Seduta n.25 del 29/07/2014 

XXV SEDUTA

Martedì 29 luglio 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 16 e 04.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta del 10 luglio (22), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Angelo Carta e Gaetano Ledda hanno chiesto congedo per la seduta del 29 luglio 2014.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 25 luglio 2014, è pervenuta copia della decisione della Corte Costituzionale numero 210 del 9 luglio 2014 nella quale si dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge regionale 2 agosto 2013, numero 19, (Norme urgenti in materia di usi civici, di pianificazione urbanistica, di beni paesaggistici e di impianti eolici): a) nella parte in cui non prevede la tempestiva comunicazione del Piano straordinario di accertamento e degli altri atti modificativi dei vincoli di destinazione ai competenti organi statali, affinché lo Stato possa far valere la propria competenza a tutelare il paesaggio con la conservazione dei vincoli esistenti o l'apposizione di diversi vincoli e affinché, in ogni caso, effetti giuridici modificativi del regime dei relativi beni non si producano prima, e al di fuori, del piano paesaggistico regionale; b) nella parte in cui prevede che i Comuni possono "attuare" processi di transazione giurisdizionale, invece che "proporre" tali processi.

Comunico che, nel BURAS numero 34 del 17 luglio 2014, è stata pubblicata l'ordinanza numero 160 del 6 giugno 2014 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarata cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale degli articoli 8, comma 1, e 9, comma 2, della legge regionale del 1° febbraio 2013, numero 2, (Autorizzazione all'intervento finanziario della SFIRS Spa per l'infrastrutturazione, il risparmio e l'efficientamento energetico dell'area industriale di Portovesme - Sulcis, incremento della dotazione finanziaria relativa agli interventi per il Parco geominerario e norme urgenti in materia di sostegno al reddito dei lavoratori in regime di ammortizzatori sociali).

Comunico infine che, in data 25 luglio 2014, la Presidenza della Regione ha trasmesso l'ordinanza numero 196 del 7 luglio 2014 con la quale la Corte costituzionale, in relazione al giudizio di legittimità costituzionale degli articoli 2 e 5 della legge regionale 26 luglio 2013, numero 17, (Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale), dichiara estinto il processo.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tedde - Tunis - Tocco:

"Fondo di garanzia per le associazioni sportive dilettantistiche e cessione di crediti". (81)
(pervenuta il 23 luglio 2014 e assegnata alla sesta Commissione).

Oppi - Rubiu:

"Istituzione dell'Osservatorio sulle aree costiere della Sardegna e altre disposizioni concernenti la Conservatoria delle coste e l'ambiente". (82)
(pervenuta il 24 luglio 2014 e assegnata alla quarta Commissione).

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Comandini, con richiesta di risposta scritta, sulla denominazione IGP "Culurgionis"". (3)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulle risorse rivenienti dalle donazioni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013". (20)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Pizzuto, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo indiscriminato, da parte dell'ANAS, di diserbanti chimici nelle operazioni di pulizia delle cunette delle strade sarde". (21)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei dodici precari ARPAS i cui contratti a tempo determinato sono cessati il 12 dicembre 2013". (23)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sul riconoscimento del marchio IGP ai prodotti tipici della tradizione culinaria sarda". (26)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, in merito alle graduatorie per collaboratore sanitario educatore professionale, a seguito di concorso a tempo indeterminato conclusosi presso l'ASL di Sassari nel mese di maggio 2013". (35)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Sale, con richiesta di risposta scritta, relativa alla volontà da parte della multinazionale olandese Rijk Zwaan con base a De Lier in Olanda, ma avente una filiale anche in Italia sita a Calderara di Reno (BO), via dell'Industria n. 13, di raccogliere erbe sarde al fine di poter sviluppare nuove varietà specifiche da poter commercializzare per il mercato italiano". (53)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione di chiudere l'autoparco dell'Ente foreste di Bena Majore". (57)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Lai - Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sull'area del dismesso Genio militare di Siliqua (CA)". (59)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Piscedda - Moriconi - Deriu - Comandini - Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa agli ottantasei precari presenti nell'amministrazione della Provincia di Cagliari". (67)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Lotto - Moriconi - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale". (76)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Pinna Rossella, con richiesta di risposta scritta, sul mancato inserimento della priorità delle scuole dell'infanzia paritarie nel patto di stabilità interno 2014 di cui alla delibera n. 15/1 del 29 aprile 2014". (79)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

"Interrogazione Deriu - Moriconi - Collu - Comandini - Cozzolino - Meloni - Piscedda - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sui Progetti di filiera e sviluppo locale (PSFL)". (86)

(Risposta scritta in data 28 luglio 2014.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, relativa all'ipotesi di riduzione dell'orario dei lavoratori del servizio antinsetti gestito dalla Proservice, società in house della Provincia di Cagliari". (111)

"Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sul prelievo artificiale di acqua effettuato nel fiume Flumendosa per il funzionamento della centrale idroelettrica di Villagrande Strisaili e sullo sversamento nello stesso di sostanze che comportano problemi per l'ecosistema della zona della Barbagia di Seulo". (112)

"Interrogazione Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sul mancato adeguamento tariffario dei costi per protesi, ortesi e ausili ex decreto ministeriale n. 332 del 1999". (113)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla mancata nomina del commissario della Commissione provinciale artigiani di Cagliari". (114)

"Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione degli spazi finanziari ai comuni colpiti dall'alluvione del 18 novembre 2013". (115)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata programmazione dei fondi destinati al sostegno delle famiglie numerose, meglio noto come "bonus famiglia"". (116)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Crisponi - Dedoni - Cossa sull'aumento delle aliquote RC auto da parte della Provincia di Nuoro". (47)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Truzzu - Dedoni - Fenu - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Floris - Tocco - Cherchi Oscar - Tunis - Cappellacci - Peru - Locci - Zedda Alessandra - Fasolino - Tedde - Randazzo - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Cossa - Crisponi - Orrù - Carta, sull'attività di coltivazione degli idrocarburi mediante la tecnica della fratturazione della roccia serbatoio, nota anche come fracking o hydrofracking, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (60)

"Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus - Cocco Pietro - Usula - Desini - Anedda - Arbau - Pittalis - Rubiu - Fenu - Solinas Christian - Dedoni - Tocco - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo Flavio, sugli eventi che stanno riguardando la Striscia di Gaza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (61)

"Mozione Zedda Paolo - Sale - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario sul conflitto nella Striscia di Gaza e sulle recenti notizie inerenti un rafforzamento della presenza militare nell'Isola". (62)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Chiedo una breve sospensione della seduta.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 13, viene ripresa alle ore 16 e 25.)

Discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra la Regione e il Governo in materia di Patto di stabilità. Ricordo che è consentito un solo intervento per ciascun Gruppo per non più di dieci minuti.

È iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda, per il Gruppo Misto. Ne ha facoltà.

ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Presidente, Sinistra sarda, come pure penso il collega del Gruppo Misto Gavino Sale, ha già espresso apprezzamento per l'operato del presidente Pigliaru e dell'assessore Paci per quanto riguarda la firma dell'accordo sul Patto di stabilità. Il fatto che il centrodestra si dimostri contrariato a questa firma, rafforza la nostra convinzione della giustezza della firma del Presidente e dell'assessore Paci. Questi soldi, che noi andiamo a recuperare, sicuramente dovranno servire, a nostro avviso, per creare sviluppo in funzione del lavoro per la Sardegna, di cui c'è tanto bisogno. Per fare questo, per aumentare anche questo tetto di spesa, non sarebbe male che si cominciassero a eliminare gli sprechi nei settori dell'economia sarda, specialmente sulla sanità.

Per quanto riguarda questo settore, tutti i giorni parliamo di sprechi, di soldi spesi male, è riconosciuto da tutti, ma i manager designati dal centrodestra continuano a essere lì, loro che sono stati spreconi, che hanno creato 500 milioni di buco in questi cinque anni, continuano a esserci! Visto che il centrodestra tiene all'economia dell'Isola e a farla uscire dalla crisi, farebbe anche bene a dire ai manager che hanno messo loro di dimettersi, perché stanno continuando a rovinare la sanità! Rivolgiamo un appello alla Giunta: se non lo dovesse fare il centrodestra, che sia la Giunta a mandare via questi spreconi e i soldi, eventualmente recuperati dalla sanità, destiniamoli per il lavoro, il lavoro che è la priorità sicuramente per il popolo sardo. Questi soldi andrebbero utilizzati prima di tutto per stabilizzare le imprese, stabilizzando le imprese riusciremmo a bloccare la disoccupazione, perchè si stabilizzano gli operatori all'interno delle imprese, poi gli altri soldi per creare sviluppo, però uno sviluppo vero che si basi sull'economia reale della Sardegna, sui prodotti sardi, che possono creare una effettiva ricchezza, cioè l'agroalimentare, la pastorizia e l'allevamento in genere. Penso che così non sbaglieremmo, sono i nostri prodotti, certo anche sul turismo, sicuramente questi prodotti possono dare una sicura ricchezza alla Sardegna.

Quindi, il nostro auspicio, unitamente al nostro impegno, soprattutto in Consiglio regionale, è che questi soldi (circa un miliardo o poco più, se poi risparmiamo sulla sanità potranno essere anche di più) vengano utilizzati per creare quello che tutti i sardi si aspettano: lavoro.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni, per il Gruppo Riformatori Sardi-Liberaldemocratici. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, se l'esordio del centrosinistra è quello che abbiamo sentito, credo che ci sia poco da discutere e dibattere: ahinoi, Sardegna e popolo sardo! Sembra che sia anche una cosa strampalata perché leggo le comunicazioni fatte dal Presidente dei sovranisti, Franciscu Sedda, sul fatto di poter accettare e ingoiare questo contratto, fatto a Roma, all'insaputa del Consiglio, senza che i rappresentanti del popolo sardo abbiano potuto esprimere un proprio giudizio e indicare le linee e gli indirizzi su cui si doveva trattare. Mi si risponderà certamente che c'erano le linee dichiarate dall'assessore Paci, secondo il quale la Sardegna aveva troppi contenziosi con lo Stato e bisognava appianare tutto, rendere una pianura, abbattere anche i monti, se necessario, per passare così diritto il rapporto con il Governo centrale omologo a quello regionale. Non credo che sia certamente foriero di sviluppo per la Sardegna e che questo porti del bene alla nostra Isola.

Poi si può contestare e incominciare a dire (inventandosi alcune cose, come si è fatto nel 2006, si ripropone oggi) che siamo partiti con 1 miliardo e 200 milioni di euro, non mi si dica, presidente Pigliaru, che erano complessivi, perché per voi erano aggiuntivi e voleva dire perlomeno raggiungere quanto fatto dalla Giunta precedente, anzi superare quella disponibilità, salvo poi dire ancora che la Giunta di centrodestra aveva rotto il Patto di stabilità perché aveva considerato i danari che andavano ai comuni, il Fondo unico, fuori dal Patto di stabilità, potendo così quel provvedimento essere richiamato per essere sanzionato.

Bugie! Ancora bugie! Per fortuna, o per quello che si vuole, è stato pareggiato il conto e quindi non c'è niente da giustificare o perdonare da parte del Governo centrale, se si vuole che la Sardegna sia perdonata dal Governo centrale che non ha mai dato ciò che doveva dare, che non ci ha mai riconosciuto appieno neanche il miliardo e 200 milioni del 2006! È questo che volete, come centrosinistra, per la Sardegna? O la conquista è che, nel 2015, ci sarà il pareggio di bilancio? Oppure ci si è dimenticati che fare le cavie ci ha portato male altre volte? Ci si è dimenticati? O ancora ci si dimentica che sarà lo Stato a dover dare i quadri e cioè accertamento delle entrate? Una delle cose che i sovranisti chiedono è che ci sia subito l'Ufficio delle entrate in Sardegna e che tutti i danari della Regione Sardegna, che lo Stato deve dare, vengano messi in un conto corrente speciale intestato alla Regione. Questo chiedono i sovranisti perché non credono in quel patto, perché sanno che è un patto scellerato, perché sanno che è mettersi totalmente in mano a uno Stato che è debole, lo sappiamo, per la crisi che vive l'Europa intera.

Allora mi dovete dire come può essere affidabile uno Stato che promette e poi toglie con la destra e con la sinistra, desse almeno con la destra e si accontentasse di togliere con la sinistra per pareggiare! Non è neanche così! C'è il fatto che non solo deve accertare, ma le entrate le decide lo Stato in via definitiva, questo è nel pareggio di bilancio, ed è vero che puoi spendere quello che ti entra, ma quando non hai quello che ti entra, professor Paci, quando si dice "no" alle accise, a un contenzioso con lo Stato e si vuole invece abbattere qualunque montagna, anche quando la Corte dei conti dice che va bene, ce ne vuole di coraggio a uscire fuori nel territorio e continuare in una tiritera che non ha fine e non ha neanche capo peraltro!

Ora, è vergognoso che si debba scrivere, al punto 5 di questo accordo, che la Sardegna si impegna a ritirare entro l'anno tutti i ricorsi presentati contro lo Stato! Ma di chi ha paura questo Stato? Di una povera Sardegna, isola in mezzo al Mar Mediterraneo, che vorrebbe fare da ponte tra il Nord Africa e il centro Europa, alla quale non si permette niente anzi, dove è possibile, si toglie anche quello che le è stato dato prima? Mi chiedo: con quale giudizio, con quale attività di buon padre di famiglia, come recita il Codice civile, amministrate le cose della nostra Isola? Come fate a pensare che ci possano essere danari per lo sviluppo e l'occupazione in futuro? Mi dovete dire come fate! Gli articoli 4, 5 e 6 vanno cancellati da quell'accordo, un accordo firmato dal Presidente, neanche dalla Giunta!

Mi auguro che il Consiglio, almeno nella parte della maggioranza cum grano salis, modifichi quell'atteggiamento passivo di subalternità di personaggi che vanno a Roma con il cappello in mano a chiedere l'elemosina! Dobbiamo ricordare che siamo diventati così, cioè prendiamo solo quello che Roma ci passa! O ci dimentichiamo e cerchiamo di accusare gli altri con tutte le pecche che può avere il centrodestra per il passato? Siamo sicuri di aver fatto bene per il futuro, per migliorare la realtà, le esigenze e le necessità di questa Isola, le aspettative di chi non ha la possibilità di combinare pranzo con cena, per il fatto che ci sono i disoccupati, coloro che sono stati espulsi dalle singole fabbriche, per non parlare del sistema produttivo complessivo, oppure ci accontentiamo di un po' di caramelle regalateci dallo Stato e cerchiamo, come con una caramella balsamica, di mitigare il mal di gola di chi reclama quello che è giusto che debba avere? Credo che ci sia da riflettere seriamente, in modo forte!

Non vado molto lontano e mi rivolgo all'Assessore dei trasporti, devo dire che anche il recente accordo che la Giunta ha chiuso con la Tirrenia è sotto gli occhi di tutti. Mi pare allora che tutto ciò che avviene da noi sia deciso a Roma e qui si deve subire comunque! Non va più bene! Io riconosco pure lo Stato centrale, ma lo Stato centrale deve comportarsi onestamente e praticare la solidarietà fra le Regioni, non può impiccare la Sardegna a se stessa in quest'isola! Non si può più tollerare che ci sia la "gente" che va a piatire, ci vuole spina dorsale, ci vuole un atteggiamento verso lo Stato non certo di sudditanza, ma determinato e consapevole di avere motivazioni buone, precise e puntuali di un popolo e delle sue esigenze e di saperle rappresentare! Se non si ha questo, sovranisti, indipendentisti, autonomisti, che siete da quella parte, siete allo sbaraglio e portate, con tutto questo marciume, una...

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Gavino Sale, per quattro minuti, a completamento del tempo concesso al Gruppo Misto. Ne ha facoltà.

SALE GAVINO (Gruppo Misto). Presidente, credevo di dover parlare dopo il consigliere Desini, mi prende alla sprovvista.

Comunque, onorevole Dedoni, in questo circo, visto che citandoci ci ha rappresentato così, credo che lei non sia il domatore né tantomeno il trapezista, mi sa che è la terza figura, che è simpatica, intendiamoci, in questa tristezza, ma non vogliamo perdere molto tempo su questo. Credo che il proverbio sardo: "mezus unu puzone tentu chi chentu 'olende" sia sempre valido.

Sino a oggi, dal Governo Soru al Governo Cappellacci, abbiamo visto sentenze, decreti, leggi che riconoscono il debito dello Stato italiano verso la Sardegna, ma questo Governo è molto pragmatico e ha una visione politica di sovranità e anche di indipendenza, rispettando tutto il centrosinistra. Questo è il nostro punto di vista. Ma andiamo al sodo: 360 mila euro a quei martiri, che lei cita giustamente e doverosamente, servono. Quel miliardo e due, rispetto a sogni pindarici dei 10 miliardi cosiddetti, balet dinari meda, ma sappiamo anche che dello Stato italiano ci fidiamo pochissimo anzi pressoché nulla! Quindi da un rapporto di fiducia dovremo iniziare a progettare e a scrivere nuove norme certe, anche perché questo è l'ultimo limite che nois amos toccadu, e dico in positivo che oltre non si può andare (si può andare in alcune forme) perché a oggi non sappiamo quant'è il gettito fiscale della Sardegna! Una vergogna! Non sappiamo quant'è la ricchezza prodotta in Sardegna e le aziende che pagano le tasse fora. Mi pare chi siant molti miliardi di euro, ma a oggi non esiste un organismo che lo quantifichi!

Perciò proponiamo subito un'Agenzia sarda delle entrate, immediatamente, e che tutte le aziende italiane e internazionali, che creano ricchezza in Sardegna, cambino residenza fiscale; vi faccio due esempi molto concreti. E.ON quando aveva...

(Interruzione)

Non mi disturbi, signor clown!

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, per cortesia, non interrompa!

SALE GAVINO (Gruppo Misto). Chiedo un minuto ancora. Agenzia delle entrate, trasferimento delle residenze fiscali qua in Sardegna, stavo citando due esempi: E.ON, con quel contratto fatto dal presidente Soru (cando bi fidi Pigliaru assessore), avrebbe reso 162 milioni di euro, e con la Tirrenia, cambiando residenza fiscale qui, avremmo un gettito di altri 38 (e sun 200 milliones); quindi quel principio a noi potrebbe rendere molti, molti, danari che sono di nostra competenza. Credo che sia stato fatto tutto il possibile, con una nuova logica, dae faghere balere i diritti dei sardi e adesso non stiamo più né a teorizzare né a realizzare, ma dobbiamo agire concretamente verso gli interessi della Nazione. Quindi già preannuncio che il nostro voto sarà positivo a questa presa di posizione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini, per il Gruppo Centro Democratico. Ne ha facoltà.

DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Signor Presidente, signor Presidente della Giunta, onorevoli colleghe e colleghi, signori Assessori, cerco di riportare i decibel a un livello normale, come dovrebbe essere consono a quest'Aula, perché non ci dobbiamo dimenticare che rappresentiamo tutti i sardi.

Signor Presidente, le dico con estrema chiarezza e convinzione di essere orgoglioso di far parte della sua coalizione di centrosinistra sovranista, autonomista e indipendentista, perché il risultato con lei, assieme alla Giunta e in particolar modo all'assessore Paci, ha portato soltanto... signor Presidente se l'onorevole Dedoni non conosce la buona educazione non è colpa mia!

(Interruzione del consigliere Attilio Dedoni)

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, la richiamo all'ordine! Onorevole Dedoni, basta così! Grazie! Ha interrotto più volte gli altri interventi. Basta così! Grazie onorevole! È già intervenuto! Per cortesia, lasci parlare gli altri, lei non è stato interrotto, onorevole. Grazie.

DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Grazie Presidente. Penso che questi comportamenti si commentino da soli e penso che appartengano al passato e soprattutto a una politica vecchia e becera di cui la società in cui viviamo non ha certamente bisogno.

Detto questo, signor Presidente, lei ha ottenuto un grandissimo risultato, straordinario. Lei è stato il primo che, aldilà dell'aspetto prettamente giuridico e amministrativo, dopo cinque anni, ha ridato credibilità istituzionale alla Regione Sarda e noi le siamo grati per aver ottenuto questo grande risultato. È ovvio che chi sta all'opposizione cerca di sminuirlo, di abbassare il livello e soprattutto di far emergere le cose negative, ma questo risultato che lei, che noi abbiamo ottenuto, è il risultato della speranza dopo solo quattro mesi dal nostro insediamento. Ricordo benissimo che, quando ha illustrato le sue dichiarazioni programmatiche, disse: "Non ci sono governi amici o governi nemici, ci sono dei governi con i quali ci si confronta con lealtà, con correttezza istituzionale ma soprattutto con la schiena dritta". Ebbene, lei e la sua Giunta, lo state dimostrando perché, badate, abbiamo ottenuto di essere la prima Regione in Italia, ricordo la prima Regione in Italia, che avrà il pareggio del bilancio nel prossimo esercizio finanziario: è un dato unico! Presumo che anche lo stesso Governo Renzi lo potrà utilizzare come testimonial.

Allora, siccome, come spesso abbiamo potuto riscontrare, la burocrazia condiziona la vita di tutti noi prendendo il sopravvento nei confronti della politica, anzi si sono invertite le parti dove la politica è un regolatore sociale, in termini calcistici dico che, in questa partita, la politica batte la burocrazia "due a zero". Finalmente la politica si è riappropriata dei suoi ruoli, dei suoi compiti e delle sue peculiarità; lo testimonia e lo dimostra il fatto che il presidente Pigliaru e la nostra maggioranza stiano dando un segnale forte di fiducia nei confronti del Governo, perché i contenziosi dei tribunali, delle Corti costituzionali, dei tribunali amministrativi non portano capacità e spazi finanziari, portano lungaggini dei tempi, portano incertezze e soprattutto ci portano lontano dalla realtà.

Qualcuno dice che sono pochi i 364 milioni riconosciuti quest'anno, ma vi rendete conto di quali cifre stiamo parlando, che ovviamente non saranno sufficienti per il fabbisogno e per le esigenze di tutti i sardi, ma che questo è un primo importante passo? Soprattutto mi rivolgo alla minoranza che insinuava il fatto che la nostra maggioranza non fosse a conoscenza di questa partita; nella maniera più assoluta vi sbagliate! Il Presidente e l'Assessore ci hanno costantemente aggiornato su questa partita, però è cambiato il modo di fare politica perché la stessa maggioranza, il Presidente ci diceva di essere fiducioso, che si stava lavorando con serietà, ma non si sbilanciava. Ecco dove sta la sostanziale differenza fra noi e voi, ecco il motivo per il quale i sardi hanno scelto noi e non voi. I sardi non hanno più bisogno degli spot, degli annunci, degli slogan, i sardi hanno bisogno di fatti concreti!

Allora, signor Presidente, signori Assessori, invito tutti noi ad affrontare e guardare la realtà e soprattutto guardare alla gente comune e io, come rappresentante degli enti locali, in qualità di sindaco, le dico, Presidente, di iniziare a stabilire le priorità. Nell'elenco delle priorità non possono mancare gli enti locali, con i quali c'è stato un confronto serio, io dico corretto, durante il quale non abbiamo raccontato delle bugie, ma abbiamo detto: "Siamo d'accordo, conveniamo con le vostre esigenze, però aspettate che chiudiamo la partita per quanto riguarda il Patto di stabilità". Il presidente Pigliaru, badate, l'ha firmato lunedì scorso, non chissà da quanto tempo, e noi immediatamente ci troviamo qui a discutere, a confrontarci e soprattutto a mettere nero su bianco.

È arrivato il momento di poter mettere in campo tutte quelle politiche sul lavoro. Parliamo sempre di piani straordinari; non dobbiamo pensare a chissà quali strutture mettere in campo o chissà quali forze, dobbiamo avere un obiettivo: cercare di ridare dignità alle migliaia di famiglie di sardi in questo momento di crisi economica, occupazionale e sociale che purtroppo non ha precedenti. Quindi, mi auspico, come tutti noi, di essere in grado di dare dignità ai tanti sardi che in questo momento purtroppo l'hanno persa. Abbiamo ottenuto un grande risultato, cioè quello di avere una maggiore sovranità e autonomia finanziaria. Badate bene, il fatto che potremo spendere quasi tutte le entrate (abbiamo dieci e possiamo spendere dieci), ci dovrà impegnare a sollevare il livello della gestione della cosa pubblica e soprattutto a razionalizzare la spesa, lasciar perdere le cose superflue e pensare alle cose concrete. Penso che, in questa sfida, tutti noi dimostreremo di avere maturità prima di tutto culturale, personale e soprattutto politica, questi sono esempi tangibili di come si può fare della buona politica con delle cose semplici.

Signor Presidente, le dico che anche mia zia, quando l'altro giorno, leggendo il giornale, ha appreso questa notizia del Patto di stabilità, mi ha detto in sennorese: "Sicuramente amus prus dinari". Ecco, il messaggio che dobbiamo trasmettere e far capire, cioè che abbiamo maggiore capacità di spesa e soprattutto che abbiamo la possibilità di dare risposte concrete ai nostri concittadini. Pertanto, proseguite e proseguiamo su questa strada! Per il fatto che siamo all'inizio della legislatura e che abbiamo cinque anni di fronte a noi senza questo fardello che ci condiziona inevitabilmente, sono convinto che riusciremo a dare le risposte che tutti i sardi si aspettano, ma che soprattutto si meritano.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù, per il Gruppo Partito Sardo d'Azione, per cinque minuti ossia per la metà del tempo a disposizione di ciascun Gruppo. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Presidente, Presidente della Giunta, Assessori, onorevoli colleghi, un proverbio dice che "sbagliare è umano ma perseverare è diabolico" e lei, Presidente della Giunta, mi sa che persevera. Dico questo perché nessun sardo, tantomeno quest'Aula, dimentica che fu lei, insieme all'allora presidente Renato Soru, a sottoscrivere nel 2006 l'accordo con il Governo Prodi che scaricò sulla Sardegna il 100 per cento dei costi della sanità, dei trasporti e della continuità territoriale; in cambio poi di che cosa? Credo del nulla per la Sardegna, la Sardegna non ha avuto niente! Allora non capisco la sua esultanza.

Presidente, nel suo intervento ha testualmente sostenuto che, questa che ha compiuto, è un'impresa straordinaria, che da subito, e soprattutto nel 2015, ridarà finalmente ossigeno finanziario alla Sardegna, poi ancora ha detto che, quanto ricevuto, si avvicina molto a una cifra ragionevole. Mi spieghi, Presidente, e ne informi i sardi, quali benefici porterà all'economia isolana l'aver liberato dal Patto di stabilità l'incredibile - come dice lei - somma di 364 milioni di euro e quanto inciderà dal 2015 sulle finanze il pareggio di bilancio. Se ben leggiamo, dall'accordo che lei ha sottoscritto a Roma (io qui l'ho letto bene nel testo originario), il pareggio di bilancio sarà peggio del Patto di stabilità, perché riguarderà non solo le Regioni ma tutti i Comuni, si applicherà sia al bilancio di competenza che a quello di cassa, e ci saranno sanzioni e controlli.

Ebbene, con questo accordo, che fa seguito a quello del 2006, lei e la sua maggioranza avete decretato la morte dell'autonomia sarda, state facendo perdere alla Sardegna dignità e un mare di soldi. Ma ancora di più colpiscono le sue parole quando dice: "Ci attrezzeremo ancora meglio di quanto abbiamo fatto nella prima vertenza delle entrate e di sicuro avremo il dovuto". Il "dovuto", signor Presidente, è quello che ci spetta in base all'articolo 8 dello Statuto sardo. Non lo abbiamo e non lo abbiamo avuto da molto, troppo tempo, anzi. E lei che cosa fa? Sottoscrive un accordo per avere l'uovo oggi in base al quale, entro il 16 settembre, la Regione si impegna a ritirare tutti i ricorsi pendenti contro lo Stato davanti alle diverse giurisdizioni in materia di finanza pubblica, rinunciando anche a eventuali sentenze favorevoli sul contenzioso. In pratica una pietra tombale sul passato!

Si rende conto, Presidente, che nella sua ricerca di un Patto di stabilità permanente, come da lei dichiarato, ha posto tre cappi al collo ai cittadini sardi? Il primo è il pareggio di bilancio, poi il pareggio di bilancio di cassa e il terzo è il blocco di tutte le opere pubbliche che impedirà qualsiasi tipo di investimento limitando nello stesso tempo il governo di tutti i comuni della Sardegna. Mentre il Governo nazionale chiede all'Europa la proroga di un altro anno per raggiungere il pareggio di bilancio, in Sardegna questo esisterà già dal 2015, aggiungendo dramma al dramma. Presidente, sembra che lei viva in un altro mondo e non si renda conto che c'è un'isola piegata e sofferente per la disoccupazione, la povertà, anche del ceto medio, l'andar via delle imprese più grandi, dalla chimica all'edilizia e all'energia, con lavoratori che ormai sopravvivono di ammortizzatori sociali.

Lei, Presidente, mutuando il cantante Edoardo Bennato, sembra vivere in "un'isola che non c'è". Certo un cattedratico economista come lei deve pensare al rigore dei conti e non può permettersi scatti in avanti per inventare nuovi posti di lavoro, nuove attività, nuovi servizi, modelli di sviluppo! Il rigore è il rigore, ma di rigore si può anche morire, la disperazione dei sardi è al limite della sopportazione.

Lei e il suo partito di riferimento vi inventerete la risoluzione di qualche problema istituzionale come fa a Roma il vostro presidente Renzi per distrarre i cittadini dai problemi quotidiani. Se lo ricordi, presidente Pigliaru, ricordatelo anche voi, colleghi sovranisti, indipendentisti e autonomisti: state gettando al macero di una maggioranza becera e proterva anni di battaglia dei fondatori del sardismo e del popolo sardo! Sono lontani i tempi in cui il segretario nazionale della DC Ciriaco de Mita accusò il Presidente della Regione Mario Melis di secessionismo e fece balenare una rottura tra il Governo nazionale e la Regione sarda. Sono lontani i tempi in cui i Presidenti della Regione Abis e Del Rio ingaggiarono furibonde battaglie col Governo romano perché fossero corrisposte le entrate che spettavano alla Sardegna in virtù dello Statuto sardo.

Ora, con la revisione del Titolo V della Costituzione, il Governo Renzi cerca anche di scipparci l'autonomia e noi, anzi lei, signor Presidente, va a Roma col cappello in mano a piatire e anche a ritirare i conflitti pendenti presso la Corte costituzionale che ci vedranno certamente vincenti. Lei si vanta di aver fatto tanto in quattro, cinque mesi; ci indichi che cosa ha fatto, lo dica ai cittadini sardi! Si ricordi però di dire che ha bocciato la zona franca che ci avrebbe permesso di respirare finanziariamente, si ricordi di dire che ha bocciato...

PRESIDENTE. Onorevole Orrù, il tempo a sua disposizione è terminato.

É iscritto a parlare il consigliere Daniele Cocco, per il Gruppo SEL Sardegna. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL). Presidente, la Sardegna non è stata svenduta, nessuna bandiera sarda è stata regalata o lo sarà da questa Giunta e da questa maggioranza. Il Governo Renzi non è omologo, come diceva qualcuno che mi ha preceduto, a questa maggioranza. Non mi risulta infatti che il Partito dei Sardi, i Rosso Mori, la Sinistra Sarda, IRS e SEL facciano parte di quel Governo, di quelle grandi o medie intese che governano comunque attualmente l'Italia.

Dopo anni bui in cui le genti di Sardegna hanno vissuto povertà e disperazioni, giorni che hanno portato a un contesto attuale drammatico, dove lo straordinario italiano è ordinario da noi e il congiunturale è strutturale, abbiamo fiducia nel nostro Presidente. Questo non significa che in egual modo ci fidiamo del Governo a prescindere da chi lo guida. I Governi amici non sono esistiti prima e non crediamo possano esistere d'ora in poi. La guardia sarà altissima per quello che ci riguarda perché altre poste e partite in campo hanno inderogabile urgenza di risoluzione. Però, da oggi,si riparte, la deroga per il 2014 servirà a lenire le sofferenze più acute, che sappiamo sono tante. Partiamo da una situazione in cui abbiamo ancora 33 mila sardi sotto ammortizzatori sociali, abbiamo indicatori che ci danno i disoccupati oltre il 40 per cento, soprattutto a livello giovanile. Abbiamo processi di spopolamento, soprattutto nelle zone interne, che sono divenuti quasi processi ineludibili.

Quel buco famoso della ciambella sarda aumenta sempre di più e di questo voi siete ben conosci e non potete dare responsabilità a un Governo regionale che si è insediato da qualche mese. Il 2015 metterà alla prova la capacità amministrativa e politica di questa Giunta e di questa maggioranza perché noi proveremo, con quelle risorse libere, a dare risposte, a dare le risposte che il popolo sardo si attende rispetto alla situazione drammatica che è sotto gli occhi di tutti. Noi vorremmo provarci con cose che abbiamo detto in campagna elettorale, che erano cose in cui credevamo allora e cose in cui crediamo adesso, noi vorremmo provare a parlare di reddito minimo di cittadinanza, vorremmo provare a trasformare le politiche passive in politiche attive, vorremmo provare a dare risoluzione agli atavici problemi che riguardano i troppi precari della nostra Isola, mi riferisco agli enti regionali, all'Ente Foreste della Sardegna, mi riferisco ad AGRIS, mi riferisco a tutte le battaglie che sono già arrivate in quest'Aula, di cui stiamo parlando e di cui la Giunta, a guida Pigliaru, si è fatta carico e si sta facendo carico. Non si può stare dietro solo alle emergenze, purtroppo bisogna stare dietro alle emergenze e cercare anche di programmare il futuro.

Vorremmo provare a parlare di leggi depositate che verranno nuovamente depositate per cercare di mettere a disposizione dei giovani disoccupati, che volessero investire in agricoltura, i troppi terreni demaniali e i troppi terreni dati in concessione dai comuni all'Ente foreste, metterli a disposizione di queste giovani società o cooperative che volessero davvero investire nell'agricoltura, ci proveremo. Credo che quel miliardo e duecento milioni di euro, che sarà lo spazio finanziario finalmente a disposizione, servirà anche per provare a perseguire queste politiche. Vorremmo, se non dal 2014, almeno dal 2015, provare a equiparare tutti i cittadini della Sardegna nel loro diritto alla salute; vorremmo davvero che tutti i cittadini della Sardegna, i pazienti della Sardegna, quando prenotano un esame diagnostico strumentale, lo prenotino perché questo possa essere eseguito. Noi in questo ci crediamo davvero e siamo orgogliosi e contenti di quello che il presidente Pigliaru ha fatto, non è vero che è andato avanti da solo, ha perseverato in una battaglia che ha portato a una soluzione che noi riteniamo molto, molto positiva, lo dimostra il fatto che la Regione Sarda è la prima Regione in Italia che avrà la possibilità di uscire dal Patto di stabilità pur garantendo il pareggio di bilancio.

Dico "bravo" al nostro Presidente, bravo per l'uovo di oggi e per la gallina di domani, perché siamo certi che domani arriverà anche la gallina. Tutto ciò che ha ben delineato l'onorevole Orrù, rappresenta la realtà della Regione Sarda, però quella realtà, caro onorevole, noi l'abbiamo ereditata e non credo che chi ha preceduto questa Giunta abbia brillato nei cinque anni precedenti in determinazione, in ricerca di autonomismo e in proposta di risoluzione per tutti questi problemi.

Uno dei motti degli zapatisti era: "Avanzare domandando", andare avanti verso un orizzonte comune che metta tutti i cittadini e le cittadine nelle condizioni di realizzarsi e di essere felici, siamo anche un po' idealisti. Il Patto di stabilità, lo sappiamo tutti, era uno strumento costruito da un Governo la cui funzione era quella di ripagare i debiti delle banche dopo la bolla speculativa dei subprime, noi l'abbiamo superata e siamo certi di averla superata, creando uno strumento nuovo in grado di dare risorse per rispondere alla sofferenza delle nostre genti, attraverso la creazione del reddito minimo di cui abbiamo già parlato e di tutte quelle politiche che questa maggioranza (allora "sì" avrete il diritto di contestarci se non saremo in grado) metterà in campo dal 2015 in poi.

Faccio un appello alla Giunta, già qualche collega l'ha fatto prima: nel 2014, noi dovremo cercare di dare le risposte alle richieste che provengono dagli enti locali perché crediamo che davvero i comuni siano gli ultimi presidi ancora in grado di dare risposte immediate alle esigenze del nostro popolo e dei nostri cittadini. Credo che su questo il presidente Pigliaru e l'assessore Paci abbiano già le idee chiare su come comportarsi, saremo in grado, siamo sicuramente in grado, di superare queste emergenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Noi crediamo in lei, Presidente, vada avanti.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Sardegna). Vorremmo sapere come si conclude o come si concluderà questo dibattito perché il Regolamento è chiaro, dice che ci può essere una replica del Presidente che può durare non più di dieci minuti, però in un'altra situazione analoga, mi pare anzi in due altre situazioni analoghe, si è concluso con un ordine del giorno e con le dichiarazioni di voto, perché se no ci dovete dire per quale ragione ci avete convocato.

PRESIDENTE. L'articolo è chiarissimo, ha già espresso lei come si concluderà il dibattito. Il dibattito si concluderà con la replica della Giunta per non più di dieci minuti; l'ordine del giorno, se qualche consigliere intende presentarlo, può essere presentato, non è previsto dal Regolamento, evidentemente è un ordine del giorno aggiuntivo che sarà discusso dal Consiglio qualora presentato.

Continuazione della discussione sulle comunicazioni del Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento, in merito all'accordo tra Governo e Regione in materia di patto di stabilità

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas, per cinque minuti, a completamento del tempo concesso al Gruppo Partito Sardo d'Azione. Ne ha facoltà.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, Presidente della Giunta, colleghe e colleghi, non è senza amarezza, da sardista, che intervengo in quest'Aula, questa sera, soprattutto all'esito degli interventi che mi hanno preceduto, amarezza che deriva dal fatto che noi purtroppo prendiamo coscienza che il cammino che abbiamo voluto iscrivere nel primo articolo del nostro Statuto, cioè quell'anelito insopprimibile del popolo sardo alla propria indipendenza, è ancora un cammino lungo, nel momento in cui, purtroppo, sentiamo che, su argomenti come questi, dove non esiste il rimpallo di responsabilità tra chi c'era, chi ci sarà e chi c'è stato, ma esiste l'attualità stringente di un tema che riguarda tutti e riguarda il futuro di questa terra, ecco, dinanzi a tutto questo, sentire che si creano caste sacerdotali che celebrano le gesta di questo novello Olimpo che avrebbe condotto e portato risultati, mentre tutto il resto che sta in quest'Aula non ha mai contribuito e ottenuto niente, francamente è un discorso al quale non aderiamo e non possiamo stare.

Non se ne abbia male, onorevole Desini, io lo ripeto spesso nei miei interventi, i sardi non hanno scelto voi, questa legge elettorale ha determinato che voi siate maggioranza, ma non dimenticate che chi sta dall'altra parte, soprattutto chi sta fuori dal Consiglio regionale, per via di questa legge, rappresenta più sardi di quanti voi non ne rappresentiate! Allora non è sufficiente risolvere il tema con "il Presidente ha sempre tenuto informati tutti noi costantemente"! Qui c'è un problema istituzionale: è il Consiglio regionale, è il Parlamento dei sardi che deve essere tenuto costantemente aggiornato, non si tratta di una dialettica tra maggioranza e Giunta.

Crediamo che, dopo quattro mesi, non si possa continuare a celebrare questo karma della serietà, credibilità istituzionale, competenza. Siamo tutti seri, credibili, competenti, queste istituzioni lo sono, nessuno può arrogarsi il diritto di avere la rappresentanza esclusiva di queste categorie e soprattutto è finito il tempo delle mozioni di metodo, parliamo di contenuti, sul fatto di aver recuperato tutte queste cose, perfetto, riconosciamocelo vicendevolmente, ma parliamo del contenuto! Allora come si può onestamente rivendicare a sé un grande risultato nell'applicazione di un principio come quello del pareggio di bilancio che è stato iscritto nella Costituzione, che è oggetto di una legge di attuazione della riforma costituzionale e dal 2003 ci sono le norme di attuazione, addirittura ci sono i pamphlet del Ministero dell'economia e delle finanze che dicono che, dal primo gennaio 2015, si dovrà applicare! Non si è ottenuto nulla. Semplicemente lo Stato anticipa in Sardegna gli effetti di una riforma.

Allora incominciamo a chiamare le cose con il loro nome. Qui si è rinunciato a un risultato che si era ottenuto e si è scritto in un accordo con estrema chiarezza che addirittura questa Regione dovrebbe rinunciare ai pronunciamenti favorevoli della Corte costituzionale. Credo francamente che tutto questo non sia un problema di destra, di sinistra, di governo o di non governo; ma vogliamo censurare e condannare un Governo della Repubblica che vessa una Regione imponendo che, in un accordo, si scriva che si deve rinunciare agli effetti di una sentenza della Corte costituzionale? Quella sentenza ha riconosciuto un diritto! Non è negoziabile, non è rinunciabile, non è nella disponibilità di nessuno!

Non si può firmare un accordo (senza venire prima in Consiglio regionale) che impegni la Regione, e qui il Consiglio regionale, ad abrogare delle leggi. Non ci si può impegnare a omogeneizzare i bilanci per favorire forme di controlli. Noi siamo partiti dal riconoscimento di un diritto ad avere proporzionalità tra la spesa eurocompatibile e le nuove entrate, e siamo tornati con 320 milioni più 44 per l'accordo con Trenitalia, anche su quel versante abbiamo perso, perché siamo partiti da un accordo di programma sottoscritto con il Governo che per mantenere Trenitalia prevedeva molto di più! Non abbiamo portato avanti la nettizzazione delle spese su continuità territoriale e trasporto pubblico locale, in tutte le altre regioni d'Italia quelle spese sono nettizzate già da tempo!

Allora, credo che, su quell'accordo, Presidente, nell'interesse di tutti, dovremmo tornarci ma dovremmo tornarci per darle maggiore forza, perché non è accettabile. Non è accettabile! È in gioco il perimetro esistenziale di questo popolo, non è in gioco un pezzo di carta!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu, per il Gruppo UDC Sardegna. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, colleghi e colleghe consiglieri, presidente Pigliaru, lei ha pubblicamente definito questo risultato come "accettabile". Conoscendo la sua onestà intellettuale il suo "accettabile" lascia intendere la piena consapevolezza delle criticità accordate. Quindi, nulla di epocale! Presidente, lei si è presentato in Aula per riferire all'Assemblea sugli accordi stipulati a Roma circa l'annullamento del Patto di stabilità, dal primo gennaio 2015, e sull'ampliamento del tetto di spesa a 320 milioni di euro per il 2014. Ammetto che questo accordo, tra la Regione e lo Stato, ha suscitato in noi stupore ma anche tanta preoccupazione, in quanto l'annullamento del patto vede l'impegno della Regione a garantire il raggiungimento del pareggio di bilancio, che riguarda la situazione di cassa e il bilancio di competenza. Quanto detto, costringerà inevitabilmente la Regione e i 377 comuni sardi a un blocco della spesa, negli investimenti, e a un conseguente fermo delle opere pubbliche, delle infrastrutture, con effetti drammatici sul mondo del lavoro, sulle nuove opportunità e sull'innovazione della Regione sarda nonché sull'efficienza dei servizi essenziali.

Sappiamo tutti che, per soddisfare questo obiettivo, dovremmo chiedere a tutti i sardi pesanti e inevitabili sacrifici, con un'attenta analisi vediamo che in effetti l'accordo preso non porta nulla di buono, è perfino riduttivo definirlo "patacca", come l'ha definito in questi giorni il presidente Cappellacci, perché si tratta di un vero atto di sottomissione totale allo Stato italiano, è un'intesa che toglie dignità a questa Regione che si piega ancora una volta, umiliata, alla volontà di un tiranno nazionale che intende continuare la sua azione demolitrice anche con l'eliminazione dell'autonomia dello Statuto sardo.

Presidente, lei è andato a Roma per trattare una rettifica dei limiti di spesa previsti dal patto, motivando questa necessità con la gravità della situazione economica, sociale e amministrativa in cui vertono i cittadini sardi, i 377 comuni e tutti gli enti locali. Per essere più chiari, lei doveva trattare affinché il Patto di stabilità potesse garantire alla Sardegna intera una soglia di sopravvivenza, di avere la possibilità di utilizzare le risorse legittimamente ottenute per sostenere le famiglie, le imprese, le categorie, per realizzare infrastrutture, per rispondere quindi con decisione e determinazione alle difficoltà e al degrado che ci contraddistingue davanti all'Italia e all'Europa intera.

Garantire il pareggio di bilancio significa, come lei ha già affermato, attuare una politica di rigore che la Giunta Soru e i Governi Prodi e Monti hanno già adottato con effetti sistematicamente negativi in termini di aumento della pressione fiscale, di incremento delle sanzioni, maggiori vincoli normativi e certificati per le imprese, controllo delle assunzioni e delle spese degli enti locali, incrementando così la disoccupazione e la precarietà. Queste politiche hanno avuto effetti positivi per il Pil, sicuramente, ottenuti con la restrizione della spesa pubblica e con maggiori entrate derivanti dall'Erario, ma i costi per raggiungere questi risultati sono stati ingenti, con la forte restrizione dei consumi, degli investimenti e il numero crescente delle imprese in difficoltà.

La lettura dell'accordo ha poi ampliato l'umiliazione per la nostra Isola data dal ritiro di tutti i ricorsi contro lo Stato e ciò porta alla rinuncia, per il periodo 2014-2017, degli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto. I ricorsi in questione sono il prodotto di lotte per rivendicare l'illegittimità costituzionale dell'IMU, sulla spending review e per i tagli alle risorse degli enti locali, impedendo di riconquistare diritti e risorse che indebitamente ci sono state rubati e che sarebbero fondamentali per la rinascita della nostra Sardegna. Personalmente e come Gruppo consiliare siamo fermamente contrari a questo accordo scellerato che vuole piegare senza alcun contrasto le sorti del popolo sardo, il quale chiede da anni di muoverci, in modo concreto, affinché tornino orgoglio e forza regionale, che da qualche anno stiamo perdendo. Non credo che appoggiare quanto è stato accordato rispecchi la volontà dei nostri cittadini, inoltre sono certo che rispettare gli impegni sanciti il 21 luglio sia un atto dannoso per l'economia regionale, per gli assetti amministrativi sul territorio, nonché un'amara beffa per il popolo, in grave difficoltà.

Esiste peraltro un aspetto che mi preme sottolineare perché personalmente credo che completi il quadro negativo e scellerato di tutta la vicenda. La sigla dell'accordo è avvenuta senza il coinvolgimento dell'Assemblea regionale, questo è un fatto di grandissima rilevanza poiché qualsiasi decisione, specie se in materia di stabilità economica e finanziaria, deve essere presa con un confronto e un dibattito che noi ci impegniamo a rendere serio e costruttivo. Avanzare trattative così importanti e attese senza la necessaria interpellanza del Consiglio regionale è sempre una scelta poco rispettosa per i cittadini e per quel principio che tanto viene decantato ma poco attuato, ovvero la democrazia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula, per il Gruppo Soberania e Indipendentzia. Ne ha facoltà.

USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, su questo accordo in materia di finanza pubblica si è scatenato un incendio di polemiche che, a mio dire, sono solo in parte giustificate, è come qualcuno al quale, giocando con il fuoco in una giornata di vento, è scappato un pochino di fuoco e va a bruciare anche i confini del vicino. Devo dire quindi che certe polemiche non hanno neppure colto il segno. Secondo noi, secondo Soberania e Indipendentzia, questo accordo, che pure ha aspetti importanti che vanno perfezionati e sicuramente meglio definiti, è un accordo positivo. Noi lo riteniamo positivo perché tornerà utile e quel che è utile oggi per l'economia sarda va utilizzato sino all'ultima leva, sino all'ultimo strumento, sino all'ultimo euro. Dal 2015, la Sardegna potrà spendere le sue entrate, potrà utilizzare le sue entrate, le sue forse (speriamo, noi ne siamo convinti) maggiori entrate. Potrà spendere di più e quindi potrà investire di più, creare lavoro, dare più opportunità ai nostri giovani. Questo è il nostro impegno, questa è la nostra speranza, questo è anche il nostro convincimento. Come uno Stato d'Europa, la Sardegna dovrà rispettare il pareggio di bilancio. Questo è quindi un accordo che noi consideriamo una conquista di sovranità. Però, per rendere compiuta, e davvero più efficace, questa conquista e garantirne gli effetti economici per la nostra gente e la nostra terra, i partiti sovranisti e indipendentisti chiedono ulteriori certezze, ulteriori garanzie su quanto ci spetta in termini di risorse, di entrate, e di conseguenza certezze nel poterle gestire da noi, da sardi negli interessi della Sardegna.

Per questo, noi chiediamo al presidente Pigliaru di fare proprio quanto segue. L'accordo sottoscritto chiama, come naturale conseguenza, la costituzione dello strumento che gli dia piena attuazione: l'Agenzia sarda delle entrate. La costituzione della Agenzia sarda delle entrate va del resto a braccetto con il superamento del Patto di stabilità perché è lo strumento che consente di quantificare e gestire l'esatto ammontare delle entrate a nostra disposizione; è dunque strumento di garanzia della bontà di questo accordo. Intanto che attiveremo, e si va ad attivare, l'Agenzia sarda delle entrate, i partiti sovranisti e interventisti propongono di impegnarsi per far leva sullo Stato per ottenere con effetto immediato la revisione dei flussi, tale per cui le entrate prodotte in Sardegna siano immediatamente girate dallo Stato a un conto della Regione Sardegna. E poi l'immediata attivazione, come previsto dall'accordo del 2006, tra Regione autonoma della Sardegna e Stato (come è accaduto di recente anche per la Sicilia), di un codice tributo che consenta alla Sardegna di incassare le tasse delle imprese che lavorano in Sardegna pur avendo sede fiscale fuori dalla nostra terra. I due elementi sono correlati in modo essenziale all'accordo sottoscritto; se, dal 2015, vale a dire tra pochi mesi, dobbiamo poter spendere le nostre entrate, queste devono essere nella nostra immediata, completa e certa disponibilità.

Mettiamoci a lavorare! Questo accordo ci dà agio di maggiori entrate per il 2015, ci dà la possibilità di non dover pagare per lo sforamento del Patto di stabilità per il 2013, ci dà maggiore agio di risorse per il 2014, ci dà la possibilità di maggiori investimenti: allora lavoriamo per creare davvero, con queste nuove e maggiori disponibilità economiche, un nuovo piano di sviluppo che individui priorità e obiettivi irrinunciabili. Voglio ricordare il lavoro, la povertà, la sofferenza in cui versano gli enti locali, in cui versa la nostra scuola, in cui versa il nostro sistema formativo, perciò dico che questo è un accordo da sottoscrivere, naturalmente con la giusta vigilanza e con la giusta attenzione verso lo Stato, di cui non siamo diventati improvvisamente amici e sostenitori. Accogliamo piuttosto con piacere il fatto che anche l'onorevole Dedoni entri a far parte dei sovranisti, iscrivendosi a pieno titolo nella nostra schiera, che si sta ampliando. Noi sottoscriviamo, in qualche modo guardandolo con il giusto rispetto, la giusta attenzione e il giusto plauso, questo accordo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu, per il Gruppo Sardegna. Ne ha facoltà.

TRUZZU PAOLO (Sardegna). Presidente, signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi, devo dire che non conosco la zia dell'onorevole Desini però, girando per le strade e per le piazze, ho avuto modo di parlare con diversi zii di destra e di sinistra e devo dire che la maggior parte di questi non era convinta del fatto che, per i prossimi anni, noi avremo più soldi e più risorse. Però oggi, dopo quattro mesi dal suo insediamento, signor Presidente, grazie a quella competenza, a quella tenace serietà che contraddistingue lei e la sua Giunta, come più volte avete avuto modo di rimarcare in questa Aula, stiamo celebrando un successo, un successo incredibile, cioè la chiusura della vertenza entrate con lo Stato, l'allargamento del Patto di stabilità e l'equilibrio di bilancio per il 2015. È per questo, ma non solo per questo, che oggi mi sentirei in dovere di farle i complimenti.

Presidente, nonostante abbia ormai una frequentazione di lungo corso con la politica, benché anche in passato abbia dimostrato una certa autonomia di giudizio, una capacità di non sottostare ai diktat di una certa politica, lei non appartiene sicuramente alla categoria dei cosiddetti politici di professione, però ascoltando giovedì scorso le sue dichiarazioni devo dire che, a mio parere, ha dimostrato di aver abbondantemente imparato la lezione e di possedere una di quelle caratteristiche principali dei politici di professione ovvero riuscire a vendere per oro ciò che oro non è.

Quindi altro che Topo Gigio, Presidente, lei ha dimostrato di essere un politico più che navigato ma nel senso deteriore del termine perché è venuto candidamente a raccontarci la storiella della buona famiglia che si indebita durante la crisi e restituisce i soldi quando le cose vanno meglio. La vera storia è un'altra e potremmo raccontarla così oggi: quel padre di famiglia, quel lavoratore, che ha una causa magari con il suo datore di lavoro in seguito alla quale una sentenza gli riconosce 1 miliardo e 200 milioni di euro accetta, nel clima della leale collaborazione, una trattativa con il suo datore di lavoro e firma un accordo che gli garantisce 360 milioni di euro; forte di questo accordo si presenta in famiglia e dice ai parenti: "Sapete che cosa c'è? Per quest'anno ho ottenuto 360 milioni a fronte del miliardo e 200 milioni che mi doveva quel signore e che, dall'anno prossimo, posso spendere tutto il mio stipendio!".

Questa è la vera storia che è venuto a raccontarci, signor Presidente! Questa storia testimonia anche che l'accordo non sia il massimo, lo sapeva bene, lo sa bene lei e lo sa bene perlomeno chi le scrive i post su Facebook, perché dichiarare che, per il 2014, il risultato, nel contesto di ciò che avverrà dal 2015, è accettabile, è una palese ammissione di sconfitta, di un accordo al ribasso, della necessità di accettare il diktat del Governo Renzi. Devo dire che, per fortuna, l'accordo è stato firmato perché mi ricordo che, qualche mese fa, avevate cominciato a raccontarci della trattativa con cui si richiedeva 1 miliardo e 200 milioni, poi siete scesi a 500 o 600 milioni, poi siamo arrivati a 360 milioni; se fossimo andati avanti ancora per qualche mese, probabilmente i soldi di tasca li avremmo dovuti tirare fuori noi!

Quindi, Presidente, la realtà è che l'articolo 5 di questo accordo certifica che lei ha svenduto i giusti e legittimi interessi e diritti della Sardegna e dei sardi al "pifferaio fiorentino". L'invito che vi rivolgo, cari colleghi della maggioranza, soprattutto ai sostenitori dell'indipendentismo, della sovranità, dell'autonomia, è quello di dimostrare veramente la schiena dritta, di cui spesso avete parlato, e di non sottostare alle richieste dei governi amici che sono gli stessi che non più di qualche giorno fa, di qualche settimana fa, hanno negato magari i fondi per l'alluvione, e di non cedere agli incantatori di serpenti a Roma come a Casteddu. Vedete, oggi mi trovo un po' in imbarazzo perché è vero che parlo a nome del Gruppo Sardegna, però ricordo a tutti che sono stato eletto nelle file di un Partito che si chiama Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, ricordo anche che il mio leader si chiama Giorgia Meloni, però sinceramente superarvi su certe battaglie mi sembra un po' particolare.

Anche sulla base di quello che avete detto, il consiglio che mi permetto di darvi è di smetterla, come ha detto anche il collega Solinas, di ricordarci ogni "tre per due" che siete delle persone serie e che la serietà aleggia solo da quella parte, e di cominciare a passare dalle parole ai fatti, perché è di questo che ha bisogno la nostra terra, di cominciare a passare dalle parole ai fatti anche sulle questioni - come ha detto prima qualche collega - del lavoro. Se proprio la vogliamo dire tutta, anche sulle questioni del lavoro siete fermi! Lo vogliamo dire che Garanzia Giovani è una truffa? E che avete investito 54 milioni per non dare risposte ai giovani perché nessuno ha avuto ancora l'opportunità di avere una chiamata e di avere un incontro con le aziende? Sono passati più di due mesi! E vogliamo dire, caro onorevole Cocco, che, quando parliamo dei problemi del lavoro, dei problemi del lavoro nella pubblica amministrazione, non si può pensare solo ai precari ma dobbiamo cominciare a pensare anche a quella generazione di giovani che non ha avuto in questi anni l'opportunità di fare nemmeno un concorso, tutti quelli che stanno fuori della pubblica amministrazione?

Ancora, anziché impelagarvi in fantasiose leggine di riordino della sanità che hanno come unico scopo quello di commissariare i manager, fatto che interessa più voi che non i sardi, occupate l'Aula con cose serie, l'avete detto, incominciate a portare in discussione la legge sull'Agenzia sarda delle entrate, sono convinto che questa minoranza vi darà una mano su quella legge perché è nell'interesse di tutti i sardi. Iniziamo a parlare di riforme vere e non di soluzioni gattopardesche perché è questo che attende chi vive al di fuori di quest'Aula e la responsabilità di fornire delle risposte è di questa Giunta e di questa maggioranza, non potete dopo quattro mesi venire a dire che avete trovato una situazione di macerie perché, se anche fosse così, dovreste incominciare a occuparvi e a preoccuparvi di toglierle queste macerie, non di crearne altre, a meno che, cari colleghi, non siate convinti che i destini dell'isola si risolvano con l'approvazione della legge sulla fetopatia alcolica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau, per il Gruppo Sardegna Vera. Ne ha facoltà.

ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Consiglieri, Presidente, credo che oggi stia andando in onda l'ennesima puntata di quello che la stampa riepiloga in diversi anni di discussioni sulla vertenza entrate. Devo tuttavia dirle, onorevole Truzzu, che mi dispiace veramente il tono che ha assunto nel suo intervento in questo momento, perché io credo nella buona fede delle persone, nella collaborazione. Non ho mai detto, personalmente, ma neanche da questi banchi, che il presidente Cappellacci voleva distruggere la Sardegna, che non voleva occuparsi delle entrate o di altre questioni, e credo che blandire, diciamo così, la maggioranza con questi argomenti non sia segno di un interesse verso la Sardegna. Lo dico con rammarico perché avrebbe dovuto dare atto alla maggioranza che abbiamo discusso e affrontato argomenti nel dettaglio anche su proposte della minoranza, prendendo delle soluzioni condivise.

Detto questo, la minoranza ha abdicato, prendiamone atto, signori della maggioranza, e ragioniamo su quello che serve, è inutile discutere o andare a rincorrere la minoranza su questo tema. Hanno deciso che vogliono cantare e suonare il De profundis di questa Sardegna, non interessa loro discutere nel merito delle azioni, non interessa loro ragionare sugli spazi finanziari che abbiamo conquistato nel 2014 e benché meno del bilancio di cassa che redigeremo dal 1° gennaio.

È una responsabilità nostra, è una responsabilità che dobbiamo assumerci ed è una sfida molto, ma molto difficile, molto difficile. Teniamo conto che noi non siamo una repubblica indipendente, per il momento, noi siamo un'articolazione dello Stato italiano, per il momento. Voi sapete, colleghi di maggioranza, signor Presidente, che io sono per superare questo regionalismo, per andare a un sistema fiscale sardo, per assumerci il rischio, Presidente, di dover rinunciare a questo residuo fiscale che ci vede con 3 o 4 miliardi in più, sono per affrontare questa sfida, però in questo momento noi siamo un'articolazione dello Stato italiano, una Regione che deve con lo Stato italiano ragionare sugli spazi finanziari, e ci ragiona come ci ragiona la Basilicata.

Nos ada a dolere puru chi nois semus sa Sardigna e non nos 'olimos paragonados a sos lucanos, però finzas a 'omo semus una Regione commente a issos. Quindi dobbiamo ragionare de iure condendo, dobbiamo ragionare per quello che vogliamo fare e la sfida è molto complicata. Anno 2014: abbiamo delle emergenze importanti (lo hanno detto i consiglieri di maggioranza) sugli enti locali. Sugli enti locali bisogna dare una risposta immediata e credo che vediamo anche in luce il possibile sviluppo di questo accordo, che è quello di chiedere allo Stato, magari discutendo sugli accantonamenti, che sono circa 600 milioni di euro, per togliere il Patto di stabilità agli enti locali e ragionare noi, tenerceli noi, metterli sotto l'ala protettrice della Regione, togliendo tutta quella burocrazia romana che non serve a niente. Questi sono ragionamenti da fare da adesso in poi, tantu a istare a discutere de sa vertenza entrate de Soru, eja! Soru at datu sa vertenza entrate. Al Comune di Ollolai, un piccolo villaggio di 1400 abitanti, sono arrivati 500 mila euro in più, e abbiamo previsto bonus bebè, contributi agli universitari e cose del genere, soldi che sono arrivati nelle casse. La vertenza entrate era una cosa ed è una cosa importante! In mezzo, tra la vertenza entrate e oggi, mi sembra che ci sia stato prima il Governo amicone di Berlusconi, poi dopo, cando bos sezzisi abbizados chi bos funti pigande in ziru, vi siete scatenati a sparare tutte le cause possibili e immaginabili. Oggi, certo, un nuovo accordo, un Governo che si dimostra per la prima volta leale, perché è un Governo che dieci giorni fa ha rinunciato a impugnare una legge nonostante ci fosse un parere del Ragioniere generale dello Stato, che è il capo dei burocrati, e che, tra la versione del Ragioniere generale dello Stato e la nostra versione, ha scelto la versione della Regione Sarda. Sono dati, non parliamo di chiacchiere!

Però torniamo a quello che dobbiamo fare noi, signori. Noi, per il 2015, abbiamo un bilancio di cassa da fare, ogni euro che verrà messo in bilancio dovrà avere un corrispettivo in entrata e in uscita, avremo scelte dolorose da fare, scelte importanti, dovremo ridurre i costi della sanità. Non pensate di fare come hanno fatto altri, giusto perché l'onorevole Truzzu ci ha ricordato che noi pensiamo ai precari, forse perché non possiamo più permetterci gli interinali nelle ASL? Noi non ce li possiamo permettere, non ci possiamo permettere in certe ASL di aumentare del 500 per cento, assolutamente, il costo dei CUP, non ce lo possiamo permettere! Dobbiamo tagliare queste cose, la politica clientelare, e affrontare seriamente le criticità che ci sono nella nostra Isola. È difficile? È complicato? Ma nos ant votadu finzas pro cussu!

Fra quattro anni e qualche mese ne riparleremo. Giochiamo di nuovo la partita e proviamo ad esempio a cambiare la legge elettorale, per far sì che non ci sia questo sconcio e ci sia una partita regolare, una partita dove ci possono essere più interlocutori e dove possiamo confrontarci, per fare in modo di portare anche un'opposizione che dialoga, che discute ed entra nel merito, non come loro che, quando nascono le questioni, scappano a gambe levate, perché le responsabilità sono dolorose e noi ce le dobbiamo assumere tutte, altrimenti non ci dovevamo candidare!

Quindi, onorevole Pigliaru, assessore Paci, questo è un risultato importante, finiamo di dirci bravi perché abbiamo raggiunto un risultato importante, deppimos passare a s'atteru obiettivu. Questo è il piglio che dobbiamo avere noi in questo mandato legislativo, un mandato legislativo complicato ma all'altezza di una sfida importante che può essere vinta, e il Governo, sino a oggi, si è dimostrato leale. Se poi 'olimos diventare comunità autonoma, come dico io, o indipendenza, come dicono i miei amici sovranisti e altri che stanno fuori dal Palazzo, decidiamo democraticamente, ci sono gli strumenti referendari e, quando saremo repubblica indipendente, ragioneremo anche delle altre questioni.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco, per il Gruppo Partito Democratico. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, come spesso accade o, diciamo, come prassi consolidata prevede, nel copione delle parti in commedia, l'opposizione non può che sparare contro il Governo e sul lavoro svolto dal Governo. Questa volta neanche l'eccezione ha cambiato la regola perché hanno consolidato una prassi che oramai li vede sparare contro tutto e contro tutti, fuori da ogni ragione e fuori da ogni contesto nel quale occorre ragionare. E quale, più di questo momento, è l'occasione su cui ragionare? Tuttavia ci sono occasioni nelle quali le forzature, per giustificare le contrarietà, appaiono evidentemente stucchevoli, prive di efficacia, perché chiaramente fuori luogo. Ho sentito parlare di umiliazione, cappello in mano, pifferai. Nella storia, va detto, i risultati contano e di pifferai vacui, poveri di sostanza, avari di soluzioni, prestati alla commedia, ce ne sono stati tanti, e qualcuno, anche in quest'Aula, si presta molto bene alla commedia.

L'onorevole Dedoni è uno di questi, è uno che si presta molto bene alla commedia, mi dispiace che non sia presente in questo momento in quest'Aula, in tutti i suoi modi si presenta bene per la commedia e per la parte in causa, non argomenta nulla e poi dimentica una cosa importante, importantissima, che dimenticano molti colleghi del centrodestra, cioè che questa Regione l'hanno governata loro in questi ultimi cinque anni e l'abbiamo ereditata noi in questa situazione. Non lo diciamo perché la cosa ci sorprende, infatti quando ci siamo candidati sapevamo che la situazione era questa ed è in questa situazione che vogliamo lavorare per trovare soluzioni per tirare fuori la Sardegna dalle macerie di cui parlava il collega poco fa. Una situazione che non abbiamo gradito, che non gradiamo, che non gradiscono soprattutto i sardi, ma che loro ci hanno lasciato così, e possono dire quello che vogliono, ma la situazione è questa! Allora la strada che dobbiamo percorrere è quella che hanno tracciato loro? Quale strada? Ma è quella che dobbiamo seguire? Quella che hanno tracciato loro? Io credo di no! Qualsiasi altra strada io credo che sia giusta più di quella che hanno tracciato loro, ed è su quella che occorre fare un cammino, un lavoro importante, perché questa Sardegna possa assolutamente rialzarsi.

Oggi discutiamo su un tema che rappresenta un punto di svolta per la Sardegna, parliamo di un accordo fra Stato e Regione, Regione Sarda, che rafforza la nostra sovranità, va detto con forza, scusate la ripetizione, "rafforza la nostra sovranità"! Cioè sovvertire, dire cose diverse da quelle che sono le realtà, e cercare di modificare le cose, nella sostanza questo appare. Un'intesa raggiunta con spirito di leale collaborazione, questo è vero, che pone le basi concrete per ulteriori importanti traguardi e per superare i vincoli imposti dal Patto di stabilità, è un grande risultato, ottenuto da Pigliaru, da Paci, fuori dalla portata di qualsivoglia polemica e di ogni tentativo di intorbidire le acque con polemiche strumentali, sterili, fini a se stesse e del tutto fuori luogo. Parlano i fatti e parlano dopo solo quattro mesi; noi abbiamo ereditato cinque anni di governo di centrodestra e solo la faccia tosta di coloro che hanno amministrato per cinque anni, impoverendo la Sardegna, si può presentare in questa Aula ad accusare in maniera così veemente, dai banchi del centrodestra, un tentativo di risollevare le sorti della Sardegna e della sua economia, stringendo un patto con il Governo, avendo maggiori risorse, mettendo in bilancio più denari che devono essere programmati a partire dal prossimo anno fuori dai vincoli del Patto di stabilità!

Di Patto di stabilità hanno parlato tutti, hanno parlato loro, io c'ero nella scorsa legislatura, e ho sentito il presidente Cappellacci parlare di vincoli, di strettoie del Patto di stabilità, ho sentito l'ex Assessore di allora, che era La Spisa, parlare dei vincoli del Patto di stabilità, rispondendo alle osservazioni fatte dall'allora centrosinistra che era all'opposizione. Il Patto di stabilità era quello che impediva di spendere le risorse che c'erano nel bilancio della Sardegna e che non potevano essere spese perché non potevano essere superati i vincoli del patto! E oggi, perché le parti in commedia prevedono questo, fuori da ogni pudore, diciamo così, ci dicono che il Patto di stabilità non doveva essere superato, che la garanzia del Patto di stabilità era quella, che non doveva essere premuto nessun pulsante che portasse indietro la Sardegna: ma qua siamo fuori dal mondo! Siamo fuori da ogni contesto di logica, anche nelle parti in commedia, di cose che devono essere e possono essere sentite.

L'eliminazione totale dei vincoli dal 2015 è un grande risultato! Ci consentirà di programmare le risorse per i mesi che verranno. Sono consapevole che questa non è la verità assoluta, che questo non è per forza il cammino nel quale e attraverso il quale la Sardegna si potrà sollevare, ma è certamente un tentativo importante che deve essere fatto, sostenuto con forza, e noi lo sosteniamo, lo sosterremo fino in fondo. L'altra alternativa è continuare sulla strada tracciata da coloro che hanno amministrato la Regione in questi ultimi anni, ed è un fallimento totale, un fallimento totale sotto gli occhi di tutti! Non solo lo hanno detto gli elettori, ma lo racconta la storia e lo racconta la storia di questi anni passati! E qui non si può permettere nessuno di venire a puntare il dito dicendo che è un accordo capestro, di gente che va con il cappello in mano a chiedere conto allo Stato perché la Sardegna possa risollevarsi, perché con il cappello in mano ci sono andati loro, anzi, abbiamo chinato la testa di fronte a ogni questione, facendo soltanto propaganda, lanciando slogans vacui e privi di effetto, che servivano soltanto per cercare qualche "voterello" in più, sterile per la nostra economia! Questo è quello che ha fatto il centrodestra in questi anni, questo è quello che noi non vogliamo fare negli anni che verranno.

Abbiamo quattro anni e mezzo ancora di governo della Regione Sarda. Il Presidente della Regione, insieme alla Giunta e all'Esecutivo tutto, ha messo in piedi un cammino che, secondo me, è virtuoso, naturalmente la prova dei fatti lo racconterà, perché, come ho detto prima, e ribadisco, la verità non ce l'abbiamo neanche noi, facciamo tentativi. Questo, dal punto di vista dell'economia, per la nostra Isola, è un tentativo importante che dà nuove risorse, che mette in piedi per il bilancio della Regione Sarda nuove economie.

Allora potremo raccontare una storia diversa per i nostri giovani, sui quali naturalmente occorre investire; per gli enti locali, ai quali bisogna dare nuove risorse per superare a loro volta i vincoli del Patto di stabilità, ed è una cosa sulla quale io credo che, Presidente, Assessore, dovremo lavorare, e superare i vincoli del Patto di stabilità dei comuni, se le risorse lo consentiranno e se la programmazione di questa Giunta regionale e di questo Consiglio regionale prevederà la possibilità di superare i tetti imposti dai vincoli del Patto di stabilità anche per le amministrazioni pubbliche, perché sono quelli che impediscono di spendere risorse. In un comune di 5000 abitanti, 8 milioni di euro non possono stare fermi, devono essere messi in circolo, e questo può essere fatto soltanto attraverso accordi come questo.

Non mi risulta che, nei cinque anni passati, ci sia stato un tentativo per far superare i vincoli del Patto di stabilità ai comuni, eppure tutti gli amministratori di allora sapevano che quelli impongono e impoveriscono gli enti locali, impediscono di programmare, perché le risorse sono molto poche e quelle che ci sono non possono essere neanche spese, perché ci sono i tetti imposti dal Patto di stabilità. Queste sono le cose che noi raccontiamo a coloro che verranno. E quando si dice che la Sardegna perde sovranità è una balla spaziale, di quelle che si raccontano ai bambini che credono a tutto, e non può essere raccontata così, perché penso che non ci credano neanche loro, perché non è possibile, altrimenti non si ha l'ardire di proporsi nell'amministrare la cosa pubblica, perché, se questo è il risultato, e il risultato è sotto gli occhi di tutti, va detto ancora, è evidente che questo è quello che si vuol fare.

Gli slogans sono finiti, non è più tempo per nessuno, neanche per noi, per cui noi abbiamo messo in piedi un provvedimento che deve essere sostenuto fino in fondo e naturalmente andrà rivisto con lo Stato, di volta in volta, perché noi abbiamo siglato un accordo che prevede rispetto e leale fiducia gli uni nei confronti degli altri, siccome gli uomini cambiano e le amministrazioni cambiano, sia quelle regionali che quelle nazionali, è bene mettere nero su bianco l'accordo di volta in volta, in maniera tale che le prospettive possano essere rosee anche in futuro, che non si basino, come dire, esclusivamente sugli uomini di buona volontà e sugli uomini capaci di gestire le cose, ma siano sancite per la Sardegna, perché noi siamo amministratori pro-tempore di quest'Isola e dobbiamo garantire anche la prospettiva per il futuro.

Su alcune altre questioni… dato che è rientrato l'onorevole Dedoni, mi rivolgo a lui per dirgli che prima l'ho citato, con tutto il dovuto rispetto, a proposito di commedie e di commedianti: tu rappresenti molto bene, lo dico di fronte a te, quello che è il significato delle cose che voi raccontate per quest'Isola. Lo hai fatto nei cinque anni passati e oggi punti l'indice contro chi amministra quest'Isola, dimenticando che, nei cinque anni passati, tu, che rappresenti ad esempio i Riformatori, che parlate di province, che parlate di abolizioni di enti, di amministrazioni, in realtà non avete concretizzato. Per esempio, l'altro giorno avete realizzato una manifestazione pubblica con la quale avete chiesto di cancellare le province! Loro! Io quasi sono tornato indietro e ho detto: ma, sono i Riformatori questi che fanno una manifestazione per togliere le province? Ma chi ha amministrato la Regione nei cinque anni passati? C'erano loro! E le province sono ancora lì!

(Interruzione)

L'unica cosa che hanno fatto è stato commissariare le province, togliendo coloro che erano stati eletti dal popolo e mettendo i commissari a governare le province…

(Interruzione)

… e oggi si scandalizzano se il centrosinistra vuole fare immediatamente la riforma sanitaria, che costa 300 milioni di euro in più alle casse della Regione. A proposito, la possibilità di liberare risorse, 300 milioni di euro in più che possono essere messi in circolo nuovamente…

(Interruzioni)

Dedoni! La commedia è finita, adesso non è il tuo turno, è il mio. Adesso fai silenzio! Ti ho citato perché eri assente prima…

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, concluda l'intervento. Grazie.

COCCO PIETRO (PD). Sì, mi dia un secondo ancora per concludere. Dicevo, anche sui 300 milioni di euro, la sanità costa 3 miliardi e 100 milioni, 2 miliardi e 860 è quello che dovrebbe costare, liberare nuove risorse, oltre a quelle che arrivano dallo Stato, ci consentirà di programmare…

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.

È iscritto a parlare il consigliere Ugo Cappellacci, per il Gruppo Forza Italia. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Presidente, purtroppo anche oggi, è vero, onorevole Cocco, si sta recitando una commedia, si recitano le parti in commedia, e lo si sta facendo sulla base di un copione vecchio e superato; è un copione, è una trama che non porterà niente di buono ai sardi. Il vulnus, l'aspetto più negativo di questo copione, è dato dal fatto che (si evince dagli interventi che sono stati fatti, ma l'ho letto tra le righe anche nelle dichiarazioni della Giunta) si considera la minoranza come controparte. La controparte in questa vertenza non è la minoranza, la controparte è lo Stato e questo Stato è controparte della Sardegna da oltre sessant'anni di autonomia. Noi abbiamo appena passato cinque anni, che sono stati difficili, ma durante i quali abbiamo scritto, anche insieme, alcune pagine molto importanti, perfino appassionanti.

Voglio ricordare per esempio quella che riguarda la modifica dell'articolo 10 dello Statuto, l'abbattimento dell'IRAP per le imprese sarde, l'abbiamo scritta insieme; voglio ricordare tutto quello che abbiamo fatto, da ultimo la sentenza della Corte costituzionale e poi il nostro "atu de intima", la diffida notificata al Governo, la vertenza delle entrate, per vedere liquidate e scritte nel bilancio statale tutte le somme che erano dovute alla Sardegna. Voglio ricordare quella sentenza della Corte costituzionale che il presidente Pigliaru, nel suo intervento, ha citato come il primo elemento, la pietra miliare, uno dei punti di forza di questo ragionamento, quella che dice che entrate e spese non possono non avere una correlazione. Quei ricorsi sono stati proposti dalla Giunta del sottoscritto sulla base di ordini del giorno votati all'unanimità dal Consiglio regionale, quindi non erano invenzioni dell'ultim'ora, non erano trovate della Giunta, erano azioni lucide, concrete, concordate su base politica, perché quando gli interessi sono così alti si deve trovare un punto di incontro, non ci si può scontrare sempre, e noi all'epoca trovammo quel punto di incontro.

Allora perché oggi io ho usato parole forti, perché ho parlato di patacca? Perché vorrei restare al merito delle questioni, vorrei restare al merito dell'accordo e vorrei fare alcune osservazioni molto banali. La prima: mi si dice che è un grande risultato, un risultato straordinario che deriva dal grande lavoro fatto; poi si dice anche (lo si è detto anche ai tavoli romani) che la differenza sta nella serietà, nell'approccio serio che in questo caso c'è stato e in altre occasioni è mancato. Non voglio entrare nel merito di queste osservazioni perché sono, credo, semplicemente ridicole e si commentano da sole, ma perché sostengo che questo accordo non funziona? Prima di tutto perchè non è questo grande risultato, questa grande trovata, questo risultato straordinario, in quanto il pareggio di bilancio - lo ha detto qualcuno prima di me - è una modifica della Costituzione introdotta nell'ordinamento statale che si applicherà a tutte le regioni ordinarie. Ci sono atti che parlano, ci sono norme che lo dicono, c'è un'infinità di riunioni fatte e l'ultima in ordine del tempo, anzi la prossima, si terrà domattina, a Roma, alle 10 e 30 ed è quella del coordinamento tecnico degli affari finanziari tra le regioni, questo perché entrerà in vigore nel 2015 il meccanismo del pareggio del bilancio.

Vero è che abbiamo anticipato qualcosa che per noi sarebbe stato possibile solo sulla base di norme di attuazione perché siamo Regione a Statuto speciale e, per ottenere questo grande risultato, abbiamo fatto delle rinunce. La prima rinuncia è aver ottenuto una chiusura della questione relativa al 2013 evitando le sanzioni, dicono il Presidente e l'Assessore. Ma, Presidente, lei mi deve spiegare che cosa significa evitare le sanzioni, perché eravamo in una condizione di sforamento del patto? Ma chi lo ha detto? Lei stesso dice il contrario perché nella relazione alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione del bilancio della Regione scrive che è stata trasmessa la lettera al Ministero dell'economia che indica il rispetto del Patto di stabilità per l'anno 2013; ma lo dicono le circolari ministeriali che prendono per buona e acquisita e parte dell'ordinamento, perché è legge dello Stato, è legge della Regione che ha valore di legge dello Stato, la norma che ha escluso la parte relativa agli enti locali, il fondo unico, dal Patto di stabilità.

Allora non c'era nessun contenzioso, non c'era nessuna sanzione. Lo abbiamo detto tutti, lo ha detto anche lei, lo ha certificato il Ministero: era rispettato quel patto! Quindi quella rinuncia è un non senso, quella rinuncia significa diminuire i nostri spazi finanziari. E come li andiamo a diminuire? Abbiamo portato a casa un risultato di 300 milioni in più, si dice, 320 più i 44, ai quali corrisponde maggiore spesa, quindi restiamo ai 320. Qual è questo grande risultato? Siete partiti, giustamente, annunciando che bisognava portare un risultato di 1200 milioni; siete poi arrivati a rifiutare una proposta che dicevate essere di 400 milioni perché il target doveva essere almeno 600 milioni e poi siamo arrivati a chiudere a 320. Questi 320 milioni non sono un qualche cosa in più, non sono un surplus, hanno un segno meno, perché partiamo dai 3 miliardi, che erano il dato del 2013, che era il dato dal quale si partiva anche nella trattativa con il Governo nelle ultime battute per l'accordo che dovevamo fare, che era simile a quello della Valle d'Aosta, e partiva riconoscendo come base di partenza quei 3 miliardi. Poi si voleva apportare un correttivo, è vero, per quella questione del fondo unico, ma si andava a rettificare di neanche 300 milioni, sapete bene che era così, e quindi c'era comunque un differenziale di 200 milioni. E si arriva a che cosa? Si arriva a ottenere 300 milioni in più, che sono in realtà quasi 300 milioni in meno rispetto a quelli che avevamo, rispetto a quelli che stavamo portando a casa.

Allora, caro Presidente, caro Assessore, vedete, quando ci si comporta come dei vasi di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro non si diventa grandi statisti ma, ahimè, si fa la figura di Don Abbondio, si fa la figura dei pavidi. Non è questo portare avanti alta la bandiera della Sardegna, non è questa quella serietà e quella credibilità della quale vi riempite la bocca.

Ma c'è un altro aspetto che è quello del risultato straordinario, il pareggio di bilancio, per il quale dite che valeva pur la pena di fare un sacrificio sul 2014, valeva la pena di rinunciare a quei ricorsi. Qual è questo grande risultato? Ottenere, come ottengono le altre Regioni, a partire dal 2015, il pareggio e l'equilibrio di bilancio! Intanto l'accordo dice, voglio sottolinearlo perché altrimenti veramente si pensa che io stia raccontando frottole, "ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, commi 454 e 456 della legge 24 dicembre 2012, numero 228, il Ministro dell'economia e delle finanze concorda con il Presidente della Regione siciliana che il livello di spese per l'anno 2013…"; "siciliana", sì, avete sentito bene, non mi sono sbagliato, perché l'accordo è fotocopia di quello fatto a giugno dalla Regione siciliana. C'è una sola differenza rispetto a quell'accordo, perché sono quasi uguali, è quella del pareggio di bilancio perché la Sicilia, nonostante abbia avuto grandi problemi e ci siano stati esposti dei sovranisti e degli indipendentisti, che fanno riferimento a un attentato all'autonomia della Sicilia, non ha accettato quel meccanismo del pareggio di bilancio e ha ottenuto molto di più.

Ma noi andiamo verso l'equilibrio e che cosa otteniamo? Otteniamo di poter spendere tutte le nostre entrate. Bene! Nel contempo diamo allo Stato la possibilità di accertare le entrate, prima lo facevamo noi. Allora vi do due dati, se mi potrete smentire l'anno prossimo, io sarò felice, vi stringerò la mano, Presidente e Assessore, sarò felice perché vuol dire che la Sardegna non sarà incorsa in una delle più grandi iatture di questi ultimi sessant'anni di autonomia. Nel 2014, lo sapete bene, le entrate previste sono già inferiori rispetto a quelle dell'anno scorso, che erano pari a quelle che abbiamo potuto spendere rispetto alle spese, a circa 7500 milioni, si abbassano di 600 milioni. La differenza, l'anno scorso, tra le entrate accertate da noi e quelle che accertavano loro era di altri 150 milioni, e siamo a 750 milioni. Già questo annulla totalmente il risultato! Allora dov'è questo grande risultato? La rinuncia ai ricorsi? La rinuncia ai ricorsi valeva la pena di spendere questo obbligo, questo passaggio, per ottenere quel risultato?

Non è così che si tiene alta la bandiera della Sardegna. La bandiera della Sardegna si tiene alta in altro modo e noi continueremo a tenere alta la bandiera della Sardegna.

(I consiglieri di minoranza esibiscono bandiere sarde e magliette raffiguranti i quattro mori)

PRESIDENTE. Guardate, la bandiera sarda piace a tutti, quindi se abbiamo finito con l'esibizione che non ci dispiace, possiamo continuare con i lavori. Se riprendete posto, possiamo concludere. Grazie.

Possiamo procedere?

(Interruzioni)

Sospendo la seduta!

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 58, viene ripresa alle ore 18 e 07.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

(Interruzioni)

Onorevoli, per cortesia! Vi richiamo un attimino alla serietà di quest'Aula, grazie. Sta intervenendo la Giunta.

PACI RAFFAELE, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Signor Presidente...

(Interruzioni)

(I Gruppi di minoranza protestano per la ripresa dei lavori e occupano l'Aula)

PRESIDENTE. Spero che vi rendiate conto! Invito ancora i consiglieri a prendere posto e a far proseguire i lavori del Consiglio. Mi sto appellando alla serietà del Parlamento sardo, siamo tutti responsabili, spero che ci sia la convinzione per tutti.

(Interruzioni)

Abbiate almeno il buon gusto di dirci che cosa volete fare!

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

Convoco immediatamente la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Sospendo la seduta!

(La seduta è sospesa alle ore 18 e 10)

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Crisponi - Dedoni - Cossa sull'aumento delle aliquote RC auto da parte della Provincia di Nuoro.

I sottoscritti,

PREMESSO che la Giunta provinciale di Nuoro, sulla base del decreto legislativo in materia, ha adottato una delibera di aumento della tassazione sulla responsabilità civile auto in misura di 3,5 punti percentuali, passando dall'aliquota del 12,5 per cento al 16 per cento;

CONSIDERATO verosimile ipotizzare che tale ente, nonostante le previste scadenze di loro soppressione, voglia in breve tempo applicare per intero la flessibilità fiscale loro concessa alla compartecipazione al gettito tributario;

VALUTATO che tale aumento del tributo sulla RC auto determinerà un inevitabile incremento dei premi assicurativi;

CONSIDERATO l'allarme più volte rilanciato dalle forze dell'ordine in merito alla sempre più diffusa pratica di frode sui tagliandi assicurativi o della totale inesistenza dei contratti RC da parte di un crescente numero di automobilisti;

TENUTO CONTO che:

- è inaccettabile obbligare gli utenti ad accollarsi ulteriori oneri per la circolazione con i propri automezzi;

- secondo autorevoli studi, la Provincia di Nuoro si classifica ai primissimi posti per i contraccolpi negativi che la crisi economica italiana sta riversando sui cittadini, imprese e famiglie del Nuorese, e di conseguenza la maggior tassazione aumenterebbe la sperequazione verso un territorio in agonia, portando ancora più persone a desistere dal pagare l'assicurazione e incrementando il numero di veicoli irregolari in circolazione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se:

1) siano stati attivati gli strumenti opportuni per scongiurare immotivati aumenti di qualsiasi tributo a carattere provinciale avviando in proposito urgenti interlocuzioni con l'Amministrazione provinciale di Nuoro;

2) non ritengano necessario avviare un idoneo confronto con il Ministero dello sviluppo economico per una urgente rivisitazione complessiva del meccanismo assicurativo volta all'abbassamento dei premi RC. (47)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, relativa all'ipotesi di riduzione dell'orario dei lavoratori del servizio antinsetti gestito dalla Proservice, società in house della Provincia di Cagliari.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- la Proservice Spa è una società unipersonale, soggetta a direzione e coordinamento della Provincia di Cagliari, che ha come oggetto sociale la produzione di servizi di interesse generale nell'ambito del livello di competenza provinciale, secondo i criteri dell'in house providing;

- con l'in house providing viene indicata l'ipotesi in cui il committente pubblico provvede in proprio all'esecuzione di determinati servizi senza attribuire l'appalto ad altra entità giuridica di diritto pubblico;

CONSIDERATO CHE:

- la Proservice dispone nel suo organico di diversi operatori, agenti in svariati settori d'intervento: manutenzione patrimonio edilizio provinciale; manutenzione strade provinciali; servizio antinsetti;

- per lo svolgimento dell'attività antinsetti la Regione, Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, effettua alla Provincia un trasferimento annuale di risorse;

- tale attività comporta lo svolgimento di una media di 1.738 interventi di disinfestazione contro gli insetti e gli organismi nocivi per l'uomo e gli animali da svolgersi su tutto il territorio della Provincia;

PRESO ATTO CHE:

- dal 17 luglio 2014 i 29 lavoratori del servizio antinsetti gestito dalla Proservice sono in stato di agitazione in seguito all'annunciata riduzione dell'orario di lavoro da 36 a 32 ore;

- tale riduzione è giustificata con la necessità di ridurre i costi di gestione per almeno euro 59.000, come si evince dal contratto tra la Provincia di Cagliari e la Proservice;

- non risulta che l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente abbia ridotto il finanziamento per il funzionamento del servizio antinsetti;

VALUTATO CHE:

- tale riduzione di orario comporterebbe per la Proservice una contrazione del numero di interventi mensili da 1.738 a 1.556;

- in attesa del riordino delle funzioni degli enti locali, questa situazione genera un disagio per i dipendenti del servizio antinsetti che verrebbero assorbiti dal nuovo ente con la riduzione del numero di ore,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) se sia stata effettuata da parte della Regione, Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, una specifica riduzione dei finanziamenti alla Provincia per la gestione del servizio antinsetti;

2) se i trasferimenti effettuati dalla Regione verso la Provincia per la gestione del servizio antinsetti siano a destinazione vincolata;

3) quali siano i motivi per i quali la Proservice e la Provincia di Cagliari intendono ridurre l'orario di lavoro dei dipendenti che svolgono il servizio antinsetti nonostante la deliberazione della Giunta regionale n. 16 del 6 maggio 2014. (111)

Interrogazione Lai, con richiesta di risposta scritta, sul prelievo artificiale di acqua effettuato nel fiume Flumendosa per il funzionamento della centrale idroelettrica di Villagrande Strisaili e sullo sversamento nello stesso di sostanze che comportano problemi per l'ecosistema della zona della Barbagia di Seulo.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- il comune di Seulo è circondato per 27 km dal Flumendosa, in un tratto di notevole interesse dal punto di vista ambientale, in quanto da esso dipende una parte consistente delle attività economiche, in particolare agricoltura, pastorizia, turismo;

- l'impiego del Flumendosa come fattore produttivo comporta una notevole antropizzazione delle aree adiacenti l'alveo del fiume che circonda Seulo e i paesi limitrofi;

ENUNCIATO CHE:

- il minimo deflusso vitale o MDV è il quantitativo di acqua rilasciata da qualsiasi corso d'acqua, in grado di garantirne la naturale integrità ecologica, seppure con popolazione ridotta, con particolare riferimento alla tutela della vita acquatica;

- il MDV deve essere in grado di permettere la salvaguardia della struttura naturale dell'alveo e, di conseguenza, la presenza dell'associazione biologica di animali o piante di specie diverse che convivono in relazione alle condizioni naturali esistenti;

- ai sensi delle disposizioni contenute nel Piano di tutela approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 14/16 del 4 aprile 2006 e ai sensi del Piano stralcio per l'utilizzazione delle risorse idriche approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 17/15 del 26 aprile 2006, il MDV è definito come pari al 10 per cento del deflusso naturale (DN), intendendo con tale termine il deflusso che si avrebbe in un corso d'acqua in assenza di prelievi e di immissioni artificiali;

CONSIDERATO CHE:

- la centrale idroelettrica esistente nel territorio di Villagrande Strisaili utilizza le acque dell'Alto Flumendosa;

- la centrale idroelettrica per esigenze legate alla produzione dell'energia, apre periodicamente la diga a monte favorendo l'uscita di notevoli e improvvisi flussi idrici che non sono gestibili dalla tenuta dell'alveo, determinando disagi nell'ecosistema del territorio;

VALUTATO CHE:

- secondo i calcoli effettuati risulta una discrasia tra il MDV che il Flumendosa dovrebbe avere (MDV stimato non inferiore a 600 l/sec) e la media effettivamente registrata nel periodo estivo (con una portata del Flumendosa notevolmente inferiore al MDV di 600 l/s);

- risulta un notevole riversamento nell'alveo di un flusso di acqua non derivante dal percorso naturale del fiume, verosimilmente causato dall'apertura a monte della diga di Villagrande Strisaili,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere se:

a) è garantito il minimo deflusso vitale (MDV) del Flumendosa, considerato l'utilizzo che ne fa la centrale idroelettrica di Villagrande Strisaili;

b) è a conoscenza del deflusso idrico che deriva dall'apertura della diga sita nel territorio di Villagrande Strisaili e che comporta notevoli rischi per i cittadini e i turisti che frequentano i siti contigui all'alveo del Flumendosa nel territorio di Seulo e nei comuni limitrofi;

c) è garantita la salute dei cittadini che, con diversi ruoli e a diverso titolo (svolgimento attività agricola, pastorizia, balneazione, turismo), frequentano le zone contigue il Flumendosa;

d) è a conoscenza del rischio di ordine ambientale che tale situazione determina. (112)

InterrogazioneCozzolino, con richiesta di risposta scritta, sul mancato adeguamento tariffario dei costi per protesi, ortesi e ausili ex decreto ministeriale n. 332 del 1999.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- con decreto ministeriale n. 332 del 1999 fu istituito il Regolamento per le prestazioni di assistenza protesica (nomenclatore tariffario di protesi, ortesi e ausili);

- dalla data della sua entrata in vigore, il 2000, tale Regolamento non è mai stato aggiornato; nel 2007 una commissione ministeriale avanzò una proposta largamente condivisa che poi fu adottata con apposito provvedimento dal governo in carica e inspiegabilmente ritirata dal governo successivo;

EVIDENZIATO CHE il mancato aggiornamento del nomenclatore tariffario per affermazione dello stesso presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato, costituisce un fatto di estrema gravità in quanto tocca la sfera di autonomia dell'individuo all'interno di un sistema di relazioni, rapporti sociali e di vita di comunità che garantiscono all'individuo di potersi affermare e sviluppare;

SOTTOLINEATO CHE:

- lo stesso Ministro della salute in tempi recenti ha avuto modo di evidenziare che parte degli sperperi nella spesa sanitaria sono da imputare a prescrizioni errate, la cui origine, ad avviso dello scrivente, è dovuta anche a gare inappropriate, rispetto al contesto assistenziale, e ad elenchi obsoleti di prodotti superati;

- nella fattispecie allo sperpero si aggiunge l'ormai totale assenza di corrispondenza tra le tariffe indicate dal nomenclatore - risalenti al 1999 e precedenti - e il valore reale dei dispositivi che vengono forniti attualmente;

ATTESO CHE:

- non è più procrastinabile una riorganizzazione del sistema, con la suddivisione in nomenclatori distinti in relazione: all'omogeneità delle tipologie incluse, ai bisogni dei destinatari e alle peculiarità dei percorsi erogativi con la puntuale individuazione delle figure professionali deputate alla fornitura; la revisione della lista delle tipologie di ausili erogabili - previa eliminazione di quelli obsoleti a fronte dell'inclusione delle nuove tecnologie - e un più efficace sistema di identificazione dei dispositivi "finiti erogabili" (marca e modello) per ciascuna tipologia inclusa attraverso la registrazione approvata da una apposita commissione, come quella per il farmaco, dei modelli fornibili;

- questi provvedimenti consentirebbero l'eliminazione, a costo zero, della quasi totalità delle forniture difformi ed incontrollabili in quanto ad appropriatezza e congruità,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se, alla luce di quanto denunciato:

1) la Giunta regionale intenda promuovere nel breve ogni fattiva iniziativa volta a sensibilizzare il Ministero della salute affinché provveda, in tempi celeri, all'adeguamento del tariffario costi del Regolamento, ex decreto ministeriale n. 332 del 1999, e al suo adeguamento;

2) nelle more, la Giunta regionale intenda o meno adottare un provvedimento di aggiornamento pari al 9 per cento dei costi, fermi al biennio 2006-2008, comparabile a quelle che sono le esigenze attuali. (113)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati dalla mancata nomina del commissario della Commissione provinciale artigiani di Cagliari.

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- le imprese, anche quelle artigiane, vivono oggi una forte situazione di crisi, dovuta alla difficile congiuntura economica internazionale, nazionale e regionale;

- le imprese, comprese quelle artigiane, sono il principale motore dello sviluppo e della ripresa economica e il compito della politica e di chi governa è quello di creare un clima e un ambiente loro favorevole, anche al fine di ridurre il tasso di disoccupazione;

- la legge regionale n. 41 del 1990 ha istituito, quali organi di rappresentanza e tutela dell'artigianato, le commissioni provinciali per l'artigianato, denominate anche CPA, alle quali è attribuito, tra l'altro, il compito di provvedere alla tutela degli albi provinciali delle imprese artigiane e alla loro revisione, nonché di deliberare sulle iscrizioni delle imprese artigiane agli albi provinciali e sulle loro modificazioni e cancellazioni;

- le CPA sono costituite con riferimento al territorio di ciascuna delle quattro province storiche della Sardegna: Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro;

considerato che

- le CPA sono composte da 16 membri, di cui dodici rappresentanti dei titolari di imprese artigiane che sono eletti dagli artigiani iscritti ai rispettivi albi provinciali, e uno scelto rispettivamente dalle organizzazioni sindacali, dall'Anci, dall'Assessore regionale competente, dalla Giunta camerale, tutti nominati con decreto dell'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio;

- il Presidente della Commissione provinciale per l'artigianato, che deve essere titolare di impresa artigiana, o il legale rappresentante nel caso di società, è eletto dai 12 rappresentanti dei titolari di imprese artigiane;

- ai fini della semplificazione amministrativa, tenuto conto anche di quanto da ultimo dispone la legge. n. 221 del 2012, a far data dal 4 febbraio 2013, tutte le istanze di iscrizione, modifica e cancellazione presentate all'Albo imprese artigiane avvengono per via telematica, con modelli informatici e firmate digitalmente;

- tale soluzione ha come principale obiettivo quello di sburocratizzare i processi, nonché di garantire celerità e tempestività nelle risposte agli artigiani;

APPURATO CHE:

- la Commissione provinciale per l'artigianato di Cagliari era ultimamente presieduta da un commissario che risulta essersi dimesso in data 27 giugno 2014;

- a seguito delle dimissioni del commissario si è creata una situazione di stallo e paralisi della Commissione, in quanto in sua assenza non è possibile procedere ad alcuna deliberazione, bloccandosi così le pratiche di iscrizione, che oggi giacciono su una scrivania, nonché a qualsiasi operazione di modifica nella compagine sociale e dell'assetto societario o dell'impresa artigiana, pregiudicando anche l'apertura di un semplice conto corrente bancario;

- a oggi l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio non ha preso alcuna iniziativa in merito, né prevedendo la nomina di un nuovo commissario straordinario né indicendo un bando pubblico per l'elezione della nuova commissione provinciale artigianato di Cagliari e del nuovo presidente;

- l'attività "dell'eroe artigiano", ovvero di colui il quale, con grande spirito di iniziativa, decide di avviare un'attività produttiva in un momento di congiuntura economica feroce nonostante i ripetuti intendimenti e annunci di iniziative volte ad agevolare l'impresa da parte della Giunta e degli Assessorati competenti, è sicuramente tarpata dall'inettitudine e scarsa attenzione di chi dovrebbe garantire un servizio efficiente e puntuale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

a) se sia a conoscenza della situazione venutasi a creare nella Commissione provinciale artigianato di Cagliari;

b) alla luce delle motivazioni di cui sopra, quali azioni intenda intraprendere per consentire alla Commissione provinciale artigianato di Cagliari di riprendere la normale attività e di conseguenza permettere a chiunque voglia avviare un'impresa artigiana di avere risposte certe e tempestive, senza essere costretto ad attendere i lunghi tempi della burocrazia. (114)

Interrogazione Carta, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione degli spazi finanziari ai comuni colpiti dall'alluvione del 18 novembre 2013.Il sottoscritto,

VISTI:

- il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 18 febbraio 2014 col quale è stato assegnato ai soli comuni della Provincia di Olbia-Tempio il riparto degli spazi finanziari, per un ammontare complessivo di 10 milioni di euro, in attuazione dell'articolo 1, comma 536, della legge 27 dicembre 2013, n. 147;

- la Gazzetta ufficiale n. 165 del 18 luglio 2014 che pubblica e quindi rende efficace il decreto del 18 febbraio 2014 con la definitiva assegnazione degli spazi finanziari suddetti;

CONSIDERATO CHE:

- questo provvedimento agevola 11 comuni colpiti dall'alluvione e ne esclude altri 70;

- un simile provvedimento ad hoc crea una grave ed assoluta disparità di trattamento tra comuni che presentano le medesime condizioni;

- si concreta una disparità inconcepibile ed inaccettabile che pesa su 70 comuni già fortemente provati dagli eventi alluvionali del 18 novembre 2013, ad oggi ancora in totale abbandono da parte delle istituzioni preposte;

- questa decisione del Governo nazionale genera una pesante discriminazione e mostra tutta l'indifferenza degli organi di governo nei confronti dei territori della Sardegna colpiti dall'evento catastrofico del 18 novembre 2013;

- solo la responsabilità dei sindaci e delle amministrazioni colpite dal tragico evento evita lo scatenarsi di una guerra fra poveri;

- nella seduta del Consiglio regionale del 28 aprile 2014 è stato evidenziato questo decreto richiamando la responsabilità della Regione a fare ogni utile azione per allargare gli spazi finanziari a tutti i comuni colpiti dall'alluvione;

- l'Amministrazione regionale nulla ha fatto per porre rimedio a questa palese ingiustizia,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio:

1) per conoscere se l'Esecutivo abbia contezza di quanto esposto;

2) per conoscere quali interventi abbia posto in essere per evitare questa sperequazione;

3) per sapere se intenda procedere, in ogni caso, per far sì che i comuni esclusi dal Governo si vedano riconosciuto lo status di "alluvionati", quanto meno nell'avere uguali diritti, concedendo loro, la Regione medesima, gli spazi finanziari negati dal Governo. (115)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata programmazione dei fondi destinati al sostegno delle famiglie numerose, meglio noto come "bonus famiglia".

Il sottoscritto,

PREMESSO CHE:

- la famiglia, risorsa straordinaria per l'intera collettività, rappresenta un fondamento insostituibile per lo sviluppo e il progresso di una società aperta, solidale e inclusiva;

- la famiglia intesa come soggetto sociale da promuovere, non solo come soggetto debole da assistere, è capace di erogare servizi, curare i più deboli, fungere da ammortizzatore economico nella straordinaria situazione di crisi che attanaglia i nostri territori;

- con la deliberazione della Giunta regionale n. 21/71 del 3 giugno 2010, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale, stanziava per l'anno 2010 una somma pari a 3.000.000 euro, tra fondi propri e fondi statali, per promuovere un programma straordinario a sostegno dei nuclei familiari con un numero di figli pari o superiore a quattro, volto a offrire un supporto economico concreto alle famiglie numerose, migliorarne la qualità della vita e il benessere e favorirne l'inclusione sociale evitando ogni forma di emarginazione;

- in virtù di tale stanziamento ai quasi 3.000 nuclei familiari residenti in Sardegna, con un numero di figli a carico pari o superiore a 4, con età compresa tra i zero e i venticinque anni, veniva garantito un contributo pari a 1.000 euro denominato "Bonus Famiglia", per contribuire all'abbattimento dei costi dei servizi essenziali;

RILEVATO CHE:

- con la deliberazione n. 31/5 del 20 luglio 2011, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale, stanziava per l'anno 2011 una somma pari a 5.000.000 euro, al fine di garantire un contributo denominato "Bonus Famiglia" a ciascun nucleo familiare residente in Sardegna, con un numero di figli a carico pari o superiore a 4, con età compresa tra i zero e i venticinque anni, con un reddito ISEE non superiore ai 30.000 euro, sulla base di apposita tabella che garantiva un contributo base pari a 1.000 euro per i nuclei composti da almeno 4 figli, fino a un massimo di 5.000 euro per i nuclei composti da almeno 8 o più figli;

- con la deliberazione n. 35/28 del 28 agosto 2012, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale, stanziava per l'anno 2012 una somma pari a 3.033.362,13 euro, al fine di garantire un contributo denominato "Bonus Famiglia" a ciascun nucleo familiare residente in Sardegna, con un numero di figli a carico pari o superiore a 4, con età compresa tra i zero e i venticinque anni, con un reddito ISEE non superiore ai 30.000 euro, sulla base di apposita tabella che garantiva un contributo base pari a 1.000 euro per i nuclei composti da almeno 4 figli, fino a un massimo di 5.000 euro per i nuclei composti da almeno 8 o più figli;

APPURATO CHE:

- con la deliberazione n. 33/34 del 8 agosto 2013, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale, stanziava per l'anno 2013 una somma pari a 3.166.239,52 euro, al fine di garantire un contributo denominato "Bonus Famiglia" a ciascun nucleo familiare residente in Sardegna, con un numero di figli a carico pari o superiore a 4, con età compresa tra i zero e i venticinque anni, con un reddito ISEE non superiore ai 30.000 euro, sulla base di apposita tabella che garantiva un contributo base pari a 1.000 euro per i nuclei composti da almeno 4 figli, fino a un massimo di 5.000 euro per i nuclei composti da almeno 8 o più figli;

- che la cifra pari a euro 3.166.239,52 è stata poi rideterminata in euro 3.040.945,81 con la deliberazione della Giunta regionale n. 53/57 del 20 dicembre 2013;

considerato che alla data del 28 luglio 2014 non è dato sapere, per l'anno in corso, quali siano le risorse disponibili per garantire l'erogazione del contributo denominato "Bonus Famiglia",

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

a) quali siano le risorse che essi intendono destinare per l'anno 2014 al programma "Bonus Famiglia";

b) entro quando essi intendano trasferire ai comuni le risorse necessarie per potere conferire il contributo in oggetto ai nuclei familiari che hanno diritto.

(116)

Mozione Truzzu - Dedoni - Fenu - Pittalis - Rubiu - Solinas Christian - Floris - Tocco - Cherchi Oscar - Tunis - Cappellacci - Peru - Locci - Zedda Alessandra - Fasolino - Tedde - Randazzo - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Cossa - Crisponi - Orrù - Carta, sull'attività di coltivazione degli idrocarburi mediante la tecnica della fratturazione della roccia serbatoio, nota anche come fracking o hydrofracking, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- la valorizzazione del territorio, inteso come salvaguardia e promozione dell'ambiente, delle tradizione popolari e culturali, è da gran parte dei Sardi considerato l'elemento primario attraverso cui garantire la crescita e lo sviluppo sostenibile della nostra Regione;

- in diverse zone del mondo, Usa, Europa, Italia (in particolare nell'Emilia Romagna) sono in corso attività di coltivazione degli idrocarburi, mediante la tecnica della fratturazione della roccia serbatoio (in inglese fracking o hydrofracking), indotta da iniezione di fluidi ad alta pressione, tipicamente soluzioni acquose con vari additivi funzionali tecnicamente definite proppants, con il fine di aumentare l'area del flusso della risorsa mineraria nel pozzo;

- tale tecnica viene tipicamente utilizzata per stimolare la produzione da giacimenti a permeabilità sia alta sia bassa, con differenti modalità per diverse funzionalità di fratturazione;

- tale tecnica negli ultimi dieci anni è stata intensamente impiegata soprattutto negli Stati Uniti d'America, attraverso perforazioni orizzontali dalle specifiche configurazioni, per lo sfruttamento dei giacimenti di shale gas;

- tale tecnica richiede aree soggette a ricerca con estensioni chilometriche;

- a tale tecnica risultano associate grandi quantità d'acqua e tali quantità sono a tutt'oggi un incognita, in quanto si ipotizza un impiego compreso tra i 9.000 e i 30.000mc/anno;

- al momento non vi sono in Sardegna richieste di coltivazione degli idrocarburi mediante la tecnica della fratturazione della roccia serbatoio;

VALUTATO che:

- la tecnica del fracking sembra porre problemi strutturali del sottosuolo indotti dalla fratturazione e dalla iniezione di liquidi, con perforazioni verticali e orizzontali;

- a tutt'oggi sussistono seri rischi di contaminazione chimica delle acque sotterranee e dell'aria;

- la tecnica può condurre a un depauperamento e a un esaurimento delle acque sotterranee per interessamento degli acquiferi profondi (problema quali-quantitativo);

- non sono note le quantità e la qualità delle sostanze additivanti l'acqua in pressione;

- non sono note le interazioni tra l'attività di ricerca in oggetto e i fenomeni di sismicità indotta localizzati in aree soggette alle attività di ricerca mediante fracking, tant'è vero che vi è chi individua in tale tecnica le cause scatenanti del recente terremoto in Emilia Romagna;

CONSIDERATO che:

- nei siti di numerose associazione ambientaliste compaiono pagine che descrivono le interazione tra le attività di ricerca in oggetto e i vari aspetti ambientali prima elencati;

- negli stessi Stati Uniti, dove la tecnica del fracking è stata abbondantemente utilizzata, diverse comunità locali hanno recentemente dato vita a vere e proprie moratorie contro la fatturazione idraulica, denunciando il consistente inquinamento dell'aria e degli acquiferi;

- la costituzione geologica del territorio sardo, con prevalenza di graniti (Sarrabus, Sulcis, Ogliastra, Gallura) e scisti (Arburese, Sarrabus, Nuorese, Sulcis, Iglesiente), vulcaniti (Arcuentu, M.te Arci, Montiferru, Altopiano Macomer-Abbasanta) e materiali (ghiaie, sabbie limi argille) alluvionali (Campidano) è predisponente per le attività di ricerca mediante la tecnica del fracking;

- la classificazione sismica (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003), in mancanza di studi e definizione di una microzonazione sismica, attribuisce alla Sardegna una zona sismica 4, ovvero zona meno pericolosa con rarità di fenomeni sismici;

- la deliberazione della Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012, "Direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale. Sostituzione della deliberazione della Giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008" e in particolare l'allegato A1 "Categorie di opere da sottoporre alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) regionale", al punto 19. "Attività di coltivazione sulla terraferma delle sostanze minerali di miniera di cui all'articolo 2, comma 2, del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443. (Combustibili liquido-gassosi)" impone la procedura di VIA anche per le attività di coltivazione degli idrocarburi mediante la tecnica del fracking;

- le attività di ricerca nel territorio della Sardegna devono essere corredate da apposito studio geologico e pertanto corredate da valutazioni inerenti un espresso giudizio di fattibilità tecnico-geologica e idrogeologica nonché di una valutazione sulla pericolosità geologica,

impegna il Consiglio regionale e la Giunta regionale a:

1) istituire una commissione tecnico-scientifica presso l'Assessorato regionale dell'industria composta da esperti geologi, anche appartenenti all'Università, all'Ordine dei geologi della Sardegna, al fine di valutare tutti i rischi geologici, idrogeologici e idraulici, sismici e ambientali connessi all'attività di ricerca di combustibili attraverso la tecnica della fatturazione;

2) far sì che la valutazione dei rischi prima citati comprenda ogni forma di ricerca, ivi compresa la sperimentazione di nuovi metodi e nuove tecnologie: in particolare, il lavoro di individuazione dei rischi prima indicati dovrà focalizzarsi sulla protezione delle acque, intendendo con tale accezione la protezione e salvaguardia degli acquiferi e delle falde;

3) far sì che la valutazione comprenda l'impatto a breve, medio e lungo termine di tutte le operazioni legate alle attività di individuazione e ricerca dei combustibili liquidi e gassosi, nonché l'evidenziazione della reale sussistenza di relazioni tra sismicità delle aree e sismicità indotta dalle operazioni di ricerca dei combustibili;

4) sospendere, in via cautelativa, a ispirazione del principio di precauzione della salute e incolumità delle popolazioni, ogni autorizzazione integrata ambientale, ogni procedura di VIA e/o assoggettabilità ambientale nonché di valutazione d'incidenza, passate, in corso d'esame e future e qualsiasi altra autorizzazione ambientale in merito a nuovi progetti di ricerca di combustibili mediante l'utilizzo della tecnica del fracking, sino a quando non siano riferite al Consiglio regionale le valutazioni e le risultanze conclusive del lavoro svolto dalla Commissione. (60)

Mozione Pizzuto - Cocco Daniele Secondo - Lai - Agus - Cocco Pietro - Usula - Desini - Anedda - Arbau - Pittalis - Rubiu - Fenu - Solinas Christian - Dedoni - Tocco - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Forma - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Zedda Paolo Flavio, sugli eventi che stanno riguardando la Striscia di Gaza, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- dal giorno 1° luglio son riprese in maniera intensa e preoccupante le offensive dello Stato di Israele sulla Striscia di Gaza, originate dal ritrovamento dei cadaveri di tre studenti israeliani, spariti lo scorso 12 giugno, motivo per il quale Israele ha arrestato in maniera indiscriminata circa cinquecento palestinesi, tra cui anche parlamentari;

- dalla notte tra il 7 e 1'8 luglio, l'attività militare di Israele nella Striscia di Gaza si è intensificata ulteriormente, conducendo diversi attacchi aerei in risposta al lancio di decine di razzi da parte di Hamas verso i territori israeliani;

CONSIDERATO che:

- le vittime dell'operazione "Barriera protettiva", lanciata da Israele con l'intento di fermare i razzi di Hamas, sono ormai salite a 641 e si contano 4030 feriti, 282 case rase al suolo e 9000 danneggiate;

- Hamas ha a sua volta dichiarato che i lanci di missili nei territori di Israele non finiranno finché durerà l'attacco di Israele lungo la Striscia di Gaza;

- le dichiarazioni del primo ministro israeliano confermano l'intenzione di portar avanti l'offensiva militare nella Striscia di Gaza finché non saranno terminati i lanci di razzi sulle città israeliane da parte di Hamas;

VALUTATO che:

- la crisi umanitaria della Striscia di Gaza perdura dal 2007 e la guerra e le situazioni di conflitto in quel territorio permangono da diversi decenni in maniera quasi costante e drammatica, nonostante i frequenti appelli di cessate il fuoco delle comunità internazionali, spesso rimasti inascoltati;

- la ciclicità di questi attacchi contro Gaza e le loro conseguenze di distruzione di infrastrutture sanitarie, sociali e produttive, insieme al terribile spettacolo di morti di civili, di giovani e bambini, avulse da qualsiasi ragione di Stato o di sicurezza, siano da considerarsi soltanto come ingiustificabili atti di violenza, il cui numero ha raggiunto ormai dimensioni spaventose, a cui non si può restare indifferenti;

PRESO ATTO che:

- è del giorno 11 luglio l'appello congiunto lanciato da 34 associazioni non governative, le quali hanno chiesto la cessazione delle azioni militari di tutte le parti in conflitto nella Striscia di. Gaza, auspicando che si arrivi a soluzione duratura per la pace;

- l'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha affermato che i bombardamenti da parte di Israele alle abitazioni di Gaza potrebbero costituire una violazione`delle leggi della guerra in quanto i rapporti a riguardo sono definiti allarmanti e recanti informazioni che paventano la possibilità che gli attacchi non siano conformi alle leggi internazionali sui diritti umani;

TENUTO CONTO che:

- la quarta Convenzione di Ginevra del 1949 sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra e la Sezione I del Titolo IV del I Protocollo aggiuntivo adottato a Ginevra nel giugno 1977 sulla Protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali, impegnano gli Stati ad applicare le disposizioni a "ogni operazione terrestre, aerea o navale che possa colpire, su terra, la popolazione civile, le persone civili e i beni di caratteri civili", per cui anche i bombardamenti aerei devono essere condotti tenendo presente in primo luogo l'obbligo di distinguere tra obbiettivo militare e persone o beni civili;

- la Carta delle Nazioni Unite, in particolare modo l'articolo I del Capitolo I, dove, tra i fini e principi fondativi della nascita delle Nazioni Unite, si mira a "Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai principi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace.";

CONSIDERATO che:

- diverse forze e associazioni negli anni hanno lanciato appelli per la soluzione "Due Stati Due Popoli", tra cui il movimento JCall, movimento di ebrei di paesi europei, che ha firmato e portato avanti una petizione, proprio del maggio di quest'anno, presentata ai capi di Stato e di Governo europei, dove si chiede l'appoggio di questa soluzione, sostenuta principalmente dal 2007 a partire dalla Conferenza di Annapolis;

- tale soluzione recentemente è stata fortemente sostenuta da diversi governi esteri, e in particolare, gli stessi Stati Uniti, fino alla realizzazione del Governo di unità palestinese del 2 giugno 2014; senza dimenticare il fatto che tale ipotesi viene confermata come l'unica possibile, nei recenti giorni, seguenti i primi bombardamenti, dal Presidente Obama;

- l'articolo 11 della Costituzione italiana afferma che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo",

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a:

1) portare avanti ogni azione utile alla costruzione della pace in Medio Oriente e nel mondo;

2) scrivere al Presidente israeliano e all'ambasciatore israeliano in Italia con l'intento di chiedere la tregua e il cessate il fuoco;

3) contribuire fattivamente, nei modi in cui sarà possibile, alla ricostruzione delle strutture socio-sanitarie e civili distrutte nella Striscia di Gaza;

4) creare e promuovere una tavola rotonda euro-mediterranea dei giovani per la nonviolenza, che sia luogo di incontro per le giovani generazioni che abitano tale zona e che possa formare a una cittadinanza orientata alla pace e alla nonviolenza, diventando un incontro annuale recante avanti iniziative atte a rendere tale evento un importante momento di dibattito e di formazione concreta su queste tematiche. (61)

Mozione Zedda Paolo - Sale - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario sul conflitto nella Striscia di Gaza e sulle recenti notizie inerenti un rafforzamento della presenza militare nell'Isola.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che dal giorno 1° luglio sono riprese in maniera intensa e preoccupante le offensive militari dello Stato di Israele contro la popolazione palestinese, le più sanguinose dal 2009, con conseguenze drammatiche in termini di perdita di vite umane;

DATO ATTO che il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha, nel corso degli ultimi 60 anni, reiteratamente stigmatizzato la condotta di Israele verso i paese arabi confinanti e, in modo particolare, verso la Palestina, e che il Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha da ultimo esplicitamente condannato le atrocità nella Striscia di Gaza e invitato Israele alla moderazione, fino alla recentissima presa di posizione dell'Alto commissario per i diritti umani, Navi Pillay, secondo la quale sarebbero stati commessi nell'area del conflitto crimini di guerra in sfregio alle norme di diritto internazionale;

VALUTATO che:

- la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ha assunto caratteri catastrofici e la situazione di guerra e di conflitto in Medio Oriente perdura da diversi decenni nonostante i frequenti appelli al cessate il fuoco lanciati dalla comunità internazionale, e la violenza di tali attacchi contro la popolazione palestinese ha prodotto nell'ultimo mese un agghiacciante spettacolo di morte e distruzione, soprattutto di civili, tra i quali giovani e bambini;

- l'associazione umanitaria Save the Children ha denunciato che, negli ultimi due giorni di conflitto, ogni ora un bambino palestinese ha perso la vita a causa dei raid israeliani;

- l'attuale offensiva israeliana è del tutto asimmetrica, in quanto rappresenta l'attacco del secondo esercito più potente al mondo contro un popolo inerme;

- l'attuale conflitto tra forze impari rappresenta lo scenario ideale per il dilagare, sulla Striscia di Gaza, dell'estremismo religioso e del terrorismo di matrice islamista, con gravi ripercussioni sull'auspicato processo di pace;

- l'Italia rappresenta il maggior esportatore di sistemi militari verso l'area del conflitto mediorientale; non solo: l'Italia è tra i paesi europei che si sono astenuti sulla votazione, voluta dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite, per l'istituzione di una commissione d'inchiesta su possibili crimini di guerra commessi da Israele e Hamas nel conflitto in corso;

- sui principali quotidiani sardi sono apparse notizie inquietanti relative al nuovo progetto denominato "Sistema di addestramento integrato terrestre", stilato dal Ministero della difesa, che prevederebbe la realizzazione, a Capo Teulada, di due centri di addestramento alla guerra simulata, con riproduzione reale ad alta tecnologia di scenari di conflitto balcanici e mediorientali, nonché sull'intensificazione inusitata delle esercitazioni militari nei poligoni di Quirra e Capo Frasca, con massiccio coinvolgimento di forze armate israeliane;

- il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta, con l'ordine del giorno n. 9, approvato in data 17 giugno 2014, a "porre come primo obiettivo, nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale";

- il Presidente della Regione, On. Francesco Pigliaru, ha rappresentato la Sardegna in seno alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, in cui ha espresso la posizione della Regione nel rispetto di quanto indicato dal Consiglio;

CONSIDERATO che:

- diverse forze e associazioni nel corso degli anni hanno ripetutamente lanciato appelli per la soluzione "Due Stati, Due Popoli", compreso il movimento Jcall, sostenuto e animato da ebrei di diversi paesi europei, il quale ha portato avanti, nel maggio di quest'anno, una petizione presentata ai capi di stato e di governo europei per l'appoggio e il sostegno alla stessa;

- la soluzione "Due Stati, Due Popoli" è stata fortemente sostenuta, nonché indicata come unica soluzione possibile da diversi governi esteri, compresi gli Stati Uniti, come recentemente dichiarato dal Presidente Obama in seguito agli ultimi avvenimenti,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a distinguere nettamente la propria posizione da quella ufficiale del Governo italiano, apparsa sin qui contraddistinta da passività e inerzia, condannando apertamente l'offensiva militare israeliana in atto contro la popolazione della Striscia di Gaza e portare avanti ogni azione utile alla costruzione della pace in Medio Oriente;

2) a manifestare il cordoglio e la solidarietà del popolo sardo al popolo palestinese;

3) a censurare l'atteggiamento dello Stato italiano nei confronti del conflitto mediorientale, in particolare sulla esportazione di armi e mezzi militari a Israele;

4) a garantire assistenza materiale concreta, presso le competenti strutture socio-sanitarie regionali, ad alcuni bambini palestinesi, privi delle cure necessarie, vittime del conflitto;

5) a valutare la possibilità di promuovere nelle sedi opportune iniziative volte ad un embargo economico dello Stato di Israele ai fini di un immediato cessate il fuoco;

6) a impedire qualsiasi potenziamento delle presenza militare nell'Isola e il connesso sfruttamento e occupazione di territorio, con particolare riferimento al cosiddetto progetto "Sistema di addestramento integrato terrestre" e alle intensificazioni delle esercitazioni militari nei poligoni;

7) a impedire le esercitazioni militari di qualsiasi genere svolte nel territorio sardo da stati impegnati in conflitti armati;

8) a promuovere una tavola rotonda euromediterranea - a cadenza annuale - per la non violenza, che diventi luogo di incontro per le giovani generazioni cresciute nel conflitto mediorientale e che possa formare ad una cittadinanza orientata alla pace e alla non violenza. (62)

Risposte scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Comandini sulla denominazione IGP "Culurgionis". (3)

Il Reg.(CE) 1151/2012 che disciplina i regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari contiene le seguenti definizioni: DOP - Denominazione di origine protetta "un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un paese determinati, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico ed ai suoi intrinseci fattori naturali e umani, e le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata .

IGP - Indicazione geografica protetta "un nome che identifica un prodotto originario di un determinato luogo, regione o paese alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità; la reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge per almeno una delle sue fasi nella zona geografica delimitata" .

Attualmente i prodotti a denominazione d'origine della Sardegna sono 7: Pecorino Romano DOP; Pecorino Sardo DOP; Fiore Sardo DOP; Zafferano di Sardegna DOP; Olio extravergine di oliva di Sardegna DOP; Carciofo spinoso di Sardegna DOP; Agnello di Sardegna IGP .

L'iter amministrativo per il riconoscimento disciplinato dal DM 12511 del 14.10.2013 prevede che: • il soggetto legittimato a presentare domanda di riconoscimento per una DOP/IGP è un gruppo formato da produttori e/o trasformatori ricadenti nel territorio delimitato dal disciplinare e che trattano il medesimo prodotto oggetto di richiesta di registrazione (detto comitato promotore) .

• La domanda di registrazione è accompagnata da una elaborata e dettagliata documentazione di carattere tecnico, socio-economico, storico, e dal disciplinare di produzione .

• La Regione nel cui territorio ricade la produzione e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), esprimono un parere verificando la rispondenza del dossier prodotto alla normativa comunitaria e nazionale di riferimento .

• A seguito del parere positivo della Regione, il Ministero convoca la riunione di pubblico accertamento per verificare la rispondenza della disciplina proposta ai metodi leali e costanti previsti dal Reg. (UE) n. 1151/2012 .

• A conclusione di tale fase il Ministero provvede a pubblicare il disciplinare sulla GURI. Dalla pubblicazione decorrono trenta giorni entro i quali possono essere presentate eventuali opposizioni da parte di soggetti aventi un interesse legittimo .

• Se non ci sono opposizioni a livello nazionale, l'istanza inizia la procedura comunitaria presso i competenti uffici della Commissione Europea. In caso di opposizioni il Ministero effettua la propria istruttoria e qualora ritenga le opposizioni ricevibili, avvia la procedura di contradditorio che può portare o al rigetto dell'opposizione o al rigetto dell'istanza di registrazione .

Istanza di registrazione della IGP "Culurgionis"

- L'istanza è stata presentata in data 18 ottobre 2008 da un comitato formato da trasformatori e produttori

- La Regione, dopo una lunga istruttoria con richieste di integrazioni/revisioni della documentazione presentata, ha espresso parere favorevole all'istanza in data 13 settembre 2012 in quanto il dossier era rispondente alla normativa;

- Il Ministero ha convocato la riunione di pubblico accertamento che si è svolta il 27 marzo 2014

- Il disciplinare è stato pubblicato sulla GURI n. 96 del 26 aprile 2014

- Al momento ci si trova nella fase in cui il Ministero istruisce le opposizioni pervenute.

Le preoccupazioni contenute nell'interrogazione in merito all'utilizzo dei prodotti sardi sono condivisibili ed è necessario adottare ogni misura che favorisca la produzione e l'utilizzo delle materie prime isolane e che sia compatibile con le normative comunitarie.

Quanto alla richiesta di "..intervenire per rivederne modificare il disciplinare..", si precisa che allo stato attuale dell'iter della pratica né il Ministero né la Regione possono intervenire.

La richiesta di una denominazione protetta è un procedimento ad iniziativa del mondo produttivo e la scelta di richiedere il riconoscimento di una DOP piuttosto che di una IGP così come il contenuto del disciplinare compete esclusivamente al Comitato promotore e la Regione e lo stesso MiPAAF verificano la conformità della documentazione alla normativa europea.

L'Assessorato seguirà con attenzione la fase attuale in cui, come già evidenziato, è possibile per chiunque abbia un interesse reale intervenire con motivate opposizioni.

Si precisa inoltre che sarebbe impossibile per chiunque introdurre, come richiesto nell'interrogazione, "l'utilizzo esclusivo di prodotti sardi in quanto prevedere l'impiego di prodotti provenienti da una determinata regione dell'UE è contrario alla normativa comunitaria per le richieste di registrazione di IGP; infatti tale disposizione/obbligo si configurerebbe come alterazione della concorrenza risultando in contrasto con gli articoli dal 28 al 37 del Trattato sul funzionamento dell'UE in merito alla libera circolazione delle merci all'interno dell'Unione.

Solo per la Denominazione di Origine Protetta (DOP) è previsto l'utilizzo esclusivo delle materie prime provenienti dall'areale di produzione. Nel caso dei Culurgionis, se si fosse optato per una DOP non si sarebbe potuto comunque parlare di materie prime sarde, ma di materie prime provenienti dall'areale di produzione (che in questo caso coincide con l'Ogliastra e pochi altri comuni) che quindi dovrebbe garantire tutto il prodotto necessario: semole e farine di grano, patate, formaggi, olio, menta, aglio, etc..

In ogni caso ogni sforzo dovrà essere compiuto nell'incentivare le nostre imprese agricole a incrementare produzioni mirate e nell'indirizzare i trasformatori a produrre con materie prime isolane partendo dal rafforzamento del rapporto tra produttori primari e trasformatori, e nel favorire il sistema produttivo verso un approvvigionamento costante di un prodotto altamente qualitativo, omogeneo ed adatto alla trasformazione.

Tale esigenza può essere rafforzata anche tramite la valorizzazione delle eccellenze per le quali può essere fondamentale raggiungere un riconoscimento comunitario che tuteli il nome delle nostre produzioni da possibili usurpazioni ed usi impropri. Purtroppo attualmente la Sardegna detiene solo 7 denominazioni riconosciute a livello comunitario mentre altre regioni vantano ben altri numeri (Emilia 38i, Veneto 36, Sicilia e Lombardia 28). Eppure La Sardegna vanta un vasto panorama di produzioni agroalimentari ed una straordinaria cultura enogastronomica, un paniere straordinario di saperi e di gusti, una risorsa su cui investire perché rappresenta identificazione culturale, sviluppo economico e sociale, conservazione e caratterizzazione ambientale, e si traduce in sintesi in alta aspettativa occupazionale e qualità della vita.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Crisponi - Dedoni - Cossa sulle risorse rivenienti dalle donazioni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013. (20)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue,

L'importo depositato nella Tesoreria regionale derivante dai versamenti per l'alluvione del 2013 effettuati sul conto corrente bancario n. 10951778 ammonta ad euro 542.486,29.

È stato chiesto al Direttore Generale della Protezione Civile di assumere tutti gli atti necessari per versare tali risorse nella contabilità speciale, affinchè possano essere utilizzate per gli interventi finalizzati a fronteggiare i danni causati dalle avversità atmosferiche del novembre 2013 e di voler prontamente riferire circa gli interventi e le azioni che verranno eseguiti, al fine di consentire di fornire al Consiglio Regionale e ai cittadini in genere tutte le informazioni sull'utilizzo delle donazioni effettuate.

Oltre alle risorse raccolte sul conto corrente bancario suddetto appare opportuno evidenziare che la Croce Rossa è in procinto di firmare un protocollo di intesa con la Regione Sardegna per l'attribuzione delle risorse raccolte alle popolazioni colpite dall'alluvione.

A tal proposito, per verificare tutte le risorse provenienti dalle differenti donazioni, la Protezione Civile ha avviato un'attività di ricognizione degli importi assegnati ai Comuni interessati dall'alluvione.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai - Pizzuto sull'utilizzo indiscriminato, da parte dell'ANAS, di diserbanti chimici nelle operazioni di pulizia delle cunette delle strade sarde. (21)

In riferimento a quanto segnalato con l'interrogazione di cui all'oggetto, si precisa che nella scorsa legislatura c'è già stata una procedura di interpellanza identica nel contenuto (Interpellanza n. 402/A del 12.03.2013), a cui l'Assessorato della difesa dell'ambiente aveva dato seguito con l'invìo della nota n. 592 del 03.04.2013, in cui l'ANAS veniva invitato a sospendere immediatamente l'utilizzo del diserbante chimico in argomento per la pulitura delle cunette stradali.

L'Assessore, con nota n. 1636/GAB del 09.07.2014, ha sollecitato l'ANAS a sospendere l'utilizzo del suddetto diserbante, richiedendo il ripristino dell'esecuzione degli interventi di pulitura con il ricorso alla falciatura manuale o meccanica.

La comunicazione inviata all'ANAS (prot n. 1636/GAB) è agli atti del Consiglio.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Truzzu sulla situazione dei 12 precari ARPAS i cui contratti a tempo determinato sono cessati il 12 dicembre 2013. (23)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, si rimanda alla nota dell'ARPAS n 16142 dell'11.06.2014 per una informativa generale sull'argomento.

In riferimento ai quesiti posti, si precisa che l'ARPAS è deficitaria di queste figure necessaria per lo svolgimento delle attività in capo all'Agenzia.

Per colmare le carenze dell'ARPAS si stanno valutando diverse possibilità che potranno tenere in debito conto l'opportunità di stabilizzazione delle figure in oggetto, con eventuale apposita norma regionale, di utilizzare le graduatorie aperte degli idonei dei concorsi pubblici espletati dall'ARPAS nel 2010 e mai assunti, nonché di attivare procedure di mobilità.

Si fa presente che a fronte di una forte pressione da parte dei 12 precari ARPAS ai fini della loro stabilizzazione si è contrapposta la diffida dello studio legale Piseddu-Carta che in difesa degli idonei delle graduatorie sopracitate a non procedere ad altre assunzioni prima di aver assorbito le graduatorie esistenti.

La relazione dell'ARPAS n. 16142 dell'11.06.2014 e la nota dello studio Legale Piseddu-Carta del 1.07. 2014 sono agli atti del Consiglio.

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Crisponi sul riconoscimento del marchio IGP ai prodotti tipici della tradizione culinaria sarda.. (26)

Il Reg.(CE) 1151/2012 che disciplina i regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari contiene le seguenti definizioni: DOP - Denominazione di origine protetta "un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un paese determinati, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico ed ai suoi intrinseci fattori naturali e umani, e le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata .

IGP - Indicazione geografica protetta "un nome che identifica un prodotto originario di un determinato luogo, regione o paese alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità; la reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge per almeno una delle sue fasi nella zona geografica delimitata" .

Attualmente i prodotti a denominazione d'origine della Sardegna sono 7: Pecorino Romano DOP; Pecorino Sardo DOP; Fiore Sardo DOP; Zafferano di Sardegna DOP; Olio extravergine di oliva di Sardegna DOP; Carciofo spinoso di Sardegna DOP; Agnello di Sardegna IGP .

L'iter amministrativo per il riconoscimento disciplinato dal DM 12511 del 14.10.2013 prevede che: • il soggetto legittimato a presentare domanda di riconoscimento per una DOP/IGP è un gruppo formato da produttori e/o trasformatori ricadenti nel territorio delimitato dal disciplinare e che trattano il medesimo prodotto oggetto di richiesta di registrazione (detto comitato promotore) .

• La domanda di registrazione è accompagnata da una elaborata e dettagliata documentazione di carattere tecnico, socio-economico, storico, e dal disciplinare di produzione .

• La Regione nel cui territorio ricade la produzione e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), esprimono un parere verificando la rispondenza del dossier prodotto alla normativa comunitaria e nazionale di riferimento .

• A seguito del parere positivo della Regione, il Ministero convoca la riunione di pubblico accertamento per verificare la rispondenza della disciplina proposta ai metodi leali e costanti previsti dal Reg. (UE) n. 1151/2012 .

• A conclusione di tale fase il Ministero provvede a pubblicare il disciplinare sulla GURI. Dalla pubblicazione decorrono trenta giorni entro i quali possono essere presentate eventuali opposizioni da parte di soggetti aventi un interesse legittimo .

• Se non ci sono opposizioni a livello nazionale, l'istanza inizia la procedura comunitaria presso i competenti uffici della Commissione Europea. In caso di opposizioni il Ministero effettua la propria istruttoria e qualora ritenga le opposizioni ricevibili, avvia la procedura di contradditorio che può portare o al rigetto dell'opposizione o al rigetto dell'istanza di registrazione .

Istanza di registrazione della IGP "Culurgionis"

- L'istanza è stata presentata in data 18 ottobre 2008 da un comitato formato da trasformatori e produttori

- La Regione, dopo una lunga istruttoria con richieste di integrazioni/revisioni della documentazione presentata, ha espresso parere favorevole all'istanza in data 13 settembre 2012 in quanto il dossier era rispondente alla normativa;

- Il Ministero ha convocato la riunione di pubblico accertamento che si è svolta il 27 marzo 2014

- Il disciplinare è stato pubblicato sulla GURI n. 96 del 26 aprile 2014

- Al momento ci si trova nella fase in cui il Ministero istruisce le opposizioni pervenute.

In merito alle specifiche richieste della presente interrogazione si precisa che:

a) Il disciplinare di produzione e l'intera documentazione presentata( relazione storica, tecnica, socio-economica, documento unico e cartografia ) è stata oggetto di una lunga istruttoria regionale ai sensi dell'art.7 del D.M. n. 12551 del 14.10.2013, con l'ausilio di tecnici ed esperti del settore.

In data 15 marzo 2010 l'Assessorato dell'Agricoltura evidenziava lacune e incompletezze documentali dell'istanza richiedendo al Mipaaf la sospensione dei termini previsti dalla legge per addivenire ad una migliore disciplina. Solo in data 13 settembre 2012, la Regione ha espresso parere favorevole in quanto il dossier risultava rispondente alla normativa .

Il Mipaaf, dopo avere a sua volta valutato positivamente il dossier, ha convocato, d'intesa con la Regione, la riunione di pubblico accertamento al fine di verificare la rispondenza della disciplina proposta ai metodi leali e costanti previsti dal Reg. UE 1151/2012 .

Tutti i soggetti interessati a livello regionale sono pertanto informati e consultati, secondo quanto previsto dall'art.8 del D.M. soprarichiamato, proprio attraverso la riunione di pubblico accertamento.

In riferimento ad una ulteriore consultazione delle associazioni di categoria, si precisa che l'istanza in oggetto era stata presentata da un Comitato Promotore che al suo interno annoverava diverse Associazioni di categoria, quali Coldiretti, CNA, Confartigianato che, per effetto delle restrizioni della normativa, sono dovute uscire dal Comitato Promotore, pur continuando, in alcuni casi, a seguire l'istanza e accompagnando i produttori proponenti nell'iter di registrazione .

b) Nella fase successiva alla pubblicazione in GURI le opposizioni motivate e documentate possono essere presentate da parte di soggetti che abbiano un interesse legittimo in quanto coinvolti nel sistema produttivo oggetto dell'istanza .

c) La richiesta di riconoscimento di una denominazione d'origine è un procedimento d'iniziativa del mondo produttivo: la scelta di richiedere il riconoscimento di una DOP piuttosto che di una IGP cosi come il contenuto del disciplinare compete esclusivamente al Comitato Promotore .

L'Assessorato dell'Agricoltura è a disposizione di tutti quei soggetti che intendano proporre i riconoscimenti per fornire assistenza, consulenza e accompagnamento nell'iter amministrativo.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Desini - Busia in merito alle graduatorie per collaboratore sanitario educatore professionale, a seguito di concorso a tempo indeterminato conclusosi presso l'ASL di Sassari nel mese di maggio 2013. (35)

Con riferimento all'oggetto, si trasmette la relazione prodotta dall'Azienda n. 1 di Sassari e si comunica che questo Assessorato sta predisponendo una direttiva per le Aziende Sanitarie volta alla nazionalizzazione della spesa relativa al personale con particolare riferimento ai contratti di lavoro interinale e ai contratti a tempo determinato.

Nello specifico, sono state date precise indicazioni al fine di assicurare la progressiva riduzione della presenza di lavoratori interinali all'interno delle organizzazioni aziendali, favorendo così il passaggio delle competenze acquisite e dei carichi di lavoro ai dipendenti in ruolo delle Aziende medesime.

Essendo imprescindibile il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, in taluni casi si è reso necessario autorizzare delle proroghe con il fine esclusivo di evitare che le possibili interruzioni dei servizi offerti potessero arrecare aggravi in termini di disservizi per gli utenti.

Con riferimento ai contratti a tempo determinato, alle convenzioni ed ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa si è raccomandato il rispetto delle disposizioni di cui al DL 78/2010.

Le Aziende sono state richiamate inoltre al rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013; n. 125, recante "Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni", e con riferimento alle assunzioni a tempo determinato ferme restando le esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale, si è chiesto di provvedere alla copertura di posti a tempo attingendo, ovviamente nel rispetto dell'ordine di posizione, alle proprie graduatorie per concorsi pubblici a tempo indeterminato o in mancanza di queste alle graduatorie vigenti di altre Aziende.

la relazione dell'Azienda n. 1 di Sassari è agli atti del Consiglio

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Sale relativa alla volontà da parte della multinazionale olandese Rijk Zwaan con base a De Lier in Olanda, ma avente una filiale anche in Italia sita a Calderara di Reno (BO), via dell'Industria n. 13, di raccogliere erbe sarde al fine di poter sviluppare nuove varietà specifiche da poter commercializzare per il mercato italiano. (53)

In riferimento a quanto segnalato con l'interrogazione di cui all'oggetto, si precisa che, presso gli uffici di questo Assessorato non risulta pervenuta alcuna richiesta in merito da parte della multinazionale citata nell'interrogazione.

Essendo tale competenza in capo all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, è stata inviata al suddetto Assessorato una richiesta per valutare le azioni e le iniziative da intraprendere al fine della difesa della biodiversità.

In relazione a quanto appreso dalla mozione n.41 del 5 giugno 2014 si deve evidenziare che nella lista delle specie vegetali richieste dalla multinazionale Rijk Zwaan sono presenti per la gran parte specie ascrivibile alla diversità agricola. Risultano inserite tuttavia due specie endemiche (ascrivibili alla biodiversità biologica) esclusive della Sardegna: Lactuca longidentata Moris e Brassica tyrrena Grotta, Piccitto et Arrigoni; una terza, Brassica insularis Moris (anche questa ascrivibile alla biodiversità biologica), per quanto endemica non esclusiva della Sardegna, è elencata nell'allegato II della direttiva Habitat e può essere prelevata per le finalità stabilite all'art. 11 (Deroghe), lett. a), b), c) d), e) del D.P.R. n. 357/97 e s.m.i., previa autorizzazione in deroga rilasciata dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a condizione che non esista un'altra soluzione valida al prelievo e che non sia pregiudicato il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, delle popolazioni della specie nella sua area di ripartizione naturale. Conseguentemente, occorre verificare se la Rijk Zwaan è in possesso di tale deroga. Riguardo alle due endemiche esclusive della Sardegna, le informazioni che si riportano derivano da un apposito studio finanziato dal Servizio Tutela della natura che, avvalendosi del Centro Conservazione Biodiversità (CCB) dell'Università degli Studi di Cagliari, struttura di ricerca autorizzata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad operare sul territorio regionale per quanto riguarda la raccolta e la conservazione delle specie vegetali incluse negli allegati della Direttiva 92/43/CEE, ha acquisito il ranking di ben 169 specie con tali caratteristiche. Esse costituiscono un patrimonio inestimabile che individua la Sardegna come fulcro della biodiversità a livello europeo.

L'iniziativa della Rijk Zwaan desta forte preoccupazione in quanto si pone in netto contrasto con le molteplici iniziative promosse dall'Assessorato della difesa dell'Ambiente per la salvaguardia della biodiversità, in merito alle quali ha assunto l'impegno istituzionale ad attuare nel proprio territorio la Strategia Nazionale per la Biodiversità, strumento cardine che l'Italia si è data al fine di corrispondere agli obiettivi stabiliti dall'Unione europea in materia.

Si ricorda che, con deliberazione n. 45/27 del 12.11.2012. la Giunta regionale ha istituito l'Osservatorio regionale permanente per la biodiversità, il paesaggio rurale e lo sviluppo sostenibile" all'interno del Servizio tutela della natura dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, che ha tra i suoi compiti il coordinamento e l'incentivazione di politiche di conservazione del patrimonio vegetale in situ ed ex situ allo scopo di proteggere le specie vegetali della flora sarda.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla decisione di chiudere l'autoparco dell'Ente foreste di Bena Majore. (57)

A seguito dei riscontri effettuati dai nostri uffici, in merito all'autoparco in uso all'Ente Foreste sito in Comune di Ozieri, località "Bena Majore", censito nel catasto fabbricati del citato Comune al Fg. 69 mappali 173, 176, 177, 178, 221, 222, 223, 224, 225, si è appurato quanto segue:

L'autoparco è stato trasferito dal demanio statale al patrimonio regionale ai sensi dell'art. 14 dello Statuto Speciale per la Sardegna ed in forza dell'elenco di trasferimento n.99 del 5 dicembre 2006. Inoltre, fin dalla sua costruzione, è stato utilizzato dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste per lo svolgimento delle funzioni proprie come previste dall'art.3 comma 1 della legge regionale 9 giugno 1999 n. 24. Tale legge, che istituisce l'Ente Foreste della Sardegna, all'art 15, 6°comma stabilisce che il patrimonio dell'Ente è costituito dai beni strumentali utilizzati dagli Ispettorati Ripartimentali delle foreste per lo svolgimento delle funzioni.

Per questi motivi, l'autoparco non è stato mai gestito da questo Assessorato che conseguentemente non è stato informato della decisione dell'Ente foreste della chiusura per inagibilità dello stesso.

Pertanto, qualsiasi eventuale provvedimento di riapertura dell'immobile in parola rientra nell'esclusiva competenza dell'Ente Foreste al quale è demandata, altresì, ogni decisione sulla tempistica per provvedere nel senso richiesto dall'interrogante.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Lai - Cocco Daniele Secondo sull'area del dismesso Genio militare di Siliqua (CA). (59)

In riferimento a quanto riportato nell'interrogazione in oggetto si evidenzia quanto segue.

Dalle verifiche effettuate dai nostri uffici i magazzini del Genio Militare di Siliqua, indicati nell'interrogazione in argomento, sono ricompresi nell'allegato "A" al protocollo d'intesa Stato -Regione del 7 marzo 2008.

In detto allegato sono individuati gli immobili destinati a servizi statali e pertanto, come tali, non soggetti a trasferimento alla Regione Sardegna ai sensi dell'art. 14 dello Statuto sardo.

Pertanto, essendo venuto meno il vincolo ostativo di cui al secondo comma del predetto art.14 (connessione del bene a servizi di competenza statale ) si può affermare che sussistono le condizioni perché l'area del dismesso Genio Militare di Siliqua venga acquisita in proprietà dalla Regione.

Condividendo le ragioni dell'interrogazione, questa Amministrazione, si adopererà per porre in essere tutte le opportune azioni al fine di verificare la sussistenza della connessione del bene ai servizi di competenza statale e richiedere l'acquisizione al demanio regionale.

Risulta inoltre che l'area in oggetto necessita di un intervento di bonifica. Pertanto, tale area è ricompresa tra quelle per le quali la Regione Autonoma della Sardegna, in occasione della seconda conferenza nazionale sulle servitù militari, ha richiesto ai Ministero della Difesa l'attivazione di attività di bonifica, tutela ambientale e salvaguardia della salute.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Piscedda - Moriconi - Deriu - Comandini - Cozzolino sulla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'amministrazione della Provincia di Cagliari. (67)

Vista l'interrogazione n. 67/A, presentata dai Consiglieri regionali Piscedda, Monconi, Deriu, Comandini, Cozzolino, riguardante la richiesta di notizie in merito alla problematica relativa agli 86 precari presenti nell'Amministrazione della Provincia di Cagliari, si ritiene di comunicare che la materia rientra nella competenza dell'Assessorato degli Enti Locali.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Lotto - Moriconi - Pinna Rossella sulla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione regionale. (76)

Vista l'interrogazione n. 76/A, presentata dai Consiglieri regionali Piscedda, Comandini, Cozzolino, Deriu, Lotto, Moriconi, Pinna Rossella, riguardante la richiesta di notizie in merito alla problematica relativa ai precari presenti nell'Amministrazione Regionale, si ritiene di comunicare che la materia non è di competenza di questo Assessorato, bensì di quello degli Affari Generali e Personale, peraltro in indirizzo.

Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Pinna Rossella sul mancato inserimento della priorità delle scuole dell'infanzia paritarie nel patto di stabilità interno 2014 di cui alla delibera n. 15/1 del 29 aprile 2014. (79)

In risposta all'interrogazione in oggetto, per quanto di competenza, si fa preliminarmente presente di condividere le premesse degli onorevoli interroganti sul valore dell'educazione per l'infanzia, tantoché la Direzione generale della Pubblica Istruzione sta provvedendo alla liquidazione dei contributi assegnati dalla programmazione regionale.

In relazione a quanto esplicitamente richiesto, si precisa che l'analisi preventiva condotta sulle esigenze di spesa indifferibili in corso di esercizio teneva conto, per le stesse motivazioni contenute nell'interrogazione, anche delle esigenze in oggetto, nonostante la ritardata liquidazione di contributi a terzi non configuri la fattispecie del debito commerciale, come inquadrata dalla direttiva europea pagamenti (recepita col D.Lgs 9 novembre 2012, n. 192).

Conclusivamente, si rappresenta che, come anche richiamato nel parere sulla deliberazione espresso dalla Terza Commissione Permanente il 14 maggio (che, peraltro, non aveva rilevato la criticità esposta dagli onorevoli interroganti), è ancora in corso una forte interlocuzione con il Ministero dell'economia volta a migliorare la capacità di spesa della regione sarda nel corrente esercizio, la cui eventuale positiva conclusione consentirà di ulteriore e più adeguata risposta alle esigenze rappresentate nell'interrogazione.

Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Deriu - Moriconi - Collu - Comandini - Cozzolino - Meloni - Piscedda - Sabatini - Tendas sui progetti dDi Filiera e sviluppo locale (PSFL). (86)

Al fine di fornire adeguati elementi di risposta all'interrogazione di cui all'oggetto si precisa quanto segue:

1. Le risorse erogate sottoforma di agevolazioni sono coerenti sia con la Programmazione 2007-2013 sia con la Programmazione 2014-2020. La proroga al 30 settembre p.v. della chiusura dei termini per la presentazione delle domande, pertanto, non costituisce una criticità in termini di rendicontazione delle spese, né abbrevia i tempi per la realizzazione degli investimenti.

2. Al fine di fornire un chiaro ed esaustivo quadro delle iniziative per area e per linea di intervento si allegano le schede che riportano nel dettaglio lo stato attuale. Il quadro finanziario previsto per gli interventi a favore delle imprese è confermato e le risorse sono ripartite secondo l'assegnazione riportata nella scheda n.10. Occorre considerare, però, che si è conclusa solo la I fase del Bando relativa alla presentazione delle Manifestazioni di interesse .

3. Relativamente allo stato di fatto degli interventi effettuati con il Fondo di garanzia si forniscono i seguenti dati: .

- alla data del 31.12.2013 sono state concesse n. 2.201 garanzie per 1.523 PMI, comportando l'attivazione di linee di credito per complessivi € 351 milioni e garanzie per circa € 128,4 milioni. Al lordo delle spese di gestione (€ 1.280.461), l'utilizzo del Fondo al 31.12.2013 è stato pari al 56% della sua dotazione. Gli accantonamenti in essere ammontavano € 31,5 milioni, pari al 13,46%. Per quanto concerne la governance dello strumento si segnalano le modifiche al regolamento di attuazione del Fondo al fine di ampliare la gamma di prodotti garantiti, che hanno introdotto la garanzia in favore delle emissioni di minibond e delle cambiali finanziarie e modalità di accesso semplificate per le operazioni valutate positivamente in procedure di selezione attuative della Programmazione Unitaria 2007-13, anche alla luce delle esigenze manifestate dai componenti del "Forum del credito" e dai soggetti convenzionati (consorzi fidi e banche) .

- i primi 5 mesi del 2014 evidenziano un miglioramento significativo: a maggio sono state istruite e concesse n. 2.403 richieste da parte delle imprese, relative a € 393 milioni di linee di credito e € 144,6 milioni di garanzie. Al lordo delle spese di gestione al 31.12.2013 (€ 1.280.461), l'utilizzo del Fondo raggiunge la percentuale di 61,6% (percentuale che scende a 58,5% al lordo degli interessi maturati, circa € 14 milioni). Gli accantonamenti complessivi sono pari a € 35,5 milioni .

- se si tiene conto delle pratiche in lavorazione a luglio, per le quali non si è ancora concluso l'iter di concessione, si arriva a n. 2.696 richieste da parte delle imprese, relative a € 438 milioni di linee di credito e € 163,5 milioni di garanzie. Al lordo delle spese di gestione al 31.12.2013 (€ 1.280.461), l'utilizzo del Fondo raggiunge la percentuale di 68,7% (percentuale che scende a 64,8% al lordo degli interessi maturati, circa € 14 milioni) sul totale e il 70% sulla parte cofinanziata UE .

4. Le attività di formazione attivate e l'utilizzo del Bonus assunzionale hanno preceduto l'attivazione del Programma garanzia giovani. Considerata la differenza di target di riferimento al momento della concreta attivazione del programma YG cofinanziato dal FSE, le diverse tipologie di intervento a favore dell'occupazione saranno rese complementari per target d'età evitando qualsiasi rischio di sovrapposizione e spiazzamento .

5. Gli accordi di programma previsti non sono stati ancora stipulati. Le risorse necessarie per gli interventi condivisi con i Tavoli Istituzionali dei territori interessati, sono risorse regionali, pertanto, occorre valutarne l'utilizzo secondo i vincoli imposti dal Patto di Stabilità. A seguito di una convocazione dei Tavoli si potrà rivalutare il quadro degli interventi e l'eventuale tempistica di attuazione, previa sottoscrizione di tali accordi. Le infrastrutture richieste dai rappresentanti dei territori sono indicate nella D.G.R. n. 33/42 del 31 luglio 2012 "L.R. 7 agosto 2009, n. 3, art. 2, comma 37 e 38. Attivazione Progetti di Sviluppo Locale nelle Aree di Crisi di Porto Torres, La Maddalena, della Sardegna Centrale e nel Territorio Svantaggiato della Marmilla" e nella D.G.R. n. 50/8 del 21 dicembre 2012 " L.R. 7 agosto 2009, n. 3, art. 2, comma 37 e 38. Attivazione Progetto di Sviluppo Locale Sardegna Centrale. Area di Crisi di Oristano". Per il PSL del Sulcis-lglesiente, invece, sono stati attivati solo gli interventi a favore delle imprese (D.G.R. n. 33/42 del 8 agosto 2013 " L.R. 7 agosto 2009, n. 3, art. 2, comma 37 e 38. Attivazione del Progetto di Sviluppo Locale del Sulcis-lglesiente, Area di Crisi di Portovesme. Proroga del termine di presentazione delle Manifestazioni di Interesse previste dal Bando "Misure di sostegno all'attività di impresa" nelle Aree di Crisi e nei Territori Svantaggiati della Sardegna"), essendo inseriti nel così detto "Piano Sulcis" tutti gli interventi infrastrutturali previsti per quel territorio .