Seduta n.19 del 17/06/2014 

XIX SEDUTA

Martedì 17 giugno 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

indi

del Vicepresidente Eugenio LAI

indi

del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 46.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana dell'11 giugno 2014 (16), che è approvato.

Congedo

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Antonello Peru ha chiesto congedo per la seduta del 17 giugno 2014.

Poiché non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Gavino Manca - Daniele Cocco - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Comandini - Rossella Pinna - Cozzolino - Forma - Piscedda - Deriu - Lotto - Moriconi - Meloni - Demontis:

"Disciplina degli interventi assistiti dagli animali". (55)

(Pervenuta il 12 giugno 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)

Agus - Pizzuto - Cozzolino - Daniele Cocco - Lai:

"Disposizioni regionali in materia di prevenzione del gioco d'azzardo patologico". (56)

(Pervenuta il 16 giugno 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)

Forma - Sabatini - Gavino Manca - Meloni - Rossella Pinna - Antonio Solinas - Cozzolino - Comandini - Deriu - Piscedda - Tendas:

"Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2006, n. 20 (Riordino delle professioni turistiche di accompagnamento e dei servizi)". (57)

(Pervenuta il 13 giugno 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai in merito all'intervista rilasciata al quotidiano "L'Unione Sarda", in data 16 maggio 2014, dal componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione del Teatro lirico di Cagliari nominato dalla Giunta regionale". (40/A)

(Risposta scritta in data 13 giugno 2014.)

"Interrogazione Sale relativa alla notizia pubblicata sulla Nuova Sardegna in data 22 maggio 2014 in cui viene riportato il riconoscimento del diritto della Regione Siciliana di riscuotere i tributi delle aziende che pur operando in Sicilia non hanno sede fiscale nell'isola.". (47/A)

(Risposta scritta in data 13 giugno 2014.)

"Interrogazione Comandini - Cozzolino - Lotto - Manca Gavino - Moriconi - Piscedda sulla rimodulazione dei fondi di sviluppo e coesione destinati alla realizzazione della strada Burcei-Sinnai-Maracalagonis di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 16/1 del 6 maggio 2014.". (50/A)

(Risposta scritta in data 13 giugno 2014.)

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Tendas - Comandini - Cozzolino - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi relativi ai risarcimenti a favore delle famiglie e attività produttive che hanno subito danni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013". (64)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Locci sulla chiusura del ponte di Barbusi, strada provinciale n. 2, e sull'emergenza strade". (27/C4.)

"Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, sulla insufficiente dotazione finanziaria del bando dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale "Lunga estate" che ha portato all'esclusione dalle provvidenze di numerose aziende, e sulla necessità che vengano reperite e messe a disposizione ulteriori dotazioni finanziarie capaci di garantire l'istruttoria delle pratiche e l'ammissione a fruire dei previsti contributi per le predette aziende". (28)

"Interpellanza Desini - Busia in merito alla chiusura del CTO di Iglesias". (29)

"Interpellanza Locci - Tunis sulla chiusura del centro di riferimento regionale per le malattie rare". (30)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Rubiu - Oppi sull'istituzione dell'area marina protetta del Sulcis-Iglesiente". (42)

"Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Carta - Orrù - Cossa - Crisponi sulla possibilità di ricorrere al frazionamento degli appalti al fine di favorire le piccole-medie imprese, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (43)

Discussione e approvazione del disegno di legge: "Disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa" (9/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede al primo punto la votazione dell'ordine del giorno relativo alle dichiarazioni del Presidente della Regione sulle servitù militari. Poiché è necessario ancora un approfondimento, che è in corso, procediamo con il secondo punto all'ordine del giorno.

L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 9/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco, relatore di maggioranza.

COCCO PIETRO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, in sintonia con quanto sostenuto durante la campagna elettorale e in linea con quanto annunciato nelle dichiarazioni programmatiche, la Giunta regionale ha presentato questo disegno di legge, il numero 9, sulla questione dell'edilizia scolastica. Noi ci rimettiamo alla relazione della Giunta regionale, che abbiamo approfondito con una ulteriore implementazione. Non condividiamo la posizione espressa dalla minoranza consiliare durante la discussione in Commissione, che si è svolta mi pare il 6 giugno, perché è argomentata, in fin dei conti, sulla questione dell'imputazione del capitolo di spesa che viene utilizzato. Si tratta di 30 milioni di euro su 40, ovvero di tre quarti del Fondo sullo sviluppo che vengono utilizzati per intervenire sull'edilizia scolastica. Intervento importante, che riguarda gli edifici, ma che, in maniera più approfondita, riguarda certamente la necessità di dare una svolta al sistema scolastico in Sardegna, cioè favorire la frequentazione delle scuole, fare in modo che la Sardegna non sia più ultima dal punto di vista della formazione dei ragazzi e dei titoli di studio, e certamente garantire anche la sicurezza nelle aule per i nostri ragazzi, quindi un investimento sulle generazioni future.

E' un intervento importante che non cade come un fulmine a ciel sereno, ma che è stato ampiamente annunciato durante la campagna elettorale ed è stato rafforzato durante le dichiarazioni programmatiche da parte del Presidente della Regione; così rientra, nel programma di intervento che deve essere fatto, anche la fonte di finanziamento da cui deriva questo. Si è detto che esistono già dei programmi di intervento per l'edilizia scolastica, che sono stati messi in piedi negli anni passati, questo è vero, tant'è che, durante la discussione che si è svolta nella terza Commissione consiliare, sono state anche illustrate le tabelle presentate dall'Assessore, che era stato chiamato in audizione, le quali hanno messo in evidenza tutti i finanziamenti che si sono susseguiti nel corso di questo periodo.

Si tratta di razionalizzare e di capire se tutti questi progetti sono ancora in piedi; c'è l'impegno da parte dell'Assessore competente di mantenere naturalmente i progetti in vigore, tutti quelli che sono stati già finanziati, alcuni addirittura decretati. Alcuni di questi progetti non sono però più in grado di essere finanziati perché alcune scuole purtroppo, durante questi anni trascorsi, sono state chiuse, alcuni edifici non sono più stati utilizzati come sede di formazione scolastica ma sono stati destinati ad altri scopi. L'impegno che, credo, l'Assessore competente e il Presidente, presente adesso in aula, saranno in grado di riconfermare sarà per tutti coloro che nei comuni hanno ricevuto il finanziamento. Per cui, 30 milioni aggiuntivi, rispetto ai finanziamenti già in essere, riguardano un investimento importante sull'edilizia scolastica che non può essere vanificato con un intervento che dice che i fondi messi a disposizione devono essere presi da altri capitoli del bilancio regionale, magari i capitoli che riguardano la sanità, che hanno altra finalità di destinazione.

Se sarà necessario intervenire su altre questioni che riguardano i PIA o altri investimenti che devono essere fatti nel settore ittico (sto citando gli esempi della relazione di minoranza della collega Zedda), credo che la Giunta non avrà difficoltà alcuna a presentare una proposta emendativa durante l'esercizio in corso per dire che devono essere fatti interventi ulteriori in quella direzione. Però adesso stiamo parlando di scuole, stiamo parlando della necessità di mettere a nuovo moltissimi edifici scolastici fatiscenti, a questo proposito chiedo che venga chiamata a responsabilità l'amministrazione regionale precedente perché sono trascorsi cinque anni di governo da parte del centrodestra e vedere lette alcune questioni che appaiono oggi ad appena tre mesi dall'insediamento di questa Giunta regionale, mi pare quantomeno azzardato e fuori luogo.

Pertanto invito tutti i colleghi a sostenere questo provvedimento, a fare in modo che diventi legge, in maniera tale che le opere cantierabili siano davvero immediatamente cantierabili e possano dare risultati non soltanto nell'edilizia scolastica, ma favorire anche una ripresa economica dell'edilizia vera e propria, perché un settore trainante della nostra economia è quello dell'edilizia, fermo da moltissimo tempo. Questo può contribuire a dare una mano importante in questo momento storico drammatico per l'economia della Sardegna, per cui bisogna procedere, credo, con rapidità.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda, relatrice di minoranza.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), relatrice di minoranza. Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ringrazio la Commissione per avermi incaricata di redigere la relazione di minoranza. Il disegno di legge che stiamo esaminando contempla disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa. Propositi presentati col vestito delle migliori occasioni, look curato, ospiti di tutto rispetto, anche i convitati di pietra, menù raffinato e sostanzioso, ma purtroppo il tutto a danno di un budget risicato e bloccato dai lacci regionali e nazionali. Infatti nulla ancora si sa, Presidente, in ordine alla esclusione dal Patto di stabilità delle spese per l'edilizia scolastica, anzi, pare che i veri destinatari siano solo gli enti locali e, per contro, tutto sappiamo invece del pesante macigno del vincolo del Patto di stabilità sulla spesa regionale.

Nonostante i proclami, i rapporti confidenziali con Ministri e il Presidente del Consiglio Renzi, riscontriamo incontri in apparenza risolutori, nulla di concreto è stato scritto e/o, nostro malgrado, ottenuto. Si continua a non applicare una legge sull'adeguamento del Patto di stabilità per la Sardegna, non ci si adegua alla sentenza numero 118 della Corte costituzionale, la quale afferma, tra l'altro, che è di palese evidenza invece che i profili della spesa non possano essere scollegati da quelli dell'entrata. Nonostante ciò, per il bene della nostra Isola, confidiamo ancora nelle vostre trattative in corso, confermando ancora una volta il nostro sostegno e la collaborazione per la partita sul Patto di stabilità che poi è tra le priorità per il presente e il futuro della nostra Regione.

Spiace davvero, Presidente e colleghi, non poter essere, invece, a supporto di questo disegno di legge, tantomeno con le azioni di questa Giunta che vanno a discapito dello sviluppo della Sardegna. Pur rilevando la fondamentale importanza dell'edilizia scolastica, sottolineiamo che l'idea di sviluppo per la Sardegna e dei suoi territori non può essere monotematica e abbraccia un ventaglio di temi più ampi. Prendiamo atto che si vorrebbero destinare 30 dei 40 milioni stanziati per le opere cantierabili e Piani integrati d'area che la precedente Giunta e il precedente Consiglio regionale avevano destinato a progetti per lo sviluppo, inteso però nel suo complesso, interamente all'edilizia scolastica.

Non ci appartiene la logica del pregiudizio, proprio perché negli anni passati l'abbiamo subita ingiustamente, ma vorremmo capire quanto prima quali altre voci invece, considerata la limitatezza delle risorse, rischiano di restare scoperte. Vorremmo altresì sapere come saranno utilizzati i fondi per l'edilizia scolastica già disponibili e programmati, che dopo vedremo meglio nel dettaglio.

Non possiamo né vogliamo sostenere atti che, anziché partire da una verifica di quanto è stato programmato, dello stato di attuazione dei lavori in corso e di quanto realizzato, partono invece da uno stanziamento aggiuntivo di 30 milioni, certo potrebbe ridursi sino a 24 perché destinati anche a nuovi progetti. Mi chiedo se sia stato fatto un puntuale monitoraggio dei progetti relativi almeno agli anni 2011, 2012 e 2013, cioè quelli già programmati e finanziati anche per vostra stessa ammissione con le risorse: 35 milioni del FSC, 28 milioni della delibera CIPE 79/2012 di cui tra l'altro vi ricordo che circa 3 milioni e mezzo sono stati destinati ai Fondi obiettivi di sviluppo per le strutture della prima infanzia. Ancora altri 5 milioni, anche questi mai citati, della legge numero 98 del 2013 per il rilancio dell'economia a favore della riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche. Ancora vorremmo sapere come procederanno questi progetti e che fine faranno.

Leggiamo anche fra le righe che proprio i 35 milioni del fondo FSC sono in fase di ridefinizione programmatica e strategica. L'assessore Firino ci spiegherà che cosa intende fare. Dobbiamo pensare che rivedrete l'intero programma già approvato, tra l'altro decretato con il decreto dell'Assessore della pubblica istruzione del 5 febbraio 2014?

Noi siamo convinti sostenitori della scuola, in particolare riteniamo che gli investimenti sull'edilizia scolastica siano importanti, anzi determinanti per il recupero edilizio e la messa in sicurezza delle strutture destinate proprio ai nostri studenti, soprattutto nei comuni, specificatamente quelli più piccoli e quelli colpiti anche dagli eventi accidentali e naturali, che hanno drammaticamente compromesso il funzionamento e l'esistenza della stessa istruzione che oggi resta, insieme alla famiglia e alla chiesa, uno dei fondamentali pilastri della società.

Vogliamo però evidenziare che con la legge finanziaria 2014 abbiamo avuto come ratio gli investimenti per lo sviluppo. A tale proposito, ricordo che si prevedono disegni di legge in materia di opere cantierabili, piani integrati d'area e interventi sulla fiscalità di sviluppo. Di tutto questo nulla ovviamente si potrà fare se destiniamo tutto alla sola edilizia scolastica. Ricordo però che solo con le opere cantierabili sono stati approvati 98 progetti per circa 45 milioni euro, più il cofinanziamento degli enti locali per un totale di circa 63 milioni di euro. Ancora con la deliberazione numero 38/20 si arriva a 197 opere; infatti era stato disposto lo scorrimento per altri 99 progetti, ma a oggi, invece, non ci sono gli spazi finanziari per i provvedimenti di delega.

Quando si rinuncia al finanziamento delle opere cantierabili, Presidente, è doveroso sapere che si dice "no", per esempio, alle opere di completamento dei mercati ittici, comunali, al recupero e riqualificazione dei centri storici dei comuni e beni di grande valore culturale e artistico, ai lavori di completamento e risanamento delle viabilità comunali, ai lavori di intervento di difesa del suolo, alla realizzazione di asili nido e ai piani di insediamenti produttivi. Ci viene da pensare che forse i nostri ragazzi studieranno in aule ristrutturate e sicure, ma che cosa troveranno appena finita la scuola?

Esaminando gli articoli del disegno di legge, non si evince che cosa si intende per ripartizione territoriale delle risorse, si cita la pronta cantierabilità e gli interventi di completamento. Abbiamo invece evidenziato i danni delle scuole colpite dall'alluvione, piuttosto che le situazioni fatiscenti di alcuni comuni.

Il settore dell'edilizia attraversa una crisi senza precedenti, sottolineo tutta l'edilizia, non solo quella riferibile alle strutture scolastiche. Questo disegno di legge, inoltre, prevede la possibilità di destinare una quota fino al 20 per cento, cioè esattamente 6 milioni, in oneri di progettazione, e si dice pure che così si può assicurare una pronta cantierabilità anche al fine di creare un parco progetti per il futuro. Ma forse ci si è dimenticati dei numerosi progetti già nella disponibilità sia della Regione che degli enti locali. Pensiamo che, più che progettare ancora, con tale misura sia importante fare, realizzare le opere già progettate. E in questo senso il cronoprogramma 2014, allegato al progetto Iscol@, mi lascia perplessa. Forse è un mio limite, ma avrei colto prima quali sono le necessità, verificato i fabbisogni delle manutenzioni, effettuato l'analisi dei progetti esistenti, insomma ciò che voi avete indicato ai punti 2 e 4 dello stesso cronoprogramma, invece che partire con il punto 1.2 direttamente con la delibera sull'edilizia scolastica.

Possiamo capire tutto, infatti le parole più ricorrenti nella vostra campagna elettorale sono state "edilizia scolastica", allora mi è d'obbligo farvi notare che, dei 93 milioni di cui parlate, 63 milioni sono già stati destinati alla Sardegna e programmati dalla nostra amministrazione mentre quello che siete riusciti a fare per ora è stato destinarne altri 30 aggiuntivi da sottrarre però allo sviluppo delle attività produttive e del territorio: ecco perché abbiamo presentato l'emendamento sulla differente copertura finanziaria.

Sarebbe stato importante capire meglio se i fondi saranno destinati all'edilizia delle scuole primarie e/o secondarie e soprattutto conoscere come si coniugano con i precedenti trasferimenti e progetti attivati con le province. A voler andare a fondo, questo disegno di legge certo non promuove quanto fatto dalle province, tra l'altro, mi pare di osservare, prevalentemente dello stesso vostro schieramento politico, in tutta la materia dell'edilizia scolastica. Un ultimo dubbio ma molto importante, la voce edilizia scolastica, secondo la delibera sul plafond, rientra fra le spese della tipologia 4 del Patto di stabilità ovvero dovrebbe essere impegnata e spesa entro il 2014. Spero davvero che non faccia la fine del fondo unico degli enti locali che pure fa parte della stessa tipologia, che è stato considerato, sbagliando per noi, dentro il Patto ma con l'importo pagabile decisamente ridotto.

Concludo, anche per distendere un po' il clima, con alcuni proverbi che spero aiutino la riflessione di tutti: "Per ottenere un prestito bisogna provare di non averne bisogno"; "A buona volontà non manca facoltà"; "Costa poco promettere a chi non vuol mantenere"; "Chi promette nel bosco, deve mantenere in villa"!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gavino Manca. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (Centro Democratico). Signor Presidente, signori Assessori, colleghi del Consiglio, il disegno di legge che oggi discutiamo in quest'Aula è un disegno di legge molto importante, sicuramente non esaustivo per la risoluzione complessiva dei temi che esso affronta ma, a mio parere, utile per segnare la strada che questa maggioranza dovrà percorrere con coerenza e determinazione in questo mandato legislativo, anche esponendoci alle critiche normali di parte che in quest'aula si esercitano e si usano fare, come quelle che adesso ha fatto la collega e amica onorevole Alessandra Zedda, la quale fa ragionamenti su numeri sui quali c'è da fare una riflessione più profonda. Io non penso che dalle opere cantierabili venga distolto alcun euro, vengono utilizzati esclusivamente altri tipi di risorse, lo vedremo poi chiaramente in maniera più approfondita durante la discussione.

Una strada, dicevo, chiara e trasparente che trovi, nell'applicazione del programma, le vie di coerenza e serietà al fine di mantenere gli impegni che abbiamo preso nei confronti dei cittadini. In apertura della discussione di questo disegno di legge, ho ritenuto doveroso fare questa brevissima ma chiara considerazione politica generale che riguarda il Consiglio, che riguarda la Giunta regionale, perché penso che, oggi più che mai, in un tempo dove i cittadini, sconfortati e disillusi, si allontanano dalla politica (le percentuali delle ultime elezioni che ci hanno visto competere, anche le regionali, lo dimostrano), sia fondamentale mantenere coerenza e concretezza verso gli impegni presi nel programma elettorale con cui abbiamo chiesto il consenso dei cittadini sardi per cambiare la nostra Isola.

Mi consentirete a questo punto di dire che l'ultima tornata elettorale nazionale, quella delle europee e il successo elettorale del Partito Democratico dimostrano chiaramente, sempre a mio parere, questa importante riflessione. Sulla strada degli impegni presi e sul loro mantenimento, penso che vada questo disegno di legge.

Durante la campagna elettorale, prima, e nelle dichiarazioni programmatiche, dopo, il presidente Pigliaru e questa maggioranza, sul tema dell'istruzione e sull'uguaglianza dell'opportunità che essa deve consentire, sul tema del recupero degli importantissimi livelli di dispersione scolastica che attanagliano la nostra Regione, sul migliorare i livelli di apprendimento, sul predisporre una serie di interventi per migliorare la qualità, la sicurezza e la vivibilità delle strutture fisiche, siano esse scuole, mense, alloggi, barriere architettoniche, hanno preso e abbiamo preso impegni seri e concreti.

Con questo disegno di legge si inizia a mantenerli partendo proprio da quest'ultimo punto in ordine di citazione ma non in ordine di importanza. Questo è un primo passo sicuramente perfettibile, sicuramente non risolutivo, di un tema tanto difficile e complicato da risolvere ma certamente chiaro e coerente della strada che abbiamo deciso di intraprendere. Tutti noi sappiamo che quel complesso mondo che intendiamo identificare con il termine "scuola" vive oggi in Italia una situazione di terribile emergenza con tassi inaccettabili di abbandono e dispersione scolastica, con un patrimonio scolastico vecchio, spesso fatiscente e obsoleto, quasi sempre inadeguato per concezione e disposizione degli spazi. Tutti abbiamo davanti agli occhi anche i numeri del disastro e la consapevolezza dell'assoluta inderogabilità degli interventi immediati, forti e coraggiosi in una situazione in cui non solo la scuola ma tutto il sistema socioeconomico produttivo sardo è al collasso. Le cause e le ripercussioni nel corso degli ultimi 15, 20, 25 anni non hanno mai trovato, al di là dei fiumi di parole di circostanza occasionale, né vera attenzione né tantomeno uno straccio di programmazione concreta e complessiva per mettere un freno al disastro, favorire un'inversione di marcia e andare verso quei parametri europei che aprono la strada del futuro per i nostri cittadini e per la nostra economia.

Anche a livello nazionale la consapevolezza di questa urgenza è stata fatta propria dal neopresidente del consiglio Matteo Renzi nel suo intervento programmato per la richiesta della fiducia alle Camere e ha trovato piena rispondenza nell'azione politico-amministrativa di questi mesi e soprattutto nelle poste di bilancio stanziate sul tema della scuola. In questo quadro nazionale desolante, la Sardegna è andata a occupare, scivolando sempre più giù, gli ultimi posti del panorama italiano ed europeo per disagio economico, sociale e formativo. Tutti abbiamo davanti agli occhi i numeri del disastro e la consapevolezza dell'assoluta inderogabilità degli interventi immediati, forti e coraggiosi in una situazione in cui non solo la scuola ma tutto il sistema socio-economico e produttivo sardo è al collasso. Perciò nonostante questo sia un provvedimento tendenzialmente di carattere finanziario, è inderogabile, mi rivolgo all'Assessore, avviare immediatamente una riflessione più ampia, una riflessione a 360 gradi, che ci aiuti a capire in maniera più ampia e complessiva quali sono i limiti alla base di queste situazioni e quali sono le opportunità sulle quali dobbiamo lavorare per superarli. Non esistono più scuse in Sardegna, bisogna affrontare senza indugi i temi dell'istruzione e della formazione.

Assessore, Presidente, quest'anno festeggiamo il trentennale della legge numero 31 del 1984 sul diritto allo studio; siamo arrivati veramente a un bivio, le nuove esigenze, i nuovi tempi e le nuove difficili stagioni che la nostra terra attraversa non ci consentono più di rinviare un tema tanto importante per lo sviluppo e il futuro della nostra Isola. Penso che dovremmo metterci una data limite per l'approvazione di una norma che riformi strutturalmente il sistema della formazione e ritengo anche che tale data non possa andare oltre il 31 dicembre di quest'anno. Quindi ognuno di noi, con le proprie responsabilità, nel rispetto delle normative nazionali e nel rispetto dei propri ruoli, Giunta, Consiglio, maggioranza e minoranza, deve intraprendere il percorso di questa nuova e fondamentale riforma in maniera seria e definitiva.

Con questa prospettiva, definita in modo chiaro, ritengo utile in questa fase partire dal recupero delle strutture, della loro sicurezza e della loro vivibilità, della loro efficienza e della loro bellezza. La celerità e il rispetto della tempistica, condizioni fino a oggi raramente riscontrabili, Assessore, devono essere pari a quella che il Governo Renzi ha dimostrato a livello nazionale dove dal 1 luglio si parte con un programma che prevede subito un miliardo per le scuole e circa 20 mila cantieri in Italia.

Dobbiamo avere la capacità e la determinazione per garantire ai cittadini sardi i tempi che ci stiamo dando e monitorare con attenzione puntigliosa e rigorosa il rispetto del cronoprogramma degli interventi. Non possiamo lasciarci sfuggire l'opportunità fondamentale (presente nel decreto del Presidente del Consiglio di venerdì scorso) che esclude per due anni, 2014 e 2015, dal Patto di stabilità interno, i comuni che hanno in progetto di costruire nuove scuole, che hanno in programma interventi di abbellimento e di messa in sicurezza delle scuole. La deliberazione numero 10 del 28 marzo 2014, il disegno di legge che discutiamo oggi e le puntualizzazioni del successivo progetto Iscol@ definiscono sia le necessità, sia gli scopi e l'urgenza degli interventi, sia i metodi, le semplificazioni e le regole per accelerare tutti i passaggi e rendere realmente spendibili i 93 milioni di euro già disponibili per l'annualità 2014.

Il rispetto di tutti questi impegni condivisi, il coinvolgimento operativo di tutti i soggetti interessati, l'evidenza del cambio di verso che noi vogliamo dare alla nostra Isola sono in grado di aprire spiragli di fiducia e favorire una condivisione positiva da parte non solo degli utenti diretti, alunni e personale della scuola, ma anche delle famiglie e più in generale della collettività sarda.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Mi riallaccio ovviamente alle dichiarazioni del relatore, onorevole Cocco, ma anche del Presidente della seconda Commissione, sul fatto che abbiamo davanti un provvedimento legislativo che non è altro che il pagamento di una cambiale elettorale di tutta una propaganda che ha connotato la campagna elettorale del centrosinistra nell'ultima tornata elettorale.

Avete costruito uno spot elettorale sul crollo di una pignatta del Liceo "Dettori" di Cagliari e su quello avete disegnato una scuola sarda fatiscente. Avete disegnato una scuola cadente, avete disegnato ovviamente le responsabilità di sindaci, di dirigenti scolastici, degli Assessori e dei Presidenti delle province, da voi governate, come se le scuole di tutta la Sardegna fossero nella decadenza più totale. Ovviamente questo non era vero e non è vero! La realtà dei fatti è che oggi fate una legge e aumentate di 35 milioni di euro il fondo per l'edilizia scolastica già programmato dalla Giunta Cappellacci, lo fate togliendo opportunità di occupazione, lo fate togliendo le risorse dalle opere immediatamente cantierabili.

Noi crediamo che non si possa governare in questo modo, con la demagogia e con i soliti argomenti della propaganda ideologica, sarebbe stato molto più importante dare corso invece alla spendita di quella programmazione di 35 milioni di euro, come ha fatto la scorsa Giunta, e non togliere risorse a ipotesi di lavoro. Ovviamente non possiamo essere d'accordo con un simile modo di programmare risorse, anche perché non è stata fatta una rilevazione del fabbisogno, è ancora in itinere, cioè abbiamo, anzi voi avete messo risorse senza sapere neanche dove queste devono esattamente andare. Non avete nemmeno voi il quadro completo della situazione, però ovviamente era importante mandare ancora in onda l'ennesimo spot elettorale per rispondere non si sa bene a quale esigenza.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, con questo disegno di legge, in realtà, iniziamo a dare attuazione a uno dei punti strategici del nostro programma di governo. Non stiamo parlando di edilizia scolastica, stiamo parlando di istruzione. L'istruzione era uno dei punti centrali del nostro modello di sviluppo. Questo è stato detto in campagna elettorale, non c'è alcuna cambiale da pagare, c'è un modello di sviluppo da eseguire. È evidente poi che gli interventi sull'istruzione sono sia di natura immateriale sia di natura materiale, come gli interventi sugli edifici scolastici che sono sede di istruzione appunto.

Abbiamo scelto di attingere al fondo per lo sviluppo e la competitività perché evidentemente era quello che garantiva una copertura immediata a un bisogno e a un obiettivo strategico. Abbiamo stabilito che la priorità è l'istruzione e quindi stiamo anche dicendo molto chiaramente che gli altri interventi (che possono essere finanziati con quel fondo) sono meno importanti dell'istruzione, posto che, con 30 milioni di euro, non si può fare un piano di rinascita, evidentemente. Non riteniamo che possano essere spalmati su tutti i settori possibili e immaginabili; riteniamo invece che debbano essere impiegati su un obiettivo strategico che è, appunto, l'istruzione. Si tratta di scegliere, la politica ha il dovere di scegliere le priorità quando le risorse non sono infinite, come evidentemente non sono infinite in questo caso.

Conosco molto bene gli interventi finanziati con il bando delle opere cantierabili, li ho seguiti io allora come amministratore, su delega ovviamente dell'attuale Presidente del Consiglio. Abbiamo ottenuto dei finanziamenti per delle piazze legate ad attività produttive, sono stati dei buoni investimenti, dei buoni finanziamenti, ma per noi l'istruzione è più importante e lo abbiamo detto in campagna elettorale, l'abbiamo detto a chiare lettere. Non è questione di spot elettorale, è questione di programma elettorale, cioè di programma di mandato.

Peraltro gli interventi sull'edilizia scolastica certamente non risolveranno i problemi dell'edilizia, evidentemente, ma daranno in ogni caso una mano all'edilizia che è in crisi; è in crisi tutta l'edilizia, è vero, iniziamo a occuparci di una parte. Probabilmente potranno iniziare a contrastare lo spopolamento nei piccoli comuni, certo, non sono sufficienti, però insomma nei piccoli comuni avere la scuola che funziona è importante, magari riusciamo ad avere qualche pluriclasse in meno, perché le pluriclassi non sono certamente ottimali per favorire l'istruzione e il proseguimento del corso di studio.

In ogni caso, questo punto è molto semplice, noi stiamo dicendo che l'istruzione è il nostro obiettivo principale, è quello sul quale si basa il nostro modello di sviluppo e siamo conseguenti, siamo coerenti a quello che è stato sostenuto in campagna elettorale e che crediamo debba essere fatto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, intravedo in questa iniziativa il germe di un'iniziativa politica frettolosa, quasi tesa a personalizzare un percorso politico che non era di questa maggioranza, non era di questa Giunta. Ci sono stati tempi lunghi, approfondimenti, in cui la scorsa amministrazione ha potuto interloquire con tutto il sistema delle autonomie, con il sistema della scuola, per individuare quali fossero gli interventi più urgenti da sviluppare. È difficile pensare che, nel poco tempo che questa nuova amministrazione si è data per cercare di ridare un nome e una nuova verginità a questa iniziativa politica, si sia allo stesso modo trovato il tempo per individuare anche delle misure straordinariamente migliorative rispetto a quelle che si erano presentate e progettate nella scorsa legislatura.

Colleghi, credo che bisogna un attimo sfuggire dalla necessità di griffare ogni piccola e singola iniziativa cercando invece di trovare, nell'intesa con noi, nella continuità con il lavoro buono che è stato fatto nella scorsa legislatura, il vero interesse comune, il vero interesse collettivo. Mi domando quale sia stata la pulsione che ha portato a non prendere in considerazione una vasta progettualità che, nel corso degli scorsi anni, si è sviluppata. Individuo un salto logico nello stabilire che una grande quantità di risorse che era già stata destinata, una grande quantità di progettualità che si è sviluppata in un tempo congruo, possa in questo momento essere assorbita in qualche cosa che, con un pugno di danaro in più, si cerca di fare propria. Evitiamolo! Cerchiamo di trovare tra di noi un confronto più virtuoso. Cerchiamo di non prendere iniziative che poi scaturiscono necessariamente in uno scontro all'interno di questa Assemblea.

È pacifico che occorre investire in questo settore, è discutibile e da verificare che questo debba avvenire a discapito di un altro settore importante che è quello dell'innovazione, che è quello dello sviluppo. Non c'è solo questo tema, c'è il tema dell'iniziativa imprenditoriale, c'è il tema di uno sviluppo economico che a questa Regione manca, esattamente quanto mancano buoni istituti scolastici, esattamente quanto manca, a questa maggioranza, per dare a noi la sensazione che ha un'idea di sviluppo minimamente condivisibile, perché per essere condivisa ce ne deve essere una. Da questo non appare, appare solamente reiterata la volontà di provare a mettere la propria firma, il proprio cappello, su un'iniziativa che in realtà è di altri.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (SEL). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, penso che la scuola sia l'ultimo presidio dello Stato nelle periferie urbane, nei piccoli centri dell'isola e nelle aree rurali spopolate. La morte di una comunità si verifica quando si chiude la scuola. Le comunità muoiono solo per morte cerebrale. Fin quando c'è un gruppo di bambini che frequenta le scuole elementari, le comunità si mantengono vitali e vive. È l'ultimo presidio, perché dove non c'è la scuola, lo Stato non esiste già più, c'è un municipio, a volte c'è un sindaco, un consiglio comunale, ma non è Stato, è il ricordo dello Stato, il retaggio di istituzioni quasi estinte perché in via di estinzione sono quelle comunità.

A volte chiudono le scuole per decisione dei vigili del fuoco o perché non ci sono i soldi per ripararle o perché non ci sono più iscritti o anche perché una politica ragionieristica decide che quella comunità debba avere meno diritti di altre. Il de profundis di una comunità si ha quando viene meno la scuola, anche di una comunità vasta come quella sarda, che rappresenta più comunità. Persino in guerra, è l'ultima cosa che si chiude ed è la prima che si riapre quando torna la pace. Quando, in una Regione, le sue comunità trascurano le proprie scuole, lasciano cadere a pezzi gli edifici scolastici, danno un segno, stanno dicendo: "Viviamo alla giornata, il futuro non ci riguarda". Dicono: "I bambini, gli adolescenti, i giovani sono un peso". Dicono: "Studiare non è un diritto, è un privilegio per pochi". Siamo in anni difficilissimi in cui la politica è animata dal mantra del taglio della spesa pubblica, tagli spesso decisi a Roma, riduzioni della spesa decisi a monte che arrivano a valle come valanghe. Valanghe che travolgono tutto: democrazia, diritti, futuro.

Bene, ispiriamoci alle tante famiglie sarde che, in periodo di crisi, rivedono i loro consumi, tagliano il superfluo, rinunciano alle vacanze, poi all'auto, rinunciano al caffè al bar, rinunciano ai piccoli lussi e a volte anche alle grandi necessità. Ma non rinunciano a far studiare i propri figli. Questa legge va in questa direzione e sono felice che la si porti in Aula con l'urgenza dovuta. Il Liceo "Dettori", l'hanno citato i colleghi, lo dico a beneficio dei non cagliaritani, è la scuola dove ha studiato parte importante della classe dirigente cagliaritana e sarda, è la scuola dove ha frequentato il ginnasio Antonio Gramsci, anche se allora aveva un'altra sede non troppo distante da quest'Aula. Al Liceo Dettori, non nell'ultima scuola dimenticata dell'ultima periferia dimenticata, il crollo di un soffitto, lo scorso 29 novembre, ha rischiato di trasformare una lezione in una carneficina! A pochi chilometri da quest'Aula! Perché in Sardegna, non importa se nei paesi dell'interno o al centro di Cagliari, andare a scuola, anche in quelle dove ci si prepara a guidare l'isola, rischia di essere pericoloso come in tempo di guerra, dove almeno gli edifici scolastici vengono risparmiati dalle bombe per convenzione.

Perciò questa legge è urgente e rappresenta un non rimandabile primo passo, abbiamo bisogno di una Regione che contempli scuole sicure e scuole belle, concepite con cura e con progetti architettonici indissolubilmente legati a progetti didattici. Scuole dove sarà bello passare le mattine e i pomeriggi, scuole che riportino lo Stato e il presidio sociale dove sembra sparito. È troppo poco? Non è abbastanza? Ci vorrebbe ben altro? Andate a dirlo ai paesi dove verranno fatti gli interventi, andate a dirlo alle mamme dei bambini per cui riaprire la scuola chiusa per inagibilità ha comportato in questi mesi, e in questi anni, ore di viaggio su strade con mezzi non sempre adatti. Andate a dirlo alle famiglie che, in alcuni casi, da alcuni anni, ingaggiano inascoltati battaglie civili sui diritti loro e dei loro figli.

Occorre poi ribadire che, con gli interventi nel campo dell'edilizia scolastica, non si esaurisce il compito di questo Consiglio e della Giunta regionale in questa materia, l'edilizia scolastica è una parte del tema, è necessario inoltre mettere mano alle politiche di ridimensionamento, a quelle della didattica e sul problema della dispersione scolastica. Serve farlo con coerenza, apertura, condivisione e avendo a monte un progetto chiaro di che cosa debba fare la scuola sarda. Non servono provvedimenti spot, non bastano leggi costruite per fronteggiare le emergenze. Non basta buttare una lavagna luminosa, senza tra l'altro crearsi troppi problemi riguardo ai contenuti che dovrà veicolare in mezzo ai ruderi di un solaio sfondato per rinnovare il nostro sistema educativo.

Per questo, condivido l'auspicio formulato dal collega Manca, è quanto mai urgente un intervento normativo coerente sull'istruzione e credo che, nei prossimi mesi, occorra iniziare una discussione propedeutica alla legge regionale sull'istruzione. Considero il provvedimento di oggi un buon inizio e voterò convintamente a favore. Ma occorre che quest'Aula si interroghi: hanno diritto alla scuola i piccoli centri? Hanno diritto alla scuola le periferie urbane? Possiamo essere poveri oggi, possiamo avere di fronte anni di sacrifici, se i sacrifici sono tesi ad avere domani un'isola più colta, più consapevole di se stessa e delle proprie capacità, con una classe dirigente adatta ai tempi e preparata alle sfide, bene in quel caso varrà la pena aver fatto quei sacrifici.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.

TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC). Presidente, per problemi di salute oggi sarei dovuto stare a casa, ma sono voluto essere presente qui in Aula perché, anche come sindaco, ritengo di portare la testimonianza di chi aveva delle problematiche nella scuola e ha preparato dei cantierabili. Per i cantierabili, sicuramente, non ho preparato la rivisitazione di una piazza ma la messa a norma dell'edificio scolastico. Non capisco l'intervento dell'ex assessore di Sassari Demontis, che non vedo adesso in Aula, il quale dice che è meglio andare oggi a intervenire sulla edilizia scolastica, poteva farlo benissimo come assessore del comune di Sassari e inserirlo nei cantierabili. Non penso che ci sarebbero stati problemi.

Qualcuno dice che l'ultimo presidio dello Stato è la scuola, è vero. Tutti noi sindaci, qui presenti, ne siamo consapevoli, ricordo la possibilità dataci dalla precedente Giunta di inserire queste iniziative tra i cantierabili. Mi auguro che qualcuno abbia il coraggio di dire che, in quei momenti, si stava pensando di fare altro e non alla scuola. Mi spaventa quando vedo certe cifre previste per la progettazione, ritengo che sia assurdo oggi chiedere ai comuni di fare nuove progettazioni, è davvero assurdo! I comuni hanno tantissime progettazioni, non faccio l'elenco, a partire dai CIVIS sino ad arrivare a oggi. È facile dire "la scuola sì", va benissimo! Ma credo che tutti noi amministratori locali (visto che qui sono presenti undici sindaci e diversi assessori) abbiamo pensato di inserire l'edilizia scolastica tra le cose prioritarie. Penso che tutti noi abbiamo fatto richiesta di interventi sull'edilizia scolastica con i cantierabili e quant'altro. Quindi, non capisco questo stravolgimento che ci deve essere spostando i fondi da un settore all'altro. Mi sembra una cosa improponibile oggi, visto che anche la scorsa legislatura si è parlato tantissimo e si sono messe anche in bilancio cospicue somme per far fronte ai problemi dell'edilizia scolastica.

Sinceramente non capisco che cosa ha portato oggi questa maggioranza e questa Giunta ad arrivare a proporre questo provvedimento in Aula; sento parlare di cose indispensabili, ma sinceramente non capisco se qui abbiamo una personalità e fuori di qui ne abbiamo un'altra. È vero, questa è una cosa molto importante, qualcuno ha detto che la cosa principale oggi è avere la scuola, verissimo, ma non solo! Pensiamo alla sanità, pensiamo a tutte le altre cose che ci sono.

Ricordatevi che la gente nei nostri comuni sta morendo di fame, quindi cerchiamo di affrontare i problemi per dare loro una soluzione immediata. Come responsabili dei nostri comuni, lo eravamo e lo siamo, dal Presidente del Consiglio a tutti gli altri colleghi sindaci che sono qui, mettiamoci la mano sulla coscienza e vediamo se veramente abbiamo fatto il nostro dovere prima, sperando di farlo e di continuarlo a fare.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, colleghi, un disegno di legge sull'edilizia scolastica ha sicuramente tutti i presupposti per essere inserito di diritto tra le iniziative più urgenti di questa Assemblea, visto quello che quasi quotidianamente succede nelle scuole, in Italia ma soprattutto in Sardegna.

Ma quello che esaminiamo oggi è un po' controverso, molto controverso in alcuni suoi aspetti fondamentali, soprattutto sulla parte economica. Dopo aver fatto proclami elettorali, oggi sottolineati anche in Aula, cominciate a rendervi conto che non è facile mantenere la parola, quella parola data, senza poter disporre delle risorse necessarie; se poi queste risorse intendete sottrarle, con evidenti giochi di prestigio, ad altri capitoli indispensabili per lo sviluppo della nostra Regione, pur con tutta la buona volontà di essere noi collaborativi, diventa praticamente impossibile seguirvi su questo terreno.

Il fatto che vogliate indirizzare l'attenzione del Consiglio regionale all'edilizia scolastica è doveroso e condivisibile ma se, per raggiungere questo obiettivo, intendete rimuovere 30 milioni di euro, lo ripeto 30 milioni di euro, da destinazioni altrettanto utili, rendete il vostro disegno di legge impossibile da condividere.

Le risorse destinate alle opere cantierabili e ai piani integrati d'area non possono essere sottratte ai comuni, a quei comuni che su quei progetti hanno fatto davvero affidamento, non certo per arricchirsi ma semplicemente per creare presupposti di sviluppo e per mantenere viva la loro già difficile situazione economica. Il nostro compito, oltre a individuare i problemi su cui intervenire, è anche quello magari di trovare un modo di risolverli senza creare disparità, senza creare alcun tipo di ingiustizia.

Questo disegno di legge non propone una soluzione, bensì demolisce altre aspettative nascondendole sotto la bandiera demagogica di un intervento a favore della scuola, che nessuno può certo giudicare non necessario. E se davvero sarete capaci di togliere le risorse già destinate alle opere cantierabili, così come è già stato detto, ai piani integrati d'aria, come è stato ripetuto più volte, darete piena dimostrazione della scarsa lungimiranza del vostro progetto di rilancio dell'Isola, certificando un modo di vivere alla giornata senza una vera programmazione in assenza di un percorso armonico in cui ogni settore deve progredire in proporzione per non essere staccato dalla realtà e magari anche essere emarginato.

Non potete pensare che ci si possa dedicare solo a una porzione del tessuto sociale ed economico, mortificando tutto il resto, mortificando altro. Il Consiglio regionale deve fare delle scelte, a volte è vero dolorose, ma devono essere necessarie per non lasciare indietro nessuno. L'edilizia scolastica è sicuramente fondamentale, ma soprattutto adesso è essenziale spendere bene quelle risorse che si hanno a disposizione, quelle risorse che erano già state destinate per attività di sviluppo.

A questo proposito, dovreste dare seguito a proclami che, a parole, annunciavano l'allentamento della morsa del famoso Patto di stabilità sulla spesa regionale, almeno per quello che riguarda la spesa relativa all'edilizia scolastica. Provate a far valere la considerazione - di cui dite di godere - del Governo centrale magari cercando di avere risposte più importanti e utilizzate quella corsia preferenziale che vi ha garantito, pare, così si dice, il Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel frattempo non gettate fumo negli occhi di chi vi osserva e non cadete nella tentazione di voltarvi dall'altra parte per non vedere quanto di buono è già stato fatto negli ultimi anni. Non perché riconoscendolo dovete fare assolutamente un favore a noi, per carità non è questo lo scopo che vorremmo raggiungere, anzi onestamente non ci teniamo proprio, ma per un senso del dovere e di giustizia che non dovrebbe abbandonare nessuno quando è chiamato a gestire la cosa pubblica con onestà, così come spesso ripetete, con correttezza e, così come spesso ripetete, con intelligenza, così come ogni volta ci volete far credere e per evitare di rendere vani gli sforzi di chi vi ha preceduto.

Voi sapete che, nei tre anni precedenti, sono stati avviati e finanziati, è stato ricordato anche questo prima, con ingenti risorse, molti progetti relativi alla messa in sicurezza delle strutture scolastiche di vari livelli. Siete in grado di fare oggi una valutazione dello stato di avanzamento di quei progetti, prima di procedere con ulteriori stanziamenti per nuovi progetti e per nuova progettazione? Noi siamo del parere che sia meglio portare a termine un lavoro già cominciato che iniziarne uno nuovo che, ahimè, ha certamente un futuro incerto.

Quindi la legge sugli interventi di edilizia scolastica sarebbe potuta essere la benvenuta in questa Aula se non contenesse al suo interno un meccanismo che mette a rischio lo sviluppo di altri settori. Che fine dovrebbero fare le opere già programmate, molte delle quali ancora in corso e altre che sarebbero dovute partire grazie ai 30 milioni di euro che voi vorreste sottrarre loro? La collega Alessandra Zedda vi ha già elencato quali settori verrebbero danneggiati da questa privazione, certamente non voglio ricordarveli neanche io, ma mi sembra appena il caso di sottolineare quanto sia inopportuno andare a fare un rammendo, magari soltanto estetico, rifacendo a nuovo qualche facciata o sistemando magari qualche giardinetto, creando però delle falle evidenti in altre opere strutturali essenziali per ridare fiato a sistemi economici che sono in grandissima difficoltà.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Presidente, ritengo che, qualche volta, noi dovremmo tornare sui banchi di scuola non tanto per imparare ma soprattutto per renderci conto di come è la situazione delle nostre scuole nell'Isola. Una situazione che, è stato ricordato da altri colleghi, è in linea con la situazione italiana; vorrei ricordare che, dal rapporto Censis ultimo scorso, emerge che oltre il 50 per cento delle scuole italiane è fuori norma, cioè noi mandiamo i nostri ragazzi a studiare nelle scuole fuori norma da un punto di vista di impianti elettrici, dal punto di vista di sicurezza, da un punto di vista di barriere architettoniche. Per cui i ragazzi, che in qualche modo dovrebbero rappresentare il futuro del nostro Paese e della nostra Regione, stanno in ambienti sicuramente inadatti per apprendere. E, com'è stato ricordato, anche la qualità degli ambienti in cui i nostri ragazzi sono costretti a studiare è uno dei fattori principali della dispersione scolastica, è uno dei motivi principali per cui i nostri ragazzi abbandonano la scuola.

Per non dimenticare altri casi, ricordava prima il collega quanto accaduto il giorno 30 novembre 2013 quando il soffitto del "Dettori" è crollato, solo per un caso non è successa una tragedia. Questa è la situazione dell'edilizia scolastica nel Paese, questa è la situazione dell'edilizia scolastica in Sardegna!

Allora è chiaro che c'è una scelta strategica, c'è un asset su cui si vuole investire e, secondo me, investire sulla scuola, investire sul sapere, investire su quali condizioni e in quali modalità i nostri giovani vogliono apprendere è un investimento economico migliore di qualsiasi altro investimento economico che possiamo pretendere. È meglio rendere sicura una scuola che rendere sicuro un albergo, che rendere sicura una strada: indubbiamente questa è la scelta strategica.

Per cui, vedo favorevolmente questo disegno di legge e dico anche che i 93 milioni che mettiamo a disposizione non sono ancora sufficienti per garantire sicurezza nelle scuole della nostra Isola, in base al dato che arriva dagli uffici dell'Assessorato; è il dato che arriva da una ricognizione fatta dalle province, quindi è un dato certificato. Per cui, di fronte a questa situazione, un disegno di legge che cerca di investire sull'edilizia scolastica, che cerca di investire e di mettere soldi sicuramente non può che vedere favorevolmente il nostro intervento.

È chiaro che il disegno di legge va insieme ad altro perché, dalla relazione di minoranza, sembrerebbe che manchi la programmazione. Vorrei ricordare che il piano straordinario non è soltanto una questione economica, non vengono soltanto messe ulteriori risorse per cercare di definire fino in fondo una scuola sicura, ma viene anche cambiato totalmente il sistema interno alla Regione. È vero, si sono spesi tanti soldi nel passato, però, come spesso ci viene ricordato, sono stati spesi male. Esistono troppi centri di costo che si occupano di edilizia scolastica, per cui ben venga la costituzione di una cabina di regia presso la Presidenza della Giunta, in modo che tutti i progetti arrivino all'interno di questa cabina di regia, e possa essere fatta, in termini veramente di programmazione e di verifica del reale fabbisogno, una programmazione che, in trenta giorni, come è scritto nella delibera che la Giunta regionale ha approvato nel marzo di quest'anno, in qualche modo si cambia notevolmente anche l'impostazione di come vogliamo spendere le risorse pubbliche nei confronti dell'edilizia scolastica oggi e di qualsiasi altro intervento pubblico; cioè, costruire unici centri di costo, verificare i fabbisogni, ma soprattutto dare i tempi entro i quali bisogna realizzare gli interventi.

È chiaro quindi che la spesa celere, le priorità, la verifica di tutte le risorse disponibili attualmente per quanto riguarda l'edilizia scolastica, quindi in qualche modo venendo incontro anche a quanto è stato detto nella relazione di minoranza, sapere quanti soldi possono essere spesi, è chiaramente una rivoluzione che può permettere di fare veramente un serio piano di sviluppo per quanto riguarda l'edilizia scolastica importante. Ritengo che il disegno di legge rappresenti una scelta, la scelta di pagare non una cambiale elettorale, come è stato detto, perché io ne vorrei pagare tantissime di cambiali elettorali che vanno nei confronti della sicurezza dei nostri ragazzi che studiano nelle scuole, ma soprattutto di pagare una cambiale elettorale che riguarda i giovani che ce lo chiedono e ci chiedono di poter studiare in una scuola sicura. Credo che, in conclusione, come diceva Gramsci: "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza". Ma soprattutto, aggiungerei, studiate in una scuola bella e sicura perché è un vostro diritto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Anch'io mi associo alle valutazioni dei colleghi della maggioranza. Questo è un progetto di legge che deve essere solo definito opportuno e anche urgente, ed è condivisibile per la sua impostazione e per le prospettive che dà. Risponde a una visione nuova, a un nuovo modo di intendere un progetto di sviluppo; un progetto di sviluppo che si basa sull'istruzione, sul fare in modo che i nostri ragazzi possano uscire dalla morsa della non cultura, che porta sicuramente a una diversa e differente possibilità, sicuramente in negativo, di trovare risposte per il futuro. Oggi, occuparsi di scuola, occuparsi di istruzione non significa sicuramente disimpegnarsi di altri problemi. Non ho capito infatti, in questo senso, l'intervento dell'onorevole Tatti che, in qualche modo, sottolinea o lascia pensare che oggi occuparsi di scuola deve essere una cosa secondaria: non lo condivido affatto.

Il mio intervento stasera vuole solo sottolineare un punto che non mi ha convinto completamente, un punto che neanche a me è chiaro, riguarda esattamente l'articolo 1, dove si parla di un programma di intervento, approvato con deliberazione della Giunta regionale su proposta del Presidente della Regione, che garantisca la ripartizione territoriale delle risorse. Che cosa significa garantire la ripartizione territoriale delle risorse? Questo davvero mi piacerebbe che si chiarisse meglio. Perché, se garanzia di ripartizione territoriale significa per numero di studenti, potrebbe essere troppo sbilanciato verso Cagliari e verso la Provincia di Cagliari; se garanzia di ripartizione territoriale ci deve essere, forse si deve parlare di quelle aree dove più forte e più grave è il fenomeno dell'abbandono scolastico, quelle aree interne, quelle aree rurali, dove lo spopolamento progressivo corrisponde di pari passo al depotenziamento e al ridimensionamento scolastico, non al dimensionamento, ma al ridimensionamento scolastico, che vanno poi di pari passo con il disimpegno dello Stato. Chiusura di scuole, di caserme, di banche, chiusura di poste, chiusure che hanno determinato un abbandono di quei territori e insieme naturalmente un abbandono scolastico.

Esiste uno studio che analizza il fenomeno dell'abbandono scolastico percentualizzandolo per territori? Esiste uno studio? Se esiste uno studio di questo tipo, facciamo in modo che anche le risorse che questa legge in qualche modo va a stanziare, siano risorse tese a riparare lo squilibrio tra aree più ricche, anche all'interno della povera Sardegna, e aree sicuramente più povere. Quindi, ripensiamo alle aree rurali, ripensiamo a quelle aree periferiche che, davvero, anche dal ridimensionamento scolastico, stanno vedendo un'ulteriore causa di impoverimento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Intervengo per capire chi è che non vuole interventi sulla pubblica istruzione e, in questo caso, vorrei che qualcuno capisse che non stiamo parlando di pubblica istruzione, ma stiamo parlando di adeguare gli edifici scolastici esistenti e, se fosse il caso, di costruirne di nuovi. Quindi è edilizia scolastica, è esclusivamente edilizia scolastica, mi pare che qualcuno ponesse questo problema.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI

(Segue DEDONI ATTILIO.) In questo caso è un discorso che riguarda il dare sistemazione a scuole che non hanno avuto da molto tempo… pensate al "Dettori", a ciò che è avvenuto, non sono Gramsci, dottoressa, ma anch'io ho dato l'esame di maturità al "Dettori", da privatista, ma l'ho dato lì. Quindi anch'io vi sono legato per alcuni aspetti, nessuno si azzarderebbe a toccare uno dei templi della cultura di Cagliari e a non dargli le giuste soddisfazioni che debbono essere date.

Però, è bene porre alcuni punti. Siamo perfettamente d'accordo sull'edilizia scolastica, lo abbiamo detto e ci siamo comportati di conseguenza anche nelle Commissioni in cui eravamo presenti; pertanto, nessuno può venire a farmi lezioni. Comprendiamo che quando c'è un edificio scolastico adeguato e pulito, il problema è tenerlo pulito una volta che si ha, allora bisognerebbe capire che cosa fare per tenere puliti tali edifici e quindi renderli gradevoli, partecipativi, avocativi per quello che può essere il richiamo dei ragazzi che non vanno mai felicemente a scuola. E ancora meno dove ci sono momenti di decadenza, fatti che non vanno bene.

Però non mi va neanche bene che il Presidente del Gruppo PD inizi dicendo che questo è il saldo per quanto detto in campagna elettorale: esiste un momento di campagna elettorale ed esiste un momento di legiferazione e un momento di amministrazione. Vuol dire avere la testa puntata su quelli che sono realmente i problemi. Abbiamo detto che i famosi 90 milioni di euro erano già presenti nel bilancio, dedicati alla scuola, credo che l'assessore Paci non abbia bisogno di ricordarglieli, ce li ho scritti qui, questo era uno degli argomenti, e non c'era bisogno di sottrarre risorse finanziarie ad altri aspetti produttivi per dire che si fanno cose nuove. "Nuovo cielo e nuova terra perché sono io maggioranza"; è una cosa che non va bene!

Mi soffermo un attimino, sembra quasi una barzelletta, ma è la verità, sul fatto che ci sono 35 milioni in distribuzione, o già distribuiti ai comuni, e non ancora posti in campo realmente. Mi sarei occupato di vedere se quei milioni vanno a buon fine e se sono dati giustamente, prima di fare un'elencazione che non esiste, ove i comuni, che hanno cercato di entrare in Internet e cliccare per vedere se potevano fare la domanda, non venivano ricevuti da quell'account, in modo da verificare se abbiano realizzato o non abbiano realizzato una condizione ottimale per la spesa dei danari pubblici e dei danari della Regione Sardegna in particolare. Io mi chiedo questo! C'era un comune, per la barzelletta, che non è barzelletta, ma è tragicommedia, c'era un comune anni fa che fece domanda per costruire una nuova aula per un'altra classe nella scuola media, nel frattempo quella scuola media fu chiusa; ebbene, i danari a quel comune sono arrivati, mi auguro che, ciò che hanno costruito su una scuola chiusa, possa essere utilizzato al meglio per qualche altro fine pubblico.

Ecco perché dicevamo: "State attenti!". Prima facciamo una seria programmazione, andiamo a vedere quali sono le necessità, quali sono le urgenze, dove effettivamente bisogna mantenere la scolarità. Vivaddio, Agus, io sono più avanti di te in questo, sono per mantenere la scuola ovunque è, perché è presidio! È un presidio, ma non dello Stato, è un presidio di civiltà! Ove non c'è scuola, non c'è crescita, sotto tutti i punti di vista. Ma voi forse non conoscete, perché molti parlano senza collegare la lingua al cervello, quanto si è speso in tutti questi ultimi anni perché la dispersione scolastica fosse combattuta. Vorrei che qualcuno andasse a rileggere le cose e se oggi ancora abbiamo un tasso di dispersione scolastica al 27 per cento, sino anche a punte del 29 per cento, con i miliardi di lire prima e i milioni di euro dopo, voglio capire dove sono finiti e su quali programmi e per realizzare che cosa. Certo che c'è la necessità di fare una seria e approfondita analisi del discorso "scuola e università", è quello che serve! C'è il 13 per cento solo di laureati in Sardegna, come potremo superare questo gap? Come potremo dare possibilità di sviluppo in una Regione che ha solo il 13 per cento di laureati? Mi chiedo ancora: l'Università di Sassari e l'Università di Cagliari stanno facendo tutto il proprio dovere? Assessore Paci, perché poi lei non si meravigli di quanto danaro il presidente Pigliaru è riuscito a far dare all'Università, ci intendiamo bene, io ero uno dei fautori, ho presentato qualcosa infatti anche in altre circostanze sulla legge regionale numero 26, le chiedo oggi, formalmente, ma glielo richiederò con altro strumento, di fare una verifica e di chiedere alle due Università come hanno speso i soldi, perché spesso finiscono dentro il Senato accademico che divide per distretti, diciamo così che è meglio! Allora voglio capire dove è il risultato e qual è il tipo di insegnamento che vogliamo dare.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

(Segue DEDONI ATTILIO.) Vogliamo iniziare a parlare anche di pubblica istruzione? Benissimo! Allora incomincio a sottoscrivere che sono contro le pluriclassi, che è quanto di più aberrante ci sia nel dare educazione. Bisogna incominciare a fare la razionalizzazione, vocabolo brutto che non accetto, ma è confacente ai termini di razionalità economica e ai tempi di durezza che percorriamo. Se queste cose devono essere fatte, facciamole! E abbiamo il coraggio, per esempio, di incominciare a dire che bisogna creaare degli osservatori anche per il momento didattico, ancor di più (peccato che stia scadendo il tempo, ma lo recupererò dopo) sapere anche qual è l'orientamento serio che si persegue per poter andare da una scolarità all'altra; inoltre vorrei capire se la formazione professionale, presidente Pigliaru, deve restare ancora ferma, perché è un'altra spalla che serve alla complessiva situazione dell'istruzione. Istruzione e formazione: è la possibilità di essere come passerella all'interno del mondo del lavoro ed è necessario attivarla se vogliamo riprendere una strada diversa e alternativa.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Presidente, consiglieri, il provvedimento che stasera arriva in Aula è un provvedimento importante, previsto tra gli impegni assunti da questa maggioranza in campagna elettorale; perché, a dispetto di altre volte, c'è stato un programma che è stato studiato, approfondito, e credo che arrivi tra i primi appuntamenti a trovare soluzione, tra l'altro è la seconda puntata, perché, come sapete, abbiamo anche approvato una legge che erogava i risarcimenti per la blue tongue, anche quello era fra gli impegni programmatici di questa maggioranza.

Da questo punto di vista, siccome anch'io sto invecchiando, ricordo la scorsa campagna elettorale, quella del 2009, quando, per la compagine guidata dal presidente Cappellacci, uno dei pilastri della campagna elettorale era riscrivere il Piano paesaggistico. Era assolutamente il problema principale della Sardegna; l'edilizia era affossata da questo Soru cattivo che aveva imbrigliato tutta l'economia della Sardegna, era la priorità da fare nei primi 100 giorni. Sappiamo com'è andata a finire! Credo che solo con questo rilievo possiamo chiudere la polemica relativa al fatto che questa sia una cambiale e sottolineare che la novità principale di questo provvedimento legislativo non è solo quello di mettere risorse, perché mettere risorse è sì importante, ma la questione più importante, secondo me, dal mio punto di vista, è l'individuazione di un unico centro di responsabilità amministrativa, per cercare di sperimentare quello che la maggioranza, la Giunta in particolare, cercherà di proporre come riforma epocale di questa Regione, cioè creare strutture amministrative che non debbano passare sempre dal Consiglio per poter spendere immediatamente le risorse.

Detto questo, possiamo già soffermarci, citando (credo che me lo consenta l'onorevole Manca, il più renziano dei renziani) il Presidente del Consiglio, il quale non più tardi di domenica, durante una riunione di direzione del Partito Democratico, ha detto: "Abbiamo mantenuto l'impegno relativamente all'edilizia scolastica", per i motivi che diceva molto bene l'onorevole Comandini, però - direbbe Celentano - il meno è fatto, perché abbiamo messo in sicurezza le strutture, consentiamo ai nostri bambini di non avere dei problemi a scuola, adesso dobbiamo occuparci di scuola, di offerta formativa.

Sicuramente per noi della maggioranza, spero per tutti i consiglieri, l'importante è costruire una scuola del territorio, che prenda atto che non possiamo tenere più le scuole nella prateria, queste pluriclassi… onorevole Dedoni, io sono d'accordo, però prima di questo rilievo sul fatto che lei non era d'accordo sulle pluriclassi, ha detto che teniamo i presidi in ogni paese. Tenere i presidi in ogni paese significa tenere le pluriclassi: è l'uno o l'altro.

Comunque, la questione è che dobbiamo andare a una scuola di qualità, dunque partire dal fatto che la questione principale è l'offerta formativa, perché a noi interessa l'offerta formativa che viene data ai nostri bambini. Per fare questo servono ragionamenti immediati, da avviare con i comuni; dobbiamo partire con un progetto di dimensionamento scolastico che, per la prima volta, proponiamo e non subiamo, perché in questi anni li abbiamo sempre subiti, e poi ci chiediamo perché la situazione è questa! Ognuno di noi deve assumersi le sue responsabilità, i dimensionamenti scolastici arrivano sempre all'ultimo momento quando si convoca la conferenza dei sindaci, in provincia, per decidere che cosa fare; la via crucis è sempre decidere se dobbiamo chiudere questo o quell'altro istituto, mentre dobbiamo partire dall'offerta formativa.

Queste sono le questioni principali che dobbiamo attuare e tra queste cose prendiamo atto che a noi serve una scuola diversa. La lezione frontale, quella che si faceva trent'anni fa o quella che hanno fatto anche a me, è un qualcosa che non regge più in un'epoca dove i ragazzini vivono con i tablet; è una generazione completamente diversa da noi, quindi bisogna andare verso una scuola sempre più interrelata con il mondo che ci circonda per creare quelle condizioni. Investiamo sul serio sui capitali,. noi abbiamo investito molto sulle strutture, è vero, e poco sulle persone; iniziamo a dare discontinuità. Questo era il passo per mettere in sicurezza le strutture, adesso però bisogna fare tutto il resto, che è molto importante.

Chiudo con un rilievo particolare. Era presente poc'anzi l'Assessore dell'agricoltura: se noi abbiamo un'idea di agricoltura vera in Sardegna, dobbiamo riprendere la rete degli istituti agrari che stanno chiudendo uno dopo l'altro. Da lì si riparte per creare la classe dirigente del futuro e per dire quello che a noi non è stato mai detto; a noi è stato sempre detto: "Andate via dall'agricoltura e dalla pastorizia". Noi invece dobbiamo dire, intervenendo ad esempio sugli istituti agrari, che vogliamo che si ritorni alla terra, e si ritorni alla terra non perché siamo dei nostalgici, poite nos aggradam sas erbas, ma solo ed esclusivamente perché cresce la popolazione nel mondo, crescono i fabbisogni alimentari e questi due dati molto banali ci fanno dire che dalla terra potremo campare, e bene, nella nostra Isola.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, Assessori, colleghi e colleghe, l'edilizia scolastica rappresenta un tema molto importante e delicato per lo sviluppo economico e culturale della nostra Isola. La sicurezza delle scuole, utilizzate per formare nostri ragazzi, ha sicuramente la priorità, così come intendeva dire il collega Tatti. Dagli interventi di alcuni colleghi della maggioranza emerge però un interesse a voler utilizzare questo delicatissimo argomento per proseguire la campagna elettorale. È emerso ripetutamente il programma di Renzi, il programma del P.D., trincerandosi dietro il rispetto con gli elettori. Siamo però consapevoli che questo provvedimento è molto fantasioso, privo di credibilità, visti tutti i vincoli del Patto di stabilità, e soprattutto da questa legge non è emersa alcuna mappatura delle scuole, di quelle in questo momento agibili e di quelle oggi chiuse per mancanza di studenti: vi è un pressappochismo veramente preoccupante.

Questo provvedimento di legge, come già evidenziato da diversi colleghi, cancella 30 milioni di euro già destinati a opere immediatamente cantierabili con grave ripercussione sul mondo del lavoro. Oggi, vorrei ricordare che siamo al 17 giugno, mancano circa sei mesi alla chiusura di questo anno 2014. Voi intendete entro questi sei mesi progettare e spendere questi soldi. Beh! Auguri! Ci vuole veramente molta fantasia. Mi auguro di tornare in quest'Aula per farvi i complimenti, ma temo che non sia possibile.

Dal disegno di legge emerge un dato sconcertante: il 20 per cento di queste somme è destinato alla progettazione. Ci vuole veramente fantasia per tirare fuori questo dato, allora voglio chiedere ai relatori di questa legge: da dove emerge il 20 per cento per la progettazione? Noi sappiamo bene che tutti i progetti che la Regione Sardegna finanzia hanno il 6 per cento di progettazione, il 3 per cento per la direzione lavori, arrotondiamo al 10 per cento. Parlare del 20 per cento è una cosa inaudita! Tra l'altro sono somme che vengono in qualche modo a mancare per le opere. Mi pongo una domanda: c'è un reale interesse a risolvere il problema dell'edilizia scolastica e a fare ripartire l'economia di un settore in crisi come quello dell'edilizia oppure c'è un interesse a far ripartire l'economia solo dei professionisti, degli studi tecnici, magari con il coinvolgimento dell'Università?

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Presidente, il Gruppo del Partito Democratico è convintamente favorevole a questo provvedimento, non solo perché è parte qualificante del programma del suo Presidente, ma anche perché i recenti accadimenti e il dibattito in corso nella politica sarda ci portano a valutare come sempre più urgenti gli interventi in questa materia. Ho apprezzato alcune considerazioni dell'onorevole Zedda, la quale oggi per la prima volta ha portato la destra sarda ad annettere importanza decisiva al tema della scuola. Ci ha accusato di… accusato, insomma, ha considerato queste misure come espressione di una politica monotematica, ma noi diciamo che la nostra attenzione è prioritaria e massima sul tema, non intendiamo considerarlo come un argomento ordinario neanche tra i più importanti.

Abbiamo voluto cominciare da qui. Abbiamo voluto sottolineare, con questo provvedimento di questa ampiezza, di questa grandezza, di questo impatto anche sul sistema economico e produttivo, il tema come essenziale, fondamentale, come la guida della nostra politica e coerentemente lo abbiamo portato in quest'Aula in forma di provvedimento legislativo corredato di coperture certe. C'è un dibattito sulla modalità che è stata scelta per finanziare questi provvedimenti, c'è un dibattito sui fatti più tecnici di rapporto con le istituzioni scolastiche e con gli enti locali proprietari delle scuole, ma questi sono dei dettagli alla risoluzione dei quali affidiamo il compito alla Giunta di fare verifiche e anche semmai di proporre correttivi, ma non è questo il punto centrale oggi alla nostra attenzione.

Il punto centrale è un forte intervento, un forte impatto sulla società, a partire dalla priorità logica che noi abbiamo posto alla base della nostra politica, che è l'investimento sul futuro e l'investimento sui giovani per una società rinnovata e per una economia che può rifiorire a partire per l'appunto dai giovani. Certo, è la prima pietra - mi sia consentita la metafora banale - è la prima pietra di una politica scolastica.

Da molti relatori, innanzitutto dal nostro Capogruppo, relatore della legge, e dal Presidente della Commissione onorevole Manca, è stato osservato che questo è l'inizio di un percorso che deve vedere il Consiglio evidentemente in prima linea, impegnato magari in una sessione speciale sul tema della scuola, perché non sono soltanto le mura che ci interessano, ma soprattutto le menti che sono impegnate all'interno della scuola nell'esercizio di divenire maturi cittadini e vive componenti della nostra società. Però, senza questa prima pietra, non era possibile dare credibilità alle istituzioni nell'impegno per la scuola. Questo fa questa legge, e questo fanno il nostro Presidente e il nostro Governo e a essi va tutto il nostro convinto sostegno.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, devo dire che siamo un po' preoccupati dall'andamento del dibattito e di quanto abbiamo sentito stasera, soprattutto da parte di alcune forze della maggioranza. Noi siamo tutti per l'istruzione e, in questo caso, per mettere in sicurezza e progettare anche nuove strutture scolastiche, ci mancherebbe altro! Però, colleghi, qui stiamo dicendo "no" da subito intanto a una nostra proposta per trovare diverse coperture finanziarie che non andrebbero certamente a interferire in un settore, quello che riguarda le attività produttive, che è veramente in difficoltà. Vi abbiamo dato una possibilità di poterci confrontare anche da questo punto di vista, notiamo, apprendiamo, ve lo dico con forte preoccupazione, questa vostra forma di chiusura e siamo anche preoccupati perché, come qualche collega ha fatto notare, in questo caso si dovrebbero ridurre i tempi che non sono di questa Regione. Mi riferisco al fatto delle nuove progettazioni o anche al dare corso alle progettazioni esistenti, all'impegno e poi all'erogazione della spesa. Credo che forse stiamo vivendo un'altra realtà.

Così pure come, consentitemi, spero veramente, glielo dico, Presidente, di sbagliarmi sull'accorpamento e sul coinvolgimento che voi citate come semplificazione, per quanto riguarda la struttura unica che dovrebbe poi gestire e accelerare la materia dell'edilizia scolastica. Spero, ripeto, che i fatti mi possano smentire, ma vedo veramente molta confusione da questo punto di vista, mi riferisco ovviamente al comma 2 dell'articolo 1.

Quindi, colleghi, credo che non possiamo che augurarvi che questo provvedimento veramente dia frutti importanti, noi abbiamo tutti i nostri dubbi anche in ordine a quello che potrà essere valutato dagli enti locali e dalle province in particolare, perché credo che non sia stata fatta assolutamente un'analisi compiuta dell'esistente. Si rischia veramente di fare confusione con nuovi progetti e mi riferisco, in particolar modo, alle discussioni che abbiamo avuto anche con il Capogruppo Pietro Cocco sulla quantificazione delle risorse a disposizione per le nuove progettazioni. Se anche non ci soffermassimo sui 6 milioni di euro, su quel 20 per cento, vi invito a voler vedere quello che è invece ancora in campo, soprattutto mi soffermo sui 35 milioni relativamente al 2007-2013.

Ecco, vorrei che, in quest'Aula, oggi ci fosse una risposta almeno da questo punto di vista; così come vorrei essere pure confortata sul fatto che non andiamo semplicemente a fare nuove progettazioni o comunque a stravolgere quanto è già stato approvato e messo in campo, sottolineo, con la partecipazione di tutti gli enti locali che avete chiamato tra l'altro a compiere un ulteriore sforzo presentando delle nuove proposte.

Lasciamo aperta tuttora, ma veramente come ultimo richiamo, la possibilità di lavorare insieme per trovare ancora diverse coperture finanziarie e darci appuntamento magari a settembre per vedere quali saranno realmente i risultati di questa fantomatica struttura che dovrà dare gambe a questo disegno di legge che, sottolineo, è molto importante, quindi non è sul merito che non andiamo d'accordo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Innanzitutto porto i saluti e le scuse dell'assessore Firino che è a casa con l'influenza e quindi non può essere lei, che è la responsabile diretta all'interno della Giunta del progetto che abbiamo chiamato Iscol@, ma sarò io a illustrare la posizione della Giunta.

Una Giunta e una maggioranza di governo che, sì, lo riconosciamo, siamo qui per pagare una cambiale elettorale. Spero che lo faremo molto spesso, è un impegno, un impegno che abbiamo preso con gli elettori e forse si deve fare così, no? Si prendono degli impegni e poi si va nel luogo deputato, nel Parlamento regionale, a pagare queste cambiali alla democrazia. Non ci trovo niente di strano, anzi sono orgoglioso di essere qui a pagare questa cambiale elettorale e vi assicuro che ci torneremo spesso insieme alla nostra maggioranza. Detto questo però sinceramente non è questo lo spirito di rivendicazione di parte con cui la Giunta si presenta qui su questo tema. La Giunta si presenta qui per iniziare un pezzo di un programma complessivo, che ci auguriamo veda coinvolto tutto il Consiglio regionale, in cui puntiamo sull'istruzione, in cui puntiamo sulla formazione.

E' ovvio che, con questo primo provvedimento, non risolviamo il grande problema dell'istruzione, non risolviamo il grande problema della dispersione scolastica, la Sardegna è la Regione con la peggiore performance in Italia sulla dispersione scolastica, abbiamo un tasso del 36,2 per cento contro il 27 per cento della media nazionale. Sappiamo anche che siamo la Regione (sono usciti da poco i dati ISTAT) con la situazione peggiore in termini di edilizia scolastica. Quindi noi l'abbiamo detto dall'inizio, c'era uno slogan, uno slogan keynesiano che diceva: "Affrontiamo l'emergenza pensando al futuro". Che cosa vuol dire? Vuol dire che siamo interessati ad aprire i cantieri, a far lavorare, a dare respiro al sistema economico, però guardando al futuro cioè intervenendo all'interno di un settore che consideriamo strategico per il futuro, per il lungo periodo. Quindi affrontiamo l'emergenza guardando al futuro e certamente l'edilizia scolastica è questo.

Però, dicevo, è un tassello, poi dovremo andare avanti con la riforma complessiva di una legge regionale per l'istruzione e con tutti quegli altri interventi che servono certamente per affrontare e risolvere il problema della dispersione scolastica, pensiamo al problema dei trasporti; possiamo combattere la dispersione scolastica senza avere un buon sistema di trasporto locale a favore degli studenti? Certamente no. Quindi siamo perfettamente consci che questo sia, ripeto, un primo tassello.

Affrontiamo questo tassello certamente in continuità di intervento, in coerenza di intervento, con quanto è stato stanziato precedentemente. Non è che diciamo che ci sono 63 milioni già messi in gioco dalle amministrazioni precedenti e noi li cancelliamo e iniziamo da zero. Ma ci mancherebbe altro! Abbiamo detto che riprendiamo quei fondi e li mettiamo a sistema con questi altri fondi che riteniamo importante utilizzare. Abbiamo aperto un progetto, come dicevo, con un sistema informativo in cui siamo a buon punto nella raccolta delle informazioni; a oggi, su 330 comuni che rientrano nella tipologia di intervento, hanno presentato domanda 230 comuni più 7 province, più unioni dei comuni e ci sono stati presentati progetti per un totale di 457 milioni. Adesso è chiaro che andremo a mettere a sistema queste cose, non si realizzeranno ovviamente i 30, i 60, i 90 milioni nel 2014, ci mancherebbe altro, sono opere pubbliche, hanno bisogno dei tempi normali delle opere pubbliche, però era importante avere un quadro complessivo del fabbisogno ed è esattamente quello che stiamo facendo e metteremo in gioco, all'interno di questo fabbisogno, le nuove risorse con quelle precedenti, all'interno di un programma che spero veda coinvolto tutto il Consiglio perché, ripeto, è un problema, come in tanti avete detto, che riguarda certamente il nostro futuro.

Perché mettiamo in gioco queste risorse? Mettiamo in gioco queste risorse perché l'edilizia scolastica è una tipologia di opera cantierabile, esattamente come il sindaco prima ci richiamava e diceva: "Io da sindaco ho presentato come opera cantierabile l'edilizia scolastica". Allora? Rientra perfettamente qui dentro. Stiamo dicendo che, all'interno delle opere cantierabili, quindi di pronto intervento a favore dei comuni, riteniamo che sia preferibile intervenire nell'edilizia scolastica. Che cosa c'è di strano in tutto questo? Piuttosto che fare altri interventi, diciamo: "Partiamo con l'edilizia scolastica". Dopodiché non stiamo utilizzando il 100 per cento del fondo, rimangono 10 milioni che possono essere tranquillamente riprogrammati negli interventi che si ritiene utile fare. È una scelta ovviamente che abbiamo fatto consapevolmente. Quindi, non riesco a capire che cosa ci sia di contraddittorio nel dire "edilizia scolastica e opere cantierabili". È una specificazione delle opere cantierabili che vanno fatte a favore dei comuni.

È chiaro poi che ci possono essere altri fondi disponibili, ho visto anche un emendamento della minoranza che propone di utilizzare i fondi della sanità. Attenzione, voi sapete che la sanità, nel bilancio 2014, è sottofinanziata, lo sappiamo tutti perfettamente, tanto è vero che, già nel bilancio 2013, a fine dicembre, è stata fatta una manovra dal Consiglio precedente in cui alla sanità sono stati dati altri 100 milioni. La dovremo fare, sapete benissimo che, con uno stanziamento di 2 miliardi e 800, non si riesce a coprire il fabbisogno annuale della sanità. Quindi, andare a dire: "Prendiamo i soldi dalla sanità", sinceramente non è fattibile, non è una strada percorribile. Abbiamo questi fondi che vanno programmati e siamo qui esattamente per proporre di usare i tre quarti di questi fondi per quanto riguarda un tema importante, fondamentale, che è quello di un tassello immediato a favore dei comuni per avere una scuola migliore, una scuola più efficiente, una scuola più adatta a ricevere i nostri studenti.

Questo intervento che, come sapete, in campagna elettorale abbiamo giustamente detto che era prioritario, si integra anche pienamente con l'intervento statale dello "Sblocca Italia" sull'edilizia scolastica, dove appunto ci sono ulteriori interventi per fare scuole più belle, scuole più sicure e scuole più nuove. Quindi, un esempio di integrazione tra fondi regionali e fondi nazionali; mi auguro che questo provvedimento sia veramente il primo tassello di una visione dell'istruzione che diventa centrale per il nostro sviluppo.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Art. 1

Interventi urgenti di edilizia scolastica

1. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 1, della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), a valere sul fondo competitività e sviluppo (UPB S01.03.010 - cap. SC01.0628), è prioritariamente destinata, anche fino a tre quarti dell'intera dotazione, per interventi urgenti di edilizia scolastica. Il relativo programma di intervento, approvato con deliberazione della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione, sentite le Commissioni consiliari competenti che si esprimono entro sette giorni, garantisce la ripartizione territoriale delle risorse e individua criteri di priorità per gli interventi di completamento e di immediata cantierabilità.

2. Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, una quota fino al 20 per cento delle risorse inserite nel programma di interventi può essere destinata al finanziamento degli oneri di progettazione anche di nuovi interventi, da finanziarsi in successivi programmi.

Emendamento sostitutivo parziale Pittalis - Rubiu - Fenu - Dedoni - Christian Solinas

Articolo 1

Disposizioni urgenti in materia di edilizia scolastica

Nell'articolo 1, comma 1, dopo le parole " a valere" le parole da "sul fondo competitività" a "cap. SC01.0628" sono sostituite dalle seguenti: "spese per il Servizio sanitario regionale (UPB S05.01.001 Cap. SC 05.0001". (1)

Emendamento sostitutivo parziale Pietro Cocco - Daniele Cocco - Arbau - Desini - Anedda - Usula

Articolo 1

Nell'articolo 1, comma 2, la parola "20" è sostituita con la parola "10". (3)

Emendamento aggiuntivo Pietro Cocco - Daniele Cocco - Arbau - Desini - Usula - Anedda

Articolo 1

Nell'articolo 1, comma 1, dopo le parole "sette giorni" sono aggiunte le seguenti:

"decorsi i quali se ne prescinde". (4).)

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, noi facciamo tesoro di quanto ci ha appena detto l'assessore Paci in ordine alla spesa sanitaria, però crediamo sinceramente che l'esame definitivo sul quantum relativo al fondo sanitario sarà definito come è avvenuto per gli anni precedenti, cioè sempre entro la fine dell'anno; inoltre devo dire che c'è sempre stata una disponibilità da parte di tutti, assessore Paci, per un ragionamento di copertura del fondo sanitario.

Voglio anche dire, però, che gran parte del suo ragionamento mi ha convinta poco, soprattutto quando si dice che si mette un primo tassello sull'istruzione, sull'edilizia scolastica. Non facciamo gli errori che spesso vengono fatti buttando l'acqua sporca e anche il bambino. Dico, anche nel vostro interesse, perché comunque sappiamo tutti quali difficoltà abbiamo a spendere le risorse che sono risicate, quindi poco rimane per gli investimenti, soprattutto nel settore dello sviluppo, che non è vero che si sta partendo solo con l'edilizia scolastica o con l'edilizia scolastica uguale alle opere cantierabili, no, perché tanti progetti sono in campo e non si sta partendo dall'"anno zero". Ci sono stati progetti che hanno richiesto attenzione, programmazione, spese di progettazione da parte di tantissimi comuni, in questo momento li stiamo invece accantonando per ripartire con dei nuovi.

Assessore Paci, lei parla di 437 milioni di richieste per quanto riguarda i comuni, allora io chiedo: era il caso di riaprire i termini e far ripresentare le domande? Io dico sinceramente "no". Per molte delle necessità che ci sono, bisogna agire con interventi urgenti, non bisogna studiare, non bisogna raccogliere ancora, bisogna agire! Bisogna portare avanti i progetti che sono in campo, finanziarli e spendere le risorse in modo tale che le risorse arrivino, visto che volete (in questo siamo d'accordo) dare gambe all'edilizia, in questo caso scolastica, e che arrivino alle imprese, altrimenti abbiamo fallito tutti quanti!

Dico allora che non possiamo assolutamente non suggerirvi una copertura differente. Non deve essere tutto a carico del sistema del Fondo sanitario regionale? Benissimo, siamo disponibili anche stasera a vedere nuove coperture, diverse coperture, però crediamo che sia un gravissimo danno levare tutti i 30 milioni dallo sviluppo delle attività produttive e quindi sia dalle opere cantierabili già in corso che da quelle che sono già pronte. Mi riferisco a tutti i progetti che hanno riguardato, per esempio, la legge regionale numero 5 del 2009, articolo 5, alcuni dei quali già sottoscritti e ai quali avete già detto che non ci sono risorse, le amministrazioni in questo caso non hanno colore politico, non sono state scelte per colore politico; così pure come mi riferisco a tutto ciò che riguarda i Piani integrati d'area. Però, ripeto, più che portarvi a un confronto costruttivo, noi non possiamo far altro che poi rimetterci a quello che deciderà quest'Aula.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Rassicuro la collega Zedda, che sicuramente pone alcuni problemi che sono nell'evidenza delle cose, che questa maggioranza non è animata da una furia iconoclasta volta a eliminare le cose che sono state fatte precedentemente. Anzi, la cronaca di questi giorni dimostra che, sul progetto San Raffaele, questa maggioranza, approfondendo la questione e andando sul dettaglio per fare gli interessi della nostra comunità, sta andando incontro e sta dando...

OPPI GIORGIO (UDC). È proprio così? Poi ne parliamo, mi sembra il contrario.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). L'onorevole Oppi in quest'aula può sempre interrompermi perché dà buoni consigli, su questo non ci sono dubbi.

Dicevo che questa maggioranza non è una maggioranza che punta a lavorare contro quello che è stato fatto dagli altri, anche per evitare che ci succeda quello che è successo a voi che, anche nell'ultimo mese della legislatura, continuavate a ripetere che il problema principale era quello che aveva fatto Soru. A un certo punto, quando uno si concentra su quanto ha fatto l'altro, è colpa dell'altro quando lo fa, è colpa dell'altro quando vuoi fare e non riesci a fare e quindi, praticamente, ti condanni all'inesistenza. Noi vogliamo esistere, quindi vogliamo utilizzare le cose buone che avete fatto voi, che sono sempre state riconosciute, però anche andare avanti.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Consigliere Zedda, lo scorrimento della graduatoria sulle opere cantierabili è su priorità che sono differenti da quelle che stiamo ponendo noi. I bandi delle opere cantierabili erano, come dire, tagliati sulle opere legate allo sviluppo delle attività produttive. Era un obiettivo certamente importante ma non è quello che stiamo individuando con questo disegno di legge; vogliamo intervenire sul primo tassello dell'istruzione e su questo aspetto non ci possono essere fraintendimenti. Era il punto centrale del programma elettorale ed è il punto centrale delle linee di mandato del Presidente. È un nostro, non diritto, ma dovere, intervenire sull'istruzione in questo modo.

Non ho la conoscenza del bilancio che hanno i colleghi che hanno più mandati, però, lo diceva l'assessore Paci in precedenza, mi sembra che la sanità sia in profondo rosso. Allora, andare a utilizzare risorse della sanità prima ancora di avere un'idea chiara su come debba essere rivisitato il sistema sanitario, mi sto riferendo evidentemente a un piano socio sanitario perché senza un piano sanitario, o meglio con un piano socio sanitario che risale al Governo Soru, quindi evidentemente oggi fuori contesto, non riesco a capire come si possa pensare di togliere risorse senza avere una visione generale della sanità nel suo complesso.

Quindi non credo che l'emendamento possa essere accoglibile.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, a meno che non esistano altre dichiarazioni programmatiche, rispetto a quelle che il Presidente della Giunta ha reso in Aula o un altro programma elettorale, io sono andato a rivedermi, portandomelo appresso, il programma elettorale del centrosinistra, tutto sottolineato, non l'ho fatto adesso, l'ho fatto a tempo debito. Per quanto riguarda la scuola, dice che bisogna incentivare la frequenza delle scuole dell'infanzia, intervenire sulla dispersione scolastica, riqualificare la formazione professionale, investire nella formazione dei docenti, riqualificare in qualche modo tutto lo sviluppo delle nuove scuole, monitorare e valutare l'efficacia dei programmi di sostegno, individuare un organismo per la messa a sistema del monitoraggio delle informazioni, approvare finalmente una legge regionale sul diritto allo studio. Non c'è traccia di edilizia scolastica, non ce n'è!

Allora, se voi dite che volete scopiazzare Renzi, che ha dichiarato questo, è nel vostro diritto, avete la maggioranza per farlo; se voi volete dire che volete pagare una cambiale elettorale, noi non stiamo mettendo neanche in discussione quello che voi state dicendo, quello che voi volete fare, ma si tratta di vedere con quali fondi, si tratta di avere un obiettivo fisso, che noi abbiamo in mente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo della Sardegna e che voi evidentemente avete in un'altra maniera. Ma non andate a dire che state pagando una cambiale elettorale, perché nella cambiale elettorale questo argomento non c'era!

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco, relatore di maggioranza.

COCCO PIETRO (PD), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 1 si esprime parere contrario; sugli emendamenti numero 3 e 4 si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 1; sugli emendamenti numero 3 e 4, si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Ho sentito impropriamente parlare troppo spesso quest'oggi in Aula di cambiali, impropriamente, le cambiali sono un brutto strumento, molto ben conosciuto dalle attività di impresa in un periodo difficile che ha travolto tutto e tutti, soprattutto il mondo produttivo che, in un formidabile intreccio, la Giunta Cappellacci aveva cercato di sostenere con una vera e propria impalcatura avvitando fortemente una serie di bulloni che servivano a tenere insieme le opere cantierabili, i progetti PIA e, naturalmente, anche quell'elemento non trascurabile della fiscalità di sviluppo. Avremmo in quel modo voluto stendere una maglia protettiva, una rete forte che diventava un'autentica impalcatura per salvaguardare le attività di impresa.

Il mondo produttivo mai è stato ferito come in quest'ultimo triennio, quindi quel tipo di attività aveva necessità dell'unico elemento che può essere capace di dare sollievo e ristoro al mondo delle imprese: quello delle risorse, così come erano state individuate. Sottrarre fondi, per un altro aspetto legittimo (ci mancherebbe, si parla di scuola!) va a ferire un altro consorzio civile che è quello del mondo della filiera produttiva che, intorno a questo, era capace di generare, col suo volano propulsivo, valore, qualità, attività che potevano tranquillamente riversare, su tutti i territori regionali, elementi che potessero restituire serenità e ristoro a capi famiglia di impresa, ai loro collaboratori, ai lavoratori, a tutta quella filiera irrinunciabile sulla quale questo territorio regionale si deve necessariamente poggiare.

Ebbene, in questo modo, si stanno sottraendo delle risorse preziose in una fase nella quale io sfido la Giunta regionale a individuare fondi per leggi di comparto, leggi di settore, bandi di riferimento. Con una grande preoccupazione denuncio che praticamente abbiamo svuotato tutto ciò che poteva essere messo a disposizione della filiera produttiva per il suo sostegno, ma soprattutto per la sua ripartenza, la sua riformulazione, il suo adeguamento alle funzioni più moderne e alle sfide che aspettano tutto il comparto della buona produzione regionale. Così come stiamo facendo, andando avanti con questo tipo di iniziativa, credo che non avremo invece alcun tipo di riguardo per il mondo produttivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Con questo provvedimento avete dichiarato di mettere il primo tassello al mondo dell'istruzione per risolvere il problema dell'istruzione. Con questo provvedimento inchioderete invece ancora di più il Patto di stabilità degli enti locali a cui trasferirete in futuro le risorse e poi metterete i prossimi tasselli negli anni che verranno, perché questo sarà un provvedimento che non darà proprio nulla nell'immediato. State smontando un provvedimento e un fondo per lo sviluppo che aveva invece procurato il Governo Cappellacci, facendosi trasferire le risorse dallo Stato.

Ecco, sarebbe stato forse più intelligente, cari colleghi della maggioranza, che foste andati dal presidente Renzi per farvi dare delle risorse aggiuntive, magari 40 milioni in più, da erogare al mondo della scuola; risorse trasferite dallo Stato, perché questo è uno Stato che, da una parte, vuole accentrare tutte le competenze, dall'altra ci vuole lasciare la spesa della scuola senza assolutamente scucire un euro in più per quelle competenze di cui invece si vuole riappropriare. Caro onorevole Manca, vi sfideremo però nel campo della legge sulla scuola e della legge sul diritto allo studio, tasselli veramente importanti per il mondo della scuola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (Centro Democratico). Presidente, colleghi, ascolto con grande pazienza e simpatia gli interventi dei colleghi, soprattutto quest'ultimo dell'onorevole Locci. Onorevole Locci, lei mi parla dei provvedimenti del Governo Renzi, io la invito a un po' di coerenza, nel senso che i provvedimenti messi in campo in questi giorni dal Governo Renzi sono decenni che vediamo che non vengono messi in campo da nessun tipo di governo; tra l'altro voi, negli ultimi anni, qualche anno avete governato e non abbiamo visto grandi risultati.

C'è poi un'incomprensione di fondo, c'è una cosa che non viene detta: di questi 40 milioni, 30 milioni fanno parte della quota del Fondo per lo sviluppo della competitività per il 2014, il 2013 non c'entra niente! Come risulta dall'elenco che ci ha dato la Giunta in Commissione bilancio, che vi ha dato anzi, perché io non ci sono, ci sono opere cantierabili tutte finanziate.… È esattamente così! Ci sono problemi soltanto per quanto riguarda la legge di stabilità, le opere sono finanziate, sono fondi 2014, si poteva decidere o di fare un altro bando di opere immediatamente cantierabili oppure, come stiamo facendo, individuare risorse da destinare a interventi nelle scuole con opere immediatamente cantierabili e con le risorse che si trovano eventualmente dei progetti già disponibili presso le amministrazioni comunali.

Adesso sfido tutte le persone qui presenti a dirmi se sono stati presentati dei progetti oppure no. Avete questa certezza? Io non ce l'ho, io so invece che la data di scadenza è il 30 maggio e che sono state presentate diverse proposte. State parlando di due cose diverse! Onorevole Dedoni, siete fuori, state parlando di due cose diverse, sono due interventi di carattere esattamente diverso, l'uno non preclude l'altro. Non stiamo togliendo alle imprese, alle opere immediatamente cantieriabili, state dicendo due cose sbagliate. No! Bisogna informarsi! State dicendo due cose sbagliate che non c'entrano nulla, state trattando due temi esattamente diversi. È una scelta politica, viene fatta in coerenza con un programma politico, lo portiamo avanti come avete fatto voi fino all'altro giorno. Vi ricordo che governavate voi fino all'altro giorno, non governavamo noi fino a tre mesi fa!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Intervengo per aggiungere ma non serve di più. Voglio solo ricordare che a volte, cercando di fare molto in fretta, si rischia di sbagliare, ci sono molti detti anche in lingua, come cani pressossu cartzedda ortidu; però, siccome il presto è nemico dell'ottimo, direi proprio che è opportuno che qualcuno si ravveda. I finanziamenti si possono togliere da una posizione per un'altra, dopodiché uno può anche obiettare. Ti invito ad andare da una persona che non appartiene certo al mio partito, ma è del PD fino a prova contraria, Pier Sandro Scano, che è anche ex Assessore della programmazione della Regione Autonoma della Sardegna, il quale si è lamentato di questa attività posta in campo da voi.

Comunque, sei contento così? Benissimo! Noi ti stiamo dicendo semplicemente che, anziché togliere danari dalle attività produttive, bastava utilizzare quelli che c'erano; perché i danari ci sono e, anziché farli apparire come un miracolo, li fai apparire al momento giusto per le cose giuste.

Poi, in relazione all'articolo 2, ti dirò altre due cose sempre secondo quelle condizioni per cui tu vieni a dirmi che va bene tutto così e che noi siamo i primi della classe. Ci misureremo dopo sui primi della classe, quando avremo visto i risultati. Non ti dico di più. Sono convinto che sia opportuno che si torni a dare spazio a un altro tipo di finanziamento per poter garantire gli stessi risultati ma non "ammazzando" altri settori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, intervengo per dare un umile contributo alla discussione. Volevo ricordare ai numerosi tra voi che hanno un'istruzione classica che ci è stato insegnato che era un conquistatore illuminato quello romano che aveva la capacità di sovrapporsi alla gestione di un territorio, appunto quello conquistato, avendo la capacità enorme di salvaguardarne le tradizioni semplicemente molto spesso rinominandole. Era invece definito barbaro quel popolo che, conquistando un territorio, annullava, azzerava, distruggeva la cultura di quei popoli per imporre la sua.

Devo chiedervi di provare a immaginare questa situazione: voi intervenite legittimamente in modalità di sistema con il Governo nazionale, prendete un'iniziativa già fatta precedentemente dalla scorsa amministrazione, che era quella degli interventi sull'edilizia scolastica, e la rinominate, le date il nome di un grande intervento sulla cultura, sull'istruzione, oppure andate a distruggere un intervento precedentemente programmato dalla scorsa amministrazione in materia di attività produttive per spostarlo su un'iniziativa tutta quanta da inventare. Chiedo a voi: a quali di queste grandi categorie di conquistatori vi volete iscrivere?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Visto che io ritengo di far parte degli ultimi della classe e di non avere la presunzione di capire molte cose, sono andato a leggermi che cosa dice l'articolo 5, in qualche modo richiamato da diversi colleghi. L'articolo 5 dice una cosa chiara, dice che "sono prioritariamente destinate alla realizzazione di opere immediatamente cantierabili". Come bene ci ha ricordato l'onorevole Dedoni, stiamo parlando di edilizia scolastica, ossia stiamo parlando di mettere in campo milioni di euro che vanno a muratori, carpentieri, elettricisti, cioè a chi fa opere: questa è edilizia scolastica! Ricordando che è stato perso, dal 2007 al 2013, oltre il 40 per cento di fatturato da parte delle imprese edili.

Ora, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di mettere in moto risorse che vanno a quel mondo produttivo a cui fate riferimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Intervengo solo per una brevissima dichiarazione di voto. Approfittando della presenza dell'assessore Paci, vorrei dirgli che ci saremmo aspettati dall'Assessore, anche a commento negativo di questo emendamento, un qualche segnale, altrimenti dobbiamo davvero credere che forse l'accoglimento di questo emendamento o del mutamento anche della UPB venga soltanto da un annuncio suo con il quale finalmente comunicate che avete chiuso questa benedetta vertenza con il Governo italiano e che in Sardegna è arrivata una vagonata di risorse, quelle che lei ci ha, appunto, promesso qualche giorno fa, assicurandoci che era questione di giorni, ora stanno diventando settimane e rischiano di diventare mesi. Ecco perché, assessore Paci, penso che tra ciò che si spera e si vorrebbe, o si desidererebbe, e tra ciò che è concretamente realizzabile c'è ancora il mar Tirreno.

Comunque il mio intervento ancora una volta è reso per mettere in evidenza che questa maggioranza di centrosinistra si assume la responsabilità piena di sottrarre importanti risorse a un capitolo destinato al sistema produttivo isolano. Tutto qua! Avete i numeri, andate avanti! A noi però lasciateci il compito di poter almeno censurare questo modo di operare e di denunciare questo stato di cose.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 1. Ricordo il parere contrario del relatore e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Fenu ha votato a favore e che i consiglieri Cherchi Augusto, Cocco Daniele, Pizzuto, Ruggeri e Usula hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Oppi - Tatti.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 55

astenuti 3

maggioranza 28

favorevoli 21

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 3.

Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, accogliamo con favore il fatto che alcuni colleghi della maggioranza abbiano inteso presentare un emendamento che riduce di fatto la quota destinata alle progettazioni, però consentiteci di ribadire alcuni concetti che abbiamo già espresso in Commissione, anche alla Giunta. Il secondo comma dell'articolo 1 è in contraddizione, rispetto all'affermazione di principio: "Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori", nel momento in cui prevede che la quota di progettazioni sia da inserire in interventi da finanziarsi in successivi programmi; non si comprende perché sottrarre delle risorse per progettazioni, se poi faranno parte di interventi da fare in successivi programmi.

Anche a seguito dell'affermazione dell'assessore Paci, ritengo che 457 milioni di progetti, già depositati presso il sistema di rilevazione apparecchiato dalla Giunta, giustifichino per intero la destinazione di tutta la somma agli interventi urgenti, anche perché diversamente, questa norma, urgente non lo sarebbe, se si possono attendere i tempi di nuove progettazioni. Per cui, chiederemmo, anche con un emendamento orale eventualmente, che dal 10 si porti al massimo questa somma all'1 per cento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). La proposta di questo emendamento fa capire che intanto non c'è unità di vedute tra la Giunta e la maggioranza che lo propone, forse sono stati fatti errori di valutazione. Sicuramente c'è molta confusione. Allora sono ancora più convinta di quello che vi ho detto in apertura, cioè che forse quel cronoprogramma ha avuto proprio un'imposizione scorretta, anche da un punto di vista scolastico. È stato fatto un errore di valutazione perché si sono destinate prima le somme e poi si è parlato di ciò che realmente occorre per portare avanti questo disegno di legge, soprattutto, per portare avanti quelle opere, di cui spero si possa vedere veramente la luce (quando discuteremo del comma successivo vi dirò la mia anche da quel punto di vista). E' ovvio che la riduzione di parte delle progettazioni riscontra il nostro interesse, certo è che così emerge come realmente siano nate le vostre valutazioni in ordine a questo progetto di edilizia scolastica, che non credo proprio possa diventare il vostro fiore all'occhiello.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, ho evitato di intervenire più volte sull'argomento. L'emendamento presentato, che prevede la riduzione degli interventi al comma 2 ("Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, una quota fino al 20 per cento…"), sino al 10 per cento, è ovviamente concordato con la Giunta regionale, con il Presidente della Regione e con l'Assessore competente.

Stiamo parlando di 30 milioni e si sta dicendo, dopo aver fatto delle valutazioni, che, per quanto riguarda il comma 2 dell'articolo 1 ("Al fine di favorire la più celere cantierabilità dei lavori, una quota fino al 20 per cento…", perché bisogna leggerli i commi!), la percentuale potrebbe essere anche l'1 per cento, se dovesse essere indispensabile utilizzare l'1 per cento. In questo emendamento si sostituisce fino al 10 per cento; l'articolo poi continua "… delle risorse inserite nel programma di interventi può essere destinata al finanziamento degli oneri di progettazione anche di nuovi interventi, da finanziarsi in successivi programmi". Significa che, se finiscono gli interventi che devono essere eseguiti e avanzano risorse, è necessario immediatamente mettere in cantiere altri progetti; questa norma è in quella direzione, proprio per essere rapidi nel cantierare le opere che devono essere messe in piedi.

Evito adesso di intervenire sulle cose che ho sentito perché, capisco che il gioco dell'opposizione deve essere quello, però va ricordato, a onor del vero, che l'opposizione è stata maggioranza di questo governo della Regione fino a tre mesi fa e le cose che anche stasera ho sentito, in particolare da alcuni che hanno svolto il ruolo di Assessori nell'Esecutivo regionale fino a tre mesi fa, lamentano di una crisi feroce che attanaglia la Sardegna. Concordo con queste cose e concordano anche i sardi che evidentemente hanno deciso di cambiare registro non affidandovi più il governo della Regione affidandolo ad altri. Noi ci stiamo provando, ci mettiamo del nostro, convinti di non avere la verità in tasca, ma soltanto di essere promotori di iniziative, di idee e di proposte di legge che, come in questo caso, rispecchiano i programmi elettorali. Non stiamo facendo nulla di diverso, nessuna sorpresa, soltanto un intervento in linea con quello che abbiamo detto durante la campagna elettorale, che è frutto delle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione.

In questo caso, fino a 6 milioni di euro, lo abbiamo ritenuto eccessivo, lo avevate detto voi? Abbiamo accolto anche un suggerimento di questo tipo (va bene, perché no?) e abbiamo ritenuto opportuno, in sintonia con la Giunta, ridurlo al 10 per cento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Intervengo brevemente perché molti argomenti sono stati già trattati nell'intervento del collega Cocco. Dico che il comma 2 è uno di quei commi che guardano avanti e consentono a molte amministrazioni comunali, almeno a quelle che programmano i propri interventi, di avere le risorse per poter fare quella progettazione di medio-lungo termine che esce dal problema di decidere immediatamente solo ed esclusivamente quando vengono presentati i bandi. Quindi presentare dei progetti che magari mettano assieme anche diverse amministrazioni comunali e che intervengano su strutture di più comuni, anche per evitare quello spiacevole gioco, che abbiamo visto nei precedenti cinque anni, dove ai bandi, che avevano sempre tempi molto ma molto brevi per quanto riguarda le risposte, guarda caso rispondevano sempre tempestivamente i soliti comuni.

In questo caso diamo lo strumento a tutti i comuni della Sardegna, a tutti gli enti locali, di dotarsi di progettazioni che possano utilizzare, perché realizzano dei progetti esecutivi, i prossimi interventi che la Giunta regionale predisporrà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Questo emendamento dimostra chiaramente quello che abbiamo detto noi dall'inizio, cioè che la Giunta non ha fatto ovviamente uno studio perfetto delle esigenze in campo. Oggi, con questo emendamento, con una riduzione dal 20 per cento al 10 per cento per i nuovi interventi, non si capisce bene se la Giunta sappia esattamente quali sono i risultati che intende raggiungere, ma soprattutto non si capisce se questo modo di legiferare è scritto nei protocolli di Harvard, oppure se è semplicemente il frutto di un errato calcolo del numero dei progetti o del numero di ingegneri.

Ovviamente non siamo assolutamente d'accordo con questo modo di legiferare; secondo noi, non doveva essere assolutamente prevista alcuna percentuale per le nuove progettazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC). Io giustifico il mio voto di astensione per quanto riguarda l'emendamento numero 1, perché l'ho interpretato, in modo puntuale, come strumentale; però devo dire all'assessore Paci che ha un po' le idee confuse, perché se lei parla sulla sanità e cita dei dati che non stanno né in cielo né in terra, io mi permetto di correggerli.

È chiaro (spero che lei lo sappia) che la sanità in Sardegna è a carico della Regione, perché abbiamo fatto una scelta di campo, e che la cifra di 2 miliardi e 800 (ipotizzati come se noi fossimo dentro il sistema nazionale) è una cifra che non copre nessuna regione d'Italia, tant'è che nelle altre regioni sono stati previsti i ticket, e quindi non saremo certamente in grado, perché sono basati sul pro capite; siamo fortemente penalizzati, annualmente c'è un recupero alla fine, per esempio, l'anno scorso c'è stato un emendamento di 115 milioni, nel 2005, con la gestione di centrosinistra il deficit era di 350 milioni, l'anno successivo di 270 e via dicendo. Pertanto credo che non sia assolutamente ipotizzabile che noi togliamo soldi dalla sanità, era certamente strumentale, ma si potevano trovare altri argomenti per risolvere il problema.

Riguardo questo emendamento, però, sempre per amore della verità, ce lo diciamo tutti, soprattutto coloro i quali erano nella Commissione programmazione, è stato chiesto all'Assessore competente perché 6 milioni, cioè il 20 per cento su 30 milioni? Probabilmente è eccessivo. A più riprese, nonostante gli interventi anche di chi oggi ha presentato l'emendamento, è stato detto: "Guardate, abbiamo fatto una programmazione seria e sono necessari 6 milioni". Sarebbe bastato che, attraverso una valutazione più attenta, ci fosse stato detto che in effetti c'erano le condizioni perché ci potesse essere una riduzione, valutata la situazione, e il problema non ci sarebbe stato.

Oggi alcuni amici del centrosinistra hanno avanzato questa richiesta, è una richiesta certamente seria, però evidentemente le idee confuse ci sono, perché è stato chiesto da tutti, da Cocco e dagli altri, in Commissione, di ridurre i 6 milioni, se erano necessari 6 milioni, non lei, sto parlando dell'Assessore competente, di quando è venuto in Commissione e ha illustrato questo provvedimento. Quindi un po' di confusione c'è e regna sia a destra che a sinistra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, intervengo innanzitutto per rassicurare i colleghi che hanno, da più parti, invocato o accusato la Giunta e la maggioranza di non avere le idee chiare, di fare confusione. Voglio rassicurarli perché credo che questo primo intervento sull'edilizia scolastica sia invece la dimostrazione del fatto che la Giunta e la maggioranza hanno le idee chiare, lo dico perché? Perché, all'indomani del crollo di una parte del soffitto del "Dettori", le organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil e la Cisl, denunciavano che circa la metà degli edifici scolastici della Sardegna non avesse certificati di agibilità e non fosse in sicurezza. Nel 2012, le province consegnarono simbolicamente le chiavi di circa 244 edifici al Prefetto, denunciando la situazione di grave difficoltà nella quale versavano e versano attualmente le strutture scolastiche.

Ora, su queste, credo che dovremmo uscire da qui stasera ponendoci una domanda sulla loro sicurezza, andando a chiedere prima di tutto ai genitori che mandano i loro figli a scuola, che poi vanno a lavorare, pensando di essere tranquilli, pensando di aver affidato i loro figli a una struttura sicura, per poi magari scoprire che quella struttura non ha l'agibilità, ha i soffitti che crollano, ha l'impianto elettrico che non è a norma, chiedetelo poi agli insegnanti che vanno a lavorare ben sapendo di andare in un posto che non è sicuro, e chiedetelo infine anche ai sindaci, chiediamolo ai sindaci, che non dormono la notte pensando alla responsabilità che grava sulle loro spalle e che li porterebbe, d'istinto e con una buona dose di senso di responsabilità, a dire: "Questa scuola va chiusa perché non ha i requisiti di sicurezza!".

Ora, semplicemente rispondendo a questa domanda, credo che valga la pena di smetterla di fare polemiche, di votare questo disegno di legge e di dare la possibilità anche alle imprese di ricominciare ad aprire quei cantieri, piccoli e grandi che siano, partendo innanzitutto dai requisiti di sicurezza, cosa che servirà a ridare anche un po' di fiato alla Sardegna.

PRESIDENTE. Ricordo a tutti che siamo in dichiarazione di voto sull'emendamento numero 3, quindi alla fine degli interventi dichiarate anche il voto, altrimenti non ci capiamo.

Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Silices si levas scorpiones invenies. Mi è venuto in testa un vecchio adagio, effettivamente, se tu togli qualche pietra, camminando in campagna, almeno sa sazzaluga acciapasa. Allora, il problema è che c'è, quanto meno, se vogliamo continuare in latino, una contradictio in terminis, ma se io debbo fare un'azione energica, importante, ficcante, che dia risultati nell'immediato e mi garantisca che c'è questa impronta di forte presenza istituzionale, permettete che io non debba lasciare da una parte danari per progettazioni che sono a divenire? O mi dovete insegnare quali sono i tempi di progettazione e quindi di approvazione e realizzazione delle opere? O è una cosa, o è l'altra, ma non prendiamoci in giro! Questo è stato detto nella terza Commissione, se è vero che c'era la necessità e l'urgenza. Capisco l'ex sindaco di Guspini, con tutte le preoccupazioni che può avere, è giusto, ma il problema è un pochino diverso in questo caso. Non bisogna approvare cose che non si sa neanche dove poi portano, perché mi immagino che, essendo una cosa proprio veloce, ci siano i progetti, e siccome a me risulta che ci siano tantissime progettazioni, predisposte dai comuni per richiedere, c'è la necessità di fare indagini, analisi, per vedere qual è il meglio dell'operatività, e il meglio che si può ottenere dalla programmazione, anche se veloce.

Debbo aggiungere che ci sono scuole in Sardegna che non hanno neanche l'abitabilità, neanche l'abitabilità! Sappiamo quali sono? Abbiamo fatto la cernita effettiva degli interventi da poter realizzare? Abbiamo una programmazione complessiva? Vi è stato chiesto questo, prima di iniziare qualunque attività! Sapere lo stato dell'arte della scuola in Sardegna, non della scuola in sé, delle strutture scolastiche in Sardegna, quali sono da utilizzare e quali da sostenere, quali da ripulire e quali da soddisfare in tutte le esigenze di abitabilità. Questo è! Altro che 6 milioni di finanziamenti per progettazioni!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC). Presidente, intervengo perché l'Assessore ci ha detto che, su 330 comuni, hanno fatto richiesta 220, però non ci ha detto quanti comuni hanno presentato progetti cantierabili; mi sarebbe piaciuto saperlo, perché magari non avremmo avuto bisogno di mettere questi fondi per nuove progettazioni. Inviterei la maggioranza e la Giunta a mettere questi soldi per il Fondo unico dei Comuni, così magari sarebbero i Comuni a decidere come destinarli, se hanno bisogno o meno di progettazione per le scuole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, solo una battuta. Sappiamo tutti, lo dico ai colleghi del centrodestra, che la perfezione spesso è contraria al bene. Qui si è semplicemente ecceduto nella percentuale del 20 per cento e la stiamo riportando al 10. Finito!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Faccio subito la dichiarazione di voto. Mi asterrò per quanto riguarda questo emendamento, però vorrei portare da sindaco la mia testimonianza. Come diceva qualche consigliere, è vero, non si dorme quando si pensa alla situazione delle nostre scuole, se magari manca l'agibilità, ma non si dorme neanche pensando a tutti quei padri di famiglia che non hanno lavoro, a quei figli che quando tornano a casa hanno difficoltà sia per quanto riguarda l'istruzione, sia per mangiare. Sono molti i problemi che a noi sindaci non fanno dormire.

Io voglio essere testimone, invece, di quello che è successo con le opere immediatamente cantierabili. Faccio l'esempio di Golfo Aranci, dove siamo riusciti a realizzare un'opera importante grazie a questi bandi. Abbiamo realizzato un lungomare che ha dato l'opportunità di eseguire al suo interno, sei pontili, tutti e sei costruiti da cooperative di Golfo Aranci, ogni cooperativa ha assunto almeno due ragazzi di Golfo Aranci. All'interno del lungomare sono nate tre attività per un totale (tra pontili e altro) di 40 posti di lavoro diretti dall'opera, considerando in più tutto l'indotto, perché sul lungomare di Golfo Aranci potranno essere ormeggiate circa 400 barche. Quindi 400 posti barca, 40 posti di lavoro diretto e tutto l'indotto che vi lascio immaginare derivante dai 400 posti barca.

Quindi è sicuramente sbagliato ridurre la discussione tra il dover scegliere a tutti i costi tra la sicurezza della scuola o l'occupazione. Si possono fare entrambi, si dovevano fare entrambi, probabilmente bisognava utilizzare dei fondi diversi, come ha detto chi mi ha preceduto e in particolare l'onorevole, nonché professore, Giorgio Oppi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alessandro Collu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COLLU ALESSANDRO (PD). Presidente, a nessuno di noi sfugge l'importanza di quel bando delle opere cantierabili, anche il mio comune ne ha usufruito, e nessuno dice niente in proposito. Peraltro il bando escludeva le scuole e qui stiamo parlando di scuole. Qui si è parlato di agibilità, l'onorevole Dedoni in un precedente intervento ha parlato di attrattività delle scuole, ora siamo arrivati all'agibilità, sono due cose diverse. L'agibilità è il minimo indispensabile per essere sicuri. Glielo dico io: la metà degli istituti sardi non ha l'agibilità, per non parlare del CPI, superano la metà quelli che non ce l'hanno. Molte volte i sindaci si accontentano di non avere un rischio effettivo, al di là dell'agibilità e del CPI. Ho sentito parlare molto dell'istituto Dettori, ma io non credo che sia il caso di arrivare a questi estremi perché una scuola non è a posto anche quando non può funzionare la palestra, quando non ha spazi comuni, anche questa è attrattività degli istituti, e noi abbiamo quasi tutte le scuole, buona parte delle scuole, che non hanno spazi comuni utilizzabili, che non hanno una palestra: questa è l'attrattività.

Mi sarei aspettato più che altro, in questo Consiglio, una lamentela per il fatto che i soldi messi a disposizione della scuola sono pochi, perché le esigenze sono davvero tante, prima sono stati citati i numeri. Credo che sia una cosa importante per tutti E tutti l'hanno riconosciuto. Nella stragrande maggioranza degli interventi, tutti hanno detto che prioritaria è la scuola, salvo poi nel seguito dell'intervento dire che ci sono cose più importanti! Noi riteniamo che questa sia una cosa molto importante.

Non vedo poi questa distinzione netta che si fa tra campagna elettorale e governo. Guardate che il programma elettorale nei comuni è programma di governo, diventa obbligatoriamente programma di governo; quindi perché dire che si sta facendo una cosa che è da campagna elettorale? La campagna elettorale è esattamente il programma che una persona sensata dovrebbe poi portare come programma di governo. Sono favorevole all'emendamento.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 3. Ricordo il parere favorevole del relatore e della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Anedda ha votato a favore e il consigliere Fenu si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Rubiu - Tocco.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Truzzu - Tunis.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 37

astenuti 20

maggioranza 19

favorevoli 35

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 4.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Intervengo molto brevemente, Presidente. Noi abbiamo un Regolamento che disciplina termini e anche modalità di acquisizione dei pareri presso le competenti Commissioni. Invale una pratica consiliare, che io ho sempre criticato e che critico anche questa volta, di derogare a norme, che sono chiare e che debbono valere per tutte le circostanze, rispetto alle quali non capisco perché si debba qui prevedere, se non addirittura diventando pleonastico, qualcosa che è già previsto nel Regolamento, come scrivere "decorsi i quali se ne prescinde"; intanto è chiaro che i pareri devono essere espressi entro i termini previsti nel Regolamento, se io non sto ricordando male, salvo che non sia una mia dimenticanza sul punto.

Voglio aggiungere anche un altro aspetto e cioè che già di per sé i sette giorni sono abbastanza contenuti come termini, dovendo la Commissione di merito eventualmente anche approfondire aspetti. È vero che l'istruttoria sospende i termini, ma voi capite bene che imporre al Consiglio regionale, alla Commissione competente, che si prescinde in ogni caso dal parere, è un qualcosa che non mi pare sia consono alla funzione che la Commissione svolge in sede istruttoria. Ragione per la quale l'invito è a riconsiderare e semmai ad armonizzare con quanto è previsto dallo stesso Regolamento.

PRESIDENTE. Se posso, vorrei esprimere un'interpretazione rispetto all'emendamento. Si tratta di un parere obbligatorio della Commissione che deve essere espresso entro i termini che decide la legge, in questo caso sette giorni, ma normalmente sono di più; in assenza di questo parere, l'atto rimane in sospeso perché il parere è obbligatorio. In questo caso si specifica semplicemente che, decorsi tali termini, si prescinde dal parere della Commissione. Quindi è assolutamente legittimo, anzi ritengo che sia un chiarimento che deve essere proprio fatto in questo caso.

(Interruzioni)

No, è esattamente il contrario, nel testo viene proposto che la Commissione dia il parere entro i sette giorni richiesti dopo i quali, se la Commissione non ha dato il parere, si possa comunque procedere, per evitare che un atto rimanga in sospeso.

Questo è il senso della Giunta, mi limito alla parte che mi riguarda, questo emendamento è stato ammesso perchè è di chiarimento aggiuntivo rispetto al testo originale, non c'è nessuna modifica e quindi nessun contrasto con il Regolamento. Volevo dire questo.

(Interruzioni)

Non si tratta di un parere interno, non viola nessun Regolamento.

Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 2.

All'articolo 2 è stato presentato un emendamento.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2 e del relativo emendamento:

Art. 2

Unico centro di responsabilità amministrativa

1. Al fine di semplificare il procedimento amministrativo e nel contempo accelerare la realizzazione di programmi di spesa, anche quando questi prevedano un utilizzo di risorse provenienti da più fonti di finanziamento in capo a diversi assessorati, con deliberazione della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione, di concerto con l'Assessore competente in materia di bilancio e programmazione, è individuato un unico centro di responsabilità amministrativa. L'Assessore competente in materia di bilancio è autorizzato ad apportare le conseguenti variazioni di bilancio.

Emendamento aggiuntivo Pietro Cocco

Articolo 2

Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente:

"Art. 2 bis

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).". (2).)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 2.

(Interruzioni)

Chiedo scusa, onorevole Pittalis, ho detto che non ho iscritti a parlare e ho messo in votazione, non è che dobbiamo stare a cavillare su queste cose. Vi invito a iscrivervi nel momento in cui bisogna iscriversi senza attendere altri tempi, non si capisce perché dobbiamo aspettare per iscriversi a parlare.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, chiediamo venia e interveniamo per dichiarazione di voto. Sul contenuto dell'articolo 2, ho veramente fortissime perplessità se non altro perché ho a che fare con la Regione Sarda da qualche anno e sinceramente credo che riuscire a mettere insieme già due Assessorati a volte sia una cosa un po' ardua. Tuttavia vedo anche che qui si intendono coinvolgere varie figure professionali che corrispondono ovviamente a una ripartizione, due di nomina dell'Assessorato della pubblica istruzione (tra l'altro prendiamo atto che qui si stanno trasferendo le competenze e quindi viene esautorata la pubblica istruzione comunque intendendo coinvolgere i lavori pubblici), due della programmazione e due degli enti locali, di cui uno degli enti locali e l'altro dell'urbanistica. Per carità, spero che a questi buoni propositi corrisponda poi un metodo di lavoro che possa tradursi in fatti concreti. Però mi viene anche da dire che sostanzialmente crediamo che l'unico centro di responsabilità abbia senso nel momento in cui si fa un lavoro al contrario, cioè mi voglio riferire sempre alla quantità di progetti che sono arrivati. Mi chiedo se sia il caso di ripartire anche qui da capo.

Vorrei invitare il mio amico onorevole Manca Gavino a leggere attentamente il decreto dell'Assessore della pubblica istruzione numero 1 del 2014, nel quale sono evidenziati per bene tutti i progetti che dovevano essere finanziati con i 35 milioni di euro; sono stati presentati dai comuni per i quali non esiste (e non c'è bisogno) alcuna cabina di regia, non è necessaria una proliferazione di professionalità che possono andare a riesaminare questi progetti.

Crediamo, così chiarisco anche il problema delle opere cantierabili con i progetti riguardanti l'edilizia scolastica, che siano due cose distinte, quei progetti esistono già e il decreto è già stato approvato! Vi invito veramente a rileggerlo. Comunque vi faccio i migliori auguri su questa nuova struttura, assessore Paci.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Manifesto anch'io tutte le perplessità dell'onorevole Zedda. Sono sicuro, avremo dei grandiosi risultati e sarà velocissimo! Presidente, noi la rispettiamo come super partes e tale è, ci vogliamo conformare a una prassi che onora i rapporti istituzionali, ma la invito a considerare che la fretta gioca brutti scherzi. Vorrei ricordarle che tutti i partiti che siedono da quella parte hanno preso meno voti di tutti i partiti che sono da questa parte, pur essendo inversamente la condizione di maggioranza e opposizione. Quindi, quando qualcuno parla, si ricordi che la Sardegna non è così netta come si vorrebbe ipotizzare.

Vorrei pertanto che le decisioni che si prendono, che interessano il popolo sardo, poco importa a volte il colore partitico che ciascuno ha, si prendano con coscienza e seguendo i criteri di opportunità che forse danno maggiori risultati di quelli che vedono l'arroganza, a volte più o meno manifesta, insieme a un dato di poca umiltà nel non voler ascoltare quello che qualcuno chiamava "oi barbaroi".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Intervengo molto brevemente. Per quanto ci riguarda voteremo contro questo articolo perché, altro che semplificazione, questo è - a mio avviso - l'articolo delle complicazioni, perché mettere in capo a diversi Assessorati, cioè mettere in capo a diverse direzioni politiche e non soltanto amministrative, significa davvero complicarsi la vita. Non ne capiamo la ragione. Soprattutto sul piano politico, noi registriamo che viene esautorato l'Assessore della pubblica istruzione che da sempre ha gestito la materia. Ne prendiamo atto, è uno dei problemi interni alla maggioranza, ma non è questo l'aspetto che mi preme sottolineare, mi preme evidenziare invece l'altro più importante cioè che questo sistema, il concerto tra Assessori, determinerà ancora più lungaggini e ancora più problemi di quanto già ne palesino le stesse strutture amministrative preposte al compito per cui si sta intervenendo. Quindi il nostro voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, nel dichiarare il voto contrario non posso che confermare le riflessioni fatte dal mio Presidente di Gruppo. Siamo in presenza, in relazione all'articolo 2, di un evidente esempio di bizantinismo amministrativo. In questi ultimi anni si è cercato di andare nella direzione di una semplificazione amministrativa, voi invece oggi inventate un appesantimento burocratico che non si sa per quale ragione, quale motivazione, è dovuto. C'è un evidente sfratto dell'Assessore della pubblica istruzione da queste procedure che sono finalizzate a realizzare opere pubbliche legate al mondo della scuola. Quindi non capiamo il motivo di questo bizantinismo e per questo motivo voteremo contro.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Tatti ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cherchi Oscar.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 55

astenuti 2

maggioranza 28

favorevoli 33

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla votazione finale del disegno di legge numero 9/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Faccio una dichiarazione di voto per senso di responsabilità, perché il dibattito ha reso evidente che noi siamo sensibili al problema, non perché fosse scritto nel vostro programma di governo (poi l'onorevole Floris ci ha ricordato che non vi è neppure traccia), ma perché il Governo precedente si è già cimentato. È senso di responsabilità intervenire logicamente e far proprio quel senso di ansia che c'è stato ricordato. Riconosco anche, per il modo con cui la collega del PD lo ha rappresentato, il problema dell'ansia dei genitori, dei professori, degli alunni, quindi è un problema sul quale, vi assicuro, non abbiamo bisogno di essere sensibilizzati da nessuno.

Ciò nondimeno rimane ferma la nostra critica sulla copertura finanziaria perché se la maggioranza (l'assessore Paci in particolare) avesse collaborato per trovare un'adeguata copertura finanziaria, noi non avremmo avuto problemi oggi a votare favorevolmente questo provvedimento.

È con questa riserva che purtroppo noi esprimiamo il voto di astensione e mi auguro, assessore Paci, che arrivino davvero quelle risorse, perché si possa convenire anche su provvedimenti di questa natura e che, anche se è passato qualche mese, che non passino altri mesi e neanche l'anno. Con questo auspicio speriamo che siano più fruttuose le sue missioni a Roma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, l'intervento dell'onorevole Pittalis dimostra che comunque questa maggioranza e questa Giunta non sono affette da sindrome di furia iconoclasta e non volevano buttare né l'acqua sporca né il bambino.

Il Gruppo SEL dichiara il voto favorevole convintamente, sosteniamo l'azione della Giunta, la quale ha voluto orientarla al contrasto della dispersione scolastica, al miglioramento del livello di apprendimento degli studenti, volendo aumentare significativamente il numero degli studenti che possono e che devono raggiungere la laurea. Il piano straordinario di interventi di edilizia scolastica, oltre che indifferibile, va nella giusta direzione di voler dotare la Sardegna di strutture accoglienti e sicure, degne di rispondere a esigenze didattiche di ottimo livello. Le esigenze straordinarie di riqualificazione degli istituti scolastici, tra l'altro, danno una seria risposta alla grave crisi del comparto delle costruzioni. Votiamo a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Confermo che ci asteniamo come Riformatori, con il rammarico di non aver, forse perché siamo anche umili, cercato di convincervi nel modo migliore per fare una legge che fosse più utile e più pronta verso le esigenze che tutti comprendiamo e che sono manifestamente presenti nella società.

Vi lasciamo tutta la responsabilità nella gestione, per tutto quello che abbiamo detto prima, forse in ritardo coglierete gli aspetti che vi sono stati sollecitati a modifica per migliorare la legge e non per posizione presa. Noi ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, intervengo solo per dire che abbiamo il Presidente della Regione che è il padre anche della programmazione negoziata, che a suo tempo ha fatto lavorare consigli comunali, sindaci, giunte, per fare uno sforzo di progettazione, uno sforzo di fantasia e anche di concretezza, se vogliamo, per cercare di capire qual era lo sviluppo possibile. Quindi, in effetti, eravamo abituati a questo tipo di impostazione del Presidente, dell'allora assessore Pigliaru. Comunque ho visto che stupiscono un po' i numeri che ha dato l'assessore Paci, ma devo dire che, se si apre una casella di posta nella quale i comuni possono manifestare le loro esigenze, i comuni qualcosa la chiedono sempre, perché abbiamo sempre bisogno di tutto, a partire dalle scuole, eccetera.

Chiedere se siamo d'accordo sull'edilizia scolastica è come chiedere se siamo d'accordo sulla pace nel mondo. Siamo tutti per la pace nel mondo e siamo tutti perché l'edilizia scolastica funzioni, ma siamo tutti anche perché le nostre imprese trovino un attimino di respiro. Credo che il problema vero riguardi i capitoli dai quali siete andati a reperire i fondi; ho letto il decreto numero 1, in effetti ci sono dei progetti che erano stati presentati dai comuni che verranno definanziati, quindi non è che non vanno a colpire imprese, non è che quei progetti non avrebbero dato lavoro alle imprese, agli elettricisti, ai piastrellisti, ai muratori, agli imbianchini e quant'altro, questi fondi erano già su quella strada.

Per cui ci asteniamo. Comunque siamo d'accordo sull'edilizia scolastica. L'astensione vuol significare che si vada a guardare di più anche le cose che possano andare tutte in quella direzione; come ha detto lei, nel 2014, di questi fondi non se ne spenderà neanche un euro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Desini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Presidente, ovviamente esprimiamo il voto favorevole per questa legge. Vorrei chiarire e ricordare ai colleghi della minoranza che siete stati voi a parlare di cambiali elettorali; come diceva l'assessore Paci, se vogliamo utilizzare questo termine, noi lo utilizziamo per dire che, con grande piacere, paghiamo questa cambiale agli elettori, soprattutto perché adesso dimostriamo che stiamo mettendo in pratica tutto quello che abbiamo detto su tutto il territorio regionale.

L'assessore Paci ha citato dei numeri allarmanti, abbiamo il 36,2 per cento della dispersione scolastica, abbiamo la peggiore situazione di edilizia scolastica e voi ci criticate sul fatto che stiamo intervenendo e che siamo monotematici! Non penso che lo siamo, anche perché, se noi stiamo mettendo, al primo punto o, meglio, tra i punti cardini del nostro programma e nell'attuazione della nostra azione di governo, la pubblica istruzione e l'istruzione in generale, bene io sono ben felice di far parte di questa maggioranza e di sostenerla in questo tipo di interventi. Inoltre, non capisco perché poniate il problema di sottrazioni di fondi di sviluppo del 2013, quando è stato dimostrato che ci stiamo riferendo al 2014. Il fatto stesso che siano pervenute delle istanze per 417 milioni di euro sta a dimostrare e a testimoniare che abbiamo visto giusto quando abbiamo indirizzato questo primo provvedimento in questa direzione.

Quindi, convintamente, sosteniamo questa azione. Oltretutto, il fatto che si abbia la duplice funzione di questo intervento sull'edilizia scolastica, sia per far fronte all'esigenza straordinaria di riqualificazione degli istituti scolastici, ma anche per far fronte alla crisi del comparto dell'edilizia, penso che sia un ottimo connubio.

Vado a concludere ricordando al simpatico collega onorevole Pittalis che sistematicamente alla Giunta, e in particolar modo all'assessore Paci, chiede conto di queste "camionate" di milioni che devono provenire da Roma, sul patto di stabilità; ebbene, poc'anzi ho ricevuto una telefonata dalla Capitaneria di porto la quale mi informa che, all'ingresso del porto di Cagliari, vi è un cargo pieno di denaro e di milioni di euro che vengono dal Governo nazionale. Però contestualmente l'autorità portuale…

PRESIDENTE. Onorevole Desini, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Rimarremmo col dubbio di questo cargo. Prima di tutto voglio dire che, a differenza dell'onorevole Daniele Cocco, considero molto giusto l'intervento del mio Capogruppo, onorevole Pittalis, perché è equilibrato e poi, all'onorevole Desini, volevo ricordare che assolutamente non vi stiamo criticando per il tipo di intervento che state facendo. Vorrei che fosse chiaro. Anche noi abbiamo a cuore l'edilizia scolastica come l'avete voi, noi vi stiamo criticando per aver tolto dei fondi allo sviluppo, che è un'altra cosa. Non vi stiamo criticando per l'obiettivo. Come abbiamo detto, e figli anche del nostro atteggiamento di astensione, infatti non voteremo contro, ma ci asterremo, perché siamo d'accordo sul fatto che questi due interventi sono positivi, sono due interventi che meritano l'attenzione di questo Consiglio, entrambi però. Lo merita l'edilizia scolastica, ma lo merita anche lo sviluppo.

Sono davvero convinto di quello che ho detto prima, sono un sindaco che porta un esempio positivo delle opere immediatamente cantierabili. Quindi dico che quella era una strada che voi dovevate portare avanti e state sbagliando a interromperla. State facendo bene a portare avanti l'edilizia scolastica, ma state sbagliando a interrompere l'altra strada, perché quella strada, nei comuni dove sono arrivati quei fondi, ha portato a risultati storici e, vi ripeto, il comune di Golfo Aranci ha avuto dei risultati importantissimi. Quindi, non critichiamo l'edilizia scolastica, ma critichiamo la scelta di aver tolto i fondi dallo sviluppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, il voto è certamente di astensione per le motivazioni che ha citato il nostro Capogruppo e poc'anzi anche l'onorevole Fasolino, però ricordo, non più di qualche giorno fa, visto che si è parlato di carichi di denari che dovrebbero arrivare nella nostra terra, la esternazione del presidente Renzi che disse che un miliardo era a disposizione per la Sardegna. Credetemi, ero molto contenta quel giorno perché ho pensato che veramente arrivasse il miliardo sul Patto di stabilità, invece si parlava di un miliardo tra l'altro non di proprietà del Governo nazionale ma dei Qatarini. Spero che i contenuti, ve lo auguro di cuore, di quello che avete dichiarato negli intenti con questo provvedimento di legge possa soddisfare tutto ciò che è venuto fuori dal dibattito di stasera e soprattutto che i nostri ragazzi possano avere magari meno contenuti di istruzione però delle belle scuole.

Voglio ricordarvi che ho chiuso con un proverbio la mia relazione e con un proverbio chiudo adesso: "Spesso e volentieri la gatta frettolosa fa i gattini ciechi".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FENU MODESTO (Sardegna). Presidente, rispetto all'avvio di questa legislatura, penso che questa maggioranza abbia perso un'occasione; mi sembrava nella fase iniziale che si volesse cogliere l'opportunità di una stagione nuova di far politica, che era quella di condividere con tutto il Consiglio le decisioni, le scelte, le opportunità, valutare le precedenti programmazioni al fine di non snaturare interventi già decisi e programmati. Invece purtroppo ci rendiamo conto, dalla discussione di oggi, che l'unica volontà di condivisione che questa maggioranza ha dimostrato in questa circostanza è quella che il nostro pensiero si uniformi al suo, rifiutando a priori qualsiasi suggerimento che avrebbe solo ed esclusivamente migliorato il vostro intervento e il vostro provvedimento di legge.

Allora, in virtù di questo, per senso di responsabilità, io e il mio Gruppo ci asterremo, ma contestualmente invitiamo questa maggioranza a riflettere su questo modo di procedere che porterà inevitabilmente a leggi e interventi semplicemente peggiorativi, rispetto a quello che potrebbero in realtà essere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, anche noi come Gruppo U.D.C. Sardegna ci asteniamo perché contestiamo soprattutto il metodo utilizzato dalla maggioranza. Chiaramente non contestiamo anzi siamo favorevoli al principio dell'assoluta attenzione che merita l'edilizia scolastica. Stasera siamo usciti spesso fuori tema parlando di altri argomenti, come quello della dispersione scolastica, mi auguro che a breve si affronti anche questo argomento per il quale potremmo sicuramente dare il nostro contributo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo Sardegna Vera e apprezzare l'astensione della minoranza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, confermo il nostro voto di astensione e anche il fatto che, nei confronti dell'edilizia scolastica, della formazione, della sicurezza dei nostri ragazzi e dei nostri bambini, abbiamo quanto meno la medesima sensibilità che alberga nelle file della maggioranza. Credo che su questo ci siano pochi dubbi.

Siamo molto preoccupati invece per l'impertinenza della copertura finanziaria, è una copertura finanziaria impertinente! Si fa confusione fra investimenti per lo sviluppo ed edilizia scolastica; è questo il problema che noi abbiamo denunciato e non altro. Rendetevi conto che, nel momento in cui si evita di fare investimenti per quelle opere pubbliche cantierabili che più volte sono state menzionate, quindi i PIP, mercati ittici, riqualificazione dei centri storici, viabilità comunale, si blocca la crescita di una comunità, si paralizza la crescita di una comunità, si creano problemi alle società di questi territori: è questo il problema che noi abbiamo denunciato!

Concludo dicendo che si parla in modo improprio di cambiale elettorale. Probabilmente più che una cambiale elettorale è un assegno scoperto; con questo assegno scoperto, voi state andando a incidere su situazioni che, nei territori, ormai venivano considerate come reali, effettive, che avrebbero quindi potuto creare sviluppo, crescita e occupazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Stiamo per approvare un provvedimento importante dal punto di vista degli interventi nei plessi scolastici per i quali c'è urgenza di intervenire. Lo facciamo naturalmente per le tante ragioni enunciate nel disegno di legge, nel testo e nella relazione del disegno di legge, e per le tante opinioni che sono state espresse in questa Aula, comprese quelle dei colleghi del centrodestra, dei quali va anche, come dire, apprezzato lo sforzo per dare un voto di astensione su questo provvedimento.

Va affermato e considerato come una presa d'atto il fatto che la collega Zedda abbia inaugurato la stagione dei proverbi, li mette in relazione, conclude gli interventi con i proverbi, ne faremo tesoro naturalmente durante i successivi dibattiti anche per altri provvedimenti normativi. Tuttavia adesso non è il momento, perché siamo in fase conclusiva di voto complessivo e per alcune questioni che sono state sollevate credo che ci sia un po' di confusione.

Non credo (e non è così) che sia questa la cosa che voi leggete, non c'è alcun tentativo di bloccare le operazioni sugli investimenti immediatamente canteriabili, è un provvedimento per il quale 30 dei 40 milioni vanno nella direzione dei plessi scolastici per l'edilizia scolastica, però tutto il resto va avanti. Quello che è stato già deliberato anche precedentemente, che è stato iscritto, che è negli atti, va avanti, nessuno lo ferma, sono opere per le quali i comuni con decreto hanno già preso il 90 per cento dei finanziamenti. Chi è che ha intenzione di fermare un'operazione di questo tipo? Ma nessuno! Si continuerà su questa strada naturalmente con le altre opere immediatamente cantierabili comprese queste che sono sviluppo perché danno lavoro.

Per cui si può dire quello che si vuole, ognuno può avere la sua opinione, nessuno la contesta. Credo che questo sia un momento importante di approvazione di una legge e non si può dire che ci si aspettavano certe cose quasi fossimo nella fase conclusiva della legislatura. Siamo all'inizio della legislatura, è un provvedimento normativo in linea con le cose dette, che parte a inizio legislatura e, di questi, spero e auspico che ce ne saranno molti altri da qui in avanti. Il Partito Democratico vota a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pier Mario Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Intervengo per dire che anche il nostro è un voto favorevole come Gruppo Soberania e Indipendentzia, ma anche per dire qualche cosa nel merito di questa legge. Io sono orgoglioso di votare proprio questa legge perché, secondo me, qua dentro stiamo facendo politica e finalmente si definiscono due ruoli ben precisi, quello di una minoranza che ha predicato e quello di una maggioranza che, nel bene o nel male, sta rispettando un programma elettorale.

Si tratta, secondo me, effettivamente di una scommessa: partire da un punto. Il punto fondamentale che è stato messo in evidenza è l'edilizia scolastica. L'edilizia scolastica, mi rivolgo anche a Deriu, non è solamente il primo tassello, è il primo tassello di un discorso globale. La differenza sostanziale che ha premiato questa maggioranza è quella di credere nel futuro. Credere nel futuro significa scommettere sui giovani, scommettere sui giovani significa interrompere quella spirale che sta portando buona parte dei nostri giovani a non andare a scuola. Il tasso di dispersione è enorme. Significa rompere quella spirale che vede migliaia di giovani andare all'estero per mancanza di formazione. Dire che si parte dalla scuola, che cosa significa? Prima di tutto avere la struttura, quella struttura a norma che è quello che hanno predicato per anni tutti i nostri sindaci. Sicuramente bisogna fare delle scelte, lo dico, ma questa è una scelta coraggiosa che ci contraddistingue a differenza vostra, quella di puntare sui giovani e sul futuro.

Ben poca logica ha, secondo me, vedere in questo discorso il fatto di distogliere anche forse delle risorse dal comparto produttivo. Sicuramente non è questa la linea, quello che bisogna fare casomai è puntare in questa direzione. Non posso che plaudere a queste scelte e andare ancora più forte in questa direzione. Quindi ribadisco il mio voto favorevole.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del disegno di legge numero 9/A.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 34

astenuti 24

maggioranza 18

favorevoli 34

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 02, viene ripresa alle ore 20 e 36.)

Dichiarazioni del Presidente della Regione ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento sulle servitù militari in Sardegna

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo la seduta.

Comunico che, a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione, è stato presentato un ordine del giorno unitario.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine del giorno Cocco Pietro - Pittalis - Anedda - Arbau - Cocco Daniele Secondo - Dedoni - Desini - Fenu - Rubiu - Solinas Christian - Usula sulle dichiarazioni del Presidentedella Regionein relazione alle servitù militari dopo l'audizione presso laIV Commissione Difesa della Camera dei deputati.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Regione, Pigliaru, in seguito all'audizione presso la IV Commissione Difesa della Camera dei deputati,

PREMESSO che:

- nei giorni 18 e 19 giugno 2014 si terrà a Roma la seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari; in tale sede il Presidente della Regione interverrà al fine di rappresentare una posizione unitaria e condivisa dal Consiglio regionale;

- a partire dagli anni '50 in Sardegna è stata realizzata la maggiore piattaforma addestrativa europea;

CONSIDERATO lo storico legame dei sardi con la gloriosa Brigata Sassari, che ha contribuito in maniera decisiva alle operazioni militari del Regno d'Italia prima e della Repubblica italiana poi;

PREMESSO che attualmente sulla Sardegna pesa oltre il 65 per cento del gravame militare nazionale;

RICORDATO che:

- in Sardegna oltre 30.000 ettari sono proprietà dello Stato e sono impegnati dal Demanio militare, 13.000 ettari sono gravati da servitù militari, oltre 80 km di costa non sono accessibili ad alcuna attività produttiva;

- in Sardegna sono dislocati 3 poligoni di tiro: Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra; i poligoni di Capo Teulada e Perdasdefogu sono i più vasti d'Europa: in essi si articola l'attività esercitativa, addestrativa e sperimentale più intensa di tutta Italia;

PRESO ATTO che la necessità di un riequilibrio della presenza militare nell'Isola è ormai stata riconosciuta in tutte le sedi a partire dal 1981 a conclusione della prima Conferenza nazionale sulle servitù militari e, da ultimo, anche dal Governo centrale nella passata legislatura con l'approvazione della mozione 8 marzo 2012, n. 1-00582;

CONSIDERATO:

- che gli insediamenti militari furono realizzati in un contesto storico e politico risalente agli anni '50; i nuovi equilibri internazionali intervenuti fino ai giorni nostri hanno profondamente modificato i presupposti di tali insediamenti;

- inoltre, che l'innovazione tecnologica ha profondamente modificato anche le modalità addestrative, per le quali non sono più necessarie così ampie aree di territorio;

- il preminente interesse alla tutela della salute e dell'ambiente, il diritto delle popolazioni e dei lavoratori dei poligoni ad essere informati circa gli impatti delle attività addestrative,

- che il documento conclusivo della commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito (Senato, XVI legislatura) votato all'unanimità, proponeva per la Sardegna la chiusura dei poligoni di Capo Frasca e Capo Teulada e la riqualificazione, riperimetrazione e riconversione del poligono di Quirra,

impegna la Giunta regionale

1) a porre, come primo obiettivo, nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti;

2) a proseguire, a partire dai lavori della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, le interlocuzioni con il Governo ai fini della successiva stipula di un'intesa con il Governo, i cui contenuti saranno preliminarmente illustrati al Consiglio regionale; l'intesa sarà finalizzata a sancire l'impegno del Governo verso:

a) un riequilibrio in termini di compensazione economica rispetto ai danni ambientali, sanitari ed economici subiti nel corso degli anni a causa del gravame militare nell'Isola;

b) la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la dismissione dei poligoni;

c) l'avvio di una valutazione indipendente, secondo standard internazionali, degli eventuali costi da mancati sviluppi alternativi dei territori;

d) l'avvio di una valutazione indipendente, secondo standard internazionali, sui danni sanitari e di salute pubblica legati alla presenza dei poligoni militari;

e) l'istituzione presso ciascun poligono militare di osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale;

f) l'avvio di un tavolo tecnico finalizzato alla ridefinizione del sistema dei contributi ai comuni maggiormente oberati da servitù militari;

g) la destinazione, nell'ambito dei processi di riconversione delle attività svolte nei poligoni, di una quota degli investimenti statali in ricerca e innovazione, proporzionale al gravame militare, purché sia ad uso esclusivo civile nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e non sia impattante per l'ambiente;

h) la sospensione delle esercitazioni militari nel periodo estivo a partire dal 1° giugno sino al 30 settembre;

3) a chiedere risorse adeguate per le bonifiche ambientali delle aree in cui sono presenti servitù militari in via di dismissione e a consentire l'avvio ed il supporto di attività socio-economiche tese a garantire il progressivo superamento della dipendenza sociale ed economica delle popolazioni dalle servitù militari;

4) a chiedere al Governo la ridefinizione, incrementandola, della misura dei contributi erogati ai comuni oberati, anche attraverso specifici strumenti di fiscalità di vantaggio stabilendo, altresì, che gli stessi dovranno essere programmati ed erogati con cadenza annuale e non più quinquennale. (1).)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, non senza fatica, ma apprezzando lo sforzo che tutte le forze politiche presenti in quest'Aula hanno fatto per redigere un ordine del giorno che riuscisse a contenere anche profonde differenze di punti di vista, anche di natura ideologica, che sono presenti nella traccia di questo ordine del giorno, voterò a favore di questo. Lo faccio anche riponendo una personale fiducia nel lavoro che lei saprà fare, signor Presidente della Giunta, a quel tavolo, nel mitigare il punto 1 della Risoluzione che è stato depurato fortunatamente dall'idea della totale dismissione dei poligoni e di conseguenza dei presidi militari qui in Sardegna, ma che contiene comunque una visionaria posizione che tende, in un futuro non definito, a una sostituzione di questi importanti insediamenti anche economici in questi territori, ma soprattutto strategici per la nostra nazione.

Le chiedo, lo faccio personalmente, facendo affidamento sulla sua serietà e sulla capacità in quella sede di far valere le nostre ragioni, di chiedere anche, con la giusta incisività e con la dovuta energia, quanto spetta alla Sardegna per il peso che paga per la presenza delle basi militari, e di cancellare quella che è stata un'ingiustizia ascrivibile a una visione miope dei conti, che ha portato negli scorsi anni alla cancellazione del centro di reclutamento che, in Sardegna, consentiva a migliaia di giovani sardi di non sostenere costi straordinari per andare a inseguire il sogno di una carriera nelle Forze Armate.

Lo faccio perché so che lei prenderà questo impegno, so che lei sosterrà questa tesi in quella sede e apprezzando lo sforzo di tutti quanti, non senza fatica ma con convinzione, voterò questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, anche io devo dire che, associandomi alle parole del collega Tunis, sono disponibile a votare oggi questo ordine del giorno, non senza fatica, perché apprezzo lo sforzo che ha voluto fare l'Aula, cercando di condividere le posizioni di tutte le forze politiche anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente, non più tardi di una settimana fa, dichiarazioni sicuramente condivisibili, equilibrate, di chi vuole affrontare il tema delle servitù militari nel suo complesso e di chi vuole capire quali sono stati i costi che il nostro territorio in questi anni ha sopportato in virtù della presenza delle basi militari e delle servitù, ma anche quelli che sono stati in qualche modo i benefici, perché dobbiamo ricordare che sono tanti i sardi che lavorano nelle Forze Armate, che quindi oggi hanno un lavoro in Sardegna e spendono i loro stipendi sul nostro territorio, e sono tanti anche i sardi che stanno fuori dalla Sardegna e avrebbero piacere di ritornare nella nostra Isola, i sardi militari, per poter fare questo tipo di lavoro sicuramente nobile per il quale tutti noi abbiamo rispetto.

Mi associo alle parole del collega Tunis, ricordando che una delle ingiustizie che probabilmente dobbiamo colmare è quella dovuta alla chiusura del centro di reclutamento, avvenuta un paio di anni fa, che costringe quei tanti giovani sardi, che vedono nella carriera militare non solo il sogno, il coronamento di un desiderio, ma anche una reale e concreta opportunità di lavoro, a numerosi viaggi. Parliamo, per chiunque voglia intraprendere la carriera militare, di prove d'esame, sino a quattro, da sostenersi in diversi periodi dell'anno nel resto del continente, a Foligno oppure nel Lazio, quindi probabilmente renderemmo un servizio ai nostri giovani e alla nostra comunità se riuscissimo a colmare questo gap.

Nella logica delle valutazioni, Presidente, chiederei anche che si faccia un intervento rapido da parte della politica per cercare di arrivare a una condivisione definita della situazione che c'è oggi nel Poligono di Quirra. Non possiamo continuare a vivere con dati e dichiarazioni altalenanti, per cui un giorno sembra che ci sia un disastro ambientale tale che non consenta alle popolazioni del territorio di poter magari far pascolare il bestiame, di poter mangiare la carne e il giorno dopo invece sembra che sia tutto possibile e lecito. Questo fa sì che il territorio abbia un danno economico, non solo il territorio ogliastrino ma anche il territorio del Sarrabus, perché ci sono sicuramente realtà che vivono di quell'economia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FENU MODESTO (Sardegna). Presidente, presidente Pigliaru, non ci sottrarremo a darle il massimo del consenso in quest'Aula affinché possa difendere al meglio le posizioni della Sardegna rispetto alla trattativa con lo Stato italiano relativamente all'argomento in questione. Però ci sembra giusto e doveroso, affinché lei possa tenerne conto ed eventualmente valutare il possibile inserimento in ulteriori documenti che si svilupperanno dal primo incontro, rimarcarle alcuni aspetti di cui noi vorremmo che tenesse conto.

Non possiamo non evidenziare che non esiste alcun cronoprogramma sul rispetto degli impegni previsti, sia sulle dismissioni sia sulle eventuali bonifiche. Vorremmo l'eliminazione definitiva dei segreti di Stato sulle servitù militari in Sardegna. Non esiste alcun riferimento al fatto che le risorse eventualmente messe a disposizione debbano essere obbligatoriamente fuori dal Patto di stabilità. Vorremmo che la valutazione e il monitoraggio debbano essere a totale carico dello Stato e, a nostro avviso, effettuate da enti e agenzie che fanno capo alla Regione Sarda. Vorremmo ottenere la totale garanzia, di cui non si fa minima menzione, che le aree rese disponibili per altre attività siano in totale sicurezza. Non solo vorremmo che le esercitazioni cessassero nel periodo estivo, ma che si concentrassero in altre aree, non unicamente negli arenili, e che queste fossero distanti dalle attività produttive degli arenili almeno cinque, sei chilometri o quanto meno a distanza di sicurezza, anche rispetto alle valenze ambientali e identitarie.

Infine, mi associo alla richiesta di tutti i colleghi, appare indispensabile che il centro di reclutamento possa essere riportato in Sardegna per dar soddisfazione a quei giovani che intendono volontariamente perseguire quella carriera.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, la controversia sull'occupazione della Terra sarda da parte delle forze militari ha qualcosa di epico. Ricordiamo che, in varie fasi della nostra storia, ci sono stati degli scontri, qualcuno anche poetico come quello di Pratobello, e che la Sardegna simbolizza, all'interno di queste contrapposizioni, una parte del suo senso di autodeterminazione. Detto questo, noi vorremmo intanto rassicurare l'intera Assemblea sul senso complessivo di questa nostra scelta; non abbiamo alcun atteggiamento antimilitaristico, noi sovranisti siamo una formazione antiguerrafondaia, siamo contrari all'occupazione attraverso i mezzi militari e alla persecuzione di scopi economici per mezzo dell'Esercito, ma siamo profondamente orgogliosi, per esempio, della nostra Brigata Sassari e anche del senso di unità di popolo che emotivamente evoca, e siamo coscienti che l'inno della Brigata Sassari è quanto di più somigliante all'inno della nazione sarda attualmente.

Quindi, chiediamo al nostro Presidente che, con quanta più forza egli abbia in petto, si presenti a questa Conferenza sulle servitù militari deciso a ottenere un risultato, tenendo conto che noi sardi portiamo, ognuno di noi sardi porta sulle proprie spalle un peso relativo alle servitù militari cinquanta volte più grave di quello che mediamente ognuno degli altri italiani porta sulle proprie spalle, quindi che non si tratta di un leggero riequilibro, ma si tratta di una ridefinizione delle dimensioni e che noi siamo distanti dall'Italia per due ordini di grandezza.

Le chiediamo di ridefinire le dimensioni dei poligoni, di valutare ogni possibile direzione di trattativa e di considerare anche il patrimonio militare (non si fa riferimento strettamente alle servitù militari) sia quello che è a disposizione attualmente dell'Esercito, ma che in parte è inutilizzato, sia quello che già è a disposizione della Regione Sardegna. Abbiamo vari esempi, qualcuno anche qui vicino: l'ex deposito carburanti di Monte Urpinu, che ancora giace inutilizzato, il palazzo liberty che è di fronte alla Caserma Ederle, l'Ospedale militare, che ha alcuni piani che sono completamente in disuso, e la stessa base di La Maddalena.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (SEL). Non pensiamo che la battaglia per la liberazione del territorio sardo dalle servitù militari possa essere una guerra lampo, piuttosto tendo a immaginarla come un conflitto di trincea, una battaglia di posizione con lo Stato, dove quotidianamente misuriamo i metri persi e quelli guadagnati. Le servitù militari incarnano il motivo per cui sia urgente ridefinire i rapporti tra lo Stato e la Regione sarda. Ci presentano il conto, ce lo rendono palese, tangibile, concreto, il conto da danno emergente, quello del territorio che ha subito danni irreparabili, se non con un piano di bonifica, quello della popolazione, quello sulla salute delle persone, sulla quale è necessario vederci chiaro, affinché storie come quelle raccontate nel libro di Porcedda e Brunetti, "Lo sa il vento", uscito l'anno scorso, diventino un ricordo.

E il danno da lucro cessante: che cosa saremmo se non avessimo appaltato il nostro sviluppo alle esigenze geopolitiche di un intero continente? Che cosa sarebbe la Sardegna se, dal 1952, non avesse, forse inconsapevolmente, accettato di ospitare le cambiali internazionali del nostro Paese? Qual è lo sviluppo che ha perso l'area di Quirra, 12000 ettari, e i 7200 ettari di Sardegna, in quel paradiso di terra che è Teulada, e i 1400 ettari di Capo Frasca?

Allora, in un momento storico in cui tutto ha un prezzo, in cui si quantifica tutto in euro, in cui si assegna un valore economico a tutto (all'ambiente, alla salute, al paesaggio, all'aria pulita, alla vita stessa delle persone), quanto valgono questi sessant'anni? Quanto vale la sicurezza che la Sardegna ha contribuito a dare al Paese? Quanto vale aver garantito la politica estera italiana? In un mondo in cui tutto ha un prezzo, quanto vale essere stati in guerra per sessant'anni? In guerra, per conto dell'Italia, una guerra che molti sardi ignorano anche di aver combattuto. La Sardegna ha servito la patria, è stata come il soldato di Arasolé, paese fantastico di Cicito Masala, ed è stata al fronte per sessant'anni.

Quanto vale, Presidente? Noi le chiediamo di quantificarlo, di avviare una valutazione dei danni e di dire a tutti i livelli, a nome di tutti i sardi, che per quest'Isola la guerra è finita. Le chiediamo di rivendicare il sacrificio della sua Regione e di compensare i costi con i benefici, a meno che non si superi l'attuale situazione, attività di ricerca civile che può compensare in parte il gravame militare, ricerca che non si traduca mai in altre servitù.

L'esigenza che poniamo, e che oggi è contenuta nell'ordine del giorno, è quella della bonifica integrale della nostra Regione, la bonifica del territorio sardo, la bonifica della società sarda, per avviare attività socioeconomiche sostitutive della magra economia garantita dall'occupazione militare del nostro territorio. In questa sfida, Presidente, saremo i suoi alleati più fedeli e determinati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, intervengo intanto per esprimere il mio voto favorevole a questo ordine del giorno, con la speranza che il risultato possa essere positivo per la nostra Isola, e poi vorrei segnalare (perché non era certamente da segnalare all'interno dell'ordine del giorno) che, per quanto riguarda gli indennizzi sulle attività produttive, c'è differenza di trattamento tra i vari territori. C'è per esempio il problema di Capo Frasca, i pescatori di Marceddì e di Cabras non vengono assolutamente risarciti del danno che crea la servitù militare in quei territori.

Però, Presidente, approfitto per comunicare a lei e a questa Aula che, mentre noi chiediamo il riequilibrio del gravame militare in Sardegna, se ne creano degli altri, mi riferisco in modo particolare al poligono di tiro del lago Omodeo, il quale sino allo scorso anno veniva utilizzato solo dal CAIP di Abbasanta, in questi mesi invece risulta che l'area interessata dalle esercitazioni e dai divieti sia più estesa, e che non venga utilizzata solo dalla Polizia di Stato, ma anche dai Carabinieri, dalle varie polizie municipali, dall'Esercito, e ultimamente anche dalla Marina, che da Cagliari si sposta fino a Tadasuni per svolgere le proprie esercitazioni.

La conferma di tutto ciò, purtroppo, è nelle ordinanze che il Prefetto di Oristano emana mensilmente. Le cito solo l'esempio del mese di maggio, su 31 giorni per ben 21 giorni, dalle 7 del mattino alle 23 della sera, la zona era interclusa sia agli animali che alle persone. E stiamo parlando esattamente di un'area SIC, dove agli allevatori è vietato persino dotarsi delle strisce parafuoco per ripararsi dagli incendi estivi e dove non possono neppure falciare l'erba all'interno della propria azienda. Stiamo parlando, tra l'altro, di territori, il Barigadu e il Guilcer, che sono stati abbastanza penalizzati dalla costruzione di un invaso come quello dello sbarramento della diga di Busachi, l'unica speranza che quei territori riponevano era l'utilizzo dell'invaso a fini turistici e sportivi. Con il susseguirsi di queste esercitazioni, questa possibilità rischia di venir meno, pertanto, Presidente, la invito anche a tener conto di queste nuove situazioni per evitare che, nel futuro, possano ripetersi azioni del genere.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'ordine del giorno, ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.

PIGLIARU FRANCESCO, Presidente della Regione. Il parere è assolutamente positivo. Sono molto soddisfatto del fatto che in Aula in questo momento stiamo discutendo un testo mi pare ampiamente condiviso; è una cosa che auspicavo, una cosa che mi pare sia stata raggiunta con la buona volontà di tutti, quindi il mio compito dopodomani sarà certamente reso più facile dall'autorevolezza di questa votazione su temi e argomenti molto chiari.

Credo che dobbiamo andare a questa conferenza con una posizione unitaria, la conferenza sarà un'occasione per instaurare un rapporto di leale collaborazione con lo Stato italiano per raggiungere gli obiettivi che, nell'ordine del giorno, sono così chiaramente definiti. Quindi è importante arrivarci nel modo in cui ci stiamo arrivando e ringrazio per la collaborazione di tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Debbo dirle, signor presidente Pigliaru, che voto a malincuore, con qualche titubanza, questo ordine del giorno e lo voto soltanto perché confido nella sua capacità e nella sua passione che metterà in campo domani a Roma per portare il pane per noi sardi. Credo che da parte di taluni sia stato fatto un piccolo errore nel profilare divisioni fra militaristi e antimilitaristi. Non era questo il tema, non era questo il problema, assolutamente no! Anche perché, tra le altre cose, oggi vedere il nostro Esercito come un esercito che va a combattere la guerra o che difende i confini nazionali, mi sembra un po' eccessivo. Oggi il nostro Esercito è portatore di pace su tutti i teatri del mondo, cosa che fa con grandissimi risultati, e porta pace, porta civiltà e porta giustizia sociale. È questo il ruolo dell'Esercito oggi.

Credo che, signor Presidente, lei debba trattare questa tematica con grande attenzione in un momento in cui peraltro c'è un attentato, di fatto, all'autonomia e alla indipendenza o, meglio, all'autonomia e sovranità dell'Isola con la modifica del Titolo V della Costituzione e in un momento in cui abbiamo ancora il ricordo triste di ciò che accadde a La Maddalena allorché gli americani andarono via. Non si ebbe la capacità di prevedere una fase transitoria, non ci fu neanche la capacità di disegnare una prospettiva per la comunità di La Maddalena. Sappiamo che cos'è successo. Non vorremmo che quello che è accaduto a La Maddalena, accadesse nella nostra isola vista nel suo complesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, ovviamente anche noi votiamo a favore di questo documento che è stato predisposto con la maggioranza, a dimostrazione del fatto che, quando le nostre ragioni vengono in qualche modo ascoltate e prese in considerazione, noi siamo sempre disponibili al dialogo. Ripeto una frase che ho già detto qualche giorno fa: le basi militari debbono diventare una risorsa e non un problema per la Sardegna. Presidente, noi non ci illudiamo. Questo primo incontro che lei avrà domani è un momento di un processo lungo quanto è lungo il processo di una beatificazione. Iniziamo un nuovo discorso. È chiaro che non avremo sicuramente risposte a brevissima scadenza e non sarà facile riuscire a ottenere dallo Stato italiano quanto noi stiamo chiedendo in quel documento.

Mi permetto di suggerire però una richiesta che non è scritta nel documento che abbiamo condiviso, cioè i sardi che sono oggi arruolati nell'Esercito debbono ritornare in Sardegna. Moltissimi militari chiedono il trasferimento in Sardegna e spesso viene negato. Sarebbe anche questo un riconoscimento da parte del Governo centrale.

Faccio un augurio finale, Presidente, che lei rientri in Sardegna con quello che ci spetta e non con quello che ci offrono.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, noi sardisti su questo tema rappresentiamo storicamente, culturalmente e ideologicamente forse la frontiera più avanzata, per questo abbiamo dovuto mediare le posizioni perché si addivenisse a un ordine del giorno condiviso. È nota la nostra posizione riguardo alla dismissione delle servitù militari e alla liberazione del suolo sardo da questo peso, che non significa acquiescenza alla fuga dalle proprie responsabilità dello Stato, della Nato, degli Stati Uniti d'America, com'è stato per La Maddalena; anzi noi vogliamo qui sottolineare, Presidente, si faccia latore, un messaggio forte rispetto alla responsabilità di compensare quelli che sono stati sessant'anni di servitù militari. Non si può pensare di dismettere senza pagare il conto in termini di bonifiche e di mancate opportunità di sviluppo di quei territori.

Le chiedo scusa, ho presentato un'interpellanza proprio oggi che riguarda la questione che amo sottolineare degli F35. Guardi, tra le possibili compensazioni, tra le possibili riconversioni di quelle aree, io vedrei benissimo quello che è stato fatto per Alenia Aermacchi nel territorio di Foggia o nel territorio di Novara, dove sono stati investiti 2 miliardi di dollari e dove - è una stima della Price Waterhouse and Coopers - si avrà un riassorbimento di personale per quarant'anni di 5500 unità di personale, le prime duemila sono già state assunte, anche perché in quelle sedi si avrà il FACO, il cosiddetto Final Control and Checkout, cioè il centro che, per i quarant'anni di vita di ognuno degli F35, avrà la manutenzione e il controllo non solo sui cassoni alari che lì verranno prodotti, ma sull'intero apparato e sull'intero velivolo.

Quindi insista molto anche su questo tema che può garantire una prospettiva concreta di riconversione e di acquisizione di know-how importante per la nostra isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Sale per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALE GAVINO (Gruppo Misto). Presidente, onorevoli colleghi, domani è importante, questo 18 giugno, perché, quando il nostro Presidente sarà a Roma a trattare la questione in una Commissione, ci saranno in contemporanea a Lanusei un Pm e un giudice dello Stato italiano che tenteranno di processare, per possibili reati commessi in quel poligono, pezzi dell'apparato militare. Est importante! Esprimo prima di tutto un apprezzamento per la tempistica che il presidente Pigliaru ha avuto, la capacità di intervenire subito, all'inizio di legislatura, non alla fine, per cui avremo tutto il tempo per dedicarci a questa tematica che, da ormai cinquant'anni, ci assilla. Consigliamo ufficialmente al Presidente di non firmare alcun documento che ci possa assimilare ad altre regioni italiane. Questo ci permetterà di rimarcare (in quanto abbiamo dati, alcuni certi, alcuni no) la necessità, prima di tutto, della differenza rispetto alle altre regioni italiane e poi di aprire un tavolo di trattative a parità di diritti tra Stato italiano e Sardegna, un tavolo e un cambio di inversione tattica. La strategia ovviamente per noi è quella di liberare totalmente la Sardegna da qualsiasi servitù militare.

È un'aspirazione non provinciale, tutto il mondo desidera la pace. I sardi vorrebbero che questa fosse una terra dove né si progettano, né si realizzano guerre e tantomeno si esperimentano ordigni balistici per uccidere! Questo è il nostro sogno! Tutto il resto è fora della nostra umanità. Quindi un nuovo tavolo di trattative dove si certifichi a livello internazionale, perché ormai è insufficiente l'analisi del perito Mario Mariani, è una metodologia oramai sorpassata…

PRESIDENTE. Onorevole Sale, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Augusto Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI AUGUSTO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, che per oltre cinquant'anni siamo stati di fronte a un uso, anzi, meglio, a un abuso del territorio della Sardegna da parte dello Stato italiano per fare di buona parte del nostro territorio una base per esercitazioni militari e sperimentazioni varie, è un dato di fatto, ormai assodato, e che questo abuso non abbia a oggi avuto una altrettanto intensa attività di controllo ambientale e sanitario e una puntuale attività di verifica per quantificare i danni ambientali, sanitari ed economici per la nostra Regione, è un altro dato di fatto.

Tutto questo, dicevo, è ormai chiarito e ha ben raggiunto il livello della consapevolezza, anche se non ancora in pieno quello dell'assunzione di colpa, e della richiesta di una forte azione risarcitoria che deve essere reclamata con forza avanzando con diritto, oltre alla richiesta di recupero della piena sovranità della nostra terra, anche una richiesta di recupero di un territorio consumato da cinquant'anni e per il quale, per cinquant'anni, oltre cinquant'anni, si è impedito lo sviluppo economico e sociale.

Non può essere una scusa la perdita di economia dovuta all'abbandono militare di queste zone, La Maddalena ci insegna, ma deve essere contestuale un'azione che convinca i sardi che esistono possibilità alternative di sviluppo che ripartono dal recupero del territorio, da specifici progetti di bonifica, di riconversione e rilancio dei territori che meritano la nostra attenzione. Alla prossima, oramai, Conferenza vada, Presidente, con il nostro voto a favore e riaffermi la nostra posizione di recupero di una sovranità calpestata e abusata da quei dati importanti che lei ha citato e se non dovesse essere recepito questo messaggio che arriva dal tutto il popolo sardo non firmi alcun documento diverso da una richiesta forte, ferma, decisa di riaffermazione di sovranità che, per diritto, ci appartiene.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, intervengo brevemente per dire che abbiamo fatto bene un po' a deideologizzare il tema oggi perché, ha detto bene qualche collega che mi ha preceduto, il problema non è tra antimilitaristi e militaristi. Io non sono incasellabile tra gli antimilitaristi, però questo non mi ha impedito di presentare, nel 2004, un dossier che avevo consegnato a tutti i parlamentari sardi sulla scandalosa situazione delle servitù militari in Sardegna; credo che abbia dato anche un piccolo contributo all'attuazione (finalmente) dell'articolo 14 dello Statuto. Il fatto che io non sono antimilitarista non mi aveva neanche impedito di presentare un'interrogazione che bloccò un intervento della Marina a Calamosca che avrebbe contribuito in maniera significativa a deturpare il paesaggio.

Però credo che dobbiamo affrontare anche questo problema con ragionevolezza; il collega Agus si chiedeva che cosa sarebbe Teulada oggi se non ci fossero stati i militari e che cosa sarebbe Quirra. Preferisco non pensare, collega Agus, a come potrebbero essere oggi quei territori se non ci fosse stata quella forma, sia pure particolare, di tutela che è stata rappresentata dalle servitù militari; eppure siamo riusciti a fare danni che sono andati oltre la servitù militare. Penso al danno della psicosi, penso al danno devastante che è stato fatto in interi territori inducendo la psicosi che siano inquinati dai materiali più strani, quando invece ci sono state - credo - tre o quattro indagini universitarie, poi l'ultima, predisposta dalla Procura, che ha messo in evidenza niente altro che inquinamenti probabilmente di tipo industriale.

E' stato trovato torio? Il torio è un elemento tipico delle zone industriali, quindi postula la necessità di bonifiche, eppure nell'immaginario collettivo nazionale la zona attorno al Poligono Salto di Quirra è una zona dove non si può entrare se non con lo scafandro. Stiamo parlando di una delle zone più belle della Sardegna che oggi non si può nemmeno nominare. Mi chiedo quanto tempo servirà per cancellare i danni che questo tipo di atteggiamento, questo antimilitarismo viscerale, ha causato.

Quindi, Presidente, abbiamo fatto bene ad affrontare il problema cum grano salis, con equilibrio, perché con equilibrio dobbiamo affrontare anche il tema di far parte di una nazione e in quanto tale dobbiamo concorrere pure alla difesa nazionale, a una difesa nazionale...

PRESIDENTE. Onorevole Cossa, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Annuncio il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, mi pare che le posizioni siano chiare, possiamo chiudere i lavori e liberare il Presidente, se deve andare a Roma!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Orrù, Perra, Tatti, Tedde e Truzzu hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Busia - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Pigliaru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Truzzu - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 51

Votanti 50

Astenuti 1

Maggioranza 26

Favorevoli 50

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è convocato domani mercoledì 18 giugno alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 21 e 12.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sporta all'interrogazione Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai in merito all'intervista rilasciata al quotidiano "L'Unione Sarda", in data 16 maggio 2014, dal componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione del Teatro lirico di Cagliari nominato dalla Giunta regionale". (40/A)

In merito al punto a) dell'interrogazione:

"Si chiede se gli obblighi di legge previsti per i rappresentanti della Regione dall'art. 7 della LR. n. 11 del 1995 siano stati assolti dal rappresentante della Regione, Ing. Gualtiero Cualbu", presso il Servizio competente dell'Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, informazione, Spettacolo e Sport in data 21.05.2014 è pervenuta via mail la nota dell'Ing. Gualtiero Cualbu indirizzata al Presidente della Giunta Regionale Prof. Francesco Pigliaru e all'Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione e Spettacolo e Sport avente ad oggetto "Fondazione Teatro Lirico di Cagliari - Relazione ai sensi dell'art. 7 comma 1 L.R. n. 11/96";

in merito al punto b) oggetto di interrogazione:

"Se le dichiarazioni del rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Teatro Lirico siano conformi agli indirizzi generali della Programmazione regionale e agli attuali indirizzi politici della Giunta Regionale": l'Assessore informa gli interroganti che nella propria attività, assume parte rilevante la puntuale verifica, tramite gli strumenti ordinamentali preposti, dell'attività dei rappresentanti della Regione negli organi degli Enti presso i quali sono stati nominati.

Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Sale relativa alla notizia pubblicata sulla Nuova Sardegna in data 22 maggio 2014 in cui viene riportato il riconoscimento del diritto della Regione Siciliana di riscuotere i tributi delle aziende che pur operando in Sicilia non hanno sede fiscale nell'isola.". (47/A)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si segnala che già dal 2012 il Direttore generale della Programmazione ha rappresentato all'Agenzia delle entrate l'esigenza che venissero messe a diposizione dell'Amministrazione Regionale, oltre alle dichiarazioni dei redditi e IVA dei contribuenti residenti in Sardegna, già trasmesse annualmente alla Regione, anche quelle di tutti i soggetti operanti nell'isola, indipendentemente dall'ubicazione della sede legale o del domicilio fiscale. Alla luce delle difficoltà manifestate dall'Agenzia delle entrate, soprattutto per motivazioni legate al rispetto della privacy, sono proseguite le interlocuzioni, nel corso delle quali la Regione ha evidenziato le finalità istituzionali, legate anche all'attuazione dell'articolo 8 dello Statuto, in relazione alle quali è stata presentata la richiesta.

Da ultimo, nel corso dell'incontro tenutosi il 7 marzo 2014, il Direttore regionale dell'Agenzia ha dato la disponibilità a fare da tramite tra la Regione e gli uffici centrali dell'Amministrazione finanziaria, per favorire il positivo concludersi della vicenda.

Ad ogni buon conto si segnala che durante i tavoli di confronto con lo Stato per la definizione delle norme di attuazione dello Statuto speciale, sono state prese in considerazione diverse metodologie di quantificazione della compartecipazione relativa all'IRES, finalizzate ad ottenere una quantificazione conforme al dettato statutario e quindi comprensiva della quota del gettito "maturato" in ambito regionale ma affluito, per legge o per disposizioni amministrative, ad uffici finanziari situati fuori del territorio regionale.

Nella formulazione dello schema di Decreto Legislativo recante le norme di attuazione dello Statuto esitato dalla Commissione paritetica in data 8 marzo 2011, era stato stabilito che la quantificazione della compartecipazione IRES dovesse essere calcolata, relativamente alla quota di produzione realizzata nel territorio della Regione dalle imprese multi-impianto, sulla base della distribuzione percentuale della base imponibile Irap. Il medesimo criterio basato sul gettito Irap era stato inserito nella formulazione dello schema di Decreto Legislativo recante le norme di attuazione esitato dalla Commissione paritetica il 12 ottobre 2012.

Per effetto della mancata approvazione delle norme di attuazione, il Ministero dell'Economia e delle Finanze quantifica la compartecipazione IRES provvisoriamente solo sulla base del gettito riscosso nel territorio sardo.

Si segnala, infine, che, nelle more dell'approvazione delle norme di attuazione, sono in corso interlocuzioni rivolte ad ottenere il riconoscimento della quota IRES comprensiva del "maturato" anche mediante l'utilizzo di una modalità provvisoria di calcolo che deve essere definita d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Comandini - Cozzolino - Lotto - Manca Gavino - Moriconi - Piscedda sulla rimodulazione dei fondi di sviluppo e coesione destinati alla realizzazione della strada Burcei-Sinnai-Maracalagonis di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 16/1 del 6 maggio 2014.". (50/A)

In seguito ai riscontri effettuati presso i nostri uffici, risulta che più volte (16 luglio 2013, 12 agosto 2013, 8 ottobre 2013) i Direttori Generali della Presidenza, dei Lavori Pubblici, del Centro Regionale di Programmazione, dei Trasporti e dell'Agenzia del Distretto Idrografico avevano informato la precedente Giunta sulla situazione di criticità finanziaria relativa ad alcuni interventi "strategici" programmati dalla Delibera CIPE 62/11. La criticità finanziaria rilevata dai citati DG era relativa alla mancanza di copertura finanziaria, per 282 Meuro, individuati nella delibera come disponibili a valere sulle cosiddette "risorse liberate".

I citati Direttori Generali, nelle loro note, evidenziavano che l'esigenza di dare completa copertura finanziaria, consentendo l'immediata pubblicazione di tutti i bandi, agli interventi della Sassari Olbia, aveva determinato l'impiego di 545 Meuro della delibera CIPE 62/11 a favore di questi, determinando la necessità di individuare le coperture finanziarie necessarie per i restanti interventi su altre fonti (le cosiddette "risorse liberate"). Per questa ragione, si rese necessario operare una rimodulazione delle coperture finanziarie degli interventi strategia programmati dalla Delibera Cipe 62/11, con l'appostamento delle risorse disponibili, fonte FSC e RAS, verso il suddetto intervento stradale e l'allocazione della quota di finanziamento a valere sulle cosiddette "risorse liberate" sugli altri interventi programmati dalla suddetta Delibera Cipe.

Nelle note venivano elencati gli interventi per i quali sussisteva tale criticità:

a) Adeguamento S.S. 125/131 bis Nuoro-Olbia-S.Teresa di Gallura-Olbia-Palau (in criticità finanziaria per 79,95 Meuro);

b) Collegamento Burcei-Sinnai-Maracalagonis-SS 125 (in criticità finanziaria per 13,72 Meuro);

c) Interconnessione sistemi idrici: collegamento Tirso-Flumendosa 4* lotto. Collegamento Sulcis Iglesiente (in criticità finanziaria per 31,00 Meuro);

d) S.S.125 Tronco Tertenia - San Priamo: 1° lotto 1° stralcio (in criticità finanziaria, aggiornata, pari a 3,45 Meuro, contro gli originari 15,24 Meuro);

e) Interconnessione Asse Mediano di Scorrimento di Cagliari con le S.S. 130, 131, 554,195 - lotto funzionale (in criticità finanziaria per 45,00 Meuro);

f) Schema idrico del Flumineddu per l'alimentazione della Marmilla-Medio Campidano (in criticità finanziaria per 97,00 Meuro).

Con la nota dei 16 luglio furono individuate, a fronte delle criticità rilevate, alcune ipotesi di soluzione di seguito riportate:

1. destinazione a tali interventi della quota ancora da programmare sul Piano di Azione e Coesione pari a circa 40 mln di euro;

2. puntuale ricognizione degli interventi programmati sul Piano di Azione e Coesione, per una eventuale rimodulazione a favore degli interventi strategici in criticità;

3. puntuale ricognizione di progetti cosiddetti "retrospettivi", al momento pari a circa 65 min di euro, rendicontati sul POR per compensare il mancato avanzamento delle linee di attività dello stesso;

4. proposta al Cipe di definanziamento degli interventi in criticità finanziaria non ritenuti più strategici;

5. predisposizione di un disegno dì legge per la creazione di un fondo "infrastrutture strategiche" alimentato dalle risorse rinvenienti dal processo di revisione dei residui passivi.

6. previsione, in sede di Intesa Generale Quadro, della copertura finanziaria - a carico del "Fondo Infrastrutture" - degli interventi per i quali la copertura finanziaria grava sulla voce "risorse liberate", la cui disponibilità attualmente non è accertata.

Con la successiva informativa del mese di agosto, fu comunicato l'avvio dell'attività di un apposito gruppo di lavoro per l'analisi della situazione procedurale e dell'avanzamento degli interventi dei programmi POR, PAC e degli interventi programmati con delibera CIPE 62/11, per le necessarie valutazioni e eventuali riprogrammazioni.

I Direttori Generali sottolinearono gli interventi programmati dalla Delibera Cipe 62/11 che presentavano il limite legato alla possibilità di assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31/12/2013. Per nessuno degli interventi in argomento era allora possibile ipotizzare il rispetto di tale limite.

Inoltre, la ricognizione svolta dal gruppo tecnico evidenziò l'impossibilità di individuare risorse potenzialmente destinabili agli interventi in criticità nell'ambito del Piano di Azione e Coesione.

In particolare dei circa 40 mln di euro previsti, 20,4 mln erano stati, nel frattempo, previe interlocuzioni tra il Centro Regionale di Programmazione e il MiSE, destinati ad interventi infrastrutturali del settore ferroviario; mentre le economie derivanti dall'intervento "scuola digitale", pari a circa 14 mln di euro, secondo le indicazioni dell'Assessorato della pubblica istruzione, erano state oggetto di formale richiesta da parte dell'Assessorato del Lavoro per il finanziamento di misure di "credito di imposta".

Analogamente, l'analisi svolta sugli interventi finanziati con le risorse del PO FESR e sui cosiddetti interventi "retrospettivi" aveva evidenziato ritardi nello stato di avanzamento procedurale e finanziario. Questi interventi costantemente monitorati dall'AdG del PO FESR e in completamento entro il 31/12/2015 (data ultima di ammissibilità della spesa), visti gli impegni già assunti dai soggetti attuatori.

Per queste ragioni, i DG evidenziarono che, in quella situazione, l'unica possibilità di individuazione delle coperture finanziarie necessaria consisteva nel definanziamento di parte degli interventi già programmati dalla Delibera Cipe 62/2011, in criticità finanziaria, destinando le quote di risorse FSC a favore degli altri interventi, secondo una priorità da definire in sede politico - istituzionale.

In tale ipotesi procedurale si sarebbe dovuto, conseguentemente, procedere al definanziamento totale di alcuni interventi la cui copertura finanziaria è totalmente a gravare sulla voce "risorse liberate" o su risorse proprie comunque non disponibili:

"Interconnessione Asse Mediano di Scorrimento di Cagliari con le S.S. 130, 131, 554, 195 - lotto funzionale" (38,485 Meuro "risorse liberate"e 6,515 "risorse proprie")

Schema idrico del Flumineddu per l'alimentazione della Mannilla-Medio Campidano (97,00 Meuro "Risorse liberate"),

Lo stato di attuazione dei citati interventi studio di fattibilità da parte dei Comune di Cagliari per il 1° intervento e studi ed indagini da parte di ENAS per il 2° intervento) non consentiva allora una valutazione sulla reale fattibilità e costo delle relative opere per cui veniva suggerito di rinviare al prossimo ciclo di programmazione FSC il loro finanziamento.

Per quello che invece riguardava i restanti interventi indicati con la richiamata delibera CIPE 62/11, la cui copertura finanziaria era solo parzialmente a valere su "risorse liberate", nella tabella che segue veniva indicato l'importo (in M€) delle risorse CIPE, che cofinanziava i singoli interventi, potenzialmente disponibile per una riprogrammazione a favore degli altri interventi, ugualmente in criticità finanziaria (secondo il fabbisogno esposto nella penultima colonna):

La tabella allegata è agli atti del Consiglio

I Direttori Generali evidenziavano, inoltre, che per l'intervento di cui al punto 2 (Olbia - Palau), erano state avviate le procedure previste dalla "Legge obiettivo" ed era disponibile per la sua realizzazione un ulteriore cofinanziamento a valere su fondi regionali e ANAS per 82,674 M€.

Testo dell'interrogazione, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Tendas - Comandini - Cozzolino - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi relativi ai risarcimenti a favore delle famiglie e attività produttive che hanno subito danni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013.

I sottoscritti,

PREMESSO che con la circolare n. 887 del 19 dicembre del 2013 il Commissario straordinario per l'alluvione della Regione Sardegna, ing. Cicalò, aveva predisposto e richiesto ai Comuni, ai fini del risarcimento dei danni causati dall'alluvione del 18 novembre 2013, apposita modulistica;

CONSIDERATO che:

- detta modulistica risultava ripartita in tre differenti tipologie di richieste così ripartite:

1. Scheda A- Ricognizione del fabbisogno per il ripristino del patrimonio pubblico;

2. Scheda B- Ricognizione del fabbisogno per il ripristino del patrimonio edilizio privato;

3. Scheda C- Ricognizione dei danni subiti dalle attività economiche e produttive;

- gli 82 comuni coinvolti dall'alluvione, nonostante le comprensibili difficoltà gestionali e operative, hanno rispettato la tempistica e hanno provveduto in tempi molto ristretti, grazie anche all'intervento volontario di numerosi tecnici abilitati, a effettuare una ricognizione sulla base delle apposite schede;

CONSTATATO che, a quasi sette mesi di distanza dal tragico evento, eccezion fatta per gli interventi pubblici di "somma urgenza", le amministrazioni interessate non hanno ricevuto alcun trasferimento economico e devono quotidianamente fronteggiare le legittime richieste da parte delle numerose famiglie alluvionate per ciò che attiene gli interventi di ripristino delle abitazioni e/o delle attività produttive coinvolte dall'alluvione,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:

a) come mai le famiglie e le attività produttive che hanno subito ingenti danni non hanno ancora ricevuto alcuna forma di indennizzo;

b) a che punto è l'iter burocratico-amministrativo relativo a dette richieste;

c) se è possibile disporre di un crono-programma dal quale emergano, con sufficiente chiarezza, le tempistiche necessarie affinché le famiglie e le attività produttive che hanno subito ingenti danni possano attivare gli interventi per ripristinare le proprie abitazioni e/o attività produttive. (64)

Interpellanza Locci sulla chiusura del ponte di Barbusi, strada provinciale n. 2, e sull'emergenza strade.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- già nel dicembre 2013, il crollo di un pannello di cemento sotto il ponte di Barbusi, poco prima di Carbonia, indusse i vigili del fuoco a bloccare il traffico in quel tratto della strada provinciale n. 2, creando notevoli disagi sia al traffico leggero che a quello pesante; nel luglio dello stesso anno, la chiusura nello stesso punto era stata scongiurata dopo l'allarme lanciato da un automobilista che notò diverse crepe e alcuni pannelli di cemento armato sul punto di collassare;

- in una nota della Regione del novembre 2013 si dichiarò che gli esperti avevano escluso il rischio di crollo e si optò per un attento sistema di monitoraggio che avrebbe dovuto permettere di tenere la situazione sotto controllo e di segnalare il minimo cedimento;

- proprio il suddetto mese, nel giorno 21 novembre, uno dei grossi pannelli di cemento armato si spezzò e cadde provocando una successiva frana;

VISTO:

- l'inefficace protocollo d'intesa tra Comune di Carbonia e Provincia di Carbonia Iglesias, siglato nel 2013, e la successiva ordinanza del Comune di Carbonia n. 525 del 25 novembre 2013, emessa per la modifica della viabilità delle strade di proprietà comunale nella frazione di "Genna Corriga", e per provvedere alla temporanea regolamentazione delle strade interne di proprietà comunale e delle aree laterali adiacenti al suddetto ponte cedute dalla Provincia di Carbonia Iglesias al comune di Carbonia;

- l'allarme con il cedimento di un pilastro in cemento, non considerato a rischio dagli esperti, la comunicazione dei vigili del fuoco che imponevano la chiusura della strada agli enti interessati, e l'ordinanza della Provincia di Carbonia Iglesias con cui la strada è stata chiusa, tra il chilometro 53.700 e il chilometro 54.500, della provinciale n. 2, fino al ripristino della sicurezza mai avvenuta fino ad oggi,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se:

1) siano a conoscenza della situazione attuale;

2) abbiano disposto una verifica riguardante la reale situazione della sicurezza ed emergenza della strada in oggetto e della situazione di emergenza del tratto di strada su indicato;

3) abbiano disposto una verifica sull'operato del commissario della Provincia di Carbonia Iglesias sul problema descritto;

4) la Giunta regionale stia disponendosi ad adottare misure celeri e tempestive volte ad ottenere dall'ente preposto effetti immediati per il ripristino della strada in oggetto. (27/C4)

Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, sulla insufficiente dotazione finanziaria del bando dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale "Lunga estate" che ha portato all'esclusione dalle provvidenze di numerose aziende, e sulla necessità che vengano reperite e messe a disposizione ulteriori dotazioni finanziarie capaci di garantire l'istruttoria delle pratiche e l'ammissione a fruire dei previsti contributi per le predette aziende.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- nel giugno 2013 molti titolari di imprese alberghiere hanno partecipato al bando con procedura "a sportello", pubblicato dall'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, denominato "Lunga estate", che prevedeva l'erogazione di fondi per incentivare le strutture a rimanere aperte anche in bassa stagione e per incentivare le assunzioni anche nei mesi "di spalla";

- a tali fini sono stati stanziati 3.600.000 euro da ripartire tra le strutture che avevano già assunto lavoratori stagionali, o si impegnavano a farlo anche in bassa stagione;

- per ciascun lavoratore il bando prevedeva un contributo da 600 a 1800 euro, grazie al quale gli operatori avrebbero potuto abbattere i costi previdenziali e tenere aperte le strutture oltre i mesi estivi, con un tetto per ciascuna impresa di 150.000 euro;

- il bando "Lunga estate" era stato accolto con grande favore dagli operatori turistici, anche alta luce della grave crisi economica e sociale che ha investito la Sardegna;

RITENUTO che la presentazione delle domande era prevista mediante l'invio telematico a partire dalle ore 10:00 del 15 luglio 2013 e sino alle ore 14:00 del 31 luglio 2013;

ACCLARATO che, dopo lungaggini burocratiche che hanno creato forte disagio finanziario alle imprese già prostrate da una crisi economica senza precedenti e hanno messo in serio dubbio efficacia, efficienza e tempestività dell'azione amministrativa regionale, la Direzione generale dell'Assessorato ha pubblicato:

a. con determinazione n. 20000-2209 del 21 maggio 2014 l'elenco delle "imprese ammesse al finanziamento" (per un totale di n. 240), che avrebbero esaurito la dotazione finanziaria a disposizione (euro 3.600.000,00);

b. con determinazione n. 19992-2208 del 21 maggio 2014 l'elenco delle "imprese non ammesse a finanziamento" per documentazione irregolare (per un totale di n. 95);

c. con comunicato di pari data l'"elenco delle domande pervenute e non istruite per carenza di risorse" (per un totale di n. 352);

EVIDENZIATO che:

- le domande ammesse a finanziamento, che hanno esaurito l'intera dotazione finanziaria, risultano essere quelle spedite entro le ore 10.02.57.180 del 15 luglio 2013, cioè entro 177" dalla apertura dell'accesso telematico;

- tante aziende, pur essendo in grado di spedire alle 10:00 in punto, non hanno trovato accesso disponibile se non dopo il trascorrere di alcuni minuti dall'inizio programmato, venendo così a trovarsi in posizione di forte discriminazione rispetto a quelle aziende che invece sono riuscite a "entrare" fortunosamente e tempestivamente nel sistema;

- di fatto, si è verificato un blocco degli accessi a causa del sovrannumero di tentativi di accesso contemporanei, segno evidente che il sistema predisposto non era assolutamente adatto a gestire il numero di accessi effettivamente avvenuti (240 domande ammesse + 95 domande non ammesse + 352 domande non istruite per carenza di risorse = n. 687 domande), 510 dei quali entro le ore 10:58 del giorno 15 luglio 2013, mentre gli altri risultano effettuati dopo quell'orario o nei giorni immediatamente successivi;

RITENUTO che, a causa del meccanismo inadeguato per accessi in contemporanea, che è parso basato sulla casualità e sulla sorte, sono stati violati i principi generali della massima partecipazione, della concorrenza e della parità di trattamento tra i concorrenti, creando evidenti disparità tra coloro che hanno fortunosamente trovato l'accesso e quelli ai quali lo stesso è stato negato dal sistema;

ACCERTATO che:

- è evidente l'assoluta insufficienza della dotazione finanziaria a disposizione, posto che sono state soddisfatte le esigenze di sole 240 aziende, mentre per le restanti 352, le cui domande non sono state nemmeno istruite per mancanza di fondi, senza che peraltro sia dato conoscere l'effettiva entità dei contributi richiesti, almeno guardando l'aspetto numerico le necessità potrebbe superare la dotazione finanziaria già utilizzata;

- si tratta comunque, nella totalità dei casi, di risorse che le aziende hanno anticipato con grande sacrificio finanziario, cosa che ha determinato ulteriore diminuzione della propria liquidità, stante il periodo di grave crisi che l'intero settore sta attraversando, crisi accompagnata dalla carenza assoluta di credito bancario a causa del perpetuarsi di esercizi finanziari chiusi in perdita;

PRESO ATTO che per le aziende escluse dalle suddette provvidenze, in quanto le loro domande non sono state istruite per carenza di risorse, il mancato rientro degli esborsi effettuati potrebbe creare effetti devastanti in termini addirittura di sopravvivenza, poiché le aziende coinvolte in questa situazione non solo non hanno tratto alcun beneficio dall'avere aderito al bando, ma addirittura risulterebbero penalizzate per avere affrontato degli esborsi giustificabili solo con una certezza di rientro delle anticipazioni operate;

RAMMENTATO che:

- per il bando Poic si verificò una problematica analoga che venne superata con l'incremento successivo della dotazione finanziaria;

- l'avviso pubblico "Lunga estate - Contributi 2013" all'articolo 7, comma 2, prevede che la Regione si riserva, in ogni caso, la possibilità di prevedere ulteriori risorse oltre a quelle di cui allo stanziamento complessivo di euro 3.600.000;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale affinché dicano:

1) se intendono impegnarsi a reperire e mettere a disposizione ulteriori dotazioni finanziarie capaci di garantire l'istruttoria delle pratiche e l'ammissione a fruire dei previsti contributi per quelle aziende le cui domande non sono state esaminate per carenza di risorse originarie del bando pubblico.

2) se ritengano di porre in atto ogni utile intervento tendente a garantire che la liquidazione dei contributi spettanti avvenga nel più breve tempo possibile, al fine di consentire alle aziende di rientrare dalle esposizioni bancarie contratte per contribuire ad attuare gli obbiettivi del bando pubblico in termini di dilatazione della stagione turistica. (28)

Interpellanza Desini - Busia in merito alla chiusura del CTO di Iglesias.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- in seguito alle dichiarazioni a mezzo stampa del manager della ASL di Iglesias, Maurizio Calamida, nelle quali si annuncia che nel giro di un anno e mezzo l'Ospedale Santa Barbara di Iglesias sarà chiuso e il CTO sarà l'unico presidio ospedaliero cittadino;

- l'anno scorso nonostante le rassicurazioni da parte del manager Calamida il CTO è rimasto chiuso per due mesi nel periodo estivo;

- da notizie trapelate e peraltro non smentite dai vertici dell'Ospedale è intenzione della dirigenza anche quest'anno chiudere temporaneamente il CTO per il periodo estivo;

CONSIDERATO che:

- è in atto un piano di razionalizzazione del sistema ospedaliero, ma questo non deve gravare sui cittadini;

- la chiusura temporanea di un ospedale di eccellenza crea problemi all'intera comunità influenzando peraltro negativamente l'operatività delle altre strutture sanitarie limitrofe;

- in particolare, in un periodo critico in cui già la insufficienza di anestesisti rende il funzionamento dell'ospedale più complesso,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, affinché riferisca:

1) se abbia conoscenza di quanto sopra esposto;

2) quale possa essere l'interesse che spinge a considerare più opportuna la chiusura di un presidio ospedaliero, sebbene per i mesi estivi, piuttosto che agire nell'interesse dei cittadini. (29)

Interpellanza Locci - Tunis sulla chiusura del centro di riferimento regionale per le malattie rare.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- si apprende dalla stampa regionale (Unione Sarda) della chiusura del centro di riferimento regionale per le malattie rare attivo presso l'Ospedale Microcitemico;

- tale chiusura preoccupa non solo per la perdita personale;

- le associazioni e le famiglie dei pazienti che convivono con la difficile esperienza delle patologie rare manifestano grandissime preoccupazioni;

EVIDENZIATO che appare non rinviabile un intervento della Regione al fine di dare stabilità al centro di riferimento per le malattie rare,

chiedono di interpellare Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se siano a conoscenza di tale sconcertante situazione e quali siano i provvedimenti che intendono assumere al fine di riaprire immediatamente il centro di riferimento regionale per le malattie rare. (30)

Mozione Rubiu - Oppi sull'istituzione dell'area marina protetta del Sulcis-Iglesiente.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che gli organi di stampa hanno riportato la notizia della possibile istituzione di quattro nuove aree marine protette in Sardegna;

CONSIDERATO che:

- i principali criteri delle istituzioni sono sanciti dall'articolo 1, comma 4 della legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991, sui quali si basa l'analisi dei valori ambientali, storici, paesaggistici, attività produttive e situazione del tessuto economico e sociale del luogo di potenziale istituzione;

- è sempre più grave e nota la difficoltà economica in cui versa il Sulcis Iglesiente;

- la consolidata e accertata povertà della fauna marina causata dall'eccesso di intensive e differenti pratiche di pesca che mettono in ulteriore difficoltà i rappresentanti delle categorie dei pescatori professionisti e gli operatori del settore turistico marino e subacqueo;

- sono presenti nel territorio, sia nelle aree costiere che interne, siti di archeologia mineraria di grande pregio storico, culturale e architettonico;

- storicamente preesistono nel territorio attività produttive e turistiche connesse alla pesca e lavorazione del tonno, conferenti un ulteriore valore alla possibile area marina;

- sono presenti grotte sommerse e semisommerse, che rappresentano luogo ideale per la riproduzione per le principali specie di crostacei del Mediterraneo;

PRESO ATTO che nel Sulcis sono presenti associazioni e movimenti di cittadini volti alla promozione e la sensibilizzazione delle istituzioni locali e della popolazione verso questi strumenti di sostenibilità ambientale e rimarcando le possibili opportunità turistico-economiche a essi connesse,

impegnano il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente

1) ad attuare tutte le procedure sancite dalla legge 979 del 1982 (Disposizioni per la difesa del mare), per far valere le valutazioni sopra esposte;

2) a interessare il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, affinché venga valutata la possibilità di istituire un'ulteriore Area marina protetta nell'area costiera del Sulcis Iglesiente, in modo da dotare il sud-ovest della Sardegna di uno strumento così importante per la salvaguardia dell'ambiente marino e per l'attuazione del principio dello sviluppo sostenibile;

3) a interpellare le associazioni e le istituzioni locali presenti sul territorio;

4) a valutare le condizioni sociali, economiche e ambientali di un territorio che perde quotidianamente opportunità di miglioramento come il Sulcis Iglesiente. (42)

Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Floris - Tocco - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Locci - Cappellacci - Randazzo - Cherchi Oscar - Tunis - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Carta - Orrù - Cossa - Crisponi sulla possibilità di ricorrere al frazionamento degli appalti al fine di favorire le piccole-medie imprese, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- anche l'Unione europea ha riconosciuto le piccole-medie imprese (PMI) spina dorsale dell'economia del vecchio continente, e pertanto ha deciso di puntare sulla loro competitività e flessibilità per raggiungere gli obiettivi di crescita e occupazione prefissati dalla Strategia Europa 2020;

- l'affidamento e l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, ai sensi del Codice dei contratti pubblici, deve garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza;

- la legge di conversione del decreto legge n. 69 del 2013 (cosiddetto Decreto del fare) potenzia le misure previste nell'articolo 2 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese alle gare d'appalto;

- in particolare il comma 1 bis dell'articolo 2 del Codice dei contratti pubblici, così come modificato dall'articolo 26 bis del decreto legge n. 69 del 2013, prevede che nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti pubblici, al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti devono, ove possibile ed economicamente conveniente, suddividere gli appalti in lotti funzionali, stabilendo inoltre che nella determina a contrarre le stazioni appaltanti indichino la motivazione circa la mancata suddivisione dell'appalto in lotti;

VALUTATO che la suddivisione in lotti funzionali di un appalto deve peraltro essere vagliata sulla capacità del singolo lotto di assolvere autonomamente all'esigenza dell'amministrazione;

APPURATO che la suddivisione o la scelta della gestione unitaria degli appalti deve in ogni caso essere comunicata all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), nell'ambito delle informazioni relative alle procedure di aggiudicazione previste dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 163 del 2006;

PRECISATO che la suddivisione in lotti degli appalti rende più accessibile la partecipazione alle imprese di ridotte dimensioni, che tra l'altro la dimensione media delle aziende in Sardegna è pari a 2,7 addetti e che le PMI costituiscono oltre il 99 per cento del complessivo tessuto produttivo isolano,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici

a inviare apposito atto di indirizzo ai direttori generali degli assessorati della Regione, nonché ai direttori generali di tutte le società, agenzie, aziende ed enti controllati dalla Regione, affinché prendano in considerazione le indicazioni contenute nel decreto legge n. 69 del 2013 per rilanciare l'economia e attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici, piccoli compresi, e in ogni caso affinché indichino nei futuri bandi le ragioni che hanno determinato la gestione unitaria. (43)