Seduta n.49 del 06/10/2009 

XLIX Seduta

(POMERIDIANA)

Martedi' 6 ottobre 2009

Presidenza del Vicepresidente CUCCA

Indi

Della Presidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 16 e 11.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del martedì 29 settembre 2009 (42), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Vittorio Campus, Paolo Maninchedda, Eugenio Murgioni e Nicolò Rassu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 6 ottobre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53-67/A) del disegno di legge: "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo" (53) e della proposta di legge Bruno - Agus - Barracciu - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru: "Disposizioni urgenti e straordinarie volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed al rilancio dell'economia" (67)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del testo unificato del disegno di legge numero 53 e della proposta di legge numero 67. Ha domandato di parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Presidente, le chiedo una breve sospensione per consentire ai colleghi di arrivare in Aula.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle 16 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 14, viene ripresa alle ore 16 e 30.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Ladu, Meloni Francesco e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 43 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Constatato la presenza del numero legale si procede con i lavori.

Siamo arrivati all'articolo 3.

E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, questo dibattito ormai partecipiamo solo noi del centrosinistra, eppure sarebbe interessante ascoltare la voce almeno dei più esperti, dell'onorevole Peru, dell'onorevole Stochino, dell'onorevole Cherchi; non ci fa piacere recitare un monologo.

Quindi vi prego, partecipate, intervenite perché siamo interessati a capire la vostra idea su questo Piano casa.

Noi infatti non siamo contro il Piano casa, perché se fossimo stati contro non avremmo presentato una nostra proposta di legge. Quindi noi siamo favorevoli, ma non solo, io mi spingo ad affermare, che molte delle norme contenute nel vostro disegno di legge sono condivisibili. Però è chiaro che l'obiettivo che ponete al centro, del vostro disegno di legge è quello di rilanciare l'economia attraverso la movimentazione del comparto edilizio. L'Assessore ha detto in modo chiaro, che non è prevista nei 300 metri la possibilità di costruire nuovi edifici. Ci mancherebbe solo che fosse permesso! Ci dice sempre l'Assessore, che gli edifici, il numero delle abitazioni in quella fascia è molto inferiore a quanto si creda. Sembrerebbe che addirittura le abitazioni, comprese quelle situate nelle grandi città costiere siano meno di 30 mila. Ma non vi pare una contraddizione, allora, se volete rilanciare l'economia e movimentare il settore dell'edilizia, intervenire sulla fascia costiera dove il numero di abitazioni è inferiore a 30 mila? E questa è la prima contraddizione che pongo alla vostra attenzione.

Ma io voglio rivolgere anche un invito: ognuno di noi si soffermi e pensi al proprio territorio, alla fascia costiera del proprio territorio, pensi magari a quel posto dove va a trascorrere le vacanze d'estate o che conosce meglio. Io stamattina ho percorso la litoranea che porta da Villasimius a Cagliari e ho immaginato cosa potrebbe succedere, in quella fascia costiera, quando daremo il via libera ad un incremento delle cubature. Cosa potrebbe succedere, in quelle fasce costiere dove magari ci sono strutture ricettive, residence, costruiti sulla sabbia, di 1000-1500 posti, cosa potrebbe succedere in quei luoghi se noi autorizzassimo l'incremento di cubatura?

Voglio sottoporre alla vostra attenzione, un'ulteriore riflessione: è vero, molti cittadini sardi attendono l'approvazione del piano casa, lo chiedono anche a noi, e tra l'altro mi pare che si stiano creando aspettative che vedranno tanta gente delusa e che metteranno in seria difficoltà molti sindaci dei nostri comuni, perché la gente sta intravedendo nel piano casa quasi una sanatoria, quasi la possibilità di fare tutto quello che crede, superando tutti i vincoli che fino a oggi sono stati presenti nella normativa regionale e nazionale. E questo davvero creerà, credo, molti problemi.

Quindi io credo che - e sono d'accordo con quanto proponeva il collega Uras - sia opportuno rimandare questo provvedimento in Commissione, perché davvero tutti insieme possiamo riflettere, e sospendere quelle parti che creeranno solo confusione e non serviranno a conseguire l'obiettivo da voi perseguito.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Signor Presidente, in tutto questo dibattito ci sono soggetti sui quali grava la maggiore responsabilità, e credo sia necessario parlarne. Mi riferisco ai sindaci, che già da adesso stanno vivendo le loro difficoltà. Conoscete benissimo la storia dell'abusivismo, dell'abbattimento; su questa vicenda e sull'interpretazione distorta sta avvenendo qualcosa di piuttosto delicato. Qualcuno pensa fuori da quest'Aula che questa legge sia la sanatoria di una situazione piuttosto vecchia, dove si è scritto tanto, si certificato altrettanto, e dove le demolizioni in molte realtà sono all'ordine del giorno della discussione nelle comunità interessate. Ci sono realtà piuttosto tranquille, che a prescindere dall'interpretazione vivono in modo diverso il problema, con maggiore serenità. Ci sono altre realtà che questa serenità non hanno, e allora si corre il rischio di aggravare ulteriormente situazioni, già delicate di per se.

Io credo che la Regione non possa pensare di approvare questa legge e di lasciare poi i sindaci di frontiera con il cerino in mano. C'è necessità di un supporto reale, c'è necessità di un controllo continuo, di una verifica, di un qualcosa che comunque supporti (se non sostituisca) il controllo che comunque deve seguire. Se dovessimo, infatti, pensare di approvare la legge e di lasciare poi ai sindaci il controllo di tutto quello che noi abbiamo legiferato, io credo che, a parte le incomprensioni e le interpretazioni, a parte chi vuole che questa legge sia una sanatoria di tutta una serie di abusi commessi nel passato (ognuno la interpreta come vuole) si inizierebbe un percorso turbolento che metterebbe in difficoltà la maggior parte dei nostri amministratori.

Assessore, quello che cerco di spiegare è che nell'approvazione della legge e nella sua applicazione è necessario prevedere di accompagnarla, con un controllo serrato da parte della Giunta, e quindi della Regione sarda. Non pensiamo che i guardiani siano i sindaci, non pensiamo che siano loro gli unici a dover far rispettare questa legge, non pensiamo che siano loro gli unici a doversi preoccupare dell'abusivismo, di interpretazioni, di sanatorie, di ampliamenti e di quant'altro.

Dico questo perché credo che molti di noi abbiano raccolto le preoccupazioni di chi vive in determinate realtà - e non voglio fare nomi, perché è sempre antipatico - nelle quali la situazione urbanistica è molto grave. Il discorso dell'abusivismo e dell'intervento delle amministrazioni locali comporta sempre una certa sofferenza nelle comunità, che reagiscono a volte in modo non appropriato. E allora io non vorrei che dopo l'approvazione di questa legge qualcuno strumentalmente pensasse di applicarla a suo arbitrio. Qualcuno può anche pensare di ricevere l'ennesima sanatoria, qualcuno può pensare che l'abbattimento non dovrebbe avere più seguito; beh, questa sarebbe una delle situazioni più gravi e più difficili da gestire. Non le facciamo gestire solo ed esclusivamente ai sindaci! Questo è il punto che a me interessa di più, perché sino ad adesso credo che, di attenzione reale nei confronti di chi è in trincea, ne sia stata prestata poca; ecco, vediamo di preoccuparcene.

L'altro punto che m'interessa, ma per un chiarimento anche di carattere personale, è quello che ha sollevato il collega Gian Valerio Sanna relativamente al comma 4 dell'articolo 3. Il comma 4 non è il frutto della volontà di questa Giunta ma è il frutto del lavoro svolto in Commissione. Io voglio ricordare ai colleghi dell'opposizione un caso spesso sollevato: quello di una unità immobiliare, ereditata da due fratelli i quali hanno la necessità di suddividersela, o sostituendo una finestra con una porta, o costruendo una scala esterna per rendere indipendente il piano superiore. Sono segnalazioni che ci pervengono dai sindaci, dalle comunità e che dimostrano le difficoltà in cui si trovano.

Gli amici dell'opposizione sostenevano che: "l'unità immobiliare, per poter essere divisibile, dovesse essere minimo di 120 metri quadri. Quindi, se uno eredita un appartamento di 90 metri quadri sarebbe impossibilitato a dividerlo. Ecco, allora vediamo di superare anche questo limite. Dobbiamo capire che ci sono esigenze che non possono essere soddisfatte dai sindaci o dagli amministratori locali, ma che devono essere supportate e regolamentate nel migliore dei modi. Questo è il significato del comma 4; non c'è altro dietro, e non ci sono persone per adesso sconosciute a cui far riferimento, come simpaticamente ha voluto evidenziare il collega Gian Valerio Sanna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo articolo consente interventi di ampliamento per le costruzioni nelle aree agricole e credo che il riferimento sia a quelle aree nelle quali sicuramente dovrebbe essere complicato dare risposte al titolo, di questa legge, cioè al sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio.

Qualcuno crede davvero che nelle zone agricole ci siano attività, imprese agricole (che oggi che non sono in condizioni neppure di pagare i debiti, così come gli agricoltori stessi ci hanno detto) e in grado di ampliare le proprie strutture? Sicuramente no, però sappiamo tutti che l'intervento non è rivolto alle strutture e alle aziende agricole ma è rivolto all'edificato in agro, a quelle zone che, nel primo comma dell'articolo 3, vengono definite "zone omogenee", per sottolineare che proprio tanto omogenee non sono) anzi che sono così eterogenee che rappresentano la parte più diversificata dell'edificato e del costruito.

Penso, per esempio, alla Nurra di Alghero e di Sassari che oggi di agricolo ha praticamente niente ma è interamente frazionata ed edificata, con una selva di seconde case, di bed and breakfast e di tutte quelle attività che peraltro non creano un minimo di ricaduta economica perché spesso il lavoro è in nero (e quindi l'evasione è pressoché totale) con soluzioni architettoniche, le più svariate, che vanno dalla casa di tipo alpino ed extra europeo ad una serie di pertinenze ed opere spesso abusive costituite da verande, casette, legnaie, canili più o meno lussuosi, pollai più o meno grandi e soprattutto enormi piazzali, piastrellati, cementificati, che rappresentano un problema di non poco conto per la permeabilizzazione dei suoli, come dimostrano le conseguenze drammatiche che registriamo in altre situazioni.

Io credo che il problema più serio sia rappresentato dal fatto che continuiamo a non considerare l'agro come una zona su cui deve essere consentito fare solo agricoltura mentre le residenze dovrebbero essere limitate, come vuole il vivere civile, ai paesi e alle città. Le zone definite "omogenee", nei piani regolatori di un tempo venivano classificate in zone E1 ed E2, cioè le zone appoderate e quelle tradizionali, della campagna storica. Quest'ultima è spesso ricca di volumi edificati nel passato, con case di proprietà e ville di un certo pregio anche architettonico e monumentale, che meriterebbero come ho avuto in altre occasioni modo di segnalare, una tutela normatica almeno pari a quella dei nostri centri storici, perché rispondono a valori architettonici ed in alcuni casi monumentali, da proteggere e tutelare.

Vi è poi tutta un'altra serie di costruzioni che probabilmente non godranno di alcuna possibilità di aumenti volumetrici come le cosiddette casette costruite nelle vigne e negli uliveti.

Per quanto riguarda poi le zone, nella norma si fa riferimento alla distanza dal mare (dentro i 300 metri) ma io credo che il caso più pericoloso sia quello che qui non è contemplato: è consentita o non è consentita, infatti, la premialità volumetrica in quell'edificato che non rispetta le distanze dai corsi d'acqua, dai fiumi, dai canali? Il rispetto di quelle distanze è un elemento di sicurezza e serve ad evitare che quelle zone possano diventare luogo di lutto e di disgrazia. E' un aspetto che pongo alla vostra attenzione.

Un altro aspetto che pongo alla vostra attenzione è quello relativo alla distinzione delle diverse zone E.

Oggi secondo le disposizioni del Piano paesistico regionale, ma anche dei piani urbanistici comunali, le zone E sono classificate in modo diverso (E1, E2, E3, E4, E5) mentre in questo articolo si fa riferimento generico alle zone E. La premialità, quindi, viene in qualche modo concessa in modo indistinto e tutte le zone E, anche, per esempio, alle zone E5 che, se non ricordo male, sono quelle più protette perché sono quelle dove esiste la sola macchia mediterranea e che quindi, indipendentemente dalla loro distanza dal mare, meriterebbero una attenzione e un rispetto maggiore. Poi ci sono le zone E1, con le culture specialistiche. Per esempio in alcune zone si fa riferimento alle culture dell'ulivo e della vigna e così via. Anche questo aspetto, quindi, è un aspetto che vorrei porre all'attenzione di voi tutti e sul quale sarebbe bene assumere un atteggiamento conseguente all'importanza che annettiamo a queste zone. Del resto l'area agricola, a parte le aree artigianali e le aree industriali, a parte le servitù militari che in qualche modo occupano un'estesa superficie della Sardegna insieme alle carceri, costituisce, con le aree urbane, la gran parte del territorio della Sardegna. Io credo che un altro aspetto da tener presente, soprattutto quando si pensa di consentire nelle zone agricole interventi edilizi e che certe considerazioni doverose a volte vengono fatte tardivamente, quando le disgrazie sono già successe, come avviene per quanto riguarda il discorso delle alluvioni. L'essere intervenuti in modo indiscriminato nelle zone agricole, alterando e deviando corsi d'acqua, rigagnoli, fiumiciattoli, per soddisfare esigenze di tipo personale o aziendali ha determinato una serie di problemi che hanno portato e porteranno, prima o poi, quando meno ce l'aspettiamo, a disastri e disgrazie.

Lo stesso sottosegretario Bertolaso, in occasione di eventi luttuosi di quella natura ha detto: "sono in parte da addebitare all'abusivismo edilizio". Allora io mi chiedo: come mai un abusivismo così drammaticamente inopportuno viene tollerato e consentito anche da questa legge? Questa, infatti, è una legge permissiva, una legge che, in ogni caso, vuole raggiungere un obiettivo, che è quello di aumentare i volumi, qualsiasi volume! Stamattina abbiamo evidenziato che si è arrivati a utilizzare i bambini e gli handicap pur di giustificare aumenti volumetrici. Poi c'è, come dire, il costruito autorizzato che quindi non viene considerato come abuso e abusivismo, però è tollerato…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Signor Presidente, io intervengo sull'articolo 3 perché da quando abbiamo iniziato la discussione su questo articolo solo due interventi erano attinenti ad esso, quello dell'onorevole Agus e quello ultimo dell'onorevole Sechi, tutti gli altri erano interventi di carattere generale che potevano riguardare la discussione generale della legge.

Stiamo assistendo da stamattina, prima sotto la presidenza della presidente Lombardo poi sotto la sua presidenza, ad una serie di interventi che non sono certamente attinenti all'articolo ed agli emendamenti in discussione. Quindi, Presidente, per cortesia, io le chiedo di richiamare i colleghi, sia di centrosinistra sia di centrodestra (qualora intervenissero dal centrodestra) ad attenersi scrupolosamente all'articolo e agli emendamenti che verranno discussi.

E' quindi sull'articolo 3 che voglio intervenire. L'articolo 3, come i colleghi dall'opposizione e i colleghi della maggioranza hanno avuto modo di leggere e di prendere visione nel testo in esame, regolamenta gli incrementi volumetrici sugli immobili destinati ad usi prettamente agro-silvo-pastorali, al fine di consentire un maggior sviluppo di un settore di notevole rilevanza per l'economia sarda, un settore che nella passata legislatura è stato dimenticato, un settore, quale quello agricolo, che noi riteniamo trainante e che riteniamo importante per lo sviluppo economico e per il rilancio dell'economia in quest'Isola. In questo caso stiamo riservando, con questo provvedimento, una grande attenzione al miglioramento della qualità architettonica dei fabbricati e al contesto paesaggistico.

Per quanto riguarda il primo aspetto, come avete avuto modo di vedere, l'articolo 3 gradua le possibilità di ampliamento in relazione soprattutto alla valenza paesaggistica delle aree, permettendo così di incentivare la ripresa anche dello stesso settore agricolo, settore tradizionalmente importante per la nostra economia ma che qualcuno aveva dimenticato. Mi dispiace che non sia presente l'onorevole Porcu che, come al solito, getta la pietra e poi nasconde il pugno e scappa; fa spesso così. Lo ha fatto anche nella passata legislatura quando era in maggioranza e quando avallava scelte ispirate certamente non all'interesse dei sardi, ma di pochi e quando faceva finta di non sentire il rumore dell'elicottero che sorvolava, con pochi intimi, la Sardegna per mostrare qualche gioiello naturalistico e far vedere magari alcuni terreni.

Dico questo anche perché stamattina avete fatto riferimento all'assenza del nostro Presidente. Il nostro Presidente, che è anche il vostro Presidente, il Presidente della Sardegna, è impegnato in questioni molto importanti e i risultati che sta portando a casa, che sta portando a casa questo Esecutivo, sono risultati che sicuramente vi danno fastidio, perché qualcun altro magari non li ha portati a casa. E' quel "qualcun altro" che oggi magari qui non è presente, che non è mai presente in Aula, che forse è impegnato in altro.

Comunque, sull'articolo 3 io ritorno, Presidente, per dire che noi riteniamo che questo articolo tenga conto delle esigenze degli agricoltori, tenga conto (così come l'onorevole Agus, da uomo del territorio, ha prontamente e bene illustrato) delle peculiarità di ogni singola realtà che ovviamente è diversa: quella del medio Campidano è diversa da quella della Gallura, perché diverse sono le peculiarità, diverso è il contesto storico nel quale questo tipo di intervento viene, appunto, calato.

Ritengo anche opportuno e importante l'ampliamento per i fabbricati (in modo particolare dell'imprenditore agricolo, destinati ad attività agro-silvo-pastorali) nella misura del 10 per cento nella fascia da zero a 300 metri, a condizione però che le volumetrie, così come abbiamo scritto, siano destinate ai medesimi usi e previa valutazione positiva della Commissione regionale per la qualità paesaggistica; credo che questo sia un elemento di garanzia e che possa essere una garanzia non solo per noi ma anche per voi, cari colleghi, che ricevete le stesse richieste; soprattutto a voi si rivolgono coloro i quali l'agro lo vivono, lo abitano e magari vorrebbero implementare la propria abitazione per vivere meglio con la loro famiglia e custodire quella terra che magari gli è pervenuta in donazione dai genitori o dai nonni.

Questo è lo spirito di questo articolo e noi questo lo difenderemo, e lo difenderemo soprattutto con grande serietà e con grande attenzione, senza speculare e tanto meno muovere accuse gratuite a chi siede da questa parte e a chi siede in maggioranza.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Grazie, Presidente, io cercherò di non seguire l'esempio dell'onorevole Sanna, che prima chiede ai colleghi di parlare nel merito circa i problemi e i contenuti dell'articolo 3… (Interruzioni) Presidente, non vorrei disturbare i colleghi mentre intervengo.

PRESIDENTE. Sì, infatti, eventualmente abbassi un po' la voce che magari così non li disturba.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Raccolgo il suo suggerimento, per non disturbare i colleghi.

Presidente, come dicevo non seguirò nell'errore il collega Sanna che, in uno straordinario esercizio non di oratoria ma di retorica, nell'introduzione ha affermato una cosa e nel corso dell'intervento ha smentito l'introduzione, argomentando e sostenendo l'una tesi e l'altra con forza di argomenti, però negando la prima parte con la seconda. Anche perché, ho controllato, Presidente, - e mi corregga se sbaglio - nell'articolo 3 non ho trovato elicotteri, norme relative agli elicotteri, né tanto meno questo articolo disciplina il comportamento dell'onorevole Porcu.

Ho trovato altre cose, purtroppo, perché se l'articolo 3 fosse semplicemente una norma relativa al comportamento di alcuni consiglieri forse non causerebbe un danno alle nostre coste e al nostro paesaggio. Invece ho trovato ben altro, e cioè ho trovato che si aggiunge agli incrementi di volumetria, alle nuove cubature, alle deroghe ai limiti di altezza, allo stravolgimento degli strumenti di pianificazione urbanistica, a quella che sarà la speculazione all'interno dei centri storici, il soffocamento di quella parte di coste ancora non soffocata dal cemento con altro cemento, e così le campagne, le montagne e le spiagge.

Per fortuna ci si è limitati a questo e non all'ambiente sottomarino, ma non so se gli emendamenti futuri arriveremo anche a quello. Cemento, asfalto, nuovo inquinamento, costi pubblici, invece di nuove infrastrutture, tentativo di intervenire circa la manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri edifici pubblici e privati nelle vie e nelle piazze con risorse pubbliche. Abbiamo costruito troppo, ce lo segnala anche l'Europa, e noi vogliamo costruire di più: le nostre coste le abbiamo sfruttate per il 40 per cento, e nonostante questo 40 per cento il turismo incide sul nostro prodotto interno lordo per il 7 per cento.

Anche se arrivassimo a sfruttare il 100 per cento delle nostre coste non risolveremmo il problema perché il problema non è rilanciare il settore del turismo, il settore dell'agro e delle pertinenze connesse all'agro (come vuol fare l'articolo 3) o il settore edilizio: non è sufficiente un metro cubo in più per rilanciare lo sviluppo, anzi produrrà ulteriori brutture e rischi, come anche altri colleghi hanno segnalato. Per rilanciare il turismo forse ci sarebbe voluto l'allungamento, l'allargamento della stagione turistica, non due camere in più, anche perché quelle due camere in più, se rimangono vuote, sicuramente non produrranno ricchezza per il settore turistico.

Magari sarebbe opportuno favorire il collegamento tra il turismo costiero e il turismo delle zone interne, tra le strutture che sono presenti nelle coste e le strutture presenti nell'interno, una migliore pubblicità della Sardegna all'estero e negli altri Paesi europei. Questo forse avrebbe prodotto un incremento del flusso turistico, maggiore rispetto a interventi che vanno a contaminare zone incontaminate, anche perché non mi risulta che i turisti acquistino cartoline con le peggiori brutture o le costruzioni sulle coste, mi risulta, invece, che l'acquisto delle cartoline da parte dei turisti sia limitato a quelle che presentano paesaggi incontaminati. Quindi non capisco quale incremento del flusso turistico si possa avere contaminando zone incontaminate.

Non si va ad aiutare le famiglie, i giovani, le giovani coppie; per quanto riguarda le campagne, le imprese agricole non viene prevista la messa a sistema di quelle imprese, di quelle attività agricole, non vengono previste facilitazioni per l'accesso al credito, ma nuovo cemento. Quasi che incrementando di cubatura qualche edificio nelle campagne, qualche edificio in montagna, qualche edificio nei 300 metri dal mare o qualche edificio legato alle attività agro pastorale, alle aziende agricole ecc. ciò possa produrre per quel settore sviluppo economico. Non è così.

Le richieste di quel settore sono ben altre: incentivi per l'ammodernamento delle aziende, aiuti pubblici circa l'innovazione tecnologica, facilitazioni per l'accesso al credito, messa in sicurezza di intere aree che quando il tempo non è benevolo, subiscono danni con conseguenti richieste di indennizzi.

Ancora: prevenzione nella lotta agli incendi (abbiamo visto quest'estate quante aziende agricole già in difficoltà per la crisi economica, hanno avuto problemi per gli incendi e hanno dovuto chiedere aiuti pubblici), recupero degli immobili tipici di alcune realtà come gli stazzi nel nord Sardegna oppure le case campidanesi nel Campidano. Questo viene chiesto da quelle realtà. In Toscana, in Trentino Alto Adige gli immobili sono stati recuperati; là dove c'era la pietra la pietra è rimasta e non è stata sostituita con il cemento o con il blocchetto a vista. Laddove c'erano costruzioni con i balconi in legno lì è stata recuperata quella tipologia. Nelle campagne non troverete sicuramente ovili composti da tutto il materiale di risulta che può essere trovato nelle discariche a cielo aperto delle nostre campagne. Insomma, bisognerebbe andare in tutt'altra direzione, ma mi sembra che ciò non sia previsto nell'articolo 3.

Questo articolo non produrrà sviluppo, non costituirà un incentivo per il turismo, non aiuterà sicuramente gli agricoltori e le attività legate al mondo agropastorale, avremo invece cemento, consumo dell'ambiente, ulteriori danni e scempi sulle nostre coste. Lo stesso vale per gli emendamenti della Giunta, visto che ormai è una costante quello che ogni Emendamento modificativo invece di migliorare e correggere il testo nelle direzioni che noi chiediamo lo peggiori. Si prevedono incrementi di volumetria fino al 30 per cento che poi aumentano al 60 e arrivano all'80 per cento se si tratta di alcune categorie socialmente più deboli.

L'Emendamento numero 360, per esempio, prevedendo modifiche in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, peggiora ancora la situazione.

Stessa cosa fa l'Emendamento numero 361 della Giunta che rende possibilei ulteriori incrementi di volumetria nelle isole minori. Mi pare quindi che anche con gli emendamenti si vada in una direzione completamente opposta rispetto a quella da noi segnalata ed è per questo che vi chiediamo di ritirare questo provvedimento, di riportarlo in Commissione, di rivedere e correggere gli errori perché nessuno di voi conosce il futuro, nessuno di voi possiede una sfera di cristallo per poter vedere che cosa avverrà nelle nostre città, nei nostri centri storici, nell'agro e nelle nostre coste.

PRESIDENTE. E' iscritto, a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, vorrei rivolgere alcune domande al nostro Assessore visto che è in Aula, vorrei sapere che ne sarà del residence rocce rosse di Teulada, uno dei peggiori orrori dell'edilizia moderna. Un albergo sul mare che ha inglobato addirittura un tratto di demanio marittimo; è oggi e una multiproprietà, quindi questo scempio potrà usufruire del premio volumetrico.

Parliamo anche di un altro scempio che è Punta cristallo, sulla costa ovest di capo caccia, per il quale è previsto un aumento volumetrico sino al 35 percento.

Chiedo anche che ne sarà, Assessore, dei 13 campeggi abusivi a Porto Conte. Nonostante siano in corso dei processi penali, infatti, nella finanziaria approvata ad c'è una norma che riguarda proprio le case mobili, per cui tutti scaricheranno legalmente sulla meravigliosa baia di Porto Conte. Tutto questo con nonchalance.

Quindi, che ne pensa, Assessore? Non mi sembra che sia necessaria una coscienza particolarmente ecologista per dire che tutto questo non si può fare. Anche gli abusi di Capoterra - alla faccia dei drammi che ormai viviamo stagionalmente - godranno del premio volumetrico, tanto non costa nulla, anzi è un sistema facile che consente talvolta anche di saldare debiti elettorali. Dobbiamo dircele tutte le cose!

Che dire poi del mostruoso complesso sorto in mezzo alla natura a Is arenas, proprio nel pieno della macchia mediterranea, impugnato per diritto comunitario e con condanna pecuniaria giornaliera dal 1999? I lavori continuano per cui le condanne, Assessore - poi lei mi smentirà se questo non è vero - cadranno sulla Regione sarda e non sull'autore della grande opera. La Regione pagherà la sanzione per non aver contrastato assolutamente questo vergognoso abuso. Certo, Assessore, che male c'è? La colpa deve essere proprio di quel paradiso verde, del fatto che sia proprio selvaggio. Proprio in quel contesto, peraltro, si prospetta la possibilità del bosco di pale eoliche; intanto sempre di bosco si tratta!

Allora, è su questi paradossi della vergogna che i sardi primo o poi - e mi riferisco innanzitutto a quelli senza casa - ci chiederanno conto, soprattutto chiederanno conto a questa Giunta. A questo proposito voglio anche ricordare che in Sardegna ci sono quattro appartamenti per ogni abitante, quindi non vedo tutta questa necessità di cementificare. Comunque nulla di rilevante.

Con l'articolo 3 in maniera subdola si vuole continuare a fare uno spezzatino della legge urbanistica concedendo agli immobili per i cosiddetti usi agro-silvo-pastorali, nonché residenziali, incrementi di volumetria pur all'interno dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 per le isole minori; sarà un grande scempio questo; altro che tsunami! Ora in questo modo, non dichiarando apertamente che si è favorevoli alla cementificazione, perché questo emerge dai fatti (anzi mi scuso perché volevo dire "costruzione") come ci ha ben spiegato l'Assessore, si afferma che il piano casa vero, "sa da venì", e sicuramente "sa da venì" con questi parametri per quanti sono alla ricerca davvero del primo tetto, che mi sembra un diritto legittimo per ogni uomo.

Comunque ancora una volta, Assessore, qui si gioca a creare molta confusione e a mettere l'uno contro l'altro per far prevalere gli interessi della speculazione edilizia che non ha nulla a che vedere con gli interessi delle attività produttive appena citate, quindi agro pastorali eccetera. Per come stanno le cose io lancerei anche uno slogan: vuoi fare un abuso? Beni in Sardinia. Tanto poi la Regione Sardegna provvederà con certezza a sanarlo.

Queste prassi nelle colonie africane, in tutte le colonie di tutto il mondo e quindi anche qui in Sardegna, sono la norma, insieme all'arbitrio, alla prepotenza, ai soprusi contro i diritti elementari dei popoli. Intanto riempiono tasche e pance e nel nostro caso arricchiscono prinzipales, ascari vari, pronti ad ogni avventura. Però, io dico che su questi temi così importanti, che vedono lo stravolgimento del nostro territorio e della vita della nostra gente, prima o poi dovremo fare i conti. Ritengo inoltre che, se davvero vogliamo parlare di Piano casa, anche da un punto di vista didattico e storico, sarebbe opportuno andare a rivisitare il primo grande Piano casa di Fanfani, che in quattro anni, se non sbaglio dal '59 al '63, ha portato alla costruzione di 2 mila 800 unità abitative, e quello fu un Piano casa che vide, attraverso un concorso di idee, la partecipazione di nomi eccellenti dell'architettura che seppero davvero coniugare la funzionalità con l'estetica del manufatto e dei contesti in cui sorgevano.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.).Signor Presidente, riprendiamo a parlare di questa controversa proposta di legge, che noi non condividiamo, come si sarà capito dalla miriade di interventi che i colleghi della minoranza hanno svolto. Noi non la condividiamo non per capriccio, ma perché la consideriamo nel complesso una legge sbagliata e l'abbiamo detto fin dall'inizio. Essa viene proposta, infatti, ma anche recepita e attesa come una legge che libera (qualcuno direbbe finalmente) da vincoli, da norme, che fino ad oggi sembrerebbe che abbiano impedito al variegato mondo economico di operare. Io continuo a dire e a sostenere che si sta creando un pericolosissimo precedente, si sta creando un pericoloso clima di deregulation. Ho già avuto modo di collegare questo clima a quello determinato nella storia degli ultimi vent'anni del nostro Paese dai vari condoni edilizi, che si sono susseguiti nel tempo, fino a quest'ultimo che è stato approvato l'altro giorno.

Si alimentano attese nei cittadini assolutamente insane, attese legate al "finalmente si elimina quella legge", "finalmente si elimina quell'ostacolo a che io possa fare ciò che voglio". E lo si fa sia per piccoli (e si potrebbe anche dire ragionevoli) interventi di adeguamento di piccole costruzioni di famiglie che hanno problemi, che un piccolo intervento potrebbe risolvere, ma si alimentano anche attese molto più corpose di veri e propri interventi di speculazione edilizia. E questa proposta accomuna tutti questi soggetti, nel contrapporsi alle norme urbanistiche vigenti, ai piani urbanistici in vigore nelle varie realtà degli enti locali, alle stesse amministrazioni locali e ai sindaci, e questi ultimi vengono esposti anche dalla "generosità" di molti degli articoli che il Consiglio sta approvando, a pericolose contrapposizioni col singolo cittadino, sia perché sono comunque loro i principali interpreti delle norme urbanistiche locali e dei piani comunali, sia perché sono anche coloro che devono fare in modo che la norma venga interpretata nel migliore dei modi.

Certo, spesso i sindaci hanno come interlocutori anche agricoltori, pastori, allevatori, imprese agricole, coloro che operano nelle aziende di cui si parla in questo articolo 3. Io non credo, onorevole Sanna Matteo, che ci si attenga di più all'ordine del giorno, discutendo se è presente o meno in questo momento l'onorevole Porcu o qualche altro, piuttosto che continuamente a parlare di questa legge anche in termini generici. Credo che ci si attenga di più all'ordine del giorno se si continua a riflettere anche sulle questioni generali di questa legge, nella misura e con le argomentazioni che ciascuno di noi ritiene, senza aver tema che se per poco, per mezz'ora mi assento, ci potrebbe essere qualcuno che rimbrotta perché non sono presente in tutti i momenti. E' senz'altro all'ordine del giorno parlare degli effetti che potranno ricadere sulle aziende agricole da questa legge.

Vedete, io sono particolarmente sensibile alle esigenze di adeguamento delle strutture produttive degli operatori e delle imprese agricole. Sono uno che sostiene che l'impresa agricola vada messa assolutamente in condizioni di poter operare; si dovrebbero costruire ponti d'oro agli agricoltori che decidono di continuare in questa attività. Però, se servono adeguamenti alle strutture produttive, se servono adeguamenti delle abitazioni degli agricoltori (e sono tutti argomenti assolutamente importanti) ciò che non va bene, a mio modestissimo parere, e che lo si voglia con norme transitorie e straordinarie, che durano, a detta della stessa legge, diciotto mesi. Chi è in grado economicamente, in questi diciotto mesi, di crearsi le condizioni per poter fare un intervento per adeguare la propria strada, lo può fare, chi invece in questo momento, come qualcuno sosteneva, ha a tanti debiti da pagare, chi non lo può fare, fra diciotto mesi, non avrà più alcun tram a cui attaccarsi.

Serve che invece per queste esigenze reali - ma anche ovviamente per altri tipi di imprese, ma in questo articolo 3 stiamo parlando delle imprese agricole - si individuino percorsi che siano validi oggi, ma che siano validi anche fra tre anni, che non siano legati alla contingenza di un intervento straordinario. Va bene sforzarsi come Consiglio regionale di offrire risposte alle imprese agricole che hanno necessità di adeguare le proprie strutture. Serve creare le condizioni perché chi ha queste esigenze le possa affrontare, sia approvando norme che rimuovano gli ostacoli legali allea realizzazione delle strutture più consone alla propria attività produttiva, sia, soprattutto, crando le condizioni economiche e creditizia perché questi interventi si possano fare. Diversamente stiamo parlando, è vero, di imprese agricole, ma è più corretto dire che stiamo parlando delle imprese di agricole come finanziatori dell'attività edilizia, e questo mi sta meno bene. A me interessa che nell'azienda agricola, se si devono effettuare investimenti, si effettuino investimenti per le attività produttive di cui stiamo parlando.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Valerio Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Signor Presidente, io intendo rinunciare al mio intervento. Rinuncio al mio intervento per offrire un segnale di distensione e disponibilità alla maggioranza. Vorrei che la maggioranza cogliesse questo segnale in considerazione del fatto che in effetti vi è una sovrapposizione di argomenti, un ripetere. Magari entrando meglio nel merito degli emendamenti, sarà più facile capire, di volta in volta, se vi è la disponibilità a trovare una sintesi e una mediazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signor Presidente, Assessore, colleghi consiglieri, questo è un articolo chiaramente molto atteso, e non solo, da chi lavora nel mondo dell'edilizia, dagli imprenditori che lavorano in questo mondo, perché avrebbe dovuto, nello spirito della legge, rappresentare uno strumento importante per la ripresa dell'attività economica ed edilizia della nostra Regione, e quindi ha creato oggettivamente numerose attese, attese importanti che, a mio parere - lo dicevo già in sede di discussione generale - rischiano di essere sovradimensionate rispetto al loro effettivo concretizzarsi. Questo è un altro di quegli articoli, tra l'altro, che secondo me rischia di far incorrere la legge in censure di illegittimità, perché interviene su fasce importanti e tutelate come quelle dei 300 metri dalla battigia.

Tra l'altro, entrando nello specifico dell'articolo, si ipotizza una serie di interventi senza, secondo me, effettuare un'attenta valutazione delle conseguenze; non si parla, ad esempio, degli incrementi volumetrici che si possono autorizzare nelle zone dell'agro, e di quanto possano costare dal punto di vista dei servizi che verrebbero a mancare. Sappiamo benissimo che l'handicap più grande delle costruzioni in agro è stato quello dei servizi, che sono costati all'intera collettività e che generalmente sono sempre sottodimensionati rispetto alle effettive esigenze; aumentare il carico antropico in queste zone potrebbe portare chiaramente ad una situazione di ulteriore difficoltà.

Tra l'altro anche questo, che è stato oggetto di discussione generale e di riflessioni importanti, è un articolo che va a toccare un aspetto molto importante, perché riguarda luoghi dove generalmente ci sono stati grandi abusi edilizi, abusi edilizi condonati negli anni, condonati con le diverse opportunità offerte dallo Stato italiano, e rischia di creare una situazione veramente ambigua di doppia premialità. Ci troviamo, infatti, a concedere aumenti volumetrici, migliorie volumetriche a situazioni che sono già state oggetto di condono. Questi sono alcuni rischi che si corrono all'interno di questo articolo.

Però, una considerazione generale che sta a monte e che diciamo è il presupposto del voto favorevole dell'Emendamento che propone la soppressione dell'articolo è questa: Assessore, noi in questo articolo andiamo a toccare un tema molto sensibile, un tema che ha suscitato, anche nella scorsa legislatura, un grande dibattito. Personalmente non nascondo la mia opinione: ho sempre detto che sul tema dell'agro è necessaria una riflessione attenta, puntuale e che valuti tutte le situazioni, distinguendo tra quella che è la funzione dell'agro, visto come terreno destinato all'attività agricola, e quello che, secondo me, è un aspetto culturale diverso: quello della residenza rurale.

Noi viviamo in un territorio, quello sassarese, che è sulla bocca di tutti, perché è stato oggetto negli anni sicuramente di un eccessivo utilizzo, utilizzo che però, secondo me, è legato anche a una forma culturale del modo di vivere la campagna, e uso il termine campagna proprio per distinguerla dall'agro. Ecco, secondo me questo è uno degli elementi che dovrebbe portarci, Assessore, a ritirare questo articolo per intero per affrontarlo successivamente, in sede di esame della legge urbanistica, perché aprendo il confronto, individuando veramente gli elementi seri del confronto, si potrebbe trovare una disponibilità a recepire ragionamenti che vada al di là della solita contrapposizione tra maggioranza e opposizione, per andare incontro alle esigenze di sviluppo del nostro territorio. Questa secondo me può essere un'opportunità anche nel proseguo della discussione della legge, anche come forma di apertura.

Penso che la legge urbanistica debba essere un documento da portare subito alla discussione di quest'Aula, penso che possa sicuramente portare all'interno di quest'Aula un ragionamento compiuto su quello che è il vero ruolo che la campagna deve esercitare nella nostra Regione. Questo lo dico con serietà, con la stessa serietà che anche la scorsa legislatura mi ha consentito di esprimere pareri anche difformi dagli orientamenti della Giunta. D'altronde anche nel nostro disegno di legge, Assessore, noi proponiamo (contrariamente a quello che si dice, che vogliamo sempre essere "contro" e non "per") proponiamo anche interventi che presuppongono aumenti volumetrici fino al 20 per cento per le residenze come prima casa, e anche per quelle che si trovano nei territori impropriamente chiamati "agro". Ecco, io penso, Assessore, che questo possa essere un elemento per aprire il dibattito in quest'Aula, tra l'altro un elemento importante, perché va veramente a toccare fette rilevanti del nostro territorio.

Io trovo difficoltà a comprendere innanzitutto gli emendamenti che riducono la fascia sino ai 1000 metri, trovo difficoltà a capire questi, poi probabilmente l'Assessore nel suo intervento, qualche collega della maggioranza che avesse voglia di cimentarsi, ci spiegherà le motivazioni, però è oggettivamente un volere abusare un po' troppo della disponibilità che può offrire il nostro territorio per le nostre esigenze. Questo può essere forse un punto cardine per poter riportare all'interno di questa Aula un dibattito serio che possa anche portarci ad accorciare i tempi di discussione, probabilmente anche a trovare un ragionamento - sempre nel rispetto delle proprie parti, di quello che ognuno di noi rappresenta all'intero di quest'Aula - un ragionamento tra le forze politiche che apra le porte ad una maggiore disponibilità.

Assessore, questo compete a lei, io mi rivolgo a lei come referente della Giunta regionale, mi rivolgo ai colleghi di maggioranza, mi farebbe piacere sapere cosa pensa il Capogruppo del PDL, che di questo tema le scorse legislature è sempre stato appassionato e si è sempre cementato. Questi giorni avrei veramente il piacere di capire e di sapere qual è il suo parere e quali sono le sue opinioni.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, la serata si è contraddistinta per una serie di interventi che di fatto interrogano in particolare l'Assessore in ordine ad alcune vicende. Vorrei innanzitutto far presente che non è di certo intenzione dell'attuale Giunta regionale identificare attraverso il documento che è all'attenzione dell'Aula qualsivoglia forma che contemperi la possibilità, da parte di qualche soggetto, di sanare opere realizzate illegittimamente.

Mi permetto anche di ricordare, a tal proposito, perché è stato richiamato più volte, che di fatto la Regione Sardegna, Regione a Statuto speciale, in riferimento alle leggi sul condono, opera non in virtù delle norme nazionali, ma in virtù del recepimento che il Consiglio regionale ha ritenuto di dover operare dalle disposizioni nazionali con specifiche leggi, per cui le norme che attengono al condono edilizio in Sardegna sono norme regionali e non nazionali.

Detto questo volevo soltanto fugare almeno in parte alcune perplessità; la prima perplessità di natura costituzionale, è in ordine all'attività della Commissione regionale per il paesaggio e la qualità architettonica. Questo non ha niente ha a che fare con la Commissione regionale prevista all'articolo 137 del Codice Urbani. La Commissione regionale di cui al Codice Urbani ha come mission la formulazione di proposte per assoggettare a vincolo ambiti territoriali; la finalità della Commissione regionale richiamata nel nostro disegno di legge ha, invece, come compito quello di dare un contributo in ordine alla lettura delle proposte progettuali, ricadenti in particolare all'interno della fascia dei 300 metri, al fine di identificare percorsi che consentano oggettivamente di pervenire a una riqualificazione e ricomposizione del patrimonio immobiliare.

Mi preme anche far rilevare che le disposizioni di cui a questo articolato, ed in particolare l'articolo 3 che stiamo esaminando, non possono trovare applicazione per i 13 campeggi abusivi presenti in Sardegna, così come non potranno trovare applicazione in riferimento all'intervento Rocce Rosse, nella considerazione che ricade in zona turistica e non in zona agricola. A tal proposito faccio presente che il complesso Rocce Rosse di Teulada è un complesso immobiliare realizzato precedentemente all'apposizione da parte dell'amministrazione regionale di vincoli sul sistema costiero. Faccio anche rilevare che il complesso Rocce Rosse - che mi risulta allo stato attuale acquistato in massima parte da soggetti privati - ha la medesima possibilità o esigenza, qualora ci siano le condizioni, di una riformulazione che consenta di evitare all'utente di poter ancora vedere quello scempio, come è stato definito poc'anzi, proseguire a insistere sul sistema costiero senza che nessuno abbia la possibilità di identificare percorsi di riqualificazione e di rigenerazione dell'immobile stesso.

Come dicevo stamattina in riferimento alle problematiche riferite all'agro - ma ciò vale anche per le problematiche riferite a tutte le aree della nostra Sardegna - ho depositato uno specifico Emendamento all'emendamento al fine di preservare le zone a pericolo idrogeologica o a vulnerabilità di frane, per cui alcune perplessità rappresentate in questa sede oggettivamente non dovrebbero essere oggetto più di paura, a meno che il PAI, che è stato predisposto dall'amministrazione regionale, presenti degli elementi di discrasia rispetto a ciò che il sistema territoriale esprime. In tal caso ci daremo da fare per adeguare anche il PAI, onde evitare di avere uno strumento di riferimento non coerente con le situazioni territoriali.

Per quanto riguarda l'intervento di Is Arenas, il mostruoso intervento e i danni che devono essere pagati dalla Regione, vi devo dire, in tutta sincerità, che non ho coscienza di questo fatto. Provvederò ad acquisire elementi in riferimento a questa vicenda che mi sembra di ricordare essere però in un binario completamente diverso rispetto a quello che è stato rappresentato, fermo restando che nel discorso complessivo riferito all'agro giustamente occorrerà mettere mano a una disposizione molto più articolata, al fine di consentire una rivisitazione delle direttive per le zone agricole, che nello specifico prevedono una suddivisione delle zone tra E1 e E5, suddivisione che non esiste all'interno del Piano paesaggistico, come è stato osservato.

Queste disposizioni dovranno essere senz'altro, come suggerivano molti dei consiglieri intervenuti, ricondotte all'interno di un articolato complessivo che identifichi, in maniera chiara e univoca, le regole che nella Regione Sardegna devono essere seguite in riferimento alle trasformazioni territoriali.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Nicola Rassu è rientrato dal congedo.

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Matteo Sanna, relatore di maggioranza.

SANNA MATTEO (P.d.L.), relatore di maggioranza. Signor Presidente, colleghi, la quarta Commissione permanente esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 360, 361, 428, 359, 362, 424; si rimette all'Aula sul numero 420 e esprime parere contrario suo restanti.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. La Giunta, in riferimento all'articolo 3, concorda con la posizione del Presidente della quarta Commissione, con un distinguo però sugli emendamenti agli emendamenti e nello specifico sull'Emendamento numero 424, che tratta la materia riferita in particolare alla pianificazione paesaggistica. Rispetto a quest'ultimo la Giunta esprime parere contrario al suo inserimento all'interno dell'articolo 3. La Giunta stessa si impegna, qualora l'Aula dovesse condividere la posizione della Giunta, a valutare la possibilità di rivalutare quest'Emendamento all'interno di un'altra disposizione dell'articolato.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 12 e il 136, che sono uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, gli emendamenti soppressivi dell'articolo 3, mi offrono l'opportunità di cercare di capire, ancora una volta, che cosa si intenda - del resto sollevava alcune perplessità anche il collega Giacomo Sanna - per "volumetria esistente alla data di presentazione". Poi la data di presentazione è stata spostata o verrà spostata in relazione agli emendamenti presentati dalla Giunta, ma io ancora mi pongo il quesito sulla qualificazione della volumetria esistente. Cioè per volumetria esistente si intende, quindi, anche quella che fu oggetto di procedure di sanatoria, ancorché siano le norme regionali piuttosto che quelle nazionali ad aver operato in tal senso? Si intende tutta la cubatura, tutta la volumetria già realizzata (ancorché illegittimamente realizzata) che venisse certificata a quella data, per cui di fatto si produce un effetto di sanatoria degli abusi edilizi denunciati? Oppure si intende la volumetria prevista in progetto per la quale è stata rilasciata la concessione edilizia e che sia stata effettivamente realizzata?

Ha ragione il collega Sanna: poi si porrà il problema di come applicare questa legge e della confusione normativa a cui dovranno far fronte gli Uffici tecnici comunali, delle conseguenze a cui noi tutti andremo incontro qualora si registrasse oltre che il caos edilizio anche quello tecnico-giuridico all'atto di applicazione di questa disposizione. Per questa ragione e per altre ancora noi chiediamo la soppressione di questo articolo, la sospensione della discussione e una riflessione maggiore sull'intero provvedimento in Aula. Per questo voterò a favore degli emendamenti soppressivi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, l'Emendamento numero 12 ovviamente andrebbe votato perché è legittimo il sospetto di incostituzionalità anche di questo articolo. Assessore, è inutile girare in tondo: l'articolo 83 delle norme tecniche di attuazione, che non potete modificare, stabilisce quali sono le azioni che si possono fare nelle zone E. Voi invece non ne tenete conto. A noi basterà rilevare che c'è una violazione delle norme tecniche di attuazione per affermare che state derogando con uno strumento improprio al Piano paesaggistico e rendere inoffensivo questo articolo.

Ma, al di là di questo aspetto - perché questo vizio c'è e l'avete esplicitato chiaramente - quello che è assurdo e di cui non si parla è che nonostante tutti affermiamo che, l'agricoltura è un settore importante, nessuno dice e nessuno fa niente, ben sapendo che in Sardegna, paradossalmente il prodotto interno lordo è costituito per il 22 per cento solo dal settore edilizio da 15 anni a questa parte. I settori primari: l'industria, l'agricoltura, il turismo messi assieme non raggiungono il reddito prodotto dall'edilizia. Questa anomalia significa che l'edilizia è un settore in fuga che trascina il settore primario invece di sostenerlo e quindi è un fine non un mezzo. Questa è l'anomalia del modello di sviluppo sul quale noi stiamo continuando a barcamenarci.

Io avevo chiesto di poter accedere alle delibere, oggi quella delibera che ci interessa sulle AA.SS.LL. è ancora coperta, però se n'è scoperta una interessantissima di attuazione di una convenzione relativa e recita: "Azioni di gestione per la conservazione della gallina prataiola nelle steppe della Sardegna". Questa delibera serve ad assumere due persone. Questa è la misura con la quale facciamo fronte alla dimensione della crisi dell'agricoltura, cioè una Giunta da galline! Questa è la vergogna! Manca un disegno, manca... un milione e passa di euro...

CAPPAI (U.D.C.). Dovreste andare a vedere gli atti prima delle delibere!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ascolta, non sto parlando di sanità!

PRESIDENTE. Onorevole Cappai!

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Sto parlando della gallina e delle steppe della Sardegna. Vi è quindi l'inconsapevolezza che il modello di sviluppo sta penalizzando l'agricoltura mentre persiste l'idea salvifica, ma falsa, che attraverso l'edilizia si potrebbe salvare la Sardegna. Questa è l'impostazione che appare all'esterno. Se siete contenti voi noi non possiamo che essere attenti osservatori, però non possiamo tacere che non ci fate vedere come avete nominato chi deve governare la nostra salute, però parlate delle galline prataiole nelle steppe della Sardegna!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Signor Presidente, Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, intervengo per annunciare il mio voto contrario all'emendamento e per esprimere alcune considerazioni. Intanto le preoccupazioni manifestate dai consiglieri che mi hanno preceduto credo che non possano limitarsi ad un'analisi letterale pura e semplice del testo in esame che è riferito a questo Emendamento. Dico ciò perché questa parte dell'articolo poco dice, mi pare, ed altrettanto poco chiarisce le ragioni e le motivazioni che hanno determinato la possibilità di incrementi volumetrici nelle zone omogenee E, e più precisamente quelle comprese nella fascia costiera dei 300 metri dalla battigia (150 metri nelle isole minori). Mi spiego meglio: non ho chiaro dove si consentano interventi di ampliamento per le costruzioni in zona agricola e non ho chiaro se sia stata anche contemplata una specifica motivazione dell'intervento di ampliamento. Motivazione che, malgrado i miei sforzi e tutta la mia buona volontà, ancora non sono riuscito a trovare. Mi riferisco in particolar modo alla dicitura abbastanza generica di "immobili destinati ad uso agro-silvo-pastorale". Mi sarei infatti aspettato, con una certa ragionevolezza, una qualsiasi correlazione tra incremento volumetrico concesso e esigenze specifiche dell'azienda, così come sarebbe stato utile correlare l'incremento volumetrico degli immobili ad uso abitativo a quello del nucleo familiare residente. Insomma, così come penso che l'ampliamento di una stalla, lo dico per semplificare il concetto, si pianifichi in ragione dell'incremento del bestiame lì ricoverato, ugualmente, fatti salvi i distinguo, credo che l'ampliamento di una residenza debba essere correlata all'effettiva esigenza del nucleo familiare che vi dimora.

Per concludere, voglio dire che noi non siamo contrari a chiunque voglia edificare, ma siamo assolutamente contrari a chi vuole continuare ad edificare per fini poco comprensibili, consumando ulteriori porzioni di territorio. Ed il principio di proporzione che ho appena enunciato si sarebbe potuto felicemente applicare anche, credo, al precedente articolo, ma purtroppo anche la lettura di questa parte della norma manifesta, come dire, una certa carenza di presupposti e potrebbe lasciare spazio ad equivoci, ad interpretazioni elastiche e perfino a pericolose derive applicative. Perciò penso che una maggiore precisazione e chiarezza non avrebbero certo guastato anche stavolta, anche perché i dubbi rimangono e alcune finalità ancora mi sfuggono e noi non siamo abituati ad andare in giro per altari a leggere ex voto, per cogliere l'implicito, per interpretare eventuali direzioni sottintese.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, premetto che quando circa 15 anni fa qualche imprenditore agricolo presentava una richiesta di concessione edilizia per la realizzazione di deposito attrezzi o interventi di riqualificazione fondiaria con annesse anche volumetrie legate alla lavorazione del fondo, come amministratore del mio comune accendevo un cero, nel senso che ero contento che questo avvenisse perché ho sempre considerato la presenza umana nell'agro una presenza importante di vigilanza, di controllo, di verifica e di attenzione anche vigile nei confronti delle produzioni agricole che, per definizione, nelle zone agricole devono essere l'attività principale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBRADO

(Segue SALIS.) Però c'è stato sempre un rigoroso rispetto delle norme nella gestione dei progetti di costruzione di depositi agricoli. Questo lo dico non per polemica, ma per verità dei fatti.

C'è da dire che, allargando le maglie della legislazione regionale, alcune realtà regionali hanno ampliato a dismisura, in maniera eccessiva, in maniera non rispondente alle esigenze del potenziamento delle attività agricole, le potenzialità edificatorie nell'agro in termini assolutamente al di fuori della normativa regionale. E quando dico al di fuori della normativa regionale non mi riferisco solamente alle normative legate al PPR che io ho contribuito, per il poco che mi è stato consentito, ad approvare, ma anche alle vecchie direttive per le zone agricole che erano state definite nel 1994, in base all'articolo 8 della legge 22 dicembre '89 numero 45.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, questo articolo, al di là delle categorie a cui si rivolge, e quindi alle zone interessate dagli interventi che si prevede di autorizzare, al di là di questo contiene gli stessi problemi che conteneva l'articolo precedente e che conterranno e che contengono gli articoli successivi. C'è un problema di data di ultimazione delle volumetrie esistenti e si tratta di capire e di chiarire meglio quell'aspetto che il collega stava precedentemente evidenziando. Sembrerebbe, con un'interpretazione larga della norma che stiamo andando ad approvare, che queste "volumetrie esistenti" possano essere "qualsiasi cosa sia stata costruita in qualsiasi modo con o senza autorizzazione".

Torniamo a dire che è un articolo che noi vogliamo sopprimere in quanto non ci convince l'impianto generale quindi non ci convince neanche questo particolare della legge e riteniamo pertanto che sia più giusto evitare questo tipo di interventi, previsti tra l'altro nelle varie fasce di distanza dal mare, o eventualmente disciplinarne la realizzazione con la legge urbanistica di prossima discussione in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi abbiamo proposto la soppressione di questo primo comma per le ragioni che abbiamo illustrato nell'intervento generale sull'articolo e che ripetiamo.

Nel titolo dell'articolo non si fa riferimento alle costruzioni destinate ad attività agricola o agropastorale o agro-silvo-pastorale, ma si fa indistintamente riferimento all'ampliamento di costruzioni in zona agricola. Io invece ho detto e ripeto che le costruzioni esistenti in zona agricola non sono prevalentemente destinate all'attività agricola e quindi per queste ragioni noi siamo contrari all'intero articolo e interverremo con emendamenti soppressivi nei confronti dei diversi commi. Peraltro da qui a poco prenderemo in considerazione anche l'Emendamento della Giunta, il numero 360 che oltre al discorso della premialità volumetrica aggiunge anche la deroga alle vigenti disposizioni normative.

E' veramente - come abbiamo più volte detto e ripetuto - un tentativo continuo, assillante, incalzante di ampliare le possibilità di aumento volumetrico indistintamente da quello che può essere l'utilizzo o la destinazione e l'uso di quanto già costruito. Ci rimane solo da capire se sia possibile intervenire oltre che nelle zone agricole anche nelle steppe, come richiamava il consigliere Sanna, se cioè la classificazione delle steppe è compresa tra le zone E o in altra destinazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, che l'agricoltura non sia una priorità per questa maggioranza lo si vede anche dal fatto che, credo per la prima volta nella storia di questo Consiglio regionale, abbiamo interrotto e messa in coda all'ordine del giorno una mozione già in discussione, già presentata, per far spazio invece al Piano casa. Già questo la dice lunga sulla priorità che attribuiamo all'agricoltura, e credo che anche l'assenza in aula del presidente Cappellacci confermi la nostra passione. Stamattina la Presidente ci ha comunicato che il Presidente della Regione sarà assente per una settimana, ma sarebbe bene (me lo insegnano i colleghi Artizzu e De Francisci: il cane che morde l'uomo non fa notizia) che la prossima volta la Presidente ci comunicasse quando il Presidente sarà in aula. Credo, insomma, che la presenza in Aula sia una questione anche di rispetto.

Entrando nel merito di questo articolo 3, noi ne chiediamo la soppressione, per una serie di motivi. Intanto perché prevede una deroga generalizzata, un superamento degli indici massimi di edificabilità, di tutte le vigenti disposizioni normative regionali.

Soprattutto voi ribadite anche in questo articolo 3 la possibilità di edificare anche nella fascia costiera dei 300 metri (150 metri nelle isole minori) e noi riteniamo che questo non debba essere consentito, che il limite dei 300 e dei 150 metri rappresenti un principio per noi inderogabile.

Tra l'altro le disposizioni contenute in questo articolo 3 sono eccessivamente generiche. Non basta, infatti, che per ottenere questo aumento di volumetria ci sia una positiva valutazione della Commissione regionale di cui all'articolo 7, perché la Commissione regionale è espressione della Giunta. Insomma, io credo che questa forma di centralismo sulle decisioni che vengono assunte, soprattutto in relazione ad aumenti volumetrici che riguardano la fascia costiera, sia assolutamente inopportuna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). SIgnor Presidente, colleghi, Assessore. Assessore, io con rammarico ascolto le sue parole quando si esprime su questo articolo 3, perché se da un latoriconosce che l'argomento è importante, delicato e che deve essere sicuramente oggetto di un momento di riflessione più ampio (probabilmente voleva riferirsi alla legge urbanistica) dall'altro sulla disponibilità ad aperture, a rivedere totalmente questo articolo, non fa nessun passo in avanti. Tutta la nostra buona volontà, tutta la nostra disponibilità al dialogo e al ragionamento va a sbattersi quindi contro un muro. Muro, Assessore, che in questo caso consentirà, visto quello che c'è scritto nell'articolo 3, tutta una serie di atti che andranno a svilupparsi, manifestarsi sul nostro territorio.

La riscrittura delle direttive sulle zone agricole, l'eventuale cimentarsi in legge urbanistica su temi che riguardano l'agro, la residenza rurale, la campagna, penso che avverrà quando non ci sarà più niente da fare, quando ciò che doveva essere fatto sarà stato fatto, quando le situazioni che potevano essere anche rimediabili e ricondotte a un ragionamento anche logico, come accade in altre nazioni d'Europa, come accade in Francia, come accade in Svezia, come accade in Norvegia, saranno già pregiudicate. Io non comprendo questo voler continuare a testa bassa su questo tema. La Lombardia, Regione governata dal centrodestra, per quanto riguarda gli interventi in agricoltura (e penso che in termini di agricoltura non abbia niente da invidiare alla nostra) prevede incrementi volumetrici per migliorie per gli edifici costruiti entro il 31 giugno 1980. Lo dico ai colleghi perché noi nell'individuare la data certa, abbiamo individuato quella del 30 giugno 2009, che probabilmente non rappresenta niente, è una data scritta a caso. Avessimo scelto il 31 marzo 2009 il giorno in cui è stato siglato l'accordo Stato-regioni, forse avrebbe avuto più senso. Lo constato con rammarico: c'è la disponibilità ad ammettere che il problema esiste, ma c'è anche la volontà di rinviare ad una successiva occasione, quando ormai sarà tutto perso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, io torno su un argomento già trattato in sede di discussione generale, perché questo Emendamento propone la soppressione dell'intero articolo e io mi sono già pronunciato in maniera contraria su questo articolo. In particolare ritengo estremamente negativo che si preveda l'ampliamento volumetrico anche nella fascia costiera; è l'ennesima promessa mancata. Il nostro Capogruppo ha ricordato, e ha fatto bene, stamattina in Aula le promesse sbandierate di un piano casa che doveva essere un Piano famiglia, di un piano casa che non doveva toccare i nostri beni più preziosi, e in particolare la fascia costiera entro i 300 metri. "Non toccheremo i 300 metri", disse il Presidente Capellacci, che capisco oggi non possa esserci, quando dovrebbe essere qui ad ascoltare un'opposizione democratica che gli ricorda un'ennesima promessa mancata. Quest'articolo non fa che riproporre il cemento sulle coste, non fa che riprevedere, anche per queste costruzioni in zone agricole, nelle fasce dei 300 metri (150 per le isole minori) nuova cemento. Questo piano casa che non è un piano casa, ma un Piano cemento, non fa che spargere ancora cemento in tutte le zone della Sardegna, senza risparmiare nulla. Stamattina forse abbiamo messo una pezza ai centri storici, o almeno abbiamo lasciato la facoltà dei comuni (e per questo rinnovo la mia gratitudine all'Assessore) ma poi zone urbane, zone extraurbane, zone turistiche, fascia costiera dei 300 metri, tutto viene sottoposto a questa furia cementificatrice, senza lasciare proprio tregua, senza lasciare spazio, senza salvaguardare niente.

Quindi io credo che farebbe bene quest'Aula a bocciare l'articolo 3 per cominciare a inviare un segnale che faccia capire che quello che stiamo approvando non è un intervento indiscriminato, ma è un intervento che in qualche modo può essere selettivo. Quindi il mio voto è a favore dell'Emendamento soppressivo dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento e per esprimere qualche osservazione in merito. Io credo che il problema esista, esista complessivamente, sia nelle zone agricole, sia nelle altre zone. Ma proprio per questa ragione, perché il problema esiste, occorre affrontarlo in un certo modo, non può essere sottoposto all'attenzione dell'aula senza una riflessione aggiuntiva, magari al vaglio delle commissioni per approfondire il tema. Qua si parla di case di tipo residenziale, e si parla di attività agro-silvo-pastorale: c'è una bella differenza.

Noi dobbiamo, come dire, tenere conto di una situazione residenziale esistente nelle campagne adesso, e della possibilità che queste abitazioni possano essere incrementate dal punto di vista volumetrico, e delle aziende che davvero hanno necessità di essere aiutate a crescere ulteriormente nelle attività per cui le zone agricole sono state costituite. Dico questo anche da amministratore comunale, perché conosco le realtà e so che il problema esiste. Il problema, però, è oltremodo aggravato dal fatto che vogliamo anche realizzare costruzioni, nuovi volumi nella fascia costiera. Le fasce costiere erano un limite inviolabile che non andava toccato, e lo tocchiamo anche nelle zone agricole, e questo aggrava oltremodo la possibilità anche soltanto di discutere, per trovare soluzioni concordate.

Quello che accadrà, io credo, Assessore, sarà che ci troveremo nuovamente di fronte alle grandi speculazioni edilizie nelle zone agricole che hanno caratterizzato gli anni passati, con grandi assembramenti di costruzioni, soprattutto per opera di coloro che avevano la possibilità di effettuare grandi acquisti di terreni. Quei comuni si ritrovano la necessità di dover urbanizzare aree per le quali ovviamente non sono stati pagati oneri di lottizzazione, non sono stati realizzati investimenti. I comuni saranno chiamati successivamente a sanare situazioni in zone agricole per le quali le lottizzazioni non sono state fatte. Ecco, per questa ragione, proprio perché io non nego che il problema esista, credo che sarebbe stato opportuno riflettere maggiormente e approfondire l'argomento. Stando così le cose, non posso far altro che votare a favore dell'Emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 12 e 186.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 12 e 186, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Mariani ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 19

contrari 44

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'Emendamento numero 392.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo è uno degli emendamenti che abbiamo presentato in funzione dell'esigenza di richiamare l'attenzione del Consiglio, e anche della Giunta, sulla necessità di approvare un vero intervento a favore della casa. E questo lo dico in ragione del fatto che anche lo stesso articolo 3 è un articolo che interviene su due ambiti: uno confuso, ma molto esteso, direi quasi divaricato, con il quale viene definita la funzione economica, è quello degli usi agro-silvo-pastorali, l'altro è quello della residenza. E per residenza si intende quella del conduttore principale, del coltivatore, il quale organizza la propria esistenza lavorativa e di vita all'interno del fondo, e che ha quindi bisogno di avere una casa, una residenza dove vivere vicino alla sua campagna e ai suoi animali, alle galline prataiole delle nostre steppe.

Non si intende la casa delle vacanze del dentista che si costruisce la piscina, e organizza le feste il fine settimana. Non si intende quindi quella residenza, diciamo "fluttuante", vacanziera. Ecco perché sono stati introdotti alcuni limiti all'interno del Piano paesaggistico, ecco perché si è tentato di difendere l'ambito costiero, o almeno la fascia costiera, o almeno i 300 metri dal mare, ecco perché invece questa Giunta, con questo provvedimento aggredisce, proprio quell'ambito di territorio.

Per queste ragioni voterò a favore dell'Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La materia della costruzione in campagna è stata, anche durante la scorsa legislatura, una materia molto dibattuta. Ma non è stata dibattuta perché davvero c'è la preoccupazione di garantire che ci sia un'incentivazione, un'espansione dell'attività agricola. Il problema si è posto perché molti sostenevano che la campagna va abitata, va vissuta, quindi non si guarda all'attività produttiva, ma sostanzialmente si cerca il pretesto delle attività agricole per tornare a intervenire sulla casa.

Purtroppo noi viviamo in una società che si può definire dall'"egoismo opulento", cioè noi vogliamo la casa in campagna per fare gli spuntini. I professionisti che si possono permettere grandi case, grandi ville che trasformano gli uliveti, le parti più delicate della nostra campagna in proprietà privata. E con quest'articolo voi vorreste sostenere la tesi che volete andare incontro all'agricoltura? E' esattamente il contrario! E poi ci domandiamo perché le città assumano quell'aspetto di periferie abbandonate. Ciò avviene perché si favoriscono, come è successo in varie città, anche della Sardegna, queste situazioni patologiche che sfuggono al controllo e che quindi poi è difficile governare.

Il problema vero, Assessore ed è un aspetto che riguarda un po' la sua attività di ieri ma anche quella di oggi è che una cosa è governare il territorio, un'altra cosa è essere qui per assecondare questa società dall'egoismo opulento. Questo è il problema vero. Noi non stiamo governando, stiamo assecondando la richiesta di sfruttare la campagna per scopi personali a chi ha già la proprietà, ovviamente, non di chi la proprietà non ce l'ha.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, l'Emendamento numero 392 riprende la filosofia della proposta di legge del Partito Democratico e riporta quella discussione che abbiamo anche richiamato in vari momenti in quest'Aula, relativa cioè al fatto che a nostro avviso la priorità dei provvedimenti doveva esser rovesciata, affrontando prima il problema della casa, ai vari livelli (certamente l'housing sociale, come richiamato in questa Emendamento: di centri di accoglienza, comunità alloggio, pensionati, residenze assistite da servizi comuni) sia il bisogno di prima casa di giovani coppie, di immigrati, di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate, che non hanno la possibilità di avere una casa e quindi sono costretti ad ammassarsi, a vivere in condizioni estremamente disagiate.

Quindi io non posso che votare a favore dell'Emendamento numero 392 che ristabilisce e ripropone un tema che doveva essere il tema prioritario di questa legge edilizia, cioè dare la casa a chi la casa non ce l'ha, così come era nelle attese dei sardi, così come era nelle promesse del Governatore Cappellacci, così com'era nelle promesse della maggioranza. Credo che a poco valgano le giustificazioni dell'Assessore che ci ha ricordato, in sede di discussione generale, che questo non è il vero piano casa, che ci sarà un altro vero piano casa in una fase successiva. Allora, se questo non è il vero piano casa, rimandiamolo a casa! Rimandiamo a casa un Piano casa che non è un vero Piano casa e affrontiamo le vere priorità dei sardi. Quindi il voto su questa Emendamento è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Questo Emendamento continua a mettere in evidenza qual è l'idea che noi avevamo, e che, come ha affermato il collega Porcu, risponde a quello che è il vero bisogno in questa Regione. Ma la ragione vera per cui siamo contrari a questo articolo 3 nella sua interezza è che per certi aspetti la sua filosofia, che si propone come quella di un articolo a sostegno delle attività agricole, di fatto è quella di un articolo che assesterà il definitivo colpo mortale all'agricoltura perché l'aumento volumetrico che viene introdotto consentirà un aumento del valore dei terreni agricoli e un'agricoltura in sofferenza si vedrà costretta a vendere i propri terreni.

Mi viene in mente in che modo sono state espulse le attività artigiane dai centri storici e dai centri urbani. Quando lo strumento urbanistico ha consentito il cambio di destinazione da magazzino in attività commerciale, gli artigiani, facendo quattro calcoli hanno subito capito che vendendo o affittando i locali e trasformando la propria attività artigiana in attività commerciale si sarebbero garantiti introiti più sicuri. Qui non è consentito questo, qui si verificherà solo una maggiore pressione nei confronti dell'acquisto di piccoli lotti di terreno già sottratti all'agricoltura, e quindi un settore già in crisi prenderà le decisioni conseguenti che sono facilmente intuibili.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Su questo Emendamento noi voteremo a favore anche perché riprendendo le argomentazioni svolte sull'Emendamento precedente, noi crediamo che l'articolo 3 patisca una sottovalutazione degli eccessi, stavo per dire dei disastri, che in alcune zone sono stati perpetrati a causa di un eccessiva accondiscendenza nei confronti delle smanie edificatrici di determinate categorie. Dicevo prima che quando gli interventi in area agricola vengono svolti a sostegno dell'attività agricola, che in quei fondi viene svolta, questi volumi edificatori sono assolutamente ben accetti, sono assolutamente rispondenti alle necessità di una categoria, quella degli imprenditori agricoli, che ha necessità anche di questi servizi e di questi spazi.

Il problema è che sulle zone agricole, assessore Asunis, si è creato un equivoco di carattere urbanistico (in alcune zone piuttosto che in altre) che ha portato ad allargare le maglie di una già presente disponibilità legislativa regionale. Io richiamo sempre, l'ho fatto anche prima, alle direttive per le zone agricole di cui al decreto del Presidente della Giunta numero 228 del 3 agosto 1994, che inviterei a rileggere con attenzione.

Debbo dire, perché l'ho affermato nell'ambito della discussione tenutasi nella precedente legislatura, che ho considerato un eccesso di protezionismo (forse anche dovuto alla necessità di rispondere a un altro accesso) quello edificatorio, un eccesso vincolistico l'aver voluto inserire…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Questo Emendamento, sul quale dichiaro il voto favorevole, in realtà ci riporta ad un utilizzo, anche sociale, delle abitazioni. Io ne approfitto per ricordare all'Assessore, per esempio, che i beni della riforma agraria, sono stati oggetto nella scorsa legislatura di una approfondita analisi: si è arrivati ad una classificazione dei beni tra funzionali e non funzionali; c'è stato, con la soppressione degli enti e la creazione di tre agenzie, il tentativo di liberare la Regione, in particolare l'agenzia che si occupa di assistenza tecnica, di tutti gli aspetti che riguardano il patrimonio per dedicarsi invece ai compiti propri di assistenza tecnica.

Ora, questo procedimento, che è fermo per vari motivi e che potrebbe portare anche a un utilizzo razionale di migliaia di beni distribuiti nella nostra Isola, credo che debba essere sbloccato, garantendo comunque ai privati, i beni attualmente detenuti da loro che possono essere trasferiti alle Amministrazioni comunali, anche sulla base della legge 35 del 1995, il diritto di prelazione.

Io credo che già questo (il mettere a disposizione della collettività migliaia di beni che non sono probabilmente gestiti al meglio) garantisca l'attuazione di un piano casa; di un piano casa ma anche di un piano di utilizzo degli immobili che adesso, sulla base di una delibera che è stata già assunta dalla Giunta regionale, sono stati trasferiti (almeno quelli non funzionali all'attività di Laore) alla Regione Sardegna. Quindi, ritengo che complessivamente la Regione debba prendersene carico in tempi celeri.

Sull'Emendamento numero 392, esprimo, pertanto, proprio per le finalità sociali e per la condivisione delle politiche che riguardano comunque la creazione di centri di accoglienza, comunità alloggio e residenze assistite da servizi comuni, il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, questo articolo 3 non avvantaggia gli agricoltori, non avvantaggia i pastori che, vista la grande crisi che li attanaglia in perfetta solitudine, abbandonati dalle stesse istituzioni, sono più interessati a cercare di saldare i debiti con le banche che ad ampliare i loro spazi; tutto questo per cercare disperatamente di salvare la loro attività da cui dipende la loro sopravvivenza nonché quella delle loro famiglie. L'ambiguità dell'articolo 3 vuole invece che, dietro pastorizia e agricoltura, ci sia sempre il piano mattone, e cioè molto lontano dall'obiettivo di garantire la prima casa a chi non c'è l'ha e ancor meno di tutelare le nostre economie tradizionali. Per questi motivi annuncio il mio voto favorevole all'Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Signor Presidente, io voterò a favore dell'Emendamento e chiedo anche di potervi aggiungere la mia firma. Ritengo che attivare politiche di housing sociale, sia una necessità di questa legge, un elemento talmente migliorativo che riporta il discorso all'interno di un "progetto casa" sostenibile. Quindi, tutto il discorso legato agli interventi di mediazione e sostegno sul mercato privato viene avvalorato da certe situazioni riscontrabili, per esempio, nelle grandi aree urbane. In queste aree abbiamo necessità di servizi per particolari categorie, come centri di accoglienza, comunità alloggio, pensionati, residenze assistite da servizi comuni, che in questo momento stentano a decollare.

Ecco, credo che l'aspetto delle residenze comunitarie offra anche alternative al ricovero dei diversi istituti. Per esempio, in alcuni casi hanno funzionato molto bene esperimenti come quello dei condomini con all'interno una popolazione anziana; in questi casi è stato possibile, attraverso servizi comuni, evitare l'"istituzionalizzazione" delle persone. Ritengo pertanto che l'Emendamento vada proprio nella direzione giusta e che questa legge debba anche caratterizzarsi attraverso dei servizi innovativi e all'avanguardia, che riguardino il campo sociale. Per questo il mio voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Insomma, ormai è chiaro: volete chiudere oggi, Presidente; anche questa ovviamente è una chiara volontà.

Assessore, io mi rivolgo a lei, ci ha ascoltato - era doveroso che lo facesse, d'altronde - mi rivolgo a lei con tutto il rispetto, però mi chiedo: è mai possibile che, su un provvedimento di questa portata - non voglio suscitare polemiche, non è questa la mia intenzione - non sentiate l'esigenza di consentire un confronto in Consiglio con il Presidente della Regione? Lo dico non polemicamente perché il Presidente della Regione, in questi mesi, sin dal suo insediamento, ha pronunciato parole importanti, importantissime, in relazione alla necessità di tutelare questo bene inestimabile che è il territorio, così come ci è stato consegnato anche attraverso la strumentazione di tutela di questi anni. In quest'Aula, Assessore - lei ne è responsabile perché è l'Assessore competente - state venendo meno, con un provvedimento, a quanto dichiarato reiteratamente anche dal Presidente della Regione, su tutto, su tutto (non voglio qui rifare l'elenco) anche sull'articolo 3.

Ebbene, io non voglio tornare su quanto già detto da colleghi che mi hanno preceduto, sull'importanza, sul valore dell'agro e su come state trasformando anche l'agro, perché certamente, come ha ricordato qualcuno, non è un intervento per riqualificare, anche nel piccolo, un settore agricolo che, le ricordo, come valore aggiunto conta il 4 per cento ma registra il doppio degli addetti della media nazionale, a dimostrazione dell'arretratezza in cui si trova. Però voglio dirle che c'è un Emendamento sul quale voterò a favore, quello sull'housing sociale.

Allora le chiedo, Assessore, è possibile che non ci sia un minimo di sensibilità attorno ad un Emendamento come questo? Vorrei capire, Assessore, perché c'è questa chiusura gretta, che dimostra anche una insufficienza intellettuale ad affrontare in maniera libera un argomento come questo. Davvero chiedo a lei, Assessore, perché non c'è questa disponibilità, perché vi chiudete di fronte anche ad una proposta importante come questa con l'arroganza e la tracotanza dei numeri...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'Emendamento numero 392.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale..

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 392.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Obinu - Peru - Petrini - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Cappai.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 56

astenuti 2

maggioranza 29

favorevoli 20

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione gli emendamenti numero 13 e 187, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, il mio voto sugli Emendamenti numero 13 e 187 è favorevole e ne spiego le motivazioni.

Innanzitutto sopprimere il comma 1 significherebbe implicitamente far rientrare gli interventi successivi all'interno degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni regionali. Quindi, cassare il comma 1 vorrebbe dire che ciò che segue non potrebbe essere più in deroga agli strumenti urbanistici ma potrebbe essere ricompreso soltanto se previsto dagli strumenti urbanistici. Tutto ciò rientra quindi nella filosofia di quello che abbiamo affermato e asserito più volte in quest'Aula, cioè che un piano edilizia e un piano di riqualificazione, un piano di espansione volumetrica non può che essere concordato, condiviso, con gli enti locali, non può essere in contrasto con la volontà di chi deve governare le trasformazioni urbanistiche nel proprio territorio. Del resto chi meglio dei comuni conosce le esigenze dei propri abitanti, conosce il valore e la qualità del proprio patrimonio urbanistico?

Quindi cassare il comma 1 non elimina tout court i commi seguenti, ma li rinquadra all'interno degli strumenti urbanistici vigenti. E' quello che noi abbiamo chiesto sostanzialmente in tutta la legge: abbiamo anche chiesto che la concessione di aumenti volumetrici andasse in una direzione sociale, ma anche in direzione dell'abbellimento, della riqualificazione vera, decisa dai comuni.

Abbiamo parlato di non finito, abbiamo parlato di interventi che potessero effettivamente promuovere il bene paesaggistico, il valore paesaggistico dell'insieme. Per questo il mio voto, confermo, sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo per confermare il voto favorevole a questo Emendamento e per spiegare ulteriormente che il tentativo di riaprire in Sardegna il regime transitorio già vigente e operante, con una norma di questo genere, incontrerà l'opposizione di alcuni ricorsi. L'articolo 83, che è stato molto discusso, delle norme tecniche di attuazione, prevede infatti non che i piani urbanistici da quando abbiamo deciso noi a quando è arrivato il piano casa del presidente Cappellacci dovessero soggiogare alle norme del Piano paesaggistico, ma da quando il Piano paesaggistico è entrato in vigore fino a quando i comuni non adegueranno ad esso i propri strumenti urbanistici. Il che vuol dire che questo elemento temporale che è stato individuato non contempla l'idea che una legge regionale (che peraltro è un atto legislativo, non è un atto amministrativo, quindi non può incidere sulle norme tecniche di attuazione) interrompa questo sistema.

Cosa succederà allora? Succederà che i tecnici, i sindaci dei nostri comuni si troveranno da un lato voi che gli dite "c'è la legge regionale, quindi puoi autorizzare tranquillamente" e dall'altro qualche magistrato che metterà i sigilli da qualche parte perché non sono stati rispettati i limiti normativi e allora diranno: "ma come, qui è scritto così; tra vedere e non vedere è meglio stare buoni". Io non so che vantaggio avrà la Sardegna da questa poca chiarezza, da questa contraddittorietà. Le poche sentenze che hanno riguardato l'articolo 83 hanno sottolineato solo questo aspetto. Hanno detto sostanzialmente: attenzione, i lotti minimi che sono previsti nella norma di salvaguardia hanno valore solo nel tempo transitorio, non possono diventare norma a regime perché la norma a regime sarà quella delle direttive delle zone agricole. Cioè i limiti di lotto che sono stati fissate lì.

Ecco perché è inutile illudere inutilmente la gente, perché di fatto ci troveremo di fronte a due norme confliggenti e non potrà essere certo l'azione di convincimento personale di qualcuno di noi a togliere dal dubbio gli operatori e i tecnici delle amministrazioni che saranno chiamati a rilasciare le autorizzazioni. Ci penserà, come sempre, il soggetto terzo che ormai lavora pienamente a nostro fianco, cioè la magistratura, che ovviamente non ascolterà le ragioni di una legge, perché già la Corte costituzionale ha detto...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Riprendo dal punto che avevo lasciato, cioè dall'emendamento numero 13. L'Emendamento numero 13 tocca un argomento delicatissimo, relativo agli ampliamenti in zona E, in zona agricola.

Signora Presidente, egregi Assessori, io voglio porre adesso, in maniera netta, anche a nome e concordemente con gli altri Presidenti dei Gruppi consiliari della minoranza un problema serissimo. E' stato rilevato che il presidente Cappellacci sta rischiando di essere sottoposto ad una serie palese di sconfessioni su alcune sue dichiarazioni rese alla stampa nelle ultime settimane. E' stato rilevato dal collega Uras, è stato rilevato dal collega Mario Bruno e lo voglio sottolineare in questo intervento. I Gruppi dell'opposizione, signora Presidente e signor Capogruppo della P.d.L., stanno ponendo in evidenza che ormai sta diventando insopportabile politicamente e istituzionalmente l'assenza del presidente Cappellacci da questa discussione. Ripeto: sta diventando insopportabile, a fronte proprio di una palese sconfessione di dichiarazioni pubblicamente assunte dal presidente Cappellacci.

Mi riferisco alla (così com'è stata richiamata precedentemente sia dal collega Mario Bruno sia dal collega Uras, oltre che da altri colleghi della minoranza) all'intangibilità della fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, che poi abbiamo visto che tanto intangibile non era (mi riferisco adesso alle deroghe e ai condoni sulla fascia agricola che stiamo discutendo). Quindi poniamo il problema dell'opportunità che prima o poi (più prima che poi noi auspichiamo) il presidente Cappellacci si presenti in quest'Aula e che dica esattamente quello che pensa, perché non è possibile che anche nel comma 1 dell'articolo 3 si parli di "superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti".

PRESIDENTE. All'inizio della seduta di questa mattina ho comunicato all'Aula che il presidente Cappellacci non potrà partecipare ai lavori della settimana perché impegnato all'assemblea plenaria delle regioni a Bruxelles. Quindi è assente per motivi istituzionali e non dipendenti dalla sua volontà.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io mi auguro che l'assemblea plenaria delle regioni a Bruxelles abbia da deliberare qualcosa di utile per la Sardegna e per gli altri, perché vedere il Presidente impegnato in questo appuntamento istituzionale di grandissimo valore ci dispiace in ragione del fatto che qua, purtroppo, in sua assenza si va consumando una delle aberrazioni normative più grandi della storia del Consiglio regionale e dell'autonomia speciale.

E perché dico questo? Per capirlo basta leggere il primo comma dell'articolo 3: "nelle zone omogenee E, così come individuate negli strumenti urbanistici vigenti, gli incrementi volumetrici sono disciplinati dalle seguenti disposizioni, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali". In questo comma si consuma un fatto orrido, cioè si attua il commissariamento in massa di tutti i comuni della Sardegna, tutti i comuni della Sardegna sono con questo primo comma commissariati, perché chiunque può realizzare, solo sulla base di una norma regionale, incrementi volumetrici oltre gli indici previsti dalla pianificazione urbanistica legittimamente adottata dai comuni, prescindendo da una ripianificazione del territorio, prescindendo dal ruolo degli enti locali, prescindendo dalle volontà delle amministrazioni.

E' una norma che, anche dal punto di vista giuridico, grida vendetta, non è accettabile, è fuori da ogni criterio giuridico. Io invito la Giunta a ritirare questo Emendamento e l'articolo conseguente. Voterò per la sua soppressione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, sono anche io convinto che la seconda parte di questo primo comma dell'articolo 3 racchiuda un po' l'essenza negativa di tutta questa normativa. Recita, infatti: "nelle zone omogenee E, così come individuate dagli strumenti urbanistici vigenti, gli incrementi volumetrici sono disciplinati secondo le seguenti disposizioni, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali".

E' una dicitura che noi non possiamo condividere, mette le amministrazioni locali di fronte a un atto dell'Assemblea regionale che ne vanifica il loro ruolo, le bypassa nel rapporto con i cittadini, rende inutili anni di lavoro dedicati a costruire percorsi di norme e vincoli urbanistici che consentissero la costruzione e la realizzazione degli interventi nell'ambito di disegni ben definiti, con obiettivi chiari, che fossero validi e valessero per tutti. Oggi noi - e non solo con questo articolo, perché questa norma è prevista anche per tutti gli altri interventi - stiamo, di fatto, rendendo vano tutto il lavoro svolto in questi anni. E se ci saranno - viste le contrapposizioni con altre norme vigenti a cui faceva, in maniera molto acuta, riferimento l'onorevole Gian Valerio Sanna - difficoltà di interpretazione, il cittadino non starà a rifletterci su con chi prendersela: il sindaco e l'amministrazione comunale saranno i suoi avversari, il Consiglio regionale sarà colui che invece gli ha consentito di fare ciò che le norme vigenti non consentono. E' una situazione che avremmo dovuto assolutamente risparmiarci, è un qualcosa che i sindaci e gli amministratori non meritano. Ecco perché ritengo che sia giusto sopprimere questo, come anche i successivi commi di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signor Presidente, Assessore, onorevoli colleghe e colleghi, anche io voterò a favore di questi emendamenti, anche per ribadire quanto abbiamo già affermato negli interventi sull'articolo 3, circa la sua delicatezza e la sua gravità. Sicuramente il comma 1, così come hanno rilevato i miei colleghi, con la possibilità di procedere in deroga su tutto, costituisce un attentato al Titolo V della Costituzione, che pone sullo stesso piano la Regione Sardegna e i comuni nell'ambito della pianificazione territoriale.

Molti comuni hanno deliberato il Piano urbanistico comunale e voi tutti sapete quanto è importante, anzi dovremmo sollecitare tutti i comuni che ancora ne sono sprovvisti a dotarsi di questo strumento fondamentale per lo sviluppo del territorio. E' necessario, infatti, effettuare interventi urbanistici, con una pianificazione puntuale, sulle storture, sulle ferite dei centri storici e i piani urbanistici comunali, che hanno poi adottato il piano particolareggiato per i centri storici, hanno affrontato questo aspetto.

Io credo che anche per la parte extraurbana il discorso sia lo stesso. Chi ha adottato il PUC ha deciso, in alcuni ambiti, di consentire l'edificazione anche attorno agli abitati - alcuni centri lo hanno fatto - funzionale all'utilizzazione di quelle particelle territoriali che, non utili all'azienda agricola, all'azienda zootecnica, risultano salutari per i cittadini che, in prossimità dei centri abitati, ritrovano quegli spazi per attivare quelle attività domestiche che sono legate alla produzione dei bisogni primari e quindi anche all'attività di vita quotidiana e, in alcuni casi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, intervengo molto celermente per dire che sono contrario e voterò contro l'Emendamento proposto. Ho seguito con attenzione alcuni interventi dei colleghi dove si afferma che con questo articolo (riferendosi alla frase: "Anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e così via") si attua una prevaricazione nei confronti degli enti locali. Ma, io credo che il concetto stesso che sta alla base di questa legge ci porti in tutto a superare i limiti previsti dagli strumenti urbanistici, nel senso che il concetto stesso del cosiddetto (erroneamente) "Piano casa" è quello di attribuire dei premi di volumetria che vanno oltre gli indici previsti dagli strumenti urbanistici, perciò mi sembra quantomeno inopportuno che si mettano continuamente in discussione questi commi, richiamando il fatto che si ledono le prerogative degli enti locali.

La stessa ratio della legge ci richiama al fatto che stiamo concedendo dei premi volumetrici rispetto a quanto previsto dagli strumenti urbanistici; questo mi sembra normale. Perciò, non direi che stiamo commissariando il comune o le province, noi non ci sogniamo minimamente di commissariare i comuni. Al contrario, mi duole ricordarvelo, voi avete avuto un Presidente che pubblicamente ha dichiarato che sarebbe stato opportuno cancellare i comuni come istituzione. Questo lo ha dichiarato in mia presenza, nel corso di una pubblica assemblea, nel contesto di un discorso particolare, ovviamente, però l'ha dichiarato da Presidente della Regione Sardegna.

Ecco, noi non arriviamo a tanto e non arriviamo neanche al commissariamento, sicuramente dobbiamo stare attenti a quello che si fa non superando il limite di alcune iniziative. Voi sapete, grazie a Dio, che la nostra è una maggioranza all'interno della quale si può anche dissentire conservando sia lo spirito di coalizione, sia l'identità che ognuno di noi intende rappresentare all'interno della stessa e la libertà che manifesterà sempre e comunque.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). In Sardegna c'è un modo di dire: "Non dirmi chi ero, dimmi chi sono". Chi ero: noi eravamo maggioranza e voi opposizione, oggi è successo il contrario, quindi ritorniamo al momento attuale, è inutile ricordare cose accadute e successe in passato…

CAPELLI (U.D.C.). Per sapere chi sei, devi ricordare chi eri.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, questo credo che lo ricordiamo tutti, ricordiamo tutti chi eravamo e anche le cose buone che avevamo fatto in passato. Probabilmente meno buone per chi stava dall'altra parte. Il discorso vero è che, comunque, rimane in ogni caso un provvedimento che sottrae ai comuni ogni possibilità di intervento. Qui non si dice ai comuni: "Dovete fare in questo modo". Ai comuni, agli enti locali gli si dice: "Mettetevi da parte, arriviamo noi con uno strumento e diciamo che cosa può essere fatto", e il singolo cittadino può intervenire forte di questa disposizione di legge.

Quando mai abbiamo visto, nella storia di questa Regione e di tutte le Assemblee legislative democratiche, approvare leggi che impartivano disposizioni, indicavano a chi era gerarchicamente subordinato i provvedimenti che poteva e doveva emanare? Qui noi non siamo di fronte a una legge che dice: "Potrà essere fatto così, se i comuni interverranno, disciplineranno e diranno dove". Questa è esattamente la deregulation generale, qui ci appigliamo a tutte le possibilità perché sia consentito a chiunque la voglia di aumentare le volumetrie, in deroga a qualsiasi norma, e soprattutto senza tener minimamente conto di aree sulle quali probabilmente sarebbe stato opportuno operare dei distinguo. Qui invece si applica una norma che consentirà a tutti il massimo dell'incremento volumetrico e i comuni staranno a guardare. Io credo che nessun comune possa essere soddisfatto nel momento in cui gli viene sottratta la propria capacità di intervenire su una materia così delicata come gli strumenti urbanistici.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, anch'io ritengo per annunciare il voto favorevole all'Emendamento e sottolineare con forza la necessità che se non viene cassato questo comma 1 dell'articolo 3 possa almeno essere rimodulato, perché così come è formulato è gravemente lesivo dell'autonomia e della potestà dei comuni sul loro territorio. Ricordo che i comuni non sono enti subordinati, ma, soprattutto, nella pianificazione non possono essere mortificati da una legge regionale che autorizza chiunque a fare quello che vuole, sorvolando sulle scelte che le municipalità hanno fatto. E' vero che la frase "anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali", è una frase ripetuta in tutti gli articoli, non soltanto in quelli relativi alle zone agricole, ma noi lo diciamo qui per enfatizzare il fatto che i comuni vengono completamente tagliati fuori dalle scelte.

Io ricordo a coloro che citano spesso e volentieri l'ex Presidente della Regione, ovvero Soru, che anche sulla tassa di soggiorno le municipalità avevano la facoltà di applicarla o di non applicarla, potevano scegliere se applicarla, non era obbligatorio farlo. Se questo articolo potesse essere rimodulato nello stesso senso, le cose cambierebbero! La tassa di soggiorno, durante la precedente amministrazione regionale, i comuni potevano scegliere se applicarla o se non applicarla, era totalmente loro discrezione farlo, voi invece su quella stessa avete fatto il diavolo a quattro per dire che era assolutamente da cambiare, da modificare, senza rendervi conto che i comuni erano liberi di applicarla o meno. In questo caso, invece, avviene il contrario, esattamente il contrario.

Io penso ai comuni con grandi estensioni territoriali; soprattutto nelle zone agricole che cosa accadrà? Arbus, un comune vastissimo con una zona agricola enorme, immagino che cosa accadrà! E il comune non potrà dir nulla in merito alle cose che accadranno; tutti coloro che hanno residenze nelle zone agricole, agro- silvo-pastorali, residenziali aumenteranno le volumetrie, così come la legge prevede, senza che il comune possa dire nulla, e questo non è assolutamente accettabile, è assolutamente in controtendenza e non in linea con le richieste e con le scelte che devono essere operate dai comuni. Su questo, Assessore, io credo che occorrerà porre una postilla per attuare delle modifiche di sostanza che permettano agli enti di aver la possibilità di decidere, di fare le scelte sui loro territori, altrimenti sarà davvero un disastro! Sarà un disastro cui occorrerà mettere mano. Per questa ragione, se le cose rimarranno così, è chiaro che voterò a favore dell'Emendamento che sopprime questo comma dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, gli interventi della maggioranza, pochi, però sempre stimolanti, e i motivi che hanno portato l'onorevole Capelli a riconoscere che sì, questo Emendamento di fatto va a sopprimere un comma, ma che in realtà il superamento degli indici è previsto in tutta la legge, non fa che confermare il fatto che noi siamo contrari non solo a questo comma, ma a tutto l'intero corpo della legge. Io credo, tra l'altro, che il dissenso, onorevole Capelli, in democrazia si esprima con un voto. Io ho visto un dissenso, che è quello del Partito Sardo d'Azione sui 300 metri, non ne ho visto altri in maggioranza, finora.

Devo dire un'altra cosa sulle politiche che riguardano gli enti locali. Compito centrale dei comuni è quello dello sviluppo del loro territorio, è quello della programmazione, della pianificazione, se gli togliamo questo compito basilare credo che ai comuni rimanga ben poco. Noi, nella scorsa legislatura, abbiamo fatto alcune cose; intanto abbiamo attribuito poteri concreti ai comune con il fondo unico per gli enti locali, onorevole Capelli, cioè gli abbiamo concesso discrezionalità sulla destinazione dei finanziamenti. Abbiamo istituito, come Consiglio regionale, su nostra proposta, il Consiglio delle autonomie locali che, al di là delle enunciazioni che si fanno in sede di dichiarazioni programmatiche, nelle assemblee annuali congiunte (ormai sono diventate un rito) nella pratica dalla vostra Giunta, dalla vostra maggioranza non viene ascoltato, in alcuni casi non gli chiedete neanche il parere su leggi importanti (come il disegno di legge collegato alla finanziaria) in altri casi il parere viene espresso, ma non è nemmeno preso in considerazione.

Allora, io credo che la centralità che voi a parole riconoscete ai comuni, nei fatti non esista e credo che il nostro voto favorevole a questo Emendamento, volto a sopprimere il comma 1 dell'articolo 3, vada in questa direzione, vada nel senso di restituire la centralità alle amministrazioni comunali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il mio voto contrario all'Emendamentoproposto dal centrosinistra, ma principalmente per rispondere, ancora una volta, in questi pochi secondi che mi vengono concessi, al collega Gian Valerio Sanna. Mi dispiace dirlo, perché veniamo dallo stesso partito, ma evidentemente il collega Sanna fuori dal potere ragiona in modo diverso. Ha riso sul progetto della gallina prataiola. La Regione Sardegna ha approvato questo progetto il 16 dicembre 2008 e in tale data è stata stipulata la convenzione Life 07 recante la seguente dicitura: "Azioni di gestione per la conservazione della gallina prataiola nelle steppe della Sardegna". Il progetto è stato approvato dalla Giunta di centrosinistra di cui lei faceva parte.

Quindi, evidentemente lei quando è in Giunta non segue attentamente le delibere o non le legge con attenzione, e ciò è ancora più grave. Perché in quella delibera, caro assessore Sanna o collega Sanna, sono state individuate anche le zone di protezione della gallina prataiola e fra queste zone gliene cito due: come ZPS (zona di protezione speciale) l'altopiano di Abbasanta, che lei conosce bene, e come SIC (sito di importanza comunitaria) la media valle del Tirso e l'altopiano di Abbasanta. Mi meraviglia che uno come lei, nato ad Abbasanta, vissuto ad Abbasanta, residente ad Abbasanta, con il fratello sindaco di Abbasanta non fosse a conoscenza che questa delibera è stata approvata da lei e che riguarda il suo territorio. Ma le dirò di più.

(Interruzione del consigliere Gian Valerio Sanna)

CAPPAI (U.D.C.). No, è approvata dalla Giunta di centrosinistra. Noi abbiamo dato solo esecuzione. Le dirò di più: la Regione Sardegna è stata identificata a livello europeo come regione pilota per il coordinamento dell'area del Mediterraneo. La Regione Sardegna ha investito anche un congruo finanziamento in questo progetto, quindi non c'è da ridere sulla salvaguardia della gallina prataiola nelle steppe di Abbasanta. C'è da ridere per il fatto che non vi ricordate neanche degli atti da voi emanati. Le dico ancora di più: lei ha individuato anche le figure, lei con la sua Giunta, ha individuato anche le figure che sono previste in quel progetto. Ci mancavano solo i nomi a fianco. Noi abbiamo solo pubblicizzato questo bando e abbiamo detto alle persone interessate, alle categorie interessate di presentare fare le domande.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

Prego, colleghi, grazie. Consentiamo all'onorevole Manca di pronunciare la dichiarazione di voto.

MANCA (P.D.). Presidente, riportiamo le galline dentro il pollaio e continuiamo la discussione.

In questo primo comma appare evidente un fatto che io durante tutta la discussione ho ricordato più volte, e che continuerò a ricordare fino alla fine, fino all'ultimo Emendamento dell'ultimo articolo: il fatto che gli enti locali in questo disegno di legge vengono totalmente trascurati. E' ciò probabilmente non è dovuto al caso perché con tutte le opportunità, con tutte le possibilità che vi sono state di inserire la figura dell'ente locale non come colui che può limitare la legge regionale, ma che deve accompagnarla in uno spirito di programmazione urbanistica che mi sembra sia assolutamente condiviso e condivisibile da parte di tutti in quest'Aula, ecco, mi sembra impossibile che non sia stata prevista una delibera del consiglio comunale che accompagnasse tutti questi atti di modifica volumetrica degli standard urbanistici previsti all'interno dei diversi comuni. Penso che ciò sarebbe stato un atto assolutamente normale e dovuto. Ciò comunque sarà proposto all'articolo 8 con un Emendamento chiaro ed evidente. Questo ancora una volta per dire che noi possiamo anche avere commesso degli errori però vogliamo aiutarvi in questo caso a non sbagliare più.

Io penso che l'opportunità di avere le amministrazioni comunali che compartecipano a questo processo sia un'opportunità forte sopratutto per chi si è riempito la bocca la scorsa legislatura, ma anche in questa, durante la campagna elettorale, di ruolo dei comuni, di rivendicazione del ruolo del Consiglio delle autonomie locali. Per questo ritengo che ripetutamente sia questa Giunta regionale sia questa maggioranza si siano dimostrate inadeguate. Io penso, Assessore, che durante il corso della discussione ci sarà l'opportunità per inserire in maniera più chiara il ruolo dei comuni in questo processo, senza sottrarre niente al disegno di legge, anzi probabilmente migliorandolo e restituendo responsabilità a chi poi vive il territorio in trincea e quotidianamente tocca con mano i problemi e i disagi che si creano e che si potrebbero creare con questo piano casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Questo articolo, esattamente come tutti gli altri, consente il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici. Qua accade in agro, negli altri articoli accadeva nelle zone A, B, C e via discorrendo. Il problema è che qua si interviene - dice l'articolo - su immobili già esistenti, ma con la possibilità in questo caso di realizzare corpi di fabbrica separati da quelli esistenti, perché stiamo parlando di agro e ovviamente stiamo parlando di abitazioni monofamiliari. E la possibilità di costruire corpi distaccati di fabbrica significa che, facendo il calcolo del volume premiale, si può arrivare a costruire più o meno sino a 60 metri quadri in più; tutto questo fuori ovviamente da una regolamentazione, pianificazione e quant'altro.

Veda, io ho capito, ma non da oggi, che comunque questa maggioranza è decisa e determinata a portare avanti un progetto in cui crede, legittimamente lo fa e lo farà, però io non rinuncio a sottolineare alcuni aspetti. Ad esempio, assessore Asunis, il Comune di Sassari ha messo in campo nella sua proposta di Piano urbanistico comunale uno strumento, relativamente all'agro, che consente esattamente quello che si consente con quest'articolo 3, e cioè la possibilità di incrementare i volumi per gli immobili esistenti, senza distinzioni, sino a un massimo, se non ricordo male, del 28 per cento.

Dove sta la differenza? La differenza sta nella ratio della proposta, e cioè in quel caso si consentiva il volume premiale a condizione che in quelle realtà antropizzate, malamente e spesso abusivamente edificate - si consideri che nel territorio sassarese si costruiva anche con un lotto minimo di 2.500 metri quadri e con la possibilità di vincolare terreni contigui - che gli abitanti di queste zone si consorziassero (il numero minimo a Sassari è stato previsto nella misura di cinque unità abitative, con un lotto minimo di due ettari e mezzo) per porre in essere misure di risanamento ambientale. Le misure di risanamento ambientale sono anche individuate...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Murgioni è rientrato dal congedo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 13 e 187, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Agus ha votato a favore e che i consiglieri Dessì e Piras hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Caria - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 20

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 125.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Cappai è andato via, ha fatto un po' di confusione. Il problema è che magari la delibera che riguarda i commissari delle AA.SS.LL. non la conosciamo, mentre altre più banali come quella che ho citato oggi è comparsa perché evidentemente è ritenuta più importante di altre; non dico altro.

Per quanto riguarda, invece, l'Emendamento io credo che sia molto importante votare a favore proprio per quello che si diceva prima sul ruolo dei Comuni. Storicamente la materia urbanistica è ovunque legata ai Piani urbanistici comunali, è stata una delle prime conquiste, ma in questo caso la Regione riscopre la sua funzione centralistica perché su molti interventi, per esempio, deciderà lei. Questa famigerata Commissione di sedicenti esperti, infatti, deve esprimere un parere positivo, cioè tre persone comunque scelte dalla Giunta hanno il potere di andare oltre una valutazione comunale, altro che esproprio! Pertanto i Comuni, che hanno sempre rivendicato questa competenza in quanto meglio di loro nessuno poteva conoscere le peculiarità e le caratteristiche non solo del territorio agrario, ma anche dell'ambito urbano, in questo caso non c'entrano più niente; decide la Commissione.

Questa è una Commissione come quella che sta risolvendo i problemi della povertà: ve ne siete accorti? L'Osservatorio che abbiamo nominato ormai ha tutto risolto; avete mai visto un atto posto in essere da quest'Osservatorio? Sono le solite commissioni istituite per sistemare un po' di supporter. Altro che commissariamento: c'è proprio un dispregio totale dei Comuni che sono coloro che conoscono meglio di tutti le realtà che devono amministrare. Voi invece ci cancellate definitivamente attribuendo ad una Commissione composta da esperti (che nessuno controllerà in che cosa sono esperti e che certamente non possono sostituire la conoscenza identitaria dei luoghi e delle comunità che hanno gli amministratori locali e gli Uffici tecnici comunali) attribuendo - dicevo - a questa Commissione il compito di esprimere un parere vincolante. Questa è la dimostrazione di come voi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, perché nonostante l'ora, la fatica che tutti quanti incominciamo a sentire, noi ci permettiamo di insistere sul contenuto del primo comma dell'articolo 3? Ci permettiamo di insistere su questo contenuto perché su di esso ci sono dubbi seri di legittimità costituzionale.

L'articolo 114 della Costituzione recita: "la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato". Ora, su questo argomento io potrei ricordarvi - lo dico a chi ha condiviso con me alcuni anni di lavori all'interno della Commissione urbanistica nella precedente legislatura - numerose affermazioni dei colleghi sulla delicatezza della violazione della titolarità delle funzioni di pianificazione territoriale in capo ai Comuni. Cioè, si è sempre detto - ma l'ha detto l'attuale maggioranza, la precedente minoranza - che sarebbe stato gravissimo, anzi era gravissimo violare competenze degli enti locali in materia di pianificazione urbanistica, di capacità di organizzare il proprio territorio. Questo perché vige nella nostra Costituzione il principio di sussidiarietà e questo principio non può essere violato da una sorta di generale commissariamento che invece gli articoli di questo provvedimento propongono.

Quando si dice: "Badate, la pianificazione comunale non conta, il cittadino può decidere prescindendo dalla pianificazione", ci si dimentica che la pianificazione è una attività complessa, non è solo l'individuazione degli indici di edificabilità, cioè le volumetrie. Queste sono una parte della pianificazione, ma se si incide su queste si incide su tutta la pianificazione compiendo così una violazione di una competenza dei Comuni e, al contempo, una detronizzazione totale, una disgregazione, disintegrazione totale della pianificazione di tutti i Comuni di questa Regione. Quindi, è grave anche dal punto di vista giuridico. Io richiamo la Giunta alla sollecitazione che facevo all'inizio dei lavori di oggi: rimandiamo la legge in Commissione, rivediamola; questo è un testo che creerà solamente caos!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colleghi, come abbiamo sentito ora è un discorso di norme e un discorso di opportunità. Alle norme è sempre bene non derogare o non far finta che non esistano soprattutto quando si intacca l'autonomia di istituzioni importanti come gli enti locali, di cui molti di noi sono stati e sono attualmente espressione.

Il discorso di opportunità, invece, è il discorso che ancora una volta, ripeto, è riferito ai terreni agricoli, terreni in cui l'attività oggi è sempre più in difficoltà. Allora mi chiedo: voi pensate che attraverso uno strumento come questo favoriremo l'agricoltura? E' pensabile che un agricoltore che ha bisogno di espandere la propria azienda e vuole magari acquistare del terreno cosiddetto agricolo perché classificato tale, possa acquistarlo dopo l'approvazione di questa legge? Noi più carichiamo di potenzialità volumetriche i terreni agricoli meno opportunità offriamo agli agricoltori di ampliare le proprie aziende perché sono terreni ormai destinati ad una attività che è tutt'altro che agricola.

Oggi un imprenditore agricolo che volesse investire nel settore (penso a dei giovani che magari o aiutati dalla famiglia vogliano acquistare dei terreni per fare gli agricoltori) è impossibilitato a farlo perché i prezzi dei terreni classificati agricoli sono inaccessibili a chi vuole fare agricoltura e se tenta questa strada viene probabilmente impedito da qualsiasi possibilità.

Esistono persino difficoltà nel ricomporre le proprietà di un tempo, magari perché frazionate attraverso meccanismi di successione o altro. Oggi siamo nell'impossibilità di farlo e questo strumento e questa potenzialità volumetrica sui terreni agricoli creerà un'ulteriore barriera a qualsiasi tentativo. E' per questo che noi proponiamo la soppressione dell'articolo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, ha fatto bene il collega Carlo Sechi a ricordare l'effetto che produrrà quest'articolo 3. Un effetto che vedrà le campagne progressivamente abbandonate da quelli che dovrebbero essere i protagonisti, cioè gli agricoltori, i pastori, i contadini, mentre si popoleranno sempre più di case per uso residenziale. Il tessuto urbano tenderà a allargarsi con un doppio effetto che sarà quello di non consentire di fare l'imprenditore agricolo a chi lo vorrebbe fare, e di diradare il tessuto urbano con aggravio di servizi per la collettività e con un consumo di territorio crescente.

In questo articolo noi prevediamo aumenti di volumetrie non soltanto per le funzioni agro-silvo-pastorali, ma anche per uso residenziale; è un articolo che fa comprendere perfettamente la filosofia di questa legge che non vuole intervenire su un settore specifico per rilanciarlo, ma vuole soltanto spargere e cospargere ogni angolo della nostra terra di nuove volumetrie senza che siano al servizio di un progetto.

Io capisco che i colleghi della maggioranza cerchino di non ascoltare, cercano di non ascoltare perché non possono ascoltare, perché se dovessero ascoltare non potrebbero che convenire con noi che questo Emendamento va approvato perché riporta alla piena potestà dei comuni e degli strumenti urbanistici comunali le previsioni di eventuali aumenti di volumetrie nell'agro, ma probabilmente se fossero liberi di scegliere e se fossero liberi di ascoltare non i banchi dell'opposizione ma semplicemente la loro coscienza voterebbero con noi questo Emendamento e contro quest'articolo e contro questa legge che certamente non porterà alcun giovamento alla Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento che come il precedente va a restituire centralità alle amministrazioni comunali. Io credo che il problema vero, quello della crisi economica che non è solo crisi edilizia, sia da voi affrontato nel modo sbagliato, cioè con un metodo "keynesiano", con l'affidare al privato, attraverso il fai da te, la soluzione dei suoi problemi. Come dice ogni tanto il collega Moriconi è come se, per risolvere il problema del traffico, si autorizzassero tutti a passare col rosso.

Io voglio in qualche modo anche coinvolgere il presidente Floris. Perché? Perché è il Presidente della Commissione autonomia ed è l'ispiratore della legge numero 45 dell'89 che è ancora in vigore e che contiene alcune indicazioni molto chiare circa l'ambito di competenza delle amministrazioni comunali. Ai sensi di detta legge, infatti, il comune, con il Piano urbanistico comunale, assicura l'equilibrata espansione dei centri abitati. In coerenza con le direttive regionali e in conformità alle previsioni del Piano urbanistico provinciale regola l'uso del territorio agricolo e delle parti destinate allo sviluppo turistico e produttivo. Detta norme per il recupero e l'uso del patrimonio edilizio esistente per un'adeguata dotazione di servizi sociali e di carattere infrastrutturale del territorio comunale.

Ora con una legge ispirata da un'intesa Stato - Regioni, con una legge che è nata sicuramente dall'alto, con una legge che doveva andare in una prima fase a introdurre dei premi da destinare alle famiglie nell'ambito di un vero e proprio piano casa stravolgendo tutte le regole in Sardegna andando contro la legge numero 45 dell'89, superandola, andando contro il codice Urbani, andando contro tutte le leggi sovraordinate, si vuole invece inserire un precedente che è appunto quello di...

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, onorevole Petrini, lasciate proseguire l'oratore.

BRUNO (P.D.). Dicevo, si va a sostituirsi alla programmazione urbanistica comunale con una legge, con una leggina che in realtà ha ben altri obiettivi, e l'obiettivo principale... Presidente, io le chiederei quando interveniamo di far...

PRESIDENTE. Ha ragione onorevole Bruno. Onorevole Manca, onorevole Cossa, onorevole Meloni, per favore non disturbate.

BRUNO (P.D.). Comunque avremo modo di proseguire fino alle due di notte e il parere è favorevole all'Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Stiamo ragionando sempre sullo stesso tema: da una parte la Regione che si arroga anche il diritto di intervenire su norme su cui non avrebbe diritto di intervenire, perché ci sono norme sovraordinate o comunque costruite con ben altro percorso legislativo e dall'altra la stessa che decide anche a nome di altri enti che hanno, su questa materia, specifica competenza. Stiamo creando un piccolo mostro giuridico che non so se andrà avanti e se ci saranno dei ricorsi, e se i ricorsi non dovessero esserci avrà senz'altro difficoltà a essere portato avanti fino in fondo perché creerà numerosissime contraddizioni, inasprendo in maniera anche preoccupante i rapporti tra i cittadini e le amministrazioni locali. Non aiuterà neanche quella ripresa economica alla quale con questo provvedimento si guarda con eccessiva attenzione.

Io sono convinto che dalla ripresa dell'edilizia che dovrebbe derivare da questo provvedimento non ci sarà davvero quanto ci si attende dal punto di vista economico; ci sarà invece quanto non ci si attende dal punto di vista della distruzione di un patrimonio politico e culturale che ruota attorno all'urbanistica e che tanto tempo abbiamo impiegato a costruire.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Signor Presidente, poiché il tema è lo stesso, non rischierò di andare fuori tema, concludendo il ragionamento iniziato poc'anzi e sollecitando l'Assessore ad un'analisi di ciò che ho detto e che continuerò a dire adesso.

Dicevo dei piani di risanamento, che sono semplicissimi: si mettono in piedi alcune misure che sì, accorderanno le premialità nella misura più o meno che state prevedendo voi, però costringendo gli agricoltori a sforzarsi attraverso piccoli consorzi, snelli, agili e quant'altro, a risanare quei tessuti periurbani. Quindi piani di risanamento, migliorie della viabilità, per esempio, piccoli depuratori consortili (che oggi hanno costi irrisori) a spese di questi piccoli consorzi, oppure, se vi è la possibilità, allacci in proprio al sistema fognario cittadino, sistemazione complessiva sotto l'aspetto estetico e urbanistico. Questo volevo dire, rifletta su questa possibilità, io credo che in questo modo si potrebbe andare veramente nella giusta direzione.

Badi, in tema di agro, io racconto spesso un aneddoto. In un'assemblea pubblica, molto partecipata, quando il Comune di Sassari portò il lotto minimo ad un ettaro, un'assemblea nella quale molti cittadini manifestarono dissenso rispetto a questa volontà precisa del Comune di Sassari si alzò dalla sala un cittadino, si presentò e pronunciò più o meno queste parole: "Io faccio l'agricoltore, il pastore, lo faceva mio padre e lo faceva mio nonno, sempre nello stesso terreno" - parlo della periferia di Sassari, fra Sassari e Portotorres - "tutta la mia generazione ha vissuto coltivando e allevando bestiame in questi terreni, ma ormai da troppi anni mi vedo circondato da residenze che nulla hanno a che fare con le attività agricole, ville a destra e a manca, e sono continuamente oggetto di mille vessazioni.

I pastori tedeschi e i cani da guardia che i residenti tengono nei propri giardini scappano, mi ammazzano le greggi. Sono oggetto continuamente di visite da parte dei vigili perché gli abitanti delle ville si lamentano del fatto che mantengo bestiame. Il bestiame insomma infastidisce, puzza, e tutte queste cose qua". Bene, calò un silenzio nella sala, e tutti dovettero riflettere su quelle parole. Cosa voglio dire? Qual è la morale? La morale è che l'agro è agro, ha una vocazione agricola. Al di là del bene paesaggio, della necessità di tutelarlo, la necessità vera è quello di preservare queste realtà, perché, oggi, domani, comunque in futuro…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, io credo che quest'articolo, come anche probabilmente tutta la legge, saranno soggetti a numerosi ricorsi, a numerose impugnative. Ma, io non mi voglio soffermare su questo aspetto, questo sarà un altro momento, Presidente e Assessore, questo è il momento della politica, e io penso che la politica debba anche aiutare a sviluppare i ragionamenti. Vorremmo portarvi a sviluppare dei ragionamenti anche su questa norma, quella del comma 1 articolo 3, che noi vogliamo, con l'Emendamento numero 125, cassare. L'aspetto preoccupante è il principio che sta alla base della norma, quello secondo il quale la Regione può espropriare i Comuni del loro ruolo di pianificazione dei propri territori. Con l'emendamento numero 125, si tende a ridare centralità al ruolo dei comuni. Perché si vuole ridare centralità al ruolo dei comuni? Perché i comuni quando hanno stabilito nei loro strumenti urbanistici le zone omogenee di tipo E, e hanno anche stabilito gli indici volumetrici e gli indici di edificabilità nelle zone agricole, non li hanno stabiliti a caso, li hanno stabiliti in base a degli studi, a delle valutazioni sul carico di bestiame, sul carico antropico che può sopportare la campagna. Quindi non è sulla base di un'alzata di testa che i sindaci, gli amministratori dei consigli comunali hanno deciso, da un momento all'altro, l'indice volumetrico nelle campagne.

C'è uno studio alla base di questo, e noi non possiamo, con un semplice tratto di penna, decidere che quegli studi, quelle valutazioni che sono state effettuate in loco, sono state fatte dai consiglieri comunali, sono state fatte dai sindaci, dagli amministratori, anche sentendo quelle popolazioni (perché prima di approvare i PUC si indicono le assemblee). Ecco, io penso che dovremo riflettere in quest'Aula sul ruolo dei comuni, e la mia preoccupazione, come dicevo prima, non è tanto per i ricorsi - quello sarà un momento successivo - quanto per la visione che avete dell'intervento regionale, che deve passare sopra…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Moriconi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MORICONI (P.D.). Signor Presidente, intervengo per rappresentare anche il mio punto di vista rispetto alla inopportunità, alla irragionevolezza con cui si porta avanti tale provvedimento, nel caso specifico dell'articolo in discussione, attraverso il quale ci accingiamo ad osservare impotenti i processi di sconvolgimento degli equilibri naturali, i processi di urbanizzazione e di antropizzazione delle campagne che da esso deriverebbero o proseguirebbero. Questi sconvolgimenti sarebbero da meritare un'attenzione, un approfondimento più attento, perché gli incrementi volumetrici di cui stiamo parlando incidono in maniera sensibile e rilevante sulla prosecuzione del sovvertimento degli equilibri naturali della fauna in modo particolare, ma anche delle abitudini e della vita che ha caratterizzato l'uso delle campagne sino a qualche decennio fa.

L'uso indiscriminato del territorio e gli incrementi volumetrici, in questo caso indiscriminati ed in deroga ai normali e ai più elementari strumenti di regolazione urbanistica, rappresentano un'ulteriore violenza, fuori da qualsiasi ragionamento strategico nell'uso delle campagne, probabilmente fuori da qualsiasi sforzo di rappresentazione prospettica del futuro dell'agro sardo. Le campagne rappresentano, infatti, un valore straordinario che va necessariamente messo in equilibrio, anche con la presenza dell'uomo. Non si capisce, pertanto, per quale ragione alla fine si autorizzi in modo indiscriminato questo incremento di volumetrie, senza premiare un gesto, un'azione, una ragione, un'attività. L'imprenditore agricolo in questo caso non è il beneficiario e non si comprende chi, a questo punto, dovrebbe beneficiarne.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Signor Presidente, Assessore, io intervengo per rafforzare, reiterare, ribadire un concetto che ritengo non possa non essere preso in considerazione. Ovvero io non credo che non ci sia un solo amministratore locale, sia esso di centrodestra, sia esso di centrosinistra, che possa ritenersi soddisfatto del fatto che con questa legge i comuni vengano esautorati dalla possibilità di programmare, di pianificare sui loro territori. Di fatto accadrà così, di fatto accadrà che i comuni non potranno più pianificare, la gente arriverà a presentare i progetti o a chiedere semplicemente la concessione per realizzare gli aumenti volumetrici. In questo caso in agro, in altri casi nelle zone A, in altri casi nelle zone B, o nella lottizzazione delle zone C. Questo di fatto toglie ai comuni la possibilità di decidere.

L'intervento che io pronuncio - l'ho detto prima lo ribadisco adesso - è per rafforzare questo concetto. Sulla legge ovviamente si può discutere, si può dire tutto quello che si vuole, ma il fatto che i comuni vengano esautorati dalla possibilità di pianificare, di programmare, di operare le scelte sui nuovi territori, questo non è assolutamente giusto. Non è una posizione di centrosinistra, non credo che sia una posizione di centro destra, è una posizione di buon senso che deve obbligare la Giunta regionale a compiere un passo avanti sotto questo punto di vista e affermare che i comuni devono avere la loro parte di decisione nelle scelte. Questo va in controtendenza rispetto alle normative esistenti in campo nazionale, in campo europeo.

I comuni sono parte attiva della società e devono avere la possibilità di decidere, non si può approvare una legge che di fatto gli tolga ogni possibilità di decisione. Io immagino la gente che arriverà nei comuni, convinta di poter incrementare la volumetria in base a una legge regionale e poi magari queste opere risultano in contrasto con i piani urbanistici comunali. Ci saranno scontri pesanti, si arriverà a cercare qualcuno, un arbitro che dovrà dirimere le questioni. Pertanto, rivolgo un invito ulteriore all'Assessore e alla Giunta regionale e rivedere le posizioni, almeno sotto questo punto di vista, e ovviamente, ancora una volta, se le cose rimangono così, il mio voto sarà favorevole all'Emendamento che noi abbiamo presentato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Zedda Massimo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, nell'esprimere il voto favorevole formulerò alcune considerazioni circa l'opportunità di continuare a cementificare il nostro territorio, in particolare il territorio agricolo, consumando il suolo della nostra Isola. Bene Assessore, costruire pezzi di città, dar la possibilità di costruire fuori dalle nostre città, città che poi un domani produrranno altri problemi, aumentare cubatura laddove uno deciderà di andare ad abitare, produrrà gravi inconvenienti anche per le città.

Le città si stanno già spopolando, la città di Cagliari ha perso negli ultimi anni 20 mila abitanti, in particolar modo giovani, che sono andati ad abitare nell'hinterland. Date la possibilità di stare in città, di riempire quegli edifici vuoti che già esistono, di ristrutturare quegli edifici in stato di degrado che già esistono, quei tanti immobili sfitti che già esistono nelle nostre città. Dando invece le possibilità di andar fuori si creeranno finte città, occupando spazi verdi. Duecentosessantamila veicoli ogni giorno entrano ed escono dalla nostra città di Cagliari. Immagini lei che cosa vorrebbe dire, in termini di costi, di inquinamento, di pericolosità, di sicurezza per la vita delle persone, continuare a cementificare e costringere le persone ad andar fuori dalle città a costruire su terreni agricoli che altra destinazione hanno. Vuol dire compromettere ulteriormente anche la situazione già esistente e precaria delle nostre città, delle vie, delle campagne e dell'agro, rendendo abitabili zone destinate ad altro.

Siamo il paese in Europa che consuma di più il suo territorio, che ha utilizzato di più il terreno agricolo per usi d'altro tipo come quello delle abitazioni. Siamo coloro che hanno sfruttato di più i campi verdi e li abbiamo "scempiati". Siamo pieni nelle città di gusci vuoti e siamo pieni di brutture nelle nostre campagne. Ebbene, non sarà questo piano che produrrà, senza leggi, senza vincoli, nuovo sviluppo; produrrà solo nuovo cemento. Assessore, noi le chiediamo di rivedere e di rimandare in Commissione il piano e con una maggiore attenzione, insieme anche agli altri colleghi, di trattare la materia tutti insieme per modificare ciò che non va bene di questo disegno di legge. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. L'onorevole Bruno ha chiesto la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 125.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Diana Mario, Floris Mario, Floris Rosanna, Rodin e Sanna Paolo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 68

votanti 67

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 24

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Passiamo alla votazione degli emendamenti numero 14 e 188.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, l'Emendamento numero 14 e l'emendamento numero 188 propongono la soppressione del comma due. Il comma due concede il via libera agli incrementi volumetrici per gli immobili destinati a usi agro-silvo-pastorali, sia per la fascia tra i 300 e i 2.000 metri dalla linea della battigia, abbassato ai 150 metri per le isole minori, sia per gli ambiti costieri oltre i 2000 metri. Non viene risparmiato nulla, si vedono incrementi legati sia all'uso agricolo sia all'uso residenziale. Questi incrementi possono arrivare oltre il 20 per cento per la fascia oltre i 2000 metri e per il 10 per cento tra i 300 e 2000 metri. L'unica cosa che cambia nella fascia più prossima alla costa è la valutazione della Commissione regionale. Sostanzialmente in questo ambito viene dato il via libera automatico, generalizzato a qualsiasi aumento volumetrico, in deroga, come abbiamo detto più volte, agli strumenti urbanistici vigenti. Quindi ci troviamo di fronte ad un intervento assolutamente generalizzato. Io vorrei, da questo punto di vista, chiedere all'Assessore (in alcune interviste rilasciate alla stampa ha parlato di 40 mila addetti, credo oltre 6.000 cantieri, anzi senz'altro di più e 8 miliardi di ricaduta sul PIL) se ha provato a mettere insieme gli incrementi volumetrici attesi da questi interventi in particolare gli incrementi volumetrici attesi in queste fasce costiere entro i 2000 metri e entro i 300 metri dalla battigia.

Questo è un ulteriore via libera indiscriminato, quindi il mio parere su questo Emendamento è senz'altro favorevole alla soppressione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'Emendamento soppressivo del comma 2 ovviamente mette in evidenza come proprio delle attività agricole non importi niente a nessuno. Basterebbe solo la sottolineatura della differenza: 10 per cento per le attività agricole e 10 per cento per la residenza. E se ad un agricoltore interessasse aumentare le dimensioni della sua azienda e non la casa? E' un disgraziato, non ce la farà. Questa è la modalità di approccio a questi problemi. Vorrei dire al Presidente, se mi ascolta, che se "L'Unione Sarda" è stato pubblicato un bellissimo "sms" in cui una persona, che non so chi sia, scrive di aver assistito ad una seduta del Consiglio regionale sardo. Per decenza non lo leggo però riporta le impressioni che ne ha tratto e sottolinea anche con quale competenza noi affrontiamo gli argomenti.

E, a proposito di competenza, chi ha scritto una legge come questa avrebbe dovuto leggersi per lo meno lo studio effettuato dall'Università di Sassari, quella di agraria, che ha pubblicato di recente un libro sul paesaggio rurale della Sardegna. Il professor Idda, con la sua equipe di giovani, ha condotto un'indagine e ha scritto che oggi il più grande pregiudizio per l'agricoltura in Sardegna è l'impossibile urbanizzazione della campagna, cioè il fatto che non si possano identificare più appezzamenti di una vastità tale per poter essere coltivati secondo le medie e le scale che il mercato richiede, e che ormai questo sistema sta diventando pregiudizievole per un'agricoltura competitiva. Invece di abbattere il sistema del frazionamento della proprietà che è stato un cancro per il decollo dell'agricoltura, questo sistema del lotto minimo per la casa non ha fatto altro che cristallizzarlo, impedendo all'agricoltura di trovare un suo spazio naturale per esplicare la sua potenzialità. Questa è la realtà: facciamo le cose senza competenza, senza il minimo approccio scientifico, perché non dobbiamo andare contro la linea prevalente dell'interesse speculativo.

Ho citato quest'opera perché è bene che qualcuno la legga, perché è frutto di una ricerca universitaria meritevole di attenzione e che comunque sarebbe surrogatoria anche della nostra scarsa capacità e competenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, la preoccupazione che manifestavo prima, quando si parlava del primo comma e quindi dell'esproprio sostanziale delle funzioni di pianificazione, della titolarità delle funzioni di pianificazione in capo ai Comuni, è aggravata dal comma 2. E' chiaro che non è solo la titolarità della funzione che si espropria ma è qualcosa di più, cioè c'è un intervento abrogativo della funzione di pianificazione. Questa norma, infatti, sostanzialmente vieta la pianificazione territoriale, mentre consente al singolo cittadino, in possesso già di volumetrie, di intervenire per realizzarne di nuove. Con quali funzioni? Con le funzioni che sono indicate qua, cioè quelle di realizzare, ad usi agro-silvo-pastorali e residenziali, nella fascia costiera dei 300 metri (150 metri nelle isole minori) dalla linea di battigia, un incremento di volumetria.

Io vorrei riuscire a capire questa esigenza, mi sarebbe piaciuto che, insieme a questa disposizione, nella presentazione del testo, anche nella relazione fossero indicate tutte le attività che si esercitano a fini agro-silvo-pastorali - quanti boschi sono stati impiantati, quante attività agricole produttrici di benefici effetti anche economici e di tutela del territorio stanno in quella fascia - oppure che si dichiarasse pubblicamente che la realtà è quella che noi tutti conosciamo, cioè che si vuole dare la stura alla realizzazione di nuove cubature al fine di incrementare le seconde case, le ricettività del turismo costiero, che è quello che ha cambiato l'identità di questo Paese, di questa Regione, e rischia di mortificarla ancora di più. Per queste ragioni noi voteremo per l'abrogazione di questo comma.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io ritorno ancora sull'agricoltura perché l'Emendamento propone di sopprimere il comma 2 dell'articolo 3, sulla base della considerazione che il richiamo effettuato nel titolo dell'articolo non trova poi rispondenza nei commi dell'articolo. Alla stregua di questo si sarebbe dovuto dedicare un'attenzione maggiore alle attività agricole, all'imprenditoria agricola, escludendo qualsiasi ipotesi di aumento volumetrico per la residenza, invece la legge nasconde la volontà di assecondare soprattutto un fenomeno che è scoppiato in un certo momento in Sardegna, negli anni '80 in particolare, dopo che nelle città si erano incominciati ad occupare i giardini, le pertinenze delle case, delle villette che erano state costruite negli anni '50, '60,' 70 da professionisti, artigiani, insegnanti che avevano trovato, magari uscendo da centri storici, l'opportunità di realizzare, le proprie abitazioni dove il verde privato, creava una certa condizione di vivibilità.

Poi la gente ha capito che quei volumi, contenuti rispetto alle potenzialità edificative, potevano essere venduti, e oggi vediamo tutti le conseguenze: si sta demolendo praticamente tutto l'edificato del '900 esistente all'interno delle nostre città. La gente poi sceglie di andare, con la scusa che in città non ci sono più aree, che i costi delle abitazioni sono elevati, ad abitare in campagna. E questo ha portato alla costruzione selvaggia nelle nostre campagne, con il danno che ancora noi continuiamo a favorire e ad incrementare attraverso questo meccanismo di legge. Per questo il voto è favorevole all'Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, prendo la parola per esprimere il voto favorevole all'Emendamento. Dopo il comma 1, con il quale avete espropriato i Comuni dalla pianificazione urbanistica, per lo sviluppo economico, derogando ancora una volta, anche per la materia agricola, agli indici di edificabilità, col comma 2 fate lo stesso. Prevedete due fasce, quella dai 300 (150 per le isole minori) ai 2000 metri e quella oltre i 2000 metri, però nella prima fascia, come ha detto il collega Gian Valerio Sanna, non differenziate: consentite incrementi di volumetria del 10 per cento sia che si tratti di attività agricola sia che si tratti di residenza. Col comma 3, infine, andate nuovamente ad inserirvi all'interno della fascia costiera dei 300 metri (dove dubito che possano esistere ragionevolmente delle vere e proprie aziende agricole) e con una formula abbastanza generica e contraddittoria, prevedete alcune condizioni, per esempio il miglioramento architettonico delle stalle, o l'ottenimento del "parere positivo della Commissione regionale di cui al successivo articolo 7".

Questa Commissione è di nomina esclusiva della Giunta regionale e quindi opererà sotto la sua stretta osservanza. Pertanto sarà la Giunta regionale in maniera centralizzata, il soggetto che veramente potrà esercitare il potere anche sulle coste. Non vi preoccupate neanche di chiedere che ad una certa data sia stabilita la residenza del proprietario, che a una certa data, insomma, si certifichi che quella sia la residenza di quel proprietario. Non vi preoccupate di niente, andate in deroga a tutto e anche con questo comma dell'articolo 3 vi manterrete pienamente nella logica della cementificazione selvaggia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, noi voteremo chiaramente a favore dell'Emendamento numero 14 e per la soppressione del comma 2. Che dire su questo comma 2? Io ho qualche difficoltà a credere che l'assessore Asunis abbia contribuito a scriverlo; ho qualche difficoltà. Lei mi perdonerà ma, anche dal punto di vista tecnico (non solo politico) questo comma è incomprensibile oltre che inconcepibile.

Come si fa a scrivere "Per gli immobili destinati ad usi agro-silvo-pastorali e per quelli ad uso residenziale"? Ho sempre pensato che interventi ad uso residenziale nella zona agricola non fossero consentiti, se non staccati da quelli che erano gli immobili realizzati in funzione di supporto all'attività agro-silvo-pastorale. E questa è la prima incongruenza. A meno che la menzione di quelli ad uso residenziale non sia ascrivibile ad una sorta di sanatoria non declamata e non definita tale.

Oltre tutto nel comma 2 viene previsto un incremento del 10 per cento nella fascia 300 metri (150 metri per le isole minori) ai 2000 metri dalla linea di battigia. Oltre la fascia di 2000 metri l'incremento volumetrico consentito è del 20 per cento. Ma, assessore Asunis, su quali volumetrie esistenti? Su tutte? Perché se è su tutte le volumetrie esistenti, lei si rende conto quale equivoco urbanistico (chiamiamolo così, tra virgolette) si sta realizzando e quale tipo di interventi, anche di carattere volumetrico, sarà possibile in zone dove gli interventi agro-silvo-pastorale sono quasi esclusivamente legati a residenze di carattere turistico, a seconde e terze case affittate a carissimo prezzo nei mesi di luglio e agosto?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, Assessore, su questo comma 2 dell'articolo 3 che va ad incidere addirittura nella fascia dai 300 metri (150 metri nelle isole minori) ai 2000 c'è poco da correggere, ragionare, discutere, suggerire, emendare: va semplicemente cancellato. Non si può, infatti, nella serata di martedì alle ore 20 pensare di cancellare 25 anni di tutela delle nostre coste, 25 anni di tentativi continui, anche persino nelle scuole, di inculcare un'idea ed una passione per l'ambiente, per il paesaggio.

Ebbene, che senso ha intervenire nei 300 metri? Conosco una parte della Sardegna, non ho visitato tutte le cale e calette presenti, ogni baia della Sardegna, ma ho visto di tutto, ho visto le peggiori speculazioni, ho visto le peggiori costruzioni sul mare, ho visto il cemento che arrivava alla spiaggia e oltre, addirittura in acqua, ma poche aziende agricole mi risultano esistenti sul mare.

Che cosa vi porta a intervenire addirittura lì? Beh, è detto, lo hanno detto altri colleghi: l'uso residenziale. Probabilmente la risposta sta lì, in quella parola. Non so quanti imprenditori agricoli già in difficoltà nel pagare i debiti nei confronti dei loro creditori e quelli delle banche, avranno risorse disponibili per ampliare i loro ovili eccetera eccetera. Semmai ci saranno molti che potranno ampliare una villetta "camuffata" con un po' di verde attorno, con qualche animale in modo tale da sembrare un'azienda agricola, magari anche con la piscina, che tutto ha a che fare con la speculazione e niente con l'agricoltura e la pastorizia.

Pensavo che l'intenzione fosse quella di impedire gli abusi che già ci sono ed eliminare quelli presenti sulle coste. Verificheremo, Assessore, quante aziende sorgeranno e moltiplicheranno i loro affari, estenderanno i loro patrimoni e i loro ovini e bovini nelle coste e quanti invece speculeranno grazie a questa norma. Lo verificheremo, e verificheremo anche, se ne accorgeranno anche i sardi, quante giovani coppie potranno usufruire dei benefici di questa norma che andrebbe cancellata. Voterò pertanto a favore della soppressione del comma 2 dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signor Assessore, io credo che dietro ogni provvedimento serio ci sia sempre uno studio e un'analisi. Io vorrei rivolgerle due o tre domande semplicissime, però chiedo una risposta, mi appello anche al Presidente del Consiglio.

C'è un'analisi sul fabbisogno del mondo agro-silvo-pastorale? Credo che ci sia stata una ricerca da parte vostra, uno studio. C'è una domanda, c'è un fabbisogno da parte di questo settore produttivo, c'è questo fabbisogno, c'è quindi una domanda per l'aumento delle volumetrie che voi indicate come fattore di crescita economica in questo settore? Le chiedo questo, e credo che sia una domanda lecita. Lei ci ha parlato, in risposta alle tante nostre osservazioni sugli altri articoli, di un disagio abitativo; non siamo assolutamente d'accordo con lei, ma perlomeno ha giustificato e ha dato una ragione del perché avete fatto scempio della legislazione che tutelava il nostro patrimonio ambientale.

Ora intervenite in questo settore. Le chiedo qual è la ragione che muove questa vostra proposta. Le ricordo che stiamo parlando di un settore che concorre nella misura del 4 per cento alla produzione di ricchezza in quest'Isola. Per aumentare questo valore è questa la ricetta che proponete? Mi dice, per cortesia, come questo aumento della volumetria fa aumentare la produzione di questo settore? Oppure, Assessore, molto più semplicemente, dica con la sua proverbiale onestà intellettuale, di cui le do atto, che utilizzate anche questo settore per fare un regalo a chi ovviamente cambierà a breve anche destinazione d'uso dopo aver aumentato la volumetria.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signor Presidente, colleghi, quando nel 1995 si insediò la nuova Giunta al Comune di Sassari si era anche all'indomani dell'approvazione, da parte di questo Consiglio regionale, delle cosiddette direttive agricole. E quelle direttive agricole davano dei riferimenti precisi ai comuni su come gestire il difficile rapporto con i cittadini relativamente alle possibilità di edificare nelle zone agricole, si stabilirono dei limiti ben precisi, il famoso lotto minimo. In quell'occasione, appena insediata la Giunta, ed approvato da poco questo provvedimento regionale, mi avvicinò un consigliere comunale e mi disse: "Stiamo attenti a non recepire subito queste direttive agricole perché ci creeranno qualche problema di consenso".

Questa situazione durò a lungo, durò ben dieci anni nel Comune di Sassari. La Regione aveva approvato una norma che gettava le basi per gestire meglio e in maniera più razionale l'agro. Gli enti locali però avevano difficoltà a gestire il rapporto con i cittadini, perché c'era una pressione per voler effettuare interventi nelle zone agricole che non potevano essere autorizzati, e ciò determinerò quel ritardo e quella situazione di difficile gestione nella quale l'agro di Sassari versa tutt'oggi. Adesso ci troviamo nella situazione opposta: da una parte c'è un Comune, come il Comune di Sassari, che porta a compimento un Piano urbanistico comunale e che tenta anche di offrire risposte in maniera razionale a quell'annoso problema, e dall'altro abbiamo il Consiglio regionale che invece mette l'Amministrazione comunale in condizioni di grave difficoltà, proprio su questo tema.

Io credo che sia assolutamente ingiusto che questo Consiglio regionale si muova in questa direzione, credo che sia assolutamente ingiusto che metta il Sindaco di Sassari e la sua amministrazione in forte difficoltà nei rapporti con i suoi cittadini, credo che sia profondamente ingiusto che, di fatto, vanifichi un lavoro durato due anni, un risultato lusinghiero che è stato conseguito. Non è giusto che, con un colpo di spugna, si metta di nuovo in discussione tutto; è' politicamente scorretto. Si utilizza un ruolo di supervisione alla rovescia. Non è accettabile…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Giuseppe Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, io leggendo questo comma 2 mi sono posto una domanda: stiamo parlando di agro o la fascia che sta all'interno dei 300 metri dal mare, dalla linea di battigia, è un'altra cosa rispetto all'agro? Io penso che ormai i cittadini sardi si siano abituati a considerare quella fascia in maniera diversa, a considerare quella fascia patrimonio ambientale. Ormai è patrimonio comune di tutti i sardi l'intangibilità di quella fascia lì, non è agro.

Quindi mi chiedo, Assessore, a chi vi state rivolgendo? Per chi è che avete scritto questo comma? Perché è vero che c'è una coerenza in questo comma rispetto a tutto ciò che avete fatto c'è una coerenza in tutto quello che avete fatto, e c'è anche qua questa coerenza: la coerenza è che per voi le regole sono impicci, sono un disturbo, devono essere superate in qualsiasi modo. Quindi oggi cosa state facendo? Vi state inventando questo aumento volumetrico per le aziende agricole. Ma dove sono le aziende agricole che potranno spendere un centesimo per questi aumenti volumetrici? Dove sono? Ve le state inventando, non c'è un'azienda agricola che abbia un centesimo.

Siamo usciti da poco da un dibattito (anzi, l'ultimo non lo avete neanche voluto fare) sull'indebitamento delle aziende agricole, sulla crisi finanziaria che sta investendo questo settore e oggi vi inventate questa cosa? A chi vi state rivolgendo? Cassate questo comma, è una vergogna che interveniate sui 300 metri! Fermatevi! Questo è un intervento speculativo, punto e basta. Ditelo ad alta voce, perché non c'è un'azienda agricola che aumenterà la superficie produttiva, e non c'è un'azienda agricola che potrà investire per aumentare la superficie residenziale, perché non c'è più gente in campagna.

Perché allora l'agricoltore dovrebbe aumentare la superficie residenziale? Gli agricoltori stanno andando via dalla campagna. quindi non mascherate un intervento speculativo nella fascia davanti al mare con un intento, quello di aiutare le aziende agricole, che sarebbe lodevole. Ma voi non avete voluto discutere in quest'Aula della crisi delle aziende agricole, avete rimandato sine die il dibattito che invece la campagna sta aspettando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.).Signor Presidente, Assessore, colleghi, abbiamo anche poco da aggiungere a quello che ha appena detto il collega, onorevole Cuccu. Oggettivamente, Assessore, questa è veramente un'esagerazione, un'esasperazione di questa legge, è un'esasperazione proprio quando tra l'altro, noi abbiamo riscontrato che il valore più importante forse della nostra terra, forse il valore che ci potrà aiutare nel futuro a riprenderci dalle situazioni di disagio che viviamo, è costituito proprio dalle nostre zone più pregiate. Noi con questo comma andiamo a toccarle, andiamo a infliggere loro l'ennesimo colpo duro dal quale difficilmente, secondo me, potranno riprendersi. E lo dico prendendo spunto dai diversi interventi pronunciati in quest'Aula.

I colleghi hanno messo in evidenza alcune norme approvate da altre regioni. Io l'ho detto in sede di discussione generale, ma lo ribadisco adesso, il Trentino-Alto Adige, che da questo punto di vista è una Regione sicuramente che ha fatto scuola per le sue tradizioni di tutela e di pianificazione urbanistica, nelle zone di grande pregio, di maggior pregio del suo territorio, ovvero le zone di bosco e di verde alpino, non spostare una pietra, non muovere un ramo, non permette che si sposti un albero. Questo per dire quanto riconoscono nel valore del proprio patrimonio ambientale un'opportunità di crescita della propria regione.

Noi, con questo intervento, Assessore, mi creda, veramente, esageriamo, esasperiamo un provvedimento che, come ci siamo detti più volte, forse senza tante di queste esasperazioni, poteva essere anche uno degli interventi utili a una ripartenza del nostro mondo, e diciamo della nostra Regione. Assessore, lei, secondo me, è ancora in tempo. Io ho assistito anche in Commissione ad alcune prese di posizione anche di alcuni Gruppi della maggioranza, come il Partito Sardo d'Azione, che hanno avuto il coraggio di dire alcune cose. Poi, purtroppo, su alcuni elementi continua la battaglia, e su altri ci si è arresi. Questo mi dispiace. Assessore, lei ancora ha l'opportunità di contraddistinguersi e veramente di dimostrare con un atto di qualità la capacità nel gestire e nel fare la storia di questa nostra Regione. Ritiri questo articolo o lo modifichi, Assessore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valerio Meloni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MELONI VALERIO (P.D.). Signor Presidente, io mi pongo anche un'altra questione relativamente a questo tema: mi chiedo chi, fra le persone normali, andrà realmente a spendere soldi in cemento, mattoni. Se noi apriamo i giornali, in questi ultimi mesi, e vediamo le pagine, quelle che pubblicano i tribunali sui fallimenti, possiamo notare che vi è una miriade di beni pignorati dalle banche che vengono messi all'asta. Molti di questi beni sono abitazioni non completate, sono palazzi non completati, case sparse non completate, che vengono messe all'asta, ad un prezzo che non è quello che potrebbero realizzare, proprio perché non sono state completate.

Cosa voglio dire? Che il mattone fa gola a molti, quasi si perde il senso della realtà quando vi è la possibilità di cementificare e di costruire. Io credo che potrà svilupparsi un sistema di abusi, anche rispetto a queste possibilità che state offrendo con questo provvedimento, perché mi chiedo chi andrà a verificare e a certificare puntigliosamente e ovunque il rispetto di questi volumi premiali nella misura in cui li indicate voi. Dopo magari, per coloro che eseguiranno questi interventi, magari non completati, si farà una sanatoria per sanare quello che non siamo stati in grado di monitorare e di verificare adesso. Io credo che veramente qua si stiano proponendo misure dozzinali, quasi all'ingrosso, oserei dire, che favoriscono non i veri bisogni della gente, ma solo quelli degli speculatori e di tutti coloro che soffrono di astinenza dal cemento, da crisi di astinenza dal cemento. Ripensateci e ritirate questo comma.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 14 e 188.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 14 e 188, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 20

contrari 46

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 126.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, l'emendamento numero 126 recita: "Nell'articolo 3 comma 2, la frase: "Compresi nella fascia costiera dai 300, o 150 metri nelle Isole minori, ai 2000 metri dalla battigia", è soppressa". Si punta quindi a sopprimere la possibilità di un incremento del 20 per cento delle volumetrie già realizzate. Ora, per quanto sia data come assunta l'opinione della Giunta, che si è trasformata in emendamenti, che ha definito una data, io insisto sul concetto di volumetria realizzata, perché vorrei sapere - e non ho ancora ricevuto risposta, l'Assessore ha risposto a tutti, ma da questo punto di vista c'è il silenzio - di quale volumetria parliamo. E' la volumetria del progetto originario? E' la volumetria che ha subito modifiche perché si è consumato un abuso, quindi si è incrementata quella volumetria e poi si è sanata in virtù di norme regionali o nazionali? E' la volumetria effettivamente realizzata, cioè si prescinde anche dal fatto che sia sanata, ed è quella che viene fotografata a quella data, proposta dalla Giunta? Perché la filosofia è quella del premio sul premio.

Caro cittadino "lazzarone", tu che hai realizzato, in difformità del progetto originario, un bel po' di cubature in più e che poi ti sei fatto il bel condono edilizio in cambio di quattro lire, avrai un premio aggiuntivo del 20 per cento che ti offro cancellando la capacità programmatoria, pianificatoria dei comuni, e cancellando la funzione pianificatoria tra le funzioni amministrative attribuite alle autonomie locali. Cioè, questa è una legge che introduce un concetto così selvaggio della regola che non esiste per nessuna ragione e in nessun caso, che invita a delinquere!

Signori, organizziamoci tutti! Facciamo quello che vogliamo! Tanto prima o poi arriverà una norma che premia proprio il lazzarone. Per questa ragione voterò a favore dell'Emendamento proposto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, il collega Uras ha parlato degli effetti di questa norma, di come rappresenti una specie di condono preventivo generalizzato. Questa opposizione - e mi rivolgo anche all'Assessore - sta portando argomenti e sta chiedendo se esistano dati, ricerche, studi che ci facciano capire quale possa essere l'impatto sulle attività agricole di questa norma, se siamo pienamente consapevoli dell'impatto sui valori paesaggistici. Addirittura, con l'Emendamento numero 126, vi offriamo la possibilità di correggere anche parzialmente i vostri errori, perché l'Emendamento numero 126 si propone di eliminare la possibilità edificatoria, l'incremento volumetrico generalizzato del 20 per cento, in una fascia comunque preziosa, nella fascia tra i 300 e i 2000 metri; arriva a non escludere, perché lo fa l'Emendamento successivo, la possibilità di prevedere quegli incrementi nella fascia oltre i 2000 metri. Nel nostro portarvi argomenti vi chiediamo, nella vostra foga cementificatoria, in questo parossismo costruttivo di concedere tutto a tutti, almeno di andare cauti, di ragionare considerando che non avete dati neanche per capire l'impatto nella fascia più pregiata. Lo facciamo con l'Emendamento numero 126, lo facciamo con l'Emendamento numero 127 che invece darebbe il via libera oltre i 2000 metri, lo facciamo con l'Emendamento numero 15, cioè vi offriamo livelli diversi di modifica per provare a migliorare questo testo, per salvaguardare e proteggere quelle parti più preziose del nostro territorio.

Mi dispiace vedere una maggioranza muta, mi dispiace vedere una maggioranza incapace di portare ragioni che giustifichino un intervento di questa portata. Addirittura negli emendamenti successivi - e li ho già richiamati, il numero 361 e il numero 362 - riusciamo non a migliorare il testo, ma a peggiorarlo, perfino abbassando il limite dai 2000 ai 1000 metri per le isole minori. E allora, Assessore, provi ad ascoltare, come ha già fatto, provi almeno ad utilizzare un principio di cautela, l'Emendamento e certamente, così facendo, aiuterà il clima di quest'Aula, questa discussione, e daremo tutti un senso al nostro essere qui stasera, nell'interesse non di pochi, ma di tutto il popolo sardo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il collega Cuccu si domanda: "A chi è rivolto questo provvedimento?". Secondo me non lo dobbiamo neanche chiedere all'Assessore, perché mi pare sia evidente che abbia da adempiere a un compito più severo e che proviene dall'alto; non mettiamolo in croce inutilmente. Il problema è un altro.

Io credo che la risposta stia nel fatto che - ha detto bene il collega Cuccu - c'è una cultura di insofferenza alle regole: più ne togliamo, più la gente sembrerà essere contenta. Però c'è un punto di collasso di questo sistema, perché in Sardegna il problema non è la scarsità di volumi edificati, il problema vero - e lo sarà anche per quelli che oggi stanno "sponsorizzando" questa legge e che hanno i cantieri aperti, che poi sono coloro che reggono alcuni poteri in Sardegna, e che hanno nomi e cognomi e li individueremo - il problema vero è la differenza tra il costo della casa oggi e il prezzo che possono pagare quelli che la casa non ce l'hanno.

Di fronte a questo problema si scontreranno anche gli interessi che stanno giocandosi oggi, perché coloro che non riescono a pagare il prezzo di una casa, continueranno a non poterlo pagare, e quelle case rimarranno in groppa a qualcuno. Dietro questa smania costruttiva non c'è, infatti, un'analisi, c'è solo una foga egoistica come quella che ha generato i 4 milioni di metri cubi quando sono stati abbattuti i PTP dalle sentenze dello Stato. L'emergenza che c'era in Sardegna erano 4 milioni di metri cubi, e voi oggi, con questa operazioncina, mal "camuffata", mal costruita, realizzata con grande incompetenza, regalate un altro milione di metri cubi che segnerà le generazioni future. Mi ricordo quando si parlava del milione di metri cubi del Master Plan; voi quel milione di metri cubi lo state consentendo adesso, ma lo state consentendo con nome e cognome, in nome di una salvezza economica che non ci sarà; questa è la verità! Ed è bene che, alla fine di questo percorso, chi ha avuto una legittimazione dal popolo abbia anche la legittimazione di dire la verità e di dire qualche volta con coraggio i nomi e cognomi di chi sta dietro questi provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colleghi, con questi emendamenti noi vorremmo trovare almeno qualche appiglio per tentare di migliorare la legge. Però quando si dice "le residenze in agro" io mi chiedo: ma dove è previsto che in agro si possano costruire residenze? Il problema è che noi diamo per scontato tutto quell'abusivismo strisciante o tollerato (perché non consentito) attraverso le cosiddette relazioni agronomiche che giustificano la realizzazione dei volumi, ma non le residenze, tant'è che le relazioni agronomiche sono sollecitate e chieste per giustificare l'edificazione per volumi che dovrebbero essere destinati ad attività agricola e così non è.

Sappiamo infatti che questi strani agricoltori, neoagricoltori realizzano case con colonnati, piscine e quanto di meglio si può realizzare come residenze di lusso. Da che cosa lo vediamo? Per esempio, tutti noi percorrendo nei nostri territori le strade dell'agro leggiamo una caterva di indicazioni di B&B, i bed and breakfast. I bed and breakfast sono consentiti dalla legge attraverso una formula che hanno inventato gli inglesi, quella del letto e prima colazione, che è consentita nella casa di residenza del proprietario. Quindi il bed and breakfast è consentito laddove vive una famiglia, in città o, stranamente questa volta, anche in agro, e sono quelli più richiesti e ricercati. Allora, non è un prendere atto di un abusivismo tollerato? Se sono bed and breakfast e rispettano la norma dei bed and breakfast, devono rispondere al requisito di essere casa di residenza del proprietario.

Poi si richiama l'esempio del Trentino. Il Trentino è un popolo che ha una coscienza identitaria molto forte, cosa che probabilmente il sardo oggi non ha, ammesso che la avesse ieri, considerato quello che ha consentito e tollerato fino ad oggi e che sta tollerando oggi, considerato che non reagisce attraverso una sollevazione popolare contro una legge che lo esproprierà di un bene fondamentale come la fascia costiera, privandolo degli orizzonti. E se a un popolo gli si nascondono o gli si cambiano gli orizzonti o gli si negano gli orizzonti questo è un popolo che entra in crisi…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, prima di entrare nel merito dell'Emendamento, vorrei dare all'Aula una comunicazione di servizio che spero sia di buon auspicio anche per il dibattito su questo provvedimento, e cioè che alla Camera il Governo è stato battuto su un Emendamento dell'Italia dei Valori sull'istituzione e per l'indipendenza del garante per l'infanzia. E' una buona notizia. E' una buona notizia e quindi la do come…

(Interruzioni)

Chissà, da cosa nasce cosa. E' stato battuto per un solo voto, ma è stato battuto.

Sull'Emendamento numero 126 chiaramente l'Italia dei Valori vota a favore. Peraltro sono andato a vedere, Assessore, che cosa può esserci nascosto dietro un'apparente precisazione. "L'incremento della volumetria" - sempre di incrementi trattasi - "esistente alla data di presentazione della denuncia di attività di cui all'articolo 10".

Io pregherei i colleghi di verificare in anticipo il contenuto dell'articolo 10. Badate, l'articolo 10 prevede tutta una serie di attività che possono essere realizzate sempre in zona agricola e che possono essere eseguite, riporto testualmente, "senza alcun titolo abitativo". Presumo che questo possa essere un errore. Senza alcun titolo abitativo che vuol dire? Anche perché, badate bene, ci sono tutta una serie di opere che sono molto importanti. A parte gli interventi di manutenzione ordinaria che sono comprensibili, ma ci sono gli interventi di manutenzione straordinaria, opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico, movimenti di terra pertinenti all'esercizio dell'attività agricola e quant'altro. Stiamo aprendo, cari colleghi, un fronte incredibile di opportunità di intervento edilizio e di modificazione dell'assetto paesaggistico che si somma alla pericolosità di queste ulteriori volumetrie che vengono regalate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, ormai ripeto che siamo di nuovo diventati dischi rotti, parlando a una maggioranza che non reagisce e non fa. Caro Assessore, come fa lei a subire l'irregolarità, l'illegalità, l'abusivismo, lei che dovrebbe essere un tecnico nominato, ma non eletto? Come fa ad accettare questo distacco, questo divorzio pericoloso tra architettura e paesaggio? Come può concordare su ciò che è naturalmente e patrimonialmente inaccettabile?

Assessore, lei forse confonde l'originale con la fotocopia o direi anche confonde il rigurgito di un bambino con il vulcano dell'Etna. Noi, Assessore, vogliamo solo che lei prepari un bel documento che pubblichi nella stampa locale per spiegare ai cittadini ciò che vuole fare perché noi non siamo in grado di spiegarlo. Vogliamo che lei compia questo passo per spiegare ai cittadini questo piano casa o questo piano seconda villa o questo piano caos, per spiegare ai cittadini ciò che la Giunta vuole fare. Come fa lei a non percepire che l'architettura e il paesaggio sono una fonte culturale? I nostri monumenti, i nostri archivi non possono essere cementificati e decisi tra lobbies e grandi elettori!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Signor Presidente, innanzitutto devo dichiarare il mio voto a favore dell'Emendamento. Mi sembra infatti, che questo emendamento possa essere anche migliorativo dell'articolo in quanto questo passaggio che i colleghi Carlo Sechi, Ben Amara, Zedda, Zuncheddu e Uras hanno riportato nel loro Emendamento riguarda la fascia più delicata, quella per la quale abbiamo condotto tantissime battaglie ed è su questa, su questa zona in particolare che dobbiamo salvaguardare il nostro territorio.

Oltretutto numerosi dubbi ci sorgono rispetto a questi fabbricati in zona agricola, che spesso hanno subito un cambio di destinazione d'uso illegittimo, senza nessuna conseguenza per chi lo ha fatto. Su questo fenomeno bisognerebbe effettuare tante verifiche. Io credo che i requisiti di ruralità dovrebbero essere dichiarati nella documentazione allegata alla denuncia di inizio attività e poi successivamente dovrebbero essere effettuati dei rilievi fotografici per verificare quello che è stato fatto. In ogni caso ritengo che la soppressione di questo passaggio dell'articolo sia estremamente efficace proprio per una politica di salvaguardia del territorio.

Qualche collega ha detto: ma è possibile che noi proprio nelle aree agricole, nelle aree più libere da vincoli del cemento e del mattone, nelle aree che presentiamo nei nostri depliant, quelle che vengono riprodotte nelle cartoline turistiche, vogliamo continuare ad allargare la presenza del mattone?". Allora, questo Emendamento va proprio nella direzione di rafforzare l'economia, ma rafforzare l'economia del turismo, rafforzare la presenza dei turisti in Sardegna… quindi di rinunciare a quell'economia del mattone di cui si parla. Si dice: miglioriamo il reddito dei sardi attraverso l'industria del mattone. Io ritengo invece che si debba salvaguardare proprio quello che vogliamo salvaguardare e cioè il fatto che la Sardegna rimanga quel gioiello di famiglia, quel gioiello prezioso proprio in queste fasce al di sotto dei 2 mila metri. Per questo il mio voto è assolutamente favorevole e invito, ovviamente, anche i colleghi del centrodestra a votare a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, mentre noi nelle nostre scuole, nelle scuole della Sardegna cerchiamo di insegnare ai bambini che si deve fare la raccolta differenziata che si deve, rispettare l'ambiente, e che tutto ciò un domani porterà dei benefici anche a loro e soprattutto a loro, nel frattempo insegniamo agli adulti che si può speculare sulle coste, che è bene cementificare e in altre Aule, che se hai esportato illegalmente milioni di euro li puoi esportare ancora tanto prima o poi arriverà una sanatoria. Insomma, insegnamo che se uno si è comportato onestamente è un fesso perché non ha utilizzato tutti gli stratagemmi esistenti per violare la legge.

Ebbene, non è un Paese che forma i cittadini onesti questo dove tutto è permesso, e se non ti è permesso un giorno ti verrà consentito il giorno dopo, e se hai violato, un giorno potrai sanare. Noi dovremmo pensare e riflettere ed è per questo che l'Emendamento che sopprime il comma 2 dell'articolo 3 è importante, perché a nessuno di voi sarà più permesso di parlare di discrezionalità. Del resto come si può dire che non ci sia discrezionalità in questo provvedimento che scavalca qualsiasi pianificazione urbanistica, qualsiasi strumento dato ai Comuni, che supera i sindaci, le amministrazioni comunali, le leggi esistenti, eccetera, eccetera? Come si può non parlare di discrezionalità quando addirittura si affida a una Commissione di tre persone la decisione se è bene o male cementificare le coste?

Io spero che queste tre persone voi le prendiate dall'Asia, insomma che non ci siano rapporti fra queste tre persone e qualche costruttore o qualcuno che ha proprietà nei 300 metri dal mare, e che queste tre persone possano lavorare mattina, sera e notte in questa Commissione visto che forse saranno in tanti - pochi agricoltori, molti speculatori - a rivolgersi per utilizzare il 10, 20, 30, 50 per cento che voi mettete qua con continue modifiche. Quindi, ripensateci un'altra volta e ritirate questo disegno di legge in modo tale che si possa ragionare con attenzione di argomenti seri senza sfruttare il patrimonio che dovrebbe essere di tutti e in particolar modo delle future generazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, annuncio il voto favorevole sull'emendamento numero 126. Mi pare, per come stanno procedendo i lavori, che ci sia ormai un muro contro muro, quindi un'assenza di dialogo totale. Da un lato noi abbiamo presentato una nostra proposta di legge, l'abbiamo fatto in Commissione, abbiamo tentato di unificarla, per portarla alla vostra attenzione, per poterla discutere. E' chiaramente una proposta di legge alternativa.

Voi avete un obiettivo, un obiettivo prioritario che è quello di scardinare il Piano paesaggistico regionale, di rimettere in sesto alcune lottizzazioni che noi avevamo bloccato. Noi abbiamo un altro obiettivo, che è quello di realizzare un vero e proprio piano casa. Allora, io credo che però, se è l'interesse della Sardegna quello che noi rappresentiamo, rappresentiamo in maniera unitaria (certo, voi la rappresentate per la maggioranza, noi la rappresentiamo per la minoranza, ma è lo stesso corpo elettorale) allora, se è l'interesse della Sardegna al primo posto, io credo che non possiamo perdere un'occasione per migliorare un testo di legge che altrimenti, approvato alle due di notte, potrà soltanto peggiorare un impianto che già è un disastro.

Nell'incontro tra le parti, nell'ascoltarci reciprocamente, Presidente della Commissione Matteo Sanna, nell'ascoltarci reciprocamente forse possiamo tentare in quest'Aula anche di fare qualcosa di buono per i sardi. Io credo che se invece la decisione presa dalla maggioranza dei Capigruppo è quella comunque di andare a oltranza perché c'è fretta, perché bisogna dare delle risposte, perché ci sono delle "cambiali elettorali" da pagare, io credo che sicuramente faremo una legge che non fornirà nessun servizio alla Sardegna, anzi, ci farà fare mille passi indietro. Il mio voto sull'Emendamento è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Mi perdoni, Presidente, davvero è mortificante quello che sta avvenendo. L'abbiamo fatto in tanti, io reitero la richiesta all'Assessore, colgo l'occasione, tra l'altro, per ringraziare anche l'assessore Corona per la costante presenza a questa discussione. Assessore Asunis, ieri ha risposto più volte anche in maniera irrituale rispetto all'ordine dei lavori, oggi noto un silenzio assordante da parte sua. Io le chiedo, tanto dobbiamo stare qui parecchie ore ancora, le chiedo, davvero, Assessore, di spiegarci cosa osta ad accogliere questo Emendamento.

Se il comma 2 dell'articolo 3 è, come parrebbe, un comma che, ripeto, vuole far lievitare la crescita di questo settore, io non credo che questa crescita passi attraverso ulteriori interventi nella fascia dei 300 metri, dei 150 e dei 2 mila metri. Davvero, le chiedo senza polemica, in maniera pacata, facendo per la seconda volta appello alla sua onestà intellettuale, qual è la ratio del provvedimento e qual è la motivazione di un rifiuto grezzo a una proposta come quella che noi stiamo facendo. La invito a prendere la parola e a toglierci qualche dubbio. Dichiaro, ovviamente, che voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, Assessori, onorevoli colleghi e colleghe, intervengo per dichiarare il voto favorevole sull'emendamento numero 126 non foss'altro perché interviene sulla fascia, come abbiamo un po' tutti ripetuto, più delicata in cui permane - ma sono dati, questi sono dati che ormai circolano da molto tempo - l'abusivismo più diffuso, addirittura si parla di oltre 4 mila abusi insanabili. Basterebbe, per rendersene conto, fare un po' la storia della frequentazione dei nostri litorali.

Lungo i nostri litorali, nel periodo spagnolo, nacquero le tonnare; vi erano oltre 26 tonnare in Sardegna e quelle tonnare erano ubicate in riva al mare, pienamente dentro la fascia dei 300 metri. Ebbene, attorno a queste strutture, quando appunto cominciò negli anni 60-70 la scoperta della ricchezza marina anche in Sardegna, quelle strutture ormai in disuso, abbandonate, cominciarono ad ospitare i primi nuclei abitativi, le prime residenze estive in maniera disordinata, tant'è che molte di queste memorie storiche vennero completamente trasformate. Non si è riusciti in nessuna parte della Sardegna a tutelare questo patrimonio perché questo patrimonio venne, come dire, alterato completamente nella sua natura. Eppure erano insediamenti industriali di notevole pregio.

Ci sono architetture di influenza catalana, di influenza spagnola che si sono coniugate col gusto sardo dell'abitare e del costruire, ebbene tutte queste tonnare hanno costituito le prime residenze estive. Quando i comuni si resero conto del danno patrimoniale e storico che ciò comportava per queste testimonianze di vita industriale e del mondo della pesca, cominciarono a intervenire. Allora ci si spostò nell'agro (così detto) inventandosi il "ricovero attrezzi". Questa è la famosa scelta che non aveva nulla a che vedere con le aziende agricole che peraltro erano (e sono) molto, molto limitate lungo questa fascia. Dopo i 2000 metri troviamo le aziende agricole serie, entro questa fascia non ci sono aziende agricole serie, ci sono "ricovero attrezzi"...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.). Signor Presidente, colleghi, mi riallaccio all'introduzione del collega Diana. E' mortificante, è mortificante dover intrattenere questa aula in discussioni lunghissime che partono anche spesso da un presupposto che è erroneo o da una cattiva lettura della norma. Stiamo parlando dell'Emendamento numero 126 articolo 3 comma 2 che riguarda la fascia che va dai 300 ai 2.000 metri, quindi la fascia da zero a 300 non è interessata da questo comma. In secondo luogo l'approvazione dell'Emendamento che voi proponete determinerebbe un effetto esattamente opposto perché mentre nel comma 3 per la fascia dei 300 metri è prevista la valutazione della qualità architettonica e anche della Commissione, se dal comma 2 venisse stralciata la dicitura "compresi nella fascia costiera dai 300 ai 2.000" si generalizzerebbe l'effetto del comma 2 e quindi tutti gli interventi sarebbero possibili con il 10 per cento di aumento senza la verifica della Commissione di cui al successivo articolo 7 e senza il limite del miglioramento architettonico. Quindi tutta questa discussione con l'approvazione del vostro Emendamento porterebbe addirittura ad un allargamento delle maglie dentro tutta la fascia di rispetto. Per questi motivi confermo il mio voto contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signor Presidente, a prescindere da ciò che diceva il collega Solinas - poi potremo anche vederlo nello specifico - il problema è proprio un problema di approccio al tema, nel senso che noi, onorevole Solinas, siamo contro il fatto che una fascia così importante (che sia entro i 300 metri dalla linea di battigia o che vada dai 300 ai 2000 metri) venga rovinata, venga travolta da una sorta di edificazione collettiva senza regole. Ecco, il problema è quello, il problema è alla base del provvedimento, il problema è alla base di un provvedimento che ancora non c'è, perché c'è da parte della maggioranza disponibilità all'ascolto, all'ascolto di suggerimenti che sono suggerimenti normali, che sono suggerimenti tra l'altro che trovano riscontro anche in altri contrasti normativi. Non ci sono norme di altre Regioni invasive come da noi, specialmente tenuto conto che la nostra Regione dovrebbe fare del proprio patrimonio ambientale il proprio valore aggiunto. E' questa la disponibilità che non si riscontra.

Io ho ascoltato con attenzione ciò che diceva il collega Giampaolo Diana; noi, Asseossore, crediamo assolutamente nella sua competenza e capacità sulla materia. Crediamo anche alla competenza e alla comprensione dei colleghi della maggioranza, però abbiate un sussulto, dimostrate questa capacità e disponibilità all'ascolto dei suggerimenti importanti che vi diamo su questo testo di legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, l'intervento dell'onorevole Solinas mi stimola a riprendere la parola sull'articolo 3. L'aspetto mortificante di questa discussione è infatti provare a ragionare su un tema che pure ha trovato, anche nei banchi della maggioranza sensibilità e attenzione: quello della salvaguardia di un bene indisponibile come quello ambientale, e in particolar modo quello della tutela delle zone in prossimità della fascia costiera. Quindi farvi entrare nel merito, tornare su questi argomenti, farlo con tutti questi interventi non è un esercizio dialettico sterile fine a se stesso, ma ha lo scopo di provare a farvi ragionare, per quanto possibile, seppur in un'aula distratta e alle nove di sera. E questa distrazione dimostra quanto sia inutile trascinare la discussione quando cala anche il livello dell'attenzione; livello dell'attenzione già basso perché probabilmente ciò che viene fatto qua è solo la ratifica di decisioni assunte in altre sedi.

Comunque noi non ci stancheremo di intervenire, perché vorremmo farvi entrare nel merito dei problemi. Lei, onorevole Solinas ha rotto il ghiaccio dai banchi della maggioranza, speriamo che non sia l'ultimo degli interventi che sentiamo da quella parte.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 126.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 126.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca ha votato a favore e che i consiglieri Oppi, Piras e Planetta hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 25

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Sospendo la seduta sino alle ore 21 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 03, viene ripresa alle ore 21 e 54.)

PRESIDENTE. Passiamo all'Emendamento numero 127.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, l'Emendamento numero 127 è complementare al precedente. Da questo punto di vista forse l'onorevole Solinas, che è intervenuto, non ha tenuto conto che comunque, se fosse stato approvato l'Emendamento precedente, ciò avrebbe semplicemente comportato un aumento del 10 per cento nella fascia entro i 2000 metri, e del 20 per cento oltre i 2000 metri, perché l'insieme dei commi 2 e 3 comunque specifica l'ambito costiero in maniera univoca. Ma credo che l'approvazione di questo comma, di questo Emendamento, avrebbe il solo effetto paradossale in questo caso, se vogliamo, di limitare l'applicazione oltre i 2000 metri.

E' evidente che noi auspichiamo una bocciatura di quest'articolo, ed è per questo che esprimo parere favorevole, perché proprio nella fascia costiera, avendo respinto l'Emendamento precedente, sarebbero comunque possibili incrementi volumetrici. Io credo comunque che ipotizzare nell'agro incrementi di questa portata, sia comunque negativo, e dimostri che questa legge non opera interventi specifici e mirati, ma indica benissimo la filosofia dei vostri interventi.

C'è un tentativo, con gli emendamenti agli emendamenti, in qualche modo di correggere il tiro, ma credo che questo Emendamento vada approvato, e vada bocciato tout court l'articolo, perché l'abbiamo già detto nel corso di questa discussione: di tutto abbiamo bisogno tranne che di interventi generalizzati e indiscriminati nell'agro che non siano legati all'ovvio di attività produttive. Questo Emendamento quindi va approvato ma non sarà sufficiente, credo che dovremo avere il coraggio di bocciare l'articolo e, se possibile, anche di ripensare complessivamente a questa legge che stiamo discutendo in questi giorni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colleghi, l'Emendamentonumero 127 prevede la soppressione della frase "oltre la fascia dei 2000 metri l'incremento volumetrico consentito è del 20 percento". Io lo dico al collega Solinas: tutto ciò che non è compreso in questa norma, in virtù di ciò che resiste (poca roba eh!) delle normative in materia di pianificazione paesaggistica e urbanistica, è escluso. Per cui il senso dell'Emendamentoè quello di dire: "Tutto ciò che noi non prevediamo possa essere selvaggiamente cementificato è fatto salvo da quella selvaggia aggressione". E insisto nel chiedere all'Assessore di chiarirmi a quale volumetria si farà riferimento per consentire il premio, l'incremento.

Un cittadino che si comporta bene è come un figlio che si comporta bene, che porta a casa la promozione. Uno dice: Hai studiato bene ti do il premio. Tieni ti compro la "500". Oppure: tieni ti compro il gelato (se il figlio fa la terza elementare). Ma al figlio che si fosse comportato male e fosse stato bocciato, cosa fa, gli da l'incoraggiamento? 20 per cento di cubatura in più perché ha costruito in difformità delle norme, ha realizzato un abuso edilizio? Io penso che andrebbe specificato che tutte le cubature, le volumetrie realizzate in difformità della legge, ancorché sanate, non debbano essere ricomprese nel premio che verrà concesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colleghi, noi continuiamo su questa strada perché siamo comunque contrari ad ogni intervento in agro, e perché è del tutto evidente che questo provvedimento non consentirà alcun intervento a favore delle aziende agropastorali, ma consentirà ad altri di costruire ulteriormente. Ed è per questa ragione che, dopo aver proposto gli emendamenti precedenti, ora proponiamo questo. In agro si interviene attraverso altri strumenti.

Ci avrebbe fatto piacere vedere qui in Aula lo splendido assessore Prato, e magari ci avrebbe fornito anche qualche suggerimento, ci avrebbe avanzato qualche proposta, ci avrebbe detto che cosa avrebbe fatto, però ci accontentiamo, anzi siamo ben lieti, che sia presente l'assessore Asunis, peraltro confortato da una valida spalla come l'assessore Corona, che in materia di edilizia e quant'altro non è "buccia di giogga", come dicono i cugini sassaresi, ma ha competenze collaudate.

Io credo che in ogni caso e comunque tutta la norma prevede, come dire, per chi avrà la possibilità di fare, di trarre il massimo dei profitti, mentre scaricherà i rischi e i costi su eventuali interventi dell'ente pubblico. Perché poi il privato, dopo che ha costruito, magari abusivamente, pretende anche che l'ente pubblico lo tuteli e lo difenda da eventuali rischi di inondazioni e quant'altro. Buon senso avrebbe voluto che ci fermassimo, soprattutto alla luce degli ultimi eventi accaduti, e dei danni che si sono determinati soprattutto nelle aree agricole. Ma evidentemente non c'è buon senso.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 127.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 127.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che il consigliere Uras si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Diana Giampaolo - Mariani.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Uras.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 40

votanti 38

astenuti 2

maggioranza 20

favorevoli 3

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 15 e 190, di identico contenuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, degli Emendamenti numero 15, e al 190, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 55

astenuti 1

maggioranza 28

favorevoli 26

contrari 29

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Bruno - Capelli - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta la presidente Lombardo.)

Passiamo agli emendamenti numero 16 e 191.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'Emendamento si propone la soppressione del comma 4. Come ho detto, nonostante le precisazioni, ho qualche dubbio sul fatto che per separare una unità in due unità immobiliari serva una variante. Questo però fa parte dell'armamentario di confusione che verrà trasferito gli uffici tecnici. Una cosa è certa: l'articolo 83 delle norme tecniche d'attuazione impedisce lo sdoppiamento dell'unità immobiliari e quindi ci si cimenterà anche su questo aspetto. Questa esigenza di separare le unità immobiliari denuncia ancora più palesemente che di agricoltura non stiamo parlando, di case per gli agricoltori non stiamo parlando, stiamo parlando di altre cose. Mi è venuta per le mani, a questo proposito, una bellissima dichiarazione del professor Salvatore Settis, che non credo sia uno stupido dal momento che è il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, il quale ha detto: "La scelta delle regioni che si sono accodate al Piano casa del Premier è una scelta culturalmente suicida ed è economicamente avventurosa, miope ed arcaica ma è probabilmente una scelta che i suoi promotori ritengono elettoralmente redditizia". Poi prosegue: "perciò è dannoso per il Paese inseguire il Governo nella sua politica di rilancio di una edilizia di mera speculazione, ma non ha neanche senso attardarsi a proporre piani casa abborracciati, svincolati da quella visione anche programmatica che si affermò negli anni '70; meglio tentar di "depeggiorare" i provvedimenti che le maggioranze di destra e di sinistra stanno promuovendo, come in Campania, dove la Giunta Bassolino sta tentando di far passare la peggiore delle leggi finora varate, e come in Sardegna, dove la Giunta Cappellacci sembra voler togliere a Bassolino il primato della legge peggiore". Questo è il giudizio che ci viene dal direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, già Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali. Questo per dire in che condizioni siamo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, noi abbiamo in questo Consiglio alcuni macchinari che necessitano sicuramente di una messa a punto, perché non è possibile che ogni volta che si deve votare col sistema elettronico dobbiamo incominciare una serie di acrobazie per capire se si vota o non si vota, come si vota, ecc. Anzi, suggerisco una cosa, e lo dico con grande rispetto, anche nei confronti degli uffici: forse è il caso di informare il Consiglio regionale e i consiglieri su come funziona questa strumentazione, qual è il software che la regola, chi ne è responsabile, perché ogni tanto dobbiamo ripetere quattro o cinque volte una votazione. Non appare la schermata, uno preme il pulsante e il sistema non gli accetta la votazione, occorre togliere e rimettere la scheda, è una confusione simile a quella che questo provvedimento determinerà in capo a tutte le amministrazioni comunali!

Se questo è il segno della nostra capacità di governare ce ne dovremo andare a casa tutti, a incominciare dal collega Murgioni che ha la doppia responsabilità di essere stato amministratore locale e di essere oggi amministratore regionale. Io sono in attesa sempre di una delucidazione da parte dell'assessore Asunis perché, anche in questo caso vi è il problema di capire di quale volumetria si parli. Della volumetria che abbiamo sanato dopo gli abusi, compiuti soprattutto nell'agro, (che hanno devastato il territorio, che sono intervenuti a rendere più rischiosa la tenuta del terreno, che hanno reso più pericoloso e meno sicuro anche l'ambiente, che lo hanno inquinato)? Sappiamo che cosa vogliono dire tutte quelle costruzioni abusive sorte ai margini dei fiumi, dei rivoli che scendono a mare, che invadono gli stagni? Sappiamo cosa significano in termini di inquinamento globale del nostro territorio? Io chiedo di sapere se almeno coloro che si sono comportati poco bene non saranno premiati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'emendamento soppressivo, di questo comma dell'articolo 3, che poco fra l'altro interessa, perché io credo che se riguarda varianti legittime si possono fare anche realizzare attraverso gli strumenti urbanistici vigenti. Comunque, con questo comma si vuole dimostrare che tutto è consentito, qualunque cosa si voglia costruire in agro sarà possibile costruirla". Io credo che sino a quando questa vostra filosofia si scontrerà con la nostra noi continueremo a tentare di porvi rimedio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Assessore, io anche su questo comma quattro le formulo la stessa domanda di prima: a chi si rivolge questo testo? Qual è il vero obiettivo di questo comma? Francamente, forse sono i miei limiti di conoscenza, non riesco a capire perché questa norma sia inserita in un articolo che riguarda interventi di ampliamento delle costruzioni in zone agricole, che dovrebbe riguardare le imprese agricole, che dovrebbe riguardare interventi strettamente legati all'utilizzo del fondo agricolo, che dovrebbe riguardare attività strettamente legate all'agricoltura e alla zootecnia. Perché un comma che permette e consente varianti in zona agricola? Qual è l'obiettivo vero?

L'obiettivo vero, mi chiedo, è sempre quello che c'era prima, la deregulation, gli interventi speculativi? Si dice: sdoppiamo le unità: una la vendiamo e l'altra continuiamo ad abitarla visto che la gente sta andando via dalla campagna. Qual è il vero senso di questa norma, qual è il senso di una norma inserita in questo contesto? Ecco, io me lo chiedo, non capisco perché anche voi non vi poniate l'obiettivo di capire quello che si sta facendo, quali sono i veri destinatari finali di questo intervento. Chi è che fa questi interventi? Chi è che deve comprare? Chi deve vendere lo sappiamo: sono coloro che hanno le case all'asta, sono coloro che non ce la fanno più ad andare avanti, perché sono completamente indebitati, ma chi compra che cosa deve fare con queste norme? Io non capisco: perché si deve sdoppiare una unità immobiliare in campagna? Per farci che cosa?

RASSU (P.d.L.). Per darla ai figli!

CUCCU (P.D.). Per darla ai figli? Questa è una risposta di chi ha onestà intellettuale. Ma non è per darla ai figli, onorevole Rassu, è per darla ad altri, per fare speculazioni, solo per quello.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Rassu, io vorrei suggerirle di guardare i dati. Immagino che la sua affermazione fuori microfono sia legata o vada, meglio, nella direzione di andare incontro alle esigenze dei giovani che devono trovare casa. Io le pongo alcuni quesiti sui quali vorrei ragionare con i colleghi e con lei che ha fatto questa affermazione. Cioè, è nelle campagne, lontano dal luogo di lavoro, che i giovani devono andare ad abitare? Sa che la maggior parte degli incidenti sul lavoro si sono verificati in itinere proprio perché il luogo di lavoro è distante dall'abitazione? Quindi anche questi elementi vanno valutati.

All'assessore abbiamo chiesto più volte anche di fornirci i dati circa gli appartamenti sfitti nelle nostre città e nei nostri paesi, perché se l'esigenza è quella di assicurare una casa ai figli, ai giovani, alle famiglie che verranno, alle giovani coppie, forse sarebbe meglio recuperare il patrimonio esistente all'interno delle nostre città, pubblico e privato, dando incentivi ai privati e consentendo, con risorse pubbliche, al pubblico di intervenire sui propri immobili in modo tale che i giovani ne possano usufruire. Con questo disegno di legge si va invece in tutt'altra direzione; io credo che sia un sistema per aiutare pochi e a danno di tanti che invece ne avrebbero bisogno e che avvertono realmente l'esigenza di trovar casa magari a prezzi agevolati.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, io condivido quanto già è stato esposto dei miei colleghi su questo Emendamento, non riusciamo infatti a capire il senso e il significato di questo comma e il perché debba essere inserito in una legge. C'è un principio, quello della generalità, a cui dovrebbero conformarsi tutte le leggi, e un'ulteriore conferma che questa legge non si conformi a tale principio l'ho avuta sentendo zio Gino di Berchidda che mi ha comunicato di non avere alcuna intenzione di dividere la sua casa. Quindi io voterò a favore di questo Emendamento e per la soppressione di questo comma perché non serve al caso specifico a cui io dovrò far riferimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Ho ricevuto una sms da Roma che mi informa sul Lodo Alfano ma non vi dico che cosa è successo! Ve lo dico domani. Lo sapete già? Va bene.

A parte le battute scherzose, di cui c'è sempre bisogno, io vorrei ringraziare il collega Solinas perché mi ha prestato un libro che gli avevo chiesto: "il paesaggio come teatro" di Eugenio Turri. Quindi, adesso, svolgerò il mio intervento in maniera più articolata e più precisa perché lo farò leggendo una parte di questo libro molto interessante. "In anni recenti" - e vi pregherei di ascoltarmi, soprattutto lei, collega Stocchino, che ne ha bisogno - "si sono avuti in Italia diversi tentativi di disarticolare la nozione di paesaggio, di svilirla culturalmente, e ciò allo scopo ben mirato di mostrare l'inutilità della pianificazione paesistica con la quale si cercava finalmente di porre rimedio alla corsa catastrofica verso l'annientamento del paesaggio in atto nel nostro Paese. Se c'è una perdita di valore nel paesaggio è perché abbiamo perduto ogni rapporto con i miti fondatori della nostra società. Ciò vale sicuramente per il nostro paese nel quale in passato gli uomini amavano il bello nel paesaggio in maniera unica. In altri paesi europei il culto per i valori paesaggistici propri della cultura nazionale sono stati rispettati sino ad oggi, come mostra la forza ancora adesso del natural genus del mondo germanico del Landscape and memory in Inghilterra, e l'amore per il territorio in Francia".

"Da noi invece il culto rinascimentale per l'intervento umano modellatore della natura è andato perduto con l'avvento della modernità, forse perché inconciliabile con le trasformazioni in senso industriale del paese o forse perché nel processo di unificazione nazionale quel culto elitario, signorile, non poteva facilmente essere assorbito dalle masse, non ancora acculturati al di fuori del locale e del rurale. Per esse, invece, demoliti i valori rurali, poteva più facilmente valere il modello prefabbricato dell'industria consumistica, come forma di riscatto…"

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, colleghi, se fosse vero che lo sviluppo dell'edilizia può creare sviluppo dell'economia, la Sardegna dovrebbe essere straricca, visto e considerato che dovrebbe avere quattro appartamenti per cittadino.

Io credo - anzi è un dato di fatto - che la Sardegna sia la regione più povera d'Italia, per cui l'ossessione cementificatrice credo che sia assolutamente inopportuna foriera di un impoverimento ulteriore delle popolazioni e dell'ambiente. Se realmente c'è la buona fede e si intende creare ricchezza nella nostra Isola, i sistemi ci sono, e il sistema è quello che è ricorrente negli interventi dei colleghi dell'opposizione quando si parla di recupero dell'esistente.

Quindi, una mossa da fare, secondo me, sarebbe quella, molto forte, di aiutare le piccole e medie imprese nell'accesso al credito, dopodiché aiutarle ad essere inserite in questi grossi progetti di recupero dell'edilizia esistente. Io continuo ad appellarmi, nonostante tutto, ad un senso di orgoglio, o almeno a qualche reminiscenza fra i colleghi: come diceva il collega Carlo Sechi: l'orgoglio dei sardi forse è un qualcosa davvero di ancestrale ma di dimenticato, perché sennò tanti eventi della nostra storia, anche in questi ultimi tempi, non si sarebbero verificati.

Chiaramente voto a favore dell'Emendamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 16 e 191. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 16 e 191.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Tocco ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 21

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'Emendamento numero 393.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il problema che stiamo affrontando con gli emendamenti aggiuntivi - oddio, c'è poco da aggiungere a tanto fardello, sinceramente - è quello di far capire come, di fatto, si sarebbe potuta usare meglio l'attività legislativa. Mi inserisco nella domanda che ripete continuamente il collega Uras. Intanto usiamo termini sbagliati: a chi dobbiamo premiare? A chi dobbiamo premiare? Esiste l'esigenza di un premio? Il premio si dà a chi ha gareggiato: per che cosa? Che cosa ha portato? Di che cosa stiamo parlando? Davvero, quello che è fortemente preoccupante è che, di fronte a una crisi come quella a cui assistiamo oggi, con famiglie che non sanno come arrivare a fine mese, con debiti, figli da far studiare…E' molto allegro il ragionamento? Ho finito!

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, si è sbagliato perché non mi sto riferendo assolutamente, quindi…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). No, vedo che è molto allegro il clima, se questo serve per rimanere fino alle 2 qua, per mancare di rispetto ai colleghi…

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, mi sembra che lei stia esagerando, proprio perché stiamo proseguendo, mi sembra che sia un atteggiamento particolarmente intollerante.

CHERCHI (P.d.L.). Sei un maleducato, come è tuo solito!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, onorevole Cherchi!

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, credo che ci saranno, nel corso di questo dibattito, momenti di tensione, e ci saranno momenti di tensione perché gli argomenti che stiamo trattando sono argomenti certamente seri, certamente di grande rilevanza; e questo lo dico anche in ragione del testo che è stato presentato, che avrebbe richiesto, per lo meno un approfondimento minimo. Noi questo approfondimento l'abbiamo chiesto anche in Commissione, però c'era fretta e la fretta fa i gattini ciechi: solo che questo non è un gattino, è un esercito di gatti che invaderà tutta la Sardegna! La fretta non porta risultati, neppure a quelli che volevate voi, badate. E quando quelli che ve li hanno chiesti…

ARTIZZU (P.d.L.). Chi? Fai i nomi!

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Quelli che ve li hanno chiesti, voi li conoscete, io no, ma voi li conoscete.

STOCHINO (P.d.L.). Chi? Chi Sono?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Onorevole Stochino, ma noi siamo uomini di mondo, frequentiamo queste strade, non penserà mica che siamo gente che piove da Marte? Viviamo qua dentro! Allora sappiamo esattamente, quando parliamo, di che cosa parliamo. Presidente, ha la possibilità di intervenire: disturba, adesso basta! Quando dico questo, non dico qualcosa di offensivo: ciascuno di noi rappresenta qualcuno, perché se non rappresentasse nessuno qua dentro non ci dovrebbe stare!

Ciascuno di noi rappresenta qualcuno, rappresenta interessi, rappresenta bisogni e rappresenta anche aspirazioni, perché se non rappresentasse nessuno e pensasse di cementificare, come pensa di cementificare quest'Isola in questo modo, allora sarebbe proprio pazzo, allora sarebbe proprio fuori dal mondo! Perché ha senso se rappresenta interessi, per quanto io non li condivida, ma non ha senso se non rappresenta neppure quelli!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 393. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'Emendamentonumero 360.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 360, della Giunta, recita al comma 1 dell'articolo 3, le parole: "…e dalle vigenti", sono sostituite dalle seguenti: "ed in deroga alle vigenti". Dicevo, con qualche collega: per fortuna, e anche per sfortuna, in Sardegna non abbiamo nessun organismo che tuteli la qualità della legislazione. Il Parlamento ha costituito il Comitato per la legislazione che aiuta i legislatori a capire dove fanno porcate e dove non le fanno, dove contrastano con le leggi, quando è che una legge è sicuramente incostituzionale, e li mette in guardia. Qui non c'è, però c'è più di uno, di voi, che lavora nel campo del diritto e che lo dice, lo dice e lo ammette, ma qui dentro non ha il coraggio di dire una parola, andando anche contro la propria formazione culturale!

Questa è una legge illegittima tutta, e lo sapete, perché ci sono le sentenze e io come cittadino promuoverò un ricorso, assieme a tutti quelli che vorranno farlo, di incostituzionalità e lo argomenteremo così come stiamo facendo. Perché, quando un legislatore non sa a che punto arriva il suo limite, lì il popolo deve intervenire per dire che non siamo forse all'altezza del compito che ci ha dato. Sarebbe un bello smacco, siete ancora in tempo per rifletterci: il silenzio denuncia anche l'impossibilità di essere se stessi, qualche volta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). E' del tutto evidente che questo è (come posso dire) un modo barbaro di intervenire. Un modo barbaro perché non ha né una logica né un criterio; e si interviene anche con gli emendamenti e pensare che il primo comma dell'articolo 3 prevede: che "gli incrementi volumetrici sono disciplinati dalle seguenti disposizioni anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici". E poi, a scanso di equivoci (non si sa mai che qualcosa possa rimanere fuori o escluso) aggiungiamo "e in deroga alle vigenti" eccetera eccetera. Anche gli ultimi contributi nefasti tendono quindi a peggiorare questo strumento che dal primo all'ultimo rigo contiene solo ed esclusivamente volontà cementificatorie del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io completo il ragionamento che tentavo di fare prima, cercando di essere più pacato. E quando parlo del fatto che non si coglie l'obiettivo, badate, è perché sono convinto che non lo coglierete, non lo coglierete. E' probabile che si incominci, ma appena si incomincerà interverranno tutta una serie di complicazioni, perché le abbiamo già viste.

L'ingegner Asunis, che ha fatto l'Assessore anche in altre circostanze, che ha avuto responsabilità di direzione delle strutture regionali, conosce il sistema delle autonomie locali, come funzionano, conosce lo scontro continuo, che noi dobbiamo sopportare, come autorità pubblica, per l'attuazione di qualunque legge, anche quello meglio scritta, anche quella più semplice. Io so che in questi giorni l'onorevole Diana si sta impegnando per vedere se riesce a correggere una scrittura sbagliata di una legge che è semplicissima, che riguarda un problema marginale e che non si riesce ad applicare. Immaginatevi che cos'è questa roba. Voi non avete idea!

La maggioranza della precedente legislatura oggi minoranza, è caduta su questo, è caduta sulla gestione del territorio. E quando siamo andati al voto abbiamo detto: noi abbiamo fatto una cosa sana, vogliamo difenderla. Il cittadino invece ha detto: no, voi volevate difendere una cosa che appartiene a noi e noi ce la riprendiamo, cambiamo orientamento e votiamo altri. E quindi adesso gli stessi cittadini che vi hanno votato sono lì in attesa di raccogliere il risultato. Non lo raccoglieranno perché saranno invischiati nei giudizi, perché ogni comune avrà problemi, perché gli uffici tecnici impazziranno. Perché è una legge, poco meditata che va oltre le disposizioni, che viola la Costituzione. Ecco perché io continuo a dire alla Giunta che forse vale la pena riflettere su alcuni contenuti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Sì, signor Presidente, voterò contro l'Emendamento numero 360 e continuo a non credere che anche questo Emendamento sia frutto del lavoro dell'ingegner Asunis, oggi assessore Asunis, perché, ripeto, con lui ho avuto la possibilità di potermi confrontare sul rispetto delle regole, cioè nell'applicazione, come amministratore comunale, delle regole della Regione in materia urbanistica ad un piccolo comune della Provincia di Cagliari. Regole, non deroghe. La precisazione contenuta nell'emendamento appare così certosina, così puntuale da essere al limite dell'ossessivo: è meglio puntualizzare, non si sa mai che qualcuno possa non aver capito.

Allora, il problema della società italiana, caro assessore Asunis, è che le deroghe, gli scudi fiscali o meno, i lodi, le eccezioni stanno sopravanzando, superando e annichilendo le regole. Stanno annichilendo le regole. Ecco perché mi sembra assurdo questo Emendamento, perché dà il senso proprio del fatto che si sta vivendo non per seguire il ragionamento che ho tentato di fare leggendo quelle parole scritte nel libro prestatomi dal collega Solinas, ma per sovvertire l'ordine dei valori veri. Non si può più andare avanti senza regole. Anzi non si può continuare ad andare avanti con le istituzioni che sembra non pensino ad altro che a definire deroghe che contraddicono le regole. Questa è la fine di una società regolata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, questo è un altro di quegli emendamenti che - ha ragione l'onorevole Sanna - pone dei dubbi su dove stanno i limiti. I limiti non si vedono perché ogni volta c'è una cosa nuova. Secondo me non state neanche facendo del bene alla vostra legge perché a furia di allargarla, di gonfiarla di deroghe rischia di scoppiare. E si scoppierà salterà fuori tutta la porcheria che state mettendo dentro, perché qui i ricorsi si moltiplicheranno.

Io vorrei che ci limitassimo fare discussioni in quest'Aula, perché questa è la sede per fare, però poi alla fine state scatenando una serie di ricorsi che faranno esplodere questo provvedimento. Quindi secondo me non state nemmeno facendo gli interessi di questa legge. Perché approvare una legge di 15 articoli più quello relativo all'entrata in vigore? Bastava approvare una dove si dicesse: si può costruire tutto e il contrario di tutto e dappertutto, anche al limite violando il diritto di proprietà. Bastava solo un articolo; avremmo già finito e non saremmo dovuti rimanere qui fino alle 3 di mattina.

Quindi, signori, guardate che, a parte le battute, adesso introduciamo ulteriori deroghe, le deroghe alle normative vigenti. Perché non deroghiamo anche a quelle che dobbiamo ancora fare? Così siamo tranquilli, siamo sicuri che un domani non metteremo in campo delle norme che limiteranno quello che oggi stiamo ampliando. E' un assurdo quello che state facendo, anche dal punto di vista giuridico! Fermatevi, fermatevi a ragionare! Adesso sono le 11 meno un quarto, probabilmente è il caso che ce ne andiamo a dormire, domani mattina torniamo alle 10 più sereni e forse saremo anche in condizione di fare qualcosa di meglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Le parole dell'onorevole Cuccu mi hanno fatto venire in mente che in realtà questa legge si potrebbe riassumere in soli tre commi. Nel primo comma si prevede che si possono incrementare le volumetrie del 20 per cento e poi un ulteriore premio al 30. Nel secondo comma si prevede un incremento massimo del 20 per centro. Nel terzo comma, infine, un incremento del 10 per centro, però si deve passare attraverso una Commissione di tre persone nominate dalla Giunta. Praticamente tre commi dove si direbbe, sostanzialmente: "Puoi fare tutto dappertutto, su qualsiasi tipologia ricettiva o agricola, puoi costruire in deroga dappertutto, devi solo rispettare questi incrementi volumetrici". Nella fascia oltre i 2000 metri puoi arrivare al 20 per cento di incremento più un ulteriore premio per il risparmio energetico. Se si tratta di prima casa puoi arrivare al 39 per cento. Nella fascia (abbiamo un po' di pudore) fino ai 2000 metri, fino al 20 per cento, e nella fascia dei 300 metri fino al 10 per cento. Così facendo avreste evitato i nostri emendamenti, non saremmo stati qui settimane, ma la sostanza sarebbe stata la stessa. Del resto state ripetendo le stesse cose in tutti gli articoli.

Io peraltro pensavo che per senso del pudore aveste deciso di rispettare le normative regionali vigenti, mi ero illuso che nella formulazione del testo ci fosse il pudore di dire: "Derogo agli indici volumetrici dei PUC, però le leggi regionali le rispetto." No, casomai ci fosse un dubbio, che non ci fosse una deroga coerente con il superamento degli indici volumetrici, specificate "in deroga alle vigenti".

Questa è una legge deroga, è una legge che deroga su tutto, è una legge che mette in campo volumetrie indiscriminate, è una legge che scrive tanti commi per dire sempre la stessa cosa: "Saccheggiamo la Sardegna, depauperiamola, mettiamo mano ai gioielli di famiglia, creiamo il disordine edilizio, il caos edilizio". Guardate, il caos edilizio non è un termine che usa l'opposizione, è un termine che ha usato il consiglio delle autonomie per descrivere il pasticcio di questa legge che state facendo. Allora, forse è meglio fermarsi, non perché è tardi, ma fermarsi perché veramente quello che state compiendo è uno scempio, e forse un momento di riflessione occorre anche a voi per ripensarci prima di andare avanti. Annuncio il voto contrario su questo Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, pare che sul fermarsi siamo tutti d'accordo, i colleghi del centrodestra non lo dicono ma sono d'accordo anche loro. Intervengo per dichiarare il mio voto contrario all'emendamento della Giunta regionale e per aggiungere alcune considerazioni a quanto hanno detto i miei colleghi. Questa mi pare una partita a poker: ognuno rilancia, la Commissione boccia gli incrementi di volumetria nei 300 metri, questo Consiglio li riapprova e li reinserisce dentro questa legge.

Stamattina abbiamo approvato emendamenti che dal 20 ci hanno portato al 30 per cento di incremento di cubatura, poi al 40 per cento, poi al 20 per cento delle cubature già date. Siamo arrivati in alcuni casi al 47 per cento di incremento di cubatura. Adesso, qui, parliamo di deroga alle norme vigenti. E' un continuo gioco al rilancio. Purtroppo questa non è una partita a poker, è l'approvazione di una legge importante, che inciderà sulla gestione del territorio, che impegnerà gli uffici tecnici, e che quindi potrà stravolgere il nostro ambiente con gravi danni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, io non so se la Sardegna stia tornando a sorridere in questo momento, so solo che quando a Cagliari a qualcuno è venuto in mente di mettere mano al Poetto con un po' di troppa fretta, senza accorgimenti, scavalcando ogni regola, accorciando i tempi, non c'erano sotto il palazzo del Comune di Cagliari o sotto quello della Provincia, migliaia e migliaia di persone che manifestavano, però erano in migliaia la domenica a vedere che cosa stava accadendo alla loro spiaggia. Ebbene, voi state procedendo con la stessa fretta, con lo stesso modo di scavalcare le regole, di derogare a tutto, anche alle norme che sono ormai capisaldi persino in altre regioni d'Italia dove si è speculato anche di più.

Io non so allora, se un domani, quando alcuni immobili in fascia turistica, all'interno dei 300 metri, non quelli dove quel 10 per cento inciderà per 5 metri quadri, ma quelli dove quel 10, 20 per cento inciderà per magari 100, 200, 300, 400 metri quadri, quando nei nostri centri storici i proprietari di alcuni immobili verranno privati del panorama, della luce, dell'aria, perché si è costruito in deroga a qualsiasi piano urbanistico, a qualsiasi piano particolareggiato, quando sorriderà la Sardegna. Non so quando sorriderà colui che ha acquistato una casa in centro storico, quando, per una regola da voi approvata in una notte di martedì, non vedrà più il panorama che vedeva prima. Io non lo so quanti sorrideranno, però so che saranno molti di più quelli che non sorrideranno perché saranno privati di quel panorama.

Io so che sono molti di più i sardi che non hanno la seconda, terza, quarta, quinta casa di quanti invece ce l'hanno. Io non lo so se torneranno a sorridere, forse un domani, non oggi, non domani, ma dopodomani. Io mi auguro che si ripeta ciò che è avvenuto per il Poetto: se non oggi, o domani, almeno dopodomani qualche sardo se ne accorgerà, e su questo cadrete, perché state intaccando ciò che era la norma fondamentale per la quale la Sardegna ha tutelato parte del suo patrimonio costiero. Di questo dovrete rispondere ai sardi. Dichiaro il voto contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Signor Presidente, colgo il suggerimento dell'onorevole Sabatini e dell'onorevole Porcu, credo anch'io che la legge debba essere riscritta con quei tre commi in cui si indica che si può costruire di tutto e il contrario di tutto e in ogni posto e ovunque, ma un altro comma dovrebbe dire che non tutti possono costruire tutto e il contrario di tutto. Infatti, questa legge è destinata soltanto a pochi, è destinata ai pochi e ai furbi, a quelli che hanno saputo, nel passato, e anche di recente, aggirare le leggi, costruire non esattamente secondo le regole. Voi a questi oggi dedicate un'altra legge affinché possano perpetrare l'imbroglio, il raggiro e la possibilità di sfruttare il territorio, sfruttarlo fino all'inverosimile, in particolare quel territorio che dovrebbe costituire, un'opportunità di sviluppo per la Sardegna.

Con questa legge che avete definito Piano casa, ma che poi lo stesso assessore Asuni ha ammesso non essere un Piano casa, c'è di tutto, non per tutti, ma per pochi, mentre continuano a rimanere fuori coloro i quali la casa non ce l'hanno. Quindi una legge ancora una volta che aumenta l'iniquità sociale, distrugge l'ambiente. Pertanto, onorevole Zedda, altro che ridere! I sardi stanno piangendo, sta piangendo la Sardegna, il suo ambiente e il suo paesaggio. Il sacco delle coste, le pale eoliche in mare, la prospettiva delle centrali nucleari: un disastro su tutti i fronti. Saranno lacrime che accompagneranno questo presente, ma soprattutto il futuro. Voto assolutamente contro questo Emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.).Signor Presidente, Assessore, colleghi, mi è sembrato di sentire durante l'intervento dell'onorevole Zedda alcuni colleghi di maggioranza che dicevano: "Ancora, l'hai già detto, lo stai ripetendo". Ma questo, secondo me, accadrà sempre più spesso in quest'Aula, perché ad orecchie che non vogliono sentire bisogna ripetere le cose più volte, bisogna farlo probabilmente fino all'esasperazione, fino all'esaurimento. E' successo così all'inizio della discussione sulla norma, quando parlavamo in maniera determinata sul fatto che mancava un presupposto fondamentale, ovvero l'identificazione della data limite degli interventi. Alla fine è stata recepita questa nostra proposta, questa nostra protesta, ed è stata individuata una data, anche se non ha un senso logico perché la data è quella del 31 giugno 2009, che non so bene cosa rappresenti. Forse è il caso di farlo anche qua, su ogni singolo Emendamento, su ogni singola norma che mette a rischio veramente la qualità del nostro ambiente e del nostro paesaggio, il nostro valore aggiunto.

Assessore, mi rivolgo a lei perché mi sembra che qua, alla fine, in quest'Aula, l'interlocutore principale sia lei (i colleghi della maggioranza li sentiamo poco) che, qualche volta, prende anche la parola per risponderci: verifichi questa norma; questa è un'opportunità, l'ultima forse che abbiamo, di modificare una serie di interventi che mettono a rischio il nostro patrimonio, la guardi con attenzione e ne chieda la sospensione, la verifichi, faccia un ragionamento alla sua maggioranza, però trovi e proponga una soluzione a questo problema.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, colleghi, noi discutiamo adesso il comma 1 dell'articolo 3, perché la Giunta regionale ha voluto proporre una modifica con un Emendamento. L'Emendamento è chiarissimo: "Nelle zone omogenee, così come individuate dagli strumenti urbanistici vigenti" - quindi perlomeno prendete atto che ci sono anche strumenti urbanistici vigenti - "gli incrementi volumetrici sono disciplinati dalle seguenti disposizioni anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici e dalle vigenti disposizioni normative regionali".

Forse, il fatto che le vigenti disposizioni si riferissero magari al superamento degli indici, vi ha condotto a specificare meglio che si procede in deroga alle vigenti disposizioni normative regionali, cioè si procede in deroga, come abbiamo detto, alla legge numero 45 (che invece per noi diventa, anche nelle finalità della nostra proposta di legge, un punto di riferimento) si procede in deroga alle direttive sulle zone agricole, si va in deroga al Piano paesaggistico regionale e, soprattutto, si procede in deroga agli indici massimi di edificabilità dei Piani urbanistici comunali, dei Piani regolatori generali. Insomma, andate contro la volontà dei cittadini che si esprime nella pianificazione attraverso i consigli comunali. E approvate questa legge che, devo dire, non servirà, non servirà alla Sardegna, non servirà neanche a voi, perché la state peggiorando anche con gli emendamenti che state presentando, state semplicemente peggiorando una legge che è già di per sé una brutta pagina. Magari prenderà il suo nome, assessore Asunis; ma non è una bella legge. E' una legge che risponde ad altri interessi, che risponde ad altre logiche, che risponde a interessi che non nascono in Sardegna. Io credo che avevate e abbiamo ancora l'occasione di approvare una buona legge. Prevedete una fase due, prevedete interventi in finanziaria che riguardino la prima casa: io credo che valga la pena unificarli, valga la pena approfondire il dialogo, non alle due di notte, ma cercando di essere lucidi e di essere coerenti. Credo che, insomma, questo Emendamento non faccia altro che peggiorare la situazione e rendere più chiare le vostre intenzioni. Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 360.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Manca ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri:Agus - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 67

votanti 66

astenuti 1

maggioranza 34

favorevoli 42

contrari 24

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'Emendamento numero 424.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'Emendamento all'emendamento numero 424.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 32

contrari 31

(Il Consiglio approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.)

Di conseguenza decade l'Emendamento numero 189. Passiamo all'emendamento numero 337.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Caso classico di confusione nella maggioranza…

(Proteste dai banchi della maggioranza)

Mi pare!… chiedo scusa… Quello che emerge da questa legge è che, di fatto, questa norma che state preparando all'esito finale annulla l'effetto della legge numero 45. Voi mi dovete spiegare che cosa dovrebbero fare i comuni quando hanno, su tutta la normativa generalizzata, una posizione di deroga sovraordinata dal Consiglio regionale. Il Piano urbanistico comunale dovrebbe analizzare la popolazione con l'indicazione delle possibili soluzioni assunte, le attività produttive insediate, la prospettiva del fabbisogno abitativo, la rete delle infrastrutture, la normativa d'uso del territorio. Non interessano più ovviamente queste cose! E mentre prima il tecnico comunale poteva persino esercitare uno dei compiti cha è attribuito al comune, cioè quella della vigilanza urbanistica, su quale base adesso andrà a fare il controllo? Scriverà nella concessione edilizia: "Intervento in deroga, sulla base della legge regionale"?

Il PUC non esiste più, che bisogno hanno di PUC? Questa è una legge che taglia la testa alla legge numero 45, perché inaugura una stagione generalizzata di deregolamentazione del territorio; la gravità di questa legge è questa! E' questa, perché non rimane nulla della disciplina territoriale, ed è esattamente la ragione per la quale si sta cercando di sovrapporre una deroga generalizzata a una ponderazione degli indici che erano nati in seguito alla legge numero 45 per calibrare il sistema insediativo sulla base, del fabbisogno abitativo, della popolazione e di tutte queste altre questioni che voi eliminate. Poi le chiederò, Assessore, se c'è…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. L'Emendamento numero 337 decade perché il contenuto è identico a quello dell'Emendamento numero 189, anch'esso decaduto. Metto in votazione l'Emendamento di sintesi numero 428 della Giunta.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, nell'Emendamento di sintesi, per gli immobili destinati a usi agro-silvo-pastorali e per quelli a uso residenziale compresi nella fascia costiera, è consentito l'incremento della volumetria esistente alla data del 30 giugno 2009. Io, Assessore, continuo a soffermarmi sul concetto della volumetria esistente, perché il concetto di esistenza è un concetto che va oltre la legittimità di ciò che esiste. Se la volumetria è stata realizzata in difformità alle norme, però esiste, l'ufficio tecnico dice: "Ma quella è volumetria esistente e quindi, nella misura del 10 per cento, può essere incrementata". Allora, di fatto, viene sanata anche quella esistente illegittimamente realizzata? Questo lo chiedo perché sembra una banalità. Io se fossi un funzionario al quale qualcuno venisse… chiedo scusa, Presidente, ma questo brusio mi rende difficile continuare l'intervento.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Uras.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Possiamo anche rinviare la discussione a domani mattina se…

PRESIDENTE. No, non si preoccupi. Onorevole Sanna, onorevole Dessì, onorevole Biancareddu, per favore, lasciate parlare l'oratore.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No, io mi preoccupo perché noi tutti dobbiamo intervenire per dire qualcosa a qualcuno. Se qua stanno contando chi è che ha votato pro o contro la maggioranza di prima, se si stanno verificando sommovimenti interni, se anche la maggioranza è in una condizione critica, si può tranquillamente rinviare la discussione a domani. Se no ascoltiamo!

Allora io le chiedo ancora una volta: di quale volumetria parliamo? E' la volumetria legittimamente realizzata? E' la volumetria prevista nel progetto originario? E' la volumetria, ancorché in difformità del progetto originario, sanata attraverso, i pluricondoni edilizi che sono stati adottati in questi decenni? Chiariamolo perché c'è la necessità di saperlo. Lo dico per gli operatori pubblici e anche per coloro che si dovranno muovere all'interno di queste disposizioni. Voto contro questo Emendamento di sintesi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, anch'io voto contro l'Emendamento di sintesi anche perché - forse l'Aula non ha ancora colto l'impatto dell'approvazione dell'Emendamento numero 424 - cioè noi stiamo continuando a discutere della vecchia proposta della Giunta quando la Giunta su questo Emendamento è stata battuta e quando quest'Emendamento, che è stato approvato dall'Aula e quindi diventa legge…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Salis. E' impossibile proseguire i lavori con questo brusio. Prego tutti quanti di contenersi e chi deve conversare lo faccia fuori dall'aula.

SALIS (I.d.V.). Io chiederei all'assessore Asunis di procede ad una veloce verifica per capire che cosa rimanga in piedi dell'articolo 3 della legge in discussione dopo l'approvazione dell'Emendamento numero 424. Io penso che la Giunta debba predisporre velocemente, per poter intervenire nelle zone agricole, così come dice l'Emendamento, come il Consiglio ha dato incarico alla Giunta di fare con l'approvazione di quest'Emendamento, una revisione o un adeguamento del Piano paesaggistico regionale, perché fino a quel momento nelle zone E, nelle zone agricole, tutto quello di cui abbiamo discusso oggi non vale più. Non vale più, Assessore, perché questo Emendamento ci consente di dire che nelle zone agricole tutti gli incrementi di volumetria del 10, del 20, del 30, del 17,5 siano ormai preclusi.

Pertanto io chiederei di effettuare una verifica e vedere qual è l'impatto vero di questo Emendamento. Anche perché in questo modo riportiamo velocemente alla discussione del Consiglio le regole, non le deroghe, i lodi e gli scudi, fiscali o urbanistici. Riportiamo in discussione le regole!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ho chiesto di parlare!

PRESIDENTE. C'è l'onorevole Porcu prima di lei, però il Regolamento prevede che gli Assessori tecnici, quando chiedono di parlare, possano intervenire per cui la Giunta ha chiesto la parola, però vedo che l'Assessore è disponibile nel caso…

(Interruzione)

E allora non riesco a capire quale fosse il problema. Prego, assessore Asunis.

ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Grazie signor Presidente, signori consiglieri, in riferimento all'ultimo intervento, faccio rilevare che l'Emendamento accolto, il numero 424, che di fatto si inserisce al quinto comma dell'articolo attualmente in discussione, non ha qualsivoglia incidenza con i primi quattro articoli.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Sinceramente non ho capito la spiegazione dell'Assessore, però credo che quanto è avvenuto poc'anzi relativamente all'Emendamento numero 424 (di cui ritengo gran parte dell'Aula non abbia compreso la portata e si continui a interrogare se la sua approvazione cancelli o perlomeno sospenda la possibilità degli incrementi volumetrici di cui all'articolo 3, ed è su questo credo che ci voglia il chiarimento) dà però il senso di una discussione che sta andando avanti in maniera sempre più confusa. Allora, discutere a quest'ora, Presidente, può essere un modo per provare a forzare i tempi e accelerare, ma a volte può anche causare ritardi, pasticci. Quindi credo sarebbe meglio accogliere l'appello dei colleghi, sospendere i lavori e richiedere un parere agli Uffici sulla portata e l'impatto dell'Emendamento numero 424 che è stato approvato, sottolineo, nonostante il parere sfavorevole della Giunta (quindi diciamo che l'Aula ha votato contro la Giunta regionale) e capire se ha ancora un senso il nostro discutere, se quest'articolo 3 è per lo meno svuotato della sua efficacia.

Sull'Emendamento numero 428 quindi, invito la Presidente, visto che c'è anche un fatto nuovo, ad aggiornare la seduta e a fornirci una risposta tecnica nella mattinata di domani in modo che possiamo anche capire meglio la direzione che sta prendendo questa legge, che mi sembra una direzione confusa. Sull'Emendamento numero 428 il parere è negativo semplicemente per il fatto che non presenta elementi innovativi rispetto agli emendamenti di cui fa sintesi, semplicemente riporta dai 2.000 ai 1.000 metri la fascia oltre la quale si possono avere incrementi del 20 per cento, quindi facilita ancora di più la cementificazione delle piccole isole.

Stiamo aggiungendo cemento al cemento. Io credo che ci sia un limite a tutto, c'è un limite anche alla decenza. Quello che state facendo è veramente troppo ed è inconcepibile e inammissibile. State anche vanificando il lavoro di una Commissione che si è sforzata, sulla fascia costiera, di provare a salvaguardarla anche mettendo insieme componenti diverse di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Dunque, l'Emendamento numero 424 non ci deve preoccupare perché è abbastanza strano che non l'abbia presentato la Giunta. Fondamentalmente cosa dice? Fondamentalmente dice questo: attenzione, ci sono le norme transitorie - lotto minimo, eccetera, eccetera - che non valgono più. Fino a quando non cambiamo il Piano paesaggistico le sostituiamo con le direttive delle zone agricole, cioè con la norma a regime. In sostanza, si vorrebbe sostituire con una norma a regime un regime transitorio, il che è contrario alla legge, perché con legge regionale non possiamo modificare il regime transitorio contenuto nelle norme tecniche di attuazione. Voi avete modificato il regime transitorio delle zone agricole, ma non potete farlo con legge regionale, dovete farlo con atto amministrativo. Dopo tutto ciò che abbiamo visto nella giornata non mi pare che ci sia niente di particolarmente scandaloso; e per un certo verso è persino coerente e mi meraviglio che non l'abbia presentato la Giunta.

Detto questo, l'Emendamento numero 428 sembrerebbe una boccata d'ossigeno, ma non lo è, mi spiace deludervi, perché il termine del 30 giugno 2009 è acquetta tiepida e anche un po' malsana perché se non si voleva fare speculazione bisognava scrivere "regolarmente accatastate" a tale data. Siccome qui non si parla di accatastamento e quindi di legittimazione conclusiva, il 30 giugno 2009 è una data che non vuol dire niente perché a quella data posso avere appena iniziato il cantiere; il che vuol dire che mantiene aperte tutte le porte, anzi spalanca i portoni per la più classica speculazione e rivela chiaramente quali sono gli interlocutori, iniziali o, per meglio dire, secondo la moda attuale, gli utilizzatori finali di questa legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'accatastamento era previsto nella prima bozza di legge. Originariamente, infatti, si faceva riferimento all'accatastamento, poi quel dato è sparito. Adesso, invece, con questo Emendamento, ritorna la data del 30 giugno 2009. Comunque, in ogni caso, rimane non risolto il quesito posto prima relativo all'incremento della volumetria esistente.

Deve intendersi tutta la volumetria che esiste sul territorio o ci sono delle limitazioni in merito, per esempio per quanto riguarda i volumi realizzati e che hanno già usufruito di sanatoria e di attenzioni particolari?

Quindi, io continuo, così come hanno fatto altri miei colleghi precedentemente, a chiedere all'Assessore a che cosa si fa riferimento quando si pone all'attenzione di noi tutti il richiamo alla volumetria esistente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Con questo Emendamento rientriamo nella definizione di patrimonio edilizio esistente, si conferma l'incremento della volumetria alla data del 30 giugno 2009, così come era stato già annunciato dall'Assessore. Io credo che per essere coerenti anche con quanto dicevano poco fa sia l'onorevole Gian Valerio Sanna sia adesso l'onorevole Carlo Sechi, la possibilità di emendare il comma 3 dell'articolo 8 ci consentirà poi di identificare una data precisa anche per l'accatastamento. Il comma 3 infatti recita: "le unità immobiliari interessate dagli interventi previsti dalla presente legge devono risultare accatastate presso le competenti agenzie alla data di presentazione delle istanze". Noi dobbiamo modificare, Assessore, se lei è d'accordo, questa previsione inserendo dopo la parola "accatastate" l'espressione "alla data del 30 giugno 2009", coerente con la definizione di patrimonio edilizio esistente. Quindi, le chiederei se almeno su questo orientamento c'è una volontà della Giunta oppure se avete altre intenzioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signora Presidente, la Giunta, in riferimento agli articoli successivi a quelli oggetto d'esame, ha già predisposto una serie di documenti. Forse anche quello a cui fa riferimento l'onorevole Bruno, ma presupponevo che i lavori dell'Aula riguardassero l'articolo 3. Quando arriveremo all'articolo 8 probabilmente avremo anche le risposte e cosa s'intende per "volume esistente" e per "accatastamento". Non pensavo minimamente che i lavori dell'Aula potessero proseguire in maniera così distonica, abbandonando per un attimo l'articolo 3, prendendo l'8, passando al 6 e via discorrendo. Quindi, mi scuso per la mia non consapevolezza delle abitudini di trattazione delle disposizioni oggetto d'esame.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, prima dell'intervento dell'Assessore volevo richiamare il fatto che ho posto un problema a cui non è stata data risposta, pertanto la pregherei, per evitare di continuare a discutere su questioni dove le opinioni sono tutte legittime, ma sono opinioni personali, di valutare la possibilità di farci sapere domani mattina qual è stato l'impatto dell'approvazione dell'Emendamento numero 424 perché noi stiamo continuando a discutere di opinioni, tutte assolutamente rispettabilissime, ma tutte assolutamente personalissime.

Vorremmo che gli Uffici del Consiglio ci rassicurassero sugli effetti di questa approvazione e soprattutto ci chiarissero se possiamo continuare a discutere sull'articolo 3 come se niente fosse successo. Mi sembra una richiesta assolutamente di buon senso. Per quel che riguarda me e il mio Gruppo possiamo anche arrivare in Aula alle nove e mezza per recuperare una mezz'ora, non vogliamo fare assolutamente ostruzionismo, ma in questo momento è opportuno che sappiamo di cosa stiamo discutendo e se, soprattutto, i presupposti dell'articolo 3 sono rimasti intonsi.

PRESIDENTE. E' in corso l'approfondimento da parte degli Uffici. Si può procedere benissimo a votare gli emendamenti, dopodiché, se ci fosse necessità di un ulteriore approfondimento, potremmo sospendere i lavori per cinque, dieci minuti prima della votazione del testo dell'articolo per poi proseguire così come è stato deciso.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signora Presidente, Assessore, lei non deve sorprendersi del fatto che parliamo anche di argomenti oggetto di articoli successivi. Le sorprese, purtroppo, ci state abituando, sono sempre dietro l'angolo. Ogni volta c'è qualcosa di nuovo, ogni Emendamento rappresenta qualcosa di nuovo, anche un'estensione di quello che si è fatto prima, una negazione di quello che è stato fatto in Commissione. Avete avuto la sfacciataggine di negare quanto voi stessi avete fatto in Commissione, siete venuti qua, è venuta qua la Giunta, ha bacchettato la sua maggioranza, ha detto: "Avete fatto male, adesso vi diciamo noi che cosa dovete fare". Quindi, lei non deve sorprendersi di questo.

Quello che noi stiamo lamentando è che qui non si percepisce quello che si sta approvando, non si percepisce qual è l'impatto di quello che si sta approvando. Quello che stiamo lamentando, nello specifico di questo Emendamento, è che questa data del 30 giugno 2009 non dà nessuna certezza di quali volumi stiamo parlando. Noi stiamo chiedendo che si ponga almeno un limite certo, in modo che sia ineccepibile quali siano i volumi di cui stiamo parlando. La data del 30 giugno 2009 non ci dice nulla perché vorremmo capire chi effettua queste verifiche, chi attesta e certifica che quelli sono i volumi realizzati alla data del 30 giugno 2009. Sarebbe stato più semplice indicare uno strumento come quello dell'accatastamento che offre la certezza che a quella data quello era il fabbricato costruito sulla base di quei determinati criteri. La data del 30 giugno 2009 non ci dice nulla.

Quindi, colleghi, anche se è tardi, e l'abbiamo ripetuto più volte, su questi una certa lucidità, perché ciascuno di noi è capace di leggere l'italiano anche alle 11 e mezzo di notte. La proposta della Giunta non ci dice nulla, non ci dà nessuna chiarezza, ci porta solamente ulteriori elementi di confusione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 428.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'Emendamento numero 428.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Bruno - Mariani.

Si sono astenute: la presidente Lombardo - Zuncheddu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 45

astenuti 2

maggioranza 23

favorevoli 43

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Di conseguenza decadono gli emendamenti numero 361 e numero 362.

Passiamo all'Emendamento numero 429.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Annuncio il voto favorevole e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Solo per dichiarare che non crediamo che questo aiuti in alcun modo, quindi annunciano il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Credo che sostituire la richiesta di concessione edilizia con la data del 30 giugno 2009 mantenga del tutto inalterato il problema dell'indeterminatezza del concetto di "volumetria esistente" al punto che io ritengo Assessore che il riferimento all'accostamento debba essere contenuto nei diversi articoli che prevedono le diverse fattispecie e non solo nell'articolo 8, perché ciò potrebbe generare errori. Siccome si sta parlando di calcolo dei volumi, tutti i dati devono essere contenuti, in maniera intelligibile, nella norma che l'autorizza questo volume, perché il calcolo del volume deve potersi fare all'articolo 2, all'articolo 3 e di tutte le diverse fattispecie. Poi bisogna vedere se effettivamente questa condizione dell'accatastamento, perché io ho dei dubbi che voi metterete; ho forti dubbi.

Non capisco perché non si debba sapere fin da adesso a cosa devono riferirsi le percentuali di incremento volumetrico. A che cosa? A un progetto che è in corso con variante in corso d'opera? Non lo sappiamo. A un fabbricato abusivo? Non c'è scritto, qui è tutto autorizzato mentre la legge deve essere chiara e deve identificare quantità e interlocutori. Pertanto suppongo sommessamente che sia un imbroglio l'attesa dell'articolo 8. Lo vedremo, però io credo che l'indeterminatezza sia proprio la caratteristica di questa norma e, come tale, rimarrà indeterminata, state tranquilli. Ecco perché siamo contrari anche a questa inutile precisazione che si anticipa all'articolo 3 annunciandoci che poi all'articolo 8 chissà che cosa avverrà. Tanto vale o fare tutto nell'articolo 8 o fare tutto nell'articolo 3.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 429. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

PRESIDENTE. L'Emendamento numero 33 decade. Sospendo i lavori per cinque minuti per un approfondimento tecnico sul testo dell'articolo.

(La seduta, sospesa alle ore 23 e 30, viene ripresa alle ore 23 e 34.)

PRESIDENTE. Gli Uffici hanno approfondito le ripercussioni dell'Emendamento numero 424 sul testo dell'articolo, pertanto possiamo proseguire.

Metto in votazione il testo dell'articolo.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la votazione.

PORCU (P.D.). Ho diritto ad una dichiarazione di voto sull'articolo 3?

PRESIDENTE. Quando l'onorevole Bruno mi ha chiesto il voto elettronico palese…

PORCU (P.D.). Io mi ero già prenotato!

PRESIDENTE. …non c'era nessuna iscrizione per dichiarazione di voto, e ho dichiarato aperta la votazione. Le iscrizioni sono arrivate…

PORCU (P.D.). Chieda agli uffici!

PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Porcu…

PORCU (P.D.). Come non risulta? Adesso non mi ha dato la parola? Cioè, io non vorrei…

PRESIDENTE. Dopo che l'onorevole Bruno ha chiesto la votazione nominale, io ho aperto la votazione, e quando ho aperto la votazione non risultavano iscritti a parlare.

PORCU (P.D.). Presidente, la parola non me la sono data da solo, evidentemente mi è stata data!

PRESIDENTE. Va bene, prego onorevole Porcu. Allora, coloro i quali risultano iscritti a parlare, l'onorevole Porcu, Salis e Uras possono fare la dichiarazione di voto.

PORCU (P.D.). La dichiarazione di voto la può pronunciare qualsiasi consigliere in quest'Aula, e credo che lei non possa…

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, già stata opera la votazione, Onorevole Porcu, prego, prosegua con la dichiarazione di voto…

PORCU (P.D.). Presidente, non vorrei che lei mi avesse dato la parola per fare una eccezione o una cortesia. Io mi sono prenotato prima…

PRESIDENTE. E la votazione era già aperta, quindi evitiamo le polemiche? Le sto concedendo la parola, per cui non mi sembra il caso di dover ritornare sulla questione.

PORCU (P.D.). Non sto sollevando polemiche! Presidente io esercito un diritto e mi esprimo come ritengo di esprimermi, e risottolineo che abbiamo dei problemi tecnici, perché mi sono prenotato prima che l'onorevole Bruno profferisse verbo, per cui se è un mio diritto avere la parola, bene, se non è un mio diritto avere la parola io mi ritiro in buon ordine.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, non è possibile che lei si possa essere iscritto prima dell'onorevole Bruno, perché sul monitor figurava soltanto la richiesta del…

PORCU (P.D.). Allora, noi sappiamo che il monitor nel corso di queste giornate ci ha causato più volte problemi perché la prenotazione evidentemente arriva in ritardo. Lei, di solito, concede qualche secondo di tempo, proprio perché la prenotazione arriva in ritardo. Allora, io vorrei sapere se gli uffici…

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, può proseguire con la dichiarazione di voto, la questione è chiusa, la votazione non è aperta, chi vuole intervenire per dichiarazione può farlo. Chiudiamo la questione e non apriamo polemiche inutili.

PORCU (P.D.). Benissimo, così va meglio, però devo manifestare una difficoltà. Presidente, io intervengo sull'ordine dei lavori. La dichiarazione di voto la farò in seguito.

PRESIDENTE. Adesso le ho concesso la parola sulla dichiarazione di voto.

PORCU (P.D.). Ma le devo manifestare la difficoltà. Presidente lei ha appena detto che gli uffici hanno chiesto questa breve sospensione per valutare l'impatto di un Emendamento che abbiamo approvato, che potrebbe dare un significato diverso a quest'articolo. Se io non ho la risposta degli uffici, attribuire faccio ad esprimere dichiarazione di voto…

PRESIDENTE. Ho già dato io la risposta. L'ho detto prima, quando abbiamo ripreso i lavori. Gli uffici hanno valutato che l'Emendamento numero 424 non ha alcuna ripercussione sul testo dell'articolo.

PORCU (P.D.). Mi scuso con lei. Allora se così stanno le cose, io non posso che confermare il voto contrario all'articolo. Quest'articolo, lo abbiamo già sottolineato, consente l'incremento di cubatura anche nell'agro; abbiamo provato a evitare che ciò fosse consentito perlomeno per la fascia costiera più ristretta dei 300 metri, ma non ci siamo riusciti. E' rimasta indeterminata la data entro la quale gli eventuali beni andavano accatastati e addirittura il testo dell'articolo è stato peggiorato perché nelle isole minori, oltre i 1000 metri, adesso è possibile procedere con incrementi volumetrici che possono arrivare al 20 per cento.

Quindi la discussione purtroppo non ha portato miglioramenti al testo, pertanto il voto sull'articolo 3 rimane un voto negativo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, prendo atto di quello che lei ha comunicato all'Aula e aspetto di vedere le motivazioni che gli uffici hanno addotto per dire che l'Emendamento numero 424 non ha portato nessun cambiamento nell'articolo, poi avremo modo di tornare sulla questione.

Per quel che riguarda il resto penso che di fronte ad una decisione del Consiglio che ha un impatto non irrilevante (non la voglio considerare determinante, ma non è neanche irrilevante) probabilmente così com'è stato fatto altre volte in quest'Aula, la sospensione per un approfondimento più preciso del tema sarebbe stata forse opportuna. Comunque io sull'Emendamento, fino a quando non vedrò questa relazione e non potrò verificare cos'è veramente successo e quali sono gli elementi tecnici a supporto dell'indicazione, mi asterrò dal voto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io invece confermo il voto contrario, e devo dire che questa è una modalità di discussione che, rispetto a quella così tanto criticata dai banchi dell'opposizione della precedente legislatura, è decisamente molto più indisponibile all'individuazione di punti di convergenza. La maggioranza ha deciso, io penso che faccia bene, penso che la responsabilità tutta delle conseguenze che deriveranno dall'approvazione di questa norma debba stare in capo alla Giunta, a chi l'ha proposta, a chi ne ha la responsabilità specifica, all'intera maggioranza di centrodestra.

Se domani noi dovessimo verificare conseguenze negative sotto il profilo dell'applicabilità di questa disposizione, sotto il profilo del caos edilizio che si genererà, sotto il profilo delle situazioni di convivenza all'interno dei nostri centri urbani, dei nostri piccoli comuni, della buona gestione da parte delle amministrazioni, dei conflitti tra le popolazioni delle comunità e chi le amministra, se noi dovessimo registrare domani qualche disastro aggiuntivo sotto il profilo, per esempio, della sicurezza del territorio, della salvaguardia della vita delle persone, delle cose, della loro attività economica, si deve sapere che la responsabilità è vostra, perché avete avuto il torto di approvare questa disposizione confusa che porta confusione.

E' assolutamente paradossale tutto quello che stiamo facendo in quest'Aula oggi, e che faremo nei prossimi giorni, e richiede proprio una differenziazione di responsabilità. Se uno evita che qualcosa si faccia, quella qualcosa si potrà sempre fare, ma se uno fa qualcosa che non si può fare e determina danno, di quello è integralmente responsabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo per dichiarare il voto contrario a questo articolo, e questo capolavoro che abbiamo con fatica messo assieme. Poi vedremo il testo definitivo, perché alcune perle le abbiamo aggiunte con gli emendamenti e quindi, al momento, sfugge la portata generale. Essendo quest'articolo afferente a quella parte della zona agricola che è parte rilevante del paesaggio della Sardegna (credo che sia doveroso dirlo, con pacatezza ma anche con altrettanta sincerità). Io spero che da qui a poco non ci si debba rincontrare magari per discutere di qualche emergenza come quella di Orosei, di Capoterra o di altri insediamenti lungo le coste.

Mi auguro che non ci si debba riunire per far fronte all'emergenza perché, badate, un conto è ridurre il rischio, perché il PAI si pone il problema di adottare le misure di contenimento degli effetti del rischio, un altro conto è fare il bel lavoro che stiamo facendo qua, cioè quello di aumentare il rischio. Vorrei dire solamente questo: che nella zona di Rio San Girolamo dove abitano 10 mila persone (stiamo parlando di volumetrie notevoli, con opere che non ci sono ancora ma con rivendicazioni che quegli abitanti potranno vantare in forza di questa legge) non avete sanato niente e allo stesso tempo, mentre ancora non avete sanato, prevedete che si possa ulteriormente sbracare.

Io, al posto di quei cittadini, sarei molto preoccupato e anche un po' seccato di avere dei legislatori così schizofrenici. Allora, siccome ognuno si assume le sue responsabilità, è meglio che resti agli atti che, in forza di questo articolo 3, state offrendo un contributo consistente all'opera di peggioramento delle condizioni di sicurezza dei cittadini di molte aree della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Intervengo per annunciare il voto contrario a quest'articolo, Presidente, perché l'onorevole Cuccu è stato un buon profeta: incrementa che ti incremento alla fine, pian piano, questa legge sta scoppiando.

Con quest'articolo, anche con gli ultimi emendamenti, gli elementi che sono stati aggiunti, le date, il cambio di date, i rimandi a dare le risposte anche intorno alle domande che sono state poste sulle volumetrie (come se una legge si discutesse e si approvasse a compartimenti stagni e ogni articolo non avesse comunque anche un collegamento logico con quelli successivi) Assessore, con questo pasticcio e con questa confusione questa legge che vi state approvando è già scoppiata. Non solo incrementa cubature, le incrementa distruggendo l'ambiente, distruggendo il paesaggio, sottraendo il bene primario al presente e al futuro della Sardegna e incrementa in maniera gravosissima i costi.

Incrementerà i costi per spese legali dei comuni, già dalla sua prima approvazione questo succederà, incrementerà la litigiosità nelle piccole come nelle grandi comunità, incrementerà ovviamente il danno nelle coste e nel paesaggio, incrementerà la poca credibilità di questo Parlamento e del nostro ruolo di legislatori perché si approvano leggi confuse, leggi imbroglio, perché all'imbroglio aggiungiamo gli imbrogli, e incrementa quindi anche la poca credibilità della politica.

In questo caso, però, ci sarà evidentemente, piano piano, un ripensamento dei sardi, perché questa politica ambientale, che è stata portata avanti, fa emergere immediatamente la poca credibilità e affidabilità, gli imbrogli e le bugie che avete detto in campagna elettorale e che vi si ripercuoteranno contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA (P.D.). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario sull'articolo e per esprimerlo motivando in maniera chiara. Assessore, lei nei sui interventi durante la discussione su quest'articolo ne ha evidenziato l'importanza dicendo che quello in esso contenuto sarebbe stato un argomento da trattare in maniera più adeguata e probabilmente con un provvedimento di legge ad hoc, eventualmente in sede di legge urbanistica. Invece, di tutte queste opportunità, di tutte queste speranze che lei ha suscitato non si sta verificando niente, si sta verificando solo un fatto che è quello noto: stiamo andando ad approvare un articolo che, a nostro parere, è un articolo pericoloso, che pone a rischio zone importanti del nostro territorio, che pone a rischio le zone più pregiate, le mette a rischio esclusivamente per volere procedere velocemente all'interno di un provvedimento dove noi parliamo di tutto e del contrario di tutto.

Io penso che su questo tema si sarebbe potuto veramente avere un momento di riflessione maggiore, lavorare in maniera adeguata e veloce. Anche nella nostra proposta di legge si parlava di eventuali interventi di ampliamento sulle residenze ad uso prima casa, anche quelle in agro; si sarebbe potuto limitare l'intervento a questi aspetti e rimandare immediatamente, a subito, alla legge urbanistica (che ha la necessità di essere discussa subito, a mio parere) gli interventi ulteriori su questo tema che avrebbero probabilmente consentito una discussione su posizioni chiare (che anche durante la scorsa legislatura sono state espresse) su quella che io chiamo residenza rurale in campagna, non agro, perché l'agro, sostengo sempre in maniera più convinta, è e deve essere destinato all'agricoltura.

Questo non è accaduto, ci troviamo ad approvare questo articolo così com'è stato scritto e non possiamo far altro - io personalmente, e penso tutto il gruppo del P.D. - che esprimere un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Brutta la legge e peggio gli articoli! Per questa ragione dichiaro il voto contrario a questo articolo che non è altro che uno strumento per il massacro delle zone agricole. Questo però ci comincia a preoccupare, soprattutto se si interverrà sull'articolo successivo, che riguarda le strutture turistico-ricettive, come si è intervenuti su questo articolo.

E' stata una giornata che ci ha visto tentare in ogni modo di portare correttivi per cercare di migliorare questa legge, ma non siamo riusciti a ottenere praticamente niente. Le uniche note positive sono venute dalle comunicazioni del Capogruppo dell'Italia dei Valori che ci ha rallegrato con le informazioni che arrivavano da Roma, però devo dire sono poca cosa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare quello che ai più sembrerà un voto scontato ma per noi scontato non è, perché avremmo voluto esprimere un voto diverso, invece il nostro voto non può che essere contrario perché a nostro avviso questo è un articolo molto pericoloso, per tante ragioni. Intanto perché espropria i Comuni del diritto-dovere alla pianificazione urbanistica del loro territorio, una pianificazione ragionata, una pianificazione che deve essere soggetta a valutazioni; ed è pericoloso perché, senza questa pianificazione ragionata, senza questa pianificazione soggetta alle valutazioni sul territorio, si rischia di costruire e di ampliare le costruzioni dove sarebbe meglio forse anche demolirle o spostarle da altre parti: se non si effettua una pianificazione ragionata si va incontro a dei pericoli molto grossi.

Ed è un articolo che non ci piace perché, ancora una volta, com'è avvenuto nell'articolo 2, si interviene nella fascia costiera, si interviene nella fascia anche dei 300 metri dal mare, in quella fascia che, abbiamo detto, è intangibile, di salvaguardia ambientale.

Mi sorprende che gli amici del Partito Sardo d'Azione su questa questione, specie sul comma 3 dell'articolo3, non abbiano avuto nulla da eccepire: qui stiamo intervenendo in una fascia che, a nostro avviso, meriterebbe un altro trattamento e un'altra attenzione da parte di quest'Aula. E poi, un'altra ragione che ci induce a votare contro - l'abbiamo detto e abbiamo cercato di farvi ragionare - è perché apparentemente si conoscono i beneficiari di questi interventi però, di fatto, gli utilizzatori finali sono altri, sono ben noti: i nomi il collega Sanna li farà alla fine della discussione, però gli utilizzatori finali li conosciamo tutti e non sono categorie che appaiono in questo articolo, sono altri.

Ecco perché, di deroga in deroga, stiamo andando avanti ad approvare questa legge; la casistica che stiamo introducendo è talmente vasta e ampia che non riusciamo a coglierne nemmeno tutti i possibili effetti e stiamo approvando una legge che diventa sempre peggiore: non oso pensare come sarà quando arriveremo all'articolo 15. Ho capito che al peggio non c'è mai fine.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, è difficile certamente esprimere un giudizio compiuto su questo articolo, capiremo meglio quando potremo leggere il testo definitivo che verrà fuori dal coordinamento del testo con tutti gli emendamenti, perché, insomma, si è approvato "di tutto e di più", fino a ritornare al vecchio articolo 3 della legge 45.

Noi abbiamo tentato di tutto, abbiamo presentato emendamenti, abbiamo presentato emendamenti agli emendamenti, abbiamo richiesto chiarimenti, siamo intervenuti, rintervenuti, decine di interventi, continuiamo a intervenire, però, ecco, come diceva il collega Sechi, non siamo riusciti ad ottenere molto. Non ci dichiariamo quindi, e non ci possiamo dichiarare soddisfatti; vi abbiamo detto che questo articolo presenta molte storture, che ci sono molti commi inutili, alcuni confusi, abbiamo insomma tentato di svolgere il nostro ruolo, nessuno potrà affermare che l'opposizione non l'ha detto, che non è stata chiara nel chiedervi un attimo di riflessione, di confronto, per poter discutere e poter migliorare questo articolo.

Come diceva il collega Cuccu, noi avremmo voluto esprimere un parere diverso e un voto diverso, siamo invece costretti a votare contro un obbrobrio di articolo che non sortirà alcun effetto, e se qualche effetto sortirà sarà del tutto negativo per gli agricoltori e per le zone agricole.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo dell'articolo 3.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 64

votanti 63

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 41

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'Emendamento numero 359.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io non saprei più come definire questo Emendamento, diciamo che è limitativo, perché parla solo di adeguamento, e anche questo termine è assolutamente improprio perché c'è un po' di tutto: manutenzioni, ristrutturazioni, ampliamenti di residenziale; io credo che il titolo più appropriato per l'articolo 3 sarebbe: "vogliamo fare nell'agro di tutto un po', vogliamo fare di tutto un po' nell'agro e di tutto un po' dappertutto".

Forse anche il titolo della legge sarebbe dovuta essere così e forse sarebbe stato più semplice un titolo che avesse detto: "si può fare tutto, vi elenco le poche cose che non si possono fare". E sarebbe stata una legge cortissima, brevissima, perché questa in realtà è una legge che consente di tutto. Sarebbe stato meglio scrivere un articolo che avesse specificato cosa non si poteva fare, e allora forse avremmo speso meno tempo e l'obiettivo di questa legge sarebbe stato più chiaro.

Quindi, anche su questo Emendamento il parere non può che essere contrario perché non rende l'idea di quello che stiamo facendo. In realtà con questo articolo, con l'articolo 3, stiamo di nuovo dando via libera, anche nell'agro, alla cementificazione delle coste, stiamo aggirando le norme, non stiamo promuovendo l'uso agricolo o non stiamo favorendo gli imprenditori agricoli, mischiamo le finalità (un po' di residenziale e un po' di agricolo). Quindi credo che sia anche un po' ironico, che a quest'ora della notte, ci si proponga questa piccola correzione di fronte allo scempio che stiamo compiendo. Forse ci potevamo accontentare di un titolo più secco. Ripeto: "di tutto un po', anche nell'agro".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ASUNIS, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Considerato che l'intendimento della Giunta, con l'Emendamento numero 359, era quello di integrare il titolo perché la Commissione, per mero errore, aveva utilizzato un'altra dicitura nello sviluppo degli articoli e poi non aveva corretto il titolo stesso, considerato che peraltro è una sfumatura che, di fatto, può essere anche tranquillamente omessa, la Giunta ritira l'Emendamento.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Di conseguenza decadono le iscrizioni a parlare…

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Faccio mio l'Emendamento numero 359.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Per dichiarare il voto a favore di questo Emendamento perché mi pare che sia decisivo per chiarire, a coloro che dovranno applicare questa norma, come si dovranno comportare, perché, onorevoli colleghi, aggiungere dopo "interventi di" la parola "adeguamento ed ampliamento per le costruzioni in zona agricola" sicuramente chiarirà.

Adeguamento a cosa? A ognuno consentiremo di trovare qualcosa a cui adeguare la sua costruzione. Mi dispiace soprattutto per l'assessore Asunis, che io stimo, considero una persona amabile, però credo che non verrà ricordata per aver fatto una grande legge, per aver proposto un'importante normativa che regola in modo idoneo l'uso del territorio in Sardegna. Purtroppo non verrà ricordato per questo, pur avendo speso molta parte della sua vita, non solo professionale, proprio ad occuparsi di questa materia. E lo dico con una certa sofferenza, badate, perché questo vale per tutti noi.

La politica ogni tanto ci chiama a rispondere a qualcosa a cui noi non crediamo, ed è questa iniezione continua di cinismo che dobbiamo sopportare che alla fine ci ha allontanato dalla nostra comunità. Badate, abbiamo ancora qualche tempo per riflettere, su che cosa stiamo facendo; perché la correzione da fare è una correzione profonda. Andando avanti in questa direzione non si farà molta strada.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). A questo punto della discussione dell'articolo 3, dopo tutto quello che abbiamo sentito e abbiamo potuto apprezzare, parlare di inserimento della parola "adeguamento" davvero, con il parere favorevolissimo del Presidente della Commissione e della Giunta, è quanto meno una presa in giro al nostro buonsenso.

Ha ragione il collega Uras: ma di che cosa state parlando? Io fossi stato al posto della Presidenza avrei dichiarato l'Emendamento inammissibile perché di adeguamenti non se ne parla, è solo ampliamento, perché dovete quindi scrivere adeguamento? E' un modo molto classico di "mistificare" le cose. "Adeguare" realmente sarebbe stato un esercizio più complicato. Sarebbe stato come a dire, per esempio: se vuoi ti do una premialità ma arretra i volumi dai 300 metri.

Se volevamo adeguare potevamo dire che gli annessi agricoli sarebbero dovuti essere costruiti sul filo delle strade impartendo le opportune prescrizioni; quello sarebbe stato un adeguamento che avrebbe avuto un senso. Non norme confuse, generiche, che hanno solo il compito di inviare un messaggio populista: "badate domani noi vi garantiamo che potrete fare quello che vorrete", questo è il messaggio che state inviando. E' un messaggio per il quale, ovviamente l'assessore Asunis non ha nessuna colpa, che deriva, come dicono i componenti della maggioranza, dalle tavole scritte dal presidente Cappellacci, ma che noi sappiamo discendono da altro, da debiti elettorali che certamente sanerete con questo provvedimento, debiti elettorali che noi sappiamo bene a chi riferire e in che misura dovremo riferire. Perché sarete chiamati, io credo, ad una sfida notevole di trasparenza.

Noi, infatti, abbiamo presentato un Emendamento nel quale chiederemo che ciascun consigliere dichiari di non essere in conflitto di interessi sulle ripercussioni di questa legge, per vedere se ognuno di noi ha agito con trasparenza e fuori da ogni interesse. I cittadini sardi hanno bisogno di capire davvero se stiamo agendo nel loro interesse. Allora vedremo come ci comporteremo tutti, a cominciare da me, dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Regione.

Dovete dichiarare, dobbiamo dichiarare di non avere interessi in questa partita.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Tutti, anche voi, anche gli assenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Signor Presidente, colleghi, è molto utile fare questa discussione sul titolo dell'articolo dopo che l'articolo è stato votato, perché ci consente di effettuare una valutazione corretta di ciò che c'è dentro questo articolo, e di, a questo punto, modellare il titolo sulla base di quanto modificato.

Avete infatti ampliato talmente tanto questo articolo da metterci dentro di tutto. Quello che abbiamo capito non è tanto che cosa ci avete messo dentro, ma abbiamo capito che dentro c'è di tutto. Ecco perché la discussione dicevo che stiamo facendo in questo momento è molto utile. Io suggerirei anche se è possibile, Presidente, se l'Assessore vuole farlo, di presentare anche un Emendamento orale perché io intitolerei quest'articolo "omnibus". Qui c'è tutto, quindi chiamatelo così, se lo chiamerete così avrete il mio voto, non so quello dei colleghi, ma il mio voto ce l'avrete perché a quel punto il titolo dell'articolo sarà perfettamente corrispondente a tutto quello che ci avete messo dentro. Diversamente il voto sarà contrario perché non potremo condividerne lo spirito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signor Presidente, questo Emendamento, fatto proprio dall'onorevole Uras, mi lascia perplesso. Nel senso che nutro dubbi su come votare, penso che mi asterrò, ma a titolo personale, quindi chiederò agli altri colleghi di intervenire a titolo personale, molto liberamente, per esprimere anche la loro volontà.

L'articolo 2 reca lo stesso titolo, però si parla di interventi di adeguamento e ampliamento del patrimonio edilizio esistente, in ogni comma voi parlate di adeguamento e incremento, non si capisce a che cosa vi adeguiate però almeno lo scrivete nei commi. Invece nell'articolo 3 in tutti i commi dell'articolo parlate solo di incremento non parlate mai di adeguamento. Io credo che anche un titolo debba avere una logica, però l'adeguamento che serve non è questo, l'adeguamento che serve è un adeguamento alle leggi, alle leggi sovraordinate, un adeguamento al piano urbanistico comunale, alle sue previsioni, un adeguamento alla legge numero 45, un adeguamento a ciò che ha costituito in questi anni un patrimonio e che con questa legge voi andate a disperdere. E lo fate, lo fate in maniera sistematica, con un provvedimento, fra l'altro, devo dire, "fotocopia".

In realtà è vero, lo ha detto qualcuno prima di me, potevate risolvere tutto con un articolo, potevate inventarvi un titolo e risolvere il problema in maniera molto, molto veloce. Quello che volete fare è semplicemente un mettere le mani nelle coste della Sardegna, mettere le mani su un patrimonio che non vi appartiene. Noi presenteremo diversi, emendamenti agli emendamenti, anche nei successivi articoli, ci confronteremo, ci confronteremo spero nel merito più che su questo Emendamento, che ha fatto bene il collega Uras a fare proprio, ma che veramente non aggiunge niente ad una legge bruttissima.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signor Presidente, dichiaro il mio voto contrario all'Emendamento, perché ritengo che questa discussione sia per noi del tutto inutile, e provo a spiegare perché.

Vedete, quando si lancia un romanzo o si vuole commercializzare una canzone il titolo non costituisce mai un aspetto secondario. Il titolo è un elemento importante dell'opera perché se si azzecca il titolo, la canzone, il romanzo, il libro anche il prodotto che noi vogliamo lanciare nel mercato può avere più o meno successo. Ma l'esercizio in questo caso è inutile perché poi - continuando nell'esempio - se il romanzo, la canzone, il prodotto è scadente, il titolo serve a poco. Allora, anche questo interrogarci, questo confrontarci sul titolo, davanti a un articolo di così scarso valore, mi sembra un esercizio del tutto inutile. Pertanto, ubbidendo a quanto mi suggerisce il mio Capogruppo, esprimo liberamente il mio pensiero e dichiaro il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Mi permetto di intervenire per dissentire dal collega che è appena intervenuto. Io non sono d'accordo, perché condivido in pieno le argomentazioni che ha portato l'onorevole Cuccu, e mi pare che la Giunta col termine omnibus possa effettivamente qualificare completamente questo. Io credo sia utile questo, perché dal contenuto del titolo effettivamente si evince il contenuto della norma, e se indichiamo, aggiungiamo al titolo il termine omnibus, possiamo già individuare il contenuto dell'intera norma. Pertanto a me pare corretto l'invito dei colleghi, anche del Gruppo, visto che il Capogruppo ci ha lasciato liberi, e mi permetto di invitare i colleghi a votare favorevolmente questo Emendamento, che fortunatamente l'onorevole Uras ha fatto suo, perché avremmo altrimenti perso un'occasione di discussione che credo sia stato utile aver sfruttato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Mi spiace che le dichiarazioni di voto siano già state pronunciate, perché l'importanza dell'Emendamento meritava il voto a scrutinio segreto, perché è talmente rilevante che probabilmente poteva creare qualche ulteriore disagio all'interno della maggioranza! In altre parole, considerando quello che dobbiamo ancora fare, mi sembra un Emendamento di cui non si sentiva proprio il bisogno.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'Emendamento numero 359. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'Emendamento numero 420.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Signor Presidente, se ben mi ricordo, è stato un presentato un Emendamento di sintesi della Giunta che racchiudeva questo Emendamento. Io potrei anche pronunciare la mia dichiarazione di voto contraria, se lo ritenesse opportuno, ma non vorrei tediarvi perché l'ho già fatta.

PRESIDENTE. Infatti stavo verificando che l'Emendamento numero 420 è uguale all'emendamento numero 362, per cui rientra nell'Emendamento di sintesi.

PORCU (P.D.). Veda, Presidente, vuol dire che siamo stanchi e faremmo bene a rientrare nelle nostre case, dalle nostre famiglie, perché anche a lei la stanchezza può mettere…

PRESIDENTE. No, non si preoccupi, come ha visto l'errore è stato rilevato in tempo. Grazie, onorevole Porcu.

Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:

Art. 4

Interventi di ampliamento degli immobili a finalità turistico-ricettiva

1. Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'incremento del 10 per cento della volumetria, esistente alla data di presentazione della richiesta di concessione edilizia di cui all'articolo 10; la proposta di intervento deve ottenere la positiva valutazione della Commissione regionale di cui all'articolo 7.

2. Per gli immobili di cui al comma 1, situati oltre la fascia costiera di cui al comma 1, è consentito un incremento volumetrico del 20 per cento che può arrivare al 30 per cento nel caso in cui siano previsti interventi di riqualificazione estesi all'intero edificio tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione maggiore del 25 per cento del fabbisogno di energia primaria, oppure si dimostri che l'immobile rispetti i parametri di cui al decreto legislativo n. 192 del 2005, e successive modifiche ed integrazioni e si consegua il miglioramento della qualità architettonica, della sicurezza strutturale e della accessibilità degli immobili. La presenza di detti requisiti e delle relative tecnologie impiantistiche e costruttive è dichiarata nella documentazione allegata alla denuncia di inizio attività. Successivamente il direttore dei lavori produce, in allegato alla comunicazione di fine lavori, tutte le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere, con idonea documentazione tecnica e fotografica, nonché la certificazione energetica rilasciata da tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo n. 115 del 2008, articolo 2, comma 2.

3. Per gli incrementi di cui al comma 1, deve essere rispettata la condizione che l'incremento volumetrico non determini un aumento di posti letto, ma sia esclusivamente destinato a servizi turistici dell'attività aziendale; per gli incrementi volumetrici di cui al comma 2, deve essere rispettata la condizione che essi siano destinati per almeno il 50 per cento a servizi turistici dell'attività aziendale.

4. Gli incrementi sono realizzati in continuità rispetto al fabbricato esistente; ove ciò risulti materialmente o giuridicamente impossibile può essere autorizzata la costruzione di un corpo edilizio separato, di carattere accessorio e pertinenziale.

Emendamento soppressivo totale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

L'articolo 4 è soppresso. (17)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Il comma 1 dell'articolo 4 è soppresso. (18)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 1 è soppresso. (193)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Nell'art. 4, comma 1, la frase: "è consentito anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dalle vigenti disposizioni normative regionali" è soppressa. (128)

Emendamento all'emendamento numero 128 sostitutivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

L'Emendamento numero 128 è sostituito dal seguente:

Nel comma 1 la frase "mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti negli strumenti urbanistici vigenti" è soppressa. (505)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Il comma 2 dell'articolo 4 è soppresso. (19)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 2 è soppresso. (195)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Nell'articolo 4, comma 2, la frase: "che può arrivare al 30 per cento nel caso in cui siano previsti interventi di riqualificazione estesi all'intero edificio tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione maggiore del 25 per cento del fabbisogno di energia primaria" è soppressa. (129)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Il comma 3 dell'articolo 4 è soppresso. (20)

Emendamento soppressivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis

Articolo 4

Il comma 3 dell'articolo 4 è soppresso. (120)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 3 è soppresso. (198)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Il comma 4 dell'articolo 4 è soppresso. (21)

Emendamento soppressivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 4 è soppresso. (200)

Emendamento soppressivo parziale Sechi - Ben Amara - Zedda Massimo - Zuncheddu - Uras - Salis

Articolo 4

Nell'articolo 4, comma 4, la frase: "ove ciò risulti materialmente o giuridicamente impossibile può essere autorizzata la costruzione di un corpo edilizio separato, di carattere accessorio o pertinenziale" è soppressa. (130)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il titolo dell'articolo 4 è così sostituito:

Interventi straordinari di ampliamento. (192)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 1 è sostituito dal seguente:

1. Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e nel successivo articolo 5, sono consentiti interventi edilizi di ampliamento di ciascuna unità immobiliare fino al massimo del 20 per cento della superficie utile lorda esistente alla data del 31 marzo 2009 e legittimata da titoli abilitativi, comunque fino ad un massimo complessivo per l'intero edificio di settanta metri quadrati di superficie utile lorda; detti interventi possono essere realizzati solo su edifici abitativi aventi alla data del 31 marzo 2009 le seguenti caratteristiche:

a) tipologia monofamiliare o bifamiliare;

b) tipologia diversa da quella di cui alla lettera a) con superficie utile lorda non superiore a trecentocinquanta metri quadrati. (194)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera b), è così modificato:

La parola "trecentocinquanta" è sostituita dalle seguenti "trecento e comunque esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico per le costruzioni nell'ambito costiero". (478)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera b), è così modificato:

La parola "trecentocinquanta" è sostituita dalle seguenti "duecentoottanta e comunque esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico per le costruzioni nell'ambito costiero". (480)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera b), è così modificato:

La parola "trecentocinquanta" è sostituita dalle seguenti "duecentosessanta e comunque esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico per le costruzioni nell'ambito costiero". (481)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera b), è così modificato:

La parola "trecentocinquanta" è sostituita dalle seguenti "duecentocinquanta e comunque esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico per le costruzioni nell'ambito costiero". (479)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194 è così modificato:

Dopo le parole "nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e nel successivo articolo 5" sono aggiunte le seguenti "fatti salvi i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico nell'ambito costiero". (474)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera a), è così modificato:

Dopo la parola "bifamiliare" sono aggiunte le seguenti "esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico". (475)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera a), è così modificato:

Dopo la parola "bifamiliare" sono aggiunte le seguenti "o tri-familiare se complessivamente non vengono superati i centocinquanta metri quadrati". (477)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 194, alla lettera b), è così modificato:

Dopo la parola "quadrati" sono aggiunte le seguenti "esclusivamente entro i limiti posti dal vigente piano regionale paesaggistico". (476)

Emendamento all'emendamento numero 194 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

All'emendamento numero 194 è aggiunta la seguente lettera

"c) tipologia a schiera.". (437)

Emendamento sostitutivo parziale Manca - Moriconi - Lotto - Bruno

Articolo 4

Al comma 1, il periodo: "di presentazione della richiesta di concessione edilizia di cui all'articolo 10" è sostituito dal seguente: "del 31 marzo 2009". (201)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 30 marzo 2000". (504)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2001". (503)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2002". (502)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2003". (499)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2004". (498)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2005". (497)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2006". (496)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2007". (500)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2007". (495)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 30 gennaio 2007". (501)

Emendamento all'emendamento numero 201 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 201 è così modificato:

Le parole "del 31 marzo 2009" sono sostituite dalle seguenti "del 31 marzo 2008". (494)

Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis

Articolo 4

Nel comma 1 dell'articolo 4 la frase: "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'incremento del 10 per cento della volumetria, esistente alla data di presentazione della richiesta di concessione edilizia di cui all'articolo 10" è così modificata: "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico;". (340)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 3000 metri dalla linea di battigia, ridotta a 1000 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (492)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 2000 metri dalla linea di battigia, ridotta a 500 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (491)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 2000 metri dalla linea di battigia, ridotta a 300 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (488)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 1500 metri dalla linea di battigia, ridotta a 500 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (490)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 1500 metri dalla linea di battigia, ridotta a 300 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (487)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 1000 metri dalla linea di battigia, ridotta a 500 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (489)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 1000 metri dalla linea di battigia, ridotta a 300 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (486)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 700 metri dalla linea di battigia, ridotta a 200 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (485)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 600 metri dalla linea di battigia, ridotta a 200 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (484)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 500 metri dalla linea di battigia, ridotta a 200 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (483)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras.

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 400 metri dalla linea di battigia, ridotta a 200 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (482)

Emendamento all'emendamento numero 340 sostitutivo parziale Sechi - Zedda Massimo - Ben Amara - Zuncheddu - Uras

Articolo 4

L'Emendamento numero 340 è così modificato:

Le parole "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico" sono sostituite dalle seguenti "Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati nella fascia costiera dei 400 metri dalla linea di battigia, ridotta a 200 metri nelle isole minori, non è consentito alcun incremento volumetrico". (493)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 2 è sostituito dal seguente:

Negli immobili di cui alla lettera b) del precedente comma contenenti una pluralità di appartamenti la cui superficie utile lorda supera i trecentocinquanta metri quadrati ed insistenti in zona di completamento edilizio "B", al fine di ottimizzare le aree di completamento urbanistico è consentito per indici di edificabilità inferiori a 3,5 mc/rnq un incremento del 20 per cento dell'indice massimo previsto per tali zone, qualora il rapporto di copertura nel lotto non ecceda 0,60, non si superino le altezze massime e le distanze minime previste. (196)

Emendamento all'emendamento numero 196 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

All'emendamento numero 196 è aggiunto:

Negli immobili di cui alla lettera c) è consentito a ciascun titolare dell'immobile l'incremento volumetrico a condizione che il primo intervento autorizzato nella schiera determini tipologia, caratteristiche e materiali ai quali il Comune dovrà concedere le autorizzazioni successive. (438)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto - Porcu

Articolo 4

All'articolo 4, comma 2 le parole "riduzione del 25 per cento del fabbisogno di energia primaria" sono sostituite dalle parole "riduzione del 40 per cento del fabbisogno di energia primaria". (197)

Emendamento all'emendamento numero 197 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 197 la percentuale del 40 per cento è sostituita con l'80 per cento. (443)

Emendamento all'emendamento numero 197 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 197 la percentuale del 40 per cento è sostituita con il 70 per cento. (442)

Emendamento all'emendamento numero 197 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 197 la percentuale del 40 per cento è sostituita con il 60 per cento. (441)

Emendamento all'emendamento numero 197 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 197 la percentuale del 40 per cento è sostituita con il 50 per cento. (439)

Emendamento all'emendamento numero 197 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 197 la percentuale del 40 per cento è sostituita con il 30 per cento. (440)

Emendamento sostitutivo parziale Zuncheddu - Zedda Massimo - Ben Amara - Sechi - Uras - Salis

Articolo 4

Nel comma 2 dell'articolo 4 la frase: "riduzione maggiore del 25 per cento del fabbisogno di energia primaria" è così modificata: "riduzione almeno del 50 per cento del fabbisogno di energia primaria" da ancorare un premio volumetrico così rilevante ad una significativa riduzione del fabbisogno di energia primaria. (341)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale

Articolo 4

L'ultima parte del comma 2, dell'articolo 4, dalle parole "rilasciata da un tecnico abilitato ai sensi del decreto legislativo n. 115 del 2008, articolo 2, comma 2" è sostituita dalla seguente: " ai sensi del D.M. 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici). ". (366)

Emendamento all'emendamento numero 366 soppressivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

L'Emendamento numero 366 è soppresso. (446)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 3 è sostituito dal seguente:

Con gli interventi di cui al comma 1, non può essere modificata la destinazione d'uso degli edifici interessati. (199)

Emendamento all'emendamento numero 199 aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

All'emendamento numero 199 è aggiunto:

Tale previsione è estesa a tutti gli interventi di ampliamento contenuti nella presente legge. (447)

Emendamento sostitutivo parziale Giunta regionale

Articolo 4

La prima parte del comma 3 dell'articolo 4, è sostituita dalla seguente:

"3. Per gli interventi di cui al primo comma, deve essere rispettata la condizione che l'incremento volumetrico sia prioritariamente destinato a servizi turistici dell'attività aziendale senza aumento del numero di posti letto;". (367)

Emendamento all'emendamento numero 367 soppressivo totale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

L'emendamento numero 367 è soppresso. (445)

Emendamento all'emendamento numero 367 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 367 le parole: "prioritariamente destinato" sono sostituite con "esclusivamente destinato". (444)

Emendamento all'emendamento numero 367 aggiuntivo Sanna Giacomo - Solinas Christian

Articolo 4

All'emendamento numero 367 è aggiunto il seguente periodo: dopo il comma 3 dell'articolo 4 è aggiunto il seguente comma:

"3 bis. Non concorre al computo degli incrementi di cui ai precedenti commi 2 e 3 la chiusura occasionale o stagionale mediante strutture precarie delle tettoie regolarmente autorizzate ed esistenti alla data di approvazione della presente legge nei complessi edilizi destinati ad attività turistiche o di turismo rurale.". (423)

Emendamento sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Il comma 4 è sostituito dal seguente:

Gli interventi di cui al comma 1 possono essere realizzati su edifici abitativi per i quali gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio o gli strumenti urbanistici generali dei comuni consentono la ristrutturazione edilizia con addizioni funzionali o incrementi volumetrici ulteriori rispetto a quelli ammessi per volumi tecnici; detti interventi sono realizzati nel rispetto delle distanze minime e delle altezze massime dei fabbricati ed in presenza di tutte le seguenti condizioni:

a) gli edifici siano situati all'interno di centri abitati oppure, ove collocati fuori dai centri abitati, siano comunque dotati di tutte le opere di urbanizzazione primaria, secondo quanto previsto dalla vigente normativa;

b) gli edifici siano collocati in aree esterne agli ambiti dichiarati a pericolosità idrogeologica molto elevata e a pericolosità geomorfologica elevata o molto elevata dai piani di bacino o dalle indagini geologiche allegate agli strumenti della pianificazione paesaggistica, agli atti di governo del territorio o agli strumenti urbanistici generali dei comuni. (202)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Al titolo dell'articolo 4 dopo le parole "Interventi di" sono inserite le seguenti:

"di adeguamento e". (363)

Emendamento all'emendamento numero 363 soppressivo totale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto

Articolo 4

L'Emendamento numero 363 è soppresso. (455)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu

Articolo 4

Al primo comma dell'articolo 4 dopo le parole "situati nella fascia costiera" è aggiunto il seguente inciso: ", e compresi nella zona urbanistica omogenea F,". (345)

Emendamento all'emendamento numero 345 soppressivo totale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto

Articolo 4

L'emendamento numero 345 è soppresso. (454)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Nell'articolo 4, al primo comma, dopo le parole "allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati"sono inserite le seguenti: "in aree extraurbane". (364)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Nell'articolo 4, al primo comma, dopo le parole "di concessione edilizia di cui al successivo articolo 10" sono inserite le seguenti: ", qualora gli interventi siano tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione maggiore del 10 per cento del fabbisogno di energia primaria dell'intero edificio, oppure si dimostri che l'immobile rispetti i parametri di cui al D. Lgs. 192/2005 e ss.mm.ii. e si consegua il miglioramento della qualità architettonica. La presenza di detti requisiti e delle relative tecnologie impiantistiche e costruttive deve essere dichiarata nella documentazione allegata alla richiesta di concessione edilizia. Successivamente il Direttore dei lavori produce, in allegato alla comunicazione di fine lavori, tutte le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere, con idonea documentazione tecnica e fotografica, nonché la certificazione energetica ai sensi del D.M. 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici). La...". (365)

Emendamento all'emendamento numero 365 soppressivo totale Bruno - Lotto - Moriconi - Manca

Articolo 4

L'emendamento numero 365 è soppresso. (452)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Al comma 4 dell'articolo 4, dopo le parole "accessorio e pertinenziale" sono inserite le seguenti: "; in ogni caso devono essere realizzati in arretramento rispetto all'edificio preesistente e non verso il mare". (368)

Emendamento all'emendamento numero 368 aggiuntivo Sanna Giacomo - Solinas Christian

Articolo 4

Al comma 4 dell'articolo 4 come integrato dall'emendamento numero 368 dopo le parole "non verso il mare." è aggiunto il seguente periodo:

"Negli immobili a prevalente destinazione turistico-ricettiva con un numero di posti letto non superiore a 15, per le volumetrie legittimamente esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge aventi differente destinazione è sempre consentito il cambio di destinazione d'uso che consenta l'incremento delle superfici dedicate all'attività principale in misura non superiore al 30 per cento.". (506)

Emendamento all'emendamento numero 368 soppressivo totale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto

Articolo 4

L'emendamento numero 368 è soppresso. (451)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica, gli interventi di cui al comma 1 dovranno essere realizzati con l'utilizzo di tecniche costruttive di edilizia sostenibile che, anche attraverso l'impiego di impianti alimentati da fonti rinnovabili, garantiscano comunque, con riferimento alla climatizzazione invernale dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C, tabella 1.3 del medesimo d.lgs. 192/2005; in ogni caso, l'unità abitativa esistente interessata dall'ampliamento dovrà essere dotata di finestre con intercapedini. (203)

Emendamento all'emendamento numero 203 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 203 la percentuale del 20 per cento è sostituita dal 40 per cento. (450)

Emendamento all'emendamento numero 203 sostitutivo parziale Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Nell'emendamento numero 203 la percentuale del 20 per cento è sostituita dal 30 per cento. (449)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Moriconi - Manca - Lotto

Articolo 4

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica, gli interventi di cui al comma 1 dovranno essere realizzati con l'utilizzo di tecniche costruttive di edilizia sostenibile che, anche attraverso l'impiego di impianti alimentati da fonti rinnovabili, garantiscano comunque, con riferimento alla climatizzazione invernale dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C, tabella 1.3 del medesimo d.lgs. 192/2005; in ogni caso, l'unità abitativa esistente interessata dall'ampliamento dovrà essere dotata di finestre con intercapedini. (204)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu

Articolo 4

Dopo il comma 4 dell'articolo 4 è aggiunto il seguente comma:

4 bis. Agli immobili destinati ad attività turistico-ricettiva ubicati in centro urbano, all'interno di zone urbanistiche omogenee B, C, D commerciale e G, si applicano le norme di cui al precedente articolo 2, purché gli stessi immobili non abbiano beneficiato in precedenza di deroghe ai sensi dell'articolo 16 della L. 765/1967. (347)

Emendamento all'emendamento numero 347 soppressivo totale Bruno - Manca - Moriconi - Lotto

Articolo 4

L'emendamento numero 347 è soppresso. (448)

Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 364 e 365 Giunta regionale

Articolo 4

Il comma 1 dell'articolo 4 e gli emendamenti numero 364 e 365, sono sostituiti dal seguente:

"1. Per gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettiva situati in aree extraurbane netta fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta a 150 metri nelle isole minori, è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dalle vigenti disposizioni normative regionali, l'incremento del 10 per cento della volumetria esistente alla data del 30.06.2009, qualora gli interventi siano tali da determinare il contenimento del consumo energetico con una riduzione maggiore del 10 per cento del fabbisogno di energia primaria dell'intero edificio, oppure si dimostri che l'immobile rispetti i parametri di cui al D. Lgs. 192/2005 e ss.mm.ii e si consegua il miglioramento della qualità architettonica. La presenza di detti requisiti e delle relative tecnologie impiantistiche e costruttive deve essere dichiarata nella documentazione allegata alla richiesta di concessione edilizia. Successivamente il Direttore dei lavori produce, in allegato alla comunicazione di fine lavori, tutte le certificazioni di conformità e di regolare esecuzione delle opere, con idonea documentazione tecnica e fotografica, nonché la certificazione energetica ai sensi del D.M. 26 giugno 2009 (Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici). La proposta di intervento deve ottenere la positiva valutazione della Commissione regionale di cui all'articolo 7.". (430)

Emendamento all'emendamento numero 364 soppressivo totale Bruno - Manca - Lotto - Moriconi

Articolo 4

L'Emendamento numero 364 è soppresso. (453)

Emendamento all'emendamento numero 364 aggiuntivo Sanna Giacomo - Solinas Christian

Articolo 4

All'articolo 4, comma 1, dopo le parole "turistico-ricettiva" sono aggiunte le parole "e di turismo rurale". (422).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire nella discussione che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Porcu, che ha a disposizione 10 minuti.

PORCU (P.D.).Signor Presidente, questo articolo lo possiamo definire fatto a stampino ormai, perché abbiamo capito che lo schema è sempre identico. E' per questo che ritengo che potevamo risparmiare anche articoli e commi. Ormai lo schema lo abbiamo ben capito: 10 per cento che non si nega a nessuno nella fascia dei 300 metri, qualsiasi sia l'intervento (si tratti di residenziale, agro o alberghiero) perché proprio con meno del 10 per cento ci sentiremmo a disagio. Questa maggioranza e questa Giunta, quindi, se non danno un 10 per cento di volumetria in più a tutti, prroprio non dormono tranquilli. Quando infatti in Commissione abbiamo provato a bloccare il 10 per cento per alcuni interventi, subito è arrivata una missiva dall'alto che ha detto: "Non se ne parla neanche, il 10 per cento di incremento volumetrico lo devo proprio assegnare a tutti". In altre parole, un po' di cemento per incrementare cubature non si deve negare a nessuno, altrimenti, veramente, viene meno questa "coerenza cementificatoria" a tutto tondo. E infatti così è. Se andiamo a leggere l'articolo 4, questa volta non c'è la sorpresa, perché negli altri articoli di solito l'incremento veniva stabilito nell'ultimo comma. Qui, invece, subito si legge che nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia, ridotta anche qui a 150 metri, è consentito un incremento di volumetrie del 10 per cento. Naturalmente, siccome lo schema è identico, abbiamo sempre questa povera Commissione che dovrà esprimere le sue valutazioni sulla proposta di intervento. Io proporrò un Emendamento all'articolo 7 per concedere un premio a questi poveracci perché abbiamo calcolato - poi ce lo ricorderà l'Assessore - 40 mila addetti, non ho capito se 8, 10 mila cantieri, immaginate allora quale potrà essere la mole di lavoro di una Commissione che solo per la fascia costiera, per l'agro, per il residenziale, per l'alberghiero dovrà analizzare tutti questi progetti nei prossimi diciotto mesi.

Io ho fatto un calcolo: se nella fascia costiera vengono effettuati circa 5 mila interventi, e i giorni disponibili per riceverle le domande sono 500 (perché la dichiarazione di inizio dei lavori va presentata entro diciotto mesi) questi tre poveracci dovranno analizzare in un arco di tempo di 10 ore 50 progetti a testa, con relative carte, planimetrie e spiegazioni relative a tutti i tipi di conformità al paesaggio.

Ecco, quindi noi stiamo mettendo in capo a questa Commissione - per la quale, ripeto, presenterò un Emendamento, perché merita di essere pagata bene - un carico di almeno 50 progetti da esaminare in un arco di tempo di 8, 10 ore. Stiamo cioè proponendo che questi poveri commissari (che qualcuno giustamente ha proposto siano scelti tra i cittadini asiatici, in modo che non siano legati al territorio, perché magari potrebbero anche essere distratti da qualche telefonata mentre svolgono il loro lavoro), stiamo proponendo che questa Commissione dia il via libera e analizzi, esprima un parere di conformità al ritmo di cinque progetti all'ora.

Io allora mi chiedo: come è possibile che una Commissione che deve analizzare cinque progetti all'ora possa esprimere una valutazione positiva dell'intervento, che deve essere conforme, non deve arrecare danno al territorio, deve qualificare il paesaggio, deve avere tutte quelle caratteristiche volte ad abbellire e promuovere il nostro territorio? Mi chiedo come sia possibile. E' chiaro che qui non abbiamo il senso delle proporzioni, non abbiamo il senso della misura, non ci rendiamo conto di quello che stiamo facendo. Creeremo vincoli su vincoli, creeremo aspettative, cioè questa legge e queste disposizioni relative alla fascia costiera si rivolteranno contro di voi perché non sarà possibile che la Commissione materialmente dia una risposta compiuta e puntuale. Oppure riteniamo che questa Commissione debba mettere solo un bollino, o meglio cinque bollini all'ora? Allora siccome deve mettere un bollino e diamo già per scontato che darà il via libera, questo bollino, in qualche modo, ci serve a mettere in pace la coscienza.

Per darvi un iter della in agevolezza di questa norma vi porto l'esempio degli interventi nel comparto alberghiero. Noi abbiamo tutta una serie di tipologie alberghiere tra i 10-15-20 mila metri cubi, quindi stiamo parlando di interventi che nei casi maggiori possono arrivare a 2-3 mila metri cubi; bene, voi pensate che questa Commissione fantomatica, dotata di poteri chiaramente sovrannaturali, possa valutare interventi di questa portata e di questa fattispecie nella misura di cinque all'ora? Perché non c'è limite, non c'è un limite assoluto, è solo un limite percentuale e nella fattispecie degli alberghi l'assurdità e l'incongruità di questa norma è del tutto palese.

Voi state creando una norma "a stampino" di cui non avete assolutamente valutato i flussi, i colli di bottiglia, l'effettiva possibilità applicativa. Questa legge (e questo articolo in particolare) si ritorcerà interamente contro di voi perché creerà aspettative che non potrete mantenere. Io auspico che perlomeno il comma 1 venga cassato.

Comunque, procedere nell'esame dell'articolo 4 vi è la norma sul risparmio energetico; è l'unica variante sul tema di una legge fatta a stampino. Naturalmente è previsto un premio, un ulteriore incremento di volumetria che può arrivare al 30 per centro (anche questa ormai è una specie di cantilena: si arriva al 30). Probabilmente poi ci sarà qualche Emendamento che prevede che, se il proprietario dell'albergo ha gli occhi azzurri, il premio potrà essere incrementato di un ulteriore 30 per cento perché un altro 30 per cento anche lì sarà difficile negarlo dopo che l'abbiamo dato a quelli che hanno la prima casa.

Potremmo dire, per esempio, che chi è imprenditore da prima degli anni '70, può avere un ulteriore premio volumetrico del 30 per cento, perché anche lì non ci si accontenta del 20 per cento, si vuole sempre giustamente fare qualcosa in più. In questo caso è soltanto il 20 per cento che può arrivare al 30 nel caso di consumo energetico che venga ridotto del 25 per cento. Però (devo dire un però) c'è il comma 3 che in qualche modo ci fa tirare un sospiro di sollievo, perché tutti sappiamo che i nostri alberghi soffrono di tassi di occupazione bassissimi, che il problema del turismo in Sardegna non è certamente legato a questo problema, non dipende certamente da qualche servizio in più, ma dalla capacità di portare il turismo nei contesti urbani dove i sardi vivono.

E' impossibile allungare la stagione se non portando i turisti in un ambiente che offra servizi che non sono solo legati all'albergo, ma sono servizi legati al territorio. In definitiva credo che questo articolo sia paradossale, sia invotabile e la valutazione sull'articolo non può essere che totalmente negativa.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porcu. Pregherei i commessi di ritirare le schede degli onorevoli Marco Meloni e Antonio Solinas che non sono presenti in aula.

(Interruzione del consigliere Porcu)

PRESIDENTE. No, guardi, onorevole Porcu, ho verificato io perché ho visto l'iscrizione e l'onorevole Meloni non era in aula.

(Brusio in aula)

E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi sono iscritto regolarmente a questo campionato…

PORCU (P.D.). Chiedo di intervenire per fatto personale.

PRESIDENTE. Non riesco a capire quale sia il fatto personale, mi scusi. Non è stato minimamente chiamato in causa, onorevole Porcu. Non è il caso di fare polemica visto e considerato che è già successo altre volte, anche per qualche collega di centrodestra. Prego, onorevole Uras.

(Interruzioni)

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signor Presidente, appena ho visto il primo comma dell'articolo 4 mi sono chiesto: che bisogno c'è di fare tutto questo giro? Io chiedo di capire perché dobbiamo trovare una formulazione complicata a una questione semplice. Il comma 1 recita: "è consentito, anche mediante il superamento degli indici massimi di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e dalle vigenti disposizioni normative regionali" costruire nella fascia costiera dei 300 metri dalla linea di battigia. Ora, siccome le norme, lo sa meglio di me l'assessore Asunis, impediscono la costruzione, non ci sono indici, né massimi, né minimi, e bisogna avere il coraggio di dire, per esempio: noi vogliamo costruire un 10 per cento in più per l'albergo di Moratti a Stintino, oppure per tutti gli hotel che si riversano nella spiaggia ad Alghero, oppure per tutti gli altri hotel che si riversano nella spiaggia in qualunque altra parte della Sardegna, anche a Villasimius. Non trova un difensore di nessun albergo costruito sulla spiaggia da queste parti.

Questo lo dico perché siccome la volontà è quella di violare il limite dei 300 metri dal mare, di costruire quella che Gianni Amadori - l'ingegnere Asunis lo ricorderà sicuramente - definiva la cintura, la barriera con la quale si chiudeva la Sardegna al mare; allora noi troviamo la formula che dice: "Cari sardi, siccome era previsto un indice massimo, noi non è che lo violiamo di molto, prevediamo solo il 10 per cento in più della cubatura esistente anche mediante il superamento degli indici vigenti".

Ma non ci sono gli indici. Non ci sono! E questo è un modo per nascondervi perché vi vergognate anche voi di questa operazione, perché vi vergognate di costruire sulle spiagge, perché lo sapete che sarà un marchio indelebile, perché è proprio su questo che vi ricorderanno domani! Avete costruito sulla spiaggia, avete realizzato questa bruttura, avete realizzato questo mostro! Questo vi verrà ricordato, ma non da me; ci sarà qualche giornalista di qualche televisione, appena cambia qualche Presidente del Consiglio o qualche Governo, ci sarà qualche giornalista della carta stampata che ne parlerà, e magari anche qualche televisione straniera.

Noi verremo presi ad esempio, non, come è stato fatto nella legislatura precedente, per essere quelli che a ogni costo volevano tutelare la bellezza naturale della Sardegna, ma come quelli che l'hanno voluta violare. E io vi chiedo: ma è proprio necessario, continuare in questa direzione o ci si può fermare un attimo? O almeno i 300 metri dalla spiaggia li vogliamo salvare? Ma neppure questo? Ma è proprio "di tutto e di più"! E perché non scriviamo le norme come devono essere scritte: è consentito realizzare il 10 per cento in più della cubatura esistente. Quale "superamento di indici", quali "indici massimi"?

Badate, lo dico per voi che siete anche più giovani, perché a voi vi ricorderanno, vi ricorderanno anche per più tempo e vi verranno a cercare anche di più, vi chiederanno perché avete partecipato a questa operazione, perché l'avete confezionata, vi chiederanno come vi sentite rispetto al patrimonio naturale della Sardegna, vi chiederanno che esempio volevate portare, in che modo voi vi siete qualificati nella vita politica di quest'autonomia: vi chiederanno questo!

A me dispiace che il Presidente sia andato a Bruxelles; mi dispiace molto che abbia ritenuto importantissimo quell'appuntamento e abbia deciso, ancora una volta, di disertare le sedute del Consiglio regionale, e mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto dirgli: Presidente, questa faccenda è pesante, è politicamente pesante per chi ha voglia di storia politica! Non è una questione da prendere alla leggera, non è una battuta, io non lo dico tanto per dire, tanto per fare polemica quasi all'una di notte, lo dico perché ci credo, e tanto ci credo che vi annuncio anche che non voglio avere a che fare con questa norma, non voglio avere nulla a che fare con questo provvedimento! E questo lo sto dicendo perché il mio atteggiamento cambierà. Sto ancora resistendo nella speranza che intervenga una sorta di illuminazione che vi faccia dire: vabbè, forse stiamo esagerando, forse sarebbe meglio evitare che nei prossimi mesi i media, insistessero su questa vicenda, non vorremmo essere noi sardi rappresentati dagli altri come oggi è rappresentata per esempio la Campania, il suo Presidente della Regione: un pessimo esempio, un pessimo esempio! E lo dico proprio perché è una storia politica che finisce male, ed è una storia politica che finisce male perché ha deluso proprio sul terreno della tutela prima che tutti quanti noi siamo chiamati a esercitare in questo tempo, non in quello che avremo davanti, in questo. Non c'è materia che sia all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale come quella della tutela del patrimonio naturale, dell'ambiente, la sua sicurezza, la sua rigenerazione, la sua rinaturalizzazione: lo è per le emissioni, lo è per l'energia, lo è per il costume di vita che noi conduciamo, lo è soprattutto per l'insistenza feroce del cemento armato sul terreno. Questo è il tema, e noi lo stiamo prendendo sotto gamba, e non è utile che lo si faccia.

Io esprimo ancora una volta l'esigenza di dire: riflettete, ragionate, non siamo ancora arrivati al punto in cui vi lasceremo fare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il problema è che gli alberghi dovrebbero rappresentare per il turismo in Sardegna soggetti da privilegiare, però io credo che questo non sia il metodo migliore per farlo, perché, così come concedendo incrmenti di volumetria del 10 e del 20 per cento e così via, non si interviene a favore né dell'agricoltura né delle aziende agropastorali, allo stesso modo concedendo incrementi di volumetria che vanno dal 10 sino al 30 per cento a favore delle strutture ricettive, non si interviene a favore del settore turismo.

Io credo che il settore turismo, soprattutto le strutture alberghiere, necessiti di un intervento specifico, finalizzato, che preveda, soprattutto, laddove sia possibile e laddove esista un'imprenditoria seria e attenta, la realizzazione di nuove strutture ricettive; adeguate ai tempi, adeguate soprattutto alla richiesta turistica di questi anni che è conseguente ai voli low cost. Noi individuiamo il settore turistico come uno dei settori trainanti dell'economia, però lo trattiamo male. Infatti questa legge fa riferimento al rilancio dell'economia in Sardegna, e poteva pertanto, proprio per rilanciare l'economia in Sardegna, presentare un piano specifico e serio a favore delle strutture ricettive e del settore turistico in Sardegna. Invece non lo ha fatto: si interviene semplicemente prevedendo incrementi di cubature e precisando che questi non devono comportare aumento dei posti letto, mentre sarebbe stato più opportuno un intervento specifico a favore di una serie di servizi connessi. Abbiamo già assistito ad altri casi in cui i servizi all'interno della struttura ricettiva venivano trasformati in posti letto e i volumi consentiti per recuperare i servizi all'interno della struttura destinati ad altro. Con la furbizia si trova sempre una soluzione e, nel trovarla, noi dimostriamo di avere un'abilità fuori dal comune.

Infine, di nuovo si ritorna all'interno dei 300 metri dal mare. Io penso alle strutture ricettive della baia di Porto Conte, una delle aree di altissimo pregio, di straordinario valore ambientale, di straordinario valore monumentale da un punto di vista naturalistico. Questa area ha subito negli anni passati delle ferite brutali: penso all'hotel Baia di Conte (che tra l'altro è la struttura ricettiva più grossa presente al suo interno) e a quel piano in più sanato per volontà dell'Amministrazione comunale, nonostante a seguito della sentenza di condanna del magistrato potesse essere demolito. Peraltro debbo dire, fu una scelta nefasta non farlo, perché avrebbe costituito un monito, un esempio per tanti; e come questa si sono perse altre occasioni. Tutti alberghi che tra l'altro ricadono all'interno di un'area di straordinaria valenza ambientale che è il Parco naturale regionale di Porto Conte.

Mi chiedo che cosa accadrà alle strutture ricettive che possono godere di una premialità e che cadono all'interno di aree particolari come l'area del Parco di Porto Conte. Tra l'altro sono aree la cui pianificazione comporta all'ente parco: ci sarà quindi sicuramente un rapporto conflittuale tra le due pianificazioni, però anche in questo caso si procederà in deroga. Non colgo peraltro una particolare attenzione per questo aspetto ed è per questo che lo sottolineo. In ogni caso, comunque, rimane questa tendenza di incrementare le volumetrie nella fascia costiera, nelle aree agricole, nelle zone F e nelle zone a ricettività turistica.

Intervenendo stamattina ho fatto riferimento ai nostri orizzonti, orizzonti importanti, per i quali molta gente sceglie di venire in Sardegna. Però io credo che gli orizzonti e il paesaggio siano soprattutto un patrimonio di noi sardi, pertanto dovremmo, in qualche modo, con forza, fare in modo che non ci vengano sottratti. I luoghi senza orizzonti creano depressione, insicurezza, situazioni di angoscia e di sconcerto. Così dice chi di queste cose si intende, e noi, che abbiamo una sensibilità come Sardi nei confronti dei luoghi che ci appartengono, facciamo poco per difenderli e garantirne la fruibilità anche alle generazioni future.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Zedda, Zuncheddu e Sanna Gian Valerio che si sono iscritti oltre il termine previsto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non è possibile.

PRESIDENTE. Guardi, c'è il foglio stampato, onorevole Sanna.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Capisco che lei non voglia sentire la mia voce, ma io mi sono iscritto due minuti dopo che è iniziato l'intervento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Signor Presidente, c'è una discussione in atto. Se posso, in molto meno di dieci minuti, proverò a esprimere alcune considerazioni su questo articolo, e magari chiedo, anche se mi rendo conto che l'ora è tarda, l'attenzione dell'Assessore, che peraltro è sempre attentissimo.

Questo articolo - a differenza di ciò che si diceva, che è un articolo fotocopia di altri - ha una caratteristica fondamentale: mentre gli altri articoli hanno, nei confronti della crisi, un effetto di impatto, non duraturo nel tempo, questo articolo ha la finalità - certo, poco c'entra col Piano casa - di creare condizioni di sviluppo duraturo, quindi di offrirci un modello di sviluppo. Io credo che dovremmo ridefinire il modello di sviluppo turistico, ma le norme contenute in questo articolo sicuramente potranno orientarne, in una direzione o nell'altra, le scelte. Non potrà sicuramente essere un modello di sviluppo turistico marino-balenare, si dovrà sicuramente pensare a una offerta diversificata, destagionalizzata, che punti alle nicchie di mercato, che si inserisca in una strategia pluribusiness, con la valorizzazione dei saperi locali, dell'artigianato, dell'agro-alimentare, ma anche di diverse forme di turismo.

Per far questo è sicuramente necessario apportare dei correttivi a questo articolo. Perché? Perché l'articolo, così come strutturato, prevede interventi nella fascia dei 300 metri dal mare, nella fascia dei 2 chilometri e oltre la fascia dei 2 chilometri, ma nulla prevede, anche con gli emendamenti - e io mi rendo conto che questa non era sicuramente la volontà della Giunta, ma probabilmente è stato proprio un errore nello scrivere la norma - per consentire la possibilità di adeguamenti alle strutture alberghiere poste in centro urbano, che non sono ricomprese né nel comma 1 né nel comma 2, né si può fare riferimento all'articolo 2 che parla esclusivamente di residenze.

La Giunta poi valuterà se esaminare o meno l'Emendamento che ho presentato, ma credo che nella strategia e nel modello di sviluppo che si vuole perseguire gli interventi in aree urbane siano indispensabili. Mi riferisco a tutti gli alberghi che sono ubicati nelle zone B e nelle zone C, e non solo nelle zone extraurbane o quelle poste al di fuori dalla fascia costiera, e mi riferisco in maniera particolare a tutte le città marinare, Cagliari compresa, la quale ha finalmente operato una scelta importante in senso turistico. Io mi auguro però che non si vada verso un'omologazione, spingendo tutti gli alberghi a fare la SPA o a fornire servizi sempre uguali. Dobbiamo cercare di diversificare, e la diversificazione è sicuramente possibile se ci adoperiamo per portare i turisti.

Poi sui voli low cost si può fare un discorso a parte. Io sono convinto che i voli low cost, in qualche maniera, banalizzino, "consumino" le destinazioni, quindi pensiamo a strutture alberghiere che possano tornare a ospitare i turisti dei voli charter, e non più quelli dei voli low cost, perché come hanno bruciato Alghero tra qualche anno bruceranno Cagliari. Questo è un fenomeno che è avvenuto in tutto il mondo e continuerà ad avvenire, perché è legato al fenomeno dell'usura della destinazione turistica.

Chiedo comunque che venga introdotta una norma che permetta agli alberghi ubicati nelle zone urbane di incrementare le volumetrie, fatti salvi gli alberghi che hanno già usufruito di deroghe, perché è evidente che concedere un'ulteriore deroga a chi ne ha già usufruito, e che quindi ha utilizzato il massimo previsto per quella classe, sarebbe impossibile, o comporterebbe un impatto paesaggistico fortissimo. Ma negli alberghi posti nel centro urbano, che potrebbero dotarsi di sale congressi, che potrebbero dotarsi di altre strutture, ma anche, secondo me, adeguarsi agli standard strutturali dei posti letto, credo che sia assolutamente indispensabile concedere tale opportunità se vogliamo conferire a questa norma la valenza non solo di strumento per impattare sulla crisi economica che stiamo vivendo, ma anche di prefigurazione di un nuovo modello di sviluppo turistico dal quale - ho visto anche il PRS - molto dipenderà per il nostro futuro.

Volevo solo esprimere solo un'ultima considerazione circa l'impatto della legge. Da quanto emerge dai dati che c'erano stati forniti anche col Piano paesaggistico regionale, in Sardegna sono state censite 1.140.000 unità immobiliari. Io credo che questa legge - fatta eccezione per le zone A, e in maniera particolare per gli edifici con più di cinquant'anni in zone A - di fatto, intervenga su tutti gli altri immobili: zone B, zone C, zone F, agro. Quindi, il potenziale di 1.140.000 unità mobiliari censite dal PPR è molto superiore alle 10.000 stimate; 10.000 significherebbe che è molto meno dell'1 per cento. Io credo che, se noi approvassimo una legge di cui soltanto l'1 per cento dei sardi o dei proprietari di immobili in Sardegna ne beneficiasse, non sarebbe una gran legge. Io mi auguro che ci possano essere almeno 35, 40 mila interventi in Sardegna, non meno, che significherebbe che il 3, 4 per cento del potenziale di coloro che potrebbero usufruire dei benefici ne approfitterebbero. Se fosse meno, l'impatto sarebbe veramente basso, pur parlando comunque di diverse centinaia di milioni di euro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signor Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, già in sede di discussione generale sono emersi alcuni elementi, alcune riflessioni, si è sottolineato che la difficoltà di valutare al meglio l'articolato è data dal fatto che l'articolato esso non tiene conto della realtà isolana. Negli interventi precedenti ho fatto riferimento ad alcune presenze storiche lungo le coste. Ho parlato delle tonnare, che sono state adibite a strutture di villeggiatura senza tener conto della loro valenza, sia architettonica che storica; solo in pochissimi casi l'attenzione dell'uomo ha salvaguardato l'identità, la caratteristica architettonica e gli elementi di pregio di un'attività ittica che ha rivestito un ruolo importante sul finire del diciottesimo secolo in Sardegna.

Al cospetto di questi insediamenti che interessano la costa occidentale della Sardegna, in modo particolare quella, che va da Porto Torres sino all'isola di Sant'Antioco e Portoscuso, al cospetto di questi insediamenti di tipo industriale, cominciano a sorgere insediamenti di tipo abitativo negli anni '60-70, in una situazione di deregulation totale, di cui, appunto, la legge che oggi stiamo contemplando non fa menzione, non c'è un articolo che verifichi e valuti l'impatto di questa norma. Gli insediamenti industriali sono tutti ubicati all'interno dei 300 metri dal mare, le tonnare sono addirittura sul mare, sulla spiaggia. A ridosso di questa industria, appunto, sono sorte alcune abitazioni senza alcun piano regolatore, derivanti dalla spontaneità delle persone che potevano allora permettersi la realizzazione di una struttura, peraltro di pessima qualità. Dai centri abitati, infatti l'accesso al mare era distante; non abbiamo centri costieri, abbiamo centri nell'interno.

Faccio l'esempio della tonnara di Flumentorgiu di Arbus: per arrivare a Flumentorgiu ci vogliono 37 chilometri, quindi potete immaginare chi andava al mare; chi se lo poteva permettere realizzava una casetta con i blocchetti, perché di questo si trattava, tanto gli serviva solo per un mese, per dieci giorni all'anno. Ora quelle case in blocchetti sono diventate case di pregio, case importanti alle quali, ripeto, in questa legge non si attribuisce neanche un minimo di attenzione, anche sotto il profilo della salubrità. Quelle modeste costruzioni oggi rischiano di diventare case sul mare, proprio in riva al mare, tra le più pregiate, eppure nessuna menzione se ne fa nell'articolato.

Io credo, invece, che sarebbe stato opportuno, fra i tanti articoli, inserire un articolo per risanare quelle situazioni ormai consolidate, perché ripeto, molti degli insediamenti degli anni '50-60 sono non di pregevole fattura. Ma a tutto questo, sia io che altri colleghi avevamo fatto cenno in sede di discussione generale e più di una volta negli articolati si ritorna su questi aspetti. Buona parte dell'abusivismo, quindi, insiste sulle coste, ma non lo dico io, lo dicono gli uffici della Regione autonoma della Sardegna.

Io credo che l'assessore Asunis potrebbe fornirci i dati, gli elenchi delle località dove l'abusivismo è presente. Le statistiche della Regione stimano circa 45.000 unità abusive di cui una buona parte addirittura insanabile. In questa normativa non si fa cenno a come si intenda intervenire su quelle unità. I censimenti della Regione Sardegna, indicano anche le località - potrei elencarle - a partire da Capo Ceraso, l'isola di La Maddalena, Porto Torres, Dorgali, San Teodoro, Arzachena, Golfo Aranci, Pula, Chia, Domus de Maria. Tutto questo non lo dico io, è negli atti della Regione Sardegna.

Ci sono interventi che hanno la necessità di essere individuati e regolamentati, altrimenti davvero si rischia di premiare i furbi di turno, e questo non va bene, non va bene in un Consiglio regionale che deve ragionare a 360 gradi. Però è difficile ragionare a 360 gradi, cioè cogliendo tutti gli aspetti e le problematiche di una legge che consente l'aumento delle cubature. Ripeto, può essere anche un buon auspicio per aiutare lo sviluppo economico della Sardegna, ma non può una legge non tener conto delle implicanze che questo comporta. Vorrebbe dire affrontare i temi in maniera superficiale, cioè vedere il problema solo da un lato.

Chi ha fatto l'amministratore sa benissimo che prima di prendere una decisione ci si deve pensare su dieci volte perché a un'azione corrispondono diverse controazioni e prima di operare una scelta bisogna pensare a quali contraccolpi quella scelta determinerà all'interno della gestione amministrativa. Io sono convinto che chi ha redatto la norma, non sia l'Assessore, ma sia stata pensata in altra sede, perché se fosse stata pensata nelle sedi istituzionali da cui originano i dati di cui ho tratto motivo per il mio intervento, a certi aspetti si sarebbe prestato attenzione. Probabilmente sarebbe emerso un articolato normativo che avrebbe offerto possibilità di ampliamenti laddove questi venissero reputati opportuni, importanti e coerenti, cogliendo anche le opportunità per risanare quelle storture che la norma nella sua articolazione comporta.

Infatti, se riflettessimo sulle cose, ci accorgeremmo che l'articolo, da un lato, va a impattare su situazioni in cui la norma è opportuna, idonea e importante per l'obiettivo che si vuole cogliere, che è quello di incentivare l'economia della regione, dall'altro si cade in realtà spesso estremamente problematiche perché i comuni non hanno provveduto a dotarsi degli strumenti urbanistici opportuni, quindi non hanno potuto effettuare il controllo edilizio nei loro territori, creando situazioni di grande disomogeneità. Questa legge, quindi, osservata a 360 gradi, lungi dal raggiungere l'obiettivo dato, non fa altro che implementare quelle storture che i dati regionali riportano abbondantemente e che io vi invito a verificare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, questo articolo ha due difetti. Il primo è che si discute a quest'ora, il secondo, che viene dopo gli articoli 1, 2 e 3. Voglio spiegarmi. Poiché riguarda gli alberghi, se avessimo potuto discuterlo prima della colata di cemento che la maggioranza del Consiglio regionale ha già deciso di spalmare sulle coste della Sardegna, avrebbe rivestito un interesse sicuramente superiore a quello che riveste in questo momento. Cosa voglio dire? Voglio dire che se la Giunta regionale avesse chiamato il Consiglio regionale a una riflessione sul rafforzamento e potenziamento della struttura alberghiera e dei servizi per il turismo - che non sono solo gli alberghi - per incidere profondamente sull'assetto dello sviluppo in un settore che noi consideriamo fondamentale per la crescita della Sardegna, probabilmente il dibattito tra le forze politiche in Consiglio regionale, ne avrebbe tratto vantaggio.

Io sono convinto - e lo dico con estrema nettezza, assessore Asunis - che c'è una differenza fondamentale tra i volumi utilizzabili per rafforzare la struttura alberghiera e i servizi turistici e quelli invece utilizzati e "regalati" per le seconde e terze case, anche perché, potenziando i volumi nella città lineare si rischia di "derogare" anche la nostra economia, perché il mercato delle seconde e terze case droga in maniera eccessiva e drammatica anche i dati del potenziale sviluppo della Sardegna.

Peraltro la Sardegna si trova ad avere una dotazione alberghiera al di sotto delle potenzialità di altre regioni del Meridione, proprio perché finora l'indirizzo delle istituzioni, soprattutto della politica della Regione, non ha assolutamente premiato lo sviluppo del settore alberghiero nella politica del turismo. E' il caso di sottolineare che la città di Cagliari, per esempio, aveva un bellissimo albergo vista mare, quello del Poetto, e l'abbiamo trasformato in ospedale, aveva un bell'albergo in piazza Giovanni XXIII e l'abbiamo trasformato in Assessorato del lavoro, che la Sardegna aveva la rete degli alberghi ESIT che era stata creata grazie a un'intuizione importante negli anni '60 e poi l'abbiamo smantellata. Certo, tutto ciò è dovuto anche a una gestione fallimentare che non ha tenuto conto di quali erano le potenzialità di una rete alberghiera siffatta e soprattutto non ha tenuto conto delle circostanze che un turismo organizzato sulle strutture alberghiere comporta come risultato anche un'occupazione stabile e non legata solamente alla provvisorietà dei cantieri edili.

Questa è una riflessione che noi riproporremo anche in sede di discussione del Piano regionale sviluppo, è una discussione importante, crediamo di dover superare un ritardo notevole in Sardegna. Guardate, io ho partecipato alla festa nazionale del mio partito, a Vasto, un comune dell'Abruzzo, e sono rimasto impressionato dalla presenza e dalla qualità di una rete alberghiera che sinceramente, per dirla in termini sportivi, ci fa quattro a zero, e soprattutto sono rimasto impressionato dal fatto che questa rete alberghiera, estremamente diffusa e organizzata nel territorio, non era accompagnata da una presenza di seconde e terze case assillante e invasiva come purtroppo abbiamo in molte aree della nostra Isola.

Caro Assessore, ecco quindi il rammarico di non poter assentire: abbiamo già provocato troppi danni con gli articoli 1, 2 e 3 per poterci permettere di aggiungere altri danni anche con l'articolo 4, però rimane il rammarico che la Giunta non abbia avuto il coraggio di operare una scelta, neanche stavolta, tra due ipotesi di sviluppo importanti, legate sì al sostegno dell'edilizia ma soprattutto alla rivitalizzazione di un settore, quello turistico, di cui sentiamo profondamente il bisogno, che la Giunta e la maggioranza abbiano effettuato una scelta miope, pigra, rinchiudendo il loro intervento nel semplice incremento di volume, anzi accordando ancora una volta priorità alle strutture residenziali (con gli articoli 1, 2 e 3) e relegando all'articolo 4 gli interventi sul potenziamento del settore alberghiero e dei servizi complessivi per il turismo che, a nostro avviso, avrebbero avuto bisogno di una corsia preferenziale.

Infatti, per quanto riguarda la presenza turistica in Sardegna, rispetto agli arrivi certificati, solamente il 45 per cento è turismo rintracciabile mentre il 55-60 per cento è turismo che sfugge ad ogni rilevazione perché viene nascosto - non producendo i benefici che potrebbe invece portare ai territori - nelle seconde e terze case della costa. Badate, questa è una riflessione che dovremo assolutamente fare, perché dovremmo porci il problema se anche gli incrementi di volumetria previsti negli articoli 1, 2 e 3, vanno a favore di strutture che verranno utilizzate per il turismo, ancorché in nero, e in tal caso dovremo pur porci l'obiettivo, come legislatori sardi, di farle emergere. Anche perché è una quota notevole di reddito che viene sottratto alla Sardegna, e che va a beneficio solo dei proprietari delle case, senza contribuire allo sviluppo economico della zona, perché nelle seconde e terze case i turisti arrivano con le macchine e con i TIR pieni di vettovaglie, e nei territori portano solamente problemi…

(Interruzione)

Sto parlando del nero, infatti: brutto colore il nero, in tutti i sensi.

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 1 e 14.