Seduta n.91 del 30/03/2015 

XCI Seduta

Lunedì 30 marzo 2015

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

indi

del Vicepresidente Eugenio LAI

indi

del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 23.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 25 marzo 2015 (87), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Gavino Manca, Luigi Ruggeri, Giovanni Tatti, Alessandro Unali e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 30 marzo 2015.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Arbau - Azara - Ledda - Perra - Collu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di scongiurare l'annunciata chiusura della sede di Sanluri dell'Unità di ricerca del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, unica articolazione territoriale del CRA in Sardegna". (332)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'istituzione in Sardegna dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA) nell'anno scolastico 2015-2016". (333)

"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul mancato utilizzo delle infrastrutture in fibra ottica nei collegamenti ADSL nei territori comunali di Mogorella e Ruinas". (334)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi, sull'istituzione in Sardegna dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA) nell'anno scolastico 2015-2016". (113)

"Interpellanza Cherchi Oscar - Locci - Pittalis - Cappellacci - Peru - Zedda Alessandra - Tocco - Tedde - Tunis - Fasolino - Randazzo sullo stato di avanzamento dell'iter burocratico per l'erogazione degli assegni di merito". (115)

"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla Fondazione Teatro lirico di Cagliari". (116)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Pittalis - Carta - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Tocco - Truzzu - Orrù - Pinna Giuseppino - Fasolino - Tunis - Floris - Cappellacci - Tedde - Peru - Randazzo - Fenu - Tatti - Cherchi Oscar - Zedda Alessandra, in merito agli intendimenti della Giunta regionale sull'attività di gestione dei rifiuti presso il sito di Tossilo e sul potenziamento delle linee di incenerimento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (126)

"Mozione Deriu - Comandini - Solinas Antonio - Piscedda - Forma - Usula - Zedda Paolo - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai sul bando Progetti pronta cantierabilità finanziabili con le linee di attività del POR FESR 2007-2013". (127)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 130.

Passiamo all'esame dell'articolo 14. All'articolo 14 sono stati presentati gli emendamenti: soppressivo totale numero 241; i sostitutivi totali numero 118, che è emendato dal sostitutivo parziale numero 582, e da un aggiuntivo il numero 588; il soppressivo parziale numero 42; gli aggiuntivi numero 30 e 32.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 14 e dei relativi emendamenti:

Capo III
Modifiche alla legge regionale n. 45 del 1989

Art. 14

Deposito e visione del PUC

1. I commi 2 e 3 dell'articolo 20 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45 (Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale), e successive modifiche ed integrazioni, sono sostituiti dai seguenti:
"2. Entro quindici giorni il piano urbanistico comunale è depositato a disposizione del pubblico presso la segreteria del comune e pubblicato sul sito web istituzionale del comune; dell'avvenuto deposito è data notizia mediante avviso pubblicato nell'albo pretorio on line del comune, nella pagina iniziale del sito web istituzionale e mediante l'affissione di manifesti. Successivamente a tali pubblicazioni, l'avviso di deposito è inoltre pubblicato sul BURAS, anche ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e successive modifiche ed integrazioni.
3. Entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione dell'avviso sul BURAS, chiunque può prendere visione del piano e presentare proprie osservazioni in forma scritta al piano adottato."

Emendamento soppressivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda.

Articolo 14

L'articolo 14 è soppresso. (241)

Emendamento sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Articolo 14

L'articolo 14 è sostituito dal seguente:

"Art. 14 Modifiche all'articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni in materia di formazione del Piano Urbanistico Comunale.

1. All'articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989 sono apportate le seguenti modifiche:

a) i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:

"2. Entro quindici giorni dall'adozione, il piano urbanistico comunale è depositato a disposizione del pubblico presso la segreteria del Comune e pubblicato sul proprio sito web istituzionale; dell'avvenuto deposito è data notizia mediante avviso pubblicato nell'albo pretorio on line del Comune, nella pagina iniziale del sito web istituzionale, mediante l'affissione di manifesti, e, anche ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) e successive modifiche ed integrazioni, sul BURAS.

3. Entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione dell'avviso sul BURAS, chiunque può prendere visione del piano e presentare proprie osservazioni in forma scritta al piano adottato."

b) dopo il comma 4bis è aggiunto il seguente comma:

"4-ter. In caso di mancato completamento dell'iter di approvazione del Piano Urbanistico Comunale adottato in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale il Direttore generale competente in materia di governo del territorio assegna al Consiglio comunale un termine di tempo non superiore a 60 giorni per provvedere. Decorso inutilmente tale termine, ove il mancato completamento non sia imputabile a ritardi o inadempimenti di altre amministrazioni, il Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale adottata su proposta dell'Assessore competente, nomina uno o più commissari che provvedono in via sostitutiva. In sede di prima applicazione della presente disposizione gli atti i diffida sono adottati entro il termine dei 30 giugno 2015."

c) dopo il comma 9 è aggiunto il seguente comma:

"10. Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici generali al Piano Paesaggistico Regionale è vietata l'adozione definitiva di varianti al piano generale vigente, fatti salvi gli atti di pianificazione finalizzati al ripristino delle originarie destinazioni agricole, all'introduzione di aree di salvaguardia, o connessi alla realizzazione di opere pubbliche." (118)

Emendamento soppressivo parziale Cossa - Dedoni - Crisponi.

Articolo 14

Al comma 2 dell'art. 20 della legge regionale 45/1989 "Norme per l'uso e la tutela del territorio regionale", così come introdotto dal comma 1, le parole "Successivamente a tali pubblicazioni" sono soppresse. (42)

Emendamento all'emendamento numero 118 sostitutivo parziale Meloni - Antonio Solinas - Demontis - Lai - Azara - Pietro Cocco.

Articolo 14

L'emendamento n. 118 è così modificato:

La lettera c), che aggiunge il comma 10 all'articolo 20 della leggere regionale n. 45 del 1989 è così sostituita:

"10. Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici generali comunali al Piano Paesaggistico Regionale è vietata l'adozione definitiva di varianti al piani vigenti, fatti salvi gli atti di pianificazione finalizzati al ripristino delle originarie destinazioni agricole, all'introduzione di aree di salvaguardia, o connessi alla realizzazione di opere pubbliche o dichiarate di pubblica utilità da disposizioni nazionali in attuazione di principi comunitari e di opere, localizzate in aree contigue ad insediamenti esistenti o ad essi integrate, riconosciute con deliberazione della Giunta regionale di preminente interesse generale e di rilevanza regionale. Possono essere altresì adottate varianti ai piani generali vigenti da parte dei Comuni che abbiano adottato in via preliminare il Piano Urbanistico Comunale in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale, ove il mancato completamento dell'iter non sia imputabile all'amministrazione comunale" (582)

Emendamento all'emendamento numero 582 aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.

Articolo 14

L'emendamento all'emendamento n. 582 (che emenda il n. 118) è così modificato:

alla lettera c), che aggiunge il comma 10 all'articolo 20 della leggere regionale n. 45 del 1989, come sostituita dall'emendamento n. 582, dopo le parole "imputabile all'amministrazione comunale." è aggiunto infine il seguente periodo:

"È, inoltre, consentita l'adozione degli atti finalizzati all'attuazione del Piano Paesaggistico Regionale e previsti dalle disposizioni in esso contenute." (588)

Emendamento aggiuntivo Carta.

Articolo 14

All'Art. 14, alla fine del comma 2, sono aggiunte le seguenti parole:

Dell'avvenuto deposito e della sua pubblicazione, altresì, deve essere data notizia per estratto, almeno su un quotidiano a diffusione Regionale. (30)

Emendamento aggiuntivo Carta.

Articolo 14

All'Art. 14, è aggiunto il comma

3 bis. In osservanza dei termini sopra indicati, al fine di esercitare compiutamente la massima trasparenza nei processi decisionali dei Comuni, delle loro Unioni ed Associazioni, in ordine alla gestione del territorio comunale, nei 90 giorni antecedenti la scadenza del mandato amministrativo, è fatto divieto di depositare il P.U.C., ovvero varianti al medesimo, nonché di tutte le forme, studi e tipologie connesse ed inerenti la pianificazione urbanistica del territorio. Gli atti formati in dispregio della suddetta norma sono nulli per violazione di legge. (32).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore di maggioranza.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, la Commissione ha espresso parere contrario sull'emendamento soppressivo totale numero 241; sul sostitutivo totale numero 118 il parere è favorevole, non ho ancora visto l'emendamento all'emendamento ma dovrebbero essere tutte e due favorevoli, sia sull'emendamento numero 582 che sull'emendamento numero 588; parere contrario sull'emendamento soppressivo parziale numero 42; parere contrario anche sugli emendamenti aggiuntivi numero 30 e 32.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Parere conforme.

PRESIDENTE. Apro la discussione sull'articolo 14 e sugli emendamenti.

È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Proseguiamo con l'articolato, adesso siamo arrivati all'articolo 14, cioè al capo III, una serie di modifiche alla "45", nel caso specifico si interviene per modificare od integrare la stessa "45" sul chiarimento legato al deposito e alla visione cosiddetta del PUC, in realtà si tratta di chiarire quelle che sono le procedure che fino a oggi comunque erano in piedi, non c'è una grandissima modifica ma vengono inserite tutta una serie di luoghi, chiamiamoli così, in senso virtuale, dove deve essere pubblicato il Piano Urbanistico. Nella vecchia dicitura dell'articolo 20 al comma 1 e al comma 2 si indicava molto genericamente quella che era la procedura da seguire in fase di pubblicazione del PUC steso. Al comma 1 per esempio la "45" indicava in modo secco "il Piano Urbanistico Comunale è adottato dal Consiglio comunale" questo rimane ancora e su questo non si discute, ci mancherebbe altro, quello che invece modifica sul comma 2: "Entro quindici giorni il Piano Urbanistico Comunale è depositato a disposizione del pubblico per trenta giorni, nei successivi trenta giorni a decorrere da questo si possono presentare le osservazioni". Nel caso specifico invece diciamo che tutto sommato si allinea e vengono unificate queste date, cioè i sessanta giorni, trenta più trenta, diventano sessanta, quindi è già dal primo giorno dalla pubblicazione che il libero cittadino può depositare le eventuali osservazioni sul Piano stesso. Quello che mi lascia un po' perplesso però è, sull'articolo 14,… perché su questo nulla quaestio, questo è quello che sino ad oggi si è sempre fatto, se non l'inserimento nel sito Web istituzionale del Comune, o la pubblicazione comunque all'albo pretorio on-line, che negli anni precedenti non era chiaramente prevista, quindi è chiaro che viene aggiornato, su questo non c'è niente da dire, anzi va bene così in modo decisamente più chiaro. Quello che invece inserite nell'emendamento è la possibilità di sostituzione, durante il percorso dell'iter del Piano urbanistico, in adeguamento chiaramente il Piano paesaggistico regionale, il fatto di poter inserire la figura, chiamiamola così, della direzione generale, che si sostituisce praticamente nei 60 giorni successivi. Non mi lascia perplesso in termini negativi, anzi tutt'altro, credo che questo sia un modo chiaro, molto diretto e molto schietto, questo credo che sia dettato molto probabilmente, anzi credo che sia proprio questa la risposta principale, sia dettato da un fatto di esperienza che negli anni precedenti ha portato a prendere coscienza che probabilmente l'iter andava migliorato e sistemato. Un esempio per tutti lo abbiamo con il PUC del Comune di Oristano, che ha fatto scuola e che ha creato qualche difficoltà di tipo interpretativo, quel PUC che ancora oggi è nel limbo e non si capisce esattamente quale è la sua chiusura. Nella storia, per chi conosce quella procedura, non rispettando i tempi del periodo della coerenza, il Comune di Oristano, nonostante non avesse ricevuto ancora ufficialmente la coerenza, decise, passati i centottanta giorni, di pubblicare nel BURAS quel Piano; la coerenza arrivò successivamente alla pubblicazione del Piano e arrivò con delle richieste di chiarimenti, quei chiarimenti non sono mai stati deliberati ufficialmente dal consiglio comunale, che è colui che adotta il PUC di Oristano, e quindi credo che bene ha fatto in questa circostanza la Giunta ad inserire e a proporre un chiarimento nella procedura in modo che sia chiaro e senza alcun dubbio che quelli sono i termini legati alla procedura di approvazione del Piano urbanistico, senza avere difficoltà, senza avere problemi nel chiarire e nell'essere sempre più diretti nei confronti del cittadino che ad oggi, ma soprattutto un'Amministrazione comunale, non sa e non conosce esattamente qual è la posizione di approvazione di quel Piano. Esiste ancora il dubbio, credo che adesso con l'approvazione di questa legge quel dubbio possa sparire e quindi possa definitivamente chiudersi in un percorso di chiarezza che fino ad oggi non c'è ancora stato.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Sabato ho assistito a un convegno organizzato da CNA e CRESM e mi sono convinto definitivamente dell'inutilità di questo disegno di legge numero 130. Nessuno l'ha approvato o criticato ma piuttosto sono stati tutti indifferenti; se non fosse stato giustamente per il suo relatore, l'assessore Erriu, nessuno avrebbe citato questa proposta tra i portatori di interesse presenti, non solo piccole e medie imprese ma anche Comuni e professionisti, come non c'è stato un elogio dei precedenti piani casa, tornati negli scorsi giorni sui giornali, non nella pagina economica ma nella pagina della cronaca giudiziaria. Nessuno ha chiesto più metri cubi, anzi come ha paradossalmente sottolineato l'Assessore all'urbanistica di Sassari, Comune che si è dotato di un PUC adeguato al PPR, non totalmente condiviso dalla nuova amministrazione perché concederebbe troppa cubatura, non vi è eccessiva paura per lo sfruttamento della cubatura offerto, proprio perché oggi non conviene più a nessun onesto imprenditore costruire grandi strutture, che rimarrebbero sicuramente invendute, ma piuttosto conviene riqualificare il patrimonio esistente, non solo quello storico ma soprattutto quello risalente agli anni del boom economico, di scarsa qualità strutturale ed energetica.

Secondo il CRESM siamo entrati nel settimo ciclo di edilizio, in cui la riqualificazione avrà la meglio sulle nuove costruzioni, e non potrebbe essere altrimenti visto che dopo la pericolosa crescita del mercato edilizio degli anni '90 vi è stato un crollo ancora più forte determinato dal fatto che l'88 per cento dei sardi è proprietario della casa in cui vive. Oggi il mercato della riqualificazione è al 65 per cento, in Italia è al 75 per cento, giro d'affari che vale circa 100 miliardi di euro ed è ancora migliorabile. Diventa oggi essenziale aiutare pubblico e privato ad accedere ai fondi strutturali europei per la manutenzione e il riuso, inquanto l'industria delle costruzioni, come detto dai rappresentanti della CNA, può, non solo convivere ma crescere e svilupparsi, senza che vengono meno e si allentino le tutele ambientali, paesaggistiche e culturali.

Il sindaco di Cagliari, partecipante a questo convegno, ha invece affermato l'esigenza di mantenere fermo il PPR del presidente Soru, in quanto è impossibile adeguare il PUC a qualcosa che potrebbe cambiare da un giorno all'altro. Dunque il PPR di Soru, criticato anche da parte di questa maggioranza, non avrebbe tutte le colpe della crisi globale e non solo di quella dell'edilizia sarda, come si è voluto far credere in questi anni; si è detto che avrebbe posto vincoli invalicabili per l'edilizia, ammazzando le iniziative imprenditoriali per quanto riguarda in particolare i comuni costieri, che sono di fatto quelli su cui si intensificano maggiormente le mani degli speculatori, ciò non è vero, o per lo meno lo è solo in parte. Il PPR ha posto dei vincoli rigidi, ma non così tanto come è diffuso nell'idea generale, per i Comuni che non adeguano il proprio Piano urbanistico comunale al Piano paesaggistico, si veda l'articolo 15 delle norme tecniche del PPR, dove si parla di ciò che si può fare nelle varie zone omogenee. Per quanto riguarda le altre zone C, D, F e G nei Comuni non dotati di PUC adeguato il PPR viene posta la totale inedificabilità entro la fascia dei 2000 metri dal mare, ove tuttavia vengono ammessi gli interventi già convenzionati e dove siano state in gran parte avviate le opere di urbanizzazione al 10 agosto 2004, data della legge "Salvacoste", nel senso che si sia realizzato il reticolo stradale e si sia determinato un mutamento consistente e irreversibile dello stato dei luoghi. Nei Comuni che invece adeguano il proprio PUC al PPR possono essere tranquillamente realizzati gli interventi previsti negli strumenti urbanistici attuativi, purché approvati, anche entro la fascia dei 2000 metri, inoltre nelle zone A e B gli interventi sono consentiti anche nel limite dei 300 metri, in conformità alle norme dettate dal PUC. Si è detto inoltre che il PPR bloccherebbe ogni intervento, anche di ordinaria manutenzione, in centro storico, in realtà sono i Comuni che, non dotandosi di un PUC e di un Piano particolareggiato per il centro storico, bloccano l'edilizia, infatti per i Comuni non dotati di Piano particolareggiato, o comunque non adeguato al PPR, vi è la totale inedificabilità dei lotti liberi ricadenti nella zona A, tuttavia tali vincoli decadono dopo che il Comune adeguai i propri piani al Piano paesaggistico regionale, in particolare all'articolo 52 che pone in primo luogo la tutela dei centri matrice. Norme che diventano ancora meno rigide per i Comuni che nella fase di adeguamento del PUC dichiarino e soprattutto dimostrino l'alterazione irreversibile dei caratteri storico-tradizionali del centro matrice, ritenendo comunque fondamentale la tutela dei caratteri identitari superstiti, prevedendo interventi compatibili per densità, altezza, rapporti di pieni e vuoti coerenti con il preesistente.

I vincoli proposti sono certamente restrittivi, ma pensati come stimolo poiché molti di essi si sarebbero dovuti allentare dopo l'adozione del PUC, non tutti naturalmente ma molti, tuttavia solo una decina di Comuni si sono adeguati, un po' per problemi di risorse e un po' per…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Anedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Questo articolo ci richiama ovviamente alla tempistica dell'approvazione dei PUC che voglio ricordare, colleghi, rientrano nella piena potestà e nelle competenze degli enti locali. Io credo che prevedere sessanta giorni di tempo, quindi raddoppiando i termini per la presentazione delle osservazioni, sia un ulteriore elemento di allungamento dei tempi se pensiamo che questi termini vanno ovviamente coniugati con i tempi che i cittadini interessati hanno per presentare eventuali ricorsi all'approvazione degli strumenti urbanistici, sempre che questi siano lesivi di interessi legittimi, di chi ritiene di intraprendere l'azione. Ma la cosa più strana di questa proposta, e in particolare dell'emendamento, l'emendamento della Giunta numero 118, è che se noi lo potessimo definire una norma di accelerazione all'iter di approvazione dei PUC e di relativo adeguamento degli stessi al Piano paesaggistico regionale, sarebbe cosa buona e giusta. In realtà però questa norma non fa altro che portare un potere sostitutivo che può essere esercitato dalla Giunta, che potrebbe anche essere considerato lesivo delle potestà e delle competenze degli enti locali laddove la responsabilità stessa di questo mancato rispetto del termine non sia direttamente ascrivibile all'ente locale stesso. Voi in questa stessa norma prevedete una norma di accelerazione da una parte, dopodiché sempre con l'aggiuntivo, colleghi che presentano emendamenti aggiuntivi, quella che dovrebbe essere la norma di salvaguardia cosiddetta che evita che i comuni possano modificare lo strumento urbanistico durante l'iter di approvazione del PUC, si dice chiaramente salvo in quei casi in cui il rallentamento dell'iter non sia direttamente ascrivibile alla responsabilità dell'ente locale. Bene, delle due l'una, se noi applichiamo i poteri sostitutivi, se prevediamo i poteri sostitutivi allo scadere dei sessanta giorni, che sono secondo me troppi per le osservazioni, perché dopo diamo l'opportunità di lasciare questa valutazione al commissario ad acta. Noi ci troveremo paradossalmente con l'iter procedimentale di approvazione del PUC che in ipotesi potrebbe essere commissariato dalla Giunta e con due poteri differenti, l'ente locale non può modificare il PUC nell'iter ordinario di approvazione dello stesso, mentre il commissario ad acta sembrerebbe con questa norma, qualora fosse nominato per seguire l'iter, potrebbe addirittura procedere, quando le responsabilità delle lungaggini dell'iter non siano direttamente ascrivibili all'ente locale, potrebbe provvedere anche a delle modifiche dello stesso PUC. Bene, mi pare che ci troviamo davanti intanto ad un'ipotesi di spoglio delle competenze, ma ci troviamo anche davanti a ipotesi in cui un commissario ad acta rischia di entrare a gamba tesa nella pianificazione territoriale urbanistica edilizia dell'ente locale nella misura in cui un soggetto che dovrebbe essere terzo potrebbe anche non avere le caratteristiche di imparzialità che invece richiederebbe un iter di questa natura. Quindi, ci pare che questi due, in particolare l'emendamento numero 582 che è aggiuntivo, rischia di confliggere con quanto stabilito dall'emendamento numero 118, sempre che questo venga approvato, perché non tiene sullo stesso piano i poteri che hanno le competenze. Intanto vi chiederei di verificare bene questo meccanismo e io ritengo anche che questo meccanismo e la tempistica vada coniugata esattamente con quella della tempistica del procedimento amministrativo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Debbo dire che ho apprezzato l'intervento dell'onorevole Anedda, che pur se in alcuni passaggi era di difficile interpretazione però ha colto il vero tema di questa discussione, e mi dispiace che l'Aula durante l'intervento non fosse particolarmente attenta. Questo in discussione è l'articolo 14, è una norma che attiene al procedimento amministrativo di adozione del PUC, una norma quindi che attiene alla forma, al metodo, una norma che così come è stata proposta era una norma di semplice lettura, e che invece con emendamenti della Giunta che emenda se stessa, emendamenti poi dei consiglieri di maggioranza che emendano se stessi e la Giunta, diventa di difficile comprensione. Mi pare che ci sia anche qualche comma bis e comma ter che difficilmente è collegabile all'emendamento o agli emendamenti. Comunque, successivamente, quando andremo a fare dichiarazioni di voto sugli emendamenti piano piano riusciremo a snocciolare tutti questi nodi, a sciogliere questi nodi che vanno ad aggrovigliarsi intorno a questa norma che in origine sembrava semplice. Però la discussione generale ci dà la possibilità di fare qualche lapidaria riflessione sui PUC in Sardegna e sulle difficoltà che i comuni hanno incontrato nelle adozioni del PUC. Se su circa 370 comuni una decina ha adottato il PUC questo sta a significare che c'è qualche problema, non a Houston, in Sardegna, in Sardegna c'è qualche problema per l'adozione dei PUC, e questo problema si chiama PPR, non lo dice Forza Italia, lo dicono tutti i sindaci di centro, di sinistra, di centrosinistra, di centrodestra, liberali, socialisti. Tutti sono dello stesso avviso, il PPR rallenta, nelle migliori delle ipotesi, o impedisce, nelle ipotesi più correnti, le adozioni del PUC. Nel momento in cui si impediscono, si rallentano le adozioni dei PUC è evidente che il PPR diventa uno strumento che impedisce agli amministratori sardi di avere una visione prospettica dello sviluppo urbanistico, quindi dell'orizzonte dei comuni amministrati, cosa che ovviamente va ad incidere in modo negativo sulla crescita sociale, sulla crescita economica e non soltanto su quello urbanistica delle comunità amministrate. Ricordiamo, ma non c'è bisogno che lo ricordi, i pasticci cartografici che la Giunta Cappellacci ha corretto, le cui correzioni sono state in qualche modo confermate dalla successiva amministrazione regionale, ricordiamo le procedure aggrovigliate e inadeguate all'interno delle quali però purtroppo si sono inserite anche deroghe concesse dal Governo regionale pesantissime. Ricordiamo i vincoli farraginosi, ripetuti, inesistenti, a volte esistenti e non proposti nelle carte, le cartografie pasticciate, ricordiamo tutto ciò che ha ostacolato l'adozione del PUC. Ecco, una riflessione è stata fatta anche nel centrosinistra, lo ha confermato Anedda, sulla incapacità del PPR di assolvere ai compiti che ci si era dati, però credo che questa riflessione debba essere più approfondita. Bisogna prendere coscienza che stringendo le maglie, avvitando, chiudendo, non si arriva sicuramente a facilitare il compito dei poveri amministratori locali che, laddove si devono confrontare con la programmazione urbanistica, si scontrano contro degli iceberg procedurali mostruosi che non gli consentono di andare avanti. Ecco, io avrei preferito che gli emendamenti, i sub emendamenti, il sub sub emendamenti, i sub sub sub emendamenti che sono stati proposti contro questa norma fossero stati finalizzati a semplificare la norma. Ahimè, questa norma uscirà da quest'Aula come una norma mostruosa, una norma di difficile interpretazione così come lo sono la maggior parte delle norme che stiamo andando a discutere. Credo che i posteri avranno modo di parlare di questa legge allorché verrà esitata dal Consiglio regionale e non ne parleranno in modo positivo. Noi continueremo a lavorare per cercare di correggerla, di migliorarla, di dare qualche contributo utile per la comprensione in qualche modo, quanto meno per la comprensione, ma non sono molto ottimista.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, anch'io sono convinto che l'emendamento numero 118, che sostituisce integralmente l'articolo 14, sia nettamente migliorativo del testo perché nella formulazione originaria, a riprova di come il testo che è stato sottoposto all'esame del Consiglio sia stato scritto in maniera indecente, si poteva rischiare addirittura di avere un allungamento dei tempi di approvazione dei piani urbanistici comunali. Invece con l'emendamento numero 118 io direi che le cose diventano perlomeno più chiare, non si abbreviano i termini - ma forse è bene che non ci sia una eccessiva compressione dei termini rispetto uno strumento così delicato -, però l'iter diventa sicuramente più chiaro. Gli stessi dubbi che ha espresso il collega Locci io li ho sull'emendamento numero 582, che è stato presentato da alcuni colleghi, emendamento che trovo onestamente di difficile interpretazione. E siccome ho imparato a diffidare degli emendamenti scritti così, perché fanno tante e tali circonvoluzioni da sembrare di essere scritti per giustificare qualche situazione ben individuata, io onestamente penso che il Consiglio debba evitare di legiferare così, cioè di introdurre una norma di carattere generale e poi dare tutta una serie di deroghe, più o meno mascherate, che poi non fanno altro che introdurre per la generalità dei casi degli elementi di complicazione notevoli, magari risolvono qualche piccolo problema particolare, però poi introducono ulteriori elementi di appesantimento della legislazione.

Anch'io devo dire che ho apprezzato gran parte del discorso del collega Anedda, ovviamente non tutto perché veniamo da impostazioni politiche e culturali diverse, però mi sembra significativo l'intervento del collega Anedda proprio perché il fatto che una persona schierata politicamente in un certo modo, con molta onestà intellettuale, abbia messo in evidenza una serie di elementi critici che non sono né di destra, né di sinistra, ma vanno semplicemente nella direzione di una legislazione che sia chiara, snella, comprensibile e soprattutto consenta a chi deve lavorare di farlo, ecco, il fatto che siano state formulate queste osservazioni da una parte ci conforta perché, onorevole Anedda, noi questo lo stiamo dicendo dall'inizio della discussione di questo provvedimento, e dall'altra un po' ci rattrista perché abbiamo l'impressione che non soltanto i nostri appelli, ma anche l'appello del collega Anedda siano destinati a cadere nel vuoto, visto che comunque si sta andando ad approvare una legge che, come abbiamo, ripeto, denunciato dall'inizio, un po' è inutile, un po' è dannosa, di sicuro ci sembra che non abbia nessuna utilità in senso positivo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, ci ritroviamo adesso oltretutto partendo da un articolo che è molto esemplificativo del lavoro che abbiamo svolto sino a questo momento e che andremo a svolgere nei giorni successivi. Lo facciamo dopo che, secondo me in maniera non del tutto infruttuosa, abbiamo trascorso, ognuno collocato sulle sue rispettive trincee, le scorse settimane a capire quanto sul serio stesse facendo il nostro interlocutore. Mi pare che da una parte e dall'altra si sia dimostrato che si stia facendo estremamente sul serio, nel senso che voi siete fermamente convinti di dover difendere alcuni principi, parte dei quali noi mettiamo in discussione, e voi avrete capito che noi siamo fermi e non facciamo nessuno sconto rispetto al fatto che questa legge debba essere sensibilmente migliorata. Ci ha diviso il metodo sino a questo momento perché sarebbe stata nostra opinione che la sede del lavoro su questa pietra fosse la Commissione, fosse il luogo deputato a questo dibattito, voi invece preferite attraversare le forche caudine dell'Aula consiliare perché evidentemente la considerate, come mi è capitato già di dire, il luogo dove svolgere questo sacrificio umano del grande lavaggio dello spirito dell'edilizia e dell'urbanistica sarda. Ora, questo, devo essere franco, mi sembra un risultato che possiamo considerare acquisito dagli uni e dagli altri: stiamo facendo sul serio. E il fatto che stiamo facendo sul serio deve farci tenere conto della situazione a cui stiamo arrivando, cioè a quella in cui si gioca realmente la partita, perché la partita che si sta per disputare, e che non è neppure ancora iniziata, inizia tra qualche articolo, inizia quando andremo ad esaminare gli aspetti più significativi di questa norma, quelli più controversi e quelle più dibattuti, e così come qualche collega ha già abbondantemente segnalato è evidente che c'è un continuo lavoro, un working progress che ha proprio questo obiettivo, l'obiettivo, dichiarato dalla nostra parte, un po' meno dalla vostra, di migliorare una legge. Ma si migliora una legge che non è arrivata pronta in Aula! Si migliora una legge che non ha avuto la necessaria quantità di lavoro istruttorio prima di essere sottoposta ai lavori dell'Assemblea. Prendiamo l'esempio dell'articolo che stiamo esaminando in questo momento. Si innesta su un articolo molto carente di una legge piuttosto vecchia, si innesta su un consolidato problema di approvazione di piani urbanistici e di rapporto tra comuni e Regione, si innesta su un lavoro preliminare carente su questo punto perché se si va a vedere l'articolo che si vuole emendare, è dopo la presentazione e l'approvazione in Commissione della norma che si è ragionato, si è messa la testa su ciò che si doveva fare. È solo a quel punto che una mente che ci si è dedicata e una mano esperta ha cercato di coniugare l'esigenza di indirizzo della Regione con la necessità da parte dei comuni di applicare degli istituti trasparenti. Ora, se questa mano, se questa esperienza si cela tra la maggioranza avrebbe bisogno del tempo e dell'opportunità di rivelarsi non solamente su questo, ma su tanti altri articoli. C'è sicuramente tra di voi, tra i banchi del Consiglio, tra i banchi della Giunta, qualcuno che è in grado di operare una sintesi così come è avvenuto nell'emendamento sostitutivo integrale che andremo ad esaminare dopo e che per me in questo momento è il punto di riferimento dalla vostra volontà. Allora, se è stato possibile farlo su questo articolo, innanzitutto significa che al vostro interno esiste ancora la possibilità di lavorare nel merito, in secondo luogo significa anche che avete la sensibilità per cogliere i suggerimenti che vengono dalla nostra parte. Allora perché non tornare a farlo nella sede opportuna? Continuo a chiedermi! E continuerò a chiedermelo ancora a lungo. Perché il tempo che ci separa dall'approvazione di questa norma è ancora tanto e ci consente tanto, e soprattutto lo spazio di riflessione che abbiamo avuto, è uno spazio di riflessione che può portare, come in questo caso, a risultati positivi. Io credo che ci sia la saggezza per arrivare a migliorare sensibilmente le cose. Il fatto che in questo momento l'approvazione di un piano urbanistico abbia dei tempi più certi, soprattutto quando avremmo approvato questo emendamento, immaginatevi se voi ci aveste proposto immediatamente questo articolo invece di dover affrontare tutto il lungo percorso di una discussione generale su questo articolo, una discussione sugli emendamenti soppressivi, tutto un articolato sistema di emendamenti per poi, soltanto alla fine, fare un sostitutivo integrale che ci mette nelle condizioni, anche se lo dovessimo affrontare prima e approvare prima, di perdere un sacco di tempo che invece avremo potuto impiegare in maniera più fruttuosa. Ora colleghi, visto che ci siamo e visto che rimarremo qui, e rimarremo a lungo, impieghiamo bene il nostro tempo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Questo articolo 14, che rischiava di passare sotto tono, invece ha una sua rilevanze e una sua importanza, non fosse altro perché i lavori oggi sono stati aperti dall'intervento di un esponente del Centrosinistra che ha detto, perché mi sono appuntato per non riferire e ripetere cose sbagliate: "Questo provvedimento è assolutamente inutile"; l'ha detto l'onorevole Anedda, e l'onorevole Anedda ha detto una cosa per noi ormai metabolizzata, scontata, rispetto alla quale, però, onorevole Anedda, anche lei deve essere coerente fino in fondo, perché finora non ho visto un voto contrario a nessuno degli articoli di questa legge. Se avete la presunzione di fare l'opposizione e la maggioranza, scordatevelo. Oggi voi avete la responsabilità del governo, voi siete maggioranza, lasciate fare allora a noi l'opposizione, altrimenti siate coerenti e assumete anche le posizioni che dovete assumere coerentemente, quando un provvedimento non va bene: votate contro. Questo è il senso anche di una critica che nella libertà in quest'Aula si può e si deve fare, altrimenti, ancora una volta, vi contraddistinguete come partiti di lotta e di potere; lasciatela fare una volta tanto anche a noi la lotta dai banchi dell'opposizione, e se lei vuole unirsi a noi, è ben accetto anche il suo contributo. Perché, vede, altro che inutile, onorevole Anedda, io ho dato uno sguardo ad alcuni emendamenti che sono stati presentati nel corpo di questo articolo, e alcuni sono in quell'ottica dirigistica e neocentralista, che anche questa Giunta regionale ha voluto inaugurare e che ci trova contrari, ve l'hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto, perché, Assessore, io mi sarei interrogato prima su cosa non ha funzionato dal 2007 in poi, perché i comuni non hanno adeguato i PUC, se qualcuno va a vedere il sito della Regione, allora, l'onorevole Renato Soru, da Presidente si era prodigato nel creare e far creare alle strutture dell'Assessorato le linee guida per l'adeguamento dei PUC al Piano paesaggistico regionale. Probabilmente c'è qualcosa di più che quell'inerzia che si vuole addebitare al sistema degli enti locali. Ma c'è un fatto. Nell'emendamento della Giunta, udite udite, addirittura il direttore generale competente in materia di governo del territorio assegna non ad un pubblico funzionario, ma al consiglio comunale un termine. Ma vi siete resi conto e vi state rendendo conto di quello che state facendo? Cioè, un direttore generale assegna un termine ad un consiglio comunale! Ma qual è il livello dei rapporti? Ma cosa ha paura l'Assessore competente, il Presidente della Giunta, l'autorità politica ad esporsi? Ed è vero che l'esperienza insegna che sono sempre ed è sempre stato anche qualche Direttore generale poi ad aver pagato il conto e non il Presidente, questo è vero, se serve come paravento, se serve come scudo, ma qui stiamo davvero rasentando direi quasi la follia sul piano della normazione. Un Direttore generale che deve diffidare, intimare un organo consiliare eletto, di provvedere a fare… ma! Siete ancora in tempo, rivedete queste cose, tornateci, forse la fretta di scrivere vi ha portato a questo orrore, sempre in quell'ottica, però, di commissariare. Badate, se non provvedete, ve lo mandiamo da Cagliari il commissario; ma non mi pare che sia questa la soluzione. Ma c'è un'altra perla nel contesto di questo articolo, Assessore, valutate bene, perché noi ne facciamo motivo di scandalo, dovete dirci e scrivere il nome e il cognome di un emendamento, che è il numero 582, a chi state riservando questi favori, che non possiamo assolutamente consentire! Questo è un emendamento scritto per qualcuno, ad personam, ed è una vergogna! Perché ve lo chiedo io per Testimonzos a Nuoro, ve lo chiedo per ragioni più nobili, non per qualche speculazione che si cela dietro questo emendamento. Ma ci torneremo quando arriveremo al numero 582.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Proprio due minuti, Presidente, per inquadrare il tema del quale stiamo parlando. Noi stiamo parlando di un articolo di legge che parla di Piani urbanistici comunali e della necessità per i comuni di adottarli e di approvare questi benedetti Piani. Io capisco, onorevole Pittalis, colleghi dell'opposizione che siete intervenuti su questo articolo un po' tutti, che è difficile molte volte da comprendere, anche perché la storia che voi raccontate in questi 5 anni passati non ha raccontato certo di Piani urbanistici approvati, di Piani adeguati ai Piani paesaggistici regionali, certamente non ci sono risorse messe a disposizione per far venire le aggregazioni e gli strumenti urbanistici, ne i Piani particolareggiati, ne i Piani delle campagne, ne i Piani di utilizzo dei litorali, nulla di tutto questo, ovviamente, per cui ogni cosa che viene scritta appare strana e certamente da contestare: uno, perché rientra nel fuoco che si è messo in piedi in questi giorni nei confronti di questa legge, sulla quale nulla viene salvato, per cui ogni cosa viene detta per cercare di portare a ragione un po' gli interventi che vengono messi in piedi. Qua stiamo dicendo semplicemente che noi vogliamo approvare i Piani urbanistici comunali, che li vogliamo favorire, lo scriviamo in un articolo di legge, vogliamo fare in modo che i comuni diventino protagonisti del loro agire, lo vogliamo dire sia nelle zone agricole, lo vogliamo dire nei centri storici, lo vogliamo dire in tutti i luoghi in cui le pubbliche amministrazioni possono decidere e devono decidere. Abbiamo detto di rimando che lo faremo in maniera più specifica durante la fase nella quale discuteremo della legge urbanistica, momento alto nel quale, fra breve, certamente chiameremo quest'Aula a discutere, non prima di aver fatto il passaggio in Commissione e di aver discusso con tutti. Oggi abbiamo detto che è necessario approvare questa legge; ci sono delle cose importanti, molto importanti, e altre cose meno importanti, e quindi capisco che l'onorevole Pittalis… possibile che non abbia trovato un elemento valido in questa legge? Neanche uno?... No! Evidentemente è strumentale, si capisce, non c'è niente di strano, ma sui Piani urbanistici comunali, collega, stai sbagliando pesantemente, un grosso granchio stai prendendo, perché nei cinque anni passati questa amministrazione precedente, di cui tu facevi parte, non ha fatto in modo che venisse approvato un solo piano nelle amministrazioni pubbliche comunali. Dei 377 comuni della Sardegna non c'è un atto amministrativo importante che la Giunta precedente può rivendicare per dire: "Noi abbiamo favorito questo passaggio". E tu chiami noi neocentralisti? Com'è possibile? Noi vogliamo fare cose diverse, noi vogliamo decentrare, vogliamo dire che i comuni devono avere ruolo, ma quale neocentralismo! È il contrario! Noi vogliamo dire in tutti i modi che i comuni devono approvare gli strumenti urbanistici, è il contrario! La storia racconta le questioni e quello che è accaduto negli anni passati è la storia di chi ha amministrato la Regione facendo semplicemente - l'ho già detto e lo ribadisco - una legge, che è il piano casa, fatta nel 2009 dal Governo nazionale e copiata da tutte le Regioni che ne hanno preso parte, senza nulla dire a quelli, non l'abbiamo ostacolata, abbiamo consentito che la legge poi venisse approvata e significa aumenti di volumetrie nei luoghi nei quali questi potevano essere consentiti, ma non avete fatto nessuna legge. Noi ci siamo provando a farla, sapendo bene che questa è una legge di transizione, che arriverà a costruire poi la legge sull'urbanistica. Però sui piani urbanistici comunali, sull'idea di decentrare e dare ai comuni il potere per poter programmare i loro territori, su questo non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall'onorevole Pittalis che è stato Capogruppo autorevole nella precedente legislativa consiliare, nella quale la precedente amministrazione regionale nulla ha compiuto per favorire i piani urbanistici.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare.

Passiamo all'emendamento numero 241.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, probabilmente qualcuno non ha, durante il dibattito, seguito gli interventi, probabilmente se ne seguono solo alcuni, altri magari si tralasciano e non si comprende probabilmente il significato. Considerando che sull'emendamento numero 241 voterò a favore, per sopprimere l'intero articolo 14, per rispondere a chi è intervenuto per ultimo nella discussione generale noi onestamente non è vero che non abbiamo colto alcune parti della legge che sono comunque abbastanza importanti. Su tutta la prima parte abbiamo però detto in modo chiaro che non era necessario doverlo inserire in questa legge e in questa norma. Non era necessario doverlo portare adesso, bensì parlate dell'altro tassello che è quello della legge urbanistica e vi abbiamo detto che forse era il caso di discuterlo e di discutere tutto insieme. Quindi è un aspetto completamente differente.

Poi non capisco il motivo dello scarico, questo è un classico e credo che oramai... probabilmente ecco perché la gente si disaffeziona dal mondo della politica, e lo scarico del precedente: c'eravate voi cinque anni fa e non avete fatto niente. Perché, la Regione deve fare qualcosa per approvare i PUC dei comuni? Sono i comuni che si attivano nelle procedure. Non certamente la Regione, quindi non ho capito cosa c'entri e che significato abbia in questo caso.

COCCO PIETRO (PD). Te lo spiego dopo.

CHERCHI OSCAR (FI). Non ho bisogno, onorevole, di spiegarmelo anche perché credo di avere le capacità intellettuali di capirlo da solo che non hanno niente a che vedere i cinque anni precedenti con le approvazioni del PUC, non hanno realmente niente a che vedere. Se vogliamo continuare a girare intorno su questi ragionamenti facciamolo pure, per carità, non c'è nessun problema. Ben venga comunque nel caso specifico, visto che lo si vuole approvare, l'inserimento e il chiarimento, l'ho detto in discussione generale, della procedura di approvazione del PUC che si aggiorna, si rinnova e chiarisce. Il caso Oristano (l'abbiamo detto a voce alta e lo dico ancora a voce alta) fa scuola del caos che ancora oggi è in piedi, ma probabilmente qualcuno accuserà chi l'ha fatto quel piano e non chi invece governa adesso che probabilmente, all'interno del Comune di Oristano non ha capito niente di che cosa doveva fare poi per proseguire nell'iter di approvazione e definire l'approvazione del PUC.

Quello che lascia tutti perplessi, però, non è il testo della norma inserito all'interno della legge che si propone in Aula, bensì gli emendamenti che sono stati presentati. Ci ritorneremo nel momento in cui discuteremo sia il 118 che l'emendamento all'emendamento numero 582 che chiaramente dovrà spiegare all'interno di quest'Aula il perché si fanno figli e si fanno figliastri.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, intanto annuncio il voto favorevole all'emendamento numero 241. Mi pare che in discussione su questo articolo non sia mai venuta fuori una obiezione rispetto agli obiettivi nobili di questa maggioranza, o rispetto a violazioni possibili del principio di sussidiarietà o delle potestà e competenze degli enti locali. Quello che viene in discussione è semmai non quello che c'è nelle volontà ma quello che c'è sulla carta, sulla proposta effettivamente presentata a quest'Aula e quindi che tra poco ci accingiamo a votare ed eventualmente ad approvare. Mi pare che sia chiarissimo che si sta in qualche modo ancora tentando di dare un'accelerata, ma è un'accelerata condizionata comunque a un intervento, non lo vogliamo chiamare neocentralista, lo vogliamo chiamare però col suo nome? Con la sostituzione. Se davanti a un ritardo di 60 giorni, o meglio un ritardo di 60 giorni può essere letto come inerzia della pubblica amministrazione, allora ecco lì l'intervento provvidenziale della Regione. Ci pare invece che 60 giorni siano tanti per le osservazioni, ma per l'applicazione dei poteri sostitutivi mi pare che siano una punizione molto grossa per gli enti locali e per le loro competenze e potestà.

Quindi, mi pare che la discussione debba essere su questo punto, sull'opportunità o meno di utilizzare con queste modalità i poteri sostitutivi. Siamo sempre pronti a intervenire quasi come se la Regione fosse un buon padre o meglio più con aria paternalista nei confronti degli enti locali, ma non ci preoccupiamo piuttosto di semplificare le strade che portano a esercitare le potestà primarie degli enti locali come questa della pianificazione territoriale. Quindi, semmai, in questo caso, la Regione bene farebbe a fare un passo indietro non tanto nella tempistica, quanto nella complicazione e nelle difficoltà dell'iter autorizzatorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Presidente, intanto il mio voto è contrario per questo emendamento e se voterò a favore di questa legge non sarà perché io la condivida, ma solo per togliercela di mezzo e passare velocemente alla discussione di un vero testo urbanistico e del completamento del PPR per le zone interne.

Per tornare al discorso di prima, solo una decina di comuni si sono adeguati, un po' per problemi di risorse, un po' perché non hanno voluto adeguarsi per protesta contro i vincoli, un po' per i messaggi lanciati dalla Giunta precedente che ha fatto capire che da un giorno all'altro avrebbero stravolto la normativa in materia paesaggistica. I compiti prioritari della Regione dovrebbero essere, dunque, non un nuovo piano casa, ma aiutare i comuni ad adeguare il PUC al PPR e realizzare il PPR delle zone interne per la cui realizzazione cadde la Giunta Soru. La Regione deve aiutare i comuni nella fase dell'adeguamento del PUC, anche se è vero che molti comuni costieri non l'hanno fatto perché pretendevano di poter costruire nei territori tutelati. È anche vero che molti altri non l'hanno fatto perché impossibilitati, non avendo uffici tecnici adeguati, soprattutto i centri più piccoli e soprattutto le risorse finanziarie per realizzarlo che mancavano. Non bisogna dunque assecondare gli interessi di quei singoli e piccoli comuni che voglio alterare il PPR per poter fare quello che vogliono, ma dare una certezza e rispettare i comuni come quello di Cagliari, un decimo della popolazione sarda, che vogliono adeguare il proprio PUC al PPR attuale. La Regione dovrebbe fornire ai comuni tecnici dei propri uffici oppure le risorse finanziarie necessarie per dare lavoro ai tanti architetti, ingegneri e altre professionalità disponibili sul territorio. Ogni Ufficio di piano, per quanto piccolo possa essere, interessa almeno una decina di professionisti, che moltiplicato per i 370 Comuni della Sardegna vuol dire dare un'opportunità di lavoro a diverse migliaia di sardi. "Riuso, risanamento e Rinascimento", questo è lo slogan uscito dal famoso convegno della CNA. Efficientamento energetico nel D.L. 130 di fatto non lo si promuove, infatti le premialità più importanti vengono date sia con un miglioramento energetico, sia senza, mentre a chi riqualifica praticando un efficientamento energetico viene concesso un ulteriore premio del 3 per cento. Sarebbe meglio concedere la stessa premialità di cubatura, se proprio la si ritiene necessaria solo a chi pratica efficientamento energetico, perché in tutta Europa ristrutturare oggi vuol dire questo. In realtà sarebbe meglio concedere premi di altra natura per chi ristruttura e risana: esenzioni su Imu, Tari ed altre tasse, sarebbero delle agevolazioni allettanti per tanti giovani coppie non interessate ad aumentare cubatura, ma piuttosto ad avere dei risparmi economici…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, ma per annunciare il voto favorevole all'emendamento. Onorevole Anedda, se lei con queste premesse vota favore di questa legge, veramente merita la medaglia dell'Armata Rossa, perché veramente è un attestato di fede notevole quello che lei ha dato. Passerà qualche anno prima che venga approvata la nuova legge urbanistica, onorevole Anedda, quindi ci sarà tempo forse anche per votare molti altri provvedimenti nell'attesa. Volevo dire all'onorevole Pietro Cocco che se sono stati approvati in questi anni, ormai ha ragione lei stiamo parlando forse di 7-8 anni, appena credo 13 piani urbanistici è perché è ancora vigente la normativa urbanistica che è stata adottata suo tempo. Quindi che ci sia qualcosa che non funziona mi sembra evidente, poi i fattori sono molteplici, un fattore importante è l'elemento monetario, perché oggi fare un piano urbanistico con tutti piani che adesso sono sottesi comporta una spesa enorme. Però, onorevole Cocco, io vorrei farle osservare questo che l'onorevole Pittalis ha messo in evidenza un elemento, che secondo me grida vendetta e quindi concordo con lui, che cioè di due enti pari ordinati, la Regione e i Comuni, non il Presidente della Giunta, e non al limite l'Assessore degli enti locali, ma il direttore generale assegna un termine al Consiglio comunale. Quindi almeno questo, onorevole Solinas, faccio un emendamento orale, glielo accoglieremo, ma almeno questo va cambiato, perché non è pensabile. Che poi sia necessario stabilire dei termini per evitare che il pantano che si crea anche all'interno dei Comuni, come a volte capita, perché siccome viviamo in questa terra e sappiamo anche come vanno le cose, richiede rispetto dei termini, io sono d'accordo, però riconduciamo ad un corretto rapporto istituzionale tra soggetti, ripeto pari ordinati dal punto di vista costituzionale, questa norma che si presta chiaramente all'interpretazione che diceva l'onorevole Pittalis nel suo intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, per essere umanamente vicino a chi vive e ha deciso di vivere, giustamente in linea con il periodo quaresimale che stiamo vivendo, con penitenza questo avvicinamento alla Pasqua. Peraltro volevo ricordare che solamente venerdì sarà il momento della via crucis, quindi non è necessario che il periodo di auto fustigazione duri così a lungo. Lo raccomando perché non tutti hanno la stessa confidenza con questo tipo di pratiche e quindi magari se da questa parte ci dovesse essere la capacità di darvi una mano potete tranquillamente farci affidamento. Infatti stavo per evocare Don Cocco in questo, perché in questa liturgia che ci prepariamo a vivere assieme in un bellissimo momento di condivisione è evidente che include tutta una serie di aspetti che lo stesso collega Anedda, con onestà, con onestà intellettuale vorrei aggiungere, ci mette nelle condizioni di esaminare assieme. Ecco, allora, siccome di Quaresima si tratta, diciamo che non è necessario farsi travolgere da quell'elemento che è l'ineluttabilità che contraddistingue il momento religioso della Pasqua, cioè non è necessario che voi viviate la passione sino in fondo, non è necessario che voi viviate la flagellazione di un'intera maggioranza per tutto il periodo, potete accorciare, potete trovare in voi la soluzione, che è semplice: chiederci di partecipare con voi al miglioramento di questa norma, badate bene che ci siamo vicini! E tutto questo dolore, che magari sentite necessario provare da qui all'approvazione dei prossimi articoli, soprattutto quelli chiave, voi non siete tenuti a sopportarlo, perché non c'è nessun bagno purificatore alla fine di questo, non c'è una resurrezione, al massimo c'è una crisi di Giunta, cioè proprio tutto quello che può succedere è questo! "Salvifica" mi suggerisce correttamente qualcuno. Quindi, colleghi, non sentitevi obbligati, sedetevi con noi, torniamo in Commissione, come vi è stata già detto tante volte, e secondo me in un paio di giorni fatti bene in commissione, proprio pochi giorni, voi potrete portare all'attenzione di quest'Aula una norma finalmente compiuta e finalmente in grado di essere esaminata nei tempi che giustamente il collega Anedda assume che siano brevi, ma soprattutto…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, ma debbo purtroppo ricredermi, avevo sentito il collega Anedda che aveva fatto delle dichiarazioni forti, molto interessanti e significative, aveva trattato questo disegno di legge alla stregua di un cassonetto di raccolta indifferenziata di norme contraddittorie, però mi ha profondamente deluso nel secondo intervento allorché invece ha dichiarato di voler votare nonostante tutto questo cassonetto di raccolta indifferenziata di norme contraddittorie. Collega Anedda, io credo che ci voglia un po' di coerenza, se un candidato si dovesse presentare ad un concorso pubblico e non dovesse rispondere neppure alla domanda sul proprio nome, ovviamente non lo si può promuovere per mandarlo via velocemente perché è troppo asino, no, lo si boccia, e la stessa cosa occorre fare allorché in Consiglio arriva una norma, un articolato che ha quelle caratteristiche negative che noi tutti, ognuno utilizzando termini diversi, abbiamo potuto analizzare. E dico noi tutti perché dal momento in cui vengono presentati centinaia di emendamenti, va bene sono emendamenti per lo più dell'opposizione che possono essere anche finalizzati ad esercitare un'azione di rallentamento, ma ci sono anche tanti emendamenti della Giunta, della maggioranza. La maggioranza in Consiglio che boccia la Giunta che fa il disegno di legge. Questo fa emergere con tutta evidenza una patologia profondissima ab origine. Cioè fin dall'origine di questa proposta di legge era evidente che era una proposta di legge monster, un pasticcio, un cassonetto vero e proprio di raccolta indifferenziata di norme alla rinfusa, contraddittorie, che cercano in modo maldestro di disciplinare varie tematiche: urbanistica, semplificazione, edilizia, efficientamento energetico, che inseriscono poi tutta un'altra serie di considerazioni che sono negative, che non faranno altro che rallentare l'edilizia in Sardegna ed l'urbanistica in Sardegna, e quindi il suggerimento che dall'onorevole Floris, che più volte ha sottolineato e ha proposto l'onorevole Floris, credo che debba trovare accoglimento. Io credo che ci sia la necessità di fare un'opera di raccoglimento di tutte queste norme che vengono buttate all'interno di un cassonetto alla rinfusa, in modo da metterle una dietro l'altra, da metterle in fila, da ripulirle, da rimodularle, da migliorarle anche se possibile, però occorre fare un lavoro di riordino serio. Oggi questo articolato non è assolutamente improponibile, non è esitabile e rischia di creare veramente tanti danni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Caro amico e compagno Anedda, io credo che riceverai tante di quelle medaglie che neanche quanto un maresciallo dell'armata Rossa se le potesse raffigurare sul suo petto, però io te ne voglio appiccicare un'altra, nella tua onestà aldilà delle posizioni e delle cose dici quello che pensi ed è una virtù poco rara a volte in politica e soprattutto quando c'è da discutere di queste cose. E ben donde avresti ragione se in quel cassonetto che diceva raccogliere un po' di tutto, avessimo avuto meno chi si considera qualcuno Carnelutti e Calamandrei che hanno girato qui all'interno della maggioranza che ha predisposto questa proposta di legge. Perché l'ultima perla, ma mi pare che sia stata (...) accolta è quella per cui due livelli istituzionali di diversa natura, di diversa posizione amministrativa all'interno delle istituzioni andavano quasi a confliggere nelle loro attribuzioni come venivano affermate in questo testo. E' quantomeno sciagurato pensare che chi è comunque un amministrativo inquadrato in un organico possa poi essere colui il quale infligge ordini e ordini anche perentori a un rappresentante istituzionale liberamente eletto. Lascio questo perché serva a memoria per chi ritiene in qualunque momento di poter scrivere quello che meglio ritiene senza pensare alle conseguenze che ne derivano. Siccome il tempo fugge dico che voto favorevole all'emendamento, riterrei che ancora una volta senza fare quaresimali, non me la sento eppure servirebbero di questi tempi, ma basterebbe che qualcuno anziché flagellarsi e usare il cilicio usasse un po' di umiltà nel dire forse e il caso di tornarcene in Commissione a riverificare l'insieme dell'impianto di questa norma che non va da nessuna parte. Punto a parte il "582" che veramente fa ritorcere lo stomaco.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FENU MODESTO (Sardegna). Voglio pensare a questa norma di legge così al PPR, così a tutta la materia urbanistica non tanto come un fatto politico anche se lo è, ma come un fatto tecnico. E come un fatto tecnico richiamarmi alla razionalità delle decisioni e delle assunzioni di responsabilità che con l'approvazione di queste norme indubbiamente ci assumiamo. Ma se è un fatto tecnico e se anche l'adeguamento al PPR è un fatto tecnico e se anche l'adeguamento al piano di assetto idrogeologico sono fatti tecnici, a maggior ragione non possiamo non analizzarne gli effetti e far finta di non capire cosa in realtà producono applicati nella realtà. La domanda dobbiamo quantomeno porcela. Se così è rispondo all'onorevole Anedda per un passaggio che ha fatto, ma mi rivolgo soprattutto al capogruppo del PD Cocco e all'assessore Erriu che ben conoscono la realtà dei fatti.

Allora onorevole Anedda le posso assicurare che i comuni non sono sadici con se stessi, se non hanno adeguato i loro piani urbanistici al PPR non è perché egoisticamente non avevano risorse da investire o semplicemente perché hanno ritenuto di voler speculare sul loro territorio, il PPR se bee analizzato è uno strumento di programmazione, un'indicazione di programmazione posta dall'alto che se si limitasse a un puro fatto tecnico sarebbe a mio avviso un aspetto estremamente positivo e poi le dimostrerò anche il perché. Però onorevole Assessore, onorevole Cocco, purtroppo è vero che i 13 PUC approvati in Sardegna dall'approvazione del Piano paesistico regionale la dicono lunga sulle problematiche che questo comporta e sono problematiche reali, problematiche che impediscono di fatto che i comuni possano adeguarsi a questo strumento tecnico. E allora parlo un po' anche della realtà che mi appartiene che conosco meglio degli altri, noi abbiamo come lei sa Assessore deciso di adeguare il nostro piano urbanistico volontariamente al PPR ritenendolo strumento programmatorio generale, mai l'avessimo fatto, ci abbiamo messo 11 anni e allora qualche problema...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Dall'inizio delle discussioni relative a questa legge, io ho continuato a parlare più volte dell'importanza di dare un contributo alle amministrazioni comunali per l'approvazione dei PUC e che probabilmente avrei visto di buon occhio più una legge che comprendesse soprattutto questo aspetto. E quando qualcuno sostiene che la Regione nulla può fare per aiutare i comuni ad adeguare i PUC, non sono d'accordo con questa affermazione perché secondo me invece è fondamentale l'apporto che la Regione può dare nell'approvazione dei piani urbanistici ai comuni. Leggendo però questo articolo sembra quasi che se in questi anni e non negli ultimi cinque anni, in questi anni dall'approvazione del PPR ad oggi, solo 8 o 13 comuni hanno approvato i piani urbanistici comunali, la responsabilità sia proprio delle amministrazioni comunali e questo è sbagliato perché tutti sappiamo che non è così. Perché all'interno delle amministrazioni comunali della nostra Regione ci possono essere anche delle amministrazioni che magari hanno contestato il PPR o che magari hanno aspettato perché volevano più volumetria nei propri territori, possiamo metterci anche delle amministrazioni magari un po' più fannullone rispetto ad altre, però non possiamo pensare che su 377 comuni in Sardegna ci siano 350 comuni di fannulloni o di persone che non hanno voglia di approvare i piani urbanistici o che magari volevano volumetrie, eccetera eccetera. Guardando bene questo articolo invece si vuole dare la responsabilità esclusivamente ai comuni, io penso che sia fondamentale che all'interno di questa norma ci sia un contributo da parte della Regione e non parlo di contributo economico ma parlo di contributo in termini proprio di aiuto ai comuni per approvare i piani urbanistici ma non può essere questa la norma, assolutamente perché questa andrebbe bene se i responsabili di queste non approvazioni fossero realmente i comuni. Ma siccome noi sappiamo che questo non è vero, questa norma è una norma che serve quasi a poco.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). L'intervento dell'onorevole Pietro Cocco non ci può lasciare certo indifferenti non fosse altro perché torna sempre sul solito ritornello: "Guardate quello che voi avete fatto nel passato". Noi guardiamo e lo facciamo anche con la responsabilità di chi ha tentato di scardinare quel sistema di regole scritte e funzionali solo per assecondare pochi e non tutti e che voi avevate introdotto. Se lei lo pone in questi termini mi ci porta in maniera naturale perché il PPR , quello che regola il sistema urbanistico, è frutto, che piaccia o no, io mi rendo conto anche dell'imbarazzo che vi crea, è frutto dell'azione dell'allora Presidente regionale e attuale Segretario del Partito Democratico Renato Soru, volete che non si citi ma noi lo citiamo. Dal 2006, onorevole Cocco, se le ha fatto i calcoli: 2006, 2007, 2008 e 2009 sono quattro anni, in questi quattro anni lei ha i dati di quanti PUC sono stati approvati? È una responsabilità dell'onorevole Soru, dell'Assessore all'urbanistica allora competente? Noi nei cinque anni successivi abbiamo provato a smontare, e per la verità abbiamo portato a casa il risultato, voi avete, con atti davvero discutibili sul piano dell'opportunità, ma anche nel merito, avete assolutamente smontato quello che di buono la Giunta del Presidente Cappellacci aveva fatto e ha fatto. Siamo tornati all'era dell'oscurantismo, questa è la verità, in questo modo i comuni che prima avevano difficoltà se non correte ai ripari continueranno ad averne! Questo è il problema che noi vi stiamo ponendo oggi ed è la ragione per la quale noi vi invitiamo ad una riflessione. Vi invitiamo a riflettere per individuare strumenti che consentano, non ai teorici della Regione, non a chi non ha il senso pratico di quello che si vive nel Comune, ma aiutare i comuni stessi a dotarsi degli strumenti perché possano…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Questa dinamica dell'Aula del rimpallo tra le responsabilità è sempre qualcosa che non porta a trovare un momento di sintesi sulle questioni principali. Tuttavia, onorevole Pittalis, il rimpallo delle responsabilità di chi ha fatto che cosa? Voi per cinque anni avete continuato a parlare sempre continuamente di Soru, la verità è che continua a essere il vostro incubo tuttora perché lo citate continuamente, vi ricordo la campagna elettorale del 2009, la campagna elettorale del 2009 dove stavano per entrare in Consiglio regionale (…) come dice sempre, per citare Dedoni, grandi legislatori che il giorno dopo avrebbero dovuto smontare questo PPR, la verità è che avete provato a smontarlo ma avete perso per strada qualche pezzo, avete perso cinque anni a cercare di rimontarlo finché non siete arrivati all'ultimo giorno utile - perché questo è un dato di fatto - all'ultimo giorno utile in prossimità delle elezioni per approvare PPS, cosa abbiamo fatto noi? Il primato che è stato fatto è stato quello di sospendere il PPS e di lavorare a questa modifica della legislazione. Questo è un dato di fatto, voi non avete fatto niente a riguardo perché avete lavorato, magari alacremente, con capacità, però non avete trovato risultati, quindi passiamo da Soru a quello che stiamo facendo noi, in mezzo non si sa cosa sia avvenuto.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto parlare, metto in votazione l'emendamento numero 241.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale con procedimento elettronico.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 241.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Cossa ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 47

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 19

contrari 28

(Il Consiglio non approva).

Emendamento numero 582, sostitutivo parziale dell'emendamento numero 118.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, credo che chi mi ha preceduto abbia già, cercavo anche l'emendamento numero 118 perché poi comunque verrà approvato anche il 118, dicevo che chi mi ha preceduto abbia già chiarito il dubbio che viene nel leggere l'emendamento numero 582. Nell'emendamento 582 in senso generale si dice che non possono essere adeguati i PUC, in senso generale, se non sono meglio adeguati e non si possono presentare varianti ai piani precedenti, fatte salve però tutta una serie di condizioni, l'ultimo è quello che ci lascia francamente tutti un po' perplessi è quello del "possono essere altresì adottate varianti ai piani generali vigenti da parte dei comuni che abbiano adottato "in via preliminare -gli si fa una concessione - il PUC in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale". Io dico questo, credo che probabilmente diventa molto più semplice chiarire l'aspetto tecnico dell'eventuale variante necessaria, non sempre le amministrazioni comunali hanno probabilmente anche un iter già avviato, molto probabilmente hanno un "ufficio di Piano" che sta già lavorando per predisporre il nuovo Piano Urbanistico, o l'adeguamento al Piano Urbanistico a quella specie di Piano Paesaggistico Regionale che è il male di questa Sardegna ed è l'oggetto del caos che sta creando problemi. L'onorevole Anedda è stato chiarissimo quando ha detto "comuni che non hanno voluto accettare quei vincoli", chiaramente quei vincoli sono legati al PPR. Ma io dico, com'è possibile che non sia possibile, in modo generale, io non metterei proprio una norma, eviterei che ci fosse una norma, io che sono amministrazione comunale, che ho la libertà di pianificare il mio territorio come meglio preferisco, se ho necessità di una variante urgente per mille ragioni, perché le ragioni per la richiesta di una variante sono tantissime, non sono e non posso tenerla perché? Perché fino a quando non ho adeguato il mio PUC al Piano Paesaggistico Regionale non posso neanche attivarmi con delle varianti. Mi sembra che sul profilo della legittimità e della pianificazione un togliere potere alle amministrazioni comunali, anziché delegarle, questa è la dimostrazione che quello che si dice all'interno di quest'Aula è completamente differente da quello che poi in realtà si fa, io su questo emendamento voterei tutti insieme e tutti compatti contrari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Questo è l'emblema del non si può ma si può. È incredibile che si possa concepire che durante l'iter di approvazione di uno strumento urbanistico si possa procedere a modificare lo stesso, è incomprensibile, soprattutto capire chi decide, qual è il soggetto che decide che la responsabilità della mancata attuazione del PUC al PPR sia o meno imputabile all'ente locale, chi lo decide il commissario ad acta che è intervenuto già al comma precedente perché evidentemente se si arriva all'approvazione di questo emendamento è evidente che si dia per fermo e assodato che ci sia già l'intervento del commissario ad acta. Allora come è possibile che sia il commissario ad acta a procedere eventualmente e a modificare il PUC? È veramente una mostruosità! Io credo che ci siano i termini per riflettere bene sulla coerenza dei due interventi legislativi che sono assolutamente discordanti l'uno con l'altro, è corretto dare un'accelerata, ma è altrettanto corretto che vi sia coerenza con l'intervento ed è per questo motivo che senza che ci sia un intervento che restituisca logica a questa proposta di legge il voto possa essere solo negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Questo emendamento è la dimostrazione che tutto quello che abbiamo detto fino adesso è vero. Questo emendamento è la dimostrazione che, siccome i Comuni non riescono ad adeguare i Piani urbanistici, e siccome il PPR ha bloccato lo sviluppo urbanistico ed edilizio in questi Comuni, è necessario, in attesa dell'adeguamento dei Piani urbanistici, fare qualcosa per derogare al PPR. Questa è la dimostrazione di quello che abbiamo detto, cioè cosa abbiamo detto fino adesso noi? Cosa avevano fatto nei cinque anni passati? Nei cinque anni passati, avendo esaminato questa situazione e avendo analizzato le problematiche economiche che si stavano vivendo, hanno cercato di derogare al PPR e hanno cercato di dare l'opportunità ai Comuni di fare qualcosa, questo è stato fatto. Con la legge numero 4 del 2009 è stata data anche questa opportunità.

Allora, io fondamentalmente dico che non posso essere contrario a una deroga al PPR, però diciamolo: questa è una deroga al PPR, lo dobbiamo dire, l'emendamento 582 è una chiara deroga al PPR, quindi quando vogliamo le deroghe al PPR vanno bene. Quindi io non sono contrario, sono favorevole, però non potete pensare che quando le fanno gli altri e quando le chiedono gli altri le deroghe al PPR non vanno bene, quando le chiedete voi le deroghe al PPR vanno bene, questo non è giusto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Io ritengo questo emendamento vergognoso. Emendamento 118 della Giunta: "Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici generali al Piano paesaggistico regionale è vietata l'adozione definitiva di varianti al piano generale vigente, fatti salvi gli atti di pianificazione finalizzati al ripristino delle originarie destinazioni agricole, all'introduzione di aree di salvaguardia o connessi alla realizzazione di opere pubbliche", ci sta, limpida, lineare. Emendamento 118: è vietato, a meno che non ricorrono tutta una serie di situazioni, che somiglia molto ad una fotografia, per cui in questo caso si può derogare. Allora, cari amici, se questo è il modo di legiferare, se questo è il modo di fare ritagli normativi, e se poi vogliamo anche presentarci come i… sapete la storia della superiorità morale, a cui siete molto affezionati? Beh, allora, non stiamo parlando di cose serie, io credo che questo emendamento debba essere ritirato. Fate voi le vostre valutazioni, perché le norme sono generali e astratte e non ci debbano essere "norme fotografia", per cui, se questa è la situazione, e mi pare abbastanza evidente che sia così, o si dicono chiaramente le cose come stanno o sennò per cortesia ritirate questo emendamento vergognoso!

Noi voteremo contro, Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fabrizio Anedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Per rispondere all'onorevole Tedde a proposito di coerenza. Io non sono tra i colleghi che hanno barattato venerdì sera la discussione a oltranza in aula con l'approvazione di otto articoli in due ore; è stato barattato venerdì sera, il sabato e la domenica, pur di non venire a lavorare qui, con l'approvazione di otto articoli in due ore, quando in sei giorni ne abbiamo approvato quattro o cinque. Io non ero tra quelli, la mia coerenza non era lì.

All'onorevole Pittalis, poi, per ringraziarlo di aver ricordato che il partito del PDC è un partito di lotta e di governo. Io continuo la mia lotta, come ha fatto fin dalla giovane età, nella militanza nella sinistra, ho sempre lottato, oggi sono qui in Consiglio regionale in un partito che dovrebbe essere di lotta e di governo, mi accontento al momento di fare la lotta, quando il presidente Pigliaru ci dirà che è il momento di governare, noi stiamo attendendo ancora. Grazie.

PRESIDENTE. Non ha fatto la dichiarazione di voto, onorevole Anedda.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Fermo restando che voterò a favore di tutti gli articoli, voto a favore anche di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). È chiaro che questo emendamento presentato dalla Giunta dimostra, se ce ne fosse bisogno, che bisognava un tantino riflettere, perché rispetto al testo originario questa aggiunta che è stata fatta la dice per quello che è: si aumentano le responsabilità dei Comuni, si diminuiscono le responsabilità della Regione, ad eccezione della gestione che rimane sempre in mano alla Regione. Io non ho niente da dire sul fatto che sia il funzionario della Regione a scrivere al Comune, anche perché quando c'erano i comitati di controllo chi scriveva era il presidente del comitato di controllo il quale mandava una specie di diffida, però è necessario questo incardinarlo nel contesto della legge. Io sarei molto più favorevole a fare in modo che la legge entri in esecuzione immediatamente, annullando tutta una miriade di accorgimenti che ci sono e che vanno di rinvio in rinvio. Ora, addebitare al consiglio comunale la responsabilità in 30 giorni di essere inerte, o inerme, rispetto a quello che delibera la Regione, non mi sembra un fatto…. E poi non ho capito una cosa, Assessore, come mai questo richiamo puntuale sempre ai 60 giorni; ogni cosa che deve essere fatta, deve essere fatta entro 60 giorni sennò casca il mondo, vorrei capire se ci sono delle leggi nazionali che indicano questo termine, oppure i termini possono essere cambiati, credo che in questo caso i 60 giorni siano assolutamente insufficienti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Io intervengo sull'emendamento 582, perché qui non si capisce più a quale emendamento è riferito l'intervento. Questa, a mio modo di vedere, è una delle leggi, se sarà approvato l'emendamento, proprio sull'incentivazione all'approvazione dei Piani urbanistici comunali. Questo emendamento dice una cosa molto semplice (poi ce ne saranno altri, quindi questo emendamento va visto legato ad altri emendamenti che saranno esaminati successivamente), dice che i Comuni che non hanno provveduto all'adozione del PUC…. Ci sono diversi Comuni che non lo fanno perché non hanno interesse a farlo, ci sono Comuni che hanno Piani di fabbricazione, ad esempio, e hanno esaurito la cubatura, perché dovrebbero presentare l'adeguamento al PUC? Ci sono Comuni che hanno Piani regolatori generali e sono stati in buona parte disincentivati dal precedente mandato, perché si diceva che tanto il PPR sarebbe stato cancellato, ci sono le deroghe e quindi perché lo dobbiamo adeguare? In ogni caso non hanno intenzione di adeguarlo perché con le varianti al Piano regolatore potrebbero chiaramente andare avanti. Noi invece, siccome riteniamo che l'adeguamento degli strumenti urbanistici al PPR sia un punto centrale, noi vogliamo che questo percorso, il percorso delle varianti e del continuo utilizzo delle varianti venga interrotto. Diciamo che fino all'adeguamento dei PUC al PPR le varianti non sono consentite, non sono consentite evidentemente tranne nei casi in cui si vuole ripristinare una zona agricola o si vuole inserire una norma di salvaguardia o si deve realizzare un'opera pubblica, è evidente, questi sono casi che non possono essere ostacolati o messi in discussione, o anche casi nei quali viene riconosciuta la pubblica utilità, viene riconosciuta la pubblica utilità dalla Giunta regionale anche in casi come questo. Siccome, consigliere Fasolino, non intendiamo certamente addossare la colpa ai comuni, diciamo che i comuni che hanno adottato il PUC, e lei sa bene che l'adozione non necessita di verifica di coerenza, quindi non possiamo dire che chi non lo ha fatto è perché è stato rallentato dalla Regione, dal PPR, non lo ha fatto perché non lo ha adottato, chi ha adottato il PUC, e il passaggio successivo in questo caso è la verifica di coerenza o altri nullaosta o autorizzazioni che debbono essere rilasciati sono in ritardo e non dipendono…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Io credo che se avessimo presentato noi questo emendamento allorché eravamo al governo della Regione, allorché la maggioranza era di centrodestra, voi avreste occupato l'aula. Ho la ragionevole certezza che voi aveste occupato l'aula, avreste chiamato la stampa, avreste fatto un'interessantissima quanto demagogica conferenza stampa e avreste fatto in modo da far capire all'esterno di quest'aula e quindi nella comunità isolana che questo emendamento rischia di non avere corpo, ma di avere invece nome e cognome. Io non sono contrario, vedete, pregiudizialmente alle varianti, perché a volte la variante è necessaria, è indispensabile, soprattutto in fattispecie nelle quali c'è una norma sovraordinata che blocca qualsiasi possibilità di approvare o di adottare piani urbanistici generali. Non sono contrario alle varianti, però la variante si deve basare su elementi obiettivi, e non invece, così come accade in questo emendamento, su elementi che sono legati non alla discrezionalità della Giunta ma al libero arbitrio della Giunta. Questo è un emendamento che produrrà varianti per amici, perché le varianti per amici verranno approvate, le varianti invece di coloro che amici non sono verranno analizzate e verranno comunque interpretate nei giusti modi a tutela dell'equilibrio paesaggistico, a tutela del corretto sviluppo urbanistico, mentre invece quelle per gli amici verranno consentite sic et simpliciter. Quindi io credo che questa discrezionalità o questo libero arbitrio che la Giunta cerca di introdurre nel nostro ordinamento debba subire uno stop, è indispensabile inserire in norma dei criteri obiettivi per definire il campo di responsabilità di chi non ha adottato, o meglio di chi non è riuscito ad adottare un Piano urbanistico generale. Non si può andare avanti a colpi di deroghe, su deroghe e su deroghe, perché continuando di questo passo il caos diventerà veramente difficilmente ricomponibile. Voi vi state assumendo oggi con questo emendamento una grande responsabilità, vi state assumendo veramente la responsabilità di scontentare…

PRESIDENTE. Non ha dichiarato il voto, onorevole Tedde.

TEDDE MARCO (FI). Sull'emendamento è negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (Area Popolare Sarda). Io voterò decisamente contro e mi meraviglia, do atto a Solinas che mi ha avvertito, aspettavo questo emendamento, che è una schifezza, all'articolo 30, ma lui stesso oggi mi ha detto che invece è stato anticipato, in un'ora, alle 18 e 30 del 26, alla quale io non credo, lo voglio dire con la massima franchezza, qui ho i documenti relativi al Comune di Olbia. Parliamo chiaramente, questa è una marchetta per il Qatar. Ci sono tutti gli atti fatti dal Comune, c'è la società del Lussemburgo che è cofirmataria all'accordo di programma con la Regione sarda, hanno presentato in data 16 settembre del 2014 la domanda, è stato addirittura consentito il completamento di sviluppo del complesso ospedaliero fino al 31 dicembre 2019, ha fatto anche alterazioni il Comune di Olbia, bene ha fatto perché ci tiene molto a questo. Ma chiariamoci le idee, il Presidente, non più tardi di qualche giorno fa, mi ha detto che è la quindicesima richiesta da parte del Qatar, perché ogni quindici giorni deve fare un condizionamento, un ricatto, eccetera, e voi state facendo questa marchetta che non farete per altri, quindi questa ha un nome e un cognome, fatta nottetempo per venire incontro alle esigenze di una struttura che ancora non ha fatto niente, che di fatto è partita con 1.800 dipendenti, Anedda, poi 1.200, poi 1.000, poi 800, poi 500, e che probabilmente il 1° gennaio del 2018 avrà fatto ben poco, nel frattempo abbiamo perso un anno e mezzo, quindi non ci sono le condizioni. Questa è una cosa scandalosa, è vergognosa, io ritenevo che ci fosse l'esigenza dal 17 in poi di intervenire e quindi verificare la possibilità all'articolo 30 di questo emendamento, l'avete fatto, sta nelle vostre prerogative, ma che si tratti di una supermarchetta è un dato certo, state favorendo smaccatamente una struttura che fino ad oggi vi ha preso in giro e vi ha condizionato nelle scelte.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Come vede, onorevole Arbau, i Carnelutti e i Calamandrei si arrampicano sugli specchi, e devo dire una cosa, un giorno più avanti ne parleremo anche nelle cose di inframmezzo. Ciò che a me interessa, siccome ho dichiarato che qui avrei detto la verità, e io la dico sempre anche se mi costa, non faccio parti a nessuno, e debbo dire, lo anticipo oggi per chi ha aures audiendi che la società del Qatar Foundation non si fermerà a questo, e non si azzardi nessuno a dire che è una cosa legata al San Raffaele, sia chiaro, se qualcuno voleva passarlo come tale sbaglia, sbaglia di grosso. Io lo dico oggi per domani, stiamo attenti a quello che facciamo in Sardegna non solo per queste porcherie ma anche per altre cose dove stiamo delegando a finanziatori esteri su cui poi non sapremo neanche cosa fare, su cui non sapremo neanche cosa fare per il domani. Se qui non c'è attenzione per le cose piccole, pensiamo a cosa significano le cose grandi, queste sono cose grandi per voi, ma non per loro, ma non per loro. Credo che ci sia una geopolitica in atto e dico questo perché riprenderò la parola più avanti, un discorso di geopolitica che bisogna che faccia tenere alto lo sguardo da parte della politica intera, ad iniziare dalla Giunta di questa Regione. Probabilmente non ci siamo accorti che stiamo diventando il giardino ad utilizzo di qualche emiro, state attenti, o stiamo attenti, io dirò sempre la verità costi quel che costi a me. Riprenderò il discorso dopo. Il voto è certamente contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FENU MODESTO (Sardegna). Se le cose stanno così come ha detto l'onorevole Oppi, la situazione è ancor più scandalosa di quello che sembrava inizialmente. Fa specie pensare che da una parte si chiede, visto che ci sono solamente 13 PUC approvati, agli altri 360 e rotti comuni della Sardegna di stare fermi e immobili sinché non adeguano il loro piano urbanistico al PPR, e speravo che l'Assessore mi facesse capire come intende fare perché lui sa benissimo che con la situazione attuale è praticamente impossibile che in tempi brevi i comuni possano adeguare i loro strumenti urbanistici al PPR, perché sinché si continua a pensare e a far finta che la modifica dell'articolo quinto della Costituzione che parifica il livello programmatorio tra i comuni e la Regione in fatto di urbanistica e programmazione territoriale e si pensa che i tecnici dell'Assessorato debbano fare i PM dell'urbanistica, qualcuno mi faccia capire come è possibile che gli altri 360 comuni della Sardegna possano in tempi brevi adeguarsi a questo strumento urbanistico. E di fronte a questa situazione purtroppo, dove in aggiunta a questo, l'adeguamento al PAI sta per sancire che - Pier Mario, è un fatto tecnico questo, che tu conosci - il 70 per cento delle aree agricole della Sardegna sta per essere dichiarato, come dire, terra dei leoni, dove niente si potrà fare, dove non si possono mettere neanche i frangi venti, neanche gli impianti di irrigazione e sono le aree più fertili del Campidano di Cagliari, del Campidano di Oristano, com'è possibile permettere che si verifichi una situazione di questo tipo? E questi sono aspetti tecnici, non politici. Allora di fronte a questo, io mi auguro che l'Assessore e il Capogruppo del PD abbiano veramente a cuore le sorti della Sardegna e non solo quelle della Qatar Foundation, e si riprenda a discutere serenamente in Commissione di queste questioni per evitare che si continuino a fare danni immani a tutto il tessuto produttivo della Sardegna.

Il mio voto sarà contrario, non potrà che essere così.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (FI). Presidente, questo emendamento - lo ha ribadito chi mi ha preceduto - è un emendamento arrogante, è un emendamento punitivo per certi comuni, io dico per certi comuni e non per tutti i comuni, e lo paragono a un provvedimento adottato da un dittatore, una volta, in uno Stato che è molto caro a qualcuno. Aveva approvato l'obbligatorietà della cintura di sicurezza per i cittadini di quello Stato. Peccato che le macchine le costruiva senza cintura. La stessa identica cosa accade in questo provvedimento. Noi obblighiamo i comuni quando alla fine, anzi, il PPR, il maggiore artefice, tutti lo hanno ribadito, è la causa della non approvazione dei piani urbanistici perché 13 comuni su 377 un motivo c'è e questo motivo nella precedente legislatura è stato evidenziato in maniera forte anche dai colleghi del centrosinistra ed è per questo che noi abbiamo messo rimedio a questo, perché abbiamo solo rivisto, riperimetrato, quelli che erano i coefficienti che non permettevano ai comuni la loro approvazione. Quindi oggi noi stiamo punendo i comuni, ma gli diamo la possibilità di non approvare i piani urbanistici, quindi maggior responsabile è il Piano paesaggistico regionale, tutti lo sappiamo. E allora mettiamo rimedio prima al Piano paesaggistico regionale, dopodiché possiamo tranquillamente mettere in condizioni i PUC di essere approvati. Facciamo questo, non mettiamo in campo provvedimenti che sono arroganti. Ascoltateci qualche volta perché quando vi diciamo questo ve lo diciamo perché abbiamo a cuore, come ce l'avete voi, lo sviluppo dei nostri territori. Sentiteci qualche volta perché questa è la motivazione. Lo avete detto nella precedente legislatura che il PPR doveva essere rivisitato. Perché oggi dite il contrario?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, per dire questo. Noi stiamo presentando un emendamento che ho provato a leggere e rileggere e personalmente non ci trovo niente di strano. Di quegli emendamenti che sono stati scritti e posti in legge in tantissime altre occasioni guarda caso me ne capita uno per mano del 1981, la legge numero 17 del 19 maggio 1981. Il Presidente non era un dittatore comunista, come Peru voleva far intendere, ma un certo Rais che certo non era un comunista, e forse il collega Mario Floris qua presente in quegli anni stava già nei banchi di questo Consiglio regionale. E allora l'articolo 10 di quella legge diceva: "Varianti ai programmi di fabbricazione. Per i Comuni soggetti all'obbligo della redazione dei piani regolatori generali, che non vi abbiano ancora ottemperato, nessuna proposta di variante o modifica al regolamento edilizio o all'annesso programma di fabbricazione può aver corso se non sia intervenuta la preventiva autorizzazione dell'Assessore regionale competente" - addirittura è l'Assessore regionale competente che si occupa di dare il benestare o no a un'amministrazione - "che potrà concederla in vista di sopravvenute ragioni che ne determinino la totale o parziale inattuabilità o la convenienza a migliorarlo". Cioè l'Assessore di Rais, di allora, del 1981, diceva che si potevano fare varianti ai piani regolatori, non si potevano fare, a patto che l'Assessore decidesse che si potevano fare ineluttabili modifiche. Qua cosa stiamo dicendo? Parlo del 1981, ma, voglio dire, la storia è piena di esempi di questo tipo, di emendamenti che raccontano. Qua cosa si dice? "Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici generali comunali al Piano paesaggistico regionale è vietata l'adozione definitiva di varianti ai piani vigenti" - chissà quale sacrilegio si sta compiendo a dire una cosa del genere! - "fatti salvi gli atti di pianificazione finalizzati al ripristino delle originarie destinazioni agricole, all'introduzione di aree di salvaguardia", eccetera eccetera. Dice il collega Oppi: questa cosa riguarda quelli del Qatar che vogliono realizzare la questione del San Raffaele. C'è già un accordo lì, ma se fosse anche vero, e non so se è vero, dov'è lo scandalo, dov'è la questione? C'è un accordo già organizzato sulla questione del San Raffaele, sulle cose che devono essere realizzate, è alla luce del sole, mica nascoste fra le righe di un emendamento, a detta di qualcuno, che deve nascondere chissà cosa. Non c'è niente da nascondere. Le cose vanno fatte alla luce del sole e questo emendamento è assolutamente normale. Per cui quando sento i colleghi dire: "È scandaloso!". Ma dove è scandaloso? È una cosa assolutamente alla luce del sole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Allora qui il San Raffaele non c'entra nulla, diciamolo subito. C'entrano interessi di altra natura, riferibili probabilmente a una società lussemburghese, e qui io mi appello veramente al senso di sovranista di quelle forze che siedono nei banchi del centrosinistra, perché è una svendita del territorio e vi spiegheremo e ve lo diremo anche in altra sede perché non è assolutamente ammissibile, ma oggi lasciatecelo dire qui. Il San Raffaele non ha nulla a che fare, sono interessi collaterali, di altra natura. Sono di altra natura, non c'entra nulla il San Raffaele! Il San Raffaele non è neanche nato e dovete vergognarvi per il fatto che non è…

(Interruzioni)

Presidente, mi faccia poi recuperare.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, onorevole Cocco, grazie.

Prego onorevole Pittalis.

PITTALIS PIETRO (FI). Il San Raffaele non c'entra niente, c'entrano altri tipi di interessi a latere, riferibili a una società lussemburghese, e lo sapete benissimo. Così come…

(Interruzione)

E allora fattelo dire se non lo sai, che la cosa è ancora più grave!

PRESIDENTE. Onorevole Manca, grazie.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, se è modo questo dei colleghi. Io ascolto sempre tutti in silenzio…

(Interruzione)

Non sto accusando nessuno. Sto dicendo semplicemente che sono interessi di una società lussemburghese che qui si stanno tutelando, non sto dicendo che sono né illeciti, né leciti, né null'altro, sto semplicemente evidenziando che questo emendamento, perché l'avete riconosciuto anche voi, è in deroga, la cosa ancora più grave, al PPR, voi state facendo una deroga, da che cosa è necessitata? Certo! C'è coerenza col PPR di Soru, perché anche qui prevedete che sia la Giunta regionale a valutare caso per caso. E allora qui la vergogna sapete qual è? Che noi abbiamo i cittadini di Nuoro di Testimonzos, abbiamo quelli che vedono ormai le ruspe entrare in Gallura, in altre parti della Sardegna e non abbiamo la sensibilità di occuparci di questa gente, per evitare che perdano il bene fondamentale della loro vita e, però, abbiamo un grande interesse, una grande attenzione per risolvere con questo emendamento interessi che con quelli dei sardi, vi assicuro, non hanno nulla a che vedere. Leggetelo bene, e fatevi spiegare, per chi non l'ha capito, cosa c'è dietro. Voterò logicamente contro e riservandoci altre iniziative su questa schifezza che si sta facendo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Ho osservato con attenzione, nell'intervento precedente del collega Oppi e adesso del collega Pittalis, il volto teso dei colleghi della maggioranza e, in modo particolare, del rappresentante dell'IRS che, la settimana scorsa, ha fatto un intervento dove si faceva riferimento, con dovizia di conoscenza di particolari sulle mitiche "pinnettas" della nostra Terra, oggi passiamo da vicende che partono dai tempi nuragici, passando per le case dei nostri padri, alle più grandi marchette che mai si siano viste all'interno dell'Aula del Consiglio regionale, addirittura in quei luoghi che diventano, a dire del Ministero dell'economia e delle finanze italiano, Paesi canaglia, perché nascondono e fanno diventare oscuro il rapporto con il fisco, con i luoghi dove si nascondono denari e risorse importanti, rivenienti da chissà quali oscuri finanziamenti, e fa parte il Lussemburgo di una serie di Paesi che hanno contiguità con tutta una serie di gruppi internazionali che sono adusi ad interventi poco corretti o poco coerenti con le rispettive legislazioni dei luoghi che li accolgono. Bene, qua sta accadendo proprio questo. Un Paese che trassa sotterraneamente e lascia un lugubre e oscuro mantello che si dipana sopra quest'Aula è una cosa che certamente non ci saremmo aspettati, proprio nel momento in cui si reclama sardismo, autonomismo, sovranismo e tutte quelle belle parole che ogni tanto riecheggiano in quest'Aula, e oggi invece ci troviamo su questioni di livello internazionale, dove noi dovremmo esclusivamente chinare il capo, dire un no severissimo a tante occasioni, nelle quali povera gente, poveri cittadini vedono le loro abitazioni nella difficoltà assoluta nel poter aggiungere un metro quadro, e semmai occasioni nelle quali sono intervenute le ruspe del genio militare. Tutto questo è certamente in contrapposizione e in controtendenza con quello di cui oggi vorremmo parlare e dibattere in quest'Aula, in modo fermo e solenne, invece diventa evidentemente una preoccupante attività, che quando è stata definita "marchetta" mi pare sia una parola più consona e adeguata. Naturalmente su questo emendamento il mio personale voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Esprimo subito il mio parere favorevole su questo emendamento per evitare che poi mi dimentichi, ma volevo rassicurare il collega Giorgio Oppi, al quale chiedo anche scusa, perché è vero che io avevo detto all'onorevole Oppi che questo emendamento era stato legato all'articolo 30, però senza sotterfugi, l'articolo 30 ho sbagliato io perché erano norme transitorie e non poteva essere collegato all'articolo 30, non è stato fatto né di giorno, né di notte, in una riunione dove abbiamo cercato di coordinare gli emendamenti presentati, ci siamo resi conto che c'era la necessità di presentare un emendamento come questo. Io credo che sia sbagliato, consentitemi di usare questo termine, che la minoranza accusi la maggioranza, o chi ha firmato quest'emendamento, di fare chissà quale sotterfugio o di avere chissà quali interessi. Io non ho nessun interesse da difendere, così come questa maggioranza non ha interessi di nessun tipo da difendere; questo emendamento dice solo ed esclusivamente che nel caso in cui ci siano interventi connessi alla realizzazione di opere pubbliche, o dichiarate di pubblica utilità da disposizioni nazionali in attuazione di principi comunitari e di opere localizzate in aree contigue a insediamenti esistenti ad esso integrati, quindi credo che non stiamo… io non lo so se il San Raffaele o qualcun altro di Olbia o della Gallura rientri in questa casistica, collega Pittalis, è una norma di carattere generale, che nel caso in cui ci siano progetti di questo tipo, mettiamo la Giunta in condizioni di poter autorizzare questi tipi di interventi. Poi io non voglio fare accuse, perché nella legislatura Soru pochissimi PUC sono stati approvati, pochissimi ne sono stati approvati nella legislatura Cappellacci, per varie motivazioni, ce lo siamo detto più volte, con questi emendamenti, con questo articolo l'unica cosa che stiamo cercando di fare è quella di snellire quella che tutti quanti ogni volta ci riempiamo la bocca che la burocrazia non ci consente di approvare i PUC e, a proposito, devo dire che il collega Cossa ha chiesto un emendamento orale sulla storia del Direttore generale. Badate, la norma sino ad oggi dice semplicemente che la Giunta regionale delega all'Assessore competente a… se deve però un Assessore sollecitare un consiglio comunale, com'è successo nella passata legislatura, che non l'ha mai fatto, il direttore generale dell'Assessorato dice solo o ricorda solo, adesso ho visto il collega Cossa, dice solo al consiglio comunale, ricorda al consiglio comunale che ha 20 giorni, 30 giorni per poter…

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, noi non possiamo far finta di non aver sentito le cose che sono state dette in quest'Aula, non possiamo far finta, perché l'emendamento e la trasformazione di questo articolo è chiara, è evidente, ha madrine e padrini, mi sembra evidente e non basta dire che è una cosa che riguarda… quindi io chiedo di sospendere un attimino al Consiglio regionale, di darci la possibilità di approfondire questo aspetto.

PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano gli estremi. Se c'è una richiesta di questo genere la mettiamo ai voti, ma non mi pare ci siano gli estremi per sospendere il Consiglio su un emendamento di questo genere, che è stato ampiamente discusso in Aula. Se mantiene la richiesta la metto in votazione, non c'è nessun problema. C'è una proposta di votazione di sospensione del Consiglio, un intervento a favore e un intervento contro, e la mettiamo in votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Parlo per sostenere la proposta. Io ritengo che la proposta sia assolutamente utile, perché se si accede a questo tipo e a questo modo di procedere, allora, Presidente, l'Aula si organizzi, perché i presupposti per andare avanti… noi non possiamo metterci il bavaglio o pensare di autolimitarci di fronte a situazioni di questo genere. Voi state introducendo una deroga al Piano paesaggistico regionale, lo state facendo con una norma ad hoc, state attribuendo poteri al Presidente e alla Giunta regionale, state derogando a un sistema di regole certe, state facendo un qualcosa al di là del merito della questione, e a questo punto è chiaro, Presidente, che se i lavori devono proseguire in questo modo, noi vorrà dire che faremo una correzione a questo tipo di opposizione che non è ostruzionistica, che è soltanto di messa in evidenza di alcune questioni rispetto alle quali però, vivaddio, non può non esserci l'attenzione da parte di tutti, perché si sta legiferando e le regole devono essere uguali per tutti, devono essere di carattere generale e qui si sta facendo una deroga che è davvero incomprensibile perché non c'è stata neanche spiegata la natura. Di fronte a questo noi non vogliamo far passare come ordinario un fatto straordinario, un fatto eccezionale. Bene ha fatto l'onorevole Mario Floris a chiedere la sospensione perché non possiamo accedere all'ipotesi che si possa andare avanti in una legge di questa delicatezza, di questa portata, di questa complessità, in questo modo. Siccome è una legge che esplica effetti sul sistema dei comuni, sulle famiglie sarde e quindi è la ragione per la quale vorremmo che venisse fatta con il meno danno possibile, per noi è irricevibile questa legge, ve la approverete voi, però almeno consentiteci di mettere in evidenza tutti gli aspetti che riteniamo non siano, quanto meno, conformi non solo a una tecnica legislativa, qui c'è merito e che merito! Avete urlato a tutti i venti che riporterete nella legislazione urbanistica che farete tutto quello che deve essere e deve trovare la sede propria in quel contesto, qui state anticipando addirittura, con questo emendamento, una deroga sostanziale. Forse nella distrazione dell'Aula non ci si sta rendendo conto di quello che si sta facendo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. A me sembra di leggere che non si preveda nessuna deroga esplicita come invece all'articolo 12 della legge 4, quanto un divieto di variante, ma qualsiasi variante dovrà essere sottoposta alla verifica di coerenza, questo eventualmente lo si specifica, ma credo che sia scontato. Forse è il caso, visto il contenuto del dibattito, che questo sia chiaro a tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Ha fatto bene l'Assessore a riprendere l'argomento, onorevole Pittalis e onorevoli colleghi. Questa cosa di gridare sempre allo scandalo quando le cose le fanno gli altri e mai avere il buon senso di guardare le cose che si mettono in piedi o anche la legislazione vigente, questa cosa del piano casa, è stato testé detto, all'articolo 12 "Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio" prevede le stesse cose. Prevede qualsiasi deroga, è scritto chiaramente. Basterebbe lasciare in piedi questo per poter fare tutto quello che si vuole con le deroghe, attraverso gli articoli 12 e 13 del piano casa.

Per cui lo sgomento, la sorpresa, le cose che vengono tirate fuori così strumentalmente, francamente non fanno molto bene e tutte le volte essere ricattati dagli interventi "non ci sono accordi, non c'è questo, non c'è quest'altro"... io non so che accordi ci sono, ma certamente voi avete il diritto e il dovere di dire quello che volete su questa legge, però anche noi vogliamo poter dire tutto quello che è giusto dire in merito alle questioni. Qua siamo la "Regione, le Province e i Comuni che con il concorso di altri soggetti pubblici e privati individuano ed attivano programmi, piani e progetti aventi carattere strategico per promuovere lo sviluppo del territorio regionale in un'ottica di sostenibilità ambientale paesaggistica" e a cascata tutto, nel senso che si può fare con la legge del piano casa del 2009, approvato dalla precedente amministrazione regionale, tutto quello che si vuole in deroga, altro quello che c'è scritto qua! L'Assessore ha detto che se c'è da fare anche una piccola correzione per evitare che ci siano fraintendimenti le correzioni le si possono anche fare, non c'è nessuna idea di fare un favorire Tizio o di favorire Sempronio, c'è un'idea invece di fare le cose che nella legge stiamo scrivendo. Per cui la sorpresa, onorevole Floris, è successiva all'89 del 2009, sono passati vent'anni dopo l'89 del 2009 perché la legge venisse fatta...

PITTALIS PIETRO (FI). Sono cose completamente diverse.

COCCO PIETRO (PD). Non sono completamente diverse per nulla, non sono completamente diverse per nulla! Per cui, onorevole Pittalis, il problema non è consentire due minuti, tre minuti, quattro minuti di riflessione in aula che si possono concedere per valutare, è che questo argomento noi l'abbiamo sviscerato, voi siete intervenuti tutti, ognuno sull'emendamento per dire qual è il vostro modo di intendere l'argomento e la questione, così di noi chi ha voluto intervenire l'ha fatto, non c'è niente dietro di strano, non capisco qual è la ragione per cui si deve chiedere la sospensione del Consiglio. Personalmente sospendere due minuti in aula, perché loro si possano sentire, io non ho niente in contrario, non sarà questo il tema, dopodiché bisogna votare.

PRESIDENTE. C'è l'Assessore che chiede di fare un chiarimento ulteriore.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Proprio per chiarire, io proporrei all'Aula un emendamento orale, proprio perché, secondo me, potrebbe essere anche pleonastico, però: "da assoggettarsi comunque alla verifica di coerenza di cui all'articolo 31 della legge 7/2002".

PRESIDENTE. Vediamo un attimo di procedere in ordine. È stato presentato un emendamento orale e dobbiamo verificare se questo emendamento orale è accettato dall'Aula.

PITTALIS PIETRO (FI). Va bene.

PRESIDENTE. Non ci sono osservazioni, mi pare di capire che l'emendamento chiarisce, quindi supera il problema della sospensione - lo chiedo all'onorevole Floris - perché così si chiarisce che non c'è nessuna deroga implicita o esplicita a piani paesaggistici, ma comunque i percorsi sono sempre quelli obbligatori. L'emendamento è acquisito.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 582 modificato.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Rubiu - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 30

contrari 16

(Il Consiglio approva).

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 588.

(Segue la votazione)

(Interruzioni)

Annullo la votazione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 588.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cherchi Oscar, Dedoni, Fasolino, Fenu, Locci, Peru, Tunis e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Tedde - Tunis - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Rubiu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 48

votanti 46

astenuti 2

maggioranza 24

favorevoli 29

contrari 17

(Il Consiglio approva).

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento…

Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, volevo dichiarare che volutamente, anche se lei mi ha chiamato, non ho votato questo emendamento perché non ero stato messo in grado di esaminarlo. Non ci si comporta in questo modo, sono emendamenti delicati, ci sono delle discussioni, ora io non voglio mettere in discussione la buona fede di nessuno, però si tratta di questioni delicate e cui sottendono interessi anche economici importanti. Io volutamente per ragioni politiche personali non ho preso parte a questa votazione, perché non ero in grado di conoscere il contenuto di questo emendamento.

PRESIDENTE. Eticamente ha fatto benissimo, però l'emendamento era a disposizione, come tutti quanti, prima dell'inizio della Seduta, quindi…

(Interruzioni)

Assolutamente, la Seduta è stata aperta alle ore 16 e 30 e l'emendamento era presente lì da almeno un'ora prima. No, mi dispiace ma non è così, ce l'hanno tutti l'emendamento, non si è alzato nessuno a prendere emendamenti dopo l'inizio della seduta!

Metto in votazione l'emendamento numero 118… E' iscritto a parlare l'onorevole Tedde, che rinuncia.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Presidente, non faccia così, tanto ne abbiamo visto altre!

Io voglio parlare sull'ordine dei lavori per dire che gli emendamenti agli emendamenti e gli emendamenti presentati all'ultimo momento generalmente, anzi sempre, venivano distribuiti ai consiglieri regionali nel loro posto. Non si gli risponde: andatevi a prendere gli emendamenti! No, scusate questa è una prassi, questi funzionari devono fare il loro dovere, la prassi è sempre stata questa, se il Presidente vuole cambiare allora cambiamo il modo, ma si dica che si vuole cambiare, perché fino a tutti i sessant'anni di autonomia è sempre avvenuto così, gli emendamenti venivano presentati e consegnati ai singoli consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Onorevole Floris, ripeto la prassi non è stata modificata minimamente. Gli emendamenti agli emendamenti presentati un'ora prima dell'inizio della Seduta sono depositati insieme a tutti gli altri all'ingresso, e quindi possono essere ritirati dai Consiglieri come tutti gli altri atti, quelli presentati in Aula durante la discussione sono distribuiti a tutti i Consiglieri. Quindi abbiamo seguito assolutamente la prassi consolidata di questo Consiglio.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PITERO (FI). Presidente, solo perché non succedano… io la pregherei, la inviterei a chiamare l'emendamento, perché se lei lo mette subito in votazione! Cioè l'emendamento, siccome ci sono dichiarazioni di voto su ogni emendamento, quindi se lei lo mette subito in votazione è chiaro che non si dà neanche il tempo di capire quale sia. Chiedo soltanto questo, così c'è collaborazione anche da parte nostra ad evitare che si verifichi quello che si sta verificando, Presidente.

PRESIDENTE. Non c'è nessuna volontà di accelerare o di modificare atti che tra l'altro servirebbero a poco in una situazione e in un contesto come questo, quindi si figuri se è volontà del Presidente di voler cercare di accelerare la votazione dell'emendamento.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia" (130/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, capisco anche la situazione e la difficoltà. Sull'emendamento numero 118 annuncio subito il voto sicuramente contrario. Per quanto riguarda, apro una piccola parentesi, una piccola digressione nella dichiarazione di voto, Presidente, e mi rivolgo a Lei, gli emendamenti agli emendamenti giustamente si presentano un'ora prima della discussione dell'articolo, il problema è che noi siamo qua seduti a seguire emendamento per emendamento, quindi non abbiamo un campanellino che ci dice attenzione sono stati depositati degli emendamenti agli emendamenti e le fotocopie sono lì, cioè dovremmo stare ogni venti minuti ad andare a verificare se qualcuno presenta emendamenti agli emendamenti, quindi da questo punto di vista se è possibile segnalare che vengono presentati degli emendamenti, poi noi ci spostiamo a prendere gli emendamenti, ci mancherebbe, però almeno sapere che vengono presentati, altrimenti diventa impossibile riuscire a seguire i lavori dell'Aula. E per questo la ringrazio anche per la sua sempre attenta e grande disponibilità nei confronti di quest'Aula.

Per quanto riguarda, dicevo, l'emendamento numero 118 quello che ancora lascia perplessi e mi costringe a votare chiaramente a favore, a prescindere dagli emendamenti agli emendamenti che sono stati presentati, quindi con dichiarazioni da parte di alcuni di deroghe, e deroghe non ce ne sono l'abbiamo capito benissimo, sappiamo anzi è abbastanza restrittivo rispetto a quello che era invece la nostra norma e quello che ha richiamato l'onorevole Pietro Cocco. Quindi da questo punto di vista non c'è niente da aggiungere. Quello che però vorremmo capire è soprattutto sulla parte che rimane in piedi, cioè la parte "In caso di mancato completamento dell'iter di approvazione del Piano urbanistico comunale adottato in adeguamento al Piano paesaggistico regionale, il direttore generale competente in materia di governo del territorio assegna al Comune un termine non superiore a sessanta giorni", questo rimane ancora in piedi? Perché francamente non ha nessun tipo di significato, per quale motivo deve intervenire la Regione se c'è un iter che sta seguendo e che quindi è un problema dell'amministrazione e non certamente un problema della Regione. La Regione da questo punto di vista non ha nessun significato, è per questo motivo che se non verrà chiarito questo aspetto voterò sicuramente contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, io spero sia stato soltanto un piccolo momento di black out, devo riconoscere che la Presidenza sta applicando il Regolamento in maniera assolutamente idonea a svolgere anche il ruolo dell'opposizione, questo non lo nego, e credo di dover dare ragione anche al mio Capogruppo, perché esiste un tempo estremamente ridotto dal momento in cui, se viene chiamato, viene chiamato l'emendamento e il momento in cui viene messo votazione. Le chiediamo insomma un minimo di elasticità, esattamente come ha concesso sino a questo momento.

Io credo, ho assistito fuori dall'Aula una parte della discussione precedente, alcuni degli elementi indicati come contraddittori sono richiamati anche all'interno di questo emendamento. Non credo che singolarmente i miei colleghi, anche quelli di maggioranza, meritino che sia messa in discussione sotto molti aspetti la loro buona fede, però è anche vero che certe cessioni di sovranità, certi aspetti un pochettino troppo disarticolati rispetto alla rigidità che si vuole attribuire a questa norma, una certa discrezionalità che credo neppure la Giunta si auguri di avere rispetto alla soluzione di questi problemi, sono anche suscettibili d'interpretazioni negative. Dopotutto siamo quotidianamente soggetti al giudizio di chi è il nostro primo censore, il nostro primo datore di lavoro che è l'opinione pubblica. Non che questa debba condizionare l'azione legislativa però dobbiamo tenerla presente. Avviene oltre tutto questo dibattito nel giorno in cui apprendiamo, io devo essere sincero l'ho appreso con un certo stupore, se non me lo dovesse consentire il tempo di questo intervento lo approfondirò dopo, del fatto che lo spirito che noi tanto abbiamo invocato all'interno di quest'Aula come ispiratore di questa norma, tiene a battesimo, lo leggevo proprio in questo momento su un social network la più importante Assise della massoneria italiana. Senza voler necessariamente ricollegare perché non avrebbe neanche un significato strettamente politico perché ognuno è libero di fare quello che gli pare, l'attività del presidente Soru a quella del sistema muratorio italiano è anche evidente però che noi dobbiamo avere la capacità di astrarre il nostro lavoro rispetto a quella tipologia di interessi che richiamati come spiriti maligni all'interno di quest'Aula possono rendere così com'è successo meno sereno il nostro lavoro di analisi di un testo di questo tipo. Di conseguenza con l'aiuto di tutti anche nostro per carità di Dio dovremmo cercare di stare sul punto cioè cercare di stare sulla reale capacità che hanno queste norme di migliorare la vita dei cittadini che noi pretendiamo di rappresentare. Lo stiamo facendo con impegno, ce ne state dando atto, cercate di continuare a metterci in questa condizione, noi cercheremo di tenere il punto della situazione...

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Diciamo che questo emendamento presentato dalla Giunta è un emendamento che migliora di sicuro, io dico che probabilmente bastava aggiungere qualcosa alla lettera c) al comma 10 aggiungere qualche frase invece che fare un emendamento come il "582" per poter completare e migliorare questo emendamento. Quando parliamo di deroghe, quando parliamo di approvazione di piani urbanistici dei comuni, quando si parla della "4" del 2009, però quando si parla della "4" del 2009 non è discrezionale, quindi tutto si può dire a quella legge, si può dire che ha derogato al PPR ma era chiaro, era chiaro che era necessario derogare al PPR se un po' di economia si vuole creare. E quando io ho detto che alla prima parte anche dell'altro articolo ero favorevole perché noi lo diciamo, noi siamo favorevoli a derogare al PPR perché il PPR l'abbiamo sempre detto ha creato un blocco in Sardegna quindi se si vuole creare un po' di economia bisogna assolutamente derogare al PPR. La "4" del 2009 dava l'opportunità in attesa e viste le difficoltà da parte dei comuni di adeguare i loro piani urbanistici al PPR, dava l'opportunità di fare qualcosa ma lo dava in senso generale non lo dava qui sì e lì no, lo dava in senso generale. C'erano delle regole certe, chi era in queste determinate condizioni poteva derogare al PPR, non a discrezione della Giunta, non a descrizione del Presidente come invece si vuole fare in alcuni emendamenti presentati, si vuole derogare però a discrezione di, a discrezione che qualcuno possa esprimere un parere. Allora io dico che è positivo questo emendamento, è negativo l'approccio che stiamo avendo oggi alla discussione e poi un chiarimento, Presidente. Quando lei dice: "Metto in votazione l'emendamento", se io in quel momento mi iscrivo a parlare sono in ritardo oppure no? Io questo lo devo chiarire, non sono in ritardo. Io ogni volta mi sono iscritto in quel momento e lei mi ha detto che ero in ritardo, o non è arrivato il collegamento, solo questa volta scusi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Io più continuano i lavori di esame di questo articolato e più sinceramente incontro difficoltà nel capire che cosa stiamo esaminando, che cosa dobbiamo votare, emendamenti che rincorrono emendamenti, subemendamenti che rincorrono emendamenti di subemendamenti. E guardate, questo non è l'emendamento peggiore rispetto a un agglomerato di emendamenti che ormai raggiunge il metro cubo, agglomerato per cui probabilmente è necessario un permesso di costruire anche in Sardegna perché abbiamo recepito il "380", un metro cubo di emendamenti che sono difficilmente comprensibili. Questo signor Presidente ci porta a chiederle di darci una possibilità quantomeno di vedere gli emendamenti man mano che proseguiamo. Ma io credo che il vizio di fondo sia nella circostanza che il disegno di legge della Giunta è stato completamente rivoluzionato, destrutturato e ora si destruttura, si rivoluziona l'articolato che è stato proposto in sostituzione del disegno di legge. Credo che così facendo si creano grosse difficoltà all'opposizione ma si creano anche grossissime difficoltà nella maggioranza perché aldilà di quei tre o quattro esponenti della maggioranza che hanno contribuito a costruire il metro cubo, gli altri hanno difficoltà a capire di cosa si sta parlando, hanno difficoltà di capire che cosa si sta votando, non siamo gli unici noi ad avere difficoltà. E allora nel momento in cui questa difficoltà è diffusa, è orizzontale, credo che non si possa riuscire a fare una buona legge. Io credo che poi successivamente all'approvazione della legge quando i funzionari si metteranno al lavoro per cercare di riordinare il tutto e anche per fare quel testo unico di cui abbiamo parlato più volte, avranno difficoltà e comunque quello che uscirà da quel lavoro non sarà assolutamente il testo di legge che deve essere osservato, sarà un'azione di riordino che avrà l'efficacia e gli effetti che ha un'azione di riordino. Ma la volontà legislativa vera sarà quella che esce da qui, non si potranno fare azioni di assemblaggio che introducono norme stiamo attenti, ovviamente noi vigileremo su questo però questa legge oggi così come sta uscendo da quest'Aula rischia di essere difficilmente attuabile, difficilmente interpretabile a meno che non si vada tutti i giorni presso lo studio di qualche avvocato collega amministrativista e questo non può che farmi piacere, però credo che ai cittadini sardi non farà piacere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Intanto voto contrario all'emendamento numero 118, ma è curioso un po' questo modo di legiferare. Io apprezzo molto l'onorevole Cocco per la sua chiarezza e per la sua determinazione nel difendere le scelte legittimamente prese perché comunque frutto di un lavoro della maggioranza. Quello che però io non riesco a comprendere, se è vero com'è vero che il PPR con la legge salva coste a suo tempo fu un intervento assolutamente preso in buona fede dall'allora maggioranza di centro sinistra per mettere un freno al governo del territorio e dell'urbanistica un po' fatto a macchia di leopardo e un governo talvolta che non aveva certezze di regole, non aveva certezza e soprattutto non aveva chiarezza per i cittadini e per le amministrazioni locali, quindi questo era stato un intervento per creare chiarezza, per creare un'uniformità di comportamento ma soprattutto per mettere ordine al sistema dell'urbanistica, della sua pianificazione e dell'edilizia cosiddetta selvaggia sulle coste. Assolutamente principi condivisibili che oggi in maniera chiara, plateale, trasparente, nel pieno rispetto delle prerogative della maggioranza voi oggi state superando con questo emendamento, con l'approvazione di questo articolo che nel suo senno porta tutto e il contrario di tutto. Da una parte non sarà possibile ovviamente come è normale che sia non sarà possibile adeguare gli strumenti, modificare il PUC in fase di adeguamento al PPR quindi con nuovi strumenti di attuazione o modifica degli stessi, ci sarà l'introduzione di poteri sostitutivi col commissario ad acta però ci sarà anche l'opportunità quando ovviamente ci sarà una carenza di responsabilità in capo alle amministrazioni locali giudicate, non si sa bene da chi, ecco apriamo la porta a questo punto alle deroghe. Questo è sicuramente una novità nel panorama anche delle nostre convinzioni, noi vi avremmo voluto richiamare alla coerenza e alla chiarezza ma lo possiamo fare solamente con la critica, con le osservazioni e con un voto contrario a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Michele Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Nulla da dire sulla lettera A di questo emendamento, l'ho già detto nel mio intervento precedente, le mie obiezioni riguardano la lettera B, volevo dire all'onorevole Solinas, se mi ascolta poco poco che ha minimizzato la portata di questo comma, io non voglio fare una questione di Stato sul fatto che ci sia un intervento del direttore generale, però faccio rilevare che il testo dice che il direttore generale non è che manda una lettera al Consiglio e dice vedi un po' i temi sono scaduti se vuoi approva, gli assegna un termine con un atto la cui natura è individuata nella penultima riga di questo comma, un atto di diffida, si precisa che è un atto di diffida che viene mandato secondo una scansione temporale stabilita dall'articolo, io volevo far rilevare solo questo Presidente che questo è il primo articolo in cui noi troviamo dei termini perentori, quando abbiamo parlato di termini per il rilascio delle pratiche, dei permessi di costruire o degli altri atti di assenso comunque denominati, non abbiamo messo nemmeno un termine perentorio, cioè se lo chiede il cittadino il cittadino si può anche "impiccare" per tutto il tempo che fa comodo all'ufficio competente, per motivi organizzativi, per tutto quello che volete, fatto sta che non c'è mai la perentorietà del termine perché non c'è mai nessuna sanzione collegata allo spirare del termine, in questo caso si chiarisce che è un atto di diffida, viene scritto chiaramente, al quale conseguono tutta una serie di conseguenze che è la nomina di commissari ad acta che non è una cosa scandalosa, sia chiaro, non è una cosa impensabile perché a volte, come dicevo prima, sono gli stessi comuni che avviano l'iter e poi per i motivi più disparati lo fermano, però sia chiara quella che è la natura di questo articolo. Voteremo contro l'emendamento Presidente..

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Io mi sarei aspettato una critica di segno opposto da parte dei consiglieri dell'opposizione perché nel 2011, esattamente all'articolo 18 comma 46 della legge numero 12 del 2011 ha modificato l'articolo 20 della '45 che ha disposto un termine perentorio al termine del quale c'è l'intervento sostitutivo, questo sì perentorio da parte della Regione, ci sono dodici mesi tra l'adozione provvisoria e l'adozione definitiva entro i quali, scaduti i 12 mesi, la Regione deve esercitare il potere sostitutivo, qui abbiamo voluto introdurre delle norme ulteriormente dilatorie proprio per venire incontro a quei trenta comuni circa, che non hanno ancora adempiuto e che dovrebbero essere commissariati, cosa che io credo non debba essere fatta introducendo questo ulteriore elemento di convincimento attraverso un atto di trenta giorni e di ulteriori sessanta giorni al termine del quale si arriva all'intervento sostitutivo e alla nomina potenziale del commissario ad acta, cioè ci troviamo di fronte ad un problema che giustamente la Giunta Cappellacci nel 2011 ha rilevato di fronte al quale ha fatto una scelta molto precisa che io condivido ma evidentemente i dodici mesi non sono sufficienti e questo intervento di ulteriore sollecito serve a spingere in primo luogo i comuni, l'ho detto, sono una trentina che si trovano in questa fattispecie, decorsi i dodici mesi di tempo dall'adozione in via preliminare, questo credo sia utile affermarlo e sottolinearlo perché si tratta di un intervento che viene incontro alle esigenze dei comuni e alle difficoltà che hanno i comuni, quindi è esattamente di segno opposto rispetto a quello che ho sentito dire che è stato affermato, cioè di opprimente volontà della Regione di sostituirsi rispetto ad una prerogativa comunale. Non è così, sappiamo benissimo quali sono i compiti e le competenze di ciascun ente equiordinato alla Regione, in questo caso i comuni, ne abbiamo molto rispetto e proprio per questo motivo abbiamo voluto introdurre un meccanismo cuscinetto che consenta di superare le evidenti criticità

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Non credo, assessore Erriu, che il problema sia sul equiordinazione ovvero sul fatto che la precedente normativa recitasse e non portasse a compimento, capisco la preoccupazione ma il quid per cui ci si è soffermati è il fatto che sia il direttore generale che pone un termine di determina assoluta nei confronti di un sindaco eletto, non va bene, io mi sarei interrogato virtualmente su quelli che sono i compiti dei comuni, le difficoltà in cui vivono i comuni, oggi più che mai perché sono tutti fermi e bloccati anche per mancanza di finanziamenti e non possono che essere vicini a quei comuni che ormai sono asfittici nella loro attività e chiaramente mi chiedo come si possa pretendere che essi agiscano nei termini previsti quando non hanno gli strumenti, ancora di più nel momento in cui c'è una condizione di superfetazione, di aggregazione di poteri di grandi istituzioni e varie istituzioni che si sommano a quelle che sono le capacità organizzative del comune nell'approntare i PUC, diciamocelo con chiarezza, non ha risolto niente averli chiamati in Regione come è stato fatto in quel tempo quando c'era il Presidente Soru. Non si risolverà niente perché le organizzazioni di tutte le istituzioni sono ben altro nei confronti degli stessi comuni e lei lo sa meglio di me, una convenzione di tutti questi enti anche quando si deve spostare un palo della luce blocca tutto! Allora non prendiamoci in giro, ancor meno non prendiamo in giro i sindaci, o stiamo attenti a quello che è il governo del territorio attraverso le iniziative vogliamo dare in positivo delle norme oppure non abbiamo nessuna possibilità di avere una risorsa seria per il futuro.

PRESIDENTE. C'è una proposta dell'Assessore.

Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. La proposta è di un emendamento orale che sostituisca il Direttore generale con Assessore regionale competente in materia di governo del territorio.

PRESIDENTE. Chiedo prima di procedere con le dichiarazioni di voto se ci sono obiezioni alla proposta dell'Assessore. Non ci sono obiezioni quindi l'emendamento orale è accolto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (FI). Presidente, questo emendamento è un emendamento che anche la minoranza avrebbe potuto accogliere perché effettivamente nel primo comma, anzi nella lettera A snellisce per quanto riguarda la sua pubblicazione, il problema è un altro, il problema è che quello che tutti abbiamo sottolineato in maniera forte, il problema è che quello strumento mostro che blocca la pianificazione dei comuni, il problema è che a monte c'è uno strumento dove i comuni non possono assolutamente adeguarsi, questo l'abbiamo detto a chiare lettere, voi dovete rivedere il PPR, rivederlo in tutte le sue parti, perché quando prima utilizzato la metafora di quel dittatore che obbligava a utilizzare la cintura, ma consentiva le macchine a circolare senza averle, è la contraddizione di quello che voi state facendo, perché il PPR può centrare degli obiettivi ad paesem, questo lo abbiamo sempre detto e lo abbiamo evidenziato con le imprese, lo abbiamo evidenziato con tutti quegli strumenti che il PPR può solo dare efficacia ed obiettivi. Vi faccio un esempio che è capitato proprio in questi giorni nel mio territorio, la perimetrazione dei componenti previsti dal PPR non corrisponde in scala locale e reale a quello che è il sistema dunale, cioè non corrisponde come non corrispondono i beni identitari, come non corrispondono determinate perimetrazione dei centri matrice, quindi il comune o gli enti locali non possono assolutamente sposare quelle che sono le indicazioni del PPR, e quindi questo vuol dire tempo perso e costi per i comuni. È questo che dovete rivisitare, è quello che è stato fatto dalla precedente amministrazione e che oggi ancora continuate ad approvare, provvedimenti che possono anche essere positivi se ci fosse stato uno strumento a monte adeguato ai territori, questo è il problema di fondo. Quindi, i parametri e i coefficienti del PPR non combaciano assolutamente con quelli che sono i problemi locali, non si sposano assolutamente. Ecco perché i PUC non vengono approvati dalle amministrazioni, questo è il motivo sostanziale. Allora noi vi diciamo: "Rivedete nuovamente il PPR, rivedetelo anche con quelle che sono state le indicazioni della precedente amministrazione", perché altrimenti non ne usciamo, non ne usciamo, quindi voi potete approvare le norme migliori di questo mondo, ma avete uno strumento a monte che è un mostro e che blocca tutto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Per esprimere il voto contrario, nonostante questa modifica che ha annunciato l'Assessore che ci trova assolutamente d'accordo, perché riporta su un piano di livelli istituzionali come si addice logicamente nell' interlocuzione verso un consiglio comunale la figura o del Presidente o dell'Assessore regionale. È certo che questo emendamento, come il precedente, lasciano poi altri dubbi, lasciano residuare i dubbi, perché a un certo punto dite: "decorso inutilmente tale termine, ove il mancato completamento non sia imputabile a ritardi o inadempimenti di altre amministrazioni". Chi decide l'imputabilità, chi decide il livello di responsabilità, chi decide? Perché poi queste formule inserite così sono quelle che danno l'occasione proprio per creare il solito problema interpretativo, il solito problema della norma che si presenta da questo punto di vista molto elastica, e che rischia poi di creare problemi rispetto ai rimedi che invece si sta proponendo. Io penso, Assessore, lo dico anche ai colleghi del centrosinistra, probabilmente nella scorsa legislatura non so quanto si sia fatto, una cosa è certa, a fine legislatura si è prodotto un risultato, meglio tardi che mai. Io non so però in questa legislatura, se le premesse sono quelle che noi vediamo da questo provvedimento legislativo, mi pare che aspettano tempi bui, non perché lo diciamo noi, ma perché anche ora la Confindustria e l'ANCE ci richiamano e richiamano tutti a modificare sostanzialmente il testo e fare in fretta. Certo, noi avremmo voluto già esitare una legge, una legge degna del nome del Piano casa, una legge che possa andare incontro alle associazioni di categoria, ai comuni e alle famiglie dei sardi. Purtroppo le problematiche delle modifiche che voi state proponendo ci inducono a soffermarci e ci inducono ad invitarvi ancora a convenire con noi su quelle modifiche…

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 118, così come emendato oralmente.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 118.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 28

contrari 18

(Il Consiglio approva).

A seguito dell'approvazione dell'emendamento, decadono gli emendamenti numero 42 soppressivo totale e l'emendamento aggiuntivo numero 30, inoltre decadono gli emendamenti numero 479 e 557 aggiuntivi dell'articolo 16, a pagina 133. Invece a questo articolo decadono il numero 42 soppressivo totale e il numero 30, aggiuntivo.

Metto in votazione direttamente l'emendamento numero 32, l'aggiuntivo.

Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Per confermare la valutazione critica e negativa rispetto a questa norma, questo articolo, perché inserito in modo violento all'interno di questo corpus sicuramente non ha la possibilità di essere apprezzato, la possibilità di essere migliorato, la possibilità di essere emendato. Questa congerie di emendamenti subemendamenti non ci consente di dare un contributo utile. Io credo che noi su questo punto abbiamo necessità di riflettere, abbiamo necessità di capire come possiamo lavorare in modo normale, come abbiamo la possibilità di dare un contributo positivo ai lavori d'aula. Oggi noi non siamo in grado di farlo, non vogliamo esprimere giudizi negativi a priori, vogliamo invece esprimerli a posteriori, dopo aver analizzato il materiale che ci viene fornito, dopo aver analizzato le proposte e gli elementi che sono inseriti all'interno della norma, e questo ci è consentito poche volte, quelle poche volte in cui ci è consentito noi diamo una mano alla maggioranza e alla Giunta per andare spediti, e lo abbiamo dimostrato più volte, diamo la possibilità di presentare emendamenti verbali che non sempre dovrebbero trovare ingresso in quest'aula e in questo articolato, però credetemi, colleghi, mi creda, signor Presidente, abbiamo grosse difficoltà, vorremmo che ci fosse un'intesa su un protocollo di regole non scritte che ci permetta di stare in quest'aula a testa alta e di poter dare il nostro contributo, oggi non ci viene concesso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Per ribadire il voto contrario all'articolo 14 e soprattutto per ribadire anche le motivazioni di questo voto contrario. Non è assolutamente tollerabile che si passi da una concezione che ha sempre guidato la vostra azione, cioè quella della certezza delle regole, della certezza del diritto, all'apertura, invece, di un precedente come quello di oggi che apre la porta a deroghe al PPR, che noi abbiamo sempre contestato, che voi avete sempre difeso per via delle certezze, onorevole Demontis, che vi ha sempre dato, l'avete sempre propagandato come la panacea di tutti i mali e di tutti i disastri dell'urbanistica che non esiste in questa regione e oggi, invece, siete gli artefici della violazione di questi principi che avete detto che dovevano essere fermi e assolutamente non negoziabili. Per queste ragioni, che quasi sono scontate nella lettura di questo testo, annuncio il mio voto contrario al testo dell'articolo 14.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, io credo che nell'emendamento numero 32 ci sia veramente presente e sia stato evidenziato in modo forte e importante lo spirito sardista di questo emendamento.

(Interruzione)

Presidente, siamo all'emendamento numero 32?

PRESIDENTE. Sì, stiamo votando l'emendamento numero 32.

CHERCHI OSCAR (FI). Grazie. L'articolo non era necessario in quanto era un sostitutivo e quindi non era necessario votare l'articolo, quindi siamo all'emendamento numero 32. Dicevo, il cuore sardista, anche perché questo significa nel ruolo e il rispetto dell'attività istituzionale di chi siede su uno scranno importante come quello di un'amministrazione comunale, cioè si chiede che negli ultimi 90 giorni dell'attività istituzionale di un Comune, di un mandato elettorale, non si presentino atti di modifica o di approvazione del piano urbanistico comunale. Quindi questo mi sembra un emendamento che francamente debba avere l'attenzione da parte dell'Aula perché dimostra, e siccome molto spesso lo si utilizza anche per proposte e propaganda elettorale, sarebbe corretto che se nei quattro anni e i mesi che rimangono prima degli ultimi tre mesi della conclusione del mandato, non si è fatto niente e non si è predisposto l'eventuale adeguamento al PPR o l'eventuale modifica a PUC già approvati precedentemente o eventuali varianti sempre legate al PUC, non si ha più tempo per presentare assolutamente nessun tipo di atto, e l'emendamento chiude in un modo veramente magnifico. La chiusura dell'emendamento è, e la leggo testualmente: "Gli atti formati in dispregio della suddetta norma sono nulli per violazione di legge". Io credo che questo il Consiglio regionale lo debba accogliere perché questo è un emendamento intelligente, è un emendamento corretto e come dite voi, oramai da tutta la legislatura, è serio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, noi chiaramente voteremo a favore di questo emendamento perché, come appena osservato anche dal collega Cherchi, di fatto propone una visione di carattere generale importante a nostro avviso, e cioè che la pianificazione urbanistica sia un qualcosa di serio, che va portata avanti con libertà di pensiero, che va portata avanti nell'esclusivo interesse di una organizzazione razionale del territorio comunale e non debba, invece, essere influenzata in nessun modo neanche dal sospetto che questi provvedimenti vengano adottati alle soglie di una campagna elettorale per disegnare non una strategia urbanistica, ma disegnare consenso. È chiaro che il consenso vada costruito sulle scelte urbanistiche lungimiranti. Questo emendamento consente di chiarire, in maniera netta e inequivocabile, che le grandi scelte, le politiche per il territorio vadano fatte nel corso di una consiliatura cosicché i cittadini, quando vanno a votare, possano dare un giudizio su quello che è stato e non sulle scelte di fine mandato che non sono. Questo ovviamente è un provvedimento che rappresenta un modello che possiamo ribaltare su tutti i livelli di governo, però, ripeto, propone una visione di questo tipo, per cui, come preannunciato, voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Sì, Presidente, la nobiltà di questo emendamento è sicuramente positiva, anche se avrei specificato meglio quando parliamo di PUC specificando "l'adozione" perché se no, non essendo troppo chiara, non si capisce se in questo meccanismo ci possa entrare anche l'approvazione definitiva o soltanto l'adozione; soltanto l'adozione. Quindi lo avrei magari specificato meglio, anche perché secondo me con l'approvazione di questa legge, se voi avete notato, l'unica categoria che non si sta lamentando è quella degli avvocati. Torneremo a una stagione di ricorsi. È un periodo, quello che ci aspetta dopo l'approvazione di questa legge, come quello post PPR. Ci saranno una serie di ricorsi a queste norme che non si capiscono. Spesso noi stiamo avendo difficoltà, durante i lavori, a capire esattamente e cercare di mettere assieme tutto quello di cui stiamo discutendo e tutto quello che stiamo votando. Alla fine verrà fuori un pasticcio che difficilmente sarà comprensibile, quindi stiamo attenti a quello che stiamo facendo. Ripeto, in alcune fasi sarebbe opportuna una certa calma, invece che la fretta, per chiarire meglio alcuni aspetti di questa legge che secondo me non sono chiari e secondo me non sono chiari neanche a voi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sì, io sono più che favorevole sia perché si è parlato di serietà, e credo che sia una cosa seria non presentare atti nel periodo di chiusura di una legislatura perché anche se non lo fosse potrebbe sembrare come la presentazione o di un programma elettorale o comunque sia qualcosa che va a scontare la campagna elettorale, quindi su questo argomento credo che non ci possa non essere l'accordo e il favore.

Io riprendo ancora una volta la questione che riguarda i comuni, anzi probabilmente siccome c'è l'assessore Paci anche di più, nel senso che i comuni hanno seri problemi finanziari e quando anche andiamo ad agevolarli in qualunque maniera nel poter proporre le attività amministrative sappiamo che oggi non hanno neanche la capacità di poter pagare un consulente. Siamo in queste condizioni, perché se lo negassimo saremmo sciocchi. Allora c'è l'opportunità che in tutto il ragionamento che stiamo facendo tenessimo conto anche di quelle che sono le esigenze universali. E quali sono? Intanto, lo ponevo all'inizio del dibattito, quello di tenere presente dove si cala qualunque tipo di riforma. Se la riforma si cala anche oggi su quelli che sono i singoli comuni pensando di andare a realizzare le unioni dei comuni, che potranno gestire insieme, in maniera unitaria, questi aspetti, è un altro ragionamento. Mi pare che anzi qui lo richiami questo argomento, cioè nel senso che fa capolino ancora una volta, anche se non con determinazione, il fatto che c'è un prossimo nuovo assetto istituzionale di cui tener conto e avere bene in considerazione per quelli che sono i cosiddetti momenti di riforma, se questa si può far passare, si camuffa come riforma, anche se non lo è, diciamocela tutta, ma prossimamente, quando ci sarà da discutere del PUC credo sia opportuno avere innanzitutto il sistema e l'assetto istituzionale ben determinato, e poi fare quelle riforme che dovremo fare. Continuerò.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Beh, è inevitabile dare il consenso e quindi annunciare il voto a favore per l'emendamento numero 32. In una Terra come la nostra, dove spesso si è accompagnati in qualunque azione, dove la vita civile, il consorzio civile si occupa spesso della cultura del sospetto, e che spesso a buona ragione viene individuata proprio per effetto di atti amministrativi che vengono adottati in prossimità o in procinto di momenti di particolare valenza amministrativa, è evidente che questo vada a sgombrare il campo dagli equivoci. Io credo che qualunque PUC debba prevedere solamente effetti e valori pari alla programmazione e alla progettualità, alla condivisione, all'ascolto, quindi su tutti elementi questi che, chiaramente, mal si conciliano, anzi, si scontrano esattamente con l'approvazione, nei termini nei quali poi si dovrebbe procedere semmai al rinnovo di un'amministrazione locale. Quindi mi pare che il collega presentatore dell'emendamento numero 32 non possa non aver individuato un elemento di particolare rilievo, un elemento di particolare sensibilità, e quindi poter eventualmente vietare che nei 90 giorni antecedenti alla scadenza del mandato gestionale amministrativo locale si vieti il deposito o l'attuazione o l'assunzione di un PUC, io credo che sia una cosa buona e giusta. Quindi, evidentemente, ribadisco il mio sì all'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 32.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 32.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Tunis - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Meloni.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 47

astenuti 2

maggioranza 24

favorevoli 19

contrari 28

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15. All'articolo 15 sono stati presentati i seguenti emendamenti: il soppressivo totale numero 242 e l'aggiuntivo numero 120.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 15 e dei relativi emendamenti:

Art. 15

Strumenti di attuazione

1. All'articolo 21 della legge regionale n. 45 del 1989 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1, dopo la lettera d), è aggiunta la seguente: "d bis) Piani di utilizzo del litorale.";

b) al comma 2, dopo le parole "a), b), c), e d)" è aggiunta la seguente: "d bis)".

Emendamento soppressivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda.

Articolo 15

L'articolo 15 è soppresso. (242)

Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.

Articolo 15

All'articolo 15, comma 1, dopo la lettera b), è aggiunta la seguente lettera:

b bis) dopo il comma 2 sono aggiunti:

2 bis. Nel caso in cui, trascorsi centottanta giorni dalla data di presentazione del piano di lottizzazione o dei documenti aggiuntivi richiesti, il Consiglio comunale non abbia deliberato sulla lottizzazione, l'interessato può avanzare istanza alla Direzione generale competente in materia urbanistica per l'intervento sostitutivo. Entro dieci giorni dal ricevimento dell'istanza la Direzione generale competente in materia urbanistica invita l'Amministrazione comunale a pronunciarsi nei successivi trenta giorni. Scaduto infruttuosamente detto termine, il dirigente regionale competente procede, nei dieci giorni successivi, alla nomina un commissario ad acta che provvede a convocare il Consiglio comunale per l'esame del piano e ad adottare gli ulteriori provvedimenti sostitutivi necessari, entro sessanta giorni dalla data del ricevimento dell'incarico.

2 ter. Nel caso in cui, trascorsi sessanta giorni dal perfezionamento della procedura amministrativa di approvazione della lottizzazione, il Comune non abbia provveduto alla stipula della relativa convenzione, l'interessato può avanzare istanza alla Direzione generale competente in materia urbanistica per l'intervento sostitutivo. Entro dieci giorni dal ricevimento dell'istanza il dirigente regionale competente invita il Comune a pronunciarsi nei successivi trenta giorni. Scaduto infruttuosamente detto termine, il dirigente regionale competente, nei dieci giorni successivi, nomina un Commissario ad acta che provvede alla stipula della convenzione, avvalendosi, ove necessario, dell'opere di un notaio libero professionista, entro sessanta giorni dalla data del ricevimento dell'incarico". (120).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore di maggioranza.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento numero 242, soppressivo totale, e parere favorevole sul numero 120.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io non ricordo di aver votato l'articolo 14.

PRESIDENTE. Non l'abbiamo votato perché abbiamo approvato il sostitutivo totale, il numero 118, che sostituisce completamente il testo, per cui non c'era da votare più il testo.

PITTALIS PIETRO (FI). Ma non è stato raggiunto il numero 582?

PRESIDENTE. No, abbiamo votato il sostitutivo parziale dell'emendamento sostitutivo totale, poi un aggiuntivo, il numero 588, e alla fine abbiamo votato il 118 come modificato, quindi abbiamo sostituito completamente l'articolo.

E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Sull'articolo 15: parliamo di strumenti di attuazione, e anche qui alla numero 45 si apportano delle modifiche. La numero 45 all'articolo 21, così come previsto dalle modifiche della legge in discussione, prevedeva come strumento di attuazione, quindi come individuazione dello strumento di attuazione del Piano urbanistico comunale, i Piani particolareggiati, i Piani di lottizzazione convenzionata, i Piani per gli insediamenti produttivi, il Piano per l'edilizia economica e popolare, le concessioni e le autorizzazioni edilizie, nel caso specifico si pone neanche il dubbio, perché questo probabilmente è pervenuto durante tutta una serie di interlocuzioni che negli anni precedenti hanno portato poi l'Assessorato a spiegare che anche il PUL, il Piano di utilizzo dei litorali, debba essere inserito e debba essere considerato strumento di attuazione all'interno del Piano urbanistico comunale. Dalla discussione generale che sta avvenendo e che stiamo seguendo tutti in modo molto attento, molto puntuale, l'Aula vedo che è sempre molto precisa, sempre tutti attenti ad ogni intervento, a meno che non siano interventi che non si attengano al testo di legge, altrimenti si è sempre molto attenti e molto puntuali. Ma a prescindere da questa digressione, che mi porta a dover entrare nel merito tecnico della legge, per dire che anche questo non era necessario e anche questo non aveva l'urgenza per essere introdotto all'interno di questa legge, perché già così come detto in senso generale e nella discussione degli altri articoli, oramai era già acquisito, quindi era già considerato, i PUL erano già considerati all'interno degli strumenti di attuazione e quindi quella è una procedura che andava messa in campo, in itinere da parte delle amministrazioni comunali. Sul piano generale, invece, dalla norma, come dicevo prima, anche questo dimostra la non urgenza ma, soprattutto, la necessità di semplificare, che è oramai utilizzato da più di una settimana da tutti gli interventi che si susseguono all'interno di quest'Aula quello di individuare un percorso semplice, un percorso chiaro, una norma che sia chiara a chi la legge.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI

(Segue CHERCHI OSCAR). È vero che da questo punto di vista sull'articolo 15 poco c'è da dire e poco c'è da aggiungere se non poi un emendamento aggiuntivo della Giunta con parere favorevole, esattamente il numero 120, ma entreremo poi nel merito durante le dichiarazioni di voto dell'emendamento stesso, quindi la necessità di dover ancora una volta modificare e aggiungere per chiarire, sempre di più, quello che è e quelli che sono i percorsi di attuazione all'interno del Piano urbanistico comunale in senso generale. Dalla discussione invece precedente mi sembra di capire che probabilmente, ma questo lo vedo e lo si legge dall'inizio dei lavori di questa sera, si vede e si legge che l'attenzione, come vi dicevo prima, da parte dell'Aula è sicuramente superiore rispetto a quella dei giorni precedenti, quindi probabilmente il riposo del fine settimana, o probabilmente qualche richiamo che è avvenuto da chi magari rientra dalle Aule parlamentari, magari rientrando da Bruxelles si è fatto un piccolo summit, e si è chiarito che bisogna rimanere rigidi e non c'è nessun tipo di apertura e nessun tipo di possibilità per ragionare insieme a noi, noi però, da questo punto di vista, continuiamo a dare apertura e a chiedere alla maggioranza che probabilmente è arrivato il momento di fermarci, di ragionare ancora di più, perché siamo arrivati praticamente all'articolo 15, all'articolo 16 alcune modifiche, o perlomeno alcuni adeguamenti legati alla pubblicazione dei piani urbanistici comunali, ma dall'articolo 17 credo che inizierà davvero il momento importante che determinerà e darà sicuramente maggiore forza e determinazione a tutta l'opposizione e a voi maggioranza per rimanere arroccati nelle vostre posizioni voi, e noi a continuare a denunciare quello che fino a oggi è stato detto ed è stato chiamato anche fuori da quest'aula: le associazioni di categoria, la Confindustria, Confagricoltura, i sindacati, le organizzazioni professionali, gli ordini professionali che continuano a chiedere e continuano a domandare celerità nell'approvazione di una legge, ma non questa legge, la nostra legge, il nostro piano casa che probabilmente avrebbe fatto meglio ad essere prorogato e ad avere più tempo all'interno della Commissione per ragionare e proporre un documento e una legge che fosse alla pari, non dico di quella nostra, ma che desse risposte per quelle che chiedono all'esterno di quest'aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Presidente, diciamo che - come qualche collega che mi ha preceduto - gli emendamenti stanno rischiando in alcuni articoli di stravolgerli e di modificarli completamente. Devo dire che in particolare l'articolo...

PRESIDENTE. Scusate, colleghi!

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Antò, ti serve qualcosa? E allora vattene al tuo posto. Dicevo, in particolare l'articolo 15 come importanza viene stravolto dall'emendamento 120 che, devo dire, va in una direzione che è positiva perché va nella semplificazione e riesce a normare meglio quelli che sono i tempi per l'approvazione definitiva di un piano di lottizzazione. Però, Assessore, mentre sono d'accordo, dicevo, sull'emendamento all'articolo 15, sull'emendamento 120 che un po' rivoluziona questo articolo, però andiamo sempre nella semplificazione, ma cerchiamo sempre di trovare questa semplificazione costringendo i comuni. Molto spesso nell'approvazione definitiva dei piani di lottizzazione non c'è tanto un atteggiamento sbagliato da parte delle amministrazioni comunali, quanto invece da parte degli altri enti, degli enti intermedi che magari ti fanno allungare i tempi. Allora, sarebbe opportuno, visto e considerato che stiamo approvando una legge urbanistica, intervenire non soltanto su quello che è il ruolo dei consigli comunali, bensì su quello che è il ruolo degli enti intermedi che sono quelli che realmente fanno allungare i tempi nell'approvazione e nell'iter dei piani di lottizzazione. Quindi, è positivo l'approccio a questo articolo che è completamente stravolto, però lavorerei più sugli enti intermedi invece che sui consigli comunali, perché i consigli comunali diciamo che sono quelli, nell'iter dell'approvazione di un piano di lottizzazione, che accorciano i tempi e che comunque sono quelli che hanno l'interesse maggiore di vedere approvato un piano di lottizzazione.

Tornando invece a un discorso più generale di questa legge, non si può non notare l'insistenza delle associazioni. Voi parlate di noi, dei nostri atteggiamenti, ma l'insistenza delle associazioni nel cercare di non farvi approvare questa legge così com'è arrivata in Aula, ancora oggi abbiamo dei comunicati stampa che chiedano alla Giunta di riflettere, che chiedono al Consiglio di modificare questa legge, vi prego, valutatela questa cosa perché un'insistenza tale non l'avevo mai notata, un'insistenza da parte delle associazioni nel non far approvare una legge così importante non è una consuetudine. Quindi, io vorrei che il Consiglio rifletta su queste sollecitazioni che arrivano dall'esterno perché probabilmente valutate qualcosa di buono e qualcosa di positivo che da queste sollecitazioni possa arrivare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Presidente, sono costretto a ripetermi, ma questa volta mi ripeto inserendo delle cose originali e debbo dirvi che questa norma è a dir poco bizzarra e vi prego di seguirmi, ma non bizzarra per il contenuto stringato che contiene perché è corretto inserire il PUL all'interno degli strumenti attuativi del PUC, è bizzarra per un altro motivo: l'articolo 15, così come proposto dalla Commissione è l'emendamento all'articolo 30 proposto dal disegno di legge. E fin qui va tutto bene. La cosa bizzarra veramente è che poi viene proposto un emendamento, il 120, che va a reintrodurre l'articolo 30 del disegno di legge della Giunta, quindi c'è un rimpallarsi, o meglio, un ping pong tra la Giunta, la Commissione, la maggioranza, il Consiglio e adesso si reintroduce quella norma, quella proposta di disegno di legge che era stata emendata dalla proposta della Commissione. Io continuo a ribadire il concetto: così non si può lavorare! Non è possibile! Ma è possibile che la Commissione stravolga l'articolo 30 e oggi venga riproposto l'articolo 30 integralmente dalla Giunta con un emendamento? Ma cosa sta accadendo?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, io vorrei far notare la curiosità del comma 2 ter perché questo emendamento dovrebbe un po' mettere a sistema gli strumenti di governo dei piani urbanistici comunali, qualche volta qui addirittura aggiungiamo ovviamente come strumento attuativo il PUL, io pensavo come battuta qua ci sarebbe, visto il futuro prossimo dell'urbanistica e dell'edilizia in Sardegna, ci sarebbe stato quasi quasi direttamente da eliminarli, da sopprimerli certi strumenti di governo dell'urbanistica e dell'edilizia. Però, al di là delle battute, vorrei far notare nel comma 2 ter: "Nel caso in cui trascorsi 60 giorni dal perfezionamento della procedura amministrativa di approvazione della lottizzazione il comune non abbia provveduto alla stipula della relativa convenzione, l'interessato può avanzare istanza alla direzione generale competente..." per richiedere i poteri sostitutivi. Ma è possibile, colleghi, che si possa intervenire con i poteri sostitutivi laddove due parti sono in procinto di stipulare un contratto a prestazioni corrispettive? La convenzione di una lottizzazione è una di quelle potestà di diritto privato dell'amministrazione locale, una di quelle volte in cui l'amministrazione pubblica si muove con potestà di diritto privato, quindi ha la stessa funzione, lo stesso ruolo, è un soggetto giuridico esattamente come le persone private che propongono la lottizzazione. Mi pare che dare la stura a ipotesi di contenzioso in materia civile, in questo caso, perché laddove mi si dice che se entro 60 giorni l'amministrazione locale non provvede a stipulare il contratto di lottizzazione, il contratto, cioè l'atto finale, quello definitivo, quello che mette in relazione i rapporti tra i lottizzanti e l'amministrazione locale... questo è l'unico caso, secondo me, dove è proprio impossibile obbligare un'amministrazione a stipulare, o comunque, perché possono esserci ragioni di varia natura, e non parlo di natura politica o di opportunità di chissà quali ragioni, molte volte sono ragioni di tipo proprio tecnico perché mettere insieme un contratto di convenzionamento di una lottizzazione non è cosa semplice, c'è necessità di varie consulenze, vari rapporti anche con notai, ufficio tecnico eccetera, quindi può essere anche che in questo caso i poteri sostitutivi possano essere fuori luogo, perché in questo caso sì mettono in serio pericolo l'amministrazione locale, perché giustamente i lottizzanti dopo i sessanta giorni immediatamente potrebbero fare ricorso alla richiesta dei poteri sostitutivi. Quindi, ecco, io lo pongo come elemento di riflessione e, ovviamente, per queste ragioni annuncio il mio voto contrario all'emendamento numero 120.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, ma letto così l'articolo 15 non direbbe niente, anzi sembrerebbe che si stia facendo un'opera meritoria inserendo all'interno della 45 anche il Pul, come si strumento urbanistico. Direi che è una cosa positiva, direi che si risolve un problema, direi che si adegua, ma così non è, perché poi sopraggiunge subito dopo da parte della maggioranza un emendamento, e per l'esattezza l'emendamento numero 120, che in maniera certamente non ortodossa prima fa un richiamo a quelli che sono gli accordi da parte dell'amministrazione che porrà in essere per la presentazione e quindi la realizzazione di una lottizzazione, poi parla di documenti aggiuntivi, messi così non si capisce, tra l'altro su questo aspetto bisogna un po' chiarire anche i termini per cui uno richiede in continuazione aggiuntività documentaria, e poi c'è la perla, che ancora una volta emerge, contro l'amministrazione comunale si scatena nuovamente il direttore generale di turno. Infatti il direttore generale di turno procede nei dieci giorni successivi (al richiamo) alla nomina di un commissario ad acta udite udite, cioè non è l'Assessore, non è la fonte politica che determina, ma è il direttore che sta incardinato in quella struttura magari ormai da una vita, e sappiamo come vanno queste cose, cioè l'assessore perenne è il direttore generale, questo è generalmente, e non si capisce perché debba essere il direttore generale a nominare il commissario ad acta perché perfezioni l'iter della convenzione della lottizzazione, obbligando il Consiglio comunale a deliberare nel merito. Ora, a parte il fatto che non mi pare corretto sotto l'aspetto istituzionale e l'abbiamo già rilevato abbondantemente…

PRESIDENTE. Scusate, colleghi!

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). No, non voglio disturbarvi, perché può essere un summit di rilievo, tutti i capigruppo della maggioranza, grazie a Dio insomma, trust di cervelli non indifferente! Quindi per carità di Dio. Va benissimo!

Quindi il problema è che, ancora una volta, si confligge sotto l'aspetto istituzionale, non si dà ragione del perché, e anche in questo caso invitiamo l'onorevole Solinas a fare sì che si faccia carico di un emendamento orale come nell'altro, e cioè che non sia più il direttore generale ma sia l'Assessore, nella proposta che fatte come emendamento, a nominare il commissario ad acta perché è una cosa più omogenea, più adatta, più indicata e conforme a quello che è l'ordinamento giuridico. Ripeto, noi abbiamo davanti una serie di articolati che non sono organizzati in maniera puntuale, che danno riferimento ad una normativa che deve andare incontro alla gente, la gente che è fuori, che non tutti sono avvocati, non tutti sono ingegneri, che hanno difficoltà a interpretare, che non hanno le cognizioni e devono pagare gente, oltre a pagarsi la gente per la progettazione devono andare a fare altre consulenze, e se noi gli mettiamo norme che non stanno né in cielo né in terra, che anzi configgono, che anzi sono aggravanti di quello che è un testo che dovrebbe avere una recita tranquilla per chi non ha tutte quelle cognizioni, noi ancora una volta facciamo un danno alla popolazione, noi che dovremmo fare leggi corrette, coerenti, leggibili sino in fondo, attuabili, non rinviabili con pregiudizi di varia natura e genere, noi ancora una volta non facciamo le cose come invece dovremmo essere chiamati a farem cioè da buoni padri di famiglia ad amministrare seriamente e a porre in termini giusti le leggi che servono a fare sì che scorra il vivere civile e non ad angheriare il cittadino che è fuori, che guarda caso è l'utente che paga sempre in ultima persona, Pantalone.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, bhe, direi che viene davvero facile uniformarsi alle richieste che sono state richiamate più e più volte per la modifica di questo emendamento numero 120. Viene richiamata in continuazione la presenza quasi ossessiva della direzione generale competente in materia urbanistica, che dovrebbe sovraintendere ed rapporti, peraltro anche secondo me disturbando quella filiera politica che vede da un lato l'assessorato e dall'altro ugualmente degli eletti, e quindi i consigli comunali o direttamente il sindaco. Dare ulteriormente carico, ma anche potere, e quindi discrezionalità al dirigente in questione non fa altro che esautorare sempre di più quell'alveo e quel perimetro che la politica giustamente si ritaglia, perché eletta, ma perché deve avere anche naturalmente l'opportunità di proseguire in un rapporto che sia quanto più limpido e trasparente, ma che abbia in alcuni passaggi fondamentali quello di poter trovare l'Assessore che dà un riferimento alle strutture con le quali si va a dialogare, e quindi naturalmente con le amministrazioni comunali, e in questo caso con il Consiglio comunale attraverso, e qui ancora un intermediario tecnico, il commissario ad acta. Quindi anch'io sposo le richieste che sono state avanzate poc'anzi dai colleghi, quindi sia al 2 bis che al 2 ter questa figura che praticamente riceve l'istanza deve, a nostro giudizio, a mio giudizio, essere l'Assessore competente per materia, che invita appunto il Comune a pronunciarsi nei successivi trenta giorni. Sarà a quel punto che naturalmente, scaduto questo termine, viene nominato dall'Assessore competente il commissario ad acta che provvede poi alla stipula della convenzione eccetera. Secondo me questo è un passaggio non da poco, riafferma il primato naturalmente della politica rispetto ad un tema così delicato, anche perché le circostanze lo suggeriscono, ma anche perché dobbiamo evitare che si faccia confusione tra il dettaglio del perimetro dell'amministrazione rispetto al perimetro puramente politico. Quindi in questo caso io credo che l'emendamento, se non dovesse avere queste modifiche, vedrà sicuramente il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Guardi Presidente, siccome non c'è peggior sordo veramente di chi non vuole intendere, voi continuate in questa sorta di attività. Sull'articolo 15 c'è poco da aggiungere rispetto a quello che abbiamo già detto, riconosciamo che tra gli strumenti di attuazione del Piano urbanistico comunale state inserendo anche il PUL quindi da questo punto di vista non abbiamo difficoltà a dire che fate una cosa coerente, corretta, giusta, però rimangono le perplessità, tutte quelle che abbiamo già espresso sul merito, sulle modalità e sulla forma che state dando a questo provvedimento per cui noi manteniamo critico e cerchiamo anche di accelerare, lo dico con franchezza perché vogliamo arrivare alla sostanza poi di questo provvedimento rispetto al quale avremo ulteriori cose da rappresentare all'attenzione di quest'Aula, sua Assessore e dell'intera Giunta.

PRESIDENTE. Poiché è stato presentato solo l'emendamento soppressivo totale numero 242, metto direttamente in votazione direttamente il testo dell'articolo 15.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 15.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Arbau, Azara e Lai hanno votato a favore e che i consiglieri Dedoni e Orrù hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Truzzu - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 46

maggioranza 24

favorevoli 29

contrari 17

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 120 della Giunta regionale.

Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Per confermare il voto contrario all'emendamento perché come abbiamo già illustrato abbondantemente, noi siamo convinti che certamente si deve andare spediti, si deve andare veloci nell'approvazione degli strumenti attuativi dei PUC, ma è anche vero che talvolta questi poteri sostitutivi rischiano di essere una iattura nel processo di raccordo tra le prestazioni corrispettive dei lottizzanti con l'amministrazione locale. Quindi è per questo che ci aspettavamo quantomeno una riflessione e un'attenzione maggiore su questa norma ed è per questo che confermiamo il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Sull'emendamento numero 120 della Giunta aggiuntivo il mio parere è sicuramente contrario ma per una ragione molto semplice che è stato detto, è stato anche chiarito durante la discussione generale. Perché la competenza della necessità del potere sostitutivo va in capo alla direzione generale? In tutte le fasi, nella fase preliminare di avvertimento, nella fase successiva di richiamo, addirittura nella nomina del commissario ad acta cioè lo fa direttamente il direttore generale dell'Assessorato. Io credo che da questo punto di vista stiamo demandando, stiamo abdicando al potere della parte politica, quindi a mio avviso mi sembra che la Giunta possa accogliere delle modifiche e sostituire dove è scritto "in ragione di direzione generale competente", "Assessorato competente" per non lasciarlo nello stesso modo in cui è stato fatto negli altri emendamenti almeno nella fase finale di nomina del commissario ad acta cioè lo faccia la Giunta con un proprio provvedimento cioè con un atto amministrativo da parte della Giunta, perché mi sembra davvero che altrimenti come parte politica abdichiamo definitivamente a quello che è il ruolo degli amministratori e rimane solo quello legislativo. Mi sembra che l'esecutivo abbia ben altro tipo di ruolo rispetto a quello della parte legislativa del Consiglio regionale, quindi io ritengo che se e ove non ci fossero queste modifiche il mio voto è sicuramente contrario.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento aggiuntivo numero 120.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Peru ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

Votanti 46

maggioranza 24

favorevoli 29

contrari 17

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 16. All'articolo 16 sono stati presentati gli emendamenti numero 215 soppressivo totale uguale al numero 494, gli emendamenti aggiuntivi numero 76, numero 112, numero 121 al quale sono stati presentati l'emendamento all'emendamento numero 559, 560, 561 e 587. L'emendamento aggiuntivo numero 122, numero 123, numero 480 a cui sono stati presentati gli emendamenti agli emendamenti numero 563, 566, 567 e 589.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 16 e dei relativi emendamenti:

Art. 16

Pubblicazione del PUC - effetti

1. All'articolo 31 della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7 (legge finanziaria 2002), e successive modifiche ed integrazioni, dopo il comma 5 quater è aggiunto il seguente:
"5 quinquies. Salvo l'ipotesi di cui al comma 5 ter, la pubblicazione del provvedimento di approvazione definitiva del piano sul BURAS, in assenza di positiva conclusione del procedimento di cui al comma 5, determina l'annullabilità del piano per violazione di legge.".

Emendamento soppressivo totale Oscar Cherchi - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Alessandra Zedda.

Articolo 16

L'articolo 16 è soppresso. (215)

Emendamento soppressivo totale Desini - Busia.

Articolo 16

L'articolo 16 è abrogato. (494)

Emendamento aggiuntivo Pietro Cocco - Antonio Solinas - Demontis - Meloni - Collu.

Articolo 16

All'art. 16 dopo il comma 1 è inserito il seguente:

1 bis. sino all'approvazione dei PUC. in adeguamento al PPR non è ammessa nessuna variante urbanistica ai Pd.F. (piani di fabbricazione) vigenti.

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (479)

Emendamento aggiuntivo Rubiu - Oppi - Tatti - Pinna.

Articolo 16

Al capo III intitolato "Modifica della Legge Regionale del 12 agosto 1998 n. 28" è aggiunto l'articolo l6 bis intitolato « Modifiche all'art. 3 lettera e) della Legge Regionale n. 28 del 1998", riportato testualmente «all'art, 3 lettera e), dopo le parole «linee elettriche di bassa tensione», sono aggiunte le parole «e linee elettriche di media tensione interrate su viabilità esistente o in corso di realizzazione». (76)

Emendamento aggiuntivo Antonio Solinas - Ruggeri.

Articolo 16

Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente

16 bis.

"1. Sono beni paesaggistici le zone umide di cui all'articolo 17, comma 1 lettera g delle norme di tecnica di attuazione del Piano paesaggistico regionale, individuate e rappresentate nella cartografia di Piano nella loro dimensione spaziale. Il vincolo paesaggistico non si estende, oltre il perimetro individuato, alla fascia di tutela dei 300 metri dalla linea di battigia, riferita ai soli laghi naturali e invasi artificiali." (112)

Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.

Articolo 16

Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente:

"Art. 16 bis Modifiche all'articolo 10-bis della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni in materia di tutela delle zone di rilevante interesse paesistico - ambientale.

"1. All'articolo 10 bis della legge regionale n 45 del 1989 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1 leparole "ricompresi tra gli ambiti di cui all'articolo 10, comma 1, lettera c), n. 1, e pertanto sono" sono soppresse;

b) dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma:

"3. Nell'ambito territoriale disciplinato dal Piano di utilizzo dei litorali, e comunque non oltre la fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia marina, è consentita la realizzazione di parcheggi e di strutture a servizio della balneazione, indipendenti dalla destinazione di zona urbanistica, non vincolata al rispetto dei relativi parametri di zona, regolamentata per dimensione, tipologia e posizione dal PUL e non soggetta al vincolo di integrale conservazione di cui al precedente comma 1. Il posizionamento delle strutture a servizio della balneazione è ammesso nei litorali urbani senza limiti temporali e nel periodo compreso tra i mesi di aprile e ottobre negli altri casi. In assenza del PUL è ammesso, per una durata non superiore ai novanta giorni, il posizionamento di strutture amovibili a servizio della balneazione nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia marina e negli ambiti contigui ai litorali, ricompresi nella fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia marina."." (121)

Emendamento all'emendamento numero 121 aggiuntivo Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni - Lotto.

Articolo 16

Nell'emendamento numero 121, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. I litorali urbani di cui al precedente comma b) sono individuati, e definiti cartograficamente, con delibera della Giunta Regionale, previo parere della Commissione Consiliare competente, nei limiti di cui all'art 10 bis della legge regionale n. 45 del 1989 e al ricorrere della condizione che i litorali siano contigui al centro urbano. (559)

Emendamento all'emendamento numero 121 sostitutivo parziale Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni - Lotto.

Articolo 16

L'Emendamento n. 121 è così modificato:

al comma b) le parole "è consentita la realizzazione di parcheggi e di strutture a servizio della balneazione" sono sostituite dalle seguenti "è consentita la realizzazione di parcheggi che non determinano mutamento dello stato dei luoghi e di strutture amovibili (ad eccezione dei servizi igienici) a servizio delle balneazione". (560)

Emendamento all'emendamento numero 559 sostitutivo totale Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni - Ruggeri - Tendas.

Articolo 16

L'Emendamento all'emendamento numero 559 (emendamento originario all'emendamento n. 121) è così modificato:

al comma b) le parole " è consentita la realizzazione di parcheggi e di strutture a servizio della balneazione" sono sostituite dalle seguenti "è consentita la realizzazione di parcheggi che non determinano mutamento dello stato dei luoghi e di strutture amovibili a servizio delle balneazione".

dopo il comma 1 è inserito il seguente:

2) i litorali urbani di cui al precedente comma b) sono individuati, e definiti cartograficamente, con delibera della Giunta Regionale, previo parere della Commissione Consiliare competente, nei limiti di cui al comma 1 lettera a, e al ricorrere della condizione che i litorali siano contigui al centro urbano. (561)

Emendamento all'emendamento numero 121 sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Articolo 16

L'emendamento n. 121 è così sostituito:

Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente:

"Art. 16 bis. Modifiche all'articolo 10-bis della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni in materia di tutela delle zone di rilevante interesse paesistico - ambientale

"1. All'articolo 10 bis della legge regionale n. 45 del 1989 sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1 le parole "ricompresi tra gli ambiti di cui all'articolo 10, comma 1, lettera c), n. 1, e pertanto sono" sono soppresse;

b) dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma:

"3. Nell'ambito territoriale disciplinato dal Piano di utilizzo dei litorali, e comunque non oltre la fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia marina, è consentita la realizzazione di parcheggi che, se collocati nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia marina non determinino alterazione permanente e irreversibile dello stato dei luoghi, e di strutture di facile rimozione a servizio della balneazione, indipendenti dalla destinazione di zona urbanistica, non vincolata al rispetto dei relativi parametri di zona, regolamentata per dimensione, tipologia e posizione dal PUL e non soggetta al vincolo di integrale conservazione di cui al precedente comma 1. Il posizionamento delle strutture a servizio della balneazione è ammesso nei litorali urbani senza limiti temporali e nel periodo compreso tra i mesi di aprile e ottobre negli altri casi. In assenza del PUL è ammesso, per una durata non superiore ai novanta giorni, il posizionamento di strutture amovibili a servizio della balneazione nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia marina e negli ambiti contigui ai litorali, ricompresi nella fascia dei 2.000 metri dalla linea di battigia marina. Sono urbani i litorali ricompresi nei territori dei Comuni indicati al comma 2, lettera a), e inseriti o contigui a grandi centri abitati, caratterizzati da un'alta frequentazione dell'utenza per tutto l'anno e da interventi edilizi ed infrastrutturali tali da aver profondamente alterato gli originari caratteri di naturalità. Tali litorali sono individuati, anche cartograficamente, con delibera di Giunta regionale, previo parere espresso dalla Commissione consiliare competente in materia di governo del territorio entro il termine di trenta giorni dalla richiesta, e resi esecutivi con Decreto del Presidente della Regione.".". (587)

Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.

Articolo 16

Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente:

"Art. 16 bis. Modifiche all'articolo 41 della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni in materia di contributi per la predisposizione degli strumenti urbanistici.

1. All'articolo 41, comma 1, della legge regionale n 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni il periodo "piani particolareggiati dei centri storici" è sostituito dal periodo 'piani attuativi di iniziativa pubblica, come definiti al precedente articolo 21"." (122)

Emendamento aggiuntivo GIUNTA REGIONALE.

Articolo 16

Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente:

"Art. 16 bis. Modifiche all'articolo 5 della legge regionale n. 45 del 1989 e successive modifiche e integrazioni in materia di direttive e vincoli regionali e schemi di assetto territoriale.

1. All'articolo 5 della legge regionale n. 45 del 1989 il comma 8 è sostituito dai seguenti:

"8. Le direttive, i vincoli regionali e gli schemi di assetto territoriale sono approvati con deliberazione di Giunta regionale, previo parere espresso dalla Commissione consiliare competente in materia di governo del territorio entro il termine di trenta giorni dalla richiesta, e resi esecutivi con Decreto del Presidente della Regione.

9. Le direttive, i vincoli regionali e gli schemi di assetto territoriale adottati ai sensi dei commi precedenti prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici generali e dei regolamenti edilizi."." (123)

Emendamento aggiuntivo Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Meloni - Collu.

Articolo 16

dopo l'art. 16 è inserito il seguente:

16.bis. accelerazione e semplificazione delle procedure di adozione e approvazione dei PUC.

1. In tutte le fasi dei procedimenti di adozione e approvazione del PUC, compresa la sua conformazione al Piano Paesaggistico Regionale, in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche, le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro sessanta giorni dal ricevimento dello schema di Piano, compiutamente istruito, da parte del Comune procedente.

2. Il termine è interrotto qualora l'amministrazione che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta, rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, o proponga osservazioni, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. Oltre il termine tali richieste non potranno essere evase, né potranno in alcun modo essere prese in considerazione al fine della definizione del provvedimento finale.

3 Nei casi di cui al comma precedente, l'assenso, il concerto o il nulla osta sono resi nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o del provvedimento; non sono ammessi ulteriori interruzioni di termini.

4 Le parti dello schema di Piano non considerate dalla comunicazione di esigenze istruttorie, richieste di modifica o osservazioni non possono più essere oggetto di ulteriori interventi nel procedimento di adozione e attuazione del PUC da parte delle amministrazioni competenti.

5. Decorsi i termini di cui al comma 1 senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni della Regione coinvolte nei procedimenti di cui al comma 1, il Presidente della Regione decide sulle modifiche da apportare.

6. Le disposizioni del comma 1 si applicano anche ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza della Regione o di altre amministrazioni pubbliche.

In tali casi, ove leggi, regolamenti o disposizioni di carattere non prevedano un termine diverso, il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di novanta giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell'amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito.

7. Le disposizioni del presente articolo in materia di silenzio assenso non si applicano nei casi in cui norme statali o disposizioni del diritto dell'Unione europea richiedano l'adozione di provvedimenti espressi».

8. Il rispetto della procedura di cui ai commi precedenti costituisce obbiettivo di valutazione annuale delle perfomance individuali e organizzative, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato, di cui all'art. 2 della L.R. 25 novembre 2014, n 24

9. la Regione partecipa alle spese dei Comuni per la redazione dei PUC mediante contributi annuali.

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (480)

Emendamento all'emendamento numero 480 sostitutivo totale Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni.

Articolo 16

L'Emendamento n. 480 è così sostituito:

dopo l'art. 16 è inserito il seguente:

l6 bis. accelerazione e semplificazione delle procedure di adozione e approvazione dei PUC.

1. I Comuni tenuti all'adeguamento del proprio strumento urbanistico al P.P.R. devono presentare i piani sin dal momento della loro adozione per l'attivazione dell'istruttoria preliminare a quella prevista dalla norma di legge in materia di verifica di coerenza.

1 bis. In tutte le fasi dei procedimenti di adozione e approvazione del PUC, compresa la sua conformazione al Piano Paesaggistico Regionale, in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche, le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro sessanta giorni dal ricevimento dello schema di Piano, compiutamente istruito, da parte del Comune procedente.

2. Il termine è interrotto qualora l'amministrazione che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta, rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, o proponga osservazioni, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso. Oltre il termine tali richieste non potranno essere evase, né potranno in alcun modo essere prese in considerazione al fine della definizione del provvedimento finale.

3. Nei casi di cui al comma precedente, l'assenso, il concerto o il nulla osta sono resi nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o del provvedimento; non sono ammessi ulteriori interruzioni di termini.

4. Le parti dello schema di Piano non considerate dalla comunicazione di esigenze istruttorie, richieste di modifica o osservazioni non possono più essere oggetto di ulteriori interventi nel procedimento di adozione e approvazione del PUC da parte delle amministrazioni competenti. Salvo che le stesse osservazioni non evidenzino incoerenze con il P.P.R. e contrasti con le disposizione regionali in materia di urbanistica.

5. Decorsi i termini di cui al comma 1 senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni della Regione coinvolte nei procedimenti di cui al comma 1, il Presidente della Regione decide sulle modifiche da apportare.

6. Le disposizioni del comma i si applicano anche ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza della Regione o di altre amministrazioni pubbliche.

In tali casi, ove leggi, regolamenti o disposizioni di carattere non prevedano un termine diverso, il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di novanta giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell'amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito.

7. Le disposizioni del presente articolo in materia di silenzio assenso non si applicano nei casi in cui norme statali o disposizioni del diritto dell'Unione europea richiedano l'adozione di provvedimenti espressi.

8. Il rispetto della procedura di cui ai commi precedenti costituisce obbiettivo di valutazione annuale delle performance individuali e organizzative, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato, di cui all'art. 2 della L.R. 25 novembre 2014, n. 24.

9. La Regione è tenuta a partecipare alle spese dei Comuni per la redazione dei P.U.C. ai sensi dell'art. 41 della LR. 45/89.

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (563)

Emendamento all'emendamento numero 480 sostitutivo totale Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni.

Articolo 16

L'Emendamento n. 480 è così sostituito:

dopo l'art. 16 è inserito il seguente:

l6 bis. accelerazione e semplificazione delle procedure di adozione e approvazione dei P.UC.

1. I Comuni tenuti all'adeguamento del proprio strumento urbanistico al P.P.R. devono presentare i piani sin dal momento della loro adozione per l'attivazione dell'istruttoria preliminare a quella prevista dalla norma di legge in materia di verifica di coerenza.

1 bis. In tutte le fasi dei procedimenti di adozione e approvazione del PUC, compresa la sua conformazione al Piano Paesaggistico Regionale, in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche, le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro novanta giorni dal ricevimento dello schema di Piano, compiutamente istruito, da parte del Comune procedente.

2. Il termine è interrotto qualora l'amministrazione che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta, rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, o proponga osservazioni, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso.

3. Nei casi di cui al comma precedente, l'assenso, il concerto o il nulla osta sono resi nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o del provvedimento; non sono ammessi ulteriori interruzioni di termini.

4. Le parti dello schema di Piano non considerate dalla comunicazione di esigenze istruttorie, richieste di modifica o osservazioni non possono più essere oggetto di ulteriori interventi nel procedimento di adozione e approvazione del PUC da parte delle amministrazioni competenti. Salvo che le stesse osservazioni non evidenzino incoerenze con il P.P.R. e contrasti con le disposizione normative in materia di urbanistica e di sicurezza.

5. Decorsi i termini di cui al comma l bis senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni della Regione coinvolte nei procedimenti di cui al comma 1, il Presidente della Regione decide sulle modifiche da apportare.

6. Le disposizioni del comma 1 bis si applicano anche ai casi in cui è prevista acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza della Regione o di altre amministrazioni pubbliche.

In tali casi, ove leggi, regolamenti o disposizioni che non prevedano un termine diverso, il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di novanta giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell'amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito.

7. Le disposizioni del presente articolo in materia di silenzio assenso non si applicano nei casi in cui norme statali o disposizioni del diritto dell'Unione europea richiedano l'adozione di provvedimenti espressi.

8. Il rispetto della procedura di cui ai commi precedenti costituisce obbiettivo di valutazione annuale delle performance individuali e organizzative, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato, di cui all'art. 2 della LR. 25 novembre 2014, n. 24.

9 La Regione è tenuta a partecipare alle spese dei Comuni per la redazione dei P.U.C. ai sensi dell'art. 41 della LR. 45/89.

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (566)

Emendamento all'emendamento numero 480 sostitutivo totale Demontis - Pietro Cocco - Antonio Solinas - Collu - Meloni.

Articolo 16

L'Emendamento n. 480 è così sostituito:

dopo l'art. 16 è inserito il seguente:

16 bis. accelerazione e semplificazione delle procedure di adozione e approvazione dei P.U.C.

1. I Comuni tenuti all'adeguamento del proprio strumento urbanistico al PPR. devono presentare i piani sin dal momento della loro adozione per l'attivazione dell'istruttoria preliminare a quella prevista dalla norma di legge in materia di verifica di coerenza.

1 bis. In tutte le fasi dei procedimenti di adozione e approvazione del PUC, compresa la sua conformazione al Piano Paesaggistico Regionale, in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti, nulla osta comunque denominati di amministrazioni pubbliche, le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta entro novanta giorni dal ricevimento dello schema di Piano, compiutamente istruito, da parte del Comune procedente.

2. Il termine è interrotto qualora l'amministrazione che deve rendere il proprio assenso, concerto o nulla osta, rappresenti esigenze istruttorie o richieste di modifica, o proponga osservazioni, motivate e formulate in modo puntuale nel termine stesso.

3. Nei casi di cui al comma precedente, l'assenso, il concerto o il nulla osta sono resi. nei successivi trenta giorni dalla ricezione degli elementi istruttori o del provvedimento; non sono ammessi ulteriori interruzioni di termini.

4. Le parti dello schema di Piano non considerate dalla comunicazione di esigenze istruttorie, richieste di modifica o osservazioni non possono più essere oggetto di ulteriori interventi nel procedimento di adozione e approvazione del PUC da parte delle amministrazioni competenti. Sono fatti salvi interventi straordinari e motivati in autotutela quando le stesse osservazioni evidenzino incoerenze con il P.P.R. e contrasti con le disposizione normative in materia di urbanistica e di sicurezza.

5 Decorsi i termini di cui al comma 1 bis senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni della Regione coinvolte nei procedimenti di cui al comma 1 bis, il Presidente della Regione decide sulle modifiche da apportare.

6. Le disposizioni del comma 1 bis si applicano anche ai casi in cui è prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi di competenza della Regione o di altre amministrazioni pubbliche.

In tali casi, ove leggi, regolamenti o disposizioni non prevedano un termine diverso, il termine entro il quale le amministrazioni competenti comunicano il proprio assenso, concerto o nulla osta è di novanta giorni dal ricevimento della richiesta da parte dell'amministrazione procedente. Decorsi i suddetti termini senza che sia stato comunicato l'assenso, il concerto o il nulla osta, lo stesso si intende acquisito.

7. Le disposizioni del presente articolo in materia di silenzio assenso non si applicano nei casi in cui norme statali o disposizioni del diritto dell'Unione europea richiedano l'adozione di provvedimenti espressi.

8. Il rispetto della procedura di cui ai commi precedenti costituisce obbiettivo di valutazione annuale delle performance individuali e organizzative, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato, di cui all'art. 2 della LR. 25 novembre 2014, n. 24.

9. La Regione è tenuta a partecipare alle spese dei Comuni per la redazione dei P.U.C. ai sensi dell'art. 41 della LR. 45/89.

Copertura finanziaria

Non prevede aumento di spesa. (567)

Emendamento all'emendamento numero 567 sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Articolo 16

L'emendamento numero 567 è così sostituito.

Dopo l'art. 16 è inserito il seguente:

"Dopo l'articolo 20 delle legge regionale n. 45 del 1989 è inserito il seguente

20 bis - Accelerazione e semplificazione delle procedure di adeguamento dei PUC al PPR"

"1. I Comuni tenuti all'adeguamento dello strumento urbanistico comunale generale al Piano Paesaggistico Regionale devono presentare il Piano adottato a tutte le amministrazioni competenti all'espressione di nulla osta, pareri o atti di assenso comunque denominati.

2. Ai fini di cui al comma 1 e in coordinamento con i tempi e le procedure previste dal d.lgs. n. 152/2006 e s.m.i., le amministrazioni competenti esprimono il proprio parere, nulla osta o atto di assenso, pronunciandosi, in assenza di differenti termini previsti dalle vigenti disposizioni nazionali, entro il termine perentorio di novanta giorni.

3. Il termine di cui al precedente comma può essere sospeso ai fini dell'acquisizione di chiarimenti o integrazioni, per una sola volta e per non più di sessanta giorni.

4. Sul Piano adottato devono essere formulate tutte le osservazioni necessarie al pieno adeguamento dello stesso alle previsioni del PPR e al rispetto delle vigenti disposizioni in materia di governo del territorio, che i Comuni sono tenuti a recepire in sede di adozione definitiva.

5. A seguito dell'adozione definitiva il Piano è trasmesso per la verifica di coerenza di cui all'articolo 31 della legge regionale n. 7 del 2002.

6. Alla seduta del Comitato tecnico regionale per l'urbanistica partecipano anche l'autorità competente in materia di valutazione ambientale strategica e l'Agenzia del distretto idrografico della Sardegna.

6. Il rispetto della procedura di cui al presente articolo costituisce obiettivo di valutazione annuale delle performance individuale e organizzativa, anche al fine dell'erogazione della retribuzione di risultato in favore dei dirigenti dell'amministrazione regionale." (589).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore di maggioranza. La Commissione ha espresso parere contrario sull'emendamento soppressivo numero 215 e un invito al ritiro sul numero 494. Sugli emendamenti aggiuntivi il numero 479 è decaduto, sul numero 76 il parere è favorevole, sul numero 122 c'era un invito al ritiro, ma dopo un approfondimento esprimiamo parere favorevole, il numero 121 parere favorevole, gli emendamenti agli emendamenti dovrebbero essere favorevoli, il numero 122 favorevole, il numero 123 favorevole, il numero 480 favorevole. Gli emendamenti agli emendamenti, il numero 563 è ritirato, il numero 566 è ritirato, il numero 567 uguale al numero 589 dovrebbe essere parere favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il parere è conforme a quello della Commissione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Grazie Presidente, non utilizzerò sicuramente tutti i sei minuti che sono a disposizione quindi colleghi che devono intervenire per la discussione generale si devono iscrivere decisamente prima perché sarò davvero brevissimo. L'articolo 16 è l'articolo che, così come è stato già detto da me soprattutto in precedenza, prende spunto da quello che è successo negli anni precedenti all'interno del comune di Oristano, quel PUC approvato ha fatto scuola, quel PUC che ancora oggi balla su un Piano che non è perfettamente stabile e quindi non si capisce se effettivamente attivo e da rispettare, oppure non avendolo aggiornato sulla base della richiesta ufficiale da parte dell'Assessorato su alcune osservazioni che sono state fatte per la coerenza rimane nel limbo, in questo caso l'articolo 16 in modo chiaro stabilisce che salvo l'ipotesi di cui al comma 5 ter la comunicazione del provvedimento di approvazione definitiva del Piano sul Buras in assenza di positiva conclusione del procedimento, è il caso chiaro di Oristano che non aveva una conclusione positiva in quanto le osservazioni all'interno della coerenza sono piuttosto importanti, determina l'annullabilità del piano per violazione di legge. La Giunta e la maggioranza su questo articolo hanno presentato una valanga di emendamenti però uno su tutti è l'emendamento numero 589 che è l'emendamento all'emendamento numero 567 che praticamente sostituisce interamente l'articolo, individua forse in modo un po' più preciso anche il percorso finale del ragionamento, io credo che da questo punto di vista per coerenza non voterò a favore così seguo anche la linea dell'onorevole Anedda, ma da questo punto di vista ammetto che questo è un articolo importante, è un articolo che chiarisce esattamente il percorso e qual è l'iter che ogni amministrazione deve seguire, di conseguenza credo che da questo punto di vista poco ci sia da aggiungere anzi nient'altro.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento soppressivo totale numero 215, uguale al numero 494.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico dell'emendamento numero 215, uguale al numero 894.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Fasolino, Orrù e Zedda Alessandra hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 43

maggioranza 22

favorevoli 16

contrari 27

(Il Consiglio non approva).

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Fasolino. Ne ha facoltà.

FASOLINO GIUSEPPE (FI). Io l'ho già detto diverse volte, qua dentro ci si ammala c'è l'aria troppo fredda, fuori c'è caldo e io questo maglioncino lo metto per venire in Aula, anche la volta scorsa ho dovuto prendere delle pastiglie per il mal di testa, soffro di cervicale, non sto scherzando qui dentro c'è freddo! Non so più come dirlo!

PRESIDENTE. Gli uffici stanno già provvedendo. Naturalmente ci vuole qualche minuto di tempo.

Metto in votazione il testo dell'articolo 16.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 16.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Oppi - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 44

maggioranza 23

favorevoli 28

contrari 16

(Il Consiglio approva).

Emendamento aggiuntivo numero 76.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 76.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Oppi - Orru' - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Usula - Zedda Alessandra.

Risponde no il consigliere: Locci.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 44

maggioranza 23

favorevoli 43

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Emendamento aggiuntivo numero 112.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 112.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 45

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 16

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 587, emendamento all'emendamento numero 121.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 587.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Crisponi, Fasolino e Orrù hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 45

maggioranza 23

favorevoli 28

contrari 17

(Il Consiglio approva).

A seguito dell'approvazione dell'emendamento sostitutivo totale numero 587 decade l'emendamento numero 121 e gli emendamenti all'emendamento numero 559, 560 e 161.

Metto in votazione l'emendamento numero 122 con il parere favorevole della Commissione, a pagina 137.

Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, io volevo chiedere se c'erano le condizioni perché si stava verificando la possibilità di un emendamento orale anche di facile composizione, però non so se ci sono le condizioni e quindi se mi può essere data una risposta magari dai colleghi, non so se l'onorevole Demontis voleva intervenire a questo proposito.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 122.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 122.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pigliaru - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 47

maggioranza 24

favorevoli 30

contrari 17

(Il Consiglio approva).

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento aggiuntivo numero 123 con il parere favorevole della Commissione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 123.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Orrù ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Cherchi Oscar - Crisponi - Fasolino - Floris - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 45

maggioranza 23

favorevoli 29

contrari 16

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 589 che è in distribuzione, e sarebbe un emendamento sostitutivo totale dell'emendamento numero 480.

Ha domandato di parlare il consigliere Salvatore Demontis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Questo emendamento va nel senso dell'accelerazione delle procedure di approvazione dei PUC adeguati al PPR. C'è però probabilmente una dimenticanza che è importante, se l'Aula fosse d'accordo proporrei un emendamento orale. In altri termini, si regolano i tempi in questo emendamento sia dell'urbanistica sia dell'Adis, quindi va certamente a vantaggio dei comuni in questo senso, dà certezze ai comuni, però c'è questo aspetto che secondo noi è importante, il fatto che le parti del piano non oggetto di osservazioni non siano poi successivamente oggetto di altre osservazioni, è un po' il principio della doppia lettura fra Camera e Senato. Supponiamo che la legge parta dal Senato, arriva alla Camera, la Camera modifica una parte e il Senato si esprime solo su quella parte e non su tutto. Quindi ci sarebbe un emendamento orale, se l'Aula fosse d'accordo, che reciterebbe così: "Dopo il comma 4 è inserito il comma 4 bis. Le parti del piano non considerate dalla comunicazione di esigenze istruttorie e richieste di modifica o osservazioni non possono più essere oggetto di ulteriori osservazioni nel procedimento di adozione di approvazione del PUC da parte delle amministrazioni competenti" - in questo caso la Regione - "Sono fatti salvi interventi straordinari e motivati in autotutela quando le stesse osservazioni evidenzino incoerenze con il PPR e contrasti con le disposizioni normative in materia di urbanistica e sicurezza", cioè nel caso in cui ci sia un errore grossolano, in questo caso evidentemente la Regione deve poter rimediare, non far approvare un PUC in contrasto con la normativa subordinata, però il principio è proprio quello che dicevo prima, cioè non poter rimpallare i comuni per anni con osservazioni su parti sempre diverse dei PUC. Grazie.

PRESIDENTE. Chiedo all'Aula se ci sono opposizioni all'emendamento orale.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Io non voglio leggere il testo.

PRESIDENTE. Chiedo agli uffici di distribuire il testo. Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 27, viene ripresa alle ore 20 e 37.)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. È stato presentato un emendamento orale all'emendamento numero 589. Credo che tutti quanti siate in possesso del testo dell'emendamento orale. Chiedo all'Aula se c'è accordo per l'acquisizione dell'emendamento orale. Non ci sono osservazioni all'emendamento orale presentato, quindi si dà per acquisito e allora lo metto in votazione, con parere favorevole della Commissione.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento orale all'emendamento numero 589.

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. prende atto che il consigliere Collu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Pizzuto - Rubiu - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Usula.

Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - Crisponi - Dedoni - Locci - Oppi - Orru' - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Solinas Christian - Tedde - Zedda Alessandra.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 31

Contrari 13

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza decade l'emendamento numero 480, che era subemendato con gli emendamenti numero 563, 566, 567 e 589.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, sull'articolo 11 avevamo presentato l'emendamento numero 139. È stato rimodulato con una dicitura - i colleghi penso che abbiano anche il testo - decisamente più snella rispetto all'emendamento che era stato presentato precedentemente. Aveva sicuramente il parere positivo del Presidente della Commissione, quindi è stato riscritto in un modo molto più semplice e con una dicitura tecnica decisamente più favorevole: "La Regione, con apposita deliberazione di Giunta da emanarsi entro 150 giorni, modifica, in attuazione delle norme UNI, le direttive vigenti in materia di prestazioni acustiche passive degli edifici e definisce le classi acustiche delle unità immobiliari".

PRESIDENTE. Poiché non ci sono osservazioni, metto in votazione allora la riscrittura dell'emendamento numero 139.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 139 modificato.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orru' - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Pizzuto - Randazzo - Rubiu - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Usula - Zedda Alessandra.

Risponde no il consigliere: Locci.

Si è astenuto il Presidente Ganau.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 43

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 42

contrari 1

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 17 e degli emendamenti presentati.

Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco.

COCCO DANIELE (SEL). Io chiederei, se il Presidente e l'Aula sono d'accordo, di sospendere qui i lavori e di riprendere domani mattina con l'articolo 17.

PRESIDENTE. Io sono d'accordo.

Il Consiglio è convocato domani alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 42.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta.

Interrogazione Arbau - Azara - Ledda - Perra - Collu, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di scongiurare l'annunciata chiusura della sede di Sanluri dell'Unità di ricerca del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, unica articolazione territoriale del CRA in Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- con il decreto del Presidente della Repubblica n. 454 del 1999 è stato istituito il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), che ha acquisito personale e patrimonio degli ex Istituti di ricerca e sperimentazione agraria (IRSA), mantiene tutela giuridica del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), ha un bilancio autonomo e deve provvedere alla riorganizzazione della ricerca ministeriale pubblica in agricoltura, percorso iniziato ormai da oltre dieci anni e tuttora in atto;

- il CRA, quindi, sta attuando in questi ultimi anni la riforma del comparto ricerca del Ministero delle politiche agricole e, fino ad adesso, questo ha comportato la chiusura di diverse sedi in molte regioni d'Italia (circa una trentina);

- per quanto riguarda la Sardegna, l'unica dipendenza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, a parte gli uffici dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari che hanno sede a Cagliari, era, appunto, la Sezione operativa periferica dell'istituto sperimentale per le colture foraggere di Lodi, con sede a Cagliari, diventata Unità di ricerca per i sistemi agropastorali in ambiente mediterraneo (CRA-AAM - U29 Sanluri - VS); tale struttura è stata trasferita da Cagliari a Sanluri dal 15 maggio 2007 su disposizione del Consiglio di amministrazione del CRA;

- essa insiste fisicamente su un terreno di proprietà della Regione, esattamente il podere "Ortigara" dell'ex Opera nazionale combattenti, situato in località Sanluri Stato, in forza di un contratto d'affitto della durata di 99 anni e con diritto di superficie di 99 anni sull'intera superficie aziendale;

- prima di procedere al trasferimento di sede, il CRA ha proceduto alla realizzazione di un prefabbricato, adibito a uffici, e al completo risanamento delle altre strutture esistenti sulla base delle obbligatorie norme di legge (decreto legislativo n. 81 del 2008);

considerato che:

- nonostante la cronica limitatezza di strutture e personale che ha sempre caratterizzato la vita della suddetta Unità di ricerca, l'attività di collaborazione con la sede centrale di Lodi e, in particolare, con la Sezione di miglioramento genetico e allevamento vegetale ha portato buoni risultati, tra cui lo sviluppo delle prime e uniche quattro varietà di trifoglio sotterraneo italiane, tratte interamente da germoplasma sardo, una varietà di dattile e una di festuca;

- sono state condotte, negli anni, tutta un'altra serie di ricerche e sperimentazioni, come quelle sui tappeti erbosi e sugli usi alternativi delle foraggere, il miglioramento genetico delle leguminose da granella, la costituzione di una delle più importanti e numerose collezioni mondiali di trifoglio sotterraneo (circa 1400 linee di trifoglio sotterraneo da germoplasma sardo conservate a lungo termine in celle adeguate allo scopo a Lodi), la moltiplicazione di varietà costituite dall'Istituto e la loro diffusione sul territorio come l'erba medica "Equipe" e il trifoglio alessandrino "Sacromonte";

- l'Unità ha partecipato, attraverso diverse azioni, a schede di ricerca in stretta collaborazione con la sede di Lodi CRA-FLC Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero casearie e da ultimo partecipa a un progetto di ricerca finanziato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con fondi dell'Unione europea;

sottolineato che:

- lo scarso interesse delle istituzioni verso la ricerca sta portando l'unità alla chiusura: negli ultimi venti anni la suddetta struttura ha perso due ricercatori, tre collaboratori tecnici, un operatore tecnico, due unità di personale amministrativo, quattro operai agricoli, tutti andati in pensione e mai più sostituiti;

- nello stesso periodo, tutte le risorse prevedibili per la struttura sono state dirottate verso altre realtà del continente, per contro, le attività dell'unità sono state condotte attraverso l'adozione di strumenti formativi che hanno riguardato ben due dottori di ricerca, quattro laureati e tre tecnici diplomati;

- il piano di riorganizzazione della rete delle articolazioni territoriali, centri e unità, del CRA, che ha portato come detto al trasferimento della sede istituzionale da Cagliari a Sanluri e all'istituzione dell'unità per i sistemi agropastorali in ambiente mediterraneo (CRA-AAM Sanluri), pur comportando un considerevole risparmio di denaro per le casse dell'ente e un aggravio di costi per il personale residente a Cagliari, doveva comportare uno sviluppo della struttura attraverso l'improrogabile aumento delle risorse umane disponibili (ricercatori e tecnici); pertanto si sarebbe dovuto arrivare a una dotazione organica di circa trenta dipendenti di cui almeno 10 ricercatori oltre a tecnici e amministrativi;

- dopo poco più di un anno di attività, invece, già circolava una bozza di nuova riforma che prevedeva la chiusura, assieme ad altre in continente, della sede di Sanluri;

- a oggi, nuovamente si parla di possibile chiusura di sede, posto che il commissario di nuova nomina del CRA deve, sulla base di quanto indicato nell'ultima legge di stabilità, dar corso a ulteriori tagli di spese e strutture;

evidenziato che:

- contrariamente alle previsioni, il consiglio di amministrazione del CRA, con deliberazione n. 70 del 10 giugno 2014, ha approvato un nuovo piano di riorganizzazione e razionalizzazione della rete delle articolazioni territoriali nel quale la struttura in Sardegna viene cancellata;

- il CRA, dopo avere investito con la realizzazione di un minimo di infrastrutture per poter continuare l'attività di ricerca, con l'adozione di diversi strumenti formativi, dal 2008 a oggi hanno lavorato 2 borsisti diplomati, 4 borsisti laureati, 2 giovani ricercatori, l Co.co.co, 1 tirocinante, con la soluzione di tutta una serie di problemi legati alla sicurezza ecc., intenderebbe procedere non al previsto potenziamento, ma alla chiusura dell'unica sede in Sardegna, per il fatto che si tratterebbe di una microstruttura;

- ove tale previsione non venisse scongiurata, la nostra sarebbe una delle pochissime regioni d'Italia, assieme a Umbria e Val D'Aosta, a non avere rappresentanza del CRA, ente di ricerca pubblica dove sono presenti competenze anche di rilevanza mondiale in tutte le discipline delle scienze agrarie;

- per contro, altre regioni italiane che, evidentemente, hanno saputo meglio tutelare le proprie prerogative nei rapporti con lo Stato, vantano la presenza nel proprio territorio di diverse strutture di ricerca dipendenti dal Consiglio per la ricerca ministeriale;

- lo stesso commissario del CRA, in risposta a precisa domanda da parte di un dipendente interessato - tra l'altro, diversi sardi che lavorano presso altre strutture del continente sono interessati a rientrare in Sardegna attraverso domanda di trasferimento - avrebbe manifestato sconcerto e stupore per il silenzio della Regione a seguito della notizia della soppressione del centro ricerca di Sanluri,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) se non intendano adottare con urgenza tutte le iniziative necessarie al fine di scongiurare l'annunciato disimpegno del CRA in Sardegna; evitando il perpetrarsi dell'ennesimo abbandono da parte dello Stato, che sancirebbe l'ulteriore perdita di valide opportunità di lavoro per i tanti giovani laureati presso le Facoltà di agraria di Sassari e del continente che, dopo avere conseguito il dottorato di ricerca, non avranno alcun futuro nella nostra regione ma saranno costretti ad emigrare;

2) se non ritengano, altresì, necessario avviare un confronto col Governo e con l'attuale ministro competente del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, al fine di intraprendere un percorso di potenziamento e valorizzazione dell'unità di Sanluri, di adeguamento della dotazione organica, ottenendo per la nostra regione il riconoscimento ministeriale del proprio legittimo ruolo nel campo della ricerca e della sperimentazione in agricoltura. (332)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'istituzione in Sardegna dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA) nell'anno scolastico 2015-2016.

Il sottoscritto,

premesso che, presso il Liceo Classico "S. A. De Castro" di Oristano, ha sede l'unico Centro territoriale permanente per l'educazione e l'istruzione degli adulti della provincia;

considerato che il Centro, pur utilizzando l'istituto come sede logistica, ha un proprio organico del personale docente, un assistente amministrativo e i collaboratori scolastici necessari per il funzionamento dei corsi;

constatato che il CTP di Oristano si occupa dell'istruzione e formazione in età adulta con corsi per il conseguimento della licenza media, destinati anche ai detenuti della Casa circondariale di Massama, e corsi di italiano per stranieri;

ritenuto che, proprio i corsi d'italiano per cittadini stranieri, attivi da ben 15 anni, sono un'eccellenza portata avanti con competenza e professionalità, anche grazie al protocollo d'intesa stipulato con l'Università per stranieri di Perugia;

evidenziato che, negli ultimi anni scolastici, il CTP di Oristano ha partecipato al Progetto FEI, finanziato da Ministero dell'interno, Unione europea e Regione Sardegna, attivando un corso di lingua italiana rivolto ai cittadini stranieri e finalizzato all'ottenimento della cittadinanza;

tenuto conto che il decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263 ha previsto l'istituzione dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA), nei quali devono essere ricondotti i Centri territoriali permanenti per l'educazione e istruzione in età adulta;

rilevato che il Piano di dimensionamento scolastico, recentemente approvato dalla Giunta, ha rinviato ad altro provvedimento la definizione dei CPIA, ma l'Ufficio scolastico regionale ha, recentemente, adottato provvedimenti in merito;

appreso che l'esecutivo regionale intende istituire in Sardegna quattro CPIA, (a Cagliari, Sassari, Nuoro e Serramanna), mentre il Centro di Oristano verrebbe a essere soltanto una succursale di Serramanna;

valutato che la scomparsa del Centro di Oristano accrescerebbe non solo il malcontento, il disagio e la forte preoccupazione espressi sia dal personale scolastico sia dall'utenza, ma anche la sofferenza per una lunga e inarrestabile crisi economica e sociale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se corrisponda al vero quanto esposto in premessa;

2) se non ritengano che l'istituzione di quattro CPIA (a Cagliari, Sassari, Nuoro e Serramanna) sia fortemente penalizzante per l'intera provincia di Oristano;

3) se non ritengano di dover valutare con attenzione l'adozione di un provvedimento che rischia di far scomparire un istituto che, negli anni, ha dimostrato di avere strutture e professionalità di alto livello, idonee a garantire un servizio di eccellenza per la comunità;

4) se non ritengano di dover continuare a offrire ai cittadini della provincia di Oristano lo stesso servizio che si intenderebbe garantire nelle altre province sarde. (333)

Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sul mancato utilizzo delle infrastrutture in fibra ottica nei collegamenti ADSL nei territori comunali di Mogorella e Ruinas.

Il sottoscritto,

premesso che:

- in data 30 dicembre 2009, è stato stipulato tra la Regione e il Ministero dello sviluppo economico (MISE) l'accordo di programma per lo sviluppo della banda larga;

- nel gennaio 2011, tra la Regione e il Ministero dello sviluppo economico, è stata sottoscritta una convenzione operativa per lo sviluppo della banda larga nelle aree rurali della Sardegna;

- a seguito di tale convenzione è stato individuato, quale soggetto attuatore dell'intervento, la Infratel spa;

- tra ottobre 2011 e marzo 2012, sono stati eseguiti i lavori relativi alla realizzazione della tratta che collega le centrali telefoniche di Villaurbana e Mogorella per lo sviluppo della banda larga, rientrante nell'intervento finanziario dal FEASR-PSR Sardegna 2007-2013 e, in parte, da fondi del MISE;

preso atto che, nonostante le sollecitazioni agli enti gestori di telefonia, a tutt'oggi il servizio non è stato ancora attivato e che, pertanto nei territori comunali di Mogorella e Ruinas il servizio di connessione ADSL risulta essere molto lento, nonostante la presenza della fibra ottica ormai da tempo;

considerato che, per la realizzazione dei lavori, sono state spese ingenti somme con l'obiettivo di ridurre il divario digitale nelle aree svantaggiate all'interno dei territori comunali, tra i quali quelli appartenenti ai comuni di Mogorella e Ruinas;

ritenuto che la banda larga oggi sia un vero e proprio fattore di competitività economica e territoriale, soprattutto in quei territori caratterizzati da situazioni di marginalità geografica ed economico-sociale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei affari generali, personale e riforma della Regione per sapere:

1) se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

2) quali iniziative intendano intraprendere per rimuovere gli ostacoli che impediscono l'attivazione delle infrastrutture in fibra ottica per il collegamento ADSL nel territori comunali di Mogorella e Ruinas, affinché sia garantita ai cittadini dei due comuni una maggiore velocità di connessione internet. (334)

Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi, sull'istituzione in Sardegna dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA) nell'anno scolastico 2015-2016.

I sottoscritti,

premesso che, presso il Liceo Classico "S. A. De Castro" di Oristano, ha sede l'unico Centro territoriale permanente per l'educazione e l'istruzione degli adulti della provincia;

considerato che il Centro, pur utilizzando l'istituto come sede logistica, ha un proprio organico del personale docente, un assistente amministrativo e i collaboratori scolastici necessari per il funzionamento dei corsi;

constatato che il CTP di Oristano si occupa dell'istruzione e formazione in età adulta con corsi per il conseguimento della licenza media, destinati anche ai detenuti della Casa circondariale di Massama, e corsi di italiano per stranieri;

ritenuto che, proprio i corsi d'italiano per cittadini stranieri, attivi da ben 15 anni, sono un'eccellenza portata avanti con competenza e professionalità, anche grazie al protocollo d'intesa stipulato con l'Università per stranieri di Perugia;

evidenziato che, negli ultimi anni scolastici, il CTP di Oristano ha partecipato al Progetto FEI, finanziato da Ministero dell'interno, Unione europea e Regione Sardegna, attivando un corso di lingua italiana rivolto ai cittadini stranieri e finalizzato all'ottenimento della cittadinanza;

tenuto conto che il decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263 ha previsto l'istituzione dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA), nei quali devono essere ricondotti i Centri territoriali permanenti per l'educazione e istruzione in età adulta;

rilevato che il Piano di dimensionamento scolastico, recentemente approvato dalla Giunta, ha rinviato ad altro provvedimento la definizione dei CPIA, ma l'Ufficio scolastico regionale ha, recentemente, adottato provvedimenti in merito;

appreso che l'esecutivo regionale intende istituire in Sardegna quattro CPIA (a Cagliari, Sassari, Nuoro e Serramanna), mentre il Centro di Oristano verrebbe a essere soltanto una succursale di Serramanna;

valutato che la scomparsa del Centro di Oristano accrescerebbe non solo il malcontento, il disagio e la forte preoccupazione espressi sia dal personale scolastico sia dall'utenza, ma anche la sofferenza per una lunga e inarrestabile crisi economica e sociale,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se non ritengano che l'istituzione di quattro CPIA (a Cagliari, Sassari, Nuoro e Serramanna) sia fortemente penalizzante per l'intera provincia di Oristano;

2) se non ritengano di dover valutare con attenzione l'adozione di un provvedimento che rischia di far scomparire un istituto che, negli anni, ha dimostrato di avere strutture e professionalità di alto livello, idonee a garantire un servizio di eccellenza per la comunità;

3) se non ritengano di dover continuare a offrire ai cittadini della provincia di Oristano lo stesso servizio che si intenderebbe garantire nelle altre province sarde. (113)

Interpellanza Cherchi Oscar - Locci - Pittalis - Cappellacci - Peru - Zedda Alessandra - Tocco - Tedde - Tunis - Fasolino - Randazzo sullo stato di avanzamento dell'iter burocratico per l'erogazione degli assegni di merito.

I sottoscritti,

premesso che la legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, per mezzo dell'articolo 4, comma 1, lettera b), ha istituito gli assegni di merito, al fine di rendere efficace il diritto allo studio dei capaci e meritevoli a raggiungere i gradi più alti degli studi;

tenuto conto che:

- gli assegni di merito sono istituiti per investire nella crescita del capitale umano, in quanto risorsa fondamentale per uno sviluppo duraturo e sostenibile e per superare le carenze delle competenze in materie tecnico-scientifiche;

- con la determinazione n. 355, prot. n. 6382 del 12 settembre 2013, viene pubblicato il bando per l'attribuzione degli assegni di merito "interventi anno 2013";

- con la determinazione prot. n. 9131, rep. n. 141 del 16 giugno 2014, vengono approvate le graduatorie provvisorie, relative al bando per l'attribuzione di assegni di merito - Interventi Anno 2013;

- in data 24 giugno 2014, alle ore 11.00, nei locali dell'Assessorato pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, viale Trieste 186, Cagliari - Direzione generale della pubblica istruzione, è stato sorteggiato in seduta pubblica il campione del 5 per cento degli studenti idonei del "Bando per l'attribuzione di assegni di merito - Interventi anno 2013", sul quale effettuare i controlli previsti dall'articolo 71 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 e successive modifiche, rispetto alle dichiarazioni presentate, ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica indicato;

considerato che:

- agli studenti beneficiari vengono riconosciuti assegni dell'importo di 6.000 euro annui, per i fuori sede, e 2800 euro, per gli studenti in sede, cifre fondamentali per permettere agli studenti di affrontare le spese per gli studi universitari;

- alla data odierna non sono ancora state pubblicate le graduatorie definitive e gli studenti non possono usufruire delle eventuali somme di cui sono meritevoli,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) qual è lo stato di avanzamento dell'iter burocratico al fine erogare gli assegni agli studenti;

2) entro quale data è prevista, secondo l'Assessorato, l'erogazione degli assegni di merito agli studenti assegnatari. (115)

Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla Fondazione Teatro lirico di Cagliari.

I sottoscritti,

premesso che la Regione è socia della Fondazione Teatro lirico di Cagliari, unitamente al Comune di Cagliari e al Ministero dei beni e delle attività culturali;

considerato che il Teatro lirico è uno dei 14 teatri dello Stato, inquadrato come fondazione lirico sinfonica, che ha il compito di promuovere la cultura musicale al massimo livello, dall'opera lirica alla musica sinfonica, dalla musica camerale al balletto classico, ed è luogo di produzione di allestimenti scenici;

evidenziato che negli anni passati l'attività del Teatro lirico di Cagliari ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, anche a livello internazionale;

constatato che le difficoltà economiche e gestionali dell'ente sono da tempo all'attenzione della cronaca, anche giudiziaria, e necessitano di un'assunzione di responsabilità da parte degli enti coinvolti, Comune e Regione;

ricordato che il bilancio preventivo 2014 è stato approvato solo alla fine dello scorso anno e che quello relativo al 2015, approvato a gennaio, è stato ritenuto dal MIBACT non conforme ai formati e pertanto non consentirebbe l'erogazione delle risorse statali;

apprese, dalla stampa, le denunce dei sindacati dei lavoratori che lamentano, oltre ai ritardi nel pagamento degli stipendi, una gestione del Teatro impostata su un "percorso improvvisato e privo di trasparenza e di confronto" senza strategia di rilancio e privo di progettualità;

valutato che la scarsa programmazione 2015, definita solo per la parte concertistica e solo fino al prossimo mese di maggio, porterà alla diminuzione del finanziamento ministeriale, in quanto i contributi MIBACT sono legati a quantità e qualità della produzione;

sottolineato che l'ex direttore amministrativo ha evidenziato la necessità e l'urgenza di pervenire a una soluzione della gravissima situazione economica, che potrebbe far decretare al MIBACT la messa in liquidazione coatta;

ravvisato che la situazione su esposta sta creando alla Fondazione Teatro lirico e alla Sardegna intera non solo un danno economico, ma anche un danno nella qualificazione dell'espressione culturale musicale dell'isola;

ritenuto che, al fine di salvare un'istituzione culturale che è stata riconosciuta, in passato, tra le più prestigiose, il presidente della Fondazione e Sindaco di Cagliari dovrebbe prendere atto delle propria incompatibilità ambientale, ormai manifesta e incontestabile,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se non ritengano di dover immediatamente attivare tutte le necessarie procedure, anche straordinarie, per evitare che la Fondazione Teatro lirico di Cagliari possa rischiare la messa in liquidazione coatta amministrativa, con conseguente ricaduta sulle circa 300 famiglie dei lavoratori interessati;

2) se non ritengano, inoltre, di dover approntare, insieme agli altri soci della Fondazione, un piano di risanamento che permetta di superare l'attuale difficile momento e di riconsegnare all'intera comunità sarda un'importante istituzione culturale, ridando serenità ai lavoratori e alle loro famiglie, che, da tempo, manifestano fondate preoccupazioni per il futuro;

3) se, in particolare, il Presidente della Regione non ritenga di dover intervenire, senza designare propri rappresentanti nel Consiglio d'indirizzo, ma partecipando in prima persona alla gestione amministrativa e alla programmazione dell'attività del Teatro;

4) se non ritengano, inoltre, di dover sollecitare il Sindaco di Cagliari a lasciare la carica di Presidente della Fondazione, almeno fino alla risoluzione definitiva dei motivi di incompatibilità ambientale. (116)

Mozione Crisponi - Cossa - Dedoni - Pittalis - Carta - Solinas Christian - Rubiu - Oppi - Tocco - Truzzu - Orrù - Pinna Giuseppino - Fasolino - Tunis - Floris - Cappellacci - Tedde - Peru - Randazzo - Fenu - Tatti - Cherchi Oscar - Zedda Alessandra, in merito agli intendimenti della Giunta regionale sull'attività di gestione dei rifiuti presso il sito di Tossilo e sul potenziamento delle linee di incenerimento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che è stata inserita all'attenzione della Giunta regionale la deliberazione dell'Assessore della difesa dell'ambiente, conseguente al nullaosta rilasciato dal competente servizio Savi a conclusione dell'iter di valutazione di impatto ambientale sul cosiddetto progetto "Revamping-Tossilo";

RILEVATO che da più parti sono state sollevate perplessità sulla realizzazione di una nuova linea di incenerimento che, pur a fronte della necessità del raggiungimento di importanti obiettivi nella gestione dei rifiuti, prevede altissimi costi di costruzione e di esercizio, che mal si conciliano con la contrarietà al progetto deliberata da varie amministrazioni locali e con i timori espressi, soprattutto in relazione alla salute pubblica, da cittadini e movimenti d'opinione;

VERIFICATO che la nuova linea di incenerimento porterebbe la potenzialità di trattamento ad almeno 60.000 tonnellate annue di rifiuti indifferenziati, ben oltre le attuali capacità delle due linee di termovalorizzazione esistenti, con quantitativi necessari per portare a reddito l'esercizio della nuova linea di termodistruzione, non più raggiungibili, andando sicuramente a discapito dell'impatto tariffario a cui sarebbero obbligate le comunità che conferiscono nell'impianto di Tossilo;

CONSTATATO che viene registrato, da anni, il calo della produzione di rifiuti "secco-indifferenziato" e che, al contempo, il bacino del Nuorese, dell'Ogliastra e di Oristano, che conferiscono a Tossilo, registrano una raccolta differenziata di circa il 60 per cento, con una previsione di conferimento inferiore a 48.000 tonnellate all'anno, che non giustificherebbero una nuova linea di incenerimento - peraltro in netto contrasto con le direttive dell'Unione europea e con le disposizioni vigenti in materia di raccolta differenziata - il recupero e il riciclo dei materiali post-consumo;

CONSIDERATO che anche vari amministratori locali ed esperti di sanità sono intervenuti nell'acceso dibattito di queste settimane, richiamando l'assenza di rigore metodologico sui dati relativi alla salute pubblica, nonché sulla preoccupazione che gli inquinanti atmosferici e del suolo, quali diossine, ossidi di azoto e zolfo e polveri sottili, possano, con il potenziamento delle linee di incenerimento, contaminare aree, pascoli e allevamenti e, quindi, l' intera filiera alimentare e produttiva del territorio;

ATTESO che il sovradimensionamento dell'impianto di Tossilo, valutate le mutate condizioni rispetto al 2008, anno di elaborazione del vigente Piano regionale dei rifiuti e dei successivi conseguenti atti deliberativi e amministrativi via via adottati dalla Regione, parrebbe, oggi, porsi in antitesi con i buoni risultati raggiunti con la raccolta differenziata e con le possibilità offerte dalla direttiva quadro n. 2008/98/CE,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a portare all'attenzione e alla discussione in Consiglio regionale un così delicato provvedimento;

2) a coinvolgere l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per l'avvio di un'indagine rigorosa sul territorio del Marghine sui dati relativi alla salute pubblica;

3) ad avviare lo studio per individuare concrete soluzioni alternative alla termodistruzione;

4) ad assicurare la tutela e salvaguardia delle figure professionali attualmente impegnate. (126)

Mozione Deriu - Comandini - Solinas Antonio - Piscedda - Forma - Usula - Zedda Paolo - Manca Pier Mario - Cherchi Augusto - Agus - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Lai - Fenu sul bando Progetti pronta cantierabilità finanziabili con le linee di attività del POR FESR 2007-2013.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in data 25 novembre 2014, con la deliberazione n. 47/16, la Giunta regionale definiva "Accelerazione della spesa. Avviso multilinea per la presentazione di progetti per opere pubbliche di pronta cantierabilità";

- in data 3 dicembre 2014, veniva pubblicato sul sito della Regione l'avviso pubblico avente a oggetto "Presentazione progetti di pronta cantierabilità finanziabili con le linee di attività del POR FESR 2007-2013" con struttura di riferimento Assessorato lavori pubblici - Direzione generale dei lavori pubblici - Servizio interventi nel territorio;

- in data 13 marzo 2015, con la determinazione prot. n. 9985/641 dell'Assessorato dei lavori pubblici, veniva approvata la graduatoria finale con l'elenco di tutte le richieste pervenute;

CONSIDERATO che:

- la dotazione finanziaria messa a bando non è stata sufficiente a garantire a tutti i comuni, pur con progetti coerenti in graduatoria, di poter beneficiare del finanziamento;

- non si conosce quale sia la cifra necessaria per finanziare tutte le richieste coerenti non ancora finanziate;

- altri Comuni non hanno partecipato al bando presentando progetti di pronta cantierabilità,

impegna l'Assessore dei lavori pubblici

per conoscere se e quali misure intenda adottare per:

1) dare copertura finanziaria sufficiente affinché possano essere finanziati tutti i progetti che risultano coerenti, fino a esaurimento della graduatoria.

2) attivare nuove procedure affinché, nella programmazione 2014-2020, vengano individuate risorse con le stesse finalità per attuare un riequilibrio a favore dei Comuni che non abbiano presentato istanza nel bando in oggetto. (127)