Seduta n.251 del 11/10/2017
CCLI Seduta
Mercoledì 11 ottobre 2017
Presidenza del Presidente GIANFRANCO GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 22.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 settembre 2011 (247), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesco Pigliaru e Marco Tendas hanno chiesto congedo per la seduta dell'11 ottobre 2017.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 19 e 21 aprile; 3, 9, 16, 23, e 30 maggio; 6, 13, 16, 20, 27 e 29 giugno 2017.
Annunzio di interrogazione
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. È stata presentata l' interrogazione numero 1268/A.
Annunzio di mozione
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria. È stata presentata la mozione numero 365.
PRESIDENTE. L'elezione del Vicepresidente del Consiglio regionale è rinviata ad altra data, ritorniamo all'esame del documento 16/A.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianfranco Congiu. Ne ha facoltà.
CONGIU GIANFRANCO (Partito dei Sardi). Sull'ordine dei lavori, per chiedere al Presidente se è possibile una convocazione urgente dei Capigruppo. Sto apprendendo adesso, mentre mi sono seduto, di una trattativa del presidente Pigliaru con il Governo centrale sul tema degli accantonamenti, le chiedo una convocazione dei Capigruppo per calendarizzare un incontro col Presidente e affrontare in una sede ad hoc il tema sulla vertenza che sta seguendo dei perimetri di cui la maggioranza non conosce esattamente lo sviluppo. Questa è la ragione per cui le chiedo la convocazione urgente dei Capigruppo, Presidente.
PRESIDENTE. Convochiamo la Conferenza dei Capigruppo adesso nell'aula a fianco.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 25, viene ripresa alle ore 16 e 33.)
Continuazione della discussione dell'articolato del documento: "Proposta di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna". (16/XV/A)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione del documento 16/A, eravamo arrivati alla discussione del capitolo 6 e dei relativi emendamenti.
È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Grazie Presidente, bene, il capitolo 6 che è anche uno dei più forniti in tutti i sensi anche in termini di pagine, ovviamente parla di quali sono gli obiettivi del riordino ospedaliero. Nel senso che parla soprattutto inizialmente dell'organizzazione territoriale. Bene chiaramente si parla di organizzazione territoriale quando si parla soprattutto delle problematiche legate alle acuzie, quindi alle cosiddette emergenze e urgenze del territorio stesso quelle che abbiamo già discusso, Assessore, che abbiamo discusso per via delle difficoltà di certi territori per l'accesso alle difficoltà di certi territori… parlo lo stesso… mi saluteranno alla fine i colleghi… importante che mi ascolti il giocatore dei Lakers… bene il problema qual è, Assessore, è questo: che noi non dobbiamo sottovalutare glielo continuerò a ripetere perché mi sembra opportuno che io glielo ripeta, non dobbiamo sottovalutare il problema dell'emergenza urgenza. E soprattutto della rete territoriale che ancora purtroppo, Assessore, io dovrò tediarla su questo come faccio anche in Commissione, cioè la difficoltà del cosiddetta eli-soccorso, del 118, io non voglio continuare a parlare di AREUS, perché sta diventando poi anche veramente una polemica sterile. Però è importante veramente quando si tratta di argomenti di questo tipo nell'organizzazione territoriale, quindi quando si parla soprattutto del primo accesso all'ospedale o al presidio ospedaliero che è il Pronto Soccorso, Assessore. Lei sa bene ovviamente che il Pronto Soccorso è il primo punto di riferimento dell'organizzazione territoriale ospedaliera; Pronto Soccorso non c'è solo la scritta "Pronto Soccorso", lei mi insegna da buon medico, ma dietro la scritta Pronto Soccorso, Assessore, ci devono essere una serie di reparti, una concatenazione della assoluta assistenza ospedaliera, quindi parlo della cardiologia, parlo della radiologia, parlo di tutti quei reparti che sono di supporto al primo accesso che è quello chiaramente che riguarda poi le acuzie. Non solo in questo argomento si tratta soprattutto anche dell'assistenza al paziente del dopo Pronto Soccorso, quindi del dopo acuzie. E quindi si parla ovviamente degli ospedali di comunità, quindi della stabilizzazione del paziente e di quello che è l'assistenza al paziente, qui si parlerà poi, come sappiamo e com'è successo di un occhio di riguardo al paziente, del rispetto del paziente che non dev'essere semplicemente assistito al momento dell'emergenza ma deve essere anche ovviamente stabilizzato, curato e seguito. Ecco perché qualcuno in Commissione ha parlato anche di umanizzazione. Perché è importante che questo metta al centro del discorso il cittadino.
E perché le dico questo? Perché il cittadino è l'ultima persona, la fascia debole, la persona che è degna di tutto il rispetto, la persona che ha la necessità maggiore di avere un servizio garantito. Un servizio garantito da un'organizzazione territoriale. E io credo che questo sia il momento importante per focalizzare la nostra attenzione nell'organizzazione del territorio, nella rete territoriale che è quella di cui le parlavo prima.
Quindi, Assessore, cerchiamo di fare in fretta con l'eli-soccorso diversamente, con l'emergenza-urgenza, con l'AREUS, questo fatidico, fantomatico direttore che venga finalmente una volta per tutti nominato in modo che parta completamente quello che è il problema territoriale e di rete di emergenza-urgenza.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, io vorrei porre ancora una volta una questione di metodo, prima che di merito. Nel senso che noi stiamo continuando questo dibattito sulla riforma della rete ospedaliera e ancora una volta glielo ricordo, Assessore, siamo in una situazione che ha del surreale o del kafkiano, se vogliamo, perché non abbiamo ancora un quadro preciso sui conti della sanità. Ovvero siamo quasi a metà ottobre al di là dei viaggi della speranza, che vengono periodicamente fatti da alcuni autorevoli membri della Giunta, accompagnati talvolta dal manager della ASL unica e talvolta dal Presidente, non mi sembra che ci sia chiarezza o meglio che questa (area) abbia contezza del consolidato della sanità. Siamo a metà ottobre, il tempo è abbondantemente passato, penso che a mio parere sia assurdo discutere di una riforma della rete ospedaliera, che avrà ovviamente un impatto sull'offerta di salute, che riusciremo ad offrire come Regione ai cittadini, senza aver chiara la situazione e soprattutto senza aver chiaro se chi ci propone questa riforma ha la totale, come dire, credibilità dell'attività svolta in questi tre anni.
Detto questo entro anche sul merito della riforma e soprattutto sul capitolo 6 che ha tutta una serie di passaggi importanti, perché abbiamo poi la classificazione dei vari ospedali. Vede, Assessore, io son convinto che quello che lei ci ripete più volte: che noi non abbiamo capito la riforma, che i sardi non hanno capito la riforma, io invece ho l'impressione che sia quest'Aula che la popolazione, che gli operatori del sistema sanitario abbiano ben chiara questa riforma, e la cosa che hanno capito è che se fossimo in un mondo teoricamente perfetto forse qualcosa di questa riforma si potrebbe anche salvare, perché ha un approccio prettamente tecnico e non politico. Siccome non viviamo in un mondo perfetto ma viviamo in un mondo reale dove si ha tutti i giorni a che fare con la carne e il sangue, con i territori, con le persone, con le strutture ho l'impressione che l'approccio politico non ci sia e non possa essere giustificata questa situazione laddove lei ci dice e ci ricorda che comunque ci sono tutta una serie di deroghe al DM 70. Perché io avrei voluto invece un approccio tale che ci portasse a discutere della specificità della nostra Regione, del nostro territorio che è un unicum rispetto a quello del resto d'Italia e soprattutto non vorrei e non voglio che gli accordi, o meglio l'impressione che ho, è che gli accordi politici che si stanno raggiungendo più che rispondere a logiche di sistema e di funzionamento, diciamo del servizio sanitario e di offerta che noi possiamo dare ai cittadini, di salute, rispondano invece ad accordi territoriali, ad accordi che rispondono a logiche personali e personalistiche sul territorio, che devono gratificare qualcuno e non creare un sistema che funzioni.
L'hanno denunciato anche alcuni autorevoli colleghi della fu maggioranza, anche se poi annunciano voti contrari e ogni tanto capita che continuino a votare con la maggioranza di cui facevano o fanno forse parte. E se è vero, come lei ci ha detto, che non vengono chiusi gli ospedali e anche è vero, Assessore, che noi dobbiamo riconoscere che sta arrivando una situazione per cui gli ospedali pian piano, in alcuni territori dell'Isola li stiamo facendo - come dire morire - per consunzione. Perché laddove non si fanno interventi per sostituire il personale che manca, laddove non si fanno interventi per consentire a determinate strutture di poter operare secondo gli standard e quindi alla fine si chiudono, mi sembra che non sia necessaria la chiusura formale ma siamo davanti già alla chiusura di fatto.
L'altro ragionamento che vorrei fare è che, quello che diceva anche il collega Tocco poc'anzi, che uno degli obiettivi della riforma, è quella di uscire, come ci ha detto anche lei, dalla logica dell'ospedale, no! Che è una obiettivo tra virgolette condivisibile, il problema è che per poter uscire dalla logica dell'ospedale dobbiamo avere tutta un'altra serie di supporti alternativi all'ospedale che oggi in alcuni territori non esistono. Perché nel momento in cui non abbiamo le altre due gambe del sistema sanitario o le abbiamo presenti in modo molto parziale, e mi riferisco in particolare al sistema dell'emergenza urgenza, e al sistema delle cure territoriali, io ho difficoltà a pensare che cosa potrà succedere. O meglio ho difficoltà a credere che questa riforma possa assicurare una riduzione dei costi. Perché poi quei malati che si trovano a Isili, che si trovano a Sorgono, che si trovano a Seui, che si trovano ad Austis nel momento in cui non avranno più quei presidi ospedalieri che garantivano e garantiscono oggi determinati interventi dove andranno, dove finiranno, dato che non c'è un una rete territoriale. Se non si individuano quindi in tempi rapidi soluzioni alternative, abbiamo una situazione sicuramente, di fatto, molto deficitaria per le zone periferiche. E l'altro rischio, secondo me, è quello di fare una riforma fuori dai tempi, ovvero una bella, tra virgolette sempre, Assessore, perché mai mi sognerei di dire che questa riforma è bella riforma, ma che quando si andrà ad operare effettivamente non sarà più…
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI). Intanto ho avuto modo già di dirvi che non è la nostra proposta, non ne condividiamo né metodi e tanto meno contenuti, però, Assessore, nel guardare e soprattutto leggere i contenuti, ma anche guardare le figure di cui adesso vorrei avere poi qualche delucidazione da lei, perché non sono riuscita a cogliere tutto, sulla parte del Capitolo 6 mi chiedo chi sia stato l'ispiratore e soprattutto quale territorio debba rappresentare, certamente non la Sardegna, anche perché avete tentato solo di inserire… non ho capito, Assessore, se devono ruotare intorno ai bronzetti nuragici, che magari forse sono anche due ispiratori, un uomo e una donna, ma magari nella realtà poi sono davvero loro, o se magari intendete rappresentare qui i giganti di Mont'e Prama, non lo so, sicuramente mi viene difficile capire come già questo bel disegno così articolato possa essere di facile comprensione, o perlomeno forse, come dice qualcuno, io non ho ancora capito che cosa state proponendo. Certamente, ho capito che ad oggi avete già provato una volta a istituire le case per la salute e gli ospedali di comunità, e sappiamo tutti quindi, almeno adesso lo ammetta, Assessore, quella legge di riforma non è mai partita ed è assolutamente ormai inesistente. Quindi, anche quel grande annuncio che faceste allora per risanare la sanità ha tonfato. Ma oggi, invece, pretendete di mettere insieme tutta una serie di istituzioni e di persone che, a mio avviso, mal si combineranno, anche perché ritorno ad un concetto importante che le ho già espresso, io, davvero, non riesco a capire quale sarà l'offerta ospedaliera in termini di posti letto e come questa potrà essere declinata nei prossimi anni, perché, ad oggi, continuo col sostenere che ne chiudete 928, ne ripristinerete circa 661, ma nel corso degli anni. Quindi, mi chiedo, davvero, chi dovrà pagare questo gioco? I sardi che assistenza ospedaliera avranno? Come sarà l'integrazione che voi mettete in questo bellissimo disegno, dove, ho detto, mischiate l'antico, per cui dovremo invece avere molto rispetto, col supermoderno, parlando ovviamente degli Hub e degli Spoke. La preoccupazione c'è perché io noto che c'è un meccanismo farraginoso, ci saranno delle scoperture per tanto tempo e per me significa meno sanità, meno efficienza sanitaria, meno tutela della salute e dei diritti dei cittadini sardi. Questo, Assessore, è quello che io riesco a cogliere da questo Capitolo 6 che, sinceramente, non riesce proprio a chiarirmi neanche quando parlate dei principali risultati attesi. Ancora, poi, vorrei capire come si combinano i tempi, perché qui si parla già di un periodo 2017-2019. Assessore, è inutile che stiamo a dire 2017, è già finito, 2019, forse valeva la pena quando vi abbiamo detto anche di rivederli alcuni aspetti, perché poi non tornano né dal punto di vista normativo, e abbiamo già parlato del DM 70, ma anche per la tempistica ci sono delle discrasie. Però, Assessore, noi non abbiamo intenzione, come abbiamo detto, di parlare oltre misura o di volervi per forza convincere, dico solo che chi non è convinto ve l'ha scritto anche sui giornali, e i dubbi sono nel taglio, appunto, dei posti letto, nel blocco del turnover, nell'allungamento delle liste d'attesa dove è diminuita ovviamente l'assistenza ospedaliera, il rischio delle falle nel sistema dei controlli sanitari, la difficoltà nel reperire i farmaci, sono tutte preoccupazioni che si leggono, e qualcuno le ha ovviamente declinate con questa riforma, che non sono pensieri solo nostri, noi abbiamo la forza ancora di dirvi di valutare, non di ritirare, perché ormai ne siete convinti, questa è la vostra proposta, ma quantomeno miglioratela perfettibilmente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI FRANCESCO (PD). Non nascondo il mio disagio nel leggere, nell'atteggiamento di alcuni colleghi, la mia insistenza su alcuni punti di questa riforma come un atto di arroganza come chi vuole, per forza di cose, ottenere ciò che non gli è lecito. Ma ho sempre letto le funzioni di consigliere regionale come chi deve svolgere gli interessi generali della Sardegna e mai gli interessi localistici, anzi risolvendo i temi generali si risolvono anche i problemi dei singoli territori. Ma non posso tacere che troppe volte e troppo spesso la Regione Autonoma della Sardegna, in senso generale, si è dimenticata dei territori marginali della Sardegna, e potrei raccontare diverse vicende che hanno attraversato ad esempio il territorio da cui provengo, in cui sono stato eletto, l'Ogliastra, potrei parlarvi della 125, programmata da quarantacinque anni, 140 chilometri, dopo trent'anni non siamo ancora riusciti a realizzarla. Lotti di quella statale che sono stati finanziati due, tre, quattro, cinque volte, ma all'ultimo momento, nella fase di appalto, c'era sempre qualche strada che veniva prima, una volta la Carlo Felice, una volta la 554, un'altra volta la 131 bis, in ultimo la Sassari-Olbia, l'Ogliastra poteva aspettare. Potrei raccontarvi della strada per Nuoro, della 389, che fu conclusa, ma non si riuscì a collaudarla, sbarrato l'accesso agli automobilisti, si dovette organizzare una manifestazione del popolo ogliastrino per rimuovere gli ostacoli e fu percorsa, quella strada, senza un collaudo, tanto è vero che le compagnie assicurative, se malauguratamente succedeva un incidente, non risarcivano i danni. C'è un tratto sempre di quella strada, il tratto da Villagrande Strisaili fino ad Arzana, che è in attesa di appalto da trent'anni, ogni anno si annuncia l'appalto e non si riesce mai a mandare in appalto nonostante la vecchia comunità montana, venticinque anni fa, riversò 20 miliardi di vecchie lire nelle casse dell'ANAS con la promessa di accelerare. L'elenco può essere lungo, posso raccontarvi delle battaglie che abbiamo dovuto fare per mantenere fermi gli uffici presenti in quel territorio, in ultimo ci si è persino dimenticati di inserire il porto di Arbatax dentro l'autorità portuale, perché pare che qualcuno se ne sia dimenticato. Cosa devo dirvi per le battaglie che sono state fatte, in ultimo anche per tenere aperti gli uffici periferici di ARGEA, nonostante il carico di capi bovini e ovini presente in quel territorio. Ogni servizio è frutto di una battaglia in quel territorio, e allora mi indigno quando qualche collega si avvicina da me e mi dice: "Ma l'Ogliastra ha ottenuto troppo, di più di quello che poteva ottenere, che cosa stai chiedendo in più?". Questo è un atteggiamento che mi infastidisce, che non accetto e non posso accettare, perché quei territori chiedono un diritto alla salute che vi è stato per anni negato.
Allora, colleghi, io nel mio emendamento non chiedo niente di particolare, chi dice che abbiamo ottenuto più di quello che potevamo ottenere dice una cosa non esatta, che stiamo chiedendo di mantenere quello che abbiamo sempre avuto, perché l'ospedale, nella storia dell'ospedale, del presidio ospedaliero di quel territorio, persone, ne ricordo una, il dottor Giacomo Spanu, che negli anni cinquanta diede la vita per costruire quell'ospedale, e quell'ospedale si è modellato per dare la risposta alle esigenze di salute di quel territorio, si è costruito nel tempo, servizio su servizio, struttura su struttura, per dare una risposta all'emergenza-urgenza e alle patologie tempo dipendenti che erano richieste in quel territorio dato l'isolamento in cui versa quel territorio, e lo voglio ricordare. E' vero, abbiamo 60.000 abitanti, ma il 90 per cento di quella popolazione si reca presso quel Presidio ospedaliero, e non si può non tener conto che l'ultimo dato che abbiamo avuto nell'ultima stagione sui flussi turistici, che sono in continua crescita, segnano un milione di presenze in quel territorio, e non posso non ricordare che abbiamo i tempi di percorrenza, le tabelle isocrone peggiori di tutta la Sardegna. Allora, quello che chiediamo è il diritto alla salute, a veder riconosciuti quelli che sono i diritti essenziali di quel territorio. Non c'è nessuna arroganza, nessuna pretesa a chiedere qualcosa di più, ma veder riconosciuto il diritto alla salute di un territorio che da…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Grazie, Presidente, colleghi, Assessore. Devo dire che stiamo entrando davvero nel vivo e nel momento in cui la responsabilità deve accompagnare ogni nostra parola e ogni nostra decisione. E non possiamo non iniziare questo ragionamento dal fatto che un richiamo alla teoria generale del diritto è necessario quando bisogna ricordare che una legge deve avere determinati requisiti, di generalità, di astrattezza. E' innegabile che questa legge è astratta, è talmente astratta da far perdere di vista qualunque profilo di concretezza, profilo di concretezza che andrebbe ricercato nei due parametri essenziali che dovrebbero essere le colonne, i punti cardine prima di andare ad affrontare il tema della rete ospedaliera. I punti cardine sono la ferma certezza di poter confidare in un sistema di emergenza-urgenza di assoluta qualità, capace di garantire interventi e trasferimenti in tempi certi e brevi, perché la certezza e la brevità di quegli interventi ha a che fare con la vita, con la possibilità, con la capacità di conservarla alla vita. E questo, che dovrebbe essere in premessa, questo che dovrebbe essere già acquisito quando si va a ragionare di questi argomenti, appare invece abbandonato in una nebulosa che incoraggia piuttosto a pensare che ci ritroveremo presto vicini a un'altra battaglia territoriale, un'altra battaglia di potere, in una politica, la vostra, che ormai risulta sconfitta su quasi tutti i fronti, incluso quello di dividersi il potere che si è attribuita. Non avete nominato il direttore generale, avete semplicemente individuato la sede di questa Azienda dell'emergenza-urgenza in compensazione alla sede della cosiddetta ASL unica, ma non avete, nei fatti, ragionato su come strutturare, e strutturare bene, questa parte fondamentale della sanità, tacendo, per tutte le polemiche che ci sono state, di quanto pressappochismo, quanta approssimazione, quanta superficialità c'è stata sino a questo momento nell'affrontare il tema dell'affidamento del servizio di elisoccorso. Ora, colleghi, siccome siamo in una fase in cui questa era una premessa e l'altra era quella di poter fare i conti con la spesa, spesa che voi avete del tutto fuori controllo, e che comunque sia ha il suo cardine scientifico nell'assenza di possibilità di implementare una rete territoriale, come possiamo ragionare di rete territoriale per i post acuti senza fare un ragionamento serio e approfondito sul budget, sui posti letto della sanità privata; davvero pensiamo di poter mantenere tutto quanto in pancia all'amministrazione e al bilancio pubblico l'investimento infrastrutturale che serve per implementare una rete territoriale del post acuto? Davvero pensiamo questo? Allora probabilmente non abbiamo grande coscienza di quello che è lo stato dei bilanci, e questo un pochettino l'avevamo intuito, o comunque sia c'è una certa carenza di strategia. Lo propongo, Assessore, l'ho fatto prima e lo rifaccio adesso, valutiamo a parte l'elemento della sanità privata, ci sono delle novità, ce le comunichi, individuiamo un percorso per associare in maniera strutturata, scientifica questo argomento, assieme a quello del territorio, che non possiamo abbandonare a un comma di questa norma, scritta in un modo in cui io non credo di aver mai visto scritta una norma, con un uno schema ad albero di Natale visto dall'alto, con le palline; ma si può scrivere così una norma? Ma quale richiamo interpretativo si può dare a questo? La norma serve per consentire ai dirigenti di prendere delle decisioni. Sulla figura 6.1 che cosa si può determinare? Quale ordine si può dare? Quale senso logico attribuire a questa riforma? Fermiamoci su alcune cose, ne abbiamo la capacità, lo propongo, Assessore, le chiedo di prendere in esame l'ipotesi di stralciare gli elementi relativi alla sanità privata, chiedere al Consiglio una corsia preferenziale in Commissione, ma vi prego, valutiamo se ci sono dei modi di approfondire e rendere più efficaci le decisioni su determinati settori, che in questo momento appaiono abbandonate a vaghe dichiarazioni di principio. Abbiamo la responsabilità di prendere decisioni e abbiamo la capacità di sederci assieme e trovare le soluzioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Alfonso Marras. Ne ha facoltà.
MARRAS ALFONSO (UDC-Sardegna). Grazie, Presidente, siamo arrivati al capitolo 6, che è considerato il cuore della riforma. Già dalle premesse c'è un errore di fondo, perché la domanda che subito ci poniamo è: quali sono i reali bisogni del paziente? Infatti appare risibile che vengano usati questi concetti da parte di chi, di fatto, cala dall'alto una riforma, soprassedendo sulle reali esigenze dei pazienti, dei territori e degli amministratori. Nonostante le premesse generali, generiche e insoddisfacenti, si sposta l'attenzione su un errato, a vostro dire, filtro e utilizzo dei posti letto, o a introdurre metodi di umanizzazione. Fa specie tutto questo, prima di tutto perché si dovrebbe puntare sul potenziamento delle strutture in primis, e dopo vedere gli altri aspetti, certo importanti, ma secondari rispetto a problemi fondamentali. Inoltre, come si può dire, non ci sono le dovute modalità di umanizzazione, e questa è una domanda che, leggendo il documento, è da porre. E' veramente mortificante (…) lavori tutto questo. Siete talmente attenti a voler potenziare l'assistenza territoriale, che son dovute scendere in campo le varie comunità e la popolazione interna per difendere l'assistenza nei territori a livello di ospedali disagiati; unificare può andar bene se non si desertifica, è un principio cardine di ogni rete sanitaria. Parlate di AREUS come se fosse la panacea di tutto, come se dovesse risolvere tutto il sistema, ma non avete nemmeno il minimo disagio, a distanza di mesi, per non aver ancora nominato la figura di rilievo, determinando questa struttura quasi come un ectoplasma. Quindi, se non siete in grado di risolvere questa posizione organizzativa, come potete pensare che la popolazione creda in questo progetto? Citate il triennio e i risultati, peccato che non abbiate ancora fatto luce sui risparmi e sugli effettivi costi e benefici in termini economici di questa riforma. La tabella 6 é la sintesi della riforma. Quali idee si hanno a proposito del punto: "Migliorare l'efficienza organizzativa dell'assistenza ospedaliera. Riconversione e riqualificazione di alcuni stabilimenti ospedalieri"? Avete già preso visione di offerte, avete già previsto alcune soluzioni e in base soprattutto a quali parametri? Tutta questa impalcatura della riorganizzazione dal punto di vista superficiale, una struttura che non presenterebbe nient'altro che un piano, ma un piano ha sempre un criterio o più criteri e ci chiediamo a tal proposito quale criterio sia stato usato, ad esempio, per tenere il centro trasfusionale di Nuoro come realtà di struttura complessa e declassare tutte le altre strutture di tutta la Sardegna; su questo poi, con un emendamento specifico, approfondiremo. A tal proposito, viste le diverse criticità riscontrate negli ospedali di zone disagiate, abbiamo anche provveduto ad emendare il testo in alcune sue parti per migliorarlo ulteriormente. Un esempio di miglioramento dei servizi è quello anche di definire… ma l'impianto di per sé comunque rimane sbagliato, è impostato in maniera inappropriata perché il modello hub and spoke non è fruibile dalla Sardegna giacché questa è una regione che ha delle caratteristiche orografiche di percorrenza viaria assolutamente diverse dalle altre regioni. Vengono ridimensionati considerevolmente i servizi dell'Ogliastra, del Goceano, del Sarrabus, del Madrolisai, della Baronia e parte della Gallura, questo anziché rafforzare e privilegiare quelle che erano le eccellenze di quei territori. In alcune strutture - come Sassari, Nuoro che Olbia - non si capiscono i criteri che sono stati utilizzati per l'offerta di investimento sanitario. Dove sarebbe il centro di ustioni e nefrologia territoriale del Sud Sardegna? Impensabile che non siano state definite nel meridione della Sardegna. Quello della telemedicina è un argomento interessante, soprattutto di indubbia utilità, sarebbe auspicabile seguire queste fasi passo per passo al fine di evitare lanci pubblicitari che poi difficilmente vengono portati avanti nella realtà. Sulla programmazione degli investimenti ancora una volta si fa riferimento, sempre in maniera generica e astratta, a una serie di definizioni di determinate realtà senza aver mai citato nemmeno in maniera informale i primi step successivi per ognuna delle realtà citate. Sulla umanizzazione e sui sistemi di mutuo aiuto il finale è già scontato; si fa riferimento alla Carta di Ottawa del 1986 che certamente è importante, ma si considera un documento che risale a oltre trent'anni fa e solo dopo più di tre anni dal vostro insediamento al Governo della Regione lo prendete come modello di riferimento. La frase: "Mettere la persona in grado di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla" sa di beffa rispetto a una riforma calata dall'alto, senza ascoltare i territori, in particolare quelli delle zone interne più disagiate o periferiche che certamente non dimenticheranno e sapranno valutare.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, ogni volta che parliamo di questo Piano di riorganizzazione siamo costretti ovviamente a tornare indietro con la memoria per ricordare, cristallizzare i buoni propositi del presidente Pigliaru, dell'allora candidato presidente Pigliaru, in tema di sanità. Propositi che noi, se fosse stato possibile, avremmo fatto nostri, ma non era possibile ovviamente, ma che erano analoghi ai nostri. Il primo buon proposito era quello che aveva come obiettivo di slegare la sanità dalla politica o la politica dalla sanità, che dir si voglia, non cambia molto purtroppo. Questo proposito è miseramente fallito, la dimostrazione sta nel fatto che la politica è intervenuta in modo così pesante sulla sanità sarda che la Giunta è stata costretta più volte, a più riprese, a prorogare i commissari. Quasi una sorta di premio per i commissari che venivano indicati evidentemente dalle forze politiche, un premio per la loro fedeltà e per il fatto che, tra le altre cose, avevano iniziato fin da allora ad anticipare il piano di riorganizzazione che stiamo discutendo. Ecco, Assessore, c'è una cosa che non ho ancora capito: gli atti aziendali che stanno ottenendo l'approvazione da parte della Giunta non fanno altro che attuare questo piano di riorganizzazione che non è stato assolutamente adottato da questo Consiglio, non è stato votato! Io credo che questo sia un atto grave, signor Presidente, credo che sia un atto grave! Non è possibile che la Giunta calpesti in questo modo le prerogative del Consiglio regionale. Gli atti aziendali attuano un piano di riorganizzazione ospedaliera che non esiste ancora, che non esiste! Esiste soltanto in termini di proposta e vado oltre.
L'altro proposito era quello di modellare l'offerta di prestazione sanitaria della sanità sarda sull'esigenza del paziente e non sull'esigenza dei primari. Condivisibilissimo. L'altro proposito era quello di ridurre i costi. In questo 6.2 abbiamo due esempi che ci fanno capire che questo proposito di ridurre i costi non è stato assolutamente strutturato in modo adeguato e mi riferisco a queste entità indefinite e indefinibili che sicuramente sono suggestive: parlo delle Case della salute e dell'ospedale di comunità che dovrebbero contribuire a ridurre i costi della sanità, ma a nostro avviso invece contribuiscono ad ampliarli, a farli crescere. Innanzitutto perché necessariamente debbono aumentare i medici delle strutture periferiche, le Case per la salute dovrebbero essere una ventina che bisogna attrezzare con ecografo, apparecchi radiologici, tutte le attrezzature che debbono stare in una struttura che deve dare un'offerta sanitaria seppur minima. Costi di avvio non meno di 150-200.000 euro per ciascuna, costi di attrezzature non meno di 200-300.000 euro per Casa della salute, debbono funzionare 24 ore su 24, debbono avere infermieri, debbono avere OSS, debbono avere anche autisti che portino i medici da una struttura all'altra. Ecco, chi paga questi costi? Non lo sappiamo e non è scritto assolutamente in questo Piano di riorganizzazione, ma ci viene il sospetto che queste Case della salute saranno un costo ulteriore per la sanità. Ancora, proseguendo sempre sulla mancata attuazione dei principi, non possiamo non ricordare per l'ennesima volta la grave inottemperanza, la grave, gravissima violazione di legge consumata dalla Giunta nella mancata nomina entro il 31 dicembre del direttore generale dell'AREUS. Anche questo ovviamente depone a favore della tesi che la sanità è ancor di più, se è possibile, sotto lo schiaffo della politica. Non riuscite a nominare il direttore generale dell'AREUS perché è evidente che ci sono interessi forti, non di tipo sanitario, interessi di altro tipo, interessi di potere su questa nomina del direttore generale. Io mi chiedo e mi domando e dico, colleghi: come si fa a prevedere il primo livello per Alghero-Ozieri al 2018 se ancora, trascorsi nove mesi dalla scadenza del termine per la nomina del direttore generale dell'AREUS, ancora non abbiamo all'orizzonte neanche una silhouette di questo direttore generale dell'AREUS? Anzi forse abbiamo troppe silhouette. Il problema è che…
PRESIDENTE. Onorevole Tedde, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Ci si potrebbe chiedere, considerate le tante critiche dal centrodestra, devo dire non solo dal centrodestra, perché ci teniamo così tanto ad approvare questa riforma. Tutto sommato sarebbe molto più semplice lasciare le cose come stanno, soprattutto in considerazione che a breve ci saranno le elezioni politiche e poi quelli regionali, come dire, potrebbe essere più conveniente per il centrosinistra in termini di consenso elettorale. Secondo noi però è doveroso farlo e doveroso approvarla questa riforma perché principalmente gli ospedali in Sardegna, alcuni ospedali in Sardegna per certe patologie e quindi per certe specialità, sono al di sotto della soglia di sicurezza perché non rispettano il rapporto volumi - esiti di cui spesso l'Assessore ci ha parlato. L'Assessore ce l'ha ripetuto devo dire fino alla nausea, ci sono degli standard internazionali per patologia che mettono in relazione il numero dei casi trattati, il volume, con la buona riuscita di quei casi. L'esempio del tumore o di altre patologie, se un medico per poter trattare in sicurezza un particolare tipo di tumore ha necessità di trattare 50 casi l'anno, per avere l'esperienza necessaria per trattare 50 casi l'anno, è evidente che se ne tratta 5 di casi l'anno quei cinque casi non sono trattati in condizioni di sicurezza, quei cinque cittadini probabilmente non hanno le cure appropriate. E allora questo principio non è stato contraddetto da nessuno, non mi ricordo in quest'Aula o anche fuori qualcuno che abbia dimostrato il contrario o anche qualcuno che abbia sostenuto il contrario. E allora se questo principio è vero, questo principio va applicato, né si può dire che non applicandolo si garantisce la sicurezza ai cittadini come spesso invece viene sostenuto in quest'Aula. Non è così, non è vero, se non si applica il principio che dicevamo cioè il rapporto volume - esiti non è garantito il diritto alla salute perché diritto alla salute non vuol dire essere curati nell'ospedale sotto casa, diritto alla salute significa essere curati bene e non garantire il diritto alla salute significa non garantirlo alle fasce sociali più deboli, a quelle fasce sociali che non hanno l'amico medico al quale chiedere se in quell'ospedale quella certa patologia viene trattata con sicurezza o invece magari rischiano la vita e garantire il diritto alla salute che tutti i cittadini possano essere curati bene senza dover chiedere raccomandazioni. Questo è garantire il diritto alla salute e questo è quello che vogliamo fare con l'approvazione di questa riforma. Poi c'è anche la soglia della economicità, ma è marginale, noi questa riforma l'avremmo proposta identica se anche i conti della sanità fossero stati in ordine o anche se avessimo deciso di spendere 3 miliardi e 300 milioni all'anno piuttosto che 2 miliardi e 9 secondo gli standard CIPE perché avessimo ritenuto che la sanità rivestiva un ruolo di welfare sociale in un momento come questo, potevamo anche decidere di non rientrare di quei costi, ma comunque avremmo proposto questa riforma della sanità. Perché il principio sul quale si basa è garantire la sicurezza ai cittadini, garantire il diritto alla salute. Noi potevamo, ripeto, decidere tranquillamente di non rientrare di 700 milioni di euro in tre anni così come invece abbiamo stabilito approvando il piano di rientro di cui si sa, il piano di rientro noto. E anche qui quando si dice che i costi della sanità non stanno diminuendo o anche che stanno aumentando, ma rispetto a che cosa lo si dice? Che stanno aumentando o stanno diminuendo poco o molto? Il nostro riferimento non può che essere il piano di rientro che abbiamo approvato, quello è il riferimento rispetto al quale si può dire se i conti della sanità stanno rientrando non di poco o di molto ma del giusto, di quello che abbiamo programmato. E allora a me risulta che siamo in linea con il piano di rientro, a meno dei costi per i farmaci innovativi, quindi i 120 milioni di euro all'anno se non ricordo male per i farmaci per l'epatite C e probabilmente a meno dei ritardi dovuti dall'approvazione di questa rete ospedaliera. Quando poi si sostiene: "L'ATS sta funzionando male", ma secondo me l'ATS ancora non può funzionare, l'ATS non può ancora funzionare perché l'ATS inizierà a funzionare quando sarà approvato il piano sanitario. Il piano sanitario è la programmazione strategica, senza quella non c'è manager che possa applicare la sua azione. Noi abbiamo scelto i migliori manager sulla piazza consigliere Tedde, i migliori manager sulla piazza, ma un manager opera non facendo rattoppi qua e là, un manager opera con un piano strategico e attuando il ciclo di programmazione - gestione di quel Piano strategico, questo fa un manager. Io non so se…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppino Pinna. Ne ha facoltà.
PINNA GIUSEPPINO (UDC-Sardegna). Sarò molto breve e senza scendere in particolari volevo comunque dire che secondo me l'impostazione messa in campo per la ridefinizione della rete ospedaliera della Regione Sardegna poteva essere disegnata decisamente in modo migliore. Mi spiego meglio. Questo documento, come più volte sottolineato, si propone di ridefinire la rete ospedaliera della Regione, e si pone anche come atto organizzativo della più ampia riforma della sanità sarda. Si tratta purtroppo di un documento che la Giunta e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità hanno predisposto senza tenere nella dovuta considerazione le reali esigenze del territorio, dei cittadini, delle sue istituzioni nonché dei rappresentanti di categoria, di coloro che ogni giorno sono a contatto diretto e costante con le problematiche quotidiane e con la carenza dei servizi all'interno delle strutture. Un documento che da subito ha creato a ragione grande preoccupazione a tutti gli attori del settore. A mio avviso indiscutibile è la necessità di una riorganizzazione dell'intero sistema sanitario ovviamente in ragione soprattutto della difficile situazione nella quale versa, ma tale riorganizzazione doveva certamente muoversi da altri presupposti e svilupparsi in altri termini. Razionalizzare doveva essere la parola d'ordine nel senso di ben utilizzare le risorse a disposizione, ma allo stesso tempo garantire i servizi fondamentali investendo, potenziando e innovando gli stessi, si è preferito invece procedere con i tagli mettendoli purtroppo in serio pericolo. Si sarebbe dovuti partire dalla creazione e avvio dell'AREUS collaudando la nuova agenzia in termini organizzativi ma anche di formazione del personale e procedere all'attivazione di un sistema efficiente di elisoccorso, invece sono state diffuse in merito notizie e dati non precisi che non considerano le condizioni atmosferiche e le caratteristiche geomorfologiche del territorio vanificando qualsiasi previsione sui tempi di percorrenza degli interventi. Solo in una fase successiva si sarebbero dovuti dedicare alla riorganizzazione dei vari presidi territoriali garantendo così tutte le aree geografiche della nostra isola e senza soluzione di continuità una assistenza efficiente sia in termini di primo soccorso che a livello di medicina territoriale. Ed infine in una terza fase si sarebbero dovuti individuare i presidi ospedalieri per la creazione dei poli di specializzazione per le varie patologie naturalmente previo oculato monitoraggio per conseguire così l'obiettivo primario di integrare il sistema di emergenza e garantire l'omogeneità e la continuità tra il sistema di emergenza territoriale 118, pronto soccorso e DEA. Invece per un territorio come il nostro, caratterizzato da un'alta frammentazione e da una viabilità inadeguata, è stato concepito un modello basato sui tagli, senza prevedere strutture e soluzioni alternative, e sull'aggregazione dell'offerta sanitaria in pochi poli, per quanto ultra specializzati, senza prevedere soluzioni che possano consentire ai cittadini di raggiungere nel modo più veloce i servizi necessari. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). Sì, io volevo rappresentare il significato che abbiamo voluto dare a tutto il sistema nel momento in cui è stato presentato il capitolo 6, perché ho difficoltà a interpretare le osservazioni dei colleghi sulla base del loro assunto per cui l'evoluzione del sistema così articolato comporterebbe l'abbandono di un modello funzionante, di un modello capace di dare risposte nei territori, di assecondare le condizioni di costruzione dell'offerta sanitaria, o meglio le costruzioni di risposta al bisogno sanitario, così come sono state descritte, perché le costruzioni avvenute in quaranta-cinquant'anni nel nostro sistema territoriale non rappresentano una risposta puntuale, precisa, ben definita, appropriata al bisogno di sanità, rappresentano una pluralità di stratificazioni che hanno assecondato a volte delle istanze delle comunità locali, ma che non si sono mai poste il problema dell'efficacia e tanto meno del costo-efficacia. Il nostro problema è relativamente, per quanto importante, il fatto che spendiamo molto, il nostro problema fondamentale è che spendiamo male, e che non riusciamo a costruire un modello nel quale è chiara la verticalità delle competenze sanitarie, conciliate con il concetto di prossimità. Facciamo attribuire al concetto di prossimità tutto il valore del nostro intervento, prescindendo dal doverlo riscontrare nella valutazione dei costi e dei benefici. Una condizione che riflette probabilmente l'immaturità complessiva della nostra organizzazione sanitaria e in generale, spesso, anche dell'azione pubblica che rifiuta di confrontarsi con quel principio consolidato, che è tipico soprattutto dei Paesi anglosassoni, per i quali alle azioni, specie dalla mano pubblica, corrisponde una valutazione di efficacia. Qui abbiamo invece ragionato sul sistema presente riarticolandolo, ed evidentemente ad alcune situazioni, ad alcuni presidi, ad alcuni territori sono sottratte delle funzioni, ma questo non significa una cattiva offerta sanitaria, significa semmai un riadeguamento dell'offerta sanitaria con l'indicazione di direttrici, rispetto alle quali le singole patologie possono essere trattate in maniera più adeguata. Perché altrimenti succede, come abbiamo detto altre volte, che dentro la rete che dovrebbe offrire risposte graduate secondo il bisogno, rimangono impigliati ai gradini più bassi solo quelli che non sono in grado di pilotarsi attraverso una un'offerta sanitaria disomogenea, disaggregata, che non produce poli di riferimento. Allora noi abbiamo riarticolato questa rete, come accade in tutta Italia, dove l'offerta sanitaria produce, quando misurati, dei valori, degli output, che sono significativamente migliori di quelli che riusciamo a produrre in Sardegna, e che vanificano quindi l'assunto per cui noi ci muoviamo dentro un sistema il migliore possibile, e portiamo un'offerta sanitaria che presume di conciliare il concetto di prossimità con il concetto di complessità. La prossimità la riserviamo soprattutto alle urgenze, a quelle condizioni che sono definite "tempo dipendenti", su quello non togliamo niente ma aggiungiamo, aggiungiamo togliendo la coperta di Linus, in alcuni casi, di chirurgie inappropriate, ed invece complementiamo organizzando una rete nella quale le polarità sono ben indicate relativamente alle patologie tempo dipendenti, e facciamo in modo che chi tratta le patologie più specifiche, incluse quelle che sono il portato delle patologie tempo dipendenti, lo faccia nelle condizioni di migliore appropriatezza possibile, avendo alle spalle un'esperienza clinica e un supporto strumentale e complessivo di tutta l'organizzazione sanitaria, che possa rendere conto di condizioni di bilancio di riuscita decisamente migliori. L'Assessore ha citato spesso il sistema AGENAS del Piano Nazionale Esiti, il Piano Nazionale Esiti da un paio d'anni a questa parte, se controllato nelle diverse variabili che vengono di volta in volta focalizzate, vede purtroppo i nostri presidi ospedalieri non configurati nel ruolo autoproclamato di eccellenza, come spesso qualcuno dice, ma purtroppo in condizioni che sono gli output misurabili, i reinterventi, la mortalità a 28 giorni, le condizioni di durata per esempio delle protesi d'anca, piuttosto che non le condizioni di invalidità legate agli ictus, ci vede per alcune realtà ospedaliere davvero in basso nel ranking regionale e nazionale. E noi non possiamo dire che stiamo garantendo una sanità migliore se manteniamo alcuni dei nostri territori in un equivoco, per cui basta un presidio ospedaliero, comunque sia, comunque denominato, a prescindere dalle capacità di risposta, per dare la più adeguata risposta ai bisogni di salute, perché così non solo prendiamo in giro la gente, ma stiamo soprattutto prendendo in giro la parte più umile di popolazione che non è in grado autonomamente di scegliere, perché chi può scegliere, anche tra quelli che scendono in piazza, anche tra quelli che si agitano, anche quelli che mormorano di scippo del diritto alla salute, nel momento in cui hanno un problema…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, ma mi fa piacere avere ascoltato Ruggieri che, dall'alto della sua preparazione professionale, ci dà una lezione di come improntare e di come si è voluto affrontare il problema del cosiddetto riordino ospedaliero. Intanto io mi porrei una domandina. Posto anche che funzionasse male il vecchio ordine, e non voglio dire che funzionava bene, ma posto anche che dica che funzionava male, non è quel male che vuole identificare Ruggieri, perché non siamo neanche l'ultima Regione in Italia sulla sanità. Vero è che c'era bisogno di innovare, ma guarda caso il discorso della territorialità è un discorso legato non al fatto che stai riordinando il sistema ospedaliero, è legato al fatto che non si è proceduto, come più volte ho sostenuto, alla riforma sanitaria vera, cioè quella per cui prima fai il territorio, sistemi il territorio, fai partire l'elisoccorso, fai partire l'AREUS, poi sistemi quello che è il sistema ospedaliero, dandogli tutte le valenze del caso ove sia necessario, Caro Ruggeri, vorrei dirti che probabilmente tu confondi i cosiddetti LEA, o le disponibilità e le capacità che sono presenti negli ospedali, o nei presidi, con i fattori deontologici, perché la malasanità esiste ovunque, in Sardegna come in continente, in tutte le Regioni, chi più chi meno per i propri difetti, ma è l'etica e la morale che non è più praticata, non solo all'interno del sistema sanitario, ma all'interno del sistema civile complessivo della nostra nazione, è per quello che ritardiamo nei processi di sviluppo, nella costruzione di nuovi programmi, progetti e quant'altro per poter dare risposte in positivo.
Ora io mi chiedo, fa male se tu hai nella prossimità territori svantaggiati e con difficoltà di poter accedere a un servizio necessitato, necessario, dovuto? Io credo di no. Allora se ci fosse stata la territorialità, e quindi la riforma sanitaria di base, noi non staremmo qui a discutere di questa cosa, né tu staresti qui a discutere di cose per cui devi difendere per forza un sistema. Vorrei anche ricordare, a chi non lo ricorda bene, che l'Azienda Unica la volevamo noi, l'abbiamo proposta noi, l'ho firmato anch'io quella proposta di legge, ma era cosa ben diversa, dicevamo che doveva occuparsi esclusivamente di acquisti e di gestione del personale, oggi non è più così perché avete voluto lasciare in piedi almeno lo scheletro, dico scheletro, ma le strutture delle singole ASL, perché lì è a beneficio di alcune clientele e perché lì è beneficio di chi avete voluto mettere come direttore generale prima, come commissario dopo, e adesso magari ancora come direttore generale, è la vergogna che vi seguirà negli anni! Questo dovete capire, non pensate di aver risolto i problemi della sanità togliendo all'Ogliastra piuttosto che a La Maddalena il punto nascita o quello che serve. Questo non vi salva, vi condanna perché vi fa vedere quello che siete, cioè un sistema votato esclusivamente all'economicismo anziché guardare quello che è un servizio da dare a ciascuno che ha bisogno e necessità soprattutto perché malato! Non mi si dica che il sistema oncologico funziona bene, in quella che noi gestiamo oggi, ma non peraltro, perché la gente è costretta a fare dei viaggi della carità non sapendo se trova o meno la possibilità di fare con il liquido di contrasto la PET. Questo non lo potete negare! Allora quando non si comprano il liquido di contrasto c'è qualcosa che non va, qualcosa che non funziona, delle rotelle all'interno del sistema che non tornano, e quella non è riforma sanitaria, quella è ben gestire, dare servizi adeguati, essere onesti e cercare di perseguire la bontà nel dare ascolto a quelle che sono le necessità, le emergenze e le urgenze, cosa che oggi non si fa perché non siete neanche capaci di nominare un direttore generale dell'AREUS che è una vergogna, vi combattete tra fazioni perché non sapete a chi dare la linea di comando, è vergognoso che noi qui dobbiamo assistere, nell'Assise principale delle istituzioni sarde, a questa bagarre pensando di poter rispettare un giudizio popolare quando voi oggi volete difendere una cosa indifendibile, una cosa che non guarda i territori, una cosa che non risponde alle esigenze di quello che un malato…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Grazie signor Presidente, io parto dal disagio provato nell'intervento dell'onorevole Sabatini che si richiamava a un disagio nel far riconoscere le sue richieste mi sembra anche all'interno della stessa maggioranza. È questo il disagio? Si immagini il mio di disagio onorevole Sabatini, perché parliamo di zone disagiate, di zone marginali, e credo che in quanto a isocrone, tempi di percorrenza che lei richiamava, le mie siano leggermente più alte delle sue, ma la nostra strada 125 è un disastro per esempio, perché la Olbia-Palau-Santa Teresa non avrà mai inizio, quello è un elemento che metterebbe invece in immediata circolazione e rapidità ad esempio chi come me proviene da zone disagiate come l'isola de La Maddalena per raggiungere ad esempio Olbia. Ma questo è solo uno degli aspetti, il richiamo all'onorevole Sabatini è proprio il richiamo al riconoscimento delle zone disagiate. É un riconoscimento che noi chiediamo con forza perché oggi ci si riempie tutti la bocca, anche in quest'Aula, del disagio e del gap profondo dell'insularità che vive la Sardegna e si richiama lo Stato italiano e l'Europa al riconoscimento dell'insularità, ma quando poi si tratta di riconoscere l'insularità, il disagio dell'insularità, all'interno della nostra Isola madre, tutti scappano! Credo che questo sia invece un elemento che vada proprio richiamato, anche sulla riforma della rete ospedaliera, perché non si possono lasciare indietro i territori, non si possono lasciare indietro i territori, non ci si può dimenticare di chi vive i disagi profondi, di chi ad esempio deve attendere un'ora e mezza il traghetto perché dalle 22 e 30 salta alle 24, altro che strade quando non c'è possibilità di mezzi e di locomozione e c'è un'emergenza allora bisogna risolvere i problemi in loco, concedere nel silenzio-assenso deroghe e penalizzare invece formalmente chi è al di sotto di certi standard non va bene perché è un'ingiustizia e su questo entrerò nel merito quando saremo nel punto 12 di questa riforma. Lo trascuro adesso per richiamarlo dopo, assisto anche ad una corsa di crocerossine da trincea, come richiama la Prima Guerra Mondiale, in seconda fila: oggi tutti accorrono al capezzale della sanità de La Maddalena, dell'ospedale de La Maddalena, dei Forrest Gump della sanità, vi ringrazio, vi ringrazio molto ma attenzione, bisogna essere coerenti perché quando la cricca faceva carne di porco su quell'Isola nessuno è intervenuto lasciandoci soli a combattere una battaglia che è ancora aperta della quale però non sento ancora alzarsi la voce da quest'Aula. Quindi coerenza poca demagogia e stiamo sul pezzo, per me il pezzo significa entrare anche nel merito di questo punto 6 che riconosce alle aree disagiate una specificità, lo riconosce con un paragrafo dedicato ai presidi di area disagiata che cominciano a far intravedere elementi importanti di riconoscimento e di servizi importanti per le aree disagiate su questo io credo che noi dobbiamo lavorare e più avanti ci saranno anche degli emendamenti presentati dal sottoscritto che rafforzeranno anche questo principio. Ciò non significa che però sugli aspetti che richiamavo e sui quali torneremo nel merito perché non sono al punto 6, io dovrò dire la mia sulla disparità di trattamento, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (SDP). Molto brevemente, Presidente, per dire che su questo paragrafo c'è ancora molto da dire e, probabilmente, ancora molto da fare. Credo che questi giorni e queste ore ci serviranno, di concerto con l'Assessore, per dirimere ancora delle discrasie che secondo noi sono ancora evidenti ma che in parte sono state già affrontate. Approfitto per chiedere all'Assessore - sempre che il Presidente me lo permetta, sempre in termini e su argomenti di sanità - rispetto alla richiesta che è stata fatta qualche giorno fa sulla paventata ipotesi del trasferimento all'INPS delle funzioni relative all'accertamento dei requisiti sanitari per il riconoscimento dell'invalidità civile se questa ipotesi rimanga ipotesi o se è avvenuto qualcosa di più concreto, è importante saperlo perché c'è una mozione firmata da quasi tutti i Capigruppo quindi da quasi tutta l'Aula e vorremmo avere qualche risposta in merito, grazie.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la consigliera Anna Maria Busia. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Gruppo Misto). Grazie Presidente, io riprendo l'intervento del collega Demontis, quando si chiedeva che cosa avremmo dovuto fare o che cosa andrebbe fatto, io credo che ci sia la possibilità, ci sia una terza alternativa, una terza possibilità oltre a quelle che sono state indicate dal collega e cioè né lasciare le cose come stanno, né proseguire in questo modo, e cioè con questa
impostazione. In realtà, la terza possibilità c'è, cioè quello di farlo meglio. E io spero che questo possa accadere. Probabilmente se questo documento, questa proposta fosse stata fatta dopo aver fatto altri passaggi, non intendo soltanto quelli politici, ma altri passaggi che cambiavano l'impostazione, cioè con una maggiore chiarezza su ciò che si voleva fare per la Sardegna, per la salute dei sardi, la mia posizione fino a questo momento sarebbe stata certamente diversa, e lo dico convintamente specie dopo aver riletto e riletto la relazione del presidente Perra al DL. Lo dico perché sono convinta che la Commissione avesse le mani legate, o meglio, si poteva muovere però in uno spazio troppo stretto con limitazioni, con i paletti che questa proposta, che la proposta fatta dalla Giunta aveva posto. Continuo a pensare che anche il capitolo 6 contenga premesse condivisibili, l'ho detto anche in riferimento agli altri capitoli, ma individui dei percorsi incerti, per certi versi slegati dalle premesse fatte, sia nei capitoli precedenti che in questo. Perché lo dico? Perché se si accenna, come viene fatto nel capitolo 2, si parla di contesto regionale per evidenziare le peculiarità della nostra isola, perché se si fotografa la rete ospedaliera attuale però lo si fa senza mettere in luce, senza sottolineare ciò che non funziona, se si elencano cifre dati sul ricorso all'ospedale per evidenziare, forse, la necessità di intervenire per rimediare, rimodulare reimpostare lo status quo e poi si è proceduto, come è accaduto ieri, con l'approvazione del capitolo 5 a rattoppare un vestito che è malconcio, mi riferisco ovviamente all'emendamento su Ozieri-Alghero, è di tutta evidenza che non si è conseguenti rispetto alle premesse che lasciavano intravedere, seppure in maniera abbozzata, gli intenti del proponente. L'incipit del capitolo 6 è assolutamente interessante perché, leggo letteralmente, "l'ottimizzazione dell'utilizzo dell'ospedale per acuti è il risultato di una serie di misure organizzative che permettono di adeguare l'assistenza ai reali bisogni del paziente" e poi si individuano due ordini di criticità che occorre superare: l'organizzazione intra-ospedaliera e l'organizzazione territoriale. Chi è che non è d'accordo su questo? Io per prima condivido assolutamente questa premessa, ciò che non mi trova d'accordo è la risposta, è il modo di dare soddisfazione a quanto detto in questa parte generale. In che modo si cerca di dare risposta, si cerca di superare questi due elementi di criticità, lo sguardo non doveva essere rivolto solamente o prevalentemente al contesto ospedaliero, lo ripetiamo, lo ribadiamo, lo ripeteremo ancora se necessario, ma sempre in una visione di insieme anche al territorio con attenzione concreta e strutturata che andasse oltre le pur importanti e condivisibili enunciazioni di principio contenute nelle premesse del documento. Peccato poi che nelle pagine 18 e 19 del DL venga illustrato un modello di gestione condivisa, ma questo modello mal si concilia con il dettaglio della riorganizzazione delineato nella parte successiva, dove solo parte degli elementi sono considerati e diversi risultano ignorati. L'applicabilità della modellistica organizzativa ha una sua logica nel momento in cui gli elementi, definiti nel modello, sono applicati alla realtà contestuale, questo non è il caso della Sardegna in questa fase storica. L'organizzazione intra-ospedaliera è vero che è influenzata dalla funzionalità dei pronto soccorso, ma questi a loro volta sentono il peso del sistema organizzativo e funzionale della rete territoriale e del servizio di emergenza urgenza nella sua complessità. Sorprende la mancanza di riferimenti chiari nelle pagine che seguono quelle indicate indirizzati alle case della salute agli ospedali di comunità, non si comprende al di là della loro teorica descrizione dei cerchietti, come qualcuno ha detto, come possono integrarsi nel sistema sanitario della Regione e con quale logica possano essere identificati. Ancora, io indico sempre il testuale per un preciso riferimento, a pagina 21 la Tabella indicante gli obiettivi e risultati attesi lascia a desiderare nel momento in cui i vari risultati non presentano elementi di processo nel resto del testo, che possano giustificare i risultati che sono attesi. Esempio eclatante è dato dall'obiettivo miglioramento della qualità dell'assistenza ospedaliera, ove non si comprende come si…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Augusto Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI AUGUSTO (Partito dei Sardi). Il Capitolo 6 è un capitolo importante di questa riforma ospedaliera però non voglio entrare, mi riserverò di entrare nello specifico paragrafo per paragrafo del Capitolo 6 sugli argomenti in particolare. Io voglio fare una riflessione sulla necessità di portare avanti una riforma di questo genere, ci sono alcuni punti che sicuramente sono critici su una riforma di questo genere. Innanzitutto partendo dal fatto che noi stiamo portando avanti, anzi abbiamo iniziato con una riforma dell'ATS, una riforma dell'ATS che comporta comunque tempi molto lenti, nonostante la velocità con cui l'abbiamo esitata in Consiglio regionale, una riforma dell'ATS, che è risaputo, a noi non piace che però dobbiamo portare avanti. E questa riforma dell'ATS ci trova in un guado molto particolare organizzativo all'interno della riforma del servizio sanitario regionale che, comunque sia, aggiunge criticità alla riforma della rete ospedaliera, questo perché? Perché spesso confondiamo le due cose, confondiamo la rete ospedaliera con quelli che ad esempio sono gli atti aziendali; su una cosa credo che tutti in questo Consiglio regionale ci troviamo d'accordo sul fatto che bisogna cambiare. La necessità di riformare la rete ospedaliera e un servizio sanitario che è ormai immobile da troppo tempo. Quello che io ho più volte ribadito, e lo ribadisco anche in questa occasione, è la necessità di tener fermi i due punti fondamentali, portando avanti questa riforma della rete ospedaliera, che è quella che gli atti aziendali, comunque e in ogni caso, non devono avere atti conseguenti prima che la rete ospedaliera venga approvata, e questo deve essere un punto fermo, deve essere una garanzia dettata dal Presidente e confermata da lei Assessore. L'attuato deve essere che le modifiche che la rete ospedaliera apporta agli atti aziendali approvati devono essere immediatamente apportati con nuovi atti aziendali, e questo è un ulteriore livello di garanzia che abbiamo preteso e che deve essere confermato in ogni caso. Dicevo, che è una di quelle riforme sul capitolo principale, sulla necessità di doverla fare trova tutti d'accordo, ma non è l'unico motivo per cui una riforma di questo genere deve essere portata avanti. Io dico che deve essere portata avanti perché è necessaria, perché se non la facciamo noi, e la competenza spetta al Consiglio regionale, è necessario che venga fatta da qualcun altro e io siccome è una prerogativa mia, come legislatore, non voglio che la facciano altri. Quindi, questa riforma la dobbiamo fare noi perché altrimenti la fanno altri, e io non mi fido di come verrà fatta se la dovessero fare degli altri, anche perché i presupposti, Assessore, non erano dei più rosei perché ricordiamoci di come è partita questa riforma della rete ospedaliera, delle idee e del quadro generale che era la riforma ospedaliera due anni fa e di come stava andando ad esitarla. Io dico che è completamente diversa, molto diversa non nell'inquadramento generale che presuppone una visione che si avvicina, non si avvicina al DM 70; io sono stato contestato, ripreso da qualche funzionario che mi diceva "ma insomma, lei alcune volte prende a riferimento il DM 70, altre volte non lo prende a riferimento", sì, io rivendico la necessità di doverlo utilizzare il DM 70, perché non dico che è un atto da buttare, ma di doverlo utilizzare compatibilmente con le mie necessità, quindi utilizzerò il DM 70 quando credo che la necessità di farlo sia confacente alle necessità della Sardegna, e non lo utilizzo e cambio le regole quando ritengo di doverlo fare. Atto iniziale di due anni fa che era, ripeto, secondo me profondamente diverso, perché c'era una visione diversa ad esempio di quelli che dovevano essere gli ospedali di zona disagiata, noi li abbiamo emendati, abbiamo continuato ad emendarli, continueremo ad emendarli quando arriveremo al capitolo ma non solo per le zone disagiate ma anche per altri… ad esempio prendo l'equiparazione degli hub tra Cagliari e Sassari, un bilanciamento degli hub tra Cagliari e Sassari, ma anche su altri argomenti che prenderemo ad esempio capitolo per capitolo. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Se noi avessimo anteposto un interesse meramente elettoralistico avremmo rinunciato a tutti gli emendamenti e anzi avremmo favorito l'accelerazione dell'iter di approvazione di questo provvedimento, anche perché secondo la nostra valutazione rappresenta il suggello del fallimento delle politiche di questa Giunta regionale, rappresenta il fallimento di una politica riformistica che è fatta a dispetto dei territori, fatta a dispetto degli amministratori, fatta soprattutto senza tenere conto di quelle voci che si sono levate soprattutto dal sistema e dagli stessi cittadini, abbiamo avuto ieri anche una rappresentanza di diversi territori e voi fate orecchie da mercante, indifferenti, e hanno ragione quando scrivono "la politica è sorda ed indifferente alle nostre proposte", la politica vostra, la politica del centrosinistra, la politica di questa Giunta regionale, direi, perché è ora di smetterla con il generalizzare, ognuno si assuma la responsabilità. Voi ritenete di fare la migliore delle operazioni e invece state facendo qualcosa di veramente disastroso, e qualcosa di luttuoso, così come oggi davvero io devo fare le condoglianze, perché si sta consumando nel silenzio generale un fatto di una gravità inaudita, e io penso e spero che sia per questa ragione che il Capogruppo del Partito dei Sardi ha chiesto la convocazione urgente alla fine dei lavori del Presidente della Giunta perché riferisca in Aula su quello che sta accadendo a Roma. Sta accadendo qualcosa che mortifica, che segna davvero la fine della nostra autonomia; quando si sente parlare - così riferiscono le agenzie di stampa - di una apertura, cioè senza ancora portare alcun risultato concreto ma soltanto si usano i condizionali, "la possibilità che", "l'auspicio che", significa che siamo di fronte all'ennesimo fallimento, ed ecco perché noi siamo davvero preoccupati, siamo preoccupati perché non c'è assolutamente capacità di rappresentare le nostre istanze, le nostre giuste rivendicazioni nel confronto con il Governo nazionale, e immaginiamoci quindi la capacità oggi di proporci con un intento, di proporvi voi con un intento riformatore. La verità è quella che dai banchi della stessa maggioranza emerge, sia pure con tuttol'imbarazzo del caso, e ne siamo ben consapevoli. Io, onorevole Sabatini, sottoscrivo ogni sua parola, io, onorevole Sabatini, dai banchi dell'opposizione sottoscrivo ogni sua parola, ed è la ragione per la quale le confermo, perché l'ho già annunciato, che noi non chiederemo voti segreti ma su quegli emendamenti sui quali ritengo debba fare una battaglia comune questo Consiglio regionale, su Lanusei, su Ozieri, su Alghero, su La Maddalena, su Nuoro, io penso che ognuno alla luce del sole deve assumersi la responsabilità! Ed è la richiesta che formulo, Presidente, sin da ora perché io penso che questo Consiglio non possa permettersi frettolosamente di approvare norme i cui effetti davvero sarebbero disastrosi per quei territori, quindi sulle questioni che riguardano appunto Alghero, Ozieri, Lanusei, Nuoro, La Maddalena l'invito è a fermarci, non per rimandare sine die, mettiamo anche in coda a questo provvedimento la valutazione, l'esame e la votazione di questi emendamenti, io penso che qualche giorno in più di riflessione forse aiuta tutti a poter meglio definire una strategia comune per non mortificare quei territori. Questo ve lo diciamo con il senso di responsabilità che ancora una volta vogliamo dimostrare, è un appello che facciamo alle forze di maggioranza che ancora hanno un radicamento nei territori, se non sono davvero scollegate con quelle che sono le situazioni che ben tutti conoscono e di cui avete parlato voi stessi. Siate coerenti e allora almeno un supplemento di istruttoria per questi….
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie, Presidente, onorevoli consiglieri, intanto per evitare dimenticanze rispondo all'onorevole Cocco. Non c'è nessun atto, ci sono interlocuzioni con l'INPS per le Commissioni per l'invalidità civile ma non è stato firmato nessun atto; né c'è nessun atto che sia stato presentato all'Assessorato e all'Assessore sulle Commissioni per l'invalidità civile, quindi smentisco qualsiasi notizia di riforma. Valutiamo quello che è il miglior interesse per i cittadini della Sardegna per un argomento estremamente delicato come quello delle Commissioni per l'invalidità civile.
Così come volevo rispondere - ieri non ne ho avuto l'opportunità -sul fatto che Nuoro, aldilà della sigla, non viene assolutamente depotenziato, non sono state citate, perché siamo concentrati forse su aspetti legati ad alcune specialità, ma cito per esempio la neuro radiologia interventistica che è una delle poche che c'è in Sardegna per il trattamento dell'ictus, che viene confermata. Ovviamente si tratta di fare delle scelte che devono, da un lato rispondere a una classificazione legata al famigerato D M 70, dall'altro noi, attraverso il documento delle reti, cerchiamo di creare reti, perché il concetto fondamentale che noi abbiamo proposto dei presidi di area omogenea cercando di sviluppare delle collaborazioni formali, non amicali, tra reti di specialisti per dare delle risposte. Nessun territorio può essere autosufficiente rispetto al mantenimento della qualità e della competenza clinica.
Quindi non c'è nessuna idea di punire un territorio piuttosto che un altro, cerchiamo di sviluppare un'idea di Sardegna forte, la sanità è una metafora da questo punto di vista.
Così come non ha avuto modo di rispondere ieri all'onorevole Forma, per dire che io faccio un ragionamento complessivo, non rientra nelle reti di riabilitazione ma è un problema urgente, tra l'altro dobbiamo penso celebrare, nel disfattismo a volte dell'informazione, una notizia importante, avremo la Scuola di specializzazione in riabilitazione in Sardegna, e quindi ci obbliga a un ragionamento di reti urgente rispetto a una popolazione che invecchia, quindi col rischio di disabilità. Quindi è molto importante quello che lei ha chiesto, è un tavolo che stiamo convocando con la Simfer, con la società scientifica e col nuovo docente della Facoltà di riabilitazione.
Onorevole Sabatini, io capisco il suo disagio, però le assicuro che il mio impegno e la mia attenzione verso i territori dell'interno è forte, anche se apparentemente non può sembrare. Io ho cercato di essere garante di un'idea di Sardegna, può essere condivisa, può essere respinta, però c'è un'idea di Sardegna che nasce dal fatto che la sanità deve essere utilizzata, deve seguire dei tempi di programmazione rispetto a cambiamenti che stanno avvenendo a un passo molto importante, che richiedono delle competenze, delle specializzazioni. La nostra capacità, l'intelligenza della politica è quella di trovare un equilibrio tra la territorialità, la prossimità, userei un termine salute a chilometro zero, che dobbiamo garantire ai nostri cittadini dei paesi delle piccole comunità, però allo stesso tempo alcune specializzazioni richiedono la capacità e la scelta molto chiara di dire: dove li allochiamo? Quindi ho riconosciuto diverse volte, penso che abbiamo rimarcato le caratteristiche dell'Ogliastra, le isocrone che paradossalmente sono molto penalizzanti, però questo io penso che si possa superare con un discorso di rete. Il presidio di Area omogenea, che è la filosofia che guida questa proposta, è un tentativo di trovare amministrativamente una soluzione. Così come ringrazio l'intervento dell'onorevole Busia; il documento, noi siamo pronti nel declinarlo, nell'attuarlo, a far capire meglio alcuni concetti che abbiamo già recepito con alcuni emendamenti. L'ospedale di comunità non è nient'altro che creare quelle comunità intermedie che in questo momento in Sardegna mancavano e che determinavano un eccesso di ricoveri ospedalieri che abbiamo quantificato tra 14 e 18.000 che possano trovare una risposta con bisogni assistenziali prevalenti rispetto a quelli diagnostico-terapeutici con il coinvolgimento di diverse figure o il medico di famiglia o un medico specialista in competenze di geriatria.
Sull'insularità che è la presenza di un'isola o di isole nell'isola già con la legge numero 17 abbiamo riconosciuto la specificità, siamo disposti a un ragionamento anche qui in cui bisogna avere l'intelligenza di trovare la sintesi tra la riduzione del disagio e la garanzia delle competenze. Ripeto, nessuno vuol fare astrattamente discorsi di dottrina sanitaria, però è un dato risaputo della vita quotidiana degli ospedali e delle cliniche che la competenza è legata al numero di casi che uno vede, soprattutto con alcune patologie particolarmente rare.
Per cui io penso che stiamo facendo un lavoro che richiede la capacità di ascolto sicuramente ma anche una capacità politica e amministrativa di adattamento rispetto a dei bisogni. Molto curiosamente l'onorevole Dedoni, che non vedo più, eccolo la, è passata alla maggioranza, e questo mi rassicura, cita la mancanza del liquido di contrasto della PET. Ha citato un bell'esempio, perché se uno va a vedersi i documenti di programmazione sanitaria una PET dovrebbe essere una ogni milione di abitanti. Bene in Sardegna abbiamo tre PET, quindi non è un problema di mancanza di liquido di contrasto, è problema reale quello di avere una necessità di coordinamento e di integrazione della Sardegna…
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento soppressivo totale numero 9 uguale al numero 741, con parere contrario della Commissione e della Giunta.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'emendamento numero 424, con parere contrario della Commissione e della Giunta
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). Intervengo sull'emendamento perché evidentemente mi sono iscritto in ritardo sulla discussione del capitolo 6, lo faccio adesso utilizzando quei pochi minuti a disposizione. Quello che voglio dire a proposito di questo capitolo 6 assomiglia molto, e sono contento di questo, a quanto ha detto e a quanto ha affermato anche la mia Capogruppo l'onorevole Busia. Non ci siamo messi d'accordo, però effettivamente mi ero preparato una scaletta di intervento abbastanza simile. Dico e voglio dire che in effetti ancora una volta ottimi preamboli, ottime premesse, ma cattivo svolgimento del compito, del tema da svolgere, contraddittorie determinazioni sicuramente. Ancora una volta mi sembra, e posso dire, che è una pieno di buone intenzioni il 24 dicembre, seguito poi da azioni conseguenti una volta ricevuti forse non dico i regali, perché potrebbe lasciare spazio a cattive interpretazioni, ma insomma dopo le grandi premesse del 24 dicembre segue il solito comportamento.
In questo capitolo si sottolineano criticità, la criticità principale è quella dell'organizzazione intra-ospedaliera e la seconda è l'organizzazione territoriale. È vero ci sono queste criticità, il filtro mancato dei Pronto Soccorso è una cosa evidente, ma non solo perché mancano le strutture di osservazione breve intensiva, perché di fatto c'è troppo poco personale nelle strutture di Pronto Soccorso. I pazienti stazionano nelle stanze, spesso non adeguate, anche indecenti di certi Pronto Soccorso ore, ore e ore. Spesso stazionano direttamente in materassi aspettando una collocazione in reparti, in reparti che non possono accogliere se prima non vengono filtrati adeguatamente dal Pronto Soccorso, che però non ha le risorse mediche, non ha le risorse strumentali per poter accogliere la massa di persone che si rivolge all'ospedale, che si rivolge al Pronto Soccorso. Si parla di dimissioni insicure, certo si tratta di dimissioni insicure, perché spessissimo chiediamo ai clinici e osserviamo il comportamento dei tecnici sulla base dei tempi di degenza, determiniamo un accorciamento dei tempi di degenza…
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 424 con parere contrario della Commissione e della Giunta.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 425, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 425.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 427.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 428.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 426.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 683, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). Chiedo scusa, ma debbo intervenire così a spizzichi e mozzichi…
PRESIDENTE. Per dichiarazione di voto.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). Per dichiarazione di voto, lo dico dopo, però, prima di dichiarare il voto, voglio richiamare l'attenzione dell'Aula su uno studio del 2013 in cui si afferma chiaramente che l'Italia, nella gestione dei posti letto, sta andando, anzi, non sta andando, è ampiamente sotto la media europea. Abbiamo troppi posti letto, questa è la cultura che ha determinato tutte le scelte politiche vedendo la criticità dell'ospedale o centrismo, ma su questa filosofia sono stati tagliati troppi posti letto, e la Regione che sta soffrendo di più per questi tagli è la Sardegna. È uno studio del 2013 che ci dice che i tagli maggiori in Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, eccetera, superiori al 20 per cento; nello stesso studio si afferma che un taglio di posti letto, a inseguire in qualche modo anche l'indice di occupazione dei posti letto al di sotto del 90 per cento, è la causa principale della morbilità e della mortalità di pazienti ricoverati. Dobbiamo rivedere questa filosofia, dobbiamo assolutamente tornare indietro rispetto a questa visione che vede nei tagli di posti letto una cura possibile per la nostra inefficienza negli ospedali. Non è questa assolutamente la strada e questa strada è diventata ancora più critica una volta che la si individua come cura nel piano di rientro proposto e imposto anche dalle leggi nazionali. In questo studio si dice che le reti ospedaliere sono vicine al collasso, e in particolare la rete ospedaliera sarda, se si continua con questa visione di tagli dei posti letto, è assolutamente in una posizione davvero di grandissima difficoltà. A proposito di questo, ricordo che l'Italia è ultima in Europa. Se si considerano i posti letto per acuti, l'Italia è ben al di sotto della media dell'Europa, che è di 5,2 per mille. Il confronto con gli altri Paesi europei a noi vicini per condizioni economiche e sociali diventa imbarazzante: la Germania è all'8,2 per mille, l'Austria al 7,6 per mille…
PRESIENTE. Non ha dichiarato il voto, però va bene così.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). La dichiarazione di voto è favorevole all'emendamento.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 683, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 683.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
L'emendamento numero 632 è inammissibile.
Metto in votazione l'emendamento numero 429, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 429.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà
OPPI GIORGIO (UDC-Sardegna). Sull'ordine dei lavori. Presidente, perlomeno sulla maggior parte di questi emendamenti, io sono il primo firmatario, non abbiamo nulla in contrario ad evitare il voto elettronico palese, però non possiamo accettare che chicchessia, in modo veramente scorretto, si possa permettere di dire, come ha fatto l'onorevole Demontis, che il ritardo è determinato dall'opposizione, questo è veramente grave. Quindi, se la persona si rimangia le stupidità che ha detto, noi siamo disposti ad andare avanti senza il voto…
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Io non so che intervento abbia sentito lei, consigliere Oppi, io non ho mai sostenuto una cosa di questo tipo, non ho mai sostenuto una cosa di questo tipo. Quindi lei mi sta mettendo in bocca delle dichiarazioni che io non ho fatto, e se lei chiede di ritirare queste dichiarazioni a me viene facilissimo perché, non avendole fatte, le ritiro, questo è il punto. Se lei è contento di questo, va benissimo. Comunque, lei mi ha chiesto di ritirare delle dichiarazioni che non ho mai fatto? Volentieri le ritiro, quindi la cosa è chiusa.
PRESIDENTE. Possiamo procedere con voto palese?
OPPI GIORGIO (UDC-Sardegna). Sì.
PRESIDENTE. Grazie.
Metto in votazione l'emendamento numero 430, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 431, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 433, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 37, uguale al 434, uguale al 752, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 435, uguale al 758. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 38, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
L'emendamento numero 39 è decaduto.
Metto in votazione l'emendamento numero 40, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 41, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 42, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 43, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 44, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 45, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 46, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
L'emendamento numero 47 è decaduto.
Metto in votazione l'emendamento numero 48, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 49, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 50, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 51, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
L'emendamento numero 52 è decaduto.
Metto in votazione l'emendamento numero 53, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 54, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 55, che è uguale al 436 e al 753, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 437, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 283 che è uguale al 438.
Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Visto che parliamo dell'articolazione della rete ospedaliera per area omogenea, mi pare, per annunciare il mio voto contrario a questi soppressivi, colgo l'occasione per chiedere all'Assessore di precisare quanto detto poco fa rispetto alla nomina del Direttore generale dell'AREUS, perché mi è sfuggito che cosa abbia detto nel suo intervento precedente. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Volevo semplicemente avere un chiarimento, nel senso che qua si parla di garantire il mantenimento delle competenze specialistiche facendo girare, passatemi il termine, gli specialisti nei vari stabilimenti, nei vari presidi. Allora io chiedo questo: non pensa, Assessore, che il fatto che questi super professionisti, come si chiamano, che girano come equipe all'interno dei Presidi possano anche essere una sorta di handicap? Nel senso che il problema poi diventa il post operatorio, nel senso che il rischio chiaramente non è tanto nell'operazione ma nel post operatorio, quindi se non sono già delle persone esperte all'interno dei presidi, quindi che conoscono esattamente qual è la procedura all'interno, il fatto che possano venire delle persone da fuori probabilmente può essere anche un handicap. Grazie.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 283 che è uguale al 438, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 439, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 440, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 441, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 442, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 444, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 470, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 763, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 443, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 614, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 445, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 446, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 447, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
A questo punto ho una serie di inviti al ritiro per emendamenti proposti dall'onorevole Oppi. Sono i numeri 458, 448, 449, 450, 459, 451 e 452.
(Intervento fuori microfono del consigliere Giorgio Oppi )
PRESIDENTE. Quindi li votiamo.
Metto in votazione l'emendamento numero 458, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 448. Su questo non c'è il parere della Commissione.
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 449, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 450. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 459. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 451. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 452. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 760, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 453, con parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 454. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 455. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 456. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 457. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 460. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 461. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 463. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 464. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 465. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 462. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 466. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 467. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 468. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 469 e 759, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 365. C'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI FRANCESCO (PD). Presidente, io vorrei essere ulteriormente chiaro. Sono convinto che la Commissione abbia fatto un ottimo lavoro nel riconoscere il ruolo nelle aree marginali dei presidi ospedalieri e infatti il mio emendamento non chiede l'istituzione, nel modo più assoluto, di nuovi servizi in quel presidio ospedaliero, che rimane il nodo della rete a significare che niente si chiede in più, DEA di primo livello perché è previsto che possa svolgere in pieno, dando risposta all'emergenza-urgenza e riconoscendo la risposta alle patologie tempo dipendenti. Riprendo il discorso che faceva il collega Augusto Cherchi, io faccio riferimento senz'altro al DM 70, ma lo utilizzo con giudizio capendo quali sono le esigenze e le risposte che bisogna dare nei territori, non in modo assoluto quell'utilizzo del DM 70, così come è stata fatta in altre aree della Sardegna. Quindi, io chiedo che questo emendamento venga spostato a prima del voto finale della legge perché si abbia il tempo di un'ulteriore riflessione e approfondimento su quanto richiesto che è a costo zero, non chiede l'istituzione di nuovi servizi e quindi è assolutamente a costo zero, non porta nessuna spesa aggiuntiva.
PRESIDENTE. Chiedo al Consiglio se si è d'accordo per spostarlo alla fine della legge.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, va nella direzione auspicata che io ho sollecitato nel corso del mio intervento e quindi non ci sono assolutamente problemi. Sosteniamo questa richiesta che vale anche per qualche altro emendamento che si riferisce anche ad altre situazioni che ho prima richiamato. Se è possibile una valutazione complessiva che riguardi quei casi e quelle situazioni territoriali che, a nostro avviso, necessitano di un approfondimento che probabilmente nella fretta può sfuggire e la giusta sollecitazione che è venuta per una diversa soluzione. Quindi, d'accordo ma anche con riferimento, ripeto, a qualche altro emendamento che avremo occasione di segnalare.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 365 è rinviato alla fine della valutazione della legge.
Metto in votazione gli emendamenti numero 56 e 754, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 471. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 472. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione gli emendamenti numero 473 e 678, uguali. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Metto in votazione l'emendamento numero 474. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 475. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 761. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 679. C'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). È ritirato.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 681. C'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Non mi risulta siano stati presentati neanche emendamenti correttivi, non ho intenzione di ritirare il mio emendamento e anzi lo sostengo con forza e ancora più urgenza. Il contenuto del passaggio in questione è, a mio giudizio, pericoloso. Non lo condivido nel merito né nel metodo. Qui non si parla di quello di cui si dovrebbe parlare e cioè del bisogno di omogeneizzazione tra le tre aziende che agiscono all'interno dell'area metropolitana di Cagliari e si parla invece di quello di cui in questo momento non è bene parlare e non è utile parlare. In questo passaggio, quindi, si parla per l'ennesima volta di aziende sanitarie e della loro governance e se ne parla in un modo che io reputo inaccettabile perché si paventa la trasformazione dell'hub di secondo livello del Sud Sardegna in azienda universitaria, cosa che peraltro si è già verificata nel presidio del Nord Sardegna. Cos'altro può voler dire sennò la frase "riguardo la fattibilità dell'unione delle aziende ospedaliere Brotzu e Policlinico universitario"? Vedo, tra l'altro, un emendamento che verrà discusso in seguito, l'emendamento numero 641, con il parere favorevole della Commissione, che non solo non smentisce questa lettura, ma la conferma e anzi dà la giusta metodologia attraverso il quale si dovrebbe arrivare a quel risultato e cioè attraverso un disegno di legge da trasmettere al Consiglio regionale, cosa che peraltro credo sia inevitabile per azioni di questo tipo. Un tema come questo necessita di una discussione che ancora non c'è stata. Non è una piccolezza o un fatto gestionale, le aziende miste hanno governance e controlli differenti rispetto a quelle ospedaliere. Non sto dicendo che funzionino peggio, dato che in molte regioni tutta l'eccellenza ospedaliera è in gran parte gestita dalle aziende universitarie, né ho intenzione di entrare nell'eterna contrapposizione tra medici ospedalieri e medici universitari, contesto però il fatto che senza aver fatto nemmeno un bilancio degli accorpamenti decisi negli ultimi anni, si pensi a farne di nuovi. Non è questo il tema. In questi casi i dubbi che tra le tante urgenze che credo abbia la nostra sanità questa non ci sia e anzi azione come questa rischiano in una fase di crisi finanziaria e di carenze organizzative di aumentare i problemi. Sottolineo poi che questo testo viene discusso a pochi anni dalla legge 23 del 2014 che abbiamo approvato, che ha disposto l'accorpamento dell'allora ospedale microcitemico (oggi Cao) e del Businco all'azienda Brotzu. È stata un'unione difficile, come lo sono sempre questo tipo di unioni. Ecco, ora non vorrei che dopo aver accorpato la gestione dei due importanti presidi dall'ex ASL 8 all'azienda Brotzu si mettessero le basi, nero su bianco, in un documento approvato dal Consiglio regionale, per trasferire l'azienda Brotzu nell'azienda mista, magari immaginando l'ulteriore dimagrimento dell'ASL 8 con la chiusura oggi o domani dei presidi rimasti, eventualità che oggi non reputo auspicabile, non lo è per le strutture ospedaliere dell'azienda Brotzu che hanno seri problemi che devono essere risolti e non è bene per l'università…
PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Voglio motivare l'invito al ritiro che diventa parere contrario in caso di mancato ritiro dell'emendamento, perché stiamo parlando di un articolo che ha introdotto una ipotesi del tutto eventuale, ovvero cito l'osservazione che riguarda la fattibilità, ci sono due subordinate a condizioni del tutto eventuali che tendono però a porre in evidenza un problema, ovvero c'è il rischio nell'area urbana di Cagliari di una sovrapposizione di patologie, di competenze per patologie ultraspecialistiche? Questo da che cosa dipende? Il rischio c'è, dipende dal fatto che abbiamo un ospedale di secondo livello e un altro ospedale che si chiama policlinico universitario e che ha bisogno di declinare le sue specialità in funzione di attività soprattutto didattiche, ma che evidentemente non possono essere declinate senza la possibilità di assumere quella titolarità. Questa condizione si risolve solo in una condizione di accordo che infatti abbiamo scritto definirsi attraverso lo strumento del Dipartimento interaziendale. Badate, quest'anno, pochi giorni fa il Ministero ha bocciato la capacità dell'Università di Cagliari di formare chirurghi, medici dello sport, urologi. Ha mantenuto otto specialità in deroga, ne cito qualcuna: la geriatria, la cardiologia, la medicina interna, la gastroenterologia, l'anestesia, la medicina legale, la radiologia, la chirurgia vascolare. Attenzione, perché noi ci troveremo l'anno prossimo con la mancanza di queste scuole di specializzazione perché non ci sono i volumi sufficienti a garantire la possibilità per gli studenti di qualificarsi in queste branche. Si può solo superare attraverso un accordo azienda ospedaliera - azienda universitaria, che questo significhi poi più in avanti un eventuale accorpamento delle aziende è una cosa la cui fattibilità è tutta da dimostrare e da vedere, ma nell'intanto noi non possiamo omettere di presentarci anche al Ministero con un piano che indichi la possibilità di superare le difficoltà della formazione del nostro personale sanitario, pena il declassamento e la dequalificazione di tutto il sistema universitario e formativo sardo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Anna Maria Busia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BUSIA ANNA MARIA (Gruppo Misto). Ubi lex voluit dixit, ubi noluit tacuit. La categoria della eventualità nella normazione e nel processo di normazione non esiste, quindi questo emendamento consente di non commettere un errore gravissimo. Le eventualità non possono essere contemplate, nella eventualità che si presentino determinate condizioni, si norma. Chiedo il voto elettronico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Truzzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). Per annunciare il mio voto a favore anche perché avevo presentato un emendamento simile che è stato bocciato precedentemente e per dire anche che comprendo le motivazioni del collega Ruggeri e la ratio che ha portato alla presentazione dell'emendamento in Commissione che ha aggiunto questo capoverso. Però proprio perché è un tema di tale importanza forse avrebbe richiesto una riflessione più attenta e una valutazione più attenta da parte di questo Consiglio regionale perché come hanno detto altri colleghi noi ci stiamo abituando a fare delle cose un po' strane, ci stiamo convincendo che sia sufficiente a volte scrivere delle norme in una delibera oppure che sia sufficiente scriverle in una legge perché si realizzino. Non è così, non è assolutamente così, è stato dimostrato in questi anni, è stato dimostrato quanto fosse complesso l'accorpamento di alcune aziende che è avvenuto in questi mesi a livello regionale, sinceramente accettare che con un emendamento di questo tipo si ponga un'eventualità in modo tale da lasciarsi le mani libere in futuro, a me preoccupa. Io vorrei che su questa questione ci fosse un ragionamento fatto alla luce del sole, in piena trasparenza, all'interno di quest'Aula e all'esterno di quest'Aula perché sono questioni che richiedono approfondimenti anche con la società, con chi fa parte di quei mondi, con gli operatori e non possiamo permetterci di farlo con una piccola normetta inserita in un piano di riforma della rete ospedaliera.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az-La Base). Anche noi voteremo a favore di questo emendamento anche perché è sintomatico di un processo che per quanto si voglia dissimulare tende ad una semplificazione eccessiva dell'offerta sanitaria dell'area metropolitana cagliaritana. E direi anche non credo sia opportuno adottare questo ombrello dei problemi delle scuole di specializzazione come utile a proteggersi da qualsiasi scelta di carattere politico - universitario che nulla ha a che vedere con quel problema. La riforma dell'accreditamento delle scuole di specializzazione passa principalmente attraverso una diversa valutazione della qualità scientifica dei docenti, i requisiti che l'AGENAS stabilisce dal punto di vista della quantità clinica per poter supportare la Scuola di specializzazione sono una cosa diversa e dovranno ancora essere rivisti e in terzo luogo io direi anche: "Ma la politica, questa politica che ha tagliato i posti di potere, che ha tolto tutto quello che era superfluo, a mio avviso deve anche cominciare a porsi degli altri interrogativi". Vogliamo continuare a tenere in piedi eccellenze scientifiche che potrebbero rimanere in piedi comunque o dobbiamo necessariamente continuare a tenere in piedi baronati dove si distribuiscono altri posti a spese oramai per larghissima parte della Regione Sardegna? Dove non è detto che gli specializzandi siano solo studenti sardi e dove non è detto che l'università torni finalmente al suo ruolo, quella di essere università di studenti e di insegnamenti e favorire il fatto di specializzarsi non nella scuola di specializzazione di vicinato ma nelle scuole di specializzazione che hanno scuole davvero importanti non sia un disvalore. Io credo che su questo vada fatta una valutazione molto più ampia e che la si dovrebbe smettere di utilizzare questo argomento per giustificare un progetto che è diverso che è quello di mandare dentro il Policlinico universitario tutto quello che è il budget del Brotzu. Quindi abbiamo il coraggio di chiamare le cose con il loro nome e io credo che in questo momento anche vedendo i comunicati stampa che vengono fuori dalla Direzione generale del Brotzu che festeggia l'approvazione definitiva dell'atto aziendale prima ancora che questo Consiglio abbia licenziato la rete ospedaliera, sia un atteggiamento da censurare completamente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA ALESSANDRA (FI).Io riparto proprio dalle ultime parole dell'onorevole Solinas perché veramente sono indignata di alcuni comportamenti che vengono fatti sulla testa ma soprattutto sulla salute dei cittadini sardi. Gli atti aziendali che si stanno consumando in questi giorni sono quantomeno irrispettosi e non voglio aggiungere altro, se per di più dobbiamo anche sbandierare i successi sulle spalle veramente del personale e di chi viene addirittura massacrato con questi atti aziendali per quanto mi riguarda illegittimi, io non ci sto, così come non ci sto a fare di tutta l'erba un fascio con parole Assessore, perché che voi vogliate potenziare il Policlinico universitario lo dovete fare e nessuno ha nulla da dire, però non dovete farlo a discapito del Brotzu perché questa manovra che state portando avanti da mesi sta portando un ospedale com'era appunto il Brotzu che era un ospedale che aveva delle eccellenze che andavano potenziate e non depotenziate e qui non si tratta di fare la conta degli ospedali, Assessore, mi dispiace ma pensiamoci bene, intanto noi siamo a favore perché va chiarito e non in ragione di cattedre oppure di strutture complesse. Noi non ci stiamo a questi giochi, basta!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Mi pare, l'ho già detto in discussione generale sul punto, che ci sia la necessità di un supplemento di riflessione e di istruttoria per quello che riguarda la rete territoriale in riferimento soprattutto alla cosiddetta sanità privata che dobbiamo sempre ricordare che comunque è pubblica, è su questo punto che onestamente qualche riserva la offre. Viene difficile partire dall'emendamento così com'è confezionato e argomentato perché ha giustamente anche le caratteristiche di un emendamento dal forte valore politico e di rivendicazione territoriale quindi potrebbe non essere neanche il tenore che ne consente facilmente l'approvazione. Di conseguenza volevo chiedere all'Assessore se fosse disponibile, chiuso il percorso di questa legge, a stralciare questi due punti, l'aspetto della rete territoriale relativa alla sanità privata e l'argomento della unione tra Università e Brotzu per poi magari eventualmente con una corsia preferenziale in Commissione riesaminarli dopo la chiusura di questa norma.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Roberto Deriu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Presidente, io chiederei all'onorevole Agus, poiché il suo emendamento ha provocato questo dibattito così interessante e udite soprattutto le considerazioni di pregio del relatore che andrebbero soppesate e andrebbero valutate anche in maggioranza, di rifarsi alla stessa procedura proposta dall'onorevole Sabattini per il suo emendamento, quindi la possibilità di valutarlo alla fine della discussione, perché altrimenti questo tema potrebbe essere travisato e non trattato con la sufficiente attenzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Sì, allora Assessore, io credo che noi voteremo favorevolmente a questo emendamento, perché io sono dell'avviso che non è assolutamente un beneficio snaturare quelle che sono l'entità e le aziende in questo momento, Brotzu da una parte, centro di eccellenza, secondo livello, con dei reparti che sono ovviamente anche sulle cronache tutti i giorni perché stanno dando anche dei risultati, con il Policlinico universitario che è dedito soprattutto alle cattedre e alla didattica. Quindi io credo che le due parti siano da tenere ben distinte in questo momento, Assessore, diversamente rischiamo di creare delle cattedre con professori associati, non vado neanche a dirle il perché e il percome perché sa bene di che cosa potrei parlarle, anche al Brotzu, spostando quindi i reparti al policlinico universitario e dando la possibilità al primo arrivato di poter prendersi in mano anche la struttura complessa dell'azienda Brotzu.
Un'altra cosa, Assessore, avevamo detto fino all'altro giorno che sarebbe stato opportuno che avessero aspettato per gli atti aziendali, invece leggo che "la signora" del Brotzu chiaramente è rimasta molto contenta e si è felicitata con la Giunta, perché è stato deliberato un atto aziendale. Ma avevamo detto di aspettare un attimino la fine del Consiglio, ma anche per una questione di rispetto, Assessore, invece si va avanti in maniera devastante, senza guardare niente e nessuno, diritti come un fuso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Sì Presidente per chiedere due minuti di sospensione.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 56, viene ripresa alle ore 19 e 01.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). Presidente, per dare modo di conciliare i diversi emendamenti presentati sul tema, e avendo la necessità invece di andare avanti sul resto del testo, chiedo di poter posticipare la messa in votazione di questo emendamento all'inizio della seduta successiva.
PRESIDENTE. Quindi a domani mattina. Chiedo se ci sono opposizioni? Quindi rinviamo a domani mattina l'emendamento numero 681. Quindi procediamo.
Metto in votazione l'emendamento numero 57, uguale al 476 e 755. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 477. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 480. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 481. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 485. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 478. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 479. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 484. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 483. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 482. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 58, uguale al 486 e 756. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 487. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 489. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 490. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 491. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 492. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 488. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 493. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 494. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 495. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 496, uguale al 680. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 497.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). C'è l'invito al ritiro, ma avrei necessità di avere dei chiarimenti, perché nel testo dell'emendamento intendo sopprimere la frase "la dismissione del Marino a seguito del trasferimento e riorganizzazione dei servizi ospedalieri nell'area urbana". Intanto bisogna capire se in caso di approvazione successiva di un emendamento che modifichi, come per esempio quelli che saranno discussi dopo in merito alla tabella, questa parte precedente probabilmente andrà coordinata con il testo modificato successivamente. E poi credo che vada chiarito il fatto che la presenza in questo documento di un fantasma, che periodicamente ritorna, quello del nuovo ospedale che dovrebbe in un futuro indefinito, in un luogo da decidere, con risorse non previste, concentrare le funzioni del Santissima Trinità, del Marino e degli altri stabilimenti nell'area di Cagliari. Se ne parla periodicamente, un discorso di dieci anni fa che ogni tanto torna a galla ed è spesso citato in questo documento, sempre con questa aleatorietà che non dà certezza nemmeno per il breve periodo. Nel 2008 sembrava cosa fatta, il dibattito politico allora si concentrava sull'ubicazione di quella struttura, Monserrato, Elmas o altre aree, ed era questo il discorso di allora, dieci anni dopo siamo ancora fermi là, con meno soldi e meno forza. Il riordino della rete ospedaliera poteva essere l'occasione per fare chiarezza una volta per tutte e decidere, dopo tre anni di programmazione sanitaria e finanziaria, dopo una concentrazione urbanistica che poteva avvenire con le amministrazioni locali, e trasformare finalmente in concreto quell'idea di dieci anni fa, in questo senso non posso che rilevare che siamo indietro rispetto a questo processo, non vedo passi importanti in questa direzione però vedo la cornice inserita anche in questo capitolo che cita a malapena quell'idea, ora lontanissima, da concretizzare. Io vorrei che si facesse chiarezza in quest'Aula sull'eventualità e sui tempi relativi appunto a questa eventualità, attesa da molto tempo in città, attesa sulla base della quale noi stiamo riorganizzando la rete ospedaliera anche della città, anche per capire se magari qualche altro punto ci può essere sfuggito, in questo caso io non farei barricate, né ho intenzione di farle, sulla difesa di uno o di un altro presidio ospedaliero, però ho necessità di capire quali siano i progetti nel lungo periodo e quali siano le tempistiche per un qualcosa che appunto viene citato in questo documento e sulla base del quale si sono prese decisioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). Per motivare doverosamente, anche per rispetto al contenuto dell'emendamento, volevo rassicurare gli onorevoli Agus e Busia che la richiesta di ritiro dell'emendamento è legata al fatto che successivamente ci sono degli emendamenti che precisano meglio e più opportunamente il tema, sia riguardo alla dismissione di quello stabilimento, stabilimento che viene identificato nella tabella successiva come stabilimento con ruolo da definire, sia nelle modalità attraverso cui si ridefinirà quel destino dello stabilimento, perché è scritto che verrà riconfigurato d'intesa con l'ente locale competente, in questo caso la Città metropolitana di Cagliari, quindi diciamo che l'emendamento approvato così impedirebbe poi successivamente l'approvazione degli altri ragionamenti un po' più articolati, ed è solo per un fatto tecnico che se ne richiede quindi il ritiro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az-La Base). Solo per dire, Presidente, che l'emendamento numero 680 è stato già votato e non approvato con il 496.
PRESIDENTE. Confermo.
CARTA ANGELO (PSd'Az-La Base). Quindi non è di ritirare né altro, semplicemente non è stato approvato.
PRESIDENTE. Procediamo quindi con l'emendamento numero 497.
Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 498. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Emendamento numero 682, uguale al 499, c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (Gruppo Misto). Ovviamente pongo il problema dell'armonizzazione del testo perché anche nel testo che è scaturito dai lavori in Commissione erano presenti diverse ambiguità ed errori realmente di coordinamento, normalmente nei testi normativi questo viene fatto puntualmente, in questo caso non siamo di fronte ad una legge per cui credo che su questo punto, mi auspico, che subito dopo sia fatto un coordinamento.
PRESIDENTE. Assolutamente. Metto in votazione l'emendamento numero 499. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 59, uguale al 500 e al 757. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 762, parere contrario della Commissione e della Giunta.
Ha domandato di parlare il consigliere Emilio Usula per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Gruppo Misto). Grazie Presidente, avevo chiesto di parlare prima di passare al paragrafo 6.6."Umanizzazione e sistemi di auto mutuo aiuto", che sembra quasi uno scioglilingua. Io dico che non è il caso di mettere per legge l'obbligo del sorriso, l'obbligo della pacca sulle spalle, l'obbligo dei cosiddetti "percorsi di umanizzazione nelle cure", stiamo attenti davvero a quello che offriamo al paziente, stiamo attenti davvero al fatto che i parenti possano stare vicino ai malati, stiamo attenti davvero al fatto che l'infermiere, il medico che deve seguire un paziente non sia oberato da tutta una serie di richieste che non solo gli impediscono di sorridere al paziente e al parente, ma gli impediscono qualche volta anche di rispondere semplicemente al campanello di richiesta di aiuto per cambiare i panni, per cambiare la biancheria, noi poi adesso stiamo mettendo in legge "umanizzazione e sistemi di auto mutuo aiuto", stiamo attenti a quello che offriamo senza riempirci troppo la bocca di cose che dovrebbero essere nei fatti quotidiani non una cosa imposta per legge. I maleducati siano essi medici, infermieri e personale, ci sono e non si faranno intimorire da questa legge; le persone gentili fra i medici, infermieri e personale quelli saranno impauriti da una sorta di obbligo perché la cosa che ti chiedono è: "come faccio ad essere gentile se non riesco neanche a rispondere al campanello e qualche volta siamo in due a seguire 15-18 ammalati?". Oppure pazienti che sono da una parte all'altra ricoverati in reparti, anche non propri per quella patologia, a me sembra una cosa che rasenta un pochino l'assurdità quella di voler mettere per legge queste cose mentre nei fatti non creiamo le condizioni perché davvero il paziente possa essere seguito. Come facciamo a chiedere ai parenti di seguire, di poter seguire il paziente quando magari da Ovodda il paziente è ricoverato a Cagliari? Voglio capire com'è che questi pazienti possono essere eseguiti da parenti vicini? Mi sembra che sia opportuno che ci siano meno parole e più fatti. Grazie.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 762, parere contrario della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 502. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 503. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 633, uguale al 644.
Ha domandato di parlare il consigliere Edoardo Tocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Assessore, giusto per un chiarimento, in questo paragrafo 6.6 dove nella quarta parte dice che l'organizzazione dell'attività ospedaliera tutela i ritmi fisiologici di ciascuno e la personalizzazione dell'assistenza, ecco, cosa si intende per ritmo fisiologico, nel senso Assessore che ogni individuo ha un suo ritmo fisiologico? Nel senso che se uno è ricoverato deve seguire chiaramente i ritmi che ci sono all'interno dell'ospedale, cioè se io ho un ritmo fisiologico nel senso che io sono abituato a svegliarmi alle 8 del mattino cosa faccio, mi faccio prendere il sangue alle tre del mattino? Probabilmente potrebbe essere anche uno scompenso, io volevo sapere un attimino qualche chiarimento da lei, se l'assistenza è la continuità con il mondo esterno secondo le regole di convivenza, ecco, questa è una assistenza al malato secondo le regole di convivenza oppure è di imperio dell'ospedale dove il paziente è ricoverato? Grazie.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 633, uguale al 644. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 769. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 504. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 505. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 506. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 507. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 508. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 509. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo parziale numero 863, è un emendamento all'emendamento, parere favorevole della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano.
(É approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 684, parere favorevole della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano.
(É approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 618. Chi lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 355. Ritirato l'emendamento.
Sugli emendamenti 284, 620, uguale al 623, uguale al 772, c'è un invito al ritiro per i primi due e il parere è contrario per i secondi due. Pagina 224 e 225 quelli con l'invito al ritiro, a firma onorevole Tocco, e gli altri due sono i 623 e il 772, pagina 232 e 228.
Metto in votazione l'emendamento 284, uguale al 620, uguale al 623, uguale al 772. Chi lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
All'emendamento 689 sono stati presentati gli emendamenti sostitutivi parziali 862, con parere favorevole della Commissione e della Giunta, poi c'è un sostitutivo totale l'881, con invito al ritiro, e l'882, aggiuntivo con invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD), relatore di maggioranza. Per modificare il parere sull'emendamento 881 che diventa favorevole.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento 862, parere favorevole della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 881, parere favorevole della Commissione. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Sull'emendamento 882 c'è un invito al ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Grazie, Presidente io ho presentato questo emendamento, che potrà anche apparire come una norma intrusa ma è un richiamo anche a quanto fatto dalla Regione Sicilia che prevede, per le donne che debbono partorire lontane dalle proprie isole minori, un ristoro di 3000 euro. Io chiedo che questo emendamento 882, venga accolto o comunque che ci sia un impegno da rivedere immediatamente nella prossima seduta, che riguarda aspetti contabili, possa prevedere l'inserimento di questo emendamento.
PRESIDENTE. Assessore, c'è una richiesta di intervento da parte dell'onorevole Zanchetta sull'882, un impegno della Giunta….
Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Io chiedo un attimo di riflessione perché è extra LEA, quindi dobbiamo chiarire bene anche la copertura, chiarire la funzione del ristoro, essendoci già un percorso che è stato avviato dall'ATS, per tutelare e farsi carico di tutte le spese, io vorrei avere maggior contezza di questo ristoro; ripeto extra LEA. Quindi, dobbiamo essere chiari primo sulla copertura e due qual è il compito di questo la funzione di questo ristoro.
PRESIDENTE. Onorevole Zanchetta?
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Non sono soddisfatto della risposta dell'Assessore, che sicuramente è colto anche in contropiede rispetto ad una richiesta, anche se abbiamo avuto modo così di accennarne. Io mi riferisco però, Assessore, a quanto previsto… non che io debba mutuare dalla Regione Sicilia, ma la Regione Sicilia ha delle complessità, anche più grandi delle nostre, certo con le isole minori, però noi ne abbiamo quanto basta, quindi La Maddalena, Carloforte soprattutto, possono essere considerate in questi aspetti che riguardano il riconoscimento al diritto delle partorienti alla parità di condizione e delle oggettive difficoltà in carico alle gestanti delle isole minori. Io credo che questo sia un motivo che ci debba indurre a prevedere, quanto prima, o in assestamento di bilancio, o in Finanziaria, le risorse adeguate a, chiamiamolo, ristoro di ciò che rappresenta la difficoltà di un trasferimento così impegnativo come un parto in altra sede, che non è quella della residenza abituale.
PRESIDENTE. Onorevole Zanchetta, quindi è ritirato l'emendamento?
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Presidente se me lo dice così su due piedi, io dico di no.
PRESIDENTE. Io le dico che è inammissibile perché non c'è copertura finanziaria.
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Certamente è chiaro che ci ragioniamo se c'è un impegno, come mi par di capire, da parte dell'assessore e della Giunta io lo ritiro, per poi valutarlo nel merito.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). È un modo davvero schizofrenico di procedere, si occupa tempo per trattare un problema serio e lo si liquida poi in maniera incredibile con il ritiro dell'emendamento. Ma maggioranza mettetevi d'accordo prima! Ma è possibile che si tratti di un tema di questa portata e di questa rilevanza poi che tutto debba finire a tarallucci e vino! È una cosa inammissibile! Allora, se questo emendamento non era ammissibile per mancanza di copertura, lo si doveva dire già in sede di Commissione, Presidente e relatori che cosa avete fatto? Qual è il giudizio su questo emendamento? Avete solo dato il giudizio degli annunciati, qui avreste dovuto dare il giudizio di inammissibilità se non c'è copertura, perché se c'è copertura… oppure se questo emendamento è ammissibile e se lo stiamo discutendo vuol dire che è ammissibile, allora lo si voti. Eh! Ma non si può davvero chiudere il discorso serio, posto dal collega Zanchetta, così come per dire abbiamo fatto un esercizio di retorica, per dare una risposta, attraverso i mezzi del web o attraverso i giornalisti che seguono in sala stampa, per dire ci siamo occupati di un problema! Non è un modo serio di procedere! Guardate.
PRESIDENTE. Quindi l'emendamento è ritirato.
(Interruzioni del consigliere Pietro Pittalis)
PRESIDENTE. No l'emendamento non è ammissibile perché non ha copertura finanziaria, quindi non è ammissibile.
(Interruzioni del consigliere Pietro Pittalis)
PRESIDENTE. L'emendamento all'emendamento non è ammissibile perché non ha copertura finanziaria.
Metto in votazione l'emendamento 689, parere favorevole della Giunta e della Commissione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
A seguito dell'approvazione di questo emendamento, decadono gli emendamenti numero 765,773,621,687,777,702 e 640.
Passiamo all'emendamento numero 766, al quale è stato presentato un emendamento aggiuntivo, il numero 858, con parere favorevole della Commissione e della Giunta.
Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC-Sardegna). Io le chiedo, siccome unitamente a questo emendamento ce n'è un altro, esattamente il "622" a pagina 238, che sin dal primo momento io ho presentato perché ritengo corretto individuare… purtroppo ieri sera non stavo bene e quindi ho dovuto mettermi in congedo e non ho potuto assistere a un emendamento che è stato presentato, che non era peraltro concordato, che chiedo peraltro se è possibile anche questo rinviarlo perché in effetti con l'emendamento 622, pagina 238, io ho presentato un emendamento in cui chiedo che venga considerato di primo livello non nel 2018 (peraltro è una proposta fatta dal sottoscritto e accolta dalla Commissione quella del 2018, perché in precedenza era nel 2019) e pertanto io ritengo che sia opportuno individuare una data, e la data che io ho indicato è 1° gennaio 2018. Quindi se è possibile spostare anche questo, in modo tale che poi lo valutiamo.
PRESIDENTE. Chiedo al Consiglio cosa intenda fare in merito alla proposta dell'onorevole Oppi di rinviare questi due emendamenti alla fine.
Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (SDP). Io sono d'accordo sulla proposta fatta dall'onorevole Oppi, anche perché questo emendamento riprende altri emendamenti presentati da altri consiglieri, anche di maggioranza, e comunque sono d'accordo che su Alghero-Ozieri si vada alla fine insieme all'emendamento che riguarda il presidio di Lanusei.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). L'emendamento dell'onorevole Cocco si riferisce all'emendamento 766 che ridettaglia le caratteristiche del presidio di Alghero-Ozieri e introduce una specialità in particolare, quindi di per sé l'emendamento non modifica le intenzioni che sono state espresse dall'onorevole Oppi, dopodiché il problema è coordinare l'emendamento 766 con l'emendamento presentato successivamente dall'onorevole Oppi, a pagina 238. Si potrebbe semplicemente invertire l'ordine di votazione degli emendamenti, votare prima l'emendamento dell'onorevole Oppi riguardo alla data e poi procedere alla votazione dell'emendamento…
PRESIDENTE. E' possibile inserire come emendamento orale la dicitura "a partire dal 1° gennaio 2018", questo si può fare, inserire nell'emendamento 766 la dicitura "a partire dal 1° gennaio 2018".
RUGGERI LUIGI (PD). Se c'è un emendamento orale di questo tipo, nulla quaestio, il parere del relatore però resta contrario.
PRESIDENTE. Ah, il parere è comunque contrario?
RUGGERI LUIGI (PD). No, un momento, nulla osta alla determinazione di un emendamento orale e alla votazione di un emendamento orale, rispetto all'emendamento orale che configura l'entrata in vigore della dizione di primo livello al 1° gennaio 2018, il parere è contrario, com'è stato contrario anche per una precedente votazione sul capitolo 5. Qui siamo sul capitolo 6, al capitolo 5 è già stato dettagliato il punto, l'onorevole Oppi giustamente - mi si consenta la considerazione - lamenta il fatto che c'è stato un emendamento che ha parlato della classificazione di Alghero-Ozieri al primo livello che era a mia firma e che non recava appunto la sua firma, viceversa l'emendamento dell'onorevole Oppi è sul capitolo dell'emendamento originario, quello che la Commissione ha già accolto, è stato sul capitolo 6, dove era stato suo l'emendamento che indicava la possibilità del primo livello per Alghero-Ozieri, sulla scansione temporale di questo atto abbiamo qualche problema.
Quindi all'onorevole Oppi riconosciamo, come dire, la paternità di questa dizione, però per quanto riguarda l'inserimento della data 1° gennaio 2018 il parere resta contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (SDP). Niente, io rimango del parere già espresso.
PRESIDENTE. Allora, è già stato approvato un emendamento che dice che dal 2018 diventerà presidio di primo livello, quindi è già definito che dal 2018 diventa primo livello, io procederei quindi…
(Interruzioni)
Ho capito ma c'è un parere contrario della Commissione su questo, quindi possiamo procedere regolarmente valutando l'emendamento 766 con l'emendamento aggiuntivo 858, se passa questo decade l'altro. Quindi metto in votazione l'emendamento all'emendamento 858…
(Interruzioni)
No, stiamo votando l'emendamento all'emendamento numero 858, l'emendamento aggiuntivo semplicemente dice che "dopo le parole "oncologica e lungodegenza" si aggiunge al testo dell'emendamento "e la radiologia interventistica extra vascolare".", dopodiché si mette in votazione l'emendamento 766 con parere favorevole della Commissione che recita che l'attivazione del primo livello parte dal 2018.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, per ragioni di chiarezza, mi pare di aver capito che non c'è nessuna preclusione all'accoglimento dell'emendamento orale proposto dall'onorevole Oppi contenente la precisazione "dal 1° gennaio 2018", nonostante il parere negativo del relatore. Quindi, se non vi sono opposizioni, mi pare che si debba mettere in votazione l'emendamento 776 con questa precisazione, stante anche il parere negativo del relatore. Ho capito male, onorevole Ruggeri? Perché altrimenti basta dirlo con poche parole ma chiare, perché altrimenti stiamo parlando del 6, del 5, del 4, si sta creando una confusione incredibile rendendo confuso ciò che è semplice, almeno per quello che abbiamo cercato di capire.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Ruggeri. Ne ha facoltà.
RUGGERI LUIGI (PD). C'è un emendamento proposto dall'onorevole Cocco a un emendamento di parte della Commissione con cui si riscrive una parte del testo relativamente ai presidi nodo della rete ospedaliera Alghero - Ozieri. Dentro quel successivo emendamento c'è una proposta dell'onorevole Oppi, che si vedrà anche più avanti, di dire che inizia al 2018. Se l'onorevole Oppi volesse formalizzare questo emendamento autonomo, a votazione autonoma, non l'emendamento inclusivo della correzione, ma un emendamento autonomo, ovvero adesso votiamo l'emendamento numero 858 dell'onorevole Cocco che introduce alcune specialità nel presidio di Ozieri. Dopo se l'onorevole Oppi vuole formalizzare un emendamento che autonomamente dice: Alghero - Ozieri entrerà dal primo gennaio 2018, se lo vogliamo mettere in votazione autonomamente nulla quaestio. Dopodiché ancora si voterà tutta la definizione del nuovo presidio ospedaliero di Alghero - Ozieri, però devono essere separati, perché altrimenti non vorrei che ci fossimo capiti male, non era un via libera al fatto che l'emendamento definitivo incorporasse anche la data del primo gennaio 2018. Dopodiché ho la riserva, e qui lo chiedo all'Ufficio legislativo, di capire se è ancora possibile indicare una data a fronte del fatto che abbiamo già votato nel capitolo 5 la data 2018 genericamente.
PRESIDENTE. Sì perché genericamente è indicato il 2018, quindi si può ancora inserire una data di inizio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.
OPPI GIORGIO (UDC Sardegna). Io concordo con quanto detto adesso dall'onorevole Ruggeri. Non ho nulla da eccepire che si voti, del resto si è votato anche in Commissione. La valutazione che io faccio è diversa per il caos generale che c'è, che è relativo ad altre strutture, di cui parleremo dopo, questo pregiudica il dopo, questo pregiudica il dopo. Perché se passa una determinata struttura il primo livello allora è giusto che passi sia questa, sia anche il secondo livello di Nuoro, chiariamoci le idee.
Quindi lo si può votare, però è anche un atto di non correttezza quello di ieri sera. Perché siccome chi ha modificato i termini dal 2019 al 2018 è stato il sottoscritto e a pagina 25 del correttivo c'è praticamente scritto emendamento di sintesi votato da tutti più emendamento orale Oppi, avreste potuto evitare, perché la base di questa discussione eccetera era l'articolo 6. E invece avete fatto ieri sera, però non c'è nulla da eccepire, io accolgo molto volentieri l'osservazione fatta adesso, se si ritiene di dover votare, votiamo. Io mi preoccupo per il caos che avverrà dopo.
PRESIDENTE. Allora chiedo se l'emendamento orale è accolto. Non ci sono osservazioni all'emendamento orale. Sì! Si vota prima dell'emendamento di base.
Allora metto in votazione prima l'emendamento aggiuntivo numero 858, parere favorevole della Commissione e della Giunta.
Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 858. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Metto in votazione l'emendamento orale formulato dall'onorevole Oppi, con votazione elettronica. L'emendamento orale specifica che diventa primo livello dal 1° gennaio 2018.
Un minuto di sospensione. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 40, viene ripresa alle ore 19 e 45.)
PRESIDENTE. Allora riprendiamo la seduta. Prima di votare l'emendamento orale, chiedo il parere della Giunta sull'emendamento.
Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene sanità e dell'assistenza sociale.
ARRU LUIGI, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il lavoro che è stato fatto in Commissione portava a una sintesi per cui si è d'accordo per il DEA di primo livello Alghero-Ozieri. Però io vorrei che fosse chiara una cosa, non parliamo di fatti nominali, ma parliamo di sostanza. La trasformazione in DEA di primo livello richiede il completamento dei lavori in corso della rianimazione, della terapia intensiva, quindi mettere una data amministrativamente dal primo gennaio se ancora non è completato, quindi mettiamo può andare bene DEA di primo livello condizionata dalla esecuzione e completamento dei lavori che si stanno concludendo. Perché mettere il primo gennaio…
PRESIDENTE. Quindi c'era un parere contrario all'emendamento orale. Allora metto in votazione l'emendamento orale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento orale del consigliere Oppi.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
(Il Consiglio non approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 766, con parere favorevole della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
A seguito dell'approvazione di questo emendamento, decade il numero 352, il numero 286, il numero 361 pagina 289, il numero 697 pagina 290 e il numero 354 pagina 264.
Metto in votazione l'emendamento numero 690, parere favorevole della Commissione e della Giunta. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Passiamo all'emendamento numero 612 con emendamenti sostitutivi il numero 867…
Chiedo scusa mi era stato chiesto di chiudere la seduta alle 19 e 30. Chiedo scusa io, mi ero dimenticato.
La seduta è tolta, il Consiglio è convocato domani mattina alle ore 10. Si riprende dall'emendamento numero 612.
La seduta è tolta alle ore 19 e 49.