Seduta n.37 del 14/10/2014 

XXXVII SEDUTA

Martedì 14 ottobre 2014

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

indi

del Vicepresidente Antonello Peru

indi

del Presidente Gianfranco Ganau

indi

del Vicepresidente Eugenio Lai

indi

del Presidente Gianfranco Ganau

La seduta è aperta alle ore 16 e 12.

FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 1° ottobre 2014 (34), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gian Mario Tendas, Edoardo Tocco, Alessandro Unali e Paolo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 14 ottobre 2014.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Forma - Comandini - Cozzolino - Piscedda - Sabatini - Antonio Solinas: "Disposizioni in materia di ricerca e applicazione di metodi integrativi di lotta all'insetto vettore della Blue tongue". (120)

(Pervenuta il 1° ottobre 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)

Lotto - Pietro Cocco - Comandini - Deriu - Moriconi - Rossella Pinna - Sabatini - Tendas: "Norme in materia di ittiturismo e pescaturismo". (121)

(Pervenuta il 6 ottobre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)

Rubiu - Fenu - Carta: "Sull'attività agrituristica in Sardegna". (122)

(Pervenuta il 7 ottobre 2014 e assegnata alla quinta Commissione.)

Cozzolino - Cocco Pietro - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella: " Norme a tutela e sostegno della bigenitorialità, dei genitori separati o divorziati e delle famiglie mono-parentali ". (123)

(Pervenuta il 7 ottobre 2014 e assegnata alla sesta Commissione.)

Risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Agus - Cocco Daniele Secondo - Arbau - Desini - Moriconi - Lai - Pizzuto - Ledda - Azara - Perra in merito agli avvisi pubblici per l'acquisizione di prodotti editoriali e per l'acquisto di spazi pubblicitari pubblicati dall'Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione e sulla gestione dell'ente in questa fase". (14)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Moriconi - Pinna Rossella in merito al funzionamento e all'efficienza dei Sardegna store". (17)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Truzzu - Fenu sul trasferimento del Cpsa/Cara presso la Scuola di Polizia penitenziaria di Monastir". (25)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Lotto - Manca Gavino - Demontis sull'appalto della Asl di Sassari per il servizio di ristorazione e trasporto pasti". (96)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Lai relativa all'ipotesi di riduzione dell'orario dei lavoratori del servizio antinsetti gestito dalla Proservice, società in house della Provincia di Cagliari". (111)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Truzzu sui gravi problemi causati dalla mancata nomina del commissario della Commissione provinciale artigiani di Cagliari". (114)

(Risposta scritta in data 3 ottobre 2014.)

"Interrogazione Tendas - Comandini - Cozzolino - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio sui ritardi relativi ai risarcimenti a favore delle famiglie e attività produttive che hanno subito danni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013". (64)

(Risposta scritta in data 9 ottobre 2014.)

"Interrogazione Tendas - Solinas Antonio in merito alla profilassi ovi-caprina contro la Visna maedi". (130)

(Risposta scritta in data 9 ottobre 2014.)

"Interrogazione Arbau sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alle aziende suinicole "Mamusa"". (5)

(Risposta scritta in data 10 ottobre 2014.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di inserire nella programmazione degli interventi dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) le opere cantierabili relative ai comuni che non hanno mai usufruito delle agevolazioni regionali per l'edilizia convenzionata, e nella fattispecie gli interventi richiesti dal Comune di Zerfaliu". (169)

"Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione dei percorsi formativi per il rilascio della qualifica di operatori socio-sanitari (OSS) di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 38/24 del 30 settembre 2014". (170)

"Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle problematiche della società ARST". (171)

"Interrogazione Cherchi Oscar - Tatti - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla distribuzione territoriale dei corsi socio-assistenziali per operatori sanitari in regime di autofinanziamento disposta dalla deliberazione n. 38/24 del 30 settembre 2014". (172)

"Interrogazione Solinas Antonio - Tendas, con richiesta di risposta scritta, in merito alla decisione assunta dal Ministero di grazia e giustizia sulla destinazione del Carcere di Massama-Oristano alla sola funzione principale di carcere di massima sicurezza". (173)

"Interrogazione Lotto - Desini, con richiesta di risposta scritta, sui disagi a cui devono sottostare i pazienti del nord Sardegna affetti da pemfigo del cavo orale". (174)

"Interrogazione Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione n. 1677 del 26 settembre 2014 del Direttore generale dell'Azienda ospedaliera Brotzu". (175)

"Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla differente applicazione delle norme in vigore riguardo la "decadenza del Presidente" nelle provincie storiche di Cagliari e Nuoro". (176)

"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'attività dei centri di rilevazione delle patologie tumorali e sui dati dell'incidenza tumorale nei comuni confinanti con le zone industriali e i poligoni militari". (177)

"Interrogazione Comandini - Cozzolino - Lotto - Pinna Rossella - Ruggeri - Tendas - Agus - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori della società Akhela Srl". (178)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Tocco - Pittalis - Fasolino - Zedda Alessandra - Tunis - Locci - Cherchi Oscar - Peru - Randazzo - Tedde sull'istituzione di un numero verde per la sanità, con particolare attenzione alle emergenze sociali". (67)

"Interpellanza Agus - Cocco Daniele - Lai - Pizzuto sulla cessione da parte dell'Eni degli impianti Versalis di Sarroch". (68)

"Interpellanza Solinas Christian sulla grave situazione dei circoli sardi nel mondo e sul progressivo smantellamento delle politiche per favorire il concorso dei sardi non residenti e la funzione democratica e culturale dell'associazionismo sardo fuori dall'Isola, valorizzando le competenze professionali, le esperienze umane e il possibile contributo di iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo della Sardegna". (69)

"Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulle misure preventive da adottare per contrastare il possibile ingresso nel territorio regionale del virus Ebola". (70)

"Interpellanza Fasolino - Cherchi Oscar - Locci - Peru - Zedda Alessandra in merito al ridimensionamento delle corse giornaliere nel collegamento La Maddalena-Palau". (71)

"Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sugli annosi problemi concernenti la distribuzione dell'acqua, sia potabile che irrigua, nel territorio della Valle del Cedrino". (72)

"Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla necessità che nel bilancio di previsione 2015 e nel pluriennale 2015/2017 siano stanziate le risorse utili a finanziare un nuovo bando relativo alla legge regionale 21 maggio 2002, n. 9, che prevede agevolazioni contributive alle imprese operanti nel comparto del commercio". (73)

"Interpellanza Usula - Zedda Paolo Flavio sulla mancata e puntuale erogazione delle risorse all'azienda ARST". (74)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi sulla vaccinazione contro l'HPV". (78)

"Mozione Truzzu - Locci - Fasolino - Randazzo - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Floris - Rubiu - Peru - Pittalis - Tunis - Carta - Fenu - Crisponi sul progetto Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (79)

"Mozione Tedde - Pittalis - Dedoni - Fenu - Truzzu - Rubiu - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla catastrofe umanitaria che colpisce la comunità cristiana della piana di Ninive occupata dalle falangi dello "Stato islamico dell'Iraq e della Siria" (Isis), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (80)

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze.

Per prima viene svolta l'interpellanza numero 35.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Azara - Perra - Ledda - Arbau sui gravi problemi causati dalle numerose riduzioni e sospensioni del servizio ferroviario in diversi comuni sardi.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la pesante riduzione di servizi ferroviari regionali operata da Trenitalia Spa, avviata da lunedì 16 giugno 2014 con la sospensione delle fermate di Sanluri Stato e Pabillonis, nonché tagli e modifiche degli orari di percorrenza della linea Oristano Cagliari, ha provocato gravi disagi, implementati dalla mancata puntuale informazione su tempistica e modalità della soppressione delle utenze, per i cittadini che giornalmente utilizzano le linee ferroviarie;

- i suddetti tagli e riduzioni di corse si sono infatti consumati nella totale assenza della dovuta preventiva comunicazione, tanto nei confronti dell'utenza del servizio di trasporto ferroviario che delle amministrazioni dei comuni interessati;

- nel caso di Sanluri Stato la sospensione del servizio di pubblica utilità paradossalmente giunge pochi anni dopo la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria con una moderna biglietteria, con evidente spreco di risorse pubbliche;

PRESO ATTO che:

- sono caduti nel vuoto gli sforzi fatti dagli amministratori dei comuni interessati, tesi a sopperire alle manifeste carenze di Trenitalia, evidenziatesi tanto nella fornitura del servizio quanto nel rapportarsi con l'utenza;

- dall'interlocuzione avviata con l'Assessorato regionale dei trasporti sarebbe scaturito che Trenitalia avrebbe sospeso il servizio viaggiatori a Pabillonis e Sanluri Stato in quanto fermate con un limitato numero di utenze, per le quali si starebbe valutando la possibilità di un collegamento su gomma per la limitrofa stazione di San Gavino;

CONSIDERATO che:

- la soluzione prospettata presenta forti criticità e per la tempistica e qualità del servizio, e per l'evidente aumento dei costi comportato dall'istituzione di una nuova linea di trasporto su strada, peraltro a dispetto del conclamato favore della politica regionale per la diffusione del trasporto ferroviario;

- la predisposizione di un servizio pubblico alternativo deve necessariamente essere antecedente alla cessazione del preesistente, e deve essere oggetto di preventiva informazione proprio al fine di evitare o ridurre al massimo i disagi agli utenti;

- la carenza di comunicazione di Trenitalia ha riguardato anche la compagnia Autoservizi Mereu che da sempre ha garantito il servizio navetta da e per la stazione FS di Pabillonis, e da un giorno all'altro, senza essere informata si è ritrovata davanti all'interruzione ingiustificata del servizio;

- la soppressione delle corse ha determinato gravi conseguenze per alcuni lavoratori, tanto da aver causato la perdita del lavoro nel caso di una lavoratrice che da Sanluri Stato non ha più potuto raggiungere Cagliari negli orari previsti dal suo contratto;

- anche i pendolari dell'oristanese, a seguito della riduzione delle corse, hanno espresso forti critiche alle modifiche degli orari imposte da Trenitalia, lamentando soprattutto alcune soppressioni che impediscono di raggiungere Cagliari nelle prime ore del mattino;

- non si intravvede una motivazione valida per la sospensione di un pubblico servizio, non potendo certo essere considerata tale la presunta esiguità dell'utenza;

- la linea ferroviaria di Trenitalia attraversa il territorio comunale tanto di Pabillonis che di Sanluri Stato ed entrambi i comuni dispongono di una stazione, per cui le relative amministrazioni legittimamente pretendono la continuità del servizio di trasporto pubblico, quantomeno garantendo le fermate delle tratte principali verso Cagliari e Oristano;

- la cittadinanza minaccia azioni di protesta, anche clamorose, stanca dei disagi e disservizi, percepiti come un sopruso ulteriore, nella generale situazione di abbandono perpetrata da troppo tempo dallo Stato e dalle istituzioni verso le piccole realtà dei nostri centri urbani, con i risultati di desertificazione e di moria dei piccoli comuni, cui sarebbe compito della politica portare rimedio;

EVIDENZIATO che a tutt'oggi Trenitalia Spa continua ad operare in totale assenza del contratto di servizio con l'Assessorato regionale dei trasporti e che i nostri treni continuano a sferragliare sulle rotaie senza i necessari raccordi con la restante rete dei trasporti, in particolare marittimi ed aeroportuali,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere:

1) se sia a conoscenza della situazione di grave disagio in cui si sono venuti a trovare i cittadini dei Comuni di Pabillonis e Sanluri Stato a seguito della sospensione del servizio di trasporto pubblico operato da Trenitalia, tra l'altro senza adeguati avvisi e informativa alla popolazione e senza la preventiva predisposizione di un servizio alternativo;

2) quali provvedimenti intenda assumere al fine di ottenere in tempi rapidi il ripristino delle fermate nelle stazioni ferroviarie di Pabillonis e Sanluri Stato, con le dovute garanzie di qualità e continuità connesse ai servizi di trasporto pubblico;

3) se non ritenga opportuno procedere in tempi congrui alla sottoscrizione del contratto di servizio con Trenitalia al fine di salvaguardare e garantire agli utenti sardi, peraltro prevalentemente appartenenti alle fasce sociali più deboli e meno tutelate, un servizio di trasporto più moderno e vicino alle esigenze reali della popolazione. (35) .)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Azara per illustrare la sua interpellanza.

AZARA MICHELE (Sardegna Vera). Presidente, questa è un'interpellanza un po' datata relativa al disservizio causato da Trenitalia, in questi mesi, nei paesi di Sanluri Stato e Pabillonis.

Sottolineo che la presente riduzione dei servizi ferroviari regionali operata da Trenitalia S.p.A., avviata da lunedì 16 giugno 2014 con la sospensione delle fermate di Sanluri Stato e Pabillonis, nonché tagli e modifiche degli orari di percorrenza della linea Oristano Cagliari, ha provocato gravi disagi implementati dalla mancata e puntuale informazione.

I suddetti tagli e riduzioni di corse si sono infatti consumati nella totale assenza della dovuta e preventiva comunicazione tanto nei confronti dell'utenza dei servizi del trasporto ferroviario che delle amministrazioni dei comuni interessati. Nel caso di Sanluri Stato la sospensione del servizio di pubblica utilità, paradossalmente, giunge pochi anni dopo la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria con una moderna biglietteria, con evidente spreco di risorse pubbliche.

Sottolineo che sono caduti nel vuoto gli sforzi fatti dagli amministratori dei comuni interessati, tesi a sopperire alle manifeste carenze di Trenitalia, evidenziatesi tanto nella fornitura del servizio quanto nel rapportarsi con l'utenza, e che dall'interlocuzione avviata con l'Assessorato regionale dei trasporti sarebbe scaturito che Trenitalia avrebbe sospeso il servizio viaggiatori a Pabillonis e Sanluri Stato in quanto fermate con un limitato numero di utenze per le quali si starebbe valutando la possibilità di un collegamento su gomma per la limitrofa stazione di San Gavino.

Peraltro la soluzione prospettata presenta forti criticità per la tempistica e la qualità del servizio e per l'evidente aumento dei costi comportato dall'istituzione di una nuova linea di trasporto su strada, oltretutto a dispetto del conclamato favore della politica regionale per la diffusione del trasporto ferroviario. La predisposizione di un servizio pubblico alternativo deve necessariamente essere antecedente alla cessazione del preesistente e deve essere oggetto di preventiva informazione proprio al fine di evitare o ridurre al massimo i disagi agli utenti.

La carenza di comunicazioni di Trenitalia ha riguardato anche la compagnia autoservizi Mereu che da sempre ha garantito il servizio navetta da e per la stazione di Pabillonis e, da un giorno all'altro, senza essere informata, si è ritrovata davanti all'interruzione ingiustificata del servizio.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PERU

(Segue AZARA MICHELE.) La soppressione delle corse ha determinato gravi conseguenze per alcuni lavoratori, tanto da aver causato la perdita del lavoro nel caso di una lavoratrice che da Sanluri Stato non ha più potuto raggiungere Cagliari negli orari previsti dal suo contratto. Anche i pendolari dell'oristanese, a seguito della riduzione delle corse, hanno espresso forti critiche alle modifiche degli orari imposti da Trenitalia lamentando soprattutto alcune soppressioni che impediscono di raggiungere Cagliari nelle prime ore del mattino.

Evidenziato che a tutt'oggi Trenitalia continua a operare in totale assenza del contratto di servizio con l'Assessorato regionale dei trasporti, e che i nostri treni continuano a sferragliare sulle rotaie senza i necessari raccordi con la restante rete dei trasporti, in particolare marittimi e aeroportuali, chiedo quindi all'Assessore regionale dei trasporti quali provvedimenti intenda assumere al fine di ottenere, in tempi rapidi, il ripristino delle fermate nelle stazioni ferroviarie di Pabillonis e di Sanluri Stato, con le dovute garanzie di qualità e continuità connesse ai servizi di trasporti pubblico, e se non ritenga opportuno procedere in tempi congrui alla sottoscrizione di un contratto di servizio con Trenitalia al fine di salvaguardare e garantire agli utenti sardi, peraltro prevalentemente appartenenti alle fasce sociali più deboli e meno tutelate, un servizio di trasporto più moderno e vicino alle esigenze della popolazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dei trasporti.

DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Presidente, nel rispondere a questa interpellanza reputiamo opportuno ricostruire, seppure brevemente, l'annosa vicenda del contratto di servizio che lega Trenitalia prima allo Stato italiano e ora alla Regione autonoma della Sardegna.

Questo contratto di servizio, stipulato tra Trenitalia e il Governo italiano, è stato poi oggetto di un Accordo di programma stipulato dalla Regione sarda il 7 giugno del 2012 con il quale si trasferisce il contratto di servizio in capo alla Regione e con esso anche le necessarie risorse. Questo trasferimento si è realizzato alla fine del mese di marzo di quest'anno. In base a questo trasferimento quindi le competenze e il rapporto giuridico con Trenitalia è passato in capo alla Regione sarda e con esso anche i 40.467.000 euro al netto di IVA che ci sono stati trasferiti dallo Stato.

Innanzitutto la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di chiedere allo Stato di nettizzare questi 40 milioni e mezzo, perché ovviamente sarebbe stato paradossale che avessero potuto creare un impatto anche sul plafond euro compatibile; ma subito dopo ci siamo resi conto che, fin dalla sottoscrizione dell'Accordo di programma, questi 40.467.000 euro erano stati previsti per la copertura di 3.676.205 chilometri, mentre noi abbiamo chiesto a Trenitalia fin da subito di svolgere servizi per un numero di "treni-chilometro" superiore.

Questo contratto che non abbiamo sottoscritto noi prevede anche che Trenitalia possa essere richiesta di prestare servizi ulteriori, rispetto al contratto di servizio, in misura del 10 per cento e, ovviamente, presentare per ciascun trimestre di esecuzione del servizio fattura alla Regione sarda. Ci viene chiesto a che punto sia la sottoscrizione del nuovo contratto di servizio, perché a questo punto stiamo negoziando con Trenitalia un nuovo contratto di servizio.

Ci sono però diversi ordini di problemi, il primo di copertura finanziaria, il secondo di accordo tra le parti, relativo al fatto che nel nuovo contratto di servizio si dovrà tenere conto dei nuovi treni che entreranno in servizio, e che ovviamente dovranno provocare un significativo sconto nell'ammontare del corrispettivo per il servizio. Nelle more di tutto ciò che cosa è successo? È successo che Trenitalia, avvalendosi di una clausola prevista nel contratto di servizio che, ribadisco, ci siamo trovati come pesante fardello, ha provveduto autonomamente e unilateralmente a ridurre alcuni servizi.

Ne siamo stati informati con una serie di missive che ci davano l'indicazione della soppressione di alcune frequenze nonché di alcune fermate. Cosa che peraltro ci siamo ritrovati anche recentemente a seguito della valutazione, da parte di Trenitalia, condivisa anche dal tavolo tecnico di monitoraggio, per cui sarebbero necessari per concludere l'intero anno 2014 ulteriori 2 milioni e 600 mila euro rispetto alla disponibilità ottenuta.

Ovviamente, sia nel mese di giugno, che di luglio, che di settembre, abbiamo chiesto al Ministero dei trasporti di provvedere al trasferimento delle somme necessarie per coprire l'intero contratto di servizio. Il Ministero dei trasporti però ci ha risposto negativamente perché ovviamente noi abbiamo stipulato un contratto con il quale abbiamo accettato questo tipo di condizioni. Sulla chiusura di queste stazioni, di queste fermate, però, e quindi rispondo a un'altra parte dell'interpellanza, Trenitalia ci ha anche fornito dei numeri molto significativi che in qualche misura confliggono con alcune delle affermazioni lette sulla stampa e contenute in alcune mozioni sul punto, perché ci danno dei numeri di passeggeri saliti e discesi dalle due stazioni di Sanluri Stato e di Pabillonis, nei cinque treni più frequenti della mattina per i pendolari veramente in alcuni casi vicini alla singola unità, in alcuni casi tre unità, in alcuni casi cinque unità. Quindi, si tratta ovviamente di dolorosi ridimensionamenti, che però dal punto di vista quantitativo...

PRESIDENTE. Assessore Deiana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha facoltà di parlare il consigliere Michele Azara per dichiarare se è soddisfatto.

AZARA MICHELE (Sardegna Vera). Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta che l'Assessore dei trasporti mi ha dato; rimarco comunque che Trenitalia, pur avendo con la Regione un vecchio contratto e non un nuovo contratto, che lei stesso mi ha detto che si sta adoperando a definire, non può sospendere delle linee senza almeno avvertire preventivamente sia la Regione, in primis, che soprattutto i paesi interessati.

Qui abbiamo un problema che non è da poco; chi, per esempio, restituirà il posto di lavoro a quella signora che il datore di lavoro ha dovuto licenziare perché in quei mesi non sapeva come andare sul posto di lavoro, perché comunque non aveva trovato alternative di trasporto?

Quindi, io invito l'Assessore ad adoperarsi affinché queste cose non accadano più e a intervenire fortemente presso Trenitalia per trovare comunque una soluzione alternativa a tutte queste deficienze che Trenitalia, con la sospensione autonoma delle tratte, provoca.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'interpellanza numero 60.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza numero 60:

Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulla partecipazione all'EXPO 2015.

I sottoscritti,

PREMESSO che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 23/10 del 25 giugno 2014, ha approvato l'atto di indirizzo per la partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

EVIDENZIATO che l'EXPO 2015 prevede sei mesi di esposizione (da maggio a ottobre 2015), 130 nazioni partecipanti, 30 milioni di visitatori attesi;

CONSIDERATO che la manifestazione rappresenta un'imperdibile occasione di promozione nazionale e internazionale della Sardegna come destinazione turistica e delle produzioni tipiche di qualità per una più ampia valorizzazione delle eccellenze ambientali, culturali e identitarie;

CONSTATATO che la deliberazione n. 23/10 ha individuato tre fasi operative:

- una fase di tipo propedeutico (aprile 2013-aprile 2014) per definire i rapporti con gli organizzatori della manifestazione e per istituire e coordinare un tavolo di partenariato fra i soggetti regionali interessati;

- una fase di perfezionamento (maggio 2014-aprile 2015) per la progettazione esecutiva delle attività preliminari all'evento;

- una fase di partecipazione in senso stretto (maggio-ottobre 2015) durante i mesi dell'esposizione;

VALUTATO che negli incontri del partenariato regionale, coordinati dall'Agenzia Sardegna promozione, è stata preannunciata l'organizzazione nell'Isola, nel mese di ottobre 2014, di una conferenza internazionale sul tema della longevità, tema peraltro individuato "per rappresentare l'essenza e l'immagine unica e distintiva della Sardegna";

RILEVATO che nel provvedimento adottato nello scorso mese di giugno l'esecutivo regionale ha disposto il subentro dell'Assessorato del turismo, artigianato e commercio all'Agenzia Sardegna promozione, in qualità di soggetto preposto all'attivazione delle procedure necessarie ed all'avviamento delle attività di promozione unitaria, coordinata e integrata, legata alla partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:

1) se siano state trasferite all'Assessorato del turismo, artigianato e commercio le risorse già assegnate all'Agenzia Sardegna promozione per l'attuazione dei progetti e delle azioni preliminari alla partecipazione della Sardegna all'EXPO 2015;

2) se sia stato istituito il tavolo tecnico di coordinamento presso la Direzione generale della Presidenza;

3) se l'Assessorato del turismo, artigianato e commercio abbia elaborato la bozza di progetto di partecipazione strategica della Regione alla manifestazione, al fine di costituire l'indirizzo operativo per il tavolo tecnico di coordinamento;

4) se, conseguentemente, il tavolo tecnico di coordinamento abbia predisposto quanto necessario per il completamento e la chiusura delle iniziative avviate nella fase propedeutica e per la realizzazione delle iniziative programmate per le fasi successive;

5) se siano state avviate le procedure a evidenza pubblica per l'individuazione dei prodotti e dei servizi necessari alla produzione, all'allestimento e alla gestione degli spazi espositivi;

6) se sia in via di completamento l'organizzazione del simposio internazionale sulla longevità, previsto per il prossimo mese di ottobre;

7) se non ritengano, infine, di dover prevedere tutte le azioni possibili per dare la giusta rilevanza alle realtà economiche, sociali e culturali presenti nell'Isola e per non perdere la grande opportunità di esposizione nazionale e internazionale che l'EXPO 2015 può rappresentare per la Sardegna e i sardi. (60).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Attilio Dedoni per illustrare la sua interpellanza.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, penso che a nessuno sfugga la necessità di approfittare, come Regione autonoma della Sardegna, dell'opportunità che ci viene offerta dall'EXPO internazionale. Ritengo che sia un'occasione più unica che rara da cogliere con piena attenzione per capire quali sono i passaggi più importanti, più proficui da fare affinchè si riconosca appieno, nel panorama mondiale, ciò che la nostra Isola rappresenta nei diversi settori economici, in particolare in quello turistico.

Mi piace ricordare in questa circostanza che spesso l'Italia viene riprodotta con la Sicilia ma senza la Sardegna, così negli Stati Uniti, così da altre parti, e spesso si confonde la Sardegna con la Costa Smeralda, ma non c'è un tutt'uno, non c'è una rappresentanza oggettiva delle possibilità di espressione che ha la Sardegna, sotto l'aspetto enogastronomico, sotto l'aspetto artistico, sotto l'aspetto culturale.

Va da sé che le stesse nuove scoperte che rendono Cabras, nella fattispecie Mont'e Prama, un centro importante all'attenzione di tutta la cultura mondiale, non trovano altrettanta partecipazione e presenza del nostro Consiglio regionale e, ancor di meno, della nostra Giunta regionale. Ho segnalato e continuerò a segnalare, ma di questo ne vorrò parlare in altra circostanza, che spesso e volentieri siamo stati accantonati da una parte senza poter rappresentare effettivamente la nostra Isola.

Oggi, a un anno dall'apertura dell'EXPO, non abbiamo contezza di quello che la Giunta intende fare, non abbiamo una programmazione, non abbiamo una proposta seria che emerga per dire chi e come partecipa, con quali risorse, cosa rappresenta, quali settori produttivi saranno esposti, con chi e come, quali possibilità saranno offerte agli artisti, agli artigiani che, operando nel campo dell'artigianato artistico, cosiddetto, sono per me artisti a tutto tondo. E parliamo anche dell'enogastronomia, in tutta la sua svariata gamma di produzioni, che interessa tutto il territorio della Sardegna. Parliamo di altre sensibilità quali frutti dell'innovazione, della capacità di investire in intelletto, per quel poco che è dato da fare da parte dell'Università e di altri sistemi che dovrebbero invece stimolare le capacità dei sardi.

Io mi chiedo, cosa intende fare la Giunta? Come intende partecipare? In quale misura? Vuole essere ancora una presenza minimale in una manifestazione così importante che vedrà tutto il mondo scorrere davanti a sé? Ci sarà una partecipazione eccezionale da tutti i continenti del mondo, e la Sardegna potrebbe essere centrale con questi settori produttivi di grande impatto, che mostrerebbero che la Sardegna esiste ed esiste anche dal punto di vista culturale.

È una sfida; su questo si gioca anche il prossimo avvenire del turismo in Sardegna. Cosa ci dice la Giunta? Qual è stata l'innovazione, la capacità di proposizione all'intero sistema dei sardi, o vogliamo tenere tutto nascosto nei segreti cassetti della stessa Giunta? Io non conosco artigiano che sappia qual è l'interesse e l'intenzione di questa maggioranza e della Giunta al riguardo. Non conosco quali sono le azioni positive e propositive che si vogliono dare a questo Expo; vorrei una risposta chiara, precisa, puntuale, perché i sardi l'aspettano e credo sia importante per la nostra Terra.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

MORANDI FRANCESCO, Assessore tecnico del turismo, artigianato e commercio. Presidente, rivolgo un grazie agli interpellanti che ci danno la possibilità di dare informazioni chiare, precise e nette su un tema assolutamente strategico per la Regione; strategico per il nostro sviluppo economico e strategico per il modo in cui la Regione si presenta a un evento così importante. Come i consiglieri sanno, il lavoro su Expo è stato avviato con una delibera di Giunta del 23 aprile 2013, in cui è stata progettata la partecipazione della Sardegna all'Expo.

Una seconda delibera di Giunta del febbraio del 2014, ha definito alcuni atti di indirizzo, alcuni obiettivi generali e alcune priorità strategiche nel cui ambito è stato dato mandato all'Agenzia "Sardegna Promozione", di porre in essere le procedure necessarie per la partecipazione della Sardegna a Expo 2015.

Definiamo, in breve, che cos'è Expo e poi veniamo all'attualità. Expo è una grande opportunità di promozione per il nostro territorio e le nostre produzioni, è forse la più grande opportunità di visibilità per l'Isola nel prossimo futuro, in quanto prevede sei mesi di esposizione, dal primo maggio al 31 ottobre, a Milano; partecipano 130 nazioni, 167 delegazioni, sono attesi tra i 20 e i 30 milioni di visitatori, sono stati già venduti 5 milioni e 600 mila biglietti. Obiettivo del Governo è venderne 10 milioni prima dell'inizio di Expo, e sono stimati circa in un miliardo i visitatori virtuali.

Il tematismo base di Expo, come sapete, è "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Di Expo è determinante capire che non si tratta in realtà di una fiera o di una esposizione in senso tradizionale, ma che è piuttosto da interpretare come un network. L'opportunità che può cogliere la Regione in Expo non è tanto quella di portare produzioni, artigianato, prodotti enogastronomici, ma di rappresentare davanti al mondo una Sardegna con una forte identità, fortemente riconoscibile, con una chiara strategia di sviluppo, centrando l'obiettivo cardine che è quello di creare un network di relazioni con le delegazioni che fanno parte dei mercati-obiettivo, con i quali fare una scommessa per il futuro.

Che cosa ha fatto l'Agenzia "Sardegna Promozione" fino all'aprile 2014? Nel dicembre 2013 ha organizzato un seminario territoriale di progettazione partecipata, in cui ha presentato il sistema Expo; ha tenuto alcuni incontri di parternariato regionale e ha individuato, d'accordo con le unità di missione di Expo 2015, un tematismo prevalente, che è quello della longevità, che poi successivamente è stato declinato in termini leggermente diversi.

Nel giugno 2014 la nuova Giunta regionale ha riportato Expo 2015 in capo all'Assessorato del turismo, artigianato e commercio e ha istituito un tavolo tecnico di coordinamento, presso la Direzione generale della Presidenza, composto dal Direttore generale della Presidenza, da un delegato dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio, che ha funzioni operative di raccordo, dal direttore del CRP e dai direttori generali degli Assessorati coinvolti da Expo: turismo, artigianato e commercio, agricoltura e riforma agropastorale, igiene e sanità e assistenza sociale, industria, enti locali, finanze e urbanistica, difesa dell'ambiente, trasporti, o loro delegati, oltre che dai direttori generali delle agenzie e degli enti interessati dai tematismi di Expo.

Che cosa è stato fatto in questo nuovo scenario? In primo luogo sono stati riavviati i rapporti con la struttura tecnica di Expo, il Padiglione Italia, che erano stati interrotti dal dicembre del 2013, si è lavorato insieme all'unità di missione a Roma per valutare l'avanzamento dei progetti e i tematismi da portare all'interno del Padiglione Italia; si identificato, e questo è il punto cardine, un progetto strategico della Regione sarda per Expo, che si incardina su un tematismo che è coerente con la longevità, ma è declinato in termini di qualità della vita, che ha quattro dimensioni qualificanti: la longevità, di cui dicevamo prima; l'eccellenza naturale; la qualità delle produzioni agro-alimentari e l'innovazione sostenibile.

Il processo è stato avviato in stretta collaborazione con le associazioni di categoria delle imprese e ha previsto di individuare alcuni progetti di valore per creare grandi eventi culturali e scientifici, alcuni pacchetti turistici e la promozione del territorio per la conoscenza dello stesso e delle produzioni locali, una piattaforma di attrazione degli investimenti internazionali e una piattaforma per la promo commercializzazione soprattutto delle produzioni enogastronomiche. Queste attività propedeutiche saranno condivise con i territori a partire dal mese di novembre 2015.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarare se è soddisfatto.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, onestamente, non mi aspettavo che rispondesse l'Assessore del turismo perché, per quanto se ne debba occupare anche l'Assessore del turismo, la task force che pare sia stata istituita per occuparsi della materia è in capo alla Presidenza. Tanto è proficua questa presenza della task force, che se uno entra nel sito di Expo troverà i loghi di tutte le Regioni d'Italia, eccetto quello della Sardegna.

Io non so quale sia il proficuo lavoro di questa Giunta, di questo Assessorato, se mi consente, e della presenza partecipata, vera della Regione autonoma della Sardegna all'interno dell'Expo. Ma avete pagato almeno le quote? Ne siete a conoscenza? Siete come agnelli mandati allo sbaraglio dove ci sono molti lupi. Non conoscete neanche le cose che avete in mano; è una Giunta fallimentare! Io vorrei capire…

(Interruzioni)

… giovane amico, zitto! Perché non combini niente; dici solo due parole messe in croce e male anche! Zitto, che è meglio per te! Io ritengo che occorrerebbe meglio approfondire i compiti di questa Giunta, di questa maggioranza e iniziare a capire quali rappresentazioni della Sardegna può fare per esempio l'Agenzia per lo sviluppo, che state per cancellare, e se è la destinataria di questo compito, me lo dovete dire.

La dovete cancellare? La lasciate? La cambiate? Cosa deve fare? Cosa possono fare le categorie interessate? Uscite allo scoperto e dite esattamente quello che volete fare, ma non per me, per le categorie che possono essere interessate. Poi eventualmente anche con loro vi sarà la possibilità di rappresentare la Sardegna, ma fatelo, non vivete di quattro cose inventate dal vecchio Assessore. Fate qualcosa di più, siate capaci di affrontare i problemi nell'interesse della Sardegna.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle interpellanze numero 69 e 64.

(Si riporta di seguito il testo delle interpellanze:

Interpellanza Solinas Christian sulla grave situazione dei circoli sardi nel mondo e sul progressivo smantellamento delle politiche per favorire il concorso dei sardi non residenti e la funzione democratica e culturale dell'associazionismo sardo fuori dall'Isola, valorizzando le competenze professionali, le esperienze umane e il possibile contributo di iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo della Sardegna.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- la Regione, al fine di rafforzare i legami con le comunità sarde situate fuori dall'Isola, ha disciplinato una serie di misure ed aiuti con specifiche norme, previste dalla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

- giusta l'articolo 1 dell'anzidetta norma, la Regione, tra l'altro, promuove ogni iniziativa rivolta a tutelare e sviluppare i legami di identità tra la Sardegna e le comunità sarde extra isolane;

- i circoli sono riconosciuti come strutture di base;

- come ricordato anche nell'ultimo piano triennale di interventi "la Sardegna è stata tra le regioni maggiormente coinvolte dal fenomeno dell'emigrazione. Nel decennio 1960 - 1970 i comuni e i territori dell'Isola si sono spopolati, incrementando il già consistente numero dei sardi emigrati nei primi anni del 1900. Ai "vecchi" emigrati si sono aggiunti i numerosi giovani che da circa un decennio ricercano fuori dall'Isola opportunità di lavoro o di realizzazione personale, culturale e professionale";

- le comunità organizzate dei sardi emigrati, in una prospettiva di rivalutazione del loro ruolo, hanno dato vita in questi ultimi anni ad un vivace dibattito teso all'emersione delle potenzialità offerte dalla loro presenza nei paesi ospitanti, in particolare rispetto ai problemi dello sviluppo e della crescita della Sardegna nel contesto della attuale società;

- il sistema dei circoli rappresenta un valore straordinario per la Sardegna in termini di presenza strategica e di promozione nel mondo al pari di un articolato reticolo di consolati, tanto da essersi distinti in più occasioni per l'organizzazione di incontri bilaterali che hanno consentito il confronto tra la Regione e le equivalenti istituzioni territoriali straniere, unitamente ad altri soggetti imprenditoriali pubblici e privati interessati a proficui scambi commerciali;

- nell'ottica di cui alla superiore premessa, può portarsi ad esempio l'incontro dello scorso anno tra la delegazione della Regione con lo Stato libero di Baviera, la locale Camera di commercio, la BMW, il TUV-SUD ed il Goethe Institut;

- con l'approvazione del disegno di legge concernente l'assestamento alla manovra finanziaria 2014/2016, in data 12 settembre 2014, la Giunta regionale ha, tra le altre voci, portato in diminuzione il capitolo di spesa del bilancio per l'esercizio in corso SC05.1068, relativo ai contributi alle organizzazioni dei sardi nel mondo, alle associazioni di tutela e alla loro federazione, e ai sussidi ed agevolazioni agli emigrati e ai loro familiari, per un importo pari ad euro 400.000;

- il progressivo definanziamento dei capitoli relativi al tema dell'emigrazione, unitamente alla già grave situazione di ritardo nell'erogazione dei contributi pregressi, che ha determinato pesanti indebitamenti dei circoli sardi nel mondo, sta mettendo a serio rischio di chiusura tali fondamentali strutture, privando gli emigrati e la Sardegna di un irrinunciabile punto di riferimento culturale, sociale ed economico,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) quale sia la politica sull'emigrazione che la Giunta regionale intende perseguire;

2) quali intendimenti la Giunta regionale abbia in ordine al piano triennale ed al piano annuale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni, di cui alla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

3) se ritengano i circoli sardi del mondo una risorsa irrinunciabile ed una opportunità di crescita e sviluppo per la Sardegna;

4) se intendano emendare il loro disegno di legge per l'assestamento della manovra finanziaria 2014/2016 ripristinando gli stanziamenti del capitolo di spesa SC05.1068;

5) se e quando intendano pagare il saldo delle spese anticipate dai circoli a copertura dei loro piani di attività. (69)

Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi, sull'immediato pericolo di chiusura dei circoli degli emigrati sardi all'estero.

I sottoscritti,

PREMESSO che i circoli e le organizzazioni degli emigrati sardi rappresentano 800 mila cittadini isolani residenti all'estero e almeno 1,5 milioni di emigrati di seconda e terza generazione;

CONSIDERATO che:

- i circoli degli emigrati sardi nel mondo hanno raggiunto un numero massimo di 130 unità sparse nei vari continenti;

- in tempi recenti, hanno cessato le attività alcuni circoli tra i più importanti, come quelli di Parigi, Bruxelles, Toronto e L'Aia, e che è prevista la chiusura di numerosi altri circoli nel corso dell'anno;

- a oltre sei mesi dal suo insediamento, la Giunta regionale non ha ancora provveduto a nominare i componenti la Consulta dell'emigrazione ai sensi della legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

- non è stato adottato un Piano annuale per l'assegnazione delle risorse;

- è previsto uno stanziamento di euro 2.000.000 contro gli euro 4.500.000 stanziati nel 2011;

- ancora non risulta essere stato versato il saldo del 30 per cento, relativo ai contributi per l'annualità 2013 e non è stato erogato alcun anticipo per quella del 2014;

ATTESTATO che i circoli degli emigrati hanno provveduto ad anticipare per dieci mesi, con risorse proprie, le spese per la locazione e la gestione delle sedi;

APPRESO che il presidente della Federazione dei circoli sardi in Germania ha scritto, nei giorni scorsi, al Presidente della Regione chiedendo istruzioni su come procedere alla chiusura dei quattordici circoli federati e alla restituzione alla Regione degli arredi di sua proprietà, stante l'impossibilità a continuare ad anticipare le spese di gestione in assenza di qualsiasi contributo regionale;

VALUTATO che i circoli degli emigrati sardi costituiscono un formidabile veicolo promozionale per le produzioni e per le località turistiche dell'Isola, oltre a essere un naturale luogo di rappresentanza per il popolo sardo, per le sue tradizioni e per la sua cultura e hanno sostenuto, nel corso degli anni, l'economia regionale con le rimesse frutto dei risparmi dei nostri corregionali che lavorano all'estero;

SOTTOLINEATO che, a causa del perdurare della gravissima crisi economica che interessa la Sardegna, il fenomeno dell'emigrazione di massa, mai del tutto scomparso, è di nuovo in forte incremento, tanto che alcuni comuni sardi stanno incentivando economicamente i giovani che intendono emigrare in cerca di occupazione e, pertanto, è necessaria una maggiore presenza dell'associativismo sardo nei territori di destinazione dei nuovi emigrati, affinché questi possano trovare un'accoglienza dignitosa oltre all'assistenza di cui possono aver bisogno, dal disbrigo delle pratiche burocratiche alla ricerca di un lavoro, e non sentirsi così abbandonati a se stessi,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio affinché riferisca quali misure la Giunta regionale intende adottare:

1) al fine di nominare nel più breve tempo possibile i componenti la Consulta dell'emigrazione;

2) al fine di dotarsi nel più breve tempo possibile di un piano annuale per l'assegnazione delle risorse spettanti ai circoli degli emigrati sardi;

3) al fine di corrispondere ai circoli degli emigrati e alle loro federazioni il saldo dei contributi relativo all'annualità 2013;

4) al fine di erogare una congrua anticipazione a valere sui contributi per l'annualità 2014;

5) nelle more dell'approvazione dell'assestamento del bilancio 2014, al fine di incrementare lo stanziamento previsto a favore dei circoli degli emigrati e delle loro federazioni di una somma non inferiore a euro 1.500.000;

6) affinché sia possibile riaprire i circoli degli emigrati di Parigi, Bruxelles, Toronto e L'Aia;

7) al fine di presentare un disegno di legge di riordino del sistema dei circoli degli emigrati, che riconosca a questi ultimi un ruolo attivo nella promozione e nella rappresentanza della Sardegna nel mondo. (64).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Christian Solinas per illustrare la sua interpellanza.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, questa interpellanza vuole proporre alla vostra attenzione, direi quasi alla sensibilità, alla memoria dell'Aula un tema che richiama la responsabilità collettiva di un intero popolo. L'emigrazione ha segnato pagine dolorose nelle famiglie e nelle istituzioni sarde. Da un lato il fallimento delle politiche pubbliche, che non hanno saputo offrire opportunità e lavoro nell'Isola, dall'altro il dramma di genitori e figli divisi dal bisogno, costretti a partire lontano in cerca di miglior sorte, sperando di mantenere se stessi e poter inviare un po' di danaro ai propri cari rimasti.

Questo fenomeno triste, del tutto peculiare rispetto alle tendenze dei flussi migratori della Penisola italiana e del Meridione, ha trovato un suo riconoscimento normativo nella legge regionale numero 7 del 1991. A distanza di diversi lustri, il legislatore di allora ritenne di dover adempiere a un imperativo morale verso tanti fratelli emigrati, e colse l'opportunità di riconoscere un dato fattuale nuovo e interessante.

L'emigrazione nel tempo aveva portato alla nascita di tante comunità di sardi in diversi territori, comunità vive, custodi di cultura e tradizioni. Nacque così la politica di valorizzazione dei circoli e delle loro federazioni, intese come opportunità non solo sociale, culturale e democratica, ma economica e di sviluppo. Si stabilì una pianificazione triennale e annuale e si istituì la Consulta dell'emigrazione. Si arrivò ad avere 130 circoli sardi, quasi come ambasciate dell'isola nel mondo. Ragioniamo sul fatto che a oggi gli iscritti all'AIRE sono ancora 120 mila, mentre gli emigrati nel complesso raggiungono gli 800 mila, e se consideriamo le seconde e le terze generazioni arriviamo a un milione e mezzo.

Presidente, colleghi, esiste un'altra Sardegna fuori da questa isola e noi davanti a questa Sardegna, che fuori da quest'isola ha conservato, mantenuto, la nostra cultura, le nostre tradizioni, che è stata promotrice anche delle nostre produzioni, abbiamo risposto con un progressivo depauperamento degli stanziamenti sui capitoli di bilancio. Ci risulta che non sia stata ricostituita la Consulta dell'emigrazione, ci risulta che non sia stato dato seguito alle previsioni normative che prevedono il programma annuale di interventi per l'anno in corso.

Di fatto l'allarme che giunge da più parti è quello che porterà, dopo la chiusura dei circoli storici, come quelli di Parigi, dell'Aia, di Toronto, al progressivo smantellamento di tutti circoli della Germania, per esempio, e di altre sedi.

Io credo e noi crediamo che una riflessione su questo tema vada fatta in maniera più attenta anche perché si traduce in importi e stanziamenti che non hanno valori impossibili da ritrovare all'interno delle pieghe anche del prossimo assestamento. Chiediamo alla Giunta regionale di capire quale sia la politica dell'emigrazione che intende perseguire, se intenda dare seguito o meno alle previsioni normative della legge, se ritenga che i circoli e le loro federazioni siano ancora una risorsa.

Erano state definite dalla norma come strutture di base di una presenza che la Regione avrebbe dovuto sfruttare non solo per affermare la funzione democratica della partecipazione dei sardi residenti all'estero, ma anche come opportunità e veicolo delle nostre produzioni e delle nostre capacità. Porto ad esempio quello che venne fatto l'anno scorso con una missione importante, organizzata in Baviera da tutti i circoli tedeschi, che vide la partecipazione non solo delle Camere di commercio locali, ma anche di attori economici importanti come Bmw, Tuv, oppure operatori culturali importantissimi come il Goethe-Institut.

Si era parlato addirittura di organizzare, attraverso queste sedi locali, una serie di corsi di lingua gratuiti per i sardi che avessero voluto apprendere il tedesco, nonché di creare una serie di connessioni per facilitare la penetrazione economica e imprenditoriale di soggetti attivi in Sardegna verso mercati più grandi e più ricchi quali quelli della Germania. Rispetto a tutto questo abbiamo proposto questa interpellanza, che fa il paio con quella del collega Dedoni e più, per conoscere dalla Giunta quali siano gli intendimenti su questo tema.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Attilio Dedoni per illustrare la sua interpellanza.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, mi ha agevolato di molto il compito l'onorevole Solinas nel ricordare i numeri della presenza dei circoli sardi nel mondo, della funzione che essi hanno svolto nei confronti del popolo sardo, di un popolo che sta riprendendo a emigrare. Erano punti di riferimento nevralgici in situazioni di difficoltà per gli emigrati che arrivavano senza conoscere la lingua, con problemi di inserimento nel lavoro che dovevano svolgere; nel dopoguerra per un posto di lavoro si andava ovunque: si andava in Russia, si andava in America, si andava nel Sudamerica, si è andati persino in Australia.

Sono stati dei punti di riferimento precisi di un momento importante della nostra società, accogliendo chi arrivava dopo. Mai nessuno ha negato l'importanza di quei presidi, presidi di umanità, presidi di cultura e presidi di socialità in terra straniera. Eravamo invidiati perché avevamo la legge di tutela in grado di dare risposte ai nostri emigrati più importante e all'avanguardia di tutta Italia e vorrei ricordare i numeri: è più che un'altra Sardegna fuori dal mondo, e noi non ce ne vogliamo curare? Abbiamo ipotizzato di segnalarli come momenti importanti per ricordare e riportare nell'isola la gente.

Io vorrei che qualcuno ricordasse cosa hanno significato le rimesse degli emigrati in Italia, e in Sardegna in particolare, dove gli emigrati hanno investito le risorse che riuscivano a mettere da una parte; hanno portato il primo turismo, sotto certi aspetti, perché venivano in ferie con la compagna, la moglie, i cognati, i parenti e gli amici dalla Germania, dalla Francia, dal Belgio e così hanno fatto conoscere la Sardegna. Sono stati identificati come rappresentanti del popolo sardo all'estero e come propugnatori del mercato isolano.

Hanno cercato di "vendere" (passatemi questa brutta parola) tutto ciò che produceva la Sardegna, presentandola in quei teatri lontani; hanno fatto quella promozione che forse tutti i governi, di qualunque colore, della Sardegna non hanno mai fatto e oggi, riconoscenti per tutto questo lavoro, tagliamo le risorse per i circoli e per tutta risposta non li consideriamo? L'Assessore, dopo tanto tempo, credo che abbia avuto un incontro ieri di cui non conosco gli esiti, ma spero sia stato positivo.

Io mi auguro che su questi aspetti ci sia una sana e seria riflessione. Bisogna stare attenti a non perdere quella rappresentanza enorme che abbiamo all'esterno dell'isola e che è costituita da persone che, con competitività, sono diventate importanti dal punto di vista economico, sociale e anche politico, perché i nostri emigrati sono stati eletti sindaci di grandi città, deputati e senatori nei luoghi dove rappresentano la Sardegna, e non hanno mai scisso i legami con la nostra isola. Noi li vogliamo recidere perché non comprendiamo l'importanza dei circoli sparsi nel mondo. È una vergogna di cui questo Consiglio potrebbe portare il marchio per il futuro.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

MURA VIRGINIA, Assessore tecnico del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. La Giunta regionale riconosce il valore delle associazioni e dei circoli sardi nel mondo che contribuiscono alla crescita culturale e al mantenimento delle tradizioni della Sardegna all'estero. Pertanto la politica sull'emigrazione che intende portare avanti è volta a preservare e difendere questo patrimonio sociale e culturale, che può diventare anche una risorsa per la stessa Sardegna, e in particolare per i giovani, qualora si riesca a stabilire un collegamento tra realtà imprenditoriali estere grazie anche al legame che gli emigrati sardi hanno mantenuto con la loro terra di origine.

La politica dell'emigrazione, quindi, pur tenendo conto della grave crisi sociale che porta a un contenimento della spesa, tenendo presente le diverse ragioni per cui si emigra oggi (per lavoro, per studio, per esigenze personali), intende valorizzare le associazioni più attive nel diffondere la cultura sarda, nel creare promozione sociale, nel creare rete e opportunità di occupazione. L'Assessore del lavoro intende in tempi brevissimi nominare la Consulta dell'emigrazione.

A questo proposito preciso che abbiamo avuto delle difficoltà soprattutto con l'Olanda e con gli Stati Uniti d'America; adesso ci siamo messi in contatto e avremo i nominativi. La ricostituzione della Consulta è proprio imminente, anche se non mi nascondo e non vi nascondo che mi dispiace per questo ritardo per quanto causato da motivi seri. Occorre insediare la Consulta anche per avere il parere in vista di una legge di riordino di tutto questo settore, perché dal 1991 a oggi la situazione è profondamente cambiata e quindi la normativa vigente è assolutamente da superare, però da superare con il conforto della Consulta.

Ieri sera ho incontrato i presidenti sia di federazione che di alcuni circoli, i quali per la verità hanno lamentato il taglio che la precedente Giunta ha operato sui contributi loro spettanti e io gli ho spiegato che noi li consideriamo uguali a tutti gli altri sardi che vivono in Sardegna, per cui il taglio fatto da questa Giunta nei riguardi di tutte le associazioni che percepiscono provvidenze da parte della Regione è del 20 per cento.

Però, come Assessore, ho preso anche l'impegno di mettere immediatamente in pagamento 400 mila euro, una somma consistente relativa al saldo del 2013, e di verificare in Assessorato quali progetti alcuni circoli molti attivi hanno presentato per vedere se possiamo mettere anche quelli in pagamento. L'idea della Giunta è di spostare l'enfasi verso le attività e i progetti regionali che i circoli sardi svolgono nel mondo, quindi premiare le iniziative più utili a diffondere la cultura sarda e a fornire opportunità di lavoro e di scambio commerciale con l'estero e di promozione sociale.

I circoli sardi nel mondo - come già sottolineato - rappresentano una risorsa preziosa e irrinunciabile per la Sardegna, soprattutto se si aprono verso le nuove generazioni di emigrati e se presentano una progettualità che sposa le linee politiche che questa Giunta predisporrà, sentita ovviamente anche la Consulta che, come vi dicevo, è di imminente insediamento.

Il momento di grande crisi economica impone sacrifici per tutti e questo ha comportato la necessità, come ho già detto, di ridurre gli stanziamenti previsti. Però la Giunta esaminerà con attenzione la possibilità di intervenire nell'immediato, come ho detto, anche per finanziare i progetti più validi già presentati; sicuramente dal prossimo anno si daranno nuovi impulsi ai circoli premiando quelli più attivi, capaci di documentare coerentemente le spese effettuate e di aprirsi alle nuove generazioni.

Devo dire, tra l'altro, che su queste linee che ieri ho illustrato ai presidenti di federazione e ai presidenti dei circoli abbiamo trovato anche un'intesa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarare se è soddisfatto.

SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Assessore, io la ringrazio perché nelle parole e nei contenuti la relazione sembra andare incontro alla visione che noi prospettavamo. Dobbiamo però purtroppo registrare che queste parole vengono smentite nei fatti e cioè la volontà di ridurre gli stanziamenti riservati all'emigrazione diventa una volontà che si afferma negandosi con la relazione di oggi. In verità quello che a noi risulta è che i ritardi nell'erogazione del saldo dell'esercizio 2013 e delle anticipazioni sul 2014 hanno portato numerosi circoli a chiedere alla Regione un indirizzo al quale poter spedire tutti gli arredi e le attrezzature che stanno dentro questi circoli, a voler restituire anche le chiavi.

Condividiamo il fatto che siano senz'altro un importante momento della vita collettiva di un intero popolo, condividiamo anche perché ci sono elementi fattuali; sappiamo per esempio che dalla convenzione per la bigliettazione navale i circoli sardi emettono 30 mila biglietti all'anno, sono 30 mila presenze in più per la nostra isola con un fatturato di 4,6 milioni. Sappiamo che 70 circoli sono veicoli di promozione delle produzioni locali che siano esse agroalimentari o di artigianato artistico. Allora, se nell'assestamento di bilancio si trovano i soldi (300 mila euro) per comprare artigianato artistico in Sardegna, è possibile che non si possa operare una scelta nel senso di ripristinare 400 mila euro per i circoli?

Lo comprendiamo, ci sono da fare sacrifici, ci sono da fare scelte e capiamo anche che difendere il perimetro degli emigrati all'interno dell'Assessorato che lei rappresenta non sia cosa semplice. Però, questo come politica generale non può chiaramente soddisfarci per cui chiederemo (poi vedremo se il collega Dedoni aderisce) di trasformare, ai sensi dell'articolo 110 del Regolamento, le interpellanze in mozione in maniera tale da poter discutere in Aula del tema e far assumere alla Giunta degli impegni formali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Attilio Dedoni per dichiarare se è soddisfatto.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, rispondo positivamente alla sollecitazione dell'onorevole Solinas: mi trova più che d'accordo. Io ho molto apprezzato le parole dell'Assessore e la sua disponibilità, ma sostanzialmente l'azione politica non è stata soddisfacente nel determinare il mantenimento di quei fondi. Io vorrei che ciascuno di noi capisse che queste persone operano in Stati, che non sono l'Italia, dove assumono degli impegni e firmano dei contratti, per esempio, di affitto di locali che debbono pagare non dico illic et immediatema che certamente debbono essere onorati nei tempi previsti da quello Stato.

Se noi non mandiamo i danari degli anni precedenti e si sommano questi pasticci nell'inviare le risorse chiaramente mettiamo nei guai quelle persone perché vogliono salvare la faccia nel territorio dove stanno! Ed è vergogna per noi che li mettiamo in quelle condizioni. Inoltre sarebbe deleterio non mantenere quelle strutture che spesso, essendo in posizioni centrali nelle città di rappresentanza, ci consentono, come lei giustamente ricordava, di essere più puntuali e più precisi nell'azione che questo Governo, questa maggioranza e, mi permetterete, tutto il Consiglio vuol fare nel rappresentare la Sardegna all'interno di quel sistema.

Vorrei anche dire che capisco, capisco tutto, il vuoto lasciato negli Stati Uniti dalla scomparsa del nostro rappresentante, era un fratello e un amico, ma questo vale anche per il Canada; quindi capisco anche i ritardi, però vorrei chiedere, signor Presidente del Consiglio, di far sì che i Capigruppo incontrino prossimamente le rappresentanze degli emigrati. Vorrei che i Capigruppo sentissero direttamente gli emigrati. Credo che sia un fatto importante di raccordo e di comprensione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, io penso che la questione che hanno sollevato i colleghi Solinas e Dedoni non possa passare inosservata o rimanere ascritta nel novero dei percorsi uguali a quelli della seduta odierna: sottoporre alla Giunta delle problematiche, la risposta e poi chiudere tutto con una replica. Il mondo dell'emigrazione in questi giorni penso abbia voluto sensibilizzare tutti i consiglieri regionali, tutti i partiti sulla gravità, anzi, direi drammaticità della situazione perché sono a rischio di chiusura le sedi storiche dei circoli e delle federazioni dei circoli dei sardi nel mondo.

È un problema che non penso possa essere liquidato così, in fretta e furia; penso che noi, ai sensi dell'articolo 110 del Regolamento possiamo approfittare dell'occasione, questa è la mia proposta, riprendendo quello che hanno già detto il collega Solinas e il collega Dedoni, pensando di interpretare la posizione di tutta l'opposizione e sperando che la faccia propria anche la maggioranza, per la presentazione di una mozione che sia condivisa da tutto il Consiglio regionale perché non possiamo certamente fare finta che un problema di questa portata, di questa rilevanza non esista.

Noi proponiamo con forza la richiesta di trasformare le interpellanze in mozione. A tal fine si dovrebbe fare una brevissima sospensione dei lavori anche stando in Aula proprio per concordare un testo, che noi abbiamo in parte già elaborato, grazie al quale il Consiglio oggi potrebbe scrivere una bella pagina approfittando, ripeto, anche dell'occasione data da queste due interpellanze che, naturalmente, abbiamo condiviso.

PRESIDENTE. Sulla proposta del consigliere Pittalis possono intervenire un oratore a favore e un oratore contro.

Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.

RUBIU GIANLUIGI (UDC). Presidente, intervengo per ribadire il concetto che ha già espresso correttamente il collega Pittalis. E' indispensabile la presentazione di questa mozione considerata l'importanza che i circoli sardi nel mondo hanno per noi e, in questo momento, anche in relazione all'EXPO, una manifestazione importantissima. Non dimentichiamo che i circoli riescono a veicolare verso la Sardegna circa 30 mila turisti all'anno, tutti li consideriamo gli ambasciatori della Sardegna che promuovono l'isola nel mondo.

Ritengo quindi di proporre agli amici della maggioranza di presentare e discutere stasera la mozione, perché un taglio del finanziamento ai circoli sardi del 55 per cento è sicuramente una beffa. Dobbiamo fare di tutto invece per mantenere queste strutture che ci rappresentano degnamente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (PD). Presidente, tutti siamo sensibili al tema, lo abbiamo a cuore, tanto è vero che nei prossimi giorni è previsto un incontro con le federazioni degli emigrati. Quindi aspettiamo lo svolgimento dell'incontro e, naturalmente, anche sulla base delle interlocuzioni con i rappresentanti delle associazioni degli emigrati discuteremo la mozione e le problematiche conseguenti.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta del consigliere Pittalis. Chi la approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non la approva alzi la mano.

(Non è approvata)

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'interpellanza numero 22/A.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Oppi - Rubiu - Pinna Giuseppino - Tatti sulle azioni poste in essere e da porre in essere per ottenere il trasferimento al demanio della Regione dei beni dismessi già di proprietà delle aziende statali.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- ai sensi dell'articolo 14 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, contenente lo Statuto della Regione: "1. La Regione, nell'ambito del suo territorio succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. 2. I beni e i servizi connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione" e che tale principio ha ricevuto conferma anche nelle norme di attuazione dello statuto, che pure hanno valenza di disposizioni di rango costituzionale, da ultimo con il decreto legislativo 18 settembre 2006, n. 267;

- in forza di tali disposizioni non è contestabile che tutti i beni appartenenti allo Stato devono necessariamente essere trasferiti alla Regione non appena cessi la loro destinazione ad uso istituzionale e che in tale obbligo sono ricompresi pure i beni di titolarità della aziende dello Stato (ancorché successivamente soppresse o modificate nella loro natura);

- pertanto, anche i beni già appartenenti alle Ferrovie dello Stato ed alle Poste, acquisiti prima della loro trasformazione in Spa, devono essere trasferiti alla Regione;

- nella scorsa legislatura, a seguito di alcune interpellanze presentate in materia, in sede di risposta, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica aveva assicurato che la Regione avrebbe provveduto a porre in essere tutte le azioni opportune per giungere al trasferimento alla Regione stessa dei beni in questione dismessi,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere quali iniziative, anche giudiziarie, siano state adottate per ottenere il trasferimento alla Regione dei beni già di proprietà delle Ferrovie dello Stato e delle Poste dei quali sia cessato l'uso istituzionale.(22).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Giorgio Oppi per illustrare la sua interpellanza.

OPPI GIORGIO (UDC). Presidente, nell'interpellanza si sottolinea la necessità che la Regione ponga in essere una serie di comportamenti volti ad assicurare la piena attuazione dell'articolo 14 dello Statuto e delle relative norme di attuazione. In particolare si è voluta segnalare l'esigenza, peraltro più volte rappresentata già nella scorsa legislatura, di rivendicare l'applicazione dell'articolo 14 anche in relazione ai beni che erano di proprietà dell'ente Poste e delle Ferrovie dello Stato prima della trasformazione di questi enti in S.p.A. Quindi si tratta di parlare dell'articolo 14.

Nella corso della legislatura Soru, in attuazione dell'articolo 14, sono stati sottoscritti tre Protocolli d'intesa: uno relativo alle Saline di Cagliari, al trasferimento di tutto il complesso immobiliare delle Saline in favore della Regione. In questo caso è stato sottoscritto anche l'atto di trasferimento, a oggi però la Regione non ha portato a termine tutti gli atti relativi al trasferimento e all'acquisizione delle Saline che sarebbero essenziali per sviluppare il parco.

Un secondo protocollo d'intesa, collegato con l'evento del G8, riguarda i beni militari da dismettere. Si tratta di un protocollo con previsioni eccezionali ed extra ordinem con il quale era eccezionalmente previsto il trasferimento di beni alla Regione, beni che però potevano anche essere destinati ad altro uso governativo. Detto protocollo non ha avuto attuazione ed è oramai da tempo scaduto, pertanto occorre per quanto possibile avviare i contatti per giungere alla sottoscrizione di un nuovo protocollo.

Vi è poi un terzo protocollo d'intesa che riguarda tutti i beni dello Stato trasferiti alla Regione. In questo protocollo era compresa una serie di allegati che richiedevano da parte dell'amministrazione regionale, congiuntamente con l'Agenzia del demanio, una serie di adempimenti che non tutti sono stati adottati. Vi è poi il problema di ampliare il raggio d'azione nei confronti di ulteriori beni appartenenti alle soppresse aziende statali, è il caso dell'ente Poste, è il caso delle Ferrovie dello Stato, è il caso dei Monopoli.

Gli accordi con il Monopolio, come sicuramente è noto, sono stati definiti, è stato da ultimo definito il trasferimento del compendio di Sant'Elia nonché il trasferimento delle Saline di Sant'Antioco. Nulla consta invece di quanto è stato operato per ottenere il trasferimento dei beni che facevano capo alle soppresse aziende autonome delle Poste e delle Ferrovie dello Stato e che, ove dismessi, devono rientrare nel patrimonio della Regione.

Faccio un esempio. A Cagliari a fianco alla stazione delle Ferrovie vi è un'area adibita a parcheggio aperto al pubblico, quindi è un'area che non è più connessa con l'attività specifica delle Ferrovie dello Stato, area che avrebbe dovuto essere trasferita alla Regione sarda. Quindi con questa interpellanza si vuole richiamare l'attenzione della Giunta regionale sulla necessità di adoperarsi con la massima celerità.

Cosa intende fare la Regione per rivendicare questi beni che competono alla Regione e che non sono stati o non si vuole alienare? Anche quest'ultimo problema è estremamente rilevante.

Pensate a Olbia, a tutti i beni che devono essere dismessi di proprietà delle Ferrovie che non devono essere assolutamente ceduti ai privati, ma devono passare alla Regione sarda. Inoltre l'attuazione del protocollo d'intesa base richiama l'attenzione sul fatto che non bisogna limitarsi ad acquisire i beni che, è stato detto, sono di competenza della Regione, non bisogna limitarsi a svolgere accertamenti previsti, ma bisogna che la Regione tenga sempre continuamente sotto vigilanza e sotto controllo tutta la situazione dei beni dello Stato.

Anche in questo caso un esempio vale per tutto: il campo Rossi; sappiamo benissimo che una serie di attività non è gestita direttamente dall'amministrazione militare, ma attraverso una serie di convenzioni e sub concessioni con tanto di servizio e quant'altro. E' una situazione che a mio avviso fa venir meno la destinazione dell'uso statale e fa rinascere il diritto della Regione di chiedere e di ottenere il trasferimento di questo bene. In definitiva con questa interpellanza si è inteso richiamare l'attenzione sul problema per sollecitare la Giunta a svolgere un'azione incisiva che, siamo sicuri, il neoassessore porrà in essere con la massima sollecitudine.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ne ha facoltà.

ERRIU LUIGI, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica.

Presidente, l'obiettivo dell'interpellanza è largamente condivisibile nel merito e ha portato l'Assessorato delle finanze, degli enti locali ed urbanistica a una decisa iniziativa volta a riavviare i percorsi interrotti, soprattutto il rapporto con il Demanio in attuazione delle convenzioni in essere. Pur riferita ai beni dismessi sul territorio regionale da tutte le aziende statali, si mette particolare attenzione sulle iniziative che mirano a trasferire al patrimonio regionale dei beni immobili già di proprietà delle Ferrovie dello Stato e delle Poste e non di altre aziende statali, che però pur esistono.

Questa iniziativa di sindacato ispettivo fa riferimento a una delibera di Giunta regionale, la numero 48/40 del 1° dicembre 2011, con la quale si dispose di avviare le opportune azioni giudiziarie a tutela dei diritti patrimoniali, garantiti dall'articolo 14 dello Statuto regionale, che sono stati ritenuti lesi da Rete Ferroviaria Italiana. In modo particolare faccio riferimento nello specifico alla Piazza Matteotti, piazza pubblica sita nel centro urbano di Cagliari, acquisita dalla compagnia ferroviaria nel 1861

Una piazza da tempo immemorabile priva di qualsivoglia utilizzo diretto ai fini propri del servizio ferroviario, quindi a nostro giudizio e a giudizio della Giunta di allora e della Giunta di adesso ampiamente ricadente nel disposto di cui all'articolo 14 dello Statuto sardo. In riscontro alla richiesta di allora l'amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, con nota 2011, ha opposto diniego al mancato trasferimento sostenendo, con argomentazioni a nostro avviso del tutto confutabili, la generalizzata disapplicazione della disposizione costituzionale al proprio ente, appunto alla propria SpA, e ritenendosi disponibile a un eventuale trasferimento a titolo oneroso.

Come intendiamo agire? L'opinione dell'area legale, con la quale è stata avviata una interlocuzione, è che pur ritenendo astrattamente proponibile un'azione giudiziaria tesa ad accertare il diritto della Regione al trasferimento a suo favore dei beni dismessi da Rete Ferroviaria Italiana, e le contestuali azioni di rivendica nei confronti degli aventi causa dalla stessa azienda di Ferrovie dello Stato italiane, per ragioni di opportunità giuridica sia necessario avviare, previa individuazione di uno specifico bene, nello specifico è stata individuata proprio la Piazza Matteotti, una sola azione giudiziaria iniziale tesa ad acquisire un indirizzo interpretativo da parte del Tribunale rispetto all'applicabilità dell'articolo 14 dello Statuto a Rete Ferroviaria Italiana, per poi dare corso a tutte le altre azioni.

Questo perché? Perché si vuole evitare di andare incontro a un ingentissimo onere economico di tutte le azioni astrattamente esperibili dalla Regione che possa, in caso di soccombenza, essere in ipotesi esposta a risarcimenti anche assai onerosi. Quindi alla luce sia di queste considerazioni che dei suggerimenti dell'area legale della Regione e della direzione generale si stanno adottando le adeguate strategie processuali (cioè si sta scrivendo il ricorso materialmente) atte a evitare i rischi ipotizzati e paventati dagli interroganti e condivisi dalla Giunta per consentire il perseguimento alla Regione del riconoscimento dei propri diritti patrimoniali, in relazione sia a Rete Ferroviaria Italiana che alle Poste, che a tutti gli altri enti coinvolti.

Il tema evidentemente impone considerazioni più generali in materia di applicazione dell'articolo 14 dello Statuto regionale. Abbiamo già detto in occasione della risposta a una precedente mozione dell'onorevole Floris che il Governo regionale intende prioritariamente dare attuazione all'accordo sottoscritto nel 2008 tra il Ministero della Difesa, l'Agenzia del Demanio e la Regione Sardegna, accordo che seppure astrattamente capace di fornire…

PRESIDENTE. Assessore, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di parlare il consigliere Giorgio Oppi per dichiarare se è soddisfatto.

OPPI GIORGIO (UDC). Io mi considero parzialmente soddisfatto; secondo il mio punto di vista bisogna in primo luogo completare l'attuazione del protocollo d'intesa sulle Saline con il trasferimento alla Regione dei beni ivi individuati; in secondo luogo occorre tentare di addivenire a un nuovo protocollo avente a oggetto i beni militari; in terzo luogo occorre dare completa attuazione al protocollo d'intesa base che prevedeva il trasferimento di tutti i beni non più destinati a uso statale e quindi risolvere tutte le situazioni di incertezza ivi individuate; quarto, occorre affrontare, lei lo ha detto, in maniera decisa e incisiva il problema dei beni degli enti delle Poste e delle Ferrovie. Quando ha voluto l'ente Ferrovie ha fatto anche in Sardegna, anche a Cagliari, qualche americanata. Quindi io credo che bisogna forzare i tempi perché si possa praticamente arrivare a costringere questi enti, laddove non gli servono le strutture, a darle per legge alla Regione.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'interpellanza numero 6.

(Si riporta di seguito il testo della interpellanza:

Interpellanza Pinna Rossella - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Deriu - Manca Gavino - Piscedda - Sabatini - Tendas sulla necessità di realizzare con urgenza gli interventi di messa in sicurezza nella strada statale 197 tratto Sanluri - Guspini e realizzazione dell'intersezione a rotatoria al Km 13,500 incrocio strada provinciale 61 con viabilità urbana del Comune di San Gavino Monreale.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la strada statale 197, tratto Sanluri - Guspini, risulta essere un'importante arteria stradale dove ogni giorno si riversa un notevole volume di traffico;

- detta strada rappresenta un asse di scorrimento strategico che garantisce la mobilità dalla costa di Arbus alla strada statale 131, passando per i centri di Guspini, San Gavino, Villacidro e Sanluri;

- i numerosi incroci a raso in essa presenti aumentano notevolmente il rischio di incidenti stradali soprattutto in prossimità dell'incrocio al Km 13,500 con la strada provinciale 61 e la viabilità urbana del Comune di San Gavino, dove, più volte, purtroppo, detti incidenti sono stati anche mortali;

- nell'anno 2008, la Giunta Soru aveva destinato un finanziamento regionale di 5.000.000 di euro per la realizzazione di lavori di adeguamento funzionale e messa in sicurezza della strada in oggetto;

- tale pericolosità è stata ripetutamente evidenziata attraverso varie richieste, formulate alla Regione, dal Comune di San Gavino Monreale e dalla Provincia del Medio Campidano, la quale aveva integrato i fondi regionali di ulteriori 340.000 euro per la costruzione di una rotatoria stradale per la messa in sicurezza dell'incrocio al km 13,500 con la strada provinciale 61 e la viabilità urbana del Comune di San Gavino;

- lo stesso Prefetto di Cagliari, durante le numerose riunioni convocate a tale proposito aveva richiamato le istituzioni coinvolte, stante la grave situazione di pericolosità, a provvedere alla realizzazione delle opere in tempi brevi;

ATTESO che:

- il finanziamento citato di 5.000.000 di euro è ancora in carico alla Provincia del Medio Campidano che, come già evidenziato, aveva provveduto nel 2010 all'integrazione dei fondi regionali e ritenendo la rotatoria prioritaria anche rispetto al progetto complessivo inserì, pertanto, detti lavori nel piano triennale delle opere pubbliche 2010/2012;

- un intervento di tale portata oltre che rispondere all'esigenza di ammodernamento del sistema viario sardo può costituire un'opportunità di lavoro per le imprese, con ricadute occupazionali nel territorio regionale;

CONSIDERATO che:

- l'avvio del procedimento da parte della provincia risale ormai all'anno 2010;

- il 26 gennaio 2014 il progetto preliminare relativo alla rotatoria è stato approvato in conferenza dei servizi e, con determinazione n. 39 dell'11 marzo 2014, la Provincia del Medio Campidano approvava il verbale della medesima conferenza;

- il Comune di San Gavino Monreale, con deliberazione del Consiglio comunale n. 12 del 9 aprile 2014, ha ratificato le decisioni prese in sede di conferenza di servizi decisoria del 26 settembre 2013 relativa all'approvazione del progetto preliminare per l'adeguamento funzionale strada statale 197 Guspini-San Gavino-Sanluri e realizzazione dell'intersezione a rotatoria al km 13,500 e, nel contempo, ha approvato apposita variante allo strumento urbanistico in relazione al progetto e inoltre ha apposto vincolo preordinato all'esproprio delle aree;

- al momento non si hanno notizie sull'avvio dei lavori,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione di grave pericolo per la sicurezza degli automobilisti e della frequenza con cui si verificano gli incidenti nel tratto di strada citato;

2) se considerino prioritari gli interventi previsti nel tratto di strada di cui all'oggetto;

3) se e quali azioni intendano adottare per sollecitare il Commissario straordinario della Provincia del Medio Campidano a procedere con celerità all'avvio dei lavori, sia per quanto concerne la rotatoria al km 13,500, incrocio con strada provinciale 61 e viabilità urbana di San Gavino Monreale, sia per l'intervento complessivo riguardante l'intero tratto di strada oggetto del finanziamento.

Si chiede, inoltre, di conoscere il cronoprogramma dei lavori e di farne avere notizia in forma scritta, sia all'Amministrazione comunale di San Gavino Monreale, sia alla sottoscritta consigliere interpellante.(6).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Rossella Pinna per illustrare la sua interpellanza.

PINNA ROSSELLA (PD). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Presidente della Giunta, signori Assessori, l'interpellanza è datata 29 aprile ma mantiene tutta la sua validità e tratta della necessità di realizzare con urgenza gli interventi di messa in sicurezza nella strada statale 197 tratto Sanluri-Guspini e realizzazione dell'intersezione rotatoria al chilometro 13,500, incrocio strada provinciale 61 con viabilità urbana del Comune di San Gavino Monreale. Sottolineo, riprendendo i punti principali dell'interpellanza, che la strada statale 197, e in particolare il tratto Sanluri-Guspini, risulta essere un'importante arteria stradale dove giorno si riversa un notevole volume di traffico.

Detta strada rappresenta un asse di scorrimento strategico che garantisce la mobilità dalla costa di Arbus alla strada statale 131, collegando i centri di Guspini, San Gavino, Gonnosfanadiga, Pabillonis, Villacidro e Sanluri, sulla strada ci sono però numerosi incroci a raso che aumentano notevolmente il rischio di incidenti stradali, soprattutto in prossimità dell'incrocio al chilometro 13,500 con la strada provinciale 61 e la viabilità urbana del Comune di San Gavino, più volte purtroppo detti incidenti sono stati anche mortali. Oltre a questi va segnalato anche l'incrocio a raso nell'intersezione con la strada provinciale 72, con la strada provinciale 57, e con la strada provinciale 61.

Nell'anno 2008 la Giunta Soru aveva destinato un finanziamento regionale di 5 milioni di euro per la realizzazione di lavori di adeguamento funzionale e messa in sicurezza della strada appunto in oggetto, la pericolosità è stata ripetutamente evidenziata attraverso varie richieste formulate alla Regione sia dal Comune di San Gavino Monreale che dalla Provincia del Medio-Campidano, la quale aveva integrato i fondi regionali di ulteriori 340 mila euro per la costruzione di una rotatoria stradale

per la messa in sicurezza dell'incrocio al chilometro 13,500.

Lo stesso Prefetto di Cagliari, durante le numerose riunioni convocate a tale proposito, aveva richiamato le istituzioni coinvolte, stante la grave situazione di pericolosità, a provvedere alla realizzazione delle opere in tempi brevi. Il finanziamento citato di 5 milioni di euro risulta ancora in carico alla provincia del Medio Campidano, che sappiamo essere commissariata dal mese di giugno 2013 in quanto ente soppresso per effetto del referendum abrogativo del 2012.

La provincia del Medio Campidano, come già detto, aveva provveduto nel 2010 all'integrazione dei fondi regionali ritenendo detta rotatoria prioritaria anche rispetto al progetto complessivo, e inserì pertanto detti lavori nel piano triennale delle opere pubbliche 2010-2012. Un intervento di tale portata, oltre che rispondere alle esigenze di ammodernamento del sistema viario sardo può costituire un'opportunità di lavoro per le imprese con ricadute occupazionali nel territorio regionale.

Ora, l'avvio del procedimento da parte della provincia risale ormai all'anno 2010. Il 26 gennaio 2014 il progetto preliminare relativo alla rotatoria è stato approvato in Conferenza dei servizi e, con determinazione dell'11 marzo 2014, la provincia del Medio Campidano ha approvato il verbale della medesima Conferenza. Il comune di San Gavino dal canto suo con deliberazione del Consiglio comunale numero 12 del 9 aprile 2014 ha ratificato le decisioni prese in Conferenza dei servizi del 26 settembre 2013 relative all'approvazione del progetto preliminare e ha approvato, con apposita variante, lo strumento urbanistico in relazione al progetto ponendo un vincolo preordinato all'espropriazione dell'area.

Al momento non si hanno notizie sullo stato dei lavori, per questo si interpellano il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere in primo luogo se siano a conoscenza della situazione di grave pericolo per la sicurezza degli automobilisti e della frequenza con cui si verificano gli incidenti nel tratto di strada citato; due…

PRESIDENTE. Onorevole Pinna, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dei lavori pubblici.

MANINCHEDDA PAOLO, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Presidente, la Giunta è consapevole dei problemi legati alla sicurezza delle strade sarde e stima il fabbisogno finanziario per la messa in sicurezza della rete stradale sarda in diverse centinaia di milioni di euro. Non fosse altro che per questa consapevolezza ancora non è avvenuto il passaggio delle reti stradali statali alla Regione come è avvenuto in altre Regioni d'Italia.

Nel caso specifico si tratta di un intervento che era stato finanziato con il bilancio 2008, con 5 milioni su tre anni, diminuiti nell'anno e mezzo successivo a quattro milioni. L'iter ha avuto un percorso attivo tra il 2008 e il 2010 perché la Regione ha stipulato la convenzione con la Provincia tempestivamente (è stata stipulata entro il dicembre del 2008), la Provincia ha poi presentato il Piano di fattibilità nel 2010, tra il 2010 e la presentazione del progetto preliminare sono passati quattro anni e la presentazione del progetto preliminare è avvenuta a gennaio 2014.

Nelle more di questa evidente difficoltà da parte della Provincia sono intervenute le disposizioni della legge numero 14 del 2010, confermate dalla finanziaria del 2013, per cui i lavori dovevano essere appaltati per non essere definanziati entro il 19 luglio di quest'anno, così non è accaduto e in questo momento l'opera è definanziata ope legis. Si pone dunque il caso, non banale, di una importante infrastruttura che, per incuria o difficoltà amministrativa, viene privata dei suoi finanziamenti; non è un caso isolato, il Consiglio regionale è sicuramente consapevole che nel prossimo bilancio, armonizzato, ogni residuo non sarà più soltanto un impegno di pagamento ma sarà anche un debito certo che sbilancia e bilancia, quindi a noi compete di definanziare ciò che non è stato adeguatamente finanziato.

Si immagina di predisporre una procedura di completamento dell'iter che sarà molto più esigente rispetto alla precedente e che consentirà di accedere ai finanziamenti solo a chi sarà in grado di accelerare i suoi percorsi adeguatamente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Rossella Pinna per dichiarare se è soddisfatta.

PINNA ROSSELLA (PD). Ringrazio l'Assessore e mi dichiaro soddisfatta della risposta puntuale che è stata fornita. Tuttavia non posso non esprimere la preoccupazione per una situazione che permane in tutta la sua criticità. Come ho avuto modo di sottolineare nell'interpellanza, aldilà delle questioni tecniche, legate a regole del bilancio regionale, credo sia necessario e impellente intervenire per garantire la sicurezza degli automobilisti, ripristinando i fondi in misura tale da consentire la prosecuzione dell'iter avviato dalla provincia del Medio Campidano. In merito a quest'ultima mi sia consentito di esprimere tutto il rammarico per una gestione da parte del commissario straordinario che, al netto dei limiti dovuti al Patto di stabilità interno, si è dimostrata comunque insufficiente e inadeguata anche per le mancate risposte ai solleciti da parte degli uffici regionali.

Ora, poiché il definanziamento dell'intervento è di grave danno per il territorio del Medio Campidano e per i suoi residenti, chiedo formalmente che in fase di assestamento del bilancio, che il Consiglio è chiamato a discutere e ad approvare, sia recuperato l'intero stanziamento, se non di cinque almeno di quattro milioni attraverso l'adeguata allocazione delle risorse necessarie. È vero che in questa fase di smantellamento della provincia del Medio Campidano un problema in più si pone per chi dovrà realizzare l'oggetto della convenzione.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame della interpellanza numero 41.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Tocco - Pittalis - Peru - Randazzo - Zedda Alessandra - Cappellacci - Fasolino sullo stato di precarietà del personale dell'Ente foreste della Sardegna.

I sottoscritti,

PREMESSO che l'Ente foreste della Sardegna è un ente pubblico non economico, istituito con legge regionale n. 24 del 1999, modificata con legge regionale n. 12 del 2002, la cui disciplina è imposta dalla legislazione regionale e statutaria dalla cui potestà è regolamentata;

CONSIDERATO che:

- al personale dell'Ente è riconosciuto un comparto di contrattazione distinto dal comparto del personale dell'Amministrazione regionale e degli enti regionali, al quale si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro degli operai forestali ed impiegati agricoli addetti ai lavori di sistemazione idraulico forestale;

- al personale dell'Ente non dovrebbe applicarsi la normativa giuridica del personale della pubblica amministrazione, ma quella prevista dalla normativa di natura privatistica, né tantomeno le norme nazionali di contenimento della spesa pubblica;

RILEVATO che l'articolo 15, comma 26, della legge regionale n. 2 del 2007 disponeva che "l'Ente foreste della Sardegna, al fine di avviare un procedimento di stabilizzazione dei lavoratori, è autorizzato, all'interno della dotazione di personale presente al 1o gennaio 2005, a ridistribuire l'orario di lavoro derivante da cessazioni e abbandoni verificatisi per qualsiasi motivo, prioritariamente su lavoratori già dipendenti dell'ente a orario ridotto, turnisti e sui lavoratori stagionali nei cantieri dove non sono presenti i lavoratori turnisti. Le modalità e i criteri sono definiti da appositi programmi operativi, predisposti dall'Ente foreste d'intesa con le organizzazioni sindacali di categoria e approvati con apposita delibera della Giunta regionale";

TENUTO CONTO che l'efficienza e l'efficacia dell'attività di prevenzione, monitoraggio, controllo ed intervento svolta dal personale forestale, risultando di fondamentale importanza nel territorio regionale, soprattutto nel periodo estivo, rischia di essere compromessa dal persistente stato di precarietà che investe oltre mille lavoratori che da anni operano nel settore su più fronti e che, anche attraverso le organizzazioni sindacali di categoria, hanno manifestato in più occasioni il disagio connesso alla mancata stabilizzazione in capo all'Ente;

CONSIDERATO altresì che è auspicabile, oltre alle esigenze di stabilizzazione ed eliminazione del precariato, un rilancio delle politiche di sviluppo, pianificazione e organizzazione da parte del governo regionale, che investa la generalità delle risorse umane impiegate, nell'ottica di un proficuo e virtuoso utilizzo delle stesse nei vari contesti e comparti in cui si estrinseca l'attività dell'Ente foreste della Sardegna, salvaguardando, al contempo, il posto di lavoro di tanti padri di famiglia,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente:

1) sullo stato di attuazione del programma di stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 26, della legge regionale n. 2 del 2007, attuando in tempi rapidi la rimozione degli ostacoli di carattere burocratico e facendo chiarezza sulle risorse da impiegare allo scopo;

2) sulla riorganizzazione e rilancio dell'Ente, mirando al potenziamento delle politiche di tutela, sviluppo ed intervento del comparto boschivo, agendo sulla professionalità e l'esperienza del personale operante, al fine di implementare e salvaguardare il patrimonio boschivo e gli habitat regionali da una fruizione indiscriminata ed incontrollata.)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Pittalis per illustrare la sua interpellanza.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, il contenuto dell'interpellanza è chiaro: pone ancora una volta all'attenzione il problema della stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste; un problema rispetto al quale non si può continuare con la politica degli annunci, delle promesse, della creazione di aspettative che poi non vengono mantenute. In questa sede, Assessore, noi vorremmo da lei una parola chiara, cioè vorremmo sapere se i 1.500, o 1.700 come mi suggeriscono, precari dell'Ente foreste verranno stabilizzati secondo la previsione triennale di 500 lavoratori per anno.

Nella scorsa finanziaria, l'ultima finanziaria della Giunta Cappellacci, avevamo presentato le risorse per un piano triennale che consentisse la stabilizzazione e, con grande sorpresa, rileviamo che nell'assestamento di bilancio, sono stati cassati dal finanziamento destinato all'Ente foreste addirittura 8 milioni, esattamente le risorse che servivano proprio per avviare il processo delle stabilizzazioni.

Presidente, vorrei che su questo aspetto ci fosse l'attenzione degli Assessori e soprattutto dell'Assessore dell'ambiente, anche perché siete davvero maestri, degni professori accademici nel fare gli annunci, nel fare, se mi consentite, anche in questo caso chiacchiera come quella che lei, Assessore dell'ambiente, ha fatto da ultimo nel corso di una conferenza stampa.

Durante questa conferenza stampa lei si è preoccupata soltanto di enunciare un'ipotesi di modifica, di riordino dell'Ente foreste, utilizzando un linguaggio che sa davvero di politichese: attualizzazione dei compiti istituzionali, esigenze di innovazione, razionalizzazione delle competenze, revisione della struttura organizzativa, senza però dire alcunché in concreto di come intendete procedere al riguardo.

Una parola chiara, avete subito centrato l'obiettivo, l'avete detta, ed è quella sul commissariamento, che è quello che a voi interessa, nelle more dell'emanazione della legge; ma lei, Assessore, di quale legge parla? Avete preannunciato un disegno di legge che neppure esiste, perché l'avete rimesso a un comitato interassessoriale; in questi ultimi giorni avete "fatto grancassa" sull'Ente foreste senza mai citare la situazione dei precari e dei dipendenti dell'Ente foreste, il tutto per arrivare alla nomina di un commissario.

Ma il dottor Delfo Poddighe, già comandante del Corpo forestale, è forse qualcuno al quale dobbiamo insegnare qualcosa, o il commissario che lei ha in testa, Assessore, deve insegnare qualcosa al dottor Poddighe? O avete rilevato nefandezze, illegalità, questioni che necessitano, allora sì, di un commissariamento? Allora ditele con chiarezza perché abbiamo bisogno di capire anche noi queste cose. Lei, per la seconda volta, dopo la Conservatoria delle coste, istituto sul quale si è già cimentata con un commissariamento, ci vuole riprovare con l'Ente foreste sulla base di una motivazione che è assolutamente idiota!

Perché lei non può motivare un commissariamento sostenendo di garantire la continuità e l'efficienza dell'azione amministrativa! Non si può motivare con espressioni risibili di questa natura! La motivazione che voi utilizzate è una motivazione addirittura risibile, non è assolutamente consentito porre in essere atti con questo tipo di motivazione! Ecco perché noi siamo gravemente preoccupati che la questione dei precari dell'Ente foreste possa non avere un avvio, possa non avere una soluzione, perché se queste sono le premesse, significa che il vostro obiettivo è ben altro…

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, evidentemente i toni che userò non saranno offensivi come quelli utilizzati da chi ha illustrato l'interpellanza. L'interpellanza, mi attengo al testo ricevuto, tratta principalmente due punti: la stabilizzazione dei precari e la riorganizzazione dell'Ente.

Rispetto al primo punto è necessario fare riferimento alla legge numero 2 del 2007 che autorizzava l'Ente foreste, all'interno della dotazione di personale presente al gennaio 2005, a portare avanti un piano di riordino derivante da cessazioni e abbandoni di un certo contingente di operai. Questo piano ha portato nel 2008 ad avviare il procedimento di stabilizzazione che, con delibera del 5 novembre 2008, ha portato a stabilizzare 850 unità. A questo, nel 2009, si è aggiunto un piano aggiuntivo di stabilizzazione per circa 215 unità.

Devo dire che negli anni successivi non è stato fatto più alcunché, non è stato attuato il piano previsto dalla legge numero 2 del 2007 e soltanto il 21 gennaio 2014, quindi a fine legislatura, si è intervenuti con una nuova norma che autorizzava a procedere alla stabilizzazione di 500 unità annue, per tre anni, incrementando il finanziamento dell'ente di 6 milioni per gli anni 2014-2015-2016, al fine di rafforzare le funzioni di prevenzione delle calamità naturali e del rischio idro-geologico.

Devo dire che a differenza della legge regionale numero 2 del 2007 la norma ha stanziato delle risorse, ma non ha definito il contingente di personale da stabilizzare, cioè ha definito genericamente fino a 500 unità annue, e non ha neanche definito le procedure da seguire. Allora, in una situazione di questo tipo, forse gli atti "non vaghi" di questa Giunta sono stati quelli di impegnare intanto l'Assessore del personale per un parere interpretativo sulla norma in questione, al fine proprio di ottenere una condivisione sulle procedure da adottare, rimanendo a disposizione per l'apertura di un tavolo di confronto tra Assessorati competenti, Ente foreste e organizzazioni sindacali.

E proprio rispetto a questo punto voglio ricordare altri atti che questa Giunta ha compiuto. Ha riaperto il tavolo con le organizzazioni sindacali che, non essendo state ricevute per cinque anni, ci hanno ampiamente ringraziato; e ad aprile, ad agosto, a ottobre sono state incontrate le organizzazioni sindacali del comparto agricolo-forestale. Gli incontri continueranno ancora per riavviare il processo di stabilizzazione, che naturalmente dovrà anche contemperare le indicazioni del disegno di legge di riorganizzazione dell'Ente. Non potrà essere pertanto un processo disgiunto dai compiti di valorizzazione e di organizzazione dell'Ente foreste.

Quindi, il passo successivo è senz'altro quello della riapertura di un tavolo ufficiale di confronto con gli Assessorati competenti, l'Ente foreste e le organizzazioni sindacali; ed è evidente che, per quanto riguarda il numero massimo che attualmente potrà essere stabilizzato, i compiti da assegnare al personale, non c'è stata nessuna cancellazione, perché in Commissione del budget assegnato…

PRESIDENTE Assessore Spano, il tempo a sua disposizione è terminato. Non ho richiamato il consigliere Pittalis perché la frase "motivazione idiota" era riferita al provvedimento e non alla persona.

Ha facoltà di parlare il consigliere Pittalis per dichiarare se è soddisfatto.

PITTALIS PIETRO (FI). Non sono assolutamente soddisfatto Assessore e voglio chiarire, ha detto bene il Presidente del Consiglio, absit iniuria verbis, che mai mi sarei permesso di rivolgermi in modo offensivo a lei o ad altri, È chiaro che quando leggo che la nomina del commissario straordinario è tesa a garantire la continuità e l'efficienza dell'azione amministrativa, io dico che se la motivazione è questa, è una motivazione risibile.

La chiami come vuole e riuserei quel termine se non la offendesse, ma non era assolutamente rivolto a lei, Assessore; su questo chiariamoci e se questo è stato inteso le chiedo scusa, ma il termine non era rivolto a lei bensì a una motivazione che, insisto, non regge né di fronte al buon senso, né di fronte alla logica. Il problema è che avete esautorato il direttore generale, il generale Gilberto Murgia, che è stato reintegrato con una sentenza del Consiglio di Stato.

Assessore, io le voglio dire di stare attenti a quello che fate, perché qualcuno dovrà pagare i danni che questa esautorazione del generale Murgia ha determinato, in termini di risarcimento per compensi, indennità, spese legali. Chi paga queste spese, Assessore? Le paga il contribuente sardo per errori fatti da lei o dalla sua Giunta. Affrontate allora le situazioni con serenità.

A me per esempio ha fatto piacere che sulla vicenda dell'Agenzia del lavoro, dove avete rilevato professionalità serie, serie, al di là del colore politico, ragioniate a ragion veduta, diversamente da come avete fatto per la Conservatoria delle coste su cui avete messo in atto procedure, cioè il carro davanti ai buoni. Intanto commissariamo, poi si vedrà. No, non è questo il modo perché, questa è l'attinenza con l'interpellanza, a piangere le conseguenze dei ritardi e di quello che non funziona sono i lavoratori, sono quei precari che, anche dalle sue parole, caro Assessore, mi pare non possano avere risposta in termini di affidabilità perché quello che loro chiedono, quello che la politica (sia il centrosinistra che il centrodestra) ha chiesto, la stabilizzazione, mi pare che non ci sia nei vostri programmi.

Ragione per la quale noi proporremo una mozione come opposizione perché sull'argomento ci vogliamo tornare e, sull'argomento, caro Assessore, noi faremo tutte le verifiche del caso. C'è poi un altro aspetto, quello dei lavoratori che vengono demansionati; attenzione, anche in questo caso si aprirà un contenzioso per la Regione di proporzioni enormi. Anche su questo, Assessore, sarà il caso di vigilare.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'interpellanza numero 10.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza:

Interpellanza Forma - Cocco Daniele Secondo - Arbau - Azara - Deriu - Lai - Ledda - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Carta, sulla Misura 126 del PSR "Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali".

I sottoscritti,

PREMESSO che, con determinazione n. 981/19 del 21 gennaio 2014, a firma del dirigente del Servizio strutture della Direzione generale dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, è stato approvato il bando per l'ammissione ai finanziamenti previsti dalla Misura 126 del PSR;

CONSIDERATO che:

- l'intervento è volto a ripristinare il potenziale produttivo aziendale preesistente al momento dell'evento calamitoso che risulti danneggiato o distrutto per effetto dell'evento stesso;

- le risorse messe a disposizione per questo tipo di intervento ammontano a 30.000.000 di euro;

VISTA la determinazione n. 1856 del 18 aprile 2014 a firma del direttore del coordinamento di ARGEA, di approvazione della graduatoria unica regionale che finanzia n. 317 domande sulla base dei contributi richiesti e delle risorse programmate;

CONSIDERATO che la stessa determinazione dichiara che siano dichiarate ammissibili ma non finanziabili n. 930 domande per insufficienza di risorse finanziarie;

SENTITI a riguardo i numerosi reclami che provengono dai titolari delle aziende danneggiate che, pur essendo utilmente inseriti in graduatoria, non risultano destinatari del finanziamento e manifestano pertanto importanti malumori per via dell'applicazione dei criteri stabiliti dal bando stesso, che a parità di danno subito, producono nel risultato finale una evidente disparità di trattamento,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale perché verifichi:

1) se nelle maglie del PSR possono essere individuate somme residue che consentano di mettere a disposizione ulteriori risorse finanziarie per la Misura 126 PSR;

2) se esiste la possibilità di utilizzare altro strumento finanziario che consenta di reperire ulteriori risorse comunitarie.

In aggiunta, si domanda:

1) di verificare la possibilità e l'opportunità, oltre che l'eventuale tempistica, per l'approvazione di un nuovo bando che veda la rivisitazione dei criteri di valutazione delle richieste di finanziamento;

2) che i nuovi criteri di attribuzione dei punteggi scaturiscano da un confronto preliminare tra le Istituzioni regionali e i rappresentanti dei soggetti che hanno subito i danni, oppure tra le Istituzioni regionali e i Sindaci dei Comuni colpiti dagli eventi calamitosi. (10).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Daniela Forma per illustrare la sua interpellanza.

FORMA DANIELA (PD). Presidente, a seguito degli eventi alluvionali del novembre del 2013 sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro sulla Misura 126 del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) che prevede interventi per il ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità naturali. La finalità di questa Misura è, per l'appunto, quella di favorire il recupero dell'efficienza produttiva agricola e della stabilità reddituale occupazionale del settore agricolo; quindi garantire alle aziende agricole messe in ginocchio dall'evento alluvionale la permanenza sul territorio e la possibilità di rimettersi in piedi.

A seguito della presentazione delle domande nel mese di aprile è stata approvata la graduatoria unica regionale sulla base della disponibilità finanziaria in capo alla Misura; di conseguenza risultavano finanziabili solamente 317 domande mentre altre 930 venivano dichiarate ammissibili ma non finanziabili proprio a causa della insufficienza delle risorse finanziarie.

La pubblicazione di questa graduatoria ha portato molto scompiglio tra i titolari delle aziende agricole danneggiate e ha portato allo scoperto anche alcune delle criticità dello stesso bando; per esempio, per quanto riguarda la localizzazione la Misura 126 risulta applicabile genericamente nell'ambito degli 80 comuni della Sardegna che sono stati interessati dall'alluvione del novembre 2013 e, alla luce dell'esiguità delle risposte che con i 30 milioni di euro si riuscì a dare, molti operatori rilevavano l'opportunità che a monte nel bando venisse circoscritto ulteriormente l'ambito di applicazione alle sole porzioni di territorio degli 80 comuni effettivamente danneggiate dall'alluvione.

Un'altra criticità riguardava l'intensità dell'aiuto; infatti si osservava che sarebbe stato preferibile avere una percentuale di contribuzione minore ma maggiormente spalmata su più operatori danneggiati dalla calamità. E invece una ulteriore criticità che veniva rilevata riguardava i criteri di valutazione delle istanze e, in particolare, l'assegnazione del punteggio massimo di otto punti per le aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali o coltivatori diretti e gli ulteriori due punti per le domande presentate da giovani agricoltori.

Questa valutazione, infatti, con il permanere dell'originaria dotazione finanziaria avrebbe comportato, per esempio, che un operatore agricolo con un'azienda regolarmente registrata alla Camera di Commercio, quindi detentore di partita IVA, ma non risultante iscritto nei registri provinciali delle organizzazioni professionali o nell'albo dei coltivatori diretti, che a soli 50-60 anni ha avuto la disgrazia di vedere distrutta la propria azienda, non avrebbe avuto la possibilità di beneficiare del finanziamento e quindi di risollevarsi stante appunto il punteggio che gli era stato attribuito.

Con questa interpellanza, che è stata presentata nel mese di maggio, abbiamo quindi invitato l'Assessore regionale dell'agricoltura a farsi carico della problematica inerente la necessità di reperire ulteriori risorse finanziarie proprio per la misura 126 del PSR.

Devo dire che la risposta dell'Assessore non si è fatta attendere. Spetterà a lei in questa sede ora spiegare all'Aula in che modo si è mossa e qual è lo stato dell'arte su questo argomento. Io sento già di poter anticipare un giudizio più che positivo per l'impegno dell'assessore Falchi; Assessore che sta dimostrando tanta dinamicità e tenacia frutto, ritengo che sia doveroso riconoscerlo, della collaborazione che c'è stata tra di noi in questi mesi anche per seguire l'iter di questa misura del PSR.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

FALCHI ELISABETTA, Assessore tecnico dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La ringrazio consigliera Forma, anche perché le sollecitazioni avute hanno consentito di prendere in mano la situazione del bando della Misura 126, emanato nel mese di gennaio 2014 per far fronte ai danni subiti nel comparto agro pastorale durante le tragiche alluvioni del 18 e 19 novembre dello scorso anno.

Sicuramente il bando emanato, come è stato evidenziato dall'onorevole Forma, aveva notevoli criticità sia per quanto riguarda l'entità dell'aiuto, stabilito nella misura del 100 per cento del risarcimento del danno totale, sia per una serie di criteri di selezione; criteri che non avrebbero consentito comunque un rapido scorrimento della graduatoria. Inoltre le risorse finanziarie stanziate inizialmente, pari a 30 milioni di euro, non garantivano, come è stato rimarcato, il soddisfacimento di tutte le domande presentate. Infatti, la richiesta successiva alla presentazione della graduatoria avrebbe necessitato di risorse pari a 70 milioni di euro.

Il problema però si poneva perché il reperimento di risorse ulteriori non era facile in quanto tutte le risorse del Piano di Sviluppo Rurale erano allora impegnate e lo sono ancora su altre Misure. Quindi abbiamo ipotizzato, e stiamo così procedendo, di far scorrere la graduatoria facendo ricorso all'emanazione del decreto numero 556 assessoriale del 17 giugno 2014 attraverso il Regolamento europeo 1310 del 2013 che consente, se entro il dicembre di quest'anno verranno impegnate tutte le risorse pari a 30 milioni, di poter utilizzare per lo scorrimento della graduatoria le risorse della prossima programmazione 2014-2020 che prevedono comunque anche nella prossima programmazione interventi per il risarcimento di danni causati da alluvioni. Quindi interventi similari.

Abbiamo pertanto dato mandato ad ARGEA di istruire tutte le domande presentate facendo in modo che tutti i soggetti potessero presentare i progetti esecutivi entro un mese dalla data del decreto del 17 giugno, e siamo quindi in fase di istruttoria. Tra l'altro in questi giorni, proprio per agevolare la spendita delle risorse e fare in modo che tutte le risorse vengano impegnate entro il 2014, cioè tutti i 30 milioni inizialmente stanziati, stiamo attivando modalità di stati di avanzamento lavori che consentiranno ai vari soggetti in graduatoria di percepire un 25 per cento delle risorse in progetto. L'attivazione degli stati di avanzamento consentirà sicuramente di accelerare la spesa, e poi si procederà con lo scorrimento di tutta la graduatoria.

Devo sottolineare che il fatto di aver inserito nel bando un contributo di risarcimento del danno pari al 100 per cento sta creando una serie di problemi; non possono essere rendicontati infatti i lavori realizzati in economia, per cui diverse persone non sono in grado di rendicontare spese per interventi effettuati dalle stesse aziende agricole. È per questo motivo che in questi giorni stiamo ricevendo da parte degli operatori richieste di modifica del bando che, per quanto le si stia valutando, non sarà possibile apportare, per cui procederemo così come abbiamo stabilito.

Ripeto, è presente certamente una serie di criticità perché la qualità progettuale è abbastanza scadente, perché sono stati progetti difficili anche da poter presentare, perché molte aziende hanno immediatamente proceduto al ripristino del danno per poter proseguire la loro attività. Quindi, c'è stato anche un elevato numero di rigetti per mancanza di presentazione dei progetti nei termini previsti, ritardi oggettivamente anche nell'affidamento degli incarichi perché è una mole di lavoro incredibile e, pertanto, stiamo procedendo anche con l'agenzia ARGEA a chiedere un supporto all'agenzia LAORE perché affianchi gli operatori di ARGEA nel lavoro che dovremo fare nei prossimi mesi, da qui a dicembre.

Sono state presentate 1.271 domande, per le quali sono stati presentati 1.081 progetti, sono state per adesso assegnate in graduatoria 465 domande, una parte è ancora da assegnare, ma confidiamo di riuscire, anche se il lavoro è decisamente in salita, a concludere l'assegnazione dei 30 milioni per poter poi scorrere eventualmente le graduatorie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Daniela Forma per dichiarare se è soddisfatta.

FORMA DANIELA (PD). Il giudizio, come anticipato nella presentazione dell'interpellanza, è non solo positivo ma più che positivo e mi fa piacere rimarcarlo. Peraltro, io approfitto anche di questi minuti di replica per porre l'attenzione su un altro paio di questioni che in questi giorni stiamo provando a definire meglio. La prima, ne ha appena parlato l'Assessore, attiene all'esigenza di rafforzare gli uffici ARGEA, proprio per riuscire a istruire tutte le pratiche entro il 2014.

In particolare, io vorrei rilevare i problemi degli uffici ARGEA di Nuoro che hanno urgente necessità di un rafforzamento dell'organico, perché il servizio territoriale del nuorese dovrebbe istruire e fare accertamenti su oltre trecento pratiche, che sono più della metà delle domande totali pervenute sulla Misura 126. Quindi, è positivo l'accordo di sostegno fatto con LAORE su questo punto.

Un'altra esigenza, e approfitto anche della presenza in Aula degli Assessori dell'ambiente e degli enti locali, riguarda l'accelerazione dell'iter autorizzativo per le aziende agricole che ricadono in zone sottoposte a vincoli ZPS, SIC e quant'altro; quindi questo problema richiederà la vostra collaborazione.

Un'ultima criticità. Lo ha rilevato anche l'Assessore, vi è l'esigenza di spendere il budget originario del bando, i 30 milioni di euro in tempi brevissimi, entro l'anno. A questo punto va bene lo strumento degli stati di avanzamento, l'altra strada è la richiesta dell'anticipazione. Per beneficiare dell'anticipazione, di cui moltissimi operatori agricoli avrebbero bisogno, deve essere presentata garanzia fideiussoria, e per molti questa strada è difficilmente praticabile.

Quindi, sollevo l'esigenza di facilitare quanto più possibile l'accesso al credito per gli operatori agricoli, e, mi azzardo a chiedere, se fosse possibile, di riuscire a dare garanzie anche tramite la SFIRS. Mi rendo conto che è un azzardo, però utilizzo questa sede per provare a portare avanti anche questa proposta.

Io sono certa che l'assessore Falchi saprà continuare a gestire al meglio questa delicatissima fase; su questa problematica ha tutto il mio sostegno con l'auspicio che si riesca a centrare l'obiettivo dando sostegno a tutte le aziende agricole che sono state così pesantemente danneggiate a causa dell'alluvione del novembre 2013.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'interpellanza numero 65.

(Si riporta di seguito il testo dell'interpellanza numero 65:

Interpellanza Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Tedde - Locci - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Tocco sull'attività di vigilanza venatoria.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la legge regionale 29 luglio 1998, n. 23, al capo II, articolo 72, dispone che la vigilanza sull'applicazione della legge venga affidata oltre che al Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione, agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria, alle guardie comunali, urbane e campestri, ai barracelli ed alle guardie giurate incaricate dalle aziende faunistico-venatorie e agri-turistico-venatorie, anche alle guardie volontarie delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale nazionali presenti nel Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, alle associazioni regionali presenti nel Comitato regionale faunistico o nei comitati provinciali faunistici e alle associazioni di protezione ambientale riconosciute dal Ministero dell'ambiente alle quali sia riconosciuta la qualifica di guardia giurata ai sensi del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773;

- la suddetta legge regionale dispone inoltre che l'attestato di idoneità per l'ottenimento della qualifica di guardia volontaria previsto dall'articolo 27, comma 4, della legge n. 157 del 1992, venga rilasciato da una commissione nominata dall'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e composto da cinque membri, esperti di legislazione venatoria e legislazione sulle armi da caccia;

- l'articolo 163, comma 3, lettera a), del decreto legislativo n. 112 del 1998, in attuazione dell'articolo 128 della Costituzione, trasferisce alle province le funzioni e i compiti amministrativi in materia di "riconoscimento della nomina a guardia giurata degli agenti venatori dipendenti dagli entri delegati dalle regioni e delle guardie volontarie delle associazioni venatorie e protezionistiche nazionali riconosciute di cui all'articolo 27 della su citata legge 11 febbraio 1992, n. 157";

- l'articolo 133 e seguenti del TULPS consente agli enti pubblici, agli altri enti collettivi e ai privati di nominare guardie particolari giurate da destinare a specifici compiti di vigilanza o custodia delle loro proprietà mobiliari od immobiliari, limitatamente alle competenze e al territorio nel quale l'ente richiedente intende espletare tale particolare funzione; possono anche, con l'autorizzazione del prefetto, associarsi per la nomina di tali guardie da destinare alla vigilanza o custodia in comune delle proprietà stesse;

CONSIDERATO che:

- è di fondamentale importanza l'attività di vigilanza svolta dalle guardie venatorie volontarie con particolare riferimento al fenomeno degli incendi e al controllo della riproduzione degli animali;

- l'attività di vigilanza delle guardie venatorie volontarie è un risorsa che non comporta alcun costo all'amministrazione pubblica, trattandosi appunto di attività di volontariato;

DATO ATTO che:

- ad oggi non è ancora in ruolo la commissione regionale prevista dalla legge regionale n. 23 del 1998;

- non è pertanto possibile ottenere il rilascio di nuovi attestati di idoneità di guardia volontaria, ma solo il rinnovo dei riconoscimenti precedentemente concessi,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere quali siano:

1) gli intendimenti per procedere all'attuazione di quanto disposto dall'articolo 27, comma 4, della legge n. 157 del 1992 ai fini del rilascio di nuovi attestati di idoneità per l'ottenimento della qualifica di guardia volontaria;

2) i tempi per provvedere alla costituzione della commissione in ottemperanza a quanto disposto della legge regionale n. 23 del 1998. (65).)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda per illustrare la sua interpellanza.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Presidente, in un'Aula un po' vuota, proviamo a trattare comunque questo argomento che riteniamo assolutamente importante e anche urgente. L'attività di vigilanza, che è svolta dalle guardie venatorie volontarie, ha particolare rilevanza soprattutto con riferimento al fenomeno degli incendi e al controllo della riproduzione degli animali. Va inoltre considerato anche un particolare dettaglio, che di questi tempi non è certo trascurabile, e cioè che trattandosi di attività di volontariato possiamo ben capire che l'attività di vigilanza delle guardie venatorie è una risorsa e non comporta alcun costo per l'amministrazione pubblica.

Alla data odierna, tale attività di vigilanza volontaria viene di fatto però ostacolata e limitata, in quanto non è possibile ottenere il rilascio dei nuovi attestati di idoneità di guardia volontaria, ma solo il rinnovo dei riconoscimenti precedentemente concessi, in quanto non è in ruolo la Commissione regionale prevista dalla legge numero 23 del '98, e questa ci sembra veramente una situazione paradossale.

Tra l'altro, la normativa vigente dispone, ai sensi dell'articolo 72 sempre della legge numero 23 del '98, che la vigilanza sull'applicazione della legge suddetta venga affidata, oltre che al Corpo forestale di vigilanza ambientale della Regione autonoma della Sardegna, agli ufficiali, agli agenti di polizia giudiziaria, alle guardie comunali, urbane e campestri, ai barracelli e alle guardie giurate, incaricate dalle aziende faunistico-venatorie e agrituristico-venatorie, anche alle guardie volontarie delle associazioni venatorie agricole e di protezione ambientale nazionale presenti proprio nel Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale.

Inoltre, sono coinvolte, ed è concesso quindi questo incarico, anche le associazioni regionali presenti nel Comitato regionale faunistico o nei Comitati provinciali faunistici, e tutte le associazioni riconosciute dal Ministero dell'ambiente, i cui componenti ovviamente debbono avere anche la qualifica di guardia giurata, ai sensi del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto numero 773 del 1931

Tra l'altro, la legge regionale, quindi la nostra legge, dispone inoltre che l'attestato di idoneità per l'ottenimento della qualifica di guardia volontaria debba essere rilasciato da una Commissione, nominata dall'Assessore della difesa dell'ambiente, composta da cinque membri esperti di legislazione venatoria e legislazione sulle armi da caccia. Ancora, sono state trasferite alle province le funzioni e i compiti amministrativi in materia di riconoscimento della nomina a guardia giurata degli agenti venatori, dipendenti degli enti delegati dalle regioni e delle guardie volontarie delle associazioni venatorie e protezionistiche nazionali.

Crediamo che da questo punto di vista ci sia la possibilità quindi, sempre ai sensi del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di consentire agli enti pubblici e agli altri enti collettivi e privati di nominare guardie giurate particolari da destinare a specifici compiti di vigilanza e di custodia delle loro proprietà mobiliari o immobiliari, però limitatamente ovviamente alle competenze e al territorio nel quale l'ente richiede di espletare la particolare funzione.

Noi crediamo anche che, non avendo ovviamente nessuna risorsa da investire, ma semplicemente dotandosi di un'organizzazione e accelerando la nomina della Commissione, si possa veramente superare questo problema, che di fatto invece sarebbe proprio una nuova opportunità che avremmo come Regione. Quindi, io vorrei sapere, Assessore, quali sono sostanzialmente i vostri intendimenti per l'attuazione di quanto disposto dall'articolo 27 della legge numero 157 del '92 ai fini del rilascio dei nuovi attestati di identità per l'ottenimento della qualifica di guardia volontaria, e anche quali sono i tempi per la costituzione della Commissione, sempre in ottemperanza alla nostra legge regionale numero 23 del '98.

PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.

SPANO DONATELLA, Assessore tecnico della difesa dell'ambiente. Presidente, vorrei anch'io ritornare brevemente sull'articolo 27 della legge numero 157 del '92, che riguarda le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, e che prevede la qualifica di guardia volontaria che può essere concessa, a norma del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, a cittadini in possesso di attestato rilasciato dalle Regioni, previo superamento di apposito esame.

Le Regioni disciplinano la composizione delle commissioni preposte a tale esame, garantendo in esse la presenza, tra loro paritaria, di rappresentanti di associazioni venatorie, agricole e ambientaliste. La legge regionale numero 23: "Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna", nel disciplinare quanto previsto dalla normativa statale, ha previsto al comma 3 dell'articolo 72 che detta Commissione sia nominata dall'Assessore della difesa dell'ambiente, e sia composta da cinque membri esperti di legislazione venatoria e di legislazione sulle armi da caccia.

Inoltre, il decreto legislativo numero 112 del '98, in attuazione dell'articolo 128 della Costituzione, trasferisce alle province le funzioni e i compiti amministrativi in materia di riconoscimento della nomina a guardia volontaria delle associazioni venatorie e protezionistiche nazionali, riconosciute, come abbiamo visto, all'articolo 27 della legge numero 157 del '92. La Commissione regionale è stata nominata, per la prima volta, nel 1999, però non ha mai operato.

Nel 2001 il Ministero dell'Interno comunica che il riconoscimento della nomina delle guardie volontarie è trasferito alle province. Con la legge regionale numero 9 del 2006: "Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali", la Regione autonoma della Sardegna, in attuazione del decreto legislativo 17 aprile del 2001, numero 234, ha provveduto al trasferimento di numerose funzioni agli enti locali, comprese quelle in materia di caccia.

Pertanto, allo stato attuale c'è una situazione di incertezza dovuta alla mancanza di precise direttive alle province per l'applicazione della norma specifica, fermo restando anche l'esigenza di reperire le risorse finanziarie necessarie. Si verificherà con le province, e con le attuali disponibilità finanziarie, la possibilità di procedere alla nomina delle guardie venatorie volontarie, avvalendosi, eventualmente, della qualificazione delle commissioni provinciali per l'abilitazione venatoria.

Questo è un punto importante perché in quest'ottica, e attraverso gli indirizzi che la Giunta ha assunto di semplificazione, di maggiore efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, in tutte le tematiche, comprese quelle ambientali, la qualificazione delle commissioni provinciali per l'abilitazione venatoria allo svolgimento anche di questo ruolo comporterà senza dubbio una maggiore semplificazione e una maggiore efficienza dell'azione amministrativa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda per dichiarare se è soddisfatta.

ZEDDA ALESSANDRA (FI). Assessore, intanto apprezzo il fatto che lei abbia colto l'importanza del ruolo che possono svolgere le guardie venatorie, così come so che sui trasferimenti di competenza alle province a tratti abbiamo avuto delle difficoltà anche in altri settori. Sinceramente sono soddisfatta per quanto riguarda le "intenzioni", però le chiedo, per essere completamente incisivi, di accelerare questo processo.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

(Segue ZEDDA ALESSANDRA.) I tempi infatti in genere si allungano, e potremmo incorrere in un ulteriore allungamento dei tempi perché, ovviamente, lei sa che stiamo trattando il nuovo ordinamento degli enti locali per cui successivamente si dovranno riesaminare le competenze. Pertanto le chiedo, ovviamente è nelle sue disponibilità, di accelerare e coinvolgere da subito le province, al fine di risolvere una volta per tutte questo problema.

PRESIDENTE. Abbiamo concluso l'esame delle interpellanze.

Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Presidente, le chiedo di sospendere i lavori e convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per trovare le soluzioni più opportune al proseguo dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il Consiglio è convocato da oggi a venerdì. Adesso proseguiamo con il successivo punto all'ordine del giorno; sospenderemo la seduta dopo la presentazione delle due relazioni e terremo una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per decidere le modalità con cui procedere.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Sarebbe opportuno tenere adesso la Conferenza, perché così sappiamo esattamente come comportarci in tutti i sensi.

PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni sospendo la seduta e convoco una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 15, viene ripresa alle ore 18 37.)

Discussione generale del disegno di legge: "Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016". (111/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge numero 111/A.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Francesco Sabatini, relatore di maggioranza.

SABATINI FRANCESCO (P.D.), relatore di maggioranza. Presidente, mi rimetto alla relazione scritta.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la consigliera Alessandra Zedda, relatrice di minoranza.

ZEDDA ALESSANDRA (FI), relatrice di minoranza. Presidente, spero che almeno su questo disegno di legge ci siano più consiglieri presenti e maggiore attenzione. Prendendo spunto dalla relazione sottolineo che la nostra Sardegna vive ancora una crisi straordinaria, drammatica e di difficile soluzione. Ciò tuttavia non ci deve far abbassare la guardia, o mortificare davanti a nulla e soprattutto a nessuno. Certamente mai al cospetto di alcun Governo centrale che, oggi più che mai, tenta di accentrare su Roma risorse e azioni che davvero non sono a sostegno né delle Regioni, né tantomeno degli enti locali.

Per contrastare la crisi, e soprattutto attivare le basi per il rilancio dello sviluppo, non dobbiamo mollare. Lo dobbiamo fare per tutti i sardi, per noi stessi e ci riusciremo, se difenderemo le nostre istituzioni. Questo che stiamo esaminando è un assestamento di bilancio di servizio al Governo Renzi e a discapito dei sardi: la nostra terra meravigliosa, ricca di storia, cultura, profumi, sapori, ambiente, archeologia, storia, insomma tutto ciò che ci rende diversi e unici rispetto al resto del mondo.

Vorrei fare una relazione che, oltre che analizzare il progetto di legge, vuole anche inquadrare il provvedimento in un contesto generale. Sottolineare alcuni aspetti salienti, come il rapporto di subordinazione al Governo, viziato da appartenenze partitiche, e un dato oggettivo che attiene alla condizione generale in cui versa il Paese e di cui soprattutto vogliamo verificare le condizioni. Siamo, appunto, nel pieno di una crisi economica che mette a rischio, a detta di molti osservatori italiani e stranieri, la tenuta e la stabilità a causa del forte sbilanciamento del debito rispetto al Pil. Un crinale ormai pericolosissimo, con un'Italia a rischio default e continuamente vessata dal potere tedesco.

Una manovra però su cui la vostra maggioranza non ha voluto il confronto con la minoranza. Questa legge non è un collegato in senso tecnico, non è una manovra bis, ma è una norma che modifica numerose UPB e capitoli di bilancio. Avevate la possibilità, da marzo a oggi, di intervenire con urgenza in quelle sacche del disagio, dall'emergenza dei territori colpiti dai fenomeni accidentali, a quelle della sofferenza del sociale, del lavoro, delle aziende, dell'economia. Avete, invece, fatto la scelta di non fare nessuna azione per creare nuove condizioni per il lavoro, per le attività produttive, commercio, artigianato, turismo, agricoltura. Niente sull'emergenza economica, sul precariato e sulla disoccupazione. Quindi è venuta fuori una legge disordinata e una manovra inadeguata.

L'assessore Paci ha definito un atto tecnico, un atto dovuto, questo provvedimento. Certo, in questa fase dell'esercizio finanziario alcuni interventi sono dovuti e improcrastinabili. Mi riferisco, ad esempio, al pagamento delle spese perente, alla previsione del mutuo per la copertura del disavanzo, o ancora agli interventi normativi migliorativi di leggi (a questo abbiamo contribuito anche noi), in particolare, quelli di spese tesi a razionalizzare le risorse o ad accelerare la spesa.

Devo evidenziare che la proposta prende atto passivamente del taglio delle nostre risorse per ben 34 milioni di euro, operato per trovare una copertura ai famosi 80 euro, inefficaci sia in termini di aumento dei consumi che ben lontani dal migliorare la vita degli italiani beneficiati. Anzi la manovrina spot-giocattolo del presidente Renzi è stata certamente una iattura per Regioni ed enti locali che, come noi, ne hanno subito il peso.

Certamente qualcuno rifugge dalla definizione di assestamento con tagli ma, colleghi, quando gli interventi vengono ridotti, piuttosto che rinviati all'anno successivo, potete dire che hanno efficacia e sono a valere sul bilancio 2014? Certamente no. Sono stati tagliati o, con un eufemismo che vi piace di più, rimandati, perché tanto non si potevano impegnare. Ma perché non si sono impegnati? È certamente questa la corretta domanda che ci poniamo. Da febbraio i cittadini sardi hanno deciso, anche se a dire il vero hanno dato qualche voto in più al presidente Pigliaru.

Comunque ciò fa sì che la responsabilità e l'azione di governo siano nelle vostre mani, teste e mi piace sperare anche un po' di cuore. Tutto ciò che viene fatto o non fatto è in voi. Voi, maggioranza, che anche nei lavori di trattazione di questa legge avete assunto atteggiamenti arroganti, di chiusura, e in Commissione abbiamo assistito a fatti mai avvenuti. A proposito, speriamo che almeno in Aula non si arrivi a sospensioni dei punti all'ordine del giorno ad altra seduta, per poi riprenderli in assenza della minoranza e approvarli. Sì, li abbiamo ritenuti davvero antipatici momenti di scarsa democrazia. Certi fatti dispiacciono, ma facciamo come i saggi che, per non soffrire, si convincono che le brutte azioni rimangono con chi le fa.

Un assestamento di bilancio parziale e senz'anima, reso ancora più arido dall'accordo Pigliaru-Padoan, che per noi non è affatto rispettoso dei diritti della Sardegna, sia in termini di entrate dovute, sia di risoluzione dei vincoli del Patto di stabilità. Che lo condividiate o no, nel 2014 impegnate nel bilancio meno del 2013 e soprattutto potete spendere 300 milioni in meno rispetto all'esercizio passato. Insomma avete fatto un accordo "prendi due, paghi tre". Per il 2015, mi limito a dirvi - e vorrei fosse davvero solo un auspicio - ai posteri la sentenza, sperando che sia clemente.

Questi sono purtroppo i risultati di mesi di trattative a perdere con l'Esecutivo romano. È sufficiente ricordare alcune cifre per chiarire che le critiche dell'opposizione si basano su dati oggettivi, corrispondono a preoccupazioni reali e non al gioco delle parti della politica. Per i sardi ci sono tagli, come ad esempio quelli dei fondi sul dissesto idrogeologico. Non più tardi di agosto, in Commissione, anche l'Assessore dei lavori pubblici, Paolo Maninchedda, dichiarava che "Gli interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sono stati pianificati secondo due criteri principali: l'individuazione dei siti più pericolosi e la vicinanza di tali siti ai centri abitati", riferendo i contenuti di un piano di intervento di circa 40 milioni di euro previsto dalle leggi regionali numero 7 e 9 di quest'anno.

Sono risorse destinate all'individuazione dei punti pericolosi, a eliminare l'accumulo di fango e i detriti dagli alvei dei fiumi, le aree più sensibili del territorio in occasione di ondate di piena, fondi quindi destinati alle zone più colpite dalle recenti alluvioni. Ma due mesi dopo l'assessore Paci precisa che quanto al taglio delle risorse messe a bando per il dissesto idrogeologico, "non potrebbero comunque essere pagate entro il 2014, per questo sono state riallocate nell'anno di spesa con un'operazione che mi sembra del tutto normale", così dichiara l'Assessore.

Noi citiamo ancora i tagli sul commercio, l'artigianato, l'imprenditoria femminile, il blocco sulle opere cantierabili, i contributi per il ristoro degli agricoltori, le scuole paritarie. Il vero ammortizzatore sociale al quale noi dobbiamo puntare è il lavoro e se non si aiutano le imprese a creare produzione non ci sarà alcuna opportunità di reale e vero lavoro. A noi della minoranza non occorrono le vostre giustificazioni e spiegazioni, ma ci auguriamo che di certe scelte non debbano essere i sardi a pagarne le conseguenze.

Speriamo davvero che, almeno dal dibattito in Consiglio, da un confronto propositivo almeno in quest'Aula, ci possa essere l'occasione per una vera e propria operazione verità e, speriamo, anche per modificare un assestamento che fa gravare sulla Sardegna la fedeltà ossequiosa al Governo Renzi. Consapevoli dell'urgenza del provvedimento, continueremo a dimostrare un atteggiamento responsabile sulle questioni del bilancio, così come è avvenuto con l'approvazione dell'ordine del giorno unitario sulle riserve erariali e le entrate, sempre che ce ne diate la possibilità.

L'assessore Paci ha sfidato tutti a trovare una sola voce di spesa che si sarebbe potuta effettivamente erogare a imprese, associazioni e cittadini e che non è stata erogata per effetto del Patto di stabilità. Noi crediamo che da marzo a oggi qualcosa di diverso si sarebbe potuto e dovuto fare. Cito tra tutti i fondi delle opere cantierabili o dei programmi in materia di turismo, trasporti, commercio e artigianato, nonché i contributi agli agricoltori, a quelli alluvionati, per esempio, ai quali il bilancio 2014 ha destinato 20 milioni di euro.

Per usare una battuta, potremo ritenerci quasi promossi a pieni voti quando il Professore sostiene che "rispetto al bilancio di 8 miliardi del centrodestra si stanno toccando parzialmente alcune voci con un taglio medio del 10 per cento di tagli"; evidentemente la finanziaria del 2014, tanto criticata, non era poi così sballata se si aggiusta solo un 10 per cento dei conti.

Si sottolinea che la sforbiciata al fondo per l'occupazione va a finanziare la Carbosulcis perché il centrodestra aveva coperto solo sei mesi. I fondi alla Carbosulcis sono stati stanziati per sei mesi perche si attendeva il via libera da Bruxelles sul "progetto miniera", e in ogni caso i fondi per la Carbosulcis sono stati sempre adeguati.

PRESIDENTE. Onorevole Zedda, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, l'intervento del collega Deriu potrebbe anche durare trenta secondi, vorrei capire se noi anche in quel caso abbiamo comunque il tempo dei dieci minuti per poterci iscrivere a parlare. Pongo preliminarmente la questione perché, se l'intervento dovesse concludersi prima non bisogna fare le furbate, Presidente, sia chiaro quindi che entro i dieci minuti, concluso o non concluso l'intervento, ci si possa iscrivere a parlare. Su questo, Presidente, le chiedo di essere chiaro.

PRESIDENTE. Io sono chiarissimo perché il Regolamento è chiarissimo e dice che l'onorevole Deriu ha a disposizione dieci minuti di tempo massimo. All'interno del suo intervento (che può durare dieci secondi, un minuto, tre minuti o dieci minuti) bisogna iscriversi a parlare. Quindi invito chiunque voglia farlo a farlo subito senza attendere i dieci minuti, i cinque minuti o i quattro minuti. L'onorevole Deriu ha facoltà di parlare per un tempo massimo di dieci minuti come da Regolamento, all'interno del suo intervento è possibile iscriversi a parlare.

Continuazione della discussione generale del disegno di legge: "Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016". (111/A)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.

DERIU ROBERTO (PD). Signor Presidente, cercherò di rubare meno tempo possibile al dibattito visto che sono attesi interventi di figure ben più prestigiose della mia in questo Consiglio. Credo che questo documento non possa essere considerato come il primo atto di politica finanziaria e, più in generale, economica di questo Governo perché, in ogni caso, il nome stesso di questo provvedimento richiama all'esigenza che si ha di acconciare le precedenti decisioni utilizzando il denaro rimasto e facendo l'ultima variazione dell'anno.

Questa manovra non è cospicua, come si sarebbe potuto anche auspicare in questo momento tante sono le necessità, evidentemente non ha neanche la profondità e l'ampiezza che sarebbero state necessarie. Noi vi intravediamo però la volontà di razionalizzare alcune spese in modo strutturale, vi intravediamo la volontà di qualificare la spesa in modo intelligente, ma riteniamo che non si possa, esaminandola, risalire alla filosofia generale di questa Giunta.

Aspettiamo per questo il documento contabile fondamentale, quindi bilancio di previsione, legge di stabilità, in questo senso quella prevista dall'ordinamento regionale e in quella sede trarremo le conclusioni rispetto a una valutazione che diamo di questo nostro Governo. Naturalmente contribuiremo fortemente alla redazione di quel documento e a impostare le nuove politiche.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, noi abbiamo espresso da subito un giudizio negativo su questo assestamento per una serie di motivi. Il primo motivo fondamentale è che fino a poche settimane fa non era annunciato nessun assestamento, anzi si diceva che non ci sarebbe stato alcun assestamento. Questo documento in effetti mette in evidenza una serie di criticità e un atteggiamento della Giunta regionale da noi giudicato di debolezza rispetto al Governo nazionale che anche attraverso le azioni decise dalla Giunta manifesta la sua volontà di succhiare anziché restituire risorse alla Sardegna.

Una ulteriore riprova di come anche l'accordo stipulato a luglio sia un accordo negativo. Attendiamo di essere smentiti, così come l'assessore Paci in più occasioni ci ha voluto ricordare, ma noi manteniamo tutti i nostri dubbi e tutte le nostre perplessità. Anche i famosi 80 euro, che per quanto riguarda il rilancio dell'economia hanno avuto soltanto un impatto zero, sono stati indubbiamente molto utili al capo del Governo per strappare quel 41 per cento di quella minima parte di elettori che è andata a votare alle elezioni europee.

Questi 80 euro un effetto l'hanno ottenuto: l'effetto politico, non hanno ottenuto invece quell'effetto di incremento dei consumi, quell'effetto positivo sull'economia che veniva tanto sbandierato e, anzi, hanno provocato un effetto curioso; molte persone (vi prego anche di fare una verifica diretta di quanto sto dicendo) si sono fatte i conti in tasca e si sono accorte che a dicembre avrebbero tolto tutti insieme quei soldi in più, per cui hanno compilato una dichiarazione di rinuncia agli 80 euro proprio perché nessun beneficio sarebbe arrivato.

Intendo dire che anche la Sardegna è chiamata, nello specifico attraverso questo assestamento, a fare la sua parte nel pagare un intervento di politica economica che è stato a ricaduta zero e anzi, probabilmente, a saldo negativo, considerato che quelle risorse potevano essere forse utilizzate più utilmente anziché creare ulteriori discriminazioni tra i lavoratori. Anzi, non soltanto tra i lavoratori, ma tra chi comunque uno stipendio ce l'ha già e quella massa enorme, sempre più grande, soprattutto in Sardegna, di persone che vengono espulse dal mercato del lavoro o giovani che non riescono nemmeno a entrare nel mercato del lavoro. Siamo ancora in attesa di capire quali interventi strutturali il Governo intenda mettere in atto per rilanciare l'economia.

Ma veniamo alla manovra di assestamento che, dicevo, rappresenta forse una anticipazione di quello che accadrà a partire dall'anno prossimo rispetto al bilancio regionale e rispetto alle entrate regionali. Passando dal sistema del Patto di stabilità al sistema del pareggio di bilancio in realtà non ci saranno benefici in termini di maggiore spesa; così non sarà perché basta verificare anche l'andamento dei dati sugli incassi della Sardegna e ci renderemo conto che negli ultimi sei mesi le entrate sono andate calando così come anche l'assessore Paci ci potrà confermare in questa occasione.

Sul merito dell'assestamento noi abbiamo espresso tutte le nostre perplessità sugli interventi e sulle scelte che la Giunta regionale ha fatto, sui tagli che la Giunta regionale ha fatto; li abbiamo espressi in particolare nella Commissione sanità mettendo in evidenza una serie di elementi critici come, per esempio, i 5 milioni di euro che vengono tolti alle politiche della famiglia, i 3 milioni e mezzo di euro che vengono tolti al reddito di comunità, così l'aveva definito la Giunta precedente.

Sarebbe interessante conoscere anche il parere dei colleghi di SEL che sul reddito di cittadinanza hanno fatto una battaglia importante, soprattutto a livello nazionale (uno dei loro fronti politici più importanti), ma adesso che questi fondi vengono cassati, non abbiamo sentito né proteste né considerazioni di alcun tipo e nemmeno riusciamo a capire se questo è ancora un loro obiettivo oppure se lo hanno obliterato.

Tra gli altri interventi che abbiamo contestato, vedo che non c'è più l'Assessore dei trasporti, c'è anche quello dell'eliminazione di uno stanziamento di 500 mila euro all'anno per tre anni che era stato introdotto in questa finanziaria e che sarebbe servito per potenziare il trasporto pubblico locale nelle aree vaste di Sassari e Cagliari, ma anche di Oristano e di Nuoro per la parte di loro spettanza, dove insistono sedi universitarie. Sappiamo che il problema è critico perché chi ha modo di sentire gli studenti sa bene di che cosa sto parlando; ci sono delle zone così scarsamente servite che, pur trovandosi magari a pochi chilometri dalla sede del Policlinico di Monserrato (parlo della realtà che conosco meglio), hanno notevoli difficoltà nei collegamenti.

E' un problema che, visto la cassazione di questa cifra, fa presumere che non verrà affrontato oppure verrà affrontato chissà quando dalla Giunta regionale. Avremo modo poi di entrare più nel dettaglio nel corso della discussione perché anche noi ci riserviamo di presentare qualche emendamento all'assestamento di bilancio, ma rimarco che una serie di elementi ci ha portato a esprimere un giudizio negativo su questo assestamento.

Un assestamento che cercheremo di migliorare attraverso gli emendamenti, di riportare in qualche maniera su una rotta da noi perlomeno più condivisibile; devo riconoscere comunque all'assessore Paci di essere stato presente in Commissione e di aver anche contribuito a chiarire alcune delle scelte che la Giunta regionale ha inteso fare attraverso questo emendamento. Chiaramente approfitteremo della sua presenza durante queste lunghe giornate per entrare maggiormente nel dettaglio delle questioni che nell'assestamento vengono affrontate.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marcello Orrù. Ne ha facoltà.

ORRU' MARCELLO (PSd'Az). Presidente, assessore Paci, subito dopo aver approvato in Giunta questo documento, l'opposizione ha ritenuto giusto e opportuno indire una conferenza stampa per illustrare ai cittadini i contenuti del documento. Io purtroppo non ho potuto partecipare a quella conferenza stampa perché ero fuori Cagliari, però condivido tutto ciò che è stato detto e, soprattutto, condivido l'aver paragonato questo assestamento a una macelleria sociale.

Lei, subito dopo quella conferenza stampa, ha detto che il centrodestra si era perso tra i numeri, che il bilancio bisogna saperlo leggere e per capirlo sarebbe stato sufficiente leggere la relazione con la quale la Giunta ha accompagnato il varo del disegno di legge. Ebbene, io la relazione l'ho letta e non mi sono soffermato alla relazione perché l'ho trovata alquanto magra di contenuti ma, essendo anche ragioniere, non è stato difficile per me leggere tutte le strategie. E devo dire che se nella conferenza stampa questo assestamento di bilancio è stato definito una macelleria sociale, io direi che è anche un vero e proprio attacco ai sardi, alle economie isolane, alle famiglie fragili che vanno sostenute con risorse che non vanno sottratte magari alla sanità e agli asili.

Per questioni di tempo non posso soffermarmi su tutte le strategie ma ne esaminerò alcune come esempio. Presidente, in una delle tante dichiarazioni rilasciate dalla Giunta è stato detto che i tagli apportati con l'assestamento di bilancio non avrebbero ridotto di un solo euro gli interventi effettivi nei settori chiave su cui questa Giunta ha deciso, dal primo giorno, di investire: politiche sociali, occupazione, cultura, istruzione, questo avete detto voi.

Se consideriamo la strategia 02, che riguarda le funzioni sulla ricerca scientifica e politiche volte alla formazione, istruzione e al lavoro, devo dire che, a dispetto delle dichiarazioni da voi rilasciate, siete andati parecchio sul pesante con i tagli perché sono state azzerate le risorse per gli interventi urgenti di edilizia scolastica, sono state azzerate le risorse per la realizzazione del progetto prevenzione del rischio cardiovascolare e delle recidive degli accidenti cerebro-cardiovascolari, sono state azzerate le risorse per la realizzazione del progetto di ricerca per la prevenzione dell'infortunistica stradale e ancora sono state azzerate le somme per la realizzazione del progetto di prevenzione delle complicanze del diabete.

Quindi avete agito in maniera diversa da ciò che avevate dichiarato in precedenza. Inoltre è un provvedimento che a mio modo di vedere non fa cenno al rilancio dell'edilizia, non fa cenno ai bisogni abitativi delle famiglie, non fa cenno all'aiuto delle aziende in difficoltà, alla pastorizia.

Insomma è un assestamento che non mette a disposizione risorse importanti e non produce alcun aumento di benessere sociale perché non è in grado di incidere nella vita dei cittadini, delle imprese e delle famiglie. E, a proposito, è proprio sulla famiglia, che ahimè continua ad essere purtroppo trascurata, che vorrei richiamare l'attenzione della Giunta. Nelle nostre città di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e via dicendo, il numero dei senza reddito aumenta di giorno in giorno, sono sempre di più i padri di famiglia che hanno necessità di rivolgersi alla Caritas o alle parrocchie che, in silenzio e senza trionfalismi, compiono ogni giorno un lavoro immane per dare un tozzo di pane ai tanti sardi che non riescono a ottenerlo in altro modo.

Ci sono nostri corregionali costretti a dormire in macchina, insomma, ci troviamo in Sardegna di fronte ad una vera e propria bomba sociale. Ecco perché è fondamentale un'attenzione speciale alle famiglie, ecco perché è importante destinare risorse a loro e non sottrarle come state facendo con questo assestamento tagliando fondi alle scuole dell'infanzia, al lavoro e all'imprenditoria femminile.

L'altra parte di questo disegno di legge di cui vorrei parlare è la strategia 05 che riguarda i settori di competenza della sesta Commissione della quale faccio parte. In questi settori il lavoro svolto da questa Giunta rappresenta una vera e propria cura dimagrante, devo dire, nei confronti delle risorse previste dall'allora Giunta Cappellacci. Ad esempio, viene ridotto il finanziamento per la riqualificazione del personale infermieristico mentre quello relativo al 118 viene più che dimezzato. Sono azzerate le spese per il funzionamento dell'Agenzia regionale della sanità e ancora azzerate quelle per il servizio civile e anche i contributi che dovevano essere destinati a favore dell'ente italiano per il servizio sociale.

Ma ciò che maggiormente mi dispiace è che sono stati diminuiti notevolmente gli aiuti per l'associazione Banco alimentare della Sardegna e ancora più gravi sono gli annullamenti dei finanziamenti a favore di soggetti svantaggiati e con disabilità, settore nel quale vengono sottratti 5 milioni di euro al fondo di garanzia a favore di famiglie in situazioni di emergenza sociale e, ancora, 3 milioni ai giovani disoccupati per l'erogazione di un reddito minimo di comunità.

Sempre da questo assestamento vengono sottratti i fondi destinati ai comuni della Sardegna per i ricoveri obbligatori di pazienti affetti da grave patologia psichiatrica. Quindi, Presidente, abbiamo fra le mani un assestamento a dir poco fallimentare, un documento che non risponde alla situazione economica e al disagio sociale di questa Regione e che, ahimè, è stato realizzato da una Giunta che finora ha fatto solo promesse e che, come dice il vostro Renzi, passo dopo passo sta portando la Sardegna e i sardi che sono già allo stremo ad affrontare maggiori sacrifici per poter vivere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, assessore Paci, mi rivolgo ovviamente a lei perché artefice e responsabile di questo documento finanziario. Ci deve consentire, intanto, di premettere che non c'è niente di nuovo sotto il sole, nel senso che questo assestamento di bilancio non è altro che una semplice rimodulazione di capitoli di spesa che ovviamente la Giunta passata vedeva in maniera diversa; avete ritenuto pertanto di riequilibrare un po' i margini di spesa con una visione politica ovviamente differente e sicuramente più protesa verso le necessità della Sardegna.

Questo assestamento quindi non ci pare veramente che possa essere uno strumento di soluzione e di risoluzione di alcun problema; è semmai un intervento particolare arrivato in Aula, anche con il contributo della Commissione finanze e dei suoi componenti di maggioranza. Commissione che, in corso d'opera, poi ha dovuto anche tentare non solo di stravolgerlo, ma comunque di modificare e migliorare lo strumento partorito dalla Giunta.

Noi pensiamo addirittura che questo non solo non sia avvenuto, ma che le scelte formulate nella Commissione, con la modifica del disegno di legge della Giunta, abbiano anche degli elementi veramente di assurdità che non si sono mai visti. Non voglio citare ovviamente i finanziamenti dati per gli spettacoli, o per questo o per quell'ente, più o meno simpatico, che aveva necessità di un contributo spese dalla Regione per il suo funzionamento, ma magari mi vorrei riferire piuttosto a quello che io definisco lo scandaloso contributo che verrà dato al Consorzio industriale di Tortolì per una cifra pari a 2 milioni e 920 mila euro per le presunte spese di depurazione delle acque reflue civili. Ecco, questi costi sarebbe stato il caso che la Giunta si impegnasse a imputarli, come prevede la legge, ad Abbanoa che gestisce il ciclo delle acque, ma su questo ci torneremo.

Mi piace però usare questo esempio del contributo straordinario per la depurazione, perché questo Consiglio regionale o, meglio, questa maggioranza, vuole sostituirsi ad altre competenze e sostenere evidentemente delle situazioni forse di scarsa capacità di governo. È ora di finirla, i tempi non ce lo consentono più! Ci saremmo aspettati forse un assestamento che guardasse molto di più alle esigenze dei giovani professionisti, dei giovani e dei disoccupati di questa Regione per mettere immediatamente in campo strumenti attivi di politiche per il lavoro, che invece in questo documento, francamente, noi non riusciamo a trovare.

Non c'è nessuna recriminazione sui tagli che voi avete praticato rispetto al progetto di bilancio in corso, possiamo anche capire che vi erano delle necessità dovute a delle nuove esigenze dello Stato che, però, le carica sulle spalle dei sardi, come quella della stabilizzazione dei debiti delle aziende sanitarie, eccetera. Tutti impegni che ci dovremo sobbarcare noi, ovviamente, a causa di norme nazionali che in qualche modo colpiscono le già povere casse della nostra Regione.

Quindi il nostro giudizio su questo progetto di assestamento, nel complesso, non può essere positivo, perchè veramente non si preoccupa di altro se non di continuare ad allocare risorse secondo un sistema che, secondo noi, appartiene al passato. È ora di superare questo modo di partorire documenti finanziari. È un documento assolutamente negativo perché non tiene nel minimo conto le esigenze dei giovani sardi, dei professionisti, delle piccole e medie imprese, dei commercianti, di quei sardi che ancora oggi tirano la carretta di questa Regione, e che non avranno alcun beneficio da questo assestamento; un assestamento che servirà solamente, secondo noi, a perpetuare un cattivo modo di gestire le risorse pubbliche.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.

TATTI IGNAZIO GIOVANNI BATTISTA (UDC). Presidente, vorrei sapere a che cosa serve esaminare il provvedimento in Commissione e dare un parere il 7 di ottobre, esattamente in quarta Commissione, quando la terza Commissione aveva già esitato il provvedimento il 3 ottobre. Io sinceramente vorrei capire se si deve andare in Commissione per lavorare e per dare un aiuto alla Sardegna, o solo per fare numero, per parlarci addosso, e poi non si sa che fine fanno gli atti. Vedo anche, però, che la relazione della quarta Commissione è stata allegata naturalmente all'ordine del giorno.

Assessore Paci, io soprattutto da sindaco (mi dispiace dirlo, sono consigliere regionale però ogni tanto mi ricordo di essere anche sindaco), e il sindaco è il front office con la gente, è chi ci mette la faccia con la gente, chi veramente è in mezzo alla gente come gli altri colleghi sindaci che sono in quest'Aula, le dico che quello che stiamo portando avanti, che state portando avanti, è un'offesa alla Sardegna, è come dire: "non ce ne sbatte niente dei sardi".

Questo è ciò che significa tagliare 10 milioni di euro, Assessore dell'ambiente, che erano destinati ai comuni per i cantieri verdi, unico settore nel quale si poteva assumere grazie a una deroga concessa dal Governo nazionale prevista nel decreto legislativo numero 90.

E' una cosa molto grave perché quella deroga costituiva una boccata d'ossigeno per i nostri comuni e, soprattutto, per i disoccupati. Tre mesi di lavoro per un disoccupato di un piccolo centro, soprattutto del centro della Sardegna, non sono poca cosa. Non si risolvono i problemi della Sardegna, ma penso sia comunque una cosa molto importante. Quindi il Governo nazionale ci ha riconosciuto questa possibilità e noi tagliamo le risorse che avremmo potuto spendere quest'anno. Potevamo spenderli!

Poi sento parlare di stabilizzazione dei precari dell'Ente foreste, ma sicuramente non sono sufficienti i 6 milioni stanziati nell'articolo 4 della legge numero 7 di quest'anno, ma c'erano altri fondi che potevano essere utilizzati, oppure quegli 8 milioni che si stanno tagliando potevano essere utilizzati per dirimere altre questioni all'interno dell'Ente foreste.

Un'altra cosa che non capisco sono le corse che stiamo facendo in Consiglio, nelle Commissioni; abbiamo stanziato 40 milioni di euro circa con una leggina approvata da questa Assemblea per sanare il dissesto idrogeologico, e invece oggi tagliamo questi fondi. Non si fa in tempo a spenderli? Allora perché diciamo che stavamo stilando un programma per affrontare questi problemi?

Un atto gravissimo è stato quello di cassare i fondi per l'eliminazione dell'amianto dai nostri tetti. Questa è una decisione gravissima, che va contro chi vuole salvaguardare non solo le imprese e quant'altro, ma soprattutto la salute dei sardi. Stesso discorso vale per quanto riguarda i fondi stanziati per i cimiteri; anche in questo caso siamo "andati di corsa", cassando quei fondi.

Io sinceramente non capisco queste decisioni. Togliamo 10 milioni di euro destinati agli agricoltori che sono stati interessati dalle calamità naturali! Sinceramente non riesco a capire . Mi auguro di sbagliarmi, ma penso che si prendano delle decisioni senza uscire dal Palazzo, mentre si dovrebbe andare in giro a vedere cosa c'è in Sardegna, com'è la situazione. Una situazione che non è dovuta alle amministrazioni degli ultimi anni ma alla crisi in atto a livello mondiale direi.

Per quanto riguarda il capitolo sull'istruzione, in particolare le università diffuse, mi dispiace tantissimo che forse molti di voi non conoscano cosa significhi togliere 1 milione e mezzo sui 6 milioni destinati alle università diffuse. Vi informo che il Consorzio 1 di Oristano non riuscirà quest'anno a mandare avanti il quarto corso se non riceverà i fondi che erano stati destinati in finanziaria a questo scopo; questo vuol dire che i nostri ragazzi continueranno ad andare a studiare da altre parti, con le spese conseguenti.

Ci sarebbero altre cose da esaminare ma lo faremo quando analizzeremo punto per punto tutti gli argomenti. Io ritengo che in quest'Aula si debba davvero sviscerare la situazione della Sardegna e mettere un freno a queste azioni che si stanno mettendo in campo a discapito di tutta la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (FI). Presidente, la collega Zedda ha esordito con una considerazione che ritengo sia condivisa praticamente da tutti: la nostra Sardegna vive ancora una crisi straordinaria, drammatica e di difficile soluzione. La Sardegna oggi, anche all'interno di quest'Aula, sta vivendo una situazione drammatica a causa della disattenzione, in primo luogo (credo ne sia l'emblema) di una classe politica che non si occupa dei reali problemi della Sardegna. Un'Assemblea che dovrebbe oggi invece dare risposte forti, importanti a tutto il nostro territorio regionale, un'Assemblea che deve chiarire, una volta per tutte, quale necessità ha spinto la Giunta regionale a presentare questo strumento che oggi è all'attenzione del Consiglio regionale.

Assessore, lei ha definito questo uno strumento tecnico necessario; non esistono all'interno di un Consiglio regionale strumenti tecnici, questa è un'Assemblea politica e, come Assemblea politica, deve fare solo ed esclusivamente ragionamenti di tipo politico. Successivamente alla sua approvazione un provvedimento di legge diventa un provvedimento di tipo tecnico che altri devono attuare. Ma all'interno di quest'Aula non si può ragionare di atto tecnico dovuto, tra l'altro per che cosa e per chi?

È vero, un disavanzo è necessario coprirlo, il disavanzo lo coprite attraverso una serie di tagli; tagli che, devo dire, sono stati presentati all'interno di questo documento all'Aula elencati in un modo triste perchè sembrano quasi un elenco di deceduti che devono essere in qualche modo ricordati all'interno di quest'Aula. Quell'elenco è il risultato di un dibattito e di una programmazione che è stata approvata dall'Assemblea agli inizi del 2014.

Voi oggi vi siete prodigati nel presentare un documento che, ahimè, contiene solo tagli ma non dà soluzioni nuove, ciò significa che la Finanziaria approvata nel 2014 per voi va bene, è una finanziaria corretta, una finanziaria che rispecchia le scelte politiche fatte allora e che oggi, invece, sulla base di una considerazione di mero tipo ragionieristico taglia, non dà e non impegna il Consiglio regionale a trovare soluzioni di merito.

In effetti dobbiamo evidenziare che il taglio delle nostre risorse, per ben 34 milioni di euro, viene in qualche modo meglio evidenziato e necessitato da quei famosi 80 euro che il nostro amatissimo Presidente, Renzi, ci ha regalato in una scatola, così come viene definito uno spot giocattolo, e che fino a oggi, non hanno sortito alcun effetto.

Quindi credo che sia realmente un assestamento di bilancio parziale e senz'anima, per riprendere le stesse considerazioni del relatore di minoranza, allora per i sardi che cosa significano questi tagli? Che cosa rappresentano realmente questi tagli? Uno su tutti, ed è realmente incomprensibile, è quello legato al dissesto idrogeologico su cui abbiamo fatto una battaglia incredibile durante i lavori di approvazione della finanziaria a seguito dell'alluvione del novembre 2013 che ha coinvolto l'intero territorio regionale.

In quella circostanza ci si è resi conto della necessità di intervenire su un sistema con l'edificazione di importanti opere che evitino nel miglior modo il rischio idrologico; lo stesso Assessore dei lavori pubblici ha stanziato, attraverso una delibera di Giunta, oltre 40 milioni di euro che devono essere impegnati entro il 2014. Però, che cosa si risponde? Intanto, poiché probabilmente non ce la faremo o non saremo in grado di spenderli, automaticamente li spostiamo ad altro anno e quindi interrompiamo questo processo di aiuto e di sistemazione del nostro territorio per evitare che si ripetano situazioni come quelle del novembre scorso.

Ma l'elenco dei tagli è veramente disastroso perché sono stati effettuati nei comparti del commercio, dell'artigianato, dell'imprenditoria femminile, c'è stato anche il blocco delle opere cantierabili, opere che erano attese da parte di tutte le amministrazioni comunali in quanto necessarie e fondamentali per far ripartire l'economia nei piccoli territori e nelle piccole comunità.

E vogliamo ricordare anche il disastro incredibile, spaventoso del taglio alle risorse destinate al riparo dei danni alle colture da campo in seguito all'alluvione del novembre del 2012. La risposta in Commissione è stata lo stanziamento di 20 milioni di euro, forse saranno anche serviti, ma ancora non lo sappiamo perché a sette mesi, otto mesi quasi dall'insediamento non abbiamo i dati.

Non è stato predisposto il bando, né verifiche comunque sul territorio, quindi per poter definire concretamente questo assestamento si propone di tagliare 10 milioni di euro perché tanto non si sarà in grado di spenderli entro il 2014. Ma fino a oggi questa Giunta che cosa ha fatto? Ha pensato solo a criticare quello che era successo negli anni precedenti. Ha pensato solo a sostenere che quello che era stato impegnato e realizzato negli anni precedenti dalla Giunta Cappellacci era stato solo ed esclusivamente un totale disastro?

Ha pensato solo di continuare a dire, così come è stato detto anche stamattina durante lo svolgimento delle interpellanze, che quello che era stato programmato precedentemente non andava bene e quindi, siccome era tutto un disastro, questi sette, otto mesi si sono resi necessari per pensare e per cercare di costruire (a oggi stiamo ancora pensando e stiamo ancora cercando di costruire) qualcosa di buono, qualcosa di nuovo. Che cosa? I sardi si aspettano una risposta per conoscere e sapere veramente che cosa si vuole realmente costruire.

A mio avviso per risanare il bilancio della Regione, così da ripartire con un sistema economico che realmente funzioni, è veramente necessario ridurre la spesa all'interno di questa Regione ed è ugualmente necessario riutilizzare i residui che, in qualche modo, abbiamo accumulato nel tempo. Ma questo lo potremo fare solo ed esclusivamente quando saremo capaci e effettivamente in grado di chiedere allo Stato, e quindi al supremo governante che oggi si identifica nella persona del presidente Renzi, di dare risposte importanti ai sardi sulle le entrate affinchè siano confermate quelle stabilite negli anni precedenti e siano quelle che la Regione realmente si attende.

Io sono convinto che questa totale disattenzione, che l'Aula continua a dimostrare, sia ancora come ho detto all'inizio del mio intervento, l'emblema della totale disattenzione verso i reali problemi che esistono all'interno del territorio regionale; totale disattenzione che non porterà certo a dei risultati importanti, ma questo lo dirà il tempo. Il tempo ci dirà sicuramente nei prossimi mesi e nei prossimi anni quello che questa Regione, questa maggioranza, questo Governo di dotti, saprà dare a tutti i sardi e a tutta la Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

CAPPELLACCI UGO (FI). Signor Presidente e onorevoli colleghi, l'assestamento di bilancio entra nell'Aula del Consiglio regionale in un clima che purtroppo vede una netta contrapposizione tra la maggioranza e l'opposizione. Una contrapposizione che nega ogni possibilità di fornire suggerimenti e segnalazioni, che rifiuta di sentire e di prestare orecchie a tutti i gridi di allarme che questa minoranza ha portato in quest'Aula, fuori da quest'Aula, che continua e continuerà a far sentire. Poiché in passato purtroppo la logica dei fronti contrapposti ha sempre e comunque causato non pochi danni alla nostra terra, alla Sardegna, l'auspicio è che, almeno nel corso del dibattito in Aula, si possano aprire degli spiragli di dialogo per cercare di modificare quello che, così com'è, a noi appare veramente poco più che un vuoto a perdere.

Un vuoto che rileviamo anche nelle stesse dichiarazioni odierne della Giunta che continua a parlare di deficit causato dal centrodestra. Ebbene, voi, maggioranza avrete pure i numeri per sottrarvi al confronto dentro quest'Aula, metterete in atto, come state facendo, le strategie per evitare il confronto, per andare dritti verso l'approvazione di questo risultato, però vi sarà, credo, molto difficile poter evitare il confronto, svicolare al confronto con la Sardegna, con i sardi, con l'intera nostra comunità.

Sorge spontanea infatti la domanda su quali saranno le risposte che darete al sindaco che vede definanziata un'opera nel proprio paese o che non vede più le risorse che erano state stanziate a suo tempo, per esempio per le scuole, con il decreto del nostro Assessore della cultura. Quali risposte potranno essere date riguardo ai fondi dati agli agricoltori, alle famiglie alle imprese. Che cosa direte, l'ha già detto qualche collega e lo voglio ribadire, relativamente alle risorse sul rischio idrogeologico.

Quando questa opposizione ha segnalato che già in questo primo bilancio si intravedono gli effetti dei 300 milioni di euro in meno per la Sardegna, l'Assessore ha risposto che non è vero, che non ci sono questi tagli e ha detto che c'è un taglio medio del 10 percento; guarda caso il 10 percento di tre miliardi dà esattamente 300 milioni, allora stiamo parlando del vero, diciamo il vero quando sosteniamo che ci sono tagli che raggiungono i 300 milioni, però guai a parlare di tagli perché nella lingua della Giunta, anzi nella neolingua della Giunta si dice che sono spese rinviate al 2015, cioè l'anno prossimo, secondo la Giunta, si arriverà al pareggio del bilancio.

Però, quello che avete indicato e continuate a indicare come il paradiso inizia già da oggi ad assumere i connotati di un inferno. Perché se, come è stato annunciato oggi dallo stesso assessore Paci, perdiamo 130 milioni di euro di entrate in un solo anno, significa che è molto difficile che noi possiamo anche solo lontanamente raggiungere il livello di spesa del 2013, figuriamoci se arriviamo al 2015 con tutto il carico lasciato indietro dai tagli che state decidendo oggi! Come pensiamo di arrivare al traguardo e al risultato?

Allora, questi sono i numeri, questa è semplicemente aritmetica, non c'è bisogno di fare grandi ragionamenti, non bisogna essere delle aquile che volano particolarmente in alto per comprendere i numeri e credo che solo ed esclusivamente per coprire questo flop, non certo per altri motivi, state creando le condizioni per contrarre dei mutui.

È la solita logica degli annunci roboanti seguiti da promesse a babbu mortu, che poi ricadranno sulla prossima maggioranza e, fatto ancora più grave e drammatico, ricadranno sulle prossime generazioni. Assessore, Presidente, avevo promesso di stringervi la mano e di farvi pubblicamente le congratulazioni se la vostra strategia si fosse rivelata vincente; purtroppo, anche in base alle notizie odierne, sta accadendo l'esatto contrario.

Allora io, ancora una volta, vi chiedo di invertire la rotta prima che sia troppo tardi; e qui entriamo nel cuore di ciò che vizia la discussione del bilancio di oggi. L'atto che stiamo discutendo, infatti, risente già degli effetti disastrosi dell'accordo Pigliaru-Paci-Padoan-Renzi, alcuni effetti sono stati immediati, come il taglio dei 300 milioni disponibili per il 2014, alcuni altri, se non si invertirà la rotta, rischiano invece di produrre danni gravissimi alla Sardegna.

Perché, vedete, mentre qui si invita alla calma, il Governo continua imperterrito, quasi quotidianamente, a sfornare decreti "scippa Sardegna", a partire da quelli sugli accantonamenti. Noi ci siamo opposti a quegli scippi, lo abbiamo fatto sul piano politico e lo abbiamo fatto su quello giurisdizionale, così come, Presidente e Assessore, se oggi possiamo contare sulle risorse europee, nei numeri che avete comunicato alla stampa, è perché a suo tempo, insieme ad altre Regioni, abbiamo combattuto una battaglia, sfidando anche il Governo, per il riconoscimento delle Regioni di transizione.

La Giunta Pigliaru, invece, ha firmato un accordo in cui si impegna addirittura a ritirare i ricorsi (fatto che io continuo a sostenere e ribadire essere assurdo), a rinunciare agli effetti positivi per la Sardegna che potessero derivare da eventuali vittorie davanti ai giudici costituzionali. Il Consiglio, questo Consiglio ha intanto già sconfessato quella parte dell'accordo con un ordine del giorno votato all'unanimità in cui si impegna la Giunta a rinunciare a nulla. Allora, auspichiamo che la volontà dell'Aula venga rispettata da chi andrà a fare quelle ulteriori trattative che sono dovute e previste.

Perché, vedete, abbiamo dalla nostra parte la legge, abbiamo dalla nostra parte lo Statuto, abbiamo dalla nostra parte perfino le sentenze della Corte costituzionale che ci danno ragione e in forza delle quali avete avuto la possibilità di andare a Roma, di sbattere i pugni sul tavolo e di rivendicare determinati target. Allora, non stiamo chiedendo una benevola concessione, non stiamo chiedendo una grazioso dono, stiamo chiedendo semplicemente il rispetto di un nostro diritto. E purtroppo questo assestamento di bilancio risente dell'atteggiamento tenuto dalla Giunta in questi otto mesi: arrendevole con il Governo, supponente e arrogante nei nostri confronti e nei confronti di tanti sardi che la pensano come noi e che sono come noi preoccupati.

Se questa arroganza fosse almeno accompagnata da qualche risultato concreto, ma proporzionata anche lontanamente in piccola parte alla prosopopea di alcuni parrucconi del centrosinistra, potremmo anche farcene una ragione. Purtroppo i risultati sono tutti con il segno meno. Voglio provare a elencarne qualcuno: 34 milioni in meno per dare copertura agli 80 euro di Renzi che hanno un costo elevato per la Sardegna, insomma entrano in una tasca ed escono dall'altra; 84 milioni di euro in meno di risorsa del fondo sviluppo e coesione, 300 milioni in meno di risorse disponibili per il 2014 per via dell'accordo patacca. Qui mi fermo anche se gli esempi potrebbero continuare. Vero, Assessore?

C'è qualcosa in più per il lavoro, c'è qualcosa in più per le famiglie, c'è qualcosa in più per le imprese, c'è qualcosa in più per le infrastrutture? Niente di tutto questo; le cifre dimostrano che c'è qualcuno che beneficia di questo assestamento. Purtroppo non sono i sardi ma è semplicemente il Governo Renzi, il Governo romano; con l'insediamento della vostra Giunta purtroppo è iniziata la stagione dell'autonomismo alla rovescia, delle servitù finanziarie e fiscali. E, consentitemi di dirvi ancora una volta, l'ho detto più volte e lo voglio ribadire, e ci sono stati dei momenti in cui l'ho detto e continuo a dirlo sinceramente come consiglio che mi sento di dare alla maggioranza, perché sono convinto che se venisse raccolto questo consiglio si potrebbe solo fare del bene alla Sardegna e del bene alla nostra comunità: non potete fidarvi di questo Governo che fa promesse, che dovranno essere mantenute in futuro, e che nel frattempo continua regolarmente a fare del male alla Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.

CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, certo riuscire a dare una definizione compiuta a questo assestamento credo sia davvero impresa improba. È davvero difficile perché potremmo definirlo, a una lettura più attenta, un assestamento modesto. Dovrei definire con altre parole il fatto che ci siano tante voci che mancano letteralmente all'appello di un assestamento che avrebbe dovuto dare anche una svolta alla Sardegna, al territorio, a tutti coloro i quali sono stati più volte richiamati dai consiglieri prima intervenuti: famiglie, imprese, cooperazione, giovani. Insomma manca davvero tutto.

Eppure a sentire le voci della Giunta sembrerebbe un programma ambizioso, e fa davvero sorridere che si possa utilizzare una parola di questo genere; un programma ambizioso che di fatto si regge su gambe fragili di argilla, sono delle gambine davvero leggere quelle sulle quali si vorrebbe poggiare una impalcatura più importante, su ciò che dovrebbe sorreggere un sistema generale del territorio sardo.

E, per assurdo, trovo anche che sia una beffa che questo disegno di legge che si vorrebbe approvare, il numero 111, sia una sorta di legge del contrappasso e poi insieme del paradosso. Contrappasso perché afferisce a tutte le questioni in merito alle quali nei tempi appena passati, quando si parlava di finanziaria a opera della Giunta precedente, l'allora minoranza ci individuava, metteva cioè il dito nell'occhio, le presunte manchevolezze e disattenzioni. Mi riferisco a quei settori, più volte oggi richiamati, quali le famiglie, il mondo della cultura, la filiera importantissima del cinema. Tutti, guarda caso, ed ecco la vera legge del contrappasso, colpiti severamente dalla mannaia e dalle cesoie di questa Giunta regionale.

E poi il paradosso; pensate un po' ci sono addirittura dei capitoli di spesa, dai quali si portano via i soldi e le risorse per il dissesto idrogeologico o per l'istituzione di nuovi parchi e nella stessa giornata di oggi, teoricamente, dovremmo discutere se mai dell'istituzione di due nuovi parchi. Ma non è un paradosso questo? Non è un paradosso che si taglino i fondi sulla lingua sarda, non è un paradosso che si tolgano i denari all'ISRE, Istituto regionale etnografico, i fondi per il museo Biasi, i fondi per l'università nuorese, le risorse per la fondazione Cambosu, i denari alle province più povere di questa benedetta Regione? Eppure tutto questo questa Giunta lo ha fatto.

Voi direte che sono cose che succedono. Succede cosa? L'alluvione del 18 novembre scorso. In alcune zone della Sardegna alcuni macchinari, che per fortuna sono arrivati, sono ancora lì nelle stesse piane che sono state dissestate idrogeologicamente; e oggi dovremmo trovare il coraggio di approvare un disegno di legge che invece porta via le risorse a quei territori dove vivono ancora ferite imprese agricole, famiglie, imprese commerciali, artigianali, turistiche.

Eppure guarda caso, pur avendo votato giustamente contro in sede di quinta Commissione, quella cosiddetta alle attività produttive, ci siamo ritrovati un disegno di legge che se ne infischia altamente di grida di allarme, di difficoltà economiche, di attività di imprese che oramai sono allo stremo. Non c'è nemmeno una risorsa che vada a vantaggio del comparto artigiano. I pochi spiccioli destinati al mondo del turismo sono letteralmente scomparsi così come quelli destinati al commercio, alla imprenditoria giovanile e alle imprese femminili: è sparito tutto. Per il mondo delle attività produttive non c'è nemmeno un fico secco, non c'è niente.

Ma richiamo il paradosso; il paradosso sta nell'articolo 1, al comma 18, che, dando una lezione a questa Aula e in modo in particolare a chi intende conoscere le attività di impresa, recita che è autorizzata la spesa di 6.300.000 euro, questi sì in entrata, per il miglioramento dell'offerta turistica tramite il sostegno alla destagionalizzazione. Cioè praticamente si vorrebbe insegnare e spiegare che si destagionalizza con attività di supporto al mondo del trasporto con 6.300.000 euro; e per chi deve effettivamente destagionalizzare per la costruzione e l'allungamento della stagione, per la costruzione e la realizzazione di centri benessere, sale congressi, piscine, piscine riscaldate, piccole aree Wellness, aree cucina dove fare corsi di cucina delle nostre meraviglie dei nostri tesori non c'è nemmeno un euro. E quindi che tipo di destagionalizzazione si opera? Una destagionalizzazione a parole.

Ma è una destagionalizzazione chiaramente farlocca, perché 6.300.000 euro devono trovare un'altra destinazione, almeno si abbia il coraggio di scrivere un capitolo di bilancio che sia ben più chiaro, netto, su quello per cui lo si sta utilizzando.

Quindi come si vede i paradossi praticamente si inseguono, sono cose che succedono in capo a questa Giunta che è colpita da un autentico dissesto cerebrale. Spariscono i tasselli, i capisaldi più importanti. Sappiamo che sono momenti davvero difficili, c'è una difficoltà enorme nel reperire risorse, le docce gelate continuano ad arrivare anche dalla Ragioneria dello Stato. Non si ferma questa doccia gelata che casca guarda caso in capo a una Giunta che avrebbe voluto portare con le sue ampie conoscenze in tema economico non solo le certezze nello spiegare ma anche le certezze nelle risorse. Invece di questo mi pare si sia davvero persa traccia.

La grande preoccupazione è proprio quella che si sia andato a colpire qualunque tipo di patrimonio che ancora risiede nel cuore e nel coraggio della gente che sta resistendo e, infischiandosene ampiamente di quello che loro hanno voluto dimostrare fino a oggi, si azzera letteralmente tutto.

Le mani di forbice potano davvero tutto il sostegno all'attività commerciale così come alle Pro loco, presidio autentico dei luoghi, dei piccoli paesi e delle piccole comunità soprattutto della montagna, della campagna, dell'interno della Sardegna: è sparito letteralmente tutto. Ma io mi domando come si fa a far sparire i soldi per i Consorzi fidi dell'artigianato, del commercio e del turismo. Ma come si fa?

Dietro tutto questo c'è solamente il fatto che il sistema del credito che non eroga più risorse, che ha da tempo non chiuso ma sigillato e piombato i propri rubinetti, vorrebbe in qualche modo trovare sostegno nelle attività dei Consorzi fidi, che invece vengono privati di quelle risorse essenziali. Dietro questo tipo di taglio che viene operato c'è solo una cosa, e si chiama usura.

Io credo che quest'Aula si debba opporre con vigore, a testa alta, al fatto che si possano mandare le nostre imprese nelle mani degli usurai, e questa invece è l'attività che viene svolta in questo momento, vengono ritagliati praticamente quei fondi che sarebbero gli unici capaci di offrire ristoro alla filiera economico-produttiva della nostra terra. Mi pare che questo disegno sia stato anche richiamato questa sera con alcune interpellanze.

Ci sono cose quindi che stanno succedendo o stanno per succedere, ma non succederanno solo eventi negativi, come purtroppo quelli derivanti dal dissesto idrogeologico, ma ci saranno anche eventi positivi. Avevate per esempio un'occasione straordinaria con l'EXPO 2015. Si potevano trovare risorse a favore delle imprese coinvolte nelle attività di partecipazione, ma anche nelle attività di sviluppo locale; imprese che, grazie alla ribalta straordinaria offerta dall'EXPO 2015, possono diventare autentiche imprese che giganteggiano col loro modo di operare.

Si potevano inventare e adottare risorse, i fondi per quei bandi che avrebbero potuto dare sicuramente delle certezze, e invece si è persa anche quella occasione. Insomma, è evidente che davvero "non ci siamo", è evidente che c'è assoluta lontananza dalle cose reali che accadono sulla nostra terra; e questa minoranza sarà costretta, ancora una volta, a censurare tutto ciò che deriverà dallo sconquasso letterale del bilancio della Regione che voi, Giunta regionale attualmente in carica, avete operato ma, soprattutto, ahimè, pensiamo a quello che accadrà in seno alle famiglie e al mondo produttivo della nostra isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.

CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, vorrei possibilmente uscire dallo schema che si sta svolgendo stasera per cui la maggioranza, benevola, ascolta lo sfogo della minoranza che fa il suo dovere cercando di sottolineare e stigmatizzare quelli che, a suo modo di vedere, sono gli errori commessi da questa maggioranza nel provvedimento di assestamento. Mi chiedevo se valeva la pena intervenire visto il gioco delle parti che spetta a ciascuno di noi.

L'atteggiamento della maggioranza qual è? Si dà per letta la relazione del relatore di maggioranza, e nel primo intervento si dice: "Badate che questo è solo l'assestamento, rinviamo alla finanziaria dove effettivamente daremo sfoggio di quello che siamo capaci di fare". Quindi si cerca in qualche maniera di sminuire il provvedimento all'ordine del giorno che oggi stiamo discutendo.

Ammettiamo che sia vero tutto, che in effetti si tratti di un assestamento necessario, valutato sul Patto di stabilità. Che cosa riusciamo a spendere quest'anno? Perché finanziamo la lingua sarda se non riusciamo a spendere i soldi per la lingua sarda? Perché finanziamo le opere pubbliche se non riusciamo a spendere per le opere pubbliche? Togliamole e spostiamole all'anno prossimo, chissà che qualcosa accadrà.

Poniamo che sia tutto vero, quello che manca però è, mi sembra di capire, la consapevolezza di cosa c'è fuori di quest'Aula, perché il combinato disposto Renzi-Pigliaru in effetti sta massacrando i sindaci, perché la protesta che è in atto non è verso il Governo. Voi avete sentito parlare di proteste contro il Governo? Assolutamente no.

È in atto invece una protesta contro i sindaci; e colgo l'occasione anche per esprimere, in questa sede, l'ho già fatto personalmente, la solidarietà al sindaco di Nuoro per essere stato addirittura aggredito dai cittadini imbufaliti per le tasse che ha dovuto aumentare, che è stato costretto ad aumentare. Un aumento della tassazione che tutti noi, sindaci, ci siamo visti costretti a imporre ai nostri concittadini.

Poi dovremo spiegare perché la Regione autonoma della Sardegna sta togliendo 34 milioni (questo lo avevo già detto ad aprile) per far fare bella figura a Renzi. Tutte le mattine, quando il responsabile finanziario accende il computer ed entra nel sito del Ministero, trova che sono stati tagliati 100 mila euro, tutte le mattine.

Quindi il disagio e la protesta che stanno dilagando in effetti sembrano un corpo estraneo rispetto alla discussione di stasera, un corpo estraneo rispetto all'assestamento. È vero, la finanziaria forse ci dimostrerà quanto è brava questa maggioranza, ma nel frattempo, nell'emergenza che noi stiamo attraversando, nell'emergenza che oggi è presente nei nostri territori, nei nostri comuni, come spieghiamo ai comuni di Orgosolo, di Oliena, di Dorgali e di Urzulei, che il progetto "Su Sercone" non è più finanziato?

Questo è un progetto nato sulle ceneri del progetto "Supramonte" dell'allora presidente Soru, non è un cantiere dove stiamo piantando pini, con tutto il rispetto dove si piantano pini, ma è un cantiere che sta rendendo visitabile, visibile e mettendo in sicurezza, così che vi si possa andare a passeggiare, perchè ci costa un mucchio di soldi recuperare chi si perde. Stiamo facendo sentieri, stiamo inserendo cartelli, ma stiamo dando lavoro, un lavoro utile, eppure si cassano le risorse necessarie al proseguo di questa operazione.

Ritengo che sarà difficile spiegare ai nostri concittadini, alle persone che verranno a chiedere in comune perché non vengono più assunti, perché non si prosegue coni lavori, che quel lavoro è ritenuto inutile Sembrava quasi gli facessero un regalo, mentre invece facevano un'opera veramente utile, che serviva.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE EUGENIO LAI

(Segue CARTA ANGELO.) Il discorso sui comuni e il fondo unico. Certo, stiamo rimettendo mi pare un po' di risorse, ma il fondo unico doveva essere assegnato tutto ai comuni, a prescindere da ogni altra considerazione; quei soldi servono a far sì che i nostri comuni possano essere amministrati, perché oggi stiamo rischiando che vengano riportate in prefettura le fasce tricolori e qualcuno venga in Regione a dire: "Fai tu il sindaco del mio comune".

Non voglio entrare nel merito dei tagli, non voglio entrare nel merito neanche di tutti i dettagli che pure sono importanti, io vorrei semplicemente auspicare che alla fine dell'approvazione di questo assestamento si facciano le correzioni necessarie perché sia dato un segnale, seppure parziale, di attenzione nei confronti di una situazione pericolosa, che ha necessità di interventi e importanti da parte della Regione. Quindi mi auguro che nello sviluppo della discussione e attraverso gli emendamenti si possa veramente intervenire seriamente con proposte che servano ai nostri territori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pier Mario Manca. Ne ha facoltà.

MANCA PIERMARIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, siamo chiamati a discutere un assestamento di bilancio abbastanza cospicuo, 216 milioni di euro e passa. Io credo che occorra ribaltare un po' le posizioni dalle quali siamo partiti. Un assestamento di bilancio, lo dice il termine stesso, è un atto tecnico, è un atto tecnico per raggiungere comunque fine anno, si tratta in effetti di rimettere in sesto i conti di questa amministrazione.

Stiamo parlando pertanto di un atto dovuto, è un atto dovuto perché noi siamo chiamati a governare. Il problema vero è un altro, e cioè come mai siamo arrivati alla formulazione di un assestamento così cospicuo. Sicuramente, ci sono delle responsabilità che arrivano da una situazione pregressa, sicuramente da situazioni che non sono state calcolate, da spese sicuramente incontrollate, forse più da campagna elettorale.

Voglio dire subito che accetto il metodo con cui l'assestamento è stato impostato, va bene, non si tratta di macelleria sociale, ma bisogna entrare nel merito delle cose. Io dico sempre che questa, è vero, è la patria dei bronzetti, ma non delle facce di bronzo, ma in quest'Aula le facce di bronzo abbondano, abbondano in modo particolare.

Se noi effettivamente dobbiamo risanare, dobbiamo rimettere in sesto i nostri conti, non è più una questione di macelleria sociale, ma occorre entrare nel merito delle situazioni che abbiamo ereditato. Signori, oggi è il 14 ottobre, abbiamo corretto solamente tutti quei capitoli, la maggior parte, che sono intonsi, quindi c'è anche una responsabilità di chi ci ha preceduto, che non ha vigilato. Si tratta di milioni di euro che non sono stati toccati.

Questo che cosa significa? Significa che noi entro fine anno non possiamo utilizzare quei soldi; lasciare però dei soldi inutilizzati è un attentato vero al popolo sardo, alle genti sarde. Io dico che è un nostro dovere prendere queste somme, amministrarle e rimettere in sesto il nostro bilancio.

E' vero, Assessore, sono d'accordo su questo, si tratta di interventi urgenti, di interventi pesanti, questa sicuramente è una manovra pesante, non è una manovra perfetta, e io mi riservo, insieme agli altri, anche come maggioranza, di fare forse degli opportuni aggiustamenti. Sono d'accordo anche sul fatto che non è una manovra perfetta, mi riferisco anche all'intervento dell'onorevole Crisponi, in alcuni punti si possono apportare delle modifiche, perché nessuno è perfetto, ma la realtà è un'altra: abbiamo ereditato questa situazione e a noi spetta l'onere di migliorare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.

TUNIS STEFANO (FI). Presidente, colleghi, mi domando se meno di un anno fa, quando ci stavamo confrontando in una durissima campagna elettorale, nel corso della quale ognuno di noi ha cercato di portare avanti la sua idea di governo, la sua idea di amministrazione della Regione, il suo sogno di Sardegna, o dopo, quando ci siamo confrontati sulle dichiarazioni programmatiche di questa Giunta avremmo immaginato di trovarci, al primo tagliando, nella situazione, che ha del surreale, dove noi siamo costretti a impegnare il nostro tempo per intrattenervi nel modo più prolungato e gradevole possibile, mentre voi siete costretti ad ascoltarci, dovendo rinunciare persino a esprimere la vostra opinione.

Credo che fummo facili profeti quando alla presentazione della Giunta e del suo programma dicemmo: "Ci pare un'idea di Governo, un'idea di politica in cui si rinuncia alla militanza, si rinuncia al lavoro fatto da ognuno degli eletti sul territorio, si rinuncia al modo in cui ognuno di noi, che sta da questa parte dell'Aula, ha saputo interpretare il proprio ruolo". Io credo che tutti, anche quelli che magari hanno avuto la fortuna di essere eletti con i voti del proprio vicinato, o poco più, nel momento in cui hanno il rango di consigliere regionale abbiano, prima che il diritto, ancora il dovere di esprimere la propria opinione, ma io non ve ne faccio una colpa, così come nel leggere questo documento non mi sento di dare colpe a questa Giunta regionale.

Dal loro punto di vista, dal punto di vista dell'assessore Paci, è naturale e corretto l'approccio di tipo ragionieristico, completamente staccato dalla necessità di contatto con il mondo che esprime il consenso, dalla necessità di dare risposte a quelle persone che invece si sono spese per eleggere voi all'interno di questo Consiglio regionale. Vi immagino, i pochi di voi che saranno riusciti a ottenere udienza direttamente dall'Assessore, o da qualche collaboratore del suo staff, cercare di perorare la causa di questioni molto attinenti con il territorio di vostra provenienza.

Vi immagino in quella sede a cercare di far comprendere, a chi invece ha soltanto il dovere di applicare regole di bilancio e ragionieristiche a questo documento, quanto sia importante ogni singola azione e il modo in cui questa si ripercuote nel territorio che per voi è un collegio elettorale, ma non soltanto un collegio elettorale, è un luogo dove mantenete il contatto con uomini, con donne, con associazioni, con esperienze, e al quale avete l'obbligo di dare delle risposte.

E davanti a questa distanza, davanti a questa situazione, voi non avete neppure diritto di parola. Ora, io mi domando se è questo il ruolo che vogliamo dare a questo Consiglio, davanti a un documento che dovrebbe essere il più importante tra quelli che ci sono stati proposti dall'inizio del nostro mandato e che siamo costretti ad affrontare in questo modo perché stretti da ben altre esigenze. Perché se è vero che vi viene chiesto di non fare politica partecipando alla costruzione di questo documento, è anche vero che vi viene detto: "Fate veloci, andate rapidi sul documento dove c'è la politica, e lo strapuntino nella gestione, nella divisione del poco potere che rimane a disposizione è tutto quanto per voi".

E quindi vi immagino, ancora una volta, ansiosi nel cercare di superare velocemente questa noiosa fase della discussione in cui si dovrebbe parlare di politica, per avvicinarvi sempre di più al momento in cui avrete la meritata soddisfazione dei sensi. Ecco, cari colleghi, io credo che anche a questo ci sia rimedio, credo che anche nel momento in cui entreremo nel dettaglio di questo documento, e lo esamineremo articolo per articolo, e il nostro lavoro vi darà l'opportunità di riflettere, con decine di emendamenti, su ogni singola parte di questo, voi avrete la vostra rivincita, voi avrete la grande opportunità di dire, a pochi o molti che siano gli elettori che vi hanno mandato qua dentro, che state esercitando il vostro ruolo.

E il vostro ruolo non è quello di attendere solamente che arrivi la grazia delle prebende, ma è anche il ruolo di saper battersi, saper ragionare, saper leggere questo documento in una chiave politica e di rappresentanza, senza sognare, senza cercare in Commissione di immaginare con timidezza un modo per limitare quello che non è uno strapotere della Giunta, badate bene, la Giunta non è ostile nei vostri confronti, è che soltanto nel momento in cui attende, con comprensibile ansia, l'arrivo sulla scena del grande fustigatore, deve dimostrare di avere un peso, deve dimostrare di non aver paura di questo evento, deve caratterizzare, con un piglio politicamente forte, questo momento politico.

Allora, cari colleghi, perché non facciamo un patto? Perché non ci ritroviamo attorno a un ragionamento che riporti al centro del nostro lavoro la politica' E facciamolo sugli emendamenti, ragionate con noi, fate quello che non avete voluto fare in Commissione, fate quello che non avete forse voluto, forse potuto fare nel momento in cui andava fatto, però fatelo, perché questo non lo dovete solamente all'Istituzione che avete l'onore di rappresentare esattamente come noi, ma ce l'avete soprattutto nei confronti delle persone che vi hanno mandato in quest'Aula.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Alberto Randazzo. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (FI). Presidente, sono rammaricato per la mancanza di dialogo con la maggioranza. Il collega Manca ha preso la parola prima citando l'assessore Paci, stupito del fatto che abbia dovuto risolvere i problemi nati dalla Giunta precedente. Io ho assistito a tante discussioni in quest'Aula e le garantisco che in ogni assestamento di bilancio c'erano le poste e le coperture per le voci di competenza. In quest'Aula abbiamo fatto discorsi sul turismo, sull'artigianato, sull'impresa, sulle attività economiche in generale; chiedo però se tutti conosciamo le problematiche che oggi vivono le aziende. Io rispondo: a parole!

Perché se non finanziamo, come diceva il collega Crisponi che mi ha preceduto, le leggi di settore o non facciamo dei bandi, oggi non riusciamo neanche a dare un poco di ossigeno alla disperazione in cui versano quelle aziende che oggi consentono anche di fare quelle famose stabilizzazioni che abbiamo votato in quest'Aula e che abbiamo discusso precedentemente nelle interpellanze. Sarebbe uno scandalo dalla parte dell'opposizione che oggi è maggioranza, presso la Regione Sardegna ma non in quest'Aula, togliere la copertura, e non è mai successo, alla legge per le bonifiche dell'amianto. Sull'argomento abbiamo assistito a discussioni pesanti presso tutte le Commissioni nelle scorse legislature.

In tema di bonifiche ci siamo riempiti la bocca in quest'Aula di tutela degli alunni, di tutela nelle scuole. Oggi la maggior parte dell'amianto censito si trova presso le strutture pubbliche quali gli enti locali e le scuole. Facciamo discussioni bellissime, ma provvediamo a togliere spicciolame, perché togliere 2 milioni, oggi, da un fondo che serve per garantire la salute dei cittadini sembra ridicolo.

Poi, ovviamente, la maggioranza difenderà i provvedimenti della Giunta dicendo che i fondi non possono essere spesi. Il problema è che la pianificazione avviene semestralmente, quindi se prima era colpa della maggioranza di centrodestra, oggi, meno male, si assume la responsabilità la maggioranza attuale, perché la pianificazione la fa la Giunta con i fondi riparto alle province. Le province concordano con i comuni aderenti ai progetti dietro rendicontazione il rimborso delle somme oggi dovute per mettere in sicurezza la salute dei cittadini.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO GANAU

(Segue RANDAZZO ALBERTO.) Avessimo tagliato noi i fondi a quelli che erano i vostri cavalli di battaglia, e cito università, cultura, lavoro e tutte le leggi di settore che, se non finanziate, non consentivano di dare sbocco alla disperazione della Sardegna la vostra opposizione sarebbe stata durissima; oggi non c'è una legge- mi dispiace che non ci sia l'Assessore del lavoro - che stanzi anche un incentivo di un euro per tentare di risolvere non dieci problemi, ma un problema a coloro che non hanno mai avuto una possibilità e che non ce l'avranno mai rispetto ai precari o agli "stabilizzandi" presso la Regione o enti, province e comuni.

Alla maggioranza, che fuori da quest'Aula parla di turismo come sbocco per l'isola, dico che non ho capito dove sono le risorse per supportare il settore del turismo; settore che grazie a Dio è autonomo, perché quest'anno la Regione sarda ha avuto la fortuna di più presenze, purtroppo per disgrazie altrui. Ma per pianificare, organizzare e promuovere il turismo occorre stanziare le risorse, non destinandole alle associazioni che rappresentano gli artigiani, come vedo per i 300 mila euro.

Gli artigiani vanno aiutati a far sì che tengano le serrande aperte e che non siano un costo o una passività per la nostra Regione. Qualcuno della maggioranza si è riempito la bocca, ha parlato nei territori dicendo che stiamo rifinanziando le leggi di settore. Oggi c'era un'opportunità. Sono d'accordo, spero che lo facciate almeno in finanziaria, ma oggi non c'è una risposta a nessuna domanda espressa dal territorio.

Le emergenze e il bilancio tecnico; va bene detto tra noi, al di fuori di quest'Aula pretendono risposte a quelle piccole emergenze. E sulla prevenzione degli eventi alluvionali - non c'è l'Assessore dell'ambiente - sottolineo che per la pulizia dei canali di scolo non c'è una lira! La sinistra, la scorsa legislatura, ci ha tenuto dieci giorni a discutere sulla copertura finanziaria per avere la garanzia che quei territori alluvionati e quelli che, grazie a Dio, non hanno avuto alluvioni, sarebbero stati messi in sicurezza.

Non c'è niente di tutti quei propositi e di tutti quei bei principi che abbiamo sentito la scorsa legislatura nelle proposte della maggioranza attuale; temporaneamente, perché ovviamente al di fuori di quest'Aula non si sa quale sia la maggioranza, visto che, come ha detto la collega nella relazione di presentazione, Pigliaru ha vinto con un consenso minimo, però vorrei ricordare a qualche collega che le liste del centrodestra hanno superato quelle del centrosinistra come preferenze e quindi a oggi sono sicuro che il territorio apprezza la politica che stiamo facendo e soprattutto prima di spiegarlo in quest'Aula ci raccordiamo con la base, con i problemi reali.

I tecnici ,che non hanno contatto con la popolazione e non hanno il quadro reale delle esigenze, dalle piccole alle grandi, non troveranno mai un mio voto di consenso e, soprattutto, quando dico che dobbiamo finanziare le speranze per i nostri giovani non riempiamoci la bocca (né la Giunta, né i consiglieri con le interpellanze e le discussioni conseguenti) dicendo che stiamo lavorando per i nostri giovani e per il futuro. Creiamo il futuro garantendo prima di tutto la salute e poi migliorando tutte le possibilità e le potenzialità che hanno i nostri ragazzi, dando loro la possibilità di ritornare nell'isola grazie agli effetti reali del finanziamento delle leggi di settore.

Questi strumenti possono consentire oggi il rientro dei giovani specializzati che vivono fuori, quei famosi dottori che hanno contratti in facoltà fuori dalla nostra isola; questi strumenti, non la fantasia o le ipocrisie di questo assestamento di finanziaria, possono incentivare il rientro delle unità operative che consentono la valorizzazione e la promozione non solo delle tradizioni ma anche delle menti, il nostro valore reale, che tornano finalmente a darci un apporto reale per risolvere i problemi.

PRESIDENTE. Il Consiglio è convocato domani, mercoledì 15 ottobre, alle ore 10. Convoco una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

La seduta è tolta alle ore 20 e 14.



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Agus - Cocco Daniele Secondo - Arbau - Desini - Moriconi - Lai - Pizzuto - Ledda - Azara - Perra in merito agli avvisi pubblici per l'acquisizione di prodotti editoriali e per l'acquisto di spazi pubblicitari pubblicati dall'Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione e sulla gestione dell'ente in questa fase. (14)

Nel premettere che la risposta all'interrogazione in oggetto avviene con notevole e giustificato ritardo in quanto prima di rilasciare i dovuti chiarimenti era doveroso attendere le decisioni della Giunta Regionale sulle note vicende relative alle inchieste degli organi giudiziari e della Corte dei Conti, si fa presente quanto segue:

a) attualmente l'Agenzia governativa Sardegna Promozione svolge esclusivamente atti di ordinaria amministrazione volti a definire contabilmente le pratiche in essere, fatto salvo quanto programmato eccezionalmente con deliberazione della Giunta Regionale n.34/13 del 2 settembre 2014;

b) Come peraltro già evidenziato con la deliberazione della Giunta regionale n.21/35 del 13 giugno 2014, si rimarca come l'attività svolta dall'Agenzia è una duplicazione delle funzioni proprie dell'Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, che la stessa risulta del tutto diseconomica ed appare contraria ai principi di buona amministrazione e di corretta gestione e di conseguenza non in linea con i principi dell'attuale Giunta.

c) La Giunta regionale, con deliberazione n.32/15 del 7 agosto 2014, ha infatti approvato un disegno di legge con il quale è prevista la soppressione dell'Agenzia Governativa Sardegna Promozione riconducendo alla Presidenza della Giunta le competenze in merito alle attività di promozione e di valorizzazione dell'immagine della Regione Sardegna.

d) Il bilancio di previsione 2014 dell'agenzia governativa Sardegna Promozione è stato approvato con determinazione del direttore generale n. 59 del 1 aprile 2014 e resa esecutiva con deliberazione della giunta regionale n 21/34 del 13 giugno 2014.

Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Piscedda - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Moriconi - Pinna Rossella in merito al funzionamento e all'efficienza dei Sardegna store. (17)

Con riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente quanto segue:

1) All'interno delle tre sedi di Milano, Roma e Berlino sono stati complessivamente calendarizzati 33 eventi/manifestazioni promozionali, mentre non si ha il dato complessivo delle persone che vi hanno partecipato in quanto, nessun dato ufficiale è disponibile presso l'Agenzia Sardegna Promozione.

2) L'importo contrattuale scaturito dall'aggiudicazione dell'appalto alla RTI, soggetto appaltatore, è di € 3.871.444,00, oltre IVA di legge.

3) Ai punti espositivi Sardegna Store è stata dedicata una sezione all'interno del sito istituzionale e promozionale dell'Agenzia, con aggiornamenti sugli eventi realizzati nelle sedi di Roma, Milano e Berlino, video e foto delle eccellenze sarde esposte con il rilascio di report statistici periodici relativi ai risultati dell'attività di monitoraggio effettuata attraverso la distribuzione di questionari compilati volontariamente dai visitatori dei punti espositivi.

4) gli operatori degli Store di Roma, Milano e Berlino sono stati assunti direttamente dai RTI soggetto appaltatore, non sono disponibili presso l'Agenzia Sardegna Promozione i dati relativi:

a. alle modalità della loro selezione;

b. alla tipologia contrattuale adottata;

c. alla tipologia dell'inquadramento;

d. all'importo del compenso ed alle competenze professionali e linguistiche;

5) I circoli dei sardi locali stati sono stati ripetutamente coinvolti dai tre Store in occasione di eventi, mostre e manifestazioni particolari.

6) Non sono disponibili i dati su un incremento del turismo riconducibile specificatamente a tali attività.

Si fa presente inoltre che l'attività degli Sardegna Store è cessata a partire dalla data del 14 giugno 2014 per scadenza contrattuale.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica all'interrogazione Truzzu - Fenu sul trasferimento del Cpsa/Cara presso la Scuola di Polizia penitenziaria di Monastir. (25)

In merito alla interrogazione in oggetto, a seguito degli approfondimenti effettuati si fornisce la seguente risposta.

La Prefettura di Cagliari gestisce da diversi anni il centro di primo soccorso e accoglienza dislocato in una struttura appartenente al demanio militare, ubicata all'interno dell'Aeroporto militare di Elmas e destinata ad ospitare, per un limitato periodo di tempo, migranti clandestini che approdano prevalentemente sulle coste meridionali della Sardegna.

Successivamente alla consegna provvisoria a favore della predetta Amministrazione dello stabile in argomento, il Ministero della difesa ha sollecitato la retrocessione del citato compendio per la successiva consegna all'aviazione civile, come stabilito dall'accordo tecnico firmato in data 22 dicembre 2009 tra lo stesso Ministero e la Regione Autonoma della Sardegna.

Alla luce della predetta richiesta, stante la necessità del rilascio del bene entro il 2014, la Prefettura di Cagliari ha costituito un tavolo di lavoro sull'argomento e contestualmente ha avviato i necessari contatti con le amministrazioni locali al fine di reperire uno stabile alternativo idoneo a garantire le finalità di accoglienza a favore dei citati migranti.

A tutt'oggi, il Centro in argomento, in assenza di soluzioni alternative, continua ad occupare l'ex palazzina avieri dell'aeroporto militare di Elmas.

Il Centro, proprio per la sua particolare collocazione adiacente all'aeroporto civile, ha costituito oggetto nel recente passato di animato dibattito e di accese polemiche, atteso il ripetersi di episodi di fuga di migranti dallo stesso con la contestuale invasione di piste di atterraggio e decollo dello scalo civile e il blocco dei voli.

Ciò premesso, anche nel corrente anno la Prefettura di Cagliari, a seguito di convocazione del tavolo di lavoro, ha invitato questo Assessorato, unitamente ai rappresentanti degli Uffici giudiziari, delle istituzioni statali, del Comune di Cagliari e della Provincia, a partecipare agli incontri per un esame congiunto della problematica sopra evidenziata chiedendo di formulare soluzioni al fine di reperire un nuovo sito da destinare alle medesime esigenze che contemperi il rispetto delle normative nazionali e internazionali in tema di accoglienza con la necessità di disporre dì una struttura più efficiente e razionale anche sotto il profilo della spesa.

Nel corso di detti incontri, questo Assessorato, effettuata la preventiva ricognizione degli immobili di proprietà regionale e degli Immobili di proprietà statale in corso di trasferimento alla Regione, ha individuato degli stabili idonei ad ospitare un centro di accoglienza per migranti extracomunitari, anche fuori del comune capoluogo.

Tra gli immobili indicati da questa Amministrazione è ricompresa la struttura denominata "ex carcere minorile" in loc. Giorgino - Cagliari.

Risulta allo scrivente che l'Agenzia del demanio abbia individuato, tra gli immobili idonei, il complesso ubicato in Quartucciu, attualmente adibito a carcere minorile, atteso che l'autorità giudiziaria ha rappresentato l'eccessivo sovradimensionamento della struttura rispetto alle reali esigenze.

Risulta, però, da quanto dichiarato dalla Prefettura di Cagliari che sia per quest'ultimo complesso che per la Scuola di Polizia Penitenziaria di Monastir, oggetto dell'interrogazione in argomento, siano emerse diverse complesse problematiche che potrebbero impedirne la concreta acquisizione.

Le ipotesi formulate dai partecipanti ai predetti incontri, e quindi anche da questo Assessorato, saranno comunque sottoposte al vaglio del Ministero dell'Interno per le conseguenti determinazioni, previo coinvolgimento dei Sindaci e delle Amministrazioni interessate.

Quest'ultimo sarà il metodo di lavoro che si intende portare avanti per il proseguo dell'attività inerente alla questione oggetto dell'interrogazione che coinvolge diversi enti e pertanto non può essere risolta direttamente da questo Assessorato.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Lotto - Manca Gavino - Demontis sull'appalto della Asl di Sassari per servizio di ristorazione e trasporto pasti.

In riscontro alla nota Prot. N. 4977 del 17 luglio 2014, con la quale si chiede a questa ASL di fornire elementi utili per rispondere alla interrogazione consiliare di cui all'oggetto, si comunica quanto segue.

L'esternalizzazione del servizio di ristorazione, già attuato da diversi anni, ha visto nel nuovo appalto l'esternalizzazione anche del centro cottura del Presidio Ospedaliero di Sassari.

Questa decisione è stata supportata da numerose esigenze, la principale riguarda le problematiche strutturali/impiantistiche dei locali dove è collocato attualmente il centro cottura; la soluzione richiederebbe una ristrutturazione e ammodernamento della struttura da realizzarsi con importanti finanziamenti non a disposizione.

L'esternalizzazione del servizio di ristorazione con il mantenimento del centro cottura interno potrebbe determinare l'insorgenza di contenziosi per l'accertamento di responsabilità in capo all'Azienda o al Fornitore per lo status dei locali che necessitano di continui interventi per garantire le condizioni di sicurezza igienico-sanitarie previste dalla normativa in materia.

La decisione di esternalizzare i centri cottura è stata, in secondo ordine, supportata dalla mancanza di spazi nel Presidio per depositi, magazzini e spogliatoi.

Da sempre anche altri servizi appaltati lamentano la mancanza di spazi da adibire a stanza di deposito (lavanolo, servizio di pulizia, sterilizzazione). Si ricordi che le nuove metodologie di sanificazione e pulizia richiedono locali per l'allocazione delle apparecchiature per il lavaggio e la sanificazione dei prodotti utilizzati.

Tale problematica, che ripetutamente viene rappresentata, può essere facilmente risolta sostenendo costi sicuramente più modesti.

Per quanto riguarda invece il costo della giornata alimentare, l'attuale è di 9,71.

Così come da indicazione della Autorità, l'indagine che ha portata alla pubblicazione dei prezzi di riferimento in data 1/7/2012, ha interessato le principali stazioni appaltanti e ha tenuto conto della presenza nel contratto di eventuali servizi aggiuntivi (servizio cucina esterno alla struttura ospedaliera, servizio di distribuzione pasti al paziente, bevande, prenotazione dei pasti, possibilità di scelta tra menù diversi, costi dei vettori energetici…)

Dall'analisi dei dati era emersa la significatività statistica dei servizi aggiuntivi quali:

- servizio prenotazione

- servizio di distribuzione dei pasti al paziente (testa/letto).

Pertanto i prezzi indicati dall'Autorità per la Vigilanza dei Contratti Pubblici prevedono, per giornata alimentare:

- € 9,40 in caso di fornitura di solo pasto

- € 11,57 in caso di fornitura di pasto e "in aggiunta" il servizio di "prenotazione"

- € 12,12 in caso di fornitura di pasto e "in aggiunta" il servizio di "prenotazione" e "servizio distribuzione dei pasti al paziente (testa/letto).

Il Servizio di ristorazione richiesto dalla ASL di Sassari ha indicato quale base d'asta il prezzo a giornata alimentare

- di € 14,63 per il lotto 1 per l'Azienda Sanitaria di Sassari

- di € 14,00 per il lotto 2 per l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari

considerando, pertanto, una maggiorazione dei prezzi di riferimento a quei servizi "aggiuntivi" non completamente ricompresi dalla rilevazione dell'AVCP, ossia: "servizio di cucina esterno alla struttura ospedaliera" e possibilità di scelta tra menù diversi", richiesti quali maggiori standard qualitativi, oltre che all'aumento dei prezzi al consumo (ISTAT anno 2013).

Si tenga inoltre presenta che i due prezzi indicati sono prezzi a base d'asta per il quali era previsto l'aggiudicazione "al ribasso". La procedura di gara ha aggiudicato la giornata alimentare a

- - € 12,57 per il lotto 1 per l'Azienda Sanitaria di Sassari

- di € 12,86 per il lotto 2 per l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari

Pertanto i prezzi, così come da indicazioni della AVCP, non sono confrontabili.

Ma seppure volendo non considerare i "maggiori" costi per i "servizi aggiuntivi" la differenza di prezzo dell'attuale appalto non è significativa, così come da art.17, comma 1, lettera a) del D.L. 98 del 6 giugno 2011 convertito in legge n.111 del 15/7/2011, in quanto non eccede la misura del 20%.

Si fa infine presenta che l'attuale appalto ha ottenuto il parere positivo di legittimità e di merito dell'Assessorato Regionale, con determinazione n. 188 del 19.06.2014.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Lai relativa all'ipotesi di riduzione dell'orario dei lavoratori del servizio antinsetti gestito dalla Proservice, società in house della Provincia di Cagliari. (111)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto si rappresenta quanto segue.

Come noto le funzioni di lotta agli insetti nocivi e ai parassiti dell'uomo e delle piante sono state assegnate alle Province sarde con la Legge regionale 1 giugno 1999 n. 21 "Trasferimento alle Province delle funzioni in materia di controllo e lotta contro gli insetti nocivi ed i parassiti dell'uomo, degli animali e delle piante e soppressione di ruoli speciali ad esaurimento".

La LR 21/99 ha abrogato la precedente LR 21 gennaio 1986 n. 13 con la quale fu radicalmente riformata la strutturazione del servizio antinsetti regionale. Questo smise di far capo a un centro di coordinamento regionale, il "CRAAI" (Centro Regionale Antimalarico e Antinsetti) e fu invece riferito alla competenza dei "CPA" (Centri Provinciali Antinsetti), dotati di autonomia amministrativa e dislocati all'interno degli organigrammi delle Province. La LR 21/99 ha ereditato l'architettura su base provinciale e ha completato l'autonomia funzionale dei CPA ai quali la materia è stata totalmente trasferita.

Alla Regione, e in particolare all'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, è rimasto secondo quanto strettamente previsto dalla norma, una residuale forma di coordinamento delle Province per la formulazione di indirizzi comuni attraverso l'indizione di una conferenza annuale. Tuttavia, preso atto della insufficienza e inadeguatezza dello strumento delle conferenze programmatiche annuali individuato dalla LR 21/99, la Giunta regionale ha istituito, con Deliberazione n. 18/10 del 11.05.2010, il Tavolo tecnico per la difesa fitosanitaria delle piante forestali, organismo tecnico coordinato dal Servizio Tutela del suolo e politiche forestali dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente e nel quale prendono posto i referenti dei centri antinsetti delle 8 Province.

Ai sensi dell'art. 2, comma 1, della medesima LR 21/99, ai fini di agevolare l'esercizio delle funzioni trasferite, la Regione eroga alle Province un apposito contributo finanziario annuale la cui ripartizione viene annualmente deliberata dalla Giunta regionale. Circa i criteri di ripartizione si sottolinea una certa complessità dipendente dall'assunzione di parametri che tengono conto del contesto fisico-territoriale, del fattore di urbanizzazione, della popolazione, etc.

Sulla base della valutazione dei trasferimenti effettuati dal 2007 al 2013, lo stanziamento finanziario annuale a favore delle Province si è attestato attorno alla media di 7,36 Milioni di euro ai quali, nel periodo ricompreso fra gli anni 2009 e 2013, si sono aggiunti i fondi destinati annualmente alla prosecuzione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, atipico e di collaborazione coordinata e continuativa del personale esterno addetto alle attività di disinfestazione, i cosidetti ex disinfestori o, più recentemente, operatori di tutela ambientale. Quest'ultima voce, tenuto conto della costituzione del servizio antinsetti presso le nuove 4 Province e secondo le richieste generali avanzate, si è portata dagli iniziali 258 mila euro complessivi del 2009 alla soglia massima del 2013 indicata dalla norma in complessivi euro 900 mila.

Nel complesso la configurazione dei trasferimenti finanziari alle Province per la lotta antinsetti è il risultato di una sommatoria facente capo a tre voci principali:

• il riparto di base ex LR 21/99,

• l'integrazione per la prosecuzione dei rapporti di lavoro del personale atipico,

• la trattenuta a monte delle retribuzioni del personale ex CRAAI comandato presso le Province introdotta dalla legge finanziaria 2013.

Per quanto concerne specificamente la Provincia di Cagliari, i dati annuali dal 2007 al 2013 attestano un trasferimento medio di € 2.010.000, con una forbice che varia da euro 2.120.000 nel 2012 al valore minimo di € 1.665.000 nel 2011.

Relativamente al corrente anno 2014 la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore della Difesa dell'Ambiente, ha operato attraverso due distinti dispositivi.

• Con la Deliberazione n. 16/2 del 6.5.2014 è stato disposto il trasferimento alle Province della quota di riparto base pari a € 7.750.000. Alla Provincia di Cagliari, sull'ammontare lordo di € 2.077.542,50, è stata effettivamente liquidata dagli uffici regionali la somma di € 1.705.011,56, al netto delle trattenute 2014 per il personale ex CRAAI e delle compensazioni per i minori trasferimenti effettuati nel precedente esercizio 2013.

• Con Deliberazione n. 32/13 del 07.08,2014 è stata altresì programmata dalla Giunta la somma complessiva di € 1.220.000,00 concernente il trasferimento per la prosecuzione dei servizi degli operatori ambientali, ai sensi della L.R. 19 maggio 2014, n. 9, art. 9, e per garantire la realizzazione efficace dei servizi di disinfestazione antinsetti in tutte le otto Province anche nel corrente esercizio 2014. A valere su questa seconda tranche, alla Provincia di Cagliari sono stati destinati ulteriori € 85.782,40. Tale somma tuttavia risulta ancora non liquidata dalla Regione alla Provincia di Cagliari ma questo avverrà entro tempi brevi.

Complessivamente, pertanto, a favore della Provincia di Cagliari, nel presente esercizio 2014, sono stati programmati € 2.163.324,91, somma che rappresenta in assoluto il valore più alto mai programmato a favore della medesima. Al netto delle trattenute per il personale ex CRAAI sono stati effettivamente già liquidati € 1.705.011,56, mentre sono di prossima liquidazione ulteriori € 85.782,40, per un totale netto di trasferimento effettivo 2014 pari a € 1.790.793,96.

In merito alla questione posta dall'istante relativamente alle scelte della Provincia di Cagliari di riduzione delle prestazioni del personale della Proservice, società in house della Provincia, si chiarisce che, ai sensi delle norme sopraesposte, la materia antinsetti, e in particolare la gestione operativa delle attività ordinarie e del personale, è totalmente demandata alla competenza delle Province titolari, confinandosi il ruolo della Regione al coordinamento d'indirizzo generale e al trasferimento alle Province della contribuzione finanziaria annuale per il sostegno allo svolgimento di dette funzioni.

Ai sensi della norma e della prassi amministrativa adottata non è prevista, e mai è stata adottata, alcuna forma di rendicontazione contabile e verifica delle spese realizzate, preso atto che la legge di bilancio annuale, presso il quale trova allocazione la copertura finanziaria dell'attività antinsetti, costituisce di per sè la necessaria legittimità giuridica al trasferimento da parte della Regione del contributo. Il contributo erogato dalla Regione è altresì, per titolo e allocazione in bilancio, da ritenersi a destinazione vincolata, ricomprendendo in esso qualunque tipologia di spesa che la Provincia, nella sua autonomia gestionale, reputi necessario impegnare per l'efficace erogazione del servizio antinsetti.

Tuttavia l'assessorato della Difesa dell'Ambiente, e questa Giunta regionale, hanno chiaramente riconosciuto la necessità urgente di intervenire nella ridefinizione dei parametri distributivi del contributo, seppur nelle more della riforma organica dell'ordinamento delle autonomie locali, infatti, secondo quanto disposto nella sopracitata n. 32/13 del 07.08.2014, a decorrere dal prossimo esercizio 2015, è stato dato mandato all'Assessore della Difesa dell'Ambiente di predisporre, in accordo con le Province, una proposta di rivisitazione complessiva dei coefficienti di contribuzione finanziaria per l'esercizio delle funzioni di lotta e prevenzione antinsetti, ridefinendole sulla base di fabbisogni standard ed esigenze reali e oggettive del territorio.

Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Truzzu sui gravi problemi causati dalla mancata nomina del commissario della Commissione provinciale artigiani di Cagliari. (114)

Con riferimento alla richiesta pervenuta in data 31 luglio 2014 in merito all'interrogazione indicata in oggetto, si fa presente che, sin dal 28 luglio 2014 con decreto assessoriale n.10/2014, è stato nominato quale Commissario il Dott. Gianluca Franco Lilliu, e che pertanto la Commissione ha ripreso la normale attività.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Tendas - Comandini - Cozzolino - Deriu - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi relativi ai risarcimenti a favore delle famiglie e attività produttive che hanno subito danni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013. (64)

In relazione ai contenuti dell'interrogazione in oggetto, ad integrazione di quanto esposto nella nota prot. 4672 del 21.07.2014 inviata dalla Direzione Generale della Protezione Civile, relativamente alla specifica richiesta riguardante gli aiuti ai privati e alle attività produttive si trasmette in allegato un documento dal quale emerge lo stato aggiornato della situazione specificamente connessa all'erogazione degli aiuti ai soggetti privati colpiti dall'alluvione del novembre 2013.

SITUAZIONE FONDI PER AIUTI ALLUVIONE SARDEGNA DEL NOVEMBRE 2013

1. PREMESSA

I gravi eventi alluvionali verificatisi nel mese di novembre 2013, durante i quali persero la vita 16 persone, a tutt'oggi risulta 1 disperso, hanno causato pesantissimi danni a beni del patrimonio pubblico e di interesse pubblico, ai privati, alle attività economiche, produttive ed agricole, per un ammontare complessivo pari a € 659.203.448,86, descritti nel seguente quadro riepilogativo fornito dalla Protezione Civile a seguito della rilevazione dei fabbisogni, allegato alla Relazione conclusiva di ricognizione dei danni:

Quadro riepilogativo dei fabbisogni

Stima dei fabbisogni importo € %

1. Interventi sul patrimonio pubblico 495.657.526,23 75,19

a. Interventi urgenti 30.502.338,59 4,63

b. Interventi di ripristino 206.017.815,77 31,25

c. Interventi strutturali 259.155.371,87 39,31

(Fonte dati: Ufficio Commissario delegato - schede A)

2. Interventi sul patrimonio privato 39.405.540,89 5,98

(Fonte dati: Ufficio Commissario delegato - schede B)

3. Attività economiche e produttive 124.121.381,74 18,83

a. Settore agricolo 79.863.216,05 12,12

(Fonte dati: Agenzia ARGEA)

b. Altri settori 44.258.165,69 6,71

(Fonte dati: Ufficio Commissario delegato - schede C)

TOTALE 659.203.448,86 100

I Comuni colpiti dall'evento alluvionale sono stati 82 i quali hanno dovuto far fronte ad un'emergenza straordinaria che non ha avuto uguali in nessun'altra parte d'Italia.

2. SITUAZIONE ATTUALE

I Fondi ad oggi assegnati dallo Stato nella contabilità speciale del Commissario delegato ammontano a 20 ML, ai quali si sono aggiunti 12,019 ML destinati dalla RAS tutti impegnati e utilizzati per far fronte all'emergenza della popolazione al momento dell'evento e alla messa in sicurezza di beni pubblici e di interesse pubblico.

Sono stati recentemente stanziati dalla RAS 40 ML per la ricostruzione e una serie di interventi nei Comuni a rischio idrogeologico.

A questi vanno ora ad aggiungersi altri 546.000,00 euro derivanti da sottoscrizioni di enti e soggetti pubblici e privati, versati sul c/c della RAS all'indomani dell'alluvione e dei quali è stato disposto il versamento nella contabilità speciale del Commissario delegato per il ripristino di beni pubblici e di uso pubblico.

3. ATTIVITÀ IN CORSO

a. Accesso al prestito agevolato e al Fondo per le Emergenze Nazionali

A livello di Governo centrale:

In sede di Conferenza Stato-Regioni si era proposto un emendamento al DDL governativo sugli interventi in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, e la RAS aveva ottenuto un Tavolo tecnico per definire le modalità attuative.

Pochi giorni dopo però il testo governativo è stato unificato in una proposta analoga di legge parlamentare nella quale però non era stata riportata la possibilità di accesso al credito agevolato per i soggetti privati colpiti dall'alluvione.

Pertanto si è insistito con un'azione di pressione istituzionale in Parlamento e Senato: è stata immediatamente trasmessa a tutti i parlamentari sardi una nota dell'Assessore della Difesa dell'ambiente con la quale venivano sensibilizzati sul problema e gli si chiedeva di proporre le opportune modifiche al testo unificato.

La proposta dell'Assessore è stata accolta positivamente tant'è che è stata depositata ieri in Commissione Bilancio una proposta di emendamento all'art. 7 del testo unificato ed è stata fatta una richiesta di question time al Governo sull'argomento.

b. Accesso ai Fondo Europeo di Solidarietà

A livello di Parlamento Europeo:

A gennaio 2014 era stato presentato alla Commissione europea da parte della Rappresentanza del Governo italiano a Bruxelles un Dossier sull'alluvione avvenuta in Sardegna nel 2013 ai fini di accedere al Fondo Europeo di Solidarietà.

Successivamente, lo scorso mese di luglio, l'Assessore ha inviato una nota agli eurodeputati della Sardegna per chiedere loro di sostenere e sollecitare presso la Commissione Europea l'erogazione alla Sardegna di risorse dal FONDO di SOLIDARIETÀ dell'Unione Europea nella misura massima della percentuale di calcolo consentita dal regolamento vigente al tempo di presentazione della richiesta (pari a 16 ML di euro), e non secondo il nuovo regolamento adottato che avrebbe dimezzato l'importo.

Alla fine di agosto 2014 da fonte ufficiale (sito istituzionale della Commissione Europea) si è appresa la notizia che la Commissione Europea ha proposto di assegnare 16,3 ML di euro alla Sardegna per i danni subiti dal patrimonio pubblico a causa dell'alluvione del 2013.

Tali fondi sono finalizzati alla ricostruzione di beni pubblici e di interesse pubblico, ma è indubbia la ricaduta positiva sui privati e sulle attività produttive, per riportare a condizioni di normalità le condizioni di vita e ambientali delle persone.

c. Accesso diretto ai fondi raccolti dalle associazioni umanitarie

Relazioni con le associazioni umanitarie (Croce Rossa e Caritas);

Erogazione di aiuti immediati ai privati

Preliminarmente è stato chiesto alla Protezione Civile di effettuare una rilevazione dei contributi già erogati ai privati da parte dei Comuni colpiti beneficiari di eventuali fondi provenienti da donazioni e contributi direttamente donati agli stessi da parte di associazioni ed enti privati, per evitare ingiuste quanto illegittime sovrapposizioni e duplicazioni.

I risultati della rilevazione sono pervenuti alla Protezione Civile in questi giorni e si sta procedendo all'elaborazione dei dati.

A tale scopo verranno delineate procedure rigorose e trasparenti di erogazione dei contributi agli aventi diritto al fine di coprire le spese necessarie per l'abitabilità, escludendo da tale copertura qualsiasi abitazione che a vario titolo non abbia i requisiti per poter accedere a contributi pubblici, cogliendo tale occasione per far emergere in maniera chiara ed evidente, laddove esistenti, eventuali casi di edificazioni abusive o poste in aree ad eccessiva "pericolosità" idrogeologica.

Croce Rossa Italiana

La CRI ha comunicato di aver raccolto circa 5 ML di euro.

E' in fase di stipula in questi giorni (si prevede entro i primi di settembre 2014) un Protocollo di Intesa tra la RAS e la CRI per la definizione delle modalità di erogazione diretta dei fondi raccolti. Al Protocollo sarà allegato anche il bando da pubblicare da parte della CRI per far partecipare i privati mediante presentazione delle domande tramite apposita modulistica, già anch'essa predisposta.

Si prevede la materiale erogazione dei fondi ai privati entro il mese di dicembre 2014.

Caritas

Per quanto attiene alla Caritas, che ha raccolto fondi per 2,9 ML, questa ha già distribuito ai privati le seguenti cifre;

- 155,000 euro per interventi di emergenza e primo aiuto (attraverso la Caritas Sardegna);

- 2,100.000 per interventi a sostegno di famiglie e piccole imprese, di cui 1.300.000 già approvati e finanziati per le diocesi di Tempio-Ampurias, Nuoro e Ales-Terralba;

- 500.000 già finalizzati al microcredito;

- 25.000 per attrezzature varie;

- le risorse rimanenti (oltre 100mila euro) saranno usate per progettualità sociali (per fasce deboli) o per incrementare il fondo per il microcredito.

d. Interventi sul contesto normativo

In considerazione del fatto che allo stato attuale non esiste uno strumento normativo che permetta di attribuire direttamente ai privati delle risorse al fine di fornire agli stessi un sostegno in riferimento ai danni subiti a seguito di eventi, si sta lavorando ad un disegno di legge regionale che l'Assessore della Difesa dell'Ambiente si è impegnata a portare all'attenzione dell'esecutivo, nel quale, una volta per tutte, sia prevista l'attivazione di un apposito capitolo nel bilancio regionale che consenta, ogniqualvolta si verifichino eventi calamitosi, di poter erogare direttamente ai privati da parte della RAS contributi e aiuti economici, che allo stato attuale, in mancanza di un'apposita legge regionale (come quella che era stata varata ad hoc nel 2008 per l'alluvione di Capoterra) non consente alla Regione di trasferire direttamente i fondi ai privati.

L'Assessore

In risposta all'interrogazione n. 64/A con la quale sono state richieste notizie "sui ritardi relativi ai risarcimenti a favore delle famiglie e attività produttive che hanno subito danni a seguito dell'alluvione del 18 novembre 2013"si forniscono chiarimenti relativi alla ricognizione dei danni provocati dall'alluvione al patrimonio privato ed alle attività produttive, ed in particolare riguardo l'assenza di fondi assegnati allo scrivente Commissario delegato per il ripristino dei danni stessi.

Con Ordinanza n. 122 del 20/11/2013. il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha disposto i primi interventi urgenti di protezione civile per gli eccezionali eventi meteorologici di novembre 2013 nella Regione Autonoma della Sardegna, nominando il Direttore generate della protezione civile RAS quale Commissario delegato.

L'art. 1 comma 5 della citata Ordinanza stabilisce che il Commissario delegato predisponga nei successivi 20 giorni, nel linite delle risorse finanziarie assegnate, un Piano degli interventi da sottoporre all'approvazione del Capo del Dipartimento della protezione civile.

Tale piano, che può essere successivamente rimodulato e integrato, nei limiti delle risorse assegnate, previa approvazione del Capo del Dipartimento della protezione civile, deve contenere:

a) gli interventi di soccorso e di assistenza ala popolazione;

b) gli interventi di somma urgenza;

c) gli interventi provvisionali urgenti.

La ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture pubbliche e private danneggiate, nonché dei danni subiti dalle attività economiche e produttive, è stata avviata con circolare prot. 804 del 17/12/2013, inviata a comuni, province ed altri enti interessati in attuazione degli artt. 5 e ss. Dell'OCDPC n. 122/2013.

In proposito si precisa che la circolare prot. 887 del 19/12/2013, citata nell'interrogazione in oggetto, è stata invece predisposta in attuazione dell'art. 4 dell'OCDPC n. 122/2013 e conteneva disposizioni in merito alla ricognizione degli oneri riferiti al lavoro straordinario prestato dal personale non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni di cui all'arti. 1, comma 2 del D.Lgs. 165/2001.

In sintesi, il Commissario delegato svolge:

- un'attività di ricognizione dei danni, che però non costituisce riconoscimento automatico dei finanziamenti per il ristoro degli stessi (cfr. art. 9, comma 4 dell'OCDPC n. 122/2013);

- un'attività di pianificazione degli interventi immediati di soccorso e assistenza alla popolazione e dei primi interventi urgenti sul patrimonio pubblico, sulla base delle risorse assegnate.

Fino ad oggi le risorse assegnate sulla contabilità speciale intestata al Commissario ammontano complessivamente a € 32.019.000,00 di cui € 20.000.000,00 sono fondi statali (art. 11 dell'OCDPC n. 122/2013) e € 12.019.000,00 sono fondi regionali (L.R. 33/2013).

Premesso quanto sopra, con riferimento ai singoli punti per il quali si chiedono chiarimenti con l'interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue:

a) le famiglie e le attività produttive che hanno subito danni non hanno ricevuto alcuna forma di indennizzo da parte del Commissario delegato in quanto questi è stato incaricato di eseguire la sola ricognizione dei fabbisogni, mentre ha ricevuto risorse finanziarie destinate al ripristino del solo patrimonio pubblico;

b) la ricognizione dei fabbisogni relativi al ripristino del patrimonio privato e dei danni subiti dalle attività economiche e produttive è stata trasmessa al Dipartimento delle Protezione Civile il 26/02/2014 secondo quanto stabilito dall'art.9 dell'OCDPC n. 122/2013;

c) questo Ufficio commissariale non può fornire il crono programma richiesto in quanto non gestisce fondi destinati alle famiglie e alle attività produttive che hanno subito danni in conseguenza dell'alluvione.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Tendas - Solinas Antonio in merito alla profilassi ovi-caprina contro la Visna maedi. (130)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si comunica quanto segue.

La Visna Maedi (dall'Islandese Visna che significa "sindrome neurologica" e Maedi che sta per "malattia respiratoria") è una malattia infettiva causata da "Lentivirus degli ovi-caprinì". Sotto tale nome sono riuniti i virus responsabili sia della forma patologica più propriamente riscontrata nelle pecore e denominata "Visna Maedi" ma che, è bene precisare da subito, hanno stretta correlazione con i virus responsabili della "Caprine Arthrìtis Encephalitis Virus" (meglio nota con la sigla CAEV) nelle capre. Il nome di "Lentivirus" deriva dal fatto che essi provocano negli ovi-caprini infezioni multi-organo e persistenti ad evoluzione lentissima. La Visna Maedi si manifesta infatti solitamente in soggetti adulti, di età compresa tra i 3 ed i 4 anni, con sintomi respiratori, deperimento fino alla cachessia e, spesso, morte per infezioni concomitanti. Quasi sempre la malattia evolve anche a livello mammario delle pecore, con una mastite cronica in conseguenza della quale spesso si osserva negli animali infetti una mammella squilibrata ed asimmetrica. Accanto a tali forme, più o meno conclamate, si osservano molto più frequentemente forme asintomatiche, diagnosticate solo sulla base o di un'autopsia per cause sconosciute o a seguito della visita post-macellazione di pecore riformate .

Da quanto si è detto, appare evidente come la Visna Maedi sia un'infezione subdola, con sintomi poco rilevanti, se non nella fase avanzata della malattia. Si consideri, inoltre, che le perdite più rilevanti riguardano la produzione lattea e sono dovute alla mastite induritiva (ed alla minore efficienza respiratoria dei soggetti colpiti da polmonite). La malattia si trasmette dagli animali infetti a quelli sani soprattutto per via respiratoria (a seguito di contatti stretti e prolungati soprattutto durante i periodi di stabulazione) e per via digerente (con l'assunzione da parte dei neonati del colostro e poi del latte). Come altri Lentivirus, anche quelli responsabili della Visna Maedi (e della correlata CAEV) presentano una notevole variabilità di ceppi virali, condizionandone perciò anche le proprietà di indurre immunità negli ovi-caprini, nel senso che tale fenomeno contribuisce alla condizione della "persistenza virale", che consente al virus di eludere le difese immunitarie degli animali (rappresentando anche il principale ostacolo allo sviluppo di vaccini efficaci) .

Le caratteristiche brevemente descritte della malattia hanno condotto ad uno scenario che, praticamente, considera l'infezione oramai diffusa su scala mondiale. Il lungo periodo d'incubazione che caratterizza le varie forme costituisce infatti una preoccupante remora per gli allevatori ovini e le autorità competenti sulla sanità animale, considerando che gli animali rappresentano dei diffusori permanenti del contagio molto tempo prima della comparsa delle manifestazioni cliniche. Allo scopo di ridurre il rischio della propagazione dei virus, l'unico mezzo attualmente ipotizzabile è rappresentato da un eventuale piano di monitoraggio sierologico continuo, al quale possa seguire l'eliminazione dal gregge degli animali sieropositivi (come si è inteso avviare sperimentalmente in alcuni Paesi dell'UE). Tuttavia, a livello globale, gli unici territori esenti dall'infezione sono a tutt'oggi l'Australia e la Nuova Zelanda, oltre all'Islanda dove la malattia è stata da tempo eradicata, anche se a costo di notevoli sacrifici di ordine economico .

Ecco perché la Visna Maedi è compresa fra le malattie della "Lista B" dell'OIE (Office International des Épizooties) e l'attenzione per questa malattia da parte degli allevatori, oltre che dei veterinari e ricercatori, sia notevolmente aumentata soprattutto nel corso dell'ultimo decennio, in linea con le sempre maggiori garanzie zoosanitarie richieste, soprattutto, nel contesto degli scambi nell'UE. Il D.L.vo 19.08.2005, n. 193, di "Attuazione della direttiva 2003/50/CE relativa al rafforzamento dei controlli sui movimenti di ovini e caprini", specifica infatti che i soggetti da allevamento e da riproduzione debbano essere stati acquistati in un'azienda nella quale, nei precedenti tre anni, non sia stata accertata clinicamente la Visna Maedi (e la correlata altra lentivirosi CAEV); inoltre, il Ministero della Salute può sottoporre alla Commissione UE, ai fini dell'attuazione di garanzie per gli scambi di ovi-caprini, un programma nazionale (obbligatorio o volontario) di controllo per tali specifiche malattie.

In Sardegna, con un'economia zootecnica principalmente basata sull'allevamento ovino e caprino e sulla commercializzazione del latte e dei suoi derivati, tali Lentivirosi sono state segnalate in questi ultimi anni sempre con maggiore frequenza, sia in forma inapparente che in forma clinica evidente, anche con perdite economiche significative. Nella nostra Regione la presenza di Visna Maedi è stata accertata per la prima volta nel 1982 e la presenza di CAEV nel 1988. I dati disponibili già alla fine degli anni '90. benché specificamente riferibili ad alcune Province (come, in particolare, quelle di Sassari e Nuoro), avvaloravano già da allora l'ipotesi di un'ampia diffusione delle Lentivirosi nelle greggi della Sardegna. Con Decreto dell'Assessorato della Sanità n. 54 del 21 ottobre 2009. che ha disciplinato in Sardegna la "Notifica delle malattie infettive e trasmissibili degli animali" è stata perciò aggiunta, tra le malattie infettive trasmissibili degli ovini e caprini con l'obbligo di notifica alla Regione, anche la Visna Maedi (e la correlata CAEV), come necessità avvalorata anche dai dati più recenti di monitoraggio ad ampio raggio svolto in Sardegna, frutto di specifiche risultanze della ricerca corrente svolta dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) in tema di "Lentivirosi dei piccoli ruminanti: studio della diffusione dell'infezione negli allevamenti della Sardegna" (Progetto IZS-SA-03/05). Come si specificherà meglio di seguito. I risultati davano evidenza che le infezioni da Lentivirus in Sardegna sono diffuse su tutto il territorio regionale, senza particolari differenze, risultando la specie caprina quella maggiormente colpita .

La rilevata diffusione delle Lentivirosi è diventata quindi motivo di particolare attenzione, anche nella prospettiva di pianificare una qualche forma di controllo della malattia e, a tal fine, l'Assessorato della Sanità elaborò un preliminare Piano Regionale 2010-2012 di risanamento dalle malattie da Lentivirus degli allevamenti caprini, emanato con proprio Decreto n. 01753/DecA/45 del 23 settembre 2010 (trasmesso alle Istituzioni interessate, oltre che alle ASL e all'IZS, con nota prot. n. 20328 del 30 settembre 2010), cui ha fatto seguito la Determina IZS di recepimento (con nomina del referente) n. 123 del 17 febbraio 2011. Ancora con riferimento alla forma patologica riferita alla specie caprina che, come si è detto, manifesta un quadro di maggiore gravità, lo scorso anno si è proseguito nel solco tracciato di un consolidamento delle misure finalizzate al contenimento di tale malattia attraverso Deliberazione di Giunta (supportata di concerto tra l'Assessorato della Sanità e quello dell'Agricoltura) n. 39/29 del 26 settembre 2013, recante misure di sostegno agli allevamenti che aderiscono al Piano regionale di risanamento dalle malattie da Lentivirus degli allevamenti caprini (cui è seguito il Decreto dell'Assessorato dell'Agricoltura n. 133/DecA/9 dell'11 febbraio 2014, con le direttive applicative, e la Determinazione Argea n. 2303 del 16 maggio 2014, con l'approvazione del bando). Quasi contestualmente, la Quinta Commissione Permanente del Consiglio Regionale ha approvato all'unanimità la sua 1° Risoluzione, proprio "Sulla diffusione e sui danni provocati dalla Visna Maedi in Sardegna".

Fatta questa necessaria premessa e tratteggiati gli elementi fondamentali che condizionano, al momento, la pianificazione di un credibile protocollo di intervento pubblico, che abbia cioè contorni sufficientemente definiti relativamente ai rapporti di costo/beneficio, all'interno dei vincoli economici e compatibilmente con altre priorità di Sanità Pubblica Veterinaria che impegnano la nostra Regione (si pensi, ancora oggi, al solo problema della Peste Suina Africana e/o della Blue Tongue, sotto il profilo permanentemente emergenziale, ma senza trascurare tutti gli altri Piani di eradicazione di malattie, anche trasmissibili all'uomo, come lo è la Tubercolosi Bovina per esempio, sulla quale non si può assolutamente allentare l'attività dei Servizi Veterinari delle ASL), si intende infine dare di seguito un breve, ma esaustivo, specifico riscontro ai due quesiti formulati dagli interroganti .

Relativamente al 1° quesito. già alcune indagini (con prelievo sierologico) condotte in passato (seconda metà degli anni '90) ma, come si è detto, limitate alla provincia di Sassari, davano indicazioni sulla diffusione della Visna Maedi negli allevamenti e nei capi, aggirandosi intorno al 70% e 25% rispettivamente. I dati estratti dall'attività diagnostica ordinaria dell'IZS indicavano inoltre che a fronte di una positività sierologica intorno al 36%, si poteva rilevare che il 10% circa dei soggetti presentava lesioni della mammella riferibili a Lentivirosi. Inoltre, un'altra indagine epidemiologica (sempre tramite saggio sierologico dei capi), condotta negli allevamenti caprini della provincia di Nuoro, aveva evidenziato una diffusione del 64% negli allevamenti testati e del 20% nei capi controllati. Tali dati preliminari avvaloravano quindi l'ipotesi di un'ampia diffusione della malattia nelle greggi e, verosimilmente, nell'intero territorio regionale .

Sulla scorta di tali premesse, l'IZS (utilizzando i fondi correnti regionali e ricorrendo ad apposito finanziamento ministeriale) ha avviato uno specifico piano di ricerca, come si è già detto, ponendosi i seguenti obiettivi: a) acquisire la conoscenza della reale diffusione delle patologie sul territorio regionale, attraverso la selezione di un campione di allevamenti rappresentativo dell'intero territorio regionale; b) effettuare l'isolamento del virus da vari organi (come dal sangue e dal latte), al fine dell'esame genetico dei virus e l'analisi quindi delle "parentele" filogenetiche dei virus isolati (caratterizzando quindi i ceppi virali isolati in Sardegna e, conseguentemente, valutando e migliorando le metodiche attualmente in uso, ovvero adeguando gli strumenti diagnostici a disposizione dell'IZS per le esigenze zoosanitarie della Regione) .

È stato quindi utilizzato un campione di allevamenti calcolato sulla base di una robusta "significatività statistica" ed effettuando una stratificazione di tipo geografico e per dimensione del gregge (cioè tenendo conto, ai finì della rappresentatività, della numerosità del patrimonio ovi-caprino nelle otto ASL della Sardegna e suddividendo le aziende ovine, caprine e miste ovi-caprine in 5 "classi di consistenza": con meno di 100 capi, tra 101 e 200, tra 201 e 300, tra 301 e 500 e con più dì 500 capi). Sono stati quindi sottoposti a controllo sierologico n. 306 allevamenti, per un totale di oltre 18 mila campioni di sangue esaminati (per l'esattezza 18.513, di cui 17.117 relativi a capi ovini e 1.396 a quelli caprini). Sul totale degli allevamenti controllati, n . 275 sono stati riscontrati positivi al test sierologico per Lentivirosi (ovvero, per Visna Maedi negli ovini e CAEV nei caprini). La diffusione di allevamenti ovi-caprini infetti, avendo come riferimento l'intera Sardegna, è stata quindi stimata mediamente del 90% (cioè all'interno di una forbice tra 86% e 93%). Nel dettaglio di specie/promiscuità, la diffusione negli allevamenti ovini monospecifici è risultata del 91% ed in quelli caprini (sempre monospecifici) è risultata del 79%, mentre negli allevamenti misti (promiscui ovi-caprini) è risultata del 100% degli allevamenti. La percentuale di diffusione dell'infezione negli allevamenti infetti è risultata del 33% negli ovini, del 69% nei caprini e del 48,3% nei capi presenti negli allevamenti misti. Tali differenze sono risultate statisticamente significative all'analisi dei dati e, quindi, è possibile affermare che esiste una reale differenza nella diffusione delle infezioni da Lentivirus degli ovi-caprini tra le due specie .

Analogamente, sono state verificate le differenze tra le predette 5 "classi di consistenza" e la classe maggiormente colpita è risultata essere quella di 101-200 capi.

Relativamente al 2° quesito posto dagli interroganti, si precisa ancora una volta che (in stretta analogia al profilo di misure relative alla forma CAEV), non essendo disponibili vaccini per le Lentivirosi degli ovi-caprini, anche la profilassi della Visna Maedi non potrebbe che attualmente mirare al risanamento delle greggi attraverso la individuazione e la eliminazione dei soggetti infetti. La fattibilità di tali misure per tutto il comparto ovi-caprino va però attentamente valutato, anche in relazione ai diversi profili di diffusione dell'infezione all'interno delle greggi. Quando la percentuale di capi infetti nel gregge è bassa, l'eliminazione di pochi soggetti infetti può infatti essere ben supportata dal punto di vista dei costi/efficacia e della tempistica richiesta per l'eradicazione in stalla. Purtroppo però, quando l'allevatore manifesta tutta la preoccupazione al problema delle Lentìvirosi (in primis la CAEV nei caprini, ma a seguire la stessa Visna Maedi negli ovini) ha purtroppo già toccato con mano il danno economico che la patologia ha provocato, trovandosi nel contempo a ipotizzare di intervenire in condizioni di alta percentuale di capi infetti (sfiorando non di rado la quasi totalità dei capi presenti in azienda). In tali condizioni, non essendo ipotizzabile la soluzione precedente, anche per la Visna Maedi ci si dovrebbe ipoteticamente orientare per la creazione di un "nucleo indenne" in ogni azienda partendo dalla progenie, dovendo prevedere: l'immediato allontanamento di soggetti che presentano sintomi clinici (come artrite, polmonite, mastite induritiva); la progressiva eliminazione dei soggetti adulti rilevatisi infetti per positività all'esame sierologico; la costituzione di box per la progenie che siano nettamente separati dal nucleo di animali adulti (rimanendo per altro ancora alta la percentuale di capi adulti infetti); il confinamento immediato degli agnelli fin dal momento del parto (evitando sia l'allattamento ma anche la semplice lambitura); l'alimentazione degli agnelli con colostro e latte artificiale, o risanato mediante trattamento termico (almeno 56°C per 60°); lo svolgimento di periodici screening sierologici (già a partire dai primi sei mesi di vita) sul nucleo di rimonta con immediato allontanamento dei soggetti che eventualmente si dovessero "positivizzare" al controllo sierologico; l'utilizzo infine della progenie risanata per ricostituire l'effettivo del gregge. Sulla certificabilità di un "allevamento indenne", in assenza di una normativa specifica in proposito, sarebbe infine necessaria una condotta prudenziale: il gregge dovrebbe essere considerato "indenne" solo quando l'ultimo soggetto infetto sia stato eliminato e l'effettivo del gregge sia stato sottoposto ad almeno un doppio (se non triplo) controllo sierologico, con esito negativo, a distanza di sei mesi l'uno dall'altro. È opportuno infine considerare che, fino a quando l'ultimo soggetto infetto non sia stato eliminato, il gruppo di rimonta indenne non dovrà avere nessun contatto con il gruppo dei sieropositivi (mungitura, abbeverata, pascolo dovranno infatti essere organizzati in modo tale da evitare il passaggio dell'infezione). Infine, una volta che il gregge sia stato risanato, si dovranno ovviamente mettere in atto tutte le misure necessaire per prevenire la re-introduzione della malattia .

Come si può rilevare con tutta evidenza, lo scenario brevemente rappresentato depone, con tutti gli elementi di criticità mostrati, per la necessità dell'insediamento di uno specifico Tavolo Tecnico regionale che, insieme all'eventuale rimodulazione del Piano CAEV nei caprini, affronti il difficile tema di un programma sistemico di intervento nella profilassi delle Lentivirosi ovi-caprine. a tutto campo, quindi includendovi anche la forma Visna Maedi degli ovini. Al fine di avviare in tempi rapidi il predetto Tavolo Tecnico, questo Assessorato ha già provveduto a contattare le necessarie competenze dell'IZS e dell'Università degli Studi di Sassari per farne stabilmente parte.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Arbau sui gravi problemi derivanti dal blocco imposto dalla ASL alle aziende suinicole "Mamusa". (5)

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si trasmette allegata alla presente la relazione predisposta dall'ufficio competente per materia di questo Assessorato contenente utili elementi di risposta.

In relazione all'interrogazione di cui sopra si precisa quanto segue:

Il Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n. 54, prevede l'istituzione di una zona di protezione del raggio di 3 Km. dal focolaio, inserita in una zona di sorveglianza con un raggio di almeno 10 Km. All'interno di queste aree sono applicate una serie di misure restrittive, compreso anche il divieto alla movimentazione dei suini, il cui scopo è quello di circoscrivere il focolaio evitandone la diffusione all'esterno dell'azienda infetta.

Queste misure di restrizione sono mantenute fino a che non sono stati completati i controlli ufficiali, che comprendono controlli anagrafici, clinici e sierologici nelle aziende poste all'interno di questo perimetro.

Nell'attesa di procedere alla revoca della zona di protezione e sorveglianza le procedure adottate dal Servizio prevenzione Regionale, in collaborazione con l'ASL di Sanluri e il Ministero della Salute, sulla base di quanto disposto agli articoli 10 e 11 del D.lgs n. 54/2004, hanno consentito alle aziende suinicole che hanno fatto richiesta, di movimentare i suini verso i macelli designati dall'autorità competente, nonché di derogare al trattamento delle carni.

Allo stato attuale la situazione di emergenza, conseguente al focolaio di che trattasi, è stata risolta per cui, visto il completamento dei controlli previsti dalla norma, la Regione con Determinazione n, 574 del 30 maggio 2014 ha revocato l'istituzione della zona di protezione e della zona di sorveglianza.

Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta

Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di inserire nella programmazione degli interventi dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) le opere cantierabili relative ai comuni che non hanno mai usufruito delle agevolazioni regionali per l'edilizia convenzionata, e nella fattispecie gli interventi richiesti dal Comune di Zerfaliu.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la recente nota del presidente dell'AREA n. 2247 del 10 settembre 2014, inviata ai sindaci dei comuni della Sardegna, in vista di avviare la propria attività di programmazione, richiede indicazioni relative a possibili interventi, idonei ad essere immediatamente operativi;

- la nota, pur riferendosi al complesso degli interventi possibili, si riferisce particolarmente agli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di predisporre "un piano eccezionale che potrebbe risolvere i problemi presenti in molti alloggi, alleviando le condizioni di disagio degli inquilini";

- tale specificazione lascia chiaramente intendere un orientamento dell'azienda regionale non favorevole alla realizzazione di nuovi alloggi popolari, anche nell'ipotesi in cui questi andrebbero ad interessare quei comuni che non hanno mai usufruito delle agevolazioni regionali per l'edilizia convenzionata;

CONSIDERATO che:

- il paese di Zerfaliu si trova a rappresentare tale fattispecie in quanto non ha mai usufruito della concessione di alloggi da parte di AREA, tantomeno da parte di IACP, anche perché le amministrazioni comunali succedutesi negli anni decorsi hanno preferito seguire altre strade per la costruzione di alloggi di edilizia residenziale agevolata;

- l'amministrazione comunale, nell'anno 2011, ha acquistato un'area attigua al paese di circa 4.250 mq, già fornita di rete idrica, elettrica, fognaria e illuminazione pubblica, dove ha previsto la costruzione di dieci alloggi di edilizia economica residenziale convenzionata;

- su tale area è stata successivamente approntata ed approvata la riqualificazione attuativa ai sensi della legge regionale n. 45 del 1989, poi la progettazione preliminare per le relative urbanizzazioni al fine di ottenere i finanziamenti presso gli ordinari canali regionali e, in ultimo, ad AREA stessa, con l'invio della documentazione in data 5 maggio 2014, prot. 1861;

- in merito a tale richiesta, relativa ad un'opera subito cantierabile, l'amministrazione comunale di Zerfaliu a tutt'oggi non ha ottenuto alcuna risposta,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dei lavori pubblici al fine di conoscere:

1) se non ritenga equo ed indifferibile sostenere le legittime aspettative, nella programmazione degli interventi da parte di AREA, di quei comuni sardi che, come Zerfaliu, non hanno mai usufruito della concessione di alloggi da parte dell'azienda regionale, né dell'ex IACP, e che chiedono per la prima volta di poter accedere alle agevolazioni per l'edilizia economica residenziale convenzionata;

2) quali azioni intenda avviare al fine di promuovere la realizzazione di alloggi di edilizia convenzionata tanto attesi dai cittadini dei piccoli centri della Sardegna che vivono in condizioni di estremo disagio e non hanno mai avuto risposte alle legittime istanze al fíne di poter fruire di abitazioni vivibili e dignitose;

3) se non ritenga altresì necessario porre in essere tutte le misure volte consentire anche ai piccoli comuni sardi di poter realizzare alloggi "popolari", per agevolare la permanenza dei propri residenti e contenere la crescente tendenza all'emigrazione ed allo spopolamento. (169)

Interrogazione Meloni, con richiesta di risposta scritta, sulla programmazione dei percorsi formativi per il rilascio della qualifica di operatori socio-sanitari (OSS) di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 38/24 del 30 settembre 2014.

Il sottoscritto,

PREMESSO che, con la deliberazione della Giunta regionale n. 38/24 del 30 settembre 2014, è stata prevista la programmazione dei percorsi formativi per il rilascio della qualifica di operatori socio-sanitari (OSS) nelle varie aree della Sardegna;

CONSIDERATO che, relativamente alla provincia di Olbia-Tempio, risulta previsto un solo corso per ciascuna categoria di utenti e che, pertanto, potranno essere qualificati e/o riqualificati un massimo di 100 operatori;

ATTESO che, secondo quanto riportato nella deliberazione in argomento, il fabbisogno formativo è stato quantificato a seguito delle ricognizioni effettuate sul territorio da parte degli uffici dell'Assessorato dell'igiene e sanità e sicurezza sociale;

CONSIDERATO che:

- il territorio della provincia di Olbia-Tempio sarà interessato, nel breve periodo, da un importante investimento privato in campo sanitario, integrato da rilevanti finanziamenti pubblici da parte della Regione;

- tale investimento richiederà l'impiego di un rilevante numero di operatori socio-sanitari;

- la carenza strutturale di tali figure professionali induce le strutture sanitarie e assistenziali, talvolta in alcuni territori quali l'area di Olbia-Tempio, a impiegare personale proveniente addirittura dall'estero,

chiede di interrogare gli Assessori regionali del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e dell'igiene sanità e assistenza sociale per conoscere:

a) quali parametri siano stati adottati, nello specifico, al fine della ripartizione territoriale dei corsi da avviare;

b) se, nel calcolo del fabbisogno degli operatori socio-sanitari da qualificare si sia tenuto conto, oltre che degli altri parametri, dell'imminente apertura del nuovo Ospedale di Olbia, rispetto alla quale la Sardegna e, in particolare, il territorio della provincia di Olbia-Tempio, ripongono forti aspettative anche relativamente alla prospettiva occupazionale. (170)

Interrogazione Rubiu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle problematiche della società ARST.

Il sottoscritto,

PREMESSO che in base alla legge regionale n. 3 del 1970 è stata istituita la società Azienda regionale sarda trasporti (ARST) Spa, la principale azienda di trasporto pubblico che in conta circa 2.500 dipendenti, e gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane dell'Isola, il trasporto urbano su gomma in alcuni comuni, oltre alla rete ferroviaria a scartamento ridotto sarda e alla metrotranvie di Cagliari e di Sassari; nel 2008, in seguito a diversi disegni, è stato poi definito il progetto per la costituzione di un unico soggetto che si occupasse della gestione dei trasporti pubblici suburbani ed extraurbani; in tale ottica, l'ARST ha quindi accorpato a sé le ex gestioni governative di FdS e FMS;

ACCERTATO che la funzione istituzionale dell'azienda è quella relativa all'impianto ed alla gestione nell'Isola dei servizi di trasporto di persone e bagagli, rappresentando quindi la più importante azienda di trasporto pubblico locale ed una delle più importanti a livello nazionale;

RILEVATO che da un incontro tenutosi gli scorsi giorni tra i sindacati e i vertici dell'azienda regionale di trasporto sarebbe scaturito un quadro allarmante che desta grande preoccupazione per le prospettive dell'azienda, dovuto ad una allarmante situazione finanziaria che, in meno di un anno - tra novembre 2013 e settembre 2014 - è passata da un credito vantato nei confronti della Regione di 70 milioni di euro all'attuale di oltre 90 milioni di euro;

VALUTATO che la situazione descritta produce ogni anno interessi passivi per circa un milione e 400mila euro, per un totale di circa 10 milioni che la Regione deve rimborsare all'azienda; è inoltre gravissimo il forte ritardo osservato, oltre all'inammissibile negazione delle risorse destinate agli investimenti su infrastrutture e materiale rotabile;

ANNOTATO che alla situazione sopra descritta sono inclusi i pagamenti verso i fornitori, per cui eventuali ritardi potrebbero tradursi in maggiori difficoltà per le aziende erogatrici di beni, servizi e manutenzioni di mezzi e impianti dell'ARST; tutto ciò senza dimenticare le questioni legate ai ritardi nella retribuzione dei dipendenti;

OSSERVATO, infatti, che malgrado i ritardi per il pagamento delle retribuzioni, il personale dipendente continua a garantire il proprio lavoro presso l'azienda senza proclamare scioperi o sospensioni al servizio di pubblico trasporto, mantenendo quindi un profilo serio e altamente professionale nei confronti dei cittadini e dell'azienda stessa;

DENUNCIATO che poche settimane fa alcune corse hanno rischiato la soppressione a seguito dell'esaurimento di carburante, nella sede centrale di viale Monastir; l'azienda ha dunque dovuto fare ricorso alle scorte del deposito ferroviario - ex FdS - di Monserrato; la situazione si è presentata molto critica in particolare, nel Sulcis Iglesiente; questo fatto è da ritenersi inerente la negazione dei fondi provenienti dalla Regione;

ANALIZZATO che in gran parte dei territori si assiste ancora passivamente all'isolamento di molti centri, che convivono con un servizio di collegamento inadeguato, denunciato e rimarcato dagli utenti che richiedono insistentemente il potenziamento dei trasporti anche verso le altre zone della Sardegna, con particolare attenzione verso Cagliari, dove sono distribuiti gran parte dei servizi essenziali dell'Isola;

PRESO ATTO che l'ARST trattiene una quota parte dalle retribuzioni dei dipendenti, per garantire loro una polizza assicurativa e vita, per la tutela del personale sul posto di lavoro e questo rappresenta un diritto inviolabile a cui non è possibile rinunciare ed una eventuale negligenza esporrebbe i dipendenti a gravi e insanabili rischi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per:

1) analizzare la situazione creditoria della Regione nei confronti dell'azienda ARST;

2) valutare la possibilità di un adeguato riconoscimento finanziario alla suddetta società per il ruolo svolto nel settore del trasporto pubblico locale, con migliaia di utenti che usufruiscono del servizio erogato mediante i mezzi di trasporto e migliaia di dipendenti da tutelare;

2) conoscere eventuali progetti della Regione per ridisegnare il comparto e garantire il flusso economico necessario alla continuità dei servizi, volti anche ad incrociare le esigenze di un potenziamento delle tratte verso i territori interni dell'Isola (in particolare in direzione Sulcis Iglesiente);

3) verificare la possibilità di salvaguardare tutti i posti di lavoro dell'azienda, onde assicurare un adeguato servizio di trasporto;

4) verificare la congrua copertura assicurativa a vita per la tutela di tutti i dipendenti per garantire la tutela dei diritti del personale;

5) accertare la regolare copertura delle polizze assicurative vita del personale;

6) comprendere quali soluzioni verranno adottate per sanare in tempi brevissimi la situazione economica dell'azienda. (171)

Interrogazione Cherchi Oscar - Tatti - Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulla distribuzione territoriale dei corsi socio-assistenziali per operatori sanitari in regime di autofinanziamento disposta dalla deliberazione n. 38/24 del 30 settembre 2014.

I sottoscritti,

PREMESSO che la Giunta regionale con deliberazione n. 47/43 del 14 novembre 2013 aveva approvato un programma dei corsi che stabiliva l'attivazione di dieci corsi per la provincia di Cagliari, otto per la provincia di Sassari, quattro per le province di Oristano, Nuoro, Carbonia/Iglesias e Olbia/Tempio, tre per l'Ogliastra e il Medio Campidano, realizzando una distribuzione capillare ed equilibrata degli stessi su tutto il territorio regionale;

VISTO il grande interesse per la partecipazione ai corsi regionali attivati in regime di autofinanziamento, e considerato il proliferare di corsi per "Operatore socio-sanitario", gestiti da organismi non accreditati e non autorizzati dalla Regione, pertanto non spendibili sul mercato del lavoro;

PRESO ATTO di quanto disposto dalla deliberazione n. 38/24 del 30 settembre 2014 con la quale si adotta un nuovo programma dei corsi che dispone l'attivazione di sedici corsi per la provincia di Cagliari, dodici per quella di Sassari, otto per le province di Nuoro e Carbonia/Iglesias, quattro per quelle di Oristano, Medio/Campidano, Olbia/Tempio e Ogliastra,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere i motivi che hanno portato la Giunta regionale a modificare il programma dei corsi stabilito dalla deliberazione n. 47/43 del novembre 2013 e i criteri adottati nel predisporre il nuovo programma che, obiettivamente, penalizza la provincia di Oristano. (172)

Interrogazione Solinas Antonio - Tendas, con richiesta di risposta scritta, in merito alla decisione assunta dal Ministero di grazia e giustizia sulla destinazione del Carcere di Massama-Oristano alla sola funzione principale di carcere di massima sicurezza.

I sottoscritti,

PRESO ATTO che:

- il decreto ministeriale del 2 settembre 2014 assegna una nuova configurazione giuridica all'istituto di pena di Massama-Oristano, riclassificandolo da casa circondariale di reclusione a carcere di massima sicurezza;

- per quanto decretato e come successivamente disposto dalla Direzione generale degli istituti di pena del Ministero di grazia e giustizia, come risulta dalla comunicazione ricevuta dal Provveditore regionale degli istituti di pena della Sardegna, la struttura carceraria di Massama ospiterà esclusivamente detenuti riconducibili alle tipologie di alta sicurezza AS 1 e AS per i reati relativi alla criminalità organizzata, ex articolo 41 bis, terrorismo e mafia;

CONSTATATO che:

- tale determinazione comporterà l'impossibilità per la struttura carceraria di Massama-Oristano di continuare ad accogliere i detenuti locali condannati per reati comuni, creando così notevoli disagi finanziari alle famiglie costrette a onerosi spostamenti per visitare i propri congiunti;

- questo trasferimento, inoltre, determinerà l'interruzione d'importanti progetti di recupero sociale già in essere: agricoltura sociale e collaborazione negli scavi archeologici di Mont'e Prama a Cabras;

PREOCCUPATI che il trasferimento a Oristano dei detenuti da sottoporre ad alta sicurezza possa provocare infiltrazioni devianti nel tessuto sociale delle comunità locali per la promiscuità di familiari e di affiliati dei reclusi, appartenenti alle più pericolose organizzazioni malavitose, terroristiche, mafiose, ndranghetistiche, camorristiche e di trafficanti internazionali di droga, in una provincia, come quella di Oristano, considerata dalle statistiche tra le più sicure d'Italia,

chiedono d'interrogare il Presidente della Regione, per conoscere se, alla luce di quanto esposto, non ritenga necessario avviare con urgenza un confronto con il Governo nazionale, anche in sinergia con le rappresentanze delle istituzioni territoriali, al fine di procedere a una rivisitazione della decisione ministeriale, al fine di scongiurare l'utilizzo delle carceri sarde come unico contenitore delle criminalità più pericolose, ricordando anche che la struttura di Oristano, nata come casa circondariale, non ha quindi i requisiti previsti per un elevato grado di sicurezza. (173)

Interrogazione Lotto - Desini, con richiesta di risposta scritta, sui disagi a cui devono sottostare i pazienti del nord Sardegna affetti da pemfigo del cavo orale.

I sottoscritti,

PREMESSO che :

- la pemfigo è una malattia bollosa autoimmune inclusa tra le malattie rare e che il suo codice di identificazione e di esenzione nazionale è RL 0030;

- per la diagnosi delle forme di pemfigo occorrono, singolarmente o combinati, la clinica, l'esame istologico, l'immunofluorescenza e l'esame citologico sulle cellule prelevate dalle lesioni;

- per il monitoraggio del paziente in trattamento farmacologico è indispensabile il dosaggio di anticorpi nel sangue anti-Desmogleina 1 e 3 (DsG1, DsG3); tale esame è semplice, affidabile ed economico;

- il tasso di DsG è proporzionale alla gravità della malattia, all'efficacia della terapia con i farmaci immunodepressivi e all'estensione della malattia (cutanea o mucosa);

CONSIDERATO che :

- presso la Clinica dermatologica universitaria AOU di Sassari esiste il Centro assistenza regionale (CA) per le malattie rare e quindi anche per questa malattia;

- il Centro CRP di coordinamento per le stesse è a Cagliari, presso la Clinica dermatologica dell'Ospedale San Giovanni di Dio;

- i pazienti che afferiscono a Sassari non possono eseguire l'esame degli anticorpi antidesmogleine poiché il laboratorio della Clinica dermatologica è sprovvisto di lettore ottico per le IgE, strumento indispensabile per tale esame;

VERIFICATO che i pazienti malati di pemfigo devono recarsi a Cagliari per questo esame e devono pagare pure il ticket poiché, pare che, il laboratorio della Clinica dermatologica o del Centro CRP non recepisca, o non abbia tra le prestazioni esenti per le patologie rare questo tipo di esame,

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

a) quali misure intende adottare affinché i pazienti affetti dalla malattia pemfigo possano seguire l'intero ciclo di monitoraggio e trattamento farmacologico presso la Clinica dermatologica universitaria - AOU di Sassari;

b) se non ritengono utile, a riguardo, dotare i laboratori della suddetta Clinica dermatologica del lettore ottico per le IgE;

c) se non ritengono che, anche presso la sede regionale di Cagliari, per detto esame venga prevista l'inclusione di tale esame tra le prestazioni esenti. (174)

Interrogazione Cozzolino, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione n. 1677 del 26 settembre 2014 del Direttore generale dell'Azienda ospedaliera Brotzu.

Il sottoscritto,

PREMESSO che suscita non poche perplessità la deliberazione n. 1677, del 26 settembre 2014, adottata dal Direttore generale dell'Azienda ospedaliera Brotzu, dott. Antonio Garau, recante per oggetto l'adozione di un piano di riorganizzazione e riqualificazione del Servizio tecnico logistico, in quanto la portata della materia sembra andare ben oltre la "normale amministrazione" richiamata a più riprese da precise circolari assessoriali;

CONSIDERATO che:

- la deliberazione in oggetto appare in stridente contraddizione sotto il profilo della buona amministrazione, in quanto esistono all'interno dell'azienda le figure professionali qualificate per coprire buona parte degli operatori necessari e per consentire al Servizio tecnico logistico di operare nel pieno delle sue funzioni, senza ricorrere ad onerose gestioni esterne;

- la deliberazione sembra essere frutto di una logica perversa, adottata dalla Direzione generale ospedaliera, che ha favorito il determinarsi di una carenza organica di operatori preposti all'ufficio tecnico;

- non si capisce altrimenti come nel tempo si sia assistito ad una sistematica, quanto irrazionale, opera di sfoltimento del personale addetto a questo servizio, facendolo transitare nei ruoli degli OSS, grazie a mirate deliberazioni adottate negli anni 2012 e 2013;

RILEVATO che si è di fatto depotenziato un servizio efficiente e operativo, col risultato che oggi viene adottata una deliberazione ai fini di una esternalizzazione di prestazioni già assicurate dello stesso che appare quantomeno di dubbia utilità;

PRESO ATTO che:

- allo stato attuale, come hanno ripetutamente sottolineato anche le rappresentanze sindacali, sarebbe ancora possibile potenziare il servizio tecnico con poche decine di operatori reperibili all'interno della struttura aziendale, affidando caso mai ai soli limitati casi manifestamente ingestibili dalle strutture aziendali l'esternalizzazione; il tutto con un risparmio di risorse finanziarie e ottimizzazione dei servizi esistenti;

- alla luce di quanto esposto non si capisce come la succitata deliberazione possa trovare una valida giustificazione e le necessarie motivazioni di urgenza al fine di svincolarla dai criteri di "normale amministrazione" invocati dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;

- la deliberazione appare intempestiva in vista dell'adozione da parte del Consiglio regionale di importanti provvedimenti in materia di riforma sanitaria, riduzione delle ASL, contenimento della spesa sanitaria, in ossequio ai principi della spending review,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza della deliberazione in oggetto e nel caso se non ritengano di dover intervenire per evitare che questa sospetta frenesia amministrativa del Direttore generale possa determinare vincoli finanziari onerosi per diversi anni all'Azienda ospedaliera, sicuramente evitabili col ricorso alle professionalità già inquadrate in organico e inopinatamente fatte transitare ad altro ruolo;

2) se risponda al vero quanto denunciato dalle forze sindacali in merito alle modalità con le quali si è proceduto, in periodo feriale, a stipulare un appalto dispendiosissimo, parrebbe per una durata settennale, per la farmacia interna che pareva invece avviata all'eccellenza. (175)

Interrogazione Arbau - Ledda - Azara - Perra, con richiesta di risposta scritta, sulla differente applicazione delle norme in vigore riguardo la "decadenza del Presidente" nelle provincie storiche di Cagliari e Nuoro.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- in merito al ricorso presentato dai consiglieri della Provincia di Cagliari contro il commissariamento dell'ente locale, disposto in seguito all'approvazione della norma regionale che stabilisce il riordino delle province, il Tar della Sardegna ha sollevato questione di costituzionalità dell'articolo 1, comma 4, della legge regionale n. 15 del 2013, dell'articolo 1, comma 115, della legge n. 228 del 2012 e dell'articolo 12, commi 3 e 4, del disegno di legge n. 93 del 2013, trasmettendo gli atti alla Corte costituzionale;

- a seguito della decadenza del Presidente della Provincia di Nuoro, il decreto 74 del 30 giugno 2014 della Presidenza della Giunta stabiliva invece che: "per effetto dell'articolo 53, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il Consiglio e la Giunta provinciale di Nuoro rimangono in carica sino alla elezione del nuovo Consiglio e del nuovo Presidente";

CONSIDERATO che:

- per le Provincie di Cagliari e Nuoro, a fronte della stessa situazione, si è realizzata una diversa applicazione delle norme in vigore;

- i consiglieri provinciali ricorrenti si riservano, successivamente al pronunciamento della Corte costituzionale in merito al ricorso suddetto, di agire per l'eventuale risarcimento del danno subito,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica al fine di conoscere:

a) quale siano le valutazioni riguardo alla situazione di disparità nell'applicazione delle norme vigenti in capo alle due provincie storiche della Sardegna;

b) quale sia l'orientamento a fronte della richiesta di ripristino, in autotutela, avanzata dai consiglieri della Provincia di Cagliari. (176)

Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sull'attività dei centri di rilevazione delle patologie tumorali e sui dati dell'incidenza tumorale nei comuni confinanti con le zone industriali e i poligoni militari.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- il Piano regionale dei servizi sanitari 2006/2008, nell'ambito degli "obiettivi di salute" riservava specifica attenzione alle malattie oncologiche, in considerazione della particolare rilevanza epidemiologica e del fatto che l'offerta assistenziale era ancora inadeguata e prevedeva l'istituzione della Commissione oncologica regionale;

- in considerazione di ciò, con deliberazione di Giunta regionale n. 15/20 del 19 aprile 2007 è stata istituita la Commissione oncologica regionale;

- la stessa Commissione è stata modificata con deliberazioni di Giunta regionale n. 33/11 del 16 luglio 2009 e n. 14/20 del 4 aprile 2012;

VALUTATO che:

- la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 8, prevede che possono essere istituiti registri di patologia riferiti a malattie di rilevante interesse sanitario, tra i quali il registro tumori;

- nelle more dell'approvazione di una legge e di un regolamento regionale che possa consentire l'attivazione del registro tumori regionale, si è proceduto a istituire a livello provinciale dei centri di rilevazione delle patologie tumorali che costituiscono uno strumento fondamentale per la ricerca in ambito oncologico e per l'identificazione dei fattori di rischio che agiscono sulla popolazione e per lo studio degli effetti degli interventi sanitari mirati alla loro riduzione;

DATO ATTO che:

- nella Provincia di Sassari è operativo un sistema di rilevazione delle patologie tumorali istituito nel 1992 e accreditato AIRTUM dal 1999, con competenza territoriale sulle ASL di Sassari-Olbia;

- nella Provincia di Nuoro è operativo un sistema di rilevazione delle patologie tumorali istituito nel 2005 e accreditato AIRTUM dal 2010, con competenza territoriale sulle ASL di Nuoro-Lanusei;

- con decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 33 del 27 giugno 2012, sono stati istituiti rispettivamente nelle Province di Cagliari e Oristano i centri di rilevazione delle patologie tumorali, con finalità di ricerca in ambito oncologico, per la identificazione dei fattori di rischio che agiscono sulla popolazione e per lo studio degli effetti degli interventi sanitari mirati alla loro riduzione, e sono stati contestualmente nominati responsabili tecnico-scientifico rispettivamente per la Provincia di Cagliari il prof. Gavino Faa, e per la Provincia di Oristano il dott. Alessandro Flore;

CONSIDERATO che:

- nelle recenti polemiche sulle servitù militari diversi esponenti dei movimenti e dei partiti a favore della chiusura dei poligoni hanno più volte sostenuto che nelle zone di Capo Frasca, Teleuda e Quirra, e più in generale nei poligoni in uso alle Forze armate italiane, è presente un grave inquinamento ambientale che ha determinato nelle popolazioni locali l'insorgere di malattie tumorali;

- nel 2007 nell'ambito del programma strategico nazionale Ambiente e salute è stato avviato il progetto "Sentieri", finanziato dal Ministero della salute e condotto dall'Istituto superiore di sanità, con lo scopo di studiare la mortalità delle popolazioni residenti nei Siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) per il periodo 1995-2002 e di contribuire a individuare le priorità negli interventi di risanamento ambientale finalizzati alla prevenzione delle patologie causate da fonti di esposizioni ambientali nei SIN;

- grazie al progetto "Sentieri" è stato possibile costruire una piattaforma di dati relativa allo stato di salute dei residenti nei siti di interesse nazionale per le bonifiche, tra i quali ricadono l'area industriale di Porto Torres e il Sulcis Iglesiente Guspinese, anche tenendo conto della conto della caratterizzazione ambientale e del profilo tossicologico dei principali contaminanti presenti, nonché creare un primo sistema di sorveglianza dello stato di salute dei residenti in tali siti;

- il III rapporto "Sentieri", pubblicato nel maggio 2014, affiancando allo studio della mortalità nei SIN le analisi dei ricoveri ospedalieri e dell'incidenza dei tumori, benché non consenta la formulazione di valutazioni causali, ha comunque rilevato preoccupanti incrementi (anche del 90 per cento) dei tumori in tali zone, e ha evidenziato per l'area di Porto Torres un eccesso di mortalità, incidenza oncologica, e ricoveri ospedalieri per patologie come le malattie respiratorie e il tumore del polmone,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se i Centri di rilevazione delle patologie tumorali delle Province di Cagliari e Oristano siano operativi;

2) quali siano i dati raccolti da tali centri e dai centri Sassari-Olbia e di Nuoro-Lanusei relativamente all'incidenza tumorale con particolare riferimento ai comuni confinanti con le aree industriali e con i poligoni militari;

3) se l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale o il Presidente della Regione abbiano mai chiesto ai vari responsabili provinciali i dati sopraccitati e pertanto ne siano in possesso e li conoscano;

4) se sia mai stato effettuato un raffronto ragionato tra i dati relativi alle malattie respiratorie, ai tumori del polmone, ai mielomi, alle neoplasie, alle leucemie e al linfoma di hodgkin dei comuni limitrofi alle aree industriali e di quelli limitrofi ai poligoni militari. (177)

Interrogazione Comandini - Cozzolino - Lotto - Pinna Rossella - Ruggeri - Tendas - Agus - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei lavoratori della società Akhela Srl.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- a seguito della protesta di una rappresentanza dei lavoratori nel settore della ICT, che fanno capo alla società Akhela Srl, si è svolta una manifestazione finalizzata ad evidenziare la preoccupazione sulla tenuta dell'azienda per la cessione del ramo finance della sede di Roma, annunciato il 10 giugno e perfezionato il 1° luglio 2014;

- a seguito dell'assenza di garanzie concrete da parte della direzione sulla tenuta occupazionale e sulle prospettive di espansione della stessa e dell'annuncio del 10 luglio 2014 da parte della direzione che conferma la presenza di esuberi, fino a oggi negati;

- su 48 posti dichiarati in esubero, a testimonianza che le azioni intraprese finora non hanno sortito gli effetti sperati, sono arrivate le prime lettere di licenziamento, 21 in totale, le prime sabato 4 ottobre 2014, colpendo i destinatari proprio nelle giornate dedicate al riposo e agli affetti familiari, le altre sono state consegnate al gabbiotto delle guardie giurate all'ingresso dell'azienda e in presenza di un legale; un atto indegno che non solo umilia i lavoratori, ma viene meno al rispetto della dignità della persona umana, valore che anima sia la nostra Costituzione che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

CONSIDERATO che:

- la Akhela Srl nacque nel 2004 dall'accorpamento in un'unica impresa di 8 di start-up (gruppo Atlantis) create grazie ai contributi pubblici ricevuti con i contratti di programma (CdP) che consentirono a Saras, a fronte della realizzazione di obiettivi di diversificazione dell'occupazione sul territorio sardo, di ammodernare i propri impianti e di rimanere competitiva nel proprio core business; nello specifico, Akhela Srl è nata all'interno del secondo contratto di programma che, seguendo le linee della new economy, investì nel settore della ricerca e della innovazione, permettendo ad Akhela di diventare una realtà di eccellenza nel settore ICT regionale e nazionale;

- la Saras è stata, nel panorama italiano, l'unica realtà produttiva ad aver chiuso 3 CdP, denominati Saras1, Saras2 e Saras3, dei quali solo il primo è arrivato al completamento; tali CdP erano finalizzati a stimolare e sostenere lo sviluppo economico nelle zone depresse del paese, con l'allontanamento dei risultati degli investimenti pubblici, viene meno la ragione stessa dei finanziamenti statali;

- nel marzo 2012 la Akhela Srl fu ceduta al gruppo Solgenia, le cui attività sono oggi focalizzate nella progettazione e sviluppo di soluzioni software per il cloud computing e nei servizi professionali IT di infrastruttura, gestione, integrazione e sicurezza, con sedi operative in Italia ed in nord America;

- la cessione della Akhela Srl da parte dei Moratti preoccupò i lavoratori di Akhela, a causa della situazione economico-finanziaria del gruppo Solgenia che già all'epoca dell'acquisto includeva aziende in sofferenza, come OIS, per il timore di eventuali tagli al personale o spostamenti delle attività in altre zone operative, lontane dall'Isola, timore rinnovato oggi, a seguito dell'annuncio da parte della direzione della volontà di aprire la procedura di mobilità per una parte significativa dei dipendenti di Cagliari;

- Akhela Srl dispone di 5 sedi operative in Italia: Cagliari, Roma, Torino, Maranello e Milano; le principali infrastrutture tecnologiche sono ospitate nella zona industriale di Cagliari, a Macchiareddu;

PRESO ATTO che:

- lo scorso 16 giugno 2014 una rappresentanza dei 180 lavoratori sardi di Akhela ha presidiato i cancelli della Saras per manifestare le proprie preoccupazioni sul futuro della società, sostenuti dalla FIOM;

- lo scorso 26 giugno 2014, una delegazione di lavoratori, sostenuta dalla FIOM, è stata ricevuta dall'Assessorato regionale dell'industria esprimendo tutte le proprie preoccupazioni sulla società e la tenuta occupazionale;

- la stampa locale ha dato ampio risalto alle iniziative dei lavoratori Akhela,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione in atto in questo settore importante per lo sviluppo della Sardegna, che ancora oggi rappresenta un settore trainante dell'economia mondiale, come messo in luce dalla stessa Unione europea;

2) cosa intendano fare per vigilare ed eventualmente esercitare pressione sulle intenzioni future di Solgenia, Saras e delle sue partecipate;

3) quali misure intendano intraprendere per salvaguardare la totalità dei posti di lavoro occupati nel settore;

4) se e come intendano avviare attività di scouting ed esercitare un ruolo attivo nella ricerca di partner e investitori alternativi. (178)

Interpellanza Tocco - Pittalis - Fasolino - Zedda Alessandra - Tunis - Locci - Cherchi Oscar - Peru - Randazzo - Tedde sull'istituzione di un numero verde per la sanità, con particolare attenzione alle emergenze sociali.

I sottoscritti,

PREMESSO che la Commissione regionale sanità si è espressa in modo favorevole, con voto unanime, sulla legge regionale n. 7 del 2014 sul Fondo per la non autosufficienza;

ACCERTATO che il sistema sanitario regionale è carente degli strumenti necessari per incrociare le esigenze di una vasta porzione di popolazione, dagli anziani ai disabili sino ai sofferenti mentali;

RILEVATO che l'annuncio del Governo nazionale di una manovra che taglierebbe risorse per circa 3 miliardi alla sanità, rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale e di vanificare l'azione del Consiglio regionale e della Commissione sanità in particolare, impegnati in una difficile azione di contenimento della spesa senza andare a scapito del servizio ai cittadini; occorre evitare, dunque, delle sforbiciate che penalizzino il settore della sanità facendo venir meno i servizi essenziali per una vasta parte dei cittadini che necessitano di assistenza, attrezzandosi per istituire nuovi modelli in grado anche di venire incontro agli enti locali, lasciati sempre più soli nell'offerta di livelli minimi di assistenza;

VALUTATO che il Fondo per la non autosufficienza dovrebbe garantire un disegno volto a incrociare le istanze di un universo di persone in grave difficoltà; si tratta di donne e uomini che riferiscono una totale mancanza di autonomia per almeno una delle funzioni che permettono di condurre una vita quotidiana normale; si considerino dunque diversi anziani, disabili e sofferenti psichici;

ASSODATO che ai comuni spetta la competenza riguardo le politiche sociali da mettere in campo per gli anziani disabili, con l'assistenza domiciliare integrata a favore della terza età; c'è però anche una fascia di minori che necessita di interventi mirati, con l'assistenza ai diversamente abili in ambito scolastico; a tal proposito, si è dato vita ai piani personalizzati di sostegno a favore di persone con handicap grave in base alla legge n. 162 del 1998 ed alle leggi regionali n. 8 del 1999, n. 9 del 2004 e n. 12 del 2011 (articolo 18, comma 3);

ANNOTATO che gli enti locali hanno anche il compito di predisporre politiche sociali volte all'inserimento in centri diurni dei disabili psichici; riguardo alla terza età, si segnala la competenza sull'assistenza domiciliare agli anziani, volta a cercare di scongiurare il ricovero e l'inserimento in strutture delle persone prese in carico, ma anche con il fine di prevenire i rischi di emarginazione degli ultrasettantenni;

DATO ATTO che si possono adottare dei progetti volti all'inserimento degli anziani in strutture protette, quali case di riposo e residenze sanitarie assistenziali;

NOTATO che nei distretti sanitari della Regione opera il piano locale unitario dei servizi, meglio conosciuto come PLUS, uno strumento attraverso cui si rende concreto il modello di programmazione sociale, sanitaria e socio-sanitaria concepito mediante la legge regionale n. 23 del 2005;

ATTESO che l'unica speranza di una vita dignitosa per molte persone nella galassia della non autosufficienza è riposta in politiche mirate in sinergia tra il livello regionale e locale;

CONSTATATO che l'importanza di interventi immediati ed adeguati è l'unica risposta per molti anziani, disabili e sofferenti psichici;

OSSERVATO che, dunque, appare indispensabile che ci si attivi, con urgenza, per comunicare ai servizi sociali dei singoli comuni i tempi per l'erogazione e le finalità delle risorse, che sono avvolti da troppe incertezze ed inadeguatezze del sistema regionale; la situazione delle famiglie è disperata; per questo sono necessarie risposte immediate alle esigenze di un universo di soggetti sempre più a disagio;

STABILITO che sembrano ormai maturi i tempi per l'istituzione di un numero verde, volto a dare informazioni alle numerose famiglie, alle prese con problematiche dal punto di vista socio-sanitario, sui fondi a disposizione per la non autosufficienza,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:

1) ritengano adeguati gli strumenti attualmente disponibili per incrociare le esigenze delle persone non autosufficienti, con un numero sempre più elevato di anziani, disabili e sofferenti psichici anche in Sardegna;

2) non si ritenga utile intervenire in modo più adeguato e mirato, anche in sinergia con i PLUS, a livello locale;

3) conseguentemente, non si ritenga indispensabile l'istituzione di un numero verde, che risponda in modo efficiente ed immediato ai bisogni delle persone non autosufficienti e delle singole realtà locali, dando informazioni sulle risorse e sui mezzi disponibili per fronteggiare le diverse problematiche;

4) il rapporto intrapreso con i comuni, con le lamentele di diversi enti locali per le lungaggini nell'erogazione delle risorse, non lasci intravedere la necessità di un nuovo disegno socio-sanitario;

5) non si ritenga opportuno prevedere nuovi strumenti per potenziare il modello di assistenza sociale e sanitaria, di fronte alle emergenze sempre più numerose denunciate dalle famiglie. (67)

Interpellanza Agus - Cocco Daniele - Lai - Pizzuto sulla cessione da parte di Eni degli impianti Versalis di Sarroch.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- la grave crisi del comparto industriale sardo ha creato, in questi ultimi anni, un pesantissimo danno all'economia dell'Isola;

- l'Ente nazionale idrocarburi (Eni) sta attuando in Italia e, in particolare, in Sardegna una politica reiterata di dismissioni e disimpegno dal settore della chimica;

CONSIDERATO che:

- la Versalis s.p.a. è una società chimica del gruppo Eni che a Sarroch impiega 400 lavoratori tra diretti e indotto;

- è del giugno 2014 la notizia, diffusa dai sindacati, che Eni intendeva disimpegnarsi per quanto riguardante gli impianti di Versalis (ex Polimeri Europa) di Sarroch;

- la Saras il 30 settembre 2014, attraverso un proprio comunicato, ha diffuso la notizia che Sarlux, controllata del gruppo Saras, ha raggiunto un accordo preliminare con Versalis per l'acquisizione di un ramo di azienda composto da alcuni impianti e del relativo personale dello stabilimento di Sarroch;

- l'accordo preliminare per l'acquisizione da parte della Sarlux non è accompagnato, allo stato attuale delle cose, da alcun piano industriale né da alcuna rassicurazione riguardo al futuro dei lavoratori;

RILEVATO che:

- il Ministero dell'economia e delle finanze ha il controllo, di fatto, in Eni s.p.a., in forza della partecipazione detenuta sia direttamente, sia indirettamente tramite la Cassa depositi e prestiti s.p.a;

- la cessione dello stabilimento di Sarroch, insieme all'annullamento della riapertura dell'impianto cracking di Porto Marghera, che avrà ripercussioni anche su Mantova, Ferrara e Ravenna, sembra essere strettamente connessa al piano di investimenti di 50 miliardi in sei anni di Eni in Mozambico, annunciato a luglio dal Governo e dai vertici dell'azienda;

SOTTOLINEATO che appare evidente, anche nel caso in cui vada in porto l'accordo per la cessione degli impianti alla Saras, come sia altamente probabile che solo una parte dell'impianto venga ceduto e come ciò produrrebbe ricadute pesantissime sull'occupazione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria affinché riferiscano quali misure la Giunta regionale intende adottare per:

1) promuovere, urgentemente, la costituzione di un tavolo con i vertici di Eni e con i Ministeri dell'economia e dello sviluppo economico in merito alla vertenza Versalis;

2) vigilare e, eventualmente, esercitare pressione sulle intenzioni future di Eni, degli altri investitori pubblici e, in maniera diversa, su quelle di Saras e delle sue partecipate;

3) salvaguardare la totalità dei posti di lavoro occupati nel settore;

4) attivare un'interlocuzione con lo Stato per salvaguardare il ruolo di investitore pubblico di Eni, la cui azione oggi è caratterizzata da politiche di delocalizzazione simili a quelle del peggior capitalismo privato;

5) attivare attività di scouting e esercitare un ruolo attivo nella ricerca di partner e investitori. (68)

Interpellanza Solinas Christian sulla grave situazione dei circoli sardi nel mondo e sul progressivo smantellamento delle politiche per favorire il concorso dei sardi non residenti e la funzione democratica e culturale dell'associazionismo sardo fuori dall'Isola, valorizzando le competenze professionali, le esperienze umane e il possibile contributo di iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo della Sardegna.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

- la Regione, al fine di rafforzare i legami con le comunità sarde situate fuori dall'Isola, ha disciplinato una serie di misure ed aiuti con specifiche norme, previste dalla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

- giusta l'articolo 1 dell'anzidetta norma, la Regione, tra l'altro, promuove ogni iniziativa rivolta a tutelare e sviluppare i legami di identità tra la Sardegna e le comunità sarde extra isolane;

- i circoli sono riconosciuti come strutture di base;

- come ricordato anche nell'ultimo piano triennale di interventi "la Sardegna è stata tra le regioni maggiormente coinvolte dal fenomeno dell'emigrazione. Nel decennio 1960 - 1970 i comuni e i territori dell'Isola si sono spopolati, incrementando il già consistente numero dei sardi emigrati nei primi anni del 1900. Ai "vecchi" emigrati si sono aggiunti i numerosi giovani che da circa un decennio ricercano fuori dall'Isola opportunità di lavoro o di realizzazione personale, culturale e professionale";

- le comunità organizzate dei sardi emigrati, in una prospettiva di rivalutazione del loro ruolo, hanno dato vita in questi ultimi anni ad un vivace dibattito teso all'emersione delle potenzialità offerte dalla loro presenza nei paesi ospitanti, in particolare rispetto ai problemi dello sviluppo e della crescita della Sardegna nel contesto della attuale società;

- il sistema dei circoli rappresenta un valore straordinario per la Sardegna in termini di presenza strategica e di promozione nel mondo al pari di un articolato reticolo di consolati, tanto da essersi distinti in più occasioni per l'organizzazione di incontri bilaterali che hanno consentito il confronto tra la Regione e le equivalenti istituzioni territoriali straniere, unitamente ad altri soggetti imprenditoriali pubblici e privati interessati a proficui scambi commerciali;

- nell'ottica di cui alla superiore premessa, può portarsi ad esempio l'incontro dello scorso anno tra la delegazione della Regione con lo Stato libero di Baviera, la locale Camera di commercio, la BMW, il TUV-SUD ed il Goethe Institut;

- con l'approvazione del disegno di legge concernente l'assestamento alla manovra finanziaria 2014/2016, in data 12 settembre 2014, la Giunta regionale ha, tra le altre voci, portato in diminuzione il capitolo di spesa del bilancio per l'esercizio in corso SC05.1068, relativo ai contributi alle organizzazioni dei sardi nel mondo, alle associazioni di tutela e alla loro federazione, e ai sussidi ed agevolazioni agli emigrati e ai loro familiari, per un importo pari ad euro 400.000;

- il progressivo definanziamento dei capitoli relativi al tema dell'emigrazione, unitamente alla già grave situazione di ritardo nell'erogazione dei contributi pregressi, che ha determinato pesanti indebitamenti dei circoli sardi nel mondo, sta mettendo a serio rischio di chiusura tali fondamentali strutture, privando gli emigrati e la Sardegna di un irrinunciabile punto di riferimento culturale, sociale ed economico,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) quale sia la politica sull'emigrazione che la Giunta regionale intende perseguire;

2) quali intendimenti la Giunta regionale abbia in ordine al piano triennale ed al piano annuale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni, di cui alla legge regionale 15 gennaio 1991, n. 7;

3) se ritengano i circoli sardi del mondo una risorsa irrinunciabile ed una opportunità di crescita e sviluppo per la Sardegna;

4) se intendano emendare il loro disegno di legge per l'assestamento della manovra finanziaria 2014/2016 ripristinando gli stanziamenti del capitolo di spesa SC05.1068;

5) se e quando intendano pagare il saldo delle spese anticipate dai circoli a copertura dei loro piani di attività. (69)

Interpellanza Dedoni - Cossa - Crisponi sulle misure preventive da adottare per contrastare il possibile ingresso nel territorio regionale del virus Ebola.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- il 22 marzo scorso è stata comunicata l'identificazione di Ebolavirus da campioni di sangue analizzati presso il laboratorio di livello di biosicurezza 4 di Lione, dopo che, il 10 marzo 2014, il Ministero della salute della Guinea Conacry è stato allertato da ospedali e servizi sanitari pubblici della regione forestale di Guéckédou e Macenta, nel sud-est del Paese, in relazione a una misteriosa epidemia, caratterizzata da febbre, vomito, diarrea, in alcuni casi da emorragie, e apparente alta letalità e che, il 18 marzo, un team di Medici senza frontiere (Msf), attivo dal 2010 nella regione ha raggiunto, l'area interessata a supporto dei servizi locali e quattro giorni dopo sono stati segnalati all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) 49 casi e 29 decessi;

- nei mesi successivi, altri casi sono stati segnalati nella confinante Liberia e in Sierra Leone, raggiungendo le rispettive capitali, in Nigeria e in Senegal; questa epidemia costituisce il primo focolaio di Ebola in Africa occidentale e rappresenta il venticinquesimo focolaio a livello mondiale da quando la malattia è stata scoperta nel 1976 in Zaire;

- secondo l'Oms, il bilancio complessivo delle vittime di Ebola, aggiornato al 1 ottobre, è di 3.439 morti su un totale di 7.492 casi in Africa occidentale, mentre in Sierra Leone nella sola giornata del 4 ottobre sono stati registrati 121 morti e 81 nuovi casi, tra cui quello di un dipendente norvegese di Msf;

CONSIDERATO che:

- il 30 settembre 2014, le autorità sanitarie degli Stati uniti hanno annunciato un caso di malattia da virus Ebola (Evd), identificato a Dallas in un cittadino di nazionalità liberiana arrivato, il 20 settembre, dalla Liberia via Bruxelles. Il paziente liberiano aveva contratto il virus a Monrovia aiutando la figlia di una coppia di amici a recarsi in ospedale. La giovane donna era stata colpita da Ebola il 15 settembre, soltanto cinque giorni prima della partenza per gli Stati Uniti. Il caso negli Usa è il primo diagnosticato al di fuori dell'Africa occidentale;

- il 6 ottobre 2014, i risultati dei test iniziali hanno registrato il primo caso di Ebola in Spagna, confermando il contagio per un'infermiera che ha curato il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre a Madrid dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone;

- 1'8 agosto 2014, l'Oms ha dichiarato l'epidemia di Ebola un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale;

PRESO ATTO che:

- la Sardegna è diventata da diverso tempo una delle Regioni italiane meta dell'immigrazione clandestina proveniente dalle coste settentrionali dell'Africa, con un costante aumento del numero di sbarchi;

- la nostra Regione ospita, inoltre, centri autorizzati per la permanenza degli stranieri richiedenti asilo, spesso provenienti da Paesi africani tra quelli nei quali sono stati registrati casi di Evd;

- il virus Ebola viene contratto dagli esseri umani attraverso il contatto con animali infetti;

- a oggi non esiste, nei punti di frontiera della Sardegna (da identificare con i porti e gli aeroporti), un'adeguata rete di controlli sanitari sugli animali in ingresso da Paesi stranieri,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale affinché riferisca:

1) quali misure intenda adottare al fine di intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire la corretta adozione di adeguate misure di biosicurezza, in considerazione del rischio di importazione di casi, il monitoraggio e la identificazione precoce dei sospetti, e di scongiurare e limitare i reali ed evidenti pericoli di ritardata diagnosi e conseguente applicazione delle misure necessarie;

2) quali misure intenda adottare al fine di attivare, per gli scopi di cui al punto precedente, le capacità e le strutture disponibili sul territorio regionale, a partire da quelle delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliero-universitarie e dell'Azienda ospedaliera Brotzu;

3) quali misure intenda adottare al fine di contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina che, come affermato in premessa, potrebbe essere veicolo di diffusione del virus Ebola, e di sottoporre a controlli sanitari adeguati all'ingresso nel territorio regionale tutti i cittadini stranieri provenienti da Paesi in cui sono stati riscontrati casi di Evd;

4) quali misure intenda adottare al fine di istituire, nei porti e negli aeroporti sardi, una rete di controlli sanitari sugli animali in ingresso da Paesi stranieri, che preveda anche la messa in quarantena degli esemplari sospettati di essere veicolo di infezioni. (70)

Interpellanza Fasolino - Cherchi Oscar - Locci - Peru - Zedda Alessandra in merito al ridimensionamento delle corse giornaliere nel collegamento La Maddalena-Palau.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- i normali collegamenti delle isole minori con la Sardegna costituiscono un diritto per i residenti delle comunità interessate ed un'opportunità all'impulso e allo sviluppo turistico;

- l'esercizio funzionale e continuo dei collegamenti marittimi tra La Maddalena e Palau costituisce una condizione imprescindibile per la piena garanzia del diritto alla mobilità dei sardi;

- il trasporto marittimo da e per l'Isola di La Maddalena ha un alto valore strategico, sociale ed economico, rappresentando l'unico strumento per la continuità territoriale di passeggeri e merci;

- la presenza di tre diverse compagnie dovrebbe garantire, a passeggeri e operatori economici, diversificate possibilità di scelta in relazione ad orari, imbarchi e tariffe;

- non si possono far gravare sulla popolazione maddalenina, già fortemente penalizzata dalla sua ulteriore condizione di insularità, eventuali scelte commerciali ed aziendali;

CONSIDERATO che:

- per tutta la stagione invernale i collegamenti marittimi saranno garantiti esclusivamente dalla compagnia SAREMAR;

- da alcuni giorni, con la riduzione delle corse operate a seguito della programmazione invernale, si stanno verificando costanti disagi e file interminabili per l'imbarco ai porti di Palau e La Maddalena;

- tale rideterminazione delle corse giornaliere si ripercuote necessariamente su tutti quei cittadini che quotidianamente sono costretti ad utilizzare il traghetto per raggiungere il posto di lavoro e usufruire di quei servizi che non risultano attualmente presenti sull'Isola;

- la riduzione delle corse operate non tiene in considerazione in primis della necessità/diritto dei residenti di potersi muovere con continuità da e per l'Isola di La Maddalena, nonché dei flussi turistici ancora presenti in questo periodo;

- al fine di poter operare iniziative in ottica di destagionalizzazione occorrerebbe necessariamente disporre di un adeguato sistema trasportistico marittimo che non limiti in alcun caso la libera circolazione dei vacanzieri;

- la grave crisi economica e sociale che interessa il territorio maddalenino implica l'individuazione di interventi urgenti orientati anche ad un miglioramento del servizio di trasporto al fine di non gravare ulteriormente sulla mobilità di chiunque abbia necessità di recarsi sull'isola e sulle attività economiche e commerciali ivi presenti,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere quali:

1) provvedimenti si intendano adottare al fine di mantenerne la presenza di un collegamento marittimo con l'Isola La Maddalena che permetta a cittadini e turisti di poter usufruire di un servizio efficiente ed adeguato;

2) iniziative intenda porre in essere per limitare i danni all'economia conseguenti ai disagi derivanti della riduzione dei collegamenti marittimi. (71)

Interpellanza Arbau - Azara - Ledda - Perra sugli annosi problemi concernenti la distribuzione dell'acqua, sia potabile che irrigua, nel territorio della Valle del Cedrino.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- i comuni e le popolazioni, residenti e non, che gravitano sulla Valle del Cedrino, da oltre un decennio, sono costretti a subire gravissimi problemi legati all'approvvigionamento idrico, sia per gli usi domestici e alimentari, sia per gli usi agricoli e zootecnici;

- l'acqua proveniente dall'invaso di "Pedra Othoni", infestato dalle alghe tossiche e dai liquami provenienti da tutti i depuratori dei paesi a monte, notoriamente mal funzionanti, espone a gravi rischi la salute dei cittadini residenti e delle migliaia di turisti che affluiscono sul territorio nel periodo estivo;

- ancor più drammatica risulta la situazione vissuta nelle campagne, dove gli agricoltori e gli allevatori, oltre alle criticità legate all'approvvigionamento dell'acqua potabile, subiscono gravi e continui problemi generati dalle acque provenienti dal sistema di distribuzione per usi irrigui, ad altissima presenza di elementi inquinanti, scorie e detriti;

- dalla sempre maggiore quantità di detriti presenti nelle acque derivano ingenti danni agli impianti di irrigazione, rendendo necessarie frequenti e costose manutenzioni, fino allo smantellamento e alle relative sostituzioni nel caso degli impianti a basso consumo idrico, costantemente intasati;

CONSIDERATO che la situazione emergenziale in cui versa da anni il sistema idrico della Valle del Cedrino è causa di ingentissimi danni economici sia diretti, per l'utenza obbligata all'acquisto dell'acqua per gli usi domestici, per il mondo agricolo e pastorale costretto a continui interventi sulle reti idriche, che indiretti, per le comprensibili ripercussioni sul sistema produttivo e turistico recettivo del territorio,

chiedono di interpellare l'Assessore regionale dei lavori pubblici al fine di sapere:

1) se sia a conoscenza della insostenibile situazione in cui da troppo tempo versa la Valle del Cedrino per le annose criticità del sistema di distribuzione idrico;

2) quali provvedimenti intenda assumere nell'immediato, al fine di procedere alla messa a norma del sistema dei depuratori che scaricano sul Cedrino;

3) quali provvedimenti intenda, pertanto, assumere, anche nei confronti degli enti regionali preposti, al fine di sanare una situazione non più sostenibile sia per le ripercussioni igienico ambientali che gravano sul territorio della Valle del Cedrino, che per le ricadute economico-sociali estremamente negative inferte alla sua popolazione. (72)

Interpellanza Tedde - Pittalis - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla necessità che nel bilancio di previsione 2015 e nel pluriennale 2015/2017 siano stanziate le risorse utili a finanziare un nuovo bando relativo alla legge regionale 21 maggio 2002, n. 9, che prevede agevolazioni contributive alle imprese operanti nel comparto del commercio.

I sottoscritti,

PREMESSO che, al fine di contribuire alla modernizzazione, allo sviluppo ed all'aumento dell'efficienza della rete distributiva regionale, con legge regionale n. 9 del 2002 la Regione autonoma della Sardegna ha previsto specifiche agevolazioni atte a favorire la nascita e lo sviluppo armonico delle diverse tipologie distributive, a stimolare la ristrutturazione, l'ammodernamento, la riqualificazione e l'aggiornamento tecnologico delle strutture distributive, a promuovere l'introduzione e l'uso del commercio elettronico;

EVIDENZIATO che le predette agevolazioni consistono in:

- contributi in conto capitale (a fondo perduto) nella misura massima del 20 per cento delle spese ammissibili;

- contributi in conto interessi che consistono nell'abbattimento dei 2/3 del tasso di riferimento in vigore alla data di stipula del contratto di finanziamento;

- contributi in conto canoni di leasing;

EVIDENZIATO, altresì, che i contributi di cui alla legge regionale n. 9 del 2002 sono destinati alle seguenti categorie di beneficiari:

- piccole e medie imprese commerciali che esercitano o che intendono esercitare le seguenti attività: commercio al dettaglio in sede fissa, ambulante e all'ingrosso, comprese (per la parte non contingentata) le edicole, le farmacie, i tabaccai e i distributori di carburanti; somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; commercio elettronico; servizi ausiliari del commercio, ossia gli agenti e rappresentanti del commercio; gli agenti d'affari in mediazione; le agenzie di distribuzione di libri, giornali e riviste; le agenzie di spedizione e di operazioni doganali; le agenzie di viaggi; le agenzie di assicurazioni;

- centri commerciali naturali;

PRESO ATTO che con delibera della Giunta regionale n. 37/69 del 19 novembre 2002 sono stati definiti le direttive ed i criteri per l'attuazione della legge regionale n. 9 del 2002 e che con legge regionale del 18 maggio 2006, n. 5, è stato disciplinato l'esercizio dell'attività commerciale nel territorio della Sardegna e sono state estese ai centri commerciali naturali le agevolazioni previste dalla legge regionale n. 9 del 2002;

TENUTO CONTO che con delibera della Giunta regionale n. 50/36 del 5 dicembre 2006 è stata data attuazione alle direttive ed ai criteri previsti per promuovere ed incentivare la costituzione e lo sviluppo dei centri commerciali naturali;

CONSIDERATO che in attuazione della legge regionale n. 9 del 2002 sono stati pubblicati cinque bandi (2003, 2006, 2007, 2008 e 2009);

PRESO ATTO che nel 2009 l'allora Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio riferiva che le risorse stanziate negli anni precedenti avevano consentito di agevolare un numero molto limitato d'iniziative imprenditoriali e che per ciascuno dei bandi 2003, 2006, 2007 e 2008, infatti, su circa 2.000 domande presentate, solo circa 60/70 imprenditori erano stati ammessi a beneficiare delle agevolazioni;

RILEVATO che già da allora si parlava di forte calo dei consumi e di crisi generale del comparto del commercio e della necessità di intervenire in maniera incisiva per fornire un sostegno adeguato ed efficace ad un settore in oggettiva difficoltà;

CONSIDERATO che la crisi di cui parlava l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio in quel periodo, tuttavia, non era quella che avremmo conosciuto di lì a poco, ma, piuttosto, dipendeva dalle ataviche carenze strutturali del territorio e del sistema economico sardo: infrastrutture, limiti del sistema creditizio regionale, insularità, costo dell'energia;

CONSIDERATO, altresì, che da allora sono trascorsi 5 anni durante i quali agli effetti determinati da tali gravi carenze, già note ai sardi, si sono drammaticamente sommate le nefaste conseguenze di una interminabile crisi, ancora oggi in atto, giunta da oltre oceano, che ha messo in ginocchio l'economia del continente europeo, con riflessi fortemente negativi sui sistemi economici più deboli come quello italiano e di quello sardo in particolare;

RILEVATO che le nuove imprese, la cui fase di start-up è stata avviata in concomitanza con l'inizio della crisi internazionale, non hanno potuto contare sul prezioso sostegno previsto della legge in questione, che molte di esse hanno dovuto cessare la propria attività dopo qualche anno ed altre registrano serie difficoltà a proseguire;

TENUTO CONTO che se nel 2009 i segni della crisi preoccupavano, oggi tracciano un quadro allarmante così come dimostrano i dati sui consumi delle famiglie italiane sensibilmente e costantemente in calo, con fenomeni di deflazione che ormai da mesi caratterizzano negativamente l'andamento della situazione macroeconomica del paese;

PRESO ATTO che oggi più che mai le imprese del comparto del commercio necessitano di un concreto ed immediato contributo che aiuti le centinaia di aziende del settore a sopportare il peso della crisi e le conseguenze di eventi eccezionali come quello che ha colpito lo scorso anno il territorio di Olbia e di parte della Barbagia;

RILEVATO che i dati statistici indicano la presenza in Sardegna di circa 120.000 imprese produttive, e di queste il 48 per cento è costituito da aziende che svolgono attività riguardanti il commercio, il turismo e i servizi;

ACCERTATO, altresì, che i drammatici dati forniti dall'osservatorio nazionale dell'Associazione degli esercenti e da Confesercenti evidenziano un saldo passivo di 650 imprese nei soli primi sei mesi del 2014: 493 appartenenti al commercio al dettaglio, di cui 80 del settore alimentare e 413 del no-food, mentre 19 sono le imprese di alloggio e ricezione, 68 quelle di ristorazione e 70 i bar;

RILEVATO che le previsioni sono tutt'altro che ottimistiche se si tiene conto che il suddetto saldo è peggiore di quello registrato nello stesso periodo del 2013, come conferma la differenza tra la media giornaliera di aperture e chiusure tra l'anno scorso e quello in corso sul commercio al dettaglio in sede fissa, e che in Sardegna nel 2013 si erano registrate 2 aperture e 4 chiusure al giorno, mentre nel primo semestre 2014 le aperture sono state sempre 2, ma le chiusure 5,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio affinché dicano se intendano impegnarsi affinché:

1) nel bilancio di previsione 2015 e nel pluriennale 2015/2017 siano stanziate le risorse necessarie a finanziare un nuovo bando della legge regionale n. 9 del 2002;

2) dal prossimo anno siano attivate le procedure amministrative che consentano alle numerose imprese del comparto del commercio, di partecipare al bando ed accedere alle agevolazioni. (73)

Interpellanza Usula - Zedda Paolo Flavio sulla mancata e puntuale erogazione delle risorse all'azienda ARST.

I sottoscritti,

PREMESSO che l'azienda ARST Spa è di totale proprietà della Regione autonoma della Sardegna;

EVIDENZIATO che la stessa esercita la gran parte dei collegamenti relativi al trasporto pubblico locale regionale sia su ferrovia che su strada;

OSSERVATO che l'ARST gestisce anche importanti parti del trasporto pubblico locale urbano;

VISTO che essa opera in regime di "contratto di servizio" che sancisce genere e numero delle prestazioni;

CONSIDERATO che l'ARST opera in condizioni di continuo indebitamento verso il sistema creditizio bancario;

SOTTOLINEATO che l'assenza di risorse fa sì che non si possano erogare puntualmente le risorse nei confronti dell'INPS;

VERIFICATO che l'ARST non è un'azienda in passivo, ma che le sofferenze sono date dai ritardi nell'erogazione delle risorse economiche;

OSSERVATO che il mancato versamento fa sì che non possa essere erogato il documento unico di regolarità contributiva (DURC), che risulta indispensabile per l'erogazione delle risorse regionali,

chiedono di interpellare il presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) a quanto ammonti l'arretrato delle risorse ancora da assegnare all'azienda ARST;

2) a quanto ammonti il debito dell'ARST nei confronti dei fornitori;

3) a quanto ammontino gli interessi passivi che l'azienda ha maturato nei confronti degli istituti di credito per via dei ritardi nelle erogazioni, e a quali anni siano ascrivibili;

4) se non si ritenga urgente ed opportuno accelerare e procedere alla liquidazione delle pendenze e alla copertura delle passività maturate;

5) quali provvedimenti abbiano intenzione di porre in essere per affrontare una nuova politica dei trasporti, in grado di risolvere i numerosi problemi che affliggono il settore. (74)

Mozione Cossa - Dedoni - Crisponi sulla vaccinazione contro l'HPV.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il Papillomavirus Umano (HPV) rappresenta la causa principale dello sviluppo del cancro alla cervice uterina, ovvero della seconda forma di cancro più diffusa tra le donne dopo il tumore al seno, e colpisce oltre 500.000 soggetti ogni anno ed è l'unica forma di cancro di cui si conoscono esattamente le cause e i metodi di prevenzione;

CONSIDERATOche le donne, oltre al PAP test, hanno a disposizione il vaccino anti HPV, introdotto gratuitamente per la coorte di donne dodicenni, con tre dosi di vaccino entro i cinque anni successivi all'inizio del programma di vaccinazione;

VALUTATO che nuove evidenze scientifiche hanno dimostrato che la vaccinazione anti HPV, oltre a prevenire il cancro alle cervice uterina, previene anche altri tumori maligni che, per un terzo, sono a carico del maschio, sia per incidenza che sia per trasmissione;

CONSTATATOche i dati di prevalenza dell'infezione da HPV nelle donne dimostrano un primo picco d'infezione, intorno ai 25 anni di età, che diminuisce con il progredire dell'età per ripresentarsi, con un secondo picco, intorno ai 45 anni di età;

VERIFICATOche, nei maschi dai 18 ai 70 anni di età, gli studi hanno evidenziato una prevalenza dell'infezione del 65,2 per cento che rimane costante;

EVIDENZIATOche il maschio è, quindi, un portatore di HPV con una prevalenza superiore e costante rispetto a quella della donna e, pertanto, il virus non potrà essere eradicato senza un'azione anche sull'uomo;

CONSIDERATOche, contrariamente al cancro al collo dell'utero, per le altre neoplasie non esistono programmi di screening organizzati per la diagnosi precoce;

OSSERVATOche per il maschio non ci sono studi diagnostici standardizzati per le infezioni HPV e, spesso, i tumori sono riconosciuti in fase avanzata e associata a un'alta mortalità;

SOTTOLINEATOche le infezioni da HPV si trasmettono tra maschi e femmine ed entrambi i sessi dovrebbero avere lo stesso diritto di usufruire direttamente dei benefici della vaccinazione anti HPV;

TENUTO CONTOche, dall'implementazione del programma vaccinale a oggi, ogni regione ha attuato una propria strategia vaccinale e ha allargato l'offerta in gratuità ad altre coorti di giovani donne, oltre a quella indicata dal Ministero;

RIBADITO che è un diritto di ogni individuo poter accedere ai programmi di prevenzione delle malattie, laddove esista un mezzo efficace di prevenzione come il vaccino anti HPV;

CONSIDERATOinoltre che un programma universale di vaccinazione anti HPV riduce i pregiudizi creati intorno a una vaccinazione del solo genere femminile e permette di ridurre le barriere socio-culturali e aumentare l'accettabilità e la copertura vaccinale,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad attivare le iniziative necessarie a pervenire al raggiungimento dell'obiettivo di copertura vaccinale HPV previsto nel Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014;

2) ad adottare i provvedimenti che possano permettere di estendere la vaccinazione gratuita, anche ai maschi nella fascia d'età di dodici anni, con il duplice scopo di sanare un'iniquità sociale di accesso nella prevenzione delle patologie HPV correlate e di permettere al servizio sanitario di ridurre i costi per la cura delle stesse. (78)

Mozione Truzzu - Locci - Fasolino - Randazzo - Zedda Alessandra - Dedoni - Cossa - Solinas Christian - Cherchi Oscar - Tocco - Tedde - Floris - Rubiu - Peru - Pittalis - Tunis - Carta - Fenu - Crisponi sul progetto Erasmus (regionale) e sulla mobilità giovanile, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- crede fortemente nella costruzione di un'Europa dei popoli e dei cittadini, con una reale unione politica senza la quale il progetto a lungo termine è destinato a naufragare;

- gli studenti hanno anticipato le istituzioni per quanto riguarda la reale integrazione europea;

- nel 2010 l'Unione europea ha adottato la strategia "Europa 2020" che si incardina su tre priorità principali: crescita intelligente, crescita sostenibile e crescita inclusiva (o solidale);

- per la nuova programmazione 2014-2020 l'Unione europea ha lanciato il nuovo programma "Yes Europe" (o Erasmus Plus), che conferma la centralità della formazione e della mobilità internazionale nelle politiche europee;

- "Yes Europe" beneficerà di uno stanziamento pari a 19 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, con un aumento pari al 70 per cento delle risorse stanziate durante l'attuale programmazione 2007-2013;

PRESO ATTO che:

- la Regione ha nel corso degli anni finanziato, in accordo con l'Università di Cagliari e Sassari, la mobilità internazionale studentesca, nella fattispecie il programma Erasmus e il programma Leonardo, confermando di credere nell'educazione non formale e nella validità di questi progetti;

- rispetto ad altre regioni italiane la nostra è ancora sprovvista di una legge sulla gioventù, che sostenga l'attività delle diverse associazioni che operano nel campo della mobilità internazionale e nel campo dell'associazionismo giovanile universitario e scolastico;

RITENUTO che la futura legge sulla gioventù debba necessariamente accorpare in un unico assessorato le competenze riguardanti le politiche giovanili, distribuite oggi in più assessorati, rendendo così più chiaro il quadro delle stesse competenze e le molteplici opportunità che la stessa Regione offre;

VALUTATO che:

- il nuovo programma "Yes Europe" e/o Erasmus Plus si propone di aumentare il numero di coloro che beneficiano di una borsa per compiere parte del loro percorso educativo e formativo all'estero nella misura del 30 per cento per gli studenti della formazione superiore e del 50 per cento per gli studenti della formazione professionale;

- il nuovo programma "Yes Europe" si propone di aumentare del 30 per cento il numero di giovani che partecipano ad attività di volontariato all'estero o a scambi di giovani;

- i giovani che partecipano a programmi di mobilità giovanile e studentesca costituiscono un prezioso volano turistico per la nostra Isola, soprattutto grazie al massiccio utilizzo degli strumenti della comunicazione istantanea, quali i social network o le applicazioni mobili ad essi connesse;

- i giovani che hanno svolto esperienze legate a programmi di formazione e mobilità in Sardegna hanno sempre espresso ottime opinioni sul soggiorno nella nostra Isola, e hanno dimostrato concretamente l'apprezzamento con successivi soggiorni;

- la presenza di giovani stranieri coinvolti in programmi di formazione e mobilità ha positivi effetti sull'indotto economico delle città che li ospitano,

impegna il Presidente della Regione

a convocare un tavolo di lavoro (a cui saranno invitati a partecipare gli assessori competenti per materia, il presidente della Commissione competente, i Magnifici Rettori dell'università di Cagliari e Sassari, i presidenti dell'ERSU di Cagliari e Sassari, il presidente dell'ANCI e dell'ASEL Sardegna, i sindaci dei Comuni di Cagliari e Sassari e i rappresentanti delle associazioni di mobilità studentesca internazionale di maggiore rappresentatività) che per oggetto avrà l'individuazione degli interventi strutturali e finanziari per far crescere il numero dei giovani che potenzialmente potrebbero arrivare nella nostra Isola tra il 2014 e il 2020 per effetto dei programmi e dei fondi per la crescita inclusiva istituiti dall'Unione europea o dagli strumenti regionali derivanti da fondi indiretti. (79)

Mozione Tedde - Pittalis - Dedoni - Fenu - Truzzu - Rubiu - Cappellacci - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sulla catastrofe umanitaria che colpisce la comunità cristiana della piana di Ninive occupata dalle falangi dello "Stato islamico dell'Iraq e della Siria" (Isis), con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in Iraq si sta consumando una catastrofe umanitaria senza precedenti, un vero e proprio genocidio, che vede le falangi dello "Stato islamico dell'Iraq e della Siria" (Isis) occupare le cittadine cristiane della piana di Ninive, antica culla della cristianità a nord di Baghdad-Qaraqosh, Tal Kayf, Bartella e Karamlesh, imponendo alla popolazione di abbandonare le proprie case;

- secondo l'Onu oltre 200mila persone sono in fuga da Ninive verso il Kurdistan, con una considerevole quantità di adolescenti che stanno morendo per gli stenti;

- fra questi, sono oltre centomila i cristiani sfollati, fuggiti a piedi e senza poter portare con se nemmeno generi di prima necessità: un quarto dei cristiani dell'Irak, oggi al di sotto dei 500mila, sono costretti ad un esodo biblico;

- i jihadisti hanno massacrato intere famiglie, occupato le chiese, distrutto le croci e dato alle fiamme oltre 1.500 antichi manoscritti;

EVIDENZIATO che il Papa ha lanciato un accorato appello alla comunità internazionale per "porre fine al dramma umanitario in atto, e perché si adoperi a proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati"; un appello che il Pontefice ha rivolto alla "coscienza di tutti", mentre invita a pregare tutti i cristiani e le Chiese,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

a intervenire con urgenza presso il Governo italiano perché avvii tutte le iniziative internazionali utili, non escluse quelle militari, affinché il genocidio cristiano della piana di Ninive abbia a cessare, avviando nel contempo azioni umanitarie efficaci per alleviare il dramma umanitario in atto e azioni politiche atte a ristabilire la pace nell'area interessata dall'occupazione degli jihadisti di Isis. (80)

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