Seduta n.192 del 07/04/2011
CXCII SEDUTA
Giovedì 7 aprile 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente CUCCA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 17 febbraio 2011 (185), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gianfranco Bardanzellu, Michele Cossa, Rosanna Floris, Silvestro Ladu, Sisinnio Piras e Claudia Zuncheddu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 7 aprile 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione con nota del 30 marzo 2011 ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 3 e 7 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, concernente "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2011).
Comunico inoltre che il Gruppo consiliare "Comunisti - La sinistra sarda", con nota del 23 marzo 2011, ha informato di aver modificato la propria denominazione in Gruppo "Sinistra Ecologia e Libertà - Comunisti - Indipendentistas".
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE: Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Steri - Artizzu - Biancareddu - Cappai - Contu Felice - Obinu - Sanna Matteo:
"Modifiche alla legge regionale 25 novembre 1983, n. 27 (Provvidenze a favore dei talassemici, degli emofilici e degli emolinfopatici maligni)". (272)
(pervenuta il 29 marzo 2011 e assegnata alla settima Commissione)
Sanna Matteo - Contu Felice - Meloni Francesco - Murgioni - Peru - Diana Mario:
"Proroga dei termini di cui alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo)". (273)
(pervenuta il 5 aprile 2011 e assegnata alla quarta Commissione)
Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula:
"Azioni di rilancio delle politiche di riqualificazione e risanamento urbanistico e territoriale attraverso le società di trasformazione urbana (STU), strumenti di partenariato pubblico-privato". (274)
(pervenuta il 5 aprile 2011 e assegnata alla quarta Commissione)
Campus - Bardanzellu - Ladu - Locci - Petrini - Randazzo - Sanna Paolo Terzo:
"Modifiche alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo". (275)
(pervenuta il 6 aprile 2011 e assegnata alla quarta Commissione)
Annunzio di presentazione di proposta di legge nazionale
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge nazionale:
Giunta Regionale:
"Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) concernente la composizione del Consiglio regionale". (10/NAZ)
(pervenuta il 6 aprile 2011 e assegnata alla prima Commissione)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Zedda Alessandra - Piras - Contu Mariano Ignazio - Stochino, sulla concessione di un contributo per la realizzazione di un canile privato nel Comune di San Gavino Monreale alla Cooperativa COP". (147)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio, sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia". (252)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Vargiu, sui ritardi nelle verifiche di compatibilità ex articolo 8 ter del decreto legislativo n. 229 del 1999". (275)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, sulle vicende connesse alle strutture complesse di cardiochirurgia e di neurochirurgia della ASL n. 1 di Sassari". (334)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Meloni Valerio - Manca, sulla mancata nomina del direttore sanitario nell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari". (340)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula, sul numero dei medici di cui necessita il Sistema sanitario regionale della Sardegna". (363)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, sull'attivazione di un centro di medicina riabilitativa termale nel Comune di Benetutti". (391)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Cuccureddu, sulla necessità di garantire le risorse per gli stipendi alle società che prestano il servizio di vigilanza per la ASL di Sassari". (400)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, sulla grave insufficienza dei fondi regionali per le spese di trasporto degli studenti residenti nei comuni interessati dalla soppressione delle scuole dell'obbligo". (420)
(Risposta scritta indata 1° aprile 2011)
"Interrogazione Vargiu - Meloni Francesco, sulle anomalie del blocco delle assunzioni nella sanità sarda e sulla situazione delle graduatorie per operatore socio-sanitario (OSS)". (430)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Diana Giampaolo - Bruno - Espa, sul mancato reclutamento da parte dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari di farmacisti altamente qualificati idonei agli esiti di concorso pubblico e sull'affidamento dell'incarico dell'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT del comparto della farmacia ospedaliera a farmacisti non specializzati, di cui non è nota la graduatoria di selezione". (450)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Sanna Matteo, sulla procedura concorsuale riguardante l'assunzione a tempo indeterminato di 57 dirigenti alla Regione Sardegna". (491)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
"Interrogazione Uras - Diana Giampaolo - Zedda Massimo - Sechi - Cuccu - Espa, sulla situazione relativa ai lavoratori ex legge regionale n. 28 del 1984 ed ex progetti speciali, anche soci di cooperative, impegnati nella gestione dei beni culturali, delle biblioteche e degli archivi degli enti locali". (502)
(Risposta scritta in data 1° aprile 2011)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione PIRAS, con richiesta di risposta scritta, sulle clausole previste dal bando di Trenitalia Spa, relativamente alla gara a procedura negoziata per l'affidamento in appalto di interventi di manutenzione ciclica su carrozze doppio piano che escluderebbe la Keller di Villacidro". (544)
"Interrogazione SOLINAS Antonio - ESPA - SANNA Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui tagli ai punteggi dei progetti personalizzati della legge n. 162 del 1998, in particolare riferimento al caso dell'utente di Mogorella (OR)". (545)
"Interrogazione COSSA, con richiesta di risposta scritta, su criteri e modalità di concessione dei contributi per attività di spettacolo da realizzarsi in Sardegna - deliberazione della Giunta regionale n. 3/5 del 26 gennaio 2011". (546)
"Interrogazione STOCHINO - ZEDDA Alessandra - PIRAS - RANDAZZO - DE FRANCISCI, con richiesta di risposta scritta, riguardante l'efficacia e l'applicabilità del Piano urbanistico comunale di Cardedu". (547)
"Interrogazione COSSA, con richiesta di risposta scritta, sulla controversia in merito alla titolarità di alcuni terreni all'interno dell'area industriale portuale di Cagliari". (548)
"Interrogazione VARGIU, con richiesta di risposta scritta, sulla discriminazione dei laureati nel bando di selezione del CTM per Operatore qualificato d'ufficio". (549)
"Interrogazione BARRACCIU - CUCCA, con richiesta di risposta scritta, sulla violazione da parte della ASL n. 3 di Nuoro delle disposizioni in materia di mobilità intraziendale adottate con deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23 febbraio 2010". (550)
"Interrogazione ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, sull'installazione di un radar ad altissima frequenza nell'area di Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco". (551)
"Interrogazione PORCU - MORICONI, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione di personale per operatore qualificato d'ufficio indetta da CTM Spa". (552)
"Interrogazione COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'installazione nell'Isola di Sant'Antioco, in località Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area della ex stazione radio militare di Sant'Antioco, di un potente radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti". (553)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione BRUNO - URAS - SALIS - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sulla crisi libica e l'accoglienza di profughi nord africani, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (118)
"Mozione COCCO Daniele Secondo - SALIS - MARIANI sull'insostenibile situazione di abbandono e crescente degrado in cui da anni versano le strade della Sardegna ed in particolare la Carlo Felice". (119)
"Mozione URAS - CAPELLI - BRUNO - CUCCUREDDU - SALIS - AGUS - ARTIZZU - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - CUCCU - DIANA Giampaolo - ESPA - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SANNA Matteo - SECHI - SOLINAS Antonio - ZEDDA Massimo - ZUNCHEDDU sull'attuazione del programma di edilizia economica e popolare di cui alla deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (120)
Decadenza di consigliere regionale
PRESIDENTE. Comunico che, in data 31 marzo 2011, è pervenuta al Consiglio regionale la relazione di notifica della sentenza della Corte di Cassazione n. 6845/11 sul ricorso 17966-2010 proposto dal consigliere Pierluigi Caria avverso la sentenza n. 132/2010 della Corte d'appello di Cagliari.
La Giunta delle elezioni ha proceduto alle conseguenti verifiche e ha inviato, oggi 7 aprile 2011, la seguente comunicazione:
"Si comunica che la Giunta delle elezioni in data odierna, ai sensi dell'articolo 17 del Regolamento interno del Consiglio, ha esaminato la posizione del consigliere Pierluigi Caria in relazione alla sentenza della Corte di Cassazione n. 6845/11, con la quale viene dichiarata la decadenza dello stesso dal munus di consigliere regionale per ineleggibilità.
La Giunta, vista la citata sentenza e tenuta in considerazione la deliberazione del plenum del Consiglio in data 21 settembre 2010, con la quale veniva rimandata ogni decisione nel merito in attesa dell'adozione di sentenza da parte della Suprema Corte, nanti la quale il consigliere Caria aveva impugnato la precedente sentenza della Corte d'appello di Cagliari n. 132/10, con la quale veniva dichiarata la decadenza dello stesso dalla carica, ritiene pertanto di dover considerare il consigliere Caria decaduto dalla carica di consigliere regionale e, conseguentemente, individua, vista la documentazione agli atti, quale subentrante nella medesima carica, Elia Corda.
La Giunta ritiene, all'esito della relativa procedura svoltasi nella seduta del giorno 7 aprile 2011, di dover presentare proposta in tal senso al Consiglio, ai sensi e per gli effetti del precitato articolo 17.
La S.V. Onorevole vorrà considerare l'opportunità di proporre all'Assemblea, in considerazione dell'immediata esecutività della precitata sentenza della Corte di Cassazione n. 6845/11, la necessaria presa d'atto da parte del plenum."
A seguito di tale comunicazione, invito il Consiglio regionale a prendere atto dell'avvenuta decadenza dalla carica di consigliere regionale del consigliere Pierluigi Caria in esecuzione della citata sentenza della Corte di Cassazione.
Proclamazione e giuramento di un consigliere regionale
PRESIDENTE. Per quanto concerne la sostituzione del consigliere regionale Pierluigi Caria, sulla base della comunicazione inviatami dal Presidente della Giunta delle elezioni, proclamo eletto consigliere regionale Elia Corda.
Constatata la presenza del consigliere Elia Corda lo invito a entrare in Aula e a prestare il giuramento prescritto dall'articolo 23 dello Statuto speciale per la Sardegna e dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, n. 250.
Invito l'onorevole collega a presentarsi di fronte al banco della Presidenza.
Do lettura della formula del giuramento prevista dall'articolo 3 del citato DPR, dopo di che il consigliere Corda risponderà: "Giuro".
"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione autonoma della Sardegna.".
CORDA (P.D.). Giuro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo cinque minuti di sospensione. La prego di tener conto di questa richiesta.
PRESIDENTE. Io tengo conto della richiesta, onorevole Diana, però ci deve essere l'unanimità dell'Aula perché ci sono state numerose proteste per il ritardo dell'inizio dei lavori dovuto al Gruppo Democratico che era riunito.
Poiché non vi sono opposizioni, sospendo brevemente la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 54, viene ripresa alle ore 11 e 04.)
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per far notare alla Presidenza la mancata sensibilità nei confronti di un Gruppo politico che era riunito e le ha chiesto di poter rinviare di qualche minuto i lavori. Tra l'altro, non tutti i consiglieri erano ancora arrivati in aula e lei ha proceduto non solo con le comunicazioni, ma anche alla presa d'atto e al giuramento di un collega, non tutti i consiglieri hanno potuto perciò assistere al giuramento del collega Corda, per cui credo sia un atto di mancanza di sensibilità da parte di questa Presidenza.
Riteniamo che tutte le cose si possano fare, come ordinariamente si fanno in questo Consiglio, seguendo la prassi, seguendo anche una logica di correttezza istituzionale, dando la possibilità a tutti i consiglieri di partecipare ai lavori, ma crediamo anche importante, per questo Consiglio regionale, rispettare i lavori di un Gruppo politico che alcune motivazioni hanno indotto a riunirsi per una decina di minuti. Volevo farle notare questo aspetto, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le faccio notare che l'accordo prevedeva che il Gruppo del Partito Democratico fosse in Aula alle ore 11 e 40. La Presidenza ha iniziato la seduta perché c'erano numerose comunicazioni legate alle interpellanze, alle interrogazioni, alle proposte di legge presentate. Ho dato lettura della comunicazione della Giunta delle elezioni solo dopo che il Gruppo del Partito Democratico era in aula...
BRUNO (P.D.). Non tutti.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, le cose sono andate in questi termini. Il Gruppo del Partito Democratico era assente dall'Aula soltanto quando sono state date le rituali comunicazioni all'inizio dei lavori.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dello schema di "Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna in materia di finanza regionale", numero 3/XIV/A, relatore il consigliere Steri.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Steri, relatore.
STERI (U.D.C.-FLI), relatore. Presidente, oggi viene portata all'attenzione dell'Aula la bozza di norme di attuazione dell'articolo 8 a seguito delle note vicende. Non sto a ripeterle, sono nella memoria di tutti. Questa approvazione è un passo necessario per consentire, qualora il Governo non dovesse approvarle, il ricorso in Corte costituzionale. Come emerge dalla relazione, in sede di terza Commissione e prima Commissione sono stati sollevati dei rilievi raccomandando alla Giunta una serie di interventi che potrebbe consentire un miglioramento di queste norme di attuazione. Non sappiamo se tecnicamente, dato il rapporto con il Governo, sia possibile o meno, però bisogna stare attenti.
Anche se il Governo dovesse approvare le norme di attuazione dell'articolo 8, ripeto, fatto dovuto e necessario a seguito di tutte le vicende succedute, e dovesse essere emanato in tempi brevi il decreto legislativo, non è comunque un passo che chiude il conflitto con lo Stato. Il conflitto con lo Stato, per quanto riguarda il problema delle entrate, rimane ed è molto ma molto più ampio ed esteso. In prima Commissione, a titolo di esempio, abbiamo fatto dei rilievi alle norme di attuazione che trasferivano alla Regione le competenze sui gravi invalidi del lavoro perché, in queste norme di attuazione, peraltro riportando il testo di norme di attuazione del 2001, non veniva data certezza alla Regione che venisse versato dallo Stato alla Regione l'effettivo ammontare del costo per l'esercizio di queste funzioni trasferite. Non solo, come in tutti gli altri casi precedenti, non era neanche previsto che alla Regione dovesse essere attribuita quota parte delle spese dell'apparato amministrativo per l'esercizio di queste funzioni.
La prima Commissione ha ritenuto allora di chiedere l'audizione del Presidente per acquisire una relazione che, rispetto a tutte le funzioni trasferite, ci dia conto di quanto costano e di quanto ci rimborsa lo Stato. Questo è un altro capitolo da aprire, che ci porterà a una battaglia forte nei confronti dello Stato. Non stiamo parlando di briciole. Considerate che, solo le funzioni esercitate dal Corpo forestale della Regione, funzioni tutte di competenza dello Stato, ci costano oltre 40 milioni di euro all'anno. E' quindi evidente che questa battaglia non può limitarsi all'approvazione delle norme di attuazione dell'articolo 8.
Ma dico di più. Le recenti dichiarazioni del ministro Tremonti, sul fatto che vorrebbe istituire una zona franca a Milano, ci inducono ad alzare l'asticella del livello di conflitto con lo Stato. Non è assolutamente concepibile che, in questo momento, a una Regione che ha già avuto enormi vantaggi con le norme sulle federalismo fiscale vengano dati ulteriori vantaggi, mentre invece alla Sardegna non ne venga dato alcuno. Però ci teniamo le servitù militari con tutti gli oneri, con tutte le conseguenze, e non ci indennizzano! Questo è assolutamente inaccettabile!
Non voglio parlare contro l'unità dello Stato, però voglio che lo Stato sia effettivamente solidale, che lo Stato dia e riconosca alla Sardegna tutto quello che le compete, anche per diritto storico e per diritto morale. E' totalmente inaccettabile e ingiustificato il comportamento del Governo. Ciò nonostante, nel tentativo di fare un piccolo passo avanti, dovremo approvare queste norme di attuazione.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione per ciascun intervento è di dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, ho chiesto la parola e utilizzo qualche minuto del tempo concessomi per ciò che avrei voluto dire in apertura dei lavori chiedendo a lei, come Presidente del Consiglio, di valutare tutte le procedure opportune per indurre la Giunta regionale a rispettare le leggi varate da questo Consiglio. Fino a oggi, e mi limito alla sola finanziaria 2011, risultano decorsi inutilmente i termini dell'articolo 3, dell'articolo 6 comma 13, dell'articolo 10 comma 5, nonché dei commi 37 e 38 dell'articolo 2 della legge numero 3 del 2009. Sta diventando purtroppo un'abitudine quella di non dare corso alle leggi varate da questo Consiglio. Io le chiedo la cortesia di porre il problema in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo e di verificare se è possibile che questo Consiglio si confronti pubblicamente con la Giunta sul perché non applica le leggi.
Vengo ora all'argomento all'ordine del giorno e non utilizzerò tutti i venti minuti che sono concessi dal Regolamento.
(Interruzione)
Dieci? Ancora meglio.
Riparto da ciò che oggi la stampa ha riportato delle mie dichiarazioni su quelle infauste del ministro Tremonti a Milano. Non sfugge a nessuno che questa Regione abbia bisogno di una fiscalità di vantaggio che le è stata sempre negata, ma l'ultimo episodio del Governo nazionale merita particolare attenzione. Variamo un abbozzo di legge di fiscalità di vantaggio sui comuni montani e il Governo nazionale lo impugna dinanzi alla Corte costituzionale. Nonostante noi siamo tra le poche Regioni - comunque lo sappiamo con certezza - a godere in Statuto della previsione di aree di fiscalità di vantaggio: mai realizzate. Mai realizzate! Non solo, ci confrontiamo con un Governo che, rispetto all'attuazione dell'articolo 8, oltre a dilatare i tempi di approvazione delle norme di attuazione in maniera assolutamente incomprensibile, non ha mai accettato di ragionare di entrate e di fiscalità di vantaggio, cioè della possibilità di utilizzare quelle entrate per produrre fiscalità di vantaggio. La Sardegna non ha mai chiesto di modificare autonomamente il regime fiscale dell'Italia, ha sempre chiesto di poter utilizzare le sue entrate per creare fiscalità di vantaggio. Questa impostazione è sempre stata rifiutata.
Non parliamo dell'atteggiamento del Governo sulle accise, non ne parliamo! Ma non sulle accise in senso stretto, non parliamo dell'atteggiamento del Governo rispetto a tutte le imposte maturate in Sardegna e riscosse fuori dalla Sardegna, al punto che le norme di attuazione su questo sono timide, sono timidissime! Dinanzi a questo atteggiamento assolutamente inibitorio del Governo nazionale proposto in virtù... non interessa all'onorevole Peru, all'onorevole Peru interessano le spiagge, interessano le spiagge, tutto ciò che è complesso non gli interessa perché c'è un problema di sinapsi... dicevo che il problema è che, dinanzi a questo ruolo inibitorio del Governo nazionale, abbiamo a che fare con un Ministro della Repubblica che, nella sede finanziaria più importante di Italia, in una delle Regioni più ricche d'Europa, dove le parole hanno un peso perché determinano anche il valore delle cose, un Ministro delle finanze, dice: "Vorrei realizzare a Milano un'area di fiscalità di vantaggio come l'Irlanda, cioè esattamente come quella di Dublino".
Allora delle due l'una, colleghi: o avete sbagliato voi quando non avete votato l'ordine del giorno sull'indipendenza che tendeva a far capire al Governo nazionale che la Sardegna ritiene di essere titolare di una sovranità non delegata e quindi tendeva a imporre un negoziato, non subordinato tra un'articolazione dell'amministrazione e lo Stato, ma un negoziato tra due soggetti titolari di sovranità, negoziato che avrebbe dovuto indurre il Governo a riconoscere un soggetto nazionale con cui negoziare le cose; allora o voi avevate torto oppure non l'avevate, avevate la disponibilità ad accettare che il Governo nazionale dicesse pubblicamente che le agevolazioni fiscali vanno ai ricchi! Questo ha detto Tremonti e non mi stupirei se questa area si estendesse fino al Triveneto. Non mi stupirei! Ormai è evidente che c'è un'egemonia delle aree forti che non ha uno straccio di idea sul Sud d'Italia, non c'è legge di incentivazione che noi possiamo mettere in campo dinanzi a un Nord che si troverà, col federalismo municipale, a poter abbassare l'Irap come meglio crede e per di più ad avere un regime di imposizione fiscale agevolato rispetto a quello nazionale.
Che senso ha che noi oggi variamo un parere favorevole alle norme di attuazione sulle entrate quando sulle uscite, in Italia, si sta determinando uno squilibrio ulteriore? Che senso ha? Che senso ha che lo facciamo senza protestare, senza dire una parola, con un Governo che promette le agevolazioni fiscali alla Lombardia e trattiene le nostre risorse liberate, cioè soldi nostri che, con un decreto non contestato dalla Giunta regionale, sono stati privatizzati a novembre dal Governo nazionale? Le risorse liberate sono risorse che abbiamo rendicontato con soldi nostri, con fondi regionali! Si sono liberate perché noi abbiamo speso su fondi regionali. Che senso ha che noi accettiamo la condizione inibita che il Governo nazionale ha determinato sulle norme di attuazione pensando comunque di portare a casa un plafond di entrate, quando il Governo nazionale inibisce noi col tetto di stabilità, ma libera Milano?
Avete celebrato voi l'Unità d'Italia, non io! Vi commuovete voi di Napolitano che si commuove sulla unità d'Italia e sulla Costituzione, però consente a un Ministro della Repubblica di promettere una zona franca non su base costituzionale e non la fa rispettare per la Sardegna. Siete venuti voi qui a parlare di sardi e fratelli: fratelli di chi? Di chi ci frega! Il problema è che non ve ne rendete conto perché ridete di tutto! Ridete di tutto perché non capite nulla di questo! Questa è la sostanza! Non si può accettare che il Ministro delle Finanze ci tratti così! Non si può fare una seduta ordinaria del Consiglio regionale così, non è possibile, non parla nessuno! Nessuno! Ci lamentiamo per settecento disgraziati che vengono in Sardegna, ci lamentiamo di questo? Lamentiamoci del fatto che non ci sono i centri di accoglienza al Nord, sono tutti al Sud, cosa di cui andare orgogliosi!
Io non voto le norme di attuazione se non c'è una sanzione formale del Ministro della Repubblica per le cose che ha detto a Milano.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, condivido abbastanza l'intervento dell'onorevole Maninchedda anche nei toni oltre che nei contenuti. Invito il collega Maninchedda, invito anche il Partito Sardo d'Azione, però, a essere conseguenti una volta per tutte, perché è comodo rimanere sui banchi della Giunta più subalterna della storia dell'autonomia. Bisogna essere coerenti, bisogna essere tutti coerenti e conseguenti. A ogni dichiarazione (anche a quelle forti, fortissime, che sono emerse oggi) bisogna dare effetto e l'effetto è quello di uscire immediatamente da quei banchi, da quella Giunta e abbandonare questa maggioranza. Lo dico perché non faremo un passo avanti, il problema non sono le norme di attuazione, l'abbiamo sempre detto dal primo momento, assessore La Spisa, c'è un inganno in atto, finalmente ve ne siete resi conto. Io l'ho ascoltata nei giorni scorsi, anche in un dibattito che c'è stato, finalmente vi siete resi conto che c'è un atteggiamento dilatorio in atto da due anni.
Il Governo (e voi siete al traino del Governo ancora oggi) ci sta portando verso il federalismo fiscale e il quadro delle entrate, così com'è stato disciplinato nell'accordo tra Soru e Prodi nella scorsa legislatura, nell'articolo 8 riscritto, con un vantaggio per le casse della Regione, da lei, assessore La Spisa, quantificato in 3 miliardi e 200 milioni di euro al netto delle funzioni di cui ci siamo fatti carico (sanità, trasporto pubblico locale, continuità), va a fissare in 2 miliardi il valore della vertenza entrate, 2 miliardi in più all'anno. Sono sue dichiarazioni con le quali ha preso atto finalmente del valore della vertenza entrate. Però c'è un atteggiamento dilatorio, vi siete fidati dei sottosegretari di turno, vi siete fidati dei Vegas, vi siete fidati delle dichiarazioni di qualsiasi sottosegretario, che di fatto ci ha portato alla Commissione paritetica, all'approvazione di queste norme dopo un anno in Commissione paritetica con passaggi tutti da fare.
Il primo riguarda il Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda il Consiglio dei Ministri, il presidente Cappellacci anche oggi assente, forse non sta bene, sicuramente non sta bene politicamente, ci ha detto chiaramente che c'è una parte, almeno una parte, di Governo che non condivide questo percorso e quindi siamo preoccupati dell'atteggiamento del Consiglio dei Ministri quando verranno discusse queste norme di attuazione.
Secondo passaggio. Le risorse, una volta approvato lo schema di norme di attuazione anche in Consiglio dei Ministri, dovranno comunque essere iscritte in bilancio, in un assestamento, nella prossima legge di stabilità. Qual è il momento nel quale vediamo corrisposte le risorse?
Terzo passaggio. Non basta avere le risorse, dobbiamo poterle spendere e quindi la revisione del Patto di stabilità. E' un percorso a ostacoli. Nel frattempo il federalismo fiscale va avanti, vanno avanti i decreti attuativi, rischiamo di essere presi dentro da un contesto che probabilmente non stiamo guidando a sufficienza. Ricordo anche che un ordine del giorno unitario di questo Consiglio regionale obbligava, chiedeva, impegnava il Presidente della Regione a presentarsi ogni mese (presidente Maninchedda lei era il primo firmatario) in questo Consiglio regionale a riferire sullo stato di attuazione del federalismo fiscale, sui passi compiuti dalla Regione, sugli accordi con il Governo. Non c'è niente di tutto questo! C'è un atteggiamento subalterno e oggi, ancora oggi, ci chiedete unità: unità su che cosa? Il problema non sono le norme di attuazione nelle quali, tra l'altro - come ho già avuto modo di dire - solo una volta compare la parola "intesa", tutto il resto è stabilito dal Ministero, e il Dipartimento quantifica, la Regione è citata una sola volta come organo che deve concertare con lo Stato. Il problema non sono le norme di attuazione.
Noi dobbiamo, con una mobilitazione (lo stiamo chiedendo ormai da anni) almeno pari a quella del 2005- 2006, fare in modo che un popolo, il popolo sardo, con una mobilitazione che sia popolare, istituzionale (anche i sindacati vi stanno chiedendo in queste ore di mettervene a capo) e sociale, rivendichi i diritti; noi possiamo elencarli. Noi, ogni volta che interveniamo, elenchiamo i diritti mancati dal primo giorno di questa legislatura, partendo dal G8, dalla Sassari-Olbia, dai FAS, sino alla vertenza entrate. E' un Governo che non ci considera, un Governo che calpesta il nostro Statuto di autonomia. Allora noi oggi abbiamo da soddisfare un adempimento quasi burocratico, uno schema di norme di attuazione non necessario, lo abbiamo detto tutti, uno schema di norme di attuazione che non ci fa fare passi in avanti, ma che ci riporta a due anni fa con tutto un percorso ancora da compiere. Avrete l'unità di questo Consiglio, l'avrete anche con l'opposizione, se farete gli interessi della Sardegna, se con i fatti, con i fatti, non solo con le parole, metterete al primo posto gli interessi della Sardegna e non quelli della vostra coalizione, non quelli del vostro premier, non quelli di Berlusconi, non quelli di Tremonti.
Noi dobbiamo essere a Roma, per esempio, nel giorno in cui queste norme di attuazione verranno discusse dal Consiglio dei Ministri; ci dobbiamo essere come popolo sardo che chiede diritti, ci dobbiamo essere con la consapevolezza che nessuno, al nostro posto, farà gli interessi della Sardegna e che ogni articolazione di questa Regione, dallo Stato, pretende rispetto. Penso insomma alla situazione degli enti locali, alla necessaria e conseguente applicazione per esempio di un federalismo interno del quale vi siete dimenticati abbondantemente. Allora, certo, andiamo a discutere oggi le norme di attuazione, probabilmente ci sarà un voto favorevole di questo Consiglio, non quello del Partito Democratico, perché non vi daremo neanche l'alibi di non approvare queste norme di attuazione, però abbiamo la consapevolezza che la partita che si sta giocando è un'altra, che la nostra autorevolezza dipende dalla voce che avremo nel dare indirizzi al Governo e ai parlamentari sardi, quegli stessi parlamentari sardi che hanno votato la legge di bilancio 2010, la legge di assestamento 2010 e la legge di stabilità 2011 che non conteneva neanche un euro per la Sardegna. Quei parlamentari sardi che hanno più preoccupazione (naturalmente parlo di quelli che possono incidere sul Governo) per la loro ricandidatura piuttosto che per gli interessi della Sardegna.
Allora credo che occorra un'azione forte e incisiva che veramente riscatti anche due anni persi come quelli che avete in questi mesi portato a compimento; due anni persi non solo sulla vertenza entrate ma nell'assenza, nel vuoto della politica. Andiamo quindi verso uno schema di norme di attuazione che non ci fa fare passi avanti, il passo avanti è nell'autorevolezza che finora non c'è stata e senza una svolta riteniamo che non ci sarà neanche nel proseguo di questa legislatura.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.
SABATINI (P.D.). Se dovessi definire la Giunta Cappellacci in base all'atteggiamento tenuto sulle questioni delle entrate, la definirei la Giunta del rinvio. "Rinvio" sempre e comunque, rinviare sempre perché non si vuole affrontare; il rinvio per non affrontare i temi veri della Sardegna e il confronto con lo Stato. Su questa questione, noi dell'opposizione abbiamo detto sin dall'inizio che si doveva chiedere il rispetto dell'articolo 8 e aprire subito una vertenza su questo tema; ripetiamo ancora oggi che non sono necessarie norme di attuazione, si applichi l'articolo 8, che può e deve essere applicato.
Ma sono state richieste le norme di attuazione e sono state richieste solo per rinviare l'applicazione del nostro Statuto, dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna. Avete letto queste norme di attuazione? Chi le ha lette, ha capito subito (e si capisce subito) che serviranno nuove norme di attuazione per applicare le norme di attuazione che oggi stiamo approvando, un documento che non serve a nulla e l'articolo 8 si poteva applicare con un tavolo tecnico che trovasse applicazione, che desse applicazione, che decidesse le modalità di applicazione di quell'articolo. Qual è il motivo dell'approvazione di queste norme che, tra l'altro, arrivano con un ritardo spaventoso, se mai fossero state necessarie? Perché poi non approvarle per tempo?
Qualche componente della maggioranza mi ha detto che è necessario approvarle per sollevare il conflitto di attribuzione sulla materia. Cioè noi approviamo le norme di attuazione, questo Consiglio si esprime favorevolmente di fronte a un documento, per poi sollevare il conflitto di attribuzione. A che gioco stiamo giocando? Sappiamo tutti la verità! La conosciamo tutti! La verità è un'altra, cioè rinunciare ancora una volta ad aprire la vertenza con lo Stato! Questa è una Giunta del rinvio! Rinviare per l'incapacità di confrontarsi con questo Stato, con questo Governo. Allora, assessore La Spisa (che non vedo in Aula, non c'è il presidente Cappellacci e non c'è neanche l'Assessore del bilancio), che serve oggi che lei ci faccia sul giornale l'ennesimo appello all'unità? Più volte abbiamo lavorato e ottenuto l'unità di questo Consiglio. Oggi l'intervento di Paolo Maninchedda è significativo. Io condivido in pieno le cose dette e, più volte, gran parte di questo Consiglio ha condiviso le cose che sono state dette. Ma questa unità voi l'avete resa inutile, voi Giunta l'avete resa inutile per l'assoluta mancanza di autorevolezza, questo è il tema. La nostra Giunta subisce tutto e di più, è sotto schiaffo del Governo nazionale, questo è il tema!
Assessore La Spisa non si tratta di unità delle forze politiche, questa unità c'è, questa disponibilità del Consiglio regionale è stata manifestata più volte, con l'approvazione all'unanimità di tantissimi ordini del giorno su questi temi, purtroppo non c'è la Giunta, purtroppo non c'è il suo Presidente! Queste norme di attuazione non recepiscono, nemmeno in una piccola parte, ciò che era contenuto nell'ordine del giorno che dava indicazioni precise sulle norme di attuazione, su come l'articolo 8 doveva essere applicato. E' evidente a tutti che continuiamo a subire passivamente le angherie di un Governo nazionale che non ci vuole bene.
Guardate, io non ho niente in contrario che la nostra Regione ospiti profughi, assolutamente, anzi questo è un atto doveroso cui noi non possiamo sottrarci come Regione, ma è inaccettabile come è avvenuto il trasferimento. E bene hanno fatto i parlamentari sardi, primo firmatario l'onorevole Fadda, a presentare un'interrogazione urgente, per chiedere conto di come la nostra Regione è stata trattata e tenuta all'oscuro di tutto. Questa è l'ennesima dimostrazione di come questo Governo tratta la nostra Regione e di come questa Giunta si pone nei confronti di questo Governo.
Ritornando al tema, oggi approviamo le norme di attuazione sapendo che non si conclude qui il loro iter, ma che tali norme dovranno avere l'approvazione del Consiglio dei Ministri e, magari, questo Consiglio dei Ministri avrà da eccepire, magari il Ministro Tremonti farà notare che c'è stato concesso troppo, e che quindi vanno riviste, vanno contenute negli obiettivi raggiunti. La verità è che siamo in ritardo su tutto: l'articolo 8 è lontano dal trovare applicazione, lo sappiamo bene; sul Patto di stabilità non è stato contrattato un bel nulla di niente; il federalismo fiscale ci sta travolgendo, anzi ci ha travolti.
Abbiamo capito tutti, anche lei Assessore, che ogni altra discussione è oramai inutile, siamo in ritardo. Il federalismo fiscale ha superato tutti i temi, persino quelli che oggi stiamo discutendo in quest'Aula. Allora sono inutili i richiami all'unità a questo Consiglio, ci chiediamo piuttosto dov'è la Giunta e dov'è il presidente Cappellacci, il Presidente di questa Giunta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, mi chiedevo, visto che per ora sono intervenuti solo colleghi della minoranza, se per caso volesse farne intervenire uno della maggioranza. Non abbiamo ancora sentito una voce, politicamente, della maggioranza, forse sarebbe interessante, anche per questo dibattito, se avessimo occasione di sentire qualche collega politicamente della maggioranza.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, ci sono pochi iscritti della maggioranza, anzi c'è un solo consigliere regionale, oltre ai Capigruppo, e quindi l'alternanza viene fatta sulla base del numero degli iscritti della minoranza. Prego, onorevole Porcu.
PORCU (P.D.). Presidente, io credo che sia assai grave quello che lei mi dice; cioè, di fatto, oggi è stato certificato il malessere di una maggioranza che politicamente non so neanche più se sia maggioranza.
Abbiamo forze importanti di questo Consiglio, che hanno sostenuto l'elezione del Presidente della Regione, che oggi, in maniera molto netta e molto chiara, certamente in ritardo rispetto alle nostre denunce, hanno capito quello che noi diciamo da molto tempo, ossia che abbiamo una Giunta regionale debole e spesso succube; che la Sardegna è scivolata all'indietro nell'agenda del Governo; che il federalismo che si sta realizzando in Italia è tutt'altro che un federalismo solidale, ma è un federalismo egoista; e che la perequazione si rischia di farla al rovescio, non per aiutare i deboli ma per rafforzare i forti.
Credo che oggi la denuncia del Presidente della Commissione non sia una voce nuova, ma sia una voce che finalmente si aggiunge alla denuncia che, dai banchi dell'opposizione, dai banchi del Partito Democratico, andiamo facendo da tempo, a cominciare da questo assurdo percorso delle norme di attuazione, che noi abbiamo denunciato a partire da un anno fa, con mozioni e interpellanze, per chiarire che, dietro il percorso delle norme di attuazione, c'era e c'è soltanto un tentativo dilatorio del Governo nazionale di farci perdere altro tempo e di rinviare l'applicazione concreta ed effettiva del nuovo regime delle entrate a partire dal 2010, noi siamo nel 2011, stiamo andando a fare la finanziaria fra poco, la legge di stabilità nazionale del 2012.
A me non stupisce, non sono fatti nuovi, scoprire che il Governo nazionale ritarda l'applicazione delle norme di attuazione e impugna le nostre leggi sul Patto di stabilità; l'unica cosa utile e vera che potevamo mettere nelle norme di attuazione non c'è, cioè, una volta che quelle risorse verranno finalmente certificate e iscritte a bilancio (perché per ora abbiamo soltanto tracciato la cornice, abbiamo soltanto riscritto quello che era già scritto nell'articolo 8 novellato), l'unica cosa importante è che quelle risorse aggiuntive, quel miliardo e 600 milioni in più, al netto delle nuove competenze assorbite, possono essere finalmente nella disponibilità della Regione per la spesa.
Ma, oggi come oggi, noi ritroviamo - a due anni dall'approvazione della legge finanziaria dello Stato relativa al 2010 - che le somme non sono iscritte nel bilancio dello Stato e che il Patto di stabilità non è stato rivisto coerentemente con le nuove norme di attuazione. Se questi due fatti fondamentali, questi due tasselli fondamentali per l'effettiva applicazione del nuovo regime delle entrate non sono stati applicati, che cosa possiamo aspettarci, onorevole Maninchedda, sulle accise dei prodotti petroliferi? Che cosa possiamo aspettarci dallo Stato che, concordo, si comporta come un Robin Hood alla rovescia, toglie ai poveri per dare ai ricchi, toglie a chi ha di meno per dare a chi ha di più? Nasce su un patto egoista, tra un partito padronale e un partito territoriale, che ha interessi molto precisi, forse qualcuno si accorge troppo tardi di essere finito nella coalizione sbagliata. Che cosa potevamo aspettarci, quando non ci dà neanche quello che ci è dovuto?
Io ricordo che la vertenza entrate non è una vertenza per aggiungere qualcosa, ma è una vertenza che è stata vinta per restituire quello che è stato tolto alla Sardegna nel corso di 15 anni, quando mano a mano quello che era previsto dallo Statuto della Regione Sardegna, dall'articolo 8 novellato, è stato eroso per la distrazione dei burocrati, per la scarsa attenzione della Ragioneria dello Stato e certamente anche per la scarsa attenzione delle Giunte che si sono succedute prima di quella di centrosinistra guidata da Renato Soru, le quali hanno consentito che, anno dopo anno, le risorse spettanti alla Sardegna sull'IVA, ma anche sull'imposta sul reddito delle persone giuridiche e delle persone fisiche, fossero erose, per accumulare un grande debito nei confronti della Sardegna che l'articolo 8 doveva in qualche modo sanare. Non stiamo chiedendo in più con questo articolo 8, stiamo chiedendo il dovuto, per recuperare i torti del passato e poter ripianare quel debito che noi abbiamo dovuto accumulare negli anni, pari a circa 3 miliardi tra debiti finanziari e debiti legati al disavanzo.
Quindi non è una sorpresa per noi, lo diciamo da anni, l'abbiamo detto dall'inizio della legislatura, questo è un Governo che taglia, che taglia i fondi FAS, che taglia la rete scolastica, che si disinteressa di quello che rimane dell'apparato industriale della Sardegna. Non ci stupisce. Siamo contenti che anche qualche collega, prima politicamente in maggioranza e adesso politicamente in minoranza, se ne sia accorto: benvenuto! Ma non è certo solo con la bandiera della sovranità che risolviamo il problema! Lo risolviamo giorno per giorno, con l'autonomia di cui possiamo servirci e facendo valere i diritti che oggi possiamo esercitare, a cominciare da quello legato al nuovo articolo 8, che comunque rimane una grande conquista che abbiamo fatto tutti insieme nella scorsa legislatura. Quindi non è vero che non ci sono state denunce, non è vero che non ha parlato nessuno! Qui c'è una forza di opposizione, il Partito Democratico e il centrosinistra, che, dall'inizio della legislatura, pone senza tentennamenti, senza esitazione, senza fare sconti, il tema del rapporto con lo Stato, il tema del rapporto col Governo, il tema di una nuova stagione di autonomia, che non può essere soltanto chiacchierata richiamando il "totem" di un nuovo Statuto che non dipende da noi, ma deve essere esercitata concretamente, nell'esercizio, ogni giorno, dell'azione di governo e chiedendo, ogni giorno, al Governo quello che spetta per la Sardegna!
E' di questi giorni l'ultima battuta del Presidente della Regione (che troppo spesso è assente dall'aula anche per dibattiti importanti e utili come questo) che ci ricorda che lui non consentirà che a La Maddalena possano tornare basi di appoggio della Marina militare americana o della Nato. Peccato che il Presidente della Regione si dimentichi che l'unico modo politicamente vero per non far tornare la nostalgia degli americani e la nostalgia dei militari sia quello di dare una risposta alle attese dei Maddalenini, all'attesa di quell'arcipelago, e sbloccare finalmente quegli investimenti promessi e mai realizzati! Ci sono circa 312 milioni stanziati per la riconversione turistica de La Maddalena, gli americani sono andati via da tre anni, lo scippo del G8 è avvenuto due anni fa eppure non si è creato un solo posto di lavoro nella riconversione dell'industria dall'economia militare a quella turistica!
Allora, questa è l'unica vera risposta che ha un senso, non l'ennesimo comunicato. Vogliamo che il presidente Cappellacci si batta e chieda al Ministero dell'ambiente di sbloccare il piano caratteristico e il piano delle bonifiche, cominci a sbloccare le intese che riguardano gli investimenti approvati a La Maddalena; faccia un bando per l'ex ospedale militare e lo metta a reddito: ci sono circa 100 stanze inutilizzate, ci sono opere non completate, c'è un'infrastruttura turistica che non viene messa a reddito, ci sono risposte che non vengono date. Allora, questo è l'unico modo, ne parleremo ancora perché il Partito Democratico certamente presenterà una mozione su la Maddalena perché La Maddalena è un luogo simbolico, è il luogo dove noi abbiamo incominciato a esercitare le nostre prerogative, abbiamo cominciato a progettare un futuro diverso, che non fosse un futuro servile e legato a economie povere, come quella militare, ma un futuro dove mettiamo a reddito la più grande risorsa che abbiamo che è l'ambiente!
Il Presidente della Regione smetta di essere vigliacco! L'abbiamo detto più volte, si faccia carico del coraggio che non ha e noi saremo con lui! Si faccia avanti, guidi il nostro popolo, guidi una grande rivendicazione, non faccia comunicati ma agisca! Faccia valere le nostre prerogative, non cerchi scorciatoie, si metta alla guida di una grande vertenza nei confronti dello Stato e avrà il nostro sostegno! Noi non facciamo questioni strumentali, noi poniamo al centro della nostra azione politica l'interesse della nostra Regione e dei nostri cittadini abitanti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Colleghi, io mi chiedo e vi chiedo, al di là dell'aspetto propagandistico insito in qualche intervento, quale sia l'utilità di uno scontro a tutti i costi, si tratta di materia sulla quale si è attardato il Consiglio regionale in più occasioni, c'è stata una mobilitazione delle forze sociali, ci sono state le iniziative dei parlamentari sardi di entrambi gli schieramenti, c'è stato un utilissimo lavoro fatto nella scorsa legislatura dal presidente Soru e dalla sua Giunta, un lavoro che è stato ripreso in questa legislatura dal presidente Cappellacci, dall'assessore La Spisa e dalla sua Giunta e, allora, quando io sottolineo l'aspetto "propagandistico", perché evocare temi sull'indipendenza, sulla subalternità di questa Giunta regionale ai ministri Tremonti e quanti altri? Mi viene spontaneo da chiedere se per caso in questa Giunta regionale non sia rappresentato anche il Partito Sardo d'Azione con il suo Assessore dei trasporti e se dunque questo giudizio di subalternità non investa anche quell'Assessore. E' chiaro che, se il dibattito deve prendere questa direzione, mi pare che certamente non stiamo facendo un buon servizio alla causa.
La causa comune è e deve rimanere, ne siamo fortemente convinti, una forte rivendicazione della Sardegna su quei temi che, nelle norme di attuazione dell'articolo 8, rappresentano certo un punto di arrivo molto importante ma non esclusivo e non certamente esaustivo. Viva Dio, non valorizzare il lavoro (e lo sottolineo) iniziato dalla Giunta Soru e portato avanti dalla Giunta Cappellacci, per valutare quanto meno gli aspetti positivi e gli effetti che in qualche modo dobbiamo davvero ascrivere anche a una battaglia di unità che in questo senso è stata fatta da tutte le forze politiche, mi pare davvero piangersi addosso ed esercitarsi in quello che la Scolastica definiva sostanzialmente un modo di essere d'accordo su tutto e sul contrario del tutto.
Allora, io direi che forse si poteva e si sarebbe dovuto fare di più, siamo d'accordo, ma io non capisco perché non si abbia la coscienza di dire e di affermare, anche in quest'aula, le cose come stanno! Lo sanno bene i colleghi che la proposta della Giunta regionale, in sede di Commissione paritetica, prevedeva chiaramente, anche secondo l'indicazione venuta da questo Consiglio regionale, di comprendere in quello schema di norme di attuazione pure le quote delle accise, quelle appunto relative ai prodotti fabbricati in Sardegna e trasportati in altre Regioni. C'era nell'ipotesi della proposta fatta dalla Regione; così come siamo del parere che, sui meccanismi di calcolo del gettito dell'imposta sul reddito delle società, la proposta della Regione si articolava sul calcolo in base all'incidenza percentuale del totale del gettito su base nazionale rapportata al Prodotto interno lordo. Se poi, in sede di contrattazione con lo Stato, questi aspetti non figurano in quello schema di norme di attuazione, interroghiamoci, intanto su qual è il risultato che portiamo a casa, che è un risultato positivo, e interroghiamoci su quello che dobbiamo semmai fare per ottenere, anche sotto questi due profili, il risultato che tutta l'Assemblea sarda si prefigge.
Con questo non bisogna pensare che tutto sia stato fatto secondo un'ottica subalterna, che tutto sia da demonizzare, da cancellare o che debba costituire oggetto di uno scontro necessario, frontale; lo dico, per la verità, rivolgendomi anche all'opposizione, prendendo atto dei toni pacati che io ho sentito in un confronto propositivo e di un certo tono e atteggiamento di collaborazione avuto (perché queste sono battaglie che non devono vedere una sorta di contrapposizione, almeno su questi temi) anche nella prima Commissione. Noi, nella prima Commissione, non più tardi di ieri, abbiamo rispedito al Presidente della Giunta regionale uno schema di norme di attuazione relativamente alla materia di invalidi civili proprio perché ci trasferivano funzioni e competenze ma non vi era altrettanta chiarezza sulle risorse di cui doveva farsi carico da un lato lo Stato e dall'altro, appunto, lasciando indeterminato l'onere, la Regione.
Debbo dire che c'è stata un'intesa unanime su questi aspetti tra maggioranza e opposizione e abbiamo previsto l'audizione del Presidente, proprio perché riteniamo che, su questi aspetti, la Giunta regionale e il Presidente debbano avere un mandato chiaro e forte da parte dell'Assemblea regionale. Per la verità, almeno nelle prime interlocuzioni, abbiamo avuto, da parte del Presidente, ma anche dell'Assessore della programmazione (che devo dire non è qui per caso), una risposta di assoluta condivisione di questi temi e di questi aspetti.
Avremo altre occasioni, anche all'interno della maggioranza, per formulare giudizi critici nei confronti del presidente Cappellacci e dell'assessore La Spisa; avremo momenti nei quali, quando discuteremo il collegato, potremo esercitarci tutti quanti appunto nella critica, ma - vivaddio - riconosciamo almeno le cose che hanno colto nel segno e che hanno davvero prodotto un risultato positivo. Almeno su questo dobbiamo tutti essere consapevoli, riconoscendo che si tratta di battaglie nel confronto con lo Stato che devono proseguire; ma, per poter proseguire in un'ottica di risultati anche futuri che possiamo raccogliere, è inutile che noi continuiamo a dividerci sulla polemica fine a se stessa. Ripeto, lasciamo alla propaganda ciò che fa parte della propaganda, occupiamoci di cose di sostanza e di merito, forse questa è la domanda che dovremmo farci…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, spero di poter tenere un tono altrettanto composto. Il punto è questo, colleghi del centrodestra: non è un problema di propaganda! Io vorrei ricordare a ciascuno di noi che, per il rispetto che ci è dovuto, bisogna che anche voi pensiate che pure noi non siamo qui capitati per caso; non siamo capitati per caso! E noi cerchiamo di interpretare, proprio perché non siamo qui per caso, il nostro dovere così come il mandato che ciascuno di noi ha ricevuto richiede.
Stiamo parlando di norme di attuazione a dire la verità che segneranno in maniera determinante il futuro dei prossimi decenni di questa Regione e quindi c'è poco da fare propaganda, c'è solo da prendere le cose con serietà. Io dico spesso che noi stiamo provando con molta sincerità a recuperare in questa istituzione il dovere di superare lo scontro per lo scontro e a cercare, nel rispetto delle posizioni diverse di ciascuno di noi, che sono legittime, di riconoscerci e di legittimarci reciprocamente. Quindi già l'invocazione alla propaganda è una delegittimazione della serietà con la quale portiamo le nostre ragioni.
Ma il punto è questo: su che cosa ci dovremmo legittimare? Sulla verità che pensiamo, che diciamo o sulla recita che alcuni di noi fanno in questa aula? Perché recita è! Perché nel rapporto personale dite cose diverse da quelle che dite qui dentro, riconoscete cose diverse rispetto a quello che dite qui dentro, una delle due non va bene. Allora, ripeto, su che cosa ci dovremmo legittimare? Sulla barzelletta del giorno del vostro capo o sulla richiesta di brevetto del "bunga bunga"? Il punto è vero ed è profondo e sta molto prima delle norme di attuazione, sta sulla ciclopica e immonda questione morale che investe il nostro Paese e, a cascata, anche noi.
Aprite i giornali di oggi, leggete che cosa sta accadendo intorno, ha ragione il collega Maninchedda, si pone il problema dell'applicazione delle leggi! Presidente, non ce la facciamo più nella Commissione d'inchiesta, non ce la facciamo più a reggere il carico delle illegalità che dobbiamo registrare, delle mancate applicazioni, dell'interpretazione dell'Esecutivo su norme, lo vedremo poi nei prossimi punti, ma di che cosa stiamo parlando? Come potremmo legittimarci se siamo così lontani da una visione etica e responsabile delle cose che dobbiamo fare qui dentro, quando si raccontano favole e si dimentica la realtà?
Badate, queste norme di attuazione segnano una doppia sconfitta della nostra Regione. Una sconfitta sul merito: sul merito, abbiamo ingoiato tutto quello che c'è stato propinato, l'articolo 12 è il grande trappolone di quelle norme di attuazione, dove potevano riconoscere per esempio le concessioni demaniali, ma non lo fanno, non le enumerano, ma dicono che poi si vedrà con accordi successivi. Ecco la trappola sulla quale disconoscono cose che potevamo negoziare anche oggi perché ci spettano.
La seconda ragione è sul perché ci venite a dire che serve l'approvazione di queste norme di attuazione per sollevare il conflitto di attribuzione. Scusate, ma chi pensa che deve essere sollevato un conflitto di attribuzione sta dando già un giudizio di valore, allora perché lo dovete difendere? Perché ve la prendete con noi che stiamo dicendo sostanzialmente quello che sta alla base della motivazione della questione che vi abbiamo detto anzi tempo, o anche questo è un trappolone? Anche questa è una scorciatoia che ci volete propinare per addomesticare un nostro parere? No, io so bene che risponderò del mio voto rispetto alle prossime generazioni in Sardegna, collega Steri, e non me ne importa niente del conflitto di attribuzione.
Il conflitto di attribuzione mostra la percezione del rispetto che deve avere l'autonomia da parte del suo Presidente, e quando un Presidente è allergico all'uso della tutela dell'autonomia è un Presidente che è capitato qui per caso; è chiaro? E' questo il dato di fondo della questione morale che stiamo attraversando e, proprio quando il Governo nazionale si chiude sulle sponde del Po e cerca di arginare la sua capacità di governo delle poche risorse con le politiche del ministro Tremonti, lì la nostra autonomia avrebbe dovuto trovare le ragioni di una sua reattività diversa; invece noi abbiamo un Presidente molto impegnato! Il nostro Presidente, nel 2011, su novanta sedute del Consiglio si è presentato a undici; il presidente Formigoni - che gestisce un condominio invece! - nello stesso anno, su sedici sedute si è presentato a undici. Fate le proporzioni. Però Formigoni non ha molto da fare evidentemente, è molto meno impegnato del nostro, che è impegnato a incassare sconfitte, a imboscarsi quando c'è da rispondere come legale rappresentante dei cittadini sardi sul risultato.
E' la sconfitta pattizia che sta nel genoma di questa Giunta regionale, sconfitta pattizia di una Commissione paritetica che ha mostrato debolezza, subalternità e, se mi consentite, per quello che hanno dovuto apprendere da noi in sede di audizione in Commissione, anche un po' di sana incompetenza; non dovevamo essere noi a dire loro quali erano le materie sulle quali dovevano costringere il Governo a riflettere sulla cessione di risorse alla Regione Sardegna. Abbiamo anche detto che era necessario per l'autonomia che noi avessimo la nostra quota di entrate stabilita in un capitolo dedicato e non nel fondo indistinto, per poter avere la salvaguardia, anno per anno, dei nostri diritti, e neanche questo, che è solo una norma di esposizione. Parlano di federalismo e ci portano via gli oneri ingenti delle concessioni demaniali, che sono parte rilevante della capacità di sviluppo turistico della nostra Regione, senza toccare niente, solo portando via e non dando nulla, perché ci scaricano pure le incombenze amministrative.
Di fronte a un'evidenza di questo genere, l'incapacità di questa Regione è qualcosa che, caro collega Pittalis, è al di là del rispetto, perché queste sono cose che vanno al di là del rispetto, che è dovuto. Ma noi non vogliamo lasciare agli atti di questa istituzione il fatto che abbiamo accettato silenziosamente un declino morale e autonomistico come quello che si sta perpetuando in questi anni. Questo deve essere chiaro. Poi la propaganda la faremo fuori, e si passerà per il consenso popolare. Noi non vogliamo scorciatoie, non vogliamo attaccare la Bastiglia non passando per il portone, dovremo trovare le chiavi, le chiavi sono i cittadini, e lo faremo quando sarà il momento giusto, ma questo è il momento della lealtà nei confronti del mandato elettivo. Io voglio andare a dormire ogni notte con serenità, quindi dico quello che penso e quello che posso sostenere, anche per il valore che questo ha nei confronti delle centinaia e migliaia di persone che in questa Sardegna stanno soffrendo. Se voi pensaste un po' di più alla concezione della sofferenza, potendo mettervela addosso per cinque minuti ogni giorno, avreste un comportamento diverso in quest'Aula, nei confronti dei problemi e della responsabilità di un Governo, al quale dovete chiedere voi per primi di essere all'altezza della situazione, e anche trarre le conclusioni quando nessuno di costoro ha la dignità di presentarsi qui per assumersi le proprie responsabilità.
Questo è il momento nel quale bisogna accettare il discrimine e noi questo discrimine lo vogliamo sancire, se non stiamo tutti chiaramente sul terreno di un profilo alto della moralità pubblica.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Signor Presidente, dirò due parole per lasciare una testimonianza in questo dibattito che, in effetti, ripropone cose già dette da tutti noi; e non so come riusciamo a essere ancora un po' originali su questi argomenti. L'ultima cosa che voglio fare è propaganda, voglio anzi dire all'Assessore qui presente che, quando sarà, se ci sarà bisogno, se sarà necessario il contributo di tutti per portare avanti questo, non lo chiamerei più confronto, ma questa lotta, fra un po' la chiamerò guerra con lo Stato, per vedere riconosciuti i nostri diritti, io e tanti altri credo che ci saremo. Do questa disposizione alla collaborazione perché sono veramente stanco di un male atavico che ci colpisce, che è quello di delegittimarci gli uni con altri, negarci gli uni con gli altri, è questa la sindrome del voler sempre riniziare da capo negando tutto quello che è avvenuto prima di noi. E invece c'è del lavoro prima di noi, ci sono degli sforzi, delle passioni e competenze che sono state esercitate prima di noi, di cui dovremmo avvantaggiarci e su cui fare leva, su cui salire.
Solo per questo motivo, ricordo con dispiacere le tante volte che, dopo la riscrittura dell'articolo 8, ci siamo esercitati in questo Consiglio regionale per negarne l'evidente portata positiva, per negarne il valore, anche economico, per la nostra Regione. Mi fa piacere che finalmente tutti lo riconosciamo e che oggi siamo qui a dire che facciamo un altro passo perché stiamo approvando le norme di attuazione. Purtroppo stiamo facendo dei passi indietro e purtroppo abbiamo perso un treno, io credo, perché questo articolo 8 si sarebbe già dovuto utilizzare da tempo, e partire dall'articolo 8 per fare un ulteriore passo in avanti nel momento in cui avremmo discusso l'attuazione del federalismo fiscale. Ora, il federalismo fiscale ci ha superato, siamo all'interno di un unico discorso, anzi siamo in ritardo persino dentro questo unico discorso, visto che Province autonome o Regioni a Statuto speciale hanno già fatto il loro accordo. Siamo in ritardo di almeno due anni e nessuno ripagherà la società sarda per i soldi persi e per l'opportunità persa, in questi due anni, di dare risposte concrete e positive all'esigenza della nostra società. Abbiamo perso un treno, vi invito a rincorrerlo per quanto potete.
Condivido molto lo sdegno del collega Maninchedda, lo comprendo, a lui lo sdegno fa venire voglia di alzare la voce, a me fa venire voglia, oggi, di abbassarla, persino quasi di stare zitto. E' evidentemente persino quasi sovversivo un Ministro della Repubblica che, con tutto quello che è accaduto in questi anni, con tutto quello che lui ha rappresentato, va nella zona più ricca del Paese e tira fuori dal cappello la possibilità finalmente di esercitare una fiscalità di vantaggio, esattamente nella città più ricca del Paese. Ti fa cadere le braccia, ti fa venire voglia veramente di ribellarti, ti fa venir voglia proprio di fare tutto il possibile per non accettare questo stato di cose. Poi capisco anche che quella fiscalità di vantaggio riguarda magari il sistema finanziario, che siano maggiori le competenze per il sistema finanziario a Milano rispetto ad altre zone, ma certamente non si poteva avviare una discussione di questo genere senza tener conto delle aspettative pregresse da tanti anni e senza tener conto delle esigenze di riequilibrio delle diverse aree di questo Paese.
A quello sdegno, io aggiungo lo sdegno di aver solamente pensato che La Maddalena possa essere oggetto di nuova militarizzazione e che, mentre per anni abbiamo testimoniato l'esigenza di superare l'occupazione dello Stato, direi ferrea e ferrigna in questa Regione, solamente riparlarne, dell'occupazione, è un segno della non considerazione di cui godiamo in questo momento. L'unica cosa, onorevole Maninchedda, è che bisogna essere conseguenti. Io credo che faremo un regalo a questa Regione e ai sardi andandocene tutti a casa, ponendo fine a questa legislatura, che è nata su presupposti sbagliati.
Ricordo ancora una delle prime sedute, in cui, un collega, che è stato già citato oggi, forse perché era disattento, ma era attentissimo quel giorno, presentò le istanze di Sorso perché cancellassimo subito la possibilità dell'imposta di soggiorno, che era una legge della Sardegna immediatamente applicabile. Poi ho sentito una volta un altro consigliere, che aveva votato per cancellare l'imposta di soggiorno in Sardegna, esaltare il comportamento del Sindaco di Roma che ha ottenuto la possibilità di istituire l'imposta di soggiorno, e il Sindaco di Firenze, poi è andato fino a Milano, per ottenere lo stesso risultato storico di poter istituire l'imposta di soggiorno. Beh, noi quell'imposta di soggiorno l'avevamo e ci abbiamo rinunciato con vigore, con forza, con un'esaltazione di tutto questo Consiglio perché finalmente rinunciavamo a un nostro diritto! E' la storia che si ripete, in qualche modo, seppure in maniera diversa. Capisco che quell'imposta poteva essere non sempre opportuna; i sindaci potevano decidere "sì" o "no". Capisco che non sempre la pensiamo allo stesso modo ma, laddove conquistiamo un diritto, difendiamolo, perché se non li difenderemo noi verremo travolti, come siamo travolti in queste ultime settimane.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, sinceramente sullo specifico provvedimento, non riesco a comprendere tutti i motivi del contendere, sullo specifico provvedimento cioè l'approvazione dello schema delle norme di attuazione. Invece comprendo e devo dire anche condivido molti degli interventi che parlano in generale della vertenza entrate, in generale dei problemi di rapporto tra Stato e Regioni, che, però, non è la prima volta che discutiamo in quest'Aula e che non troveranno soluzione emendando, se fosse possibile, sappiamo che non lo è, questo provvedimento. Sullo specifico provvedimento mi pare che la discussione sia quasi paradossale, nel senso che chi non ha sottoscritto e chi non ha condiviso probabilmente sino in fondo quell'accordo Stato-Regione sottoscritto dall'allora Presidente della Regione e dagli allora premier Soru e Prodi, oggi si trova a difenderlo, e a difenderne l'applicazione, mentre, chi lo ha condiviso e sottoscritto, oggi ha delle riserve sulle norme tecniche di attuazione.
Quindi, siccome non solo l'onorevole Peru, ma anche io mi occupo di spiagge, mi vorrei concentrare su un aspetto forse marginale del provvedimento, ma che ritengo abbia una qualche valenza, non solo dal punto di vista economico e finanziario, ma anche dal punto di vista del principio, che è quello del demanio marittimo, ne ha accennato prima l'onorevole Gian Valerio Sanna. Io credo che le norme tecniche di attuazione, se a qualcosa servono, servono a esplicitare i principi che, evidentemente, nel novellato articolo 8 non erano chiari, mi riferisco in maniera particolare alla lettera m) del primo comma; la lettera m) del primo comma parla genericamente di sette decimi, dovuti alla Regione, di tutte le entrate erariali dirette e indirette, comunque denominate a eccezione di quelle di spettanza di altri enti pubblici. Ritengo che sia felice questa espressione "entrate erariali" e non "entrate tributarie", come prima era stato originariamente specificato, perché tra le entrate erariali si ricomprendono assolutamente anche le concessioni.
La natura tributaria delle concessioni è stata messa in dubbio a lungo dalla dottrina, che poi l'ha esclusa, ma la natura di entrate erariali in un concetto così ampio evidentemente ricomprende anche quelle concessioni. Bene, oggi ci troviamo al paradosso, che questa norma, che ricomprende tutte le entrate, non trova alcuna specificazione nelle norme tecniche di attuazione. Che cosa significa? Che avremo il paradossale effetto che il federalismo, così come lo si sta applicando e intendendo, non porterà alla sostituzione del soggetto che gestirà quella funzione, ma porterà a una sovrapposizione di soggetti e a una sovrapposizione di canoni.
Sono felice del fatto che sia stata in qualche maniera superata, ancora non formalmente, la proposta della Giunta regionale di istituire un sovracanone sulle concessioni dei porti, così com'è stato istituito (anzi, per la verità non è stato istituito, ma diciamo che viene applicato senza una norma che lo istituisca) quello sulle concessioni sul ricreativo balneare, quindi sulle spiagge, sugli specchi acquei. Però è evidente che il principio è fondamentale: rivendichiamo la potestà sulle nostre coste, rivendichiamo la potestà sul mare antistante, sulle 12 miglia antistanti le nostre coste. Questo ha un valore fondamentale anche nella riscrittura dello Statuto, ma c'è già, nell'articolo 8, rivendicando la competenza finanziaria (avere quelle risorse), stiamo anche rivendicando una potestà che oggi potremmo utilizzare per dire che abbiamo competenza nel gestire i porti turistici, quanto meno quelli turistici, le spiagge, ma un domani possiamo estenderla per impedire per esempio gli impianti off-shore per l'eolico. Questo significa. Non riesco sinceramente a comprendere perché, nell'articolo 13, delle norme tecniche non si sia voluto precisare questo aspetto, che è fondamentale; non si riesce a comprendere perché, pur essendo state trasferite le competenze da tempo alle Regioni, le Capitanerie di porto mantengano i loro Uffici demanio e non abbiano trasferito una sola persona dallo Stato alla Regione, una sola competenza, hanno solo trasferito le pratiche, però continuano a incamerare in toto gli oneri concessori.
Io vorrei, perché questo è un problema di strettissima attualità, di stringente attualità, segnalare che lo Stato, pur incamerando queste risorse, sta smantellando il Provveditorato alle opere pubbliche e questo significa che non sta più pagando neppure le bollette dell'Enel. Il Porto di Carloforte è rimasto al buio qualche giorno fa, perché lo Stato non ha pagato le bollette e il Prefetto ha chiesto alla Regione di farsi carico di pagare le bollette dell'illuminazione pubblica per un porto dove non esiste un concessionario, dove la Regione non ha competenze; questo sta succedendo! Quindi, noi abbiamo due scelte: o rivendichiamo con forza la competenza e le risorse, o saremo veramente costretti a porre sui cittadini sardi, a differenza di quelli delle altre Regioni, un sovracanone per avere gli stessi servizi e le stesse competenze.
Pertanto io preannuncio, così risparmio l'intervento successivo sulle dichiarazioni di voto, il voto favorevole, perché non mi pare che ci siano argomenti tali in base ai quali ci possiamo dividere su un aspetto che è tecnico, sono norme tecniche di attuazione, se non limitatamente al fatto che gli aspetti più importanti, che devono essere disciplinati tecnicamente, di fatto vengono rinviati a ulteriori tavoli. Con questa riserva, preannuncio il voto favorevole del mio Gruppo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io oggi non voglio parlare di federalismo, anche se il tema è strettamente collegato alle norme di attuazione dell'articolo 8, però sentendo l'intervento dei colleghi Maninchedda e Soru e altri che sono intervenuti stamattina, mi è venuto in mente un passaggio di un famoso libro di un notissimo scrittore e operatore di teatro della Sardegna, Cicito Masala. Mi pare che, nel libro "Quelli dalle labbra bianche", se non ricordo male, Cicito Masala scriveva: "Ci consigliavano di guardare il cielo, e nel frattempo ci rubavano la nostra terra sotto i piedi". Questo mi sembra sia ciò che sta succedendo relativamente al tema del federalismo, tema nato nel Meridione che invece oggi, su spinta della Lega, viene utilizzato assolutamente in termini antimeridionalisti, anche per colpa nostra, per la verità, perché abbiamo consentito, in questi ultimi 15 anni, che il tema del Meridione fosse cancellato dall'agenda politica con l'inserimento di una questione settentrionale a opera della Lega e di molti Ministri del Governo Berlusconi, questione che assolutamente a nostro avviso non esiste. Le dichiarazioni di Tremonti di ieri dimostrano che questo Governo pensa o sembra pensare esclusivamente alle zone più ricche del Paese; lo fa in termini di trasferimenti erariali e di trasferimenti dei fondi FAS. Vorrei ricordare che, alcuni anni fa, i fondi FAS erano riservati al Meridione mentre, su iniziativa sempre della Lega, una parte rilevante di questi fondi FAS è stata invece trasferita alle zone non adeguatamente sviluppate del Settentrione d'Italia.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA
(Segue SALIS.) Vorrei tornare all'articolo 8. Io non sono d'accordo con il collega Mario Bruno quando dice che le norme di attuazione non servivano. Io sono, invece, dell'avviso che la scusa della necessità delle norme di attuazione, sia servita a cercare di perpetuare la rapina dello Stato nei confronti della Sardegna con il tentativo di rallentare o di cancellare le importanti modifiche intervenute in termini di entrata e ricomprese nell'articolo 8. Badate, già da due anni, le opposizioni (collega Pittalis, non voglio assolutamente fare propaganda), cioè noi abbiamo dichiarato da subito che chiedevamo al presidente Cappellacci e alla Giunta regionale di centrodestra di mettersi a capo di un'iniziativa politica del Consiglio regionale e del popolo sardo per difendere questa conquista ottenuta unitariamente nella scorsa legislatura. Purtroppo l'iniziativa palese e sotterranea del Governo Berlusconi ci ha fatto perdere due anni!
Sono d'accordo sul fatto che lo schema delle norme di attuazione sia una cosa importante, anche perché non siamo mica sicuri che il Governo le approvi. C'è anche questo elemento! Nonostante i nostri distinguo, c'è ancora il rischio che il Governo nazionale non le approvi. Però il fatto che abbiamo perso due anni e che non siamo riusciti a inserire la motivazione addotta a definire nuove norme di attuazione, cioè l'inserimento di nuove entrate non ricomprese nel precedente articolo 8, cioè evidenzia il fatto che siamo stati, assessore La Spisa, "cornuti e mazziati", scusate, il termine non è esattamente da aula parlamentare, però a volte ci vuole anche questo; è un termine "di pietrese" o "bossiano", ecco lo possiamo definire così, molto popolare. Perché dico questo? Perché non aver inserito l'elemento che la terza Commissione ha posto all'ordine del giorno della Commissione paritetica, già dall'ottobre 2010 (cioè che in questo schema di norme di attuazione era necessario inserire l'elemento delle entrate relative alle lavorazioni dei prodotti fatti in Sardegna ma venduti al di fuori della Sardegna), oppure il discorso delle concessioni demaniali (che è stato posto con forza anche oggi in quest'Aula), fa sì che si sottraggano alla Sardegna risorse eccezionali. Su questo io non so quali indicazioni la Giunta possa darci per utilizzare, ampliandone le possibilità, l'articolo 12 dello stesso accordo sottoscritto. Esso andava, secondo me, scritto in maniera più chiara, ma bisogna verificare l'esistenza delle condizioni per evitare la continuazione di questa rapina nei confronti della Sardegna.
Al riguardo, io vorrei riferirmi a un impegno assunto dal Governo nazionale esattamente 12 anni fa, nel quale il Governo condivideva l'esigenza che dovesse determinarsi un nuovo equilibrio nella destinazione delle risorse del bilancio dello Stato, sia in termini generali, sia con specifico riferimento alle risorse destinate, oltre che alla Sardegna, al Mezzogiorno. Il Governo, in particolare, condivideva l'esigenza che, ai fini della ripartizione delle risorse, sia di quelle per le aree depresse, sia di quelle derivanti dalla programmazione dei fondi comunitari, si dovesse attribuire specifico rilievo, oltre che ai parametri rappresentativi della condizione economica e sociale, a parametri quali la dimensione territoriale, il rapporto popolazione-territorio e la perifericità. Nel caso della Sardegna, tale ultimo parametro assumeva particolare rilievo in relazione alla condizione di insularità contemplata dall'articolo 130 del Trattato di Amsterdam e alla garanzia costituzionale di cui all'articolo 13 dello Statuto speciale.
Questa è un'intesa firmata 12 anni fa che stiamo cercando disperatamente e, spero ancora, unitariamente, spero che riusciremo, nonostante il Governo nazionale e l'eccessiva pazienza e subalternità della Giunta regionale, a mantenere questo clima unitario, anche perché noi consideravano chiusa questa partita e il fatto di non averla chiusa e di trovarci ancora oggi a discutere di una partita aperta e chiusa nel 2006-2007 ci sta impedendo perfino di prestare la dovuta attenzione ad accordi che, a livello nazionale, la Conferenza Stato-Regioni e le Regioni a Statuto speciale e il Governo hanno già sottoscritto per esempio per il federalismo fiscale regionale e che, a mio modesto parere, comporterà una serie di ulteriori gravissimi problemi per la nostra Regione.
Io chiedo all'assessore La Spisa di poter valutare se la raccomandazione che la Commissione bilancio ha fatto alla Giunta perché venga precisato e inserito questo elemento relativo alle entrate derivanti dai prodotti realizzati in Sardegna…
PRESIDENTE. Onorevole Salis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Vorrei iniziare il mio intervento prendendo a riferimento le preoccupazioni espresse dal Presidente della terza Commissione per quanto riguarda in modo particolare la difficoltà a vedere lo sforzo, l'impegno di quest'organo legislativo a produrre effetti e quindi rispetto alla corretta, tempestiva e puntuale attuazione delle leggi approvate.
Come sa il Presidente della terza Commissione, io mi onoro di presiedere una Commissione che è sorta su un ordine del giorno unanime di questo Consiglio proprio per verificare le ragioni della non applicazione corretta, tempestiva e puntuale delle leggi regionali approvate. Come quest'Aula sa, noi viviamo in un regime di separazione delle responsabilità, non solo dei poteri, sa quest'Aula che una parte delle responsabilità sono in capo alla dirigenza che risponde alla legge e ai programmi e agli indirizzi amministrativi posti dalla Giunta regionale, cioè di chi svolge funzioni di governo e sa anche che una parte delle disposizioni normative, che vengono licenziate da quest'Aula, devono trovare, per essere attuate, un percorso deliberativo obbligatorio da parte della Giunta regionale. Mi riferisco alla non attuazione di una legge, Presidente, lo dico, perché è assolutamente in tema rispetto all'approvazione da parte nostra dello schema di norme di attuazione di una norma dello Statuto decostituzionalizzata e introdotta con legge finanziaria dello Stato, anche questo è un esempio di non applicazione delle norme, in quel caso fatte dal Parlamento.
Presidente, stiamo esaminando le ragioni, le stiamo esaminando con i colleghi tutti e ci siamo definiti un ambito di indagine che fosse compatibile con i tempi che avevamo a disposizione, anche per tentare di proporre a quest'Aula un percorso praticabile nel breve, nel brevissimo termine, per cercare di rimediare a questa anomalia amministrativa, così è definita nello stesso ordine del giorno che ha istituito la Commissione d'inchiesta. Presidente, noi abbiamo già convocato la Commissione consiliare di inchiesta, per il prossimo martedì, in modo da definire una prima relazione che intendiamo rendere a brevissimo, possibilmente entro questo mese di aprile, se sarà consentito dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo e dall'ordine del giorno che il Presidente dovrà definire. Vorremmo rendere conto del lavoro che abbiamo fatto, però mi permetto di fare alcune considerazioni perché valgono anche per le norme di attuazione di oggi e valgono anche per la norma non attuata dell'articolo 8 riformata dello Statuto.
Noi viviamo in un'epoca che io non ho proprio preoccupazione a definire eversiva. Tanto è eversiva questa epoca che tutti hanno lo stesso diritto di essere eversivi ed è un diritto all'eversione riconosciuto dall'impunità che all'eversione si garantisce. Non c'è organo dello Stato o autorità che pretenda l'attuazione di una legge disposta dal Parlamento o disposta dal Consiglio regionale nel nostro caso. Non rispettarla, non attuarla, lasciarla nel cassetto, farla ammuffire, che sia responsabilità di un direttore generale oppure di un Presidente di Regione oppure di un Assessore oppure di un organo di Governo nel suo complesso, ivi compreso del Governo nazionale o di singoli Ministri, non gliene importa niente a nessuno, tant'è che lo si fa fare! Potrei citarne molte, ma ne cito una, è sempre più o meno la stessa, perché è veramente mortificante, in ragione del percorso.
Noi abbiamo approvato una legge in materia di servizi per il lavoro che è datata "2005". Sono passati sei anni! Abbiamo fatto questa legge per adempiere a una legge dello Stato, molto precedente, che modificava il sistema del collocamento pubblico e introduceva un sistema di collocamento privato, cioè la cosiddetta legge numero 56 veniva riformata. C'era stata la legge delega numero 30. A qualcuno voglio ricordare che un noto giuslavorista fu assassinato perché aveva fatto quella legge, la legge numero 30, della quale io non condivido quasi nulla. In questi undici, dodici, tredici anni, nei quali questo percorso normativo si è determinato, la Sardegna è una delle poche Regioni d'Italia diverse dalla Lombardia, che ha attuato le leggi dello Stato e si è dotata delle proprie leggi; ma non è colpa dei sardi se c'è questa classe dirigente, non è colpa dei sardi, è colpa di una politica che ha in mente qual è l'oggetto, cioè l'oggetto della politica in Sardegna è chi fa politica, non è per chi si deve fare politica.
L'oggetto della politica è chi fa politica e quindi si determina un lassismo generale che consente tranquillamente al direttore generale di non adempiere alla legge, al suo Assessore di non adempiere alla legge, alla Giunta nel suo complesso di non adempiere alla legge, al Presidente di stare sempre sotto terapia e di non adempiere alla legge e al popolo, al nostro popolo, di essere privato degli effetti positivi di quella legge o di poter vedere il Consiglio regionale che la modifica in funzione della realizzazione degli effetti positivi nel caso della legge sul lavoro per l'occupazione.
Lo schema di norme di attuazione, che oggi si approverà, sarà un altro tormentone, io non ho grande voglia di andare a Roma, di andare a bussare allo Stato, di andare da questo o quel Ministro. Quando c'era un certo presidente Mario Melis, i Ministri venivano insultati dalla mattina prima del caffè in modo che capissero chiaramente che non sono un'opportunità, sono un peso per questa Regione! Sono un peso, quei Ministri, per questa Regione! Sono un peso, una malattia, una peste! Non sono un'opportunità, perché sono di parte, perché sono miseramente di parte!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, signori della Giunta, colleghe e colleghi, io rinuncio a entrare nel merito del documento che c'è stato portato all'attenzione, l'abbiamo già discusso abbondantemente in Commissione e capisco che ci siano delle posizioni diverse. L'occasione però ovviamente è stata utilizzata per inserire, nei ragionamenti che riguardano l'applicazione dell'articolo 8 e quindi le norme di attuazione, ragionamenti di altro genere. Volevo tranquillizzare il presidente Soru, di cui ho ascoltato l'equilibrio, al di là dell'ultima parte, poi ci tornerò, però il presidente Soru non può dirci che noi abbiamo negato il valore, non l'abbiamo negato né prima e non l'abbiamo negato neanche dopo.
Abbiamo avuto vedute diverse su come poteva essere maggiormente valorizzato l'articolo 8, io sono uno di quelli che ritiene che le norme di attuazione siano indispensabili. Non lo sto dicendo oggi, l'ho detto anche in sedute precedenti, l'ho detto anche a suo tempo. Perché la norma di attuazione lascia aperta una porta che invece l'applicazione, così come qualcuno la ritiene opportuna, chiude, si applica l'articolo 8, punto! Noi non siamo in un momento nel quale possiamo permetterci di scrivere e di votare delle questioni che hanno un inizio e delle quali però conosciamo anche la fine; non siamo in questo momento perché altrimenti, se così fosse, non ci staremmo impegnando come ci stiamo impegnando, maggioranza e opposizione, tutto il Consiglio regionale, a discutere delle modifiche dello Statuto, a riprendere la legge statutaria, a modificare la legge elettorale, a ridurre il numero dei consiglieri regionali, cioè ci stiamo lavorando, stiamo lavorando per questo.
Non ci siamo fermati al fatto - e oggi non sono tempi perché noi lo facciamo - che lo Statuto della Regione Sardegna è una cosa immodificabile, poteva essere immodificabile fino agli anni '80, forse fino agli anni '90, forse anche fino al 2000, ma oggi ciò che sta accadendo nel mondo ci induce e pretende che noi agiamo in questo modo per modificare lo Statuto. E' indispensabile che noi approviamo delle norme di attuazione, e lo dico facendo riferimento all'articolo 13, presidente Soru, dove si dice "al fine di consentire il continuo aggiornamento", cioè non ci fermiamo a quello che è scritto qui, non ci vogliamo fermare neanche a ciò che è scritto nell'articolo 8, noi vogliamo andare oltre.
Certo, per andare oltre forse bisogna utilizzare anche i toni che ha usato il collega Maninchedda, non bisogna spaventarsi. Il collega Maninchedda fa parte di questa maggioranza, non lo dico a sua difesa, semmai lo dico a difesa mia, io credo che avere voci di dissenso all'interno della maggioranza, così come all'interno della minoranza, sia un fatto estremamente positivo perché non è possibile pensare di mettere il bavaglio tutte le volte che qualcuno di noi dice un qualcosa che potrebbe urtare la suscettibilità di qualcuno, voglio dire, a me il bavaglio non me lo mette nessuno e non posso pensare di imporre un bavaglio al collega Maninchedda che peraltro è anche difficile da imbavagliare.
Ciascuno di noi ha una sua formazione politica, ciascuno di noi è cresciuto in un certo ambiente, certo noi eravamo contro l'indipendenza, anzi, non è che fossimo contro l'indipendenza, abbiamo votato contro quel documento che ci è stato presentato dai colleghi sardisti, che fanno comunque parte di questa maggioranza, ma non siamo così ottusi e ciechi da non capire il presupposto che spingeva il Partito sardo d'azione a fare questa richiesta. Noi conosciamo benissimo quali sono le traversie di questo Governo nazionale, conosciamo benissimo quali sono i problemi di una Repubblica che, sempre più, con grandi difficoltà, affronta i problemi, lo sappiamo benissimo. Noi ci avveleniamo l'uno contro l'altro, ma poi, alla fine, quando analizziamo ciò che abbiamo detto, quanti sono i ragionamenti che sono stati portati alla nostra attenzione, oggi ma anche in altre sedute, che, in qualche maniera, ci potrebbero far capire perché noi potremmo essere contro la fiscalità di vantaggio a Milano? Ma perché? Ci sono state proposte di questo Consiglio regionale ultimamente che in qualche maniera hanno aperto uno spiraglio? Cioè, c'è stata una volontà diffusa per capire che noi facciamo delle richieste che comunque il nostro Governo o il Governo di tutti quanti dovrebbe accogliere col Parlamento?
Spesso e volentieri noi siamo pronti ad andare contro ciò che accade da altre parti, ma lo facciamo con un veleno politico, con una contrapposizione che poi alla fine sapete come si risolve: il centrosinistra accusa il premier Berlusconi e noi dobbiamo necessariamente difenderlo. Questo non fa crescere né voi né noi, qualche critica la deve prendere anche da noi e forse qualche apprezzamento sarebbe necessario che ci fosse anche da parte vostra. Allora il presidente Soru dice che questo è un Consiglio regionale che deve andare a casa. Presidente Soru, io ho sognato già una volta con lei, mi resi conto che era un incubo, però le assicuro che lei in questa Aula, seduto in quei banchi, anzi in piedi perché prese la parola, disse che non sarebbe mai andato a casa, aveva tranquillizzato il Consiglio regionale che non si sarebbe mai dimesso, poi invece si è dovuto dimettere, non per incapacità della opposizione, non per i veleni e le accuse che le abbiamo mandato noi, ma per incapacità della sua maggioranza!
Allora noi stiamo cercando di evitare ciò che è accaduto nella precedente legislatura, siccome ci rendiamo conto di non essere gli unici che possono determinare questo, ci affidiamo anche al buon senso dell'opposizione e nelle cose più importanti che stiamo cercando di mandare avanti (lo Statuto, la legge statutaria e altre questioni), le debbo dire la verità, un po' per merito del Presidente della Commissione, un po' per merito diffuso in questa Aula, stiamo lavorando - credo - in maniera assidua e costante, stiamo entrando in un'ottica per la quale, per certi problemi, non possiamo essere contrapposti. Non ce lo possiamo permettere perché la nostra contrapposizione, la nostra divisione, i nostri veleni non contribuiscono a far crescere questa Regione! Io credo che questo argomento delle norme di attuazione sia uno di quegli argomenti per i quali non pretendo il voto favorevole, per quanto in Commissione non mi pare che ci siano state esternazioni, collega Bruno, di totale contrarietà alla loro approvazione, non ci sono state, se n'è discusso, se n'è parlato, anch'io ho sollevato dei problemi, come lo stesso collega Cuccureddu che ho ascoltato.
Sulle questioni demaniali, vi pare possibile che noi, che vogliamo appropriarci di una nostra capacità di essere incisivi nel processo di crescita della nostra Sardegna, ho scoperto l'altro giorno, come Regione Sardegna, imponiamo la VIA nazionale per costruire le banchine nei porti della Sardegna? Ma vi pare una cosa concepibile? Cioè noi vogliamo appropriarci di quel patrimonio, stiamo cercando di capire com'è giusto che noi utilizziamo quei territori e quegli specchi marini, beh, invece gli Assessorati regionali, per la costruzione delle banchine, chiedono la VIA nazionale! Cioè ti rivolgi allo Stato! E' una cosa che non è mai avvenuta! Tutti i porti della Sardegna sono stati costruiti senza la VIA nazionale; ultimamente, collega Cuccureddu, ci si impone un ulteriore balzello e un'ulteriore perdita di tempo.
Allora questo è il ragionamento, non ne posso fare altri perché i ragionamenti sono all'interno delle norme di attuazione. Non sono state concordate adeguatamente? I professionisti che abbiamo inviato al tavolo tecnico non erano all'altezza della situazione? Ci sono ulteriori cose che noi possiamo sollevare? Siamo totalmente d'accordo, queste norme di attuazione sono un fatto assolutamente provvisorio ma indispensabile! Ecco perché dobbiamo votare a favore, ecco perché non possiamo perdere l'occasione in questo momento, poi ciò che succederà...
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Finalmente quest'Aula, o almeno una parte di essa, ha i toni giusti nei confronti del Governo che continua a vessare la Sardegna, a umiliare e a prendere in giro un intero popolo. Lo fa sulle entrate di cui parliamo oggi ma lo fa su Vinyls, lo fa su Eurallumina, i cui dipendenti sono qua sotto il nostro Palazzo. Toni giusti direi anche nei confronti del Presidente della Regione, che continua a essere assente, e di una Giunta, mi dispiace dirlo, prigioniera del rapporto di sudditanza del Presidente della Regione nei confronti del Presidente del Consiglio. Bene, i toni forti a me pare non bastino, siete soli, fuori di qui c'è la disperazione, c'è tanta gente, onorevole Diana, onorevole Pittalis, colleghi, di tutti gli schieramenti politici, nessuno escluso, da Porto Torres a Ottana, nel Sulcis come in Ogliastra, non c'è comparto che non viva una condizione di crisi drammatica, dall'industria ai servizi, senza risparmiare il settore agricolo! Tutti gli indicatori macroeconomici sono in caduta libera, non ce n'è uno che si salvi! E voi che fate? A me pare, anche oggi, ordinaria amministrazione e inconcludenza nell'ordinaria amministrazione nonostante fuori da quest'Aula tutti, nessuno escluso, ripeto, dalle organizzazioni sindacali alle associazioni datoriali, prima fra tutte la Confindustria, sino al sistema delle autonomie locali, chiedano al Presidente della Regione di interpretare l'indignazione del popolo sardo, di questa Regione.
Oggi ho sentito e avvertito l'indignazione anche in quest'Aula. Io credo che l'indignazione sia un sentimento positivo e necessariamente all'indignazione debba seguire uno scatto d'orgoglio, invece ancora non ho sentito nulla in quest'Aula. L'indignazione oggi l'ho sentita soprattutto sulle dichiarazioni del ministro Tremonti. Non è vero, onorevole Diana, che quest'Aula non ha chiesto nulla sulla fiscalità di vantaggio! Un esempio l'ha fatto il collega Maninchedda, lo abbiamo fatto anche su alcune zone disagiate, su alcune città di quest'Isola, e purtroppo non si è mosso nulla, in particolare ovviamente da parte del Governo. Quindi, ripeto, oggi mi aspettavo e mi aspetto che questa indignazione si trasformi in uno scatto d'orgoglio.
Ma vi sembra, lo chiedo davvero, che l'approvazione delle norme di attuazione rappresentino questo scatto di orgoglio, che dovrebbe seguire ai toni forti che abbiamo sentito in quest'Aula? A me non pare! Fin da subito, lo abbiamo detto, come Partito Democratico, ma l'ha detto tutta l'opposizione, abbiamo denunciato che le norme di attuazione altro non erano che un alibi per rinviare sine die l'esigibilità dell'articolo 8. Le norme di attuazione, lo ripeto, non servivano. Vorrei anche dire, lo dice tra l'altro tra le righe anche la risoluzione della terza Commissione, che quelle definite fanno un passo indietro rispetto all'articolo 8, ed era ovvio, perché se si apre una trattativa già su un punto di caduta, è chiaro che ci sarà un ulteriore punto di caduta a svantaggio in particolare di chi pretende l'esigibilità di una norma.
Onorevole Pittalis, davvero con tutto il rispetto, non ultimo quello personale, siete davvero convinti che la qualità dell'attuale rapporto tra Regione e Governo sia quella che serve per tutelare gli interessi della Sardegna? E' una domanda che pongo, la pongo anche all'assessore La Spisa (della cui onestà intellettuale non dubito), perché è importante dirci in quest'Aula se la qualità di questo rapporto è davvero ciò che serve per rappresentare gli interessi della gente che sta fuori e che noi rappresentiamo in quest'Aula,. A me onestamente non pare che quella qualità del rapporto sia all'altezza dello scontro in atto e di un atteggiamento, ripeto, vessatorio del Governo nei confronti delle parti più deboli di questo paese, non ultima la nostra Regione. Onorevole Mario Diana, lei ha parlato di valore dell'articolo 8, io vorrei dirle, con grande rispetto anche nei suoi confronti, che non dubito di quanto lei ha detto, però è innegabile che quello che sta avvenendo, e che è avvenuto in questi due anni, in particolare in questi ultimi due mesi, la vostra inconcludenza, stia progressivamente derubricando il valore dell'articolo 8. Questo è innegabile e credo che nessuno possa smentirlo.
Ebbene, se i toni non ci spaventano, come è stato detto da chi mi ha preceduto, il Presidente della Regione, e finisco, si metta davvero alla testa di una straordinaria mobilitazione volta a pretendere dal Governo l'esigibilità di quanto ci è dovuto. Se questo non avverrà, non solo l'opposizione, ma anche tutte le parti sociali (come hanno già fatto nei giorni scorsi) chiedono al Presidente della Regione, se sia possibile essere convinti che questo rapporto possa portare a casa risultati attesi da due anni. Su questo, vorrei una risposta. All'assessore La Spisa, ancora chiedo: quanto, quando e dove saranno allocate le risorse? Anche questa è una domanda che credo debba trovare una risposta in quest'Aula. E dalla risposta ovviamente deve conseguire anche una reazione da parte di quest'Aula, altrimenti, badate, noi continueremo, onorevole Pittalis, a dividerci.
Noi non vogliamo dividerci, infatti stiamo chiedendo al Presidente della Regione di interpretare questo sentimento, non lo stiamo lasciando da solo, gli stiamo chiedendo da tempo di mettersi alla testa di una straordinaria voglia di autonomia, di rivendicazione, giusta, onesta, che c'è in quest'Isola, non lo stiamo mandando allo sbaraglio. E' possibile che, su queste disponibilità, non ci sia un minimo di risposta da parte del Presidente della Regione, della Giunta e della maggioranza?
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Vorrei fare innanzitutto una premessa brevissima, per dire che è talmente importante che queste norme possano essere approvate definitivamente, è così importante questo obiettivo da indurre assolutamentela Giunta regionale, ma me in particolare, che sono qui a parlare di questo argomento, a non considerare tutto ciò che non può portare a questo risultato positivo e quindi a tralasciare qualsiasi risposta ad alcune affermazioni o accuse, fatte tra l'altro con un tono talmente veemente, da essere a mio parere totalmente fuori asse rispetto all'argomento oggetto della discussione di oggi. Evidentemente ci sono altri motivi per cui si parla in un certo modo, per cui si dicono certe cose, e le si dicono anche con un certo tono di voce. Ma oggi l'interesse è talmente concreto, che non può indurre a fermarci davanti al tono delle parole o ad alcune espressioni più o meno colorite. E' così importante questo obiettivo che sarebbe veramente delittuoso da parte nostra sottolineare delle differenziazioni o alimentare ulteriori polemiche, magari per giustificare quello che si è detto sul ritardo con cui queste norme di attuazione vanno all'approvazione.
Ci sono tanti motivi che portano a questi quattro anni passati da allora, ma io non mi fermerò neanche un secondo su questo, perché non avrebbe senso parlarne, mentre mi interessa molto di più raccogliere ciò che io considero un atto di responsabilità molto interessante, apprezzabilissimo, da parte di diversi interventi. Permettetemi di citare sinceramente, cogliendo due parole da lui dette, il presidente Soru, quando dice: "Siamo disponibili, noi ci saremo per qualunque iniziativa, o passo - evidentemente concordato, capisco - che possa portare a difendere gli interessi della Sardegna nei confronti dello Stato italiano". Anche io penso che sia difficile, onorevole Soru, essere originali nella discussione di oggi, perché di questo argomento ne abbiamo parlato ormai decine di volte in quest'Aula e in Commissione, per cui è chiaro che le cose che possiamo dire sono in parte anche ripetitive. Però alcune di esse vanno precisate, anche perché, per tranquillità di chi vota a favore o si astiene rispetto a questo testo, riguardo alla questione che ha posto l'onorevole Salis sulle accise, la questione delle concessioni demaniali, posta sia da Salis sia, se non ricordo male, dall'onorevole Sanna, si deve dire che questo testo è volutamente limitato a ciò che in qualche modo può portare alla conclusione di questa fase del confronto con lo Stato con il massimo dell'incastro possibile per la Regione Sardegna. La questione delle accise, se noi l'avessimo omessa, avrebbe provocato sostanzialmente uno scontro certamente non utile perché la questione è controversa, noi dobbiamo riconoscerlo.
La questione delle concessioni demaniali non è stata inserita esplicitamente ma rimane nelle pieghe di questo testo come un insieme di proventi che noi potremo rivendicare, ma questo vale anche per le accise di per sé, perché non sono escluse, abbiamo invece inserito, ed è il massimo della forzatura che ci siamo sentiti di fare, la questione dei proventi da tutti i giochi e da tutte le scommesse, per ottenere il massimo possibile su questo punto. Direi che è un testo che difende il limite più ampio ragionevolmente accettabile da un Consiglio dei Ministri che voglia e che possa riconoscere i diritti di una Regione che non sta chiedendo niente di più di quello che le spetta.
A questo punto, io vorrei sottolineare una cosa di cui sono, giorno dopo giorno, sempre più convinto e cioè che il rapporto con lo Stato italiano è un rapporto difficile, qualunque Governo ci sia, per due motivi: il primo è che noi ci scontriamo con una burocrazia statale che condiziona pesantemente tutti i governi che si alternano, in particolare l'amministrazione del Ministero dell'economia che influenza pesantemente tutti i Ministri, e quindi noi abbiamo comunque un confronto che non possiamo pensare possa essere fatto con una istituzione che ci è favorevole; tendenzialmente lo Stato, tanto più in un momento di grave difficoltà finanziaria come quello che si attraversa in questi anni e in questi mesi, tende, purtroppo e inevitabilmente, a mantenersi gli spazi per sé.
L'altro aspetto che io riconosco e che abbiamo riconosciuto, l'ha fatto anche il Presidente per cui non capisco veramente alcune critiche, è che noi ci troviamo comunque con un Governo nazionale in cui è altrettanto evidente che una sua parte precisa tende a concentrare decisioni favorevoli verso una parte del paese, quella del Nord, a svantaggio della parte più debole che è quella del Sud e delle Isole. Questo è innegabile! Il confronto infatti è molto difficile per questo motivo, non lo nascondiamo lealmente ma lo diciamo qui e lo diciamo anche nei tavoli di confronto con lo Stato, non sarà un caso credo, e voi non potete non averlo sottolineato, che l'approvazione di questo testo nella Commissione paritetica è dovuta al fatto che questa Commissione risiede nel Ministero per i rapporti con le Regioni, governato da un Ministro che non è certamente sospettabile di posizioni favorevoli al Nord e che io, pubblicamente, così come il Presidente, ringrazio per aver permesso e favorito che queste norme potessero essere approvate in questo modo e che possano quindi andare in Consiglio dei Ministri per quello che sarà il confronto vero.
Nessuno di noi ha enfatizzato eccessivamente questo risultato proprio perché sappiamo che la partita vera la si gioca nel Consiglio dei Ministri quando si dovrà esaminare questo testo; noi faremo la nostra parte come Governo regionale nell'esercitare il massimo della pressione possibile, anche i partiti dell'opposizione, quelli della maggioranza, le forze sociali facciano tutti la loro parte e se possiamo farlo insieme tanto meglio! Noi siamo disponibilissimi, anzi vediamo con favore qualunque iniziativa che possa portare a questo risultato positivo. Certamente proseguiremo, anche in questo tempo e in questi giorni, con un rapporto con il Governo italiano dignitoso che sia cosciente degli interessi che stiamo rappresentando e della necessità assoluta di ottenere questo risultato per poter poi affrontare il confronto sulla questione del Patto di stabilità e sull'attuazione del federalismo fiscale per le Regioni speciali, avendo però incassato questo risultato positivo.
Per questo motivo, io chiedo che venga approvato nel più breve tempo possibile questo schema di norme di attuazione e che si possa quindi andare al confronto vero col Governo.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Comunico che è stato presentato un ordine del giorno.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
ORDINE DEL GIORNO STERI - DIANA Mario - VARGIU - SANNA Giacomo - CUCCUREDDU - PITTALIS sullo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna in materia di finanza regionale.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione sullo schema di norma di attuazione dell'articolo 8 dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna in materia di finanza regionale (n. 3/XIV/A), inviato dal Governo ai sensi dell'articolo 56 dello Statuto speciale;
RIBADITA la volontà di assicurare alla Regione autonoma della Sardegna un sistema finanziario adeguato alle esigenze dell'autonomia e dello sviluppo;
RICHIAMATO il dibattito sviluppatosi in questi anni in Consiglio regionale col concorso e la mobilitazione di tutte le forze politiche;
RILEVATO che risulta necessario dare completa attuazione all'accordo recepito dalla legge finanziaria dello Stato per il 2007 (legge n. 296 del 2006), considerato che la Regione ha già assunto tutti gli oneri che da tale accordo discendono a suo carico;
RITENUTO che in questa fase si deve favorire la piena ed immediata applicazione dell'articolo 8 dello Statuto speciale come riformulato dalla citata legge n. 296 del 2006, per garantire alla Regione di disporre quanto prima delle risorse che le competono;
CONSIDERATOa tal fine di privilegiare il prosieguo dell'iter delle norme di attuazione in modo da dare alla Regione tutti gli strumenti per concludere l'interlocuzione con il Governo e disporre così dei trasferimenti statali previsti dall'articolo 8,
esprime
parere favorevole sullo schema di norma di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna in materia di finanza regionale,
raccomanda inoltre alla Giunta regionale
di operare in tutte le sedi per favorire un'applicazione dell'articolo 8 che:
1) dia effettività alla lettera m) dello stesso articolo 8, estendendosi a tutte le entrate dirette ed indirette comunque denominate, ivi comprese quelle derivanti dalle concessioni demaniali;
2) garantisca, in modo più preciso, alla Regione anche le "quote delle accise, relative ai prodotti fabbricati in Sardegna e trasportati in altre Regioni in regime di sospensione di imposta" facendo leva sull'applicazione del comma 2 dell'articolo 8 dello Statuto speciale;
3) giunga a trasferire alla Regione una quota del gettito dell'imposta sul reddito delle società (IRES) che tenga conto dell'incidenza percentuale del totale del gettito su base nazionale rapportata al prodotto interno regionale;
4) dia piena attuazione ai regimi di fiscalità di vantaggio per la Sardegna,
esprime
una censura politica e morale nei confronti del Ministro delle finanze della Repubblica italiana che, per aumentare la differenza tra le regioni d'Italia, ha proposto un regime di fiscalità di vantaggio per la città di Milano, dopo averla sempre negata alla Sardegna.(1))
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, lei dice che non capisce come mai l'argomento sia sfociato in tutt'altra discussione. L'argomento è solo l'occasione per l'esternazione di una profonda indignazione diffusa. L'argomento (che poi noi possiamo ricondurre alla necessità di esternare questa indignazione) è dovuto al fatto che è evidente che questo documento, e lo stesso operato della azione della Commissione paritetica, non è supportato (e lo abbiamo visto in tutti i passaggi di discussione in Aula e anche in Commissione) dall'autorevolezza politica. Perciò sicuramente lo schema di attuazione dovrà essere votato, io mi asterrò su questo schema, anche perché, e mi rivolgo al collega Giampaolo Diana, è vero che l'indignazione deve produrre una conseguenza, mi dispiace che lei dimentichi che io sono l'unico consigliere regionale che ha abbandonato questa maggioranza dando seguito all'indignazione manifestata. Ho abbandonato questa maggioranza e questo Presidente che dichiara anche oggi che siamo di fronte a un momento difficile, a un rapporto difficile tra Stato e Regione.
Ma noi dovevamo avere il Governo amico! Noi abbiamo votato con la scritta "Berlusconi Presidente" in Sardegna! Perché avevamo la copertura del Governo, che si dimostra amico di tutti meno che dei nostri, che si dimostra amico solo quando deve indicare un direttore generale, o quando deve determinare le scelte urbanistiche o tenta di determinarle o quando cerca di determinare le scelte energetiche o quando deve indicare la nomina di un Assessore, o quando deve indicare la nomina di un Presidente: allora è un Governo amico? Ebbene, mi scusi Assessore, noi abbiamo sbagliato tutto! Tutto! Ha ragione chi dice che è una storia finita. Io non chiedo la presenza del Presidente in Aula perché per me quel Presidente da tempo non esiste più, da tempo non esiste il presidente Berlusconi, da tempo non esiste il presidente Cappellacci. E' una storia finita questa legislatura, prendiamone atto!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Esprimo il mio voto favorevole all'ordine del giorno che recepisce le cose che sono state sollevate: cioè la richiesta di inserimento della fiscalità di vantaggio e la censura dell'iniziativa dell'onorevole Tremonti. Inoltre devo una risposta, non rispondo all'Assessore perché gli sono amico, però un'altra volta, insinuazioni sulle mie motivazioni, io non le accetterò. Le motivazioni sono insondabili e insinuare che ci sono altri motivi non è dignitoso, ma ne parleremo se mai si dovesse ripresentare questa eventualità.
Mentre vorrei dire una cosa all'onorevole Pittalis che ha svolto un ragionamento pacifista, salesiano. Onorevole Pittalis, mi dica lei, è propaganda ricordare a quest'Aula che il Governo, un mese fa, un mese fa, ha detto alla Sardegna: "Contesto la tua legge sulla fiscalità di vantaggio nei paesi montani, perché tu, anche se ti do i soldi dell'Irpef e dell'Iva, non puoi produrre con quei soldi una fiscalità di vantaggio"? Mi dica lei: è propaganda, nel momento in cui si parla del gettito prodotto da quelle entrate, eccepire rispetto al ministro Tremonti che va a dire a Milano: "Con i soldi che noi vi diamo, fate una fiscalità di vantaggio", e invece noi approviamo uno schema di attuazione che, per le ragioni dette dall'Assessore, cioè ragioni di Stato, sono un po' più strette? E' propaganda?
Poi un'altra cosa, lei mi chiede se noi siamo in Giunta, siamo in Giunta, però lo sa che sui trasporti si pronuncia l'Assessore del turismo e non l'Assessore dei trasporti, lei lo sa questo? Noi non sapevamo che ci fosse un altro Assessore. Eppure, vede, io non strumentalizzo niente, se mi adiro perché abbiamo un Governo che ci fa del male, io sono quello che vede, non ho altre motivazioni e non ho altri obiettivi. Però questo Consiglio regionale deve abituarsi a ragionare con serietà delle cose, con serietà!
Noi oggi, dinanzi a un Ministro della Repubblica che dice a Milano "Diamo la fiscalità di vantaggio", siamo, passatemi il termine, un po' "sbracati"; posso adirarmi senza per questo urtare la sensibilità dell'Assessore? Posso adirarmi? Posso dire che ho scritto otto lettere alla Giunta regionale per dire di applicare le norme che facciamo e non mi ha risposto nemmeno a una, posso dirlo? E' propaganda? Non è propaganda, è civiltà, poi ognuno ha il suo temperamento, io quando vedo che qualcosa va male, ho quel tipo di reazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiederle: noi, in questo momento, non stiamo approvando lo schema di norma di attuazione ma stiamo votando un ordine del giorno?
PRESIDENTE. Lo schema delle norme di attuazione si approva attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno.
BRUNO (P.D.). Che contiene però evidentemente, così come leggo, anche altri aspetti. Per cui le chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 17, viene ripresa alle ore 13 e 28.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghi, riflettendo sul dibattito di oggi, ho pensato di esprimere una considerazione. Credo che tutti noi, in questa Aula, ciascuno di noi abbia un sentimento forte esistente di orgoglio identitario. La verità è che ci troviamo di fronte a strutture che sono, ahimè, più forti delle nostre intenzioni. Purtroppo non è che il fatto che noi la pensiamo in un certo modo, e che magari siamo confortati anche da un sentimento popolare che ci sostiene, ci consenta automaticamente di fare le cose che noi vogliamo fare. Questo è successo durante la legislatura al presidente Soru, credo che stia succedendo anche al presidente Cappellacci. E' importante però valutare le resistenze, le incrostazioni, gli interessi consolidati, le pretese di salvaguardare le esigenze di sfruttamento economico di questa nostra terra, e mi fermo qua, che piano piano nell'insieme si organizzano in qualche modo e ti portano a diminuire la tua dimensione.
Insomma bisogna che tutti noi, insieme, riprendiamo l'avventura politica di un cambiamento d'orizzonte, di un cambiamento di senso, non dobbiamo tornare e tornare ripetutamente al vecchio orizzonte. Quello che sta emergendo è che le cose consolidate, le opinioni, i luoghi comuni, persino anche quello di parlare mentre uno parla, persino la difficoltà del cambiamento nell'affrontare l'ignoto...
PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato.
(Interruzione del consigliere Planetta)
PRESIDENTE. Sono tre minuti e sono passati.
PLANETTA (P.S. d'Az.). Non è possibile, ho qui il cronometro.
PRESIDENTE. Sono uguali per tutti, onorevole Planetta.
Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, anche oggi abbiamo utilizzato una gran parte della nostra mattinata su un déjà vu, sulla discussione: "norme di attuazione 'sì', norme di attuazione 'no'". Alcuni pensano che basti solo urlare perché le nostre opinioni possano diventare dottrina. Però davvero sono convinto che non ci sarebbe stato bisogno delle norme di attuazione e di tutte queste discussioni già fatte se il novellato articolo 8 fosse stato dall'inizio chiaro su tutti punti. Ad esempio, se, con chiarezza, si è sancito alla lettera e) sui tabacchi, mi chiedo perché non con altrettanta chiarezza si sia sancito su un'accisa ben più importante per la Sardegna come quella sui prodotti petroliferi raffinati in Sardegna ma venduti fuori dal territorio regionale, così come sulle concessioni demaniali. Cioè se fossimo stati chiari, allora forse davvero non avremmo avuto bisogno delle norme di attuazione; ma siccome chiari non siamo stati o non siamo stati chiari con la stessa chiarezza, scusate il bisticcio di parole, su tutti i punti, ecco la necessità del confronto Stato - Regione, ecco la necessità di uno strumento come le norme di attuazione, altrimenti dovremmo rinnovellare continuamente l'articolo 8.
Francamente credo che, al di là di tutto, questa Aula debba prendere atto che, attraverso queste norme di attuazione, comunque un passo avanti si sta facendo, un passo avanti di chiarezza, un passo avanti che ci consente di avere risposte; la partita non è chiusa, è stato ampiamente detto, si faranno ancora questi confronti, si cercherà di dare chiarezza, a quelle voci che non l'hanno avuta, attraverso le norme di attuazione. Ecco perché voterò a favore dell'ordine del giorno che esprime il parere favorevole sulle norme di attuazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, intanto chiedo la votazione per parti, se non è stata ancora chiesta; la prima va dall'inizio fino al primo "esprime", la seconda riguarda separatamente la raccomandazione alla Giunta e la terza parte riguardante la censura politico-morale.
Poi dichiaro che il mio Gruppo si asterrà sia sulla prima che sulla seconda parte, con motivazioni differenti. Per la prima parte, che riguarda il parere favorevole sullo schema di norma di attuazione, noi non esprimiamo il voto perché eravamo convinti chenon ci fosse bisogno di norme di attuazione e perché abbiamo sempre pensato e continuiamo a pensare che le norme di attuazione ci porteranno, purtroppo, a un'ulteriore perdita di tempo; oltre al fatto che non siamo fiduciosi sull'esito finale di queste norme di attuazione, perché non abbiamo alcuna fiducia sul Governo di questo Paese.
Sulla seconda questione, noi ci siamo espressi in Commissione favorevolmente, e quindi l'astensione che noi esprimiamo nel voto sull'ordine del giorno è un'astensione sulla valutazione della compattezza della coalizione di opposizione che, per noi, ha un valore che vogliamo difendere.
Sull'ultimo punto, invece, voteremo a favore, perché la censura politico-morale che dobbiamo rivolgere ai Ministri di questa Repubblica, che contribuiscono non poco a creare divisione in questo Paese e a non determinare invece condizioni di solidarietà e di cooperazione tra le Regioni, è una censura doverosa di una parte dello Stato più sensibile nei confronti di un'altra parte dello Stato che, purtroppo, è e rimane meno sensibile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, il Gruppo Italia dei Valori in Commissione bilancio aveva votato a favore dello schema di norme di attuazione, però con l'integrazione, prevista dalla terza Commissione stessa, nei quattro punti di raccomandazione alla Giunta. Ho già avuto modo di dire che l'assessore La Spisa e anche il Presidente hanno fatto bene a ringraziare il ministro Fitto, perché ha dimostrato di rispettare la parola data. C'è un "però", assessore La Spisa, io considero il ministro Fitto un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, che sono il ministro Calderoli e il ministro Tremonti. Io temo che il ministro Fitto non abbia la forza di far passare all'interno del Governo questa sua dimostrazione di rispetto della parola data rispetto alla Regione.
Per cui, mi esprimo anch'io per la votazione per parti dell'ordine del giorno sullo schema di norme di attuazione. Non vogliamo assolutamente rompere quel clima di collaborazione che - ho appena detto - considero assolutamente necessario, però in questa fase, prima che venga un segnale di chiarezza da parte del Governo sulle vere intenzioni che ha sul rispetto e sull'applicazione delle norme di attuazione, ci asterremo sulle prime due parti e voteremo a favore invece della censura politica espressa nei confronti del Ministro delle finanze della Repubblica Italiana.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Anche il Partito Democratico esprime un voto di astensione sull'ordine del giorno, tranne sulla parte della censura politica nei confronti del Ministro delle finanze per la quale si esprime il voto favorevole. Non vi diamo alibi, votiamo con un voto di astensione e vi lasciamo alla vostra propaganda, perché anche i punti di raccomandazione 1), 2), 3) e 4), contenuti in questo ordine del giorno, di fatto dicono che sono passati due anni, e le norme di attuazione, anche quelle approvate dalla Commissione paritetica, sono al ribasso, quindi non applicano l'articolo 8, se c'è bisogno di fare quella raccomandazione.
Dico anche all'assessore La Spisa che noi faremo la nostra parte, come l'abbiamo sempre fatta; ma chiediamo che anche voi facciate la vostra, quella del Governo regionale, crediamo che, fuori asse, in questi due anni, sia stato soprattutto il Governo della Regione. Non è solo un problema di ritardi, è vero che l'articolo 8 doveva entrare a regime nel 2010, e così non è stato, ma abbiamo visto altri ordini del giorno importanti, unanimi, disattesi dalla Giunta regionale. E' vero che il rapporto con lo Stato è difficile, ma la stessa burocrazia statale che abbiamo incontrato nel 2006 oggi la incontriamo nel 2011. Quindi riteniamo che non sia solo un problema burocratico, è un problema politico, è un problema di autorevolezza, direi di coraggio istituzionale, di voler aprire finalmente quel conflitto con lo Stato che voi annunciate da troppo tempo solo a parole, ma che ancora di fatto non è stato aperto.
Vi chiediamo ancora una volta di essere con noi a guidare una mobilitazione a Roma, a partire dal giorno in cui il Consiglio dei Ministri vorrà, con la presenza del Presidente della Regione, così come dice lo Statuto, approvare queste norme di attuazione. Vi chiediamo di essere lì a Roma ad aprire un conflitto istituzionale, sociale e popolare, vi chiediamo la disponibilità a fare finalmente gli interessi della Sardegna. Finora non è stato così, è stato un gioco di rinvii, un gioco di annunci, che non porterà lontano; vi chiediamo un cambio di rotta, e non ve la chiede ormai solo questa opposizione, ma ve la chiede anche la maggioranza, o quello che rimane di questa maggioranza.
PRESIDENTE. Metto in votazione la prima parte dell'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della prima parte dell'ordine del giorno numero 1 sino al primo "esprime".
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Milia, Oppi, Steri, Vargiu e Zedda Alessandra hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Risponde no il consigliere: Lotto.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 37
astenuti 25
maggioranza 19
favorevoli 36
contrari 1
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della seconda parte dell'ordine del giorno numero 1 da "raccomanda inoltre alla Giunta regionale" sino alla parola "esprime".
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Oppi ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zedda Massimo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 37
astenuti 25
maggioranza 19
favorevoli 37
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della terza parte dell'ordine del giorno numero 1, da "esprime" sino alla fine.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Oppi ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 62
votanti 61
astenuti 1
maggioranza 31
favorevoli 61
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione unificata delle mozioni numero 114 e 113.
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni delle mozioni numero 114 e 113:
Mozione Bruno - Salis - Uras - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo sulla illegittimità della nomina del dott. Mariano Mariani a commissario straordinario del Comune di Olbia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che con deliberazione 22 febbraio 2011, n. 9/6, si è disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Olbia e la nomina a commissario straordinario del dott. Mariano Mariani ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13;
VISTO il decreto del Presidente della Regione del 28 febbraio 2011, n. 26;
RISCONTRATO che il dott. Mariano Mariani non risulta in possesso dei requisiti richiesti dall'articolo 4 della legge regionale su richiamata e, più precisamente, che lo stesso, proveniente dalle mansioni di direttore generale dell'Osservatorio economico, ora soppresso, non appartiene alla categoria dei dipendenti dell'Amministrazione regionale;
RILEVATO a tal fine che l'intervenuto inquadramento del dott. Mariani nell'ambito dell'Amministrazione regionale, in virtù delle norme di soppressione dell'Osservatorio economico contenute nell'articolo 12 della legge finanziaria 2011, riveste carattere di palese illegittimità dal momento che il transito nel comparto regionale è esclusivamente previsto per il personale dell'Osservatorio con contratto a tempo indeterminato;
EVIDENZIATO, conseguentemente, che la nomina del commissario del Comune di Olbia non rispetta le disposizioni prescritte dall'articolo 4 della legge regionale n. 13 del 2005, per illegittimità delle presupposte condizioni, con grave pregiudizio per gli interessi dei cittadini interessati nelle more dell'insediamento della nuova amministrazione comunale,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali,
finanze ed urbanistica
all'immediato annullamento, in sede di autotutela, della deliberazione n. 9/6 del 2011 e del decreto n. 26 del 2011 relativi alla nomina del dott. Mariano Mariani a commissario straordinario per la gestione provvisoria del Comune di Olbia. (114)
MozioneCapelli - Sanna Matteo - Artizzu - Mulas sulla nomina del dott. Mariano Mariani a commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune di Olbia.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che con deliberazione 22 febbraio 2011, n. 9/6, del si dispone lo scioglimento del Consiglio comunale di Olbia e la nomina del commissario straordinario del dott. Mariano Mariani ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13;
VISTO il decreto del Presidente della Regione 28 febbraio 2011, n. 26;
RISCONTRATO che il dott. Mariano Mariani non è in possesso dei requisiti richiesti dall'articolo 4 della legge regionale su richiamta,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica
all'immediato ritiro, in sede di autotutela, della deliberazione n. 9/6 del 2011 e del decreto 28 febbraio 2011, n. 26, relativi alla nomina del dott. Mariano Mariani a commissario straordinario per la gestione provvisoria del Comune di Olbia. (113).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio per illustrare la mozione numero 114.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Signor Presidente, Assessori, colleghi, abbiamo presentato una mozione sul caso specifico del Commissario nominato al Comune di Olbia per l'intervenuto scioglimento del Consiglio comunale, che rappresenta l'ennesimo caso, direi anticipato, sulle questioni della nomina dei Commissari dei Consorzi industriali, diciamo così, di una gestione "allegra", per non usare un termine diverso, delle norme. Il Consiglio comunale di Olbia è stato sciolto e, con la delibera del febbraio 2011, Assessore, avete conferito la nomina di Commissario straordinario al dottor Mariano Mariani, affermando, nella delibera, una cognizione non rispondente alla verità, ovvero che aveva i requisiti di cui all'articolo 4 della legge che sovrintende alla nomina dei commissari. La legge numero 13 del 2005, all'articolo 4, dice espressamente che i commissari devono essere scelti fra gli appartenenti a una delle seguenti categorie: "a) dipendenti dell'amministrazione regionale, in servizio o in quiescenza, che appartengano o siano appartenuti a qualifica dirigenziale; b) segretari comunali o provinciali anche in quiescenza; c) dirigenti degli enti locali in quiescenza che abbiano esercitato le loro funzioni in un ente locale con popolazione non inferiore a quella dell'ente che si sta commissariato".
Il dottor Mariano Mariani non ha questi requisiti, nessuno di questi requisiti. Punto primo: egli è direttore, proviene dalla funzione di direttore dell'Agenzia regionale "Osservatorio economico" e, come tale, a piè del suo curriculum non è dipendente regionale, viene nominato con un contratto di diritto privato, rinnovato col decreto numero 166 del 21 dicembre 2010 nella medesima condizione. Con la finanziaria di quest'anno si è provveduto alla soppressione dell'Agenzia regionale "Osservatorio economico". Nel dispositivo dell'articolo 12 viene detto: "Il personale a tempo indeterminato è inquadrato nella dotazione organica dell'amministrazione regionale con la posizione giuridica economica e previdenziale che ha in atto. Per i restanti rapporti di lavoro, l'amministrazione regionale succede nelle relative titolarità, fatta eccezione per quelli derivanti da posizioni di comando o di aspettativa, che cessano dal primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore…".
Dalla lettura di questa norma emerge che il dottor Mariano Mariani appartiene alla categoria dei "restanti rapporti di lavoro", per cui il suo rapporto di lavoro, di convenzionato, sostanzialmente, di esterno convenzionato con l'amministrazione regionale doveva transitare nel ruolo della Regione, ma sempre con quella titolarità. Ergo, esso non è affatto un dipendente regionale, e meno che mai un dirigente! Ma la cosa grave (e qui sta, caro Assessore, la richiesta che noi abbiamo fatto di immediata valutazione di revoca in autotutela di questa nomina) è che, nella delibera del 10 marzo di quest'anno, la Giunta regionale, quando dà corso agli atti deliberativi per la soppressione dell'Osservatorio economico, a un certo punto scrive che "il personale con qualifica dirigenziale con contratto a tempo determinato è assegnato alla Presidenza della Regione, nella quale temporaneamente, sino al successivo provvedimento della Giunta, cura, tra l'altro, le operazioni di chiusura della gestione della soppressa Agenzia e le conseguenti consegne". In forza di questo elemento, voi pensate di legittimare il dottor Mariano Mariani.
Primo, esso non è dirigente; secondo, non è dell'amministrazione regionale; quindi voi non lo potevate nominare Commissario straordinario perché, se anche con questa dicitura tentate di far rientrare per la finestra quello che non potete far entrare dalla porta, questo atto rappresenta una violazione dei limiti che la legge, articolo 12 della finanziaria, vi ha posto per le procedure di assorbimento del personale. E' un fatto grave, perché noi abbiamo una legge, e la legge dice come devono essere nominati i Commissari; allora abolite quella legge e scrivete: "Vogliamo nominare gli amici fidati politici di Tizio, Caio e Sempronio". Di quest'operazione si tratta! Un'operazione vergognosa! Tra l'altro la funzione di Commissario (qua sta la ratio di quella legge, guarda caso fatta dalla precedente Giunta) deve avere una posizione di terzietà rispetto alle posizioni politiche, per poter garantire una condizione di transitorietà della gestione del comune, dove gravano interessi che possono essere condizionati anche in funzione delle elezioni e che, da questo punto di vista, gettano tutta la verità sulle modalità etiche e morali con le quali affrontate la responsabilità di applicare le leggi. Diceva Maninchedda: "Applicate le leggi"; non ne applicate una! Neanche quelle che sono scritte con un linguaggio elementare, da scrittura delle scuole elementari.
Stessa cosa il principio dell'omogeneità: dev'essere un dirigente degli enti locali che almeno abbia la capacità di aver amministrato un ente di pari livello; l'avete fatto nel Consorzio industriale di Tortolì. Avete nominato il Sindaco di un Comune di 150 abitanti, però evidentemente in quel caso non avete neanche immaginato la ratio di una legge che vi indica un onere di proporzionalità nella competenza, di adeguatezza, ma quel Sindaco era amico dell'amico dell'altro amico e dell'Assessore, e quindi andava bene. Su questo punto dobbiamo chiarirci, perché da queste cose nasce l'invalidità degli atti, siccome è invalido l'atto, è legittimo l'atto presupposto, qualunque cittadino può andare in qualunque tribunale e chiedere la nullità degli atti che vengono compiuti.
Siccome questi signori amministrano gli interessi dei cittadini, in un momento nel quale non c'è la legittimazione di un Governo, noi dobbiamo avere la cognizione di una tutela super partes che dobbiamo dare agli interessi collettivi dei cittadini. Assessore, lei è il titolare di quella legge! Lei è obbligato rigorosamente a farla rispettare, anche se qualcuno, nella sua Giunta, a partire dal Presidente, le suggerisce i nomi, lei è obbligato a farli verificare dalla struttura e farsi relazionare sulla legittimità di quelle persone, per le quali io non ho nulla ma, se non hanno i requisiti, non hanno i requisiti. Come sta accadendo meravigliosamente nella Commissione d'inchiesta; quando abbiamo visto i Commissari delle ASL, questo è bene che lo sappiamo, quando abbiamo detto che non avevano i requisiti della legge numero 10, i prodi difensori della causa del centrodestra, componenti, nostri colleghi, della Commissione si sono subito agitati e sono andati a portarci lo stralcio di una sentenza del TAR dove si dice: "No. Sbagliato, non si poteva applicare l'articolo 10 della legge numero 10 per valutare la congruità dei Commissari".
A quel punto mi è venuta immediata una domanda legittima: se il TAR dice che non si applica l'articolo 10 della legge numero 10, sempre per stare alle leggi, non è che noi possiamo nominare i Commissari delle ASL chiamando la squadra dei netturbini che abbiamo sotto il Palazzo? Tanto non si applicherebbe alcuna legge, possiamo legittimare anche loro! Io voglio sapere questo, perché, se voi mettete in mano, a persone senza qualifica e senza capacità adeguate, strutture delicate come la sanità, io ve ne chiedo conto e vi chiedo conto anche del deficit che la Corte dei conti vi sta comunicando, perché quello è un danno erariale che va imputato a chi fa quelle nomine. Quello è un danno erariale in capo a chi non rispetta le leggi! Non è il riscontro di una storia ordinaria di clientelismo o di potere. No!
Allo stesso modo il discorso del dottor Mariano Mariani. Il dottor Mariano Mariani è un esterno dell'amministrazione, non ha mai amministrato un ente locale, non ha nel suo curriculum se non consulenze. Può andare bene per mille altre cose, ma non poteva essere nominato e la mozione vi chiede cortesemente di voler prendere atto che c'è una legge della Regione. Anche per quanto riguarda l'argomento di prima, chiedere la tutela degli interessi della Regione allo Stato quando si è i primi, in questa Regione, a fare fagotto di ogni legge e addomesticarla agli usi comuni, mi pare una contraddizione. Allora, la cosa più sensata che si può sperare, posto che ormai un danno è stato perpetrato, è che nessun cittadino impugni atti del Comune di Olbia con questo presupposto.
Olbia è una città importante, è una città che ha le sue libere scelte, si stanno definendo le liste; sarebbe opportuno che, sotto l'agone politico, la città sia amministrata da una persona che rappresenti una terzietà nel rispetto della legge. E' propaganda anche questa? Disturbiamo se solleviamo queste cose? Disturbiamo se per un momento ci facciamo carico degli interessi dei cittadini che non sono né di destra, né di sinistra, ma che vogliono avere la certezza che chi li governa assegna loro delle garanzie e delle tutele rispetto ai loro bisogni? O siamo in un altro mondo? O siamo in una logica di dittatura della maggioranza per cui dobbiamo stare zitti e non dire più nulla, e poi magari chiedervi di scusarci se presentiamo mozioni e interpellanze? Pare che siano un disturbo, visto che andiamo avanti a colpi di mozioni e di interpellanze! Ci fossero leggi serie e dignitose, al di là del numero, Presidente, ci potrebbero contraddistinguere nell'esperienza di questa legislatura per una capacità di sintesi; facciamo leggine da un articolo oppure leggi incomprensibili e, quando sono incomprensibili, normalmente sono inapplicate.
Su questo punto, credo che ci sia una responsabilità anche di governo. Lo dicevo l'altro giorno in Commissione e non è una critica ma può essere lo spunto per un salto di qualità. E' comparsa sui quotidiani nazionali una notizia, credo di civiltà, di modernità, che recitava così: gli Uffici del Consiglio regionale della Regione Lazio - rinomata Regione di centrodestra - hanno espresso con un parere un profilo di illegittimità della proposta di legge avanzata in sede di Commissione consiliare sul Piano casa del Lazio perché violava i principi costituzionali e violava le norme e i vincoli sovraordinati. Una rivoluzione! Da noi questo non succede e forse per fare una legge che non metta in condizioni la Commissione d'inchiesta di avere una ragione d'essere, se questo servizio venisse attivato e la nostra capacità legislativa venisse anche accompagnata e supportata da una valutazione preventiva sulla possibilità di fare degli errori madornali nel fare le leggi, avremmo meno leggi inapplicate, più leggi comprensibili e meno spazio agli organi esecutivi di inventarsi delle delibere che sostituiscono la legge, la interpretano e la addomesticano a loro favore per prendersi persino gioco della funzione legislativa che sta qui dentro e non dentro la Giunta regionale. Sono fatti che servono per dire che dobbiamo fare assieme dei percorsi piuttosto che accontentarci di contemplare la violazione delle leggi.
Secondo me, questo è un aspetto grave. Io confido nel buon senso e anche nell'integrità morale che riconosco all'Assessore, che capisco purtroppo sta in un organo collegiale e pertanto deve rispondere in termini collegiali, ma quando è in gioco, Assessore, una questione che sta ben al di là della normale convergenza politica che si chiede in una Giunta, bisogna anche saper dire "sì, sì", "no, no" perché la legge dice così. Io faccio molto affidamento sulla sua storia e sul suo profilo morale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Capelli per illustrare la mozione numero 113.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, credo che questa mozione sia sovrapponibile alla mozione illustrata dal collega Sanna, perciò tenterò anche di non utilizzare tutto il tempo a disposizione per l'illustrazione dando spazio ai colleghi e all'eventuale replica dell'Assessore. Il collega Maninchedda, nel suo ultimo intervento, ha sottolineato che è legato da profonda amicizia con l'assessore La Spisa, così come io credo di poter dire che mi onoro dell'amicizia dell'assessore Rassu, però noi siamo qui per discutere di principi e leggi, non di amici e questo vorrei che fosse ben chiaro fin dall'inizio. Personalmente, per esempio, conosco in maniera molto superficiale il dottor Mariani, ma non ho davanti a me la sua persona nel momento in cui illustro e ragiono sulla corretta applicazione delle leggi.
In questo Paese c'è una crisi istituzionale profonda, che non sto qui a illustrare o a segnalare ai colleghi o ai cittadini sardi, questa profonda crisi istituzionale si basa sull'assoluta mancanza di legalità nelle istituzioni. Per me questa è una priorità assoluta. Secondo me, è la priorità per conquistare la stima dei cittadini, per poter svolgere serenamente, correttamente e con dignità il nostro ruolo, per cui non possiamo essere noi i primi a trasgredire le leggi che facciamo; purtroppo siamo in questa situazione. Il collega Sanna diceva precedentemente che la Commissione d'inchiesta è oberata di lavoro: leggi non applicate, leggi mal interpretate, leggi consapevolmente inapplicate o mal interpretate; il che dice anche molto sulla qualità della classe dirigenziale. Bene, io credo che su questo ci debba essere un impegno di tutti noi. La maggioranza deve giustamente scegliere le persone che ritiene più vicine, competenti, funzionali al disegno di una maggioranza (è giusto), ma le deve scegliere all'interno dei confini delle leggi che determinano i criteri e determinano la legittimità degli atti conseguenti per arrivare a nominare i dirigenti, i responsabili del governo regionale, i dirigenti degli assessorati, i dirigenti degli enti, i presidenti degli enti e quanti altri. E' giusto che la maggioranza scelga, anche col principio del rapporto fiduciario, lo dice anche la legge, ma all'interno di confini ben delineati.
Come possiamo presentarci noi davanti ai cittadini quando veniamo costantemente accusati (ahimè, a ragione) di essere i primi che non rispettano le leggi che fanno o che cercano in maniera fantasiosa, classica di una certa regione della nostra nazione, di aggirare la legge? "Fatta la legge, trovato l'inganno"! Non possiamo essere noi quelli, non possiamo essere noi! Questo è un caso specifico e non riepilogo, non ribadisco, non perdo ulteriore tempo per supportare o meglio definire quanto già ben definito e chiarito dal collega Sanna sul curriculum vitae, sui titoli, non parlo di meriti, che sono sicuramente altissimi, e spero che la replica dell'Assessore non mi porti a meglio definire quanto invece sarà meglio definito in sede di Commissione d'inchiesta perché, sempre di una persona di grande dignità e professionalità, stiamo parlando.
Non vorrei entrare oggi pubblicamente su quel curriculum e non vorrei entrare pubblicamente in contrasto con lei, Assessore, sulle valutazioni obiettive da farsi su quel curriculum. Segnalo soltanto, per tornare ai principi di legalità, quanto già illustrato dal collega Sanna e quanto presente nella delibera seguente alla soppressione dell'Osservatorio economico e denuncio in quest'Aula che, in quella delibera, ci sono delle responsabilità riconducibili al Codice penale. Quando, come già illustrato, ma lo voglio ripetere, si dice che "il personale con qualifica dirigenziale con contratto a tempo determinato è assegnato alla Presidenza della Regione nella quale temporaneamente, fino al successivo provvedimento della Giunta regionale cura, tra l'altro, le operazioni di chiusura della gestione della soppressa Agenzia", che cosa si è fatto? Si è dato il titolo di dirigente al dottor Mariani senza concorso pubblico, senza selezione, arbitrariamente, decidendo di passare, l'ex direttore generale, per incarico politico, dell'Osservatorio economico, nella qualifica, pur a tempo determinato, di dirigente regionale, cioè è stato assunto dalla Regione Sardegna!
Per queste cose, io credo che di rimbalzo, anzi necessariamente e non solo di rimbalzo, ma anche per volontà di coinvolgimento diretto, per esempio da parte mia, altre istituzioni sono deputate a fare le opportune verifiche e eventualmente a intervenire; questo è un fallimento della politica! Il fatto che il Consiglio regionale, un consigliere regionale, nel suo esercizio ispettivo, non possa e non riesca a confrontarsi in maniera libera, svincolata dai codici dettati dalle coalizioni e dai partiti o da chicchessia, e per far rispettare la legge sia costretto a rivolgersi ad altra istituzione, è il fallimento della politica, è la tomba della politica!
Allora, le chiedo, Assessore, al di là delle relazioni che i dirigenti possono averle fornito su questo caso, di esprimere anche un giudizio politico perché lei non è un Assessore esterno, lei è un Assessore politico, perciò io le chiedo anche un giudizio politico su questo. Al di là delle maggioranze, delle opposizioni, dei partiti, noi dobbiamo dare un segnale esterno che non può essere se non il segnale della meritocrazia e del rispetto delle leggi. Non bisogna essere belli e servili, non bisogna prestarsi a dichiarazioni quali: "Come Capo di Gabinetto della Presidenza metterò al mio fianco il fidato Mariano Mariani, ex direttore del Parco del Molentargius, che ha diretto un parco", pensate, qualche decina di cani randagi in 1500 ettari ha portato alla chiusura del parco, ma la cosa ancor più grave che avviene in questo posto sono i 190 abusi edilizi conclamati e così via, virgoletto ovviamente, "e, in questa situazione, Mariano aveva abbandonato i suoi doveri da direttore del Parco di Molentargius", e questa è già una grave dichiarazione, "autosospendendosi per aiutarmi nella campagna elettorale".
Insomma, questo non è il paese dei balocchi, non si deve premiare la fedeltà, bisogna premiare la meritocrazia, nel pieno rispetto delle leggi, bisogna premiare la professionalità, anche all'interno della possibilità giusta, corretta e legittima che chi governa scelga. Ma questo non è possibile, Assessore, qui non è possibile e questa Giunta si sta contraddistinguendo in maniera eclatante per questi fatti. Anche per quanto riguarda le ultime nomine dei direttori generali, mi permetto e mi assumo la responsabilità di dire che sei su dieci non hanno i titoli, non rispettano la "502", non è più rispettato neanche l'articolo 12 con i quali abbiamo commissariato, non è più rispettato, persino quello! Avevamo dei termini per una riforma sanitaria e fra qualche settimana probabilmente approderà in Aula quella riforma sanitaria: è il peggio che una mediocre Assemblea legislativa possa produrre! E' il peggio, ma non c'è mai limite al peggio.
Ecco perché, a mio avviso, questa Giunta, lei, Presidente, può salvare la dignità della politica se liberamente e obiettivamente valuterà una, purtroppo, delle decine se non centinaia di situazioni di illegalità che si stanno vivendo in questa Regione grazie alla politica, grazie alla guida politica della Regione stessa.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono parlare devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, io mi rivolgo all'assessore Rassu e mi unisco alle dichiarazioni di rispetto e di stima che gli sono state testé rivolte e che anch'io personalmente non ho difficoltà a esprimere nei suoi confronti. Peraltro, Assessore, se non sbaglio, lei è stato per lungo tempo anche amministratore comunale, se non sindaco, e sa benissimo che la Prefettura (che prima designava i commissari per i comuni i cui consigli comunali venivano sciolti) sceglieva i commissari tra gli alti dirigenti delle Prefetture stesse, proprio perché doveva essere garantito l'elemento indispensabile di una gestione al di sopra delle parti, equilibrata, in un periodo in cui le istituzioni democratiche dei comuni stessi venivano sciolte. Il Presidente della Regione non può (dovendo assolvere lui in questo momento - per le modifiche di legge - questo compito) assolutamente eludere o contraddire questo principio elementare. Quindi la pregherei, Assessore, di dare il dovuto conto e di ascoltare con rispetto, vista la serietà con cui sono state esposte le due mozioni, sia dall'assessore Sanna che dall'assessore Capelli, anche perché stiamo discutendo di un problema serissimo della Regione Sardegna.
Noi, che ci lamentiamo spesso del fatto che i cittadini elettori si allontanano dalla politica e hanno sovente una visione di essa non certo esaltante, abbiamo la necessità di riportare a etica e a legittimità i nostri comportamenti. Bisogna smetterla di pensare che l'aver vinto le elezioni vuol dire poter occupare le istituzioni, ivi comprese le spartizioni dei dirigenti, dei commissari, degli uscieri e perfino delle scrivanie e delle sedie. Bisogna uscire da questa visione perché, se non lo facciamo, non credo che la politica possa riuscire a recuperare quel ruolo alto che aveva fino ad alcuni anni fa.
Che cosa sta succedendo? Anch'io faccio parte della Commissione d'inchiesta sulla verifica delle leggi e sinceramente sono rimasto assolutamente sorpreso, trasecolato, dalla carenza di rispetto di legalità che una delle massime istituzioni regionali, qual è la Giunta regionale, pone in essere nella designazione dei tecnici, funzionari, responsabili di strutture altamente delicate, che poi portano ai risultati di governo; e il fatto che non si dia spazio sufficiente al merito, ma che venga considerata spesso quasi esclusivamente l'appartenenza, l'amicizia o la fedeltà, peggio, la fedeltà delle persone rispetto al merito e alle qualità professionali e tecniche che queste persone devono avere per ottenere dei risultati positivi per la Regione, sta portando agli esempi che abbiamo, nella sanità ma complessivamente nella gestione dell'ente Regione con i ritardi, le disfunzioni, i problemi che i cittadini non mancano di sottoporre quotidianamente alla nostra attenzione.
Ecco perché sono voluto intervenire su questa mozione; la considero importante perché essa può, se accolta o meno nelle funzioni ma soprattutto nelle indicazioni, al di là delle appartenenze di maggioranza e opposizione, può veramente dare un segnale importante sulla nostra effettiva volontà di voler modificare e trasformare in meglio questa Regione. Badate, la modifica, la riforma della Regione è compresa nei programmi di tutti i partiti e di tutte le coalizioni da tre o quattro legislature a questa parte e se essa non si modifica è perché c'è spesso un atteggiamento purtroppo trasversale, un atteggiamento timido, pigro, utilitaristico, atto a voler, invece che trasformare la Regione per dare risposte precise e veloci ai problemi dei sardi, essere spesso utilizzato per altre questioni.
Queste due mozioni, aldilà di un problema contingente che attiene a una persona, pongono anche questa questione. Ma Il problema che si pone è un comportamento, ecco perché è una mozione importante e siccome è anche una mozione importante che attiene a una valutazione personale e di coscienza rispetto alla decisione che deve essere presa, il nostro Gruppo chiede che questa mozione si voti con lo scrutinio segreto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Mi viene in mente l'epitaffio per Papa Leone XI, mi dispiace che sia assente ora il collega Capelli: "Magis ostentus quam datus". Innanzitutto preliminarmente chiedo se dobbiamo discutere dell'affidabilità del dottor Mariani, della circostanza che il dottor Mariani sia espressione della Giunta come uomo di fiducia e se dobbiamo valutare il fatto che il dottor Mariani abbia o no i requisiti morali, di competenza, di funzionalità, se, in altre parole, dobbiamo montare un caso politico per aspetti che, mi pare di avere colto nell'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna, investono questioni di carattere più prettamente tecnico e amministrativo.
Dico con molta umiltà che, facendo l'avvocato, non ho specifiche competenze amministrativistiche e, a differenza di chi presume di avere le certezze, io non ho assolutamente le certezze. Nel diritto, lo sapete, esistono i cosiddetti criteri ermeneutici, quei criteri che aiutano spesso l'interprete a leggere correttamente le norme quindi a dare loro il senso talvolta letterale, talvolta teleologico, talvolta cosiddetto concettuale. Il mio intervento vuole essere pertanto un modestissimo contributo, lo dico senza aver alcuna certezza che possa essere corretta la mia impostazione o la soluzione che io propongo rispetto a quella avanzata, e debbo dire, almeno sul piano argomentativo, ugualmente criticabile quanto si vuole, che ha una sua sostanza così come rappresentata dall'onorevole Gian Valerio Sanna.
Vorrei partire proprio dalla legge 7 ottobre 2005, numero 13, per individuare esattamente quanto prevede l'articolo 4 in ordine ai requisiti dei commissari. Si dice testualmente che "vengono scelti tra gli appartenenti ad una delle seguenti categorie:…" - e quella che a noi interessa è sotto la lettera a) evidentemente - "a) dipendenti dell'amministrazione regionale, in servizio o in quiescenza, che appartengano o siano appartenuti a qualifica dirigenziale…". Il problema è capire se il dottor Mariani possieda o no questi requisiti. Lasciamo poi ad altre occasioni gli ulteriori argomenti, anche e soprattutto quando sono in ballo questioni che attengono alle persone e, come in questo caso, aspetti che nulla hanno a che vedere; devo dire che noi dobbiamo ragionare, ripeto, poi si può dissentire alla luce delle norme, quelle scritte, non di quelle che spesso ipotizziamo essere esistenti, non so se in qualche altro codice, in qualche altro testo di legge o solo nella nostra fantasia.
Il dottor Mariani rivestiva la qualità di direttore dell'Osservatorio economico; come è noto, con delibera del 23 aprile 2008, era stata assunta la determinazione di dotare l'Osservatorio di uno Statuto. "1. L'Agenzia governativa regionale 'Osservatorio economico'" - recita l'articolo 1, stiamo parlando di Agenzia governativa regionale, istituita ai sensi della legge numero 2 - "ha personalità giuridica di diritto pubblico…", continua "è sottoposto ai poteri di indirizzo, vigilanza e controllo del Presidente della Regione. 2. L'attività dell'Osservatorio è disciplinata" - guarda caso - "dalla legge istitutiva, dalla legge regionale 13 novembre 1998, numero 31…", cioè si richiama la legge numero 31 e non devo assolutamente spiegare ai colleghi di che cosa si tratta. "3. L'Osservatorio" - ancora si dice - "è inserito nel comparto contrattuale del personale dell'Amministrazione regionale. 4. I rapporti di servizio fra le strutture dell'Amministrazione regionale e l'Osservatorio sono regolati" - sulla base delle direttive della Giunta - "da convenzioni operative che specificano gli obiettivi di sviluppo, i piani di attività…" e così via.
Quindi, mi pare che non sussistano dubbi, da questo punto di vista, anche sull'inquadramento dell'Osservatorio economico tra gli enti che hanno una valenza pubblica e dunque anche ai fini dell'inquadramento del personale. Ma se mai residuasse qualche dubbio in proposito, è proprio la legge finanziaria, quella che abbiamo approvato il 19 gennaio 2011, la numero 1, che prevede la soppressione dell'Osservatorio economico, chiarendo così al riguardo, se mai sorgesse qualche dubbio, la questione che oggi è sottoposta, ripeto quella dal punto di vista tecnico-giuridico, sotto il profilo amministrativo che qui interessa e non sotto altri profili che a noi non interessano.
L'onorevole Capelli ha letto l'articolo 12 della numero 1, cioè della legge finanziaria, ma solo in parte, perché è vero che sono attribuite all'Amministrazione regionale le risorse strumentali e umane della soppressa agenzia, così come è vero che "il personale a tempo indeterminato è inquadrato nella dotazione organica dell'amministrazione regionale con la posizione giuridica, economica e previdenziale in atto", però non ha letto la parte che a noi interessa, che è la parte derimente, cioè "per i restanti rapporti di lavoro" - che è chiaro che non sono quelli a tempo indeterminato ai quali si riferisce la linea che prima ho citato - "l'Amministrazione succede nelle relative titolarità, fatta eccezione per quelli derivanti da posizioni di comando o di aspettativa che cessano dal primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore della presente legge".
Quindi che cosa significa? Significa che il dottor Mariani, che rientra in questa specifica categoria, onorevole Capelli, io non la voglio convincere per carità, perché come si sa, lo dico ironicamente, le cause si vincono e si perdono, ma io voglio sottoporre seriamente all'attenzione dell'Aula una riflessione, lo dico in coscienza, perché, se io avessi valutato argomentazioni…
PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, oggi ricorre più volte nella discussione che abbiamo fatto la menzione della Commissione d'inchiesta. La Commissione d'inchiesta interviene per verificare la piena, puntuale, coerente applicazione delle leggi regionali, su tante materie, in modo particolare quelle che riguardano le norme della legge finanziaria, le norme di sostegno all'apparato produttivo, al sistema economico e le norme in materia di politica del lavoro e di politica sociale. Nel compito che stiamo svolgendo ci capita, lo dico perché aiuta il ragionamento che prima faceva l'onorevole Pittalis, di porci di fronte a procedure che richiedono una istruttoria, cioè la verifica del possesso dei requisiti, l'applicazione dei criteri, passi obbligati che, quando vengono esaminati in altra sede, qualche volta, se non sono stati fatti, o sono stati fatti in modo difforme da quello che è previsto dalla legge, finiscono per essere giudicati come abusi.
Allora stiamo abbastanza tranquillamente discutendo sulla nomina del dottor Mariani, ma chiamiamolo dottor X, perché non vorrei che in qualcuno di noi ci fosse anche lontanamente il pensiero che si vuole sistematicamente attaccare la persona, no, noi stiamo affrontando il problema di come funziona questa amministrazione. Allora noi abbiamo direttori generali, direttori di servizio, funzionari amministrativi, abbiamo un ufficio legale presso l'amministrazione regionale, l'area legale, abbiamo cioè una serie di strutture che sono preposte a istruire gli atti in modo tale che quando la Giunta regionale, o l'Assessore di turno, sono chiamati a prendere una decisione con un proprio provvedimento, lo possano fare nella più grande serenità, sapendo che l'istruttoria tecnica li protegge, che quella applicazione è assolutamente corretta.
Allora, nel caso, per rimanere sul piano tecnico, perché ha ragione l'onorevole Pittalis? Io non lo capisco più, cioè gli interpreti sono così talmente interpretativi, che è inutile che noi stiamo qua, che cosa ci facciamo? Aboliamolo il Consiglio regionale! Quelli hanno vinto un concorso? Affidiamo pure a loro, sulla base del concorso che hanno vinto, il governo di questa Regione, così i lavoratori di Eurallumina, oppure gli amministrati in un Comune, oppure i pazienti di un ospedale, vanno da loro e si spiegano con loro del perché non si possono fare le cose, o del perché si fanno male, questo perché noi non riusciamo più a difenderli. E non riusciamo più neppure a difendere noi, rispetto al ruolo e alla funzione di rappresentanza che ci è stata attribuita dal popolo, perché ci è totalmente espropriata.
Noi facciamo l'Osservatorio economico, il Consiglio regionale fa una legge istitutiva, come lo istituisce, così lo può tranquillamente sopprimere. Per dirigere l'Osservatorio, lo dice la norma, che cosa si fa? Per dirigere, per amministrare, perché l'Agenzia è un'agenzia governativa, che ha funzioni specifiche che sono riconosciute dall'ordinamento, non è un nome qualsiasi quello che le viene appiccicato, è un nome che ha senso, l'Agenzia è dotata di organi. Che cosa vuol dire "di organi"? Vuol dire di organi di amministrazione: il direttore generale e il collegio sindacale. Come è scelto il direttore generale? E' scelto sulla base di una documentata esperienza professionale maturata in ambiente pubblico o privato in materia di statistica e analisi economica. Il suo rapporto di lavoro è regolato da contratto quinquennale di diritto privato rinnovabile una sola volta e a carattere pieno ed esclusivo. L'operazione che ha fatto l'Amministrazione è scegliere un organo sulla base di una procedura pubblica, e lo sceglie per svolgere quella funzione non per fare altro! Non è un dirigente dell'Amministrazione regionale che può svolgere quella e altre funzioni, è il Direttore, organo dell'Agenzia governativa "Osservatorio economico", che è stato scelto in base a quelle competenze specifiche per fare quello!
Il Consiglio regionale, nella sua piena autonomia, sopprime l'Osservatorio. Che cosa fa? Caccia via tutti? No! Sopprime l'Osservatorio e attribuisce le competenze alla Direzione generale della programmazione unitaria della statistica regionale, quindi a un'altra struttura di se stessa, e subentra, l'Amministrazione, nel rapporto giuridico con tutto il personale, quello a tempo determinato ha un trattamento, quello a tempo indeterminato ha un altro trattamento. Il dottor X che era direttore, che è uno statistico e un esperto in economia, va in quella direzione per svolgere ancora quella funzione, fino a quando non scade il contratto, così è protetto perché tra le righe non c'è scritto: "ti paghiamo quello che ti manca e te ne vai a casa", no, c'è scritto: "ti utilizziamo per svolgere quella funzione presso quella struttura a cui noi abbiamo attribuito la competenza". Questo lo rende per caso uno dei "dipendenti dell'amministrazione regionale, in servizio o in quiescenza, che appartengano o siano appartenuti a qualifica dirigenziale"?
Noi ci riferiamo in questa norma, articolo 4 della "13", esattamente a coloro che svolgono una funzione all'interno dell'Amministrazione pubblica, che sono stati selezionati sulla base di un concorso, che sono stati inquadrati negli organici dell'Amministrazione, che possono anche essere andati in pensione ma hanno la competenza che è richiesta a chi svolge funzioni di natura amministrativa complessiva in strutture complesse.
Non è uno statistico, il dirigente dell'Amministrazione regionale, o un esperto in economia, può anche esserlo, ma è un dirigente dell'Amministrazione pubblica, è uno cioè che è stato selezionato, inquadrato e qualificato in questo modo e sostituisce quelli che un tempo venivano mandati dalle Prefetture, i funzionari di prefettura, i funzionari dello Stato e lo fanno per sostituire lo Stato, quindi non è un mandato fiduciario del signor Cappellacci occasionalmente pro tempore Presidente della Regione, è un funzionario della Repubblica inquadrato in un certo modo all'interno della Pubblica Amministrazione che deve garantire, in assenza di un mandato politico pienamente esercitabile, un'amministrazione imparziale di un Comune nei confronti dei cittadini di quel comune. Questa è una norma che, purtroppo, io penso sia stata violata. Penso che la responsabilità non sia politica, penso che la responsabilità sia di chi deve istruire, dare indicazioni e evitare che si violino le leggi che, Presidente, si continuano a violare! Prima o poi bisognerà trovare un altro sistema per farle rispettare!
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Presidente, voglio ringraziare innanzitutto i colleghi per le parole di stima e voglio rassicurare che è lungi da me il fatto di andare contro ciò che quest'Aula esprime, anzi, ne faccio tesoro, oltre che per cultura mia personale, anche per aiutarmi in questo difficile, credetemi, difficile compito!
Veniamo al punto in discussione, anche se avrei preferito essere chiamato a confronto, ma succederà credo a breve, in discussioni e argomenti più premianti, più consistenti, credo che comunque a giorni questo avverrà, spero con profitto di tutti ma, principalmente, con profitto di chi rappresentiamo che sono i nostri concittadini.
Quando è stata proposta la nomina del dottor Mariani, credetemi, la Giunta ha fatto le proprie riflessioni sulla figura del dirigente nominato a tempo determinato che veniva dal soppresso Osservatorio economico. Sono state fatte delle giuste riflessioni, è stata esaminata la normativa, l'articolo 4 della legge numero 13 del 7 ottobre 2005 che stabilisce (lasciamo perdere coloro che non sono dirigenti regionali) al comma 1, lettera a), che i commissari possono essere scelti tra i "dipendenti dell'amministrazione regionale, in servizio o in quiescenza" - come giustamente ha detto il collega Sanna - "che appartengano o siano appartenuti a qualifica dirigenziale". Tale norma, questa è stata la discussione, nel fissare dei requisiti soggettivi fa riferimento a una qualificazione ampia cioè a "dipendenti dell'amministrazione regionale con qualifica dirigenziale", senza specificare, ecco il dubbio che è venuto, se il rapporto di lavoro debba essere o meno a tempo indeterminato. Io non entro nel merito, colleghi, se il commissario sia un commissario di parte. Quando la Giunta lo ha nominato, credetemi, l'ha nominato con questo spirito.
A proposito del commissario di Tertenia vi posso garantire che siamo arrivati alla sua nomina al quarto tentativo, se mi chiedete il nome del commissario di Tertenia in questo momento non ve lo so dire, questo vi dice la difficoltà, tra i dirigenti dell'amministrazione, di andare a ricoprire i posti, almeno a me è capitato questo: al quarto tentativo siamo riusciti a convincere un dirigente regionale ad andare a coprire quell'incarico. Vi posso garantire che non mi ricordo neanche il nome.
Attualmente, così come ieri, ancora il dottor Mariani ricopre la carica di dirigente e, giustamente, com'è stato detto in base alla delibera, se non erro, del 10 marzo, è a disposizione della Presidenza. Mi sono scritto alcuni appunti per non divagare e per non essere frainteso; se andiamo a vedere il disposto dell'articolo 12 della finanziaria 2011, che sopprime l'Osservatorio economico, esso stabilisce che l'Amministrazione regionale succede nella titolarità dei rapporti diversi da quelli a tempo indeterminato (che, com'è stato detto, hanno una diversa collocazione), fatta eccezione per quelli derivanti dalla posizione di comando o di aspettativa. Il rapporto che aveva il Direttore dell'Osservatorio economico, proprio in virtù del contratto dirigenziale che a quel tempo era a tempo determinato, scadeva 90 giorni dopo la scadenza del mandato amministrativo.
Da un esame approfondito si è appurato che, di fatto, nella fattispecie, si era dentro l'articolo 12 che dice testualmente: "Il personale a tempo indeterminato è inquadrato" - personale dell'ex Osservatorio economico - "nella dotazione organica dell'Amministrazione regionale con la posizione giuridica, economica e previdenziali in atto. Per i restanti rapporti di lavoro l'Amministrazione succede nelle relative titolarità…", cioè di fatto il rapporto di lavoro del dottor Mariani, già direttore generale dell'Agenzia regionale "Osservatorio economico", in virtù del contratto dirigenziale a tempo determinato, la cui scadenza, come ho detto, è prevista entro i 90 giorni successivi alla conclusione della presente legislatura, rientra nell'ambito di applicazione dell'articolo 12 che dispone appunto che l'amministrazione succede nella relativa titolarità e non determina quindi l'estinzione, attenzione, ma il sub ingresso della Regione ex lege. Sub ingresso che pertanto ne implica l'attuale vigenza a tutti gli effetti. Questo è ciò che ha permesso la nomina o ciò che ha spinto alla nomina: il sub ingresso in toto della Regione.
Credetemi, ci ho pensato e ripensato, esaminato e riesaminato, questa disposizione, se voi andate a leggere, non specifica se il lavoro deve essere a tempo determinato o a tempo indeterminato, richiede unicamente che il nominato sia dipendente dell'Amministrazione con qualifica dirigenziale. Il nominato attualmente è dipendente, ed era allora, a tempo determinato con la qualifica dirigenziale; come ho detto, lo è tuttora.
Subito dopo la nomina, sono state espresse delle perplessità, anche a mezzo stampa, da vari consiglieri regionali; è stato chiesto subito, immediatamente, a tal proposito il parere dell'area legale affinché, se si fosse sbagliato, non si continuasse nell'errore. E' successo questo, obiettivamente, senza voler assolutamente difendere chicchessia e nessuno perché, se il conforto dell'area legale avesse, credetemi, disposto che non c'erano i presupposti, noi avremmo invitato il dottor Mariani a dimettersi o l'avremmo comunque sostituito.
L'articolo 4 della legge numero 13 del 2005 stabilisce al comma 1, lettera a), che i commissari possono essere scelti tra i "dipendenti dell'amministrazione regionale, in servizio o in quiescenza, che appartengano o siano appartenuti a qualifica dirigenziale". Tale norma nel fissare detti requisiti soggettivi fa riferimento a una qualificazione ampia - è ciò che l'ufficio legale scrive - dei dipendenti dell'amministrazione regionale con qualifica dirigenziale, senza specificare se il rapporto di lavoro debba essere o meno a tempo indeterminato: qui il vulnus. Nel caso in specie il rapporto di lavoro del dottor Mariani (già direttore generale della soppressa Agenzia in virtù di contratto a tempo determinato la cui scadenza è prevista entro i 90 giorni successivi alla conclusione della presente legislatura) può rientrare nell'ambito di applicazione dell'articolo 12 che, proprio in riferimento ai rapporti di lavoro diversi da quelli a tempo indeterminato, come nella fattispecie in esame, dispone non già l'estinzione ma il sub ingresso della Regione ex lege, sub ingresso che, come ho detto poc'anzi, pertanto ne implica l'attuale vigenza a tutti gli effetti. Da ciò consegue la sussistenza nella fattispecie di un rapporto di lavoro dirigenziale a tempo determinato tra il dottor Mariano Mariani e l'Amministrazione; da quanto su esposto, quindi, può ritenersi sussistente, in capo allo stesso, la qualificazione soggettiva necessaria per rivestire l'incarico affidato.
Non so se sia la prima volta; non so, ho fatto il sindaco dopo il Commissario, quali erano le caratteristiche delle nomine dei Commissari, probabilmente questo è il primo caso, ma perché non si esamina obiettivamente? Un dipendente a tempo determinato, durante lo svolgimento delle sue mansioni qua dentro, dirigente o no, risponde alla legge esattamente come il dipendente a tempo indeterminato e il dirigente a tempo indeterminato risponde delle sue azioni e dei suoi atti, delle sue determine, se direttore o quant'altro.
Questa è una riflessione che io faccio da amministratore, ciò vuol dire che, a mio parere, quello stesso dirigente (comunque all'Aula è proposta la mozione per essere chiari) che svolge, pur a tempo determinato, quella determinata funzione e risponde delle sue azioni civilmente e penalmente, può anche ricoprire la carica di commissario. Questa è la mia riflessione. Però, credetemi, nel dubbio, è stato interpellato l'Ufficio legale la cui risposta è stata quella che ho letto testé. Questo è il dato obiettivo, non c'è altro, perché non c'è e non esiste altro.
Chiunque sia nominato commissario ha il dovere di essere imparziale, ha il dovere di essere obiettivo, ma se il dottor Mariani, nella sua qualifica, nelle sue funzioni, ha la competenza per fare questo, perché, non bisogna nascondersi dietro un dito, è sul nominativo probabilmente che ci sono problemi, ma questo a me non riguarda...
PRESIDENTE. Assessore Rassu, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di replicare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Più o meno so che funziona così, quando nell'interpretazione di una legge non è sufficiente la cosiddetta interpretazione letterale si va a quella analitica e, solo se entrambe continuano a dare un'incertezza, ho capito oggi dal collega Pittalis che c'è questa "cosa" ermeneutica, che è un nome complicato, invece da come è stato esposto dall'Assessore e dal collega Pittalis ho capito che è un altro nome per esprimere come ci si arrampica sugli specchi.
Ora, tornando indietro, mi pare che la lettera sia da scolari di quinta elementare, sto già dando qualche grado in più, da quinta elementare. Vede, Assessore, quando ho avuto l'onore di stare al suo posto, mi è stato chiesto di applicare questa legge, che era una sfida anche al potere dello Stato al quale si chiedeva di fare qualche passo indietro, venne fatto da quella Giunta un bando pubblico, una manifestazione di interesse pubblico per chiedere, sulla base dei requisiti della legge numero 4, a chi ne avesse i titoli, di presentare un curriculum e di iscriversi su un'apposita lista, che è ancora depositata presso il suo Assessorato, dove ci sono un sacco di persone, di segretari comunali in quiescenza disponibili, pronti anche con la dichiarazione persino di potersi recare in una sede al di fuori della propria circoscrizione provinciale di residenza, c'è tutto, c'è tutto. Probabilmente andava rifatta. Quindi non c'era un problema di attingimento, se uno voleva attingere, non andava a cercare Mariani, andava a cercare la procedura per rimpinguare quelle cose lì e neanche troppo all'interno, perché anche all'interno ovviamente c'è il problema di distogliere i dirigenti dalle loro funzioni nella condizione in cui sono. Però si poteva fare questo.
Ora il ragionamento è semplice: io credo che quello che lei ci ha detto renda ancora più problematiche le cose, non perché le ha dette lei, ma perché le ha riferite dette dagli altri, ciò che dice l'Ufficio legale è un fatto molto grave, probabilmente si dovrà riflettere su come reclutiamo il personale anche in luoghi di responsabilità, che però intelligentemente addomesticano dei pareri ma non dicono mai le parole cruciali. Vede, avere come riferimento, onorevole Pittalis, la legge numero 31, per l'espletamento di una funzione, non significa che quel signore è stato inquadrato nella qualifica dirigenziale, perché lei non lo troverà scritto da nessuna parte; quel signore svolge funzioni di dirigente nell'ambito di quello che è previsto nella legge numero 31 senza avere la qualifica dirigenziale, fa il direttore, ma non è dirigente, perché per diventare dirigente ed entrare nella qualifica dirigenziale c'è un'unica procedura, quella che c'è nella legge numero 31, "accesso alla qualifica dirigenziale", bisogna leggere, non l'atto di nomina! Infatti c'è un decreto con il quale viene nominato e nel quale non viene mai fatta menzione della qualifica dirigenziale.
Che dire? Questa è una Giunta di ermeneutici, io mi arrendo, mi arrendo, ma è un declino per tutti, è una cosa molto patetica, molto sconfortante che non si abbia il coraggio qualche volta di presentarsi di fronte al Consiiglio regionale e dire: "Avevate ragione, prendiamo le contromisure". E' molto più onesto, dà dignità e autorevolezza alla Amministrazione regionale anche saper riconoscere qualche volta che si sbaglia e questo sbaglio è uno sbaglio voluto, cercato e, secondo me, anche pregiudizievole di un corretto corso del turno amministrativo di Olbia.
Io ritengo che noi abbiamo il diritto e il dovere di mettere quella città in una condizione di svolgimento normale, super partes, della competizione elettorale. Ritengo di poter dire che, in mancanza di un atto di revoca, siamo in una condizione anche di collaterale inquinamento del turno amministrativo di Olbia.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Rinuncio.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). A termine di Regolamento, chiedo la votazione a scrutinio segreto.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, delle mozioni numero 114 e 113.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 58
votanti 57
astenuti 1
maggioranza 29
favorevoli 30
contrari 27
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AGUS - AMADU - BARRACCIU - BIANCAREDDU - BRUNO - CAMPUS - CAPELLI - CAPPAI - CORDA - CHERCHI - COCCO Daniele - COCCO Pietro - CONTU Felice - CUCCA - CUCCU - DE FRANCISCI - DEDONI - DESSI' - DIANA Giampaolo - DIANA Mario - ESPA - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MILIA - MORICONI - MULA - MULAS - MURGIONI - OBINU - OPPI - PERU - PITEA - PITTALIS - PORCU - RANDAZZO - RASSU - RODIN - SABATINI - SALIS - SANJUST - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Paolo - SECHI - SOLINAS Antonio - SOLINAS Christian - SORU - STERI - URAS - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Massimo.
Si è astenuta la Presidente LOMBARDO.)
I lavori si concludono a questo punto. Il Consiglio è convocato alle ore 16 di martedì 12 aprile. Convoco ora la Conferenza dei Presidenti di Gruppo..
La seduta è tolta alle ore 14 e 56.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Zedda Alessandra - Piras - Contu Mariano Ignazio - Stochino, con richiesta di risposta scritta, sulla concessione di un contributo per la realizzazione di un canile privato nel Comune di San Gavino Monreale alla Cooperativa COP. (147)
Con deliberazione n. 55/118 del 29.12.2000 la Giunta regionale ha concesso alla società cooperativa COP Composti Ossidi di Piombo, ai sensi della LR n. 21/94, un finanziamento di euro 280.000 per la realizzazione di un canile rifugio nel territorio comunale di San Gavino Monreale.
In attuazione del succitato provvedimento deliberativo, il Servizio prevenzione dell'Assessorato, con determinazione dirigenziale n. 861 del 22.06.2005, ha concesso un'anticipazione del 60 per cento dell'importo assegnato, pari a euro 168.000. Il completamento dell'opera era stabilito in mesi 18 dalla data della stessa determinazione.
Con nota prot. n. 4695 del 08.03.2010, il Servizio prevenzione ha provveduto a richiedere, al presidente della cooperativa in oggetto, informazioni sullo stato dei lavori e l'acquisizione della rendicontazione delle spese sostenute.
Posto che, ad oggi, non risulta pervenuto alcun riscontro alla predetta richiesta, il direttore del Servizio prevenzione provvedere, ai sensi dell'articolo 34 della LR n. 11/2006, ad avviare la procedura di recupero coattivo dell'anticipo corrisposto, anche attraverso il coinvolgimento dell'ufficio legale dell'Amministrazione regionale per le eventuali azioni in sede giurisdizionale.
Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Ben Amara - Zedda Massimo - Uras - Sechi - Zuncheddu - Sanna Gian Valerio sulle borse di studio ai laureati medici e non medici per la frequenza delle scuole di specializzazione delle facoltà di medicina e chirurgia. (252)
Con riferimento all'interrogazione n. 252, rivolta al Presidente e all'Assessore della Programmazione, si informa che questo Centro non ha competenza a formulare una risposta approfondita, in quanto la stessa è della Direzione generale della sanità.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nelle verifiche di compatibilità ex articolo 8 ter del decreto legislativo n. 229 del 1999. (275)
In riferimento all'interrogazione consiliare in oggetto con la quale si chiede di conoscere l'iter procedurale di cui all'articolo 8 ter del d.lgs. 229/99, avviato dal Comune di Nuoro per la realizzazione di una RSA in località Sa Tanca 'e s'Ena, si rappresenta quanto segue.
La Giunta regionale, con deliberazione della Giunta regionale n. 6/63 del 25.02.2003 ha confermato il numero di 470 posti residenziali riservato alla provincia di Nuoro, già stabilito nella DGR n. 10/24 dell'8 aprile 2002.
In attuazione dei provvedimenti deliberativi inerenti il fabbisogno assistenziale delle RSA e le procedure relative al rilascio delle autorizzazioni all'esercizio e dell'accreditamento, l'Assessorato, a seguito delle richieste formulate dai comuni della provincia di Nuoro, in applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 8 ter del d.lgs. 229/99, ha provveduto al rilascio dei seguenti pareri di compatibilità:
• n. 60 posti letto pubblici nel comune di Macomer (finanziati con l'articolo 20 della legge n. 67/1998 previsti dall'Accordo di programma Regione-Ministero della salute del 29 marzo 2001).
• n. 80 posti letto pubblici nel comune di Nuoro (finanziati con l'articolo 20 della legge n. 67/1998 previsti dall'Accordo di programma Regione-Ministero della salute del 29 marzo 2001).
• n. 80 posti letto privati (Soc. San Valentino) nel comune di Sadali (oggi provincia di Cagliari), il cui parere di compatibilità è stato reso dall'Assessorato in data 16.04.2003.
• n. 100 posti letto privati (Soc. Narboville) nel comune di Suni (oggi provincia di Oristano) il cui parere di compatibilità è stato reso dall'Assessorato in data 16.04.2003.
• n. 80 posti letto privati (Soc. Santa Greca) nel comune di Lula, il cui parere di compatibilità è stato reso dall'Assessorato in data 06.06.2003 e revocato in data 03.10.2005.
• 32 posti letto pubblici nel comune di Sorgono, il cui parere è stato reso in data 01.08.2003. (Con determinazione n. 38/4 del 21.05.05 sono stati autorizzati 15 posti letto. In data 5 aprile 2008 il Comune di Sorgono ha comunicato la cessazione dell'attività della RSA, trasformando la stessa in Casa Protetta per anziani).
Con Deliberazione n. 25/6 del 13.06.2006 recante "linee di indirizzo in materia di Residenze Sanitarie Assistenziali e di Centri Diurni Integrati", la Giunta Regionale ha disposto la sospensione di tutte le precedenti deliberazioni adottate in materia di RSA e COI, nonché la sospensione, nelle more della definizione del fabbisogno di RSA e COI e della definitiva programmazione del settore, del rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di nuove Residenze Sanitarie Assistenziali.
Nella fattispecie in esame, le verifiche istruttorie hanno evidenziato che il Comune di Nuoro, con nota prot. n. 16262 del 20.03.2008, ha formulato richiesta di parere di compatibilità di cui all'art 8 ter, comma 3 del D.Lgs n. 229/99, per la realizzazione, da parte della Società ELIR di Nuoro, di una RSA in località Sa Tanca e S'ena a Nuoro.
L'Assessorato, in ottemperanza al succitato provvedimento deliberativo, ha avviato le procedure volte alla pianificazione delle reali esigenze in ogni ambito territoriale della nostra Regione. Nel caso di specie, con nota prot. n. 14031/3 del 07.07.09, ha richiesto alla ASL n. 3 di Nuoro gli elementi necessari per determinare l'esigenza, in ambito territoriale, dell'attività in argomento. La stessa Azienda, con successiva nota acquisita al prot. Dir.Gen.San. n.17179/3 del 27.08.09, ha manifestato l'esigenza di tale tipologia di struttura nel territorio di sua competenza attualmente scoperto.
Ciò premesso, si rende necessario precisare che l'Assessorato potrà procedere agli adempimenti di cui all'art. 8 ter del D.Lgs. 229/99 successivamente alla definizione del percorso previsto dalla DGR n. 47/43 del 30.12.2010 per il rilascio dell'accreditamento definitivo alle strutture sanitarie e socio-sanitarie attualmente autorizzate e accreditate. Il suddetto percorso, oltre a permettere la revisione degli accreditamenti attualmente in possesso delle strutture esistenti - secondo quanto stabilito dalla L.R. n. 10/2006 per le strutture ad alta e media complessità - determinerà il reale fabbisogno di questa tipologia di strutture, consentendo una distribuzione più razionale negli ambiti territoriali attualmente sprovvisti di strutture sanitarie residenziali, anche al fine di garantire l'accessibilità' ai servizi e valorizzare le aree di insediamento prioritario di nuove strutture.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Milia - Biancareddu - Capelli - Cappai - Obinu - Oppi - Steri, con richiesta di risposta scritta, sulle vicende connesse alle strutture complesse di cardiochirurgia e di neurochirurgia della ASL n. 1 di Sassari. (334)
Gli accertamenti effettuati non hanno in alcun modo comprovato gli asseriti episodi di indebita pressione nei confronti dei responsabili dei reparti di Cardiochirurgia e di Neurochirurgia dell'Ospedale SS. Annunziata di Sassari, da parte di non ben identificati rappresentanti dell'Assessorato, volti ad indurre gli stessi responsabili ad un trasferimento presso altri presidi ospedalieri del territorio.
Considerato che la presènte interrogazione, risulta destituita di fondamento è non è supportata da alcun elemento che possa portare all'individuazione degli autori delle presunte pressioni, non pare opportuno attivare l'iter procedurale di cui all'ari 27 comma 2 della Legge Regionale n. 31/1998, volto ad effettuare un'ispezione straordinaria, da parte dell'Ufficio Ispettivo regionale, presso gli Uffici del presente Assessorato.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Lotto - Bruno - Meloni Valerio - Manca, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata nomina del direttore sanitario nell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari. (340)
In relazione all'interrogazione in oggetto si comunica che con Deliberazione n. 09 del 12 gennaio 2011 il Commissario dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, dott. Giovanni Cavalieri, ha provveduto alla nomina del Direttore Sanitario della stessa azienda, nella persona del Dott. Stefano Severo Rovasio, per il periodo decorrente dal 13.01.2011 al 31.03.2011.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu - Meloni Francesco - Cossa - Dedoni - Fois - Mula sul numero dei medici di cui necessita il Sistema sanitario regionale della Sardegna. (363)
La legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Legge finanziaria 2007), all'art. 1 comma 565 lettera a) ha previsto che, al fine di garantire il rispetto degli obblighi comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007/2009, gli enti del servizio sanitario nazionale adottino misure necessarie a garantire che le spese del personale "non superino per ciascuno degli anni 2007-2008-2009 il corrispondente ammontare dell'anno 2004, diminuito dell'1,4 %".
Il medesimo vincolo di spesa per il personale sanitario è stato previsto dalla legge 23 dicembre 2009 n. 191 (legge finanziaria 2010) relativamente al triennio 2010/2012 e confermato dal Patto della Salute 2010-2012, che attualmente rappresenta il principale quadro di riferimento per le politiche sanitarie regionali.
La riduzione del costo del personale, pertanto, costituisce il principale strumento atto a perseguire gli obiettivi di equilibrio economico - finanziario e di contenimento del disavanzo strutturale del Servizio Sanitario.
La Regione Sardegna, come noto, già ritenuta inadempiente in sede di verifica ministeriale per l'anno 2005 relativamente ai succitati obblighi, e per questo vincolata alla predisposizione di un Piano di Rientro per il triennio successivo, continua allo stato attuale a disattendere i vincoli di spesa per il personale imposti dall'intera normativa sopraccitata.
Al riguardo, i dati acquisiti dal Ministero dell'Economia in sede di verifica congiunta degli adempimenti regionali e dei livelli essenziali di assistenza, hanno rilevato che la spesa per il personale, per l'anno 2009, al netto dei rinnovi contrattuali avvenuti successivamente al 2004, è stata pari a circa 1.072 milioni dì euro, a fronte di una spesa per l'anno 2004 di circa 1.028 milioni di euro.
L'obiettivo di risparmio previsto per l'anno 2009 per la Regione Sardegna, pari a circa 14 milioni di euro, non è stato pertanto conseguito, e la RAS, non avendo raggiunto gli obiettivi previsti nel suddetto Piano di rientro, è risultata inadempiente ai sensi della predetta legge 27 dicembre 2006 n. 296 art. 1 comma 565 lettera a) e s.m.i.
Deve aggiungersi inoltre che, dal conto annuale delle Aziende Sanitarie della Sardegna, rilevato attraverso il sistema informativo NSIS del Ministero della Salute, si è evinto, per l'anno 2009, l'ulteriore aumento del personale del Servizio Sanitario Regionale da 20.252 a 21.053 unità rispetto all'anno precedente.
Per quanto concerne l'annualità 2010, va rimarcato che i dati saranno disponibili a partire dal mese di giugno 2011, posto che il termine ultimativo assegnato alle ASL dal Ministero per il caricamento dei dati sul sistema NSIS è il 13 06.2011.
Ad ogni buon conto, l'Assessorato regionale della Sanità, onde formulare il quadro completo sugli organici effettivi e poter formulare un'analisi previsionale, ha proceduto a richiedere a ciascuna Azienda del SSR la trasmissione dell' elenco nominativo dell'intero personale in servizio, con qualsiasi tipologia di contratto, diviso per ruolo, profilo ed eventuale posizione organizzativa.
Il quadro complessivo del personale, ancora in via di definizione, consentirà di verificare i ruoli ed i profili maggiormente carenti e quelli in cui invece si rileva un esubero, così da attivare le opportune azioni tese alla riorganizzazione delle strutture e del personale, con una più attenta regolazione del turn over, secondo le necessità prospettate dalle Aziende e dai Presidi, sarà pertanto cura della scrivente portare a conoscenza gli interroganti sugli esiti dell'indagine, non appena la stessa verrà esitata.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sull'attivazione di un centro di medicina riabilitativa termale nel Comune di Benetutti. (391)
Con nota prot. n. 2469 del 12 ottobre 2007, il Sindaco del Comune di Benetutti manifestava la necessità dell'assegnazione al predetto Comune, di un immobile sito nella piana di San Saturnino, di proprietà della dimessa VII Comunità Montana del Goceano, destinata a Centro di Riabilitazione Motoria e mai attivata.
La Giunta Regionale, in considerazione dell'importanza strategica di tale intervento individuato, all'interno del Piano Sanitario Regionale, quale potenziale struttura di ampliamento del presidio extra ospedaliero Santa Maria Bambina di Oristano, con Deliberazione n. 45/23 del 7 novembre 2007, dispone di assegnare al Comune di Benetutti l'immobile sito nella piana si San Saturnino e adibito a Centro di Riabilitazione Motoria, di proprietà della cessata VII Comunità Montana del Goceano. Con il medesimo provvedimento deliberativo viene dato mandato al Presidente della Giunta, ai sensi dell'art. 11 comma 4 della L.R. n. 12/2005, per l'adozione del decreto di trasferimento dell'immobile in oggetto.
Le verifiche istruttorie hanno evidenziato che, ad oggi, il Comune di Benetutti non ha ancora avviato, presso questo Assessorato, le procedure necessario per l'attivazione del Centro di Medicina Riabilitativa Termale attraverso la riqualificazione della struttura presente nell'area di San Saturnino. In particolare:
- non risulta inoltrata, da parte del Comune competente, la richiesta del parere di compatibilità del progetto, previsto dall'art 8 ter, comma 3 del D.Lgs n. 229/99 per l'autorizzazione alla realizzazione del Centro di Riabilitazione;
- conseguentemente, non risulta ancora presentata la domanda di autorizzazione all'esercizio delle attività ed eventuale accreditamento della struttura in argomento .
L'avvio delle procedure, da parte del Comune di Benetutti, finalizzate al rilascio delle autorizzazioni all'esercizio, consentirà al Servizio dell'Assistenza ospedaliera, Autorizzazioni e Accreditamenti delle strutture sanitarie e socio sanitarie di questo Assessorato, di procedere agli adempimenti istruttori previsti per il rilascio dell'autorizzazione ed accreditamento regionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Cuccureddu sulla necessità di garantire le risorse per gli stipendi alle società che prestano il servizio di vigilanza per la ASL di Sassari. (400)
La Polsarda srl ha fatturato nel corso dell'esercizio 2010, nei confronti della ASL n.1 di Sassari, la somma di euro 3.741.530,27, ricevendo pagamenti per complessivi euro 3.592.799,22, di cui euro 2.788.187,22 a saldo del fatturato riferito all'esercizio 2010 e euro 804.612,00 a saldo di esercizi precedenti, sussiste pertanto un credito della Polsarda srl pari a euro 953.343,05.
Come è ben noto il sistema delle ASL della Sardegna risente a tutt'oggi di un annoso disavanzo, e la ASL di Sassari non fa certo eccezione. La costante situazione debitoria nei confronti di tutti i fornitori è purtroppo un dato di fatto anche a livello nazionale, ed ad ogni modo i tempi medi di evasione del debito nella nostra regione sono allineati alla media.
Nel caso specifico si sta cercando di intervenire in maniera strutturale all'abbattimento dei costi del sistema sanitario regionale attraverso il processo di riforma in atto, assicurando nel contempo il flusso regolare di trasferimenti di cassa in favore della ASL in questione. A breve sarà erogato il saldo finale 2010 e si è già dato corso ai trasferimenti 2011, consentendo di sanare la posizione debitoria nei confronti della Polsarda srl in riferimento all'esercizio trascorso.
Per quanto attiene al fatto che i mancati pagamenti sarebbero imputabili alla mancata autorizzazione da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale di "accesso al fondo di riserva" che l'interrogante pone alla base del ritardo nei pagamenti, si fa osservare, che non risultano sussistere nel bilancio della ASL in questione dei fondi di riserva precostituiti per le suddette spese correnti o comunque legittimamente impiegabili a tale scopo.
Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Cocco Daniele Secondo sulla grave insufficienza dei fondi regionali per le spese di trasporto degli studenti residenti nei comuni interessati dalla soppressione delle scuole dell'obbligo. (420)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, rivolta all'Assessore della programmazione, si informa che questo Assessorato, per quanto di competenza, si rimetterà alle proposte formulate dall'Assessorato della pubblica istruzione per verificarne la compatibilità con le risorse disponibili nel bilancio regionale e nel collegato.
Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Vargiu - Meloni Francesco sulle anomalie del blocco delle assunzioni nella sanità sarda e sulla situazione delle graduatorie per operatore socio-sanitario (OSS). (430)
La Regione autonoma della Sardegna, come previsto dall'articolo 1 comma 174 della legge n. 311/2004 (legge finanziaria 2005) e come confermato dall'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni del 23 marzo 2005, applicabile alle Regioni a Statuto speciale (articolo 13), ha l'obbligo di garantire l'equilibrio economico finanziario del Servizio sanitario regionale nel suo complesso, attraverso forme di verifica trimestrale sull'andamento economico delle Aziende e l'adozione dei provvedimenti necessari per la copertura del disavanzo accertato e la riconduzione in equilibrio gestionale delle Aziende stesse.
Le leggi finanziarie successive e da ultimo la legge 23 dicembre 2009 n. 191 (legge finanziaria 2010) all'articolo 2 comma 71, al fine di garantire il rispetto degli obblighi comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2010/2012, ha previsto che gli enti del servizio sanitario nazionale adottino misure necessarie a garantire che le spese del personale "non superino, per ciascuno degli anni 2010-2011-2012, il corrispondente ammontare dell'anno 2004, diminuito dell'1,4 per cento".
La riduzione del costo del personale rappresenta, pertanto, un indifferibile strumento per il perseguimento dell'obiettivo di contenimento del disavanzo del Servizio sanitario.
A conferma delle necessità sopra prospettate, la legge n. 133/2008 di conversione del decreto-legge n. 112/08 (decreto Brunetta) all'articolo 79 ha imposto alle Regioni l'impegno alla riduzione delle spese di personale del Servizio sanitario e la definizione di misure standard di riduzione della consistenza organica.
I suddetti vincoli di gestione e di spesa per il personale sono stati confermati dal Patto della salute 2010-2012, approvato in sede di Conferenza unificata, che attualmente rappresenta il principale quadro di riferimento per le politiche sanitarie regionali.
Il tetto del disavanzo strutturale degli enti del Servizio Sanitario è stato fissato, dalla normativa succitata (legge finanziaria 2010 - Patto della salute 2010/2012) nella misura del 5 per cento rispetto al finanziamento ordinario ed alle maggiori entrate proprie (standard dimensionale del disavanzo) ed è stato previsto che la Regione, in caso di sforamento, predisponga e dia attuazione ad un piano di rientro triennale, sottoposto a verifica annuale da parte del Ministero dell'Economia e Finanza e del Ministero della Salute.
Nelle ipotesi di mancata copertura del disavanzo sanitario da parte della Regione sottoposta al Piano di Rientro, ovvero, di disavanzo strutturale superiore alla misura standard del 5 per cento, è previsto il blocco automatico biennale del turn over, unitamente alla nullità di tutti gli atti e contratti che violino tale disposizione.
La Regione Sardegna, già dichiarata inadempiente rispetto ai citati obblighi in sede di verifica ministeriale per l'anno 2005 e per questo vincolata alla predisposizione di un Piano di Rientro del disavanzo per il triennio successivo (2007/2009), è risultata inadempiente anche in relazione al predetto Piano in sede di verifica congiunta degli adempimenti regionali e dei livelli essenziali di assistenza per l'anno 2010.
Il dato di maggior incidenza è quello relativo al costo per il personale, per il quale la Regione continua, allo stato attuale, a disattendere i vincoli di spesa imposti dalla normativa vigente. I dati acquisiti dal Ministero dell'Economia in sede di verifica ministeriale, hanno rilevato che la spesa per il personale, per l'anno 2009, al netto dei rinnovi contrattuali avvenuti successivamente al 2004, è stata pari a circa 1.072 milioni di euro, a fronte di una spesa per l'anno 2004 di circa 1.028 milioni di euro. L'obiettivo di risparmio previsto e non conseguito per l'anno 2009 per la Regione Sardegna era pari a circa 14 milioni di euro.
Dal conto annuale delle Aziende Sanitarie della Sardegna, rilevato attraverso il sistema informativo NSIS del Ministero della Salute, si è evinto, per l'anno 2009, l'ulteriore aumento del personale del Servizio Sanitario Regionale da 20.252 a 21.053 unità rispetto all'anno precedente.
A motivo di un siffatto quadro economico-fìnanziario e visti anche gli obiettivi di riforma strutturale del SSR di cui alla L.R. 7 agosto 2009 n. 3, la Regione Sardegna ha l'obbligo di esercitare il proprio potere istituzionale di coordinamento, di direzione e di controllo, con il fine di contemperare le esigenze di contenimento della spesa pubblica, con quelle relative alla carenza di alcune figure professionali e di garanzia dei livelli essenziali di assistenza. Ciò è ancor più vero alla luce della legge 30 luglio 2010 n. 122 (legge di conversione del decreto legge n. 78/2010), ai sensi del quale, a decorrere dal 2011, le amministrazioni possono avvalersi di lavoro a tempo determinato, atipico o in somministrazione, nel limite del 50% della spesa dell'anno precedente per la stessa finalità (art. 9 comma 28) e possono, a partire dal 2015, disporre assunzioni a tempo indeterminato con una spesa non superiore a quella relativa al personale cessato nell'anno precedente (comma 8).
La Regione Sardegna, pertanto, con deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23.02.2010, conformandosi a quanto indicato dalla legislazione nazionale, ha disposto il blocco parziale del turn over del personale, nonché, la sospensione di tutti i processi di mobilità ove non accompagnati da relativa compensazione.
Per le medesime finalità ed esigenze la Regione, a partire del 2009, attraverso diversi atti direttivi, ha previsto, tra l'altro, la necessaria autorizzazione vincolante dell'Assessorato dell'Igiene e Sanità per il ricorso, da parte delle aziende, a forme di lavoro temporaneo o atipico e per l'attribuzione di incarichi di struttura. Da ultimo, con la nota direttoriale n. 10652 del 12.05.2010, l'Assessorato ha vincolato le aziende al rispetto di nuove linee guida per la corretta applicazione dell'articolo 15 septies del d.lgs n. 502/1992 relativamente al conferimento di incarichi professionali.
Ciò premesso, relativamente ai singoli punti dell'interrogazione in oggetto, si significa quanto segue:
- il temporaneo blocco parziale del turn over e della mobilità, introdotto dalia DGR n. 8/16 del 2010, nasce dalla prioritaria esigenza di raggiungere gli obiettivi economico-finanziari imposti dalla normativa nazionale e comunitaria, finora disattesi, nonché dalla necessità di attendere il concreto compimento della riforma strutturale con la costituzione della Macroarea Sardegna e la definitiva attuazione degli scorpori. Tale prescrizione rappresenta, allo stato attuale, una indifferibile disposizione di direzione e di coordinamento per il contenimento della spesa per il personale cui i Direttori Generali devono attenersi.
- Per quanto concerne il ricorso alle forme di lavoro interinale, da parte delle Aziende, per far fronte alle proprie urgenze relative al personale, si precisa che lo stesso non è oggetto delle disposizioni sopra richiamate, ma in ogni caso, l'utilizzo di tale forma di lavoro viene periodicamente sottoposto al controllo dell'Assessorato alla Sanità.
- Relativamente alle asserite deroghe al blocco delle assunzioni, si precisa che, in attuazione a quanto disposto dalla citata DGR n. 8/16 del 2010, l'Assessorato, a fronte di un numero elevatissimo di richieste pervenute dalle Aziende (circa 250) ha espresso il proprio nullaosta in un numero estremamente limitato di casi, vincolando comunque le Aziende al rispetto del limite percentuale imposto dal provvedimento deliberativo stesso (70 per cento per il ruolo sanitario e per ruolo tecnico OTA-OSS, 10 per cento per gli altri ruoli) e unicamente in ipotesi di eccezionale e comprovata necessità ed urgenza.
Il nullaosta si configura, dunque, quale atto di direzione e controllo in tutto conferente e rispettoso della citata disciplina e non rappresenta, in alcun modo, una deroga a quanto disposto dal provvedimento deliberativo in argomento.
Appare, ad ogni modo, opportuno sottolineare che un formale atto autorizzativo regionale è previsto unicamente per il ricorso a forme di lavoro temporaneo o atipico e per l'attribuzione di incarichi di struttura. Si tratta evidentemente di atti aziendali di carattere eccezionale per i quali, considerato l'esponenziale aumento dei costi che ne deriverebbero, è stata prevista l'obbligatorietà di un parere vincolante delle Regione.
La citata DGR 8/16 del 2010, invero, operando quale strumento di direzione, coordinamento e controllo e nel rispetto del principio di sussidiarietà, non ha vincolato la generalità delle assunzioni alla necessaria autorizzazione regionale, ma ha correttamente indicato un tetto percentuale entro il quale le Aziende possono discrezionalmente procedere, al fine di garantire che la copertura dei posti vacanti in pianta organica non comporti alcun aggravio economico relativamente al bilancio ordinario e si realizzi nel quadro delle economie di spesa in applicazione di quanto previsto dall'art 2 co.71 della Legge n. 191 del 30.12.2009.
Per completezza di informazione si precisa che l'Assessorato ha richiesto, a ciascuna Azienda, la trasmissione di un elenco nominativo dell'intero personale in servizio, con qualsiasi tipologia di contratto, diviso per ruolo, profilo ed eventuale posizione organizzativa. Il quadro complessivo del personale delle aziende consentirà una completa verifica dei ruoli e dei profili maggiormente carenti o, viceversa in esubero, al fine di intraprendere le azioni opportune per una riorganizzazione delle strutture e del personale, con una più attenta regolazione del turn over, secondo le necessità prospettate dalle aziende.
Risposta scritta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio all'interrogazione Diana Giampaolo - Bruno - Espa sul mancato reclutamento da parte dell'Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari di farmacisti altamente qualificati idonei agli esiti di concorso pubblico e sull'affidamento dell'incarico dell'implementazione del servizio per la distribuzione diretta di farmaci per PHT del comparto della farmacia ospedaliera a farmacisti non specializzati, di cui non è nota la graduatoria di selezione. (450)
Con riferimento. all'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente, si informa che questo Assessorato, non ha competenza in merito all'argomento oggetto della suddetta interrogazione.
Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Sanna Matteo sulla procedura concorsuale riguardante l'assunzione a tempo indeterminato di 57 dirigenti alla Regione Sardegna. (491)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si forniscono i seguenti chiarimenti.
a. Prova preselettiva. Su 3.280 candidati ammessi, 1.462 hanno sostenuto la prova preselettiva e 571 sono stati ammessi alla prova scritta, in conformità all'articolo 6 del bando.
b. Requisiti di ammissione. L'accertamento dei requisiti, effettuato prima della prova scritta, ha determinato l'esclusione di 60 candidati e la loro sostituzione con altrettanti candidati, secondo l'ordine della graduatoria della preselezione, in conformità al citato art. 6 (penultimo capoverso).
Avverso il provvedimento di esclusione, alcuni dei candidati hanno ricorso al TAR, che, nelle more del giudizio di merito, ha emesso esclusivamente decisioni di natura cautelare, in sostanza disponendo a favore dei ricorrenti l'ammissione alla prova "con riserva". A seguito di queste decisioni - per ragioni al tempo stesso equitative e cautelative - l'Amministrazione ha ammesso (ovviamente sempre con riserva) anche i candidati esclusi per motivi analoghi, ma ancora in attesa di decisioni del giudice, nonché quei candidati che avevano ancora aperti i termini per ricorrere e ottenere dal giudice una decisione cautelare.
c. Ammessi alla prova scritta. I candidati ammessi alla prova scritta sono risultati 631, 555 dei quali si sono presentati a sostenerla; di questi, 57, presentatisi, hanno subito rinunciato, mentre 498 hanno svolto l'elaborato.
d. Candidati ammessi ma privi dei requisiti. Fermo quanto precisato nei punti precedenti, non risultano tra gli ammessi candidati privi dei requisiti. Né risultano, tra gli ammessi, dipendenti di organismi privati, mentre è irrilevante il fatto che in alcuni enti si applichino i contratti collettivi del settore privato.
e. Superamento della prova scritta. Hanno superato la prova scritta 35 candidati. Tra questi figurano anche 4 ammessi con riserva. Non avendo il giudice amministrativo ancora deciso in merito alla loro esclusione dal concorso, al momento non è dato sciogliere la riserva; una loro definitiva esclusione infatti alimenterebbe inutilmente il contenzioso.
La distribuzione dei candidati che hanno superato la prova scritta, secondo lo status lavorativo rivestito, è rappresentata come segue e, tenuto conto che si tratta di un concorso di secondo grado, attesta sia una ragionevole presenza di candidati esterni, sia una buona rappresentanza delle diverse strutture regionali:
19 - Dipendenti dell'Amministrazione regionale
6 - Dipendenti di enti e agenzie regionali, di cui 1 in temporanea assegnazione al Gabinetto dell'Assessore degli affari generali.
6 - Dipendenti di enti locali;
1 - Dipendenti di ASL
3 - Libero professionisti.
I 19 dipendenti regionali prestavano servizio, nel periodo in cui si è svolta la prova scritta, nelle seguenti strutture:
2 Presidenza - Ragioneria generale
3 Assessorato programmazione
1 Assessorato trasporti
1 Assessorato agricoltura
2 Corpo forestale
2 Assessorato enti locali - D.G. Urbanistica
3 Assessorato enti locali - D.G. enti locali
1 Assessorato lavori pubblici
2 Assessorato lavoro, di cui 1 in temporanea assegnazione al Gabinetto dell'Assessore degli Affari generali
1 Assessorato degli affari generali - D.G. Affari generali
1 Assessorato dell'igiene - D.G. Sanità, in temporanea assegnazione al Gabinetto dell'Assessore degli affari generali
f. Prova scritta. E' stata ipotizzata la realizzazione di un progetto - avente come obiettivo implementazione di un sistema informatico informativo regionale - nell'ambito di un intervento di spesa approvato dalla Giunta regionale; del progetto dovevano essere descritte le fasi operative necessarie per conseguire l'obiettivo: dalla pianificazione del progetto stesso alla combinazione dei diversi strumenti organizzativi e gestionali necessari, dalla conduzione della gara d'appalto per l'affidamento esterno alla prefigurazione della gestione a regime del sistema informativo.
Al riguardo, va premesso che il sistema informativo coinvolge l'intera organizzazione regionale, degli uffici e del lavoro, e che i relativi obiettivi costituiscono da anni una priorità assoluta dell'Amministrazione e quindi sono di generale conoscenza, se non di comune applicazione, dei dipendenti regionali; mentre gli elementi progettuali indicati e messi in sequenza, nella traccia data ai candidati dalla Commissione esaminatrice, rappresentano uno schema tipo applicabile a qualsiasi progetto, che il candidato poteva sviluppare e arricchire a seconda della propria esperienza professionale.
A riprova che al candidato era richiesta questa capacità e che non fosse determinante, invece, la minuziosa conoscenza del progetto realmente in atto nell'Amministrazione, possono essere rilevanti questi dati: su 35 candidati che hanno superato la prova scritta, ben 16 (circa il 46%) non appartengono all'Amministrazione, e del restante 54% la gran parte segue altre attività e progetti. Viceversa, tra coloro che non hanno superato la prova, risulta significativo il numero di dipendenti impegnati in ambiti in cui si articola il sistema informativo regionale; e d'altra parte non può pretendersi che nessun dipendente coinvolto nell'informatizzazione dell'organizzazione regionale superasse la prova.
g. Modalità di consegna degli elaborati. I verbali della Commissione esaminatrice non evidenziano disfunzioni nella fase di chiusura della prova. La Commissione, interpellata in proposito, ha risposto che, prima dell'inizio della prova, i candidati erano stati informati della possibilità di segnalare l'eventuale verificarsi di disservizi durante i lavori. Ma nessun candidato, né durante la prova, né all'atto della consegna dell'elaborato, ha presentato dichiarazioni (che d'altronde sarebbero state allegate ai verbali) circa presunte irregolarità nel corso delle operazioni. Risulta inoltre che la procedura seguita per la consegna degli elaborati è quella prevista dalla deliberazione della Giunta regionale n. 41/13 dell'8.09.2009.
In breve risulta che, scaduto il tempo, i candidati sono stati invitati a cessare i lavori e a recarsi, per la consegna degli elaborati, presso le postazioni già utilizzate, durante l'accesso all'aula, per l'identificazione; tale iter è stato dettato per motivi pratici dato l'elevato numero di partecipanti. Effettivamente, i tempi di ritiro degli elaborati hanno dato luogo a code di attesa; ed è comprensibile, per la ragione detta, che in quei momenti ci fosse animazione e in qualche momento chiasso. Ma anche per questa circostanza, risulta del tutto inverosimile che i candidati potessero continuare la stesura del compito e quasi trasformarne, in quel breve arco di tempo, i contenuti e assicurarsi un esito positivo della prova.
D'altronde, la selettività dei risultati della prova, documentati dai verbali e dalle schede utilizzate per la formulazione dei giudizi da parte della Commissione, contraddicono le supposizioni e le illazioni divulgate, che si sono volute trarre dalle circostanze descritte.
h. Sostituzione di un componente della Commissione. A seguito delle dimissioni del Prof. Luca Tamassia dalla Commissione, si è posto il problema della sua sostituzione in termini di urgenza. La scelta è caduta sull'avv. Luca De Angelis, conosciuto nell'ambito regionale perché Presidente del Comitato per la rappresentanza negoziale dell'Ente foreste dal gennaio 2010, componente dello stesso Comitato nel triennio precedente oltre che componente dell'omologo Comitato per il personale dell'Amministrazione, degli enti e delle agenzie regionali dal 2003 al 2006. Indipendentemente dagli altri titoli, si è ritenuto che un così lungo periodo di approfondimento delle tematiche relative al personale e all'organizzazione regionale costituisse titolo più che valido per ricoprire l'incarico di componente della Commissione. E' invece del tutto irrilevante il fatto che, a suo tempo, l'avv. De Angelis avesse presentato domanda di partecipazione al concorso, al quale poi non ha partecipato.
i. Tempo di correzione degli elaborati. La correzione degli elaborati è avvenuta dopo le ferie estive, in un arco temporale che ha tenuto conto dei tempi programmati dall'Amministrazione (chiusura delle correzioni entro il 2010) e di quelli connessi agli impegni accademici di un componente della Commissione.
Sul piano operativo, va detto che la "griglia" relativa ai criteri per la vantazione degli elaborati (predisposti dalla Commissione e pubblicati prima dello svolgimento della prova scritta) ha guidato la medesima nella lettura degli elaborati e nelle conseguenti valutazioni. Questa modalità ha determinato un forte contenimento dei tempi di lavoro e, anche in ragione di ciò, ha favorito omogeneità nella valutazione. D'altra parte, non ogni elaborato richiede lo stesso tempo di analisi, dato che, nei casi di mediocrità/brevità dello stesso, l'impegno temporale richiesto è molto contenuto: il che risulta essersi verificato in questa fase del concorso, caratterizzato da un elevato numero (insolito) di ammessi alla prova scritta, che forse ha fuorviato l'opinione comune circa gli esiti attesi e ha generato aspettative di superla agevolmente che, invece, si sono scontrate con la difficoltà della prova, correlata al ruolo dirigenziale, e con i parametri di valutazione (alti) stabiliti dal Bando.
j. "Irregolarità" e "malcontento". Gli atti formati dalla Commissione e le operazioni concorsuali, come emergono dai relativi verbali, non evidenziano violazioni di legge e quindi escludono interventi di annullamento, che si porrebbero oltretutto in contrasto con l'interesse dell'Amministrazione alla conclusione del procedimento e lederebbero gli interessi legittimi di coloro che hanno superato la prova ed hanno interesse alla prosecuzione del concorso.
Né costituisce valida ragione per l'annullamento del concorso il malcontento di coloro che non hanno riportato valutazioni sufficienti nella prova scritta, o i ricorsi presentati sinora (in realtà frequenti nei concorsi e in genere nelle procedure di gara) che l'Amministrazione doverosamente esamina e affronta nelle sedi giudiziarie a difesa del proprio operato e della legittimità dei suoi atti.
Invero, il malcontento si è espresso in forma piuttosto ampia (il dibattito sul concorso e quindi le polemiche è stato favorito peraltro dalla trasparenza della procedura e dalla comunicazione in tempo reale fornita dall'Amministrazione sul sito internet), ma sembra doversi ricondurre, soprattutto, alle aspettative create dall'insolito numero di posti messi a concorso, a fronte del quale è stata prevista l'ammissione alla prova scritta di un numero di persone rivelatosi, alla luce dei fatti, troppo elevato, che ha dato luogo ad una forte competizione interna (e a conseguenti polemiche). La conflittualità è stata poi alimentata da ulteriori fattori: il primo va riferito al disappunto di un folto gruppo di funzionari che, non avendo maturato il quinquennio di servizio richiesto per l'ammissione al concorso, ma vicino al compimento, ne è stato escluso; il secondo va ricercato nel numero di dipendenti (35 nella sola Amministrazione) incaricati di funzioni dirigenziali (la maggior parte dei quali non ha superato la prova scritta) ed evidentemente interessati al mantenimento di tali incarichi, che verrebbe compromesso dalla chiusura del concorso.
Quanto infine al ritenere punitivo il basso numero di ammessi alla prova scritta, occorre dire che ogni concorso ha una sua singolarità e connotazione, che deriva dalla tipologia delle prove e dai meccanismi di selezione previsti e attuati dalla Commissione nella sua autonomia tecnico professionale, e in relazione a questi elementi vanno valutati gli esiti. Si consideri, a questo proposito, quanto detto al punto f) circa la prova scritta, vertente non tanto sulla preparazione giuridico istituzionale o su ambiti materiali delle competenze regionali, quanto sulla progettualità del lavoro del dirigente. Peraltro, non sono infrequenti (e si possono fornire esempi anche in ambito regionale) concorsi con numeri limitati di vincitori o con vincitori in numero inferiore ai posti messi a concorso o addirittura senza vincitori.
Risposta scritta dell'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport all'interrogazione Uras - Diana Giampaolo - Zedda Massimo - Sechi - Cuccu - Espa sulla situazione relativa ai lavoratori ex legge regionale n. 28 del 1984 ed ex progetti speciali, anche soci di cooperative, impegnati nella gestione dei beni culturali, delle biblioteche e degli archivi degli enti locali. (502)
Si trasmettono gli elementi di risposta, in merito all'interrogazione di cui all'oggetto, forniti dal girettore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
SERVIZIO BENI CULTURALI:
1) Nelle more della definizione del percorso normativo, non è stata effettuata nessuna riduzione dei trasferimenti finanziari agli Enti Locali, per la gestione dei servizi in argomento, ne' pertanto una riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, anche soci di cooperativa, per i quali gli Enti Locali destinatari del finanziamento, devono applicare i contratti di settore. Inoltre nel mese di febbraio 2010, a seguito del rinnovo della parte economica del contratto collettivo nazionale di lavoro "Federculture" per il triennio 2008/2011 ,si è provveduto all'adeguamento dei finanziamenti concessi, con l'integrazione anche di quello relativo al 2009, già liquidato;
2) .Con riferimento all'affidamento del servizio di gestione, si ricorda che nelle more della definizione del percorso normativo di comparto, la Legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 all'articolo 4, comma 30, aveva previsto di confermare e mantenere attivi i progetti in essere. Tale indirizzo è stato successivamente confermato dalle LL. RR. 3/2009 e 5/2009, il cui combinato disposto prevede la conferma dei progetti in essere al 31.12.2006, fino a tutto il 31.12.2012. Da ultimo la legge regionale n. 05 del 28.12.2009 (Legge finanziaria per l'anno 2010), dispone "i termini di cui all'articolo 4, comma 10 della legge regionale n. 3 del 2008, sono prorogati fino al 31 dicembre 2012 e comunque non oltre l'approvazione del piano triennale previsto dall'articolo 7 della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura), per i progetti già in essere, al 31 dicembre 2006 realizzati dalle società esecutrici degli interventi finanziati. Per effetto delle disposizioni sopra richiamate risultano, pertanto, prorogati i progetti di gestione a suo tempo approvati e finanziati agli Enti Locali. Rientra nell'ambito dell'autonomia degli stessi Enti locali, l'individuazione delle modalità di affidamento dei servizi, nel rispetto del quadro normativo generale, nei casi in cui nel frattempo siano scaduti i contratti tra l'Ente e l'affidatario dei servizi. Al proposito si rammenta che la L.R. 7 agosto 2009, n. 3, all'articolo 9, comma 15 dispone "Tali risorse (quelle previste dal comma 30, articolo 4 L.R. 1/2009, per i servizi di gestione) sono utilizzate dagli enti locali per garantire la continuità, salvaguardando le professionalità e le esperienze acquisite dai soggetti esecutori, dei progetti in essere ai sensi della legge regionale 14 giugno 1988, n. 11, articoli 92 e 93. e legge regionale 20 aprile 2000, n. 4. articolo 38. e successive modifiche e integrazioni, e di quelli di cui al medesimo articolo 23 della legge regionale n. 4 del 2006. in misura non superiore al 90 per cento".
Giova osservare in merito, che le leggi menzionate, anche alla luce delle norme sugli appalti, evidenziano una distinzione fra i "progetti di gestione" e i "servizi" che devono essere attivati per rendere operativi i progetti di gestione. Gli Enti responsabili della gestione, cui compete l'attivazione dei servizi, pertanto, devono affidare i servizi stessi rispettando le norme ad essi applicabili e rispettando contemporaneamente, il citato articolo 9, comma 15 della L.R. 03/2009, laddove indica i criteri operativi da garantire.
SERVIZIO BENI LIBRARI, BIBLIOTECA E ARCHIVIO STORICO REGIONALE
Con riguardo a quanto riportato nella premessa del documento, si fa presente che l'art. 2 della L.R. n. 17/2008 ha prorogato al 31 dicembre 2009 i termini di scadenza dei progetti di servizi per la valorizzazione e la gestione dei beni museali, aree archeologiche, biblioteche e archivi. Tale termine è stato ulteriormente prorogato al 31.dicembre 2012 dall'ari 1, comma 25 della L.R. n. 5/2009.
Con riferimento all'ambito del Servizio beni librari, si forniscono, di seguito, elementi di risposta sui singoli punti dell'interrogazione:
Punto 1) se corrisponda al vero che, nelle more della definizione del percorso normativo, si sia verificata una riduzione dei trasferimenti finanziari agli enti locali relativi alla gestione dei servizi in argomento e una conseguente riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, anche soci di cooperativa.
Allo stato attuale, le risorse in favore degli enti locali per progetti di gestione di servizi bibliotecari e archivistici sono erogate dalla Regione ai sensi dell'art. 21, comma 2, lett. e) della L.R. 14/2006, modificato dall'art. 4, comma 9 della L.R. 1/2009 (che consente il trasferimento diretto delle risorse agli enti locali beneficiari, senza il preventivo passaggio delle risorse alle province).
L'importo dei contributi è calcolato sulla base del 90 per cento del costo del personale, con riferimento al CCNL Federculture. Nel corso dell'anno 2009, in ottemperanza a quanto disposto dalla deliberazione n. 50/47 del 10 novembre 2009, si è provveduto al conguaglio dei contributi sulla base dell'adeguamento contrattuale degli operatori impegnati nei progetti a seguito del rinnovo del CCNL Federculture, con effetto dal 1° luglio 2009.
Punto 2) se alcuni enti locali, anziché procedere con le proroghe in attesa della definizione dei citati progetti di legge, stiano predisponendo e pubblicando nuovi bandi, tanto da determinare una pregiudizievole interruzione lavorativa ai fini della stabilizzazione del personale attualmente in servizio.
Questo aspetto è stato più volte oggetto di richiesta di chiarimenti da parte di alcuni enti locali che hanno rilevato una certa incoerenza tra le varie disposizioni normative regionali e le disposizioni nazionali sugli appalti. In particolare, recentemente, è pervenuta la richiesta del Comune di Norbello (prot. n. 5203 del 31.12.2010) alla Presidenza della Regione - Servizio affari legali di giurisdizione amministrativa, indirizzata per conoscenza anche a questo Assessorato e alla Presidenza del Consiglio regionale.
Sul punto, nelle more dell'approvazione definitiva del piano triennale previsto dall'articolo 7 della legge regionale 20 settembre 2006, n. 14, la normativa regionale ha riconfermato - con l'articolo 1, comma 25, della legge regionale n. 5/2009 - la proroga dei progetti di gestione dei servizi culturali in essere al 31 dicembre 2006, stabilendo una linea di continuità con un indirizzo già espresso nel corso degli anni e ribadito con le previsioni della legge regionale n. 4 del 2006, articolo 23, comma 7, secondo cui "sono conferite agli enti locali, a decorrere dal 1° gennaio 2007, le funzioni e le risorse relative ai servizi per la valorizzazione e la gestione dei beni museali, aree archeologiche, biblioteche e archivi di cui agli articoli 92 e 93 della legge regionale 4 giugno 1988, n. 11".
Dunque, come espressamente previsto, oltre che dal d.lgs. N. 42/2004 e ss.mm.ii. (in particolare agli articoli 112 e 115), dall'articolo 4, comma 30 della legge regionale 1/2009 e dall'art. 28, comma 3, della legge regionale n. 2/2007, la gestione dei beni culturali, istituti e luoghi della cultura compete agli enti locali che ne hanno la disponibilità ed è, conseguentemente, attribuita agli enti locali la responsabilità stessa delle risorse finanziarie ad essi conferite per questo scopo.
Da ciò consegue che le modalità amministrative di affidamento dei progetti di gestione restano di competenza dei singoli enti locali beneficiari dei contributi e titolari del rapporto giuridico con i soggetti esecutori, che devono provvedere, in piena autonomia, nell'ambito del quadro normativo generale, garantendo i principi generali di trasparenza, economicità ed efficacia della Pubblica amministrazione.
Punto 3) se intenda procedere ad una verifica della situazione ed eventualmente, sentita la Commissione consiliare competente, accelerare ogni iniziativa possibile per la trattazione organica dell'argomento oggetto dell'ordine del giorno n. 50 sopra citato.
Il Servizio beni librari nel corso del 2009-2010 ha realizzato la mappatura delle professionalità impegnate nei progetti di gestione dei servizi bibliotecari e archivistici e sulla base dei dati raccolti, all'interno del POA 2010, ha elaborato un documento contenente un'ipotesi di soluzioni normative per la stabilizzazione dei servizi e degli operatori.
Tutto il materiale sarà messo a disposizione degli organi competenti, al fine di supportare tutte le iniziative per la trattazione organica dell'argomento.
Testo delle interrogazioni e della mozione annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Piras, con richiesta di risposta scritta, sulle clausole previste dal bando di Trenitalia Spa, relativamente alla gara a procedura negoziata per l'affidamento in appalto di interventi di manutenzione ciclica su carrozze doppio piano che escluderebbe la Keller di Villacidro.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- con uno stanziamento presunto di euro 12.210.200, più IVA, Trenitalia Spa, il 17 febbraio 2011, ha annunciato una gara a procedura negoziata per l'affidamento in appalto di interventi di manutenzione ciclica su carrozze doppio piano;
- fra i requisiti richiesti alle aziende, quello tecnico essenziale riguarda l'iscrizione al "Sistema di qualificazione Trenitalia Spa, Gruppo merci RMROO2-B" al quale la Keller di Villacidro è stata regolarmente iscritta a seguito di rigorose procedure di qualificazione e di idoneità;
- causa di esclusione, invece, è l'ubicazione nelle isole del territorio nazionale dei siti produttivi dell'azienda, quindi anche la Sardegna;
- motivo di tale clausola che escluderebbe lo stabilimento Keller di Villacidro è la precisazione, nelle condizioni di fornitura che "Dr. Sardegna: Trenitalia/dpr non effettua servizio di trasporto nell'Isola né alcun tipo di traghettamento";
CONSIDERATO CHE:
- per Trenitalia Spa l'iscrizione al "Sistema di qualificazione Trenitalia Spa", per cui la Keller di Villacidro ha effettuato consistenti investimenti, non è più un requisito essenziale per l'aggiudicazione di commesse di lavoro;
- il servizio di trasporto merci e traghettamento dalla Penisola per la Sardegna e viceversa, è stato soppresso da Ferrovie dello Stato/RFI, nonostante le numerose proteste della Regione e delle imprese operanti in Sardegna, compresa la Keller di Villacidro;
- la stessa impresa di Villacidro, per poter continuare ad essere operativa e garantire gli attuali livelli occupazionali, non può prescindere dal servizio di trasporto merci e traghettamento che fino a qualche tempo fa era garantito proprio da Ferrovie dello Stato/RFI;
PRESO ATTO che con una nota inviata all'Assessorato regionale dei trasporti, la FS-AD\A0011\P\2009\000650 del 14 dicembre 2009, il Gruppo FS nella persona dell'amministratore delegato, rassicurava la Giunta regionale della Sardegna in ordine al servizio di traghettamento e che lo stesso servizio discenderebbe da precisi accordi formalizzati fra RFI ed il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, vale a dire dal contratto di programma 2007-2011 stipulato in data 31 ottobre 2007;
EVIDENZIATO CHE:
- in un panorama regionale in cui le imprese industriali stanno trovando un'enorme difficoltà produttiva e di commercializzazione, la realtà della Keller risulta essere in controtendenza;
- tale positività, invece, potrebbe subire drastiche conseguenze dalle clausole imposte da Trenitalia Spa al punto che lo stabilimento di Villacidro potrebbe trovarsi in una condizione di estrema difficoltà nel proseguire la sua principale attività i cui contraccolpi si ripercuoterebbero sulle aziende sarde dell'indotto, in tutto il Villacidrese e nell'economia dell'intera Sardegna;
- se Trenitalia Spa non dovesse rivedere i termini e le condizioni per l'affidamento dell'incarico di manutenzione ciclica su carrozze doppio piano, lo stabilimento Keller di Villacidro si troverebbe impossibilitato a partecipare alla selezione, con la conseguenza drastica di una crisi dalla quale difficilmente potrebbe risollevarsi e con la conseguente chiusura e licenziamento di tutti i lavoratori,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'industria e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:
1) quali iniziative intendano adottare nei confronti di Trenitalia Spa al fine di richiedere una modifica delle clausole e consentire anche alla Keller di Villacidro di poter essere ammessa alla gara a procedura negoziata per l'affidamento in appalto di interventi di manutenzione ciclica su carrozze doppio piano annunciata da Trenitalia Spa;
2) quali iniziative si intendano attivare allo scopo di far ripristinare, da parte di Ferrovie dello Stato/RFI, il servizio di trasporto merci dalla Penisola alla Sardegna e viceversa e il relativo servizio di traghettamento, così come dichiarato e comunicato alla Regione Sardegna e mai avviato dall'amministratore delegato del gruppo FS. (544)
Interrogazione Solinas Antonio - Espa - Sanna Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui tagli ai punteggi dei progetti personalizzati della legge n. 162 del 1998, in particolare riferimento al caso dell'utente di Mogorella (OR).
I sottoscritti,
PREMESSO che, nei giorni scorsi, la stampa locale ha dato ampio risalto al caso di G.P.L., 29 anni, di Mogorella, il quale, affetto da atrofia muscolare spinale di secondo grado, si è visto ridurre i trasferimenti derivanti dalla legge n. 162 del 1998, che come è noto stabilisce provvidenze a favore delle persone certificate con disabilità grave;
CONSIDERATO CHE:
- anche nel Consiglio provinciale di Oristano è stato sollevato il caso con una interpellanza consiliare;
- in particolare il sig. L., che vive in compagnia dell'anziana madre, usufruisce dei trasferimenti della legge n. 162 del 1998 da tre anni, e in questo triennio le provvidenze a suo favore sono passate da 4.500 euro il primo anno a 2.600 euro il secondo, per arrivare a 1.600 euro il terzo anno, con il conseguente inevitabile dimezzamento delle ore di assistenza dedicate all'igiene personale, ora a carico dell'anziana madre;
EVIDENZIATO che tale ridimensionamento dei trasferimenti è da attribuire alla revisione dei criteri di calcolo, che prevedono che i cosiddetti "servizi fruiti" (tra i quali i ricoveri, la frequenza scolastica, l'assistenza domiciliare integrata, e similari) siano portati in diminuzione dal "carico assistenziale familiare", comportando una riduzione delle provvidenze, come nel caso del sig. L., il quale affronta dei ricoveri semestrali a Bologna presso una clinica specializzata; risultano in questo modo paradossalmente danneggiati proprio coloro che, a causa delle difficili condizioni fisiche, necessitano di ulteriori prestazioni di natura specialistica;
SOTTOLINEATO CHE:
- tale criterio del calcolo assistenziale familiare appare ancora più illogico perché è calcolato su quanto avvenuto l'anno precedente a quello che è oggetto dell'intervento (cosicché se uno è stato ricoverato nel 2010, "pagherà" questo ricovero con minori servizi nel 2011);
- ancora, secondo la logica introdotta dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, un ricovero ospedaliero risulta essere equiparato ad un momento di sollievo, ovvero di alleggerimento del carico personale e familiare, tale da assimilarlo assurdamente ad un periodo di vacanza;
RITENUTO che tale situazione (che di certo non interessa il solo sig. L. ma numerose persone disabili gravi), non sia degna di un paese civile come il nostro pretende di essere, e che i criteri dovrebbero essere costruiti in maniera tale da tenere conto delle situazioni di particolare gravità, evitando che al danno della malattia si aggiunga la beffa della burocrazia,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) in quale sede e per quale motivo sia stato introdotto un criterio così discriminante e penalizzante per migliaia di persone con disabilità in tutta la Sardegna, fra i quali il citato utente di Mogorella, mai adoperato in 10 anni di ottima applicazione della legge;
2) come si ritenga porre rimedio a tale ingiustificata penalizzazione per tutti i sardi, visto che i sottoscritti interroganti, dopo aver visionato gli atti sul dibattito consiliare e quelli sulla discussione in Commissione, hanno ravvisato che non è stata mai discussa questa fattispecie penalizzante proprio per le persone che a causa della loro disabilità devono ricorrere a cure ospedaliere (e non quindi a ricoveri di carattere assistenziale). (545)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, su criteri e modalità di concessione dei contributi per attività di spettacolo da realizzarsi in Sardegna - deliberazione della Giunta regionale n. 3/5 del 26 gennaio 2011.
Il sottoscritto,
PREMESSO che favorire l'innovazione della produzione artistica sarda e la sua diffusione in ambito regionale ed extraregionale significa riconoscere un'attività di valorizzazione e promozione della nostra identità e della nostra cultura;
VISTO l'articolo 56 della legge regionale n. 1 del 1990, che prevede "la concessione, a favore di enti ed organismi operanti nel teatro e nella musica, di contributi regionali destinati all'attuazione di un programma di attività teatrali e musicali e al sostegno delle spese di gestione di strutture teatrali condotte stabilmente e continuativamente dagli organismi medesimi";
CONSIDERATO che, in assenza di una normativa regionale organica, le attività di spettacolo sono per lo più il prodotto della spontanea iniziativa delle singole associazioni artistiche;
VALUTATO che molte associazioni artistiche in Sardegna conservano la caratterizzazione amatoriale, in quanto gli stessi componenti non troverebbero sufficiente sostentamento per svolgere una professione artistica di tipo professionale;
CONSTATATO che la Giunta regionale, con la deliberazione n. 3/5 del 26 gennaio 2011, ha modificato i criteri per l'assegnazione dei contributi di cui all'articolo 56 della legge regionale n. 1 del 1990, inserendo tra i requisiti soggettivi dei beneficiari l'iscrizione all'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per lavoratori dello spettacolo (ENPALS), escludendo, nel contempo, le formazioni dilettantistiche o amatoriali per le quali non vi è l'obbligo contributivo, in quanto, a detta dell'Amministrazione, prive del fondamentale requisito della professionalità;
EVIDENZIATO che gli organismi che operano nel campo dello spettacolo svolgono spesso un'importante attività di natura socio-educativa, in quanto tramandano e diffondono tradizioni popolari e folkloristiche;
CONSIDERATO che spesso le associazioni artistiche amatoriali sono le più penalizzate, in quanto devono la propria sopravvivenza al solo contributo operativo ed economico degli aderenti,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
1) quali siano le ragioni che hanno portato alla modifica dei criteri per la concessione dei contributi di cui all'articolo 56 della legge regionale n. 1 del 1990;
2) se non ritengano di dover riesaminare detti criteri, considerati gli effetti negativi derivanti dall'esclusione dai benefici del contributo di tutte quelle formazioni dilettantistiche o amatoriali che svolgono un'importante ruolo educativo e di socializzazione in una società, quale quella in cui viviamo, che spesso ci porta ad assumere atteggiamenti meramente utilitaristici ed a trascurare lo spirito della condivisione di spazi e di tempi, importante in ogni consesso civile. (546)
Interrogazione Stochino - Zedda Alessandra - Piras - Randazzo - De Francisci, con richiesta di risposta scritta, riguardante l'efficacia e l'applicabilità del Piano urbanistico comunale di Cardedu.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE:
- con delibera n. 19 del 9 ottobre 2005, il Consiglio comunale di Cardedu ha adottato il Piano urbanistico comunale (PUC);
- con delibera n. 5 del 5 gennaio 2006, ha approvato in via definitiva il PUC, successivamente alla valutazione di tutte le osservazioni pervenute al riguardo;
CONSIDERATO CHE:
- il 17 gennaio 2006, il PUC è stato depositato presso il protocollo dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, ai sensi dell'articolo 31, della legge regionale 22 aprile 2002, n. 7, per la verifica di coerenza con gli strumenti sovraordinati di governo del territorio, e con le direttive regionali in materia urbanistica;
- la determinazione di verifica di coerenza del direttore generale dell'Assessorato sarebbe dovuta essere assunta entro il termine di novanta giorni dalla ricezione della delibera di adozione definitiva del Piano urbanistico, mentre sono decorsi inutilmente i novanta giorni previsti senza alcun intervento;
- il PUC del Comune di Cardedu è stato pubblicato nel BURAS il 13 maggio 2006, ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989, e successivamente alla pubblicazione non è giunto alcun ricorso,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere:
1) se sia a conoscenza della situazione sopra descritta;
2) quali misure intenda adottare per superare l'attuale fase;
3) quale sia la posizione dell'Assessorato riguardo la verifica di coerenza;
4) quale sia il suo parere riguardo la validità del PUC del Comune di Cardedu. (547)
Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla controversia in merito alla titolarità di alcuni terreni all'interno dell'area industriale portuale di Cagliari.
Il sottoscritto,
PREMESSO che i lavori per la realizzazione di un porto industriale a Cagliari, avviati nel 1974, prevedevano anche la realizzazione di un collegato centro logistico intermodale;
CONSIDERATO che alla fine dei lavori, durati circa vent'anni, il CASIC ha mantenuto la proprietà delle aree, precedentemente di proprietà privata, acquisite con decreti di esproprio e non interessate da opere portuali;
VISTO il verbale di chiusura della IV Delimitazione, predisposto dall'apposita commissione in data 23 gennaio 2003, che riconosce la non demanialità delle aree su indicate, in quanto "non traspare una destinazione ... ai fini marittimi e le stesse non presentano caratteristiche geomorfologiche di demanialità";
CONSTATATO che nel 2008 il CASIC ha deciso di vendere alcune aree, che nella IV Delimitazione erano state giudicate non appartenenti al demanio marittimo, ad aziende di logistica interessate ad investimenti collegati al Porto canale;
EVIDENZIATO che quattro aziende hanno conseguentemente acquistato, con regolari atti notarili, lotti di diverse dimensioni per un totale di circa 70.000 mq per la realizzazione di centri logistici, senza che nessuno si opponesse e senza che nessuno dei notai rilevasse alcuna anomalia nella titolarità del venditore;
CONSIDERATO che le aziende hanno poi provveduto a predisporre i progetti, ottenendo sia le concessioni edilizie sia i finanziamenti necessari alla realizzazione delle infrastrutture;
SOTTOLINEATO che nei primi mesi del 2010 la Capitaneria di Cagliari ha attivato, senza darne comunicazione agli interessati, la riapertura della succitata IV Delimitazione, sostenendo che fosse una procedura ancora in itinere;
PRESO ATTO che nello stesso periodo gli istituti bancari coinvolti hanno bloccato i finanziamenti, preoccupati per la validità del proprio titolo di garanzia;
VALUTATO che le opere non completate sono soltanto un ulteriore esempio di investimenti ingenti, ma di nessuna utilità ed utilizzazione;
ATTESO che, nonostante le numerose memorie inviate dai privati interessati, la Capitaneria ed il Demanio hanno deciso di portare avanti il procedimento;
CONSIDERATO che i tempi della definizione della controversia sono stati ulteriormente dilatati in quanto il Tribunale amministrativo regionale è stato interpellato in merito alla legittimità del procedimento e si attende la sentenza di merito;
VALUTATO che il nuovo Piano regolatore portuale prevede la realizzazione di centri logistici, strumentali e fondamentali per lo sviluppo del Porto canale e che pertanto i progetti dei privati fornirebbero un adeguato supporto per sopperire all'attuale carenza di servizi;
SOTTOLINEATO inoltre che l'indeterminazione del titolo di proprietà delle aree e la conseguente battaglia giudiziaria determineranno un notevole danno non solo agli investitori, ma anche allo sviluppo della logistica e soprattutto all'economia e all'occupazione nell'intera Isola;
VISTO ANCHe l'appello lanciato dall'Associazione degli industriali delle province della Sardegna meridionale insieme alle segreterie territoriali di CGIL, CISL e UIL sulle gravi ricadute economiche e sociali della vertenza,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dei trasporti e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:
1) siano a conoscenza della grave e preoccupante situazione di incertezza sopra esposta;
2) non ritengano di dover intervenire presso le parti interessate alla controversia circa la titolarità dei terreni nell'area industriale portuale di Cagliari, perché pervengano ad una tempestiva e positiva soluzione della vicenda che scongiuri la perdita di investimenti, di posti di lavoro e di servizi per le imprese proprio nel momento che ha visto la ripresa dell'attività di transhipment. (548)
Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla discriminazione dei laureati nel bando di selezione del CTM per Operatore qualificato d'ufficio.
Il sottoscritto,
CONSIDERATO CHE:
- nel sito ufficiale del CTM, società per azioni del trasporto locale dell'area vasta di Cagliari, compare l'avviso per la selezione di una unità di operatore qualificato d'ufficio da inserire nell'ambito del Settore affari generali giuridici e relazioni esterne;
- alla figura professionale che verrà selezionata viene offerto un contratto a tempo determinato della durata di un anno;
- il profilo professionale richiesto prevede importanti capacità organizzative e pratica logistica, oltre che esperienza lavorativa, diploma (verosimilmente di scuola media superiore) e buona conoscenza della lingua inglese;
- a fronte di una richiesta di professionalità di qualifica medio-alta da parte dell'azienda, nell'avviso di selezione compare un'avvertenza in neretto "ASTENERSI LAUREATI";
- tale invito, formulato in maniera decisamente grossolana e sgradevole, appare in contrasto con la professionalità richiesta e più ancora con la tipologia di contratto, annuale a tempo determinato, che non implica certo l'impostazione di un rapporto definito e strutturato con l'azienda, l'unico che rischierebbe di essere insoddisfacente a lungo termine per un laureato;
- la crisi economica comporta che centinaia di giovani laureati sardi siano disponibili ad accettare, anche stabilmente, incarichi retribuiti che pure comportino impegni inferiori rispetto alla professionalità acquisita;
- appare dunque offensivo per l'impegno dei giovani sardi laureati e delle loro famiglie un avviso del CTM discriminatorio in senso opposto, che escluda da ogni opportunità occupazionale proprio coloro che hanno acquisito un titolo di studio superiore a quello minimo necessario richiesto;
- tale discriminazione appare ancora più incomprensibile nel caso di un contratto a tempo determinato, della durata di dodici mesi;
- il CTM è certamente una società per azioni con ampia autonomia gestionale, ma è anche una società interamente partecipata pubblica (Comune di Cagliari, di Quartu Sant'Elena e Provincia di Cagliari) che è pertanto tenuta a garantire quanto meno ragionevolezza e garanzia del diritto di accesso ai propri bandi di selezione e di concorso,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per chiedere quali iniziative intendano intraprendere perché sia immediatamente cancellata da parte del CTM la norma discriminatoria nei confronti dei laureati per l'accesso al bando di selezione per Operatore qualificato d'ufficio, presente nel sito web dell'azienda. (549)
Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulla violazione da parte della ASL n. 3 di Nuoro delle disposizioni in materia di mobilità intraziendale adottate con deliberazione della Giunta regionale n. 8/16 del 23 febbraio 2010.
I sottoscritti,
PREMESSO CHE, nelle more dell'approvazione della riforma regionale della sanità, la Giunta regionale ha adottato in data 23 febbraio 2010 la delibera n. 8/16 con la quale si dispone che le aziende sanitarie debbano "sospendere processi di mobilità di personale interaziendale e intraziendale dai presidi stessi ad altre attività dell'azienda, ove non compensati da corrispondente processo di trasferimento da altre attività ai presidi";
APPURATO CHE:
- il responsabile dell'ufficio personale della ASL n. 3 di Nuoro, dott. Francesco Bomboi, su disposizione della direzione generale ha dato avvio la settimana scorsa ad uno strano provvedimento di mobilità intraziendale spostando una unità amministrativa dal Presidio ospedaliero San Camillo agli uffici del Distretto di Sorgono senza prevedere alcun processo di trasferimento compensativo così come previsto dalla delibera n. 8/16 del 23 febbraio 2010;
- la mobilità di che trattasi è supportata da generiche esigenze aziendali non meglio definite che non trovano alcun concreto riscontro di fatto;
- sottolineato che il responsabile del personale, dott. Francesco Bomboi, in raccordo con la responsabile amministrativa del Presidio ospedaliero San Camillo, dott.ssa Paola Raspitzu, e con il direttore del distretto, dott.ssa Anna Maria Pintore, ha agito disattendendo le disposizioni stabilite nella delibera n. 8/16 del 23 febbraio 2010;
- venuti a conoscenza che il provvedimento di mobilità di che trattasi parrebbe in realtà finalizzato a rendere vacante un posto di personale amministrativo presso il Presidio ospedaliero di Sorgono con l'intento di farlo ricoprire, al momento opportuno, alla nipote diretta (terza in graduatoria tra i vincitori dell'ultimo concorso della ASL di Nuoro per sette assistenti amministrativi) della responsabile amministrativa del Presidio ospedaliero San Camillo, dott.ssa Paola Raspitzu,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza dei fatti sopra riportati;
2) quali oscure motivazioni giustifichino tale provvedimento adottato in maniera unilaterale e contrario alle disposizioni contenute nella deliberazione di Giunta n. 8/16 del 23 febbraio 2010;
3) quali provvedimenti intendano adottare affinché sia ristabilito il rispetto delle disposizioni della Giunta regionale;
4) quali urgenti misure intendano predisporre per controllare le modalità decisionali ed operative della dirigenza della ASL n. 3, di quella del Distretto sanitario di Sorgono e del Presidio ospedaliero San Camillo affinché vengano impedite operazioni che parrebbero finalizzate al perseguimento di interessi personali e familiari. (550)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sull'installazione di un radar ad altissima frequenza nell'area di Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco.
La sottoscritta,
PREMESSO CHE:
- a Capo Sperone, nell'Isola di Sant'Antioco, la località Su Semafuru, una ex postazione militare della seconda guerra mondiale, dismessa a fine anni 50, che per sua vocazione potrebbe essere trasformata in struttura turistica unica per il paesaggio, rischia di essere la sede di una installazione radar, con un traliccio alto 36 metri che sicuramente deturperà il paesaggio di questa parte di Sardegna, già considerata zona protetta;
- il radar ad altissima frequenza sprigiona onde elettromagnetiche che sicuramente non sono controllate e controllabili, in quanto sito militare ceduto in comodato d'uso dalla Regione alla Guardia di finanza; sicuramente il potente fascio di onde elettromagnetiche emesse dal radar potrebbe avere ripercussioni negative sull'ecosistema di una vasta area sensibile del sud dell'Isola e probabilmente le onde possono essere pericolose e nocive per la salute delle popolazioni residenti;
- la posizione naturale del sito, con annessi fabbricati risalenti in parte alla seconda metà dell'800 e l'irripetibile valore naturalistico-ambientale, lo rendono pregevole per un insediamento a carattere turistico, già ipotizzato come possibile "museo del mare" in seguito ad interlocuzioni intercorse fra Regione Sardegna e Comune di Sant'Antioco,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano stati i criteri che hanno consentito che una zona vincolata dal punto di vista paesaggistico (PPR - Ambito di paesaggio n. 6, Carbonia ed Isole Sulcitane) e su cui insistono fabbricati aventi oltre 50 anni e come tali con vincolo storico, culturale e architettonico, sia stata ceduta in comodato alla Guardia di finanza per l'installazione di una stazione radar, per il controllo di una parte del Mediterraneo;
2) se sia stato monitorato il progetto costruzione del radar e siano state verificate le emissioni elettromagnetiche, in relazione alla salute dell'ecosistema e delle popolazioni residenti;
3 ) quali siano stati i risultati acquisiti preliminarmente anche in fase di progetto, e quali siano le risultanze finali dedotte dagli enti preposti al monitoraggio e al controllo della salute ambientale e delle persone;
4) se gli enti locali e le popolazioni residenti nelle zone limitrofe siano state interpellate su questo progetto e quale sia stata la loro risposta, visti anche i progetti già esistenti per la valorizzazione del sito e l'opposizione delle associazioni ambientalistiche, riportati dalla stampa sarda. (551)
Interrogazione Porcu - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione di personale per operatore qualificato d'ufficio indetta da CTM Spa.
I sottoscritti,
APPRESO che il CTM Spa, con avviso pubblicato sul proprio sito internet in data 31 marzo 2011, ha indetto una selezione di personale per la ricerca di un operatore qualificato d'ufficio da inserire nell'ambito del settore affari generali giuridici e relazioni esterne;
ACCERTATO che nell'avviso pubblicato il candidato ideale è individuato tra i diplomati in possesso di un'esperienza lavorativa in posizioni assimilabili e che espressamente i laureati sono invitati ad astenersi dal partecipare alla selezione;
RILEVATO che il CTM Spa è una società a totale capitale pubblico partecipata dal Comune di Cagliari, dalla Provincia di Cagliari e dal Comune di Quartu Sant'Elena e che, pertanto, ai sensi dell'articolo 18 del decreto legge n. 112 del 2008, la stessa è tenuta, nel reclutamento del personale, a rispettare i principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
SOTTOLINEATO che tra tali principi vi sono quelli che impongono l'adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti, idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire e il rispetto delle pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori;
CONSIDERATO che l'esclusione dei laureati dalla selezione in oggetto, in favore dei soli diplomati, è palesemente illegittima in quanto in contrasto con i suddetti principi e, più in generale, con i fondamentali principi costituzionali di eguaglianza, ragionevolezza e del buon andamento che, nel settore in oggetto, impongono di utilizzare strumenti imparziali di selezione dei candidati, su condizioni di parità, e idonei ad assicurare al servizio degli interessi pubblici il migliore;
OSSERVATO altresì che appare irragionevole la decisione di scartare ex ante da tale selezione coloro che, in possesso del titolo di laurea, possono essere in possesso di competenze e capacità di grado più elevato;
VERIFICATO che la Regione Sardegna investe ogni anno oltre 50 milioni di euro a sostegno della formazione universitaria e dell'alta formazione post-laurea;
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per conoscere:
1) quali azioni abbiano assunto o intendano assumere per modificare il bando di selezione in oggetto;
2) quali altre azioni intendano intraprendere per offrire prospettive e dare occasioni di lavoro qualificato e produttivo ai giovani laureati. (552)
Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sull'installazione nell'Isola di Sant'Antioco, in località Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area della ex stazione radio militare di Sant'Antioco, di un potente radar di penetrazione per contrastare gli sbarchi dei migranti.
Il sottoscritto,
PREMESSO CHE:
- la Giunta regionale della Sardegna, con delibera n. 36/22 del 4 novembre 2010, ha concesso in comodato d'uso alla Guardia di finanza - Reparto tecnico logistico amministrativo della Sardegna, una porzione dell'immobile denominato "ex stazione radio" in Sant'Antioco, località Capo Sperone - Su monti de su Semaforu, al fine di installare una rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera e a mare;
- questa nuova rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera sarà integrata al sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni (C4I) della Guardia di finanza e realizzata grazie alle risorse del Fondo europeo per le frontiere esterne, programma quadro 2007- 2008 sui flussi migratori, che ha consentito al Comando generale della forza armata di acquistare cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR (Advanced coastal surveillance radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel aerospace industries Ltd. (IAI);
PRESO ATTO CHE:
- il giorno 24 marzo 2011, in un'area individuata come Zona di protezione speciale, codice ITB043032 denominata "Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone", sono iniziati i lavori con mezzi meccanici per l'imminente installazione su un traliccio alto 12 metri di un potente radar di profondità per la sorveglianza costiera e per contrastare gli sbarchi degli immigrati, senza che siano stati affissi i cartelli esplicativi sui lavori in corso previsti dalla vigente normativa;
- la sommità della collina di Su Semafuru è inserita in un contesto paesaggistico assolutamente delicato, è un sito di incomparabile pregio, da cui si ammira un panorama a 360 gradi sul Golfo di Palmas, sulla costa sud occidentale della Sardegna, sulle isole della Vacca e del Toro, sull'intero versante meridionale dell'Isola di Sant'Antioco e sulla costa orientale dell'Isola di San Pietro;
- nella cima della collina insistono dei fabbricati particolarmente significativi sotto l'aspetto storico-culturale e architettonico;
- l'intera Isola di Sant'Antioco è tutelata con vincolo paesaggistico (Codice Urbani, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42);
VERIFICATO CHE:
- l'intera parte sud dell'isola è stata individuata quale Zona di protezione, speciale codice ITB043032, denominata "Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone", per la presenza di specie di rilevante interesse faunistico, alcune a rischio di estinzione quali l'Alectoris barbara, l'unica pernice presente in Sardegna, e per l'importante presenza di emergenze botaniche alcune delle quali endemiche; l'Isola di Sant'Antioco, e in particolare il tratto di costa a falesia del sud, è uno dei pochi siti in Europa in cui nidifica e si riproduce il falco della regina; si tratta pertanto di un ecosistema sensibile che potrebbe subire ripercussioni negative dai potenziali effetti dell'inquinamento elettromagnetico;
- nel sito interessato sono presenti numerose specie faunistiche protette di cui all'allegato 1 della legge regionale n. 23 del 1998 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna) per le quali "durante il periodo di nidificazione dell'avifauna è vietata qualsiasi forma di disturbo della medesima"; a titolo di esempio si citano: il falco pellegrino, l'uccello delle tempeste, la berta maggiore, il marangone dal ciuffo, la sterna comune;
- in prossimità del sito interessato all'installazione del radar (500-700 m) ci sono alcune abitazioni in cui vivono permanentemente diverse famiglie; poco lontano (distanza inferiore ai mille metri) opera una comunità di recupero per tossicodipendenti che ospita per l'intero anno numerosi giovani e operatori sociali; uguale è la distanza da importanti insediamenti turistici (il residence Ibisco Farm e l'hotel village Capo Sperone) e dalla stessa spiaggia di S'Acqua 'e sa canna meta di numerosi bagnanti nella stagione estiva; a una distanza di poco superiore (1.500 m) si trova un'altra importante struttura turistica denominata Peonia Rosa, abitata anche nella stagione invernale da alcune famiglie;
- il Golfo di Palmas è stato inserito all'interno dell'area marina di reperimento denominata "Isola di San Pietro" (ex articolo 36 della legge n. 394 del 1991) e da tempo è stato avviato l'iter per la realizzazione nel golfo di un'area marina protetta;
- l'intera Isola di Sant'Antioco, in particolare la zona sud dell'isola, meno antropizzata, rappresenta un ecosistema molto delicato e un quadro paesaggistico assolutamente unico e irripetibile per cui qualsiasi intervento potrebbe mettere a rischio il delicato equilibrio presente nell'intera area;
EVIDENZIATO CHE:
- in data 15 febbraio 2011, a seguito di una veloce istruttoria e di una conferenza di servizi nella quale sono stati acquisiti con altrettanta solerzia i pareri di numerosi enti regionali e statali, il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna ha autorizzato il progetto definitivo per l'installazione del radar;
- gli interroganti sono stati colpiti da questa velocità, encomiabile sul piano operativo, che però cozza con l'assenza di precise informazioni sugli effetti e le eventuali ripercussioni che le onde elettromagnetiche e qualsiasi altro elemento inquinante emesse dal radar potrebbero causare alla salute dei cittadini e all'ecosistema dell'isola e sugli eventuali rischi e/o danni che potrebbero derivare alle aree sottoposte a tutela;
- la popolazione dell'Isola di Sant'Antioco è fortemente allarmata per l'imminente istallazione del radar e per le ripercussioni dell'inquinamento elettromagnetico sulla salute dei cittadini e sul delicato ecosistema dell'isola e lo stesso sindaco della città condivide la preoccupazione della comunità ed esprime contrarietà al progetto ed indignazione per non essere stato "politicamente" consultato;
- qualunque intervento previsto in aree a protezione speciale (SIC o ZPS) deve essere sottoposto a un'appropriata valutazione di incidenza ai sensi della direttiva Habitat n. 92/43 CEE del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, attuativo della suddetta direttiva;
- lo stesso tipo di radar è stato già installato a Capo Murro di Porco (Siracusa), davanti all'oasi marina Plemmirio e a seguito delle forti proteste della popolazione locale, il Ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, si è impegnato a risolvere la vicenda tentando di ottenere la rimozione del traliccio dal Comando generale delle Fiamme gialle,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere:
1) quali pareri, autorizzazioni amministrative o concessioni siano stati rilasciati a favore dell'installazione del radar, del relativo traliccio, delle strutture di pertinenza e delle cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione;
2) se la velocità e la solerzia nel rilascio dei suddetti pareri, e "i tempi forzatamente ridotti lamentati dall'ARPAS", non abbiano in qualche maniera limitato la capacità di indagine degli enti preposti (in particolare quelli regionali) tralasciando eventuali attenzioni verso i danni che le onde elettromagnetiche emesse dal radar potrebbero causare alla salute dei cittadini, in particolare di quanti vivono, trascorrono le vacanze e operano nei pressi del radar e al delicato ecosistema dell'isola;
3) se l'analisi di screening effettuata dal servizio SAVI dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente che ha escluso la procedura di valutazione di incidenza nonostante il sito sia stato perimetrato ZPS ai sensi della direttiva Habitat n. 92/43, non sia stata influenzata dalla celerità imposta "dai tempi ridotti per non perdere i finanziamenti per questa opera di carattere nazionale"; è certo infatti che assoggettare l'opera a valutazione di incidenza, considerati i tempi e la procedura (elaborazione, pubblicazione e coinvolgimento della comunità) avrebbe potuto allungare l'iter e vanificare "l'effetto sorpresa" che l'intera operazione è riuscita a garantire fino a pochi giorni fa;
4) se la presenza fortemente impattante del radar non potrebbe condizionare negativamente la classificazione dei fabbricati particolarmente significativi sotto l'aspetto storico-culturale e architettonico ubicati nella cima della collina e l'intera area come bene identitario ai sensi dell'articolo 48 del Piano paesaggistico regionale in quanto area caratterizzata dalla presenza di architetture militari storiche sino alla II guerra mondiale;
5) se il mancato coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Sant'Antioco e della popolazione dell'isola e lo stesso tentativo di iniziare i lavori senza l'apposizione degli obbligatori cartelli informativi, solo pochi giorni prima della data di eventuale fermo del cantiere imposto dal servizio SAVI (30 marzo-30 giugno) sia stata una scelta ragionata per porre la comunità locale di fronte al fatto compiuto;
6) se in considerazione dello "strano iter procedurale" seguito nel rilascio delle autorizzazioni e in assenza di garanzie certe sulla non nocività dell'inquinamento elettromagnetico per la popolazione e l'ecosistema dell'isola, l'Amministrazione regionale non ritenga di doversi schierare a fianco della popolazione di Sant'Antioco per impedire l'installazione del radar;
7) se l'installazione del radar possa in qualche maniera contrastare, impedire o condizionare i piani di sviluppo futuri della comunità di Sant'Antioco. (553)
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulla crisi libica e l'accoglienza di profughi nord africani, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSOche:
la crisi in atto nell'area nord africana coinvolge e interpella le nazioni frontaliere del bacino mediterraneo con gravi ripercussioni anche sul piano internazionale;
l'intervento militare della coalizione internazionale in Libia ha aperto un fronte di instabilità dal quale conseguirà un forte impulso alle migrazioni di massa della popolazione;
il processo popolare di ribellione delle popolazioni egiziane, libiche e tunisine ai regimi totalitari e oppressori che li ha visti per svariati decenni privati delle più elementari libertà civili e democratiche, interpella la coscienza di tutti i popoli democratici e alimenta l'esigenza di affrontare con solidarietà e adeguatezza il fenomeno di un esodo umano dalle rilevanti proporzioni;
CONSIDERATO che:
a seguito dell'emergenza profughi concatenata allo scoppio del conflitto libico il Governo italiano ha avviato un coinvolgimento delle regioni e dei comuni per un piano equilibrato di accoglienza e di sistemazione delle migliaia di profughi in fuga dai loro paesi di origine;
la Regione sarda ha espresso la disponibilità per accogliere circa 2.000 profughi, precisando ulteriormente, di esclusiva nazionalità libica, da collocare in non meglio precisate località della Regione;
non si comprende affatto la ragione di una discriminazione così esplicita fra cittadini libici e altri profughi di diversa nazionalità, di fronte allo scenario assai più ampio ed articolato dell'instabilità nord africana in questa fase politica;
la Sardegna, in ragione della sua rilevante posizione geografica in rapporto all'area di crisi, e della sua riconosciuta e storica vocazione all'ospitalità e all'accoglienza, non può accettare un programma di solidarietà e di sostegno improntato su un inspiegabile principio discriminatorio che di fatto sembrerebbe voler consapevolmente ignorare la complessità e la portata dei cambiamenti in atto nelle comunità che si affacciano di fronte alle nostre coste,
impegna il Presidente della Regione
1) a voler riferire in Consiglio regionale del contributo e delle modalità operative di accoglienza che la Sardegna intende offrire ai profughi nord africani;
2) a rimuovere ogni limite e ogni possibile imposizione rispetto a discriminazioni che intendono distinguere fra cittadini libici e di altre nazionalità comunque coinvolte nel più generale esodo conseguente alla crisi dell'area nord africana;
3) a voler promuovere con maggiore energia e chiarezza l'immagine di una Sardegna come terra di pace e di accoglienza per tutti gli uomini e le donne che nella difficile transizione verso la libertà e la democrazia del proprio popolo, chiedono temporaneamente di essere accolti, protetti e sostenuti. (118)
Mozione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani sull'insostenibile situazione di abbandono e crescente degrado in cui da anni versano le strade della Sardegna ed in particolare la Carlo Felice.
IL CONSIGLIOREGIONALE
PREMESSO che:
- la strada statale n. 131 "Carlo Felice", principale arteria stradale della Sardegna, negli ultimi anni si è progressivamente trasformata, per tutti i suoi 500 km di percorrenza, da Cagliari a Sassari, in un'immensa discarica a cielo aperto, con un'interminabile carrellata di rifiuti di ogni genere, offerti alla vista e, cosa spesso ancora peggiore, all'olfatto degli automobilisti e di tutti coloro che, con qualsiasi mezzo, si trovano a percorrerla;
- anche le strade provinciali, comunali e le ex strade ferrate in gran parte del territorio della Sardegna versano in condizioni ambientali devastanti;
- gli argini sono totalmente invasi di buste rigonfie di immondizie di ogni genere, spesso maleodoranti e di enorme pericolo per l'ambiente e per la salute dei cittadini;
- oltre a sacchi e sacchetti di rifiuti, margini e cunette della rete stradale e ferroviaria della Sardegna sono uniformemente tappezzati da uno svariato campionario di materiali ingombranti: copertoni, materassi, divani, sedie, elettrodomestici di ogni tipo e spesso computer, televisori ed altri materiali particolarmente nocivi per l'ambiente e la salute dei cittadini, che per legge sarebbero destinati a smaltimento speciale in discariche idonee;
- le numerose discariche abusive disseminate ovunque l'uomo riesca ad arrivare con carichi di rifiuti e tutto ciò di cui si vuole liberare velocemente, l'inciviltà e la totale mancanza di cultura ambientale di quanti creano immondezzai a cielo aperto dove peraltro è difficile predisporre i necessari interventi per il ripristino e la pulizia dei luoghi, portano alla formazione e dispersione sul terreno di liquami e percolati di notevole pericolosità per l'ambiente e la salute dei cittadini;
CONSIDERATO che:
- la rete viaria e ferroviaria, ed in particolare la strada statale n. 131, saranno necessariamente percorse, soprattutto nell'ormai prossima calda stagione, anche dai turisti in visita alla nostra Isola, ai quali offriamo come primo impatto, certo non piacevole, con la terra sarda i nostri rifiuti disseminati ovunque;
- non si può sottovalutare, oltre agli incombenti rischi ambientali e sanitari, che ovviamente aumentano con le elevate temperature estive, il pericolo di incidenti stradali a causa dei rifiuti che, con vento, pioggia o per altre cause, potrebbero andare ad invadere le carreggiate e trovarsi nella traiettoria di auto o motocicli;
EVIDENZIATO inoltre che:
- da qualche anno l'ANAS sta procedendo alla eliminazione delle erbacce ai limiti delle strade non più con la consueta falciatura, ma con l'uso di diserbanti chimici notoriamente dannosi, mettendo così a repentaglio la salute dei cittadini, del bestiame ed animali selvatici, nonché l'equilibrio ambientale delle zone interessate;
- contro il diserbo chimico é stata avviata, soprattutto dagli enti locali, una campagna di sensibilizzazione, coinvolgendo anche le imprese agricole, per l'utilizzo di sistemi ecologicamente compatibili;
- la falciatura resta il sistema che meglio garantisce il rispetto per l'ambiente e la salute, oltre a risultare esteticamente più accettabile, visto che il diserbo chimico comporta il permanere delle erbacce ingiallite e rinsecchite ai bordi delle strade, aumentandone ulteriormente lo stato di degrado ed abbandono;
SOTTOLINEATO come altre regioni italiane che, come la Sardegna, scommettono sul turismo come voce importante per la propria economia, hanno da tempo assegnato la giusta importanza alla pulizia ed al decoro dell'ambiente naturale, dei centri urbani e delle reti viarie, insostituibile biglietto da visita per l'offerta turistica e primo connotato indicativo della civiltà e cultura di ogni moderna società;
RITENUTO che, per tutti i motivi esposti, non sia più tollerabile lo stato di degrado di incuria e di totale abbandono in cui troppo tempo versa la rete stradale e ferroviaria della Sardegna ed in particolare la strada statale n. 131 "Carlo Felice",
impegna la Giunta regionale
1) ad assumere con la massima urgenza, anche con il coinvolgimento dei comuni direttamente interessati, tutti i provvedimenti necessari al fine di garantire in tempi brevi la totale rimozione dei rifiuti dalla strada statale n. 131 "Carlo Felice" e dalle strade provinciali, comunali, ex strade ferrate e reliquati interessati dalle discariche abusive;
2) a verificare la possibilità di attivare sistemi mobili di sorveglianza, anche con uso di telecamere, onde poter sanzionare, secondo le previsioni di legge, coloro che pongano in essere comportamenti illeciti, utilizzando il pubblico territorio come discarica personale;
3) ad avviare un percorso con Corpo forestale, ANAS, amministrazioni provinciali e comunali e compagnie barracellari affinché in sinergia si attuino delle procedure urgenti di controllo, prevenzione e sanzione tramite le competenze di ciascun ente e/o organismo interessato;
4) ad assumere, anche in sinergia con gli enti locati interessati, i provvedimenti necessari affinché l'ANAS garantisca l'utilizzo esclusivo di procedimenti ecologicamente compatibili per la pulizia degli argini stradali dalla vegetazione;
5) a promuovere tra la popolazione una maggiore cultura ambientale al fine di sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini, a partire soprattutto dai giovani delle scuole di ogni ordine e grado. (119)
Mozione Uras - Capelli - Bruno - Cuccureddu - Salis - Agus - Artizzu - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'attuazione del programma di edilizia economica e popolare di cui alla deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSOche:
la Giunta regionale, in data 16 dicembre 2008, ha adottato la deliberazione n. 71/32 avente per oggetto un programma finalizzato alla realizzazione di alloggi di edilizia economica e popolare e al recupero di edifici da riconvertire in alloggi da assegnare a canone sociale;
il predetto programma è stato affidato alla attuazione di AREA (Azienda regionale per l'edilizia abitativa) e dei comuni individuati in apposita graduatoria;
il programma in argomento è articolato per interventi, come risulta dal dispositivo della citata deliberazione n. 71/32, e contiene linee guida indirizzate all'azienda regionale AREA, impartite per la sua più puntuale realizzazione;
tali linee guida, in particolare, stabiliscono: che il programma deve caratterizzarsi per un tempo ben definito della realizzazione degli interventi, tendenzialmente nell'arco di un anno dalla disponibilità delle aree, anche con l'utilizzo di tutti gli strumenti giuridici che consentano di concentrare in un'unica fase i momenti autorizzativi relativi al programma (come, ad esempio, la conferenza di servizi) e con il ricorso a metodologie organizzative e a tecniche costruttive innovative e sperimentali; che debbano essere perseguiti gli standard più elevati in termini di qualità architettonica degli interventi, anche attraverso concorsi di idee o di progettazione, e con la finalità di individuare schemi tipologici, adattabili alle diverse aree territoriali della Sardegna, basati su soluzioni architettoniche bioclimatiche e innovative nelle caratteristiche tecnologiche e della morfologia del manufatto; che si debba procedere con immediatezza alla elaborazione di una serie di schemi tipologici, in fase di completamento, basati su soluzioni architettoniche bioclimatiche e su procedimenti costruttivi di minimo impatto ambientale, attraverso specifici progetti di ricerca applicata, finanziati con fondi AREA e selezionati attraverso procedure di evidenza pubblica;
unitamente alle direttive predette, la deliberazione in oggetto ha stabilito la definizione di un accordo di programma Regione/comune/AREA, che si sarebbe dovuto sottoscrivere entro 6 mesi dalla data di comunicazione del finanziamento regionale, pena la decadenza dal finanziamento stesso, mediante il quale assumere formalmente i seguenti impegni:
il comune o AREA, se presente nell'iniziativa, si sarebbero dovuti impegnare a realizzare gli interventi (ricomprendenti, nel caso di acquisto con recupero, l'acquisizione da parte del comune o di AREA della proprietà dell'immobile su cui intervenire), nel rispetto del programma proposto;
il comune si sarebbe dovuto impegnare ad individuare gli assegnatari degli alloggi mediante le procedure previste dalla legge regionale n. 13 del 1989 e successive modifiche e integrazioni, e ad assegnare gli alloggi a tali soggetti;
la Regione si sarebbe dovuta impegnare alla concessione dei finanziamenti necessari;
ai sensi dell'articolo 1, comma 9, della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1, tutti gli interventi costruttivi di cui alla predetta delibera regionale sarebbero stati definanziati qualora non si fosse provveduto alla pubblicazione dei relativi bandi entro il 15 marzo 2011;
con deliberazione n. 201/9 dell'8 febbraio 2011 il consiglio di amministrazione di AREA dava atto che "sulla base dei requisiti prescritti con la deliberazione Giunta regionale 16 dicembre 2008, n. 71/32, in ordine alla sostenibilità ambientale ed eseguibilità immediata degli interventi e della difficoltà di acquisire i titoli abilitativi da parte degli uffici comunali e regionali necessari, entro il 15 marzo 2011, è possibile procedere all'indizione delle gare sulla base della progettazione preliminare, ai sensi dell'articolo 17 della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5, e dell'articolo 20 della legge 11 febbraio 1994, n. 109";
VISTI gli atti relativi ai bandi di appalto concorso pubblicati dai diversi distretti territoriali di AREA in attuazione del programma in argomento;
RILEVATAl'evidente difformità tra gli indirizzi contenuti nella deliberazione n. 71/32 del 16 dicembre 2008 e i comportamenti adottati dall'azienda regionale, ed infatti:
non è spiegabile come, nonostante il tempo trascorso dalla adozione della deliberazione predetta, AREA abbia definito la sola redazione dei progetti preliminari e sia pervenuta alla pubblicazione dei bandi di gara solo alla scadenza del termine ultimo previsto dalla finanziaria 2011 per evitare il definanziamento degli interventi;
non risulta sia stato definito e sottoscritto l'accordo di programma indicato nella stessa deliberazione della Giunta regionale;
non si comprende per quale ragione AREA, pur essendo adeguatamente strutturata per lo svolgimento dei compiti di progettazione, non abbia ritenuto procedere con forme di bando più idonee di quella prescelta (appalto concorso), anche ai fini di economicità di gestione e migliore utilizzo delle risorse pubbliche stanziate per l'attuazione del programma;
le procedure scelte appaiono non solo inadeguate, ma anche di dubbia legittimità: i lavori a bando, infatti, non risultano rientrare nelle fattispecie previste dall'articolo 17, comma 2, della legge regionale n. 5 del 2007; tale disposizione normativa disciplina l'affidamento di appalti pubblici di lavori nei settori speciali (OS), e non quelli di categoria generale come la OG 1 e la OG 11 oggetto dei bandi in argomento, e può essere utilizzata solo previa decisione motivata di cui non si evince traccia negli atti in possesso dei firmatari della presente mozione;
IN CONSIDERAZIONE di quanto sopra esposto e dei seri rischi di ricorso da parte degli aventi diritto nei confronti dei bandi pubblicati, con ulteriore possibile ritardo nella esecuzione del programma e nella spesa delle relative risorse finanziarie pubbliche già stanziate allo scopo,
impegna la Giunta regionale
1) a verificare la corretta e coerente attuazione della deliberazione della Giunta regionale n. 71/32 del 16 dicembre 2008 e la puntuale applicazione delle normative in materia di appalti pubblici da parte dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa, ed a procedere, ai fini di tutela dell'Amministrazione e delle finalità del programma di edilizia economica e popolare in oggetto, alla sospensione delle procedure in corso, alla loro immediata correzione e alla celere predisposizione dei relativi bandi ai sensi di legge;
2) a verificare eventuali responsabilità sui ritardi nella attuazione della predetta deliberazione e sull'adozione delle procedure poste in essere con dispendio di risorse strumentali e professionali della azienda regionale qualora risultino, si ritiene, illegittime. (120)