Seduta n.194 del 03/10/2016
CXCIV Seduta
Lunedì 3 ottobre 2016
Presidenza del Vicepresidente EUGENIO LAI
La seduta è aperta alle ore 17.
FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 20 settembre 2016 (190), che è approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Ugo Cappellacci, Angelo Carta, Giampietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Luigi Crisponi, Giorgio Oppi, Ignazio Giovanni Battista Tatti e Paolo Flavio Zedda hanno chiesto congedo per la seduta del 3 ottobre 2016.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretario: Sono state presentate le interrogazioni numero 854, 856, 857, 858, 859, 860, 861.
Annunzio di mozioni
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
FORMA DANIELA, Segretario: Sono state presentate le mozioni numero 259, 260, 261.
Dichiarazioni della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento sul ''Patto per lo sviluppo della Sardegna''.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca dichiarazioni della Giunta regionale sul ''Patto per lo sviluppo della Sardegna''.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Regione.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Grazie, grazie Presidente, ringrazio per l'occasione e per la possibilità di aprire una discussione sul Patto che abbiamo firmato il 29 luglio con il Governo italiano e con il primo Ministro Matteo Renzi, e soprattutto io credo sull'attuazione di questo Patto; credo che sia abbastanza poco discutibile il fatto che sia una importantissima occasione per la Sardegna, ma i patti devono diventati poi cose concrete e credo che questo sia quindi un tema assolutamente importante e che rende anche attuale la discussione di oggi, a fronte di una firma messa qualche mese fa. Voglio iniziare, e sarò ragionevolmente breve, anche perché il testo naturalmente è conosciuto, tutti i consiglieri lo conoscono da tempo e quindi sono perfettamente in grado da tempo di sapere il contenuto del Patto, e quindi parliamo più della sua impostazione e delle ragioni per cui ritengo sia un fatto particolarmente importante. Infatti avremmo potuto in effetti accontentarci di una semplice, e forse migliorata rispetto al passato, programmazione congiunta delle risorse regionali, fra virgolette regionali,dell'FSC, come altre regioni del sud hanno fatto, alcuni Patti sono in effetti una programmazione congiunta, migliorata, tra il Governo centrale e regioni di riferimento, delle quote dell'FSC, di quella parte di FSC che tradizionalmente è distribuita in quote alle regioni. Nel passato questa programmazione era spesso dettata e guidata dei Ministeri con poco ruolo per le regioni, nel passato questa programmazione era molto frammentata e si faceva fatica a capire se c'era o non c'era un disegno generale per aggredire i problemi strutturali nelle ripartizioni delle risorse, quindi certamente sarebbe stato possibile accontentarci di una programmazione di questo tipo, che quest'anno avrebbe avuto il valore, come sapete, di 1 miliardo 500 milioni. Invece il Patto di cui discutiamo oggi è molto, molto più di questa più ordinaria metodologia di programmazione. Perché molto di più? Ed è questo il punto che voglio sottolineare con forza oggi, perché abbiamo ottenuto risorse aggiuntive pari a un ammontare, ma dimostrerò che parliamo in realtà di un ammontare ben maggiore, ulteriore rispetto ai 1500 milioni, quindi un Patto che mobilità risorse più che raddoppiate. E le abbiamo ottenute, queste risorse, per affrontare di petto, di netto problemi strutturali della Sardegna, laddove per strutturali intendo una definizione molto semplice, per strutturali intendo problemi che sono importanti, essenziali, e che sono irrisolti. Quando parliamo di risorse di interventi strutturali, come sapete, parliamo spesso di Fondi strutturali europei, ma sappiamo anche che, soprattutto in Italia, i Fondi strutturali hanno fatto nel passato fatica a modificare strutturalmente la posizione relativa delle regioni, in particolare del sud, quindi abbiamo preso molto sul serio questo problema, di cercare risorse aggiuntive per affrontare i problemi strutturali, problemi che, dal nostro punto di vista, rallentano e sono alla fonte del rallentamento del nostro sviluppo. Quindi abbiamo ottenuto queste risorse, e l'aver ottenuto queste risorse aggiuntive ha creato spazio nelle risorse FSC tradizionali, quei 1509 milioni di cui parlavo prima, che quindi in questo modo hanno potuto affrontare un insieme di altri importanti problemi. Quindi il Patto ha un disegno complessivo, con risorse FSC, con risorse aggiuntive rispetto a quelle del 12,5 per cento che riguardano appunto i 1509 milioni, e soprattutto però c'è un disegno complessivo che adesso cerco di illustrare. Quindi iniziamo da qui, inizio dalle risorse aggiuntive. Ripeto, sarò veloce perché molti dettagli si conoscono, e poi nel corso del dibattito prenderò nota di quali punti non sono ancora chiari per dare eventualmente un ulteriore risposta successiva. Quali sono le risorse aggiuntive e per quali problemi. Bene, il problema principale, come sapete, è quello sul quale noi abbiamo chiesto con forza, abbiamo definito esattamente la natura del problema che riteniamo debba essere strutturalmente affrontata, e abbiamo chiamato lo Stato a farsene carico, com'è giusto, per un Governo centrale che deve affrontare i problemi di tutti i territori italiani, e il problema principale che abbiamo messo al cuore di questa nostra azione per avere risorse aggiuntive è quello, come sapete, dell'insularità che però voglio declinare nel concetto di connessioni. L'insularità qualche decennio fa presentava problemi che sono diversi da quelli che presenta oggi. Naturalmente nessuno sta qui a dire che vivere in un'isola è una cosa brutta, anzi una cosa che ha dei vantaggi assolutamente di cui siamo tutti perfettamente consapevoli, però sappiamo che ci sono dei problemi e questi problemi modificano anche un po' la propria natura. Io credo - e questo è il primo punto che voglio sottolineare - che alcuni aspetti legati all'insularità sono effettivamente un vincolo allo sviluppo importante e non ancora risolto e su questo noi quindi ci siamo mossi. Però prima voglio anche sottolineare il fatto che i problemi associati all'insularità stanno cambiando forma perché viviamo in tempi di Internet, viviamo in tempi di connessioni, viviamo in tempi di economia dello sharing, della condivisione, condivisione legata a connessioni. Non è un discorso astratto questo, provate a vederla semplicemente in questi termini, fino a poco tempo fa essere un'isola significava che in questa isola si veniva in aereo o in nave, mentre in altri luoghi in continuità territoriale, prendiamo la Puglia come esempio, si poteva arrivare in autobus, naturalmente in treno e con le macchine rispetto a quanto succedeva adesso. Questo gap, questa differenza di condizione io credo che stia persino da un certo punto di vista peggiorando, perché l'economia di Internet sta consentendo di inventare i meccanismi di trasporto che sono oggi enormemente più flessibili, meno costosi e più articolati che nel passato, pensate semplicemente a cos'è lo sharing delle macchine, con strumenti come quelli di Bla bla car o di Uber, tutte cose che sono legate a connessioni, che sono legate alla continuità territoriale da cui noi rischiamo di essere esclusi. Quindi, il nostro divario di opportunità in realtà rischia di aumentare. Questo per dire che l'insularità è un punto assolutamente fondamentale. Noi abbiamo affrontato (dato che ho poco tempo e non posso certo argomentare troppo su questi temi, che peraltro sono sicuro per voi sono del tutto chiari, quindi ci passo molto velocemente) abbiamo come sapete il 28, le date non sono importantissime, il 28 maggio del 2015 noi abbiamo consegnato a Matteo Renzi un dossier sull'insularità, di cui abbiamo discusso in altre occasioni, che invece di contenere un generico lamento sui problemi, perché non crediamo che sia giusto basarci su generici lamenti, hanno misurato il più precisamente possibile i costi dell'insularità e hanno associato questi costi a cause precise, perché in questo modo abbiamo potuto dire: questo è il problema, questa riteniamo che debba essere la soluzione. Come certamente sapete ci siamo focalizzati su tre aspetti legati alla insularità. Il primo è quello della continuità territoriale aerea e su questo abbiamo molto dovuto insistere, molto dovuto combattere, molto dovuto farci ascoltare per ottenere un contributo dello Stato italiano ai costi della continuità aerea, del trasporto da e per la Sardegna che si è concretizzato nell'impegno del Governo di contribuire con 30 milioni all'anno per questi quattro anni, io credo che poi questo contributo dopo la sperimentazione iniziale dovrebbe essere strutturale e non certamente temporaneo, però stiamo parlando di 120 milioni di contributo che sono certo ci consentiranno di disegnare una continuità territoriale e un trasporto aereo più in generale molto più ricco, molto più articolato, molto più frequente, molto più soddisfacente di quello attuale. Questo è un primo punto fondamentale, il trasporto aereo naturalmente è una delle cose più importanti che dobbiamo aggredire per risolvere il problema strutturale dell'insularità.
Il secondo punto è quello del ferro e delle strade, della mobilità interna. Spiego tra un attimo perché mobilità interna, ma prima fatemi dire che nel patto per la prima volta è stato possibile intervenire nella fase di programmazione rappresentando in un tavolo paritetico le reali esigenze e le priorità per la Sardegna, quindi siamo potuti intervenire nella fase di programmazione nei contratti di servizio che regolano i rapporti tra Stato e Anas per la viabilità e per RFI, quindi per la rete ferroviaria. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che nel discutere dei problemi della insularità gli spazi nei quali programmare e cercare risorse, come ho già detto, non sono stati certo soltanto i 1.509 milioni degli FSC, ma il nostro spazio di intervento si è allargato alla coprogrammazione di parti importanti di contratti di servizio RFI e Anas, dalle quali infatti riceviamo risorse che sono molto importanti in questa prima parte del patto. Il secondo punto che infatti noi abbiamo portato all'attenzione del Governo legato all'insularità è, come abbiamo detto in molte occasioni, quello del trasporto su ferro. Siamo convinti che lo stato infinitamente insoddisfacente delle nostre ferrovie dipende anch'esso dall'insularità, dal fatto che la rete sarda è staccata fisicamente da quella nazionale e quindi su eventuali inefficienze danneggiano certamente chi vive in Sardegna ma non chi vive nel resto d'Italia e quindi l'abbiamo posto questo come secondo punto nei problemi importanti legati all'insularità e l'abbiamo fatto con forza perché non solo crediamo che sia molto importante muoversi su ferro decentemente in Sardegna, ma anche per un altro motivo che è quello di avvicinare vari punti strategici della Sardegna, per esempio i tre aeroporti della Sardegna. Si fa un gran parlare della necessità di avere una visione sinergica di tutti i tre aeroporti, ma questa visione rischia di rimanere sulla carta se i tre aeroporti non hanno tempi di percorrenza tra loro che sono decenti, sono ragionevoli per un utente. Questo è il quadro generale e nel quadro generale riferisco che sul ferro abbiamo risorse che ritengo sono molto importanti perché ci sono nel patto 225 milioni di investimenti stanziati e programmati nel ferro che sono la somma di interventi di risorse FSC, di risorse RFI e di risorse FSC della cabina di regia che sono già da noi prenotate d'accordo con il Ministero dei trasporti. Questi 225 milioni si sommano a investimenti che erano già stati programmati di 120 milioni. Io credo che passare da 120 milioni a 345 milioni rappresenti un salto di qualità enorme, in qualche modo stiamo valorizzando anche quei 120 milioni. Cosa si farà con questi soldi e quando potranno essere spesi questi soldi? Alcuni molto presto, alcuni ci vorrà certamente più tempo, però con questi soldi noi possiamo intervenire tecnologicamente nella rete, con interventi relativamente leggeri, mettendo in sicurezza alcuni passaggi, passaggi a livello, mettendo tutta la tecnologia che è necessaria e come sapete la tecnologia della rete ha bisogno di essere continuamente aggiornata per motivi di sicurezza, ma anche per consentire al materiale rotabile che utilizziamo di andare bene con la velocità prevista, senza continue difficoltà, come recentemente è avvenuto per difficoltà dei software di parlarsi fra di loro. Poi ci sono anche i soldi per un paio di importanti varianti del tracciato. Quindi, c'è un intervento immediato molto rapido, molto, molto importante di tecnologia e c'è un intervento più strutturale invece con una modifica del tracciato che dovrebbe consentire un risparmio di 12 minuti, se non ricordo male, sulla rete. Il tutto con un obiettivo che prevede di fare Cagliari-Sassari in 2 ore e 08 con tre fermate e un Cagliari-Olbia in 2 ore e 20 (possono sbagliare di qualche minuto) con tre fermate. Naturalmente se si mandasse un treno una volta al giorno senza fermate saremo davvero nelle 2 ore. Quello che mi interessa, al di là dei numeri che però vogliamo dare, faremo una conferenza stampa quando avremo tutti i dettagli e specificheremo esattamente quali sono gli interventi, quali sono i risparmi di tempo che insieme a RFI riteniamo di poter avere, quello che interessa è che qui stiamo parlando di un rinnovato interesse nel ferro che si concretizza in un intervento di 225 milioni che si sommano ai 120 milioni precedentemente stanziati e impegnati.
Un intervento molto importante è nelle strade. Molto velocemente dirò che nelle strade c'è un intervento almeno altrettanto importante, 162 milioni di FSC, quindi di quei 1509 162 sono per le strade, di cui 50 per la manutenzione ordinaria delle strade, quindi una cifra molto importante per fare manutenzione in strade anche secondarie che in questi anni sono state ampiamente trascurate. Ma quello che conta molto è sottolineare che ci sono 435 milioni nel contratto di servizio dell'ANAS 2016-2017 per una serie di interventi estremamente importanti che riguardano interventi con la 554, ancora la Olbia-Palau, interventi di manutenzione straordinaria sulla rete tutti, tutti elenchi che naturalmente avete a vostra disposizione. 453 milioni che fanno un totale di 597 milioni sulla viabilità su ruota. Non cito il fatto che il patto è stato anche l'occasione per fare una prenotazione di risorse importanti in cabina di regia per altre centinaia di milioni, ma questo se mai lo vedremo in seguito. Il terzo punto è quello dell'energia, sarò velocissimo, perché nel patto c'è un chiaro riferimento al problema del metano, di questo avremo occasione certamente di parlarne, ma noi abbiamo parlato di sicurezza alcune cose molto importanti per fare un passo in avanti su questa mancata opportunità della Sardegna perché questa mancata opportunità venga cancellata e venga trasformata in un'effettiva disponibilità del metano. Sapete che abbiamo fatto già la scommessa sul GNL, il Governo con il patto si impegna a finanziare la dorsale della Sardegna in modo che in tutta la Sardegna il metano possa arrivare che è un punto assolutamente essenziale e a finanziare tutti i collegamenti della dorsale interna tramite adduttori ai bacini di distribuzione oggi esistenti, questo intervento è stimato del valore di circa 400 milioni. Il secondo punto che voglio sottolineare, ci sarebbero altri punti più normativi ma per accelerare l'arrivo del metano in Sardegna, ma mi limito a sottolineare che abbiamo ottenuto dal governo un'assicurazione contro il rischio di prezzi alti e siccome esiste una rete nazionale dove arriva il metano in certe condizioni e c'è questa sperimentazione intorno al GNL in Sardegna, ci siamo messi in sicurezza dal punto di vista del prezzo avendo firmato con il governo l'assicurazione contro questo rischio che dice che nel caso in cui il prezzo del GNL trasformato in metano in Sardegna superasse in certi periodi il prezzo del metano reso disponibile attraverso la normale rete di distribuzione nazionale (…) toscana o laziale, il governo interverrà per compensare la differenza.
Quindi con questo accordo noi ci siamo assicurati la dorsale che è fondamentale per portare il metano in tutta la Sardegna e ci siamo assicurati che non soltanto l'approvvigionamento sia assicurato in tutta la Sardegna ma che sia assicurato a un prezzo che è del tutto analogo a quello che è reso disponibile nei confronti dei cittadini dell'Italia continentale. Quindi credo che anche questo sia un pezzo molto importante. Questo pacchetto di interventi ha un valore che potete sommare, naturalmente ho dato delle cifre quindi è facile fare la somma, devo dire che l'intervento del metano nel patto è stimato per un valore di 1 miliardo e 500 milioni perché c'è la dorsale da fare, perché c'è la compensazione veramente difficile da valutare perché dipende da quante volte il prezzo del GNL supererà quello medio italiano del metano disponibile nel resto dell'Italia e c'è una prenotazione di risorse sottoscritta dal governo per un valore di 1500 milioni. Quindi voi capite che questa parte del pacchetto insularità delle connessioni ha un valore estremamente importante. Detto questo c'è poi la parte invece dell'FSC che tendiamo a chiamare più ordinaria del 12,5 per cento che è stato attribuito alla Sardegna che è stato coprogrammato col Governo, ci sono interventi importanti in moltissimi ambiti, no per la verità in moltissimi ambiti, in alcuni ambiti prioritari che cito molto velocemente, quando abbiamo visto infrastrutture e mobilità, infrastrutture sociali sanità, scuole università, ambiente territorio e sistema idrico, ambiente con bonifiche e dissesto idrogeologico e zone umide, naturalmente risorse anche per lo sviluppo economico e produttivo, ci sono risorse importante per gli ammortizzatori sociali 2014, siamo in ritardo con i pagamenti e noi abbiamo preferito sacrificare un'ulteriore infrastruttura per poter pagare il debito che abbiamo con lavoratori disoccupati che sono in grande difficoltà quindi ci sono 45 milioni per questo, ci sono ulteriori risorse per il turismo e cultura, non credo di avere il tempo di andare nel dettaglio di questa parte del patto, ci possiamo tornare dopo, ma comunque l'elenco è perfettamente conosciuto. Voglio soltanto dire che la strategia adottata per definire questa parte del patto è stata quella di privilegiare il completamento di programmazioni regionali già definite a valle dell'approvazione degli atti di pianificazione generali quali per esempio il programma regionale di sviluppo, con i quali sono stati individuati e finanziati attraverso il piano infrastrutture o i programmi di settore…
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni da parte dei Capigruppo, darei altri cinque minuti di tempo per concludere il ragionamento.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Ho detto che la linea guida è stata quella di lavorare molto sui completamenti in tutti questi ambiti che ho detto, citerò soltanto come abbiamo detto che nella mobilità su ferro ci sono i 100 milioni che ho citato prima per contribuire a quei 325 di cui abbiamo già parlato, ma ci sono anche 36 milioni per la metropolitana di Sassari e ci sono ulteriori 20 milioni per il sistema di comando e controlli di impianti di sicurezza delle linee ferroviarie regionali, la tratta di Senorbì-Isili per mettere in sicurezza la parte nostra delle cose. Non ho citato il fatto e mi scuso che naturalmente esiste anche il patto per la città metropolitana che vale 168 milioni, se non sbaglio, che non è stato ancora firmato e il governo regionale e chi firmerà il patto della città metropolitana, naturalmente abbiamo avuto incontri tecnici per avere sinergie per non duplicare naturalmente le allocazioni. Sulla rete viaria ho già citato le cifre, ho citato anche i punti fondamentali, ne approfitto invece per ricordare che sulla sanità per esempio ci sono interventi molto importanti, ci sono 70 milioni per il policlinico di Monserrato, ci sono 100 milioni per il completamento del complesso ospedaliero dell'azienda universitaria di Sassari, e ci sono ancora 25 milioni per la realizzazione di una piastra tecnologica per l'emergenza urgenza presso l'azienda ospedaliera Brotzu, quindi stiamo parlando di 200 milioni sulla sanità mentre di sanità spesso si parla a proposito di tagli lineari, qui chiaramente stiamo invece facendo investimenti estremamente importanti, così come continua il nostro impegno enorme sulla scuola perché troviamo nel patto risorse molto importanti per fare tutti i completamenti dell'intervento nell'edilizia scolastica, sono 88 milioni in quella direzione così come troviamo 50 milioni tra Sassari e Cagliari per le residenze universitarie divisi 25 milioni e 25 milioni. Nel sistema idrico abbiamo risorse anche qua importanti, cito soltanto 50 milioni che sono interventi per la messa in sicurezza e riqualificazione funzionale delle opere di sbarramento per il superamento delle criticità strutturali nei serbatoi con limitazioni di invaso, quindi stiamo parlando di sistemazione delle righe, 68 milioni di interventi per raggiungere i livelli adeguati di efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano, nella riduzione delle perdite nelle condotte idriche, ma ci sono anche 30 milioni di interventi nel settore irriguo per l'agricoltura. Risorse altrettanto importanti per ambiente e bonifiche e dissesto idrogeologico e zone umide. Voglio citare i 90 milioni per interventi strutturali per il superamento di problematiche di mitigazione del rischio idrogeologico a seguito di eventi alluvionali e delle (…) indicate dal PAI, di nuovo lo strumento di programmazione, quindi sistemazione in particolare di canali tombati nei comuni e sono come ho detto 90 milioni, c'è un intervento molto importante nel Sulcis per la macroarea di Montevecchio Ponente sempre in mitigazione del rischio ambientale con 38 milioni e c'è un intervento di 15 milioni particolarmente importante per il problema dell'amianto, per bonificare dall'amianto le strutture pubbliche in stato di abbandono nella Regione Sardegna. Ancora, 20 milioni per la salvaguardia e valorizzazione delle zone umide. Voglio poi citare ancora gli interventi sull'energia sostenibile e rinnovabile, sulla mobilità sostenibile ed elettrica, 15 milioni. Ma voglio citare soprattutto in questo momento 150 milioni che sono a disposizione per la programmazione territoriale. Questi sono tutti da programmare e sono a disposizione per la programmazione territoriale. 150 milioni attorno ai quali possiamo costruire, magari anche discutendone in quest'Aula, un intervento strutturale per combattere lo spopolamento. Questa è una base finanziaria che si aggiunge naturalmente ad altre foni, io credo estremamente importante. Concludo dicendo che ci sono risorse di 24 milioni per sbloccare i cantieri e la situazione de La Maddalena che si aggiungono ai 15 milioni messi dal governo e i 20 milioni promessi…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, mi viene da dire subito: "Chi si accontenta gode". È un vecchio proverbio dei tempi antichi che si ripete, e lo ripeto meccanicamente dopo aver ascoltato le dichiarazioni del Presidente Pigliaru, del quale apprezziamo l'impegno soprattutto nel tentativo di convincerci che si tratta di un patto buono. Così però non è, non ci si può accontentare di un accordo che alla resa dei conti si è rivelato un vero e proprio "pacco", non patto, e mi scuso di questo termine, che ci riporta in mente i magliari del passato che hanno imperversato anche a Cagliari e in Sardegna. Io sarò breve e schematico, perché in quest'alluvione di cifre che ci ha dato il presidente sembra una cosa che in effetti non è. In queste mie considerazioni voglio che ci sia una riflessione da parte di tutte le forze politiche presenti in quest'assemblea, di quelle autonomistiche, per comprendere quale percorso si vuole portar avanti per il bene della Sardegna, dei sardi, delle nuove generazioni, del mondo delle imprese, della cultura, delle scienze che vivono oggi in condizioni di difficoltà inaccettabili in un rapporto dei minimi vitali in tutti i campi. Noi abbiamo letto la deliberazione della Giunta regionale, la 46 del 10 agosto scorso, con la quale si è preso atto del patto per lo sviluppo stipulato il 29 luglio del 2016 tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il nostro Presidente della Regione, e l'approvazione degli interventi della finanziaria con le risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. Quindi non avevamo bisogno di ripetere tutte queste cifre, abbiamo il compendio generale. Abbiamo anche letto la scheda preliminare predisposta dalla Giunta regionale e portata in sede di Conferenza Regione - enti locali nella quale si dà conto delle risorse originarie disponibili e di quelle che alla fine del percorso sono state effettivamente destinate al mezzogiorno ed in particolare alla Sardegna. Questo ci saremmo aspettati dal Presidente. Non è il caso di tentare nel merito dei filoni di spesa che sono portati alla discussione, anche perché gli interventi che sono stati programmati hanno specifiche cause e motivazioni che potrebbero anche essere condivisibili. Non è questo il problema, il problema è quello al quale ho fatto riferimento all'inizio di questo intervento, ovvero sia il pacco che Renzi e il Governo hanno rifilato alla Sardegna e al mezzogiorno, dirottando altrove, e quindi sottraendole al nostro sviluppo e al nostro futuro, senza che la Giunta regionale se ne sia preoccupata, la maggiore quantità di risorse finanziarie che rappresentano la dotazione iniziale del fondo per lo sviluppo e la coesione. Perché non dobbiamo essere onesti con noi stessi? Ricordo a quest'assemblea e alle forze politiche di maggioranza e minoranza, ma anche allo stesso Presidente della Regione e della Giunta, per il ciclo di programmazione 2014-2020 il fondo per lo sviluppo e la coesione è stato rifinanziato dalla legge di stabilità 2014 nella la misura complessiva di ben 54.810.000.000. Per i dati forniti nel corso di altri interlocuzioni da parte della Giunta regionale è possibile estrapolare una tabella di sintesi che per sommi capi ci dice che di questi solo l'80 Per cento è stato per legge destinato al mezzogiorno, ovvero 43.448.000.000. Risulta però che il Governo per altri scopi e successive variazioni di spesa tra il 2014 e il 2016 ha sottratto ben 18.257.000.000, con la conseguenza che al fondo per lo sviluppo e la coesione del mezzogiorno sono rimasti solo 25 miliardi e 591 milioni. Dulcis in fundo, il governo ha destinato come risorse per finanziare i vari patti con le Regioni e le aree del mezzogiorno e delle isole appena 13 miliardi e 413 milioni, riservando ben 12 miliardi e 178 milioni alla Presidenza del Consiglio e alla cabina di regia, cioè il 50 per cento del monte disponibile. Pensavo che questo fosse finito in Italia, non ci fosse il Presidente del Consiglio che si fa il fondo come se lo faceva qui l'Assessore alla programmazione e poi li distribuisce a pioggia come vuole, a seconda se il territorio vota o non vota quel rappresentante politico. Al Patto per la Sardegna è stata assegnata una modesta e misera dotazione di appena 1 miliardo e mezzo, e alla città metropolitana di Cagliari 168.000.000, ovvero il 12,5 per cento del fondo disponibile, appena il 3,8 per cento del fondo originario. In buona sostanza, Presidente, io la vedo così, sono pannicelli caldi che tengono la Sardegna in una condizione di subalternità rispetto allo sviluppo reale, alle necessità vere della Sardegna, ma soprattutto alla politica e alla vertenza delle entrate. Su questo fronte poca cosa o del tutto insignificante e la proposta formulata a quest'Assemblea dell'Agenzia regionale delle entrate, se le partite delle entrate proprie non è stata nemmeno iniziata, almeno nei termini e nei contenuti previsti dallo Statuto di autonomia e dalla Costituzione nei confronti dei quali siamo purtroppo in ritardo con i tempi, ma soprattutto con i contenuti, segnando un punto di accusa specie nei confronti dei partiti nazionalitari presenti in quest'assemblea che dovrebbero prendere il coraggio per affrontare finalmente in maniera decisiva questa battaglia. Lo dico senza polemica. Lo dico per costruire. Io sono stato colui che ha firmato la prima intesa col Governo nazionale per le entrate della regione, e mi ricordo quando andai dal ministro Andreatta, in una scrivania settecentesca a dirmi: "Chiedetemi 20, 30, 40 miliardi, ma non chiedetemi di attribuirvi quanto lo Statuto vi attribuisce, perché questo per noi è una sofferenza". Ma noi li dobbiamo arrivare, noi dobbiamo avere il coraggio di affrontare in maniera decisiva questa battaglia decisiva, dove non esiste nessun patto per lo sviluppo che possa dare alla Sardegna e ai sardi quella dignità di crescita e progresso di cui abbiamo non soltanto bisogno, ma diritto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marco Tedde. Ne ha facoltà.
TEDDE MARCO (FI). Presidente, ma credo che l'unico elemento positivo di questa illustrazione del Presidente Pigliaru risieda nel fatto che il presidente Pigliaru si è accorto che l'isolamento, l'insularità è un freno allo sviluppo. Non è che non se ne sia accorto in altre occasioni, ma solo oggi lo dice in modo chiaro, purtroppo però cerca di ricollegare questa affermazione con un patto per la Sardegna che invece non è molto interessato all'isolamento della Sardegna, non è molto interessato all'insularità. Questo patto ci pare una grande ma poco intelligente operazione di riciclo finanziario, che se esistesse questo tipo di illecito sarebbe un illecito politico, un vero e proprio "pacco", ha ragione il presidente Floris, un vero e proprio pacco per la Sardegna, fatto di nove pagine di premesse e cinque pagine di contenuti, se vogliamo definirli contenuti. Ebbene, perché diciamo che un pacco per la Sardegna? Perché ricordiamo innanzitutto che nella relazione legata al DEF il ministro Padoan aveva previsto di spendere 13 miliardi e mezzo circa per i patti con le regioni. Renzi di colpo assume impegni per 22 miliardi e mezzo. Il DEF è stato approvato dal Parlamento dunque, non è che sia stato approvato dal Consiglio comunale di Canicattì, e prevedeva queste somme, Renzi le moltiplica, quasi le raddoppia, non sappiamo cos'è accaduto, non sappiamo come abbia fatto, non sappiamo cosa succederà. Ebbene, questo patto che dovrebbe essere frutto della contrattazione Renzi-Pigliaru, ma non lo è, perché è un'imposizione bella e buona, è stato presentato tra le altre cose tra gli squilli di tromba, rulli di tamburo, del tutto ingiustificati. Ora noi stiamo facendo un'operazione che ci fa usare il setaccio del buon senso, del ragionamento, per capire quali sono le basi di questi tamburi. Non sappiamo quali siano le basi di questi tamburi, una cosa è certa: i fondi aggiuntivi che per adesso sono soltanto promessi, sono promessi in quantità di gran lunga inferiori rispetto a quelli per prospettati, di lunga inferiore, per il resto è marketing, a volte abile, a volte distratto, a volte poco raziocinante ma marketing, e risorse ordinarie che aspettiamo da tempo, quindi marketing da una parte e risorse ordinarie che aspettiamo da tempo, che erano già state assegnate, che dovevano essere attribuite, che dovevano essere in qualche modo spese, la verità è, signor presidente, che nonostante le sue dichiarazioni iniziali non si è affrontato il vero nodo, il vero problema, cioè l'insularità, i costi dell'insularità che lei mi insegna nell'ordine di 600 milioni l'anno, in quattro anni abbiamo quindi 1miliardo e duecento milioni di costi per l'insularità, che non vengono risarciti all'interno di questo patto o pacco, che non vengono ricompresi, assolutamente, il vero dramma dei sardi è questo: l'isolamento. Per l'insularità 600 milioni all'anno di costi, purtroppo c'è ben poco da stare allegri perché le politiche dei trasporti che avete messo in campo dall'inizio di questa legislatura sono, per utilizzare un eufemismo, asfittiche, diciamo inadeguate, potremmo utilizzare altri termini, sappiamo cosa sta accadendo sul low cost, sappiamo cos'è accaduto con la CT2, nell'ottobre 2014, sappiamo che tutti questi passeggeri che avrebbero avuto l'occasione di frequentare voli CT2 e i voli low cost stanno saturando l'Alitalia, alla quale siamo costretti a fare qualche regalino per i voli da Cagliari, e potremmo continuare su queste politiche dei trasporti asfittiche o inadeguate che vanno ad aumentare i danni e i costi per l'insularità. Quindi, in quattro anni, abbiamo messo 600 milioni all'anno per 2 miliardi e quattrocento milioni, a questi dobbiamo aggiungere i costi per la sanità che sono stati addossati dall'accordo Prodi-Soru del 2006, sono altri 3 miliardi circa all'anno, per quattro fanno 12 miliardi, più 2 miliardi e quattrocento di costi su Alitalia fanno 14 miliardi e 400. Non riteniamo assolutamente nessuna voce che possa iniziare a lenire queste piaghe della nostra Isola: 14 miliardi e 400 milioni, insomma, c'è ben poco da gioire signor Presidente, anzi niente! Lei probabilmente ha fatto un'analisi che ha posto alla base di queste trattative, i suoi collaboratori hanno fatto l'analisi ma in algida solitudine, non avete coinvolto assolutamente il Consiglio regionale, probabilmente il Consiglio regionale avrebbe voluto dare qualche indicazione Signor Presidente, a meno che le indicazioni le abbia date la sua maggioranza o una parte della sua maggioranza, ma questo non mi pare giusto perché non si può relegare questo Consiglio regionale e soprattutto i consiglieri di maggioranza che hanno un ruolo e un peso differente, a semplici alzatori di mani, non si può, non è giusto, non è corretto. Da qui deriva un'analisi priva di prospettiva, di profondità, priva di spina dorsale, un'analisi all'acqua di rose che conduce al patto, o pacco come dice il Presidente Floris, per Sardegna. Ebbene Signor Presidente bene avrebbe fatto a chiedere fondi per una vera continuità territoriale, una continuità territoriale che possa abbattere i costi dei passeggeri ma anche delle merci, una continuità territoriale che sia capace di rendere la Sardegna un'appendice dell'Italia, un'appendice non un corpo estraneo perché noi oggi siamo un corpo estraneo, siamo purtroppo un corpo estraneo! Il percorso di Renzi poi è quello solito, ricicla stanziamenti vecchi, fa un'operazione di restyling, li presenta bene, con un modo molto brillante perché è bravo Renzi, sotto questo profilo è un talento, nulla da dire, fa po' di gassosa, a volte tanta, a volte meno, però la fa sempre, ma complessivamente è un'operazione truffaldina gigantesca la quale vittima non è soltanto la Sardegna però, è vittima tutto il mazzogiorno, tutto il sud, tutto questo percorso truffaldino deriva parte dallo scippo del fondo sviluppo e coesione di cui parlava il presidente Floris: nel 2014 c'erano 55miliardi, nel 2016 38 miliardi, quindi 17 miliardi, ai conti del presidente Floris risulta qualcosa in più, quindi 17 miliardi tolti al sud che vengono dati per la banda larga, per la copertura, per la ricerca, tutte cose importanti però vengono tolti al sud e quindi anche alla Sardegna. In origine il riparto dei fondi di sviluppo di coesione era per l'80 per cento al sud e 20 per cento al Nord poi in itinere le percentuali si trasformano: 73 per cento al nord e 27 percento al sud, Quindi presa in giro, la Sardegna viene presa in giro fin dalla delibera CIPE del maggio o meglio dell'aprile 2014 che approvava i fondi comunitari e vedeva la Campania, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia ad avere 22 miliardi e la Sardegna, l'Abruzzo e il Molise 1 miliardo e 300 milioni di euro. Quindi è il giochetto delle tre carte solito, che noi conosciamo molto bene: si prendono tutti gli stanziamenti vecchi non spesi e si passa un po' di cipria, si truccano e si rendono affascinanti e poi ci sono i 120 milioni della continuità territoriale, ma non c'è un provvedimento che li stanzi, provengono dei fondi di coesione, sviluppo e coesione, che sono destinati alla Sardegna per legge, non ci sono risorse aggiuntive, non ci sono risorse aggiuntive, siccome sto arrivando alla fine vorrei segnalare una cosa molto simpatica: la beffa di Tossilo a margine di tutte queste considerazioni c'è la beffa di Tossilo: sono previsti 38 milioni per il completamento dell'inceneritore in presenza, posso avere altri due minuti Presidente?
PRESIDENTE. L'accordo era qualche minuto in più eventualmente per i Capigruppo, se iniziamo così…
PITTALIS PIETRO (FI). Glieli cediamo.
PRESIDENTE. Prego continui.
TEDDE MARCO (FI). Quindi dicendo che per Tossilo vengono previsti 38 milioni di euro in presenza di una sentenza del Tar che annulla il procedimento che ritiene illegittimo, il procedimento per Tossilo, ma vengono previsti 38 milioni di euro, colleghi della maggioranza, dopo un ordine del giorno del Consiglio regionale del maggio 2016 che aveva subordinato le scelte di Tossilo all'adozione del piano generale dei rifiuti e alle indagini non epidemiologica del territorio. Ebbene, adesso vengono inseriti 38 milioni, vuol dire che la sentenza del Tar non c'è stata, non sappiamo se il Presidente abbia intenzione di impugnarla, i termini scadono in questi giorni, non lo sappiamo, abbiamo fatto un'interrogazione alla quale non si è data risposta, vedremo, la stampa ci dirà perché noi le cose le apprendiamo dalla stampa, non dalla Giunta. Quindi non sappiamo se il Presidente intende rispettare la presenza
non sappiamo se il Presidente intende rispettare la sentenza del Tar, ma non sappiamo neppure se intende rispettare il deliberato del Consiglio, l'ordine del giorno del Consiglio. Nel frattempo le direttive europee ci dicono che entro il 2020 gli inceneritori debbono cessare dal loro funzionamento.
Ma io ricordo anche un'altra cosa simpatica. L'assessore dell'Ambiente, che oggi è presente e la ringrazio della sua presenza, durante il dibattito dichiarò che la Giunta non può intervenire in procedimenti in corso: e oggi che facciamo? Oggi cosa volete fare di questi 38 milioni? Volete calpestare la sentenza del Tar, volete calpestare il deliberato di cui all'ordine del giorno del Consiglio regionale? Oggi il procedimento in corso non c'è più, Assessore, quindi bisogna rispettare la sentenza, bisogna rispettare la volontà del Consiglio regionale.
E poi, qualche considerazione sulla governance, che mi riservo magari di fare dopo, se possibile. La governante e una cosa che assolutamente non avrebbe dovuto trovare ingresso, così come è strutturata; il Presidente della Regione non ha potere alcuno, è assolutamente in minoranza. Avremmo gradito che il Presidente della Regione fosse commissario straordinario per l'attuazione di questo patto, avremmo gradito che il Presidente potesse avere delle capacità di spendita e di accelerazione, ma così non è, il Presidente viene relegato in un cantuccio, decide tutto lo Stato.
Ecco perché ha ragione il presidente Floris: non si tratta di un patto per la Sardegna ma si tratta purtroppo di un "pacco" per la Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Paolo Truzzu. Ne ha facoltà.
TRUZZU PAOLO (Gruppo Misto). C'è un filone cinematografico che riscuote nelle sale un discreto successo, e viene definito solitamente il remake. A me sembra di assistere aqualcosa che abbiamo già visto, perché, di fronte alla narrazione che ha fatto oggi il Presidente della Regione, l'onorevole Pigliaru, sicuramente condivisibile nella visione di fondo e cioè nei limiti che in qualche modo bloccano lo sviluppo della Sardegna, c'è qualcosa che abbiamo già visto e già sentito; è una narrazione che ci vuole far apparire tutto come particolarmente fantastico, tutto come particolarmente bello, come qualcosa di irrinunciabile. Ebbene, in questi primi due anni e mezzo di legislatura l'abbiamo già vissuta un paio di volte, perché l'abbiamo vissuta con la vertenza sulle entrate, in cui sembrava inizialmente che lo Stato ci avesse riconosciuto tutti quei soldi che non ci aveva mai riconosciuto, e poi invece, gratta gratta, ci siamo accorti che ci rendeva le nostre stesse risorse, cioè quella a cui avevamo sempre avuto diritto; l'abbiamo vissuta anche con l'armonizzazione dei bilanci e il pareggio di bilancio, che sembrava la panacea di tutti i mali. Il superamento del Patto di stabilità sembrava che avrebbe risolto tutte le difficoltà che incontravamo nella spesa dei fondi in nostro possesso, e invece mi sembra che Comuni e Regione affrontino oggi delle difficoltà enormi, non solo nel poter spendere i soldi ma addirittura nell'averli in cassa, e quindi nel poter avviare quei processi che possano consentire di spendere e dare risposte ai cittadini.
Quindi tra questa narrazione fantasmagorica, Presidente, e la narrazione un po' più concreta, come meno numeri e un po' più reale, del presidente Floris, beh, io sinceramente come remake preferisco quello che ci ha fatto il presidente Floris, il quale ci ha detto sostanzialmente che non ci sono risorse in più, o perlomeno ci sono ma sono molte meno di quelle che ci volete far credere, di questi fantomatici 3 miliardi, ma in gran parte sono risorse che vengono rimodulate. Io, utilizzando i numeri, questa mattina mi sono divertito, sulla base dei dati che ci avete dato, a fare un po' di valutazioni, in particolare sulle risorse che sono già assegnate: ad un ricalcolo delle voci che avete inserito e che ci avete fornito, sui 600 milioni circa di euro, che rappresentano poco più del 10 per cento del totale dei 3 miliardi - e già questo ci dovrebbe far pensare -, l'80 per cento sono fondi della Regione, o la rimodulazione di altre risorse del 2007-2013. Poi ci sono 45 milioni degli ammortizzatori sociali, che ci spettavano (e non penso che siano da considerare all'interno del patto per la Sardegna, perché sennò veramente staremmo facendo un passo indietro), e ancora, l'impatto delle risorse nuove sul 2016 e 2017 è pari a 90 milioni, cioè circa il 14 per cento di quelle risorse che possiamo avere subito a disposizione.
E poi ci sono altri aspetti che mi lasciano dei dubbi. Ha parlato per esempio della questione del metano, in cui lo Stato si impegna (ma si può anche disimpegnare) a finanziare la dorsale (non c'è niente di concreto), e addirittura voi vi siete preoccupati - l'ha presentato come grande successo di questa Giunta - di garantirvi contro la possibilità dei prezzi alti. Per cui mettiamo un moto un meccanismo che cerca di metterci in sicurezza sul futuro ma non si preoccupa di quello che succede nel presente, cioè delle fregature che prendiamo quotidianamente: nel corso 2016 il Governo nazionale a rimodulato lo sconto sul gpl che si fa in Sardegna, per cui da quest'anno i sardi pagano in maniera un po' più alta il gpl rispetto a quanto pagavano gli anni scorsi; cioè quello scontro che ci veniva riconosciuto perché non abbiamo il metano oggi è stato ridotto, però ci stiamo preoccupando di quello che succederà fra 10 anni! Con la finanziaria è successo questo.
Altre cose che lasciano dei dubbi sono quelle che ha citato anche il collega Tedde. Il comitato di indirizzo, che ha il compito di portare avanti tutta questa spendita di risorse e di controllare le spese, è composto da 4 persone: uno è un rappresentante del Dipartimento per le politiche di coesione, uno è un rappresentante del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, uno è un rappresentante dell'Agenzia per la coesione territoriale, e uno è un rappresentante della Regione Sardegna. Su quattro soggetti chiamati a decidere, uno solo è sardo: ma i soldi sono nostri e possiamo decidere noi, oppure decidono gli altri?
Ecco, allora, Presidente, il ragionamento che lei ha fatto ci dice che sostanzialmente queste risorse ci servono per superare un gap che noi scontiamo rispetto allo sviluppo del resto del territorio italiano, gap che è dato dall'insularità. Allora, se veramente noi abbiamo strappato allo Stato un patto importante per cercare di superare questo divario e questo gap, dovremmo avere una quota e una quantità di risorse tale che sia nettamente superiore a quello che accade per le altre Regioni, e invece a un rapido sguardo di quello che è successo per le Regioni che hanno firmato in questi mesi il patto per il sud con il Governo Renzi, si legge che la Campania ha ottenuto una cifra vicino ai 9 miliardi di euro, la Puglia intorno ai 5 miliardi di euro, la Sicilia sempre intorno ai 5-6 miliardi di euro. Niente di straordinario perché queste sono regioni più popolose della Sardegna, e quindi è legittimo che ottengano qualcosa in più, anche se in realtà se dobbiamo superare quel gap sarebbe stato giusto che perlomeno ci avvicinassimo a questi valori, ma la cosa che mi lascia perplesso è che la Basilicata, che sicuramente ha una popolazione inferiore alla nostra, ha ottenuto quasi 4 miliardi di euro.
E allora, Presidente, ritornando all'inizio, questo è un film che abbiamo già visto, e purtroppo è un brutto film.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ignazio Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI IGNAZIO (FI). Il patto per la Sardegna è roba vecchia, almeno da un posto di vista comunicativo. Se la volontà della Giunta e della maggioranza era quella di provare in questi giorni a rioccupare le pagine degli organi di ufficiali della maggioranza, e quindi dalla stampa regionale, penso che forse ci sarebbero potuti essere argomenti molto più importanti. Non solo è roba vecchia ma, considerati gli altri patti che sono stati sottoscritti, io potrei parlare ore di quello che voi conoscete bene come piano Sulcis e su come oggi ancora nonostante stiamo parlando di risorse di decenni e decenni fa, siamo ben lontani dalla conclusione della messa a regime di questo piano. E qui voi, anche in queste tabelle, riconoscete che gli impatti finanziari nell'immediato saranno veramente scarsi e comunque ben al di sotto del 10 per cento anche, assessore Paci, rispetto al totale, al volume di risorse finanziarie che dite di avere a disposizione. Ma veramente la cosa che lascia sconcertati di questo patto è che mai siano state coinvolte le comunità locali, gli enti locali, i territori mentre nella programmazione passata si è anche un po' badato a sentire i territori, allora c'erano anche gli enti intermedi da poter coinvolgere nella programmazione e nella pianificazione oggi non ci sono più quindi c'è un rapporto che è tutto centralizzato e che passa esclusivamente dal Governo regionale e il Governo nazionale. Quindi è un patto in realtà che non è un patto ma è un'imposizione di programmi e di risorse che, appunto, lo Stato, con la vostra visione comunque di parte prevede questi interventi.
Poi per citare l'assessore Maninchedda, a cui io credo. Io credo all'assessore Maninchedda quando alla vigilia della sottoscrizione del patto ha qualche dubbio rispetto ai tempi, rispetto soprattutto in tempi lunghi e quindi alle delibere CIPE che dovranno arrivare ma soprattutto alle risse pre CIPE cioè quelle risse senza verbale dove lo Stato si deve confrontare con la Regione senza le prove nemmeno di quello che si dice e che lo Stato può rimangiarsi tutto da una riunione all'altra senza mai prendere veri impegni con la delibera se non in tempi assolutamente defatiganti. E poi le registrazioni della corte dei conti e poi ancora i progetti esecutivi, le valutazioni di impatto ambientale, le valutazioni strategiche, le autorizzazioni e tutto il coinvolgimento di ambientalisti eccetera eccetera, cioè tra 15 anni siamo ancora qui.
Allora, colleghi, io francamente non voglio essere distruttivo e dire che è la solita storiella dei patti tra lo Stato e la Sardegna, però i sardi non hanno più l'anello al naso da tanto e francamente ritengo che non si ritrovino comunque in questo programma, in questa pianificazione perché non c'è mai stato un coinvolgimento delle comunità che più le rappresentano e cioè gli enti locali. Quindi c'è ancora una volta la dimostrazione di una certa sudditanza tra l'istituzione regionale e il Governo nazionale e non ne faccio neanche una questione di colore politico, io lo so che dopo quando arriveremo alle conclusioni i difensori di ufficio scaricheranno sulle lungaggini, sulle lentezze, sono nostra litigiosità e quindi quella ovviamente sempre del campo avverso ma mi pare che non sia più un tema di colore o di appartenenza politica o di partigianeria ma se mai davvero è sul fallimento del principio di leale collaborazione tra lo Stato centrale e la Regione Sardegna. Quindi siamo ancora davanti a questo bivio se far fare uno slancio, avere uno slancio come istituzione regionale ovvero se ancora accettare supinamente senza nemmeno avere l'opportunità di discutere su livelli paritari quello che è meglio per la nostra comunità.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Deriu. Ne ha facoltà.
DERIU ROBERTO (PD). Grazie signor Presidente, ma quando è che un uomo, signor Presidente, è considerabile coraggioso? Non certo quando non ha paura; un uomo coraggioso è coraggioso quando vince le sue parole e quindi queste paure le ha. Riconosciamole al Presidente. Il Presidente ha avuto paura all'inizio del suo mandato di essere condizionato da un sistema amministrativo e un'organizzazione burocratica, da una prassi amministrativa, da una prassi burocratica che avrebbe potuto ostacolare un processo riformatore di vasto respiro così come lui lo avrebbe voluto impostare. E lo ha impostato coraggiosamente, sfidando anche alcuni nostri pregiudizi o alcuni giudizi avventati, per esempio quando ha voluto fondare il rapporto di lealtà con lo Stato attraverso il ritiro di alcune forti ragioni presso la Corte costituzionale della Regione, diciamo forti ragioni perché di fronte a un giudice mai nessuno è sicuro come sanno bene gli uomini di legge e di foro qua presenti. C'è voluto coraggio, coraggio e limpido ragionamento del Presidente per arrivare a quella determinazione, basato su quelle paure che noi dobbiamo affrontare e cioè sulle difficoltà amministrative, organizzative, burocratiche della nostra Isola nel momento in cui ci si pone un obiettivo di grande rilevanza, di grande portata come un grande piano che si incarica di sviluppo, di occupazione in un quadro di sostenibilità ambientale. Quindi un grande progetto da affrontare privi di una grande organizzazione. Ecco quindi spiegate alcune norme del patto all'articolo 4 i commi uno e tre, all'articolo 6 la lettera B del comma 1 sono norme che impegnano lo Stato a stare a fianco della Regione e la Regione stessa a produrre il massimo sforzo nell'adeguare le proprie strutture e nel farle funzionare al meglio per arrivare ad un obiettivo imponente cioè l'aumento ingentissimo più che raddoppiato di molte voci di spesa strategiche, molte voci di spesa di investimento che aumentano in modo significativo, se si fa un calcolo non frettoloso e non superficiale, bisogna andare anche a vedere che cosa effettivamente la Regione, le amministrazioni regionali sino ad adesso sono riusciti a spendere. Ognuno dovrebbe fare un po' di autocritica prima di alzare il dito contro un piano così coraggioso e così vasto. È questa una Regione che può vantare fino adesso delle mirabolanti performance in materia di spesa. È questa un'organizzazione burocratica in grado di sostenere il peso di un supplemento di dotazione finanziaria così vasto, perché questi 3 miliardi sono miliardi reali, nessuno ha già promesso che saranno spesi integralmente, sappiamo sempre che c'è uno scostamento tra quanto si prevede e quanto si fa, però è un enorme lavoro in più da fare per questa amministrazione. Io credo che il Presidente abbia ben valutato, ben soppesato questo timore di fondo e non va considerato una diffidenza se mai un'esperienza rispetto alla nostra amministrazione e abbia voluto quindi a fianco a sé lo Stato capace di fidarsi delle nostre promesse, capace di fidarsi dei nostri impegni e per questo ancora di più saldamente collegato allo sforzo che, partendo dalla Regione Sardegna però, viene condiviso da un Governo che si dimostra non tanto inseribile in quelle categorie di Governo amico o Governo avversario o avverso, ma si inserisce nella categoria di un Governo della Repubblica che porta lo Stato accanto agli altri poteri costituzionali, accanto alle altre istanze repubblicane, come la Regione in questo caso. È un circuito di lealtà costituzionale, è un circuito di grande impegno di tutte le istanze pubbliche quello che ha promosso il Presidente della Regione. In questo senso è difficile farlo giudicare questo programma alla stregua di ciò che noi siamo abituati a veder fare nei consigli comunali, le piccole scelte, le scelte del giorno per giorno, le cose che vanno nelle cronache del giorno dopo sui giornali. Questo è un piano che ha un'ambizione storica, è un piano che vuol fare ripartire la Sardegna in uno sforzo di riorganizzazione, modernizzazione, supportato da enormi risorse, enormi non in senso assoluto, ma enormi in relazione a quanto fino adesso si è riusciti a fare in questi ultimi anni, e anche norme rispetto a quello che riesce la nostra macchina burocratica a lavorare, perché dobbiamo essere tutti quanti un po' più onesti nel riconoscere che le nostre strutture sono gravemente lesionate, sono gravemente insufficienti rispetto ai compiti formidabili della necessità di una ripresa forte, di un lenimento sostanziale dei dolori e delle sofferenze dell'isola, della crisi che ha martoriato l'isola. Noi abbiamo degli strumenti amministrativi burocratici insufficienti, abbiamo dei ritardi cronici nella prassi amministrativa per quanto riguarda la spesa dei fondi soprattutto di origine europea e abbiamo un Presidente, una Giunta regionale che si sono messi l'obiettivo di far ripartire un ciclo virtuoso di collaborazione tra le istituzioni repubblicane con lo Stato, con i comuni, con i territori. Qui si giudica evidentemente, da un lato, lo sforzo nella trattativa, ma io ho considerato da subito il presidente Pigliaru un negoziatore corretto e un negoziatore efficace, proprio perché il suo negoziato si basa non sulla forza o su una tecnica mercantile, ma si basa sulla chiarezza dei parametri oggettivi che sono individuati alla base del confronto con la controparte. Ci sono parametri oggettivi che sono stati posti dall'inizio alla base di un confronto che ha portato oggi dei risultati, ci porta il risultato di un orizzonte operativo, un orizzonte di lavoro. Abbiamo una macchina in difficoltà, abbiamo delle leggi anche già all'ordine del giorno che tentano di dare una risposta in termini ordinamentali. Ci sono delle riforme che abbiamo fatto e delle riforme che stiamo facendo, perché il cammino all'interno di questo grande piano di contrasto alla crisi e di sviluppo del Presidente è accompagnato da una serie di riforme che rimettono in piedi la macchina complessiva, la macchina pubblica complessiva. Ci vuole molto coraggio, ci vuole molta determinazione, ci vogliono idee molto chiare e c'è voluto anche, io credo, tutto il prestigio di un uomo coraggioso come il nostro Presidente per impostare un lavoro che potrebbe anche, se si perde la calma, se si perde la pazienza, non arrivare a nulla, ma questo è vero per qualunque impresa. Non è l'impresa della cicala che passa l'estate a cantare e poi si ritrova morta di freddo a bussare alla porta della formica, è il lavoro della formica che passa l'estate a lavorare per poi poter affrontare l'inverno in serenità. Io auguro al nostro Presidente, auguro alla Sardegna ancora più coraggio e un grande successo. Grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefano Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS STEFANO (FI). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, Assessori, colleghi. Certo, il compito di intervenire dopo l'intervento del collega Deriu è gravoso, anche perché, quando andremo ad analizzare nel tempo che abbiamo davanti alcuni aspetti essenziali di questo patto che oggi il presidente Pigliaru ci presenta, mi troverò costretto a mettere in dubbio alcuni degli elementi soggettivi che ci sono stati proposti all'attenzione dal collega Deriu. In realtà, l'elemento soggettivo personale andrebbe del tutto stralciato dall'argomento di oggi, perché quello di oggi dovrebbe essere un tema che coinvolge due istituzioni, quello di oggi dovrebbe essere il tema di una Regione che utilizza la forza che gli viene dallo Statuto, la forza che gli viene riconosciuta dalla Costituzione, l'autorevolezza delle sue istituzioni per, attraverso un negoziato, pattuire un contratto con quella che per sua natura, soprattutto per come i rapporti si sono sviluppati negli anni, rappresenta un'autentica controparte. Ora, tutto questo già è tradito nell'esposizione del presidente Pigliaru dal fatto che lui onestamente si rivolge al suo interlocutore, cita il suo interlocutore come Matteo Renzi. Il presidente Pigliaru, confidenzialmente, riferisce di un rapporto che si è sviluppato più sul piano personale, e dove gli elementi soggettivi correttamente sottolineati dal collega Deriu, e riportati anche dal presidente Pigliaru, hanno avuto un peso. Non si è trattato di un patto che scaturisce da un rapporto tra due istituzioni, ma tra due persone. Ora, già questo pone su un piano sbagliato la questione di cui parliamo oggi. Perché? Perché nell'istante in cui, speriamo presto, dovesse essere avvicendata una delle due persone che in questo momento ricopre questo ruolo, che ne sarebbe di un patto tra due persone che, supponiamo per bene, supponiamo abbiano agito nel modo più corretto possibile, condividono un percorso che c'è tra noi e lo Stato italiano, come in alcuni momenti passa la definizione. Ora, credo che un buon pezzo di lavoro sia stato fatto, perché in premessa le parti stabiliscono che il problema principale su cui puntare l'attenzione è che la Sardegna è un'isola, e io devo dire è stato utile richiamarlo in premessa perché ha detto, ci riferisce che le due parti che si sono incontrate hanno capito esattamente dov'è il problema, quello che poi è avvenuto è un approcciare alla soluzione dei problemi che segue molto bene le caratteristiche personali di chi poi le è andate ad affrontare, quindi una certa facilità nel promettere la soluzione da una parte e una certa accondiscendenza nell'accogliere questa promessa dall'altra, magari gettando un'ombra di sospetto sul fatto che poi, effettivamente, la macchina amministrativa regionale sia effettivamente in grado di porre in essere ciò che è contenuto nel patto, questo patto che è carente, infatti, proprio per la caratteristica personale del promittente di una scadenza, non è indicata nessuna data per cui si possa ipotizzare che questo importo vago di risorse possa essere speso in un tempo certo. Quindi, cominciano a mancare degli elementi essenziali di questo contratto, dei requisiti soggettivi, una scadenza, e siamo costretti a confrontarci su un merito che, come ha correttamente sottolineato il presidente Floris, è riferito in termini errati dal Presidente della Regione, perché il Presidente della Regione riferisce di numeri assoluti, riferisce di questi numeri come se fossero dei numeri incapaci di essere messi in discussione. In realtà parliamo di numeri relativi, cioè questi sono numeri giusti, sono numeri calibrati in ragione di che cosa? Non certamente della disponibilità, che è stata decurtata, ma di sicuro più di qualunque altra cosa sono insufficienti in ragione delle necessità di questa povera e martoriata Sardegna, perché quando si parla di continuità territoriale, ci si riferisce al fatto che un sardo deve poter viaggiare verso il territorio nazionale esattamente con gli stessi costi di un altro cittadino italiano che può usare la rotaia, che può usare altri mezzi di trasporto, non 5, 6, 7 volte tanto per raggiungere le due mete principali, i due Hub, perché poi si potrebbe dover andare in altre parti d'Italia. Rispetto a questo non esiste nessuna risposta, esisterà una risposta quando un cittadino sardo con 50 euro potrà raggiungere il continente e raggiungere una città italiana per lavoro, per piacere, per quello che gli pare; questa sarà una continuità territoriale. Parziale, perché poi esiste una continuità territoriale delle merci che è addirittura dimenticata in questi ragionamenti. E perché? Perché in questo momento la continuità territoriale delle merci è garantita giornalmente e esclusivamente da Olbia, dove comunque sia il 70 per cento dell'economia sarda deve sopportare il costo del trasporto su gomma da Cagliari e dalla zona di Cagliari sino all'altro capo della Sardegna, a 282 kilometri di distanza per andare, e altri 282 kilometri per tornare. Quando sfugge questo, significa, caro accondiscendente Presidente, che non si ha compreso qual è il problema. Ora, siamo stati rinfrancati dal fatto che tutto questo sia stato individuato, però la seduta di oggi, un Patto così importante, se fosse stato un Patto con contenuti veri, avrebbe reso necessario concentrarsi singolarmente su ognuno di questi punti, approfondire, dare informazioni vere. Purtroppo ci rendiamo conto che questo non è possibile. Abbiamo appreso che nel 2018-19 avremo il metano, da una, come quella che ha annunciato per il futuro, conferenza stampa, non dalla capacità di spiegare come e perché questo metano raggiungerà le case dei sardi, perché probabilmente all'accondiscendente Presidente sfugge che in questo momento meno di un sardo su 10 è in grado di riceverlo quel metano, e questo non è irrilevante rispetto alla tariffa, e non è irrilevante rispetto alla tariffa perché probabilmente i soggetti privati che si faranno carico di sostenere tutto o parte di questi investimenti, saranno costretti a tenere conto del fatto che non è ragionevole scaricare questo investimento su una quantità così esigua di utenza, e quindi chi sa affrontare questo problema, riferirebbe che il primo problema da affrontare è portare le reti canalizzate alla condizione di poter servire i sardi, e di questo, accondiscendente Presidente, non è fatta menzione, e non essendo fatta menzione ci corre il dubbio che si tratti ancora di parole, di promesse, si tratti di questioni delle quali capita di parlare da vent'anni, trovandoci sempre davanti alla stessa difficoltà nel vedere attuati i buoni propositi. Quindi una cosa avremmo voluto salvare di questo, cioè la sensazione che perlomeno sul piano istituzionale questo documento, questi fogli di carta avessero un valore alto, cioè quello del fatto che ci siamo contrapposti a uno Stato che non garantisce neanche il presidio del territorio, a uno Stato che non garantisce i diritti essenziali come quelli allo studio, a uno Stato che non fa una sola cosa per potersi definire tale, e invece no, e invece, con accondiscendenza, prendiamo atto del fatto che sono prese per buone e acquisite a patto per la Sardegna le promesse di chi, confidiamo presto, tolga la firma da questi documenti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Luigi Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO LUIGI (PD). Certo che nell'intervento che ho appena sentito c'è una vena di ottimismo e di fiducia ben robusta! Eppure è tanti anni che qua in Sardegna non si parla di un Patto tra il Governo regionale e il Governo nazionale, è tanto tempo, altri ne sono stati firmati, non tutti sono stati portati in porto, sono arrivati a conclusione, sono diventati realtà nell'economia dell'Isola. Un ultimo confronto che c'è stato anni fa risale a circa 12 anni fa, so che voi avete sempre detto che non lo condividevate, avete anche per 5 anni lavorato affinché non si portasse in porto definitivamente, però oggi, dopo ripeto tanti anni, si è firmato un accordo, tra persone, dice Tunis, tra il Presidente di questa Regione e il Presidente del Governo, tra queste due Istituzioni si è deciso che su alcuni problemi, che per anni hanno rappresentato gli obiettivi e le promesse di tutte le forze politiche dell'Isola alle scadenze elettorali, si stanno mettendo davanti a tutte le altre per affrontarle e per risolverle. Sono passati vent'anni da quando abbiamo parlato per la prima volta di gas in Sardegna, oggi si stanno creando le premesse perché questa questione venga effettivamente portata a conclusione. Certo, Locci dice che ci sono progetti da fare, che ci sono esami di valutazione ambientale da portare a compimento, ci sono tante pratiche che vanno messe a camminare. Innanzitutto prima dei progetti e prima delle pratiche di autorizzazioni ci vogliono i fondi per poterle mettere in moto quelle pratiche, e se questi fondi non ci sono, e se non c'è la volontà politica e la scelta di fondo per andare in quella direzione, di anni ne possono passare altri 20, ma a quel risultato non si arriva. Perché la stessa cosa riguarda la seconda questione che ha posto il Presidente alla nostra attenzione. Il secondo punto cruciale è la questione della mobilità interna su ferro e su strada, e non sfuggirà a nessuno che fino a questo mandato amministrativo, e non solo nei 5 anni scorsi, a dire il vero, ma anche in precedenza, di mettere mano al tema ferrovie in Sardegna non se ne parlava più, e quando qualcuno di noi nello scorso mandato poneva il problema, si diceva che le ferrovie in Sardegna erano destinate a morire. Io credo che abbia fatto bene questo Consiglio regionale, la Giunta, il Presidente a porre invece al centro dell'attenzione anche quel tema e invertire una disattenzione generale verso quella problematica, che ha caratterizzato gli ultimi anni di amministrazione della Regione. E certamente non poteva non essere il primo punto al centro dell'attenzione del Presidente la questione della continuità territoriale; è un tema non facile, che ha visto commettere anche negli anni passati diversi errori, di cui stiamo ancora in un certo senso pagando le conseguenze, però bene ha fatto il presidente Pigliaru a esigere dal Governo nazionale che si facesse carico di finanziare con una spesa precisa e specifica per i prossimi anni la continuità territoriale, in particolare la continuità territoriale per noi sardi. Perché questo è il problema principale, poi c'è anche tutto il resto, ma questo è il problema principale, il resto lo si potrà affrontare anche in un'ottica un po' più ampia perché non è solo il finanziamento dello Stato o della Regione per promuovere la continuità territoriale e tariffe agevolate per tutti, ma costruire le condizioni perché lo sviluppo economico lo renda anche possibile. Io credo che abbia fatto bene il Presidente a dare non enfasi, perché non mi sembra essere il suo carattere dare enfasi alle questioni, ma realisticamente mettere in evidenza il fatto positivo che tra Governo regionale e Governo nazionale si è raggiunto un accordo per mettere in campo risorse da spendere e spendere nel più breve tempo possibile. Tunis dice: "Non ci sono tempi precisi", il mio problema è in questi casi se ci sono i soldi, poi la capacità nostra, non solo degli amministratori, non solo della Giunta, non solo del Consiglio, ma dell'intero sistema regionale di portarli in porto è anche un problema nostro. Fino adesso non abbiamo dimostrato grandissima capacità da questo punto di vista, ma è una scommessa che dobbiamo avere il coraggio di mettere in campo e anche il coraggio di metterci in gioco perché se l'obiettivo che questo patto si pone e cioè di affrontare quei temi fondamentali che dal Presidente sono stati messi in evidenza dovesse essere raggiunto, forse un secondo dibattito fra qualche anno in quest'Aula su questi stessi temi potrà avere anche da parte della minoranza dei toni diversi. Io ne sono convinto e ho fiducia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Michele Cossa. Ne ha facoltà.
COSSA MICHELE (Riformatori Sardi). Presidente, io vorrei poter condividere la gioia dell'onorevole Lotto e l'entusiasmo dell'onorevole Deriu su questo patto per la Sardegna, credo che diventi difficile, intervenendo in questo dibattito, non soltanto prescindere dall'intervento del Presidente della Regione ma anche dall'intervento del presidente Floris. Anch'io mi richiamerò ad alcune delle cose che ha detto lui perché mi sembra che purtroppo anche questo patto della Sardegna rappresenti un copione che abbiamo già visto tante volte, cioè si prendono un po' di poste, si rimescolano, si riallocano, si modulano e poi vengono presentate come una cosa totalmente nuova, il tutto condito da un pirotecnico Presidente del Consiglio che, l'ha detto qualche collega, è bravissimo a vendere fumo, veramente straordinario, io credo che in Italia non ci siano precedenti di questo genere. Per cui io non me la prendo tanto con il presidente Pigliaru, anzi non me la prendo affatto con il presidente Pigliaru che ha sempre mantenuto, secondo me, un profilo giusto su questo, ma ho difficoltà a capire i toni e la sbandierata conquista di che cosa? Dai calcoli che abbiamo fatto noi, ma calcoli che sono fatti sulla base di documenti allegati al patto per la Sardegna, l'impatto finanziario al 2017 a noi risulta di appena 281,7 milioni, cioè meno del 10 per cento del totale delle risorse. Poi Presidente, lei mi smentisca, io sarò felice di essere smentito. Di questi 281 milioni 277,6 sono a gravare sul programma già finanziato che è il Fondo di sviluppo e coesione. Poi la stessa tabella, all'allegato A, indica l'esatta provenienza dei fondi che sono sostanzialmente risorse di cui già avevamo disponibilità, quindi non riusciamo a capire quali sono le risorse aggiuntive rispetto a quelle che già c'erano, a noi sembra che ce ne siamo in meno, ciò che lo Stato non soltanto non ci abbia dato risorse in più ma che ce ne abbia addirittura tolte, a meno che non parliamo dell'elemosina rappresentata dai 30 milioni di euro della continuità territoriale che di elemosina si tratta, qualche collega l'ha detto. Continuità territoriale significa che i sardi, noti allevatori e abigeatari, considerati dallo Stato una cosa che c'è casualmente e di cui si disconoscono puntualmente i problemi, devono essere messi in condizione di essere collegati al, virgolette, continente esattamente come gli altri, se non attraverso infrastrutture stradali e ponti, attraverso le navi e gli aerei agli stessi costi e possibilmente con la stessa facilità anche in termini di frequenza, secondo me, anche qualcosa in più, anche in termini di comodità, per cui io sul tema delle low cost non è che sono sempre d'accordo con i colleghi che pensano che i problemi della continuità territoriale della Sardegna si risolvono col low cost, il low cost è una cosa in più che ci permette di sviluppare meglio il turismo, ma non è che possiamo pensare di affidare a Ryanair o ad altri rapaci del cielo le chiavi della continuità territoriale della Sardegna, chiusa la parentesi. Naturalmente alla base di tutto questo c'è un errore strategico, storico che è stato fatto dal centrosinistra quando ha accettato di sgravare lo Stato della propria responsabilità rispetto alla continuità territoriale però, ripeto, questo è un altro capitolo di cui avremo comunque modo di parlare, perché ci abbiamo messo anche del nostro nel peggiorare la nostra condizione di insularità.
Il tema vero io credo che sia un altro, non quello del patto della Sardegna, lo dico al presidente Pigliaru e all'assessore Paci, il tema vero è quello delle risorse, il tema vero è quello delle risorse proprie della Sardegna, tema che io credo dovremo affrontare nella maniera più efficace possibile e delle risorse che lo Stato ci sottrae attraverso gli accantonamenti, perché se è vero che lo Stato ci vuole così bene, se è vero che lo Stato ha tutta questa considerazione per la Sardegna, cominci a restituirci i soldi che ci trattiene con gli accantonamenti e che hanno indotto la Regione, secondo me sbagliando, assessore Paci, a contrarre addirittura un mutuo per cercare di sopperire al gap infrastrutturale di cui la Sardegna indubbiamente soffre. L'ha detto qualche collega, mi rivolgo in particolare al collega Lotto che certo non si potrà dire che non è puntuale negli interventi, io mi preoccupo molto delle risorse, sono d'accordo con lei, mi preoccupo altrettanto della effettività che le risorse stanziate producano, che cioè le risorse di cui noi abbiamo la disponibilità - ripeto, io qui grandi risorse aggiuntive non mi pare di vederne - ma quelle che abbiamo che poi vengano effettivamente spese con la necessaria rapidità e con la necessaria efficacia perché possano produrre ricadute nei territori se no potremo firmare tutti i patti per la Sardegna che vogliamo, se poi le risorse vengono vanificate dalla burocrazia (perché è chiaro che un intervento programmato per il 2017 se viene realizzato nel 2027 ha perso il 90 per cento delle sue potenzialità) oppure si disperdono in mille rivoli, non stiamo facendo altro che perpetuare quella situazione che, ahimè, in tanti anni ha contribuito in maniera importante a ridurre la Sardegna e la sua economia in queste condizioni.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS ANTONIO (PD). Presidente, signor Presidente, onorevoli Assessori e colleghi, l'argomento che oggi è in discussione è un argomento ormai di grande attualità non solo oggi, ma credo che siano decenni che la Sardegna discute di quale deve essere il rapporto tra una Regione autonoma come quella della Sardegna e lo Stato centrale. L'onorevole Floris ricordava la sua lunga militanza politica e il confronto serrato che in quegli anni ci fu tra la Regione e lo Stato. Devo dire che purtroppo nella passata legislatura questo confronto è venuto meno, oggi stiamo discutendo di altro, stiamo discutendo di un patto, di un accordo non fra gentiluomini o tra singole persone come l'onorevole Tunis voleva far intendere, ma stiamo discutendo di un accordo tra le istituzioni Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Presidenza della Giunta regionale della Sardegna che oggi sono guidate ad interim da due persone che sono l'onorevole Matteo Renzi e l'onorevole Francesco Pigliaru che domani potrebbero anche non essere più in carica a rivestire quel ruolo, ma certamente resteranno le istituzioni e quindi resterà quello che è un atto pubblico, quello che è un accordo tra le due istituzioni. Io capisco la polemica politica, ci sta tutto, ci sta che la minoranza cerchi di sminuire quello che è il risultato grazie al lavoro che il Presidente e la sua Giunta hanno portato avanti nei confronti del governo nazionale.
Mettetevi d'accordo anche tra di voi perché qualcuno dice che si tratta di un aggiornamento di risorse già trasferite alla Regione Sardegna, altri dicono che è poco credibile perché tutta la burocrazia che c'è attorno non tanto al Ministero quanto al nostro interno non si riuscirà a spendere in tempi brevi. Io credo che oggi mi sarei aspettato proprio una sfida da parte della minoranza consiliare a cercare di accelerare e di rendere effettivo questo patto nella spendita diretta di quelle che sono le risorse che sono previste in questo accordo. Io ritengo che questo risultato che è stato raggiunto sia un confronto in certi momenti anche forte ma certamente leale fra due istituzioni nel rispetto del ruolo che ciascuno doveva svolgere. Non si tratta, non voglio metterla sulla polemica, ma qui si tratta di un accordo tra le due istituzioni principali della Sardegna e del governo nazionale, cosa avremmo dovuto dire noi nella passata legislatura? Ve l'abbiamo detto anche con forza che vi siete fermati nel momento in cui arrivò quella famosa lettera del sottosegretario Vegas che vi tranquillizzava sui trasferimenti del governo nazionale. Non si tratta di una letterina, ripeto, si tratta di ben altro. Quindi io credo, Presidente, lo dico con molta serenità, credo che la sfida che noi oggi dobbiamo accettare e fare nostra è che queste risorse possano essere spese nel più breve tempo possibile perché se noi dovessimo andare a fare una media di quanto tempo è necessario tra l'ottenimento del finanziamento e la conclusione dell'opera ipotizzata, se ci va bene stiamo parlando di 5-8 anni come media. Quindi noi dobbiamo avere la capacità di ridurre e di accelerare quella che è la burocrazia regionale, in modo particolare, lo citava il collega Deriu, credo mercoledì o giovedì arriverà in aula una proposta di legge che è stata licenziata qualche tempo fa dalle Commissioni consiliari che affronta finalmente il problema della trasparenza e dell'accelerazione della spesa. Credo che questo sia il primo passo, ma non può essere certamente l'ultimo.
Nell'accordo io credo si toccano quelli che sono i punti strategici dell'economia della Sardegna, tra l'altro la stragrande maggioranza di questi punti li abbiamo portati in campagna elettorale due anni e mezzo fa, quindi nessuno credo che possa negare e affrontare sia il problema dei trasporti interni, sia gommato che su ferro per collegare quella che è la nostra grande isola dal centro alla periferia, ma soprattutto credo che risolvere il problema dei trasporti da e per la Sardegna sia aerei che marittimi sia una sfida che non possiamo assolutamente rinviare perché tutti quanti siamo convinti che se noi non diamo alla Sardegna un servizio di trasporti efficiente non ci potrà certamente essere nessun tipo di futuro. Io non li voglio affrontare tutti, ma uno in modo particolare lo vorrei affrontare che è quello del problema del settore dell'agricoltura, ci si riempie spesso la bocca che l'agricoltura è l'unico settore trainante della nostra povera economia, questo è vero, però dobbiamo mettere anche le nostre aziende e l'agricoltura in generale in condizione di poter essere competitiva sia al nostro interno ma soprattutto con quello che è il mondo esterno alla Sardegna. Per poter far questo credo che non sia Presidente più rinviabile neanche il discorso di infrastrutturazione, di dare finalmente ai consorzi di bonifica quella tranquillità non solo contabile ma anche di poter utilizzare le proprie infrastrutture al meglio per poter svolgere il proprio ruolo. Io se devo trovare qualcosa all'interno dell'accordo non vorrei che ancora una volta l'accordo tra lo Stato centrale e la Regione Sardegna fosse sbilanciato un po' troppo come al solito tra i due poli Cagliari e Sassari.
Esiste un'altra Sardegna, il presidente Pigliaru più volte in quest'ultimo periodo in modo particolare affrontando questo tipo di problema, il problema delle zone interne, diceva che nella seconda parte della legislatura dobbiamo lavorare in modo particolare su questo grosso problema che non è solo un problema delle zone interne ma sta diventando un problema serio, un problema vero per tutta la Sardegna. Perché se è vero che dalle zone interne ci si trasferisce nelle città o nelle aree costiere, a questi due nuovi territori si creano più problemi che altro, quindi affrontare seriamente il problema dello spopolamento delle zone interne che non vuol dire bloccarlo del tutto, ma significa almeno cercare di rallentare questo fenomeno che purtroppo rischia di essere drammatico per la nostra Isola. In conclusione, Presidente, non posso che ringraziarla non solo come consigliere di maggioranza ma credo anche come cittadino sardo che come sempre senza tanta pubblicità come è nel suo stile tra l'altro, ha fatto credo un ottimo lavoro e ripeto l'auspicio è che in fase di attuazione di una cosa importante come questo, di un accordo fondamentale per il futuro della nostra Isola, ci sia un'attenzione e una verifica costante, un monitoraggio costante su quello che sarà l'applicazione di questo accordo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Emilio Usula. Ne ha facoltà.
USULA EMILIO (Soberania e Indipendentzia). Ho ascoltato con molta attenzione le dichiarazioni del presidente Pigliaru sul patto per lo sviluppo sottoscritto con il governo. Ho letto con altrettanta attenzione il documento che contiene questo patto, dico subito che ci sono molte cose che condividiamo e apprezziamo e altre che ci lasciano qualche dubbio e non poche perplessità. E siccome siamo una forza di governo, una forza di maggioranza, ma siamo anche espressione di una sensibilità consapevole sovranista, non possiamo certamente indulgere ai soli contenuti positivi. E' mio, nostro dovere come Rossomori nel poco tempo che ho, esprimere le valutazioni nel merito e perché no anche qualcosa da dire sul metodo e luoghi che hanno portato alla sottoscrizione di questo patto. Appunto si tratta di un patto, cioè di un accordo studiato, voluto e sottoscritto da due o più contraenti in accordo di lealtà reciproca. Per dire qualcosa subito sul metodo devo dire che come forza di maggioranza e anche come Consiglio regionale forse, abbiamo saputo di questo patto dalle notizie di stampa a margine di un incontro in una sede peraltro non propriamente e istituzionalmente rappresentativa della nostra autonomia, ma poco si sapeva ancora dei contenuti e della sua specifica articolazione. Ecco, per dire subito che è un patto in cui si tratta e si sottoscrivono accordi su attuazione, priorità e aree di intervento strategici come dice il titolo, che riguardano il presente, il futuro della nostra terra, sarebbe stato meglio e più opportuno se fosse stato illustrato, discusso e anche condiviso, e magari perfezionato, dalle forze politiche, dico anche di maggioranza, ma anche di opposizione, con tempi e nelle sedi e nei luoghi più opportuni. Un patto firmato e a posteriori reso noto. E' un patto di cui si conoscono i contenuti dopo, troppo spesso dei giornali. Non ci rimane molto se non apprezzarlo o individuarne limiti e mancanze, ma comunque con poco spazio per poterlo modificare, arricchirlo, perfezionarlo con una visione da parte coinvolta, interessata, con suggerimenti o osservazioni che avrebbero potuto renderlo forse migliore, magari potenzialmente più efficace per le necessità del popolo sardo prima di tutto perché condiviso e forse anche più coerente e in linea con un'idea di sviluppo del mezzogiorno di cui siamo parte importante. Io spero che ci sia ancora possibilità di intervenire su molti punti, e su un punto in particolare, ma lo dico solo come inciso, mi ritrovo purtroppo a dover dare ragione a qualche collega della minoranza che sottolinea come su un problema della gestione dei rifiuti forse compare questo finanziamento per Tossilo che ancora mi lascia perplesso. E assolutamente da sottolineare e apprezzare il fatto che si prevede con questo patto una destinazione di risorse per la Sardegna di una cifra importante, risorse che se ben utilizzate possono davvero dare e significare una grande spinta allo sviluppo, alla crescita, al miglioramento delle condizioni delle prospettive dei nostri concittadini, delle nostre imprese e dei nostri comuni ed enti locali, dei nostri territori tutti. Ma in primo luogo ci aspettiamo che venga chiarito un piccolo dubbio, sono risorse vere? Sono soldi veri che arriveranno nella nostra disponibilità, o si tratta di promesse con non troppo chiari obblighi per un contraente, lo Stato? Cosa significa quel passo che risulta nel documento in cui si afferma che le risorse verranno assegnate sulla base della reale disponibilità? Questo è un punto sostanziale, dirimente per noi, per non trovarci ancora una volta con l'antico conflitto irrisolto e che ogni tanto riemerge, anzi non è mai sommerso, e che si chiama comunque sempre vertenza delle entrate. Quindi quel che chiediamo è in primis certezza delle entrate, delle risorse, della disponibilità, dell'assegnazione vera e concreta di quei quattrini. In base a quella disponibilità, che se si realizzasse sarebbe un enorme successo del nostro Presidente e quindi della Sardegna tutta, possiamo andare a vedere come quelle risorse possono o potrebbero essere utilizzate e destinate, quali interventi prioritari e quali settori privilegiare secondo una visione sovranista del nostro futuro. Su questo punto voglio sottolineare subito che per noi, per Rossomori, questo patto deve contenere, tutelare, promuovere e garantire due linee portanti ed inderogabili, ineludibili, due perni intorno a cui far ruotare qualsiasi ragionamento. I punti sono e si chiamano sovranità e lavoro, le due cose sono assolutamente inscindibili e assolutamente incardinate tra loro, perché tutelare ed esercitare la sovranità significa avere consapevolezza e una chiara idea di quali settori devono essere promossi e valorizzati in quanto contenitori di sviluppo, nel rispetto delle nostre potenzialità, delle nostre capacità, del nostro patrimonio di conoscenza e di cultura, delle nostre ricchezze e della nostra storia. Allora diciamo subito che risorse importanti vanno destinate per esempio al potenziamento dell'agroalimentare, settore su cui diciamo tutti di puntare, che indichiamo sempre come prioritario, ma su questo settore mi sembra che sia troppo esigua la parte di risorse destinate in questo patto, mi sembra di ricordare intorno ai 30 milioni. Noi vogliamo e crediamo davvero sul agroalimentare come grande volàno di sviluppo. Pensiamo alle potenzialità che ha alla nostra terra in campo zootecnico, se riuscissimo a potenziare con interventi importanti, di studio, di sostegno l'organizzazione di filiere corte e cortissime, alle produzioni di eccellenza, al recupero di specie che costituiscono il nostro grande patrimonio di biodiversità e che ci rende unici. Penso ancora ad un sostegno per produzione di carni da allevamenti in biologico, alle eccellenti produzioni ortofrutticole, alle nostre cantine che vanno sostenute ed aiutate a lavorare assieme, in sinergia e senza rinunciare alle tante diversità che rendono uniche e inimitabili le nostre produzioni. Stimolare e sostenere queste produzioni a fini interni, ma con grandi potenzialità e spazi di mercato anche oltre Tirreno. Il tempo a disposizione è poco, ma c'è ancora molto da dire sulla necessità e sulla possibilità che deve essere contenuta anche nelle linee di attuazione di questo patto, su risorse significative da destinare ad una grande azione di recupero e utilizzo nell'immenso patrimonio di terre pubbliche e demaniali. Enormi superfici su cui è opportuno investire, dando ai comuni le risorse per avviare interventi di recupero e utilizzo consono alle caratteristiche e alle potenzialità dei territori. Penso al patrimonio boschivo che rimane una potenzialità inespressa non valorizzata. Ma parlando del ruolo dei Comuni non può essere sottovalutato, anzi deve essere realmente potenziato il ruolo di questi attori. Parlo dei Comuni, dei Sindaci, delle amministrazioni locali che devono essere messe nelle condizioni di utilizzare risorse vere, concrete, capaci di creare condizioni di lavoro e opportunità di reddito. Penso ancora al fatto che deve essere esplicitato meglio quali e quante risorse da destinare al recupero del patrimonio edilizio nei comuni, al riordino dei centri storici, alla ristrutturazione di edifici pubblici e privati con risorse da destinare al risparmio energetico e al ripristino della vivibilità, della salubrità dei luoghi. Ancora una volta interventi di cui posso essere protagonisti i sindaci e gli amministratori che così non verrebbero lasciati soli, e non solo dichiarazioni di circostanza in occasioni di eventi delittuosi. Così anche i piccoli comuni, anche le zone interne per le quali non c'è nel documento alcun accenno di disponibilità di risorse possono avere una possibilità di futuro, possono contrastare lo spopolamento, vera piaga attuale e cancrena futura, sono sperare in un mantenimento con la creazione di servizi anche in periferia. E su questo punto lasciatemi dire che alcune recenti osservazioni e dichiarazioni…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fabrizio Anedda. Ne ha facoltà.
ANEDDA FABRIZIO (Gruppo Misto). Presidente, io penso che le risorse aggiuntive siano sempre gradite e questo il primo passo secondo passer come spenderle. L'impressione che ci sia su questo patto per la Sardegna una divisione di risorse tra Assessorati con obiettivi di spesa di per sé condivisibili. Ma una divisione delle risorse senza una regia unica di spesa finalizzata fare un sistema perché allo sviluppo economico culturale rischia di essere insufficiente a risolvere problemi di sviluppo economico e di conseguenza non in grado di creare una ripresa del tessuto imprenditoriale se non momentanea, invece abbiamo bisogno che le nostre imprese creino lavoro duraturo e non precario. Penso che le risorse dovrebbero essere spese alla presenza di piani industriali sui vari settori sulla chimica sono agroalimentare sul turismo sull'artigianato sui trasporti integrati tra loro per evitare che si perdano negli Assessorati o meglio che vengano spesi come nel passato lo per accontentare amici che per il bene della Sardegna. Per cui auspico che le risorse vengano utilizzate sotto il controllo autorevole del Presidente che deve essere regista dell'unico progetto di sviluppo che quello per la Sardegna. Per essere più chiaro che bisogna spendere subito su progetti immediati immediatamente realizzabili e la Sardegna ai sardi di studi di fattibilità, i business plan, che consumano le risorse e non creano niente non ne può più.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Pierfranco Zanchetta. Ne ha facoltà.
ZANCHETTA PIERFRANCO (Cristiano Popolari Socialisti). Io credo che qui non dobbiamo fare discorsi da osteria, di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, il bicchiere è stato riempito, ci sono 3miliardi, in una seduta di statutaria noi stiamo parlando di 3 miliardi per la Sardegna, pochi, tanti, potevano darcene di più, no, ci sono 3 miliardi, su questo noi dobbiamo ragionare. Io credo che la Giunta abbia fatto molto bene, il Presidente benissimo, quando ha saputo rappresentare al Governo quello che viene chiamato il Gap Sardegna, vale a dire il divario di opportunità che abbiamo noi in sofferenza rispetto alle altre regioni della penisola. Quindi compensare i costi dell'insularità scegliendo le priorità, io credo che su questo noi dobbiamo ragionare, entrare nel merito, forse ci sono insoddisfazioni che possono essere anche condivise ma a partire da queste risorse io credo che questa seduta di oggi possa rappresentare un motivo per un confronto di merito verso il quale noi rifugiamo qualche volta, ma è proprio nel merito per la compensazione dei costi dell'insularità, quando si parla di infrastrutture e del ritardo che noi abbiamo e che dobbiamo colmare queste risorse sono fondamentali, la continuità aerea, certamente quella dei residenti è fondamentale, ma anche la ferrovia perché se io potessi davvero percorrere in treno Olbia Cagliari in due ore e 20, ma addirittura in due ore, bene, credo di aver assolto anche al mio modesto compito di consigliere regionale perché collegare gli aeroporti, le nostre città, anche nei piccoli paesi è fondamentale e infrastrutturale la Sardegna ritengo dal punto di vista ferroviario sia un atto straordinario che avvicina la gente, avvicina i sardi, colma distanze anche culturali, credo che questo sia un elemento fondamentale sul quale noi non possiamo sottrarci o dire che le risorse sono poche e che il Governo ci ha ingannato, sono risorse importanti così come è importante la metanizzazione della Sardegna, è inutile dire ma non come si fa eccetera se non noi non riusciremo mai ad uscire da questa palude, da un pantano, bisogna iniziare, e queste risorse rappresentano l'inizio di un percorso nuovo. Credo Presidente della Giunta, onorevole Pigliaru, che gli altri punti che lei ha toccato in maniera così molto superficiale per motivi di tempo debbano però rappresentare un approfondimento e un'analisi seria e profonda come ambiente, turismo, cultura io ci aggiungo così com'è stata aggiunta l'agricoltura ci aggiungo il mare, ci aggiungo al mare perché noi abbiamo una risorsa che spesso sfruttano gli altri e rischia di essere compromessa ma dobbiamo avere la capacità di governare, il mare in tutte le sue sfaccettatura con la sua onda straordinaria di risorse che porta, abbiamo parlato recentemente di pesca, di acquacoltura, di mitilicoltura, abbiamo parlato di portualità, di nautica, ma noi dobbiamo fare sistema anche con il mare, il mare è fondamentale all'interno del turismo, dell'ambiente come risorsa che non può essere certamente compromessa nella sua valenza straordinaria perché noi abbiamo il mare più bello del mondo, quel mare rappresenta un altro elemento che deve essere messo all'incasso con il Governo nazionale, sono pilastri sui quali noi dovremmo insistere con il Governo per avere maggiori risorse e, per concludere, in considerazione del fatto che c'è stato un black out audio quando lei stava accennando alla mia isola, La Maddalena, le risorse per La Maddalena, certo avrà modo di dircelo nella replica, Presidente, però bisogna fare attenzione che quelle risorse non vengano nuovamente richiamate nel calderone generale perché bisogna liberare i siti dell'ex G8, bisogna fare in modo che chi oggi li occupa li restituisca, ma levando la Regione da ogni responsabilità in considerazione del fatto che ho anche appreso recentemente che il Presidente del Consiglio era scarsamente informato sulla vicenda che riguarda il contenzioso tra la proprietà o la gestione dell'ex sito e la protezione civile nazionale noi dobbiamo accelerare questo processo, dobbiamo fare in modo che chi ha ottenuto quel sito gratuitamente e in concorso con chi lo ha inquinato perché l'impresa che ha concorso assieme alla Marcegaglia e alla MITA Resort ad aggiudicarsi il sito dell'arsenale è l'impresa Cidonio che era indagata proprio per aver in inquinato l'arsenale. Noi dobbiamo uscire da questa impasse ed appropriarci di quel bene ed avviare subito percorsi virtuosi anche per l'ex disastro G8, ho sentito per quanto riguarda il mio territorio, la Gallura, richiamare la strada Olbia, Arzachena, Palau, Santa Teresa: mi auguro che questo percorso pericoloso ed insidioso per chi percorre quella strada possa essere una delle opere primarie da realizzare così come il territorio richiede. Un'ultima considerazione la faccio anch'io sul coinvolgimento dei territori: ritengo che l'azione che noi dobbiamo svolgere sia quella di andare nei territori e dare risposte ai comuni, ai sindaci, ai territori che oggi si aspettano dal Patto per la Sardegna che è il patto per lo sviluppo della Sardegna, risposte importanti e credo che questa Giunta possa darle anche confrontandosi con i territori.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Mi è sembrato sino adesso un ragionamento insipido, bambu, come lo è peraltro questa specie di patto, l'onorevole Usula ha detto bene, in passato in una condizione non istituzionale, al di fuori da ogni logica, non vera peraltro nelle articolazioni che vengono poste all'attenzione di questo Consiglio, anzi, quand'ero ragazzo, adolescente, qualche volta, anzi più di una volta, leggevo il Reader's Digest, era "Selezione" che veniva portato qui in Italia ed era un condensato, un riassuntino delle cose culturali, delle cose scientifiche, delle proposizioni che venivano viste intorno al mondo. Questo pomposamente chiamato patto per lo sviluppo della Regione Sardegna mi pare una cosa del genere, un articoletto inserito all'interno di questa Selezione. Io mi chiedo se ha ancora ragion d'essere di parlare di cose che non esistono. L'onorevole Mario Floris bene ha fatto a recuperare tutte le somme a livello nazionale che dovrebbero essere presenti all'interno dei vari capitoli del Governo. Io credo che abbia ragione, ha ragione perché questo bravo Presidente del Consiglio a vendere le cose che non ha e che nelle barzellette viene spesso messo con un richiamo di naso lungo, e lo fanno collegando la Calabria con la Sicilia, in un ponte inesistente e improbabile, che guarda caso mi pare che recuperi qualche miliardino in più di quelle che sono le spese totali che dovrebbero interessare lo sviluppo dell'intero meridione d'Italia.
L'onorevole Deriu, con il suo modo particolare di presentare le cose, parlava di un Presidente timoroso, io non credo che fosse timoroso, credo che abbia capito qual è l'essenza vera e qualche volta si vergogna di dover sostenere una maggioranza consimile, che lo porta a dover fare scelte certamente non le migliori nell'interesse della Sardegna. Basterebbe pensare cosa vuol dire risorse aggiuntive: dove sono, quali sono? Sono cose patite già altre volte dalla Sardegna, quando sono stati tolti i danari assegnati dal Cipe per la Sardegna e utilizzati sì in Sardegna ma per sopperire alle negligenze dello Stato centrale. O ci siamo dimenticati? Altro Governo, stessa solfa.
Il male è che non vogliamo capire che probabilmente con il Governo centrale avremmo dovuto mantenere quei ricorsi che sono stati tolti, ed è stato uno sbaglio perché se non altro era il tavolo di una trattativa che poteva far sortire possibilità migliori per la nostra Isola. Poi io posso raccontare la fiaba più bella del mondo e dire che dobbiamo fare interconnessioni, che il mondo vive con i nuovi rapporti che si intessono in connessioni Web, che possiamo inventarci di tutto, ma la Sardegna geograficamente, sostanzialmente resta un'isola, distante dal continente nel punto più vicino 240 chilometri.
Ora, è inutile parlare solo di continuità aerea e parlare di gestione di aeroporti, perché quando si parla di gestione di aeroporti io non dico tre, io dico cinque aeroporti, e non lo faccio per campanilismo! Non esistono solo Olbia, Alghero e Cagliari, esistono anche Tortolì e Oristano-Fenosu, e dico questo perché la Corsica, a fronte di un terzo dell'estensione territoriale, con 350 mila abitanti contro il milione e 600 mila abitanti della Sardegna, ha quattro aeroporti, tutti funzionanti. Poi io capisco che c'è la difficoltà di trattare con Ryanair, e mi si dice che forse è bene trovare raccordi con le altre regioni in cui Ryanair ha questo rapporto: non basta, ci vuole qualcosa di più e di diverso, e far funzionare tutti e cinque gli aeroporti perché la gente deve trovare un approdo possibile in Sardegna, dall'Ogliastra, che è isolata, all'Oristanese e quindi al centro Sardegna, che è bruciato nelle possibilità di sviluppo! Non lo vogliamo intendere? Lo sentirete dalla gente! Forse ce lo ricorderà Cinquestelle, anziché pensare che Cinquestelle non esiste, non esisteva ieri, ma chi gioca sulla pancia della gente prima o poi ha la possibilità di uscire fuori! E allora ci accorgeremo se esistono o no i problemi, o se dobbiamo accantonarli perché ci fa comodo, oppure ci sono interessi inverecondi nascosti che vogliono essere tutelati dai poteri forti ed altre condizioni che vedano insieme le istituzioni! È un fatto gravissimo! È inutile che si parli della rotabile, è inutile che si parli della dorsale ferrata se non si capisce che non sono neanche 120 milioni di euro che risolvono il problema, ce ne vogliono almeno sette volte tanti per poter far funzionare degnamente questa ferrovia sarda, con tutte le sue diramazioni! E perché vi dimenticate, a proposito di turismo, di mettere le ferrovie che potrebbero dare un richiamo turistico serio per le zone interne, collegando quelle zone disagiate e collegando la stessa Ogliastra, il trenino verde? O volete ancora una volta che i sindaci vengano qui a protestare, e chi è operatore di quelle zone, che ha fame, che ha difficoltà?
Se è vero che qui abbiamo avuto dei danari, e ne abbiamo oggi di aggiuntivi, non avremmo la gente che ha il problema del lavoro, non avremmo quei tanti disoccupati che in Sardegna sono ormai tantissimi e che qui reclamano quasi tutti giorni per chiedere lavoro. Se avessimo tutte quelle risorse probabilmente non avremmo difficoltà a risolverlo.
Ma, Presidente, voglio anche ricordare che i Riformatori - così dò una risposta al presidente Pigliaru - hanno presentato una mozione su questo tema, allora lì lei può replicare, Presidente, oggi lei non può replicare perché non è consentito per Regolamento, ma ne discuteremo in altra circostanza perché non si può esaurire l'argomento delle entrate così. Ora, credo che sia invece molto più…
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Daniele Secondo Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO DANIELE SECONDO (SEL). Io mi ricordo che il Consiglio regionale nella seduta del 9 dicembre 2014, approvando il Programma regionale di sviluppo della Regione Sardegna 2014-2019, aveva indicato dei temi che erano quelli su cui noi dovevamo investire tutte le risorse possibili, non solo che provenissero dal patto per la Sardegna ma tutte le risorse che noi potessimo mettere a disposizione per risolvere le criticità e le emergenze della nostra regione, che sappiamo esistono, sappiamo che devono essere affrontate con una certa celerità perché sappiamo che sino ad ora le nostre popolazioni, soprattutto nelle zone interne dell'Isola, hanno delle gravi sofferenze. Si parlava di investire sulle persone, di creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese, di creare delle società inclusive del territorio, delle reti infrastrutturali e di tutto quello che abbiamo detto.
Si è parlato di "pacco" per la Sardegna, io credo che di pacchi in questi ultimi quarant'anni ne abbiamo visto tanti, e i nostri concittadini li hanno vissuti sulla propria pelle. Questo potreste anche definirlo un "pacco" però credo che non sia una narrazione, qui ci sono delle indicazioni con cifre precise che vanno a sanare situazioni e problemi atavici sui quali da mesi ed anni stiamo cercando di proporre soluzioni. Quindi questo non può essere considerato un "pacco", e l'intervento del Presidente non può essere tacciato come una narrazione, perché così non è. Ciò non significa che le risorse non siano comunque insufficienti, ma se risorse arrivano ben arrivino; non è possibile che una volta che si riesce comunque a chiudere un patto che è un patto serio, perché stiamo vedendo delle cifre scritte, che rispondono a numeri certi e non a diversi bilanci che abbiamo visto, bilanci falsi che andavano a mettere delle somme in capitoli e abbiamo visto che quelle somme nell'anno successivo non potevano essere spese. Qui si sta parlando di altro e non sta a me dirlo ma lo dicono i fatti. Diciamo anche che non abbiamo smesso di contestare al Governo nazionale il discorso sulla vertenza entrate, credo che lì si dovranno continuare a fare dei ragionamenti, credo che lì dovremo continuare a tenere alta, altissima l'attenzione e rispetto a quelli che sono i nuovi bisogni come diceva il presidente Floris ma i diritti della nostra Isola e su questo noi non faremo passi indietro non credo che neanche il Presidente voglia fare dei passi indietro. Se poi i fondi per il mezzogiorno erano rappresentati da cifre diverse che poi con l'andare del tempo sono diventati inferiori sicuramente non è responsabilità di questo Presidente di questa maggioranza. Evidentemente chi ha deciso di ripartire in maniera diversa non sta in questa sede, non sta in Sardegna ma sta da altre parti. È chiaro che il problema del mezzogiorno d'Italia è un problema insoluto, è un problema che ha necessità di grandi, grandissima risorse, è chiaro che i problemi della Sardegna non si possono risolvere con questo patto ma questo è un inizio, questo è una parte di un percorso che è stato avviato dall'inizio di questa legislatura, che sta cominciando a muovere i primi passi, che sta cominciando a dare i suoi primi frutti, perché tutto se andiamo a vedere accompagnata anche da una serie di riforme, che coraggiosamente comunque sono state portate avanti e sono state fatte e rispetto alle quali noi crediamo di poter incidere positivamente in quella che è la situazione dicevo atavica di una serie di criticità. Il Presidente sta parlando ultimamente del master plan per le zone interne, noi su questo crediamo tantissimo perché crediamo ed è sotto gli occhi di tutti che il problema vero della Sardegna sta nei problemi legati allo spopolamento, all'invecchiamento della popolazione, alla destrutturazione complessiva dei servizi di quei contesti e su questo dobbiamo agire e credo che agiremo immediatamente con il rilancio dell'azione programmatica della Giunta, con la prossima legge di bilancio regionale e con la massima attenzione a quelli che sono questi problemi che sono ben rappresentati e sono nell'agenda del Presidente della Giunta.
Però io dico non mi sembra il caso che oggi si facciano tante polemiche sulla presentazione di questo patto, che sicuramente non sarà la panacea di tutti i nostri mali, ma può essere un contributo importante rispetto alle aspettative che oggigiorno ci sono. Poi dico, si stava dicendo che probabilmente tutto non è stato condiviso da questa maggioranza, ma io credo che sui singoli interventi non tutto può passare attraverso la condivisione totale di tutti i 36 consiglieri della maggioranza. Io chiedo a nome mio, a nome del Gruppo che la massima attenzione sia posta su quei problemi che dicevo prima le zone interne e il lavoro soprattutto; è di questo che si ha bisogno per rilanciare l'azione programmatica di questa maggioranza e per dare quelle risposte in un territorio dove soprattutto a livello di disoccupazione giovanile abbiamo indicatori altissimi che sfiorano il 54 per cento, non possiamo esimerci da focalizzare la nostra attenzione, la nostra attività su questi temi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Christian Solinas. Ne ha facoltà.
SOLINAS CHRISTIAN (PSd'Az). Grazie Presidente, signore e signori della Giunta, colleghe e colleghi, signor Presidente della Regione, ho ancora ben chiaro l'esordio della sua Giunta in questa aula, si presentò come un nuovo corso per la Sardegna fondato sulla competenza, sulla professionalità e sulla sobrietà. Ebbene, Presidente, alla sua sobrietà istituzionale faccio oggi appello perché prenda le distanze dall'estetica beffarda e fuorviante di questo master plan per il sud non iscriva anche la nostra Isola, la nostra autonomia, la nostra dignità di popolo a questa farsa governativa, a questa soap opera da propaganda e scarsa sostanza. Io non credo che questo patto per la Sardegna possa essere la risposta al dossier Sardegna che la Giunta ha consegnato al Governo e non lo è nella forma e neppure nella sostanza e nei suoi contenuti. Non lo è nella forma perché questo patto non nasce come risposta al dossier Sardegna ma nasce inquadrato all'interno del master plan del sud e cioè nasce quando allarmato per l'anticipazione sul rapporto SVIMEZ del 2015 che parlava chiaramente di mezzogiorno alla deriva, di crescita inferiore a quella greca, di allarme povertà e di sottosviluppo permanente il Governo italiano prima con una famosa oramai consegnata ai media riunione insieme allo scrittore Saviano alla sede del PD il Presidente del Consiglio dei ministri annunciò otto patti territoriali per otto regioni del sud e otto per grandi città del meridione. Quindi una grande attività teatrale i cui protagonisti, volontari e involontari che siano, diventavano i Presidenti di quelle Regioni, i sindaci di quelle città. Io credo che questa nostra autonomia, questa nostra Regione non meriti di partecipare a questa scena quasi cinematografica.
E non lo è neanche nella sostanza, per i numeri perché nelle tabelle che sono state fornite in verità le risorse vere aggiuntive per il biennio 2016-2017, cioè i soldi che spenderemo davvero e che non saranno toccati da variazioni, perché diversamente dovremmo dire che sono veri tutti i bilanci con gli stanziamenti pluriennali che abbiamo sempre fatto, bene sapendo tutti noi invece che sono risorse programmatiche, intenti programmatici. E allora le risorse vere, aggiuntive rispetto al fondo di sviluppo e coesione già assegnato sono 8.614.553, perché l'impatto finanziario per gli anni 2016-17 di questo documento è di 285 milioni. E allora io ho ben presente perché ebbi l'onore e l'onere nel 2011 di fermare, per conto della Giunta regionale di allora il piano di azione coesione con l'allora ministro Barca, quel piano di azione coesione che era il papà di questo strumento prevedeva 340 milioni e quindi già rispetto a quello abbiamo perso per strada delle risorse e già nel piano di azione coesione del 2011, io ricordo perfettamente feci una grande battaglia sulla vicenda trasportistica. Chiedemmo e vennero iscritti, ci sono le deliberazione della Giunta regionale, 199 milioni per l'adeguamento delle reti ferroviarie; la riscoperta del ferro in Sardegna, inteso come reti ferroviarie chiaramente, è un concetto ben presente da anni, tutti siamo consapevoli e condividiamo e siamo con lei nel rivendicare questi interventi. Però io mi dico se risorse devono essere assegnate alla Regione Sardegna queste risorse devono essere libere, la Regione Sardegna deve poterle programmare come meglio ritiene non deve essere risorse che lo Stato utilizza per finanziare i propri enti, perché RFI, ANAS devono rientrare nei piani di ripartizione dei fondi nazionali non possono essere finanziate surrettiziamente dicendo che vanno ad incidere sul fondo di sviluppo e coesione delle Regioni, perché ANAS, per esempio, lo sa benissimo il Presidente e l'assessore Maninchedda idem, fino a non molto tempo fa nei suoi i piani di riparto di risorse sulla Sardegna metteva veramente niente. E abbiamo sempre finanziato noi con questi strumenti i bilanci di ANAS e di RSI. Allora io credo che un'operazione di verità sui conti vada fatta, rispetto al piano di azione coesione del 2011, passiamo da 340 a 285 milioni, e questo sicuramente non per una volontà politica di questa Regione, ma di fatto lo citava prima anche il presidente Floris, il fondo di azione e coesione, per il periodo di programmazione dal 2014 al 2020, sino al luglio del 2015 non è stato attivato, l'unica cosa che è stata fatta è stata una sua riduzione da 55 a 38 miliardi, e il differenziale, i 17 miliardi che sono stati sottratti, sono stati utilizzati come un bancomat per le più svariate attività in giro per l'Italia, con un'aggravante, che mentre il fondo di sviluppo e coesione obbliga il Governo italiano ad utilizzare l'80 per cento nelle regioni del sud, i 17 miliardi che sono stati sottratti hanno visto restituiti al Sud solo il 27 per cento. Quindi, c'è stato un depauperamento netto. Io credo che oggi non abbiamo grandi cose da festeggiare, se non forse l'ulteriore istituzionalizzazione di alcuni progetti importanti per la Sardegna all'interno di questa tabella. Però, andare a reperire risorse nuove che sono vitali, e in questo condivido l'analisi del presidente Pigliaru, significa probabilmente avere col Governo italiano, qualunque esso sia, di qualsiasi colore sia, un approccio forse un po' meno British, un po' meno accondiscendente, dialogante, chiamiamolo come meglio riteniamo, e decisamente più rivendicativo, perché non dobbiamo portare a casa solo i diritti che ci spettano, e che quindi sono già iscritti negli obblighi di ripartizione dei fondi, ma dobbiamo, su quel dossier Sardegna che meritoriamente avete presentato, e che io molto condivido, andare a prendere quelle risorse che debbano colmare un gap che questa regione ha in più rispetto a tutti gli altri, e che non si colma con misure ordinarie, serve un grande piano straordinario, serve portare a regime alcune voci che devono essere a disposizione per abbattere permanentemente gli svantaggi dell'insularità. Ecco, io credo che in questo sia indicativo ancora una volta, ho citato prima il rapporto Svimez, che ha dato origine al master plan per il Sud, il rapporto per l'anno successivo ci dice che nel Meridione c'è stata una ripresa superiore al centro-nord, fatte eccezioni alcune regioni. Le regioni che fanno eccezione, che crescono solo dello 0,2, rispetto all'1 per cento del resto del sud d'Italia, sono purtroppo la Campania, la Puglia e la Sardegna. E ci dà anche un altro dato, che i settori che hanno trainato la ripresa nel resto del Meridione sono settori che, purtroppo, non sono previsti negli assi strategici di questo patto per la Sardegna. Allora, io credo, Presidente, che va bene la sottoscrizione di un atto che è normale, tutte le giunte che hanno preceduto questa hanno sottoscritto piani di azione e coesione, patti, intese istituzionali, ma questo rientra nell'attività ordinaria di una Giunta e di una maggioranza. Oggi la Sardegna ha bisogno di un impegno straordinario, e crediamo che si debba mettere in campo tutti insieme un'azione più incisiva, crediamo che sul Presidente della Regione debba concentrarsi, se vorrà fare questo, un sostegno ampio anche di quest'Aula, ma non si può pensare che questo Governo italiano, questo Stato, che non ha mai regalato nulla a quest'isola, anzi ha sempre soprattutto più del dovuto, possa dalla mattina alla sera cambiare la propria impostazione e regalarci qualcosa che in verità non ci sta regalando, ma sta semplicemente facendo campagna elettorale, propaganda, con uno strumento che non ci da nulla, se non riconoscerci il minimo indispensabile dal punto di vista istituzionale.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Roberto Desini. Ne ha facoltà.
DESINI ROBERTO (Sovranità, Democrazia e Lavoro). Nel mio intervento cercherò di portare un po' di entusiasmo e di positività, così com'è nel mio carattere, a quest'Aula, che in questo dibattito è un'Aula un po' stanca, un po' distratta, e anche non molto partecipata alla discussione. Cercherò di mettere in evidenza, al di là di quelli che sono gli aspetti prettamente, i dati statistici delle cifre e degli interventi, di mettere in risalto l'aspetto che secondo noi è quello più importante. Partiamo da un aspetto prettamente prima di tutto temporale, il 28 maggio del 2015 il presidente Pigliaru consegna al premier Renzi in quel di Olbia un dossier sulla Sardegna. Al di là dell'aspetto personale, perché il 28 maggio è il giorno del mio compleanno, quindi già questo dossier parte bene, Presidente, per quanto mi riguarda, c'è un aspetto fondamentale, e cioè l'approccio che cambia. Questo è il primo Governo regionale nella storia della Regione autonoma della Sardegna che dice che l'insularità, che è quella di essere l'isola, lo rivendica, è una constatazione oggettiva, e per questo rivendica quello che è un suo diritto. Questa è la vera battaglia politica, ed è questo che ci differenzia, ci caratterizza, ed è il motivo per il quale noi condividiamo questo tipo di impostazione che il presidente Pigliaru ha dato. Non c'è più un confronto con il Governo al rialzo, non c'è più un confronto con il Governo da cappello in mano, non c'è più un confronto con il Governo in cui ci dicono: vi diamo questo, però dovete farvi carico della sanità, vi riconosciamo questo, ma dovete farvi carico della continuità territoriale. E soprattutto, non voglio dare un taglio polemico, ma condivido pienamente quanto dice un collega del centrodestra che mi ha preceduto nell'intervento, quando dice che noi vorremmo che tutti i sardi possano arrivare nel continente pagando soltanto 50 euro, lo sottoscriviamo subito. Ma chi è che ha esteso la continuità territoriale anche ai non residenti? Chi è stato? E allora, quando ci confrontiamo su questi temi, dobbiamo avere la correttezza, a mio avviso, e anche l'onestà intellettuale nell'approcciarci, anche perché i problemi che sono stati i tre punti cardine, la continuità territoriale, il trasporto su ferro e l'energia, sono i tre punti cardine sui quali noi dobbiamo costruire la nostra Isola. Ma per costruire la nostra Isola noi dobbiamo cambiare soprattutto atteggiamento, dobbiamo cercare di toglierci di dosso quest'aria disfattista, questo continuo piangerci addosso, questo continuo criticare, sempre questo continuo vedere gli aspetti negativi. Abbiamo il coraggio, la determinazione e la lungimiranza di cambiare questo atteggiamento, ne abbiamo tutte le capacità, abbiamo tutti i requisiti, ed ecco dove la politica deve cambiare, ecco dove la politica ha il dovere morale, istituzionale nei confronti dei nostri amministrati di cambiare questo atteggiamento. Sicuramente, non cambieremo il nostro Paese, ma abbiamo il dovere e soprattutto l'obbligo, come dicevo prima, morale, sia come rappresentanti istituzionali, ma anche come genitori, come padri dei nostri figli, di cercare di invertire questa rotta, e ci sono le condizioni. Tutto questo però non si può fare così come è stato puntualmente riportato nella premessa, e su questo, presidente Pigliaru, ne condividiamo lo spirito, non si può fare assolutamente tutto questo con una concertazione e una condivisione di tutte le istituzioni, sia a livello locale, regionale che nazionale, perché spesso sono stati sottoscritti patti, spesso sono stati sottoscritti protocolli, spesso sono stati sottoscritti intenti che poi è stato difficile mettere in pratica. Perché? Perché molte volte, come diceva il collega Solinas, facevano parte del libro dei sogni. Ma questa volta, per la prima volta, badate bene, per la prima volta, siamo stati noi Governo regionale a dire quelle che erano le reali esigenze, quello di cui hanno bisogno i nostri cittadini, quello che noi viviamo tutti i giorni quotidianamente, quelli che sono i nostri limiti, le nostre difficoltà. E non è che siano stati gli altri a dirci quello che ci avrebbero riconosciuto nella maniera più assoluta. Però, cari colleghi, e mi rivolgo a tutto il Consiglio regionale, ma a maggior ragione noi che abbiamo responsabilità di Governo, non possiamo minimamente abbassare la guardia, perché se è vero che abbiamo sottoscritto questo Patto per la Sardegna, e il presidente Pigliaru e il premier Renzi, noi dobbiamo assolutamente monitorare, noi dobbiamo assolutamente vigilare e controllare che questo patto venga realizzato veramente, anche perché troppe volte abbiamo sottoscritto dei documenti che poi si sono rimasti tali. E allora è arrivato il momento veramente e concretamente di realizzare le cose. Io e noi del Partito dei Sardi crediamo in questa sfida, ci crediamo tanto, anche perché riteniamo che questo approccio che c'è stato da parte del Presidente, che è vero che lo firmano due persone fisiche, ma sono due rappresentanti istituzionali, il Presidente della Regione e il Presidente del Governo, però quelle due persone, le due Istituzioni non possono assolutamente mettere in atto questo percorso se non c'è la massima collaborazione, al di là anche di quelle che sono le appartenenze politiche e le diverse opposizioni di ciascuno di noi. Non perdiamo quest'occasione, cogliamola, e mettiamo in campo tutte le energie, tutte le intelligenze, tutte le capacità di cui disponiamo. E così come spesso dicono… qua c'è qualche collega maratoneta, qualche podista, dicono che le maratone si corrono 30 kilometri con le gambe, 10 kilometri con la testa, 2 con il cuore e 200 metri con le lacrime agli occhi. Allora, prendiamo esempio, come spesso fa lo sport, che è una palestra di vita, prendiamo esempio da questi principi e cerchiamo di metterli in pratica nella politica e nell'attuazione di questo Patto che sicuramente gioverà ai nostri amministrati, ai sardi e soprattutto ai nostri figli. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gianluigi Rubiu. Ne ha facoltà.
RUBIU GIANLUIGI (UDC Sardegna). Invito gli amici presenti, i colleghi stasera di andare alla ricerca del termine corretto di "patto". Nella Treccani il termine patto, dal latino pactum, significa fare la pace. E scritto nel dettaglio, spiegando meglio cosa si intende per questo termine patto, è l'accordo fra delinquente e offeso per il riscatto della vendetta. Da ciò la regola che l'azione di furto o di ingiuria si estingue per factum; mai titolo è stato più appropriato. Non voglio utilizzare il termine su chi è il delinquente o chi è l'offeso, lascio a voi la fantasia di capire, ma una cosa è certa, abbiamo a che fare con uno Stato patrigno, uno Stato che non intende certo rispettare quelle che sono le specificità di un popolo, un popolo che si differenzia dagli altri con reali problemi oggettivi. Nella relazione di questo così chiamato patto, da questo momento mi viene anche difficile chiamarlo così, visto che si tratta di un accordo fra delinquente e offeso, finalmente emerge un fatto nuovo. Perché ironicamente utilizzo questo termine? Il fatto nuovo è che finalmente ci siamo resi conto che la Sardegna è un'Isola, perché sino ad oggi non è stata trattata, almeno in termini di ragionamento, con questa visione, perché se la Sardegna è un'Isola, abbiamo sicuramente delle difficoltà oggettive, delle difficoltà di mobilità, abbiamo delle difficoltà di essere uguali agli altri. E allora che tipo di patto possiamo fare con chi ci ha offeso e con chi ci offende continuamente? Possiamo fare il patto di rivendicare il nostro diritto alla mobilità. E parlare oggi di rallegrarci perché abbiamo raggiunto 120 milioni di euro per la continuità territoriale, ahimè, possiamo solo dire che forse ci avviciniamo ai 130 milioni che la Corsica riceve dalla Francia, ma li sono 350.000 residenti, qui siamo 1.600.000, quindi c'è qualcosa che non torna. Ma li nel frattempo hanno costituito la flotta navale corsa, quindi significa che o sono più bravi di noi, oppure sono riusciti in qualche modo a far valere le loro ragioni anche nei confronti di un Governo che non è sicuramente vicino alla nostra Isola gemella. I trasporti sono per noi la madre di tutte le nostre difficoltà, la madre di tutte le nostre battaglie. Dai trasporti passa il rilancio della nostra economia, della nostra crescita, del nostro sviluppo. Il patto quindi, come ho detto in premessa, è un accordo tra noi e il Governo, perché il Governo deve far pace con noi, quindi non è una concessione alla Sardegna, così come ha fatto fino ad oggi con questo rapporto di subalternità, ma deve essere una situazione reale. Con questo Patto abbiamo fatto un passo indietro, un grosso passo indietro, perché negli anni 80, e parte degli anni 90, la Sardegna si è confrontata con lo Stato, con lo Stato patrigno, con intese istituzionali tra forze politiche, non il Presidente della Regione che fa l'accordo, fa il patto, così chiamato, con il Presidente del Governo nazionale, ma con le forze politiche istituzionali. Questo è in realtà quello che è venuto a mancare in questa occasione, dove non c'è stata concertazione con le comunità, e da questi banchi si è appreso che non c'è stata concertazione neanche tra il Governo regionale e la stessa maggioranza. Quindi i problemi strutturali, le promesse non mantenute ci fanno pensare che questo Patto sia l'ennesimo "pacco", così chiamato dal presidente Floris, a cui oggi rubiamo un po' tutti la battuta, inoltre che sia stato messo in piedi con soldi virtuali, senza risorse precise e definite. Nell'obiettivo del Patto ci sono degli appuntamenti che sono indubbiamente a lunga scadenza, non sono immediati. Siamo ancora in alcuni casi alla progettazione definitiva, o siamo al completamento di alcuni studi, un Patto, così chiamato, il famoso Patto… quindi fare la pace, tra un Governo che deve in qualche modo cercare di rimettere ordine al rapporto con la Sardegna, per dare la possibilità alla Sardegna stessa di uscire da questa crisi, che indubbiamente, ma mano che passano gli anni è sempre più difficile, è sempre più complicata, una crisi del lavoro, e in alcuni casi sta diventando una crisi indubbiamente sociale. Il patto che prevede un accordo dal 2014 al 2020, mentre siamo ormai al 2016, che è bello che andato, ritengo che sia un Patto irrealizzabile, un Patto che potrà dare alla luce i suoi primi fatti concreti probabilmente tra uno o due anni, e comunque non riuscirà in questo mandato non solo a concludere, ma neanche a avviare le grandi opere previste. Grandi opere che ovviamente siamo tutti d'accordo, perché parlare della metanizzazione della Sardegna è un elemento importante, parlare delle istruzioni di alta qualità, della viabilità, delle strutture e infrastrutture, delle elencazioni delle strategie, le strategie riterrei dell'odio, è chiaro, ma ci mancherebbe altro, deve essere tra i nostri obiettivi. La preoccupazione maggiore è che questo patto rivanga ancora una volta semplicemente un'elencazione di opere, un'elencazione di promesse. Presidente, io ho l'obbligo di darle fiducia, ho il dovere morale nonostante non faccia parte di questa maggioranza perché dobbiamo crederci, dobbiamo far sì che anche questo ultimo tentativo che lei ha messo in piedi si debba percorrere, è inutile che continuiamo, io non voglio neanche far parte di quella categoria di persone che criticano, come direbbe Totò, a prescindere, quelle che sono anche le impostazioni della progettazione che è prevista nel patto. Io però la invito, così come correttamente indicato nel termine, a chiedere al Governo che faccia la pace con i sardi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
COCCO PIETRO (PD). Presidente, io credo che noi tutti dovremmo tenere un profilo, come si dice in questi casi, abbastanza composto, sia coloro che rappresentano la maggioranza, sia coloro che rappresentano la minoranza perché noi parliamo di numeri, non è che parliamo di cose che ci dobbiamo raccontare in maniera diversa e io di numeri sparati un po' a caso ne ho sentito più dai banchi che provengono dal centrodestra, oltretutto molto contraddittori tra di loro, che da quelli del centrosinistra. Noi abbiamo predisposto, è stato già detto dai colleghi che mi hanno preceduto negli interventi, a seguito di un dossier presentato dalla Regione Sardegna attraverso il Presidente ad Olbia durante l'incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri, in cui abbiamo posto in rilievo e in risalto il gap infrastrutturale della nostra Isola, a cominciare da quello dei trasporti, ma tutto ciò che riguarda l'insularità della Sardegna che crea i problemi, che li amplifica. Disagi naturalmente cronici, storici, che non appartengono a una maggioranza o a un'altra, ma che appartengono a un'Isola che non è stata capace negli anni di trovare una soluzione adeguata ad un problema che certo affligge la nostra Isola. L'approccio sistematico che viene messo in piedi è quello del vittimismo. Badate, colleghi, il vittimismo non ha mai portato da nessuna parte. L'altro approccio è quello dei guerrieri che tutte le volte intervengono nell'Aula a dire che bisogna essere più rivendicativi nei confronti del Governo. Noi abbiamo seguito una strada molto semplice, quella di un raccordo con il Governo per cercare di strappare più di quanto è possibile strappare rispetto alle cose che fino ad oggi sono accadute e così abbiamo messo in piedi il cosiddetto patto per la Sardegna, poi che la Treccani dica una cosa o che un altro dizionario dica un'altra cosa francamente non ce ne frega proprio nulla, è un accordo tra Governo regionale e Governo nazionale attraverso le sue massime espressioni, il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione, che hanno trovato un accordo per dire alla Sardegna: noi ti diamo in questa fase, Regione Sardegna, 2 miliardi e 900 milioni di euro. 2 miliardi e 900 milioni di euro sono quisquilie, poi potevano essere 4, 5, magari, ma certamente! Questa non è la conclusione di un percorso che ci vede assieme nel trovare soluzioni, questo è l'inizio di un percorso, se vogliamo l'inizio di un percorso che è stato messo in piedi in questi anni perché in due anni e mezzo il raccordo con lo Stato è stato chiosato in diverse altre iniziative, a cominciare dal pareggio di bilancio, dalla vertenza entrate che si sta concludendo e poi vedremo la questione anche degli accantonamenti di cui parleremo anche in maniera più dettagliata prossimamente, anche magari in occasione della discussione della legge sulle agenzie delle entrate. E così ancora abbiamo fatto l'accordo per quanto riguarda la questione del patto per la Sardegna di cui oggi stiamo discutendo.
Cosa dice il patto della Sardegna? Ci sono interventi che vanno suddivisi in diversi fondi: in particolare infrastrutture, bonifiche e metano. Questi sono i tre punti su cui si interviene, le linee direttrici sulle quali incanalare i denari attraverso diversi interventi che devono essere fatti. Si è detto anche qua: "Ma questi, badate, sono finanziamenti ordinari, non c'è niente di straordinario, i cosiddetti fondi di coesione e sviluppo che abbiamo siglato anche nel passato raccontano di una storia che la Sardegna già conosce e per i quali i finanziamenti sono previsti". Certo, infatti noi siamo andati oltre i fondi di coesione e sviluppo, abbiamo detto che ci deve essere una storia nuova tra noi e lo Stato, fra noi e il Governo nazionale, al di là dei colori di chi lo rappresenta, ma è chiaro che se c'è sintonia tra chi amministra la Regione e tra chi amministra il Governo nazionale dobbiamo vergognarci di questo o dobbiamo sfruttare la possibilità di avere un rapporto privilegiato, normale, se non privilegiato con il Governo? Io credo che sia abbastanza nelle cose. Ci sono stati altri periodi in cui il Governo regionale aveva un rapporto privilegiato col Governo nazionale e non mi pare che i risultati siano arrivati, nonostante potevano essere messi in piedi vertenze, comprese quelle delle quali discutiamo oggi. Non mi risulta neanche che fossero abbastanza magnanimi nei confronti degli allora governanti che oggi sono all'opposizione, che certo non facevano a sfida per dire al Presidente del Consiglio dei Ministri di allora che bisognava rivendicare nei confronti della Sardegna chissà che cosa. Non c'era nulla di tutto questo, non lo dico per polemizzare, lo dico per raccontare i fatti così come sono andati e come oggi ci troviamo a viverli.
Un'altra questione della quale questo Governo ha discusso con lo Stato è quello anche delle servitù militari, nonostante le piccole cose su cui si specula, però si è messa in piedi la seconda conferenza nazionale dopo 30 anni per abbattere un pochino la presenza delle servitù militari nella nostra Isola. Un protocollo anche in quel campo è stato siglato dopo 30 anni di immobilismo rispetto a vicende che certamente segnano pesantemente la storia della nostra Isola. Che cosa dice questo patto della Sardegna? 2 miliardi e 900 milioni di euro, 2 miliardi e 900 milioni di euro per mobilità, sanità, istruzione, servizio idrico, politica territoriale e governance. Sono cose concrete che declinano i tre punti principali su cui ho detto che vengono messe in piedi le risorse. L'altro miliardo di euro per i trasporti, l'Anas, la continuità territoriale e il metano. Sul metano si è detto anche se è una storia che noi conosciamo, abbiamo messo risorse per realizzare le reti, le 36 reti dei bacini che fanno parte della nostra isola in gran parte completate ancora da chiudere. Stiamo dicendo che mettiamo in piedi per la Sardegna la possibilità di avere il metano, che è una fase di transizione verso le energie rinnovabili a cui noi dobbiamo guardare, sapendo bene che il futuro deve stare alle spalle e dobbiamo guardare con prospettiva al futuro per i prossimi anni, per i prossimi decenni il metano può rappresentare per l'unica Regione d'Italia nella quale non esiste il metano dobbiamo realizzare la dorsale, ci sono delle risorse messe a disposizione. Dice: "Ci spettano". Ma per quale ragione non sono state messe prima queste risorse a disposizione? Per quale ragione non sono state utilizzate prima le risorse per fare gli investimenti? A quest'ora avremmo avuto il metano sottomano. Anche qui bisogna evitare di dire cose che non stanno né in cielo né in terra e questo lo dico tra parentesi perché c'entra poco con la discussione, ma la finanziaria del Governo nazionale non prevede assolutamente che il gas per le famiglie costi più di quello che costava fino a poco tempo fa, perché in realtà costa meno e i numeri vanno raccontati per quello che sono, non per quello che ci piacerebbe che fossero. Bisogna raccontare la verità per le cose che sono e non per quelle che ci piacerebbero che fossero e quindi piegare i numeri a nostro piacimento.
Altra questione, sempre sul tema, il rapporto tra Stato e Regione. Io credo e questo è ovviamente una mia posizione come quella di tanti, io spero anche di maggioranza prossimamente il 5 di dicembre si voterà per un referendum. Io sostengo le ragioni del sì e una delle ragioni del sì che mettono in piedi la questione del referendum è il fatto che noi avremo la possibilità di dire, attraverso questo, che ci sarà un Senato delle Regioni nel quale Senato delle Regioni anche la Sardegna potrà contare delle persone che andranno lì, consiglieri regionali, un sindaco in questo caso che potranno essere lì non con il cappello in mano, ma a rappresentare le vicende e le richieste della nostra Isola, non con un atteggiamento di sudditanza, non come si dice con il verbale e con i documenti in mano, ma lì a rivendicare la possibilità di dire le nostre cose. Credo che vada fatto e le occasioni capitano poche volte e quando capitano bisogna essere capaci di coglierle e bisogna ragionare sul merito, non schierarsi a prescindere facendo i tifosi, perché facendo i tifosi non si va da nessuna parte. Anche in questo caso sulla questione del patto della Sardegna siete tifosi, non vedete il merito, non potete non dire perché non si può non dire che è un risultato importante che viene messo in piedi, perché risorse di quasi 3 miliardi di euro sono una cifra rilevantissima per la nostra Isola, magari fossimo capaci di spenderli subito. Ecco, noi a questo dobbiamo guardare, Presidente, noi dobbiamo guardare alla capacità di mettere in piedi progetti su ogni settore su cui abbiamo messo le risorse, dobbiamo essere capaci di spenderli subito, dobbiamo essere capaci di vigilare, così come è giusto che venga fatto per risorse così importanti per la nostra Isola e dovremo essere capaci di farlo rapidamente per poter dire, perché ognuno di noi fa politica perché gli piace fare politica, gli piace rappresentare gli interessi e le comunità che intende rappresentare e se noi ci presentiamo con una chiusura tra le cose di questi 2 miliardi e 900 milioni di euro che sono l'inizio di un rapporto con il Governo, con lo Stato (governiamo noi adesso, speriamo di governare anche dopo se saremo capaci di dire che le cose che facciamo le facciamo bene) se le traduciamo in opere concrete faremo una grande cosa per l'Isola con tutte le cose che lei ha elencato e con le cose che sono previste nel patto credo che ci potranno essere ottimi risultati. Lo dico senza grande enfasi, lo dico raccontando i numeri perché di questo dobbiamo parlare, senza far finta che i numeri sono altri, senza raccontare storie che non esistono, senza raccontarci ancora una volta la questione della falsa autonomia di cui tutti ci si riempie la bocca, poi queste autonomie stanno finendo perché se non passa il referendum per stare al referendum sulle autonomie speciali, le regioni speciali spariscono completamente, noi dobbiamo difendere la nostra autonomia, ci sono strumenti che ci danno la possibilità di farlo, altrimenti saremo qui soltanto a versare le lacrime di persone che non hanno riflettuto sul proprio futuro ma hanno scelto di schierarsi piuttosto che riflettere.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS PIETRO (FI). Abbiamo finalmente capito le ragioni di una sorta di remora del Presidente della Giunta regionale a riferire in Aula sul contenuto del patto. Certamente è in ritardo, gliel'hanno anche ricordato esponenti della sua maggioranza, ed è questa una delle ragioni dell'imbarazzo che abbiamo colto proprio negli interventi di alcuni esponenti della maggioranza, imbarazzo misto anche ad un'altra circostanza che non può essere sottovalutata perché come molti hanno ricordato, patti, accordi, intese se ne sono firmate tante nel corso di questi decenni però è sempre vero, Presidente, che c'è stato un dibattito consiliare prima della sottoscrizione di un patto con il governo nazionale. Un confronto all'interno di questo Consiglio che avrebbe dato a lei qualche spunto e qualche consiglio in più e sicuramente le avrebbe dato anche maggiore forza nel confronto con il governo nazionale. Tutto questo è assente, lei ha fatto delle comunicazioni, noi le abbiamo ascoltate, oggi sulle sue comunicazioni si è aperto il dibattito sul quale mi consenta, Presidente, ho ben chiara una visione e cioè io non so quanta consapevolezza o quanta inconsapevolezza nel sottoscrivere un patto che è ed è stato lo strumento del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi sull'orlo di una evidente crisi di consensi conclamata che gira l'Italia dall'alto in basso a firmare patti che sono patti patacca perché impegna risorse che non sono sue ma che sono già di pertinenza delle regioni. Sarebbe bastato che lei avesse fatto Presidente quello che fece allora il Presidente della Regione Puglia che con chiarezza gliel'ha detto: "Tu non vieni a casa mia a dettarmi il compitino di come spendere le risorse!" E la Puglia non è una regione autonoma, ad autonomia speciale come la Sardegna, è una delle regioni ordinarie ma ha avuto la capacità, la forza di rispedire al mittente un patto patacca. Perché ragionare con le risorse che sono già nostre è troppo semplice e allora ecco perché io davvero sono sorpreso e meravigliato soprattutto nel sentire alcuni interventi e soprattutto di quell'ala della maggioranza cosiddetta sovranista che applaude, ho sentito il Capogruppo del partito dei Sardi, io sono sconcertato, ve lo dico veramente con senso politico che in questo momento mi sarei aspettato come ha fatto il vostro leader in un primo momento, sarà che probabilmente forse o non comunicate fra voi stessi o uno fa il saggio e s'ateru fachet su maccu però una cosa io non riesco ancora a capire che senso a parlare di sovranismo, di sardismo, quando si fanno non cose così, un patto col Governo Renzi, quando si firma con il Governo italiano un patto di questa portata dove non c'è nulla che viene dato in concessione ai sardi, nulla che viene regalato, nulla che viene dato in più rispetto a quelli che sono i nostri diritti. E allora si dice: "Ma come, abbiamo fatto un bel patto, poi andate a leggervelo", perché guardate io sono rimasto sconcertato. In questi giorni proprio l'assessore Maninchedda ha portato alle cronache il problema che molti amministratori stanno agitando delle risorse idriche; sapete che cosa si dice per le risorse idriche che è un problema sentito in Sardegna, qual è la preoccupazione del governo Renzi? Che per quanto riguarda la realizzazione degli interventi in materia di governo e gestione della risorsa idrica deve essere data massima priorità! Voi penserete all'irrigazione dei campi, all'acqua potabile che deve arrivare nelle case dei sardi, pulita possibilmente, no, ma a quegli interventi che risolvono procedure di infrazione alle direttive comunitarie sulle quali siano state emesse sentenze. Ecco la risorsa idrica come viene citata, Presidente in questo patto, ma è solo per fare un esempio, un esempio come quello che individua in Invitalia il gestore delle risorse e l'attuatore dei programmi, e potrei continuare con questi esempi dove c'è chiara, chiarissima la esautorazione veramente sistematica del ruolo e delle funzioni del governo sardo. E allora altro che non parlare di autonomia come dice il Capogruppo del PD, altro che, voi siete per il livellamento e questa è la vostra scelta, e questa è la ragione per la quale siamo sempre più convinti di votare no a questo referendum anche perché se la difesa delle ragioni della Sardegna devono passare attraverso gli interventi che abbiamo sentito in questo Consiglio regionale, scusate, io penso che oggi non abbiamo fatto e non abbiamo dato un buon esempio di come i rappresentanti del Consiglio regionale possano andare ad occupare i seggi nel Senato perché questo è stato soltanto un servigio che avete voluto rendere al Presidente del Consiglio Renzi e non alla Sardegna. E allora ecco perché noi non ci stiamo a contrabbandare come nuove risorse che appartengono già ai sardi. Perché vedete, noi abbiamo esaminato attentamente il prospetto, abbiamo esaminato attentamente il prospetto e tutte le risorse guarda caso sono risorse già assegnate con precedenti programmi oggetto di accordi di programma, di APQ, di PON, abbiamo visto le risorse rivenienti dal fondo sociale di coesione che sono la stragrandissima parte, quelli per il settennio 2014-2021 ma che non vengono riconosciute come risorse in più, sono le risorse che la precedente Giunta aveva già avviato nell'interlocuzione con il ministro Barca come ricordava qualcuno e l'Unione europea. Di che cosa andiamo a vantarci Presidente? Ecco io su questo le chiedo sobrietà nei toni, sobrietà perché non dobbiamo enfatizzare ciò che non c'è perché poi si crea un'aspettativa incredibile, si crea l'aspettativa cioè di chi pensa che domani chissà avremo porti, aeroporti, strade, avremo chissà che cosa, e tutto questo non c'è Presidente. Ma non c'è neanche in una prospettiva immediata perché quello che c'è e che si nota è ancora la logica dello stanziamento, è la logica dello stanziamento questo sì, la logica dello stanziamento, ma non si parla in termini di cassa. Tutto questo voi lo sorvolate, voi fate finta che questi problemi non esistano, siete contenti, sovranisti siete contenti? Continuate ad essere la stampella veramente di Renzi che viene in Sardegna e che vi detta il compitino, questa è la verità. A me dispiace perché so che ci sono persone intelligenti, brave, capaci, però la realtà è questa e non la potete mutare. E allora ecco perché colleghi, non è per partito preso, presidente Pigliaru, ma perché questa è la realtà, ed è significativo che in quel programma sulle infrastrutture che avete allegato al patto non ci sia neanche un intervento per le zone interne. Questa è l'altra vergogna, perché non c'è neanche un intervento che riguardi le zone interne. E anche su questo, presidente Pigliaru, mi smentisca, mi dica che c'è intervento, che avete inserito un'opera, perché io non ne ho trovato. E siccome queste ormai le hanno anche gli organi di stampa, io penso che non si possa dire e che non si possa affermare il contrario.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.
PIGLIARU FRANCESCO (PD), Presidente della Regione. Grazie anche per la possibilità di dare una replica. Sarò veloce. C'è un articolo che gira in questo momento per il mondo, che si occupa di politica, e che dice: "Questi sono tempio di politica post fattuale", cioè di una politica che tende ad ignorare i fatti. È quello che sta succedendo e nel mondo se ne parla molto, c'è un grande dibattito su questo punto. Direi che oggi abbiamo visto un bell'esempio, soprattutto in molti interventi della minoranza di questa politica post fattuale, la testardissima determinazione a non vedere i numeri, a non guardare i fatti, almeno nel momento in cui in questo momento i fatti sono dei numeri chiari. Comincerei con l'onorevole Floris, che non è ora presente, per ricordare che è inutile fare i calcoli col bilancino di quanti soldi sono stati dati sul FSC, cosa che è assolutamente fondamentale, ci torno tra un attimo, ma ignorando completamente quello che ho detto, magari ci sarebbe anche la cortesia dell'ascolto ogni tanto anche da parte dell'opposizione verso chi parla, ignorando completamente il dato fondamentale di cui ho parlato nel mio intervento, che i 1500 sono solo una parte delle risorse definite e sottoscritte in questo patto, e che in realtà non sono nemmeno la gran parte, perché sono meno della metà di quello che questo patto stanzia e identifica come risorse per la Sardegna. E quindi va bene parlare di 1500, ma in realtà si dovrebbe parlare di più di 3 miliardi che sono definiti e che sono iscritti in questo patto. E se parliamo di 3 miliardi allora le cose cambiano, il quadro cambia. Ma questo è esattamente quello che è stato continuamente, volutamente ignorato in molti interventi dell'opposizione. Allora ricordo ancora che ci sono i 1500, e però ci sono anche i 600 milioni sulle strade che hanno molto a che fare certo non soltanto con le coste e le città della Sardegna, onorevole Pittalis. Ci sono i 125 del ferrom che stanno dentro un quadro di 325 come ricordato, e anche qui c'è tutta la Sardegna, o almeno una parte molto importante della Sardegna che è interessata nell'investimento sul ferro di questo tipo. E i 400 milioni della dorsale, ho parlato a proposito di zone interne, il fatto che abbiamo assolutamente chiesto e ottenuto, chiesto con forza e ottenuto che si faccia la dorsale a carico del bilancio dello Stato per portare il metano in tutta la Sardegna, e per evitare che il metano arrivi solo nelle zone forti, dove c'è molta urbanizzazione, dove c'è molta concentrazione, lo vogliamo in tutta la Sardegna e quei 400 milioni arrivano esattamente per questo. Ci stiamo pensando eccome a tutta la Sardegna, basta leggere con un po' più di attenzione e con un po' meno di pregiudizi naturalmente. Poi ci sono ancora le risorse che ho detto che dovranno garantire che il prezzo del metano in Sardegna sia uguale a quello che pagano gli altri cittadini italiani, e questo vale un sacco di soldi, stiamo parlando di almeno un miliardo e mezzo, due miliardi in più aggiuntivi rispetto a quel calcolo col bilancino di quanti soldi ci arrivano sul FSC. E se vogliamo sapere quanti soldi ci arrivano sul FSC, parlando della programmazione della precedente Giunta, beh sappia che ci hanno lasciato sul tavolo il 10 per cento del FSC, e che noi con la nostra iniziativa, con la nostra determinazione l'abbiamo portato al 12,5 per cento, quindi abbiamo anche un 2,5 per cento di miglioramento in più, vorrei che qualcuno ce lo riconoscesse se è il caso, perché è un risultato di questa Giunta a fronte invece di una situazione nella quale si era arrivati a decidere che la Sardegna sarebbe arrivato soltanto il 10 per cento. Fatti, per combattere una politica post fattuale, e io questa battaglia la faccia fino in fondo. Voglio anche ricordare che nel 2007-2013 sono arrivati alla Sardegna, qui stiamo parlando di qualcosa intorno ai 3 miliardi e più, con questo patto nel 2007-2013 via FSC alla Sardegna quanto sono arrivati 10 miliardi? No, 2 miliardi, vi sembra un incremento da poco? Mi sembra un incremento estremamente importante, sono arrivati 2 miliardi e 1900 sono stati spesi nel 2007-2013. A me sembra un passo in avanti piuttosto importante. E vorrei ricordare anche che nel 2007-013 io non ho visto soldi per la continuità territoriale. Qualcuno li ha visti? Io non li ho visti. Facile dire, sì bisogna andare lì, qua, là, 50 euro, ma noi stiamo parlando dei soldi che non sono arrivati negli anni precedenti, e che adesso arrivano esattamente per dare una risposta ai sardi sulla continuità territoriale. Non mi pare ci fosse niente di simile nella vecchia programmazione, come non c'era niente sul metano per quanto mi riguarda, per quanto ricordò, per quanto so io!| E anche sul ferro, onorevole Solinas, magari c'era qualcosa, ma adesso quel qualcosa c'è nei contratti di servizio RFI, quindi non stiamo parlando di uno spicciolo, ma stiamo parlando di contratti di servizio. Fatemi ancora dire sull'insularità, ho sentito qualche spiritosaggine sul fatto che abbiamo scoperto che la Sardegna è un'isola. Non ci prendiamo in giro, ho detto una cosa molto diversa, ho detto ce l'insularità e lo sappiamo tutti, ma noi l'abbiamo calcolata, abbiamo calcolato quanto ci costa, l'onorevole Tunis ha parlato di 600 milioni all'anno, l'abbiamo calcolato noi una cifra del genere, ma ricordo che di quei 600 milioni 400 vengono dall'assenza di metano, e cosa stiamo chiedendo noi? Cosa stiamo ottenendo noi dal Governo? Esattamente il metano. Ci stiamo mettendo una pezza a quei costi dell'insularità. E questo definisce la rilevanza di questo patto, per chi non vuol essere generico, per chi non vuole dire cose pochissimo basate sui fatti, o sulla definizione seria ed esatta dei problemi, alla ricerca di precise e chiare soluzioni che esattamente ciò che abbiamo voluto fare noi. E anche qualcuno non vorrei sfuggisse un fatto di novità di questo patto, che non solo c'è l'FSC come sto dicendo tutto il tempo, ma c'è stata anche la nostra possibilità nel raccordo col Governo di entrare nella definizione dei contratti di servizio per la prima volta. Ci fosse l'onorevole Floris chiederei a lui se è mai successo di averlo fatto nel passato, di poter entrare nella definizione dei contratti di servizio di Anas e di RFI, sa che noi abbiamo fatto e che abbiamo fatto con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E a proposito di questo, onorevole Solinas, grazie perché lei non so quanto volontariamente ma ci aiuta a dire dov'è il punto, dov'è la differenza, non stiamo finanziando noi le opere di ANAS come invece sempre stato fatto nel passato, questa è tutta la differenza del mondo, perché qui noi abbiamo i contratti di servizio di ANAS che prevedono 435 milioni del contratto 2016 per la Sardegna, finanziati con la loro quota di risorse, non con la nostra, noi mettiamo ulteriori 162 sulle strade col FSC ma 435 vengono dal contratto ANAS. Mai successo nel passato? Non credo proprio. E in più ne prevediamo altri 495 nel contratto di servizio ANAS del 2018-2020. Questi sono fatti. Sempre per chiarire ancora qualcosa, chi decide? Ho sentito anche sulle decisioni, chi governa questa cosa? Ma leggetelo con attenzione. Articolo 5 comma 3: decide il Presidente la Regione pariteticamente con l'autorità politica per l'occasione, che si legge sottosegretario Claudio De Vincenti, siamo in due e decidiamo noi. E questo è l'unico caso in cui questa clausola è scritta in un patto per il sud. Voglio ancora dire che negli interventi molto i consiglieri sono vittima forse di una cosa scritta non benissimo da noi, o di una lettura non abbastanza attenta. Qualcuno ha interpretato il fatto che abbiamo scritto "risorse già assegnate FSC già assegnate per il patto" come se fossero risorse rivenienti da qualche programmazione, no, sono esattamente le risorse di cui stiamo parlando, quei 1500 milioni. Quindi magari ripassando, tornando indietro nel testo forse anche nei banchi dell'opposizione il punto di vista su questo potrebbe cambiare, se ci fosse stato un malinteso di lettura su questo punto. Ancora velocissimamente, 267 milioni sono la cassa, e dobbiamo anche correre, la cassa per il 2016-2017, siamo a ottobre del 1016, quindi in realtà 270 milioni da spendere, non da programmare, non da impegnare, da spendere entro il 2017 sarà un grande sforzo, dovremo lavorarci con molta determinazione per poterlo fare.
Infine, programmazione territoriale, lo dico all'onorevole Usula che diceva che non c'è molto per lo sviluppo locale: ci sono i 150 milioni della programmazione territoriale che sono lì per dare una importante mano allo sviluppo locale. È una cosa di cui parleremo, sono felice di poterne parlare anche in quest'Aula, quando saremo pronti con una proposta, infine quando tutto questo succederà, tutto questo succede, non stiamo parlando di cose vaghe, stiamo parlando di delibere CIPE e voi vi state chiedendo quando verranno adottate le delibere CIPE? Vi do una notizia, dovreste saperlo, le delibere CIPE sono state approvate l'11 agosto, delibera CIPE numero 25 e 26, e sono in attesa della bollinatura della Corte dei Conti, sono risorse vere, sono risorse che sono lì e che stanno per essere rese spendibili.
PRESIDENTE. Grazie Presidente, come da accordi la seduta è tolta, il Consiglio è convocato domani alle ore 11 con all'ordine del giorno il disegno di legge numero 254, norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi.
La seduta è tolta alle ore 20 e 20.