 174/A sull'attuazione del piano di azione per il superamento del digital divide e sulla mancanza di copertura adsl nelle borgate agricole di Sassari, nella quale ci si rivolgeva al Presidente della Regione e all'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere quali ostacoli impedissero lo sviluppo della rete a fibre ottiche regionale e come si volesse procedere per rimuoverli al fine di portare a compimento il Piano d'azione approvato nel 2005, nonché sollecitando l'adozione, da parte della Giunta regionale, di "iniziative atte ad incentivare i necessari interventi infrastrutturali degli operatori di telefonia (...) sufficienti a garantire il servizio" nelle zone limitrofe ad altre già servite dalla banda larga, come nel caso delle borgate agricole del territorio di Sassari, in particolare della borgata di Villassunta;

CONSIDERATO che:

- con nota n. 1856 dell'11 dicembre 2009, trasmessa agli interroganti dal Presidente della Regione il 16 dicembre 2009, prot. 7563, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione, inviava la risposta alla suddetta interrogazione, curata dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione e sottoscritta dal Direttore generale in data 4 dicembre 2009;

- in tale risposta si faceva riferimento al progetto SICS II, che avrebbe dovuto essere completato entro il settembre 2010 e che in ogni caso escludeva interventi nei comuni in cui la popolazione fosse già fruitrice, nella misura minima del 90 per cento, di servizi di connettività adsl, come nel caso del Comune di Sassari;

- sempre nella risposta curata dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione, si precisava che la borgata di Villassunta è "collegata in rame" (quindi con tecnologie obsolete) alla centrale Baratz, la quale serve una percentuale minima di popolazione pari allo 0,28 per cento, e che tale centrale, pur non essendo tra quelle destinatarie della posa di fibra ottica nell'ambito del progetto SICS II, risultava inclusa in un altro progetto per la "Realizzazione di una serie di interventi finalizzati all'ambientalizzazione di linee ed impianti telefonici di vecchia installazione nel territorio della Sardegna" gestito dall'Assessorato regionale dell'industria in attuazione di un protocollo d'intesa stipulato con la società Telecom Italia Spa, e pertanto per la tratta Baratz-Palmadula si prevedeva la posa del collegamento in fibra ottica entro il primo semestre del 2010 e di conseguenza l'installazione degli apparati per consentire l'erogazione del servizio di connettività adsl;

- il 16 dicembre 2009 l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione firmava con la Provincia di Sassari il protocollo d'intesa "Infrastrutture e servizi a banda larga in aree svantaggiate del territorio regionale" che prevedeva il completamento della posa della fibra ottica, attraverso la quale la banda larga avrebbe raggiunto le aree ancora non coperte della provincia, e sul quale mancava la firma della società Telecom Italia Spa, che comunque aveva già espresso parere positivo sul protocollo, e in quell'occasione precisava che i comuni sardi erano coperti per il 90 per cento del territorio e che il contratto stipulato con la società Telecom Italia Spa (e la successiva rimodulazione) escludeva frazioni, zone agricole e rurali che si contava, però, di raggiungere "tramite tecnologia Wi-max o tecniche alternative";

RILEVATO che la sezione dedicata alla banda larga disponibile sul sito della Regione Sardegna all'indirizzo http://www.regione.sardegna.it/j/v/40?s=1 &v=9&c=6861 &na=1 &n=10&va=2, indicata nella risposta curata dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione quale principale canale di informazione sullo stato dei lavori e sul piano di realizzazione del servizio adsl, riporta come ultima data di aggiornamento il 15 dicembre 2009, non rispondendo affatto all'esigenza di trasparenza, nei confronti del cittadino che l'aveva ispirata;

AVENDO appreso che nell'agro del Comune di Sassari, e precisamente nella borgata di Villassunta e nelle zone di Porto Ferro e del lago di Baratz, i residenti lamentano ancora oggi l'assenza di connessione a banda larga, mentre la Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione aveva indicato nel giugno 2010 il termine entro il quale si sarebbero conclusi i lavori di posa della fibra ottica in collegamento con la centrale di Baratz e la conseguente installazione degli apparati che avrebbero garantito l'erogazione del servizio di connettività adsl;

RIBADITO che l'accesso ad internet a banda larga è ormai condizione necessaria per garantire una reale parità di diritti ai residenti e alle attività produttive, e che pertanto molti cittadini sardi sono ancora costretti a subire una grave discriminazione e penalizzazione economica, culturale e sociale,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) quale sia lo stato di avanzamento dell'iter di completamento del piano d'azione approvato nel 2005 che si proponeva di superare il digital divide per tutti i comuni della Sardegna;

2) quali immediate iniziative la Giunta regionale intenda attivare per garantire l'accesso alla rete internet di tutti i cittadini sardi, attraverso la realizzazione del progetto "Realizzazione di una serie di interventi finalizzati all'ambientalizzazione di linee ed impianti telefonici di vecchia installazione nel territorio della Sardegna" gestito dall'Assessorato regionale dell'industria in attuazione di un protocollo d'intesa stipulato con la società Telecom Italia Spa, a cui si fa riferimento nella risposta alla precedente interrogazione e del quale non si conoscono i dettagli, attraverso la concretizzazione di quanto dichiarato dall'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione ormai un anno fa in merito al completamento della rete internet e al raggiungimento delle zone agricole e rurali "tramite tecnologia Wi-max o tecniche alternative", o mediante l'individuazione di misure alternative;

3) quali reali ostacoli ancora impediscano che la connessione internet a banda larga sia diffusa nell'agro del Comune di Sassari e che gli abitanti delle borgate, in particolare di Villassunta, possano esercitare l'importante diritto al superamento del divario digitale, condizione essenziale e garanzia di pari opportunità nella società contemporanea. (461)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione dei trasporti ferroviari in Sardegna e sulla cancellazione di tutti gli interventi previsti dal Contratto di servizio tra lo Stato e le ferrovie.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- già nella XIII legislatura aveva presentato due interrogazioni (la n. 1241/A del 30 maggio 2008 e la n. 1353/A del 12 settembre 2008) nelle quali evidenziava il disimpegno da parte di Trenitalia relativamente alla rete ferroviaria della Sardegna, con particolare riferimento al nord est dell'Isola, ai collegamenti tra Olbia e Cagliari e alla dismissione del collegamento ferroviario Olbia-Golfo Aranci;

- la situazione delle rete ferroviaria sarda è sempre più compromessa a causa dell'assenza di una programmazione di interventi che abbia come obiettivo non solo la ristrutturazione della rete attuale, ma anche il mantenimento in efficienza di quella esistente;

- negli ultimi anni si sono verificati alcuni incidenti che rappresentano il sintomo di una generale decadenza delle rete e delle macchine che vi operano, senza che Trenitalia attuasse quelle misure urgenti e risolutive per migliorare la situazione;

- dal capitolo "opere programmatiche" del Contratto di servizio Stato-Ferrovie per il 2009-2011 sono stati tagliati: 2 milioni di euro necessari per la progettazione richiesta per velocizzare il percorso tra Olbia, Sassari e San Gavino; 50 milioni di euro per lo sviluppo della flotta navale per il trasporto vagoni ferroviari (Golfo Aranci); 23,3 milioni di euro dei 129 totali previsti per il potenziamento della tratta Cagliari-Oristano; 7,7 milioni per la nuova stazione ferroviaria di Elmas;

CONSTATATO che:

- il disimpegno relativo alla rete ferroviaria della Sardegna si concretizza in preoccupanti elementi di assoluta inefficienza sull'intera rete ferroviaria sarda;

- da troppo tempo permane una disattenzione assoluta nei confronti dei cittadini sardi che si avvalgono del mezzo ferroviario per spostarsi da una città all'altra;

- tali misure di drastica riduzione degli investimenti da parte di Rete ferroviaria italiana (RFI) determinano l'esclusione immediata della Sardegna da qualsiasi possibilità di colmare il divario che la penalizza sia rispetto alla Penisola, sia rispetto al resto d'Europa,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1. quale sia la reale ed attuale situazione in cui si trova la rete ferroviaria sarda;

2. quali azioni la Giunta regionale intenda porre in essere per impegnare il Governo italiano ad inserire la Sardegna tra le regioni dotate di una rete ad alta velocità per colmare il divario che la separa dal resto del continente europeo;

3. se non ritengano opportuno chiedere al Governo nazionale di rimettere in discussione i termini del Contratto di servizio Stato-Ferrovie per il 2009-2011 per quanto attiene al capitolo "opere programmatiche" in relazione all'esclusione della Sardegna da quest'ultimo;

4. se non ritengano indispensabile impegnare il Governo italiano nei riguardi di RFI per avere garantita la sicurezza sulla rete ferroviaria sarda in considerazione del fatto che i punti cedevoli della piattaforma ferroviaria sarda rappresentano il 10 per cento di tutte le emergenze nazionali. (462)

Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione del Consorzio di bonifica del basso Sulcis.

Il sottoscritto,

PRESO ATTO che:

- il progetto di riforma regionale introdotto su proposta della Giunta regionale in carica con la legge quadro sui consorzi di bonifica, la legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, e quello sulla gestione delle acque (legge regionale 6 dicembre 2006, n. 19, legge regionale 27 maggio 2007, n. 2, articolo 13, comma 12) ha determinato il passaggio delle competenze della diga di Monte Pranu al nuovo ente regionale ENAS, con l'assorbimento minimo del personale già in opera e l'azzeramento delle entrate del Consorzio industriale, a cui era destinata parte della fornitura idrica per usi industriali, corrispondenti a circa euro 1.400.000; tale cifra consentiva al Consorzio una gestione autonoma dell'ente;

- le spese per i contenziosi giudiziari negli anni, non risolti dalle precedenti gestioni, hanno ulteriormente aggravato il bilancio dell'ente;

- la legge regionale n. 6 del 2008, prevede all'articolo 5, comma 3, che "L'Amministrazione regionale contribuisce nella misura dell'80 per cento delle spese considerate ammissibili sostenute dai consorzi di bonifica:
a) per la realizzazione e l'aggiornamento del piano di classifica;
b) per la realizzazione e l'aggiornamento del catasto consortile.";

- il finanziamento di questi importanti strumenti per il raggiungimento dell'autonomia impositiva, come il catasto consortile ed il piano di classifica, sono un presupposto necessario e fondamentale per l'esercizio della potestà impositiva e quindi indispensabili per il raggiungimento di un equilibrio di bilancio;

- la legge regionale 17 novembre 2010, n. 15, all'articolo 22 prevede che "La Regione è autorizzata a erogare ai consorzi di bonifica della Sardegna un contributo finalizzato alla copertura dei maggiori oneri del personale derivanti dall'attuazione dell'articolo 34, commi 11 e 12, della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica)" di 2.500.000 euro;

CONSIDERATO che:

- sembrerebbe che i dati amministrativi del Consorzio di bonifica, nonostante la gestione commissariale, non rispondano ai requisiti di "efficacia, efficienza ed economicità" come recita la legge di riforma, anche per le ragioni indicate;

- la legge n. 6 del 2008, all'articolo 1, comma 3 "è altresì finalizzata alla riorganizzazione delle funzioni dei consorzi di bonifica, al risanamento finanziario dei medesimi e al riordino dei relativi comprensori di bonifica";

- è passato un anno e nove mesi senza che ci sia stato un provvedimento organico che dia piena applicazione alla legge di riforma citata, ma solo doverosi provvedimenti emergenziali in favore del personale;

RITENUTO che:

- la situazione descritta determina un potenziale nocumento alla efficienza del servizio idrico con problemi non più accettabili, primo fra tutti, il continuo ritardo nel pagamento degli stipendi del personale;

- il perdurare di questa situazione possa comportare anche un rischio per la continuità del servizio;

- si debba dare corso ai finanziamenti che consentano una autonomia gestionale, anche attraverso la definizione del catasto consortile e del piano di classifica,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se siano a conoscenza della grave situazione descritta;

2) quali provvedimenti urgenti intendano mettere in atto per risolvere questa situazione che rischia di compromettere ulteriormente la già grave situazione economica e sociale del Sulcis;

3) se prenderanno in considerazione le soluzioni più adeguate per una risoluzione più radicale del problema anche, qualora fossero necessari, con ulteriori finanziamenti per mettere a regime la legge di riforma dei consorzi di bonifica;

4) se si avvarranno, ai sensi dell'articolo 38 della legge regionale n. 6 del 2008, della norma che indica che la Regione nella sua funzione di vigilanza "può disporre ispezioni e perizie volte ad accertare il regolare funzionamento degli organi e il regolare esercizio dell'attività del consorzio", per valutare l'operato commissariale e della struttura amministrativa del Consorzio di bonifica del basso Sulcis. (463)

Interrogazione Cucca - Cocco Daniele Secondo - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle vicende attinenti l'istituzione del Consorzio Filiera del suino sardo.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- in data 19 maggio 2010 l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha presentato con grande enfasi, anche mediatica, il progetto nato sotto la propria regia "Filiera del suino sardo nato e allevato in Sardegna", presentandolo quale "progetto aperto", nel senso che tutte le aziende che avessero rispettato i criteri richiesti avrebbero potuto aderirvi;

- la Filiera si è immediatamente presentata sul mercato con lo stemma della Regione autonoma della Sardegna, dando così ad intendere d'essere la filiera ufficiale del settore;

- il 12 ottobre 2010, nel corso dell'audizione dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale davanti alla Quinta Commissione, molti consiglieri regionali, appartenenti sia alla maggioranza che alla minoranza, hanno manifestato disappunto per la troppa leggerezza con la quale era stato assegnato il patrocinio della Regione Sardegna ad un consorzio privato e hanno quindi richiesto l'immediato ritiro e il divieto di utilizzo del simbolo della Regione dal marchio del consorzio;

- la Filiera del Suino Sardo, a seguito delle osservazioni emerse nell'audizione, ha divulgato un comunicato nel quale ha assicurato che non si sarebbe più avvalsa dello stemma della Regione Sardegna;

CONSIDERATO che:

- la Filiera del suino sardo nei sette mesi di attività ha manifestato d'essere un consorzio meramente privato, che persegue esclusivamente interessi privati e non tutela quelli pubblici, totalmente disinteressato ad allargare l'adesione e la partecipazione alla filiera degli altri operatori del comparto interessati all'iniziativa, quali per esempio la Centro carni Srl di Macomer e la Tecno Pig società agricola Srl di Bottidda, che sono stati costretti a non aderire al consorzio a causa delle inique condizioni imposte da alcuni dei soci fondatori, che pretenderebbero di detenere il controllo del consorzio e quindi di decidere autonomamente gli obiettivi e le politiche di filiera, senza il riconoscimento della pari dignità a tutti coloro che avessero ritenuto di aderirvi;

- la Filiera del suino sardo continua inopinatamente ad utilizzare lo stemma della Regione sui propri prodotti, esposti con grande visibilità nei banchi della grande distribuzione organizzata (GDO);

- la condotta della Filiera del suino sardo integra gli estremi della concorrenza sleale e continua a presentarsi alla GDO quale unica entità patrocinata dalla Regione e in grado di proporre il "vero sardo", causando una distorsione nel mercato a danno di altre realtà produttive e occupazionali di primo piano in campo regionale;

CONSIDERATO inoltre che:

- l'articolo l0 del decreto legislativo n. 30 del 2005 (Codice della proprietà industriale) dispone che:

- gli stemmi e gli altri segni considerati nelle convenzioni internazionali vigenti in materia, nei casi e alle condizioni menzionati nelle convenzioni stesse, nonché i segni contenenti simboli, emblemi e stemmi che rivestano un interesse pubblico non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d'impresa, a meno che l'autorità competente non ne abbia autorizzato la registrazione;

- trattandosi di marchio contenente parole, figure o segni con significazione politica o di alto valore simbolico, o contenente elementi araldici, l'Ufficio italiano brevetti e marchi, prima della registrazione, invia l'esemplare del marchio e quant'altro possa occorrere alle amministrazioni pubbliche interessate, o competenti, per sentirne l'avviso,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1. chi abbia autorizzato l'utilizzo dello stemma della Regione autonoma della Sardegna sui prodotti della Filiera del suino sardo e quale procedura sia stata utilizzata al riguardo;

2. quale sia la posizione assunta dalla Regione nei confronti della Filiera del suino sardo, atteso che è emerso inequivocabilmente che la Regione medesima ha favorito e sponsorizzato un progetto che ha dimostrato di perseguire esclusivamente interessi commerciali ed economici di pochi privati e a discapito dell'intero comparto, così tradendo le aspettative che incautamente l'Assessore aveva alimentato al momento della presentazione del progetto;

3. se non ritengano urgente, necessario ed opportuno l'immediato ritiro del simbolo della Regione Sardegna dal marchio del consorzio, al fine quanto meno di limitare i danni commerciali ed economici che stanno subendo gli operatori sardi del settore, proprio a causa dell'atteggiamento assunto dalla Regione Sardegna a sostegno del progetto in questione, palesemente volto alla tutela degli interessi di pochi privati;

4. quali misure intendano adottare affinché venga ripristinata una corretta e trasparente informazione nei confronti della GDO e del consumatore in merito alla presenza sul mercato di più realtà che con serietà e scrupolo operano con progetti di filiera per la valorizzazione del suino sardo. (464)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla opportunità di rimborsare l'intera assistenza farmacologica dei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) e sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

Il sottoscritto,

CONSIDERATO che:

- il traguardo della deospedalizzazione e del riequilibrio nel rapporto tra ospedale e territorio resta uno dei principali obiettivi della riforma del sistema sanitario sardo;

- tale obiettivo appare particolarmente importante per tutte le patologie subacute e croniche perché comporta da un lato la riduzione di una pressione impropria sul sistema ospedaliero, e dall'altro il sicuro miglioramento della qualità della vita dei pazienti, che vengono riorientati verso percorsi terapeutici nel territorio e all'interno delle famiglie;

- proprio per questo motivo, la Regione Sardegna negli ultimi anni ha potenziato la disponibilità di posti letto in lungodegenza e residenza sanitaria assistita (RSA), ma soprattutto ha messo le basi per la crescita del servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI);

- il buon funzionamento dell'ADI e il suo gradimento da parte delle famiglie (su cui grava una parte importante dell'assistenza ai pazienti) è direttamente correlato all'efficienza e all'appropriatezza degli interventi di sostegno disposti a carico del Servizio sanitario regionale;

- l'efficienza dell'assistenza domiciliare appare davvero essenziale per tutti i pazienti affetti da SLA, SM e altre malattie croniche gravemente invalidanti, il cui ricovero in lungodegenza presso strutture ospedaliere appare difficilmente tollerabile sia in termini di costi economici che di qualità della vita;

- in tal senso, appare fondamentale la volontà di garantire ai pazienti affetti da tali patologie invalidanti la stessa assistenza farmaceutica che verrebbe loro fornita in regime di ricovero ospedaliero;

- ai sensi dell'articolo 5 del decreto ministeriale 11 febbraio 1997, l'onere della spesa per l'acquisto di farmaci indispensabili per il trattamento di tali patologie e non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale è a carico del paziente "tranne il caso in cui l'acquisto di tali farmaci venga richiesto da una struttura ospedaliera per l'impiego in ambito ospedaliero o in progetti di ospedalizzazione domiciliare";

- tali oneri spesso rappresentano un costo insostenibile per le famiglie (talora nell'ordine dei 1.000 euro al mese: si consideri, a titolo di esempio, la prescrizione di cannabis flos nella terapia della spasticità e dei dolori neuropatici gravi);

- tale situazione appare decisamente incongruente ed è assai difficile prevedere percorsi di deospedalizzazione per le gravi patologie neurologiche croniche invalidanti se questi rischiano di spostare insostenibili oneri economici dal sistema sanitario ai bilanci delle singole famiglie,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano opportuno autorizzare gli oneri a carico della Regione per le terapie farmacologiche oggi a carico del paziente ai sensi dell'articolo 5 del decreto ministeriale 11 febbraio 1997, che consentono di attuare percorsi di deospedalizzazione per gravi patologie invalidanti come la SLA e la SM. (465)

Interrogazione Artizzu - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sulla malattia che colpisce le piante nel Comune di Pula a causa del Punteruolo rosso delle palme.

I sottoscritti,

CONSIDERATO che:

- il Comune di Pula, ormai da due anni, avanza all'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale numerose segnalazioni, provenienti da tecnici comunali e da cittadini, che hanno evidenziato il manifestarsi di infestazioni parassitarie delle palme da giardino del genere Canariensis; lo stesso comune ha evidenziato la necessità di contrastare il diffondersi dell'insetto Punteruolo rosso delle palme che sta minacciando di danneggiare irrimediabilmente il nostro patrimonio di verde pubblico e l'economia di numerose aziende del settore florovivaistico;

- per contrastare il problema occorrono risorse finalizzate all'abbattimento delle piante malate e al loro smaltimento e, trattandosi di un'emergenza fitosanitaria a carattere regionale, se realmente si vuole contrastare la diffusione dell'insetto, è impensabile che queste spese siano a carico dei singoli cittadini o degli imprenditori del settore florovivaistico; è necessario dunque un intervento della Regione in termini di risorse umane ed economiche per cercare di arginare il diffondersi del pericoloso insetto;

- a Pula riveste una particolare importanza l'immenso valore paesaggistico di alcuni alberi centenari che costituiscono l'arredo storico della Villa S. Maria, costruita dall'architetto Gaetano Cima, il palmeto del Parco archeologico di Nora, con oltre 400 esemplari, e le oltre 100 piante che arredano i giardini comunali; dopo due anni, purtroppo, nonostante l'impegno per sensibilizzare gli assessorati di riferimento, non c'è stata la giusta attenzione e anche la richiesta di utilizzo del personale dell'Ente foreste della Sardegna non ha avuto nessuna applicazione; le segnalazioni di palme infestate sono quotidiane, gli alberi storici della Villa S. Maria sono ormai tutti morti, nella centrale piazza del Popolo due esemplari di oltre 15 metri sono stati abbattuti recentemente dai giardinieri del comune sotto gli occhi di cittadini e turisti;

- in mezzo a questa sconfortante desolazione, fortunatamente, rimane, apparentemente ancora indenne dall'infestazione, il palmeto dell'area archeologica di Nora, una circostanza che deve incoraggiare a non arrendersi e a perseverare nella ricerca di una possibile soluzione,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1. quali iniziative intenda intraprendere a salvaguardia dell'enorme valore storico del sito di Nora e del suo patrimonio paesaggistico per contrastare questa emergenza;

2. se ritenga che le palme di Nora possano essere inserite in un programma regionale o provinciale e diventare una stazione di sperimentazione permanente per la ricerca di nuove terapie o strategie finalizzate a bloccare il Punteruolo rosso. (466)