Seduta n.77 del 10/03/2015
LXXVII Seduta
Martedì 10 Marzo 2015
Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU
La seduta è aperta alle ore 16 e 27.
FORMA DANIELA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 26 febbraio 2015 (74), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Luca Pizzuto e Paolo Truzzu hanno chiesto congedo per la seduta del 10 marzo 2015.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Comandini - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Collu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Moriconi - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Tendas:
"Modifiche e integrazioni alla legge regionale 15 luglio 1988, n. 25 (Organizzazione e funzionamento delle compagnie barracellari)". (188)
(Pervenuta il 5 marzo 2015 e assegnata alla prima Commissione.)
Lotto - Comandini - Tendas - Cozzolino - Sabatini - Demontis - Manca Gavino:
"Modifiche alla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna)". (189)
(Pervenuta il 6 marzo 2015 e assegnata alla quinta Commissione.)
Cocco Pietro - Pittalis - Desini - Fenu - Arbau - Usula - Rubiu - Anedda - Dedoni - Cocco Daniele Secondo:
"Disposizioni urgenti in materia di enti locali e disposizioni varie". (190)
(Pervenuta il 6 marzo 2015 e assegnata alla prima Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Moriconi sulla revisione dei criteri di programmazione urbanistico-commerciale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 55/108 del 29 dicembre 2000". (214)
(Risposta scritta in data 2 marzo 2015.)
"Interrogazione Tocco sull'eliminazione degli "intermediari esterni", cioè dei professionisti dell'area tecnica, in particolare ingegneri, nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche, mediante la legge finanziaria 2015". (262)
(Risposta scritta in data 2 marzo 2015.)
"Interrogazione Carta sulla proposta di riorganizzazione della direzione generale della pianificazione urbanistica e della vigilanza edilizia". (268)
(Risposta scritta in data 2 marzo 2015.)
"Interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi sull'applicazione del cosiddetto split payment, introdotto dall'articolo 1, comma 629, lettera b) della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità)". (276)
(Risposta scritta in data 2 marzo 2015.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla revisione dei criteri di programmazione urbanistico-commerciale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 55/108 del 29 dicembre 2000". (303)
"Interrogazione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai, con richiesta di risposta scritta, sui disservizi causati dalla società Delcomar nelle tratte marittime per Carloforte e La Maddalena". (304)
"Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulle politiche che la Regione intende perseguire per tutelare l'attività dell'Aero Club di Cagliari". (305)
"Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sull'immagine della Sardegna presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas". (306)
"Interrogazione Tendas - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di un intervento urgente e inderogabile in merito alle precarie condizioni dei laboratori ARPAS di Oristano". (307)
"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulle iniziative politiche adottate dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale per consentire la movimentazione di carni suine dalla Sardegna in vista dell'Expo di Milano". (308)
"Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione venutasi a creare relativamente alla gestione della materia degli usi civici da parte dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale". (309)
"Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), relativo alla stabilizzazione dei dipendenti dell'Ente foreste aventi rapporto di lavoro semestrale". (310)
"Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, sulle ragioni della mancata istituzione, in Provincia di Sassari, del Centro permanente per l'istruzione degli adulti (CPIA)". (311)
"Interrogazione Sale - Zedda Paolo Flavio, con richiesta di risposta scritta, sull'ipotesi di accorpamento dell'Osservatorio astronomico di Cagliari (Oac) con Bologna". (312)
"Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito al divieto di utilizzo degli impianti sportivi del Parco di Monte Claro a Cagliari". (313)
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Interpellanza Crisponi - Cossa - Dedoni sulla mancata proposizione del bando 'Lunga estate' da parte dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale". (109)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretaria:
"Mozione Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Anedda - Arbau - Desini - Usula - Piscedda - Agus - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Collu - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Zedda Paolo Flavio sul piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (116)
"Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Cappellacci - Tedde - Zedda Alessandra - Locci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Cossa - Crisponi - Carta - Orrù - Tocco - Floris - Oppi, Tatti - Pinna Giuseppino sull'ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato i concorsi 2012-2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (117)
"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Randazzo - Truzzu - Fenu - Solinas Christian - Pittalis - Cappellacci - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Floris - Locci - Tocco - Carta - Orrù sul piano di dimensionamento scolastico regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (118)
"Mozione Cossa - Pinna Rossella - Comandini - Tendas - Pittalis - Peru - Crisponi - Dedoni - Usula - Cherchi Augusto - Unali - Sale - Lotto - Sabatini - Demontis - Moriconi - Cozzolino - Forma - Solinas Christian - Cocco Daniele Secondo - Truzzu - Rubiu - Floris - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Tunis - Lai - Cherchi Oscar - Randazzo - Fasolino - Tedde - Perra - Arbau - Ledda - Agus - Zedda Alessandra sull'organizzazione di percorsi condivisi per il riconoscimento e l'individuazione e cura della Sindrome fibromialgica; attivazione di un coordinamento regionale per la definizione e realizzazione di percorsi terapeutici dedicati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (119)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento, della proposta di legge numero 190.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Pietro Cocco, relatore.
COCCO PIETRO (PD), relatore. Noi arriviamo a discutere questa proposta di legge dopo averla condivisa con tutti i Capigruppo durante la riunione dell'altro giorno. La legge numero 56 del 2014, la cosiddetta "Delrio", ha stabilito che le Regioni a Statuto speciale adeguino gli statuti ai principi della medesima legge. Allo stesso modo la Giunta regionale, con una deliberazione del 53, sempre del 2014, ha approvato il disegno di legge riguardante il riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna, che prevede tra le cose un sistema elettorale per le province di secondo grado, attraverso il quale il Presidente della provincia e i consiglieri vengono eletti dai sindaci e dai consigli comunali presenti e facenti parte dei comuni della provincia stessa. Nel mese di giugno del 2015 gli organi delle province di Sassari, Oristano e Nuoro terminano i propri mandati per scadenza naturale. Per far sì che gli organi provinciali vengano eletti tutti con il nuovo sistema elettorale, la legge di riforma deve entrare in vigore in tempi brevissimi, altrimenti si correrebbe il rischio di rinviare sine die l'attuazione del processo riformatore. Inoltre, in virtù della legge regionale numero 15 del 2013, le Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio, e la Provincia di Cagliari sono commissariate, e si avrebbe l'effetto diacronico di una parte della Sardegna rappresentata con organismi eletti direttamente, e di un'altra parte invece eletta in maniera differente, ovvero commissariata. Inoltre la proposta di legge interviene a modificare una norma di legge, finanziaria del 2015, per modificare lo stanziamento dal 50 per cento al 75 per cento previsto per il supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con disabilità, o in situazioni di svantaggio, che può essere utilizzata anche a integrazione delle spese sostenute per l'anno scolastico 2014-2015. Inoltre, per consentire un notevole risparmio sulle spese necessarie per l'organizzazione di nuove selezioni concorsuali, prevede che le vigenti graduatorie e i concorsi banditi dagli enti del sistema della regione, delle aziende sanitarie siano prorogati di tre anni dalla data di scadenza naturale, quindi prorogati per tre anni. Questo è quanto, Presidente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Edoardo Tocco. Ne ha facoltà.
TOCCO EDOARDO (FI). Qualche considerazione giusto l'argomento di importanza che oggi stiamo trattando. Benché chiaramente sia scontato l'adeguamento alla recente normativa nazionale in materia, tendente alla razionalizzazione e all'economicità della gestione degli enti locali, io credo che sia importante, in questo preciso momento, salvaguardare quella che è la continuità amministrativa, quella che è la continuità dell'occupazione e dei servizi che sono offerti oggi dalle province ai cittadini. Quindi, nella necessità di razionalizzare e parificare i provvedimenti che riguardano l'elezione dei vertici degli enti locali tra quelli ancora amministrati dai soggetti eletti dal popolo, e quindi dove è stato nominato un commissario, è importante far chiarezza e proseguire nella strada indicata dai cittadini in quel che è stato il referendum per l'abolizione delle province stesse. Nonostante la riduzione dei trasferimenti statali e degli introiti di competenza, io credo che sia importantissimo il ruolo della Regione in questo momento, poiché dovrà farsi carico, senza nessun tipo di equivoco, della continuità dei servizi erogati, in termini di risorse disponibili, delle attività, del personale, dei beni e dei servizi, senza che queste subiscano nessun tipo di ammanco. Nonostante siano già emerse molte lacune ed inefficienze, con la sostanziale e continua diminuzione delle risorse spendibili, dei trasferimenti e delle responsabilità, in questo caso, il fruitore del servizio, che si tratti di un cittadino o di un'istituzione scolastica, potrebbe trovarsi spiazzato, non recependo i motivi delle improvvise chiusure di alcuni uffici, della limitazione di risorse e di trasferimenti dei servizi dovuti proprio alle procedure di riorganizzazione. In sostanza occorre evitare che questa fase di transizione e di razionalizzazione porti un calo effettivo, se non un ammanco, dei servizi che tuttora sono erogati dalle province. In questa delicata fase si ritiene necessario non smembrare definitivamente e rapidamente gli enti intermedi, soprattutto quelli storici, e le competenze ed i servizi che finora sono stati erogati, consentendo al personale impiegato di trovare una giusta e condivisa collocazione e di salvaguardare soprattutto i livelli occupazionali. L'azione delle province come sappiamo in questi anni è stata considerevole, soprattutto per molte attività, come quelle scolastiche, di edilizia, strade, ma anche per attività forestali, di protezione civile, di balneazione. Faccio un esempio su tutti: c'è una proposta di legge che giace da circa un anno sulla riorganizzazione del centro provinciale antisetti, che come sapete è in carico alle province e riguarda la derattizzazione e disinfestazione. Si pensi semplicemente che in questa fase di transizione, se dovesse esserci qualcosa di diverso, è chiaro, ne subirebbero i cittadini, e gli istituti subirebbero chiaramente delle deficienze. Quindi in questo momento è molto importante la massima condivisione, come credo in tutto il Consiglio, affinché le province e gli enti esistenti nella riorganizzazione e razionalizzazione non vengano né depauperati e né depotenziate, perché ne sarebbe causa soltanto il servizio al cittadino e all'istituzione.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.
AGUS FRANCESCO (SEL). Solo per sottolineare il binario parallelo nel quale oggi si trovano le Province della Regione Sardegna rispetto alle altre. La Regione Sardegna, come esito del referendum del 2013, presenta oggi delle caratteristiche diverse rispetto alle altre regioni, dove le province continuano ad esistere e sono state semplicemente sostituiti gli enti eletti direttamente dal popolo con degli enti di secondo livello ai sensi della legge Delrio. In Sardegna non si applica la legge Delrio, i principi di quella legge però, in quanto norme di grande riforma economica e sociale, sono tra quelle di cui dovremo tener conto nella riforma degli enti locali oggi all'esame della prima Commissione. Nonostante questo in Sardegna si applicano, come se esistesse una clausola di peggior sfavore, tutte le parti negative della Delrio, della legge di stabilità e del decreto ministeriale del riparto delle risorse. Questo ha privato le province sarde, all'interno di quel taglio di 1 miliardo, spalmato tra le province del Paese, delle risorse necessarie per andare avanti e per assicurare i servizi di cui parlava anche l'onorevole Tocco poc'anzi. L'ammanco, almeno a una prima analisi, dovrebbe essere di circa 50 milioni, se nei prossimi mesi il Consiglio regionale, nel quadro della legge di riordino, ma anche di interventi urgenti, non sarà in grado di assicurare quelle risorse, ci troveremo di fronte a gravi problemi legati ai dipendenti delle province che ancora operano negli enti che ancora stanno in piedi, e i servizi assicurati da queste, perché le province non sono state abolite, sono ancora previste nella nostra Carta costituzionale con lo status di enti locali, e questo rende difficile la loro abolizione soltanto in Sardegna, e soprattutto ci troviamo in una situazione nella nostra Isola dove con una mano dobbiamo fare la riforma migliore possibile per i prossimi dieci anni, con l'altra dobbiamo assicurare servizi che servono oggi, servono domani e servono anche la settimana prossima. Cioè, mentre questo Consiglio è impegnato a fare le riforme, occorre pensare anche al concreto, all'oggi, e alla continuità dei servizi e alla salvaguardia dei posti di lavoro. Tutto questo, purtroppo, non viene fatto nella legge nazionale, tant'è che nella maggior parte delle regioni si stanno verificando problemi gravissimi alle città metropolitane. Cito il caso di Milano che da poco è stato anche ripreso dalla maggior parte dei giornali nazionali e cito, per quanto riguarda le province, il caso di Novara e di Salerno, mi pare, dove appunto si è arrivati quasi a non riuscire a pagare gli stipendi. In Sardegna abbiamo uno Statuto speciale, usiamolo al meglio e facciamo in modo che in Sardegna non si verifichi quello che si è verificato altrove. Credo che questa legge sia un banco di prova, cioè la legge di ridefinizione degli enti locali e tutto l'iter che accompagnerà la stesura di quella legge sia un banco di prova anche per il nostro Statuto e non penso che ne avremo molti altri in futuro. Riguardo poi il testo che andiamo a discutere oggi, credo sia semplicemente un atto necessario, che sana parte dei problemi legati agli esiti del referendum di due anni fa che probabilmente neanche gli stessi sostenitori di quel referendum potevano prevedere, spero, mi auguro che neanche gli stessi promotori potessero prevedere. Quindi con questa legge saniamo questo binario diverso tra province commissariate e province in cui rimangono ancora in piedi gli enti eletti dal popolo anni fa ed evitiamo che il Presidente si trovi nella condizione di andare contro o una legge regionale o una legge nazionale in una situazione dove una legge gli imporrebbe di convocare i comizi e un'altra legge, invece, gli imporrebbe tutt'altro e quindi di superare le province, di provvedere alla costruzione di un sistema che garantisca l'elezione di secondo livello e si sani in questo modo il problema.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Presidente, io devo dire che sono molto combattuto su questa legge perché io sono stato consigliere provinciale, non sono un tifoso delle province, ritengo che siano sicuramente da superare, però a me sembra che dal 7 aprile 2014 al 10 marzo 2015 forse c'era il tempo per dare un'offerta e una proposta diversa ai cittadini. Perché non dimentichiamoci che parliamo anzitutto e sempre dei cittadini, cioè parliamo di quei servizi che i cittadini si aspettano, parliamo dei rappresentanti dei cittadini cui i servizi devono offrire e parliamo dei dipendenti, parliamo quindi di chi ha un posto di lavoro, parliamo dell'incertezza nella quale si trovano da molto tempo questi dipendenti, parliamo degli ammanchi, parliamo dei fondi che sono sempre meno, parliamo quindi di problemi che riguardano la vita quotidiana dei cittadini. Dal 7 aprile 2014 avevamo il tempo per presentare, discutere e approvare un disegno di legge che potesse diventare una legge che potesse diventare, quindi, una offerta, una proposta ai cittadini di senso compiuto. Non ci siamo riusciti e oggi a quei cittadini, a quei dipendenti e per gestire quei servizi stiamo dicendo che, siccome non ce l'abbiamo fatta, nominiamo i commissari, i soliti, gli eterni commissari, la foglia di fico o il rattoppo che, quando non si riesce a fare le leggi, si trova per cercare di nascondere la nostra inefficienza. I commissari sono la soluzione giusta? I commissari saranno in grado di dare garanzia ai dipendenti? Saranno in grado di gestire tutti i servizi che le province devono erogare? Sono la risposta giusta per i cittadini? Stiamo facendo la cosa giusta per i cittadini? Credo che non stiamo facendo la cosa giusta. Qual è l'alternativa? L'alternativa potrebbe essere che i cittadini devono essere chiamati a eleggere di nuovo quattro consigli provinciali. Ma crediamo davvero che sia un'alternativa così tragica? Se noi non siamo riusciti a produrre una legge e un riordino, dando una proposta a questi cittadini, diamo la parola ai cittadini perché noi non siamo riusciti. Non possiamo tamponare questa inefficienza e non possiamo neanche tarpare quelli che sono i diritti dei cittadini con un commissario. Commissariare è la resa, commissariare è una sconfitta e questa sconfitta io sarei disposto ad accettarla se l'alternativa fosse qualcosa di tragico, ma non c'è nulla di tragico. I cittadini vanno a eleggersi i consigli provinciali, a eleggersi il nuovo presidente provinciale, cosa - ripeto - alla quale io sono contrario, ma se si arriva a questa situazione non è colpa dei cittadini, non è colpa dei presidenti delle province in carica, non è colpa dei consigli provinciali in carica, è responsabilità unica e sola di questo Consiglio regionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.
DEMONTIS SALVATORE (PD). Presidente, io non sono molto d'accordo con il collega Carta che mi ha appena preceduto. Noi, di fatto, siamo obbligati ad approvare questa legge perché sarebbe schizofrenico andare a elezioni adesso e peraltro non sarebbe nemmeno possibile evidentemente. Non sarebbe possibile perché dovremmo ridisegnare le circoscrizioni elettorali e se anche riuscissimo a ridisegnare le circoscrizioni elettorali vi sarebbe un altro problema. Le province oggi sono di fatto degli enti in pre-dissesto finanziario e sono in pre-dissesto finanziario non perché ci sia stata nella maggior parte di essi una cattiva gestione evidentemente, ma perché lo Stato, il Governo, nelle more dell'approvazione del disegno di legge della riforma costituzionale, quindi a Delrio approvata, ha ritenuto di dover prelevare dalle province importi così elevati che di fatto non ne è più consentita la sopravvivenza economica. Il punto però è che ad oggi le province continuano ad avere competenze, ad avere funzioni che comunque devono essere esercitate. La stessa Regione si trova in difficoltà. Io sento spesso i colleghi proporre finanziamenti alle province magari sul fondo unico. In realtà non lo possiamo fare perché rischiamo che gli stessi finanziamenti della Regione alle province sul fondo unico vengano poi drenati dal Governo nazionale nella fase di prelievo sulle province, e questa è una situazione che mi preoccupa moltissimo, una situazione che evidentemente in qualche modo dobbiamo risolvere, questa del dissesto finanziario delle province e del fatto che non possono garantire le funzioni, e la dobbiamo risolvere nelle more, nel periodo di transizione e di trasferimento di competenze alle unioni di comuni o alle unioni delle unioni di comuni, perché poi è chiaro che di questo dissesto economico o di questa difficoltà economica così importante da parte delle province sono i cittadini a risentirne per primi. E ancora non possiamo andare a elezioni evidentemente perché seppure la Delrio al comma 5 dell'articolo 1, se non ricordo male, stabilisce che i principi di grande riforma economica e sociale per le Regioni a Statuto speciale valgono solo in ordine alle città metropolitane e non alle province, e quindi in teoria e per assurdo noi potremmo anche, in forza del nostro Statuto, andare a elezioni, è evidente che per il taglio del Governo nazionale sarebbe facile ipotizzare che i principi di grande riforma economica e sociale verrebbero poi estesi alle stesse province o anche ad altri argomenti, e quindi siamo nell'impossibilità di poter, anche volendo, e direi anche con un'azione schizofrenica, consentire elezioni di primo livello, e non rimane altra strada che il commissariamento evidentemente. Peraltro sono particolarmente d'accordo sul fatto che i commissari non debbano essere necessariamente i presidenti delle province in carica perché il mandato si è esaurito e quando il mandato si esaurisce o si ricoprono altri mandati in enti differenti oppure si torna a fare il proprio lavoro.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, io credo che arriviamo a discutere questa legge con grande affanno, una legge importantissima che è piccola piccola, ma comunque è un caleidoscopio di colori, che denota sicuramente carenza di programmazione. Siamo arrivati ad oggi con questo affanno perché c'è stata innanzitutto carenza di programmazione, in secondo luogo perché l'Aula è stata impegnata e occupata nella cosiddetta, tra virgolette, riforma della sanità che avrebbe dovuto ridurre i costi della sanità e invece li ha aumentati. Ma comunque di questi temi avrò modo di parlare anche più in là. Comunque arriviamo con grande ritardo.
La legge Delrio aveva disposto che entro l'8 di aprile le Regioni, anche la Regione a Statuto speciale Sardegna, avrebbero dovuto emanare una legge di riordino del sistema delle autonomie locali. Noi non abbiamo assolutamente emanato alcunché. Siamo fermi al palo e ora siamo costretti a rincorrere una normicchia che ci consenta di non arrivare alla scadenza delle Province dovendo essere costretti a fare nuovamente elezioni dirette dei Presidenti delle Province e dei consiglieri comunali.
Io credo che sia necessario, in questo contesto, sottolineare il senso di responsabilità delle opposizioni che hanno dato il parere favorevole per l'utilizzo del "102". È evidente che se non ci fosse stato il parere favorevole delle opposizioni oggi noi saremmo stati nel caos più totale, perché questa legge sarebbe dovuta passare in Commissione, sarebbe dovuta arrivare poi in Aula e nel frattempo sarebbe arrivata la data entro la quale proclamare i comizi elettorali. Non per questo comunque questa è una buona legge. Vedo che ci sono degli emendamenti che probabilmente la migliorano, però ci sono dei passaggi in queste norme che avrebbero meritato un approfondimento che credo che qualche emendamento abbia fatto. Complessivamente è una legge non perfetta sotto il profilo tecnico che probabilmente con gli emendamenti riesce a raggiungere gli obiettivi che si pone nell'articolo 1, mentre invece per quanto attiene le altre due norme, l'articolo 2 e l'articolo 3, c'è da condividere i propositi del disegno di legge e c'è da condividerli anche perché obiettivamente c'era l'esigenza di prevedere quelle risorse per l'assistenza ai disabili e perché comunque per operare una vera riduzione di costi della sanità era ed è necessario utilizzare le graduatorie che ad oggi sono in essere, procrastinarle ed evitare di fare ulteriori concorsi che avrebbero comportato spendita di denari e perdita di tempo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (FI). Signor Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori, onorevoli colleghi, questa breve norma che oggi viene presentata in Consiglio regionale con un ingresso d'urgenza utilizzando l'articolo 102 del Regolamento del Consiglio regionale della Sardegna lascia perplessi non solo per il suo contenuto, ma soprattutto anche per quello che sarà la conseguenza dopo l'approvazione della norma stessa. È chiaro che ci riferiamo alla legge numero 56, la cosiddetta legge Delrio, che a livello nazionale dispone sulle città metropolitane, sulle Province, sull'unione e fusione dei comuni e che dà mandato alle Regioni, entro l'8 aprile del 2015, attenzione, Regioni a Statuto speciale, di adeguare i propri ordinamenti interni ai principi della medesima legge. Primo aspetto che credo vada sottolineato a questo punto è: ma la Regione autonoma della Sardegna, fino a prova contraria è ancora oggi una Regione a Statuto speciale, quindi ha un suo Statuto, quindi ha la possibilità di legiferare secondo il proprio ordinamento, quindi secondo il proprio percorso. Mi viene a questo punto il dubbio di capire (così com'è stato appena riferito dai colleghi che mi hanno preceduto) quale sia la necessità di dover necessariamente legiferare. Se dobbiamo adeguarci a una norma nazionale, che non è modifica di Statuto ma è una norma nazionale, perché non stiamo modificando il Titolo V della Costituzione italiana, ma stiamo semplicemente adeguando secondo una norma nazionale, la norma Delrio, il nostro Regolamento interno, quindi la nostra procedura interna di legiferare, a questo punto mi chiedo: ma che bisogno abbiamo noi oggi d'urgenza di entrare in Aula e di dovere indicare ed individuare necessariamente il commissariamento delle Province? Ma soprattutto le tre Province che sono riconosciute secondo lo Statuto, e quella riconosciuta con legge ordinaria, cioè quella della Provincia di Oristano. Mi chiedo perché, perché altrimenti, così com'è stato sottolineato praticamente da tutti, il Presidente della Regione deve necessariamente convocare i comizi. A questo punto dico: per quale motivo dobbiamo porci oggi il dubbio, il problema di capire perché noi dobbiamo stare ancora una volta legati alle catene dello Stato italiano? Abbiamo autonomia per poter decidere liberamente che cosa fare? Allora, signor Presidente della Regione, io le lancio una sfida e le chiedo: perché non convoca i comizi? Vediamo quanto lo Stato italiano è in grado poi di dare risposte o di entrare nel merito in quelle che sono realmente le norme della Sardegna. Il dubbio è chiaramente che venga impugnata e quindi la sua convocazione dei comizi possa essere impugnata dallo stesso Governo e quindi cassata successivamente. A questo punto però io credo che questi sono i veri impegni che noi come Aula consiliare, o meglio come Parlamento dei sardi dobbiamo intrattenere e dobbiamo portare avanti. Credo che sia questo l'obiettivo vero, far capire che noi non siamo e non possiamo sottostare a quelle che sono le norme e le leggi dello Stato, ma siamo noi che decidiamo esattamente che cosa bisogna fare.
Qui mi ricollego al ragionamento del collega Carta dove dice: "Io non è che sia contrario, io non sono contrario, anzi può andar bene, ma ho necessità di avere certezza di quello che poi deve avvenire nel seguito, devo avere certezza della libertà soprattutto di espressione del popolo sardo nel decidere esattamente che cosa bisogna fare all'interno delle Province". Quelle Province che hanno in questo momento ancora grave difficoltà di tipo economico, cioè di dotazioni finanziarie, ma soprattutto uno degli aspetti che credo sia più importanti e che questo Consiglio regionale oggi magari avrebbe dovuto dibattere è proprio quello legato al futuro stesso del personale e al futuro stesso dell'attività all'interno delle Province che comunque continueranno ad esistere anche se saranno, bene o male, nella loro conformazione, comunque portate a lavorare e quindi a produrre eventuali risultati con un'elezione di secondo livello, quindi con la partecipazione diretta degli enti locali, quindi dei rappresentanti degli enti locali stessi, cioè stiamo parlando dei sindaci.
A questo punto credo che dopo la provocazione dobbiamo anche capire per quale motivo in Aula entra un testo concordato per lo meno con i Capigruppo e poi si propone un emendamento all'articolo 1, esattamente l'emendamento numero 3, che stravolge, bene o male, il contenuto della norma stessa. Quindi credo, colleghi, che probabilmente non abbiamo e quest'Aula non ha oggi le idee così chiare per quello che deve portare avanti e molto probabilmente è il caso di fermarci e di valutare esattamente che cosa dobbiamo approvare e che cosa dobbiamo portare avanti, non per il bene nostro o per quelle che sono le decisioni nostre, ma per il bene dei sardi nella reale esistenza futura delle Province che sono riconosciute sia dallo Stato italiano che dal nostro Statuto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Stasera stiamo assumendo un atto di responsabilità perché al netto di qualche polemica di parte credo che sia noto a tutti che non possiamo pensare di andare ad una indizione dei comizi elettorali. Questa sarebbe una cosa, come ha detto l'onorevole Demontis, schizofrenica perché il popolo sardo si è pronunciato per il superamento delle Province, quindi la sfida, onorevole Cherchi, più che farla al Governo italiano la faremo ai nostri stessi concittadini.
Tracciata questa linea, abbiamo la necessità di costruire questo periodo di interregno e questo periodo di interregno deve essere brevissimo perché noi dobbiamo andare ad approvare la legge di riordino del sistema degli enti locali e arrivare a quel sistema Sardegna che prevede una missione di governo specifica, unica, che vede da una parte l'attività di indirizzo da parte della Regione che utilizza tutta la struttura regionale, e dall'altra la missione di governo, di programmazione, di progettazione e di spendita delle risorse da parte degli enti locali che utilizza per arrivare e compiere la propria missione di governo, due strutture che sono quelle proprie dei comuni e quelle strutture di livello intermedio che oggi sono in capo alle province che devono essere rimotivate con funzioni precise e con scopi altrettanto chiari. Ne approfitto per dire quello che pensa il nostro Gruppo sulla questione e credo anche che in questa riforma degli enti locali noi non dobbiamo sprecare tempo e soprattutto non dobbiamo pensare a tante transumanze di personale da una parte e dall'altra. Abbiamo già le strutture che sono funzionanti, delle strutture provinciali, utilizziamole al meglio e facciamole utilizzare dagli enti locali che hanno la necessità di avere a disposizione personale, competenze e risorse, risorse, personale e competenze.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Questa legge è il minimo sindacale cioè il minimo che si può fare nel momento in cui non si è ancora riusciti a mettere mano alla riforma, quindi è evidente che in questa situazione il minimo che si può fare è evitare la beffa di indire elezioni provinciali. Detto questo è evidente che il problema vero che noi abbiamo non è quello di cui stiamo dibattendo oggi, il problema vero che noi abbiamo è quello di andare avanti con la riforma, una riforma che secondo noi deve essere una riforma coraggiosa che deve ridisegnare in maniera seria il sistema degli enti locali, non è questo il momento di parlarne, ma io credo assessore Erriu e presidente Pigliaru, che noi... non vorrei disturbare l'onorevole Cocco, Presidente quindi aspetto un attimo. Dicevo Presidente, io credo che noi dovremmo avere il coraggio di utilizzare quest'occasione per mettere in piedi non soltanto un sistema di enti locali moderno in quanto nuovo, ma anche un nuovo sistema di enti locali che abbia il coraggio anche di sperimentare e che abbia il coraggio di seguire strade che magari andranno verificate lungo il percorso ma che siano davvero rispondenti alle esigenze del territorio e che vadano ovviamente nella direzione della semplificazione non soltanto del sistema istituzionale ma soprattutto della vita dei cittadini. Io credo e con riferimento a questa specifica legge ma anche all'altra che abbiamo approvato precedentemente, che noi comunque commettiamo un errore, assessore Erriu, a non dare ai commissari che verranno nominati un mandato specifico su quello che dovranno fare sia in ordine alla liquidazione delle province perché mi pare che almeno su questo non ci siano dubbi, sia in ordine agli elementi che è necessario raccogliere per facilitare poi la messa a regime, intanto l'elaborazione Assessore, ma poi la messa a regime della riforma che verrà effettuata. Liquidazione che non può però significare il massacro che sta succedendo attualmente con la morte per asfissia a cui il governo nazionale ha condannato non tanto le province quanto i servizi che vengono gestiti dalle province. I dati che ha raccolto la prima Commissione durante le audizioni che ha disposto il presidente Agus sono emblematici, quello che sta accadendo è che anche i servizi elementari, minimi, manutenzione delle scuole, manutenzione delle strade, durante il periodo invernale la provincia di Nuoro ha accusato addirittura l'impossibilità di utilizzare gli spazzaneve, non vengono garantiti perché mancano le risorse. È evidente che non può essere questo il modo di procedere cioè segare i servizi per di più tenendo in piedi le province, caso mai la strada da seguire era un'altra, in questo caso la responsabilità della Giunta regionale è modesta viste le scelte che si stanno facendo da altre parti, ma la transizione non può che essere morbida e soprattutto tale da non penalizzare i cittadini.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Centro Democratico). Qualcuno dice che arriviamo ad approvare questa legge in forte ritardo, qualcuno asserisce che non è il caso di farlo, qualcun altro lancia la sfida nei confronti del Governo centrale per indire i comizi elettorali e quindi sfidare ulteriormente il Governo.
Io ritengo che queste dichiarazioni e queste affermazioni non siano corrette, con tutto il rispetto di chi le ha pronunciate, per un semplice motivo. Se è vero, noi dobbiamo porci una domanda e lo dico da ex amministratore provinciale, da consigliere provinciale e da assessore, le province hanno ragione di esistere? Personalmente dico: "In queste condizioni no". E soprattutto visto... certo mi rendo conto che l'argomento non è dei più accattivanti e salvo poi qualche collega presentare degli emendamenti per le partecipate per cercare di salvare i lavoratori e per fare un po' di spot elettorali.
Detto questo, dicevo che se siamo arrivati a questo punto ci dobbiamo porre alcuni interrogativi e per esempio ci siamo trovati in questa condizione perché non ci dobbiamo dimenticare che quando è stato indetto il referendum nel 2013 ci sono state diciamocelo chiaramente delle forze politiche che hanno cavalcato un'ondata di populismo dove la gente non voleva più le province, eliminiamo le province perché eliminiamo i costi della politica e qualsivoglia però con la demagogia come avete visto non si va da nessuna parte anche perché sarebbe stato più corretto e io ritengo anche intellettualmente più onesto, nel momento in cui si è fatta la proposta di referendum popolare creare subito l'alternativa, aboliamo le province ma subito dopo avremmo dovuto avere un modello istituzionale alternativo, cosa che invece così non è stata. E allora se è vero come dice qualche collega che mi ha preceduto che questo Consiglio regionale in questo primo anno di legislatura può darsi poteva fare qualcosina di più, però non è che possiamo continuare a fare errori su errori. Allora io dico che la proposta di commissariare le province quelle statali è una considerazione giusta e soprattutto di buon senso perché non possiamo continuare a tenere in vita le province, come avete visto sono come una barca in mezzo al mare che sta imbarcando acqua in continuazione, si sta cercando di salvare l'equipaggio alla bell'e meglio ma come avete visto tutte le iniziative che stiamo cercando di mettere in campo si stanno rivelando molto, ma molto difficili. Allora è opportuno che prima che la barca imbarchi acqua e coli a picco, è opportuno porre rimedi e soprattutto questo è il preludio e soprattutto il primo passo per quello che stiamo discutendo in Commissione numero 1, quella degli affari generali, e cioè quello del riordino degli enti locali, è lì la vera partita, è lì che noi dobbiamo essere incisivi e soprattutto dobbiamo fare una legge di riforma degli enti locali che sia ragionevole, di buon senso e soprattutto in aderenza con quelle che sono le esigenze dei nostri amministrati. Pertanto già da ora, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Gruppo Centro Democratico.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Il dibattito ha messo in luce tutte le buone ragioni che portano verso la soluzione indicata dalla legge cioè di un commissariamento. Io credo che sia opportuno sottolinearne alcune di queste ragioni che peraltro come ho detto sono emerse dal dibattito. Noi sappiamo che i comizi elettorali devono essere convocati entro un certo termine, i 55 giorni prima i tempi tecnici per la convocazione, sembrerebbe dalle notizie di stamane del Ministero degli interni che le elezioni amministrative comunali siano fissate a livello nazionale per il 31 di maggio. Se così fosse e se così sarà i tempi sono evidentemente stretti per far coincidere le amministrative in Sardegna con quelle del resto d'Italia e consentire le elezioni di secondo grado dovremmo avere la riforma degli enti locali già approvata in Sardegna. In difetto di questo occorrerebbe l'indizione dei comizi elettorali con una conseguenza nefasta, cioè quella di rinnovare sine die l'attuazione del processo riformatore in atto. Ricordo infatti che varie sentenze della Corte costituzionale, da ultimo la numero 48 del 2013, dice che non possono subire un'abrogazione del mandato gli organi costituzionali eletti, quindi in caso di elezione dei nuovi organi provinciali dovrebbero permanere in carica per tutta la durata del mandato, cioè per cinque anni. Altro effetto sarebbe quello che con il commissariamento delle province di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio si avrebbe una parte del territorio regionale rappresentato da organi provinciali eletti direttamente e un'altra parte retta da commissari straordinari. Un risultato del tutto inadeguato alle necessità di un processo riformatore che invece deve essere disegnato secondo quello che noi pensiamo quanto è scritto nella riforma. Si tratta di una riforma organica della rappresentanza locale che è stata dettagliata nel progetto di riforma. Ricordo anche che la legge di stabilità del 2015, ma anche questo è stato ampiamente ricordato, dispone un consistente taglio che per il 2015 a livello nazionale è stimato un miliardo, in Sardegna si parla di circa 50 milioni di euro che vengono a mancare alle province, ciò rende ancora più urgente l'attuazione della riforma e la nuova configurazione degli enti intermedi, tra i quali la città metropolitana di Cagliari. Come a voi noto è stato istituito un osservatorio per la riallocazione delle funzioni provinciali che vede la presenza dell'ANCI, dell'UPI, della Regione, è attivo il tavolo di negoziazione con i sindacati dei lavoratori per assicurare criteri di trasparenza in questo processo di riallocazione delle funzioni il che rappresenta uno dei pilastri importanti della riforma per fare in modo che questo processo graduale di ridefinizione delle funzioni del personale che segue le funzioni possa essere svolto in modo ordinato e riportare un po' di serenità all'interno di un mondo, quello dei lavoratori delle province, che comprende non solo i dipendenti ma anche i dipendenti delle società in house, i dipendenti a tempo determinato e i cosiddetti precari, complessivamente si tratta di circa 2.800 lavoratori nello stesso tempo salvaguardando le giuste esigenze, le necessarie indispensabili esigenze che devono essere al centro di tutto dei cittadini che hanno diritto a che i servizi e le funzioni esercitate dagli enti intermedi continuino ad essere esercitati con efficienza e con efficacia nelle more della definizione del nuovo assetto degli enti locali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, per chiedere se è possibile, prima di passare all'articolato e agli emendamenti, di sospendere almeno un quarto d'ora la riunione con il punto all'ordine del giorno per dare tempo di verificare gli emendamenti. Questa è la richiesta.
PRESIDENTE. Sì, se siete d'accordo metterei in votazione il passaggio all'esame degli articoli e poi facciamo la sospensione, se non ci sono opposizioni.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Sì, Presidente, è possibile in questo quarto d'ora di sospensione convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo?
PRESIDENTE. Sì, va bene.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Sospendo i lavori del Consiglio per quindici minuti e convoco una Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 19, viene ripresa alle ore 18 e 24.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Passiamo all'esame dell'articolo 1. All'articolo 1 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:
Art. 1
Scadenza mandato organi provinciali e nomina commissari
1. Al fine di consentire la riforma organica della rappresentanza locale, nelle more di approvazione della legge di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna, qualora in una data compresa tra la data di entrata in vigore della presente legge e il 15 giugno 2015 si verifichi la scadenza naturale del mandato degli organi delle province o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali, ai sensi della legislazione vigente, è nominato, per ciascuna provincia, un commissario straordinario ai sensi e per gli effetti della legge regionale 28 giugno 2013, n. 15 (Disposizioni transitorie in materia di riordino delle province), fino alla data del 31 dicembre 2015.
2. Ove alla data di entrata in vigore della presente legge la provincia sia commissariata, il commissario è prorogato fino al 31 dicembre 2015.
Emendamento sostitutivo totale Cozzolino - Sabatini - Comandini - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella - Meloni - Demontis - Solinas Antonio - Piscedda
Articolo 1
Art. 1
Scadenza mandato organi provinciali e nomina amministratori straordinari
1. Al fine di consentire la riforma organica della rappresentanza locale, nelle more di approvazione della legge di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna nel rispetto dei principi della Legge statale n. 56 del 7 aprile 2014 ed in conformità allo Statuto speciale per la Regione Sardegna, qualora in una data compresa tra la data di entrata in vigore della presente legge e il 15 giugno 2015, si verifichi la scadenza naturale del mandato o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali nonché la scadenza delle gestioni commissariali di cui al comma 3 dell'art. 1 della Legge regionale n. 15 del 28 giugno 2013, è nominato, per ciascuna provincia un amministratore straordinario con poteri fino al 31 dicembre 2015.
2. Entro 30 giorni dall'approvazione della presente legge i commissari nominati ai sensi del comma 3 dell'art. 1 della Legge regionale n.15 del 28 giugno 2013, decadono dalle rispettive cariche e sono sostituiti secondo quanto previsto dal successivo articolo.
3. Con deliberazione della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione è disposta la nomina degli amministratori di cui al presente articolo. Non trovano applicazione le disposizioni di cui all'art. 4 della Legge regionale n. 13 del 7 ottobre 2005, così come modificata dall'art. 19 della Legge regionale n. 24 del 25 novembre 2014. (3)
Emendamento all'emendamento numero 3 aggiuntivo Cozzolino - Sabatini - Comandini - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella - Meloni - Demontis - Solinas Antonio - Piscedda
Articolo 1
Al comma 1 dell'art. 1 sono aggiunte le seguenti parole:
All'amministratore straordinario sono attribuiti i poteri previsti dall'ordinamento in capo al presidente della provincia, giunta e consiglio provinciali.
All'amministratore straordinario è corrisposta un'indennità equivalente alla retribuzione lorda complessiva spettante al dirigente di vertice dell'Ente, diminuita dell'indennità di risultato. L'amministratore straordinario provvede ad assicurare la continuità dell'espletamento delle funzioni già svolte dalle Province, in particolare provvede a prorogare i servizi e i contratti per le tipologie di lavoro flessibile in essere fino al 31 dicembre 2015, fatta eccezione per i casi in cui non se ne ravveda la necessità. (5)
Emendamento aggiuntivo Pinna Giuseppino - Rubiu
Articolo 1
All'art. l, dopo il comma 2 è aggiunto il comma 2 bis che riporta:
2 bis) Nella legge regionale 7 agosto 2009 n. 3 all'art. 1, comma 17, la parola "tre" è sostituita dalla parola "quattro". (1)
Emendamento aggiuntivo Cocco Daniele
Articolo 1
Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente:
"Art. 1 bis
1. Alla lettera g) del comma 1 dell'articolo 1, della legge regionale n. 4 del 2012 il numero "8" è sostituito dal numero "10". (8)
Emendamento all'emendamento numero 5 aggiuntivo Cozzolino - Sabatini - Comandini - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella - Meloni - Demontis - Solinas Antonio - Piscedda
Articolo 1
Il secondo capoverso dell'emendamento n. 5 è così sostituito:
"All'amministratore straordinario è riconosciuta un'indennità pari alla retribuzione più alta percepita all'interno dell'Ente; in ogni caso non è dovuta indennità di posizione e di risultato". (9).)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Efisio Arbau. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Per quanto mi riguarda l'intervento è esclusivamente per annunciare il ritiro dell'emendamento numero 4.
PRESIDENTE. Questo emendamento è all'articolo 3, comunque lo consideriamo ritirato.
Sospendo la seduta per qualche minuto per riordinare gli emendamenti.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 29, viene ripresa alle ore 18 e 41.)
PRESIDENTE. Possiamo riprendere la seduta. Abbiamo messo un po' di ordine agli emendamenti, faccio il riepilogo degli emendamenti presentati.
C'è l'emendamento numero 9, Cozzolino e più; l'emendamento numero 5, Cozzolino e più; l'emendamento numero 3, Cozzolino e più; l'emendamento numero 1, Pinna e più; l'emendamento numero 8, Cocco Daniele.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
ERRIU CRISTIANO, Assessore tecnico degli enti locali, finanze ed urbanistica. Allora, il parere è favorevole sugli emendamenti numero 3, 5 e 8; sull'emendamento numero 9 c'è l'invito al ritiro; mentre il parere è contrario sull'emendamento numero 1.
PRESIDENTE. È aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti. Non ho iscritti a parlare. Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Sull'emendamento numero 9, c'è un invito al ritiro.
Ha domandato di parlare il consigliere Lorenzo Cozzolino. Ne ha facoltà.
COZZOLINO LORENZO (PD). L'emendamento numero 9 viene ritirato.
PRESIDENTE. L'emendamento numero 9 è stato ritirato.
Metto in votazione l'emendamento numero 5.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 5.
(Segue la votazione)
Prende atto che il consigliere Comandini ha votato a favore e che il consigliere Fenu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Forma.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 52
astenuti 2
maggioranza 27
favorevoli 30
contrari 22
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'emendamento numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tocco ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 30
contrari 22
(Il Consiglio approva).
Specifico che al comma 2, all'ultimo verso c'è scritto per errore "da quanto previsto al successivo articolo", in realtà si intende "comma" e non "articolo". Quindi provvediamo alla correzione diretta.
Passiamo alla votazione dell'emendamento aggiuntivo numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (Area Popolare Sarda). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 1.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 49
astenuti 1
maggioranza 25
favorevoli 18
contrari 31
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Anedda - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Floris - Forma - Ganau - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tunis - Unali - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Si è astenuto il Presidente Ganau.)
Metto in votazione l'emendamento numero 8.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 8.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Tatti ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Risponde no il consigliere:Cherchi Oscar.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Cossa - Crisponi - Dedoni - Floris.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 49
astenuti 5
maggioranza 25
favorevoli 48
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Modifiche all'articolo 30 della legge finanziaria 2015
1. Nel comma 11 dell'articolo 30 della legge regionale approvata il 27 febbraio 2015 (legge finanziaria 2015), le parole "sino al 50 per cento" sono sostituite dalle parole: "sino al 75 per cento".)
Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Pinna Rossella e Tatti hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tendas - Tocco - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri:Cherchi Oscar - Tunis.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris - Rubiu.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 51
astenuti 3
maggioranza 26
favorevoli 49
contrari 2
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 3. All'articolo 3 sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3 e del relativo emendamento:
Art. 3
Proroga efficacia graduatorie concorsi per assunzioni di
personale
1. Per tutte le amministrazioni del Sistema regione di cui all'articolo 2, comma 2 bis, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione), per le aziende sanitarie locali e per le aziende ospedaliero-universitarie l'efficacia dell9e graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni di personale, vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, è prorogata di tre anni che decorrono per ciascuna dalla rispettiva scadenza.
Emendamento soppressivo totale Forma - Ruggeri - Demontis - Meloni - Pinna Rossella
Articolo 3
L'art. 3 è soppresso. (6)
Emendamento sostitutivo totale Ruggeri - Meloni - Forma - Demontis - Pinna Rossella
Articolo 3
All'art. 3 è aggiunto il seguente comma:
"Per le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero-universitarie della Sardegna, poiché rientrano tra le amministrazioni pubbliche che hanno subito limitazioni delle assunzioni, si applica altresì l'articolo 4, comma 4, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 101, convertito nella legge 30 ottobre 2013 n. 125". (7)
Emendamento soppressivo parziale Cozzolino - Sabatini - Comandini - Deriu - Moriconi - Pinna Rossella - Meloni - Demontis - Solinas Antonio
Articolo 3
La dicitura: "Per tutte le amministrazioni del Sistema regione di cui all'art. 2, comma 2 bis, della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 "Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione" di cui al comma 1 art. 3 è soppressa. (2)
Emendamento aggiuntivo Arbau - Ledda - Azara - Perra
Articolo 3
All'inizio dell'articolo 3 è aggiunta la seguente frase: "fermo restando quanto previsto dal comma 424 dell'articolo 1 della Legge 23 dicembre 2014 n. 190 'legge di stabilità 2015'". (4).)
PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 6, 2, 4 sono stati ritirati.
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo totale numero 7.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 7.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cappellacci - Carta - Cherchi Augusto - Cherchi Oscar - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Fasolino - Fenu - Forma - Lai - Ledda - Locci - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Orrù - Perra - Peru - Pinna Giuseppino - Pinna Rossella - Piscedda - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Solinas Christian - Tedde - Tendas - Tocco - Tunis - Unali - Usula - Zedda Alessandra - Zedda Paolo.
Risponde no il consigliere:Tatti.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Floris.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 54
votanti 52
astenuti 2
maggioranza 27
favorevoli 51
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano.
(È approvato)
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 190.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Cossa - Cozzolino - Crisponi - Dedoni - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula - Zedda Paolo.
Rispondono no i consiglieri:Cappellacci - Carta - Cherchi Oscar - Fasolino - Fenu - Floris - Locci - Orrù - Peru - Pinna Giuseppino - Pittalis - Randazzo - Rubiu - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra.
Si è astenuto il Presidente Ganau.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 53
votanti 52
astenuti 1
maggioranza 27
favorevoli 33
contrari 19
(Il Consiglio approva).
Discussione della mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Anedda - Sale - Unali - Floris - Solinas Christian - Orrù - Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Cherchi Oscar - Tunis - Pinna Rossella - Tendas - Collu - Fenu - Truzzu - Moriconi - Manca Gavino - Cozzolino - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Arbau - Ledda - Azara - Perra - Carta - Busia - Oppi - Rubiu - Cocco Pietro - Piscedda - Demontis - Deriu - Locci - Tedde sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (82) e approvazione di ordine del giorno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 82 sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Zedda Paolo Flavio - Usula - Cherchi Augusto - Manca Pier Mario - Anedda - Sale - Unali - Floris - Solinas Christian - Orrù - Dedoni - Cossa - Crisponi - Pittalis - Cherchi Oscar - Tunis - Pinna Rossella - Tendas - Collu - Fenu - Truzzu - Moriconi - Manca Gavino - Cozzolino - Cocco Daniele Secondo - Pizzuto - Agus - Lai - Arbau - Ledda - Azara - Perra - Carta - Busia - Oppi - Rubiu - Cocco Pietro - Piscedda - Demontis - Deriu - Locci - Tedde sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- in data 5 novembre 1992, è stato stipulato a Strasburgo, nell'ambito del Consiglio europeo, il trattato internazionale meglio noto come Carta europea delle lingue regionali o minoritarie;
- tale trattato prevede la protezione e la promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza, al fine della conservazione e dello sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo, nel rispetto del diritto imprescrittibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o di una minoranza nella vita privata e pubblica;
- la Carta indica gli obiettivi e i principi che le parti si impegnano a applicare a tutte le lingue regionali o di minoranza esistenti sul loro territorio, impegna gli stati aderenti alla loro promozione, ne incoraggia l'utilizzo scritto e orale nella vita pubblica e privata attraverso adeguati mezzi di insegnamento e di studio;
- essa indica, inoltre, una serie di misure per agevolare l'uso delle lingue regionali o di minoranza in settori cruciali della vita pubblica quali l'insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative e i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociale e gli scambi transfrontalieri;
CONSIDERATO CHE:
- la Carta suddetta è entrata in vigore in data 1 marzo 1998, a seguito della ratifica da parte di almeno 5 stati contraenti;
- allo stato attuale, essa è stata ratificata da 25 paesi, tra i quali i principali partners del processo di costruzione dell'Unione europea come Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo;
- l'Italia ha firmato la Carta il 27 giugno 2000, ma, dopo circa 15 anni, non ha ancora provveduto alla sua ratifica, sebbene siano state depositate in Parlamento diverse proposte di legge in merito;
CONSIDERATO, altresì, che:
- il trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 ha rafforzato l'obiettivo della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale e linguistico dell'Unione europea in tutte le sue diversità;
- la convenzione Unesco del 2005 sulle diversità culturali impone agli stati membri l'adozione di misure appropriate a tutela della cultura, comprese quelle inerenti le diversità linguistiche;
- la diversità linguistica e culturale è oramai un principio fondamentale dell'Unione europea, anche ai sensi degli articoli 21 e 22 dalla Carta dei diritti fondamentali;
- il rispetto delle diversità linguistiche contribuisce positivamente alla coesione sociale rafforzando la comprensione reciproca, l'autostima e la larghezza di vedute, oltre a favorire l'accesso alla cultura e contribuire alla creatività e alla acquisizione di competenze interculturali, favorendo la cooperazione tra popoli;
- secondo l'Atlante mondiale delle lingue in pericolo dell'Unesco una lingua rischia di scomparire in assenza, tra l'altro, dei seguenti requisiti: numero assoluto di parlanti, trasmissione della lingua tra generazioni, utilizzo della lingua in ambito pubblico, esistenza di materiale di apprendimento e di insegnamento della lingua, e politiche linguistiche a livello governativo;
TENUTO conto:
- che, ai sensi della legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26 (Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna), la Regione assume come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda, riconoscendole pari dignità rispetto alla lingua italiana; che la lingua sarda rappresenta la lingua minoritaria più diffusa d'Italia;
- del significato storico, culturale e simbolico che la lingua sarda riveste all'interno del percorso millenario di formazione della comunità e del tessuto sociale della Sardegna;
- della fondamentale importanza per il futuro sociale e economico dell'isola della sopravvivenza della lingua sarda, anche a fini di conservazione dell'immenso patrimonio artistico avente specifiche peculiarità, quali l'arte dell'improvvisazione poetica, del canto a tenore e più in generale delle forme di poesia orale della Sardegna;
- che la lingua sarda è stata dichiarata, unitamente al catalano, dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche) lingua di minoranza storica e quindi oggetto di specifica tutela;
- la succitata legge sancisce il diritto dei sardi a godere dell'insegnamento della loro lingua nelle scuole dell'infanzia e in quelle primarie.
VALUTATA, inoltre:
- la grave tendenza all'abbandono del sardo come lingua viva, così come certificato dalla ricerca sociologica denominata "La lingua dei sardi", commissionata dalla Regione e pubblicata nel 2006;
- l'insufficienza delle misure di tutela finora messe in atto, le quali non hanno garantito l'insegnamento regolare e sistematico nelle istituzioni scolastiche;
DATO atto che:
- il Consiglio regionale ha già approvato, nel corso della quattordicesima legislatura, la mozione n. 196 sulla formulazione di un ordine del giorno voto al Parlamento per garantire adeguati livelli di tutela della lingua sarda in sede di ratifica della Carta europea per le lingue minoritarie, così come previsto dall'articolo 51 della Statuto;
- nella mozione succitata, si evidenzia puntualmente come, nell'ambito dei principi fondamentali fissati dalla Carta, gli Stati aderenti sono liberi, in sede di ratifica, di individuare le lingue oggetto di tutela, le misure di salvaguardia e, in ultima analisi, il "grado di protezione" che si vuole attribuire alla singola lingua regionale o minoritaria;
- la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie rappresenterebbe uno strumento immediatamente cogente e di straordinario impatto normativo ai fini della tutela e della valorizzazione della lingua sarda,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a promuovere presso le sedi competenti, a cominciare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e le commissioni parlamentari competenti, tutte le iniziative utili alla rapida ratifica da parte dell'Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, già ratificata da 25 paesi e firmata dall'Italia il 27 giugno 2000;
2) ad aprire un tavolo permanente di confronto e coordinamento con tutti i parlamentari sardi al fine di agevolare e accelerare l'iter di calendarizzazione, studiare le strategie che ne favoriscano una rapida approvazione e vigilare affinché la proposta definitiva di legge di ratifica della Carta garantisca un adeguato livello di tutela e di sostegno del sardo. (82).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento del consigliere svolto in lingua sarda)
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Cari colleghi, il 5 novembre 1992, il Consiglio europeo stipula il trattato internazionale meglio noto come Carta europea delle lingue regionali o minoritarie; tale trattato prevede la promozione delle lingue di minoranza, al fine della conservazione e dello sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale, nel rispetto del diritto primario di ogni minoranza di usare la propria lingua in casa sua e nella vita privata e pubblica. La Carta europea indica obiettivi e principi che si impegna a mettere in campo e in più invita a una serie di misure specifiche, ne incoraggia l'utilizzo scritto e orale nella vita pubblica nell'insegnamento, nella giustizia, nell'amministrazione, nei mass media, nelle attività culturali, nell'economia e nei rapporti internazionali tra Stati.
La Carta è entrata in vigore in data 1 marzo 1998, a seguito della ratifica da parte di almeno 5 Stati contraenti; allo stato attuale, è stata ratificata da 25 paesi, tra i quali Germania, Paesi Bassi, Austria, Gran Bretagna e Spagna; principali partners del processo di costruzione dell'Unione europea e che ne hanno determinato il progetto. L'Italia ha firmato la Carta il 27 giugno 2000, con molto ritardo, e non ha ancora provveduto alla sua ratifica, a 15 anni dalla firma e a 18 anni dalla stipula, come sappiamo deve essere ratificata e perfezionata per mezzo di una legge nazionale che deve essere approvata in entrambe le Commissioni, del Senato e della Camera. Un disegno di legge di approvazione era stato presentato il 9 marzo del 2012 sottoscritto dall'allora Ministro degli affari esteri, Terzi Sant'Agata, e dal Ministro degli affari regionali, Piero Gnudi. Decaduto il Governo, il progetto decade anch'esso. Si dovrebbe fare una proposta di discussione di ratifica della Carta europea della lingua che è incardinata in una Commissione congiunta, esteri e affari costituzionali al Senato. La procedura prevede che ci sia un delibera di un unico testo, sul quale stanno lavorando adesso, una discussione degli emendamenti e una licenza da parte della Commissione e il passaggio in Aula in Senato prima e un secondo passaggio alla Camera, che dovrebbe essere più veloce. L'effetto della ratifica, senza aspettare i miracoli senza questa ratifica, (…) La legge di ratifica deve passare in Parlamento e in questo senso il consiglio d'Europa lascia libertà in merito a quali siano le lingue a cui spetti la difesa e la possibilità di individuare quali siano gli strumenti e quali siano le forme di tutela della lingua. Dunque a parte l'importanza di questa legge di ratifica questo è uno strumento importante sia per l'impegno che l'Italia ha preso nei confronti delle altre nazioni europee firmando questo trattato, sia attraverso un impegno simbolico tornando a portare nel centro della discussione in merito alle lingue minoritarie e delle minoranze in senso lato. Bisogna ricordare che (…) In due momenti differenti si sono imposti davanti alla comunità europea ponendo in evidenza il fatto che l'Italia ancora non ha onorato l'impegno preso al momento della firma del trattato europeo. Per questo domandiamo che venga ratificata questa carta europea per varie ragioni una è per il rispetto dei principi universali riconosciuti nella legislazione internazionali, nazionali e regionali, ho ricordato il trattato di Lisbona del 2007 che promuove la difesa del patrimonio culturale e linguistico in tutte le sue varianti, la convenzione Unesco del 2005 che impone delle misure analoghe sulla cultura e sulla lingua come principio dell'Unione europea (…) Uniti nella differenza che sono dei principi fondanti del progetto sui quali si è formata all'Unione europea. E bisogna ricordare che l'Unione europea prevede e concede finanziamenti a favore delle minorità linguistica e per combattere la dispersione scolastica. Da parte sua lo Stato con la legge numero 482 del 1989 ha scritto e riconosciuto il principio della difesa delle dodici minoranze linguistiche che stanno dentro lo Stato italiano e nel 1997 ha riconosciuto ancora il sardo come valore fondante della lingua della Regione Sardegna e prevedeva varie misure a tutela e difesa. Bisogna riconoscere che la tutela linguistica posta in atto negli ultimi quindici anni è stata fallimentare, non c'è stato un paese o una città sarda che abbia invertito la tendenza in merito all'abbandono della lingua e dunque bisogna sentirsi in dovere di tornare a riprendere e modificare la politica linguistica che si è messo in atto. I dati sono inflessibili, c'è una crisi nella trasmissione nella competenza linguistica da una generazione all'altra, è una carenza di strumenti di insegnamento, di scuole e di mass media. Dobbiamo comprendere che il patrimonio linguistico è in se un bene inalienabile ma in Sardegna in particolare noi teniamo una letteratura antica di 1000 anni e sappiamo che una parte della storia della Sardegna è scritta in lingua sarda, la parte che più ci permette di guardarla dentro. Siamo davanti a un patrimonio immateriale che rischia di morire, conosciamo bene l'indagine scientifica in merito propone la pratica del bilinguismo che sembra poco ma è già un vantaggio sia per lo sviluppo intellettuale sia per l'apprendimento di una lingua, chi conosce più lingue è più facile che impari una lingua in più. Bisogna fare in modo che noi negli spazi istituzionali creiamo spazio in più quando troviamo una specialità linguistica, (…) Corte costituzionale, l'emendamento in questo senso che voi avete presentato in sede elettorali nazionali, spazi particolari davanti a minorità linguistica dimensionando la scuola in maniera più adeguata. È così, con una società che tutela la lingua con forza che possiamo poi difendere la nostra autonomia. In più la lingua è un potente mezzo di promozione del turismo, delle produzioni locali, della gastronomia e di tante altre cose. Dunque quello che noi ci domandiamo adesso come tutti i sardi che in maniera forte abbiamo pubblicato sulla base dell'analisi scientifica del 2006 ordinato dalla Regione Sardegna e nel 2013 compresa L'università di Cagliari e grazie a un importante quotidiano diffusione regionale importante. Quanto chiediamo noi dunque è, primo che ci siamo un cammino veloce e che si arrivi all'approvazione della legge di ratifica da parte dell'Italia, secondo che la sostanza di questa legge contenga una forma di tutela per la nostra lingua con strumenti maggiori rispetto a quelli che noi già abbiamo con le leggi statali e regionali, perché sappiamo bene che questa forma di garanzia fino adesso non ha funzionato. Come strumento da porre in campo da parte di questo Consiglio regionale io ho chiesto, come è stato già firmato dai Capigruppo, che venga presentato un ordine del giorno voto che possa arrivare direttamente in Parlamento e specificamente nella Commissione congiunta che in questo momento sta discutendo la legge di ratifica della Carta europea delle lingue. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Zedda, è già pervenuto l'ordine del giorno, è in distribuzione presso tutti i consiglieri.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
È iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Signor Presidente, io credo che questa mozione più che utile sia necessaria, peraltro è la riproposizione di un'analoga anche se non identica mozione del 2012, il primo firmatario Amadu, ma era una mozione unitaria, c'erano un po' i consiglieri di maggioranza e di opposizione. È evidente che lo Stato italiano è in forte, fortissimo e colpevole ritardo perché questo trattato è entrato in vigore nel 1998 ed è stato firmato dall'Italia nel 2000 ma non è stato mai ratificato dal Parlamento. Esiste il disegno di legge del 2012 di ratifica, stiamo attendendo che i colleghi del Parlamento finalmente assolvano al loro facilissimo compito. Peraltro la tutela, la conservazione, la promozione delle lingue sono delle attività necessarie per tutelare un patrimonio culturale che è dei popoli che vivono determinati territori che devono essere rispettati anche in attuazione dei principi egualitari che non risiedono soltanto nella nostra Costituzione ma risiedono in tutte le carte principali ovviamente quelle democratiche. C'è quindi da spingere attraverso il nostro Governatore, da spingere il Parlamento, da spingere il Governo Renzi affinché facciano il loro dovere, affinché ratifichino questo trattato che è veramente indispensabile per tutelare questo grandissimo patrimonio. C'è qualche piccola lacuna in questa mozione, della quale ho discusso con il primo firmatario, che è relativa all'assenza nella mozione del catalano di Alghero; catalano di Alghero che è previsto come lingua minoritaria tutelata sia nella legge nazionale nella numero 482, sia nella legge regionale numero 26 del 1999 che a breve andremo a modificare. E quindi quello che io propongo e proporrò nella risoluzione che andrà l'essere approvata è l'inserimento assieme al sardo della lingua minoritaria del catalano di Alghero che è tutelata sia nella legge regionale, che nella legge nazionale. All'esito poi dell'istruttoria in Commissione della riforma della legge numero 26, io sono profondamente convinto che anche i dialetti tabarchini, il sassarese e il gallurese debbano essere inseriti nella legge di riforma. La loro assenza nel progetto di legge, oggi è giustificabile soltanto come una distrazione, quindi quando si andrà a modificare la legge numero 26, bisognerà inserire anche questi dialetti. Oggi, però, non li possiamo inserire, perché non sono ricompresi all'interno della legge nazionale. Quindi ovviamente sono favorevole, siamo favorevoli a questa mozione, però con quelle integrazioni che derivano dal dettato legislativo, nazionale e regionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento del consigliere svolto in lingua sarda)
CARTA ANGELO (PSd'Az). Grazie Presidente. Ma oggi mi pare il caso che cominciamo a imparare il sardo, a cominciare a parlare con la lingua che almeno a noi hanno tramandato, e il problema è che noi non l'abbiamo tramandata a nessuno e parliamo ai nostri figli in italiano. E non riconosciamo e stiamo perdendo e rinunciando a quella bellezza che è la lingua sarda. Quando si sente un bambino che parla in sardo, se vi è capitato, quando si sente un bambino piccolo che parla in sardo viene da guardarlo compiaciuti e diciamo: "Guarda che bellino, parlando in sardo, quanto è grazioso", e ci piace. Io penso che noi sicuramente oggi stiamo facendo una cosa giusta, ma abbiamo davvero dentro di noi, nel cuore, la nostra lingua? Ci crediamo davvero? E non vuol dire niente che uno parli in sardo o in italiano, nel cuore crediamo davvero che la lingua è una cosa importante? Quante volte parliamo del popolo sardo? Quante volte ne parliamo qui? E ci sentiamo tutti rappresentanti del popolo sardo, ma sinceramente che cosa vogliamo fare? La lingua è la prima cosa che stiamo perdendo ed è la prima che dobbiamo salvare, perché un popolo e una nazione che non hanno lingua non esistono. Quando andiamo fuori, quando ci troviamo fuori dalla Sardegna, la prima cosa che ci viene in testa è di parlare in sardo. La prima cosa che diciamo raccontando qualcosa è: io sono sardo. Pensateci, quando siamo fuori, un emigrato, quando incontra qualcuno, la prima cosa che dice è che è sardo e possibilmente lo dice in sardo. Noi oggi che cosa stiamo facendo? Oggi facciamo bene, questa mozione è giusta, Paolo l'ha illustrata bene, l'ordine del giorno va benissimo, però seguiamolo sempre, per costringere il Parlamento ad approvarlo, ma soprattutto curiamo sempre la lingua, impariamola, tramandiamola e incoraggiamo le persone a parlare in sardo e a insegnare ai propri figli a parlare in sardo, perché quei bambini quando saranno grandi possano dire per loro, trovandosi fuori dalla Sardegna, io sono sardo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Io credo di volermi far intendere in italiano, perché così non ci sono scuse di alcuna natura. È stato detto che siamo dall'anno 2000, e io ricordo che, in qualità di Capo di Gabinetto delegato dall'Assessore, partecipai a Roma al Consiglio Superiore per decidere quali sarebbero state le linee che si prospettavano per la lingua sarda, la catalana e così via. Siamo ancora fermi a quella data, al 2000: non ha fatto progressi nel riconoscimento della lingua sarda, delle minoranze linguistiche dell'Europa, in quella che è l'Europa delle autonomie delle regioni e delle nazionalità. Checché si voglia dire, la Sardegna ha un popolo, ha una lingua, con più dialetti, con una ricchezza di territorio che la identifica come nazione, e nessuno su questo può disquisire, è una nazione non stato, cioè non ha avuto una sua evoluzione, almeno dal 1847, quando graziosamente gli stamenti sardi regalarono al Piemonte la statualità della Sardegna. Se non siamo convinti di queste cose nel tutelare quelle che sono prerogative della nostra specialità, non la chiamo autonomia, la chiamo specialità, credo che faremo un torto a noi stessi. E quando mi è capitato di parlarne con terzi, fuori dalle istituzioni, intendevo far raggiungere questo messaggio. Siete mai stati a Barcellona? La gente corre a Barcellona. Va lì, e quando arrivi all'aeroporto c'è una doppia iscrizione in castigliano, che dovrebbe essere l'italiano per noi, e chiaramente nella lingua madre della vecchia contea barcellonese, nell'altra lingua ufficiale. Vai all'estero, ma vai in un doppio estero; è un richiamo mentale, è una figura che ti dà l'idea che stai andando in un altro mondo, che devi avere rispetto di quel mondo. Se noi fossimo capaci di utilizzare al meglio anche questa specificità, avremmo probabilmente da dare in dote a chi ci viene a far visita ed essere ospite da noi non solo le tradizioni, non solo la cultura, non solo quello che è il patrimonio storico che non conosciamo, e a tal proposito mi sia consentito dire che ancora la scuola in Sardegna langue sotto l'aspetto della cultura, della storia della Sardegna. Abbiamo una storia e una cultura che è ben diversa, utilizzata in malo modo, non esemplificata per quella che è la verità vera di quello che rappresenta la nostra Isola nel Mar Mediterraneo e nell'insieme dell'Europa, una specialità che ci viene negata da altri, ma ce la neghiamo noi stessi come istituzioni autonomistiche, incapaci di far valere la nostra specificità istituzionale. Quando mai abbiamo quantomeno contrattato con le istituzioni scolastiche nazionali, se dovremmo, tra l'altro, avere dei momenti di raffronto. Io ribadisco ancora una volta che per legge, per giurisprudenza il dirigente scolastico regionale è soggetto a quelli che sono gli indirizzi politici dell'Assessore alla cultura: cultura e quindi lingua sono fattori inscindibili, crescita sociale, conoscenza di se stessi e quindi possibilità di presentarsi come persone diverse che vogliono recitare un ruolo nell'attuale storia e in quella che è la partecipazione alle istituzioni democratiche italiane ed europee. Se questo non facciamo, ancora una volta stiamo negando a noi stessi le possibilità di uno sviluppo diverso e alternativo.
PRESIDENTE. È stato presentato prima della discussione generale, che dichiaro chiusa perché non ho altri iscritti a parlare, un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Zedda Paolo Flavio - Usula - Anedda - Carta - Floris - Dedoni - Pittalis - Daniele Cocco - Fenu - Arbau - Rubiu - Tedde al Parlamento sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 82 (Zedda Paolo Flavio e più) sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie,
PREMESSO che:
- in data 5 novembre 1992, è stato stipulato a Strasburgo, nell'ambito del Consiglio europeo, il trattato internazionale meglio noto come Carta europea delle lingue regionali o minoritarie;
- tale trattato prevede la protezione e la promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza al fine della conservazione e dello sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo, nel rispetto del diritto imprescrittibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o di una minoranza nella vita privata e pubblica;
- la Carta indica gli obiettivi e i principi che le parti si impegnano a applicare a tutte le lingue regionali o di minoranza esistenti sul loro territorio, impegna gli stati aderenti alla loro promozione, ne incoraggia l'utilizzo scritto ed orale nella vita pubblica e privata attraverso adeguati mezzi di insegnamento e di studio;
- essa indica, inoltre, una serie di misure per agevolare l'uso delle lingue regionali o di minoranza in settori cruciali della vita pubblica quali l'insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative ed i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociale e gli scambi transfrontalieri;
CONSIDERATO che:
- la Carta suddetta è entrata in vigore in data 1° marzo 1998, a seguito della ratifica da parte di almeno 5 stati contraenti;
- allo stato attuale, essa è stata ratificata da 25 paesi, tra i quali i principali partners del processo di costruzione dell'Unione europea come Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo;
- l'Italia ha firmato la Carta il 27 giugno 2000, ma dopo quasi 15 anni non ha ancora provveduto alla sua ratifica, sebbene siano state depositate in Parlamento diverse proposte di legge in merito;
CONSIDERATO, altresì, che:
- il trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 ha rafforzato l'obiettivo della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale e linguistico dell'Unione europea in tutte le sue diversità;
- la convenzione Unesco del 2005 sulle diversità culturali impone agli stati membri l'adozione di misure appropriate a tutela della cultura, comprese quelle inerenti le diversità linguistiche;
- la diversità linguistica e culturale è oramai un principio fondamentale dell'Unione europea, anche ai sensi degli articoli 21-22 della Carta dei diritti fondamentali;
- il rispetto delle diversità linguistiche contribuisce positivamente alla coesione sociale rafforzando la comprensione reciproca, l'autostima e la larghezza di vedute, oltre a favorire l'accesso alla cultura e contribuire alla creatività e alla acquisizione di competenze interculturali, favorendo la cooperazione tra popoli;
- secondo l'Atlante mondiale delle lingue in pericolo dell'Unesco, una lingua rischia di scomparire in assenza, tra l'altro, dei seguenti requisiti: numero assoluto di parlanti, trasmissione della lingua tra generazioni, utilizzo della lingua in ambito pubblico, esistenza di materiale di apprendimento e di insegnamento della lingua, e politiche linguistiche a livello governativo;
TENUTOCONTO:
- che, ai sensi della legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26 (Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna), la Regione assume come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda, riconoscendole pari dignità rispetto alla lingua italiana, così come la lingua catalana di Alghero;
- che la lingua sarda rappresenta la lingua minoritaria più diffusa d'Italia;
- del significato storico, culturale e simbolico che la lingua sarda riveste all'interno del percorso millenario di formazione della comunità e del tessuto sociale della Sardegna;
- della fondamentale importanza per il futuro sociale ed economico dell'Isola della sopravvivenza della lingua sarda, anche a fini di conservazione dell'immenso patrimonio artistico avente specifiche peculiarità, quali l'arte dell'improvvisazione poetica, del canto a tenore e più in generale delle forme di poesia orale della Sardegna;
- che la lingua sarda è stata dichiarata, unitamente al catalano di Alghero, dalla legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), lingua di minoranza storica e quindi oggetto di specifica tutela;
- che tale legge sancisce il diritto dei sardi e dei parlanti la lingua catalana di Alghero a godere dell'insegnamento della loro lingua nelle scuole dell'infanzia e in quelle primarie;
VALUTATA, inoltre:
- la grave tendenza all'abbandono del sardo e del catalano di Alghero come lingue vive, così come certificato dalla ricerca sociologica denominata "La lingua dei sardi", commissionata dalla Regione e pubblicata nel 2006 e dall'inchiesta socio-linguistica commissionata dalla Generalitat di Catalunya;
- l'insufficienza delle misure di tutela finora messe in atto, le quali non hanno garantito l'insegnamento regolare e sistematico nelle istituzioni scolastiche;
CONSIDERATO che:
- l'effettivo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado della lingua sarda rappresenta il volano per preservare e diffondere la stessa e per perseguire la strada del bilinguismo completo;
- sarebbe fondamentale per la Sardegna disporre di mezzi di informazione in lingua sarda e ciò andrebbe garantito attraverso la possibilità di istituire una stazione radiofonica e una rete televisiva, tenuto conto dei bassi costi di attivazione e gestione;
TENUTOCONTO che il disegno di legge C2084 attualmente all'esame del Parlamento dovrebbe elevare il livello di tutela della lingua sarda, in particolare in due settori strategici per la salvaguardia della stessa quali l'istruzione e l'informazione;
DATOATTO che:
- il Consiglio regionale ha già approvato, nel corso della Quattordicesima legislatura, la mozione n. 196 sulla formulazione di un ordine del giorno voto al Parlamento per garantire adeguati livelli di tutela della lingua sarda in sede di ratifica della Carta europea per le lingue minoritarie, così come previsto dall'articolo 51 della Statuto sardo;
- nella mozione succitata si evidenzia puntualmente come, nell'ambito dei principi fondamentali fissati dalla Carta, gli stati aderenti sono liberi, in sede di ratifica, di individuare le lingue oggetto di tutela, le misure di salvaguardia e, in ultima analisi, il "grado di protezione" che si vuole attribuire alla singola lingua regionale o minoritaria;
- la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie rappresenterebbe uno strumento immediatamente cogente e di straordinario impatto normativo ai fini della tutela e della valorizzazione della lingua sarda;
chiede al Parlamento
1) di prevedere, all'interno della Carta, un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell'insegnamento e dell'informazione per garantire un'effettiva salvaguardia della lingua sarda e del catalano di Alghero;
2) di procedere con ogni consentita urgenza a completare l'iter parlamentare per la ratifica da parte dell'Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. (1).)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Paolo Zedda per illustrare l'ordine del giorno numero 1.
(Segue la traduzione in lingua italiana dell'intervento del consigliere svolto in lingua sarda)
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). L'ordine del giorno più o meno ripete le stesse parole che già abbiamo scritto nella mozione, con la differenza che naturalmente non chiediamo più che si formi un percorso di collaborazione tra il Consiglio e i parlamentari sardi, perché è già cosa ormai superata, e neanche, per le stesse ragioni, chiediamo più che ci sia un incardinamento della legge nella Commissione del Senato. Manteniamo, invece, la forma di tutela che deve essere data alle richieste che noi abbiamo fatto questa sera in Aula. Do ora lettura della parte finale del provvedimento, dell'impegno. "Il Consiglio regionale della Sardegna chiede al Parlamento di prevedere all'interno della Carta un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell'insegnamento e dell'informazione per garantire un'effettiva salvaguardia della lingua sarda e del catalano di Alghero, inoltre di procedere con ogni consentita urgenza a completare l'iter parlamentare per la ratifica da parte dell'Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie". Questo è tutto.
PRESIDENTE. Ha letto anche il dispositivo dell'ordine del giorno.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
FIRINO CLAUDIA, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, onorevoli consigliere e consiglieri, onorevoli colleghi della Giunta, nell'esprimere parere favorevole a questa mozione ricordo che la Giunta si è mossa coerentemente con questo orientamento e con una richiesta e ottenimento, devo dire, da parte dello Stato di una maggiore tutela per quanto riguarda la lingua sarda, ovviamente in tutte le sue varianti riconosciute. La tutela comunitaria è una tutela particolarmente importante perché in essa vi sono effettivamente gli indirizzi più avanzati di valorizzazione e tutela delle lingue minoritarie. Ricordo, a proposito di ciò che è stato fatto finora in questo percorso, che pochissime settimane fa vi è stato, dopo tantissimi anni in cui si è tentato di procedere in tal senso, un trasferimento dallo Stato alla Regione delle prerogative di attuazione della legge nazionale numero 482 del 1999, che consentirà alla Regione Sardegna di agire in autonomia nella programmazione delle attività e nella gestione dei fondi che lo Stato prevede per la tutela e la valorizzazione delle lingue. Questo consentirà finalmente un rafforzamento e una messa a sistema dell'insegnamento della lingua sarda nel nostro sistema scolastico e quindi, dato che uno dei criteri per considerare una lingua viva è il numero delle persone che la parlano, questo consentirà di aumentare il numero di persone, soprattutto nelle giovani generazioni, di non solo parlanti ma difensori della lingua e della cultura sarda, e quindi questo è sicuramente un elemento positivo che va nel senso politico complessivo che viene espresso dalla mozione e sicuramente ci sarà l'impegno della Giunta, la pressione da parte dell'Assessorato e della Giunta perché il processo di ratifica a livello nazionale avvenga nei tempi più brevi possibili.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Presidente, in realtà anche per chiedere una piccola integrazione perché mentre l'ordine del giorno che è stato presentato riporta tra le premesse molto chiaramente che nell'ambito dei principi fondamentali fissati dalla Carta gli Stati aderenti siano liberi, in sede di ratifica, di individuare le lingue oggetto di tutela, nel dispositivo poi si chiede un'effettiva salvaguardia della lingua sarda e del catalano di Alghero, mentre la Sardegna si trova già su una frontiera più avanzata, e cioè dalla legge regionale numero 26 del 1997 noi abbiamo riconosciuto pari dignità anche al tabarchino delle isole del Sulcis e ai dialetti gallurese e sassarese. Quindi chiederei, per evitare di fare un ordine del giorno che rimane indietro rispetto a una frontiera sulla quale già ci troviamo, di integrare il dispositivo con queste lingue, cioè con tabarchino delle isole del Sulcis e il dialetto gallurese e sassarese.
PRESIDENTE. Quindi c'è una proposta di integrazione con un emendamento orale.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Su trattau internazionali connotu commente Carta europea des linguas narat in maniera esplicita che is dialettus e is linguas non appartenentis as is territorius non funti ammittias in custa forma de tutela. Deo creu che non sia possibili a integrai su testu in custu modu.
PRESIDENTE. Rifiuta sostanzialmente l'integrazione con l'emendamento orale e quindi non possiamo procedere. C'è una proposta integrativa, che è quella di inserire nel preambolo specificando che esiste già una legge regionale che prevede e quindi si auspichi almeno il riconoscimento di queste lingue.
Ha domandato di parlare il consigliere Paolo Zedda. Ne ha facoltà.
ZEDDA PAOLO (Soberania e Indipendentzia). Lo ripeto in italiano. La Carta europea delle lingue dice in maniera esplicita che i dialetti e le lingue non territoriali, quindi le minoranze che non fanno parte della tradizione storica italiana, non possono essere ammessi in questa forma di tutela. Possono essere tutelate con altre forme, ma non attraverso questo trattato internazionale in modo specifico.
PRESIDENTE. Avevo capito anche in sardo, onorevole Zedda, però voleva semplicemente essere un richiamo a una norma, a una legge che noi abbiamo già adottato e che fa fare un passo avanti anche rispetto a questo riconoscimento che rimane il punto cardine dell'accordo, però ovviamente se l'estensore non ritiene opportuna l'integrazione ci fermiamo qui e passiamo alle altre dichiarazioni di voto.
Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Presidente, sempre su questo punto. Non mi sembra che ci siano motivazioni ostative a precisare questo aspetto così come richiesto dall'onorevole Solinas. Chiederei all'onorevole Zedda se fosse possibile un attimo di interruzione per precisare meglio questo aspetto.
PRESIDENTE. Sì, io concordo per l'interruzione di qualche minuto che forse ci aiuta a risolvere questo piccolo problema.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Manca la mia firma a nome del Gruppo.
PRESIDENTE. Poi aggiungiamo le firme. Allora sospendiamo per qualche minuto per vedere se è possibile un'integrazione.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 27, viene ripresa alle ore 19 e 35.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Mi pare ci sia la presentazione di un emendamento orale dell'onorevole Christian Solinas.
Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). È stato concordato l'inserimento all'ultimo punto del "dato atto che" il seguente testo: "L'articolo 2, comma 4, della legge regionale numero 26/97 riconosce la valenza con riferimento al territorio interessato del tabarchino delle isole del Sulcis, nonché dei dialetti sassarese e gallurese".
PRESIDENTE. Poiché non ci sono osservazioni viene acquisito l'emendamento orale.
Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1 così emendato. Chi lo approva alzi la mano.
(È approvato)
54 del Regolamento. (116)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 116.
Concludiamo questa mozione e procediamo domani mattina con la nuova convocazione del Consiglio alle ore 10 con le mozioni numero 92, 91 e 93 sul dimensionamento scolastico e a seguire la legge 130. Ricordo che sulla legge 130 c'è un accordo che anche se la discussione sarà chiusa entro domani comunque consente la presentazione degli emendamenti sino a tutta la giornata di venerdì.
(Si riporta di seguito il testo della mozione numero 116:
Mozione Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Anedda - Arbau - Desini - Usula - Piscedda - Agus - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Collu - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Zedda Paolo Flavio sul piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
con riferimento al piano di sviluppo aeroportuale (PSA) dell'Aeroporto civile di Cagliari-Elmas, ricadente in minima parte nel comune di Cagliari e in gran parte nel comune di Elmas, tuttora in itinere, che, in estrema sintesi, prevede, tra le altre cose, un'espansione del sedime aeroportuale in direzione dell'abitato del comune di Elmas, per ubicarvi un parcheggio da destinare agli aeromobili di aviazione generale, da realizzarsi attraverso un esproprio oneroso di aree private,
PREMESSO che:
- l'articolo 117 della Costituzione, al comma 3, stabilisce che sono materia di legislazione concorrente tra le altre, quelle relative al governo del territorio, porti e aeroporti civili;
- l'articolo 118 della Costituzione, attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative tra cui il potere di governance territoriale salvo che, per assicurare l'esercizio unitario, siano conferite alle province, città metropolitane, regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (cosiddetto principio di sussidiarietà);
RITENUTO che, in virtù del principio di leale collaborazione di cui all'articolo 120 della Costituzione, pur essendosi in presenza di una pluralità di soggetti, ciascuno dei quali titolare di un settore differenziato di competenze che possono, a diverso titolo, essere interessati in relazione ai singoli casi concreti, tuttavia, la stessa sussidiarietà di cui sopra deve assumere una connotazione dinamica e coinvolgere una complessa rete di accordi, di intese, di attività concertative coniugandosi con il principio di cui sopra;
RITENUTO, inoltre, che sono note le competenze riservate all'ENAC dalla normativa vigente (articolo 687 del Codice della navigazione così come modificato con il decreto legislativo n. 96 del 9 maggio 2005 e con successivo decreto legislativo n. 151 del 15 marzo 2006) in ambito aeroportuale;
RITENUTO, tuttavia, che:
- tali competenze devono esercitarsi sia nel rispetto dei principi e delle competenze sopra richiamate, sia della normativa statale vigente che, peraltro, di recente, ha innovato il sistema introducendo l'Autorità di regolazione nel settore dei trasporti (decreto legge n. 201 del 2011 - decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 maggio 2012), sia nel rispetto della normativa internazionale;
- con riferimento alla situazione che si va a descrivere di seguito, i cui riflessi hanno, però, senza dubbio una portata più ampia di carattere generale, appare necessario attivare gli strumenti necessari per valutare, in termini rapidi, la congruità procedurale e sostanziale di alcune scelte effettuate da ENAC che, ove confermate, avrebbero un forte impatto negativo sul territorio del comune di Elmas e sulla popolazione residente;
- in particolare, con avviso pubblicato il 14 maggio 2013, ENAC ha comunicatodi aver chiesto al Provveditorato interregionale per il Lazio, Abruzzo e Sardegna l'avvio della procedura di conformità urbanistica "ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. 18/04/94 n. 383 del Master Plan (Piano di Sviluppo) dell'Aeroporto di Cagliari Elmas, già approvato in linea tecnica dal medesimo Ente", evidenziando che "l'approvazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale, ai sensi del D. Lgs. 251/1995 comporta dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità ed urgenza, preordinata all'esproprio delle aree private in esso ricomprese, e variante agli strumenti urbanistici vigenti" e che "la suddetta comunicazione, ai sensi dell'art. 11, comma 2, DPR 327/2001 (Testo Unico Espropriazioni), sostituisce a tutti gli effetti quella personale in quanto il numero dei soggetti interessati alla procedura è superiore a cinquanta";
- ciò costituisce il primo atto della procedura espropriativa che interesserà le aree individuate sul territorio comunale in relazione all'approvazione del piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas (in seguito anche soltanto PSA) e la conseguente esecuzione degli interventi previsti sulla suddetta area una volta espropriata;
- con successiva nota del 4 settembre 2014, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali - Direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali, ha chiesto alla Regione di pronunciarsi in merito all'accertamento della conformità urbanistica del PSA di Cagliari-Elmas;
- con nota del 29 ottobre 2014, la Regione, tenuto conto di quanto rappresentato dai Comuni di Cagliari ed Elmas, ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) che il PSA non è conforme alle previsioni dello strumento urbanistico comunale di Elmas;
- per tale ragione il MIT ha convocato, in conformità a quanto disposto dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 383 del 1994 e successive modifiche e integrazioni, un'apposita conferenza di servizi per il 18 febbraio 2015, all'esito della quale, considerate le valutazioni ivi espresse, nonché la necessità di compiere ulteriori approfondimenti e/o verificare le alternative in merito alla localizzazione degli interventi del PSA, il MIT ha rinviato per il proseguo della procedura alla nuova convocazione della conferenza di servizi per la fine del mese di marzo 2015, nella quale la Regione è chiamata a concedere o meno allo Stato la cosiddetta "intesa";
- gli elaborati di PSA, oggetto della procedura di conformità urbanistica, non rappresentano in maniera dettagliata gli interventi previsti e ciò non consente di esprimere una compiuta valutazione paesaggistica delle opere ivi previste, come peraltro dichiarato dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica; in altre parole, stante il livello progettuale del PSA, non è possibile verificare se lo stesso è conforme o meno al Piano paesaggistico regionale (PPR);
- detto procedimento inerisce alla programmazione e pianificazione del sistema aeroportuale (piano di sviluppo aeroportuale) la cui implementazione prevede interventi di rilevante impatto ambientale, urbanistico, socio economico e, comunque, incidenti sulla salute dei cittadini e sul patrimonio naturalistico ed archeologico locale;
RITENUTO, inoltre, che:
- se in linea generale non possono sindacarsi le scelte di ENAC, tese alla realizzazione di interventi di ammodernamento aeroportuale, ciò però, non può essere fatto come nel caso di specie, senza tener conto, come nella realtà dei fatti, che l'effettiva disponibilità di sedime aeroportuale, oggetto di gestione diretta a cura di SOGAER (società che gestisce l'aeroporto di Elmas), sia più che triplicata nel corso degli ultimi tre anni (dai 65 ha originari agli attuali 284 ha), a seguito della dismissione dei beni del demanio militare per circa 160 ettari di sedime; è noto che, nel dicembre 2009, tra la SOGAER, l'ENAC, il Ministero della difesa e il MIT è stato sottoscritto uno specifico accordo tecnico sulla base del quale è stata disposta la cessione della quasi totalità degli immobili demaniali a servizio della base aeronautica del distaccamento aeroportuale di Elmas. In altri termini, con tale accordo, la quasi totalità dei beni di proprietà del demanio militare (circa 160 ettari) è passata nella disponibilità del demanio civile (ovverosia in piena e diretta disponibilità di SOGAER nella sua qualità di ente gestore aeroportuale);
- in esito al suddetto processo di dismissione, disposta con decreto del 14 febbraio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 106 del 7 maggio 2008) e completata col decreto di assegnazione del 21 febbraio 2013 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 107 del 9 maggio 2013), l'ampiezza del sedime aeroportuale a disposizione del gestore aeroportuale (SOGAER) è più che triplicata come sopra evidenziato;
- l'avvio del procedimento da parte di ENAC per l'approvazione del PSA appare, pertanto, unicamente preordinato all'acquisizione, onerosa, di nuovi spazi esterni all'aerostazione, principalmente coincidenti con il compendio posto immediatamente a nord dell'attuale sedime aeroportuale denominato Santa Caterina, laddove il piano stesso omette di considerare che la razionale utilizzazione delle aree già attualmente disponibili, oltre che pienamente satisfattiva delle esigenze delle utenze aeroportuale, potrebbe evitare l'esborso di ingenti risorse pubbliche necessarie all'acquisizione di nuovi spazi di sedime aggiuntivi a quelli attualmente disponibili e già molto ampi;
- appare ancor più grave il fatto che tali ipotesi di sviluppo alternative, attuabili mediante l'utilizzazione e la razionalizzazione degli spazi di sedime interni alla stazione aeroportuale, non siano state in alcun modo prese in considerazione né incontrovertibilmente motivate da parte degli estensori del PSA, per i quali, evidentemente, l'acquisizione di ulteriori porzioni territoriali, esterne all'attuale sedime aeroportuale, costituisce assoluta priorità da perseguire anche a costo di compromettere lo sviluppo urbanistico del territorio, peraltro già programmato dal Comune di Elmas, nonché, per altro verso, la preservazione del contesto paesaggistico e degli habitat e specie ornitologiche che la stessa Comunità europea ha ritenuto essere meritevoli di tutela integrale e prioritaria;
- invero, vengono inspiegabilmente indicate come da espropriare aree da destinare a verde senza usi specifici e necessari; non viene evidenziata la classe di rischio di ampie porzioni interessate dall'esproprio e dalle opere del Piano di assetto idrogeologico (PAI), aree ove non si può, comunque, edificare; la viabilità territoriale indicata non trova riscontro negli atti vigenti del comune; e, infine, vengono indicate come da espropriare aree di cessione di progetti urbanistici approvati o in via di approvazione destinate a spazi pubblici comunali, rendendole di fatto illegittime;
- un siffatto modo di operare comporta nei confronti del Comune di Elmas, l'esautoramento del potere di governance territoriale attribuitogli da norme di rango costituzionale prima citate oltre a configgere con i principi di economicità, efficienza ed efficacia che devono ispirare l'azione amministrativa (articolo 1 della legge n. 241 del 1990);
- più in particolare, con specifico riferimento alle previsioni di sviluppo della stazione aeroportuale cagliaritana, previste negli elaborati di PSA, si evidenzia, in primo luogo, la carenza, nei medesimi elaborati, del presupposto fondamentale la cui ricorrenza è stata assunta in termini di elemento corroborante le medesime previsioni di PSA; ci si riferisce, in particolare, all'asserita, quanto del tutto assente, conformità urbanistica degli interventi dedotti in PSA, specie nelle parti in cui il Piano di sviluppo aeroportuale assume che "In generale l'insieme dei contenuti dei piani e delle norme analizzate (inerenti agli strumenti della pianificazione urbanistica, n.d.r.) prospetta una generale coerenza fra gli interventi oggetto del PSA e la pianificazione territoriale". In tale ottica, secondo la prospettazione di SOGAER, l'analisi delle previsioni degli strumenti della pianificazione urbanistica (in primis il PUC, in quanto strumento di maggior dettaglio previsionale di scala territoriale), avrebbe rivelato la conformità urbanistica degli interventi complessivamente dedotti nel PSA.
- tale asserzione, però, è del tutto infondata e scaturisce da un sostanziale quanto macroscopico travisamento della disciplina urbanistica attualmente vigente a valere sulle porzioni territoriali direttamente interessate dagli interventi di espansione aeroportuale in previsione; a fronte delle asserzioni che precedono, occorre evidenziare come le previsioni di sviluppo contenute nel PSA si pongano, a ben vedere, in netto, assoluto e irrimediabile contrasto con il regime urbanistico che il vigente PUC imprime agli ambiti territoriali, contermini all'attuale sedime della stazione aeroportuale, direttamente interessati dalle previsioni di sviluppo dedotte nel PSA. Ben lontana dal costituire operazione di interesse per l'Amministrazione comunale di Elmas, l'espansione aeroportuale verso l'abitato masese, così come configurata negli elaborati progettuali di PSA in itinere, prefigura un ipotetico scenario di sviluppo urbanistico che, contrariamente a quanto è stato asserito nella succitata relazione descrittiva di PSA, se, da un lato, non trova riscontro alcuno nelle previsioni degli strumenti di governance di livello territoriale e locale (vigente PUC), dall'altro lato non si vede come possa essere oggetto del consenso di enti, la Regione, che, in relazione al compendio ubicato a nord dell'attuale sedime aeroportuale, hanno già compiutamente espresso, secondo le rispettive competenze, indirizzi di sviluppo incompatibili con il disegno espansionistico perseguito da SOGAER; per altro verso, non può non rilevarsi un ulteriore vizio di contraddittorietà nelle previsioni di PSA, ove, la "promessa" della coerenza tra gli interventi proposti e l'obiettivo strategico, peraltro declinato anche dal PPR, di assicurare un'adeguata tutela del contesto paesaggistico di riferimento, risulta essere violata dalle medesime previsioni progettuali declinate negli elaborati di PSA. In tal senso, se da un lato SOGAER afferma che "gli ambiti circostanti con valenza paesaggistica quali: la laguna di Santa Gilla e l'area archeologica di Santa Caterina non vengono interessati, neanche visivamente, dalla nuova realizzazione", dall'altro lato e contestualmente, deve rilevarsi che a valere sul medesimo compendio di Santa Caterina la stessa SOGAER prevede di realizzare, in dispregio dei "buoni propositi" altrove decantati "circa 6,3 ettari di piazzali, interamente localizzati entro le aree di S. Caterina". In realtà, la prevista operazione di cementificazione a tappeto di una considerevole parte del compendio di Santa Caterina, lungi dall'assicurare un'adeguata tutela e valorizzazione del paesaggio, determinerà un inevitabile svilimento dei valori storico-architettonici di carattere religioso, propri al noto complesso edilizio. In realtà, l'unico effetto che la comunità masese subirà a seguito della ulteriore espansione della stazione aeroportuale verso il, già prossimo, centro abitato, sarà unicamente l'aggravamento delle già precarie condizioni di salubrità ambientale allo stato riscontrabili nella zona in conseguenza dell'incremento degli aeromobili in prossimità del centro abitato. Ciò, vieppiù, ove si consideri che le aree per parcheggi di aeromobili sono indistinte, per cui l'aviazione generale, oggi negli elaborati di PSA dislocata presso l'area di Santa Caterina, potrebbe essere arbitrariamente spostata in qualunque altra posizione;
- con specifico riferimento al tema dell'impatto paesistico e ambientale degli interventi complessivamente dedotti nel PSA in itinere, l'Amministrazione comunale di Elmas ha già avvertito, in altre sedi, il dovere istituzionale di rimarcare che dalla prevista espansione aeroportuale non potrà che scaturire un'unica e inevitabile conseguenza, consistente nell'ulteriore detrazione di habitat idonei alla conservazione di specie ornitologiche (quali, ad esempio, quella del "Porphyrio porphyrio") espressamente inserite sia nell'Allegato I della direttiva 79/409/CEE, sia nell'Allegato II della Convenzione di Berna, ovverossia di specie ornitologiche necessitanti degli elevatissimi standard di tutela dell'ecosistema che l'ulteriore implementazione dei servizi aeroportuali rischia seriamente di compromettere. Il riferimento è, ovviamente, allo stagno di Santa Gilla o stagno di Cagliari che, per estensione e per rilevanza della biodiversità, rappresenta una delle più importanti aree umide della Sardegna ed è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela. Infatti, ai sensi della direttiva 409/1979 "Uccelli selvatici" dell'Unione europea, esso è classificato Zona di protezione speciale (ZPS), Sito di importanza comunitaria - SIC (codice ITB040023) e Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar; è, inoltre, inserito nella rete ecologica Natura 2000 (che ricomprende una rete, appunto, di zone speciali protette);
- per altro verso, il disegno espansionistico delineato da SOGAER appare viepiù ingiustificato e pretestuoso ove si consideri che una gestione effettivamente razionale degli spazi compresi nell'attuale sedime aeroportuale, sortirebbe l'effetto di garantire un'offerta di dotazioni infrastrutturali già consentita dall'attuale configurazione dell'aerostazione. Per esplicita ammissione di SOGAER, infatti "Nel periodo transitorio, per consentire la gestione delle punte di traffico, l'Aeronautica Militare ha dato l'assenso all'utilizzo del piazzale aeromobili militare che verrà, pertanto, adeguato alla normativa vigente in termini di segnaletica orizzontale, verticale e AVL", area ex militare che ormai è stata acquisita definitivamente da SOGAER, ma di cui negli elaborati di PSA non è, peraltro, chiarita né definita la destinazione d'uso né tanto meno la superficie disponibile della stessa. Orbene, quanto precede costituisce prova lampante che SOGAER, dispone già di spazi sufficientemente idonei a garantire l'offerta di infrastrutture aeroportuali in vista del soddisfacimento degli incrementi di traffico, non necessitando, per l'effetto, di acquisire "ad ogni costo" le ulteriori e diverse aree poste sul fronte nord, verso l'abitato di Elmas, dell'attuale sedime aeroportuale. Anche tale tipologia di valutazioni alternative però è stata seccamente scartata da SOGAER, senza che alcuna valutazione di convenienza e/o opportunità effettiva sia stata in tal senso neanche ipotizzata;
RIBADITO che il caso descritto prospetta una serie di considerazioni di carattere generale che coinvolgono le nuove competenze dell'autorità aeroportuale, l'esercizio di poteri di pianificazione territoriale, aspetti paesaggistici e archeologici, le competenze in materia di sviluppo aeroportuale, l'uso delle risorse economiche che necessitano di un intervento della Regione,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a non concedere in conferenza di servizi l'intesa allo Stato sul piano di sviluppo aeroportuale come attualmente ipotizzato, in riferimento alle aree esterne all'attuale sedime aeroportuale e, conseguentemente, a esprimere in tale sede un parere negativo motivato sul medesimo PSA;
2) a manifestare medesimo diniego anche nel proseguo dell'iter previsto dalla legge, fatta salva una modifica del PSA che escluda il ricorso all'acquisizione di aree in direzione dell'abitato del comune di Elmas;
3) a esprimere, prima che le procedure in corso diventino irreversibili, una propria posizione chiara, univoca e coerente, sullo sviluppo dell'aeroporto di Elmas, con riferimento alle previsioni immaginate da SOGAER e da ENAC, che colmi il vuoto finora rappresentato dal silenzio della Regione sull'intera procedura e ponga fine alla contraddittorietà delle sue azioni;
4) ad attivare tutti gli strumenti per valutare in tempi rapidi la congruità procedurale e sostanziale delle scelte operate da ENAC e da SOGAER alla luce dei principi e delle competenze in precedenza richiamati;
5) a intervenire per fare in modo che gli enti pubblici coinvolti, Comune, Regione, ENAC e SOGAER, diano luogo, eventualmente anche con il coinvolgimento dei ministeri competenti, a un tavolo di concertazione finalizzato a rimodulare le scelte in campo, tenuto conto che il procedimento di approvazione del PSA è ancora in itinere;
6) a fare in modo, altresì, che la parte di infrastrutture ex militari, esterne al perimetro dell'ex aeroporto militare e quindi non funzionali al futuro sviluppo dell'aeroporto civile, vengano cedute alla Regione o all'Amministrazione comunale di Elmas al fine di un loro riutilizzo a scopi sociali, turistici, produttivi e di valorizzazione ambientale;
7) a riferire al Consiglio regionale, per le opportune valutazioni e conseguenti decisioni, circa la deliberazione della conferenza di servizi nazionale di prossima convocazione. (116).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
PISCEDDA VALTER (PD). Presidente, un grazie anche ai colleghi Capigruppo e ai colleghi firmatari della mozione che hanno consentito di trattare questo argomento con urgenza. Il riferimento è al piano di sviluppo aeroportuale dell'aeroporto civile di Cagliari-Elmas che ricade in minima parte nel comune di Cagliari e in gran parte invece nel territorio di Elmas. Questo piano è tuttora in itinere, e, in estrema sintesi, per chiarirci, prevede, tra le altre cose, un'espansione del sedime aeroportuale in direzione dell'abitato del comune di Elmas, per ubicarvi un parcheggio da destinare agli aeromobili di aviazione generale, da realizzarsi attraverso un esproprio oneroso di aree private.
La premessa è doppia, due articoli della Costituzione: il 117, al comma 3, che stabilisce che sono materia di legislazione concorrenti tra le altre, quelle relative al governo del territorio, porti e aeroporti civili; e l'articolo 118 della Costituzione, che attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative tra cui il potere di governance territoriale salvo che, per assicurare l'esercizio unitario, siano conferite alle province, città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base del principio di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (il cosiddetto principio di sussidiarietà).
In virtù del principio di leale collaborazione, pur essendo in presenza di una pluralità di soggetti, ciascuno titolare di un settore differenziato di competenze che a diverso titolo possono essere interessati in relazione ai singoli casi, tuttavia, questa sussidiarietà di cui abbiamo parlato prima deve assumere una connotazione dinamica e coinvolgere una complessa rete di accordi, di intese, di attività concertative coniugandosi con il principio prima declamato.
Sappiamo anche che le competenze riservate all'ENAC (l'ente nazionale per l'aviazione civile) dalla normativa vigente sono quelle di cui all'articolo 687 del codice della navigazione, modificato con il decreto legislativo numero 96 del 9 maggio 2005 e con successivo decreto legislativo 151 del 15 marzo 2006.
Riteniamo, tuttavia, che queste competenze debbano esercitarsi sia nel rispetto dei principi e delle competenze sopra richiamate, sia della normativa statale vigente che, peraltro, di recente, ha innovato il sistema introducendo anche l'Autorità di regolazione nel settore dei trasporti, sia nel rispetto della normativa internazionale. Con riferimento alla situazione che andrò a descrivere a breve, i cui riflessi però hanno senza dubbio una portata più ampia di carattere generale, appare necessario attivare gli strumenti per valutare, in termini rapidi, la congruità procedurale e sostanziale di alcune scelte effettuate finora da ENAC che, ove confermate, avrebbero un forte impatto negativo sul territorio del comune di Elmas e sulla sua popolazione residente. In particolare, con avviso pubblicato il 14 maggio 2013, ENAC ha comunicato di aver chiesto al Provveditorato interregionale per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna l'avvio della procedura di conformità urbanistica ai sensi dell'articolo 2 del D.P.R. 18/04/94 numero 383 del Master Plan (Piano di Sviluppo) dell'Aeroporto di Cagliari Elmas, già approvato in linea tecnica dal medesimo ente, evidenziando che l'approvazione del Piano di sviluppo aeroportuale, ai sensi del decreto legislativo 251/1995 comporta dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, preordinata all'esproprio delle aree private in esso ricomprese, e variante agli strumenti urbanistici vigenti e che la suddetta comunicazione sostituisce a tutti gli effetti quella personale in quanto il numero dei soggetti interessati alla procedura è superiore ai cinquanta. Questo atto costituisce il primo di una procedura espropriativa che interesserà le aree individuate sul territorio comunale in relazione all'approvazione del piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas e la conseguente esecuzione degli interventi previsti sulla suddetta area una volta espropriata.
Salto la parte delle varie scansioni temporali che ci sono state per dire che se in linea generale non possono sindacarsi le scelte di ENAC, tese alla realizzazione di interventi di ammodernamento aeroportuale, questo però non può essere fatto, come nel caso di specie, senza tener conto che l'effettiva disponibilità di sedime aeroportuale, oggetto di gestione diretta a cura di Sogaer (società che gestisce l'aeroporto di Elmas), sia più che triplicata nel corso degli ultimi anni, passando dai 65 ettari originari agli attuali 284, a seguito della dismissione dei beni del demanio militare per circa 160 ettari di sedime. È noto, infatti, che nel dicembre 2009, tra Sogaer, ENAC, Ministero della difesa e MIT è stato sottoscritto uno specifico accordo tecnico sulla base del quale è stata disposta la cessione della quasi totalità degli immobili demaniali a servizio della base aeronautica del distaccamento aeroportuale di Elmas. In altri termini, con tale accordo, la quasi totalità dei beni di proprietà del demanio militare (circa 160 ettari) è passata nella disponibilità del demanio civile ovverosia di Sogaer nella sua qualità di ente gestore dell'aeroporto. Successivamente con decreto del 14 febbraio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 7 maggio 2008) e completata col decreto di assegnazione del 21 febbraio 2013 (pubblicato in Gazzetta ufficiale del 9 maggio 2013), l'ampiezza del sedime aeroportuale è più che triplicata seguendo i numeri che ho detto prima.
Salto ancora per dire che in tutta questa vicenda dell'approvazione del piano di sviluppo aeroportuale la Regione Sardegna è stata sostanzialmente esautorata dal suo potere deliberativo. Nelle procedure la Regione Sardegna è stata rappresentata da funzionari e non ha avuto neanche la possibilità di esprimere una propria posizione ufficiale. Dire che ci sia una coerenza tra gli interventi proposti nel Master Plan aeroportuale e l'obiettivo strategico declinato dal PPR è un'affermazione che non può trovare consenso. Infatti il PPR che ha posto una serie di vincoli forti al nostro territorio non ha potuto scontare la verifica con questo Master Plan aeroportuale perché il livello di progettazione del Master Plan non è sufficiente a detta degli uffici regionali per poter fare un'analisi di questo tipo e le procedure non prevedono che sia questo il momento in cui devono essere fatte. Ci tengo a precisare, e lo ribadisco ancora una volta, che con questa mozione non si vuole assolutamente puntare a dire no al piano di sviluppo aeroportuale, tutti siamo consapevoli che un aeroporto come quello di Cagliari-Elmas debba essere dotato di un piano di sviluppo aeroportuale, quello che si contesta di questo piano di sviluppo aeroportuale è solo la sua espansione verso il centro abitato del comune di Elmas con un esproprio oneroso di aree private a fronte invece di una disponibilità di sedime ex militare di oltre 160 ettari.
Salto ancora per arrivare alla parte declaratoria in cui si impegna il Presidente della Regione e la Giunta a non concedere in conferenza di servizi l'intesa allo Stato sul piano di sviluppo aeroportuale come attualmente ipotizzato in riferimento alle aree esterne, all'attuale sedime aeroportuale e conseguentemente ad esprimere in tale sede un parere negativo motivato sul medesimo PSA. Questo perché la procedura tuttora in corso in conferenza di servizi, la prima conferenza si è tenuta il 18 del mese di febbraio prevede una seconda puntata per il 31 marzo nella quale la Regione Sardegna sarà chiamata a dare l'intesa allo Stato su questo Master Plan. Quindi queste sono le ragioni per cui si chiede di non dare l'intesa su questo Master Plan. Al secondo punto si chiede di manifestare medesimo diniego anche nel proseguo dell'iter previsto dalla legge fatta salva una modifica del PSA che escluda il ricorso all'acquisizione di aree in direzione dell'abitato del comune di Elmas. Quindi se il PSA viene modificato non c'è nessun problema a dire che va bene perché in tutta l'operazione del Master Plan non si può pretendere di concentrare tutta l'attenzione su questo piccolo fazzoletto di terra che si vuole espropriare, ma se piccolo è per un Master Plan enorme è per una comunità che lì vive.
Tre. Ad esprimere prima che le procedure in corso diventino irreversibili una propria posizione chiara, univoca e coerente sullo sviluppo dell'aeroporto di Elmas con riferimento alle previsioni immaginate da SOGAER e da ENAC che colmi il vuoto finora rappresentato dal silenzio della Regione sull'intera procedura e ponga fine alla contraddittorietà delle sue azioni. Quattro. Ad attivare tutti gli strumenti per valutare in tempi rapidi la congruità procedurale e sostanziale delle scelte operate da ENAC e da SOGAER alla luce dei principi e delle competenze in precedenza richiamati. Cinque. A intervenire per fare in modo che gli enti pubblici coinvolti comune, regione, ENAC e SOGAER diano luogo eventualmente anche con il coinvolgimento dei Ministeri competenti ad un tavolo di concertazione finalizzato a rimodulare le scelte in campo tenuto conto che il procedimento di approvazione del PSA è ancora in itinere. A far in modo altresì che la parte di infrastrutture ex militari esterne al perimetro dell'ex aeroporto militare e quindi non funzionali al futuro sviluppo dell'aeroporto civile, vengano cedute alla Regione o all'amministrazione comunale di Elmas al fine di un loro riutilizzo a scopi sociali, turistici, produttivi e di valorizzazione ambientale.
Spiegatemi che cosa se ne fa una società che gestisce un aeroporto di una chiesa, di un circolo ufficiali e degli alloggi degli ufficiali? Sette. A riferire al Consiglio regionale per le opportune valutazioni e conseguenti decisioni circa la deliberazione della conferenza di servizi nazionale di prossima convocazione. Lo ribadisco in chiusura, e ho davvero concluso, nessuno è contrario a che l'aeroporto di Elmas sia dotato di un piano di sviluppo aeroportuale ma questo piano di sviluppo aeroportuale deve necessariamente essere concertato con la regione e con i comuni come avviene in tutte le parti d'Italia. Qui siamo passati nel silenzio più assordante delle istituzioni da una servitù militare a una servitù civile e per sgombrare il campo da qualsiasi illazione di interessi retrostanti dietro queste operazioni così come avviene con l'ANAS quando costruisce le strade e mette i vincoli ai bordi delle strade la stessa cosa può tranquillamente fare l'ENAC nel costruire il suo Master Plan può mettere tutti i vincoli che vuole se non vuole che ai bordi del suo aeroporto vengano costruite ulteriori cose. Quello che preme a coloro che hanno sottoscritto questa mozione è difendere le prerogative di autogoverno di un territorio e difendere le prerogative di salute pubblica e di non occupazione inutile di suolo. Queste sono le motivazioni che sono alla base di questa mozione e questo è ciò su cui vorremmo impegnare il Presidente e la Giunta perché non sarà facile nel senso che se anche la conferenza di servizi dovesse avere un esito negativo in virtù del dissenso della Giunta, la pratica passerebbe automaticamente al Consiglio dei Ministri e nessuno vuole che la Sardegna, Elmas e l'aeroporto di Cagliari-Elmas diventino (...) della Sardegna. Tutto perché siamo di fronte a un ente che non è disponibile ad oggi a tornare indietro sui propri passi urbanisticamente parlando, da un punto di vista tecnico qualunque progetto è modificabile, quindi siamo di fronte a un progetto sul quale sono stati anche investiti danari così come si rimodulano i progetti si possono rimodulare anche i finanziamenti e fanno davvero specie dichiarazioni e comunicati che parlano di perdite di lavoro, di perdite di investimenti tutto per non voler modificare lo status quo che da quattro anni si tira avanti fino ad oggi. Se si fosse avuta la disponibilità a modificare, c'erano quattro anni di tempo per cambiare progetti, per cambiare ipotesi di finanziamento, tutto questo ad oggi non è avvenuto, ciò che stiamo chiedendo a quest'Aula e a questa Giunta e a questo Presidente è di farsi parte diligente nei confronti dell'amministrazione e dello Stato di qualunque ipotesi che vada a ridurre l'impatto dell'espansione verso la comunità di Elmas. Ripeto, ringrazio ancora la disponibilità che mi è stata data dai Capigruppo e dai colleghi firmatari e spero con queste poche parole di aver convinto anche coloro che non hanno firmato e spero anche di convincere tutti coloro che sono in quest'Aula della bontà delle posizioni che non sono assolutamente di tutela di interessi privati, ma di tutela di interessi pubblici che sono quelli di una comunità che ha accettato necessariamente di convivere con l'aeroporto perché chi va ad abitare lì sa che c'è un aeroporto quindi non può pretendere che l'aeroporto arretri, si sta solo chiedendo che l'aeroporto se deve espandersi non faccia un metro in più verso la comunità di Elmas.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Devo francamente dire: ho ascoltato con attenzione le parole del collega Piscedda, le ho ascoltate con un approccio laico, se questa mozione non avesse avuto più che altro le sembianze di un ricorso al TAR probabilmente non avrebbe neppure attirato così tanto la mia attenzione al punto di provare ad effettuare alcuni approfondimenti. E seppure l'argomentazione appaia solida, seppure il tema meriti l'attenzione di quest'Aula, io credo che celati sotto i tecnicismi che compongono questa mozione ci siano degli argomenti meritevoli di approfondimento. La decisione in un senso o nell'altro della Giunta regionale non implica semplicemente la tutela legittima e l'interesse legittimo della cittadinanza di Elmas e di chi la amministra, però è anche vero che occorre pesare ogni singolo effetto prodotto da una decisione di diniego da parte della Giunta regionale rispetto a questo progetto. Cioè occorre valutare se effettivamente negare l'intesa in questo momento renderebbe possibile comunque attuare il piano di sviluppo dell'aeroporto e attuarlo con la stessa efficacia che avrebbe se venisse effettuato nel modo in cui in questo momento è stato presentato, perché qual è l'obiettivo dello sviluppo dell'aeroporto? Non è una questione di comfort, non è una questione di rendere questo asset qualcosa di diverso da quello che è, significa solamente renderlo compatibile con un incremento del numero dei passeggeri, che è stimato in un aumento da 3 milioni e mezzo attuali a circa 6 milioni e mezzo a regime. Questo è il tema, questo asset fondamentale per l'economia della Sardegna è in grado, se viene modificato questo progetto, o se viene negata l'intesa da parte della Regione di raggiungere l'obiettivo che si precisava alla sua origine? Questo è il punto! Poi, in base a questo, occorre correttamente pensare tutte le ragioni che sono state esposte dal collega, perché viceversa se si procedesse sul piano logico al contrario e si perdesse qual è l'effetto che ci proponiamo di raggiungere, che si propone di raggiungere un pezzo strategico della nostra economia, è evidente che staremmo commettendo un errore. Adesso io chiedo alla Giunta regionale, lo chiedo al collega Piscedda, lo chiedo ai colleghi della maggioranza, trasformare da 3 milioni e mezzo a 6 milioni e mezzo di passeggeri la portata di quest'aeroporto, renderlo competitivo ed efficiente, è un tema che può affrontare quest'Aula, nascosto o molto ben argomentato su questioni tecniche già oggetto di precedenti ricorsi, oppure è un tema che deve essere affrontato magari con un confronto con la parte che è interessata a questa iniziativa? Vale per caso la pena di sentire in commissione l'ENAC? Vale per caso la pena di sentire il direttore di Sogaer prima di impegnare la Giunta regionale attraverso un voto della maggioranza, magari non adeguatamente approfondito, su una questione così vitale? Vale la pena domani, con la massima urgenza, trovarci ad approfondire gli elementi tecnici? Non tutti noi abbiamo avuto la necessità di costruirci uno stadio in quel posto, non tutti noi abbiamo avuto la necessità di studiare perso per pezzo l'utilizzo di quell'area, e quindi non tutti noi siamo in possesso delle ragioni che possiede, correttamente, il sindaco di quella città per proporre una decisione che però ha questo valore strategico, perché non è uguale per la nostra economia se questo piano viene attuato oppure no. Non è uguale per la nostra economia se chiunque venga ad investire un euro in Sardegna deve pensare che un cambio di Giunta regionale o uno scarso approfondimento del Consiglio regionale possa mettere nel nulla decine di milioni di euro di investimenti! Non può essere affrontato nella distrazione generale senza la dovuta conoscenza un tema di questa gravità! Io mi appello al Presidente del Consiglio, mi appello ai colleghi, ma è mai possibile che dobbiamo assumerci una responsabilità di questo tipo senza nemmeno avere sentito… abbiamo sentito chiunque in audizione su qualunque argomento, abbiamo ricevuto le sollecitazioni di qualunque portatore di interesse all'interno di questa Regione su investimenti e su questioni di qualunque importo, ci troviamo a prendere una decisione in dieci minuti su una questione che vale 80 milioni di euro di investimenti, il raddoppio dell'asset più importante che abbiamo in Sardegna e non ci prendiamo qualche ora per affrontare l'ENAC, per affrontare la Sogaer, su una questione così centrale? Onestamente, colleghi, mi rifiuto di crederci!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Luigi Crisponi. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, il collega Piscedda fa bene a portare all'attenzione dell'Aula un tema mica da poco, è un tema anche che entra a spinte dentro quest'aula perché mi viene difficile pensare che si possa piegare il Codice della navigazione, e dunque tutto ciò che dà mandato all'ENAC per procedere nelle proprie attività, a seguito di una mozione che viene sollecitata da un sindaco, quindi da un rappresentante autorevolissimo della propria cittadina e della propria comunità. Ha ragione il collega Piscedda anche a reclamare in ogni caso le attenzioni, in questo caso verso la Giunta regionale, perché si faccia garante di tutte quelle attenzioni che sono necessarie in tutti i passaggi che seguiranno un percorso ad ostacoli mica da poco, un percorso tortuosissimo, ed è una di quelle operazioni dove la politica a mio giudizio modestissimo fa bene a quei livelli nell'occuparsene e poi devono essere tecnici a disegnare un percorso che significa, attenzione, valutazione, rigore, quindi quella puntualità che viene richiesta quando si tratta più di questioni meramente tecniche piuttosto che di questioni politiche, però la politica entra molto bene nel dibattito odierno perché va difesa la cittadinanza, va difeso un obiettivo di espansione e anche di tutela anche nella sicurezza di un proprio ambito e di un proprio perimetro amministrativa e comunale dove ci sono gli insediamenti dei propri cittadini. Poi voltiamo pagina. Qua stiamo parlando di un progetto che riguarda lo sviluppo del territorio e quando si parla di territorio noi stiamo parlando della cittadina di Elmas che a quel punto diventa cosa molto piccola seppur centrale, ma diventa cosa piccola all'interno di un processo di sviluppo regionale. Il processo di sviluppo regionale basta guardare i dati del 2010, basta guardare i dati del 2005 e nel 2005 questa Regione produceva 6 milioni e mezzo di turisti all'anno, il dato che deriva dal movimento aeroportuale di quegli anni è esattamente la metà di quello attuale, erano 3 milioni e mezzo i passeggeri che volavano in tutti i tre aeroporti della Sardegna. L'aeroporto che ha avuto la maggiore crescita da allora, dal 2005 ad oggi, con punte molto importanti, oltre 1 milione e 300 mila passeggeri trasportati, dai 2 milioni e 300 mila ai 3 milioni e mezzo e passa attuali che portano a circa 7 milioni i passeggeri che si muovono attualmente in Sardegna con l'utilizzo dei tre aeroporti, ciò significa che con la movimentazione rappresenta un perno, una pietra miliare del potenziamento e soprattutto dei progetti di sviluppo dovuti ad una presenza aeroportuale, siamo anche fortunati, si tratta di tre pilastri, sono tre aeroporti internazionali, e quell'aeroporto, guarda caso, è uno che si colloca oggi al decimo posto fra i trentacinque aeroporti nazionali, quindi con quel suo movimento di oltre 3 milioni e mezzo di passeggeri rappresenta: primo, un biglietto da visita straordinario; secondo, una porta di accesso fondamentale per la nostra Isola; terzo, fa parte di quei processi inevitabili, innegabili, irrinunciabili che rappresentano lo sviluppo di un territorio, ancora di più se si tratta di un'Isola, quindi questo va riportato al centro della discussione e allora dobbiamo capire se dobbiamo rinunciare ad un processo di sviluppo che prevede, al di là delle valutazioni meramente numeriche che possono essere poi accompagnate solamente dalle certezze, e andremo a verificarle fra cinque anni, fra dieci anni, ma è impensabile immaginare che un percorso dove quest'isola, questa piattaforma poggiata sul Mediterraneo, questo hub che ha l'ambizione di diventare un ganglio centrale di collegamento non solo con il continente ma soprattutto con tutta l'Europa e quindi con tutta la movimentazioni europee di internazionale, io credo che debba essere valutato con le dovutissime attenzioni, è un'operazione questa che va presa decisamente con le pinze e devono essere veramente delle pinze chirurgiche che vanno trattate e gestite da professionisti molto attenti che calzano dei guanti davvero speciale e particolari altrimenti quest'aula si dovrà occupare di una questione che corre il rischio di essere descritta come una commedia all'italiana, dobbiamo preoccuparci di questioni che hanno rigore dell'attività puramente tecnica, con il difetto che dietro può esserci non più un filone o un copione che è scritto maldestramente e rapidamente, ma potrebbe naturalmente trovare una valvola di sfogo in un racconto drammatico, perché noi non possiamo minimamente rinunciare alle occasioni, alle possibilità e alle potenzialità di sviluppo di questa terra, di questa straordinaria piattaforma. Quindi io credo, collega Piscedda, che sia difficile non darle ragione nel suo ambito e, soprattutto, nella sua veste di primo cittadino, ma è anche impensabile che quest'Aula debba occuparsi di una questione così importante,soprattutto immaginare che si possa rinunciare ad un processo ed un progetto di questo sviluppo così importante per la sua comunità, per la nostra gente e per l'intero territorio regionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io ruberò pochissimo tempo all'Aula perché i concetti fondamentali li ha già espressi l'onorevole Crisponi molto efficacemente, mi limiterò ad evidenziare il fatto che il Comune di Elmas dalla presenza dell'aeroporto subisce molto le conseguenze negative e riesce a trarre assai poco invece in termini di benefici, se non per qualche aspetto marginale. Io però credo che siccome stiamo parlando di un progetto strategico d'importanza straordinaria con ricadute assai importanti, io ritengo di dover far mio l'appello che ha rivolto il collega Tunis a questo riguardo, che sostanzialmente ha evidenziato un concetto: è difficile per un'Aula distratta esprimersi su un problema che conosce anche poco senza un supplemento d'istruttoria. Quindi io credo che almeno questo debba essere accordato: approfondire il problema in tutte le sue sfaccettature che trascendono l'illustrazione che è stata fatta oggi per approfondirlo. Io naturalmente credo che sentiremo anche quello che ne pensa l'Assessore ovviamente su questo tema, ma siccome è l'Aula che esprime un indirizzo alla Giunta, un indirizzo anche stringente in questo caso specifico alla Giunta, io credo che un ulteriore approfondimento su un tema che qui nessuno conosce, tranne forse il collega Piscedda e il collega Tunis che ha avuto la sensibilità di approfondirlo per conto suo, esprimerci oggi su questo comporta dei rischi che qui nessuno è in grado di ponderare con il necessario approfondimento. Grazie.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei trasporti.
DEIANA MASSIMO, Assessore tecnico dei trasporti. Ma io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi e ovviamente ho letto la mozione. Si tratta di un tema che è stato portato alla nostra attenzione da tempo e quindi sicuramente quella carenza di istruttoria ovviamente non riguarda chi si sta occupando di questo tema, perché ovviamente, ahimè, è un tema ampiamente noto. La nostra posizione è questa, ovviamente qui si tratta di un forte invito del Consiglio alla Giunta a prendere una determinata posizione, però si tratta di una posizione che la Giunta autonomamente ha già espresso in questi termini. Il Piano di sviluppo aeroportuale è vero che prevede una ipotesi di espansione dell'aeroporto da qui al 2024 per arrivare a dei potenziali 6 milioni e mezzo di passeggeri, però è anche vero che i passeggeri ovviamente non li determina lo sviluppo ma li determina il traffico. Attualmente l'aeroporto sopporta un traffico di 3 milioni e mezzo ed è attualmente così come è in grado di sopportare un traffico di 5 milioni. Dio volesse che diventasse inadeguato entro quest'anno, o entro l'anno prossimo! Ciò detto, e lo ha segnalato se non sbaglio anche l'onorevole Piscedda illustrando la mozione, non mi pare che si tratti di una contrarietà al Piano di sviluppo aeroportuale, e comunque la posizione della Giunta è quella di non essere minimamente contraria, anzi di vedere con grande interesse, con grande attenzione e positività lo sviluppo aeroportuale previsto per l'aeroporto di Elmas. Quello che la Giunta ha già segnalato in sede di Conferenza di servizi lo scorso mese di febbraio è che ritiene che questo sviluppo aeroportuale si debba realizzare sacrificando il minor spazio e i minori interessi possibili della comunità di Elmas che, com'è stato ricordato dall'onorevole Cossa qualche istante fa, è una comunità che sopporta sicuramente il peso della servitù aeroportuale e, come tutti i comuni sede di aeroporto, ne sopporta le conseguenze negative ma ne ha ben pochi ritorni in termini positivi. Quindi noi riteniamo che sia opportuno tutelare entrambe le esigenze: quelle dello sviluppo aeroportuale, ma anche quelle legittime dell'aeroporto di Elmas. Come si può fare questo a nostro parere? Noi abbiamo verificato che recentemente si è perfezionato l'iter di trasferimento di una parte importante anche da un punto di vista proprio dell'entità di demanio aeroportuale militare, che è stato trasferito senza passare per la Regione direttamente al demanio civile. Si tratta di un numero importante di ettari, che tra l'altro sono non tutti asserviti o asservibili ad usi aeronautici propri, perché ci sono immobili, ci sono strutture anche residenziali che ovviamente avevano delle finalità ultronee rispetto a quelle aeroportuali, e allora abbiamo chiesto e ci siamo chiesti, abbiamo provocato anche già uno scambio di opinioni su questo punto, se e quando questa nuova conformazione del sedime aeroportuale potesse essere utile per insediare delle attività in maniera tale che l'aeroporto si potesse ampiamente sviluppare, senza impegnare ulteriore area e senza avvicinarsi all'abitato di Elmas. Questo è un discorso che abbiamo posto molto garbatamente all'ultima Conferenza di servizi che è stata aggiornata al prossimo 31 marzo, e questo è quello che stiamo cercando di fare convocando nei prossimi giorni, e spero per la prossima settimana, l'ENAC qui in Regione, ed invitando anche l'amministrazione di Elmas, ovviamente ad individuare, e facendoci noi parte dirigente di questo, delle soluzioni alternative.
Ci tengo a precisare che l'oggetto del contendere, per il quale in qualche misura c'è un certo irrigidimento, riguarda forse neanche il 10 per cento del complessivo Piano di sviluppo aeroportuale. Cioè sul 90 per cento abbiamo registrato un sostanziale accordo, c'è un 10 per cento di aree che vanno verso l'abitato di Elmas sulle quali l'amministrazione di Elmas ha chiesto un supplemento di ragionamento. Quindi io credo che questa mozione possa rappresentare un valido stimolo per continuare in questa strada, che non è ovviamente una strada di rinunzia ad uno sviluppo, perché lo sviluppo c'è e teoricamente il Piano di sviluppo aeroportuale potrebbe funzionare perfettamente anche senza quel 10 per cento. E vorrei tranquillizzare tutti, l'opinione pubblica e soprattutto in primis il Consiglio sul fatto che ovviamente, siccome ho sentito parlare di perdita della strategicità dell'aeroporto, l'aeroporto di Cagliari è un aeroporto inserito tra gli undici aeroporti strategici nazionali, perché è inserito nella rete Ten-T come "core", e quindi tale è e tale rimane. Ovviamente siamo tutti mobilitati per garantire uno sviluppo di questa infrastruttura nella maniera più ordinata, più razionale e, consentitemelo, anche più sostenibile possibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (PD). Presidente, ringrazio i colleghi che sono intervenuti, tutti. Ovviamente, onorevole Crisponi, non dobbiamo rinunciare allo sviluppo e non dobbiamo rinunciare al Piano. Io condivido tutto quello che lei ha detto, nel senso che l'aeroporto di Cagliari è strategico per la Sardegna, costituisce una porta di accesso importante, dobbiamo tutti andare nella direzione di far crescere quell'aeroporto, ma deve crescere in modo compatibile col territorio circostante e con le comunità. Quindi io e lei diciamo la stessa cosa, facciamo lo stesso ragionamento. Noi non stiamo chiedendo di non approvare il Piano di sviluppo aeroportuale, stiamo semplicemente chiedendo di cambiarlo, è una piccolissima parte. E lasciamo perdere le fesserie che si dicono quando si citano numeri che non si conoscono. Io l'ho capito che qui dentro questa vicenda non la si conosce, ma quando non la si conosce è pericoloso come ha detto qualcuno di voi fare delle modifiche, ma è ancora più pericoloso approvare tout court. Questo piano è arrivato alla sua fine nel silenzio più assordante di quest'Aula, non c'è stata un'istituzione sarda che ha potuto mettere becco su questo Piano di sviluppo aeroportuale. Questo è il vero scandalo a cui stiamo assistendo. E io vi chiedo di avere anche voi un sussulto di dignità e di riappropriarvi anche voi del diritto di dire sì o no a quel piano. Poi possiamo anche capitolare, potremmo anche convincerci che ci sia una soluzione diversa da questa, perché no? Io non sto sposando la tesi che quel piano deve fallire, io dico esattamente quello che diceva anche il consigliere Cossa, serve un supplemento di istruttoria ma le procedure che sono state incardinate a Roma, purtroppo, non lo consentono, perché la Regione Sardegna non è stata chiamata al tavolo banalmente, il Comune di Elmas, come diceva l'onorevole Tunis, forse lo diceva scherzando, ma qui non c'è niente da scherzare, è dovuto ricorrere prima al Presidente della Repubblica, e poi ai tribunali amministrativi, quello del Lazio e quello della Sardegna. Senza ancora avere soddisfazione e nel frattempo, che i tribunali si pronunceranno, i buoi saranno già scappati. Quindi, quello che si sta chiedendo a quest'Aula è davvero di riprendersi in mano questa pratica, laddove è possibile, e di dire mettiamo in campo gli equilibri, vediamo quali sono le esigenze, vedere cosa c'è da una parte e cosa c'è dall'altra e mediare, tentare una mediazione perché è il nostro mestiere, è il mestiere della politica. Tentare una mediazione. Non lasciatevi abbagliare da ipotesi retrospettive che venivano probabilmente dette dal collega Tunis per il gioco delle parti, non c'è nulla di nascosto dietro, non serve parlare dello stadio o del Cagliari calcio, è un film finito non c'è più, però posso dire a quest'Aula meglio uno stadio che gli aerei, se fosse stata una palazzina, meglio una palazzina degli aerei. Perché gli aerei sono un oggetto inquinante è innegabile e gli aerei vanno appoggiati su un battuto di cemento d'asfalto in una zona che è protetta dal trattato di Ramsar, è un'area SIC, con le specie faunistiche importanti e protette da tutti i trattati europei, di questo tutti se ne fregano. Tutti. Non c'è un soggetto istituzionale che si sia preso in carico questa vicenda. E ben venga, io ringrazio ancora chi mi ha consentito, i colleghi che mi hanno consentito di porre questo argomento, ben venga che la storia ha voluto che in quest'Aula oggi ci siano dei sindaci e delle persone che hanno fatto amministrazione e che capiscono che il fulcro sono le comunità locali. Questo è quello che dico io, che è sostanzialmente quello che avete detto voi.
In ultimo, volevo dire al collega Tunis, non so cosa sono questi 80 milioni di euro, io la storia la conosco bene e non esistono da nessuna parte questi 80 milioni di euro. I finanziamenti dedicati all'aeroporto di Cagliari sono poco meno di 30 milioni di euro, di quei 30 milioni di euro una minima parte, 5 milioni di euro forse sono anche troppi, sono dedicati a questa operazione di fondi pubblici sto parlando. Quindi di cosa stiamo parlando? E poi perché non farlo? Stiamo parlando di un parcheggio di aerei per il vip. È possibile che su 160 ettari li si debbano fare proprio verso il Comune di Elmas e che si debbano fare proprio espropriando terreni privati? Spendendo soldi pubblici? Di tutto questo ovviamente chi doveva essere notiziato è già stato notiziato, ripeto il Comune di Elmas ha ricorso nei tribunali amministrativi, ma io quello che chiedo a quest'Aula è di farsi carico del suo pezzo della politica, vogliamo approfondire, ben venga, vogliamo approfondire in Commissione ben venga. Ma prima che i buoi siano scappati, se no è inutile. È questo che vi chiedo.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Metto in votazione la mozione numero 116.
Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Christian Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az.). Sarò rapidissimo, non sarei intervenuto e avrei avuto da fare diverse considerazioni sul tema, peraltro alcune condivisibili alcune e altre almeno, ma per coerenza con me stesso, in verità, intervengo per dichiarare che non parteciperò a questa votazione. Non per altro, perché ho scelto di fare il consigliere regionale e di non ricandidarmi a fare l'amministratore locale e io credo che quest'Aula abbia funzione principalmente legislativa e francamente questo voto mi pare che di legislativo abbia poco.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Modesto Fenu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FENU MODESTO (Sardegna). Io penso che sia giusto e doveroso per quest'Aula ascoltare l'appello di un amministratore locale, ascoltare l'appello di un rappresentante dello Stato che ha il dovere morale di tutelare gli interessi della sua comunità e che altri organismi dello Stato, anziché coadiuvarlo in questo suo compito, lo ostacolano, gli mettono i bastoni tra le ruote. In quest'Aula ci sono diversi amministratori locali, diverse persone che hanno fatto e che stanno svolgendo in questo momento il Sindaco, l'amministratore locale nei Comuni. Io ritengo che, rispetto alle ragioni sacrosante di tutela della sua comunità, del suo territorio, della valorizzazione dello stesso territorio, sia doveroso riflettere e ascoltare quanto il collega Piscedda ha testé detto in quest'Aula. È vero, ci sono degli interessi anche strategici superiori che riguardano tutta la Sardegna, e tutto il Consiglio è chiamato a rispondere anche di questo. Ma non è possibile che una valenza così importante dei ragionamenti fatti debba essere necessariamente liquidata con una votazione che crea sicuramente problemi in una direzione o nell'altra, senza provare a fare un ulteriore tentativo di dialogo per evitare di andare allo scontro campale su questo tema, dove entrambe le parti possono aver ragione ma che comunque si rischia di lasciare degli sconfitti e degli strascichi in campo, molto importanti e pesanti. Io personalmente ed intimamente da amministratore locale non posso che condividere la posizione del collega Piscedda in merito, allo stesso tempo gli appelli che mi hanno fatto altri colleghi mi invitano ha delle riflessioni, io mi auguro e spero che anche adesso in quest'Aula ci sia la possibilità di rivedere le posizioni prima di andare al voto, di fare un ulteriore tentativo e di convocare queste persone al dialogo, prima di liquidare con un voto, che comunque fa danni a prescindere, la situazione. Qualora si voglia insistere sul voto io non parteciperò al voto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Efisio Arbau per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARBAU EFISIO (Sardegna Vera). Per esprimere voto favorevole del Gruppo Sardegna Vera e sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, che questa è una questione politica che riguarda l'intera Regione non il Comune di Elmas. Sarebbe sbagliatissimo pensare che sia l'istanza dell'onorevole Piscedda in qualità di sindaco, ma dell'onorevole Piscedda in qualità di consigliere regionale. Che esprime un disagio enorme e cioè il fatto che un'autorità romana, per parlare di cose con nomi e cognomi, imponga delle soluzioni che vanno contro gli interessi di una comunità e quindi di tutta la Sardegna. Io credo che il nostro sia un voto convinto e credo che la Giunta fa bene a sostenere queste posizioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stefano Tunis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Non vorrei che le mie parole fossero state fraintese, io sono convinto che da tutte le parti in causa ci siano degli argomenti seri e che ci sia il legittimo esercizio da parte di chi è il massimo rappresentante di quella comunità di porre delle questioni, esattamente come ha fatto durante tutto questo percorso autorizzatore. È altresì vero, però, che è dimostrato che nessuno all'interno di quest'Aula ha potuto effettuare gli approfondimenti che sarebbero stati richiesti per prendere una decisione di questa importanza. Io mi appello ancora una volta al collega Piscedda, al Capogruppo del PD, a tutti i colleghi che vogliono affrontare con razionalità e serietà questo argomento, andiamo in Commissione e audiamo l'altra parte. Io vi chiedo di non procedere con questa votazione e di concederci un momento di approfondimento rispetto a questo tema. In difetto a nome del Gruppo di Forza Italia mi rincresce dover annunciare per ragioni politiche che non parteciperemo a questa votazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Grazie Presidente, allora stasera l'onorevole Piscedda, nonché sindaco di Elmas, pone alla nostra attenzione una questione che attiene ad una comunità la quale ospita una delle strutture più importanti del nostro territorio, più importanti della Sardegna. Quindi una struttura che è a Elmas, ma è una struttura della Sardegna, è una struttura per la Sardegna, primo aspetto. Secondo aspetto lo fa come consigliere regionale ma soprattutto lo fa come sindaco; e io da collega sindaco non voglio sottrarmi alla partecipazione anche al voto, naturalmente la mozione ha dei punti che secondo me possono essere ritirati, onorevole Piscedda, allora i punti che mi impediscono o che mi potrebbero impedire di esprimere un voto favorevole sono i primi due perché dal tre in poi sono dei punti assolutamente ragionevoli. Il punto tre esprimere prima che le procedure in corso diventino irreversibili una propria posizione chiara; il punto quattro attivare gli strumenti per valutare in tempi rapidi la congruità procedurale, cinque intervenire per fare in modo che gli enti pubblici coinvolti, Comune, Regione, ENAC, SOGAER diano luogo anche coinvolgendo i ministeri a un tavolo di concertazione. Allora sono cose ragionevoli, sono cose assolutamente giuste che un comune sta ponendosi, un sindaco sta ponendo e che io credo che il Consiglio regionale faccia bene a supportare e a fare proprie. I primi due punti credo che sia il caso che debbano essere tolti perché sono dei punti che sono i primi due punti che indicano una direzione che potrebbe essere irreversibile, una posizione che non può essere condivisa e quindi i primi due punti devono essere secondo me ammorbiditi chiedendo alla Regione di non esprimersi sinché non ha esaurito gli altri punti che sono presenti nella mozione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pier Mario Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANCA PIER MARIO (Soberania e Indipendentzia). Presidente, io ringrazio invece l'onorevole Piscedda per l'impegno che ha messo per portare all'interno di quest'Aula un argomento così fondamentale, mi ha convinto molto, mi rivolgo a lei, onorevole Piscedda, non solo la sua passione ma anche perché ho seguito con interesse tutto qua si può dire con il dibattito. Due fattori in particolare mi convincono di votare non solo a livello personale ma come tutto il Gruppo Soberania e indipendenza a favore della sua mozione. Uno non possiamo dimenticarci che noi siamo un'amministrazione che sta viaggiando con certe idee anche di tipo politico, abbiamo detto che siamo per il rispetto dell'ambiente, per una crescita sostenibile, non si può concedere così a occhi chiusi la distruzione comunque con il cemento, può essere più o meno legittima, di 10 ettari di terreno verso il centro abitato dove ci stanno le persone, facciamo decine di battaglie, decine di battaglia per salvaguardare e improvvisamente ci dimentichiamo che è un'area SIC che ci sono delle popolazioni e facciamo finta di niente.
Durante il dibattito mi ha convinto anche un'altra questione, i dati e la tempistica sono nostro favore, è un aeroporto in crescita, anch'io condivido la proposta dell'onorevole Piscedda, è un aeroporto che deve continuare a crescere, attualmente ha 3 milioni e mezzo di viaggiatori, sicuramente può sopportare, ha detto l'Assessore, 5 milioni di passeggeri, abbiamo quindi tutto il tempo per rivedere le procedure, capire effettivamente, ragionare, mi riferisco al gruppo dei Riformatori da sardi, iniziamo a far valere quelle che sono nostre posizioni una volta ogni tanto, dire allo Stato italiano: guardate, cari italiani, che esistiamo, non è che improvvisamente l'ENAC decide, io prendo questa decisione voi dovete subire, e mi sembra anche irrispettoso, onorevole Tunis, verso la Giunta, verso l'Assessore, verso il Presidente dire che non riescono a condurre una battaglia verso lo Stato italiano. Siamo stati mesi qua dentro sostenendo le nostre battaglie verso un'autonomia e improvvisamente c'è da prendere una decisione minima e iniziano i distinguo, distinguo di tutti i tipi, quasi sembra che dobbiamo sempre uscire sul giornale ma si è differenziato per la virgola A, per la virgola B. È una situazione semplicissima che esula dal fatto che l'onorevole Piscedda sia anche il sindaco, sta sottoponendo un caso classico dove un Governo nazionale divora un patrimonio naturalistico senza averci interpellato, l'unica cosa che diciamo siamo favorevoli, la Giunta che ha competenza intervenga. Intervenga non significa distruggere quel progetto ma riportarli a discutere a un tavolo. Cosa significa questo mi va bene, questo non mi va bene, ma io sono più sardista, meno sardista, è un caso emblematico questo dove stiamo chiedendo…
PRESIDENTE. Onorevole Manca, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere per Luigi Crisponi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CRISPONI LUIGI (Riformatori Sardi). Presidente, ancora una volta l'Aula è davvero protagonista curiosa perché è l'Aula del paradosso, è un tema di tale importanza che lo stiamo liquidando con un dibattito che è valso cinque minuti, pochi interventi e abbiamo chiuso, siamo già alle dichiarazioni di voto. Ci sarebbe di che discutere, di approfondire, ci sarebbe semmai, collega Manca, ricordare quando e in quali occasioni la Giunta avrebbe potuto tuonare e potrebbe ancora far rullare la grancassa, ci sono le questioni mica da poco dello stoccaggio delle scorie nucleari o delle servitù militari o le questioni sulle entrate. Quindi ci sarà ancora da sentire altre forze speriamo la voce dell'Aula e anche della Giunta.
Nel caso specifico, questione mica da poco, questione che è stata giustamente difesa a spada tratta ma con il cuore dal collega Piscedda e bene ha fatto, quello è il suo ruolo, dobbiamo fare anche attenzione a dare merito a chi difende casa sua, casa propria e quindi la propria collettività, la propria cittadinanza e il proprio perimetro e la propria comunità, lo deve fare mi sembra anche corretto. Però l'Aula ha diritto ad esprimersi equamente e in modo indipendente, perché questa è l'Aula dove si esercita la democrazia e quindi noi esercitiamo questo con un semplice voto o con una dichiarazione e noi, che siamo certamente vicini anche alle posizioni del sindaco Piscedda, non possiamo certamente agire differentemente e quindi il Gruppo dei Riformatori non parteciperà alla votazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, il collega Piscedda ha già fatto un intervento io credo abbastanza esaustivo sia nell'intervento iniziale di illustrazione della mozione e sia nella replica nella quale ha chiarito anche alcuni aspetti che erano emersi nel dibattito soprattutto posti in discussione dai colleghi del centrodestra. Allora io dico questo, questo non è un problema del sindaco di Elmas, è anche un problema del sindaco di Elmas, ovviamente è anche un problema del sindaco di Elmas, ma non è un problema del sindaco di Elmas è un problema della Sardegna, e che ci sia sindaco di Elmas qua per poterne discutere non è un problema, anzi è un valore aggiunto perché più di lui nessuno conosce le questioni che riguardano il Comune di Elmas e riguardano l'aeroporto che cade in parte nel Comune di Elmas e in parte nel Comune di Cagliari. Quello di cui si sta discutendo oggi è una mozione naturalmente per cui diamogli senso che ha una mozione senza fare nulla di più, si sta dicendo in sintesi che vogliamo che la Regione Sardegna possa dire la sua, là dove vengono prese le decisioni in merito all'espansione dell'aeroporto, e sembra una cosa straordinaria questa? O non dovrebbe essere la normalità cioè rivendicare il diritto di questo Consiglio regionale di poter dire che su quell'aeroporto dice la sua ovvero che l'Esecutivo, il Presidente della Regione si possa sedere al tavolo o l'Assessore a discutere le questioni che riguardano l'aeroporto principale della Sardegna è un delitto, è un problema, è una questione che tocca sensibilità diffuse, mi sembra una cosa incredibile questo, mi sembra incredibile che qua bisogna chiedere per cortesia di poter discutere del problema dell'aeroporto principale della Sardegna, perché c'è gente che si solleva, si preoccupa, discute dice che ci sono finanziamenti, ma certo che ci sono finanziamenti, certo che ci sono volontà di espansione, certo che siamo tutti d'accordo, ma chi è che contrario a far crescere l'aeroporto di Elmas, ma davvero qualcuno vuol far credere che qua esistono i buoni che vogliono far crescere l'aeroporto e i cattivi che sono contrari ad una cosa di questo tipo, naturalmente quando si vuole edulcorare un qualsiasi ragionamento lo si fa con argomenti di qualsiasi tipo, la realtà è un'altra. Noi vogliamo che la Regione Sardegna, cosa che non ha fatto negli ultimi cinque anni, cosa che non ha fatto negli ultimi cinque anni, cosa che non ha fatto negli ultimi cinque anni, si possa sedere e dire la propria opinione, dare la propria opinione in merito all'espansione, ai progetti di espansione di qualsiasi luogo, compreso l'Aeroporto. Quindi il Sindaco di Elmas non è solo, è un problema mio, come consigliere regionale della Sardegna, e come cittadino della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Angelo Carta. Ne ha facoltà.
CARTA ANGELO (PSd'Az). Per sapere dall'onorevole Piscedda se i primi due punti possono essere ritirati oppure se li lascia, perché se li lascia chiaramente io non posso votarla questa mozione. Se si possono ritirare bene, altrimenti, ripeto, io non chiedo la votazione per parti, chiedo solo che eventualmente possano essere ritirati, così parteciperei al voto, se non li ritira, ahimè, sono costretto a non partecipare al voto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Valter Piscedda. Ne ha facoltà.
PISCEDDA VALTER (PD). È solo una questione tecnica, è la procedura che prevede la richiesta alla Regione della conformità urbanistica e dell'intesa, quindi non si può togliere, è la sostanza, è la procedura che, voglio precisare, non è incardinata in Sardegna, è incardinata a Roma; la prima conferenza c'è già stata il 18, è stato chiesto alla Regione la conformità urbanistica, che è un dato oggettivo che non c'è, quindi la Regione non può che ribadire che questa conformità urbanistica non c'è. Poi gli è stato concesso un mese di tempo perché è stato chiesto di esprimerlo attraverso una delibera di Giunta, cosa di cui l'Assessore non era in possesso, ovviamente, quindi entro il 31 la Giunta si deve riunire e scrivere se dà o meno la conformità urbanistica e che cosa ne pensa su questo PSA Quindi purtroppo non si può togliere, è la sostanza stessa della mozione, mi dispiace perché colgo le motivazioni, ma è la sostanza stessa.
PRESIDENTE. Metto allora in votazione la mozione numero 116.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 116.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Anedda e Azara hanno votato a favore e che i consiglieri Carta e Tunis si sono astenuti.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Anedda - Arbau - Azara - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Collu - Comandini - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Unali - Usula.
Si sono astenuti: il Presidente Ganau - Carta - Moriconi - Pittalis.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 31
votanti 27
astenuti 4
maggioranza 14
favorevoli 27
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è convocato domani alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 20 e 39.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Moriconi sulla revisione dei criteri di programmazione urbanistico-commerciale di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 55/108 del 29 dicembre 2000. (214)
Con riferimento alla interrogazione in oggetto, si fornisce la seguente risposta:
Premessa
Come noto alla Regione Sardegna sono attribuite dallo Statuto competenza legislativa primaria nelle materie edilizia e urbanistica e concorrente nella materia del commercio. Nell'esercizio delle predette competenze la Regione ha emanato la L.R. n. 5/2005 che disciplina il "Piano regionale per le grandi strutture di vendita e definizioni" e la L.R. n. 5/2006 recante la "Disciplina generale delle attività commerciali".
Con la DGR n. 55/108 del 29 dicembre 2000, la Giunta regionale ha adottato "indirizzi e criteri per la programmazione commerciale ed urbanistica". Tali atti, modificati e integrati nel tempo, costituiscono ancora oggi il quadro di riferimento per le attività pianificatorie e autorizzatorie.
L'articolo 4 "Tipologie di esercizi commerciali" della L.R. n. 5/2006 definisce le medie strutture di vendita (MSV) nel seguente modo:
"3. Le medie strutture di vendita hanno superficie superiore ai limiti di cui al comma 2 e fino a:
a) 800 mq nei comuni con popolazione residente sino a 5.000 abitanti;
b) 1.200 mq nei comuni con popolazione residente superiore a 5.000 abitanti e sino a 10.000 abitanti
c) 1.800 mq nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti e sino a 50.000 abitanti;
d) 2.500 mq nei comuni con popolazione residente superiore a 50.000 abitanti". Preliminarmente si evidenzia che l'articolo 2 "Definizioni" della DGR n. 55/108 del 29 dicembre 2000 nel rinviare per la definizione delle MSV alla previsione di cui al comma 1, dell'articolo 4 "Definizioni e ambito di applicazione del decreto" del d.lgs. n. 114/1998, che diversamente classifica tali strutture, sia da ritenersi superato dalla espressa previsione contenuta nella L.R. n. 5/2006 sopra citata, che ulteriormente articola i parametri dimensionali.
Si rappresenta l'opportunità di modificare la deliberazione, al fine di consentire una migliore comprensione del quadro normativo di riferimento da parte di Comuni e cittadini, anche in virtù del necessario adeguamento degli strumenti urbanistici comunali alle previsioni regolanti gli indirizzi e i criteri di programmazione commerciale e urbanistica.
La DGR n. 55/108 del 29 dicembre 2000 disciplina, inoltre, al paragrafo 5.3.1.1 i "Criteri per l'individuazione delle aree da destinare agli insediamenti commerciali e riporta in un abaco i requisiti di compatibilità tra le MSV rispetto alla superficie di vendita, agli abitanti del comune e alla tipologia "alimentare/non alimentare/mista" dell'attività commerciale. A tal proposito, relativamente alle zone omogenee A e B, come definite dal DA 2266/U/1983, le MSV sono ammesse in zona A solo se "non alimentari" e sotto forma di esercizi singoli o centri commerciali, e in zona B le attività alimentari/non alimentari con superfici di vendita massima pari a 1.500 mq, per i comuni fino a 10.000 abitanti, e con superfici di vendita massima fino a 2.500 mq, per comuni con più di 10.000 abitanti. Più in particolare, sono ammesse MSV (nella forma di esercizi singoli o centri commerciali) non alimentari al cui interno possano coesistere strutture alimentari con superfici di vendita inferiori ai 100 mq realizzate in immobili di pregio esclusivamente a seguito di trasferimenti, concentrazioni, o ampliamenti.
L'obbligo di realizzare le "MSV non alimentari" soltanto in immobili di pregio e la possibilità di realizzare le stesse mediante trasferimenti, concentrazioni o ampliamenti, costituiscono i soli criteri (riferiti alle zone A) aventi carattere di indirizzo.
Le ragioni di tali limitazioni derivano in particolar modo, dalla volontà di:
"(b) impedire la realizzazione di medi e grandi attrattori di mobilità veicolare, quali si qualificano le Medie e GSV Alimentari; ciò anche in relazione alla struttura viabilistica nelle zone A ed all'oggettiva difficoltà di rispettare in esse gli standard di dotazione di parcheggio per la clientela previsti per tali tipologie di strutture;.
(c) favorire la riqualificazione di immobili di pregio, grazie all'insediamento in essi di MSV esclusivamente non alimentari; si rileva che, diversamente dalle Alimentari, queste strutture di vendita non implicano necessariamente una prevalente modalità di accesso del cliente "con auto": pertanto, qualora esse risultino localizzate in zone pedonali o a traffico limitato, non è richiesta una dotazione di parcheggi alla clientela (riferimento punto 5.3.2) né di aree pertinenziali per la movimentazione delle merci (riferimento punto 5.3.3)".
La DGR 55/108 del 29 dicembre 2000 disciplina, altresì, al paragrafo 5.3.2 la "Dotazione di parcheggi pertinenziali per la clientela" e subordina "il rilascio dell'autorizzazione commerciale per l'apertura, trasferimento, ampliamento di una struttura di vendita (anche nei casi di "autorizzazioni dovute" di cui al punto 4), nonché la modifica del settore merceologico (alimentare, non alimentare) e/o del mix di superficie di vendita tra alimentare e non alimentare", al rispetto degli standard di dotazione di parcheggi per la clientela, con la precisazione che "detta dotazione di parcheggi potrà, in riferimento alle zone B, essere oggetto di riduzione da parte dell'Amministrazione comunale" e che "Gli standard definiti sono da considerarsi incrementali alla dotazione di spazi pubblici richiesta DA 2266/U/1983. Essi hanno valore di indirizzo e possono essere modificati, sulla base di idonee motivazioni, dal Comune in sede di Strumento urbanistico generale o di sua variante.
Ha invece carattere vincolante il seguente ulteriore criterio: i parcheggi alla clientela devono essere localizzati in aree contigue alla struttura di vendita, ovvero collegate ad un ingresso pedonale per la clientela senza alcuna interposizione (tra il parcheggio e l'ingresso) di barriere architettoniche o viabilità diversa di quella interna al parcheggio".
Tale ultima previsione è stata integrata nel 2012 (con Deliberazione di Giunta regionale n. 9/59 del 23 febbraio 20l2), con la seguente:
"Nelle zone territoriali omogenee A (centro storico) e B (di completamento residenziale) i parcheggi per la clientela delle Medie Strutture di Vendita possono essere localizzati in aree asservite o nella disponibilità della medesima struttura ed entro un raggio di 250 m, a condizione che siano adeguatamente collegati, da idonei percorsi pedonali, con l'ingresso della struttura destinato alla clientela e senza l'interposizione di barriere architettoniche".
Considerazioni sui rilievi dell'interrogazione.
Alla luce di quanto disposto dalla succitata normativa e premesso che l'articolo 8 del DA 2266/U/1983 disciplina i rapporti tra gli spazi destinati agli insediamenti produttivi, ivi compresi quelli commerciali, e gli spazi pubblici destinati a parcheggi unicamente per le zone C, D e G, tacendo sui parametri da osservare nelle zone A e B, si ritiene che quanto previsto dalla delibera GR 55/108 del 29 dicembre 2000, come successivamente modificata, in merito all'obbligo di reperire parcheggi pertinenziali per la clientela, possa essere superato secondo una visione più moderna e soprattutto più sostenibile (per le ricadute ambientali e sul sistema traffico-mobilità) di accesso alle strutture di vendita, che consenta di attenuare gli elementi di rigidità urbanistica che, attualmente, possono condizionare o vanificare i progetti imprenditoriali nel settore.
La possibilità di svincolarsi dal rigido rispetto dei parametri previsti attualmente dalla delibera citata dovrebbe, tuttavia, essere accompagnato dalla verifica del rispetto di ulteriori condizioni atte a ridurre la necessità di aree di sosta, alternative al rispetto delle quote di aree per il parcheggio, che caratterizzino le modalità di esercizio dell'attività commerciale:
- assicurare un efficiente servizio di acquisti online (il negozio - MSV in tal caso costituirebbe solo una "vetrina") e di consegne a domicilio;
- garantire un "ritiro merci" altrove, (soprattutto per le strutture non alimentari) in altra struttura (una vicina zona industriale/di servizi, un magazzino delocalizzato ecc.);
- garantire un servizio di consegna gratuito a domicilio. Ciò sarebbe utile anche per le MSV alimentari che oggi non sono ammesse in zona A ma che, invece, potrebbero essere introdotte al fine di consentire ai piccoli negozi di associarsi (e contribuire così alla rivitalizzazione dei centri urbani).
- ubicare la struttura di vendita nelle immediate vicinanze di una linea di trasporto pubblico locale ad alta frequenza, al fine di ridurre la necessità di parcheggi dedicati.
Dal punto di vista urbanistico si ritiene, inoltre, che sia da valutare attentamente la possibilità di reperimento di aree per la sosta della clientela all'interno dei centri urbani, tenendo conto della valenza storico culturale del contesto. Le stesse potrebbero essere reperite nell'ambito del patrimonio edilizio dismesso o inutilizzato (ad una distanza compatibile con la pedonalità: 250 m - 300 m ), realizzate ex novo in strutture interrate, con riqualificazione delle aree soprastanti, o, in alternativa, destinando a tale finalità le aree libere derivanti da eventuali demolizioni di organismi edilizi preesistenti.
Infine, le eventuali aree per parcheggio potrebbero essere reperite utilizzando, compatibilmente con le distanze, le eventuali aree sovradimensionate per standard urbanistici (S4, S3 ecc) entrate, a vario titolo, nella disponibilità del comune, subordinatamente al pagamento di un adeguato corrispettivo.
Conclusioni
In definitiva, al fine di rendere più aderente la disciplina regionale alle esigenze attuali del settore, quali rappresentate nell'interrogazione in oggetto, rese sempre più pressanti anche dalla situazione di perdurante crisi del settore, sarebbe opportuno introdurre nell'attuale disciplina regionale di settore degli elementi correttivi e innovativi, quali quelli sopra esemplificati, la cui specificazione dovrebbe avvenire in funzione del settore merceologico di riferimento.
Una possibile deroga potrebbe essere prevista per le ipotesi di riutilizzo di immobili già destinati ad ospitare strutture di vendita di medie dimensioni, autorizzate in epoche antecedenti al 2000 e, pertanto non dotate dei parcheggi successivamente richiesti, per i quali, anche in assenza di continuità nell'esercizio si potrebbe confermare la sufficienza delle dotazioni esistenti. Del resto, si ritiene che sia nell'interesse dello stesso imprenditore, ai fini del successo della sua iniziativa, combinare a vario titolo le diverse alternative rispetto ai limiti normativi (come anche rappresentati nell'interrogazione in oggetto), nella prospettiva non solo dell'ottenimento dell'autorizzazione, ma anche del miglior soddisfacimento delle esigenze di accesso alla struttura di vendita da parte dei clienti.
Ai fini della risposta all'interrogazione si evidenzia la necessità di conoscere l'orientamento dell'Assessorato al turismo e commercio.
Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Tocco sull'eliminazione degli "intermediari esterni", cioè dei professionisti dell'area tecnica, in particolare ingegneri, nella progettazione e realizzazione delle opere pubbliche, mediante la legge finanziaria 2015. (262)
Si rinvia alle informazioni che, sulla materia in oggetto, potranno essere fornite dall'Assessorato dei lavori pubblici, in relazione alle competenze ad esso assegnate.
Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Carta sulla proposta di riorganizzazione della direzione generale della pianificazione urbanistica e della vigilanza edilizia. (268)
La proposta riorganizzativa alla quale si fa riferimento nell'interrogazione è stata rettificata con nota del 10.02.2015 (prot. 326/Gab) che, nel considerare ancora auspicabile la soluzione prospettata nell'ottica di una nazionalizzazione degli uffici dell'amministrazione regionale e di una migliore erogazione dei servizi all'utenza, ne ha rinviato l'attuazione al ricorrere di alcune condizioni.
È stata, medio tempore, confermata l'articolazione dei Servizi territoriali attualmente esistente, senza l'effettuazione degli accorpamenti in precedenza ipotizzati, con la conseguenza che il numero complessivo dei Servizi nei quali si articola la Direzione Generale della Pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia resta invariato (sette, di cui tre centrali e quattro territoriali).
Per completezza, si segnala, altresì, che la riorganizzazione proposta prendeva le mosse dalla Deliberazione di Giunta regionale del 13 maggio 2014, n. 17/20 (Stato dell'organico dell'amministrazione regionale. Misure urgenti di razionalizzazione e contenimento delle strutture dirigenziali), nella quale è messa in luce l'esigenza di porre particolare attenzione alla situazione degli uffici territoriali, in ragione del fatto che la tipologia delle attività esercitate e quella dei provvedimenti adottati, non sempre richiede la presenza del dirigente nella sede periferica dell'amministrazione regionale. La citata deliberazione ha, altresì, previsto che la razionalizzazione delle strutture periferiche dovrà portare alla costituzione di "strutture polifunzionali", svolgenti una pluralità di funzioni e coordinate da dirigenti i cui compiti potranno essere svolti anche "da remoto", con l'ausilio degli strumenti dell'innovazione tecnologica, peraltro, già largamente in uso presso i Servizi della Direzione Generale in parola.
Con riferimento alla lamentata difficoltà di ricorrere a strumenti di lavoro telematici e ai dubbi avanzati in merito alla loro diffusione, ci si limita ad osservare che sono ampiamente utilizzate la piattaforma SUAP, che è in corso di sperimentazione la piattaforma SUE, che a breve sarà utilizzabile la conferenza di servizi telematica. Non si ritiene necessario che esistono sistemi di gestione documentale informatizzati, sistemi di firma digitale remota e sistemi di videoconferenza tutti in uso da diversi anni.
Per quanto attiene alle segnalate difficoltà di conciliare con la previsione contenuta nel comma 6 dell'art. 146 del d.lgs. 42 del 2004 smi, l'attribuzione della funzione di vigilanza edilizia agli uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, si osserva quanto segue.
La differenziazione tra le attività di tutela paesaggistica e l'esercizio delle funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia è prevista, dall'articolo 146 citato, solo per l'ipotesi di delega, da parte delle Regioni dell'esercizio della funzione autorizzatoria a province, a forme associative e di cooperazione fra enti locali, ovvero a comuni; delega che, precisa la norma, può avvenire esclusivamente alla condizione "che gli enti destinatari dispongano di strutture in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche nonché di garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio delle funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia".
Di quanto detto, si trova ulteriore conferma nella Relazione illustrativa che ha accompagnato le modifiche del 2008 al Decreto legislativo n. 42 del 2004 ("...incentrare la delegabilità della funzione autorizzatoria su criteri di affidabilità tecnico-scientifica (...) e sulla distinzione, presso detti enti, fra apparati preposti alla tutela paesaggistica e strutture deputate all'esercizio delle funzioni amministrative abilitative con riferimento all'assetto ed all'utilizzazione del territorio"), nonché nell'articolo 159 del Codice che attribuisce alla Regione l'onere di verificare in capo agli enti delegati la sussistenza dei requisiti di cui al 146 citato per l'esercizio della funzione autorizzatoria.
A ciò si aggiunga che l'art. 27 D.P.R. 380 del 2001, prevede che sia lo stesso dirigente o responsabile dell'ufficio tecnico comunale che esercita le funzioni di vigilanza sull'attività edilizia e urbanistica nel territorio comunale, a curare anche la repressione degli abusi edilizi su aree vincolate paesaggisticamente ai sensi del d.lgs. n. 490 del 1999 (ora d.lgs. n. 42 del 2004).
Va, infine, considerato che nella proposta riorganizzativa della Direzione Generale della Pianicazione, agli Uffici preposti alla tutela paesaggistica viene attribuita la sola attività istruttoria propedeutica all'adozione del provvedimenti definitivi, rimessi, invece, ad altro Servizio della struttura (Supporti direzionati, affari giuridici e finanziari).
Risposta scritta dell'assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sull'applicazione del cosiddetto split payment, introdotto dall'articolo 1, comma 629, lettera b) della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità). (276)
Con la presente nota si trasmettono, in allegato, gli elementi di risposta relativi all'interrogazione indicata in oggetto, predisposti dal Servizio Bilancio.
L'art. 1, comma 629, lettera b), della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015) ha previsto che le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi, ancorché non rivestano la qualità di soggetti passivi dell'IVA, a decorrere dal 1° gennaio 2015 debbano versare direttamente all'Erario l'imposta sul valore aggiunto anziché versarla al fornitore, attuando in tal modo lo "split payment".
Come è noto, l'attuale situazione di crisi economica e finanziaria ha reso ancora più urgente una maggiore attenzione alla lotta all'evasione fiscale, da attuarsi sia mediante l'intensificazione dei controlli da parte dell'Amministrazione finanziaria sia mediante l'utilizzazione di nuovi ed efficaci strumenti, come quello introdotto dalla Legge di stabilità 2015 relativamente al pagamento dell'IVA.
La Giunta regionale ha seguito con attenzione il complesso iter di approvazione della Legge di stabilità 2015 ed è intervenuta costantemente e attivamente al fine di migliorarne il contenuto. Ricordiamo al riguardo l'approvazione dell'emendamento regionale in base al quale lo Stato ha riconosciuto alla Sardegna l'inapplicabilità delle riserve erariali. L'art. 1, comma 511, della Legge 190/2014 ha infatti riconosciuto alla Regione l'importo delle riserve, finalizzando la somma di 50 milioni di euro alle spese in conto capitale della Regione e il restante importo alla riduzione del debito regionale e degli enti locali ricadenti nel territorio della medesima Regione.
Consapevoli della grave situazione di difficoltà in cui si trovano le imprese sarde, si ricorda che la Giunta ha posto la questione del rilancio dell'economia della Sardegna come principale obiettivo della manovra finanziaria attualmente in discussione in Consiglio regionale. Perciò le nuove risorse finanziarie che affluiranno alla Regione anche per effetto dello strumento di lotta all'evasione in argomento (in base all'art. 8 dello Statuto speciale la Sardegna ha diritto ai 9/10 dell'imposta sul valore aggiunto) verranno utilizzate prioritariamente per il rilancio dell'economia e per il sostegno al sistema imprenditoriale isolano.
Inoltre, si evidenzia il fatto che il Governo, al fine di ovviare alle difficoltà derivanti alle imprese dal nuovo metodo di pagamento dell'IVA per le forniture alla Pubblica Amministrazione, ha già previsto dei correttivi. Il decreto legge "mille proroghe" (D.L. n. 192/2014), in corso di conversione in legge, al fine di attenuare i problemi di liquidità delle imprese dovuti allo split payment, prevede che fino al 31 dicembre 2015 venga elevato, dal 10% al 20% dell'importo contrattuale, l'anticipo del prezzo in favore dell'appaltatore.
Testo delle interrogazioni, interpellanze e mozioni annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Comandini - Cocco Pietro - Cozzolino - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Pinna Rossella - Sabatini - Tendas, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione di precarietà che ricade sull'aeroporto militare di Decimomannu.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'aeroporto militare, intitolato al Colonnello Pilota Giovanni Farina, medaglia d'oro al V.M. per essersi distinto nei cieli della Sardegna durante la 2A guerra mondiale, sorge tra i Comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor; l'attuale struttura nasce nel 1954 come base aeromarittima per l'Alleanza Atlantica, sull'area del vecchio campo di volo militare utilizzato durante la 2A guerra mondiale, le operazioni di bonifica e i lavori di allestimento furono completati con l'apporto di fondi NATO;
- l'Aeronautica militare acquisisce l'area disabitata della penisola di Capo Frasca da adibire a poligono aria suolo e Decimomannu diviene il luogo ideale per instaurarvi il primo degli "Air Weapons Training Instaflation" (AWTI) previsti dai piani NATO dell'epoca;
- nel corso del 1960 viene creato il GAF Detachment che da allora ha operato con continuità sull'aeroporto, provvedendo all'addestramento dei reparti di volo di tutte le forze armate tedesche, il primo rischieramento dei velivoli tedeschi risale al 24 settembre 1960 con un gruppo di F84F, con il compito di programmare, coordinare e dirigere le missioni del personale dell'Aeronautica militare impegnato ad acquisire un'alta professionalità nel tiro e nelle tattiche del combattimento aereo; dal 1998 la configurazione del reparto vede la presenza delle sole aeronautiche militari italiana e tedesca, le quali continuano le attività di addestramento con nuovi sistemi elettronici quali FA-ACMI, sistema nazionale che non prevede l'uso di armamento reale, ma esclusivamente di segnali elettronici, con enormi vantaggi addestrativi ed economici; per svolgere la propria attività il reparto impiega due radar di cui il primo assolve compiti anche di difesa aerea nazionale, il secondo assicura, attraverso il centro di controllo di avvicinamento, il servizio di controllo del traffico aereo a tutti i velivoli, civili e militari, in arrivo e partenza sia da Decimomannu che da Cagliari-Elmas e prossimamente anche Oristano-Fenosu; l'Italia e la Germania impiegano e condividono le strutture operative per l'addestramento, con oneri suddivisi al 50 per cento, sulla base di un accordo tecnico bilaterale, siglato dall'Aeronautica militare e dalla Luftwaffe, aeronautica tedesca, inoltre, entrambe le parti, hanno deciso di non rinunciare neanche in futuro al poligono di Decimomannu, così importante per l'addestramento degli equipaggi di volo;
- sull'aeroporto vengono periodicamente dislocati reparti e velivoli italiani e tedeschi, provenienti dalle rispettive basi, con frequenza bi-trisettimenale; sulla base anche l'industria aeronautica Alenia mantiene, da più di trenta anni, proprie strutture permanenti per garantire il supporto ai prototipi impegnati in cicli di prove; non manca la partecipazione di altre forze aeree che si addestrano, nelle strutture dell'AWTI, a seguito di temporanei accordi internazionali di cooperazione; vengono ospitate, inoltre, anche forze aeree di nazioni non partecipanti ai Patto Atlantico;
VALUTATO che:
- tutto questo sistema riversa su tutto il territorio interessato, composto dai Comuni di Decimomannu, Uta, Villaspeciosa, Arbus, Assemini, Villasor e tante altre piccole realtà, un impatto economico e sociale non indifferente;
- attualmente i lavoratori, tra militari e civili, sono circa 1.200, per un giro di stipendi di circa 40 milioni di euro; inoltre operano circa 80 ditte esterne con circa 800 lavoratori della zona per un giro d'affari di circa 6 milioni di euro ed infine investimenti con contratti centralizzati per oltre 15 milioni di euro; dietro questi dati, che sembrano solo numeri, ci sono persone, famiglie;
APPRESO che nei giorni scorsi si è svolto, nell'aeroporto di Decimomannu, un vertice tra sindacati del personale civile e il delegato nazionale della rappresentanza del personale militare per fare il punto della situazione e, più precisamente, sulla possibile chiusura dell'aeroporto di Decimomannu, a seguito della volontà da parte dei tedeschi di abbandonare la struttura;
ACCERTATO che la decisione, da parte dei tedeschi, di abbandonare la struttura di Decimomannu sarebbe la conseguenza del prolungamento della chiusura delle attività dei poligoni per quattro mesi estivi anziché per i canonici due mesi, così come previsto dagli accordi tecnici tra Aeronautica militare italiana e la Luftwaffe;
CONSIDERATO che la dismissione della struttura militare di Decimomannu avrebbe una ricaduta economica negativa senza pari, con le attività dirottate presso altre regioni italiane più ospitali, lasciando in Sardegna solo la crisi che già segna pesantemente tutto il territorio;
EVIDENZIATO che, in passato, scelte orientate verso la dismissione hanno portato solo alla desertificazione dei territori con un danno economico inestimabile;
AFFERMATO che con la giusta concertazione tra le parti interessate si potrebbe progettare un piano alternativo volto alla valorizzazione dell'intera struttura e l'ulteriore professionalizzazione del capitale umano, che preveda sì un piano di dimensionamento militare, ma affiancato da un serio progetto di riconversione civile;
al fine di trovare, in tempi brevi, una soluzione che metta d'accordo i vertici NATO, l'Aeronautica militare italiana, i Governi italiano e tedesco, e la Regione,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali iniziative intenda intraprendere, con l'apporto delle istituzioni locali, dei sindacati, dell'Aeronautica militare italiana nonché della Luftwaffe, aereonautica tedesca, per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro, nonché la storica struttura dell'aeroporto militare di Decimomannu;
2) se non sia opportuno valutare la possibilità che si possa, attraverso un progetto condiviso con le parti, attuare un rilancio delle attività all'interno dell'aeroporto e contemporaneamente attivare un piano alternativo volto alla riconversione civile che veda protagonista la struttura militare di Decimomannu. (303)
Interrogazione Pizzuto - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Agus - Lai, con richiesta di risposta scritta, sui disservizi causati dalla società Delcomar nelle tratte marittime per Carloforte e La Maddalena.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- i traghetti della società Delcomar compagnia di navigazione offrono il loro servizio per i collegamento tra i porti di La Maddalena-Palau (nord Sardegna) e tra Carloforte-Calasetta (sud Sardegna);
- le tratte marittime di collegamento della Delcomar compagnia di navigazione devono garantire la copertura serale e notturna approssimativamente dalle ore 19 alle ore 5 della giornata successiva;
- durante gli orari notturni la Delcomar compagnia di navigazione è l'unico operatore attualmente concessionario delle suddette tratte di collegamento marittimo;
PRESO ATTO che:
- esiste un contratto tra la Delcomar compagnia di navigazione e la Regione per assicurare le rotte di collegamento tra La Maddalena-Palau e Carloforte-Calasetta;
- in caso di disservizi, soppressione corse, ritardi e altri inconvenienti non è previsto un servizio sostitutivo e, pertanto, gli utenti sono costretti a notevoli disagi con conseguenze, anche economiche, dovute ai pernottamenti fuori casa;
ACCERTATO che:
- nel corso dei primi due mesi del 2015 si sono già verificati diversi casi di soppressione delle tratte notturne a causa del maltempo e, in particolare, i traghetti non hanno effettuato il servizio tra il 24 e il 25 febbraio 2015 nelle tratte Sud Sardegna (Carloforte-Calasetta);
- anche in data 1° gennaio 2015 i traghetti della Delcomar non hanno svolto il servizio di collegamento Carloforte-Calasetta causando, oltretutto, disagi derivanti dal mancato trasporto di un soggetto deceduto;
- allo stato attuale il servizio fornito dalla Delcomar parrebbe fortemente condizionato dall'assenza di una flotta in grado di viaggiare anche in condizioni atmosferiche avverse, pur essendo obbligata per contratto a coprire le rotte nelle ore notturne;
CONSIDERATO, tuttavia, che:
- il collegamento marittimo con le isole minori di La Maddalena e Carloforte viene svolto, in orario diurno, dalla Sardegna regionale marittima (Saremar);
- la stessa compagnia di navigazione possiede dei traghetti appositamente attrezzati per le traversate anche in caso di forte maltempo,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti:
1) per sapere se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti di competenza intendano adottare al fine di fornire un monitoraggio più compiuto sulla continuità del servizio e sull'eventuale possibilità di comminare sanzioni per interruzione di pubblico servizio da parte della Delcomar;
2) per conoscere se è allo studio un eventuale servizio sostitutivo sulle tratte servite Delcomar nelle ore notturne, qualora la suddetta società non sia in grado di ottemperare ai propri obblighi;
3) per portare all'attenzione della Giunta Regionale la necessità di fornire un servizio di collegamento con le isole minori senza soluzioni di continuità. (304)
Interrogazione Truzzu, con richiesta di risposta scritta, sulle politiche che la Regione intende perseguire per tutelare l'attività dell'Aero Club di Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- l'Aero Club di Cagliari è un'associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro, affiliata al Coni, e costituita nel 1946;
- dal 1946 ha operato come scuola di volo per il conseguimento dei brevetti di primo e secondo grado, dapprima a Monserrato e poi nell'hangar "Savigliano 100" presso l'aeroporto di Elmas, dove tra l'altro ha usufruito anche di due locali adiacenti all'hangar stesso;
- nel 2002 l'ENAC trasferisce tutto il compendio aeroportuale di Elmas alla SOGAER, società a capitale pubblico partecipata tra gli altri dalla Camera di Commercio di Cagliari, dalla SFIRS Spa, dal Banco di Sardegna Spa e dalla Regione;
- l'Aero Club di Cagliari è oggi l'unica scuola di volo in Sardegna, con una media di 11-12 brevetti di pilota rilasciati annualmente;
RILEVATO che:
- nel 2004 la SOGAER, adducendo urgenti motivi determinati dalla necessità di procedere all'ampliamento dell'aeroporto, ha provveduto a demolire l'hangar Savigliano, sede operativa dell'Aero Club Cagliari, promettendo congiuntamente all'ENAC, verbalmente e per iscritto, la costruzione di un nuovo hangar per Aero Club e Aviazione generale, destinato a ricovero aerei, officina e locali per uffici;
- nella stessa gara d'appalto indetta per la costruzione del nuovo hangar la SOGAER definiva l'oggetto e la destinazione dello stesso "per Aero Club e Aviazione generale";
- nel 2007, terminati i lavori di costruzione del nuovo hangar, la SOGAER propone all'Aero Club la stipula di un contratto di subconcessione riferito ai soli due fatiscenti locali per uso ufficio o a un piccolo hangar e ad un basamento in calcestruzzo, ad un canone pari a quello di mercato e simile quello delle società che svolgono attività commerciale diretta al pubblico che frequenta l'aeroporto;
- l'Aero Club rifiuta di stipulare il contratto in quanto non solo non è stato messo in possesso del nuovo hangar, ma anche perché non viene accettata la riduzione dei canoni del 90 per cento, come espressamente previsto dal DPR n. 41 del 8 gennaio 2012, e come sempre avvenuto prima che la SOGAER divenisse concessionaria dell'aeroporto;
CONSIDERATO che:
- a seguito del rifiuto da parte dell'Aero Club di stipulare il contratto ha preso corpo un contenzioso dinanzi al Tribunale di Cagliari per il pagamento di 84.000 euro;
- nel corso di questi anni la SOGAER ha emesso numerose fatture nei confronti dell'Aero Club per pagamento di diritti aeroportuali, di approdo, ricovero e sosta allo scoperto, imbarco passeggeri e merci, creando una costante pressione psicologica e materiale nei confronti dell'associazione;
- la SOGAER ha richiesto e ottenuto il sequestro giudiziario dei beni occupati attualmente dall'Aero Club, ovvero un piccolo hangar uso officina e un basamento in calcestruzzo su cui è stata eretta a spese dell'Aero Club la sede sociale;
- non avendo a disposizione i locali per l'officina, sulla base delle disposizioni ENAC, l'AeroClub ha dovuto interrompere l'attività della scuola di volo, con importanti ricadute sulle opportunità formative e occupazionali per i giovani sardi;
- parallelamente, essendo l'Aero Club di Cagliari l'unica scuola di volo abilitata dall'ENAC sul territorio regionale, la chiusura dell'officina rende impossibile la prosecuzione delle attività di formazione sul campo degli studenti degli istituti tecnici a indirizzo aereonautico che frequentano i corsi di conduzione del mezzo aereo;
DATO ATTO che:
- lo stesso ENAC, con nota del 23 maggio 2012, a firma del direttore generale, facendo riferimento all'Aeroporto di Cagliari e al decreto del Presidente della Repubblica n. 296 del 2005, articolo 12, dichiara che "si ritiene applicabile il canone ridotto al 10 per cento previsto dalla circolare 62567/1989, in quanto percentuale già riconosciuta dalla precedente normativa e condivisa dai concessionari, sull'intero territorio nazionale";
- tra lo stesso Aero Club di Olbia e la GEASAR, società di gestione aeroportuale, sussiste un contratto di subconcessione il cui canone annuo è definito in euro 1.281,40,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) quali azioni intendano intraprendere al fine di bloccare l'atteggiamento vessatorio e punitivo della partecipata regionale SOGAER nei confronti dell'Aero Club di Cagliari;
2) quali azioni intendano intraprendere al fine di garantire la prosecuzione della meritoria attività di formazione professionale nel campo aeronautico da parte dell'Aero Club;
3) come intendano intervenire per tutelare aspettative e diritti dei giovani sardi che vogliano avviarsi alle professioni del settore aeronautico. (305)
Interrogazione Tatti, con richiesta di risposta scritta, sull'immagine della Sardegna presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas.
Il sottoscritto,
APPRESO dalla stampa che ad accogliere i passeggeri in transito presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas sia presente un totem di natura aborigena che niente ha a che vedere con la Sardegna;
RITENUTO opportuno che a ricevere i passeggeri in transito presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas siano immagini legate alla cultura della Sardegna, come i giganti di Mont'e Prama;
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere:
1) se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
2) quali iniziative intendano intraprendere per dare l'opportuna accoglienza ai passeggeri in transito presso l'aeroporto "M. Mameli" di Elmas, affinché lo scalo stesso diventi vetrina per la promozione della cultura e dei prodotti della Sardegna. (306)
Interrogazione Tendas - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di un intervento urgente e inderogabile in merito alle precarie condizioni dei laboratori ARPAS di Oristano.
I sottoscritti,
PREMESSO che il laboratorio dipartimentale ARPAS di Oristano, istituito dalla legge regionale n. 6 del 2006, esplica attività analitica di controllo e di tutela dell'igiene ambientale, e si articola fondamentalmente in tre linee analitiche
- linea analitica chimica;
- linea analitica tossicologica;
- linea analitica batteriologica;
TENUTO CONTO che sono, inoltre, presenti i seguenti servizi:
- laboratorio di riferimento regionale Legionella;
- centro di riferimento regionale amianto;
RISCONTRATO che in generale il laboratorio svolge specifici compiti di supporto analitico, a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, per l'esercizio delle attività programmabili di prevenzione e di controllo relative in particolare a: acque potabili, superficiali, di scarico, balneazione, inquinamento dell'aria, acqua sotterranee e del suolo, ma che, spesso, tali attività vengono svolte anche a seguito di situazioni di emergenza o comunque non prevedibili, su richiesta delle autorità competenti ai controlli, comuni, provincia, Regione, ASL, autorità giudiziaria, Guardia di finanza, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Capitaneria di porto, NOE, NAS;
CONSTATATO che:
- il laboratorio ubicato in un vecchio edificio situato in Oristano, in Viale Diaz 63, occupa i piani superiori dell'edificio, strutturato su tre piani in cui sono ospitati anche;
- uffici amministrativi;
- Servizio valutazione;
- Servizio monitoraggio;
- i compiti e le funzioni del dipartimento provinciale in generale e del laboratorio in particolare richiederebbero per il loro svolgimento ottimale la disponibilità di spazi adeguati; i locali a disposizione, invece, risultano limitati e disagevoli, stipati di arredi e di attrezzature indispensabili per la funzionalità del servizio;
- in tali condizioni solo il grande impegno ed il sensibile sforzo di tutto il personale ha permesso il prosieguo delle attività su esposte;
- inoltre, al fine di migliorare la qualità dei servizi offerti, rispondendo alle esigenze di tutela del territorio e della salute pubblica oltre agli obblighi derivanti dalle nuove normative nazionali ed europee, è indispensabile allocare le attività in una struttura più ampia e adeguata alle normative vigenti in materia di sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008), come, peraltro, più volte segnalato;
VALUTATA inoltre la specificità del territorio provinciale di Oristano, che risulta non solo baricentrico nel contesto regionale, ma che conta anche oltre il 60 per cento dei 12.649 ettari di zone umide di importanza internazionale (Convenzione di Ramsar),
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) in che modo si intenda valorizzare e qualificare le attività svolte dall'ARPAS di Oristano nei vari settori, tenuto conto che hanno raggiunto un elevato grado di conoscenza del territorio e che hanno risposto in maniera sempre più puntuale alle richieste provenienti dai vari enti per i quali l'attività laboratoristica costituisce un punto di riferimento fondamentale per la tutela, il controllo, il recupero dell'ambiente e per la promozione della salute;
2) nell'ambito del progetto di riorganizzazione e razionalizzazione delle attività previste dal nuovo modello organizzativo, in corso di elaborazione da parte della Regione, non ritenga indispensabile mantenere nel territorio provinciale di Oristano almeno le strutture e i presidi per le seguenti attività laboratoristiche:
a) centro di riferimento regionale amianto (CRRA);
b) centro di riferimento regionale Legionella;
c) attività laboratoristica per il controllo e il monitoraggio delle acque potabili, acque di scarico, balneazione, acque superficiali di transizione e zone umide di importanza internazionale;
3) quali siano le tempistiche relative sia al nuovo riassetto organizzativo oltre, ovviamente, alla ormai inderogabile e improcrastinabile riorganizzazione, sistemazione e adeguamento dei locali ARPAS di Oristano. (307)
Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulle iniziative politiche adottate dall'Assessorato regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale per consentire la movimentazione di carni suine dalla Sardegna in vista dell'Expo di Milano.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- dal 1° maggio al 31 ottobre si terrà a Milano l'esposizione universale, Expo Milano 2015, che tratterà il tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita", dando vita al più grande evento mai realizzato avente a oggetto l'alimentazione;
- si stima che prenderanno parte all'esposizione oltre 20 milioni di visitatori in un'area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, nel quale saranno rappresentati 140 tra Paesi e organizzazioni internazionali;
- la Sardegna prenderà parte all'evento con un proprio spazio espositivo investendo tre milioni e mezzo di euro;
RILEVATO che:
- nei confronti della Sardegna, a causa della presenza endemica della peste suina africana nell'Isola da oltre 35 anni, la Comunità europea ha stabilito il divieto assoluto di esportazione dei suini vivi, delle carni fresche, dei salumi e, comunque, di tutto ciò che sia prodotto con carne ottenuta da suini nati e allevati in tutto il nostro territorio;
- il Ministero della salute e la Comunità europea non intendono concedere una deroga in vista dell'Expo Milano 2015 per consentire alla nostra Regione di poter presentare ai visitatori la più nota peculiarità gastronomica della nostra terra;
- tale deroga è invece stata concessa per carni di provenienza extra europea e, addirittura, per alimenti piuttosto singolari come insetti, scarafaggi e carne di coccodrillo;
PRESO ATTO:
- del fatto che la PSA non è trasmissibile agli uomini, pertanto la movimentazione delle carni sarde non produrrebbe alcun rischio sanitario;
- che un'occasione come quella dell'Expo 2015 deve essere sfruttata al meglio dalla nostra Isola per promuovere i propri prodotti gastronomici, di cui il maialetto è l'indiscussa eccellenza, pertanto non è plausibile che non sia concessa la deroga necessaria,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e della riforma agro-pastorale per conoscere quali misure intendano adottare al fine di ottenere dallo Stato e dalla Comunità europea le deroghe necessarie per poter consentire di presentare il maialetto sardo e gli altri prodotti gastronomici isolani derivati dalle carni del maiale, all'Expo Milano 2015. (308)
Interrogazione Cherchi Oscar - Pittalis - Cappellacci - Fasolino - Locci - Peru - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla grave situazione venutasi a creare relativamente alla gestione della materia degli usi civici da parte dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- nella precedente Legislatura, nel mese di aprile del 2012, si è portato a compimento l'appalto denominato "Procedura aperta per l'affidamento del servizio relativo all'accertamento formale e/o all'inventario generale dei beni civici dei comuni della Regione autonoma della Sardegna" in ragione del quale, ad oggi, l'Amministrazione regionale dispone di tutti i dati necessari all'emissione dei procedimenti formali di accertamento per i comuni per cui ancora non si è provveduto;
- sempre in ragione del medesimo appalto, è stato acquisito un software gestionale che consente una efficiente gestione della materia ed una immediata conoscenza della reale situazione dei terreni gravati da usi civici su tutto il territorio regionale, anche a seguito degli atti di disposizione emessi dai comuni, avendo conseguentemente sempre presente la mappatura dei terreni sui quali insiste il vincolo dell'uso civico;
- con il Decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 1481/DecA/190 del 15 ottobre 2012, sono state individuate le articolazioni organizzative dei servizi della Direzione generale dell'Assessorato dell'agricoltura ed in particolare, dopo numerosi anni di assenza, è stato istituito il Settore usi civici e regolarizzazioni catastali dei terreni agricoli;
- con la deliberazione n. 21/6 del 5 giugno 2013 è stato emesso un atto di indirizzo interpretativo e applicativo per la gestione dei procedimenti amministrativi relativi agli usi civici;
- con il susseguente decreto assessoriale n. 953/DecA/53 del 31 luglio 2013 sono state emanate le direttive operative per l'azione amministrativa e la gestione dei procedimenti in materia di usi civici con le quali si sono forniti, per la prima volta, dei chiari indirizzi per la loro corretta gestione e per la celerità delle relative pratiche e che avrebbero dovuto consentire al competente dirigente di procedere, nel più breve tempo possibile, all'emanazioni dei provvedimenti di accertamento mancanti e alla gestione delle procedure di propria competenza in maniera efficace ed efficiente;
- si è provveduto alla pubblicazione sul sito internet della Regione dell'inventario generale delle terre civiche per i 236 comuni per i quali è stato emesso il provvedimento formale di accertamento;
CONSIDERATO che il tema degli usi civici in Sardegna riveste una importanza fondamentale, sia per la vastità del territorio gravato dal diritto de quo, sia in virtù delle opportunità che gli stessi possono offrire alle popolazione dei comuni sui quali sono ubicati;
EVIDENZIATO che:
- ad oggi, fatti salvi i comuni nei quali non sono presenti usi civici, non sono state attuate le procedure inerenti l'emissione dei provvedimenti formali di accertamento, ancorché, come detto, l'Amministrazione regionale sia in possesso delle relazioni specialistiche che consentirebbero l'immediata instaurazione della procedura;
- si sono susseguiti numerosi rinvii per quanto attiene all'approvazione delle deliberazioni di competenza della Giunta regionale in materia di autorizzazione a sclassificazioni, permute, alienazione e soprattutto approvazione dei piani di valorizzazione, tutti strumenti indispensabili per una corretta gestione dei terreni sui quali ricade il diritto di uso civico;
- ad oggi, presso l'Ufficio di gabinetto dell'Assessore, risultano giacenti le proposte di deliberazione inerenti l'approvazione dei piani di valorizzazione del Comuni di Arzana e di Villa Verde, nonché le proposte di sclassificazione presentate dal Comune di Cabras, le proposte di permuta presentate dal Comune di Marrubiu, le quali hanno già ottenuto l'assenso da parte del competente servizio territoriale di Argea Sardegna;
- allo stato attuale, l'Assessorato non ha ancora provveduto all'attivazione delle procedure necessarie all'aggiornamento dei dati catastali presenti nel software gestionale, né all'inserimento, nello stesso, dei dati necessari al fine di tenere costantemente aggiornato l'inventario generale;
- in aggiunta a quanto sopra esposto, preme sottolineare che recentemente l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ha provveduto all'istituzione di un gruppo di lavoro interassessoriale, ma non è chiaro se lo stesso sia stato formalizzato attraverso le procedure previste dalla legge in materia, né è chiaro se i soggetti esterni all'Amministrazione che ne hanno preso parte siano provvisti dei titoli necessari;
- il coinvolgimento di soggetti esterni appare in contrasto con l'opportunità di delegare le suddette funzioni al personale di ruolo nell'Amministrazione regionale,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:
1) le motivazioni per le quali il competente dirigente dell'Assessorato non abbia ancora intrapreso le procedure per l'emissione dei provvedimenti formali di accertamento per i comuni per cui ancora non si è provveduto, e quali siano le azioni che si intende intraprendere allo scopo di porre fine all'immotivata inerzia di cui si è detto, la quale determina un inevitabile danno per gli enti locali che, ancora oggi, non hanno certezza circa l'estensione e l'ubicazione nel loro territorio di terreni gravati da usi civici;
2) le motivazioni per le quali, oramai da mesi, non vengono portati all'attenzione della Giunta regionale gli atti inerenti la materia degli usi civici, ed in particolare, le motivazioni per le quali, nonostante il parere favorevole espresso da Argea Sardegna, ad oggi non siano state prese in considerazione le deliberazioni concernenti l'approvazione dei piani di valorizzazione dei Comuni di Arzana e di Villa Verde, nonché le proposte di sclassificazione presentate dal Comune Cabras e di permuta presentata dal Comune di Marrubiu;
3) il provvedimento amministrativo con cui è stato costituito il summenzionato gruppo di lavoro interassessoriale, la sua composizione e le eventuali somme stanziate per il coinvolgimento dei soggetti esterni all'Amministrazione regionale;
4) i titoli in virtù dei quali detti soggetti esterni partecipano a lavori inerenti atti amministrativi;
5) se sia stata opportunamente valutata l'ipotesi di impiegare personale interno all'Amministrazione regionale per l'espletamento delle suddette funzioni;
6) i presupposti giuridici in ragione dei quali il Direttore generale dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale provvede a convocare, a mezzo atti a sua firma, il gruppo di lavoro;
7) le ragioni per cui non si sia proceduto alla manutenzione del software gestionale in dotazione all'Amministrazione, il quale, oltre ad essere un efficiente strumento di consultazione per il disbrigo di pratiche amministrative, risulta essere un mezzo indispensabile per la tenuta dell'inventario generale di cui all'articolo 6 della legge regionale n. 12 del 1994, e se vi sia l'intenzione di stanziare le opportune somme al fine di consentirne la manutenzione ed implementazione;
8) quali provvedimenti intendano adottare per porre rimedio alle problematiche sollevate e per assicurare una corretta gestione di tale materia. (309)
Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 21 gennaio 2014, n. 7 (legge finanziaria 2014), relativo alla stabilizzazione dei dipendenti dell'Ente foreste aventi rapporto di lavoro semestrale.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'articolo 4 della legge 21 gennaio 2014, n. 7, ha autorizzato l'Ente foreste della Sardegna a procedere alla stabilizzazione annuale dei propri dipendenti aventi rapporto di lavoro semestrale, attraverso una graduazione triennale del contingente per un massimo di 500 unità annue, disponendo, al contempo, un finanziamento di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016;
- con deliberazione n. 7 del 13 novembre 2014, la Giunta regionale ha autorizzato l'avvio delle attività preliminari alla copertura delle vacanze d'organico dell'Ente foreste;
CONSIDERATA la risposta dell'Assessore della difesa dell'ambiente in ordine all'interpellanza n. 41/A, discussa in data 14 ottobre 2014, con la quale si faceva riferimento alla richiesta inoltrata al competente Assessore del personale di un parere interpretativo sulla norma e in merito alla procedura da seguire per la stabilizzazione del personale;
PRESO ATTO:
- dell'avvio dei lavori del tavolo interassessoriale costituito per procedere alla stesura di un disegno di legge di riorganizzazione dell'Ente foreste;
- che, a oggi, la stabilizzazione approvata dal legislatore regionale non è ancora iniziata e non si hanno notizie in merito allo stato di attuazione della procedura;
TENUTO CONTO:
- dell'attuale gestione commissariale dell'Ente foreste e dei poteri assegnati al commissario, limitati all'ordinaria amministrazione;
- delle aspettative ingenerate nei confronti dei lavoratori interessati alla stabilizzazione con l'approvazione della legge regionale richiamata,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale competente per avere informazioni precise in merito allo stato di attuazione della procedura di stabilizzazione del personale precario dell'Ente foreste e, laddove la gestione commissariale risulti ostativa all'attuazione della procedura, notizie in merito alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione. (310)
Interrogazione Desini - Busia, con richiesta di risposta scritta, sulle ragioni della mancata istituzione, in Provincia di Sassari, del Centro permanente per l'istruzione degli adulti (CPIA).
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- le linee guida per il dimensionamento della rete scolastica per l'anno 2015-2016 approvate, in via non definitiva, con delibera della Giunta regionale n. 48/24 del 2 dicembre 2014, prevedono che dall'anno scolastico 2015-2016 anche in Sardegna si dovrà provvedere all'adozione degli atti necessari alla definizione dei Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA) e alla loro inclusione all'interno del Piano di dimensionamento della rete scolastica regionale;
- i CPIA sono costituiti in Autonomie scolastiche e sono caratterizzati da una rete territoriale provinciale che discende dalla riorganizzazione dei Centri territoriali permanenti (CTP) per l'educazione degli adulti e dei percorsi di secondo livello realizzati dagli istituti scolastici con i corsi serali;
- il decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263 (Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico di centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali dell'articolo 64, comma 4, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112), convertito, con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, disciplina l'istituzione dei CPIA;
- le linee guida ministeriali adottate ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica citato e la circolare ministeriale n. 36 del 10 aprile 2014 definiscono i requisiti per l'ottenimento dell'autonomia e della personalità giuridica dei CPIA e definiscono l'ordinamento amministrativo e didattico degli stessi;
- alla luce del quadro normativo vigente è ammissibile la costituzione di un istituto autonomo in presenza, tra gli altri, di un numero minimo di alunni (600 o 400 a seconda dei casi);
- in Sardegna è prevista l'attivazione di otto CPIA autonomi, uno per provincia; l'attivazione del CPIA in Provincia di Sassari appare legittima, considerate le esigenze del rientro in formazione di un numero sempre maggiore di cittadini e che l'utenza da servire sarebbe pari a circa 800 utenti;
- le province, secondo le linee guida regionali, sono tenute a valutare la situazione e la consistenza numerica dei CTP presenti nei propri territori e convocare appositi tavoli per garantire il rispetto delle indicazioni ministeriali e regionali;
- ad oggi non risulta ancora istituito il centro autonomo nella Provincia di Sassari;
- il CPIA previsto per la Provincia di Sassari dovrebbe erogare formazione solo per il primo ciclo di istruzione, escludendo la parte più consistente della formazione agli adulti, la scuola secondaria, attribuita, secondo le indicazioni ministeriali agli istituti scolastici di indirizzo tecnico;
- eventuali criticità organizzative dovute all'attivazione dei corsi serali devono essere necessariamente superate, essendo sicuramente prevalente l'interesse dei destinatari dei corsi rispetto ad altre esigenze di tipo organizzativo;
TENUTO CONTO che
- il decreto del Presidente della Repubblica n. 263 del 2012 prevede che tutti i Centri territoriali per l'educazione degli adulti di cui all'ordinanza del Ministro della pubblica istruzione 29 luglio 1997, n. 455, e i corsi serali per il conseguimento di diplomi di istruzione secondaria superiore di cui all'ordinamento previgente cessano di funzionare il 31 agosto 2015 e che pertanto appare necessario accelerare l'iter di costituzione dei CPIA;
- la delibera n. 5/26 della Giunta regionale del 6 febbraio 2015, di approvazione definitiva delle linee guida per il dimensionamento della rete scolastica per l'anno 2015-2016, ha disposto il rinvio ad una successiva deliberazione per la definizione dei CPIA,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere i motivi della mancata istituzione del CPIA della Provincia di Sassari e quali azioni intenda assumere in merito. (311)
Interrogazione Sale - Zedda Paolo Flavio, con richiesta di risposta scritta, sull'ipotesi di accorpamento dell'Osservatorio astronomico di Cagliari (Oac) con Bologna.
I sottoscritti,
PREMESSO che:
- l'Osservatorio astronomico di Cagliari (Oac), che gestisce autonomamente il radiotelescopio di San Basilio, è il più avanzato e sensibile d'Europa e il secondo più importante nel mondo, rappresentando, quindi, un'eccellenza della Sardegna finanziata con fondi regionali;
- l'Oac è presente dal 1999 nell'Isola e rappresenta un centro all'avanguardia per la qualità della ricerca nel campo dell'astrofisica, vantando anche numerose pubblicazioni sulla prestigiosa rivista scientifica Science;
- nel corso degli anni, la Regione ha investito ingenti risorse per lo sviluppo del Sardinia radio telescope (SRT), per la formazione di giovani ricercatori, nonché per la realizzazione della nuova sede dell' Osservatorio, dando vita a un centro di ricerca di livello internazionale;
- all'Oac lavorano 21 ricercatori e tecnologi, 18 tecnici, 5 amministrativi, 15 borsisti e assegnisti, 3 dottorandi, 4 docenti ed ex docenti universitari;
VALUTATO che:
- il management della radio astronomia nell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) prevede l'accorpamento delle due strutture di Cagliari e Bologna, decretando, di fatto, il declassamento dell'Oac trasferendo fuori dall'Isola le competenze scientifiche e le funzioni amministrative;
- il personale dell'Osservatorio astronomico di Cagliari si è espresso in maniera determinata e unanime contro l'ipotesi di accorpamento attraverso un comunicato ufficiale in cui si sottolinea come tutto il personale "è pronto e determinato a perseguire tutte le possibili legittime azioni per fermare questo processo di unificazione che rifiuta con fermezza",
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se, alla luce di quanto sopra esposto, intendano implementare ogni azione possibile per fermare l'accorpamento dell'Osservatorio astronomico di Cagliari al polo scientifico di Bologna, in modo da tutelare gli interessi della Sardegna in un settore così importante dell'economia globale. (312)
Interrogazione Tocco, con richiesta di risposta scritta, in merito al divieto di utilizzo degli impianti sportivi del Parco di Monte Claro a Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che con una nota apparsa lo scorso 2 marzo 2015 all'ingresso del Parco di Monte Claro è stata comunicata la chiusura degli impianti sportivi nei pressi del complesso sulla via Cadello; la struttura con le pertinenze sportive è stata interdetta all'utilizzo per lavori di manutenzione straordinaria che dovrebbero svolgersi nei prossimi giorni;
ACCERTATO che il commissario straordinario ha comunicato la decisione riguardante la chiusura degli impianti in modo improvviso ed inaspettato;
ESAMINATO che all'interno degli impianti - che comprendono campi di calcio a cinque, a sette e a undici, una pista di pattinaggio, locali con spogliatoi, docce, ripostigli e un'area verde per altre attività - svolgono le loro attività diversi sodalizi sportivi, che rappresentano dei tasselli fondamentali dal punto di vista sociale ed aggregativo;
TENUTO CONTO che la Provincia detiene la proprietà di tali spazi, ma la Regione non può certo distogliere l'attenzione da un'area usufruita dai cittadini - con diverse società sportive che vi operano - che rientra nel cuore del centro urbano di Cagliari, con possibilità di utilizzo da parte di diverse realtà regionali;
VAGLIATO che, in seguito a questo blocco, rischiano di essere penalizzate e danneggiate diverse società sportive che rappresentano la nostra Regione anche a livello nazionale; si citano, ad esempio, Rvf San Paolo, Delfino femminile, Club San Paolo Calcio a cinque, i Crusaders di football americano e diverse federazioni che svolgono i tornei amatoriali all'interno della struttura;
RILEVATO che peraltro è stato approvato un apposito regolamento per l'utilizzo degli spazi del Parco di Monte Claro; tale provvedimento è stato poi integrato con altre disposizioni, ma l'uso degli impianti è sempre stato affidato mediante la corresponsione di un canone per l'utilizzo degli spazi sportivi;
CONSTATATO che sulla gestione delle aree attorno al parco si è aperta una controversia giudiziaria che lascia aperti diversi dubbi; tale causa non deve però pregiudicare l'attività dei bambini;
VALUTATO che le sopracitate società si trovano ora in forte difficoltà nel trovare altri spazi - anche di proprietà del Comune - all'interno del perimetro urbano, con gravi disagi per gli atleti (la cui pratica sportiva deve essere ritenuta prioritaria e, dunque, da tutelare) e soprattutto con grandi problematiche legate al proseguimento della stagione agonistica in corso; le diverse squadre, iscritte nei vari campionati nazionali o regionali, hanno già minacciato il ritiro;
RITENUTO opportuno individuare urgentemente delle soluzioni per rendere fruibili gli spazi all'interno del Parco di Monte Claro, senza costringere i bambini a rinunciare alla pratica sportiva,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per:
1) valutare la convocazione di un incontro urgente con il commissario straordinario per l'utilizzo degli impianti sportivi da parte delle società sportive;
2) sapere se l'eventuale riordino degli enti locali preveda il passaggio del patrimonio delle province ad altri enti;
3) assicurare la fruibilità degli spazi compresi all'interno del Parco di Monte Claro all'utilizzo delle diverse realtà comprese nel territorio e non solo. (313)
Interpellanza Crisponi - Cossa - Dedoni sulla mancata proposizione del bando "Lunga estate" da parte dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
I sottoscritti,
PREMESSO che l'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, provvedeva annualmente alla presentazione del bando denominato "Lunga estate" per l'allungamento della stagione turistica e per incentivare le assunzioni nelle strutture della ricettività, del commercio e dei servizi nei mesi di bassa stagione, riscuotendo peraltro favorevole attenzione fra gli operatori, anche alla luce del perdurare della grave crisi economica,
RILEVATO che per l'annualità 2014 non è stata prevista alcuna dotazione economica per il bando "Lunga Estate", predisposto fino al 2013 attraverso l'utilizzo di Fondi PO-FESR, Asse I - Adattabilità, Linea di attività c.1.3 e Asse II - Occupabilità, Linea di attività e.5.1.a;
ACCERTATO che la disponibilità complessiva per detto bando sul bilancio della Regione per l'anno 2013 è stata pari a euro 3.600.000, di cui euro 1.500.0000 a valere sull'UPB S02.03.008 - cap. SC02.0934, SC02.0935, SC02.0936 e euro 2.100.000 a valere sull'UPB S02.03.008 - cap. SC02.0937, SC02.0938, SC02.0939;
CONSIDERATO che risulta evidente che le aziende (circa 700 le domande presentate sul bando 2013 a valere sulle assunzioni di migliaia di lavoratori) potevano contare su un minimo di ristoro economico previsto da tale strumento, rispetto al severo impegno riguardante l'assunzione del personale necessario alla conduzione delle rispettive attività;
VALUTATO il perdurare della grave crisi che l'intera filiera sta attraversando, unitamente alla carenza di credito bancario, che si somma alla disperata ricerca di posti di lavoro da parte dei giovani e dei tanti a cui il sistema economico in generale oggi preclude qualsiasi possibilità di individuare un comparto lavorativo capace di assumere;
RITENUTO che proprio l'ambito imprenditoriale coinvolto è in grado di assicurare significative opportunità occupazionali e mal si concilia con l'assurda decisione della Giunta di limitarne le potenzialità;
PRESO ATTO che, stante la carenza di risorse a favore dei comparti del turismo, commercio e dei servizi, si stia letteralmente massacrando la capacità di resistenza da parte degli imprenditori che lamentano la disparità con altri comparti, minando in tal modo addirittura la sopravvivenza delle aziende che potevano contare finora su uno strumento moderno e capace di assicurare un minimo di serenità ad imprese e lavoratori,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale affinché si pronuncino:
1) sull'intenzione di voler difendere i comparti del turismo, commercio, piccolo artigianato e servizi ponendo in atto ogni intervento tendente ad evitare disparità di trattamento rispetto ad altri comparti e filiere produttive;
2) quali siano gli intendimenti e gli strumenti utili a dilatare la stagione turistica paradossalmente limitata proprio nell'anno dell'Expo;
3) se ritengano di volersi impegnare nel reperire adeguate dotazioni finanziarie per la proposizione in tempi utili del bando "Lunga Estate" per l'allungamento della stagione turistica e per incentivare le assunzioni nei mesi di bassa stagione. (109)
Mozione Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Anedda - Arbau - Desini - Usula - Piscedda - Agus - Azara - Busia - Cherchi Augusto - Collu - Demontis - Deriu - Forma - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Perra - Pinna Rossella - Pizzuto - Ruggeri - Sabatini - Sale - Solinas Antonio - Tendas - Zedda Paolo Flavio sul piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
con riferimento al piano di sviluppo aeroportuale (PSA) dell'Aeroporto civile di Cagliari-Elmas, ricadente in minima parte nel comune di Cagliari e in gran parte nel comune di Elmas, tuttora in itinere, che, in estrema sintesi, prevede, tra le altre cose, un'espansione del sedime aeroportuale in direzione dell'abitato del comune di Elmas, per ubicarvi un parcheggio da destinare agli aeromobili di aviazione generale, da realizzarsi attraverso un esproprio oneroso di aree private,
PREMESSO che:
- l'articolo 117 della Costituzione, al comma 3, stabilisce che sono materia di legislazione concorrente tra le altre, quelle relative al governo del territorio, porti e aeroporti civili;
- l'articolo 118 della Costituzione, attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative tra cui il potere di governance territoriale salvo che, per assicurare l'esercizio unitario, siano conferite alle province, città metropolitane, regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (cosiddetto principio di sussidiarietà);
RITENUTO che, in virtù del principio di leale collaborazione di cui all'articolo 120 della Costituzione, pur essendosi in presenza di una pluralità di soggetti, ciascuno dei quali titolare di un settore differenziato di competenze che possono, a diverso titolo, essere interessati in relazione ai singoli casi concreti, tuttavia, la stessa sussidiarietà di cui sopra deve assumere una connotazione dinamica e coinvolgere una complessa rete di accordi, di intese, di attività concertative coniugandosi con il principio di cui sopra;
RITENUTO, inoltre, che sono note le competenze riservate all'ENAC dalla normativa vigente (articolo 687 del Codice della navigazione così come modificato con il decreto legislativo n. 96 del 9 maggio 2005 e con successivo decreto legislativo n. 151 del 15 marzo 2006) in ambito aeroportuale;
RITENUTO, tuttavia, che:
- tali competenze devono esercitarsi sia nel rispetto dei principi e delle competenze sopra richiamate, sia della normativa statale vigente che, peraltro, di recente, ha innovato il sistema introducendo l'Autorità di regolazione nel settore dei trasporti (decreto legge n. 201 del 2011 - decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 maggio 2012), sia nel rispetto della normativa internazionale;
- con riferimento alla situazione che si va a descrivere di seguito, i cui riflessi hanno, però, senza dubbio una portata più ampia di carattere generale, appare necessario attivare gli strumenti necessari per valutare, in termini rapidi, la congruità procedurale e sostanziale di alcune scelte effettuate da ENAC che, ove confermate, avrebbero un forte impatto negativo sul territorio del comune di Elmas e sulla popolazione residente;
- in particolare, con avviso pubblicato il 14 maggio 2013, ENAC ha comunicato di aver chiesto al Provveditorato interregionale per il Lazio, Abruzzo e Sardegna l'avvio della procedura di conformità urbanistica "ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. 18/04/94 n. 383 del Master Plan (Piano di Sviluppo) dell'Aeroporto di Cagliari Elmas, già approvato in linea tecnica dal medesimo Ente", evidenziando che "l'approvazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale, ai sensi del D. Lgs. 251/1995 comporta dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità ed urgenza, preordinata all'esproprio delle aree private in esso ricomprese, e variante agli strumenti urbanistici vigenti" e che "la suddetta comunicazione, ai sensi dell'art. 11, comma 2, DPR 327/2001 (Testo Unico Espropriazioni), sostituisce a tutti gli effetti quella personale in quanto il numero dei soggetti interessati alla procedura è superiore a cinquanta";
- ciò costituisce il primo atto della procedura espropriativa che interesserà le aree individuate sul territorio comunale in relazione all'approvazione del piano di sviluppo dell'aeroporto di Cagliari-Elmas (in seguito anche soltanto PSA) e la conseguente esecuzione degli interventi previsti sulla suddetta area una volta espropriata;
- con successiva nota del 4 settembre 2014, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali - Direzione generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali, ha chiesto alla Regione di pronunciarsi in merito all'accertamento della conformità urbanistica del PSA di Cagliari-Elmas;
- con nota del 29 ottobre 2014, la Regione, tenuto conto di quanto rappresentato dai Comuni di Cagliari ed Elmas, ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) che il PSA non è conforme alle previsioni dello strumento urbanistico comunale di Elmas;
- per tale ragione il MIT ha convocato, in conformità a quanto disposto dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 383 del 1994 e successive modifiche e integrazioni, un'apposita conferenza di servizi per il 18 febbraio 2015, all'esito della quale, considerate le valutazioni ivi espresse, nonché la necessità di compiere ulteriori approfondimenti e/o verificare le alternative in merito alla localizzazione degli interventi del PSA, il MIT ha rinviato per il proseguo della procedura alla nuova convocazione della conferenza di servizi per la fine del mese di marzo 2015, nella quale la Regione è chiamata a concedere o meno allo Stato la cosiddetta "intesa";
- gli elaborati di PSA, oggetto della procedura di conformità urbanistica, non rappresentano in maniera dettagliata gli interventi previsti e ciò non consente di esprimere una compiuta valutazione paesaggistica delle opere ivi previste, come peraltro dichiarato dall'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica; in altre parole, stante il livello progettuale del PSA, non è possibile verificare se lo stesso è conforme o meno al Piano paesaggistico regionale (PPR);
- detto procedimento inerisce alla programmazione e pianificazione del sistema aeroportuale (piano di sviluppo aeroportuale) la cui implementazione prevede interventi di rilevante impatto ambientale, urbanistico, socio economico e, comunque, incidenti sulla salute dei cittadini e sul patrimonio naturalistico ed archeologico locale;
RITENUTO, inoltre, che:
- se in linea generale non possono sindacarsi le scelte di ENAC, tese alla realizzazione di interventi di ammodernamento aeroportuale, ciò però, non può essere fatto come nel caso di specie, senza tener conto, come nella realtà dei fatti, che l'effettiva disponibilità di sedime aeroportuale, oggetto di gestione diretta a cura di SOGAER (società che gestisce l'aeroporto di Elmas), sia più che triplicata nel corso degli ultimi tre anni (dai 65 ha originari agli attuali 284 ha), a seguito della dismissione dei beni del demanio militare per circa 160 ettari di sedime; è noto che, nel dicembre 2009, tra la SOGAER, l'ENAC, il Ministero della difesa e il MIT è stato sottoscritto uno specifico accordo tecnico sulla base del quale è stata disposta la cessione della quasi totalità degli immobili demaniali a servizio della base aeronautica del distaccamento aeroportuale di Elmas. In altri termini, con tale accordo, la quasi totalità dei beni di proprietà del demanio militare (circa 160 ettari) è passata nella disponibilità del demanio civile (ovverosia in piena e diretta disponibilità di SOGAER nella sua qualità di ente gestore aeroportuale);
- in esito al suddetto processo di dismissione, disposta con decreto del 14 febbraio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 106 del 7 maggio 2008) e completata col decreto di assegnazione del 21 febbraio 2013 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 107 del 9 maggio 2013), l'ampiezza del sedime aeroportuale a disposizione del gestore aeroportuale (SOGAER) è più che triplicata come sopra evidenziato;
- l'avvio del procedimento da parte di ENAC per l'approvazione del PSA appare, pertanto, unicamente preordinato all'acquisizione, onerosa, di nuovi spazi esterni all'aerostazione, principalmente coincidenti con il compendio posto immediatamente a nord dell'attuale sedime aeroportuale denominato Santa Caterina, laddove il piano stesso omette di considerare che la razionale utilizzazione delle aree già attualmente disponibili, oltre che pienamente satisfattiva delle esigenze delle utenze aeroportuale, potrebbe evitare l'esborso di ingenti risorse pubbliche necessarie all'acquisizione di nuovi spazi di sedime aggiuntivi a quelli attualmente disponibili e già molto ampi;
- appare ancor più grave il fatto che tali ipotesi di sviluppo alternative, attuabili mediante l'utilizzazione e la razionalizzazione degli spazi di sedime interni alla stazione aeroportuale, non siano state in alcun modo prese in considerazione né incontrovertibilmente motivate da parte degli estensori del PSA, per i quali, evidentemente, l'acquisizione di ulteriori porzioni territoriali, esterne all'attuale sedime aeroportuale, costituisce assoluta priorità da perseguire anche a costo di compromettere lo sviluppo urbanistico del territorio, peraltro già programmato dal Comune di Elmas, nonché, per altro verso, la preservazione del contesto paesaggistico e degli habitat e specie ornitologiche che la stessa Comunità europea ha ritenuto essere meritevoli di tutela integrale e prioritaria;
- invero, vengono inspiegabilmente indicate come da espropriare aree da destinare a verde senza usi specifici e necessari; non viene evidenziata la classe di rischio di ampie porzioni interessate dall'esproprio e dalle opere del Piano di assetto idrogeologico (PAI), aree ove non si può, comunque, edificare; la viabilità territoriale indicata non trova riscontro negli atti vigenti del comune; e, infine, vengono indicate come da espropriare aree di cessione di progetti urbanistici approvati o in via di approvazione destinate a spazi pubblici comunali, rendendole di fatto illegittime;
- un siffatto modo di operare comporta nei confronti del Comune di Elmas, l'esautoramento del potere di governance territoriale attribuitogli da norme di rango costituzionale prima citate oltre a configgere con i principi di economicità, efficienza ed efficacia che devono ispirare l'azione amministrativa (articolo 1 della legge n. 241 del 1990);
- più in particolare, con specifico riferimento alle previsioni di sviluppo della stazione aeroportuale cagliaritana, previste negli elaborati di PSA, si evidenzia, in primo luogo, la carenza, nei medesimi elaborati, del presupposto fondamentale la cui ricorrenza è stata assunta in termini di elemento corroborante le medesime previsioni di PSA; ci si riferisce, in particolare, all'asserita, quanto del tutto assente, conformità urbanistica degli interventi dedotti in PSA, specie nelle parti in cui il Piano di sviluppo aeroportuale assume che "In generale l'insieme dei contenuti dei piani e delle norme analizzate (inerenti agli strumenti della pianificazione urbanistica, n.d.r.) prospetta una generale coerenza fra gli interventi oggetto del PSA e la pianificazione territoriale". In tale ottica, secondo la prospettazione di SOGAER, l'analisi delle previsioni degli strumenti della pianificazione urbanistica (in primis il PUC, in quanto strumento di maggior dettaglio previsionale di scala territoriale), avrebbe rivelato la conformità urbanistica degli interventi complessivamente dedotti nel PSA.
- tale asserzione, però, è del tutto infondata e scaturisce da un sostanziale quanto macroscopico travisamento della disciplina urbanistica attualmente vigente a valere sulle porzioni territoriali direttamente interessate dagli interventi di espansione aeroportuale in previsione; afronte delle asserzioni che precedono, occorre evidenziare come le previsioni di sviluppo contenute nel PSA si pongano, a ben vedere, in netto, assoluto e irrimediabile contrasto con il regime urbanistico che il vigente PUC imprime agli ambiti territoriali, contermini all'attuale sedime della stazione aeroportuale, direttamente interessati dalle previsioni di sviluppo dedotte nel PSA. Ben lontana dal costituire operazione di interesse per l'Amministrazione comunale di Elmas, l'espansione aeroportuale verso l'abitato masese, così come configurata negli elaborati progettuali di PSA in itinere, prefigura un ipotetico scenario di sviluppo urbanistico che, contrariamente a quanto è stato asserito nella succitata relazione descrittiva di PSA, se, da un lato, non trova riscontro alcuno nelle previsioni degli strumenti di governance di livello territoriale e locale (vigente PUC), dall'altro lato non si vede come possa essere oggetto del consenso di enti, la Regione, che, in relazione al compendio ubicato a nord dell'attuale sedime aeroportuale, hanno già compiutamente espresso, secondo le rispettive competenze, indirizzi di sviluppo incompatibili con il disegno espansionistico perseguito da SOGAER; per altro verso, non può non rilevarsi un ulteriore vizio di contraddittorietà nelle previsioni di PSA, ove, la "promessa" della coerenza tra gli interventi proposti e l'obiettivo strategico, peraltro declinato anche dal PPR, di assicurare un'adeguata tutela del contesto paesaggistico di riferimento, risulta essere violata dalle medesime previsioni progettuali declinate negli elaborati di PSA. In tal senso, se da un lato SOGAER afferma che "gli ambiti circostanti con valenza paesaggistica quali: la laguna di Santa Gilla e l'area archeologica di Santa Caterina non vengono interessati, neanche visivamente, dalla nuova realizzazione", dall'altro lato e contestualmente, deve rilevarsi che a valere sul medesimo compendio di Santa Caterina la stessa SOGAER prevede di realizzare, in dispregio dei "buoni propositi" altrove decantati "circa 6,3 ettari di piazzali, interamente localizzati entro le aree di S. Caterina". In realtà, la prevista operazione di cementificazione a tappeto di una considerevole parte del compendio di Santa Caterina, lungi dall'assicurare un'adeguata tutela e valorizzazione del paesaggio, determinerà un inevitabile svilimento dei valori storico-architettonici di carattere religioso, propri al noto complesso edilizio. In realtà, l'unico effetto che la comunità masese subirà a seguito della ulteriore espansione della stazione aeroportuale verso il, già prossimo, centro abitato, sarà unicamente l'aggravamento delle già precarie condizioni di salubrità ambientale allo stato riscontrabili nella zona in conseguenza dell'incremento degli aeromobili in prossimità del centro abitato. Ciò, vieppiù, ove si consideri che le aree per parcheggi di aeromobili sono indistinte, per cui l'aviazione generale, oggi negli elaborati di PSA dislocata presso l'area di Santa Caterina, potrebbe essere arbitrariamente spostata in qualunque altra posizione;
- con specifico riferimento al tema dell'impatto paesistico e ambientale degli interventi complessivamente dedotti nel PSA in itinere, l'Amministrazione comunale di Elmas ha già avvertito, in altre sedi, il dovere istituzionale di rimarcare che dalla prevista espansione aeroportuale non potrà che scaturire un'unica e inevitabile conseguenza, consistente nell'ulteriore detrazione di habitat idonei alla conservazione di specie ornitologiche (quali, ad esempio, quella del "Porphyrio porphyrio") espressamente inserite sia nell'Allegato I della direttiva 79/409/CEE, sia nell'Allegato II della Convenzione di Berna, ovverossia di specie ornitologiche necessitanti degli elevatissimi standard di tutela dell'ecosistema che l'ulterioreimplementazione dei servizi aeroportuali rischia seriamente di compromettere. Il riferimento è, ovviamente, allo stagno di Santa Gilla o stagno di Cagliari che, per estensione e per rilevanza della biodiversità, rappresenta una delle più importanti aree umide della Sardegna ed è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela. Infatti, ai sensi della direttiva 409/1979 "Uccelli selvatici" dell'Unione europea, esso è classificato Zona di protezione speciale (ZPS), Sito di importanza comunitaria - SIC (codice ITB040023) e Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar; è, inoltre, inserito nella rete ecologica Natura 2000 (che ricomprende una rete, appunto, di zone speciali protette);
- per altro verso, il disegno espansionistico delineato da SOGAER appare viepiù ingiustificato e pretestuoso ove si consideri che una gestione effettivamente razionale degli spazi compresi nell'attuale sedime aeroportuale, sortirebbe l'effetto di garantire un'offerta di dotazioni infrastrutturali già consentita dall'attuale configurazione dell'aerostazione. Per esplicita ammissione di SOGAER, infatti "Nel periodo transitorio, per consentire la gestione delle punte di traffico, l'Aeronautica Militare ha dato l'assenso all'utilizzo del piazzale aeromobili militare che verrà, pertanto, adeguato alla normativa vigente in termini di segnaletica orizzontale, verticale e AVL", area ex militare che ormai è stata acquisita definitivamente da SOGAER, ma di cui negli elaborati di PSA non è, peraltro, chiarita né definita la destinazione d'uso né tanto meno la superficie disponibile della stessa. Orbene, quanto precede costituisce prova lampante che SOGAER, dispone già di spazi sufficientemente idonei a garantire l'offerta di infrastrutture aeroportuali in vista del soddisfacimento degli incrementi di traffico, non necessitando, per l'effetto, di acquisire "ad ogni costo" le ulteriori e diverse aree poste sul fronte nord, verso l'abitato di Elmas, dell'attuale sedime aeroportuale. Anche tale tipologia di valutazioni alternative però è stata seccamente scartata da SOGAER, senza che alcuna valutazione di convenienza e/o opportunità effettiva sia stata in tal senso neanche ipotizzata;
RIBADITO che il caso descritto prospetta una serie di considerazioni di carattere generale che coinvolgono le nuove competenze dell'autorità aeroportuale, l'esercizio di poteri di pianificazione territoriale, aspetti paesaggistici e archeologici, le competenze in materia di sviluppo aeroportuale, l'uso delle risorse economiche che necessitano di un intervento della Regione,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a non concedere in conferenza di servizi l'intesa allo Stato sul piano di sviluppo aeroportuale come attualmente ipotizzato, in riferimento alle aree esterne all'attuale sedime aeroportuale e, conseguentemente, a esprimere in tale sede un parere negativo motivato sul medesimo PSA;
2) a manifestare medesimo diniego anche nel proseguo dell'iter previsto dalla legge, fatta salva una modifica del PSA che escluda il ricorso all'acquisizione di aree in direzione dell'abitato del comune di Elmas;
3) a esprimere, prima che le procedure in corso diventino irreversibili, una propria posizione chiara, univoca e coerente, sullo sviluppo dell'aeroporto di Elmas, con riferimento alle previsioni immaginate da SOGAER e da ENAC, che colmi il vuoto finora rappresentato dal silenzio della Regione sull'intera procedura e ponga fine alla contraddittorietà delle sue azioni;
4) ad attivare tutti gli strumenti per valutare in tempi rapidi la congruità procedurale e sostanziale delle scelte operate da ENAC e da SOGAER alla luce dei principi e delle competenze in precedenza richiamati;
5) a intervenire per fare in modo che gli enti pubblici coinvolti, Comune, Regione, ENAC e SOGAER, diano luogo, eventualmente anche con il coinvolgimento dei ministeri competenti, a un tavolo di concertazione finalizzato a rimodulare le scelte in campo, tenuto conto che il procedimento di approvazione del PSA è ancora in itinere;
6) a fare in modo, altresì, che la parte di infrastrutture ex militari, esterne al perimetro dell'ex aeroporto militare e quindi non funzionali al futuro sviluppo dell'aeroporto civile, vengano cedute alla Regione o all'Amministrazione comunale di Elmas al fine di un loro riutilizzo a scopi sociali, turistici, produttivi e di valorizzazione ambientale;
7) a riferire al Consiglio regionale, per le opportune valutazioni e conseguenti decisioni, circa la deliberazione della conferenza di servizi nazionale di prossima convocazione. (116)
Mozione Truzzu - Fenu - Pittalis - Rubiu - Dedoni - Solinas Christian - Cappellacci - Tedde - Zedda Alessandra - Locci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tunis - Cossa - Crisponi - Carta - Orrù - Tocco - Floris - Oppi, Tatti - Pinna Giuseppino sull'ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato i concorsi 2012-2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che la Polizia di Stato ha bandito un concorso nell'anno 2014 per 650 allievi agenti della Polizia di Stato;
CONSIDERATO che:
- il Segretario generale della Polizia di Stato ha indicato al Governo di procedere immediatamente a delle assunzioni in modo tale che gli agenti siano operativi entro il 2015;
- esistono altre graduatorie ancora valide di concorsi terminati nell'anno 2012, i cui allievi che hanno superato detti concorsi dovranno sostenere visite mediche e psicologiche in quanto trascorsi quasi tre anni dall'ottenimento dell'idoneità;
- contrariamente, coloro che sono stati dichiarati idonei nell'ultimo concorso dell'anno scorso sono in possesso dell'idoneità conclamata tra i mesi di luglio e settembre 2014 e pertanto possono essere arruolati immediatamente;
RITENUTO che un immediato ampliamento dei posti permetterebbe a tutti i 900 allievi (650 del corso 2014 e i restanti delle precedenti graduatorie) di iniziare il corso da allievo agente della Polizia di Stato al fine di essere operativi già entro l'anno 2015;
PRESO ATTO che coloro i quali siano stati dichiarati idonei nel concorso 2014 sarebbero gli unici a non presentare il problema ostativo della seconda aliquota interforze, per cui, senza il bisogno di modificare procedure legislative, attraverso un semplice ampliamento dei posti e/o uno scorrimento totale della graduatoria, potrebbero essere immediatamente assunti;
CONSIDERATO che:
- a fine gennaio 2015, nell'assemblea straordinaria dell'ANCI, i sindaci della nostra Regione hanno lanciato un accalorato appello, dopo i ripetuti atti intimidatori nei confronti degli stessi amministratori pubblici, affinché la presenza dello Stato non venga mai a mancare, sia in termini di presidi fisici che di risorse umane in tutti i territori, anche quelli più periferici;
- anche le gravi carenze di organico dell'ufficio di polizia frontaliera, che si occupa dei controlli negli aeroporti e porti, proprio nel momento in cui l'allarme terrorismo è altissimo la Direzione antimafia ha lanciato l'allarme sulla crescita del traffico di droga nella nostra Isola e della presenza sempre più massiccia di organizzazioni criminali,
impegna il Presidente della Regione
a farsi portavoce presso il Ministero dell'interno affinché si attivi per un ampliamento dei posti disponibili, consentendo ai 900 allievi in attesa di cominciare il corso e di poter così dar seguito al superamento dei concorsi sopraccitati. (117)
Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi - Zedda Alessandra - Tedde - Fasolino - Randazzo - Truzzu - Fenu - Solinas Christian - Pittalis - Cappellacci - Peru - Cherchi Oscar - Tunis - Rubiu - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Floris - Locci - Tocco - Carta - Orrú sul piano di dimensionamento scolastico regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il report sulla dispersione scolastica del Servizio statistico del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca pubblicato nel giugno del 2013, basato su dati relativi all'anno scolastico 2012-2013, evidenzia la situazione drammatica dell'istruzione in Sardegna tra le peggiori in Italia;
- nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, l'indice di abbandono scolastico in Sardegna è del 25,8 per cento, il più alto in Italia, a fronte di una media nazionale del 17,6 per cento e del 12,8 per cento nei paesi membri dell'Unione europea;
- per quanto riguarda le percentuali degli studenti a rischio di abbandono, la Sardegna si piazza al penultimo posto in Italia per quanto riguarda l'istruzione secondaria di primo grado, con lo 0,41 per cento, e all'ultimo posto per quanto riguarda l'istruzione secondaria di secondo grado, con il 2,64 per cento;
- i dati dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi), relativi al 2014 mostrano, per quanto riguarda la Sardegna, livelli di apprendimento inferiori alla media nazionale in tutte le classi valutate, con un divario che va aumentando con l'avanzare delle classi osservate; nella classe II primaria, le risposte esatte nella prova di italiano sono state il 58,47 per cento contro il 61 per cento della media nazionale, quelle nella prova di matematica il 54,67 per cento contro il 54,60 per cento della media nazionale; nella classe V primaria, il risultato in italiano è il 60,40 per cento contro il 60,99 per cento nazionale, in matematica il 61,53 per cento contro il 62,92 per cento nazionale; nella classe III secondaria di primo grado, il risultato in italiano è il 59,65 per cento contro il 61,37 per cento nazionale, in matematica il 53,89 per cento contro il 57,32 per cento nazionale; nella classe II secondaria di secondo grado, il risultato in italiano è il 60,69 per cento contro il 65,33 per cento nazionale, in matematica il 41,06 per cento contro il 49,24 per cento nazionale;
- i dati del Programme for International Student Assessment dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Pisa-Ocse) relativi al 2012 rilevano negli studenti sardi un livello di apprendimento della matematica di 458 contro il 485 nazionale, un livello di lettura di 464 contro il 490 nazionale, un livello di apprendimento nelle scienze di 473 contro il 494 nazionale;
CONSIDERATO che:
- con deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015, la Giunta regionale ha approvato il Piano di dimensionamento scolastico regionale per l'anno scolastico 2015-2016;
- nel piano di cui sopra si contano circa ottanta tra accorpamenti di istituti siti in comuni diversi e all'interno degli stessi comuni, con particolare riferimento in quest'ultimo caso ai centri più popolosi e ai comuni capoluogo, e soppressioni di sedi scolastiche;
- gli accorpamenti e le soppressioni si concentrano principalmente nei comuni più piccoli delle aree periferiche, in cui il costante calo demografico che sta determinando lo spopolamento e la desertificazione di intere zone della Sardegna, ha portato alla diminuzione del numero degli iscritti negli istituti;
PRESO ATTO che:
- i sindaci dei numerosi comuni interessati dagli accorpamenti e dalle soppressioni hanno espresso la loro contrarietà al piano già in fase di elaborazione;
- la Direzione scolastica regionale non ha espresso parere contrario alle proposte alternative avanzate dai sindaci di cui sopra;
- nei comuni interessati dagli accorpamenti e dalle soppressioni, all'indomani dell'approvazione della delibera, è immediatamente partita la mobilitazione degli studenti e delle loro famiglie, contrari al piano imposto dalla Giunta regionale;
- la Seconda Commissione consiliare, titolata a esprimere il proprio parere non vincolante sul Piano di dimensionamento scolastico regionale, il 24 febbraio u.s. ha sentito in audizione l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;
- nel corso dell'audizione, anche da parte dei commissari della maggioranza, sono stati mossi numerosi rilievi sia ai contenuti del piano che al metodo adottato per la sua elaborazione;
EVIDENZIATO che:
- le soppressioni e gli accorpamenti previsti nel piano sono stati decisi senza tener conto di criteri oggettivi come l'orografia dei territori, le condizioni della rete viaria, la disponibilità dei mezzi di trasporto pubblico e le caratteristiche degli edifici scolastici;
- la Giunta regionale ha promesso, a mezzo stampa, l'acquisto di scuolabus da destinare ai comuni che perderanno le sedi scolastiche, ma allo stato attuale non risulta alcun atto concreto in attuazione di tale dichiarazione;
- non si registra alcun impegno da parte della Giunta regionale relativamente agli altri investimenti necessari per poter dare effettiva attuazione al piano, vale a dire interventi di sistemazione della rete viaria, di potenziamento del trasporto pubblico locale e di ampliamento degli edifici scolastici;
- oltre a una riduzione quantitativa e qualitativa dell'offerta formativa, il piano è destinato a produrre un calo dell'occupazione, poiché comporterà la perdita di posti di lavoro tra il personale docente e amministrativo e tra i collaboratori scolastici, oltre che nell'indotto;
- se anche dovessero essere fatti salvi i diritti del personale dipendente statale con contratto a tempo indeterminato, non si può dire altrettanto del personale precario, in particolare dei docenti non di ruolo e dei supplenti, i quali vedranno notevolmente ridotta la possibilità di trovare un'adeguata collocazione lavorativa nelle scuole sarde;
VALUTATO che
- non può passare inosservato il rapporto tra l'elevato tasso di abbandono scolastico e il ritardo nello sviluppo economico della Sardegna, in particolare per quanto riguarda le zone interne e periferiche e i piccoli comuni;
- non può, altresì, passare inosservata la relazione tra il ritardo di sviluppo di suddette zone e la loro tendenza allo spopolamento, che rischia di determinare la scomparsa di interi paesi e di ridurre a un deserto disabitato, abbandonato e incolto ampie zone dell'Isola;
- la disponibilità di un'offerta formativa diffusa e di qualità è una delle poche armi con cui si può pensare di combattere lo spopolamento e, più in generale, il sottosviluppo dei comparti produttivi, perché è facilmente dimostrabile come un più alto livello di istruzione porta a una maggiore competitività delle imprese in tutti i settori dell'economia;
- la chiusura di numerosi istituti scolastici in tutti i territori determinerà un generale impoverimento della Sardegna, perché si tradurrà in un aumento dell'abbandono scolastico, in una minore efficacia dell'istruzione, in un'ulteriore involuzione del tessuto economico, in un incremento del tasso di disoccupazione e in un decremento del reddito medio dei cittadini;
- prima ancora che un freno allo sviluppo economico, una disponibilità non uniforme dell'offerta formativa determina una sostanziale violazione del diritto allo studio costituzionalmente riconosciuto, poiché crea una disparità nella possibilità di accesso alle istituzioni scolastiche da parte di cittadini residenti in comuni diversi o in aree diverse;
SOTTOLINEATO che:
- il disegno di legge finanziaria per il 2015 presentato dalla Giunta regionale prevedeva tagli agli stanziamenti a favore dell'istruzione per complessivi euro 13.500.000, concentrati in particolare sulla formazione universitaria (euro 8.700.000), sulla scuola dell'infanzia (euro 3.000.000) e sui due enti regionali per il diritto allo studio (euro 2.000.000);
- il disegno di legge è stato pesantemente modificato durante il passaggio nella Terza Commissione attraverso l'accoglimento di diversi emendamenti presentati dalla minoranza, con un incremento complessivo di euro 26.000.000 nelle voci relative all'istruzione;
- si evidenzia una visione politica, da parte della Giunta regionale, che considera l'istruzione principalmente come una fonte di spesa su cui risparmiare, laddove possibile, e non come un investimento in grado, in una prospettiva di medio-lungo periodo, di rilanciare lo sviluppo economico della Sardegna,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport affinché
1) sia annullata o quantomeno sospesa la deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015 con cui la Giunta regionale ha adottato il piano di dimensionamento scolastico regionale;
2) siano immediatamente avviate le procedure di concertazione con i rappresentanti degli enti locali, degli studenti e delle loro famiglie, dei sindacati di categoria e di tutti gli altri soggetti eventualmente interessati, al fine di apportare al piano i correttivi necessari a soddisfare le istanze di tutti i territori della Sardegna;
3) sia adottato, contestualmente al nuovo piano di dimensionamento scolastico, un programma di investimenti relativi alla sistemazione della viabilità, al potenziamento del trasporto pubblico locale e all'ampliamento degli edifici scolastici, ricorrendo, se necessario, alla variazione di bilancio per recuperare le risorse necessarie, stornandole dalle decine di voci di spesa microscopiche, immotivate e palesemente clientelari inserite nella legge finanziaria per il 2015;
4) pur senza voler percorrere vie eversive, sia presentata una nuova proposta di bilancio di previsione che azzeri ogni possibile voce di spesa e dirotti le relative risorse sugli interventi finalizzati a potenziare l'offerta formativa e l'accesso al diritto all'istruzione, riconoscendo l'essenzialità degli investimenti sull'istruzione e sulla formazione in una logica programmatoria finalizzata al superamento della crisi economica e del sottosviluppo. (118)
Mozione Cossa - Pinna Rossella - Comandini - Tendas - Pittalis - Peru - Crisponi - Dedoni - Usula - Cherchi Augusto - Unali - Sale - Lotto - Sabatini - Demontis - Moriconi - Cozzolino - Forma - Solinas Christian - Cocco Daniele Secondo - Truzzu - Rubiu - Floris - Oppi - Pinna Giuseppino - Tatti - Tunis - Lai - Cherchi Oscar - Randazzo - Fasolino - Tedde - Perra - Arbau - Ledda - Agus - Zedda Alessandra sull'organizzazione di percorsi condivisi per il riconoscimento e l'individuazione e cura della Sindrome fibromialgica; attivazione di un coordinamento regionale per la definizione e realizzazione di percorsi terapeutici dedicati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che
- la Fibromialgia o Sindrome fibromialgica (SFM) è una malattia complessa e debilitante caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso ed astenia, associato a rigidità e ad una vasta gamma di disturbi funzionali (cefalea, colite, disturbi del sonno, ecc.) che possono gravemente compromettere la qualità di vita di chi ne è affetto;
- tale sindrome colpisce approssimativamente 1,5-2 milioni di italiani e insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta con un rapporto uomo-donna di 1:8 ed esordio tra 25-35 anni (uomini) e tra 45-55 anni (donne);
- molto spesso per questi pazienti la malattia si presenta fortemente invalidante e data la giovane età dei suddetti pazienti si comprende come, dal punto di vista sociale, ma anche economico e di risparmio sanitario, sia conveniente l'istituzione di un percorso che aiuti a mantenere gli stessi attivi e produttivi dal punto dì vista lavorativo; questi pazienti, infatti, possono essere soggetti attivi della società, a seconda dello stadio di avanzamento della patologia e nei limiti che gli consente il dolore, ma necessiteranno di periodici controlli ed esami specifici e quindi avranno maggiore bisogno di assentarsi dal lavoro o di maggiore riposo rispetto ad un soggetto sano;
CONSIDERATO che:
- la SFM è stata riconosciuta come malattia nel 1992 (Dichiarazione di Copenaghen) e inclusa nella decima revisione statistica internazionale delle malattie e dei problemi legati alla salute (ICD10) del 1993 come M79.7: reumatismo non specifico;
- nella dichiarazione del 13 gennaio 2009 il Parlamento europeo invita gli stati membri a:
- mettere a punto una strategia comunitaria per la SFM in modo da riconoscere questa sindrome come malattia;
- contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia e favorire l'accesso degli operatori sanitari e dei pazienti alle informazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale;
- migliorare l'accesso alla diagnosi e ai trattamenti terapeutici e di supporto;
- promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla SFM;
PRESO ATTO che:
- la maggior parte delle nazioni riconosce la SFM come una precisa entità nosologica con conseguente riconoscimento di esenzione per tale patologia;
- il sistema sanitario nazionale, invece, non prevede alcuna forma di riconoscimento della SFM, per la quale non è prevista l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria; questo nonostante in parlamento giacciano proposte di legge in merito presentate da più forze politiche;
- in assenza di tale riconoscimento, il comportamento sul territorio nazionale è palesemente disomogeneo, facendo registrare iniziative autonome a livello delle singole regioni;
- in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia è ufficialmente partito un percorso per il riconoscimento della SFM come malattia autonoma fortemente invalidante;
- le Province autonome di Trento e Bolzano hanno già riconosciuto la SFM come malattia permettendo ai malati di godere dell'esenzione per patologia della compartecipazione alla spesa sanitaria e di avere un maggiore ed adeguato riconoscimento in sede di determinazione di invalidità civile;
- il Consiglio regionale della Toscana nello scorso mese di luglio 2014 ha approvato una mozione che andava nella direzione di un "Percorso di riconoscimento, individuazione e cura per la sindrome della fibromialgia in Toscana", esprimendo la volontà di attivarsi per individuare percorsi per il riconoscimento della patologia ed individuazione di modelli terapeutici omogenei da proporre sul territorio,
impegna il Presidente della Giunta regionale
1) ad individuare un Centro di riferimento regionale relativo a questa patologia nell'ambito del Sistema sanitario regionale;
2) a creare un tavolo di lavoro e di coordinamento tra il suddetto centro e le associazioni regionali di pazienti che si occupano di fibromialgia al fine di istituire:
a) un protocollo terapeutico attuativo concordato tra i vari centri di individuazione e terapia comune per garantire uniformità di accesso alle cure sul territorio;
b) il protocollo per il riconoscimento e attestazione della SFM per la determinazione di invalidità civile;
c) un codice di esenzione regionale per le prestazioni sanitarie fruibili dai pazienti affetti da SFM;
3) a predisporre una campagna informativa sul territorio diretta a tutti i cittadini attraverso le Case della salute, ove già operanti, e i poliambulatori e specifici in contri informativi per i medici di medicina generale. (119)