Seduta n.173 del 04/01/2011 

CLXXIII Seduta

(POMERIDIANA)

Martedì 4 gennaio 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 22 dicembre 2010 (166), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Gian Vittorio Campus, Mario Diana, Rosanna Floris, Cesare Moriconi, Eugenio Murgioni, Antonello Peru, Antonio Pitea, Pietro Pittalis, Teodoro Venceslao Rodin, Adriano Salis, Carlo Sanjust e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 4 gennaio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale

della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 219/S/A. Dobbiamo procedere alla votazione degli emendamenti 86 e 284, di identico contenuto.

Non essendo ancora trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta, perché possa procedersi alla prima votazione sospendo i lavori sino alle ore 16 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 33, viene ripresa alle ore 16 e 45.)

PRESIDENTE. Dobbiamo procedere alla votazione degli emendamenti numero 86 e 284, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione. La verifica avverrà implicitamente con la votazione nominale.

Comunico che il collega Christian Solinas è rientrato dal congedo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 86 e 284, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Bruno ha votato a favore e che il consigliere Cappai ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Mariani.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dessì - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 34

votanti 31

astenuti 3

maggioranza 16

favorevoli 2

contrari 29

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 48, viene ripresa alle ore 17 e 17.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 86 e 284, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Cappai - Cherchi - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Obinu - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 36

votanti 32

astenuti 4

maggioranza 17

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 107 e 283, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E' evidente che votiamo a favore della soppressione del comma 2, che come il comma 1 riguarda la contrazione di mutui già autorizzati a pareggio delle precedenti manovre finanziarie. Vorrei però ricordare come il nostro giudizio su questa finanziaria, che funge anche da metro dell'attività di miglioramento che l'Aula ha deciso di imprimere (cioè nulla) non è un giudizio animato dal classico frontismo politico fra una destra e una sinistra, o centrodestra e centrosinistra, ma è un giudizio supportato anche dal parere dei rappresentanti del sistema economico, tra cui quello dell'Api sarda, che è molto interessante.

E' evidente che, nel rendere questo parere, i rappresentanti delle piccole e medie imprese si sono limitati alla ricerca di termini che in qualche modo rimanessero nel recinto del vocabolario istituzionale. Affermano infatti: "La manovra finanziaria illustrata dalla Giunta regionale potrebbe essere definita, tra virgolette, di sopravvivenza". Tale valutazione preliminare va riferita al fatto che le poche risorse che sono messe in gioco sono complessivamente insignificanti rispetto al fabbisogno che avrebbe l'economia sarda". Aggiungo inoltre un concetto molto importante, che, cioè, nella sostanza, le risorse comunitarie in un bilancio siffatto, invece che diventare partita aggiuntiva del sistema regionale, sono diventate, a tutti gli effetti, somme sostitutive della massa manovrabile delle risorse regionali ai fini dello sviluppo.

A qualcuno parrà che le nostre opinioni siano demagogiche, strumentali, ossessive, però, qualche risposta in termini di fatti la dovete dare, anche nei confronti del sistema produttivo, che mi pare, tutto sommato, anche esso largamente, con questo varo dei consorzi industriali, commissariato anche quello. Quindi, con questi nuovi commissari dall'indiscussa…

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). intervengo per esprimere il voto favorevole sull'emendamento numero 107 e per ritornare sugli argomenti che abbiamo affrontato stamane. Ci sorprende sempre il Presidente della Regione che anche stamattina ha rilanciato gli obiettivi per il 2011 che - lo dico anche al collega Gian Valerio Sanna - immagino siano stati concordati, condivisi dalla maggioranza. Ha parlato del rilancio dell'edilizia, del Piano casa, della continuità territoriale, del rilancio della politica energetica basata sulla Green economy, sulle fonti rinnovabili, del potenziamento del settore turistico, dell'abolizione delle nuove 4 Province, dei Consorzi industriali. Insomma, il 2011 - afferma il presidente Cappellacci - sarà l'anno delle risorse, sarà l'anno della svolta.

Io ricordo che già in occasione della conferenza stampa di fine 2009, si affermò che il 2010 doveva essere l'anno della svolta. In realtà l'unico tentativo serio che mi pare sia stato fatto riguarda la delibera con la quale si dà valore soprattutto alla vertenza entrate. Una delibera con la quale si dà seguito all'ordine del giorno approvato all'unanimità da questo Consiglio regionale (col quale si avviava, di fatto, una procedura di contestazione, di impugnazione) dando mandato alla direzione generale dell'area legale di intraprendere contro lo Stato tutte le iniziative in sede giurisdizionale, sia dinanzi alla Corte costituzionale sia al giudice ordinario, finalizzate a ottenere le risorse che spettano alla Sardegna.

Insomma, anche se sono passati anni credo che il giudizio del centrodestra rispetto al valore di quella vertenza entrate sia mutato e questa delibera ne certifica tutta la positività; 2 miliardi circa di risorse in più all'anno, che noi vogliamo ora siano tradotte in quantificazione coerente, corretta, attraverso il trasferimento nelle casse regionali. Quei 5 miliardi e 400 militari che sono la misura delle compartecipazioni regionali, ancora promessa, assessore La Spisa…

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, mi consenta, oltre che di dichiarare subito il mio voto favorevole all'emendamento numero 107, di farle notare che io non ho avuto difficoltà stamattina ad accogliere la richiesta del Presidente della Commissione, immagino a nome della maggioranza, di procedere ad oltranza con i lavori nella serata di oggi. Le faccio però notare che credo che il nostro tempo abbia valore, e nonostante questa richiesta, la prima votazione in quest'Aula è avvenuta alle 16 e 47. Dovevamo riprendere alle 16, invece si è dato avvio faticosamente a questa seduta solo pochi minuti fa.

Quindi io, Presidente, le ricordo che la disponibilità della minoranza a svolgere il proprio compito c'è tutta, a stare in aula il tempo necessario, ma solo se la maggioranza dimostra la stessa volontà. Sarebbe paradossale se noi venissimo in aula o restassimo in aula per non venir meno alla nostra responsabilità e, viceversa, la maggioranza all'avvio dei lavori o in altri momenti non fosse presente. Quindi le chiedo se questo ha senso e le chiedo di accertarsi che, se andiamo a oltranza, sia un'oltranza dove la maggioranza è presente.

Nel ribadire comunque il voto favorevole all'emendamento, e quindi all'abolizione del secondo comma, volevo anche sottolineare che mi avrebbe fatto piacere la presenza del Presidente della Regione, perché ci siamo lasciati all'ora di pranzo con la lettura di una delibera, e su quella avremmo voluto intervenire, magari non interrompendo i lavori, approfittando delle dichiarazioni sugli emendamenti, perché anche nel parlare di istruzione, di sistema socio-assistenziale e di lavoro dobbiamo parlare di risorse. Forse avrebbe fatto bene il Presidente ad essere presente e anche ad ascoltare le opinioni della minoranza su quella delibera. Io non posso intervenire su quella delibera adesso, lo farò durante prossime dichiarazioni di voto, ma anche questo è un segnale di poco rispetto nei confronti di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, le faccio presente che i lavori sono ripresi alle 16 e 30 e non alle 16, perché quello era l'orario previsto.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, colleghi, ovviamente io voto a favore dell'emendamento soppressivo, però volevo dire che siamo in una fase nella quale dobbiamo guardarci vicendevolmente per capire che percorso dobbiamo assegnare a questa manovra finanziaria. Da parte vostra non c'è la forza, la consistenza, la perseveranza di rimanere in aula per una seduta a oltranza; del resto l'abbiamo già visto: non abbiamo neppure cominciato a lavorare ed è già passata un'ora dalla convocazione del Consiglio. Siete ancora distratti, un po' sfilacciati, le vicende interne alla vostra maggioranza comunque vi attraversano e non necessariamente in modo positivo.

Io credo che dovremmo lavorare con la consapevolezza che la Giunta (io ne do atto all'Assessore del bilancio e anche al Presidente) ha saputo raccogliere il contenuto dell'ordine del giorno sulle entrate che unitariamente abbiamo votato; perché agevolerebbe sicuramente la relazione tra maggioranza e minoranza; ha saputo coglierne la rilevanza, dopo un'iniziativa forte, istituzionalmente di rottura come l'occupazione dell'aula da parte dei consiglieri regionali del centrosinistra. Io conservo gelosamente la bandiera che abbiamo sventolato qua dentro perché è un simbolo che noi tutti dovremmo conservare con cura, perché se riuscissimo a portare a compimento la battaglia iniziata nella precedente legislatura (a guida di Renato Soru) ottenendo per la Sardegna il riconoscimento di entrate aggiuntive significative, potremmo approvare effettivamente un bilancio di spesa serio, in grado di incidere anche sulla crisi, cioè avere una manovra finanziaria con risorse disponibili per l'occupazione e lo sviluppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 107, e per rimarcare la contrarietà rispetto alla finanziaria che stiamo discutendo nonché per sottolineare l'assenza del Presidente della Regione in aula. Io credo di aver fatto bene stamattina a chiederle rassicurazioni circa la presenza del Presidente questo pomeriggio per poter insieme verificare la convergenza e i contenuti della delibera che è stata portata alla conoscenza dell'Aula soltanto stamattina. Avevo ragione a chiedere la conferma della presenza tant'è che, come sempre, il Presidente stasera non è qui con noi. Però si affanna moltissimo nelle conferenze stampa a parlare dei lavori del Consiglio, della finanziaria, in particolare a fare previsioni (che, per quel che ci compete e per quel che ci riguarda, sono previsioni fatte al vento) rispetto ai tempi di approvazione di questa manovra. Oltretutto si spinge a dichiarare questa finanziaria come la prima vera riforma di questa legislatura.

Stamattina ho chiesto al Presidente Lombardo che il presidente della Regione venisse richiamato dalla sua maggioranza a un più sano principio di realtà rispetto ai tempi di approvazione della manovra, ma forse è anche il caso che venga richiamato dalla sua maggioranza anche rispetto alla realtà dei contenuti di questa finanziaria. Definirla la prima vera riforma di questa legislatura qualifica certamente il carattere e la qualità di questa legislatura, cioè un carattere pari a zero, vuoto, senza possibilità di offrire risposte ai bisogni della Sardegna. Queste dichiarazioni indicano la necessità che il Presidente stia più in Aula per rendersi conto della realtà della Sardegna, per ascoltare in maniera positiva le sollecitazioni dell'opposizione, perché ci sembra proprio che questo nostro Presidente della Regione sia fuori dal mondo e che tutto abbia in testa tranne che le reali condizioni di quest'Isola.

Quindi, Presidente, se lei volesse richiamare il Presidente della Regione a partecipare ai lavori dell'Aula credo che questo potrebbe essere un vantaggio per il Presidente stesso, ma in particolare per la Sardegna perché avremmo un Presidente più cosciente nell'esercizio delle sue funzioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, innanzitutto dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento presentato dai colleghi, però voglio soffermarmi sulle ultime dichiarazioni pronunciate dalla collega Barracciu che mi sembra abbiano sortito effetto perché, appena ha chiesto che il Presidente venisse in aula, il Presidente si è presentato in aula.

Già altri colleghi, come l'onorevole Uras, come il mio Capogruppo, hanno sottolineato come probabilmente la deliberazione che stamattina ci è stata portata dal Presidente della Regione dia atto in maniera dell'ordine del giorno che è stato approvato unitariamente dall'Aula. Io credo che comunque non dobbiamo dimenticarci che questa posizione è una posizione che noi abbiamo sostenuto anche gli anni scorsi, anche quando governavamo noi, e che da parte dell'opposizione tante volte è stata quasi ridicolizzata. Oggi invece la Giunta regionale la fa sua.

Abbiamo la sicurezza che finalmente c'è un mandato per opporsi allo Stato rispetto a questa vertenza. E' una battaglia che ovviamente riguarda tutti, e che, così come si evince anche dal testo dell'ordine del giorno, prende le mosse da ciò che c'è stato negli anni precedenti. Abbiamo finalmente preso atto, e finalmente continuiamo a prenderne atto, che la vertenza entrate alla fine riguarda tutto il campo della nostra finanziaria.

Quando parliamo di problemi che riguardano l'impresa, che riguardano le politiche sociali, che riguardano il turismo, l'artigianato o anche tutta la vertenza dell'agricoltura, non possiamo prescindere dalle risorse per trovare delle soluzioni, e credo che senza questa battaglia non potremo mai avere risorse sufficienti. Probabilmente anche nella vostra maggioranza spesso avrete dovuto stringere un po' i denti per non essere riusciti a trovare le risorse finanziarie per gli interventi programmati.

PRESIDENTE. Onorevole Espa, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento e per riprendere soprattutto i contenuti principali di questa finanziaria. Un anno e mezzo fa la Giunta ha tentato, con un emendamento all'emendamento, di modificare il sistema sanitario sardo. Dopo qualche mese ha presentato una specie di riforma del sistema sanitario regionale. Allora l'assessore Liori dichiarò che nel giro di sei mesi il Consiglio regionale avrebbe approvato la riforma sanitaria; è passato un anno e mezzo, e nulla è stato fatto.

In questi giorni la Giunta, su proposta dell'assessore Liori, riconferma alcuni direttori generali, altri li sostituisce e dichiara con molto entusiasmo a tutte le TV locali e a tutti i giornali della Sardegna che nel giro di tre mesi la riforma sanitaria sarà approvata da quest'Aula. Sarebbe interessante prima di tutto capire qual è la riforma che hanno in testa l'Assessore e la Giunta, quale riforma del sistema sanitario regionale ha in testa la maggioranza; noi non l'abbiamo ancora capito. Mi duole però rilevare che dalle dichiarazioni che anche alcuni esponenti della maggioranza hanno pronunciato in questi giorni a proposito della riforma sanitaria, si evince che loro l'hanno capita a tal punto che sono arrivati a minacciare anche le dimissioni da consigliere regionale. Nessuno ci ha creduto, magari non ci crede neanche chi l'ha dichiarato, però se un consigliere regionale arriva ad affermare che si dimetterà dal ruolo di consigliere regionale se la sua maggioranza, se la sua Giunta porteranno avanti questa riforma del sistema sanitario, ciò la dice lunga sulla situazione in cui questa maggioranza oggi si trova.

Io l'ho detto altre volte: credo che sia arrivato il tempo per evitare che la Sardegna venga penalizzata ancora di più; è necessario che vi fermiate, che cerchiate prima di tutto di spiegare a voi stessi qual è il vostro ruolo e dove volete arrivare. Capisco che siete nati non per qualcosa ma contro qualcuno, allora i sardi non se ne accorsero, oggi se ne sono accorti e credo che quella maggioranza che in quel momento avete avuto, oggi per chi vive nella realtà sarda (credo che lo dicano anche a voi) quella maggioranza non esiste più. Sarebbe ora che ne prendeste atto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Ringrazio il presidente Cappellacci che è arrivato in aula, lo ringrazio soprattutto perché gli dobbiamo dare atto che nella delibera tanto agognata e attesa stamattina, in quella delibera ben sono rappresentate le istanze presenti nell'ordine del giorno approvato all'unanimità da questo Consiglio, e ciò sicuramente può migliorare sensibilmente le relazioni tra la maggioranza e l'opposizione.

Ricordo al Presidente, però, che ben altro abbiamo ancora da fare. Approfitto di questi pochi minuti per ricordarle che lei aveva assunto un impegno solenne sia in sede di approvazione della legge sul cosiddetto piano casa (o meglio della legge per il rilancio dell'edilizia) sia in sede di approvazione della finanziaria del 2009, sul ripristino dei 25 mila euro a fondo perduto per l'acquisto di prima casa da parte delle giovani coppie. Questa è una istanza che noi riproponiamo e che i sardi e le giovani coppie sarde aspettano sicuramente.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 107 e 283, di identico contenuto.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 107 e 283, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Ladu e Milia hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 57

astenuti 4

maggioranza 29

favorevoli 20

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 89 e 282, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento propone la soppressione del comma 3 che indica nelle tabelle A e B le voci che devono finanziare i provvedimenti che si approveranno nel corso dell'anno: un fondo speciale per le spese correnti e uno per le spese di investimento. Io voterò a favore della soppressione.

Questo emendamento si propone anche di mettere in evidenza una ulteriore anomalia - ho avuto modo di parlarne anche in Commissione - del nostro bilancio, perché l'efficacia di un bilancio si dimostra anche attraverso il confronto di alcune partite, e il nostro bilancio, da un po' di tempo a questa parte, presenta una anomalia nel rapporto fra il titolo secondo (cioè gli investimenti) e il titolo primo (le spese correnti) dovuto alla preponderanza delle seconde rispetto ai primi. Questa anomalia esisteva già in passato però nella scorsa legislatura siamo riusciti attraverso un lavoro di riduzione degli sprechi, delle spese che si potevano evitare, ad aumentare la percentuale degli investimenti fino al 40 per cento delle somme disponibili, limitando le spese, quindi, ad un massimo del 58-60 per cento.

Nel 2009 e nel 2010 il segnale è andato peggiorando: siamo passati dall'80 per cento di spese nel 2009, all'84 nel 2010 e si prevede che nel 2011 le spese arriveranno all'87, con un margine per gli investimenti pari al 13 per cento. Questo comma si colloca nell'alveo dell'ultima tendenza: più spese correnti e meno investimenti, il che dimostra che l'input di tendenza del Governo regionale alla futura dinamica economica è sempre viziato da questo rapporto sbagliato, perché è così, perché evidentemente si pensa sia meglio eccedere nelle spese di parte corrente rispetto a quelle per investimenti. Andrebbe invece indicata una proporzione diversa da quella risultante tra i 95 milioni assegnati nel 2011 alle spese correnti e i 29 milioni...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, noi avremmo soppresso tutto questo articolo, stiamo tentando di sopprimerlo "a pezzi", nonostante l'inutile resistenza della maggioranza. Riprendo un po' il ragionamento sostenendo ovviamente la necessità di votare a favore e quindi dichiarando il mio voto a favore di questo emendamento.

Se noi dovessimo votare adesso la maggioranza non avrebbe i numeri necessari ovviamente a sostenere questo comma e quindi a difenderlo dal tentativo di abrogazione dell'opposizione, e se l'opposizione dovesse astenersi dal voto, la maggioranza avrebbe le presenze sufficienti per garantire il numero legale e si dovrebbe procedere ad una sospensione ulteriore di mezz'ora. Io ho l'impressione, Presidente, che forse sarebbe utile un'interlocuzione tra maggioranza e minoranza per definire in che modo andare avanti con i lavori. Vedo che, alla spicciolata, arrivano emendamenti di sintesi, si procede a raccolte di firme, ma ne vediamo solo alcuni, non tutti, e questo ci rende un po' ancora più agitati, ancora più preoccupati per l'andamento dei lavori di questa manovra finanziaria.

Penso che un chiarimento tra maggioranza e minoranza, partendo da un risultato comunque indubbiamente positivo, quale è la deliberazione che abbiamo potuto conoscere dalla voce stessa del Presidente della Regione relativamente all'ordine del giorno unitario votato dal Consiglio regionale, sarebbe utile per sprecare meno tempo, e procedere all'approvazione definitiva della manovra a beneficio della Sardegna e dei sardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento anche perché, ripeto, anche in questo emendamento vi sono delle frasi che lasciano perplessi lasciano. Scrivere: "che si prevede possano essere approvati nel corso dell'esercizio 2011", a mio avviso, denota superficialità, e non conferisce sicuramente la certezza al bilancio. Oltretutto 403 milioni non mi sembra una grande cifra; è uguale a quella del collegato che dovevamo approvare, invece è diventata manovra finanziaria e di assestamento.

Anche qui, ripeto, ci sono elementi che ci lasciano perplessi perché non riusciamo a intravedere le scelte reali e la proposta reale contenuta nella finanziaria. Le singole partite non hanno una destinazione specifica mentre ci piacerebbe poter discutere e capire in che ambito si vuole indirizzare l'investimento. Un'idea progettuale della Sardegna, così come spesso abbiamo detto, richiede certezza di risorse; qui, invece, su queste risorse certe temporeggiamo. Oltretutto nel precedente articolo si fa riferimento a prestiti trentennali, e ciò rende ancora più opportuno sapere dove si va ad investire conoscere per capire se quello sforzo finanziario - che è pari a 96 milioni di euro l'anno per trent'anni - possa essere giustificato.

Ecco, mancano dei dati, mancano delle indicazioni sulle quali potersi esprimere perché tutto è lasciato - così per lo meno sembra - a un futuro collegato. Ma ciò mi sembra riduttivo: sarebbe invece opportuno condividere le scelte. Questi fondi andranno incidere sulla formazione professionale, andranno a incidere sui progetti cantierabili dei comuni così da creare subito, immediatamente, economia, occupazione e quindi dare respiro ad una situazione drammatica.

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Anch'io sono favorevole a votare all'abrogazione del comma 3 di questo articolo 1 e sono d'accordo anche con le considerazioni che esprimeva poco fa il collega Gian Valerio Sanna, sulla qualità della spesa, sulla prevalenza sempre più consistente delle spese correnti rispetto agli investimenti. Però anche alla luce della delibera che ci è stata appena presentata dal Presidente, dove di fatto si riconosce che è stata condotta una grande e sacrosanta battaglia, della quale oggi si dà atto a chi governava allora la Regione, resta un problema.

Ci diceva poco fa l'assessore La Spisa: "Dovete avere fiducia". Io invece sono preoccupato; sono preoccupato le maggiori disponibilità finanziarie di cui questa Regione potrà disporre non trovino una destinazione corretta. Potreste infatti decidere di incrementare la ripresa della spesa corrente e la ripresa degli sprechi invece di individuare dei percorsi che consentano di utilizzare queste risorse per fare in modo che la Sardegna fuoriesca dalla situazione di grave difficoltà economica in cui versa. E' una preoccupazione che credo attanagli tutti noi, ma credo che inizi a preoccupare anche qualcuno della maggioranza.

E' un problema che dovremo affrontare, e quello che stiamo andando ad approvare non consente per oggi di essere ottimisti. Ecco perché ritengo che anche questo comma di quest'articolo vada soppresso e la battaglia della minoranza contro questa finanziaria che non condividiamo vada portata avanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io nel dichiarare il mio voto favorevole all'abrogazione del comma 3 volevo approfittare della presenza del Presidente della Regione - che adesso è tra i banchi della maggioranza - per spendere una parola sulla delibera che è stata approvata dalla Giunta, e vorrei prendere atto - e lo dico senza timore, con soddisfazione - che la delibera riflette in gran parte quanto era stato approvato con l'ordine del giorno unitario.

Prendiamo atto con piacere che anche questa Giunta si riconosce pienamente nella vertenza entrate e finalmente si decide a difenderla come un patrimonio di tutti i sardi e come uno strumento attraverso il quale noi potremo finanziare politiche pubbliche in misura maggiore e migliore di quanto non abbiamo potuto fare fino adesso. Questa delibera approvata - e lo dico di nuovo al Presidente della Regione che siccome passa raramente in aula spende parte del suo tempo a salutare i consiglieri -assegna però al Presidente e alla Giunta una grande responsabilità, che è quella di essere all'altezza di un mandato così ampio come quello che il Consiglio gli ha conferito. Questa minoranza incalzerà ogni giorno la Giunta perché a questa delibera ne seguano eventualmente altre che abbiano carattere esecutivo, mandatorio, affinché (se il nuovo accordo con le entrate non trovasse piena attuazione) venga effettivamente impugnato il bilancio dello Stato o comunque si individui uno strumento idoneo a tutelare i diritti dei sardi.

Quindi noi non daremo tregua, seguiremo giorno dopo giorno l'andamento della trattativa con il Governo, crediamo che questa delibera tolga ogni remora e ogni scusa il Presidente della Regione per non esercitare con coraggio e fermezza il ruolo che gli compete oggi, che è quello di tutelare i frutti di una grande battaglia, una grande vertenza, che certamente può portare buoni risultati alla Sardegna.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 89 e 282, di identico contenuto.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 89 e 282, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Milia, Oppi, Sanna Paolo e Tocco hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Steri - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 56

astenuti 4

maggioranza 29

favorevoli 20

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 281.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Se l'Assessore mi dedica un attimo del tempo, avanzerei una proposta, sempre in linea con il ragionamento che si faceva prima tra spese di investimento e spese di parte corrente.

Questa è un'inutile, a mio giudizio, una inutile rigidità che si conferisce al bilancio, nel senso che fittiziamente si dice: questa è in conto capitale e questa è in spesa corrente. Nulla vieterebbe, anche per inviare un segnale diverso - e in questo senso penso che saremmo tutti d'accordo anche sulla presentazione di un eventuale emendamento orale con la possibilità di fermarci un attimo su questo emendamento soppressivo - per far sì, Assessore, che da due fondi (uno per spesa corrente e l'altro per spesa di investimento) si addivenisse ad un unico fondo indistinto, che lasciasse al Consiglio la possibilità di porsi anche criticamente un problema quando legifera: quanta parte metto in parte corrente e quanta parte dedico agli investimenti.

Avere le somme in un fondo indistinto toglie rigidità al bilancio, pone al Consiglio un quesito quando legifera sull'entità delle somme che mette in gioco, e ci consentirebbe di avere anche una funzione critica nel momento legislativo. Perché poi, quando non ci sono più somme disponibili, si rischi di rendere inoperative per mancanza di "copertura finanziaria" leggi magari validissime, mentre sarebbe un'utile innovazione cancellare una inutile rigidità del bilancio e iscrivere le somme in un fondo unico indistinto. Sarebbe un segnale nuovo nel nostro modo di fare le leggi, che ci porterebbe, nel momento in cui le approviamo, a porci il problema su come allocare le risorse.

Io sarei d'accordo a inviare questo segnale, che non comporta niente - glielo confermeranno anche gli Uffici - sul piano dell'organizzazione del bilancio ma mette il Consiglio in una condizione critica di fronte alla scelta della destinazione da dare alle risorse che vuole impegnare nella sua attività legislativa, e in qualche modo lo pone nella condizione di autorientarsi a favorire maggiormente gli investimenti piuttosto che le spese correnti. Credo che sia un'innovazione piccola che può apportare benefici anche alla nostra immagine che passa attraverso il bilancio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'emendamento presentato e colgo l'occasione della presenza del Presidente della Regione Cappellacci, per esprimere la mia opinione in relazione al comunicato Ansa sui propositi per il 2011, con particolare riferimento alla proposta contenuta nel programma economico e finanziario inerente l'abolizione delle quattro Province della Sardegna.

Richiamo l'attenzione del Presidente solo per dire che, a mio modo di vedere, le quattro nuove Province sarde sono necessarie, anche nell'ottica di una programmazione futura che potrà e dovrà tener conto sicuramente del federalismo fiscale, in particolare nel momento in cui si parla di federalismo guardando ad un federalismo che non è solo di tipo esterno, di rivendicazione nei confronti di Roma, anche di tipo interno, di delega di funzioni verso enti intermedi. Sotto questo aspetto credo che le Province rappresentino la miglior organizzazione di più Comuni. Oltre al fatto che ormai, dopo qualche difficoltà durante la prima fase di avvio, stanno rappresentando comunque una realtà importante per il tessuto organizzativo territoriale.

Credo che la difesa delle quattro Province sarde sia doverosa, a meno che la Regione non decida di abolire tutte le Province, partendo anche dalle quattro storiche, individuando magari un nuovo modello organizzativo. Credo che il viatico migliore non sia quello di partire dalle ultime quattro province regionali ma di mantenere tutte le otto Province per rafforzare i loro territori e le loro specificità. Quindi invito il Presidente a rivedere il proprio programma soprattutto in relazione alla rivisitazione o all'eliminazione delle quattro Province che pone al primo punto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 281 che prevede la soppressione della lettera a) del comma 3 dell'articolo 1, e per ricordare al Presidente, e all'assessore La Spisa in particolare, la possibilità auspicata più volte da quei banchi di occuparsi dei bandi ai quali molte Unioni di Comuni, Comunità montane e anche Comuni singoli hanno partecipato e, pur risultando idonei, sono stati esclusi dal finanziamento, a volte con decisioni perlomeno cervellotiche e discutibili. E siccome, dicevo, spesso si è parlato di entroterra unico, se vogliamo che l'entroterra oltre che unico non diventi un buco sempre più grande nella ciambella Sardegna, vi chiedo di provvedere, con fondi di rotazione o fondi perequativi, a porre rimedio ad una situazione che, se rivista in tal senso, invierebbe sicuramente un segnale importante all'economia di quei Comuni che, per ora, in maniera inesorabile subiscono un processo quasi ineludibile di spopolamento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 281. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 280 . Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 88 e 279, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 88 propone la soppressione del comma 4 che determina la misura, attraverso la Tabella C, delle autorizzazioni di spesa per le quali le disposizioni vigenti rinviano alla legge finanziaria la quantificazione.

Ora, è evidente che questo comma ha una funzione abbastanza generica perché, dentro la Tabella C dovremmo anche poter, di volta in volta, capire quello che si decide di finanziare, come si decide di finanziarie e in che misura. Avrebbe quindi bisogno di una ricognizione più puntuale, anche perché, nel corso dei lavori della Commissione, abbiamo visto che, per esempio, ci sono norme di legge che impegnano a una spesa che sono state di fatto svuotate delle risorse; quindi, vengono finanziate tutte o nessuna.

Peraltro questa attività è discrezionale solo per modo di dire perché la Giunta propone ma spetterebbe al Consiglio andare a verificare. Noi invece normalmente non lo facciamo. Comunque questo comma è molto importante perché può decidere la continuità di una disposizione o la sua discontinuità, e rivela anche l'esigenza, nel finanziarla in un certo modo piuttosto che in un altro, di dare vita ad un sistema legislativo più innovativo, a dei testi unici.

Per esempio qui si notano materie che sono spezzettate in mille rivoli, probabilmente questa è una fonte che, invece di produrre una razionalizzazione del sistema di spesa, produce una dispersione; dispersione che è imposta da autorizzazioni di legge ma che di fatto fa capo a momenti di pensiero legislativo frammentati nel tempo. E quindi, lo so, è un ragionamento che si è tentato di fare in passato e che non ha mai trovato un approdo, credo però che dovremmo dedicarci a ciò - e mi auguro per voi che lo possiate fare - nella prossima finanziaria.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, dichiaro anch'io il voto favorevole su questo emendamento e riprendendo il ragionamento di prima mi piacerebbe conoscere il parere dei consiglieri delle nuove quattro province su questo tema. Lo chiedo in particolare ai miei colleghi della Gallura, Biancareddu, Lai, Sanna e Bardanzellu, perché molto francamente la preoccupazione che intravedo io dietro a questo problema riguarda un altro tema che sta a cuore a tanti di noi e a me in particolare, e cioè il tema delle AA.SS.LL..

Oggi l'organizzazione del sistema sanitario trova una perfetta coincidenza tra il territorio provinciale e il territorio dell'azienda sanitaria. L'eliminazione delle quattro nuove province potrebbe quindi modificare l'attuale assetto organizzativo. Se a questo si aggiunge anche l'idea della macroarea, sulla quale abbiamo discusso tante volte, e quindi della possibilità di spogliare le varie province, le varie aziende del potere di spesa sul territorio per concentrare tale potere in un'unica zona (e non si sa quale sarà questa zona, ma presumibilmente non sarà nel nord della Sardegna o al centro, magari sarà più nella zona di Cagliari) tale operazione mi preoccupa ancora di più.

Per cui mi piacerebbe sentire che cosa pensano i colleghi delle quattro nuove province sia sul tema del federalismo (quello di tipo interno, e quindi di suddivisione e di organizzazione di assetto anche di tipo finanziario) sia sul tema di riorganizzazione delle province, e quindi anche del sistema sanitario che viene annunciato.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 88 e 279, di identico contenuto.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 88 e 279, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Floris Mario, Milia e Tocco hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Greco - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 62

votanti 58

astenuti 4

maggioranza 30

favorevoli 23

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'esame degli emendamenti numero 87 e 27, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 87 reca la proposta di soppressione del comma 5. Il comma 5 interessa la Tabella D dove sono allocate, rispetto alle leggi ordinarie, le diminuzioni o gli aumenti di finanziamento che si prevede di attuare nella finanziaria del 2011. Anche qua la disamina delle partite in aumento o in diminuzione rispetto alle leggi, pur nella confusione che questo addensamento legislativo sulle stesse materie comporta; dà il senso di alcune scelte.

Per esempio si tolgono 5 milioni destinati ad interventi di bonifica nello stagno dell'oristanese (assessore, si faccia carico di spiegarci il perché), si tolgono soldi al progetto SIBAR, che è uno strumento nato per modernizzare la nostra Regione e accelerare la spesa; si diminuiscono i fondi per le progettazioni delle opere di viabilità stradale (quindi per investimenti); si diminuiscono anche le risorse del fondo regionale per l'edilizia abitativa. Ci sono interventi che ovviamente la freddezza del comma 5 non spiegherà mai a nessuno. Non si comprende perché aumentino di 16 milioni le risorse per i contributi in conto interessi per le imprese turistiche, vorrei capire perché tutto questa attenzione verso un determinante settore e non si procede invece, come suggerirebbe la politica tremontiana dei tagli lineari, ad una maggiore equità nella valutazione dei tagli o delle implementazioni di finanziamento, che in questo momento sarebbero più che mai giustificate, anche di fronte agli impegni legislativi recenti o non recenti.

Anche questa è una partita che viene posta in votazione senza che si entri nel merito e ciò potrebbe portare a gravi penalizzazioni di alcuni territori a vantaggio di altri senza che noi ci rendiamo conto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). L'intervento pronunciato dal collega Sanna ci aiuta a spiegare un'altra curiosità. Sarà poco, ma uno dei fondi che viene incrementato è il FITQ, il fondo integrativo del trattamento di quiescenza del personale regionale. Quello è un fondo senza fondo che si mangia sistematicamente un pezzo del bilancio della Regione (in una pessima gestione a noi tutti nota) ma sul quale nessuno intende intervenire. Passano le legislature, cambiano gli Assessori competenti e quel fondo senza fondo continua a rimanere così; anzi ogni tanto ci sono tentativi di aggressione: qualche pensionato agevolato, incentivato ad andare in pensione con risorse finanziarie stabilite dalle leggi finanziarie passate che rivendica trattamenti di quiescenza vantaggiosi o riconoscimenti di natura contrattuale per contratti intervenuti successivamente al suo pensionamento. Questo lo dico perché mi sembra stridente il contrasto, per esempio con la riduzione di 15 milioni di euro degli interventi a favore del sistema dell'istruzione.

Noi dobbiamo pertanto affrontare - io penso che lo dovremo fare insieme, non penso che debba essere motivo di contrasto tra maggioranza e opposizione - il problema di stabilire una gerarchia di priorità, di valori assolutamente comuni, perché difendiamo il diritto buono dei sardi ad avere un indirizzo di spesa più congruo rispetto all'interesse generale, evitando accuratamente operazioni, non dico neppure clientelari, comunque di attenzione specifica verso coloro che vivono già una condizione se non di privilegio sicuramente di garanzia. Dovremmo investire di più sui giovani e sulla loro possibilità di istruzione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente grazie, dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 87, che come precedenti emendamenti, ha un intendimento preciso; da una parte sventare la presa in giro che questa finanziaria di fatto costituisce rispetto alle esigenze dei sardi, dall'altra aiutare la Giunta regionale e il Presidente della Regione ad essere coerenti con quanto dicono.

Con questo emendamento noi, di fatto, vogliamo abrogare il comma relativo alle riduzioni e agli incrementi (e quindi la Tabella D) rispetto alle autorizzazioni di spesa. Bene, queste riduzioni e questi incrementi analizzati - l'ha ricordato l'onorevole Sanna, che ha parlato prima di me - vanno in controtendenza rispetto alle affermazioni di cui il Presidente della Regione, in questi giorni, è prodigo nelle sue quasi giornaliere conferenze stampa.

E' utile per il Presidente della Regione abrogare questo emendamento, perché in questo modo potrà mantenere fede a quanto dichiarato in conferenza stampa, laddove affermava la necessità di porre e di immaginare strumenti e azioni per migliorare le condizioni della Sardegna, vittima di una pesante crisi. Peraltro il Presidente si ferma soltanto al momento dell'immaginazione di questi strumenti, e questo è un momento nel quale lui è fermo ormai a due anni. Noi vorremmo, invece che passasse dal momento dell'immaginazione a quello dell'azione. Si ferma al momento dell'immaginazione, ma ritiene comunque, pur fermandosi a questo momento, che ci sia la necessità di immaginare strumenti e azioni. Mentre dichiara tutto ciò in conferenza stampa (che nega essere momento di propaganda, eccetera) allo stesso tempo è qui - veramente non c'è, è arrivato e se n'è già andato - perché la maggioranza sostenga la finanziaria, che nei suoi contenuti, invece, di tutto fa tranne che immaginare e predisporre strumenti perché la Sardegna si riprenda dalla crisi.

Noi continueremo nel nostro lavoro con questi emendamenti, richiamando la maggioranza a una maggiore attività, a onorare il proprio ruolo di consiglieri regionali. C'è un'Aula, Presidente, distratta, che sta pensando a tutto tranne che alla finanziaria, il Gruppo del P.d.L. è decimato dalle vacanze natalizie, su undici consiglieri in congedo nove sono del P.d.L.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, riprendo il ragionamento iniziato precedentemente dai miei colleghi. L'onorevole Sanna ricordava come quest'articolo 5 faccia riferimento ad una tabella, la Tabella D, all'interno della quale sono illustrate in maniera abbastanza chiara le cifre relativamente agli aumenti o alle diminuzioni di spesa per quest'anno in corso, e per i successivi.

Io ho provato a puntare lo sguardo sulla pagina relativa alla pubblica istruzione: su quindici voci ce ne sono almeno dodici in diminuzione, e alcune anche in maniera molto consistente. Voglio ricordarne qualcuna. Borse di studio a studenti di scuola pubblica primaria e secondaria: meno 1 milione di euro; assegni di merito a favore di studenti universitari: meno 3 milioni di euro. Da tutte queste voci emerge con chiarezza che proprio nel settore dell'istruzione è stata fatta una strage di possibilità e di opportunità per le tante articolazioni di quell'importante settore vitale della nostra vita pubblica.

Questo è uno dei motivi che ci porta a sostenere con forza la necessità di sopprimere questo comma 5 dell'articolo 1, del disegno di legge numero 219, e ci porta quindi a ribadire con forza e con convinzione che è necessario opporsi a questa manovra finanziaria che è stata impostata dalla Giunta regionale. Ovviamente, il clima che si è determinato non è dei migliori, e ciò anche a seguito delle ultime decisioni della Giunta regionale. E non mi riferisco in questo caso alla delibera, sulla quale tornerò più avanti, relativa all'azione promossa o in via di promozione, o comunque avviata dalla Giunta nei confronti dello Stato per quanto riguarda la questione delle entrate, mi riferisco alle altre delibere relative ai commissariamenti, sulle quali davvero serve una riflessione molto attenta, perché si è messo in discussione il principio della collaborazione tra Regione ed Enti locali. Credo che su questo bisognerà ritornarci, avremo occasione per farlo più avanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, anch'io intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento, anche perché nella Tabella D, come è stato detto, sono più le voci in diminuzione che quelle in aumento, e pertanto rispecchia la filosofia politica che è quella di far quadrare i conti con un sacrificio un po' su tutti i capitoli. Però anche io vorrei soffermarmi in particolare su una parte della Tabella, quella relativa al lavoro, che continua gli interventi relativi alla salvaguardia e valorizzazione ambientale del Parco Geominerario.

Vedo con favore, per carità, lo stanziamento regionale che mantiene in vita il Parco Geominerario, e che ancora una volta io credo comporti la rinuncia -eforse abbiamo colpe anche noi quando abbiamo amministrato - alle risorse dello Stato, perché il Parco Geominerario nasce, sì, per la valorizzazione del patrimonio, però nasceva anche per la stabilizzazione degli LSU, che oggi sono ancora in capo all'ATI o in capo al cosiddetto Consorzio ATI-IGEA, che mi sembra sia in fase fallimentare; per questo abbiamo presentato un'interpellanza. Spero che se ne parli, perché questa è una partita importantissima, perché parliamo di bonifiche delle aree minerarie dismesse, e ancora una volta la Regione Sardegna interviene in questo settore con finanziamenti propri, rinunciando a quella marea di risorse finanziarie che dovrebbe arrivare dallo Stato, perché le aree del Sulcis-Iglesiente-Guspinese sono state inserite in quella ad alto rischio ambientale, e quindi titolate a ricevere risorse finanziarie dallo Stato, in concorso chiaramente anche con la Regione.

Sino a questo momento, però, stiamo spendendo solo risorse regionali, e ci stiamo allontanando dallo spirito con il quale nacque il Parco. I famosi, oggi saranno 380, lavoratori socialmente utili avrebbero dovuto essere stabilizzati nelle società che dovevano acquisire e utilizzare il patrimonio immobiliare ex minerario, riconvertito in attività produttive. Siamo mille miglia lontani da questo progetto, un bellissimo progetto, un progetto interessantissimo, non foss'altro perché poi fece nascere il Parco Geominerario, che è un Parco nazionale, e quindi credo abbia tutte le caratteristiche perché, come Parco nazionale, possa direttamente accedere ai fondi europei, dei quali ancora non sento parlare. Quindi io credo che ci si dovrebbe soffermare ulteriormente su questo segmento a mio avviso importante, perché potrebbe…

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, mi ricollego in parte - sono a favore dell'emendamento - all'intervento del collega Lotto, quando faceva riferimento ai commissariamenti. Io credo che la Giunta abbia utilizzato questo strumento, dopo quello delle AA.SS.LL., per attuare un vero è proprio spoil system. Se poi esaminiamo i commissariamenti dei consorzi industriali, laddove sono avvenuti, credo che ci sia poco da dire. Dove c'era invece bisogno di intervenire - perché il commissariamento è una misura straordinaria che normalmente viene adottata laddove ci possano essere delle difficoltà - magari non si è intervenuti o non si è voluto intervenire. Mi riferisco ad alcuni consorzi, dove ci sono problemi legati agli espropri, altri dove ci sono problemi legati all'inserimento di nuove forme di pagamento o di tassazione dei consorziati, altri dove c'è un problema, come quello della Gallura, legato alla TARSU, elevatissima nelle zone dei consorzi industriali, che sta portando a una vera e propria crisi delle aziende laddove sono insediate.

Nel merito poi della Tabella D, in particolare per quanto riguarda la voce della sanità, trovo difficile da condividere una diminuzione dei programmi sperimentali "Ritornare a casa". Nelle annualità 2011-2012-2013 c'è un taglio rispettivamente di 3 milioni, 8 milioni e 8 milioni. Io consideravo questa iniziativa una grande conquista, perché, oltre che consentire a molte persone disagiate di stare a casa propria, piuttosto che appoggiarsi a strutture ospedaliere, ha consentito dei veri e propri risparmi di spesa. E se non è questo razionalizzare la spesa nel sistema sanitario, francamente io non so quali altre forme o strumenti ci possiamo inventare.

Oltre quindi aver restituito dignità a molte situazioni, riportando a casa molte persone, abbiamo conseguito il secondo obiettivo di risparmiare. Non so quindi perché, francamente, se non per una logica matematica, si preveda il taglio di questa spesa. Così pure non condivido il taglio dei progetti finalizzati alla lotta contro le patologie croniche, altrettanto consistente, e non capisco perché ci sia, anche se piccolo, minimo, un taglio di 250 mila euro relativamente alla spesa per la sorveglianza della sanità animale, con tutto quello che abbiamo avuto modo di vedere in questi ultimi anni in questo settore, con tutte le difficoltà che ci sono in quel tipo di comparto. Occorre semmai assicurare livelli di sicurezza maggiore e consentire una maggiore mobilità del "parco animali" della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, colleghi, Assessori, intervengo innanzitutto per dichiarare il voto favorevole all'emendamento, poi per segnalare che nella Tabella D sono previste due riduzioni che secondo me hanno carattere d'urgenza, nel senso che è necessario un intervento perché vengano ripristinati gli stanziamenti originari.

La prima riduzione è relativa alla legge numero 51 del 1993. Noi conosciamo le difficoltà, le forti difficoltà economiche che vivono le nostre aziende, in un momento in cui il tessuto economico sardo attraversa una fase di grande difficoltà; ecco, io penso che gli interventi previsti nella "51" più che tagliati sarebbero dovuti essere rimpinguati. Consideriamo che stiamo parlando di tutte le risorse per il 2011, avrei capito se fossero state quelle del 2010, ma quelle del 2011 andavano assolutamente rimpinguate.

La seconda riduzione è quella relativa al contributo straordinario che la Regione gira all'ENAS. Tra l'altro io ho presentato un emendamento in Commissione bilancio, del quale non ho ancora saputo la sorte, proprio relativo al rimpinguo di quel capitolo. Questo perché, quei famosi 17 milioni sono stati portati a 10 milioni, con un taglio di 7 milioni, e parte di queste risorse - come l'Assessore sa, perché ne abbiamo discusso - sono destinate all'utilizzo per l'abbattimento delle quote di energia pagate ai Consorzi di bonifica, che automaticamente rigirano i costi relativi agli agricoltori. Ecco, questa grave riduzione porterà sicuramente a un aggravamento dei costi dell'acqua che pagheranno gli agricoltori.

Non penso che in questo momento noi ci possiamo permettere qualcosa del genere; ci sono lettere inviate dal Presidente dell'ENAS che evidenziano la possibilità di una riduzione dei capitoli destinati a loro, però non di queste entità. L'emendamento presentato, proprio relativo alla Tabella D, prevede un incremento di circa 3 milioni di euro. Io penso che l'Assessore, la Giunta dovrà prestare grande attenzione a questo emendamento, proprio perché offre l'opportunità di ripristinare tariffe adeguate, per l'energia elettrica che viene fatturata dai consorzi agli agricoltori, che in questo momento di grande difficoltà potrebbero sicuramente dare respiro e un po' d'energia alle nostre aziende agricole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, preliminarmente dichiaro il voto favorevole all'emendamento. Abbiamo oltre duecento emendamenti ancora da esaminare sull'articolo 1, quindi ci prepariamo a trascorrere la notte. Noi siamo attrezzati, abituati, allenati dopo l'occupazione, probabilmente anche voi, però visto che la Commissione programmazione e bilancio generalmente è composta dai Capigruppo, e li avviene spesso il confronto, il dialogo, a volte anche per sottogruppi, io credo che sia utile - e lo dico anche ai sopravvissuti non vacanzieri del P.d.L. - avviare un confronto tra di noi in aula, capire cosa pensate (se pensate qualcosa) capire cosa pensate della finanziaria, capire cosa pensate di questo articolo 1, se possiamo insieme migliorarlo, oppure se anche voi siete sudditi, se c'è qualcuno che vi impone di stare sotto silenzio, se c'è qualcuno che vi dice che dovete essere lì e alzare la mano, svolgere il ruolo di peones.

Quello che io cercherò di fare, d'ora in poi, sarà capire se ci può essere un modo tra di noi per confrontarci, un modo per dire qualcosa, se avete qualche briciola di idea. Guardate, il presidente Cappellacci oggi, tra le tante affermazioni pronunciate in conferenza stampa, ci ha detto che questa è la prima vera riforma. Intanto non so che concetto abbia di riforma, ce lo dirà lui, o magari ce lo diranno i colleghi dei Riformatori, perché solo non è una riforma, ma non è neanche una legge degna di questo nome. L'avete detto voi: è senz'anima, è vuota, è senza senso. Allora, se questa è la prima riforma del centrodestra, tanti auguri alla Sardegna!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare intanto il voto favorevole a questo emendamento, e perché mi piacerebbe capire che cosa ne pensino i colleghi della maggioranza, e anche i colleghi della Commissione pubblica istruzione e lavoro, del fatto che nella Tabella D a cui si fa riferimento, al comma 5, i fondi che vengono ridotti, alcuni anche in modo sostanzioso, riguardano per esempio gli interventi a favore del sistema dell'istruzione: 15 milioni in meno delle previsioni del 2010. Già nel 2010, in quel capitolo ben poco si è speso ben poco, in più nel 2011 procediamo ad una ulteriore riduzione di 15 milioni.

Così come viene ridotto il programma straordinario dell'edilizia scolastica, così come vengono ridotti gli stanziamenti per l'abbattimento dei fitti casa per studenti e così via. Credo che quest'Aula, anche all'unanimità, si sia espressa sulla necessità che il sistema scolastico sardo, il sistema dell'istruzione venga rilanciato e implementato. Certamente non si può rilanciare con la riduzione dei trasferimenti, dei finanziamenti. Io vorrei pertanto capire qual è la vostra idea. E' vero che molto probabilmente quando è stata presentata (passatemi il termine) questa specie di finanziaria, l'assessore Milia non era in carica, ma chiedo a lui con quali strumenti voglia affrontare le emergenze se non con le risorse finanziarie. Sarebbe importante che la Giunta rispondesse, ma, soprattutto, come ha già detto il mio Capogruppo, anche che i colleghi della maggioranza si esprimessero su questi punti.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 87 e 278, di identico contenuto.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 87 e 278, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Espa e Porcu hanno votato a favore e che i consiglieri Contu Felice, Dedoni, Floris Mario e Rassu hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 57

astenuti 3

maggioranza 29

favorevoli 21

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 24, 104 e 277 vengono ritirati dai presentatori.

Passiamo all'emendamento numero 112.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, colleghi, l'emendamento si propone di intervenire sul comma 7 relativo al fondo unico degli enti locali. Il Presidente della Regione ci dice: "La Regione per te, tu per la Sardegna. E' il metodo col quale costruire un nuovo modello basato su un forte impegno del Governo regionale e sul coinvolgimento dei cittadini all'insegna del protagonismo dei territori e degli enti locali", e tanto per non farci mancare niente tagliamo i fondi. Cioè, il comma 7, così come definito, non è l'adempimento di una legge, è un abuso, perché è una norma che non rispetta la legge, neanche in quella formulazione. Ed è perciò che ne proponiamo la soppressione e più avanti vi proponiamo, con l'emendamento numero 79 quale deve essere la nuova formulazione, quella adeguata al rapporto di una Regione moderna con gli enti locali.

In quell'emendamento vi proponiamo di non inserire più cifre, ma di costituire il fondo unico per il finanziamento degli enti locali come una quota percentuale del Titolo primo delle nostre entrate, prevedendo cioè la partecipazione diretta, immediata e senza mediazioni del sistema degli enti locali ai benefici di entrata che la Regione ha. Non si tratta di evitare che gli enti locali debbano venire tutti gli anni nelle audizioni delle Commissioni regionali a dire che non è stata rispettata una legge, ma si tratta di sancire un automatismo che faccia sì che si realizzi quel sogno che i nostri padri autonomisti hanno sempre vagheggiato, cioè quello di realizzare davvero concretamente un sistema istituzionale unitario in questa nostra Sardegna tra noi, i comuni e le province.

Per fare questo bisogna applicare il principio dell'equiordinazione e l'equiordinazione si realizza facendo partecipare gli enti locali direttamente in maniera automatica, in termini percentuali ai benefici delle entrate regionali. Oggi i comuni della Sardegna portano a casa meno del 10 per cento delle intere entrate regionali, al netto della spesa sanitaria prendono appena il 16 per cento, cioè metà del bilancio, tolti i 3 miliardi e mezzo che vanno alla sanità. E' una sproporzione che avrebbe bisogno di una dignità diversa, che basterebbe attuare attraverso una formulazione normativa diversa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole all'emendamento numero 112 e per sottoscrivere anche le affermazioni dell'onorevole Sanna in relazione alla gravità di questo comma e alla riduzione degli stanziamenti in favore dei comuni che questo comma contiene.

Siamo in un periodo nel quale i sindaci con tanta fatica stanno cercando di compensare i tagli del Governo Berlusconi, del Governo Berlusconi-Bossi-Tremonti, tagli che il Governo nazionale sta imponendo al sistema con l'obiettivo di risanare la finanza pubblica, dimenticandosi che proprio gli enti locali sono coloro che ad oggi, negli ultimi due anni, hanno contribuito fattivamente al risanamento della finanza pubblica. Bene, in risposta a questo grande senso di responsabilità dei sindaci, di chi guida gli enti locali, il Governo nazionale, ma anche quello regionale a seguire, impone nuovi tagli, dimenticandosi che questi sono gli enti cuscinetto importanti, che fungono anche da ammortizzatore fanno da cuscinetto anche sociale, che cercano di dare risposte in un momento di crisi gravissima.

Credo che la maggioranza si stia assumendo, in questo momento, con l'approvazione di questo comma, una responsabilità molto grave. E' richiesta una voce almeno, che in qualche modo giustifichi la bontà di questo comma; fateci sapere come intendete giustificare questa vergogna: un taglio quasi del 4 per cento al fondo unico degli enti locali a cui si aggiungono tagli ad altri finanziamenti che sono destinati sempre agli enti locali. Si scarica sugli enti locali ciò che invece dovrebbe fare l'amministrazione centrale, cioè una spesa più rigorosa, una spesa più oculata, possibilmente orientata verso gli investimenti e non verso le spese correnti così come invece è avvenuto in misura sempre maggiore in questi ultimi due anni.

E' un richiamo, il nostro, a un senso di responsabilità, a considerare che il sistema degli enti locali è la struttura portante di quest'Isola e che questi tagli non sono più sostenibili. A quelli del Governo Berlusconi si aggiungono i vostri e con questo si aggiunge evidentemente un surplus di indebolimento di quella riforma federale che tanto annunciate, ma che nei fatti indebolite ogni volta che vi apprestate a varare leggi di bilancio e finanziarie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Ritiro questo emendamento perché avremo modo, con gli emendamenti successivi, di affrontare la tematica.

PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti numero 100 e 276, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Volevo spiegare ulteriormente ai colleghi che l'impostazione del fondo unico, così come viene proposta dalla Giunta, rappresenta non un finanziamento ma un taglio. Quest'anno non sono iscritti a bilancio i fondi tanto detestati dal collega Cuccureddu che sostengono le unioni dei comuni che sono ancora in una fase transitoria, cioè di consolidamento e di ricerca di nuove, ulteriori competenze da mettere in comune.

Vorrei ricordare alla Giunta che se non fosse stato per la nostra intuizione, il fondo unico oggi sarebbe una necessità tardiva rispetto a quello che rappresenta invece di fronte al taglio molto pesante dei trasferimenti dello Stato che gli enti locali hanno subito e subiscono anche quest'anno. Fino a quando i tagli non avevano raggiunto l'entità di quest'anno, il fondo unico rappresentava un valore aggiunto per i comuni. Oggi, praticamente, il taglio che impone lo Stato ai trasferimenti, ha annullato il di più che noi abbiamo dato negli anni agli enti locali per gestire le competenze primarie. Adesso, come si suol dire in gergo, potrebbero cominciare i "cavoli amari", nel senso che i comuni saranno costretti ad aumentare le tasse per garantire i servizi di base oppure a tagliare perché non godono più di quel vantaggio che il fondo unico aveva concesso in questo immediato passato. Ecco perché c'è bisogno di una riflessione, una riflessione che significa anche una risposta a quelle persone bisognose, a quelle persone che sono in ritardo di cui ci parla il Presidente nella sua lettera di auguri, ma che dobbiamo tradurre da parole a fatti.

Voi dovete parlare con i sindaci, con gli amministratori per capire che cosa succede nelle nostre realtà, dove la gente piuttosto che dire che ha fame, che non mette insieme la cena con la colazione, sta zitta perché ha una dignità! Ma è possibile che non mostriate un momento di attenzione e di solidarietà reale di fronte a questi argomenti invece che pensare ai massimi sistemi che non producono niente? e che comunque lasciano i risultati lontano nel tempo! Il sistema degli enti locali, ricordatevelo, sarà il sistema, l'unico possibile che potrà portare la Sardegna fuori dalla stagnazione in cui si trova oggi, ricordatevelo perché di ciò ne riparleremo a lungo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento e per ricordare sottolineare l'importanza dei comuni - l'abbiamo ribadita a più riprese e non ci stancheremo di ribadirla - non foss'altro perché l'organizzazione anche sociale dell'Isola è imperniata comunque sui comuni, e noi sappiamo la delicatezza e l'importanza che riveste l'attività degli enti locali in senso lato.

Ulteriori decurtazioni di risorse penalizzano l'attività dei comuni nel dare risposte ai bisogni della gente. Sappiamo quanto sia ormai sensibile la popolazione alle risposte che i comuni danno ai loro bisogni e, nel momento in cui i cittadini perdono la fiducia nell'ente locale, io credo che una buona parte della democrazia venga messa a grave rischio perché i comuni, come sappiamo, offrono risposte immediate ai bisogni.

Chi ha fatto il sindaco sa benissimo che non si può tergiversare quando una famiglia non ha le risorse per poter soddisfare i propri bisogni essenziali; se ha necessità di risposte non la si rimanda indietro senza una risposta (anche se magari una risposta tampone) perché altrimenti si scatena la rabbia, l'ira, si scatena la depressione, si scatenano tutti quei meccanismi di rivolta verso le istituzioni che tutti conosciamo. Lo vediamo anche a livello nazionale: chi contesta non è più il cittadino politicizzato ma sono i giovani che non scorgono prospettive future nel lavoro e nella propria organizzazione familiare.

Sono compiti di grande delicatezza ai quali la Regione Sardegna non può sottrarsi e dovrebbe prestare ulteriore attenzione perché ripeto l'aiuto verso chi ha più bisogno fa parte della nostra cultura. Non per niente tra le espressioni sarde c'è anche il termine s'aggiudu torrau, che sta a significare l'aiuto reciproco, quell'aiuto col quale il vicino sosteneva la persona in grave difficoltà e offriva le proprie risorse perché non cadesse in disgrazia e potesse superare il momento del bisogno. Io credo che non sia scandaloso che la Regione Sardegna adotti il principio di s'aggiudu torrau, verso i propri amministrati, e lo si vede...

PRESIDENTE. Onorevole Agus, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto a favore dell'emendamento numero 100. Intanto credo che sia stata una scelta intelligente andare a costituire, nella passata legislatura, il fondo unico per gli enti locali. Da un lato, infatti, ha messo i comuni nella condizione innanzitutto di non dover più subire l'incertezza dei trasferimenti da parte dell'amministrazione regionale o di dover continuare, come succedeva nel passato, a recarsi a Cagliari e piatire l'amico di turno, l'Assessore di turno o il consigliere regionale di turno per ottenere un contributo per il proprio territorio, dall'altro ha messo anche l'amministratore locale nelle condizioni di scegliersi il proprio futuro perché ogni amministrazione è stata messa nella condizione di decidere come spendere le proprie risorse economiche.

Io credo che l'articolo 7 vada soppresso soprattutto perché viola il principio ispiratore dell'articolo 8 dello Statuto secondo il quale una percentuale fissa delle nuove entrate doveva essere trasferita agli enti locali, ai comuni e alle province. Se non ricordo male un anno fa circa la stragrande maggioranza dei sindaci della Sardegna occuparono, anche con prepotenza, quest'Aula proprio per richiedere il rispetto di quel principio.

Sono convinto anche che vada abolito il comma 7 perché la crisi che si sta attraversando è una crisi imponente, è una crisi che molti economisti dicono che non sia ancora giunta al termine. Io mi auguro che non sia così perché sarebbe drammatico veramente per la Sardegna affrontare una crisi ancora peggiore di quella che stiamo vivendo, ma credo che trasferire risorse agli enti locali, ai comuni e alle province, mettere in condizione i comuni e le Province di spendere con immediatezza per dare una risposta ai bisogni dei sardi, sia un modo intelligente, un modo veloce di accelerare la spesa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Intervengo per sostenere l'emendamento numero 100 soppressivo del comma 7 dell'articolo 1, ma io lo faccio perché ho a cuore la questione dei tagli ai trasferimenti agli enti locali. Stiamo ragionando su tagli effettuati in misura superiore al 3 per cento, riduzione notevole se questi tagli vengono sommati a quelli già effettuati dallo Stato.

Insomma, i comuni sono stretti in una morsa feroce fra i tagli praticati dal Governo centrale (in questa sorta di federalismo come dire tanto ipotizzato ma che di concreto a noi non darà nulla se non strette sempre maggiori) e i tagli che vengono praticati dalla finanziaria regionale. E perché questo? La Regione che dovrebbe aiutare i suoi enti locali, gli enti locali della Sardegna, a dare una mano a superare le gravi difficoltà che tutti attraversano, in realtà che cosa fa? Decide tagli di questo tipo.

Ancora una volta i comuni, si trovano stretti tra il patto di stabilità che deve essere rispettato e i tagli che vengono effettuati. E non sono sufficienti, badate, delibere, come quella dei giorni scorsi che offrono un modesto aiuto rispetto alle richieste che vengono avanzate. Erano stati chiesti oltre 100 milioni per affrontare la situazione derivante dal rispetto del patto di stabilità per i comuni sopra i 5 mila abitanti e invece sono state messe a disposizione risorse, nella misura di 25 milioni di euro, che seppure costituiscono uno sforzo lodevole non sono assolutamente sufficienti.

I tagli effettuati impongono ai Comuni di fare i conti con quelli, però non si tiene conto che i tagli cadano anche sulla sanità, sui servizi sociali. Sono previsti - ho visto nella tabella che avete presentato, la Tabella D - anche tagli ai finanziamenti all'edilizia residenziale e abitativa, e anche questo è un tema scottante del quale probabilmente potremmo discutere nel corso dell'esame dei successivi emendamenti. Praticare tagli in questo settore, in un momento nel quale numerose famiglie vengono sfrattate, mandate in strada e i comuni fanno richieste per avere maggiori risorse da destinare all'edilizia abitativa, significa tenere in nessuna considerazione le richieste che provengono dalla popolazione.

Quello che salta all'occhio in una maniera davvero eclatante è la differenza che esiste fra un Consiglio regionale che si chiude nella stanza, come questa di questo Consiglio, e gli enti locali e i sindaci che devono affrontare una realtà diversa, che è quella giornaliera di coloro che vanno a bussare per chiedere conto dei problemi che devono essere affrontati e che non possono certamente affrontare all'interno di una politica di tagli. Noi dobbiamo metterci in testa tutti quanti che la Regione deve essere a disposizione degli enti locali e tutte le risorse, tutte quelle che possono essere utilizzate, devono assolutamente essere messe a disposizione. Qua siamo, invece, di fronte a tagli feroci (ho utilizzato questo termine e lo ribadisco perché di questo si tratta) proprio ora che i comuni devono approvare i bilanci di previsione e...

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, ero incerto se intervenire perché mi era venuto in mente un film visto tanti anni fa, intitolato Non guardarmi: non ti sento, che aveva due protagonisti, uno cieco e uno sordo. Oggi francamente quest'Aula mi ricorda quel film. Mi sembra di pronunciare un discorso tra persone che o non si vogliono guardare o non si vogliono ascoltare.

Gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto penso che riguardino tutti, che riguardino tutti coloro che hanno avuto occasione di fare gli amministratori negli enti locali, non solo come sindaci, come assessori, ma anche come consiglieri comunali. Ma non solo questo. Richiamano anche l'attenzione dell'Aula sul rispetto anche di quelle regole che tante volte noi citiamo, che vogliamo che vengano rispettate, che utilizziamo come guida, come segnale per andare avanti e molto spesso siamo noi i primi che non le rispettiamo.

Quando fu istituito il fondo unico venne previsto un meccanismo di adeguamento legato alle entrate. Chi mi ha preceduto ha detto: ci sembra che ci sia stato un taglio, non un adeguamento. Le risorse rimangono 580 milioni di euro, la stessa misura prevista per l'anno precedente, e quindi mi sembra che siamo i primi noi a non rispettare questo tipo di impostazione e questo tipo di regola. E' evidente, e concordo con chi mi ha preceduto, che se le assegnazioni sono uguali a quelle dell'anno precedente presumibilmente le risorse destinate alle amministrazioni comunali saranno uguali a quelle dell'anno precedente, con un piccolo particolare che i costi da un anno all'altro aumentano e quindi o ci sarà un taglio dei servizi o in qualche modo le amministrazioni comunali dovranno aumentare il livello impositivo per poter garantire gli stessi servizi (non nuovi servizi o nuove risposte a nuove esigenze) ma gli stessi servizi assicurati negli anni precedenti.

Di fronte a questa situazione mi sembra assurdo che non ci si ponga il problema e non si trovi una soluzione nel rispetto delle regole che ci siamo dati. Quindi invito i colleghi ad ascoltare e ad accogliere qualche sollecitazione, non dico tutte (forse molte di quelle che stiamo facendo possono non essere accolte) ma almeno qualcuna che riguarda non esigenze particolari, ma gli interessi di tutte le amministrazioni e di tutti gli enti locali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo rapidamente solo per evitare che a verbale risulti una posizione non corretta del mio pensiero. La norma prevede semplicemente ciò che prevede la legge nazionale, la numero 122 del 2010, e cioè il passaggio dalle forme aggregate, volontarie e incentivanti, a forme obbligatorie, altrimenti avremmo costituito in Sardegna un quinto livello istituzionale.

Cioè mentre si parla di riduzione delle province noi andremmo a finanziare (con somme aggiuntive che servono per pagare segretari, amministrativi, amministratori, gettoni) un nuovo livello istituzionale. Credo che sarebbe stata una scorrettezza, invece questa norma ha assolutamente un senso: stiamo applicando ciò che si applica in tutta Italia. Mi riferisco all'intervento dell'onorevole Gian Valerio Sanna che mi ha chiamato in causa e quindi volevo semplicemente precisare che è la legge nazionale che prevede questo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, il ragionamento sul fondo unico e quindi sul ruolo dei comuni nella gestione delle finanze locali, dei servizi ai cittadini, eccetera, mi porta a riprendere un ragionamento che è stato svolto questa mattina.

E' vero, noi quando istituimmo in Sardegna il fondo unico operammo una grande scelta e anche la suddivisione di quell'ammontare tra piccoli e grandi comuni fu una scelta politica molto impegnativa che andava contro lo spopolamento delle zone interne, che si poneva l'obiettivo di salvaguardare i comuni più piccoli, eccetera. Ora, secondo come viene gestita questa partita si può andare incontro a una valorizzazione o a una mortificazione delle prerogative in termini finanziari e di disponibilità finanziarie dei comuni, dei sindaci e delle amministrazioni locali. Io credo però che quello che sta accadendo in questo periodo in Sardegna, e in particolare faccio riferimento di nuovo alla delibera con cui si è deciso di effettuare alcuni commissariamenti dei consorzi industriali, ci stia portando anche verso una mortificazione delle prerogative dei consigli comunali e delle funzioni dei sindaci.

Non è scritto da nessuna parte che le competenze dei consorzi industriali debbano essere acquisite dalla Regione Sardegna e non è scritto da nessuna parte che sia legittimo commissariare senza nessuna motivazione, perché è come se si volesse commissariare la volontà dei sindaci e dei presidenti delle province. E' un discorso molto serio, molto più di quanto la superficialità con cui si è andati incontro a queste decisioni possa far pensare. Si è messo in discussione un principio fondamentale (che è quello delle funzioni degli enti locali, delle funzioni dei sindaci, delle funzioni dei presidenti di provincia) e lo si è fatto senza neanche cercare di trovare una giustificazione seria nell'ambito della legge a cui si fa riferimento. E' una questione sulla quale dovremmo ritornare ed è una questione che mi spinge, anche in questo caso, a pronunciarmi con forza e convinzione favorevolmente su questo emendamento che prevede la soppressione del comma 7 dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, Assessore e colleghi, in premessa io mi permetto di ringraziare il collega Cuccureddu, e lo ringrazio in maniera sentita perché con lui abbiamo ascolato la voce della maggioranza. Io dico, colleghi, con serenità però con altrettanta fermezza, che neanche la scorsa legislatura durante le discussioni infinite del Piano paesaggistico regionale - l'assessore La Spisa si ricorderà benissimo - di fronte alle migliaia di emendamenti presentati ci siamo mai rifiutati di avere un confronto sui temi. Ci possono essere stati momenti in cui abbiamo taciuto, però abbiamo accettato il confronto e abbiamo discusso sui temi. Oggi, invece, sembra veramente di fare un discorso un po' triste, triste perché mi sembra che non venga avvertita nessuna esigenza di confronto, che non ci sia nessuna volontà di capire, di prendere la parola e di dire quello che si pensa.

Questo, Assessore, è uno di quegli argomenti che auspicavo (proprio alla luce dell'ottima conclusione del dibattito sulle entrate con l'approvazione dell'ordine del giorno) potesse diventare un argomento di quelli che avrebbe potuto vedere tutti confluire su un'unica opportunità: quella di rimpinguare i finanziamenti per gli enti locali. Così non è stato. Faccio notare che la mancanza del 3,6 per cento di risorse è una mancanza relativa all'anno 2010. Se dovessimo fare il raffronto con l'anno 2009, dovremmo parlare di circa il 9 per cento, circa 72 milioni di euro, questi sono i dati che risultano dal gettito tributario. Questo elemento, combinato con le riduzioni apportate ai contributi agli enti locali dall'ultima finanziaria del Governo, porta gli enti locali in una situazione di gravissima difficoltà.

Ecco, io penso, presidente Cappellacci, che su questo tema ci dovrebbe essere disponibilità al dialogo, penso che su questo tema ci debba essere disponibilità a recepire un emendamento relativo alle risorse, perché gli enti locali sono in trincea quotidianamente per i bisogni dei cittadini e non penso che ci possiamo permettere di sommare le due riduzioni, quelle operate dalla nostra finanziaria e quelle effettuate dalla finanziaria nazionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Noi stiamo parlando del fondo unico per gli enti locali che rappresentano la struttura portante del nostro Paese, l'articolazione democratica nel territorio e di rappresentanza di base. Ora, noi - l'ha detto qualche collega che mi ha preceduto - stimiamo, rispetto al vostro provvedimento, un taglio agli enti locali intorno al 4 per cento.

Badate, è disarmante assistere a questa discussione, le agenzie di stampa riportano che si sta svolgendo una discussione sulla finanziaria a rilento. Noi abbiamo posto la questione che mi pare una questione seria: vi abbiamo detto, vi chiediamo attraverso la soppressione del comma 7, di ripristinare le risorse agli enti locali. Far mancare risorse agli enti locali significa mortificare e umiliare la parte più debole del segmento istituzionale della nostra Regione. A poco serve che ogni tanto anche il Governo regionale si sprechi in attestati di solidarietà ai sindaci quando talvolta subiscono attentati, perché talvolta le ragioni - non giustificate, per carità - di quegli attentati risiedono anche nella drammaticità sociale, nell'emergenza sociale che i sindaci non riescono ad affrontare perché non hanno strumenti e non hanno risorse, soprattutto nei piccoli centri e in particolare in alcuni territori della nostra Regione.

Ora, noi - e faccio appello in particolare all'assessore Rassu che è competente di questo Assessorato: l'ho conosciuto in questi anni e ho avuto modo di apprezzarne la sensibilità attorno a questi temi - abbiamo posto una questione: è possibile che, su un tema come questo, che riguarda tutti, riguarda tutti quanti noi, riguarda Comuni amministrati dal centrodestra e Comuni amministrati dal centrosinistra, è possibile che non ci sia, almeno su questo tema, la disponibilità della maggioranza a verificare se il provvedimento che voi approverete attraverso il comma 7 dell'articolo 1 non sia un provvedimento, ripeto, che fa mancare al sistema delle autonomie locali una delle poche occasioni per immettere risorse pubbliche per affrontare l'emergenza sociale attraverso gli investimenti?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento in questione e per richiamare l'attenzione su ciò che questo comma 7 rappresenta rispetto al sistema sardo degli enti locali: rappresenta tagli indiscriminati che ricadranno inevitabilmente sui servizi che i Comuni erogano ai cittadini, e quindi sui cittadini, sulle famiglie e sulle vite quotidiane di ciascuno. Noi intendiamo abrogarlo per riscriverlo, perché il fondo unico degli enti locali, così come stabilito dalla legge numero 2 del 2007, venga adeguato alle entrate tributarie regionali.

Quindi non si tratta soltanto di affermare una nostra volontà politica, che è quella di sempre, cioè di essere vicini realmente agli enti locali, così come abbiamo dimostrato quando il fondo unico è stato istituito, si tratta della volontà politica di portarvi su un piano che è quello su cui una Giunta regionale, una maggioranza e tutto il Consiglio regionale dovrebbe stare: il piano del rispetto delle leggi che il Consiglio regionale approva.

Si tratta di tagli al fondo unico a cui seguono tagli preoccupanti in altri capitoli che riguardano i Comuni, come il fondo per la montagna, e i contributi ai Comuni per la redazione degli strumenti urbanistici. Tutto questo in un momento in cui c'è bisogno di fondi perché i Comuni lavorino su questo versante, anche in presenza, come dice l'ANCI, di eventi calamitosi che impongono una revisione di tali strumenti. Quindi un sistema che da questo comma viene veramente danneggiato gravemente.

Il Presidente della Regione oggi, nella conferenza stampa, richiama tutti a una maggiore responsabilità, ad una "responsabilizzazione maggiore di tutti i sardi", ma credo che la responsabilità maggiore debba sentirsela la Giunta regionale e debba darne prova: non si può predicare bene e poi razzolare male in termini di responsabilità, soprattutto quando si tratta di responsabilità politica. Occorre quindi non tagliare ma semmai investire, mettere in atto una serie di investimenti capaci di invertire la crisi nella quale viviamo, e della quale, a parole, Presidente, sembra ogni volta preoccupato.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 100 e 276, di identico contenuto.

CAPPAI (U.D.C.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 100 e 276, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 59

astenuti 2

maggioranza 30

favorevoli 23

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 82 e 275, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 82 si propone l'abrogazione del comma 8 che dovrebbe rappresentare, nelle intenzioni di chi l'ha formulato, una sorta di polmone per le opere pubbliche; so che è stato pensato a lungo ma mi permetto di esprimere la mia opinione.

Intanto fallisce il progetto di far convogliare tutti i fondi destinati agli enti locali nel fondo unico. Nel nostro bilancio abbiamo un fondo per le opere pubbliche di interesse locale, che normalmente programmava la regione a vantaggio degli enti locali; questo fondo non ha più ragione di esistere e dovrebbe essere chiuso per far convogliare quelle risorse all'interno del fondo unico, in maniera che siano i Comuni a decidere quali siano le opere davvero di loro interesse, e semmai consorziarsi per farne ad hoc… Però, Presidente, se io devo parlare parlo, la sala da gioco la allestisce da quella parte!

PRESIDENTE. Ha ragione, scusate, colleghi.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io sto lavorando, un po' di rispetto per la fatica anche degli altri.

PRESIDENTE. Ha perfettamente ragione. Prego i colleghi di prendere posto e di consentire all'onorevole Sanna di poter svolgere in tranquillità il proprio intervento senza essere continuamente disturbato.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Per cui io credo che questo elemento presenti una caratterizzazione distorsiva, perché di fatto chiama in modo diverso il finanziamento di opere pubbliche a vantaggio degli enti locali, privandoli, almeno parzialmente, del potere di decidere su quelle risorse, in quanto riservato ai comuni sopra i 5 mila abitanti. Questo vuol dire una cosa enorme, vuol dire che noi stiamo uccidendo con questo articolo i piccoli comuni sui quali avevamo scommesso un riequilibrio territoriale.

E' chiaro che il fondo unico - tutti l'hanno denunciato quando l'abbiamo istituito - avvantaggiava i piccoli comuni, ma aveva un senso logico perché si voleva esitare la scomparsa dei piccoli centri e perché tutti i cittadini hanno gli stessi diritti. Per quale ragione, quindi, dobbiamo limitare i finanziamenti a comuni privilegiati e non aiutare i piccoli comuni a datarsi di quelle infrastrutture fondamentali? E' una disposizione che parzializza l'effetto del fondo unico, secondo me sbagliando. Io ritengo che quel limite di 5 mila abitanti potrebbe essere eliminato perché di fatto non fa una bella propaganda della nostra concezione delle comunità sarde. E se proprio le vogliamo aiutare mettiamo 20 milioni nel fondo unico punto basta e lasciamo che siano i comuni, singoli o associati tra loro, a decidere quali sono le emergenze e le urgenze a cui devono fare fronte. Io credo che questo sia il senso di un riformismo che pone un'attenzione uguale nei confronti di tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole sull'emendamento, per salutare il voto favorevole dei colleghi del FLI all'emendamento che riguardava il fondo unico per gli enti locali e per sottolineare che il senso del fondo unico per gli enti locali, che in qualche modo in questa legislatura va verso forme di non applicazione, così come l'avevamo pensato nella scorsa legislatura, era quello, da un lato, di offrire ai piccoli comuni la dotazione sufficiente per le infrastrutture fondamentali, dall'altro di permettere agli amministratori locali di porre in essere discrezionalmente, senza vincoli di destinazione, nelle loro comunità, politiche che tengano conto degli impegni assunti con gli elettori ai quali devono poi, come noi, rendere conto. E tra l'altro quegli interventi sono stati previsti calcolando un aumento di risorse proporzionale all'incremento delle entrate tributarie.

Allora mi pare che quest'ultima previsione (l'andamento del fondo all'incremento delle entrate) già nello scorso anno, e in questo anno, così come ci ha ricordato il consiglio delle autonomie locali, così come ci ha ricordato l'ANCI, non abbia trovato nella finanziaria della Regione attuazione. Io credo che le leggi vadano attuate oppure, se non condivise, cancellate. Però non si può non dare attuazione ad una legge fondamentale per il sistema degli enti locali.

Credo quindi che questo comma, che va in qualche modo a incidere sui comuni, ignorando i criteri, i meccanismi introdotti dal fondo unico, vada soppresso; per queste ragioni dichiaro di votare a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento in discussione. E' già stato detto, credo, che questo comma 8 di fatto sconfessa il principio ispiratore del fondo unico. Tra l'altro si mette a disposizione dei comuni superiori ai 5 mila abitanti, il 40 per cento delle risorse totali, che ammontano a 20 milioni di euro, sapendo benissimo che i comuni della Sardegna superiori ai 5 mila abitanti sono in numero estremamente esiguo, se confrontati ai comuni che hanno meno di 5 mila abitanti, e sapendo anche che quel 60 per cento di risorse che resterebbe da distribuire alla stragrande maggioranza dei comuni della Sardegna, tra l'altro su base demografica, porterebbe un piccolo comune di 100-200 abitanti a ricevere solo 5-6-10 mila euro per le opere pubbliche. Io credo che sia anche offensivo trasferire somme così irrisorie per opere pubbliche, anche se a un piccolissimo comune.

Io credo - sapendo che comunque cadrà nel vuoto anche quest'ulteriore invito -che sarebbe opportuno se non revocare, rinviare, magari riscrivere questo comma, o trasferendo anche questi 20 milioni di euro all'interno del fondo unico, eliminando il limite dei 5 mila abitanti e destinando il fondo di 20 milioni di euro alle unioni di comuni che possono, in questo modo, costruire qualche opera pubblica di rilevanza sovra comunale evitando così una polverizzazione dei trasferimenti che rischierebbe di trasformarsi in sperpero di risorse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento numero 82 e per sottolineare che anche questo comma, il comma 8 dell'articolo 1 costituisce un palliativo rispetto alle esigenze degli enti locali.

Ha ragione l'onorevole Solinas: basta fare un conto anche approssimativo di quanto di questi 20 milioni di euro spetterà a ciascun comune per capire che si tratta veramente di briciole, e di briciole vincolate alle opere pubbliche. Insomma, chi ha fatto il consigliere comunale, l'assessore, il sindaco sa che le esigenze, rispetto alle opere di interesse locale, non possono essere soddisfatte con queste risorse. Contemporaneamente noi vogliamo sopprimere il comma 8 anche perché avremmo voluto che questi 20 milioni di euro se mai andassero a rimpinguare il fondo unico, così come concepito nella finanziaria del 2007.

Si sa che il fondo unico, così come è stato declinato nella finanziaria del 2007, imponeva già ai comuni il rispetto di alcuni obiettivi da raggiungere in relazione alle spese correnti, alle spese per investimenti, alla cultura eccetera eccetera, e responsabilmente ciascuna amministrazione locale, ciascun sindaco ha in questi anni predisposto il proprio bilancio cercando di rispettare al massimo gli obiettivi stabiliti nella legge di istituzione del fondo unico. Pertanto questo lavoro è sempre stato fatto anche in relazione al fondo investimenti e rimpinguare il fondo unico avrebbe semplicemente consentito ai sindaci, tutti i sindaci che hanno fatto questo lavoro, di aumentare quelle risorse che, se pur senza obblighi precisi, venivano comunque destinate ad alcune opere di necessità del comune.

Con questi commi che state approvando all'articolo 1 si rischia di snaturare quella che può essere definita una vera riforma per quest'Isola, cioè l'istituzione del fondo unico, che ha semplificato il sistema e ha in qualche modo avviato, con una felice intuizione, anche una sorta di federalismo interno che è tanto atteso del sistema delle autonomie locali. Quindi ci troviamo di fronte ad un pasticcio di comma, un pasticcio di articolo, un pasticcio di finanziaria che viene utilizzata per proclami di vario genere ma che nella sostanza nega anche ai piccoli...

PRESIDENTE. Onorevole Barracciu, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento numero 82, soppressivo del comma 8 che, di fatto, istituisce il fondo unico bis. Ora già il fatto che sia unico e che sia bis è una contraddizione, se è unico è unico e non ci possono essere duplicazioni. Però, in questo comma c'è tutta la filosofia di questa Giunta, una filosofia che ci riporta tutto al centralismo regionale, che rivela una sfiducia di fondo nell'autonomia dei sindaci, nella capacità dei sindaci di programmare le risorse che gli vengano destinate.

La filosofia del fondo unico era quella di destinare le risorse, non di abolire le leggi, perché le leggi che comunque c'erano prima ci sono ancora, si lascia solamente l'autonomia ai sindaci di utilizzare quelle risorse a seconda delle esigenze che ritengano prioritarie nei propri territori. E poi c'è un altro fatto scandaloso all'interno di questo comma 8: il voler istituire e istituzionalizzare la differenza tra comuni di serie A e comuni di serie B. Io penso questo che sia un fatto scandaloso, che sia un pessimo segnale.

Sì, è vero, le risorse sono di poco conto, però è inutile riempirci la bocca sullo spopolamento delle zone interne, sulla necessità di intervenire per fronteggiare lo spopolamento, sulla necessità di intervenire per fronteggiare il disagio insediativo che c'è nelle zone interne, che c'è nelle zone di montagna, se poi dopo rinviamo segnali di questo tipo. Io penso che questo tipo di atteggiamento sia molto preoccupante, è un atteggiamento sicuramente volto e orientato alle città.

Del resto anche la richiesta di abolizione delle province non è nient'altro che la pressione degli interessi cagliaritani che si vedono sottratte ingenti risorse. Il 3 per cento della vecchia Provincia di Cagliari veniva speso nel Medio Campidano. Oggi sicuramente non è così, oggi la borghesia cagliaritana si vede sottratte ingenti risorse. Riemerge quindi con questi emendamenti, con queste norme, con le dichiarazioni del Presidente di soppressione delle province, è l'orientamento di concentrare tutto nelle città, impoverendo ulteriormente le zone interne. Io voto a favore di questo emendamento perché è un emendamento di principio e di dignità per la Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Agus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessori, onorevoli colleghi, anche io intervengo per dichiarare il voto favorevole all'emendamento, proprio perché, così come è stato detto dai miei colleghi, questo emendamento non fa altro che perpetrare la disgregazione degli enti locali. Poi, peraltro, la penalizzazione avviene nei riguardi degli enti più fragili, cioè quelli al di sotto dei 5 mila abitanti, e noi sappiamo benissimo che più di un terzo dei comuni sardi si trova al disotto dei 5 mila abitanti; abbiamo comuni piccoli che a malapena riescono a tenersi in vita, e questo perché si sottraggono le risorse.

Non so se vi sia mai capitato di fare una passeggiata nei comuni vicini della Marmilla; ebbene questi comuni, in virtù delle risorse che hanno ricevuto tempo addietro, sono riusciti ad effettuare diversi interventi di recupero e oggi, grazie agli sforzi che hanno fatto, è gradevole ripercorrere il loro centro storico. Noi sappiamo benissimo che quei comuni vivono sei giorni su sette senza la presenza dei giovani, che la popolazione è invecchiata, e che i pochi giovani che sono rimasti non riescono ad accedere al lavoro, oppure sono in cassa integrazione a causa della crisi dei poli industraili.

I lavori pubblici rappresentavano quindi una grande manna per questi centri, perché comunque muovevano quella piccola economia, costituita da braccianti, da piccoli artigiani ed erano utili e funzionali al recupero dei centri storici, perché richiedevano l'opera dell'intelaiatore di pietra, del legno, del ferro, che ancora era necessario all'economia del posto. Hanno quindi contribuito a mantenere in loco la manodopera che, diversamente, come è stato detto, avrebbe subito l'attrazione delle grandi città, quindi vuotando, di fatto, i centri della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Anche io intervengo per associarmi a quanto hanno, in maniera egregia, detto i colleghi relativamente all'importanza in negativo di questo comma 8, che vogliamo sopprimere con questo emendamento, sul quale io voterò a favore. Davvero non si capisce quale sia la logica, a quale interesse si vada incontro nel momento in cui si decide che un terzo della popolazione sarda e due terzi dei comuni sardi vengano tagliati fuori completamente da una parte consistente del finanziamento previsto da questo comma. E' qualcosa di assolutamente inaccettabile. Io non so se la maggioranza sia consapevole del principio che sottende a questa scelta, io non so se la maggioranza sia consapevole che così facendo sta rimettendo in moto un meccanismo che porta ad incoraggiare e non - per quanto possibile - arginare quel fenomeno di cui da tanto tempo parliamo qui dentro, e che tanto ci preoccupa, che è lo spopolamento delle zone interne.

La scelta che con questo comma si sta operando (quella di tagliare fuori numerosi piccoli comuni da queste opportunità) è una scelta che, oltre che concretamente andare contro questi comuni, crea anche una sfiducia in quelle popolazioni sulla possibilità che questo meccanismo di spopolamento possa davvero essere interrotto. Noi siamo tutti consapevoli che non è assolutamente facile interrompere e arginare questo fenomeno. Il fatto che ne siamo tutti consapevoli ci deve portare a trovare in ogni norma che approviamo tutti quei meccanismi che tendono ad andare nella direzione giusta, cioè quella di salvaguardare, per quanto più è possibile, queste realtà e queste comunità.

Io non capisco davvero quale sia la logica che ha portato alla predisposizione di questo comma, così come non capivo a suo tempo l'insensibilità della Giunta regionale…

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, sul comma 8 io mi sono anche espresso in Commissione, e mi sono espresso in Commissione facendo una riflessione. Lo dico perché è utile anche alla maggioranza affrontare questo tema. Lo dico perché è utile in modo particolare all'Assessore degli enti locali, all'onorevole Rassu. Noi abbiamo in questi anni lavorato per costituire un fondo destinato a tutti i comuni, prevedendo una modalità correttiva dell'attribuzione dei fondi a favore dei piccoli comuni, e abbiamo fatto questo perché eravamo consapevoli del processo di polarizzazione delle attività economiche, delle strutture principali, e quindi anche della vita dei sardi, e che lo spopolamento dei piccoli comuni, e quindi della gran parte del territorio regionale, avveniva attraverso un processo di inurbamento selvaggio, che toglieva identità alle città e toglieva identità al territorio, attraverso, quindi, un'operazione a perdere.

Badate, i comuni al di sotto dei 3 mila abitanti sono duecentosettanta circa, quasi i due terzi di tutti i Comuni della Sardegna, ed è vero che abbiamo Comuni che rappresentano un pulviscolo municipale, però ciò è dovuto alla conformazione del nostro territorio e anche al fatto che quelle comunità sono nate e si sono sviluppate dove gli abitanti svolgevano la loro attività, e si tratta un'attività che va recuperata al valore economico, sociale, ma anche culturale di questa Regione. Noi non possiamo pensare di non avere una politica rurale e di non avere una politica per le piccole comunità che salvaguardi questa connotazione identitaria, che è parte integrante della nostra cultura. Noi dobbiamo evitare tutte le operazioni che vanno in contrasto con questo principio, vanno in contrasto con la costruzione di un futuro della Sardegna che sia un futuro di armonia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario all'emendamento numero 82, perché il comma 8 va ad integrare le risorse agli enti locali. Ho difficoltà a condividere una posizione contraria a questo importante fondo aggiuntivo. In questo contesto mi va comunque di precisare - anche perché sollecitato da diversi colleghi, in particolare dal collega Cuccu, ma anche dall'onorevole Caria e anche da altri colleghi - l'importante tematica delle nuove province sarde.

La posizione dei consiglieri della Gallura sulle province sarde è ben nota, anche se siamo riluttanti ad assumere la configurazione di tenaci difensori di mere ragioni di tipo campanilistico, e tanto meno c'è gradita quella di multi alzatori di mano, di peones; non siamo sicuramente né arrendevoli, né riluttanti ad affrontare questo tema. Le domande, però, onorevole Caria, dovrebbe rivolgerle ai tanti, anche della sua coalizione, che si sono espressi demagogicamente per la soppressione delle province, come se queste ultime fossero le uniche istituzioni a gravare sul bilancio regionale e nazionale. Le questioni relative alle nuove province meriterebbero ben altro approfondimento che non il percorso degli emendamenti in finanziaria. La pensiamo nella stessa maniera, ma queste domande devono essere rivolte alla coalizione di provenienza, qualunque essa sia.

Ora, le dichiarazioni del Presidente devono essere approfondite e valutate, non si può sfruttare il momento di una breve enunciazione, che comunque va approfondita e deve essere anche, nel complesso, ponderata per cercare di mettere in crisi una maggioranza su un tema che attraversa le coalizioni dividendole. Sarebbe questo comunque strumentale. Domandiamoci se invece le province non rappresentino un'occasione di crescita e di risposta ai bisogni di popolazioni lontane, che non si sentono rappresentate quando ogni atto sorge da un rigido centralismo burocratico di una città lontana. Credo invece che in tutte le nuove province non si debba vedere un organismo vuoto ed inefficace, bensì uno strumento di piena realizzazione del principio di sussidiarietà. Mi riferisco alla capacità di questi enti di svolgere un ruolo di raccordo più importante, con territori che sono essi stessi…

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, intervengo per sostenere l'emendamento presentato per la soppressione dell'articolo 8. Io faccio il Sindaco di un Comune sopra i 5 mila abitanti, però credo che qua occorra fare una riflessione; credo che il dovere della Regione Sardegna sia quello di trovare un punto di equilibrio, di solidarietà, di politica che guardi soprattutto alle realtà più deboli e meno a quelle più forti. Questo è un dovere dal quale non bisogna prescindere.

Diceva il collega Uras che, in Sardegna, i comuni sotto i 3 mila abitanti sono 270. In realtà, i comuni sotto i 5 mila abitanti sono 317, perché quelli sopra i 5 mila sono 60. Che cos'è che differenzia i comuni sopra i 5 mila rispetto a quelli sotto i 5 mila? La necessità di rispettare il patto di stabilità. E' chiaro che la Regione su questo deve intervenire, deve intervenire sulla revisione di una regola che vincola i comuni al patto di stabilità. Questo va fatto, ma sulle opere pubbliche e sulla possibilità che i finanziamenti possano essere dati a tutti i comuni della Sardegna in maniera uguale, il principio di sussidiarietà che viene richiamato anche dal collega Lai eccetera, credo che vada assolutamente tenuto nella dovuta considerazione.

Sessanta comuni hanno la possibilità di prendere il 40 per cento delle risorse destinate per le opere pubbliche, a fronte di 317 comuni, deboli, perché sotto i 5 mila abitanti, con meno potere contrattuale, con meno forza per realizzare le opere pubbliche e, soprattutto, comuni che devono conservare un'identità, che sono la storia e la cultura di questa nostra Terra di Sardegna, che hanno bisogno di essere sostenuti. Non può essere messa in discussione la possibilità di questi Comuni di qualificare i loro centri urbani, di ristrutturare i loro edifici e di avere i finanziamenti, di non vedersi tagliati fuori da una legge regionale che anziché guardare alla grande forza dispiegata all'interno di una realtà sarda, guarda soltanto i comuni più forti. Poi i comuni forti saranno certamente i comuni capoluogo: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, certamente non gli altri, i quali faranno fatica per reperire le risorse.

Io credo che qua tutti dobbiamo fare una riflessione e valutare attentamente che cosa si sta facendo, perché questo non è soltanto un articolo di legge che focalizza le risorse sui comuni sopra i 5 mila, è un articolo che cerca di far passare un principio che sarebbe meglio evitare di far passare in questo momento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, anch'io dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 82 soppressivo del comma 8. Si torna a parlare di entroterra, di piccoli comuni, sottoposti a processi inesorabili di spopolamento, e si torna a parlare anche di quelle dichiarazioni programmatiche di venti mesi fa che prevedevano "di tutto e di più" rispetto agli strumenti da utilizzare per rivitalizzare quelle zone e quei larghi strati di popolazioni che insistono nei comuni sotto i 3 mila abitanti.

Si può esemplificare con l'ultima delibera di Giunta regionale sul piano degli interventi straordinari previsti per il diritto allo studio, dove a fronte di una richiesta di 2 milioni 907 mila euro, c'è una contribuzione della Regione di 526 mila euro. Come dire che un comune che impiega 35 mila euro per le spese di trasporto (ci riferiamo alle spese di trasporto per i piccoli comuni che hanno visto la soppressione delle scuole elementari) riceve una contribuzione della Regione per un importo pari solo a 8 mila euro. Credo che con questo comma si torni a parlare di Comuni di serie A e di serie B; si vada a rimpinguare quel numero di comuni che vanno a formare la cosiddetta "altra Sardegna", tanto cara all'onorevole Capelli e ad altri consiglieri anche della maggioranza. Quindi è per questo che in maniera convinta voto a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, intervengo a titolo strettamente personale, probabilmente ho anche votato in Commissione bilancio a favore del comma 8, però rileggendolo con più attenzione ed entrando nel merito, mi troverei veramente in difficoltà a votare a favore. In altre occasioni ho avuto la possibilità di esprimermi sugli enti locali, sul fondo unico, quando è stato istituito, e ho sempre detto che bisognava analizzare con molta attenzione le entrate degli enti locali. Mi sono permesso altre volte di dire anche che se dobbiamo effettuare delle distinzioni in base al numero degli abitanti, le dovremmo fare anche in base alla collocazione territoriale dei comuni.

Il mio comune, che si trova al centro della Provincia di Cagliari non incassa ICI, però il Comune di Villasimius, il Comune di Castiadas, il Comune di Badesi, tanti comuni in zona costiera incassano moltissimo attravrso l'ICI e quindi sono più avvantaggiati rispetto agli enti locali dell'interno della nostra Isola. Pertanto, se dobbiamo esaminare, se dobbiamo venire incontro alle esigenze di quei comuni al di sopra dei 5 mila abitanti istituendo un'ulteriore fondo di 20 milioni di euro, pensiamo anche a quelli che, non essendo in zona costiera, non incamerano quelle entrate attraverso l'ICI che invece incamerano gli altri.

Quindi io voterò a favore di questo emendamento perché lo ritengo più rispondente alla realtà. Lo faccio a titolo personale e ripeto, probabilmente ho anche votato a favore di questo comma in Commissione, non rendendomi conto di ciò che effettivamente comportava.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, sembra un po' surreale questa discussione e sembra che ci dimentichiamo le discussioni svolte in Commissione. Questa norma ha un'unica precisa finalità: quella di temperare gli effetti del patto di stabilità. Perché? Lo preciso in maniera più chiara possibile: il trasferimento del fondo unico entra nel patto di stabilità per i comuni sopra i 5 mila abitanti non col meccanismo del saldo ma col meccanismo del trasferimento indistinto. Il fondo separato per le opere pubbliche funziona attraverso il meccanismo del Patto di stabilità col sistema dei saldi, quindi se si spende il trasferimento regionale non rileva ai fini del patto e quindi anche i comuni sopra i 5 mila abitanti possono spendere le risorse trasferite, altrimenti si producono residui. Questa è la sola finalità.

Se vogliamo fare in modo che i comuni sopra i 5 mila abitanti producano residui (perché solo quello produrranno non potendo spendere, soprattutto con i vincoli della legge 14) diciamolo chiaramente, istituiamo meccanismi differenti e sappiamo che le opere pubbliche in Sardegna le potranno fare solo i comuni sotto i 5 mila abitanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, anche questi ultimi due interventi da parte dei colleghi di maggioranza dimostrano come questa finanziaria sia confusa e sia anche contraddittoria. All'interno della maggioranza ci sono opinioni diverse, ci sono anche comprensioni diverse del significato del testo. Io mi permetto di far notare all'onorevole Cuccureddu che quello che lui oggi ha dichiarato vale comunque per il fondo unico nel suo insieme e noi oggi, con l'eventuale approvazione di questo comma - io voterò a favore dell'emendamento soppressivo - stiamo comunque introducendo un criterio aggiuntivo, stiamo aprendo una breccia su una delle caratteristiche del fondo unico, cioè quello di avere al suo interno un criterio di ripartizione premiante per i piccoli comuni. Un criterio di ripartizione per il 60 per cento su base demografica e il 40 per cento in forma indistinta.

Se noi oggi cominciamo a stabilire delle eccezioni sulla base delle dimensioni del comune, delle eccezioni sulla base di una finalizzazione di quel fondo, stiamo di fatto contraddicendo proprio la filosofia del fondo unico, cioè quella di restituire ai comuni una responsabilità nel decidere le priorità delle risorse che gli erano state assegnate, stiamo tornando indietro. Niente ci impedirà in futuro di fare un altro fondo unico del fondo unico per un'altra finalità, e alla fine saranno tutti fondi unici e ci accorgeremo che avremo un fondo unico per il sociale, un fondo unico per le opere pubbliche, un fondo unico per l'incentivo all'attività economica e forse ci accorgeremo che il termine fondo unico rischia di essere assai contraddittorio.

Noi in realtà stiamo contraddicendo un principio e dichiariamo qui di non credere nel ruolo degli enti locali di stabilire essi stessi le priorità della loro azione amministrativa. Quindi, io voto convintamente contro e auspico anche su questo punto una riflessione della maggioranza, che certamente nel sostenere questo comma dimostra di essere assai contraddittoria.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 82 e 275, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele e Meloni Marco hanno votato a favore e che i consiglieri Contu Felice, Floris Mario e Zedda Alessandra hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Cappai - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Uras - Zedda Massimo - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 57

astenuti 2

maggioranza 29

favorevoli 23

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Passiamo agli emendamenti numero 106 e 274, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 106 propone la soppressione del comma 9. Il comma 9 dell'articolo 1 sostanzialmente prevede che dal 2011 il fondo previsto dalla legge finanziaria dell'anno scorso confluisca nel fondo che finanziava i Piani integrati d'area, i PIA, che a loro volta cambiano denominazione in fondo per lo sviluppo e la competitività, che comunque è un termine assolutamente impegnativo.

Abbiamo svolto in Commissione dei ragionamenti sul fatto che sta sempre venendo meno, nell'attribuzione della cosiddetta attività di programmazione negoziata, la cosiddetta concertazione. Ora, la concertazione istituzionale è stato anche uno dei soggetti principali di quegli strumenti che erano gli Accordi istituzionali di programma; molti di questi sono inattuati ma comunque rappresentano la capacità della Regione di leggere in un determinato territorio (assieme ai soggetti complessivi che operano in quel territorio) i bisogni.

Ora, non sto a dire se sono d'accordo o contrario a questo tipo di comma, però è singolare che ne discutiamo o che discutiamo di concertazione il giorno dopo che avete commissariato i consorzi industriali che sono dei soggetti che attraverso i comuni e le province partecipano a esprimere, su un piano anche delle infrastrutture strategiche, un giudizio di valore sull'utilità o non utilità. Di fatto voi avete commissariato i comuni e le province per quella competenza. E' singolare che questo avvenga in questo momento e badate, voi avete violato un principio costituzionale chiarissimo (articolo 118 della Costituzione, principio di sussidiarietà) perché non avete dimostrato l'esistenza di una ragione vera di accentramento in capo alla Regione, perché non avete accertato quali siano le violazioni che comunque determinano l'esigenza del commissariamento.

Voi avete emanato degli atti illegittimi, gravemente illegittimi, avete commissariato sindaci e presidenti di provincia eletti direttamente, e credo che, o correggete rapidamente, a beneficio anche della funzionalità del comma 9, o vi ritroverete dei bei ricorsi che si porteranno a casa la soddisfazione di dimostrare che non siamo neanche capaci di applicare...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). I commi 9 e 10 dell'articolo 1 sono stati oggetto di lunga discussione in Commissione. Noi abbiamo contestato la mancata concertazione di questo fondo, però dopo la discussione è stato inserito nell'emendamento di sintesi un comma che prevede nella decisione di attribuzione alle otto province della Sardegna, l'adozione del metodo concertativo. Quindi, pur condividendo tutte le osservazioni del collega Gian Valerio Sanna, sono ritirati gli emendamenti numero 106, 274, 83 e 273, anche a nome del Capogruppo della Sinistra.

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 85 e 272, di identico contenuto, vengono ritirati dai presentatori.

Passiamo all'emendamento numero 96.

Poiché nessuno domanda di parlare su questo emendamento, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 81.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Credo che questo emendamento attenga alla materia del finanziamento per assicurare il diritto allo studio. Probabilmente si sente la necessità di trovare dei riferimenti più idonei per garantirne l'esercizio. E' singolare perché con questo emendamento, con questo comma, si finanziano le cosiddette attività accessorie, cioè non ci siamo minimamente posti il problema che stiamo parlando di diritto allo studio alla luce della riforma approvata di recente, laddove probabilmente la funzione della Regione è una funzione integrativa che deve intervenire nella materia più consistente e cioè nel finanziare ricerca, corsi e quant'altro. Noi invece ci limitiamo a disciplinare funzioni di carattere accessorio affidandoci anche ad aziende esterne selezionate tramite procedure pubbliche. A meno che questo non sia un modo per dire che la destrutturazione che è stata prevista a livello nazionale trova già degli elementi attuativi nella disciplina regionale con l'appalto all'esterno di alcuni servizi che di fatto venivano svolti dalle università. Io credo che qui si giochi la scommessa.

E' giusto finanziare il lavoro, è giusto finanziare quello che oggi abbiamo, cioè la necessità di dare lavoro e produrre consumi, ma occorre che qualcuno pensi in maniera significativa all'investimento più prezioso per il lavoro futuro perché, badate, le forme di lavoro che noi abbiamo, quelle tradizionali, prima o poi esauriranno la loro capacità occupativi. Non finisce mai la ricreazione Presidente?

PRESIDENTE. Ha ragione onorevole Sanna. Colleghi per cortesia, chi deve conversare lo faccia fuori dall'aula.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). E quindi io credo che bisognerebbe inviare dei messaggi più chiari; in fondo il bilancio della Regione è un biglietto da visita. Per fortuna è un biglietto da visita della maggioranza che partorisce. Noi però siamo qui anche per dirvi che potete ambire a essere un po' meglio di quello che state mostrando di essere, almeno per quanto riguarda l'investimento sul futuro anche se, oddio, le prove di competenza, di meritocrazia che avete fornito in questi due anni non depongono certo a favore e dell'idea che noi abbiamo dell'investimento culturale, della conoscenza, delle nuove professionalità e dei nuovi...

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione l'emendamento numero 81.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 81.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dedoni e Piras hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Mariani - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 40

votanti 36

astenuti 4

maggioranza 19

favorevoli 2

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento numero 1 è ritirato.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 84.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io intervengo solo per chiedere se si può approvare una legge, il 4 gennaio del 2011 che prevede una proroga al 31 luglio del 2010 di una legge del 2009. Me lo domando. Essendo un termine ampiamente scaduto, già scaduto, mi domando, se sia una proposta intelligente formulare una norma di questo genere. Oggi 4 gennaio 2011 ci svegliamo e diciamo: "Caspita, dovevamo prorogare una legge che scadeva il 31 luglio del 2010"! Però non siamo nemmeno attenti a quello che scriviamo.

Io veramente credo che tutti noi abbiamo una dignità, e chi più chi meno, cerchiamo di tenerci a galla rispetto alla collettività che fuori ci prenderebbe a sassate molto volentieri per molte delle cose che facciamo, ma arrivare a questo punto mi pare che non sia nemmeno da diploma di licenza elementare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, intervengo solo per un chiarimento ai colleghi. Il comma è stato richiesto dall'Assessorato del lavoro perché per errore erano stati esclusi dei lavoratori (quattro, mi sembra) da un trattamento di "cassa integrazione in deroga". L'obiettivo del comma è quindi quello di correggere l'errore commesso in precedenza e consentire che anche quei quattro lavoratori vengano inseriti nelle procedure di trattamento, di cassa integrazione in deroga riconosciuta ad altri quattrocento lavoratori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare di aver capito, Presidente - perché ho ricordo di questa vicenda in Commissione - mi pare di aver capito che si tratta di accordi stipulati in virtù di soluzioni sindacalmente proposte e poi condivise dalle aziende che procedevano all'immissione in mobilità di questi lavoratori o al loro licenziamento, e che intervenivano a integrare per alcuni periodi i trattamenti di ammortizzatore sociale che a quei lavoratori venivano riconosciuti. Mi pare che fossero in linea con le soluzioni, anche individuate nella precedente legislatura, relative alla Montefibre o in situazioni di questo tipo. Allora magari andrebbe scritto che gli effetti di quella legge "sono prorogati fino a..." per ricomprendere anche quei lavoratori. Cioè non il termine, ma gli effetti sono prorogati.

Si può anche pensare di farlo in sede di coordinamento perché l'obiettivo lo condivido pertanto non ho difficoltà a dire che sono favorevole a consentire che quella procedura di intervento a favore dei lavoratori si completi anche per coloro che sono stati purtroppo penalizzati dal termine originariamente previsto dalla legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intanto mi chiedo come mai non sia in Aula l'Assessore del lavoro, ma intervengo soprattutto per chiedere alla Giunta e all'assessore La Spisa di chiarirci meglio i termini della questione perché anche a me sembra una formulazione anomala.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.Mi sembrava che la spiegazione l'avesse già fornita il Presidente della Commissione. Confermo quanto detto: la norma è relativa a un accordo che poneva un termine al 31 dicembre 2009. Dobbiamo prorogarlo per fare in modo che sia valevole per tutti i lavoratori. E' evidente che non rappresenta il massimo dell'estetica normativa, ma è efficace.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io penso che anche le parole dell'Assessore non abbiano fatto che accrescere le perplessità su questa norma. Noi stiamo dicendo che rientrano nei benefici della legge coloro che hanno compiuto cinquant'anni dal 1° gennaio 2010 al 31 luglio 2010. Io non penso che noi oggi possiamo approvare una cosa simile. Quando all'epoca si approvò quella legge si fece riferimento a coloro che erano ultracinquantenni alla data del 31 dicembre 2009. Oggi stiamo inserendo anche coloro che sono diventati cinquantenni dal 1° gennaio 2010 al 31 luglio 2010. Io credo che una norma simile sia un'aberrazione dal punto di vista giuridico.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 84. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo agli emendamenti numero 20 e 91, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, nel corso delle interlocuzioni verificatesi anche in Commissione si è giunti all'intesa, anche con l'opposizione, di predisporre un emendamento orale al testo, sostitutivo integralmente del comma 15, già depositato in Presidenza, a firma di tutti i Capigruppo, che leggo all'Aula. Però preliminarmente mi preme spiegare di che cosa si tratta.

Come sapete il comma 15 individuava una disciplina nella distribuzione delle risorse della pubblicità istituzionale fissando dei massimali. Si è ritenuto che, anche per ragioni di tecnica legislativa, sia più opportuno utilizzare quanto già previsto dall'articolo 83 nel comma 5...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Maninchedda, adesso stiamo votando gli emendamenti soppressivi, mentre questo è sostitutivo...

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Se l'emendamento orale venisse ammesso, poiché è sostitutivo totale del comma 15, verrebbero ritirati gli emendamenti soppressivi totali.

PRESIDENTE. Ho capito perfettamente quello che sta proponendo, però gli emendamenti soppressivi devono essere votati prima dei sostitutivi.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Allora li ritiriamo, non lo so. Che cosa volete fare, li ritiriamo?

PRESIDENTE. Se c'è l'impegno politico e si accetta l'impegno politico. Noi dobbiamo votare prima gli emendamenti soppressivi mentre i sostitutivi vengono votati dopo.

(Interruzioni)

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Va bene. Chiedo cinque minuti di sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, sospendo la seduta sino alle ore 20 e 20.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 13, viene ripresa alle ore 20 e 16.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori per sospenderli nuovamente. I lavori riprenderanno alle ore 21.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 17, viene ripresa alle ore 21 e 02.)

PRESIDENTE. Eravamo in fase di votazione degli emendamenti numero 20 e 91, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, durante la pausa noi abbiamo avuto modo di esaminare l'emendamento di sintesi e credo che ci sia la possibilità di accoglierlo. Le chiederei, pertanto, se fosse possibile, di spostare la votazione di questo comma e degli emendamenti relativi alla fine dell'articolo. Insomma non vedo difficoltà ad accogliere l'emendamento e quindi conseguentemente a ritirare l'emendamento numero 20, però le chiederei di spostarlo alla fine anche per dare la possibilità agli altri sottoscrittori di, eventualmente, confermare questa disponibilità.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. L'emendamento orale è ritirato.

PORCU (P.D.). L'emendamento è ritirato. Va beh, rimane quello della minoranza...

PRESIDENTE. L'emendamento orale, appunto, è stato ritirato. Poi essendo un emendamento soppressivo non si può rinviare alla fine perché bloccherebbe l'esame dell'articolo.

Metto in votazione gli emendamenti numero 20 e 91, di identico contenuto. Chi lo approva alzi la mano.

(Sono approvati)

Passiamo all'esame dell'emendamento numero 90.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 90.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Cherchi - Lai - Locci - Mariani.

Rispondono no i consiglieri: Cappai - Cossa - De Francisci - Dessì - Floris Mario - Fois - Maninchedda - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Sanna Giacomo - Steri - Stochino.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Capelli - Vargiu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 22

votanti 19

astenuti 3

maggioranza 10

favorevoli 4

contrari 14

Poiché non sussiste il numero legale,sospendo i lavori per trenta minuti. Riprenderanno alle 21 e 35.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 06, viene ripresa alle ore 21 e 35.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io in realtà volevo solo intervenire sull'ordine dei lavori per farle notare che la minoranza responsabilmente ha anche accolto la richiesta del Presidente della Commissione di procedere a oltranza, però è la seconda volta che manca il numero legale ed è del tutto evidente che tenere il Consiglio impegnato, e poi non essere in grado di utilizzare questa opportunità, sia quanto meno una perdita di tempo. Quindi, insomma, le chiederei di valutare se siamo nelle condizioni di procedere, altrimenti forse è meglio aggiornarci a domani.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Siamo in condizione di procedere.

PRESIDENTE. Siamo in condizione di procedere, onorevole Porcu.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale

della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 90 prevede la soppressione del comma 16. Assessore, io non so quali siano le ragioni per cui dobbiamo introdurre questo tipo di innovazione legislativa, presumo siano delle motivazioni di carattere tecnico, però non si può negare che il comma 16 violi il principio della competenza in maniera evidente. Con questo comma, infatti, si stabilisce che tutto ciò che è traslato per legge alla competenza del 2011 lo posso utilizzare per assolvere compiti che afferiscono ad autorizzazioni di spesa che ho contrato nel 2010.

Allora, il principio generale è che la spesa o si autorizza o la somma va a residuo per cui non capisco la ratio di questa norma. Il pericolo, quindi, è quello di violare il principio della competenza, che credo sia un principio generale di contabilità pubblica, e non siamo obbligati a mantenerci all'interno dei principi generali delle norme della contabilità pubblica.

Quindi, per quanto possa capire la ratio funzionale di questa norma, bisognerebbe vedere se ci sia la possibilità di precisarla meglio per renderla giuridicamente meno attaccabile.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 90. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 93.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 93.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cappai ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 58

votanti 54

astenuti 4

maggioranza 28

favorevoli 19

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 92.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Il comma 18 istituisce una sorta di continuità territoriale delle merci "in termini casalinghi", perché già una copertura finanziaria di 3 milioni non è un granché, ma la cosa peggiore è che in effetti viene sancita una formula di una sorta di continuità territoriale senza disciplina, obiettivamente traslando alla Giunta regionale la disciplina di dettaglio per accedere a questo tipo di incentivo. E' un incentivo, non è niente di più.

Io credo che questa norma non la possiamo votare, per il semplice fatto che non intravediamo i caratteri dell'equità e dell'adeguatezza. Messa così è un elemento che, certamente è utile a qualcosa, a significare che chi l'ha proposta si è dato da fare, però noi abbiamo criticato già in sede di discussione generale l'eccesso di delega alla Giunta che complessivamente è contenuto in questo documento e ora riteniamo che, non solo ci sia un eccesso di delega, ma ci sia un'omissione di trasparenza nei confronti del Consiglio nell'indicare le modalità attraverso le quali questi benefici possono investire la totalità dei potenziali beneficiari, rispetto ad altri che invece potrebbero essere individuati. A mio giudizio non può essere votata per questa ragione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 92. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 326, 327, 328, 329, 330, 331, 335, 332, 333, 334, 336, 337, 345, 346, 343, 347, 348, 342, 349, 341, 344, 350, 340, 351, 352, 353, 354, 338 e 339 rientrano nella fattispecie disciplinata dal comma 6 dell'articolo 85 del Regolamento che stabilisce che, quando ad uno stesso testo vengono presentati più emendamenti differenti soltanto per variazione a scalare di cifre, dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente del Consiglio mette in votazione l'emendamento che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di emendamenti intermedi fino a quello che più si avvicina al testo originario. Per cui noi voteremo soltanto gli emendamenti numero 326, 330, 337, 348, 350, 353 e 339.

Metto dunque ora in votazione l'emendamento numero 326. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 330. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 337. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 348. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 350.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Noi con questi emendamenti abbiamo cercato di riproporre il tema della copertura del disavanzo. Ora, in una finanziaria come questa, avevamo l'esigenza di discutere sull'efficacia della manovra finanziaria e stiamo facendo questa manovra non tenendo conto, tra l'altro, che, per quello che abbiamo deliberato con la legge numero 14 sulla cancellazione di gran parte dei residui (di cui sarebbe anche peraltro opportuno capire a che punto siamo, e per i quali potremmo usufruire di queste risorse solo ad esercizio 2011 avanzato), siamo costretti anche qui a esporre una condizione contabile del tutto teorica, perché gran parte, presumo, delle cifre che rinvengono dall'applicazione dell'articolo 2 della legge numero 14 saranno destinate in parte a coprire queste poste invece che autorizzare mutui, perché questo mi sembra l'orientamento.

Ora, secondo me, se è importante ridurre il disavanzo - a maggior ragione se questa è la convinzione iniziale dello schema di lavoro della Giunta - sarebbe stato ancora maggiormente opportuno rendere più operative alcune disposizioni di questa finanziaria: penso all'articolo 3, per dirne una, ma ne parleremo quando ci arriveremo. Ma l'assenza di un'idea - idea significa, per noi, è vedere spese quelle risorse per gli obiettivi che si hanno - e la lettura serena del disposto dell'articolo 3 sono esattamente ai poli opposti; allora c'è da chiedersi se le manovre finanziarie servono solo per coprire il disavanzo e non per generare anche sviluppo e crescita. Questa è una valutazione che voi ci avete proposto in maniera conclusiva, vuol dire che oggettivamente non avete nessun desiderio di implementare uno sviluppo; può anche darsi che stiamo sbagliando noi pensando che questo sia il momento in cui bisogna investire.

Per il resto la riflessione sul comma 1 dell'articolo 1 è una riflessione che avrebbe comportato un confronto, anche in sede di Commissione, perché in Commissione si parla di tutto ma non si parla di elementi strutturali di bilancio. Questo invece è un elemento strutturale che avrebbe dovuto essere valutato alla luce anche di quello che la Giunta si propone di utilizzare in esito a un provvedimento e per il quale abbiamo, anche in questa finanziaria, voluto condividere un rigore che riteniamo necessario se abbinato, però a una spinta propulsiva che una norma finanziaria importante come quella che stiamo discutendo oggi deve comunque dare.

Io credo che il disinteresse sociale, economico collettivo nei confronti dei nostri lavori e di questa finanziaria dimostri esattamente la rassegnazione di cui la politica dovrebbe avere una graduale ma sensibile consapevolezza. Io sono preoccupato di questo, che noi facciamo…

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo a sua disposizione è terminato.

Metto in votazione l'emendamento numero 350. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 353. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 339. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Relativamente all'emendamento numero 95 c'è uno squilibrio di bilancio, pertanto è inammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 105. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 103. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 102, 99 e 94 sono ritirati dai presentatori.

Passiamo all'emendamento numero 79.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 79 è quello di cui ho avuto modo di parlare qualche ora fa. Quanto meno inviterei tutti i colleghi a leggerlo con serenità. Con questo emendamento noi cerchiamo di fare un salto di qualità stabilendo che il fondo unico, anziché calcolato di volta in volta su base percentuale all'incremento delle entrate, sia direttamente imputato al Titolo I del bilancio della Regione e quantificato nel 10 per cento delle entrate relative a detto titolo.

Si tratta di un passaggio che, secondo me, a fronte della riforma federale e fiscale dello Stato e anche della nostra Regione, rappresenta un atto praticamente dovuto, perché noi non possiamo permetterci, in questa Regione, se vogliamo attuare alcuni principi di federalismo interno, di lasciare inalterato un sistema che costringe i comuni a contrattare con la Regione la quota che gli spetta per il proprio funzionamento.

Mi è stato fatto osservare dal Presidente della terza Commissione che bisognerebbe quantificare questo fondo unico non su tutto il Titolo I ma sulle entrate del titolo unoal netto della spesa sanitaria: cambia la percentuale, ma non cambia niente nella sostanza. Se consideriamo infatti le entrate del Titolo I al lordo della spesa sanitaria di 6 miliardi 711 milioni, noi diamo a fondo corrente quello che avete deciso voi ai comuni, appena appena il 9,4 per cento. Cioè i nostri comuni, rispetto a tutta la ricchezza della Regione, contano per neanche il 10 per cento. Mi pare che sia una valutazione equilibrata. Se invece il calcolo lo facciamo al netto della spesa sanitaria, che è di 3 miliardi 158 milioni, il fondo unico programmato incide per il 16,3 per cento.

La proposta contenuta qua (che si può modificare in un senso o nell'altro, cioè al netto o al lordo della spesa sanitaria) propone che questo valore venga portato al 10 per cento, se si considerano le entrate al lordo della spesa sanitaria, o al 16,5 per cento se si considerano le entrate al netto della spesa sanitaria. Mi sembra un intervento che intanto adegua il fondo unico alle sue funzioni, recependo le richieste provenienti dal sistema degli enti locali della Sardegna, e poi, per rispondere anche al collega Cuccureddu, viene incontro anche alle Unioni di comuni.

A me non interessa affatto quello che si fa sul piano nazionale, io mi ritengo speciale anche quando devo valutare l'applicazione delle norme nella mia terra, e nella mia terra, in questo momento, le Unioni di comuni stanno mettendo radici e hanno bisogno di essere aiutate. Poi, sono d'accordo con lei, ma le finanze…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 79.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 79.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Soru ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Randazzo - Rassu - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 52

astenuti 4

maggioranza 27

favorevoli 19

contrari 33

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 400, 442, 399, 398, 397, 396, 395, 394, 393, 392, 391, 390, 389, 387 e 388 rientrano nella fattispecie del comma 6 dell'articolo 85. Per cui metteremo in votazione solo gli emendamenti numero 400, 397, 392 e 388.

Metto in votazione l'emendamento numero 400. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 397. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 392. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 388. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

All'emendamento numero 98 manca la copertura finanziaria.

Onorevole Sanna, vuole indicarla?

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Prima ne parlo, poi la indico.

PRESIDENTE. No, non lo possiamo mettere in votazione se non viene indicata la copertura finanziaria.

L'emendamento numero 11 viene ritirato dai presentatori.

BRUNO (P.D.). Presidente, ha detto FNOL.

PRESIDENTE. Io ho capito che non aveva copertura finanziaria. Io l'ho chiesto due volte.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). La copertura è da imputarsi al Fondo nuovi oneri legislativi. L'emendamento numero 98 ripropone il tema del fondo unico. Immaginate che cosa succederà quest'anno, avendo tagliato in maniera netta 17 milioni di euro al sistema delle Unioni di comuni. Voi sapete che cosa vuol dire questo? Vuol dire che il fondo unico è già di per sé insufficiente a reggere il sistema delle competenze. I comuni non potranno riversare fondi propri aggiuntivi alle Unioni. Quelle poche cose che abbiamo potuto realizzare col sistema delle Unioni di comuni finiranno a gambe all'aria. Ma è questo il vostro senso di responsabilità?

Ci sono comuni, moltissimi comuni, che hanno messo insieme il servizio di polizia locale, con economie di scala, con un'entità territoriale diversa; comuni che hanno cominciato a consorziare i servizi sportivi, l'organizzazione sportiva; comuni che hanno in comune - scusate il bisticcio - la raccolta dei rifiuti. Vi rendete conto di che cosa stiamo producendo? Un taglio di 17 milioni netti.

I comuni sono stati i primi che, superata una iniziale diffidenza nei confronti di questa riforma, hanno cominciato ad apprezzare la positività di questo sistema, che è importante per la Regione per continuare l'opera di decentramento, perché noi il principio di sussidiarietà dobbiamo continuare ad attaccarlo. Non vi potete crogiolare sul fatto che la Giunta che vi ha preceduto ha avviato un primo decentramento. Le materie da decentrare ai comuni per superare anche l'inconcludenza dell'apparato regionale, che non perdiamo occasione per definire inadeguato, sono ancora tante. Quindi io vorrei capire per quale ragione non vi ponete minimamente il problema di incidere direttamente sulla pelle dei cittadini con un taglio che ha il sapore di una controriforma. Altro che spirito riformista di questa Giunta: state andando controcorrente, state mettendo i Comuni di fronte al serio pericolo di non poter garantire i servizi collettivi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 98. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 401, 403, 407, 402, 405, 409, 404, 408, 406, 410, 411, 412, 414 e 413 rientrano nella fattispecie di cui al comma 6 dell'articolo 85 del Regolamento. Per cui voteremo solo gli emendamenti numero 401, 409, 411 e 413.

Metto in votazione l'emendamento numero 401. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 409. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 411. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 413. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 111 viene ritirato dai presentatori.

Per quanto riguarda gli emendamenti numero 132, 65, 189, 445, 217 e 444 comunico che è stato presentato l'emendamento di sintesi numero 482.

(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento di sintesi:

Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 132, 65, 189, 445, 217, 444 sostitutivo totale Steri - Bruno - Vargiu - Sanna Giacomo - Uras - Maninchedda - Sabatini

Articolo 1

Dopo il comma 9 sono inseriti i seguenti:

"9 bis. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale approva un atto di indirizzo per la gestione delle risorse provenienti dall'articolo 5, comma 2, della legge regionale n. 5 del 2009, che definisca, dando priorità alle opere di cui al successivo comma 9 quater, un sistema di intervento basato su una procedura negoziale territorializzata concordata con i parternariati pubblico-privati locali.

9 ter. Tale atto di indirizzo contiene la ripartizione delle risorse per singoli ambiti provinciali.

9 quater. A valere sulle risorse di cui al fondo ex articolo 5 della legge regionale n. 5 del 2009, è autorizzata la spesa complessiva di euro 100.000.000, in ragione di euro 50.000.000 nell'anno 2011, di euro 25.000.000 nell'anno 2012 e di euro 25.000.000 nell'anno 2013, per la realizzazione di opere pubbliche immediatamente cantierabili.

Entro il termine perentorio di sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i comuni e le province presentano all'Assessorato regionale della programmazione domanda di ammissione al finanziamento, corredata dal progetto esecutivo dell'opera completo di tutte le autorizzazioni necessarie a realizzarla; non sono ammissibili le domande con documentazione incompleta e/o irregolare.

Il finanziamento è orientato a interventi di rapida realizzabilità e di rilevanza strategica che, per dimensioni e tipologia, permettono il coinvolgimento di imprese operanti nel territorio comunale o provinciale.

L'Assessorato della programmazione predispone annualmente apposita graduatoria delle opere ammesse al finanziamento fino all'esaurimento delle risorse disponibili.

Il programma degli interventi è approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore della programmazione, entro il termine perentorio del centoventi giorni dall'entrata un vigore della presente legge.

Gli enti beneficiari indicono le procedure di affidamento dei lavori ammessi al finanziamento entro il termine perentorio del 31 maggio 2011. Il mancato rispetto del predetto termine comporta la revoca del finanziamento concesso.". (482).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere è favorevole.

BRUNO (P.D.). Non abbiamo l'emendamento di sintesi.

PRESIDENTE. E' stato distribuito già da ieri.

Ha domandato di parlare la consigliera Alessandra Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA ALESSANDRA (P.d.L.). Presidente, intervengo solo per chiederle di poter aggiungere la firma dei presenti del P.d.L.

CAPPAI (U.D.C.). E' stato firmato solo dai Capigruppo.

PRESIDENTE. Aggiungiamo la firma dell'onorevole De Francisci, Capogruppo del P.d.L.

Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Per errore probabilmente mancano le firme di tutti i Capigruppo. Credo sia opportuno aggiungere le firme di tutti i Capigruppo.

PRESIDENTE. E' stata aggiunta la firma anche dell'onorevole Cuccureddu.

Metto in votazione l'emendamento numero 482. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 97. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo dell'articolo 1.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

presenti 59

votanti 55

astenuti 4

maggioranza 28

favorevoli 35

contrari 20

(Il Consiglio approva).

Gli emendamenti numero 373, 372, 371, 370, 369, 368 e 367 rientrano nella fattispecie di cui comma 6 dell'articolo 85, per cui voteremo solo gli emendamenti numero 373, 370 e 367.

Metto in votazione l'emendamento numero 373. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 370. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 367. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 432 è inammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 216. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 15. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 16. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 28 è stato spostato all'articolo 3.

Metto in votazione l'emendamento numero 29. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 31 è stato spostato all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 42.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 42.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

presenti 59

votanti 55

astenuti 4

maggioranza 28

favorevoli 36

contrari 19

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 479, che è un emendamento all'emendamento numero 60.

(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento:

Emendamento all'emendamento numero 60 sostitutivo parziale Barracciu, Sabatini, Bruno, Uras, Salis, Porcu

Articolo 1

All'emendamento 60 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: "1.000 metri" sono sostituite dalle seguenti: "650 metri";

b) le parole: "euro 10.000.000" sono sostituite dalle seguenti: "euro 30.000.000".

COPERTURA FINANZIARIA

La copertura finanziaria è così rideterminata:

In diminuzione

UPB S38.01.002 FNOL - Parte corrente

anno 2011 euro ------------

anno 2012 euro 30.000.000

anno 2013 euro 30.000.000

In aumento

UPB S06.06.006 - Credito di imposta per le imprese

anno 2011 euro ------------

anno 2012 euro 30.000.000

anno 2013 euro 30.000.000 (479).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io apprezzo l'iniziativa del collega Maninchedda e degli altri, perché, l'emendamento si propone di introdurre degli sgravi sotto forma di credito di imposta alle imprese che subiscono le diseconomie per essere allocare in comuni montani al di sopra dei 1000 metri.

Assessore Rassu, lei sa come la penso: dopo che abbiamo assegnato 20 milioni di euro ai grandi comuni e abbiamo affossato i piccoli comuni, dopo che abbiamo cancellato il fondo per le Unioni dei comuni ci proponiamo di salvare le imprese che, pazze come dovrebbero essere, dovrebbero ancora rimanere nei piccoli comuni sopra i 1000 metri! E' una operazione che fa ridere, scusate. Noi possiamo prevedere nuovi interventi, ma con il realismo della concretezza.

Ma voi pensate davvero che dopo questo messaggio che esce da questa finanziaria qualche impresa, qualche matto rimanga nei comuni montani? Dopo che ha capito che abbiamo cancellato le forme cooperative con le quali i comuni possono ancora mantenere i servizi di base in quelle zone impervie e mal collegate? Io credo che sia davvero qualcosa che grida vendetta. Ricordatevi una cosa: noi abbiamo fatto una scelta, anche col fondo unico, di avvantaggiare i piccoli comuni, perché quella è stata l'unica risposta, oserei dire, negli ultimi vent'anni, che la politica e le istituzioni hanno dato al fenomeno dello spopolamento delle zone interne, cercando di ritagliargli un ruolo centrale nello sviluppo della regione.

Però, Presidente, io parlo, ma sembriamo in una sala da bowling!

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Sanna, io ho cercato di richiamare i colleghi. Per cortesia, lasciate terminare l'oratore.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Abbiate pietà della mia voce almeno! Questo emendamento provenendo dalla maggioranza probabilmente avrà anche un buon fine, però vi esponete alle risate sconquassanti delle persone di buon senso che leggeranno. Avete cancellato i piccoli comuni, avete fatto un'opzione per farli morire e adesso vi preoccupate di prevedere degli sgravi sotto forma di credito di imposta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo con un certo imbarazzo sull'emendamento numero 479 che emenda l'emendamento numero 60. Mi rivolgo anche al Presidente della Commissione: capisco che l'ora è tarda e l'attenzione tende a scemare, però credo che legiferare su questa materia in maniera frettolosa (perché il tema non è stato affrontato neanche in Commissione) non sia opportuno. Non si può legiferare senza aver, per esempio, analizzato meglio perché il credito di imposta - che la precedente amministrazione di centrosinistra ha introdotto, e che è stato poi anche adeguato, migliorato dall'attuale amministrazione - non abbia funzionato, o senza riflettere sulla possibilità di presentare una legge legata a questo tipo di incentivo a carattere generale piuttosto che rispondere alle sollecitazioni che ci provengono, ll'esigenza che ci arriva ora dall'azienda con venti dipendenti, ora da una specifica area o territorio della Sardegna.

Io credo che una legge simile costituirebbe un intervento importante. Lo scopo di questo emendamento, su cui dichiaro il voto favorevole perché sono firmatario, è quello di sottolineare l'incongruenza dell'emendamento numero 60, sia perché non abbiamo potuto valutare quali siano i comuni che ne beneficeranno, sia perché fissa un dislivello (1000 metri) e non fa riferimento alla quota media come si fa in genere per le Unioni dei comuni. Insomma, stiamo ancora legiferando in maniera, secondo me, non organica e non chiara. Avremmo dovuto forse fermarci un attimo a riflettere sull'esperienza del credito di imposta, cercare di capire perché quell'esperienza, ancorché sostenuta da tutte le forze in Consiglio regionale, non ha funzionato e probabilmente partendo da quella studiare come ampliarla e migliorarla.

Credo che questo modo di legiferare dimostri quell'incongruenza e incapacità di ragionare in termini organici di cui abbiamo parlato anche in sede di discussione generale. Quindi, io sono a favore dell'emendamento ma sarei pronto anche a ritirarlo, chiedo alla collega Barracciu di ritirarlo, se ci fosse la disponibilità magari di rinviare l'argomento al collegato e riflettere meglio sul tema che mi sembra molto importante.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, io credo che l'onorevole Porcu abbia usato anche delle parole forti più perché sorpreso da una misura innovativa, che non perché sia entrato nel merito di ciò che dice.

Intanto la definizione della quota è esattamente, pari pari, presa dalla legge per l'Unione dei comuni e per le Comunità montane. L'individuazione di una media altimetrica così alta nasce dal fatto che il punto di partenza è la legge nazionale sulla montagna (che prevede degli sgravi per i comuni collocati a una certa altitudine) e nasce dal fatto che quando si agisce sulla leva fiscale bisogna agire con prudenza e iniziando con delle dimensioni a campione, perché se noi avessimo assunto il limite che oggi noi abbiamo per la definizione dei comuni montani avremmo incluso due terzi della Sardegna. La prudenza, anche d'accordo con l'Agenzia delle entrate che è stata coinvolta in questo senso, ha portato a selezionare un campione limitato per vedere come funzionerà il meccanismo nel 2011-2012.

Evidentemente, di fronte a una risposta positiva, niente vieta a questo Consiglio di estendere la misura a comuni che si trovino a un'altitudine o con caratteristiche differenti. Credo però che non sia ragionevole di fronte a ogni innovazione dire: "No, perché dobbiamo rifare il mondo, dobbiamo tornare ad Adamo ed Eva prima di fare un pezzo di riforma". Allora, questo è un pezzo di riforma - è la prima volta che ci si rivolge non alla fascia costiera, ma ai centri dell'interno - e ha un carattere sperimentale (perché quando si agisce sulla leva fiscale bisogna osservarne gli effetti), ha una portata limitata (il gettito di questi comuni è molto limitato), non danneggia eccessivamente le casse della Regione e comunque non è una riforma improvvisata. Capisco che possa dar fastidio soprattutto a chi non accetta che l'innovazione possa essere proposta non dalla propria parte, anche se abbiamo cercato di condividerla con tutti. Sull'emendamento all'emendamento il parere è contrario, per quel che mi riguarda, perché non accetta la dimensione sperimentale dell'iniziativa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, noi non siamo per niente contrari all'innovazione né tantomeno ci poniamo nella posizione di avere pregiudizi nei confronti di chi propone innovazioni, se queste innovazioni hanno un carattere che consente effettivamente di migliorare lo status quo e di conseguire risultati positivi sui territori, nei quali le sperimentazioni vengono fatte. Una sperimentazione, tra l'altro, ha necessità di uno studio dettagliato, e non è dato sapere se questo sia stato portato avanti o meno, pertanto non possiamo essere d'accordo su una norma di legge che va a ricadere esclusivamente sui comuni che hanno un'altimetria di 1000 metri, anziché su quelli contemplati tutti quanti nella legge numero 12 che tutti conosciamo.

Io vorrei capire che differenza c'è, rispetto alle diseconomie, tra i comuni che hanno 1000 metri di altezza (per esempio Tonara, Desulo, Aritzo) e quelli come Sorgono, Belvì o Sadali, che invece rientrerebbero con un'altimetria di 650 metri. Allora, se noi abbiamo l'esigenza di approvare una riforma che effettivamente influisca positivamente su quelle diseconomie e crediamo che questa sia una norma che possa essere messa a punto e che possa invertire un trend negativo di sviluppo economico in quei paesi, credo che questa debba essere applicata anche a tutti gli altri paesi con almeno 650 metri di altezza e che sono contemplati nella legge numero 12.

I comuni interessati so che sono circa una decina, credo che il Presidente della Commissione debba riflettere nell'esprimere parere contrario sull'emendamento all'emendamento perché una disposizione normativa di questo genere credo che renda più credibile la sperimentazione che si intende avviare con la norma contenuta nell'emendamento numero 60. Per cui io chiederei veramente alla maggioranza di riflettere sull'emendamento all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Io sono d'accordo sul principio che ha illustrato il collega Maninchedda, sono talmente d'accordo che ho presentato un emendamento all'articolo 3 che riprende lo stesso principio tenendo conto però non della media altimetrica ma del numero degli abitanti. Quell'emendamento prevede incentivi per le imprese che si insediano o sono insediate nei comuni sotto i 350 abitanti. Io sono pronto a ritirare quell'emendamento all'articolo 3 se su questo emendamento si trovasse una sintesi perché secondo me neanche l'emendamento all'emendamento abbassando a 650 metri la media altimetrica può risolvere i problemi delle zone interne.

Sicuramente non lo risolviamo con un emendamento che prevede una misura come questa, però ha ragione l'onorevole Maninchedda, è una sperimentazione che deve essere fatta, ma allora iniziamo a fare la sperimentazione dalle situazioni più drammatiche. Un mese fa si è svolto a Bidonì, uno dei più piccoli comuni della Sardegna, un incontro di tutti i sindaci dei piccolissimi comuni: la situazione sta diventando sempre più drammatica, noi corriamo il rischio che fra 8-10 anni molti comuni della Sardegna debbano chiudere per mancanza di abitanti. E allora, se vogliamo inviare un segnale, io credo che possiamo trovare una soluzione che tenga conto sia della media altimetrica sia del numero dei residenti. Quindi invito, se possibile, l'onorevole Maninchedda ad accantonare questo emendamento e, se l'Aula fosse d'accordo, accorparlo all'emendamento che è stato presentato all'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, io ho sempre molto rispetto per le proposte dell'onorevole Maninchedda, che di solito sa dove vuole andare a parare, quindi non penso che il suo sia un emendamento improvvisato, non lo penso per nulla, non penso però nemmeno che sia una misura innovativa. E' una misura che è stata inserita per premiare alcuni comuni, è una classica "marchetta". E' una misura che avrebbe un senso se inserita in un contesto complessivo, organico, coordinato, coerente, invece in questa manovra finanziaria di coerente non c'è un bel nulla, perché prima diciamo che valorizziamo i comuni sopra i 5 mila abitanti e poi penalizziamo quelli sotto i 5 mila abitanti, li svalutiamo anche perché gli diciamo che non hanno diritto di cittadinanza come gli altri all'interno di questa Regione, hanno una cittadinanza diversa, sono comuni di serie B.

Oggi diciamo che ci sono comuni di serie A, che sono i comuni sopra i 5 mila abitanti, ci sono i Comuni di serie B, che sono i comuni sotto i 5 mila abitanti, e ci sono i comuni che le agenzie di rating classificherebbero come AA oppure A+, e sono i comuni che hanno un dislivello di 1000 metri. Si conoscono i nomi e i cognomi delle persone e dei comuni dove si prenderanno questi soldi, qui in quest'Aula non si dicono forse per pudore, ma sarebbe bene che a questo emendamento si accompagnasse anche l'elenco dei beneficiari e si dicesse a questo punto che in questa finanziaria, oltre a tutte le altre marchette che ci avete infilato dentro, ci sono anche queste.

Io voglio sapere quali sono i comuni che hanno questo dislivello, che partono da zero e arrivano a mille o che partono da duecento e arrivano a mille e duecento o che partono da cinquecento e arrivano a mille e cinquecento metri. Ci dovete dire quali sono, a quali comuni state erogando 10 milioni di euro, una volta che ci direte questo cercheremo di vedere se c'è disagio insediativo e comunque in ogni caso se ci fosse un disagio insediativo chiederemmo una modifica della "12" dove ci sono anche le norme sui piccoli comuni che non sono attuate. A questo punto possiamo ragionare, noi siamo disponibili a ragionare su questi temi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento. Sinceramente sono stupito, non dall'emendamento dell'onorevole Barracciu ma dalle contestazioni a quello proposto dall'onorevole Maninchedda. Io veramente rimango stupito per le affermazioni dell'opposizione - e lo dice un ogliastrino che di "marchette" da fare non ne ha, perché comuni in Ogliastra che hanno un'altitudine di mille metri non ce ne sono - però voglio fare un ragionamento con voi dell'opposizione per andare a capire se quello che l'onorevole Maninchedda ha proposto è - come affermano alcuni colleghi - una "marchetta".

Quello che il collega Maninchedda ha voluto proporre non è una "marchetta" è una fase sperimentale per introdurre all'interno della Sardegna una specie di zona franca interna. Il Ministero ha istituito le zone franche urbane, sono state realizzate a Quartu e nelle grandi città, ora l'onorevole Maninchedda vuol creare una sorta di zona franca per le zone interne e non per dare i soldi ai Comuni, ma per darli alle imprese. Stiamo facendo, secondo me, un'operazione storica in Sardegna e dovremmo condividerla tutti, sia la maggioranza sia l'opposizione. Stiamo stabilendo che alle imprese che si insediano o che sono insediate già in questi comuni montani (che possono essere di destra e di sinistra e sicuramente sono di destra e di sinistra perché Fonni non è sicuramente un comune amministrato dal centrodestra) assegniamo negli anni 2012-2013 un contributo per detrarre l'Irpef, l'Iva, l'Irap e lo assegniamo alle imprese, non ai Comuni (è lì che state sbagliando tutto) e lo stiamo facendo in forma sperimentale. Se poi va bene questo progetto si potrà applicare ad altri comuni che, come diceva la collega Barracciu, hanno necessità di essere aiutati, e sono perfettamente d'accordo perché il Comune di Seui in Ogliastra ha sicuramente bisogno di essere inserito all'interno di queste zone defiscalizzate.

Quindi è per questo che vi chiedo di condividere questo emendamento sperimentale, che nel 2012 potremo ampliare agli altri comuni, però abbiamo bisogno di capire se funziona oppure no.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, colleghim ho ascoltato l'intervento del collega Stochino, e non so se l'emendamento del collega Maninchedda sia una marchetta, sicuramente è un marchettone gigantesco. Io penso veramente che sia necessario chiarire chi siano i beneficiari di questi finanziamenti perché mi sembra una vergogna, presidente Cappellacci - e invito anche lei, in quanto rappresentante o capo di questa maggioranza, a prendere la parola su questo tema - mi sembra una vergogna che in questo momento di crisi tremenda che investe tutta la Sardegna, dobbiamo costringere i sindaci a sollevare con i camion le montagne o, a seconda delle situazioni, ad ammazzare i cittadini per scendere sotto i 5 mila abitanti o a farli proliferare per andare sopra i 5 mila abitanti.

Penso che noi dobbiamo fissare dei criteri più oggettivi, non possiamo basare i nostri interventi su questi criteri perché se veramente i beneficiari fossero 10 comuni, destinare 10 milioni di euro a imprese solo di questi 10 comuni sarebbe una vergogna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io non sono così, diciamo, pittoresco come il collega Manca che mi ha preceduto. Però va detto: siamo nella confusione più completa. Di quali criteri stiamo parlando? Prima abbiamo affrontato il tema dei comuni al di sopra dei 5000 abitanti, cioè il criterio è esattamente in contrasto con l'orientamento complessivo di questo Consiglio.

In tanti anni, io dico anche negli ultimi decenni, quando abbiamo dovuto affrontare il problema dello spopolamento, abbiamo detto: interveniamo con misure di riequilibrio nello stanziamento dei finanziamenti agli enti locali che avvantaggino i piccoli comuni perché lì va creata la nuova residenzialità. Oggi, invece facciamo un'operazione contraria, facciamo un'operazione di polarizzazione, perché dove noi destiniamo i primi 25 milioni se ne aggiungeranno altri, e se quello è il percorso è un percorso devastante sotto il profilo della gestione demografica in questa regione.

L'altro elemento è il dislivello. Allora, mi verrebbe da fare un esempio. Ma siamo sicuri che tutti i comuni che stanno più in alto soffrono diseconomie? A Cortina d'Ampezzo stanno benissimo, per cui quello del metro non può essere il criterio. Il criterio deve andare alla sostanza, vedere dove si producono le diseconomie, quali sono i comuni che soffrono di più l'isolamento, che soffrono di più la condizione di area svantaggiata, anche di tipo montano, che non hanno possibilità di produzione, che non riescono a organizzare turismo, che non possono ospitare impresa, perché se no rischiamo di arricchire chi già è ricco. Ancora una volta esce fuori l'anima del centrodestra: dare di più a chi ha di più. Noi dobbiamo dire basta a questa logica, la logica va ribaltata. Dobbiamo costruire armonia. Il dislivello va abbattuto nei confronti delle sperequazioni, nei confronti delle differenze.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il voto contrario all'emendamento all'emendamento. Ritengo che sia una sperimentazione interessante, anche se il richiamo a una legge che già era stata fortemente contestata, cioè quella relativa alla differenza altimetrica, potrebbe ingenerare delle sperequazioni, nel senso che ci può essere un paese come Fonni a 1000 metri di altitudine e un altro che magari è a 200 metri però ha una cima a 1800 e godrebbe degli stessi benefici pur essendo un paese di pianura o magari sul mare.

Però, al di là di questo aspetto, io credo che in questa fase ci interessi sperimentare, anche forzando un po' rispetto alla normativa nazionale, delle forme di fiscalità di vantaggio per verificare se comunque c'è possibilità di insediare o di mantenere impresa anche in luoghi difficili. Nulla vieta l'anno prossimo di tornarci, magari adeguando il parametro. Comunque, a occhio, sono 25 i comuni interessati, e credo che l'onorevole Stochino possa notare che ce ne sono diversi dell'Ogliastra, anche perché molti hanno le isole amministrative, e quindi benché il paese sia di montagna, ma avendo il Salto di Quirra piuttosto che delle isole amministrative sul mare, è chiaro che, valutando il dislivello, vi rientrano tutti quei comuni dell'Ogliastra. Quindi tra i 25 comuni molti sono dell'Ogliastra. Con qualche perplessità sul calcolo del dislivello e non dell'insediamento dell'impresa in zona di montagna, credo che sia comunque interessante sperimentare questa norma. Per cui il voto sarà contrario all'emendamento Barracciu e favorevole all'emendamento Maninchedda.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, vorrei richiamare l'attenzione del collega Maninchedda per dire questo. Io ritengo questa sperimentazione molto interessante, anche se non condivido l'inserimento nei benefici della legge delle imprese con unità operativa ubicata nei comuni montani. Io questo credo che possa essere, anzi debba essere evitato, perché se parliamo, per esempio, del Salto di Quirra, l'ENEL potrebbe usufruire dei benefici della legge perché ha un'unità operativa in quel territorio.

Siccome ritengo l'emendamento numero 60 molto interessante (e peraltro, per i colleghi che hanno qualche dubbio, voglio ricordare che è previsto il parere vincolante della competente Commissione consiliare, perciò abbiamo modo di effettuare un corretto controllo) e accedo alla sperimentazione e chiedo di potervi aggiungere la mia firma, però pregherei il collega Maninchedda di valutare l'opportunità di eliminare il riferimento all'"unità operativa" perché lasciarlo creerebbe più svantaggi dei vantaggi che si intende raggiungere con l'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Stiamo discutendo sull'opportunità di introdurre una forma di sperimentazione - così è stata definita - che noi riteniamo assolutamente valida, però non comprendiamo il perché l'adeguamento di questo intervento, che è sicuramente da condividere, a criteri di equità, di giustizia, di opportunità debba essere rinviato al prossimo anno e quest'anno lo si introduca così, legando gli interventi all'altitudine.

L'emendamento numero 479 che abbiamo di fronte, e sul quale dichiaro il voto favorevole, tende a correggere questo aspetto non equilibrato contenuto nell'emendamento numero 60, perché l'esperimento se è ritenuto valido, può essere effettuato fin da quest'anno nel modo più corretto. La soluzione migliore sarebbe quella di individuare preliminarmente i comuni che hanno realmente problemi e quindi realmente bisogno.

Ha detto il collega Stochino: in Ogliastra ce ne possono essere diversi, forse più di quanti non ce ne siano tra quelli sopra i 1000 metri. Allora perché dobbiamo introdurre un concetto che ha una sua validità e applicarlo nella forma migliore l'anno successivo? Da queste considerazioni nasce la proposta dell'emendamento che abbiamo in discussione ed è per questo che lo sosterremo con un voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 479.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 479.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Dedoni, Oppi e Sanna Paolo hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 56

astenuti 3

maggioranza 29

favorevoli 22

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Passiamo all'emendamento numero 60.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Vorrei chiedere di correggere la copertura a partire dal 2012 indicando come copertura la UPB S08.01.004, fondo perenzioni del 2012.

PRESIDENTE. Il consigliere Capelli voleva presentare una proposta di emendamento orale.

Per illustrare la proposta di emendamento orale, ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Al terzo rigo dell'emendamento nel periodo "…in favore delle imprese aventi sede legale e unità operativa ubicata nei comuni montani…", sostituire alla "o" la "e".

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'Aula accoglie la proposta di emendamento orale dell'onorevole Capelli.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io ribadisco con serenità che non ho alcuna obiezione, sono tra coloro che nella scorsa legislatura si sono battuti per l'introduzione di un sistema di incentivi fiscali con un carattere di premialità verso aziende che riescono a stare sul mercato pagando i contributi e producendo utili e quindi creando ricchezza. Dico però che procedere in maniera farraginosa, senza valutare attentamente le esperienze già fatte sul credito d'imposta, e decidere dove stanziare nuove risorse, se indirizzarle, per esempio, in comuni dove gli indici statistici, demografici ed economici ci dicono esserci delle emergenze, diventa un'operazione molto difficile da valutare, per mancanza di riferimenti.

Qualcuno ha usato il termine "clientela", qualcuno ha usato il termine "marchetta" (che non vorremmo usare) la realtà è che questo procedimento meritava di essere istruito in altro modo. Ricordo anche al collega Maninchedda che, se proprio voleva utilizzare la definizione di comune montano, la definizione di comune montano della legge numero 12 fa riferimento ad un dislivello di 600 metri: prevede che debba esserci una media sopra i 400 metri e un dislivello di almeno 600 metri tra la quota massima e la quota minima, e prevede anche che il 30 per cento del territorio sia sopra i 400 metri. Questa è una definizione che evidentemente era stata studiata per tener conto di caratteristiche specifiche, che poteva essere utilizzata per non dare l'impressione di preparare una norma ad hoc per alcuni Comuni e non per altri.

Allora, le norme le sappiamo leggere, io credo che questo sia un modo di procedere su cui dovremo tornare: è la classica sperimentazione su cui sappiamo già che dovremo tornare perché è parziale, è incompleta, non è coerente con le norme che abbiamo già approvato; è il vostro modo di procedere: non per riforme che hanno un carattere di approfondimento, ma per risposte alle esigenze dei territori, dovuto alla necessità di dimostrare di fare qualcosa nonostante non si riesca magari a fare riforme e ad approvare interventi di valenza più generale. Pertanto io voterò contro l'emendamento numero 60, sperando, auspicando che, se venisse bocciato, ci sia la possibilità di tornare sulla materia in Commissione e normare in maniera più chiara, più trasparente, rispetto a quanto previsto da questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io mi permetto di chiedere ai presentatori dell'emendamento una sospensione e un ripensamento, perché, al di là del fatto l'intervento viene inserito in un contesto a mio avviso non proprio (e questo ho visto che viene superato), una cosa è dare un contributo del 20 per cento sulle imposte sul reddito, altra cosa è dare un contributo sull'IVA.

L'IVA è una partita di giro, che si incassa e si riversa, quindi io vi invito veramente a fermarvi un attimo per riflettere bene sull'operatività della norma, e poi o ad inserirla in un contesto appropriato, che a mio avviso sarebbe la cosa migliore e ci troverebbe disponibili a ragionare (con una modifica della legge numero 12, dove riflettiamo su quali sono i deficit di quella norma che vanno migliorati), oppure a sospenderla per ragionare sul merito degli effetti di questo meccanismo di questo meccanismo che, a mio avviso, sarebbe improprio applicarlo all'IVA. Una cosa è infatti applicarlo sull'imposta sul reddito che viene prodotto, altra cosa è applicarlo su un'imposta che viene per alcune attività applicata e per altre no.

Ci sono dei casi in cui, infatti, non è prevista l'applicazione dell'IVA, quindi ciò comporterebbe una distorsione nell'applicazione a seconda delle imprese. L'IVA non è un'imposta propria delle imprese, è un'imposta indiretta non è un'imposta diretta, è una somma che l'impresa incassa per conto dello Stato e poi riversa al netto di quella che ha pagato sugli acquisti. Quindi io vi invito veramente a sospendere l'emendamento e valutarne bene anche l'operatività.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, sicuramente quando sono state approvate le quattro nuove province in Sardegna il clima era come questo: si è proceduto in fretta, probabilmente l'ora era tarda, e poi se ne sono pagate le conseguenze. Io vi inviterei a rallentare un po' l'andamento dei lavori e a provare a considerare anche le ragioni degli altri, perché forse le ragioni degli altri non sono tutte così sciocche o campate in aria.

Io ho apprezzato la delibera della Giunta regionale che il presidente Cappellacci ci ha portato in Aula stamattina, che mostra che a volte le ragioni degli altri non sono così sciocche: ci sono voluti tre anni per riconoscere che una battaglia sulle entrate era importante, e io non so quanti interventi ho sentito in quest'Aula in cui si diceva che avevamo svenduto la Sardegna allo Stato, non so quanti interventi ho sentito in quest'Aula sino a pochi mesi fa in cui ci si lamentava per i danni che quella norma aveva causato! Ci sono voluti tre anni per riconoscere che quella forse era una posizione sulla quale assestarsi e da difendere in tutti i modi. Allo stesso modo vi dico che state sbagliando in questo riformismo delle riforme a tutti i costi; oggi ci state parlando di una svolta storica con questo articolo, laddove fino a pochi minuti fa vi ho sentito di fatto approvare emendamenti che cancellano la riforma delle Unioni di Comuni in Sardegna.

Ma si può lavorare con questo pressappochismo, con questa vaghezza, con questa contraddittorietà tra i diversi argomenti su materie come queste, sulla vita delle persone, delle aziende nei piccoli comuni, fino ad arrivare ad errori macroscopici come quello di voler restituire persino l'IVA? Lei, presidente Cappellacci, è un commercialista, e credo possa valutare appieno quello che c'è scritto in quell'emendamento: è una vera sciocchezza, è un modo per regalare 10 mila euro a chiunque, anche a chi non ha un dipendente e non deve pagare IRAP, anche a chi non produce un euro di reddito ma comunque deve pagarsi l'IVA su qualcosa.

L'IVA, come vi ha appena ricordato il collega, viene poi restituita dai consumatori. In questo modo state regalando 10 mila euro a ogni impresa purché sia in vita, anche se è senza dipendenti e senza reddito. Ma non vale forse la pena di utilizzare tutti quanti il tempo in questo Consiglio, per cercare di capire che cosa ha senso per le zone dell'interno, che cosa ha senso per le imprese, che cosa ha senso per i cittadini, e non stare in questa vaghezza e in questa inutilità dei lavori?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io continuo a pensare che ogni intervento debba avere una finalità precisa e quindi debba essere sempre definita questa finalità. Qual è la finalità di questo contributo? Perché la finalità sia quella di mitigare le diseconomie, bisogna che sia accertata la diseconomia; se la finalità è quella di impiantare nuove imprese in quei comuni, bisogna dirlo; se la finalità è quella di mantenere le imprese che ci sono in attività e non falliscano, bisogna dire che non devono fallire; se la finalità è mantenere i livelli occupativi, bisogna dire che si devono mantenere i livelli occupativi; se la finalità è quella che deve essere introdotta innovazione nel processo produttivo, bisogna dire che deve essere introdotta innovazione del processo produttivo, se no è uno sconto sulle tasse. Ci saranno i cittadini che le devono pagare integralmente e ci saranno coloro che invece, siccome hanno avuto la fortuna di nascere imprenditorialmente sopra i 1000 metri, hanno l'esenzione.

Badate, questo pone una serie di dubbi anche sull'effettiva applicabilità di questa disposizione, oltre quelli che sono già stati ampiamente sottolineati: si rischia di andare a finire dinnanzi alla Corte costituzionale, si rischia di considerare questo un aiuto di Stato improprio, si rischia un procedimento di infrazione da parte dell'Unione Europea, cioè si rischiano tante censure perché la disposizione è purtroppo scritta male. Io voglio ricordare, signor Presidente, che in molte circostanze ho segnalato che la stesura della norma non corrispondeva all'esigenza di renderla applicabile e quindi anche efficace, non aveva un obbiettivo, e poi col tempo abbiamo verificato che quelle disposizioni, che abbiamo segnalato, non hanno funzionato, hanno ingessato soldi, ci hanno fatto fare una brutta figura nei confronti dei cittadini, hanno deluso aspettative. Io mi unisco all'appello alla riflessione lanciato dal collega Cuccu e dal collega Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Quando le obiezioni sono argomentate vengono ascoltate, però anche chi scrive non lo fa a caso.

Certamente l'IVA per le imprese è una partita di giro però, siccome tutto discende dalla norma nazionale che prevede, appunto, dei vantaggi fiscali per i comuni montani, in quelle zone molte imprese hanno l'IVA forfetizzata. Gli agricoltori hanno l'IVA forfettaria, non è una partita di giro. Se però si ritiene che sia troppo togliere l'IVA, io accolgo l'emendamento, però la norma ha una ratio, non è buttata lì, non è assolutamente buttata lì, nasce dal fatto che in queste aree, che sono tra le più deboli, la gran parte delle imprese accedono ad un regime forfettario, tutto qua. Se può aiutare a trovare un'intesa eliminare l'IVA non ho alcuna difficoltà a farlo, ma non si vuole creare nessuna sperequazione.

Nella vita si è diversi quando si nasce in un paese dove non c'è niente si è in una grande difficoltà. Non possiamo poi dimenticarci quando veniamo qui che in questi paesi il problema è la capitalizzazione, e non possiamo neanche dimenticarci che l'agenzia delle entrate dice che in questi paesi è altissima l'evasione fiscale perché prevale il baratto, e applica a questi paesi più che altrove gli studi di settore di Cagliari; a Tonara si applicano gli studi di settore di Cagliari, il che è una follia!

Io sono d'accordo con i colleghi quando affermano che ci vuole prudenza, non a caso l'operatività è prevista non nel 2011 ma nel 2011 per il 2012, ha una dimensione sperimentale molto limitata e il gettito prodotto da questi comuni è bassissimo per l'erario. Il Consiglio regionale ritiene che sia un buon principio, un buon obiettivo? Benissimo, una volta che vedremo i risultati ne estenderemo l'operatività, questo è il senso, ma la norma non è né studiata con i piedi né fatta pensando ad altro, è fatta alla luce di ciò che diceva Equitalia, di ciò che diceva l'Agenzia delle entrate in Commissione bilancio e di cui talvolta occorre non dimenticarsi. Se comunque la soppressione dell'IVA può servire per rendere più accoglibile la norma noi non abbiamo obiezioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sabatini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SABATINI (P.D.). Presidente, io credo che si stia sviluppando un dibattito che è interessante e che riconosce alcuni principi che sono accoglibili e che possono aiutare a superare le difficoltà di sviluppo di molti paesi della Sardegna. Però se si procede ad un esame dei possibili beneficiari dell'intervento si vedrà, io, ad esempio, che viene estromesso da questo incentivo il Comune di Arbus e viene inserito il Comune di Villacidro. Il rischio è anche quello di compiere un'ingiustizia palese perché Villacidro ha Monte mannu e per questo rientra dentro i parametri.

Io dico: abbiamo un collegato, che verrà approvato tra qualche settimana, perché non sospendiamo l'emendamento, così abbiamo il tempo di rifletterci e di scriverlo meglio senza creare discriminazioni, onorevole Maninchedda? Questa è la mia proposta, poi lei è libero di pensarla come crede.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, mi ripeto, è una sperimentazione, ma la politica è anche operare delle scelte. Noi potremmo trovare milioni di motivazioni per inserire tutti i comuni della Sardegna, possiamo trovarle, ognuno ha le sue motivazioni, ma chi ha responsabilità in politica (e purtroppo non sono molti) opera delle scelte, individua delle priorità, sperimenta per poi allargare la sfera dei beneficiari se si trovano i fondi. Purtroppo si è costretti ad assumere queste iniziative in finanziaria, che non è sicuramente la rende più corretta, ma io credo che abbiamo avuto buoni maestri.

Se parliamo, per esempio, delle tasse sul lusso, insomma anche in quel caso c'è stato qualche azzardo nel portarle in finanziaria, non ragionandoci sopra e insistendo in una situazione che era palesemente illegittima. Come sulle entrate, è stolto chi non cambia idea alla luce dei fatti, ma è anche stolto chi non ricorda bene. Sul problema delle entrate e sulla revisione dell'articolo 8, infatti, si era tutti d'accordo, sul metodo conclusivo sono ancora oggi in totale disaccordo, perché se si fosse fatto diversamente probabilmente non ci troveremmo in questa situazione, affidati alla Commissione paritetica per risolvere ciò che non si è scritto nell'articolo 8. O vogliamo parlare delle accise, dei giochi, vogliamo parlarne o vogliamo parlare del fatto che altri hanno scritto nella stessa norma quale doveva essere il percorso? Forse si è corso troppo per raggiungere un risultato, magari anche in buona fede, che però ci ha portato alla situazione odierna. Perciò giusto il principio, come al solito, sbagliato il metodo.

Io continuo a dire che questo emendamento è una sperimentazione e come tale va inteso. C'è il controllo del Consiglio in Commissione, il percorso lo si potrà eventualmente correggere nell'arco di un anno ben vengano emendamenti di questo tipo che purtroppo devono avere la possibilità di realizzazione in finanziaria. Certo, il come percorso è sbagliato, ma questo ci offre la politica odierna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per ribadire il mio voto favorevole. L'ex presidente Soru parlava di 10 mila euro dati tout court, ma mi sembra sull'emendamento ci sia scritto "fino ad un massimo di 10 mila euro" e che, per quanto riguarda l'attribuzione del contributo, si faccia riferimento all'anno precedente.

Allora, ho fatto degli esempi banali per dire che quando si interviene su un emendamento è giusto che lo legga per intero, perché altrimenti veramente si rischia di cadere nel ridicolo. Così pure dico al collega Porcu che se facessimo riferimento all'articolo 6 della legge numero 12, i comuni che beneficerebbero di questa legge sarebbero centoventotto. Pertanto, non servirebbe mettere 10 milioni di euro per fare una sperimentazione, ne occorrerebbero almeno 400, 500. Ma siccome non abbiamo un bilancio così ricco (perché anche noi della maggioranza vorremmo incrementare i fondi per le sperimentazioni, però dobbiamo fare i conti col bilancio della Regione, che voi tutti sapete in che condizioni è) dobbiamo limitarci alle somme previste.

Io credo che sia importante oggi andare a fare la sperimentazione pur con l'esiguità delle risorse che abbiamo, che sono, secondo me, sufficienti. Poi, sulla perfettibilità dell'emendamento sono anch'io d'accordo, onorevole Maninchedda, perché magari si poteva inserire anche - come era stato inserito per quanto riguarda le zone franco-urbane - che le concessioni delle agevolazioni o l'accesso ai benefici avvenisse secondo una procedura in via di sperimentazione. Si poteva introdurre anche questa piccola clausola, che avrebbe consentito agli assessori competenti e al Consiglio regionale di approfondire meglio una tematica importante per la nostra Isola, che mai prima d'ora era stata affrontata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, siccome mi sembra che il clima nell'Aula favorisca l'ascolto, io proporrei, mantenendo le perplessità che ho detto, all'onorevole Maninchedda e ai presentatori un emendamento orale che specifichi, così come è fatto nella legge numero 12 all'articolo 6, che va bene la quota altimetrica, cioè il dislivello di mille metri, purché però almeno il 30 per cento del territorio sia situato al di sopra dei 400 metri sul livello del mare, che è esattamente la dizione dell'articolo 6. Questo eliminerebbe quelle fattispecie particolari, come quelle citate dal collega Sabatini, e farebbe sì che questo emendamento riguardasse il sottoinsieme di quei comuni che per legge sono considerati comuni montani.

Ripeto, purché almeno il 30 per cento del territorio sia situato sopra i 400 metri sul livello del mare, cioè in analogia con quanto è specificato per la stessa fattispecie (cioè il dislivello minimo, ma in quel caso 600 metri) nell'articolo 6 della legge numero 12. Chiedo se questo è accoglibile.

PRESIDENTE. Viene accolta la proposta dell'onorevole Porcu?

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Sì.

PRESIDENTE. Proseguiamo con le dichiarazioni di voto sull'emendamento nella nuova formulazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, colgo con favore che, alle 23, finalmente il collega Stochino si è svegliato dal letargo. Per tutta la giornata abbiamo invitato la maggioranza ad intervenire, e finalmente interviene.

Io, devo essere sincero, non ho visto l'elenco dei comuni, e non vorrei pensare male, ma mi sembra che l'onorevole Stochino ha, all'interno dell'elenco, proprio il suo comune. Molto probabilmente sta iniziando a ragionare più da consigliere comunale che non da consigliere regionale. Però io esprimo subito, Presidente, il mio voto contrario, a meno che non venga accolto l'emendamento del collega Porcu.

Sono contrario, perché, anche rifacendomi alla discussione sull'articolo 1, ho detto che c'è una Sardegna che certamente vive una crisi drammatica, ma ci sono all'interno stesso della Regione Sardegna zone che versano in condizioni molto più drammatiche di altri territori, e, se venisse accolto così com'è l'articolo 60, correremmo il rischio di premiare ancora una volta quei territori che non stanno bene, ma certamente stanno meno peggio di altri territori.

Per esempio, il collega Maninchedda ha citato Tonara, io potrei citare Fonni, ma se noi dovessimo andare a vedere il territorio dei Comuni che stanno a valle di quei due Comuni, certamente andremmo a scoprire che il prodotto interno lordo di quei comuni che stanno valle di quei due Comuni di Tonara e Fonni è molto inferiore a quello dei comuni a monte, e da oristanese, consentitemelo, devo dire che in questo emendamento verrebbe esclusa completamente la Provincia di Oristano, nonostante i territori della Marmilla, del Barigadu e del Montiferru certamente non vivono nel benessere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, io apprezzo lo sforzo dei colleghi, anche del collega Porcu, del mio collega di Gruppo, nel tentare di migliorare questo provvedimento, però credo che alle 23, rischiamo di approvare comunque un provvedimento su una materia importante, importantissima, molto affrettato. Noi non vogliamo sbagliare né nel metodo né nel contenuto, onorevole Capelli. Credo che sia giusto accogliere invece l'invito che ha rivolto l'onorevole Sabatini. C'è la volontà della maggioranza, della Giunta - l'ha espressa, andremo a votare i collegati tra poco - di approvare un collegato, che può affrontare questa materia dandoci lo spazio, il tempo per approfondirla. Io credo che sia corretto fare quest'operazione, che consente anche a tutti noi di confrontarci meglio nel merito.

Altre volte, è vero, interventi importanti sono stati inseriti nella finanziaria. Per esempio, io ricordo la tassa di soggiorno, era stata introdotta in finanziaria, e la sua applicazione era una facoltà dei comuni. Io ricordo un intervento appassionato, forse il primo intervento dell'onorevole Peru, forse non ne ha fatto altri, che verteva proprio sulla tassa di soggiorno. Oggi, Alemanno, nel Comune di Roma, la introduce. Quindi io credo che dobbiamo essere tutti un po' più seri, e magari affrontare in maniera più puntuale, meno affrettata, le leggi importanti che approviamo. E poi non è vero, onorevole Capelli, che si era tutti d'accordo sulla vertenza entrate.

Nella passata legislatura e in questa legislatura ricordo, ma prendete il testo, l'intervento del Capogruppo, onorevole Diana, oggi assente, che aveva messo in discussione il valore di quel risultato storico, legittimamente dal suo punto di vista, ma non si era tutti d'accordo. Invece, questa Giunta, il presidente Cappellacci, l'assessore La Spisa, oggi ci dicono che quella vertenza ha il valore di 2 miliardi all'anno per le casse della Regione, e se non ci indebitiamo più come una volta, come noi abbiamo trovato la Regione nel 2004, forse è merito anche di quella vertenza nella quale non tutti eravamo d'accordo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (P.D.). Le proposte dell'onorevole Maninchedda non sono sicuramente mai banali, però io avrei aggiunto a questo emendamento, oltre quanto proposto dall'onorevole Porcu, un criterio che stabilisse la soglia di spopolamento dei comuni interessati, perché se si parla dei comuni che stanno male rispetto ad altri che stanno bene, vorrei capire da che cosa si evince il fatto che a Tonara o a Fonni ci siano diseconomie che invece possono esserci maggiormente in paesi che sono sotto quelle altimetrie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, colleghi, intervengo solo ora per fare alcune considerazioni. La prima considerazione è che se andiamo a leggere con attenzione l'emendamento, laddove si fa riferimento al 20 per cento e fino al massimo di 10 mila euro, si evince che parliamo di imprese che, tra imposte, IVA e IRAP, hanno pagato o pagheranno (visto che il riferimento è al 2011) 50 mila euro. Quindi non parliamo di piccole imprese, soprattutto se gravitano nel settore dell'allevamento o dell'agricoltura.

La seconda considerazione l'hanno già espressa altri, riguarda la quota altimetrica, quindi la sorvolo. Mi preoccupa invece un terzo aspetto, sulla quale richiamo l'attenzione dell'Aula. Probabilmente può essere una preoccupazione magari anche infondata, non lo so, o dettata dalla poca esperienza da me maturata all'interno dell'Aula o dei lavori nel momento in cui approviamo leggi, però mi preoccupa abbastanza l'ultima parte dell'emendamento che recita: "la Giunta, previo parere vincolante della Commissione, adotterà le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione del beneficio".

Allora, a me sembra che si stia inserendo un elemento che ritengo anche pericoloso, perché penso che in qualche modo sia un esautorare le funzioni dell'Aula, in quanto si rimanda a un parere vincolante della Commissione, che non so nemmeno se sia previsto dal Regolamento, e, allo stesso tempo, non consente a quest'Aula di adottare, se questa è la finalità, una norma che disciplini in maniera compiuta questo tipo di fattispecie. Per cui richiamo l'attenzione dei colleghi, perché può costituire un precedente anche per altri settori sui quali, magari, per la necessità, per l'urgenza, per la fretta, potrebbe essere proposta una norma che demandi alla Giunta o all'Assessore di turno di approvare delle regole, previo parere magari vincolante della Commissione, per poi adottare degli strumenti in maniera veloce e non consentire al Consiglio invece un confronto serio e articolato su questioni importanti.

Vorrei fare un flash; questo stesso strumento potrebbe essere utilizzato per le materie sanitarie, potrebbe essere usato su tutti i campi che vogliamo, che hanno necessità e urgenza di intervento. Ecco, io ritengo invece sia più opportuno un dibattito consiliare, articolato, un confronto tra maggioranza e opposizione, perché sicuramente porterebbe a un risultato migliore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, colleghi, questo è un emendamento su cui si è concentrata una discussione impegnata di tutto il Consiglio, a dimostrazione che non c'è, nemmeno da parte nostra, la volontà di banalizzare o di derubricare l'importanza dell'emendamento stesso. L'emendamento si pone l'obiettivo, credo, mi rivolgo soprattutto al primo firmatario, quindi all'estensore, all'onorevole Maninchedda, di creare sviluppo in alcune zone, forse tra quelle più disagiate della nostra Regione. Ora, io credo che questa discussione investa una questione di straordinaria importanza, e ho anche l'impressione che se si passasse al voto fra qualche minuto, così come mi pare ci sia la volontà di fare, noi rischieremmo di sciupare un'occasione, Paolo, rischieremmo di sciupare un'occasione.

Faccio un esempio. Nel 1998, se non ricordo male, la legge numero 37 dello stesso anno prevedeva un intervento in conto occupazione, cioè, in buona sostanza, dava dei soldi alle imprese che assumevano lavoratori. Ora, è statisticamente provato, dopo tanti anni di sperimentazione, che quella legge non aveva prodotto nemmeno un occupato in più, perché l'impresa che aveva necessità nel proprio processo produttivo, di incrementare di una unità il proprio organico lo faceva indipendentemente dal contributo. Lo stesso discorso vale di fronte al problema di oggi, nel senso che noi dobbiamo prendere in esame quali sono effettivamente le diseconomie strutturali presenti in un determinato territorio, se vogliamo eliminarle veramente e incrementare la crescita di quell'area.

Io mi chiedo se siete davvero convinti - e lo chiedo soprattutto all'onorevole Maninchedda, che giustamente non mi ha ascoltato per nulla - che la strada migliore sia quella indicata in questo emendamento. A me onestamente non pare, però siccome ho grande rispetto del lavoro, in particolare del lavoro altrui, credo che il suggerimento che ha dato qualcuno prima di me, di rimandare l'esame della questione al collegato, proseguendo questa discussione impegnata, probabilmente potrebbe portarci ad individuare delle linee di intervento che davvero consentirebbero di superare le diseconomie territoriali, in particolare nei territori più disagiati della nostra Isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per sollecitare, ancora una volta, la riflessione presso i banchi della maggioranza circa l'opportunità di rimandare questa norma al collegato. In Commissione bilancio ci sono state proposte di emendamenti su svariati temi, e la Commissione per la complessità e la portata, per la necessità di approfondirne meglio i contenuti ne ha rimandate alcune al collegato.

Io credo che la norma che si sta discutendo abbia esattamente le stesse caratteristiche; è una norma che ha una portata positiva per alcuni territori della Sardegna, ma che necessita, secondo noi, di un approfondimento ulteriore, anche perché, così com'è stata pensata, avrebbe la capacità di influire (forse, non si sa, perché la sperimentazione deve ancora avvenire) su alcuni territori e su altri no, su alcuni territori e su altri no che pure sono simili per condizione demografica, sociale ed economica.

Certamente non può essere definita una norma che istituisce le cosiddette zone franche urbane, né tantomeno le zone franche rurali, perché le norme che prevedono quegli istituti stabiliscono dei criteri di spopolamento e di degrado sociale ed economico molto precisi, che qui invece vengono saltate a piè pari. Peraltro innescherà, se non studiata a puntino e se non giustificata anche da un punto di vista scientifico con studi più precisi e argomentati, che potrebbero essere portati avanti in sede di collegato, innescherà una guerra tra poveri, scatenando, altresì, quelle che lei oggi in conferenza stampa ha detto di voler evitare con questa finanziaria, cioè le guerre di campanile.

L'ha detto oggi in conferenza stampa: "evitare le guerre di campanile attraverso questa finanziaria". Bene, questa norma scatenerà le guerre di campanile perché è una norma che non è studiata abbastanza, che non è condivisa come dovrebbe essere, perché lascia aperti spazi che invece potrebbero essere coperti, con maggiore tempo a disposizione, nel collegato. Per cui l'invito alla riflessione è rinnovato, non sarebbe male che anche lei, Presidente, riflettesse sulla possibilità di rimandare il tutto al collegato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 60.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 60.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano e Sanna Paolo hanno votato a favore e che il consigliere Manca ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cappellacci - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Oppi - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 57

astenuti 3

maggioranza 29

favorevoli 35

contrari 22

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 420. E' un emendamento che proviene dall'articolo 3.

Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, io ho chiesto prima se fosse possibile accorpare o cercare di portare in discussione - se non in questa riunione, almeno più avanti, magari nel collegato - questo tipo di discussione. Si tratta di un emendamento all'emendamento, cioè di un emendamento aggiuntivo che vuole estendere le stesse incentivazioni che sono state inserite poco fa per i comuni con altimetria al di sopra di 1000 metri, portando questi incentivi ai piccoli e piccolissimi comuni della Sardegna, ponendo come limite 500 abitanti. Si potrebbe ipotizzare anche un emendamento orale, e oltre al numero degli abitanti tener conto anche dell'indice di spopolamento che colpisce la stragrande maggioranza dei nostri piccolissimi comuni.

Io chiedo all'Aula di inviare un segnale positivo perché certamente non bloccheremo lo spopolamento, ma con misure come queste possiamo in qualche modo cercare di frenare...

OPPI (U.D.C.). Questa è una marchetta!

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Non è assolutamente una marchetta questa perché riguarda tutti i piccoli comuni della Sardegna, anch'io sono pronto a togliere l'incentivo per quanto riguarda l'IVA. Non è un fenomeno che riguarda un singolo territorio, purtroppo, ma è un fenomeno che riguarda tutto il territorio della Sardegna. Lo dicevo prima: questi comuni sono a rischio, fra 8-10 anni rischiano di scomparire per mancanza di popolazione. Io credo che occorra un segnale forte da parte di questo Consiglio nei confronti di queste realtà, che sono sempre più numerose nella nostra Isola.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, condivido l'emendamento numero 420, però solo in parte. In effetti l'emendamento Maninchedda è stato definito "marchettone". Lo stesso si potrebbe dire che la proposta del collega Solinas perché la maggior parte dei paesi dell'Oristanese hanno meno di 500 abitanti, e quindi mentre quello di Maninchedda era una marchetta per il Nuorese, questa diventa una marchetta per la Marmilla e l'Oristanese.

Allora, io mi rivolgo all'Aula e chiedo: sarà il caso che noi riaffrontiamo il tema nel collegato, lo riaffrontiamo tutti assieme, spogliandoci dell'appartenenza a un partito o a un altro, spogliandoci dell'appartenenza a un territorio o a un altro? Chi è, infatti, che dice che si sta spopolando il paese di 500 abitanti e non quello di 1500 o 2000 abitanti? La Sardegna è tutta in spopolamento e bisogna capirne le cause.

Mi ricordo che un collega, nella precedente legislatura, propose di esaminare il problema del Nuorese e chiese: quanti soldi abbiamo speso nel Nuorese? Oggi io chiedo: quanti soldi abbiamo investito in Sardegna? Li abbiamo investiti bene? Li abbiamo investiti male? Ecco, se di agevolazioni fiscali dobbiamo parlare, parliamone indipendentemente dall'altitudine di un comune e dal numero degli abitanti, parliamo sulla percentuale di spopolamento e così possiamo venire incontro veramente a chi ne ha bisogno, a chi ha diritto a usufruire dei contributi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 420. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, mi scusi, io credo sarebbe bene che, arrivati alle 11 e mezzo quasi, cominciassimo ad organizzarci, intanto per consentire al personale di darci quel supporto che deve essere dato per approvare una legge così importante e poi per consentire anche a noi di muoverci in autonomia, per entrare e uscire dall'aula, per andare anche a riposarci, perché è opportuno che una legge di questa portata venga approvata anche con la serenità e con l'attenzione che merita. Quindi le chiedo di far conoscere all'Aula quali sono le sue determinazioni sul prosieguo dei lavori.

PRESIDENTE. Le determinazioni, onorevole Cuccu, non sono del Presidente ma sono dell'Aula che questa mattina ha deciso di procedere a oltranza (e di solito per oltranza si è sempre inteso sino alle 2, 3 del mattino). Letteralmente andare a oltranza significa proseguire nel lavoro fino ad approvare la legge, ma questo è materialmente impossibile per cui si presume che l'orario possa essere quello, salvo che l'Aula non decida di determinarsi diversamente.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Per noi l'oltranza è oltranza, vuol dire che da qua non ci dobbiamo spostare, e se noi non ci dobbiamo spostare, non vi spostate neppure voi! Se noi finiamo molto tardi, voi che siete abituati ad alzarvi tardi, vi alzerete tardissimo e tutto ciò che pensate di recuperare oggi lo perderete domani.

Noi qualche giornata di esperienza ce la siamo fatta e abbiamo verificato che la ripresa dei lavori dopo le oltranze inizia sempre con un ritardo ad oltranza, cioè sostanzialmente - e lo dico al collega Sanna - che forse vale la pena, Presidente, fissare un orario di oltranza che sia compatibile con la possibilità degli Uffici di rimanere lucidi domani mattina e di poterla consigliare bene per la ammissibilità o inammissibilità e validità degli emendamenti, perché noi siamo resistenti, ma gli Uffici, si sa, sono un pochino meno resistenti di noi.

PRESIDENTE. Onorevole Uras, sull'ammissibilità o inammissibilità ci siamo già espressi e non abbiamo bisogno di doverci esprimere ulteriormente. Io farei la proposta all'Aula di andare avanti sino all'approvazione dell'articolo 1.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A).

PRESIDENTE. L'emendamento numero 212 è stato spostato all'articolo 3. Per gli emendamenti numero 66, 384, 450, 119 e 120 è stato presentato l'emendamento di sintesi numero 489.

(Si riporta di seguito il testo dell'emendamento di sintesi:

Emendamento di sintesi degli emendamenti numero 66, 384, 450, 119, 120 Zedda - Bruno - Steri - Vargiu - Sanna Giacomo - Uras - Sabatini - Maninchedda

Articolo 1

Nel comma 2 dell'art. 2 della legge regionale n. 14 del 2010 dopo le parole: "entro il suddetto termine." sono inserite le seguenti: "In caso di autorizzazioni di spesa finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche, sono definanziate quelle per le quali non si provvede alla pubblicazione del bando per la realizzazione dell'opera entro il termine perentorio di 45 giorni dall'entrata in vigore della presente legge." (489).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Le chiederei la cortesia, Presidente, sugli emendamenti di sintesi (anche nei seguenti) di poter approvare le firme dei componenti della Commissione.

PRESIDENTE. La richiesta è accolta.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Io non so se sia possibile rimettere in discussione il lavoro svolto con serietà e attenzione dai colleghi che, appunto, nella produzione di un emendamento di sintesi hanno cercato di mettere in campo tutte le esigenze emerse nella discussione di questo argomento. Stiamo parlando del finanziamento di opere pubbliche a carico dei comuni e, considerato che in diverse realtà ci sono opere quasi pronte ad andare in gara, questo meccanismo che stiamo mettendo in piedi rischierebbe di bloccarle.

Si è individuato un numero di giorni a mio parere troppo limitato (45) dalla data di approvazione di questa legge per dare tempo alle amministrazioni, che sono quasi pronte, di bandire le gare d'appalto; io suggerirei, se fossero d'accordo i colleghi che hanno lavorato a questo apprezzabile emendamento di sintesi, di raddoppiare questo termine fino ai tre mesi e 90 giorni, perché davvero consentirebbe di far partire opere che diversamente per una manciata di giorni rischiano di essere rinviate di un anno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Io faccio mie le considerazioni che ha testé svolto l'onorevole Lotto. Mi domandavo anche io il perché di un termine così breve, considerato l'anno scorso si sono svolte le elezioni amministrative e qualche amministrazione si è ritrovata con un carico di ritardo accumulato da altri amministratori. Credi quindi che sia opportuno e doveroso consentire un recupero a queste amministrazioni concedendo un termine appena più lungo (almeno i 3 mesi di cui parlava l'onorevole Lotto) rispetto ai 45 giorni previsti da questo emendamento. Ciò vorrebbe dire dare anche fiducia alle nuove amministrazioni che rischierebbero di perdere i finanziamenti su opere che invece potrebbero essere realizzate con un termine appena più lungo. Quindi mi pare doveroso associarsi alla proposta avanzata dal collega Lotto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCHINO (P.d.L.). Intervengo per dichiarare la mia astensione su un emendamento che purtroppo non condivido, perché secondo me fissare un termine di 45 giorni per opere che in Sardegna, in Italia richiedono sette anni è una responsabilità grande. Ci sono dei comuni che purtroppo, a causa delle leggi nazionali e regionali hanno impiegato, per avere l'autorizzazione, circa sei-sette anni. Io adesso non me la sento di andare a votare un emendamento e impedire a questi comuni (che hanno percorso un iter che a causa nostra, dei legislatori, è così lungo e farraginoso) di usufruire di finanziamenti che magari avrebbero avuto modo di utilizzare con due mesi in più di tempo perché magari a giugno del 2011 otterranno l'autorizzazione del SAVI piuttosto che dell'ufficio tutela del paesaggio.

Io su questo argomento ho presentato in Commissione e in Consiglio la proposta di legge numero 195 che serve a velocizzare i lavori pubblici dove veramente si affronta il problema in modo serio, dimezzando i tempi che l'ufficio tutela... Presidente, considerata la disattenzione rinuncio a proseguire l'intervento.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 489. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 198. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 386.

DEDONI (Riformatori Sardi). E' ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 433. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 434. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

L'emendamento numero 40 è stato spostato all'articolo 3.

Metto in votazione l'emendamento numero 80. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 188. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 189 era ricompreso nell'emendamento di sintesi numero 482. Gli emendamenti numero 435, 436, 437, 438, 440 sono inammissibili.

STERI (U.D.C.). L'emendamento numero 436 è ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento numero 191 è spostato all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 19.

Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Il parere della Giunta è favorevole così come quello del relatore ma con la richiesta di ridimensionare lo stanziamento a 150 mila euro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Accogliamo la richiesta dell'Assessore.

PRESIDENTE. 150 mila euro per tutti e tre gli anni.

Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Io volevo rivolgere una domanda all'Assessore: la riduzione è dovuta a una mancanza di fondi o c'è una ragione tecnica?

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Ha risolve una domanda ma la Giunta non ha chiesto la parola e non siamo in fase di interlocuzione onorevole Caria.

CARIA (P.D.). Io chiedevo alla Giunta spiegazioni in relazione alla riduzione da 300 mila a 150 mila euro anche perché l'emendamento richiama una disposizione della legge regionale numero 2 del 2007. Ritengo che invece le somme necessarie per poter proseguire e andare avanti su quell'iniziativa che era stata a suo tempo deliberata dal Consiglio regionale ammontino almeno a 300 mila euro, per cui intervengo per sostenere se è possibile il mantenimento dell'emendamento così com'è stato presentato, salvo che non ci siano delle ragioni tecniche che richiedano una modifica o un rimando del recupero delle somme, che magari oggi non sono disponibili, al collegato. Magari un impegno anche di questo tipo potrebbe essere sufficiente.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 19.

Ha domandato di parlare il consigliere Matteo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA MATTEO (P.d.L.). Noi non siamo d'accordo sull'emendamento orale della Giunta se non c'è unanimità. Concordo con quanto asserito dal collega Caria relativamente all'importanza di questo stanziamento, anche perché viene dimezzato rispetto al precedente esercizio e anche perché questo istituto rischia la chiusura con questo dimezzamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCAREDDU (U.D.C.). Io mi rivolgo direttamente al Presidente e, naturalmente, all'Assessore. L'anno scorso io stesso avevo presentato un emendamento accolto dall'Aula per portare a 300 mila euro lo stanziamento per quell'istituto (emendamento, tra l'altro, accolto dalla Giunta e dal Consiglio) quindi adesso dimezzare in corso d'opera lo stanziamento, con gli impegni già assunti mi sembra quanto meno difficoltoso.

PRESIDENTE. Onorevole Biancareddu, c'è l'opposizione dell'onorevole Sanna quindi ormai rimane nella stesura originaria.

(Interruzione del consigliere Capelli)

BIANCAREDDU (U.D.C.). Cioè lo stanziamento rimane di 300 mila euro? lo stanziamento? Va bene, allora dichiaro il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 19. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Gli emendamenti numero 26 e 201 sono stati spostati all'articolo 3.

Metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'emendamento numero 464, che è un emendamento all'emendamento, è inammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 30. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Gli emendamenti numero 41 e 43 sono stati spostati all'articolo 3. L'emendamento numero 443 è inammissibile.

Passiamo all'emendamento numero 210, per il quale c'è un invito al ritiro.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, non ritiro l'emendamento, anzi chiederei una spiegazione all'assessore La Spisa: che fine hanno fatto i 5 milioni di euro stanziati nell'annualità 2009 e per cui l'Aula votò nel 2009 quest'emendamento, con una precisa scelta politica, all'unanimità? Dove sono finiti quei 5 milioni di euro stanziati nel 2009 e ora scomparsi dal bilancio? Non se ne trova traccia.

L'opera non è stata realizzata, questo non per inefficienza degli enti locali, ma per inefficienza regionale, il capitolo è stato assegnato ai lavori pubblici. Non si capisce dove siano finiti questi denari. E' soltanto una riproposta di una voce già votata dall'Aula con precisa scelta politica nel 2009, perciò non capisco neanche l'invito al ritiro. Sono io che chiedo all'Assessore perché invita al ritiro.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, non siamo in fase di interlocuzione. Lei può porre la questione, poi la Giunta si riserverà di intervenire o meno.

CAPELLI (Gruppo Misto). No, lo capisco bene. Io ho già premesso nei miei tre minuti...

PRESIDENTE. Comunque l'invito al ritiro era anche del Presidente della Commissione a nome della Commissione.

CAPELLI (Gruppo Misto). Beh, il Presidente della Commissione si è espresso perché c'è stata una precisa volontà della Giunta in sede di Commissione, poi voterà come meglio riterrà opportuno. Io non ritiro l'emendamento e stavo spiegando perché. Spero che arrivi una risposta anche alle mie domande.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, per correttezza io non votai, come ha detto il collega Capelli, lo stanziamento per la costruzione della Scuola forestale della Sardegna a Nuoro, non perché io ce l'abbia contro Nuoro, per carità, però voglio riproporre a quest'Aula un vecchio problema che riguarda la Regione Sardegna.

Quando la Regione decise di ristrutturare il seminario di Cuglieri una delle finalità a cui in quel momento si decise di destinare quell'enorme locale fu proprio quella di farne la sede della la Scuola forestale della Sardegna. Quel locale è stato quasi completamente ristrutturato, in una parte è stata anche attrezzata la sala multimediale. Il rischio è che tutti quei soldi, quelle ingenti somme spese per ristrutturare e adeguare quel locale a un'attività come questa, vadano ancora una volta in malora e noi continuiamo a spendere soldi per fare un doppione che già esiste in Sardegna. Io invito la Giunta, invito tutto il Consiglio a voler riflettere sull'opportunità di spendere 5 milioni di euro di risorse pubbliche per qualcosa che già in Sardegna abbiamo.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, lei era già intervenuto.

(Interruzione dell'onorevole Capelli)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.La questione è in questi termini: lo stanziamento previsto a suo tempo si è rivelato nella sua finalità inutilizzabile, almeno per le notizie che abbiamo, e cioè lo stabile che era stato individuato come possibile luogo dove realizzare la scuola si è rivelato, da quanto riferito dagli uffici, non idoneo e in ogni caso lo stanziamento assolutamente insufficiente a quanto richiesto per completare un'opera di quelle dimensioni, perciò quella spesa, è stata sostanzialmente definanziato per inapplicabilità della norma che l'aveva autorizzata.

Tutto si può riprendere, si può ridiscutere, però di fronte a un'ipotesi più concreta e meglio valutata. Ecco, questa è la condizione. Non c'è niente contro l'intervento, però la storia ha portato a questa situazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Mi dispiace sottolineare che l'Assessore non conosca l'articolo 22 della legge numero 4 del 2006, perché queste somme erano state stanziate in quella legge per l'avvio dello studio e per l'avvio della realizzazione, non per la realizzazione. Quei fondi furono distratti dal bilancio perché c'era stata totale inerzia da parte dell'amministrazione regionale nel tenere fede a un impegno che i vari presidenti, non ultimo il presidente Cappellacci, avevano preso in quel territorio. Ma questa è una storia vecchia, collega Solinas.

Per realizzare la scuola forestale a Nuoro c'è una legge, non una dichiarazione di intenti, non una volontà di ristrutturare il seminario di Cuglieri per fare la scuola forestale. Il seminario di Cuglieri è stato ristrutturato, giustamente, ma non con quell'indirizzo. In quel territorio si è speso per la facoltà di scienze ambientali, per l'università del consorzio della Sardegna centrale indirizzato verso lo studio ambientale, sono stati presi degli impegni politici. Non lo so se anche su questo possiamo sorridere, però - e per l'ennesima volta - si distraggono dei finanziamenti in una zona che ha pochi progetti di sviluppo. Non so se la Giunta voglia assumersi questa responsabilità, per sua inerzia, perché la legge numero 4 del 2006 prevale proprio quello che ho ribadito io in Aula poc'anzi. Poi il seminario di Cuglieri troverà giustamente altre destinazioni. Per esempio potrebbe parlare una destinazione adeguata anche per il consorzio di Cuglieri se ci sarà un progetto e una pianificazione nella Sardegna centrale per sviluppare un terzo polo universitario.

Ma io non voglio andare contro quello che lei ha detto. C'è lì una destinazione, c'è un bene della Regione che è stato tenuto fino ad oggi con spese di manutenzione ordinaria e straordinaria con questo indirizzo, più la base di Farcana, più il Monte Ortobene, eccetera, eccetera: vogliamo buttare via tutto? Fatelo pure! Volete recedere dagli impegni presi? Fatelo pure! Volete continuare a non dare corso alle leggi votate in quest'Aula (e c'è una Commissione che non so cosa stia facendo)? Fatelo pure, lo facciamo pubblicamente, con il voto di tutti, delle componenti politiche della Giunta e del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per sostenere questo emendamento e per sostenere la necessità di aprire finalmente la scuola forestale, e di aprirla a Nuoro, per motivi di coerenza rispetto a ciò che in quella città è stato fatto, non ultima l'istituzione dei corsi universitari di specializzazione in materia ambientale e forestale, non ultimo anche il fatto che si trovi al centro forse del più grande patrimonio boschivo della Sardegna e che quindi sia particolarmente interessata da questo tipo di attività.

Riguardo a ciò che ho sentito dall'assessore La Spisa, effettivamente la scelta era caduta su un edificio attualmente utilizzato dalla ASL di Nuoro per attività non sanitarie, ed era stato già deciso che quell'ufficio potesse essere spostato in un altro stabile che la Provincia avrebbe reso disponibile intorno all'area dell'ospedale San Francesco, in quella che doveva essere la cittadella sanitaria di Nuoro.

Esiste quindi un edificio, che è stato reso disponibile dalla Provincia, attualmente scarsamente utilizzato. Questo edificio si trova a poche decine di metri dalla sede del comando provinciale del Corpo forestale, e anche per questo era stato ritenuto idoneo, perché in qualche modo poteva essere unita l'attività d'istituto con l'attività formativa. Anche perché si trattava di un riuso, quella cifra veniva ritenuta abbastanza congrua e certamente vicino anche alle necessità definitive.

Si tratta di portare avanti dei progetti che erano già stati avviati, che vedevano tutto il territorio concorde, e di portarli finalmente a termine, peraltro per un Corpo forestale che, dai documenti allegati al bilancio, ho visto che sta continuando ad assumere personale (ha assunto di fatto tutti gli idonei di un concorso precedente e credo che i dipendenti siano aumentati di 40 unità solo nell'ultimo anno) che ha bisogno di formazione, e le attività avviate sarebbe bene portarle a termine.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mula. Ne ha facoltà.

MULA (Riformatori Sardi). Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni sospendo i lavori per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 23 e 52, viene ripresa alle ore 23 e 57.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo dichiarare il voto favorevole sull'emendamento numero 210, condividendo le argomentazioni dell'onorevole Capelli e dell'onorevole Soru.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Mi pare di aver capito che la discussione vertesse su che cosa facciamo di una struttura quasi ultimata, quasi restaurata, quasi ristrutturata integralmente, come il seminario di Cuglieri, e invece originariamente destinato, lo dico perché era di dominio pubblico… Presidente, non si capisce nulla, io aspetto che i colleghi finiscano di disturbare e poi chiedo di recuperare il tempo perso, perché non si capisce nulla.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Uras, prosegua.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). No, quando non si capisce nulla vuol dire che è giunta l'ora andare a dormire, e se è giunta l'ora di andare a dormire il Presidente scioglie la seduta e aggiorna i lavori a domani mattina!

Abbiamo un seminario quasi ristrutturato e una scuola forestale da realizzare integralmente. Nasce un problema, un conflitto tra territori, e allora dobbiamo risolvere l'un problema è l'altro problema: a Nuoro riconosciamo la forestazione, e quindi la scuola forestale, a Oristano dobbiamo restituire il seminario. Facciamo un accordo: abbiamo stanziato 25 milioni sugli oratori, un seminario varrà pure qualche cosa, varrà poco poco di più di un finanziamento a oratori, che peraltro neppure riescono ad ottenere, perché mi hanno detto, Presidente, che quella legge è rimasta totalmente inapplicata perché è stata scritta male (lo dico per ricordare i ragionamenti che facevamo prima rispetto ad altri dispositivi che vanno discussi in questa sede) per cui, se non si accetta un emendamento orale, domani ne presentiamo uno scritto, e destiniamo anche la struttura di Cuglieri a una finalità positiva come quella che aveva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (P.d.L.). Io voterò a favore di questo emendamento, e chiedo anche di potervi apporre la mia firma, ma voglio ricordare che la storia della scuola forestale a Nuoro è stata molto travagliata, sono fatte operate scelte diverse anche nel passato, però gli ultimi deliberati del Consiglio regionale prevedevano la realizzazione di questa scuola forestale a Nuoro. E non era un caso se si era fatta questa scelta, perché il territorio maggiormente forestato della Sardegna si trova proprio nel centro Sardegna (nella Provincia di Nuoro, nell'alto Oristanese, nell'Ogliastra).

Non capisco perché oggi questo Consiglio regionale, senza alcuna giustificazione e motivazione, voglia eliminare una scelta che andava verso la creazione di strutture e di servizi importanti in tutto il territorio della Sardegna. Non è vero che tutto deve essere realizzato nelle aree forti della Sardegna, ci possono essere delle scelte che è giusto che vengano effettuate in zone dove almeno quel tipo di attività è molto presente. Quindi voterò a favore e chiedo al Consiglio di mantenere gli impegni assunti nel passato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCA (P.D.). Presidente, anche io chiedo di aggiungere la firma, e parlo anche a nome della collega Francesca Barracciu che in precedenza ha dimenticato di avanzare analoga richiesta. Dichiaro il voto favorevole condividendo tutte le motivazioni che sono state già esposte in precedenza dai colleghi che sono intervenuti e credo che sia giusto "dare gambe" finalmente a una legge che è stata approvata da questo Consiglio. Condivido anche le opinioni che sono state espresse circa le opere già realizzate a Cuglieri e alle quali spero si dovrà dare eventualmente una destinazione differente ma questa è un'altra storia, questa è un'altra vicenda della quale ci si dovrà occupare. Pertanto dichiaro il voto favorevole e chiedo di poter apporre, assieme alla collega Barracciu, la firma in questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (I.d.V.). Presidente, anche io chiedo di aggiungere la mia firma e quella dell'onorevole Mariani all'emendamento. Condivido tutto quello che è stato detto a parte quello che ha detto l'onorevole Solinas.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 210.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Se la volontà del Consiglio è quella di ristabilire lo stanziamento per la realizzazione di questo intervento e se, così come è stato detto, si tratta di un'opera cantierabile, proporrei al Consiglio di trovare la copertura proprio tra quelle opere immediatamente cantierabili che noi abbiamo inserito nell'emendamento numero 482. Cioè, anziché prendere le risorse dal FNOL si prendono quelle dell'articolo 5 della legge finanziaria.

(Interruzioni)

Sì, ho capito, ma noi proponiamo che la copertura finanziaria avvenga tra quelle risorse che noi abbiamo destinato...

(Interruzioni)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 210 nella sua stesura originaria.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cappellacci e Piras hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cossa - Cucca - Cuccu - De Francisci - Dedoni - Diana Giampaolo - Espa - Greco - Ladu - Lai - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Milia - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Fois - Solinas Antonio.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 50

astenuti 3

maggioranza 26

favorevoli 50

(Il Consiglio approva).

L'emendamento numero 52 è inammissibile.

Passiamo all'emendamento numero 17, uguale agli emendamenti numero 224 e 455.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Volevo capire a che ora si prevede di concludere i lavori di questa notte.

PRESIDENTE. Lo abbiamo già detto prima, fino all'approvazione dell'articolo 1.

BRUNO (P.D.). No! Io le chiederei un orario, Presidente.

PRESIDENTE. No, abbiamo detto fino all'approvazione totale dell'articolo 1.

BRUNO (P.D.). Ecco, io le faccio notare che ci sono anche le esigenze degli Uffici non solo i consiglieri regionali, quindi le chiederei un orario di chiusura per stasera.

PRESIDENTE. Non c'è un orario, l'ho già spiegato, onorevole Bruno: ad oltranza si intende sino all'approvazione dell'articolo 1. Salvo che lei non avanzi una proposta diversa e l'Aula si esprim.

BRUNO (P.D.). No! La proposta sarà che interverremo su tutti gli emendamenti da ora in poi.

PRESIDENTE. E' una sua prerogativa, onorevole Bruno.

Continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2011)" (219/S/A).

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 17, 224 e 455, di identico contenuto.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Agus, Bardanzellu, Barracciu, Bruno, Capelli, Caria, Contu Mariano, Dessì, Diana Giampaolo, Espa, Lotto, Manca, Meloni Marco, Porcu, Sanna Gian Valerio, Solinas Antonio, Solinas Christian, Soru e Uras hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Cappellacci - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Piras - Planetta - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 60

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 35. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, io le chiederei di procedere un po' più lentamente perché vorrei partecipare anch'io ai lavori dell'Aula, vorrei avere il tempo di guardare l'emendamento, di provare a ricordarlo e di intervenire. Ho già perso la possibilità di intervenire su un emendamento che considero importantissimo, avrei voluto lasciare traccia di un parere, perché credo che oggi in quest'Aula sia stata commessa un'ingiustizia, pertanto chiedo meno fretta e credo che sia un'esigenza anche di molti altri colleghi.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Soru. Passiamo all'emendamento numero 36.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Intervengo per dichiarare, rispetto a questo emendamento, il mio voto contrario, e per sollecitare, Presidente, visto che mi rimane qualche secondo - non utilizzerò tutti e tre i minuti della dichiarazione di voto - una riflessione anche alla maggioranza perché, a mio avviso, procedere troppo in questo lavoro di sfinimento, soprattutto non dei consiglieri di questa parte, che si possono utilmente alternare nell'azione, ma degli uffici che ci devono assistere, non credo che sia utile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Intervengo molto, molto rapidamente perché rimanga traccia, così come abbiamo detto in Commissione, che quando si parla di vittime degli incendi del 23 luglio 2009 non si limiti il contributo ai familiari dei due morti, ma lo si estende anche ai due feriti gravissimi che stanno subendo un vero calvario di trapianti in Italia e all'estero. Questa è l'interpretazione che è stata data quando si è parlato di vittime degli incendi: non solo le due persone decedute ma anche i due feriti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 36. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 37.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Questo emendamento dispone che le risorse che erano state stanziate nel 2007, a valere sul 2007, 2008, 2009, per la riqualificazione della rete di emergenza e urgenza sanitaria, ancorché impegnate siano utilizzate, per le stesse finalità, quale copertura delle spese sostenute nell'anno 2010. Allora, anche qui mi domando: questo è un deficit, questa è una spesa non autorizzata, che è stata fatta in assenza di copertura. Intanto bisognerebbe sapere se sono stati spesi soldi previsti dal triennio, in che stato si trova la rete di emergenza, il fabbisogno che c'è e gli impegni che dobbiamo prendere adesso.

Se noi, infatti, finanziamo per un triennio un'opera, vuol dire che abbiamo valutata congrua per le finalità che deve svolgere. Se poi nel 2011 ci rendiamo conto che sono state fatte spese nel 2010, fuori da qualunque copertura, e dobbiamo fare delle manovre a ritroso per riprendere i soldi dal 2007, 2008, 2009, per pagare il 2010, vuol dire che c'è stata una gestione allegra del bilancio. Noi dobbiamo sapere che cosa finanziamo, e chi spende in quell'esercizio deve sapere che ha la copertura. Sennò si dica che l'opera è incompiuta, che ha bisogno di queste risorse, e ci si informi sullo stato delle cose.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Le osservazioni espresse adesso dall'onorevole Sanna richiedono un chiarimento da parte della Giunta. Per quanto abbia conoscenza io, ogni provvedimento di spesa è verificato dalla Ragioneria regionale proprio in ordine ad alcuni elementi. Il primo elemento è la titolarità a disporre la spesa, il secondo elemento è la verifica della copertura di quella spesa con somme effettivamente sussistenti nei capitoli o nell'UPB interessata. Questo vorrebbe dire, signor Presidente, che provvedimenti di spesa non passano al vaglio dalla Ragioneria generale. Il che vuol dire che c'è un comportamento palesemente illegittimo, che richiama responsabilità.

Il funzionario che ha adottato il provvedimento - e nei confronti del quale andrebbe attivato subito un procedimento disciplinare - va comunque rimosso dall'incarico che svolge, perché, se dovesse essere così il suo comportamento, sarebbe un comportamento assolutamente pernicioso per l'amministrazione e anche di grave rischio per lo stesso funzionario. Chi non ha la competenza è meglio che rimanga a casa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Io credo, in aggiunta a quanto è stato detto da chi mi ha preceduto, che il problema sia ancora più complesso ed afferisca ad un altro aspetto che riguarda la programmazione delle risorse. Qui infatti si fa riferimento ai fondi che ha richiamato il collega Gian Valerio Sanna, ma lo stesso si può dire per la fetta più grossa del bilancio, e cioè le risorse spese dal sistema sanitario. Le aziende sanitarie nel 2010 hanno speso per svolgere tutta una serie di attività, ma l'assegnazione in conto esercizio riferita all'anno 2010 non la conoscono a gennaio o a novembre 2009 per poter programmare le attività, la conoscono, quando va bene, a fine anno 2010 e, quando va peggio, nei primi mesi addirittura del 2011. Cioè, si spende, si va avanti sulla base di un criterio storico, e poi si trovano i buchi di bilancio perché comunque la copertura non è stata effettuata "a monte". Le aziende vanno avanti, sono in corso di spesa e ancora non conoscono a quanto ammontano e quando verranno erogate le assegnazioni in conto esercizio. Questo è il tema, questo è il problema.

Quindi, è corretta l'osservazione che faceva anche prima il collega Sanna in relazione alla competenza, in relazione al riportare i bilanci ad un discorso temporale che inizi l'1 gennaio e finisca il 31 dicembre. Se si conoscono le risorse assegnate all'inizio dell'anno si possono poi verificare gli scostamenti rispetto ai budget, si può verificare il rispetto degli obiettivi assegnati a chi poi spende quelle risorse. Invece questo sistematicamente non avviene, avviene sempre - passatemi il termine - "a buoi scappati", quando ormai le spese sono state effettuate, e qua il Consiglio viene chiamato a "mettere un tappo".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Colleghi, io credo che sarebbe opportuna la presenza dell'Assessore della sanità anche per fornirci qualche notizia sulla situazione, sul monitoraggio della situazione, sui problemi concreti e le motivazioni che hanno portato alla presentazione di questo emendamento.

Non c'è dubbio - io mi rivolgo anche al Presidente della Commissione sanità - è un argomento che probabilmente poteva essere vantaggiosamente sviscerato in quella sede, perché, se ci sono ragioni così importanti che permettono questo tipo di autorizzazione, credo che sia molto importante capire quali siano e come stia funzionando la rete a cui accennava prima l'onorevole Sanna. Credo che questa sia la sostanza. C'è un nodo politico importante, questo tipo di autorizzazione non è solamente un fatto tecnico. Quindi rimango molto perplesso, perché, al di là degli aspetti meramente contabili, mi piacerebbe capire a che punto è la riorganizzazione, com'è, come sta andando, e soprattutto credo sia diritto anche dei consiglieri della Commissione sanità conoscere, per offrire il loro contributo rispetto a questa vicenda.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 37.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 37.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Cappai, Mula, Petrini e Sanna Giacomo hanno votato a favore e che il consigliere Mariani ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Rispondono no i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 61

votanti 60

astenuti 1

maggioranza 31

favorevoli 37

contrari 23

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'emendamento numero 38.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche questo è un emendamento singolare. Si parla del Programma di iniziativa comunitaria Interreg III A, Italia-Francia. Che cosa succede? Succede che si dispone una quota, sempre di questo finanziamento, di 159 mila euro, da assegnare all'autorità di gestione centrale, si direbbe qui: "per gli adempimenti connessi alla chiusura del programma medesimo".

Ora, chiudere un programma comunitario ci costa 150 mila euro? Cosa significa? Cosa significa "chiude adempimenti connessi". Sono quote che non sono state rendicontate? Ha un costo la chiusura degli adempimenti dell'autorità di gestione? Vorremmo capire che cosa è, perché 150 mila euro può essere anche una parte di finanziamento di un'attività che non è stata rendicontata.

Dobbiamo essere chiari qua, perché i procedimenti di finanziamento devono avere una causa, una motivazione. Non ci potete dire che sono adempimenti connessi alla chiusura di un programma; che significa? Posto così, non siamo in condizioni di scernere. Ce lo spiegate?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Si tratta di somme non utilizzate necessarie per chiudere il programma, in particolare per coprire le spese dell'assistenza tecnica che altrimenti dovremmo coprire con fondi regionali o con altre risorse. Quindi si utilizzano somme non utilizzate nel programma per questa finalità.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 38. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 39.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Anche questo è un emendamento singolare, la Giunta ci propone di apportare delle modifiche al comma 9 dell'articolo 27 della legge regionale numero 4, dove si parla sostanzialmente di ottimizzare l'azione amministrativa e accelerare la riscossione dei crediti vantati dall'amministrazione regionale. Recita la legge: "La stessa amministrazione promuove transazioni delle liti pendenti". L'emendamento invece prevede la soppressione delle parole "liti pendenti". Che significa questo? Che l'amministrazione promuove transazioni anche quando non ci sono liti pendenti! Cioè, si vuole in qualche modo abborracciare qualche situazione; un conto è che ci siano liti pendenti, un altro conto è che non ci siano, punto primo.

Analoga operazione viene tutelata al successivo comma 12 dove si parla di operazioni di finanziamento "attualmente in contenzioso", cioè situazioni di finanziamento sulle quali ci sono delle divergenze, quindi sono in contenzioso. Beh, ha un significato che questa operazione avvenga per operazioni di finanziamento sulle quali ci sono dei contrasti, diversamente no!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessoredella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

LA SPISA, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. La motivazione di questo emendamento è quella di rendere più operativo e quindi più vantaggioso per la Regione l'insieme delle norme che hanno previsto il recupero di somme dovute all'amministrazione regionale, poiché molte di queste situazioni non arrivano ad un vero e proprio contenzioso, non generano liti pendenti in senso formale e quindi non possono essere recuperate e la Regione incassa meno. Per rendere il sistema più flessibile e maggiormente accessibile da parte della Regione il meccanismo di recupero dei crediti, si è pertanto pensato di proporre questa modifica.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Io ho capito la finalità che ci ha spiegato l'Assessore, però comunque nel comma 9, che oggi si sta modificando, esisteva un paletto, un confine all'interno del quale gli uffici si potevano muovere per promuovere le transazioni delle liti pendenti. Oggi un confine non c'è più, si promuove la transazione su cosa? Su tutto! Così mi sembra di capire, perché oggi la formulazione sarebbe questa: al fine di ottimizzare l'azione amministrativa e di accelerare l'escussione dei crediti vantati dall'amministrazione regionale (quindi tutti i crediti dell'amministrazione regionale), la stessa promuove la transazione anche rinunciando agli interessi di mora dovuti a fronte del versamento del capitale scaduto e degli interessi legali maturati. Quindi tutto quanto, a prescindere dalle liti pendenti.

Mi sembra che il confine sia troppo ampio. Prima avevamo un margine all'interno del quale si potevano muovere gli uffici, oggi, in questo margine molto ampio, il Consiglio sta approvando una delega totale a promuovere transazioni senza sapere nemmeno che cosa stiamo transando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Riprendo il ragionamento del collega Cuccu: proprio per agire nell'interesse dell'amministrazione bisogna essere nettamente consapevoli di qual è la dimensione del contenzioso, di qual è la partita in gioco. La transazione arriva nell'interesse dell'amministrazione per consentire all'amministrazione - come a qualunque altro soggetto che opera all'interno di una situazione di quel tipo - il recupero di danaro che sarebbe probabile non recuperare nella dimensione a cui ha titolo l'amministrazione.

Dire che si attivano transazioni senza aver promosso neppure le iniziative che l'amministrazione deve promuovere per chiamare chi ha responsabilità debitorie in giudizio, significa sostanzialmente creare una condizione favorevole per chi non ha adempiuto al debito e, soprattutto, attribuire una discrezionalità agli uffici dell'amministrazione regionale che io non reputo utile! Non la reputo utile perché nasconde la possibilità, non assolutamente valutabile in questo momento, ma la possibilità reale di dare corso a procedimenti illegittimi e, qualche volta, in alcune circostanze, di coprirne di illegali.

Costruiamo cioè una situazione nella quale, signor Presidente, si potrebbe, a danno dell'amministrazione, favorire altri e, in questo senso, costruire le condizioni perché chi opera nell'interesse dell'amministrazione si trovi invece in una condizione di illegittimità, se non di illegalità di comportamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Intervengo per invitare la Giunta a ritirare quest'emendamento per i motivi che sono stati appena ricordati. Non vorrei essere nei panni di quel dirigente della Regione che ha potere di vita e di morte su qualunque impresa debba dei soldi alla Regione. Chiunque abbia ricevuto dei finanziamenti pubblici, e ha ancora una posizione debitoria nei confronti della Regione, potrebbe andare da questo dirigente e proporgli una transazione e dire: "Senti, sai che c'è? Anziché pagarti tutto, ti pago solo la metà!", senza che la Regione abbia minimamente provato, anticipatamente, a farsi rimborsare tutti i soldi. Sono soldi pubblici e occorre anche rispettare un criterio di equità rispetto a chi i soldi li ha presi in prestito dalla Regione e poi li ha restituiti.

Al comma 12 si parla dei finanziamenti che sono stati assegnati attraverso i fondi di rotazione gestiti dalle banche, e si diceva addirittura che transazioni potevano essere fatte dietro segnalazioni delle banche, che nel frattempo avevano espletato tutte le procedure per arrivare ad una riscossione del credito. E come le banche, laddove è evidente che non saranno capaci di rivedere indietro i soldi, propongono delle transazioni pur di recuperare qualcosa, anche la Regione sarda avrebbe potuto proporre delle transazioni, laddove era evidente che i soldi non potevano essere recuperati. Ma qui siamo all'obbrobrio: non è concepibile che un solo dirigente regionale, in totale disprezzo dei denari pubblici, possa accettare qualunque transazione con chicchessia e dire: "I soldi che devi alla Regione non sono più importanti, basta che gliene restituisca una parte. Quale parte? Quella che concordiamo io e te". Se questo è il modo di trattare i soldi pubblici io credo veramente che siamo alla fine.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Intervengo in aggiunta a quanto detto da chi mi ha preceduto. Leggo integralmente il comma 9: "Al fine di ottimizzare l'azione amministrativa e di accelerare la riscossione dei crediti vantati dall'amministrazione regionale, la stessa promuove le transazioni delle liti pendenti". Fino a qui uno dice: vabbè, eliminiamo la parte delle liti pendenti (mi richiamo a quello che è stato detto da chi mi ha preceduto, dal collega Gian Valerio Sanna, in particolare anche dal collega Soru che in qualche modo, fa entrare dentro questo meccanismo tutto un mondo che magari rimane fuori). Ma la cosa più interessante è a che cosa si rinuncia?

La legge aggiunge: "anche rinunciando agli interessi di mora dovuti a fronte del versamento del capitale scaduto e degli interessi legali maturati". Cioè, mi sembra, come dire, che in qualche modo si stia incentivando a non rispettare anche per il futuro, se passa questa impostazione, il pagamento di quello che è dovuto alla Regionei perché tanto non ci sarà nessuna sanzione, si dovrà restituire il capitale ed eventualmente gli interessi legali, e sappiamo a quanto ammontano oggi gli interessi legali. Non ci sarà nessun tipo di sanzione ulteriore, e cioè gli interessi di mora.

Concordo con chi mi ha preceduto nel dire intanto che tutto ciò rappresenta un modo per aprire le maglie rispetto ad un mondo che magari non ha attivato nessuna lite o nessun contenzioso con la Regione e, secondo me, è soprattutto non è una norma che incentiva a rispettare gli accordi tra Regione e coloro che hanno beneficiato di finanziamenti o di altre risorse regionali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, io invito ancora una volta la Giunta a riflettere su questo emendamento. Ricordo, tra l'altro, che al comma 12 della legge 11 maggio 2006, numero 4, c'era e c'è un limite temporale perentorio. Detto comma prevede, molto chiaramente, che gli Assessorati competenti siano autorizzati entro e non oltre 6 mesi dall'entrata in vigore della presente legge. Noi stiamo semplicemente modificando la parola "in contenzioso" con "caratterizzate da posizione debitorie". Quindi, prima di procedere alla cessione dei predetti crediti c'era e c'è un limite temporale perentorio molto preciso. Mi chiedo come si voglia applicare poi questo comma 12 semplicemente modificando e aprendo le maglie, non limitando le procedure soltanto alle pratiche in contenzioso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, credo che questa sia una norma davvero emblematica di un modo di procedere che noi vorremmo bloccare. Può essere definita come una sorta di condono senza condono, un condono generalizzato senza definire quali sono i limiti, i paletti eccetera, che tra l'altro lascia intravedere dei danni enormi per l'amministrazione regionale.

C'è da chiedersi che cosa ne pensa, cosa potrebbe pensarne la Corte dei conti di una norma di questo genere. Peraltro sana situazioni passate e apre, rispetto a situazioni future, una prateria di situazioni che vanno a vantaggio di coloro i quali hanno con facilità la possibilità di barare nei confronti della Sardegna a danno di tutte le comunità. Per cui, forse è il caso di fermarsi a riflettere perché qui si sta approvando una norma che credo invece debba essere bloccata velocemente. Assessore La Spisa (che è al telefono) forse è il caso che precisi meglio la situazione e blocchi quanto si sta approvando.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, credo che veramente occorra un attimo di attenzione. Noi non possiamo consentire in questo momento, secondo me, un condono così generalizzato, rinunciare a delle risorse che poi non sappiamo neanche quanto in maniera legittima. Io penso che si possa sospendere l'argomento - lo stiamo chiedendo tutti con forza - per eventualmente approfondirlo successivamente. Sarebbe, secondo me, dimostrazione di grande senso di responsabilità da parte sua e da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Anch'io, Presidente, intervengo per sollecitare il Presidente della Regione e l'Assessore a riflettere su questo emendamento. In genere chi ricorre, chi chiede la transazione è un soggetto privato, un soggetto individuale. Se l'obiettivo se lo pone l'amministrazione regionale a me sembra che sia insita la volontà della Regione di chiudere una partita a perdere. Tra l'altro, io formulo una proposta provocatoria: se ci sono dei contenziosi credo che vadano individuate esattamente anche chi sono le controparti perché nessuno esclude che la Regione possa anche affidare ad una società specializzata la riscossione dei crediti. Cioè, io credo che ciò che voi vi apprestate a fare sia quello che risponde meno agli interessi della Regione.

In questo senso vi chiedo davvero di riflettere se non sia il caso di ritirare questo emendamento per riproporlo, magari soffermandovisi con maggiore attenzione, in sede nel collegato alla finanziaria.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Anch'io, Presidente, Presidente della Regione, colleghi, invito a riflettere su questo emendamento perché rappresenta una sorta di condono di debiti passati per le cose passate ma anche un invito a condonare i debiti futuri. E' come colui che in odore di condono edilizio, permette il condono della casa ancora prima di realizzarla. Significa trasferire nelle mani del funzionario competente una enorme responsabilità. Si tratta di cifre onerose, si tratta di interessi che non vengono riscossi, è diseducativo, invita a non rispettare la norma, invita a non rispettare le regole e che ciò venga, come dire, sostenuto dalla Regione Sardegna è certamente una cosa che non va per niente bene.

Quindi, l'intervento mio vuole essere quello di invitare i colleghi, anche della maggioranza, a riflettere seriamente su questo emendamento, perché non credo che porti benefici di alcun tipo, al contrario sia talmente non solo diseducativo, ma certamente determinerà un danno non solo erariale ma anche etico e morale. Certamente non è un emendamento che va sostenuto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Presidente, sarebbe interessante capire le motivazioni che hanno portato la Giunta a presentare questo emendamento. Di fatto, sia la modifica al comma 9 sia quella al comma 12 sono sulla stessa linea, sono ispirate dalla stessa filosofia. In pratica diciamo che per tutti i crediti che la Regione vanta si può tranquillamente promuovere la transazione senza che ci siano liti pendenti o contenziosi in atto. Significa, a mio avviso, in questo modo, non solo sanare le posizioni che abbiamo già in essere, ma dire in anticipo agli eventuali debitori "non pagate tanto poi potete venire da noi, potete andare dal funzionario incaricato o dal dirigente incaricato e proporre una transazione e ridurre il vostro debito" costituendo, a questo punto, un danno erariale anche nei confronti dell'amministrazione regionale. Non vorrei essere certamente al posto del funzionario regionale che deve andare a sottoscrivere un accordo di questo tipo.

Io dichiaro il voto contrario a questo emendamento, però vorrei capire anche dal Presidente o dall'assessore La Spisa le motivazioni che hanno portato la Giunta a proporlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Mi ricollego alla richiesta dell'onorevole Antonio Solinas e credo sia importante capire la ratio di questo emendamento, credo che sia soprattutto importante che la Giunta faccia una riflessione e lo ritiri perché o si rischia veramente di incoraggiare comportamenti scorretti nei confronti della Regione che poi non troverebbero risposta in penalizzazioni.

E' stato detto anche che gli interessi legali sono estremamente bassi e non costituirebbero quindi una sanzione adeguata. Io penso che nei confronti di chi usa male dei contributi pubblici o di chi non rendiconta possa anche essere transazione, ma su base equa, e non credo che questa formulazione permette una base equa. Quindi credo che questo emendamento che vada perlomeno sospeso in attesa di chiarimenti da parte anche della Giunta o, meglio, ritirato, altrimenti il nostro voto non potrà che essere fortemente contrario.

Non posso credere che l'Assessore possa essere d'accordo su un emendamento che incoraggia un certo tipo di comportamenti, non so la Giunta, ma credo che tutta l'aula dovrebbe respingere una soluzione di questo genere.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 39. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 58.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). L'emendamento numero 58 chiede un atto conseguente a quell'audizione che si è svolta poco più di dieci giorni fa con i sindaci e l'amministrazione provinciale di Oristano interessati dal fenomeno dell'invasione del giacinto. In quella sede l'amministrazione provinciale, che sta provvedendo alla bonifica in attesa che vengano effettuati gli studi scientifici più specifici, ha chiesto la possibilità di avere un sostegno finanziario perché in questo momento sta anticipando di tasca propria.

La Giunta regionale ha espresso un parere negativo su questo emendamento, io chiederei cortesemente di volerlo riesaminare anche usufruendo della valutazione del Presidente della Commissione e dell'Assessore che sono qui presenti e che hanno potuto direttamente valutare la portata di questo problema. Non mi pare una cifra così esorbitante, ma i colleghi che erano presenti in Commissione ricorderanno quello che è stato detto per cui chiedo che venga ripresa in considerazione la possibilità di un suo accoglimento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Antonio Solinas per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (P.D.). Intervengo per rafforzare quello che ha già detto il collega Sanna. L'inquinamento che si è verificato sul rio Mare Foghe a Riola sardo ha interessato più di un comune e solo grazie all'attività, alle somme che i comuni stessi hanno anticipato e alle somme anticipate dall'amministrazione provinciale si è riusciti in qualche modo a bloccarlo. La Commissione, assieme all'Assessore dall'ambiente, assieme ai funzionari regionali, si è recato a verificare di persona l'entità e la gravità della situazione; in seguito ha udito i sindaci dei comuni interessati.

Quest'emendamento nasce proprio dalla necessità di rimborsare gli enti locali delle spese sostenute, ma soprattutto dalla necessità di monitorare la situazione ambientale di questi siti, per evitare che il fenomeno possa ripetersi trattandosi, tra l'altro, di un'erba che non si era mai vista in Sardegna, e che non si capisce come vi sia arrivata. Quest'erba è riuscita, con le piogge dei giorni scorsi, a bypassare lo sbarramento del cosiddetto Pischeredda e arrivare nello stagno di Cabras che, per fortuna, essendo di acqua salata, è riuscito a distruggere l'erba. Credo che la somma non sia così rilevante però è determinante per poter concludere un'attività di bonifica ma soprattutto di monitoraggio che è necessaria per quei fiumi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mariano Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU MARIANO (P.d.L.). Colleghi del Consiglio, signor Presidente, signori della Giunta, l'emendamento testé illustrato dal collega Solinas si affronta un tema di emergenza ambientale interessa cinque comuni: quello del giacinto d'acqua sul rio Mare Foghe. In merito la Commissione ambiente ha già tenuto delle audizioni, ha sentito gli amministratori locali e ha lavorato in stretta sintonia con l'Assessorato dell'ambiente. Sono stati interessati praticamente tutti gli enti che in questo momento stanno operando e c'è stato anche un aggiornamento, dopo l'ultima riunione tenuta nell'Assessorato dell'ambiente, alla settimana prossima per esaminare la sintesi economica degli interventi effettuati dall'amministrazione provinciale che sta governando i processi e dalle amministrazioni comunali che stanno intervenendo sul sito.

Il problema lo si è in qualche modo arginato, però si ha bisogno di interventi mirati all'eradicazione del fenomeno ma, soprattutto, un'azione di monitoraggio che deve essere attuata e attivata non solo sul rio Mare Foghe ma anche sulla laguna di Cabras. Detto questo è stato stimato a circa 500 mila euro la somma necessaria per ristorare le amministrazioni dagli impegni assunti. Io credo che, Presidente e Assessore - conosciuto anche l'impegno che si sta profondendo - che su questo tema si possa trovare un accordo e approvare quest'emendamento con la copertura finanziaria necessaria perché questo processo di emergenza ambientale trovi una soluzione. Quindi esprimo il voto favorevole, per altro il voto favorevole era stato espresso anche in sede discussione in Commissione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Sono stati effettuati numerosi interventi dai comuni e dalle province e adesso servono studi, programmi e approfondimenti, per cui questa somma è assolutamente necessaria e forse non è nemmeno sufficiente, pertanto si dovrà, in seconda battuta, procedere ad una integrazione. Dichiaro il voto favorevole all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento e chiedo di aggiungervi la mia firma. Ricordo che l'infestazione del giacinto d'acqua non è un problema solo dei cinque comuni, ma potrebbe allargarsi all'intera provincia e altre zone umide della Sardegna, per cui va monitorato e certamente studiato a fondo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 58.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 58.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Capelli - Cappai - Caria - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Mula - Obinu - Oppi - Petrini - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Sabatini - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 57

votanti 56

astenuti 1

maggioranza 29

favorevoli 56

(Il Consiglio approva).

Gli emendamenti numero 61, 67, 68, 113, 69, 70, 72, 73 e 74 sono inammissibili.

Passiamo agli emendamenti numero 75 e 204, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, gli emendamenti che sono stati considerati inammissibili. La domanda è che ci sono sembrati analoghi ad altri emendamenti che sono stati spostati all'articolo 3, quindi volevamo capire le motivazioni profonde per le quali sono stati giudicati inammissibili.

PRESIDENTE. Per gli emendamenti spostati all'articolo 3 non è stato ancora espresso il giudizio di ammissibilità o di inammissibilità, per quelli all'articolo 1 è stato espresso. Quindi non so lei a cosa si riferisca perché, rispetto a quegli emendamenti, la Presidenza non ha ancora espresso il giudizio.

Metto in votazione gli emendamenti numero 75 e 204, di identico contenuto. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Metto in votazione gli emendamento numeri 76 e 205, di identico contenuto. Chi li approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.

(Non sono approvati)

Passiamo agli emendamenti nuero 77 e 234, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, con questo emendamento si intende trasferire le competenze per la gestione di un finanziamento dal Dipartimento di scienze pediatriche dell'Università di Cagliari direttamente alla ASL competente, in questo caso all'ospedale Microcitemico, perché nel passaggio dalla clinica universitaria in questo caso alla azienda ospedaliera competente passa solitamente del tempo. Quindi sarebbe preferibile evitare questo passaggio. Io mi rendo conto che questa è una materia che riguarda anche...

(Interruzione del consigliere Steri)

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). No, Giulio, la stabilizzazione è un altro aspetto. Questo emendamento riguarda il finanziamento di quest'attività che è cosa completamente diversa, cioè noi dobbiamo fare sì che il finanziamento vada direttamente all'unità ospedaliera che gestisce questa attività perché non si comprende la ragione per cui debba andare alla clinica universitaria che a sua volta poi lo trasferisce all'unità ospedaliera competente.

In questo caso, tra l'altro, se non si effettua il trasferimento, chi svolge le attività rischia di essere oggetto di una serie di vessazioni da parte della clinica universitaria. Io credo che sia quanto di più sbagliato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Espa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Non posso che ribadire le considerazioni dell'onorevole Diana, nel senso che, l'emendamento non riguarda stabilizzazione di personale, ma riguarda la gestione del finanziamento. Ne abbiamo parlato anche in Commissione sanità. Abbiamo ricevuto anche due lettere da due docenti, ma mi sembra che la soluzione ipotizzata in quest'emendamento sia la soluzione ottimale per creare una normale attività anche per quanto riguarda l'andamento di questo dipartimento. Quindi noi non possiamo dire altro che l'azienda ospedaliera debba gestire queste risorse, per evitare che il servizio in materia di malattie metaboliche del bambino della seconda clinica pediatrica continui a soffrire di tutti problemi che da tanti anni sono stati creati da questa situazione. L'emendamento peraltro non comporta aumento di spesa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Per chiedere, se non ci sono eccezioni da questo punto di vista, di spostare questo emendamento all'articolo 3, perché c'è un problema di ordine tecnico che deve essere valutato. Si tratta di personale che viene temporaneamente impiegato in modo precario, ma direi stabilmente, dall'Ospedale Microcitemico, e il fatto di trasferire il finanziamento alla ASL richiama probabilmente disposizioni che attengono all'ordinamento professionale delle aziende sanitarie locali che potrebbero in qualche misura determinare situazioni negative nell'impiego di questo personale. Quindi, Presidente, se non ci fossero obiezioni, io sposterei questo emendamento all'articolo 3 così ci prendiamo il tempo per effettuare le necessarie riflessioni tecniche, perché la proposta è giusta, ma occorre anche che sia praticabile.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni da parte dell'Aula gli emendamenti numero 77 e 234 vengono spostati.

Passiamo all'emendamento numero 78.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, chiedo un attimo l'attenzione dell'Assessore. Quest'emendamento è volto a equiparare gli amministratori regionali a tutti gli altri amministratori che sono posti in aspettativa per l'esercizio del mandato politico. L'articolo 86 del Testo unico sugli enti locali prevede, infatti, che l'amministrazione provvedea, a totale suo carico, al versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi dei propri amministratori. Ora per gli Assessori tecnici, che quindi non sono consiglieri regionali, la Giunta regionale ha deliberato recentemente che debba essere posto a carico del datore di lavoro la propria quota e a carico dell'Assessore la quota di spettanza del lavoratore, creando una discriminazione reale.

Del resto la legge nazionale prevede questo sistema qualora l'Assessore consigliere sia beneficiario di un vitalizio; quindi ha la necessità di versare la propria quota, perché è già beneficiario di un vitalizio. Ma noi dobbiamo tenere conto che (nonostante la situazione attuale sia un po' confusa, conqualcuno che è Assessore tecnico e qualcuno che non lo è) nella prospettiva molte persone (come del resto anche nel passato) potranno essere Assessori tecnici senza consiglieri, e pertanto il loro stato previdenziale dovrà essere equiparato a quello di tutti gli altri operatori della politica e delle istituzioni che sono messi in aspettativa a totale carico dell'ente.

La situazione attuale crea un'eccezione nell'ambito della Regione Sardegna che mi pare del tutto sbagliata e che costringerà anche componenti dell'attuale Giunta a doversi pagare la propria quota di previdenza, svolgendo una funzione pubblica al pari dei loro colleghi che invece, essendo consiglieri regionali, hanno la previdenza totalmente a carico dell'Amministrazione. Questa situazione va quindi corretta e chiedo pertanto alla Giunta (anche perché non ha oneri direttamente quantificabili) di voler integrare il proprio deliberato con questo completamento che tiene conto delle disposizioni di legge attualmente vigenti, senza nessuna discriminazione tra gli enti locali, il Parlamento (perché tale è la legge che vige in Parlamento) e il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 78. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

(Interruzioni)

Ho detto: "Chi è favorevole? Chi è contrario? Il Consiglio non approva", proprio con la controprova.

(Interruzioni)

No, non era una votazione nominale, era una votazione per alzata di mano ed è stata chiesta la controprova. Quando non viene chiesta la controprova si chiede solo chi è favorevole.

Metto in votazione l'emendamento numero 197. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 206.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, io non ho nulla da dire su questo emendamento, devo solamente dire a lei che, se fossimo un po' attenti, la nostra attività di legislazione sarebbe più attinente a ciò che facciamo. Non si possono liquidare problemi di questo genere con questa velocità, tenendo presente che davanti a lei sia il Presidente sia l'assessore Rassu hanno votato a favore, davanti a lei! E quindi, in queste condizioni, bisognerebbe stare attenti a quello che si fa, perché il danno che si provoca alle singole persone può essere quello che è ma lo stato di poca adeguatezza della nostra struttura legislativa rimane in capo alla nostra inefficienza e alla nostra superficialità.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, se fosse come lei ha detto non sarebbe stata chiesta la controprova.

Ha domandato di parlare il consigliere Gavino Manca per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANCA GAVINO (P.D.). Presidente, colleghi, Assessore, questo è un emendamento, permettetemi di dire, di fondamentale importanza per il territorio sassarese, è un emendamento che consentirebbe - io chiedo anche al presidente Cappellacci di ascoltare perché su questo tema mi farebbe piacere che potesse esprimere un suo parere o eventualmente interloquire anche con l'assessore La Spisa - il completamento di un'opera che ormai va avanti da tantissimi anni, che è iniziata durante precedenti amministrazioni anche di centrodestra, che ha visto il Consiglio provinciale di Sassari - assessore La Spisa, è importante - approvare all'unanimità uno stanziamento (all'unanimità, quindi anche con il centrodestra) di 1 milione e 200 mila euro per cercare di completarla; mancherebbe quindi 1 milione di euro per il suo completamento.

L'opera riguarda un bacino di utenza di più di 150 mila persone (il Comune di Sassari e, soprattutto, il Comune di Sorso); è una strada che provoca molti incidenti e, purtroppo, anche qualche lutto, e necessiterebbe di questo finanziamento per il suo definitivo completamento. Io penso che meriti attenzione, penso che sia sì un emendamento territoriale ma territoriale in senso ampio perché riguarda tanti Comuni, anche Comuni amministrati dal centrodestra. Chiedo all'assessore La Spisa di valutare l'opportunità di trovare risorse per finanziare questa strada.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io non conosco la situazione della strada provinciale numero 60 però ho sentito l'onorevole Manca che si è impegnato, direi in maniera straordinaria, per convincere l'intera Aula dell'utilità di questo finanziamento. Se l'onorevole Manca parla di questo intervento con questa passione io sono convinto che sia un intervento giusto, e se è un intervento giusto, come mi pare abbia dimostrato il collega Manca, allora va finanziato. Io penso che l'Aula, anche in orari come questo, possa fare "cosa buona e giusta".

Io ricordo un episodio di tanti anni fa, quando si discuteva di rifiuti (non si discuteva di strade, onorevole Manca, ma di rifiuti): erano le 3 o le 4 del mattino e da questi banchi il collega Vassallo difese una piccola norma che vietava l'importazione, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, anche quelli speciali, nel territorio della Sardegna provenienti da altri territori. Quell'emendamento passò direi nel disinteresse generale ma con l'assenso della Giunta che, per la passione con la quale era stato illustrato dal collega Vassallo, aveva capito che era una cosa giusta. Cosa dire: è di Sassari anche Vassallo, è di Sassari anche il collega Manca…

MANCA (P.D.). Di Porto Torres.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Di Porto Torres, giusto, è della Provincia di Sassari anche il collega Manca e io credo che abbiano lo stesso tipo di qualità.

Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 206.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni Marco ha votato a favore e che il consigliere Planetta ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Capelli - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Mulas - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si è astenuta: la presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 59

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 27

contrari 32

(Il Consiglio non approva).

L'emendamento numero 322 è inammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 381. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'emendamento numero 383.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Intervento per precisare che sull'emendamento numero 383 è favorevole sia il parere della Giunta sia quello della Commissione. Si chiede soltanto che l'ultimo periodo da: "tale dotazione" fino "alle finalità di cui sopra" sia cassato perché pleonastico.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni la proposta di emendamento orale è accolta.

Metto in votazione l'emendamento numero 383 come modificato a seguito della proposta di emendamento orale. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'emendamento numero 424.

Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BARRACCIU (P.D.). Presidente, intervengo per sottoporre all'attenzione dell'Aula un problema che riguarda i consorzi fidi e la capacità di questi di rispondere alle richieste del sistema produttivo sardo, che come sappiamo versa in grosse difficoltà. Sappiamo che i consorzi fidi rappresentano un buon supporto al sistema produttivo perché favoriscono l'accesso al credito bancario. Questa considerazione appare ancora più valida se consideriamo le situazioni economiche attuali e di mercato che mortificano le legittime aspettative di ripresa del sistema. Il sistema Confidi, però, attualmente risulta depotenziato rispetto alle possibilità che avrebbe invece di supportare le imprese perché non ancora sufficientemente capitalizzato per soddisfare le richieste.

Per superare queste difficoltà questo emendamento vuole rendere direttamente computabili nel patrimonio di vigilanza dei Confidi vigilati ed iscritti, vigilati ed iscritti nell'elenco speciale ex articolo 107, i fondi che stanziamo, attraverso la nostra finanziaria. Questo consentirebbe, secondo le regole che vigono in questo sistema, ai Confidi di erogare una piena assistenza al sistema produttivo, perché verrebbe integralmente sfruttato il moltiplicatore che lega il patrimonio di vigilanza con le garanzie consortili rilasciate.

L'emendamento quindi vuole porre all'attenzione dell'Aula questo problema, ma considerato che si tratta di una norma di una certa rilevanza c'è anche la disponibilità a ritirarlo se da parte della Commissione bilancio e della Giunta c'è la disponibilità ad affrontare questo tema nel collegato, anche previa audizione in Commissione bilancio di tutti i consorzi fidi vigilati che operano in Sardegna.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 424.

BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 424.

(Segue la votazione)

Prendo atto che la consigliera Barracciu ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Bruno - Caria - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Uras - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Cappellacci - Cherchi - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Floris Mario - Fois - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Obinu - Oppi - Petrini - Piras - Planetta - Randazzo - Rassu - Sanna Giacomo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda Alessandra.

Si sono astenuti: la presidente Lombardo - Artizzu - Capelli - Sanna Matteo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 60

votanti 56

astenuti 4

maggioranza 29

favorevoli 22

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Gli emendamenti numero 444 e 445 sono stati ricompresi nell'emendamento di sintesi numero 482. L'emendamento numero 446 è inammissibile.

Passiamo all'esame dell'emendamento numero 447.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Il parere sull'emendamento è favorevole purché lo stanziamento di euro 2 milioni e mezzo di euro sia ripartito in 2 milioni e mezzo per ciascuna delle annualità 2011-2012.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Intervengo solo per ricordare ai componenti della Commissione che in Commissione avevamo previsto di sostituire la dizione "Assessore competente" a quella di "Assessore dei lavori pubblici" perché gli edifici di culto considerati quelli diciamo storici sono ricompresi nelle competenze dell'Assessorato della pubblica istruzione.

PRESIDENTE. Quindi le proposte di emendamento orale sono due: quella dell'onorevole Bruno e quella dell'onorevole Maninchedda. Se l'Aula è d'accordo metto in votazione l'emendamento così modificato.

VARGIU (Riformatori Sardi). Non siamo d'accordo sulla proposta dell'onorevole Bruno.

PRESIDENTE. Se non c'è l'unanimità rimane solo la proposta di emendamento orale dell'onorevole Maninchedda.

Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Io ricordo che su questo emendamento orale, che tra l'altro non abbiamo proposto noi, c'era il parere unanime della Commissione terza e, devo dire, che mi pare che sia in coerenza con la legge. Non possiamo, infatti, fare diversamente che indicare l'Assessore competente e non l'Assessore dei lavori pubblici. Mi rendo conto che c'è un problema dei Riformatori, però io chiedo che si tenga almeno conto di quello che è emerso in Commissione, altrimenti il nostro atteggiamento per quanto riguarda il voto cambierà.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, sulle proposte di emendamento orale è sovrana l'Aula e se c'è anche un solo consigliere contrario non si possono accettare.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.). Noi esprimiamo un parere favorevole previo accoglimento delle due proposte di riduzione e di ripartizione della somma tra pubblica istruzione come ha chiesto l'onorevole Bruno. Pertanto se non è accolto l'emendamento sulla pubblica istruzione viene meno il parere favorevole della Commissione e pertanto voteremo contro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sicuramente che ci sarà qualcuno che si opporrà, ma voglio provare a presentare un emendamento orale. Anziché cambiare l'UPB prevedere una proposta degli Assessori competenti in maniera tale che sia concertata...

PRESIDENTE. Colleghi, scusatemi. L'onorevole Vargiu ha già espresso parere contrario, per cui non si può accogliere la proposta di emendamento orale. Lo stesso ha fatto l'onorevole Steri, pertanto le proposte di emendamento orale non possono essere accolte e l'emendamento rimane nella sua versione originaria.

Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Presidente, io credo che sia anche questo un caso più attinente a profili di natura tecnica che al ragionamento politico o al contenuto legislativo.

Le competenze della Giunta regionale sono definite da una legge, che come è noto è la legge numero 1 del 1977. Quella legge, insieme ad altre disposizioni legislative che attendono il funzionamento dell'amministrazione regionale, sono oggetto di un processo di riforma che unanimemente questo Consiglio ha demandato alla istruttoria preliminare della Commissione prima, integrata, come stabilito dallo stesso Consiglio e assistita sul piano tecnico come stabilito dallo stesso Consiglio.

In Commissione terza abbiamo affrontato qualche tema relativo agli aspetti di natura riformatrice, che sono peraltro contenuti in alcuni emendamenti, che sono stati presentati da diversi Gruppi consiliari. L'orientamento prevalente è stato quello di rimanere dentro il seminato normativo già stabilito e di rinviare modifiche di questa natura, che per esempio riguardano le competenze degli Assessorati, nell'ambito del processo di riforma.

Presidente, l'ora è tarda e mi sembra che non ci siano le condizioni per proseguire. Li mandi tutti a casa, se non definitivamente (a questo ci penseranno gli elettori eventualmente) almeno a dormire, perché così almeno risolviamo qualche problema di natura fisica.

Ripeto: noi non possiamo modificare con legge finanziaria le competenze da un Assessorato all'altro, perché sarebbero norme intruse.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, io non solo avevo espresso parere favorevole, ma avevo addirittura chiesto di aggiungere la mia firma a questo emendamento, complimentandomi con il collega Vargiu, perché con questo emendamento aveva evitato il tradizionale stillicidio di interventi "ad chiesam", dove ognuno cerca risorse per la Chiesa sotto casa sua. Ora, mi dispiace rilevare che il collega Vargiu abbia deciso di togliere nobiltà a questo emendamento facendolo diventare un emendamento "ad Assessorem".

Noi riteniamo che il tema delle chiese e dei luoghi di culto abbia un carattere generale, e sappiamo che quelli che hanno caratteristiche storiche ricadono sotto la competenza di un diverso Assessorato. Io credo che il collega Vargiu abbia avuto il merito, assieme ai colleghi Riformatori, di presentare questo emendamento che mette un po' d'ordine tra queste richieste che arrivano dai territori, in maniera non coordinata. Pertanto gli chiederei, credo che ci faciliterebbe il compito, e non mi costringerebbe al ritiro della firma, di rivedere la sua decisione sull'emendamento orale e accettare la dizione "su proposta dell'Assessore competente".

Ho fiducia che il collega Vargiu dia seguito anche all'accordo in Commissione e consenta di correggere l'emendamento con l'emendamento orale che ha proposto il mio Capogruppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Presidente, chiedo di spostare l'emendamento numero 447 all'articolo 3?

PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni l'emendamento è spostato all'articolo 3. Ovviamente chi è intervenuto già per dichiarazione di voto, non potrà poi rintervenire.

Metto in votazione l'emendamento numero 461. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Gli emendamenti numero 65 e 217 sono ricompresi nell'emendamento di sintesi numero 482. L'emendamento numero 71 è inammissibile.

Ha domandato di parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lei ha dichiarato inammissibile l'emendamento numero 71, che invece è stato in altra forma ammesso, o già approvato, non ho capito bene, con una differenza - assessore Rassu mi ascolti - che nell'emendamento che è stato ammesso e approvato il termine, che è solo ordinatorio, dei novanta giorni per l'approvazione dei PUC, diventerebbe improvvisamente perentorio, il che vuol dire che il CTRU non lavorerà più, e che si dovranno esitare i PUC senza esaminarli. Immaginate che cosa succederà. Noi sosteniamo, con l'emendamento numero 71, che, poiché nell'approvazione delle pianificazioni generali è divenuta d'obbligo la valutazione ambientale strategica, e che alla valutazione ambientale strategica, presso l'amministrazione provinciale, partecipa la Regione: la Regione, invece di esprimere due pareri, uno in sede di VAS, e l'altro subito dopo nel CTRU, e quindi con la verifica di coerenza, ne deve esprimere uno solo. E' questa la semplificazione.

Poiché l'amministrazione deve esaminare il piano per la VAS, non duplica la sua autorizzazione, la esprime una sola volta, ma, pretendere che con quell'altro emendamento si risolva il problema della semplificazione, significa liberare piani urbanistici comunali privi di controllo e probabilmente gravidi di illegittimità. Io credo che, prima di dire che l'emendamento è inammissibile, bisogni confrontare entrambi gli emendamenti perché a mio parere stiamo commettendo un errore.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, se mi segnala qual è l'altro emendamento, effettuerò la verifica che lei ha richiesto.

Passiamo agli emendamenti numero 185 e 365, di identico contenuto.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io provo a motivare perché il Consiglio regionale dovrebbe dedicare attenzione a questo emendamento. Stiamo parlando di una scuola importante, una scuola che ha una storia, è l'istituto statale alberghiero di Alghero, nato a fine anni '60, con un indirizzo scolastico e un corso di studi di valenza regionale, perché sono numerosi i giovani sardi che arrivano ad Alghero per iscriversi in una scuola che ha fatto storia, che ha diplomato fiorenti e valenti operatori del settore turistico-alberghiero, ristoratori di fama internazionale.

Però questa scuola, contrariamente a molte altre scuole che hanno ricevuto attenzione e considerazione da parte delle istituzioni pubbliche, rimane ancora priva di edificio scolastico specifico. E' una responsabilità grave non aver trovato soluzioni per una scuola così prestigiosa. E' una scuola che ha necessità assoluta di una sede idonea. E' ospitata in un edificio assolutamente inadeguato, l'ex albergo ESIT, in Alghero sulla piazza Sulis, di fronte al mare. Fu albergo di grande prestigio per molti anni, quando la Regione intraprese quella politica di realizzazione di strutture alberghiere per promuovere e sostenere lo sviluppo turistico in Sardegna.

Nell'emendamento si chiede un impegno di 3 milioni di euro, che fra l'altro potrebbero essere utili per recuperare almeno uno dei due edifici scolastici disponibili, come quello dell'ITI di via degli Orti, o quello della scuola media di via XX Settembre, e mettere in vendita con specifica destinazione l'edificio alberghiero, dal quale si potrebbe ricavare sicuramente una somma superiore, addirittura doppia rispetto all'impegno che occorrerebbe per dare risposta a un istituto, che è dislocato in tre plessi, oltre che nell'istituto ESIT, e a un corso di studi prestigioso e importante per Alghero, e per la Sardegna tutta.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io sostengo la tesi del collega Sechi. Penso che, se ci fosse un problema di copertura finanziaria, si potrebbe risolvere con un finanziamento pluriennale, perché i lavori di sistemazione degli edifici di cui stavamo parlando si possono anche articolare in un periodo congruamente più lungo. Penso che noi abbiamo operato una scelta, lo dico al Presidente e lo dico all'Assessore, ma lo dico anche ai colleghi della maggioranza. Noi tutti sosteniamo che uno dei settori su cui bisogna puntare è quello alberghiero, è quello turistico. Noi tutti sosteniamo che le professionalità dei nostri giovani non sono all'altezza della proposta turistica che noi intendiamo avanzare e mettere sul mercato. Noi tutti sosteniamo che la formazione su questo settore è assolutamente necessaria.

Tutti quanti noi diciamo che vogliamo investire per la nostra economia in questa direzione, dopodiché se c'è da spendere 3 milioni di euro troviamo sempre qualche chiesa da aggiustare e non troviamo mai una scuola da aggiustare! Se qualcuno ha, io per primo, una grande fede, primo o poi scoprirà che aggiustare chiese risolve tutti i problemi dell'economia. Ma, forse, anche costruire qualche scuola ci può aiutare a risolvere qualche problema dell'economia. Quindi qual è la ragione per la quale bisogna dire di no ad un emendamento come questo? Qual è la ragione per la quale bisogna non spendere quello che bisogna spendere per sistemare gli istituti scolastici e dare ospitalità agli allievi che devono imparare il mestiere in un settore come questo che tutti voi dite essere strategico? A meno che l'attività turistica di cui parlate non sia quella di vendere case di qualche immobiliarista e lasciarle deserte anche durante l'estate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, questo è un emendamento vantaggioso per le casse della Regione perché il valore di mercato dell'Hotel ESIT di Alghero, che è tra i beni alienabili della Regione, è di circa 6 milioni di euro. L'edificio si trova nella piazza principale, nel lungomare di Alghero, è un immobile sicuramente non adeguato a ospitare 615 studenti provenienti da ogni parte dalla Sardegna. La scuola alberghiera era stata sfrattata nel 2004 dall'ESIT, l'ESIT aveva mandato l'ufficiale giudiziario, aveva sfrattato materialmente gli studenti, proprio perché voleva "fare cassa" e l'eliminazione di questo contenzioso con la Regione è stato uno dei primi atti della Giunta Soru a favore dell'ESIT.

Noi chiediamo semplicemente di mettere sul mercato quell'immobile, che ha un valore di 6 milioni e, attraverso un finanziamento di 3 milioni, edificare una nuova scuola alberghiera professionale per lasciarlo in comodato a favore del Comune di Alghero. Naturalmente, come tutte le scuole professionali, la competenza è della provincia (e in questo caso della Provincia di Sassari) in favore della quale si chiede di concedere finanziamenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Caria per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARIA (P.D.). Presidente, anche io sostengo la tesi del collega Sechi e del collega Bruno e chiedo anche di aggiungere la mia firma a questo emendamento.

Mi convince anche il collega Uras nel momento in cui parla di turismo, io aggiungo di formazione e di sbocco anche nel mercato del lavoro. Se non investiamo in questa direzione davvero, francamente, non so per il futuro dei giovani su quale altra direzione potremmo investire, o meglio, aggiungerei anche questa tra le priorità su cui investire. Non sono invece per niente d'accordo con l'ultima parte dell'intervento del collega Uras. Io sono per aggiustare le chiese e le scuole…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo a sostegno di quest'emendamento. A quest'ora è difficile per ciascuno di noi spogliarci, o meglio, ricordarci del nostro mandato che dovrebbe essere quello di assessori regionali e non assessori di un territorio e qualche volta addirittura di un comune. Quindi, suggerirei a tutti quanti di fare uno sforzo e di prestare attenzione a un tema che non è di Alghero, è della nostra Regione, in quanto Alghero comunque è nella nostra Regione, e noi siamo interessati allo sviluppo della Sardegna tutta!

Alghero ha fatto uno sforzo importante negli ultimi anni, negli ultimi dieci anni, di riqualificazione: dal corso, che ha preso il nome di un architetto spagnolo, fino al centro storico, all'inizio della città murata. In questo momento si sta ultimando la riqualificazione del vecchio ospedale, che interessa la facoltà di architettura. Poco più di un anno fa è stato inaugurato il restauro della vecchia caserma di cui non ricordo il nome.

Finalmente si arriva alla torre Sulis, ed è tutta una riqualificazione di quell'area. L'edificio più sconcertante, l'edificio più disastrato, l'edificio più vecchio che dequalifica l'intera area purtroppo è di proprietà della Regione ed è veramente poco adatto a essere sede di una scuola alberghiera. E' stato ricordato che nella passata legislatura intervenne "uno" per sanare una lite, e il passo successivo doveva essere quello di emanare un bando pubblico che non abbiamo fatto a tempo a fare per trovare qualcuno che rilevasse quell'edificio e costruisse la nuova scuola, preferibilmente riqualificando uno dei diversi edifici non più utilizzati nella città di Alghero.

Quindi questa è un'opera meritoria perché offre la possibilità alla scuola alberghiera di avere una sede adeguata (come in passato si è fatto, con un'operazione analoga per Oristano) nonché la possibilità di completare la riqualificazione dell'intero centro storico di Alghero, che ormai conta solamente questo come edificio pubblico da riqualificare. Credo che sia nell'interesse di tutti quanti finanziare questa opera, anche eventualmente dividendo lo stanziamento in più annualità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, solo per chiederle se sia possibile, in analogia a quanto abbiamo fatto per l'emendamento che riguardava gli edifici di culto, spostare questo emendamento all'articolo 3, perché abbiamo previsto un emendamento che concerne più in generale uno stanziamento per gli edifici scolastici all'interno del quale magari questo potrebbe essere ricompreso conferendo un carattere più generale all'intervento.

PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni l'emendamento numero 235 è spostato all'articolo 3, fermo restando che chi già è intervenuto non potrà intervenire.

L'emendamento numero 196 è inammissibile.

Metto in votazione l'emendamento numero 290. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 291. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 292. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 293. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Ritiro gli emendamenti numero 335, 356, 357, 358, 359, 360, 362, 363.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 364. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.), relatore di maggioranza. Faccio presente che la copertura finanziaria deve essere corretta in sede di coordinamento!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 294. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 310 e 313 sono inammissibili. Gli emendamenti numero 311, 314 e 315 sono spostati all'articolo 3.

Metto in votazione l'emendamento numero 316. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 317, 318 e 324 sono inammissibili. Gli emendamenti numero 317, 325, 378, 377, 374, 376 e 375 sono spostati all'articolo 3.

Passiamo all'emendamento numero 366.

Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (Comunisti-Sinistra Sarda-Rosso Mori). Io credo che molti di voi ricordino interventi della Regione per trovare soluzioni e garantire alla fruizione pubblica edifici costruiti intorno agli anni '30 nelle più importanti città della Sardegna, per ospitare sale di cinema e teatro Poi, in seguito alla crisi del cinema, ma anche alle difficoltà di gestione da parte dei privati, si verificò la dismissione di numerose sale col conseguente pericolo di perderle, non solo come cinema-teatri ma come luoghi di aggregazione e culturali per tutte quelle funzioni che spazi come questi possono permettere (attività concertistica, assemblee studentesche e quant'altro).

Credo che sicuramente l'ultima struttura ancora da recuperare sia il Cinema Teatro Selva, costruito nel 1930 su progettazione dell'architetto Morandi, figura prestigiosa di quegli anni. E' un edificio di grande valore artistico-architettonico, peraltro sotto vincolo del Ministero dei beni culturali. Io credo che per un discorso, di coerenza e di giustizia la Regione dovrebbe fare altrettanto nei confronti di questa struttura che potrebbe assolvere anche a numerose funzioni, come quella di luogo per attività congressuale (attività che ha subito una forte riduzione nella città di Alghero proprio perché non dispone di una struttura adeguata).

E' vero che la Giunta regionale ha deliberato di trasferire al Comune di Alghero il palazzo dei congressi, ma è una struttura con potenzialità e funzioni differenti, ed è per questo che io sollecito, attraverso il mio intervento, una considerazione nei confronti di questo edificio e di questa proposta.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento 366. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Gli emendamenti numero 215, 448, 449, 451 e 209 sono inammissibili. L'emendamento numero 452 è spostato al disegno di legge di bilancio, mentre gli emendamenti numero 453, 454 e 463 sono spostati all'articolo 3.

I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 11.

La seduta è tolta alle ore 1 e 47 di mercoledì 5 gennaio.