Seduta n.187 del 10/03/2011
CLXXXVII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Giovedì 10 marzo 2011
Presidenza del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 34.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 19 gennaio 2011 (180), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Roberto Capelli, Rosanna Floris, Marco Meloni, Eugenio Murgioni, Antonio Pitea, Carlo Sechi ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 10 marzo 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui criteri di finanziamento delle domande per il Master & Back 2010". (505)
"Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulla ventilata chiusura delle sedi pediatriche di Nuoro e Oliena". (506)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sugli incarichi di docenza presso il Centro linguistico di Ateneo dell'Università di Cagliari". (507)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle conseguenze derivate dalla divulgazione dei dati relativi agli invalidi civili delle Province di Sassari e Olbia-Tempio da parte dell'INPS nazionale". (508)
"Interrogazione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulle vaccinazioni antinfluenzali". (509)
"Interrogazione Cuccu - Agus, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento del secco residuo dei comuni della Provincia del Medio Campidano al termovalorizzatore del Cacip". (510)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'istituzione del sito www.malattieraresardegna.it da parte della ASL di Cagliari e della Regione Sardegna". (511)
"Interrogazione Porcu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di assicurare adeguata pluralità di offerta nei collegamenti marittimi con le isole minori". (512)
"Interrogazione Bruno - Uras - Salis, con richiesta di risposta scritta, in relazione alla violazione dell'ordine del giorno 22 dicembre 2010, n. 42 (Bruno - Diana Mario - Steri - Uras Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Cocco Daniele Secondo - Barracciu - Capelli - Lai - Locci - Porcu - Sabatini - Sanjust - Zedda Alessandra) sull'attuazione del nuovo articolo 8 dello Statuto speciale relativo alle entrate della Regione Sardegna". (513)
"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla istituzione del Liceo musicale e coreutico presso l'Istituto magistrale statale "Carlo Baudi di Vesme" di Iglesias". (514)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura per una settimana dell'Ospedale Sirai di Carbonia per il potenziamento dell'impianto elettrico". (515)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo da parte dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell'esitare le pratiche afferenti il microcredito". (516)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima ed inaccettabile situazione legata ai disagi patiti dai pendolari del Sulcis Iglesiente". (517)
"Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle ripercussioni che i tagli, decisi per l'anno 2011 dalla finanziaria regionale, stanno determinando presso l'ARST Spa". (518)
"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'Ospedale Sirai di Carbonia a causa dei lavori nella centrale elettrica". (519)
"Interrogazione Zuncheddu - Sechi - Uras - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla verifica della correttezza delle procedure attuate da parte dell'Amministrazione regionale per l'affidamento di lavori di manutenzione, individuazione di fornitori di attrezzature e materiali di consumo nel Centro regionale di formazione professionale (CRFP) di Cagliari-Mulinu Becciu (ex Cisapi) e per le attività formative e l'affidamento a impresa esterna delle attività corsuali svoltesi nel CRFP di Oristano Sede di Ales". (520)
"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di prevedere un piano di emergenze affinché la Sardegna sia preparata a ricevere il possibile flusso migratorio proveniente dalle coste nordafricane". (521)
"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sul parto urgente occorso nell'ormai chiuso punto nascita di Sorgono". (522)
"Interrogazione Piras - Diana Mario - Stochino - Contu Mariano Ignazio - Zedda Alessandra - Peru - Greco - Locci - Bardanzellu - Pittalis - Randazzo - Murgioni - Campus - Tocco - Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa alla nota dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente 8 febbraio 2011, prot. n. 2481, relativa al conferimento del rifiuto urbano secco residuo del Medio campidano presso il termovalorizzatore del Cacip nella zona industriale di Macchiareddu (CA)". (523)
"Interrogazione Cuccu - Cucca - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla nomina degli esperti della Commissione consultiva di valutazione per l'acquisto di stalloni riproduttori da destinare al Dipartimento di ricerca per l'incremento ippico". (524)
"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulle scelte dell'Unire relativamente ai calendari delle corse negli ippodromi sardi". (525)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Locci - Bardanzellu - Campus - Ladu - Randazzo - Sanna Paolo Terzo - Petrini - De Francisci - Floris Rosanna - Tocco - Greco - Pitea - Rodin - Lai - Murgioni - Zedda Alessandra - Gallus - Piras - Contu Mariano Ignazio - Peru - Amadu - Sanjust - Pittalis - Diana Mario sulla grave situazione occupazionale legata alla messa in mobilità del personale della compagnia aerea Meridiana e sulle possibili opzioni per affrontare il problema". (201)
"Interpellanza Bruno - Caria sull'annunciata cessazione dell'attività di Enermar trasporti Srl sulla tratta La Maddalena-Palau". (202)
"Interpellanza Espa - Zedda Massimo - Tocco - Meloni Francesco - Artizzu - Sanna Matteo - Moriconi - Contu Felice - Salis - Uras - Zuncheddu - Porcu - Diana Giampaolo - Maninchedda - Meloni Marco - Capelli - Zedda Alessandra - Rodin sul muro in fase di edificazione in Piazza Deffenu a Cagliari". (203)
"Interpellanza Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Planetta - Cappai - Mula - Artizzu - Capelli - Fois - Agus - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Mariani - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Salis - Uras - Bruno sullo stato della filiera vitivinicola in Sardegna ed in particolare sulle politiche regionali relative al rilancio delle produzioni vinicole sarde di qualità". (204)
"Interpellanza Tocco per proroga dei termini di presentazione SAL - ultimazione lavori ai sensi della legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51, e successive modifiche ed integrazioni". (205/C-6)
"Interpellanza Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Lotto - Cocco Pietro - Sechi - Zedda Massimo sulla situazione gravissima della Società bonifiche sarde Spa". (206)
"Interpellanza Barracciu - Bruno - Lotto - Manca - Moriconi sulla gravità della situazione nella quale versano i servizi di trasporto pubblico locale e sulla relativa drastica riduzione dei posti di lavoro". (207)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Zedda Massimo sui gravi ritardi della sanità in Sardegna sui disturbi del comportamento alimentare". (109)
"Mozione Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sui ritardi della firma dell'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (110)
"Mozione Sanna Giacomo - Diana Mario - Tocco - Steri - Biancareddu - Obinu - Contu Felice - Cappai - Greco - Maninchedda - Dessì - Planetta - Cossa - Peru - Pittalis - Piras - Randazzo - Zedda Alessandra - Murgioni - Artizzu - Sanna Matteo - Campus - Stochino - Meloni Francesco - Mula - De Francisci sul trasporto marittimo Sardegna-Continente-Sardegna-isole minori, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (111)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Date le assenze, chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la richiesta è accolta. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle 16 e 43, viene ripresa alle 16 e 55.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 111 abbinata alle interpellanze numero 98, 153, 202.
E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Presidente, questa mozione è stata firmata da una parte consistente del nostro Gruppo; indubbiamente è condivisibile dalla prima all'ultima parola perché i sardi e la Sardegna delle inefficienze della Tirrenia, effettivamente, non ne possono più. Questo è stato detto, ribadito e anch'io vorrei sottolinearlo. Vorrei anche sottolineare il fatto che la mozione, giustamente, cita lo stanziamento di 10 milioni di euro, deciso con l'ultima finanziaria, per partecipare alla cordata che deve acquisire la Tirrenia; a questo proposito esprimerei un mio parere che credo sia condiviso da molti colleghi...
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non mi sembra cortese la presenza di questo assembramento mentre l'onorevole Locci sta parlando. Prego, onorevole Locci.
LOCCI (P.d.L.). Questo stanziamento, come dicevo, sicuramente è un segnale importante anche dal punto di vista politico, è un segnale di cambiamento nel senso che la Regione comincia a prendere coscienza del fatto che deve essere partecipe, parte attiva nella politica dei trasporti che tocca, direttamente e indirettamente, tutti settori economici della Sardegna. Qualsiasi settore noi oggi analizziamo verifichiamo che parlando di agricoltura si citano la filiera agro-alimentare e le produzioni, parlando di turismo si cita il turismo delle zone interne, quello delle zone costiere e quant'altro, però se noi non riusciremo a portare le persone in Sardegna in modo dignitoso e con prezzi competitivi oltre a non fare sicuramente sistema non saremo mai in grado di risolvere i nostri problemi, atavici.
Detto questo voglio fare alcune brevi considerazioni. La precedente Giunta nel novembre del 2008 approvò il Piano regionale dei trasporti che io ho esaminato per sommi capi; devo dire però di aver trovato alcuni punti che, secondo me, sarebbero meritevoli di approfondimento. Nel testo si dice, per esempio, che bisognerebbe trovare fonti di finanziamento, seguendo le normative europee, per arrivare ad avere un sistema per certi versi simile a quello dei voli low cost; un sistema che non ha una validità illimitata (parliamo di una durata pari a 5 anni) ma che, consentendo l'attivazione di nuovi scali (quindi di nuove entrate), ci permetterebbe quanto meno di mettere in concorrenza e di attivare i sistemi di trasporto marittimo superando il problema della Tirrenia di cui parliamo.
Inoltre, a mio parere, bisognerebbe avere anche più coraggio cercando di affrontare il problema dei trasporti attraverso l'elaborazione di una sorta di piano Marshall dei trasporti sardi. Si inizia a parlare della Tirrenia e, di conseguenza, dei trasporti marittimi però senza sottovalutare i trasporti aerei; dobbiamo affrontare il problema nella sua globalità cercando, anche nelle pieghe del bilancio se fosse necessario, di trovare le risorse occorrenti perché la Sardegna sia veramente autonoma, autosufficiente e artefice del proprio futuro; un futuro che non può non passare attraverso la risoluzione dei problemi dei trasporti, sia marittimi che aerei.
Concludo salutando e formulando auguri di buon lavoro al neo Assessore. Abbiamo la fortuna di avere un Assessore giovane, questo è un dato da non sottovalutare, che ha un grande entusiasmo e, a mio parere, la giusta capacità innovativa che oggi è necessaria per affrontare questi discorsi. Pertanto, Assessore, sappia che se lei proporrà azioni innovative, per uscire da questo tunnel nel quale ci siamo cacciati negli ultimi trent'anni, noi saremo al suo fianco.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Presidente, il tema che stiamo affrontando presenta molte analogie con la questione posta da noi nell'interpellanza riguardante il problema della continuità territoriale delle isole minori. Io penso che per poter condividere i contenuti della mozione proposta dal collega Sanna non si debba essere necessariamente sardisti; ognuno di noi ha sicuramente in sé un concetto di tutela della propria Regione e, in particolare, io condivido appieno le preoccupazioni alla base della presentazione di questa mozione e anche le difficoltà che nella stessa sono state evidenziate.
Penso che la qualità dei trasporti sia un fatto altrettanto importante quanto la quantità dei trasporti, perché la quantità sicuramente ci assicura una maggiore continuità, la qualità ci fa fare un passo in avanti che non riguarda solo noi sardi che ci dobbiamo spostare ma, per le caratteristiche della nostra regione, tutti coloro (in particolare la popolazione turistica) che vengono nel nostro territorio. In quest'ottica è corretto rilevare che non solo le tariffe aumentano in maniera indiscriminata, ma che tante volte capita che anche la qualità del servizio sia scadente, arrecandoci dei danni.
Posso citare un esempio che risale alla scorsa estate: acquistando da una compagnia navale sulla tratta Olbia-Civitavecchia un biglietto di prima classe si viaggiava in cabine tre livelli sotto il livello del mare, cioè proprio nella parte più bassa della nave, con tutto quello che ne conseguiva, dal punto di vista qualitativo, per chi utilizzava quel mezzo di trasporto; era una cabina di prima classe quindi venduta a una tariffa elevata. Pertanto la Regione non può non intervenire per fare in modo che queste cose non accadano perché la conseguenza è una perdita di competitività dovuta non solo agli scarsi collegamenti, ma anche alla qualità del servizio e, paradossalmente, a un livello di costi elevato. A mio avviso, una qualche parola in questa direzione la dobbiamo dire.
Ripeto che trovo molte affinità tra il tema proposto dalla mozione e il contenuto dell'interpellanza che riguarda i collegamenti sulla tratta La Maddalena-Palau. Dicevo stamattina all'Assessore che il problema creato da quella particolare situazione non è un problema di poco conto per quel territorio, soprattutto per i risvolti di tipo occupazionale. Ricordo anche che quel territorio, oltre ad aver perso centinaia di posti di lavoro a causa dello smantellamento delle basi militari, fatto peraltro condivisibile perché credo che sotto questo aspetto la Regione abbia detto molto, in contemporanea non ha visto porre in essere azioni per rilanciare la sua economia e, semmai, anche sotto l'aspetto dei trasporti le azioni che sono state attivate, anche quelle di qualche anno fa, hanno già subito una battuta di arresto.
Ricordo per tutte la Saremar, ex Tirrenia, che ha ridotto gli equipaggi da 4 a 2, dimezzando la forza lavoro e quindi riducendo i collegamenti di quel territorio e le opportunità di occupazione in un settore ugualmente trainante per quell'economia.
In conclusione, chiediamo all'Assessore che è stato di recente nominato, quali iniziative intende porre in essere su questo argomento per salvaguardare il diritto alla mobilità, di noi sardi e dei turisti, via mare per andare sulla terraferma o viceversa, ma anche la mobilità all'interno della stessa regione tra Palau e La Maddalena, come pure nelle altre zone che richiedono collegamenti di tipo marittimo; per salvaguardare il diritto alla mobilità credo si debbano potenziare le corse piuttosto che ridurle, tenendo così inalterati i livelli occupazionali e mantenendo in piedi un sistema di tipo concorrenziale perché alla fine competition is competition, la concorrenza è la soluzione migliore perché la qualità sia sempre elevata, perché non si creino, così come è stato scritto nella mozione, dei monopoli o degli oligopoli che poi di fatto sono magari riconducibili a cartelli stipulati fra le stesse imprese, con la conseguenza di deteriorare i servizi o cavarne il massimo per conquistare gli utili.
Tutto questo senza entrare, per la fattispecie che stiamo analizzando, nelle beghe di tipo giudiziario. Io credo che la politica non abbia questo compito, ma ha invece l'unico compito e l'unico obiettivo di dare una risposta seria ai sardi e a coloro che vengono in Sardegna in materia di qualità e quantità dei collegamenti, una risposta seria a tutti gli operatori del settore che non possono e non devono essere utilizzati come merce di contrattazione e nemmeno come strumento di persuasione da parte di nessuno, nemmeno da parte di questo o di quell'imprenditore.
A qualche imprenditore forse bisogna ricordare che non si può avere solo la polpa, e cioè le linee remunerative, certe volte bisogna accettare anche l'osso: linee meno remunerative perchè si va in pareggio o, addirittura, si perde qualcosina. Dico questo per ricordare che parliamo di aziende che operano non in determinati scali ma operano in quasi tutti i porti della Sardegna; non possono quindi decidere di fare le rotte dove si guadagna molto e abbandonare quelle dove invece si perde.
Io penso che il compito della politica, il nostro compito, in particolare il vostro e il suo, Assessore, consista non nel favorire questo o quell'interlocutore, ma nel creare le regole, le condizioni perché tutti possano, in posizione paritaria, affrontare il mercato dal punto di vista economico così da avere le stesse opportunità per assicurarci un livello di servizi adeguato, dando contemporaneamente risposte chiare e serie a chi in quel mondo oggi opera.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Poiché non è presente in Aula, decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, inizio questo breve intervento rivolgendo anch'io i miei auguri all'Assessore per un proficuo lavoro nell'interesse dell'intera comunità della Sardegna. Sono certo che svolgerà questo compito con tutto l'impegno necessario e al meglio delle sue capacità.
La problematica dei trasporti non è di facile soluzione e, benché la Regione rivesta un ruolo importante, non agisce da sola; inoltre, il diritto universale alla mobilità delle merci e delle persone che si concretizza nel sistema dei trasporti è un presupposto fondamentale per lo sviluppo economico e civile di una comunità. Questo principio vale ovunque e non è offuscato neanche dall'avvento di Internet, il nuovo modo di comunicare che consente di avvicinare le popolazioni, e vale ancor di più oggi per una comunità isolana come è la nostra.
Per un'isola il sistema di trasporto regionale è importante dal punto di vista della sua accessibilità, della sua affidabilità, in termini di sicurezza per chi se ne serve, è importante per chi tende a valutare con attenzione i problemi dati dall'inquinamento, che pure il sistema dei trasporti genera, in termini di sostenibilità, nonché in termini di consumi; è altresì importante un sistema dei trasporti efficiente per il contributo che può dare in termini di riequilibrio territoriale tra città e campagna, tra costa e zone interne. Se il sistema di trasporto interno della regione è importante da questo punto di vista, per una regione come la nostra lo è ancora di più la sua integrazione con il sistema di trasporti della penisola e della costa mediterranea.
L'argomento della mozione presentata, insieme ad altri colleghi, dall'onorevole Giacomo Sanna si inquadra in questo contesto; una mozione, di cui io condivido il contenuto, che tende ad affrontare un tema fondamentale chiedendoci di cimentarci su una questione a cui il Consiglio regionale non può sottrarsi e ponendo al centro dell'attenzione un problema rilevantissimo per i sardi: il costo dei collegamenti con gli altri territori dello Stato italiano. Il costo dei collegamenti riguarda sia i collegamenti aerei, che quelli navali; è importante per i sardi, per i loro spostamenti, ma lo è (sempre per i sardi) anche per gli spostamenti da e per la penisola degli altri cittadini che con la Sardegna hanno - e ci auguriamo abbiano sempre di più - relazioni.
E' un fronte che non possiamo trascurare e bisogna costruire le condizioni perché sulla questione della continuità territoriale si evitino i pasticci che nelle settimane scorse sono stati denunciati ed evidenziati; bisogna costruire condizioni perché affrontando il problema della continuità territoriale si affronti anche quello della continuità territoriale per le merci. In questo caso stiamo entrando nel merito dell'argomento affrontato dalla mozione.
In questo quadro quindi si inserisce la questione Tirrenia. Non è pensabile e non è tollerabile che, dopo anni di inefficienze a danno dei sardi (vissute da tutti noi con le sofferenze e i costi che conosciamo), alla fine ci sia anche la beffa. Lo diceva con molta puntualità il collega Sanna, c'è una gara in corso per la privatizzazione della Tirrenia ed emergono due aspetti. Da una parte vi è l'impegno della Regione a partecipare a questo percorso dando concretezza alla decisione già adottata da questo Consiglio, è stata posta con attenzione la questione della gestione della gara, quantomeno della gestione dei propri atti mentre è in corso la gara.
L'onorevole Sanna ha sollevato il tema dell'incontro tra compagnie in Assessorato sul quale, anche a mio parere, è stato commesso un doppio errore; da un lato si pone la questione che possa aver generato o possa generare una turbativa d'asta, questo è un atto che non è all'interno dei canoni di legge e può creare pericoli di illegittimità nel corso della prosecuzione. Noi non abbiamo interesse a che su questo tema degli errori compiuti anche in buona fede, per carità, nessuno vuole fare processi a nessuno, apparentemente banali creino le condizioni per invalidare gli atti e rimettere tutto in discussione per cui ci ritroviamo sempre e comunque agli inizi di un percorso senza vederne mai la fine.
In secondo luogo è interesse della Regione avere eventualmente una partecipazione nel capitale della Tirrenia, ma in particolare il vero interesse della Regione è la creazione di una concorrenza vera, reale, senza monopoli di fatto che proprio intese di cartello possono generare.
Comunque, la questione sollevata è delicata e seria, ci sono cose che per il buon senso, ma anche per precise norme di legge non si possono fare e la disinvoltura, in questi casi, su questi temi, non paga e anzi può riservare brutte sorprese. Io sono d'accordo che bisogna prestare la massima attenzione, evitare di poter essere anche minimamente oggetto del sospetto di non saper gestire le situazioni, non altro ovviamente. Credo che sia utile, però, cogliere l'occasione di questa discussione su questo tema abbastanza specifico, seppure siano presenti altre tematiche introdotte dalle interpellanze, per compiere un ragionamento più complessivo sull'intero sistema dei collegamenti tra l'isola maggiore della Sardegna e le isole minori e il resto del Paese.
In questa occasione ritengo vada sottolineata l'esigenza che l'Assessore ponga mano prima possibile alla questione del Piano dei trasporti. Serve un Piano dei trasporti regionale come strumento indispensabile per il governo del settore. Lei sa benissimo che era già stato approvato dalla Giunta ma non è mai arrivato in Consiglio, e lo stesso è successo per il Piano energetico regionale. Non ci possiamo permettere (l'abbiamo già fatto) di perdere due anni, non possiamo permetterci di perderne altri due. Io le suggerisco molto amichevolmente e per il bene che vogliamo tutti quanti...
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, parto subito dall'ultima considerazione del collega Lotto sulla necessità di dotare la Sardegna, l'unica isola italiana, l'unica vera isola italiana di una certa dimensione, di un Piano dei trasporti regionale al cui interno il trasporto marittimo venga regolamentato, programmato e potenziato, come tutti gli interventi che mi hanno preceduto hanno messo in evidenza.
Io ribadisco, Assessore, quello che ho già detto nell'illustrare velocemente l'interpellanza sulla Saremar: sono convinto che sul trasporto marittimo sia necessario fare una riflessione complessiva. Sui collegamenti con le isole minori vale quello che il Consiglio sta esprimendo unanimamente, mi sembra, relativamente al problema Tirrenia. La Sardegna, per decenni, pur essendo una delle regioni che più ha contribuito sul versante entrate al bilancio della Tirrenia, ha subito una colonizzazione e una esclusione quasi totale dalla gestione di questa società. Non vorremmo pertanto che la prossima gara per l'aggiudicazione della Tirrenia, e quindi delle tratte gestite da questa società, si risolvesse in un trasferimento di sede da Napoli a Palermo, con la Sardegna ancora completamente fuori dai giochi di un settore, ribadisco e sottolineo nuovamente, assolutamente, complessivamente strategico per l'isola sia per il trasporto civile sia per il trasporto merci, quindi per le potenzialità di sviluppo della nostra terra.
Quindi, la discussione odierna, lo ribadisco, Assessore, perché mi sembra importante, quasi per combinazione ha raccolto una serie di sollecitazioni avanzate da tutti i Gruppi del Consiglio regionale; e proprio attraverso questa occasione, fortuita ma fortunata, le viene dato il mandato di concretizzare le proposte contenute nella mozione e nelle interpellanze, sentendo gli operatori privati ma evitando, questo lo sottolineo, di fare riunioni con operatori privati interessati ad appalti, come è già avvenuto. Per come ho avuto modo di conoscerla sono sicuro che lei un errore del genere non l'avrebbe mai fatto e non lo farà, di questo sono assolutamente sicuro, ma il fatto che nel recente e recentissimo passato queste riunioni si siano svolte ci dà la misura della delicatezza del settore sul quale stiamo intervenendo e, soprattutto, della presenza, stiamo parlando di mare, di qualche squalo che vuole utilizzare al massimo le possibilità di business che il settore in questione appunto offre
Ribadisco quindi questo concetto: la Regione, sia relativamente alla Tirrenia, sia relativamente alle linee marittime per le isole minori, non può più fare la comparsa. Dobbiamo essere capaci, la Giunta e il Consiglio regionale, di definire una proposta che dia risposte precise in merito al potenziamento del trasporto marittimo. E' vero che la Tirrenia dà un servizio scadente, scadentissimo, ai limiti dell'oltraggio ai sardi in certe giornate, ma è pur vero che bisogna potenziare e migliorare anche i servizi verso le isole minori della Sardegna che, lo sottolineo nuovamente, danno occupazione qualificata, danno possibilità, ove riuscissimo a migliorarli, di sviluppare il potenziale turistico delle isole minori. Complessivamente, parlando della Tirrenia, si ha una possibilità di utilizzare dei vettori indispensabili per il traffico civile, soprattutto turistico, ma non solo, importanti anche per l'abbattimento possibile, auspicabile e fortemente voluto da questa Aula e soprattutto, se mi permettete, dal Gruppo dell'Italia dei Valori, del costo delle nostre merci che obbligatoriamente, ripeto obbligatoriamente, devono viaggiare per nave.
Siamo quindi molto soddisfatti di questo dibattito; per quel che riguarda la mozione sulla Tirrenia il Gruppo dell'Italia dei Valori è assolutamente d'accordo sui tre punti che sono stati individuati. Per quel che riguarda invece la Saremar, le chiederemmo, Assessore, di verificare se ci sono le condizioni perché la Regione possa accogliere la proposta proveniente dalle amministrazioni interessate, dal comune di Carloforte, dal comune di Sant'Antioco, dalla provincia del Sulcis Iglesiente nel suo complesso, che si riuniranno (ne ho avuto conferma all'ora di pranzo), il 14 a Carloforte proprio per approfondire questo tema; l'intento è dare il segnale forte che, anche per quel che riguarda il trasporto da e per le isole minori, la Sardegna vuole girare pagina evitando la sottovalutazione, che finora c'è stata, rispetto alla necessità di assumere in proprio la direzione complessiva del settore trasporti in Sardegna (non solo i trasporti all'interno della Sardegna ma anche il trasporto marittimo), e verificando anche quanto può essere compatibile con la politica della Giunta regionale l'ulteriore proposta che la Saremar confluisca in una apposita gestione marittima dell'Azienda regionale sarda trasporti (ARST).
Questo le consentirebbe di avere una visione unitaria e complessiva dei trasporti in Sardegna, favorendo in tutti i modi anche il mantenimento e la salvaguardia dei livelli occupativi del settore, in particolare del comparto marittimo ma soprattutto le potenzialità di sviluppo possono venire dal potenziamento e dal miglioramento di questi servizi.
Noi siamo convinti che dei tanti settori di cui si parla in questa Aula, su quello dei trasporti la Regione Sardegna dovrà dare un'idea diversa, veramente di maggiore interesse verso una gestione diretta. Parlare di federalismo, la volontà di voler contare di più anche nel quadro complessivo regionale, credo possa essere espressa al massimo livello soprattutto nel settore dei trasporti dando alla Sardegna un ruolo e una funzione e una capacità programmatoria e gestionale che finora non ha mai avuto. Auguri di nuovo, Assessore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, non intendo annoiare, ma il problema, lo ribadisco, è delicato, importante. Voglio provare allora a fare una fotografia,in primo luogo, del sistema del trasporto da e per l'Italia rispetto al quale ho elencato una serie di compagnie che operano nelle diverse realtà portuali; la maggior parte delle volte lavorano secondo la convenienza, e cioè soltanto durante il periodo estivo: incassano e vanno via; oppure garantiscono un collegamento "tre settimanale" oppure ci sono delle sovrapposizioni a fronte di una richiesta pressante da parte degli utenti che chiedono di poter viaggiare. A tutto questo bisogna aggiungere che il sistema ha altre voci, ha altri soggetti.
In che modo si genera questo monopolio o oligopolio? Si genera ad esempio dal fatto che in Sardegna è obbligatorio utilizzare i rimorchiatori, la società Rimorchiatori sardi appartiene allo stesso proprietario della Moby Lines, quindi oltre a gestire il trasporto gestisce anche i servizi in porto; diversa invece la situazione nel trasporto aereo dove le società di gestione degli aeroporti possono svolgere opera calmieratrice dei servizi a terra. Questo, come dicevo, nei porti non è accaduto, anzi la situazione si è aggravata. Ci sono le autorità portuali, ci sono anche nella più grossa stazione marittima della Sardegna, ma a Olbia è accaduto che si sia generata una situazione di monopolio. Il comune non partecipa per 60 mila euro all'aumento di capitale nella Sinergest e s'impadronisce delle quote la Moby, che oggi è il gestore principale della stazione marittima di Olbia; voglio ricordarvi che la tariffa è di 6 euro a passeggero. Valutate quanti passeggeri transitano in quel porto per capire che cosa significa!
Gestisce pertanto la stazione marittima, gestisce i rimorchiatori, gestisce le navi e, se questo non fosse sufficiente, adesso c'è il discorso del collegamento con la Corsica e vorrebbe partecipare e acquisire la Saremar alla quale si sovrappone nel periodo estivo, mentre nel periodo invernale, quando si carica meno e si guadagna meno, si ritira. In tutto questo scenario il soggetto è unico. Si stanno aggiungendo per acquistare la Tirrenia altri due soggetti della stessa levatura( le origini ho detto sono campane), e devono chiudere completamente il cerchio: Saremar, Tirrenia, più quello che loro stessi hanno in Sardegna, e il sistema gestionale è completo. Siamo prigionieri!
Se qualcuno di questo non si vuole preoccupare faccia pure. Io sto dicendo queste cose perché restino agli atti di questo Consiglio, perché in un prossimo futuro, non molto lontano, saremo costretti necessariamente a riparlare di questo problema. Se invece passiamo alle isole minori, ci accorgiamo che la guerra in atto su La Maddalena, e sulle isole minori in generale, non è un fatto di poco conto. La Enermar (i dipendenti scioperano perc paura, perché comunque si tratta di circa 60 famiglie), appartiene allo stesso armatore, Onorato, e voglio ricordarvi che la società ha la sede fiscale a Milano, tutto quello che incassa in Sardegna viene pagato a Milano.
Che cosa succede? A seguito di un ricorso al Tar di un'impresa è stata indetta una gara, si protesta si chiede all'altra di spostarsi, di levarsi, perché, questo è Onorato, vuole restare solo; l'altra impresa, è comprensibile, è la Delcomar, l'unico armatore sardo. Chiaramente nessuno può pensare che il Partito Sardo d'Azione non difenda l'armatore sardo. Noi lo difendiamo. Abbiamo difeso, gli operatori, gli imprenditori sardi, sempre. Ricordo che quando l'impresa Sanna, di Budoni, partecipò a una gara d'appalto per Porto Ottiolu, l'avversario di Sanna si chiamava Sviluppo Italia, e Sviluppo Italia partecipò all'asta contro un imprenditore sardo con i soldi pubblici. Nessuno protestò, eccetto noi che denunciammo questo fatto. Quando la Marcegaglia prese quello che ha preso, e che tutti conosciamo, per 5 mila euro al mese, a Santo Stefano, a La Maddalena, a discapito di Muntoni e di Solinas, noi l'abbiamo denunciato. Bene, non sono cose di poco conto!
Ci lamentiamo del fatto che in Sardegna non ci siano imprenditori, ma quando ci sono siamo i primi ad "ammazzarli" o, quanto meno, a essere complici perché questo avvenga. Questi fatti non accadono con facilità, e non accadono nel silenzio, noi li denunceremo sempre. Assessore, se ci sono due società che partecipano a una gara, e protestano tutte e due per il bando di gara, e protestano i sindaci di riferimento, dei territori dove quei servizi si dovranno sviluppare, lei si deve preoccupare di sentire se è stata fatta la Conferenza dei servizi, e se i sindaci de La Maddalena e Carloforte hanno partecipato, e il contenuto del verbale. Perché se oggi protestano hanno le loro ragioni, e lei ha l'obbligo di ascoltarli. E questo lo deve fare celermente, perché qualora dovesse emergere che ci sono i presupposti per allungare i tempi di gara, modificarli, dare maggiore certezza e trasparenza, lei è obbligato ad agire secondo questi presupposti, come qualunque amministratore. Quando si fa terrorismo con i collaboratori, cioè i dipendenti, questo terrorismo si paga. Mentre da parte della Enermar agli altri viene detto, che devono andar via, e che quindi quelle quaranta famiglie sono da buttar via, l'altra parte risponde che si assume l'onere di quei sessanta dipendenti , che nessuno verrà licenziato. E' un discorso diverso. Lo stesso discorso vale anche per la Saremar, Assessore, bisogna rasserenare i dipendenti, non pensino però che ci possa essere l'assalto alla diligenza soltanto perché ha acquisito la proprietà la Regione sarda.
Si creino i presupposti del prepensionamento, si creino i presupposti comunque del rispetto dei lavoratori, e si diano le garanzie per impedire che si mettano in campo timori in modo strumentale, per portare in prima fila i dipendenti a difendere cose indifendibili. Queste sono situazioni così delicate che vanno trattate con la massima trasparenza; e, parlando di massima trasparenza, Assessore, stamattina ho ricordato (è la passione che mi porta a farlo), la gara indetta dall'assessore Amadu per il trasporto verso le isole minori nell'orario notturno. L'assessore Amadu, in quel bando di gara, volle iscrivere come garanzia che le navi non potevano avere (ma questo è normale nell'ambito del servizio pubblico) più di trent'anni di vita. Quindi l'armatore partecipava se i suoi mezzi rientravano in questa previsione. In questo bando una simile limitazione non è prevista. Gli armatori, volendo, possono partecipare anche con mezzi di trasporto uguali a quelli che oggi dalla Tunisia portano la gente, la disperazione, a Lampedusa.
Questo fatto è di una gravità unica, significa che i sardi possono viaggiare sulle carrette, possono viaggiare male, che la qualità del servizio non ci interessa, che il tutto…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, colleghi, intanto sottolineo che ci troviamo di fronte a una mozione presentata dalla maggioranza, la quale interviene, a mio avviso, non so se in polemica, quanto meno con una posizione critica, dubitativa, dell'azione della Giunta. Questo mi fa capire, Presidente, che la mozione è interessante, politicamente interessante, ma anche interessante nel merito. Ovviamente di questo non ha responsabilità il nostro collega, giovane, bravo, Christian Solinas, al quale porgo gli auguri di buon lavoro, evidentemente è responsabilità di qualcun altro, forse di qualcuno che c'era prima, forse di qualcuno che ancora c'è. Sta di fatto che il tema è chiaro, che il tema è chiarissimo.
Noi siamo di fronte a una tragedia, una delle tante, che riguarda questa Regione. Prima parlavamo di Quirra, perché subiamo da anni il peso delle sperimentazioni sugli armamenti e sui munizionamenti di tutta Italia, e non solo di tutta Italia, ma di tutte le forze alleate. Noi paghiamo il prezzo, e a godere sono i lanzichenecchi. La stessa cosa avviene per i trasporti. Abbiamo un trasporto aereo inefficiente, inadeguato e insufficiente, e anche in questo settore i pasticci sono stati fatti dalla Giunta, prima che arrivasse il collega Solinas, pasticci gravissimi, ai quali non si riesce a porre rimedio.
Adesso c'è la questione della Tirrenia, ma il problema è l'isolamento al quale si condanna la Sardegna che rischia di essere vittima e di rimanere totalmente dipendente, non più da un'Autorità pubblica e da una gestione privatistica (gestione che guardava più agli interessi di parte del Paese, piuttosto che agli interessi della comunità che doveva servire), ma da un monopolio privato in una organizzazione del servizio assolutamente non chiara e che contiene elementi di ambiguità fortissima.
Questo, Presidente, è un problema, è un problema del quale la Sardegna dovrebbe farsi carico. Ma quando mai riusciremo a sollevare la testa? Quando faremo sentire la nostra voce? Quando finiremo di essere, in troppa misura, subordinati, genuflessi, piegati rispetto ai voleri degli altri? Sempre di quegli altri, dei lanzichenecchi, che stanno pensando agli affari propri!
In Lombardia non ho la sensazione che si ragioni nell'interesse generale del Paese, ho la sensazione che si ragioni solo ed esclusivamente nell'interesse di quelle imprese e di quegli imprenditori, di quei cittadini e di quei lavoratori, caso mai debbano godere anche loro dei benefici di un atteggiamento privilegiato che il Governo garantisce a quella regione. Una regione, come quasi tutto il Nord Italia, che si è arricchita anche grazie alle braccia dei sardi, al sacrificio dei sardi che hanno lavorato in quel territorio e che lavorano qui, nelle imprese più inquinanti, nelle attività industriali di base, garantendo i presupposti perché quella parte del Paese si sviluppasse a dismisura a danno delle altre!
Nella questione in esame abbiamo sollevato anche problemi di ordine procedurale di non poco conto! C'è una gara in corso alla quale la Regione dovrebbe sentire il dovere di partecipare, in qualche misura, in qualche modo, in qualche forma per assicurare ai sardi di poter intervenire sull'organizzazione di questo servizio, che per noi non è facoltativo, non possiamo decidere di utilizzare o non utilizzare per il trasporto delle merci, per il trasporto delle persone, dei mezzi di quel tipo, dobbiamo farlo se vogliamo stare nel mondo! Non possiamo utilizzare carrette! Se le gare e i capitolati di quelle gare non sono stati fatti con precisione si verifichi! Si verifichi e si apra una questione, anche istituzionale, si vada a Roma e si chieda la responsabilità del Ministero competente, facciano il loro dovere che è quello di governare tutto il Paese, non soltanto la periferia di Milano! Facciano il loro dovere… Milano ladrona! Si è spostata di qualche chilometro e ha imparato il vizio di quelli che criticava! Ha imparato il vizio di quelli che criticava! Soggetti inaccettabili!
Io condivido il testo di questa mozione e condivido anche le preoccupazioni che da molte parti sono state sollevate, e condivido anche l'idea che si debba entrare nel merito, e condivido anche l'idea che la Commissione consiliare competente debba esercitare integralmente la propria funzione di controllo; e credo, Presidente, che noi dovremmo fare un dibattito al mese sullo stato dei trasporti in Sardegna. Su come vengono gestiti, quali garanzie vengono date dal Governo perché la continuità territoriale, cioè il diritto nostro di essere uguali agli altri, sia rispettata! Credo che in quei dibattiti noi dovremmo verificare gli atti, dovremmo vedere tutte le deliberazioni adottate e, se non sono state adottate, prima di fare i contratti, vedere perché i contratti sono stati fatti senza copertura di alcun tipo: amministrativo e, quando occorreva, anche legislativo!
Credo che si debba fare questo lavoro, tutti quanti insieme, perché non c'è una differenza di ordine ideologico rispetto a questo, c'è la non accettazione di essere considerati, Presidente, "figli di un dio minore", la periferia dell'impero, quella specie di roba di scarto che hanno messo in mezzo al mare perché ogni tanto ci si possano scaricare i rifiuti o le bombe. Oppure, ci si riscaldi al sole nelle spiagge! La Sardegna è qualcosa di più! E' una comunità di popolo, è una comunità di popolo di questo Stato.
Fra qualche giorno, il 17, anche in questo Consiglio regionale, si dovrebbe tenere una cerimonia per la celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia; forse bisogna rammentare, a chi ha organizzato i festeggiamenti, che l'Unità d'Italia non è un qualcosa acquisito una volta per tutte ma è un comportamento, un'attenzione, un rispetto che deve essere consegnato tutti i giorni a ogni singolo cittadino di questo Paese! Diversamente, se ognuno deve fare per sè si sappia che i sardi…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
Poiché il consigliere Mario Diana non è presente in Aula decade.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.
SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.), Assessore dei trasporti. Presidente, ringrazio lei e,mi consenta, prima di tutto, anche quanti hanno voluto riservarmi parole gentili di augurio e stima che intendo rivolte principalmente al mio ufficio di Assessore dei trasporti, e dunque alla Sardegna, piuttosto che alla mia persona, avendo l'umile consapevolezza dei limiti delle mie risorse e capacità, se pur uniti alla certezza che le ragioni che qui rappresento sono certo più grandi di me, immensamente più grandi perché sono le ragioni di un popolo che coltiva l'aspirazione atavica a governare i propri processi di mobilità, il proprio mare, i propri cieli e, con essi le opportunità di crescita e di sviluppo di un'intera Nazione.
Credo che il dibattito di quest'oggi sulla mozione e le interpellanze, seppure nella diversità e nella diversificazione dei temi che abbiamo trattato, ci consegna un elemento di riflessione comune. Un'Isola come la nostra di 1.600.000 abitanti, questo sandalo in mezzo al Mediterraneo, non rappresenta purtroppo da sola un mercato sufficiente, un mercato che consenta prospettive di crescita di settore, se non si connette al resto del mondo, alla terraferma, e i trasporti assumono in quest'ottica un ruolo fondamentale perché sono il presupposto di ogni ipotesi di sviluppo, come in questa sede è stato detto a più riprese, un po' da tutti i colleghi.
Io credo che questa riflessione ci dia l'opportunità di aprire una stagione di confronto su questo tema; pertanto ben venga, a presto, una riflessione sul Piano regionale dei trasporti come è stata invocata da tanti, dal collega Salis per ultimo; io credo infatti che ci siano anche delle anomalie che quest'Aula dovrà prima o poi affrontare. Una politica organica, un'idea complessiva di sviluppo dei trasporti non può continuare a mio avviso a sostenere in Sardegna, unica regione in Italia, una viabilità distinta dal resto dei trasporti, una politica organica non può non prevedere l'integrazione tra le diverse modalità, dal ferro alla gomma, dal mare ai cieli.
Io vorrei dare una risposta organica anche se il tempo, probabilmente, sarà tiranno; inizierò da alcune considerazioni sulle quali ritengo opportuno fornire delle delucidazioni più chiare. Questa mattina il collega Sanna, nell'illustrazione della mozione, ha giustamente paventato la creazione di monopoli, siano essi pubblici o privati, sulle rotte della Sardegna, visto che ci occupiamo di trasporto marittimo principale. Sotto questo profilo vorrei sgomberare immediatamente il campo da equivoci rispetto all'azione posta in essere dall'Assessorato regionale dei trasporti sui vettori marittimi; questo Assessorato - mi dispiace non sia presente il collega Lotto che ha sollevato il problema - non ha mai convocato nelle proprie strutture compagnie per discutere alcunché possa riguardare l'erogazione di servizi che devono essere messi a gara e per i quali è necessario rispettare i bandi.
L'attività che in questi pochi giorni abbiamo potuto mettere in campo è stata rivolta invece ad approfondire sotto il profilo tecnico, con i funzionari, gli aspetti relativi al caro tariffe; purtroppo è un tema à la page - consentitemi l'espressione in lingua straniera - che ha coinvolto i nostri interessi turistici, i nostri interessi economici e sociali.
In merito al caro tariffe posso dire che il primo tavolo che è stato convocato ha voluto analizzare, in maniera seria e concreta, questo tema così complesso sia sotto il profilo normativo sia sotto il profilo dei fattori della produzione; io credo infatti che non ci si debba abbandonare a considerazioni di sentimento ma si debba poter articolare un ragionamento sobrio, serio, concreto, che prenda in esame tutti gli elementi indispensabili. Questo tavolo si è già riunito - dicevo - verrà aggiornato (lo stanno seguendo i funzionari e i tecnici dell'Assessorato con competenza e professionalità), e mira a dare tre ordini di risposte.
Una prima risposta di brevissimo termine per fronteggiare l'emergenza; una di medio e una di lungo termine che necessariamente coinvolgerà anche le politiche di settore della Regione riguardo al ruolo che la stessa Regione deve cominciare ad avere all'interno del mercato dei trasporti.
Io credo che non si possa pensare di ripristinare una forma di dirigismo regionale nei trasporti, però sono anche fermamente convinto che, siccome i trasporti per la Sardegna rappresentano un interesse vitale, la Regione non possa sottrarsi al ruolo di regolatore del mercato; regolatore del mercato all'interno di un'ottica chiara e precisa che prevenga fin dall'origine la creazione di cartelli e quant'altro, come è stato già denunciato.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SOLINAS CHRISTIAN.) Io vorrei trattare ora alcuni punti che la mozione del collega Sanna, e degli altri colleghi che hanno voluto sottoscriverla, ha specificato. Si parlava in particolare dei disservizi causati dalla cancellazione di alcune tratte, e su questo vorrei dare degli elementi di ragionamento al Consiglio. Su alcune linee marittime, in particolare la Arbatax-Olbia-Genova e la Cagliari-Napoli-Palermo, l'Assessorato ha già provveduto a esprimere al Ministero il proprio dissenso e a rappresentare con forza tutte le azioni che si vorrebbe mettere in campo per ripristinarle; non avendo ricevuto riscontro rispetto a queste comunicazioni abbiamo interloquito con la compagnia Tirrenia, che ancora dovrebbe gestire questi trasporti.
La compagnia ha rappresentato che i motivi delle sospensioni e della riduzione dei livelli di servizio sono da ascriversi principalmente alla indisponibilità di navi sostitutive in flotta, a causa del contemporaneo fermo dalle navi a seguito dell'adeguamento tecnico alle nuove normative comunitarie. Mi riferisco in particolare allo "Stockholm Agreement" che ha previsto una serie di modificazioni sui traghetti che viaggiavano per la Sardegna, e all'impossibilità del noleggio di navi sostitutive per i vincoli di bilancio che sono stati imposti dallo stato di amministrazione straordinaria in cui versa la stessa Tirrenia.
In particolare sulla cancellazione delle linee posso rassicurare che, rispetto agli orari ufficiali della Tirrenia, il collegamento Arbatax-Olbia-Genova sarà ripristinato da lunedì 18 aprile con partenza da Genova e arriverà ad Arbatax alle 12 di martedì, mentre, per quanto riguarda la Cagliari-Napoli-Palermo-Trapani, sarà ripristinato il servizio già a partire da domani (12 marzo); la nave dovrebbe partire questa sera da Napoli per arrivare a Cagliari domani e riprendere il suo ordinario servizio.
Per quanto riguarda invece gli impegni sulla continuità territoriale, chiaramente la continuità territoriale marittima, al di là del servizio onerato che è garantito da Tirrenia e sul quale le tariffe non sono state modificate (mentre sono state ritoccate decisamente per quanto concerne i servizi non onerati, quindi quelli commerciali), il tavolo è già operativo, nel senso che si sta cercando di ragionare assumendo a parametro e criterio condiviso quello del chilometraggio e dei costi ferroviari sul resto d'Italia, quindi conto di poter dare al Consiglio a breve un'informativa sullo stato dell'arte.
Per la partecipazione invece alla privatizzazione di Tirrenia, come già il Consiglio è edotto, la procedura era già in fase di avanzata predisposizione nel momento in cui ha approvato la norma, tant'è che le manifestazioni di interesse si erano già concluse. Uno dei primi atti che ho voluto porre in essere non appena insediato è stato quello di ottenere dall'advisor pubblico che sta gestendo la procedura l'elenco dei raggruppamenti che hanno partecipato a manifestazioni di interesse. La Banca Rothschild, nello specifico, ci ha fornito un elenco di operatori ai quali l'Assessorato ha già inviato una prima comunicazione, sulla quale attendiamo risposta, al fine di comprendere quali possono essere, all'interno chiaramente del binario indefettibile delle norme europee e nazionali in materia, le modalità che ci consentano di partecipare a questa procedura. E' allo studio parallelamente, attraverso professionisti del settore, qualsiasi azione, anche legale, possa essere messa in campo per far valere comunque le ragioni della Regione sarda e, in particolare, le disposizioni normative che questo Consiglio regionale ha approvato.
Sotto questo profilo vorrei passare rapidamente invece a rappresentare quanto sollevato con l'interpellanza dei colleghi Salis, Cocco e Mariani in ordine alla necessità di scongiurare la privatizzazione della Saremar paventata dalla Regione Sardegna. Sul punto, come già rappresentato dagli interpellanti, la Regione ha assunto una serie di atti, in particolare deliberazioni specifiche. Io intendo raccogliere la proposta fatta in questa sede dai consiglieri interpellanti e verificare, per quanto possibile, la presenza della Regione all'interno della società, almeno nella prima fase di start up, per garantire comunque livelli occupazionali, per garantire qualità e quantità del servizio; va però detto, per chiarezza, che la normativa che regolamenta il settore, soprattutto sotto il profilo europeo, è particolarmente stringente.
In particolare il cabotaggio marittimo è disciplinato dal Regolamento comunitario 3577 del 1992 mentre il trasporto pubblico locale su ferro e gomma soggiace alle disposizioni del Regolamento 1370/01, perché questa differenziazione? Perché la diversificazione dei Regolamenti che soprassiedono alla regolamentazione dei diversi settori prevede una diversificazione anche delle discipline, quindi mentre ARST ha potuto riassorbire la rete ferro di Ferrovie Meridionali della Sardegna e di Ferrovie dello Stato, complessità maggiori si presentano sotto il profilo della possibile integrazione del trasporto marittimo all'interno dell'azienda; questo perché in particolare il Regolamento CEE concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi e trasporti marittimi fra Stati membri, all'articolo 4 prevede che uno Stato membro può concludere contratti di servizio pubblico, o imporre obblighi di servizio pubblico come condizione per la fornitura di servizi di cabotaggio. Se conclude contratti di servizi pubblico o impone obblighi di servizi pubblico lo fa su base non discriminatoria per tutti gli armatori comunitari. Questo fa sì che non si possa affidare direttamente, quand'anche la società sia in house, il servizio; giusta tale disposizione non possiamo quindi a mio avviso rischiare di andare in infrazione e dovremo approfondire sicuramente la vicenda, ma la scelta che la Regione ha fatto fino a questo momento è stata quella di mantenere una quota azionaria in Saremar (la massima possibile, che è stata fino ad ora stimata nel 49 per cento) attraverso un partenariato pubblico-privato.
Una scelta che risulta alquanto coraggiosa visto che in altre realtà, la Toremar per esempio, la privatizzazione è stata al 100 per cento. Ora, questa discrasia potrebbe essere corretta, ed è già allo studio questa soluzione, attraverso le norme statutarie, così da dare comunque un potere di controllo forte alla Regione, sia sotto il profilo del collegio dei revisori dei conti, dove dovranno essere presenti revisori per la maggioranza regionali o del Ministero dell'economia finché dura la contribuzione degli oneri di servizio pubblico, sia attraverso i poteri specifici dei consiglieri di amministrazione espressi dalla Regione all'interno di quel consesso.
Per passare poi all'interpellanza numero 153 del collega Stochino e più vorrei comunicare, mi sembra non sia in Aula il collega, ma lo dico per l'Aula, che anche il collegamento marittimo come dicevo prima sulla tratta Arbatax-Olbia-Genova riprenderà da lunedì 18 aprile; questa decisione giunge a seguito di una attività di contrattazione con Tirrenia, abbastanza forte, che dovrà immagino essere ripresa perché al 18 aprile dovrebbero essere già concluse anche le procedure di privatizzazione.
Per quanto concerne infine l'interpellanza sulla vicenda Enermar e sulla paventata interruzione dei servizi, vorrei chiarire che prima di tutto, a seguito di un'attività intensa dell'Assessorato nei giorni successivi all'inizio della vertenza, la società ha ripreso regolarmente i collegamenti tra l'isola de La Maddalena e Palau. Devo quindi, consentitemi, spendere alcune parole sulla correttezza e la linearità delle procedure poste in essere dall'Assessorato; in realtà dal 30 settembre 2010, data di scadenza dei contratti di servizio, l'Assessorato aveva invitato tutte le ditte operanti sulla tratta a manifestare il proprio interesse rispetto alle linee dei collegamenti cosiddetti residuali. Soltanto due delle tre compagnie che avevano presentato un'offerta avevano tutti i requisiti perché la loro offerta fosse analizzata e, nello specifico, cerco di non tediare eccessivamente l'Aula, alla fine della procedura alla compagnia Enermar è stata attribuita la quota maggiore di coppie di corse pari al 70 per cento del totale complessivo richiesto, mentre alla compagnia Delcomar andava la quota minore di corse pari al 30 per cento.
In seguito alla conclusione dell'istruttoria, in attesa di una nuova pianificazione dei servizi di collegamento marittimo con le isole minori, successivi al 31 marzo 2011, si è ritenuto che l'attuale assetto dei collegamenti attivati presso la tratta La Maddalena - Palau soddisfi le esigenze minime di collegamento marittimo dei territori interessati.
Tutto questo chiaramente ha una scadenza abbastanza ravvicinata, il 30 marzo del 2011, proprio perché è intendimento di questo Assessorato porre fine alle procedure di proroghe indiscriminate, porre fine a procedure che si possono prestare a valutazioni le più disparate; la regola, il principio è quello delle gare, dell'evidenza pubblica, si fanno le gare nel mercato, queste gare avranno un vincitore che otterrà il servizio, per discutere sulla legittimità e liceità delle procedure ci sono altre sedi. Chiaramente la preoccupazione rispetto ai livelli occupazionali e alla qualità e quantità del servizio è ben presente all'Assessorato e alla Giunta che porranno in essere tutte le azioni indispensabili per poterle garantire.
Sull'ultima considerazione invece dell'onorevole Sanna rispetto alla qualità del naviglio, e quindi alla vetustà del medesimo, avvierò fin da domani una ricognizione precisa e specifica onde verificare che il bando di gara rispetti assolutamente l'interesse pubblico alla qualità del naviglio, mentre non ho dubbio che siano rispettate assolutamente tutte le norme e gli indirizzi politico programmatici che vi soprassiedono. Sarà mia cura verificare anche che se la Regione vanta dei crediti rispetto a sentenze esecutive, che siano nazionali o europee, proceda a recuperare le somme dovute. Grazie per l'attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, rinuncio, perché credo che sia sufficiente quanto esposto dall'Assessore.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Salis per dichiarare se è soddisfatto.
SALIS (I.d.V.). Io non posso che prendere atto, esprimendo apprezzamento, delle parole e dei concetti espressi dall'assessore Solinas soprattutto riguardo alla volontà precisa di voler individuare, pur all'interno delle norme nazionali e comunitarie, che assolutamente tutti noi chiediamo vengano rispettate, eventuali margini, come dire, di miglioramento dei bandi di gara e delle condizioni per andare incontro, sempre nel rispetto delle regole, alle esigenze degli operatori, dei cittadini, dei territori interessati e delle amministrazioni locali che a breve faranno sentire la loro voce, voce che (non ho dubbi) l'assessore Solinas vorrà ascoltare con molta attenzione.
E' un problema serio, ribadisco un concetto già espresso, e concludo velocemente sottolineando che il dibattito su questa mozione e le interpellanze abbinate, mi sembra abbia aperto uno spiraglio su una porta chiusa forse da troppo tempo, che ha dato nuovi stimoli all'Assessore e ai funzionari e tecnici dell'Assessorato dei trasporti nel senso di avere una consapevolezza maggiore della loro importanza all'interno delle politiche della Regione ma, forse, ha offerto a tutto il Consiglio regionale un elemento di interesse e di impegno alla partecipazione sui problemi del settore .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Stochino per dichiarare se è soddisfatto.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, Assessore, la data che poc'anzi ha citato, il 18 aprile, credo che per l'Ogliastra ma anche per tutto il sud dell'Isola costituisca un risultato importante e di buon auspicio per il lavoro che le auguro di fare nel migliore dei modi per noi e per tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Caria per dichiarare se è soddisfatto.
CARIA (P.D.). Presidente, anch'io ringrazio l'Assessore per la puntualità nel rispondere alla nostra interpellanza. Questa è anche un'occasione per dare una sorta di apertura di credito a un Assessore che si è appena insediato, raccomandandogli quello che lui in parte ha già detto di volere fare: lottare per assicurare il diritto alla mobilità per tutti, garantire il livello delle corse attuale e se è possibile estenderlo o studiarlo in modo tale da migliorare la qualità del servizio. Ci fa piacere apprendere che entro marzo, insomma quanto prima, verranno bandite le gare così da uscire da ogni possibilità di equivoco; e la invito, Assessore, per quanto di sua competenza, possibilmente a puntare molto sulla qualità dei servizi oltre che sulla quantità. Sotto questo aspetto pertanto mi ritengo soddisfatto.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Passiamo alla votazione della mozione. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 111.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Biancareddu e Diana Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 58
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 110.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
MozioneDiana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sui ritardi della firma dell'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il 21 dicembre 2010 è stato firmato a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, un pre-accordo tra la Syndial (società del gruppo ENI) e il fondo GITA nel cui memorandum d'intesa l'ENI si è impegnato a cedere agli aspiranti acquirenti svizzeri alcuni asset strategici per il completamento del ciclo del cloro;
- gli svizzeri hanno manifestato interesse all'idea di appropriarsi dell'intero ciclo del cloro e per questo hanno chiesto di entrare in possesso degli asset fondamentali (pena l'uscita dalla trattativa), ossia delle saline di Cirò Marina e Contivecchi (Assemini), oltre al clorosoda di Marghera e al dicloroetano ed etilene (via Assemini);
RICORDATO che:
- con gli arabi del Qatar, che avevano presentato la manifestazione d'interesse al primo bando internazionale per la vendita o l'affitto degli impianti Vinyls, il 5 maggio 2010 l'ENI aveva firmato un pre-accordo nella sede del Ministero (all'epoca vacante, a seguire la vertenza era il sottosegretario Stefano Saglia) e, soltanto due settimane dopo, Ramco vi aveva rinunciato poiché le richieste economiche erano state giudicate esorbitanti, nonché vi era stata l'esclusione, dall'elenco di beni cedibili, delle saline di Assemini e del parco serbatoi "Uta";
- l'ordine del giorno sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 19 gennaio 2010, aveva impegnato la Giunta regionale ad adottare gli idonei strumenti e a promuovere i necessari interventi volti a prendere coscienza delle problematiche riferite alle vertenze industriali;
CONSIDERATO che:
- la perimetrazione degli asset discussa durante il pre-accordo del 21 dicembre 2010 ha portato al raggiungimento dell'intesa tra le parti sul valore dei beni oggetto di trasferimento; tra ENI e GITA, quindi, il nodo dei prezzi sarebbe già stato definito, come anche la conferma sulla costituzione, da parte degli svizzeri, di una newco con capitale da 100 milioni di euro per rilevare la Vinyls;
- tra le richieste che Syndial-ENI ha presentato a GITA nel memorandum d'intesa c'è la garanzia del mantenimento per almeno quattro anni dei livelli produttivi e occupazionali negli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna (circa 500 dipendenti complessivamente);
- in questo contesto di crisi economica internazionale qualunque impresa, sia italiana che internazionale, seppure ben intenzionata, ma senza adeguate risorse finanziarie e senza una consolidata esperienza nel settore industriale e nel mercato chimico, non può reggere la competizione internazionale e non può garantire la realizzazione di un progetto industriale credibile e solido;
EVIDENZIATO che:
- al momento del pre-accordo non si avevano tuttavia certezze su quali asset dovevano essere effettivamente ceduti, si è parlato in maniera generica di strutture localizzate in Sardegna, a Porto Marghera e in Calabria, dunque rimaneva in bilico la questione delle saline e del dicloroetano prodotto alla Syndial di Assemini;
- sempre durante la riunione del 21 dicembre 2010, pur non essendo stati illustrati i contenuti del piano industriale, erano state date dal Ministro dello sviluppo economico (Romani) alcune rassicurazioni sui tempi di riavvio degli impianti, nonché sulla stesura di un accordo preliminare tra l'ENI e il fondo svizzero GITA, indicando quale scadenza definitiva entro la quale dovrebbero essere attuati tutti gli impegni dichiarati, quella di marzo 2011;
- le produzioni della raffineria Saras, della Polimeri Europa di Sarroch e di Porto Torres, della Sasol di Sarroch, della Polimeri di Ottana, delle Saline Contivecchi e della Syndial di Assemini, della Vinyls di Portotorres, sono integrate o integrabili tra loro e quasi tutte coinvolgono, sotto il profilo della gestione industriale, l'ENI (ad esempio il sito di Porto Torres produce etilene per quello di Assemini, il quale a sua volta produce dicloroetano e soda per Porto Torres; a Sarroch si produce paraxilolo per il sito di Ottana, mentre la Saras, attraverso una rete di oleodotti, invia e riceve diversi prodotti dagli stabilimenti - Polimeri Europa e Sasol - del polo chimico di Sarroch);
- in Sardegna è importante rilevare la presenza di un valore aggiunto, cioè l'integrazione produttiva che esiste tra gli stabilimenti di Porto Torres e di Assemini il cui legame è strettissimo poiché la produzione del cracking di Porto Torres è fortemente legata alla filiera del cloro di Assemini;
PRESO ATTO che:
- soltanto dopo che gli impianti saranno nuovamente riavviati, nel caso in cui i contenuti del piano industriale e la struttura della nuova società rispondano ai criteri di affidabilità e solidità economica e industriale, la linea del clorosoda di Assemini potrà essere trasferita al nuovo gruppo;
- senza investimenti sul cracking e sulla filiera del PVC a Porto Torres, e per il cloro ad Assemini, la chimica sarda sarà condannata a un inesorabile declino, sino alla chiusura definitiva degli impianti;
- in una prospettiva futura che voglia avere carattere di continuità e solidità, è opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'ENI ed altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione, soprattutto in considerazione dell'importanza economica e strategica che l'industria chimica rappresenta per il tessuto industriale sardo;
- nel corso del 2010, tutta la produzione di cloro e dicloroetano prodotta ad Assemini è stata venduta nei mercati internazionali e pertanto, nel caso di un riavvio degli impianti Vinyls (e quindi di un maggiore fabbisogno nel mercato di cloro e dicloroetano), l'impianto di Assemini è in grado di garantire le quantità produttive da destinare non solo allo stabilimento di Porto Torres, ma anche a quelli di Porto Marghera e Ravenna;
- la stipula del contratto preliminare tra i rappresentanti della GITA, di ENI-Syndial e i due commissari straordinari di Vinyls, che sarebbe dovuta avvenire entro il 31 gennaio 2011, è slittata per motivi tecnici sopra richiamati;
- la protesta dei lavoratori sta sfociando in atti di lotta che possono pregiudicare la sicurezza degli stessi lavoratori,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a verificare la qualità e la solidità del piano industriale proposto dagli acquirenti degli impianti, al fine di tutelare i diritti di tutti i lavoratori interessati dalla cessione produttiva dei siti industriali;
2) ad attivarsi per scongiurare che un solo segmento della filiera chimica sarda venga dismesso, perché determinerebbe l'inevitabile smantellamento dell'intero comparto chimico isolano;
3) ad intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI ed i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo preliminare con GITA e accertarsi dell'immediato riavvio del ciclo del cloro e dei suoi derivati, di vitale importanza per l'intero sistema produttivo isolano;
4) a riferire con urgenza in Consiglio regionale i motivi dei rinvii dell'accordo preliminare con i soggetti interessati citati in premessa ed i contenuti del piano industriale proposto al Governo da GITA e le intenzioni di ENI sul futuro della chimica ed i piani di investimento per la Sardegna. (110).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, le ragioni che hanno indotto l'intero centrosinistra a presentare questa mozione risiedono nella necessità di coinvolgere il Consiglio regionale non già in una semplice e scontata discussione sul comparto della chimica sarda, ma su una assunzione di responsabilità per non consentire ad alcuno di decidere nel nostro territorio su certe questioni. Non intendiamo infatti delegare a nessuno - e l'auspicio è che questo sia anche l'intendimento della Giunta - la decisione su quale modello di sviluppo debba adottarsi in questa regione, così come nessuno deve stabilire quali produzioni allocare nel nostro territorio; infine, ciò a cui teniamo maggiormente è che non vogliamo delegare ad alcuno, tanto meno all'ENI a livello nazionale, la possibilità di decidere il destino della gente che noi dobbiamo rappresentare.
Cari colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione, anche se mi rendo conto che non c'è molta disponibilità, su quanto si sta consumando in questi giorni a Porto Torres con riflessi importanti anche sul sito di Assemini. Intanto credo non sia inutile ricordare a noi tutti che il comparto chimico è l'unica voce positiva nella bilancia commerciale di questa regione; e ancora è utile ricordare, io credo, che la filiera chimica rappresenta gran parte del settore industriale di questa regione che, come è noto, fornisce appena il 12 per cento di valore aggiunto contro una media nazionale intorno al 26 per cento. Gli addetti in questo settore, come sappiamo, sono appena l'11 per cento contro una media nazionale intorno al 23 per cento.
Ho voluto richiamare questi dati per ricordare a noi tutti che in questa regione abbiamo un modello di sviluppo pericolosamente squilibrato. L'industria, infatti, come dicevo rappresenta il 12 per cento, l'agricoltura il 4 per cento, in linea con quella nazionale, i servizi sono all'84 per cento, circa dieci punti in più della regione Lombardia che, vivaddio, ha dei servizi a supporto di un apparato produttivo degno di questo nome, che in Sardegna, ahinoi, non esiste.
Io credo che quanto descritto in questa fotografia sia una delle ragioni della debolezza del nostro sistema economico nonché una delle cause principali di una crescita economica eccessivamente lenta. Quanto ho appena ricordato sta a dimostrare che in Sardegna non è vero, come spesso sento dire in tutta libertà anche in quest'Aula, che c'è troppa industria. E' vero esattamente il contrario e su questo mi piacerebbe sentire anche il parere dell'Assessore dell'industria. Pertanto dobbiamo guardare alle iniziative di ENI sulla chimica sarda di questi mesi anche con questa consapevolezza e con questa preoccupazione. Il Consiglio, Assessore, deve appropriarsi di questa vertenza ponendosi alcuni obiettivi.
Il primo obiettivo - credo sia interesse di tutti, vorrei lo fosse anche della Giunta - è quello di consolidare l'attuale sistema produttivo. Lo si fa, riteniamo, anche attraendo nuovi investimenti per far crescere l'economia della regione, scommettendo certamente sull'innovazione sia di processo che di prodotto. Un ulteriore obiettivo deve essere quello di far crescere il numero di occupati in questo settore.
A mio avviso la Giunta regionale deve guardare alle proposte dell'ENI che interessano la nostra regione da qualche mese a questa parte sulla base di questi presupposti. I progetti sostanzialmente sono due. Il primo è quello del cosiddetto Polo verde, il piano ENI-Novamont; il secondo è quello relativo alla cessione degli impianti da parte di Syndial-ENI al fondo GITA dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati.
Andiamo per ordine. Il piano ENI-Novamont, la cosiddetta chimica verde, parrebbe essere un investimento di 800 milioni di euro finalizzato alla produzione di bio-plastiche, detto volgarmente si tratta di buste riciclabili. Il piano prevede, come sapete, la costruzione di una centrale elettrica di biomasse da 40 megawatt che ha bisogno di una superficie di 20 mila ettari per la sua alimentazione. Inizialmente il piano prevede che queste materie sono in buona sostanza oli combustibili, vengano reperite sia in loco sia tramite importazione. Nel frattempo, affermano ENI e Novamont, saranno avviate le coltivazioni delle colture specifiche. Per quanto riguarda le ricadute occupazionali, l'ENI parla di 650 unità, addirittura parrebbero 100 in più di quelle attuali. Ricordo che non è esattamente così perché attualmente sono addetti a Porto Torres circa mille lavoratori. Il tutto, dice l'ENI, andrà a regime fra sei anni.
Io vorrei che tenessimo conto di questo dato. Dico subito, a scanso di equivoci, che i presentatori della mozione guardano a questo progetto con interesse, tuttavia gli stessi presentatori della mozione non condividono il trionfalismo emerso in questi giorni, in particolare da parte del presidente Cappellacci. Provo a dire perché. L'ENI propone, come dicevo, un piano per la chimica verde da realizzare in sei anni. L'unica certezza che abbiamo rispetto a questa proposta dell'ENI è che quel piano, che deve realizzarsi in sei anni, prevede la chiusura del petrolchimico esistente a giugno di quest'anno,.
Io vorrei che su questo riflettessimo un attimo e, prima ancora di queste nostre osservazioni, vorrei, anzi spero abbia già riflettuto l'Assessore dell'industria e che ci dica poi il prodotto delle sue riflessioni. Assessore, siamo di fronte a un ricatto bello e buono, siamo di fronte a un ricatto! Stamattina e ieri si è parlato di lanzichenecchi, ma guardate che l'ENI non va giudicata diversamente relativamente a questa proposta. Propone un piano che attualmente è a livello di ricerca, non c'è una sperimentazione industriale nel mondo, ha una prospettiva di sei anni per la sua realizzazione, ma l'unica cosa certa che contiene quel piano è che a giugno di quest'anno, fra tre mesi, si ferma tutto il petrolchimico. Io su questo chiedo innanzitutto qual è la posizione della Regione.
Dico fin d'ora che non siamo assolutamente d'accordo con il giudizio espresso dal Presidente della Regione che fa finta di non sapere, di non conoscere che a giugno si fermano gli impianti in cambio di qualcosa che ci sarà fra sei anni. In questo senso credo che non possano che essere condivise le preoccupazioni espresse in questi giorni dal sindaco di Sassari, dalla Presidente della Provincia e da parte delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali più in generale. Assessore, purtroppo siamo tristemente noti in quest'Isola per la politica dei due tempi, siamo di fronte per l'ennesima volta a una proposta che contiene in sé la politica dei due tempi, c'è una promessa di prospettiva senza nessuna certezza, non c'è un piano industriale, non c'è un piano finanziario, ma c'è, intanto, la chiusura dell'esistente. Non possiamo assolutamente accettare una proposta che contiene questo rapporto. Quindi, Assessore, quando interverrà la prego di dire che cosa ne pensa e che cosa intende fare per contrastare questa proposta assurda e irricevibile dell'ENI.
Ancora, Assessore, quel piano parrebbe prevedere una cosa interessante ed è l'integrazione della filiera industriale in senso stretto con la filiera agricola. Io esprimo la mia opinione, quasi me ne vergogno, con le parole dell'ex assessore Prato che ieri, smentendo clamorosamente il Presidente della Regione, ha messo in guardia dall'utilizzare 20 mila ettari per colture che non si sa bene come potrebbero svilupparsi, quindi senza certezze, perché si rischierebbe di far pagare a questa regione un prezzo troppo alto, impossibile da sopportare.
Io non voglio speculare su queste proposte, che meritano l'attenzione di quest'Aula e, soprattutto, quest'Aula merita doverosamente una risposta precisa da parte della Giunta e, nella fattispecie, dell'Assessore dell'industria.
C'è poi, Assessore, il progetto relativo alla cessione da parte di Syndial (società del gruppo ENI), al fondo di investimenti GITA dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati. Anche qui, Assessore, la vertenza è ferma. Nei giorni scorsi, anche su questo punto, abbiamo assistito a trionfalismi davvero incomprensibili che offendono, abbiate pazienza, l'intelligenza delle persone serie, delle persone preoccupate per il loro presente e soprattutto per il loro futuro. A questa gente noi dobbiamo guardare con rispetto e dire che cosa c'è dietro una certa proposta.
In questo caso, per assurdo, non siamo nemmeno in presenza di una proposta. Assessore, che cosa ha da dire a chi da oltre un anno occupa l'isola dell'Asinara? Perché, Assessore, nonostante gli annunci del ministro Romani e l'offerta del fondo svizzero GITA quest'ultimo ancora non ha proceduto alla capitalizzazione di 100 milioni di euro? Le ricordo, Assessore, che questa società, una Srl, ha un capitale sociale pari a 10 mila euro, il minimo previsto per legge e nemmeno tutti versati! Siamo a questo livello! Vogliamo discuterne in qualche maniera in questo Consiglio, aprire le orecchie? Vogliamo che questo Consiglio sia in qualche maniera protagonista anche del destino dell'economia di questa regione, del destino della gente che produce economia oppure facciamo decidere agli altri, ai lanzichenecchi come stamattina venivano definiti in merito al problema di Quirra e a quello della continuità territoriale?
Assessore, il ministro Romani, che lei ha accompagnato nella visita al sito petrolchimico insieme al Presidente della Regione, ha stilato un crono programma dicendo che entro gennaio ci sarebbe stata la firma definitiva, entro febbraio il riavvio degli impianti e a metà marzo (oggi è il 10 marzo, mancano solo cinque giorni) i lavoratori sarebbero tornati in fabbrica. Spero che questi cinque giorni siano sufficienti per fare questi tre passaggi.
Questa è la sfida che lei deve raccogliere, Assessore, e siccome né lei né nessun altro può fare miracoli la invito a essere (come credo lei sia) onesto intellettualmente dicendo innanzitutto a quest'Aula e agli operatori del settore come stanno le cose: non continuate a prendere in giro le persone, perché questo si sta facendo! Vorrei, scusate, che fossimo chiari.
Assessore, sono trascorsi tre mesi dall'assunzione di quegli impegni e la situazione non soltanto è immobile ma è peggiorata, e lei lo sa bene perché recentemente l'Eurocoop, una delle cooperative legate strettamente a Vinyls, è fallita; l'altro ieri in un comunicato i dirigenti di Vinyls Italia denunciano che quella società (tra l'altro uno dei commissari è anche sardo) è sull'orlo del baratro. Vogliamo affrontare queste questioni o vogliamo parlare d'altro? Inoltre, nel documento dei dirigenti, non delle organizzazioni sindacali, dei dirigenti di Vinyls si pone con preoccupazione, con seria preoccupazione l'accento sulla necessità, non più procrastinabile, di riavviare tempestivamente gli impianti perché, Assessore, come lei ben sa, quando gli impianti industriali si fermano per anni è difficile pensare di riavviarli, è difficile riavviare una lavatrice, immaginiamoci un impianto industriale.
Assessore, ho richiamato quanto denunciato anche dai dirigenti Vinyls per dirle che la preoccupazione è molto forte e a interpretarla, ripeto, oltre ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali c'è anche il management di quell'azienda e quando è il management che fa alcune denunce vuol dire che c'è qualcosa che non va. Allora io le chiedo di chiarire innanzitutto stasera a quest'Aula quali sono le ragioni per cui gli impegni assunti solennemente dal ministro Romani non sono ancora stati messi in essere. Questo le chiedo, Assessore, di fare questa sera.
La situazione dovrebbe comunque indurvi a rifuggire dal facile e irresponsabile trionfalismo, che ha un sapore elettoralistico, perché la mia preoccupazione è che fra un mese, un mese e mezzo probabilmente assisteremo in quel di Porto Torres alla firma, in pompa magna, di un pezzo di carta privo di effetti perchè ha il solo scopo di accompagnare disperati nella campagna elettorale a vantaggio di chi ha le redini del Governo in questo Paese e che si è contraddistinto per ennesime promesse rivelatesi bugie in tutto il comparto industriale dal Sulcis a Porto Torres, senza risparmiare nessuno.
Pertanto, Assessore, le chiedo di verificare insieme al Ministero competente, quello per lo sviluppo economico, se le offerte sono offerte serie, finora non hanno dimostrato di essere tali. Se sono serie, Assessore, non si comprende perché, nonostante un ritardo di tre mesi, nel breve volgere di qualche giorno non si arrivi a una conclusione definitiva di questa seconda parte delle proposte dell'ENI. Assessore, c'è il sospetto, e lei lo sa bene, che tra la Vinyls Group srl fondata un mese fa, un mese fa, per partecipare a una gara e che finora, ripeto, ha capitale sociale di 10 mila euro nemmeno versati del tutto, e la Vinyls Italia di Sartor ci sia più di un rapporto casuale.
Vedo che il tempo sta per finire, per cui concludo dicendo "Assessore, Presidente del Consiglio, signori della Giunta, in questa Regione non possiamo permettere all'ENI di fare la politica industriale, io stasera voglio interrogare l'Assessore per capire se questa Regione ha una politica industriale o se invece si piega supinamente, supinamente, ai voleri dell'ENI che non ha certamente interesse a consolidare né tanto meno a rilanciare l'apparato produttivo in questa regione. Assessore, queste sono le ragioni di questa mozione presentata dall'intero centrosinistra.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, la discussione odierna rappresenterà, secondo me, per molti di noi qualcosa che non saprà andare oltre le solite parole, le solite rivendicazioni, i soliti proclami che la nostra gente purtroppo è abituata a sentire e a cui, ormai, non crede più. La mozione su cui siamo chiamati a esprimerci segue in qualche modo una lunga serie di mozioni analoghe e di conseguenti impegni assunti, però mai onorati. Ma se il risultato del nostro impegno, di tutti i nostri sforzi proclamati è fino a oggi pari quasi allo zero, significa che prima di tutto forse dobbiamo mettere in discussione noi stessi chiedendoci quale sia il problema reale e quale sia la giusta soluzione a questo problema.
In appena dieci minuti di tempo dobbiamo argomentare a supporto o contro una tematica così delicata che racchiude al suo interno, quasi fosse un abbraccio mortale, alcune richieste che io ritengo incompatibili, carenti di presupposti e, come al solito, fuorvianti e prive di prospettiva. Parlare di riavviare gli impianti cercando, per l'ennesima volta, di richiamarsi a criteri di affidabilità, di solidarietà economica e industriale o, ancora, auspicare ulteriori investimenti sul cracking o ravvisare, senza imbarazzo, che sarebbe opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'Eni e le altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione e via, è un libro dei sogni che per essere aperto presuppone uno scambio inaccettabile con la promessa della chimica verde, tutt'altro che priva di incognite.
A fronte di un lungo elenco di quelle che dovrebbero essere enormi prospettive, si pone come presupposto di riferimento questo fermo del cracking di Porto Torres che, secondo me, è l'ennesima prova provata della volontà di disimpegno da parte dell'ENI; ma siccome a Porto Torres è in corso, qui non ne ho mai sentito parlare da nessuno, un processo penale a carico di alcuni manager delle collegate dell'ENI, accusati di disastro ambientale, non è possibile che forse attraverso la chimica verde l'ENI voglia ancora perdere tempo per non essere soggetta al pagamento dei danni provocati da questo disastro ambientale? O vuole continuare a prenderci in giro? Non lo so, mi pongo questa domanda. Io voglio essere chiaro: in questa situazione si è davvero ciechi e si trascende addirittura, penso, forse il senso del ridicolo.
L'ENI ha adottato, e si capisce, un chiaro disimpegno dalla Sardegna; è sotto gli occhi di tutti che l'industria pesante è finita, pertanto non bisogna permettere che inquinatori e malfattori, perché di questo si tratta, se la "filino all'inglese" senza pagare il dazio. Il vero problema, su cui tutti noi dobbiamo focalizzare sia l'attenzione che l'impegno, riguarda le bonifiche che stentano a decollare, pur fra tanti proclami e annunci. Lo sostengo da tempo, lo abbiamo sostenuto da sempre come Gruppo, il vero problema è decidere finalmente che la Regione Sardegna non stia più in silenzio ma si costituisca parte civile nei procedimenti aperti dalla magistratura per inquinamento e disastro ambientale.
Il vero problema è avere il coraggio di dire che il nostro modello di sviluppo lo dobbiamo decidere noi sardi e dire, ad alta voce, che quello che fino a oggi c'è stato imposto, voi dite dai lanzichenecchi, ha creato danni incommensurabili e forse irreparabili alla nostra salute, all'ambiente in cui noi viviamo e nel quale, ricordiamolo, dovranno vivere i nostri figli. Più precisamente voglio dire che dobbiamo avere tutti il coraggio di affermare, lei sorride Presidente, sorrida pure, che l'avventura della chimica sarda è finita, ma che questa fine è stata decisa non da noi ma dall'ENI che deve e dovrà pagare; e questo lo voglio dire a chiare lettere, cara Presidente, caro Assessore e cari colleghi.
Questo è prima di tutto anche l'ennesimo fallimento, l'epilogo dei passati modelli di governo delle nostre risorse e di sviluppo para coloniale che ha visto mancare il protagonismo e l'autorevolezza della classe politica sarda. Ma questa nefasta avventura, lo voglio ribadire, è purtroppo finita, e sono i numeri a parlare, con ripercussioni gravissime sulla salute delle persone e anche su quella degli animali. E' una delle più grandi devastazioni causate dall'inquinamento dell'ambiente: del nostro mare, della nostra terra, dell'aria che siamo obbligati a respirare.
Ebbene, colleghi, non condivido il fatto che ogni volta che rivendichiamo un adeguato livello occupazionale per i sardi quasi automaticamente si glissa sui pericoli e i danni dimostrabili e dimostrati che questo tipo di industria ha prodotto. La salute del nostro popolo credo non si debba e non si possa barattare con nessuna richiesta che subordini il nostro diritto alla salute al mantenimento delle medesime iniziative che hanno fatto ammalare le persone, e che hanno determinato scempi alla nostra terra.
Questa terra contemplata sia dallo Stato italiano, che da parte della classe politica sarda, ancora una volta, alla stregua di una colonia.
Mi aspetto perciò, Assessore, lo dica al Presidente, che ci sia un appoggio unitario da parte del Consiglio, e che ci si affretti veramente ad aprire un duro contenzioso fra Stato e Regione nei confronti dell'Eni e delle sue controllate, decidendo finalmente di ricorrere anche alla magistratura ordinaria. Questo è stato fatto da qualche istituzione, ma credo che allo stato attuale ci sia silenzio, troppo silenzio.
Voglio però precisare che quando affermo che la chimica che c'è ancora oggi in Sardegna è morta e non ha più futuro, dico qualcosa che vorrebbe innanzitutto richiamare il coraggio e l'onestà delle istituzioni, della politica e delle parti sociali a saper guardare avanti, a cercare insomma di prevedere, nel consesso di responsabilità civile, quanto accadrà nei prossimi anni. Si tratta infine di riprogettare fin da ora il futuro del nostro territorio, sapendo che dobbiamo essere in grado di affrontare per davvero il problema delle bonifiche, e la riconversione del settore chimico, nonché la riqualificazione dell'ambiente e delle infrastrutture delle aree interessate, rompendo i tabù e la retorica della centralità strategica dell'industria, della filiera del cloro-sodo, e più in generale del polo chimico energetico sardo.
Mi auguro inoltre che si rompa anche il tabù più pericoloso, che riguarda noi tutti che ci occupiamo di politica, che è quello della contrapposizione a prescindere, che determina che ciascuno degli attori in scena a tutti i livelli cerchi di attribuire ad altri le responsabilità ultime della crisi, dello stallo, e del fallimento di contrattazioni, invece di fare qualcosa…
PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato Mi spiace doverla deludere ma il mio sorriso non era rivolto a lei, né agli argomenti da lei trattati, che possono suscitare tutt'altro che l'ilarità in quest'Aula.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Intervengo, brevemente, perché la mozione può essere interessante, e sicuramente lo è, nel proporre uno degli aspetti dello sviluppo della Sardegna, ma ancora una volta mi pare prevalga l'esercizio dialettico senza affrontare il senso vero del problema: il percorso e la linea politica che quest'Aula dovrebbe decidere, le indicazioni vere che il popolo sardo dovrebbe avere sullo sviluppo prossimo venturo, considerando purtroppo le disavventure passate e le non scelte fatte sino a oggi.
Tutte le parti politiche, dalla destra alla sinistra, passando per il centro, credo dovrebbero fare molti mea culpa; però, da qui a dire che non deve esistere una politica industriale in Sardegna, o darne la colpa esclusivamente a una maggioranza, è cosa ben diversa dal pensare e capire che le linee di politica industriale vanno ricercate innanzitutto a livello nazionale. E né il centrosinistra, né il centrodestra sono stati in grado di individuare le politiche essenziali di una nazione (penso per esempio alla salvaguardia della chimica di base), come ha fatto la Germania che, pur con le difficoltà economiche e finanziarie date dalla globalizzazione del sistema produttivo, ha ripreso vigore e trovato nuovo sviluppo e nuova linfa.
E' necessario, pertanto, un ripensamento complessivo, e una verifica attenta del percorso che abbiamo iniziato anni fa. Io non sono preclusivo nei confronti dell'industria, non dico che l'industria non deve esistere in Sardegna, dico che deve essere controllata, deve essere individuata quella meno inquinante, e che certamente la salute del popolo è la prima importante decisione da assumere da parte di chi impone gli indirizzi politici, ma una volta che si è scelta una strada, vi è anche il dovere di controllare quella strada. Quanti controlli effettivi si sono fatti all'interno delle fabbriche? Quanti controlli si sono fatti quando quelle fabbriche sono state dismesse? Quanti siti sono stati verificati effettivamente? Quanti siti sono stati ripuliti e riconsegnati al loro stato naturale? Poniamoci il problema! E ripeto, è una responsabilità che passa attraverso sia il centrodestra che il centrosinistra.
Ciò che è più importante, e non voglio rubare tutto il tempo, è la considerazione seria che si dovrebbe fare sulle linee di sviluppo complessivo della nostra isola, anziché considerare a spizzichi e a morsi un settore o l'altro. Su questo bisogna confrontarsi! Inoltre, non mi sembra una novità che l'ENI decida la linea politica industriale anche del Governo; investe all'estero, recupera risorse, intelligenza e capacità all'estero, riesce a costruire un sistema industriale quasi avulso dagli interessi generali della nostra Nazione, e può anche avere la facoltà di dire al Ministro dello sviluppo che la linea politica la decide l'ENI, e la decide in altri Stati, con altri soci di altri Stati.
Succede questo, e nella Regione sarda noi avremmo la pretesa di dire che questo Consiglio deve dire "no" all'ENI? Il problema è quanto mai diverso; si tratta di assumere intelligentemente da parte nostra una linea politica, un indirizzo programmatico che definiscano le linee di sviluppo della nostra isola, e di confrontarci con il Governo seriamente su tutti i problemi che ci assillano, ivi compresi quelli legati alle vicende di cui stiamo discutendo che, certamente, qualche dubbio lo pongono; mi riferisco per esempio anche ai 20 mila ettari in concessione a una fabbrica da cui domani, nonostante si dichiari di poter trasformare quei prodotti in chilowattora, potrebbe non arrivare, come dire, la soluzione attesa. Io ci penserei due volte, e farei delle valutazioni serie. Ma anche perché i primi risultati arriverebbero dopo sei anni, ma da qui a sei anni che cosa può avvenire? Dovremmo incominciare a decidere non solo la politica industriale, quindi, ma anche quale può essere la politica energetica intelligente e seria per la nostra isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io ritengo che quest'Aula abbia fatto bene ad affrontare nuovamente una discussione su questo tema; così come ciascuno di noi farebbe bene a profondere il massimo impegno nel riflettere su cosa è opportuno fare rispetto alle tematiche che il collega Diana, in maniera molto lucida, ha messo in evidenza.
L'industria chimica in Sardegna è importante per l'industria nel suo complesso, e la sua chiusura, poiché non siamo di fronte a un'economia dell'Isola particolarmente prospera, va evitata per impedire che il peso dell'industria, già eccessivamente ridotto nella nostra economia, diventi insignificante. La questione della chimica è importante in particolare per il sito di Porto Torres che è stato al centro delle lunghe e spettacolari lotte operaie di questi anni. In questi giorni stiamo ragionando sulla chimica tradizionale e sul ruolo svolto, il più delle volte in modo negativo, dall'ENI e dagli altri soggetti che in questi anni si sono alternati, e sul ruolo di questa nuova società, la Novamont, che insieme a ENI si propone di lanciare un'idea di produzione, sempre nel settore della chimica, con l'utilizzo di materie prime derivanti dall'agricoltura.
Diciamo subito che concordo con quanto sostenuto nella presentazione della mozione: i progetti non sono e non devono essere alternativi. Qualcuno ha precisato che non debbono esserlo almeno per l'immediato; io sono convinto che non debbano essere alternativi neanche nella prospettiva. E' vero, la chiusura del cracking a Porto Torres è un vero e proprio ricatto! Noi non possiamo accettare che venga chiuso, oggi, un impianto per dare il via a un altro che sarà pronto fra sei anni; non siamo e non dobbiamo essere d'accordo ma dobbiamo fare di tutto affinché questo non accada.
Il progetto Novamont va valutato con attenzione, assolutamente senza pregiudizi, va giudicato positivamente se comporta delle serie prospettive di ricaduta economica dal punto di vista industriale, in primo luogo, perché può essere una novità, nel panorama industriale europeo, che risponde all'esigenza di utilizzare materiali biodegradabili come imposto dalle nuove normative in materia; in secondo luogo è importante anche dal punto di vista agricolo perché è questo mondo che dovrà eventualmente fornire le materie prime a questo ciclo produttivo. Nessun pregiudizio, pertanto, però occorre avere anche una certezza; poiché le produzioni di biomasse deriveranno dall'attività di quegli stessi agricoltori che, nel corso di questo anno, si sono lamentati perché il prezzo del latte, che è il loro prodotto principale, veniva pagato molto meno del costo di produzione, queste materie prime dovranno essere pagate a un prezzo remunerativo, da questa "piccolissima" questione non si può derogare, perché non possiamo chiedere, nessuno può chiedere, che affinché funzioni uno stabilimento a Porto Torres o in qualunque altro luogo, altrove qualcuno debba lavorare gratis.
Dovranno essere elaborati dei piani industriali e dei piani di coltivazione e individuati cicli produttivi ben definiti a cui far corrispondere una giusta remunerazione, diversamente stiamo chiedendo a una categoria produttiva, lo ribadisco, di sostenere l'esistenza di un'altra a proprio discapito. Questo, però, non sarà possibile per il semplice motivo che quella categoria produttiva, gli agricoltori, sta già scomparendo e soltanto prospettive di produzione serie con remunerazione dei propri prodotti potrà salvarne la permanenza attiva nel settore primario.
Vorrei fare qualche considerazione sulla chimica tradizionale; è pensabile, domando, una prospettiva? Le lotte operaie di questi anni hanno messo in evidenza l'esigenza di salvare gli impianti esistenti che erano in funzione e che si vorrebbe far ripartire; a Porto Torres c'è stato anche un impegno molto puntuale dell'intero territorio, non solo dei sindacati degli operai, si sono impegnati e spesi in questo senso gli enti locali, la provincia, i comuni, tutti i comuni da qualunque forza politica governati. Si è spesa molto l'università, sono state messe in campo prospettive produttive diverse da quelle tradizionali che sono anche le più povere nell'ambito della produzione della chimica tradizionale. Si è parlato di tantissime iniziative della facoltà di chimica dell'Università di Sassari e della possibilità di produzioni ad alto valore aggiunto. Serve che chi in questo settore ha peso e potere per poter decidere decida e decida in maniera positiva per quel territorio.
Il sistema chimico della Sardegna è un patrimonio che non può essere disperso, neanche da un Governo, tra virgolette, amico di questa Giunta, e neanche dalla più grossa multinazionale italiana, cioè l'Eni. Nessuno ha il diritto di scippare questa integrazione che è pur essa un patrimonio della nostra Isola; servono quindi impegni finanziari e industriali da parte dell'ENI, serve quindi una volontà politica molto precisa, molto puntuale, da parte del Governo per rilanciare la chimica in Italia e nella Sardegna, così come altrove si sta facendo. Lo si sta facendo proprio utilizzando sistemi produttivi e individuando prodotti da mettere in campo che niente hanno a che fare con le produzioni tradizionali, che tanto hanno fatto discutere nella nostra Isola relativamente all'inquinamento e a quanto attorno a questo argomento si può dire.
In Sardegna l'esperienza maturata e l'alto livello qualitativo delle produzioni non possono essere tralasciati, e non si può consentire che questo patrimonio non venga rilanciato, sempre che il Consiglio regionale si pronunci in maniera chiara e forte, e serve che il Governo venga richiamato alle proprie responsabilità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, due parole approfittando della possibilità di parlare per dieci minuti anziché per i tre minuti della dichiarazione di voto. A me pare che in quest'Aula si stia prendendo la brutta abitudine di fraintendere i nostri dibattiti considerandoli dibattiti culturali, assolutamente inefficaci rispetto all'obbligo di prendere decisioni. Io non capisco perché stiamo ripetutamente avviando dibattiti inconcludenti che certificano all'esterno che quest'Aula non ha potere e scegliamo argomenti su cui, questo è il presupposto, non abbiamo il potere di decidere. Trovo infatti un po' masochista occuparci dell'ENI, che insieme ad altre quattro società in Italia, esprime il 20 per cento del PIL, e pensare di poter dettare una linea all'ENI dopo aver detto in quest'Aula che la sovranità non appartiene a quest'Aula ma al Governo nazionale.
Io vorrei capire, lo voglio chiedere ai colleghi dell'opposizione, come mai non uniamo mai i due monconi, della sovranità e dei problemi che poniamo, e ci riduciamo ad avere ruoli da questuanti (il dibattito di oggi è un ruolo da questuante!), perché si rinuncia a interpretare, in modo adeguato ai tempi, il potere di cui si dispone. Ne è la riprova il fatto che il Governo nazionale ha impugnato la finanziaria votata da questo Consiglio; lo voglio dire ai colleghi del P.d.L., sono state impugnate anche le norme di fiscalità di vantaggio: non conosco una legge varata dal Piemonte, dalla Lombardia o dal Veneto - il Veneto che fa porcate nel suo territorio! - che venga impugnata dal Governo nazionale! Non è questione di leggi, è questione di potere!
Noi facciamo le leggi e abbiamo un maestrino, il vostro ministro Fitto, che corregge i compiti con il pennarello rosso e blu, e poi veniamo qui a discutere di chimica?! Dopo aver rinunciato a esercitare la sovranità, continuiamo a essere autonomisti, a dire che il potere è a Roma e poi a lamentarci! Io non sono masochista, mai stato masochista! Ma oggi stiamo scrivendo pagine ignobili di debolezza; anche sulla questione dei poligoni, non si possono avere riguardi per il Governo nazionale su questo tema, e vorrei ricordare che il presidente Cappellacci ha firmato con noi un accordo in base al quale i poligoni venivano estromessi dal territorio della Sardegna. Tra l'altro Teulada dal 2008 è classificata Sito di Importanza o Interesse Comunitario (SIC), quindi non capisco chi autorizza e come si possa autorizzare qualcosa in quel luogo. Lo si fa in ragione di un potere superiore che voi non contestate, perché avete messo in minoranza questo Gruppo quando ha posto il tema della sovranità e dell'indipendenza! Voi quel potere che non vi dice cosa "spara" - non ve lo dice, non lo dice cosa spara -non lo contestate, e non lo contesta neanche il P.D., visto che chi ha allargato il perimetro di quel poligono si chiama Arturo Parisi, quello che diceva di noi in quanto indipendentisti che eravamo degli scemi! L'ultimo atto dell'onorevole Parisi fu l'allargamento del poligono di Quirra.
Noi, guardate, non siamo più disponibili a chiacchierate da convegno accademico; o il Consiglio regionale si occupa di potere e mette in campo il suo potere, oppure, se ha deciso di trasformarsi in un'aula da convegno, fa a meno del Partito Sardo d'Azione. Noi questo tempo dovremmo riservarlo ad altre cose, al fatto che la spesa sanitaria cresce più veloce dell'incremento di gettito prodotto dall'aumento del PIL, dovremmo occuparci di questo come minimo, dovremmo occuparci di come stimolare il PIL perché non stiamo facendo nulla in questa direzione!
Stiamo acquisendo una mentalità pauperistica per cui ci stiamo disimpegnando rispetto a come si produce la ricchezza e bisticciamo su come distribuirla, detto in altri termini qui si fa politica di distribuzione di stipendi ma non si fa mai la politica per aumentare il PIL! Però siamo al ventesimo dibattito in cui facciamo i masochisti!
Non siamo noi ad aver tenuto in vita l'ENI, non siamo noi perché non abbiamo mai esercitato una politica nazionale, ma certamente l'ENI che condiziona la politica nazionale non è né di destra né di sinistra, l'ENI è l'ENI; però se l'ENI trovasse davanti a sé un Consiglio regionale che prima di tutto sostenesse di avere una sovranità piena nel suo territorio e, poi, ponesse delle condizioni comportandosi come uno Stato, si sveglierebbe, come si sveglia un Governo nazionale che quando ha paura della sovranità del Veneto non impugna le leggi del Veneto!
Noi non siamo più disponibili a esercizi ginnici che non si concludono mai in una gara; questo Consiglio regionale si sta specializzando in riscaldamento, morirà di riscaldamento e non gareggerà mai sul terreno della politica.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, che dire? Una famosa canzone di Venditti diceva "in questo mondo di ladri…", adesso si potrebbe dire: "in questo mondo di cialtroni, di farabutti, di viziosi, di viziati", questo mondo dove tutti siamo spettatori di ogni tipo di nefandezza e continuiamo a fare i certosini sui termini; noi siamo bravissimi a fare questo, per capire come possiamo essere il più possibile nelle nostre cose, nelle nostre relazioni.
L'onorevole Maninchedda richiamava il principio di sovranità, ma noi dobbiamo riflettere invece sul concetto di genuflessione, cioè su come sia possibile che questo Governo regionale, questo Consiglio, qualche volta, questo sistema politico e sociale riescano a genuflettersi di fronte a coloro che in maniera arrogante li danneggiano. E' vero, noi -come popolo e come rappresentanza di quel popolo siamo masochisti, e spero che arriveremo al livello di masochismo, quello estremo, che contempla l'autosoppressione, cioè il suicidio, perché così una volta eliminati non ci si pensa più!
Ha fatto benissimo l'onorevole Diana che ha raccontato i mesi, gli anni dei senza lavoro; la Nuova Sardegna tiene un diario che titola, "trecentosettantesimo giorno dell'isola dei cassintegrati": Robinson Crusoe ce l'ha fatta in meno tempo a trovare la strada della liberazione; è riuscito a scappare dalla Caienna, in un tempo più celere, anche quel famoso personaggio chiamato Papillon, noi non ci riusciremo. Moriremo di riscaldamento? Qualcuno morirà di riscaldamento, qualche altro morirà di freddo ma è certo che moriremo, è certissimo che moriremo; siamo seduti su una polveriera (e non solo per via dei poligoni, anche per quello), intendo una polveriera sociale, a fronte di un disastro economico, di una bancarotta istituzionale su cui non si dice neppure la minima parte della verità.
Stamattina mi sono intrattenuto alcuni minuti con il Presidente della Commissione bilancio per esternare la mia preoccupazione, ma è una preoccupazione comune che ogni tanto ci rimbalziamo: se consideriamo il disavanzo della sanità, il buco della gestione del sistema idrico integrato, se verifichiamo le perdite e i debiti delle aziende regionali, se esaminiamo il disastro dal punto di vista economico, che ha riflessi anche sulla capacità finanziaria della Regione, perché noi prendiamo una fetta delle imposte, sia dirette che indirette, quindi una fetta della condizione dell'economia di questa Regione, di quello che riesce a produrre; se ragioniamo su questo inviterei il presidente Cappellacci (chiedo di presentare perché difficilmente possiamo avere relazione in via diretta), a portare i libri dei conti, sempre che ce ne siano, non al tribunale ma al Governo, al "maestrino", al ministro Fitto, a quello che tratta le questioni sociale di questa Regione come se stesse nel cuore della "Milano da bere", quella delle ragazze coniglietto, quella della gioia, dell'opulenza, della serenità, noi non viviamo quella condizione, ne viviamo un'altra.
E questa prepotenza, questa arroganza contro la nostra istituzione fanno sì che non ci sia legge approvata da questo Consiglio, non ci sia articolo che abbia un senso per sostenere l'economia oppure per uscire dal disagio sociale espresso da questo Consiglio che il Governo non bocci. Ripristiniamo i vecchi sistemi di controllo, erano più trasparenti, non rischia nulla, prende tre impiegati pagati anche con i nostri soldi e gli dice: fai un rilievo, me lo porto nella lettera b) dell'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri così gli facciamo perdere qualche anno, qualche mese: noi non abbiamo tempo da perdere.
Hanno preso in giro i lavoratori della chimica, hanno preso in giro i lavoratori del siderurgico, hanno soppresso l'attività tessile e hanno preso in giro i lavoratori del tessile, hanno smantellato il sistema industriale sardo, lo hanno fatto a Roma e a Milano tutti, tutti coloro che hanno avuto responsabilità di governo in generale, l'hanno fatto nelle legislature precedenti, lo stanno facendo in questa, hanno deciso che questa Regione deve morire avvolta nei suoi problemi; quei signori pagati dal popolo sardo non hanno faccia di venire qua in Sardegna se non per farsi le vacanze, per essere invitati di lusso, per fare festini; il comportamento è indegno, offensivo, inaccettabile.
Ci fanno mangiare bombe, ci riempiono di cancri, ci lasciano alla fame, ci rubano le nostre risorse, ma chi sono?
Signor Presidente, il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, qualcuno vorrebbe fosse il prolungamento del Regno sardo piemontese, ma di quale unità stiamo parlando, ma di quale unità stiamo parlando! State prendendo in giro questi lavoratori; ma quale vendita, ma quale acquisto, ma quale riattivazione, ma quale risistemazione dell'impianto! E le procedure di infrazione sull'energia? Quello non era un capitolo chiuso, il Governo non era intervenuto, però interviene per le quote latte delle mucche, non delle pecore; questo è un Governo che discrimina, è un Governo separatista, è un Governo che uccide l'Unità d'Italia: perché la dovremmo festeggiare, non è un'Unità che ci interessa più di tanto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Solamente due riflessioni sulla mozione, che io ho sottoscritto e che ha creato una bella discussione in Consiglio. Parto da una intervista di Filippo Peretti alla leader della Cgil, Susanna Camusso, nella quale ricordava alla signora Camusso che era trascorso un anno dall'ultimo sciopero generale in Sardegna che aveva visto la sua partecipazione al corteo dei cinquantamila, durante il quale rivolta a Berlusconi e Cappellacci lei aveva denunciato che i lavoratori erano stanchi di promesse. La Camusso risponde, e noi dovremmo ribadirlo in modo ancora più forte, che purtroppo è ancora così: i lavoratori sono stanchi di promesse, tutti siamo stanchi di annunci a cui non seguono i fatti; noi stiamo diventando le spugne degli annunci, assorbiamo tutti i piccoli movimenti che vengono fatti a livello di politica nazionale e li amplifichiamo, ovvero la Giunta regionale e il presidente Cappellacci li amplificano.
Una dimostrazione è il titolo di un articolo de L'Unione sarda che riprende una frase del presidente Cappellacci: "Entrate, siamo vicini al traguardo". Ma come si può imbrogliare i sardi in questo modo, quando il primo passo sulle entrate, cioè sui soldi di cui possiamo disporre (senza soldi non possiamo fare niente), è stato fatto dopo due anni di inerzia, di imbrogli e di bugie, sulla vertenza entrate e sull'intesa firmata da Prodi e dal presidente Soru? Come si può parlare di traguardo vicino quando una commissione tecnica presieduta non dal ministro Fitto, ma dal suo capo di gabinetto ha siglato un accordo, pur importante, su una parte delle norme di attuazione, perché della gran parte di queste norme, come ci hanno detto gli esperti consultati, già due anni fa non ne avremmo avuto bisogno. Cioè ci stanno "fregando" e noi facciamo trionfalismo. Questo è veramente il massimo del masochismo, ci fregano e noi facciamo trionfalismo.
Domani si inaugura il Sapei, il cavidotto che dovrebbe trasportare, avendo noi un plus di produzione, l'energia della Sardegna verso il Continente. Apro una parentesi, assessore Cherchi i dati che lei ha fornito in Commissione sull'eolico e sul fotovoltaico penso comportino un'iniziativa immediata: una disposizione ponte, anche temporanea, per impedire che vada avanti quella caterva di parchi eolici di cui lei ha parlato ieri in Commissione industria; il Consiglio regionale nel corso delle discussioni sull'argomento ha sempre dato l'indicazione di privilegiare il fotovoltaico o anche il mini e il micro eolico, ma legandolo alle esigenze degli agricoltori, della piccola e media impresa e delle famiglie. Si vuole far risparmiare le famiglie, non far guadagnare i soliti squali che investono sui piloni degli impianti eolici!
Dicevo, quindi, che per le entrate si dichiara di essere vicini al traguardo. Ma non è possibile! Non è possibile non urlare la nostra indignazione. Non è possibile, altrimenti perdiamo la nostra credibilità! Io voglio vedere la delibera sulle norme di attuazione e, soprattutto, la variazione al bilancio dello Stato per destinare soldi in più alla Sardegna. Allora potrò dire ai sardi che il traguardo è vicino, perché oggi come oggi nel bilancio dello Stato quei soldi non ci sono; e non abbiamo neanche la delibera del Consiglio dei Ministri perché il ministro Fitto rischia secondo me, con le promesse che è venuto a fare in Sardegna non più tardi di dieci giorni fa, di fare la fine del vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro che sono rappresentati da Tremonti e Calderoli. Questi sono ministri forti veramente, non Fitto!
Io non ho alcuna fiducia in questo accordo che è stato firmato. Io penso che il Consiglio regionale debba stare molto attento all'ennesima "fregatura", all'ennesimo annuncio. Questo vale per la chimica come vale per l'agricoltura, così come vale per il commercio, vale per i tagli sulla scuola, vale per tutti i settori, vale per le fregature che ci siamo presi sui trasporti da parte della Tirrenia gestita dai napoletani, così come prenderemo una fregatura con l'inaugurazione a Piombino del cavidotto SAPEI Sardegna-Continente.
Allora qui bisogna veramente rialzare la testa. Questo Consiglio lo potrebbe fare se, per esempio, il Presidente della Regione capisse quanto può essere importante essere maggiormente presenti alle riunioni del Consiglio e mettersi alla testa di un movimento che utilizzi alcune delle idee che il Consiglio regionale gli sta dando, altrimenti saremmo costretti, non contando più niente, a un declino inevitabile.
Assessore, parlando di federalismo fiscale, che poi è quello che conta anche riguardo ai fondi per l'industria - non è la prima volta (ne ho parlato appena è stata designata la Commissione dei Trenta per valutare le norme di attuazione della legge delega sul federalismo fiscale) che io denuncio il fatto - che nella Commissione dei Trenta non ci sia un rappresentante della Sardegna, e nessuno della Sardegna ha detto "bah" a parte l'opposizione.
Presidente Cappellacci avrebbe dovuto smuovere mari e monti per impedire questa umiliazione della Sardegna! Ma se non facciamo queste minime cose per impedire che ci si escluda da tutto, come pensiamo di poter veramente intervenire sui problemi enormi che lei stesso, Assessore, probabilmente 12 o 13 ore al giorno si trova ad affrontare, perché le delegazioni vengono da lei! Lei sta toccando con mano, in questi suoi pochi mesi di esperienza assessoriale, qual è il livello di crisi e di disperazione che vivono settori, ambienti e territori della Sardegna e di fronte a questa disperazione c'è bisogno di una ripresa decisa di dignità della politica sarda.
Questo noi chiediamo alla Giunta. Fatelo, ma fatelo velocemente, altrimenti la Sardegna arriva al punto di non ritorno, da cui non c'è più possibilità di ripresa. Stiamo molto attenti ai dati economici, ai dati relativi all'insieme delle situazioni che viviamo nei territori. C'è un livello di disperazione ormai insopportabile, Assessore, nelle situazioni di crisi rappresentate dalla mozione,, ma ce ne sono altre centinaia e centinaia. Non si può più far finta di niente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, direi che siamo fermi al luglio del 2009; infatti la richiesta formulata ieri dal presidente Cappellacci di un'assemblea straordinaria della classe dirigente sarda, cioè un'assemblea degli Stati generali, mi ha ricordato la prima assemblea tenuta nel luglio del 2009 su questo argomento. L'ENI aveva annunciato la fermata del cracking a partire dal 1° agosto del 2009 e un'assemblea straordinaria degli Stati generali aveva tentato, nel solco dell'appello, l'ennesimo, all'unità da parte del presidente Cappellacci, di dare coraggio, di dare autorevolezza a una delegazione che poi - stiamo parlando di questioni attuali, ci arrivo - si era incontrata con l'ENI e con il Governo (allora c'era ancora Scajola); e, sostanzialmente, in un primo momento il Governo aveva tentato di dividere la Sardegna, ricorderete, annunciando il ruolo strategico di Macchiareddu, di Assemini e il progressivo smantellamento di Porto Torres.
Seguì, quindi, la decisione della delegazione sarda di sospendere i lavori e di richiedere con forza, unitariamente, il riavvio degli impianti del cracking a Porto Torres; un risultato chela delegazione, capeggiata dal Presidente della Regione, riuscì a ottenere.
Questo risultato, che io ho definito residuale, è comunque un piccolo risultato perché il problema naturalmente è legato alla chimica, al ruolo strategico della chimica in Italia e, di conseguenza, in Sardegna non è stato affrontato in questi anni tant'è che nell'ottobre successivo, ottobre del 2009, un accordo tra i sindacati nazionali e la stessa ENI portava a una situazione di semplice manutenzione degli impianti di Porto Torres e a una chiusura annunciata per il fenolo, per il cumene, per il cracking.
Arriviamo ai giorni nostri con l'annuncio, ieri, della fermata del cracking e del polietilene a giugno, chiusura barattata con la promessa della produzione della chimica verde: un libro dei sogni; ma ieri è stata sancita la chiusura ufficiale dello stabilimento di Porto Torres. Questo Consiglio regionale, l'Assessore, la Giunta, il Presidente della Regione, che è assente nei momenti importanti, devono necessariamente intervenire con forza.
Il collega Planetta è intervenuto per ricordare gli impegni assunti e mai onorati in questi due anni. Io direi anche quelli assunti in campagna elettorale, che sottolineo ogni volta perché è bene ricordare la storia per dare significato anche alle parole dell'onorevole Maninchedda, il quale sicuramente arriva a delle conclusioni, ma le conclusioni hanno bisogno di premesse e, forse, anche di conseguenze. Ricordo pertanto, ancora una volta, gli impegni di Berlusconi in campagna elettorale.
L'annuncio: Sartor avrebbe salvato la chimica in Italia, in Sardegna. Qualche giorno dopo le elezioni, nel marzo del 2009, il fallimento annunciato. Non c'era un piano industriale, per lo meno non c'era un piano industriale valido, ma lo avevamo detto, nonostante la telefonata a Scaroni, gli impegni per Polimeri Europa, e gli altri fatti, gli annunci, Ramco, il tentativo di soluzione, l'ipotesi del sottosegretario Saglia e di ENI, l'affitto degli impianti in conto lavorazione alla croata Dioki, cioè il tanto temuto spezzatino, ma forse ci ritorneremo per tentare di tenere in vita qualche altro mese, forse qualche anno nella migliore delle ipotesi, gli impianti di Porto Torres.
Rassicurazioni del Governo, da ultimo il ministro Romani, forse con l'auspicio, ma direi il timore, di una campagna elettorale alle porte. Non è successo niente, ma quello che è successo è che da un anno, da oltre un anno ormai gli operai della Vinyls sono all'Asinara impegnati in una protesta fiera, lavoratori che hanno tentato e stanno tentando con forza di difendere il proprio posto di lavoro, con dignità, con una originale, inedita forma di protesta sindacale, perché di questo si tratta, in cui l'isola dell'Asinara, ribattezzata ormai universalmente "Isola dei cassintegrati", simboleggia una Sardegna che non ce la fa nell'indifferenza generale, compresa quella della Giunta regionale e del Presidente della Regione, che non riesce ad andare oltre, che non intravede né un'idea né un progetto di sviluppo alternativo e, soprattutto, che non riesce a mantenere i posti di lavoro.
Allora, siamo nella fase della chimica verde. La chimica verde è un libro dei sogni, manca un piano industriale, è stato detto a gran voce, non sono iniziati i lavori di bonifica, le risorse, anch'esse previste nei FAS, non sono arrivate. Ora più che mai Regione e Governo devono rispondere, devono essere chiamati a rispondere ma, per il momento, le risposte che ci danno sono di ben altro tenore, comprese quelle di oggi con l'impugnazione di quella parte della finanziaria che prevedeva l'utilizzo di strumenti inediti, relativamente per esempio anche al credito d'imposta.
Fra qualche mese un Nord Sardegna, che nell'ambito della nostra regione è veramente in difficoltà, vedrà lo smantellamento della chimica se non si interviene con forza, vedrà la perdita di altri mille posti di lavoro (sto parlando di Meridiana), vedrà il caos sociale, un disastro sociale. Ora è piombato il silenzio assordante anche su GITA, gli operai sono senza stipendio (non è stato pagato quello di febbraio), gli operai si chiedono se l'ipotesi, tra l'altro sancita da un accordo di ricapitalizzazione, troverà poi significato effettivo oppure se è semplicemente un annuncio, un modo per prendere tempo. Il tempo passa inesorabilmente per i lavoratori, ma anche per la Giunta regionale senza risultati, senza uno straccio di idee e di progetto.
Ci chiediamo: quando è il momento di pensare al presente senza perdere un posto di lavoro, ma pensando anche al futuro? Quando cominciamo a pensare a un progetto di sviluppo per la nostra Isola, in particolare per il Nord Sardegna, che mantenga sicuramente l'industria, perché non ne possiamo fare a meno, ma che nel contempo avvii un rapporto virtuoso mettendo insieme sinergicamente le attività produttive? Quando cominciamo?
Io ricordo la prima finanziaria di questa legislatura, una nostra proposta l'aveva presentata il collega Sanna dicendo: fermiamoci, occorre un piano industriale, proiettato nell'arco di cinque anni, rispetto al quale noi, come Regione, facciamo la nostra parte anche con le nostre risorse e lo Stato fa la sua, magari attingendo anche a quelle risorse, anche queste solo annunciate, nonostante il lavoro della Commissione paritetica, ma mai pervenute: parlo dell'articolo 8 della vertenza entrate. Fermiamoci, quindi, non perdiamo un posto di lavoro ma nel frattempo "diamoci un cuscinetto": cinque anni, nei quali affrontare, a tutti i livelli, a cominciare da questa massima Assemblea dei sardi, un progetto di sviluppo per la nostra Isola.
Io credo che siamo fortemente in ritardo; il programma regionale di sviluppo basato sulla persona e sull'"io" non ci ha dato nessuna soluzione. Non ci ha dato soluzione nessun dibattito in questo Consiglio regionale che non ha visto una proposta, un indirizzo da parte della Giunta regionale. Sul futuro della chimica vedo una pericolosa indifferenza, in Italia come in Sardegna. Occorre richiamare con forza sia il presidente Berlusconi che il presidente Cappellacci all'assunzione di responsabilità: lo dobbiamo a quelle famiglie, lo dobbiamo a quei lavoratori, lo dobbiamo a un territorio che attende, probabilmente invano, lo dobbiamo a chi ha creduto davvero con fierezza anche nella nostra azione, nell'azione della politica per risolvere i problemi.
Io vi chiedo, lo chiedo anche ai consiglieri della maggioranza, di approvare questa mozione che, sostanzialmente, è un altro strumento con il quale richiamare il Governo regionale e il Governo nazionale alle proprie responsabilità. Facciamolo unitariamente, facciamolo con l'autorevolezza che ci deriva dal mandato che abbiamo ricevuto dal popolo sardo.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Capelli è rientrato dal congedo.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, ringrazio i colleghi, ringrazio chi ha posto all'attenzione dell'Aula un argomento importante che in quest'ultimo periodo è costantemente all'ordine del giorno, i avendo una rilevanza socioeconomica per tutto il territorio regionale. Credo debba essere sottolineata la responsabilità di questo Consiglio (è già stato detto negli interventi di tutti i consiglieri che si sono succeduti) di non delegare a nessuno le scelte e i modelli sui quali il Consiglio regionale (quindi la Giunta) decide di impostare il futuro del sistema regionale nel suo complesso ma, soprattutto, il destino della gente che noi dobbiamo amministrare.
Io riconosco che il comparto della chimica ha attraversato e sta attraversando ancora un momento di grandi difficoltà, soprattutto perché non ha ricevuto una considerazione chiara e certa. Oggi questo Consiglio regionale, anche attraverso la mozione, unito (mi ricollego alla unitarietà chiesta dall'onorevole Bruno su un importante argomento come quello del futuro dell'industria regionale sarda), sicuramente ha una forza diversa nel raggiungere l'obiettivo finale: il rilancio della chimica. Credo che sia questo l'elemento fondamentale e soprattutto lo scopo di questa nostra discussione:il rilancio vero della chimica in Sardegna.
Proviamo a capire come possiamo raggiungere questi scopi, che poi sono quelli elencati da chi ha illustrato la mozione stessa, ma quello fondamentale è il consolidamento del nostro sistema produttivo. Dobbiamo dichiararlo in modo certo, chiaro, e dobbiamo puntare tutto sull'innovazione; questo aspetto credo non sia da sottovalutare, ma vada ripreso anche nella mia relazione.
C'è poi l'obiettivo, comune a tutti dell'aumento dell'occupazione all'interno del nostro territorio. Verifichiamo, allora, sul piano della chimica, la proposta che ENI, Polimeri Europa e Novamont in questi giorni stanno sottoponendo alla Sardegna, e proviamo a capire anche qual è la forza che la Regione sarda può avere nei confronti di un colosso quale è l'ENI; un colosso che chiaramente risulta non facile trattare e gestire anche da parte del Governo nazionale, questo è l'argomento che stiamo discutendo.
Vediamo quindi il progetto di ENI e Novamont. E' un progetto che non possiamo non condividere, è un progetto che ha chiaramente dell'innovativo, è un progetto che guarda al futuro, è un progetto che comunque conferma la chimica anche se si tratta di biochimica, ma è la chimica, in Sardegna. E noi da questo non possiamo assolutamente prescindere; però possiamo fare altre considerazioni, legate a che cosa? E' vero che relativamente a un piano industriale siamo solo in fase di presentazione, ma è anche vero che nella presentazione ci sono comunque dei punti fermi che riguardano l'investimento, oltre 700 milioni di euro, il piano occupativo, oltre 600 occupati, il tempo per la realizzazione, la qualità del materiale o, meglio, degli elementi di produzione.
Dobbiamo guardare però anche alla preoccupazione che il territorio, soprattutto quello di Porto Torres, ha per chi oggi è già occupato; questo è un aspetto che non possiamo assolutamente tralasciare, ed è forse la parte più impegnativa della contrattazione che, come governo regionale, dobbiamo attivare nei confronti di ENI. Va detto che nel frattempo qualcosa è successo; ci sono stati degli incontri ufficiali sia tecnici che politici per capire qual è l'oggetto della proposta ma, soprattutto, per capire a che cosa porta alla fine questo investimento. Nel sito di ENI a Porto Torres è in atto un processo di chiusura, perché il processo produttivo attuale dovrebbe essere sostituito da questo grande progetto della chimica verde. E' anche vero, però, che non sarà una chiusura istantanea ma, tenendo conto della proposta di riconversione su cui stiamo ancora trattando, sarà dilazionata nel tempo.
ENI, fino a oggi, garantisce che non ci sarà nessuna perdita di posti di lavoro perché saranno riconvertiti all'interno di questo piano; ma, se si va a vedere chiaramente la proporzione ci si rende conto che i numeri non tornano e quindi la preoccupazione è che questo percorso sia effettivamente garantito nel tempo, che entro questi sei anni tutto il processo produttivo sia trasformato e tutti i lavoratori ricollocati.
La preoccupazione riguarda proprio l'occupazione, forse è l'elemento più forte della trattativa perché, credo sia corretto che il Consiglio regionale lo sappia, ENI gioca anche la carta del "ricatto". Ci dice infatti che se non ci interessa la realizzazione del progetto a Porto Torres, loro sono pronti a realizzarlo a Ravenna, dove non c'è nessuna difficoltà. Quindi non si pongono certo tanti problemi. Ma credo che la forza e l'unità di questo Consiglio regionale possano portare solo ed esclusivamente a rafforzare la nostra richiesta; questo emerge dall'intervento dell'onorevole Bruno il quale ha ricordato che uniti, ma anche in contrapposizione al Governo nazionale e soprattutto con chi governa ENI, si riesce a trovare l'accordo e la soluzione ai problemi.
Non possiamo però non guardare alla chimica verde, nessuno fa trionfalismi, ma è sicuramente motivo e oggetto di orgoglio sapere che ENI comunque vuole rimanere in Sardegna, vuole investire in Sardegna nella green economy, e per noi è importante che rimanga.
Passo ora, sempre in tema di chimica, alla seconda parte del ragionamento che riguarda prettamente la questione Vinyls; su questa grande vertenza, di cui fino a oggi ancora non si vede la conclusione, vanno fatte due considerazioni. Come governo regionale, anche attraverso l'accordo con le organizzazioni sindacali e con la Confindustria stiamo attivando un tavolo tematico per stabilire e garantire il futuro dell'industria regionale sarda che giustamente, così come era stato proposto e come è stato sottolineato in alcuni interventi, deve avere l'obiettivo di salvaguardare non solo il comparto della chimica (il tavolo tematico non può limitarsi solo a questo comparto) ma anche quello dell'energia, della metallurgia, e gli altri comparti che fanno parte del sistema industriale regionale.
L'obiettivo principale è comunque il riavvio dell'Osservatorio regionale della chimica che nasce, come voi sapete, nel lontano 2001, poi rivisto nel 2003 e che però nel tempo, piano piano, non ha più avuto la forza e il ruolo che invece compete a chi deve seguire e gestire quel sistema industriale regionale isolano guardando al rilancio del medesimo.
Rispondo alla seconda parte della mozione, sottolineando che non penso che a volte una chiacchierata, come giustamente l'ha definita il collega Maninchedda, da "governo accademico" possa portare a dei risultati, però può dare anche delle risposte a chi magari non conosce, a chi non sa a che punto è arrivata una delle tante vertenze di cui l'Assessorato dell'industria regionale si occupa per cercare di risolvere la tragica situazione del sistema economico regionale. Nella mozione si chiede al punto 3) di intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI e i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo preliminare.
L'accordo preliminare finalmente dopo tanti solleciti e tante fatiche è stato firmato. Anche in questo caso possiamo fare del trionfalismo di bandiera però, è chiaro, che nel momento in cui il Governo regionale agisce con forza nei confronti del Governo nazionale, ma soprattutto di ENI, questo è già un traguardo importante che dà un minimo di soddisfazione. L'aver firmato l'accordo preliminare presuppone la firma del definitivo, "presuppone" chiaramente. Perché il definitivo non è stato ancora firmato? Perché manca il versamento del capitale, che è pari a 100 milioni di euro, e soprattutto l'accordo relativo alla cessione di alcuni asset; sono quegli asset fondamentali per il proseguo del ciclo di produzione e che, come già spiegato dal ministro Romani, i rappresentanti della società GITA hanno assunto l'impegno (davanti alle organizzazioni sindacali nazionali, regionali e territoriali) di prendere a proprio carico. Questo credo sia un aspetto importante. La grande preoccupazione del sindacato riguarda proprio la cessione degli asset da ENI a un privato; si chiede infatti la garanzia che nel momento in cui la procedura Vinyls non dovesse andare in porto, chiaramente gli asset rientrerebbero in possesso di ENI stessa.
Questa richiesta dimostra che il governo regionale ha un'attenzione particolare sulla vertenza in atto, ma su tutto il sistema della chimica regionale. Un'attenzione che cerca di esprimere nel migliore dei modi, come cerca di esprimere nel migliore dei modi la propria forza per poter portare a casa un risultato che, onestamente, non può essere definito trionfale, perché trionfale ancora non è, ma c'è la soddisfazione di aver portato avanti un percorso che sino adesso ha dato grandi risultati e attraverso il quale, nel più breve tempo possibile, si possano attivare nuovi processi di sviluppo che, certamente vanno discussi insieme a questo Consiglio regionale. La mozione, e concludo, contiene degli elementi importanti e condivisibili; vi è forse la necessità, eventualmente, e sarà il Consiglio regionale a decidere, di valutare il fatto che alcuni aspetti sono sicuramente superati, mentre altri invece vanno rafforzati.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non credo che utilizzerò tutto il tempo a disposizione. Nessuno me ne voglia, io normalmente ascolto con senso del dovere i dibattiti in quest'Aula, non sempre - lo dico onestamente - lo faccio col massimo del costrutto, e il fatto che non riesca a farlo dipende sempre ed esclusivamente dal mio livello di conoscenza dei singoli argomenti trattati volta per volta. Stavolta, scusate la presunzione, la mia attenzione era quasi al massimo; però sono abituato sempre a non demonizzare chi invece tratta l'argomento, e cerca di far assumere a quest'Aula il ruolo che le compete. Ora, io ho grande stima dell'onorevole Maninchedda, lui oggi ha lamentato che qualcuno abbia la volontà di cambiare la destinazione d'uso di quest'Aula, trasformandola in una sala per convegni.
Certamente la mozione del centrosinistra, che ho avuto il piacere di presentare qualche ora fa, non aveva e non ha questo obiettivo, ha semmai un altro obiettivo che non è stato colto, esclusivamente per responsabilità della Giunta e della maggioranza. L'obiettivo è quello di tentare di far assumere al Consiglio regionale il ruolo da protagonista nel decidere il proprio futuro. Adesso si sta parlando di chimica, stamane si è parlato della condizione di Quirra e della continuità territoriale; credo il Consiglio l'abbia fatto con impegno e convinto che, essendo la massima Assemblea elettiva di questa Regione, avesse il dovere di farlo indicando anche delle prospettive a chi rappresentiamo.
Noi con la mozione abbiamo posto una questione. Io non penso che i grandi processi non si possano modificare, possono essere modificati, compresi quelli economici, in funzione della convinzione e della determinazione che noi mettiamo nel confrontarci su di essi, sempreché abbiamo una qualche idea per confrontarci sul merito. Oggi abbiamo tentato di portare l'attenzione del Consiglio regionale su un segmento dell'industria, in senso stretto, di questa Regione: la filiera chimica, che è una filiera importante. La chimica rappresenta quasi l'80 per cento dell'industria in Sardegna.
Assessore, non me ne voglia, io ho sentito delle affermazioni - ripeto lo dico con grande rispetto - anche curiose, formulate con una disinvoltura disarmante. Come si fa, ad accettare l'equazione che ci propone l'ENI? L'ENI dice semplicemente, l'ha scritto e ribadito, l'ha reiterato in tutte le occasioni in questi ultimi due, tre mesi: "Vi propongo un progetto di chimica verde"; lo ripeto: noi abbiamo guardato e guardiamo con interesse a quella prospettiva, perché è una prospettiva che scommette su un processo di innovazione del processo e del prodotto, è un processo che è ancora a livello di ricerca sperimentale, tant'è che non c'è al mondo oggi una sperimentazione di carattere industriale, ciò nonostante noi guardiamo con interesse e in prospettiva a quella proposta. Tuttavia, proprio perché guardiamo con questa sensibilità, credo che la stessa sensibilità debba imporci di tutelare la gente che rappresentiamo e, permettetemi, anche un modello economico, un settore produttivo, che è parte importante di quel 12 per cento di contributo di valore aggiunto che dà l'industria oggi in questa Regione, e che è molto basso rispetto alla media nazionale.
Ora l'ENI "ci dice" e non accetta condizioni, e pertanto si tratta di decidere che ruolo vuole svolgere il Consiglio regionale, preso atto che il Presidente della Regione e la Giunta hanno deciso - lo confermava oggi l'Assessore - di accettare supinamente questa proposta. L'ENI dice: "Vi faccio una proposta, che entrerà a regime fra sei anni, e per intanto da giugno di quest'anno io spengo definitivamente il cracking, quindi gli aromatici, di Porto Torres. Mantenere questo impianto è interesse di questo Consiglio, oppure no? Per me sì, e continuerò a dirlo sinché avrò voce. Perché ritengo grave che il Consiglio regionale e il Governo regionale (ma per quest'ultimo lo ritengo ancora più grave) non abbiano dato una risposta diversa da quella dato finora. Siamo infatti per l'ennesima volta alla politica dei due tempi, dove ci viene scippato un pezzo di attività produttiva che produce reddito, non salari, produce reddito, produce un pezzo del PIL. Poi noi possiamo avere idee diverse, possiamo pensare che va sostituito, per carità, bene, lo si sostituisca, però magari sarebbe interessante sapere con quale modello produttivo sostituirlo e, complessivamente, come quel modello si potrebbe inserire nel sistema economico di questa Regione.
Il Consiglio deve discutere di questa questione; non può discuterne quando si discute di finanziaria, e neanche quando si presenta un Piano regionale di sviluppo, allora quando ne discute? Ecco perché siamo costretti a proporre, a pezzi, me ne rendo conto, una qualche riflessione. E' questo l'obiettivo di questa mozione, tutto qui. Allora vogliamo assolvere, con dignità politica e istituzionale, il compito che ci hanno delegato eleggendoci, oppure no? Io non credo che per affrontare temi come questi sia necessario proclamare prima l'indipendenza della Regione. Perché noi potremmo anche proclamare l'indipendenza della Regione, ma se non abbiamo idee concrete, precise, non abbiamo un'idea di quale modello di sviluppo, di quale modello economico, avere in questa Regione, a poco serve essere indipendenti.
Ma no, per carità, io non lo chiedo all'ENI. All'ENI contrasto una politica. A questo Consiglio regionale, invece, abbiamo chiesto di verificare se siamo convinti che quella politica vada contrastata, tutto qui. E' possibile che per una cosa del genere dobbiamo proclamare l'indipendenza? Oppure abbiamo il dovere di dire se quella è una politica che risponde alle attese, ai bisogni e alle aspettative della nostra gente? E' un pezzo di economia che ci può consentire di guardare al futuro con prospettiva, o è un imbroglio, assessore Cherchi? E' un imbroglio, e lei lo sa bene! Non è possibile!
E' una vergogna che voi accettiate uno scambio di questa natura, si chiude a giugno il petrolchimico, se ne vanno 35 anni di cultura industriale! Ha ragione Planetta: si può discutere quel modello! Vale ciò che ho detto prima: vogliamo discutere di bonifiche? Bene, discutiamo di bonifiche, assessore Cherchi, gliel'ho già detto in Commissione, lo ripeterò sinché avrò fiato, è un'altra vergogna che sulle bonifiche si continui a far leva su Sindyal. Questa Regione ha una società in house che tra le sue finalità…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. Dichiaro chiusa la discussione.
Passiamo alla votazione della mozione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Io voterò a favore della mozione presentata dal collega Diana, ben sapendo che le risposte dell'Assessore sono state assolutamente insoddisfacenti rispetto al tema. Veniva ricordato che non solo rinunciamo, onorevole Diana, a 35 anni di cultura industriale, ma abbiamo assistito e stiamo assistendo allo smantellamento integrale e sistematico di tutto il sistema produttivo sardo. Questo succede perché noi abbiamo (e si concilia il mio discorso con alcuni ragionamenti svolti dall'onorevole Maninchedda) una cultura servile, subalterna, non a caso siamo pieni di servitù, ci hanno messo le servitù perché siamo servi! Non a caso, non a caso abbiamo passivamente accettato lo smantellamento del sistema produttivo in Sardegna, l'abbiamo accettato perché noi siamo complici; e quando dico noi non dico io, dico voi! Dico voi che amministrate questa istituzione, che siete lì ad attendere che vi portino via tutto pensando che nella relazione politica, quando non è personale, c'è un pezzo che si salva e chi se ne frega degli altri!
Noi abbiamo quegli operai, quei lavoratori, quelli che fanno le lotte, quelli che andiamo a salutare, quelli che guidiamo nei cortei romani! Li abbiamo lì, con i loro problemi, con le loro famiglie da sostenere, con i loro figli da educare, da mandare all'università. Però li abbiamo lì senza una risposta, non abbiamo i soldi per dare risposte dirette e accettiamo che il nostro ambiente venga devastato dai poligoni o dall'ENI.
L'ENI non ha pagato nulla di quello che deve pagare per bonificare il territorio che ha inquinato nell'interesse dei lanzichenecchi lombardi! Non ha pagato nulla! La grande industria, Assessore, glielo dico, potrebbe iniziare pretendendo dal Governo, ma soprattutto dall'ENI tutto ciò che questa società deve per risanare quanto ha compromesso nel territorio della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Annuncio il voto di astensione da parte del Partito Sardo sulla mozione presentata dall'onorevole Diana. Noi non condividiamo il modello fondato sulla grande industria, pensiamo che sulla grande industria la Sardegna debba aprire una importante riflessione; pensiamo anche che non si possa parlare della salute quando parliamo dei poligoni come non si possa parlare della salute quando parliamo della grande industria, e della chimica in particolare.
Non esserci pronunciati sulla proposta della chimica non significa che non abbiamo un'idea sullo sviluppo in Sardegna; abbiamo un'idea diversa che stiamo anche cercando di far comprendere; è l'idea di uno sviluppo incardinato fortemente sull'integrazione tra formazione, scuola, ambiente, piccole imprese che noi riteniamo ci consenta di spendere meglio i soldi rispetto a come sono stati spesi nel passato.
Riteniamo però che siano idee che attraversino largamente anche la cultura del centrosinistra, onorevole Diana. A mio avviso dovreste aprire un dibattito anche al vostro interno sulla centralità della grande industria perché per le cose che ho visto fare nella scorsa legislatura, e per le cose che leggo, non siete tutti d'accordo! Non credo che ci sia soltanto la grande industria, contrapposta al vuoto, per aumentare il Pil; se noi diciamo che siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo investire molto in conoscenza, molto in ambiente, molto in turismo sostenibile, molto in riuso, abbiamo un'idea diversa dello sviluppo e pensiamo che sia sostenibile questa idea
Parlare di salute in quest'Aula in maniera retorica è facile, però la verità è che noi oggi ci ammaliamo e moriamo negli ospedali della Sardegna, abbiamo un'alta mortalità maschile, più alta di quella registrata in altre regioni, legata a un modello industriale. Perché ne parliamo una volta e non ne parliamo la successiva?
Abbiamo, anche noi, delle perplessità sugli investimenti dismessi oggi e promessi fra sei anni, abbiamo delle grandissime perplessità, per cui ci asterremo, ma per confrontarsi con l'ENI bisogna sempre rappresentare chi si è. La Regione autonoma della Sardegna finché non dice che è un potere originario, finché non dice che potere rappresenta, per l'ENI, per cui conta l'ultimo sultano di non so dove, è nessuno!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, io non avevo intenzione di fare dichiarazioni di voto perché è apparso chiaro dall'intervento quali erano le mie intenzioni, però, successivamente al mio intervento c'è stato quello, seguito poi anche dalla dichiarazione di voto, dell'onorevole Maninchedda che io ascolto sempre con grande interesse per la originalità delle posizioni che sostiene.
Intervengo pertanto per interloquire con quanto lui ha detto, con la convinzione che, onorevole Maninchedda, la Sardegna ha bisogno di salvare l'apparato industriale esistente perché di disoccupati da impegnare in altri processi produttivi relativi all'ambiente, alla piccola impresa, all'artigianato, all'agricoltura, al turismo, ai servizi, ce n'è a iosa. Noi abbiamo il dovere di cercare lavoro per tutti i sardi e l'industria non è la parte fondamentale ma è una parte importante e l'Eni non è la compagnia multinazionale dello Stato italiano a cui noi siamo estranei, l'ENI ha il dovere di intervenire anche in Sardegna e di investire confrontandosi con le esigenze reali, ha il dovere di non prenderci in giro, cosa che abbiamo la sensazione stia facendo con l'intervento sulla cosiddetta "chimica verde".
Noi vorremmo, anzi vogliamo, che si esaminino le carte, che su quel terreno si cammini e si verifichi che cosa è effettivamente possibile fare! Ma io sono convinto che al Governo e all'ENI non si possa consentire di smantellare gli impianti presenti in Sardegna; poiché il sistema industriale presente nella nostra regione è stato costruito con il sudore di tantissimi operai, va assolutamente salvaguardato e rilanciato, diversamente oltre che cercare lavoro per chi è disoccupato dovremmo cercarlo anche per chi è occupato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Riteniamo che la mozione, come giustamente ha osservato l'Assessore, contenga utili spunti di riflessione. Siamo del parere, e qui tralascio ogni considerazione che, tenuto conto dell'ora, ci porterebbe davvero lontano da una ipotesi che ritengo invece percorribile perché, anche da parte nostra, venga espresso un voto favorevole.
Si tratta, apportando qualche correzione alla mozione, di trasformarla, se i proponenti sono d'accordo, in un ordine del giorno che recherebbe oltre le nostre firme penso anche quelle dei colleghi Riformatori e dell'U.D.C. Quindi, chiedo se si può avere qualche minuto di tempo per ipotizzare una soluzione che, non essendoci forti motivi di divergenza, porti alla stesura di un ordine del giorno unitario .
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo potremmo, mentre si lavora a questa ipotesi di ordine del giorno unitario (sempre che i proponenti siano d'accordo), riprendere la discussione della mozione numero 103 abbinata all'interpellanza numero 8 che avevamo sospeso stamattina.
PRESIDENTE. Comunico che essendo stati presentati due ordini del giorno la mozione si intende ritirata. Si dia lettura degli ordini del giorno
(Si riportano di seguito gli ordini del giorno numero 1 e 2:
Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis - Zuncheddu - Porcu - Zedda Massimo - Cocco Daniele Secondo - Mariani sul grave fenomeno sanitario che interessa la zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo e sulla necessità di procedere ad un riequilibrio della presenza militare in Sardegna da porre nell'ambito della discussione sui decreti attuativi sul federalismo fiscale.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulla mozione n. 103 sul grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone ed agli animali emerso da recenti indagini sulle popolazioni e gli animali nei territori del Quirra, in particolare nella zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo.
RICHIAMATO che:
- da una recente indagine condotta dai veterinari delle Asl di Lanusei e di Cagliari emergono dati allarmanti sulla salute, in particolare per l'anomala insorgenza di neoplasie, delle persone impegnate direttamente nella conduzione degli allevamenti nelle prossimità della base militare di Capo San Lorenzo;
- in Sardegna si registra una presenza militare qualitativamente e quantitativamente superiore a quella delle altre regioni italiane con oltre 35mila ettari sottoposti a vincolo e con l'80% dell'attività complessiva di poligono svolta nei poligoni sardi di Salto di Quirra, di Capo Teulada, di Capo Frasca e di Capo San Lorenzo;
VALUTATO che:
- l'eccessivo peso della presenza militare e dei vincoli a essa connessi, oltre che necessitare di costante monitoraggio ambientale per prevenire l'insorgere di possibili implicazione per la salute delle popolazioni e degli animali, contrasta con le esigenze di un equilibrato sviluppo della società e dell'economia sarda fondato, anche, sui valori della sostenibilità ambientale e della tutela attiva del patrimonio naturale;
- il percorso attuativo del federalismo fiscale deve diventare occasione per un riequilibrio del gravame militare sopportato dalla Sardegna;
impegna la Giunta regionale
1. ad intraprendere, anche in collaborazione con il Governo e l'Istituto Superiore di Sanità, tutte quelle iniziative, quali il completamento del monitoraggio ambientale mirato alla prevenzione e alla tutela della salute delle popolazioni, utili per fare definitiva chiarezza sulle correlazioni tra l'attività di poligono e l'insorgenza di neoplasie tumorali e altre patologie collegate con l'impatto ambientale dell'attività del poligono militare di Capo San Lorenzo a Quirra e degli altri poligoni sardi;
2. a richiedere al Governo per il Poligono di Quirra la sospensione, sulla base del principio di precauzione, delle attività missilistiche a terra ed in mare e di altre attività addestrative che comportino l'uso di esplosivi o di sostanze inquinanti;
3. ad attivare ogni necessaria azione nei confronti del Governo affinché si possa procedere:
a) ad una progressiva e rapida riduzione dei poligoni militari in Sardegna;
b) all'ottenimento degli indennizzi necessari a compensare il grave disagio e le mancate occasioni di un diverso sviluppo sopportate per anni dalle popolazioni locali;
c) alla quantificazione e reperimento,da parte dello Stato, delle risorse finanziarie adeguate agli interventi necessari per la completa bonifica delle zone teatro, per decenni, di esercitazioni militari che dovranno essere disimpegnate. (1)
Ordine del giorno Pittalis - Meloni Francesco - Stochino - Lai - Mulas - Mula - Dedoni - Peru - Sanjust - Ladu - Rodin - Locci - Amadu - Biancareddu - Greco - Zedda Alessandra - Piras sul grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone emerso dalle recenti ricerche, con particolare interessamento delle popolazioni e delle persone occupate nell'allevamento degli animali nei territori del Quirra, in particolare nella zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulla mozione n. 103 Zuncheddu e più:
PREMESSO che:
- da tempo si tende a mettere in relazione le attività militari che si esercitano nel poligono sperimentale e di addestramento interfoze del salto di Quirra con una maggiore incidenza di neoplasie, ed in particolare di linfomi e leucemie negli abitanti delle aree limitrofe;
- esistono ricerche ed analisi che evidenziano una tendenza all'incremento di patologie neoplastiche nell'area di Quirra;
- per dare significato e validazione a tali indagini occorrono ulteriori analisi scientifiche approfondite, accompagnate da un monitoraggio sistematico metodologicamente inappuntabile ed esaustivo;
impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a intraprendere tutte quelle iniziative specifiche, quali piano di controllo e monitoraggio, mirate alla prevenzione e alla tutela della salute dette popolazioni che vivono e operano nelle suddette aree e in particolare a finanziare una indagine epidemiologica retrospettiva e prospettica attraverso la costituzione di un comitato scientifico formato da professionisti di comprovato valore che diano una risposta definitiva e inconfutabile sulla reale situazione di rischio nel poligono di Quirra;
2) disporre ulteriori approfondimenti in merito, ritenuti essenziali al fine di evidenziare eventuali correlazioni causa-effetto di tali anomali fenomeni e valutare i necessari interventi a breve, medio e lungo termine, interessando anche l'istituto Superiore di Sanità;
3) aumentare le risorse delle ASL operanti sul territorio di Quirra per proseguire e approfondire tutte le analisi necessarie ad appurare l'eventuale correlazione tra neoplasie che colpiscono gli abitanti e la presenza di materiali necessari al funzionamento di armamenti da guerra all'interno dette basi. (2).)
PRESIDENTE. E' in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per chiedere ai firmatari dell'ordine del giorno numero 1 di poter aggiungere la mia firma. Quindi voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'ordine del giorno che ritengo esplicativo della volontà di cogliere l'opportunità di quanto avvenuto a Quirra per riaprire un dibattito nei confronti dello Stato su un gravame insostenibile per la Sardegna. Credo sia anche un modo fattivo, in attesa di approvare attraverso una revisione del nostro Statuto forme più elevate di autonomia, di esercitare le prerogative che già abbiamo, dimostrando che il nostro Consiglio regionale esercita fino in fondo il suo ruolo.
Infine vorrei chiedere, Presidente, di poter aggiungere la mia firma e quella della consigliera Barracciu all'ordine del giorno.
(Interruzione)
Va bene, allora correggo quanto detto e la richiesta vale solo per l'onorevole Barracciu.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Intervengo per chiedere di aggiungere la firma del Gruppo sardista.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, per dire che ovviamente il Gruppo dell'Italia dei Valori vota a favore, ma con l'indicazione precisa che questo ordine del giorno ci serve come cavallo di Troia per ricordare a quest'Aula che è sempre aperta la vertenza con lo Stato, visto che oggi stiamo parlando in termini di alta responsabilità rispetto alle nostre prerogative istituzionali, per la riduzione delle servitù militari in Sardegna.
Io non voglio ripetere le dichiarazioni della presidente del P.D., Valentina Sanna (le ho lette e concordo), che addirittura prospettava l'ipotesi di bloccare l'attività del poligono di Quirra, perché il problema della sperimentazione e dell'utilizzo di armamenti, che vanno assolutamente controllati (l'assessore Liori stamattina si è impegnato ad affrontare questo problema subito), va visto immediatamente nella logica di una riduzione delle servitù militari in Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Signora Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma e quella del collega Artizzu.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Io voterò a favore dell'ordine del giorno numero 1, non solo perché ho contribuito a promuoverlo ma per un fatto molto semplice. Noi abbiamo un dovere, lo dico anche ai colleghi della maggioranza, che è segnalato come prioritario all'interno dell'ordine del giorno: richiedere al Governo la sospensione delle attività militari in essere nel poligono sulla base del principio di precauzione.
Abbiamo questo dovere perché scoprire in un momento successivo che le attività che si svolgono in quel poligono hanno provocato un inquinamento dell'ambiente tale da determinare una condizione di grave rischio alla salute delle persone, e tale da determinare una compromissione di quel territorio per tanto tempo, non servirebbe a nulla.
Noi dobbiamo prima sospendere le attività, fare le verifiche, accertare che non si fanno attività a rischio e che quel territorio non è compromesso, e casomai ragionare su una forte riduzione della presenza militare in Sardegna perché si possa riequilibrare lo sforzo che noi facciamo con quello che non fanno in altre parti d'Italia. Ecco perché io voto a favore, ma chiedo che un pizzico di affetto per questa terra si esprima anche da tutte le altre parti di questo Consiglio regionale, e soprattutto dalla parte del centrodestra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Dessì - Diana Giampaolo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Planetta - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Contu Felice - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 44
astenuti 4
maggioranza 23
favorevoli 22
contrari 22
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Porcu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Uras - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Contu Felice - Dessì - Maninchedda - Mariani - Obinu - Planetta - Sanna Matteo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 48
astenuti 11
maggioranza 25
favorevoli 23
contrari 15
(Il Consiglio non approva).
Il Consiglio non approva perché le deliberazioni devono avvenire a maggioranza dei presenti votanti, poiché la maggioranza richiesta è di 25 voti a favore e ne sono risultati, dai dati riportati sul tabellone elettronico, 23 il Consiglio non approva. Non c'è la maggioranza richiesta. C'è un quorum costitutivo e un quorum deliberativo, il quorum deliberativo non è stato raggiunto.
Poiché non è ancora pronto l'ordine del giorno relativo alla mozione numero 110, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle 20 e 25, viene ripresa alle 21 e 02.)
PRESIDENTE. Comunico che essendo stato presentato un ordine del giorno la mozione si intende ritirata.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Diana Giampaolo - Bruno - Pittalis - Meloni Franco - Capelli - Contu Felice - Salis - Uras - Mulas - Randazzo in merito all'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati.
IL CONSIGLIO REGIONALEa conclusione del dibattito sulla mozione n. 110 (Diana Giampaolo e più),
PREMESSO che:
- il 21 dicembre 2010 è stato firmato a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, un pre-accordo tra la Syndial (società del gruppo ENI) e il fondo GITA nel cui memorandum d'intesa l'ENI si è impegnato a cedere agli aspiranti acquirenti svizzeri alcuni asset strategici per il completamento del ciclo del cloro;
- gli svizzeri hanno manifestato interesse all'idea di appropriarsi dell'intero ciclo del cloro e per questo hanno chiesto di entrare in possesso degli asset fondamentali (pena l'uscita dalla trattativa), ossia delle saline di Cirò Marina e Contivecchi (Assemini), oltre al clorosoda di Marghera e al dicloroetano ed etilene (via Assemini);
RICORDATO che:
- con gli arabi del Qatar, che avevano presentato la manifestazione d'interesse al primo bando internazionale per la vendita o l'affitto degli impianti Vinyls, il 5 maggio 2010 l'ENI aveva firmato un pre-accordo nella sede del Ministero (all'epoca vacante, a seguire la vertenza era il sottosegretario Stefano Saglia) e, soltanto due settimane dopo, Ramco vi aveva rinunciato poiché le richieste economiche erano state giudicate esorbitanti, nonché vi era stata l'esclusione, dall'elenco di beni cedibili, delle saline di Assemini e del parco serbatoi "Utta";
- l'ordine del giorno sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 19 gennaio 2010, aveva impegnato la Giunta regionale ad adottare gli idonei strumenti e a promuovere i necessari interventi volti a prendere coscienza delle problematiche riferite alle vertenze industriali;
CONSIDERATO che:
- la perimetrazione degli asset discussa durante il pre-accordo del 21 dicembre 2010 ha portato al raggiungimento dell'intesa tra le parti sul valore dei beni oggetto di trasferimento; tra ENI e GITA, quindi, il nodo dei prezzi sarebbe già stato definito, come anche la conferma sulla costituzione, da parte degli svizzeri, di una newco con capitale da 100 milioni di euro per rilevare la Vinyls;
- tra le richieste che Syndial-ENI ha presentato a GITA nel memorandum d'intesa c'è la garanzia del mantenimento per almeno quattro anni dei livelli produttivi e occupazionali negli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna (circa 500 dipendenti complessivamente);
- in questo contesto di crisi economica internazionale qualunque impresa, sia italiana che internazionale, seppure ben intenzionata, ma senza adeguate risorse finanziarie e senza una consolidata esperienza nel settore industriale e nel mercato chimico, non può reggere la competizione internazionale e non può garantire la realizzazione di un progetto industriale credibile e solido;
EVIDENZIATO che:
- al momento del pre-accordo non si avevano tuttavia certezze su quali asset dovevano essere effettivamente ceduti, si è parlato in maniera generica di strutture localizzate in Sardegna, a Porto Marghera e in Calabria, dunque rimaneva in bilico la questione delle saline e del dicloroetano prodotto alla Syndial di Assemini;
- sempre durante la riunione del 21 dicembre 2010, pur non essendo stati illustrati i contenuti del piano industriale, erano state date dal Ministro dello sviluppo economico (Romani) alcune rassicurazioni sui tempi di riavvio degli impianti, nonché sulla stesura di un accordo preliminare tra l'ENI e il fondo svizzero GITA, indicando quale scadenza definitiva entro la quale dovrebbero essere attuati tutti gli impegni dichiarati, quella di marzo 2011;
- le produzioni della raffineria Saras, della Polimeri Europa di Sarroch e di Porto Torres, della Sasol di Sarroch, della Polimeri di Ottana, delle Saline Contivecchi e della Syndial di Assemini, della Vinyls di Portotorres, sono integrate o integrabili tra loro e quasi tutte coinvolgono, sotto il profilo della gestione industriale, l'ENI (ad esempio il sito di Porto Torres produce etilene per quello di Assemini, il quale a sua volta produce dicloroetano e soda per Porto Torres; a Sarroch si produce paraxilolo per il sito di Ottana, mentre la Saras, attraverso una rete di oleodotti, invia e riceve diversi prodotti dagli stabilimenti - Polimeri Europa e Sasol - del polo chimico di Sarroch);
- in Sardegna è importante rilevare la presenza di un valore aggiunto, cioè l'integrazione produttiva che esiste tra gli stabilimenti di Porto Torres e di Assemini il cui legame è strettissimo poiché la produzione del cracking di Porto Torres è fortemente legata alla filiera del cloro di Assemini;
PRESO ATTO che:
- soltanto dopo che gli impianti saranno nuovamente riavviati, nel caso in cui i contenuti del piano industriale e la struttura della nuova società rispondano ai criteri di affidabilità e solidità economica e industriale, la linea del clorosoda di Assemini potrà essere trasferita al nuovo gruppo;
- senza investimenti sul cracking e sulla filiera del pvc a Porto Torres, e per il cloro ad Assemini, la chimica sarda sarà condannata a un inesorabile declino, sino alla chiusura definitiva degli impianti;
- in una prospettiva futura che voglia avere carattere di continuità e solidità, è opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'ENI ed altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione, soprattutto in considerazione dell'importanza economica e strategica che l'industria chimica rappresenta per il tessuto industriale sardo;
- nel corso del 2010, tutta la produzione di cloro e dicloroetano prodotta ad Assemini è stata venduta nei mercati internazionali e pertanto, nel caso di un riavvio degli impianti Vinyls (e quindi di un maggiore fabbisogno nel mercato di cloro e dicloroetano), l'impianto di Assemini è in grado di garantire le quantità produttive da destinare non solo allo stabilimento di Porto Torres, ma anche a quelli di Porto Marghera e Ravenna;
- la stipula del contratto preliminare tra i rappresentanti della GITA, di ENI-Syndial e i due commissari straordinari di Vinyls, che sarebbe dovuta avvenire entro il 31 gennaio 2011, è slittata per motivi tecnici sopra richiamati;
- la protesta dei lavoratori sta sfociando in atti di lotta che possono pregiudicare la sicurezza degli stessi lavoratori,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a verificare la qualità e la solidità del piano industriale proposto dagli acquirenti degli impianti, al fine di tutelare i diritti di tutti i lavoratori interessati dalla cessione produttiva dei siti industriali;
2) ad attivarsi per scongiurare che un solo segmento della filiera chimica sarda venga dismesso, perché determinerebbe l'inevitabile smantellamento dell'intero comparto chimico isolano;
3) ad intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI ed i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo con GITA e accertarsi dell'immediato riavvio del ciclo del cloro e dei suoi derivati, di vitale importanza per l'intero sistema produttivo isolano;
4) a riferire costantemente in Consiglio regionale sull'andamento delle trattative tra i soggetti interessati citati in premessa ed i contenuti del piano industriale proposto al Governo da GITA e le intenzioni di ENI sul futuro della chimica ed i piani di investimento per la Sardegna;
5) ad attivarsi per la presentazione di un piano di bonifica ambientale, in particolare nei siti industriali dismessi a carico dell'ENI e dello Stato. (1).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Greco - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Soru - Stochino - Uras - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 42
votanti 41
astenuti 1
maggioranza 21
favorevoli 41
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è riconvocato alle ore 10 di mercoledì 16 marzo.
La seduta è tolta alle ore 21 e 04.
Allegati seduta
CLXXXVII SEDUTA
(POMERIDIANA)
Giovedì 10 marzo 2011
Presidenza del Vicepresidente COSSA
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 34.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 19 gennaio 2011 (180), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Gian Vittorio Campus, Roberto Capelli, Rosanna Floris, Marco Meloni, Eugenio Murgioni, Antonio Pitea, Carlo Sechi ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 10 marzo 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sui criteri di finanziamento delle domande per il Master & Back 2010". (505)
"Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulla ventilata chiusura delle sedi pediatriche di Nuoro e Oliena". (506)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sugli incarichi di docenza presso il Centro linguistico di Ateneo dell'Università di Cagliari". (507)
"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle conseguenze derivate dalla divulgazione dei dati relativi agli invalidi civili delle Province di Sassari e Olbia-Tempio da parte dell'INPS nazionale". (508)
"Interrogazione Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Planetta - Solinas Christian, con richiesta di risposta scritta, sulle vaccinazioni antinfluenzali". (509)
"Interrogazione Cuccu - Agus, con richiesta di risposta scritta, sul conferimento del secco residuo dei comuni della Provincia del Medio Campidano al termovalorizzatore del Cacip". (510)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'istituzione del sito www.malattieraresardegna.it da parte della ASL di Cagliari e della Regione Sardegna". (511)
"Interrogazione Porcu - Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di assicurare adeguata pluralità di offerta nei collegamenti marittimi con le isole minori". (512)
"Interrogazione Bruno - Uras - Salis, con richiesta di risposta scritta, in relazione alla violazione dell'ordine del giorno 22 dicembre 2010, n. 42 (Bruno - Diana Mario - Steri - Uras Vargiu - Sanna Giacomo - Cuccureddu - Cocco Daniele Secondo - Barracciu - Capelli - Lai - Locci - Porcu - Sabatini - Sanjust - Zedda Alessandra) sull'attuazione del nuovo articolo 8 dello Statuto speciale relativo alle entrate della Regione Sardegna". (513)
"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla istituzione del Liceo musicale e coreutico presso l'Istituto magistrale statale "Carlo Baudi di Vesme" di Iglesias". (514)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura per una settimana dell'Ospedale Sirai di Carbonia per il potenziamento dell'impianto elettrico". (515)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sul ritardo da parte dell'Assessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell'esitare le pratiche afferenti il microcredito". (516)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima ed inaccettabile situazione legata ai disagi patiti dai pendolari del Sulcis Iglesiente". (517)
"Interrogazione Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulle ripercussioni che i tagli, decisi per l'anno 2011 dalla finanziaria regionale, stanno determinando presso l'ARST Spa". (518)
"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura dell'Ospedale Sirai di Carbonia a causa dei lavori nella centrale elettrica". (519)
"Interrogazione Zuncheddu - Sechi - Uras - Zedda Massimo, con richiesta di risposta scritta, sulla verifica della correttezza delle procedure attuate da parte dell'Amministrazione regionale per l'affidamento di lavori di manutenzione, individuazione di fornitori di attrezzature e materiali di consumo nel Centro regionale di formazione professionale (CRFP) di Cagliari-Mulinu Becciu (ex Cisapi) e per le attività formative e l'affidamento a impresa esterna delle attività corsuali svoltesi nel CRFP di Oristano Sede di Ales". (520)
"Interrogazione Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di prevedere un piano di emergenze affinché la Sardegna sia preparata a ricevere il possibile flusso migratorio proveniente dalle coste nordafricane". (521)
"Interrogazione Barracciu, con richiesta di risposta scritta, sul parto urgente occorso nell'ormai chiuso punto nascita di Sorgono". (522)
"Interrogazione Piras - Diana Mario - Stochino - Contu Mariano Ignazio - Zedda Alessandra - Peru - Greco - Locci - Bardanzellu - Pittalis - Randazzo - Murgioni - Campus - Tocco - Lai, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione relativa alla nota dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente 8 febbraio 2011, prot. n. 2481, relativa al conferimento del rifiuto urbano secco residuo del Medio campidano presso il termovalorizzatore del Cacip nella zona industriale di Macchiareddu (CA)". (523)
"Interrogazione Cuccu - Cucca - Moriconi, con richiesta di risposta scritta, sulla nomina degli esperti della Commissione consultiva di valutazione per l'acquisto di stalloni riproduttori da destinare al Dipartimento di ricerca per l'incremento ippico". (524)
"Interrogazione Lotto - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulle scelte dell'Unire relativamente ai calendari delle corse negli ippodromi sardi". (525)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Interpellanza Locci - Bardanzellu - Campus - Ladu - Randazzo - Sanna Paolo Terzo - Petrini - De Francisci - Floris Rosanna - Tocco - Greco - Pitea - Rodin - Lai - Murgioni - Zedda Alessandra - Gallus - Piras - Contu Mariano Ignazio - Peru - Amadu - Sanjust - Pittalis - Diana Mario sulla grave situazione occupazionale legata alla messa in mobilità del personale della compagnia aerea Meridiana e sulle possibili opzioni per affrontare il problema". (201)
"Interpellanza Bruno - Caria sull'annunciata cessazione dell'attività di Enermar trasporti Srl sulla tratta La Maddalena-Palau". (202)
"Interpellanza Espa - Zedda Massimo - Tocco - Meloni Francesco - Artizzu - Sanna Matteo - Moriconi - Contu Felice - Salis - Uras - Zuncheddu - Porcu - Diana Giampaolo - Maninchedda - Meloni Marco - Capelli - Zedda Alessandra - Rodin sul muro in fase di edificazione in Piazza Deffenu a Cagliari". (203)
"Interpellanza Lotto - Cocco Pietro - Solinas Antonio - Cocco Daniele Secondo - Zuncheddu - Planetta - Cappai - Mula - Artizzu - Capelli - Fois - Agus - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Mariani - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sechi - Zedda Massimo - Salis - Uras - Bruno sullo stato della filiera vitivinicola in Sardegna ed in particolare sulle politiche regionali relative al rilancio delle produzioni vinicole sarde di qualità". (204)
"Interpellanza Tocco per proroga dei termini di presentazione SAL - ultimazione lavori ai sensi della legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51, e successive modifiche ed integrazioni". (205/C-6)
"Interpellanza Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Lotto - Cocco Pietro - Sechi - Zedda Massimo sulla situazione gravissima della Società bonifiche sarde Spa". (206)
"Interpellanza Barracciu - Bruno - Lotto - Manca - Moriconi sulla gravità della situazione nella quale versano i servizi di trasporto pubblico locale e sulla relativa drastica riduzione dei posti di lavoro". (207)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
CAPPAI, Segretario:
"Mozione Zuncheddu - Uras - Sechi - Zedda Massimo sui gravi ritardi della sanità in Sardegna sui disturbi del comportamento alimentare". (109)
"Mozione Diana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sui ritardi della firma dell'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (110)
"Mozione Sanna Giacomo - Diana Mario - Tocco - Steri - Biancareddu - Obinu - Contu Felice - Cappai - Greco - Maninchedda - Dessì - Planetta - Cossa - Peru - Pittalis - Piras - Randazzo - Zedda Alessandra - Murgioni - Artizzu - Sanna Matteo - Campus - Stochino - Meloni Francesco - Mula - De Francisci sul trasporto marittimo Sardegna-Continente-Sardegna-isole minori, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (111)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Date le assenze, chiedo una breve sospensione.
PRESIDENTE. Se non vi sono opposizioni, la richiesta è accolta. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle 16 e 43, viene ripresa alle 16 e 55.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 111 abbinata alle interpellanze numero 98, 153, 202.
E' iscritto a parlare il consigliere Locci. Ne ha facoltà.
LOCCI (P.d.L.). Presidente, questa mozione è stata firmata da una parte consistente del nostro Gruppo; indubbiamente è condivisibile dalla prima all'ultima parola perché i sardi e la Sardegna delle inefficienze della Tirrenia, effettivamente, non ne possono più. Questo è stato detto, ribadito e anch'io vorrei sottolinearlo. Vorrei anche sottolineare il fatto che la mozione, giustamente, cita lo stanziamento di 10 milioni di euro, deciso con l'ultima finanziaria, per partecipare alla cordata che deve acquisire la Tirrenia; a questo proposito esprimerei un mio parere che credo sia condiviso da molti colleghi...
(Brusio in Aula)
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non mi sembra cortese la presenza di questo assembramento mentre l'onorevole Locci sta parlando. Prego, onorevole Locci.
LOCCI (P.d.L.). Questo stanziamento, come dicevo, sicuramente è un segnale importante anche dal punto di vista politico, è un segnale di cambiamento nel senso che la Regione comincia a prendere coscienza del fatto che deve essere partecipe, parte attiva nella politica dei trasporti che tocca, direttamente e indirettamente, tutti settori economici della Sardegna. Qualsiasi settore noi oggi analizziamo verifichiamo che parlando di agricoltura si citano la filiera agro-alimentare e le produzioni, parlando di turismo si cita il turismo delle zone interne, quello delle zone costiere e quant'altro, però se noi non riusciremo a portare le persone in Sardegna in modo dignitoso e con prezzi competitivi oltre a non fare sicuramente sistema non saremo mai in grado di risolvere i nostri problemi, atavici.
Detto questo voglio fare alcune brevi considerazioni. La precedente Giunta nel novembre del 2008 approvò il Piano regionale dei trasporti che io ho esaminato per sommi capi; devo dire però di aver trovato alcuni punti che, secondo me, sarebbero meritevoli di approfondimento. Nel testo si dice, per esempio, che bisognerebbe trovare fonti di finanziamento, seguendo le normative europee, per arrivare ad avere un sistema per certi versi simile a quello dei voli low cost; un sistema che non ha una validità illimitata (parliamo di una durata pari a 5 anni) ma che, consentendo l'attivazione di nuovi scali (quindi di nuove entrate), ci permetterebbe quanto meno di mettere in concorrenza e di attivare i sistemi di trasporto marittimo superando il problema della Tirrenia di cui parliamo.
Inoltre, a mio parere, bisognerebbe avere anche più coraggio cercando di affrontare il problema dei trasporti attraverso l'elaborazione di una sorta di piano Marshall dei trasporti sardi. Si inizia a parlare della Tirrenia e, di conseguenza, dei trasporti marittimi però senza sottovalutare i trasporti aerei; dobbiamo affrontare il problema nella sua globalità cercando, anche nelle pieghe del bilancio se fosse necessario, di trovare le risorse occorrenti perché la Sardegna sia veramente autonoma, autosufficiente e artefice del proprio futuro; un futuro che non può non passare attraverso la risoluzione dei problemi dei trasporti, sia marittimi che aerei.
Concludo salutando e formulando auguri di buon lavoro al neo Assessore. Abbiamo la fortuna di avere un Assessore giovane, questo è un dato da non sottovalutare, che ha un grande entusiasmo e, a mio parere, la giusta capacità innovativa che oggi è necessaria per affrontare questi discorsi. Pertanto, Assessore, sappia che se lei proporrà azioni innovative, per uscire da questo tunnel nel quale ci siamo cacciati negli ultimi trent'anni, noi saremo al suo fianco.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Caria. Ne ha facoltà.
CARIA (P.D.). Presidente, il tema che stiamo affrontando presenta molte analogie con la questione posta da noi nell'interpellanza riguardante il problema della continuità territoriale delle isole minori. Io penso che per poter condividere i contenuti della mozione proposta dal collega Sanna non si debba essere necessariamente sardisti; ognuno di noi ha sicuramente in sé un concetto di tutela della propria Regione e, in particolare, io condivido appieno le preoccupazioni alla base della presentazione di questa mozione e anche le difficoltà che nella stessa sono state evidenziate.
Penso che la qualità dei trasporti sia un fatto altrettanto importante quanto la quantità dei trasporti, perché la quantità sicuramente ci assicura una maggiore continuità, la qualità ci fa fare un passo in avanti che non riguarda solo noi sardi che ci dobbiamo spostare ma, per le caratteristiche della nostra regione, tutti coloro (in particolare la popolazione turistica) che vengono nel nostro territorio. In quest'ottica è corretto rilevare che non solo le tariffe aumentano in maniera indiscriminata, ma che tante volte capita che anche la qualità del servizio sia scadente, arrecandoci dei danni.
Posso citare un esempio che risale alla scorsa estate: acquistando da una compagnia navale sulla tratta Olbia-Civitavecchia un biglietto di prima classe si viaggiava in cabine tre livelli sotto il livello del mare, cioè proprio nella parte più bassa della nave, con tutto quello che ne conseguiva, dal punto di vista qualitativo, per chi utilizzava quel mezzo di trasporto; era una cabina di prima classe quindi venduta a una tariffa elevata. Pertanto la Regione non può non intervenire per fare in modo che queste cose non accadano perché la conseguenza è una perdita di competitività dovuta non solo agli scarsi collegamenti, ma anche alla qualità del servizio e, paradossalmente, a un livello di costi elevato. A mio avviso, una qualche parola in questa direzione la dobbiamo dire.
Ripeto che trovo molte affinità tra il tema proposto dalla mozione e il contenuto dell'interpellanza che riguarda i collegamenti sulla tratta La Maddalena-Palau. Dicevo stamattina all'Assessore che il problema creato da quella particolare situazione non è un problema di poco conto per quel territorio, soprattutto per i risvolti di tipo occupazionale. Ricordo anche che quel territorio, oltre ad aver perso centinaia di posti di lavoro a causa dello smantellamento delle basi militari, fatto peraltro condivisibile perché credo che sotto questo aspetto la Regione abbia detto molto, in contemporanea non ha visto porre in essere azioni per rilanciare la sua economia e, semmai, anche sotto l'aspetto dei trasporti le azioni che sono state attivate, anche quelle di qualche anno fa, hanno già subito una battuta di arresto.
Ricordo per tutte la Saremar, ex Tirrenia, che ha ridotto gli equipaggi da 4 a 2, dimezzando la forza lavoro e quindi riducendo i collegamenti di quel territorio e le opportunità di occupazione in un settore ugualmente trainante per quell'economia.
In conclusione, chiediamo all'Assessore che è stato di recente nominato, quali iniziative intende porre in essere su questo argomento per salvaguardare il diritto alla mobilità, di noi sardi e dei turisti, via mare per andare sulla terraferma o viceversa, ma anche la mobilità all'interno della stessa regione tra Palau e La Maddalena, come pure nelle altre zone che richiedono collegamenti di tipo marittimo; per salvaguardare il diritto alla mobilità credo si debbano potenziare le corse piuttosto che ridurle, tenendo così inalterati i livelli occupazionali e mantenendo in piedi un sistema di tipo concorrenziale perché alla fine competition is competition, la concorrenza è la soluzione migliore perché la qualità sia sempre elevata, perché non si creino, così come è stato scritto nella mozione, dei monopoli o degli oligopoli che poi di fatto sono magari riconducibili a cartelli stipulati fra le stesse imprese, con la conseguenza di deteriorare i servizi o cavarne il massimo per conquistare gli utili.
Tutto questo senza entrare, per la fattispecie che stiamo analizzando, nelle beghe di tipo giudiziario. Io credo che la politica non abbia questo compito, ma ha invece l'unico compito e l'unico obiettivo di dare una risposta seria ai sardi e a coloro che vengono in Sardegna in materia di qualità e quantità dei collegamenti, una risposta seria a tutti gli operatori del settore che non possono e non devono essere utilizzati come merce di contrattazione e nemmeno come strumento di persuasione da parte di nessuno, nemmeno da parte di questo o di quell'imprenditore.
A qualche imprenditore forse bisogna ricordare che non si può avere solo la polpa, e cioè le linee remunerative, certe volte bisogna accettare anche l'osso: linee meno remunerative perchè si va in pareggio o, addirittura, si perde qualcosina. Dico questo per ricordare che parliamo di aziende che operano non in determinati scali ma operano in quasi tutti i porti della Sardegna; non possono quindi decidere di fare le rotte dove si guadagna molto e abbandonare quelle dove invece si perde.
Io penso che il compito della politica, il nostro compito, in particolare il vostro e il suo, Assessore, consista non nel favorire questo o quell'interlocutore, ma nel creare le regole, le condizioni perché tutti possano, in posizione paritaria, affrontare il mercato dal punto di vista economico così da avere le stesse opportunità per assicurarci un livello di servizi adeguato, dando contemporaneamente risposte chiare e serie a chi in quel mondo oggi opera.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Poiché non è presente in Aula, decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, inizio questo breve intervento rivolgendo anch'io i miei auguri all'Assessore per un proficuo lavoro nell'interesse dell'intera comunità della Sardegna. Sono certo che svolgerà questo compito con tutto l'impegno necessario e al meglio delle sue capacità.
La problematica dei trasporti non è di facile soluzione e, benché la Regione rivesta un ruolo importante, non agisce da sola; inoltre, il diritto universale alla mobilità delle merci e delle persone che si concretizza nel sistema dei trasporti è un presupposto fondamentale per lo sviluppo economico e civile di una comunità. Questo principio vale ovunque e non è offuscato neanche dall'avvento di Internet, il nuovo modo di comunicare che consente di avvicinare le popolazioni, e vale ancor di più oggi per una comunità isolana come è la nostra.
Per un'isola il sistema di trasporto regionale è importante dal punto di vista della sua accessibilità, della sua affidabilità, in termini di sicurezza per chi se ne serve, è importante per chi tende a valutare con attenzione i problemi dati dall'inquinamento, che pure il sistema dei trasporti genera, in termini di sostenibilità, nonché in termini di consumi; è altresì importante un sistema dei trasporti efficiente per il contributo che può dare in termini di riequilibrio territoriale tra città e campagna, tra costa e zone interne. Se il sistema di trasporto interno della regione è importante da questo punto di vista, per una regione come la nostra lo è ancora di più la sua integrazione con il sistema di trasporti della penisola e della costa mediterranea.
L'argomento della mozione presentata, insieme ad altri colleghi, dall'onorevole Giacomo Sanna si inquadra in questo contesto; una mozione, di cui io condivido il contenuto, che tende ad affrontare un tema fondamentale chiedendoci di cimentarci su una questione a cui il Consiglio regionale non può sottrarsi e ponendo al centro dell'attenzione un problema rilevantissimo per i sardi: il costo dei collegamenti con gli altri territori dello Stato italiano. Il costo dei collegamenti riguarda sia i collegamenti aerei, che quelli navali; è importante per i sardi, per i loro spostamenti, ma lo è (sempre per i sardi) anche per gli spostamenti da e per la penisola degli altri cittadini che con la Sardegna hanno - e ci auguriamo abbiano sempre di più - relazioni.
E' un fronte che non possiamo trascurare e bisogna costruire le condizioni perché sulla questione della continuità territoriale si evitino i pasticci che nelle settimane scorse sono stati denunciati ed evidenziati; bisogna costruire condizioni perché affrontando il problema della continuità territoriale si affronti anche quello della continuità territoriale per le merci. In questo caso stiamo entrando nel merito dell'argomento affrontato dalla mozione.
In questo quadro quindi si inserisce la questione Tirrenia. Non è pensabile e non è tollerabile che, dopo anni di inefficienze a danno dei sardi (vissute da tutti noi con le sofferenze e i costi che conosciamo), alla fine ci sia anche la beffa. Lo diceva con molta puntualità il collega Sanna, c'è una gara in corso per la privatizzazione della Tirrenia ed emergono due aspetti. Da una parte vi è l'impegno della Regione a partecipare a questo percorso dando concretezza alla decisione già adottata da questo Consiglio, è stata posta con attenzione la questione della gestione della gara, quantomeno della gestione dei propri atti mentre è in corso la gara.
L'onorevole Sanna ha sollevato il tema dell'incontro tra compagnie in Assessorato sul quale, anche a mio parere, è stato commesso un doppio errore; da un lato si pone la questione che possa aver generato o possa generare una turbativa d'asta, questo è un atto che non è all'interno dei canoni di legge e può creare pericoli di illegittimità nel corso della prosecuzione. Noi non abbiamo interesse a che su questo tema degli errori compiuti anche in buona fede, per carità, nessuno vuole fare processi a nessuno, apparentemente banali creino le condizioni per invalidare gli atti e rimettere tutto in discussione per cui ci ritroviamo sempre e comunque agli inizi di un percorso senza vederne mai la fine.
In secondo luogo è interesse della Regione avere eventualmente una partecipazione nel capitale della Tirrenia, ma in particolare il vero interesse della Regione è la creazione di una concorrenza vera, reale, senza monopoli di fatto che proprio intese di cartello possono generare.
Comunque, la questione sollevata è delicata e seria, ci sono cose che per il buon senso, ma anche per precise norme di legge non si possono fare e la disinvoltura, in questi casi, su questi temi, non paga e anzi può riservare brutte sorprese. Io sono d'accordo che bisogna prestare la massima attenzione, evitare di poter essere anche minimamente oggetto del sospetto di non saper gestire le situazioni, non altro ovviamente. Credo che sia utile, però, cogliere l'occasione di questa discussione su questo tema abbastanza specifico, seppure siano presenti altre tematiche introdotte dalle interpellanze, per compiere un ragionamento più complessivo sull'intero sistema dei collegamenti tra l'isola maggiore della Sardegna e le isole minori e il resto del Paese.
In questa occasione ritengo vada sottolineata l'esigenza che l'Assessore ponga mano prima possibile alla questione del Piano dei trasporti. Serve un Piano dei trasporti regionale come strumento indispensabile per il governo del settore. Lei sa benissimo che era già stato approvato dalla Giunta ma non è mai arrivato in Consiglio, e lo stesso è successo per il Piano energetico regionale. Non ci possiamo permettere (l'abbiamo già fatto) di perdere due anni, non possiamo permetterci di perderne altri due. Io le suggerisco molto amichevolmente e per il bene che vogliamo tutti quanti...
PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signor Presidente, parto subito dall'ultima considerazione del collega Lotto sulla necessità di dotare la Sardegna, l'unica isola italiana, l'unica vera isola italiana di una certa dimensione, di un Piano dei trasporti regionale al cui interno il trasporto marittimo venga regolamentato, programmato e potenziato, come tutti gli interventi che mi hanno preceduto hanno messo in evidenza.
Io ribadisco, Assessore, quello che ho già detto nell'illustrare velocemente l'interpellanza sulla Saremar: sono convinto che sul trasporto marittimo sia necessario fare una riflessione complessiva. Sui collegamenti con le isole minori vale quello che il Consiglio sta esprimendo unanimamente, mi sembra, relativamente al problema Tirrenia. La Sardegna, per decenni, pur essendo una delle regioni che più ha contribuito sul versante entrate al bilancio della Tirrenia, ha subito una colonizzazione e una esclusione quasi totale dalla gestione di questa società. Non vorremmo pertanto che la prossima gara per l'aggiudicazione della Tirrenia, e quindi delle tratte gestite da questa società, si risolvesse in un trasferimento di sede da Napoli a Palermo, con la Sardegna ancora completamente fuori dai giochi di un settore, ribadisco e sottolineo nuovamente, assolutamente, complessivamente strategico per l'isola sia per il trasporto civile sia per il trasporto merci, quindi per le potenzialità di sviluppo della nostra terra.
Quindi, la discussione odierna, lo ribadisco, Assessore, perché mi sembra importante, quasi per combinazione ha raccolto una serie di sollecitazioni avanzate da tutti i Gruppi del Consiglio regionale; e proprio attraverso questa occasione, fortuita ma fortunata, le viene dato il mandato di concretizzare le proposte contenute nella mozione e nelle interpellanze, sentendo gli operatori privati ma evitando, questo lo sottolineo, di fare riunioni con operatori privati interessati ad appalti, come è già avvenuto. Per come ho avuto modo di conoscerla sono sicuro che lei un errore del genere non l'avrebbe mai fatto e non lo farà, di questo sono assolutamente sicuro, ma il fatto che nel recente e recentissimo passato queste riunioni si siano svolte ci dà la misura della delicatezza del settore sul quale stiamo intervenendo e, soprattutto, della presenza, stiamo parlando di mare, di qualche squalo che vuole utilizzare al massimo le possibilità di business che il settore in questione appunto offre
Ribadisco quindi questo concetto: la Regione, sia relativamente alla Tirrenia, sia relativamente alle linee marittime per le isole minori, non può più fare la comparsa. Dobbiamo essere capaci, la Giunta e il Consiglio regionale, di definire una proposta che dia risposte precise in merito al potenziamento del trasporto marittimo. E' vero che la Tirrenia dà un servizio scadente, scadentissimo, ai limiti dell'oltraggio ai sardi in certe giornate, ma è pur vero che bisogna potenziare e migliorare anche i servizi verso le isole minori della Sardegna che, lo sottolineo nuovamente, danno occupazione qualificata, danno possibilità, ove riuscissimo a migliorarli, di sviluppare il potenziale turistico delle isole minori. Complessivamente, parlando della Tirrenia, si ha una possibilità di utilizzare dei vettori indispensabili per il traffico civile, soprattutto turistico, ma non solo, importanti anche per l'abbattimento possibile, auspicabile e fortemente voluto da questa Aula e soprattutto, se mi permettete, dal Gruppo dell'Italia dei Valori, del costo delle nostre merci che obbligatoriamente, ripeto obbligatoriamente, devono viaggiare per nave.
Siamo quindi molto soddisfatti di questo dibattito; per quel che riguarda la mozione sulla Tirrenia il Gruppo dell'Italia dei Valori è assolutamente d'accordo sui tre punti che sono stati individuati. Per quel che riguarda invece la Saremar, le chiederemmo, Assessore, di verificare se ci sono le condizioni perché la Regione possa accogliere la proposta proveniente dalle amministrazioni interessate, dal comune di Carloforte, dal comune di Sant'Antioco, dalla provincia del Sulcis Iglesiente nel suo complesso, che si riuniranno (ne ho avuto conferma all'ora di pranzo), il 14 a Carloforte proprio per approfondire questo tema; l'intento è dare il segnale forte che, anche per quel che riguarda il trasporto da e per le isole minori, la Sardegna vuole girare pagina evitando la sottovalutazione, che finora c'è stata, rispetto alla necessità di assumere in proprio la direzione complessiva del settore trasporti in Sardegna (non solo i trasporti all'interno della Sardegna ma anche il trasporto marittimo), e verificando anche quanto può essere compatibile con la politica della Giunta regionale l'ulteriore proposta che la Saremar confluisca in una apposita gestione marittima dell'Azienda regionale sarda trasporti (ARST).
Questo le consentirebbe di avere una visione unitaria e complessiva dei trasporti in Sardegna, favorendo in tutti i modi anche il mantenimento e la salvaguardia dei livelli occupativi del settore, in particolare del comparto marittimo ma soprattutto le potenzialità di sviluppo possono venire dal potenziamento e dal miglioramento di questi servizi.
Noi siamo convinti che dei tanti settori di cui si parla in questa Aula, su quello dei trasporti la Regione Sardegna dovrà dare un'idea diversa, veramente di maggiore interesse verso una gestione diretta. Parlare di federalismo, la volontà di voler contare di più anche nel quadro complessivo regionale, credo possa essere espressa al massimo livello soprattutto nel settore dei trasporti dando alla Sardegna un ruolo e una funzione e una capacità programmatoria e gestionale che finora non ha mai avuto. Auguri di nuovo, Assessore.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, non intendo annoiare, ma il problema, lo ribadisco, è delicato, importante. Voglio provare allora a fare una fotografia,in primo luogo, del sistema del trasporto da e per l'Italia rispetto al quale ho elencato una serie di compagnie che operano nelle diverse realtà portuali; la maggior parte delle volte lavorano secondo la convenienza, e cioè soltanto durante il periodo estivo: incassano e vanno via; oppure garantiscono un collegamento "tre settimanale" oppure ci sono delle sovrapposizioni a fronte di una richiesta pressante da parte degli utenti che chiedono di poter viaggiare. A tutto questo bisogna aggiungere che il sistema ha altre voci, ha altri soggetti.
In che modo si genera questo monopolio o oligopolio? Si genera ad esempio dal fatto che in Sardegna è obbligatorio utilizzare i rimorchiatori, la società Rimorchiatori sardi appartiene allo stesso proprietario della Moby Lines, quindi oltre a gestire il trasporto gestisce anche i servizi in porto; diversa invece la situazione nel trasporto aereo dove le società di gestione degli aeroporti possono svolgere opera calmieratrice dei servizi a terra. Questo, come dicevo, nei porti non è accaduto, anzi la situazione si è aggravata. Ci sono le autorità portuali, ci sono anche nella più grossa stazione marittima della Sardegna, ma a Olbia è accaduto che si sia generata una situazione di monopolio. Il comune non partecipa per 60 mila euro all'aumento di capitale nella Sinergest e s'impadronisce delle quote la Moby, che oggi è il gestore principale della stazione marittima di Olbia; voglio ricordarvi che la tariffa è di 6 euro a passeggero. Valutate quanti passeggeri transitano in quel porto per capire che cosa significa!
Gestisce pertanto la stazione marittima, gestisce i rimorchiatori, gestisce le navi e, se questo non fosse sufficiente, adesso c'è il discorso del collegamento con la Corsica e vorrebbe partecipare e acquisire la Saremar alla quale si sovrappone nel periodo estivo, mentre nel periodo invernale, quando si carica meno e si guadagna meno, si ritira. In tutto questo scenario il soggetto è unico. Si stanno aggiungendo per acquistare la Tirrenia altri due soggetti della stessa levatura( le origini ho detto sono campane), e devono chiudere completamente il cerchio: Saremar, Tirrenia, più quello che loro stessi hanno in Sardegna, e il sistema gestionale è completo. Siamo prigionieri!
Se qualcuno di questo non si vuole preoccupare faccia pure. Io sto dicendo queste cose perché restino agli atti di questo Consiglio, perché in un prossimo futuro, non molto lontano, saremo costretti necessariamente a riparlare di questo problema. Se invece passiamo alle isole minori, ci accorgiamo che la guerra in atto su La Maddalena, e sulle isole minori in generale, non è un fatto di poco conto. La Enermar (i dipendenti scioperano perc paura, perché comunque si tratta di circa 60 famiglie), appartiene allo stesso armatore, Onorato, e voglio ricordarvi che la società ha la sede fiscale a Milano, tutto quello che incassa in Sardegna viene pagato a Milano.
Che cosa succede? A seguito di un ricorso al Tar di un'impresa è stata indetta una gara, si protesta si chiede all'altra di spostarsi, di levarsi, perché, questo è Onorato, vuole restare solo; l'altra impresa, è comprensibile, è la Delcomar, l'unico armatore sardo. Chiaramente nessuno può pensare che il Partito Sardo d'Azione non difenda l'armatore sardo. Noi lo difendiamo. Abbiamo difeso, gli operatori, gli imprenditori sardi, sempre. Ricordo che quando l'impresa Sanna, di Budoni, partecipò a una gara d'appalto per Porto Ottiolu, l'avversario di Sanna si chiamava Sviluppo Italia, e Sviluppo Italia partecipò all'asta contro un imprenditore sardo con i soldi pubblici. Nessuno protestò, eccetto noi che denunciammo questo fatto. Quando la Marcegaglia prese quello che ha preso, e che tutti conosciamo, per 5 mila euro al mese, a Santo Stefano, a La Maddalena, a discapito di Muntoni e di Solinas, noi l'abbiamo denunciato. Bene, non sono cose di poco conto!
Ci lamentiamo del fatto che in Sardegna non ci siano imprenditori, ma quando ci sono siamo i primi ad "ammazzarli" o, quanto meno, a essere complici perché questo avvenga. Questi fatti non accadono con facilità, e non accadono nel silenzio, noi li denunceremo sempre. Assessore, se ci sono due società che partecipano a una gara, e protestano tutte e due per il bando di gara, e protestano i sindaci di riferimento, dei territori dove quei servizi si dovranno sviluppare, lei si deve preoccupare di sentire se è stata fatta la Conferenza dei servizi, e se i sindaci de La Maddalena e Carloforte hanno partecipato, e il contenuto del verbale. Perché se oggi protestano hanno le loro ragioni, e lei ha l'obbligo di ascoltarli. E questo lo deve fare celermente, perché qualora dovesse emergere che ci sono i presupposti per allungare i tempi di gara, modificarli, dare maggiore certezza e trasparenza, lei è obbligato ad agire secondo questi presupposti, come qualunque amministratore. Quando si fa terrorismo con i collaboratori, cioè i dipendenti, questo terrorismo si paga. Mentre da parte della Enermar agli altri viene detto, che devono andar via, e che quindi quelle quaranta famiglie sono da buttar via, l'altra parte risponde che si assume l'onere di quei sessanta dipendenti , che nessuno verrà licenziato. E' un discorso diverso. Lo stesso discorso vale anche per la Saremar, Assessore, bisogna rasserenare i dipendenti, non pensino però che ci possa essere l'assalto alla diligenza soltanto perché ha acquisito la proprietà la Regione sarda.
Si creino i presupposti del prepensionamento, si creino i presupposti comunque del rispetto dei lavoratori, e si diano le garanzie per impedire che si mettano in campo timori in modo strumentale, per portare in prima fila i dipendenti a difendere cose indifendibili. Queste sono situazioni così delicate che vanno trattate con la massima trasparenza; e, parlando di massima trasparenza, Assessore, stamattina ho ricordato (è la passione che mi porta a farlo), la gara indetta dall'assessore Amadu per il trasporto verso le isole minori nell'orario notturno. L'assessore Amadu, in quel bando di gara, volle iscrivere come garanzia che le navi non potevano avere (ma questo è normale nell'ambito del servizio pubblico) più di trent'anni di vita. Quindi l'armatore partecipava se i suoi mezzi rientravano in questa previsione. In questo bando una simile limitazione non è prevista. Gli armatori, volendo, possono partecipare anche con mezzi di trasporto uguali a quelli che oggi dalla Tunisia portano la gente, la disperazione, a Lampedusa.
Questo fatto è di una gravità unica, significa che i sardi possono viaggiare sulle carrette, possono viaggiare male, che la qualità del servizio non ci interessa, che il tutto…
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, colleghi, intanto sottolineo che ci troviamo di fronte a una mozione presentata dalla maggioranza, la quale interviene, a mio avviso, non so se in polemica, quanto meno con una posizione critica, dubitativa, dell'azione della Giunta. Questo mi fa capire, Presidente, che la mozione è interessante, politicamente interessante, ma anche interessante nel merito. Ovviamente di questo non ha responsabilità il nostro collega, giovane, bravo, Christian Solinas, al quale porgo gli auguri di buon lavoro, evidentemente è responsabilità di qualcun altro, forse di qualcuno che c'era prima, forse di qualcuno che ancora c'è. Sta di fatto che il tema è chiaro, che il tema è chiarissimo.
Noi siamo di fronte a una tragedia, una delle tante, che riguarda questa Regione. Prima parlavamo di Quirra, perché subiamo da anni il peso delle sperimentazioni sugli armamenti e sui munizionamenti di tutta Italia, e non solo di tutta Italia, ma di tutte le forze alleate. Noi paghiamo il prezzo, e a godere sono i lanzichenecchi. La stessa cosa avviene per i trasporti. Abbiamo un trasporto aereo inefficiente, inadeguato e insufficiente, e anche in questo settore i pasticci sono stati fatti dalla Giunta, prima che arrivasse il collega Solinas, pasticci gravissimi, ai quali non si riesce a porre rimedio.
Adesso c'è la questione della Tirrenia, ma il problema è l'isolamento al quale si condanna la Sardegna che rischia di essere vittima e di rimanere totalmente dipendente, non più da un'Autorità pubblica e da una gestione privatistica (gestione che guardava più agli interessi di parte del Paese, piuttosto che agli interessi della comunità che doveva servire), ma da un monopolio privato in una organizzazione del servizio assolutamente non chiara e che contiene elementi di ambiguità fortissima.
Questo, Presidente, è un problema, è un problema del quale la Sardegna dovrebbe farsi carico. Ma quando mai riusciremo a sollevare la testa? Quando faremo sentire la nostra voce? Quando finiremo di essere, in troppa misura, subordinati, genuflessi, piegati rispetto ai voleri degli altri? Sempre di quegli altri, dei lanzichenecchi, che stanno pensando agli affari propri!
In Lombardia non ho la sensazione che si ragioni nell'interesse generale del Paese, ho la sensazione che si ragioni solo ed esclusivamente nell'interesse di quelle imprese e di quegli imprenditori, di quei cittadini e di quei lavoratori, caso mai debbano godere anche loro dei benefici di un atteggiamento privilegiato che il Governo garantisce a quella regione. Una regione, come quasi tutto il Nord Italia, che si è arricchita anche grazie alle braccia dei sardi, al sacrificio dei sardi che hanno lavorato in quel territorio e che lavorano qui, nelle imprese più inquinanti, nelle attività industriali di base, garantendo i presupposti perché quella parte del Paese si sviluppasse a dismisura a danno delle altre!
Nella questione in esame abbiamo sollevato anche problemi di ordine procedurale di non poco conto! C'è una gara in corso alla quale la Regione dovrebbe sentire il dovere di partecipare, in qualche misura, in qualche modo, in qualche forma per assicurare ai sardi di poter intervenire sull'organizzazione di questo servizio, che per noi non è facoltativo, non possiamo decidere di utilizzare o non utilizzare per il trasporto delle merci, per il trasporto delle persone, dei mezzi di quel tipo, dobbiamo farlo se vogliamo stare nel mondo! Non possiamo utilizzare carrette! Se le gare e i capitolati di quelle gare non sono stati fatti con precisione si verifichi! Si verifichi e si apra una questione, anche istituzionale, si vada a Roma e si chieda la responsabilità del Ministero competente, facciano il loro dovere che è quello di governare tutto il Paese, non soltanto la periferia di Milano! Facciano il loro dovere… Milano ladrona! Si è spostata di qualche chilometro e ha imparato il vizio di quelli che criticava! Ha imparato il vizio di quelli che criticava! Soggetti inaccettabili!
Io condivido il testo di questa mozione e condivido anche le preoccupazioni che da molte parti sono state sollevate, e condivido anche l'idea che si debba entrare nel merito, e condivido anche l'idea che la Commissione consiliare competente debba esercitare integralmente la propria funzione di controllo; e credo, Presidente, che noi dovremmo fare un dibattito al mese sullo stato dei trasporti in Sardegna. Su come vengono gestiti, quali garanzie vengono date dal Governo perché la continuità territoriale, cioè il diritto nostro di essere uguali agli altri, sia rispettata! Credo che in quei dibattiti noi dovremmo verificare gli atti, dovremmo vedere tutte le deliberazioni adottate e, se non sono state adottate, prima di fare i contratti, vedere perché i contratti sono stati fatti senza copertura di alcun tipo: amministrativo e, quando occorreva, anche legislativo!
Credo che si debba fare questo lavoro, tutti quanti insieme, perché non c'è una differenza di ordine ideologico rispetto a questo, c'è la non accettazione di essere considerati, Presidente, "figli di un dio minore", la periferia dell'impero, quella specie di roba di scarto che hanno messo in mezzo al mare perché ogni tanto ci si possano scaricare i rifiuti o le bombe. Oppure, ci si riscaldi al sole nelle spiagge! La Sardegna è qualcosa di più! E' una comunità di popolo, è una comunità di popolo di questo Stato.
Fra qualche giorno, il 17, anche in questo Consiglio regionale, si dovrebbe tenere una cerimonia per la celebrazione del 150° dell'Unità d'Italia; forse bisogna rammentare, a chi ha organizzato i festeggiamenti, che l'Unità d'Italia non è un qualcosa acquisito una volta per tutte ma è un comportamento, un'attenzione, un rispetto che deve essere consegnato tutti i giorni a ogni singolo cittadino di questo Paese! Diversamente, se ognuno deve fare per sè si sappia che i sardi…
PRESIDENTE. Onorevole Uras, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
Poiché il consigliere Mario Diana non è presente in Aula decade.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dei trasporti.
SOLINAS CHRISTIAN (P.S.d'Az.), Assessore dei trasporti. Presidente, ringrazio lei e,mi consenta, prima di tutto, anche quanti hanno voluto riservarmi parole gentili di augurio e stima che intendo rivolte principalmente al mio ufficio di Assessore dei trasporti, e dunque alla Sardegna, piuttosto che alla mia persona, avendo l'umile consapevolezza dei limiti delle mie risorse e capacità, se pur uniti alla certezza che le ragioni che qui rappresento sono certo più grandi di me, immensamente più grandi perché sono le ragioni di un popolo che coltiva l'aspirazione atavica a governare i propri processi di mobilità, il proprio mare, i propri cieli e, con essi le opportunità di crescita e di sviluppo di un'intera Nazione.
Credo che il dibattito di quest'oggi sulla mozione e le interpellanze, seppure nella diversità e nella diversificazione dei temi che abbiamo trattato, ci consegna un elemento di riflessione comune. Un'Isola come la nostra di 1.600.000 abitanti, questo sandalo in mezzo al Mediterraneo, non rappresenta purtroppo da sola un mercato sufficiente, un mercato che consenta prospettive di crescita di settore, se non si connette al resto del mondo, alla terraferma, e i trasporti assumono in quest'ottica un ruolo fondamentale perché sono il presupposto di ogni ipotesi di sviluppo, come in questa sede è stato detto a più riprese, un po' da tutti i colleghi.
Io credo che questa riflessione ci dia l'opportunità di aprire una stagione di confronto su questo tema; pertanto ben venga, a presto, una riflessione sul Piano regionale dei trasporti come è stata invocata da tanti, dal collega Salis per ultimo; io credo infatti che ci siano anche delle anomalie che quest'Aula dovrà prima o poi affrontare. Una politica organica, un'idea complessiva di sviluppo dei trasporti non può continuare a mio avviso a sostenere in Sardegna, unica regione in Italia, una viabilità distinta dal resto dei trasporti, una politica organica non può non prevedere l'integrazione tra le diverse modalità, dal ferro alla gomma, dal mare ai cieli.
Io vorrei dare una risposta organica anche se il tempo, probabilmente, sarà tiranno; inizierò da alcune considerazioni sulle quali ritengo opportuno fornire delle delucidazioni più chiare. Questa mattina il collega Sanna, nell'illustrazione della mozione, ha giustamente paventato la creazione di monopoli, siano essi pubblici o privati, sulle rotte della Sardegna, visto che ci occupiamo di trasporto marittimo principale. Sotto questo profilo vorrei sgomberare immediatamente il campo da equivoci rispetto all'azione posta in essere dall'Assessorato regionale dei trasporti sui vettori marittimi; questo Assessorato - mi dispiace non sia presente il collega Lotto che ha sollevato il problema - non ha mai convocato nelle proprie strutture compagnie per discutere alcunché possa riguardare l'erogazione di servizi che devono essere messi a gara e per i quali è necessario rispettare i bandi.
L'attività che in questi pochi giorni abbiamo potuto mettere in campo è stata rivolta invece ad approfondire sotto il profilo tecnico, con i funzionari, gli aspetti relativi al caro tariffe; purtroppo è un tema à la page - consentitemi l'espressione in lingua straniera - che ha coinvolto i nostri interessi turistici, i nostri interessi economici e sociali.
In merito al caro tariffe posso dire che il primo tavolo che è stato convocato ha voluto analizzare, in maniera seria e concreta, questo tema così complesso sia sotto il profilo normativo sia sotto il profilo dei fattori della produzione; io credo infatti che non ci si debba abbandonare a considerazioni di sentimento ma si debba poter articolare un ragionamento sobrio, serio, concreto, che prenda in esame tutti gli elementi indispensabili. Questo tavolo si è già riunito - dicevo - verrà aggiornato (lo stanno seguendo i funzionari e i tecnici dell'Assessorato con competenza e professionalità), e mira a dare tre ordini di risposte.
Una prima risposta di brevissimo termine per fronteggiare l'emergenza; una di medio e una di lungo termine che necessariamente coinvolgerà anche le politiche di settore della Regione riguardo al ruolo che la stessa Regione deve cominciare ad avere all'interno del mercato dei trasporti.
Io credo che non si possa pensare di ripristinare una forma di dirigismo regionale nei trasporti, però sono anche fermamente convinto che, siccome i trasporti per la Sardegna rappresentano un interesse vitale, la Regione non possa sottrarsi al ruolo di regolatore del mercato; regolatore del mercato all'interno di un'ottica chiara e precisa che prevenga fin dall'origine la creazione di cartelli e quant'altro, come è stato già denunciato.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue SOLINAS CHRISTIAN.) Io vorrei trattare ora alcuni punti che la mozione del collega Sanna, e degli altri colleghi che hanno voluto sottoscriverla, ha specificato. Si parlava in particolare dei disservizi causati dalla cancellazione di alcune tratte, e su questo vorrei dare degli elementi di ragionamento al Consiglio. Su alcune linee marittime, in particolare la Arbatax-Olbia-Genova e la Cagliari-Napoli-Palermo, l'Assessorato ha già provveduto a esprimere al Ministero il proprio dissenso e a rappresentare con forza tutte le azioni che si vorrebbe mettere in campo per ripristinarle; non avendo ricevuto riscontro rispetto a queste comunicazioni abbiamo interloquito con la compagnia Tirrenia, che ancora dovrebbe gestire questi trasporti.
La compagnia ha rappresentato che i motivi delle sospensioni e della riduzione dei livelli di servizio sono da ascriversi principalmente alla indisponibilità di navi sostitutive in flotta, a causa del contemporaneo fermo dalle navi a seguito dell'adeguamento tecnico alle nuove normative comunitarie. Mi riferisco in particolare allo "Stockholm Agreement" che ha previsto una serie di modificazioni sui traghetti che viaggiavano per la Sardegna, e all'impossibilità del noleggio di navi sostitutive per i vincoli di bilancio che sono stati imposti dallo stato di amministrazione straordinaria in cui versa la stessa Tirrenia.
In particolare sulla cancellazione delle linee posso rassicurare che, rispetto agli orari ufficiali della Tirrenia, il collegamento Arbatax-Olbia-Genova sarà ripristinato da lunedì 18 aprile con partenza da Genova e arriverà ad Arbatax alle 12 di martedì, mentre, per quanto riguarda la Cagliari-Napoli-Palermo-Trapani, sarà ripristinato il servizio già a partire da domani (12 marzo); la nave dovrebbe partire questa sera da Napoli per arrivare a Cagliari domani e riprendere il suo ordinario servizio.
Per quanto riguarda invece gli impegni sulla continuità territoriale, chiaramente la continuità territoriale marittima, al di là del servizio onerato che è garantito da Tirrenia e sul quale le tariffe non sono state modificate (mentre sono state ritoccate decisamente per quanto concerne i servizi non onerati, quindi quelli commerciali), il tavolo è già operativo, nel senso che si sta cercando di ragionare assumendo a parametro e criterio condiviso quello del chilometraggio e dei costi ferroviari sul resto d'Italia, quindi conto di poter dare al Consiglio a breve un'informativa sullo stato dell'arte.
Per la partecipazione invece alla privatizzazione di Tirrenia, come già il Consiglio è edotto, la procedura era già in fase di avanzata predisposizione nel momento in cui ha approvato la norma, tant'è che le manifestazioni di interesse si erano già concluse. Uno dei primi atti che ho voluto porre in essere non appena insediato è stato quello di ottenere dall'advisor pubblico che sta gestendo la procedura l'elenco dei raggruppamenti che hanno partecipato a manifestazioni di interesse. La Banca Rothschild, nello specifico, ci ha fornito un elenco di operatori ai quali l'Assessorato ha già inviato una prima comunicazione, sulla quale attendiamo risposta, al fine di comprendere quali possono essere, all'interno chiaramente del binario indefettibile delle norme europee e nazionali in materia, le modalità che ci consentano di partecipare a questa procedura. E' allo studio parallelamente, attraverso professionisti del settore, qualsiasi azione, anche legale, possa essere messa in campo per far valere comunque le ragioni della Regione sarda e, in particolare, le disposizioni normative che questo Consiglio regionale ha approvato.
Sotto questo profilo vorrei passare rapidamente invece a rappresentare quanto sollevato con l'interpellanza dei colleghi Salis, Cocco e Mariani in ordine alla necessità di scongiurare la privatizzazione della Saremar paventata dalla Regione Sardegna. Sul punto, come già rappresentato dagli interpellanti, la Regione ha assunto una serie di atti, in particolare deliberazioni specifiche. Io intendo raccogliere la proposta fatta in questa sede dai consiglieri interpellanti e verificare, per quanto possibile, la presenza della Regione all'interno della società, almeno nella prima fase di start up, per garantire comunque livelli occupazionali, per garantire qualità e quantità del servizio; va però detto, per chiarezza, che la normativa che regolamenta il settore, soprattutto sotto il profilo europeo, è particolarmente stringente.
In particolare il cabotaggio marittimo è disciplinato dal Regolamento comunitario 3577 del 1992 mentre il trasporto pubblico locale su ferro e gomma soggiace alle disposizioni del Regolamento 1370/01, perché questa differenziazione? Perché la diversificazione dei Regolamenti che soprassiedono alla regolamentazione dei diversi settori prevede una diversificazione anche delle discipline, quindi mentre ARST ha potuto riassorbire la rete ferro di Ferrovie Meridionali della Sardegna e di Ferrovie dello Stato, complessità maggiori si presentano sotto il profilo della possibile integrazione del trasporto marittimo all'interno dell'azienda; questo perché in particolare il Regolamento CEE concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi e trasporti marittimi fra Stati membri, all'articolo 4 prevede che uno Stato membro può concludere contratti di servizio pubblico, o imporre obblighi di servizio pubblico come condizione per la fornitura di servizi di cabotaggio. Se conclude contratti di servizi pubblico o impone obblighi di servizi pubblico lo fa su base non discriminatoria per tutti gli armatori comunitari. Questo fa sì che non si possa affidare direttamente, quand'anche la società sia in house, il servizio; giusta tale disposizione non possiamo quindi a mio avviso rischiare di andare in infrazione e dovremo approfondire sicuramente la vicenda, ma la scelta che la Regione ha fatto fino a questo momento è stata quella di mantenere una quota azionaria in Saremar (la massima possibile, che è stata fino ad ora stimata nel 49 per cento) attraverso un partenariato pubblico-privato.
Una scelta che risulta alquanto coraggiosa visto che in altre realtà, la Toremar per esempio, la privatizzazione è stata al 100 per cento. Ora, questa discrasia potrebbe essere corretta, ed è già allo studio questa soluzione, attraverso le norme statutarie, così da dare comunque un potere di controllo forte alla Regione, sia sotto il profilo del collegio dei revisori dei conti, dove dovranno essere presenti revisori per la maggioranza regionali o del Ministero dell'economia finché dura la contribuzione degli oneri di servizio pubblico, sia attraverso i poteri specifici dei consiglieri di amministrazione espressi dalla Regione all'interno di quel consesso.
Per passare poi all'interpellanza numero 153 del collega Stochino e più vorrei comunicare, mi sembra non sia in Aula il collega, ma lo dico per l'Aula, che anche il collegamento marittimo come dicevo prima sulla tratta Arbatax-Olbia-Genova riprenderà da lunedì 18 aprile; questa decisione giunge a seguito di una attività di contrattazione con Tirrenia, abbastanza forte, che dovrà immagino essere ripresa perché al 18 aprile dovrebbero essere già concluse anche le procedure di privatizzazione.
Per quanto concerne infine l'interpellanza sulla vicenda Enermar e sulla paventata interruzione dei servizi, vorrei chiarire che prima di tutto, a seguito di un'attività intensa dell'Assessorato nei giorni successivi all'inizio della vertenza, la società ha ripreso regolarmente i collegamenti tra l'isola de La Maddalena e Palau. Devo quindi, consentitemi, spendere alcune parole sulla correttezza e la linearità delle procedure poste in essere dall'Assessorato; in realtà dal 30 settembre 2010, data di scadenza dei contratti di servizio, l'Assessorato aveva invitato tutte le ditte operanti sulla tratta a manifestare il proprio interesse rispetto alle linee dei collegamenti cosiddetti residuali. Soltanto due delle tre compagnie che avevano presentato un'offerta avevano tutti i requisiti perché la loro offerta fosse analizzata e, nello specifico, cerco di non tediare eccessivamente l'Aula, alla fine della procedura alla compagnia Enermar è stata attribuita la quota maggiore di coppie di corse pari al 70 per cento del totale complessivo richiesto, mentre alla compagnia Delcomar andava la quota minore di corse pari al 30 per cento.
In seguito alla conclusione dell'istruttoria, in attesa di una nuova pianificazione dei servizi di collegamento marittimo con le isole minori, successivi al 31 marzo 2011, si è ritenuto che l'attuale assetto dei collegamenti attivati presso la tratta La Maddalena - Palau soddisfi le esigenze minime di collegamento marittimo dei territori interessati.
Tutto questo chiaramente ha una scadenza abbastanza ravvicinata, il 30 marzo del 2011, proprio perché è intendimento di questo Assessorato porre fine alle procedure di proroghe indiscriminate, porre fine a procedure che si possono prestare a valutazioni le più disparate; la regola, il principio è quello delle gare, dell'evidenza pubblica, si fanno le gare nel mercato, queste gare avranno un vincitore che otterrà il servizio, per discutere sulla legittimità e liceità delle procedure ci sono altre sedi. Chiaramente la preoccupazione rispetto ai livelli occupazionali e alla qualità e quantità del servizio è ben presente all'Assessorato e alla Giunta che porranno in essere tutte le azioni indispensabili per poterle garantire.
Sull'ultima considerazione invece dell'onorevole Sanna rispetto alla qualità del naviglio, e quindi alla vetustà del medesimo, avvierò fin da domani una ricognizione precisa e specifica onde verificare che il bando di gara rispetti assolutamente l'interesse pubblico alla qualità del naviglio, mentre non ho dubbio che siano rispettate assolutamente tutte le norme e gli indirizzi politico programmatici che vi soprassiedono. Sarà mia cura verificare anche che se la Regione vanta dei crediti rispetto a sentenze esecutive, che siano nazionali o europee, proceda a recuperare le somme dovute. Grazie per l'attenzione.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, rinuncio, perché credo che sia sufficiente quanto esposto dall'Assessore.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Salis per dichiarare se è soddisfatto.
SALIS (I.d.V.). Io non posso che prendere atto, esprimendo apprezzamento, delle parole e dei concetti espressi dall'assessore Solinas soprattutto riguardo alla volontà precisa di voler individuare, pur all'interno delle norme nazionali e comunitarie, che assolutamente tutti noi chiediamo vengano rispettate, eventuali margini, come dire, di miglioramento dei bandi di gara e delle condizioni per andare incontro, sempre nel rispetto delle regole, alle esigenze degli operatori, dei cittadini, dei territori interessati e delle amministrazioni locali che a breve faranno sentire la loro voce, voce che (non ho dubbi) l'assessore Solinas vorrà ascoltare con molta attenzione.
E' un problema serio, ribadisco un concetto già espresso, e concludo velocemente sottolineando che il dibattito su questa mozione e le interpellanze abbinate, mi sembra abbia aperto uno spiraglio su una porta chiusa forse da troppo tempo, che ha dato nuovi stimoli all'Assessore e ai funzionari e tecnici dell'Assessorato dei trasporti nel senso di avere una consapevolezza maggiore della loro importanza all'interno delle politiche della Regione ma, forse, ha offerto a tutto il Consiglio regionale un elemento di interesse e di impegno alla partecipazione sui problemi del settore .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Stochino per dichiarare se è soddisfatto.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, Assessore, la data che poc'anzi ha citato, il 18 aprile, credo che per l'Ogliastra ma anche per tutto il sud dell'Isola costituisca un risultato importante e di buon auspicio per il lavoro che le auguro di fare nel migliore dei modi per noi e per tutta la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Caria per dichiarare se è soddisfatto.
CARIA (P.D.). Presidente, anch'io ringrazio l'Assessore per la puntualità nel rispondere alla nostra interpellanza. Questa è anche un'occasione per dare una sorta di apertura di credito a un Assessore che si è appena insediato, raccomandandogli quello che lui in parte ha già detto di volere fare: lottare per assicurare il diritto alla mobilità per tutti, garantire il livello delle corse attuale e se è possibile estenderlo o studiarlo in modo tale da migliorare la qualità del servizio. Ci fa piacere apprendere che entro marzo, insomma quanto prima, verranno bandite le gare così da uscire da ogni possibilità di equivoco; e la invito, Assessore, per quanto di sua competenza, possibilmente a puntare molto sulla qualità dei servizi oltre che sulla quantità. Sotto questo aspetto pertanto mi ritengo soddisfatto.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Passiamo alla votazione della mozione. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 111.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Biancareddu e Diana Mario hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cossa - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 58
astenuti 1
maggioranza 30
favorevoli 58
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 110.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
MozioneDiana Giampaolo - Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Caria - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sui ritardi della firma dell'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- il 21 dicembre 2010 è stato firmato a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, un pre-accordo tra la Syndial (società del gruppo ENI) e il fondo GITA nel cui memorandum d'intesa l'ENI si è impegnato a cedere agli aspiranti acquirenti svizzeri alcuni asset strategici per il completamento del ciclo del cloro;
- gli svizzeri hanno manifestato interesse all'idea di appropriarsi dell'intero ciclo del cloro e per questo hanno chiesto di entrare in possesso degli asset fondamentali (pena l'uscita dalla trattativa), ossia delle saline di Cirò Marina e Contivecchi (Assemini), oltre al clorosoda di Marghera e al dicloroetano ed etilene (via Assemini);
RICORDATO che:
- con gli arabi del Qatar, che avevano presentato la manifestazione d'interesse al primo bando internazionale per la vendita o l'affitto degli impianti Vinyls, il 5 maggio 2010 l'ENI aveva firmato un pre-accordo nella sede del Ministero (all'epoca vacante, a seguire la vertenza era il sottosegretario Stefano Saglia) e, soltanto due settimane dopo, Ramco vi aveva rinunciato poiché le richieste economiche erano state giudicate esorbitanti, nonché vi era stata l'esclusione, dall'elenco di beni cedibili, delle saline di Assemini e del parco serbatoi "Uta";
- l'ordine del giorno sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 19 gennaio 2010, aveva impegnato la Giunta regionale ad adottare gli idonei strumenti e a promuovere i necessari interventi volti a prendere coscienza delle problematiche riferite alle vertenze industriali;
CONSIDERATO che:
- la perimetrazione degli asset discussa durante il pre-accordo del 21 dicembre 2010 ha portato al raggiungimento dell'intesa tra le parti sul valore dei beni oggetto di trasferimento; tra ENI e GITA, quindi, il nodo dei prezzi sarebbe già stato definito, come anche la conferma sulla costituzione, da parte degli svizzeri, di una newco con capitale da 100 milioni di euro per rilevare la Vinyls;
- tra le richieste che Syndial-ENI ha presentato a GITA nel memorandum d'intesa c'è la garanzia del mantenimento per almeno quattro anni dei livelli produttivi e occupazionali negli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna (circa 500 dipendenti complessivamente);
- in questo contesto di crisi economica internazionale qualunque impresa, sia italiana che internazionale, seppure ben intenzionata, ma senza adeguate risorse finanziarie e senza una consolidata esperienza nel settore industriale e nel mercato chimico, non può reggere la competizione internazionale e non può garantire la realizzazione di un progetto industriale credibile e solido;
EVIDENZIATO che:
- al momento del pre-accordo non si avevano tuttavia certezze su quali asset dovevano essere effettivamente ceduti, si è parlato in maniera generica di strutture localizzate in Sardegna, a Porto Marghera e in Calabria, dunque rimaneva in bilico la questione delle saline e del dicloroetano prodotto alla Syndial di Assemini;
- sempre durante la riunione del 21 dicembre 2010, pur non essendo stati illustrati i contenuti del piano industriale, erano state date dal Ministro dello sviluppo economico (Romani) alcune rassicurazioni sui tempi di riavvio degli impianti, nonché sulla stesura di un accordo preliminare tra l'ENI e il fondo svizzero GITA, indicando quale scadenza definitiva entro la quale dovrebbero essere attuati tutti gli impegni dichiarati, quella di marzo 2011;
- le produzioni della raffineria Saras, della Polimeri Europa di Sarroch e di Porto Torres, della Sasol di Sarroch, della Polimeri di Ottana, delle Saline Contivecchi e della Syndial di Assemini, della Vinyls di Portotorres, sono integrate o integrabili tra loro e quasi tutte coinvolgono, sotto il profilo della gestione industriale, l'ENI (ad esempio il sito di Porto Torres produce etilene per quello di Assemini, il quale a sua volta produce dicloroetano e soda per Porto Torres; a Sarroch si produce paraxilolo per il sito di Ottana, mentre la Saras, attraverso una rete di oleodotti, invia e riceve diversi prodotti dagli stabilimenti - Polimeri Europa e Sasol - del polo chimico di Sarroch);
- in Sardegna è importante rilevare la presenza di un valore aggiunto, cioè l'integrazione produttiva che esiste tra gli stabilimenti di Porto Torres e di Assemini il cui legame è strettissimo poiché la produzione del cracking di Porto Torres è fortemente legata alla filiera del cloro di Assemini;
PRESO ATTO che:
- soltanto dopo che gli impianti saranno nuovamente riavviati, nel caso in cui i contenuti del piano industriale e la struttura della nuova società rispondano ai criteri di affidabilità e solidità economica e industriale, la linea del clorosoda di Assemini potrà essere trasferita al nuovo gruppo;
- senza investimenti sul cracking e sulla filiera del PVC a Porto Torres, e per il cloro ad Assemini, la chimica sarda sarà condannata a un inesorabile declino, sino alla chiusura definitiva degli impianti;
- in una prospettiva futura che voglia avere carattere di continuità e solidità, è opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'ENI ed altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione, soprattutto in considerazione dell'importanza economica e strategica che l'industria chimica rappresenta per il tessuto industriale sardo;
- nel corso del 2010, tutta la produzione di cloro e dicloroetano prodotta ad Assemini è stata venduta nei mercati internazionali e pertanto, nel caso di un riavvio degli impianti Vinyls (e quindi di un maggiore fabbisogno nel mercato di cloro e dicloroetano), l'impianto di Assemini è in grado di garantire le quantità produttive da destinare non solo allo stabilimento di Porto Torres, ma anche a quelli di Porto Marghera e Ravenna;
- la stipula del contratto preliminare tra i rappresentanti della GITA, di ENI-Syndial e i due commissari straordinari di Vinyls, che sarebbe dovuta avvenire entro il 31 gennaio 2011, è slittata per motivi tecnici sopra richiamati;
- la protesta dei lavoratori sta sfociando in atti di lotta che possono pregiudicare la sicurezza degli stessi lavoratori,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a verificare la qualità e la solidità del piano industriale proposto dagli acquirenti degli impianti, al fine di tutelare i diritti di tutti i lavoratori interessati dalla cessione produttiva dei siti industriali;
2) ad attivarsi per scongiurare che un solo segmento della filiera chimica sarda venga dismesso, perché determinerebbe l'inevitabile smantellamento dell'intero comparto chimico isolano;
3) ad intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI ed i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo preliminare con GITA e accertarsi dell'immediato riavvio del ciclo del cloro e dei suoi derivati, di vitale importanza per l'intero sistema produttivo isolano;
4) a riferire con urgenza in Consiglio regionale i motivi dei rinvii dell'accordo preliminare con i soggetti interessati citati in premessa ed i contenuti del piano industriale proposto al Governo da GITA e le intenzioni di ENI sul futuro della chimica ed i piani di investimento per la Sardegna. (110).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, le ragioni che hanno indotto l'intero centrosinistra a presentare questa mozione risiedono nella necessità di coinvolgere il Consiglio regionale non già in una semplice e scontata discussione sul comparto della chimica sarda, ma su una assunzione di responsabilità per non consentire ad alcuno di decidere nel nostro territorio su certe questioni. Non intendiamo infatti delegare a nessuno - e l'auspicio è che questo sia anche l'intendimento della Giunta - la decisione su quale modello di sviluppo debba adottarsi in questa regione, così come nessuno deve stabilire quali produzioni allocare nel nostro territorio; infine, ciò a cui teniamo maggiormente è che non vogliamo delegare ad alcuno, tanto meno all'ENI a livello nazionale, la possibilità di decidere il destino della gente che noi dobbiamo rappresentare.
Cari colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione, anche se mi rendo conto che non c'è molta disponibilità, su quanto si sta consumando in questi giorni a Porto Torres con riflessi importanti anche sul sito di Assemini. Intanto credo non sia inutile ricordare a noi tutti che il comparto chimico è l'unica voce positiva nella bilancia commerciale di questa regione; e ancora è utile ricordare, io credo, che la filiera chimica rappresenta gran parte del settore industriale di questa regione che, come è noto, fornisce appena il 12 per cento di valore aggiunto contro una media nazionale intorno al 26 per cento. Gli addetti in questo settore, come sappiamo, sono appena l'11 per cento contro una media nazionale intorno al 23 per cento.
Ho voluto richiamare questi dati per ricordare a noi tutti che in questa regione abbiamo un modello di sviluppo pericolosamente squilibrato. L'industria, infatti, come dicevo rappresenta il 12 per cento, l'agricoltura il 4 per cento, in linea con quella nazionale, i servizi sono all'84 per cento, circa dieci punti in più della regione Lombardia che, vivaddio, ha dei servizi a supporto di un apparato produttivo degno di questo nome, che in Sardegna, ahinoi, non esiste.
Io credo che quanto descritto in questa fotografia sia una delle ragioni della debolezza del nostro sistema economico nonché una delle cause principali di una crescita economica eccessivamente lenta. Quanto ho appena ricordato sta a dimostrare che in Sardegna non è vero, come spesso sento dire in tutta libertà anche in quest'Aula, che c'è troppa industria. E' vero esattamente il contrario e su questo mi piacerebbe sentire anche il parere dell'Assessore dell'industria. Pertanto dobbiamo guardare alle iniziative di ENI sulla chimica sarda di questi mesi anche con questa consapevolezza e con questa preoccupazione. Il Consiglio, Assessore, deve appropriarsi di questa vertenza ponendosi alcuni obiettivi.
Il primo obiettivo - credo sia interesse di tutti, vorrei lo fosse anche della Giunta - è quello di consolidare l'attuale sistema produttivo. Lo si fa, riteniamo, anche attraendo nuovi investimenti per far crescere l'economia della regione, scommettendo certamente sull'innovazione sia di processo che di prodotto. Un ulteriore obiettivo deve essere quello di far crescere il numero di occupati in questo settore.
A mio avviso la Giunta regionale deve guardare alle proposte dell'ENI che interessano la nostra regione da qualche mese a questa parte sulla base di questi presupposti. I progetti sostanzialmente sono due. Il primo è quello del cosiddetto Polo verde, il piano ENI-Novamont; il secondo è quello relativo alla cessione degli impianti da parte di Syndial-ENI al fondo GITA dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati.
Andiamo per ordine. Il piano ENI-Novamont, la cosiddetta chimica verde, parrebbe essere un investimento di 800 milioni di euro finalizzato alla produzione di bio-plastiche, detto volgarmente si tratta di buste riciclabili. Il piano prevede, come sapete, la costruzione di una centrale elettrica di biomasse da 40 megawatt che ha bisogno di una superficie di 20 mila ettari per la sua alimentazione. Inizialmente il piano prevede che queste materie sono in buona sostanza oli combustibili, vengano reperite sia in loco sia tramite importazione. Nel frattempo, affermano ENI e Novamont, saranno avviate le coltivazioni delle colture specifiche. Per quanto riguarda le ricadute occupazionali, l'ENI parla di 650 unità, addirittura parrebbero 100 in più di quelle attuali. Ricordo che non è esattamente così perché attualmente sono addetti a Porto Torres circa mille lavoratori. Il tutto, dice l'ENI, andrà a regime fra sei anni.
Io vorrei che tenessimo conto di questo dato. Dico subito, a scanso di equivoci, che i presentatori della mozione guardano a questo progetto con interesse, tuttavia gli stessi presentatori della mozione non condividono il trionfalismo emerso in questi giorni, in particolare da parte del presidente Cappellacci. Provo a dire perché. L'ENI propone, come dicevo, un piano per la chimica verde da realizzare in sei anni. L'unica certezza che abbiamo rispetto a questa proposta dell'ENI è che quel piano, che deve realizzarsi in sei anni, prevede la chiusura del petrolchimico esistente a giugno di quest'anno,.
Io vorrei che su questo riflettessimo un attimo e, prima ancora di queste nostre osservazioni, vorrei, anzi spero abbia già riflettuto l'Assessore dell'industria e che ci dica poi il prodotto delle sue riflessioni. Assessore, siamo di fronte a un ricatto bello e buono, siamo di fronte a un ricatto! Stamattina e ieri si è parlato di lanzichenecchi, ma guardate che l'ENI non va giudicata diversamente relativamente a questa proposta. Propone un piano che attualmente è a livello di ricerca, non c'è una sperimentazione industriale nel mondo, ha una prospettiva di sei anni per la sua realizzazione, ma l'unica cosa certa che contiene quel piano è che a giugno di quest'anno, fra tre mesi, si ferma tutto il petrolchimico. Io su questo chiedo innanzitutto qual è la posizione della Regione.
Dico fin d'ora che non siamo assolutamente d'accordo con il giudizio espresso dal Presidente della Regione che fa finta di non sapere, di non conoscere che a giugno si fermano gli impianti in cambio di qualcosa che ci sarà fra sei anni. In questo senso credo che non possano che essere condivise le preoccupazioni espresse in questi giorni dal sindaco di Sassari, dalla Presidente della Provincia e da parte delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali più in generale. Assessore, purtroppo siamo tristemente noti in quest'Isola per la politica dei due tempi, siamo di fronte per l'ennesima volta a una proposta che contiene in sé la politica dei due tempi, c'è una promessa di prospettiva senza nessuna certezza, non c'è un piano industriale, non c'è un piano finanziario, ma c'è, intanto, la chiusura dell'esistente. Non possiamo assolutamente accettare una proposta che contiene questo rapporto. Quindi, Assessore, quando interverrà la prego di dire che cosa ne pensa e che cosa intende fare per contrastare questa proposta assurda e irricevibile dell'ENI.
Ancora, Assessore, quel piano parrebbe prevedere una cosa interessante ed è l'integrazione della filiera industriale in senso stretto con la filiera agricola. Io esprimo la mia opinione, quasi me ne vergogno, con le parole dell'ex assessore Prato che ieri, smentendo clamorosamente il Presidente della Regione, ha messo in guardia dall'utilizzare 20 mila ettari per colture che non si sa bene come potrebbero svilupparsi, quindi senza certezze, perché si rischierebbe di far pagare a questa regione un prezzo troppo alto, impossibile da sopportare.
Io non voglio speculare su queste proposte, che meritano l'attenzione di quest'Aula e, soprattutto, quest'Aula merita doverosamente una risposta precisa da parte della Giunta e, nella fattispecie, dell'Assessore dell'industria.
C'è poi, Assessore, il progetto relativo alla cessione da parte di Syndial (società del gruppo ENI), al fondo di investimenti GITA dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati. Anche qui, Assessore, la vertenza è ferma. Nei giorni scorsi, anche su questo punto, abbiamo assistito a trionfalismi davvero incomprensibili che offendono, abbiate pazienza, l'intelligenza delle persone serie, delle persone preoccupate per il loro presente e soprattutto per il loro futuro. A questa gente noi dobbiamo guardare con rispetto e dire che cosa c'è dietro una certa proposta.
In questo caso, per assurdo, non siamo nemmeno in presenza di una proposta. Assessore, che cosa ha da dire a chi da oltre un anno occupa l'isola dell'Asinara? Perché, Assessore, nonostante gli annunci del ministro Romani e l'offerta del fondo svizzero GITA quest'ultimo ancora non ha proceduto alla capitalizzazione di 100 milioni di euro? Le ricordo, Assessore, che questa società, una Srl, ha un capitale sociale pari a 10 mila euro, il minimo previsto per legge e nemmeno tutti versati! Siamo a questo livello! Vogliamo discuterne in qualche maniera in questo Consiglio, aprire le orecchie? Vogliamo che questo Consiglio sia in qualche maniera protagonista anche del destino dell'economia di questa regione, del destino della gente che produce economia oppure facciamo decidere agli altri, ai lanzichenecchi come stamattina venivano definiti in merito al problema di Quirra e a quello della continuità territoriale?
Assessore, il ministro Romani, che lei ha accompagnato nella visita al sito petrolchimico insieme al Presidente della Regione, ha stilato un crono programma dicendo che entro gennaio ci sarebbe stata la firma definitiva, entro febbraio il riavvio degli impianti e a metà marzo (oggi è il 10 marzo, mancano solo cinque giorni) i lavoratori sarebbero tornati in fabbrica. Spero che questi cinque giorni siano sufficienti per fare questi tre passaggi.
Questa è la sfida che lei deve raccogliere, Assessore, e siccome né lei né nessun altro può fare miracoli la invito a essere (come credo lei sia) onesto intellettualmente dicendo innanzitutto a quest'Aula e agli operatori del settore come stanno le cose: non continuate a prendere in giro le persone, perché questo si sta facendo! Vorrei, scusate, che fossimo chiari.
Assessore, sono trascorsi tre mesi dall'assunzione di quegli impegni e la situazione non soltanto è immobile ma è peggiorata, e lei lo sa bene perché recentemente l'Eurocoop, una delle cooperative legate strettamente a Vinyls, è fallita; l'altro ieri in un comunicato i dirigenti di Vinyls Italia denunciano che quella società (tra l'altro uno dei commissari è anche sardo) è sull'orlo del baratro. Vogliamo affrontare queste questioni o vogliamo parlare d'altro? Inoltre, nel documento dei dirigenti, non delle organizzazioni sindacali, dei dirigenti di Vinyls si pone con preoccupazione, con seria preoccupazione l'accento sulla necessità, non più procrastinabile, di riavviare tempestivamente gli impianti perché, Assessore, come lei ben sa, quando gli impianti industriali si fermano per anni è difficile pensare di riavviarli, è difficile riavviare una lavatrice, immaginiamoci un impianto industriale.
Assessore, ho richiamato quanto denunciato anche dai dirigenti Vinyls per dirle che la preoccupazione è molto forte e a interpretarla, ripeto, oltre ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali c'è anche il management di quell'azienda e quando è il management che fa alcune denunce vuol dire che c'è qualcosa che non va. Allora io le chiedo di chiarire innanzitutto stasera a quest'Aula quali sono le ragioni per cui gli impegni assunti solennemente dal ministro Romani non sono ancora stati messi in essere. Questo le chiedo, Assessore, di fare questa sera.
La situazione dovrebbe comunque indurvi a rifuggire dal facile e irresponsabile trionfalismo, che ha un sapore elettoralistico, perché la mia preoccupazione è che fra un mese, un mese e mezzo probabilmente assisteremo in quel di Porto Torres alla firma, in pompa magna, di un pezzo di carta privo di effetti perchè ha il solo scopo di accompagnare disperati nella campagna elettorale a vantaggio di chi ha le redini del Governo in questo Paese e che si è contraddistinto per ennesime promesse rivelatesi bugie in tutto il comparto industriale dal Sulcis a Porto Torres, senza risparmiare nessuno.
Pertanto, Assessore, le chiedo di verificare insieme al Ministero competente, quello per lo sviluppo economico, se le offerte sono offerte serie, finora non hanno dimostrato di essere tali. Se sono serie, Assessore, non si comprende perché, nonostante un ritardo di tre mesi, nel breve volgere di qualche giorno non si arrivi a una conclusione definitiva di questa seconda parte delle proposte dell'ENI. Assessore, c'è il sospetto, e lei lo sa bene, che tra la Vinyls Group srl fondata un mese fa, un mese fa, per partecipare a una gara e che finora, ripeto, ha capitale sociale di 10 mila euro nemmeno versati del tutto, e la Vinyls Italia di Sartor ci sia più di un rapporto casuale.
Vedo che il tempo sta per finire, per cui concludo dicendo "Assessore, Presidente del Consiglio, signori della Giunta, in questa Regione non possiamo permettere all'ENI di fare la politica industriale, io stasera voglio interrogare l'Assessore per capire se questa Regione ha una politica industriale o se invece si piega supinamente, supinamente, ai voleri dell'ENI che non ha certamente interesse a consolidare né tanto meno a rilanciare l'apparato produttivo in questa regione. Assessore, queste sono le ragioni di questa mozione presentata dall'intero centrosinistra.
PRESIDENTE. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, la discussione odierna rappresenterà, secondo me, per molti di noi qualcosa che non saprà andare oltre le solite parole, le solite rivendicazioni, i soliti proclami che la nostra gente purtroppo è abituata a sentire e a cui, ormai, non crede più. La mozione su cui siamo chiamati a esprimerci segue in qualche modo una lunga serie di mozioni analoghe e di conseguenti impegni assunti, però mai onorati. Ma se il risultato del nostro impegno, di tutti i nostri sforzi proclamati è fino a oggi pari quasi allo zero, significa che prima di tutto forse dobbiamo mettere in discussione noi stessi chiedendoci quale sia il problema reale e quale sia la giusta soluzione a questo problema.
In appena dieci minuti di tempo dobbiamo argomentare a supporto o contro una tematica così delicata che racchiude al suo interno, quasi fosse un abbraccio mortale, alcune richieste che io ritengo incompatibili, carenti di presupposti e, come al solito, fuorvianti e prive di prospettiva. Parlare di riavviare gli impianti cercando, per l'ennesima volta, di richiamarsi a criteri di affidabilità, di solidarietà economica e industriale o, ancora, auspicare ulteriori investimenti sul cracking o ravvisare, senza imbarazzo, che sarebbe opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'Eni e le altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione e via, è un libro dei sogni che per essere aperto presuppone uno scambio inaccettabile con la promessa della chimica verde, tutt'altro che priva di incognite.
A fronte di un lungo elenco di quelle che dovrebbero essere enormi prospettive, si pone come presupposto di riferimento questo fermo del cracking di Porto Torres che, secondo me, è l'ennesima prova provata della volontà di disimpegno da parte dell'ENI; ma siccome a Porto Torres è in corso, qui non ne ho mai sentito parlare da nessuno, un processo penale a carico di alcuni manager delle collegate dell'ENI, accusati di disastro ambientale, non è possibile che forse attraverso la chimica verde l'ENI voglia ancora perdere tempo per non essere soggetta al pagamento dei danni provocati da questo disastro ambientale? O vuole continuare a prenderci in giro? Non lo so, mi pongo questa domanda. Io voglio essere chiaro: in questa situazione si è davvero ciechi e si trascende addirittura, penso, forse il senso del ridicolo.
L'ENI ha adottato, e si capisce, un chiaro disimpegno dalla Sardegna; è sotto gli occhi di tutti che l'industria pesante è finita, pertanto non bisogna permettere che inquinatori e malfattori, perché di questo si tratta, se la "filino all'inglese" senza pagare il dazio. Il vero problema, su cui tutti noi dobbiamo focalizzare sia l'attenzione che l'impegno, riguarda le bonifiche che stentano a decollare, pur fra tanti proclami e annunci. Lo sostengo da tempo, lo abbiamo sostenuto da sempre come Gruppo, il vero problema è decidere finalmente che la Regione Sardegna non stia più in silenzio ma si costituisca parte civile nei procedimenti aperti dalla magistratura per inquinamento e disastro ambientale.
Il vero problema è avere il coraggio di dire che il nostro modello di sviluppo lo dobbiamo decidere noi sardi e dire, ad alta voce, che quello che fino a oggi c'è stato imposto, voi dite dai lanzichenecchi, ha creato danni incommensurabili e forse irreparabili alla nostra salute, all'ambiente in cui noi viviamo e nel quale, ricordiamolo, dovranno vivere i nostri figli. Più precisamente voglio dire che dobbiamo avere tutti il coraggio di affermare, lei sorride Presidente, sorrida pure, che l'avventura della chimica sarda è finita, ma che questa fine è stata decisa non da noi ma dall'ENI che deve e dovrà pagare; e questo lo voglio dire a chiare lettere, cara Presidente, caro Assessore e cari colleghi.
Questo è prima di tutto anche l'ennesimo fallimento, l'epilogo dei passati modelli di governo delle nostre risorse e di sviluppo para coloniale che ha visto mancare il protagonismo e l'autorevolezza della classe politica sarda. Ma questa nefasta avventura, lo voglio ribadire, è purtroppo finita, e sono i numeri a parlare, con ripercussioni gravissime sulla salute delle persone e anche su quella degli animali. E' una delle più grandi devastazioni causate dall'inquinamento dell'ambiente: del nostro mare, della nostra terra, dell'aria che siamo obbligati a respirare.
Ebbene, colleghi, non condivido il fatto che ogni volta che rivendichiamo un adeguato livello occupazionale per i sardi quasi automaticamente si glissa sui pericoli e i danni dimostrabili e dimostrati che questo tipo di industria ha prodotto. La salute del nostro popolo credo non si debba e non si possa barattare con nessuna richiesta che subordini il nostro diritto alla salute al mantenimento delle medesime iniziative che hanno fatto ammalare le persone, e che hanno determinato scempi alla nostra terra.
Questa terra contemplata sia dallo Stato italiano, che da parte della classe politica sarda, ancora una volta, alla stregua di una colonia.
Mi aspetto perciò, Assessore, lo dica al Presidente, che ci sia un appoggio unitario da parte del Consiglio, e che ci si affretti veramente ad aprire un duro contenzioso fra Stato e Regione nei confronti dell'Eni e delle sue controllate, decidendo finalmente di ricorrere anche alla magistratura ordinaria. Questo è stato fatto da qualche istituzione, ma credo che allo stato attuale ci sia silenzio, troppo silenzio.
Voglio però precisare che quando affermo che la chimica che c'è ancora oggi in Sardegna è morta e non ha più futuro, dico qualcosa che vorrebbe innanzitutto richiamare il coraggio e l'onestà delle istituzioni, della politica e delle parti sociali a saper guardare avanti, a cercare insomma di prevedere, nel consesso di responsabilità civile, quanto accadrà nei prossimi anni. Si tratta infine di riprogettare fin da ora il futuro del nostro territorio, sapendo che dobbiamo essere in grado di affrontare per davvero il problema delle bonifiche, e la riconversione del settore chimico, nonché la riqualificazione dell'ambiente e delle infrastrutture delle aree interessate, rompendo i tabù e la retorica della centralità strategica dell'industria, della filiera del cloro-sodo, e più in generale del polo chimico energetico sardo.
Mi auguro inoltre che si rompa anche il tabù più pericoloso, che riguarda noi tutti che ci occupiamo di politica, che è quello della contrapposizione a prescindere, che determina che ciascuno degli attori in scena a tutti i livelli cerchi di attribuire ad altri le responsabilità ultime della crisi, dello stallo, e del fallimento di contrattazioni, invece di fare qualcosa…
PRESIDENTE. Onorevole Planetta, il tempo a sua disposizione è terminato Mi spiace doverla deludere ma il mio sorriso non era rivolto a lei, né agli argomenti da lei trattati, che possono suscitare tutt'altro che l'ilarità in quest'Aula.
E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Intervengo, brevemente, perché la mozione può essere interessante, e sicuramente lo è, nel proporre uno degli aspetti dello sviluppo della Sardegna, ma ancora una volta mi pare prevalga l'esercizio dialettico senza affrontare il senso vero del problema: il percorso e la linea politica che quest'Aula dovrebbe decidere, le indicazioni vere che il popolo sardo dovrebbe avere sullo sviluppo prossimo venturo, considerando purtroppo le disavventure passate e le non scelte fatte sino a oggi.
Tutte le parti politiche, dalla destra alla sinistra, passando per il centro, credo dovrebbero fare molti mea culpa; però, da qui a dire che non deve esistere una politica industriale in Sardegna, o darne la colpa esclusivamente a una maggioranza, è cosa ben diversa dal pensare e capire che le linee di politica industriale vanno ricercate innanzitutto a livello nazionale. E né il centrosinistra, né il centrodestra sono stati in grado di individuare le politiche essenziali di una nazione (penso per esempio alla salvaguardia della chimica di base), come ha fatto la Germania che, pur con le difficoltà economiche e finanziarie date dalla globalizzazione del sistema produttivo, ha ripreso vigore e trovato nuovo sviluppo e nuova linfa.
E' necessario, pertanto, un ripensamento complessivo, e una verifica attenta del percorso che abbiamo iniziato anni fa. Io non sono preclusivo nei confronti dell'industria, non dico che l'industria non deve esistere in Sardegna, dico che deve essere controllata, deve essere individuata quella meno inquinante, e che certamente la salute del popolo è la prima importante decisione da assumere da parte di chi impone gli indirizzi politici, ma una volta che si è scelta una strada, vi è anche il dovere di controllare quella strada. Quanti controlli effettivi si sono fatti all'interno delle fabbriche? Quanti controlli si sono fatti quando quelle fabbriche sono state dismesse? Quanti siti sono stati verificati effettivamente? Quanti siti sono stati ripuliti e riconsegnati al loro stato naturale? Poniamoci il problema! E ripeto, è una responsabilità che passa attraverso sia il centrodestra che il centrosinistra.
Ciò che è più importante, e non voglio rubare tutto il tempo, è la considerazione seria che si dovrebbe fare sulle linee di sviluppo complessivo della nostra isola, anziché considerare a spizzichi e a morsi un settore o l'altro. Su questo bisogna confrontarsi! Inoltre, non mi sembra una novità che l'ENI decida la linea politica industriale anche del Governo; investe all'estero, recupera risorse, intelligenza e capacità all'estero, riesce a costruire un sistema industriale quasi avulso dagli interessi generali della nostra Nazione, e può anche avere la facoltà di dire al Ministro dello sviluppo che la linea politica la decide l'ENI, e la decide in altri Stati, con altri soci di altri Stati.
Succede questo, e nella Regione sarda noi avremmo la pretesa di dire che questo Consiglio deve dire "no" all'ENI? Il problema è quanto mai diverso; si tratta di assumere intelligentemente da parte nostra una linea politica, un indirizzo programmatico che definiscano le linee di sviluppo della nostra isola, e di confrontarci con il Governo seriamente su tutti i problemi che ci assillano, ivi compresi quelli legati alle vicende di cui stiamo discutendo che, certamente, qualche dubbio lo pongono; mi riferisco per esempio anche ai 20 mila ettari in concessione a una fabbrica da cui domani, nonostante si dichiari di poter trasformare quei prodotti in chilowattora, potrebbe non arrivare, come dire, la soluzione attesa. Io ci penserei due volte, e farei delle valutazioni serie. Ma anche perché i primi risultati arriverebbero dopo sei anni, ma da qui a sei anni che cosa può avvenire? Dovremmo incominciare a decidere non solo la politica industriale, quindi, ma anche quale può essere la politica energetica intelligente e seria per la nostra isola.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io ritengo che quest'Aula abbia fatto bene ad affrontare nuovamente una discussione su questo tema; così come ciascuno di noi farebbe bene a profondere il massimo impegno nel riflettere su cosa è opportuno fare rispetto alle tematiche che il collega Diana, in maniera molto lucida, ha messo in evidenza.
L'industria chimica in Sardegna è importante per l'industria nel suo complesso, e la sua chiusura, poiché non siamo di fronte a un'economia dell'Isola particolarmente prospera, va evitata per impedire che il peso dell'industria, già eccessivamente ridotto nella nostra economia, diventi insignificante. La questione della chimica è importante in particolare per il sito di Porto Torres che è stato al centro delle lunghe e spettacolari lotte operaie di questi anni. In questi giorni stiamo ragionando sulla chimica tradizionale e sul ruolo svolto, il più delle volte in modo negativo, dall'ENI e dagli altri soggetti che in questi anni si sono alternati, e sul ruolo di questa nuova società, la Novamont, che insieme a ENI si propone di lanciare un'idea di produzione, sempre nel settore della chimica, con l'utilizzo di materie prime derivanti dall'agricoltura.
Diciamo subito che concordo con quanto sostenuto nella presentazione della mozione: i progetti non sono e non devono essere alternativi. Qualcuno ha precisato che non debbono esserlo almeno per l'immediato; io sono convinto che non debbano essere alternativi neanche nella prospettiva. E' vero, la chiusura del cracking a Porto Torres è un vero e proprio ricatto! Noi non possiamo accettare che venga chiuso, oggi, un impianto per dare il via a un altro che sarà pronto fra sei anni; non siamo e non dobbiamo essere d'accordo ma dobbiamo fare di tutto affinché questo non accada.
Il progetto Novamont va valutato con attenzione, assolutamente senza pregiudizi, va giudicato positivamente se comporta delle serie prospettive di ricaduta economica dal punto di vista industriale, in primo luogo, perché può essere una novità, nel panorama industriale europeo, che risponde all'esigenza di utilizzare materiali biodegradabili come imposto dalle nuove normative in materia; in secondo luogo è importante anche dal punto di vista agricolo perché è questo mondo che dovrà eventualmente fornire le materie prime a questo ciclo produttivo. Nessun pregiudizio, pertanto, però occorre avere anche una certezza; poiché le produzioni di biomasse deriveranno dall'attività di quegli stessi agricoltori che, nel corso di questo anno, si sono lamentati perché il prezzo del latte, che è il loro prodotto principale, veniva pagato molto meno del costo di produzione, queste materie prime dovranno essere pagate a un prezzo remunerativo, da questa "piccolissima" questione non si può derogare, perché non possiamo chiedere, nessuno può chiedere, che affinché funzioni uno stabilimento a Porto Torres o in qualunque altro luogo, altrove qualcuno debba lavorare gratis.
Dovranno essere elaborati dei piani industriali e dei piani di coltivazione e individuati cicli produttivi ben definiti a cui far corrispondere una giusta remunerazione, diversamente stiamo chiedendo a una categoria produttiva, lo ribadisco, di sostenere l'esistenza di un'altra a proprio discapito. Questo, però, non sarà possibile per il semplice motivo che quella categoria produttiva, gli agricoltori, sta già scomparendo e soltanto prospettive di produzione serie con remunerazione dei propri prodotti potrà salvarne la permanenza attiva nel settore primario.
Vorrei fare qualche considerazione sulla chimica tradizionale; è pensabile, domando, una prospettiva? Le lotte operaie di questi anni hanno messo in evidenza l'esigenza di salvare gli impianti esistenti che erano in funzione e che si vorrebbe far ripartire; a Porto Torres c'è stato anche un impegno molto puntuale dell'intero territorio, non solo dei sindacati degli operai, si sono impegnati e spesi in questo senso gli enti locali, la provincia, i comuni, tutti i comuni da qualunque forza politica governati. Si è spesa molto l'università, sono state messe in campo prospettive produttive diverse da quelle tradizionali che sono anche le più povere nell'ambito della produzione della chimica tradizionale. Si è parlato di tantissime iniziative della facoltà di chimica dell'Università di Sassari e della possibilità di produzioni ad alto valore aggiunto. Serve che chi in questo settore ha peso e potere per poter decidere decida e decida in maniera positiva per quel territorio.
Il sistema chimico della Sardegna è un patrimonio che non può essere disperso, neanche da un Governo, tra virgolette, amico di questa Giunta, e neanche dalla più grossa multinazionale italiana, cioè l'Eni. Nessuno ha il diritto di scippare questa integrazione che è pur essa un patrimonio della nostra Isola; servono quindi impegni finanziari e industriali da parte dell'ENI, serve quindi una volontà politica molto precisa, molto puntuale, da parte del Governo per rilanciare la chimica in Italia e nella Sardegna, così come altrove si sta facendo. Lo si sta facendo proprio utilizzando sistemi produttivi e individuando prodotti da mettere in campo che niente hanno a che fare con le produzioni tradizionali, che tanto hanno fatto discutere nella nostra Isola relativamente all'inquinamento e a quanto attorno a questo argomento si può dire.
In Sardegna l'esperienza maturata e l'alto livello qualitativo delle produzioni non possono essere tralasciati, e non si può consentire che questo patrimonio non venga rilanciato, sempre che il Consiglio regionale si pronunci in maniera chiara e forte, e serve che il Governo venga richiamato alle proprie responsabilità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, due parole approfittando della possibilità di parlare per dieci minuti anziché per i tre minuti della dichiarazione di voto. A me pare che in quest'Aula si stia prendendo la brutta abitudine di fraintendere i nostri dibattiti considerandoli dibattiti culturali, assolutamente inefficaci rispetto all'obbligo di prendere decisioni. Io non capisco perché stiamo ripetutamente avviando dibattiti inconcludenti che certificano all'esterno che quest'Aula non ha potere e scegliamo argomenti su cui, questo è il presupposto, non abbiamo il potere di decidere. Trovo infatti un po' masochista occuparci dell'ENI, che insieme ad altre quattro società in Italia, esprime il 20 per cento del PIL, e pensare di poter dettare una linea all'ENI dopo aver detto in quest'Aula che la sovranità non appartiene a quest'Aula ma al Governo nazionale.
Io vorrei capire, lo voglio chiedere ai colleghi dell'opposizione, come mai non uniamo mai i due monconi, della sovranità e dei problemi che poniamo, e ci riduciamo ad avere ruoli da questuanti (il dibattito di oggi è un ruolo da questuante!), perché si rinuncia a interpretare, in modo adeguato ai tempi, il potere di cui si dispone. Ne è la riprova il fatto che il Governo nazionale ha impugnato la finanziaria votata da questo Consiglio; lo voglio dire ai colleghi del P.d.L., sono state impugnate anche le norme di fiscalità di vantaggio: non conosco una legge varata dal Piemonte, dalla Lombardia o dal Veneto - il Veneto che fa porcate nel suo territorio! - che venga impugnata dal Governo nazionale! Non è questione di leggi, è questione di potere!
Noi facciamo le leggi e abbiamo un maestrino, il vostro ministro Fitto, che corregge i compiti con il pennarello rosso e blu, e poi veniamo qui a discutere di chimica?! Dopo aver rinunciato a esercitare la sovranità, continuiamo a essere autonomisti, a dire che il potere è a Roma e poi a lamentarci! Io non sono masochista, mai stato masochista! Ma oggi stiamo scrivendo pagine ignobili di debolezza; anche sulla questione dei poligoni, non si possono avere riguardi per il Governo nazionale su questo tema, e vorrei ricordare che il presidente Cappellacci ha firmato con noi un accordo in base al quale i poligoni venivano estromessi dal territorio della Sardegna. Tra l'altro Teulada dal 2008 è classificata Sito di Importanza o Interesse Comunitario (SIC), quindi non capisco chi autorizza e come si possa autorizzare qualcosa in quel luogo. Lo si fa in ragione di un potere superiore che voi non contestate, perché avete messo in minoranza questo Gruppo quando ha posto il tema della sovranità e dell'indipendenza! Voi quel potere che non vi dice cosa "spara" - non ve lo dice, non lo dice cosa spara -non lo contestate, e non lo contesta neanche il P.D., visto che chi ha allargato il perimetro di quel poligono si chiama Arturo Parisi, quello che diceva di noi in quanto indipendentisti che eravamo degli scemi! L'ultimo atto dell'onorevole Parisi fu l'allargamento del poligono di Quirra.
Noi, guardate, non siamo più disponibili a chiacchierate da convegno accademico; o il Consiglio regionale si occupa di potere e mette in campo il suo potere, oppure, se ha deciso di trasformarsi in un'aula da convegno, fa a meno del Partito Sardo d'Azione. Noi questo tempo dovremmo riservarlo ad altre cose, al fatto che la spesa sanitaria cresce più veloce dell'incremento di gettito prodotto dall'aumento del PIL, dovremmo occuparci di questo come minimo, dovremmo occuparci di come stimolare il PIL perché non stiamo facendo nulla in questa direzione!
Stiamo acquisendo una mentalità pauperistica per cui ci stiamo disimpegnando rispetto a come si produce la ricchezza e bisticciamo su come distribuirla, detto in altri termini qui si fa politica di distribuzione di stipendi ma non si fa mai la politica per aumentare il PIL! Però siamo al ventesimo dibattito in cui facciamo i masochisti!
Non siamo noi ad aver tenuto in vita l'ENI, non siamo noi perché non abbiamo mai esercitato una politica nazionale, ma certamente l'ENI che condiziona la politica nazionale non è né di destra né di sinistra, l'ENI è l'ENI; però se l'ENI trovasse davanti a sé un Consiglio regionale che prima di tutto sostenesse di avere una sovranità piena nel suo territorio e, poi, ponesse delle condizioni comportandosi come uno Stato, si sveglierebbe, come si sveglia un Governo nazionale che quando ha paura della sovranità del Veneto non impugna le leggi del Veneto!
Noi non siamo più disponibili a esercizi ginnici che non si concludono mai in una gara; questo Consiglio regionale si sta specializzando in riscaldamento, morirà di riscaldamento e non gareggerà mai sul terreno della politica.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Comunisti-La Sinistra Sarda). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Presidente, che dire? Una famosa canzone di Venditti diceva "in questo mondo di ladri…", adesso si potrebbe dire: "in questo mondo di cialtroni, di farabutti, di viziosi, di viziati", questo mondo dove tutti siamo spettatori di ogni tipo di nefandezza e continuiamo a fare i certosini sui termini; noi siamo bravissimi a fare questo, per capire come possiamo essere il più possibile nelle nostre cose, nelle nostre relazioni.
L'onorevole Maninchedda richiamava il principio di sovranità, ma noi dobbiamo riflettere invece sul concetto di genuflessione, cioè su come sia possibile che questo Governo regionale, questo Consiglio, qualche volta, questo sistema politico e sociale riescano a genuflettersi di fronte a coloro che in maniera arrogante li danneggiano. E' vero, noi -come popolo e come rappresentanza di quel popolo siamo masochisti, e spero che arriveremo al livello di masochismo, quello estremo, che contempla l'autosoppressione, cioè il suicidio, perché così una volta eliminati non ci si pensa più!
Ha fatto benissimo l'onorevole Diana che ha raccontato i mesi, gli anni dei senza lavoro; la Nuova Sardegna tiene un diario che titola, "trecentosettantesimo giorno dell'isola dei cassintegrati": Robinson Crusoe ce l'ha fatta in meno tempo a trovare la strada della liberazione; è riuscito a scappare dalla Caienna, in un tempo più celere, anche quel famoso personaggio chiamato Papillon, noi non ci riusciremo. Moriremo di riscaldamento? Qualcuno morirà di riscaldamento, qualche altro morirà di freddo ma è certo che moriremo, è certissimo che moriremo; siamo seduti su una polveriera (e non solo per via dei poligoni, anche per quello), intendo una polveriera sociale, a fronte di un disastro economico, di una bancarotta istituzionale su cui non si dice neppure la minima parte della verità.
Stamattina mi sono intrattenuto alcuni minuti con il Presidente della Commissione bilancio per esternare la mia preoccupazione, ma è una preoccupazione comune che ogni tanto ci rimbalziamo: se consideriamo il disavanzo della sanità, il buco della gestione del sistema idrico integrato, se verifichiamo le perdite e i debiti delle aziende regionali, se esaminiamo il disastro dal punto di vista economico, che ha riflessi anche sulla capacità finanziaria della Regione, perché noi prendiamo una fetta delle imposte, sia dirette che indirette, quindi una fetta della condizione dell'economia di questa Regione, di quello che riesce a produrre; se ragioniamo su questo inviterei il presidente Cappellacci (chiedo di presentare perché difficilmente possiamo avere relazione in via diretta), a portare i libri dei conti, sempre che ce ne siano, non al tribunale ma al Governo, al "maestrino", al ministro Fitto, a quello che tratta le questioni sociale di questa Regione come se stesse nel cuore della "Milano da bere", quella delle ragazze coniglietto, quella della gioia, dell'opulenza, della serenità, noi non viviamo quella condizione, ne viviamo un'altra.
E questa prepotenza, questa arroganza contro la nostra istituzione fanno sì che non ci sia legge approvata da questo Consiglio, non ci sia articolo che abbia un senso per sostenere l'economia oppure per uscire dal disagio sociale espresso da questo Consiglio che il Governo non bocci. Ripristiniamo i vecchi sistemi di controllo, erano più trasparenti, non rischia nulla, prende tre impiegati pagati anche con i nostri soldi e gli dice: fai un rilievo, me lo porto nella lettera b) dell'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri così gli facciamo perdere qualche anno, qualche mese: noi non abbiamo tempo da perdere.
Hanno preso in giro i lavoratori della chimica, hanno preso in giro i lavoratori del siderurgico, hanno soppresso l'attività tessile e hanno preso in giro i lavoratori del tessile, hanno smantellato il sistema industriale sardo, lo hanno fatto a Roma e a Milano tutti, tutti coloro che hanno avuto responsabilità di governo in generale, l'hanno fatto nelle legislature precedenti, lo stanno facendo in questa, hanno deciso che questa Regione deve morire avvolta nei suoi problemi; quei signori pagati dal popolo sardo non hanno faccia di venire qua in Sardegna se non per farsi le vacanze, per essere invitati di lusso, per fare festini; il comportamento è indegno, offensivo, inaccettabile.
Ci fanno mangiare bombe, ci riempiono di cancri, ci lasciano alla fame, ci rubano le nostre risorse, ma chi sono?
Signor Presidente, il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, qualcuno vorrebbe fosse il prolungamento del Regno sardo piemontese, ma di quale unità stiamo parlando, ma di quale unità stiamo parlando! State prendendo in giro questi lavoratori; ma quale vendita, ma quale acquisto, ma quale riattivazione, ma quale risistemazione dell'impianto! E le procedure di infrazione sull'energia? Quello non era un capitolo chiuso, il Governo non era intervenuto, però interviene per le quote latte delle mucche, non delle pecore; questo è un Governo che discrimina, è un Governo separatista, è un Governo che uccide l'Unità d'Italia: perché la dovremmo festeggiare, non è un'Unità che ci interessa più di tanto.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Solamente due riflessioni sulla mozione, che io ho sottoscritto e che ha creato una bella discussione in Consiglio. Parto da una intervista di Filippo Peretti alla leader della Cgil, Susanna Camusso, nella quale ricordava alla signora Camusso che era trascorso un anno dall'ultimo sciopero generale in Sardegna che aveva visto la sua partecipazione al corteo dei cinquantamila, durante il quale rivolta a Berlusconi e Cappellacci lei aveva denunciato che i lavoratori erano stanchi di promesse. La Camusso risponde, e noi dovremmo ribadirlo in modo ancora più forte, che purtroppo è ancora così: i lavoratori sono stanchi di promesse, tutti siamo stanchi di annunci a cui non seguono i fatti; noi stiamo diventando le spugne degli annunci, assorbiamo tutti i piccoli movimenti che vengono fatti a livello di politica nazionale e li amplifichiamo, ovvero la Giunta regionale e il presidente Cappellacci li amplificano.
Una dimostrazione è il titolo di un articolo de L'Unione sarda che riprende una frase del presidente Cappellacci: "Entrate, siamo vicini al traguardo". Ma come si può imbrogliare i sardi in questo modo, quando il primo passo sulle entrate, cioè sui soldi di cui possiamo disporre (senza soldi non possiamo fare niente), è stato fatto dopo due anni di inerzia, di imbrogli e di bugie, sulla vertenza entrate e sull'intesa firmata da Prodi e dal presidente Soru? Come si può parlare di traguardo vicino quando una commissione tecnica presieduta non dal ministro Fitto, ma dal suo capo di gabinetto ha siglato un accordo, pur importante, su una parte delle norme di attuazione, perché della gran parte di queste norme, come ci hanno detto gli esperti consultati, già due anni fa non ne avremmo avuto bisogno. Cioè ci stanno "fregando" e noi facciamo trionfalismo. Questo è veramente il massimo del masochismo, ci fregano e noi facciamo trionfalismo.
Domani si inaugura il Sapei, il cavidotto che dovrebbe trasportare, avendo noi un plus di produzione, l'energia della Sardegna verso il Continente. Apro una parentesi, assessore Cherchi i dati che lei ha fornito in Commissione sull'eolico e sul fotovoltaico penso comportino un'iniziativa immediata: una disposizione ponte, anche temporanea, per impedire che vada avanti quella caterva di parchi eolici di cui lei ha parlato ieri in Commissione industria; il Consiglio regionale nel corso delle discussioni sull'argomento ha sempre dato l'indicazione di privilegiare il fotovoltaico o anche il mini e il micro eolico, ma legandolo alle esigenze degli agricoltori, della piccola e media impresa e delle famiglie. Si vuole far risparmiare le famiglie, non far guadagnare i soliti squali che investono sui piloni degli impianti eolici!
Dicevo, quindi, che per le entrate si dichiara di essere vicini al traguardo. Ma non è possibile! Non è possibile non urlare la nostra indignazione. Non è possibile, altrimenti perdiamo la nostra credibilità! Io voglio vedere la delibera sulle norme di attuazione e, soprattutto, la variazione al bilancio dello Stato per destinare soldi in più alla Sardegna. Allora potrò dire ai sardi che il traguardo è vicino, perché oggi come oggi nel bilancio dello Stato quei soldi non ci sono; e non abbiamo neanche la delibera del Consiglio dei Ministri perché il ministro Fitto rischia secondo me, con le promesse che è venuto a fare in Sardegna non più tardi di dieci giorni fa, di fare la fine del vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro che sono rappresentati da Tremonti e Calderoli. Questi sono ministri forti veramente, non Fitto!
Io non ho alcuna fiducia in questo accordo che è stato firmato. Io penso che il Consiglio regionale debba stare molto attento all'ennesima "fregatura", all'ennesimo annuncio. Questo vale per la chimica come vale per l'agricoltura, così come vale per il commercio, vale per i tagli sulla scuola, vale per tutti i settori, vale per le fregature che ci siamo presi sui trasporti da parte della Tirrenia gestita dai napoletani, così come prenderemo una fregatura con l'inaugurazione a Piombino del cavidotto SAPEI Sardegna-Continente.
Allora qui bisogna veramente rialzare la testa. Questo Consiglio lo potrebbe fare se, per esempio, il Presidente della Regione capisse quanto può essere importante essere maggiormente presenti alle riunioni del Consiglio e mettersi alla testa di un movimento che utilizzi alcune delle idee che il Consiglio regionale gli sta dando, altrimenti saremmo costretti, non contando più niente, a un declino inevitabile.
Assessore, parlando di federalismo fiscale, che poi è quello che conta anche riguardo ai fondi per l'industria - non è la prima volta (ne ho parlato appena è stata designata la Commissione dei Trenta per valutare le norme di attuazione della legge delega sul federalismo fiscale) che io denuncio il fatto - che nella Commissione dei Trenta non ci sia un rappresentante della Sardegna, e nessuno della Sardegna ha detto "bah" a parte l'opposizione.
Presidente Cappellacci avrebbe dovuto smuovere mari e monti per impedire questa umiliazione della Sardegna! Ma se non facciamo queste minime cose per impedire che ci si escluda da tutto, come pensiamo di poter veramente intervenire sui problemi enormi che lei stesso, Assessore, probabilmente 12 o 13 ore al giorno si trova ad affrontare, perché le delegazioni vengono da lei! Lei sta toccando con mano, in questi suoi pochi mesi di esperienza assessoriale, qual è il livello di crisi e di disperazione che vivono settori, ambienti e territori della Sardegna e di fronte a questa disperazione c'è bisogno di una ripresa decisa di dignità della politica sarda.
Questo noi chiediamo alla Giunta. Fatelo, ma fatelo velocemente, altrimenti la Sardegna arriva al punto di non ritorno, da cui non c'è più possibilità di ripresa. Stiamo molto attenti ai dati economici, ai dati relativi all'insieme delle situazioni che viviamo nei territori. C'è un livello di disperazione ormai insopportabile, Assessore, nelle situazioni di crisi rappresentate dalla mozione,, ma ce ne sono altre centinaia e centinaia. Non si può più far finta di niente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, direi che siamo fermi al luglio del 2009; infatti la richiesta formulata ieri dal presidente Cappellacci di un'assemblea straordinaria della classe dirigente sarda, cioè un'assemblea degli Stati generali, mi ha ricordato la prima assemblea tenuta nel luglio del 2009 su questo argomento. L'ENI aveva annunciato la fermata del cracking a partire dal 1° agosto del 2009 e un'assemblea straordinaria degli Stati generali aveva tentato, nel solco dell'appello, l'ennesimo, all'unità da parte del presidente Cappellacci, di dare coraggio, di dare autorevolezza a una delegazione che poi - stiamo parlando di questioni attuali, ci arrivo - si era incontrata con l'ENI e con il Governo (allora c'era ancora Scajola); e, sostanzialmente, in un primo momento il Governo aveva tentato di dividere la Sardegna, ricorderete, annunciando il ruolo strategico di Macchiareddu, di Assemini e il progressivo smantellamento di Porto Torres.
Seguì, quindi, la decisione della delegazione sarda di sospendere i lavori e di richiedere con forza, unitariamente, il riavvio degli impianti del cracking a Porto Torres; un risultato chela delegazione, capeggiata dal Presidente della Regione, riuscì a ottenere.
Questo risultato, che io ho definito residuale, è comunque un piccolo risultato perché il problema naturalmente è legato alla chimica, al ruolo strategico della chimica in Italia e, di conseguenza, in Sardegna non è stato affrontato in questi anni tant'è che nell'ottobre successivo, ottobre del 2009, un accordo tra i sindacati nazionali e la stessa ENI portava a una situazione di semplice manutenzione degli impianti di Porto Torres e a una chiusura annunciata per il fenolo, per il cumene, per il cracking.
Arriviamo ai giorni nostri con l'annuncio, ieri, della fermata del cracking e del polietilene a giugno, chiusura barattata con la promessa della produzione della chimica verde: un libro dei sogni; ma ieri è stata sancita la chiusura ufficiale dello stabilimento di Porto Torres. Questo Consiglio regionale, l'Assessore, la Giunta, il Presidente della Regione, che è assente nei momenti importanti, devono necessariamente intervenire con forza.
Il collega Planetta è intervenuto per ricordare gli impegni assunti e mai onorati in questi due anni. Io direi anche quelli assunti in campagna elettorale, che sottolineo ogni volta perché è bene ricordare la storia per dare significato anche alle parole dell'onorevole Maninchedda, il quale sicuramente arriva a delle conclusioni, ma le conclusioni hanno bisogno di premesse e, forse, anche di conseguenze. Ricordo pertanto, ancora una volta, gli impegni di Berlusconi in campagna elettorale.
L'annuncio: Sartor avrebbe salvato la chimica in Italia, in Sardegna. Qualche giorno dopo le elezioni, nel marzo del 2009, il fallimento annunciato. Non c'era un piano industriale, per lo meno non c'era un piano industriale valido, ma lo avevamo detto, nonostante la telefonata a Scaroni, gli impegni per Polimeri Europa, e gli altri fatti, gli annunci, Ramco, il tentativo di soluzione, l'ipotesi del sottosegretario Saglia e di ENI, l'affitto degli impianti in conto lavorazione alla croata Dioki, cioè il tanto temuto spezzatino, ma forse ci ritorneremo per tentare di tenere in vita qualche altro mese, forse qualche anno nella migliore delle ipotesi, gli impianti di Porto Torres.
Rassicurazioni del Governo, da ultimo il ministro Romani, forse con l'auspicio, ma direi il timore, di una campagna elettorale alle porte. Non è successo niente, ma quello che è successo è che da un anno, da oltre un anno ormai gli operai della Vinyls sono all'Asinara impegnati in una protesta fiera, lavoratori che hanno tentato e stanno tentando con forza di difendere il proprio posto di lavoro, con dignità, con una originale, inedita forma di protesta sindacale, perché di questo si tratta, in cui l'isola dell'Asinara, ribattezzata ormai universalmente "Isola dei cassintegrati", simboleggia una Sardegna che non ce la fa nell'indifferenza generale, compresa quella della Giunta regionale e del Presidente della Regione, che non riesce ad andare oltre, che non intravede né un'idea né un progetto di sviluppo alternativo e, soprattutto, che non riesce a mantenere i posti di lavoro.
Allora, siamo nella fase della chimica verde. La chimica verde è un libro dei sogni, manca un piano industriale, è stato detto a gran voce, non sono iniziati i lavori di bonifica, le risorse, anch'esse previste nei FAS, non sono arrivate. Ora più che mai Regione e Governo devono rispondere, devono essere chiamati a rispondere ma, per il momento, le risposte che ci danno sono di ben altro tenore, comprese quelle di oggi con l'impugnazione di quella parte della finanziaria che prevedeva l'utilizzo di strumenti inediti, relativamente per esempio anche al credito d'imposta.
Fra qualche mese un Nord Sardegna, che nell'ambito della nostra regione è veramente in difficoltà, vedrà lo smantellamento della chimica se non si interviene con forza, vedrà la perdita di altri mille posti di lavoro (sto parlando di Meridiana), vedrà il caos sociale, un disastro sociale. Ora è piombato il silenzio assordante anche su GITA, gli operai sono senza stipendio (non è stato pagato quello di febbraio), gli operai si chiedono se l'ipotesi, tra l'altro sancita da un accordo di ricapitalizzazione, troverà poi significato effettivo oppure se è semplicemente un annuncio, un modo per prendere tempo. Il tempo passa inesorabilmente per i lavoratori, ma anche per la Giunta regionale senza risultati, senza uno straccio di idee e di progetto.
Ci chiediamo: quando è il momento di pensare al presente senza perdere un posto di lavoro, ma pensando anche al futuro? Quando cominciamo a pensare a un progetto di sviluppo per la nostra Isola, in particolare per il Nord Sardegna, che mantenga sicuramente l'industria, perché non ne possiamo fare a meno, ma che nel contempo avvii un rapporto virtuoso mettendo insieme sinergicamente le attività produttive? Quando cominciamo?
Io ricordo la prima finanziaria di questa legislatura, una nostra proposta l'aveva presentata il collega Sanna dicendo: fermiamoci, occorre un piano industriale, proiettato nell'arco di cinque anni, rispetto al quale noi, come Regione, facciamo la nostra parte anche con le nostre risorse e lo Stato fa la sua, magari attingendo anche a quelle risorse, anche queste solo annunciate, nonostante il lavoro della Commissione paritetica, ma mai pervenute: parlo dell'articolo 8 della vertenza entrate. Fermiamoci, quindi, non perdiamo un posto di lavoro ma nel frattempo "diamoci un cuscinetto": cinque anni, nei quali affrontare, a tutti i livelli, a cominciare da questa massima Assemblea dei sardi, un progetto di sviluppo per la nostra Isola.
Io credo che siamo fortemente in ritardo; il programma regionale di sviluppo basato sulla persona e sull'"io" non ci ha dato nessuna soluzione. Non ci ha dato soluzione nessun dibattito in questo Consiglio regionale che non ha visto una proposta, un indirizzo da parte della Giunta regionale. Sul futuro della chimica vedo una pericolosa indifferenza, in Italia come in Sardegna. Occorre richiamare con forza sia il presidente Berlusconi che il presidente Cappellacci all'assunzione di responsabilità: lo dobbiamo a quelle famiglie, lo dobbiamo a quei lavoratori, lo dobbiamo a un territorio che attende, probabilmente invano, lo dobbiamo a chi ha creduto davvero con fierezza anche nella nostra azione, nell'azione della politica per risolvere i problemi.
Io vi chiedo, lo chiedo anche ai consiglieri della maggioranza, di approvare questa mozione che, sostanzialmente, è un altro strumento con il quale richiamare il Governo regionale e il Governo nazionale alle proprie responsabilità. Facciamolo unitariamente, facciamolo con l'autorevolezza che ci deriva dal mandato che abbiamo ricevuto dal popolo sardo.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Capelli è rientrato dal congedo.
Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'industria.
CHERCHI (P.d.L.), Assessore dell'industria. Presidente, ringrazio i colleghi, ringrazio chi ha posto all'attenzione dell'Aula un argomento importante che in quest'ultimo periodo è costantemente all'ordine del giorno, i avendo una rilevanza socioeconomica per tutto il territorio regionale. Credo debba essere sottolineata la responsabilità di questo Consiglio (è già stato detto negli interventi di tutti i consiglieri che si sono succeduti) di non delegare a nessuno le scelte e i modelli sui quali il Consiglio regionale (quindi la Giunta) decide di impostare il futuro del sistema regionale nel suo complesso ma, soprattutto, il destino della gente che noi dobbiamo amministrare.
Io riconosco che il comparto della chimica ha attraversato e sta attraversando ancora un momento di grandi difficoltà, soprattutto perché non ha ricevuto una considerazione chiara e certa. Oggi questo Consiglio regionale, anche attraverso la mozione, unito (mi ricollego alla unitarietà chiesta dall'onorevole Bruno su un importante argomento come quello del futuro dell'industria regionale sarda), sicuramente ha una forza diversa nel raggiungere l'obiettivo finale: il rilancio della chimica. Credo che sia questo l'elemento fondamentale e soprattutto lo scopo di questa nostra discussione:il rilancio vero della chimica in Sardegna.
Proviamo a capire come possiamo raggiungere questi scopi, che poi sono quelli elencati da chi ha illustrato la mozione stessa, ma quello fondamentale è il consolidamento del nostro sistema produttivo. Dobbiamo dichiararlo in modo certo, chiaro, e dobbiamo puntare tutto sull'innovazione; questo aspetto credo non sia da sottovalutare, ma vada ripreso anche nella mia relazione.
C'è poi l'obiettivo, comune a tutti dell'aumento dell'occupazione all'interno del nostro territorio. Verifichiamo, allora, sul piano della chimica, la proposta che ENI, Polimeri Europa e Novamont in questi giorni stanno sottoponendo alla Sardegna, e proviamo a capire anche qual è la forza che la Regione sarda può avere nei confronti di un colosso quale è l'ENI; un colosso che chiaramente risulta non facile trattare e gestire anche da parte del Governo nazionale, questo è l'argomento che stiamo discutendo.
Vediamo quindi il progetto di ENI e Novamont. E' un progetto che non possiamo non condividere, è un progetto che ha chiaramente dell'innovativo, è un progetto che guarda al futuro, è un progetto che comunque conferma la chimica anche se si tratta di biochimica, ma è la chimica, in Sardegna. E noi da questo non possiamo assolutamente prescindere; però possiamo fare altre considerazioni, legate a che cosa? E' vero che relativamente a un piano industriale siamo solo in fase di presentazione, ma è anche vero che nella presentazione ci sono comunque dei punti fermi che riguardano l'investimento, oltre 700 milioni di euro, il piano occupativo, oltre 600 occupati, il tempo per la realizzazione, la qualità del materiale o, meglio, degli elementi di produzione.
Dobbiamo guardare però anche alla preoccupazione che il territorio, soprattutto quello di Porto Torres, ha per chi oggi è già occupato; questo è un aspetto che non possiamo assolutamente tralasciare, ed è forse la parte più impegnativa della contrattazione che, come governo regionale, dobbiamo attivare nei confronti di ENI. Va detto che nel frattempo qualcosa è successo; ci sono stati degli incontri ufficiali sia tecnici che politici per capire qual è l'oggetto della proposta ma, soprattutto, per capire a che cosa porta alla fine questo investimento. Nel sito di ENI a Porto Torres è in atto un processo di chiusura, perché il processo produttivo attuale dovrebbe essere sostituito da questo grande progetto della chimica verde. E' anche vero, però, che non sarà una chiusura istantanea ma, tenendo conto della proposta di riconversione su cui stiamo ancora trattando, sarà dilazionata nel tempo.
ENI, fino a oggi, garantisce che non ci sarà nessuna perdita di posti di lavoro perché saranno riconvertiti all'interno di questo piano; ma, se si va a vedere chiaramente la proporzione ci si rende conto che i numeri non tornano e quindi la preoccupazione è che questo percorso sia effettivamente garantito nel tempo, che entro questi sei anni tutto il processo produttivo sia trasformato e tutti i lavoratori ricollocati.
La preoccupazione riguarda proprio l'occupazione, forse è l'elemento più forte della trattativa perché, credo sia corretto che il Consiglio regionale lo sappia, ENI gioca anche la carta del "ricatto". Ci dice infatti che se non ci interessa la realizzazione del progetto a Porto Torres, loro sono pronti a realizzarlo a Ravenna, dove non c'è nessuna difficoltà. Quindi non si pongono certo tanti problemi. Ma credo che la forza e l'unità di questo Consiglio regionale possano portare solo ed esclusivamente a rafforzare la nostra richiesta; questo emerge dall'intervento dell'onorevole Bruno il quale ha ricordato che uniti, ma anche in contrapposizione al Governo nazionale e soprattutto con chi governa ENI, si riesce a trovare l'accordo e la soluzione ai problemi.
Non possiamo però non guardare alla chimica verde, nessuno fa trionfalismi, ma è sicuramente motivo e oggetto di orgoglio sapere che ENI comunque vuole rimanere in Sardegna, vuole investire in Sardegna nella green economy, e per noi è importante che rimanga.
Passo ora, sempre in tema di chimica, alla seconda parte del ragionamento che riguarda prettamente la questione Vinyls; su questa grande vertenza, di cui fino a oggi ancora non si vede la conclusione, vanno fatte due considerazioni. Come governo regionale, anche attraverso l'accordo con le organizzazioni sindacali e con la Confindustria stiamo attivando un tavolo tematico per stabilire e garantire il futuro dell'industria regionale sarda che giustamente, così come era stato proposto e come è stato sottolineato in alcuni interventi, deve avere l'obiettivo di salvaguardare non solo il comparto della chimica (il tavolo tematico non può limitarsi solo a questo comparto) ma anche quello dell'energia, della metallurgia, e gli altri comparti che fanno parte del sistema industriale regionale.
L'obiettivo principale è comunque il riavvio dell'Osservatorio regionale della chimica che nasce, come voi sapete, nel lontano 2001, poi rivisto nel 2003 e che però nel tempo, piano piano, non ha più avuto la forza e il ruolo che invece compete a chi deve seguire e gestire quel sistema industriale regionale isolano guardando al rilancio del medesimo.
Rispondo alla seconda parte della mozione, sottolineando che non penso che a volte una chiacchierata, come giustamente l'ha definita il collega Maninchedda, da "governo accademico" possa portare a dei risultati, però può dare anche delle risposte a chi magari non conosce, a chi non sa a che punto è arrivata una delle tante vertenze di cui l'Assessorato dell'industria regionale si occupa per cercare di risolvere la tragica situazione del sistema economico regionale. Nella mozione si chiede al punto 3) di intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI e i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo preliminare.
L'accordo preliminare finalmente dopo tanti solleciti e tante fatiche è stato firmato. Anche in questo caso possiamo fare del trionfalismo di bandiera però, è chiaro, che nel momento in cui il Governo regionale agisce con forza nei confronti del Governo nazionale, ma soprattutto di ENI, questo è già un traguardo importante che dà un minimo di soddisfazione. L'aver firmato l'accordo preliminare presuppone la firma del definitivo, "presuppone" chiaramente. Perché il definitivo non è stato ancora firmato? Perché manca il versamento del capitale, che è pari a 100 milioni di euro, e soprattutto l'accordo relativo alla cessione di alcuni asset; sono quegli asset fondamentali per il proseguo del ciclo di produzione e che, come già spiegato dal ministro Romani, i rappresentanti della società GITA hanno assunto l'impegno (davanti alle organizzazioni sindacali nazionali, regionali e territoriali) di prendere a proprio carico. Questo credo sia un aspetto importante. La grande preoccupazione del sindacato riguarda proprio la cessione degli asset da ENI a un privato; si chiede infatti la garanzia che nel momento in cui la procedura Vinyls non dovesse andare in porto, chiaramente gli asset rientrerebbero in possesso di ENI stessa.
Questa richiesta dimostra che il governo regionale ha un'attenzione particolare sulla vertenza in atto, ma su tutto il sistema della chimica regionale. Un'attenzione che cerca di esprimere nel migliore dei modi, come cerca di esprimere nel migliore dei modi la propria forza per poter portare a casa un risultato che, onestamente, non può essere definito trionfale, perché trionfale ancora non è, ma c'è la soddisfazione di aver portato avanti un percorso che sino adesso ha dato grandi risultati e attraverso il quale, nel più breve tempo possibile, si possano attivare nuovi processi di sviluppo che, certamente vanno discussi insieme a questo Consiglio regionale. La mozione, e concludo, contiene degli elementi importanti e condivisibili; vi è forse la necessità, eventualmente, e sarà il Consiglio regionale a decidere, di valutare il fatto che alcuni aspetti sono sicuramente superati, mentre altri invece vanno rafforzati.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, non credo che utilizzerò tutto il tempo a disposizione. Nessuno me ne voglia, io normalmente ascolto con senso del dovere i dibattiti in quest'Aula, non sempre - lo dico onestamente - lo faccio col massimo del costrutto, e il fatto che non riesca a farlo dipende sempre ed esclusivamente dal mio livello di conoscenza dei singoli argomenti trattati volta per volta. Stavolta, scusate la presunzione, la mia attenzione era quasi al massimo; però sono abituato sempre a non demonizzare chi invece tratta l'argomento, e cerca di far assumere a quest'Aula il ruolo che le compete. Ora, io ho grande stima dell'onorevole Maninchedda, lui oggi ha lamentato che qualcuno abbia la volontà di cambiare la destinazione d'uso di quest'Aula, trasformandola in una sala per convegni.
Certamente la mozione del centrosinistra, che ho avuto il piacere di presentare qualche ora fa, non aveva e non ha questo obiettivo, ha semmai un altro obiettivo che non è stato colto, esclusivamente per responsabilità della Giunta e della maggioranza. L'obiettivo è quello di tentare di far assumere al Consiglio regionale il ruolo da protagonista nel decidere il proprio futuro. Adesso si sta parlando di chimica, stamane si è parlato della condizione di Quirra e della continuità territoriale; credo il Consiglio l'abbia fatto con impegno e convinto che, essendo la massima Assemblea elettiva di questa Regione, avesse il dovere di farlo indicando anche delle prospettive a chi rappresentiamo.
Noi con la mozione abbiamo posto una questione. Io non penso che i grandi processi non si possano modificare, possono essere modificati, compresi quelli economici, in funzione della convinzione e della determinazione che noi mettiamo nel confrontarci su di essi, sempreché abbiamo una qualche idea per confrontarci sul merito. Oggi abbiamo tentato di portare l'attenzione del Consiglio regionale su un segmento dell'industria, in senso stretto, di questa Regione: la filiera chimica, che è una filiera importante. La chimica rappresenta quasi l'80 per cento dell'industria in Sardegna.
Assessore, non me ne voglia, io ho sentito delle affermazioni - ripeto lo dico con grande rispetto - anche curiose, formulate con una disinvoltura disarmante. Come si fa, ad accettare l'equazione che ci propone l'ENI? L'ENI dice semplicemente, l'ha scritto e ribadito, l'ha reiterato in tutte le occasioni in questi ultimi due, tre mesi: "Vi propongo un progetto di chimica verde"; lo ripeto: noi abbiamo guardato e guardiamo con interesse a quella prospettiva, perché è una prospettiva che scommette su un processo di innovazione del processo e del prodotto, è un processo che è ancora a livello di ricerca sperimentale, tant'è che non c'è al mondo oggi una sperimentazione di carattere industriale, ciò nonostante noi guardiamo con interesse e in prospettiva a quella proposta. Tuttavia, proprio perché guardiamo con questa sensibilità, credo che la stessa sensibilità debba imporci di tutelare la gente che rappresentiamo e, permettetemi, anche un modello economico, un settore produttivo, che è parte importante di quel 12 per cento di contributo di valore aggiunto che dà l'industria oggi in questa Regione, e che è molto basso rispetto alla media nazionale.
Ora l'ENI "ci dice" e non accetta condizioni, e pertanto si tratta di decidere che ruolo vuole svolgere il Consiglio regionale, preso atto che il Presidente della Regione e la Giunta hanno deciso - lo confermava oggi l'Assessore - di accettare supinamente questa proposta. L'ENI dice: "Vi faccio una proposta, che entrerà a regime fra sei anni, e per intanto da giugno di quest'anno io spengo definitivamente il cracking, quindi gli aromatici, di Porto Torres. Mantenere questo impianto è interesse di questo Consiglio, oppure no? Per me sì, e continuerò a dirlo sinché avrò voce. Perché ritengo grave che il Consiglio regionale e il Governo regionale (ma per quest'ultimo lo ritengo ancora più grave) non abbiano dato una risposta diversa da quella dato finora. Siamo infatti per l'ennesima volta alla politica dei due tempi, dove ci viene scippato un pezzo di attività produttiva che produce reddito, non salari, produce reddito, produce un pezzo del PIL. Poi noi possiamo avere idee diverse, possiamo pensare che va sostituito, per carità, bene, lo si sostituisca, però magari sarebbe interessante sapere con quale modello produttivo sostituirlo e, complessivamente, come quel modello si potrebbe inserire nel sistema economico di questa Regione.
Il Consiglio deve discutere di questa questione; non può discuterne quando si discute di finanziaria, e neanche quando si presenta un Piano regionale di sviluppo, allora quando ne discute? Ecco perché siamo costretti a proporre, a pezzi, me ne rendo conto, una qualche riflessione. E' questo l'obiettivo di questa mozione, tutto qui. Allora vogliamo assolvere, con dignità politica e istituzionale, il compito che ci hanno delegato eleggendoci, oppure no? Io non credo che per affrontare temi come questi sia necessario proclamare prima l'indipendenza della Regione. Perché noi potremmo anche proclamare l'indipendenza della Regione, ma se non abbiamo idee concrete, precise, non abbiamo un'idea di quale modello di sviluppo, di quale modello economico, avere in questa Regione, a poco serve essere indipendenti.
Ma no, per carità, io non lo chiedo all'ENI. All'ENI contrasto una politica. A questo Consiglio regionale, invece, abbiamo chiesto di verificare se siamo convinti che quella politica vada contrastata, tutto qui. E' possibile che per una cosa del genere dobbiamo proclamare l'indipendenza? Oppure abbiamo il dovere di dire se quella è una politica che risponde alle attese, ai bisogni e alle aspettative della nostra gente? E' un pezzo di economia che ci può consentire di guardare al futuro con prospettiva, o è un imbroglio, assessore Cherchi? E' un imbroglio, e lei lo sa bene! Non è possibile!
E' una vergogna che voi accettiate uno scambio di questa natura, si chiude a giugno il petrolchimico, se ne vanno 35 anni di cultura industriale! Ha ragione Planetta: si può discutere quel modello! Vale ciò che ho detto prima: vogliamo discutere di bonifiche? Bene, discutiamo di bonifiche, assessore Cherchi, gliel'ho già detto in Commissione, lo ripeterò sinché avrò fiato, è un'altra vergogna che sulle bonifiche si continui a far leva su Sindyal. Questa Regione ha una società in house che tra le sue finalità…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. Dichiaro chiusa la discussione.
Passiamo alla votazione della mozione.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Io voterò a favore della mozione presentata dal collega Diana, ben sapendo che le risposte dell'Assessore sono state assolutamente insoddisfacenti rispetto al tema. Veniva ricordato che non solo rinunciamo, onorevole Diana, a 35 anni di cultura industriale, ma abbiamo assistito e stiamo assistendo allo smantellamento integrale e sistematico di tutto il sistema produttivo sardo. Questo succede perché noi abbiamo (e si concilia il mio discorso con alcuni ragionamenti svolti dall'onorevole Maninchedda) una cultura servile, subalterna, non a caso siamo pieni di servitù, ci hanno messo le servitù perché siamo servi! Non a caso, non a caso abbiamo passivamente accettato lo smantellamento del sistema produttivo in Sardegna, l'abbiamo accettato perché noi siamo complici; e quando dico noi non dico io, dico voi! Dico voi che amministrate questa istituzione, che siete lì ad attendere che vi portino via tutto pensando che nella relazione politica, quando non è personale, c'è un pezzo che si salva e chi se ne frega degli altri!
Noi abbiamo quegli operai, quei lavoratori, quelli che fanno le lotte, quelli che andiamo a salutare, quelli che guidiamo nei cortei romani! Li abbiamo lì, con i loro problemi, con le loro famiglie da sostenere, con i loro figli da educare, da mandare all'università. Però li abbiamo lì senza una risposta, non abbiamo i soldi per dare risposte dirette e accettiamo che il nostro ambiente venga devastato dai poligoni o dall'ENI.
L'ENI non ha pagato nulla di quello che deve pagare per bonificare il territorio che ha inquinato nell'interesse dei lanzichenecchi lombardi! Non ha pagato nulla! La grande industria, Assessore, glielo dico, potrebbe iniziare pretendendo dal Governo, ma soprattutto dall'ENI tutto ciò che questa società deve per risanare quanto ha compromesso nel territorio della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Annuncio il voto di astensione da parte del Partito Sardo sulla mozione presentata dall'onorevole Diana. Noi non condividiamo il modello fondato sulla grande industria, pensiamo che sulla grande industria la Sardegna debba aprire una importante riflessione; pensiamo anche che non si possa parlare della salute quando parliamo dei poligoni come non si possa parlare della salute quando parliamo della grande industria, e della chimica in particolare.
Non esserci pronunciati sulla proposta della chimica non significa che non abbiamo un'idea sullo sviluppo in Sardegna; abbiamo un'idea diversa che stiamo anche cercando di far comprendere; è l'idea di uno sviluppo incardinato fortemente sull'integrazione tra formazione, scuola, ambiente, piccole imprese che noi riteniamo ci consenta di spendere meglio i soldi rispetto a come sono stati spesi nel passato.
Riteniamo però che siano idee che attraversino largamente anche la cultura del centrosinistra, onorevole Diana. A mio avviso dovreste aprire un dibattito anche al vostro interno sulla centralità della grande industria perché per le cose che ho visto fare nella scorsa legislatura, e per le cose che leggo, non siete tutti d'accordo! Non credo che ci sia soltanto la grande industria, contrapposta al vuoto, per aumentare il Pil; se noi diciamo che siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo investire molto in conoscenza, molto in ambiente, molto in turismo sostenibile, molto in riuso, abbiamo un'idea diversa dello sviluppo e pensiamo che sia sostenibile questa idea
Parlare di salute in quest'Aula in maniera retorica è facile, però la verità è che noi oggi ci ammaliamo e moriamo negli ospedali della Sardegna, abbiamo un'alta mortalità maschile, più alta di quella registrata in altre regioni, legata a un modello industriale. Perché ne parliamo una volta e non ne parliamo la successiva?
Abbiamo, anche noi, delle perplessità sugli investimenti dismessi oggi e promessi fra sei anni, abbiamo delle grandissime perplessità, per cui ci asterremo, ma per confrontarsi con l'ENI bisogna sempre rappresentare chi si è. La Regione autonoma della Sardegna finché non dice che è un potere originario, finché non dice che potere rappresenta, per l'ENI, per cui conta l'ultimo sultano di non so dove, è nessuno!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LOTTO (P.D.). Presidente, io non avevo intenzione di fare dichiarazioni di voto perché è apparso chiaro dall'intervento quali erano le mie intenzioni, però, successivamente al mio intervento c'è stato quello, seguito poi anche dalla dichiarazione di voto, dell'onorevole Maninchedda che io ascolto sempre con grande interesse per la originalità delle posizioni che sostiene.
Intervengo pertanto per interloquire con quanto lui ha detto, con la convinzione che, onorevole Maninchedda, la Sardegna ha bisogno di salvare l'apparato industriale esistente perché di disoccupati da impegnare in altri processi produttivi relativi all'ambiente, alla piccola impresa, all'artigianato, all'agricoltura, al turismo, ai servizi, ce n'è a iosa. Noi abbiamo il dovere di cercare lavoro per tutti i sardi e l'industria non è la parte fondamentale ma è una parte importante e l'Eni non è la compagnia multinazionale dello Stato italiano a cui noi siamo estranei, l'ENI ha il dovere di intervenire anche in Sardegna e di investire confrontandosi con le esigenze reali, ha il dovere di non prenderci in giro, cosa che abbiamo la sensazione stia facendo con l'intervento sulla cosiddetta "chimica verde".
Noi vorremmo, anzi vogliamo, che si esaminino le carte, che su quel terreno si cammini e si verifichi che cosa è effettivamente possibile fare! Ma io sono convinto che al Governo e all'ENI non si possa consentire di smantellare gli impianti presenti in Sardegna; poiché il sistema industriale presente nella nostra regione è stato costruito con il sudore di tantissimi operai, va assolutamente salvaguardato e rilanciato, diversamente oltre che cercare lavoro per chi è disoccupato dovremmo cercarlo anche per chi è occupato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Riteniamo che la mozione, come giustamente ha osservato l'Assessore, contenga utili spunti di riflessione. Siamo del parere, e qui tralascio ogni considerazione che, tenuto conto dell'ora, ci porterebbe davvero lontano da una ipotesi che ritengo invece percorribile perché, anche da parte nostra, venga espresso un voto favorevole.
Si tratta, apportando qualche correzione alla mozione, di trasformarla, se i proponenti sono d'accordo, in un ordine del giorno che recherebbe oltre le nostre firme penso anche quelle dei colleghi Riformatori e dell'U.D.C. Quindi, chiedo se si può avere qualche minuto di tempo per ipotizzare una soluzione che, non essendoci forti motivi di divergenza, porti alla stesura di un ordine del giorno unitario .
PRESIDENTE. Se l'Aula è d'accordo potremmo, mentre si lavora a questa ipotesi di ordine del giorno unitario (sempre che i proponenti siano d'accordo), riprendere la discussione della mozione numero 103 abbinata all'interpellanza numero 8 che avevamo sospeso stamattina.
PRESIDENTE. Comunico che essendo stati presentati due ordini del giorno la mozione si intende ritirata. Si dia lettura degli ordini del giorno
(Si riportano di seguito gli ordini del giorno numero 1 e 2:
Ordine del giorno Bruno - Uras - Salis - Zuncheddu - Porcu - Zedda Massimo - Cocco Daniele Secondo - Mariani sul grave fenomeno sanitario che interessa la zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo e sulla necessità di procedere ad un riequilibrio della presenza militare in Sardegna da porre nell'ambito della discussione sui decreti attuativi sul federalismo fiscale.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulla mozione n. 103 sul grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone ed agli animali emerso da recenti indagini sulle popolazioni e gli animali nei territori del Quirra, in particolare nella zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo.
RICHIAMATO che:
- da una recente indagine condotta dai veterinari delle Asl di Lanusei e di Cagliari emergono dati allarmanti sulla salute, in particolare per l'anomala insorgenza di neoplasie, delle persone impegnate direttamente nella conduzione degli allevamenti nelle prossimità della base militare di Capo San Lorenzo;
- in Sardegna si registra una presenza militare qualitativamente e quantitativamente superiore a quella delle altre regioni italiane con oltre 35mila ettari sottoposti a vincolo e con l'80% dell'attività complessiva di poligono svolta nei poligoni sardi di Salto di Quirra, di Capo Teulada, di Capo Frasca e di Capo San Lorenzo;
VALUTATO che:
- l'eccessivo peso della presenza militare e dei vincoli a essa connessi, oltre che necessitare di costante monitoraggio ambientale per prevenire l'insorgere di possibili implicazione per la salute delle popolazioni e degli animali, contrasta con le esigenze di un equilibrato sviluppo della società e dell'economia sarda fondato, anche, sui valori della sostenibilità ambientale e della tutela attiva del patrimonio naturale;
- il percorso attuativo del federalismo fiscale deve diventare occasione per un riequilibrio del gravame militare sopportato dalla Sardegna;
impegna la Giunta regionale
1. ad intraprendere, anche in collaborazione con il Governo e l'Istituto Superiore di Sanità, tutte quelle iniziative, quali il completamento del monitoraggio ambientale mirato alla prevenzione e alla tutela della salute delle popolazioni, utili per fare definitiva chiarezza sulle correlazioni tra l'attività di poligono e l'insorgenza di neoplasie tumorali e altre patologie collegate con l'impatto ambientale dell'attività del poligono militare di Capo San Lorenzo a Quirra e degli altri poligoni sardi;
2. a richiedere al Governo per il Poligono di Quirra la sospensione, sulla base del principio di precauzione, delle attività missilistiche a terra ed in mare e di altre attività addestrative che comportino l'uso di esplosivi o di sostanze inquinanti;
3. ad attivare ogni necessaria azione nei confronti del Governo affinché si possa procedere:
a) ad una progressiva e rapida riduzione dei poligoni militari in Sardegna;
b) all'ottenimento degli indennizzi necessari a compensare il grave disagio e le mancate occasioni di un diverso sviluppo sopportate per anni dalle popolazioni locali;
c) alla quantificazione e reperimento,da parte dello Stato, delle risorse finanziarie adeguate agli interventi necessari per la completa bonifica delle zone teatro, per decenni, di esercitazioni militari che dovranno essere disimpegnate. (1)
Ordine del giorno Pittalis - Meloni Francesco - Stochino - Lai - Mulas - Mula - Dedoni - Peru - Sanjust - Ladu - Rodin - Locci - Amadu - Biancareddu - Greco - Zedda Alessandra - Piras sul grave fenomeno sanitario di neoplasie alle persone emerso dalle recenti ricerche, con particolare interessamento delle popolazioni e delle persone occupate nell'allevamento degli animali nei territori del Quirra, in particolare nella zona perimetrale della base militare di Capo San Lorenzo.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione del dibattito sulla mozione n. 103 Zuncheddu e più:
PREMESSO che:
- da tempo si tende a mettere in relazione le attività militari che si esercitano nel poligono sperimentale e di addestramento interfoze del salto di Quirra con una maggiore incidenza di neoplasie, ed in particolare di linfomi e leucemie negli abitanti delle aree limitrofe;
- esistono ricerche ed analisi che evidenziano una tendenza all'incremento di patologie neoplastiche nell'area di Quirra;
- per dare significato e validazione a tali indagini occorrono ulteriori analisi scientifiche approfondite, accompagnate da un monitoraggio sistematico metodologicamente inappuntabile ed esaustivo;
impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a intraprendere tutte quelle iniziative specifiche, quali piano di controllo e monitoraggio, mirate alla prevenzione e alla tutela della salute dette popolazioni che vivono e operano nelle suddette aree e in particolare a finanziare una indagine epidemiologica retrospettiva e prospettica attraverso la costituzione di un comitato scientifico formato da professionisti di comprovato valore che diano una risposta definitiva e inconfutabile sulla reale situazione di rischio nel poligono di Quirra;
2) disporre ulteriori approfondimenti in merito, ritenuti essenziali al fine di evidenziare eventuali correlazioni causa-effetto di tali anomali fenomeni e valutare i necessari interventi a breve, medio e lungo termine, interessando anche l'istituto Superiore di Sanità;
3) aumentare le risorse delle ASL operanti sul territorio di Quirra per proseguire e approfondire tutte le analisi necessarie ad appurare l'eventuale correlazione tra neoplasie che colpiscono gli abitanti e la presenza di materiali necessari al funzionamento di armamenti da guerra all'interno dette basi. (2).)
PRESIDENTE. E' in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, intervengo per chiedere ai firmatari dell'ordine del giorno numero 1 di poter aggiungere la mia firma. Quindi voterò a favore.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'ordine del giorno che ritengo esplicativo della volontà di cogliere l'opportunità di quanto avvenuto a Quirra per riaprire un dibattito nei confronti dello Stato su un gravame insostenibile per la Sardegna. Credo sia anche un modo fattivo, in attesa di approvare attraverso una revisione del nostro Statuto forme più elevate di autonomia, di esercitare le prerogative che già abbiamo, dimostrando che il nostro Consiglio regionale esercita fino in fondo il suo ruolo.
Infine vorrei chiedere, Presidente, di poter aggiungere la mia firma e quella della consigliera Barracciu all'ordine del giorno.
(Interruzione)
Va bene, allora correggo quanto detto e la richiesta vale solo per l'onorevole Barracciu.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Planetta per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Intervengo per chiedere di aggiungere la firma del Gruppo sardista.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, per dire che ovviamente il Gruppo dell'Italia dei Valori vota a favore, ma con l'indicazione precisa che questo ordine del giorno ci serve come cavallo di Troia per ricordare a quest'Aula che è sempre aperta la vertenza con lo Stato, visto che oggi stiamo parlando in termini di alta responsabilità rispetto alle nostre prerogative istituzionali, per la riduzione delle servitù militari in Sardegna.
Io non voglio ripetere le dichiarazioni della presidente del P.D., Valentina Sanna (le ho lette e concordo), che addirittura prospettava l'ipotesi di bloccare l'attività del poligono di Quirra, perché il problema della sperimentazione e dell'utilizzo di armamenti, che vanno assolutamente controllati (l'assessore Liori stamattina si è impegnato ad affrontare questo problema subito), va visto immediatamente nella logica di una riduzione delle servitù militari in Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA MATTEO (U.D.C.-FLI). Signora Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma e quella del collega Artizzu.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (Comunisti-La Sinistra Sarda). Io voterò a favore dell'ordine del giorno numero 1, non solo perché ho contribuito a promuoverlo ma per un fatto molto semplice. Noi abbiamo un dovere, lo dico anche ai colleghi della maggioranza, che è segnalato come prioritario all'interno dell'ordine del giorno: richiedere al Governo la sospensione delle attività militari in essere nel poligono sulla base del principio di precauzione.
Abbiamo questo dovere perché scoprire in un momento successivo che le attività che si svolgono in quel poligono hanno provocato un inquinamento dell'ambiente tale da determinare una condizione di grave rischio alla salute delle persone, e tale da determinare una compromissione di quel territorio per tanto tempo, non servirebbe a nulla.
Noi dobbiamo prima sospendere le attività, fare le verifiche, accertare che non si fanno attività a rischio e che quel territorio non è compromesso, e casomai ragionare su una forte riduzione della presenza militare in Sardegna perché si possa riequilibrare lo sforzo che noi facciamo con quello che non fanno in altre parti d'Italia. Ecco perché io voto a favore, ma chiedo che un pizzico di affetto per questa terra si esprima anche da tutte le altre parti di questo Consiglio regionale, e soprattutto dalla parte del centrodestra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Dessì - Diana Giampaolo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Planetta - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Zedda Alessandra.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Biancareddu - Contu Felice - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 48
votanti 44
astenuti 4
maggioranza 23
favorevoli 22
contrari 22
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 2.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Porcu ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Cherchi - De Francisci - Dedoni - Greco - Ladu - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Randazzo - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Uras - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Zedda Massimo - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Artizzu - Biancareddu - Capelli - Contu Felice - Dessì - Maninchedda - Mariani - Obinu - Planetta - Sanna Matteo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 49
votanti 48
astenuti 11
maggioranza 25
favorevoli 23
contrari 15
(Il Consiglio non approva).
Il Consiglio non approva perché le deliberazioni devono avvenire a maggioranza dei presenti votanti, poiché la maggioranza richiesta è di 25 voti a favore e ne sono risultati, dai dati riportati sul tabellone elettronico, 23 il Consiglio non approva. Non c'è la maggioranza richiesta. C'è un quorum costitutivo e un quorum deliberativo, il quorum deliberativo non è stato raggiunto.
Poiché non è ancora pronto l'ordine del giorno relativo alla mozione numero 110, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle 20 e 25, viene ripresa alle 21 e 02.)
PRESIDENTE. Comunico che essendo stato presentato un ordine del giorno la mozione si intende ritirata.
(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:
Ordine del giorno Diana Giampaolo - Bruno - Pittalis - Meloni Franco - Capelli - Contu Felice - Salis - Uras - Mulas - Randazzo in merito all'accordo sulla cessione degli impianti industriali della chimica in Sardegna tra Syndial-ENI e GITA per il mantenimento dei livelli occupazionali e di quelli produttivi dell'intero ciclo del cloro e dei suoi derivati.
IL CONSIGLIO REGIONALEa conclusione del dibattito sulla mozione n. 110 (Diana Giampaolo e più),
PREMESSO che:
- il 21 dicembre 2010 è stato firmato a Roma, presso il Ministero dello sviluppo economico, un pre-accordo tra la Syndial (società del gruppo ENI) e il fondo GITA nel cui memorandum d'intesa l'ENI si è impegnato a cedere agli aspiranti acquirenti svizzeri alcuni asset strategici per il completamento del ciclo del cloro;
- gli svizzeri hanno manifestato interesse all'idea di appropriarsi dell'intero ciclo del cloro e per questo hanno chiesto di entrare in possesso degli asset fondamentali (pena l'uscita dalla trattativa), ossia delle saline di Cirò Marina e Contivecchi (Assemini), oltre al clorosoda di Marghera e al dicloroetano ed etilene (via Assemini);
RICORDATO che:
- con gli arabi del Qatar, che avevano presentato la manifestazione d'interesse al primo bando internazionale per la vendita o l'affitto degli impianti Vinyls, il 5 maggio 2010 l'ENI aveva firmato un pre-accordo nella sede del Ministero (all'epoca vacante, a seguire la vertenza era il sottosegretario Stefano Saglia) e, soltanto due settimane dopo, Ramco vi aveva rinunciato poiché le richieste economiche erano state giudicate esorbitanti, nonché vi era stata l'esclusione, dall'elenco di beni cedibili, delle saline di Assemini e del parco serbatoi "Utta";
- l'ordine del giorno sulla crisi occupazionale e industriale della Sardegna, approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 19 gennaio 2010, aveva impegnato la Giunta regionale ad adottare gli idonei strumenti e a promuovere i necessari interventi volti a prendere coscienza delle problematiche riferite alle vertenze industriali;
CONSIDERATO che:
- la perimetrazione degli asset discussa durante il pre-accordo del 21 dicembre 2010 ha portato al raggiungimento dell'intesa tra le parti sul valore dei beni oggetto di trasferimento; tra ENI e GITA, quindi, il nodo dei prezzi sarebbe già stato definito, come anche la conferma sulla costituzione, da parte degli svizzeri, di una newco con capitale da 100 milioni di euro per rilevare la Vinyls;
- tra le richieste che Syndial-ENI ha presentato a GITA nel memorandum d'intesa c'è la garanzia del mantenimento per almeno quattro anni dei livelli produttivi e occupazionali negli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna (circa 500 dipendenti complessivamente);
- in questo contesto di crisi economica internazionale qualunque impresa, sia italiana che internazionale, seppure ben intenzionata, ma senza adeguate risorse finanziarie e senza una consolidata esperienza nel settore industriale e nel mercato chimico, non può reggere la competizione internazionale e non può garantire la realizzazione di un progetto industriale credibile e solido;
EVIDENZIATO che:
- al momento del pre-accordo non si avevano tuttavia certezze su quali asset dovevano essere effettivamente ceduti, si è parlato in maniera generica di strutture localizzate in Sardegna, a Porto Marghera e in Calabria, dunque rimaneva in bilico la questione delle saline e del dicloroetano prodotto alla Syndial di Assemini;
- sempre durante la riunione del 21 dicembre 2010, pur non essendo stati illustrati i contenuti del piano industriale, erano state date dal Ministro dello sviluppo economico (Romani) alcune rassicurazioni sui tempi di riavvio degli impianti, nonché sulla stesura di un accordo preliminare tra l'ENI e il fondo svizzero GITA, indicando quale scadenza definitiva entro la quale dovrebbero essere attuati tutti gli impegni dichiarati, quella di marzo 2011;
- le produzioni della raffineria Saras, della Polimeri Europa di Sarroch e di Porto Torres, della Sasol di Sarroch, della Polimeri di Ottana, delle Saline Contivecchi e della Syndial di Assemini, della Vinyls di Portotorres, sono integrate o integrabili tra loro e quasi tutte coinvolgono, sotto il profilo della gestione industriale, l'ENI (ad esempio il sito di Porto Torres produce etilene per quello di Assemini, il quale a sua volta produce dicloroetano e soda per Porto Torres; a Sarroch si produce paraxilolo per il sito di Ottana, mentre la Saras, attraverso una rete di oleodotti, invia e riceve diversi prodotti dagli stabilimenti - Polimeri Europa e Sasol - del polo chimico di Sarroch);
- in Sardegna è importante rilevare la presenza di un valore aggiunto, cioè l'integrazione produttiva che esiste tra gli stabilimenti di Porto Torres e di Assemini il cui legame è strettissimo poiché la produzione del cracking di Porto Torres è fortemente legata alla filiera del cloro di Assemini;
PRESO ATTO che:
- soltanto dopo che gli impianti saranno nuovamente riavviati, nel caso in cui i contenuti del piano industriale e la struttura della nuova società rispondano ai criteri di affidabilità e solidità economica e industriale, la linea del clorosoda di Assemini potrà essere trasferita al nuovo gruppo;
- senza investimenti sul cracking e sulla filiera del pvc a Porto Torres, e per il cloro ad Assemini, la chimica sarda sarà condannata a un inesorabile declino, sino alla chiusura definitiva degli impianti;
- in una prospettiva futura che voglia avere carattere di continuità e solidità, è opportuno investire sullo sviluppo di forme di partenariato tra l'ENI ed altre società affidabili, che potrebbero essere sostenute politicamente dalla Regione, soprattutto in considerazione dell'importanza economica e strategica che l'industria chimica rappresenta per il tessuto industriale sardo;
- nel corso del 2010, tutta la produzione di cloro e dicloroetano prodotta ad Assemini è stata venduta nei mercati internazionali e pertanto, nel caso di un riavvio degli impianti Vinyls (e quindi di un maggiore fabbisogno nel mercato di cloro e dicloroetano), l'impianto di Assemini è in grado di garantire le quantità produttive da destinare non solo allo stabilimento di Porto Torres, ma anche a quelli di Porto Marghera e Ravenna;
- la stipula del contratto preliminare tra i rappresentanti della GITA, di ENI-Syndial e i due commissari straordinari di Vinyls, che sarebbe dovuta avvenire entro il 31 gennaio 2011, è slittata per motivi tecnici sopra richiamati;
- la protesta dei lavoratori sta sfociando in atti di lotta che possono pregiudicare la sicurezza degli stessi lavoratori,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a verificare la qualità e la solidità del piano industriale proposto dagli acquirenti degli impianti, al fine di tutelare i diritti di tutti i lavoratori interessati dalla cessione produttiva dei siti industriali;
2) ad attivarsi per scongiurare che un solo segmento della filiera chimica sarda venga dismesso, perché determinerebbe l'inevitabile smantellamento dell'intero comparto chimico isolano;
3) ad intervenire con urgenza presso il Governo, l'ENI ed i commissari della Vinyls per sollecitare la firma dell'accordo con GITA e accertarsi dell'immediato riavvio del ciclo del cloro e dei suoi derivati, di vitale importanza per l'intero sistema produttivo isolano;
4) a riferire costantemente in Consiglio regionale sull'andamento delle trattative tra i soggetti interessati citati in premessa ed i contenuti del piano industriale proposto al Governo da GITA e le intenzioni di ENI sul futuro della chimica ed i piani di investimento per la Sardegna;
5) ad attivarsi per la presentazione di un piano di bonifica ambientale, in particolare nei siti industriali dismessi a carico dell'ENI e dello Stato. (1).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Uras ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Greco - Lai - Locci - Lotto - Mariani - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Peru - Petrini - Piras - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Soru - Stochino - Uras - Zedda Alessandra.
Si è astenuta: la Presidente Lombardo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 42
votanti 41
astenuti 1
maggioranza 21
favorevoli 41
(Il Consiglio approva).
Il Consiglio è riconvocato alle ore 10 di mercoledì 16 marzo.
La seduta è tolta alle ore 21 e 04.