Seduta n.168 del 19/04/2016
CLXVIII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Martedì 19 aprile 2016
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 48.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 24 marzo 2016 (164), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gaetano Ledda e Rossella Pinna hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 19 aprile 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione SABATINI, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nella realizzazione del servizio di elisoccorso regionale e sull'adeguatezza, per la complessità della normativa, della struttura individuata a predisporre il bando per l'affidamento del servizio di elisoccorso". (707)
Annunzio di interpellanze
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Rubiu sulla mancata corresponsione degli indennizzi ai pescatori della marineria di Sant'Antioco, come rimborso per le interdizioni all'attività ittica". (220)
"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla soppressione dell'Azienda speciale Fiera internazionale della Sardegna". (221)
"Interpellanza Zanchetta - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Desini - Usula - Anedda, sulla necessità di avviare iniziative volte a conseguire l'immediato commissariamento dell'Ente parco nazionale dell'arcipelago di La Maddalena e a sostenere il processo di valorizzazione e sviluppo dell'area protetta e del suo immenso patrimonio paesaggistico, ambientale e storico culturale, con un ruolo guida della Regione". (222)
Annunzio di mozione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione CRISPONI - DEDONI - COSSA - RUBIU - TATTI - PINNA Giuseppino - TRUZZU - PITTALIS - TOCCO - TEDDE - FASOLINO - ZEDDA Alessandra - PERU - TUNIS - CARTA - ORRÙ - SOLINAS Christian sull'abbandono delle compagnie low cost nei collegamenti aerei da e per la Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (231)
Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Legge forestale della Sardegna" (218/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 218, legge forestale della Sardegna.
Ha facoltà di parlare Antonio Solinas, relatore di maggioranza.
SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. Informo i colleghi che per quanto riguarda la relazione di maggioranza la do per letta, essendo stata depositata già da qualche giorno non voglio tediare più di tanto i colleghi. Faccio solo alcune considerazioni: intanto la Commissione ha iniziato a lavorare sul disegno di legge della Giunta più di un anno fa e ha approfondito tutti temi, soprattutto li ha confrontati con quelli che sono i portatori di interessi, le organizzazioni sindacali autonome e quelle confederali. Con questo disegno di legge viene meno il vuoto legislativo che fino ad oggi la Regione Sardegna aveva che era quello di non avere una legge di riordino del settore forestale in Sardegna. È l'unica in Italia che era in questa situazione, infatti la legge si divide in due parti: la prima parte disciplina la pianificazione e la programmazione regionale prevedendo naturalmente il coinvolgimento delle amministrazioni locali, istituendo il Piano regionale forestale, il Piano di distretto e il Piano particolareggiato. La seconda parte invece del disegno di legge è relativa alla trasformazione dell'Ente foreste in Agenzia forestale per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente in Sardegna, l'acronimo FORESTAS. Le cose più importanti di questo disegno di legge relativo alla rivisitazione dell'Ente foreste riguardano in modo particolare la soppressione del Consiglio di amministrazione che viene sostituito dall'Amministratore unico affiancato dal Direttore generale. Viene istituito poi il Comitato territoriale di indirizzo che è costituito da cinque persone, dall'Assessore competente in materia che lo presiede e da quattro sindaci indicati dal Consiglio delle Autonomie Locali. Una considerazione che è stata più volte fatta, sia in Commissione che da altri, dice che stiamo parlando di un'agenzia così come tutte le altre agenzie basterebbe un Direttore generale per amministrare l'Ente. Vorrei specificare che stiamo parlando di un'agenzia completamente diversa dagli altri, stiamo parlando di 6 mila e 500 dipendenti tra impiegati, quadri dirigenti e operai. Stiamo parlando di un'agenzia territorialmente diffusa, ha più di 300 sedi in tutta la Sardegna, ma stiamo parlando anche di un'agenzia che ha solo sette dirigenti, quindi una media di 800-900 persone da coordinare. Se dovessimo fare il paragone con l'attività dell'amministrazione regionale o con i dipendenti che dipendono da un direttore generale sarebbero numeri nettamente inferiori. L'attività e il dibattito della Commissione che ha approfondito con tutti i portatori di interessi, ma che ha avuto modo anche di confrontarsi con lo stesso Assessore all'ambiente, ma anche soprattutto con l'Assessore agli affari generali e personali e con l'ufficio del personale della Regione è l'articolo 48 che prevede l'applicazione del contratto ai dipendenti dell'Ente foreste. Oggi ai dipendenti dell'Ente foreste viene applicato il contratto nazionale collettivo degli operai forestali, più l'integrativo regionale di natura privatistica. Ci sono state più proposte, una di queste proposte era o tutti dentro all'interno della legge regionale numero 31 oppure il passaggio solo di impiegati quadri e dirigenti, dicendo che nulla avevano o poco avevano a che vedere con il sistema idraulico forestale. Io credo che la situazione odierna intanto vada riconfermata e incrementato quello che è il contratto nazionale di riferimento con l'integrativo regionale perché c'è un problema grosso di risorse e trasferire tutto il personale dell'Ente foreste all'interno della legge regionale 31, oltre a un problema di risorse economiche, notevoli, creerebbe problemi anche di altra natura, di inquadramento di impiegati che magari non hanno svolto il concorso pubblico e quindi non potrebbero essere inquadrati nel ruolo unico dell'amministrazione regionale, oppure per quanto riguarda i 1600 lavoratori semestrali all'interno dell'Ente foreste diventa difficile ipotizzare un loro inquadramento, per sei mesi, nella legge regionale 31 dovendo poi questi non poter più usufruire di quella che è l'indennità di disoccupazione per sei mesi che non andrebbero lavorare. Quindi per quanto riguarda l'articolo 48 la Commissione conferma l'intendimento di addivenire a una riconferma del contratto nazionale di lavoro e dell'integrativo regionale, che sino ad oggi i dipendenti dell'Ente foreste hanno avuto e che in questi giorni si sta lavorando per rinnovare per adeguare anche dal punto di vista economico.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti, relatore di minoranza.
TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC Sardegna), relatore di minoranza. La Quarta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 5 aprile 2016, ha approvato definitivamente il disegno di legge n. 218 recante "Legge forestale della Sardegna" con l'astensione dei consiglieri di opposizione presenti. L'astensione non chiarisce la posizione dei gruppi di minoranza, anche perché in occasione della seduta di approvazione del testo i consiglieri titolari venivano sostituiti a causa di impegni non rinviabili. Il giudizio sul disegno di legge approvato è in realtà ampiamente negativo. Ad eccezione di quella parte del disegno di legge che, opportunamente, si occupa del riordino complessivo della materia forestale, che è necessario in quanto la Sardegna è l'unica regione d'Italia priva di una legge regionale organica in materia forestale in armonia con le norme dell'Unione europea e con gli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale in tema di gestione forestale sostenibile, non convince l'elaborazione del nuovo assetto organizzativo dell'Ente foreste della Sardegna. In primo luogo non convince la nuova forma giuridica proposta, ossia l'agenzia regionale che nelle intenzioni della Giunta regionale rappresenterebbe la più importante novità della riforma, in grado di determinare una forte discontinuità organizzativa con il passato. Come è noto l'agenzia nella esperienza regionale è una forma giuridica snella che ben si attaglia a quelle organizzazioni in cui l'attività svolta è di tipo prevalentemente tecnico, per la cui governance è sufficiente individuare un direttore generale con il compito di direzione tecnico-amministrativa. Ammesso e non concesso che questo nuovo assetto organizzativo proposto sia razionale ed efficace, e dunque confacente alle caratteristiche e agli obiettivi prefissati di riforma dell'Ente, non si comprende perché, invece, nel testo proposto dalla Giunta regionale e approvato dalla Commissione, la governance venga affidata ad un tandem costituito da un amministratore unico e da un direttore generale. Tale proposta appare ambigua e poco chiara e, certamente, non in grado di conseguire i risultati che la Giunta regionale, secondo le valutazioni formulate dall'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, intende conseguire in tema di discontinuità organizzativa con il passato. Infatti, all'obiezione sollevata in Commissione dai gruppi di minoranza, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente replicava che la figura dell'amministratore unico era, tuttavia, necessaria perché l'Ente foreste ha più di 6.000 dipendenti, una organizzazione di mezzi e strutture distribuita capillarmente in tutta l'Isola, e dunque sarebbe indispensabile un organo di indirizzo politico da affiancare al direttore generale. Ma se ciò corrisponde al vero, e non vi sono ragioni per dubitarlo, allora non si comprende la scelta di adottare per l'Ente foreste una nuova forma giuridica, ossia l'agenzia, che se viene snaturata con la previsione di un amministratore unico da affiancare al direttore generale tende sostanzialmente a coincidere con l'attuale assetto organizzativo contraddicendo nella sostanza i propositi riformatori manifestati dalla Giunta e dalla maggioranza. Senza tralasciare il fatto che si creerebbe, nel panorama giuridico regionale, un nuovo modello di agenzia regionale sostanzialmente coincidente con la forma giuridica dell'ente pubblico e dunque, sostanzialmente inutile. Pertanto al fine di evitare l'insanabile contraddizione suddetta sarebbe preferibile mantenere per l'Ente foreste l'attuale forma giuridica di ente pubblico con la previsione di un amministratore unico in luogo del consiglio di amministrazione. In questo modo si eviterebbero gli inutili costi che conseguirebbero dalla modifica della natura giuridica dell'ente. In secondo luogo non convince la previsione del mantenimento per i dipendenti dell'Ente foreste dell'attuale regime contrattuale che prevede l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro degli addetti alla sistemazione idraulico-forestale e del contratto integrativo regionale di lavoro negoziato appositamente per il personale dell'Ente foreste. Infatti viene perpetrata l'anomalia già prevista dalla legge regionale istitutiva dell'Ente foreste, ossia la legge regionale n. 24 del 1999, secondo la quale ai dipendenti dell'ente non si applica la disciplina del pubblico impiego di cui alla legge regionale n. 31 del 1998, nonostante per certi versi essi siano pubblici dipendenti, ma si applica un regime privatistico. L'applicazione della disciplina del pubblico impiego a tutti i dipendenti dell'Ente foreste determinerebbe un riassetto istituzionale effettivo con la possibilità di attivare processi di mobilità all'interno del sistema Regione. Tale anomalia è stata, peraltro, efficacemente sottolineata nel parere della Prima Commissione senza che, tuttavia, ciò sia stato tenuto minimamente in conto dalla Quarta Commissione, evidenziandosi sul punto un atteggiamento contraddittorio da parte della stessa maggioranza. In conclusione si può affermare che il tentativo di riforma dell'Ente foreste proposto dalla Giunta regionale e dalla maggioranza che la sostengono, si traduce in una mera operazione "gattopardesca" con la quale si cambia tutto per non cambiare niente. Per tali ragioni, i componenti della Commissione espressione dei gruppi di minoranza del Consiglio regionale, nonostante si siano formalmente astenuti, esprimono con la presente relazione una valutazione negativa nei confronti del disegno di legge n. 218/A.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). La relazione al disegno in oggetto appare molto ambiziosa, più adatta alla presentazione di un nuovo istituto bancario pronto ad affrontare e vincere le sfide della globalizzazione, piuttosto che accompagnare la necessaria trasformazione dell'Ente foreste. Il testo nulla dice e quindi non affronta il nodo vero: trasformare l'attuale Ente foreste da mero stipendificio ad ente, a prescindere dalla qualificazione giuridica agenzia o altro, capace di auto-sostenersi e quindi di produrre utili. In quest'ottica è del tutto insufficiente sia l'eliminazione del consiglio di amministrazione, peraltro Assessore non in linea con la normativa nazionale in tema di razionalizzazione degli organismi partecipati atteso il numero dei dipendenti, sostituito da un amministratore unico sia i pretenziosi ma fumosi progetti di valorizzazione, anche scientifica, del patrimonio forestale regionale. Pertanto, si può affermare, condividendo le acute osservazioni del Consiglio delle autonomie locali, che la riforma è solo di facciata, non basta cambiare il nome dell'ente per modificare mentalità, obiettivi, risultati. L'abbiamo fatto più volte, abbiamo trasformato gli enti in agenzia e le agenzie in enti, è un gioco delle tre carte. In concreto, la preannunciata trasformazione è priva di ogni qualsiasi collegamento col mondo della scuola e dell'università per educare e sviluppare una nuova sensibilità ambientale, creare nuove collaborazioni con le Facoltà della Sardegna. Manca del tutto tra le finalità del nuovo ente una seria progettazione di raccordo col settore turistico, come dirò in seguito, al fine di sviluppare i percorsi, lungo l'intero anno, capace di integrarsi con il tradizionale filone estivo, collegato alle manifestazioni culturali e folkloristiche più importanti. Non affrontare questi temi significa anche rinunciare ad affrontare il tema del rapporto con lo Stato nazionale: in altre Regioni le funzioni dell'ente foreste vengono svolte dal Corpo forestale dello Stato, perché la Sardegna deve continuare a farsi carico dei relativi oneri? La vertenza con Roma deve comprendere anche tale imprescindibile aspetto.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, risulta totalmente disattesa la questione delle questioni attinente il personale dell'ente, vale a dire la contestuale presenza dei due contratti, uno solo dei quali, quello integrativo, sottoscritto in ambito regionale. Ancora una volta si sceglie di non scegliere, perdendo così la grande occasione di rimettere ordine al sistema applicato il contratto collettivo regionale di lavoro, pur senza prevedere l'inserimento del personale dell'ente nel ruolo unico regionale, attesa la differente provenienza. Questa opzione appare coerente peraltro con la riforma della legge 31 voluta dalla stessa Giunta attuale, contenente la previsioni di una disciplina unitaria per l'intero comparto regionale.
La trasformazione dell'Ente foreste in agenzia non risolve il problema fondamentale, Assessore: La Sardegna ha circa 2 milioni e 400 mila ettari, di questi 240 mila sono sotto il controllo dell'Ente foreste, bisogna che con le nuove competenze l'Ente foreste entri nel comparto privato, dove nascono gli incendi, dove c'è da fare quel che c'è da fare, dove c'è un aumento ormai consolidato anche nella stessa legge per quanto riguarda le competenze dell'Ente foreste, che deve diventare un motore economico per le zone interne, presidio di tutela dell'assetto idrogeologico, controllo degli argini e pulizia dei fiumi.
E arriviamo al dunque, onorevole Presidente della Commissione: per decenni la Regione Sardegna è rimasta fuori, e tuttora ne resta esclusa, dalla contrattazione, senza alcuna voce in capitolo sugli aspetti contrattuali e retributivi del personale regionale dell'Ente foreste; è un contratto incontrollabile sotto il profilo del rispetto dei limiti della finanza pubblica, la cui applicazione ha generato negli anni innumerevoli contenziosi ed è motivo di disagio e confusione tra il personale; molta parte del personale dell'Ente foreste della Sardegna ancora vive nella convinzione di non essere un pubblico dipendente in quanto soggetto un contratto privatistico. Chiediamo in tal senso un passo avanti della politica, per porre fine ad ogni forma di ambiguità sulla natura pubblicistica dell'Ente foreste e di conseguenza sul pieno status di pubblico dipendente del suo personale. La richiesta dei dipendenti dell'Ente foreste è dunque che per la costituenda agenzia FoReSTAS trovi applicazione il contratto collettivo regionale dei dipendenti del sistema regionale. La Regione Sardegna non può continuare a classificare ancora come datore di lavoro agricolo la nuova agenzia; sino ad oggi, sebbene sia stato ritenuto ammissibile sostenere per l'Ente foreste la natura prevalente di datore di lavoro agricolo, oggi non può più dirsi così, non solo per ciò che l'Ente foreste è diventato negli anni ma anche soprattutto rispetto alle competenze e all'estensione territoriale che saranno gestite direttamente da FoReSTAS. Alla luce di tutto questo quadro operativo, sicuramente il personale impiegatizio e i quadri dirigenti non possono essere classificati quali lavoratori agricoli, né fruire dei relativi sgravi previdenziali. La rigidità contrattuale e la netta suddivisione in livelli impiegatizi fa sì che, nella sola categoria C dei dipendenti regionali dell'Ente, ci siano ben tre livelli contrattuali, gli impiegati dell'Ente foreste di quarto livello, di quinto e di sesto livello: ma dove vogliamo andare?
Oggi probabilmente i dipendenti costano un po' meno perché trova applicazione lo sgravio contributivo nel settore agricoltura, ma, con ogni probabilità, lo sgravio non sarà applicabile ai dipendenti FoReSTAS, quale che sia il contratto applicato. Noi spendiamo per l'Ente foreste 200 milioni all'anno e con le nuove competenze che stiamo attribuendo passeremo a 300 milioni all'anno, e non abbiamo nessuna competenza specifica: fanno un contratto a Roma e noi paghiamo piè di lista, ma dove siamo!? Qual è la riforma? La riforma noi l'abbiamo fatta perché abbiamo sempre ritenuto che l'Ente foreste dovesse diventare, come ho detto prima, un ente economico, come ci sono dappertutto, in cui si fa la caccia, in cui si va in bicicletta, dove ci sono i cavalli; deve contribuire al proprio sostentamento e non deve essere un ente avulso, un posto dove la Regione mette i soldi punto e basta, senza nessun'altra cosa.
Infine, se il contratto collettivo nazionale dovesse andare verso un rinnovo, il bilancio regionale dovrebbe far fronte a un'impennata incontrollata della spesa, oppure aprire nuove vertenze giuridico-sindacali per la mancata applicazione. Ecco perché la Regione non può più continuare a fare lo gnorri, come ha fatto anche con questa legge, e dire: non sappiamo cosa devono fare i dipendenti pubblici, gli impiegati e il resto del personale. Parlando del resto del personale, quando l'Azienda foreste demaniali faceva le stesse cose dell'Ente foreste, uguali, precise e identiche, le funzioni superiori che vengono attribuite all'Ente foreste sono funzioni che ormai devono essere riconosciute come tali, e come tale deve essere riconosciuta la stabilizzazione. Questa non è una riforma, questo è buttare polverina negli occhi: a che cosa serve? Ve lo dico io, serve ad individuare nell'amministratore unico una persona che non discerne un cervo da un cane, un pino da un abete, perché vogliamo ricostituire la scelta di questi uomini, i cosiddetti docenti universitari, che non hanno mai visto la campagna. Per essere amministratore di un ente come l'Ente foreste non basta essere bravi in quella materia, bisogna essere bravi nella programmazione e nella strutturazione, quindi lasciamo quelle caratteristiche, e invece stiamo facendo una riforma per ritornare alle cose di sempre, cioè al fatto che si possa scegliere quali amministratori di questi enti persone che non hanno mai visto la campagna o una montagna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Stiamo discutendo della legge forestale della Sardegna, un progetto che non si occupa solamente di Ente foreste e del personale ma che tratta una materia in questo momento importantissima, quella che tutela il patrimonio boschivo della Sardegna, più volte come sappiamo da sempre violato e utilizzato in maniera diversa da quella per cui dovrebbe essere utilizzato. È questo credo che sia anche un quadro piuttosto eloquente della nuova legge, che in generale trovo anche in alcuni punti apprezzabile, in quanto pone definitivamente fine ad un vuoto normativo che dura da tanto tempo, però credo che sia il momento di analizzare alcuni punti critici che sono, secondo me, da correggere, da verificare meglio. Per esempio quello che riguarda il Piano forestale ambientale regionale, come disciplinato dal comma 3 dell'articolo 6, che richiede una maggiore attenzione, nello specifico dove si dice che lo stesso dovrebbe essere approvato dalla Giunta regionale senza passare attraverso la ratifica del Consiglio regionale. Quello che è invece auspicabile è che ad approvare questo piano sia proprio il Consiglio regionale, considerato che lo stesso Consiglio decide sui piani PPR e PAI, piani riguardanti il governo del territorio e quindi competenza esclusiva del Consiglio regionale. Io credo che questo sia uno dei punti assolutamente da correggere, Asessore, mi consenta.
Inoltre, lo stesso nuovo organismo, come sosteneva prima l'onorevole Floris, potrebbe nascere con un amministratore unico, il fatto che ci sia un amministratore unico potrebbe portare a delle lotte verticistiche, come accade più volte, quindi accentrare troppo il potere ad una persona che spesso non è, come sosteneva Mario Floris prima, non è un manager. Ma la mia paura e la paura di molti è che possa essere ancora una volta un professore, quindi qualcuno che probabilmente non ha la materia aziendalistica in mano quella che dovrebbe essere l'ideale per poter mandare avanti un colosso di questo livello che veramente vede tanti soldi spesi da parte della Regione. Quindi un controllo sicuramente migliore di quello che potrebbe essere avendo un'unica persona a capo di tutto.
Un ulteriore appunto è quello che riguarda la contrattazione, il personale, quindi riordino di tutte le diatribe relative al personale di quest'ente, se n'è parlato tanto non ci sono state delle vertenze anche sotto il Consiglio regionale non molto tempo fa, molte interrogazioni, molte mozioni proposte da parte della minoranza spesso anche disattese, Assessore, adesso non faccio capo a lei, probabilmente chi c'era prima di lei, però queste sono cose che generalmente viene bene ricordare. Credo che questo sia un momento, appunto, vista l'importanza di questa legge di approfondire in questa aula che è deputata, appunto, ad esaminare attentamente questa legge e trovare la soluzione più indicata chiaramente che non porti ancora una volta ad andare avanti e sbagliare ulteriormente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente, ho con molta attenzione seguito in apertura di questo dibattito le due relazioni sia del Presidente della Commissione che del relatore di minoranza ed entrambi hanno fondamentalmente illustrato quello che è il contenuto della norma indicando le due parti fondamentali della proposta cioè la prima parte che è quella prettamente forestale, la seconda è invece quella legata alla trasformazione dell'ente foreste in FORESTAS. La prima parte chiaramente essendo di maggioranza difende questa proposta di legge; la seconda parte, che mi vede totalmente invece concorde, non difende, anzi, trova e individua e visualizza in modo particolare quelli che sono i difetti di questo tentativo di riforma. È vero che la prima parte è relativa alla tutela, alla valorizzazione, alla gestione del patrimonio forestale regionale ed è anche vero che era da tempo, è da tempo meglio, che questa Regione ha necessità di una legge che inquadri e quindi tuteli questo aspetto e quindi tutto il nostro patrimonio legato chiaramente al mondo forestale. Era necessaria però era necessaria una riforma con dei contenuti importanti, con dei contenuti veri. In realtà tutta la prima parte si incentra e viene centrata quindi in una serie di norme con delega diretta poi successivamente alla Giunta regionale. Ora in tempi che furono probabilmente questo aspetto era una delega piuttosto importante, per i giorni che stiamo vivendo noi in questo momento con una Giunta che non ha certamente un ruolo politico e che non svolge assolutamente un ruolo di programmazione chiaramente lascia perplessi. Una Giunta che, come detto più di una volta, non ha competenze politiche, ha delle competenze tecniche che però non aiutano alla soluzione dei problemi legati alla gestione del sistema in senso generale della nostra Regione. Quindi tutte queste deleghe lasciano chiaramente molto perplessi soprattutto nel momento in cui poi all'interno della stessa norma lascia per esempio aperti determinate considerazioni legati per esempio ad interventi silvo-culturali, stiamo parlando chiaramente dell'articolo 19, che poi rimanda anche su questo nuovamente ad una delibera di Giunta e quindi ad una delega alla parte esecutiva. Questo potrebbe essere chiaramente un modo, lo generalizziamo, ma un modo per delegare e rivedere e quindi togliere le funzioni al Consiglio regionale e rivederla eventualmente in sede di Esecutivo e aggiustarle strada facendo. Questo non è modo di legiferare, questo non è il modo per proporre le riforme della Regione autonoma della Sardegna.
E poi arriviamo all'elemento dolente che poi è un po' il cuore di questa norma cioè la parte legata alla riforma dell'ente foreste della Sardegna. Tutta questa fretta e tutta questa necessità di doverla trasformare in agenzia lascia ancor più perplessi. Per le stesse ragioni che ha illustrato l'onorevole Tatti nella relazione di minoranza ma soprattutto anche per gli aspetti che ho voluto sottolineare l'onorevole Floris nel suo intervento. Qual è la reale necessità di trasformare ente foreste oggi in una agenzia, quindi chiamandola nel caso specifico FORESTAS, il vero problema sta nella gestione successiva del personale. È vero che eliminare un consiglio di amministrazione e delegare ad un direttore generale anche le funzioni di gestione dell'ente stesso, e quindi in questo caso dell'agenzia, in qualche modo dà e riduce una forma di praticità nella gestione stessa dell'agenzia. Fatto sta che il vero problema, come dicevo prima, rimane legato e ancorato alla questione del personale, al problema legato al contratto di lavoro del personale in questo momento e di quello che dovrà invece avvenire, non si dice niente, non si dice, non si parla, rimane tutto così com'è. Allora il dubbio chiaramente rimane e piace evidenziare, e sollevare meglio una domanda, perché per tutte le agenzie e le altre agenzie della Regione vale il contratto del comparto regione e in questa circostanza invece non avviene questo e non sarà assolutamente così.
Non sarebbe il caso eventualmente di sospendere questa parte, se proprio ci tenete, visto che è nel vostro DNA, nel momento in cui siete voi al governo avete questa grande necessità di dover fare sempre tante riforme perché così poi si contano e durante il periodo di gestione amministrativa potete dire: ma noi siamo quelli che abbiamo riformato la Regione. E allora volete riformare anche questa, volete creare anche in questo caso un'agenzia, benissimo. Però almeno sull'aspetto del personale prepariamo, lavoriamo con un altro testo, lavoriamo con un altro provvedimento legislativo che porterà a chiarire anche la posizione del personale. Posizione del personale che anche in questo caso deve essere in qualche modo tutelata per la gestione futura o meglio per la certezza e la sicurezza futura di parte dei lavoratori dell'ente foreste che in questo momento non hanno una certezza e quindi sono temporaneamente dei precari. Lo stesso vale anche per coloro, e qui lo cito in modo chiaro e palese, coloro che in questo momento sono assegnati temporaneamente alle attività di ente foreste e come i lavoratori di SBS che durante la finanziaria non si è voluto trovare la soluzione definitiva, probabilmente questo è il momento importante e definitivo per risolvere questo aspetto e per questa ragione abbiamo presentato un emendamento che riteniamo fondamentale ed importante per risolvere anche questo aspetto. Lo discuteremo sicuramente durante il prosieguo dei lavori se quest'Aula deciderà di approvare il passaggio agli articoli nella speranza però che questo non avvenga, che questa maggioranza abbia un sussulto di orgoglio e decida di rimandare la legge in Commissione e rivedere l'impianto in senso generale della riforma stessa.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Grazie signor Presidente, io debbo in anzitutto fare i complimenti al relatore di minoranza perché è riuscito in due pagine a mettere sotto una lente molto, molto potente le discrepanze contenute in questa legge, sotto il profilo contenutistico, sotto il profilo dell'inquadramento di sistema, una legge che comunque, a detta di tutti o di molti, presenta delle crepe che rischiano veramente di farci partorire un mostriciattolo, e noi non dobbiamo partorire un mostriciattolo, noi dobbiamo risolvere i problemi della Sardegna e quindi anche i problemi dell'Ente foreste e dei dipendenti dell'Ente foreste. Ricordo che nell'ottobre 2014 la Giunta regionale fece una delibera singolare, una delibera con la quale approvò un disegno di legge che, udite udite, puntava a far approvare al Consiglio regionale gli indirizzi affinché la Giunta potesse fare un disegno di legge, quindi il serpente che si morde la coda, cose che difficilmente si vedono in un'Aula consiliare, in un'Aula che contiene un'Assemblea legislativa. Ebbene, noi abbiamo visto anche questo, abbiamo visto il serpente che si morde la coda, la Giunta che si mordeva la coda e poi, ovviamente, ha fatto un passo indietro, tre passi indietro, giustamente e correttamente, e oggi siamo arrivati a questo disegno di legge che, se fosse possibile, potrebbe essere definito ancora più infausto di quel disegno di legge… c'è un brusio… forse sto disturbando… un disegno di legge, ancor peggio di quel disegno di legge di cui parlavo poc'anzi, questo disegno di legge è un pasticciaccio brutto in salsa cagliaritana. Noi avremmo sperato che questo disegno di legge finalmente puntasse a una riforma vera, potesse puntare a una riforma vera dell'Ente foreste, che potesse puntare quindi a un'innovazione culturale, a un'innovazione politica, sociale, invece questo disegno di legge si è rivelato purtroppo del tutto contraddittorio, non soltanto inadeguato, come dicevo poc'anzi, è contraddittorio, e va a contrastare con precise norme di legge, va a contrastare con precisi, meglio ancora, principi giuridici basilari, che devono essere osservati anche dal Consiglio regionale, e comunque è un disegno di legge del tutto conservatore: non ha il coraggio di innovare alcunché, stiamo ritornando indietro nel tempo, non abbiamo fatto, o meglio, non viene proposto oggi nulla di buono e di nuovo. C'è una sorta di rinfrescatina della materia, viene modificata leggermente la facciata, viene ridisegnato leggermente il perimetro di questa tematica, ma non si incide sulle ragioni vere dei problemi dell'Ente foreste. E il primo tema che sarà affrontato anche dagli altri colleghi, ma che è stato affrontato da chi mi ha preceduto, è quello dell'assetto organizzativo, della forma organizzativa di questo Ente foreste, quindi la forma giuridica. Si è scelta l'Agenzia regionale, che avrebbe dovuto essere quindi una forma giuridica snella, per la quale è sufficiente un direttore generale, e invece cosa accade, viene individuata anche la figura dell'amministratore unico; perché? Perché evidentemente la Giunta vuole avere il controllo stretto, strettissimo dell'amministratore unico e quindi dell'Ente foreste, perché comunque l'Ente foreste è un serbatoio elettorale non indifferente: oltre 6000 collaboratori che fanno gola a molte forze politiche. Ed è questa, evidentemente, una scelta centralistica, è una scelta che non può non definirsi autoritaria. Tra le altre cose non è in linea con la volontà del Governo, che in un recente schema di decreto legislativo, quello che dovrebbe trattare la materia del testo unico sulle società a partecipazioni pubbliche, ha sottolineato che laddove c'è un elevato numero di dipendenti e un valore della produzione molto alto occorre un consiglio di amministrazione dai 3 ai 5 membri. Ebbene, quando parliamo dell'Ente foreste parliamo di tantissimi dipendenti, parliamo di un valore della produzione di 170-180-200 milioni di euro, quindi è un Ente di dimensioni rilevantissime, che avrebbe necessità di amministratori non soltanto competenti, ma anche plurimi, in modo da poter gestire nel miglior modo possibile questa macchina di grandi dimensioni. E nel frattempo, tra le altre cose, abbiamo l'Ersu di Cagliari e di Sassari che ha un numero di dipendenti risicatissimo, pari all'1-2 per cento rispetto all'Ente foreste, che invece ha un consiglio di amministrazione di 5 persone. Un'incongruenza pesantissima, lampante, che non si capisce dove abbia origine, non si capisce quale sia la differenza, non si capisce quale sia la necessità di far amministrare un Ersu, un Ente regionale per il diritto allo studio da 5 membri del consiglio d'amministrazione, mentre invece un Ente di dimensioni straordinarie come l'Ente foreste viene amministrato da un amministratore unico, un amministratore unico sotto lo schiaffo della Giunta regionale. Ma devo dire che all'interno di questo iter legislativo c'è un punto positivo, che io ritengo fortemente positivo, ed è il parere del CAL, che finalmente è chiaro, è netto. Il CAL, in questa legislatura quantomeno, ha sempre dato pareri condizionati, sub condicione, sotto certi profili contraddittori, erano sempre negativi, però non l'hanno mai detto che il parere è negativo, questa volta invece danno un parere negativo netto, chiaro, pesantissimo, che non può non essere tenuto in considerazione da quest'Aula, anche perché il parere non è soltanto negativo, ma è perfettamente coerente con i principi giuridici che invece vengono violati da questo disegno di legge, quindi bene ha fatto il CAL ad alzare la testa, bene ha fatto il CAL a dire ciò che in relazione a questo disegno di legge doveva essere detto. Il CAL, in una sola parola, ha detto che questo disegno di legge deve essere stracciato, deve essere ritirato. Questo ha detto il CAL, senza usare mezzi termini, peraltro. E poi c'è l'annoso problema del personale, l'inquadramento giuridico del personale. Sembrava che il ritiro di quel disegno di legge, che avrebbe dovuto prevedere gli indirizzi per la Giunta, che avrebbe dovuto fare un disegno di legge per il Consiglio di regionale, sembrava che preludesse a un disegno di legge coraggioso, che trovasse modo e tempo di innovare veramente, quindi di equiparare questi dipendenti dell'Ente foreste ai dipendenti della Regione; così deve essere! Non si può assolutamente… c'è un brusio, però, Presidente, mi creda, ho difficoltà a capire le parole che vengono dette da quella parte dell'Aula… non si riesce a capire per quale motivo viene fatta questa sperequazione pesante, forte, violenta nei confronti dei dipendenti dell'Ente foreste, non c'è un motivo uno, né sotto il profilo giuridico, né sotto il profilo tecnico, né sotto il profilo sociale, né sotto il profilo politico, li vogliamo far soggiacere a una contrattazione collettiva del settore agricolo, la Regione non partecipa a questa contrattazione collettiva, però deve sorbirsi il contratto, deve accettare il contratto, deve applicare necessariamente un contratto collettivo alla cui stipula non ha partecipato. Io credo che questo sia un obrobrio giuridico, poi, quando arriveremo all'articolo 48 avremo modo di entrare nel dettaglio di questo articolo 48, o 47, comunque dalla parte che riguarda l'inquadramento giuridico, e credo che ne sentiremo e ne vedremo delle belle, ma da parte di tutti, della maggioranza e dell'opposizione, perché veramente la scelta, o meglio, la non scelta fa male, è una ferita veramente lancinante nei confronti di questi 6000 lavoratori, ma è soprattutto una ferita lancinante, un vulnus nei confronti dei principi giuridici che in qualche modo devono governare il sistema Regione che viene dimenticato, un sistema Regione che è stato disegnato in una recente legge fatta da questa Assemblea, e che oggi viene completamente dimenticata. Il sistema Regione non esiste più, o meglio, non esiste più per taluni enti, talune agenzie, mentre esiste per gli altri. Io credo che questo non sia giusto…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Io non nascondo un po' di imbarazzo nel discutere questi temi, e in particolare la questione della riforma di questo Ente, e confrontarci con l'assessore Spano che indubbiamente è un'autorità in questo campo. Quindi la prima domanda che ci poniamo è se c'è l'opportunità di confrontarsi non tanto sul merito delle proposte, ma quantomeno sul metodo e soprattutto sull'allocazione di competenze specifiche del Consiglio regionale in capo all'organo esecutivo. La questione non è, secondo noi, secondaria soprattutto se leggiamo il parere anche della prima Commissione che puntualizza alcuni aspetti del sistema delle fonti, e quindi cita anche in maniera precisa gli articoli in cui la potestà regolamentare, che non è una potestà tipica dell'organo esecutivo regionale, e comunque non alla luce delle nostre fonti normative regionali, viene con questa norma di fatto trasferita dal Consiglio regionale alla Giunta regionale. Viene richiamata una serie di esempi per corroborare questa tesi, e in particolare poi li vedremo all'articolo 3, ma soprattutto tutto ciò che attiene alla pianificazione e quindi alla regolamentazione, e non esiste nessun riferimento normativo che passi questa competenza del Consiglio regionale alla Giunta, quindi la scelta prima di tutto la dobbiamo fare noi. Certo, possiamo dire tranquillamente: "Bene, come Consiglio regionale non vogliamo trattare questa materia, la deleghiamo totalmente alla Giunta" e allora questo progetto di legge se vogliamo oggi potrebbe avere più la connotazione quasi di un decreto legislativo, se avessimo l'istituto del decreto legislativo, ma di fatto vi è una sorta di norma che inquadra, in capo all'Esecutivo, competenze che sono tipiche, invece, del Consiglio. Ma lo vediamo anche in altre materie dove, invece, non vogliamo assolutamente rinunciare a questa facoltà, e quindi non capiamo per quale motivo dovremmo farlo in questo modo. Tanti dubbi vengono ancora sollevati anche in materia di regolamentazione del quadro di riferimento contrattuale del personale. Io credo che ci sia tutta una serie di obiezioni da parte della Commissione, e poi anche da parte del CAL, che non possono non essere considerate perché a questo punto viene da chiedersi se non sia il caso allora di autoriformarci e rinunciare, per esempio, alle procedure di sottoposizione dei progetti di legge ai pareri delle Commissioni competenti per materia, perché se vi è una sollevazione di una serie di obiezioni chiediamoci se poi queste obiezioni devono tradursi magari in proposte di modifica o meno del progetto di legge. Oppure ancora se arriva un parere richiesto per legge dal Consiglio per le autonomie locali che peso dobbiamo dare a questo Consiglio delle autonomie locali, se non sia un organo superato, perché se queste obiezioni, queste osservazioni, non vengono tenute nella debita considerazione dall'Esecutivo e dal Consiglio regionale tanto vale asciugare ancor di più le procedure che regolano il procedimento legislativo regionale e andiamo oltre. Diverso è, invece, se c'è volontà di provare a ritrovarsi non tanto sul merito delle proposte, quanto sulla precisazione di chi deve fare cosa e in quali tempi, e quindi forse anche in questo disegno di legge è necessario rimettere a punto il rapporto tra l'organo esecutivo e l'organo legislativo della Regione Sardegna perché non è possibile che si perda di vista completamente il quadro di riferimento delle competenze così ciascuno di noi può rinunciare a portare a termine i compiti che sono assegnati dalla legge. Diversamente dico anche che forse stiamo perdendo un po' di ruolo nella costruzione di questi atti.
Io ho voluto porre solamente queste piccole riflessioni e lo dico, appunto, nel massimo rispetto dell'Assessore e del lavoro che ha fatto, ma lo dico anche nel massimo rispetto di quelle che sono le nostre prerogative e le nostre competenze. Se noi abbiamo deciso di rinunciare, colleghi, questo è il campo giusto, è il campo in cui possiamo ancora una volta metterci alla prova. Non è con meccanismi giuridici che producono accelerazioni che noi semplifichiamo il quadro di riferimento o rispondiamo alle esigenze dei sardi e dell'amministrazione regionale. Lo facciamo forse se ciascuno di noi è pronto a scommettere sul proprio lavoro, sulle proprie competenze e a portare a termine anche con buona lena il compito di ciascuno di noi. Io credo che ci sia ancora margine non dico per rimettere in ordine, perché non mi voglio assolutamente permettere di dire questo, ma quantomeno di restituire dignità anche a quest'Aula e al lavoro che deve fare nella costruzione delle norme.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, molto brevemente. A me dà l'idea che il solo aver cambiato il nome stia seguendo già un percorso avviato a suo tempo con la riforma dell'allora Ente foreste demaniali, quindi si reitera e si ripete quel percorso dove c'è molto di facciata e poco di concretezza. È poco attualizzata una riforma che, invece, dovrebbe avere l'ambizione di rimettere in discussione tutta una serie di pacchetti, di riferimenti, di parametri per i quali certamente, così come è organizzato e strutturato oggi l'Ente foreste all'interno del territorio regionale, potrebbe beneficiare, e invece mi pare che, già dalle prime battute della lettura del disposto legislativo così come è presentato dall'assessore Spano, individuiamo purtroppo che mancano tutti quegli elementi che dovrebbero farci davvero andare verso una direzione di una autentica riforma dell'attuale Ente foreste della Sardegna. Manca tutta una serie di riferimenti. Manca quello che è stato ampiamente ricordato: manca l'educazione ambientale, manca la parte didattica, manca il raccordo con le filiere produttive e con il mondo delle imprese. Manca quella parte di innesto con il mondo dell'attività nel campo forestale e quindi imprenditoriale privato. Mancano insomma tutti quei riferimenti dei quali questa legge avrebbe sicuramente bisogno, però manca anche tutta una serie di riferimenti che fanno capire che già questa legge non attribuisce la completa autonomia allo stesso ente. Fa specie, Assessore, che davvero in almeno otto articoli molto importanti, quello sul dissesto idrogeologico per esempio, venga sempre chiamato in causa il Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Io non so perché è stato individuato questo tipo di scelta, questo tipo di iniziativa, però lei sa bene che quello è un Corpo che svolge, come radice della propria attività, quello di polizia ambientale, eppure l'Ente foreste dovrebbe poter gestire in autonomia anche un processo autorizzativo che, invece, spesso finisce fra le braccia, e quindi fra le carte, del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Io inevitabilmente non posso che pensare che ci sia un ulteriore appesantimento burocratico, cosa che peraltro voi dite di combattere alacremente e che invece dimostrate con la pratica di aggiungere purtroppo alla quotidianità degli operatori, di tutti quelli che nel mondo delle campagne, dell'attività agricola, forestale, pastorale, della silvicoltura attiva. Io davvero trovo assolutamente inutile, in pratica mi sembra di capire che venga individuato il corpo forestale della Regione Sardegna come la balia del futuro Forestas, dell'ex ente foreste della Sardegna. Una rilettura certamente sarebbe necessaria, anche attraverso una rivisitazione di quelle procedure autorizzative che già sono fastidiose e rognose di per sé, ma se poi di fatto ci ritroviamo anche un ulteriore ente sovraregionale questo naturalmente non farebbe altro che complicare le funzioni del nuovo ente così come l'avete immaginato.
Fa specie, lo vorrei rimandare, Assessore, all'articolo 24, non comprendo bene - ma poi ritorneremo nel momento opportuno - per quale motivo addirittura si preveda... le ricordo che le attività turistiche e agrituristiche della Sardegna, in tutto il campo nazionale, ivi compresa la nostra isola, siano soggette al rilascio per la propria attività di un certificato di prevenzione incendi. Praticamente sono le uniche attività che sono sottoposte al severo controllo e vigilanza, con il rilascio della CPA da parte dei vigili del fuoco. Addirittura voi avete individuato un sistema sanzionatorio all'eccesso perché viene, fino a prova contraria, individuata addirittura la chiusura dell'attività in difformità ad alcuni disposti nel vostro testo. Io questo spero, avendone parlato anche con il relatore di maggioranza e soprattutto avendo trovato condivisione all'interno della quinta Commissione che ha esaminato per la parte di competenza questo testo legislativo, che vada naturalmente in una direzione di buon senso. Mi sembra assurdo che dove si è già normato pesantemente, fra l'altro con addebiti impositori nei confronti delle strutture ricettive-turistiche e agrituristiche, che si voglia individuare un ulteriore articolo che non farebbe altro che far pendere una sorta di spada di Damocle sulla testa, sul capo ove questi non volessero esercitare la propria attività in perfetto ossequio alle norme che sono state qui previste nel vostro articolato.
Poi un'altra questione che a me è davvero cara. Io faccio sempre riflessioni su come le nostre cittadine, in modo particolare i piccoli paesi, in modo particolare quei paesi che sono sempre più senza risorse economiche e senza uomini da poter dedicare ad elementi di abbellimento, a rendere quantomeno appena appena di richiamo estetico. Io la sfido, Assessore, a fare un giro per i 377 comuni della Sardegna e individuare quei luoghi dove l'ente foreste ha potuto mettere mano per ingentilire, per migliorare gli spazi di fruizione sociale, mi riferisco in modo particolare ai visitatori ma anche agli stessi cittadini che hanno messo a disposizione le loro terre, perché quelle terre che vengono messe in concessione sono di titolarità della comunità di riferimento. Eppure, quando lei arriva in uno di questi paesi, in una di queste piccole cittadine, stante la cronica mancanza di risorse, non vi è magari un albero o un filare di alberi che possano raccontare e celebrare le bellezze di una montagna che spesso è straordinariamente distante e il cittadino stesso non ha la possibilità di trovare apprezzabile in casa propria, per i propri bimbi, per i propri anziani, un luogo magari ombreggiato, un piccolo prato erboso, delle essenze floreali che richiamino ciò che c'è in montagna, benedetto dalla natura e spesso dimenticato però dalla Regione, dagli uomini dell'ente foreste, non per colpa propria naturalmente, ma che per competenze, capacità e qualità conoscitiva della materia potrebbero essere perfettamente integrati in questo tipo di funzione. Io credo che andrebbe ripensato quell'articolo (che mi pare sia il numero 37 relativo alle funzioni) e potrebbe con un piccolo sforzo individuare un sistema che restituisca decoro alle nostre cittadine, agli ingressi quantomeno delle piccole comunità.
Per concludere, io non so quanto andrà a costare la riproposizione di giubbetti, di automezzi, di tutta una segnaletica che oramai accompagna Ente foreste della Sardegna sull'attività degli uomini, dei loro mezzi, di tutte le strumentazioni e sicuramente ci vorrà davvero tanto danaro, l'avrete probabilmente calcolato perché dovrete cancellare e riposizionare, però la invito, Assessore (sicuramente l'avrà fatto ma con una inevitabile distrazione considerate le mille questioni che albergano nella sua quotidianità), se lei sale a bordo di un mezzo del corpo forestale di vigilanza ambientale oppure in uno dei mezzi nautici in possesso alle BLON si accorgerà che beffardamente manca un simbolo per il quale questa istituzione opera e lavora quotidianamente: l'orgoglioso simbolo della Regione Sardegna. Stranamente in tutti quei mezzi che ho richiamato c'è forse una dimenticanza storica, c'è solo ed esclusivamente il simbolo dell'arma, arma intesa come araldo del corpo forestale, ma manca dappertutto il riferimento al simbolo della nostra orgogliosa bandiera sarda. Io la invito, Assessore, a fare questo tipo di verifica e magari nel momento in cui state rifacendo e ridisegnando gli automezzi, i mezzi e naturalmente le divise degli uomini del futuro Forestas che forse una piccola quota andrebbe dedicata per riportare anche in quei mezzi nostri, dei cittadini, della collettività e soprattutto suoi, quantomeno come riferimento istituzionale, per apporre quel simbolo che per noi è così tanto caro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Presidente, Assessore, il disegno di legge 218 si può riassumere con tre aggettivi: restrittivo, sanzionatorio, punitivo. In altre parole inapplicabile. La norma prevede questi importanti obiettivi sopprimendo l'ente foreste a favore dell'agenzia regionale, motivando questa scelta con i classici principi del diritto amministrativo quali l'efficacia, l'efficienza, l'economicità e ovviamente la razionalizzazione e il contenimento della spesa pubblica, senza peraltro fare nessun riferimento sulle modalità, i tempi e i costi in cui intende raggiungere tali obiettivi. La Giunta ancora una volta vuole sfruttare i suddetti principi per camuffare le reali intenzioni del Governo regionale che sono l'accentramento e il totale controllo del potere in Sardegna, attraverso l'eliminazione di tutti gli spazi democratici presenti negli enti regionali e lo sfruttamento delle potenzialità totalmente gratuite. Peraltro sfugge ancora oggi quale sia stato il vero motivo perché l'ente foreste sia stato commissariato e soprattutto perché questo gesto, che è un gesto ovviamente clamoroso della politica, deve essere realmente motivato escludendo la rappresentanza dei comuni sardi. Questa norma intende escludere investimenti per il personale a danno dello sviluppo di un ente che potrebbe diventare veramente strategico e attuale rispetto ai temi in cui opera mentre l'intervento pubblico in quel settore è considerato dal Governo regionale come una spesa assistenziale, un costo per la collettività e non un fattore determinante per l'efficacia di un'agenzia regionale capace di soddisfare i bisogni del popolo sardo, del settore boschivo, idraulico e forestale. Quanto menzionate è dimostrato da una parte dell'articolo 12 che istituisce la consulta regionale per le politiche forestali, consulta costituita da 10 elementi, 8 dei quali nominati direttamente dalla politica regionale e di conseguenza estremamente controllabili di cui i pareri e le proposte saranno ovviamente in linea con le politiche perseguite dalla Giunta regionale in carica. Dall'altra l'articolo 48 definisce le modalità con cui si intende mantenere in servizio i dipendenti dell'ente, senza però fare alcun riferimento ad un impiego strategico volto allo sviluppo, alla progettualità e orientato verso un percorso innovativo che qualifica il lavoro e lo considera il veicolo per la gestione di un settore così importante. Infatti, l'attuale contratto per i dipendenti risulta totalmente inadeguato per la nuova realtà dell'ente e dei dipendenti stessi a cui non sono riconosciuti i meriti contrattuali sia sotto il profilo salariale che normativo. In sostanza è impossibile riconoscere ai lavoratori i loro diritti nonché la funzione strategica ed operativa di cui il comparto idraulico e forestale-boschivo necessita per poter perseguire obiettivi di sviluppo e innovazione. Questo ancora una volta dimostra la vostra opinione verso gli enti regionali di cui ignorate le funzioni di rappresentanza svolta dai sindaci e quella strategica svolta dalle professionalità che lavorano per la gestione di un ente così importante per la Sardegna.
Tutto ciò palesa le vostre politiche regionali, sono solo ed esclusivamente orientate all'abolizione del ruolo democratico di rappresentanza politica, di ignorare il ruolo professionale dei lavoratori e quello strumentale degli enti che offrono servizi ai cittadini e alle imprese. La testimonianza di quanto affermo deriva dall'elencazione in questo disegno dei buoni propositi perché in realtà questo disegno di legge fa un'elencazione di buoni propositi, la Regione dà il sostegno, la Regione valorizza, la Regione fa promozione, riconosce il valore strategico dell'agenzia senza però mai entrare nel merito, nelle modalità politiche e soprattutto con quali risorse finanziarie e che intende destinare alla nascente agenzia. Probabilmente state confondendo la stesura di un testo normativo con una raccolta di teorie politiche astratte di cui senza dubbio avete più familiarità, ma vorrei ricordare che il lavoro, le imprese e tutti gli operatori del settore idraulico e forestale sono una realtà che necessita di risposte concrete per poter perseguire un futuro e avere delle prospettive di miglioramento delle funzioni amministrative e strumentali.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Ho sentito con molta attenzione la relazione di maggioranza, di minoranza, tutti gli interventi e devo dire che forse non tutto è stato colto del contenuto e dell'importanza di questo disegno di legge. Ho notato in alcuni interventi anche di momenti di confusione soprattutto quando si parla di Ente foreste o nuova Agenzia Forestas e Corpo forestale. Sono due entità diverse che però questo disegno di legge invece mette insieme sinergicamente, nel senso che disciplina per quanto riguarda la futura agenzia, un ruolo di sinergia e di coesione, di efficienza con le altre strutture dell'amministrazione regionale che lavorano a favore del nostro sistema forestale e vale a dire il Corpo forestale di vigilanza ambientale, la Protezione civile e altri enti. Ma vorrei ritornare a quello che è lo spirito, intanto anche culturale di questa legge. È stato detto dal Presidente della quarta Commissione, che la Regione Sardegna soffriva di un'assenza di normativa specifica, questo è un punto fondamentale, abbiamo coperto un vuoto e questo disegno di legge copre un voto importantissimo portando la Sardegna al pari delle altre regioni con una normativa che è basata sugli indirizzi e sui principi della normativa comunitaria e nazionale ed è aggiornata veramente alle ultime norme, agli ultimi indirizzi che l'Unione europea e il collegato ambientale per esempio ci hanno fornito, ma non solo, è anche in linea con quello che sarà il collegato agricoltura che soprattutto si occupa della parte di governo del bosco. Ma questo non significa che noi non abbiamo trattato questa materia tenendo conto delle specificità del nostro patrimonio sardo e territoriale e tenendo conto di quello che lo Statuto dell'autonomia ci consente e che prevede per quanto riguarda questa materia. Quindi abbiamo focalizzato alcune azioni che sono relative alla specificità del territorio regionale, specificità che deve essere ben chiara perché ho sentito alcuni numeri che non corrispondono esattamente alla realtà territoriale e del nostro inventario forestale. Noi abbiamo un milione e 200 mila ettari di foresta che porta la Sardegna al primo posto, quindi è un valore molto superiore a quello medio nazionale, la cui proprietà è però per due terzi privata e per un terzo pubblica. Il modello però di gestione del territorio forestale è esclusivamente pubblico e questo evidentemente non è in grado di garantire l'efficacia e l'efficienza nell'utilizzazione delle risorse pubbliche. Allora questo disegno di legge sottende a un cambiamento culturale importante, non è solo un cambiamento culturale ma un cambiamento sociale e politico con particolare riferimento al governo del settore forestale pubblico e alla promozione del settore privato.
Ed è proprio in questo senso in alcuni contenuti estremamente innovativi che sono stati in parte ripresi e che riguardano cito la pianificazione, il livello di pianificazione forestale che è previsto su tre livelli introduce un aspetto particolarmente innovativo proprio perché si conforma bene a quello che è la struttura, la composizione del patrimonio forestale della Sardegna. È l'aspetto innovativo e la promozione della stesura di piani particolareggiati che prevedano la necessità dell'individuazione delle risorse necessarie alla promozione della pianificazione particolareggiata comunale che può includere anche superfici boschive private ed un rafforzamento del ruolo delle autonomie locali nella predisposizione dei piani di assestamento forestale per la gestione dei boschi pubblici. Questo è un aspetto molto importante insieme a quello della programmazione, per la prima volta inseriamo uno strumento di programmazione ad ampio respiro che è il documento esecutivo di programmazione forestale che contiene le attività e gli interventi prioritari in materia forestale che insistono sulle differenti fonti finanziarie a disposizione in un'ottica di programmazione unitaria che è esattamente quello che la Giunta sta perseguendo anche sulle altre materie. Un altro punto veramente qualificante è quello della semplificazione. Si è perseguito nell'opera di snellimento e di semplificazione delle procedure autorizzative a beneficio dei cittadini e anche in questo caso quando ci sono interventi di trasformazione del bosco e interventi selvicolturali vengono semplificate le procedure attraverso una differenziazione degli iter autorizzativi individuando evidentemente atti molto semplici come la comunicazione oppure la comunicazione accompagnata da una relazione tecnica, oppure una vera e propria autorizzazione. Si propone di ricondurre ad un'unica autorità amministrativa, il Corpo forestale di vigilanza ambientale, le procedure relative all'imposizione del vincolo idrogeologico, prima si passava per le province, le province lavoravano attraverso il Corpo forestale e i cittadini dovevano andare di sportello in sportello per ottenere la propria autorizzazione. Con questo disegno di legge abbiamo un unico sportello, un unico interlocutore che è appunto il Corpo forestale di vigilanza ambientale e vengono introdotte anche per quanto riguarda l'autorizzazione paesaggistica viene raccolta e trasmessa unicamente dal Corpo Forestale di vigilanza ambientale e viene introdotto un modello istituito dalla legislazione forestale riguardante le misure compensative, da attuarsi nel caso in cui sia realizzata una trasformazione del bosco individuando il rimboschimento compensativo come una misura importante, e in alternativa si può avere il versamento di una somma che i Comuni potranno utilizzare per opere di miglioramento forestale. Ancora, il titolo relativo alla lotta agli incendi mette basi e sancisce con molta chiarezza qual è la composizione del sistema regionale antincendi, per dare un migliore coordinamento delle attività di prevenzione e di lotta, in particolare questo titolo parla di prevenzione che è uno degli aspetti principali per la nostra Regione in termini di lotta agli incendi. Ma per essere attuali la nostra Regione, prima in Italia per consistenza di superfici forestate, incentra con questa legge il concetto e si basa sul concetto di multifunzionalità del bosco, in linea…
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio approva).
Sono pervenuti diversi emendamenti, quindi sono in fase di riorganizzazione. Quindi la seduta è tolta. Il Consiglio è convocato domani alle ore 10 e 30, mentre la IV Commissione è convocata alle 9 e 30 per i pareri, e la V Commissione domani pomeriggio alle 15 e 30 sempre per un parere.
La seduta è tolta alle ore 18 e 08.