Seduta n.29 del 28/07/2009 

XXIX SEDUTA

(POMERIDIANA)

Martedì 28 luglio 2009

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 18 e 10.

MULAS, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta di giovedì 14 maggio 2009 (22), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesca Barracciu, Nicolò Rassu, Matteo Sanna e Carlo Sechi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 28 luglio 2009.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Ladu sull'elezione del presidente del Consorzio per l'area di sviluppo industriale della Sardegna centrale di Nuoro". (29)

(Risposta scritta in data 27 luglio 2009.)

"Interrogazione Dedoni sulle problematiche inerenti l'organizzazione e la direzione dei Servizi territoriali demanio e patrimonio di Oristano, Nuoro e Medio Campidano ed enti locali di Oristano dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica". (31)

(Risposta scritta in data 27 luglio 2009.)

"Interrogazione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula sulla congruità dell'attuale attività dell'Agenzia regionale per il lavoro". (34)

(Risposta scritta in data 27 luglio 2009.)

"Interrogazione Dedoni sul rilascio da parte del Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano delle autorizzazioni temporanee per lo svolgimento di manifestazioni sportive". (35)

(Risposta scritta in data 27 luglio 2009.)

"Interrogazione Piras - Diana Mario - Contu Mariano Ignazio - Zedda Alessandra - Tocco - Stochino - De Francisci - Sanna Matteo sulla situazione ambientale dopo la chiusura della miniera d'oro di Furtei". (51)

(Risposta scritta in data 27 luglio 2009.)

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.

MULAS, Segretario:

"Interrogazione Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sull'uso clientelare delle norme contenute nella legge regionale n.13 del 2005, in materia di nomina dei commissari presso i comuni". (82)

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Disposizioni urgenti nei settori economico e socio-sanitario, per il superamento del precariato e in

materia di organizzazione regionale". (32/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione degli articoli del disegno di legge numero 32/A.

Passiamo pertanto all'esame dell'articolo 1, al quale sono stati presentati emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti:

Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale

Articolo 1

Disposizioni di carattere istituzionale
e finanziario

1. E' disposta dagli esercizi finanziari 2007 e 2008 la cancellazione dei residui attivi determinatisi ai sensi e per gli effetti, rispettivamente, della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2007), articolo 1, comma 1, e della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2008), articolo 1, comma 1. Per consentire la conseguente rettifica dei consuntivi per gli stessi anni il termine di cui alla legge regionale 2 agosto 2006, n. 11 (Norme in materia di programmazione, di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 7 luglio 1975, n. 27, della legge regionale 5 maggio 1983, n. 11, e della legge regionale 9 giugno 1999, n. 23), articolo 58, comma 1, punto 2, è prorogato, nell'anno 2009, a trenta giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge.

2. Al maggior disavanzo derivante dall'applicazione del comma 1, determinato in euro 972.617.328,09, si fa fronte mediante ricorso ad uno o più mutui, o prestiti obbligazionari ai sensi della legge regionale n. 11 del 2006, articolo 30, comma 2, a copertura delle spese per investimenti autorizzate dalle disposizioni di cui al comma 1 ed elencate nella tabella A.

3. La contrazione del mutuo è effettuata sulla base delle esigenze di cassa, per una durata non superiore a cinque anni e ad un tasso di riferimento non superiore a quello applicato dalla Cassa depositi e prestiti; i relativi oneri sono valutati in euro 218.338.000 per ciascuno degli anni dal 2010 al 2014 (UPB S08.01.005 e S08.01.006).

4. A decorrere dall'anno 2009 la misura della tassa sulle concessioni regionali in materia di caccia prevista dalla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna), articolo 87, comma 1, lettera b), è ridotta a euro 25; la relativa minore entrata è valutata in euro 1.075.000 annui (UPB E116.001).

5. L'Amministrazione regionale è autorizzata a trasferire, al prezzo simbolico di un euro, alla società ARST Spa o alla sua controllata ARST Gestione FdS Srl, la proprietà dei beni immobili e delle loro pertinenze necessari all'esercizio dei servizi di trasporto, acquisiti al patrimonio regionale ai sensi del decreto legislativo 21 febbraio 2008, n. 46 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della regione autonoma Sardegna concernenti il conferimento di funzioni e compiti di programmazione e amministrazione in materia di trasporto pubblico locale); tali beni sono individuati, sulla base di apposito elenco, con deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'Assessore regionale dei trasporti, previo parere della Commissione consiliare competente da esprimersi entro quindici giorni, trascorsi i quali se ne prescinde. L'elenco, convalidato con determinazione del direttore del Servizio centrale demanio e patrimonio, costituisce titolo ai fini della trascrizione nella Conservatoria dei registri immobiliari. I beni non più necessari per l'esercizio dei servizi di trasporto sono trasferiti ai comuni territorialmente competenti, che ne facciano richiesta per finalità sociali e produttive.

6. Nell'articolo 27 della legge regionale 11 maggio 2006, n. 4 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), sono introdotte le seguenti modifiche:

a) nel comma 9 le parole: "e degli interessi legali maturati" sono sostituite dalle seguenti: "e applicando gli interessi legali vigenti alla data della transazione, nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. La Giunta regionale definisce i criteri di individuazione delle posizioni ammesse alla transazione, che può essere eseguita anche in più rate mensili, secondo condizioni, termini e modalità fissati dalla Giunta regionale;

b) nel comma 10, dopo le parole: "con contestuale soppressione degli stessi fondi, i crediti" sono aggiunte le seguenti: "in regolare ammortamento";

c) il comma 12 è sostituito dal seguente:
"12. Per le operazioni di finanziamento in contenzioso, gli Assessorati competenti per materia sono autorizzati a formulare, previa segnalazione dei soggetti convenzionati e secondo i criteri fissati dalla Giunta regionale ai sensi del comma 9, proposte transattive nei confronti dei debitori. In caso di rifiuto dei debitori o di mancato rispetto degli impegni assunti nell'accordo transattivo, l'Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate provvede al recupero del relativo credito ai sensi della legge regionale n. 1 del 2009, articolo 2.".
Per le finalità di cui alla presente lettera è autorizzata per l'anno 2009 la spesa di euro 200.000 (UPB S08.01.007).

7. E' autorizzata, per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, una spesa valutata in euro 4.000.000 per l'acquisizione delle ulteriori quote di partecipazione al capitale sociale della SFIRS (UPB S01.05.002).

8. E' autorizzata, nell'anno 2009, la spesa di euro 400.000 per la corresponsione dell'indennità dovuta, ai sensi della legge 3 maggio 1982, n. 203 (Norme sui contratti agrari), articoli 16 e 17, agli affittuari che abbiano eseguito opere di miglioramento, addizione e trasformazione effettuate su fondi di proprietà della Regione, qualora sia cessato il relativo contratto di affitto di fondo rustico (UPB S01.05.001).

9. Dopo il comma 1 dell'articolo 11 della legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4 (Riassetto generale delle province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali), come modificata dall'articolo 5 della legge regionale 1° luglio 2002, n. 10 (Adempimenti conseguenti alla istituzione di nuove province, norme sugli amministratori locali e modifiche alla legge regionale 2 gennaio 1997, n. 4), è inserito il seguente:
"1 bis. Insieme ai beni immobili sono inoltre trasferiti i beni mobili e le attrezzature di pertinenza degli immobili stessi. Gli oneri finanziari dipendenti da mutui accesi per la realizzazione degli immobili trasferiti ed ancora pendenti, sono assunti dalle nuove province a seguito dell'attribuzione delle risorse in entrata derivante dalla ripartizione delle risorse finanziarie di cui al comma 1.".

10. Nella legge regionale 14 maggio 2009, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 2009), sono apportate le seguenti modifiche:

a) nel comma 27 dell'articolo 1 è soppressa la parola "specificamente";

b) il comma 28 dell'articolo 1 è abrogato;

c) nel comma 32 dell'articolo 1 sono soppresse le parole: "a favore degli enti pubblici territoriali";

d) il comma 9 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
"9. Per gli anni dal 2009 al 2012, alle piccole e medie imprese, così come definite dal decreto del 18 aprile 2005 del Ministero delle attività produttive, operanti in Sardegna attraverso insediamenti stabili, limitatamente al valore della produzione netta generata nel territorio della Regione, si applica l'aliquota ordinaria dell'IRAP ridotta nella misura massima prevista dalle leggi statali vigenti. Tale agevolazione è concessa a condizione che il numero dei lavoratori dipendenti mediamente occupati in ciascun periodo d'imposta, per il quale si richiede l'agevolazione, non risulti inferiore al numero dei lavoratori occupati alla data del 31 ottobre 2008. Tenuto conto delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 50 e 226, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la misura dell'agevolazione prevista dalla legge regionale 5 marzo 2008, n. 3, articolo 2, per l'imposta regionale sulle attività produttive, à riparametrata sulla base di un coefficiente pari a 0,9176.";

e) nel comma 11 dell'articolo 2, dopo le parole "insediamenti stabili" sono inserite le seguenti: "limitatamente al valore della produzione netta generata nel territorio della Regione";

f) le lettere a) e b) del comma 11 dell'articolo 2 sono sostituite dalle seguenti:
"a) le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui all'articolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell'interno. L'esenzione compete, ai sensi dell'articolo 10, comma 9, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, limitatamente all'esercizio delle attività elencate alla lettera a), comma 1, del medesimo articolo;
b) le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza di cui al decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 (Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, a norma dell'articolo 10 della legge 8 novembre 2000, n. 328), trasformate, ai sensi dell'articolo 5 del medesimo decreto, in conformità al regolamento regionale di attuazione della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23, approvato con decreto del Presidente della Regione 22 luglio 2008, n. 3, in aziende pubbliche di servizi alla persona.";

g) nel punto 2) della lettera b) del comma 2 dell'articolo 3 è soppressa la parola: "pubblici";

h) nel comma 4 dell'articolo 4 sono soppresse le parole "presso la SFIRS";

i) l'ultimo capoverso del secondo periodo del comma 37 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente: "Entro i successivi quindici giorni, ovvero in caso di particolare complessità dell'istruttoria, entro trenta giorni, la direzione generale della Presidenza convoca una conferenza di servizi decisoria, ai sensi dell'articolo 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e sue modifiche ed integrazioni. Entro i successivi trenta giorni dall'acquisizione del provvedimento finale previsto dal comma 9 dell'articolo 14 ter della legge n. 241 del 1990, il Presidente della Regione approva l'accordo di programma per l'avvio dei lavori.".

11. Gli interventi di cui alla programmazione comunitaria 2007-2013, attuati per il tramite di trasferimenti di risorse a fondi di rotazione e assimilati, sono realizzati anche in deroga a quanto disposto dalla legge regionale 20 aprile 1993, n. 17 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione - legge finanziaria 1993) articolo 2, comma 2.

12. E' autorizzata una spesa valutata in euro 60.000 annui, per ciascuno degli anni dal 2009 al 2013 da destinare ad attività di comunicazione ed animazione territoriale a favore dei soggetti interessati ai programmi di cooperazione europea attivati a valere sul ciclo di programmazione 2007-2013 (UPB S01.03.004).

13. Nella legge regionale n. 11 del 2006 sono introdotte le seguenti modifiche:

a) alla fine del comma 4 dell'articolo 36, dopo le parole: "degli Assessorati", sono aggiunte le seguenti: "la trasmissione all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, dei dati e della documentazione necessaria agli accertamenti e";

b) alla fine del comma 1 dell'articolo 38, dopo la parola: "determinabili", sono inserite le seguenti: "parimenti costituiscono impegni le conservazioni delle somme previste dall'articolo 60 della presente legge e da quelle disposte da specifiche norme.";

c) il comma 8 dell'articolo 60 della legge regionale n. 11 del 2006 è sostituito dai seguenti:
"8. Le somme stanziate per la realizzazione di opere pubbliche in gestione diretta sono conservate, costituendo impegno nel conto residui, per un anno successivo a quello di iscrizione in bilancio, ovvero per due anni quando la loro realizzazione richieda l'approvazione di un progetto esecutivo, per tre anni quando è richiesta l'approvazione o autorizzazione paesaggistica o ambientale, per quattro anni quando è richiesta la valutazione di impatto ambientale.
8 bis. Gli stanziamenti relativi a finanziamenti destinati alle opere in gestione diretta da parte dell'Amministrazione regionale sono impegnati, complessivamente e con unico provvedimento, a favore dell'Assessorato competente per materia secondo le voci di spesa previste nel quadro economico, anche rivisitato in relazione alle esigenze di realizzazione dei lavori. Per impegno entro i termini si intende la costituzione di un'obbligazione giuridicamente perfezionata o la pubblicazione del bando di gara, entro gli stessi termini, purché faccia seguito l'affidamento dei lavori entro l'esercizio immediatamente successivo.
8 ter. I finanziamenti destinati alla realizzazione di opere pubbliche, oggetto di perenzione amministrativa o di economia disposta in forza di legge, possono essere riassegnati ai sensi dell'articolo 26 della presente legge, anche a favore di soggetti diversi da quelli per i quali è stato assunto l'originario impegno di spesa, qualora le somme riassegnate siano utilizzate per le medesime finalità per le quali furono stanziate in bilancio.".

14. I termini previsti nell'allegato A della legge regionale 31 ottobre 2007, n. 12 (Norme in materia di progettazione, costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo di competenza della Regione Sardegna), articolo 25, comma 1, e articolo 26, comma 1, sono rispettivamente rideterminati al 31 dicembre 2009 e al 30 ottobre 2009.

15. Nell'articolo 11 della legge regionale n. 2 del 2007 è soppresso l'importo relativo all'annualità 2009 (UPB S01.06.001).

16. Nei comuni capoluogo di provincia di nuova istituzione, nelle more di emanazione della normativa regionale di riordino dell'ordinamento delle autonomie locali, non si procede, anche nel caso in cui la segreteria si renda vacante, alla riclassificazione della sede ai fini della nomina del segretario comunale. Ai comuni continua, pertanto, ad applicarsi la disciplina attualmente vigente, sulla base della classe di appartenenza per popolazione o della classificazione posseduta al momento dell'istituzione del capoluogo di provincia. E' fatta salva, comunque, la possibilità che la giunta del comune neocapoluogo stabilisca, con propria deliberazione, la riclassificazione della sede in classe I/A o I/B.

17. Le risorse autorizzate dalla legge regionale n. 1 del 2009, articolo 1, comma 12, possono essere utilizzate, anche per incentivi aggiuntivi a favore del personale dipendente impiegato nell'attuazione del relativo progetto, sulla base di criteri e modalità stabiliti dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di bilancio.

18. I termini previsti dalla legge regionale n. 3 del 2008, articolo 7, comma 55, sono ulteriormente prorogati al 31 dicembre 2009.

19. L'articolo 3 della legge regionale 5 dicembre 1995, n. 35 (Alienazione dei beni patrimoniali), è sostituito dal seguente:
"Art. 3 (Cessioni agli enti locali territoriali)
1. Le disposizioni della legge regionale 31 ottobre 1952, n. 34, per la vendita a prezzo simbolico dei beni regionali per finalità pubbliche, di interesse pubblico o sociale, restano in vigore solo per le cessioni effettuate a favore degli enti locali territoriali e trovano applicazione previa apposita deliberazione della Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente che si esprime entro quindici giorni dal ricevimento della proposta.
2. Nello spirito di sussidiarietà e decentramento ai comuni nella gestione e valorizzazione del patrimonio pubblico, la Regione con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di demanio e patrimonio, è autorizzata, in deroga all'articolo 3, comma 1, della presente legge, ad individuare l'elenco dei beni immobili regionali da destinare agli enti locali territoriali interessati, al prezzo simbolico di un euro.".

20. I beni mobili, anche registrati, di proprietà della Regione già in carico o comunque utilizzati dai servizi dell'Ispettorato dipartimentale dell'agricoltura di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari e relativi uffici periferici, sono trasferiti all'Agenzia regionale per la gestione e l'erogazione degli aiuti in agricoltura.

21. Il comma 9 dell'articolo 1 della legge regionale n. 2 del 2007, è sostituito dal seguente:
"9. Al fine di consentire il pagamento urgente di spese da effettuarsi con immediatezza, anche in contanti, è autorizzata l'apertura di un conto corrente bancario intestato alla Regione a favore del cassiere regionale, sul quale versano i competenti centri di responsabilità tenuti ai pagamenti. Il cassiere è tenuto a rendere annualmente il conto dei fondi messi a disposizione. Gli interessi maturati e le somme disponibili su tale conto, alla fine dell'esercizio sono riversati alle entrate della Regione entro il 15 gennaio dell'esercizio successivo. Ai fini della rendicontazione e del controllo valgono le disposizioni di cui all'articolo 45 della legge regionale n. 11 del 2006.".

22. Nell'articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2007, dopo il comma 4 è inserito il seguente:
"4 bis. Al contratto di lavoro del direttore generale si applica, altresì, la disciplina di cui al comma 5 dell'articolo 30 della legge regionale 8 agosto 2006, n. 13. In sede di prima applicazione i termini ivi previsti decorrono dalla data di approvazione della presente legge.".

Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 1

Il comma 1 è soppresso. (83)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 1 è soppresso. (139)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 1

Il comma 2 è soppresso. (82)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 2 è soppresso. (140)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 1

Il comma 3 è soppresso. (81)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 3 è soppresso. (141)

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

Il comma 4 dell'articolo 1 è soppresso. (62)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 4 è soppresso. (142)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 5 è soppresso. (143)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 6 è soppresso. (147)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera a) del comma 6 è soppressa. (144)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera b) del comma 6 è soppressa. (145)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera c) del comma 6 è soppressa. (146)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 7 è soppresso. (148)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 8 è soppresso. (149)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 9 è soppresso. (150)

Emendamento soppressivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras

Articolo 1

Il comma 9 è soppresso. (366)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 10 è soppresso. (160)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera a) del comma 10 è soppressa. (151)

Emendamento soppressivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

La lettera b) del comma 10 dell'articolo 1 è soppressa. (60)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera b) del comma 10 è soppressa. (152)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera c) del comma 10 è soppressa. (153)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera d) del comma 10 è soppressa. (154)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera e) del comma 10 è soppressa. (155)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera f) del comma 10 è soppressa. (156)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera g) del comma 10 è soppressa. (157)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera h) del comma 10 è soppressa. (158)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera i) del comma 10 è soppressa. (159)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 11 è soppresso. (161)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 12 è soppresso. (162)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 13 è soppresso. (166)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera a) del comma 13 è soppressa. (163)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera b) del comma 13 è soppressa. (164)

Emendamento soppressivo parziale Uras - Bruno - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 1

La lettera c) del comma 13 è soppressa. (80)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

La lettera c) del comma 13 è soppressa. (165)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 14 è soppresso. (167)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 15 è soppresso. (190)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 16 è soppresso. (189)

Emendamento soppressivo parziale Salis - Cocco Daniele - Mariani - Bruno - Uras

Articolo 1

Il comma 16 è soppresso. (365)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 17 è soppresso. (188)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 18 è soppresso. (187)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 19 è soppresso. (186)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 20 è soppresso. (185)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 21 è soppresso. (184)

Emendamento soppressivo parziale Sanna Gian Valerio - Bruno

Articolo 1

Il comma 22 è soppresso. (183)

Emendamento sostitutivo parziale Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

Nel comma 4 dell'articolo 1, le parole "è ridotta a euro 25; la relativa minore entrata è valutata in euro 1.075.000 annui" sono così sostituite: "è aumentata a euro 100; la relativa maggiore entrata incrementa i fondi di cui all'UPB S06.06.004". (61)

Emendamento sostitutivo parziale Cuccureddu

Articolo 1

All'articolo 1, la lettera b) del comma 10 è sostituita dalla seguente:

"b) L'articolo 1, comma 28 della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, è sostituito dal seguente: "Le province ed i comuni assoggettati al rispetto del patto di stabilità interno, possono, se più favorevole rispetto alla normativa statale, escludere, in quanto già la Regione soddisfa i vincoli del patto, dal meccanismo di calcolo, così come determinato dall'art. 77 bis della legge 133 del 2008, i pagamenti di spese in conto capitale finanziati con risorse assegnate dalla regione". (7)

Emendamento all'emendamento numero 7 aggiuntivo Porcu - Salis - Uras - Bruno - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

Nell'emendamento numero 7 è aggiunto il seguente testo:

"L'amministrazione regionale è autorizzata a stanziare la somma di euro 500.000.000 a favore dei Comuni che in riferimento all'articolo 5 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 hanno previsto l'imposta di soggiorno nel bilancio di previsione del 2009, prima che tale norma fosse soppressa dal comma 14 dell'articolo 2 della legge regionale 7 maggio 2009, n. 1".

In diminuzione

FNOL

Anno 2009 euro 500.000.000 (369)

Emendamento aggiuntivo Cocco Daniele - Porcu - Uras

Articolo 1

All'ultimo paragrafo, dopo le parole "i beni non più necessari" sono aggiunte le parole "al prezzo simbolico di 1 euro". (314)

Emendamento aggiuntivo Pittalis - Diana Mario - Lai - Locci - Sanjust

Articolo 1

Dopo la lettera a) del comma 6 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"L'importo da prendere in considerazione ai fini della transazione sarà quello delle singole rate scadute depurato dell'importo degli interessi convenzionali compresi nella singola rata di ammortamento".

La presente norma ha natura interpretativa. (355)

Emendamento aggiuntivo Solinas Antonio - Cocco Pietro - Lotto - Cuccu - Sabatini - Cucca

Articolo 1

Dopo il comma 8 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:

"8 bis. In deroga a quanto disposto dall'art. 21, comma 4 della L.R. 6 settembre 1976, n.44 i terreni concessi in affitto alle cooperative agricole ed ai coltivatori diretti ai sensi del capo III, sezione III della stessa legge, sono trasferiti al patrimonio disponibile della Regione affinchè possano essere, in tutto o in parte, alienati, senza alcuna modifica alla destinazione d'uso. L'eventuale alienazione a favore delle imprese agricole concessionarie, che esercitano il diritto di prelazione, deve tener conto del valore dei miglioramenti apportati agli stessi fondi agricoli". (323)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu

Articolo 1

All'articolo 1, dopo la lettera b) del comma 10, è aggiunta la lettera b 1:

"b 1. Le province ed i comuni assoggettati al patto di stabilità interno, escludono, dal saldo finanziario di cui all'art. 77 bis della legge n. 133 del 6 agosto 2008, le spese in conto capitale, se finanziate con assunzione di mutuo passivo, relative alle spese per espropri per pubblica utilità dovute in forza di sentenze esecutive pronunciate ai sensi della nuova normativa dettata dalla legge finanziaria dello Stato per il 2008 (Legge 24 Dicembre 2007, n. 244)". (6)

Emendamento aggiuntivo Cuccureddu - Floris Mario - Mulas

Articolo 1

Dopo il comma 15 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:

"15 bis. Chi ha ricoperto per tre mandati consecutivi la carica di Sindaco o quella di Presidente della provincia non è, allo scadere del terzo mandato, immediatamente rieleggibile alla medesima carica. E' consentito un quarto mandato consecutivo se uno dei tre mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie". (2)

Emendamento all'emendamento numero 2 aggiuntivo Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solina Christian

Articolo 1

Dopo l'articolo 8 è aggiunto il seguente articolo:

"8 bis. In attesa della disciplina organica regionale dell'ordinamento degli enti locali, in deroga a quanto previsto dal comma 2 dell'art. 51 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nei comuni sardi aventi popolazione sino a 3000 abitanti sono consentiti al Sindaco tre mandati consecutivi". (12)

Emendamento aggiuntivo Cuccu - Agus - Cucca - Moriconi - Sabatini

Articolo 1

Dopo il comma 16 è inserito il seguente comma:

"16 bis. Nel comma 4 dell'art. 12 della L.R. n. 12 del 2005, così come modificato dall'art. 4 comma 13 della L.R. n. 3 del 2008, dopo le parole 'I consorzi turistici costituiti tra comuni' sono aggiunte le parole: 'e i consorzi di comuni di interesse interprovinciale'" (94)

Emendamento aggiuntivo Capelli - Steri

Articolo 1

Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente comma:

22 bis. All'art. 11 della legge regionale 6 dicembre 2006, n. 19 è aggiunto il seguente comma:

"Le amministrazioni pubbliche sono esentate dall'obbligo del pagamento dei canoni di cui al R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, art. 7, ed al R.D. 14 agosto 1920, n. 1285, artt. 9 e 10, per le richieste di concessione di derivazione di acque pubbliche utilizzate esclusivamente per alimentare le riserve idriche destinate al Servizio antincendio e di protezione civile quali vasconi, laghetti collinari, vedette, serbatoi di cantiere e postazioni AIB. Eventuali crediti facenti capo all'amministrazione regionale nei confronti delle suddette pubbliche amministrazioni, derivanti da obblighi pregressi connessi alle fattispecie di cui al precedente comma, sono estinti". (33)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

Dopo il comma 22 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente:

"22 bis. E' autorizzata l'erogazione di contributi finanziari ai Comuni al fine del pagamento degli oneri derivati da sentenze della Magistratura relative a contenziosi per espropri di aree per causa di pubblica utilità. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore al bilancio e alla programmazione, entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, definisce l'entità del contributo e i criteri per l'assegnazione. Per la predetta finalità sono stanziati euro 20.000.000". (58)

Emendamento aggiuntivo Porcu - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Sabatini

Articolo 1

Dopo il comma 22 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente comma:

"22 bis. Al fine di rilanciare l'immagine della Sardegna come terra di pace e di amicizia tra i popoli è autorizzata la spesa di euro 1.000.000, nell'anno 2009, per l'organizzazione di convegni internazionali, seminari e manifestazione sui temi di interesse mondiale legati all'ambiente e ai diritti umani delle comunità e dei popoli". (59)

Emendamento aggiuntivo Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Barracciu - Porcu - Sabatini

Articolo 1

All'articolo 1 dopo il comma 2 è aggiunto il seguente comma:

"22 bis. In deroga a quanto disposto dall'articolo 21, comma 4, della Legge Regionale 6 settembre 1976, n. 44, i terreni concessi alle cooperative agricole ai sensi del Capo III, Sezione III della stessa legge, sono trasferiti al patrimonio disponibile della Regione affinché possano essere, in tutto o in parte, alienati. L'eventuale alienazione a favore delle imprese concessionarie, che esercitino il diritto di prelazione, deve tener conto del valore dei miglioramenti apportati, a proprie spese, agli stessi fondi agricoli".

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

S01.05.002 - Incremento e valorizzazione del patrimonio regionale

In diminuzione

FNOL. (103)

Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale

Articolo 1

Al comma 22 è aggiunto il seguente comma:

All'articolo 4, comma 36, della legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, le parole "entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti "entro il 31 dicembre 2009". (120)

Emendamento aggiuntivo Giunta Regionale

Articolo 1

Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente:

"22 bis. A valere sulla UPB S01.05.001 (Cap. SC01.0900) una quota pari ad euro 14.000 per gli anni dal 2009 al 2021 è utilizzata quale rimborso, a favore dell'Unione dei Comuni del Sinis-Montiferru, a copertura degli oneri derivanti dal contratto di mutuo per la ristrutturazione del monumento storico artistico ex Seminario di Cuglieri".

COPERTURA FINANZIARIA

In aumento

S01.05.001 - Gestione del patrimonio e del demanio

Anni 2009/2012 € 14.000

In diminuzione

S01.05.002 - Incremento, valorizzazione e manutenzione del patrimonio e del demanio regionale

Anni 2009/2012 € 14.000 (121)

Emendamento aggiuntivo Sanna Gian Valerio - Sabatini - Lotto - Bruno

Articolo 1

Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente:

"22 bis. Nella legge regionale 32/88 dopo l'articolo 27 è aggiunto il seguente:

Art. 27 bis

Al fine di garantire pari opportunità e trasparenza nelle azioni riguardanti i finanziamenti e la programmazione del sistema delle autonomie locali, le funzioni di cui al comma 4 del precedente articolo 27 non possono essere esercitate dai sindaci, assessori comunali, presidenti delle province ed assessori provinciali". (135)

Emendamento aggiuntivo Zedda Alessandra - Diana Mario - Contu Mariano - Piras - Sanna Matteo - Stochino - Tocco - De Francisci - Sanjust - Bardanzellu

Articolo 1

Dopo il comma 22 è aggiunto il seguente comma:

"22 bis. A valere sullo stanziamento annuale del fondo unico di cui all'art. 10 della L.R. 29 maggio 2007, n. 2, riservato alle Province, una quota non inferiore al 3% è destinata agli interventi finanziari nel campo dello sport, per l'esercizio delle funzioni conferite ai sensi dell'art. 81, comma 1, della L.R. 12 giugno 2006, n. 9.". (349)

Emendamento aggiuntivo Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu

Articolo 1

Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:

Articolo 1 bis

Piano Straordinario per le politiche industriali e produttive.

  1. Al fine di attuare un piano organico e pluriennale di ristrutturazione e di rilancio delle politiche industriali in Sardegna, la Giunta Regionale predispone entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge uno schema di Piano Straordinario per le politiche industriali.
  2. Il Piano ha durata di cinque anni e provvede a definire indirizzi e strategie pubbliche finalizzate a concertare con i soggetti imprenditoriali pubblici e privati operanti in Sardegna le azioni, i settori e le nuove attività che configurino l'assetto industriale regionale nel medio e lungo periodo.
  3. Attraverso il coordinamento dei diversi piani industriali aziendali il Piano Straordinario definisce altresì le attività di consolidamento, di infrastrutturazione, di risanamento e di qualificazione che si rendono necessarie per l'attuazione dello stesso.
  4. Il Piano provvede rispetto alle strategie di investimento e di incentivazione nonché al marketing di nuovo insediamento a programmare e finanziare le attività formative e di qualificazione professionale volte al mantenimento degli standard occupativi esistenti in Sardegna nel settore industriale.
  5. Il Piano è finanziato per il 2009 con i fondi di cui al precedente comma 29 dell'articolo 1 e a partire dall'esercizio finanziario 2010, con una quota annuale di 500 milioni di euro a valere sulle nuove entrate di cui all'articolo 8 dello Statuto di autonomia.
  6. La proposta della Giunta regionale è trasmessa al Consiglio che l'approva previo parere della competente Commissione Consiliare. (136) .)

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi consiglieri che il tempo a disposizione non può eccedere i 10 minuti e che si devono iscrivere non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, Assessore, colleghi, iniziamo la discussione sugli articoli di merito di questa manovra bis, che dovrebbe prevedere disposizioni urgenti nel settore economico e per l'organizzazione regionale… Presidente, le chiederei di richiamare l'Aula, se mi aiuta, grazie.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Porcu. Per cortesia, colleghi.

PORCU (P.D.). Devo dire che ho ascoltato con attenzione la replica dell'Assessore stamattina e non posso che confermare che, alla luce di quella replica, che ho trovato assai carente e incompleta, il giudizio e la valutazione su questa manovra bis rimangono negativi, non soltanto per i contenuti di merito riportati con numerose norme, totalmente disorganiche, prive di criteri, che moltiplicano voci per consulenze che sono del tutto discrezionali, ma soprattutto rimane un parere negativo, purtroppo, Assessore, per quella che dovrebbe essere la nostra principale rivendicazione, quella nei confronti dello Stato.

E' stato detto a più riprese in quest'Aula (l'ha detto molto bene l'onorevole Mario Floris in sede di discussione generale, ripreso ancora da un esponente della maggioranza, il deputato onorevole Pili) che, in questo momento, la nostra Regione è stata oggetto da parte dello Stato di una serie di scippi continuati, abbiamo parlato del G8, abbiamo parlato dei fondi FAS, è notizia di questi giorni che c'è un tentativo, denunciato dall'onorevole Calvisi, deputato del P.D., di mettere mano all'articolo 8 sulla base di un semplice decreto, quindi poter mettere mano al regime delle entrate, quella faticosa conquista, semplicemente sulla base di un decreto, un decreto che può servire a creare fondi a gestione centralizzata della Presidenza del Consiglio, e in questo caso, nel DPEF, c'è il tentativo di creare un fondo per 300 milioni di euro. E' notizia di oggi che nella legge obiettivo sarebbero destinati alla Regione Sardegna, per opere infrastrutturali, le briciole di 18 milioni di euro, mentre a Regioni come la Sicilia ne sono destinati oltre 2 miliardi.

Ecco mi sembra che, in questo quadro, in cui è del tutto evidente che lo Stato fa la voce grossa con i deboli e la voce debole con i forti, perché di questo si tratta nel valutare la disparità di trattamento tra la nostra Regione e, per esempio, la Sicilia, ci saremmo aspettati anche nella replica dell'Assessore un maggior piglio rivendicativo nei confronti dello Stato, in particolare per quello che riguarda i vincoli del patto di stabilità e la possibilità di utilizzare pienamente le nuove entrate a regime nel 2010. Questo non è stato, anzi tutta l'esposizione dell'Assessore ha dato già per scontato che si appesantirà la situazione finanziaria, ha dato per scontato che c'è un quadro finanziario preoccupante, quindi che quelle maggiori entrate di 1.600 milioni di euro non sono spendibili, non sono esigibili, non sono utilizzabili; per quanto riguarda gli impegni sul patto di stabilità ha detto che il problema sarà affrontato e in questo articolo in particolare si fa una marcia indietro anche rispetto agli impegni presi in sede di Commissione bilancio, si è addotta come motivazione il fatto che quella norma, che svincolava dalle maglie del patto di stabilità le spese effettuate in conto capitale da parte degli enti locali sui trasferimenti della Regione, sarebbe incostituzionale, ma è stato detto che sarebbe incostituzionale prima, in una fase molto interlocutoria, è del tutto opinabile che sia incostituzionale in una fase in cui la trattativa con lo Stato per ammissione dello stesso Assessore è stata appena avviata.

Noi crediamo che sia un atteggiamento sbagliato, crediamo che non sollevare quel vincolo sia un ennesimo segnale di rinuncia, di accettazione della situazione così come è, riteniamo che il consolidato Regione-enti locali tenga già conto del vincolo del patto di stabilità e addirittura qui non solo non accettiamo e non ipotizziamo che quel vincolo vada sollevato, ma accettiamo addirittura che venga conteggiato due volte, sia nel caso del patto di stabilità, cioè dei vincoli alla spesa posti alla Regione, e sia perché le stesse somme vengono riconteggiate nei vincoli di spesa dei comuni.

Quindi il nostro giudizio rimane negativo. E' anche per questo, Assessore, che noi continuiamo a presentare emendamenti soppressivi ai primi tre commi, perché non vediamo per quale motivo e quale fretta si vada a portare a disavanzo le anticipazioni di maggiori entrate nell'ambito del bilancio pluriennale, sottolineo che non c'è alcun richiamo ufficiale da parte della magistratura contabile sull'anticipazione di maggiori entrate nell'ambito del bilancio pluriennale, come è stato fatto negli anni passati, e avremmo ritenuto più forte politicamente, avremmo ritenuto che fosse espressione di una volontà politica rivendicativa nei confronti dello Stato, se si fosse atteso il mese di settembre per presentare nella manovra finanziaria 2010, magari, le maggiori entrate a copertura del disavanzo passato ed eventualmente a copertura di quei maggiori impegni per effetto dell'anticipazione delle entrate nelle finanziarie 2007 e 2008.

Noi sentiamo molti "cercheremo", molti "proveremo" e vediamo un atteggiamento estremamente rinunciatario che ci preoccupa e che trova conferma nel fatto che, ancora in questi giorni, mentre abbiamo visto un'alzata di scudi su una vicenda come la chimica, dove di fatto lo Stato con una mano, quella dell'Amministratore delegato dell'ENI, toglieva chiudendo il cracking e con l'altra, quella benevola di Scajola, restituiva, lasciando le cose come stavano, non vediamo un uguale impegno e un uguale intendimento nel rivendicare presso lo Stato i nostri diritti, quelli di un'equa ripartizione delle risorse per le infrastrutture, quella di una possibilità compiuta e piena di utilizzare le maggiori entrate che sono frutto di una conquista comune.

Sottolineo ancora - ma è oggetto di discussione generale, non ci tornerò, e mi auspico che questa Aula abbia un sussulto - che, nel comma 4, in un regime critico dove non troviamo risorse per chi ha di meno e per chi soffre gli effetti della crisi, non facciamo niente di meglio che tagliare le imposte sulla caccia. E richiamo l'attenzione sul fatto che, in questo articolo, nonostante nella finanziaria ci fossimo impegnati a fare uno studio (che potesse consentire un'accelerazione della spesa, quindi capire se tutte le somme che sono state portate a residui passivi, cioè in qualche modo impegnate e non spese, potessero essere svincolate, portate in economia o spese), senza attenderne il risultato, in questa manovra, manovrina bis, facciamo esattamente il contrario e lo facciamo al comma 13 dell'articolo 1 quando arriviamo a ipotizzare che le somme stanziate per la realizzazione di opere pubbliche in gestione diretta possono essere conservate nientemeno che per quattro anni. Quindi ci contraddiciamo in termini, cioè mettiamo le condizioni per le quali i residui possono essere moltiplicati e quindi la spesa pubblica assolutamente bloccata.

Conclusivamente, è negativo il giudizio sulla legge, è negativo il giudizio sull'articolo, è preoccupante il rapporto con lo Stato. Per questo, Assessore, ci diciamo insoddisfatti e speriamo che, nel corso del dibattito, qualche luce si possa accendere per portare vera speranza alle rivendicazioni dei sardi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente e colleghi, l'articolo 1 è in genere l'articolo fondamentale in qualunque provvedimento, è quello che detta i principi, che traccia la strada, è quello che contiene i riferimenti fondamentali, quello che regola in qualche misura la spesa, soprattutto quando si tratta, come questo, di un provvedimento che nasce con l'ambizione, un'ambizione forse eccessiva, di completare la manovra finanziaria del 2009. Non è un caso se i commi 1 e 3 trattano la materia della conservazione dei residui attivi relativi all'anticipazione delle entrate tributarie dei 500 milioni di euro di competenza dell'esercizio del 2010. Non è un caso se si tratta la partita relativa agli immobili in trasferimento alla società di trasporti regionale delle disponibilità delle gestioni di FdS e le proprietà di pertinenza quindi di questi soggetti. Non è un caso se si tratta, nel comma 6 dell'articolo 1, delle disposizioni in materia di entrate e se si tratta, nel comma 7, dell'acquisizione dell'intera proprietà della SFIRS e così via.

Rammento questo perché, per affrontare le questioni che abbiamo di fronte, per affrontare i temi dell'emergenza di questa nostra Regione, per affrontare i problemi delle persone e delle comunità, di quelle senza lavoro, con il lavoro precario, di quelle che il lavoro lo stanno perdendo per la deindustrializzazione selvaggia, per lo smantellamento del sistema economico produttivo della Sardegna, causa certo della crisi nazionale, internazionale, della crisi economica e finanziaria, ma non è solo una crisi, non è solo la crisi economica e finanziaria che determina questo, ormai lo vediamo, all'orizzonte ci sono i provvedimenti del Governo nazionale che privilegiano in modo significativo il centro nord e considerano il Mezzogiorno d'Italia, di cui la Sardegna fa parte, come una provincia subordinata; ci sono i provvedimenti che, per frenare anche la conflittualità interna alla maggioranza di centrodestra, di questa Regione, ma soprattutto di quella del Governo, guardano a una Regione in modo particolare, la Sicilia, e dimenticano il resto.

Poi alla fine si fanno i conti e i soldi non bastano mai e quello che avevamo per ingegneria finanziaria, per espediente di un'architettura della finanza pubblica, per un utilizzo improprio, se vogliamo, delle possibilità della norma regionale, era quello che avevamo e quello che abbiamo conquistato anche con la modifica dell'articolo 8 dello Statuto; tutta la vicenda della partita delle entrate, per noi, dobbiamo dirlo, era dovuta alla lungimiranza di chi tentava quel tipo di forzatura, c'era lungimiranza perché si capiva che la Sardegna sarebbe stata spogliata di quello che aveva e che era giusto porsi il problema di come riconquistare, o come conquistare, una provvista finanziaria più equa, un rispetto più significativo dei contenuti dello Statuto. Per rispondere anche al sindacato (che oggi ha incontrato la Giunta e le ha chiesto di fare uno sforzo più impegnativo nei confronti delle questioni del lavoro, degli ammortizzatori sociali, del sostegno al reddito, alla povertà, e le ha chiesto l'attuazione degli articoli 3 e 4 dell'ultima finanziaria), ci vogliono più risorse di quelle che ci sono e quelle che ci sono sono una coperta corta che lascia sempre qualche parte scoperta, e non è che scegliere la parte scoperta da lasciare, a noi che spetta la responsabilità, a questo Consiglio, alla stessa Giunta, sia una cosa facile.

Ecco perché, lo dico all'Assessore, lo dico alla Giunta ma lo dico anche a noi, onorevoli colleghi, non basta dire che una pratica è sbagliata per risolvere il problema; aver condiviso la visione corretta, legittima, degli organi di controllo in materia di finanza pubblica regionale, non ha risolto il problema, i soldi di cui la Sardegna ha bisogno non ci sono! Forse non c'erano neppure quando si precostituivano quei percorsi, ma non ci sono neppure adesso che quei percorsi sono stati abrogati e chi ha gridato "evviva", ha gridato "evviva" a una riduzione delle possibilità di spesa della Regione, non ha trovato una soluzione, non ha costruito un percorso differente, non ha attrezzato diversamente la nostra Amministrazione, non ha recuperato più danari per risolvere i problemi della nostra comunità! E' un problema aperto con il Governo.

Ma cosa dire dei limiti di spesa del Patto di stabilità per i nostri enti locali, che devono affrontare emergenze giorno dopo giorno, sulla linea del fronte, e devono dire ai lavoratori, ai disoccupati, a quelli che perdono il lavoro che non possono fare niente, che sono impotenti? Uno Stato impotente è inutile, e diventa così nella concezione di coloro che, allo Stato, si rivolgono per avere risolti i problemi! E uno Stato inutile non ha bisogno di rappresentanti, uno Stato inutile non ha bisogno di governanti, uno Stato inutile è un sovrapprezzo a carico di una collettività che non ha risposta! Quale "evviva"? Il contrario! Noi tutti ci saremmo dovuti rattristare, avremmo dovuto dire "guardate dove siamo finiti, adesso non possiamo più contare neppure su quella invenzione".

Siamo privi di sostanza e tutto questo mentre la questione settentrionale diventa la questione delle questioni: come dare più soldi ai ricchi. Ma non sono ricchi per merito proprio, oppure per un'illuminazione divina, sono più ricchi perché hanno utilizzato le braccia del Mezzogiorno per arricchirsi, sono più ricchi perché le casse dello Stato sono state più generose, sono più ricchi perché, essendo di più, controllano la forza dello Stato e la sua capacità di spesa, perché relegano il Mezzogiorno e le sue popolazioni ai margini e alla periferia dello Stato!

Allora voi, come noi, dovete porvi il problema e dovete risolverlo cercando, su questo sì, l'unità, l'unità in una vertenza nei confronti dello Stato e del Governo che porti alla Sardegna quello di cui ha diritto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, io non spero naturalmente di convincere l'assessore La Spisa che ha avuto una serie di incontri e colloqui a livello nazionale, però mi sia consentito un ultimo appello a riflettere su ciò che andiamo a deliberare in materia di Patto di stabilità, di quali possono essere gli effetti dirompenti di una legislazione caotica. Inseriamo una norma che poteva dare adito, certo, a diverse interpretazioni, è evidente che ciascuno avrebbe potuto interpretarla nel senso a lui più favorevole, qualche comune si è posto il problema di interpretarla nel senso meno favorevole alle proprie esigenze. Ci sono però dei dati di fatto incontrovertibili.

Il primo dato incontrovertibile è la sentenza numero 275 del 2007 della Corte costituzionale, sentenza che si è pronunciata sulla finanziaria 2006 dove la Regione Sardegna ha inserito una norma assai più incisiva di quella che abbiamo introdotto noi nella finanziaria 2009. E' stata impugnata dal Governo perché il Governo non riconosceva alla Sardegna la capacità, il potere, la competenza a pronunciarsi sulle materie legate alla finanza locale. La Corte costituzionale, rigettando il ricorso del Governo, ha riconosciuto in toto la competenza della Regione Sardegna, al pari delle altre Regioni a Statuto speciale, ma anche - devo dire - ad alcune Regioni a Statuto ordinario che hanno legiferato in materia.

Quindi, un primo dato sul quale è opportuno che l'Ispettorato generale della Ragioneria dello Stato, credo si chiami così, faccia tesoro perché, ogni volta che si parla con la Ragioneria generale, ci eccepiscono che la Regione Sardegna non avrebbe competenza primaria in materia di finanza locale in quanto sarebbe necessario un accordo pattizio tra Stato e Regione o sarebbe necessaria una specifica legislazione in materia di ordinamento degli enti locali; così non è, c'è una sentenza che dice che abbiamo competenza assoluta a legiferare in questa materia, come hanno già legiferato tutte le Regioni a Statuto speciale. L'accordo pattizio è per le Regioni a Statuto ordinario, va fatto entro il 31 ottobre e va benissimo che, finalmente, anche la Regione Sardegna abbia intrapreso questa strada.

Detto questo (di cui è importante che siamo a conoscenza perché spesso si discute di questa materia senza approfondirne gli aspetti, l'articolo 77 bis della finanziaria e così via), io credo che sia un classico argomento avente una valenza politica fortissima: non è un problema di tecnicismo, di accordo o altro, è un problema di capire se la Giunta regionale e questo Consiglio regionale se la sentono di fare una battaglia per difendere i sacrosanti diritti dei propri Comuni, e quindi dei propri cittadini, perché altrimenti tutte le norme che noi abbiamo inserito in finanziaria, a partire dai cantieri di lavoro sino ai cantieri delle zone minerarie, e tutti gli interventi in favore degli enti locali, si trasformeranno in un'ennesima fabbrica di residui perché i comuni non potranno spendere queste risorse. Quindi, o facciamo finta di dirci che siamo intervenuti a favore delle fasce più deboli, a favore dei portatori di handicap, inserendo soldi per tutte le categorie importanti per le quali saranno inseriti, sapendo bene che i comuni non potranno spendere queste risorse se noi non diamo loro, oltre che gli strumenti finanziari, anche gli strumenti legislativi per poter operare, o altrimenti ci rendiamo tutti conto che stiamo cercando di nasconderci dietro un dito: facciamo la norma, diciamo che diamo i soldi agli enti locali, gli enti locali devono tenerli in banca, tra l'altro noi ci stiamo indebitando per dare questi soldi agli enti locali, i quali però li devono tenere fermi in banca perché non li possono spendere.

Al di là di questo effetto, che è assolutamente, dal mio punto di vista, paradossale in un momento nel quale si è dimostrato che, per chi alza la voce e per chi protesta (abbiamo visto da poco le vicende siciliane, il partito del sud), immediatamente c'è una presa di posizione del Governo in favore del Sud con un Piano Marshall, o quello che sarà, mentre noi che abbiamo tutti gli strumenti che la Corte costituzionale ci ha dato, evitiamo, per un qualche timore, di urtare la sensibilità non del Presidente del Consiglio, non del Governo, ma dell'Ispettore generale della Ragioneria, che è stato smentito puntualmente dalla Corte costituzionale, abbiamo il timore di portare avanti una norma, che andrà sicuramente migliorata, ma che è fondamentale.

Oltre all'aspetto di contenuto, la norma ha un aspetto che avrebbe del paradossale: cioè noi abbiamo approvato una norma, la Corte dei Conti-Regione Sardegna ha elaborato dei moduli, questi moduli sono stati spediti a tutti i comuni e a tutte le province della Sardegna, che hanno uniformato i loro bilanci al rispetto del Patto di stabilità che noi abbiamo stabilito, che noi abbiamo decretato. Quindi hanno orientato le spese, e vi ricordo che il Patto di stabilità non incide sui saldi, incide anche sui saldi, ma solo per quanto riguarda il Titolo II, cioè per quanto riguarda le spese in conto capitale; sul Titolo I, e sono moltissime le spese in Titolo I, si va a incidere sulla media delle spese del triennio, quindi il calcolo è assai complesso. Chi ha orientato il bilancio, e siamo a luglio, nel rispetto di una nostra norma, ha confidato sul fatto che il Consiglio regionale avesse una credibilità nei confronti degli enti locali ("faccio una norma", "mi adeguo", "la applico", "non penso che due mesi dopo venga abrogata quella norma"), così facendo noi creiamo le condizioni per cui i comuni, che hanno fatto affidamento sulla competenza, sulla capacità, oserei dire sulla serietà del Consiglio regionale, si sono adeguati, oggi non rispetteranno il Patto di stabilità, applicando la nostra norma.

Questo cosa significa? Che per i prossimi dieci anni non potranno assumere mutui, neppure per il cofinanziamento delle opere finanziate dall'Unione Europea, cioè perderanno il 90 per cento delle risorse tutti coloro cui abbiamo prorogato la possibilità di POR, non potranno fare un'assunzione in pianta organica e neppure una stabilizzazione, i comuni dovranno elevare le tasse locali, i tributi locali al massimo livello, cioè per rispettare una norma da noi approvata qualche settimana fa, direi, creiamo le condizioni di un disagio fortissimo, di un incremento della pressione tributaria in questi comuni, che arriva in alcuni casi sino a quintuplicarsi, all'impossibilità di fare opere pubbliche, all'impossibilità di portare avanti il bilancio, oltre che all'impossibilità di attuare tutti quegli interventi in favore delle categorie più deboli, per le quali abbiamo deliberato.

Credo che ci sia un problema di serietà del Consiglio regionale. Se si fa affidamento sulle leggi da noi approvate, non possiamo il giorno dopo revocarle. C'è evidentemente il problema che qualcuno sarà avvantaggiato e qualcuno sarà svantaggiato a seconda di quello che noi diremo sull'applicazione del calcolo. Io ritengo che, posto che abbiamo competenza primaria, noi possiamo fornire ai comuni l'opzione di applicare o il Patto di stabilità dello Stato o quello della Regione a seconda dei casi singoli, ovviamente sarà scelto il più favorevole. Non dobbiamo imporre regole che condizionano.

Poi vorrei anche soffermarmi un attimo nell'ipotesi peggiore: se noi sostituissimo la norma come è previsto in un emendamento che ho proposto, cioè il "debbono" con il "possono", e il Governo dovesse ricorrere, quale potrebbe essere lo scenario che si apre nella peggiore delle ipotesi, cioè nell'ipotesi di una pronuncia che in qualche maniera ribaltasse le precedenti pronunzie della Corte costituzionale e desse ragione allo Stato? L'ipotesi sarebbe quella di una illegittimità di una norma regionale che arriverebbe sicuramente il prossimo anno, e che non produrrebbe alcun effetto per i comuni, perché, benché evidentemente le pronunzie della Corte costituzionale hanno efficacia ex tunc retroattiva, sono fatti salvi gli effetti prodotti; pertanto ogni effetto prodotto dai comuni verrebbe comunque fatto salvo. Quindi noi stiamo eliminando una norma, per fare un favore non si capisce bene a chi, senza che, anche nella peggiore delle ipotesi, ci sia un danno per la Regione, né per gli enti locali, per quegli effetti prodotti e il calcolo sugli anni successivi, sui quali lo stesso Assessore ci dice che ha già attivato una procedura, tanto meglio, sarà ammorbidito il patto; se noi oggi costringiamo i comuni a venire fuori, per i prossimi anni avranno vincoli fortissimi nel portare avanti la loro attività. Vedo che il tempo sta finendo, mi sarebbe piaciuto spiegarlo meglio, non so se ho convinto l'Assessore, mi auguro di sì.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, prima di intervenire, vorrei chiedere la verifica del numero legale, per cortesia.

PRESIDENTE. Invito i consiglieri che appoggiano la richiesta ad alzarsi.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Bruno, Zuncheddu, Gian Valerio Sanna, Porcu, Lotto.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Agus, Artizzu, Bruno, Cocco Pietro, Cossa, De Francisci, Dessì, Locci, Lotto, Meloni Francesco, Porcu, Rassu, Sanna Gian Valerio, Solinas Antonio, Zedda Massimo e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 45 consiglieri.

(Risultano presenti i consiglieri:Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Sanna Gian Valerio - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Massimo - Zuncheddu.)

Poichè il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i lavori.

E' iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, avendo contato prima 36, poi 30, poi 27, poi 31 consiglieri della maggioranza, chiedo di non dover ripetere la richiesta altre volte e, alla maggioranza di garantire il numero legale. Detto questo, sul collegato alla manovra finanziaria, e in particolar modo sull'articolo 1, rimangono i dubbi, le perplessità, le critiche, le differenze sollevate nella discussione generale sul collegato, nonostante l'unità. Su che cosa? Sulla vicenda della crisi della chimica in particolar modo, perché a ognuno di noi sta a cuore il futuro della Sardegna, di quei lavoratori e di quel settore. Eppure, Presidente, nonostante questa unità, lei, alla ripresa dei lavori alle ore 14, dopo dieci minuti, non ha consentito all'opposizione di intervenire questo pomeriggio, in quanto ha proceduto subito alla votazione senza la presenza dell'opposizione. Dico che, senza voler far polemica, ma giusto perché il clima che c'è nell'Aula, il clima che c'è tra le forze politiche, circa i problemi relativi alla Sardegna e la crisi, forse consentire all'opposizione di intervenire alle 14 sarebbe stato corretto, comunque, uno strappo al Regolamento si può fare.

E' ormai chiaro, ritornando all'articolo 1, al collegato e alle vicende che riguardano la nostra Isola e il suo futuro, che il "Governo amico", così definito più volte anche in occasione delle dichiarazioni programmatiche del presidente Cappellacci, poi tanto amico non è, infatti si è rivelato poco amico avendo sottratto il G8 alla Sardegna e avendolo portato in un'altra Regione, tenendo conto che tutti noi (esprimendo anche la solidarietà a quella Regione e a coloro che sono stati colpiti dal terremoto) certo non volevamo porre questa questione in termini di poca solidarietà nei confronti di quelle popolazioni e quella Regione. Eppure si è continuato poi con i fondi FAS, oggi vengono messe in discussione anche quelle entrate (che pure sono risorse dovute alla nostra Terra e alla nostra Isola) per le quali si era trovato un clima unitario e si era data battaglia a Roma circa i diritti negati alla nostra Isola.

Ancora: è ormai chiaro, appunto, che rimangono solo 18 milioni per la Sardegna, mentre si spostano risorse sempre più verso il Nord, così come bene ha detto l'onorevole Uras prima di me. A questo punto, la vicenda non è più che una tantum si spostano risorse dal Sud verso il Nord, ma è ormai chiaro e lampante che sia in atto un meccanismo per cui la grande questione di cercare che il Sud possa raggiungere e mettersi al passo con il Nord industrializzato, economicamente più forte, è ormai una questione abbandonata dai Governi nazionali e in particolar modo dai Governi di centrodestra e dall'ultimo Governo Berlusconi. Si dà per scontato che il Sud debba rimanere al palo, che il Sud non possa più competere con il Nord, per cui ha ragione il Nord, hanno ragione quelle Regioni a chiedere più risorse perché loro devono crescere, loro qualche volta devono anche colmare i debiti con le nostre risorse, quindi è necessario abbandonare il Sud per consentire al Nord di crescere e svilupparsi.

In questo quadro di maggior sostegno al Nord fanno eccezione ovviamente la Regione Sicilia e in parte la Regione Campania; perché? Perché è chiaro che, per un Governo che vuole mantenere saldo il proprio potere a livello nazionale, la Sicilia, contando 5 milioni di abitanti, essendo forte elettoralmente ed essendo una Regione che, molto spesso, anzi, quasi sempre, ha espresso la preferenza per Governi di centrodestra, vada aiutata. Nonostante questo, però, anche il Governatore della Regione Sicilia ha dovuto dar battaglia fino a mettere in discussione le stesse alleanze all'interno del centrodestra nazionale per ottenere quello che ha ottenuto questa volta. Quella Regione viene pertanto aiutata, eppure è un'altra Isola, è sempre presente nel Mediterraneo, fa sempre parte di questo Stato, però viene aiutata, mentre a noi rimangono solo le briciole. Non è stata sufficiente neanche la protesta dei deputati e dei senatori sardi, badate, di centrosinistra e di centrodestra, riguardo questa vicenda delle entrate, riguardo i 18 milioni di euro a fronte di tante risorse che vanno altrove, non è stata sufficiente neanche questa protesta perché dalla Sardegna se ne possa muovere un'altra verso il Governo nazionale da parte della Giunta e della Presidenza della Regione stessa.

Viviamo un periodo di crisi, la vicenda dell'ENI è uno degli elementi e noi speriamo, ci auguriamo, perché ci sta a cuore, per questo ci siamo ritrovati unitariamente sulla vicenda di Porto Torres e della chimica in generale in Sardegna, che essa abbia una risoluzione anche per i mesi a venire; però, badate, l'aver venduto la chimica a Sartor, imprenditore che, obiettivamente, non è nelle condizioni di poter rilanciare la chimica, tanto che dopo averla acquistata ha subito annunciato la chiusura delle stesse aziende e dello stesso settore che egli ha acquistato, ebbene, pone un problema circa il poter affrontare noi, in un clima sereno e di sola discussione con lo Stato, la risoluzione della crisi della chimica.

Ancora, per quanto riguarda l'università: si stabiliscono addirittura tutti parametri favorevoli alle università del Nord e completamente sfavorevoli per le università del Sud, in particolar modo per le Università sarde che vedono perdere risorse a fronte di tagli nazionali su università, ricerca, formazione e scuola; settori sui quali invece bisognerebbe intervenire con risorse ingenti, proprio per lo sviluppo e il rilancio del nostro Paese. Sulla scuola, tagli e ridimensionamenti che colpiscono in particolar modo il Sud e la Sardegna, sul Piano casa idem, perché anche in quel caso si va a colpire la Sardegna, l'INEOS, impresa che è presente nel nostro territorio ed è in attivo, vorrebbe chiudere a favore di due sedi della stessa INEOS nel Nord che pure sono in passivo. Insomma, tutto questo rafforza i nostri dubbi, le nostre perplessità circa il fatto che il Governo nazionale sia poco amico dei sardi, poco amico della Sardegna e poco amico del Governo stesso che pure si riconosce nella stessa maggioranza che a livello nazionale governa.

Perché i Governi sono amici o nemici, a seconda di quello che fanno, a prescindere dal colore politico; ebbene, è necessario che questo Governo (sarebbe bene anche per la maggioranza che governa in Sardegna ricordare che poco ha fatto per il Sud, poco ha fatto per la Sardegna e poco probabilmente farà) sia incalzato, con tutte le forze politiche presenti sia in Consiglio regionale che in Parlamento, perché noi non perdiamo altri elementi e altre risorse, e non si ipotechi ulteriormente il futuro della nostra Isola; lo dico per i giovani, per i sardi, per i lavoratori, per i disoccupati e per le donne che in questo Paese vivono e che in questa Regione lavorano o sperano di trovare lavoro e che, invece, probabilmente, vedranno ipotecato il loro futuro e la loro serenità se noi non dovessimo intervenire in quella direzione.

PRESIDENTE. Comunico ai colleghi che il consigliere Rassu è rientrato dal congedo ed è presente in Aula.

Volevo rassicurarla, onorevole Zedda, sul fatto che non c'è stato nessun colpo di mano questa mattina, tant'è vero che, come ha ricordato lei, abbiamo iniziato i lavori alle ore 14 e 10, proprio perché si è atteso l'arrivo in Aula dei consiglieri di opposizione. Nel momento in cui ho messo in votazione il passaggio all'esame degli articoli, ho rivolto lo sguardo ai banchi dell'opposizione, non c'è stato nessun cenno per cui l'ho messo in votazione per alzata di mano.

E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La replica dell'Assessore stamattina ha dato la spiegazione della condizione suggestiva e un po' patetica nella quale si trova il Governo regionale. Da una parte una grandissima preoccupazione per la quale dice che lo stato della finanziaria della Regione è molto preoccupante, lo sarà quest'anno, forse lo sarà anche l'anno prossimo. Io dico che il Governo regionale c'è anche per porre rimedio per tempo, visto che conoscete il controllo della spesa; è in capo alla Regione, allora adottate i provvedimenti che dovete adottare, perché aumenti di questo genere credo che debbano essere controllati e verificati e la Giunta regionale ha gli strumenti. Però, il contenuto di questo provvedimento è esattamente l'enunciazione opposta di quella preoccupazione, cioè, come a dire: "Vogliamo complicarci ancora di più la situazione finanziaria". Siamo pieni di modifiche che vanno a mettere in capo ai direttori generali gli oneri della programmazione nel momento in cui vengono congelate le somme, sulla base della legge numero 11, per le opere pubbliche che direttamente fa la Regione, e invece rastrellate quelle degli enti locali, dando un potere ai direttori generali di riassegnare quelle somme ad altri soggetti, che non erano quelli della programmazione, quindi dando un potere che i direttori generali non hanno, esorbitando pertanto dalle proprie competenze.

Ma vede, caro Presidente, poi può fare la chiosa, come è abituato a fare, io credo che qua siamo tutti legislatori, non è che ci sia qualche bambino o qualche deficiente in più da mettere a posto, però io ho sentito quello che lei ha detto e vorrei dedicare due minuti ai colleghi per spiegare esattamente quello che ho spiegato l'altra volta. Punto primo: questo non è un collegato perché non ha i requisiti, non ha i parametri che il Regolamento riconosce ai disegni di legge collegati. Smettiamola di chiamarlo "collegato", non lo è!

Secondo: io non so se qualcuno poi dice: "Mi riferisco a una prassi". Normalmente la prassi serve per mettere in congelatore il cervello e se lo hanno fatto altri, anche della mia parte politica, sbagliando, sbagliato è, sbagliato rimane. Però c'è un punto, c'è il punto che nessuno può assumere poteri che esorbitano dalla sua competenza e molte volte lei può avere ragione perché siede lì, ma non perché ha ragione, e glielo spiego brevemente. Questo disegno di legge è una variazione al bilancio, vedi l'articolo 7 e l'articolo 9, colleghi, che sono la somma di sedici pagine di questo disegno di legge, cioè un terzo del contenuto sono variazioni di bilancio; variazioni di bilancio che ammontano a 1 miliardo e 100 milioni di euro, se togliete dal bilancio ordinario della Regione le spese obbligatorie e le spese fisse vi dico che cosa rappresenta 1 miliardo e 100 milioni di euro. E si vuole sostenere che, uffici o non uffici, dobbiamo metterci le bende anche noi come i mori, come avete voluto che i mori si rimettessero sulla fronte? E' una variazione al bilancio e contestualmente dovrebbe sapere, Presidente, che siccome c'è una partita di circa 110 milioni aggiuntivi è anche un assestamento e, quindi, ha tutte le caratteristiche di un documento di tipo finanziario che aveva bisogno di procedure che io non ho trovato nel Regolamento, non le ho trovate, e che, comunque, esorbitano dalle competenze che lo stesso Regolamento assegna a chicchessia.

Anzi, dirò di più, condivido quello che ha detto in tutte le circostanze il Presidente della mia Commissione, che non è della mia parte politica, e che ci ricordava, rispetto alle prerogative delle Commissioni, e vorrei ricordarlo anche a lei, che il comma 2 dell'articolo 25 dice che: "Le Commissioni svolgono le suindicate attività con autonomia funzionale". Traduca lei che cosa vuol dire! La nostra autonomia vuol dire che quel problema sacrosanto, sollevato dal collega Cuccureddu, la Commissione competente in materia di enti locali non lo ha potuto affrontare, per appalesare a chi doveva appalesare le conseguenze di quella norma. Perché? Perché lei, signor Presidente, invitando la Commissione prima alla seduta congiunta, ha indicato al nostro Presidente che il nostro compito era affrontare esclusivamente l'articolo 8, arrogandosi lei un diritto di limitare la competenza della nostra Commissione su una materia e su un articolo, lasciando fuori tutt'altre competenze di gravissima entità e rilevanza che, di fatto, noi non abbiamo potuto neanche vedere.

Allora, per dircela chiara, le Commissioni sono uno strumento, sono un organo fondamentale del Consiglio regionale perché ci sia, da parte di tutti, conoscenza e coscienza dei problemi, noi appoggeremo l'emendamento, che è analogo ad altro che abbiamo presentato noi, sul Patto di stabilità, perché quello che ha detto il collega Cuccureddu è sacrosanto, ma a noi è stato impedito di argomentarlo a causa di questa procedura non corretta, mettiamola così, non conforme e rilevabile nel Regolamento, che io continuo a dire è una illegittimità di fondo di questo procedimento e che ha messo dentro il Consiglio regionale un vulnus per non aver consentito a noi altri di poter esprimere i pareri di competenza e avvisare il Consiglio, attraverso i pareri, di quelle che sono le competenze specifiche di ogni Commissione.

Questo per la chiarezza. Poi lei può dire quello che vuole. Questi sono fatti riscontrabili, tutto il resto, se lei mi cita la norma dove è autorizzata a convocare le Commissioni congiunte, dove è autorizzata però, e dove può andare in deroga alle materie assegnate alle singole Commissioni, io le darò ragione. Io me lo sono letto pagina per pagina, so che lei lo ha studiato a memoria, ma non basta studiarlo a memoria, bisogna anche capire che il Regolamento è il luogo della tutela degli equilibri e degli interessi del Consiglio regionale e, quindi, della Sardegna.

Detto questo, per continuare, oltre al comma 13, che è un esempio di complicazione della vita in materia contabile, ce ne sono altri, come quell'emendamento presentato dalla Giunta regionale, che era il frutto di una mediazione con le minoranze in sede di finanziaria a proposito del servizio idrico regionale, dove si diceva: "90 giorni per presentare un disegno di legge", se scattano i 90 giorni ecco la censura, si va a elezioni. Ma quando mai un Governo regionale può assumersi una censura? Ma la censura, badate, saltata da 90 giorni al 31 dicembre di quest'anno, è una presa per i fondelli di voi tutti, di noi tutti, per dire che non contiamo niente e che quello che diciamo possiamo ribaltarlo ogni quanto vogliamo; ma, in mezzo a questa questione, ci sta la dignità degli enti locali, che fanno parte di quel sistema e che, pertanto, saranno oggetto di un'altra vessazione ulteriore, che dovranno aspettare altri cinque mesi di comodità perché la Regione faccia le cose, in regime di commissariamento, con tutti i problemi che sono connessi all'uso idropotabile e altre cose di questo genere.

Andatevi a vedere queste cose perché, voglio dire, non è che dopo due mesi da quando facciamo una legge, nella quale si prevede una scadenza di tre mesi, non facciamo neanche in tempo a far scadere questi tempi che ce ne diamo altri, no? Cioè saltiamo il fosso tranquillamente. Ci sono, io credo, delle finezze nel modo con cui noi facciamo le leggi, però vorrei dire che qualche volta trasciniamo dentro queste finezze anche un po' di responsabilità e della nostra stessa dignità. Il Consiglio regionale non è un organo politico che dice: "Mi piacerebbe fare questo, vorrò fare questo"; è un organo legislativo che fissa delle regole e queste regole hanno un valore di legge e in ogni caso non devono essere trattate a pesci in faccia come, invece, spesso viene fatto. Adesso a lei la chiosa, ma io non cambio la mia opinione.

PRESIDENTE. Non ho bisogno di fare nessuna chiosa, onorevole Sanna, ho già motivato la scorsa seduta qual è stato l'iter che è stato seguito. Le ricordo che, a norma di Regolamento, quello che forse lei non ha studiato bene, l'assegnazione alle Commissioni è di competenza del Presidente del Consiglio che valuta ed è interprete del Regolamento.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, stamane l'assessore La Spisa ha scelto, dichiarandolo tra l'altro con grande onestà intellettuale, di non dare alcuna risposta alle tante osservazioni emerse nel dibattito generale, tuttavia l'Assessore nella sua replica ci ricorda il disavanzo sulla sanità, 170 milioni per il 2008 e molto probabilmente 190 milioni per il 2009. Ci ha inoltre ricordato, l'assessore La Spisa, anche qui con dovizia di particolari, che ho apprezzato perché aiutano a comprendere la portata e la natura della crisi di cui stiamo discutendo, anche attraverso la discussione di questo strumento, portandoci anche qualche elemento di novità, la crescita esponenziale degli indicatori economici che connotano drammaticamente la crisi economica della nostra Regione. Da ciò l'assessore La Spisa ha ritenuto, giustamente, di richiamare l'etica della responsabilità delle forze politiche - credo che abbia fatto bene - che in un momento come questo, ce lo ricordava a nome della Giunta, dovrebbero unirsi per individuare soluzioni capaci di aggredire la crisi. Lo ha fatto, a supporto di questo richiamo, di questo accorato appello, come già altre volte in quest'Aula, richiamando l'esempio della chimica così come tante altre volte, non lo ha fatto oggi, ma lo richiamo perché è presente, Assessore, lei ci ha, anche qui dico giustamente, richiamato il valore politico della vertenza con lo Stato sulle entrate erariali compartecipate, che ha portato, tra l'altro, in maniera importante, io credo, alla modifica dell'articolo 8 dello Statuto.

Ebbene, Assessore, io condivido questo appello che lei ha lanciato alle forze politiche e condivido il suo richiamo all'unità, ma qualunque appello all'unità, in particolare delle forze politiche, può avere successo se è pieno di merito. Un merito che deve interpretare gli interessi generali dei sardi. Infatti, lei ha richiamato la chimica perché in quell'appello all'unità che si è saldata in quest'Aula e prima ancora nella sede di rappresentanza della Regione in Roma sulla chimica c'era un merito, un merito che intercettava un momento di gravissima difficoltà dell'economia della nostra Regione e, su quel merito, che rischiava di dare un ulteriore colpo pesante all'economia di questa Regione, si sono saldate tutte le forze politiche e istituzionali. Adesso mi interessa poco discutere del risultato che si è ottenuto, che, tra l'altro, ritengo comunque importante come primo risultato. Così come un merito importante c'era sulla vertenza per le entrate.

Ecco, io credo che anche questa occasione fosse per voi un'occasione straordinaria per contribuire a unire le forze politiche. Assessore, lei sa che ho stima di lei, credo che sia anche reciproca, per cui mi permetto di dirle che ho apprezzato questo richiamo all'unità, però le ricordo che un richiamo all'unità che non è accompagnato, ripeto, da un merito capace di intercettare i bisogni, le ansie, le aspettative dei sardi, rischia di essere inutile.

Secondo me, voi avevate una straordinaria occasione, mi dispiace che abbia rinunciato a intervenire su una materia importante come questa il Capogruppo del Partito delle Libertà. Proprio su questo primo articolo del collegato, permettetemi di chiamarlo impropriamente in questa maniera, in un'Aula in cui da marzo a oggi ho sentito richiamare con forza i valori dell'autonomismo, l'esigenza di avviare un confronto negoziale, uso testuali parole di tanti autorevoli rappresentanti della maggioranza, un rapporto negoziale con lo Stato, probabilmente la maggioranza ha perso un'occasione per tentare di unire le forze politiche e ottenere un risultato importante su questa materia. In buona sostanza, Assessore, ovviamente lei avrà le sue buone ragioni, ha cercato di dirlo più volte in Commissione, almeno per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda non ci ha convinto, ma questa, per carità, è un'opinione, io credo che abbiate sbagliato a coprire il disavanzo non impegnando le future entrate che ci derivano dalla vertenza con lo Stato. Questo, secondo me, è un passaggio molto delicato politicamente che dimostra fin d'ora davvero una assenza di volontà di conservare una grandissima conquista che noi abbiamo avuto proprio grazie a quella straordinaria unità sviluppatasi nel dicembre 2005.

Badate, mi pare che, per quanto riguarda questa materia, ci sia una sottovalutazione in quest'Aula, ci sia anche una discussione di carattere tecnico dietro la quale si cerca di nascondere una debolezza, un atteggiamento supino nei confronti dello Stato che ha deciso di negare una conquista dei sardi. A nessuno è permesso, a nessuna forza politica né della maggioranza né dell'opposizione, di contribuire in una qualche maniera a svilire quella conquista. Lei, Assessore, diceva: "Con questa manovra abbiamo esaurito le risorse, non c'è nessun'altra possibilità". Io credo che, con questa manovra, a meno che non cambiate completamente opinione in occasione della presentazione della finanziaria nel prossimo settembre per il 2010, mi pare che voi stiate in qualche maniera scegliendo fin d'ora di rinunciare a una conquista. Davvero non si capisce perché. Lo diceva Uras, lo dicevano tutti quelli che mi hanno preceduto, senza risorse, indipendentemente da chi governa, è difficile, anzi è impossibile affrontare i nodi che stanno drammaticamente acuendo in maniera esponenziale la crisi in questa Regione.

Ecco, questo è il valore politico del nostro voto contrario, della nostra opposizione, proprio perché c'è da parte vostra questa rinuncia che davvero non comprendiamo. Sarebbe importante, Assessore, che qualcuno nel prosieguo del dibattito ci chiarisca qual è la ratio politica che ha portato a questa scelta. Mantenere la scelta del 2005, che voi più volte avete richiamato, significava anche aprire fin d'ora un minimo di discussione con lo Stato, Assessore, rispetto alla questione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, la discussione sull'articolo 1 e sugli emendamenti ci consente di approfondire alcuni temi che vengono riproposti all'attenzione dell'Aula, ma occorre prima decidere con quale spirito ciascuno di noi svolge il proprio ruolo perché o lo facciamo seriamente da statisti, senza voler apparire retorici, cioè con una preoccupazione seria di quel che sta accadendo in Sardegna, oppure se lo facciamo sempre come capi di una parte, specializzati nell'accreditare anche cose non vere pur di ottenere un vantaggio per la parte che si rappresenta, bene, allora è vana la discussione. Allora fanno bene quelli che rinunciano a parlare. Fanno bene! Fanno bene perché se il dibattito in Aula è un gioco delle parti, c'è anche chi ha la dignità di non partecipare al gioco delle parti. Se dobbiamo dire la verità allora si dica la verità: impegnare soldi dal futuro è illegale! Punto! E su questo nulla quaestio, nulla quaestio. Lo sanno perfettamente i colleghi del centrosinistra. Non solo, avere impegnato somme dal futuro non ha impegnato per un baffo il Governo nazionale, non è stata un'operazione che ha impegnato il Governo nazionale. Quando, nel dibattito, si richiama questo Governo a coerenza nel risanamento dei conti e non si tiene conto che, in cinque anni precedenti, le alchimie censurate dalla Corte dei conti hanno lasciato il disavanzo ai livelli del 2004, io credo che non si abbia pudore! Credo che non si abbia pudore! Quando si lascia una montagna di residui pari a 7 miliardi, quando si mandano in economia 44 milioni per le politiche attive del lavoro, mandati in economia il 31 dicembre, a chi si vuol dare lezioni?

Allora, io non sono interessato a queste polemiche, anzi devo dire che queste sono le polemiche che hanno affossato la Sardegna, però bisogna avere la capacità di avere il gusto della responsabilità, di venire qui a dire cose fondate, non cose costruite per accreditare posizioni che non hanno fondamento, né giuridico, né - se mi permettete - politico. Perché il giorno che si pubblicheranno gli atti, se mai ce ne sono, della trattativa sulle entrate, e magari dovesse venire fuori che la Regione Sardegna ha ottenuto le entrate future in cambio di un impegno di coprire solo l'indebitamento e il disavanzo con quelle entrate, voi capite bene quale svuotamento di significato ne verrebbe fuori. Quale svuotamento! Allora, io accedo all'impostazione dell'onorevole Uras, accedo a un'impostazione seria, cioè ragioniamo dei rapporti Stato-Regione, ma non cerchiamo di processarci a vicenda su percorsi che non sono fondati sulla verità.

Io accedo a quello schema. Con quale Stato abbiamo a che fare? Oggi ve lo ricorda anche l'onorevole Macciotta. L'onorevole Macciotta dice che abbiamo uno Stato che ha il 5,4 per cento in più di debito pubblico in sei mesi, e una previsione del PIL dello 0,5. Questo è lo Stato, che ha una flessione nelle entrate fiscali rilevante e che ha un crollo della produzione industriale gravissimo. Questa è l'Italia in cui viviamo. Allora che si ricordi che l'Italia sta campando sui fondi FAS è puro vangelo. Ma non da ora! Il giorno che qui si svilupperà un dibattito serio, io farò vedere quanto ha messo di fondi suoi la Sardegna nel G8 de La Maddalena e quanto ha messo lo Stato. Poi facciamo i conti. Bisogna parlarne così! Lo Stato italiano non è in condizioni oggi di sviluppare una politica di sviluppo, non lo è! Sappiamo tutti che con i fondi FAS è stata compensata l'ICI, è stata compensata Alitalia, si è fatto il fondo di controgaranzie per le medie e piccole imprese, si è fatto il G8, si è fatto il terremoto. Perché? Perché è l'unico fondo manovrabile, il resto è in una situazione drammatica. E se non lo si è capito: è da tempo che lo Stato italiano sta dicendo che istruzione, università e sanità devono andare sui bilanci regionali!

Allora che alcuni colleghi dicano che la vicenda dei fondi FAS è la dimostrazione dell'egemonia del Nord, che si esplicita in questo Governo, è vero sul piano attuale, non è vero sul piano storico. Giorgio Macciotta ha scritto dei bellissimi articoli per descrivere come, in dieci anni, e non c'era sempre l'attuale Governo, c'erano tutti i Governi italiani, in dieci anni, fatto 100, quello che lo Stato spendeva nella scuola, 80 andava al Nord. E' una caratteristica italiana!

Un altro dato, sempre Macciotta che parla, Macciotta ha dimostrato che, nell'ultimo decennio del federalismo, con tutti i Governi, aumenta del 115 per cento la spesa dei Ministeri centrali, soltanto del 40 la spesa degli enti locali; in pieno federalismo. Allora il problema del rapporto con lo Stato, detto fuori dai denti, è quale potere si mette in campo per difendere le proprie ragioni. Io sono convinto che i ragionamenti autonomisti siano assolutamente deboli, penso che anche il dibattito nazionale in atto, che parla di Partito del Sud, abbia un vizio, il vizio del correntismo, abbia il vizio delle vecchie correnti democristiane, che avevano finanziato la politica nel Sud col debito pubblico; oggi non lo si può più fare! L'orizzonte vero è quello di un'Italia che diventa una confederazione di Stati, è quello, e bisogna parlare con l'Italia come se si fosse uno Stato, dobbiamo ragionare, in queste sedi, ragionando come se fossimo il Parlamento di uno Stato, così capiscono quelli che sono fuori.

Allora io vorrei fare due ragionamenti brevissimi sul merito della manovra nella parte dell'articolo 1. Noi stiamo facendo l'unica operazione possibile sui soldi dal futuro, li copriamo con un'autorizzazione al debito, qual è l'ambizione? Poi quando si parla di ambizioni si sovrappone lo slancio personale a quelli che magari non sono ancora strutturati accordi politici, ma qual è l'ambizione? La Sardegna se porta a casa entrate come quelle dell'anno scorso, tra i 5 miliardi e 800 mila e 6 miliardi, ha una struttura di questo tipo: 3 miliardi sono per la sanità. Apro una parentesi, è notorio che fosse per me farei un'opzione zero sui direttori generali della Sardegna, per come si trova una persona quando entra in ospedale, che è candidata a morire. Ma, a proposito di buona sanità e buona amministrazione, chi ha prodotto 170 milioni di buco, di cui non si diede conto quando la Dirindin chiese i consuntivi il 6 novembre? Tutto in ordine! Dopo aprile, 170 milioni di buco, o qualcosa del genere penso sia. Chi li ha prodotti? I dirigenti nominati da questa maggioranza? Oppure i direttori generali che si concepiscono come Dio, che sono infastiditi dalla malattia degli altri?

Allora, si vuole risanare, avrò modo di dirlo nel proseguo del dibattito, la Sardegna con 6 miliardi di entrate; se si amministra bene, se la finisce di spolpare le risorse pubbliche per le competizioni politiche e le orienta bene, se svincola il bilancio, è in grado di rispondere da sé alle cose di cui ha bisogno. Su questa sfida, io accetto un confronto, su questo dobbiamo discutere. Il collegato è un pezzo di un ragionamento, un pezzo, se poi su questo pezzo si vuole caricare l'inferno o il paradiso del mondo, è un'opzione tutta retorica, ma priva di sostanza politica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, l'onorevole Maninchedda adesso ci chiedeva con quale spirito svolgiamo il nostro ruolo, se lo intendiamo come un vantaggio per la nostra parte, oppure un vantaggio per i sardi. Discutendo in particolare dell'articolo 1 di questo disegno di legge, approfittiamo anche per parlare, visto che non è stato possibile farlo in sede di dichiarazione di voto sul passaggio all'esame degli articoli, sull'intero disegno di legge. Non è, assessore La Spisa, una grande legge, non è una buona legge; anche lei stamattina ha dichiarato: "Rendiamola almeno accettabile". Allora, io credo che il nostro ruolo sia intanto quello di fare anche un'operazione verità, questo effettivamente - lo diceva l'onorevole Sanna - non è un collegato in senso tecnico, non lo è assolutamente, è una variazione di bilancio, lo è proprio per i contenuti dell'articolo 1, è un assestamento di bilancio, legittimo ma deve seguire le procedure.

Il Consiglio delle autonomie locali ci dice di non essere stato consultato, che non gli è stato chiesto il parere, e lo fa anche con una critica che io condivido, anche perché il Presidente della Regione nel presentarsi a noi, in quest'Aula, nelle dichiarazioni programmatiche, ci ha detto: "L'unica grande idea che ho è quella di rendere il governo allargato, di fare in modo che almeno i soggetti istituzionali e quelli del mondo economico, sociale, culturale e associativo siano coinvolti in un unico progetto per la Sardegna". Ora questo non è avvenuto, non è avvenuto nel caso del parere del Consiglio delle autonomie locali, non è avvenuto per quanto riguarda le audizioni con le parti sociali. Allora anche il fatto che, a parole, insomma, ci dite di voler in qualche modo salvaguardare l'idea di una Sardegna che è fatta di articolazioni che parlano tra di loro, comuni, la parte dello Stato più vicino ai cittadini, la provincia, la regione, questo perde di significato se poi non viene attuato; anche le pratiche partecipative che avete messo in campo per il Piano paesaggistico regionale, per il Programma regionale di sviluppo, insomma non partono da una vostra proposta di governo che, in qualche modo, sottoponete al giudizio del territorio, delle autonomie locali e degli amministratori, è una mera consultazione ma allora si rischia di parlare di tanto e di niente.

Io credo che occorra una proposta organica, occorra una strategia. Faccio solo un inciso: anche per quanto riguarda il Piano regionale di sviluppo, parlate della centralità della persona, della cultura, delle imprese e poi del territorio e mettete quasi in contrapposizione la persona e il territorio, insomma date già una prima valutazione di merito, che poi diventa pericolosa se si coniuga con forse la prima vera legge che ha presentato questa Giunta, almeno come disegno di legge, che è il Piano casa. Ma avremo modo di parlarne.

Insomma, io credo che questo disegno di legge, che è fatto per accontentare questo e quel settore, debba trovare nella discussione in aula correttivi importanti. La nostra opposizione di governo, così l'ha chiamata, e condivido, durante la relazione l'onorevole Uras, ci porterà a fare delle proposte, alcuni sono emendamenti soppressivi, altri sono emendamenti che cercano di dare effettivamente un orientamento, una prospettiva. Penso a quelli che abbiamo presentato per combattere i tagli alla scuola, o anche alla proposta del piano straordinario per l'industria, che troviamo proprio come emendamento all'articolo 1. Noi diciamo, l'abbiamo detto insieme nell'ordine del giorno unitario, proprio per raccomandare al Presidente della Regione, che avrebbe dovuto incontrare a giorni il Governo, che non c'è soltanto l'emergenza, non c'è soltanto un risultato minimale, quello ottenuto con la revoca della chiusura del cracking di Porto Torres, c'è una prospettiva: impegniamoci con un piano straordinario per le politiche industriali e produttive, cominciamo noi a fare la nostra parte come Regione, destiniamo dei fondi. Noi crediamo che questa sia la prima occasione utile proprio per far capire allo Stato che non scherziamo, che se noi chiediamo un adeguato intervento da parte dello Stato, noi per primi facciamo la nostra parte, e vi chiediamo di farla per il 2009 con i fondi per la programmazione negoziata, secondo l'articolo 2 comma 29 di questo disegno di legge, e poi per il 2010 proprio a valere sulle nuove entrate di cui all'articolo 8 dello Statuto dell'autonomia.

Poi è vero, è vero, onorevole Maninchedda, io credo che noi dallo Stato dobbiamo pretendere un rapporto che ristabilisca l'equilibrio nel Paese e anche nel Mezzogiorno d'Italia. Sulla vicenda dei fondi FAS, in realtà, l'ho già detto più volte in quest'aula, si era trovato un punto di accordo importante nel rapporto tra il Governo precedente e la precedente Giunta regionale con una percentuale molto chiara di riparto, 12,61 per cento per la Sardegna, che equivale a dire che mancano, dopo la delibera CIPE del 6 marzo scorso, 4 miliardi e 300 mila circa rispetto a quanto concordato, e avevamo già con il Governo precedente avuto dei risultati importanti, penso al piano per le infrastrutture, che ora mancano, invece, dal piano delle opere pubbliche nel DPEF, con l'elemosina dei 18 milioni per la Sardegna, sul quale c'è un silenzio assordante da parte del presidente Cappellacci e di questa Giunta regionale. Noi vorremmo che la Regione accompagnasse l'azione importante dei nostri parlamentari con una posizione autorevole che non si accontenti di tavoli, di comitati, di sotto tavoli, noi abbiamo bisogno di risorse, i problemi della Sardegna sono chiarissimi, abbiamo bisogno di risorse per programmare insieme lo sviluppo; il piano straordinario per le politiche industriali è un esempio di come si può operare.

Ancora, avevamo ottenuto un progetto "Salute e Mezzogiorno", finanziato anche da fondi FAS nazionali, il piano per le bonifiche dei siti industriali inquinati, 2 mila 149 milioni di euro deliberati nel 2008 e poi spariti nella delibera CIPE del marzo 2009. E' la stessa percentuale che ci viene data dallo Stato per i fondi a esclusiva disponibilità della Regione che avevamo in parte utilizzato anche per il G8 de La Maddalena, a parte 100 milioni di fondi FAS nazionali che poi sono stati distratti verso altre iniziative.

Insomma credo che dovremmo avere con lo Stato un rapporto non subalterno, autorevole; dobbiamo chiedere il ripristino dei fondi FAS, dobbiamo chiedere che non vengano meno, anche questo è un pericolo reale, quelle risorse che sono oggi in una legge costituzionale, la legge fondamentale della Sardegna, il nostro Statuto, l'articolo 8, e che rappresentano veramente il successo di tutto questo Consiglio regionale, della classe politica sarda nella scorsa legislatura.

Poi concordo con l'onorevole Cuccureddu (ma anche con l'onorevole Porcu) quando dice di accelerare e fare in modo che, nel rapporto con lo Stato, anche per la modifica dei termini per il Patto di stabilità, ci dica e ci faccia capire come la spendita di risorse, gli 8 miliardi della finanziaria, questi 100 milioni che abbiamo voluto inserire in questa manovrina, sia possibile, sia possibile realizzare, altrimenti è vano anche questo provvedimento di legge. Quindi manteniamo le norme previste in finanziaria per quanto riguarda il patto di stabilità per gli enti locali e cerchiamo di rafforzare le misure contenute in questo collegato.

Collegato che (naturalmente in senso improprio lo definiamo così) ha un suo significato solo se riusciamo ad affrontare le emergenze. Non avevamo bisogno di una legge che finanziasse a pioggia accontentando questo o quel settore particolare, abbiamo probabilmente bisogno, forse questa è l'unica giustificazione, di aggredire alcuni problemi particolari della Sardegna, di aggredire l'emergenza pensando alla prospettiva e questo disegno di legge poteva servire solo a questo scopo. Il lavoro, la stabilizzazione dei precari, gli ammortizzatori sociali per coloro che sono privi di copertura, l'attivazione di politiche attive del lavoro, il finanziamento di piani importanti come quello per le politiche industriali e, ancora, la risposta che dobbiamo dare all'emergenza che riguarda la scuola.

Questo credo sia in sostanza il senso di questo disegno di legge. Abbiamo ora davanti un articolato, dieci articoli da discutere, abbiamo emendamenti che probabilmente riusciranno a migliorare questo testo; un testo che viene giudicato dagli stessi sindacati, che oggi hanno incontrato la Giunta regionale, come un collegato irrimediabilmente negativo comunque sia. Noi riteniamo che si tratti di una legge sicuramente non buona per la Sardegna, possiamo però migliorarla ancora e, su alcuni temi importanti, noi faremo la nostra parte.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Signor Presidente, ai colleghi dell'opposizione, gli onorevoli Sanna e Bruno, molto sinceramente, per tenere anche un clima di confronto sulle cose che ci permetta di continuare a stimarci reciprocamente, mi permetto di dire: voi avete la sfortuna di avere qui adesso come rappresentante della Giunta uno che vi ha criticato nella scorsa legislatura per l'assenza di una strategia industriale, ad esempio, mentre oggi proponete un piano straordinario di rilancio dell'industria in Sardegna con 500 milioni che non sappiamo neanche da dove possano arrivare; che vi ha criticato per l'incapacità di spendere, e i residui passivi lo dimostrano, ma nello stesso tempo per l'incapacità di tenere sotto controllo la spesa, di non creare nuovi disavanzi che sono certificati come quello della sanità. La sfortuna cioè di avere qui uno che da quel banco lì ha ripetutamente segnalato questi problemi che, per tanto tempo, voi avete lasciato in qualche modo ammuffire.

Però avete anche la fortuna di avere qui nello stesso ruolo una persona che non ha proprio voglia di polemizzare, perché non serve. Perciò sulla questione riguardante l'anticipo delle entrate, io mi limito a leggere quanto contenuto nella comunicazione che la Corte dei conti ha fatto ufficialmente a questa Giunta, da cui è nato l'intendimento, trasformato nella decisione, di prevedere la cancellazione delle entrate e di riportare invece tutto correttamente all'autorizzazione di mutui. La Corte dei conti dice che, con sentenza numero 213 del 2008, il Giudice delle leggi (la Corte costituzionale quindi) ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, per contrasto con l'articolo 81 della Costituzione, dell'articolo 2 della legge regionale numero 21 del 2006, con la motivazione che non si può accertare come attualmente esigibile un credito futuro.

Non è che noi vogliamo rinunciare alle entrate future, onorevole Diana, assolutamente! Noi speriamo che ci siano, le contabilizzeremo molto volentieri, speriamo che siano anche di più di quelle che avete previsto e che prevediamo anche noi, per ora, perché il gettito è corrispondente al prodotto interno lordo per cui stiamo attenti alle previsioni. La Corte prosegue dicendo che, alla luce dei precedenti, pare indubbio che analoghi rilievi possano essere formulati anche con riguardo agli stanziamenti, nei bilanci di previsione degli esercizi 2007-2008, delle somme di 500 milioni di euro a titolo di anticipazione di compartecipazione alle entrate di competenza degli esercizi 2010 e 2011, e così via. Allora, se è chiaro e inequivocabile che l'anticipazione delle entrate non si dovesse fare, se è chiaro e inequivocabile che si andrebbe incontro a una sicura pronuncia della Corte costituzionale negativa, che appesantirebbe ancora di più i nostri conti, non potevamo fare altro, non credo che si possa e si debba aggiungere di più per non continuare a ripeterci cose che servono soltanto ad alimentare polemiche.

Questo è il primo punto: il disavanzo è quello, dobbiamo prendere atto che ci troviamo con circa 2 miliardi e mezzo di disavanzo che può diventare indebitamento, e con uno stock di indebitamento ormai accumulato di 2 miliardi e mezzo. Questo è il livello dell'effettivo possibile potenziale indebitamento di questa Regione, a cui dobbiamo fare fronte e dovremo fare fronte purtroppo anche, e in gran parte, proprio con le entrate aggiuntive che speriamo possano essere effettivamente contabilizzate.

Poi, riguardo al Patto di stabilità, il Governo non è d'accordo con quanto inserito nella legge finanziaria, ma non perché non vuole riconoscere la nostra competenza in materia di finanza locale, onorevole Cuccureddu, non è questo il motivo, il Governo ha dichiarato esplicitamente, in incontri informali chiesti prima di una possibile impugnazione davanti alla Corte costituzionale, che è disponibile a verificare la possibilità di nuove forme di calcolo del Patto di stabilità ma che non è possibile farlo in corso di esercizio, perché, oggi, prevedere quanto abbiamo messo noi in legge finanziaria, e cioè la possibilità per i Comuni di non calcolare le spese derivanti da entrate di trasferimenti dalla Regione, avrebbe modificato i livelli, i tetti già stabiliti per il Patto di stabilità. Questo è obiettivamente un dato di fatto incontrovertibile di cui non abbiamo tenuto conto in sede di approvazione della legge finanziaria, forse è vero che siamo stati affrettati nel mettere quella norma e abbiamo rischiato. Oltretutto abbiamo avuto, da parte di numerosi Comuni, segnalazioni proprio nella direzione contraria a quello che dice lei, cioè quella norma inserita in finanziaria andava contro gli interessi di numerosi Comuni.

Allora, conviene su questo punto pensare a rinegoziare il Patto di stabilità per il 2010, non intervenire ancora su quello del 2009 perché rischiamo solo di fare altra confusione, di creare altri danni e di compromettere tra l'altro un corretto confronto con il Governo che non è opportuno che venga attuato mentre è in corso un'impugnazione, su quello stesso problema, davanti alla Corte costituzionale. Per ottenere poi che cosa? Per salvare alcune posizioni, di uno, due Comuni, mentre altri verrebbero danneggiati? Questo fatto io credo che ci debba convincere che, su questa materia, non è opportuno agire frettolosamente, non è opportuno agire mediante gli emendamenti fatti in Commissione o in Aula, ma che la questione del Patto di stabilità vada affrontata in maniera organica, studiata bene in tutti i suoi aspetti e in qualche modo concordata con chi gestisce il problema del Patto di stabilità, che è lo Stato. Che ci piaccia o no, è così: il rispetto dei parametri stabiliti dall'Unione Europea è in capo allo Stato italiano e noi siamo dentro lo Stato italiano. Questo dobbiamo rispettarlo ed è inutile che noi ci avventuriamo in modifiche frettolose che creano più danni di quanti non ne risolvano.

Ci abbiamo provato, non è evidentemente andata bene. In questo momento, toccare ancora questa questione non può fare altro che creare ulteriori problemi. Perciò io sono fiducioso che si possa affrontare la questione, però tenendo conto del fatto che, lo dico ancora ai colleghi dell'opposizione, in termini proprio asettici, la questione del Patto di stabilità doveva essere affrontata in contemporanea con la chiusura della vertenza delle entrate; è chiaro che ottenere nuove entrate senza avere la possibilità certificata di avere un regime di spesa diverso, in qualche modo è stato risolvere una parte del problema non risolvendo l'altra e quindi dando la possibilità, sostanzialmente, di far pensare allo Stato - io dico "di far pensare" e spero che nessuno lo abbia detto anche esplicitamente - che quelle entrate in più che ci dava servivano esattamente per coprire il disavanzo, senza toccare i meccanismi del Patto di stabilità.

Sarei voluto essere una mosca in quella stanza in cui si parlava di questo problema, al Ministero dell'economia, avrei proprio voluto vedere ma non c'ero, sicuramente era quello il momento in cui doveva essere affrontato questo problema.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Si esprime parere contrario sull'emendamento numero 83, che è uguale al numero 139, sull'emendamento numero 82, che è uguale al numero 140, sull'emendamento numero 81, che è uguale al numero 141, sull'emendamento numero 62, che è uguale al numero 142. Il parere è contrario anche sugli emendamenti numero 143, 147, 144, 145, 146, 148, 149, 150, che è uguale all'emendamento numero 366, 160, 151, 60, 152, 153, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 161, 162, 166, 163, 164, 80, 165, 167, 190, 189, che è uguale all'emendamento numero 365, 188, 187, 186, 185, 184, 183 e 61.

Sull'emendamento numero 7 invito al ritiro, diversamente il parere è contrario. Per quanto riguarda l'emendamento numero 314 il parere è favorevole. L'emendamento numero 355, Presidente, è sospeso, perché occorreva un approfondimento di tipo normativo in Aula, poi sentiremo il parere della Giunta. Sull'emendamento numero 323 si esprime parere contrario; sull'emendamento numero 6 invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; ancora parere contrario sugli emendamenti numero 2 e 94. Relativamente all'emendamento numero 33, si trattava di verificare che cosa determinava sul regime delle entrate, per cui è ugualmente sospeso. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 58, 59 e 103; mentre si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 120 e 121. Sugli emendamenti numero 135 e 349 invito al ritiro, mentre sull'emendamento numero 136 si esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, il parere sull'emendamento numero 369 aggiuntivo, che è un emendamento all'emendamento numero 7?

Comunico anche all'Aula che l'emendamento numero 12, presentato all'articolo 8, viene invece agganciato all'emendamento numero 2, riferito al comma 15 dell'articolo 1.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Un attimo, Presidente.

PRESIDENTE. Sì, infatti stiamo aspettando.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Solo per segnalare che, nell'emendamento numero 369, emendamento all'emendamento numero 7, c'è un errore materiale, che consiste in tre zeri di troppo nelle cifre, quindi chiederei di eliminare i tre zeri. Grazie.

PRESIDENTE. Eliminiamo il refuso.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda, relatore di maggioranza. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sull'emendamento numero 369 si esprime parere contrario, sull'emendamento numero 12 invece favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è conforme a quello del relatore con una precisazione riguardo all'emendamento numero 355, a pagina 67, l'approfondimento fatto dai nostri Uffici ci porta a dire, e a confermare quanto detto in Commissione, che in questo modo rischieremmo di intaccare il regime di aiuti, portando magari anche a non dare un beneficio, effettivamente, alle imprese, che possono in questo modo, secondo le disposizioni dell'articolo, poter avere ulteriore tempo per una transazione, agendo in questo modo e interpretando la norma in questo modo si potrebbe, effettivamente, avere un effetto pericoloso di violazione del regime di aiuti. Esprimo questo parere, non per non volere fare il possibile per dare un'interpretazione favorevole, ma perché può essere ancora più rischioso.

Mentre per quanto riguarda l'emendamento numero 33, a pagina 52, riguardante l'esenzione dall'obbligo del pagamento dei canoni per l'acqua utilizzata nel servizio antincendio, chiederei ancora di tenerlo sospeso per una verifica sull'eventuale impatto finanziario, per capire a chi spetti l'onere derivante da un mancato introito, da una mancata entrata. Può essere che sia talmente rilevante che si possa poi dare parere favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 83 e 139.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io utilizzerò le dichiarazioni di voto su questo comma e sui seguenti per approfondire un tema che è stato sollevato nella replica dell'Assessore, ma anche del relatore di maggioranza. In questo caso voglio parlare soprattutto all'Assessore, poi parlerò anche al relatore di maggioranza. Io credo che il motivo per il quale noi stiamo ancora, in quest'Aula, facendo una discussione sul Patto di stabilità, sul nuovo regime delle entrate, è che, nonostante sia stato approvato, nel mese di maggio, un ordine del giorno che richiamava e impegnava la Giunta a una revisione di quel Patto di stabilità, e nonostante ci fossimo impegnati, sempre nell'Aula, a valutare meglio insieme (cioè non perché sia tema di una parte politica o di un'altra parte politica) le conseguenze, l'impatto, del nuovo regime delle entrate, quella occasione di discussione e di dibattito, di fatto, ancora non c'è stata e non c'è stato l'approfondimento in Commissione, per cui procediamo con pezzi di notizie, spesso incomplete, spesso comunicate a latere di un emendamento in Commissione.

L'auspicio è di non doverne parlare in Aula, Assessore, anch'io non ho passione per questo argomento, se non per una battaglia da fare insieme. Mi consenta però di farle notare che lei non ha risposto al nostro quesito, noi non le abbiamo chiesto soltanto il perché lei abbia oggi deciso di trasformare in autorizzazioni di mutui, quindi in disavanzo, le entrate fatte nel 2007, nel 2008 all'interno della programmazione pluriennale… le chiederei un attimo di attenzione, Assessore, se fosse possibile anche sospendere il tempo, siccome mi sto rivolgendo all'Assessore, sarebbe molto cortese…

PRESIDENTE. Prego.

PORCU (P.D.). Le abbiamo chiesto, prima di tutto, di avere una nota, che lei ci ha letto in Aula, gliela abbiamo chiesta molti giorni fa in Commissione, e lei non ce l'ha data, sulla Corte dei conti. Questa nota dice, tra l'altro, che "pare indubbio", secondo me vuol dire che pare ci sia un dubbio, le abbiamo inoltre chiesto, al di là del fatto di come lei decida di coprire con disavanzo le maggiori entrate, quale motivo c'era per non aspettare il mese di settembre e coprirle con le nuove entrate a regime dal 2010. Questa era la domanda, questo ci è apparso rinunciatario, non l'atto in sé di scegliere una misura cautelativa e coprire col disavanzo. A questa domanda lei non ci ha dato risposta, noi l'abbiamo interpretato come un atteggiamento rinunciatario, e spero di poter capire meglio cosa ci ha impedito di aspettare il mese di settembre per coprire questo disavanzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dicevo che l'articolo 1, e quindi ciascun comma dell'articolo 1, rappresenta un elemento consistente su cui insistere per il ragionamento che abbiamo, anche nella discussione generale, un po' accennato, annunciato. Noi non ce la possiamo cavare così, badate! Nella precedente legislatura c'è stato un non confronto tra maggioranza e minoranze soprattutto su questi temi; da una parte, la rinuncia a discutere e un'opposizione decisa, dall'altra forse una forzatura, anzi, onorevole Maninchedda, lo dico esplicitamente, certamente una forzatura delle norme, che però richiama a un'esigenza; chiunque vinca le elezioni, non è che si trova a gestire casse piene e pochi problemi, grandi possibilità di progettazione e scarse preoccupazioni sull'avvenire, si trova a gestire l'esatto contrario. Chi governa ha molti problemi e scarse disponibilità di risorse, ha la gran parte del bilancio a disposizione già impegnato per questo e per i prossimi anni e, in più, una condanna, quella di essere sconfitto alla successiva consultazione elettorale. Negli ultimi vent'anni, questo è successo. Allora, o noi incominciamo e impariamo a ragionare in modo diverso, o governare la disperazione non farà fare un passo in avanti a nessuno! Quindi, per fare questo, c'è bisogno di un clima costruttivo e anche di un riconoscimento delle diverse responsabilità e delle diverse prerogative. Io voto a favore degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha domandatoo di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Le considerazioni dell'Assessore seguono un ragionamento che è abbastanza consueto nel nostro dibattere, però credo che, dopo una finanziaria, dopo questo provvedimento, non ve la possiate cavare dicendo che state lavorando sulle ceneri di quello che abbiamo sbagliato noi. Voi adesso siete chiamati a cambiarli quei conti, e quello che state facendo tra finanziaria e questo provvedimento è esattamente quanto di più contrario a questa idea di riordino della finanza state portando nelle casse della Regione.

L'onorevole Maninchedda ci dice che è moralmente sbagliato impegnare delle somme; c'è una certa differenza fra impegnare delle somme e fare degli articoli di legge programmatici che indicano quali saranno gli strumenti che impegneranno quelle somme, però è singolare che, ed è bene che su questo punto la facciamo molto chiara, forse dieci giorni fa avete votato all'unanimità un ordine del giorno dove accettavate l'idea di un Piano straordinario per l'industrializzazione della Sardegna, che era l'unica proposta che siamo stati in grado di fare, tra cerimonie e mozioni, in quest'Aula, perché il nostro Presidente della Regione andasse a Roma a dire che cosa voleva, se non una mera proroga. Adesso i pareri della Commissione e della Giunta, cioè il vostro parere, è che tutto quello che è stato riportato in quell'emendamento è cancellato, quindi bisogna che andiamo a riferire che è stato un sogno di inizio estate, che vi è stato utile per salvarvi la coscienza e adesso lo rinnegate per intero bocciandolo, quindi creando anche un vulnus, un eventuale ripensamento legislativo, cioè sta a dire che il lunedì la pensate in un modo, il sabato esattamente il contrario.

PRESIDENTE. La sua dichiarazione di voto, onorevole Sanna?

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 83 e 139.

PORCU (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri Cucca, Sabatini, Cuccu, Cocco Pietro, Lotto, Caria, Mariani)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 83 e 139, identici.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Tocco - Vargiu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 57

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 17

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Ha domandato di parlarel'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intervengo per una precisazione sull'emendamento numero 12, che io non ho citato nel parere, perché complessivamente ho detto che era conforme a quello del relatore. Su questo emendamento, la Giunta si rimette all'Aula, però facendo presente che un emendamento sulla stessa materia, in Commissione, cioè la questione dei mandati degli amministratori locali, era stato considerato non congruo con la materia che stiamo trattando. Quindi io direi che, pur mantenendo il parere così come ho detto, si possa però considerare che il parere della Giunta è che sia opportuno che questi emendamenti vengano ritirati per essere riproposti in un'altra sede legislativa e non in questo momento.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 82 e 140.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, esprimo voto favorevole all'emendamento numero 82 e approfitto (considerando che questo è l'emendamento soppressivo del comma che, per applicazione del precedente, aumenta il disavanzo di 972 milioni) per dire al presidente Maninchedda, quando svolge una funzione come Presidente di Commissione e cita cifre che riguardano il disavanzo, che credo abbia l'obbligo di citarle con parole di verità, e non di piegarle strumentalmente a quelle di una parte politica. Non avrei voluto fare questa precisazione, perché non è importante alla luce del dibattito, ma vorrei ricordare all'onorevole Maninchedda che il disavanzo, il risultato dell'amministrazione nel 2004, che abbiamo trovato, era di 3 miliardi e 98 milioni, anche considerando questi ulteriori 972 milioni, il disavanzo a oggi è di 2 miliardi e 385, cioè è sceso rispetto ai 113 milioni. Se considero che i mutui, i debiti finanziari sono scesi di 180 milioni, noi oggi, anche nel peggiore dei casi o nel caso cautelativo di oggi, abbiamo un totale del debito che è sceso di 900 milioni di euro.

Presidente Maninchedda, io le chiedo, quando usa questi argomenti, di utilizzarli con parole di verità, perché nella sua posizione istituzionale lei ne ha particolare responsabilità. Viceversa, nel periodo 1999-2004 il totale dei mutui e del disavanzo è cresciuto di 3 miliardi 600 milioni di euro, quindi noi abbiamo riconsegnato una Regione in cui, anche nel caso di questo disavanzo che è andato a indicare, è stato abbattuto di 900 milioni il debito, nel 2004 l'abbiamo trovata con 3 miliardi 600 milioni in più. Non vorremmo citarle, queste cifre, speriamo di non citarle più, ma credo che, se vogliamo fare un dibattito serio, dobbiamo partire dalla comprensione di quello che è successo negli ultimi cinque anni e anche negli ultimi dieci. Il voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, era solo per una precisazione rispetto ad alcuni emendamenti, ma ne parleremo magari quando andremo a occuparcene.

Quanto ai dati citati dall'onorevole Porcu, io li contesto, perché non tengono conto di alcuni eventi amministrativi dei cinque anni a cui ha fatto riferimento, ma ci saranno altre occasioni per parlarne.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, ci siamo distratti parlando degli emendamenti.

PORCU (P.D.). Comma 2.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Sì, onorevole Porcu, ho presente il significato del comma 2 e anche il ragionamento che dovevo farci sopra, noi parliamo di bilanci, ogni tanto aleggia la frase: "Avete fatto un bilancio falso", ma non ce n'è uno vero da qualche decennio! Anche quando era Assessore della programmazione il mio carissimo amico onorevole Pittalis. Bilanci pubblici veri non ce ne sono più! Sono tutti falsi!

Noi abbiamo l'idea di approvare un bilancio in Consiglio regionale, dopodiché scopriamo che la disponibilità finanziaria che abbiamo è una disponibilità solo sulla carta, che non c'è, che la contrazione dei mutui, o meglio le autorizzazioni a contrarre dei mutui, che non accendiamo mai, per spese che non faremo mai, rappresentano un elemento di disavanzo, che gli 8 miliardi di euro che abbiamo a disposizione effettivamente nel bilancio di cassa valgono 6 miliardi, ma poi ci sono, intervengono, ce lo rammenta sistematicamente l'onorevole Cuccureddu, i limiti del Patto di stabilità, per cui anziché spendere 6 possiamo spendere 5. Allora il ragionamento è questo: noi, Consiglio regionale, approviamo un bilancio che va alla diretta organizzazione, fuori dalle previsioni fatte in legge, ai Governi, in questo caso alla Giunta regionale, e i residui passivi, gli impegni non spesi, a parte gli impegni, che dovrebbero essere obbligazioni giuridicamente perfezionate e non ce n'è una che ricada in questa fattispecie, o molte non ricadono in questa fattispecie, la gran parte dei residui passivi sono invenzioni, sono pura fantasia! Non esistono residui passivi perché non esistono, per una buona parte, le risorse da poter spendere e da impegnare verso quella direzione. Insomma, noi facciamo bilanci falsi davanti a tutti perché le norme ci obbligano a fare queste cose, allora bisogna uscire fuori dall'ipocrisia. Ecco il terreno di confronto su cui bisogna esercitarsi.

(Interruzione)

PRESIDENTE. E' stata richiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 82 e 140, identici.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Contu Mariano, Cossa, Planetta e Stochino hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 63

votanti 62

astenuti 1

maggioranza 32

favorevoli 19

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Ha domandato di parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S.d'Az.). Volevo precisare che il mio voto era valido perché ho visto qui nel display il colore rosso, quindi non capisco perché non sia risultato lì.

PRESIDENTE. Il suo voto è risultato, però è risultato nullo. Io non le posso dare la spiegazione del perché il sistema lo abbia registrato in questi termini.

Metto in votazione gli emendamenti numero 81 e 141.

Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario agli emendamenti numero 81 e 141, e per chiedere il voto elettronico palese.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Nel comma 3 descriviamo come vanno contratti i mutui, con che tipo di vincolo. Io preannuncio il voto favorevole all'emendamento numero 81 e mi ricollego alle parole dell'onorevole Uras che parlava di bilanci da decenni gonfiati o non veritieri perché abbiamo un'abitudine, che noi stessi la scorsa legislatura abbiamo alimentato, quella di bilanci fatti per stanziamento e non per effettiva capacità di spesa e confermo che, in questa Regione, dal 2005 non vengono contratti mutui, cioè nonostante abbiamo autorizzato nuovi mutui, l'ultimo nel 2006, nonostante ne stiamo approvando ancora, è dal 2005 che nella realtà non vengono contratti nuovi mutui e il motivo è che proprio quel limite che viene posto alla spesa complessiva della Regione che non è di 6 miliardi (oggi il presidente Maninchedda sui numeri diciamo che ha qualche difficoltà), ma è di circa 7 miliardi e 3, compresa la spesa sanitaria, è di gran lunga inferiore agli stanziamenti previsti in bilancio. Fatalmente ogni anno noi accumuliamo 700-800 milioni di residui passivi, quindi abbiamo un monte residui che tende a crescere.

Proprio per questo è importante cambiare registro, cambiare passo, porre al centro il problema del Patto di stabilità, proprio per questo approvare questi commi, così come sono, è un atto assolutamente rinunciatario. Quindi il voto è favorevole a questo emendamento, e su quello omologo, e su queste materie speriamo di poter avere un approfondimento che sia, come dire, non legato a posizioni politiche rigide come quelle che mi sembra si stiano prendendo in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo scusa, Presidente, ma mi sembra opportuno fare alcune considerazioni.

Disavanzo, contrazione di mutui. Noi abbiamo riempito di autorizzazioni a contrarre mutui le nostre leggi finanziarie, così come abbiamo riempito il nostro bilancio di residui passivi. Ci rammentava prima l'onorevole Maninchedda che sono 7, mi corregga se sbaglio, i miliardi di residui passivi. Allora io faccio una proposta: facciamo un emendamento orale nel corso della discussione di questo collegato (che non è collegato né tecnicamente né concretamente), onorevole Assessore, la distraggo solo un attimo, facciamo un emendamento orale, approviamolo tutti, cancelliamo i 7 miliardi di residui passivi. Avremmo il bilancio della Regione assolutamente in pareggio, forse ci avanzerebbe qualche cosa e potremmo così finalmente indebitarci per fare le cose che dobbiamo fare, perché il meccanismo, quello ipocrita, quello che è stato inventato a tavolino a Roma, ha proprio questo obiettivo. Noi ci riempiamo di debiti fasulli, per fare spese fasulle, per realizzare cose che non realizzeremo mai e, nel frattempo, ci riempiamo di residui passivi, aumenta il nostro disavanzo, si sviluppa il nostro debito e non possiamo contrarre debito per risolvere i problemi che abbiamo di fronte.

Allora, cancelliamo tutti i debiti, tanto sono lì, spese che non faremo mai e che abbiamo solamente previsto, che sono nella nostra fantasia, che è l'imbroglio quotidiano che diamo a tutti coloro che aspettano e che non vedranno l'esito di quel tipo di spesa.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 81 e 141, identici.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Gallus - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 19

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione gli emendamenti numero 62 e 142.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo per esprimere il voto contrario a questi emendamenti che sono sempre nella logica di quella prassi, inaugurata dalla Giunta della scorsa legislatura, di prevedere balzelli. Noi, l'abbiamo fatto con l'abolizione delle tasse sul turismo, vogliamo alleggerire il peso di tasse anacronistiche anche su coloro che esercitano un hobby come la caccia. Ecco perché riteniamo che questi emendamenti, che rispecchiano la posizione dell'opposizione, non siano in sintonia con questa maggioranza che invece le tasse e i divieti li vuole eliminare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Io confidavo e confido ancora su questo emendamento che voteremo a voto palese, come è giusto, perché credo che sarebbe stato sbagliato chiedere il voto segreto. In un contesto di crisi economica e sociale, che vede decine di migliaia di lavoratori perdere il posto di lavoro, che vede questa Regione incapace di far fronte alle esigenze di chi soffre di più le conseguenze della crisi, credo che sia politicamente e moralmente osceno prevedere il dimezzamento di una tassa sulla caccia, che non è una tassa, ma è un piccolo rimborso ai costi di vigilanza, di sorveglianza, che ogni giornata della caccia comporta.

Quindi, credo che ognuno di noi, ognuno di voi, colleghi della maggioranza, nel premere il tasto tra pochi secondi su questo dovrà chiedere alla propria coscienza se, in un momento di crisi, dobbiamo sottrarre risorse preziose per concedere una giornata di divertimento in più a 50 mila cacciatori o dobbiamo avere a cuore e avere in mente oggi chi in Sardegna soffre e ha più bisogno del nostro sostegno.

Credo che la moralità di un Parlamento, l'unità di un Parlamento, la capacità di un Parlamento di affrontare la crisi, di dare segnali, di dare l'esempio, di stringere la cinghia, di guardare avanti, di richiamare la solidarietà, si manifesti in emendamenti come questo, in commi come questo, che chiama ognuno di noi, nessuno escluso, da qualsiasi parte politica provenga, a un gesto e un atto di responsabilità che nobiliterebbe quest'Aula.

Io non voglio pensare e non oso pensare che ci sia qualcuno in quest'Aula che pensa agli amici degli amici e pensa a regalare un divertimento gratuito e oneroso piuttosto che pensare a chi soffre e sono certo che, insieme a me, anche voi o molti di voi voteranno palesemente a favore di questa soppressione. Ne avrebbe certamente vantaggio la dignità di quest'Aula e di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Sono contrario in coscienza a questo emendamento per due motivi. Primo, perché se la caccia è concepita come uno sport, non vedo perché deve essere tassata onerosamente nei confronti degli altri sport. Se poi invece la visione della caccia vuol dire devastazione, è tutta un'altra cosa. Se si vede poi la caccia come un hobby di una élite è un altro errore ancora, perché il 95 per cento, il 99 per cento dei cacciatori sono proprio lavoratori, comuni operai, comuni dipendenti. Se poi ancora si vuole paragonare la caccia a tutte le sofferenze del genere umano, io non ho capito cosa cavolo c'entri! Perchè questo non c'entra proprio niente! Con la crisi economica, la caccia non c'entra niente! La caccia è un momento di divertimento che proprio quelle persone che oggi più soffrono tentano di utilizzare in quelle poche ore, al 99 per cento, una volta alla settimana, quando escono a caccia e per fare questo devono pagare 50 euro.

Noi abbiamo sempre detto che sono troppi. Perché? Perché in questi ultimi anni non è stato speso un centesimo di euro per gli scopi per i quali quella tassa, chiamiamola tassa tra virgolette, viene imposta ai cacciatori, che prima di tutto è il ripopolamento, specialmente in quelle zone in cui c'è stata la devastazione degli incendi negli anni scorsi.

A questo proposito lancio un appello: in quei comuni in cui vi sono zone devastate dagli incendi, io sono un cacciatore, sia proibita la caccia per almeno due anni. Il nostro comune è stato attraversato per l'80 per cento del suo territorio da questa immane tragedia, io ho pregato il sindaco di convocare i sindaci dei comuni limitrofi affinché in quei comuni, dove giustamente esiste un pezzettino di terreno libero, possa quello diventare un polmone di ripopolamento. Ma cosa c'entrano le sofferenze umane con l'abbassamento di questa tassa che è iniqua, che non è stata utilizzata per gli scopi per cui è stata imposta e che riguarda, mi creda, collega Porcu, proprio quelle categorie di persone meno abbienti di cui lei ha poc'anzi parlato.

Per cui, in coscienza, sono contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io devo dire la verità, sono contento che si voti a scrutinio palese questo emendamento. Non mi è mai piaciuto, soprattutto in altre circostanze. E anche quando c'è stato da decidere, nella precedente legislatura, se stare o non stare a governare la Regione, questa coalizione è andata allo scrutinio palese e si è divisa palesemente e palesemente, per quelle ragioni di divisione, ha deciso di tornare davanti agli elettori. A noi spetta questo onere, perché siamo una minoranza coraggiosa, che fa un'opposizione di governo, che non si limita a chiedere, come facevate voi, continuamente: "Ma dov'è il Presidente? Né oggi, né ieri, forse neppure domani! Ma perché non è qui? Ma perché offende il Consiglio regionale della Sardegna? Perché lo snobba?". Così facevate. E oggi che cosa dobbiamo votare? Che cosa chiediamo come soppressione? C'è una tassa, che si paghi, perché bisogna fare azioni di ripopolamento della selvaggina, che si paghi, perché stare in mezzo alla campagna produce, che si paghi, perché si dà un contributo alla finanza regionale per risolvere altri problemi. Ma questo è il momento di ridurre le tasse? A me dispiace che l'onorevole Cuccureddu sia stato un nemico numero 1 della tassa sui super yacht di lusso, avrei preferito togliere ai ricconi, piuttosto che ai poveri cacciatori di Rassu. La realtà è che voi le tasse non le vorreste, e come pensate che si possa mantenere la finanza pubblica se eliminiamo tutte le imposte? Le tasse ci servono, ci vogliono, per risolvere i problemi della nostra comunità!

PRESIDENTE. Onorevole Uras, il suo voto?

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Dichiaro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (P.d.L.). Signora Presidente, io vorrei ricordare ai colleghi quando e come fu aumentato, cioè decuplicato non aumentato, quello che era un versamento di 5 euro, che veniva infatti giustamente chiamato "contributo" e non "tassa", e trasformato in tassa e quindi decuplicata, cioè proprio il massimo del piacere, una botta di vita - come direbbero a Roma - per voi appassionati di tasse. Mi ricordo il vostro Ministro che diceva: "Pagare le tasse è una cosa meravigliosa", ma addirittura decuplicarle è un piacere, una scarica adrenalinica talmente intensa, che potrebbe mettere in difficoltà anche voi che siete gli esperti del settore.

Allora, occorre ricordare come nacque questa tassa. Nacque con la vostra finanziaria del 2005 in un comma, il comma 3, che diceva: "La tassa di concessione regionale - appunto quella sulla caccia - è dovuta nella misura di euro 50, anche in mancanza del Piano faunistico venatorio regionale". Quella tassa voi l'avete introdotta illegittimamente! Non deve e non può esistere una tassa regionale sulla caccia e vi spiego perché. Perché la condizione che infatti la vostra legge finanziaria richiamava, cioè "impongo la tassa anche se so di non poterla imporre", faceva riferimento alla legge regionale 19 luglio 2000, articolo 14, comma 5, che recita: "Fino all'attivazione degli istituti previsti dal Piano regionale faunistico venatorio non è richiesto il pagamento della tassa per l'esercizio venatorio".

Quindi c'è una legge che voi avete violato nel 2005, istituendo illegittimamente una tassa. Tant'è vero che la legge del 2000 fa riferimento a un'altra legge del 1978, che dice invece che si deve pagare un contributo in attesa che ci siano gli istituti che giustificano l'introduzione della tassa. Riepilogando, voi, per cinque anni, non avete istituito tutti quegli organismi che la legge vi imponeva di istituire e che la legge stessa pone come presupposto affinché venga istituita la legge da voi, da noi o da chiunque altro. L'avete illegittimamente istituita, e oggi osate meravigliarvi se qualcuno solo propone qualcosa, non dico che la cancella, anche se l'avremmo dovuta cancellare, perché una tassa, per quanto possa essere bella, se non si deve pagare, non si deve pagare punto e basta. Se la legge impedisce di imporla, non la si deve imporre. Allora voi l'avete illegittimamente imposta, e oggi gridate allo scandalo, perché non dico che la cancelliamo, e dovremmo cancellarla, ma la riduciamo, lasciando comunque un incremento del 500 per cento rispetto…

PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, dichiari il suo voto.

ARTIZZU (P.d.L.). Il mio voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, io ho chiesto se sono 50 euro mensili, collega Artizzu. Sono 50 euro mensili, no? Sono 50 euro annuali? Va bene, era una precisazione, perché mi sembra che ci sia una sorta di scandalo, di stracciarsi le vesti, scusi Artizzu, mi consenta onorevole Artizzu, mi consenta! Siccome la caccia è terreno di caccia, ma in termini anche elettorali e lei lo sa bene, onorevole Artizzu, volevo riportare un po' la discussione a 50 euro. E' vero che è uno sport, come si dice, ma è uno sport che, a differenza degli altri, non si svolge né in una piscina, né in un campo, né in una palestra, si svolge su terreni di altri, si svolge prelevando selvaggina che non è solamente dei cacciatori, ha dei costi elevatissimi, su questo avete ragione, un cacciatore spende un sacco di soldi.

Ma io credo che voi siate sensibili al tema, l'onorevole collega Artizzu è presidente di un'associazione venatoria, addirittura il Capogruppo del P.d.L. ha il cognome che è il nome della dea della caccia, quindi figuriamoci se non siete sensibili a queste argomentazioni. Però, questo momento, se non ci fosse una seria ipoteca o cambiale elettorale da pagare, cari colleghi, e collega Artizzu in particolare, se non ci fosse una seria ipoteca elettorale da pagare, è il momento di ridurre le tasse? Ma poi soprattutto 50 euro all'anno, 50 euro all'anno! Mi sembra una misura talmente demagogica, così come è stata demagogica la ricerca spasmodica del voto dei cacciatori con le promesse più mirabolanti. Io voglio vedere la promessa che è passata come certezza sull'approvazione di una legge nuova sulla caccia del Parlamento, vorrei vedere che cosa riuscite a fare con la promessa dell'aumento della stagione venatoria anche a febbraio e tutta un'altra serie di cose che sono state promesse, inclusa questa misura che - mi dispiace che non sia presente l'assessore La Spisa - è definibile esclusivamente come una misura a danno del bilancio regionale…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, dichiari il suo voto.

SALIS (I.d.V.). Sono a favore, Presidente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Signora Presidente, anch'io credo che voterò a favore di questo emendamento soppressivo di un comma che prevede una misura, a mio parere, irragionevole. Non credo che sia importante soltanto l'entità della misura, 50 euro l'anno per praticare uno sport che utilizza un bene comune penso che sia assolutamente ragionevole pagarli. Io vorrei ricordare a quest'Aula che, anni fa, venne introdotta una misura che prima non esisteva e che obbligava tutti gli atleti che partecipavano a delle manifestazioni sportive ufficiali a pagare il certificato medico che attestasse la loro idoneità a praticare sport. Questa misura ha comportato per tantissime famiglie, con più di un figlio che pratica sport, l'onere di doverla sostenere, configurandosi pertanto anch'essa come una tassa di fatto. Così come chiunque oggi pratica lo sport amatoriale delle corse, maratone, eccetera, è obbligato, pena non poter fare questa attività, a pagare questa certificazione, queste visite, che prima erano gratuite. In presenza di queste misure, che pure hanno creato disagio quando sono state messe in piedi, decidere oggi, per uno sport come la caccia, di dimezzare il contributo che deve essere pagato la reputo una misura assolutamente, ripeto, irragionevole.

Si potrebbe definire anche demagogica, però credo che sia più giusto dire che è irragionevole nei confronti di tutti gli altri che non praticano questo sport e che sono comunque proprietari di questo bene di cui i cacciatori fanno utilizzo, secondo me legittimamente, ma sapendo che, se pagano 50 euro, davvero non stanno pagando una cifra assolutamente elevata. Per cui credo di poter dichiarare che voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAMPUS (P.d.L.). Presidente, io non sono un cacciatore, non mangio selvaggina, però la discussione è indubbiamente, consentitemi di dire, interessante, perché ha aperto due filosofie politiche perché demagogico è stato inserire una tassa, una tassa da 50 euro l'anno è chiaramente un atto demagogico, è molto fumo, poco arrosto da un punto di vista finanziario ma era dire una cosa di sinistra, c'è stata un'elezione, il popolo sardo ha deciso dei cambiamenti di filosofia politica, di approccio tra istituzione e cittadini e anche questo comma, fondamentalmente è un comma da totale 1 milione di euro, che non cambierà la vita né in più né in meno, né ai nostri cassintegrati né a quelli che non hanno la possibilità di avere casa o di avere condizioni lavorative migliori di quelle precarie e spesso sottopagate che hanno. Anche questo è solo un segnale, può essere sicuramente ribaltata l'accusa di demagogia, ma consentitemi la prima palla è partita dall'altro campo nell'istituire una tassa inutile se non per creare una cortina fumogena, per dire, come ho detto prima, una cosa di sinistra.

Il mio voto sarà quindi assolutamente e sentitamente e in tutta coscienza contrario a questo emendamento anche perché ritengo che pensare che una cambiale elettorale possa essere pagata con 25 euro l'anno sia offensivo per migliaia di sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Intervengo per dire che il collega Campus ha perfettamente ragione, infatti il tema su questo argomento non è tanto discutere se togliere o lasciare questo tipo di tassazione, il problema è parlare di questo tipo di argomento vergognosamente in quest'Aula, perché questo tipo di proposta, in questo momento, in Sardegna qualifica questo provvedimento, anzi lo spiega, e spiega come, alla luce di questo provvedimento, è giusto quello che noi abbiamo detto, che questo documento è la sintesi delle pulsioni corporative che rappresenta questa maggioranza, perché io avrei capito che il nostro tempo potevamo perderlo un po' di più per parlare di abbattere i canoni sociali, le tasse universitarie delle famiglie che hanno bisogno, ma non perdere tempo per parlare di una questione che attiene solo a una lobby che vuole solamente accreditarsi per essersi interessata di un problema che non cambierà la vita a nessuno.

(Interruzione del consigliere Porcu)

PRESIDENTE. E' stata richiesta la votazione nominale. Invito i consiglieri che appoggiano la richiesta a levarsi in piedi.

(Appoggia la richiesta il consigliere Bruno.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 62 e 142, identici.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Ben Amara - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta:la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 19

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 143.

Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 147.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Signor Presidente, interverrò su questo emendamento e sui due seguenti perché, forse mi sbaglio, ma mi è rimasta di difficile comprensione la stesura dei commi di cui vado a trattare. Mi rifaccio alla scorsa legislatura quando, da parte dell'opposizione, per mia firma, ma anche dei colleghi La Spisa, Lombardo, Petrini e company, noi ponemmo l'accento, sin da allora, sul problema della transazione dei debiti delle imprese. Poc'anzi ho seguito la spiegazione che ha dato il collega Pittalis e la risposta dell'assessore La Spisa sull'emendamento di Pittalis. In effetti la formulazione era quanto mai un po' discutibile dal punto di vista dell'accettazione da parte dell'Unione Europea, ma vado al comma che corregge il comma 9 dell'articolo 27 della legge numero 4. Di fatto sostituisce la frase: "Applicando gli interessi legali vigenti alla data di transazione nel rispetto dei limiti previsti".

Partiamo dal presupposto che l'oggetto allora era quello di portare alla transazione i debiti di tutte le imprese in Sardegna, ma principalmente delle imprese artigiane e delle imprese agricole, ma fermiamoci alle imprese artigiane. La Giunta Soru recepì l'emendamento in sede di collegamento correggendo il comma dove di fatto le transazioni hanno riguardato l'abbattimento dei soli interessi di mora, toglievano gli interessi di mora, ma facevano poi pagare gli stessi interessi sul capitale scaduto al 5 per cento, cioè facevano risparmiare effettivamente qualche migliaio di euro e stop. Tanto è vero che, per quanto riguarda le imprese artigiane, poi seguo, sui 151 milioni di oneri di debiti, praticamente vengono riassorbiti 15 milioni di euro, cioè alla proposta del comma 9 dell'articolo 27 rispose il 10 per cento delle imprese artigiane. Fu un fallimento! Oggi ci si dice: cambiamo, trattiamo con gli interessi maturati adottando gli interessi legali vigenti al momento della transazione, e cioè si parte dal presupposto comunque che la transazione riguarda solo l'abbattimento degli interessi di mora, cioè niente. Se sto sbagliando, correggetemi. Perché vuol dire niente. Vuol dire niente.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 147. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 144.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Ho necessità di svolgere un ragionamento: si dimostrò che quel tipo di transazione proposto dalla Giunta regionale precedente, che di fatto faceva trattare solo sugli interessi di mora, fu un fallimento, poiché su 151 milioni di euro di debiti insoluti solo 15 milioni di euro vennero incassati. Quindi quando noi diciamo che si applicheranno interessi legali al momento della transazione, non stiamo cambiando niente, stiamo restando solo su quel punto, senza cioè trattare i capitali.

Dalla lettera a) del comma 6, che abbiamo già visto, continuando leggiamo che, alla lettera b), si prevede che: "nel comma 10, dopo le parole 'con contestuale soppressione degli stessi fondi, i crediti' sono aggiunte le seguenti: 'in regolare ammortamento'". Il che è un assurdo perché noi stiamo sempre riferendoci ai debiti insoluti. Come si può aggiungere "in regolare ammortamento"? Forse mi sbaglierò, ma allora bisogna che mi spieghiate se sto prendendo una cantonata io. Però siccome il comma 10 ce l'ho di fronte e riguarda sempre la facoltà che ha la Giunta di transare i debiti su fondi di rotazione, quindi la vecchia legge e così via, dopo si legge la frase "può cedere pro soluto, con contestuale soppressione degli stessi fondi, i crediti derivanti dalle operazioni di finanziamento alle imprese effettuate con capitale interamente regionale per il tramite dei soggetti convenzionati", cioè qui si dice che andiamo a transare praticamente con debiti in regolare ammortamento, il che non mi sembra molto chiaro. Se ho il tempo, completo sull'altro emendamento, perché poi, quando si passa al comma 12, il comma 12 si rifà sempre al comma 9 della legge numero 4, dove si dice ancora che la Giunta regionale può proporre transazione nei confronti dei debitori.

Ci sono delle incongruenze, assessore La Spisa, su cui è necessario riflettere, ma l'incongruenza principale è quella che vado a spiegare subito negli altri tre minuti, mi dovete perdonare, di questa esposizione. I tre commi non sono chiari, perché la lettera b) mi sembra formulata un po' male in quanto si tratta non di debiti ma parla di mutui in regolare ammortamento; ripeto ancora la lettera a) e la lettera c) si riferiscono sempre al comma 9 dove la Giunta precedente, di fatto, ha inteso transare solo ed esclusivamente gli interessi di mora: è stato un fallimento completo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'emendamento numero 144, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 145.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (P.d.L.). Il mio intervento è per portare l'attenzione della Giunta su questi tre commi affinché, ove fosse possibile e se necessario, possano essere richiamati e corretti. Ora, qual era lo scopo? Lo scopo è stato quello di far transare i debiti insoluti, la Giunta precedente, con una delibera dell'ottobre scorso, esattamente la numero 56, diede incarico a un advisor, alla KPGM, di stimare i debiti insoluti degli artigiani; stimare vuol dire stabilire qual è il valore di mercato dei debiti insoluti, in quanto, proprio in base al comma 10, si dava la possibilità, così come è oggi, alla Giunta di poter transare sui debiti.

In prima battuta si intese transare sugli interessi di mora e fu un fallimento totale perché di fatto non agevolava niente e nessuno, in seconda battuta la Giunta Soru decise di dare incarico alla KPGM di valutare i debiti insoluti, quei 151 milioni di euro, affinché si dicesse sul mercato quanto valgono i debiti ipotecari, quanto valgono i debiti chirografari. I debiti ipotecari sul mercato valgono il 30 per cento del valore di mercato, i debiti chirografari, sì e no, il 15 per cento, al ché noi facemmo la proposta alla Giunta Soru di costituire un soggetto, tra pubblico e privato, che potesse, dando incarico a un advisor accreditato, stimarli, comperarli chiaramente, acquisirli e rimetterli sul mercato, dando la prelazione, come peraltro dice il comma 10 dell'articolo 27, agli stessi debitori; cioè, se la KPGM mi valuta, quel debito ipotecario, 30 per cento, e me lo paga il 30 per cento, perché io non posso venderlo a un altro soggetto, che io costituisco, senza andare in contrasto con l'Unione Europea, a prezzo di mercato, addirittura superiore, del 100 per cento del prezzo di mercato, e gli consento di rateizzarlo agli interessi legali, quindi un'operazione bancaria pura?

Questo era lo scopo dei nostri emendamenti sulla Giunta Soru; oggi qui si ricalca lo stesso metodo ma, non solo, in certi casi ingarbugliandolo o rendendolo quasi inutilizzabile. Bisogna stare attenti, ciò che si aspetta il mondo delle imprese è la transazione a saldo stralcio di debiti, e siamo in condizione di farlo perché si tratta di debiti su fondi di rotazione che noi non incasseremo mai più come Regione, mentre potremmo incassarne almeno il 60 per cento seguendo questa strada, che è stata proposta, tra l'altro, su una mia proposta di legge presentata in Commissione agricoltura per i debiti agricoli.

Io sono voluto intervenire perché sono poco chiari questi tre commi nella loro stesura e sinceramente, diciamo così, la lettera b) mi sembra molto, molto confusa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 145.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Mariani, Zedda Massimo e Zuncheddu hanno votato a favore e che i consiglieri Greco e Rassu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Bruno - Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Espa - Mariani - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Contu Felice - Cossa - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Planetta - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 43

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 10

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 146, lo metto in votazione. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 148. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 149. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 150 e 366, identici. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione l'emendamento numero 160.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Per invitarla ad andare con un po' più di calma perché dobbiamo leggere di che cosa stiamo parlando. Capisco le sue esigenze ma deve rispettare anche le esigenze di chi vuole leggere gli argomenti e potersi organizzare per fare le sue dichiarazioni. Credo che sia un diritto, non c'è bisogno di correre e di andare a rotta di collo.

PRESIDENTE. E' normale andatura, onorevole Sanna, poi penso che gli argomenti siano abbastanza noti.

Metto in votazione l'emendamento numero 160. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 151. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione gli emendamenti numero 60 e 152, identici. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione l'emendamento numero 153. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 154. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 155. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 156. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 157. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 158. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 159. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 161. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 162.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Sull'emendamento numero 162 annuncio il voto favorevole. Credo che sia importante, anche in una discussione che ha momenti di accelerazione, perché noi oggi qui vogliamo sollevare questioni di merito, e ci sforziamo di farlo su quegli argomenti che riteniamo rilevanti, importanti per questo disegno di legge e anche per le prospettive della nostra Regione, richiamare l'attenzione su come un comma di questo tipo, che prevede una spesa valutata in 60 mila euro all'anno, apparentemente una spesa modesta, non abbia, come molti altri in questo disegno di legge, alcun criterio, non sia descritto in alcun modo a quali tra vari soggetti in particolare sia destinato, chi abbia titolo per riceverlo.

E' uno di quegli emendamenti che risolve piccoli problemi o lascia le mani libere, senza che sia specificato chi può essere ricompreso e chi non possa essere ricompreso, citando genericamente soggetti interessati e programmi di cooperazione europea, cioè virtualmente tutti, qualsiasi soggetto, associazione, ente, società pubblica o privata.

Quindi credo che questo sia uno di quegli esempi, purtroppo negativi, di come questo disegno di legge sia un disegno di legge spurio, pieno di norme mal assemblate, e come queste voci di consulenza - noi ne abbiamo calcolato per oltre 10 milioni di euro, quasi sempre senza criterio o con criteri lasciati alla totale discrezionalità della Giunta - siano una parte importante di questo provvedimento. Quindi, annuncio il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io, invece, rivolgo la domanda diretta alla Giunta. A chi devono andare i 60 mila euro l'anno dal 2009 al 2013? Perché le norme, per poter funzionare, hanno bisogno di certezze; cioè, in questo caso, c'è una spesa autorizzata per ciascuno degli anni da destinare ad attività di comunicazione e animazione territoriale, immagino che siano spese che deve sostenere la Regione direttamente attraverso i propri uffici per organizzare attività di animazione territoriale, quindi riunioni con soggetti istituzionali e sociali, e che pertanto il destinatario sia un Assessorato, che sia un ufficio, che sia una delle agenzie, uno degli enti regionali. Si può sapere a chi vanno? Non credo che sia un mistero. A chi sono destinati questi soldi, Assessore? Ci dica, così possiamo anche più tranquillamente votare a favore. Io voglio votare a favore, perché voglio votare a favore del comma, chiederò una votazione per parti sull'articolo.

Voglio votare a favore, però devo sapere a chi vanno i soldi, perché se vanno a "zia Carolina", io non sono d'accordo. Non mi pare che abbia la funzione "zia Carolina" di svolgere le attività relative all'animazione territoriale e alla comunicazione e animazione territoriale. Immagino che ci sia un soggetto. Lo dico al collega Vargiu, che ogni tanto ci richiama a una certa concretezza, anche a una certa sapienza in queste cose. Noi le abbiamo viste altre volte, anche in altre finanziarie, anche in altri anni e anche in precedenti legislature. Non lo dovremmo fare più. Quando destiniamo una spesa, deve essere indicato chi prende i soldi e chi li deve dare, in modo tale da sapere se quell'ufficio e quel funzionario fanno il proprio dovere, in modo tale da sapere se quel destinatario li ha utilizzati bene, secondo le finalità della legge.

Quindi io vorrei votare, però l'Assessore ci dica a chi vanno questi soldi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

Invito l'Assessore a essere breve. Grazie.

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Replica brevissima. Visto che è stato chiesto, a una curiosità, non credo che si possa non rispondere. Credo che voi tutti sappiate (lo stiamo sperimentando in questi mesi) che, in particolare tra gli enti locali e negli enti locali, i quali sono i primi destinatari delle azioni che possono essere finanziate con i fondi comunitari, vi è una certa difficoltà ad avere la conoscenza dei meccanismi attraverso cui si possono utilizzare correttamente i fondi comunitari.

Abbiamo sperimentato, nella fase di esame della rendicontazione, quanto alcune spese, fatte da comuni magari piccoli o piccolissimi, siano state fatte in buona fede, ma non rispettando le norme europee, per esempio non facendo i bandi per tutte le attività correlate all'utilizzo dei fondi, tanto è vero che non abbiamo potuto rendicontare alcune di queste somme. Quindi, è un'azione, direi, normalissima, ma con un importo molto molto limitato. Obiettivamente, sembrerà strano, ma quando si ha l'esigenza di fare una riunione pubblica, per incontrare gli amministratori o il sistema delle imprese, a volte abbiamo il problema di dover anche prenotare una sala. Allora, avere una disponibilità, direi, minima, perché si tratta di una somma molto molto piccola per ogni anno, credo che sia utilissima per il lavoro che si fa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Mi rendo conto che non può rispondere in continuazione l'Assessore, però certo è che questa sua risposta confligge col fatto che i fondi comunitari vengono programmati con i fondi per la cosiddetta assistenza tecnica, che sono esattamente quelli che servono a fare animazione e a fare le altre cose. Soprattutto mi sembra strano appunto che…

LA SPISA, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Una cosa è l'assistenza tecnica, un'altra cosa…

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Ma l'assistenza tecnica, in senso lato, assolve a quei compiti di cui lei stava parlando, in effetti.

PRESIDENTE. Dichiari il suo voto, onorevole Sanna.

(Interruzione del consigliere Sanna Gian Valerio)

PRESIDENTE. No, lei è intervenuto per dichiarazione di voto, e quindi deve dichiarare il suo voto sull'emendamento. Le ho dato la parola per dichiarazione di voto.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Favorevole.

(Interruzione)

PRESIDENTE. Colleghi, è stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 162.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uras si è astenuto.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Campus - Capelli - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Peru - Piras - Pitea - Planetta - Rassu - Rodin - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Uras.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 38

votanti 36

astenuti 2

maggioranza 19

contrari 36

Poiché il Consiglio non è in numero legale, i lavori riprenderanno domani, mercoledì 29 luglio, alle ore 10. Comunico che domani, mercoledì 29 luglio, alle ore 9 è convocata la terza Commissione.

La seduta è tolta alle ore 21 e 09.



Allegati seduta


Risposta scritta ad interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione Ladu sull'elezione del presidente del Consorzio per l'area di sviluppo industriale della Sardegna centrale di Nuoro. (29)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, trasmetto la nota n. 726/gab del 3 luglio 2009 inviatami dall'Assessore dell'industria.

PREMESSA

Dalle disposizioni di cui alla Legge Regionale 25 luglio 2008, n. 10 concernente "Riordino delle funzioni in materia di aree industriali", si appalesa la precisa volontà del legislatore regionale di riconoscere ai Consorzi Industriali, rispetto a quanto accadeva in passato, una maggiore autonomia dall'Ente Territoriale Regionale.

Al riguardo e con specifico riferimento alla questione di cui all'oggetto, si evidenzia che sulla base dell'articolo 27 del nuovo schema di statuto, siffatti Enti sono assoggettati solo a un generico potere di coordinamento, tutela e vigilanza da parte della RAS. Si tratta di un potere di indirizzo e di programmazione, oltre che di controllo contabile, che però non implica l'ingerenza della Regione nelle decisioni e nelle nomine degli organi dei Consorzi (mentre, fino all'entrata in vigore della L.R. 10/2008, lo Statuto tipo per i consorzi di sviluppo industriale della Sardegna, approvato con Decreto n. 115 dell'11 febbraio 1998 dell'Assessore dell'Industria, attribuiva, all'art. 24, all'Assessore dell'Industria la competenza a designare il Presidente del Collegio dei Revisori e uno dei membri supplenti), né la possibilità di rilevare eventuali incompatibilità. Ciò è, altresì, confermato dalla disposizione di cui all'art. 4, comma 6, della citata Legge Regionale secondo cui il Collegio dei Revisori è eletto dall'Assemblea (convocata e presieduta dal Presidente della Provincia, in sede di prima applicazione della normativa ai sensi dell'art. 5, comma 2, L.R. 10/2008), escludendo, pertanto, con chiarezza un qualunque ruolo attivo da parte della Amministrazione Regionale.

Invero, per maggior completezza, si rileva che sebbene sia stato approvato definitivamente, il nuovo schema di statuto non è stato adottato da nessuno dei nuovi Consorzi industriali provinciali.

Restano, pertanto, vigenti i vecchi statuti che attribuiscono alla Regione un potere di controllo e vigilanza più incisivo (fatto questo che, evidentemente, si contrappone alla nuova configurazione e all'autonomia che la Legge attribuisce agli Enti in esame quali attualmente costituiti), che tuttavia, non si estende alla fattispecie in parola.

Infine, si ricorda che, comunque, i Consorzi industriali sono sottoposti, ai sensi del D.P.R. 348/79, art. 37, comma 2, lett. e), al coordinamento, vigilanza e tutela della Regione. La Regione esercita il potere di coordinamento anche attraverso direttive obbligatorie, impartite ai Consorzi ed esercita la vigilanza sull'attività degli stessi mediante il controllo dei Piani economico finanziari, del bilancio consuntivo e del piano triennale di coordinamento, e verifica, inoltre, anche la conformità degli statuti consortili allo statuto tipo.

RISPOSTE

Con riferimento al punto 1, nessuna segnalazione al riguardo è pervenuta a questo ufficio.

Per quanto riguarda il quesito di cui al punto 2 dell'interrogazione in oggetto, in merito all'incompatibilità della carica di Assessore di un Comune (Siniscola) consorziato con quella di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti di un Consorzio Industriale Provinciale (Consorzio Provinciale della Provincia di Nuore), si rappresenta quanto segue.

Come detto in premessa, si ribadisce che alla Regione non compete sindacare le nomine degli organi dei consorzi.

Tuttavia, volendo comunque entrare nel merito della questione, si evidenzia che con riferimento all'incompatibilità per la carica di revisore trova applicazione la disciplina recata dal codice civile e dalla normativa vigente (D.P.R. 6.3.1998 n. 99 regolamento recante norme concernenti le modalità di esercizio della funzione di revisore contabile): né l'art. 2399 del codice civile, né l'art. 11 del citato D.P.R. n. 99/1998, annoverano detta fattispecie tra le cause che determinano la incompatibilità e l'eventuale sospensione del revisore contabile. Inoltre, l'articolo 13 del nuovo schema di statuto tipo, peraltro non ancora adottato come sopra detto, concernente gli organi del Consorzio, individua, come unica incompatibilità, quella relativa alla qualifica di dipendente del Consorzio medesimo, mentre il vecchio statuto nulla prevede al riguardo.

L'incompatibilità non si evince neanche dalla lettura del combinato disposto degli articoli 2399 c.c. e 236, primo comma, del T.U. degli enti locali - D.L.vo 267/2000 (qualora si volesse consideralo applicabile, visti i numerosi richiami contenuti nella L.R. 10/08 al T.U. citato e, più in particolare, l'articolo 3, primo comma, dell'anzidetta legge secondo cui "la gestione delle aree industriali aventi dimensione sovra comunale di cui alla tabella A è affidata ad un consorzio costituito ai sensi dell'art. 31 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 "; tale disposizione è consacrata nell'ari. 1 del nuovo schema di statuto, che qualifica il Consorzio industriale provinciale Ente pubblicò ai sensi del suddetto articolo 31).

Invero l'art. 236 del D.L.vo 267/2000 - che rinvia all'art. 2399 c.c. per le ipotesi di incompatibilità relative ai revisori, precisando che per amministratori si debba intendere componenti dell'organo esecutivo dell'ente locale -, prevede che non può essere nominato revisore di un ente locale chi fa parte dell'organo esecutivo del medesimo. Sulla base del dettato normativo, strettamente inteso, l'incompatibilità riguarderebbe, quindi, la carica di revisore del consorzio e quella di membro dell'organo esecutivo dell'ente stesso, che ha una propria autonomia, e non dei comuni che ne fanno parte.

Tuttavia, stante la funzione attribuita al collegio dei revisori, che è un organo di controllo "esterno" titolare della funzione di revisione interna, che deve essere, quindi, indipendente, sarebbe quantomeno oppurtuno che detta carica non fosse attribuita a un esponente dell'organo esecutivo dei comuni che fanno parte del consorzio medesimo.

La risposta al quesito di cui al punto 2, risolve anche l'interrogazione formulata nel punto 3.

Quanto al punto 4, si evidenzia che comunque la responsabilità delle nomine e degli incarichi è in capo agli organi consortili.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Dedoni sulle problematiche inerenti l'organizzazione e la direzione dei Servizi territoriali demanio e patrimonio di Oristano, Nuoro e Medio Campidano ed enti locali di Oristano dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica. (31)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, trasmetto la nota n. 1074/gab del 14 luglio 2009 inviatami dall'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

L'interrogazione verte, in maniera generica, su di un presunto malfunzionamento dei Servizi indicati in oggetto che risiederebbe in inefficienze di carattere organizzativo e di direzione e che si estrinsecherebbe "In notevoli ritardi ed incertezze nella conclusione dei procedimenti amministrativi, ritardi e disservizi portati talvolta alla ribalta ed evidenziati dagli organi di stampa" e che sarebbe, da tempo, oggetto di lamentele da parte dell'utenza (privati ed enti pubblici).

Posto che non constano lamentele da parte dell'utenza, per quanto attiene alla durata del procedimenti o ad "incertezze" nel definire i medesimi o, comunque, riferibili a situazioni e comportamenti suscettibili di determinare un "senso di sfiducia nella pubblica amministrazione", si osserva che la genericità di quanto asserito nel documento, non consente, proprio per la mancanza di richiamo a precisi procedimenti o situazioni o comportamenti, di fornire puntuali elementi conoscitivi al loro riguardo.

Anche con riferimento ad articoli di stampa come quello pubblicato, venerdì 15 maggio u.s., dal quotidiano L'Unione Sarda con il titolo "Bosa - Via la sabbia in eccesso dalla marina - I lavori la prossima settimana", quanto riportato non è fondato sui fatti.

Vale, infatti, evidenziare che:

1) il Comune di Bosa ha richiesto l'autorizzazione di che trattasi con nota prot. n. 3588 del 6 aprile 2009;

2) con determinazione rep. n. 817/DOR del 7 aprile 2009 (e, quindi, del giorno successivo a quello della richiesta) il Comune è stato autorizzato "a provvedere, nel contesto di un generale intervento di pulizia e riordino dell'arenile in località Bosa Marina, allo spianamento, con mezzo meccanico gommato, degli eccezionali accumuli sabbiosi, prodotti dall'imperversare dei forti venti invernali";

3)il Comune di Bosa ha posto mano all'esecuzione dei lavori utilizzando, anziché il prescritto mezzo meccanico gommato, un mezzo meccanico cingolato: ergo i lavori sono stati bloccati dall'Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa Marina;

4) il Comune di Bosa ha chiesto, allora, di poter essere autorizzato all'uso del mezzo meccanico cingolato (asserendo la difficoltà ad operare con il mezzo gommato; "difficoltà" che, per quel che si sa, risiede nel fatto che il Comune ha convenuto con i concessionari che l'intervento sarebbe stato a loro carico ed i concessionari hanno la disponibilità di un mezzo cingolato e non gommato);

5)la richiesta all'uso del mezzo cingolato, contrastando con le direttive vigenti in materia, non poteva essere rilasciata;

6)dall'articolo in esame si è appreso che, ad oltre un mese dal rilascio dell'autorizzazione, i lavori sarebbero stati realizzati con il mezzo meccanico prescritto dal Servizio regionale.

Ciò posto, non può non rilevarsi che se il Comune di Bosa, anziché tergiversare e perdere tempo insistendo per essere autorizzato ad usare il mezzo cingolato, avesse eseguito i lavori come da autorizzazione, avrebbe avuto l'arenile pulito e riordinato sin dal mese di aprile, pronto ad accogliere turisti e bagnanti.

Si ribadisce, pertanto, la genericità delle asserzioni su cui poggia e si sviluppa l'interrogazione di che trattasi, e si osserva che forse sarebbe opportuno chiedere al consigliere interrogante di far conoscere quali sarebbero i procedimenti che si caratterizzerebbero per ingiustificati ritardi od "incertezze" nella loro definizione, ciò al fine di fornire puntuali elementi conoscitivi al loro riguardo.

Si resta a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti in merito a quanto esposto.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Milia sulla congruità dell'attuale attività dell'Agenzia regionale per il lavoro. (34)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, trasmetto la nota n. 966 del 10 luglio 2009 inviatami dall'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.

L'Agenzia Regionale per il Lavoro, il cui stato giuridico e le conseguenti funzioni sono state ridefinite dalla L.R. n. 20 del 2005, in particolare all'art.15, fu istituita con la L.R. n.
33 del 1998, con le caratteristiche di un fondo a gestione speciale extra bilancio ordinario
ed una serie di competenze che spesso si sovrapponevano a quelle dell'Assessorato del
lavoro. Condizione questa, che nel tempo ha ingenerato non poche difficoltà di raccordo
ed interazione.

La normativa regionale di riordino, se dal punto di vista giuridico ha meglio definito gli ambiti entro i quali l'organismo in trattazione deve operare, non ha però introdotto in modo organico quelli che sarebbero, dovuti essere, in analogia alle altre Agenzie regionali gli elementi certi di riferimento per una sua corretta gestione. Da qui, in particolare, nascono incongruenze, contraddittorietà nell'azione amministrativa, nonché disorganicità gestionali e confusione programmatoria.

In questo quadro deve essere anche riferito come il percorso di approvazione relativo al regolamento interno dell'Agenzia non ha completato il previsto iter, in quanto ne è stata omessa la trasmissione al competente organo dell'Amministrazione. Al pari, stessa sorte, è stata riservata al programma annuale, rispetto al quale, all'atto dell'insediamento dell'attuale Esecutivo, non risulta traccia formale, seppure una parte di quel piano in buona sostanza fosse ricompreso nei documenti presentati in sede di "Conferenza Regionale per l'occupazione" svoltasi a Cagliari il 4 ed il 5 dicembre 2008, i cui atti però non sono mai stati portati all'attenzione della Giunta regionale. Conseguentemente, il suo iter di effettiva approvazione non è mai stato avviato nelle forme e secondo le modalità previste dalla L.R. n. 20 del 2005 all'art. 13. Pertanto l'azione dell'Agenzia è fortemente condizionata dall'estemporaneità e dalle contingenze che si verificano e che di volta in volta venivano portate all'attenzione dell'Esecutivo Regionale.

E', per conseguenza, evidente come in questo sistema di carenza sostanziale e formale di regole e di organici programmi, tutti gli iter, anche relativi all'approvazione dei documenti contabili, non abbiano seguito un percorso ordinario ed ordinato, ma si è spesso ricorso ad interpretazioni analogiche. Tuttavia, aldilà del controllo di merito e legittimità sugli atti posti in essere dall'organo esecutivo, effettuati dal Collegio dei Revisori, quale organo a ciò deputato dalla legge regionale all'art. 16 e secondo i compiti meglio specificati nel successivo art. 17 della già richiamata L.R. n. 20 del 2005, al momento tutti i documenti contabili risultano aver acquisito le approvazioni di rito, seppure alcuni a "sanatoria".

In ordine ai trasferimenti di cui l'Assessorato del lavoro è titolare per legge si evidenzia che ai sensi della vigente normativa sono stati trasferiti i 4/12 delle poste previste nel bilancio ordinario della Regione per il 2009. Secondo la vigente normativa sono in corso di definizione i provvedimenti per i trasferimenti degli ulteriori 4/12, sempre che non sia richiesto e giustificato il trasferimento di tutti gli stanziamenti in conto competenza ancora disponibili nei relativi capitoli di spesa dell'Assessorato.

In questa quadro sufficientemente problematico è apparsa anche la carenza di una normativa certa sulla transizione a cui è sottoposto l'organo esecutivo dell'Agenzia nella figura del Direttore, la cui decadenza è legata alla conclusione della legislatura regionale.

Nelle more dell'espletamento della selezione pubblica del nuovo Direttore dell'Agenzia, alfine di porre rimedio a questa carenza, la Giunta regionale ha adottato una deliberazione di proroga temporanea delle funzioni in capo al Dirigente in carica all'atto di scioglimento del Consiglio regionale.

In questa situazione l'Assessorato del Lavoro, per la parte di competenza e sulla base di specifico atto di indirizzo della Giunta regionale ha dovuto, operare in termini di supplenza rispetto alle carenze evidenziate, nella convinzione che la norma di riferimento abbia comunque necessità di una profonda ed organica rivisitazione.

In data 3 luglio 2009, con delibera Giunta regionale 31/1, è stato revocato l'incarico di Direttore provvisorio dell'Agenzia.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Dedoni sul rilascio da parte del Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano delle autorizzazioni temporanee per lo svolgimento di manifestazioni sportive. (35)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, trasmetto la nota n. 1075/gab del 14 luglio 2009 inviatami dall'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.

Con espresso riferimento all'iter procedimentale dell'istanza di autorizzazione demaniale marittima avanzata dal CONI - Comitato provinciale di Oristano - per lo svolgimento, durante la giornata di domenica 31 maggio 2009, delle manifestazioni relative alla VI Giornata nazionale dello sport nella borgata marina di Torregrande - l'interrogazione in argomento ha rilevato che il competente Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano, Nuoro e Medio Campidano (a differenza di quanto farebbero i Servizi delle altre province), "ha subordinato la concessione dell'autorizzazione al pagamento di un canone demaniale pari a 345,89 euro, come già accaduto in precedenti occasioni" con ciò determinando "una evidente situazione di disparità di trattamento che penalizza pesantemente la provincia di Oristano e, a lungo andare, rischia di scoraggiare le associazioni che intendono valorizzare il territorio e nel contempo educare i giovani al rispetto dell'ambiente e della convivenza civile".

A tal riguardo si rileva che il Servizio territoriale sunnominato ha doverosamente richiesto, prima del rilascio del provvedimento autorizzatorio, il pagamento del canone (dovuto allo Stato), del sovracanone e delle spese di istruttoria (dovuti alla Regione, a parziale compensazione degli oneri di gestione del demanio e per la redazione degli atti preparatori del PUL, nonché per l'eventuale sostegno finanziario ai Comuni per la predisposizione di servizi essenziali afferenti al demanio marittimo), coerentemente con quanto previsto dal procedimento per il rilascio delle autorizzazioni temporanee per l'uso di arenili a scopo turistico-ricreativo.

In particolare, per quanto attiene al pagamento del canone, i rappresentanti del Comitato richiedente sono stati informati che la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007), all'art. 1, comma 251, lett. c), punto 2, ha espressamente disposto sulle "concessioni demaniali marittime assentite alle società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro affiliate alle federazioni sportive nazionali con l'esclusione dei manufatti pertinenziali adibiti ad attività commerciali" prevedendo una riduzione del canone in misura del 50%.

Inoltre, con riferimento al sovracanone è stata richiamata la determinazione n. 2220/D del 29 dicembre 2003, adottata dai direttori dei Servizi demanio e patrimonio, centrale e territoriali, che, all'art. 2 comma 3, ha precisato che esso è dovuto per tutte le concessioni e/o autorizzazioni per finalità turistico ricreative - con la sola eccezione per le concessioni rilasciate agli enti pubblici - secondo le misure stabilite nella tabella allegata alla medesima determinazione.

E' stata, altresì, richiamata la determinazione interdirettoriale n. 355/D del 21 marzo 2006 che ha esentato dal pagamento del sovracanone i soggetti privati, Enti e/o Associazioni di volontariato, non aventi scopi di lucro, con finalità umanitarie o culturali, ecc., "a condizione che l'esercizio della concessione sia rivolto a soddisfare esclusivamente attività rivolte all'assistenza dell'infanzia, degli anziani e dei diversamente abili e non sia, inoltre, esercitata all'interno delle aree demaniali alcuna attività commerciale".

Tutto ciò premesso, sono stati richiesti al CONI - Comitato provinciale di Oristano - i pagamenti dovuti (canone: € 204,56; sovracanone: € 100,00; spese di istruttoria: € 52,00 - di fatto sono stati versati, per errore del richiedente - € 53,00 - per complessivi € 357.56) ed è stata definita la pratica, nell'ultimo giorno utile, con l'adozione della determinazione n. 1313/29 maggio 2009.

Alla luce di quanto esposto, si ritiene che il competente Servizio territoriale demanio e patrimonio di Oristano, Nuoro e Medio Campidano abbia operato nel rispetto delle disposizioni vigenti.

In conclusione non appare superfluo rammentare che la Giunta regionale, con deliberazione n. 25/17 del 26 maggio 2009, ha subordinato il rilascio di tutte le autorizzazioni demaniali marittime per lo svolgimento di attività ludico-ricreative, sportive e cinematografìche al pagamento del canone e del sovracanone nonché alla prestazione di adeguate garanzie per responsabilità civile verso terzi, danni ambientali e patrimoniali al compendio e alle aree limitrofe concesse per gli eventi connessi alla manifestazione.

Risposta scritta dell''Assessore dell'industria all'interrogazione Piras - Diana Mario - Contu Mariano - Zedda Alessandra - Tocco - Stochino - De Francisci - Sanna Matteo sulla situazione ambientale dopo la chiusura della miniera d'oro di Furtei. (51)

In riferimento all'interrogazione in oggetto, trasmetto la nota n. 722/gab del 2 luglio 2009 inviatami dall'Assessore dell'industria.

Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si richiama il contenuto della relazione a mia firma, già inviata alla S.V., di cui si allega copia ad ogni buon fine.

Ad integrazione della stessa, si fa presente che in data odierna, tenuto conto della manifestazione dei lavoratori davanti al Palazzo della Regione in viale Trento, ho ricevuto una delegazione degli stessi, con le Segreterie Territoriali Uilcem, UIL, Filcem, CGIL, le R.S.U., il Sindaco e l'Assessore del Comune di Serrenti, ai quali è stato precisato, dal responsabile del settore lavoro del servizio politiche per il lavoro e le pari opportunità dell'Assessorato al lavoro, opportunamente presente all'incontro, che gli emolumenti spettanti ai dipendenti saranno in pagamento entro il prossimo 4 luglio.

Cronistoria:

- La società Sardinia Gold Mining SpA dichiara il fallimento e la relativa liquidazione (sentenza del tribunale di CA n. 15/09 del 05 marzo 2009).

- Il 20 aprile 2009 con nota del curatore fallimentare (Dott. Fabio Murgia) viene comunicata alla RAS la rinuncia alla concessione mineraria che sarebbe dovuta scadere naturalmente il 04 ottobre 2009. In tale data il curatore dichiara altresì che a far data dal 30 giugno 2009 non potrà garantire la presenza di personale per la sorveglianza degli impianti e la custodia delle pertinenze.

- Dal 05 marzo 2009 fino al 05 marzo 2010 è riconosciuta per un massimo di 42 unità lavorative la CIGS prevista "a zero ore, a rotazione e compatibilmente con le esigenze della società SGM di garantire la guardiania del sito" (Decreto concessione CIGS fasc. 32057/B del 25 maggio 2009).

- In data 11 maggio 2009 c'è stato un'incontro presso l'Assessorato dell'Industria. Erano presenti l'Assessore dell'industria, l'Assessore della difesa dell'ambiente, i Sindaci dei Comuni di Furtei, Guasila, Segariu e Serrenti, il curatore fallimentare, le organizzazioni sindacali territoriali CGIL, UILCEM e UIL e il responsabile del settore governo titoli minerari della RAS. In tale riunione si è discusso delle criticità in termini di pericolo ambientale e del problema della disoccupazione. E' stato chiesto, dal rappresentante sindacale della CGIL, alla RAS di far intervenire l'IGEA per le bonifiche ambientali. Le problematiche del sito sono meglio rappresentate nel promemoria ad uso interno redatto in data 25 maggio 2009 dal Servizio attività estrattive a firma del coordinatore del settore p.m. Pietro Cabiddu. L'esito dell'incontro è che le Amministrazioni locali si faranno carico di affidare la realizzazione del progetto relativo al recupero ambientale e la messa in sicurezza dell'area estrattiva.

- In data 10 giugno 2009 il Servizio Attività estrattive (tecnico incaricato p.m. Sandro Tarozzi), effettua un sopralluogo nel sito minerario avente lo scopo di accertare lo stato delle condizioni minime di sicurezza e la custodia della miniera come previsto dalla norma. Nel documento viene messo in evidenzia che il Direttore dei lavori p.m. Sandro Boi, ha segnalato al curatore fallimentare (in data 25 maggio 09 e sollecitato in data 03 giugno 09) l'esigenza di autorizzare la spesa relativa ad alcuni interventi urgenti: ricambi per le pompe, pulizia con fasce antincendio nelle zone degli impianti, fornitura di gasolio per il funzionamento di alcuni impianti, riparazione del mezzo impiegato dal personale dedito alla manutenzione e sorveglianza, smaltimento di confezioni di materiale tossico ancora integre. Dette richieste risultano alla data dell'accertamento non soddisfatte. In data 12 giugno 2009 le Segreterie Provinciali (CGIL, CGIL FILCEM, CISL, UILUILCEM, EMCA CISL) del Medio Campidano scrivono al Presidente della Regione Sardegna, all'Assessore all'industria, all'Assessore all'ambiente e all'Assessore al lavoro per chiedere un'incontro per discutere sulla vertenza della miniera.

- In data 15 giugno 2009 i Sindaci dei comuni di Furtei, di Guasila, di Segariu e di Serrenti scrivono al Presidente della Regione Sardegna, all'Assessore all'industria, all'Assessore all'ambiente, all'Assessore al lavoro, al Presidente della provincia del Medio Campidano, alle associazioni sindacali, alle RSU e al curatore fallimentare per chiedere la convocazione con procedura d'urgenza di un tavolo tecnico-politico al fine di valutare gli interventi urgenti (ricambi per le pompe, pulizia con fasce antincendio nelle zone degli impianti, fornitura di gasolio per il funzionamento di alcuni impianti, riparazione del mezzo impiegato dal personale dedito alla manutenzione e sorveglianza, smaltimento di confezioni di materiale tossico ancora integre), e le modalità con le quali disporre delle risorse economiche per il presidio, i ripristini ambientali, la valorizzazione del sito e l'impegno dei lavoratori attualmente in cassa integrazione in tutte queste fasi. (La cifra prospettata dai sindaci per svolgere tale attività è di circa 25 milioni di euro oltre ad una cifra da determinare per gli smaltimenti in discarica e una quota annuale di 1,1 milioni di euro per il presidio).

- Contestualmente viene presentato il progetto (relazione e quadro economico) per: "intervento di bonifica, ripristino e valorizzazione del compendio minerario aurifero nei comuni di Furtei-Guasila-Segariu-Serrenti" come da esito finale dell'incontro dell'11 maggio 2009 che da un primo esame da parte degli uffici non risulta adeguato.

- Il 22 giugno 2009 l'Assessore all'industria ha incontrato i sindacati (vedi verbale allegato).

- La lettera del Sindaco di Serrenti, Luca Becciu è da me ritenuta non meritevole di risposta in quanto trattasi di mere asserzioni, per la maggior parte non corrispondenti al vero.

- Un discorso a parte merita, invece, la posizione del curatore fallimentare e l'attività dallo stesso svolta. Come noto infatti la competenza del curatore fallimentare è quella di amministrare il patrimonio della società fallita tra cui rientra anche l'attività di custodia dei beni. Nel mom ento in cui il curatore cerca di sottrarsi agli adempimenti di sua spettanza per attribuirli all'Assessorato, è di tutta evidenza che spetta alla struttura dell'Assessorato medesimo, che la legge 31/98 identifica quale centro di responsabilità, nelle persone del direttore generale e del direttore del servizio competente, fornire adeguate risposte e adottare tutti i provvedimenti necessari ed opportuni.

- Pertanto, nel condividere le indicazioni date dalla struttura dell'Assessorato e in particolare i contenuti della recente nota a firma del Direttore Generale, si elencano di seguito alcune proposte che tengono conto anche dell'esigenza di impiego dei lavoratori ex-SGM nelle more del compimento dell'iter autorizzativo delle opere di bonifica.

a) Per fronteggiare l'emergenza (ricambi per le pompe, pulizia con fasce antincendio nelle zone degli impianti, fornitura di gasolio per il funzionamento di alcuni impianti, riparazione del mezzo impiegato dal personale dedito alla manutenzione e sorveglianza, smaltimento di confezioni di materiale tossico ancora integre), si propone il ricorso al "Fondo di riserva per le spese impreviste" per l'importo di 1 milione di euro.

b) Per la bonifica del sito le soluzioni alternative proposte sono:

1. affidamento ad Igea Spa;

2. affidamento al Consorzio ATI/INFRAS;

3. affidamento al Consorzio Territorio e Ambiente TEA.

Le spese stimate dal Servizio per realizzare i necessari interventi di bonifica e messa in sicurezza del sito ammontano complessivamente a 10 milioni di euro.

Testo dell'interrogazione annunziata in apertura di seduta

Interrogazione Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sull'uso clientelare delle norme contenute nella legge regionale n. 13 del 2005, in materia di nomina dei commissari presso i comuni.

I sottoscritti,

PREMESSO che, con delibera della Giunta regionale n. 33/3 del 16 luglio 2009, è stato nominato a seguito della mancata presentazione delle liste dei candidati al consiglio comunale di Bidonì, un commissario ai sensi della legge regionale n. 13 del 2005;

CONSIDERATO che il Comune di Bidonì, come da altra parte numerosi altri comuni negli ultimi anni, trovandosi nelle condizioni di scioglimento dei rispettivi consigli comunali, risultavano già in regime di commissariamento e, pertanto, non si poneva affatto la necessità di operare una nuova nomina di commissari per assicurare la continuità dell'azione amministrativa;

EVIDENZIATO che, al contrario, la Giunta regionale, ignorando che la posizione del commissario di nomina regionale, in analogia a quello prefettizio, si colloca in posizione di indipendenza non soltanto rispetto alle situazioni locali che hanno generato lo scioglimento degli organi, ma ancor di più in una condizione di assoluta equidistanza rispetto alle impostazioni o alle sensibilità politiche del governo regionale;

DATO ATTO che, poiché il Comune di Bidoni disponeva di un commissario già nominato dalla Regione a seguito del precedente scioglimento degli organi comunali, e che la Giunta regionale o ignorando tale circostanza ovvero, assai più gravemente, volendo rimuovere a favore di una figura di maggior gradimento politico il commissario in carica, con la delibera citata, senza neppure fare accenno alla preesistenza di una figura commissariale, ha nominato un nuovo commissario ingenerando, peraltro, un conflitto di legittimazione fra le due figure;

ACCERTATO che lo spirito delle norme di cui alla legge regionale n. 13 del 2005, nel riportare nell'alveo delle competenze della Regione le attribuzioni già in capo ai prefetti, non è affatto quello di prospettare attraverso le suddette prerogative l'esercizio di poteri discrezionali o di parte che si configurano come una e vera e propria attività di "spoil system" ovvero di distribuzione a propri simpatizzanti della titolarità di cariche o funzioni pubbliche;

EVIDENZIATA la palese lesione degli stessi interessi dei cittadini del Comune di Bidonì che si vedono privati di una figura di riferimento che attraverso la sua opera ha determinato una relazione funzionale con i bisogni della comunità e che gli interessi pubblici prevalenti sono da ritenersi quelli della comunità e non già quelli sottesi all'interesse politico del soggetto che opera le nomine,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere se:

1) non ritengano necessario ed urgente revocare la propria delibera in sede di autotutela al fine di rimuovere il contrasto fra la legittimazione del commissario già nominato antecedentemente alle elezioni comunali del 6 e 7 giugno 2009, e quello indicato nella citata delibera;

2) non ritengano necessario che l'applicazione di disposizioni di tale delicatezza debba avvenire prioritariamente nel rispetto dell'interesse pubblico prevalente ovvero quello della comunità impedendo che le disposizioni di legge volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni non vengano ridotte a norma atta esclusivamente a concretare occupazione del potere da parte di uno schieramento di governo rispetto a cariche e ad uffici che godono di una speciale caratteristica di indipendenza da simili condizionamenti;

3) non ravvisino una lesione degli interessi dei cittadini interessati che, senza alcuna motivazione, si vedono privati della figura che per svariati mesi è stata di riferimento ai bisogni ed alle necessità comunitarie;

4) non ritengano indispensabile che la rimozione dei commissari già in carica debba avvenire o per dimissioni volontarie dell'interessato, ovvero per gravi e pregiudizievoli contrasti e violazioni di legge degli stessi.