Seduta n.37 del 22/09/2009
XXXVII Seduta
Martedì 22 settembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 18 e 21.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 29 luglio 2009 (30), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Rosanna Floris, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Matteo Sanna e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta del 22 settembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Rassu - Pitea - Campus - Rodin - Contu Mariano Ignazio - Piras - Greco - Sanna Paolo Terzo - Sanjust - Lai - De Francisci - Pittalis:
"Norme per la tutela del decoro ambientale e paesaggistico delle zone di sosta e degli spazi adiacenti alla rete viaria della Sardegna". (68)
(Pervenuta il 17 settembre 2009 e assegnata alla quinta Commissione.)
Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio:
"Modifiche alla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna)". (69)
(Pervenuta il 17 settembre 2009 e assegnata alla quinta Commissione.)
Contu Mariano Ignazio - Cocco Pietro - Mula - Artizzu - Cappai - Greco - Lotto - Planetta - Piras - Sanna Paolo Terzo - Solinas Antonio - Zuncheddu - Rassu:
"Modifica all'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale)". (70)
(Pervenuta il 18 settembre 2009 e assegnata alla prima Commissione.)
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Diana Giampaolo sull'accesso alla stazione della metropolitana leggera di Cagliari sita nella via Mercalli. (93)
(Risposta scritta in data 18 settembre 2009.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta della Società Is Arenas Renewable Energies srl per l'installazione di un impianto di generazione eolica "off-shore" nelle acque territoriali della Sardegna centro-occidentale". (110)
"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sul progetto per la realizzazione di un parco eolico "off shore" al largo delle coste di Is Arenas". (111)
"Interrogazione Contu Mariano Ignazio - Piras - Zedda Alessandra - Stochino - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul contributo della Regione alla Fiera equimediterranea in programma dal 18 al 20 settembre 2009 a Cagliari". (112)
"Interrogazione Lai - Sanna Matteo - Bardanzellu, sugli effetti della legge regionale n. 6 del 2008 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica) riguardo al Consorzio di bonifica della Gallura". (113)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti i dipendenti dell'amministrazione provinciale di Cagliari ritenuti in esubero e trasferitisi, a fronte di incentivi economici, nelle province di nuova istituzione di Carbonia-Iglesias e Villacidro-Sanluri". (114)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative ai mancati indennizzi alle società balneari e ai gestori di punti di ristoro nelle spiagge del nord ovest della Sardegna a seguito dei danni provocati dai nubifragi dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2008". (115)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative ai mancati indennizzi ai coltivatori agricoli non imprenditori del nord ovest della Sardegna, a seguito dei danni provocati dai nubifragi dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2008". (116)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Stochino - Diana Mario - Piras - Tocco - De Francisci - Randazzo - Zedda Alessandra - Contu - Peru - Pitea - Sanna Matteo - Sanjust, riguardante l'accordo di programma per la riconversione produttiva delle aree della ex cartiera di Arbatax e per gli interventi di sostegno alla creazione del Polo della nautica (master plan)". (40)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Mozione Floris Mario - Cuccureddu - Mulas su "sviluppo e riforme" nell'unità del popolo sardo per il progresso civile ed economico della Sardegna". (20)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 19.
Dobbiamo ora procedere alla votazione. So che si stanno predisponendo degli ordini del giorno, e poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta sospendo i lavori sino alle ore 18 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 27, viene ripresa alle ore 18 e 43.)
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che l'onorevole Rosanna Floris è presente in aula, pertanto il congedo si intende revocato.
Prego un consigliere Segretario di prendere posto al banco della Presidenza.
E' stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Sanna Giacomo - Diana Mario - Capelli - Vargiu - Cuccureddu sulla dichiarata disponibilità del ministero della pubblica istruzione a rimodulare secondo le richieste avanzate dal presidente della regione sarda e dall'assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il ministro gelmini e l'assessore baire in data 31 luglio 2009.
IL CONSIGLIO REGIONALEa conclusione della discussione della mozione n. 19 (Bruno - Uras - Salis - Zedda Massimo - Cuccu - Meloni Valerio - Solinas Antonio - Espa - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zuncheddu sull'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca e la Regione Sardegna, "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009, e sulla drammatica situazione della scuola in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento);
VISTA la dichiarata disponibilità del Ministero della pubblica istruzione della Repubblica italiana a rimodulare secondo le richieste avanzate dal Presidente della Regione sarda e dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il Ministro Gelmini e l'Assessore Baire in data 31 luglio 2009,
impegna la Giunta regionale
1) a strutturare l'accordo intorno agli obiettivi:
a) dell'innalzamento dei livelli di istruzione e formazione dei giovani, avuto riguardo agli obiettivi fissati dall'Unione europea per il 2010;
b) della lotta alla dispersione scolastica;
c) dell'aumento dell'offerta formativa anche in riferimento alla creazione di un adeguato e innovativo sistema di recupero dei debiti scolastici;
d) della tutela e della valorizzazione della specialità linguistica della Sardegna;
e) del miglioramento dell'efficienza organizzativa delle autonomie scolastiche;
f) della connessione tra innovazione tecnologica e curriculare;
g) della costruzione di rapporti permanenti tra il mondo della scuola e quello del lavoro;
h) dell'integrazione tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale;
2) a inserire l'accordo suddetto nel quadro degli articoli 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle regioni competenze esclusive in materia di istruzione e di formazione professionale e concorrenti in materia di istruzione;
3) a tener conto che la complessità delle materie sottoposte a potestà legislative diverse deve trovare una composizione, in mancanza di alcuni provvedimenti di attuazione del titolo V, parte II, della Costituzione, in accordi politici sulle strategie per l'istruzione e la formazione improntati alla leale collaborazione interistituzionale e al raccordo tra i diversi livelli di governo;
4) a richiamare la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 9, commi 3 e 4;
5) a prevedere percorsi innovativi di istruzione tecnica superiore, intesi come completamento dell'istruzione tecnico-professionale e come incubatori di ricerca e sviluppo del territorio;
6) a prevedere un'apposita sperimentazione sul bilinguismo;
7) a sperimentare un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, anche ai sensi della legge n. 244 del 2007, commi da 417 a 425, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre;
8) a definire tale sperimentazione in un apposito allegato tecnico;
9) a incardinare il governo di tale sperimentazione in un Comitato paritetico Governo-Regione;
10 a difendere l'impegno del Governo al riconoscimento del punteggio per i precari impegnati nei progetti di cui all'accordo predetto;
11) a mantenere, come previsto dalla legge regionale n. 3 del 2009, la disponibilità della Regione a concorrere alle politiche di tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, in un quadro di politiche nazionali di corresponsabilità tra Governo e regioni.)
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 19.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ovviamente resta la mozione, quindi c'è un ordine del giorno che viene iscritto alla prossima seduta?
PRESIDENTE. No, prima si vota la mozione poi l'ordine del giorno. Questo è l'ordine.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Allora interveniamo per dichiarazione di voto. Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, abbiamo accolto tante richieste di sospensione.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' la prima che stiamo avanzando.
PRESIDENTE. La prima ufficiale, lei lo sa benissimo.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La prima sospensione è stata disposta da lei, questa è quella ufficiale.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 18 e 55.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 48, viene ripresa alle ore 18 e 55.)
PRESIDENTE. I consiglieri Segretari, per cortesia, stiano al banco della Presidenza.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Stiamo parlando della mozione, Presidente?
PRESIDENTE. Ho messo in votazione la mozione numero 19, Bruno e più.
ESPA (P.D.). Io voglio iniziare annunciando, ovviamente, il mio voto favorevole a questa mozione...
PRESIDENTE. Onorevoli Cossa, Dedoni e Vargiu, consentite all'onorevole Espa di svolgere il suo intervento.
ESPA (P.D.). Grazie, Presidente. Le chiedo la cortesia di farmi recuperare il tempo perso.
Annuncio il mio voto favorevole e invito i colleghi a fare altrettanto. Sono convinto - ripeto un po' le cose che ho detto anche nella scorsa seduta - che per quanto riguarda la tragedia che sta avvenendo in questi giorni all'interno della scuola sarda che in quest'Aula non ci sia nessuno che non pensi che nei periodi di crisi vadano rafforzate la cultura, l'istruzione e la possibilità per i nostri figli di competere meglio nel futuro, una volta che la crisi sarà superata. Ma in questi giorni, lo cito come caso paradigmatico, sono venuto a sapere che abbiamo concluso un accordo col Ministero dell'istruzione. Noi chiediamo l'annullamento di quell'accordo e lo chiediamo perché non vogliamo che la Regione paghi di suo i tagli fatti dal Ministero.
La notizia, ripeto, è di questi giorni e veramente merita la ribellione pacifica e civile di tutti i sardi; non è possibile che ci sia qualcuno che pensi che non bisogna ribellarsi a una prospettiva di questo genere. Ieri abbiamo saputo che per la prima volta nell'Istituto agrario di Villacidro sono stati inseriti nella stessa classe, una prima, sette alunni con disabilità. Non succedeva da quarant'anni!
Questo effetto è tutto della riforma Gelmini, che non tiene conto della nostra specificità, non tiene conto che i nostri paesi sono piccoli e che chiudere le classi dei piccoli paesi può ledere i diritti delle persone più in difficoltà. Anche per questo invito l'assessore Baire ad annullare unilateralmente l'accordo col Governo perché è svantaggioso, al di là del fatto, ripeto, che altre Regioni hanno addirittura ottenuto fondi aggiuntivi. Noi col Governo dobbiamo aprire una vertenza, ce lo chiedono tutti, ce lo chiedono i 1.600 insegnanti che stanno perdendo il lavoro. Ci vuole un grande sforzo e io credo che votare la nostra mozione che chiede l'annullamento dell'accordo già siglato riporti in campo la possibilità di aprire veramente una vertenza forte nei confronti del Governo nazionale.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, per cortesia! Grazie.
ESPA (P.D.). Dobbiamo cioè discutere col Governo nazionale delle nostre specificità e non subire passivamente un accordo che lede i nostri diritti e soprattutto ci mette in una situazione di crisi che noi non abbiamo voluto, che questo Consiglio non può volere, ribadisco questo concetto.
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Annuncio il voto favorevole sulla mozione numero 19, che abbiamo presentato noi dell'opposizione. Ci siamo lasciati qualche giorno fa, dopo la discussione della mozione, con l'impegno di verificare una possibile convergenza su un ordine del giorno. L'ordine del giorno che poi ci è stato sottoposto (noi ne avevamo proposto un altro) è però generico. Abbiamo già sottolineato, nella scorsa seduta, che c'è una marcia indietro da parte della Giunta regionale, la quale ora decide di rimodulare - parola vuota - l'accordo Baire-Gelmini. Si sono persi due mesi e per altro avevamo già votato una mozione sulla scuola in questo Consiglio regionale che è stata bocciata dal centrodestra. Riteniamo che siano poche le cose da fare, ma sono cose che vanno elencate nel dettaglio. Abbiamo bisogno di risorse e sicuramente gli accordi conclusi dopo il 31 luglio tra lo Stato e altre Regioni prevedevano il trasferimento di risorse a quelle stesse Regioni. Abbiamo bisogno di maggiori poteri, di maggiore autonomia, del riconoscimento della specificità della Sardegna. L'abbiamo già detto: la Sardegna non è la Pianura padana, non possiamo ragionare negli stessi termini e lo Stato non può usare lo stesso ragionamento verso tutte le Regioni. Occorre, quindi, aprire una vertenza forte nei confronti dello Stato e innanzitutto restituire all'organico di diritto i 121 posti ulteriormente tagliati dall'Ufficio scolastico regionale.
Insomma occorre prendere delle decisioni nel dettaglio e questo Consiglio regionale deve dare un indirizzo in merito. Occorre un fondo unico quinquennale - e noi l'avevamo previsto nel nostro ordine del giorno - per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta dell'istruzione in Sardegna; occorre rimettere quei 20 milioni di euro nei capitoli di bilancio, dove noi li avevamo inseriti. Non è possibile che il Governo tagli e la Regione sottragga dal proprio bilancio fondi che erano già destinati alle autonomie scolastiche, al potenziamento della didattica. Occorre, quindi, definire un nuovo accordo con il Governo e annullare quell'accordo sbagliato, assessore Baire, e occorre naturalmente che la Regione, in maniera non subalterna, si confronti con il Governo sulla base di un progetto definito.
Non basta, pertanto, un ordine del giorno generico, che veramente dà pochissime risposte ai nostri precari e al mondo della scuola. Ci sono, sicuramente, due visioni totalmente differenti, lo abbiamo notato anche per quanto riguarda la prima bozza del Programma regionale di sviluppo, su cui ci confronteremo. Voi avete un'idea della scuola in Sardegna che sicuramente non corrisponde all'idea che abbiamo noi della scuola, dell'economia e della conoscenza; avete un'idea che mette alla pari la scuola pubblica e la scuola privata, ma non dà le stesse garanzie a tutte le famiglie sarde.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io sono stato autore, a conclusione dei lavori della precedente riunione del Consiglio regionale, di un'intesa larga su un ordine del giorno sulla scuola. Adesso sento affermare che l'ordine del giorno presentato è generico. Capisco perfettamente che le forze politiche abbiano bisogno di egemonizzare anche le proteste e di rappresentare fortemente la loro posizione, però tra chi sceglie di rappresentare la propria posizione e chi sceglie di tentare di risolvere i problemi c'è una differenza.
Non si può chiamare generico un ordine del giorno che, per la prima volta in quest'Aula, pone il problema dei poteri della Regione Sardegna rispetto al problema della scuola, argomento sempre rifiutato negli anni passati, quando dicevamo che serviva una legge e ci si rispondeva: "No, non serve una legge". Bene, questo è il primo ordine del giorno in cui si dice che si affida a un accordo il problema della legislazione concorrente tra Regione e Stato. Poi si dice, sempre in quest'ordine del giorno, che deve essere prevista la sperimentazione di un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre. Questo è essere generici? E' essere generici chiedere e pretendere che per la prima volta nella sperimentazione si dia apposita attuazione al bilinguismo? E' essere generici dire che occorre mantenere nell'accordo la disponibilità della Regione a concorrere alle politiche di tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, in un quadro di politiche nazionali di corresponsabilità tra Governo e Regioni? E' essere generici pretendere che venga difeso l'impegno al riconoscimento del punteggio per i precari impegnati nei progetti di cui all'accordo firmato? Si può dire tutto, ma non che si è generici.
Si è cercato di far sintesi di un dibattito, l'unica cosa di cui non si può far sintesi è una posizione di scontro politico, che capiamo, ma noi come Sardisti, ve l'abbiamo detto altre volte, agli scontri tra la destra e la sinistra italiana non siamo interessati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il mio voto a favore. Mi soffermerò solo su alcuni punti, ribadendo che è da rigettare l'idea che sta alla base dell'accordo con il ministro Gelmini, e cioè il fatto che si possano accettare tagli sulla cultura e sull'istruzione. Nei Paesi che hanno interesse a competere a livello mondiale questi sono gli unici elementi suoi quali si fonda la competitività e su cui si basa la vittoria in termini di competizione di idee e di conoscenza. Attrezzare le migliori energie, principalmente i giovani, significa per un Paese poter disporre di un bagaglio culturale tale da consentirgli di confrontarsi con gli altri Paesi, né più né meno. L'accordo che è stato siglato è, quindi, da rigettare, perché non è nella facoltà del Ministro dell'istruzione ipotecare il futuro di intere generazioni e del Paese.
E' vero, come è stato detto, che non è la prima volta che si interviene sull'istruzione, che vengono tagliati i fondi per l'Università, la ricerca e l'istruzione. Non è la prima volta, ma non andava fatto neanche la prima, e non è che siccome un fatto si ripete per la terza, quarta e quinta volta lo si accetta senza dir nulla. Questo accordo va rigettato perché pregiudica il futuro della Sardegna, pregiudica il futuro degli insegnanti e del personale non docente, pregiudica l'insegnamento e l'apprendimento delle giovani generazioni sarde. Per questo va chiesto al Ministro di non cancellare posti, di non tagliare fondi, ma semmai di stanziare più risorse per la scuola pubblica, perché se il privato subentra al pubblico e, diciamo, sopperisce a delle lacune del pubblico ben venga, se invece il privato intende competere con il pubblico con risorse pubbliche, mi dispiace, in questo caso non si tratta di competitività, ma di appropriazione di risorse altrui. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi votiamo a favore della mozione perché pensiamo che l'istruzione, la formazione e la competitività culturale siano temi centrali, non nella lotta politica, onorevole Maninchedda, ma nella caratterizzazione dell'autonomia. Pertanto non possiamo condividere l'idea che siamo insieme per accompagnare la speranza. Non abbiamo gli stessi ruoli, c'è gente che deve decidere e c'è gente che deve controllare e ognuno si assume la sua responsabilità. E si assume la responsabilità anche su un punto che sta passando inosservato, perché se si parla di rimodulazione, bisogna anche dire che un accordo c'è stato ed è riconosciuto sbagliato. In quell'errore madornale commesso dalla Sardegna nei confronti dello Stato si consuma la consapevolezza che non possiamo condividere ordini del giorno velleitari e irreali, colleghi, rispetto agli "attributi istituzionali" che mostra di aver avuto fin qui il Governo regionale nei confronti dello Stato, perché quell'accordo sbagliato è lì a dimostrare la debolezza e l'incapacità di aspirare, onorevole Maninchedda, a rivendicazioni più alte. Sarà stata fretta, scarsa conoscenza o superficialità, ma noi non possiamo accedere, se vogliamo difendere, com'è nelle nostre corde, l'autonomia, all'idea di una posizione di difesa o di ricontrattazione rispetto a quella che era o poteva essere una posizione di progetto.
La Sardegna aveva costruito, con il Governo Prodi, un progetto per la conoscenza e la cultura; progetto che state demolendo sistematicamente, senza dire qual è la prospettiva. Dentro questo c'è il dramma dei lavoratori e anche qui, è bene dirlo, non avete voluto ascoltare l'opposizione quando vi chiedeva di stanziare delle risorse che ci sarebbero servite per avere un punto di forza anche in quella contrattazione che oggi avete intenzione di riaprire.
Insomma non possiamo condividere, onorevole Maninchedda, come popolo sardo, una prospettiva da mediocri!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario, ovviamente, alla mozione presentata dal centrosinistra, che evidentemente ha bisogno di quarantott'ore, e a volte qualcuna in più, per modificare completamente ciò che è stato detto in quest'Aula la settimana precedente. Insomma, alla fine saremo costretti a prendere atto che questo è il vostro atteggiamento, colleghi del centrosinistra.
Non ci è sembrato di cogliere da parte vostra, la settimana scorsa, ragionamenti che portassero alle considerazioni che sono state svolte qualche minuto fa. Noi ci siamo sforzati molto, e intendiamo andare avanti, nella rimodulazione dell'accordo; lo vogliamo fare perché siamo convinti di poter dare un segnale diverso, di non fermarci alle semplici chiacchiere. E bene ha fatto il collega Maninchedda a leggervi il contenuto esatto dell'ordine del giorno. Credo che dovremmo farne una pubblicazione in modo che anche i precari sappiano cosa stiamo facendo, perché ho la vaga impressione che abbiate quasi paura che venga fuori ciò che noi in quest'ordine del giorno stiamo dicendo.
Insomma, io invito gli operatori precari della scuola e tutti a prendere atto dello sforzo che si sta facendo in quest'Aula, a prendere atto del fatto che per la prima volta è in corso una contrattazione seria con lo Stato. E non mi venga a dire, onorevole Gian Valerio Sanna, che voi avete avviato la grande riforma dell'istruzione in Sardegna, perché i danni li abbiamo visti tutti: per quanto riguarda la dispersione scolastica sappiamo benissimo quanti milioni di euro non sono stati spesi; soldi certamente stanziati dalla vostra amministrazione, ma in ogni caso 10 milioni di euro non sono stati spesi. E allora, che cosa dovevamo fare? Era responsabilità nostra? Non vorrei pensare che all'improvviso i topi si siano trasformati in cincillà! Siamo seri, almeno per una volta!
Avete sbagliato completamente le vostre prospettive di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda l'istruzione e la formazione. Oggi noi facciamo un sacrificio che è dovuto per i precari della scuola, che è dovuto per l'istruzione, che è dovuto per gli insegnanti, ma soprattutto per gli alunni della Sardegna, per gli scolari, per coloro che non riescono a superare i test d'ingresso nelle università. Per quelle persone noi vogliamo lavorare e non certamente per dare una risposta, che pure è dovuta, ai 1.700-2.000 precari - stamattina sono diventati 2.480 - che sembrerebbe stiano in questa situazione. Dite la verità, almeno una volta, e riconoscete di aver sbagliato per tanti anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi sappiamo bene che questo Governo è nemico del sapere e della conoscenza e sappiamo che l'Italia investe lo 0,8 per cento del proprio bilancio nella formazione e nella ricerca, mentre la Germania investe il 4,6 per cento e la Francia forse il 5 per cento. Cito anche l'esempio della Harvard University che investe nella cultura e nella pubblica istruzione tutto il budget dei Paesi europei. Dunque la vostra idea della scuola non ci appartiene, è anacronistica, surreale e direi anche fantomatica, mi ricorda il ghost di Amleto.
La conoscenza e il sapere non sono barattabili. Che cos'è un modello organizzativo, caro Paolo, se manca l'organizzazione e mancano i soldi? Il problema non riguarda il bilinguismo. Ogni volta che si parla di istruzione andiamo a canalizzare oppure a cercare rifugio nell'interpretazione del bilinguismo, delle minoranze linguistiche, ma qui si tratta di precarietà, di licenziamenti. Noi consideriamo l'accordo tra l'assessore Baire e il ministro Gelmini come un'aspirina, non è un rimedio. Noi non possiamo ipotecare né il sapere né la conoscenza; il lavoro di tutta una generazione andrebbe a farsi benedire.
Voi andate per la vostra strada, lavorate come volete, noi prepariamo la mobilitazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). E' ben vero che la miglior difesa è l'attacco, collega Mario Diana, però a volte anche gli attacchi un po' sconsiderati rischiano di non essere capiti oppure di essere capiti nella loro vera finalità, che è quella di cercare di sviare l'attenzione dall'obiettivo vero. E l'obiettivo vero è un accordo sottoscritto dalla Giunta regionale. Io ho partecipato alle audizioni fatte in Commissione cultura e istruzione del Consiglio regionale, dove ho sentito autorevoli esponenti della maggioranza dire che dell'accordo del 31 luglio non sapevano assolutamente niente. Quindi è un accordo che è stato siglato senza alcuna consultazione, che non ha coinvolto le scuole e che lascia - a parte la soluzione transitoria per quest'anno - 2.484 insegnanti precari con la spada di Damocle di un futuro incerto per la loro attività e per il loro impegno nella scuola. Questo accordo, rispetto al piano Gelmini di ristrutturazione della scuola italiana, tratta la Sardegna in una maniera che a suo tempo Luigi Berlinguer, ministro del centrosinistra, nonostante avesse ricevuto critiche anche da parte nostra, non si sarebbe sognato neanche lontanamente!
Vedete, io vi pregherei di leggere i dati che sono stati consegnati al Presidente della Commissione cultura e istruzione da tutti i sindacati - non solo da CGIL, CISL e UIL, ma anche dai sindacati autonomi, dai comitati di base, insomma da tutti -, da cui emerge un quadro drammatico della situazione verso cui il Governo Berlusconi sta portando la scuola sarda. Non cerchiamo, quindi, di menare il can per l'aia e di cambiare l'obiettivo: l'obiettivo dei precari che stanno manifestando davanti al Consiglio regionale, l'obiettivo delle forze politiche che stanno sostenendo la giusta battaglia di questi lavoratori e del mondo della scuola sarda è quello di modificare l'orientamento politico che il Governo Berlusconi e il ministro Gelmini stanno portando avanti da un anno a questa parte. In soldoni, questa politica è rappresentabile in un tentativo di progressivo smantellamento della scuola pubblica a vantaggio della scuola d'eccellenza, come viene definita, cioè della scuola privata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio, Presidente, il mio voto favorevole alla mozione numero 19. Sono convinta, infatti, fermamente convinta che l'essersi piegati, Assessore, a questo accordo, quello siglato con il Governo, che è profondamente lesivo dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo della dignità e del bene della scuola sarda, sia stato un errore al quale bisogna rimediare. E' un accordo lesivo della scuola sarda nel suo complesso - lavoratori, famiglie e soprattutto studenti - e dell'autonomia della nostra Regione. Tant'è, onorevole Diana, che quest'anno scolastico è iniziato tra le proteste dei lavoratori della scuola e di coloro che sono rimasti a casa senza lavoro, pur avendo lavorato nella scuola magari per vent'anni.
Le rassicurazioni dell'Assessore, fra l'altro, non ci convincono ed è per questo che non possiamo neanche accettare l'ordine del giorno da voi presentato. Infatti, in quelle rassicurazioni non c'è nessuna certezza: non abbiamo la certezza che dal giorno in cui l'Assessore ha parlato in Aula ci sia stata una modifica sostanziale di quell'accordo, pertanto ne chiediamo l'annullamento. Non possiamo accettare altro. Il vostro ordine del giorno, onorevole Maninchedda, rimane generico proprio finché quell'accordo non viene rimesso nel cassetto e finché non si aprirà una strada seria, a partire da atti concreti della Giunta regionale, qui, ora e subito, sul potenziamento e il sostegno di quello che per noi è un bene primario, sul quale non possiamo tornare indietro.
Faremo le nostre battaglie, che non sono battaglie di una parte politica, battaglie aprioristiche, ma sono battaglie che vengono dal nostro modo di intendere la scuola e il progresso delle persone e della società. Non possiamo rinunciare in Sardegna, oggi più che mai, al potenziamento dell'istruzione pubblica. Quell'accordo, invece, determina un'inversione di tendenza sotto questo aspetto e anche rispetto a ciò che il centrosinistra ha fatto in questi anni. Noi siamo pronti a dialogare solo se lei rimetterà nel cassetto, annullerà, straccerà quell'accordo col Governo. Fino a quel momento porteremo avanti le nostre battaglie in difesa dalla scuola pubblica, dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Annuncio che voterò favorevolmente la mozione in discussione, perché è un modo per denunciare il grave stato in cui versa la scuola pubblica oggi in Sardegna; una Sardegna che ha bisogno di molte cose, a iniziare dal lavoro. E il lavoro può venire anche dalle risposte concrete che la scuola sarda oggi reclama, anche attraverso le manifestazioni pubbliche che i precari della scuola stanno svolgendo.
Oggi occorre salvare la specialità della nostra terra, la peculiarità di una regione che è diversa dalle altre regioni d'Italia in termini di distanze, viabilità, situazioni esistenti nei tanti paesi e paesini sparsi sul territorio, ma occorrono anche seri interventi a favore della scuola pubblica nei tanti quartieri delle nostre città e in particolare delle periferie. Abbiamo bisogno di edifici scolastici adeguati. Quest'anno scolastico è iniziato, in alcune parti della Sardegna, con i doppi turni, fra l'altro in edifici non idonei all'attività scolastica, e questo è un segno della gravità della situazione in cui versa la scuola pubblica.
Abbiamo bisogno in Sardegna, l'ho detto già un'altra volta, di una vera autonomia scolastica, un'autonomia che ci consentirebbe di decidere valutando quelle caratteristiche che ho citato prima, ovvero specialità e peculiarità, e soprattutto ci darebbe l'opportunità di introdurre l'insegnamento della nostra lingua, il patrimonio del nostro popolo.
Io credo che solo attraverso questi obiettivi potremo dare una risposta seria al problema occupazione e soprattutto alla legittima e ferma protesta che i lavoratori precari della scuola stanno conducendo con determinazione in questi giorni e a cui va tutta la nostra solidarietà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dire che voterò a favore della mozione e suggerirei ai consiglieri della maggioranza di fare altrettanto. Non c'è nessun accordo da rimodulare, c'è solamente un accordo da cancellare.
Vorrei ricordare che i precari della scuola sono dipendenti dello Stato, non della Regione, e sarebbe compito dello Stato rispettare i patti che esso ha stipulato con questi dipendenti, rispettare le persone che hanno anni di insegnamento alle spalle, che hanno conseguito abilitazioni, superato concorsi e hanno diritti acquisiti che sono stati così platealmente calpestati in questa vicenda.
E' altresì da sottolineare che questo accordo, sottoscritto da un Governo che si è presentato dicendo che avrebbe "riempito" la Sardegna di nuovi posti di lavoro, si configura come il più grande licenziamento di massa degli ultimi decenni attuato in Italia e uno dei più grandi licenziamenti di massa della storia della Sardegna, che non ha termini di paragone fino a oggi.
Questo accordo incauto, sbagliatissimo, perché non si può disporre dei soldi della Sardegna per finanziare gli ammortizzatori sociali di un cattivo datore di lavoro che non rispetta i patti, è da cancellare per il bene dei lavoratori della scuola e per il bene della qualità della scuola in Sardegna. I commentatori più attenti, anche sui giornali nazionali, definiscono allarmante la situazione delle competenze di base della nostra scuola e richiamano il dovere del Governo di fare qualcosa per elevare il livello delle competenze di base, logico-matematiche e di comprensione del testo scritto nella scuola italiana. In Sardegna questo lo si stava facendo ormai da due anni, contrariamente a quello che sa l'onorevole Diana, il quale ha detto delle cose irripetibili. In Sardegna lo si stava facendo e questa Giunta ha preso quei programmi, ha preso quelle speranze, ha preso quello che si stava facendo l'ha stracciato e ha consegnato le relative risorse finanziarie all'onorevole Tremonti, che si distingue perché usa dire che non mette le mani nelle tasche degli italiani. E infatti mette le mani nelle vostre tasche, nelle tasche di tutti i sardi e anche del Governo della Regione Sardegna, evitando così di ottemperare ai doveri e agli impegni finanziari del suo Governo.
Per questo votiamo in maniera compatta a favore della mozione numero 19, senza nessun tentennamento rispetto a un accordo che deve essere cancellato, non rimodulato!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, l'Assessore della pubblica istruzione, a conclusione del dibattito svoltosi in Aula la settimana scorsa, ha assunto l'impegno, secondo me generico, di rimodulare l'accordo del 31 luglio. Sulla rimodulazione si può anche discutere, a me non piace che si parli di rimodulazione, perché l'accordo per noi è da respingere, in quanto non intercetta le attese e i bisogni dei destinatari a cui si rivolge, credo comunque che ci sia poco da rimodulare. Concedendo però il beneficio del dubbio, noi dobbiamo verificare se questa volontà è stata manifestata nel vostro ordine del giorno. Ebbene, caro collega Maninchedda, cari colleghi della maggioranza, nel vostro ordine del giorno, che dovrebbe in qualche misura assumere l'impegno che è stato rappresentato dall'Assessore a nome della maggioranza e della Giunta, io non vedo nessuna volontà e tanto meno il coraggio necessario, in un momento come questo, di rimettere mano a quell'accordo.
Badate, riconoscere d'aver sbagliato non è sinonimo di debolezza. Soltanto le persone, le istituzioni, le organizzazioni forti e autorevoli sono in grado di riconoscere anche di aver sbagliato. A me non pare che nell'ordine del giorno ci sia davvero una volontà di procedere in maniera diversa da quella che avete proposto.
Allora, diteci qual è il punto dell'ordine del giorno con il quale voi intercettate le paure e date una prospettiva ai lavoratori precari da tanti anni e a quelli di quest'anno. Dov'è questo punto in quest'ordine del giorno? Io davvero non lo riscontro. Dov'è in quest'ordine del giorno la richiesta forte, perentoria al Governo di restituire i 20 milioni di euro che di fatto ci sono stati sottratti? Dov'è nel vostro ordine del giorno l'impegno concreto per creare una rete scolastica che sia in grado di intercettare anche i bisogni degli studenti che hanno delle disabilità? Di questo non c'è nulla! In quest'ordine del giorno, vi piaccia o non vi piaccia, non c'è un impegno concreto.
Noi non siamo qui, caro Paolo, per testimoniare un qualcosa di effimero. Fateci una proposta concreta, a partire dalla volontà unilaterale di ritirare l'accordo con il Governo, e poi discutiamo. Dateci questa disponibilità e ritirate quell'accordo in maniera unilaterale, perché non risponde agli interessi della scuola sarda.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, ho preso la parola non per dire ciò che pensa e chiede l'Italia dei Valori, l'ha detto prima di me l'onorevole Salis, ma per leggere un accorato appello che una precaria ci ha pregato di rivolgere all'Assessore e a lei, Presidente, che sicuramente riceverà tante lettere accorate come questa: "Sono un'insegnante di lettere e so per esperienza che quello che attualmente sta capitando nella scuola per moltissime persone, per noi insegnanti, per il personale amministrativo e tecnico, per le famiglie e per la società è una catastrofe. Questa è la realtà, una catastrofe, un massacro che è cominciato e continuerà nel prossimo triennio per arrivare alla decurtazione di 87 mila docenti e 44 mila unità di personale amministrativo, oltre ad altro personale che la scuola perderà. Signor Assessore, si tratta del più grande licenziamento di massa operato dallo Stato, molto più di quanto non sia successo con l'Alitalia e con la FIAT, e questo il Governo lo vuole far passare come una riforma di rigore e di merito. Ma lei sa o dovrebbe sapere che dietro ogni posto in meno c'è una famiglia, magari monoreddito, una donna separata, una donna disperata, una vedova, un mutuo da pagare, figli da mantenere e da far crescere. C'è chi è invecchiato da precario, arrivando a cinquantasei anni nell'attesa di una stabilizzazione che non c'è e non potrà avere, perché a noi non ci riciclano certo in consigli di amministrazione o in poltroncine ad hoc riservate solamente a politici trombati. Sono parole che vengono dal cuore, signor Assessore, e mi lasci allora continuare con questo accorato appello".
Scrive ancora la professoressa: "Vi rendete conto che certe decisioni vanno a sconvolgere l'esistenza delle persone? In un Paese civile e democratico ogni giorno non ci può essere chi si incatena, chi minaccia di darsi fuoco, chi si barrica, chi si arrampica sui tetti, chi fa lo sciopero della fame, chi va in terapia, chi va in follia. Temo, signor Assessore, che questo sia solo l'inizio, giusto per essere concreti, e questo è il dramma umano che noi insegnanti e noi mamme sentiamo di farle sapere: trovarsi improvvisamente senza quello che stavi cercando di costruire per anni e anni e non sapere all'improvviso come provvedere alla tua sopravvivenza, a quella dei tuoi figli e alla tua famiglia. E' un terremoto, una catastrofe. Certo, sappiamo quali sono le posizioni del Governo sui precari: è una piaga ereditata dai precedenti Governi e la scuola non può essere un ammortizzatore sociale, non si può spendere il 97 per cento delle risorse in stipendi. Ma noi non abbiamo ricevuto né stiamo ricevendo stipendi gratis, noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando spesso in luoghi disagiati. Abbiamo contribuito e contribuiamo a mandare avanti la scuola".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, il Gruppo del Partito Democratico vota a favore di questa mozione perché ritiene che i presupposti dell'accordo con il Governo nazionale siano inaccettabili. Sono inaccettabili perché il presupposto è una riforma che noi non condividiamo, una riforma che dà il via al più grande licenziamento di massa che la storia italiana ricordi. Stiamo parlando di insegnanti - io non li chiamo precari, non dobbiamo chiamarli precari, perché questo termine ricorda persone che hanno lavorato saltuariamente in un ente o in un'istituzione -, di professionisti che lavorano nella scuola da vent'anni o anche più. Non sono precari, sono insegnanti, sono professionisti e il Governo li sta licenziando. Il presupposto di quell'accordo è proprio questo licenziamento di massa, questa riforma che noi non condividiamo.
Riteniamo, quindi, che sia un presupposto inaccettabile così come è inaccettabile quell'accordo, perché non tiene conto della situazione particolare che la scuola sarda vive. Non c'è nessun impegno dello Stato, anzi si utilizzano risorse della Regione che la Regione stessa aveva destinato a contrastare la dispersione scolastica. Se ritenevate che le misure messe in atto in questi anni per contrastare la dispersione scolastica fossero inadeguate, era vostro dovere metterne in campo delle altre, ma quelle risorse dovevano mantenere la destinazione che avevano.
Quell'accordo è inaccettabile anche per altri motivi: impoverisce la scuola sarda perché c'è meno tempo pieno e ci sono 2.200 posti di lavoro in meno. Non sono dati che ci siamo inventati noi, sono dati ministeriali. Nella scuola sarda mancano 2.200 posti di lavoro, tra pensionamenti e personale che non viene riassunto; ci sono meno fondi, come dicevo prima, per contrastare la dispersione scolastica, ci sono meno insegnanti di lingue straniere e meno insegnanti di sostegno, e comunque con questo accordo non si dà una prospettiva alla scuola sarda.
Noi pensiamo che in un accordo di questo tipo la Regione avrebbe dovuto stare al fianco degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie, anziché essere la controparte, insieme al Governo nazionale, della scuola sarda.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli consiglieri, vorrei fare un'ulteriore riflessione sulla mozione che abbiamo discusso abbondantemente. La mia è ovviamente una dichiarazione di voto favorevole e mi dispiace che su questo tema non siamo riusciti a trovare un'intesa, non foss'altro perché il Titolo V della Costituzione credo abbia ormai superato abbondantemente quella visione verticistica dello Stato, appunto quella di Stato, Regioni, Comuni e Province. Oggi siamo sullo stesso livello, in maniera paritetica, e quindi almeno questo aspetto dovremmo cercare di tutelarlo.
Quindi per quanto riguarda la rimodulazione di quell'accordo, perché un accordo è giusto che sia fatto, non ripeterò le cose che hanno detto i miei colleghi sul precariato; di precariato ne abbiamo parlato anche durante la discussione del collegato alla finanziaria. Devo riconoscere che questo Consiglio ha fatto uno sforzo importante nei confronti del precariato in senso lato, quindi non vedo perché non debba fare uno sforzo anche nel campo della scuola. Certo è che non dobbiamo utilizzare i soldi della Regione Sardegna per pagarci il precariato dello Stato! E' un dovere istituzionale dello Stato finanziare il corpo docente, semmai le risorse della Regione Sardegna devono essere utilizzate per migliorare le attività didattiche e per consentire agli alunni meno abbienti di avere gli strumenti per una corretta formazione.
Lo Stato purtroppo (avviene anche in altri settori, ma è triste che avvenga nella scuola) gestisce questo settore fondamentale per la crescita dell'uomo, l'ho detto anche durante la discussione della mozione, in maniera ragionieristica. Non è possibile, io non credo, non voglio credere che il mantenimento in vita di una piccola scuola di un paese del centro della Sardegna, dove le classi sono costituite da 8-10 alunni, sia uno spreco di denaro pubblico. E' assurdo! I docenti fanno sacrifici e si spostano volentieri da una parte all'altra della Sardegna per guadagnarsi il pane quotidiano. Io risiedo a Guspini e ho avuto la cattedra, perché sono un insegnante, per metà a Fluminimaggiore e per metà a Barumini, ma non ho creato problemi e ho fatto il mio dovere. Quindi credo che il corpo docente sia in grado di assorbire anche questi lunghi viaggi, ma bisogna dare dignità anche alle piccole scuole perché si ottengono diversi obiettivi: formazione degli alunni in loco, quindi tutela della cultura e delle tradizioni locali, e mantenimento di immobili che andrebbero dispersi e che invece possono funzionare ed essere utilizzati come centro di aggregazione sociale per dare dignità ai piccoli centri che fanno parte anch'essi dello Stato italiano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Assessore, dichiaro il mio voto favorevole alla mozione che è stata presentata da tutto il centrosinistra nella seduta di venerdì scorso.
Due mesi fa presentammo una mozione quasi identica a quella che abbiamo presentato in questi giorni, tendente soprattutto a lanciare l'allarme sulla situazione che si stava venendo a creare nella scuola sarda. L'avete bocciata non perché non condividevate le preoccupazioni che avevamo inteso manifestare in quest'Aula, ma solo ed esclusivamente perché dal punto di vista politico per voi era inaccettabile che il centrosinistra ponesse all'attenzione del Consiglio regionale un argomento così importante e serio.
La scuola per voi non è una priorità. Non è una priorità tant'è che non avete voluto discuterne, anche se, devo essere corretto, in Commissione ne abbiamo discusso più di una volta e ci siamo trovati d'accordo, maggioranza e minoranza, sulla gravità della situazione e in particolare su come doveva essere affrontata. Soprattutto maggioranza e minoranza hanno quelle che erano le preoccupazioni, le grida d'allarme che le organizzazioni sindacali, ma anche le associazioni degli enti locali, l'ANCI in modo particolare, avevano lanciato in Commissione.
Dicevo che per voi la scuola non è una priorità, l'avete dimostrato anche stasera, e chiedo scusa se lo rimarco, però credo che con il gesto plateale che quasi tutti voi, escluso qualcuno per fortuna, avete fatto nel momento in cui ha preso la parola Renato Soru, abbiate solo inteso dare spettacolo. Credo che Renato Soru, insieme alla sua Giunta e al centrosinistra, nei quattro anni e mezzo in cui ha governato la Sardegna non si sia mai presentato con il cappello in mano a un confronto con il Governo nazionale, come hanno invece fatto l'Assessore della pubblica istruzione e il Presidente della Regione il 31 luglio scorso e come volete continuare a fare con l'ordine del giorno che ci avete proposto questa sera. Assessore, le chiedo scusa se faccio questo paragone, però, finanziare i precari della scuola con i soldi della Regione sarebbe come finanziare i precari dell'amministrazione regionale con i soldi dei comuni.
Dicevamo venerdì che un accordo - se di accordo si tratta - serio e paritario tra più persone non può non prevedere la partecipazione di tutte le parti, con risorse, idee e proposte. Noi abbiamo cercato di farvi capire che questo è un argomento importante, fondamentale per il futuro della Sardegna.
PRESIDENTE Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il voto a favore della mozione e chiaramente contro il feroce decreto voluto dal Governo italiano e sostenuto dal centrodestra sardo. Mi chiedo dove siano finiti l'orgoglio e un elementare senso di appartenenza di una parte di questa classe politica. Una classe politica che è pur sarda, e questo mi preoccupa molto, e che ha consentito di negare al popolo sardo il diritto allo studio e il diritto al lavoro, diritti elementari per la sopravvivenza di tutti.
Sono davvero fortemente preoccupata per questa grande insensibilità generale. Mi chiedo quale possa essere il futuro della nostra gente se queste sono le scelte per le future generazioni. Abbiamo un tasso di disoccupazione spaventoso e il dramma della scuola va a sovrapporsi al dramma occupazionale e alle recenti problematiche legate all'industria. Fra l'altro abbiamo un altro dramma, non voglio ripetere le dichiarazioni dei colleghi dell'opposizione, ma solo aggiungere una nota: il pacchetto università inserito nel decreto Gelmini prevede, da qui a breve tempo, la soppressione di una delle eccellenze della Sardegna. Mi riferisco alla Facoltà di veterinaria di Sassari, un'eccellenza non solo per la grande professionalità che impartisce ai veterinari sardi, ma anche perché è un punto di riferimento per la veterinaria italiana. Non solo, la soppressione della Facoltà di veterinaria si ripercuote pesantemente anche sulla realtà pastorale sarda, per cui bloccando la ricerca non ci saranno più controlli, come i controlli sulle patologie degli animali e sull'alimentazione.
Insomma, il problema del decreto Gelmini va oltre l'immaginario. Praticamente con questo decreto si proietta la situazione della scuola pubblica sarda nel passato, in un passato drammatico e umiliante, che ha visto la negazione ai sardi persino dell'uso della propria lingua.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AMADU (P.d.L.). Signora Presidente, debbo dire che sono fortemente deluso da questo dibattito, ma soprattutto dall'insussistenza delle proposte dei colleghi del centrosinistra. Come uomo di scuola - c'è qualche collega che qui parla di scuola, ma non sa neanche cosa significhi la scuola - mi sono sforzato di capire quali fossero le questioni concrete che venivano poste nella mozione da essi presentata, sulla quale annuncio il mio voto contrario. Ricordo che in Commissione sin dal primo momento, a fronte di un atto concreto portato avanti dalla Giunta regionale, che aveva il dovere di compiere delle azioni - e le ha compiute -, si è gridato allo scandalo per l'utilizzo di 20 milioni di euro di fondi regionali come compartecipazione alla soluzione dei problemi del precariato della scuola in Sardegna. Nella mozione, invece, il centrosinistra cambia tiro e, siccome non ha il coraggio di dire che l'accordo si mantiene a condizione che si apra una vertenza con lo Stato e si eliminino i 20 milioni di euro di compartecipazione regionale (chissà come i precari potrebbero accogliere una proposta del genere), dice che 20 milioni di euro sono insufficienti. Ma, insomma, mettetevi d'accordo: o erano insufficienti prima e lo sono anche adesso, oppure non servivano prima e non servono neanche adesso.
Credo che la Giunta bene abbia fatto a portare avanti, nell'ambito delle sue competenze, l'azione con il Governo nazionale e bene faccia oggi il Consiglio ad avanzare, se lo ritiene, proposte migliorative, integrative, per andare incontro alle esigenze del mondo della scuola e del precariato, che non sono problematiche arrivate con la riforma Gelmini. Chi ragiona in modo storico sa bene da dove provengono queste problematiche e quali sono le vere ragioni che le hanno generate. Credo che occorra trovare dei punti d'incontro sulle questioni importanti. L'ordine del giorno che la maggioranza propone indica una serie di priorità e di fatti concreti che danno sicuramente la misura di come questa maggioranza voglia affrontare i reali problemi della scuola sarda. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Signora Presidente, francamente stasera sono rimasto scioccato perché venerdì scorso, in chiusura della discussione sulla mozione, ci eravamo lasciati con la richiesta unanime di dedicare attenzione alla scuola in termini non ideologici né di parte - io ho usato il termine "laico" per intendere una discussione appunto fuori dagli schemi ideologici -, e oggi ci ritroviamo, armati più che mai, a evidenziare le contrapposizioni per cercare le divisioni. Probabilmente si stanno preparando le "armate" per la discussione del piano casa, quindi è necessario avere la truppa pronta per poter fare gli armigeri secondo alcuni schemi, che certamente non sono quelli più giusti e usuali, quando invece l'argomento scuola dovrebbe essere più toccante rispetto a un piano casa o a quant'altro e meritevole di più attenzione per quelle che sono le prospettive.
Onorevole Soru, lei ha fatto una piccola confusione quando ha parlato di ammortizzatori sociali. I 20 milioni di euro previsti nell'accordo non sono addizionali agli ammortizzatori sociali, come lei sostiene, ma servono eventualmente per vedere se quanto dichiarato dal ministro Tremonti esiste o no, se c'è oppure no quel tanto di disponibilità in relazione agli ammortizzatori sociali, perché in base a quanti insegnanti si potranno occupare con i 20 milioni di euro si potrà poi decidere quali ammortizzatori sociali utilizzare. Però devo dire anche che l'idea dell'assessore Baire era quella di dedicare un'attenzione particolare a un problemino non di poco conto: più di 2.000 dipendenti della scuola che rischiano di passare dal precariato alla perdita definitiva del lavoro. Quasi le stesse cifre che venivano indicate per la chimica, sulla quale questa Assemblea ha unanimemente condiviso la necessità di un confronto con lo Stato al fine di trovare una soluzione. Anche per quanto riguarda la scuola eravamo rimasti d'accordo, al termine della scorsa seduta, sul fatto che dovevamo restare uniti per far valere le nostre ragioni in un confronto con lo Stato, e in particolare con il ministro Gelmini, e avevamo anche detto che l'accordo del 31 luglio era superato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, io vorrei fare due considerazioni sulla mozione e rinviare ulteriori considerazioni sull'ordine del giorno che l'opposizione ha rigettato, chiedendo la riconvocazione del Consiglio regionale per oggi e non prendendo in considerazione la proposta articolata in esso contenuta. Questo mi dispiace, perché chi paga il prezzo di questi rinvii e di questa sterile discussione sono proprio i precari, per i quali stiamo cercando una soluzione. L'U.D.C. premette fin d'ora che, sia a livello nazionaale sia in Regione, sta cercando e proponendo soluzioni per garantire il lavoro ai precari della scuola e per garantire anche quel principio insindacabile che è il diritto dei ragazzi all'istruzione.
A me fa specie che alcuni rappresentanti dell'opposizione - lo ribadisco, avendolo già detto nella discussione di venerdì - non abbiano addotto motivazioni su un'azione ancora più grave, se è possibile quantificare o fare una graduatoria, che voi avete compiuto quando, senza togliere fuori le argomentazioni che avete portato in questa discussione, avete affossato la formazione professionale in Sardegna. L'avete affossata, assolutamente ciechi di fronte al fatto che mandavate a casa 780 persone! Allora io non ho sentito parlare di autonomia, non ho sentito parlare del rispetto dei nostri principi o della nostra sardità. Non ho sentito niente di tutto questo, avete soltanto ubbidito agli ordini del capo. E parlate di sudditanza? Non tutti, fortunatamente, rimarco che il collega Cuccu non ha parlato in questi termini, ma gli altri? Permettetemi un umile consiglio (ovviamente io non ho consigli da dare, ma bramo di riceverne): organizzate l'opposizione, fate un'opposizione seria, trovate argomenti seri perché ci state deludendo. Pensavamo a un confronto sui principi e sul merito molto più approfondito, perciò se abbandonate un attimo il fegato e ricostituite i file con l'apparato cerebrale probabilmente riusciremo a confrontarci, perché state veramente deludendo i sardi assumendo posizioni indifendibili, senza proporre nulla. Non state proponendo niente!
Noi vogliamo eliminare il precariato e porre al centro dell'azione degli insegnanti, della scuola e nostra soprattutto la formazione dei nostri giovani.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Chi, come me, ha ascoltato l'intervento dell'onorevole Renato Soru sicuramente ha percepito i motivi di grave preoccupazione che agitano le opposizioni di questo Consiglio, posto che su temi come la scuola, l'istruzione e la formazione la sinistra ha pensato di esercitare una sorta di supremazia, sapendo bene che nel giudizio degli italiani rispetto a questi temi, come ricordava la trasmissione "Ballarò" qualche giorno fa, per il Governo nazionale spicca una posizione favorevole addirittura del 48 per cento contro il 44 per cento.
Io capisco che la sinistra sia gravemente preoccupata e oggi abbia la necessità di far leva su questi temi anche con una certa abile strumentazione e manipolazione delle vicende, perché sa che deve tornare a esercitare un ruolo egemone in questi settori. Voi continuate con questo tipo di impostazione, ma i dati che vi ho appena citato danno il segno che non c'è più gente disposta a lasciarsi manipolare. E allora, onorevole Soru, chiedo a lei: questo accordo avrà anche dei deficit, sarà perfettibile, può essere anche criticato, ma lei quanti accordi è riuscito a fare in questa materia, in questo settore a favore del precariato, che non è un problema di oggi, ma è un problema annoso?
Qui noi dobbiamo sottolineare la responsabilità del presidente Cappellacci, che un qualche risultato lo ha portato, rispetto al nulla al quale lei ci aveva abituati.
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 19.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 19.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cucca, Meloni Valerio e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 67
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 25
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io dichiaro il mio voto a favore, ma serve rispondere ad alcune interessanti provocazioni. La prima è quella dell'onorevole Gian Valerio Sanna, il quale dice: "Per firmare un ordine del giorno che costruisce i contenuti con cui il Governo regionale va al negoziato col Governo nazionale occorre avere fiducia nel Governo regionale. Questa fiducia non può averla l'opposizione". E' comprensibilissimo, però pongo un problema: io in Italia mi trovo male perché l'Italia è il paese degli "a priori", cioè di coloro che discutono non sul merito delle cose, ma a seconda del luogo da cui provengono le proposte, per cui non ci ritroviamo mai sulle cose, non riusciamo a rendere stabili le cose, non riusciamo a fare riforme stabili.
Quando io incontro una persona mi interessa non ciò che si dice di quella persona, ma come si presenta a me e non mi interessa giudicarla, ma mi interessa capirla e capire se sui problemi ci ritroviamo, allo stesso modo sono adesso interessato a capire, per cui pongo una domanda: è possibile che quando rivolgete delle accuse ferocissime verso di noi dimentichiate che chi ha presentato l'emendamento alla finanziaria che impegnava risorse regionali a integrazione del reddito e salvaguardia del posto dei precari sono stati i Sardisti e che quell'emendamento è stato votato dalla maggioranza insieme a voi? Gli emendamenti all'articolo 9 della finanziaria sono stati votati all'unanimità e allora avevamo già deciso di voler concorrere con nostre risorse per affrontare quel problema. Siamo ancora d'accordo? Io penso che si debba essere d'accordo.
Se il Governo nazionale cambia rotta e dice: "Va bene, mi faccio carico dei danni che provoco e quindi utilizzo l'INPS per coprire parte del costo dei posti persi", noi che facciamo? Andiamo dal Governo nazionale e gli diciamo: "Va bene, per quota parte interveniamo anche noi"? Oppure gli diciamo: "Impiccati"? Questo significa parlare di precari. Ma se vogliamo parlare di precari, perché non diciamo che è la prima volta che il Consiglio regionale rivendica dal Governo nazionale la possibilità di stabilire il numero degli alunni per classe? Parliamo di questo.
(Interruzione)
Non è 28. Parliamo di queste cose nel merito, non qui, non per slogan, parliamone nelle Commissioni, quando volete.
Allora, se esiste la possibilità di parlare di cose concrete, a prescindere dagli "a priori", noi manteniamo la nostra posizione di totale apertura per un dialogo politico che risolva i problemi. Di un dialogo che rappresenti le posizioni credo che l'Italia non ne abbia più bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, collegandomi al discorso appena fatto dall'onorevole Maninchedda, devo dire che è da tempo che noi chiediamo che qualunque iniziativa,, che noi chiamiamo vertenza, sia subordinata all'annullamento dell'accordo che è stato presentato dalla stampa come l'accordo Baire-Gelmini sulla riforma della scuola in Sardegna, da attuarsi con 20 milioni di euro provenienti da fondi regionali, a proposito dei quali qualche collega ha parlato di compartecipazione della Regione. Ma quale compartecipazione? Quei 20 milioni di euro sono nostri e basta!
Noi abbiamo proposto, durante le interlocuzioni e nel nostro ordine del giorno, un fondo quinquennale, dove la Regione potrà mettere risorse proprie, se vorrà, ma lo Stato deve metterne di più, cioè deve mettere almeno 30 milioni di euro, perché non è possibile fare le nozze con i fichi secchi! E questo l'ha proposto il centrosinistra, non chissà chi.
Vorrei anche chiedere a chi ha presentato l'ordine del giorno, sul quale voterò contro, perché non si dice quanti alunni devono esservi per classe, in modo da vincolare la Giunta..
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Per ogni paese? Lo scriviamo nell'ordine del giorno per ogni paese?
ESPA (P.D.). Scriviamole queste cose. Sappiamo che in merito alla lotta contro la discriminazione l'unica cosa di cui il ministro Gelmini ha parlato, e a cui dobbiamo dire di no, è il numero massimo di studenti stranieri per classe, che è qualcosa che fa inorridire. Mentre, pur sapendo che dietro tutto questo ovviamente ci sono posti di lavoro, se voi accettaste la nostra proposta di fissare un numero massimo di alunni per le classi in cui sia presente un alunno con disabilità, è ovvio che ci sarebbero più posti di lavoro, ma mettiamolo per iscritto che la classe in cui c'è un alunno con disabilità deve essere composta al massimo da 20 alunni, al contrario di quanto sta succedendo adesso: classi di 23 alunni con 6 disabili.
CAPELLI (U.D.C.). Non è argomento dell'ordine del giorno!
ESPA (P.D.). Come non è argomento dell'ordine del giorno! L'U.D.C. fa un'opposizione durissima al decreto Gelmini in tutta Italia. Questa è la questione!
Questi temi sono da ordine del giorno. Io probabilmente non mi fido della Giunta, è chiaro no, se no non farei questo discorso. Dopo aver letto l'annuncio che è stato fatto sulla stampa sono inorridito pensando alla dignità del Consiglio. La Gelmini dice: "Ecco la riforma che farò", e noi zitti! Ma quando mai?
Su questo, ripeto, le proposte concrete ci sono state e ci sono. Sono d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto che hanno definito il vostro ordine del giorno generico, per questo avete rifiutato di lavorare sul testo proposto da noi. Queste sono le considerazioni che volevo fare. In ogni caso per noi non c'è un problema politico, ma un problema sostanziale: l'accordo fatto il 31 luglio va annullato unilateralmente dalla Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Ho letto con estrema attenzione l'ordine del giorno di cui è primo firmatario l'onorevole Giacomo Sanna e che è stato richiamato dal Presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Paolo Maninchedda. Ed è in qualità di componente della Commissione bilancio che mi permetto di interloquire sul testo dell'ordine del giorno che è stato presentato, perché c'è un richiamo alla possibilità, in deroga alla legislazione nazionale vigente, e questo non mi spaventa assolutamente, anzi, anzi...
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). L'ha ottenuto la Lombardia.
SALIS (I.d.V.). L'ha ottenuto la Lombardia, ma la Lombardia, insieme alla Sicilia, ha ottenuto anche soldi dalla Gelmini e noi invece ne stiamo mettendo.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Non è così!
SALIS (I.d.V.). Diciamo le cose come stanno: Lombardia e Sicilia hanno avuto finanziamenti. Dio santo, evitiamo di dire falsità, presidente Dedoni!
DEDONI (Riformatori Sardi). E' scritto nel documento, leggilo!
SALIS (I.d.V.). Ma leggi il documento che i sindacati hanno consegnato a te come Presidente della Commissione cultura e istruzione, quando ti lamentavi di non essere neanche venuto a conoscenza dell'accordo con la Gelmini. Ma per carità!
DEDONI (Riformatori Sardi). Io l'ho letto, leggilo tu!
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lasci intervenire l'onorevole Salis e lei, onorevole Salis, non interloquisca.
SALIS (I.d.V.). Presidente Dedoni, stia calmo, risponderà dopo, non mi interrompa.
Il Presidente della Commissione cultura si lamentava di non conoscere assolutamente i termini dell'accordo che la Giunta aveva sottoscritto con il Governo. E poi dite che ci dobbiamo fidare!
Torno alla mia interlocuzione con l'onorevole Maninchedda. Stiamo attenti, nell'ordine del giorno si parla di innalzamento della qualità e della economicità del servizio di istruzione, consentendo che sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, eccetera, ed è un principio che io sottoscriverei. Ho invece paura, di fronte a questo Governo, a sottoscrivere il punto in cui si dice: "a costi invariati per la Regione". Perché dico questo? Perché lei sa benissimo quanto me che alcune Regioni a Statuto speciale hanno definito con il Governo un accordo per cui sono tenute a finanziare con risorse proprie tutte le spese per l'istruzione. Qual è il problema? Noi siamo ancora nella fase di "incasso" - permettetemi questo termine - di un accordo su ciò che lo Stato non ci ha dato dal 1992 fino al 2006 e ho paura, presidente Maninchedda, colleghi della maggioranza e dell'opposizione, che aprendo questa breccia noi apriamo anche alla possibilità che il Governo ritratti quanto concordato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, voterò convintamente a favore di quest'ordine del giorno perché rafforza le intenzioni della Giunta, alla luce anche della discussione e del confronto con la maggioranza. Il passaggio che è stato appena letto è un passaggio che qualifica l'ordine del giorno e corrisponde alle aspettative che costantemente in quest'Aula vengono sollevate sulla specificità della Sardegna, sulla difesa dell'identità dei sardi e quant'altro. Mi chiedo, però, se il motivo dello scandalo sia il fatto che vengono utilizzati fondi regionali per intervenire a sostegno dei lavoratori, ancorché precari, che perdono la loro capacità di sostentamento economico. Noi abbiamo visto quest'Aula utilizzare fondi regionali per sostenere i più svariati settori dell'economia isolana: dall'industria, all'agricoltura, al turismo e non riesco a capire come in questo caso non possa scattare, all'interno della nostra Isola, quella solidarietà che distingue un insieme di individui da una collettività. Si dirà, stiamo parlando di lavoratori statali, ecco che quindi scatta la molla politica, scatta la pervicace contrapposizione, senza se e senza ma, nei confronti di un Governo terribile, come è stato definito, e di un Ministro cattivo che vuole umiliare la scuola, gli insegnanti e gli alunni. Ma non ritenete che cattiveria sia anche utilizzare dei bambini come agit-prop trasformati in cartelloni pubblicitari? Io credo che questa sia reale cattiveria.
Al di là di questo, penso che in politica siamo abituati a sentire tutto e il contrario di tutto. Purtroppo la politica è questo. Chiedo solo e spero che non si continuino a usare toni saccenti e da persone offese, come delle prefiche pagate per piangere e lamentarsi senza nemmeno conoscere il morto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Prima di votare quest'ordine del giorno, che pure ho firmato, evidentemente, mi farebbe piacere conoscere il parere della Giunta, perché l'assessore Baire ci ha ascoltato pazientemente, ma il Consiglio con quest'ordine del giorno sta chiedendo di rivedere in maniera forte l'accordo del luglio scorso, sta chiedendo poteri importanti, e ne ha parlato prima il presidente Maninchedda. Non ci limitiamo a chiedere di poter determinare noi il numero di alunni per classe, perché l'effetto non sarebbe poi così importante sui piccoli centri e sulla dispersione scolastica. se non chiedessimo anche, così come chiediamo nell'ordine del giorno, di determinare il numero di alunni per ordine di scuole primarie e secondarie per comune, che è oggi fissato in 50, e un numero di alunni per unità scolastica compreso tra 500 e 900. Quindi stiamo chiedendo piena e completa autonomia organizzativa nell'ambito della determinazione del numero di alunni per ogni classe o pluriclasse. Questo ci potrebbe consentire di mantenere le scuole in tutti i paesi della Sardegna o almeno in quelli che hanno un numero minimo di alunni, anche se molto basso.
Credo che ci sarà da fare una battaglia con lo Stato, perché stiamo rivendicando poteri importanti. Mi interesserebbe sapere se l'assessore Baire è realmente disposto a fare questa battaglia, che secondo me è molto importante, perché siano riconosciuti poteri notevoli alla Regione Sardegna rispetto alle altre Regioni italiane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Onorevole Capelli, questo centrosinistra è abituato a fare proposte e l'ha fatto anche sulla scuola. Noi, come centrosinistra, abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno unitario e vi abbiamo chiesto di condividerla, perché chiedeva alcune cose chiare: non solo l'annullamento dell'accordo del 31 luglio, la ridefinizione di un nuovo accordo col Ministero dell'istruzione, l'applicazione del principio di deroga rispetto agli standard nazionali, ma anche il ripristino nell'organico di diritto dei 131 posti tagliati dall'Ufficio scolastico regionale (superando persino quanto stabilito per la Sardegna dallo stesso Ministero per l'annualità 2009-2010) e l'annullamento degli ulteriori tagli al personale e della riduzione significativa degli organici.
Vi abbiamo chiesto di aderire a un fondo quinquennale di compartecipazione con il Ministero per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta dell'istruzione in Sardegna, alla lotta contro la dispersione scolastica e il precariato, con quota parte per il Ministero di 30 milioni di euro e per la Regione Sardegna di 20 milioni di euro, al fine di deliberare un programma di interventi con proposte dettagliate: l'allungamento del tempo scuola, il mantenimento di sezioni e plessi presso istituti scolastici in condizioni di sofferenza, con particolare riguardo alla presenza di alunni con disabilità, la salvaguardia dei centri interni e montani dell'Isola, la salvaguardia delle classi delle scuole di quartiere a rischio nelle aree più disagiate dei principali centri urbani, nonché l'aumento della presenza di personale ATA, quindi di personale non docente, per garantire i livelli di sicurezza e di vigilanza degli alunni.
Vi abbiamo chiesto di adeguare il personale docente di sostegno in base alle reali esigenze, prevedendo quindi la personalizzazione del servizio, e di stabilire un tetto massimo di alunni per classe, fissando in 20 il numero massimo di alunni laddove sia presente almeno un alunno con disabilità.
Vi abbiamo chiesto l'assolvimento del diritto all'assistenza di base per gli alunni con disabilità, l'abolizione delle pluriclassi e la realizzazione di un progetto straordinario di lotta alla dispersione scolastica con azioni omogenee e unificate.
Vi abbiamo chiesto di assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente precario, in particolare di coloro che sono entrati quest'anno in stato di disoccupazione, al fine di assicurare la loro stabilizzazione.
Vi abbiamo chiesto di predisporre, nell'ambito della finanziaria 2010, un intervento sul versante dell'edilizia e delle strutture scolastiche, per elevare il livello della qualità del patrimonio edilizio.
Insomma, si trattava di una proposta completa definita in un ordine del giorno che voi avete rigettato, preferendo l'ordine del giorno generico che è in discussione, che non risponde assolutamente alle esigenze dei precari e che non dà risposte alla scuola sarda. Per questo il voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Pesa un po' l'accusa di disattenzione, leggerezza, scarsa serietà da parte della maggioranza. Intervengo per sostenere anch'io con convinzione quest'ordine del giorno, perché sono dentro un percorso che era stato intrapreso alla fine del dibattito sulla mozione presentata dalla minoranza appunto sui problemi della scuola.
L'orientamento - mi era parso di coglierne il significato - era quello di rimodulare l'accordo con spirito di apertura, di dialogo, accogliendo spunti e proposte. Quindi ritengo che, sotto questo profilo, l'ordine del giorno sia una risposta a queste istanze, in quanto rappresenta un passo importante verso l'autodeterminazione della Sardegna nel settore dell'istruzione, ottenendo competenza esclusiva in materia di formazione professionale e competenza concorrente in materia di istruzione, conformemente agli articoli 117 e 118 della Costituzione. E' importante fare questi richiami, perché non stiamo parlando di un aspetto che dà genericità ai contenuti dell'ordine del giorno, bensì di obiettivi volti a innalzare la qualità e l'economicità del servizio di istruzione, dando nel contempo alla Regione la facoltà di determinare il numero di alunni per ordine di scuola per comune e per unità scolastica. Questi sono gli obiettivi di rilievo che non si possono non riconoscere.
Il concorso della Regione alla tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, presente nello stesso ordine del giorno, non può essere derubricato in modo semplicistico come un sostituirsi della Regione nell'adempimento di obblighi che sarebbero del Ministero, perché si tratta di un intervento che mostra, invece, una reale sollecitudine, vista la situazione di grave crisi in cui versa tutta la scuola italiana, verso i lavoratori sardi del mondo della scuola. Quindi le critiche della minoranza, per quanto comprensibili per quelli che sono i ruoli politici, mi paiono meramente strumentali e incapaci di convergere su un terreno comune nell'interesse reale di tutti gli operatori del mondo della scuola e degli stessi studenti sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Essendo firmatario dell'ordine del giorno, ma non solo per questo, dichiaro che noi voteremo a favore e sottolineo due aspetti che ha già ben evidenziato il collega Cuccureddu.
Questo è un ordine del giorno che dà alla Giunta indirizzi molto severi e raccoglie parte delle sottolineature, delle indicazioni contenute nell'ordine del giorno non presentato dal centrosinistra e testé annunciate dal collega Bruno. Collega Bruno, una cosa è fare un ordine del giorno, un'altra cosa è scrivere un programma politico in un ordine del giorno. Cioè, se non si vuole raggiungere un risultato basta scrivere quello che avete scritto voi. E se il collega Espa avrà piacere, gli fornirò una documentazione sulle posizioni dell'U.D.C. nazionale, sugli ordini del giorno votati dall'U.D.C. nazionale e sulle azioni da essa svolte a correzione del decreto Gelmini, che ritroviamo in quest'ordine del giorno.
Probabilmente lei ha letto il titolo grande, non è entrato nel merito, perché se la Giunta avrà la forza - e più forza potrebbe avere se il Consiglio regionale unitariamente sostenesse questa tesi - richiamerà il Governo centrale a un passo indietro importante. Tra l'altro dalla lettura dell'ordine del giorno si può riscontrare che alcune delle cose da voi dichiarate sono riprese in questo documento, non indicando i numeri di un piano di rinascita, ovviamente, o di un accordo di programma quadro, perché quella è la via per non raggiungere il risultato, e di questo voi siete pienamente coscienti.
Se, invece, lo strumento del dialogo fosse stato usato in maniera corretta, probabilmente quelle istanze qui riprese in parte avrebbero potuto costituire un documento unitario che avrebbe rafforzato la posizione della Giunta e della Sardegna nei confronti del Governo centrale. Altra cosa è contestare il decreto finanziario Tremonti, che voi riprendete nell'ordine del giorno, ma sottoponendo all'Aula alcuni argomenti sviate la sua attenzione dall'obiettivo principale, che è, lo ribadisco, quello di dare un concreto sostegno per trovare soluzione al problema dei precari e dell'istruzione in Sardegna. Questa via voi l'avete dimenticata per puro spirito politico di contrapposizione e non nell'interesse reale dei precari.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Annuncio il voto contrario all'ordine del giorno, nella speranza di meritare almeno la sufficienza da parte dell'onorevole Capelli, che vorrebbe un'opposizione conformata ai suoi gusti. Ma quando si vuole un'opposizione di questo genere, in un certo qual modo appiattita, non troppo contraria, mi pare che si vada in un'altra direzione. Comunque, anche con l'insufficienza, credo di poter continuare il mio intervento, onorevole Capelli.
Perché il voto contrario? In Commissione pubblica istruzione abbiamo affrontato il tema a giugno, quando ci è stato detto ed è stato scritto sui giornali, è documentato: "Nessuno resterà senza lavoro, nessuno rischia il posto di lavoro". A settembre ci siamo resi conto, invece, cosa che noi avevamo già annunciato con preoccupazione, che di sicuro molti rimarranno senza lavoro, tanto che gli stessi che a giugno avevano fatto quella affermazione - Assessore della pubblica istruzione, Dirigente scolastico regionale e responsabile dell'Ufficio regionale - hanno poi detto: "Sì, in effetti alcune migliaia di persone rimarranno senza lavoro", il che non è esattamente equivalente a zero persone senza possibilità di lavoro.
Perché il voto contrario, al di là di questa premessa? Perché sono state sottovalutate le ripercussioni di questa riforma, perché in un ordine del giorno evidentemente fatto a più mani si mischiano capra e cavoli, cioè si parla di istruzione e anche di formazione professionale, e avendo già letto la bozza di Programma regionale di sviluppo capisco anche perché. L'idea di fondo non è, come viene scritto, l'integrazione tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale, ma la sostituzione del sistema dell'istruzione con quello della formazione professionale. Però, poiché i dati OCSE-PISA ci dicono il contrario, e cioè che vi sono pochi diplomati e pochi laureati, bisognerebbe andare nella direzione opposta a quella della sostituzione e distruzione del sistema scolastico pubblico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Voto contro l'ordine del giorno, un po' meravigliato dal fatto che voi vi meravigliate della nostra posizione critica. Noi assumiamo questa posizione non perché abbiamo motivazioni "a priori", ma purtroppo perché ne abbiamo "a posteriori": il G8, i fondi FAS e i DPEF ci stanno dilapidando e secondo qualcuno noi assumeremmo questa posizione in base a un'idea aprioristica, come in questi sei mesi se non fosse successo niente! La stessa assenza del presidente Cappellacci di fronte a un problema centrale come questo la dice tutta!
E poi, consentiteci, gli ordini del giorno, onorevole Lai, hanno sempre risposto a noi stessi e mai a nessun altro, questa è una verità indiscutibile. E siccome, onorevole Maninchedda, non potete prendere in giro il Consiglio regionale sappiamo benissimo tutti che differenza c'è fra le norme di attuazione dello Statuto in materia di poteri e gli accordi col ministro Gelmini: strumenti sbagliati su argomenti sbagliati!
Il fatto grave che ci pone in questa posizione è sostanzialmente che questi lavoratori, che ho difficoltà a chiamare precari, perderanno il lavoro. Essi meriterebbero qualcosa di più delle buone intenzioni, per il semplice fatto che tutti noi, la nostra generazione, i nostri figli e le generazioni che seguiranno dovremmo riconoscere loro un po' di gratitudine per aver salvato la decenza e la stessa tenuta dell'istituzione scolastica nazionale negli ultimi vent'anni. Questa è la ragione per la quale noi su questo terreno non facciamo sconti di nessun genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dire che voterò contro quest'ordine del giorno per gli stessi motivi che ho cercato di annunciare prima e che proverò a illustrare nuovamente, rischiando di ripetermi.
E' stato detto che non abbiamo fatto nulla per la scuola e che rischiamo di non partecipare, con 20 milioni di euro, alla risoluzione dei problemi della scuola. Noi siamo favorevolissimi alla spesa dei 20 milioni di euro, anzi vorremmo che se ne spendessero di più, come abbiamo fatto nel passato, vogliamo però spenderli a ragion veduta e per le cose che riteniamo importanti. Abbiamo ritenuto importante investire, nel 2007-2008, 29 milioni di euro a favore di laboratori per l'approfondimento di alcune materie, per il rafforzamento della qualità dell'insegnamento scolastico. Quella somma è stata spesa pressoché interamente, tranne 800 mila euro, lo dico a beneficio soprattutto dell'onorevole Mario Diana. Sono stati creati 16 mila laboratori, sono state finanziate 412 autonomie scolastiche su 426, praticamente tutte. Sono state finanziate quasi 500 mila ore di insegnamento in Sardegna, con le risorse di questa Regione. Vero è che per il 2009 non è stato speso un euro, perché l'attuale Giunta si è distratta.
Il punto qual è? Non è quello di spendere di meno, è semmai quello di spendere di più, ma per le cose che sono nella nostra responsabilità. Non è nella nostra responsabilità sopperire finanziariamente al licenziamento di massa operato da questo Stato, e da questo Governo che lo rappresenta pro tempore, che sta privando dei diritti acquisiti oltre 50 mila insegnanti italiani, frustrando i loro diritti in maniera abnorme rispetto a quello a cui siamo stati abituati nel passato, e sta abbattendo la qualità della scuola e falcidiando i diritti dei bambini. E' di questo che dobbiamo parlare, non di filosofia del futuro. L'ho già detto e lo ripeto: pensare che le Regioni debbano finanziare le mancanze dello Stato è come pensare che i comuni della Sardegna debbano finanziare la stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste. Qui non stiamo parlando di precari, stiamo parlando, come è stato detto, di lavoratori laureati, abilitati, vincitori di concorso…
(Interruzione)
Io l'ascolto sempre con educazione! Mi permetta di recuperare qualche secondo, signor Presidente.
Stiamo parlando di persone che hanno vinto un concorso, abilitate, che hanno una specializzazione, in molti hanno sostenuto sedici esami, dopo la laurea, per ottenere la specializzazione. Posso recuperare il tempo perduto?
PRESIDENTE. Dieci secondi, prego.
SORU (P.D.). Sa, dieci secondi sono utilissimi senza interruzioni, in questo modo io non riesco…
PRESIDENTE. L'interruzione non è stata lunga, onorevole Soru, per cui le regole sono uguali per tutti.
SORU (P.D.). La ringrazio. Dedico il mio tempo alla loro pazienza!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio, noi Riformatori voteremo con convinzione quest'ordine del giorno che ci sarebbe sembrato un ottimo punto di caduta dei ragionamenti che questo Consiglio ha fatto. Vorremmo anche porre ai colleghi dell'opposizione un interrogativo che, ascoltandoli, ci è venuto in mente: non vorremmo che voi aveste scelto l'argomento della scuola per fare prove tecniche di opposizione, cioè che aveste scelto deliberatamente un argomento sul quale assumere una posizione estremistica per la scelta politica di assumerla, privando il Consiglio regionale della possibilità di fare unitariamente una di quelle cose che, a nostro modo di vedere, sono le più utili nel porre i problemi a livello nazionale.
Voi avete sostenuto, ed è contraddittorio quello che dite: "Siamo di fronte" - è stata letta una lettera in tal senso - "al più grosso licenziamento di massa che si sia mai verificato in Sardegna". Siamo d'accordo, però se è così, l'atteggiamento che noi come Consiglio regionale dobbiamo avere non può che essere quello di difesa dei precari. Ma dopo aver detto che intendiamo difendere i precari, cerchiamo di porci un problema in più. La scuola, colleghi, non è fatta per gli insegnanti, così come la sanità non è fatta per i medici. La sanità è fatta per i pazienti e deve servire gli interessi dei pazienti; la scuola è fatta per i bambini, per gli adolescenti, e deve servire gli interessi degli adolescenti e di coloro che ci stanno dentro. Quindi gli insegnanti sono lo strumento, e se lo strumento è virtuoso può gestire nel miglior modo la crescita e la formazione di chi frequenta la scuola. Questo è l'elemento fondamentale che noi dobbiamo tenere a mente. Ma se non ci sono più bambini nei centri dell'interno della Sardegna e anche a Cagliari non ci possono essere più le scuole. Quindi il nostro problema non è, se non nel contingente, difendere gli interessi degli insegnanti; il nostro problema è creare le opportunità perché nascano bambini. E la scuola non è ininfluente rispetto a questo, perché una scuola che produce cultura, una scuola che produce formazione, una scuola che produce laureati e diplomati di qualità e di livello è in grado di creare le condizioni perché aumenti il tasso di natalità, perché sono i bambini che danno senso agli insegnanti e alle scuole.
Ci siamo chiesti perché il livello qualitativo della scuola sarda non è sufficiente a fare questo? Ecco, questo è un argomento di discussione in Consiglio regionale, dove probabilmente dovremmo trovare quelle ragioni di unità che stasera non siamo riusciti a trovare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.).Insomma, se è vero quanto dice l'onorevole Capelli, ovvero che noi ragioniamo più con lo stomaco che con la testa, non capisco perché dobbiate perdere tempo con noi. Avete numeri e idee - bontà vostra - per andare avanti nell'interesse del sistema dell'istruzione di quest'Isola, non capisco davvero perché vogliate ostinarvi a perder tempo con chi non è al vostro rango!
Insisto, Assessore, mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza, nel chiedere se davvero c'è la volontà di riscrivere quel testo. Riconoscere un errore non è una testimonianza di debolezza, è semmai una dichiarazione di forza, insisto su questo. Perché nel vostro ordine del giorno non iniziate col dire che è necessario, per quanto ci siamo detti la scorsa e questa settimana, innanzitutto ritirare in maniera unilaterale quell'accordo e avviare una discussione per tentare di verificare se c'è un'intesa nell'interesse del sistema dell'istruzione in quest'Isola?
Voi volevate, caro onorevole Capelli, uno di quegli ordini del giorno che normalmente non si negano nessuno; noi volevamo qualcosa che avesse connotati di cogenza appena appena più visibili di quelli di un ordine del giorno. Questo vi abbiamo chiesto, caro Roberto, scusa l'uso del tu.
Voi insistete su quest'ordine del giorno, mi dispiace, io non voglio fare polemica, ma vi prego ditemi dov'è in quell'ordine del giorno il punto in cui indicate il problema delle persone che hanno perso il posto di lavoro. Ditemi dov'è, in quest'ordine del giorno, il punto in cui affermate di non voler far sparire la scuola da tante zone interne o meno popolate della nostra Isola. Ditemi dov'è! Non c'è, collega Lai. Ditemi dove si parla, in quest'ordine del giorno, di un intervento che abbia, ripeto, carattere di cogenza e vada incontro alle persone più deboli e svantaggiate, che non sono poche. Non c'è nulla di tutto questo, e allora io capisco che si voleva, in buona sostanza, utilizzare il dibattito in Consiglio per fare finta di affrontare il problema.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, ha già fatto la sua dichiarazione di voto. Vuole intervenire sulla modalità di voto?
BRUNO (P.D.). Vorrei anche sapere qual è il parere della Giunta, che forse non si è espressa.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
BAIRE, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.Sono favorevole all'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e la Giunta regionale si impegnerà ad attivare tutte quelle misure che saranno necessarie per migliorare l'intesa con il Ministro dell'istruzione e per avere una migliore istruzione nella scuola sarda. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, intendeva anche chiedere la votazione nominale?
BRUNO (P.D.). Sì.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cucca e Zuncheddu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 39
contrari 22
(Il Consiglio approva).
I lavori si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 36.
Allegati seduta
XXXVII Seduta
Martedì 22 settembre 2009
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 18 e 21.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 29 luglio 2009 (30), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Rosanna Floris, Antioco Porcu, Nicolò Rassu, Matteo Sanna e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta del 22 settembre 2009.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Rassu - Pitea - Campus - Rodin - Contu Mariano Ignazio - Piras - Greco - Sanna Paolo Terzo - Sanjust - Lai - De Francisci - Pittalis:
"Norme per la tutela del decoro ambientale e paesaggistico delle zone di sosta e degli spazi adiacenti alla rete viaria della Sardegna". (68)
(Pervenuta il 17 settembre 2009 e assegnata alla quinta Commissione.)
Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio:
"Modifiche alla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna)". (69)
(Pervenuta il 17 settembre 2009 e assegnata alla quinta Commissione.)
Contu Mariano Ignazio - Cocco Pietro - Mula - Artizzu - Cappai - Greco - Lotto - Planetta - Piras - Sanna Paolo Terzo - Solinas Antonio - Zuncheddu - Rassu:
"Modifica all'articolo 3 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale)". (70)
(Pervenuta il 18 settembre 2009 e assegnata alla prima Commissione.)
Risposta scritta a interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Diana Giampaolo sull'accesso alla stazione della metropolitana leggera di Cagliari sita nella via Mercalli. (93)
(Risposta scritta in data 18 settembre 2009.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta della Società Is Arenas Renewable Energies srl per l'installazione di un impianto di generazione eolica "off-shore" nelle acque territoriali della Sardegna centro-occidentale". (110)
"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sul progetto per la realizzazione di un parco eolico "off shore" al largo delle coste di Is Arenas". (111)
"Interrogazione Contu Mariano Ignazio - Piras - Zedda Alessandra - Stochino - Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul contributo della Regione alla Fiera equimediterranea in programma dal 18 al 20 settembre 2009 a Cagliari". (112)
"Interrogazione Lai - Sanna Matteo - Bardanzellu, sugli effetti della legge regionale n. 6 del 2008 (Legge quadro in materia di consorzi di bonifica) riguardo al Consorzio di bonifica della Gallura". (113)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche inerenti i dipendenti dell'amministrazione provinciale di Cagliari ritenuti in esubero e trasferitisi, a fronte di incentivi economici, nelle province di nuova istituzione di Carbonia-Iglesias e Villacidro-Sanluri". (114)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative ai mancati indennizzi alle società balneari e ai gestori di punti di ristoro nelle spiagge del nord ovest della Sardegna a seguito dei danni provocati dai nubifragi dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2008". (115)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche relative ai mancati indennizzi ai coltivatori agricoli non imprenditori del nord ovest della Sardegna, a seguito dei danni provocati dai nubifragi dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2008". (116)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Stochino - Diana Mario - Piras - Tocco - De Francisci - Randazzo - Zedda Alessandra - Contu - Peru - Pitea - Sanna Matteo - Sanjust, riguardante l'accordo di programma per la riconversione produttiva delle aree della ex cartiera di Arbatax e per gli interventi di sostegno alla creazione del Polo della nautica (master plan)". (40)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Mozione Floris Mario - Cuccureddu - Mulas su "sviluppo e riforme" nell'unità del popolo sardo per il progresso civile ed economico della Sardegna". (20)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 19.
Dobbiamo ora procedere alla votazione. So che si stanno predisponendo degli ordini del giorno, e poiché devono trascorrere dieci minuti dall'inizio della seduta sospendo i lavori sino alle ore 18 e 40.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 27, viene ripresa alle ore 18 e 43.)
PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che l'onorevole Rosanna Floris è presente in aula, pertanto il congedo si intende revocato.
Prego un consigliere Segretario di prendere posto al banco della Presidenza.
E' stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Sanna Giacomo - Diana Mario - Capelli - Vargiu - Cuccureddu sulla dichiarata disponibilità del ministero della pubblica istruzione a rimodulare secondo le richieste avanzate dal presidente della regione sarda e dall'assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il ministro gelmini e l'assessore baire in data 31 luglio 2009.
IL CONSIGLIO REGIONALEa conclusione della discussione della mozione n. 19 (Bruno - Uras - Salis - Zedda Massimo - Cuccu - Meloni Valerio - Solinas Antonio - Espa - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Soru - Zuncheddu sull'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca e la Regione Sardegna, "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009, e sulla drammatica situazione della scuola in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento);
VISTA la dichiarata disponibilità del Ministero della pubblica istruzione della Repubblica italiana a rimodulare secondo le richieste avanzate dal Presidente della Regione sarda e dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il Ministro Gelmini e l'Assessore Baire in data 31 luglio 2009,
impegna la Giunta regionale
1) a strutturare l'accordo intorno agli obiettivi:
a) dell'innalzamento dei livelli di istruzione e formazione dei giovani, avuto riguardo agli obiettivi fissati dall'Unione europea per il 2010;
b) della lotta alla dispersione scolastica;
c) dell'aumento dell'offerta formativa anche in riferimento alla creazione di un adeguato e innovativo sistema di recupero dei debiti scolastici;
d) della tutela e della valorizzazione della specialità linguistica della Sardegna;
e) del miglioramento dell'efficienza organizzativa delle autonomie scolastiche;
f) della connessione tra innovazione tecnologica e curriculare;
g) della costruzione di rapporti permanenti tra il mondo della scuola e quello del lavoro;
h) dell'integrazione tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale;
2) a inserire l'accordo suddetto nel quadro degli articoli 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle regioni competenze esclusive in materia di istruzione e di formazione professionale e concorrenti in materia di istruzione;
3) a tener conto che la complessità delle materie sottoposte a potestà legislative diverse deve trovare una composizione, in mancanza di alcuni provvedimenti di attuazione del titolo V, parte II, della Costituzione, in accordi politici sulle strategie per l'istruzione e la formazione improntati alla leale collaborazione interistituzionale e al raccordo tra i diversi livelli di governo;
4) a richiamare la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 9, commi 3 e 4;
5) a prevedere percorsi innovativi di istruzione tecnica superiore, intesi come completamento dell'istruzione tecnico-professionale e come incubatori di ricerca e sviluppo del territorio;
6) a prevedere un'apposita sperimentazione sul bilinguismo;
7) a sperimentare un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, anche ai sensi della legge n. 244 del 2007, commi da 417 a 425, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre;
8) a definire tale sperimentazione in un apposito allegato tecnico;
9) a incardinare il governo di tale sperimentazione in un Comitato paritetico Governo-Regione;
10 a difendere l'impegno del Governo al riconoscimento del punteggio per i precari impegnati nei progetti di cui all'accordo predetto;
11) a mantenere, come previsto dalla legge regionale n. 3 del 2009, la disponibilità della Regione a concorrere alle politiche di tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, in un quadro di politiche nazionali di corresponsabilità tra Governo e regioni.)
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 19.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Ovviamente resta la mozione, quindi c'è un ordine del giorno che viene iscritto alla prossima seduta?
PRESIDENTE. No, prima si vota la mozione poi l'ordine del giorno. Questo è l'ordine.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Allora interveniamo per dichiarazione di voto. Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, abbiamo accolto tante richieste di sospensione.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' la prima che stiamo avanzando.
PRESIDENTE. La prima ufficiale, lei lo sa benissimo.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). La prima sospensione è stata disposta da lei, questa è quella ufficiale.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti. I lavori riprenderanno alle ore 18 e 55.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 48, viene ripresa alle ore 18 e 55.)
PRESIDENTE. I consiglieri Segretari, per cortesia, stiano al banco della Presidenza.
Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Stiamo parlando della mozione, Presidente?
PRESIDENTE. Ho messo in votazione la mozione numero 19, Bruno e più.
ESPA (P.D.). Io voglio iniziare annunciando, ovviamente, il mio voto favorevole a questa mozione...
PRESIDENTE. Onorevoli Cossa, Dedoni e Vargiu, consentite all'onorevole Espa di svolgere il suo intervento.
ESPA (P.D.). Grazie, Presidente. Le chiedo la cortesia di farmi recuperare il tempo perso.
Annuncio il mio voto favorevole e invito i colleghi a fare altrettanto. Sono convinto - ripeto un po' le cose che ho detto anche nella scorsa seduta - che per quanto riguarda la tragedia che sta avvenendo in questi giorni all'interno della scuola sarda che in quest'Aula non ci sia nessuno che non pensi che nei periodi di crisi vadano rafforzate la cultura, l'istruzione e la possibilità per i nostri figli di competere meglio nel futuro, una volta che la crisi sarà superata. Ma in questi giorni, lo cito come caso paradigmatico, sono venuto a sapere che abbiamo concluso un accordo col Ministero dell'istruzione. Noi chiediamo l'annullamento di quell'accordo e lo chiediamo perché non vogliamo che la Regione paghi di suo i tagli fatti dal Ministero.
La notizia, ripeto, è di questi giorni e veramente merita la ribellione pacifica e civile di tutti i sardi; non è possibile che ci sia qualcuno che pensi che non bisogna ribellarsi a una prospettiva di questo genere. Ieri abbiamo saputo che per la prima volta nell'Istituto agrario di Villacidro sono stati inseriti nella stessa classe, una prima, sette alunni con disabilità. Non succedeva da quarant'anni!
Questo effetto è tutto della riforma Gelmini, che non tiene conto della nostra specificità, non tiene conto che i nostri paesi sono piccoli e che chiudere le classi dei piccoli paesi può ledere i diritti delle persone più in difficoltà. Anche per questo invito l'assessore Baire ad annullare unilateralmente l'accordo col Governo perché è svantaggioso, al di là del fatto, ripeto, che altre Regioni hanno addirittura ottenuto fondi aggiuntivi. Noi col Governo dobbiamo aprire una vertenza, ce lo chiedono tutti, ce lo chiedono i 1.600 insegnanti che stanno perdendo il lavoro. Ci vuole un grande sforzo e io credo che votare la nostra mozione che chiede l'annullamento dell'accordo già siglato riporti in campo la possibilità di aprire veramente una vertenza forte nei confronti del Governo nazionale.
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, per cortesia! Grazie.
ESPA (P.D.). Dobbiamo cioè discutere col Governo nazionale delle nostre specificità e non subire passivamente un accordo che lede i nostri diritti e soprattutto ci mette in una situazione di crisi che noi non abbiamo voluto, che questo Consiglio non può volere, ribadisco questo concetto.
PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Annuncio il voto favorevole sulla mozione numero 19, che abbiamo presentato noi dell'opposizione. Ci siamo lasciati qualche giorno fa, dopo la discussione della mozione, con l'impegno di verificare una possibile convergenza su un ordine del giorno. L'ordine del giorno che poi ci è stato sottoposto (noi ne avevamo proposto un altro) è però generico. Abbiamo già sottolineato, nella scorsa seduta, che c'è una marcia indietro da parte della Giunta regionale, la quale ora decide di rimodulare - parola vuota - l'accordo Baire-Gelmini. Si sono persi due mesi e per altro avevamo già votato una mozione sulla scuola in questo Consiglio regionale che è stata bocciata dal centrodestra. Riteniamo che siano poche le cose da fare, ma sono cose che vanno elencate nel dettaglio. Abbiamo bisogno di risorse e sicuramente gli accordi conclusi dopo il 31 luglio tra lo Stato e altre Regioni prevedevano il trasferimento di risorse a quelle stesse Regioni. Abbiamo bisogno di maggiori poteri, di maggiore autonomia, del riconoscimento della specificità della Sardegna. L'abbiamo già detto: la Sardegna non è la Pianura padana, non possiamo ragionare negli stessi termini e lo Stato non può usare lo stesso ragionamento verso tutte le Regioni. Occorre, quindi, aprire una vertenza forte nei confronti dello Stato e innanzitutto restituire all'organico di diritto i 121 posti ulteriormente tagliati dall'Ufficio scolastico regionale.
Insomma occorre prendere delle decisioni nel dettaglio e questo Consiglio regionale deve dare un indirizzo in merito. Occorre un fondo unico quinquennale - e noi l'avevamo previsto nel nostro ordine del giorno - per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta dell'istruzione in Sardegna; occorre rimettere quei 20 milioni di euro nei capitoli di bilancio, dove noi li avevamo inseriti. Non è possibile che il Governo tagli e la Regione sottragga dal proprio bilancio fondi che erano già destinati alle autonomie scolastiche, al potenziamento della didattica. Occorre, quindi, definire un nuovo accordo con il Governo e annullare quell'accordo sbagliato, assessore Baire, e occorre naturalmente che la Regione, in maniera non subalterna, si confronti con il Governo sulla base di un progetto definito.
Non basta, pertanto, un ordine del giorno generico, che veramente dà pochissime risposte ai nostri precari e al mondo della scuola. Ci sono, sicuramente, due visioni totalmente differenti, lo abbiamo notato anche per quanto riguarda la prima bozza del Programma regionale di sviluppo, su cui ci confronteremo. Voi avete un'idea della scuola in Sardegna che sicuramente non corrisponde all'idea che abbiamo noi della scuola, dell'economia e della conoscenza; avete un'idea che mette alla pari la scuola pubblica e la scuola privata, ma non dà le stesse garanzie a tutte le famiglie sarde.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io sono stato autore, a conclusione dei lavori della precedente riunione del Consiglio regionale, di un'intesa larga su un ordine del giorno sulla scuola. Adesso sento affermare che l'ordine del giorno presentato è generico. Capisco perfettamente che le forze politiche abbiano bisogno di egemonizzare anche le proteste e di rappresentare fortemente la loro posizione, però tra chi sceglie di rappresentare la propria posizione e chi sceglie di tentare di risolvere i problemi c'è una differenza.
Non si può chiamare generico un ordine del giorno che, per la prima volta in quest'Aula, pone il problema dei poteri della Regione Sardegna rispetto al problema della scuola, argomento sempre rifiutato negli anni passati, quando dicevamo che serviva una legge e ci si rispondeva: "No, non serve una legge". Bene, questo è il primo ordine del giorno in cui si dice che si affida a un accordo il problema della legislazione concorrente tra Regione e Stato. Poi si dice, sempre in quest'ordine del giorno, che deve essere prevista la sperimentazione di un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre. Questo è essere generici? E' essere generici chiedere e pretendere che per la prima volta nella sperimentazione si dia apposita attuazione al bilinguismo? E' essere generici dire che occorre mantenere nell'accordo la disponibilità della Regione a concorrere alle politiche di tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, in un quadro di politiche nazionali di corresponsabilità tra Governo e Regioni? E' essere generici pretendere che venga difeso l'impegno al riconoscimento del punteggio per i precari impegnati nei progetti di cui all'accordo firmato? Si può dire tutto, ma non che si è generici.
Si è cercato di far sintesi di un dibattito, l'unica cosa di cui non si può far sintesi è una posizione di scontro politico, che capiamo, ma noi come Sardisti, ve l'abbiamo detto altre volte, agli scontri tra la destra e la sinistra italiana non siamo interessati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il mio voto a favore. Mi soffermerò solo su alcuni punti, ribadendo che è da rigettare l'idea che sta alla base dell'accordo con il ministro Gelmini, e cioè il fatto che si possano accettare tagli sulla cultura e sull'istruzione. Nei Paesi che hanno interesse a competere a livello mondiale questi sono gli unici elementi suoi quali si fonda la competitività e su cui si basa la vittoria in termini di competizione di idee e di conoscenza. Attrezzare le migliori energie, principalmente i giovani, significa per un Paese poter disporre di un bagaglio culturale tale da consentirgli di confrontarsi con gli altri Paesi, né più né meno. L'accordo che è stato siglato è, quindi, da rigettare, perché non è nella facoltà del Ministro dell'istruzione ipotecare il futuro di intere generazioni e del Paese.
E' vero, come è stato detto, che non è la prima volta che si interviene sull'istruzione, che vengono tagliati i fondi per l'Università, la ricerca e l'istruzione. Non è la prima volta, ma non andava fatto neanche la prima, e non è che siccome un fatto si ripete per la terza, quarta e quinta volta lo si accetta senza dir nulla. Questo accordo va rigettato perché pregiudica il futuro della Sardegna, pregiudica il futuro degli insegnanti e del personale non docente, pregiudica l'insegnamento e l'apprendimento delle giovani generazioni sarde. Per questo va chiesto al Ministro di non cancellare posti, di non tagliare fondi, ma semmai di stanziare più risorse per la scuola pubblica, perché se il privato subentra al pubblico e, diciamo, sopperisce a delle lacune del pubblico ben venga, se invece il privato intende competere con il pubblico con risorse pubbliche, mi dispiace, in questo caso non si tratta di competitività, ma di appropriazione di risorse altrui. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi votiamo a favore della mozione perché pensiamo che l'istruzione, la formazione e la competitività culturale siano temi centrali, non nella lotta politica, onorevole Maninchedda, ma nella caratterizzazione dell'autonomia. Pertanto non possiamo condividere l'idea che siamo insieme per accompagnare la speranza. Non abbiamo gli stessi ruoli, c'è gente che deve decidere e c'è gente che deve controllare e ognuno si assume la sua responsabilità. E si assume la responsabilità anche su un punto che sta passando inosservato, perché se si parla di rimodulazione, bisogna anche dire che un accordo c'è stato ed è riconosciuto sbagliato. In quell'errore madornale commesso dalla Sardegna nei confronti dello Stato si consuma la consapevolezza che non possiamo condividere ordini del giorno velleitari e irreali, colleghi, rispetto agli "attributi istituzionali" che mostra di aver avuto fin qui il Governo regionale nei confronti dello Stato, perché quell'accordo sbagliato è lì a dimostrare la debolezza e l'incapacità di aspirare, onorevole Maninchedda, a rivendicazioni più alte. Sarà stata fretta, scarsa conoscenza o superficialità, ma noi non possiamo accedere, se vogliamo difendere, com'è nelle nostre corde, l'autonomia, all'idea di una posizione di difesa o di ricontrattazione rispetto a quella che era o poteva essere una posizione di progetto.
La Sardegna aveva costruito, con il Governo Prodi, un progetto per la conoscenza e la cultura; progetto che state demolendo sistematicamente, senza dire qual è la prospettiva. Dentro questo c'è il dramma dei lavoratori e anche qui, è bene dirlo, non avete voluto ascoltare l'opposizione quando vi chiedeva di stanziare delle risorse che ci sarebbero servite per avere un punto di forza anche in quella contrattazione che oggi avete intenzione di riaprire.
Insomma non possiamo condividere, onorevole Maninchedda, come popolo sardo, una prospettiva da mediocri!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Signora Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario, ovviamente, alla mozione presentata dal centrosinistra, che evidentemente ha bisogno di quarantott'ore, e a volte qualcuna in più, per modificare completamente ciò che è stato detto in quest'Aula la settimana precedente. Insomma, alla fine saremo costretti a prendere atto che questo è il vostro atteggiamento, colleghi del centrosinistra.
Non ci è sembrato di cogliere da parte vostra, la settimana scorsa, ragionamenti che portassero alle considerazioni che sono state svolte qualche minuto fa. Noi ci siamo sforzati molto, e intendiamo andare avanti, nella rimodulazione dell'accordo; lo vogliamo fare perché siamo convinti di poter dare un segnale diverso, di non fermarci alle semplici chiacchiere. E bene ha fatto il collega Maninchedda a leggervi il contenuto esatto dell'ordine del giorno. Credo che dovremmo farne una pubblicazione in modo che anche i precari sappiano cosa stiamo facendo, perché ho la vaga impressione che abbiate quasi paura che venga fuori ciò che noi in quest'ordine del giorno stiamo dicendo.
Insomma, io invito gli operatori precari della scuola e tutti a prendere atto dello sforzo che si sta facendo in quest'Aula, a prendere atto del fatto che per la prima volta è in corso una contrattazione seria con lo Stato. E non mi venga a dire, onorevole Gian Valerio Sanna, che voi avete avviato la grande riforma dell'istruzione in Sardegna, perché i danni li abbiamo visti tutti: per quanto riguarda la dispersione scolastica sappiamo benissimo quanti milioni di euro non sono stati spesi; soldi certamente stanziati dalla vostra amministrazione, ma in ogni caso 10 milioni di euro non sono stati spesi. E allora, che cosa dovevamo fare? Era responsabilità nostra? Non vorrei pensare che all'improvviso i topi si siano trasformati in cincillà! Siamo seri, almeno per una volta!
Avete sbagliato completamente le vostre prospettive di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda l'istruzione e la formazione. Oggi noi facciamo un sacrificio che è dovuto per i precari della scuola, che è dovuto per l'istruzione, che è dovuto per gli insegnanti, ma soprattutto per gli alunni della Sardegna, per gli scolari, per coloro che non riescono a superare i test d'ingresso nelle università. Per quelle persone noi vogliamo lavorare e non certamente per dare una risposta, che pure è dovuta, ai 1.700-2.000 precari - stamattina sono diventati 2.480 - che sembrerebbe stiano in questa situazione. Dite la verità, almeno una volta, e riconoscete di aver sbagliato per tanti anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Noi sappiamo bene che questo Governo è nemico del sapere e della conoscenza e sappiamo che l'Italia investe lo 0,8 per cento del proprio bilancio nella formazione e nella ricerca, mentre la Germania investe il 4,6 per cento e la Francia forse il 5 per cento. Cito anche l'esempio della Harvard University che investe nella cultura e nella pubblica istruzione tutto il budget dei Paesi europei. Dunque la vostra idea della scuola non ci appartiene, è anacronistica, surreale e direi anche fantomatica, mi ricorda il ghost di Amleto.
La conoscenza e il sapere non sono barattabili. Che cos'è un modello organizzativo, caro Paolo, se manca l'organizzazione e mancano i soldi? Il problema non riguarda il bilinguismo. Ogni volta che si parla di istruzione andiamo a canalizzare oppure a cercare rifugio nell'interpretazione del bilinguismo, delle minoranze linguistiche, ma qui si tratta di precarietà, di licenziamenti. Noi consideriamo l'accordo tra l'assessore Baire e il ministro Gelmini come un'aspirina, non è un rimedio. Noi non possiamo ipotecare né il sapere né la conoscenza; il lavoro di tutta una generazione andrebbe a farsi benedire.
Voi andate per la vostra strada, lavorate come volete, noi prepariamo la mobilitazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). E' ben vero che la miglior difesa è l'attacco, collega Mario Diana, però a volte anche gli attacchi un po' sconsiderati rischiano di non essere capiti oppure di essere capiti nella loro vera finalità, che è quella di cercare di sviare l'attenzione dall'obiettivo vero. E l'obiettivo vero è un accordo sottoscritto dalla Giunta regionale. Io ho partecipato alle audizioni fatte in Commissione cultura e istruzione del Consiglio regionale, dove ho sentito autorevoli esponenti della maggioranza dire che dell'accordo del 31 luglio non sapevano assolutamente niente. Quindi è un accordo che è stato siglato senza alcuna consultazione, che non ha coinvolto le scuole e che lascia - a parte la soluzione transitoria per quest'anno - 2.484 insegnanti precari con la spada di Damocle di un futuro incerto per la loro attività e per il loro impegno nella scuola. Questo accordo, rispetto al piano Gelmini di ristrutturazione della scuola italiana, tratta la Sardegna in una maniera che a suo tempo Luigi Berlinguer, ministro del centrosinistra, nonostante avesse ricevuto critiche anche da parte nostra, non si sarebbe sognato neanche lontanamente!
Vedete, io vi pregherei di leggere i dati che sono stati consegnati al Presidente della Commissione cultura e istruzione da tutti i sindacati - non solo da CGIL, CISL e UIL, ma anche dai sindacati autonomi, dai comitati di base, insomma da tutti -, da cui emerge un quadro drammatico della situazione verso cui il Governo Berlusconi sta portando la scuola sarda. Non cerchiamo, quindi, di menare il can per l'aia e di cambiare l'obiettivo: l'obiettivo dei precari che stanno manifestando davanti al Consiglio regionale, l'obiettivo delle forze politiche che stanno sostenendo la giusta battaglia di questi lavoratori e del mondo della scuola sarda è quello di modificare l'orientamento politico che il Governo Berlusconi e il ministro Gelmini stanno portando avanti da un anno a questa parte. In soldoni, questa politica è rappresentabile in un tentativo di progressivo smantellamento della scuola pubblica a vantaggio della scuola d'eccellenza, come viene definita, cioè della scuola privata.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Annuncio, Presidente, il mio voto favorevole alla mozione numero 19. Sono convinta, infatti, fermamente convinta che l'essersi piegati, Assessore, a questo accordo, quello siglato con il Governo, che è profondamente lesivo dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo della dignità e del bene della scuola sarda, sia stato un errore al quale bisogna rimediare. E' un accordo lesivo della scuola sarda nel suo complesso - lavoratori, famiglie e soprattutto studenti - e dell'autonomia della nostra Regione. Tant'è, onorevole Diana, che quest'anno scolastico è iniziato tra le proteste dei lavoratori della scuola e di coloro che sono rimasti a casa senza lavoro, pur avendo lavorato nella scuola magari per vent'anni.
Le rassicurazioni dell'Assessore, fra l'altro, non ci convincono ed è per questo che non possiamo neanche accettare l'ordine del giorno da voi presentato. Infatti, in quelle rassicurazioni non c'è nessuna certezza: non abbiamo la certezza che dal giorno in cui l'Assessore ha parlato in Aula ci sia stata una modifica sostanziale di quell'accordo, pertanto ne chiediamo l'annullamento. Non possiamo accettare altro. Il vostro ordine del giorno, onorevole Maninchedda, rimane generico proprio finché quell'accordo non viene rimesso nel cassetto e finché non si aprirà una strada seria, a partire da atti concreti della Giunta regionale, qui, ora e subito, sul potenziamento e il sostegno di quello che per noi è un bene primario, sul quale non possiamo tornare indietro.
Faremo le nostre battaglie, che non sono battaglie di una parte politica, battaglie aprioristiche, ma sono battaglie che vengono dal nostro modo di intendere la scuola e il progresso delle persone e della società. Non possiamo rinunciare in Sardegna, oggi più che mai, al potenziamento dell'istruzione pubblica. Quell'accordo, invece, determina un'inversione di tendenza sotto questo aspetto e anche rispetto a ciò che il centrosinistra ha fatto in questi anni. Noi siamo pronti a dialogare solo se lei rimetterà nel cassetto, annullerà, straccerà quell'accordo col Governo. Fino a quel momento porteremo avanti le nostre battaglie in difesa dalla scuola pubblica, dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Annuncio che voterò favorevolmente la mozione in discussione, perché è un modo per denunciare il grave stato in cui versa la scuola pubblica oggi in Sardegna; una Sardegna che ha bisogno di molte cose, a iniziare dal lavoro. E il lavoro può venire anche dalle risposte concrete che la scuola sarda oggi reclama, anche attraverso le manifestazioni pubbliche che i precari della scuola stanno svolgendo.
Oggi occorre salvare la specialità della nostra terra, la peculiarità di una regione che è diversa dalle altre regioni d'Italia in termini di distanze, viabilità, situazioni esistenti nei tanti paesi e paesini sparsi sul territorio, ma occorrono anche seri interventi a favore della scuola pubblica nei tanti quartieri delle nostre città e in particolare delle periferie. Abbiamo bisogno di edifici scolastici adeguati. Quest'anno scolastico è iniziato, in alcune parti della Sardegna, con i doppi turni, fra l'altro in edifici non idonei all'attività scolastica, e questo è un segno della gravità della situazione in cui versa la scuola pubblica.
Abbiamo bisogno in Sardegna, l'ho detto già un'altra volta, di una vera autonomia scolastica, un'autonomia che ci consentirebbe di decidere valutando quelle caratteristiche che ho citato prima, ovvero specialità e peculiarità, e soprattutto ci darebbe l'opportunità di introdurre l'insegnamento della nostra lingua, il patrimonio del nostro popolo.
Io credo che solo attraverso questi obiettivi potremo dare una risposta seria al problema occupazione e soprattutto alla legittima e ferma protesta che i lavoratori precari della scuola stanno conducendo con determinazione in questi giorni e a cui va tutta la nostra solidarietà.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dire che voterò a favore della mozione e suggerirei ai consiglieri della maggioranza di fare altrettanto. Non c'è nessun accordo da rimodulare, c'è solamente un accordo da cancellare.
Vorrei ricordare che i precari della scuola sono dipendenti dello Stato, non della Regione, e sarebbe compito dello Stato rispettare i patti che esso ha stipulato con questi dipendenti, rispettare le persone che hanno anni di insegnamento alle spalle, che hanno conseguito abilitazioni, superato concorsi e hanno diritti acquisiti che sono stati così platealmente calpestati in questa vicenda.
E' altresì da sottolineare che questo accordo, sottoscritto da un Governo che si è presentato dicendo che avrebbe "riempito" la Sardegna di nuovi posti di lavoro, si configura come il più grande licenziamento di massa degli ultimi decenni attuato in Italia e uno dei più grandi licenziamenti di massa della storia della Sardegna, che non ha termini di paragone fino a oggi.
Questo accordo incauto, sbagliatissimo, perché non si può disporre dei soldi della Sardegna per finanziare gli ammortizzatori sociali di un cattivo datore di lavoro che non rispetta i patti, è da cancellare per il bene dei lavoratori della scuola e per il bene della qualità della scuola in Sardegna. I commentatori più attenti, anche sui giornali nazionali, definiscono allarmante la situazione delle competenze di base della nostra scuola e richiamano il dovere del Governo di fare qualcosa per elevare il livello delle competenze di base, logico-matematiche e di comprensione del testo scritto nella scuola italiana. In Sardegna questo lo si stava facendo ormai da due anni, contrariamente a quello che sa l'onorevole Diana, il quale ha detto delle cose irripetibili. In Sardegna lo si stava facendo e questa Giunta ha preso quei programmi, ha preso quelle speranze, ha preso quello che si stava facendo l'ha stracciato e ha consegnato le relative risorse finanziarie all'onorevole Tremonti, che si distingue perché usa dire che non mette le mani nelle tasche degli italiani. E infatti mette le mani nelle vostre tasche, nelle tasche di tutti i sardi e anche del Governo della Regione Sardegna, evitando così di ottemperare ai doveri e agli impegni finanziari del suo Governo.
Per questo votiamo in maniera compatta a favore della mozione numero 19, senza nessun tentennamento rispetto a un accordo che deve essere cancellato, non rimodulato!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Signora Presidente, l'Assessore della pubblica istruzione, a conclusione del dibattito svoltosi in Aula la settimana scorsa, ha assunto l'impegno, secondo me generico, di rimodulare l'accordo del 31 luglio. Sulla rimodulazione si può anche discutere, a me non piace che si parli di rimodulazione, perché l'accordo per noi è da respingere, in quanto non intercetta le attese e i bisogni dei destinatari a cui si rivolge, credo comunque che ci sia poco da rimodulare. Concedendo però il beneficio del dubbio, noi dobbiamo verificare se questa volontà è stata manifestata nel vostro ordine del giorno. Ebbene, caro collega Maninchedda, cari colleghi della maggioranza, nel vostro ordine del giorno, che dovrebbe in qualche misura assumere l'impegno che è stato rappresentato dall'Assessore a nome della maggioranza e della Giunta, io non vedo nessuna volontà e tanto meno il coraggio necessario, in un momento come questo, di rimettere mano a quell'accordo.
Badate, riconoscere d'aver sbagliato non è sinonimo di debolezza. Soltanto le persone, le istituzioni, le organizzazioni forti e autorevoli sono in grado di riconoscere anche di aver sbagliato. A me non pare che nell'ordine del giorno ci sia davvero una volontà di procedere in maniera diversa da quella che avete proposto.
Allora, diteci qual è il punto dell'ordine del giorno con il quale voi intercettate le paure e date una prospettiva ai lavoratori precari da tanti anni e a quelli di quest'anno. Dov'è questo punto in quest'ordine del giorno? Io davvero non lo riscontro. Dov'è in quest'ordine del giorno la richiesta forte, perentoria al Governo di restituire i 20 milioni di euro che di fatto ci sono stati sottratti? Dov'è nel vostro ordine del giorno l'impegno concreto per creare una rete scolastica che sia in grado di intercettare anche i bisogni degli studenti che hanno delle disabilità? Di questo non c'è nulla! In quest'ordine del giorno, vi piaccia o non vi piaccia, non c'è un impegno concreto.
Noi non siamo qui, caro Paolo, per testimoniare un qualcosa di effimero. Fateci una proposta concreta, a partire dalla volontà unilaterale di ritirare l'accordo con il Governo, e poi discutiamo. Dateci questa disponibilità e ritirate quell'accordo in maniera unilaterale, perché non risponde agli interessi della scuola sarda.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE (I.d.V.). Signora Presidente, ho preso la parola non per dire ciò che pensa e chiede l'Italia dei Valori, l'ha detto prima di me l'onorevole Salis, ma per leggere un accorato appello che una precaria ci ha pregato di rivolgere all'Assessore e a lei, Presidente, che sicuramente riceverà tante lettere accorate come questa: "Sono un'insegnante di lettere e so per esperienza che quello che attualmente sta capitando nella scuola per moltissime persone, per noi insegnanti, per il personale amministrativo e tecnico, per le famiglie e per la società è una catastrofe. Questa è la realtà, una catastrofe, un massacro che è cominciato e continuerà nel prossimo triennio per arrivare alla decurtazione di 87 mila docenti e 44 mila unità di personale amministrativo, oltre ad altro personale che la scuola perderà. Signor Assessore, si tratta del più grande licenziamento di massa operato dallo Stato, molto più di quanto non sia successo con l'Alitalia e con la FIAT, e questo il Governo lo vuole far passare come una riforma di rigore e di merito. Ma lei sa o dovrebbe sapere che dietro ogni posto in meno c'è una famiglia, magari monoreddito, una donna separata, una donna disperata, una vedova, un mutuo da pagare, figli da mantenere e da far crescere. C'è chi è invecchiato da precario, arrivando a cinquantasei anni nell'attesa di una stabilizzazione che non c'è e non potrà avere, perché a noi non ci riciclano certo in consigli di amministrazione o in poltroncine ad hoc riservate solamente a politici trombati. Sono parole che vengono dal cuore, signor Assessore, e mi lasci allora continuare con questo accorato appello".
Scrive ancora la professoressa: "Vi rendete conto che certe decisioni vanno a sconvolgere l'esistenza delle persone? In un Paese civile e democratico ogni giorno non ci può essere chi si incatena, chi minaccia di darsi fuoco, chi si barrica, chi si arrampica sui tetti, chi fa lo sciopero della fame, chi va in terapia, chi va in follia. Temo, signor Assessore, che questo sia solo l'inizio, giusto per essere concreti, e questo è il dramma umano che noi insegnanti e noi mamme sentiamo di farle sapere: trovarsi improvvisamente senza quello che stavi cercando di costruire per anni e anni e non sapere all'improvviso come provvedere alla tua sopravvivenza, a quella dei tuoi figli e alla tua famiglia. E' un terremoto, una catastrofe. Certo, sappiamo quali sono le posizioni del Governo sui precari: è una piaga ereditata dai precedenti Governi e la scuola non può essere un ammortizzatore sociale, non si può spendere il 97 per cento delle risorse in stipendi. Ma noi non abbiamo ricevuto né stiamo ricevendo stipendi gratis, noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando spesso in luoghi disagiati. Abbiamo contribuito e contribuiamo a mandare avanti la scuola".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU (P.D.). Signora Presidente, il Gruppo del Partito Democratico vota a favore di questa mozione perché ritiene che i presupposti dell'accordo con il Governo nazionale siano inaccettabili. Sono inaccettabili perché il presupposto è una riforma che noi non condividiamo, una riforma che dà il via al più grande licenziamento di massa che la storia italiana ricordi. Stiamo parlando di insegnanti - io non li chiamo precari, non dobbiamo chiamarli precari, perché questo termine ricorda persone che hanno lavorato saltuariamente in un ente o in un'istituzione -, di professionisti che lavorano nella scuola da vent'anni o anche più. Non sono precari, sono insegnanti, sono professionisti e il Governo li sta licenziando. Il presupposto di quell'accordo è proprio questo licenziamento di massa, questa riforma che noi non condividiamo.
Riteniamo, quindi, che sia un presupposto inaccettabile così come è inaccettabile quell'accordo, perché non tiene conto della situazione particolare che la scuola sarda vive. Non c'è nessun impegno dello Stato, anzi si utilizzano risorse della Regione che la Regione stessa aveva destinato a contrastare la dispersione scolastica. Se ritenevate che le misure messe in atto in questi anni per contrastare la dispersione scolastica fossero inadeguate, era vostro dovere metterne in campo delle altre, ma quelle risorse dovevano mantenere la destinazione che avevano.
Quell'accordo è inaccettabile anche per altri motivi: impoverisce la scuola sarda perché c'è meno tempo pieno e ci sono 2.200 posti di lavoro in meno. Non sono dati che ci siamo inventati noi, sono dati ministeriali. Nella scuola sarda mancano 2.200 posti di lavoro, tra pensionamenti e personale che non viene riassunto; ci sono meno fondi, come dicevo prima, per contrastare la dispersione scolastica, ci sono meno insegnanti di lingue straniere e meno insegnanti di sostegno, e comunque con questo accordo non si dà una prospettiva alla scuola sarda.
Noi pensiamo che in un accordo di questo tipo la Regione avrebbe dovuto stare al fianco degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie, anziché essere la controparte, insieme al Governo nazionale, della scuola sarda.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signora Presidente, signori Assessori, onorevoli consiglieri, vorrei fare un'ulteriore riflessione sulla mozione che abbiamo discusso abbondantemente. La mia è ovviamente una dichiarazione di voto favorevole e mi dispiace che su questo tema non siamo riusciti a trovare un'intesa, non foss'altro perché il Titolo V della Costituzione credo abbia ormai superato abbondantemente quella visione verticistica dello Stato, appunto quella di Stato, Regioni, Comuni e Province. Oggi siamo sullo stesso livello, in maniera paritetica, e quindi almeno questo aspetto dovremmo cercare di tutelarlo.
Quindi per quanto riguarda la rimodulazione di quell'accordo, perché un accordo è giusto che sia fatto, non ripeterò le cose che hanno detto i miei colleghi sul precariato; di precariato ne abbiamo parlato anche durante la discussione del collegato alla finanziaria. Devo riconoscere che questo Consiglio ha fatto uno sforzo importante nei confronti del precariato in senso lato, quindi non vedo perché non debba fare uno sforzo anche nel campo della scuola. Certo è che non dobbiamo utilizzare i soldi della Regione Sardegna per pagarci il precariato dello Stato! E' un dovere istituzionale dello Stato finanziare il corpo docente, semmai le risorse della Regione Sardegna devono essere utilizzate per migliorare le attività didattiche e per consentire agli alunni meno abbienti di avere gli strumenti per una corretta formazione.
Lo Stato purtroppo (avviene anche in altri settori, ma è triste che avvenga nella scuola) gestisce questo settore fondamentale per la crescita dell'uomo, l'ho detto anche durante la discussione della mozione, in maniera ragionieristica. Non è possibile, io non credo, non voglio credere che il mantenimento in vita di una piccola scuola di un paese del centro della Sardegna, dove le classi sono costituite da 8-10 alunni, sia uno spreco di denaro pubblico. E' assurdo! I docenti fanno sacrifici e si spostano volentieri da una parte all'altra della Sardegna per guadagnarsi il pane quotidiano. Io risiedo a Guspini e ho avuto la cattedra, perché sono un insegnante, per metà a Fluminimaggiore e per metà a Barumini, ma non ho creato problemi e ho fatto il mio dovere. Quindi credo che il corpo docente sia in grado di assorbire anche questi lunghi viaggi, ma bisogna dare dignità anche alle piccole scuole perché si ottengono diversi obiettivi: formazione degli alunni in loco, quindi tutela della cultura e delle tradizioni locali, e mantenimento di immobili che andrebbero dispersi e che invece possono funzionare ed essere utilizzati come centro di aggregazione sociale per dare dignità ai piccoli centri che fanno parte anch'essi dello Stato italiano.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (P.D.). Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Assessore, dichiaro il mio voto favorevole alla mozione che è stata presentata da tutto il centrosinistra nella seduta di venerdì scorso.
Due mesi fa presentammo una mozione quasi identica a quella che abbiamo presentato in questi giorni, tendente soprattutto a lanciare l'allarme sulla situazione che si stava venendo a creare nella scuola sarda. L'avete bocciata non perché non condividevate le preoccupazioni che avevamo inteso manifestare in quest'Aula, ma solo ed esclusivamente perché dal punto di vista politico per voi era inaccettabile che il centrosinistra ponesse all'attenzione del Consiglio regionale un argomento così importante e serio.
La scuola per voi non è una priorità. Non è una priorità tant'è che non avete voluto discuterne, anche se, devo essere corretto, in Commissione ne abbiamo discusso più di una volta e ci siamo trovati d'accordo, maggioranza e minoranza, sulla gravità della situazione e in particolare su come doveva essere affrontata. Soprattutto maggioranza e minoranza hanno quelle che erano le preoccupazioni, le grida d'allarme che le organizzazioni sindacali, ma anche le associazioni degli enti locali, l'ANCI in modo particolare, avevano lanciato in Commissione.
Dicevo che per voi la scuola non è una priorità, l'avete dimostrato anche stasera, e chiedo scusa se lo rimarco, però credo che con il gesto plateale che quasi tutti voi, escluso qualcuno per fortuna, avete fatto nel momento in cui ha preso la parola Renato Soru, abbiate solo inteso dare spettacolo. Credo che Renato Soru, insieme alla sua Giunta e al centrosinistra, nei quattro anni e mezzo in cui ha governato la Sardegna non si sia mai presentato con il cappello in mano a un confronto con il Governo nazionale, come hanno invece fatto l'Assessore della pubblica istruzione e il Presidente della Regione il 31 luglio scorso e come volete continuare a fare con l'ordine del giorno che ci avete proposto questa sera. Assessore, le chiedo scusa se faccio questo paragone, però, finanziare i precari della scuola con i soldi della Regione sarebbe come finanziare i precari dell'amministrazione regionale con i soldi dei comuni.
Dicevamo venerdì che un accordo - se di accordo si tratta - serio e paritario tra più persone non può non prevedere la partecipazione di tutte le parti, con risorse, idee e proposte. Noi abbiamo cercato di farvi capire che questo è un argomento importante, fondamentale per il futuro della Sardegna.
PRESIDENTE Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Signora Presidente, annuncio il voto a favore della mozione e chiaramente contro il feroce decreto voluto dal Governo italiano e sostenuto dal centrodestra sardo. Mi chiedo dove siano finiti l'orgoglio e un elementare senso di appartenenza di una parte di questa classe politica. Una classe politica che è pur sarda, e questo mi preoccupa molto, e che ha consentito di negare al popolo sardo il diritto allo studio e il diritto al lavoro, diritti elementari per la sopravvivenza di tutti.
Sono davvero fortemente preoccupata per questa grande insensibilità generale. Mi chiedo quale possa essere il futuro della nostra gente se queste sono le scelte per le future generazioni. Abbiamo un tasso di disoccupazione spaventoso e il dramma della scuola va a sovrapporsi al dramma occupazionale e alle recenti problematiche legate all'industria. Fra l'altro abbiamo un altro dramma, non voglio ripetere le dichiarazioni dei colleghi dell'opposizione, ma solo aggiungere una nota: il pacchetto università inserito nel decreto Gelmini prevede, da qui a breve tempo, la soppressione di una delle eccellenze della Sardegna. Mi riferisco alla Facoltà di veterinaria di Sassari, un'eccellenza non solo per la grande professionalità che impartisce ai veterinari sardi, ma anche perché è un punto di riferimento per la veterinaria italiana. Non solo, la soppressione della Facoltà di veterinaria si ripercuote pesantemente anche sulla realtà pastorale sarda, per cui bloccando la ricerca non ci saranno più controlli, come i controlli sulle patologie degli animali e sull'alimentazione.
Insomma, il problema del decreto Gelmini va oltre l'immaginario. Praticamente con questo decreto si proietta la situazione della scuola pubblica sarda nel passato, in un passato drammatico e umiliante, che ha visto la negazione ai sardi persino dell'uso della propria lingua.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
AMADU (P.d.L.). Signora Presidente, debbo dire che sono fortemente deluso da questo dibattito, ma soprattutto dall'insussistenza delle proposte dei colleghi del centrosinistra. Come uomo di scuola - c'è qualche collega che qui parla di scuola, ma non sa neanche cosa significhi la scuola - mi sono sforzato di capire quali fossero le questioni concrete che venivano poste nella mozione da essi presentata, sulla quale annuncio il mio voto contrario. Ricordo che in Commissione sin dal primo momento, a fronte di un atto concreto portato avanti dalla Giunta regionale, che aveva il dovere di compiere delle azioni - e le ha compiute -, si è gridato allo scandalo per l'utilizzo di 20 milioni di euro di fondi regionali come compartecipazione alla soluzione dei problemi del precariato della scuola in Sardegna. Nella mozione, invece, il centrosinistra cambia tiro e, siccome non ha il coraggio di dire che l'accordo si mantiene a condizione che si apra una vertenza con lo Stato e si eliminino i 20 milioni di euro di compartecipazione regionale (chissà come i precari potrebbero accogliere una proposta del genere), dice che 20 milioni di euro sono insufficienti. Ma, insomma, mettetevi d'accordo: o erano insufficienti prima e lo sono anche adesso, oppure non servivano prima e non servono neanche adesso.
Credo che la Giunta bene abbia fatto a portare avanti, nell'ambito delle sue competenze, l'azione con il Governo nazionale e bene faccia oggi il Consiglio ad avanzare, se lo ritiene, proposte migliorative, integrative, per andare incontro alle esigenze del mondo della scuola e del precariato, che non sono problematiche arrivate con la riforma Gelmini. Chi ragiona in modo storico sa bene da dove provengono queste problematiche e quali sono le vere ragioni che le hanno generate. Credo che occorra trovare dei punti d'incontro sulle questioni importanti. L'ordine del giorno che la maggioranza propone indica una serie di priorità e di fatti concreti che danno sicuramente la misura di come questa maggioranza voglia affrontare i reali problemi della scuola sarda. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Signora Presidente, francamente stasera sono rimasto scioccato perché venerdì scorso, in chiusura della discussione sulla mozione, ci eravamo lasciati con la richiesta unanime di dedicare attenzione alla scuola in termini non ideologici né di parte - io ho usato il termine "laico" per intendere una discussione appunto fuori dagli schemi ideologici -, e oggi ci ritroviamo, armati più che mai, a evidenziare le contrapposizioni per cercare le divisioni. Probabilmente si stanno preparando le "armate" per la discussione del piano casa, quindi è necessario avere la truppa pronta per poter fare gli armigeri secondo alcuni schemi, che certamente non sono quelli più giusti e usuali, quando invece l'argomento scuola dovrebbe essere più toccante rispetto a un piano casa o a quant'altro e meritevole di più attenzione per quelle che sono le prospettive.
Onorevole Soru, lei ha fatto una piccola confusione quando ha parlato di ammortizzatori sociali. I 20 milioni di euro previsti nell'accordo non sono addizionali agli ammortizzatori sociali, come lei sostiene, ma servono eventualmente per vedere se quanto dichiarato dal ministro Tremonti esiste o no, se c'è oppure no quel tanto di disponibilità in relazione agli ammortizzatori sociali, perché in base a quanti insegnanti si potranno occupare con i 20 milioni di euro si potrà poi decidere quali ammortizzatori sociali utilizzare. Però devo dire anche che l'idea dell'assessore Baire era quella di dedicare un'attenzione particolare a un problemino non di poco conto: più di 2.000 dipendenti della scuola che rischiano di passare dal precariato alla perdita definitiva del lavoro. Quasi le stesse cifre che venivano indicate per la chimica, sulla quale questa Assemblea ha unanimemente condiviso la necessità di un confronto con lo Stato al fine di trovare una soluzione. Anche per quanto riguarda la scuola eravamo rimasti d'accordo, al termine della scorsa seduta, sul fatto che dovevamo restare uniti per far valere le nostre ragioni in un confronto con lo Stato, e in particolare con il ministro Gelmini, e avevamo anche detto che l'accordo del 31 luglio era superato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Signora Presidente, io vorrei fare due considerazioni sulla mozione e rinviare ulteriori considerazioni sull'ordine del giorno che l'opposizione ha rigettato, chiedendo la riconvocazione del Consiglio regionale per oggi e non prendendo in considerazione la proposta articolata in esso contenuta. Questo mi dispiace, perché chi paga il prezzo di questi rinvii e di questa sterile discussione sono proprio i precari, per i quali stiamo cercando una soluzione. L'U.D.C. premette fin d'ora che, sia a livello nazionaale sia in Regione, sta cercando e proponendo soluzioni per garantire il lavoro ai precari della scuola e per garantire anche quel principio insindacabile che è il diritto dei ragazzi all'istruzione.
A me fa specie che alcuni rappresentanti dell'opposizione - lo ribadisco, avendolo già detto nella discussione di venerdì - non abbiano addotto motivazioni su un'azione ancora più grave, se è possibile quantificare o fare una graduatoria, che voi avete compiuto quando, senza togliere fuori le argomentazioni che avete portato in questa discussione, avete affossato la formazione professionale in Sardegna. L'avete affossata, assolutamente ciechi di fronte al fatto che mandavate a casa 780 persone! Allora io non ho sentito parlare di autonomia, non ho sentito parlare del rispetto dei nostri principi o della nostra sardità. Non ho sentito niente di tutto questo, avete soltanto ubbidito agli ordini del capo. E parlate di sudditanza? Non tutti, fortunatamente, rimarco che il collega Cuccu non ha parlato in questi termini, ma gli altri? Permettetemi un umile consiglio (ovviamente io non ho consigli da dare, ma bramo di riceverne): organizzate l'opposizione, fate un'opposizione seria, trovate argomenti seri perché ci state deludendo. Pensavamo a un confronto sui principi e sul merito molto più approfondito, perciò se abbandonate un attimo il fegato e ricostituite i file con l'apparato cerebrale probabilmente riusciremo a confrontarci, perché state veramente deludendo i sardi assumendo posizioni indifendibili, senza proporre nulla. Non state proponendo niente!
Noi vogliamo eliminare il precariato e porre al centro dell'azione degli insegnanti, della scuola e nostra soprattutto la formazione dei nostri giovani.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Chi, come me, ha ascoltato l'intervento dell'onorevole Renato Soru sicuramente ha percepito i motivi di grave preoccupazione che agitano le opposizioni di questo Consiglio, posto che su temi come la scuola, l'istruzione e la formazione la sinistra ha pensato di esercitare una sorta di supremazia, sapendo bene che nel giudizio degli italiani rispetto a questi temi, come ricordava la trasmissione "Ballarò" qualche giorno fa, per il Governo nazionale spicca una posizione favorevole addirittura del 48 per cento contro il 44 per cento.
Io capisco che la sinistra sia gravemente preoccupata e oggi abbia la necessità di far leva su questi temi anche con una certa abile strumentazione e manipolazione delle vicende, perché sa che deve tornare a esercitare un ruolo egemone in questi settori. Voi continuate con questo tipo di impostazione, ma i dati che vi ho appena citato danno il segno che non c'è più gente disposta a lasciarsi manipolare. E allora, onorevole Soru, chiedo a lei: questo accordo avrà anche dei deficit, sarà perfettibile, può essere anche criticato, ma lei quanti accordi è riuscito a fare in questa materia, in questo settore a favore del precariato, che non è un problema di oggi, ma è un problema annoso?
Qui noi dobbiamo sottolineare la responsabilità del presidente Cappellacci, che un qualche risultato lo ha portato, rispetto al nulla al quale lei ci aveva abituati.
PRESIDENTE. Metto in votazione la mozione numero 19.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno sulla modalità di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 19.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Cucca, Meloni Valerio e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 67
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 25
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Io dichiaro il mio voto a favore, ma serve rispondere ad alcune interessanti provocazioni. La prima è quella dell'onorevole Gian Valerio Sanna, il quale dice: "Per firmare un ordine del giorno che costruisce i contenuti con cui il Governo regionale va al negoziato col Governo nazionale occorre avere fiducia nel Governo regionale. Questa fiducia non può averla l'opposizione". E' comprensibilissimo, però pongo un problema: io in Italia mi trovo male perché l'Italia è il paese degli "a priori", cioè di coloro che discutono non sul merito delle cose, ma a seconda del luogo da cui provengono le proposte, per cui non ci ritroviamo mai sulle cose, non riusciamo a rendere stabili le cose, non riusciamo a fare riforme stabili.
Quando io incontro una persona mi interessa non ciò che si dice di quella persona, ma come si presenta a me e non mi interessa giudicarla, ma mi interessa capirla e capire se sui problemi ci ritroviamo, allo stesso modo sono adesso interessato a capire, per cui pongo una domanda: è possibile che quando rivolgete delle accuse ferocissime verso di noi dimentichiate che chi ha presentato l'emendamento alla finanziaria che impegnava risorse regionali a integrazione del reddito e salvaguardia del posto dei precari sono stati i Sardisti e che quell'emendamento è stato votato dalla maggioranza insieme a voi? Gli emendamenti all'articolo 9 della finanziaria sono stati votati all'unanimità e allora avevamo già deciso di voler concorrere con nostre risorse per affrontare quel problema. Siamo ancora d'accordo? Io penso che si debba essere d'accordo.
Se il Governo nazionale cambia rotta e dice: "Va bene, mi faccio carico dei danni che provoco e quindi utilizzo l'INPS per coprire parte del costo dei posti persi", noi che facciamo? Andiamo dal Governo nazionale e gli diciamo: "Va bene, per quota parte interveniamo anche noi"? Oppure gli diciamo: "Impiccati"? Questo significa parlare di precari. Ma se vogliamo parlare di precari, perché non diciamo che è la prima volta che il Consiglio regionale rivendica dal Governo nazionale la possibilità di stabilire il numero degli alunni per classe? Parliamo di questo.
(Interruzione)
Non è 28. Parliamo di queste cose nel merito, non qui, non per slogan, parliamone nelle Commissioni, quando volete.
Allora, se esiste la possibilità di parlare di cose concrete, a prescindere dagli "a priori", noi manteniamo la nostra posizione di totale apertura per un dialogo politico che risolva i problemi. Di un dialogo che rappresenti le posizioni credo che l'Italia non ne abbia più bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Signora Presidente, collegandomi al discorso appena fatto dall'onorevole Maninchedda, devo dire che è da tempo che noi chiediamo che qualunque iniziativa,, che noi chiamiamo vertenza, sia subordinata all'annullamento dell'accordo che è stato presentato dalla stampa come l'accordo Baire-Gelmini sulla riforma della scuola in Sardegna, da attuarsi con 20 milioni di euro provenienti da fondi regionali, a proposito dei quali qualche collega ha parlato di compartecipazione della Regione. Ma quale compartecipazione? Quei 20 milioni di euro sono nostri e basta!
Noi abbiamo proposto, durante le interlocuzioni e nel nostro ordine del giorno, un fondo quinquennale, dove la Regione potrà mettere risorse proprie, se vorrà, ma lo Stato deve metterne di più, cioè deve mettere almeno 30 milioni di euro, perché non è possibile fare le nozze con i fichi secchi! E questo l'ha proposto il centrosinistra, non chissà chi.
Vorrei anche chiedere a chi ha presentato l'ordine del giorno, sul quale voterò contro, perché non si dice quanti alunni devono esservi per classe, in modo da vincolare la Giunta..
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Per ogni paese? Lo scriviamo nell'ordine del giorno per ogni paese?
ESPA (P.D.). Scriviamole queste cose. Sappiamo che in merito alla lotta contro la discriminazione l'unica cosa di cui il ministro Gelmini ha parlato, e a cui dobbiamo dire di no, è il numero massimo di studenti stranieri per classe, che è qualcosa che fa inorridire. Mentre, pur sapendo che dietro tutto questo ovviamente ci sono posti di lavoro, se voi accettaste la nostra proposta di fissare un numero massimo di alunni per le classi in cui sia presente un alunno con disabilità, è ovvio che ci sarebbero più posti di lavoro, ma mettiamolo per iscritto che la classe in cui c'è un alunno con disabilità deve essere composta al massimo da 20 alunni, al contrario di quanto sta succedendo adesso: classi di 23 alunni con 6 disabili.
CAPELLI (U.D.C.). Non è argomento dell'ordine del giorno!
ESPA (P.D.). Come non è argomento dell'ordine del giorno! L'U.D.C. fa un'opposizione durissima al decreto Gelmini in tutta Italia. Questa è la questione!
Questi temi sono da ordine del giorno. Io probabilmente non mi fido della Giunta, è chiaro no, se no non farei questo discorso. Dopo aver letto l'annuncio che è stato fatto sulla stampa sono inorridito pensando alla dignità del Consiglio. La Gelmini dice: "Ecco la riforma che farò", e noi zitti! Ma quando mai?
Su questo, ripeto, le proposte concrete ci sono state e ci sono. Sono d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto che hanno definito il vostro ordine del giorno generico, per questo avete rifiutato di lavorare sul testo proposto da noi. Queste sono le considerazioni che volevo fare. In ogni caso per noi non c'è un problema politico, ma un problema sostanziale: l'accordo fatto il 31 luglio va annullato unilateralmente dalla Giunta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Ho letto con estrema attenzione l'ordine del giorno di cui è primo firmatario l'onorevole Giacomo Sanna e che è stato richiamato dal Presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Paolo Maninchedda. Ed è in qualità di componente della Commissione bilancio che mi permetto di interloquire sul testo dell'ordine del giorno che è stato presentato, perché c'è un richiamo alla possibilità, in deroga alla legislazione nazionale vigente, e questo non mi spaventa assolutamente, anzi, anzi...
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). L'ha ottenuto la Lombardia.
SALIS (I.d.V.). L'ha ottenuto la Lombardia, ma la Lombardia, insieme alla Sicilia, ha ottenuto anche soldi dalla Gelmini e noi invece ne stiamo mettendo.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Non è così!
SALIS (I.d.V.). Diciamo le cose come stanno: Lombardia e Sicilia hanno avuto finanziamenti. Dio santo, evitiamo di dire falsità, presidente Dedoni!
DEDONI (Riformatori Sardi). E' scritto nel documento, leggilo!
SALIS (I.d.V.). Ma leggi il documento che i sindacati hanno consegnato a te come Presidente della Commissione cultura e istruzione, quando ti lamentavi di non essere neanche venuto a conoscenza dell'accordo con la Gelmini. Ma per carità!
DEDONI (Riformatori Sardi). Io l'ho letto, leggilo tu!
PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, lasci intervenire l'onorevole Salis e lei, onorevole Salis, non interloquisca.
SALIS (I.d.V.). Presidente Dedoni, stia calmo, risponderà dopo, non mi interrompa.
Il Presidente della Commissione cultura si lamentava di non conoscere assolutamente i termini dell'accordo che la Giunta aveva sottoscritto con il Governo. E poi dite che ci dobbiamo fidare!
Torno alla mia interlocuzione con l'onorevole Maninchedda. Stiamo attenti, nell'ordine del giorno si parla di innalzamento della qualità e della economicità del servizio di istruzione, consentendo che sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, eccetera, ed è un principio che io sottoscriverei. Ho invece paura, di fronte a questo Governo, a sottoscrivere il punto in cui si dice: "a costi invariati per la Regione". Perché dico questo? Perché lei sa benissimo quanto me che alcune Regioni a Statuto speciale hanno definito con il Governo un accordo per cui sono tenute a finanziare con risorse proprie tutte le spese per l'istruzione. Qual è il problema? Noi siamo ancora nella fase di "incasso" - permettetemi questo termine - di un accordo su ciò che lo Stato non ci ha dato dal 1992 fino al 2006 e ho paura, presidente Maninchedda, colleghi della maggioranza e dell'opposizione, che aprendo questa breccia noi apriamo anche alla possibilità che il Governo ritratti quanto concordato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Signora Presidente, voterò convintamente a favore di quest'ordine del giorno perché rafforza le intenzioni della Giunta, alla luce anche della discussione e del confronto con la maggioranza. Il passaggio che è stato appena letto è un passaggio che qualifica l'ordine del giorno e corrisponde alle aspettative che costantemente in quest'Aula vengono sollevate sulla specificità della Sardegna, sulla difesa dell'identità dei sardi e quant'altro. Mi chiedo, però, se il motivo dello scandalo sia il fatto che vengono utilizzati fondi regionali per intervenire a sostegno dei lavoratori, ancorché precari, che perdono la loro capacità di sostentamento economico. Noi abbiamo visto quest'Aula utilizzare fondi regionali per sostenere i più svariati settori dell'economia isolana: dall'industria, all'agricoltura, al turismo e non riesco a capire come in questo caso non possa scattare, all'interno della nostra Isola, quella solidarietà che distingue un insieme di individui da una collettività. Si dirà, stiamo parlando di lavoratori statali, ecco che quindi scatta la molla politica, scatta la pervicace contrapposizione, senza se e senza ma, nei confronti di un Governo terribile, come è stato definito, e di un Ministro cattivo che vuole umiliare la scuola, gli insegnanti e gli alunni. Ma non ritenete che cattiveria sia anche utilizzare dei bambini come agit-prop trasformati in cartelloni pubblicitari? Io credo che questa sia reale cattiveria.
Al di là di questo, penso che in politica siamo abituati a sentire tutto e il contrario di tutto. Purtroppo la politica è questo. Chiedo solo e spero che non si continuino a usare toni saccenti e da persone offese, come delle prefiche pagate per piangere e lamentarsi senza nemmeno conoscere il morto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Prima di votare quest'ordine del giorno, che pure ho firmato, evidentemente, mi farebbe piacere conoscere il parere della Giunta, perché l'assessore Baire ci ha ascoltato pazientemente, ma il Consiglio con quest'ordine del giorno sta chiedendo di rivedere in maniera forte l'accordo del luglio scorso, sta chiedendo poteri importanti, e ne ha parlato prima il presidente Maninchedda. Non ci limitiamo a chiedere di poter determinare noi il numero di alunni per classe, perché l'effetto non sarebbe poi così importante sui piccoli centri e sulla dispersione scolastica. se non chiedessimo anche, così come chiediamo nell'ordine del giorno, di determinare il numero di alunni per ordine di scuole primarie e secondarie per comune, che è oggi fissato in 50, e un numero di alunni per unità scolastica compreso tra 500 e 900. Quindi stiamo chiedendo piena e completa autonomia organizzativa nell'ambito della determinazione del numero di alunni per ogni classe o pluriclasse. Questo ci potrebbe consentire di mantenere le scuole in tutti i paesi della Sardegna o almeno in quelli che hanno un numero minimo di alunni, anche se molto basso.
Credo che ci sarà da fare una battaglia con lo Stato, perché stiamo rivendicando poteri importanti. Mi interesserebbe sapere se l'assessore Baire è realmente disposto a fare questa battaglia, che secondo me è molto importante, perché siano riconosciuti poteri notevoli alla Regione Sardegna rispetto alle altre Regioni italiane.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Onorevole Capelli, questo centrosinistra è abituato a fare proposte e l'ha fatto anche sulla scuola. Noi, come centrosinistra, abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno unitario e vi abbiamo chiesto di condividerla, perché chiedeva alcune cose chiare: non solo l'annullamento dell'accordo del 31 luglio, la ridefinizione di un nuovo accordo col Ministero dell'istruzione, l'applicazione del principio di deroga rispetto agli standard nazionali, ma anche il ripristino nell'organico di diritto dei 131 posti tagliati dall'Ufficio scolastico regionale (superando persino quanto stabilito per la Sardegna dallo stesso Ministero per l'annualità 2009-2010) e l'annullamento degli ulteriori tagli al personale e della riduzione significativa degli organici.
Vi abbiamo chiesto di aderire a un fondo quinquennale di compartecipazione con il Ministero per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta dell'istruzione in Sardegna, alla lotta contro la dispersione scolastica e il precariato, con quota parte per il Ministero di 30 milioni di euro e per la Regione Sardegna di 20 milioni di euro, al fine di deliberare un programma di interventi con proposte dettagliate: l'allungamento del tempo scuola, il mantenimento di sezioni e plessi presso istituti scolastici in condizioni di sofferenza, con particolare riguardo alla presenza di alunni con disabilità, la salvaguardia dei centri interni e montani dell'Isola, la salvaguardia delle classi delle scuole di quartiere a rischio nelle aree più disagiate dei principali centri urbani, nonché l'aumento della presenza di personale ATA, quindi di personale non docente, per garantire i livelli di sicurezza e di vigilanza degli alunni.
Vi abbiamo chiesto di adeguare il personale docente di sostegno in base alle reali esigenze, prevedendo quindi la personalizzazione del servizio, e di stabilire un tetto massimo di alunni per classe, fissando in 20 il numero massimo di alunni laddove sia presente almeno un alunno con disabilità.
Vi abbiamo chiesto l'assolvimento del diritto all'assistenza di base per gli alunni con disabilità, l'abolizione delle pluriclassi e la realizzazione di un progetto straordinario di lotta alla dispersione scolastica con azioni omogenee e unificate.
Vi abbiamo chiesto di assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente precario, in particolare di coloro che sono entrati quest'anno in stato di disoccupazione, al fine di assicurare la loro stabilizzazione.
Vi abbiamo chiesto di predisporre, nell'ambito della finanziaria 2010, un intervento sul versante dell'edilizia e delle strutture scolastiche, per elevare il livello della qualità del patrimonio edilizio.
Insomma, si trattava di una proposta completa definita in un ordine del giorno che voi avete rigettato, preferendo l'ordine del giorno generico che è in discussione, che non risponde assolutamente alle esigenze dei precari e che non dà risposte alla scuola sarda. Per questo il voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LAI (P.d.L.). Pesa un po' l'accusa di disattenzione, leggerezza, scarsa serietà da parte della maggioranza. Intervengo per sostenere anch'io con convinzione quest'ordine del giorno, perché sono dentro un percorso che era stato intrapreso alla fine del dibattito sulla mozione presentata dalla minoranza appunto sui problemi della scuola.
L'orientamento - mi era parso di coglierne il significato - era quello di rimodulare l'accordo con spirito di apertura, di dialogo, accogliendo spunti e proposte. Quindi ritengo che, sotto questo profilo, l'ordine del giorno sia una risposta a queste istanze, in quanto rappresenta un passo importante verso l'autodeterminazione della Sardegna nel settore dell'istruzione, ottenendo competenza esclusiva in materia di formazione professionale e competenza concorrente in materia di istruzione, conformemente agli articoli 117 e 118 della Costituzione. E' importante fare questi richiami, perché non stiamo parlando di un aspetto che dà genericità ai contenuti dell'ordine del giorno, bensì di obiettivi volti a innalzare la qualità e l'economicità del servizio di istruzione, dando nel contempo alla Regione la facoltà di determinare il numero di alunni per ordine di scuola per comune e per unità scolastica. Questi sono gli obiettivi di rilievo che non si possono non riconoscere.
Il concorso della Regione alla tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, presente nello stesso ordine del giorno, non può essere derubricato in modo semplicistico come un sostituirsi della Regione nell'adempimento di obblighi che sarebbero del Ministero, perché si tratta di un intervento che mostra, invece, una reale sollecitudine, vista la situazione di grave crisi in cui versa tutta la scuola italiana, verso i lavoratori sardi del mondo della scuola. Quindi le critiche della minoranza, per quanto comprensibili per quelli che sono i ruoli politici, mi paiono meramente strumentali e incapaci di convergere su un terreno comune nell'interesse reale di tutti gli operatori del mondo della scuola e degli stessi studenti sardi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Essendo firmatario dell'ordine del giorno, ma non solo per questo, dichiaro che noi voteremo a favore e sottolineo due aspetti che ha già ben evidenziato il collega Cuccureddu.
Questo è un ordine del giorno che dà alla Giunta indirizzi molto severi e raccoglie parte delle sottolineature, delle indicazioni contenute nell'ordine del giorno non presentato dal centrosinistra e testé annunciate dal collega Bruno. Collega Bruno, una cosa è fare un ordine del giorno, un'altra cosa è scrivere un programma politico in un ordine del giorno. Cioè, se non si vuole raggiungere un risultato basta scrivere quello che avete scritto voi. E se il collega Espa avrà piacere, gli fornirò una documentazione sulle posizioni dell'U.D.C. nazionale, sugli ordini del giorno votati dall'U.D.C. nazionale e sulle azioni da essa svolte a correzione del decreto Gelmini, che ritroviamo in quest'ordine del giorno.
Probabilmente lei ha letto il titolo grande, non è entrato nel merito, perché se la Giunta avrà la forza - e più forza potrebbe avere se il Consiglio regionale unitariamente sostenesse questa tesi - richiamerà il Governo centrale a un passo indietro importante. Tra l'altro dalla lettura dell'ordine del giorno si può riscontrare che alcune delle cose da voi dichiarate sono riprese in questo documento, non indicando i numeri di un piano di rinascita, ovviamente, o di un accordo di programma quadro, perché quella è la via per non raggiungere il risultato, e di questo voi siete pienamente coscienti.
Se, invece, lo strumento del dialogo fosse stato usato in maniera corretta, probabilmente quelle istanze qui riprese in parte avrebbero potuto costituire un documento unitario che avrebbe rafforzato la posizione della Giunta e della Sardegna nei confronti del Governo centrale. Altra cosa è contestare il decreto finanziario Tremonti, che voi riprendete nell'ordine del giorno, ma sottoponendo all'Aula alcuni argomenti sviate la sua attenzione dall'obiettivo principale, che è, lo ribadisco, quello di dare un concreto sostegno per trovare soluzione al problema dei precari e dell'istruzione in Sardegna. Questa via voi l'avete dimenticata per puro spirito politico di contrapposizione e non nell'interesse reale dei precari.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Massimo Zedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Annuncio il voto contrario all'ordine del giorno, nella speranza di meritare almeno la sufficienza da parte dell'onorevole Capelli, che vorrebbe un'opposizione conformata ai suoi gusti. Ma quando si vuole un'opposizione di questo genere, in un certo qual modo appiattita, non troppo contraria, mi pare che si vada in un'altra direzione. Comunque, anche con l'insufficienza, credo di poter continuare il mio intervento, onorevole Capelli.
Perché il voto contrario? In Commissione pubblica istruzione abbiamo affrontato il tema a giugno, quando ci è stato detto ed è stato scritto sui giornali, è documentato: "Nessuno resterà senza lavoro, nessuno rischia il posto di lavoro". A settembre ci siamo resi conto, invece, cosa che noi avevamo già annunciato con preoccupazione, che di sicuro molti rimarranno senza lavoro, tanto che gli stessi che a giugno avevano fatto quella affermazione - Assessore della pubblica istruzione, Dirigente scolastico regionale e responsabile dell'Ufficio regionale - hanno poi detto: "Sì, in effetti alcune migliaia di persone rimarranno senza lavoro", il che non è esattamente equivalente a zero persone senza possibilità di lavoro.
Perché il voto contrario, al di là di questa premessa? Perché sono state sottovalutate le ripercussioni di questa riforma, perché in un ordine del giorno evidentemente fatto a più mani si mischiano capra e cavoli, cioè si parla di istruzione e anche di formazione professionale, e avendo già letto la bozza di Programma regionale di sviluppo capisco anche perché. L'idea di fondo non è, come viene scritto, l'integrazione tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale, ma la sostituzione del sistema dell'istruzione con quello della formazione professionale. Però, poiché i dati OCSE-PISA ci dicono il contrario, e cioè che vi sono pochi diplomati e pochi laureati, bisognerebbe andare nella direzione opposta a quella della sostituzione e distruzione del sistema scolastico pubblico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Voto contro l'ordine del giorno, un po' meravigliato dal fatto che voi vi meravigliate della nostra posizione critica. Noi assumiamo questa posizione non perché abbiamo motivazioni "a priori", ma purtroppo perché ne abbiamo "a posteriori": il G8, i fondi FAS e i DPEF ci stanno dilapidando e secondo qualcuno noi assumeremmo questa posizione in base a un'idea aprioristica, come in questi sei mesi se non fosse successo niente! La stessa assenza del presidente Cappellacci di fronte a un problema centrale come questo la dice tutta!
E poi, consentiteci, gli ordini del giorno, onorevole Lai, hanno sempre risposto a noi stessi e mai a nessun altro, questa è una verità indiscutibile. E siccome, onorevole Maninchedda, non potete prendere in giro il Consiglio regionale sappiamo benissimo tutti che differenza c'è fra le norme di attuazione dello Statuto in materia di poteri e gli accordi col ministro Gelmini: strumenti sbagliati su argomenti sbagliati!
Il fatto grave che ci pone in questa posizione è sostanzialmente che questi lavoratori, che ho difficoltà a chiamare precari, perderanno il lavoro. Essi meriterebbero qualcosa di più delle buone intenzioni, per il semplice fatto che tutti noi, la nostra generazione, i nostri figli e le generazioni che seguiranno dovremmo riconoscere loro un po' di gratitudine per aver salvato la decenza e la stessa tenuta dell'istituzione scolastica nazionale negli ultimi vent'anni. Questa è la ragione per la quale noi su questo terreno non facciamo sconti di nessun genere.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signora Presidente, intervengo per dire che voterò contro quest'ordine del giorno per gli stessi motivi che ho cercato di annunciare prima e che proverò a illustrare nuovamente, rischiando di ripetermi.
E' stato detto che non abbiamo fatto nulla per la scuola e che rischiamo di non partecipare, con 20 milioni di euro, alla risoluzione dei problemi della scuola. Noi siamo favorevolissimi alla spesa dei 20 milioni di euro, anzi vorremmo che se ne spendessero di più, come abbiamo fatto nel passato, vogliamo però spenderli a ragion veduta e per le cose che riteniamo importanti. Abbiamo ritenuto importante investire, nel 2007-2008, 29 milioni di euro a favore di laboratori per l'approfondimento di alcune materie, per il rafforzamento della qualità dell'insegnamento scolastico. Quella somma è stata spesa pressoché interamente, tranne 800 mila euro, lo dico a beneficio soprattutto dell'onorevole Mario Diana. Sono stati creati 16 mila laboratori, sono state finanziate 412 autonomie scolastiche su 426, praticamente tutte. Sono state finanziate quasi 500 mila ore di insegnamento in Sardegna, con le risorse di questa Regione. Vero è che per il 2009 non è stato speso un euro, perché l'attuale Giunta si è distratta.
Il punto qual è? Non è quello di spendere di meno, è semmai quello di spendere di più, ma per le cose che sono nella nostra responsabilità. Non è nella nostra responsabilità sopperire finanziariamente al licenziamento di massa operato da questo Stato, e da questo Governo che lo rappresenta pro tempore, che sta privando dei diritti acquisiti oltre 50 mila insegnanti italiani, frustrando i loro diritti in maniera abnorme rispetto a quello a cui siamo stati abituati nel passato, e sta abbattendo la qualità della scuola e falcidiando i diritti dei bambini. E' di questo che dobbiamo parlare, non di filosofia del futuro. L'ho già detto e lo ripeto: pensare che le Regioni debbano finanziare le mancanze dello Stato è come pensare che i comuni della Sardegna debbano finanziare la stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste. Qui non stiamo parlando di precari, stiamo parlando, come è stato detto, di lavoratori laureati, abilitati, vincitori di concorso…
(Interruzione)
Io l'ascolto sempre con educazione! Mi permetta di recuperare qualche secondo, signor Presidente.
Stiamo parlando di persone che hanno vinto un concorso, abilitate, che hanno una specializzazione, in molti hanno sostenuto sedici esami, dopo la laurea, per ottenere la specializzazione. Posso recuperare il tempo perduto?
PRESIDENTE. Dieci secondi, prego.
SORU (P.D.). Sa, dieci secondi sono utilissimi senza interruzioni, in questo modo io non riesco…
PRESIDENTE. L'interruzione non è stata lunga, onorevole Soru, per cui le regole sono uguali per tutti.
SORU (P.D.). La ringrazio. Dedico il mio tempo alla loro pazienza!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Signora Presidente, colleghi del Consiglio, noi Riformatori voteremo con convinzione quest'ordine del giorno che ci sarebbe sembrato un ottimo punto di caduta dei ragionamenti che questo Consiglio ha fatto. Vorremmo anche porre ai colleghi dell'opposizione un interrogativo che, ascoltandoli, ci è venuto in mente: non vorremmo che voi aveste scelto l'argomento della scuola per fare prove tecniche di opposizione, cioè che aveste scelto deliberatamente un argomento sul quale assumere una posizione estremistica per la scelta politica di assumerla, privando il Consiglio regionale della possibilità di fare unitariamente una di quelle cose che, a nostro modo di vedere, sono le più utili nel porre i problemi a livello nazionale.
Voi avete sostenuto, ed è contraddittorio quello che dite: "Siamo di fronte" - è stata letta una lettera in tal senso - "al più grosso licenziamento di massa che si sia mai verificato in Sardegna". Siamo d'accordo, però se è così, l'atteggiamento che noi come Consiglio regionale dobbiamo avere non può che essere quello di difesa dei precari. Ma dopo aver detto che intendiamo difendere i precari, cerchiamo di porci un problema in più. La scuola, colleghi, non è fatta per gli insegnanti, così come la sanità non è fatta per i medici. La sanità è fatta per i pazienti e deve servire gli interessi dei pazienti; la scuola è fatta per i bambini, per gli adolescenti, e deve servire gli interessi degli adolescenti e di coloro che ci stanno dentro. Quindi gli insegnanti sono lo strumento, e se lo strumento è virtuoso può gestire nel miglior modo la crescita e la formazione di chi frequenta la scuola. Questo è l'elemento fondamentale che noi dobbiamo tenere a mente. Ma se non ci sono più bambini nei centri dell'interno della Sardegna e anche a Cagliari non ci possono essere più le scuole. Quindi il nostro problema non è, se non nel contingente, difendere gli interessi degli insegnanti; il nostro problema è creare le opportunità perché nascano bambini. E la scuola non è ininfluente rispetto a questo, perché una scuola che produce cultura, una scuola che produce formazione, una scuola che produce laureati e diplomati di qualità e di livello è in grado di creare le condizioni perché aumenti il tasso di natalità, perché sono i bambini che danno senso agli insegnanti e alle scuole.
Ci siamo chiesti perché il livello qualitativo della scuola sarda non è sufficiente a fare questo? Ecco, questo è un argomento di discussione in Consiglio regionale, dove probabilmente dovremmo trovare quelle ragioni di unità che stasera non siamo riusciti a trovare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.).Insomma, se è vero quanto dice l'onorevole Capelli, ovvero che noi ragioniamo più con lo stomaco che con la testa, non capisco perché dobbiate perdere tempo con noi. Avete numeri e idee - bontà vostra - per andare avanti nell'interesse del sistema dell'istruzione di quest'Isola, non capisco davvero perché vogliate ostinarvi a perder tempo con chi non è al vostro rango!
Insisto, Assessore, mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza, nel chiedere se davvero c'è la volontà di riscrivere quel testo. Riconoscere un errore non è una testimonianza di debolezza, è semmai una dichiarazione di forza, insisto su questo. Perché nel vostro ordine del giorno non iniziate col dire che è necessario, per quanto ci siamo detti la scorsa e questa settimana, innanzitutto ritirare in maniera unilaterale quell'accordo e avviare una discussione per tentare di verificare se c'è un'intesa nell'interesse del sistema dell'istruzione in quest'Isola?
Voi volevate, caro onorevole Capelli, uno di quegli ordini del giorno che normalmente non si negano nessuno; noi volevamo qualcosa che avesse connotati di cogenza appena appena più visibili di quelli di un ordine del giorno. Questo vi abbiamo chiesto, caro Roberto, scusa l'uso del tu.
Voi insistete su quest'ordine del giorno, mi dispiace, io non voglio fare polemica, ma vi prego ditemi dov'è in quell'ordine del giorno il punto in cui indicate il problema delle persone che hanno perso il posto di lavoro. Ditemi dov'è, in quest'ordine del giorno, il punto in cui affermate di non voler far sparire la scuola da tante zone interne o meno popolate della nostra Isola. Ditemi dov'è! Non c'è, collega Lai. Ditemi dove si parla, in quest'ordine del giorno, di un intervento che abbia, ripeto, carattere di cogenza e vada incontro alle persone più deboli e svantaggiate, che non sono poche. Non c'è nulla di tutto questo, e allora io capisco che si voleva, in buona sostanza, utilizzare il dibattito in Consiglio per fare finta di affrontare il problema.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, ha già fatto la sua dichiarazione di voto. Vuole intervenire sulla modalità di voto?
BRUNO (P.D.). Vorrei anche sapere qual è il parere della Giunta, che forse non si è espressa.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
BAIRE, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.Sono favorevole all'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e la Giunta regionale si impegnerà ad attivare tutte quelle misure che saranno necessarie per migliorare l'intesa con il Ministro dell'istruzione e per avere una migliore istruzione nella scuola sarda. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, intendeva anche chiedere la votazione nominale?
BRUNO (P.D.). Sì.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cucca e Zuncheddu hanno votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 39
contrari 22
(Il Consiglio approva).
I lavori si concludono qui, riprenderanno domani mattina alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 36.