Seduta n.100 del 10/02/2010 

C Seduta

Mercoledi' 10 febbraio 2010

(POMERIDIANA)

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 27 gennaio 2010 (93), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Pietro Pittalis, Antioco Porcu e Adriano Salis hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 10 febbraio 2010.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Il consigliere Pittalis è presente in Aula pertanto il congedo si intende revocato.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Disciplina del regime in deroga in attuazione della direttiva n. 79/409/CEE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici". (113)

(Pervenuto il 9 febbraio 2010 e assegnato alla quinta Commissione.)

Discussione e approvazione della Mozione Mula - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Dedoni - Capelli - Pittalis - Ladu - Sabatini - Sanna Giacomo - Mulas - Sanna Paolo Terzo - Milia - Steri - Biancareddu - Obinu - Piras - Floris Mario - De Francisci - Pitea - Locci - Greco - Sanjust - Zedda Alessandra - Floris Rosanna - Tocco - Petrini - Rassu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo - Uras - Ben Amara - Barracciu sulla emergenza idrico-sanitaria del Rio Cedrino e dei comuni della Bassa Baronia, con richiesta di convocazione straordinaria del consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento. (34)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 34.

(Si riporta di seguito il testo della mozione numero 34:

Mozione Mula - Fois - Vargiu - Cossa - Meloni Francesco - Dedoni - Capelli - Pittalis - Ladu - Sabatini - Sanna Giacomo - Mulas - Sanna Paolo Terzo - Milia - Steri - Biancareddu - Obinu - Piras - Floris Mario - De Francisci - Pitea - Locci - Greco - Sanjust - Zedda Alessandra - Floris Rosanna - Tocco - Petrini - Rassu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Zuncheddu - Sechi - Zedda Massimo - Uras - Ben Amara - Barracciu sulla emergenza idrico-sanitaria del Rio Cedrino e dei comuni della Bassa Baronia, con richiesta di convocazione straordinaria del consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- i comuni della Valle del Cedrino, Orosei, Onifai, Irgoli, Loculi e Galtellì, con delibera adottata dalle rispettive giunte municipali, hanno dichiarato lo stato di emergenza idrica, sanitaria, sociale ed economica a causa della non idoneità ai fini potabili delle acque di rete provenienti dal Rio Cedrino;

- la Provincia di Nuoro, in conformità alle valutazioni espresse dai comuni della Bassa Baronia, con delibera di giunta provinciale, adottata nella seduta del 22 dicembre 2009, ha dichiarato lo stato di emergenza idrica, sanitaria, sociale ed economica;

CONSIDERATO che il fenomeno in questione si presenta con ciclicità, ponendo serie problematiche sia di distribuzione idrica che sanitaria, soprattutto nel periodo estivo quando il fabbisogno idrico potabile subisce, nel bacino di riferimento, una notevole variazione in aumento a seguito dell'incremento delle presenze turistiche nel territorio;

ACCERTATO che la problematica è legata alla pessima qualità dei reflui provenienti dagli impianti di depurazione dei comuni che scaricano nel Cedrino creando pesanti ripercussioni sui processi di potabilizzazione degli impianti di distribuzione dell'acqua;

CONSIDERATO che:

- i dati disponibili confermano una fortissima degradazione della qualità dell'acqua in tutti i distretti lotici e lentici, dall'inizio fino al termine dell'asta fluviale del Cedrino.

- tale situazione pregiudica qualsiasi utilizzo della risorsa idrica, in particolar modo dell'acqua potabile, ponendo in primis seri problemi per la salute pubblica, e anche compromettendo la fruizione naturalistica e la salubrità generale dei siti approvvigionati da tale sistema idrico;

EVIDENZIATO che il Consiglio provinciale di Nuoro, nella seduta del 19 novembre 2009, nella fase delle osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano di gestione del distretto idrografico della Sardegna, ha chiesto alla direzione generale del distretto idrografico e agli assessorati regionali competenti modifiche al sistema acquedottistico regionale finalizzate a dare risposte alle legittime esigenze delle popolazioni della Bassa Baronia - unione comuni Valle del Cedrino e del Comune di Oliena, indicando anche i dati raccolti e le soluzioni proposte dai recenti studi scientifici condotti da questa provincia sulle acque sotterranee contenute negli acquiferi carsici dell'ambito provinciale;

SOTTOLINEATO che nell'incontro del 18 dicembre 2009, svoltosi a Cagliari, fra il commissario dell'Autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna, i sindaci dei Comuni della Valle del Cedrino e di Oliena, Abbanoa Spa, la Provincia di Nuoro, rappresentata dall'Assessore all'ambiente e protezione civile e la Presidenza della Regione, rappresentata dall'Assessore regionale dei lavori pubblici, tutti i partecipanti hanno condiviso l'urgenza di definire una priorità di azioni tesa ad accelerare l'attuazione di soluzioni alternative all'approvvigionamento idrico potabile attuale delle popolazioni;

CONSIDERATO che le problematiche inerenti lo stato d'inquinamento del Rio Cedrino rientrano tra i temi di copianificazione del sistema infrastrutturale - sezione approvvigionamento idrico - nell'ambito del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Nuoro;

RILEVATO che la problematica in oggetto rischia di innescare veri e propri fenomeni di contrapposizione sociale e istituzionale da parte di un territorio che non può accettare l'attuale situazione di rischio sanitario e ambientale legata all'incertezza della qualità dell'approvvigionamento idrico;

SENTITI gli interventi di tutti i partecipanti al tavolo regionale, che concordano sulla procedura d'urgenza da adottare da parte della Presidenza della Regione per la realizzazione degli interventi,

impegna il Presidente della Regione

1) a convocare urgentemente tutti i rappresentanti delle istituzioni e degli enti interessati alla gestione delle risorse idriche per adottare tutte le iniziative urgenti indispensabili per avviare a soluzione il problema;

2) a verificare la possibilità di richiedere alla Presidenza del consiglio dei Ministri la delega per la realizzazione delle opere indispensabili con le procedure d'urgenza previste dalla normativa della protezione civile nelle situazioni di emergenza;

3) ad impegnarsi a reperire i fondi necessari per il risanamento del Rio Cedrino.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Luciano Uras. Ne ha facoltà.

URAS LUCIANO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Poiché devono trascorrere 10 minuti dall'inizio della seduta perché si possa procedere a votazioni, sospendo i lavori sino alle ore 16 e 40.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 34, viene ripresa alle ore 16 e 41.)

PRESIDENTE. Viene mantenuta la richiesta di verifica del numero legale? Non c'è l'onorevole Uras…

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Sì.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Diana Giampaolo e Cocco Pietro.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cappai, Caria e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 62 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Mula - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Uras - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 34 ha facoltà di illustrarla.

MULA (Riformatori Sardi). Signor Presidente del Consiglio, signor Assessore, signori colleghi consiglieri, ringrazio per l'attenzione che vorrete rivolgere a una problematica che ha trovato in molti colleghi consiglieri regionali una particolare sensibilità, con la speranza che dalla riunione di oggi scaturiscano idee e impegno politico per risolvere, in via definitiva, il problema dell'approvvigionamento idrico della bassa Baronia e il risanamento ambientale del Rio Cedrino. Già dal mese di novembre del 2009 le Amministrazioni comunali della bassa Baronia (Orosei, Irgoli, Galtellì, Onifai, Loculi) con ordinanza scritta avevano imposto il divieto di uso e consumo umano dell'acqua potabile. E' quindi una situazione drammatica che puntualmente si ripresenta da anni.

La fonte dell'approvvigionamento idrico della bassa Baronia è la diga di Pedra e' Othoni, con sistema di potabilizzazione a valle a Taddore in agro di Galtellì, e solo in minima percentuale attinge dalle fonti di Su Gologone; solamente 20 litri a secondo. Dalle analisi effettuate è stata accertata la presenza nell'invaso di Pedra e' Othoni dell'alga Aphanizomenon flos-aquae, che risulta presente in molti bacini idrici del mondo, ma che solo in determinate condizioni rilascia tossine dannose per la salute, condizioni che parrebbe si verifichino nel sopra citato invaso. L'alta incidenza tumorale legata all'uso dell'acqua immessa in rete (basti pensare che in Baronia è stata riscontrata la più alta percentuale europea di tumori alla tiroide) ha portato le popolazioni della bassa Baronia, circa 15.000 abitanti, a uno stato di agitazione che ad oggi solo il buon senso ha impedito sfociasse in atti contrari all'ordine pubblico.

Non è infatti più tollerabile che ancora oggi ci siano popolazioni sarde con problemi di diritti negati come quello dell'acqua, che è un bene essenziale ed insostituibile per la vita dell'uomo e la cui disponibilità e accesso costituiscono un diritto inviolabile. L'acqua come l'aria non può essere considerata come una merce, ma un bene comune dell'umanità, e come tale il suo accesso costituisce un diritto fondamentale per la persona umana.

Due quindi sono i problemi: l'approvvigionamento idrico e la risoluzione definitiva delle problematiche legate all'inquinamento del Rio Cedrino. Relativamente al primo problema si pone l'esigenza non più derogabile del non utilizzo delle acque provenienti dall'invaso di Pedra e' Othoni per gli usi alimentari, e di un maggior prelievo dalla fonte di Su Gologone, sempre evitando che le popolazioni di Oliena e Dorgali, approvvigionate da quella fonte, subiscano danni, e la stessa fonte subisca alterazioni. In tutti i casi, nel contesto specifico, esiste l'alternativa della sorgente di Su Gologone, che almeno nel periodo caldo dell'anno dovrebbe diventare risorsa primaria, con l'integrazione appunto di acqua potabile dall'invaso di Olai, anziché quella tuttora utilizzata di Pedra e' Othoni. L'acqua, infatti, proveniente dall'invaso di Olai, presenta qualità organolettiche molto superiori, in quanto l'invaso non è alterato da scariche di reflui fognari, così come succede nella diga di Pedra e' Othoni.

Relativamente al secondo problema (inquinamento del Rio Cedrino), occorrono procedure di intervento urgente sugli impianti di depurazione di tutti quei comuni che a tutt'oggi scaricano le acque reflue (prive, in molti casi, di trattamento depurativo) direttamente appunto sul Rio. Ci sono comuni che aspettano da anni interventi da parte dei soggetti interessati per il potenziamento e la messa a norma dei loro impianti di depurazione. Basti pensare che mezza città di Nuoro scarica acque non depurate direttamente sul Rio Cedrino, così come i Comuni di Orgosolo, Mamoiada e tanti altri. Si rendono necessari e inderogabili, inoltre, gli interventi di defosfatizzazione del Rio stesso, per individuare prospettive durevoli e sostenibili, basate sul turismo, sulle produzioni alimentari e sull'artigianato di qualità, che ora si vedono compromesse con l'aggravarsi della problematica relativa all'approvvigionamento idrico (ad uso umano, industriale ed agricolo) delle comunità interessate.

Si porta a conoscenza dell'Aula che esiste un programma di interventi nell'ambito dei finanziamenti di cui alla legge numero 388 del 2000 (articolo 144 comma 17) per l'ottimizzazione dell'uso idropotabile di invasi artificiali e reti. Tale programma, che ha avuto le sue approvazioni, ha due finalità e obiettivi. Sistema fognario depurativo: miglioramento qualitativo dei reflui che versano nel sistema idrografico del Cedrino a tutela della risorsa ad uso idropotabile delle acque sotterranee. Sistema acquedottistico: completamento delle interconnessioni tra gli acquedotti Cedrino e Govossai, manutenzione straordinaria di reti al fine di ridurre le perdite e salvaguardare quantitativamente la risorsa idrica. Tale programma di interventi ha un costo totale di 7 milioni di euro di cui 5 milioni e mezzo di quota pubblica (ministeriali) e un milione e mezzo di anticipazione da parte del soggetto gestore Abbanoa.

Negli ultimi mesi i numerosi incontri svolti non solo nei territori interessati, ma anche nella sede della Provincia di Nuoro (dove hanno partecipato non solo i sindaci dei territori interessati ma anche l'AATO, Abbanoa, l'ENAS) hanno portato comunque a un proficuo lavoro di squadra. Va dato grande merito al presidente Cappellacci che ha offerto tutta la sua disponibilità e interesse e a tanti colleghi consiglieri che hanno mostrato grande sensibilità al problema.

Negli anni passati, con l'alternarsi delle varie amministrazioni regionali, abbiamo assistito solo a sterili promesse e mai a impegni seri per risolvere definitivamente il problema. Diamo merito anche al commissario dell'AATO, che ha competenza primaria nella risoluzione del problema, per aver dimostrato grande attenzione e impegno costante e aver garantito - e non abbiamo motivo di dubitarne, anche se non intendiamo abbassare la guardia - che entro otto mesi potrà essere risolto il problema più urgente, cioè la realizzazione dell'interconnessione con il potabilizzatore di Janna 'e ferru (diga di Olai) a integrazione dell'acqua immediatamente prelevabile dalle fonti di Su Gologone. Ciò dovrebbe portare alla definitiva determinazione dell'acqua prelevabile da quest'ultima, senza che ne venga pregiudicata né la qualità né la quantità complessiva (in particolare di quella utilizzata per alimentare le popolazioni dei Comuni di Oliena e di Dorgali) e ad ed avviare successivamente le altre opere di ripristino delle condotte dei vari comuni interessati al progetto.

Invito il Presidente e la Giunta regionale affinché si adoperino per attivare quelle procedure più urgenti e immediate per la risoluzione definitiva del problema, premesso che anche la Provincia di Nuoro, in conformità alle valutazioni espresse dai comuni della bassa Baronia, con delibera della Giunta provinciale, emanata nella seduta del 22 dicembre 2009, ha dichiarato lo stato di emergenza idrico-sanitaria, sociale ed economica. A tal fine si chiede al Presidente della Giunta regionale, che bene conosce il problema, che si attivi a verificare se esista o meno la possibilità, presso il Consiglio dei ministri, di richiedere la procedura d'urgenza, motivata dalla grave situazione di emergenza igienico-sanitaria, ovvero l'applicazione della normativa della protezione civile consistente nella procedura accelerata messa in campo dal G8 (vedasi quanto riportato anche sulla stampa odierna relativamente all'"emergenza" Vuitton Cup; mi sembra che anche il problema che stiamo affrontando meriti un'attenzione almeno analoga visto che stiamo parlando di un bene primario come l'acqua potabile).

Si chiede inoltre al Presidente della Giunta regionale l'impegno di attivarsi per il reperimento delle risorse necessarie per il risanamento del Rio Cedrino, tenendo conto che esiste già un progetto presso l'AATO, e di intervenire tramite il soggetto gestore del servizio idrico integrato su tutti quegli impianti di depurazione dei vari comuni che scaricano i propri reflui non depurati sul Cedrino. Senza tale intervento saranno vanificate tutte le opere che si dovranno realizzare per il risanamento del rio stesso.

Analogo impegno è chiesto al Presidente della Giunta per affrontare il problema dell'approvvigionamento idrico in tutte le altre situazioni della Sardegna che mostrano le stesse criticità. Si attende rassicurazione nel merito, per gli argomenti citati, nel più breve tempo possibile, ricordando che la gravità della situazione illustrata non ammette più deroghe sulla tempistica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cucca.

CUCCA (P.D.). Presidente, signor Assessore, la mia è solo una testimonianza rispetto a un problema che ormai sta assumendo toni drammatici. Mi fa particolarmente piacere che l'Assessore competente ad occuparsi della vicenda sia l'assessore Angelo Carta che, provenendo da Dorgali, è sicuramente a conoscenza della gravità di questo problema, considerato che il suo comune di origine ricade nei territori interessati da questa problematica.

Il collega Mula bene ha fatto a proporre questa mozione perché, come nel corso della sua illustrazione ha ben sottolineato, il problema ha assunto ormai il carattere dell'emergenza. Sembra quasi assurdo che si debba discutere in Sardegna del problema dell'approvvigionamento idrico e della carenza d'acqua quando proprio in quella zona, nella Valle del Cedrino, sappiamo esserci riserve che consentirebbero di approvvigionare non solo l'intera Sardegna, ma addirittura le regioni limitrofe, compresa la Corsica. Quindi pare assurdo che si viva una situazione così drammatica che rischia di mettere in pericolo non solo la salute pubblica, ma anche lo stesso ordine pubblico, come già è stato riferito dal collega, posto che il disagio - che è ormai diventato cronico - va avanti da svariati anni.

Il problema viene da lontano, tuttavia un dato certo è che anche questa amministrazione ha preso sotto gamba fino ad oggi questa problematica e non vi ha prestato la dovuta attenzione, se è vero come è vero che ancora stiamo discutendo dei tempi e non si è data attuazione, invece, al piano che è già stato studiato, è stato portato a conoscenza degli uffici, ma non ha poi avuto un seguito concreto.

Che il problema venga da lontano credo sia assolutamente noto, da due anni a questa parte sulla stampa si parla sistematicamente di incontri tenuti alla presenza degli amministratori comunali di quei territori, dei sindaci, delle rappresentanze della provincia, di Abbanoa e qualche volta anche della rappresentanza del Governo regionale. Però non è possibile che si viva ancora, in un paese che definiamo, e siamo certi che lo sia, civile, in una situazione da Terzo Mondo, con l'acqua potabile che manca ormai da troppo tempo. In una zona, tra l'altro, ad alta vocazione turistica, nella quale ricadono comuni come Orosei, come Dorgali, che, a fronte di questa vocazione turistica, si trovano sistematicamente a dover combattere con questo problema, probabilmente anche per la disattenzione cronica del potere pubblico.

Non accuso ovviamente, non è mio costume, questa amministrazione, il problema viene da lontano e probabilmente ancora una volta in questa terra e in questo territorio, che è mortificato regolarmente dalla disattenzione del Governo regionale, ancora una volta ci si è sottratti ai propri obblighi e non si è prestata, come dicevo, l'attenzione che invece il problema avrebbe meritato. E' arrivato - ve lo ha detto molto bene il collega Mula - il momento di agire. Alle parole devono finalmente seguire i fatti.

Dalle riunioni che si sono tenute nei mesi scorsi, alla presenza dei sindaci, degli amministratori, dei rappresentanti della provincia e anche di Abbanoa, è scaturito un piano. Questo piano intanto consentirebbe ai comuni interessati di affrancarsi dal problema della carenza d'acqua (problema che durante il periodo estivo, come dicevo, in una zona ad alta vocazione turistica si sente maggiormente, e oltretutto fa accrescere anche i costi per l'utenza e che quindi crea disagi ulteriori anche per il turismo) e poi determinerebbe una ricaduta anche di tipo differente perché, se si attuasse questo piano si potrebbe usufruire di un'acqua, quella del bacino di Su Gologone, di qualità ottima e con evidenti vantaggi in termini di promozione turistica.

Debbo dire che la Provincia di Nuoro da tempo ha trasmesso questo piano sia al presidente Cappellacci sia all'Assessore dei lavori pubblici che, ovviamente, ha manifestato - perché di questo dobbiamo darne atto - l'attenzione necessaria per questo problema, soprattutto per il fatto che, come dicevo, l'Assessore proviene da uno dei comuni che ricadono in quella zona. Ma è necessario che adesso si dia seguito, perché fino ad ora ci si è fermati alle parole e non sono seguiti i fatti. E' necessario che si apra questo tavolo tecnico di cui si è parlato con gli Uffici regionali, al fine di adottare tutte le iniziative idonee per affrontare e risolvere questo problema che, come dicevo, corre anche il rischio di provocare, senza voler creare assolutamente facili allarmismi, anche danni alla salute pubblica.

Esiste infatti uno studio che era stato commissionato, se non ricordo male, dal sindaco di Irgoli, che evidenziava in quella zona un incremento, da qualche anno a questa parte, delle patologie tumorali, anche se oggettivamente manca il nesso eziologico. Però, un dato certo è che si vive una situazione di disagio anche sanitario, perché se non c'è l'acqua potabile per gli usi civili comprendete bene che è assolutamente difficoltosa anche la mera sopravvivenza.

La mozione, comunque, oltre appunto a stimolare l'attenzione della Giunta regionale, pone un altro problema, che credo sia l'obiettivo vero della mozione stessa, e cioè quello dell'accorciamento dei tempi. Ormai si è detto e si è discusso abbondantemente del problema. Si è detto che per risolverlo, laddove si pongano in essere quelle iniziative che sono state già illustrate e sulle quali non voglio tornare, di cui ha già parlato il collega Mula, i tempi previsti sono circa otto mesi. Se parliamo di otto mesi significa che se iniziassimo domani, 11 febbraio, termineremmo nel mese di ottobre compromettendo ancora una volta irrimediabilmente la stagione turistica.

Allora, l'impegno che si chiede - e credo che questo sia un impegno che chiediamo unanimemente, destra e sinistra, non è un problema di parte, è un problema che riguarda un territorio intero - l'impegno che si chiede alla Giunta è quello di porre mano immediatamente alla risoluzione del problema, di aprire immediatamente il tavolo tecnico e soprattutto di dare immediatamente inizio ai lavori mediante la richiesta della delega al Presidente del Consiglio, con la procedura d'urgenza prevista dalla normativa della Protezione civile in materia di emergenze, perché effettivamente di emergenza si tratta. E' un'emergenza, come dicevo, che ha delle ricadute negative sull'intero territorio, è un'emergenza che cagiona problemi alla salute pubblica, problemi che corrono il rischio di mettere anche in discussione l'ordine pubblico perché le popolazioni costrette a vivere da mesi senza acqua potabile sono ormai ad un livello di tolleranza che è molto vicina al limite di guardia.

Pertanto è necessario che la Giunta faccia seguire agli impegni assunti verbalmente fatti concreti e immediatamente dia attuazione a tutte quante quelle iniziative necessarie, che sono state già ampiamente studiate sotto il profilo tecnico; si tratta semplicemente di attuarle.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Presidente, Assessore, colleghi, il problema che affronta questa sera il Consiglio regionale è un problema serio per quanto riguarda le popolazioni della valle del Cedrino che hanno avuto non solo in quest'ultimo periodo, ma in questi ultimi anni, problemi concernenti la potabilità dell'acqua. Sono stati effettuati diversi interventi nel passato, però io credo che, soprattutto in questi ultimi tempi, ci sia una situazione non più sostenibile da parte di quelle popolazioni. L'acqua è stata per tanti mesi non potabile, soprattutto nei cinque comuni della bassa Baronia; la gente ha pagato oltre le bollette anche le spese per l'approvvigionamento dell'acqua potabile e quindi c'è una situazione di grande disagio.

Considerato poi che quella zona, in particolare nei mesi estivi, è una zona a grande vocazione turistica, c'è un'ulteriore ricaduta negativa che rende gli interventi non solo urgenti, urgentissimi. A tutto ciò si aggiungono - lo diceva prima chi mi ha preceduto - problemi di natura sanitaria: c'è il rischio di epidemie vere e proprie perché sono state già registrate situazioni che hanno dimostrato l'incidenza maggiore di alcune patologie in quei territori. Quindi è ovvio che il problema non va più preso sottogamba, ma va affrontato in modo definitivo perché questo territorio deve avere la possibilità di un giusto approvvigionamento idrico con acqua naturalmente potabile.

E' un problema, come dicevo, vecchio, non è un problema certamente attuale, però molto è stato fatto in passato. Io approfitto della presenza dell'Assessore regionale dei lavori pubblici per illustrargli - se per caso non lo sapesse - ciò che è stato fatto per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico di quel territorio. Il Governo regionale, che precedette Giunta Soru, aveva eseguito interventi importantissimi nel territorio per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico; per esempio aveva completato la diga di Olai - una diga nell'altipiano di Orgosolo che era rimasta ferma da più di un decennio - aveva recuperato il progetto, ultimati i lavori e creato un collegamento fra la diga e il Govossai, con la possibilità di interscambiare l'acqua (Olai ha un bacino di quasi 10 milioni di metri cubi contro i 2 milioni circa del Govossai) e permettendo di risolvere definitivamente il problema idrico della città di Nuoro.

Qui nessuno ne parla, sembra che sia stato un intervento di poco conto, invece la città di Nuoro ha avuto sempre problemi enormi per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico, e soltanto dopo che è stato realizzato questo intervento il problema idrico è stato risolto, e non solo per la città di Nuoro, ma anche per i comuni del circondario. L'ha risolto la politica, non si è risolto da solo. Devo inoltre aggiungere che in quella fase avevamo sbloccato anche i lavori della diga di Cumbidanovu (un altro invaso nel comune di Orgosolo, anche questo molto importante) che pur fra mille problemi stanno continuando.

Dico questo non a caso perché noi, con questi interventi, abbiamo fatto in modo che la città di Nuoro e il circondario avessero la possibilità di approvvigionarsi per uso domestico con acque che non contenessero residui di depurazione fognaria, nel senso che queste acque non ricevono scarichi di nessun genere, quindi con un minimo intervento possono essere potabilizzate per uso civile.

In questo modo non è stato risolto solo il problema della città di Nuoro e del circondario ma anche della Baronia. Perché? Perché quell'acqua della diga di Olai serviva anche per l'uso potabile dei comuni della Baronia e noi avevano anche eseguito interventi in tal senso perché abbiamo rinnovato la rete dal comune di Orgosolo fino al depuratore vicino alla diga di Perda 'e Ottoni; mancava solo l'ultimo tratto dalla diga di Olai al comune di Orgosolo che non avevamo fatto in tempo a completarlo e che è rimasto ancora così. Quindi l'intervento da fare è soprattutto questo.

Poi ci sono altri interventi per quanto riguarda la depurazione e l'altro grande intervento relativo all'approvvigionamento di Su Gologone. Spesso, in quest'ultimo periodo, abbiamo sentito dichiarazioni molto fantasiose: pare, cioè, che da queste acque di falda si possano risolvere tutti i problemi non solo idropotabili della Sardegna ma anche irrigui. Io credo che chi di competenza dovrebbe intervenire e dire che l'uso delle acque di falda, delle acque sotterranee, è sempre molto problematico e delicato, perché sappiamo tutti cosa significhi impoverire troppo l'acqua di falda, e i conseguenti problemi che crea anche per le acque di superficie. Però siccome siamo in una fase di grande propaganda continua, tutti i giorni si continua a parlare di questa possibilità, di posti di lavoro e altro. Io credo che la Regione debba un po' mettere ordine e chiarire i termini della vicenda e smettere di conferire ancora incarichi di progettazione che sappiamo essere inutili, assolutamente inutili, perché quando si sa che certe risorse idriche non possono essere utilizzabili, non si assegnano neanche incarichi e non si effettuano neanche studi che non servono assolutamente a nulla.

Ecco, io credo che sia il momento, a questo punto, considerato che la maggior parte del lavoro è stato già pianificato, è stato già fatto, e che mancano pochi milioni di euro per risolvere definitivamente il problema, che l'Assessorato prenda in mano la situazione. Da poco si è tenuta una sorta di conferenza di servizi dove erano presenti la Regione, gli enti competenti, Abbanoa, l'autorità d'ambito e c'è la necessità di procedere a una sintesi, di fare gli interventi che rimangono da fare e dare la possibilità finalmente e definitivamente alla popolazione di avere l'acqua potabile, sia quella che arriva dalla diga di Olai, e quindi dal Govossai, ma anche, possibilmente, quella che potrebbe arrivare dalla sorgente di Su Gologone, pur sapendo che questo è un problema molto più complicato e che va studiato con attenzione e con grande senso di responsabilità.

Un ultimo punto: ha detto bene anche qui chi mi ha preceduto, considerato il rischio per la salute dei cittadini, io credo che gli interventi, l'intervento, quello con la procedura di urgenza possa essere consentito in modo che le opere da realizzare vengano ultimate immediatamente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). La mozione ha sollecitato l'intervento dei rappresentanti del nuorese; in ordine, un po' tutti, ci stiamo alternando per esaminare la situazione.

Leggevo poc'anzi che già nel 16 gennaio del 2009 la Giunta regionale deliberò una spesa di circa 10.500.000 euro per gli interventi di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio dell'approvvigionamento idrico sul rio Cedrino e sul rio Posada. Io ho partecipato nell'ultimo mese a qualche incontro con i sindaci, con i rappresentanti dell'autorità d'ambito, con altri consiglieri regionali per esaminare la situazione che si è venuta a verificare in Baronia, in modo particolare a seguito dell'annoso, mai risolto inquinamento di quella grande cloaca che è diventato il rio Cedrino. Allora vediamo perché è diventato questa grande cloaca.

Mi sembra di poter dire che questa situazione è anacronistica, come bene è stato sottolineato poc'anzi da alcuni colleghi, anacronistica nel 2010, perché abbiamo un sistema di depurazione che non funziona e che scarica le acque costantemente nel rio Cedrino. Questo è un fatto semplice, intuibile. Dicono i tecnici che nella sola città di Nuoro, il 40 per cento, se non di più, delle acque viene scaricato non depurato perché i depuratori non funzionano, sono vetusti, mancano i fondi per interventi adeguati. Abbanoa stessa dichiara di eseguire soltanto gli interventi d'emergenza per cui tutto questo flusso di liquami che da diversi paesi viene scaricato nel rio Cedrino determina uno stato di inquinamento costante.

Chi ne fa le spese? Ne fanno le spese i Comuni di Orosei, Irgoli, Galtellì, della valle della Baronia. Ne fanno le spese gli abitanti che non possono disporre di un'acqua totalmente utilizzabile. Ne fa le spese anche, secondo me, il sistema agricolo, perché spero che quelle acque non vengano utilizzate per il sistema dell'approvvigionamento idrico in agricoltura che segue sì altre vie ma che molto spesso confluisce nello stesso sistema e quindi quelle acque le ritroviamo nel sistema di irrigazione.

Aggiungo, che in Baronia ormai da molti anni occorre alzare gli occhi al cielo per sincerarsi che non piova troppo. Di questo problema la Baronia ne ha fatto le spese anche un anno fa; ne abbiamo discusso in questa Aula. In alcune zone, infatti, sono facili le esondazioni, ma non sono esondazioni dovute al carico eccessivo delle acque piovane ma al fatto che abbiamo un alveo sul quale, negli anni, non si è mai intervenuto adeguatamente, per cui è un fiume abbandonato a se stesso. Sarebbe già un risultato positivo se lo scorrimento delle acque fosse lasciato agli eventi della natura, il problema è che invece la mano dell'uomo e alcuni interventi irresponsabili a mio avviso nei decenni hanno causato questa situazione che viene amplificata in alcuni momenti. Credo che un po' tutti noi dovremmo sapere di quale area della Sardegna stiamo parlando.

E' vero che è un'area a vocazione turistica, è vero che è un'area a vocazione agricola, è però anche vero che ci sono delle persone che vivono là, al di là della vocazione del territorio. Le vocazioni amplificano sicuramente l'effetto della situazione che si è venuta a creare. Si è parlato quindi di procedure d'urgenza; non so quanti milioni manchino, adesso non mi ricordo, ricordo che in quei 10 milioni e mezzo, stanziati il 16 gennaio del 2009 dalla Giunta e dall'Assessore di quel periodo, in collaborazione con l'Assessorato dell'ambiente, 4 milioni e oltre vennero destinati per gli interventi sul Rio Cedrino. A quanto pare non risolutivi, o non sufficienti, perché oggi siamo qui a parlare di questa situazione anacronistica. Allora le istituzioni competenti, a partire da Abbanoa, a partire dall'Assessorato stesso, dai sindaci e quant'altro, chiedono un intervento immediato in stato di emergenza, cioè l'esercizio dei poteri commissariali.

A questa domanda ci è già stata fornita una risposta, nel senso che in uno di questi incontri, di cui vi ho riferito, il responsabile commissario di Abbanoa ha affermato che entro il mese di giugno del 2010 i problemi saranno risolti e loro metteranno in essere tutte le azioni, con le risorse finanziarie in loro possesso, perché al problema si ponga soluzione. Ora qui serve un atto di fiducia. Sul suo onore il commissario ha garantito l'esecuzione dei lavori necessari. Non voglio scendere sulle problematiche tecniche, che poco mi riguardano tra l'altro, credo che noi dovremo chiedere la soluzione del problema, ed i tecnici pagati per risolvere i problemi, e i funzionari responsabili pagati per risolvere i problemi, stante le risorse finanziarie, devono provvedere alla soluzione del problema.

Nel mentre, si è attivata anche la disponibilità dei comuni che possono intervenire per risolvere, nel momento contingente, la situazione. E quindi nasce l'accordo che poi è un accordo dovuto, essendo l'acqua un bene pubblico e non necessariamente del comune dove vi scorre. La soluzione proposta è quella di attingere dalle fonti di su Gologone del comune di Oliena, che ha offerto ovviamente la sua disponibilità, nonostante quel senso di responsabilità, in ossequio anche al principio di sussidiarietà, che deve essere insito nelle istituzioni che governano il territorio. Ovviamente nella piena tutela degli altri comuni che attingono da quella fonte, nella piena tutela di un bene protetto, nella piena tutela dei cittadini di quel territorio.

Ora io credo che quella ovviamente non sia la soluzione, è una soluzione temporanea, è una soluzione sulla quale poi c'è ancora da ragionare perché, come alcuni sanno, lì c'è il problema dello stesso alveo del fiume Cedrino, che supera in alcuni momenti il livello delle fonti di su Gologone, che ricordo è un bene protetto, e perciò si rischia di far scaricare il Cedrino sulle fonti, col pericolo di inquinarle. Mi sembra che l'Assessorato, e chi di competenza, si stia adeguatamente attivando e si stia formando un'idea sulle possibili soluzioni immediate, non in previsione solo di una stagione turistica alle porte (siamo a febbraio, inizia già, anzi è già conclusa la programmazione dell'attività turistica) ma soprattutto per arrivare ad una definitiva soluzione che riguarda la gestione di un bene naturale, l'alveo del fiume, che riguarda la depurazione e la potabilizzazione, che riguarda l'interconnessione, che riguarda soprattutto la salute pubblica di quei cittadini.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, è vero, stiamo intervenendo, i consiglieri della Provincia di Nuoro, tutti, hanno risposto anche alle iniziative che hanno promosso i sindaci, io ho partecipato ad alcune di quelle, ero assente all'iniziativa promossa dal consigliere Mula qui a Cagliari, ma tutti abbiamo sentito e avvertito le grandi preoccupazioni, la reale preoccupazione dei sindaci di quei territori che hanno anche decretato lo stato di emergenza sanitaria, determinato dalle condizioni delle acque del Cedrino. E comunque è una situazione locale e particolare, perché si tratta dei territori della Baronia e della salute dei cittadini di quel territorio.

Però è anche vero che si tratta anche di una situazione che, in termini diversi, riveste interesse generale per la nostra Regione, perché altri territori vivono problemi legati alla depurazione delle acque, alla mancanza di collettori fognari. Insomma, ci sono ritardi che derivano anche dalla gestione del sistema complessivo delle acque, che fanno emergere la necessità di intervenire sui tempi, proprio tempestivamente, per risolvere queste situazioni. Quindi c'è anche una cornice generale in cui si inserisce questa questione locale, che ha raggiunto un livello di emergenza davvero alto, e sono certa che l'Assessore è perfettamente a conoscenza del problema, anche perché viene da quei territori. Però va destata l'attenzione, vanno messe in atto velocemente tutte le misure che affrontino il problema.

Noi ci troviamo anche qui a dover, ancora una volta, discutere i problemi che riguardano i diritti primari, i diritti essenziali, quelli che attengono alla normale conduzione della vita di una popolazione. Ancora una volta siamo di fronte ad una situazione di emergenza rispetto alla quale, diceva anche il collega Cucca, il tempo è una variabile determinante, importante. Eppure, paradossalmente, è da almeno un decennio che le popolazioni della Valle del Cedrino si trovano ad affrontare questo problema, a convivere con questo problema, che limita la qualità della vita e soprattutto limita il diritto alla salute di quelle popolazioni. Un problema che è stato definito giustamente come un'emergenza idrico-sanitaria.

L'acqua è ovunque una risorsa preziosa, e lo è ancora di più nella nostra Regione, che come sappiamo è a rischio di desertificazione, ed è caratterizzata da periodi torridi e da annate di siccità. Quindi è una responsabilità che abbiamo tutti, di cui tutti ci dobbiamo far carico per assicurare il buon uso, la buona gestione dell'acqua, ed evitare che le attività antropiche (perché sono queste che determinano i problemi) provochino effetti inquinanti nei bacini, che sono poi le fonti di approvvigionamento.

In relazione alla questione della bassa Baronia, ma il discorso ha valenza generale, non si può tollerare oltre uno sfruttamento che non sia assolutamente razionale e che non sia capace di evitare gli impatti negativi che instaurano processi di degrado delle acque. A questo proposito non può non venirmi in mentre, il rischio che si è corso a Furtei, nei mesi in cui il bacino dei reflui della miniera d'oro a cielo aperto rischiava di tracimare nella diga più a valle, diga che fornisce acqua potabile a gran parte del Campidano. Anche lì, l'azione antropica ha determinato dei problemi gravissimi. Una situazione che è stata recuperata in extremis, dopo le prime perdite, dopo i ripetuti allarmi degli stessi ex lavoratori della miniera, che per mesi si sono fatti carico dei controlli, e dopo il grido d'allarme dei rappresentanti delle comunità interessate.

Tra l'altro, noi italiani siamo noti, purtroppo, come coloro che prima lasciano avvenire le tragedie poi decidono di mettere in atto le misure di prevenzione; quello su cui dobbiamo riflettere, quello che dobbiamo evitare, è esattamente questo. Spero che nella nostra Regione questo venga evitato. Vorrei che soprattutto la Giunta che in questo momento guida la nostra Isola si assumesse la responsabilità e l'onere di far fronte a questo problema. Le situazioni che occorre affrontare, che abbiamo di fronte, necessitano di una tempestività che non può più aspettare.

Le emergenze legate all'acqua hanno, come credo sia evidente a tutti, un'eco enorme. Ruota intorno ad esse la qualità della vita, si diceva, di intere popolazioni, di settori produttivi (dall'agricoltura, al turismo, all'industria) ruotano le vite dei cittadini come ricordava bene l'onorevole Capelli. Ecco perché dovrebbe parimenti ruotare un sistema di controlli ineccepibile, un ineccepibile sistema di verifica e di buon funzionamento degli impianti, un coordinamento ineccepibile fra le varie autorità coinvolte; questo è mancato. I sindaci raccontavano che per un intero periodo c'era stato un rimbalzo di responsabilità, di risposte mancate: la ASL che diceva di non avere competenza e altri idem. Insomma, vi era una enorme difficoltà, anche da parte dei rappresentanti di quelle popolazioni, ad "acchiappare" l'istituzione responsabile che fornisse risposte accettabili alle preoccupazioni dei cittadini.

Quindi è necessario un coordinamento fra le autorità coinvolte che non dia adito a fraintendimenti, che consenta di agire immediatamente qualora si ravvisassero difficoltà nel sistema. Invece, proprio nel sistema della Bassa Baronia siamo di fronte ad una situazione in cui immissioni incontrollate di provenienza industriale, civile ed agricola avvengono in un quadro di totale mancanza di indirizzi e di controlli; è questo che ha determinato negli anni la situazione attuale.

L'aspetto eclatante è che tutti siano al corrente del cattivo funzionamento degli impianti di depurazione dei comuni a monte dell'invaso di Pedra' e Othoni e che la stessa Università di Sassari l'abbia classificato come altamente degradato. Insomma, siamo a conoscenza tutti quanti della situazione, però il tempo passa e la situazione assume contorni sempre più gravi e nulla si fa tempestivamente. Impianti insufficienti ed inefficienti di 11 comuni, tra cui quello di Nuoro - si sa anche questo - che contribuiscono al degrado della qualità dell'acqua, sono ormai un dato di fatto appurato e ribadito. Sappiamo che il Comune di Galtellì ripetutamente ha chiesto l'intervento dei responsabili quando, a seguito dell'ostruzione di un collettore, è stato costretto a scaricare i reflui fognari senza alcun trattamento nel Rio Taddore con conseguente riversamento nel Cedrino. Ebbene, 3 mesi dopo la situazione era ancora la medesima e nessuno si era mosso. Nessuno quindi potrebbe negare che il problema delle acque del Cedrino sia noto da tempo.

Nella scorsa legislatura, onorevole Mula, non sono state formulate soltanto promesse, si è iniziato a porre in essere delle azioni, che certo non hanno risolto il problema ma hanno avviato l'iter per risolverlo. Si è iniziato a lavorare per integrare il sistema potabile con le acque dell'invaso di Ollai, e adesso bisogna continuare in quella direzione. Non c'è necessità di ricominciare da zero; qualcosa è stata fatta, alcune iniziative concrete ed attuabili nel giro di otto mesi sono state già predisposte come quella che consente di integrare con una condotta nuova - così mi hanno spiegato i sindaci - l'acqua della diga di Ollai con quella di su Gologone, utilizzando il potabilizzatore di Janna 'e Ferru.

Quindi ci sono delle soluzioni tecniche già pensate che possono essere messe in campo; si chiede che vengano ripresi gli studi, i progetti, che si portino avanti, i sindaci chiedono la procedura d'emergenza, che, come ricordava l'onorevole Capelli, è già stata assunta come un impegno, quindi va portata avanti. Qui ci aspettiamo che, anche considerato che è un problema sentito da ambo le parti politiche, che anche con questa mozione si possa accelerare l'iter che è già stato avviato e le responsabilità…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Si dirà: perché intervengano solo i nuoresi? E perché l'onorevole Franco Mula ha avuto la sensibilità di porre all'attenzione del Consiglio regionale un argomento di questa portata? Io penso che la risposta risieda in un fatto che testé mi ha ricordato la collega Simona De Francisci, che bene conosce il territorio della Provincia di Nuoro, e cioè che qualche mese fa ben cinque sindaci di quella provincia (e cioè il sindaco di Galtellì, di Orosei, di Irgoli, di Onifai e di Loculi, comuni che, nel complesso, constano di almeno 20 mila abitanti che si moltiplicano poi d'estate) avevano firmato una ordinanza che per oltre un mese poneva il divieto di utilizzazione per uso potabile dell'acqua. Badate, non è un fatto di poco conto, ecco perché noi nuoresi e il collega Franco Mula abbiamo preso a cuore questo problema.

Problema che non può non toccare le corde del cuore, nonché quelle del portafoglio della Regione, come dirò più avanti, perché è un problema importante che ha conseguenze anche sul sistema produttivo locale, considerata la vocazione turistica, da tutti riconosciuta, della zona. Quindi ha fatto bene il collega Franco Mula a portare all'attenzione del Consiglio il problema, evitando di farne una questione di campanile, chiusa nel circondario del nuorese.

Per la verità quando l'onorevole Franco Mula ha avviato alcune iniziative nel territorio con i sindaci (e questo è il secondo aspetto che voglio sottolineare) l'Assessore dei Lavori Pubblici e lo stesso Presidente Cappellacci hanno investito la dirigenza di Abbanoa del problema, tant'è che mi risulta - e questo lo dovrà confermare lei, assessore Carta - che un primo intervento concreto per risolvere il problema della interconnessione tra la diga di Ollai e il depuratore di Galtellì sia stato già assunto, con la previsione di una spesa di circa un milione mezzo e 2 milioni di euro; intervento che - se non ricordo male - dovrebbe concludersi entro otto mesi.

Ritengo quindi che questa Giunta regionale abbia colto nel segno la gravità del problema, e sia intervenuta con tempestività, pertanto mi pare che oggi possiamo (a seguito, mi auguro, anche della conclusione di questo dibattito, di quanto ci dirà lei Assessore) ritenerci cautamente soddisfatti, sempre che vengano poste in essere anche tutte quelle altre iniziative - l'onorevole Barracciu, per esempio, richiamava la questione del fiume Cedrino - da tempo enunciate.

Si sa che il fiume Cedrino, per esempio, ha un tasso d'inquinamento molto preoccupante: qualche mese fa è stata trovata nell'invaso di Pedra 'e Othoni (sono sempre notizie che mi ha fornito la collega Simona De Francisci, per essere onesti) un'alga potenzialmente tossica per l'uomo che sembra neppure la potabilizzazione sia in grado di eliminare. Quindi si tratta di problemi di cui sicuramente questa Giunta regionale dovrà farsi carico, ma - e lo diciamo senza voler fare polemica - non con lo strumento che intende utilizzare la Provincia di Nuoro.

Per la Provincia di Nuoro, infatti, l'unica preoccupazione è quella di proporre l'istituzione di un organismo (un nuovo "carrozzone") per monitorare l'inquinamento del fiume, prevedendo una "spesuccia" di 300.000 euro. Ecco, io penso che questo bisogni evitarlo, perché non è assolutamente utile alla soluzione del problema, non è certamente utile perché altri sono i problemi e altre le soluzioni che quelle popolazioni si attendono.

Ecco quindi perché ancora siamo davvero convinti che questa Giunta, con la sensibilità che ha già dimostrato anche l'Assessore, possa portare a soluzione definitiva questo annoso problema per le popolazioni della bassa Baronia.

PRESIDENTE. L'onorevole Uras aveva chiesto la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cappai, Diana Mario, Mulas e Zuncheddu risultano presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Sono presenti 63 consiglieri.

(Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Mariano - Cossa - Cucca - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poiché il Consiglio è in numero legale, possiamo proseguire.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo di intervenire più tardi.

PRESIDENTE. Abbiamo già fatto uno slittamento. L'unico è l'onorevole Sanna Gian Valerio che potrebbe alternarsi con lei.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Segua l'ordine delle iscrizioni.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Allora rinuncio, non sono ancora pronto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, colleghi (così almeno parla anche uno non di Nuoro e si rompe una consuetudine), sinceramente ho apprezzato molto l'intervento del collega Ladu perché fondamentalmente ha centrato nei termini tecnici il problema. Io credo che un problema di questo genere, di questa delicatezza, che attiene a un bene primario che coinvolge i cittadini, non possa essere poi - lo dico anche moderatamente al collega Mula - l'occasione per intonare dei peana oggi a questo oggi a quell'altro: fermiamoci, lasciamo un po' fuori queste cose, se vogliamo risolvere i problemi parliamo dei problemi. Questo è un problema primario e non a caso i sindaci si sono mossi.

Allora, bisogna anche dire con correttezza che la Giunta regionale, il Governo regionale, in materia di schemi idrici e di bacini idrografici dispone la sua strategia finanziaria finanziando gli enti preposti all'attuazione di questi interventi. All'interno dell'Autorità d'ambito, da sempre ma anche in ragione della disponibilità dei progetti esecutivi, è stata riconosciuta priorità a tutti gli interventi volti a garantire la risorsa idropotabile ai cittadini; chiaramente questo elemento è sempre subordinato alla presenza della progettazione esecutiva, perché senza la progettazione esecutiva non possiamo, nonostante la Regione ponga gli stanziamenti annuali per i programmi delle autorità competenti, darne immediata attuazione. Tengo anche a dire che, non a caso, in questo particolare momento, l'Autorità d'ambito, in virtù di una decisione assunta dalla maggioranza, si trova in regime di commissariamento, per cui questo invocare commissari andrebbe meglio precisato.

Ha ragione l'onorevole Ladu, il problema della risoluzione dell'approvvigionamento idrico è stato affrontato e portato avanti attraverso il completamento nel tempo dello sbarramento sull'invaso Olai e il suo collettamento con il depuratore. Cosa è successo? Dopo che si è collegato l'invaso, e quindi la dotazione idropotabile, al resto della tubazione, in sede di collaudo le reti non oggetto dell'intervento non sono state in grado di sopportare le pressioni e gli oneri derivanti dalla nuova opera, che si inseriva in un'opera già esistente di cui pure si era valutata la tenuta. Se si risolve questo problema, nell'immediatezza il problema idrico può ritenersi risolto, poi il problema del Cedrino è un altro.

Ora, siccome questo evento è accaduto esattamente sullo scorcio finale della legislatura passata, probabilmente nel cambiamento si è smarrita un po' la consapevolezza dell'urgenza dell'intervento. Si sarebbe potuto prevedere, infatti, l'utilizzo, anche in forma urgente per il collaudo, dell'impresa che ha svolto i lavori, quindi un affidamento in termini semplificati, proprio perché questa opera riveste un interesse pubblico che ha carattere di urgenza. Ora, bisogna verificare se questa condizione di permanente collaudo sussiste ancora e se si può provvedere con la legislazione corrente a tagliare i tempi di attuazione. Io sarei infatti contrario all'invocazione di poteri speciali, in una giornata in cui sarebbe proprio opportuno non parlarne, per una questione convenzionale è meglio che non ne parliamo.

Ma non ne voglio parlare non per quel fatto ma perché io credo che noi dobbiamo in tutti i modi cercare di valorizzare l'organizzazione della Regione, perché invocare i poteri esterni è una resa alle difficoltà dell'Autonomia di servire i cittadini almeno nei loro diritti elementari. E questo la Regione lo può fare se dispone di quei requisiti strutturali e di organizzazione, anche nei confronti dell'impresa che opera, che possano in qualche modo garantire nell'immediato, visto che poi le risorse ci sono, la realizzazione di un intervento di somma urgenza in sede di collaudo e di completamento per assicurare nell'immediatezza la risorsa idrica. Poi tutto il resto può essere oggetto di un coordinamento e di un'organizzazione che ovviamente tenga conto che il Rio Cedrino - noi lo sappiamo, lo sanno tutti - è una sorta di bestia nera, anche per i tecnici, perché la sua orografia, la sua azione è particolarmente ostile rispetto ai canoni ordinari della progettazione, delle livellette e di tutte queste altre cose. Tutto ciò è aggravato dal fatto che c'è stata, nel tempo passato, un'incuria che chiaramente produce danni quasi mai reversibili.

Quindi, io suggerirei uno sforzo da parte di tutti noi per chiedere alla Giunta regionale di avvalersi il più possibile dei poteri di urgenza, perché non si deroghi alle nostre prerogative, e anche perché sarebbe un utile segnale di efficienza della macchina burocratica amministrativa della Regione, un segnale della capacità della Regione di dare qualche volta risposte in tempi accettabili. Io credo che questo debba essere alla fine l'esito di questa mozione: prendere atto che c'è un'emergenza, delegare la Giunta a individuare con gli enti competenti tutti gli strumenti tuttora disponibili per i lavori in corso; completare il collaudo con prescrizione attuative che mettano in condizioni il collettamento delle opere già realizzate alle reti e poi con calma valutare gli altri strumenti.

Io credo che anche il commissariamento dell'autorità d'ambito consenta una rapida concertazione con l'Assessore regionale per garantire questi interventi. Per il resto c'è bisogno forse di una maggiore programmazione, forse di qualche passaggio esecutivo in più per quanto riguarda la depurazione del Rio Cedrino. Io credo che siamo tutti disponibili, di fronte a questi bisogni essenziali, a non mettere la testa sotto la sabbia, e tantomeno fare ciascuno di noi battaglie di ordine campanilistico che, quando si tratta di diritti fondamentali, mettono a nudo, qualche volta malamente, anche i limiti della nostra stessa autonomia.

Ritengo che questo problema costituisca un banco di prova anche per l'autorevolezza oltre che per l'efficienza della nostra autonomia.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Come ben si nota questa mozione è stata presentata dai consiglieri del centrodestra e del centrosinistra, non è quindi una mozione che denuncia una posizione di parte, anzi evidenzia una preoccupazione comune che non riguarda solo i comuni interessati (cioè i comuni della valle del Cedrino: Orosei, Onifai, Irgoli, Loculi e Galtellì) ma riguarda anche chi svolge una funzione pubblica di rappresentanza complessiva della Regione, come i consiglieri regionali che non fanno riferimento a quel territorio, perché riguarda un tema di attualità assoluta.

E il tema qual è? La situazione concernente l'approvvigionamento idrico a fini potabili, i soggetti preposti alla gestione di quel servizio (che sono gli stessi soggetti preposti alla gestione del servizio di depurazione) e anche una normativa nuova che scende in campo (lo dico nonostante la totale distrazione su questo tema, ma verrà il tempo in cui dovremo confrontarci, perché su questo tema il confronto sarà durissimo, senza sconti) la legislazione che è stata di recente approvata dal Parlamento in merito alla possibilità di privatizzare i servizi destinati alla gestione dell'idrico potabile e l'obbligo per le amministrazioni pubbliche che operano in regime di società in house di consegnare un pezzo (e non di scarso rilievo) alla speculazione privata di questo servizio, di questa disponibilità, di questo bene comune che è l'acqua.

Ciò significa solo una cosa: che la prossima volta noi non saremo in condizione neppure di fare una mozione, che i nostri comuni, gli abitanti dei nostri comuni dovranno avvelenarsi alle acque inquinate e rese inquinate dallo scadente servizio reso dai gestori privati che ragionano solo in termini di profitto, non in termini di bene comune, di servizio alla comunità. Ragionano in termini di profitto esattamente come ragiona l'Alcoa: io rimango là fino a quando ho un beneficio diretto, fino a quando io mi arricchisco e fino a quando io mi posso arricchire di più che in altre parti. Perché nel momento in cui il profitto viene poco poco meno ed è più remunerativo investire il capitale da qualche altra parte, "mollo" quell'impresa e vado da altre parti. E se qualcuno molla l'acqua, e soprattutto molla la depurazione, chi finisce avvelenato sono i cittadini che sono i veri proprietari del patrimonio idrico.

Allora io sono assolutamente d'accordo sulla necessità di intervenire anche con le forme accelerate di attribuzione dei lavori per rimuovere le cause che sono alla radice di quest'inquinamento che, come si legge nella stessa mozione, sono da rinvenire nel cattivo funzionamento degli impianti di depurazione o nell'assenza degli stessi. Noi lo possiamo fare oggi, non lo potremo fare domani, non potremo cioè investire parte delle dotazioni pubbliche, accedere a procedure di questa natura perché, perché quel tipo di bene, quella tutela sarà attribuita ad una società per azioni priva di ogni condizionamento dell'autorità pubblica e che agirà solo in ragione di un profitto.

Noi abbiamo già avviato una discussione, l'abbiamo fatto in sede di Commissione bilancio, su un soggetto gestore; alcuni si sono attardati a dimostrare quanto fosse inefficiente la gestione in house, altri ad avanzare solo una preoccupazione circa le dotazioni finanziarie di cui invece ha bisogno il soggetto gestore che vanta crediti sicuramente significativi nei confronti di una utenza morosa, altri ancora (e non solo nel centro sinistra) hanno avanzato forti preoccupazioni circa l'orientamento obbligatorio imposto dallo Stato. Lo dico al collega Sanna: non c'è solo il vento, ma c'è anche l'acqua da difendere, e un pezzo della sovranità dei sardi va assolutamente conservata sotto questo profilo in questo ambito.

Ad Orgosolo c'è un murales che ricorda i tempi della siccità e ricorda che quel popolo non chiedeva carne, carne pregiata ma chiedeva acqua, acqua per poter svolgere il proprio lavoro, per poter governare la propria ricchezza, per poter pensare alla propria impresa; acqua per poter vivere, acqua per poter produrre, acqua per poter essere utile alla comunità. E voi quest'acqua a chi la volete dare? Agli speculatori. Sembra che li dobbiate cercare in ogni angolo, in ogni posto, sembra che dobbiate per forza esercitare un'azione di esproprio obbligatorio anche delle condizioni minime di vita per far arricchire persone che accumulano patrimoni enormi che non gli serviranno a nulla perché morranno prima anche di poterseli godere, che non riusciranno a trasferirli neppure alle generazioni che loro conoscono perché tale e tanta è la risorsa in campo, che sarà difficile per loro averne anche contezza. Questo state facendo: togliete l'acqua, togliete la terra, stiamo tornando ai tempi della barbarie! Si imbarbariscono le istituzioni, gli strumenti di difesa del popolo, la sua rappresentanza, l'efficacia dell'azione della sua rappresentanza nel determinare il destino delle comunità, si rapinano questa comunità di tutto, dell'acqua, della terra, del vento, della luce, del calore! Questa è la realtà! E non è una realtà assolutamente incomprensibile. Non è un esercizio accademico di polemica questo, è la verità! Girate, uscite da questo Palazzo e andate a guardare! Queste mozioni servono per ricordarci che siamo la causa anche noi, o meglio, anche voi delle difficoltà che vivono le nostre comunità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Non essendo di quel territorio sembrerebbe preclusa la possibilità di dire qualcosa su questo argomento, ma io non credo che, alla luce di questa mozione, e ascoltato anche l'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, che quando è di luna buona contribuisce, lo dovrebbe fare più frequentemente e noi saremo tutti…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' il rapporto tra la tua l'una e la mia.

DIANA MARIO (P.d.L.). Quando la luna è in piedi, il marinaio dorme. L'onorevole Gian Valerio Sanna ha parlato dell'autorità d'ambito; non l'abbiamo commissariata noi, il problema dell'autorità d'ambito risale a una norma di legge che voi vi siete impegnati a modificare e che è ancora invece lettera morta, per cui il problema non l'abbiamo creato noi. Relativamente invece al contenuto di questa mozione, credo che sarebbe opportuno (ma questo è un invito che rivolgo alla Giunta, non essendo convinto che questo sia un problema che riguardi solo ed esclusivamente il Cedrino in Sardegna, ma credo riguardi anche altre aree, altri bacini idrografici della Sardegna) inserire in questa mozione un ulteriore elemento che offra la possibilità all'Esecutivo che tramite dell'ARPAS ha la possibilità di verificare esattamente quali sono le condizioni di quel bacino idrografico (e di tutti gli altri) di intervenire in quelle altre situazioni che certamente oggi hanno dei problemi.

Per cui, oltre che annunciare ovviamente il voto favorevole per questa mozione, chiedo che all'ultimo comma, nel quale si fa riferimento al Cedrino, si aggiunga il riferimento a tutte le altre aree della Sardegna o bacini idrografici della Sardegna che dovessero, in qualche maniera, presentare le stesse caratteristiche gravissime che presenta il Cedrino. Credo di non dover aggiungere altro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei lavori pubblici.

CARTA, Assessore dei lavori pubblici. Presidente, onorevoli consiglieri, gli spunti che la mozione ha offerto e che in questo dibattito sono venuti fuori sono sicuramente stimolanti per tutta l'azione della Giunta relativamente a quanto si potrà fare in un settore sicuramente importante e fondamentale come quello della depurazione dei sistemi idrici e potabili. Io partirei, se siete d'accordo, da un inquadramento generale della situazione di partenza, per poi elencare gli interventi puntuali che si intendono realizzare, i tempi e le modalità, e concludere, eventualmente, con qualche considerazione sugli interventi che avete appena svolto.

Quindi partirei con la società Abbanoa S.p.A., che è gestore unico del servizio integrato e del sistema fognario depurativo dei comuni ricadenti nella Provincia di Nuoro (ma non solo) per avere acquisito il possesso degli impianti nello stato in cui si trovavano al momento della cessione degli stessi da parte di Govossai S.p.A., ESAF e precedenti gestori. La situazione gestionale di alcuni di questi sistemi fognario-depurativi presenta criticità provocate anche da fattori contingenti (quali gli eventi alluvionali accaduti nel mese di novembre 2008) che hanno aggravato la situazione infrastrutturale.

Le pressioni, in termini di scarichi di acque reflue, possono essere evidenziate principalmente nelle seguenti: nel tratto del corso d'acqua immediatamente a valle dell'abitato di Oliena sono stati identificati diverse fonti puntuali di inquinamento (tra le più rilevanti un'attività di allevamento avicolo e lo scarico del centro abitato di Oliena) che si riversano sul tratto del fiume Cedrino a monte dell'invaso di Preda e' Othoni. Sull'invaso del Cedrino agiscono inoltre, come fonti puntuali, oltre gli scarichi sopra indicati, anche quelli derivanti dall'abitato di Dorgali, gli scarichi non depurati di circa la metà dell'abitato di Nuoro che si riversano nel tratto del corso d'acqua a valle dell'invaso e a valle della confluenza del Rio Sologo, l'interferenza tra reti idrografiche naturali e rete fognaria nell'agglomerato di Oliena. Permangono inoltre problemi amministrativi di dinieghi autorizzativi da parte della provincia per incompletezza delle strutture e modalità gestionali.

Dai dati rilevati in base ai controlli effettuati dall'ANAP sullo scarico, nel 2008 sono state rilevate non conformità per quanto riguarda i parametri di fosforo totale, azoto totale, azoto nitrico e solidi sospesi e per i saggi di tossicità. Anche gli impianti di Dorgali sono privi di autorizzazione in seguito al diniego del 2008, in quanto non risultano funzionanti in tutte le sezioni. Secondo una nota dell'ARPAS, a febbraio del 2009 lo scarico non è stato campionato in quanto il depuratore risultava tra l'altro non funzionante. In conseguenza del cattivo o intermittente funzionamento degli impianti di depurazione degli abitati sopracitati, le acque dell'invaso Cedrino si trovano sempre in uno stato ipertrofico, dovuto all'eccessivo carico di nutrienti. Le acque del fiume Cedrino sono sottoposte a monitoraggio dall'anno 2002 ai sensi del decreto legislativo numero 152 del 99.

In particolare sono state istituite tre stazioni di monitoraggio: una sul tratto a monte, una sul tratto intermedio prima della diga di Preda e' Othoni, e una a valle. I dati rilevati nel corso degli anni, per quanto riguarda lo stato ecologico del fiume, mostrano che la stazione a monte si trova sempre in uno stato buono, mentre le due stazioni a valle non raggiungono mai questa condizione, mostrando, in alcuni casi, uno stato scadente. Le acque dell'invaso del Cedrino sono monitorate inoltre ai sensi del decreto legislativo numero 152 del 99 per lo stato ambientale attraverso una stazione posta al centro dell'invaso.

I dati raccolti indicano che le acque si trovano in uno stato di ipertrofia dovuto all'elevata concentrazione di nutrienti. Tale stato non mostra miglioramenti dal 2002 a oggi, in quanto anche i monitoraggi effettuati negli ultimi due anni confermano lo stato ipertrofico. L'invaso è inoltre monitorato con frequenza mensile all'opera di presa, per la specifica destinazione d'uso potabile ai sensi dell'allegato 2 della parte terza del decreto legislativo numero 152 del 2006.

I dati elaborati secondo il metodo di classificazione previsto dall'allegato sopracitato, indicano che le acque risultano con un eccesso di ossigeno disciolto e fosforo, e tali parametri sono strettamente correlati con lo Stato trofico in cui versano le acque dell'invaso. Tale situazione è presente, peraltro, in molti invasi della Sardegna, e ciò evidenzia la necessità di una complessa e articolata serie di interventi sia sul comparto fognario depurativo, sia relativamente allo sfangamento del fondo degli invasi, fonte di inquinamento endogeno. Tale stato non pregiudica la potabilizzazione a valle, nonostante l'elevata concentrazione di fosforo.

Per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, come definiti dal Piano di tutela delle acque, il gestore ha elaborato e trasmesso all'Autorità d'ambito della Sardegna un primo elenco urgente di interventi da finanziarsi con risorse pubbliche e, in particolare, con le somme messe a disposizione dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, che dal fondo per la promozione dello sviluppo sostenibile previsto dalla legge numero 388 del 2000, articolo 144 comma 17, per le annualità 2002 2008, assegna alla Regione Sardegna 5 milioni e 500 mila euro, con il vincolo da parte del gestore di garantirne almeno il 30 per cento di cofinanziamento.

Abbanoa ha fatto presente di garantire il cofinanziamento; esso riguarda l'ottimizzazione dell'uso e della tutela delle risorse dei fiumi e dei rispettivi invasi del Cedrino e Olai, utilizzati a scopo idropotabile nell'ambito degli schemi acquedottistici tra il Cedrino e Govossai. Gli interventi finalizzati al recupero qualitativo del Cedrino permetteranno una gestione quantitativa della risorsa più razionale, consentendo una programmazione dell'uso della risorsa dell'invaso a Olai sicuramente migliore e in grado di sostituirsi, nell'eventualità di crisi distrofiche dell'invaso Cedrino, come principale fonte di alimentazione dei due sistemi acquedottistici.

Le opere proposte sono quindi finalizzate ai seguenti obiettivi principali: sistema fognario depurativo, con un miglioramento qualitativo dei reflui che sversano nel sistema idrografico del Cedrino a tutela della risorsa ad uso idropotabile delle acque sotterranee, e sistema acquedottistico, con il completamento delle interconnessioni tra l'acquedotto Cedrino e Govossai, e la manutenzione straordinaria delle reti idriche al fine di ridurre le perdite e salvaguardare complessivamente la risorsa idrica.

Il finanziamento delle opere proposte ha effetti virtuosi sul sistema tariffario in quanto consente di anticipare interventi già inseriti nel piano d'ambito e per i quali era prevista l'utilizzazione di proventi tariffari. Inoltre tali interventi consentono un miglioramento del servizio, sia come qualità dell'acqua distribuita sia come qualità dei reflui restituiti all'ambiente. Ulteriore importante effetto è la riduzione delle perdite delle reti idriche, quindi la tutela della risorsa idrica con minori prelievi, minori consumi di reagenti, di energia elettrica e minore impatto sull'ambiente.

A tal fine, nel corso della riunione tenutasi il 18 dicembre 2009 presso l'autorità d'ambito territoriale della Sardegna (alla presenza dei sindaci dei Comuni di Galtellì, Irgoli, Loculi, Oliena, Onifai e Orosei, dell'Assessore dell'ambiente della Provincia di Nuoro, dell'Assessore dei lavori pubblici della Regione Sardegna, del personale di Abbanoa e dell'onorevole Mula) si concretizzava l'opportunità di attivare il programma degli interventi che possono beneficiare dei finanziamenti citati e previsti dalla legge numero 388 del 2000. Era però indispensabile, come detto, che la società Abbanoa integrasse il programma degli interventi proposto nel mese di luglio 2009, impegnandosi formalmente ad anticipare almeno il 30 per cento dell'investimento necessario, in conformità al disposto normativo.

Il programma degli interventi è così articolato. Per il sistema acquedottistico: interconnessione degli acquedotti del Govossai e del Cedrino e rifacimento tratti intermedi in acciaio da Janna 'e ferru a Orgosolo per un milione di euro; interconnessione degli acquedotti del Govossai e del Cedrino; rifacimento tratte da Oliena a Su Gologone per un milione di euro; risanamento della rete idrica di Dorgali per 400 mila euro; risanamento della rete idrica di Galtellì 250 mila euro; risanamento della rete idrica di Irgoli 250 mila euro; risanamento della rete idrica di Oliena 500 mila euro e risanamento rete idrica di Orosei 500 mila euro. Totale 3 milioni e 900 mila euro.

Sul sistema fognario depurativo: adeguamento funzionale e strutturale dell'impianto di depurazione di Dorgali per un milione di euro; adeguamento funzionale e strutturale dell'impianto di depurazione centralizzato del Sologo per un altro milione di euro; completamento e miglioramento funzionale dell'impianto di depurazione di Oliena 200 mila euro; completamento del collettamento dei reflui dell'abitato all'impianto di depurazione di Oliena 300 mila euro. Totale 2 milioni e mezzo di euro. Per il sistema di monitoraggio e telecontrollo degli impianti idrici e fognari nell'abitato del bacino del Cedrino è prevista una spesa di 600 mila euro.

L'importo complessivo previsto per l'intero programma degli interventi è pari a 7 milioni, di cui 5 milioni e mezzo a valere sulla quota pubblica a fondo perduto e un milione e mezzo di anticipazione del gestore quale investimento da tariffa.

Facendo seguito a questa riunione, l'autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna ha partecipato, l'11 gennaio 2010, alla riunione congiunta dei consigli comunali convocata a Orosei per discutere in merito alle problematiche concernenti gli scarichi non depurati del fiume Cedrino e l'approvvigionamento idrico dell'unione dei comuni della Valle del Cedrino. Il giorno successivo si teneva presso l'autorità d'ambito territoriale ottimale della Sardegna, alla presenza sempre dei sindaci di Galtellì, Irgoli, Loculi, Oliena, Onifai e Orosei, dell'Assessore dell'ambiente della Provincia di Nuoro, del distretto idrografico, dell'ENAS e di Abbanoa, una riunione nel corso della quale si esaminavano le problematiche connesse all'ottenimento del finanziamento del programma degli interventi di cui alla legge numero 388 del 2000 e alla realizzazione degli interventi prioritari da stralciare dal programma medesimo.

La società Abbanoa confermava l'impegno ad anticipare il 30 per cento dell'investimento necessario già formalizzato con nota dell'8 gennaio 2010 e ulteriormente si impegnava nella predisposizione del progetto di interconnessione degli acquedotti del Govossai e del Cedrino, e del rifacimento dei tratti intermedi in acciaio da Janna 'e ferru a Orgosolo, ritenuto prioritario da tutti i presenti. Tale progetto sarà disponibile per l'approvazione della fase esecutiva entro il mese di febbraio, mentre attualmente sono in corso le procedure di predisposizione formale e di istruttoria congiunta con l'Agenzia regionale del distretto idrografico, del programma degli interventi proposto dalla società Abbanoa.

Come annunciato nel corso della riunione del 12 gennaio, si ritiene di poter concludere, con la collaborazione di tutti gli enti regionali competenti nel rilascio delle necessarie autorizzazioni, l'esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria dell'interconnessione degli acquedotti del Govossai e del Cedrino nell'arco di otto mesi. Si vuole, infine, chiarire che la materia del controllo del servizio idrico integrato è attualmente in capo, nell'amministrazione regionale, alla Presidenza della Regione, Direzione generale del distretto idrografico della Sardegna, a termini della legge regionale numero 19 del 2006, articolo 13, lettera h), mentre restano al momento, in capo a questo Assessorato, la gestione residua di alcuni programmi di spesa già avviati e la competenza del pacchetto azionario del gestore del servizio idrico (legge regionale numero 4 del 2006, articolo 21, comma 7).

Appare evidente, data la situazione contingente, la necessità di porre in essere ogni azione che consenta di accelerare le procedure di realizzazione degli interventi; si stanno dunque valutando tutte le strade percorribili. Alcune efficaci soluzioni, quale ad esempio l'utilizzo di deroghe legate allo stato di emergenza, paiono tuttavia di difficile attuazione. Infatti, come è noto, lo stato di emergenza deve essere dichiarato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a seguito di evidenti e giustificati motivi. Nel caso specifico, pur riconoscendo la gravità del fenomeno e il disagio inflitto alla popolazione, posto peraltro che le criticità si manifestano in modo discontinuo, le giustificazioni potrebbero apparire insufficienti per l'adozione di atti di tale straordinaria portata.

Parimenti di difficile percorribilità pare la via dell'utilizzo dei poteri straordinari riconosciuti al commissario delegato per l'emergenza alluvione, posto che la problematica in argomento non pare legata a tale evento eccezionale e solo alcuni dei comuni in cui si deve intervenire risultano coinvolti dall'alluvione. Si assicura tuttavia il massimo dell'interessamento al fine di giungere nel più breve tempo possibile al risultato auspicato e si verificheranno tutte le possibilità offerte dal panorama giuridico vigente per comprimere al massimo i tempi delle varie fasi di attuazione degli interventi.

Per quanto attiene agli spunti che il dibattito questo pomeriggio ha offerto credo di poter aggiungere che sicuramente non è sottovalutato dalla Giunta il problema che ha esposto la mozione e che era già a conoscenza, allo studio e all'attenzione dell'Esecutivo e del presidente Cappellacci, per cui certamente intendiamo passare dalle parole ai fatti quanto prima, sempre in sintonia con i sindaci e con il territorio, qui ben rappresentato. Non era certamente sconosciuto quanto è stato fatto finora in quei territori né gli impegni che le varie Giunte, susseguitesi in questi anni, hanno evidenziato con opere importanti come il completamento della diga di Olai o l'avvio della diga di Cumbidanovu, dove tra l'altro sono state investite altre risorse e impegnati altri fondi da questa amministrazione.

Si tratta quindi, sicuramente, di interventi meritevoli, interventi importanti che avranno una prosecuzione in una continuità amministrativa per cercare di risolvere i problemi che qui oggi sono stati affrontati. Per quanto riguarda i prelievi, che sono stati da più parti auspicati, dalla fonte di Su Gologone, sono d'accordo - è stato evidenziato anche dall'onorevole Ladu - che non si possa impunemente e liberamente prelevare da una falda, ma che vada verificato effettivamente di quanto si possa incrementare il prelievo senza provocare danni.

La salute e la vita dei cittadini credo che siano l'elemento fondante e il comune denominatore di tutti gli interventi che avete svolto questa sera, ed è anche il problema più importante che si trova davanti l'amministrazione regionale in carica, per cui sicuramente ogni azione che vorrà e che potrà essere posta in essere riguarderà la vita dei cittadini, anche con riferimento all'influenza che questa situazione può avere nel sistema agricolo che potrebbe essere il primo a farne le spese.

Fino ad oggi forse c'è stato anche un rimbalzo di responsabilità per iter troppo lunghi, per situazioni che si stanno protraendo veramente da troppo tempo. Si sta cercando di mettere un punto fermo con la collaborazione di tutti, senza attardarci in peana di nessun genere perché, appunto, miriamo al sodo. Credo che il suggerimento pervenuto anche dall'onorevole Gian Valerio Sanna sia sicuramente da prendere in considerazione per verificare se siamo nella condizione di poter procedere con l'affidamento in somma urgenza, il che sicuramente valorizzerebbe i poteri che sono in capo alla Regione e ci eviterebbe di andare a chiedere interventi dall'esterno, dei quali oggi è meglio non parlare nemmeno, sono d'accordo con lei.

Quindi, per quanto riguarda tutte le altre proposte, certamente saremmo contrari a qualunque organismo di monitoraggio di una situazione nota a tutti da decenni, per cui credo che sia inutile, com'è stato paventato dalla Provincia di Nuoro, andare a spendere 300 mila euro per costituire un organismo di tecnici che non possono dirci altro e nulla di più di quello che già conosciamo. L'acqua è sicuramente un bene che va difeso, come il vento e come l'aria, e su questo credo che ci troveremo tutti d'accordo, perché nessuno ha intenzione di svendere l'acqua a speculatori, nessuno ha intenzione di privare i cittadini di un diritto inalienabile e di non tutelarlo. Credo che sia nell'interesse di tutti tutelarlo.

In ultimo colgo una proposta dell'onorevole Diana per inserire nella mozione anche il monitoraggio relativamente ad altre aree che presentano questi stessi problemi, perché dalla mozione di stasera sicuramente si può prendere spunto per procedere a una verifica complessiva della situazione dell'acqua in Sardegna e quindi contribuire a una programmazione migliore per la soluzione definitiva di tutti questi problemi.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Mula. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Presidente, parto dalle ultime considerazioni dell'Assessore nelle quali ha offerto piena disponibilità. Io pertanto ho preparato un comma, aggiuntivo che recita: "Analogo impegno è richiesto al Presidente della Regione per affrontare il problema dell'approvvigionamento idrico in altre zone della Sardegna che mostrano le stesse criticità". Se venisse accolto mi riterrei abbastanza soddisfatto.

Vorrei comunque fare anche alcune precisazioni. Intanto mi scuso con la collega Francesca Barracciu, non era mia intenzione accusare la precedente Giunta regionale, ho fatto semplicemente riferimento all'alternarsi delle varie Amministrazioni regionali. Per quanto riguarda la procedura in via d'urgenza, io ritengo che anche alla luce di quanto riportato oggi sulla stampa se si può parlare di "emergenza Vuitton cup", lo stesso trattamento, almeno, meriti il problema di cui stiamo discutendo. Comunque è una possibilità che la Giunta, il Presidente sicuramente prenderà in considerazione se ci saranno le condizioni.

Per quanto riguarda i problemi autorizzativi che l'Assessore ha citato, di cui io sono a conoscenza, chiederei all'Assessore di farsi parte attiva per organizzare quanto prima una Conferenza di servizi insieme alla Provincia di Nuoro per capire perché ancora la Provincia di Nuoro continui - ma non per colpa sua, ma comunque qualche problema c'è - a negare le autorizzazioni agli interventi relativi ai vari depuratori, che puntualmente non funzionano e scaricano le acque non depurate sul Rio Cedrino. Siamo perfettamente d'accordo, insieme con tutti i sindaci della bassa Baronia, Provincia compresa, che la priorità sicuramente è costituita dall'interconnessione, l'interconnessione tra la diga di Olai e le pompe di Su Gologone. Sicuramente noi andremo ad attingere dell'acqua che ha qualità di gran lunga superiore a quella che noi stiamo prelevando in questo momento dalla diga di Pedra 'e Othoni che è altamente inquinata.

Ringrazio l'onorevole Sanna per il suo intervento che comunque ha fornito dei suggerimenti che credo valga la pena comunque vedere se è possibile seguire; è vero che il commissario ha poteri in questo caso, ma io direi che forse è il momento che la Regione abbia più autonomia, più poteri, più sovranità in un problema così importante, pertanto chiederei all'Assessore di poter attivare tutte quelle procedure perché otto mesi - nonostante le rassicurazioni forniteci dal commissario dell'AATO - ci sembrano eccessivi, e comunque la stagione estiva resterebbe compromessa. Anche l'anno scorso c'è stato il divieto di balneazione e credo che non ci abbia fatto fare una bella figura, soprattutto con i numerosi turisti che affollano le nostre spiagge.

Per quanto riguarda il prelievo della fonte di Su Gologone, assolutamente non vogliamo forzare la mano e creare problemi di campanilismo fra i vari comuni. Ci riteniamo soddisfatti che in questo preciso momento i Comuni di Oliena con i comuni della bassa Baronia abbiamo intrapreso una strada comune di dialogo che forse in passato non c'è mai stata. Noi non diciamo assolutamente, come qualcuno ha affermato: "bisogna aprire i rubinetti e aumentare il prelievo"; assolutamente no. Questa sarebbe un'azione scriteriata. Siamo però favorevoli e siamo d'accordo sul fatto che comunque l'Autorità d'ambito si debba preoccupare di valutare se ci sia la fattibilità o meno di un maggior prelievo dalla fonte di Su Gologone, senza per questo che ne subiscano i danni le altre collettività.

Per il resto mi ritengo abbastanza soddisfatto, ringrazio la Giunta e ringrazio tutti quanti per il contributo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mula, poiché dobbiamo mettere in votazione la mozione, può riesplicitare l'integrazione che ha proposto?

MULA (Riformatori Sardi). Proporrei, se l'Aula fosse d'accordo, di aggiungere il seguente punto: "Analogo impegno è richiesto al Presidente della Regione per affrontare il problema dell'approvvigionamento idrico in altre zone della Sardegna che mostrano le stesse criticità".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il primo punto rimane invariato, il secondo punto viene modificato?

PRESIDENTE. No, dovrebbe essere modificato negli impegni al Presidente della Regione.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il secondo punto?

PRESIDENTE. Aggiunge un punto, il numero 3).

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Il secondo punto rimane invariato?

MULA (Riformatori Sardi). Rimane tutto invariato.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'onorevole Sanna ha dato alcuni suggerimenti sull'utilizzo delle procedure d'urgenza nella fase di collaudo dell'opera. Ma nel caso sussista - come in questo caso - un'esigenza di ordine sanitario impellente, le procedure d'urgenza vengono utilizzate di norma da parte degli Uffici e delle strutture competenti. Che cosa dobbiamo allora chiedere alla Presidenza del Consiglio dei ministri?

Nel caso in cui c'è un'emergenza di ordine idrico-sanitario gli interventi sono possibili secondo le ordinarie procedure in capo ai soggetti che hanno la titolarità degli interventi, che bisogno abbiamo di chiedere qualcosa alla Presidenza del Consiglio dei ministri? Quindi, io modificherei il secondo punto in questo senso, cioè chiederei la verifica e l'attivazione delle procedure in capo ai soggetti che sono preposti alla gestione degli interventi.

PRESIDENTE. Sospendiamo i lavori per cinque minuti per esaminare le proposte di modifica.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 26, viene ripresa alle ore 18 e 35.)

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Ben Amara Radhouan è presente in Aula, pertanto il congedo si intende revocato.

Alla mozione sono state presentate due proposte di emendamento. La prima proposta riguarda il punto 2 che dovrebbe proseguire con "e in ogni caso di verificare l'applicazione delle procedure d'urgenza connesse all'attività di collaudo delle opere interessate e quelle che derivano da necessità di ordine igienico-sanitario". La seconda riguarda l'aggiunta del punto 4 che recita: "analogo impegno è richiesto al Presidente della Regione per affrontare il problema dell'approvvigionamento idrico in altre zone della Sardegna che mostrassero le stesse criticità".

Poiché non ci sono opposizioni, le proposte di emendamento sono approvate.

Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Il mio intervento sarà breve e tenderà a mettere in evidenza l'importanza dei problemi sollevati per l'invaso idrico del Cedrino, problemi che si prestano a considerazioni di carattere generale, a quelle considerazioni che hanno portato ad inserire elementi che possono avere rilevanza per tutto il sistema idrico della Sardegna.

Dobbiamo ricordare che il sistema degli invasi per la raccolta delle acque nella nostra Regione fornisce per il comparto idropotabile l'80 per cento della risorsa che viene immessa nel sistema distributivo. E quindi importante è che si sia discusso su quell'aspetto sanitario assai rilevante che attiene alla valutazione delle caratteristiche qualitative delle acque. Caratteristiche che nella nostra Regione, appunto, dipendono in termini assai rilevanti dalle variazioni stagionali e quindi dai cicli di piovosità, che sono concentrati, e di siccità. Fatti questi che uniti ai reflui che provengono dagli impianti di depurazione dei comuni che scaricano nei fiumi, possono determinare un problema al quale io vorrei venisse dedicato un minimo di attenzione, che è quello delle microalghe presenti nelle acque superficiali, proprio per effetto dell'incremento degli apporti di carattere nutritivo (azoto e fosforo in particolare) che determinano talvolta il verificarsi di quell'odore sgradevole che ammorba le acque dei nostri bacini.

Queste microalghe, in particolare le cianoficee, possono causare effetti sanitari rilevanti perché sono alla base della produzione di tossine che possono provocare danni alla salute. Sono necessarie quindi azioni di sorveglianza di carattere generale su tutti i bacini della Sardegna anche in rapporto al controllo del carico trofico esterno e interno, nonché un controllo e un adeguamento sul piano normativo degli impianti di depurazione esistenti e di quelli in fase di predisposizione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale sulla mozione, e dichiaro il voto favorevole rammentando a noi tutti che la Sardegna ha la legislazione che io ritengo (ma vi è riscontro in letteratura) tra le più avanzate per quanto riguarda la proprietà e la gestione di questo bene comune essenziale per la vita, che è l'acqua.

Ha una legge importante che regola il bacino idrografico regionale, che è un bacino idrografico unico; ha un sistema di governo pubblico dell'acqua grezza, un sistema di governo e di programmazione pubblica dell'acqua potabile, dell'idropotabile e della depurazione, un soggetto societario a totale partecipazione pubblica come Abbanoa per gli interventi di governo della depurazione e della potabilizzazione e distribuzione dell'acqua ad uso civile. Questo lo dico perché questo è un patrimonio che abbiamo contribuito tutti, prevalentemente nella precedente legislatura, a mettere in piedi, è un patrimonio di grandissimo valore.

Su questi temi si scontrano due visioni nettamente distinte della vita di comunità, esattamente quelle che in qualche misura sono la base della mozione che oggi abbiamo discusso e quelle che invece avrebbero tolto a questo Consiglio regionale la possibilità di effettuare un adeguato intervento.

Noi pensiamo e possiamo sperare che sia risolutivo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 34.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 64

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 64

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 18 e 43.