Seduta n.75 del 10/12/2009 

LXXV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 10 dicembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 32.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di martedì 1° dicembre 2009 (68), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Mariano Contu, Francesco Cuccureddu, Simona De Francisci, Domenico Gallus, Marco Meloni, Antonello Peru, Nicolò Rassu, Adriano Salis e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:

"Interrogazione Solinas Antonio sulla deliberazione n. 44/15 del 29 settembre 2009 della Giunta regionale che muta le condizioni normative alle quali si deve attenere la società concessionaria nella gestione del complesso termale di Fordongianus". (156)

(Risposta scritta in data 3 dicembre 2009.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, su provvedimenti e iniziative che il Presidente della Regione intende intraprendere per opporsi all'installazione di centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie in Sardegna (come da ordine del giorno n. 11 approvato dal Consiglio regionale in data 23 settembre 2009)". (185)

"Interrogazione Cuccu - Cocco Pietro - Lotto - Solinas Antonio - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione delle risorse destinate dal decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale del 20 ottobre 2009 (Promozione e pubblicità istituzionale dei prodotti agro-alimentari. Approvazione evento Fiera cavalli e sulla composizione della delegazione regionale)". (186)

"Interrogazione Mula, con richiesta di risposta scritta, sulla non potabilità delle acque del Cedrino". (187)

"Interrogazione Ladu, con richiesta di risposta scritta, sul bando internazionale per la vendita degli stabilimenti ex Legler". (188)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla ridotta ed iniqua rappresentanza femminile all'interno dell'Esecutivo regionale". (189)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla necessità di salvaguardare la "Nuova Cementeria di Scala di Giocca" e i suoi lavoratori". (58)

"Interpellanza Zuncheddu sul mancato svolgimento della verifica preventiva contemporanea sull'intero progetto immobiliare SITAS Spa sulla costa di Malfatano - Capo Spartivento, Teulada (CA)" (59/C-4).

"Interpellanza Sanna Giacomo - Planetta - Dessì - Maninchedda - Solinas Christian sulla situazione del mercato dei trasporti delle persone e delle merci in Sardegna". (60)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. E' necessario che la richiesta sia appoggiata da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo)

PRESIDENTE. Chiedo la presenza di un Segretario dell'opposizione al banco della Presidenza. Onorevole Mariani, grazie.

Poiché devono decorrere dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere a una votazione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 11 e 01.)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 4

Nel comma 1, nella lettera e) è soppressa l'espressione da "da utilizzarsi" sino a "presente legge". (133)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art.4 Comma 2 lettera b) è sostituito con il seguente:

b) risorse, regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05. 03.007 Cap. sc05.0673

euro 24.500.000

In diminuzione

FNOL euro 2.000.000

UPB S08.01.001 euro 1.500.000

UPB S08.01.004 euro 21.000.000. (36)

Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'Art. 4 la lettera c del comma 2 è sostituita con la seguente:

"risorse regionali per euro 13.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2006 n. 4 (UPB S05.03.007)".

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05.03.007 Cap. SC05.06.007

Euro 8.000.0000

In diminuzione FNOL

Euro 8.000.0000. (72)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art. 4 comma 2 è sostituito con il seguente:

2. La dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza istituito dall'articolo 34 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 del 2007 per l'anno 2010 è determinata in euro 184.300.000, da integrare con la quota delle risorse assegnate alla Sardegna dal Fondo nazionale per la non autosufficienza previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), ed è alimentato dai seguenti stanziamenti:

a)risorse regionali per euro 30.000.000 destinate al potenziamento dell'assistenza domiciliare a

favore di anziani in condizioni di non autosufficienza, di cui euro 2.500.0.00 per le cure domiciliari sanitarie (UPB S05.03.007);

b)risorse regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

c) risorse regionali per euro 13.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 (UPB S05.03.007);

d)risorse regionali e statali per euro 9.000.000,000 destinate al finanziamento delle azioni di integrazione socio-sanitaria (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 febbraio 2001, Accordo Regione Sardegna - ANCI 15 dicembre 2004 (UPB S05.03.005).

e)risorse regionali per euro 50.800.000 destinate al finanziamento di leggi regionali a favore di soggetti cori particolari patologie (UPB S05.03.007);

f)risorse regionali per euro 5.000.000 destinate all'erogazione di assegni di cura o di altre provvidenze in favore delle famiglie che si assumono compiti di assistenza e cura di disabili fisici, psichiatrici e sensoriali, di cui all'art. 3 comma 1, lettera g) della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (UPB S05.03.007).

Copertura finanziaria

In aumento UPB 805.03.007

euro 32.500.000

In diminuzione

FNOL euro 3.000.000

UPB S08.01.004 euro 24.500.000

UPB S08.02.002 euro 5.000.000. (34)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art. 4 comma 2 è sostituito con il seguente:

2. La dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza istituito dall'articolo 34 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 del 2007 per l'anno 2010 è determinata in euro 174.300.000, da integrare con la quota delle risorse assegnate alla Sardegna dal Fondo nazionale per la non autosufficienza previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), ed è alimentato dai seguenti stanziamenti:

a)risorse regionali per euro 30.000.000 destinate al potenziamento dell'assistenza domiciliare a

favore di anziani in condizioni di non autosufficienza, di cui euro 2.500.0.00 per le cure domiciliari sanitarie (UPB S05.03.007);

b)risorse regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

c) risorse regionali per euro 5.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 (UPB S05.03.007);

d)risorse regionali e statali per euro 9.000.000,000 destinate al finanziamento delle azioni di integrazione socio-sanitaria (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 febbraio 2001, Accordo Regione Sardegna - ANCI 15 dicembre 2004 (UPB S05.03.005).

e)risorse regionali per euro 50.800.000 destinate al finanziamento di leggi regionali a favore di soggetti cori particolari patologie (UPB S05.03.007);

f)risorse regionali per euro 5.000.000 destinate all'erogazione di assegni di cura o di altre provvidenze in favore delle famiglie che si assumono compiti di assistenza e cura di disabili fisici, psichiatrici e sensoriali, di cui all'art. 3 comma 1, lettera g) della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (UPB S05.03.007).

Copertura finanziaria

In aumento UPB 805.03.007

euro 24.500.000

In diminuzione

FNOL euro 2.000.000

UPB S08.01.001 euro 1.500.000

UPB S08.01.004 euro 21.000.000. (35)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Floris Mario - Mulas

Articolo 4

Dopo la lett. e) nel comma 1° dell'Art.4 è inserita la seguente:

e) bis. Euro 12.000.000 per l'abbattimento degli oneri sociali in favore delle imprese che assumono a tempo indeterminato personale di età compresa fra i 32 ed i 50 anni; tale contributo non potrà superare i 500 euro mensili, per ciascun nuovo assunto, e potrà essere concesso per un massimo di 12 mesi.

COPERTURA FNOL. (2)

Emendamento aggiuntivo Mula - Dedoni - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco

Articolo 4

Dopo il comma 1, lett. e) dell'art. 4 è aggiunta la seguente lett. e) bis:

"per la prosecuzione degli interventi di cui alla Legge Regionale n. 4/2006, art 27 comma 5, da attuarsi mediante i Soggetti Esecutori individuati dalle delibere della Giunta Regionale del 21-11-2006 e del 29-05-2007 e art. 2 comma 34 della l.r. 2/2009 è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di 2 milioni di euro da inserire nel capitolo di Bilancio U.P.B. S.02.03.007. (28)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Nel comma 1, dopo la lett. e) è inserita la seguente:

e) bis. E' autorizzata; per l'anno 2010 e successivi, una spesa valutata in annui euro 2.500.000 al fine di consentire l'attuazione ed il coordinamento di idonei percorsi di reimpiego per i lavoratori delle aziende di cui all'articolo 1 del Decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale 19 giugno 2006, ultracinquantenni alla data del 31 dicembre 2009, interessati da crisi occupazionali e individuati in specifici accordi quadro istituzionali previsti dall'articolo 4, comma 1, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3.

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

U.P.B. S08.01.003 Fondo per nuovi oneri legislativi in conto capitale

(voce 1)

2010€2.500.000

2011€2.500.000

2012€2.500.000

2013€2.500.000

In aumento

U.P.B. S02.03.001 - Politiche attive del lavoro - Spese correnti

2010€2.500.000

2011€2.500.000

2012€2.500.000

2013€2.500.000. (134)

Emendamento aggiuntivo Mula - Vargiu

Articolo 4

Dopo il comma 1, punto e), è inserito il seguente punto:

e) bis. per la prosecuzione degli interventi di cui all'art. 27, comma 5, della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalle delibere della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 (UPB S.02.03.007).

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S08.02.002

2010€ 2.000.000,00. (157)

Emendamento aggiuntivo Manca - Barracciu - Uras - Porcu - Salis - Sabatini - Meloni - Lotto - Caria

Articolo 4

Dopo il comma 1, punto e), è inserito il seguente punto:

e) bis. per la prosecuzione degli interventi di cui all'art. 27, comma 5, della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalle delibere della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 (UPB S.02.03.007).

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S08.02.002

2010€ 2.000.000,00. (159)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. A valere sui fondi del P.O.R. Fse 2007/2013 una quota, fino a euro 60.000.000, è destinata ad agevolare l'accesso al credito da parte di soggetti svantaggiati, a supporto della creazione e dello sviluppo delle microimprese e delle piccole e medie imprese, mediante la costituzione di un fondo per il microcredito. I criteri e le modalità di gestione del fondo sono individuati con apposita direttiva della Giunta regionale emanata su proposta dell'Assessore competente in materia di lavoro. (132)

Emendamento aggiuntivo Steri - Biancareddu - Capelli - Milia - Obinu

Articolo 4

Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

2 bis. È autorizzata la spesa valutata in annue euro 15.000.000 per la concessione di contributi ai Comuni per il pagamento delle rette relative ai ricoveri presso le residenze sanitarie assistite (RSA); il relativo programma di interventi è approvato dalla Giunta regionale a' termini dell'articolo 4, lett. i) della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 (UPB S05.03.005).

COPERTURA FINANZIARIA:

In aumento

UPB S 05.03.005 Finanziamenti per attività socio - assistenziali

anno 201015.000.000

anno 201115.000.000

anno-201215.000.000

anno 201315.000.000

In diminuzione

UPB S08.01.002 FNOL- parte corrente

anno 201015.000.000

anno 201115.000.000

anno-201215.000.000

anno 201315.000.000

mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (143)

Emendamento aggiuntivo Cucca - Manca - Caria - Sabatini - Moriconi

Articolo 4

Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

2 bis. Per le finalità previste dall'articolo 33, comma 11 della legge regionale n, 2 del 2007, (legge finanziaria 2007), è autorizzata la spesa di euro 100.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2013 (UPB S05.03.009).

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S05.03.009 Interventi vari nel settore socio - assistenziale - parte corrente

anno 2010100.000

anno 2011100.000

anno 2012100.000

anno 2013100.000

In diminuzione

UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente

anno 2010100.000

anno 2011100.000

anno 2012100.000

anno 2013100.000

mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (146)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Uras - Salis

Articolo 4

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Per l'esercizio 2010 sono stanziati 25 milioni di euro per i contributi a fondo perduto ai sensi dell'articolo 8, comma 23, lett. b) e comma 24 della L.R. 5 marzo 2008 n.3.

In diminuzione:

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 1, 2, 3 e 4 della tabella A allegata alla legge

Euro 25.000.000

In aumento

UPB S04.10.004

Euro 25.000.000. (39)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Sabatini - Cuccu - Cucca - Solinas Antonio - Espa - Barracciu - Uras - Salis

Articolo 4

Dopo il comma 5 è inserito il seguente:

5 bis. 1.La Regione Sardegna istituisce il credito di emergenza a favore dei cittadini sardi che affrontano una situazione di difficoltà determinata dalla mancanza di risorse adeguate per far fronte a determinate tipologie di spesa.

2.Costituisce requisito per l'accesso al credito di emergenza essere residenti da almeno un anno in uno dei comuni della regione e possedere un reddito annuo familiare inferiore o uguale a 4.800 euro.

3.Le spese per le quali è possibile richiedere il credito di emergenza sono:

· situazioni di emergenza sanitaria, necessità di cure impreviste;

· pagamento rate di locazione e/o depositi cauzionali;

· acquisto primo arredo e lavori di adeguamento dell'immobile;

· pagamento bollette di utenze diverse;

· sostenimento spese legali;

· spese per onoranze funebri;

· spese condominiali e cartelle esattoriali;

· acquisto e manutenzione mezzo di trasporto per esigenze di lavoro;

· assicurazione e bollo auto;

· spese dovute per inserimento lavorativo;

· contributi previdenziali;

· libri scolastici e tasse universitarie per istruzione dei figli.

4.La richiesta del credito di emergenza, munita di autocertificazione attestante il possesso dei requisisti, è presentata presso lo Sportello Sociale dei comuni della Sardegna.

5.L'importo del credito di emergenza, pari alle spese che sì dichiarano necessarie, non può superare i 5 mila euro e potrà essere restituito senza interessi a partire dal terzo anno dalla corresponsione, anche attraverso un sistema di rateizzazione che non potrà a sua volta superare i successivi tre anni.

6.I comuni trasmettono con cadenza bimestrale gli importi delle domande accoglibili all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, che provvede al riversamento degli importi richiesti presso le tesorerie dei comuni richiedenti.

Per tale finalità sono stanziati nel bilancio 2010 della Regione 10.000.000 di euro in aumento e secondo le modalità di cui al precedente comma 5 dell'articolo 4. (UPB di nuova istituzione).

In diminuzione:

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui al punto 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 10.000.000

In aumento:

UPB (nuova istituzione)euro 10.000.000. (41)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente

"6bis. E' autorizzata negli anni 2010, 2011 e 2012 la spesa di euro 2.500.000 da destinare proporzionalmente all'Azienda ospedaliera Brotzu e all'Ospedale Oncologico per l'ammodernamento del sistema impiantistico e tecnologico (UPB SOS.01.003)

Copertura finanziaria

In aumento

UPB S05.01.003 - Interventi di edilizia sanitaria e miglioramento tecnologico delle strutture sanitarie (cap SC05.0056)

Anno 20102.500.000 euro

Anno 20112.500.000 euro

Anno 20122.500.000 euro

In diminuzione

UPB S04.09.003 - Pianificazione, vigilanza e controllo sull'attività urbanistica e paesaggistica (cap. SC04.2442)

Anno 20102.500.000 euro

Anno 20112.500.000 euro

Anno 20122.500.000 euro (21)

Emendamento aggiuntivo Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente:

E' autorizzata la spesa di euro 500.000 per la realizzazione di percorsi formativi di 300 ore per assistenti da impiegare nell'assistenza domiciliare per i malati di SLA: (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Le modalità di applicazione sono definite con Delibera di Giunta Regionale su proposta dell'Assessore dell'Igiene sanità e dell'assistenza sociale, sentita la Commissione consiliare competente.

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05.03.007

euro 500:000

In diminuzione

UPB S01.04.001 euro 100.000

UPB S08.01.004 euro 400.000. (32)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Bruno - Uras - Cocco Daniele

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma:

6 bis. Al fine di assicurare piena applicazione del Contratto collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) e la definizione di quella di comparto e integrativo regionale (CIRL) è autorizzata per l'anno 2010 e 2011 la spesa-di euro 2.500.000,00.

L'attuazione degli interventi è delegata alle Province ed agli organismi pubblici di gestione dei compendi lagunari.

Copertura finanziaria

In aumento UPB S04.08.007

In diminuzione: FNOL. (37)

Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:

6 bis. Al. fine di superare gli ostacoli di -natura economica alla formazione di nuove famiglie o per intervenire a sostegno di nuclei familiari in condizioni di temporaneo e particolare disagio, la Regione istituisce i prestiti-famiglia, consistenti in finanziamenti da restituire secondo piani di rimborso concordati, entro il limite massimo di sessanta mesi, senza interessi o a tasso agevolato a carico dei mutuatari in ragione delle diverse capacità reddituali, per sopperire a spese attinenti le necessità della vita familiare; condizione di ammissibilità alla misura è la percezione di un reddito familiare complessivo inferiore alla soglia di povertà relativa determinata annualmente dall'ISTAT per il singolo cittadino, moltiplicata per il numero dei componenti il nucleo .familiare. I finanziamenti agevolati non possono superare l'importo massimo di euro 36.000.

6 ter. Per l'attuazione della misura di cui al comma 2 è costituito un fondo finalizzato all'abbattimento parziale o totale del tasso d'interesse. Le regole di gestione di tale fondo e le modalità applicative della misura sono disciplinate da delibera della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. I prestiti-famiglia sono erogati da istituti ed aziende di credito operanti in Sardegna, selezionati mediante procedura di evidenza pubblica, secondo convenzioni sottoscritte con la Regione.

6 quater. Qualora coloro che presentano domanda, di prestito-famiglia non siano in grado di offrire sufficienti garanzie per il finanziamento richiesto, la Regione, su richiesta dell'istituto di credito, può concedere fideiussione a garanzia dell'obbligazione di restituzione delle somme oggetto del finanziamento. (45)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Cucca - Cuccu

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto:

6 bis. A favore dei lavoratori ultra cinquantenni senza diritto a pensione che abbiano perso il posto di lavoro, a seguito di licenziamento, o siano stati collocati in mobilità nel periodo dal 01.07.2008 al 31.12 2009 è disposto un intervento assistenziale di integrazione al reddito, fino ad un importo massimo di Euro 800,00 mensili e per un numero massimo di dodici mensilità.

L'intervento non ha natura previdenziale ed è corrisposto per i periodi di disoccupazione a favore dei lavoratori che abbiano perso il posto di lavoro o siano stati collocati in mobilità anche beneficiari di disoccupazione ordinaria con requisiti normali, di trattamento speciale edilizia, di indennità di mobilità ordinaria o in deroga, di cassa integrazione in deroga.

Possono beneficiare dell'intervento per i periodi di disoccupazione, fino ad. un importo massimo di Euro 800,00 mensili per dodici mensilità, anche i lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l'INPS di cui all'art.2 comma 26, della Legge 8 agosto 1995 N.335 con esclusione dei soggetti individuati dall'art. 1, comma 212, della Legge 23 Dicembre 1996 N.662, con contratti scaduti e non rinnovati nel periodo dal 01.07.2008 al 31.12.2009.

Al fine di garantire criteri omogenei di accesso a tutte le forme di integrazione del reddito l'intervento non è cumulabile con altri benefici aventi la finalità di ammortizzatori sociali di maggiore o pari importo ed è corrisposto per differenza con eventuali trattamenti previdenziali o analoghi benefici di sostegno al reddito percepiti.

La richiesta di intervento deve essere presentata agli uffici INPS competenti per territorio, i quali provvedono all'erogazione dell'intervento ai lavoratori aventi diritto.

Per le finalità di cui sopra è istituito un apposito fondo presso l'Assessorato Regionale del Lavoro la cui dotazione viene definita dalla legge finanziaria.

I rapporti tra la Regione e l'Ente Previdenziale sono disciplinati da apposita convenzione.

Le modalità procedurali ed i criteri di funzionamento del fondo sono definiti da una direttiva di attuazione approvata con Delibera dalla Giunta Regionale su proposta del Presidente della Regione d'intesa con gli Assessorati competenti.

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 50.000.000. (59)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Espa - Bruno

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma:

6 bis. - Per le finalità di politica sociale finalizzate al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e per quelli che nasceranno negli anni 2010 e 2011 è concesso un contributo nella misura massima di euro 1.500/00. La Giunta regionale definisce i criteri e le modalità di erogazione del contributo destinato a tutte le famiglie sarde.

Copertura finanziaria

In aumento

UPB.________ Cap. nuova istituzione

Euro 15.000.000

In diminuzione

FNOL

Euro 15.000.000. (66)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Espa - Bruno - Lotto

Articolo 4

Dopo il comma 6 dell'art. 4 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

Per le finalità di politica sociale finalizzate al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e per quelli che nasceranno negli anni 2010 e 2011 è concesso un contributo nella misura massima di 1500,00 euro. La Giunta regionale definisce i criteri e le modalità di erogazione del contributo destinato a tutte le famiglie sarde

Copertura finanziaria

In aumento

Capitolo nuova istituzione

Euro 15.000.000

In diminuzione

FNOL

Euro 15.000.000. (70)

Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta

Articolo 4

Dopo il comma 6 dell'articolo 4 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

6 bis. Sono esentate dal pagamento delle tasse automobilistiche regionali le organizzazioni di volontariato della protezione civile, costituite ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266 e regolarmente iscritte nel registro del volontariato di cui alla legge regionale 23 settembre 1993, n. 39.

L'esenzione è valida per i veicoli di proprietà delle organizzazioni di volontariato; le quali abbiano presentato annualmente regolare richiesta alla competente Direzione. (152)

Emendamento aggiuntivo Diana Mario

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

In deroga alla L.R. 11/2006, con la presente disposizione l'Agenzia regionale per il lavoro istituita ai sensi dell'art. 15 della L.R. 20/2005 è soppressa. I compiti ad essa attribuiti, unitamente alle procedure di liquidazione ai sensi di legge, sono svolti dalla direzione generale dell'Assessorato del Lavoro, il quale provvede tramite specifico Servizio allo scopo istituito a norma della L.R. 31/1998. Il personale in servizio, a qualunque titolo, presso l'Agenzia regionale del lavoro è assegnato al predetto istituendo Servizio. La Giunta regionale, ai fini della migliore trattazione delle politiche regionali per il lavoro e l'occupazione, provvede entro i tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente norma alla presentazione di uno specifico disegno di legge di riforma degli strumenti e delle strutture regionali per l'attuazione delle predette politiche. (165).)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 28, 21 e 59 sono inammissibili per mancanza di copertura finanziaria. Sono inammissibili anche gli emendamenti numero 152 e 165.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Espa, che ha a disposizione dieci minuti.

ESPA (P.D.). Signora Presidente, intervengo sull'articolo 4 che prevede interventi che riguardano le politiche sociali e anche la sanità e provvedimenti a sostegno di alcune categorie, per esempio i lavoratori al di sopra dei cinquant'anni che sono duramente colpiti dalla crisi economica generale. Vorrei far notare, per quanto riguarda il metodo, lo dico ai colleghi del centrodestra, che l'articolo 4 è l'unico al quale, responsabilmente, noi non abbiamo presentato emendamenti soppressivi. Le motivazioni sono tante, ma la più importante, ovviamente, è che c'è la volontà di continuare un percorso che è iniziato nel 2000, è proseguito negli anni successivi con le varie Giunte e i vari Assessori che si sono succeduti e ha portato grandi benefici ai cittadini sardi. Mi riferisco in particolare al fondo per la non autosufficienza, su cui dirò qualcosa in seguito.

Il centrosinistra ha portato avanti unitariamente alcune proposte proprio in questo spirito di responsabilità e, ripeto, di proposta politica. E parlo di proposta politica perché le politiche sociali, lo dico ai colleghi, ma prima di tutto a me stesso, non riguardano il buonismo, il buon cuore o la carità verso persone più o meno fortunate, come qualcuno le definisce, ma riguardano veramente i diritti e la non discriminazione dei cittadini. Riguardano, quindi, il concetto più alto della politica, quello di riconoscere il diritto di cittadinanza a tutti i sardi e non considerarlo residuale rispetto ai meccanismi di sviluppo e produttivi. Su questo segnalo alcuni emendamenti, mi scuseranno i colleghi se non li citerò tutti. Voglio segnalare, per esempio, l'emendamento numero 59, di cui è primo firmatario Franco Sabatini, che riguarda il sostegno ai lavoratori ultracinquantenni che sono usciti dal mondo del lavoro. E' un emendamento che probabilmente si avvicina alle finalità - lo si capirà nel corso della discussione - dell'emendamento numero 34 presentato dalla Giunta. Poi il collega Sabatini saprà spiegare meglio.

C'è poi tutto il pacchetto di emendamenti da noi proposti sul sostegno alla famiglia. Qui chiamo in causa proprio i colleghi del centrodestra, perché sul tema della famiglia possiamo fare molta retorica, possiamo parlare di valori, di morale, delle nostre caratteristiche, dei nostri orientamenti, ma credo che così come la legalità, come sostiene il presidente Fini, non è un argomento che riguarda solo la sinistra, quello del sostegno alla famiglia, che è considerata veramente l'ultimo bastione del proletariato in Italia, ma che è sempre più in crisi, non è un argomento che riguarda solamente il centrodestra. E anche su questo coerentemente, unitariamente, il centrosinistra ha proposto degli emendamenti. Ne cito alcuni, come l'emendamento numero 66, di cui è primo firmatario il collega Antonio Solinas, che prevede un sostegno economico ragionevole per le famiglie con nuovi nati. Noi sappiamo benissimo cosa questo voglia dire oggi soprattutto in Sardegna, quali sono le difficoltà per qualunque famiglia di programmare una nuova nascita. Sappiamo anche qual è il tasso di denatalità in Sardegna: la nostra regione è veramente ai livelli minimi in Italia, registra attualmente uno dei punti storici più bassi mai raggiunti.

C'è anche l'emendamento numero 41, di cui è primo firmatario l'onorevole Gian Valerio Sanna, che contiene una proposta interessantissima, quella del credito di emergenza per i cittadini concretamente in difficoltà, una misura che in qualche comune della Sardegna si sta già sperimentando. Vi prego veramente di leggere con attenzione le proposte che provengono dal centrosinistra, nonostante il parere che è stato dato in Commissione, perché sono proposte tese a offrire maggiori benefici ai cittadini sardi. Quella sul credito di emergenza, che ha costi bassissimi, è una proposta interessantissima per il bene di tutti i comuni della Sardegna e ovviamente dei cittadini sardi.

C'è inoltre l'emendamento numero 45, a firma Barracciu, Bruno e più, che riguarda il sostegno per la formazione di nuove famiglie. Ci sono tanti giovani che desiderano formare una famiglia, che vogliono soprattutto uscire dalle famiglie di origine, vogliono finalmente emanciparsi, ma continuano a stare presso i propri nuclei familiari per mancanza di risorse. E questo è un problema gravissimo. L'emendamento numero 45 non prevede contributi, non segue la politica del contributo, ma propone i prestiti-famiglia, per poter dare lo start up a chi vuole finalmente emanciparsi dalle proprie famiglie.

Ecco, questi sono i primi punti. Per quanto riguarda i punti successivi, chiedo la vostra attenzione su un "gioiello", invidiatoci da tutta Italia, e cioè il fondo per la non autosufficienza. Voi avete previsto, nella finanziaria, l'aumento della dotazione del fondo per la non autosufficienza. Io dico che questa problematica, per quanto forse molti di noi non siano attenti a queste cose, non consiste solamente nel cercare di dare un aiuto economico a persone che in questo momento versano in condizioni estreme. Ricordo per tutti i malati di SLA. Tra l'altro sono veramente dispiaciuto che l'Assessore della sanità e dell'assistenza sociale non sia presente, con tutto il rispetto, ovviamente, per l'onorevole La Spisa, che rappresenta la Giunta in questo momento. Voglio ricordare che il fondo per la non autosufficienza è stato messo in campo per la prima volta nel 2000 e ha avuto come gestori degli Assessori che adesso voglio ricordare, al di là dei Presidenti. Sempre con grande soddisfazione di tutta la popolazione sarda, si sono avvicendati nell'ordine Giorgio Oppi, Roberto Capelli, Nerina Dirindin e infine Antonio Angelo Liori. Voglio anche ricordare ai colleghi, che forse non lo sanno, che nel rapporto N[s1] AP Inclusion del 2006 del Governo italiano la procedura amministrativa, legislativa e sociale nel panorama italiano è stata segnalata all'Unione Europea. L'esperienza sarda è stata segnalata come modello all'Unione Europea! Il professor Donati dell'Università di Bologna, che non può certo essere considerato persona politicamente schierata, in un suo rapporto del 2005, rifacendosi agli anni 2004, 2003, 2002 e 2001, ha citato come buona prassi l'esempio della gestione sarda delle situazioni estreme di non autosufficienza. Anche oggi la rivista governativa dell'Agenzia per le Onlus cita questa esperienza come buona prassi per quanto riguarda l'Italia intera. A Berlino, nel 2007, quattrocento direttori delle politiche sociali di ventiquattro nazioni europee studiano il caso Sardegna attraverso un seminario specifico. E per quanto riguarda le altre Regioni italiane, parto dal Piemonte, anche se molti di voi polemizzano sempre ricordando chi è l'ex Assessore regionale della sanità in Sardegna: una legge così il Piemonte se la sogna! Il Piemonte è fuori completamente dal metodo sardo! E anche altre Regioni stanno, da questo punto di vista, guardando al modello Sardegna. Ne parlerò ulteriormente in fase di votazione degli emendamenti, però dico subito che il rischio che noi stiamo correndo è che per la prima volta questa Giunta non stanzi risorse per aiutare 9 mila persone con disabilità gravi.

Gli emendamenti vanno valutati con attenzione. Ripeto, molto è stato fatto, ma le domande per il 2010 sono tante e per la prima volta dopo dieci anni questa Giunta rischia di non dare risposte a 9 mila persone con disabilità gravi. Per questo vi esorto a fare attenzione agli emendamenti, perché fino a oggi 20 mila persone hanno avuto risposte concrete non attraverso contributi o redditi sostitutivi, ma attraverso programmi personalizzati.

PRESIDENTE. Vorrei pregare i colleghi di prendere posto, perché c'è in aula un brusio veramente fastidioso.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' successo, non certamente per colpa della delegazione di lavoratori adesso presente nel palazzo, ma per i tempi a cui siamo obbligati per chiedere le autorizzazioni, che non si sia fatto in tempo a chiedere la necessaria autorizzazione. La delegazione delle organizzazioni sindacali in questo momento è nei locali della Commissione terza, però noi siamo bloccati in Aula. Pertanto le chiederei, cortesemente, Presidente, di valutare la possibilità di sospendere i lavori dell'Aula per dieci o al massimo quindici minuti, affinché si possa ricevere questa delegazione, perché credo sia controproducente lasciarla per un'ora o due in attesa dei Capigruppo.

Questo fatto rischia di essere interpretato male e credo non sia utile per nessuno, quindi mi permetto, Presidente, di insistere nella richiesta di una sospensione al massimo di quindici minuti.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, abbiamo già chiarito che le delegazioni devono essere ricevute fuori dall'orario delle sedute del Consiglio. Sono già stati concessi venti minuti di sospensione, dalle ore 10 e 37 sino alle 11, perché molti consiglieri non erano in aula, e si poteva utilizzare quella pausa per incontrare la citata delegazione. Si era detto che ulteriori deroghe non sarebbero state concesse.

Onorevole Diana, ribadisco che le delegazioni non possono essere ricevute durante i lavori dell'Aula, ma vengono ricevute prima dell'inizio dei lavori o dopo la loro conclusione.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non per colpa sua, ma se il Consiglio non è nelle condizioni di operare celermente e noi abbiamo a disposizione quindici minuti, laddove ne servono venti, per consentire l'accesso delle persone interessate, lei comprende che c'è qualcosa che non funziona. Ed è questo che è successo.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, quello era il tempo che era stato indicato per poter ricevere la suddetta delegazione. Adesso i consiglieri sono in aula e dobbiamo procedere con i lavori del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi siamo un po' vittime di procedure e capacità interpretative delle procedure che ci pongono puntualmente di fronte a due esigenze: da una parte - e lo dice qualcuno che all'attività consiliare un pochino partecipa - quella di garantire la prosecuzione regolare dei lavori, dall'altra quella di dover ascoltare chi sta fuori del palazzo. Allora, noi non possiamo essere messi nella condizione di dover optare per una di queste due esigenze, perché è chiaro ed evidente che potremmo tranquillamente scendere giù, ascoltare i lavoratori, lasciarvi proseguire la discussione di questa finanziaria e aprire una questione di natura politica, oltre che istituzionale. Oppure possiamo trovare una modalità attraverso la quale svolgere celermente sia l'una sia l'altra funzione, senza ostacolare l'attività del Consiglio.

Credo che ci sia la massima disponibilità da parte delle minoranze a proseguire i lavori dell'Aula, per cui chiedo la cortesia ai colleghi Capigruppo, se possibile, di concedere dieci o quindici minuti di ascolto a questi lavoratori.

PRESIDENTE. Sospendo per quindici minuti i lavori del Consiglio, che riprenderanno alle ore 11 e 30 precise. D'ora in avanti, però, le delegazioni dovranno essere ricevute o prima dell'inizio dei lavori o dopo la conclusione degli stessi.

La seduta è sospesa sino alle ore 11 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 15, viene ripresa alle ore 11 e 41.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Pittalis e Mario Diana che si sono iscritti a parlare oltre il termine previsto, per cui non potranno intervenire.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, onorevoli colleghi, ieri abbiamo approvato un importante articolo che vede le piccole imprese al centro della manovra finanziaria, nel tentativo di ridare ossigeno alla nostra economia regionale, che più di altre sembra pagare le conseguenze di una crisi diffusa e apparentemente destinata a perdurare. Oggi affrontiamo un altro importante articolo che guarda al disagio sociale, prevede infatti interventi a sostegno delle persone con disabilità e per l'occupazione. Pur salutando con favore tutti gli interventi previsti, che sono articolati e diversi, l'onorevole Espa ha già messo il dito sulla piaga in relazione ad alcuni interventi, in particolare per le disabilità si prevede un non perfetto allineamento al bisogno. Penso che tutto sia fattibile e riconosco che molti capoversi dell'articolo mantengono un tessuto importante di sostegno alle difficoltà della persona e quindi in questi termini rispettano quello che è un po' lo spirito che contraddice, a mio avviso, questa maggioranza. Mi pare, però, che non vi sia abbastanza attenzione verso quell'impresa diffusa su tutto il territorio regionale che io chiamo famiglia; un'impresa forse anomala, che gestisce risorse umane ed è all'origine della nostra società civile, culturale ed economica. Seguendo i dati regionali dell'Istat apprendiamo che la povertà assoluta riguarda le famiglie con capacità di spesa mensile pari a 573,63 euro e la povertà relativa le famiglie con capacità di spesa mensile pari a 823,45 euro. In Sardegna le famiglie ammontano a circa 659.085 unità e 150.930 di esse si trovano in condizioni di povertà. Al tasso di disoccupazione del 23 per cento, stimato al terzo trimestre 2008, si aggiungono 23.000 persone con assegno sociale di importo medio mensile pari a 387 euro, 122.357 persone con pensione al minimo di importo medio mensile pari a 421,71 euro e 23.000 persone in mobilità, che percepiscono un importo medio mensile di 573,63 euro. Anzi, come è emerso nell'incontro con i sindacati, pare che qualcuno non riceva più neanche questa cifra mensile, che è scesa a circa 300 euro. Abbiamo, inoltre, 17.000 invalidi tra ciechi, sordomuti e invalidi civili, persone che hanno un reddito mensile di circa 600 euro. Un contribuente su sette è a rischio di povertà e le maggiori criticità si registrano addirittura in capoluoghi di provincia come Villacidro, Sanluri e Tortolì, che presentano il maggior numero di soggetti con reddito inferiore alla soglia di povertà. L'analisi realizzata dal Centro studi di Venezia evidenzia che Villacidro, cittadina di 14.000 abitanti e capoluogo del Medio Campidano, è il comune più esposto al rischio povertà, in quanto il 32,2 per cento dei contribuenti presenta un livello di reddito inferiore alla soglia di povertà locale.

Dall'impresa familiare, quindi, scaturiscono enormi risorse positive, perché, appunto, ha a che fare con la formazione umana e quindi ha al centro la persona, ma ha anche enormi costi se vive quello stato di povertà che impedisce persino il sostegno materiale alla sua sussistenza. Credo che a tutti sia noto che le preoccupazioni per il fatto di non poter provvedere al proprio sostentamento e a quello della famiglia portano i componenti dell'impresa famiglia verso ambiti problematici, quali quelli determinati da ansia, depressione, fobie e chi più ne ha più ne metta, che immancabilmente si ripercuotono con elevati costi sia nel sociale che nel sanitario. Gli amministratori locali che tutti i giorni affrontano questo genere di situazioni sanno benissimo quante persone bussano agli sportelli dei servizi sociali per chiedere aiuto non solo finanziario, ma anche psicologico, quindi morale e sostanziale. E, poi, ripeto, molte di queste persone hanno l'esigenza di avere dei riferimenti nel sanitario, il che comporta alti costi per la società.

Inoltre il fatto di non poter pagare le bollette di luce, acqua e gas - mi fermo solo a questi aspetti materiali - spinge molti padri di famiglia all'indebitamento progressivo. Alcuni si infilano in forme diverse di usura, come il piccolo prestito chiesto al conoscente o anche allo sconosciuto, che poi hanno difficoltà a restituire nei termini e nei modi pattuiti, perché chiaramente chi si presta a offrire questo sussidio spesso non è mosso da spirito di benevolenza, anzi sfrutta le situazioni per mettere in difficoltà le persone che a lui si rivolgono. Allora mi chiedo: perché non pensare a un intervento a favore di quella che io continuo a chiamare benevolmente impresa famiglia, perché è un'impresa molto importante, forse la più importante delle nostre comunità, istituendo la Banca etica regionale? La rete di sportelli è già costituita presso i servizi sociali dei comuni e le operazioni finanziarie potrebbero essere effettuate tramite le tesorerie comunali.

Credo, come ho detto prima, che in tutti i comuni ci sia capacità di ascolto e accoglienza e anche capacità di valutazione delle famiglie meno abbienti, non solo sulla base della dichiarazione dei redditi, ma per il fatto che tutti i giorni gli operatori sociali dei comuni sono in grado di valutare il reale fabbisogno delle famiglie. Allora questi operatori potrebbero valutare gli interventi sulla base dell'elenco delle famiglie meno abbienti, affinché non si faccia solo un'operazione di tipo meccanico. E perché non mettere a disposizione 1.500-2.000 euro per nucleo familiare in condizioni di povertà, con l'impegno della restituzione, che può essere graduale, magari anche con l'incentivo che al momento del recupero dell'80 per cento del prestito concesso possa essere addirittura attivato un secondo prestito? Quindi resta la disponibilità per ogni nucleo familiare di 1.500-2.000 euro e laddove è possibile, perché no, anche la ripetizione del prestito al momento della sua restituzione.

In questa maniera, inoltre, si immetterebbero nel mercato ingenti risorse, e quindi liquidità, dando ulteriore respiro all'economia regionale, perché comunque sarebbe una partita di giro. Certo, ci sarebbe anche il rischio dell'insolvenza, ma si rischierebbero soltanto 1.500 euro. Quante risorse spendiamo e distribuiamo che spesso non rientrano? Io credo che questa misura sarebbe importante non solo per l'economia, ma anche per responsabilizzare le famiglie, per indurle a sviluppare al loro interno un senso di responsabilità rispetto a una gestione più oculata delle risorse, seppur minime. Lo stimolo alla restituzione pone condizioni chiaramente di impegno civile verso l'amministrazione comunale che è la parte dello Stato più vicina ai cittadini. Quindi si innescherebbe un meccanismo virtuoso che, ripeto, coniugherebbe la disponibilità economica dei nostri comuni con la risoluzione di molti piccoli problemi che spesso portano le famiglie alla crisi; crisi che poi comunque noi paghiamo con i costi sociali.

Quante risorse i comuni spendono per situazioni di indigenza, per aiutare persone che non hanno più la forza di reagire e quindi di affrontare il loro disagio? Ecco, questo sostegno aiuterebbe queste persone, e quindi la persona, per tornare al tema principale di questa finanziaria, ad autoriscattarsi, perché c'è l'impegno a restituire le somme e quindi a pagare anche i piccoli debiti, che sono quelli che spesso determinano gravi difficoltà personali e situazioni di tensione all'interno dei nuclei familiari.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intanto svolgerò alcune considerazioni sul fondo per la non autosufficienza che viene riconfermato e credo che non si potesse fare diversamente. E' uno dei pochi esempi di interventi previsti nelle finanziarie degli ultimi anni che hanno trovato applicazione. E dico di più, non solo hanno trovato applicazione, ma possiamo almeno leggere dei rapporti sulla spendita delle risorse, sull'efficacia che questi provvedimenti hanno avuto nei territori. Sono state fatte delle assemblee, in collaborazione anche con i sindacati, in cui sono stati diffusi i risultati e sono state esposte le difficoltà in una discussione aperta a tutti i cittadini. E' un fatto importante.

Il tema che sta caratterizzando il dibattito in Aula in questi giorni riguarda il fatto che molti provvedimenti approvati nelle finanziarie, molte leggi approvate da questo Consiglio regionale non trovano poi applicazione. E davvero a volte è inspiegabile come certi Assessori sviluppino un'attività creativa pensando a una miriade di interventi, quando invece l'ABC, il vademecum che li riguarda è costituito dagli interventi previsti nella legge finanziaria e a cui occorre dare attuazione. C'è il bilancio regionale che stanzia le risorse per le leggi approvate dal Consiglio. Queste sono le cose che un Assessore principalmente dovrebbe fare, cioè prendere i capitoli del bilancio che lo riguardano e realizzare i provvedimenti che il Consiglio approva. Ecco, credo davvero che il fondo per la non autosufficienza sia un bell'esempio da prendere in considerazione anche per altre disposizioni che sono state approvate da questo Consiglio e che continuano a rimanere inapplicate.

In merito alla prima parte, che riguarda gli interventi volti a fronteggiare l'emergenza sociale, io non riesco a capire perché i punti d) ed e) siano inseriti in questo contesto. Il punto d) riguarda le risorse che sono destinate alle borse per dottorati di ricerca; il punto e) riguarda gli accordi o voucher formativi. Io almeno li sposterei da questo contesto, perché mi paiono completamente estranei rispetto a interventi che possano definirsi volti a fronteggiare l'emergenza sociale. Quindi questa è la prima nota.

L'emergenza sociale è sempre più grave nel nostro Paese, ma soprattutto nella nostra Sardegna. Ho qui un dato che mi ha particolarmente allarmato: dal 2007 al 2009 le domande per l'indennità di disoccupazione ordinaria sono aumentate del 62 per cento in un triennio, quindi sono passate da 24.600 a 40.077. In un solo anno, dal 2008 al 2009, sono aumentate del 29 per cento. Questo è il dato al 30 novembre, cioè 8.961 domande in più, ed è un dato che mette in evidenza la drammaticità della situazione.

Oggi certamente chi perde il posto di lavoro è in una condizione di difficoltà, ma è in una condizione di difficoltà anche chi vive con un solo stipendio e non riesce a fronteggiare le esigenze della propria famiglia. Ma chi riceve un ammortizzatore sociale - lo voglio ricordare, perché tutti lo dobbiamo avere bene a mente - se aveva uno stipendio buono riceve inizialmente un assegno mensile di 1.000 euro; se aveva uno stipendio medio, attorno cioè ai 1.500-1.600 euro, che non è poco con i tempi che corrono, va a prendere in prima battuta 834 euro al mese. Dopo di che l'importo va a scalare, sono previste diverse tipologie, ma solitamente nella maggioranza dei casi dopo quattro mesi scende al 60 per cento e dopo altri quattro mesi al 40 per cento, ponendo davvero le famiglie fortemente in difficoltà, perché credo che nessuno riesca a vivere con 380 euro al mese, come capita agli ultracinquantenni che si trovano in questa condizione.

Io ho presentato un emendamento, il numero 59, che non è stato ammesso perché non ha copertura finanziaria, ma chiedo alla Presidenza che la copertura venga attribuita al punto 2 della tabella A, in modo tale che possa essere discusso. In questo emendamento prevedo un intervento per gli ultracinquantenni. In Sardegna ci sono 4.496 cinquantenni che hanno perso il posto di lavoro e che godono di un ammortizzatore sociale inferiore a 400 euro al mese. Questo emendamento tende a istituire un intervento integrativo non previdenziale che viene corrisposto fino a colmare questa differenza. Da un calcolo che è facile fare se sono 4 mila gli operai in questa situazione e la media è di 450 euro mensili sono sufficienti meno di 20 milioni di euro per dare una risposta a tutti loro. Tuttavia abbiamo sentito poc'anzi i sindacati sul tema degli ammortizzatori sociali, i quali, così come avevamo fatto anche noi, maggioranza e minoranza, hanno espresso un giudizio positivo sul provvedimento che era stato approvato col collegato alla scorsa finanziaria, ossia il provvedimento di ricollocazione degli operai che prevedeva, tramite finanziamenti agli enti locali, una forma di ricollocazione che permettesse di godere ancora dell'ammortizzatore sociale. Quindi si tratta di una forma integrativa, di un aiuto importante per questi operai, perché da un lato si integra il reddito e dall'altro si provvede a ricollocarli, dando un senso anche alla loro dignità e al loro lavoro.

Io sarei pronto a ritirare l'emendamento numero 59, di cui avremo modo di discutere, ma è chiaro che ci vuole almeno una sospensione di questa seduta per quantificare le risorse necessarie per estendere al 2010 il provvedimento di ricollocazione che avevamo già approvato, ma anche quelle necessarie a inserirlo nel bilancio pluriennale per gli anni successivi, valutando se è possibile, tutte le situazioni che sono state rappresentate quest'oggi dai sindacati, che credo siano degne di attenzione da parte di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 59, considerata la copertura indicata dall'onorevole Sabatini, è ammissibile.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, io credo che quando si affrontano i problemi relativi alle politiche sociali e all'occupazione, che nel testo si integrano anche con politiche di sostegno all'istruzione, bisogna tener conto di un dato di partenza che dovrebbe essere insito in tutti noi. Credo che sia un processo progressivo, che non attiene in particolare né a questo momento né a un momento successivo, dobbiamo cioè renderci conto e riconoscere reciprocamente che ormai questo Consiglio sta perdendo la passione per le sue stesse liturgie. Cioè stiamo discutendo di una finanziaria in un clima di disattenzione, di assenza di interesse e soprattutto privi di qualunque tipo di analisi sulle scelte che ci vengono proposte.

Vedete, l'idea che io mi sono fatto è che normalmente quando una società, un contesto territoriale vive una condizione, diciamo, di normale congiuntura in cui l'economia può anche non essere ai più alti livelli, ma comunque c'è bisogno di sviluppo, è ammissibile che una manovra finanziaria pubblica intervenga facendo scelte precise che obbediscono a un'idea strategica su come far crescere quella comunità. Quindi la scelta può anche essere discutibile, però è legittima perché risponde a un disegno di crescita che una maggioranza e un governo si sono dati. Noi oggi non siamo in questa condizione; siamo cioè in una condizione di crisi profonda e l'attenzione che dovremmo porre nel concepire una manovra finanziaria dovrebbe tenere conto a 360 gradi di una realtà complessa, che non significa solo lavoratori cassintegrati, non significa solo quello che ci ricordano i sindacati, non significa solo provvedere ai problemi della non autosufficienza. Perché? Certo ci sono categorie più deboli, ma nella crisi in cui siamo chi è che decide qual è l'indice di debolezza delle categorie sociali?

Non possiamo dimenticare che in Sardegna, piaccia o non piaccia, perlomeno coloro che non hanno acquisito il privilegio di questo respiro aristocratico metropolitano, ma che conoscono più da vicino le drammatiche condizioni delle nostre comunità periferiche, quelle che non beneficiano di grandi attenzioni, degli interessi dei poteri forti, delle condizioni di fatto diverse e sperequative che vi sono in questa regione, si rendono conto che le persone che non hanno voce e che nessuno intende ascoltare possiedono una particolarità che è caratteristica della nostra sardità, cioè anche quando raggiungono il livello estremo della disperazione mostrano una dignità tipica del popolo sardo, per cui passa molto tempo prima che manifestino la loro disperazione. E una delle funzioni che dovrebbero avere le istituzioni pubbliche è proprio quella di indagare i motivi di queste condizioni piuttosto che raccontare una realtà che non è tale, perché si preferisce il racconto all'analisi della realtà. E il segnale che ci viene dato dal Censis, che dice che la Sardegna è la regione più povera d'Italia in questo momento, ci obbliga a indagare sulle condizioni estreme che non sono dichiarate e che non portano la gente a manifestare qui sotto. Quelle persone non chiedono audizioni ai Capigruppo, sono silenti ma hanno lo stesso diritto di quelli che vengono invece ascoltati. Ecco perché questo rappresenta lo smarrimento di una prassi che c'era tra noi, quella dell'ascolto. Ci sono tante persone che pur avendo un posto di lavoro, pur godendo dei benefici della cassa integrazione, pur vivendo in una condizione, diciamo, non edificante ma comunque di sussistenza, sono monoreddito e devono far quadrare speranze e diritti che hanno acquisito, come per esempio quello di avere - faccio degli esempi per arrivare al dunque - un mezzo di trasporto efficiente per andare a lavorare o di poter pagare bollette suppletive o le tasse universitarie per i figli, perché tra l'altro ci siamo dimenticati che nella crisi la cultura è un investimento e non soltanto un optional.

Tutte queste situazioni dovrebbero essere affrontate non in forma, lo vorrei dire molto attentamente, di pietosa carità pubblica, ma attraverso uno strumento che rispetti la dignità delle persone, che quindi non abbia una funzione meramente caritatevole. Dovrebbe esserci, cioè, uno strumento che consenta alla Regione di dare voce anche a questi bisogni. Noi l'abbiamo segnalato e invito l'Assessore a guardarlo. A me interessa poco l'entità finanziaria; è uno strumento che si collega alla gestione del fondo etico che è previsto al comma 5, ma che raccoglie altre fattispecie rispetto a quelle comma 5. Perlomeno lo guardi, Assessore, cioè mi lasci almeno la sensazione che il potere pubblico regionale ha preso in esame questa fattispecie, perché noi dobbiamo poter aiutare quella gente, che comunque non rientra nelle categorie tipiche del nostro intervento, attraverso l'istituzione del credito d'emergenza, che è una forma dignitosa, non caritatevole di supporto alle persone in condizioni di difficoltà per una serie innumerevole di spese che ricorrono in famiglie che non hanno magari la disgrazia peggiore, quella della disoccupazione.

Se questo non fosse vero, Assessore, per quale ragione tutte le diocesi d'Italia, tutte le parrocchie metropolitane si stanno organizzando per mettere in piedi forme simili di supporto? Oggi siamo chiamati a osservare anche nuovi fenomeni, come per esempio i casi di padri separati che dovendo pagare gli assegni di sussistenza ai figli poi sono costretti ad andare a mangiare alle mense della Caritas. Ne parlano oramai tutti gli organi informativi, sono questioni che esistono e che attengono alla quotidianità. Io credo che non sarebbe male, Presidente, al di là della enfatizzazione della nostra rappresentanza del popolo sardo, per dare un segno tangibile sotto le festività natalizie, che chi ci governa dicesse: "Vogliamo avere attenzione per tutti, nessuno escluso". E' questo il senso delle nostre osservazioni, che meriterebbero, proprio da un Assessore che ha, per la sua militanza giovanile, una marcata ispirazione cristiana e che dovrebbe guardare a quello che fanno determinati organi della Chiesa in questo momento, un'attenzione un po' diversa, il che significa dedicare il nostro tempo in quest'Aula un po' di meno alle liturgie e un po' di più a una realtà che purtroppo è molto diversa da quella di cui discutiamo e che qualcuno preferirebbe raccontare piuttosto che leggere.

PRESIDENTE. Comunico che la collega De Francisci è rientrata dal congedo.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, io ho chiesto ripetutamente nei giorni scorsi e anche ieri la presenza del presidente Cappellacci in Aula. Ho fatto questa richiesta perché ritengo la presenza del Presidente della Regione non rituale, sulla base di un ordine del giorno che aveva proprio nella parte dispositiva un'indicazione: nel caso in cui il CIPE non approvasse il Programma attuativo regionale, e quindi non deliberasse sui fondi FAS, nella riunione del 6 novembre, poi spostata all'11 e ulteriormente rinviata al 17, questo Consiglio regionale, che è la vera assemblea del popolo sardo, deve assumere le iniziative conseguenti. Mi chiedo con chi il presidente Cappellacci stia concordando queste iniziative conseguenti.

Guardate, questa alla quale stiamo assistendo è una beffa e non sarà certamente la riunione di stasera al Senato, con i parlamentari sardi e l'improbabile presenza del presidente Schifani, a risolvere il problema. Io credo che questo Consiglio regionale debba affrontare con determinazione questo problema e se non riesce a risolverlo debba passare a misure un po' più forti, comprese le dimissioni del Presidente della Regione e di tutti noi consiglieri, che evidentemente non siamo in grado di determinare le politiche.

Io credo che il minimo che il Presidente della Regione possa fare è presentarsi in quest'Aula per riferire sullo stato dei rapporti tra il Governo e la Regione e spiegare il motivo per cui il CIPE domani non si riunisce. C'è una carenza di istruttoria? Ma quale istruttoria? Il CIPE aveva già deliberato, i fondi sono stati sottratti alla Sardegna! Allora io credo che ci debba essere un minimo di dignità da parte di quest'Aula e un minimo di indignazione da parte dei sardi. Ora io non so se domani verrà confermata la manifestazione a Roma; sicuramente verrà confermata quella a Olbia e credo che il Consiglio regionale debba essere presente con la sua massima rappresentanza. Per cui non possiamo tollerare che il Presidente della Regione non si presenti in aula. Capiamo i motivi di salute, capiamo tutto, però credo che ci voglia un minimo di rispetto istituzionale.

Presidente, le chiedo se è possibile avere il presidente Cappellacci in Aula o se non sia meglio, per la nostra dignità, andarcene tutti a casa, a cominciare dal Presidente della Regione.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le ho già riferito ieri sera che ho fatto presente al presidente Cappellacci la richiesta che è pervenuta dall'Aula. Il Presidente attualmente è a Roma e mi ha assicurato che non appena potrà verrà in Consiglio a riferire. Io ho reiterato la richiesta tutte le volte che è pervenuta e il Presidente mi ha assicurato che verrà appena potrà. Più di questo non le posso dire.

Per quanto riguarda, invece, la partecipazione alla manifestazione di domani, che si tenga a Roma o a Olbia, come lei ben sa, in Conferenza dei Capigruppo si è deciso di sospendere i lavori dell'Aula per garantire la partecipazione dei consiglieri regionali e la più ampia rappresentanza del Consiglio. Queste sono le risposte che le posso dare.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio, con rapidità cercherò di dare un'idea di alcune riflessioni che il Gruppo dei Riformatori fa sull'articolo 4 e che raccolgono anche il senso di altre riflessioni fatte in quest'Aula, in particolare dal collega Gian Valerio Sanna. Cito lui solo perché è stato l'ultimo ad aver sollevato, nel suo intervento, questo genere di problemi.

La riflessione preliminare riguarda il rischio, che il collega Sanna lamenta a nostro avviso correttamente, della ritualità nei lavori dell'Aula. Un rischio che i Riformatori hanno più volte sottolineato in quest'Aula, sostenendo che probabilmente i meccanismi attraverso cui la democrazia consiliare si esplica, e cioè il lavoro di studio nelle Commissioni e il lavoro di confronto in Aula, manifestano oggi dei limiti. Nel senso che io vorrei chiedere ai colleghi consiglieri che in questo momento sono presenti - se qualcuno di loro sente l'eco della domanda che noi facciamo - se è ben usato il tempo che stiamo trascorrendo in quest'Aula in questi giorni di discussione della finanziaria. Credo che ciascuno di noi abbia un grande rispetto del proprio tempo e tenti, nei limiti del possibile, di utilizzarlo nel modo migliore. Allora, poiché la politica è fatta di confronto, di dialogo, di dibattito, la discussione della finanziaria dovrebbe avere la finalità di portare nella sede competente, l'Aula in questo momento, le diverse posizioni, affinché siano confrontate tra loro e dal confronto nasca il superamento e il miglioramento delle posizioni stesse. Purtroppo, tranne rari momenti, va detto che quest'Aula non ottempera a questi che dovrebbero essere i suoi compiti istituzionali. E non è colpa dei singoli consiglieri, non è un problema dei singoli Gruppi politici, è evidente; è un problema di funzionamento dell'istituzione. Allora, siccome ciascuno di noi, e il collega Gian Valerio Sanna lo ha sottolineato per ultimo, ha un rispetto notevole dell'utilizzo del proprio tempo, è possibile che quest'Aula debba sforzarsi di trovare modi diversi per attuare il confronto di posizioni e di opinioni e debba mondare, sfrondare tutta quella parte che il collega Sanna ha giustamente definito di ritualità, che non è utile né al buon uso del tempo di noi consiglieri, dell'assessore La Spisa e della presidente Lombardo, né al miglioramento degli atti legislativi che noi produciamo.

Io penso, mi rivolgo al collega Gian Valerio Sanna e a tutti gli altri colleghi che hanno sollevato questo argomento, che forse fuori dai corridoi del bar interno, fuori dal cosiddetto transatlantico, fuori dai ragionamenti fatti in Aula esclusivamente perché rimangano agli atti, si dovrebbe tentare di trovare una sede adeguata dove questi ragionamenti possano diventare fecondo humus con cui costruire un'istituzione parlamentare per la Regione Sardegna in cui le modalità di esplicazione del lavoro siano un po' diverse rispetto a quelle attuali e consentano il superamento di quella ritualità che la politica tiene sempre molto cara, ma che è assai poco utile agli interessi generali.

Detto questo, io ho ascoltato con attenzione buona parte degli interventi dei colleghi del centrosinistra e devo dire che forse questo argomento è uno di quelli che si prestano di più al ragionamento che abbiamo appena terminato di fare, e cioè al fatto che probabilmente esistono tante cose che oggi la politica può fare per la Sardegna che vanno al di là della casacca dello schieramento di chi le propone e diventano una sorta di percorso obbligato che chiunque governi la Sardegna è tenuto a fare. Mi spiego meglio: la prima parte di questo articolo, e cioè quella contenuta sostanzialmente nel primo comma, è una parte legislativa che forse - per ritornare a quanto ha sostenuto ieri in Aula il collega Campus - chi ha una cultura di tipo liberale tende ad accettare con qualche difficoltà. E' una parte di finanziaria che anche chi ha una cultura di ispirazione liberale si sente sostanzialmente costretto a sottoscrivere, vista la situazione complessiva al di fuori di questo palazzo. Cioè, anche chi crede che il lavoro possa essere ottenuto sostanzialmente attraverso lo sviluppo, nel momento in cui non c'è sviluppo affinché ci sia la pace sociale è obbligato a valutare interventi sul tessuto sociale che sicuramente poco hanno a che vedere con lo sviluppo e con il rilancio della prospettiva di crescita e molto hanno invece a che vedere con il consolidamento dell'esistente e con la difesa delle fasce più deboli.

Ecco, io credo che se vogliamo ricercare un senso profondo in quello che ha detto il collega Campus una delle valenze più importanti sia proprio questa, cioè il fatto che il centrosinistra ha insegnato qualcosa al centrodestra e forse anche noi possiamo insegnare qualcosa a voi se c'è ascolto reciproco. Alla fine c'è una serie di percorsi che, al di là delle convinzioni ideologiche e ideali di ciascuno di noi, sono percorsi di buon senso che è indispensabile seguire in determinati contesti, perché non esiste un'alternativa logica e non è possibile abbandonare pezzi di società al loro destino in nome delle ideologie.

Per quanto riguarda la seconda parte di questo articolo vale lo stesso identico ragionamento, colleghi, e cioè la Regione Sardegna (devo dire, anche qui, non la Giunta di centrosinistra ma, per quanto riguarda molti degli interventi che sono previsti nel comma 2, la precedente Giunta di centrodestra) ha iniziato una serie di azioni di tipo sociosanitario che hanno una caratteristica che è costante in tutti i sistemi sociosanitari occidentali, cioè danno risposte a esigenze reali della gente. Ma sappiamo perfettamente che in campo sociosanitario le esigenze reali della gente crescono in misura ben differente rispetto alla crescita del prodotto interno lordo, nel senso che tutti i Paesi occidentali si sono trovati di fronte, nel loro sistema del welfare sociosanitario, allo stesso limite, che è quello della spesa, per cui hanno dovuto decidere quali parti della spesa assecondare e quali, in qualche misura, frenare, perché la quantità di risorse disponibili non è comunque mai proporzionale all'aumento delle esigenze della popolazione. Queste cose, per chi le ha volute ascoltare nella scorsa legislatura, le ha dette, in maniera cattedratica e assolutamente simile a come le sto dicendo io, l'ex assessore Dirindin, esponente di una Giunta di centrosinistra. Per cui la tabella che ci è stata fornita dall'Assessore della programmazione in Commissione è servita, in quanto abbiamo visto che certe linee di finanziamento, come quella dei programmi personalizzati, che erano nate con numeri modestissimi, si sono poi dilatate anno per anno, perché le esigenze reali esistevano, sino ad arrivare a coprire un numero di unità superiore a 20 mila, con spesa economica corrispettiva. Sicuramente se la linea rimanesse "a domanda" sarebbe destinata a espandersi in maniera assolutamente non programmata e programmabile negli anni futuri. E' indispensabile, quindi, che il Consiglio regionale su argomenti come questo inizi ad acquisire la consapevolezza che sta gestendo una materia che economicamente e finanziariamente è esplosiva e se si continua a mantenere come linea di indirizzo quella che la politica deve soddisfare ogni possibile bisogno, chiunque governi, centrodestra o centrosinistra, è destinato a un cammino di lacrime e sangue. Ed è destinato a un cammino che è tanto più di lacrime e sangue quanto più chi fa l'opposizione in quel momento non si assume l'onere della condivisione delle responsabilità, che è comunque necessaria per governare una società complessa come quella sarda.

Per cui il ragionamento finale, colleghi, è che gli emendamenti che prevedono aumenti di spesa, sempre compatibili e legittimi quando rispondono all'esigenza di comunicazione esterna di ogni forza politica, chiunque li abbia presentati devono essere inquadrati all'interno di un ragionamento complessivo, tenendo presente che le risorse non sono infinite, perché se questo non viene tenuto presente vuol dire che ci stiamo prendendo in giro e che quel ragionamento di condivisione delle responsabilità, che è indispensabile perché le riforme non durino due anni, ma ne durino quindici, non abbiamo ancora iniziato a farlo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, vorrei cominciare facendo una riflessione sulle notizie che ci sono state fornite nell'incontro che abbiamo tenuto poc'anzi con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, con alcuni amministratori locali, con lavoratori della Keller, con lavoratori in cassa integrazione di lungo periodo e con l'Insar, una sorta di articolata rappresentanza di alcune delle situazioni difficili che la nostra regione sta sopportando. Noi, purtroppo, stiamo trascinando il dibattito sulla legge finanziaria e mi chiedo se sia una responsabilità di questa minoranza che sta tentando di ragionare piuttosto che insultare, che sta tentando di dialogare piuttosto che fare un'opposizione dura e ideologica. Come dire, siamo alla devastazione: tutte le promesse del vostro Governo, consumate in campagna elettorale, raccolti i voti sono state messe in un cantone; le vicende del Sulcis le conosciamo; le vicende dei fondi FAS per la strada Sassari-Olbia vanno da un rinvio all'altro e nessuno ha più il coraggio di presentarsi in Aula per rispondere degli impegni che aveva assunto; ogni nostra processione verso il Governo nazionale finisce in un fallimento; il sistema industriale è al collasso, quello produttivo sta morendo. E forse noi dovremmo fare le cose eclatanti che riuscivate a fare voi benissimo nella precedente legislatura, come portare catene, cartelli, occupare l'aula consiliare, fare una conferenza stampa ogni mattina, cioè diventare ossessivi. Forse riusciremmo ad animare quest'Aula, cioè a renderla effettivamente partecipe dei drammi che si consumano ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

Noi abbiamo scelto una strada diversa, forse più gradita all'onorevole Vargiu, cioè quella del tentativo di un dialogo, ma non nel senso in cui è stato utilizzato politicamente, per altro in modo sbagliato, negli ultimi tempi. Il dialogo è un discorso fra persone che riescono ad ascoltarsi in funzione della soluzione di un problema che non riguarda noi, ma riguarda altre persone che vivono una condizione di drammaticità assoluta e insopportabile. Pensate un attimo, lo dico ai colleghi che si distraggono, a che cosa può significare il fatto che ci siano - oggi mi hanno fornito l'ultimo dato - 11 mila lavoratori in cassa integrazione, in lista di mobilità e in cassa integrazione in deroga, 1.800 dei quali vivono con 380 euro al mese, perché grazie ai provvedimenti del Governo nazionale è stata decurtata anche l'indennità che già percepivano. Questi 1.800 lavoratori, Assessore, per poter continuare a prendere i 380 euro di cassa integrazione in deroga al minimo devono stare dentro processi di reinserimento lavorativo. A tal fine in Commissione bilancio, insieme al presidente Maninchedda - mi dispiace che non ci sia -, al collega Mario Diana e ad altri avevamo chiuso un accordo per integrare con processi di formazione professionale il reddito di questi lavoratori. Lo avevamo approvato in modo condiviso tutti quanti, insieme ad altre iniziative, come quella destinata ai precari, che però è stata bloccata illegittimamente da rami dell'amministrazione inefficienti, incapaci, improduttivi e che sono un peso per la finanza pubblica.

Presidente, queste cose le dico perché sarebbe il caso che qualche volta ci facessimo sentire nei confronti dell'Esecutivo. Il Consiglio regionale non è il tappetino che si può calpestare continuamente facendo danni! Quei 1.800 lavoratori non prenderanno una lira perché il bando è stato fatto il 27 novembre, non sappiamo come è stato fatto e in che modo, sicuramente pasticciato, verrà gestito. E il risultato è che 1.800 lavoratori non stanno dentro i processi di reinserimento lavorativo e di formazione, e non solo non prendono l'integrazione che noi gli volevamo dare, ma dal 1º gennaio non prenderanno neppure i 380 euro. Dopodiché quando finiamo dentro la casella delle istituzioni schifose, quelle che non producono nulla, non possiamo dare torto a quelli che la pensano così. Non accetto molti commenti, eh! Quei lavoratori saranno esclusi anche dal sussidio dei 380 euro perché perdono il requisito di lavoratori in cassa integrazione. Meno male - ha ragione l'onorevole Cuccureddu, che adesso non c'è - che ci sono i 40 mila cantieri del piano casa che hanno risolto il problema dell'occupazione in Sardegna, se no ci sarebbe da piangere! Meno male che l'edilizia si sta proiettando come l'elemento di rinascita dell'economia di questa regione e che ci salva!

Assessore, chiedo scusa, chiudo questo intervento che è anche uno sfogo. Noi non possiamo continuare ad andare avanti così, con quelle poche risorse di cui disponiamo e che abbiamo deciso di mettere a correre. Io ho contato 160 milioni di euro nel fondo regionale per l'occupazione provenienti dalla precedente manovra finanziaria; ricordo che ci sono 312 milioni di euro nel fondo sociale europeo che possono intervenire positivamente per l'attuazione di politiche di reinserimento o comunque di mantenimento. Ricordo anche che ci sono disposizioni per le imprese dell'editoria e che molti lavoratori stanno perdendo il posto nelle emittenti e negli organi di informazione locali, per cui è stata prevista anche nella precedente manovra finanziaria una specifica norma che opera nell'ambito del de minimis, quindi senza bisogno di notifica. Allora, possiamo oggi, nel corso della discussione di questo articolo, trovare gli elementi per rendere operativo almeno quello che abbiamo insieme deciso e quello che voi avete proposto, anche se non lo condividiamo, ma che comunque interviene in questo ambito? Possiamo trovare uno strumento che ci renda credibili, che salvi i 1.800 lavoratori, consentendo loro almeno di continuare a percepire i 380 euro di sussidio di cassa integrazione che attualmente percepiscono?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Mi limiterò a intervenire sulla questione sollevata dagli onorevoli Sabatini e Uras, cioè sulla questione delle politiche attive del lavoro, perché mi pare che stiano assumendo un rilievo rispetto agli altri temi sollevati nel corso del dibattito e meritino un approfondimento.

Partirei proprio dall'approccio finale proposto dall'onorevole Uras, cioè il fatto che esistono già strumenti che non possiamo attuare rispetto alle emergenze che abbiamo in corso. L'emendamento dell'onorevole Sabatini, che propone un'integrazione del reddito fino a 800 euro mensili, prevede uno strumento che noi possiamo includere tra gli strumenti attuativi di una politica efficace rispetto ai bisogni in atto. Allora voglio trasferire ai colleghi l'esperienza di questi mesi, perché ho avuto modo di seguire alcune vertenze industriali. Noi abbiamo uno strumento, e cioè il comma 19 dell'articolo 8 del collegato alla finanziaria, che individua un percorso per riqualificare chi si trova ad avere un'età in cui è difficile ricollocarsi, ossia cinquant'anni, e anche consentire a chi si trova in questa situazione un'integrazione del reddito compatibile con la normativa europea. La prima attuazione di questo strumento è stato l'accordo Legler. In quella circostanza ci trovammo in una situazione abbastanza fortunata, perché l'azienda rientrava nei casi previsti dal decreto Maroni. L'azienda poi fallisce, non aveva le risorse per pagare i tre anni di mobilità. In questa finanziaria voi trovate la Regione che si sostituisce all'azienda (i primi quattro mesi però li paga lo Stato) e garantisce una mobilità lunga a un numero considerevole di lavoratori, con un costo oggettivamente limitato, perché quei 2 milioni e mezzo di euro non riguardano solo i lavoratori della Legler, ma anche quelli della Scaini e di altre realtà. Fatto l'accordo quadro, lunedì 14 l'Assessore del lavoro ha convocato i sindaci dei comuni in cui risiedono i lavoratori ultracinquantenni ex Legler per costruire i patti formativi che consentono loro di ricevere fino a 500 euro, come previsto dalla legge. Oggi i sindacati sono venuti qui a manifestare e a dire: "Vogliamo delle integrazioni del reddito". Lo strumento è il comma 19 dell'articolo 8, il problema è quello che diceva l'onorevole Uras, cioè produciamo una valanga di strumenti dalla legge numero 20 fino al comma 19 dell'articolo 8, ma non riusciamo ad attuarli.

Ora qui c'è un problema molto serio: che ruolo ci riserviamo noi? Io credo che il nostro ruolo stia completamente cambiando nella realtà delle cose e che i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione debbano favorire l'attuazione degli strumenti approvati. Mentre prima lavoravamo per produrli punto e basta, oggi dobbiamo prendere atto che abbiamo un'amministrazione lenta e che c'è un deficit culturale della classe dirigente della Sardegna, la quale non attua. Qualche volta non attua perché non sa attuare, altre volte perché è lenta, è tragicamente lenta! Allora che cosa possiamo fare? Rispetto a tutte le situazioni di crisi industriale lavoriamo tutti insieme ad attivare quei tavoli che possono risolvere i problemi. Io non ho nessuna difficoltà a pensare che alla fine della discussione della finanziaria firmiamo tutti insieme un ordine del giorno in cui diciamo che rispetto a determinate aree di crisi entro trenta giorni l'Assessore della programmazione comunica un cronoprogramma di attivazione dei tavoli attuativi. Non è un problema di risorse, perché parlando con l'onorevole Uras, che ha esperienza in questo campo visto che proviene dall'Agenzia del lavoro, ho visto quanti diversi strumenti possiamo mettere in atto semplicemente con le norme attuali. Ma a differenza del ruolo che avevamo prima, di rappresentazione del problema e di produzione della soluzione qua dentro punto e basta, adesso dobbiamo "cucire" aziende, territori, amministrazione e Regione in tavoli che attuino ciò che noi diciamo. Questo dobbiamo fare. Quando i consiglieri regionali del territorio partecipano attivamente a questa fase molti problemi, che per reciproche interdizioni anche territoriali bloccano l'attuazione delle misure, vengono meno. Allora, su queste crisi non c'è un problema di risorse, c'è il problema di sostituire la fase del confronto politico con una fase di coesione sociale e di soluzione dei problemi. Dobbiamo sederci a quei tavoli, dove siedono anche i funzionari, i sindacati, il Governo regionale e favorire questa relazione, se no ne veniamo travolti. Verremo travolti dalla mancanza di questa relazione, perché non verrà giudicato il funzionario che non applica, ma verremo giudicati noi che nell'immaginario collettivo abbiamo in mano tutto il potere. Se ci sediamo a un tavolo per Arbatax, per Villacidro, per Porto Torres siamo in grado, per la credibilità che abbiamo in quei territori, di favorire il contatto tra imprese, enti di formazione, amministrazione e problema.

Faccio un esempio, così ne parliamo in pubblico con l'onorevole La Spisa: noi abbiamo istituito un meccanismo per questi 500 euro che diamo ai lavoratori che si configura sostanzialmente come un voucher formativo o una borsa lavoro, come mi diceva tempo fa l'onorevole Uras. L'amministrazione regionale ha emanato un bando vecchio stile, per cui voi trovate che il bando attualmente in corso su questi temi ha un elenco fisso di corsi che è possibile frequentare, ma non comprende tutte le tipologie che servono per riqualificare i cassintegrati. Che cosa è successo? E' successo che la politica si è rivolta al Governo regionale e ha detto: "Aprite". Quindi gli uffici stanno modificando il bando per renderlo più flessibile e aprirlo alle esigenze che emergono nella sede negoziale in cui maturano gli accordi di programma sulle aree di crisi. A quel tavolo dobbiamo sederci!

Per cui io penso che se ragioniamo sugli emendamenti presentati sulla politica sociale e ci impegniamo a non aumentare la produzione di norme, ma a determinare l'attuazione di quelle esistenti con più rapidità e a dare questo segnale politico all'esterno, probabilmente riusciamo a utilizzare pienamente il fondo sociale europeo, senza investire risorse regionali, che è la cosa più semplice che potremmo fare. Chiederei ai colleghi di valutare questo tipo di percorso e anche le modalità con cui lo potremmo tutti insieme esprimere alla fine dei lavori sulla legge finanziaria.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La crisi economica obbliga a una lettura attenta delle ricadute sociali. Mi pare che questo manchi, manca cioè una lettura attenta di quanto è stato appena detto. La crisi che stiamo vivendo sul versante della disoccupazione che cosa produce? Sul versante della cassa integrazione cosa produce e quali tipologie differenti? Sul versante della mobilità, quanti sono i lavoratori interessati? Certamente sono tipologie che portano a un impoverimento progressivo della popolazione di quest'Isola, come risulta dai dati che abbiamo ricordato anche nei giorni scorsi.

Io vorrei richiamare l'attenzione, soprattutto di chi è di cultura cattolica, su una questione. Lo faccio con grande rispetto, spero in punta di piedi. Queste condizioni - mi rivolgo a tutti, come al solito nella distrazione più generale - vengono vissute personalmente, anche se riguardano migliaia, decine di migliaia di persone; per tante ragioni, non ultima la vergogna, vengono vissute nell'isolamento più totale, nella solitudine più totale. E la solitudine…

Presidente, io sto pensando di rinunciare, perché davvero è impossibile parlare, altrimenti ci si dica che le riflessioni che svolgiamo noi non hanno dignità di residenza in quest'Aula. Ne prendiamo atto, è una scelta, per carità, utilizzeremo i metodi che richiamava l'onorevole Uras poc'anzi.

PRESIDENTE. Onorevole Steri, onorevole Milia, per cortesia.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ora, io ho fatto appello, ripeto, a chi ha questa cultura, a chi ha fede, e ho richiamato alcune condizioni drammatiche che vengono vissute in completa solitudine da decine di migliaia di sardi. La lettura attenta che richiamavo, che mi pare non ci sia, dovrebbe portarci a quantificare i sardi che sono nelle condizioni che ho testé richiamato. Insieme a questa verifica noi dovremmo valutare in che misura e con quale qualità intervengono gli strumenti del welfare nazionale su queste persone, quante persone raggiunge il welfare nazionale e con quale qualità interviene e se l'intervento del welfare nazionale garantisce un minimo di dignità in quelle condizioni quasi disperate che ho richiamato. Credo ci sia un differenziale forte, importante, perché sappiamo che il welfare nazionale, ha un livello di copertura minimo, per mille ragioni, non ultimo il fatto che da anni il Governo nazionale ha tagliato queste risorse, tentando di scaricare i costi sui bilanci delle Regioni. Allora, noi dobbiamo decidere se vogliamo intervenire o se invece vogliamo lasciare le cose come stanno.

E' evidente che se utilizziamo risorse per un welfare locale, quelle risorse, poche o molte che siano, vengono distratte per altre finalità. E' chiaro che preferirei che quelle risorse, anche se poche, venissero destinate a politiche di sviluppo e di crescita, perché questa regione ha bisogno di sviluppo e di crescita e di aumentare la sua produzione di ricchezza. Di questo c'è bisogno e noi non siamo nelle condizioni di farlo. E' ovvio che quelle risorse utilizzate in questa maniera, onorevole Vargiu, vengono distratte, come dicevo, per altre finalità, noi però dobbiamo chiederci se le politiche di sviluppo che stiamo mettendo in essere ci possono portare, se non quest'anno che giunge al termine fra pochi giorni, nel prossimo anno e nel 2011, a una condizione che ci consenta di abbassare l'impegno delle risorse regionali per le politiche sociali e di utilizzare le risorse non impegnate per le politiche di sviluppo e di crescita. Noi dobbiamo essere in grado, oggi, di valutare se le politiche che stiamo mettendo in essere in effetti rispondono a questa attesa, al bisogno che quest'Isola ha.

Ecco, non mi pare che sotto questo aspetto ci sia un'analisi attenta, un'analisi scientifica che ponga, ripeto, questa Regione, quest'Aula nelle condizioni di decidere esattamente il da farsi. Noi oggi siamo di fronte, però, a una situazione drammatica sotto questo aspetto. E' stato ricordato dal collega Uras e da altri che mi hanno preceduto l'incontro che si è svolto un'ora fa con le organizzazioni sindacali e con alcuni amministratori locali. Ebbene, io chiedo una cosa semplicissima, Presidente, non so se il destinatario, o la destinataria in questo caso, sia lei, la Giunta o il Presidente della Regione, chiedo cioè, come ha già fatto qualche altro collega che mi ha preceduto, che entro la giornata odierna si riferisca in Aula su ciò che dirò. Lo faccia la Presidenza del Consiglio, il Presidente della Regione - che non c'è - o uno degli Assessori presenti, in ogni caso io vorrei sapere, credo sia legittimo, quali sono le ragioni che vanificano l'efficacia degli strumenti e delle risorse di cui questa Regione si è dotata per intercettare questi bisogni, queste attese e dare una risposta. Credo che di fronte al vanificarsi di uno strumento, di una legge, di fronte all'incapacità di utilizzare le risorse disponibili per quel determinato intervento, ci sia una responsabilità, anzi ci sia più di una responsabilità e ci siano nomi e cognomi dietro questa responsabilità. E' possibile sapere in quest'Aula quali sono le ragioni per cui tanti lavoratori che hanno l'ambizione massima di percepire quella integrazione di 500 euro rischiano - anzi ormai il rischio non c'è più, è certo - di non ricevere nulla entro l'anno? Infatti per i motivi che ricordava l'onorevole Uras, se va bene tutta la questione si risolverà verso marzo o aprile e quei lavoratori resteranno a terra, senza nulla. Chiedo formalmente, se è possibile, di riferire in Aula sulle ragioni e le responsabilità per cui ciò avviene.

Infine, l'onorevole Maninchedda chiedeva un ordine del giorno. Un ordine del giorno, come diceva qualcuno di voi, non si nega a nessuno, possiamo decidere di votare un ordine del giorno alla fine di questa discussione, vedremo quale ordine del giorno, ma credo che sarebbe più opportuna una sospensione dei lavori dell'Aula, affinché la terza Commissione si riunisca e verifichi, nelle prossime ore, se gli strumenti già in essere sono idonei ad affrontare anche le emergenze che ci sono state manifestate qualche decina di minuti fa. E' importante sapere, perché ne va della credibilità di tutti noi e soprattutto di questa istituzione, se siamo in grado di assumere un impegno che abbia un minimo di cogenza rispetto, per esempio, al dramma di 1.800 lavoratori che vivono con poche centinaia di euro al mese.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il collega Adriano Salis è rientrato dal congedo.

Ha doman[s2] dato di parlare, dai banchi dei consiglieri, l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Signora Presidente, colleghe e colleghi, intervengo brevemente sull'insieme dell'articolo 4 e mi riservo di completare il mio pensiero intervenendo sui singoli emendamenti, anche se non sarebbe male fare una piccola digressione su un argomento generale ma sotteso a tutt[s3] i.

Intervenendo in quest'Aula negli ultimi dieci anni, sia dai banchi dell'opposizione sia da quelli della maggioranza, ho avuto modo di ripetere che in Sardegna è sovrano il Consiglio regionale, non questo o quel un partito, non il Presidente della Regione, non la Giunta. In Sardegna la volontà popolare si riflette nel Consiglio regionale. Ho avuto modo di ribadirlo molte volte nella scorsa legislatura, quando si andava instaurando una cultura troppo decisionista, lo ripeto oggi che sui giornali e nelle stanze della politica vedo fare fughe in avanti e prendere decisioni anzitempo, cioè prima che il Consiglio si sia espresso. La Commissione prima e l'Aula poi sono gli unici soggetti in grado di prendere impegni, anche perché i voti del Consiglio sono sempre imprevedibili e in quest'Aula risiede una saggezza maggiore rispetto a quello che si dice in giro. Il Consiglio decide e dispone e i consiglieri devono essere liberi di fare attività politica. Per questo esprimo, a nome mio personale e di tutto il mio partito, la più decisa solidarietà all'onorevole Roberto Capelli che viene indagato per aver rilasciato, per l'appunto, delle dichiarazioni nell'esercizio del mandato consiliare. Certo, nei confronti di Nerina Dirindin ci si comportò diversamente, anche quando la signora definì scellerato il patto per cui i manager rinunciavano al 20 per cento del compenso, ma non erano tenuti a raggiungere gli obiettivi. Allora si decise per l'archiviazione, riconoscendo all'assessore Dirindin l'esercizio del diritto di critica politica. Oggi lo stesso diritto di critica politica non esiste, come spesso accade. Mi pare il caso che anche al Consiglio regionale siano riconosciute le prerogative parlamentari nazionali. Evidentemente la strada da percorrere è ancora lunga.

Ma veniamo al merito dell'articolo 4. La situazione che abbiamo ereditato dall'Assessore venuto dal Nord è drammatica, i conti sono completamente fuori controllo, cari colleghi di destra, di centro e di sinistra. La signora ha messo nel sacco tutti noi, o almeno molti di noi, ci ha riempito la testa di belle parole, ci ha detto che la sanità sarda era malata di clientelismo familistico e tribale e poi vedo che la spesa farmaceutica, per fare un esempio, mentre era diminuita con le procedure attivate nei primi anni 2000 dal sottoscritto, ora sta crescendo in modo esponenziale, soprattutto la spesa farmaceutica ospedaliera, cioè quella effettuata in forma diretta. Addirittura nel 2009, tale spesa doveva essere pari al 2,4 per cento del budget complessivo, cioè circa 70 milioni di euro. Ebbene al mese di giugno era già salita a 80 milioni e a fine anno arriverà a 160 milioni, pari al 5,6 per cento. Più del doppio di quanto previsto! Lì bisogna incidere, le chiacchiere non servono.

Non voglio tornare sull'argomento delle consulenze, ma sappiano i colleghi che in cinque anni sono state autorizzate consulenza per oltre 3 milioni e mezzo di euro. Non posso, anche se tardivamente, che dare ragione all'onorevole Antonello Soro. Per chi le volesse, ho fatto le fotocopie relative a circa 80 consulenze stipulate nel 2005, 2006 e 2007, che sono costate circa 3 milioni di euro in soli tre anni! Non posso, anche se tardivamente, come dicevo, che dare ragione all'onorevole Soro, quando per rimediare in extremis al sacco della sanità sarda, il 26 giugno 2007 disse che la signora Dirindin era una consulente estranea alle funzioni di governo, che il servizio sanitario non era né migliorato né cresciuto, ma soprattutto era cresciuto l'uso discrezionale del potere dell'Assessore con alcune nomine di amici senza meriti speciali. Allora l'onorevole Soro chiese le dimissioni dell'assessore Dirindin, facendo capire che la sanità in Sardegna era davvero vicina al baratro. La verità è che il centrosinistra ha perso le elezioni principalmente per le scelte scellerate che sono state compiute nella sanità e per le bugie dette. In questi giorni la signora Dirindin, insieme agli altri due dell'Ave Maria, Giovanna Del Giudice e Gino Gumirato, quest'ultimo autore di mille misfatti in Sardegna, ha dichiarato - forse spera di poter rientrare, non so in quale circuito - che certamente aveva ereditato un grosso deficit. Bene, leggete l'articolo de "Il Sole 24 ore" di martedì 8 agosto 2006, in cui si parla del monitoraggio della spesa 2003-2004, e verificherete che le uniche Regioni che non presentano disavanzi nel biennio considerato sono Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Il resto sono soltanto chiacchiere.

Detto questo, una cosa deve essere chiara: noi dobbiamo fare scelte politiche diverse e coraggiose, da portare avanti con determinazione e decisione politica, ma, lo ripeto, sono scelte che deve fare il Consiglio regionale e non altri. Lo dico perché ritengo che le fughe in avanti, anche da parte dei commissari delle Aziende sanitarie locali, non siano un bene. Mi riferisco ad alcune affermazioni dell'Assessore e di altri ad esempio sul Microcitemico. Persino il commissario del Brotzu interferisce in modo abusivo. Mi pare che prima che la ASL numero 8 proceda allo scorporo nessuno possa interferire. A che titolo i commissari, forse futuri direttori generali, forse no, parlano di accorpamenti? Dovrebbero pensare a rendere efficiente la struttura loro affidata e non interessarsi di problemi che al momento non li riguardano. Potrei leggere una determina di questi giorni che dice che va chiusa la mensa del Brotzu, evidentemente per problemi igienici, il che dice tutto. Ci vogliono pazienza e rispetto dei ruoli politici di ciascuno.

Un breve accenno lo voglio fare all'articolo 15 septies. Mi piacerebbe che fosse chiaro che i contratti di lavoro a tempo determinato, di cui si è parlato in quest'Aula, possono essere stipulati solo nei limiti espressi dalla legge e non devono essere utilizzati per ricoprire posti che andrebbero messi a concorso. Una sentenza del TAR - lo abbiamo detto in un'interpellanza a suo tempo presentata - ha annullato il Piano regionale dei servizi sanitari nella parte in cui disciplinava la rete sanitaria. L'Assessore mi diede ragione, è agli atti di questo Consiglio regionale, ma poi, visto che egli stesso parlava di incarichi proliferati a dismisura, ci vuole adesso dire che cosa ne è stato? I direttori generali hanno fatto la relazione richiesta, così come lui aveva dichiarato in quest'Aula?

E per quanto riguarda l'Unità di coordinamento regionale delle dipendenze (anch'essa oggetto di una nostra interpellanza), che aveva accumulato in modo abbastanza esemplare 2 milioni e 600 mila euro, ed era diretta da una persona che non possedeva i requisiti di legge, tal Pier Paolo Pani, di cui abbiamo già parlato in quest'Aula, l'Assessore si deve essere distratto, perché poi quel signore è stato nominato responsabile della Direzione dei servizi socio-sanitari della ASL numero 8, cioè ha avuto una promozione senza le previste selezioni e con procedure non di legge. Il che vorrebbe dire che è una struttura complessa, mentre non può esserlo. Di conseguenza il conferimento di questo tipo di incarichi va contenuto nel numero e limitato a ipotesi eccezionali di interesse strategico.

Mi dispiace che non ci sia l'assessore Liori, perché quando si è responsabili di un bilancio pari a oltre il 50 per cento di quello regionale si deve essere presenti, questo perché sia chiaro. Oggi io sono qui nella duplice veste di consigliere e Assessore, tra qualche giorno non sarà più così, ma credo che si debba essere necessariamente presenti. Noi abbiamo bisogno di caratterizzarci per una rinnovata moralità ed efficienza della sanità, dopo la sciagura Dirindin, purtroppo però... E' finito il tempo?

PRESIDENTE. Può continuare, onorevole Oppi, il tempo a sua disposizione non era ancora terminato.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Ho perso trenta secondi, li recupero.

Mi pare che in questa manovra di bilancio non si stia concretando, nonostante un incremento di risorse mai verificatosi nella storia dell'autonomia, quella modernizzazione della sanità che è negli accordi di governo e sulla necessità della quale ci siamo trovati tante volte d'accordo. Forse dovremmo cominciare tutti insieme a far seguire i fatti alle parole.

La spesa è fuori controllo, in questi cinque anni abbiamo avuto perdite superiori a 1 miliardo di euro. Non credo che servano commissioni varie, prima bisogna dare indirizzi precisi. Mi pare che non solo non stiamo prevedendo meccanismi che mettano un freno alla spesa farmaceutica o la controllino, ma non stiamo nemmeno dando attuazione a due strumenti che sono stati adottati con legge dal Consiglio regionale. Mi riferisco alla centralizzazione degli acquisti e all'Osservatorio prezzi. Che fine hanno fatto? Dov'è finito nelle azioni di governo quello strumento che invocavano tutti, a destra come a sinistra, che sembrava la panacea di tutti i mali, ossia l'Agenzia regionale per la sanità? Perché non se ne parla più? Cosa vogliamo farne, Assessore? Qual è la sua idea e quella di coloro i quali erano assertori convinti di questa linea politica?

Come per i trasporti anche per la sanità non è stata una scelta strategica per la Sardegna rivendicarne la competenza esclusiva, anziché in concorrenza con lo Stato. Dovremmo rifletterci. Dal 2010, cioè dal prossimo anno, la spesa sanitaria sarà a totale carico della Regione, per cui bisogna da subito prevedere interventi di contenimento degli acquisti, l'esternalizzazione dei servizi che non sono gestibili direttamente in economia, il controllo e il monitoraggio degli appalti di ciascuna ASL, la verifica costante dei costi da parte della Regione per poi arrivare alla macro area. Questo per quanto ci riguarda, a scanso di equivoci e di voci che si sentono in giro. Ci sarà tempo per fare nuovi ospedali, su questo abbiamo gli elementi per parlarne dopo. E poi il Consiglio regionale dovrebbe interrogarsi se non sia realmente il caso di rintavolare con lo Stato una vertenza su questa materia.

Sulla sanità, Presidente, Assessori, colleghi, occorrono indirizzi chiari e strumenti forti. Noi non siamo qui per indirizzare o verificare; siamo qui per controllare. Questo è il nostro dovere. Mi dispiace che non ci sia l'onorevole Caria, perché vorrei ricordargli alcuni aspetti. Talvolta ho adoperato una certa terminologia per contestare alcune cose, ma ho una serie di documenti di cui vorrà dire parlerò intervenendo sugli emendamenti. Vedo che il tempo stringe e quindi lo farò quanto prima, quando illustrerò le varie nostre indicazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Mula e Petrini sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 61 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo procedere.

E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, l'intervento dell'onorevole Oppi è stato per una parte uno sfogo un po' anacronistico, per un'altra parte molto attuale e preciso. Credo anch'io che sia necessario, quando si discute la finanziaria o, come è avvenuto in precedenza, il Programma regionale di sviluppo, che siano presenti almeno gli Assessori di riferimento, in questo caso l'Assessore della sanità e l'Assessore del lavoro.

L'intervento dell'onorevole Oppi probabilmente andava svolto sull'articolo 5 bis, ma non importa. Oggi parliamo di altri interventi. Nel 2004 noi abbiamo trovato la sanità sull'orlo del baratro, abbiamo cercato di ottenere il riequilibrio della spesa, abbiamo cercato di non rientrare (eravamo penultimi, solo il Lazio aveva fatto peggio di noi) tra le Regioni "canaglia", evitando di aumentare i ticket e le tasse. E infatti non ci siamo rientrati. Abbiamo fissato delle regole, abbiamo soprattutto cercato di fare una politica che si basasse sull'integrazione sociosanitaria. Credo che l'articolo che discutiamo vada proprio su questo versante, sul versante cioè delle politiche sociali, dell'integrazione sociosanitaria e delle politiche sanitarie che voi avete voluto affrontare a inizio legislatura con un blitz, con una pseudoriforma che mi auguro nel corso della finanziaria non venga replicata, magari per le aree industriali, per le quali avete rimandato all'articolo 5 un emendamento specifico. Però ne riparleremo.

L'articolo in discussione, invece, va in continuità proprio con le politiche che abbiamo avanzato nella scorsa legislatura e che portano il nome di una persona che dobbiamo ringraziare in quest'Isola, è cioè Nerina Dirindin. Mi riferisco intanto alle misure di contrasto alla povertà, alle misure che riguardano il fondo per la non autosufficienza, ai programmi personalizzati, che hanno interessato, proprio nella scorsa legislatura, un numero notevolissimo di casi. Il che vuol dire che ci occupiamo delle persone e lo abbiamo fatto considerando la persona nella sua interezza e quindi rispondendo a tutti con interventi personalizzati. Ci sono stati inoltre il progetto "Ritornare a casa", l'integrazione sociosanitaria, gli assegni di cura, i Piani locali unitari dei servizi alla persona (PLUS). Ci chiediamo che fine abbiano fatto questi piani, se li stiamo finanziando, se stanno funzionando, se la legge numero 23 del 2005 sta funzionando.

Poi entriamo in un altro aspetto, quello che riguarda le politiche per la casa. Non si vede ancora il vero piano casa annunciato dall'assessore Asunis, che nel mese di settembre ci aveva detto: "Guardate, quello che stiamo approvando non è un piano casa. Il piano casa lo approveremo entro novembre". Praticamente la solita politica degli annunci. Novembre è passato, è passato per i fondi FAS, è passato anche per il piano casa e allora volete rimediare mettendo alcune misure spot in finanziaria. Una di queste riguarda l'innalzamento del tetto del mutuo agevolato di cui alla legge numero 32 del 1985, sul quale noi siamo favorevoli, l'abbiamo previsto anche nella nostra proposta di legge sulla famiglia. E con gli emendamenti che abbiamo presentato cerchiamo di affrontare il tema famiglia nella sua complessità, nella sua organicità, ma in maniera molto concreta.

Sulla casa diciamo che non basta l'innalzamento del tetto del mutuo agevolato a 120 mila euro, ma occorre ripristinare una misura che ha avuto successo in passato, con le scorse finanziarie, cioè il finanziamento a fondo perduto di 25 mila euro che serve alle giovani coppie come acconto per la prima casa in alternativa al conto interessi tradizionale. Diciamo ancora, a voi che introducete un comma-annuncio, un manifesto sulla famiglia, che con l'ultimo comma di questo articolo praticamente affermate: "Il calcolo dell'ISEE non ci convince più, prendiamo a base del calcolo per le famiglie numerose un altro indicatore della situazione economica equivalente e lo applichiamo a tutte le misure di sostegno." D'accordo, però bisogna trovare delle misure di sostegno alla famiglia. Noi ne proponiamo alcune, una delle quali è il credito di emergenza, di cui hanno già parlato l'onorevole Gian Valerio Sanna e altri, quindi non mi ci soffermo. Prevediamo, poi, misure che vanno incontro alle famiglie che si trovano in stato di emergenza, elencando, nel relativo emendamento, caso per caso, le fattispecie che ci devono riguardare. Tra queste proponiamo i prestiti-famiglia fino a 36 mila euro, con l'istituzione di un fondo finalizzato all'abbattimento del tasso di interesse ed eventuale garanzia fideiussoria da parte della Regione. I prestiti-famiglia riguardano i nuclei familiari che si trovano in condizioni di temporaneo disagio e possono essere restituiti a tasso agevolato o anche a tasso zero, a seconda della situazione familiare, entro il limite massimo di sessanta mesi. Quindi proponiamo politiche per la famiglia che riguardano anche la casa.

Un altro emendamento che abbiamo presentato è finalizzato al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e nei due anni successivi, 2010 e 2011, con un contributo della misura massima di 1.500 euro. Proponiamo anche, come ha detto il collega Espa, di aumentare la dotazione del fondo regionale per la non autosufficienza e poi prevediamo misure che vanno incontro alle persone in condizioni di disagio, misure specifiche come quelle che ha illustrato poco fa l'onorevole Sabatini, per esempio l'integrazione del reddito per gli ultracinquantenni che hanno perso il posto di lavoro e non hanno ancora diritto alla pensione oppure sono stati collocati in mobilità in un periodo specifico, ossia tra il 1º luglio 2008 e il 31 dicembre 2009.

Capite che il nostro approccio a questa finanziaria è fatto di proposte, poi non possiamo esimerci dal denunciare alcune cose considerato che non arrivano risposte su nessun fronte, ma prima o poi dovremo avere delle risposte. Insomma, stanno passando i mesi e i vostri annunci sono rimasti tali, come i 5 mila euro promessi per ogni disoccupato, lo ricorderete tutti. Non è solo il presidente Berlusconi che fa promesse, le fa anche il presidente Cappellacci, il quale in campagna elettorale prima e in ogni incontro poi ha promesso 5 mila euro per ogni disoccupato. Mi chiedo quale intervento legislativo prevedete, in quale legge pensate di inserirlo, se aspettiamo la fine della legislatura oppure, come molti colleghi hanno sottolineato, facciamo una ricognizione di ciò che questo Consiglio regionale ha già approvato in questa materia, ad esempio il reddito di reinserimento e il reddito di cittadinanza, se prendiamo in considerazione le leggi numero 20 e 23 del 2005 e se finalmente dando un indirizzo politico riusciamo…

Presidente, è difficile parlare in quest'aula.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Bruno. Prego i colleghi, in particolare gli onorevoli Dessì, Rodin e Sanna, di stare al proprio posto, grazie.

BRUNO (P.D.). Voglio dire, Presidente, Assessore, che noi, come Partito Democratico, tentiamo di dialogare, tentiamo di avanzare su questa finanziaria un pacchetto di proposte da presentare anche nelle piazze, in quaranta piazze della Sardegna, sabato e domenica. Ma vogliamo un minimo di risposte, vogliamo su ogni emendamento un dialogo franco, un confronto, non semplicemente l'imposizione della forza dei numeri, non semplicemente un atteggiamento da parte di chi ha in questo momento il potere di decidere, di imporre la propria idea, che non tiene conto della complessità del voto popolare. Perché il voto popolare non si esprime semplicemente in una maggioranza, ma si esprime anche in una minoranza che vuole fare la sua parte, che si prepara all'alternativa e che quindi si inserisce nelle politiche di questa Regione sulla base di un progetto che ha già presentato nella scorsa legislatura, che vuole aggiornare e rendere in qualche modo concreto nel dettaglio.

Per cui noi attendiamo, assessore La Spisa, non un giudizio generico sulle nostre proposte, ma un giudizio sul merito di ciascun emendamento, sul merito delle proposte in essi contenute. Siamo disponibili, come lo siamo stati finora, a migliorare un testo che noi giudichiamo poco coraggioso e sicuramente non all'altezza del dramma che vive la Sardegna e che vivono le famiglie sarde.

PRESIDENTE. Per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Con gli articoli sinora discussi abbiamo esaminato misure che vanno nella direzione della creazione di alcuni fondamenti per una politica di sviluppo e di sostegno al sistema delle imprese, che sono quelli da cui noi ci aspettiamo un risultato che nel medio termine possa dare risposte nella direzione che è stata indicata in più interventi. Vorrei, però, sottolineare in particolare il fatto che sia l'onorevole Vargiu sia l'onorevole Giampaolo Diana hanno detto una cosa che richiamerei all'attenzione di tutti, e cioè che le politiche di coesione sociale, di contrasto alla povertà e le politiche del lavoro necessitano di una dotazione finanziaria e quindi di una disponibilità di risorse pubbliche sempre più in espansione, in crescita. E l'espansione, la crescita di questo fabbisogno è determinata sia dall'oggettiva condizione di crescita dei bisogni, sia anche, dobbiamo riconoscerlo responsabilmente, da una stratificazione di interventi che spesso in maniera squilibrata creano meccanismi di spesa che, come è stato detto da più parti, rischiano di rendere la spesa stessa incontrollata. Insomma, noi possiamo continuare a dire certe cose, il collega Giampaolo Diana faceva appello alla cultura cattolica mia o di chi esplicitamente la manifesta, ma se vogliamo guardare a questa cultura, a questa impostazione cattolica, dobbiamo farlo considerandola in tutta la sua ampiezza, perché la cultura cattolica non può avallare, e non l'ha mai fatto, una incontrollata espansione dell'intervento pubblico di fronte a qualunque richiesta senza che ci sia un'adeguata crescita della responsabilità, senza che ci sia un'adeguata crescita anche di un modello di welfare che non veda lo Stato come unico erogatore di risposte rispetto ai bisogni.

Allora, se chiamate in causa quella impostazione culturale, diciamola tutta, si tratta di un'impostazione centrata sul criterio della sussidiarietà, e cioè lo Stato interviene ma non si sostituisce alla società, non si sostituisce alla responsabilità delle persone. E non perché non sia giusto che lo faccia, ma perché è letteralmente impossibile! E per dire che questo non è un discorso astratto, ma è invece un discorso molto concreto, parto da una precisazione: capisco che chi è all'opposizione debba dire certe cose, vi capisco, per cinque anni ho vissuto una condizione speculare a quella di alcuni di voi, però occorre una certa misura nella denuncia delle incoerenze o delle inadeguatezze di chi governa. Occorre una misura! Come si fa, infatti, a dire che il Governo regionale è un governo assassino, freddo e insensibile di fronte ai bisogni della società sarda? Scusate, lo stanziamento per i programmi personalizzati, di cui ha parlato l'onorevole Espa, il quale ha detto anche che questo Governo regionale rischia di tradire le esigenze dei poveri e delle persone disagiate, passa dai 32 milioni di euro del 2009 ai 50 milioni del 2010, c'è un incremento superiore al 30 per cento.

Vi leggo un altro dato per giustificare o rafforzare quel che vi dicevo. Come ha ben detto anche l'onorevole Vargiu, sui programmi personalizzati c'è stato un incremento, dal 2002 al 2009, che ha portato il finanziamento a 10 milioni di euro nel 2002, 13 milioni nel 2003, 21 milioni nel 2004, 29 milioni nel 20005, 40 milioni nel 2006, 58 milioni nel 2007 e 96 milioni nel 2008. Il fabbisogno, stante questa impostazione di legge, per il 2009 sarebbe di 130 milioni di euro. Noi non ci rifiutiamo e non ci rifiuteremo mai di trovare risorse a costo di raschiare il fondo del barile, togliendo dove si può togliere, però dobbiamo essere tutti corresponsabili in questo, e comunque una riflessione va fatta. Se uno strumento che prevede l'attivazione dei servizi ha un andamento moltiplicativo rispetto a fabbisogni di questa rilevanza o se si è improvvisamente manifestata una povertà in Sardegna francamente l'incremento non può essere di queste dimensioni, oppure occorre fare una riflessione sullo strumento normativo e amministrativo. Probabilmente si tratta di fare un'attenta verifica della legge che prevede i servizi alla persona per valutare se gli strumenti pensati e individuati, che si sommano poi a quelli previsti dalle diverse leggi finanziarie, siano i più adeguati. Perché non ci sono soltanto questi, ci sono anche i 30 milioni di euro, 2 in più rispetto all'anno scorso, per l'assistenza domiciliare, i 50 milioni e 800 mila euro per i soggetti affetti da patologie varie, gli interventi che prevediamo attraverso i comuni per i cantieri lavoro, gli interventi - e passo a un altro argomento - di politica del lavoro per i soggetti che perdono il posto a una certa età, ossia gli ultracinquantenni. C'è un emendamento della Giunta che prevede lo stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per affrontare casi come quelli che si sono manifestati nella Sardegna centrale, e non sono destinati soltanto a un caso, ma a tutti quei casi che rientrano in quella fattispecie. Noi prevediamo 2 milioni e mezzo, ma lo stanziamento è sovrastimato in previsione di un possibile aumento delle esigenze. Poi abbiamo inserito una formulazione che vi prego di guardare con attenzione, cioè lo stanziamento è valutato in 2 milioni e 500 mila euro, ma, lo dico anche all'onorevole Uras che ha sollevato l'argomento, su questo tema noi possiamo fare in qualunque momento una variazione compensativa, anche senza una disposizione di legge, che possa adeguare le risorse. Cioè per questo intervento la copertura c'è. Io mi impegno anche a seguire la questione passo passo qualora ci fossero delle necessità, che sicuramente ci saranno.

Per quanto riguarda invece le politiche del lavoro e quelle della formazione professionale vi prego di considerare che l'operatività piena dell'Assessorato del lavoro, dopo il periodo di interim, praticamente inizia in questi giorni e si cercherà di fare di tutto perché possa entrare a regime.

In sintesi vorrei dire che noi siamo disponibili a verificare con grande attenzione tutte le proposte, anche quelle che arrivano dall'opposizione, tenendo conto, però, che dobbiamo fare una valutazione su come utilizzare una quantità di risorse che, come è stato detto, non è infinita ed è dipendente dalla ricchezza che si riesce a produrre. E per far fronte ai bisogni noi dobbiamo avere più ricchezza, altrimenti finiremo per essere solo una Regione che assiste e assisterà sempre persone che prima o poi andranno via della Sardegna. Noi vogliamo sviluppo e solidarietà insieme e questo credo che sia il nostro obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Per quanto riguarda l'emendamento numero 45 indichiamo questa copertura: le spese previste per l'attuazione dei commi 6 bis, 6 ter e 6 quater sono determinate in euro 1 milione annui a valere sul FNOL parte corrente, voce 4, tabella A. Nell'emendamento numero 59 aggiungere il punto 2 della tabella A.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 133 il parere è favorevole, sul numero 36 è contrario.

PRESIDENTE. Si votano prima gli emendamenti numero 34 e 35.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo scusa, Presidente. Sugli emendamenti numero 34, 35, 36 e 72 il parere è contrario. Invito i presentatori a ritirare l'emendamento numero 2, altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 28 è tra quelli dichiarati inammissibili per difetto di copertura finanziaria, qualora venisse reperita invito comunque i presentatori a ritirarlo. Sull'emendamento numero 134 il parere è favorevole; invito al ritiro degli emendamenti numero 157 e 159, altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 132 credo sia ritirato, in Commissione la Giunta ha detto che sarebbe stato ritirato.

PRESIDENTE. E' ritirato, assessore La Spisa?

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito al ritiro dell'emendamento numero 143, altrimenti il parere è contrario; sugli emendamenti numero 146, 39 e 41 il parere è contrario; l'emendamento numero 21 è tra gli inammissibili per difetto di copertura finanziaria, qualora la si trovasse invito i presentatori a ritirarlo altrimenti il parere è contrario, così pure per gli emendamenti numero 32 e 37. L'emendamento numero 45 è tra quelli dichiarati inammissibili, qualora si trovasse la copertura…

PRESIDENTE. La copertura è già stata indicata, per cui è ammesso.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito i presentatori a ritirarlo, altrimenti il parere contrario. L'emendamento numero 59, a firma Sabatini e più, sulle questioni legate alla cassa integrazione, è tra quelli dichiarati inammissibili, comunque invito i presentatori a ritirarlo, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti numero 66 e 70, che sono uguali, il parere è contrario, gli emendamenti numero 152 e 165 sono inammissibili.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è uguale a quello del relatore. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 157 e 159 l'invito al ritiro, come richiesto anche dal relatore, è teso a verificare se fosse volontà dell'Aula esaminare adesso questa questione. Potrebbe infatti essere rinviata al collegato oppure si potrebbe spostare l'emendamento a un altro articolo, per vedere se si possono trovare delle compensazioni finanziarie che facciano fronte a questa emergenza, se è considerata tale. Cioè l'emendamento potrebbe essere sospeso momentaneamente, rimanendo l'invito al ritiro, però dopo un'eventuale ulteriore valutazione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 133.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 133.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Mula e Dedoni hanno votato a favore e i consiglieri Ben Amara e Meloni Valerio hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 38

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 34.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Signora Presidente, io sono molto d'accordo con l'onorevole Giorgio Oppi e il mio Capogruppo, l'ho detto anche prima, sul fatto che qui c'è un grande problema, cioè manca l'Assessore della sanità. Vorrei dire all'assessore La Spisa, che ha richiamato in maniera forte la sussidiarietà come processo di servizio avente come protagonisti i cittadini, che quando parliamo di programmi personalizzati non stiamo parlando di una legge che riguarda la povertà. La povertà non c'entra nulla!

Qui manca, dicevo, l'Assessore della sanità, perché questo emendamento l'aveva presentato in Commissione proprio l'assessore Liori. Il centrodestra l'ha ripreso insieme al Presidente della Commissione, poi non è arrivato in Aula, ma è l'emendamento che chiede, come si dice nella relazione allegata alla finanziaria, di integrare le risorse. Lo dice anche il parere espresso dalla settima Commissione e dalla maggioranza.

Ripeto, Assessore, io ho grande stima per le sue competenze, ma quando parliamo di politiche sociali dobbiamo essere estremamente precisi. Queste risorse non riguardano per niente la povertà. Riguardano il fatto che voi, anziché spendere il triplo per fare le Residenze sanitarie assistite, dovreste dire alle persone: "Facciamo delle politiche di sviluppo e di promozione in modo che le persone stiano nel loro territorio". Quindi se il costo è 50 noi diamo un contributo di 3, 5, 10 o 14.

Nessuno, dunque, critica quello che si sta facendo, che anzi è molto importante. L'onorevole Oppi, tra l'altro, lo dico con una battuta, ma è la realtà, è il padre di questa legge, che è nata, con il contributo di tutti, quando lui era Assessore della sanità. Ripeto, quello che si sta facendo è moltissimo, va molto bene, però, attenzione, non possiamo fare la politica del carciofo su queste questioni. Se abbiamo deciso di sostenere le persone lì dove vivono, dobbiamo trovare le soluzioni per evitare, ad esempio, di fare investimenti nelle RSA, perché questo provvedimento è incompatibile con quel tipo di intervento. Poi è vero, ne discutevamo anche prima con il Presidente della Commissione, che le spese per le RSA salgono, le spese per gli internamenti salgono e non si capisce perché, visto che questo provvedimento riguarda tutte le persone con disabilità gravi.

Allora, ripeto, il problema è che quest'anno 9 mila persone, per la prima volta dopo dieci anni, probabilmente non avranno la possibilità di accedere ai contributi. E nemmeno lo sanno, perché hanno presentato le domande entro ottobre, che era il termine di scadenza. Il mio voto sull'emendamento numero 34 è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Proseguo il ragionamento che faceva il collega Espa, cioè qua c'è un disegno di politica sociale che è diverso da quello tradizionalmente seguito in anni precedenti. Noi sbagliamo dall'inizio, facciamo politiche per la sanità e non facciamo politiche per la salute, abbiamo una popolazione che invecchia progressivamente, che quindi ha bisogno di una certa iniziativa di prevenzione che consenta una riduzione dell'ospedalizzazione, delle prestazioni che vengono rese presso il sistema sanitario regionale e dal sistema sanitario regionale e in più abbiamo un incremento ovvio, legato proprio all'aumento dell'età, del numero delle persone non autosufficienti. Questo richiede un approccio alla soluzione del problema che sia coerente anche nella fase di investimento, cioè se vogliamo mantenere costi accettabili del sistema sanitario dobbiamo ridurre le prestazioni che vengono rese presso gli ospedali, dobbiamo migliorare l'assistenza domiciliare, dobbiamo stare nel territorio, dobbiamo cioè fare un'operazione di riduzione degli interventi sanitari e di incremento dell'attività di prevenzione e di mantenimento in salute.

L'altra operazione che dobbiamo fare, lo dico all'Assessore, è possibilmente quella di separare, anche concettualmente, la partita dell'assistenza sociale e sociosanitaria dalla partita delle politiche del lavoro, quand'anche fossero politiche passive e non attive. Ecco perché io voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, credo che sia indispensabile la presenza dell'Assessore della sanità in aula, perché qui stiamo parlando di problematiche che riguardano la sanità anche nei suoi aspetti finanziari, perché è chiaro che c'è un risparmio evidente per la sanità. Noi stiamo attuando una politica che va verso i programmi personalizzati, quindi verso l'assistenza nelle famiglie, nei luoghi dove le persone abitano. Allora, riteniamo che il fatto che per la prima volta in dieci anni, in Sardegna, 9 mila persone con grave disabilità non potranno accedere a misure di sostegno pubblico sia grave e chiediamo che l'assessore Liori ci dia qualche spiegazione. Da una parte diciamo, come abbiamo fatto in tutti questi anni, che il territorio è il cuore della sanità e dell'integrazione sociosanitaria, dall'altra mettiamo nel Piano sanitario regionale la costruzione di cinque nuovi ospedali e non si capisce quali siano le politiche in questo senso. Alcuni interventi sono stati previsti a valere sui fondi FAS, che non vedremo mai, nonostante le dichiarazioni rese dal vicepresidente Sannitu, oggi, in un comunicato stampa. Nella rimodulazione di questi fondi voi accorpate alcune voci. Per esempio nella proposta di Programma attuativo regionale della Giunta precedente erano previsti 80 milioni di euro per l'ospedale di Alghero, voi li accorpate in un'unica voce: 190 milioni per Cagliari, per Quartu e per Alghero. Mi dice in una lettera il sindaco di Quartu: "Stai attento che 70 milioni andranno per distretto sanitario di Quartu e per l'ospedale di Alghero", cioè niente "il resto lo prenderà Cagliari".

Allora se si parla di politiche sanitarie e di politiche che riguardano il territorio e la persona credo che quanto meno l'Assessore della sanità debba essere presente. Credo che la sua assenza sia veramente indice di una mancanza di attenzione verso il Consiglio regionale. Io condivido totalmente la domanda che l'onorevole Oppi si poneva nel suo intervento, cioè se il Consiglio regionale ha un ruolo centrale per questa Giunta, per la Regione, oppure se la Giunta lo utilizza soltanto come luogo dove fare le riunioni di Giunta. Pare, infatti, che adesso le riunioni di Giunta si facciano in questo palazzo e non più in viale Trento! Mi chiedo se il Consiglio serva solo a questo o se invece la Giunta regionale non debba confrontarsi, dialogare con noi, se ha qualcosa da dirci a questo proposito.

Insomma vogliamo che almeno in sede di replica qualcosa ci venga detta. Capisco gli sforzi che sta facendo l'assessore La Spisa, ma credo, nonostante tutto, che la Giunta non si esaurisca con l'Assessore della programmazione.

PRESIDENTE. Ha visto, onorevole Bruno, ha chiamato l'assessore Liori e lui è apparso immediatamente!

Ha domandato di parlare, dai banchi dei consiglieri, l'Assessore della difesa dell'ambiente per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Io dico le stesse cose che ho detto in Giunta. E' vero che nei primi anni 2000 abbiamo attivato la legge numero 162, abbiamo fatto una grande battaglia per gli anziani e concentrato tutti i fondi sugli interventi previsti da questa legge, però la "162" è una legge in "progressione aritmetica". Che i portatori di handicap gravi siano in una situazione particolare lo condivido, ma voi avete presentato un emendamento che contiene una parte che invece non condivido assolutamente. Sono stato anzi uno che in Giunta ha chiesto di ridurre il finanziamento per il progetto "Ritornare a casa", perché è un progetto fallimentare, tant'è che si è impostata la politica dell'accoglienza importata da Trieste, nell'ex manicomio…

(Interruzione)

C'è in parte anche quello, certamente! La struttura è stata realizzata così come è stata realizzata perché bisognava attuare la "politica del sollievo", e così via. Sta di fatto che non serve, perché chi è tornato a casa molte volte non era in condizioni di potervi tornare. E voi vi siete fatti carico anche di annullare, per esempio, una struttura come quella di Ussana che praticamente grida vendetta. Però c'è un problema fondamentale per quanto riguarda i portatori di handicap, ma soprattutto per i non autosufficienti, perché ci sono persone non autosufficienti che ovviamente hanno l'assistenza a casa, nei casi previsti dalla legge numero 162, ma i veri non autosufficienti, quei poveri vecchi che devono andare alla RSA non riescono ad andarci primo perché sono stati ridotti i posti letto, secondo perché è stato ridotto il personale, terzo perché non hanno la disponibilità finanziaria. E quando le famiglie non hanno le risorse finanziarie necessarie (circa 3 milioni e mezzo delle vecchie lire) e non si danno a tal fine finanziamenti ai comuni è chiaro che si creano difficoltà.

Comunque per quanto riguarda l'aspetto specifico, così come sull'ADI, avrei tante cose da dire, ma sono contrario all'emendamento numero 34 perché la seconda parte non mi convince. Ve lo dimostrerò in altra sede.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 34.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato contro

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 19

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

La non approvazione dell'emendamento numero 34 fa decadere gli emendamenti numero 36 e 72.

I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 45.


[s1]National Action Plan o Piano nazionale d'azione per l'inclusione sociale

Inclusion in tondo

[s2]Come da verbale e sulla base di precedenti casi

[s3]Gli emendamenti



Allegati seduta

LXXV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

Giovedì 10 dicembre 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 32.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di martedì 1° dicembre 2009 (68), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Mariano Contu, Francesco Cuccureddu, Simona De Francisci, Domenico Gallus, Marco Meloni, Antonello Peru, Nicolò Rassu, Adriano Salis e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 10 dicembre 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:

"Interrogazione Solinas Antonio sulla deliberazione n. 44/15 del 29 settembre 2009 della Giunta regionale che muta le condizioni normative alle quali si deve attenere la società concessionaria nella gestione del complesso termale di Fordongianus". (156)

(Risposta scritta in data 3 dicembre 2009.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione Zuncheddu - Uras - Ben Amara - Sechi - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, su provvedimenti e iniziative che il Presidente della Regione intende intraprendere per opporsi all'installazione di centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie in Sardegna (come da ordine del giorno n. 11 approvato dal Consiglio regionale in data 23 settembre 2009)". (185)

"Interrogazione Cuccu - Cocco Pietro - Lotto - Solinas Antonio - Caria - Cucca - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione delle risorse destinate dal decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale del 20 ottobre 2009 (Promozione e pubblicità istituzionale dei prodotti agro-alimentari. Approvazione evento Fiera cavalli e sulla composizione della delegazione regionale)". (186)

"Interrogazione Mula, con richiesta di risposta scritta, sulla non potabilità delle acque del Cedrino". (187)

"Interrogazione Ladu, con richiesta di risposta scritta, sul bando internazionale per la vendita degli stabilimenti ex Legler". (188)

"Interrogazione Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Agus - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla ridotta ed iniqua rappresentanza femminile all'interno dell'Esecutivo regionale". (189)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sulla necessità di salvaguardare la "Nuova Cementeria di Scala di Giocca" e i suoi lavoratori". (58)

"Interpellanza Zuncheddu sul mancato svolgimento della verifica preventiva contemporanea sull'intero progetto immobiliare SITAS Spa sulla costa di Malfatano - Capo Spartivento, Teulada (CA)" (59/C-4).

"Interpellanza Sanna Giacomo - Planetta - Dessì - Maninchedda - Solinas Christian sulla situazione del mercato dei trasporti delle persone e delle merci in Sardegna". (60)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 76/S/A.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. E' necessario che la richiesta sia appoggiata da un altro Capogruppo.

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo)

PRESIDENTE. Chiedo la presenza di un Segretario dell'opposizione al banco della Presidenza. Onorevole Mariani, grazie.

Poiché devono decorrere dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere a una votazione, sospendo la seduta sino alle ore 10 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 37, viene ripresa alle ore 11 e 01.)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti:

Emendamento soppressivo parziale Giunta regionale

Articolo 4

Nel comma 1, nella lettera e) è soppressa l'espressione da "da utilizzarsi" sino a "presente legge". (133)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art.4 Comma 2 lettera b) è sostituito con il seguente:

b) risorse, regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05. 03.007 Cap. sc05.0673

euro 24.500.000

In diminuzione

FNOL euro 2.000.000

UPB S08.01.001 euro 1.500.000

UPB S08.01.004 euro 21.000.000. (36)

Emendamento sostitutivo parziale Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'Art. 4 la lettera c del comma 2 è sostituita con la seguente:

"risorse regionali per euro 13.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale 11 maggio 2006 n. 4 (UPB S05.03.007)".

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05.03.007 Cap. SC05.06.007

Euro 8.000.0000

In diminuzione FNOL

Euro 8.000.0000. (72)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art. 4 comma 2 è sostituito con il seguente:

2. La dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza istituito dall'articolo 34 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 del 2007 per l'anno 2010 è determinata in euro 184.300.000, da integrare con la quota delle risorse assegnate alla Sardegna dal Fondo nazionale per la non autosufficienza previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), ed è alimentato dai seguenti stanziamenti:

a)risorse regionali per euro 30.000.000 destinate al potenziamento dell'assistenza domiciliare a

favore di anziani in condizioni di non autosufficienza, di cui euro 2.500.0.00 per le cure domiciliari sanitarie (UPB S05.03.007);

b)risorse regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

c) risorse regionali per euro 13.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 (UPB S05.03.007);

d)risorse regionali e statali per euro 9.000.000,000 destinate al finanziamento delle azioni di integrazione socio-sanitaria (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 febbraio 2001, Accordo Regione Sardegna - ANCI 15 dicembre 2004 (UPB S05.03.005).

e)risorse regionali per euro 50.800.000 destinate al finanziamento di leggi regionali a favore di soggetti cori particolari patologie (UPB S05.03.007);

f)risorse regionali per euro 5.000.000 destinate all'erogazione di assegni di cura o di altre provvidenze in favore delle famiglie che si assumono compiti di assistenza e cura di disabili fisici, psichiatrici e sensoriali, di cui all'art. 3 comma 1, lettera g) della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (UPB S05.03.007).

Copertura finanziaria

In aumento UPB 805.03.007

euro 32.500.000

In diminuzione

FNOL euro 3.000.000

UPB S08.01.004 euro 24.500.000

UPB S08.02.002 euro 5.000.000. (34)

Emendamento sostitutivo parziale Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

L'art. 4 comma 2 è sostituito con il seguente:

2. La dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza istituito dall'articolo 34 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 del 2007 per l'anno 2010 è determinata in euro 174.300.000, da integrare con la quota delle risorse assegnate alla Sardegna dal Fondo nazionale per la non autosufficienza previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), ed è alimentato dai seguenti stanziamenti:

a)risorse regionali per euro 30.000.000 destinate al potenziamento dell'assistenza domiciliare a

favore di anziani in condizioni di non autosufficienza, di cui euro 2.500.0.00 per le cure domiciliari sanitarie (UPB S05.03.007);

b)risorse regionali per euro 74.500.000,00 destinate al finanziamento di programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);

c) risorse regionali per euro 5.000.000 destinate al programma "Ritornare a casa" di cui all'articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006 (UPB S05.03.007);

d)risorse regionali e statali per euro 9.000.000,000 destinate al finanziamento delle azioni di integrazione socio-sanitaria (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 febbraio 2001, Accordo Regione Sardegna - ANCI 15 dicembre 2004 (UPB S05.03.005).

e)risorse regionali per euro 50.800.000 destinate al finanziamento di leggi regionali a favore di soggetti cori particolari patologie (UPB S05.03.007);

f)risorse regionali per euro 5.000.000 destinate all'erogazione di assegni di cura o di altre provvidenze in favore delle famiglie che si assumono compiti di assistenza e cura di disabili fisici, psichiatrici e sensoriali, di cui all'art. 3 comma 1, lettera g) della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (UPB S05.03.007).

Copertura finanziaria

In aumento UPB 805.03.007

euro 24.500.000

In diminuzione

FNOL euro 2.000.000

UPB S08.01.001 euro 1.500.000

UPB S08.01.004 euro 21.000.000. (35)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Floris Mario - Mulas

Articolo 4

Dopo la lett. e) nel comma 1° dell'Art.4 è inserita la seguente:

e) bis. Euro 12.000.000 per l'abbattimento degli oneri sociali in favore delle imprese che assumono a tempo indeterminato personale di età compresa fra i 32 ed i 50 anni; tale contributo non potrà superare i 500 euro mensili, per ciascun nuovo assunto, e potrà essere concesso per un massimo di 12 mesi.

COPERTURA FNOL. (2)

Emendamento aggiuntivo Mula - Dedoni - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco

Articolo 4

Dopo il comma 1, lett. e) dell'art. 4 è aggiunta la seguente lett. e) bis:

"per la prosecuzione degli interventi di cui alla Legge Regionale n. 4/2006, art 27 comma 5, da attuarsi mediante i Soggetti Esecutori individuati dalle delibere della Giunta Regionale del 21-11-2006 e del 29-05-2007 e art. 2 comma 34 della l.r. 2/2009 è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di 2 milioni di euro da inserire nel capitolo di Bilancio U.P.B. S.02.03.007. (28)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Nel comma 1, dopo la lett. e) è inserita la seguente:

e) bis. E' autorizzata; per l'anno 2010 e successivi, una spesa valutata in annui euro 2.500.000 al fine di consentire l'attuazione ed il coordinamento di idonei percorsi di reimpiego per i lavoratori delle aziende di cui all'articolo 1 del Decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale 19 giugno 2006, ultracinquantenni alla data del 31 dicembre 2009, interessati da crisi occupazionali e individuati in specifici accordi quadro istituzionali previsti dall'articolo 4, comma 1, della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3.

COPERTURA FINANZIARIA

In diminuzione

U.P.B. S08.01.003 Fondo per nuovi oneri legislativi in conto capitale

(voce 1)

2010€2.500.000

2011€2.500.000

2012€2.500.000

2013€2.500.000

In aumento

U.P.B. S02.03.001 - Politiche attive del lavoro - Spese correnti

2010€2.500.000

2011€2.500.000

2012€2.500.000

2013€2.500.000. (134)

Emendamento aggiuntivo Mula - Vargiu

Articolo 4

Dopo il comma 1, punto e), è inserito il seguente punto:

e) bis. per la prosecuzione degli interventi di cui all'art. 27, comma 5, della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalle delibere della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 (UPB S.02.03.007).

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S08.02.002

2010€ 2.000.000,00. (157)

Emendamento aggiuntivo Manca - Barracciu - Uras - Porcu - Salis - Sabatini - Meloni - Lotto - Caria

Articolo 4

Dopo il comma 1, punto e), è inserito il seguente punto:

e) bis. per la prosecuzione degli interventi di cui all'art. 27, comma 5, della legge regionale n. 4 del 2006, da attuarsi mediante i soggetti esecutori individuati dalle delibere della Giunta regionale del 21 novembre 2006 e del 29 maggio 2007, è autorizzata per l'anno 2010 la spesa di euro 2.000.000,00 (UPB S.02.03.007).

Copertura finanziaria

In diminuzione

UPB S08.02.002

2010€ 2.000.000,00. (159)

Emendamento aggiuntivo Giunta regionale

Articolo 4

Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. A valere sui fondi del P.O.R. Fse 2007/2013 una quota, fino a euro 60.000.000, è destinata ad agevolare l'accesso al credito da parte di soggetti svantaggiati, a supporto della creazione e dello sviluppo delle microimprese e delle piccole e medie imprese, mediante la costituzione di un fondo per il microcredito. I criteri e le modalità di gestione del fondo sono individuati con apposita direttiva della Giunta regionale emanata su proposta dell'Assessore competente in materia di lavoro. (132)

Emendamento aggiuntivo Steri - Biancareddu - Capelli - Milia - Obinu

Articolo 4

Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

2 bis. È autorizzata la spesa valutata in annue euro 15.000.000 per la concessione di contributi ai Comuni per il pagamento delle rette relative ai ricoveri presso le residenze sanitarie assistite (RSA); il relativo programma di interventi è approvato dalla Giunta regionale a' termini dell'articolo 4, lett. i) della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 (UPB S05.03.005).

COPERTURA FINANZIARIA:

In aumento

UPB S 05.03.005 Finanziamenti per attività socio - assistenziali

anno 201015.000.000

anno 201115.000.000

anno-201215.000.000

anno 201315.000.000

In diminuzione

UPB S08.01.002 FNOL- parte corrente

anno 201015.000.000

anno 201115.000.000

anno-201215.000.000

anno 201315.000.000

mediante riduzione della riserva di cui alla voce 4 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (143)

Emendamento aggiuntivo Cucca - Manca - Caria - Sabatini - Moriconi

Articolo 4

Dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

2 bis. Per le finalità previste dall'articolo 33, comma 11 della legge regionale n, 2 del 2007, (legge finanziaria 2007), è autorizzata la spesa di euro 100.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2013 (UPB S05.03.009).

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

UPB S05.03.009 Interventi vari nel settore socio - assistenziale - parte corrente

anno 2010100.000

anno 2011100.000

anno 2012100.000

anno 2013100.000

In diminuzione

UPB S08.01.002 FNOL - parte corrente

anno 2010100.000

anno 2011100.000

anno 2012100.000

anno 2013100.000

mediante riduzione della riserva di cui alla voce 3 della tabella A allegata alla legge finanziaria. (146)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Uras - Salis

Articolo 4

Dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

4 bis. Per l'esercizio 2010 sono stanziati 25 milioni di euro per i contributi a fondo perduto ai sensi dell'articolo 8, comma 23, lett. b) e comma 24 della L.R. 5 marzo 2008 n.3.

In diminuzione:

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 1, 2, 3 e 4 della tabella A allegata alla legge

Euro 25.000.000

In aumento

UPB S04.10.004

Euro 25.000.000. (39)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Bruno - Sabatini - Cuccu - Cucca - Solinas Antonio - Espa - Barracciu - Uras - Salis

Articolo 4

Dopo il comma 5 è inserito il seguente:

5 bis. 1.La Regione Sardegna istituisce il credito di emergenza a favore dei cittadini sardi che affrontano una situazione di difficoltà determinata dalla mancanza di risorse adeguate per far fronte a determinate tipologie di spesa.

2.Costituisce requisito per l'accesso al credito di emergenza essere residenti da almeno un anno in uno dei comuni della regione e possedere un reddito annuo familiare inferiore o uguale a 4.800 euro.

3.Le spese per le quali è possibile richiedere il credito di emergenza sono:

· situazioni di emergenza sanitaria, necessità di cure impreviste;

· pagamento rate di locazione e/o depositi cauzionali;

· acquisto primo arredo e lavori di adeguamento dell'immobile;

· pagamento bollette di utenze diverse;

· sostenimento spese legali;

· spese per onoranze funebri;

· spese condominiali e cartelle esattoriali;

· acquisto e manutenzione mezzo di trasporto per esigenze di lavoro;

· assicurazione e bollo auto;

· spese dovute per inserimento lavorativo;

· contributi previdenziali;

· libri scolastici e tasse universitarie per istruzione dei figli.

4.La richiesta del credito di emergenza, munita di autocertificazione attestante il possesso dei requisisti, è presentata presso lo Sportello Sociale dei comuni della Sardegna.

5.L'importo del credito di emergenza, pari alle spese che sì dichiarano necessarie, non può superare i 5 mila euro e potrà essere restituito senza interessi a partire dal terzo anno dalla corresponsione, anche attraverso un sistema di rateizzazione che non potrà a sua volta superare i successivi tre anni.

6.I comuni trasmettono con cadenza bimestrale gli importi delle domande accoglibili all'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica, che provvede al riversamento degli importi richiesti presso le tesorerie dei comuni richiedenti.

Per tale finalità sono stanziati nel bilancio 2010 della Regione 10.000.000 di euro in aumento e secondo le modalità di cui al precedente comma 5 dell'articolo 4. (UPB di nuova istituzione).

In diminuzione:

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui al punto 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 10.000.000

In aumento:

UPB (nuova istituzione)euro 10.000.000. (41)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente

"6bis. E' autorizzata negli anni 2010, 2011 e 2012 la spesa di euro 2.500.000 da destinare proporzionalmente all'Azienda ospedaliera Brotzu e all'Ospedale Oncologico per l'ammodernamento del sistema impiantistico e tecnologico (UPB SOS.01.003)

Copertura finanziaria

In aumento

UPB S05.01.003 - Interventi di edilizia sanitaria e miglioramento tecnologico delle strutture sanitarie (cap SC05.0056)

Anno 20102.500.000 euro

Anno 20112.500.000 euro

Anno 20122.500.000 euro

In diminuzione

UPB S04.09.003 - Pianificazione, vigilanza e controllo sull'attività urbanistica e paesaggistica (cap. SC04.2442)

Anno 20102.500.000 euro

Anno 20112.500.000 euro

Anno 20122.500.000 euro (21)

Emendamento aggiuntivo Espa - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente:

E' autorizzata la spesa di euro 500.000 per la realizzazione di percorsi formativi di 300 ore per assistenti da impiegare nell'assistenza domiciliare per i malati di SLA: (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Le modalità di applicazione sono definite con Delibera di Giunta Regionale su proposta dell'Assessore dell'Igiene sanità e dell'assistenza sociale, sentita la Commissione consiliare competente.

Copertura finanziaria

In aumento UPB S05.03.007

euro 500:000

In diminuzione

UPB S01.04.001 euro 100.000

UPB S08.01.004 euro 400.000. (32)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Bruno - Uras - Cocco Daniele

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma:

6 bis. Al fine di assicurare piena applicazione del Contratto collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) e la definizione di quella di comparto e integrativo regionale (CIRL) è autorizzata per l'anno 2010 e 2011 la spesa-di euro 2.500.000,00.

L'attuazione degli interventi è delegata alle Province ed agli organismi pubblici di gestione dei compendi lagunari.

Copertura finanziaria

In aumento UPB S04.08.007

In diminuzione: FNOL. (37)

Emendamento aggiuntivo Barracciu - Bruno - Uras - Salis - Porcu - Sabatini

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 sono aggiunti i seguenti:

6 bis. Al. fine di superare gli ostacoli di -natura economica alla formazione di nuove famiglie o per intervenire a sostegno di nuclei familiari in condizioni di temporaneo e particolare disagio, la Regione istituisce i prestiti-famiglia, consistenti in finanziamenti da restituire secondo piani di rimborso concordati, entro il limite massimo di sessanta mesi, senza interessi o a tasso agevolato a carico dei mutuatari in ragione delle diverse capacità reddituali, per sopperire a spese attinenti le necessità della vita familiare; condizione di ammissibilità alla misura è la percezione di un reddito familiare complessivo inferiore alla soglia di povertà relativa determinata annualmente dall'ISTAT per il singolo cittadino, moltiplicata per il numero dei componenti il nucleo .familiare. I finanziamenti agevolati non possono superare l'importo massimo di euro 36.000.

6 ter. Per l'attuazione della misura di cui al comma 2 è costituito un fondo finalizzato all'abbattimento parziale o totale del tasso d'interesse. Le regole di gestione di tale fondo e le modalità applicative della misura sono disciplinate da delibera della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. I prestiti-famiglia sono erogati da istituti ed aziende di credito operanti in Sardegna, selezionati mediante procedura di evidenza pubblica, secondo convenzioni sottoscritte con la Regione.

6 quater. Qualora coloro che presentano domanda, di prestito-famiglia non siano in grado di offrire sufficienti garanzie per il finanziamento richiesto, la Regione, su richiesta dell'istituto di credito, può concedere fideiussione a garanzia dell'obbligazione di restituzione delle somme oggetto del finanziamento. (45)

Emendamento aggiuntivo Sabatini - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Cucca - Cuccu

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto:

6 bis. A favore dei lavoratori ultra cinquantenni senza diritto a pensione che abbiano perso il posto di lavoro, a seguito di licenziamento, o siano stati collocati in mobilità nel periodo dal 01.07.2008 al 31.12 2009 è disposto un intervento assistenziale di integrazione al reddito, fino ad un importo massimo di Euro 800,00 mensili e per un numero massimo di dodici mensilità.

L'intervento non ha natura previdenziale ed è corrisposto per i periodi di disoccupazione a favore dei lavoratori che abbiano perso il posto di lavoro o siano stati collocati in mobilità anche beneficiari di disoccupazione ordinaria con requisiti normali, di trattamento speciale edilizia, di indennità di mobilità ordinaria o in deroga, di cassa integrazione in deroga.

Possono beneficiare dell'intervento per i periodi di disoccupazione, fino ad. un importo massimo di Euro 800,00 mensili per dodici mensilità, anche i lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l'INPS di cui all'art.2 comma 26, della Legge 8 agosto 1995 N.335 con esclusione dei soggetti individuati dall'art. 1, comma 212, della Legge 23 Dicembre 1996 N.662, con contratti scaduti e non rinnovati nel periodo dal 01.07.2008 al 31.12.2009.

Al fine di garantire criteri omogenei di accesso a tutte le forme di integrazione del reddito l'intervento non è cumulabile con altri benefici aventi la finalità di ammortizzatori sociali di maggiore o pari importo ed è corrisposto per differenza con eventuali trattamenti previdenziali o analoghi benefici di sostegno al reddito percepiti.

La richiesta di intervento deve essere presentata agli uffici INPS competenti per territorio, i quali provvedono all'erogazione dell'intervento ai lavoratori aventi diritto.

Per le finalità di cui sopra è istituito un apposito fondo presso l'Assessorato Regionale del Lavoro la cui dotazione viene definita dalla legge finanziaria.

I rapporti tra la Regione e l'Ente Previdenziale sono disciplinati da apposita convenzione.

Le modalità procedurali ed i criteri di funzionamento del fondo sono definiti da una direttiva di attuazione approvata con Delibera dalla Giunta Regionale su proposta del Presidente della Regione d'intesa con gli Assessorati competenti.

FNOL parte corrente mediante riduzione della riserva di cui ai punti 3 e 4 della tabella A allegata alla legge euro 50.000.000. (59)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Espa - Bruno

Articolo 4

All'art. 4 dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma:

6 bis. - Per le finalità di politica sociale finalizzate al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e per quelli che nasceranno negli anni 2010 e 2011 è concesso un contributo nella misura massima di euro 1.500/00. La Giunta regionale definisce i criteri e le modalità di erogazione del contributo destinato a tutte le famiglie sarde.

Copertura finanziaria

In aumento

UPB.________ Cap. nuova istituzione

Euro 15.000.000

In diminuzione

FNOL

Euro 15.000.000. (66)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Espa - Bruno - Lotto

Articolo 4

Dopo il comma 6 dell'art. 4 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

Per le finalità di politica sociale finalizzate al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e per quelli che nasceranno negli anni 2010 e 2011 è concesso un contributo nella misura massima di 1500,00 euro. La Giunta regionale definisce i criteri e le modalità di erogazione del contributo destinato a tutte le famiglie sarde

Copertura finanziaria

In aumento

Capitolo nuova istituzione

Euro 15.000.000

In diminuzione

FNOL

Euro 15.000.000. (70)

Emendamento aggiuntivo Solinas Christian - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta

Articolo 4

Dopo il comma 6 dell'articolo 4 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

6 bis. Sono esentate dal pagamento delle tasse automobilistiche regionali le organizzazioni di volontariato della protezione civile, costituite ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266 e regolarmente iscritte nel registro del volontariato di cui alla legge regionale 23 settembre 1993, n. 39.

L'esenzione è valida per i veicoli di proprietà delle organizzazioni di volontariato; le quali abbiano presentato annualmente regolare richiesta alla competente Direzione. (152)

Emendamento aggiuntivo Diana Mario

Articolo 4

Dopo il comma 6 è aggiunto il seguente comma 6 bis:

In deroga alla L.R. 11/2006, con la presente disposizione l'Agenzia regionale per il lavoro istituita ai sensi dell'art. 15 della L.R. 20/2005 è soppressa. I compiti ad essa attribuiti, unitamente alle procedure di liquidazione ai sensi di legge, sono svolti dalla direzione generale dell'Assessorato del Lavoro, il quale provvede tramite specifico Servizio allo scopo istituito a norma della L.R. 31/1998. Il personale in servizio, a qualunque titolo, presso l'Agenzia regionale del lavoro è assegnato al predetto istituendo Servizio. La Giunta regionale, ai fini della migliore trattazione delle politiche regionali per il lavoro e l'occupazione, provvede entro i tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente norma alla presentazione di uno specifico disegno di legge di riforma degli strumenti e delle strutture regionali per l'attuazione delle predette politiche. (165).)

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 28, 21 e 59 sono inammissibili per mancanza di copertura finanziaria. Sono inammissibili anche gli emendamenti numero 152 e 165.

E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Espa, che ha a disposizione dieci minuti.

ESPA (P.D.). Signora Presidente, intervengo sull'articolo 4 che prevede interventi che riguardano le politiche sociali e anche la sanità e provvedimenti a sostegno di alcune categorie, per esempio i lavoratori al di sopra dei cinquant'anni che sono duramente colpiti dalla crisi economica generale. Vorrei far notare, per quanto riguarda il metodo, lo dico ai colleghi del centrodestra, che l'articolo 4 è l'unico al quale, responsabilmente, noi non abbiamo presentato emendamenti soppressivi. Le motivazioni sono tante, ma la più importante, ovviamente, è che c'è la volontà di continuare un percorso che è iniziato nel 2000, è proseguito negli anni successivi con le varie Giunte e i vari Assessori che si sono succeduti e ha portato grandi benefici ai cittadini sardi. Mi riferisco in particolare al fondo per la non autosufficienza, su cui dirò qualcosa in seguito.

Il centrosinistra ha portato avanti unitariamente alcune proposte proprio in questo spirito di responsabilità e, ripeto, di proposta politica. E parlo di proposta politica perché le politiche sociali, lo dico ai colleghi, ma prima di tutto a me stesso, non riguardano il buonismo, il buon cuore o la carità verso persone più o meno fortunate, come qualcuno le definisce, ma riguardano veramente i diritti e la non discriminazione dei cittadini. Riguardano, quindi, il concetto più alto della politica, quello di riconoscere il diritto di cittadinanza a tutti i sardi e non considerarlo residuale rispetto ai meccanismi di sviluppo e produttivi. Su questo segnalo alcuni emendamenti, mi scuseranno i colleghi se non li citerò tutti. Voglio segnalare, per esempio, l'emendamento numero 59, di cui è primo firmatario Franco Sabatini, che riguarda il sostegno ai lavoratori ultracinquantenni che sono usciti dal mondo del lavoro. E' un emendamento che probabilmente si avvicina alle finalità - lo si capirà nel corso della discussione - dell'emendamento numero 34 presentato dalla Giunta. Poi il collega Sabatini saprà spiegare meglio.

C'è poi tutto il pacchetto di emendamenti da noi proposti sul sostegno alla famiglia. Qui chiamo in causa proprio i colleghi del centrodestra, perché sul tema della famiglia possiamo fare molta retorica, possiamo parlare di valori, di morale, delle nostre caratteristiche, dei nostri orientamenti, ma credo che così come la legalità, come sostiene il presidente Fini, non è un argomento che riguarda solo la sinistra, quello del sostegno alla famiglia, che è considerata veramente l'ultimo bastione del proletariato in Italia, ma che è sempre più in crisi, non è un argomento che riguarda solamente il centrodestra. E anche su questo coerentemente, unitariamente, il centrosinistra ha proposto degli emendamenti. Ne cito alcuni, come l'emendamento numero 66, di cui è primo firmatario il collega Antonio Solinas, che prevede un sostegno economico ragionevole per le famiglie con nuovi nati. Noi sappiamo benissimo cosa questo voglia dire oggi soprattutto in Sardegna, quali sono le difficoltà per qualunque famiglia di programmare una nuova nascita. Sappiamo anche qual è il tasso di denatalità in Sardegna: la nostra regione è veramente ai livelli minimi in Italia, registra attualmente uno dei punti storici più bassi mai raggiunti.

C'è anche l'emendamento numero 41, di cui è primo firmatario l'onorevole Gian Valerio Sanna, che contiene una proposta interessantissima, quella del credito di emergenza per i cittadini concretamente in difficoltà, una misura che in qualche comune della Sardegna si sta già sperimentando. Vi prego veramente di leggere con attenzione le proposte che provengono dal centrosinistra, nonostante il parere che è stato dato in Commissione, perché sono proposte tese a offrire maggiori benefici ai cittadini sardi. Quella sul credito di emergenza, che ha costi bassissimi, è una proposta interessantissima per il bene di tutti i comuni della Sardegna e ovviamente dei cittadini sardi.

C'è inoltre l'emendamento numero 45, a firma Barracciu, Bruno e più, che riguarda il sostegno per la formazione di nuove famiglie. Ci sono tanti giovani che desiderano formare una famiglia, che vogliono soprattutto uscire dalle famiglie di origine, vogliono finalmente emanciparsi, ma continuano a stare presso i propri nuclei familiari per mancanza di risorse. E questo è un problema gravissimo. L'emendamento numero 45 non prevede contributi, non segue la politica del contributo, ma propone i prestiti-famiglia, per poter dare lo start up a chi vuole finalmente emanciparsi dalle proprie famiglie.

Ecco, questi sono i primi punti. Per quanto riguarda i punti successivi, chiedo la vostra attenzione su un "gioiello", invidiatoci da tutta Italia, e cioè il fondo per la non autosufficienza. Voi avete previsto, nella finanziaria, l'aumento della dotazione del fondo per la non autosufficienza. Io dico che questa problematica, per quanto forse molti di noi non siano attenti a queste cose, non consiste solamente nel cercare di dare un aiuto economico a persone che in questo momento versano in condizioni estreme. Ricordo per tutti i malati di SLA. Tra l'altro sono veramente dispiaciuto che l'Assessore della sanità e dell'assistenza sociale non sia presente, con tutto il rispetto, ovviamente, per l'onorevole La Spisa, che rappresenta la Giunta in questo momento. Voglio ricordare che il fondo per la non autosufficienza è stato messo in campo per la prima volta nel 2000 e ha avuto come gestori degli Assessori che adesso voglio ricordare, al di là dei Presidenti. Sempre con grande soddisfazione di tutta la popolazione sarda, si sono avvicendati nell'ordine Giorgio Oppi, Roberto Capelli, Nerina Dirindin e infine Antonio Angelo Liori. Voglio anche ricordare ai colleghi, che forse non lo sanno, che nel rapporto N[s1] AP Inclusion del 2006 del Governo italiano la procedura amministrativa, legislativa e sociale nel panorama italiano è stata segnalata all'Unione Europea. L'esperienza sarda è stata segnalata come modello all'Unione Europea! Il professor Donati dell'Università di Bologna, che non può certo essere considerato persona politicamente schierata, in un suo rapporto del 2005, rifacendosi agli anni 2004, 2003, 2002 e 2001, ha citato come buona prassi l'esempio della gestione sarda delle situazioni estreme di non autosufficienza. Anche oggi la rivista governativa dell'Agenzia per le Onlus cita questa esperienza come buona prassi per quanto riguarda l'Italia intera. A Berlino, nel 2007, quattrocento direttori delle politiche sociali di ventiquattro nazioni europee studiano il caso Sardegna attraverso un seminario specifico. E per quanto riguarda le altre Regioni italiane, parto dal Piemonte, anche se molti di voi polemizzano sempre ricordando chi è l'ex Assessore regionale della sanità in Sardegna: una legge così il Piemonte se la sogna! Il Piemonte è fuori completamente dal metodo sardo! E anche altre Regioni stanno, da questo punto di vista, guardando al modello Sardegna. Ne parlerò ulteriormente in fase di votazione degli emendamenti, però dico subito che il rischio che noi stiamo correndo è che per la prima volta questa Giunta non stanzi risorse per aiutare 9 mila persone con disabilità gravi.

Gli emendamenti vanno valutati con attenzione. Ripeto, molto è stato fatto, ma le domande per il 2010 sono tante e per la prima volta dopo dieci anni questa Giunta rischia di non dare risposte a 9 mila persone con disabilità gravi. Per questo vi esorto a fare attenzione agli emendamenti, perché fino a oggi 20 mila persone hanno avuto risposte concrete non attraverso contributi o redditi sostitutivi, ma attraverso programmi personalizzati.

PRESIDENTE. Vorrei pregare i colleghi di prendere posto, perché c'è in aula un brusio veramente fastidioso.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' successo, non certamente per colpa della delegazione di lavoratori adesso presente nel palazzo, ma per i tempi a cui siamo obbligati per chiedere le autorizzazioni, che non si sia fatto in tempo a chiedere la necessaria autorizzazione. La delegazione delle organizzazioni sindacali in questo momento è nei locali della Commissione terza, però noi siamo bloccati in Aula. Pertanto le chiederei, cortesemente, Presidente, di valutare la possibilità di sospendere i lavori dell'Aula per dieci o al massimo quindici minuti, affinché si possa ricevere questa delegazione, perché credo sia controproducente lasciarla per un'ora o due in attesa dei Capigruppo.

Questo fatto rischia di essere interpretato male e credo non sia utile per nessuno, quindi mi permetto, Presidente, di insistere nella richiesta di una sospensione al massimo di quindici minuti.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, abbiamo già chiarito che le delegazioni devono essere ricevute fuori dall'orario delle sedute del Consiglio. Sono già stati concessi venti minuti di sospensione, dalle ore 10 e 37 sino alle 11, perché molti consiglieri non erano in aula, e si poteva utilizzare quella pausa per incontrare la citata delegazione. Si era detto che ulteriori deroghe non sarebbero state concesse.

Onorevole Diana, ribadisco che le delegazioni non possono essere ricevute durante i lavori dell'Aula, ma vengono ricevute prima dell'inizio dei lavori o dopo la loro conclusione.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non per colpa sua, ma se il Consiglio non è nelle condizioni di operare celermente e noi abbiamo a disposizione quindici minuti, laddove ne servono venti, per consentire l'accesso delle persone interessate, lei comprende che c'è qualcosa che non funziona. Ed è questo che è successo.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, quello era il tempo che era stato indicato per poter ricevere la suddetta delegazione. Adesso i consiglieri sono in aula e dobbiamo procedere con i lavori del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi siamo un po' vittime di procedure e capacità interpretative delle procedure che ci pongono puntualmente di fronte a due esigenze: da una parte - e lo dice qualcuno che all'attività consiliare un pochino partecipa - quella di garantire la prosecuzione regolare dei lavori, dall'altra quella di dover ascoltare chi sta fuori del palazzo. Allora, noi non possiamo essere messi nella condizione di dover optare per una di queste due esigenze, perché è chiaro ed evidente che potremmo tranquillamente scendere giù, ascoltare i lavoratori, lasciarvi proseguire la discussione di questa finanziaria e aprire una questione di natura politica, oltre che istituzionale. Oppure possiamo trovare una modalità attraverso la quale svolgere celermente sia l'una sia l'altra funzione, senza ostacolare l'attività del Consiglio.

Credo che ci sia la massima disponibilità da parte delle minoranze a proseguire i lavori dell'Aula, per cui chiedo la cortesia ai colleghi Capigruppo, se possibile, di concedere dieci o quindici minuti di ascolto a questi lavoratori.

PRESIDENTE. Sospendo per quindici minuti i lavori del Consiglio, che riprenderanno alle ore 11 e 30 precise. D'ora in avanti, però, le delegazioni dovranno essere ricevute o prima dell'inizio dei lavori o dopo la conclusione degli stessi.

La seduta è sospesa sino alle ore 11 e 30.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 15, viene ripresa alle ore 11 e 41.)

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi Pittalis e Mario Diana che si sono iscritti a parlare oltre il termine previsto, per cui non potranno intervenire.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Signora Presidente, signor Assessore, onorevoli colleghi, ieri abbiamo approvato un importante articolo che vede le piccole imprese al centro della manovra finanziaria, nel tentativo di ridare ossigeno alla nostra economia regionale, che più di altre sembra pagare le conseguenze di una crisi diffusa e apparentemente destinata a perdurare. Oggi affrontiamo un altro importante articolo che guarda al disagio sociale, prevede infatti interventi a sostegno delle persone con disabilità e per l'occupazione. Pur salutando con favore tutti gli interventi previsti, che sono articolati e diversi, l'onorevole Espa ha già messo il dito sulla piaga in relazione ad alcuni interventi, in particolare per le disabilità si prevede un non perfetto allineamento al bisogno. Penso che tutto sia fattibile e riconosco che molti capoversi dell'articolo mantengono un tessuto importante di sostegno alle difficoltà della persona e quindi in questi termini rispettano quello che è un po' lo spirito che contraddice, a mio avviso, questa maggioranza. Mi pare, però, che non vi sia abbastanza attenzione verso quell'impresa diffusa su tutto il territorio regionale che io chiamo famiglia; un'impresa forse anomala, che gestisce risorse umane ed è all'origine della nostra società civile, culturale ed economica. Seguendo i dati regionali dell'Istat apprendiamo che la povertà assoluta riguarda le famiglie con capacità di spesa mensile pari a 573,63 euro e la povertà relativa le famiglie con capacità di spesa mensile pari a 823,45 euro. In Sardegna le famiglie ammontano a circa 659.085 unità e 150.930 di esse si trovano in condizioni di povertà. Al tasso di disoccupazione del 23 per cento, stimato al terzo trimestre 2008, si aggiungono 23.000 persone con assegno sociale di importo medio mensile pari a 387 euro, 122.357 persone con pensione al minimo di importo medio mensile pari a 421,71 euro e 23.000 persone in mobilità, che percepiscono un importo medio mensile di 573,63 euro. Anzi, come è emerso nell'incontro con i sindacati, pare che qualcuno non riceva più neanche questa cifra mensile, che è scesa a circa 300 euro. Abbiamo, inoltre, 17.000 invalidi tra ciechi, sordomuti e invalidi civili, persone che hanno un reddito mensile di circa 600 euro. Un contribuente su sette è a rischio di povertà e le maggiori criticità si registrano addirittura in capoluoghi di provincia come Villacidro, Sanluri e Tortolì, che presentano il maggior numero di soggetti con reddito inferiore alla soglia di povertà. L'analisi realizzata dal Centro studi di Venezia evidenzia che Villacidro, cittadina di 14.000 abitanti e capoluogo del Medio Campidano, è il comune più esposto al rischio povertà, in quanto il 32,2 per cento dei contribuenti presenta un livello di reddito inferiore alla soglia di povertà locale.

Dall'impresa familiare, quindi, scaturiscono enormi risorse positive, perché, appunto, ha a che fare con la formazione umana e quindi ha al centro la persona, ma ha anche enormi costi se vive quello stato di povertà che impedisce persino il sostegno materiale alla sua sussistenza. Credo che a tutti sia noto che le preoccupazioni per il fatto di non poter provvedere al proprio sostentamento e a quello della famiglia portano i componenti dell'impresa famiglia verso ambiti problematici, quali quelli determinati da ansia, depressione, fobie e chi più ne ha più ne metta, che immancabilmente si ripercuotono con elevati costi sia nel sociale che nel sanitario. Gli amministratori locali che tutti i giorni affrontano questo genere di situazioni sanno benissimo quante persone bussano agli sportelli dei servizi sociali per chiedere aiuto non solo finanziario, ma anche psicologico, quindi morale e sostanziale. E, poi, ripeto, molte di queste persone hanno l'esigenza di avere dei riferimenti nel sanitario, il che comporta alti costi per la società.

Inoltre il fatto di non poter pagare le bollette di luce, acqua e gas - mi fermo solo a questi aspetti materiali - spinge molti padri di famiglia all'indebitamento progressivo. Alcuni si infilano in forme diverse di usura, come il piccolo prestito chiesto al conoscente o anche allo sconosciuto, che poi hanno difficoltà a restituire nei termini e nei modi pattuiti, perché chiaramente chi si presta a offrire questo sussidio spesso non è mosso da spirito di benevolenza, anzi sfrutta le situazioni per mettere in difficoltà le persone che a lui si rivolgono. Allora mi chiedo: perché non pensare a un intervento a favore di quella che io continuo a chiamare benevolmente impresa famiglia, perché è un'impresa molto importante, forse la più importante delle nostre comunità, istituendo la Banca etica regionale? La rete di sportelli è già costituita presso i servizi sociali dei comuni e le operazioni finanziarie potrebbero essere effettuate tramite le tesorerie comunali.

Credo, come ho detto prima, che in tutti i comuni ci sia capacità di ascolto e accoglienza e anche capacità di valutazione delle famiglie meno abbienti, non solo sulla base della dichiarazione dei redditi, ma per il fatto che tutti i giorni gli operatori sociali dei comuni sono in grado di valutare il reale fabbisogno delle famiglie. Allora questi operatori potrebbero valutare gli interventi sulla base dell'elenco delle famiglie meno abbienti, affinché non si faccia solo un'operazione di tipo meccanico. E perché non mettere a disposizione 1.500-2.000 euro per nucleo familiare in condizioni di povertà, con l'impegno della restituzione, che può essere graduale, magari anche con l'incentivo che al momento del recupero dell'80 per cento del prestito concesso possa essere addirittura attivato un secondo prestito? Quindi resta la disponibilità per ogni nucleo familiare di 1.500-2.000 euro e laddove è possibile, perché no, anche la ripetizione del prestito al momento della sua restituzione.

In questa maniera, inoltre, si immetterebbero nel mercato ingenti risorse, e quindi liquidità, dando ulteriore respiro all'economia regionale, perché comunque sarebbe una partita di giro. Certo, ci sarebbe anche il rischio dell'insolvenza, ma si rischierebbero soltanto 1.500 euro. Quante risorse spendiamo e distribuiamo che spesso non rientrano? Io credo che questa misura sarebbe importante non solo per l'economia, ma anche per responsabilizzare le famiglie, per indurle a sviluppare al loro interno un senso di responsabilità rispetto a una gestione più oculata delle risorse, seppur minime. Lo stimolo alla restituzione pone condizioni chiaramente di impegno civile verso l'amministrazione comunale che è la parte dello Stato più vicina ai cittadini. Quindi si innescherebbe un meccanismo virtuoso che, ripeto, coniugherebbe la disponibilità economica dei nostri comuni con la risoluzione di molti piccoli problemi che spesso portano le famiglie alla crisi; crisi che poi comunque noi paghiamo con i costi sociali.

Quante risorse i comuni spendono per situazioni di indigenza, per aiutare persone che non hanno più la forza di reagire e quindi di affrontare il loro disagio? Ecco, questo sostegno aiuterebbe queste persone, e quindi la persona, per tornare al tema principale di questa finanziaria, ad autoriscattarsi, perché c'è l'impegno a restituire le somme e quindi a pagare anche i piccoli debiti, che sono quelli che spesso determinano gravi difficoltà personali e situazioni di tensione all'interno dei nuclei familiari.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Signora Presidente, intanto svolgerò alcune considerazioni sul fondo per la non autosufficienza che viene riconfermato e credo che non si potesse fare diversamente. E' uno dei pochi esempi di interventi previsti nelle finanziarie degli ultimi anni che hanno trovato applicazione. E dico di più, non solo hanno trovato applicazione, ma possiamo almeno leggere dei rapporti sulla spendita delle risorse, sull'efficacia che questi provvedimenti hanno avuto nei territori. Sono state fatte delle assemblee, in collaborazione anche con i sindacati, in cui sono stati diffusi i risultati e sono state esposte le difficoltà in una discussione aperta a tutti i cittadini. E' un fatto importante.

Il tema che sta caratterizzando il dibattito in Aula in questi giorni riguarda il fatto che molti provvedimenti approvati nelle finanziarie, molte leggi approvate da questo Consiglio regionale non trovano poi applicazione. E davvero a volte è inspiegabile come certi Assessori sviluppino un'attività creativa pensando a una miriade di interventi, quando invece l'ABC, il vademecum che li riguarda è costituito dagli interventi previsti nella legge finanziaria e a cui occorre dare attuazione. C'è il bilancio regionale che stanzia le risorse per le leggi approvate dal Consiglio. Queste sono le cose che un Assessore principalmente dovrebbe fare, cioè prendere i capitoli del bilancio che lo riguardano e realizzare i provvedimenti che il Consiglio approva. Ecco, credo davvero che il fondo per la non autosufficienza sia un bell'esempio da prendere in considerazione anche per altre disposizioni che sono state approvate da questo Consiglio e che continuano a rimanere inapplicate.

In merito alla prima parte, che riguarda gli interventi volti a fronteggiare l'emergenza sociale, io non riesco a capire perché i punti d) ed e) siano inseriti in questo contesto. Il punto d) riguarda le risorse che sono destinate alle borse per dottorati di ricerca; il punto e) riguarda gli accordi o voucher formativi. Io almeno li sposterei da questo contesto, perché mi paiono completamente estranei rispetto a interventi che possano definirsi volti a fronteggiare l'emergenza sociale. Quindi questa è la prima nota.

L'emergenza sociale è sempre più grave nel nostro Paese, ma soprattutto nella nostra Sardegna. Ho qui un dato che mi ha particolarmente allarmato: dal 2007 al 2009 le domande per l'indennità di disoccupazione ordinaria sono aumentate del 62 per cento in un triennio, quindi sono passate da 24.600 a 40.077. In un solo anno, dal 2008 al 2009, sono aumentate del 29 per cento. Questo è il dato al 30 novembre, cioè 8.961 domande in più, ed è un dato che mette in evidenza la drammaticità della situazione.

Oggi certamente chi perde il posto di lavoro è in una condizione di difficoltà, ma è in una condizione di difficoltà anche chi vive con un solo stipendio e non riesce a fronteggiare le esigenze della propria famiglia. Ma chi riceve un ammortizzatore sociale - lo voglio ricordare, perché tutti lo dobbiamo avere bene a mente - se aveva uno stipendio buono riceve inizialmente un assegno mensile di 1.000 euro; se aveva uno stipendio medio, attorno cioè ai 1.500-1.600 euro, che non è poco con i tempi che corrono, va a prendere in prima battuta 834 euro al mese. Dopo di che l'importo va a scalare, sono previste diverse tipologie, ma solitamente nella maggioranza dei casi dopo quattro mesi scende al 60 per cento e dopo altri quattro mesi al 40 per cento, ponendo davvero le famiglie fortemente in difficoltà, perché credo che nessuno riesca a vivere con 380 euro al mese, come capita agli ultracinquantenni che si trovano in questa condizione.

Io ho presentato un emendamento, il numero 59, che non è stato ammesso perché non ha copertura finanziaria, ma chiedo alla Presidenza che la copertura venga attribuita al punto 2 della tabella A, in modo tale che possa essere discusso. In questo emendamento prevedo un intervento per gli ultracinquantenni. In Sardegna ci sono 4.496 cinquantenni che hanno perso il posto di lavoro e che godono di un ammortizzatore sociale inferiore a 400 euro al mese. Questo emendamento tende a istituire un intervento integrativo non previdenziale che viene corrisposto fino a colmare questa differenza. Da un calcolo che è facile fare se sono 4 mila gli operai in questa situazione e la media è di 450 euro mensili sono sufficienti meno di 20 milioni di euro per dare una risposta a tutti loro. Tuttavia abbiamo sentito poc'anzi i sindacati sul tema degli ammortizzatori sociali, i quali, così come avevamo fatto anche noi, maggioranza e minoranza, hanno espresso un giudizio positivo sul provvedimento che era stato approvato col collegato alla scorsa finanziaria, ossia il provvedimento di ricollocazione degli operai che prevedeva, tramite finanziamenti agli enti locali, una forma di ricollocazione che permettesse di godere ancora dell'ammortizzatore sociale. Quindi si tratta di una forma integrativa, di un aiuto importante per questi operai, perché da un lato si integra il reddito e dall'altro si provvede a ricollocarli, dando un senso anche alla loro dignità e al loro lavoro.

Io sarei pronto a ritirare l'emendamento numero 59, di cui avremo modo di discutere, ma è chiaro che ci vuole almeno una sospensione di questa seduta per quantificare le risorse necessarie per estendere al 2010 il provvedimento di ricollocazione che avevamo già approvato, ma anche quelle necessarie a inserirlo nel bilancio pluriennale per gli anni successivi, valutando se è possibile, tutte le situazioni che sono state rappresentate quest'oggi dai sindacati, che credo siano degne di attenzione da parte di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Comunico che l'emendamento numero 59, considerata la copertura indicata dall'onorevole Sabatini, è ammissibile.

E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, io credo che quando si affrontano i problemi relativi alle politiche sociali e all'occupazione, che nel testo si integrano anche con politiche di sostegno all'istruzione, bisogna tener conto di un dato di partenza che dovrebbe essere insito in tutti noi. Credo che sia un processo progressivo, che non attiene in particolare né a questo momento né a un momento successivo, dobbiamo cioè renderci conto e riconoscere reciprocamente che ormai questo Consiglio sta perdendo la passione per le sue stesse liturgie. Cioè stiamo discutendo di una finanziaria in un clima di disattenzione, di assenza di interesse e soprattutto privi di qualunque tipo di analisi sulle scelte che ci vengono proposte.

Vedete, l'idea che io mi sono fatto è che normalmente quando una società, un contesto territoriale vive una condizione, diciamo, di normale congiuntura in cui l'economia può anche non essere ai più alti livelli, ma comunque c'è bisogno di sviluppo, è ammissibile che una manovra finanziaria pubblica intervenga facendo scelte precise che obbediscono a un'idea strategica su come far crescere quella comunità. Quindi la scelta può anche essere discutibile, però è legittima perché risponde a un disegno di crescita che una maggioranza e un governo si sono dati. Noi oggi non siamo in questa condizione; siamo cioè in una condizione di crisi profonda e l'attenzione che dovremmo porre nel concepire una manovra finanziaria dovrebbe tenere conto a 360 gradi di una realtà complessa, che non significa solo lavoratori cassintegrati, non significa solo quello che ci ricordano i sindacati, non significa solo provvedere ai problemi della non autosufficienza. Perché? Certo ci sono categorie più deboli, ma nella crisi in cui siamo chi è che decide qual è l'indice di debolezza delle categorie sociali?

Non possiamo dimenticare che in Sardegna, piaccia o non piaccia, perlomeno coloro che non hanno acquisito il privilegio di questo respiro aristocratico metropolitano, ma che conoscono più da vicino le drammatiche condizioni delle nostre comunità periferiche, quelle che non beneficiano di grandi attenzioni, degli interessi dei poteri forti, delle condizioni di fatto diverse e sperequative che vi sono in questa regione, si rendono conto che le persone che non hanno voce e che nessuno intende ascoltare possiedono una particolarità che è caratteristica della nostra sardità, cioè anche quando raggiungono il livello estremo della disperazione mostrano una dignità tipica del popolo sardo, per cui passa molto tempo prima che manifestino la loro disperazione. E una delle funzioni che dovrebbero avere le istituzioni pubbliche è proprio quella di indagare i motivi di queste condizioni piuttosto che raccontare una realtà che non è tale, perché si preferisce il racconto all'analisi della realtà. E il segnale che ci viene dato dal Censis, che dice che la Sardegna è la regione più povera d'Italia in questo momento, ci obbliga a indagare sulle condizioni estreme che non sono dichiarate e che non portano la gente a manifestare qui sotto. Quelle persone non chiedono audizioni ai Capigruppo, sono silenti ma hanno lo stesso diritto di quelli che vengono invece ascoltati. Ecco perché questo rappresenta lo smarrimento di una prassi che c'era tra noi, quella dell'ascolto. Ci sono tante persone che pur avendo un posto di lavoro, pur godendo dei benefici della cassa integrazione, pur vivendo in una condizione, diciamo, non edificante ma comunque di sussistenza, sono monoreddito e devono far quadrare speranze e diritti che hanno acquisito, come per esempio quello di avere - faccio degli esempi per arrivare al dunque - un mezzo di trasporto efficiente per andare a lavorare o di poter pagare bollette suppletive o le tasse universitarie per i figli, perché tra l'altro ci siamo dimenticati che nella crisi la cultura è un investimento e non soltanto un optional.

Tutte queste situazioni dovrebbero essere affrontate non in forma, lo vorrei dire molto attentamente, di pietosa carità pubblica, ma attraverso uno strumento che rispetti la dignità delle persone, che quindi non abbia una funzione meramente caritatevole. Dovrebbe esserci, cioè, uno strumento che consenta alla Regione di dare voce anche a questi bisogni. Noi l'abbiamo segnalato e invito l'Assessore a guardarlo. A me interessa poco l'entità finanziaria; è uno strumento che si collega alla gestione del fondo etico che è previsto al comma 5, ma che raccoglie altre fattispecie rispetto a quelle comma 5. Perlomeno lo guardi, Assessore, cioè mi lasci almeno la sensazione che il potere pubblico regionale ha preso in esame questa fattispecie, perché noi dobbiamo poter aiutare quella gente, che comunque non rientra nelle categorie tipiche del nostro intervento, attraverso l'istituzione del credito d'emergenza, che è una forma dignitosa, non caritatevole di supporto alle persone in condizioni di difficoltà per una serie innumerevole di spese che ricorrono in famiglie che non hanno magari la disgrazia peggiore, quella della disoccupazione.

Se questo non fosse vero, Assessore, per quale ragione tutte le diocesi d'Italia, tutte le parrocchie metropolitane si stanno organizzando per mettere in piedi forme simili di supporto? Oggi siamo chiamati a osservare anche nuovi fenomeni, come per esempio i casi di padri separati che dovendo pagare gli assegni di sussistenza ai figli poi sono costretti ad andare a mangiare alle mense della Caritas. Ne parlano oramai tutti gli organi informativi, sono questioni che esistono e che attengono alla quotidianità. Io credo che non sarebbe male, Presidente, al di là della enfatizzazione della nostra rappresentanza del popolo sardo, per dare un segno tangibile sotto le festività natalizie, che chi ci governa dicesse: "Vogliamo avere attenzione per tutti, nessuno escluso". E' questo il senso delle nostre osservazioni, che meriterebbero, proprio da un Assessore che ha, per la sua militanza giovanile, una marcata ispirazione cristiana e che dovrebbe guardare a quello che fanno determinati organi della Chiesa in questo momento, un'attenzione un po' diversa, il che significa dedicare il nostro tempo in quest'Aula un po' di meno alle liturgie e un po' di più a una realtà che purtroppo è molto diversa da quella di cui discutiamo e che qualcuno preferirebbe raccontare piuttosto che leggere.

PRESIDENTE. Comunico che la collega De Francisci è rientrata dal congedo.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, io ho chiesto ripetutamente nei giorni scorsi e anche ieri la presenza del presidente Cappellacci in Aula. Ho fatto questa richiesta perché ritengo la presenza del Presidente della Regione non rituale, sulla base di un ordine del giorno che aveva proprio nella parte dispositiva un'indicazione: nel caso in cui il CIPE non approvasse il Programma attuativo regionale, e quindi non deliberasse sui fondi FAS, nella riunione del 6 novembre, poi spostata all'11 e ulteriormente rinviata al 17, questo Consiglio regionale, che è la vera assemblea del popolo sardo, deve assumere le iniziative conseguenti. Mi chiedo con chi il presidente Cappellacci stia concordando queste iniziative conseguenti.

Guardate, questa alla quale stiamo assistendo è una beffa e non sarà certamente la riunione di stasera al Senato, con i parlamentari sardi e l'improbabile presenza del presidente Schifani, a risolvere il problema. Io credo che questo Consiglio regionale debba affrontare con determinazione questo problema e se non riesce a risolverlo debba passare a misure un po' più forti, comprese le dimissioni del Presidente della Regione e di tutti noi consiglieri, che evidentemente non siamo in grado di determinare le politiche.

Io credo che il minimo che il Presidente della Regione possa fare è presentarsi in quest'Aula per riferire sullo stato dei rapporti tra il Governo e la Regione e spiegare il motivo per cui il CIPE domani non si riunisce. C'è una carenza di istruttoria? Ma quale istruttoria? Il CIPE aveva già deliberato, i fondi sono stati sottratti alla Sardegna! Allora io credo che ci debba essere un minimo di dignità da parte di quest'Aula e un minimo di indignazione da parte dei sardi. Ora io non so se domani verrà confermata la manifestazione a Roma; sicuramente verrà confermata quella a Olbia e credo che il Consiglio regionale debba essere presente con la sua massima rappresentanza. Per cui non possiamo tollerare che il Presidente della Regione non si presenti in aula. Capiamo i motivi di salute, capiamo tutto, però credo che ci voglia un minimo di rispetto istituzionale.

Presidente, le chiedo se è possibile avere il presidente Cappellacci in Aula o se non sia meglio, per la nostra dignità, andarcene tutti a casa, a cominciare dal Presidente della Regione.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le ho già riferito ieri sera che ho fatto presente al presidente Cappellacci la richiesta che è pervenuta dall'Aula. Il Presidente attualmente è a Roma e mi ha assicurato che non appena potrà verrà in Consiglio a riferire. Io ho reiterato la richiesta tutte le volte che è pervenuta e il Presidente mi ha assicurato che verrà appena potrà. Più di questo non le posso dire.

Per quanto riguarda, invece, la partecipazione alla manifestazione di domani, che si tenga a Roma o a Olbia, come lei ben sa, in Conferenza dei Capigruppo si è deciso di sospendere i lavori dell'Aula per garantire la partecipazione dei consiglieri regionali e la più ampia rappresentanza del Consiglio. Queste sono le risposte che le posso dare.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale della Regione (legge finanziaria 2010)" (76/S/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio, con rapidità cercherò di dare un'idea di alcune riflessioni che il Gruppo dei Riformatori fa sull'articolo 4 e che raccolgono anche il senso di altre riflessioni fatte in quest'Aula, in particolare dal collega Gian Valerio Sanna. Cito lui solo perché è stato l'ultimo ad aver sollevato, nel suo intervento, questo genere di problemi.

La riflessione preliminare riguarda il rischio, che il collega Sanna lamenta a nostro avviso correttamente, della ritualità nei lavori dell'Aula. Un rischio che i Riformatori hanno più volte sottolineato in quest'Aula, sostenendo che probabilmente i meccanismi attraverso cui la democrazia consiliare si esplica, e cioè il lavoro di studio nelle Commissioni e il lavoro di confronto in Aula, manifestano oggi dei limiti. Nel senso che io vorrei chiedere ai colleghi consiglieri che in questo momento sono presenti - se qualcuno di loro sente l'eco della domanda che noi facciamo - se è ben usato il tempo che stiamo trascorrendo in quest'Aula in questi giorni di discussione della finanziaria. Credo che ciascuno di noi abbia un grande rispetto del proprio tempo e tenti, nei limiti del possibile, di utilizzarlo nel modo migliore. Allora, poiché la politica è fatta di confronto, di dialogo, di dibattito, la discussione della finanziaria dovrebbe avere la finalità di portare nella sede competente, l'Aula in questo momento, le diverse posizioni, affinché siano confrontate tra loro e dal confronto nasca il superamento e il miglioramento delle posizioni stesse. Purtroppo, tranne rari momenti, va detto che quest'Aula non ottempera a questi che dovrebbero essere i suoi compiti istituzionali. E non è colpa dei singoli consiglieri, non è un problema dei singoli Gruppi politici, è evidente; è un problema di funzionamento dell'istituzione. Allora, siccome ciascuno di noi, e il collega Gian Valerio Sanna lo ha sottolineato per ultimo, ha un rispetto notevole dell'utilizzo del proprio tempo, è possibile che quest'Aula debba sforzarsi di trovare modi diversi per attuare il confronto di posizioni e di opinioni e debba mondare, sfrondare tutta quella parte che il collega Sanna ha giustamente definito di ritualità, che non è utile né al buon uso del tempo di noi consiglieri, dell'assessore La Spisa e della presidente Lombardo, né al miglioramento degli atti legislativi che noi produciamo.

Io penso, mi rivolgo al collega Gian Valerio Sanna e a tutti gli altri colleghi che hanno sollevato questo argomento, che forse fuori dai corridoi del bar interno, fuori dal cosiddetto transatlantico, fuori dai ragionamenti fatti in Aula esclusivamente perché rimangano agli atti, si dovrebbe tentare di trovare una sede adeguata dove questi ragionamenti possano diventare fecondo humus con cui costruire un'istituzione parlamentare per la Regione Sardegna in cui le modalità di esplicazione del lavoro siano un po' diverse rispetto a quelle attuali e consentano il superamento di quella ritualità che la politica tiene sempre molto cara, ma che è assai poco utile agli interessi generali.

Detto questo, io ho ascoltato con attenzione buona parte degli interventi dei colleghi del centrosinistra e devo dire che forse questo argomento è uno di quelli che si prestano di più al ragionamento che abbiamo appena terminato di fare, e cioè al fatto che probabilmente esistono tante cose che oggi la politica può fare per la Sardegna che vanno al di là della casacca dello schieramento di chi le propone e diventano una sorta di percorso obbligato che chiunque governi la Sardegna è tenuto a fare. Mi spiego meglio: la prima parte di questo articolo, e cioè quella contenuta sostanzialmente nel primo comma, è una parte legislativa che forse - per ritornare a quanto ha sostenuto ieri in Aula il collega Campus - chi ha una cultura di tipo liberale tende ad accettare con qualche difficoltà. E' una parte di finanziaria che anche chi ha una cultura di ispirazione liberale si sente sostanzialmente costretto a sottoscrivere, vista la situazione complessiva al di fuori di questo palazzo. Cioè, anche chi crede che il lavoro possa essere ottenuto sostanzialmente attraverso lo sviluppo, nel momento in cui non c'è sviluppo affinché ci sia la pace sociale è obbligato a valutare interventi sul tessuto sociale che sicuramente poco hanno a che vedere con lo sviluppo e con il rilancio della prospettiva di crescita e molto hanno invece a che vedere con il consolidamento dell'esistente e con la difesa delle fasce più deboli.

Ecco, io credo che se vogliamo ricercare un senso profondo in quello che ha detto il collega Campus una delle valenze più importanti sia proprio questa, cioè il fatto che il centrosinistra ha insegnato qualcosa al centrodestra e forse anche noi possiamo insegnare qualcosa a voi se c'è ascolto reciproco. Alla fine c'è una serie di percorsi che, al di là delle convinzioni ideologiche e ideali di ciascuno di noi, sono percorsi di buon senso che è indispensabile seguire in determinati contesti, perché non esiste un'alternativa logica e non è possibile abbandonare pezzi di società al loro destino in nome delle ideologie.

Per quanto riguarda la seconda parte di questo articolo vale lo stesso identico ragionamento, colleghi, e cioè la Regione Sardegna (devo dire, anche qui, non la Giunta di centrosinistra ma, per quanto riguarda molti degli interventi che sono previsti nel comma 2, la precedente Giunta di centrodestra) ha iniziato una serie di azioni di tipo sociosanitario che hanno una caratteristica che è costante in tutti i sistemi sociosanitari occidentali, cioè danno risposte a esigenze reali della gente. Ma sappiamo perfettamente che in campo sociosanitario le esigenze reali della gente crescono in misura ben differente rispetto alla crescita del prodotto interno lordo, nel senso che tutti i Paesi occidentali si sono trovati di fronte, nel loro sistema del welfare sociosanitario, allo stesso limite, che è quello della spesa, per cui hanno dovuto decidere quali parti della spesa assecondare e quali, in qualche misura, frenare, perché la quantità di risorse disponibili non è comunque mai proporzionale all'aumento delle esigenze della popolazione. Queste cose, per chi le ha volute ascoltare nella scorsa legislatura, le ha dette, in maniera cattedratica e assolutamente simile a come le sto dicendo io, l'ex assessore Dirindin, esponente di una Giunta di centrosinistra. Per cui la tabella che ci è stata fornita dall'Assessore della programmazione in Commissione è servita, in quanto abbiamo visto che certe linee di finanziamento, come quella dei programmi personalizzati, che erano nate con numeri modestissimi, si sono poi dilatate anno per anno, perché le esigenze reali esistevano, sino ad arrivare a coprire un numero di unità superiore a 20 mila, con spesa economica corrispettiva. Sicuramente se la linea rimanesse "a domanda" sarebbe destinata a espandersi in maniera assolutamente non programmata e programmabile negli anni futuri. E' indispensabile, quindi, che il Consiglio regionale su argomenti come questo inizi ad acquisire la consapevolezza che sta gestendo una materia che economicamente e finanziariamente è esplosiva e se si continua a mantenere come linea di indirizzo quella che la politica deve soddisfare ogni possibile bisogno, chiunque governi, centrodestra o centrosinistra, è destinato a un cammino di lacrime e sangue. Ed è destinato a un cammino che è tanto più di lacrime e sangue quanto più chi fa l'opposizione in quel momento non si assume l'onere della condivisione delle responsabilità, che è comunque necessaria per governare una società complessa come quella sarda.

Per cui il ragionamento finale, colleghi, è che gli emendamenti che prevedono aumenti di spesa, sempre compatibili e legittimi quando rispondono all'esigenza di comunicazione esterna di ogni forza politica, chiunque li abbia presentati devono essere inquadrati all'interno di un ragionamento complessivo, tenendo presente che le risorse non sono infinite, perché se questo non viene tenuto presente vuol dire che ci stiamo prendendo in giro e che quel ragionamento di condivisione delle responsabilità, che è indispensabile perché le riforme non durino due anni, ma ne durino quindici, non abbiamo ancora iniziato a farlo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, colleghi, vorrei cominciare facendo una riflessione sulle notizie che ci sono state fornite nell'incontro che abbiamo tenuto poc'anzi con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, con alcuni amministratori locali, con lavoratori della Keller, con lavoratori in cassa integrazione di lungo periodo e con l'Insar, una sorta di articolata rappresentanza di alcune delle situazioni difficili che la nostra regione sta sopportando. Noi, purtroppo, stiamo trascinando il dibattito sulla legge finanziaria e mi chiedo se sia una responsabilità di questa minoranza che sta tentando di ragionare piuttosto che insultare, che sta tentando di dialogare piuttosto che fare un'opposizione dura e ideologica. Come dire, siamo alla devastazione: tutte le promesse del vostro Governo, consumate in campagna elettorale, raccolti i voti sono state messe in un cantone; le vicende del Sulcis le conosciamo; le vicende dei fondi FAS per la strada Sassari-Olbia vanno da un rinvio all'altro e nessuno ha più il coraggio di presentarsi in Aula per rispondere degli impegni che aveva assunto; ogni nostra processione verso il Governo nazionale finisce in un fallimento; il sistema industriale è al collasso, quello produttivo sta morendo. E forse noi dovremmo fare le cose eclatanti che riuscivate a fare voi benissimo nella precedente legislatura, come portare catene, cartelli, occupare l'aula consiliare, fare una conferenza stampa ogni mattina, cioè diventare ossessivi. Forse riusciremmo ad animare quest'Aula, cioè a renderla effettivamente partecipe dei drammi che si consumano ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

Noi abbiamo scelto una strada diversa, forse più gradita all'onorevole Vargiu, cioè quella del tentativo di un dialogo, ma non nel senso in cui è stato utilizzato politicamente, per altro in modo sbagliato, negli ultimi tempi. Il dialogo è un discorso fra persone che riescono ad ascoltarsi in funzione della soluzione di un problema che non riguarda noi, ma riguarda altre persone che vivono una condizione di drammaticità assoluta e insopportabile. Pensate un attimo, lo dico ai colleghi che si distraggono, a che cosa può significare il fatto che ci siano - oggi mi hanno fornito l'ultimo dato - 11 mila lavoratori in cassa integrazione, in lista di mobilità e in cassa integrazione in deroga, 1.800 dei quali vivono con 380 euro al mese, perché grazie ai provvedimenti del Governo nazionale è stata decurtata anche l'indennità che già percepivano. Questi 1.800 lavoratori, Assessore, per poter continuare a prendere i 380 euro di cassa integrazione in deroga al minimo devono stare dentro processi di reinserimento lavorativo. A tal fine in Commissione bilancio, insieme al presidente Maninchedda - mi dispiace che non ci sia -, al collega Mario Diana e ad altri avevamo chiuso un accordo per integrare con processi di formazione professionale il reddito di questi lavoratori. Lo avevamo approvato in modo condiviso tutti quanti, insieme ad altre iniziative, come quella destinata ai precari, che però è stata bloccata illegittimamente da rami dell'amministrazione inefficienti, incapaci, improduttivi e che sono un peso per la finanza pubblica.

Presidente, queste cose le dico perché sarebbe il caso che qualche volta ci facessimo sentire nei confronti dell'Esecutivo. Il Consiglio regionale non è il tappetino che si può calpestare continuamente facendo danni! Quei 1.800 lavoratori non prenderanno una lira perché il bando è stato fatto il 27 novembre, non sappiamo come è stato fatto e in che modo, sicuramente pasticciato, verrà gestito. E il risultato è che 1.800 lavoratori non stanno dentro i processi di reinserimento lavorativo e di formazione, e non solo non prendono l'integrazione che noi gli volevamo dare, ma dal 1º gennaio non prenderanno neppure i 380 euro. Dopodiché quando finiamo dentro la casella delle istituzioni schifose, quelle che non producono nulla, non possiamo dare torto a quelli che la pensano così. Non accetto molti commenti, eh! Quei lavoratori saranno esclusi anche dal sussidio dei 380 euro perché perdono il requisito di lavoratori in cassa integrazione. Meno male - ha ragione l'onorevole Cuccureddu, che adesso non c'è - che ci sono i 40 mila cantieri del piano casa che hanno risolto il problema dell'occupazione in Sardegna, se no ci sarebbe da piangere! Meno male che l'edilizia si sta proiettando come l'elemento di rinascita dell'economia di questa regione e che ci salva!

Assessore, chiedo scusa, chiudo questo intervento che è anche uno sfogo. Noi non possiamo continuare ad andare avanti così, con quelle poche risorse di cui disponiamo e che abbiamo deciso di mettere a correre. Io ho contato 160 milioni di euro nel fondo regionale per l'occupazione provenienti dalla precedente manovra finanziaria; ricordo che ci sono 312 milioni di euro nel fondo sociale europeo che possono intervenire positivamente per l'attuazione di politiche di reinserimento o comunque di mantenimento. Ricordo anche che ci sono disposizioni per le imprese dell'editoria e che molti lavoratori stanno perdendo il posto nelle emittenti e negli organi di informazione locali, per cui è stata prevista anche nella precedente manovra finanziaria una specifica norma che opera nell'ambito del de minimis, quindi senza bisogno di notifica. Allora, possiamo oggi, nel corso della discussione di questo articolo, trovare gli elementi per rendere operativo almeno quello che abbiamo insieme deciso e quello che voi avete proposto, anche se non lo condividiamo, ma che comunque interviene in questo ambito? Possiamo trovare uno strumento che ci renda credibili, che salvi i 1.800 lavoratori, consentendo loro almeno di continuare a percepire i 380 euro di sussidio di cassa integrazione che attualmente percepiscono?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Mi limiterò a intervenire sulla questione sollevata dagli onorevoli Sabatini e Uras, cioè sulla questione delle politiche attive del lavoro, perché mi pare che stiano assumendo un rilievo rispetto agli altri temi sollevati nel corso del dibattito e meritino un approfondimento.

Partirei proprio dall'approccio finale proposto dall'onorevole Uras, cioè il fatto che esistono già strumenti che non possiamo attuare rispetto alle emergenze che abbiamo in corso. L'emendamento dell'onorevole Sabatini, che propone un'integrazione del reddito fino a 800 euro mensili, prevede uno strumento che noi possiamo includere tra gli strumenti attuativi di una politica efficace rispetto ai bisogni in atto. Allora voglio trasferire ai colleghi l'esperienza di questi mesi, perché ho avuto modo di seguire alcune vertenze industriali. Noi abbiamo uno strumento, e cioè il comma 19 dell'articolo 8 del collegato alla finanziaria, che individua un percorso per riqualificare chi si trova ad avere un'età in cui è difficile ricollocarsi, ossia cinquant'anni, e anche consentire a chi si trova in questa situazione un'integrazione del reddito compatibile con la normativa europea. La prima attuazione di questo strumento è stato l'accordo Legler. In quella circostanza ci trovammo in una situazione abbastanza fortunata, perché l'azienda rientrava nei casi previsti dal decreto Maroni. L'azienda poi fallisce, non aveva le risorse per pagare i tre anni di mobilità. In questa finanziaria voi trovate la Regione che si sostituisce all'azienda (i primi quattro mesi però li paga lo Stato) e garantisce una mobilità lunga a un numero considerevole di lavoratori, con un costo oggettivamente limitato, perché quei 2 milioni e mezzo di euro non riguardano solo i lavoratori della Legler, ma anche quelli della Scaini e di altre realtà. Fatto l'accordo quadro, lunedì 14 l'Assessore del lavoro ha convocato i sindaci dei comuni in cui risiedono i lavoratori ultracinquantenni ex Legler per costruire i patti formativi che consentono loro di ricevere fino a 500 euro, come previsto dalla legge. Oggi i sindacati sono venuti qui a manifestare e a dire: "Vogliamo delle integrazioni del reddito". Lo strumento è il comma 19 dell'articolo 8, il problema è quello che diceva l'onorevole Uras, cioè produciamo una valanga di strumenti dalla legge numero 20 fino al comma 19 dell'articolo 8, ma non riusciamo ad attuarli.

Ora qui c'è un problema molto serio: che ruolo ci riserviamo noi? Io credo che il nostro ruolo stia completamente cambiando nella realtà delle cose e che i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione debbano favorire l'attuazione degli strumenti approvati. Mentre prima lavoravamo per produrli punto e basta, oggi dobbiamo prendere atto che abbiamo un'amministrazione lenta e che c'è un deficit culturale della classe dirigente della Sardegna, la quale non attua. Qualche volta non attua perché non sa attuare, altre volte perché è lenta, è tragicamente lenta! Allora che cosa possiamo fare? Rispetto a tutte le situazioni di crisi industriale lavoriamo tutti insieme ad attivare quei tavoli che possono risolvere i problemi. Io non ho nessuna difficoltà a pensare che alla fine della discussione della finanziaria firmiamo tutti insieme un ordine del giorno in cui diciamo che rispetto a determinate aree di crisi entro trenta giorni l'Assessore della programmazione comunica un cronoprogramma di attivazione dei tavoli attuativi. Non è un problema di risorse, perché parlando con l'onorevole Uras, che ha esperienza in questo campo visto che proviene dall'Agenzia del lavoro, ho visto quanti diversi strumenti possiamo mettere in atto semplicemente con le norme attuali. Ma a differenza del ruolo che avevamo prima, di rappresentazione del problema e di produzione della soluzione qua dentro punto e basta, adesso dobbiamo "cucire" aziende, territori, amministrazione e Regione in tavoli che attuino ciò che noi diciamo. Questo dobbiamo fare. Quando i consiglieri regionali del territorio partecipano attivamente a questa fase molti problemi, che per reciproche interdizioni anche territoriali bloccano l'attuazione delle misure, vengono meno. Allora, su queste crisi non c'è un problema di risorse, c'è il problema di sostituire la fase del confronto politico con una fase di coesione sociale e di soluzione dei problemi. Dobbiamo sederci a quei tavoli, dove siedono anche i funzionari, i sindacati, il Governo regionale e favorire questa relazione, se no ne veniamo travolti. Verremo travolti dalla mancanza di questa relazione, perché non verrà giudicato il funzionario che non applica, ma verremo giudicati noi che nell'immaginario collettivo abbiamo in mano tutto il potere. Se ci sediamo a un tavolo per Arbatax, per Villacidro, per Porto Torres siamo in grado, per la credibilità che abbiamo in quei territori, di favorire il contatto tra imprese, enti di formazione, amministrazione e problema.

Faccio un esempio, così ne parliamo in pubblico con l'onorevole La Spisa: noi abbiamo istituito un meccanismo per questi 500 euro che diamo ai lavoratori che si configura sostanzialmente come un voucher formativo o una borsa lavoro, come mi diceva tempo fa l'onorevole Uras. L'amministrazione regionale ha emanato un bando vecchio stile, per cui voi trovate che il bando attualmente in corso su questi temi ha un elenco fisso di corsi che è possibile frequentare, ma non comprende tutte le tipologie che servono per riqualificare i cassintegrati. Che cosa è successo? E' successo che la politica si è rivolta al Governo regionale e ha detto: "Aprite". Quindi gli uffici stanno modificando il bando per renderlo più flessibile e aprirlo alle esigenze che emergono nella sede negoziale in cui maturano gli accordi di programma sulle aree di crisi. A quel tavolo dobbiamo sederci!

Per cui io penso che se ragioniamo sugli emendamenti presentati sulla politica sociale e ci impegniamo a non aumentare la produzione di norme, ma a determinare l'attuazione di quelle esistenti con più rapidità e a dare questo segnale politico all'esterno, probabilmente riusciamo a utilizzare pienamente il fondo sociale europeo, senza investire risorse regionali, che è la cosa più semplice che potremmo fare. Chiederei ai colleghi di valutare questo tipo di percorso e anche le modalità con cui lo potremmo tutti insieme esprimere alla fine dei lavori sulla legge finanziaria.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La crisi economica obbliga a una lettura attenta delle ricadute sociali. Mi pare che questo manchi, manca cioè una lettura attenta di quanto è stato appena detto. La crisi che stiamo vivendo sul versante della disoccupazione che cosa produce? Sul versante della cassa integrazione cosa produce e quali tipologie differenti? Sul versante della mobilità, quanti sono i lavoratori interessati? Certamente sono tipologie che portano a un impoverimento progressivo della popolazione di quest'Isola, come risulta dai dati che abbiamo ricordato anche nei giorni scorsi.

Io vorrei richiamare l'attenzione, soprattutto di chi è di cultura cattolica, su una questione. Lo faccio con grande rispetto, spero in punta di piedi. Queste condizioni - mi rivolgo a tutti, come al solito nella distrazione più generale - vengono vissute personalmente, anche se riguardano migliaia, decine di migliaia di persone; per tante ragioni, non ultima la vergogna, vengono vissute nell'isolamento più totale, nella solitudine più totale. E la solitudine…

Presidente, io sto pensando di rinunciare, perché davvero è impossibile parlare, altrimenti ci si dica che le riflessioni che svolgiamo noi non hanno dignità di residenza in quest'Aula. Ne prendiamo atto, è una scelta, per carità, utilizzeremo i metodi che richiamava l'onorevole Uras poc'anzi.

PRESIDENTE. Onorevole Steri, onorevole Milia, per cortesia.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ora, io ho fatto appello, ripeto, a chi ha questa cultura, a chi ha fede, e ho richiamato alcune condizioni drammatiche che vengono vissute in completa solitudine da decine di migliaia di sardi. La lettura attenta che richiamavo, che mi pare non ci sia, dovrebbe portarci a quantificare i sardi che sono nelle condizioni che ho testé richiamato. Insieme a questa verifica noi dovremmo valutare in che misura e con quale qualità intervengono gli strumenti del welfare nazionale su queste persone, quante persone raggiunge il welfare nazionale e con quale qualità interviene e se l'intervento del welfare nazionale garantisce un minimo di dignità in quelle condizioni quasi disperate che ho richiamato. Credo ci sia un differenziale forte, importante, perché sappiamo che il welfare nazionale, ha un livello di copertura minimo, per mille ragioni, non ultimo il fatto che da anni il Governo nazionale ha tagliato queste risorse, tentando di scaricare i costi sui bilanci delle Regioni. Allora, noi dobbiamo decidere se vogliamo intervenire o se invece vogliamo lasciare le cose come stanno.

E' evidente che se utilizziamo risorse per un welfare locale, quelle risorse, poche o molte che siano, vengono distratte per altre finalità. E' chiaro che preferirei che quelle risorse, anche se poche, venissero destinate a politiche di sviluppo e di crescita, perché questa regione ha bisogno di sviluppo e di crescita e di aumentare la sua produzione di ricchezza. Di questo c'è bisogno e noi non siamo nelle condizioni di farlo. E' ovvio che quelle risorse utilizzate in questa maniera, onorevole Vargiu, vengono distratte, come dicevo, per altre finalità, noi però dobbiamo chiederci se le politiche di sviluppo che stiamo mettendo in essere ci possono portare, se non quest'anno che giunge al termine fra pochi giorni, nel prossimo anno e nel 2011, a una condizione che ci consenta di abbassare l'impegno delle risorse regionali per le politiche sociali e di utilizzare le risorse non impegnate per le politiche di sviluppo e di crescita. Noi dobbiamo essere in grado, oggi, di valutare se le politiche che stiamo mettendo in essere in effetti rispondono a questa attesa, al bisogno che quest'Isola ha.

Ecco, non mi pare che sotto questo aspetto ci sia un'analisi attenta, un'analisi scientifica che ponga, ripeto, questa Regione, quest'Aula nelle condizioni di decidere esattamente il da farsi. Noi oggi siamo di fronte, però, a una situazione drammatica sotto questo aspetto. E' stato ricordato dal collega Uras e da altri che mi hanno preceduto l'incontro che si è svolto un'ora fa con le organizzazioni sindacali e con alcuni amministratori locali. Ebbene, io chiedo una cosa semplicissima, Presidente, non so se il destinatario, o la destinataria in questo caso, sia lei, la Giunta o il Presidente della Regione, chiedo cioè, come ha già fatto qualche altro collega che mi ha preceduto, che entro la giornata odierna si riferisca in Aula su ciò che dirò. Lo faccia la Presidenza del Consiglio, il Presidente della Regione - che non c'è - o uno degli Assessori presenti, in ogni caso io vorrei sapere, credo sia legittimo, quali sono le ragioni che vanificano l'efficacia degli strumenti e delle risorse di cui questa Regione si è dotata per intercettare questi bisogni, queste attese e dare una risposta. Credo che di fronte al vanificarsi di uno strumento, di una legge, di fronte all'incapacità di utilizzare le risorse disponibili per quel determinato intervento, ci sia una responsabilità, anzi ci sia più di una responsabilità e ci siano nomi e cognomi dietro questa responsabilità. E' possibile sapere in quest'Aula quali sono le ragioni per cui tanti lavoratori che hanno l'ambizione massima di percepire quella integrazione di 500 euro rischiano - anzi ormai il rischio non c'è più, è certo - di non ricevere nulla entro l'anno? Infatti per i motivi che ricordava l'onorevole Uras, se va bene tutta la questione si risolverà verso marzo o aprile e quei lavoratori resteranno a terra, senza nulla. Chiedo formalmente, se è possibile, di riferire in Aula sulle ragioni e le responsabilità per cui ciò avviene.

Infine, l'onorevole Maninchedda chiedeva un ordine del giorno. Un ordine del giorno, come diceva qualcuno di voi, non si nega a nessuno, possiamo decidere di votare un ordine del giorno alla fine di questa discussione, vedremo quale ordine del giorno, ma credo che sarebbe più opportuna una sospensione dei lavori dell'Aula, affinché la terza Commissione si riunisca e verifichi, nelle prossime ore, se gli strumenti già in essere sono idonei ad affrontare anche le emergenze che ci sono state manifestate qualche decina di minuti fa. E' importante sapere, perché ne va della credibilità di tutti noi e soprattutto di questa istituzione, se siamo in grado di assumere un impegno che abbia un minimo di cogenza rispetto, per esempio, al dramma di 1.800 lavoratori che vivono con poche centinaia di euro al mese.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il collega Adriano Salis è rientrato dal congedo.

Ha doman[s2] dato di parlare, dai banchi dei consiglieri, l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Signora Presidente, colleghe e colleghi, intervengo brevemente sull'insieme dell'articolo 4 e mi riservo di completare il mio pensiero intervenendo sui singoli emendamenti, anche se non sarebbe male fare una piccola digressione su un argomento generale ma sotteso a tutt[s3] i.

Intervenendo in quest'Aula negli ultimi dieci anni, sia dai banchi dell'opposizione sia da quelli della maggioranza, ho avuto modo di ripetere che in Sardegna è sovrano il Consiglio regionale, non questo o quel un partito, non il Presidente della Regione, non la Giunta. In Sardegna la volontà popolare si riflette nel Consiglio regionale. Ho avuto modo di ribadirlo molte volte nella scorsa legislatura, quando si andava instaurando una cultura troppo decisionista, lo ripeto oggi che sui giornali e nelle stanze della politica vedo fare fughe in avanti e prendere decisioni anzitempo, cioè prima che il Consiglio si sia espresso. La Commissione prima e l'Aula poi sono gli unici soggetti in grado di prendere impegni, anche perché i voti del Consiglio sono sempre imprevedibili e in quest'Aula risiede una saggezza maggiore rispetto a quello che si dice in giro. Il Consiglio decide e dispone e i consiglieri devono essere liberi di fare attività politica. Per questo esprimo, a nome mio personale e di tutto il mio partito, la più decisa solidarietà all'onorevole Roberto Capelli che viene indagato per aver rilasciato, per l'appunto, delle dichiarazioni nell'esercizio del mandato consiliare. Certo, nei confronti di Nerina Dirindin ci si comportò diversamente, anche quando la signora definì scellerato il patto per cui i manager rinunciavano al 20 per cento del compenso, ma non erano tenuti a raggiungere gli obiettivi. Allora si decise per l'archiviazione, riconoscendo all'assessore Dirindin l'esercizio del diritto di critica politica. Oggi lo stesso diritto di critica politica non esiste, come spesso accade. Mi pare il caso che anche al Consiglio regionale siano riconosciute le prerogative parlamentari nazionali. Evidentemente la strada da percorrere è ancora lunga.

Ma veniamo al merito dell'articolo 4. La situazione che abbiamo ereditato dall'Assessore venuto dal Nord è drammatica, i conti sono completamente fuori controllo, cari colleghi di destra, di centro e di sinistra. La signora ha messo nel sacco tutti noi, o almeno molti di noi, ci ha riempito la testa di belle parole, ci ha detto che la sanità sarda era malata di clientelismo familistico e tribale e poi vedo che la spesa farmaceutica, per fare un esempio, mentre era diminuita con le procedure attivate nei primi anni 2000 dal sottoscritto, ora sta crescendo in modo esponenziale, soprattutto la spesa farmaceutica ospedaliera, cioè quella effettuata in forma diretta. Addirittura nel 2009, tale spesa doveva essere pari al 2,4 per cento del budget complessivo, cioè circa 70 milioni di euro. Ebbene al mese di giugno era già salita a 80 milioni e a fine anno arriverà a 160 milioni, pari al 5,6 per cento. Più del doppio di quanto previsto! Lì bisogna incidere, le chiacchiere non servono.

Non voglio tornare sull'argomento delle consulenze, ma sappiano i colleghi che in cinque anni sono state autorizzate consulenza per oltre 3 milioni e mezzo di euro. Non posso, anche se tardivamente, che dare ragione all'onorevole Antonello Soro. Per chi le volesse, ho fatto le fotocopie relative a circa 80 consulenze stipulate nel 2005, 2006 e 2007, che sono costate circa 3 milioni di euro in soli tre anni! Non posso, anche se tardivamente, come dicevo, che dare ragione all'onorevole Soro, quando per rimediare in extremis al sacco della sanità sarda, il 26 giugno 2007 disse che la signora Dirindin era una consulente estranea alle funzioni di governo, che il servizio sanitario non era né migliorato né cresciuto, ma soprattutto era cresciuto l'uso discrezionale del potere dell'Assessore con alcune nomine di amici senza meriti speciali. Allora l'onorevole Soro chiese le dimissioni dell'assessore Dirindin, facendo capire che la sanità in Sardegna era davvero vicina al baratro. La verità è che il centrosinistra ha perso le elezioni principalmente per le scelte scellerate che sono state compiute nella sanità e per le bugie dette. In questi giorni la signora Dirindin, insieme agli altri due dell'Ave Maria, Giovanna Del Giudice e Gino Gumirato, quest'ultimo autore di mille misfatti in Sardegna, ha dichiarato - forse spera di poter rientrare, non so in quale circuito - che certamente aveva ereditato un grosso deficit. Bene, leggete l'articolo de "Il Sole 24 ore" di martedì 8 agosto 2006, in cui si parla del monitoraggio della spesa 2003-2004, e verificherete che le uniche Regioni che non presentano disavanzi nel biennio considerato sono Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Il resto sono soltanto chiacchiere.

Detto questo, una cosa deve essere chiara: noi dobbiamo fare scelte politiche diverse e coraggiose, da portare avanti con determinazione e decisione politica, ma, lo ripeto, sono scelte che deve fare il Consiglio regionale e non altri. Lo dico perché ritengo che le fughe in avanti, anche da parte dei commissari delle Aziende sanitarie locali, non siano un bene. Mi riferisco ad alcune affermazioni dell'Assessore e di altri ad esempio sul Microcitemico. Persino il commissario del Brotzu interferisce in modo abusivo. Mi pare che prima che la ASL numero 8 proceda allo scorporo nessuno possa interferire. A che titolo i commissari, forse futuri direttori generali, forse no, parlano di accorpamenti? Dovrebbero pensare a rendere efficiente la struttura loro affidata e non interessarsi di problemi che al momento non li riguardano. Potrei leggere una determina di questi giorni che dice che va chiusa la mensa del Brotzu, evidentemente per problemi igienici, il che dice tutto. Ci vogliono pazienza e rispetto dei ruoli politici di ciascuno.

Un breve accenno lo voglio fare all'articolo 15 septies. Mi piacerebbe che fosse chiaro che i contratti di lavoro a tempo determinato, di cui si è parlato in quest'Aula, possono essere stipulati solo nei limiti espressi dalla legge e non devono essere utilizzati per ricoprire posti che andrebbero messi a concorso. Una sentenza del TAR - lo abbiamo detto in un'interpellanza a suo tempo presentata - ha annullato il Piano regionale dei servizi sanitari nella parte in cui disciplinava la rete sanitaria. L'Assessore mi diede ragione, è agli atti di questo Consiglio regionale, ma poi, visto che egli stesso parlava di incarichi proliferati a dismisura, ci vuole adesso dire che cosa ne è stato? I direttori generali hanno fatto la relazione richiesta, così come lui aveva dichiarato in quest'Aula?

E per quanto riguarda l'Unità di coordinamento regionale delle dipendenze (anch'essa oggetto di una nostra interpellanza), che aveva accumulato in modo abbastanza esemplare 2 milioni e 600 mila euro, ed era diretta da una persona che non possedeva i requisiti di legge, tal Pier Paolo Pani, di cui abbiamo già parlato in quest'Aula, l'Assessore si deve essere distratto, perché poi quel signore è stato nominato responsabile della Direzione dei servizi socio-sanitari della ASL numero 8, cioè ha avuto una promozione senza le previste selezioni e con procedure non di legge. Il che vorrebbe dire che è una struttura complessa, mentre non può esserlo. Di conseguenza il conferimento di questo tipo di incarichi va contenuto nel numero e limitato a ipotesi eccezionali di interesse strategico.

Mi dispiace che non ci sia l'assessore Liori, perché quando si è responsabili di un bilancio pari a oltre il 50 per cento di quello regionale si deve essere presenti, questo perché sia chiaro. Oggi io sono qui nella duplice veste di consigliere e Assessore, tra qualche giorno non sarà più così, ma credo che si debba essere necessariamente presenti. Noi abbiamo bisogno di caratterizzarci per una rinnovata moralità ed efficienza della sanità, dopo la sciagura Dirindin, purtroppo però... E' finito il tempo?

PRESIDENTE. Può continuare, onorevole Oppi, il tempo a sua disposizione non era ancora terminato.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Ho perso trenta secondi, li recupero.

Mi pare che in questa manovra di bilancio non si stia concretando, nonostante un incremento di risorse mai verificatosi nella storia dell'autonomia, quella modernizzazione della sanità che è negli accordi di governo e sulla necessità della quale ci siamo trovati tante volte d'accordo. Forse dovremmo cominciare tutti insieme a far seguire i fatti alle parole.

La spesa è fuori controllo, in questi cinque anni abbiamo avuto perdite superiori a 1 miliardo di euro. Non credo che servano commissioni varie, prima bisogna dare indirizzi precisi. Mi pare che non solo non stiamo prevedendo meccanismi che mettano un freno alla spesa farmaceutica o la controllino, ma non stiamo nemmeno dando attuazione a due strumenti che sono stati adottati con legge dal Consiglio regionale. Mi riferisco alla centralizzazione degli acquisti e all'Osservatorio prezzi. Che fine hanno fatto? Dov'è finito nelle azioni di governo quello strumento che invocavano tutti, a destra come a sinistra, che sembrava la panacea di tutti i mali, ossia l'Agenzia regionale per la sanità? Perché non se ne parla più? Cosa vogliamo farne, Assessore? Qual è la sua idea e quella di coloro i quali erano assertori convinti di questa linea politica?

Come per i trasporti anche per la sanità non è stata una scelta strategica per la Sardegna rivendicarne la competenza esclusiva, anziché in concorrenza con lo Stato. Dovremmo rifletterci. Dal 2010, cioè dal prossimo anno, la spesa sanitaria sarà a totale carico della Regione, per cui bisogna da subito prevedere interventi di contenimento degli acquisti, l'esternalizzazione dei servizi che non sono gestibili direttamente in economia, il controllo e il monitoraggio degli appalti di ciascuna ASL, la verifica costante dei costi da parte della Regione per poi arrivare alla macro area. Questo per quanto ci riguarda, a scanso di equivoci e di voci che si sentono in giro. Ci sarà tempo per fare nuovi ospedali, su questo abbiamo gli elementi per parlarne dopo. E poi il Consiglio regionale dovrebbe interrogarsi se non sia realmente il caso di rintavolare con lo Stato una vertenza su questa materia.

Sulla sanità, Presidente, Assessori, colleghi, occorrono indirizzi chiari e strumenti forti. Noi non siamo qui per indirizzare o verificare; siamo qui per controllare. Questo è il nostro dovere. Mi dispiace che non ci sia l'onorevole Caria, perché vorrei ricordargli alcuni aspetti. Talvolta ho adoperato una certa terminologia per contestare alcune cose, ma ho una serie di documenti di cui vorrà dire parlerò intervenendo sugli emendamenti. Vedo che il tempo stringe e quindi lo farò quanto prima, quando illustrerò le varie nostre indicazioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. E' necessario che un altro Capogruppo appoggi la richiesta.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Mula e Petrini sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 61 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo procedere.

E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, colleghi, l'intervento dell'onorevole Oppi è stato per una parte uno sfogo un po' anacronistico, per un'altra parte molto attuale e preciso. Credo anch'io che sia necessario, quando si discute la finanziaria o, come è avvenuto in precedenza, il Programma regionale di sviluppo, che siano presenti almeno gli Assessori di riferimento, in questo caso l'Assessore della sanità e l'Assessore del lavoro.

L'intervento dell'onorevole Oppi probabilmente andava svolto sull'articolo 5 bis, ma non importa. Oggi parliamo di altri interventi. Nel 2004 noi abbiamo trovato la sanità sull'orlo del baratro, abbiamo cercato di ottenere il riequilibrio della spesa, abbiamo cercato di non rientrare (eravamo penultimi, solo il Lazio aveva fatto peggio di noi) tra le Regioni "canaglia", evitando di aumentare i ticket e le tasse. E infatti non ci siamo rientrati. Abbiamo fissato delle regole, abbiamo soprattutto cercato di fare una politica che si basasse sull'integrazione sociosanitaria. Credo che l'articolo che discutiamo vada proprio su questo versante, sul versante cioè delle politiche sociali, dell'integrazione sociosanitaria e delle politiche sanitarie che voi avete voluto affrontare a inizio legislatura con un blitz, con una pseudoriforma che mi auguro nel corso della finanziaria non venga replicata, magari per le aree industriali, per le quali avete rimandato all'articolo 5 un emendamento specifico. Però ne riparleremo.

L'articolo in discussione, invece, va in continuità proprio con le politiche che abbiamo avanzato nella scorsa legislatura e che portano il nome di una persona che dobbiamo ringraziare in quest'Isola, è cioè Nerina Dirindin. Mi riferisco intanto alle misure di contrasto alla povertà, alle misure che riguardano il fondo per la non autosufficienza, ai programmi personalizzati, che hanno interessato, proprio nella scorsa legislatura, un numero notevolissimo di casi. Il che vuol dire che ci occupiamo delle persone e lo abbiamo fatto considerando la persona nella sua interezza e quindi rispondendo a tutti con interventi personalizzati. Ci sono stati inoltre il progetto "Ritornare a casa", l'integrazione sociosanitaria, gli assegni di cura, i Piani locali unitari dei servizi alla persona (PLUS). Ci chiediamo che fine abbiano fatto questi piani, se li stiamo finanziando, se stanno funzionando, se la legge numero 23 del 2005 sta funzionando.

Poi entriamo in un altro aspetto, quello che riguarda le politiche per la casa. Non si vede ancora il vero piano casa annunciato dall'assessore Asunis, che nel mese di settembre ci aveva detto: "Guardate, quello che stiamo approvando non è un piano casa. Il piano casa lo approveremo entro novembre". Praticamente la solita politica degli annunci. Novembre è passato, è passato per i fondi FAS, è passato anche per il piano casa e allora volete rimediare mettendo alcune misure spot in finanziaria. Una di queste riguarda l'innalzamento del tetto del mutuo agevolato di cui alla legge numero 32 del 1985, sul quale noi siamo favorevoli, l'abbiamo previsto anche nella nostra proposta di legge sulla famiglia. E con gli emendamenti che abbiamo presentato cerchiamo di affrontare il tema famiglia nella sua complessità, nella sua organicità, ma in maniera molto concreta.

Sulla casa diciamo che non basta l'innalzamento del tetto del mutuo agevolato a 120 mila euro, ma occorre ripristinare una misura che ha avuto successo in passato, con le scorse finanziarie, cioè il finanziamento a fondo perduto di 25 mila euro che serve alle giovani coppie come acconto per la prima casa in alternativa al conto interessi tradizionale. Diciamo ancora, a voi che introducete un comma-annuncio, un manifesto sulla famiglia, che con l'ultimo comma di questo articolo praticamente affermate: "Il calcolo dell'ISEE non ci convince più, prendiamo a base del calcolo per le famiglie numerose un altro indicatore della situazione economica equivalente e lo applichiamo a tutte le misure di sostegno." D'accordo, però bisogna trovare delle misure di sostegno alla famiglia. Noi ne proponiamo alcune, una delle quali è il credito di emergenza, di cui hanno già parlato l'onorevole Gian Valerio Sanna e altri, quindi non mi ci soffermo. Prevediamo, poi, misure che vanno incontro alle famiglie che si trovano in stato di emergenza, elencando, nel relativo emendamento, caso per caso, le fattispecie che ci devono riguardare. Tra queste proponiamo i prestiti-famiglia fino a 36 mila euro, con l'istituzione di un fondo finalizzato all'abbattimento del tasso di interesse ed eventuale garanzia fideiussoria da parte della Regione. I prestiti-famiglia riguardano i nuclei familiari che si trovano in condizioni di temporaneo disagio e possono essere restituiti a tasso agevolato o anche a tasso zero, a seconda della situazione familiare, entro il limite massimo di sessanta mesi. Quindi proponiamo politiche per la famiglia che riguardano anche la casa.

Un altro emendamento che abbiamo presentato è finalizzato al sostegno delle famiglie sarde per i nati nel 2009 e nei due anni successivi, 2010 e 2011, con un contributo della misura massima di 1.500 euro. Proponiamo anche, come ha detto il collega Espa, di aumentare la dotazione del fondo regionale per la non autosufficienza e poi prevediamo misure che vanno incontro alle persone in condizioni di disagio, misure specifiche come quelle che ha illustrato poco fa l'onorevole Sabatini, per esempio l'integrazione del reddito per gli ultracinquantenni che hanno perso il posto di lavoro e non hanno ancora diritto alla pensione oppure sono stati collocati in mobilità in un periodo specifico, ossia tra il 1º luglio 2008 e il 31 dicembre 2009.

Capite che il nostro approccio a questa finanziaria è fatto di proposte, poi non possiamo esimerci dal denunciare alcune cose considerato che non arrivano risposte su nessun fronte, ma prima o poi dovremo avere delle risposte. Insomma, stanno passando i mesi e i vostri annunci sono rimasti tali, come i 5 mila euro promessi per ogni disoccupato, lo ricorderete tutti. Non è solo il presidente Berlusconi che fa promesse, le fa anche il presidente Cappellacci, il quale in campagna elettorale prima e in ogni incontro poi ha promesso 5 mila euro per ogni disoccupato. Mi chiedo quale intervento legislativo prevedete, in quale legge pensate di inserirlo, se aspettiamo la fine della legislatura oppure, come molti colleghi hanno sottolineato, facciamo una ricognizione di ciò che questo Consiglio regionale ha già approvato in questa materia, ad esempio il reddito di reinserimento e il reddito di cittadinanza, se prendiamo in considerazione le leggi numero 20 e 23 del 2005 e se finalmente dando un indirizzo politico riusciamo…

Presidente, è difficile parlare in quest'aula.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Bruno. Prego i colleghi, in particolare gli onorevoli Dessì, Rodin e Sanna, di stare al proprio posto, grazie.

BRUNO (P.D.). Voglio dire, Presidente, Assessore, che noi, come Partito Democratico, tentiamo di dialogare, tentiamo di avanzare su questa finanziaria un pacchetto di proposte da presentare anche nelle piazze, in quaranta piazze della Sardegna, sabato e domenica. Ma vogliamo un minimo di risposte, vogliamo su ogni emendamento un dialogo franco, un confronto, non semplicemente l'imposizione della forza dei numeri, non semplicemente un atteggiamento da parte di chi ha in questo momento il potere di decidere, di imporre la propria idea, che non tiene conto della complessità del voto popolare. Perché il voto popolare non si esprime semplicemente in una maggioranza, ma si esprime anche in una minoranza che vuole fare la sua parte, che si prepara all'alternativa e che quindi si inserisce nelle politiche di questa Regione sulla base di un progetto che ha già presentato nella scorsa legislatura, che vuole aggiornare e rendere in qualche modo concreto nel dettaglio.

Per cui noi attendiamo, assessore La Spisa, non un giudizio generico sulle nostre proposte, ma un giudizio sul merito di ciascun emendamento, sul merito delle proposte in essi contenute. Siamo disponibili, come lo siamo stati finora, a migliorare un testo che noi giudichiamo poco coraggioso e sicuramente non all'altezza del dramma che vive la Sardegna e che vivono le famiglie sarde.

PRESIDENTE. Per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Con gli articoli sinora discussi abbiamo esaminato misure che vanno nella direzione della creazione di alcuni fondamenti per una politica di sviluppo e di sostegno al sistema delle imprese, che sono quelli da cui noi ci aspettiamo un risultato che nel medio termine possa dare risposte nella direzione che è stata indicata in più interventi. Vorrei, però, sottolineare in particolare il fatto che sia l'onorevole Vargiu sia l'onorevole Giampaolo Diana hanno detto una cosa che richiamerei all'attenzione di tutti, e cioè che le politiche di coesione sociale, di contrasto alla povertà e le politiche del lavoro necessitano di una dotazione finanziaria e quindi di una disponibilità di risorse pubbliche sempre più in espansione, in crescita. E l'espansione, la crescita di questo fabbisogno è determinata sia dall'oggettiva condizione di crescita dei bisogni, sia anche, dobbiamo riconoscerlo responsabilmente, da una stratificazione di interventi che spesso in maniera squilibrata creano meccanismi di spesa che, come è stato detto da più parti, rischiano di rendere la spesa stessa incontrollata. Insomma, noi possiamo continuare a dire certe cose, il collega Giampaolo Diana faceva appello alla cultura cattolica mia o di chi esplicitamente la manifesta, ma se vogliamo guardare a questa cultura, a questa impostazione cattolica, dobbiamo farlo considerandola in tutta la sua ampiezza, perché la cultura cattolica non può avallare, e non l'ha mai fatto, una incontrollata espansione dell'intervento pubblico di fronte a qualunque richiesta senza che ci sia un'adeguata crescita della responsabilità, senza che ci sia un'adeguata crescita anche di un modello di welfare che non veda lo Stato come unico erogatore di risposte rispetto ai bisogni.

Allora, se chiamate in causa quella impostazione culturale, diciamola tutta, si tratta di un'impostazione centrata sul criterio della sussidiarietà, e cioè lo Stato interviene ma non si sostituisce alla società, non si sostituisce alla responsabilità delle persone. E non perché non sia giusto che lo faccia, ma perché è letteralmente impossibile! E per dire che questo non è un discorso astratto, ma è invece un discorso molto concreto, parto da una precisazione: capisco che chi è all'opposizione debba dire certe cose, vi capisco, per cinque anni ho vissuto una condizione speculare a quella di alcuni di voi, però occorre una certa misura nella denuncia delle incoerenze o delle inadeguatezze di chi governa. Occorre una misura! Come si fa, infatti, a dire che il Governo regionale è un governo assassino, freddo e insensibile di fronte ai bisogni della società sarda? Scusate, lo stanziamento per i programmi personalizzati, di cui ha parlato l'onorevole Espa, il quale ha detto anche che questo Governo regionale rischia di tradire le esigenze dei poveri e delle persone disagiate, passa dai 32 milioni di euro del 2009 ai 50 milioni del 2010, c'è un incremento superiore al 30 per cento.

Vi leggo un altro dato per giustificare o rafforzare quel che vi dicevo. Come ha ben detto anche l'onorevole Vargiu, sui programmi personalizzati c'è stato un incremento, dal 2002 al 2009, che ha portato il finanziamento a 10 milioni di euro nel 2002, 13 milioni nel 2003, 21 milioni nel 2004, 29 milioni nel 20005, 40 milioni nel 2006, 58 milioni nel 2007 e 96 milioni nel 2008. Il fabbisogno, stante questa impostazione di legge, per il 2009 sarebbe di 130 milioni di euro. Noi non ci rifiutiamo e non ci rifiuteremo mai di trovare risorse a costo di raschiare il fondo del barile, togliendo dove si può togliere, però dobbiamo essere tutti corresponsabili in questo, e comunque una riflessione va fatta. Se uno strumento che prevede l'attivazione dei servizi ha un andamento moltiplicativo rispetto a fabbisogni di questa rilevanza o se si è improvvisamente manifestata una povertà in Sardegna francamente l'incremento non può essere di queste dimensioni, oppure occorre fare una riflessione sullo strumento normativo e amministrativo. Probabilmente si tratta di fare un'attenta verifica della legge che prevede i servizi alla persona per valutare se gli strumenti pensati e individuati, che si sommano poi a quelli previsti dalle diverse leggi finanziarie, siano i più adeguati. Perché non ci sono soltanto questi, ci sono anche i 30 milioni di euro, 2 in più rispetto all'anno scorso, per l'assistenza domiciliare, i 50 milioni e 800 mila euro per i soggetti affetti da patologie varie, gli interventi che prevediamo attraverso i comuni per i cantieri lavoro, gli interventi - e passo a un altro argomento - di politica del lavoro per i soggetti che perdono il posto a una certa età, ossia gli ultracinquantenni. C'è un emendamento della Giunta che prevede lo stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per affrontare casi come quelli che si sono manifestati nella Sardegna centrale, e non sono destinati soltanto a un caso, ma a tutti quei casi che rientrano in quella fattispecie. Noi prevediamo 2 milioni e mezzo, ma lo stanziamento è sovrastimato in previsione di un possibile aumento delle esigenze. Poi abbiamo inserito una formulazione che vi prego di guardare con attenzione, cioè lo stanziamento è valutato in 2 milioni e 500 mila euro, ma, lo dico anche all'onorevole Uras che ha sollevato l'argomento, su questo tema noi possiamo fare in qualunque momento una variazione compensativa, anche senza una disposizione di legge, che possa adeguare le risorse. Cioè per questo intervento la copertura c'è. Io mi impegno anche a seguire la questione passo passo qualora ci fossero delle necessità, che sicuramente ci saranno.

Per quanto riguarda invece le politiche del lavoro e quelle della formazione professionale vi prego di considerare che l'operatività piena dell'Assessorato del lavoro, dopo il periodo di interim, praticamente inizia in questi giorni e si cercherà di fare di tutto perché possa entrare a regime.

In sintesi vorrei dire che noi siamo disponibili a verificare con grande attenzione tutte le proposte, anche quelle che arrivano dall'opposizione, tenendo conto, però, che dobbiamo fare una valutazione su come utilizzare una quantità di risorse che, come è stato detto, non è infinita ed è dipendente dalla ricchezza che si riesce a produrre. E per far fronte ai bisogni noi dobbiamo avere più ricchezza, altrimenti finiremo per essere solo una Regione che assiste e assisterà sempre persone che prima o poi andranno via della Sardegna. Noi vogliamo sviluppo e solidarietà insieme e questo credo che sia il nostro obiettivo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Per quanto riguarda l'emendamento numero 45 indichiamo questa copertura: le spese previste per l'attuazione dei commi 6 bis, 6 ter e 6 quater sono determinate in euro 1 milione annui a valere sul FNOL parte corrente, voce 4, tabella A. Nell'emendamento numero 59 aggiungere il punto 2 della tabella A.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 133 il parere è favorevole, sul numero 36 è contrario.

PRESIDENTE. Si votano prima gli emendamenti numero 34 e 35.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Chiedo scusa, Presidente. Sugli emendamenti numero 34, 35, 36 e 72 il parere è contrario. Invito i presentatori a ritirare l'emendamento numero 2, altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 28 è tra quelli dichiarati inammissibili per difetto di copertura finanziaria, qualora venisse reperita invito comunque i presentatori a ritirarlo. Sull'emendamento numero 134 il parere è favorevole; invito al ritiro degli emendamenti numero 157 e 159, altrimenti il parere è contrario. L'emendamento numero 132 credo sia ritirato, in Commissione la Giunta ha detto che sarebbe stato ritirato.

PRESIDENTE. E' ritirato, assessore La Spisa?

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito al ritiro dell'emendamento numero 143, altrimenti il parere è contrario; sugli emendamenti numero 146, 39 e 41 il parere è contrario; l'emendamento numero 21 è tra gli inammissibili per difetto di copertura finanziaria, qualora la si trovasse invito i presentatori a ritirarlo altrimenti il parere è contrario, così pure per gli emendamenti numero 32 e 37. L'emendamento numero 45 è tra quelli dichiarati inammissibili, qualora si trovasse la copertura…

PRESIDENTE. La copertura è già stata indicata, per cui è ammesso.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Invito i presentatori a ritirarlo, altrimenti il parere contrario. L'emendamento numero 59, a firma Sabatini e più, sulle questioni legate alla cassa integrazione, è tra quelli dichiarati inammissibili, comunque invito i presentatori a ritirarlo, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti numero 66 e 70, che sono uguali, il parere è contrario, gli emendamenti numero 152 e 165 sono inammissibili.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è uguale a quello del relatore. Per quanto riguarda gli emendamenti numero 157 e 159 l'invito al ritiro, come richiesto anche dal relatore, è teso a verificare se fosse volontà dell'Aula esaminare adesso questa questione. Potrebbe infatti essere rinviata al collegato oppure si potrebbe spostare l'emendamento a un altro articolo, per vedere se si possono trovare delle compensazioni finanziarie che facciano fronte a questa emergenza, se è considerata tale. Cioè l'emendamento potrebbe essere sospeso momentaneamente, rimanendo l'invito al ritiro, però dopo un'eventuale ulteriore valutazione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 133.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 133.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Mula e Dedoni hanno votato a favore e i consiglieri Ben Amara e Meloni Valerio hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri:Amadu - Artizzu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 38

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 34.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Signora Presidente, io sono molto d'accordo con l'onorevole Giorgio Oppi e il mio Capogruppo, l'ho detto anche prima, sul fatto che qui c'è un grande problema, cioè manca l'Assessore della sanità. Vorrei dire all'assessore La Spisa, che ha richiamato in maniera forte la sussidiarietà come processo di servizio avente come protagonisti i cittadini, che quando parliamo di programmi personalizzati non stiamo parlando di una legge che riguarda la povertà. La povertà non c'entra nulla!

Qui manca, dicevo, l'Assessore della sanità, perché questo emendamento l'aveva presentato in Commissione proprio l'assessore Liori. Il centrodestra l'ha ripreso insieme al Presidente della Commissione, poi non è arrivato in Aula, ma è l'emendamento che chiede, come si dice nella relazione allegata alla finanziaria, di integrare le risorse. Lo dice anche il parere espresso dalla settima Commissione e dalla maggioranza.

Ripeto, Assessore, io ho grande stima per le sue competenze, ma quando parliamo di politiche sociali dobbiamo essere estremamente precisi. Queste risorse non riguardano per niente la povertà. Riguardano il fatto che voi, anziché spendere il triplo per fare le Residenze sanitarie assistite, dovreste dire alle persone: "Facciamo delle politiche di sviluppo e di promozione in modo che le persone stiano nel loro territorio". Quindi se il costo è 50 noi diamo un contributo di 3, 5, 10 o 14.

Nessuno, dunque, critica quello che si sta facendo, che anzi è molto importante. L'onorevole Oppi, tra l'altro, lo dico con una battuta, ma è la realtà, è il padre di questa legge, che è nata, con il contributo di tutti, quando lui era Assessore della sanità. Ripeto, quello che si sta facendo è moltissimo, va molto bene, però, attenzione, non possiamo fare la politica del carciofo su queste questioni. Se abbiamo deciso di sostenere le persone lì dove vivono, dobbiamo trovare le soluzioni per evitare, ad esempio, di fare investimenti nelle RSA, perché questo provvedimento è incompatibile con quel tipo di intervento. Poi è vero, ne discutevamo anche prima con il Presidente della Commissione, che le spese per le RSA salgono, le spese per gli internamenti salgono e non si capisce perché, visto che questo provvedimento riguarda tutte le persone con disabilità gravi.

Allora, ripeto, il problema è che quest'anno 9 mila persone, per la prima volta dopo dieci anni, probabilmente non avranno la possibilità di accedere ai contributi. E nemmeno lo sanno, perché hanno presentato le domande entro ottobre, che era il termine di scadenza. Il mio voto sull'emendamento numero 34 è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Proseguo il ragionamento che faceva il collega Espa, cioè qua c'è un disegno di politica sociale che è diverso da quello tradizionalmente seguito in anni precedenti. Noi sbagliamo dall'inizio, facciamo politiche per la sanità e non facciamo politiche per la salute, abbiamo una popolazione che invecchia progressivamente, che quindi ha bisogno di una certa iniziativa di prevenzione che consenta una riduzione dell'ospedalizzazione, delle prestazioni che vengono rese presso il sistema sanitario regionale e dal sistema sanitario regionale e in più abbiamo un incremento ovvio, legato proprio all'aumento dell'età, del numero delle persone non autosufficienti. Questo richiede un approccio alla soluzione del problema che sia coerente anche nella fase di investimento, cioè se vogliamo mantenere costi accettabili del sistema sanitario dobbiamo ridurre le prestazioni che vengono rese presso gli ospedali, dobbiamo migliorare l'assistenza domiciliare, dobbiamo stare nel territorio, dobbiamo cioè fare un'operazione di riduzione degli interventi sanitari e di incremento dell'attività di prevenzione e di mantenimento in salute.

L'altra operazione che dobbiamo fare, lo dico all'Assessore, è possibilmente quella di separare, anche concettualmente, la partita dell'assistenza sociale e sociosanitaria dalla partita delle politiche del lavoro, quand'anche fossero politiche passive e non attive. Ecco perché io voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, credo che sia indispensabile la presenza dell'Assessore della sanità in aula, perché qui stiamo parlando di problematiche che riguardano la sanità anche nei suoi aspetti finanziari, perché è chiaro che c'è un risparmio evidente per la sanità. Noi stiamo attuando una politica che va verso i programmi personalizzati, quindi verso l'assistenza nelle famiglie, nei luoghi dove le persone abitano. Allora, riteniamo che il fatto che per la prima volta in dieci anni, in Sardegna, 9 mila persone con grave disabilità non potranno accedere a misure di sostegno pubblico sia grave e chiediamo che l'assessore Liori ci dia qualche spiegazione. Da una parte diciamo, come abbiamo fatto in tutti questi anni, che il territorio è il cuore della sanità e dell'integrazione sociosanitaria, dall'altra mettiamo nel Piano sanitario regionale la costruzione di cinque nuovi ospedali e non si capisce quali siano le politiche in questo senso. Alcuni interventi sono stati previsti a valere sui fondi FAS, che non vedremo mai, nonostante le dichiarazioni rese dal vicepresidente Sannitu, oggi, in un comunicato stampa. Nella rimodulazione di questi fondi voi accorpate alcune voci. Per esempio nella proposta di Programma attuativo regionale della Giunta precedente erano previsti 80 milioni di euro per l'ospedale di Alghero, voi li accorpate in un'unica voce: 190 milioni per Cagliari, per Quartu e per Alghero. Mi dice in una lettera il sindaco di Quartu: "Stai attento che 70 milioni andranno per distretto sanitario di Quartu e per l'ospedale di Alghero", cioè niente "il resto lo prenderà Cagliari".

Allora se si parla di politiche sanitarie e di politiche che riguardano il territorio e la persona credo che quanto meno l'Assessore della sanità debba essere presente. Credo che la sua assenza sia veramente indice di una mancanza di attenzione verso il Consiglio regionale. Io condivido totalmente la domanda che l'onorevole Oppi si poneva nel suo intervento, cioè se il Consiglio regionale ha un ruolo centrale per questa Giunta, per la Regione, oppure se la Giunta lo utilizza soltanto come luogo dove fare le riunioni di Giunta. Pare, infatti, che adesso le riunioni di Giunta si facciano in questo palazzo e non più in viale Trento! Mi chiedo se il Consiglio serva solo a questo o se invece la Giunta regionale non debba confrontarsi, dialogare con noi, se ha qualcosa da dirci a questo proposito.

Insomma vogliamo che almeno in sede di replica qualcosa ci venga detta. Capisco gli sforzi che sta facendo l'assessore La Spisa, ma credo, nonostante tutto, che la Giunta non si esaurisca con l'Assessore della programmazione.

PRESIDENTE. Ha visto, onorevole Bruno, ha chiamato l'assessore Liori e lui è apparso immediatamente!

Ha domandato di parlare, dai banchi dei consiglieri, l'Assessore della difesa dell'ambiente per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.), Assessore della difesa dell'ambiente. Io dico le stesse cose che ho detto in Giunta. E' vero che nei primi anni 2000 abbiamo attivato la legge numero 162, abbiamo fatto una grande battaglia per gli anziani e concentrato tutti i fondi sugli interventi previsti da questa legge, però la "162" è una legge in "progressione aritmetica". Che i portatori di handicap gravi siano in una situazione particolare lo condivido, ma voi avete presentato un emendamento che contiene una parte che invece non condivido assolutamente. Sono stato anzi uno che in Giunta ha chiesto di ridurre il finanziamento per il progetto "Ritornare a casa", perché è un progetto fallimentare, tant'è che si è impostata la politica dell'accoglienza importata da Trieste, nell'ex manicomio…

(Interruzione)

C'è in parte anche quello, certamente! La struttura è stata realizzata così come è stata realizzata perché bisognava attuare la "politica del sollievo", e così via. Sta di fatto che non serve, perché chi è tornato a casa molte volte non era in condizioni di potervi tornare. E voi vi siete fatti carico anche di annullare, per esempio, una struttura come quella di Ussana che praticamente grida vendetta. Però c'è un problema fondamentale per quanto riguarda i portatori di handicap, ma soprattutto per i non autosufficienti, perché ci sono persone non autosufficienti che ovviamente hanno l'assistenza a casa, nei casi previsti dalla legge numero 162, ma i veri non autosufficienti, quei poveri vecchi che devono andare alla RSA non riescono ad andarci primo perché sono stati ridotti i posti letto, secondo perché è stato ridotto il personale, terzo perché non hanno la disponibilità finanziaria. E quando le famiglie non hanno le risorse finanziarie necessarie (circa 3 milioni e mezzo delle vecchie lire) e non si danno a tal fine finanziamenti ai comuni è chiaro che si creano difficoltà.

Comunque per quanto riguarda l'aspetto specifico, così come sull'ADI, avrei tante cose da dire, ma sono contrario all'emendamento numero 34 perché la seconda parte non mi convince. Ve lo dimostrerò in altra sede.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 34.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato contro

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Sabatini - Salis - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 19

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

La non approvazione dell'emendamento numero 34 fa decadere gli emendamenti numero 36 e 72.

I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 45.


[s1]National Action Plan o Piano nazionale d'azione per l'inclusione sociale

Inclusion in tondo

[s2]Come da verbale e sulla base di precedenti casi

[s3]Gli emendamenti